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Full text of "Avicula giornale ornitologico italiano"

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Conto Corrente con la Posta 


Fasc. 1. 


2 PassER I irauine IT? JTALI ICUS 


——> —==—m___ 


per lo studio dell’ Avifanna italica e per tutto quanto, la relazione con gli uccelli in in gener ale 


Caccia, O ina scelimia lezione, propagazione, pabiciziole, arm emi- 
grazioni, classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, varietà, mostruosità, ibridismi, orni- 
tologia agraria, distribuzione geografica, utilità e danni delle varie specie, paleornitologia ec. ec. 

Abbonamento annuo per l°Jtalia.e per gli uffici postali italiani all'estero L. <. Per gli Stati della unione postale L. 4,50, Altri Stati L. 5. 


DIRETTORI ONORARI 
HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO 


Museo zoologico — Firenze Museo zoologieo — Torino 


Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI 


s, Via di Città, 14, ed anche 


S 
Si UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA 
N Collaboratori principali 

(5 Angelini prof. Giovanni, Roma. Lepri march. Giuseppe, Roma. 

Cai A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Lorenz Lodovico cav. de Liburnan, Vienna. 

Si Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. 

Ck Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). 
(Carruccio cav. prof, Antonio, Roma. Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). 
Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. 
Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. 
Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, 
Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. 

Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon prof. Graziano, Udine. 
Collaboratori corrispondenti 

Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). 

Caiani Gino, Firenze. Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. 

Ceresole Giulio, Venezia, Manche dott. L. Valletta (Malta). 

De Ceglie Francesco, Taranto. Monticelli prof, Saverio F., Cagliari. 

De Leone Nicola, Taranto. Poli prof. Aser, Piacenza. 

Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. 


Gioli dott. Giuseppe, S. Frediano a Settimo (Pisa). 


— RIBASSO SUI PREZZI DI ABBONAMENTO PER IL 1897 


TUTLTI COLORO CHE PAGHERANNO direttamente all’ Agenzia del Giornale, 

anto PER IL 1897, NEI PRIMI TRE MESI DELL’ANNATA, inviando sole 

lire cinque salderanno l'abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Natu- 

ralista, ‘oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto salderanno 

n Pai per tutti etre questi periodici. 
SC 


presso i respettivi uffici postali e secondo le norme stabilite nella detta convenzione. 


r glì Stati che aderirono alla convenzione di Vienna l' abbonamento costa quanto per l’ Italia, ma 


soccorre abbonarsi 


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Periodico mensile premiato allo esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed'a ig ineraazionale di ag RS 
| Abbonamento annuo per l’Italia e per gli 
D Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. 


‘ Sommario del fasdicolo del 1," Gennaio 


Franzoi prof. Enrico. Cenno biografico dell’illustre comm. Edoardo de Betta. Pag. l. 
Galli-Valerio dott. Bruno. Esplorazioni nelle Alpi Orobie, dal Pizzo del Diavolo al Cavrello. Pag.5. 
Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’ uomo. (erro 


zione). Pag. 12. 


Dei prof. Apelle. Organi di Jocomozione degli uccelli e dei pesci. Loro comparazione, e con- 
siderazioni in proposito. (continuazione e fine). Pag. 18. 


Rivista bibliografica. Da pag. 23. a pag. 27. 


Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Botanica, Paleofitologia, Agri- 
coltura dal n. 613 al n. 690. + Geologia, Mineralogia, Cristallografia dal n. 681 al n. 796. 


Da pag. 27. a pag. 32. 
Avvisi per gli abbonati. Pag. 32. 


uffici postali italiani all’ estero. L. 4, co 
— Altri Stati L. 5, 00 FOSCA EA 


BOLLETTINO DEL NATURALISTA 


Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore 
reato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago 
Abbonamento sonuo per l'Italia e per gli uffi postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3,60. Altri Stati I. 4 
Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano 


Sommario del fascicolo del 15 Gennaio 


Failla Tedaldi L. Coleotteri anormali della mia collezione, ed altri trovati sinora in Sicilia. Pag. 1. 
Fenizia prof. Carlo. Un nuovo caso di emiteria (Extradactylia ereditaria) (cont. e fze). Pag. 3. 
Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 5. 
COMUNICAZIONI. — Bonatelli F. Il ponte volante delle formiche. — Buzzi O. La fiammella 
di Berbenno. — Perez Canto C. Sur la coloration des microphytes a l’aide du carbonate 
— Red. Questioni da risolvere e che interessano i cammina- 
: ag. ll. ; 
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. — B. Quattro grandi balenottere catturate nella 
riviera ligure — Red. Cacciatore fenomenale — Red. Cinghiali e caprioli a Capri. Pag. Il e.12. 
Insegnamenti pratici. Pag. 12. Invenzioni e scoperte. Pag. 
— Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pas. 14 — Tavola necrologica. Pag. 
l5. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 15 e 16. : 


de Lithine. — K. K. Le noci. 
tori, cacciatori e alpinisti. Pag. 8 a 


13. — Notiziario. Pag. 13.e ld. 


Avvertenze per gli abbonati, 


sposizioni : 


Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in 
Via di Città 14, e datutti gli uttici postali italiani ed esteri, 
in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal pr incipio di 
ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati 

L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- 
tiene come rinnuovato. 

Fascicoli per saggio si spediscono gratis, 

Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. 

Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- 
tanza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne 
facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. 

Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli 
che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 
cent. per numero, L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento fran- 
chi di porto, purchè li richiedano prima della pubblica- 
zione del giornale. 

I soli abbonati sono collaboratori. 

Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- 
zione fra loro, ed approbttare dei_molti vantaggi che ar- 
reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni 
gratuite nel Bollettno, per scambiarsi comunicazioni, pro- 
poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte. e ri- 
cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, 
macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. 
', Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- 
sarela lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non 
si ha. diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però 
Misa) piene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- 
pé dirs0) Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli 
scritti che contengono offerte di acquisto 0 di vendita, o che 


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i collaboratori e le inserzioni. 


I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano 
e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, 
avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- 


possono servire di reclame commerciale. - 

Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente 
quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l}ab- 
bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se 
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L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab- 
bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- 
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato 
dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- 
spondenza, e per le vendite od acquisti. effettuati pagare 
un compenso da combinarsi. 

La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi dì pub- 
blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno — 
di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- 
blicati possono essere ritirati dagli autoria proprie spese. 

Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, 
ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia ratis, — 
purchè la richiedano entro l' annata în corso, altrimenti 
i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento 

Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- — 
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. È | 
per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- 
posite pagine costano L. logni2 centim. di spazio occu- 
pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli ; 
abbonati si fanno speciali facilitazioni. 

Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa. speciale 
menzione di quelle delle quali ci pervengono. due esemplari. 

Tutti è pagamenti devono essere amticiputt, Chi desidera 
risposta unisca i francobolli neces sarì, 0 e i 
tolina con risposta pagata. : , 


fimo I. N. 1 10 Febbraio 1897 


AVICULA 


l 
MEGIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO 


f 


i 


SOMMARIO 


S. Brogi. Dedica. Pag. 1 

S. Brogi. Preambolo. Pag. 2. 

Enrico H. Giglioli. Della comparsa del Corvus tingitanus in Italia. Pag. 4. 

Raffaello Meloni. ll Cursorius gallicus in Sardegna. Pag. 5. 

‘(G. Angelini e F. di Carpegna. La Limicola Platyrhyncha avvertita per la prima volta 
in provincia di Roma. Pag. 6. 

T. De Stefani. Stercorarius crepidatus nuova specie per il golfo di Palermo. Pag. 7. 

Dott. Cosimo Leonardi. Cattura di una Fratercula artica in Girgenti. Pag. 8. 

S. Brogi. Specie rare per la provincia di Siena. Pag. 9. 

Dott. Giuseppe Gioli. Note ornitologiche Pag. 9. 

Tommaso Salvadori. Descrizione di una nuova specie del genere Rhampocoelus di Chi- 
riqui. Pag. ll. 

A. Bonomi. Ulisse Aldrovandi. Pag. 12. 

E. Untersteiner. Sulla diminuzione degli uccelli. Pag. 13. 

A. Bonomi. Come si distingua nell’ usignolo îl maschio dalla femmiuva. Pag. 15. 

Caccie e passaggi di uccelli. Pag. 16 a 19. — Pubblicazioni ornitologiche recenti. 
Pag. 18a 19. — Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 20 a 24. — Noti- 
ziario. Pag. 24-25. — Indirizzi di ornitologi. Pag. 25-26. — Annunzi varii. Pag. 27 e 28. 


AL DISTINTO ORNITOLOGO 
AGOSTINO BONOMI 
DI QUESTO PERIODICO 
GALDO E SOLERTE PROMOTORE : 

AI LUMINARI DELLA ORNITOLOGIA ITALIANA 
ENRICO E. GIGLIOLI : FOMMASO SALYADORI 
I QUALI CON SINGOLARE CORTESIA 
ACCETTANDONE LA COLLABORAZIONE 
E LA DIREZIONE ONORARIA 
NE HANNO NON SOLO SUSCITATA 
MA ANCHE ASSICURATA LA VITA 
CON GRATO ANIMO 


S. BROGI 


PREAMBOLO 


TO 


Ecco che il Giornale ornitologico italiano, la cui pubblicazione fu 
così tanto efficacemente promossa e caldeggiata dall’ egregio prof. Agostino Bonomi 
di Rovereto (Trentino), si presenta al pubblico in veste modesta, ma pieno di spe- 
ranza per l’ avvenire. 

Il fondare in Italia un periodico esclusivamente dedicato allo studio degli uc- 


celli, parve sulle prime un tentativo facile a fallire; ma appena che Ja proposta . 


venne a conoscenza dei non pochi studiosi e dilettanti di ornitologia, gli incorag- 
giamenti e le adesioni furono tali, da far ben chiaro apparire che questa pubblica- 
zione era desiderata e perfino attesa con impazienza. 

I più illustri mecenati della Avifauna italica ed i più appassionati cacciatori che 


riuniscono al diletto anche lo studio, fecero plauso alla iniziativa e gentilmente pro- 


misero il loro appoggio e la loro preziosa collaborazione : basta dare una scorsa ai 
nomi pubblicati nella prima pagina della copertina di questo fascicolo, per averne 
la prova. E devesi inoltre ragionevolmente ritenere che questa schiera sebbene già 
ricca, andrà man mano aumentando di numero, e le non poche regioni italiane, 
per le quali non abbiamo ancora collaboratori o corrispondenti, saranno anche 
esse quanto prima rappresentate da qualche studioso osservatore, che contribuirà alla 
miglior riuscita del nostro comune intento, che è quello di conoscere meglio la 
interessante e numerosa famiglia degli uccelli, che, o siabilmente o di passaggio, 
irovansi nella italica terra, considerata nei suoi naturali confini geografici e non 
in quelli politici che sono artificiali e transitori. La regione zoologica italiana dob- 
biamo adunque considerarla limitata a settentrione e ad oriente dalla maggior catena 
delle Alpi, a ponente dal fiume Varo, e per tutto il resto dal mare; comprende 
inoltre tutte le isole tirrene, 1’ Elba, la Corsica, la Sardegna, la Sicilia, con le Li- 
pari, le Eolie, il gruppo di Malta, la Linosa, Lampedusa, Lampione, Pantelleria e 
le respettive adiacenti isolette. 

Nessuno creda che !a simpatica famiglia degli uccelli di cui l’ uomo di tutte le 
razze e di tulti i tempi si è sempre interessato e sula quale si è così tanto scritto e cantato 
in tutte le lingue, in tutti i tuoni, sia ben conosciuta nei suoi dettagli, anche limitatamente 
alle specie italiane ; molto ma molto ci rimane ancora da sapere a riguardo di certe 
loro abitudini, alle loro migrazioni, nidificazione, ecc. Ed il bisogno di conoscere 
meglio queste cose, lo abbiamo non solo per scopo scientifico, ma anche per quello 
molto pratico delle varie utilità che l’ uomo può ritrarre dagli uccelli. Il ben cono- 


scere p. e. la nutrizione delle varie specie, nelle diverse età e stagioni, è assolu- 


tamente indispensabile se si vuol giungere a stabilire senza preconcetti, ma con 
dati di fatto, i rapporti di utilità e di danno nell’ interesse dell’Agricoltura e della 
Silvicoltura. Nè si potranno razionalmente conciliare i vitali interessi della caccia che 
pure hanno diritto di essere tutelati, con quelli dell’ agricoltura, se prima non co- 
nosceremo se e quanto le varie specie sono utili, nocive od indifferenti per i campi 
e per i boschi. E, senza contare le questioni scientifiche, sulla nomenclatura, che 
sarebbe davvero una fortuna se se ne potesse stabilire una per tutti, sulla  siste- 
matica, fisiologia ecc. ecc.; l’arrivo e la partenza, |’ abbondanza e la scarsità 


on. di Lidl «ll LAI 2. NL 


si Se 


ci Ben giusto adunque che oltre che dai professori e studiosi di Scienze  natu- 
specialisti in ornitologia, desideriamo e speriamo frequenti, copiose notizie, dagli RR 
vatori, dai cacciatori in special modo, ed in generale da tutti coloro che abitano 

quentano Ja campagna e che si trovano perciò nelle più favorevoli condizioni 

osservare e riferire quanto interessa la nostra avifauna. St 
Ma perchè il frutto sia adeguato alle fatiche, occorre che le osservazioni e o 
| ricerche vengano fatte con speciali cure e presentino certe garanzie indi- i 
| spensabili; questo lo diciamo non per gli ornitologi provetti, ma per i caccia- 

tori, escursionisti e per gli osservatori d’ occasione, che pure possono molto gio- 


— mandiamo di non andare soltanto in cerca delle rarità, ma di osservare e. riferire 
| lutto ciò che a loro sembri interessante per la storia e per la vita dei nostri uc- x 
celli e per i loro rapporti con tutto quanto interessa l’ uomo. Occorre notare con ve 
iligenza le date, i luoghi, î nomi con i quali le varie specie vengono distinte 
dagli abitanti locali, i colori fuggevoli come quegli degli occhi e delle parti 
senza penne, e le altre particolarità occasionali ; ma quello che spesso reca delle 
difficoltà per chi non sia abbastanza esperto in ornitologia, è lo stabilire il vero 
nome scientifico della specie incontrata, od almeno il nome proprio adottato in 
italiano, ed, alle volte, anche # sesso, #4 pregio 0 la rarità ed altre cose tutte 
indispensabili per dare un annunzio scientificamente completo. 

«A ciò pure si rimedia facilmente con l’ inviare uno o più esemplari della specie 
| sconosciuta 0 dubbia, o al sottoscritto o agli altri direttori e collaboratori principali 
di questo periodico, i quali tutti comunicheranno volentieri al richiedente il nome e 
quanto altro a lui occorra sapere. Anzi siccome è utile che gli uccelli non comuni 
che capitano in Italia, sieno conservati, così questa direzione si incaricherà di farli 
imbalsamare il meglio possibile, ed il proprietario deciderà poi per il resto. 

A tale proposito non possiamo dare qui amplie indicazioni sui metodi da adot- 
rsì per impedire che gli esemplari soffrano durante il viaggio, specialmente nei 
esi caldi, ma accenneremo solo che gli uccelli piccoli, i quali, compreso 1° involto, 
| superano il peso di 350 grammi, è hene inviarli per posta come campioni senza 
re, raccomandati, involtando l’animale semplicemente in un cartone, e gli altri 
- pacchi postali o per ferrovia. Sarà sempre bene aspergere l’ animale con qualche 
itico, come carbolina, panier: tabacco, ecc. onde tener lontani gli insetti che 


dr mettere sp esemplare, di unirvi i maggiori dettagli possibili relativi alla cattura, 
a aune: il luogo, il nome del fortunato cacciatore, il modo di Callnra, e poi 


i dalla dl è pervenuta. 
di ricevere da | Lutti i nostri abbonati, una copiosa messe di notizie e di 


studi da pubblicarsi, ma non mancheremo di spigolare fra gli Atti delle tante Ac- 
cademie, Società ed Istituti italiani, ed avche esteri, tutto quanto vi si trova stam-" 
pato e che possa interessare i nostri lettori. A tale proposito preghiamo ancera co- 
loro che comunicano notizie sulla fauna italiana, alle istituzioni alle quali apparten- 
gono, di inviare anche a noi una copia od un sunto delle loro comunicazioni. 

Il presente primo fascicolo, destinato intanto a far sapere e vedere che anche 
in Italia vi è da ora in avanti un periodico speciale per lo studio della sua avifauna, 
non è riuscito del tutto come avremmo desiderato, ma nutriamo fiducia che la pub- 
blicazione andrà via via migliorando e perfezionandosi in modo da essere il vero 
organo degli ornitologi italiani, e tener loro al corrente ‘anche di quanto sulla avi- 
fauna in generale viene pubblicato all’estero. — 

Con queste speranze e con questi intendimenti, abbiamo dato vita al Giornale 
ornitologico italiano che distinguiamo con |’ adeguato modesto nome di 
AVICULA, ed il cui frontespizio abbiamo ornato con la figura del Passer italiae 
o Passera reale, che sebbene uccello piccolo e poco splendido, rappresenta l’unica 
specie del tutto caratteristica dell’ Italia, non trovandosi che entro i suoi confini: 
Parvus sed omnimo italicus. i È 

Terminiamo questa chiacchierata con un doveroso, sincero, caldo ringraziamento 
a tutti coloro che ci hanno spinti all’ opera con incoraggiamenti e consigli, e che 
con la loro coadiuvazione ci hanno facilitata la via e resa possibile la riuscita. 


Sicisuonpo Brogi 


DELLA COMPARSA DEL CORVUS TINGITANUS, Trby,. 
IN ITALIA 


Nell” estate del 1894 il conte Ugolino Martelli, distinto cultore della Botanica, 
fece, allo scopo d’ indagarne la Flora, una gita in Sardegna. Egli si era gentilmente 
offerto di raccogliere, presentandosene |’ occasione, animali vertebrati per la Colle- 
zione centrale Italiana da me formata nel R. Museo Zoologico di Firenze. Al suo 
ritorno infatti, mi consegnò una non piccola serie di pelli e di esemplari conservati 
nell’alcool, nella quale v’ erano diverse specie interessanti. Tra le pelli di uccelli 
v'era quella di un Corvo, non in condizioni troppo buone, essendo l’ individuo in | 
muta. Sulle prime lo credetti un esemplare del Corvus Corax, abbondante in Sar- 
degna, e non ci badai molto essendo anche occupatissimo in altre faccende, e cer- 
tamente ben lontano dal supporre la presenza in quella raccolta di un Corvo nuovo | 
per I° Italia ! 

Qualche mese dopo, avendo occasione di rivedere quelle pelli, fui colpito dalle 
dimensioni piccole di quel Corvo, ed esaminandolo con maggiore cura trovai che 
aveva inoltre un becco corto e notevolmente alto, arieggiando quasi quello altissimo dei 
Corvultur. Feci tosto un esame accurato dell’ esemplare che acquistava speciale 
interesse per me, e dovetti convincermi che avevo dinnanzi un esemplare tipico del 
Corvus tingitanus descritto da Irby nel 1874 ("’ Ibis” 1874, p. 264). Ebbi poco 
dopo occasione di farlo vedere al mio amico e noto Ornitologo signor E. Cavendish 
Taylor, il quale senza sapere nulla della mia determinazione, non esitò a dichiararlo 


ben caratterizzato del c. tingitanus. Esso fù ucciso il 9 Agosto 1894, ; si 
di S. Antioco, S. O. della CAST ed era un maschio adulto. Li ho fatto et nn 


p 

Lon centrale dei Vertebrati italiani a Rial È non soltapto il primo individuo 

i i specie registrato per essere stato catturato in Italia, ma è specie nuova anche no 
* Europa. LO 
Il Corvus tingitanus differisce dal C. Corax per le sue dimensioni Lat e E SACE 


per lore ; è inoltre specie gregaria, caso affatto insolito pel nostro Corvo maggiore. 

Abita il N. O. dell’ Affrica, e specialmente il Marocco ; ove, nei pressi di Tangeri, Hog 
ho avuto io pure occasione di vederlo in grossi branchi nell’Agosto 1883. Vive ancora Page 
‘a Madeira e nelle isole Canarie; e ciò che a noi più importa, è stato trovato abbon- pe 
dante in Algeria dal Taczanowski e più recentemente dal mio amico prof. A. Kénig. 


Enrico H. Gictioti 


Nota di RAFFAELE MELONI 


E —__ 


Richiamo, con questa breve nota, l’ attenzione degli ornitologi sull’ interessante 
cattura da me fatta fin dal 15 Novembre 1891, di due Cursorius gallicus J. F. 
._ Gmelin. 7 e ,£, sulla spiaggia di Quartu, verso l’ imbrunire ; entrambi in abito c di) 
— d’ adulto. i 
«È questa la prima volta, per quanto io sappia, che il Cursorius gallicus è stato 
preso in Sardegna. Non è difatti, registrato dal Cetti (Gli uccelli di Sardegna, Sas- i 
sari 1776), dal Cara (Elenco degli uccelli che trovansi in Sardegna od Ornitologia 
sarda, Torino 1842) e dal Salvadori, anzi quest’ ultimo, a proposito dice, che il 
Corriere biondo è di passaggio irregolare in Italia in primavera ed in autunno. È SA 
stato trovato in ogui paese d’ Italia ed anche nelle isole del Mediterraneo, tranne i 


in Sardegna e soggiunge « ove tuttavia è probabile ne capiti talora » (Fauna. ita- VAR 


autori nel dire che questo Caradride non è stato trovato in Sardegna (Avi- i 
fauna italica 1886, pag. 368), ed è stato preso quasi ovunque ; fatto invero che i 
gli dice singolare ; nè nelle ulteriori pubblicazioni sull’ avifauna italica del prof. Gi- 
oli Esino italica pag. 564, ed Avifaune pi Do 610 e 630, parte 1.3 e 


, ho creduto ricordare la cattura di questo uccello, per dimostrare che esso 
a, quantunque così di rado ed accidentalmente, anche in Sardegna, come 
ltre isole del Mediterraneo e sul continente. I due esemplari figurano nella 
zione. SOLIEOGE Sarda cel Museo Zoologico Universitario, 


La Limicola Platyrhynceha 
avvertita per la prima volta in provincia di Roma 
Nota dei Proff. G. ANGELINI e Conte FALCONIERI DI CARPEGNA 


comunicata alla Soc. Romana per gli studi zoologici. 


In una delle nostre ultime escursioni venatorie nelle vicinanze di Fiumicino, ci. 
venne fatto di cogliere un esemplare di Limicola platyrhyncha: è una femmina in 
abito estivo quasi completo, che viene presentata alla Società e donata al Museo 
della R. Università di Roma, dove questa specie non era ancora rappresentata. 

Dieci giorni più tardi e precisamente il 19 maggio u. s., uno di noi, tornato 
nella stessa località, cioè alla Foce del Tevere, ramo di Ostia, uccideva proprio 
pello stesso punto un secondo individuo di Limicola g', che ora egli conserva nella 
sua collezione. 

Questa specie, che l’ illustre ornitologo P. Savi dichiara di aver avuto dai din- | 
torni di Pisa una sol volta in sua vita, si credeva fino a questi ultimi tempi affatto. 
accidentale in Italia; e destò sorpresa )' annunzio, dato dal compianto Conte Ninnt, 
della sua comparsa regolare nel Veneto, e della preda da lui fattane di ben 43 in- 
dividui il 25 agosto 1880. Però ulteriori e più accurate ricerche ne dimostrarono 
l’arrivo piu o meno frequente, anche in altre parti d’ Italia. 

Pel Romano non ne era stata peranco annunziata la cattura, quantunque. uno 
di noi ricordi di avervela incontrata qualche altra volta, e sempre sulla spiaggia del 
mare all’ Isola Sacra. Anzi, riserbandoci di fare altre ricerche negli anni venturi, 
manifestiamo fin d’ ora l’ opinione che il Gambecchio frullino possa mostrarsi ogni 
anno in primavera sulle coste romane, ma che finora non vi si sia badato, confou- 
dendolo cogli altri piovanelli, e segnatamente colla Pelidna minuta, che nel mag; 
gio vi è comune. ; 

Anche nel resto di Europa sembra scarso questo uccello che nidifica nel Nord. 
dell’ Europa e dell’ Asia, e sverna nell’ India e nell’ Africa settentrionale. Infatti 
a in Europa si considera ovunque come uno dei più rari, quantunque non sia 
impossibile che vi si trovi più sovente di quanto si crede » dice il Brehm nella 
sua Vita degli animali, dove maestrevolmente per quanto brevemente, ne deserive 
i costumi. Però « intorno alla sua indole non siamo sufficientemente informati » — 
egli aggiunge, ed anche il nostro Savi afferma essere i costumi del Gambecchio 
frullino poco roti. Poco pure siamo in grado di dire noi a tale riguardo : però le 
poche osservazioni, che abbiamo potuto fare, confermano appieno taluni punti della 
descrizione del Brehm, e più precisamente : i 

1.° La poca diffidenza di questo uccello: infatti all’ individuo presentato 
erano stati precedentemente tirati altri due colpi di fucile, senza che restasse colpito 
o solo leggermente e tuttavia faceva sempre piccoli voli, lasciandosi avvicinare a 
breve distanza. 

2.° Le sue abitudini poco gregarie : di fatti lo stesso individuo se ne stava 
tutto solo in disparte, mentre sullo stesso isolotto di pochi metri quadrati di su 
perficie pascolava un numeroso drappello di altri piovanelli (Tringa subarquata e 
minuta), e nemmeno si aggregò ad essi quando tutti volarono via spaventati da un. 


fî nelle vicinanze. E in mezzo a questi, che furono osservati a lungo e fatti al- 
zare ripetutamente, mai si udì il verso del Gambecchio frullino. 

| 3.° Il grido di richiamo, che si può precisamente esprimere colla sillaba tirr. 
Questo verso, che la Limicola al pari delle altre Tringhe emette volando, è diverso 
da quello del comune Gambecchio, e somiglia moltissimo a quello della /elidna 
Temmincki; anzi al secondo individuo fu tirato appunto perchè al grilo lo si giu- 
| dicò appartenente a quest’ ultima specie, pure non comune, e solo nel raccoglie: rlo 
“dali si pp ouonbe per una SITA E AC Notiamo questo fatto, parendoci al- 


“forme tanto più diversa. 
E Un’ altra cosa che ci pare rimarchevole nel Gambecchio frullino, è, oltre la 
forma, la straordinaria mollezza e flessibilità del becco, dipendente tanto dalla. de- 
bolezza e mobilità delle ossa, quanto e più ancora dalla poca consistenza dei te- 
corinchi; nel riseccarsi il becco si sforma notevolmente, prosciugandosi ed assotti. 
gliandosi. Tale becco veramente giustifica il nome di ptatyrAyncha dato a quest’uc- 
cello dal Temminck; come pure, congiunto alle altre particolarità di struttura, giu- 
stifica la sua separazione in un genere distinto, nonchè il nome di Gambecchio 
"frullino che ebbe dal Savi: esso infatti, quantunque sia propriamente una tringa, 
“accenna ad una transazione verso i veri scolopacini. 


Stercorarius cerepidatus Gnl. 
NUOVA SPECIE PER IL GOLFO DI PALERMO 


Il 22 luglio scorso, da un pescatore fu portato vivente al locale Istituto 
zoologico, un giovane maschio di questo uccello che lo stesso giorno era stato 
— catturato nelle acque del nostro mare; è la prima volta che tale specie, abi- 
 tatrice delle regioni polari, viene notata nel golfo di Palermo e la sua cattura quindi 
cha una importanza massima, non solo per la rarità del soggetto, ma anche per la 
a Lia locale. 

pilo Laridae in Sicilia è stato preso ben rare volte, io stesso ne ie una 


È. come erroneamente venne stampato negli « Appunti e note di Ornitologia siciliana », 
pubblicate da me e dal Dottor Riggio nel Naturalista Siciliano del 1895). Il Massa 
(Gli uccelli della Sicilia con note speciali su diverse specie . . . 1891) ne ricorda 
n esemplare ucciso presso Catania nell’ aprile del 1872 e il Giglioli (Avifauna ita- 


CATTURA DI UNA FRATERCULA ARCTICA (Linn. ex Olus.) IN GIRGENTI — 


Sue accidentali apparizioni vi 


In una rigida giornata dello scorso marzo venne predata in Girgenti presso la foce del 
fiume Naro una Fratercula aretica, detta volgarmente in Italia Pulcinella di mare, Mormone 
(Calvi), Fraticello, Pica marina (Stor. Uc.), ed in Sicilia Puddicinedda di mari. 

La spoglia del detto uccello venne acquistata dal Signor G. Caratozzolo, ed è ben conservata. 

Credo utile far menzione della importante cattura, essendo questo uccello assai raro fra 
noi e la sua apparizione del tutto accidentale. 

Mi si riferisce da persona degna di fede che nel gennaio 1885 un cacciatore ne catturò 
ben cinque individui in Girgenti, e precisamente lungo la spiaggia di S. Leone. È 

Il Pulcinella di mare, (Fratercula aretica, Leach. ex Lin., Fratercula, Briss., Mormon 
articus, Macgill., Mormon Fratercula, Temm) è così detto forse perchè sull’ osservatore pro- 
duce un'impressione assai comica il suo continuo dondolare del capo e del collo anche quando 
stà tranquillo ed in riposo. 

Abita il mar del nord, e la parte settentrionale dell'Atlantico. 

Secondo il Doderlein è specie assolutamente avventizia per la Sicilia e per la Sardegna. 

L’egregio Dr. Minà Palumbo, in una sua carissima lettera, mi dice che in Sicilia è raro 
ed accidentale, ma vi si trova quasi ogni anno. S 

Qualche soggetto apparisce di tratto in tratto anche nelle acque di Palermo e di Castellammare. — 

Un giovane individuo fu predato nel 1868 alla Guadagna ed acquistato dal P. Cristina da 
Morreale ; il 26 marzo 1872, dopo una fiera burrasca, furono catturati due individui adulti a 
Ficarazzi e regalati al Museo di Palermo. - 

Ai 25 gennaio del 1874 un bellissimo soggetto fu catturato presso monte Pellegrino e do- 
nato pure al museo di Palermo. 

Parecchie spoglie si trovano nei Gabinetti di Catania e Siracusa predate nei dintorni delle 
dette città. 

]l Benoit nota che nel 1838 sui laghetti'del faro di Messina ne comparve un branchetto di 
8 a 10 individui, Il Pistone lo dice di passo accidentale, a Messina, e ricorda che nel gen- 
naio 1885 ne furono catturati parecchi. Il Ruggeri lo annovera pure fra gli uccelli di rara ed 
accidentale apparizione a Messina. ; 

Il Morici Minà nota che a Cefalù nel 1885 ne furono predati alcuni. 

Per il resto d’Italia secondo il Savi, il Gasparini, il Giglioli, il Costa ed altri la Frater- 
cula arctica è rara ed accidentale. 

ll Moschella nell’ aprile 1868 la notò nei pressi di Reggio Calabria. 

Nel 1884 a Napoli al Campo di Marte ne fu ucciso un individuo. 

A Capri il giorno $S gennaio 1887 vicino alla spiaggia venne presa viva una femmina. 

In Sardegna, dice il Cara, ne fu catturata una nell’inverno del 1883. Ed il Salvadori fa 
menzione di una spoglia conservata nel Museo di Cagliari. ì 

Il Dott. Arrigoni Degli Oddi la chiama accidentale e rarissima perla provincia di Padova. 
Nella sua Collezione ne conserva due, una delle quali fu presa viva e lungamente nutrita con pesce. 

Queste rare ed accidentali apparizioni fra noi della Fratercula arctica, abitante quasi sta- 
zionaria delle regioni nordiche, sì spiegano facilmente. Infatti questo uccello non intraprende 
vere emigrazioni, e, se nei rigidi inverni, si trova qualche volta anche nelle regioni più me-. 
ridionali di Europa, come per esempio nel Mediterraneo, ciò è cosa del tutto eccezionale e pro- 


babilmente dovuta al fatto che alcuni individui sì smarriscono e giungono sin nelle regioni più — 


meridionali nel passaggio che fanno dalle loro abitazioni estive sui monti, ove intraprendono 


la cova, all'alto mare, ove passano l'inverno, 
Girgenti, Agosto 1896. Dott. Cosimo LEONARDI 
ETA 


MILVUS MIGRANS Strick, Nibbio nero 


FS Agosto dello scorso anno ne fu preso uno in luogo detto Pian delle fornaci, 
rca 2 chilometri da Siena, fuori porta s. Marco. 

Noto alcuni dettagli che non corrispondono alle descrizioni che ho lette : 

2 ‘un individuo giovane con tutte le penne più o meno marginate di color uno 


ro morati. 

Misure: Lunghezza totale metri 0,540 ; ala 0,430; coda: massima 0,250 minima 
0,225; becco 0,045; tarso 0,060 ; dito medio 0,48. 

“Aveva in bocca e nello stomaco solo pochi avanzi di locuste. 

Lo conservo nella mia collezione. 

Questo falco che abita |’ Asia occidentale e 1’ Africa, può dirsi raro in tutta 
l’Italia quantunque in qualche luogo vi abbia nidificato. Per il senese pare sia la 
| seconda cattura bene accertata, avendo avuta una © la Sig. Marchesa Paulucci, che era | 
Stata uccisa il 3 settembre 1886 presso S. Gemignano. 

A pag. 400 della parte seconda del Primo resoconto dei resultati della inchiesta 
ornitologica in Italia, trovasi notato che il Dei ebbe uno di questi falchi preso nel 
senese nell’ Aprile del 1864; ma questa cattura non la trovo registrata nel Catalogo 
degli uccelli delle provincie di Siena e di Grosseto dal Sig. Dei pubblicato nel 1868 Sa 
(Atti R. Accad. Fisiocritici vol. IV) ed il Sig. Dei vedendo il mio esemplare mi ha i 
detto di non averne mai avuti. 


CICONIA NIGRA (Linn.) ex Bell, Ciconia nera 


Questa specie è da noi rara quanto la: precedente. Pare che qualche altro 
individuo vi sia stato preso, ma mancano precise notizie sulle catture stesse. 
«_—L’esemplare del quale dò ora notizia è un giovane che fu ucciso il 21 Ottobre 
scorso dal Sig. Francesco Bologna nel suo padule riservato presso il lago di Mon-. 
pulciano. Egli me lo mandò ad imbalsamare, e dietro mia richiesta, mi comunicò 
- le seguenti notizie : 

ve Era piovuto molto ed il padule trovavasi immerso dall'acqua dei torrenti Mor: 
raripati. | Il giorno 20 questa cicogna era stata veduta aggirarsi sola nei nostri pa 


ormendo, sopra un aggallaticcio presso un canale, tenendo la testa sotto le ali ed 
na gamba alzata ». 
: La Giconia nera abita quasi tutta la regione paleartica, nell’ India e nell’Africa. 


- S, Brogil 


NOTE ORNITOLOGICHE 


liano a Settimo, — Dal 20 Agosto 1896, giorno d’ apertura di caccia, nu 
‘occasione di poter constatare la cattura di alcune specie di uccelli 


10 


non comuni per la nostra Pianura pisana e pei nostri paduli del litorale, nè mi 
sembra inutile il registrarle in una breve nota. 

Sui primi di Sellembre si videro nelle nostre cur igliane per alcuni giorni, svo- 
lazzare sui cigli delle fosse, nelle praterie umide e nei giuncheti parecchi Pett” az- 
zurri (Cyanecula Wolfi G. L. Brehm): di questi ne furono uccisi 6 o 7 individui 
ed io ho potuto esaminare presso un mio amico un esemplare imbalsamato di maschio 
giovane con gola bianco-giallastra e macchia dello stesso colore in mezzo all’ az- 
zurro del petto. Le penne azzurre della base del collo, quelle nere dei lati del me- 
desimo e quelle della fascia nera sopraccigliare erano un poco macchiettate di bianco. 
Questo grazioso uccelletto se non è rarissimo, perchè tra l’ Aprile e il Settembre ne 
suol capitare qualcuno da noi, almeno è poco comune. Quest’ estate passata se ne 
videro più del solito, forse in grazia della stagione fresca e umida che aveva ridotto 
le nostre praterie in tanti paduli. 

Egualmente nelle nostre curigliane fu ucciso in Settembre uno Stiaccino (Pra- 
tincola Rubetra, Linn.), completamente bianco latte, tranne il becco e le zampe di 
color nero. È questo un bellissimo esempio d’ albinismo ed è stato fatto imbalsamare. 

Sul finir di Settenibre fu catturato a San Rossore un magnifico esemplare di 
Aquila di mare (Maliaetus Albicilla Linn.) maschio di dimensioni ragguardevoli, ma 
giovane, perchè aveva becco nero anzichè biancastro, cera gialla e non bianco-gial- 
lastra, non aveva il corpo cenerino, ma il suo piumaggio aveva colori che si alter- 
navano tra il marrone, il nero, il lionato sudicio e il bianco, e questo era alla base 
delle cuopritrici. Le timoniere aveva esternamente scure e dal lato interno lionato- 
sudice; le zampe gialle e |’ unghie nere. Le penne delle gambe e del tarso erano 
color marrone cupo. 

Ultimamente in Dicembre, pure a S. Rossore, fu ucciso un bel Falcone (Falco 
Peregrinus, Tunst.). Anche questo esemplare era di giovane individuo, non preva- 
lendo in esso il color turchino-cenerino degli adulti, ma invece lo scuro-nerastro con 
penne marginale di giallastro-sporco. Aveva la gola, il petto, l'abdome, i fianchi e 
i calzoni bianco-giallastri, e Ja coda con fasce strette color nocciola su fondo cene- 
rino scuro e con una fascia bianca all’ estremità. Becco nero celestognolo, piedi 
gialli e unghie nere. Questo rapace, che ha le dimensioni di una gallina, da noi in 
pianura, non è molto comune e si chiama Falco reale. Nel Fiorentino lo dicono Falco 
terzolo. Abita specialmente i luoghi montuosi e sassosi, si nutre di Pernici, Starne, 
Piccioni, Germani ecc. È molto vorace e lesto nel ghermire la preda. 

A proposito di Falchi debbo anche notare un insolito passo abbondante di Falchi 
cuculi (Cerchneis vespertinus Linn.) o Barletie, nella primavera decorsa. Erano fre- 
quenti nelle praterie umide e sulle gronde dei nostri paduli. È ben vero che agni 
anno se ne vedono alcuni da noi; ma un passo numeroso come quello del 1896 “da 
un pezzo non era stato più segnalato. lo ho fatto imbalsamare un bel maschio adulto 
ucciso in Tombolo sul finire d’Aprile alla chiusura di caccia. 

Un bell’ esemplare di Cicogna bianca (Ciconia alba, Scòf.) fu uccisa ai primi 
di Dicembre sulla riva sinistra dell'Arno presso il ponte di San Giovanni alla Vena. 
Quest’uccello, sebbene potesse vivere fra noi riguardo alla temperatura, pure è 
sempre di passaggio diretto a svernare in Africa, d’onde a primavera riparte per 
tornare in Francia, Germania, Olanda, Svezia, Russia ecc. In Italia dunque è piut- 
tosto rara, e qui da noi rarissima. ! paduli, le praterie, le rive, sono i suoi luoghi 


La frequenza delle burrasche, i venti impetuosi e il tempo eccezionalmente 
TANG del —. autunno, han dicerto contribuito a mel Da noi i di 


; ao di mare ui fusca, Linn.), bellissimo LA con piume tutte nere 
vellutate, con due mezzelune bianche sotto gli occhi o specchi delle ali pure bianchi; 
| becco giallo-ranciato e nero con protuberanza alla base; gambe e piedi rossi con 
È; ‘membrane nere. È un uccello della Lapponia, del Gothland e delle Isole della Svezia, 
al di là del circolo polare artico. È una specie marina vicina alla Macrosa, colla 
(8 quale coabita i mari del Nord. Raramente trovasi sulle acque dolci, e rarissimamente 
‘nei nostri paduli. 

Presso a poco nella stessa epoca fu uccisa in Campaldo presso Pisa, la sera al- 
— l'aspetto, una Volpòca (Tadorna cornuta Gmeli) ; palmipede anche questo tutt'altro 
. che comune, anzi per noi molto raro. Esso ha splendidi colori ; il becco rosso san- 
guigno, la testa e il collo neri cangianti in verdone. il capo bianco con le spalle ed il 
dorso color baio ; remiganti, parte della coda e scapolari esterne nere; specchio 
verdone cangiante in rosso porporino e zampe rosate. 

Un altro individuo della stessa specie ebbi occasione di vederlo io stesso nel 
chiaro d’Arnino, mentre mi trovava al capanno colle stampe la mattina del 6 Di- 
cembre; ma non mi fu possibile tirargli, perchè un tale, che non posso nè 
devo chiamar cacciatore, allorchè s’ accorse che quest’ uccello forse sarebbe potuto 
entrare in tiro nel gioco delle mie stampe o in quello di un mio amico, si mise a 
rincorrerlo col banchino e a tirargli a distanze favolose, finchè 1° uccello, che esso 
certamente deve aver creduto una Pesciaiola, insidiato per ben tre volte, non prese 
definitivamente il volo per altre regioni. È da notare che quel giorno il tempo era 
pessimo, e che, oltre alla pioggia elida, soffiava un terribi'e vento di Nord-Est, il 
quale forse aveva spinto quella Volpòca fino da noi. 


6 Gennaio 1897. Gioi dott. GrusEPPE 


NUOVA SPECIE 


_ SALVADORI TOMMASO. Descrizione di una nuova specie del genere RHAM- 
PHOCOELUS di Chiriqui. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. 4 Luglio 
ASA n. RETI Toi 

ni) Rhamphocoelus festae. 


(48 (usci fata, Pranena ‘sa semilunari sordide Tono Cao? ; lateribus vix rubro 


) fascia praepecto- 


. Nigro- -velutinus, dorsi ima dimìdia parte, uropygio, O coccinets ; 


12 


rali transversa rubra, lateribus paullum rubro tinctis, plumisque analibus rubris di- 
stinguenda. 

Tl tipo di questa specie, insieme con altri uccelli di Chiriqui, fu acquistato dal Sig. 
Dott. E. Festa durante la sua traversata dell’ Istmo di Darien, diretto all’ Equatore ; 
esso, insieme colle altre collezioni, è stato generosamente donato al Museo Zoologico di 
Torino. 

Per la forma del becco, e specialmente della mandibola inferiore, questa nuova specie 
appartiene al senere Rhamphocoelus e non all’ affine Phlogothraupis. 

Ho esaminato diligentemente le descrizioni delle diverse specie del genere Rham- 
phocoelus, edite dopo la pubblicazione del volume XI del : Catalogue of Birds », ma 
non ne trovo alcuna cui l'esemplare da me descritto possa essere riferito. Queste specie 
sono le seguenti : 

1. Rhamphocoelus chrysopterus, Boucard, Humming B. I, pag. 53 (Panama) (1891). 

2. Rhamphocoelus costaricensis. Cherrie, Auk, VIII; pp. 63-64 (1891); X, p. 278 
(1893). — Id. Ann. Mus. Costa Rica, III, p. 135 (1892). 

3. Rhamphocoelus atrosericeus capitalis, Allen, Bull. Ann. Mus. IV, p. DI (Vene- 
zuela) (1892). 


4. Rhamphocoelus dunstalli, Rothsch. Novit. Zool. II, p. 481 (America centrale) (1895). 


ULISSE ALDROVANDI 


—_—ec%eo——_ 


S' ella è cosa doverosa il ricordare ai posteri quelle illustri persone che per 
virtù e per scienza si distinsero dagli altri ed onorarono l’epoca in cui vissero, noi 
non sappiamo in qual modo meglio inaugurare la serie di biografie degli ornitologi 
più insigni, le quali intendiamo di venir pubblicando in questo periodico, che dedi- 
cando questo primo cenno al nestore degli Ornitologi italiani, ad Ulisse Aldrovandi. 
L’ insigne zoologo nacque agli 11 settembre 1522 da nobile e ricca famiglia di 
Bologna. Da ragazzo era stato avviato alla mercatura, prima a Bologna, poi a Brescia, 
ma ben presto l’abbandonò per cominciare col 1539 lo studio delle scienze. Per un 
anno s' applicò in Pisa alla filosofia ed alla medicina. Nel 1549 cadde in sospetto 
d’eresia e fu tenuto in carcere a Roma fino alla morte del pontefice Paolo III. Ri- 
cuperata la libertà, si trattenne colà per lo studio delle arti belle e specialmente delle 
antiche statue. Seguendo poi gli eccitamenti di Rondolet si diede con entusiasmo allo 
studio delle Scienze naturali e della medicina, ottenendo in quest’ ultima la laurea 
di dottore l’anno 1553. Poco dopo fu assunto quale professore a Bologna, ove nel 
1568 fondò un orto botanico per scopi medicinali. 

Aldrovandi (*) fu uno dei naturalisti più attivi e più ricchi di cognizioni del suo 
secolo. Non contento di dedicare tutto sè stesso alla scienza, consumò quasi intiera- 
mente una vistosa fortuna per raccogliere materiali per la sua grandiosa Storia na- 
turale, viaggiando molti paesi d'Europa e mantenendo a proprie spese pittori cd 
incisori. 


(*) Non sappiamo perchè gli ornitologi moderni scrivano quasi sempre Aldovrandi. 


13 


Mori ai 10 marzo 1605 nella sua città natale. Non è confermata la voce che 
egli morisse cieco e nell’indigenza, poichè la sua Bologna, la quale dopo la di lui morte 
| spese somme considerevoli per pubblicare le opere di questo suo cittadino, mai lo 

avrebbe lasciato senza soccorso, tanto più chè essa venne al possesso di tutto l'enorme 
materiale scientifico raccolto dall’ Aldrovandi. 

A 77 anni cominciò a pubblicare la prima parte della sua grandiosa opera zoolo- 
gica (13 volumi in foglio), della quale però egli non trattò che quattro volumi, tre 
degli Uccelli ed uno degl’ Insetti. 

1 A completare la suddetta opera coadiuvarono la vedova Aldrovandi, l'olandese 
Cornelio Uterverio, Tommaso Dempster, gentiluomo scozzese, ambedue professori a 
Bologna, Bartolomeo Ambrosino e Montalbano. L’Aldrovandi oltrechè di Storia' natu- 
rale s’occupò ne’ suoi scritti di pittura, d’ architettura, di musica, di poesia, di sto- 
ria, d’arti meccaniche, di geografia, di critica, di medicina, di filosofia, di teologia 
‘ecc. tanto da esser chiamato l’Ercole degli scrittori. Egli è ben vero che le di lui 
opere per la massima parte non sono che un’ enorme compilazione, d’ una prolissità 
che opprime e che si ridurrebbero alla decima parte, se si levassero tutte le inuti- 
lità e le cose estranee al soggetto — favole, superstizioni, miracoli ecc.; — ma non 
è men vero che esse furono concepite, pel tempo in cui comparvero, con un ardi- 
mento ed una vastità di disegno, da comprendere tutte le cognizioni allora note, 
onde l’autore fu onorato dal popolo e dai principi e l’ illustre Buffon lo ebbe a 
chiamare il più laborioso ed il più dotto di tutti è naturalisti. 

Il di lui lavoro sugli Uccelli s° intitola : 


ORNITHOLOGIAE 

hoch est de avibus historia. 
in tre volumi, di cui il 1.° (1899) comprende 12 libri, il 2.° (1600) i libri 13-19, 
eil9.0 (1603) in quo agitur de avibus aquaticis che non ci fu dato di esaminare. 
i: — È un'opera in foglio con molte incisioni in legno — belle forse per quel tempo — 
—‘’1‘ma come ben dice il conte Salvadori non ha nè il rigore, nè il linguaggio scienti- 
fico necessario, talehè oggi a quest'opera non diamo che l’importanza storica. Basti 
«dire che fra gli animali che hanno natura d’ uccello e di quadrupede il libro 9.° 
| parla dei Pipistrelli e degli Struzzi e che il libro 10.° discorre De Avibus fabulosis 

. (Grifi, Arpie ecc.) colle relative figure. 

Ciò nullameno sia onore a quest’ uomo che dedicò la sua lunga vita allo studio 
e, colle enormi difficoltà d'allora, riuscì a conquistarsi un corredo di cognizioni, che 

«ancora oggidìi potrebbero esser vanto d'ogni scienziato. 


A. Bonomi 


SULLA DIMINUZIONE DEGLI UCCELLI ® . 


Nota di E. UNTERSTEINER 


14 


minore. Questa cosa è innegabile nè le toglie forza il fatto che di tratto in tratto 
osservasi un passaggio straordinario di una o d’ altra specie perchè appunto quella 
specie che si mostrò un anno tanto abbondante e numerosa, passò nell’ anno suc- 
cessivo od anche per alcuni anni in numero assai limitato o mancò quasi del tutto. 

Furono i tedeschi i primi, che diedero il grido d'allarme, e che osservando un 
vero 0 creduto aumento d’ insetti dannosi ai boschi ed alle campagne, ne cercarono 
la causa nella diminuzione degli uccelli, e vollero che questi fossero protetti e ri- 
spettati, perchè essi distruggono gli insetti dannosi. E questo fu l'argomento d'una 
infinità di articoli apparsi in giornali e riviste, di conferenze tenute in congressi in- 
ternazionali per addivenire possibilmente ad una legge comune a’ varî Stati, la quale 
sancisse l’ abolizione od almeno la limitazione della presa degli uccelli. 

Contro l'opinione assai diffusa, che gli uccelli si devono proteggere perchè di- 
fendono i nostri boschi e le nostre campagne, sorsero altri, i quali con non minor 
zelo, con opuscoli e perfino nei rispettivi parlamenti, sostennero esser molti uccelli 
direttamente dannosi all’agricoltura, quali p. e. i passeri, i corvi, gli storni, i tordi 
e le stesse rondini ecc. che distruggono sementi, frutti ed api, ed altri fra gli in- 
settivori, che non si nutrono d’ insetti che rovinano: le piante, ma d’insetti che vi 
vono d'altri che distruggono le piante. Costoro propugnano dunque, che gli uecelli 
insettivori si nutrono d’insetti carnivori e non fitofagi, per cui gli uccelli distruggono 
i nemici di quegli insetti che danneggiano le piante e che perciò restano in mag: 
gior numero. 


Non v’' ha dubbio che si danno uccelli nocivi all’ agricoltura, ma a provare la - 


asserzione succitata ci sembra che la scienza non sia per anco in possesso d’ un 
numero sufficiente di osservazioni sicure e spassionate. I fatti e i fenomeni della 
natura devono venir studiati nel loro complesso, se si vuole arrivare ad una sod- 
disfacente soluzione d'un problema. E così pare a noi doversi piuttosto studiare il 
problema che ci occupa nelle sue cause, che vogliamo tentare di enumerare. 

Una di queste è forse la quasi costante irregolarità della primavera, che ritarda 
la nidificazione o ne impedisce la riuscita, se l'abbassamento della temperatura suc- 
cede durante l’incubazione. L’arrivo degli uccelli alle loro solite stazioni, sotto una 
temperatura molto bassa, fa perire più volte persino gli adulti per mancanza di 
alimento. 

Altra causa è il cambiamento delle condizioni del terreno, come lo abbattersi 
delle boscaglie e specialmente delle piante resinose, che si riproducono soltanto in 
molti anni. x 

Talora il bosco non cresce più per le dilamazioni che suecedono dopo il taglio 
delle piante o per la sterilità del terreno messo in pendio o perchè questo si riduce 
ad altro genere di coltura. Si pensi altresì alle numerose linee ferroviarie, che si 
costrussero in questi ultimi cinquant’ anni, che consumarono una quantità stragrande 
di legnami ed occuparono grandi terreni; ai canali di lungo corso e di larghezza 
considerevole, all’ ampliamento delle città, alla costruzione di nuove fortificazioni, 
alla rettificazione del letto dei fiumi e si potrà avere una sufficiente idea della quantità 
di terreno, che venne sottratta alla coltivazione campestre e boschiva, come pure 
si capirà come vennero ristretti i luoghi di dimora degli uccelli. 

La conseguenza di tutto ciò fu senza dubbio, almeno in parte, la causa dello 
spostamento della dimora degli uccelli, che passano la bella stagione in luoghi, ove 


è 
& 
sE 


15 4 


— prima non si riscontravano e viceversa, tanto più che il cambiamento delle condizioni 
del terreno ha influenza anche sulle correnti aeree. 

Finalmente è innegabile che Ja presa degli uccelli involve una diminuzione del 
numero, ma innegabile è altresì, che per ottenere un sensibile aumento di questo, 
— sarebbe necessaria una legge valevole in tutta l’ Europa, che vietasse per molti e 
molti anni Ja presa di ogni uccello, che non sia nocivo. Fino a tanto che uno o po- 
chi Stali vieteranno 0 ito l’uccellazione, l’ aumento degli uccelli sarà imper- 
cettibile e noi domandiamo, se perchè la Germania proibì 1° uccellazione, 1° Austria 
la limitò ed accordò ai Comuni il diritto di vietarla per intiero, e che l’ Italia fece 
pure qualche cosa, restringendone almeno il tempo, che prima era illimitato, ci sia 
chi s’ accorga di un qualunque, anche più piccolo aumento d’uccelli? Egli è che le 
cause della diminuzione sono molteplici e svariate e che ben poco si guadagna cer- 
cando di toglierne una e questa anche soltanto temporaneamente. 

La legge dovrebbe essere generale e di lunga durata, se la cessante presa degli 
uccelli deve supplire e togliere |’ effetto di più cause. 

Noi non sappiamo da quanti secoli si prendano uccelli. Nell’antico Testamento 
si raccomanda che se si tolgano i piccoli dal nido, si risparmino i genitori; Virgilio 
nelle georgiche permette al contadino di prendere al vischio gli uccelli per sollaz- 
“zarsi nei giorni festivi; Orazio parla dei tordi e degli ortolani, che s’ imbandivano 
alle mense ecc. E passando a tempi molto più vicini a noi, secondo i poemetti del 
veronese Antonio Tirabosco, e del bergamasco Girolamo Guarinoni, ai loro tempi non 
solo von v'era penuria d' uccelli, ma grande abbondanza, e quegli autori c’ inse- 
gnano tutte le insidie per prenderli. Ora come avvenne che adesso subentrò questa 
scarsezza, quando prima si presero per tanti e tanti anni uccelli con maggiori mezzi 
che non avvenga attualmente? 

O forse che gli uccelli, i quali nel tempo passato abitavano 1’ Europa media, dove 
appunto si lamenta la loro diminuzione, abitano o passavo attualmente ia altri luoghi 
e contrade? 

In ogni modo a noi pare poter conchiudere, che la presa degli uccelli non è 
una causa sufficiente per sè sola a provarne |’ attuale scarsezza. 

Rovereto nel gennaio 1897. 


(1) Questa interessante nota ci fu gentilmente favorita dal Sig. Dr. Ercole Untersteiner, consi- 
gliere d' appello i. p_a Rovereto, ben conosciuto nel mondo ornitologico, e pur troppo da due anni 
completamente cieco. Pubblicandola, intendiamo di aprire le nostre colonne a tutte le diverse 
‘opinioni che oggi giorno si sostengono pro 0 contro il palpitante argomento dell’ Uccellagione, 
perchè siamo convinti che solo con la lunga osservazione dei fenomeni biologici, colla discus- 
sione oggettiva, calma e spassionata, si arrivi alla conquista di que’ criteri che devono servir 
di base ad una eventuale legislazione. LA REDAZIONE 


i COME SI DISTINGUA NELL'USIGNOLO IL MASCHIO DALLA FEMMINA 


Tutti sanno che il canto dell’ Usignelo, del quale innumerevoli autori celebra- 
rono in poesia e in prosa l'eccellenza, è un privilegio del maschio. Ma pur troppo, 


16 


se non se ne ode il canto. Però per l’ osservatore intelligente e minuzioso ; per chi 
abbia l'occhio esercitato nell’ allevamento di questo superbo cantore, possiamo dare 
quì aleune norme (tolte da autori recentissimi) le quali offrono una tal quale ssicu- 
rezza per distinguere i due sessi, qualora si possano mettere a confronto con esem- 


plari vivi e di sesso conosciuto. 


Maschio 


Portamento piuttosto eretto. 

Collo proteso sì da far apparire la statura 
maggiore. 

Testa specialmente verso la fronte, acu- 


+ 


Femmina 


Portamento non eretto. 

Collo ritirato, onde il corpo apparisce più 
corto e più tozzo. 

Testa presso la fronte più rotondata. 


minata. 

Tarsi, causa il portamento eretto, sem- | Tarsi appariscono più corti. 
brano più lunghi. 

Occhi grandi. Occhi alquanto più piccoli. 

Becco piuttosto lungo e acuto. Becco meno lungo. 

Coda larga. Coda meno larga. 

All'epoca degli amori la parte visibile | Orifizio sessuale non ‘allungato. 
dell’ orifizio sessuale è marcatamente 
lunga e rigonfia. (Questo segno, che è 
il più sicuro, sparisce del tutto dopo 


l'epoca della propagazione). (*). 


-_ 


A. Bonomi 


(*) Un vecchio uccellatore, molto pratico negli allevamenti, assicurava di aver osservato 
non solo nell’ Usignolo, ma in quasi tutte le Silvie, che le pennuzze che circondano l’ orìfizio 
anale sessuale nel maschio sono erette, mentre la femmina le ha sempre adagiate. 


Caccie e Passaggi di Uccelli 


__—_———— > RS ZAZT 


Nel novembre e dicembre decorsi è stato segnalato un abbondantissimo passo 
di uccelli per gran parte dell’ Italia. In molti luoghi non si ricorda un passaggio così 
copioso di volatili in genere e di quelli aequatici in specie. 

In alcune località è stato notato il passo durante il Gennaio di anatre codone e 
di fischioni, chè di solito non vi si vedono che in primavera. 

(A. B.) Rileviamo dai giornali di Bologna che in seguito alla bufera che ebbe 
luogo in quella provincia al principiare dello scorso novembre si notò un passaggio 
copiosissimo di tordi, i quali furono catturati in tale quantità che si vendevano su 
quel mercato a 40 centesimi per dozzina. Avuche sul Bresciano per pochi giorni si 
fecero catture di molte migliaia di tordi. Nel Trentino la specie più abbondante nello 
scorso autunno fu lo Storno, che per la Val d’Adige passò a milioni, 


Cacciata reale alla R. Riserva di Licola, Le LL. AA. RR. il conte 
di Torino ed il duca degli Abruzzi, la mattina del 27 scorso effettuarono una partita 


da detrati 


S 


Py 


ebbi un Colymbus arcticus P preso vivo a aa er il Po di Volano. In 
una così detta Caccetta (con  capanno e richiami) dal 5 Agosto al 15 Ottobre ho 
ucciso 642 uccelli, dei quali i più grandi sono Oriolus galbula, Merula nigra, 
— Turdus musicus, Sturnus vulgaris, Coccothraustes vulgaris (23); i più numerosi 
| Ligurinus chloris, Fringilla coelebs (centinaia); Lanius di tutte le specie (59); 
— Sylvia hortensis (49); Butalis grisola (10); Hypolais polyglotta (18); Monachus 
 atricapillus (36); Phylloscus sibilator et rufus (40); Passer Italiae (35); Parus 
— maior (46). Di straordinario nulla. La Stagione fresca è stata la causa principale 
dell’ abbondanza della caccia. Qui a Bologna sono celebri cacciatori Santi Giulio che 
da solo in Settembre, in un giorno, ammazzò 114 Gallinago caelestis; Romagnoli 
«Arnaldo che anch'egli in Ottobre ammazzò in un giorno 104 Galligago caelestis ; 
Salina che in un giorno uccise 200 uccelli di valle; Paglia che talora ha ucciso 
fino ad 800 Passer /taliae ai così detti alloggi. 


Verona dicembre. Mercato molto ben provvisto di ogni sorta di selvaggina. 
Anatre in quantità. 

Roma. Scrive Gieffe al Napoli Sport del 22 novembre. Che sieno tornati 
i bei tempi per i cacciatori? Abbiamo avuto un passo fenomenale di tordi, un buon 
passo di allodole, ed abbiamo ora un buonissimo principio per Ja caccia delle bec- 
caccie. Molti beccaccini, pivieri e pavoncelle ed un discreto volo iu ritardo di qua- 
| glie. Sabato e domenica 14 e 15 le reti fecero ottime prese. Trattasi di 140, 150 
ed anche 160 paia di pavoncelle e pivieri ogni giorno per ogni tesa. 

° (Girffe, 19 gennaio). Prego i lettori di buona volontà a volei rispondere al se- 
guente quesito: Perchè i beccaccini che nell’ autunno prediligono le acque alte, le 
abbandonano nell’ inverno, tanto che è più facile trovarli ora nei piccoli fossi che 
nei paduli? Eppure i fossi gelano facilmente..... e parrebbe che le pizzarde e le 
arciole, dovrebbero, invece preferire il padule dove il clima è più dolce. 

(C. C. 6 gennaio). Nel mercato di Roma questa mattina, dopo tanti anni, sono 
comparse parecchie Volpoche (Todorna cornuta). 

(Red.) Nel novembre passarono moltissime lodole, e nel dicembre beccaccie e 
beccaccini in gran numero. 


Castelvolturno. I beccaccini sono stati abbondanti nel novembre. Il 14 
vi fu grandissima entrata di pivieri e di pavoncelle, ma di palmipedi pochissimi. Il 
— 16 novembre due tiratori con due colpi tirati contemporaneamente uccisero 23 uc- 
lli acquatici, fischioni ed altri minori. Il 14 dicembre sei majonari nel Mazzafarro, 
cisero con una sola scarica, 49 fra codoni, fischioni e mestoloni, 2 germani reali 
13 alzavole. 

. Pesaro (F. L.al Napoli Sport). Abbiamo avuto il 13 novembre un passaggio 
+ smpinario di ogni Specie di uccelli. Moltissimi. storni, tanto che si erano posati la 


3 o. Il Sig. G. Malerbi comunica il seguente resultato finale 
Gicca, nel suo reccolo e boschetto: Fringuelli 1344 - Tordi 210 - Uccelletti 


18 


Trasimeno. Iù una partita di caccia offerta dal Comm. Cesaroni, proprietario 
dell’ isola che trovasi in mezzo al Trasimeno, furono uccisi 300 fagiani, e 50 per- 
nici, oltre a°67 lepri ed altro. * 

«Catania. Seicento uccelli acquatici furono uccisi in una cacciata fatta nei a, 
Pantani d’ Indolfi, e cioè: 153 folaghe, 188 sciabiche, 76 alzavole, 68 morettoni, 
63 beccaccini, 46 mestoloni, 10 anitre varie e 5 germani reali. 

Tunisi 22 dicembre (V). Il passo dei tordi comincia molto bene, in 4 cac- 
ciatori ne abbiamo uccisi più di 200 ed alle 10 ant. avevamo già finite le munizioni. 

Fagnano di Cosenza dicembre. Numerosissime le beccaccie. 

Faenza 13 dicembre (L. al Napoli Sport). Passaggio eccezionale di uccelli; 
tordi merli e beccaccie erano a portata di mano e si narra ne sieno stati presi an- 
che con bastoni. 

Gioia Tauro 9 dicembre. In questa stagione due speculatori spedirono in < 
media giornalmente per. Nizza e Milano da 80 a 100 chilog. di caccia, per lo più 
tordi e beccaccie presi alle reti. L' esercizio delle reti è abusivo. est, 

Cremona. Dal 18 al 22 gennaio vi fu sul Po un’abbondantissimo passo di 
vari uccelli acquatici, ma a causa della grossa piena pochi ne furono uccisi. 

In Valtellina (Fiorî) vi è stato nell’ inverno scorso un passo eccezionale di 
gracchi. Pyrrhocorax graculus. ; i 


x 


PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE RECENTI a 


NAUMANN°S. Naturgeschichte der Vogel Deutschland’ s und des Angrenze- 
den Mittel-Europa”s. 

Se anche scritta in tedesco, non possiamo fare a meno di segnalare ai lettori di 
questo periodico, che or son pochi mesi si cominciò la pubblicazione di una nuova edi- Dir 
zione della classica opera di Naumann « Storia naturale degli uccelli di Germania e della 
limitrofa Europa media » che è ritenuta la migliore opera tedesca sugli uccelli e perciò i 
anche dalle altre nazioni altamente stimata. La 1. edizione (1822-1860) di 13 vol. in 8.0 Sa 
essendo ormai divenuta rarissima e di difficile acquisto per l’ elevatissimo suo prezzo — a 
(circa lire 800) — i più illustri ornitologi tedeschi s’ accordarono di farne la ristampa 
conservando più che fosse possibile il testo originale, ma facendovi tutte quelle modifica- 
zioni che si ritengono necessarie per portare l’ opera all’ altezza dei tempi. Essa viene pub- 
blicata in 12 volumi in folio, e perchè fosse accessibile anche ai meno abbienti, si dà 
in circa 100 puntate (3-4 fogli con 3-4 tavole) al prezzo di un marco (lire 1,25) per ciascuna. 

L’ intiera opera dovrebbe essere compiuta in 4 anni. Fino al momento in cui scri- 
viamo sono comparse 6 puntate, di cui la 1.* comprende la descrizione di alcune specie 
scelte dai vari gruppi e ciò perchè il fascicolo serva qual numero di saggio — il testo i; 
di questo sarà più tardi ristampato al posto richiesto —; colla 2.% puntata, per motivi gs 
tecnici comincia il vol. VI.° che contiene le Colombe, i Gallinacei, gli Aironi, i Feni- 
cotteri e le Cicogne, con 22 tavole colorate, le quali sono lavorate con una precisione ed 
un’ eleganza veramente ammirabili. 


ni Si. di quest’ opera non abano bisogno di spendere oa diciamo. 


conosce tedesco, se la DO) e non ET a meno di restarne Ci ere 


A. B. 

| VALLON GRAZIANO. Contribuzioni allo studio sopra alcuni uccelli delle nostre. po 

aludi. e della marina. pa: 

og: questo un interessante lavoro che l’egregio autore viene pubblicando nel Bollet- 

io della Società Adriatica di Scienze naturali in Trieste ed in opuscoli a parte. marci 
. Il 1.° fascicolo, che comparve nel Vol. XIV (1893) contiene la descrizione dell’ Ar- vi 

— detta minuta con 2 tavole. Il 2.° fasc. nel Vol. XVI (1895) tratta del Circus aerugino- 


ringa alpina, Sterna fluviatilis e minuta (Con 6 tav.). Il 3.° fascicolo del Vol. XVII 
(1896) — che crediamo non ancora dato alla pubblicità — parla delle seguenti specie: 
Charadrius (*) pluvialis, Ch. squatarola, Eudromias morinellus, Aegialitis hiaticula, A. 
minor, A. cantianus, Hydrochelidon leucoptera e H. nigra (con 3 tav.) 

II) Vallon, che pei suoi lavori gode un nome presso gli ornitologi italiani e tedeschi, 


oltrechè possedere una robusta coltura scientifica, è uno dei migliori osservatori, giacchè 
sa passare intiere giornate in luoghi difficilissimi per istudiare gli uccelli sul gran libro 


della natura. Per conseguenza il lavoro, che egli ora ci presenta, non è una semplice 
| compilazione, ma il frutto di lunghe fatiche, di minuziose e importantissime osservazioni. 
D’ ogni specie sono dati: i sinonimi, i nomi delle lingue europee, la letteratura, la 
caratteristica e un’ampia descrizione di tutti gli abiti, dei nidi, delle uova, delle migra- 
zioni, del canto e via dicendo. Anche le tavole, specialmente quelle colorite dall’ autore 
stesso, sono d’ una bellezza e d’ una naturalezza somme. 
DE AG: 

_ SALVADORI TOMMASO. Catalogo di una collezione di uccelli delle vicinanze 
di Deli in Sumatra. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. 16 Luglio 1896. 

n. 250) L’ illustre conte Salvadori ebbe dal direttore del Museo zoologico della Univer- ; 
tà di Cristiania e con preghiera di determinarne le specie, una collezione di uccelli CUR 


presi nelle vicinanze di Deli, sulla costa settentrionale-orientale di Sumatra. Compiuto 
il lavoro egli ha pubblicato il catalogo ragionato delle 109 specie rinvenutevi e fra le 
n: quali 4 non erano ancora state trovate in Sumatra. 


LEPRI march. GIUSEPPE. Nuove contribuzioni all’ avifauna romana. (Roma. 


FABANI C. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli. (Morbegno 1896. 
ip preafico. Pag. 20 L.  ) È un lavoro più che altro di compilazione, assai ben 


e che può interessare coloro che di tali studi si occupano. 
: S. B. 


20 


BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE 


TW =a-7>—-= 


AHuBorN F. - Die Mechanik des Vogelfluges. 134 pag. in-4 con 54 fig. Negli Atti d. 
Soc. d. Sc. nat. di Amburgo 1896, Lire 9,50. 

ANGELINI C. - Contributo alle migrazioni ornitiche con osservazioni fatte specialmente 
attorno allo stretto di Messina. In Boll. Soc. Romana per gli studi zool. vol. V, 
1896, fasc. 1..88 pag. (Roma 1896). 

ARrNnoLD F. - Die Vogel Europas Ihre Naturgeschichte und Lebensweise in Freiheit und > 
Gefangenschaft. 21. puntate, 50 tav. col. e. molte ine. (Seo 1896). Finora +30 
sono pubblicate 10 puntate. A lire 1. 

ANZINGER F. - Lexicon der einheimischen Stubenvoògel. Nebst Tabelle zum Bestimmen 
der Singviògel und Unterscheidung derselben von anderen Ordnungen. 161 pag. 
(Lipsia 1896). Lire 1,50. bo 

ARRIGONI DEGLI OppI dott. ETTORE - Le. ultime apparizioni dell’ Actochelidon sandvi- 
censis Lath. nel Veneziano, 16. pag. in-8. Estr. Atti Soc. it. Sc. nat. vol, XXXVI. 
(Milano 1896). < a 

ARRIGONI DEGLI OpDI prof. E. - Nota sopra una Querquedula crecca Linn, colorita 
anormalmente. 2 pag. in:8. Nella Riv. ital. Sc. nat. (Siena, 15 ottobre 96). 

ARRIGONI DEGLI OppI prof. E. - Note ornitologiche. Elenco degli uccelli italiani cattu- 
rati nel 1894 e conservati nella collezione di Cà d’Oddo. 2 pag. Nella Riv. ital. a 
Sc. nat. 15 novembre 96. (Siena 1896). 9 

Barr M. - Beitriàge zur Kenntniss der Anatomie und Physiologie der Athemwerkzeuge 
bei der Vigeln. 79 pag. in-8 con 2 tav. e 26 inc. (Lipsia 1896). In Zeitsch. vds. 
wiss. Lire 5. 

Bere C. Comunicaciones Oologicas. 6 pag. In Ann. d. Museo Nac. (Buenos Aires 1896) L. 1. 

BLAsIus R. - Die Vigel des Herzogthums Braunschweig und der angrenzenden Gebiete. 
74 pag. in-8. (Braunschweig 1896). L. 2, 50. 

BLastus R. - Vogelleben an den deutschen Leuthirme. (Zeitraum 1885- 94). 54 Pag: 
in-8. (Braunschweig, Ornis 1896) L. 3. 

BoEcKER W. - Unsure beliebtensten einheimischen Stuben-Vogel, ihre Wartung. u. Pflege. 
231 pag. (Illmenau 1896). L. 2,50. 

Bonomi AGostINo - Notizie intorno alle più importanti catture di uccelli fatte nel Tren- pe 
tino durante il 1895. 3 pag. in-8. Nella Riv. it. di Sc. nat. (Siena, 15 febbraio 96). LAS 


Bonomi AgostINO - Che cosa è la Cyanecula orientalis Ch. L. Br.? 2 pag. in:8. Estr. È; 


d. Riv. ital. d. Sc. nat. (Siena, 15 marzo 96). L. 1. <ii 
Bonomi AGostINO - La questione del Pettazzurro. 6 pag. in-8. Nella Riv. ital. di Sc. CH 
nat. (Siena, 15 Luglio 96). Ristampata a Rovereto presso Grigoletti. 1896. L. 1. 
Bonomi AGostINO - Bemerkenswerthere Vogelarten des Trentino, 1890-95. 10 pag. in-8. Ka: 
In Ornit. Jahrb. (Hallein 1896). L. 1,50. : S08 
Bonomr PIETRO - Nota zoologica sopra i Fenicotteri emigrati in Sardegna. 10 pag. in-8. si 
Estr. d. Ann. del Club alpino sardo. (Cagliari 1896). 
BrownE M. - Artistic and scientific Taxidermy and Modelling. 476 pag. in-8 con 22 tav, 
(Londra 1896), L. 24. 


21 


Bkuun D. - Ornithologiske Jasttagelser fra Sydgrinland i Sommeren 1894. (Kjòbenhava, 
Vid. Nat. For. 1896). 13 pag. in-8. L. 2. 

‘CABRERA Y Diaz - Catalogo des las Aves del Archipièlago Canariò. 76 pag. In Ann, 
Soc. Hist. nat. (Madrid, 1894). 

CipoLLA FRANCESCO - Due corvi ed un rondone. Noterella. Estr. Atti Ist. Ven. Sce., let. 
ed arti. (Venezia, 1895-96). 

CipoLLa FRANCESCO - Due parole sulla mia Emberiza citrinella L. (Ibidem). 

- Czynx E. - Die Waldschnepfe und ihre Jagd 92 pag. in-8 con 5 inc. (Berlino 1896). 

DaL Fiume CamiLLo - Contributo allo studio dell’ Avifauna del Polesine. 40 pag. in-8. 
Estr. Atti Soc. Ven. Trent. (Padova 1896). 

DAMIANI GriAcoMO - A proposito della Cyanecula orientalis Ch. L. B. 1 pag. in-8. Riv. 
ital. di Sc. nat. (Siena, 15 aprile 96). 

DamranI Giacomo - Un’ ultima parola sulla questione del Pett’ azzurro. 2 pag. Nella 
Riv. ital. Sc. nat. 15 novembre 96. (Siena, 1896). 

Dei APELLE - Organi di locomozione degli uccelli e dei pesci; loro comparazione e con- 
siderazioni in proposito. 12 #4 6 pag. in-8. Nella Riv. it. Sc. nat. (Siena 1 otto- 
bre 96 e 1 gennaio 97). 

DevAUXx P. - Manuel d’Aviculteur. Oiseaux de basse-cour de chasse et de produit. 330 
pag. con 70 fig. (Parigi 1896) franchi 3, 50. 

Drxon - C. Britisch Sea-Bird. (Londra 1896). 

Dresser H. E. - History of the Bird of Europa. Part VII. 47 pag. con 10 tav. col. 
(London, 1896) L. 24. 

EMERSON P. H. - Birds, Beasts and Fisches of the Nordfolk Broadland. 412 pag. in-8 
con illustr. (Londra 1896). L. 15. 

FABANI CarLo. La vista degli uccelli. 2 pag. in-8. Nella Riv. ital. di Sc. nat. (Siena, 
15 febbraio 96). 

FaABANI CarLo - Il letargo negli uccelli 3 + 3 pag. in-8. Nella Riv. ital. d. Sc. nat. 
(Siena, 15 aprile e 15 luglio 1896). 

FaBANI CARLO - Gli uccelli e l'agricoltura. 51 pag. in-8. (Sondrio. Tip. Aroldi e Barini 
1896). L. 0, 50. 

FaBANI CarLo - Il gusto ed il tatto negli uccelli. 2 pag. Nella Riv. ital. Sc. nat. (Siena 
15 novembre 96). 

FABANI CarLO - Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli. 20 pag. in-8. 
(Morbegno. Tip. Spreafico, 1896). L. 0, 60. 

Fiori ANDREA - Il Fringuello alpino nell’Abruzzo. 2 pag. in-8. Nella Riv. ital. Sc. nat. 
(Siena, 15 ottobre 96). 

FRrIDERICH C. G. - Gefligelbuch. 4.a ed. 12. puntate con 24 tav. (Stuttgart, 1896). Ogni 
fascicolo L. 1,25. 

GaAAL v. G. - Der Vogelzug in Ungarn, wàbrend des Fribjahrs 1895. 110 pag. In 
Aquila (Budapest, 1896). L. 6. 

GRAESSNER F. - Die Vogeleier Mittel-Europa?s. 3.* ed, 205 pag. in-4 con 24 tav. col. 
legato L. 30. 

HAckER V. Die Vogelwelt des sidlichen Badens und die Anwendung der Schibzord- 
mungen. (Freiburg, 1896). 


HAMONVILLE Bar. (d’ ) - Description de los huevos de la Strix fammea e de la S. per- 
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HartERT È. - Notes on some Speciès of the Families Cypselidae, Caprimulgidae and 
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HaRrTLAUB G. - Ein Beitrag zur Geschichte der ausgestorbenen Vogel der Neuzeit, sowie 
derjenigen, deren Fortbestehen bedroht erscheint. 43 pag. in-8. In Abhand. Nat. 
Ver. (Bremen, 1896). L. 2,50. ? 

Heevroxy I. - Theoretische Bestimmungen des Bauch schwalbenzuges und der Gleich- 
zeiticen Luftemperatur. 43 pag. in-4. In ted. ed ung. (Budapest nel period. 
Aquila, 1896). L. 2,50. 

HERMAN O. - Die Elemente des Vogelzuges in Ungarn bis 1891. 216 pag. con 5 carte 
e 4 tabelle. (Budapest, 1895). L. 12. 

HrussLer W. unp TH. - Die Vogel der Rheinpfalz und der unmittelbar angrezenden 
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ReARTON R. - Birds” Nests, Eos and Egg-collecting. 98 pag. con 22 tav. col. (Londra, 
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KrARTON R. - British Birds Nests; how, where and when to find and identiythem. 
With an introduction by B. Sharpe. (London 1896). L. 24. 

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LeprI GrusePPE - Uccelli rari per la provincia di Roma. 2 pag. in-8. Nella Riv. ital. 
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. Decembre 1896). 


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2ISsTONE A. - Gli uccelli utili nella lotta contro gli insetti e gli animali nocivi all’agri- 
coltura. In Ornis org. del Com. ornit. internaz. perman. (Braunschweig 1896). n 
RasPaiL X. - Durée de l’incubation et de l’education des jeunes dans le nid chez quel- 
ques Passeraux. 18 pag. in-8. In Mem. Soc. Zool. Fr. (Paris, 1896). L. 1,80. 
Russ A. - Die fremdlindischen Stubenvògel, ihre Naturgeschichte, Pflege und Zucht. In 
4 vol. di 20 fasc. (Magdeburgo, 1896). Un fasc. L. 1,80. iS 
Russ A. - Der Graupagei. Seine Naturgeschicte, Pflege und Abrichtung. 130 pag. con : 
1 tav. col. e inc. (Magdeburgo 1896). L. 2 
. Russ A. - Die Amazonen-Papagaien. c. s. 179 pag. 8 tav. L. 2,50. 
Russ A. - Vogelzucht-Buch. 141 pag. in-8. 2.° ediz. (Magdeburg 1896). L. 2. 
| SaLvaporI Tomaso - Uccelli raccolti da Eugenio dei principi Ruspoli durante l’ ultimo 
suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla. 4 pag. in-8. Estr. dagli Ann. 
Museo civ. di St. nat. vol. XVI. (Genova, febbraio 96). 
SALVADORI Tommaso - Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale. Collezioni 
ornitologiche. 68 pag. in-8. Estr. dagli Ann. Museo civ. St. nat. XVI. (Genova 1896). 
SANTINI DE RioLs È. - Animaux mythologiques, legendaires, historiques, illustres, ce- 
lebres, curieux par leur traits d’intelligence, d’adresse, de courage, de bontè, d’at- 
tachement de reconnaissance etc. (Paris. Le naturaliste. Sono in corso di pubbli- 
cazione gli wccelli). 
ScHADLICHE VocELARTEN und ihre Eier. Tav. col. (Gera 1896). 
. ScHMIEDEBERG (von) R. - Das Rebhunn, seine Naturgeschichte, Kiinstliche Aufzucht, 
Jagd und Fang 4 #4 108 pag. in-8 con molte figure. (Berlin 1896). 
SHARPE R. B. - Handbook to the Birds of great Britain. Vol. III. (London 1896) L. ‘7,50. 
SHARPE R. B. - Catalogue of the Limicolae in the Britisch Mureum. 806 pag. con 7 
tav. col. (London, 1896). L. 30. 
SHELLEY G. E. The Birds of Africa comprising all the Species which occur in, the 
Ethiopan Region Vol. I. 196 pag. in-8. (London, 1896). L. 12. 
Soum J. M. - Recerches physiologiques sur l’Appareil respiratoire des Oiseaux. 126 pag. 
| con 10 figure. (Lion 1896). L. 4. 
_ SuscHKIN P. - Aguzla Glitiichii Sev. Biologische Skizze. (Mosca. Bull. Soc. natur. 1896). 
i L. 2,20. 


| Swan H. K. - Concise Handbook of British Birds. 210 pag. in-8. (London 1896). L. 4,50. 


ar W. © - Aves de o 63 pag. In Annaes des Sciencias naturaes. Anno III. 


E tav. col. 2. ediz. (Gera 1896). Tua 500 


24 


VOGELWANDTAFEL - Naturgetreue Abbildungen der 37 wichtisten Deutschen Klein- 
vògel in Lebensgrosse. 2.2 ediz. (Gera 1896). E 

WALLENGREN H. - Vara valingasta nijttiga Faiglar och deras Aegg. 29 pag. con 20 
tav. col. (Lund 1896). L. 5. 

WircHELL C. A. - The Evolution of Bird-song. With observations on the influence of 
Heredity and Imitation. 264 pag. in-8. (London 1896). L. %. 


N. B. I prezzi di molte opere sunnominate sono presi dai cataloghi di R. Frie- 
dlinder et Sohn di Berlino (Carlstrasse, 11). 


NOTIZIA RanO 


Il presente fascicolo viene spedito a molte persone alle quali speriamo 
non possa giungere sgradito, e ci permettiamo di rivolgere loro Ja preghiera di farlo 
conoscere ad altri cui possa interessare. Quanto maggiore sarà il numero degli abbo- 
nati e tanto più facili e importanti saranno i miglioramenti da apportarsi a questa 
pubblicazione. I 


Il colore degli occhi degli uccelli. È così frequente il caso di tro- 
vare in musei anche importanti, uccelli imbalsamati con occhi del tutto non conformi 
al naturale, che abbiamo perciò pensato di pubblicare una serie di articoli allo scopo 
di precisare il colore degli occhi degli uccelli italiani nei due sessi e nelle varie 
età. Abbiamo già pronto a tale scopo assai materiale, ma ci rivolgiamo a tutti coloro 
che hanno occasione di osservare specie vive o appena morte, pregandoli a comu- 
nicarci con precisione il colore degli occhi. Il lavoro verrà così più conforme al 
vero e sarà utile anche per i tassidermisti e per i direttori di musei. i 


Una Società per la protezione degli Uccelli, si è recentemente 
costituita a Trieste. 


Nucifraga caryocatactes, In Germania nel novembre e dicembre 1896 fu 
segnalato l’ arrivo in grandi masse della Nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) nella 
forma nordica e migratoria a becco lungo e sottile, alla quale varietà è dato il nome 
di leptorhynchus o macrorhynchus. Stieno attenti anche gli Italiani e, se ne capi- 
tasse qualcuna fino a noi, favoriscano darcene contezza. 


Inchiesta ornitologica. Durante il corrente anno 1897 nell’ Impero 
Austro-Ungarico sarà riattivata |’ /nchiesta ornitologica sospesa fin dal 1891. Il 
Ministero d’ agricoltura ha già promesso i necessari fondi e la Società ornitologica 
di Vienna se n’è fatta iniziatrice. A capo dell’impresa stanno il Dr. Luigi Lorenz 
cav. de Liburnau, custode del Museo di corte di Vienna, il cav. Vittore de Tschusi- 
Schmidhoffen di Hallein ed il sig. O”. Herman direttore della Centrale ornitologica 
di Ungheria in Budapest. 

E in Italia sarà egli vero che si prepara il terreno per ritornare a vita l’/nchie- 
sta ornitologiea? Facciamo voti per la riuscita, e intanto il mostro Giornale spe- 


licheremo volentieri, purchè esatte e sicure. 


Il circolo cacciatori di Spezia ha aderito di far parte della Federa- 
zione cinegetica ligure, che ha sede a Genova. e 


«L’ Agami pastore. L’Agami trombetta o Réron Agami è una specie di gru 


originaria della Guyana. Esso è grande quanto un pollo, ma ha il collo e le gambe 
| più lunghe, il becco grosso e verde, l'occhio grande e vivo, le piume dal nero 00 
| passano al bleu e al giallo dorato, al grigio e al biancastro alla groppa e alle gambe. i i 
; Questo trampoliere si addomestica facilmente e si affeziona in modo al suo pa- ves 


drone, che ne diviene geloso, impedisce agli altri animali di avvicinarglisi e fa una 
buona guardia. Il mattino conduce le anitre al pantano e i polli alla prateria; e se 
uno di essi cerca di allontanarsi, lo rimette a posto con un colpo di becco. Esso Sa Sol 
«presiede all'entrata delle mandrie e guarda i montoni come un cane; e se un car- Lo 
“mivoro o un cane errante si avvicina alla mandria, non esita ad affrontarlo, precipi- 
tandosi contro l’ avversario e mettendolo in fuga a colpi di becco accompagnati da 
forti strida. All’ora del pasto prende posto nella stanza da pranzo, fa allontanare il Bo 
| cane e il gatto e attende pazientemente che gli venga somministrato il cibo. (An- pes 
— nales de Med. vétér. 1896, pag. 604). da 


ORNNITOLOEI VIVENTI 


Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli 
Dando principio a questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere l’in- i 
dirizzo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, in- Pf 
viandoci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. i 


eo——____ 


ALBEILHE Edouard Marciac Gers (Francia). 

| ABRÈ Capitano Vincenzo Cuneo. 

| ABRIANI Carlo figlio Mori (Trentino). 

_ACCETATIS cav. Antonio Cosenza, 

ADAMS Sthepen Y. Cornish York Co, Me. (U. S. America). 

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AGERSBORG G. S. University of South Dakota. Vermillion (Clay Co S. D. 
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| ALBARDA Y. Herman Leluvvarden (Friesland Olanda). 

«DRICH di Boone Boone Co Jowa da, S. i 


26 


ALLEN richard H. Chatam (Morris Co. N. I). 

ALLEN W. G. Edward Street Clark University Worcester (U S. A.) 

ALLEN W. LZ. Davenport (Scott. Co Jowa U. S. America). 

ALLIS E. W. Adrian Lenawee Co Mich. (U. S. America). = 

ALMASSY dr. Georg. v. Dios-Yenò (Neograder Comitat Ungarn Oesterreich- do 
Ungarn). i 

ALTOBELLO dott. Giuseppe Campobasso, 

ALTUM Bernard Schicklerstrasse 3 Kgl Forstakademie Eberswalde (Germania) 

AMBROSI Francesco Direttore Museo Civico Trient (Tirol). 

AMERIGHI prof. Amerigo Casabianca (Mugello). 

ANDERLONI avv. Carlo Milano. 

ANDERSON John. A. Kalamazoo (S. U. America). 

ANDREIS Johann Inensbruck. Museum Ferdinandeum (Oesterreich-Ungarn) 
Tiroler Landes. 

ANFRIE Emile 3 Rue de Paris Lisieux (France). 

ANGELINI prof. Giovanni R. Liceo Torquato Tasso Roma. 

ANICLHET Emile Rue du Marché 38 Lille (France) ì 

ANNE Ernest L. S. Carlisle Cumberland (England Gréat Britain). a 

ANTHONY Alfred W. 2042 Albatross Street San Diego {U. S. America). 1 

ANTIGA Sunyer Pedro Plaza Santa Ana 4 Barcelona (Spagna). 

ANZANI cav. Luigi Ariano (Avellino). 

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ARRIGONI DEGLI ODDI conte Ettore Monselice (Padova). 

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Cette deuxiéme édition entièrement n TREIA l'état de i science. Le premier 
volume comprend les O:seaux de proie et les Passeraux. Le second, les Gallinacés, les 
Echassiers, les Palmipèdes, 


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Tous les ordres et toutes les familles d’oiseaux sont méthodiquement passés en revue, avec 
leur classification, leurs caractères, leur distribution géographique, leurs moeurs, habitudes et 
régime, leur chasse, leur captivité et domesticité, leurs usages et produits. 

Brehm n'est pas un savant de cabinet qui n'a vu que les oiseaux empaillés, sous les vi- 
trines d'une galerie ou prisonniers derrière les grilles d'une volière. [l à étudié de près la 
nature vivante. Voyageur infatigable, chasseur intrépide, il a parcouru tous les pays du monde. 

Pour les savants qui se livrent spécialement à l’étude de l’ornithologie, cet ouvrage sera, 
gràce au veritable esprit scientifique et è la méthode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, 


assez sérieux pour instruire en mème temps qu'assez original pour charmer. i 


Si possono acquistare presso l' Agenzia di questo giornale in Siena, via di Città bet 


28 


LA VIE DES OISEAUX 


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Par le baron d’ HAMONVILLE 
1 vol. in-16 de 400 p. avec 18 pl. (Bibliotheque scient. contemp.) a ai SI 


M. d'Hamonville a, depuis quarante ans, consacré tous ses ici a l’étude des oiseaux, Il 
ne s'est pas contente d'en faire des collections pour les comparer entre eux, et de lire un 
grand nombre d’ouvrages ornithologiques. Il a. fait encore de nombreux voyages dans les di- 
verses régions d’Europe et dans. l’Afrique septentrionale, dans le but de les étudier de. près, 
dans des milieux et sous des climats différents. 

Ce livre est le résumé de ses longues et laborieuses recherches: il a le mérite d’étre ab- 
solument exact, et entièrement personnel; car il n’a utilisé dans sa composition que ses sou- 
venirs et ses notes de voyage. Il a voulu ainsi sortir des chemins battus, en laissant de coté 
les descriptions qu l'on trouve dans tous les auteurs pour peindre les moeurs, le régime, la 
propagation et le ròle des oiseaux dans la nature, c'est-a-dire de leur vie intime. 

Il a suivi comme classification l’excellente Ornéthologie européenne de MM. Degland et 
Gerbe. Comme il désire que son livre puisse ètre lu non seulement par les spécialistes, mais 
encore par ceux qui n’ont pas le loisirs d’approfondir l’étude de l’ornithologie et que cepen- 
dant cette science intèresse, il s'est imposé la régle de simplifier la forme, tout en conservant 
un fond rigoureusement scientifique. 

Ce qu'il a eu surtout en vue, c'est de développer chez les jeunes naturalistes le goùt de 
l’ornithologie et de leur inspirer le désir d'étudier les oiseaux qui ont une si large part dans 
l’économie générale de la nature. Cette science ne doit pas ètre l'apanage d’un petit nombre 
elle doit ètre accessible à tous. 


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Par G. CUVIER 


1 vol. in-8, avec 72 planches contenant 464 figures. 
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ORNITHOLOGIE AGRICOLE ET INDUSTRIELLE 


LES OISEAUX UTILES 
Par E. TROUESSART 
QUARANTE-QUATRE PLANCHES EN COULEURS D'APRÈS LES AQUARELLES 
De Leo-Faul ROBERT 
1893, 1 vol. in-4, cartonné .'. E Aa SR IR 

Les naturalistes on le droit ie ico en voyant Tosi o oiseaux insectivores dis- 
paraître peu a peu de nos campagnes. 

500 espèces d’oiseaux d'Europe, et notamment tous les petits passeraux, doivent étre con- 
sidérés comme utiles et protégés par tous les moyens possibles contre les causes de destruction 
qui les menacent. 

Dans ce livre on'a pris quarante-quatre types choisis parmi les plus répandus dans nos 
campagnes ou parmi ceux qui jouissent, a juste titre, d'une réputation incontestable et incon- 
testée. Ce sont ceux-là qu’il importe de bien connaître afin de leur accorder toujours et par- 
tout la protection qui leur est due à titre d'auxiliaires de l’Agriculture, 

Liste des Planches 

La Buse, la Hulotte, l’Effraie, l’Engoulevent, le Martinet, l’Hirondelle de cheminées, l'Hi- 
rondelle de fenétre, la Gobe-Mouches, le Choucas, l’Etourneau, le Merle, la Grive, le Traquet, 
le Tarier, le Rouge-Gorge, le Rouge-Queue, le -Tithys, le Rossignol, la Fauvette des jardins, 
la Fauvette à téte noire, la Fauvette cendrée, l’Hypolais, la Phragmite, la Pouillot, le Tro- 
glodyte, la Lavandière grise, la Lavandière jaune, la Bergeronneite, la Farlouse, l’Alouette, 
la Mésange charbonnière, la Mésange nonette, la Mésange bleu, la Mésange è Jongue queue, 
la Mésange huppée, le Moineau, le Pinson, le Chardonneret, le Tarin, la Sittelle, la Huppe, le 


> Torcol, le Pic-vert, le Pic-Epeiche. 


er SI 


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- Siena Tip. e I.it. Sordo-muti di L. Lazzeri - 


in dono. tanto annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. 


Da qualsiasi 
anche vecchia 
; o mal conser- 
i vata fotografia ricaviamo 
e spediamo franco di por- 
to in tutto il Regno un 
ingrandimento fotografico 
rassomigliantissimo alna- 
turale, sistema inaltera- 
bile imitazione platino, 
che incorniciato in ele- 


gante passe-partout filet- 
tato oro, forma un quadro 


45 X 60 di valore indi- 
scutibile e di smagliantis- 
simo effetto. Assieme alla 
fotografia da riprodursi, 
(che ritorniamo intatta), 
rimetterci Vaglia o Uar- 
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Falcone (Falco peregrinus) di tutte le età. 

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Sparviere (Accipiter nisus) femmina e gio- 
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Smeriglio (Aesalon regulus) di tutte le età, 

Chi ne avesse o potesse procurarne è pregato 
darne avviso alla amministrazione di questo 
giornale in Siena. ta 


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lein, (Salisburghese), cerca in Italia relazionise 
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Varietà, mostruosità, ibridismi, ornitologia agraria, distribuzione geografica, utilità e danni 
delle varie specie, paleornitologia, ecc. ecc. 

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DIRETTORI ONORARI 
HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO 
Museo zoologico — Firenze Museo zoologiceé — Torino 
Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI 
UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA 


Collaboratori principali 


Altobello dott.‘Giuseppe, 


Angelini prof. Giovanni, Roma. 

A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo) 
Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. 
Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). 
Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). 
Carruccio cav. prof. Antonio, Roma. 
Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). 
Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. 
Ferragni Odoardo, Cremona. 

Fiori prof. Andrea, Bologna. 


Gasparini prof. Vincenzo, Fano. 


Lepri march. Giuseppe, Roma. 


Campobasso. 
Caiani Gino, Firenze. 

Ceresole Giulio, Venezia. 

De Ceglie Francesco; Teramo. 
Leone Nicola, Taranto. 


Collaboratori corrispondenti 


Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. 
Magnelli cav. Riccardo, Firenze. 
Martorelli prof. Giacinto, Miano. 
Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). 
Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). 
Regalia prof. Ettore, Firenze. 
Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. 
Spinola march. cav. Giacomo, Roma. 
Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. 
Salisburghese. 
Vallon Graziano, Udine. 


Hallein, 


Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. 
Leonardi dott. Cosimo; Girgenti. 
Manche dott. L. Valletta (Malta). 
Marchi prof. Giuseppe, Trento; | 
Monticelli prof. Saverio F., Caghari. 


ttivi uffici postali o secondo Ze norme stabilite nella detta convenzione. 


nani prof. Carlo, Valle di Morbegno. 
li dott. Giuseppe, S Frediano a Settimo (Pisa). 
gnani Raimi ndo, Quiesa (Lucca). ; 


Poli prof. Aser, Piacenza. 
Rosati prof. Pietro, Bologna. 
Rossi prof. Torquato. 


onarsi presso i respe 


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gli tati che aderirono alla convenzione di Vienna l’ abbonamento costa quanto per l' Italia, ma 
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o sui prezzi di Abbonamento pel 1897. 
sa | 1 (vedasi alla pagina seguente) 


POME. 
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_LPABBONAMENTO PER IL 1897, NEI PRIMI SET MESI DELL’ANNATA, inviando sole 
| lire cinque salderanno l'abbonamento al Giornale Orniîtologico ed al Bollettino del Nat 
ralista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista; e con sole lire otto salderanno 


pANSSH 


l'abbonamento per tutti e tre questi periodici. 


Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più e quelli. der altri. 
Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. 


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pubblicati, il: 


BOLLETTINO DEL NATURALISTA 


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Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali dî Palermo e di Milano ed a quella internaziorale di Chiceco 
‘Anbonamento annno per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. ®. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. 


Altri Stati L. 4. 


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Fenizia prof. Carlo. Di un caso di opodimia con alcune considerazioni relative alla i genesi dei 


mostri doppii. Pag. 33. 


Imparati dott. prof. Edoardo. Coleotteri del Piacentino. Pag. 35. 

Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 37. 

COMUNICAZIONI. Ronchetti V. Un ottimo metodo per la preparazione dei mierocoleotteri, —_ 
Grillo N. La intelligenza degli elefanti. — G. Per le ricerche bibliografiche. — Fabani 
C. Un bel co di tondi in una trota. — Bacologo. L' atrofia dei bachi da seta è 


li uccelli. 40. a pag. 42 


Pag. 
NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE. Petrillo. Caccie in Savoia. — Società. 
- braccofila italiana. — Pesca e piscicultura. Pag. 42 e 43. i 
44. Notiziario. Pag. 49. — Nomine, promozioni, onorifi- | x 
cenze, premi. Pag. 46. — Richieste, offerte ecc. (gratis. per gli abbonati) ui ATS5008 


Insegnamenti pratici. Pas. 


— Annunzi diversi. Pag. 48. 


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FAVICOLA 


| GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO 


SOMMARIO 


lvaidori Tommaso. Intorno a due Uccelli appartenenti a specie estinte o quasi, in Pea 
_ monte. Pas. 29. j 
agli E. La Nytea nivea in Italia. Pag. 30. 


Cattura di un Fenicottero a Vecchiano — Gragnani R. e Brogi S. Gracchi corallini 
— Panizzi N. Montifringilla nivalis e Aquila erysaetos — Brogi S. Aquila del Bo 
nelli in Basilicata — Brogi S. Tadorna cornuta in provincia di Lecce Pag. 39. e 40. 
VARIETÀ E MOSTRUOSITA. Gragnani R. Casi di isabellismo e di melanismo. Pag. 40. 
Redazione. Merula torquata e Merula alpestris. Pag. 40. 
| Griffoli G. A. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Pag. 42. 
| Fabani Carlo. Analisi fonetica del canto degli uccelli. Pag. 45. 
. Lenzi dr. Adolfo. Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d’ Italia. Pag. 48. 
Cipolla Francesco. Del metacromatismo degli uccelli. Pag. 51. 
'ACCIE E PASSAGGI. La caccia della Querquedula circia in Girgenti (C. Leonardi). — 
. Corrispondenze da Roma, Verona, Foiano, Nuoro, Castelporziano, Sanremo, Napoli, Avel- 
| lino, Grosseto, Venezia, Sicilia, ecc. Pag. 52 a 53. 
ubblicazioni ornitologiche recentissime. Pag. 54 a 56. — Bollettino delle PUDDIS 
cazioni ornitologiche. (continuazione). Pag. 56a 57. — Notiziario. Pag. 58 a 59. 
Richieste e offerte. Pag. 59. — Indirizzi di ornitologi. Pag. 60. 


Intorno a due Uccelli appartenenti a specie estinte o quasi in Piemonte 
i Nota di TOMMASO SALVADORI 


A 


Nell” estate decorsa, avendo avuto occasione di recarmi a Piossasco, poco lungi 
Torino, trovai in casa della signora Ferrero due grandi quadri, nei quali erano 
enute le metà di due uccelli, preparate in un odo ora andato in disuso, cioè 
icate sul fondo, ma assai bene conservate, protette da grandi vetri. 
Uno degli uccelli era un esemplare giovanissimo di Gypaetus barbatus e sotto 
ggeva distintamente la indicazione Vautour barbu, Valle di Luserna Dicembre 1789. 
CA “eceallo è un giovane Grifone (G yps fulvus) colla sle ssa indicazione Valle di 


‘la cenliura ha |’ impronta dell’ epoca indicata, e la sig. Ferrero mi disse 
mo. in casa sua da lungo tempo, e che la persona da cui ‘provenivano diceva 


breve lavoro intorno a questa specie (1) ho avuto occasione di menzionare gli esem- 
plari recentemente uccisi in quelle località ; |’ esemplare giovane che si conserva in 
Piossasco prova che sul finire del secolo scorso il Gipeto viveva anche nella valle di 
Luserna e probabilmente vi nidificava, giacchè, come ho detto, quell’ esemplare gio- 
vanissimo, quando fu ucciso, non poteva avere che pochi mesi di vita. 

L'altro esemplare, il giovane Grifone, è forse |’ unico della specie che si co- 
nosca ucciso in Piemonte. Resta a sapersi se quell’esemplare capitasse per accidente, 0 se 
in quel tempo si trovava il Grifone sedentario sulle Alpi Piemontesi, come pare che 
sì trovi tuttora su quelle del Nizzardo e del Friuli. Il Bonelli nel suo Catalogue des 
oîseaurx du Piémont (1811) annovera anche il Grifone, ma nulla dice intorno al- 
l’ essere sedentario od accidentale in Piemonte. i 


Torino, Museo Zoologico Marzo 1897. 


(1) Notizie intorno al Gypaetus barbatus (Boll. Mus. Zool. Tor. X, No. 207, 1895). 


PALEORNITOLOGIA 


LA NYCTEA NIVEA IN ITALIA 


La presenza di questa bella Strige nella penisola italiana, durante il quaternario, 
è sino ad oggi dimostrata da un unico frammento fossile, che è capitato per l'appunto 
in mie mani. È il terzo superiore di un’ Ulna (uno dei due ossi dell’ avambraccio), 
guasto soltanto da piccole rotture e conservante perciò le sue caratteristiche princi. 
pali: proviene dalle mie ricerche nella Grotta dei Colombi (Spezia). All’ infuori di 
questo pezzo non abbiamo che una certa probabilità, e ciò a giudizio del Milne Edwards, 
autore di un’ opera insigne sugli Uccelli fossili della Francia, per la presenza della 
Nyctea nelle breccie ossifere di Cagliari : lo stesso autore afferma di non avere mai 
incontrata la specie tra i fossili delle caverne della Spagna e della Liguria; e il 
dr. Nicolò Morelli, di Genova, non |’ ha neppure egli trovata nelle parecchie caverne 
della Riviera di Ponente, delle quali ha illustrata la fauna. 

Rimane possibile tuttavia che in altre caverne, massime dell’ alta e media Italia, 
i cui fossili ornitici non furono studiati, o furono con mezzi insufficienti, la Nyctea 
sia stata trovata; e lo scrivente sarebbe grato a chiungue, o privato o direttore di 
un Gabinetto di Paleontologia, volesse comunicargli dei fossili, che abbiano la proba- 
bilità di appartenere al Rapace in questione. Le grandi ossa della Nyetea somigliano 
molto, in complesso, e per grandezza e per forme a quelle del Gufo reale, Budo 
maximus, e soltanto sono più brevi, massime il Tarsometatarso, eccetto che |° Omero 
può essere uguale e il Metacarpo anche più lungo. 

La presenza della Nyetea nei dintorni del Golfo della Spezia non ha nulla di 
sorprendente, ove sì rifletta alla grandezza delle migrazioni anche attualmente intra- 
prese, all’ avvicinarsi dell’ inverno, da una frazione, benchè piccola, della specie in 
Europa e in Asia e in America. Aggiungasi che, malgrado si sia creduto non essere 
mai arrivato in Italia alcun membro della fauna artica, la Nyetea è accompagnata, 
nella Grotta dei Colombi, da un mammifero di quella fauna, e cioè dal Ghiottone, — 
Gulo borealis (del quale Mustelino io ho potuto riconoscere un’ Ulna di giovane in- 


 maldi, presso Ventimiglia, e in una delle celebri Caverne dei Balzi Rossi. Inoltre le ns 
mie ricerche hanno dimostrata quaternaria la parte maggiore della fauna di detta Grotta, in 
cui tra i Mammiferi (più di 60 specie) si annoverano, all’ infuori del Gulo già indi 
‘cato, lo Sciacallo, un’ Antilope nuova, A. Saglionei Reg., e un gruppo di 7 specie | 
. glaciali: Camoscio, Stambecco, Marmotta, Lepre bianca, Lote, delle nevi, Donnola 
pigmea, Ermellino. po Hdi 
Il Milne Edwards, nell’ opera cui ho già accennato (1), non ha rilevati caratteri 
- differenziali dell’ Ulna della Nyetea in confronto a quella del Bubo, tranne le dimen- 
sioni, mentre pare che da me ne siano stati riscontrati non pochi, confermati da sette 
— scheletri di Nyctea, come può vedersi in un mio lavoro speciale (2). 


Firenze, Museo di Antropologia. E. REGALIA 


(1) Mine EpwARDS A. - Recherches anat. et palcont. pour servir è l'histoire des Oiseaux 
fossiles de France. Paris, Masson, 1869-71, II. 

(2) RecàLIA E. - Sulla Fauna della Grotta dei Colombi. II. Nyctea nivea Daudin, Gulo 
borealis Nilsson. Nota paleontologica (con 3 tav. in fototipia), in « Archivio per l’ Antropologia 
ecc. », Firenze 1896. 


‘Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli 


I. PHYLLOSCOPUS SUPERCILIOSUS (Gm.) 


Luì forestiero 


Tl giorno 8 ottobre 1893 trovai sul mercato di Udine in un mazzetto di sei Regu- 
lus ignicapillus un esemplare di questa specie rarissima non solo per la nostra provincia, 
| ma per tutta l’Italia. Era una femmina, la quale pur troppo trovavasi in condizioni de- 


hi 


plorevoli, essendo stata presa col vischio; le mancavano p. es. parecchie timoniere e re- 
| miganti e di quella viscosa materia aveva insudiciato il capo ed il petto. 

| Trattavasi però di conservare, ad ogni costo, il prezioso animaletto, percui mi diedi 
tosto con ogni cura possibile a scarnarlo e lo inviai in giornata, per la montatura, al 
AE distinto preparatore ungherese, il maestro Kunszt di Somorjan. 
Dell’ avvenuta cattura informai subito il Professore Giglioli direttore del Museo di 
Firenze, nonchè il conte Salvadori direttore di quello di Torino. Dall’ egregio Giglioli 
‘ebbi sollecita risposta, con preghiera di cedere alla collezione centrale il raro Lui. Nel 


_Gi igl bi a Firenze. Ai 17 dello stesso mese ebbi la seguente conferma: « Ho indugiato 
) , scriverle ‘perchè volevo darle notizia sulla preparazione del Phy2loscopus superciliosus, 

riuscita quanto poteva; quel disgraziato ’’ rara avis ;, è un piccolo spauracchio, : 

sua rarità ecc. » 

nesi fa e precisamente il giorno 27 settembre 1896, mi toccò la fortuna di. 

ssesso di un altro esemplare, un maschio giovane, preso nelle vicinanze di 


32 


Udine. Anche questo individuo non trovavasi nelle migliori condizioni, essendo stato preso 
come l’anzidescritto, col vischio. Lo montai alla meglio, come appunto lo stato in cui 
trovavasi lo permetteva e come la mia poca arte lo consentiva. Ad ogni modo è là, nel 
Museo patrio, al quale ne feci dono, che attesta la sua seconda comparsa nella nostra 
fortunata provincia, ed al dire recente del Giglioli, la terza in Italia. 

L'Asia centrale e settentrionale è la patria di questo grazioso uccellino. Ai 17 di 
maggio vide il Middendorf, il primo comparso di questa specie comune su tutti i monti 
Stanovoy fino su al Kamm e sulle isole poste non lungi dalle coste meridionali del mare 
di Ockotsh. Dai limiti occidentali dell’ Asia, abitati da questo Lui, oltrepassa talvolta i 
confini d’ Europa e lo si notò in varie località. Così ad esempio venne catturato presso 
Berlino, nell’ Anhalt, nell’ Olanda e specialmente sull’ isola di Helgoland, dove il Gàtke 
potè impadronirsene parecchie volte, nonchè presso Vienna e Milano. In una nota del- 
l’Avifauna italica (1886) a pag. 130, il professsor Giglioli scrive in merito a questa 
specie: È noto come nel 1817 Paolo Lanfossi, fa menzione di una Sylvia reguloi 
des (cioè Reguloîdes superciliosus Gm.), che sarebbe stata presa in Lombardia, nei pressi 
di Milano ai primi di ottobre 1897; l’ asserzione riposava sulla fede di un preparatore 
poco scrupoloso ed è stata posta in quarantena. La fine di quest’ uccello non mi è nota, 
ammenochè sarebbe l’ individuo che figurerebbe nella collezione Camozzi alia Ranica (Ber- 
gamo), collezione fornita dal prelodato preparatore ..... Il Regulus modestus Naum. che 
è poi il R. superciliosus è citato dal Cavara come trovato da Feldegg presso Sinj in Dalmazia. 

Nel 1887 il Conte Salvadori (Elenco degli uccelli italiani p. 133) crede « che questa 
specie debba essere eliminata dai cataloghi italiani, giacchè fu nella fede di un prepa- 
ratore poco scrupoloso, nelle sue asserzioni, che il Lamfossi (Giorn. I. B. Ist. Lomb. 
(nuova serie) I, p. 268, 1847) annunziò la cattura di un individuo di questa specie nel 
territorio milanese, durante la prima metà dell’ ottobre 1847 ». 

Il Giglioli pubblicò più tardi nella sua Avifauna italica del 1889 a pag. 224-225: 
« In questi giorni mercè la cortesia dell’ amico Conte Senatore G. B. Camozzi Vertova, 
ho potuto esaminare l’ esemplare di questa specie, che fa parte della sua collezione alla 
Ranica presso Bergamo, e di cui feci cenno un'anno fa (Avif. ital. p. 130, nota). Non 
solo ho potuto convincermi che è un individuo maschio adulto in abito autunnale del 
Phylloscopus superciliosus, ma, grazie alle notizie fornitemi dall’ ottimo conte Camozzi, ho 
potuto porre in sodo che è proprio l’esemplare menzionato dal Lampessi, e basta vederlo 
per essere convinti che è stato preparato dal fresco e non da una pelle. Fu preso in 
una prateria molto lungi da Milano il 27 settembre 1847.... Dopo ciò non rimane più 
alcun dubbio che il PhyMoscopus superciliosus, deve aggiungersi alle specie che sono 
capitate accidentalmente in Italia. Credo che l'individuo citato sia finora l’ unico noto 
per cattura nella regione italica, giacchè mancano notizie precise sull’ esemplare ram- 
mentato dal Carrara, che sarebbe stato trovato dal barone Feldegg a Sinj in Dalmazia... 

Il Salvadori infine c’insegna, che i molti PAyMoscopus superciliosus, comparsi nel 
Veronese, a dire del Perini, non sieno stati che giovani esemplari del PAy2opneuste 
rufus. 

Possiamo ammettere, e ciò per il fatto che questa specie ha una grande rassomi- 
glianza coi giovani Regoli, Piorancini e Lu, così da essere necessario un occhio esperto 
per poterlo distinguere prontamente e con sicurezza, possiamo ammettere dico, che capiti 
più comunemente di quello che si crede sia in tutta Europa, eccetto nelle parti più oc- 


‘cidentali, che più particolarmente in Italia e specialmente, o se vogliamo esclusivamente, dA SRI 


nelle sue parti settentrionali-orientali. vi 
Il P. superciliosus è ben caratterizzato dalla stria gialliccia assai marcata sopra i 

l occhio, nonchè da un’ altra stria gialliccio-verde chiaro che corre lungo il vertice, più 

intensa nel maschio adulto, che nella femmina e nei giovani. 
i G. VALLON 


INTORNO AD UN NUOVO ESEMPLARE DI FALCONE SACRO 


Gennaia sakep (Gm.) 
PRESO NELLE VICINANZE DI LUCERA Data 
Comunic. alla Soc. Ital. di Scienze naturali di Milano, del Socio SR 
I Prof. GIACINTO MARTORELLI 


Il prof. Luigi Gamberale, RE, del R. Liceo di Lucera, in una sua lettera del 
10 maggio scorso, mi riferiva che, visitando recentemente le collezioni zoologiche del- î 
l Università di Roma, aveva avuto occasione di osservare il bellissimo esemplare di ROLE 
Falcone sacro che vi si conserva (già da me descritto e figurato in apposita nota pub- Ao 
blicata in Roma l’anno 1888) e che gli era sembrato che a questa medesima specie do- i 
vesse. riferirsi un nuovo esemplare da esso ottenuto vivo il giorno 22 febbraio di que- 

i st anno (1896). 
. Era stato preso in una località detta Scorcìa vove (Scortica-bove) in quel di Lucera, 
essendosi lasciato adescare da certa carne di cavallo che nascondeva una trappola per 
‘volpi, ed era quindi venuto in possesso del prof. Gamberale ed entrato a far parte di La 
una collezione di animali di cui da poco tempo egli viene arricchendo il suo Istituto. 

Non pago della rassomiglianza che questo falco gli sembrava avere con quello sun- i è 
«nominato di Roma, volle confrontarlo colle descrizioni della mia recente Monografia il- È 
lustrata degli uccelli di rapina in Italia, e si confermò così nel suo primo giudizio, che 
io pure ho riconosciuto esatto, non appena vedute tre riuscitissime fotografie, che rap- i 
presentano il Falco in tre posizioni diverse. Va 
i Il sig. Gamberale volle anche gentilmente cedermi per la Società queste fotografie, 
lasciandomi arbitro di presentarle ed illustrarle in una delle adunanze, come ho fatto 
molto volentieri. o SRO 
L’ esemplare di cui scrivo è una femmina adulta le cui misure sono: e. 
Coda 0,230 — Becco 0,035 — Tarso 0,060 — Dito medio 0,060. a 
Per quanto posso giudicare dalle dette fotografie, mi sembra differire dall’esemplare fr 
di Roma, principalmente per la maggior estensione delle macchie scure sull’ addome, Vis 
e nel resto le differenze sarebbero poche o nulle, e corrisponderebbe poi affatto ad 


34 


cioè: uno in Dalmazia presso Clissa, di cui parla il Kolombatovic, citato dal Giglioli 
nell’ Avifauna d’ Italia (pag. 250, anno 1886); uno fu preso vivo presso Trieste il giorno 
8 ottobre 1887 ed il Giglioli stesso lo ottenne dal Vallon per la Collezione Centrale dei 
vertebrati in Firenze; uno preso nella campagna romana nel 1860 ed è quello da me 
illustrato e due finalmente possono ormai con certezza ritenersi presi in Liguria e pre- 
parati dal De Negri. 

Uno di questi è nella suddetta collezione centrale, dopo essere stato dalla vedova 
De Negri dato al Brooke e da questo al Taylor che lo cedette al Giglioli; (1) 1’ altro è 
nella Collezione Turati e 1’ ho ricordato e descritto nella Monografia IMustrata a p. 168 
e 171. Ora di questo ho maggior certezza che sia stato preso in Italia (probabilmente 
nella Liguria), perchè, avendolo fatto rimontare per cambiarne la posa e la forma, si è 
riconosciuto indubbiamente che dovette dal De Negri esser stato preparato in carne, 
| giacchè ancora si trovavano i ferri delle ali affondati nei muscoli e dentro le ossa della 
regione carpale, per mantener chiusa l’ala e sostenerla, mentre era fresca e pesante. 

_ Inoltre la condizione generale della pelle, ancor molle e fresca, e la perfezione del 
piumaggio dimostrano che il De Negri ebbe questo splendido esemplare in carne e fre- 
schissimo. 

Si ricordano veramente dagli Autori anche altri esemplari di questa specie presi in 
Italia, ma è da ricordare che in questi casi si erano erroneamente determinati per Sacri 
individui spettanti ad altre specie di Falconi, e specialmente al Pellegrino; ma ad ogni 
modo i casi di cattura surriferiti, avvenuti in un tempo abbastanza breve, non possono 
considerarsi come troppo pochi e d’ altronde, per alcune descrizioni minuziose fattemi da 
cacciatori intelligenti, ho ragione di credere che parecchie volte questo falco fu preso, 
ma per non essere stato conosciuto non venne preservato. Io non credo poi che il Sacro 
debba considerarsi veramente come una specie avventizia, giacchè gli individui da me 
osservati sono per la massima parte adulti, mentre per le specie avventizie sogliono di 
gran lunga prevalere le catture dei giovani su quelle degli adulti che più difficilmente 
dei primi sbagliano la strada, o ne sono sbalzati fuori dalle tempeste. Io sono poi anche 
persuaso che le ulteriori ricerche potranno condurci a constatare la nidificazione del 
Sacro in qualcuna delle regioni ove già se ne sono uccisi gli adulti e quindi ritengo 
che questo falcone, quantunque molto raro, potrà essere incluso tra le specie stazionarie 
in Italia. 

Se poi si considerano ancora i punti ove le dette catture si sono verificate, si vede 
che essi sono tutti verso il Bacino Mediterraneo e nelle parti rivolte al mezzogiorno, 
ricche di boschi, di steppe, o di brughiere, e quindi corrispondenti alle condizioni in cui 
il Sacro vive in Asia e in parte dell’Africa Settentrionale ed orientale ed in tal modo 
tutta la regione Mediterranea viene ad esser compresa nella sua area di diffusione. 


Nota. Il Prof. Gamberale, avendomi inviato in esame uno dei due nuovi falconi, 


dei quali mi aveva preannunziato la cattura avvenuta da pochi giorni in quel di Lucera, 
ho potuto constatare con certezza trattarsi di un bellissimo esemplare di Lanario (Palco 


feldeggi, Schleg.) in muta verso l’abito adulto. Sembra dunque chein quella parte d’Ita- 


lia i Falconi siano più largamente rappresentati che altrove. 


(1) Avifauna (1886) pag. 249. 


35 


Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1896 
Sp da AGOSTINO BONOMI 


Aquila chrysaétos, Linn. — Aquila reale. 

Il contadino Clem. Serafini di Ragoli (Giudicarie) il 1.° febbraio uccise sui monti 
circostanti un magnifico esemplare d’ Aquila reale. Preparata, essa figurava bella- 
— mente alla mostra di Vini in Trento. — Un secondo esemplare fu ucciso il 25 lu- 
glio dal valente cacciatore Sartori di Monclassico (Val di Sole) sulla cima Castellac, 
dove un anno prima ne aveva uccisa un’altra. Egli ne sorprese due che stavano 
. divorando una Marmotta ed una Lepre ed avendone ferita una a pallini, questa fu- 
—_—ribonda gli si avventò contro, ma il Sartori riuscì a finirla col coltello, riportando 

solo delle lievi lesioni. 


Circaétus gallicus, Gmel. — Biancone. 
Al principiare d’ ottobre esaminai un giovane Biancone che da oltre un mese 
era tenuto vivo dal custode del Macello civ. di Rovereto sig. Brazzali. Mi disse che 
l'uccello doveva esser stato preso dal nido sui monti di Ala. — Un secondo esem- 
plare: fu ucciso verso la metà di settembre a Marco dal sig. Gabriele de Lindegg 
e preparato per questo signore. — Un altro bellissimo maschio adulto fu ucciso ai 
3 novembre dal sig. Attilio Gallina di Cusiano sul monte Corina (com. di Ossana). 
Fu qui spedito per la preparazione, onde lo potei esaminare con mio comodo. Nel 
ventricolo conteneva molte squamme di serpenti e di pesci, senza carne, ma solo 
con qualche antenna di Acridium. Questo Biancone, che è il più bello che io ab- 

bia veduto, fu regalato al Museo di Trento. 


Milvus migrans, Bodd. — Mbbio nero. 

Esaminai un maschio preso a Pomarolo il 12 luglio. Fu visto per molti giorni, ta- 
lora accompagnato da un secondo esemplare, certo la femmina, abbassersi dalle rupi 
sovrastanti di Pradelalbi, - ove con tutta probabilità doveva avere il nido - e venir 
a pescare nell’ Adige. I contadini di colà assicuravano che era riuscito a pigliare 
anche 3 Starne. Io però nel ventricolo, non riscontrai che residui d’ Insetti, i quali se 
non erro, in massima parte erano Cicale. L’esemplare superstite venne per più giorni 
in cerca del compagno estinto, ma seppe sempre evitare le insidie dei cacciatori. 
ll Nibbio nero pel Trentino è specie rara. L’ esemplare giace ora nel Museo ro- 
verelano. 


Astur palumbarius, Linn. — Astore. 
— Una femmina giovane fu presa a Brentonico ai 14 novembre e preparata pel 
Giovanazzi di colà. Aveva lo stomaco completamente vuoto. Non è comune. 


 Aesalon regulus, Pall. — Smeriglio. 

i Una femmina adulta venne catturata il 28 ottobre a S. Giorgio (Rov.) e rega- 
lata al patrio Museo dal sig. Luigi Azzolini. Nel ventricolo conteneva molti residui 
avallette. È specie piuttosto rara ed isolata. 


- $ymium aluco, Linn. — Gufo selvatico. 
giovane maschio appartenente alla varietà fulva fu ucciso al Sich sopra Ro- 


36 > 


Nyctala Tengmalmi, Gmel. —- Civetta capo grosso. 

L'unico esemplare che potei avere in mano quest'anno fu preso il 10 novem- 
bre in Serrada (Rov.) ov’era incappato da sè nelle reti. Dalla medesima località ne 
ricevetti di esemplari durante gli anni scorsi. Quest’ ultimo lo spedii al cav. 
Brogi di Siena, redattore del nostro perioli ico. 


Bubo ignavus, Dress. — Gufo reale. 

Fu ucciso un Gufo reale il 29 febbraio a Clena (Bleggio). Lo preparò e lo tiene 
nella sua collezione l’attuale medico condotto di colà dott. B. Lucchi, appassionato 
naturalista. 


Asio accipitrinus, Pall. — Gufo di padule. 

Ebbi un bell’esemplare preso a Volano il 3 aprile. Era una femmina e nel ven- 
tricolo conteneva quasi intiero un sorcio (Mus musculus). Siccome è specie piuttosto 
rara lo feci preparare pel Gabinetto di Storia naturale di questo I. R. Ginnasio. — 
Una seconda femmina mi fu recata da Lizzana il 21 aprile. Lo stomaco conteneva 
un Gyrinus natator, residui di Chrysomela graminis, oltre alcuni lunghi peli. 


Lanius minor, Gmel. — Averla cenerina. 

Il maestro sig. Leopoldo Venzo mi mandò da Scurelle (Valsugana) il 1.° agosto 
un bellissimo maschio adulto di questa specie che io non avevo mai prima veduto 
in carne nel Trentino. In pari tempo mi scriveva che l’Averla cenerina è abbastanza 
comune nelle praterie della bassa Valsugana. 


Parus maior, Linn. — Cingallegra. 

Lo scorso ottobre fu presa nel parco Tacchi alla Madonna del Monte (Rov.) 
una Cingallegra femmina coi colori alterati (metacromatica) nel modo seguente: Il 
busto e le parti inferiori sono giallo-canarino vivace, il nero del capo e del petto 
convertito in cenerino-vinato chiaro. Ali e coda grigie. L’ esemplare vive anche ora 
(25 marzo 97) vispo, docile e canta allegramente. 


Certhia familiaris, Linn. — Rampichino alpestre. 
Di questa specie, che per noi è la predominante, ebbi due esemplari a Madice 
(Giudicarie) durante la prima decade di settembre. 


Certhia brachydactyla, Brehm. — Rampichino. 

Un esemplare coi caratteri marcatissimi della specie. me lo inviò da Trento il 
rev. Don Tait ai 26 gennaio. Era un maschio e conteneva nel ventriglio molti fram- 
menti del dermascheletro di Insetti, che per la loro piccolezza non riuscii a deter- 
minare. Lo regalai al Museo di Rovereto. — Un secondo Rampichino lo ebbi Di 
Cavrasto (Giudicarie) ai 19 agosto. 


Accentor collaris, Scop. — Sordone. 

Ebbi una giovane femmina presa sui monti di Terraguolo ai 2 novembre. Non 
è raro. 
Turdus musicus, Linn. — Tordo. 

Ho visto presso l’on. dep. D. Salvadori a S. Croce due Tordi, i quali sul se- 
condo anno di prigionia erano diventati, ad eccezione che al gozzo, completamente 
neri. — I Tordi abbondarono nella prima decade d’ ottobre. 


Monticola saxatilis, Linn. — Codirossone. 
Di questa specie, che comincia ad esser una rarità per |’ Impero Austro-Unga- 


rico, n’ ebbi alcuni esemplari alla fin di luglio e ne passarono parecchi sul Durone 
| (Giudicarie) in sul principiare dell’ agosto. 


Cyanecula leucocyana, Br. — Pettazzurro occidentale. 
. Un bel maschio colla macchia candida fu preso presso a Rovereto ai 13 aprile. 


Cyanecula suecica, Linn. — Pettazzurro orientale. 

Ho visto presso il dott. Riccardo Ferrari di Trento un esemplare di questa spe- 

cie, colla tipica macchia di color marrone in mezzo all’ azzurro del petto. Egli mi 
disse d’ averlo catturato a Vadena (sopra Salorno) in primavera or son 6 o 7 anni. 

— Tale specie manca tanto nel Museo di Trento che in quello di Rovereto ed è il 
primo che ho la sorte d' esaminare in paese. 


Luscinia philomela, Bechst. — Rusignolo maggiore. 
Nel Bollettino del Naturalista (Siena 15 febbr. 1896) io riportavo la notizia 
datami dal rev. D. Ant. Tsit di Trento che un certo sig. Cappelletti di colà posse- 
deva un Usignuolo maggiore vivo, tolto dal nido a Civezzano nella state 1895. Aven- 
. do avuto occasione di recarmi a Trento nel giugno 1896, volli visitare il raro esem- 
plare, ma dovetti con dispiacere constatare, che, sebbene di mole maggiore el solito 
e con una voce assai più robusta, tuttavia l’ uccello presentava tutti “gli altri carat- 
teri del Rusignolo comune (Luscinia vera), il che mi persuase essere erronea la de- 
terminazione allora data. 


Sylvia nisoria, Bechst. — Bigia padovana. 

Un maschio adulto di questa rara specie fu preso il 20 giugno all’alveo vecchio 
dell'Adige presso Volano e tenuto vivo per 8 giorni dal dott. Guido de Probizer di 
qui. — Venni informato che agli ultimi di luglio si trovò un nido di Nisoria a 
Brancolino (Rov.). 


Acrocephalus streperus, Dress. — Cannaiola. 

N’ebbi una presa a Cavrasto il 22 agosto. È il 2.° esemplare che ricevo dalla 
medesima località, la quale, noto, è in SA e priva affatto di paludi. Pel Trentino 
la Gannaiola è piuttosto rara. 


Anthus pratensis, Linn. — Pispola. 
Dopo gli Stornelli le Pispole (dial. guigne) furono la specie che più abbondò 
nella Val d’ Adige in ottobre e novembre. 


Calandrella brachydactyla, Leisl. — Calandrella. 
Di questa rara specie fu presa una femmina ai Lavini di Marco i! 6 otiobre dal- 
— l'avv. dott. Giulio Bozzoni e regalata al locale Museo. 


Plectrophanes lapponicus, Linn. — Zigolo di Lapponia. 
x Il dott. Rice. Ferrari possiede nella sua collezione un esemplare giovane da lui 
Ris or fa qualche anno a Vadena. 


 Passer Italiae, Vieilll — Passera. 
Ho visto un Passero vivo che la scorsa estate fu portato al rev. d. Tait a Trento. 
uccello era coperto di sola peluria, ma vestitosi di penne, rimase in gran parte. 


38 


rari, ai Sabbioni di Lizzana ed uno ne fu ucciso. — Il sig. L. de Antonini di qui 
prese due Passere lagie ai 30 ottobre in Vallunga. Le spedii all’ illustre cav. 
Tschusi-Schmidhoffen in Hallein ed egli mi serisse che erano i primi esemplari che 
riceveva, presi sul suolo austriaco. 


Coccothraustes vulgaris, Pall. — rosone. 
L'amico Silvio Brocchi, farmacista a Mori, il 6 vana catturò nel suo roccolo 
un Frosone quasi intieramente a/bino. Fu donato al Museo roveretano. 


Aegiothus linarius, Linn. — Organetto. 

Quale chiusa dell’ abbondante passaggio di Organetti che ebbe luogo nei tre 
ultimi mesi del 1895, ne ricevetti tredici presi a Serrada ai 24 gennaio. Nell’ au- 
tunno '96 non ne vidi pur uno. 


Carpodacus erythrinus, Pall. — Ciuffolotto scarlatto. 
Il dott. Rice. Ferrari di Trento possiede un giovane di que rara specie pre- 
so da qualche anno a Vadena. 


Sturnus vulgaris, Linn. — Storno. 

Lo scorso autunno lo Storno passò attraverso il Trentino in numero stragrande. 
Ai 5 ottobre una sola uccelliera (in Vallunga) ne prese 240. Il passo continuò tutto 
l’ ottobre e parte del novembre. I branchi talvolia di più che 1000 individui, si 
succedevano gli uni agli altri a poca distanza, specialmente nei giorni 18, 19 e 26 
ottobre. Si calcola che ne siano passati dei milioni. 


Tetrao tetrix, Linn. — Fagiano di monte. 
Vidi un bel maschio adulto preso sui monti di Ala il 18 maggio. È specie an- 
cora discretamente comune sulle alte montagne. 


Caccabis saxatilis, Meyer. — Coturnice. 


AI Museo di Trento esiste un esemplare colle parti superiori quasi inlieramente 


bianche, mentre i fianchi hanno il colorito normale. 


Tringoides hypoleucus, Linn. — Piro-piro piccolo. 
Ho visto a Trento un individuo preparato, il quale era stato catturato dal doc. 
civ. sig. Gius. Marchi, lungo |’ Adige (Ischia Wolkenstein) durante il maggio ’96. 


Ardetta minuta, Linn. — Tarubusino. 
Dal maestro com. di Mori sig. Leopoldo Venzo mi fu inviato in esame un esem- 
plare maschio, preso colà nei corso della primavera. 


Nycticorax griseus, Bp. — /Mifticora. 

Esaminai un bellissimo maschio di almeno 4 anni, preso da certo Enr. Vaccari 
di Marco il 1.° maggio. Esso fu preparato pel cacciatore. Il ventricolo aveva le pa- 
reti tappezzate d’ una melma verde, che a me sembrava fatta di alghe in mezzo alle 
quali riscontrai 4 sottilissimi vermi (Frlaria?) 


Querquedula crecca, Linn. — Alzavola. 
Vidi una femmina presa nelle vicinanze di Volano ai 29 marzo, 


Rovereto, 1 gennaio 1897. 


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Catture di specie rare od avventizie 
E NOTE ORNITOLOGICHE 


Sulla cattura di un Fenicottero a Vecchiano presso Pisa. Negli ultimi giorni dello 
scorso Gennaio nel padule di Vecchiano alle falde dei monti di oltre Serchio, fu ve- 
duto aggirarsi un Fenicottero (Phoenicopterus roseus, Pall.), che un fortunato cac- 

| ciatore di mestiere riuscì ad abbattere con una fucilata. Data la rarità di questa 
specie da noi, poichè è noto che qui in Toscana è difficilissimo incontrarvene qual- 
che individuo, quel cacciatore ignorando quale uccello avesse ammazzato, portò l’esem- 
plare al Museo Zoologico di Pisa, dove fu acquistato per prepararne lo scheletro, 
essendo quella collezione già ricca di numerosi esemplari imbalsamati di quella specie. 

È da tutti saputo come i Fenicotteri sieno comuni sulle coste mediterranee del- 
l’Africa, come se ne trovino in numero discreto in Calabria, in Sicilia e in Sardegna 
e come, durante l’estate, si spingono fino alle larghe e fangose bocche del kodano. 
Ma qui nei nostri paduli, lo abbiamo già detto, è rarissimo incontrarne alcuno. 

Questo esemplare ucciso nel padule di Vecchiano così nel cuore dell'inverno, deve 
essere stato trasportato, forse dalla Sardegna, da qualche fortunale, poichè oltre alla 
stagione contraria alle migrazioni di questa specie, anche il fatto di essere stato ve- 
duto solo, deroga dalle abitudini dei Fenicotteri che sogliono viaggiare in stormi 
numerosi, 

San Frediano a Settimo, 9 marzo 1897. Dott. G. Gioti 


Il Fregilus Graculus o Gracchio Corallino a Camaiore in provincia di Lucca. Il 

29 Gennaio 1897 ebbi un bellissimo esemplare P di questa specie per. me affatto 

| sconosciuta nella provincia di Lucca. Fu preso nei pressi di Camaiore e mandatomi 

ad imbalsamare. Spero che verrà conservato nella collezione locale dei sigg. Conti 
Spata a Quiesa, da me custodita. R. GRAGNANI 


Gracchi corallini (Mregilus graculus Linn. Ex. Gesn.) Ho saputo che nella pri- 
ma quindicina di Febbraio, anche nei dintorni di Aquila furono uccisi diversi di questi 
belli uccelli, e ne ebbi anche alcuni favoritimi dal Sig. Addario. 

Un'altro lo ricevei fresco in carne il 3 Febbraio. Era stato preso presso Spoleto. 
È un bellissimo J' ad. con il becco lungo soli 50 millim. e le di cui mascelle non pos- 
sono combaciare in punta e questa è più tozza e arrotondata del normale, come se 
fosse consumata. S. Broci 


— Montifrigilla nivalis Lin. ex Briss. Per due anni di seguito questo Fringuello al- 
pino midificò sotto il tetto della mia casa di Tanavello, montagna delle Alpi marittime 
a m. 2200 sul mare. N. Panizzi 


Aquila crysaetos Linn. Lo scorso settembre fu ucciso al vicino Colle di Tenda 


una piccola raccolta di uccelli. Sulle nostre montagne non è molto rara. 
Sanremo 28 marzo. ; N. Panizzi 


‘ancora accertata nessuna cattura di questo rapace nella Basilicata, ed è perciò che 


un bellissimo esemplare di Aquila chrysaetos o Aquila reale, adulta, che conservo in 


— Aquila del Bonelli o Nisaetus fasciatus Sharpe in Basilicata. Credo non sia stata 


40 i 


la pelle fresca ma assai sciupata di una P adulta di questa Aquila, e. dalle notizie 
favoritemi risulta che l’ animale fu ucciso in luoghi rocciosi, dirupati, quasi privi di 
alberi nelle vicinanze del f. Bradano presso Matera ove probabilmente stava atten- 
dendo alla nidificazione, sapendosi infatti che covano fra il febbraio ed il marzo, ed 
avendo trovate nel corpo dell’animale 8 grosse uova, però tutte senza guscio. 

La ebbe il farmacista locale il quale cominciò a spellarla per provarsi ad 
imbalsamarla, ma il prof. Corazza che la vide e capì che non era uccello comune 
se la fece dare e come ho detto la inviò a me perchè la facessi imbalsamare. 

L’esemplare in parola corrisponde con lievi varianti alla descrizione data dal 
Prof. Martorelli a pag. 64 della sua Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia. 

Questa specie che è abbastanza frequente in Sardegna e in Sicilia, è rara nel 
continente italiamo ma meno nella parte meridionale. Ha poi un’area di diffusione 
molto estesa, trovandosi nell'Europa meridionale, nell’ Africa settentrionale ed in gran- 
dissima parte dell’ Asia S. Broci 


Tadorna cornuta (S. G. Gc.) o Volpoca a Novoli di Lecce. Il 30 Gennaio fu 
uccisa nel padule Le Cesine una jp ad. di questa specie, ed il proprietario Sig. Raf 
faele Tarantini che me ne fece dono, mi scrisse che essa è rara in quei luoghi, e 
viene chiamata Anitra imperiale. S. Broci 


Varietà e Mostruosità 


Isabellismo e Melanismo. Ho avuto i seguenti esemplari totalmente colore isabella: 
Anithus pratensis Pispola adulta g? Ottobre 96. 

Passer Italiae Passera ). Novembre 96. 

Gallinago celestis Beccaccino ,p 17 Novembre 96. 


Turdus musicus Tordo g7. Dopo un anno di gabbia al cambiare delle penne 
in estate, si è rivestito di nero con un poco di grigio sotto la gola, e nella regione 
anale, ed una sfumatura di gialliccio oliva in tutta la parte superiore. 

Queste varietà vengono conservate nelle raccolta dei Conti Spada a Quiesa. 

R. Gnagnani 


MERULA TORQUATA E MERULA ALPESTRIS 


OSSIANO 


TORDO DAL COLLARE NORDICO e TORDO DAL COLLARE ALPINO 


Un distinto ornitologo nostro abbonato ci ha rivolta la seguente domanda: Sarebbe 
possibile avere in questo giornale un sunto della descrizione della Merula alpestris che 
so che ora il Salvadori considera come specie distinta dalla Merula torquata, ma non 
conosco per quali ragioni? 

Abbiamo pregato l’ illustre Salvadori di sodisfare il desiderio del suddetto, che sarà 


certo anche quello di altri abbonati, ed egli ci ha gentilmente rimessa la sua memoria 


pubblicata nel 1893 nel n. 152 del Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comp. 
della Università di Torino, e nella quale trovansi i seguenti confronti fra i caratteri distin- 


al Tordo dal collare nordico. 
t 4, 
Merula torquata, auct. 


—_—L’intiero uccello, eccetto le ali un poco 
| più chiare, nero con un mezzo collare bianco 
. sulla parte inferiore (ed anteriore) del collo. 


Nell’ autunno anche il maschio di questa 
specie ha î margini delle piume (delle parti 
inferiori) bianchi, ma essi sono sottili e 
| scompaiono interamente in primavera. Esso 

non presenta mai macchie bianche nel mezzo 
| delle piume. 


La femmina è più macchiata del maschio 
per causa dei margini chiari delle piume 
che sono più larghi, ma anche in autunno 
molto meno che non nella Merula alpestris; 
nella estate, quando quei margini scompa- 
iono in parte od intieramente, essa assume 
un colorito bruniccio, che contrasta col col- 
lare bianco-grigiastro. 


L'abito del giovane mi è sconosciuto. 


li abita 1’ Europa settentrionale ed 


gra attraverso la Germania LE le ca- 


si 0 siii settentrionale e media. 
posso asserire ciò nel modo più assoluto, 
tti gli cri che ho ricevuto 


MASCHIO IN PRIMAVERA 
Becco giallo, con una tinta scura più o meno intensa (all’ apice ?) ii 


Tordo dal collare alpino. 
Merula alpestris, Brehm. 


Parti superiori di un nero non intenso; 
parti inferiori molto macchiate e variegate, 
tutte le piume, inferiormente al collare 
bianco, avendo margini bianchi che mai 
scompaiono, e la maggior parte essendo for- 
nite di macchie bianche nel mezzo, molto 
spiccate nell’estate, e che mai si vedono 
nella Merula torquata. 

Nell’ autunno l’ abito del maschio è molto 
variegato, per causa dei margini delle piume 
che sono molto larghi, la quale cosa si ve- 
rifica anche nella femmina. Anch’essa pre- 
senta un aspetto molto variegato per causa 
dei margini bianchicci e della macchia bianca 
nel mezzo delle piume, ed in autunno, spe- 
cialmente nel primo anno, i margini bianco- 
grigiastri sono così larghi che l’uccello in- 
feriormente appare bianco anzichè scuro. 


Nell’ abito giovanile l’ uccello è appena 
riconoscibile (tanto è differente dall’adulto). 
Tutta la superficie superiore è bruna neric- 
cia, più grigiastra nella femmina, con strie 
scapali giallognole e coi margini delle piume 
chiari, più larghi sulle ali, le quali. perciò 
appaiono molto chiare; tutta la superficie 
inferiore è macchiata trasversalmente di 
giallognolo e di nero ; il maschio sovente ha 
la gola quasi interamente bianca. 

Abita le Alpi meridionali, specialmente 
quelle del Tirolo e della Carinzia e si avanza 
fino ai Ries engebirge. Tutti gli esemplari ivi 
raccolti dal Gloger, e tutti quelli che io ho 
ricevuti per mezzo dei miei amici da Salz- 
burg, dal Tirolo, dalla Carinzia e da Vienna 


appartengono a questa specie. Questo è l’ue- | ; 


42 


dorf, dai Monti del Voigtland e dalla foresta 
Turingiana ‘appartengono a questa specie. 
Questo è l’ uccello posseduto dal Bechstein, 


cello che il mio collaboratore Conte Gourcy 
Droitaumont ebbe, ed il solo che poteva 
avere, giacché la specie settentrionale non è 


giacchè non era possibile che ne potesse 
avere altro nella Turigia, siccome è il solo 
che vi si trovi. Esso ha il canto da lui de- è l'uccello che ha il canto forte e pene- 
scritto (fioco, cupo e debole, ma melodioso trante.... ». 
e piacevole), e niente affatto il forte canto 
del suo affine ». 

È da aggiungersi che il Brehm nel Journal fur Ornithologie 1860 insiste intorno 
alle differenze fra le due specie nel modo seguente : 

« I Tordi dal collare bianco dell’ Europa centrale differiscono essenzialmente dai 
settentrionali : 


rappresentata fra i 18 esemplari che io ho 
ricevuto dai luoghi sopra menzionati. Questo 


1.° Per la colorazione più chiara delle ali; 

2.° Per i margini chiari delle piume delle parti inferiori più larghi; 

3.9 Per le macchie bianche sul mezzo delle piume del petto e dell’ addome. 

Inoltre essi hanno una voce così forte che il loro canto è affatto intollerabile in 
una camera, laddove quello dei settentrionali è dolce e piacevole ». 


REDAZIONE 


NOTE ED APPUNTI DI UN CACCIATORE 
SUT NOSTRE UCCELLI MIGRATORI 


L’ illustre Professore Paolo Savi, nella sua Ornitologia Toscana, pubblicata nella 
prima metà di questo secolo (1), lamentava che gli studi ornitologici fossero trascu- 
rati assai in Italia, a differenza di ciò che avveniva negli altri Stati di Europa e fos- 


sero esclusivamente coltivati da pochi Naturalisti e Scienziati, mentre avrebber dovuto . 


trovare cultori numerosi nella estesa classe dei cacciatori e degli agricoltori, nonchè 
di tutti coloro che agli ozii ed ai passatempi cittadini preferiscono i piaceri tranquilli 
della vita campagnuola. 

A tutta questa classe di persone, egli. muoveva incitamento perchè si fermas- 
sero ad osservare le specie di uccelli di cui va ricco il nostro paese, e studiarne i 
costumi e il modo di propagazione, notando le singolarità che potessero presentare, 
rilevando la frequenza maggiore o minore di una specie o di un’ altra, l’ epoca e la 
durata delle migrazioni, tuttociò insomma che alla Ornitologia locale si riferisse. 
Egli sperava, concludendo, che il suo incitamento non sarebbe stato opera vana, e 
che in un tempo non molto remoto, dal materiale accumulato da tanti osservatori in 
tante diverse località, si sarebbe potuta formare una Avifauna italica non solo com- 
pleta ed esatta dal lato specifico, ma ricca altresì di tutte quelle notizie accessorie che 
servissero a farla maggiormente apprezzare e conoscere anche a coloro che degli 
studii ornitologici non fossero cultori. 

Le speranze del Savi non andarono deluse e le sue esortazioni, se non subito, 
ottennero in progresso di tempo il risultato che esso invocava. All’ Crnitologia To- 


(1) Ornitologia Toscana. Pisa. Tip. Nistri. 1827, 1828 e 1831. 


di 
a Pil O, 


43 


| scana successero molle e dotte pubblicazioni in simil materia che illustrarono o qualche 
regione separatamente, ovvero il complesso delle regioni che costituiscono la nostra 
Italia. A queste pubblicazioni, opera di distinti Naturalisti, altre di minor mole si 
aggiunsero per parte di ornitologi che chiamerò d.eltanti e i volumi sin qui pub- 
i dei resultati della Inchiesta Ornitologica (1) a cura del chiarissimo Prof. E. H. 
Giglioli, ci mostrano come in ogni nostra Proviucia trovinsi, e in numero non indif- 
| ferente, persone che alla Ornitologia si interessano, che formano collezioni di uccelli, 
generali o speciali e che alla Inchiesta hanno contribuito con un ricco materiale di 
interessanti osservazioni. 

Ma se non può disconoscersi che molto si è progredito sulla via accennata dal 
Savi, tuttavia siamo ancora molto lontani dal raggiunger quello che si è fatto al- 
_l’ Estero e specialmente in Inghilterra, in Francia, in Germania. Basta dare un’oc- 
chiata agli elenchi di bibliografia ornitologica Europea per vedere in quale esigua 
proporzione vi siano registrate le opere di autori italiani in confronto di quelle nu- 
merosissime di autori stranieri. Segnatamente sul tema così importante della migra- 
zione degli uccelli, pochissimo venne stampato e pubblicato in Italia, mentre non 

pochi Javori stranieri si conoscono, che esclusivamente trattano questo argomento, 
e alcuni di essi veramente rimarchevoli per essere il frutto di esperienza acquisita 
in un lungo periodo di osservazioni in vasto campo e con ogni cura esercitate. 

Ad un lavoro di simil genere, il quale in un modo sommario, ma il più possi- 
bilmente esatto, servisse a dare una idea del movimento migratorio degli uccelli in 
Italia, da lungo tempo si era rivolto il mio pensiero e precisamente sin da quando fui 
chiamato a portare la mia modesta cooperazione alla Inchiesta ornitologica, dal 
nostro Governo affidata al Prof. Giglioli, dopo il congresso ornitologico tenuto a 
Vienna nell’ Aprile del 1884. Cacciatore appassionato sin da giovinetto e sin d° al- 
lora amantissimo di tuttociò che alla Storia naturale e singolarmente alla ornitologia 
si riferisse, da lunghissimi anni domiciliato in piena campagna, in regione nella 
quale purtroppo, come in tante altre, per i progressi dell'agricoltura, pei dibosca- 
menti o per la caccia spietata, sono assai diminuiti gli uccelli stanziali, ma dove 
tuttora per la sua felice ubicazione si mostrano numerosissimi quelli di passaggio (2), 
io pensava non mi dovesse riuscir difficile cosa 1’ accumular materiali di osserva- 
zione, risultanti da diretta personale esperienza. A questo aggiungasi che mi era 
concesso confrontarli con altri raccolti nelle tante escursioni da me compite (ed al- 
«cune a solo scopo di caccia) in quasi tutte le provincie della Penisola, dalle Alpi 
| all’estrema Calabria ed in qualche viaggetto fatto all’ estero, segnatamente in Sviz- 
zera, in Francia, in Belgio, in Olanda e in Germania, paesi singolarmente  abbon- 
danti di selvaggina pennuta. 

Mi posi all'opera, ma sin da principio mi accorsi che questa, per. mole .ed 
importanza, di molto superava le mie prime previsioni ed esigeva altre forze ed 
altro tempo che non quello che con la miglior volontà del mondo io poteva dedi- 
 carle. Più volte diedi mano ad ordinare le molte note raccolte, ma il lavoro pro- 
| cedette lentamente. Lo ripresi allorchè mi fù suggerito che potesse avere una qualche 


(1) Primo resoconto della Inchiesta ornitologica in Italia. Firenze, Lemonnier, 1889, 90 e 91. 
i (2) La Val di Chiana situata quasi al centro della Toscana, stendesi per oltre 50 chilometri 
n in LO da Doro a Sud, limitata ad Est dai contrafforti Appenninici, 2 Ovest dal gruppo mon- 


44 


pratica applicazione pubblicandolo allorchè sembrava che la nostra Camera dei Depu- 
tati dovesse finalmente esser chiamata dal Governo ad occuparsi della unificazione 
delle varie leggi sulla caccia ora vigenti in Italia, unificazione tanto a ragione invo- 
cata. In quel momento il mio scritto poteva avere un certo valore, poichè da 
un esatto concetto delle migrazioni dei volatili in gran parte dipende la giusta mi- 
sura dei limiti da concedersi all'esercizio della caccia col fucile e coll’ aucupio. 

Ma pel succedersi di impreveduti avvenimenti, pel mutarsi degli uomini pre- 
posti al Governo, di legge unica sulla caccia non si parlò più e probabilmente, non 
si parlerà per un pezzo. Da quel lato adunque non avendo più motivo di affrettare 
il mio lavoro esso fu di nuovo interrotto. A riprenderlo mi consiglia oggi la fonda- 
zione del Giornale ornitologico Italiano al quale venni cortesemente invitato a col- 
laborare. Nelle pagine del nuovo periodico mi sembra possan trovar posto le note e 
e gli appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. 

Questo infatti esser doveva il titolo del mio scritto, poichè giammai mi venne 
in mente, come è ben naturale, che esso potesse riguardarsi come completo, poichè 
ben maggior copia di osservazioni, ripetute per lunga ‘serie di anni, ed altre molte 
ricerche, mi sarebbero occorse per poter dare una idea, se non esatta, almeno ap- 
prosimativa, del movimento migratorio degli uccelli in Italia. Il mio non poteva esser 
che un modesto contributo per una futura determinazione della nostra Avifauna mi- 
gratrice. Sotto il titolo che sopra, darò dunque come esordio un breve cenno 
del fenomeno della migrazione in genere, e delle cause principali di essa. Seguirà 
quindi una rapida rassegna delle specie principali di uccelli che regolarmente, od 
anche irregolarmente, toccano nelle loro peregrinazioni la Penisola Italica, sia per 
prendervi stazione estiva od invernale, sia solo per poco sostandovi prima di conti- 
nuare il viaggio verso altri Paesi. — In tale rassegna mi limiterò a riportare le sole 
notizie che hanno rapporto colla migrazione, tralasciando per amor di brevità tutte 
le altre riguardanti la vita e i costumi degli uccelli, tranne in qualche caso eccez- 
zionale e caratteristico. Se dovrò seguire un ordine di classificazione e valermi di 
denominazioni scientifiche, non per questo creda il lettore che io abbia la presun- 
zione di passare per un ornitologo nè che io aspiri a divenirlo. Campagnuolo, agri. 
coltore e cacciatore, mi sono occupato di ornitologia @ tempo avanzato, nei pochi 
momenti che altri obblighi ed altre cure mi concedevano. Presi però sempre buona 
nota delle osservazioni che potei fare de visu e raccolsi anche quelle che trovai ri- 
portate nei tanti volumi ed opuscoli, attinenti alla materia che mi interessava, pub- 
blicati e in Italia ed all'Estero, i quali potei consultare. Da questi ultimi attinsi quasi 
tutto ciò che si riferisce alla migrazione degli uccelli oltre i nostri confini e con note 
od altre opportune indicazioni saranno notati i brani diversi di autori italiani e stra- 
nieri che mi son permesso riportare identici o quasi al testo onde li trassi, anzichè 
farne una inutile parafrasi. 

Dopo tali dichiarazioni un’ altra sola debbo farne. Queste pagine, e quelle che 
seguiranno in altri numeri del Giornale ornifologico italiano, erano destinate ad uso 
e consumo esclusivo dei cacciatori, miei colleghi nel culto di S. Uberto, e perciò ti- 
rate giù alla buona, senza pretesa alcuna : che se per avventura esse cadranno sotto 
gli occhi di chi a buon diritto può dettar legge in materia ornitologica, in grazia di 
quanto sopra ho premesso, saranno, spero, perdonati all’ ornitologo dilettante i non 
pochi errori in esse contenuti. 


Villa di Fabbriche, Febbraio 1897. G. A. GRIFFOLI 


ANALISI FONETICA DEL CANTO DEGLI UCCRKLLI 


per CARLO FABANI 


« Noi osserviamo, dice Darwin, che ogni lingua varia sempre, e nuovi. voca- 
boli si formano continuamente . ... certi vocaboli isolati come certi linguaggi interi, 
vanno gradatamente estinguendosi » (Orig. dell’uomo p. 49) - « Ogni lingua, dice 
| pure il Miller, va riformandosi . . ferve una continua lotta per la vita fra vocaboli di 
«tutte le lingue » (Nature Genn. 1 90 p. 257). 

Quante lingue non troviam morte ? L’ ebreo, il sanscrito ed il caldeo colla loro 
madre ; l’ egiziano, il pelvi, il greco sono lingue che furono. E quì in Italia ai bei 
Po. tempi di Roma, si parlava |’ etrusco, come nell’ alta Italia si parlava |’ cuganeo od 
«_‘’il veneto che voglia dirsi. 
n Queste due regioni ci hanno anche lasciati scritti dei monumenti nella loro fa- 
__—vella. Ebbene queste regioni in breve volgere di secoli non mutarono forse linguaggio? 
Cì Anzi lo mutarono non solo una volta, ma due, e a tal punto lo mutarono da 
È non saperci dire esse stesse che lingua parlassero i prischi loro antenati ; e questo 
non oggi soltanto, ma molti secoli fa. 
Allo stato selvaggio, e vorrei quasi dire di natura, dove assai difficilmente vien 
fissato il linguaggio nei monumenti, Je modificazioni sono più accentuate e più preste 
« Le lingue più nobili della Malesia, dice il Revan, in epoca relativamente moderna 
È hanno esercitato su tutto |’ arcipelago un’ influenza decisiva, ed hanno introdotto 
nei linguaggi oceanici (della Polinesia) delle distinzioni di genere delle modalità e 
delle pieghe che per lo innanzi erano ignote (Orig. del linguaggio p. 313). 

Alcuni missionarii partiti da contrade selvagge dell’ America e ritornati non 
RE molti anni appresso tra quelle stesse tribù, le trovarono quale con una lingua al 
Fa tutto diversa e tal altra con una lingua profondamente alterata ». (Sajce Principii 

di filosofia comparata p. 99). — Non sarà discaro il vur ricordare quel pappagallo, 
rammevtato da Darwin, che fu trovato nelle folte boscaglie dell’ America e che solo 
ricordasse Ja lingua estinta di una tribù presso cui era stato allevato. 

Ciò posto, sorvolando la questione a noi, inutile, se |’ origine del linguaggio 
umano sia o non sia comune a quella de’ bruti, e ritenendo l’ elemento materiale 
del linguaggio stesso, negli animali tutti, come pura e naturale estrinsecazione dei 
loro sentimenti, non havvi ragione alcuna da opperre perchè s' abbia a dubitare 
che quella evoluzione che si verifica nel linguaggio dell’ umana specie, non pur 
agisca e si manifesti anche nel limguaggio delle altre specie di animali ed in ispecial 
modo in quello degli uccelli, i quali oltre all’ aver in comunanza degli altri bruti 
assai sviluppato per non dire unica base |’ elemento materiale nel linguaggio loro 

| che è sommamente soggetto alle variazioni esterne, sono per altro verso più d’ogni 
altro animale soggetti a siffatta riforma perchè di natura affatto più loquaci. 

i Come poi nella razza umana un Bellini, un Beethoveen, un Verdi ed un Wagner 
 apportarono modificazioni al linguaggio musicato, ed un Omero, un Virgilio ed un 
Dante apporiarono cambiamenti riparatori alla lingua parlata dai loro popoli, o come 
altri sedicenti musicanti o linguisti che la corruppero o la corrompono con arie sto- 
| nate o con neologismi, con vocaboli barbari e con eterogenee espressioni, così 


46 


ed il suo corrompimento delle differenze foniche o delle singole note fra il canto di 
un individuo e quello degli altri. 

Non si potrà pertanto asserire che gli uccelli, dacchè apparvero sulla superficie 
terrestre o sotto la tozza forma di Archaeopterix, o sotto quella delle singole 12 
mila specie, chè tante se ne contano oggidi, abbiano sempre conservato tutte le 
note, i toni, gli accenti, le modulazioni, il timbro, le strofe, il verso del loro pri- 
mitivo canto. — No, esso, se non radicalmente, ciò tornando impossibile poichè 
trova la sua origine negli scopi biologici e nell’ ambiente che circonda ogni specie, tut- 
tavia in molti aggiunti, con tutto il resto del creato che gli serve da inspiratore ed 
insieme da teatro, subì e subisce una lenta evoluzione. Anche oggidì, come ai tempi 
di Virgilio. ... cornix plena pluviam vocat improba voce — Aut arguta lacus 
circumvolavit hirundo. — Anche oggidiì la civetta sul culmine del tetto farà sen- 
tire uno stridulo e lugubre canto, simile a quello di cui cantava il poeta: Solis et 
occasum servans de culmine summo — Nequidquam seros execert noctua cantus, chè 
tanto nella strige, come nella cornacchia e nella rondine non si mutarono gli scopi 
biologici ; ma per una mirabile catena di correlazione nelle singole parti del creato, 
anche lo scopo biologico delle singole specie di animali subì col creato delle. lievi 
modificazioni e per conseguenza tutto dà a credere che pur conservando per base 
e col loro accento aspro, e garrulo o lugubre la strofa ed il verso che facevano ai 
tempi virgiliani, siansi però o in qualche nota, o nell” inflessione o nel timbro assai 
modificati. 

Mettiamoci silenziosi, in un bel mattino di primavera, in qualche ombroso bo- 
schetto, per dove passo passo compiono il viaggio di loro immigrazione gli usignoli, 
i pettirossi, i luì, i codirossi, gli aliuzzi, i pet’ azzurri; oppure attentamente aseol- 
Liamo ne’ campi il verso dell’ allodola, fra le selve quello del fringuello, dello zigolo 
giallo, del verdone e delle varie cincie ; ; fra i cedui quello del o e del reat- 
tino; fra le conifere quello del tordo, del ciuffolotto e della cincia romagnola e cre- 
stata; sulle sponde d’ un torrente quello della passera solitaria, e facilmente po- 
tremo avvertire che il linguaggio in alcuno fra i diversi maschi di una data specie, 
lievemente varia da quello degli altri, perchè non punto fedele nel movimento, op- 
pure nel tempo, nell’ altezza, nel timbro ed altri aggiunti comuni al rimanente 
della specie. 

Come accade in un autore, in un prototipo dirò meglio, del linguaggio umano, 


che metta fuori un vocabolo insolito e che poi ulteriormente lo abbandoni o che 


non venga imitato da’ più, così negli uccelli se il cambiamento è minimo, esso o 
vien abbandonato dallo stesso individuo per ulteriore compensazione di circostanze 
contrarie a quelle che furono causa di cambiamento ; e molto più perchè non tro- 
vando, essendo il divario poco spiccato, altri individui che l’ abbiano appreso, non 
{Iroverà neppure un incentivo da se stesso creato a continuare per imitazione, nella 
nuova via. 

Se invece la modificazione è distintamente sensibile, poichè attenti studii in pro- 
posito; fanno convenire che la maggior parte delle voci degli uccelli cantori siano 
piuttosto apprese che ereditate (meno il canto nidiaceo), allora essa può fissarsi nei 
figli, i quali alla loro volta, trovando più o meno ostacoli da parte d’ altri individui. 
che cercheranno di far prevalere l’ antico canto, la fisseranno alla loro prole e ad 
altri nidiacei dei dintorni, e così verrebbe ad avverarsi il fatto singolare che una 


Mera 


47 


| data specie di cantore indigeno di un paese, possegga un canto primaverile, o verso, 
assai differente da quello della stessa specie di altro paese. Vengono così a crearsi, 
per modo di dire, due o più dialetti in cui si smembra il linguaggio primitivo della 
specie. 

Le cause che danno origine a tale cambiamento sono parecchie ed assai com- 
| plicate; ma quattro, io credo che siano le principali: 1.* Ja diversità dell’ ambiente 
«in cui si trova un dato individuo; 2. Ja diversità del cibo ; 3.8 qualche variazione 
«anatomica degli organi della voce ; 4.8 qualche circostanza meteorologica o crono- 

logica accidentale. 

E primieramente la diversità dell’ ambiente può apportare modificazioni più o 
meno spiccate nella voce fra diversi individui. 
Non ancor bene, a mio avviso, è stata studiata la sublime teoria delle somi- 
glianze della voce degli animali coll’ ambiente che li circonda. 
Il ruggito del leone subito richiama alla mente il lontano eco ripercosso in 
fondo allo sterminato deserto per ogni rumore che siasi in qualche parte avuto. 
Il fischio del camoscio ricorda il fischio dell’ impetuoso vento fra le gole ed i dirupi 
- de’ monti; il muggito del toro anche esso dimostra le vaste pianure per cui solo 
i ebbe esistenza ; uno scalpitare di numerosi quadrupedi fa pur sovvenire il nitrir 
del cavallo. — Anche il diverso linguaggio degli ospiti dell’ aria ci sembra fatto a 
| + seconda dell’ ampiezza e della vaghezza o dell’ orrido del sito in cui vivono * del- 
l'ora in cui si mostrano, dei varii suoni emessi da altri esseri in cui vivono. L’acuto 
«_—trombettare dell'aquila, secco ed aspro consuona colle acute guglie delle più alte 
«_—‘—‘’montagne dove tu l’odi, mentre il cinguettar della rondine t’ assomiglia all’ inter- 
Da minabile bisbigliar della gente con cui vive. Nello squallido silenzio della natura, 
+‘ sull’erme e nevose cime il francolino delle nevi (Lagopus mutus), conserva ed imita 
«quella mutolezza. Pochissimo pur cantano gli altri abitatori delle silenziose cime, come 
i il galletto di montagna egli altri francolini. La pernice, il codirossone, lo spazzaca- 
mino, il culbianeo che la vita conducono negli ammassi di macigni che il tempo am- 
mucchiò sui versanti dell’ alte montagne, hanno un canto acuto, tronco, come acuto 
e tronco è il suono che que’ macigni fanno sentire nel frequente loro cozzare. Il pas- 
sero solitario che si diverte sui dirupi che sporgono su rumoreggiante torrente, ha 
nel suo canto quel gorgoglio che fanno le acque infrangendosi contro i sassi ; come 
il passero comune che viene e nidifica sotto le tegole de’ tetti ha la voce che as- 
— somiglia al suono che fa la grandine nel picchiettar sul tetto col susseguente rumorio 
dello sgocciolar dell’ acque. Il reattino che ama le cataste di legna ha nei suo canta 
usuale dello schicchiolio delle legna che si dilatano o si restringono a seconda dello 
Stato igrometrico dell’ aria ; il rondone ripete colla sua voce il sibilo dell’aria ch” osi 
— fende cite: ; l'anitra, loca, le ardee. ricordano il gracidar de’ ranocchi fra 
quali convivono. 
Tale teoria di somiglianza coll’ ambiente fa con quasi certezza ammettere che 
imo fattore della modulazione e del timbro della voce degli animali ed anche del 
anto comune o linguaggio nidiaceo degli uccelli, che sembra poi diventato ingenito, 
sia stato l’ ambiente. E perchè dunque nol potrà, anzi non lo deve essere pel lin- 
Ta Dede che ha sua base primaria nell’ imitazione e che Ro viene to- 


48 


numero di diversità che si riscontra ne’ versi, nelle strofe, nelle note dei canti pri- 
maverili degli uccelli. 

Come il nostro cane in poco tempo trasportato che sia in regioni più fredde non 
più abbaia, ma ulula come il Jupo, e trasportato in regioni equatoriali diverta muto; 
.così Homeyer dimostra che le allodole del ciuffo incontrate in Spagna differiscono 
‘grandemente nel canto dalle allodole di Germania e di altri paesi ; come qualunque 
uccellatore fra noi sa distinguere quelle che s’ abbassano dalle nostre colline da 
‘quelle che arrivano da paesi settentrionali. 

Ma anche nell’ istessa regione viene a verificarsi una più o meno spiccata dif 
ferenza nel canto. 

Il Bechstein parlando dei fringuelli che tanto si estimano in Turingia, accenna 
al verso di quelli che vivono nei boschi di Gratz, i quali perciò differiscono digli 
altri dei diutorni di Rould, delle montagne di Voigland, di Langfeld, dell’ Austria 
ecc. Ed anche fra noi un attento osservatore ed un pratico orecchio conosce che il. 
fringuello che stanzia sulle alle vette de’ monti, ha il canto più forte, più acuto ed 
il verso piu compito che non quello della pianura. L’ aria essendo sui monti più ra- 
‘refatta conduce meno il suono, |’ eco ribatte il canto assai meno e quindi 1’ uccello 
alza di più Ja voce per arrivare a quel tono che Natura gli assegnò nell’ armonia 
delle sue leggi. — Un tordo che frequenta le foreste di conifere rivolte verso  le- 
vante o mezzodì supera d’assai in tono ed in note quelli che abitano i boschi 
«meno percossi dal sole. I mattutini raggi del sole allietano la natura, |’ istesse piante 
agitandosi per Ja brezza che le percorre sembrano destarsi dai loro notturni sogni e 
quindi non può influire }' anticipazione dell’ alba sul lieto carattere degli abitatori 
delle stesse foreste. — Una passera solitaria colta sul versante di una montagna 
lontano dal frequente rumore di una cascata d’acqua, sarà meno cantatrice e meno | 
abile di un’ altra colta sulle rive o sui dirupi di un minaccioso torrente. Così l’usi- 
‘gnolo di montagna, o quello di campagna vien superato d’ assai da quello che abita 
lungo le acque. La ragione è evidente. Il rumore delle acque è un potente eccita- 
mento tanto per il passero solitario quanto per 1’ usignolo a superarle e quindi di 
dover alzare la voce, riempirla di maggiori ondulazioni che non quelli lontani dalle 
acque. 

Da ciò quindi si crearono nuovi versi arrivando come nell’ usignuolo a 25 ed 
a 19 nel fringuello. Ma siccome la creazione di nuovi versi, con timbro ed accento 
diversi, fa trascurare necessariamente i. versi primitivi ; così vediamo, per l’ am- 


biente, mano mano corrompersi e modificarsi il canto loro. 
(continua) 


Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d'Italia 


ua 


n 


La parte della nostra legislazione che si riferisce alla caccia è senza dubbio 
quella che ha fino ad ora fatti i più lenti progressi, anzi senza tema di errare devo 
dire che è rimasta presso a poco come sotto il passato governo, poichè nelle con- 
troversie è contestazioni che giornalmente si discutono siamo guidati sempre dall’'an- 
tico codice Sardo. i ; 

Trascurando lo sconcio di un simile fatto dal quale apparisce, come col succe- 


49 


— dersi di tanti ministri, nessuno ha creduto bene di occuparsi di un argomento che 
ha esso pure una grandissima influenza sia sulla pubblica sicurezza, sia sul rapporto 
fra i danni che viene a sentirne l’ agricoltura e la necessità della conservazione di 
certe determinate specie, dimostra altresì quanto poco amore si abbia alle nostre isti- 
tuzioni ed in particolar modo poi a questa che oltre il suo valore scientifico, ha come 
ho detto altresì quello pratico ed a questo proposito mi piace rammentare 1’ ultimo 
lavoro del Prof. Giglioli nell’ Inchiesta ornitologica italiana, inchiesta che avea appunto 
anche lo scopo di appurare le relazioni che passano fra l'agricoltura e |’ utilità della 
conservazione di alcune specie di uccelli, prendendo appunto in esame l’alimentazione 
di questi, le regole che guidano i passi ed i ripassi, il modo di vita, le nidifica 
zioni e via dicendo, e questo appunto per avere dei dati certi e sicuri onde stabilire 
delle regole giuste ed esatte che guidar potessero poi il legislatore alla compilazione 
di un codice che avesse per base la scienza, Orbene il lavoro costò denari al governo, 
costò fatica moltissima al Prof. Giglioli che con amore lo compilò, come costò un 
po’ di fatica a chi ne fornì i dati basati sull’ osservazione diretta, ma quei quattro 
volumi hanno lasciato essi pure il tempo che hanno trovato e siamo al sicut erat in 
principio perchè il Governo non fornisce più i mezzi per continuare |’ inchiesta. 

L'apertura e la chiusura della caccia sono affidate in Italia, come ognuno sa, 
ai Consigli Provinciali. Essendo dunque in Italia 69 provincie possiamo avere 69 date 
diverse di apertura e di chiusura, e se qualcuna combina non è merito davvero di 
nessuno, ma è il puro caso che assiste. 

Non occorrono parole nè frasi altisonanti per dimostrare a priori l’ anormalità di 
un simile fatto che ha suscitato lo scontento generale in molte provincie ed una prova 
ne sia la campagna aperta |’ anno passato 1896 in vari periodici e specialmente sulla 
Nazione di Firenze, sulle colonne della quale in materia di caccia in genere e di 
| questa in particolare comparvero proteste sopra proteste, domande e proposte, alcune 
; delle quali giustissime, ma i protestanti si stancarono e le cose rimasero come sono 
: attualmente. 

Orbene, mentre so certamente che questo mio dire segue la medesima sorte 
degli altri, pur mi piace rimarcare gli inconvenienti che da un simile procedere ne 
vengono e la troppa facilità con cui i cacciatori possono cadere soggetti a contrav- 
| venzioni e di qui attriti, resistenze e via di seguito. 

i Mi spiego con due esempi. Sono in Toscana e parlo della Toscana, anzi di una 
parte di questa, essendo certo che in molte altre succede lo stesso. 

Il padule di Fucecchio appartiene alla provincia di Lucca, come a quella di Fi- 
— renze, ed un fosso che con facilità si può passare ne limita i confini; orbene viene 
—_un’epoca dell’anno in cui i carabinieri in questo medesimo padule, al di qua del 
. fosso, ossia nella provincia fiorentina possono mettervi in contravvenzione, togliervi 
il fucile e la caccia, ed il Pretore poi fa il restante per conto suo : voi siete invece 
al di là del fosso, ed i medesimi carabinieri bisogna che stieno zitti e magari vi os- 
| servino tranquillamente cacciare senza aver nulla a ripetere perchè siete in quel di 
Lucca. Ma non basta. 

«Voi siete, supponiamo, di quest’ ultima provincia che in genere è di maniche più 
larghe, cacciate dentro i confini e la legge vi protegge, voi potete fare delle carne- 


90 


mezzo, fermi, voi siete in contravvenzione; avete invaso un altro territorio. Ma non 
basta ancora. | 

Voi siete della provincia di Firenze, volete sfogare le vostre brame cinegetiche, 
andate in padule al di là del sunnominato fosso, o in altra località che appartenga 
alla provincia di Lucca e la legge vi permette di cacciare quanto volete ; uccidete 
pure, empitevi, se vi è dato, le saccocce, la legge è con voi. Ma è tardi, occorre 
tornare a casa, come si fi? O buttar via la caccia 0 esporsi al rischio della contravvenzione. 

Ma via, che è neppur supponibile che la stessa legge, o almeno quella che do- 
vrebbe esser la stessa, vi permelta qui un esercizio qualunque e pochi passi più la 
vi punisca ? 

Passiamo, se vi piace, dal padule di Fucecchio a quello di Bientina ; ebbene qui 
gli esempi si moltiplicherebbero ; il padule. appartiene a tre provincie, a quella di 
Pisa cioè e alle altre due più sopra ricordate. In generale anche qui abbiamo tre 
diversi termini di chiusura e tre di apertura; ma lo sapete che cosa succede ? Si 
caccia impunemente ovunque, e con ragione aggiungo io, poichè non è nè logico 
nè giusto che nella medesima località in un punto sia lecito di cacciare in un altro 
confinante a quello sia proibito. Sembra proprio di esser tornati all’ Italia in pezzetti 
e messa all’ arbitrio di tanti tirannelli, e su questo credo non possa esservi alcuno 
che si senta Ja forza di provare il contrario. 

l Gonsigli Provinciali, è verissimo, sono composti della parte eletta della  citta- 
dinanza ; voi vedete per la maggior parte avvocati, e latifondisti in genere che si 
vogliono occupare del bene della provincia ; ma credo di non far loro gran torto se 
asserisco che in questa materia nessuno, o pochissimi almeno, possono esser compe- 
tenti scientificamente parlando. 

Io credo di non allontanarmi dunque dal vero dicendo, che il male viene perchè 
la guida non è la scientifica. 

Mi spiego. Predominano in un dato Consiglio persone che di caccia non si oc- 
cupano e non se ne sono mai occupate, come non si sono mai occupate di scienze 
naturali ad essa pertinenti e vedrete che stabiliscono una data qualungue purchè la 
data ci sia; predominano invece elementi che hanno estese bandite ed amano rispet 
tare la loro selvaggina ed allora la chiusura si farà il più presto possibile e 1’ aper- 
tura il più tardi e così via di seguito senza moltiplicare gli esempi. 

Ad ogni modo nella provincia di Firenze per ‘portare le carte in tavola, come 
suol dirsi, quest’ anno 1897 la caccia di terra si è chiusa il 31 gennaio, nella pro- 
vincia di Lucca che le stà accanto un mese circa dopo. Queste due provincie non 
sono una in Piemonte, l'altra in Sicilia, da giustificare secondo alcuni il fatto, sono 
proprio accanto, dunque nasce il dilemma che o sbaglia il Consiglio Provinciale di 
Firenze e per conseguenza ha ragione quello di Lucca, o viceversa. Tutti e due non 
possono aver ragione. E può il governo permettere questo stato di cose che se non 
ha la sua importanza politica ed economica ha però quella pratica fondata sul sacro 
diritto comune una volta che siamo figli della medesima patria ? 

Ma fin qui il male — ed il rimedio ? 

Il rimedio è una legge unica, giusta, imparziale, basata sulla scienza. 

Ma ecco che da più parti mi sento dire, 1’ Italia è per la sua conformazione 
geografica una Nazione in cui una legge unica è impossibile, le provincie del Nord 
non possono stare aila pari con quelle del Sud. Fino ad un certo punto questi si- 


ol 


gnori possono aver ragione, poiché sebbene anche nelle altre nazioni avvenga lo stesso 
fatto. pure le proporzioni sono forse di minore importanza; ma poca ragione però 
poichè si vede che Je comparse e le scomparse delle specie si succedono simultanea- 
mente o quasi nelle diverse provincie, o possono essere influenzate da tutt’ altra ra- 
gione che non sia quella della sua conformazione geografica. 

Ma poi viene spontaneamente quest’ altra init Quale è la ragione per cui 
alcune specie si debbano perseguitare tanto all’ epoca dei passi come a quella dei 
ripassi? Perchè le fringille, gli zigoli, le lodole, Ie pispole, le cutrettole, i tordi ed 
altre specie si debbono poter cacciare solo nel loro passo, per esempio nella provincia 
._—’ di Firenze, mentre le oche, le anatre, le gallinelle, i pivieri e via dicendo si possono 

cacciare anche nell’ epoca dei ripassi ? 
è La soluzione di queste domande e di altre che ne verrebbero non è cosa che 
«_—‘’“si possa fare così alla leggera e facilmente, come forse a prima vista sembrerebbe, 
ed occorre che chi si mette all'impresa sia fornito di studi opportuni. Di qui la ne- 
cessità di persone della scienza. 

Il governo a parer mio dovrebbe nominare una commissione di naturalisti, e 
n grazie a Dio non ne mancano di valenti in Italia, i quali stabilissero le norme per 
i l'apertura e la chiusura della caccia, non che quelle che si riferiscono ai differenti 

e molteplici mezzi di aucupio. Dividino essi |’ Italia in tre regioni, Ja settentrionale 
| cioè, la media e la, meridionale e stabiliscono per queste tre epoche differenti di aper- 
«tura ce di chiusura, o lascino che una legge unica regoli la nostra penisola unifor» 
(°° /memente a me non importa e non voglio discutere, ma si tolga lo sconcio di vedere 
O; affidato al capriccio di persone non competenti il problema. ; 

Fucecchio 8 Febbraio 1897. 
ra Dott. Anorro LENzI 


DEL METACROMATISMO DEGLI UCCELLI © 


_ In questi Atti, Tomo LIII, pag. 911, ho parlato del metacromatismo di un’ Embe- 
riza citrinella I.. Ivi ho detto esser cosa notevole il vedere come lo stesso individuo 
| — può presentare contemporaneamente fenomeni di albinismo, di flavismo e di melanismo. 
Dicevo: « È da credere, che a tutte queste colorazioni anomale sottostia una causa co- 
mune. ll fenomeno è sempre quello, ma si presenta diversificato secondo condizioni 
fisiologiche speciali. » Aggiungevo doversi tener conto di ciò che osserva il ch. prof. 
Pavesi (2), che i due poli, a così dire, del metacromatismo sono il bianco ed il nero. 
Nella primavera del corrente anno feci acquisto di un'Z. citrinella & viva, che, nelle 
sue tinte, presentava tutto un misto, confuso ed inelegante, di albinismo e di flavi- 
smo sbiadito. Questo individuo, da me conservato in gabbia, subì Ja regolare muta 
autunnale ; e questa ridonò all’uccello i colori normali, quasi per intiero. Le eccezioni 
sono solamente queste : Nell ala destra, la quinta remigante ha il pogonio esterno 
gialliecio, e il pogomio interno bianco. Di più, le cuopritici quinta e sesta giallicce. 
—_Nell’ala sinistra, la prima cuopritrice gialliccia. 


(1) Atti R. Ist. veneto Tomo LV pag. 109-110. s 
(2) Sull’'importanza del melanismo negli uccelli, Memoria inserita negli Attî delli. r. Ac- 
‘cademia Lies Agiati, Ser. III, vol. I, fasc. I 


t 


02 


Il prof, Pavesi (o. c. pag. 31; dell’estr. 28) notava che il flavismo si manifesta 
nei magchi vieppiù adulti della E. citrinella. Or bene: nella femmina in parola, 
avvenne |’ inverso: invecchiando, riebbe i colori normali. 

È anche degno di nota il fatto, che l'uccello abbia ricuperate le tinte normali, 
vivendo in ischiavitù, condizione questa, che d’ ordinario è favorevole alla de- 
colorazione. 

Non, ho creduto di far cosa inutile col presentare agli scienziati anche questa 
tenue contribuzione allo studio del metacromatismo. « Nella vita quanto più di bene 
s' otterrebbe, se tutti ci giovassimo delle opportunità, benchè minime e fuggevoli, 
che l'accidente — seppure questo asylum ignorantiae non nasconde entro di sè un 
senso infinitamente più profondo — ci mette a volte tra’ piedi ! ». Così l’ egregio 
prof. Bonatelli, parlando recentemente del « ponte volante delle formiche ». 

lo conservo vivo il mio zigolo, e, se mi darà delle nuove lezioni, ne terrò conto. 


Francesco CiPOLLA 


CACCIE E PASSAGGI 


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La caccia della Querquedula circia in Girgenti. Marzo (Dott. Cosimo Leonardi). 
Da circa una quindicina di giorni è incominciato il solito passo delle Marzaiole e se 
ne sono visti molti e grandi branchi. La Marzaiola, Querquedula circia Steph. ex 
Lin., è detta volgarmente da noi Riddena, ed è uccello di passo regolare. Numero- 
sissimi branchi se ne vedono arrivare ogni anno nel periodo di tempo che va dalla 
fine di febbraio sino a tutto il mese di marzo. Pochissimi individui si vedono pure 
qualche volta in autunno. 

Si è notato che questi uccelli, come tutti gli altri di passo, di anno in anno 
arrivano sempre in minor numero, e mentre non mollo tempo addietro in un sol 
giorno ne venivano predate parecchie centinaia, ora si arriva appena a poche diecine. 
Le Marzaiole si attendono all’ alba, quando dalla terra passano al mare, e alla sera. 
sull’imbrunire, quando dal mare passano alla terra, e in quest’ ultimo caso molte 
volte avviene che si ode lo strepito delle anitre che passano senza essere molestate, 
perchè protette dall’oscurità della sera. 

Per la caccia mattulioa i cacciatori si uniscono in comitive, e sui colli o allo 
sbocco delle vicine valli, costruiscono con cespugli e pietre dei ripari, volgarmente 
Cetti posti, per nascondersi alla vista delle Riddene che passano per quel luogo. I 
cacciatori tirano tutti insieme, ed è costume di dividere in parti uguali fra tutti gli 
individui presenti, gli uccelli uccisi. 

La caccia che si fa di sera è regolata da una diversa e strana usanza: I cac- 
ciatori si dispongono lungo la spiaggia di S. Leone, a breve distanza gli uni dagli 
altri, e appena vedono un branco di anitre che si levano dal mare tirano in parec- 
chi insieme. 

Tutti i presenti, purchè muniti di fucile, hanno diritto d'impadronirsi degli ani- 
mali uccisi, sicchè i più agili alla corsa raccolgono un maggior numero di uccelli 
sebbene non abbiano tirato e spesso quelli che meglio colpiscono restano a mani 
vuote. Qualche volta avviene che due o più individui si disputano una stessa anitra 


53 


per averla afferrata quasi contemporaneamente, cosicchè si verificano sovente delle 
— gravi querele che fanno diventare ineresciosa questa caccia, tanto divertente in queste 
belle contrade. 

Roma. (March. G. U. Spinola). Il passaggio delle allodole è stato discreto nel 
passo. autunnale ed ha proseguito oltre l’ ordinario. — Abbastanza abbondanti i dee- 
caccini. — Scarse sempre le beccacce. — Numerosissimi i tordi come nessuno ri- 
cordava da molli anni. — Ora (ultima decade di Febbraio) passaggio straordinario 
di colombacci. 

Verona. (March. G. U. Spinola). Abbondanti nelle colline furono le tordine nel. 
I’ Agosto e Settembre. — In Ottobre numerosissimi i frosonî. — Pochi tordi. — 
-scarso il fringuello montanaro. 

È Cacciata alle folaghe. Gennaio (March. G. U. Spinola). Il Duca di Teano presso 
È Terracina (Foiano) in due cacciate alle folaghe coi suoi amici ne uccise 1800. 

Nuoro. 10 marzo (N. S.) Continua abbondante il ripasso delle Beccacce, dei 

3 Tordi e dei Merli. 
S- Caccie reali. Nei primi giorni di febbraio, S. M. il Re con il principe Danilo del 
—_ Montenegro cacciarono a Castelporziano dove la selvaggina è abbondaptissima ed uc: 
cisero in buon numero cinghiali, daini, caprioli e roba più minuta. 
x Sanremo. (N. Panizzi) Nel marzo è stato abbondantissimo il passaggio della 
GS Querqueduia circia e si sono veduti molti Allocchi, Syrnium aluco, dei quali ne 
i ho preparati due bellissimi. 
Quaglie. Da varie località annunziano che cominciano ad entrare le quaglie dal 
mare. 
Napoli. Da varie parti della provincia si dà notizia di un abbondante passo di 
marzaiole (Querquedula circia). 
Avellino. (R.) 1 paduli di S. Sossio sono addiritura pieni di voltolini e marzaiole. 
Grosseto. Abbiamo un buon passo di uccelli acquatici e specialmente di marzaiole. 
Notizie di caccia dall’ Estuario Veneto. (Emilio). Enumero le migliori. caccie 
; fatte nella scorsa stagione alle Anitre selvatiche, in alcune valli dell’ Estuario Veneto. 
SA Tali caccie si esercitano nelle botti e le prede si intendono di un sol cacciatore in 
È un sol giorno. 
Valle Figheri. Fratelli G. e L. Ceresa 312 — Giuseppe Ceresa 150, 128 — Conte 
Ninni 148, 114 — Emilio Lebreton 102 — Cav. E. de Blaas 140, 127, 105. 

Valle Pierimpiè. A. Gaudio e I. Gritti 126 — A. Gaudio 86, 73. 

Valle Zappa Conte Ettore Arrigoni Degli Oddi 181,169, 153, 131, 120, 105. 

Valle Primeposte. Romeo Mion 120, 106, 96. 

Valle Averto. Conte Comello 52, 85, 79. 

La stagione di caccia fu molto fortunata quantunque non abbia fatto ghiaccio 
nel gennaio. Dal guardiano di Valle Zappa so che il Conte Ettore Arrigoni Degli 
Oddi di Padova, forse il migliore tiratore delle nostre Valli, in 25 giorni di caccia 

In, botte, uccise da solo ben 1737 Anatre con 92 folaghe. 

A quel che pare la selvaggina non è ancora scomparsa ! 

Chiaramonte Gulfi. (Sicilia). (Dott. M. /annizzotto). In questo anno, lungo la 
spiaggia meridionale della Sicilia si è avuto un numerosissimo passaggio di Alzavole 
(Querquedula crecca) c di Fuligula rufina, e se ne sono ammazzate parecchie cen- 
ipaia. Tutti gli anni fra la fine di Marzo e i primi di Aprile, si ha questo passaggio, 
na non cosi numeroso come in quest’ anno. 


ul 


d4 


PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE RECENTISSIME 


En 


ANGELINI prof. GIOVANNI. Contributo allo studio delle migrazioni ornitiche, 
con osservazioni fatte specialmente intorno allo Stretto di Messina. Estr. d. Boll. 
Soc. Rom. per gli studi zoologici. Vol. V. Roma 1896. 

Il prof. Angelini, dopo aver fatta conoscere già da qualche anno la propria valentia 
con alcune note importantissime sull’ Avifauna della Sicilia e delle Marche, ci presenta 
con quest’ ultimo suo lavoro, in sole 42 pagine, una raccolta di notizie e di osservazioni 
di tanta entità, che non possiamo fare a meno di lodare la grande accuratezza, accom- 
pagnata da una indiscutibile competenza, di questi suoi studi ornitologici. Se 1’ Italia 
possedesse poche decine d’ osservatori appassionati e coscienziosi, quali il prof. Angelini, 
quante questioni relative agli Uccelli che restano ancora insolute,-avrebbero già trovata 
la loro spiegazione. 

Il presente lavoro, frutto di lunghe e zelanti ricerche, è scritto con verità e con brio 
onde diverte anche chi non è ornitologo; ci reca quindi vivo piacere vedere annoverato 
il prof. Angelini primo fra i collaboratori della nostra Avicula, perchè siamo sicuri che 
la di lui valente penna concorrerà a rinvigorire sempre più questo giovane giornale orni- 
tologico italiano. £ 


KOLOMBATOVIC prof. GIULIO. Zoologiske Vijesti iz Dalmacije. 24 p. in-8. 
(Spalato, tip. Zannoni 1896). Nella presente memoria si dà notizia di alcune specie di 
Vertebrati della Dalmazia. Il lavoro è scritto in due lingue, croata e italiana. Vi tro- 
viamo interessanti osservazioni intorno alle seguenti specie di uccelli: Haliaétus albicilla, 
Circaétus gallicus, Astur brevipes, Anser albifrons, Tadorna tadorna, Recurvirostra avo- 
cetta, Colymbus arcticus, Thalassidroma pelagica, Alca torda. 


DAS TIERREICH (Il Regno animale). È questa una srandiosa opera. zoologica 
che da pochi mesi ha cominciato a pubblicare il Friedlinder di Berlino per cura della 
Società zoologica tedesca. Questo imponente lavoro si propone di riassumere i caratteri 
distintivi di tutti gli animali conosciuti, opera che dopo il Systema naturae di Linneo 
dello scorso secolo, nessuno più fece. A condurre a termine tale impresa occorreranno non 
meno di 25 anni. Ne è Direttore generale il consigl. prof. dr. F. E. Schulze di Berlino e 
per la classe degli Uccelli Redattore principale il prof. A. Reichenow pure di Berlino. 

Di questi giorni abbiamo ricevuto il 1.° fascicolo che tratta degli Uccelli e comprende 
le tre famiglie Podargidae, Caprimulgidae e Macropterygidae (98 pag. con 16 fis. nel testo). 

Esso è frutto della. valente penna dell’illustre sig. Ernesto Hartert, direttore del 
Museo zoologico in Tring (Inghilterra). Troviamo poi indicati come collaboratori dei sin- 
goli gruppi d’ uccelli i seguenti signori: 

conte H. De BERLEPSCH (Ieteridae, Tanagridae, Dendrocolaptidae, Tyrannidae). 

De HARTERT v. s. ( Trochilidae). 

W. R. OGILvIE-GRANT di Londra (Phasianidae). 

Dr, I. P. PRAZAK in Edinburgo (Paridae, Certhidae). 

Dr. REICHENOW c. s. (Sturnidae, Ploccidae, Psittacidac). 

L. W. RorHscHILD in Tring. (Paradiscidae, Balidac). 

Dr. R. B. SHARPE di Londra ( Vulturidae, Falconidae, Strigidae). 


Se, come speriamo, la classe degli Uccelli verrà trattata ed esaurita in breve tempo, 
l’opera che qui presentiamo sarà una delle più comode e delle più sicure per gli orni- 
tologi di tutto il mondo. 

Il 1.° fasc. costa Lire 9. (presso R. Pienza: et Sohn, Berlino Carlstrasse 11). 
(AVIS 


_ FRIEDERICH ARNOLD. Die Vogel Euroas. Gli Uccelli d’ Europa di Federigo 
Arnold presso l’ editore C. Hoffmann in Stocarda. 21 puntate con 50 tav. col. (Finora 
furono pubblicate 12 puntate a lire 1,25 l’ una). 

Fra i tanti libri che di frequente si pubblicano in Germania, questo del signor Fed. 
Arnold merita senza dubbio un posto distinto. 

Egli studiò gli uccelli non solamente nella sua stanza esaminando le opere dei più 
celebri autori, nè solo osservando le vetrine dei musei, o le voliere dei giardini zoologici; 
ma più ancora percorrendo i vari paesi di Europa, visitando i campi, i prati, le rive 
del mare, dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, salendo i colli, i monti, e le più eccelse vette 
delle Alpi. Egli ne osservò e descrisse colla scrupolosità più minuta e colla diligenza propria 
della sua nazione il loro genere di vita, i costumi, le abitudini, i modi di propagazione, 
il canto, la maniera di allevarli e nutrirli in istato di schiavitù ecc. ecc. 

Nelle sue escursioni scientifiche visitò anche il nostro paese, e nel descriverlo orni- 
tologicamente non risparmia pur troppo le più amare espressioni all’ indirizzo nostro, per 
l’ accanita guerra che viene fatta ai gentili pennuti, deplora pure il barbarissimo costume 
di accecare i fringuelli, i fanelli ecc. , e si fa meraviglia che un popolo gentile come è 
l'italiano ricorra a simili crudeltà, che sono pure inutili per farli cantare. 

Chi è a cognizione della lingua tedesca troverà, non ne dubito, un grande piacere nella 

«lettura di sì interessantissima opera. La leggano e gli scienziati ed anche i dilettanti e 
ne sono sicuro che mi saranno grati d’ averla loro indicata. 

._—»Desidererei che venisse tradotta anche nella nostra lingua, giacchè mentre in Ger- 
mania la scienza ornitologica si trova esposta in tante opere anche popolari, in Italia 
fin’ ora ben poche se ne contano. 

Questo distinto ornitologo oltre al qui indicato libro, pubblicò un opuscolo intitolato : 
Unsere einheimisehen Stuben-Végel. I nostri patri uccelli che si tengono in gabbia, ed 

um Calendario ornitologico illustrato. Ambedue lavori meritevoli di essere raccomandati. 

Non si creda che il signor Fr. Arnold sia un professorone con tanto di occhiali e colla 
chioma scarmigliata e lunga alla Wagner, addetto a qualche celebre Università come 
Gottingen, Heidelberg, Leipzig ecc. ; niente di tutto questo; egli è un garbato genti- 
luomo, un ricco ed onesto negoziante di uccelli della Wallstrasse N. 97 di Berlino. 

i Rovereto 14 Marzo 1897. LEOPOLDO UNTERSTEINER 


_ MARTORELLI Dott. GIACINTO. Monografia illustrata degli uccelli di rapina 
in Italia. (Milano 1895. Edit. Hoepli. 216 pag. in-4. con. fig. L. 20). La casa editrice 


i A “a degli uccelli. Lic numerose 3 tutte originali e lis e colorite dal- 


06 


l’autore, completano le descrizioni e facilitano la ricognizione dei caratteri specifici. Il 
volume costa L. 20. 


TREVISANI Marchese G. — Pollicultura. (Milano 1896. Edit. Hoepli. 182 pagine 
in-16 con 72 incisioni L. 2,50). È la terza edizione di questo libro ormai riconosciuto 
di pratica utilità. Esso è uno degli eleganti e ben noti manuali Hoepli. L’ egregio A. 
ba riveduta e corretta questa 3.2 edizione, dividendola in 7 capitoli che trattano: Del 
pollaio e del parco - Razze e popolazione del pollaio - Alimentazione del pollame - At- 
trezzi - Modo di accrescere la fecondità delle galline - Incubazione naturale e incuba- 
zione artificiale - Prime cure - Igiene e vitto dei pulcini nell’ allevamento artificiale - 
‘Prodotto del pollaio - Uova e loro conservazione - Pollastri - Castrazione - Ingrassa- 


mento - Piume - Pollina - Malattie del pollame - Conclusione. Settantadue figure sono 
intercalate nel testo. 


ARRIGONI DEGLI ODDI prof. ETTORE. Note ornitologiche per 1’ anno 1895. 
(Milano 1897. Atti Soc. ital. di scienze nat. Vol. XXXVI. Estr. di 8 pag. in-8). Con- 
tiene la lista degli uccelli italiani più notevoli che l’egregio A. potè avere durante l’anno 
1895 e che conserva nella sua ricca raccolta ornitologica a Cà Oddo. 


ARRIGONI DEGLI ODDI prof. ETTORE. La recente cattura di un fenicottero 
nel Veneziano. (Ibidem. Estr. di 4 pag. in-8). Trattasi di un Phoenicopterus roseus 
Pallas, g° ad. ucciso nelle vicinanze del Porto di Tre Porti (Venezia) il 1 marzo 1896. 

ARRIGONI DEGLI ODDI prof. ETTORE. Nota sopra una varietà di Nyroca 
africana Gmelin. (Ibidem Estr. di 6 pag. ed 1 tav. in-8). La mattina del 4 settembre 
1895 l’egregio A. uccise a Lago di Sacagna due bellissime Nyrocae africanae 3' e E; 
nel marzo 1896 ricevè altro esemplare proveniente dal Veneziano. Questi 3 individui 


avevano tutti un abito molto singolare e l’ A. ne dà la descrizione con molte notizie 


relative alla specie ed ai singoli esemplari. 


ARRIGONI DEGLI ODDI prof. ETTORE. Nota sopra un’ anomalia di colorito 
della Querquedula crecca Linn. (Ibidem. Estr. di 6 pag. ed 1 tav. in-8). L'A. è da 
qualche tempo che osserva un’ anomalia di colorito, sempre eguale, nella suddetta specie 
e che consiste in una tinta lionata che occupa il mento, la gola, i lati ed il davanti 
della parte superiore del collo. Egli descrive vari esemplari presentanti questa anomalia 
e correda la memoria con 4 figure. S. B. 


BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE 


(continuazione, vedi fascicolo precedente) 
PO RE SS a 

A. de R. - La caccia alle cornacchie in Francia. (Napoli 1897. NapoliSport n. 13). 

BaLpaMmus A. ©. E. - Illustrirtes Handbuch der Federviehzucht. Vollslindig ungear- 
bestet v. O. Griinhaldt (2 vol.) 1. vol. 3. ediz. 496 p. con 102 ine. (Dresda 1896) 
Traglioì 

BazertA G. - Osservazioni intorno agli uccelli ossolani. 48 p. in-8. Dagli Atti R. Rasa 
d’ agricol. di Torino vol. XXXVI (18983). 

BIEDERMANN R. - Ueber Fusshaltung im Fluge. 17 p. 8 con 1'tav. In Ornith Jahrb. 
(Hallein 1896). 


. BLANCHON A. - Canards, Oies et Cygnes, Palmipedes de produit, d’ornament et de chass 

; 348 p. in-12 con 73 fig. (Parigi 1896). L. 4, 50. 

 Branpis F. - Das Kleinhirn der Vogel in seiner Beziehung zur Systematik. 28 p. in-8 

con 7 tav. In Fourn. Ornith. (Lipsia 1896) L. 4. 

BurLER A. G.- Foreign Finches in Captivity con tav. col. Parte X. L. 14. (Londra 1896). 

; Op. completa L. 150. 

CamPBEL A. J. - Nests and Eggs of the Emus and the RIA of Australia. 14 p. 

 in-8 con 1 tav. (Edimburgo R. Phys. Soc. 1896) L. 2. 
CAPEK. V. - Beitrige zur Fortpflanzungsgeschicte des Kuckucks. 76 pag. in-8. In Ornith. 
Jahrg. VII (1896). 

| CarsreD A. - Unsere Vogel in Sage, Geschichte und Leben. Tung und alt. znr'Unter- 

haltung und Belehrung dargeboten. 118 p. in-4 8 tav. e molte inc. (Lipsia 1897) 

IEdD0: 

_CHERRIR G. K. - Contribution to the Ornithology of San Doningo. 26 p. (Chicago. Field 

Columb. Mus. 1896) L. 5. 
CipoLLa FRANCESCO - Fenicotteri sul Benaco. 2 pag. in- 8, Dagli Atti R. Ist. veneto di 
Sc. lett. ed arti. T. III. s. VII. (Venezia 1892). 
> 2 CipoLLa F. Il Beccofrusone nel territorio veronese. 4 p. in-8. Ibidem T. IV s. VII. 1893. 
di - CipoLLAa F. - Metacromatismo di Emberiza citrinella. 8 p. in-8. Ibidem T. VI s. VII 1895. 
CipoLLa F. Del Metacromatismo degli uccelli. 4 p. in-8. Estr. Atti Ist. Ven. Venezia. 
Tip. Ferrari 1897). 

DricHLER C. unp KLEINSCHMIDT 0. - Beitrige zur Ornis de Grossherzogthums Hessen 
und der Provinz Hessen - Nassau. 70 p. in-8 con 1 tav. col. (Lipsia. Iourn. Ornith. 
1896) L. 7. 

. Foresr J. - Oiseaux acridophages. (Paris 1897. Le naturaliste n. 240 p. 55-60). 
Forest J. - L’èélevage de l’autruche en Russie d’Europe. (Ibidem, n. 239 p. 45-48). 
FiùrRER v. L. - Wild und Fagd in Montenegro 20 p. in-8). Estr. d. Bosn. Post. (Se- 

raievo 1896). 
GRANGER ALBERT - Repertoire ètymologique des noms francais et des delioninatione 
vulgaires des oiseaux. (Paris 1897. Le naturaliste n. 238 e seg.). " 
 HAMONVILLE (D’) - Les Oiseaux utiles de la France. 8 p. in-8. (Versailles. Bull. Soc. 
d’ Accl. 1896) L. 0, 60. i 

 HarrERT ERNST - Aves (1897) vedi sopra Das Tierreich. 

HarrLAUB G. - Ein Beitrag zur Geschicht der ausgestorbenen Vogel der Neuzeit, sowie 

derjeningen deren Fortbestehen bedroht erscoheint. 62 p. 2.* ed. (Brema, Abhand. 

Nat. Ver. 1896) L. 5 
Tess (THE) - A quaterly SU of Ornithology. Edit. da Sclater e Saunders. Serie 7, 
Vol. II N. 8. (London 1896 ottobre). Ogni numero L. 8. 

| Isorro - Il ritorno degli uccelli (Milano 1897. Giornale 72 Villaggio n. 1085). 

JoranseN H. - Ornithologische Beobachtungen in Tomsk. 22 p. in-8. In ornith. Jahrb. 

(Hallein 1896). 

LEINSCHMIEDT O. - Der nordische Jagdfalk..11 p. con Mast ona in Ornith. Mo- 

acne XXI ni; 


58 


NEGOZI ASSO 


Ringraziamenti. Abbiamo ricevute varie lettere da distinti cultori della ornitologia; 
da esse appare nuovamente che il Giornale ornitologico incontra il favore degli stu- 
diosi e noi ne siamo soddisfatti. Anche molti periodici ci hanno usata la cor- 
tesia di annunziare la pubblicazione dell’Avicula, con parole molto lusinghiere e con 
felici auguri. Ringraziamo sinceramente tutti i gentili scrittori per gli elogi seb- 
bene immeritati che ci hanno voluto fare e glie ne siamo grati, ma dobbiamo na- 
turalmente ripetere che se, come noi pure speriamo, il Giornale ornitologico ita- 
liano corrisponderà al suo scopo ed ai desiderio degli abbonati, ciò sarà sopra- 
tutto dovuto ai cortesi e dotti collaboratori e a coloro tutti che ci favoriscono 
consigli e appoggio. 

Rammentiamo a tutti coloro che hanno occasione di fare osservazioni od aver no- 
lizie che in qualsiasi modo possano interessare lo studio degli uccelli, nella loro vita, 
abitudini, costumi ecc., a non dimenticarsi di darcene comunicazione; ed a tutti co- 
loro cui capitano uccelli che non conoscono o che sanno essere rari o interessanti 
per varietà, mostruosità ecc., raccomandiamo o di imbalsamarli o di rimetterli freschi 
nel più breve tempo possibile a qualcuno della direzione o dei collaboratori principali 
di questo periodico, oppure conservarli immersi nell’alcool, corredandoli delle notizie 
come dicemmo nel preambolo del 1.° fascicolo. 

Uccelli refrattari al veleno delle api? L’ Apicoltore Iones scrive nel Gleanings : 
« Vidi un’uccello divorare una quantità di api sul davanzalino di un alveare, qualche 
volta pigliarle al volo, ed altre volte sui fiori dei peschi. Uccisi il vorace demonietto 
e, nello spararlo, trovai 15 pungoli infitti nelle membrane dello stomaco, come fossero 
spilli in un cuscinetto. L’indomani ne uccisi un altro con cinque pungoli nel suo sto- 
maco, ed uno di essi, col sacchetto del veleno tuttora aderente, impegnato nella gola 
dell’uccello verso la base della lingua ». 

Giustamente osserva che vi è "da meravigliarsi che 1° uccello non. muoia. Egli 
aveva finora supposto che gli uccelli riuscivano a schiacciare l’ ape prima che questa 
potesse mandar fuori il pungolo. 

Lanciata nazionale di Colombi. La snai Colombofila Fiorentina ha indetta una 
lanciata nazionale di colombi viaggiatori per il 30 maggio 1897. 

Le Società Colombofile del Regno, le Colombaie militari, e i Colombicultori iso- 
lati, purchè distanti almeno 50 chilometri da Firenze, sono invitati a volere aderire 
all’ iniziativa presa da questa Società, partecipando alla lanciata col maggior numero 
di colombi. 

Non dubitiamo che le Associazioni consorelle e i Colombicultori tutti, risponde- 
ranno volenterosi all'appello, acciocchè in questa solenne occasione il paese conosca 
di quanta e quale importanza per la propria difesa, possa PISzio allevamento del 
colombo messaggero. 

l premi sono istituiti col concorso offerto dal o dalla Camera di Com- 
mercio, dal Comizio Agrario e da distinti allevatori, e consistono in 2 
Medaglie di argento dorato — Medaglie di argento — Medaglie di bronzo 

Ciascun premio sarà accompagnato dal relativo diploma, e verrà conferito in 
base ad un regolamento che viene inviato gratis a chi ne fa domanda alia suddetta 
Società Colombofila in Firenze via Ricasoli 37. ; 


59 


Concorso internazionale di tiro ai piccioni a Monaco. A questo concorso presero 
parte 118 tiratori dei quali 40 erano italiani, 30 inglesi, 21 francesi, 8 austriaci, 6 
belgi, 4 russi, 3 americani, 2 spagnoli, 2 tedeschi, uno svizzero ed uno indiano. Il 
gran premio del Casino di Montecarlo che consisteva in 20 mila franchi ed un 0g. 
getto artistico che valeva circa 5 mila lire, fu vinto da un italiano il Sig. G. Grasselli 
di Cremona. Anche altri italiani si fecero onore in questa grande gara. 


Quarto congresso cinegetico italiano. A Napoli si sta lavorando. per organizzare 
colà il 4.° congresso cinegetico italiano, a cura di quel Circolo di Caccia. 


Ai 17 Giugno 1896 è morto a Lilford Hall (Oundle, Inghilterra) all’età di 63 anni 


Lord Thom. Lyttleton Lilford 


Presidente dell’ Unione ornitologica britannica. 


Il 1.° gennaio 1897 mori a 83 anni 


Enrico Gatke 


il celebre illustratore di Helgoland, quel rinomato scoglio situato nel mar del Nord, 
che coll’ estensione di pochi chilometri quadrati è tuttavia uno dei punti più impor- 
tanti dell'Europa per l’arrivo degli Uccelli non solo europei, ma ancora della Siberia e 
dell'America 


RICHIESTE E OFFERTE 


Desiderata : Si fa ricerca dei seguenti uccelli sieno in pelle, sieno montati: 
Gennaia Feldeggii — Coccyzus americanus — Caprimulgus aegytius — Sitta Whiteheadi — 
Saxicola melanoleuca — Nemura cyanura — Silyvia nana — Melizophilus sardus — Hypolais 


olivetorum — Hypolais opaca — Lusciniola melanopogon — Motacilla lugubris — Budytes 
paradoxus — Loxia pityopsittacus — Horbara Macqueeni — Hydrornia Alleni — Onyekoprion 
fuliginosus — Larus Audouini — Larus glaucus — Stercorarius crepidatus — Oceanites ocea- 
nicus — Budytes Beema — Cygnus Bewcki. — Rivolgersi all' amministrazione di questo pe- 


‘ riodico in Siena. 


Ricerca di falchi vivi: Con lo scopo di tentarne l'allevamento ad uso di Sport (Fal- 
coneria) si desidera avere vivi falchi delle seguenti specie : 

Falcone (Falco peregrinus) di tutte le età. 

Astore (Astur palumbarius) giovane prima della muta. 

Sparviere (Accipiter nisus) femmina e giovane. 

Smeriglio (Aesalon regulus) di tutte le età. 

Chi ne avesse o potesse procurarne è pregato darne avviso alla amministrazione di questo 
giornale in Siena. 

Vitt. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- 
zioni per cambi di pelli di uccelli e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. 


| Dal 20 aprile a tutto il maggio prossimo, affittasi per la caccia alle quaglie, la ri- 
serva di proprietà del Cav. di Froia ai Bagnoli, luogo detto la Sciuscella. Per schiarimenti 
\ece. rivolgersi a P. Varriale, Via. Municipio 17, Napoli. 


Daniele Schiavetti di Genova. Assortimento di uccelli esotici vivi. CURE i 
Rio Stagni A., fuori porta S. Jsaia Arco Guidi Bologna, cede anatre muschiate di Bar- 


a a prezzi miti. i 


{ 


ch 


S. Brogi, Piazza del Carmine Siena, desidera acquistare anche in grandi quantità, siano 


60 


ORNITOLOCI VIVENTI 


Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli. 


Pubblicando questa: lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto. avere l° indiriz- 
zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- 
doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. 

(continuazione) 


BAAGOR I. Apotheker Nestved, Sjaelland (Danimarca). 
BACCHI DELLA LEGA dott. Alberto Biblioteca Universitaria Bologna, 


BACHOFEN VON ECHT K Adolf XIX Fàirbergasse 18 Wiener Vivarium Vienna, 


BRACKHOUSE IAMES Harrogate York (Inghilterra). 
BACON Carrington C. Imboden Ark (S. U. America). 
BACON JR Samuel E Erie Co., Pa (S. U. America). 
BAGG Egbert 191 Genesee Street Utica Oneida Co., N. Y. (S. U. America). 
BAILEY Vernon Orlando Elk River Sterborne Co s U. America). 
BAILY Charles E. Malden Middlesex Co (S. U. America). 
BAILY William Edward Penzance Cornwall (Inghilterra). 
BAYER Auggero Pontebba (Udine). 
BAILY William L. 1624 Arch Street Zoological Gardere Philadelphia (S. U. 
America). 
BAKER W. Frederick Savannah Chatham Co. (S. U. America). 
BAKER E. C. Steuart Gunjong Assam (Indie Orientali Inglesi). 
BALCH William E. Lumenburg Essex Co (S. U. DIABDICA: 
BALESTRO dott. Angelo Torino, 
BALL Carleton R. Jowa Agricultural College Ames Story Co (S. U. America). 
BALLON Herbert 24 Lee Street Worcester Mass (S. U. America). 
BALSTON richard James Maidstone Kent (Inghilterra). 
BANGS OQutram 240 Beacon Street Boston (S. U. AIMEHCHE 
BARACCO barone Roberto Napoli. 
BARALIS Ferdinando Finalmarina (Genova). 
BARBER Miss F. W. Grahamstown (Capo di Buona Speranza). . 
BARBOZA DU BOCAGE José Vicente Professeur Escola Polytechnica Lisboa 
(Portogallo). 
BARCLAY Francis Hubert Godman and Salvin Collection 10 Chandos Street 
“——_’©Cavendisch Square W. London (Inghilterra). 
BARGAGLI nob. Piero Via dei Bardi Palazzo Tempi Firenze, 
BARONELLO IUDICO Gabriele Palazzolo Acreide (Siracusa). 
BARSANTI Adelmo ispettore forestale Gavi (Alessandria). 
BARTOLINI RICCI Pietro fuori Porta d’ Azeglio Bologna. 
BAZZETTA Capitano Giulio Domodossola (Novara). 
BARCLAY Hanbury Colonel Woburn Bedford (Inghilterra). 
BARCLAY Hugh G. Norwich Museum Norwich Norfolk (Inghilterra). 
BARNARD J/ob. 500 5 th Street N. W. Washington (U. S. America). 


(continua) 


Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti- di L. Lazzeri S. BROGI, Direttore responsabile 


ISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © 
Periodico mensile premiato alle esposizioni vazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago 


bbonamento annuo per l’Italia e per gl uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 
TRAE Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 


“Bg Semmario del fascicolo del 1,° Marzo 

| Cascella dott. Francesco. Cranio e cervello di un idiota microcefalo. Pag. 33. 

Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’ uomo. (continua- 

zione e fine). Pag. 38. 5 

Parsi Guido. Flora estiva dei dintorni di Civitavecchia, Pag. 44. 

Balbi conte Emilio. Note sul genere Scotodipnus Schaum ed osservazioni comparative sugli 
Scotodipnus Doderoi Balbi e Scotodipnus strictus Baudi. Pag. 50. 

Rivista bibliografica. Da pag. 53. a pag. 58. 

Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Geologia, Mineralogia, Cristal- 
lografia dal n. 757 al n. 849 — Soggetti varti o d'indole generale dal n. 850. al n. 920. 
Da pag. 58 a pag. 63. ; 

Avvisi diversi. Pag. 64. 


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Nine RI IA 
2 EGER LESSONA 


È ol | DSS IL RACCOGLITORE NATURALISTA 


anche vecchia Guida pratica per raccogliere, preparare e con- 


0 mal conser- | — servare i corpi naturali, organici e inorganici. 
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Collaboratori principali 
Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. 
A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. 
‘Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. 


Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). 
Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). 
Carruccio cav. prof. Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firense. 
Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. 
Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. 

:  Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, 
Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. 

| Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon Graziano, Udine. 


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Collaboratori corrispondenti 


Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Leonardi dott. Cosimo, Girgenti. 

Caiani Gino, Firenze. Manche dott. L. Valletta (Malta). 

Ceresole Giulio, Venezia. Marchi prof. Giuseppe, Trento. 

De Ceglie Fiancesco, Taranto. Monticelli prof. Saverio F., Cagliari. 
| De Leone Nicola, Z'eramo. ‘ | Polì prof. Aser, Piacenza. 

Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. 


Gioli dott. Giuseppe, S Frediano a Settimo (Pisa). | Rossi prof. Torquato. 
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(IXO#H$ 73 Alauda arborea « 
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AVICULA 


GIORNALE’ 'ORNITOLOGICO ITALIANO 


SOMMARIO 


Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. (cont.). Pag. 61. 
| Ferragni O. Elenco degli uccelli più rari osservati ed uccisi in provincia di Cremona dal 1.° 

Ji Gennaio 1896 al 30 Aprile 1897. Pag. 64. 

CATTURE DI SPECIE RARE ED AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Ridolfi ©. Bu- 
bulcus lucidus, Gennaia Saker, Pelidna marittima, Turdus obscurus — Della Gherar- 
desca conte W. Microcarbo pygmaeus — Venezia prof. F. Phoenicopterus roseus, 
Monticola saxatilis — Rossi F. Merlo montano — F. R. Platalea leucorodia — Gra- 
gnani R. Corydalla Richardi — Brogi S. Ciconia alba, Neophron percuopterun, Recur- 

| virostra avocetta. Pag. 66. a 69. 

VARIETÀ, MOSTRUOSITA, IBRIDISMI. Gragnani R. Ortygometra porzana — Bonomi P. 
Phalacrocorax carbo — Rossi F. Alauda calandra. Pag. 69. 

Martorelli prof. G. Comunicazione ornitologica. Pag 70. 

| Arrighi Griffoli G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte prima. 
Note d'indole generale sulla migrazione degli uccelli. Pag. 70. 

Bonomi prof. A. Carlo Linneo. Pag. 72. 

. Untersteiner E. L’anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all'aperto e fiori di lettura. 
Pag. 74. 

Ohlsen dott. C. e Brogi S. La legge unica sulla caccia. Pag. 75. 

Gragnani R. Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d’Italia. Pas. 77. 

A. U. Falconeria. Pag. 79. 

De Lorenz dott. L. Inchiesta ornitologica nell’ Austria-Ungheria. Pag. 79. 

CACCIR E PASSAGGI. Dalla Val di Chiana (G. A. Griffoli) — Notizie bolognesi (P. R.) — 

| Nittocore ed Aironi (Venezia prof. F.) — Da Fiumicino — Caccia invernale (Del 

Vaso G.) — Da Messina (A. V.) — Da Catania (Conti) — Gli ultimi giorni di caccia 
in padule — Quaglie (Red.). Da pag. 82 a pag. 85. 

Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 85 a 89. — Notiziario. Pag. 89 


_ a 91. — Richieste e offerte. Pag. 91. — Indirizzi di ornitologi (continuazione). 
Pag. 92. 


— Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli 


(continuazione) 


Di LESTRIS POMATHORINA (Temm.) 


Silone nero 


Anche di questa specie non sono che due gli individui presi nella nostra provincia, 
maschio giovane, mi veniva portato ancor vivo ai 2 ottobre del 1882, ed era stato 
les con le reti alle Basse. Potei mantenerlo in vita per circa un mese, durante il qual 
o lo mutrii con pezzetti di carne o di cuore, eccetto il venerdì, giorno in cui, io gli 
nistrava del pesce, che i pescatori di Marano lagunare venivano, come continuano 
tuttoggi, a vendere sul nostro mercato. | 
o: Ta una femmina giovane dell’ mao, l ebbi il si settembre del 1896. 


62 


È specie rara anche per tutta l’Italia, quantunque come dice il Giglioli, sia stata 


presa ovunque da noi. 
Abita le regioni artiche ed è più frequente nell'America che in Europa. 


III, GENNAIA FELDEGGI (Schleg.) 


Lanario 


Sebbene questa specie, siccome asserisce il Giglioli nella sua Avifauna, nidifica in Ttalia 
(Sicilia, Agro-Romano) pure è specie rara assai da noi, e nella nostra provincia è raris- 
sima, non essendo nota che un’ unica cattura, constatata da me, ed avvenuta il 17 no- 
vembre del 1890. È una bellissima femmina, che dalla mia raccolta passò in quella del 
R. Istituto tecnico di Udine. 

La vera patria di questo grosso falco, sembra essere l’ Europa meridionale e meri- 
dionale-orientale, l'Africa settentrionale e più particolarmente le parti settentrionali-orien- 


tali e le terre dell'Asia a queste confinanti. 


IV, CARPODACUS ERYTHRINUS (Pall.) 


Ciuffolotto scarlatto 


Mi visse in gabbia fino al 26 ottobre 1896 un maschio, avuto per somma cortesia 
del dott. Canciani di S. Giorgio di Nogaro. 

Con la muta primaverile del terzo anno di sua captività, si notava nell’ abito, che 
fino allora s’ aveva conservato nelle modeste tinte di un verde-bruno e bruno-nericcio, 
delle differenze rilevanti. Una larga macchia, che occupava il mento, il gozzo e le parti 
superiori del petto, a forma di grossa goccia, aveva un colore giallo-rossiccio. Di questa 
tinta è soffuso tutto il petto ed un po’ i fianchi. Dalla base della mandibola superiore, 
lungo tutto il vertice e l’occipite fino alla nuca, comprendendo quindi. tutto il capo fino 
all’occhio, le penne hanno larghe punte e margini fino a metà della penna, giallo-rossiccio; 
il resto della penna e cioè la base ed il centro, che trasparono, ma non si vedono quando 
l'uccello non erige le penne (lochè fa quasi sempre quando canta), sono di color bruno- 
nericcio. Perchè questa tinta, come prima ho detto, un po’ traspare, la macchia, che in 
realtà ha il colore stesso di quella del gozzo, si presenta più oscura. 

Presentemente conservo vivo un altro maschio, avuto il 8 ottobre 1896, preso nelle 
immediate prossimità di Udine e che veste l'abito giovanile. Su questo individuo spero 
mi sia dato di poter fare maggiori e più lunghe osservazioni in merito all’ abito. 

Non posseggo nessun individuo in abito perfetto e rosso, nè posso quindi fare un 
confronto esatto, ma dai disegni colorati di varie opere importanti, di cui dispongo, scor- 
go che le macchie giallo-rossiccio, che presenta il mio individuo, nonchè la loro estensione, 
sono quelle precise che deve avere l'uccello allo stato libero e nella livrea di nozze. Forse 
che se il Ciuffolotto fosse vissuto ancora, la tinta, con le prossime mute, si sarebbe fatta 
più intensa, avvicinandosi quindi alla normale. 

Anche questa specie, ed anzi a dire di vari naturalisti, più d’ ogni altra, perde il 
rosso in captività o non l’acquista se catturati giovani, come succede per il nostro Fa- 
nello, Organetto, Crociere, ecc. 

Ho notato però il fatto, per il Fanello, che individui che vivono lungamente in 
gabbia, vanno dopo il terzo anno riacquistando gradatamente la tinta rossa ed ho veduti 


esemplari, specialmente di quelli accecati, che dopo il quinto anno di prigionia, senza 


che fosse stato loro mai mutato il cibo o che fossero stati tenuti in larghi ambienti, 
« ‘avevano assunto sul petto e sulla fronte la bella tinta rossa degli individui con abito 


da nozze, viventi in libertà. 
Il canto di questo uccello è bellissimo ed ha alcune note di una potenza straordi- 


naria. Quest’ ultime però le acquista soltanto dopo il secondo anno di sua vita. Quando 

canta è in continuo movimento; alza le penne della testa, gonfia quelle del collo, abbassa 
; e scuote lesgermente le ali e si muove a destra e sinistra sui fianchi o fa un volo, sem- 
| ‘’‘re cantando, davanti ad una femmina di Plectrophanes lapponicus, che assieme a tante 


‘altre specie rare, forma i suoi compagni di prigionia. Talvolta osservo, che incominciato 
| il canto, per la irrequietezza dalla quale è costantemente invaso, vola in giù sopra una 
altra bacchetta, poi giù ancora per una seconda volta e quindi s’ alza fino al posto che 
occupava prima, ma sempre cantando e sempre dondolando il corpo, o talfiata anche si 
avvicina a quel Zigolo femmina sopra nominato ed allungandosi sulle gambe e protraendo 
il più possibile il collo, calando le ali e girando la testa da destra a sinistra, fa udire 
le bellissime sue note, che per me superano tutte quelle degli altri congeneri, compreso 
il bravissimo Fanello. 
Il primo maschio antecedentemente citato, ch’ era stato preso in una Bressana dal 
Cappellano di S. Giorgio di Nogaro nell’ autunno del 1892 e donato al dott. Canciani, 
dal quale io l’ebbi, poteva calcolarsi nella primavera del 1896 un individuo adulto nella 
| piena vigoria del suo canto. Incominciava la canzone con un vi dolce, che incalzava .sem- 
| pre più in ci, fi, fiu-fiù; quest’ ultime quattro sillabe staccate dal cî primo e l’ ultima 
fiù fortissima, sibillante, flautata, ma delicata ed aggradevole e più prolungata delle 
altre. Il Brehm dice che nel Kamtschatka hanno interpretato il canto con le seguenti 
A parole russe: « fschewitscha widal » (bisogna leggere « cievicia videl, » altrimenti nel 
| ‘nostro idioma il confronto non regge), ed io trovo che l'applicazione è giusta. (1) Questo 
13 | verso il Ciuffolotto lo ripete talvolta parecchie volte di seguito, e non di rado più som- 
è _messamente, lochè torna molto a vantaggio del canto, perchè si fa più delicato e simpatico. 


Nei primi giorni dell’Agosto cantava ancora, ma allora sempre sommesso e soltanto 
durante la notte e nelle prime ore mattutine faceva sentire forte il wi - ci, fi, fiu, - fiù. 
Fin da principio si mostrò poco timoroso e negli ultimi tempi s'era fatto così fidente che 
non s'allontanava dalla mangiatoia neppure allora ch'io la prendevo in mano per pulirla 
o per aggiungervi del cibo. 

Un terzo individuo, che il compianto prof. Pirona, mi fece esaminare, venne preso 
| nell’ ottobre del 1891 nella Bressana dei conti Gropplero al castello di Moruzzo, e si 
conserva nello spirito. ! 

A dire dei nostri maggiori ornitologi, questa specie è rarissima per tutta l’ Italia, 
e non capitano da noi senonchè giovani individui, mai essendo stato per anco catturato 
«un individuo in abito rosso. 

La patria di questo splendido uccello, sono le parti orientali d’ Europa, così è comune 
ella Galizia, in Polonia, nelle terre intorno al mar Baltico, nella Russia centrale dal- 


’ Ural fino a Kamtschatka. Da qui giunge qualche volta nell’ Europa occidentale e cen- 
ri Ù a 


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esto originale tedesco II.® ediz. del 1882 II Vol. degli uccelli, per la spiegazione delle 


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trale ed è stato osservato nella Germania (ha nidificato nella Slesia e nello Schlesvig), 
nell’Olanda, nel Belgio, nella Francia, nell’ Inghilterra e da noi in Italia. 
G. VALLON 


Elenco delle specie di uccelli più pari osservati od uccisi in Provineia di Oremona 
dal 1° Gennaio 1896 al 80 Aprile 1897. 


1. Corvus corax J' ad. 6 Gennaio 1896. 

Sotto questa data ricevetti dali’ amico dott. A. Binda un Corvo Imperiale, ucciso 
qualche giorno addietro nel Cremasco e che, per la prima volta, viene ad aggiungersi 
alle specie avventizie Cremonesi. 

2. Emberiza pusilla giov. 15 Gennaio 1896. 

Nelle risaie di Sesto viene ucciso uno Zigolo minore stato già trovato nel Cre- 
monese, dal dott. Binda, il 13 Ottobre 1894. Questo esemplare figura nella Collezione 
centrale di Firenze insieme a quello del 1894. 

8. Pelecanus onocrotalus 9 Maggio 1896. 

Due grossi Pellicani pescano sul Po difronte al paesello Piacentino di Olza. In- 
seguiti colla barca, fuggono, ma due giorni dopo riappariscono poco al disotto delle 
Brancere. Uno, forse ferito, sparisce, l'altro staziona sul Po sino al Giugno. Ho avuto 
occasione di osservarlo io stesso a qualche distanza, essendo per la molestia grande 
diventato diffidentissimo. Quale fine abbiano fatto i due uccelli, non mi è stato pos- 
sibile conoscere. 

4. Haematopus ostralegus 15 Maggio 1896. 

Sei Beccaccie di mare stazionano parecchi giorni su una isoletta del Po presso 
Olza. Una viene uccisa; le altre rese diffidenti ed inaccostabili poco dopo proseguono 
il loro viaggio. Ho avuto opportunità di osservare altro individuo di questa specie il 
30 Agosto successivo presso Monticelli d’ Ongina che, ferito da me, andò perduto 
nei boschi. i : 

5 Hydrochelidon hybrida x 17 Maggio 1896. 2 

Viene uccisa nelle risaie di Aquanegra una adulta di Rondine di mare piom- 
bata specie rara ma di passo regolare in provincia. Altro esemplare giovane fu ucciso pie 
lo scorso autunno presso la città. A 

6 Phalaropus fulicarius x ad. 22 Maggio 1896. i 

Ho la fortuna di osservare ed uccidere un Falaropo rosso nelle risale di Sesto. 
È uccello affatto avventizio iu tutta |’ Italia, nuovo per l’Avifauna Cremonese. Fa ora 
parte della Collezione centrale di Firenze. 

7 Ciconia alba J' ad. 22 Maggio 1896. 

A S. Daniele ripa Po, viene uccisa una Cicogna bianca: erano due. Altra, nella 
stessa giornata, la osservai io stesso nelle risaie di Aquanegra. La Cicogna bianca è 
per noi rara avis, ma comparisce quasi tutti gli anvi in Aprile e Maggio, Agosto e 
Settembre. 


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8 Ardea garzetta J' ad. 11 Giugno 1896. 
Cattura di un superbo esemplare di questa specie pel Po. È in abito nuziale 
perfetto. 
9 Glareola pratincola J' ad. 11 Giugno 1896. 
Lo stesso giorno una Pernice di mare si ferma su una isoletta del Po presso Ù 
Cremona. È subito catturata e come specie avventizia per tutta la Lombardia, la con- “i 
servo nelle mie collezioni. 4 
10 Gelochelidon anglica J' ad. 21 Giugno 1896. gi È 
«La Rondine di mare zampe nere è specie nuova pel Cremonese c nuova anche i Ù 
per la Lombardia. L’ esemplare da me avuto fu ucciso sul Po presso la città. 
11 Alauda arvensis Agosto 1896. 
Mi vengono recati in diversi giorni tre hei casi di albinismo completo di questa 
specie. — i, 
12 Budytes flavus Agosto 1896. 
Una cutrettola gialla perfettamente albina viene uccisa dal cacciatore di profes Li 
sione Bignami e da me acquistata. È 
13 Circus cineraccus 30 Agosto 1896. 
Il sig. Ernesto Cremonesi uccide una Albanella minore giovane. È il terzo esem- 
plare che osservo ucciso in Provincia e sempre in Agosto. Questa specie sebbene rara, 
ha nidificato a Rivolta d'Adda. To 
14 Anthus Richardi dal 25 Settembre al 20 Ottobre 1896. 
Quattro esemplari del Calandro forastiero vengono presi alle reti nelle nostro k7 
uccellande. È altra specie avventizia da aggiungere alla Avifauna Cremonese. 
15 Pernis apivorus 12 Ottobre 1896. a) 
Il sig. Ettore Bellini uccide un Falco pecchiaiolo giovane in abito. seuro con È 
macchiette bianche. In tanti anni di ricerche non ho avuto che tre soli esemplari di 
| questa specie. 
__—‘16 Zaliaetus albicilla 20 Novembre 1896. 
Un grande esemplare, giovane, di questa specie cade sotto la Spingarda del sig. i; 
3 Antonio Telò, presso Gussola, sul Po. L'Aquila di mate è affatto avventizia pel Cre- 
| monese. 
17 OVedemia fusca, fine di Noverabre 1896. 
Acquisto sul mercato un g' giov. di Germano di mare ucciso sul Po. Il 29 No- 
vembre 1892 altro esemplare di questa specie ucciso presso il Po mi veniva donato 


18 Zulix marila, fine di Novembre 1896. 
La Moretta grigia non è uccello che apparisce tutti gli inverni nel Cremonese. 
) ne lho: avute due uccise pel Po, entrambe maschi, una sotto questa data, 1’ altra 


19 Falco communis J' ad. Dicembre 1896. i 
Cattura di un Falcone nelle vicinanze di Aquanegra, È il (erzo esemplare avuto 


Lé 


66 


20 Phalacrocorax carbo J' ad. 13 Marzo 1897. 

Il sig. Mario Soldi uccide colla spingarda un Cormorano in. splendido abito nu- 
ziale Altri tre esemplari di questa specie si fanno vedere sul Po, parecchi giorni 
dopo. 

21 Numenius phaeopus 4 Aprile 1897. 

Di fronte a Spinadesco vengono uccisi tre Chiurli piccoli, ed altro uccido io stesso 
il 9 successivo. 

22 Oedemia nigra J' x ad. 9 Aprile 1897. 

Sparo indarno sul Po, presso Bocca d'Adda a due belle Macrose che, dieci mi- 
nuti dopo, cadono sotto il piombo di altro cacciatore. Altra coppia di questa specie, 
avventizia per 1’ Italia, fu uccisa nel 1884 nel Cremonese sul Po, il g' ai 24 di Set- 
tembre, la ai 23 di Novembre. Sono entrambi nella collezione centrale di Firenze. 

23 Recurvirostra avocetta & 15 Aprile 1897. 

Presso Brancere, sul Po, viene uccisa una Avocetta, specie rara ed avventizia 
per noi. 

24 Ardeola Ralloides J' 30 Aprile 1897. 

Cattura di un bello esemplare di questa specie sul Po presso la foce dell'Adda. 
La Sgarza Ciuffetto è rara per noi. 

Cremona, 3 Maggio 1897. 
O. FERRAGNI 


Catture di specie rare od avventizie 
E NOTE ORNITOLOGICHE 


Firenze 20 Aprile 1897. — Modesto ormtologo, ma appassionato collezionista, 
credo potrà interessare ai lettori dell’Avicula la notizia di alcune importanti catture 
di uccelli assai rari, da me fatte in questi ultimi anni e che conservo gelosamente 
nella mia collezione ornitologica che fino dall'anno 1879 vado raccogliendo nella mia 
Villa di Meleto presso Castelfiorentino (Prov. di Firenze). i 

a) Bubulcus lucidus y7 Scarza Guarda Buoî. Nel Marzo 1891 ebbi la fortuna 
di avere un esemplare di questa rara specie, da un cacciatore che lo aveva ucciso 
nella pianura di Firenze presso San Piero a Ponti e che credeva fosse una Scarza 
ciuffetto. 

b) Gennaia Saker x Falco Sacro. Nel 2 Aprile 1893 uccisi questo Falco nella 
Tenuta di Mesola (Prov. di Ferrara), in una località presso il Mare, e compresi su- 
bito che doveva essere una specie assai rara. Quando fu riscontrato che si trattava 
della cattura di un Falco sacro io ne rimasi, come può immaginarsi facilmente, gran- 
demente soddisfatto giacchè la mia collezione si arricchiva di un esemplare bellissimo 
e di una rarità straordinaria. Il mio compiacimento è diventato ancora maggiore dopo 
aver letto nell’Avicula fasc. 2.° l'importante comunicazione del Prof. Giacinto Mar- 
torelli sulla recente cattura di un nuovo esemplare di Falcone sacro nelle vicinanze 
di Lucera. 


ii siti po } 


Mii 


67 


e) Pelidna marittima g' Piovanello violetto. Di questa rara specie ne furono av- 
verlite sinora due sole catture in Toscana. (Vedi Av. It. Giglioli 1886). Il bellissimo 
esemplare che si trova nella mia collezione fu ucciso nel Settembre 1895 a Miglia. 
rino presso Pisa. 

d) Turdus obscurus g' Turdus pallens. È questa l’ultima rarità che ha arrie- 
chito la mia collezione abbastanza fortunata. Il sig. cav. Francesco Del Frate, distinto 
ed appassionato cacciatore, uccideva questo Tordo nel passato Febbraio a Palaia (Prov. 
di Pisa e me lo inviava gentilmente trovandolo ben differente dalle specie comuni. 
Riscontrai che si trattava del rarissimo Turdus obscurus e sono lieto di portare a 
conoscenza degli ornitologi questa nuova el importante cattura, giacchè finora sola- 
mente altri cinque casi ne sono stati registrati. (Vedi Av. It. Giglioli ed Elenco Uc- 
celii Italiani Salvadori). 

Speriamo che la fortuna mi sorrida e che possa intrattenere presto i lettori 
dell’Avicula con qualche altra bella notizia. Carro RipoLFI 


Microcarbo pygmaeus. Non sono che pochi anni, che coadiuvato dal Signor Ric- 
cardo Magnelli, primo preparatore del nostro Museo di Storia naturale in Firenze, ho 
poluto mettere insieme una piccola raccolta di varie specie di uccelli, che potrebbe 
col seguito costituire una Avifauna della nostra Maremma toscana. 

Varie specie non comuni mi capitarono, ma forse non meritevoli di speciale 
menzione : mi astengo perciò dall’ enumerarle. 

Però nel Dicembre 1896 presso Orbetello fu fatta la cattura di un Marangone 
nano © (Microcarbo pygmaeus) che tengo adesso in questa mia Collezione, e che 
gli stessi Professori Salvadori e Giglioli. giustamente annoverano fra le specie rare 
che capitano sul litorale Mediterraneo. 

Firenze 22 Maggio 1897. Wacrrepo Conte DELLA GHERARDESCA 


Phoenicopterus roseus. Pall. Fenicottero. Nello scorso febbraio veniva ucciso un 
bellissimo esemplare di Fenicottero adulto nelle vicinanze di Campobello di Mazzara, 
il quale preparai per conto del dott. Scuderi di ivi, cui venne regalato dal fortunato 
cacciatore. 

Questo è stato il primo che si è ucciso in queste nostre contrade. 

Monticola saxatitis, Linn. Codirossone. Verso il 15 di aprile in un giorno di 
scirocco essendo andato a caccia, incontrai una quantità di questi uccelli insieme coi 
cul bianchi, e dei quali per mia disgrazia non potei ucciderne nemmeno uno; ma 
credetti che all'indomani li avrei trovati di nuovo. Fin’ ora non se ne sono visti 
più e restai dispiacente di non averne preparato nemmeno uno per la mia collezione. 

Da noi il codirossone è molto raro ed avventizio. 

Castelvetrano, 23 Maggio. Prof. F. VENEZIA 


Il Merlo montano in provincia di Roma. Il 7 Febbraio di quest’ anno ebbi dal 
mercato di Roma un esemplare, proveniente da Fiumicino, di questa varietà di Me- 
rula nigra. 

Il Malo montano ha le redini, i lati della testa, le parti inferiori e le cuopri- 
n trici inferiori delle ali di un bel colore rosso-mattone (Salvadori, Avif. It.). Le penne 

del soltocoda invece sono soltanto solcate da una striscia longitudinale dello Stesso 
| colore: superiormente è simile alla femmina della Merula nigra, 


alt= ng} CL PRECI = © CO ni 


68 


Il Salvadori che ebbe la fortuna di poterne esaminare diversi. esemplari, constatò 
che erano tutte femmine : tale era pure 1’ individuo da me trovato. 

Questa bella varietà, che quantunque non molto rara sembra poco nota, al dire 
dell’ illustre ornitologo, si trova non raramente nella Maremma Toscana. Il Museo di 
Torino ne possiede esemplari catturati in Piemonte. Neila interessante raccolta dei 
Marchesi Lepri e Patrizi che recentemente è entrata a far parte della ricca collezione 
romana del Museo di Roma, se ne osserva un individuo adulto, pure femmina, preso 
in provincia nel 1890 (1). 

Roma, 27 Maggio 1897. FuLvio kossi 


Fiumicino. Il 12 Maggio il cap. Pio Cerchieri uccideva una Spatola J' (Platalea 
leucorodia). Fi R. 


Corydalia Richardi. Il 10 Aprile p. p. ebbi questo Calandro forestiero g7. Specie 
rara assai per nol. 

Scolopax Rusticula. (Beccaccia). Il 7 maggio ebbi una beccaccia di nido che an- 
cora non era allo stato di volare c quando la ricevei era ancora viva, fu presa nei 
pressi di Viareggio. 7 

Questi esemplari si conservano nella raccolta locale dei Sigg. Conti Spada Ce- 
nami da me custodita. 

Quiesa. R. GRAGNANI 


Cicogne bianche (Ciconia alba, Schiff ex Willugh). Mi sono giunte le seguenti 
notizie : Fra il 3 ed il 6 aprile scorso arrivarono sui monti Seppio e Gemmo presso 
Pioraco (Macerata) circa 22 cicogne bianche. Ne furono uccise 3 e le altre rimasero 
in quei pressi per varii giorni posandosi sui monti rocciosi. 

Il sig. dott. Baldetti inviandomi una: cicogna morta, gentilmente mi comunica 
che essa faceva parte di un branco di 10 individui. Comparvero nel padule di Chiusi 
la sera del 22 aprile scorso e stando per farsi notte, dopo una breve girata anda- 
rono a posarsi sulle querci più alte di un bosco prospicente il lago. Un. contadino 
che le vide si avvicinò a loro fino a corto tiro e ne uccise una, quella inviatemi, e che 
è una bella ,© ad. di Ciconia alba. Le altre del branco anche dopo il colpo di 
fucile non si allontanarono dal posto, ma vi si trattennero fino alle 8 della mattina 
seguente, quindi si alzarono dirigendosi verso il lago di Montepulciano. 

S. Broci 


Capovaccaio (Neophron Percnopterus Lin.). Il 3 Maggio ricevei dal Sig. Prof. 
G. Corazza, una b>lla © di capovaccaio stata uccisa presso Matera il 1.° maggio. 
S. Broci 


Avocette (Recurvirostra avocelta Lin.) nel lago di Chiusi. Il dott. Cesare  Bal- 
detti parlandomi di una Avocetta inviatami da un suo parente mi diceva: « Fu 
uccisa nel lago di Chiusi il 15 aprile, erano 8 comparse fin dalla mattina, gira- 
rono per molto tempo prima di posarsi mostrando così la loro natura sospeltosa 
ma poi si lasciarono avvicinare allo scoperto fino a cortissimo tiro ; con due colpi 
sparati nel branco una sola rimase morta ed una fu ferita, le altre se ne andarono 
schiamazzando ». 

Quella rimasta ferita fu rintracciata e presa viva da un pescatore che la vendè 


(1) Negli anni scorsi me ne capitarono 3 o 4 per anno di Merli montani presi nella pro- 


©) 


vincia senese, Ora sono 3 anni che non ne ho più avuti. S. BROGI 


69 


al Nobil Sig. Bonci-Casuccini di Chiusi il quale la tenne viva fino al 17 e quindi es- 
sendo morta ne fece gentilmente dono a me. 

Altra avocetta presa a Chiusi il 16 aprile mi fu mandata dal sig. ing. Enrico 
Giovannelli il quale mi dice che dal medesimo cacciatore ne furono uccise tre. 
S. Brcci 


Varietà - Mostruosità - Ibridismi 


Albinismo. Il 16 Marzo p. p. ebbi una Ortygometra porzana (Voltolino) par- 
zialmente affetto di albinismo dalla coda fino alla testa. 
Quiesa (Lucca). R. GRAGNANI 


Cattura di un Phalacrocorax Carbo affetto d’ albinismo ed isabellismo. Da un mio 
amico dell’isola di Carloforte (Sardegna) appassionato cacciatore, ebbi per preparare 
unitamente ad altro Carmoranus, un bellissimo esemplare di Phalacrocorax graculus. 
Questi mi pervenne ancora vivo perchè colto sul nido nell’ isola del Toro, sita nel 
Golfo di Palmas. Nella mole nessuna differenza, ed era un maschio adulto. — Ap- 
pariva nell’ assieme di un bianco candido con riflessi argentei, specie sul collo e sul 
È resto del corpo. — Sole poche striature nero-verdastre sul ciuffo versanti sul- 
l'occhio destro confondentesi col bianco. — Dalla cervice alla parte media dietro 

del collo una sfumatura giallo isabelia, e così sui lati del petto e sul gozzo. — 
Alcune penne nero verdastre confondentisi a caso col bianco apparivano alle due ascel- 
lari; e così pure su alcune penne delle copritrici superiori delle ali, miste a mac- 
chie giallastre. — Le remiganti sfumate di giallo isabella specie sul vessillo esterno, 
e così le timoniere, solo che sull’ apice apparivano più color isabella sudicio con 
striature cenerognole sì da apparire una leggiera marmoreggiatura. 

Becco, gola, spazio nudo dell’ occhio e le gambe, di color pagliarino chiaro. 
Occhi bianchicci con riflessi grigio perla. l 

Cagliari 5 Maggio. P. Bonomi 


Alauda Calandra. Nei primi giorni dello scorso Agosto il sig. Francesco Malanca 
; abbatteva una Calandra (A. calandra) con becco anomalo. Era & giovane. 
e Lo strano esemplare, ferito ieggermente ad un’ala, potè essere conservato vivo 
i fino a qualche giorno fa. Durante la schiavitù il becco non si è allungato che di 
qualche millimetro : misura ora 28 mm. mentre nel normale la lunghezza è di 17: 
verso la metà presenta una strozzatura. 
— Questa strana forma di becco per nulla rassomiglia all’ ordinaria. Pure 1 unghia 
posteriore è più lunga che nel normale. 
i Veste |’ abito melanico. 
ch Roma, 27 Maggio 1897. Fuuvio Rossi 


«— COMUNICAZIONE ORNITOLOGICA 


Ia 


In una Nota Ornitologica intorno alla Napothera pyrrhoptera, Boje ed alla 
Myiothera epilepidota, Temm., pubblicata negli Atti della Società Italiana di Scienze 
Naturali, (vol. XXXVI fase. 3-4 pag. 203), io avevo considerato la prima specie come 
appartenente al sen. Malacopterum, Sharpe (Malacopteron, Eyton) al quale mi 


70 


sembra per il complesso dei caratteri appartenere; ma il Salvadori, con lettera del 
6 Febbraio, mi esprimeva la sua opinione che potesse invece riferirsi al Trichostoma 
pyrrhogenys (Malacopterum erythrote Sharpe), specie alla quale tosto gli risposi 
che non poteva esser riferito in alcun modo. Con lettera successiva del giorno 9 
Febbraio il Salvadori stesso mi scriveva essersi ricordato di aver già descritta la 
Napothera pyrrhoptera come appartenente al gen. AZcippe (Uccelli di Borneo, Ann. 
Museo Civico di Genova, 1874, pag. 235), ma io, avendo confrontato i miei due esem- 
plari con varie Alcippe, e in ispecie colla A. morrisoniana, Swiuh., alla quale il 
Salvadori in quel suo lavoro dice esser molto somigliante |’ Alcippe pyrrhoptera, vi tro- 
vai grande differenza, non pure in tutto il colorito, ma anche, e specialmente, nelle 
proporzioni e nella forma della coda, che corrisponde invece a quella dei Malaco- 
pierum; onde non mi pare affatto che si possano attribuire al gen. Alcippe i due 
esemplari da me descritti. Inoltre nelle stesse due lettere il Salvadori mi faceva 
notare come lo Sharpe in un suo lavoro del 1894 avesse già descritta la Myiothera 
epilepidota come appartenente al gen. Corythocichla e che, più recentemente, il Bùt- 
titofer (Notes from the Leyden Museum, vol. XVII, Note XIV che ora soltanto pos- 
seggo per gentilezza dell’ Autore stesso) l’ ha posta nel gen. Turdinulus, Hume. lo 
pure credo che quest’ ultimo collocamento sia il più conveniente, ma, ad ogni modo. 
sia intorno alla Napothera pyrrhoptera, che alla Myiothera epilepidota, mi pro- 
pongo di scrivere ulteriormente, traendone occasione da una rivista che intendo fare 
delle molte Tiweiae della Collezione Turati da me diretta. 


Prof. G. MARTORELLI. 


NOTE ED APPUNTI DI UN CACCIATORE SUI NOSTRI UCCELLI MIGRATORI 


PARTE PRIMA 


NOTE D'INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI - 


Fra i mille svariati fenomeni che si presentano all’ osservatore studioso del regno 
animale, non ultimo certo, nè meno di tanti altri ammirevole, si è quello della mi- 
grazione degli uccelli. 

Sino dai tempi più remoti, fù notato come in certe epoche dell’ anno scomparis- 
sero da una data località gli uccelli che vi avevano abituale dimora e dopo un certo 
tempo vi ricomparissero ; come pure altri uccelli, non ospiti abituali, vi facessero 
comparse di più o meno lunga durata al cambiar delle stagioni. L'uomo si avvan- 
laggiò di tale osservazione rivolgendola alla propria utilità e profittando della tempo- 
ranea abbondanza di taluni volatili per farne preda copiosa, senza troppo curarsi di 
sapere dove quelli andassero, nè d’ onde provenissero. Più tardi soltanto, in tempi 
relativamente recenti, quando gli studii scientifici furono volti ad indagare le cause 
dei molteplici fenomeni che presenta il campo vastissimo della natura, quando i viag- 
giatori non più spinti dall’ unico scopo di conquista o di lucro si diedero ad esplo- 
rare terre lontane e sconosciute, registrando osservazioni sugli animali che vi si incon- 
travano e raccogliendone esemplari; quando i naturalisti cominciarono, ad aggrup- 
pare insieme le notizie ottenute, e la vita e i costumi degli animali divenner più 
noti, apparve chiaro e completo anche il fenomeno della migrazione degli uccelli, ad 
epoche sensibilmente periodiche, in direzioni sempre ‘identiche, verso località remo. 


71 


lissime, attraverso ostacoli che a prima giunta sembrar dovrebbero insormontabili per 
essi, quali le più alte catene dei monti e la smisurata distesa dei mari. E si constatò 
che non solo migravano i più degli uccelli di Europa, ma quelli ancora, in gran 
parte, degli altri Continenti del vecchio e del nuovo mondo! Nè tale attitudine a 
compiere peregrinazioni tanto disagiose apparve essere il retaggio esclusivo di certe 
specie fornite di apparecchi locomotori robusti e sviluppati assai in confronto del 
corpo che debbon sostenere e trasportare, ma pur’ anche di altre che apparirebbero 
le più inadatte a voli lunghi e prolungati, sia per la brevità delle ali, sia per la poca 
robustezza delle remiganti onde son costituite. 

A poco a poco si vennero a conoscere le leggi che regolano le migrazioni, 
l'epoca in cui queste avvengono, il modo in cui si compiono, la durata e la dire- 
zione di esse, nonchè le modificazioni che speciali circostanze vi arrecano; e la me- 
raviglia andò crescendo quando si dovè constatare quanto grande fosse la sagacia di 
cui dan prova questi amabili ed intrepidi viaggiatori, esseri privilegiati della crea- 
zione, che senza il soccorso di bussola o barometro si pongono in via verso Je più 
remote regioni, sicuri di raggiungere la meta prefissa pel più breve cammino. Quando 
ad essi manca il conforto del sole, ben sanno che lo troveranno in climi più miti e 
si dirigono alle regiuni meridionali, ai tropici, all’ equatore. 

I pericoli del viaggio non li spaventano, nè la lunghezza di esso poichè non di 
rado percorrono la metà del globo terrestre. Venti contrarii, impetuose tempeste di 
sovente li obbligano a deviare dal diretto cammino, talvolta a fermarsi ed anche a 
tornarsene momentaneamente indietro; ma il viaggio interrotto è ripreso appena 
cessin gli ostacoli e sebbene le schiere migranti lascin buon numero dei loro per 
via, vittime degli elementi in furore, dei rapaci che si affollano ad inseguirli, e so- 
prattutto dei cacciatori che li attendono al varco, muniti di ogni più perfezionato 
mezzo di distruzione e di insidia, pure numerosi giungono alla meta desiderata, dove 
tranquillamente attendono il momento opportuno pel viaggio di ritorno che deve ri- 
portarli alle consuete dimore. 

Eppure per muoversi nelle loro peregrinazioni attraverso i continenti ed i mari, 
i volatili non hanno altro soccorso che quello delle ali, e per dirigersi. durante, 
quelle e compierle nelle migliori condizioni possibili, devono confidare soltanto nei 
mezzi forniti loro da madre natura, i quali però, fortunatamente per essi, tengono 
luogo di tutti i più delicati apparecchi fisici e meteorologici, anzi può dirsi che di 
gran lunga li sorpassino in sensibilità. 

Infatti non è punto raro che il cacciatore meravigliato constati, in giornate au- 
tunnali o primaverili addirittura splendide, la comparsa di stuoli di uccclli migranti, 
numerosi oltre l' usato, che filano in diretta linea, frettolosamente fuggendo, restii a 
fermarsi, malgrado il richiamo dei compagni prigionieri, senza che alcun segno ma- 
nifesto indichi un vicino cambiamento di tempo. Ma non si ingannano gii alati viag- 
giatori e quei passaggi straordinari preannunziano pioggie dirotte o forti abbassamenti 
di temperatura o qualche violento uragano di vento, da essi presentito molto tempo 
prima che avvenga. Questo serve a mostrarci che nella loro fisiologica struttura deb- 
bono esser dotati gli uccelli di una straordinaria sensibilità nervosa, la quale viene 
in varia guisa acuita ed eccitata dalle condizioni calorifiche, igrometriche ed elettriche 
dell'atmosfera. Le penne, costituite da uno stelo centrale, sul quale sono impiantate 
in doppio ordine delle sottili lamelle cornee o barbe, composte esse stesse di una 

infinità di barbule ancora più tenui, [funzionano in guisa di altrettanti igrometri ed 


72 z 


elettroscopi sensibilissimi, non tanto in forza della loro speciale conformazione, quanto 
anche per la materia essenzialmente igroscopica onde sono formate. Le impressioni 
ricevute da questi organi così delicati, vengono trasmesse al sistema nervoso del vo- 
latile il quale se ne avvantaggia e quanto giudiziosamente sappiamo. 

La squisitezza del tatto non è minore della sensibilità nervosa, e il minimo 
cambiamento di temperatura, la più leggera alterazione delle correnti atmosferiche è 
immediatamente avvertita. Così si spiega la antiveggenza di cui danno continuamente 
prova gli uccelli migratori e in parte anche la facilità con la quale si dirigono 
nei loro viaggi verso una meta prefissa, per lo più lontanissima e che quasi sempre 
raggiungono. Ma per ciò fare essi sono anche soccorsi dalla eccellenza della facoltà 
visiva. L’ occhio degli uccelli, a differenza di quello dei mammiferi, è costituito in 
modo che ta distanza fra il cristallino e la retina può, a volontà del volatile, au- 
mentarsi o diminuirsi per una certa elasticità dell’ involucro esterno del bulbo. Di 
questa facoltà più specialmente è dotato |’ occhio degli uccelli di rapina che infatti 
son quelli che godono della vista più acuta. Aggiungasi anche che in relazione al 
volume del corpo, l’occhio suole essere nei volatili assai grande, grandissimo poi 
in certe specie notturne e crepuscolari. 

Mercè tali speciali condizioni il volatile che migra alla luce diurna, trasvolando 
alto nell’ aria, scorge innanzi a se un panorama assai vasto, in cui le colline, i monti, 
ì fiumi, gli stagni, sono altrettanti punti indicatori mercè i quali si guida. Altrettanto quasi 
può dirsi del volatile che si vale, per far viaggio, delle notti illuminate dalla luna, 
ma conviene ammettere che l’ eccellenza della facoltà visiva sia davvero straordinaria 
in quegli uccelli che viaggiano di notte tempo, ancorchè neppure le stelle splendano 
nel firmamento, pur dirigendosi egregiamente in mezzo alle tenebre più fitte rara- 
mente sbagliando la via! Che se talvolta ciò accade, più che della oscurità deve 
ritenersene causa qualche improvviso uragano di violenza eccezionale. A tutti i vo- 
latili migratori poi validamente soccorrono quelle facoltà speciali concesse dalla Natura 
agli esseri irragionevoli, che si è convenuto chiamare stintive, complemento for- 
tunato degli organi del tatto e della. vista, e delle quali gli uccelli in proporzione 
maggiore di altri animali sono dotati. E basti l’ esempio dei piccioni viaggiatori, che 
trasportati a grandi distanze anche di varie ceutinaia di chilometri, in ceste ben chiuse, 
appena lasciati liberi, dopo pochi giri nell’ aria per orientarsi, volgono il volo al 
natio colombaio, raggiungendolo per la via più diretta, con rapidità meravigliosa ! 

(continua) G. A. GriFFOLI 


CARLO LINNEO 


Non crediamo di far torto ai lettori se nell’ Avzicula veniamo a parlare di un uomo 
universalmente conosciuto, di Carlo Linneo, il quale se non fu, come tutti i naturalisti 
passati un \ornitologo di professione, ebbe tuttavia nel mondo scientifico un posto tale, da 
poter dire, che quasi nessun uomo esercitò una influenza maggiore della sua nel campo 
delle scienze naturali, non eselusa 1° Ornitologia. 

Nacque il 2 maggio 1707 a Rishult villaggio di Smolandia (Svezia), dove suo padre 
Nils (Nicolò) era predicatore. La sua vita, come quella di tanti altri illustri scienziati, 
fu sino alla virilità sparsa di mille avversità, le quali però egli seppe vincere con un 
coraggio ammirabile e colla sua ferrea volontà. Dal 1717 al 1727 il padre, che voleva 


E e i. 


ne 


73 


farne un sacerdote, mandò il nostro giovane a Wexiò per studiarvi il latino e la teologia, 
ma egli era talmente dominato dalla passione per lo studio delle piante, che trascurava di 


la scuola per correre nella campagna, onde il padre, visto che non riusciva nel suo in- 
tento, lo mise a lavorare in una bottega da calzolaio, ove sarebbe rimasto, se, per for- 
tuna del giovane e della scienza, il medico Rothmann — che da poche conversazioni 
s'era accorto essere Linneo ben degno d’ altro destino — non fosse riuscito a persua- 
dere il padre a permettergli di studiare medicina. Passò quindi all’ Università di Lund 
e l’anno seguente (1728) a quella di Upsala vivendo nell’ indigenza, finchè il professore 


di botanica 0. Rudbeck, conosciuta la bravura dello studente, gli affidò la direzione del > 
giardino botanico e si fece talvolta da lui supplire nelle lezioni. Men 


Quivi Linneo, infastidito del grande disordine che regnava nei metodi di botanica 
e specialmente nella nomenclatura, concepiva le prime idee di quella grande riforma, che K 
doveva più tardi sì felicemente condurre a termine. È 

Già nel 1731 pubblicava il suo primo lavoro, un catalogo dell’ orto di Upsala, il che 
gli procurò 1’ onore di essere inviato in Lapponia a spese della Società Reale delle scienze o 
di detta città (1732). 

Nel ritorno visitò la Finlandia, le isole di Aland e la Dalecarlia fermandosi nella (OE ‘ 
città di Falun, celebre per le sue miniere, ad esercitare la medicina e a dare lezioni di DE 
mineralogia. 

Nel 1735 venne in Olanda, ove, colla protezione dell’ illustre Boerhaave e del ricco 
possidente, Cliffort, la fortuna fmalmente cominciò ad arridergli. 


In Leida stampò la 1.* edizione del suo Systema naturae, seu Regna tria naturae 


uo: systematice proposita par classes ordines, genera cet species (1735) in tre quadri di un 
foglio ciascuno, ma l’autore s' adoperò continuamente a migliorare ed ampliare la sua 


opera, talchè ne fece durante la sua vita undici edizioni. La decima si presenta già 

quale un? opera tutta nuova, in 3 volumi, e così completa, che le seguenti non contengono SLI 

mutazioni rilevanti, ma solo complementi. I nomi edi caratteri delle famiglie, dei generi 

e delle specie vi sono fissati con tanta esattezza, che anche oggigiorno p. e. per molte 

specie d’ uccelli europei gli ornitologi ricorrono a Linneo, come la fonte più sicura a cui 

sciogliere i loro dubbi. L’ ultima edizione (12.%) del Systema naturae, fu fatta dal Gmelin see 

nel 1766: è aumentata di famiglie e di specie, ma non essenzialmente diversa dalla 10.2, pan: 

che fu ristampata in vari paesi e tradotta in varie lingue. i i i 
Nel 1736 Linneo visitò l’ Inghilterra, tornò quindi a Stocolma e di là ad Upsala i 

quale professore di scienze naturali. È sa 
Tn tale posizione riformò l’orto botanico, fondò il Museo di Storia naturale, ap- ic 

profittò dell’ alta considerazione dei suoi zelanti discepoli per incaricarli di escursioni 

scientifiche e procacciarsi materiale per perfezionare sempre più le sue opere; e viag- 

giando molto egli stesso, fu messo in grado di pubblicare nel 1746 la sua rinomata Mana 


| suecica (Storia naturale degli animali della Svezia). 
La sua attività come maestro era grandissima; sugli scolari esercitava una specie 
di malia; trovò modo di collocarne parecchi come cappellani o come chirurghi sui va- 


scelli per dar loro commissioni in lontani paesi; per il che son divenuti celebri, e egli ne 


celebrò nelle sue opere i nomi, d’ un Kalmi che viaggiò I Amèrica, d’ Hasselguist in Pa- 
eleb 8g i 
lestina e nell’ Egitto, di ‘Toren nelle Indie, d’ Osbeck nella China, di Loefling nella 5 
) agna di Thunberg nel Giappone, di Solander, di Sparrman, di Rolander, di Ternstroem, A 
Kiler e di 


is 


74 


Per naturale conseguenza i naturalisti di tutte le nazioni cercarono di mettersi in 
relazione con Linneo, offrendogli quanto desiderava; laonde le sue collezioni andavano 
man mano sempre più arricchendosi, quanto più le sue opere si divulgavano. 

Ricchi privati, città, governi, regnanti, tutti a lui si rivolgevano, quando volevano 
istituire Musei o Gabinetti di storia naturale ed egli si prestava con tutte le forze, so- 
disfatto per l’ inaudito movimento che avevano preso le scienze naturali, del quale egli 
era stato non ultima causa. Le lodi e le onorificenze gli affluirono da ogni dove. 

Nel 1762 fu creato nobile e seguendo il costume svedese, d’ allora in poi si chiamò 
de Linnè, mentre prima si scriveva sempre Linndus. 

Morì per idropisia il 10 gennaio 1778, dopo aver goduto sempre una salute eccellente 
ad onta della sua straordinaria attività. Venne sepolto nella cattedrale di Upsala. 

Gustavo III si fece interprete del dolore della Svezia recitandone un discorso necro- 
logico al cospetto degli stati del regno e facendogli poi erigere un monumento nell’ orto 
dell’ Università. 

Se il nome di Linneo si divulgò più in causa del suo Sistema sessuale delle piante 
che per gli studi zoologici, ciò non dipese dall’ essere il merito di questi inferiore, ma 
dall’ ambiente, che in quell’ epoca trascurava lo studio della Zoologia. Introdusse la no- 
menclatura binomia, e mentre prima regnava una specie di anarchia nelle denomina- 
zioni e nelle descrizioni, lui fissò la terminologia, stabili per un numero grandissimo di 
forme la caratteristica concisa, ma chiara e tale da evitare le diagnosi e le, definizioni 
incerte. Ancora più importante fu 1’ ordinamento dei prodotti naturali in classi, ordini, 
famiglie, generi, specie e varietà. 

Se Linneo ebbe un gran difetto si fu l’ idea fissa che « esistano tante specie quante 
ne furono create » onde suo scopo principale era quello d’ arrivare a conoscere la specie, 
senza spingere le proprie ricerche ai fenomeni fisiologici e biologici che pur sono il pro- 
totipo della vita. Non fece quindi nessuna scoperta importante, che portasse nuova luce 
nel campo della Botanica o della Zoologia, ma ad onta di ciò lasciò di sè vestigia così 
profonde, che fra i molti che in questi due ultimi secoli fecero sorgere a nuova vita le 
scienze naturali Carlo Linneo terrà sempre uno dei posti più elevati. 


A. BoNoMI 


L'ANNO ORNITOLOGICO AL PIEDE DELLE ALPI 
SCENE ALL’ APERTO E FIORI DI LETTURA 


DI ERCOLE UNTERSTEINER 


—_ — Ò 


INTRODUZIONE 


Vago uccelletto, che cantando vai 


A parlar teco con pietà m' invita. 
PETRARCA. Son, 89. 


TL’ uccello è 1’ espressione della letizia della vita. È in moto continuo, di frequente 
ha canto soave, adornasi di variopinti colori, abita per lo più luoghi ameni. Ci annuncia 
l’arrivo ed il partirsi della buona stagione, essendo strettamente in dipendenza delle 
vicende del sole. Un essere sì attraente doveva formare oggetto di poesia. 


da id sparviero, dalle grù, dai denti e dalle oche, dal laro o gabbiano, dalle mulgccludi 
dagli stornelli e dall’ usignolo. Così' per grazia di esempio, Agamennone dispone gli animi 
degli Achivi alla battaglia; Minerva accende nei loro petti l’ardire, e prosegue il poeta: 


E qual d’oche e di grù volanti eserciti 

Ovver di cigni, che snodato il tenue 

Collo, van d’ Ansio nei bei verdi a pascere 

Lungo il Caistro, e vagolando esultano 

Su le lunghe ali, e nel calar s' incalzano 

Con tale un rombo, che ne suona il prato 
(Trad. di MontI) 


_ Nell’Odissea Giove manda Mercurio all’ isola di Calipso per far partire Ulisse. Mer- 
rio giunge al mare: 
Indi l’ acque radea velocemente 
Simile al laro, che pe’ vasti golfi 
E spesso nel gran sale i vanni bagna 
(Trad. di PINDEMONTE) 


Il poeti greci si valsero degli uccelli per adornare le scene della Natura, e d’ incom- 
parabile bellezza è il settimo idillio di Teocrito: 


Là riposammo sotto piante ombrose 

Sdraiati sul terren, prima coprendo 

Di molli giunchi l’ umide gramigne 

E di foglie recenti della vite. 

Lenemente movean di sopra il capo 

Gli olmi ed alni le chiome all’ aer scherzoso: 
Dallo speco vicino fresca fonte 

Diffusa in vitree acque mormorava, 

Lontan si diffondea dagli alti vepri 

L' acuto stridulio delle cicale 

E raganelle sugli scossi rovi 

Raucamente mettean le loro voci. 

Non cessan di cantar l’ allodoletta 

El cardellin; la tortora ripete 

Dall’ apice dell’ olmo i suoi lamenti. 

Insetti, a sciame, del color dell’ oro 

Volan affaccendati intorno all’ onda. 
Fuggirsen primavera or tutto addita ; 
Tutto annuncia la messe; anzi l’ autunno 
Segnan le frutta ormai fatte mature: 

Ed a piè nostri rotolate stanno 

Quà e colà molte pere, e rosee mele 
Luccicavano intorno e prugne nere 
Dalla buccia cerosa penzolavano 

Dai rami per il peso in giù piegati. 
o î i ; (continua) 


LA LEGGI UNICA SULLA CACCIA 


— ups 


. dot. Cardo e, che con sino s10 si i interessa della protezione ni 


76 i 


scritto che volentieri pubblichiamo, quantunque lo abbiamo già veduto stampato in altri 
giornali. 

Dobbiamo però notare che non concordiamo in parte di quanto qui esprime l’ egregio 
scrittore. Egli parlando della rete internazionale di stazioni per le osservazioni ornitologiche, 
dice che essa ha già ben adempiuto il suo compito e che il nostro paese vi ha pure nel 
miglior modo corrisposto, aggiungendo « E la preziosa messe di materiale costituisce 
già da sola la dimostrazione più eloquente della urgenza di misure legislative che ven- 
gano ad assicurare la invocata protezione degli uccelli da cui 1’ Agricoltura attende va- 
lido ausilio ». 

È ben vero che da noi fu ottimamente impiantato 1’ Ufficio ornitologico governativo 
e ciò per le indefesse e dotte cure del Comm. Giglioli che ne ebbe la direzione; cominciò & 
pure a funzionare molto bene, ed i 3 volumi pubblicati ne dimostrano la seria attività; 
ma nel più bello il nostro governo tolse i mezzi per proseguire e così l'inchiesta è ri- 
masta sospesa ed invano si attende perciò da essa quei resultati che 1’ egregio dott. Ohlsen 
ritiene aver già dati. Non rimane così che a far caldi voti perchè presto possa ripren- 
dere il suo utile funzionamento e le persone influenti come lo è certo il dott. Ohlsen 
piuttosto che dichiararsi sodisfatti, dovrebbero procurare dal governo lo stanziamento delle 
somme, certo non gravi, necessarie per continuare l’ opera così bene incominciata e che 
fra le altre cose dovrebbe pure farci arrivare a conoscere con qualche certezza, quali uc- 
celli si possono con ragione dire utili e quali nocivi rispetto all’ agricoltura e rispetto 
anche ad altre cose di interesse generale. ; 

Altrimenti è una gratuita asserzione quella di dire che se 1’ Agricoltura soffre ora 
per tanti e così vari malanni ciò si deve alla scomparsa o diminuzione degli uccelli. 

Prima di tutto è da provarsi se veramente gli uccelli di passo sieno da noi così 
tanto diminuiti come si dice e poi siccome è chiaramente provato che non tutti gli uc- 
celli insettivori sono utili, bisogna adunque conoscere quali e quanto gli uccelli in- 
settivori stessi sono necessari per il bene dell’ Agricoltura. Saputo questo e tenuto conto 
di tutte le altre ragioni per le quali la legge sulla caccia è utile e necessaria, allora so- r. 
lamente si potrà sperare di vedere approvata una legge, logica e razionale. 

Intanto non sarebbe poco se si trovasse modo di. far rispettare quella o quelle che SI 
abbiamo, e se non è possibile ottenere questo rispetto, alle leggi esistenti, a che tanto “a 


scaldarsi per averne una migliore quando poi vi si uniformassero solo î pochi che spon- 
taneamente sentono il dovere di non trasgredire ? 
S. BROGI 


Nel corso dei lavori parlamentari della passata legislatura, fece più volte il 
giro dei giornali la notizia, che il Ministero si cra finalmente deciso a presentare il 
tanto atteso disegno di legge sulla caccia, sollecitato ripetutamente da Congressi di 
cacciatori, da Società cinegetiche e da quanti s’ interessano alla questione. Però, 
nonostante i molti voti pervenuti al. Governo per la unificazione delle disposizioni 
legislative in materia di caccia, voti che anche l° anno scorso trovarono eco nella 
discussione del. bilancio di agricoltura e che saranno il principale argomento del 
prossimo IV Congresso cinegetico indetto a Napoli, nulla si è fatto e nulla si ac- 
cenna a fare. 

Eppure, a sollecitare il Governo a presentare tale progelto, non è mancato 


l'esempio di allri paesi: valga per tutti la Germania, dove, appena avvenuta l’an- 
| nessione dei vari Stati costituenti l’ Impero, si è sentito il bisogno di provvedere ad 
una legislazione unica sulla caccia, 

Nè può dirsi che sia manchevole nel’ nostro paese quella tale preparazione di 
studi e di indagini, che si richiede per dettare norme uniformi dirette alla con- 
servazione del comune patrimonio ornitologico. E, infatti, risaputo che un risultato 
pratico, forse il più importante, ottenuto mercè i Convegni internazionali, nel 
fine di agevolare la via alle misure di protezione desiderate, specialmente per 
gli uccelli insettivori, fu di istituire una rete di stazioni per le osservazioni ornito- 
logiche, osservazioni che avessero principalmente di mira le migrazioni, i costumi, 
la nidificazione e l'alimentazione degli uccelli, onde precisare mezzi e dati per la 
formazione di un’ equa e logica legislazione sulla caccia. 

. Or bene, a questa utile iniziativa ha da tempo e nel miglior modo corrisposto 
il nostro Paese, con lo stabilire un ufficio ornitologico centrale, che raccogliesse tutto 
quanto poteva aver riferimento alle condizioni degli uccelli che vivono allo stato 
E libero. E la preziosa messe di materiale costituisce già, da sola, la dimostrazione 

più eloquente della urgenza di misure legislative che valgano ad assicurare la invo- 
ni cala protezione degli uccelli, da cui |’ agricoltura attende valido ausilio. 

È ben vero che il legislatore non può guardare soltanto a questa protezione e 
che una legge sulla caccia deve rappresentare interessi diversi, di coltivazione, di 
scienza, di caccia, di commercio e di-diritto, i quali tutti devono conciliarsi, perchè 
la legge risponda alle esigenze sia del proprietario che del cacciatore, sia dell’agri- 
coltore che dell’ allevatore e commerciante di selvaggina. 

Ed infatti fu questo contrasto d’ interessi che altra volta rese difficile una so- 
luzione della questione : ma ora, dopo gli ammaestramenti fornitici dalla lunga espe- 
rienza delle disposizioni attualmente vigenti presso di noi, le quali, pur rispettando 
consuetudini ed usi locali, non paiono le meglio adatte nè dal lato giuridico nè dal 
lato tecnico; ‘ora, che i nuovi studi e le nuove esperienze hanno dimostrato la con- 
venienza di: modificare. i primi progetti nessun dubbio vi può essere sulla necessità 
di promuovere la invocata riforma. 

Alla Conferenza di Parigi del 1895 furono gettate le basi di un accordo inter: 
nazionale. per la protezione degli uccelli utili all’ agricoltura. Non sappiamo quale 
accoglienza abbia fatto il nostro Governo alle conclusioni di quella Conferenza ; io 

penso, però, che da parte dell’ Italia nessun accordo diretto a così utile fine, sarebbe 
possibile ed efficace se prima non sarà dato un assetto definitivo alla nostra legi- 
slazione sulla caccia, e non si sarà una buona volta usciti dal presente confusionismo, S, 


di disposizioni disparate, che non trovano più giustificazione nella scienza, nè nella 
pratica. |. 


ti 


CarLo OnLsEN 


| Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d'Italia | 


te im 


Molti degli inconvenienti ai quali accenna il Sig. Bott. Lenzi nel suo articolo 
pubblicato nello scorso fascicolo di questo periodico, sono in realtà veri ed io con- 
vengo con lui che sarebbe cosa utilissima e ragionevole eliminarli possibilmente, o 
per lo meno, diminuirli; ma non si creda però che questa sia cosa molto facile, è 


fel 


una quistione che da parecchio tempo si agita e si discute da molti ed in diverso 
modo, senza poter venire ad una conclusione e nemmeno a proposte giuste e ragio- 
nevoli che togliendo appunto questi inconvenienti lamentati, non ledessero gli equi 
diritti che ha ogni buon cacciatore; ed è molto facile il comprendere, se si ponga 
mente alla posizione geografica della penisola, che una legge unica che regoli unifor- 
memente |’ esercizio di caccia, verrebbe a togliere ad alcuni il diritto di cacciare 
certi animali di passo, concedendolo ad altri forse troppo largamente ; e ciò proprio 
non sarebbe giusto! Si dovrebbe dunque dividere in zone la nostra penisola e stabi- 
lite così diverse epoche di apertura e chiusura di caccia, ma in questo modo si ver- 
rebbe forse a togliere tutti gli inconvenienti che ora esistono ? no davvero, giacchè 
in questo caso pure un confine ci deve essere e a questo confine accadrebbe preci. 
samente ciò che viene dal Sig. Dott. Lenzi lamentato. 

Per queste ragioni dunque io ripeto con lui che non è questa quistione così fa- 
cile a risolversi, si studi pure e da persone competenti in materia, sempre però te- 
nendo ben conto del principio di giustizia ed equità; si studi pure con molta calma 
e cognizione, ma prima di cambiare i presenti ordinamenti, si deve essere ben sicuri 
che i resultati siano buoni e che veramente rispondano agli interessi della scienza, 
della conservazione della specie ed ai diritti dei cacciatori. 

Intanto è ben certo che anche nei Consigli Provinciali vi sono sicuramente delle 
persone competenti; e dove non sono oggi giorno dei cacciatori? e cacciatori appas- 
sionali e coscenziosi sono avvocati, latifondisti, medici, ingegneri ecc. e questi ap- 
punto nei Consigli Provinciali abbiano bene im mente di tutelare i diritti dei cacciatori 
e di imporre quelle regole necessarie secondo i casi, uniformandosi anche per quanto 
è possibile alle Provincie vicine; in questo modo, per ora almeno, sarà rimediato in 
parte a questi inconvenienti. 

Le leggi vigenti ci garantirebbero abbastanza, ma il male vero è che queste 
leggi non vengono rispettate, e non possono esserlo davvero, se si pensi per esempio 
che nei paduli gli agenti della pubblica forza per inseguire i trasgressori che cacciano 
in barchetta dovrebbero a loro spese pagarsi un barcaiolo! è ciò mai possibile? e 
così le leggi ci sono solo per chi vuole rispettarle!... 

Quanto poi alle asserzioni che il Sig. Dott. Lenzi fa, che cacciando cioè in una 
Provincia dove la caccia è permessa e ritornandosene poi a casa in altra Provincia, 
così pure lo spedire caccia da dove può sempre esercitarsi in altro luogo dove questa 
non è più permessa, sia materia di contravvenzione, io proprio non sono disposto a 
crederlo, ma quando ciò fosse, sarebbe questa cosa facilmente rimediabile estranea- 
mente alle leggi che regolano l’ esercizio di caccia. 

Alla spontanea domanda poi del Sig. Dott. Lenzi, del perchè alcune specie pos- 
sano cacciarsi tanto al passo che al ripasso ed altre no, a me sembra facile il rispon- 
dere ; infatti quasi tutti i piccoli uccelli di terra covano nel mese di Marzo, mentre 
gli uccelli di Ripa e le Anitre non covano che a Maggio e mentre in autunno si fanno 
prese considerevoli di Cutrettole, l’ispole, Fringuelli ecc. al ripasso sono questi .in 
scarsissimo numero e viceversa accade dei Pivieri, Pavoncelle, quasi tutti i Ripaioli, 
i Marsaioli, voltolini o pappardelle, che formano il passatempo di molti appassionati, 
e che in autunno non si ha quasi il piacere di vederne. 

R. GRAGNANI 


19 


FRARESeN ERA 


Multa renascentur quae jam cecidere: e così è ora la volta della falconeria, 
di questo spor! di cui non si udiva parlare da qualche secolo, e che oggi accenna 
a riprender nuova vita. 

In Inghilterra - senza contare gli amatori sparsi nel Regno Unito - esistono due 
Hawking-Clubs (uno dei quali sorto quest’ anno); ed in Francia, dove non esistono 
- a notizia nostra - dei veri clubs, amatori entusiasti di questo sport veramente me- 
raviglioso cercano di tener vive le vecchie illustri tradizioni. Qualche cosa di simile 
oggi si sta tentando anche da noi, in Italia, dove la falconeria ebbe in Federico II, 
lo Svevo, il suo grande maestro. Qua e là nella penisola ci consta del ridestarsi 

. del gusto per la falconeria; benchè per ora non sappiamo con quali risultati. 

Qui a Torino, pochi ma appassionati cultori di questo sport stanno ora facendo 
degli esperimenti, dai quali si può fin d’ ora argomentare un buonissimo esito nella 
stagione di caccia. I risultati di questi esperimenti, diciamo cosi iniziali, sono soddis- 
facentissimi. Hanno visto, per es., uno smeriglio, lasciato libero, partire dal pugno, 
posarsi su di un alto albero, e ad un cenno del falconiere, tornare al logoro da 
200 metri di distanza. Non vedo, del resto, degli ostacoli insormontabili, e sog- 
geltivamente e oggettivamente, al rinascimento, a un nuovo revival della falconeria. 

Oggi certo un ostacolo un po’ serio è il difetto di falconidi, fatta eccezione degli 
sparvieri e di qualche smeriglio: ma è ostacolo non tanto grave e piuttosto momen- 
taneo; giacchè ogni tanto vediamo portati al mercato od ai preparatori dei pellegrini, 
degli astori, degli smerigli, uccisi col fucile, mentre potrebbero esser catturati colle 
reti; restano poi. sempre i nidiacei. Certamente gli ornitologi, che all’ amore della 
scienza accoppiassero un tantino d’ interesse anche per questo genere di divertimento, 
gioverebbero assai coll’ opera loro e col consiglio alla causa della falconeria: ne co- 
nosciamo qualcuno e distinto, che ci ha promesso il suo appoggio, ma se ve ne sono 
altri di buona volontà, facciamo ad essi appello. - Un altro ostacolo — causa la più 
grave d’ insuccesso — è del tutto subbiettivo, e sta nel difetto di pazienza nei primi 
passi e nella pretensione, diciamola così, di fare esperimenti senz’ aver prima un’i- 
dea un po’ chiara del come si devono trattare le diverse specie di falconidi *). - 
Comunque, la falconeria rinascerà certamente anche da noi, è nostra convinzione, ri- 
nascerà però democralizzata - come lo è dappertutto nell'Asia centrale - la falconeria 
specialmente degli uccelli di pugno; senza che noi escludiamo affatto la lusinga di 
vedere risorta anche l’ alta falconeria, mediante |’ appoggio di Hawking-clubs e di 
signori che vogliano tenere uno stud di falconi col relativo falconiere. 

Torino 24 | 4. 97. i A. U. 


*) A costoro consigliamo di leggere il trattato del Fà/astori e, a chi conosce 1° inglese, quello 
del Zascelles, ottimo, e l'altro del Freeman, oggi però divenuto rarissimo. 


INCHIESTA ORNITOLOGICA 


NELL'IMPERO AUSTRO-UNGARICO 


Come abbiamo annunziato nel 1.° fascicolo dell’ Avicula, nel corrente anno fu ripresa 
hell’ Austria l’ inchiesta ornitologica, che da qualche anno era stata interrotta. Crediamo 


80 


opportuno di pubblicare ora 1’ Appello e le Istruzioni, che da poco vennero emanate e 
ciò pei seguenti motivi : 

1.° Per aderire al desiderio dei molti! nostri abbonati che si trovano nel Trentino, 
nell’ Istria e nella Dalmazia. 

2.° Perchè vi sono indicate le norme che si devono tenere nel raccogliere e nell’ in- 
viare osservazioni ornitologiche, il che sarà di grande giovamento per tutti coloro che 
si occupano di uccelli. 

3.° Perchè crediamo che non sia lontano il momento in cui 1’ Inchiesta ornitologica 
sarà ripresa anche in Italia. 


Appello per l’ erezione di stazioni ornitologiche in Austria. 


Nell’ anno 1882 per eccitamento di S. A. I. R. il compianto Principe ereditario 
Arciduca Rodolfo, fu istituito dalla Società ornitologica, di Vienna, un. comitato per le 
osservazioni ornitologiche nell’ impero Austro-Ungarico, sotto la Presidenza del sig. Vit- 
tore cav. de Tschusi-Schmidhoffen. Le. notizie inviate dagli. osservatori furono, prima 
pubblicate per cura della società ornitologica viennese nel proprio annuario, poi per pa- 
recchi anni dal ?° Comitato ornitologo internazionale permanente ,, nel periodico ’’Ornis ;, 

Varie circostanze speciali fecero sì che il comitato internazionale non potesse ulte- 
riormente pubblicare i resultati delle osservazioni, in seguito a che furono sospese anche 
le osservazioni in Austria. Tuttavia nell’ Ungheria esse continuarono, con grande utilità 
per la scienza, sotto la direzione del sig. O. Herman e colla fondazione della ?? Centrale 
ornitologica ungherese ,, che potè usufruire d’ un abbondante sussidio governativo. 

Il sottoscritto d’ accordo coi signori cav. de Tschusi e O. Herman fece di recente 
la proposta alla Società ornitologica di Vienna di riattivare le osservazioni ornitologiche 
in Austria ed essa gradi questo pensiero, incaricando il sottofirmato di avviare i passi 
necessari. ; 

Grazie ad un sussidio largito dall’Ecc. I. R. Ministero d’Agricoltura, i lavori pre- 
paratori, per la riattivazione delle stazioni ornitologiche, sono già incominciati. 

Le osservazioni ornitologiche devono anzitutto essere rivolte ai fenomeni del passaggio 
degli uccelli. In seconda linea sono da raccogliersi dati sulla comparsa, sui costumi — 
specialmente quanto riguarda l’ alimentazione degli uccelli — rispettivamente l’utilità o 
il danno di certe. specie. 

Come base per le osservazioni dei passaggi viene stabilito: meglio prendere in 
considerazione poche specie, ma queste colla maggior possibile esattezza. 

Dopo ricevuta la dichiarazione di prender parte all’ Inchiesta ornitologica, si, fa- 
ranno conoscere quelle specie di uccelli, ‘che si desidera specialmente sieno osservate cioè 
quasi esclusivamente quei rappresentanti tipici del mondo ornitico, che sono generalmente 
conosciuti e riguardo ai quali, anche osservatori che non sieno ornitologi di professione, 
potranno raccogliere dati precisi. Saranno però sempre accolte con piacere anche osser- 
vazioni che sì riferiscono a specie che non sono comprese nell’ elenco. 

Sono a disposizione di chi li richiede l’ istruzione ed i formulari per iscrivere i dati 
raccolti. 

Si esprime infine il desiderio che conoscitori e amici del mondo degli uccelli, pren- 
dano la parte più attiva che sia possibile a quest’impresa. 

Dr. L. DE LorENZ 


Custode all’ I. R. Museo di Corte di Storia naturale 
di Vienna. 


Istruzioni per gli osservatori co 

Anzi tutto gli osservatori sono pregati di usare la massima scrupolosità nella rac- >: n: 
colta delle notizie, e se avessero qualche incertezza relativamente a qualche uccello, ciò 
si dovrà chiaramente indicare nelle osservazioni, altrimenti omettano addirittura la dé 
relativa notizia. 


5 a tg 


E miglior cosa che le osservazioni si limitino a poche specie di uccelli, ma che Mie, 
queste siene tenute d’ occhio regolarmente e con precisione. LS; 


. Nel qui unito allegato indichiamo quelle specie, le quali si desidera in modo spe- 
ciale che sieno osservate. L’ elenco I contiene quegli uccelli che sono di speciale im- 
portanza e da prendersi in considerazione prima di tutti gli altri (1). 

Quegli osservatori che hanno le cognizioni, il tempo e la voglia, potranno racco- 
gliere dati anche intorno a quelle specie che non sono qui enumerate, Allo scopo di dare 
un quadro chiaro e facilmente confrontabile, secondo un determinato schema, le notizie 
intorno ai passaggi degli uccelli, dovranno essere notate su apposita stampiglia per ogni 


singola specie. A tale scopo noi mettiamo a disposizione un certo numero di formulari 
nei quali gli osservatori potranno con poca fatica e in succinto riportare le loro osservazioni. 


I. Osservazioni intorno ai passaggi. È 
Relativamente al passaggio degli uccelli si dovrà avere uno speciale riguardo ai se- 
guenti punti ; 
x A. In primavera. 


Il primo arrivo di quelle specie che passano l’ estate in paese — L'arrivo della 
‘massa — L'arrivo delle retroguardie — Notare l’ arrivo di specie di passaggio verso le n 


regioni più settentrionali. (Qui è da notarsi se tali uccelli furono veduti o solamente 
uditi; se essi furono solo di passaggio o se parzialmente si fermarono nel distretto d’os- 


servazione). — Se ci fu una sosta del passaggio, oppure una ritirata dopo impreso il Sa 
viaggio verso il settentrione e quali motivi possano aver ciò causato. Ritornarono tutti d 
Ù gli individui d’ una specie, oppure la massa, ovvero solo una parte; quando o con qual 
« ‘’tempo comparvero la seconda volta o ripresero il viaggio? — Partenza degli individui : 
__—’ibernanti, ‘ 
B, In autunno, 
Principio della partenza delle specie estive — Partenza della massa — Partenza delle 
retroguardie — Passaggio delle specie provenienti dal nord ed eventuale fermata, lunga 
o breve, delle stesse. — Eventuale arrivo di specie svernanti e durata della loro permanenza. 
NE C. Riguardo ad ambedue le migrazioni (primavera ed autunno). 
i Direzioni tenute dalle singole specie sì di giorno che di notte — Condizioni atmosfe- 
‘ riche, direzione del vento nel giorno dell’ osservazione e nel giorno precedente — Quale 
località nel distretto serva a certe specie come luogo di riposo durante le migrazioni. — 
Compariscono certe specie solo in primavera, altre solo in autunno ? Viaggiano in certe 
| specie i maschi separati dalle femmine, gli adulti dai giovani? Se ciò avviene quali 


_ 


._ (1) Sono queste: Cerchneis tinnunculus, Buteo buteo, Archibuteo lagopus, Hirundo rustica, 

Cuculus canorus, Oriolus galbula, Sturnus vulgaris, Lanius collurio, Turdus musicus, Mota- 

lla alba, A/auda arvensis, Columba palumbus, Turtus turtur, Coturnix coturnix, Vanellus 
ellus, Ciconia ciconia, Scolopow rusticola, Ù 


passano primi e quali dappoi? Viaggiano le specie alla spicciolata, oppure in coppie, in 
branchi piccoli o grandi, e si osserva qualche differenza nelle varie stagioni? — Arri- 
vano ospiti rari, isolati o in gran numero? Durata della loro fermata — Viene la linea 
d’ emigrazione deviata dal corso d’ un fiume, da una valle, da una montagna? Viene 
questa sormontata dagli uccelli di passaggio o girata? — Quali specie schivano i monti 
quali li superano? — Quali specie sono giunte in paese solo negli ultimi tempi? Quali 
invece diventarono rare o sparirono del tutto? — Da ultimo si potranno indicare nelle 
Annotazioni, tutti gli altri fenomeni più rimarchevoli, 


Il. Osservazioni intorno all’esistenza ed ai costumi in generale 


Riguardo all'esistenza ed ai costumi degli uccelli si desidera di avere prima di tutto 
i seguenti dati: 

Se un uccello sia sedentario (cioè rimanga tutto l’ anno), erratico (cioè cangi di- 
mora col-cambiar della stagione p. e. dai monti al piano), migratore, estivo — rispet- 
tivamente nidificatore — oppure invernale — Notizie intorno alla nidificazione — In- 
formare se la nidificazione avvenga in grandi branchi (colonie) e calcolo approssimativo 
deli numero delle coppie nidificanti — Luoghi di nidificazione dei grandi rapaci — Os- 
servazioni sull’ alimentazione — Utilità e danno degli uccelli. 


Osservazioni finali. 


Sarà gradita la risposta anche ad una sola parte delle domande suaccennate. 

Le notizie raccolte dovranno essere spedite due volte all'anno e precisamente nei 
mesi di Giugno e di Dicembre, al ?° Comitè fiir ornithologische Beobachtungs-Stationen 
in Wien, I. Wollzeile 12 ,,. La pubblicazione delle notizie inviate dagli osservatori 
viene fatta sotto il loro nome. 

Gli osservatori sono pregati, d’ inviare, quando sia possibile, esemplari di prova di 
tutte le specie dubbiose o rare alla Collezione ornitologica dell’ I. R. Museo di Corte 
in Vienna. 


Il Segretario Il Direttore delle Stazioni ornitologiche 
VITTORE DE GROSSBAUER Dr. L. De LoRENZ 
R.dattore dell” A Hugo’ s Jagd-Zeintung ,, in Vienna. Custoda dell’I. R. Musso in Vienna. 


CACCIE E PASSAGGI 


_——a ast 


Dalla Val di Chiana (G. A. GRIFFOLI): 

Il passaggio degli uccelli per la nostra regione nello scorso autunno non potè 
davvero dirsi in generale abbondante. Alcune specie di migratori come ì Tordi, i 
Colombacci, gli Storni, passarono in discreto numero; altre come i Fringuelli e le 
Allodole scarseggiarono. Abbondanti oltre l’usato si videro i Frusoni e qualche giorno 
in branchi grossissimi di qualche centinaio di individui. Verso Ja prima metà del 
novembre comparvero le Beccaccie e il passo di questo simpatico ospite dei nostri 
boschi andò accentuandosi verso la fine del mese. È a notarsi che nelle colline a 
ponente della nostra vallata, le Beecaccie furono assai più numerose che non nelle 
altre a levante. Parecchie allettate dalla mite stagione e dai luoghi ben preparati per 


° 


83 


le pioggie abbondanti, vi stazionarono a lungo ed invece di spingersi in Maremma 


ed oltre il mare, vi passarono l'inverno. Chi ebbe buoni cani e non temè di ba- 
guarsi, trovò sempre da fare qualche coipo contro di esse fino nel Gennaio inoltrato. 
Le alluvioni straordinarie del Novembre che, con punta soddisfazione degli agricol- 
tori e dei proprietari avevano restituito alla nostra pianura l’ aspetto che aver do- 
veva innanzi alle bonifiche, richiamarono una quantità immensa di palmipedi di varie 
specie. L’ aspettativa dei nostri cacciatori di poter farne buona preda al ritirarsi 
delle acque, fu in gran parte delusa perchè quasi tutti allora sparirono Comparvero 
però numerossimi i Beccaccini e per parecchi giorni se ne levarono delle vere torme 
nei campi ancor semi-allagati e nei prati acquitrinosi. - Mancò quasi del tutto il passo 
dei Germani reali e delle Oche perchè mancò quasi del tutto l’ inverno, e si sa che 
solo i forti geli consigliano questi palmipedi ad emigrare verso climi più miti. An- 
che gli uccelli di ripa, tranne le /avoncelle, scarseggiarono assai e i cacciatori di rele 
fecero magri affari. 

La mitezza dell’ inverno affretiò il ripasso primaverile che si pronunziò subito 
dopo la prima decade del Febbraio. Ricomparvero numerosi i Tordi ai colli, e le 
Pavoncelle in piano diedero occasione ai tenditori di compensare la scarsa preda del- 
l'autunno. Le burrasche dei primi di Marzo misero in moto di nuovo i palmipedi e 
ve ne furono buoni passaggi; degno specialmente di nota quello verificatosi nella 
notte dal 12 al 13 del quale appena i vecchi cacciatori ricordano |’ eguale. Erano 
in gran maggioranza Fischioni, Codoni, Morette e Marzaiole: i branchi si succede- 
vano ai branchi quasi senza interruzione ed anche qualche ora dopo il sorgere del 
sole vedevansi numerose retroguardie che alte nell’ aria battevan la via del Nord-Est. 
La oscurità dovuta al tempo nuvoloso ed alla luna ancor giovine fece sì che la preda 
non fosse quale poteva e doveva essere. Si riteneva che il passaggio avrebbe con- 
tinuato nelle notti successive, ma il vento girato improvvisamente a ponente nella 
sera del 13, dopo un violento uragano di acqua e grandine, bastò a spostare la linea 
di passo, rigettando molto probabilmente gli stormi migranti al di là dei contrafforti 
Appenninici che dividono la nostra valle da quella del Tevere. In que!la stessa circo- 
stanza sì mostrarono numerose altre specie di uccelli, di ripa specialmente, come 
Chiurli, Pavoncelle ed Aironi. Dal 13 al 20 il passaggio fu quasi nullo; solo si nota- 
rono nelle macchie molli Colombacci e Tordi che sembravano fermi in attesa che 
si dileguassero le nevi che ancora imbiancavano le vette dell’ Appennino. Infatti allo 
sparir di quelle tutti d’ un tratto scomparvero. Nei giorni 22 e e 23 ricominciò il 
passo dei palmipedi, e specialmente delie Marzaiole che furono davvero quest'anno 
straordinariamente abbondanti. In qualche tesa o laghetto nei dintorni di Arezzo, lo- 
calità ove questo genere di caccia molto si pratica, si fecero prede abbondantissime. 
Nel solo laghetto dei signori Mascagni e soci in tre mattine si uccisero oltre 100 
marzaiole ! 

Scarseggiarono sempre le Gambette delle varie specie che d’ ordinario passano 
per la nostra valle in quantità. 1 primi Croccoloni comparsi in disereto numero e 


| più il passaggio straordinario di questi uccelli, avvenuto nel territorio Pisano e Li- 


ardita Vai Tag Lg CGIE - 5 it A n Pe 34 


84 s 


vornese, facevano sperare bene i nostri cacciatori che già sognavano di farne strage. 
Le rosee previsioni furono però del tutto deluse. Fra pochi giorni la caccia si chiude 
(pei veri cacciatori, non già per coloro che indegni di tal nome se la ridono della 
legge che ordina il divieto) e si ripongono le armi da fuoco in attesa del 15 di 
Agosto. 

Non ho avuto cognizione di catture di uccelli non comuni degne di esser notate. 
Solamente il di 9 Marzo trovandomi in Arezzo, vidi esposte in vendita sul mercato 
diverse Gr (Grus communis. Becchst). Non possono questi uccelli dirsi rari per noi, 
ma pochissimi se ne uccidono perchè diffidentissimi e soliti a passare di notte e senza 
fermarsi in questa regione troppo coltivata ed abitata, mentre invece amano luoghi 
deserti ed incolti, dove l’uomo non li disturba. 

Villa di Fabbriche - 25 Aprile 1897. 

Notizie Bolognesi. (P. A.) Dal negoziante di volatili coll’ estero Sig. Giuseppe 
uno mi vengono fornite le seguenti notizie ornitologiche. 

Dall’Ottobre al Marzo egli ha ricevuto dalla Casa Rispoli di Foggia Allodole (Alau- 
da arvensis) 15,453 - Pavoncelle (Vanellus capella) 478 - Beccacce (scolopax. Rusticula) 
252 - Beccaccini (Gallinago Caelestis 276 - Tordi (Turdus musicus) tra i quali una 
Oreocincla varia, 795 - Quaglie (Coturnix. communis) 203 - Pivieri. (Charadrius 
piuvialis) 111 - Alzavole (Querquedula Crecca) 179 - ed altri di minor conto, e in 
minor numero. 


Notizie Lughesi. (P. f.) Il celebre cacciatore faentino Sig. Achille Boschi dal 19 
Dic. al 4 Marzo ha inviato dal Lago di Lesina al negoziante di Lugo Michele Gordini 
588 morette, moriglioni e mestoloni - 122 germani - 130 alzavole - 60 folaghe - 62 
chiurli - 129 pavoncelle - 145 pivieri - 59 totani - 23 pivieresse - 8 gambette. 

Nel Roccolo dei Signori Ricci-Bortoloni furono presi 130 tordi - 554 fringuelli - 
84 merli - 256 uccellelti vari. 

Nel Paretaio dei medesimi Signori vennero catturati 806 uccelli. Nella Quagliet- 
tara dei medesimi 303 quaglie. 


Nycticorax griseus Bp. Nitlicora. (Prof. F. Venezia). Nel passato mese di aprile 


si è visto un abbondante numero di Nitticore nei paraggi dei territori di Castelvetrano, 
Campobello e S. Ninfa. Ne ho preparati molti per conto dei proprietari. 

Osservai che tra 16 che ne preparai, ne trovai solamente due ge tulto il resto 
erano femmine adulte e qualcuna in abito giovanile (prima della muta). 

Ardea purpurea Linn. Airone porporino. Castelvetrano 23 Maggio (Prof. F. Ve- 
nezia). Quest'anno gii aironi porporini sono stati abbondanti, invece scarsi i cenerini, 
di cui ho avuto il piacere di prepararne un Ye una adulti. 


Fiumicino. (Roma) 11 aprile (Gaetano del Vaso al Caccia e Tiri). Gran passo 
di rondoni, upupe, cicognotti e qualche rondone. 

Caccia invernale. Non ho potuto prima d’ ora mandarvi il resoconto della caccia 
invernale fatta dai cacciatori di Maccarese, Terracina e Paduli Pontine. Ve la mando 
adesso, eccovela : 

A Maccarese: Arcangelo Marinelli nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio e 
marzo, beccaccini 1100 e tra anatre, folaghe, garganelle e morette ha superato le 800. 

Avtonio Marinelli ha ucciso 1500 capi di selvaggina, i beccaccini sono in primo 
numero. 


85 


A Terracina: Angelo Giovannoni, accavallatore colla spingarda, ha ucciso 
dal novembre a marzo: pavoncelle 418, piccioni 60, uccelli muti 94, terzane 7, 
anatre 127, garganelle 12, pivieri 30, tecchie 48, ciarlotti 19, croccoloni 25, bec- 
caccini 62, arzavole 179, volpi 12, lepri 2 

Esso poi accompagnò come guida il sig. marchese Torrigiani di Firenze, che 
venulo appositamente per cacciare nelle Paludi visi tratienne.un mese circa, e. ue 
cileva non meno di 60 capi di selvaggina al giorno. Mi assicurava il detto Giovan: 
i noni che il sig. Marchese è un tiratore "di cartello, specialmente. al beccaccino. 

Poi fece da guida ai signori marchesi Ginori. di Firenze che uccidevano una 
cinquantina di animali al giorno, e al sig. marchese Pecorelli, che ne uccideva una 
ventina per ogni cacciata. 

Nelle Paduli Pontine : Pietro Nardi, detto Moschino, barchettante. Esso caccia 
senza cani: anatre 414, folaghe 500, pavoncelle 213, tecchie 9, uccelli muti 6, 
beccaccie 1. 

Ed ora eccovi le prese fatte colle retî dai due cacciatori del sig. Alessandro 
Quattrocchi a Campo Salino, presso Porto. 

Galeri Angelo : Pivieri 111, pavoncelle 938, allodole 360 e col fucile uccise : 
lepri 3, beccacee 1, beccaccini 25. 

Fulgenzi Urbano ; pavoncelle 1511, pivieri 49 e col fucile : lepri 8, marzarole 
‘4, terzane 4, anatre 1. 


È 2. Messina.:(A. V.) Il 18 c 19 Aprile sono passali attraversando anche la città e 
molto bassi quasi da rasentare le case migliaia di falchi di varie specie. 


ia. (Conti). Poche quaglie in generale; il 6 maggio però avemmo un buon 
Catania. (Conti). Poche quagl g le; il 6 m p m b 
passo e molte ne furono prese nell’interno della città, ove stanche dal viaggio urta- 
vano contro i fabbricati e cadevano a terra estenuate. 


Gli ultimi giorni di caccia in padule. (Red.) Nei primi di Aprile continuò in pa- 
recchie località un abbondantissimo passo di Marzaiole. Passarono pure molti volto- 
lini, gallinelle e gambette, ma solo in pochi paduli. 

Quaglie. (Red.). Riassumendo le molte notizie avute sull’arrivo delle quaglie si può 
concludere: Le prime furono uccise il 8 e 6 Aprile. Passo discreto nella 2.* metà di Aprile 
sul littorale fra Roma e Napoli e nella Sicilia, scarso ovunque nel Maggio. 

Ma se non molte ne sono giunte fra noi e poche ne sono state prese anche per 
causa delle pioggie, non così è avvenuto nella costa africana e ciò deducesi dal tran - 

| sito verificatosi di quaglie vive, provenienti dalla Barberia e dirette a Marsiglia. 


DI BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE 


TY T=ean_3 


AQUILA - A Magyar madartani kéòzpont folyoirata. Zeitschrift fir  Ornithologie. Or- 
gano della Centrale ornitologica ungherese in Budapest (testo ungherese e 0) 

| Anno III 189697. 4 fascicoli L. 10. 
_ AuBuson (D’) M. - Le symbolisme de 1’ hirondelle. (Paris 1897. Le sone n. 243) 
_ AUK - A quaterly Iournal of Ornithologie Publ. b. the American-Ornithologist-Union. 
«New York vol. XIV. L. i7. | I 


86 


BALLERINI C. - Alimentazione dei pulcini. (Milano 1897. Il Corriere agr. comm. n. 138). 

BeNDIRE CH. - Life Histories of North American Birds (Psittacidae, Icteridae). 528 p. 
Washington Smits. Instit con 7 tav. col. 1895-96. L. 45. 

BLAÀTTER - (schweizerische) fir Ornithologie und Kaninchenzucht. Zirich. An. XXI 
(1897). L. 4. 

BriGGEMANN R. - Versuche uber die Erzeugug von Fieber bei Vigeln. 22 p. (Iena 1886). 
L. 1,50. 

BuLLETIN of the British Ornithological Club. Year V Octob. 96-June 97, 10 num. L. 7,50. 

Forest I. - L’élevage de l’ Autruche en Algerie. (Paris 1897. Le naturaliste n. 242 
e seg.) 

GHIGI A. - Insetti, uccelli e piante in rapporto colla legge sulla caccia. (Bologna 1896. 
Annali Soc. agraria. Estr. di 24 pag. in-8). 

HAMONVILLE (D’) - Sur le produit ovarien des Strix fammea et perlata. 2 p. Santiago 
Act. Soc. Scient. Chili 1896 L. 0, 60. 

JABLONOWSKI F. - Beitrige zur Beurtheilung des Primitivstreifens des Vogeleies. 4 p. 
con 17 fig. (Berlino 1896). L. 1,40. 

JoURNAL FiR ORNITHOLOGIE - In Auftrage der allgem. deutsch. ornith. Gesellschaft 
herunsg. v. Reichenow, Anno 45 (1897). 4 fasc. L. 24. 


KoeNnIGswaLD G. - Ornithologia Paulista. 65 p. in-8. (Lipsia. Iourn. Ornith, 1896) L. 5. 


KwoTEK F. - Jagskizze aus Griechenland. 24 p. in-8. (In Oestr. Forst-Jagdz. 1896). 

LEonARDO DA VINCI - Sul volo degli Uccelli. Codice. (Milano 1896, L’ aereonauta n. 1 
p. 13-16). 

MADARASZ F. - Sammelergebnisse Ludwig Biro' s in Neu-Guinea. Vogel 38 p. con 2 tav. 
(Budapest 1896). L. 5. i 


MARTORELLI prof. GIACINTO - Nota ornitologica intorno ad un nuovo esemplare di Fal > 


cone sacro preso nelle vicinanze di Lucera. 4 p. in-8. Estr. Atti Soc. it. Sc. nat. 
vol. XXXVI (Milano. Tip. Bernardoni 1897). 

MARTORELLI prof. GIAC. - Nota ornitologica intorno alla Napothera pyrrhoptera Boie ed 
alla Myiothera epilepidota, Temm. 6 p. in-8. ibid. 
MARTORELLI prof. GracINTO - On the Variations of a Lory (Zos fuscata) as exhibited 
by Specimens in the Turati Collection. 4 p. in-8. In Ibis, Ianuary 1896). 
MARTY PIERRE - L’ Accenteur alpin dans le Contal. (Paris 1897. La feuille des Jannes 
nat. n. 316 p. 84. 

MARTY PIERRE - Un aigle tue à Saint-Jacques (Contal). Ibidem n. 817. 

MiLLER C. - Die Entwickelung des Hihnchens in Ei. 68 p. in-8 con 37 So: (Berli- 
no 1896) L. 2. 

MiiLLER G. - Die beliebtesten Stubenvogel, ihre Pflege, Fiitterung, Kennzeichen der 
Geschlechter, Nistung etc. (Lipsia 1896) L. 2 

Nassonow N. W. - Sullo sviluppo dello Struzzo africano ((Struthrio camelus). 27 p. con 
2 tav. in folio. In lingua russa (Varsavia, Arb. Zool. Cab. Univ. 1896). L. 10. 

NAUMANN’ s - Naturgeschichte der Vogel Deutschlands und des angrenzenden Mittel- 
Europa’ s. Vol. VI. Disp. 7 e 8, p. 97-176 con 6 tav. L. 2, 50. 

NewToN AND Gapow H. - Dictionary of Birds. Op. completa 4 parti (1893-96). 1224 p. 
con una tav. e num. illustr. Londra. L. 35. 

NIDIOLOGIST (THE) - Magazin for Ornithology and Oology. Alameda, California vol. IV 
(1897). 12 num. L. 6. 


5A 
1 
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GILVIE-GRANT W. R. - On the Birds of the Philippine Islands Part. VII e VIII. 
} (Londra. Ibis 1896). Parte I-VI, 1894-96). 
| OcrLvie-GranT W. R. - Hand-book to the Game-Birds vol. II. Completo due vol. 1895- 
{ 97. Londra. L. 15. 
OHLSEN cav. dr. C. - Rapporto sulle misure a prendere per una regolamentazione inter- 
nazionale circa la protezione degli uccelli di passo. (Roma 1895. Tip. Tiberina. 30 
pag. in-8). 

OHLSEN dr. C. - Ritocchi del disegno di legge Lacava per l’ esercizio della caccia. (To- 

rino 1894. Tip. Derossi. 35 pag. in-8). 

QuLseN dr. CARLO - Il diritto legale nella protezione degli uccelli di passo. (Varallo 

- Sesia 1894. Tip. Camaschella. 8 pag. in-8). 
OnLSEN CarLo - Il passaggio delle quaglie in ferrovia attraverso l’ Europa. (Roma 1897. 
Guida del pollicoltore n. 4 e 5 p. 31-32). 
QoLogIsT (THE) - Journal on the nestling habits and eggs chiefly of North-American 
Birds. Albion. Vol. XIV (1897). 12 num. L. 12. 
OrnIs - Internationale Zeitschrift fir die gesammte Ornithologie. Herausg. v. R. Blasius. 
Braunschweig An. X (1897). 4 fasc. L. 10. 

ORNITHOLOGISCHES JAHRBUCH,. - Organ fiir palaearktisce Faunengebiet. Anno VIII (Hallein 
1897) Il fasc. 1 contiene : BIEDERMANN RICH - uendfirbungen der Iris und Gefieder. 
DETTO: Die Feder in Magen der Podicipes-Arten. DETTO: Raubvogelzug in der 
Holsteinischhen Kiistengegend. — GaAAL v. G. - Herbst Excursion an das sidl. Ba- 
laton-See-Ufer. — KoLLIBAY: Aus den mdhr-schl. Gesenke. — TscHusi-ScHMIDHOF- 
FEN v.- Ornith. Collectaneen aus Oesterreich-Ungarn u. dem. Occupationsgebiete. — 
MaADARÀSZ Vv. J. - Bemerkungen zu « Ornith und taxidern von Millennium-Ausstel- 
lung ». — Loupon bar. H. - Tetrao tetrix x Lagopus lagopus juv. in Lèvland. — 


Csatò Vv. J.: Ein Rauch-schwalbennest in einem Cigarrenkistekn. — v. TscHUusI- 
SCHMIDHOFFEN - Albinotische Sumpfohreule. — DETTO: Bienenfresser in Ober- 
Oesterreich. 


ORNITHOLOGISCHE MoxnaTsscHRIFT des Deutschen Vereines zum Schutzeder Vogelwelt 

20 Red. Dr. Hennicke, Anno XXII (1897). Mensile. Gera. (Reuss.). Abbon. L. 10. 

| OrnirHoLoGIST - A_ monthly Magazine of Ornithology and Oology. London Year II 

> March 1897-Febr. 1898. (12 num.). L. 7,50). 

OsprEY (THE) - An illustrated monthly magazine of Ornithology. Gallesburg 1897 
vol. I. L. 6. i 

OustaLET E. - Catalogue sommaire des Oiseaux de l’ordre des Brevipennes qui figurent 
dans les galeries du Muséum d’Histoire Naturel. 8 p. in-4 con tav. col. (Parigi, 
Nouv. Arch. Mus. 1896). 

| PARROT dr. med. E. - Versuch einer Ornis des Grédner Thals (Sidtirol). 14 p. in8. 

‘4/0 n. 1 e 2 d. ornith. Monatschr. (Gera 1897). . 

DE PascaL T. - Monografia della razza di polli Langshan. (Roma 1897. Guida del polli 

_ —’‘coltore n. 4-5 e seg.). 

. PRAZAK dr. I. P. - Beitrage zur Ornithologie der palaearktischen Region. 12 p. in-8. In 

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in-8. In Ornith. Monatsschrift. XXI (Berlin 1896). 

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ScHLùreRr W. - Systematische Verzeichniss der Europàisch-Sibirischen Vogel mit Ein- 
schluss der mediterranen Formen, nebst Etiquettenanhang. 1160. specie (Hal 
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SHARPE R. B. - Monograph of the Paradiseidae : or Bird of Paradise and Ptilonorhyn- 
chidae or Bower Birds (8 ‘parti). Parte VI. 17 p. in folio con 10 tav. colorate. 
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SierERT E. - Weber die Athmung der Vogel. 186 p. e 3 tav. (Bonn. Arch. ges. Phy- 
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Simon EuGENE - Revision des genres de la famille des 7rochilides. (Paris 1897. La 
feuille des jennes natur. n. 317 e seg.). 

SIMoNI dr. L. e MATTEI G. E. - Gli uccelli e Agricoltura. Considerazioni. (Bologna 1892. 
Annali Soc. agraria. Estr. di 31 pag. ‘in-8). 

Stmonr:dr. L. e MarTEI dr. G. E. - La nuova legge sulla caccia. Note e commento, (Bo- 
logna 1893. Tip. Cenerelli. 40 pag. in-8). 

Simoni dr. I. e MarTEI dr. G. E. - Ancora una parola sulla legge per la ‘caccia. (Bo- 
logna 1894. Tip. Cenerelli. 4 pag. in-8). 

Simoni dr. L. e MATTEI dr. G. E. - Degli uccelli ed insetti utili e dannosi all’ agricol- 
tura. (Bologna 1894. Annali Soc. agraria. Estr. di 47 pag. in-8). 

StmonI dr. L. e MATTEI dr. G. E. - Bonifiche e diboscamenti in rapporto alla Avifauna. 
Memoria letta ‘alla Società agraria di Bologna. (Bologna 1896. Annali Soc. agr. 
Estr. di /96 pag. ‘in-8). i 

SzvmonowIcz Li. - Ueber den Bau und die Entwicklung der Nervenendisungen in Em- 
tenschnabel. 80 p. in-4 con 1 tav. (Bonn. Arch. niker. Anat. 1896). L. 3. 

Tarr N. C. - Aves de Portugal. (Porto 1897. Annaes de Sciencias natur. n. 1 e ‘seg.). 

TscHusi zu ScHIMIDHOFFEN Rirm. v. V.- Ueber das Vorkommen des rothsternigen 
Blankehlchens (Cyanecula caerulecula Pall.) in Oesterreich und Deutschland. 4 p. 
in-8..In Ornit. Jhrb. (Hallein 1896). 

TscHusI zu ScHimipHOrFEN V. - Nochmals iiber Cyanecula orientalis Chr. L. Br. und 
einige Worte tiiber €. wolfi Chr. L. Br. 4 p. (ibid.). 

WaAcQuaNT-GEOZELLES S. - Die Hittenjagd. 200 p. in-8 con 1 tav. e 37 inc. (Berlino 1896). 

Di 3: 

WALTER L. - Unsere eiheimische Finkenvogel, ihre Beschreibung, Wartung, Pflege und 
Zucht con 7 inc. (Lipsia 1896). L. 2. 

WELT (DIE GEFIEDERTE) - Wochenschrift herause. v. Russ. 52 unm., Magdeburg 1897. 
IR ITRI5(0), s 

WiLsox S. B. anp Evans A. H. - Aves Hawaiienses in 7 parti. Part VI. 13 tav. col. 
(Londra 1896) L. 24. 


È 
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89 


VOGELLIEBHABER - Blatter fiir Vogelkunde-Zucht und Pflege insbesondere der Stiiben- 
.vogel Jahrg. VIII (1897). 26 num. Lipsia. L. 2,50. pain 

ZerTscHRIFT Fir OrNITOLOGIE und praktische Gefliigelzucht. Organ des Verbandes der 

—‘ ornith. Vereine Pommerns. Stettin. XXI Jahrg (1897). Mensile. I num. 1:5. Ab: 

bon. L. 4. 2 

ZerrscHRIFT FiR OoLOGIE - Herausg. v. H. Hoche Berlin 1897. Jahrg VII. 12. fasc. 

L. 3, 75. 

Sì Zùrn E. S. - Die einhemishe Stuben-Singyvogel, ihre Haltung, Pflege und Zucht. 215 p. 

" in-8 con fig. (Lipsia 1896). L. 2,50. 


NEO ZA: Are 


Per far conoscere questo nuovo periodico ”’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- 
versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non 
desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo serivendo nella copertina Respinto 
e ponendo sotto questa parola il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes: 
suna spesa di francatura. 


Rammentiamo che con la fine di Giugno termina il semestre durante il quale gli 
abbonati godono una riduzione sui prezzi di abbonamento ai 3 periodici Avicula, ti 
vista ‘e Bollettino. Coloro che non vogliono perdere questo diritto si affrettino per- 
ciò ad inviare il prezzo di abbonamento dell’anno corrente. 

Gli abbonati che hanno già saldata I’ annata per | Avicula inviando ora una 
sola lira (Estero L. 1,50) riceveranno anche il Bollettino del Naturalista per tutto 
l'anno, e compresi i fascicoli già usciti. 


Preghiamo tutti i nostri gentili abbonati di comunicarci sempre ; tutto quello che 
hanno occasione di osservare relativamente agli uccelli e che a loro sembri di qual- 
che interesse. 


Tutti coloro cui capitino ‘uccelli che non conoscono o che ‘sanno essere rari, sono 
pregati a conservarli in qualche modo o spedirli subito freschi appena morti come 
campioni senza valore, o per pacco postale, alla; direzione di questo periodico che pen- 
serà a farli imbalsamare, ed a pubblicare nel giornale quanto siavi di interessante, 


‘Onorificenza. Abbiamo appreso con vero piacere che il giovane ma valente or- 
SA prof. dott. conte Ettore Arrigoni degli Oddi di Padova collaboratore ‘di 
questo periodico e già da molti anni della nostra Rivista e Bollettino, è stato nomi- 

nato socio del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. Le nostre, sincere con- 
gratulazioni. i 


“Per mancanza di spazio abbiamo rimandata al fascicolo prossimo la continuazione 
e dl dell’articolo del Sig. Prof. Fabani sulla Analisi fonetica del canto degli uecclli, 


Dono importante. Abbiamo appreso dai giornali che i gentiluomini romani, marchesi 
Giuseppe Lepri e Filippo Patrizi, hanno donato al Museo ‘Zoologica della Università di 
a, la loro ricca raccolta ornitologica romana, che- con Lanto amore e studio sta- 
i formando da vario tempo. 

— Questo del dono rende certamente più importante la collezione ornitologica ro- 


90 


mana esistente in quel museo zoologico, ma ci auguriamo che i distinti donatori non 
abbandonino dopo ciò lo studio degli uccelli, da loro ben coltivato da diversi anni. 


Contro il trasporto delle Quaglie. Il Consorzio delle Società tedesche per la pro- 
tezione degli animali, presentò al Parlamento germanico una domanda, affinchè prenda 
le necessarie disposizioni per impedire il trasporto in massa delle quaglie vive at- 
traverso i domini dell’ Impero. 


Esportazione di uova. Secondo le relazioni dell’ Economato di Amburgo I° im- 
portazione delle uova nell’ Impero tedesco fu valutata, come segue : 
Anno 1894. ò 3 ; 68 milioni di marchi 
« 1895 . 5 ; È 72 ‘ a 
« 1896. 5 5 6 88 a « 
(N. B. Un marco = 1, 28 lire italiane). 
La sola Ungheria durante il 1896 esportò uova per 6 milioni e mezzo di fiorini. 


Grifone nella Slesia austriaca. Ai 20 maggio 1896 come annunzia l’'Ornith. 
Monatsschrift (n. 1, 1897) fu ucciso a Reihnviesen nella Slesia austriaca un Gri- 
fone © (Gyps fulvus). Se per le tre penisole meridionali d’ Europa ed in generale 
per tutti i paesi circumediterranei il Grifone non è un’ apparizione nulla affatto rara, 
merita invece di essere rilevata una cattura avvenuta ad una latitudine così nordica. 


Lo Storno assassino. Probabilmente il maggior numero degli italiani ignora che 
lo Storno — dannosissimo pei nostri vigneti — in Germania è tenuto quale uccello 
sacro e che tutte le campagne di celà, sono sparse di casselline messe apposità- 
mente affinchè esso vi possa porre il proprio nido. Ora il sig. E. Rzehak di Trof 
pavia, nel succitato periodico, racconta che nella tenuta d’ un privato di colà, presso 
ad una di codeste cassettine che conteneva una coppia di Storni nidificanti, venne 
a collocare il proprio nido anche una coppia di Fringuelli. Ma appena nacquero i 
pulcini di questi, lo Storno fu loro addosso e pigliandoli col becco, ad uno ad uno 
li lanciò sul suolo distruggendone in gran parte il nido. « E pare — così finisce 
il relatore — che l’amico Storno si prenda spesso di simili piaceri personali, ma 
forse non si vuol vederlo e molto meno pubblicarlo. ». È molto che un tedesco 
scriva così ! 


Nell’ Impero austro-ungarico la Lega per la protezione degli Uccelli, iniziata 
nel 1896, ora si è tanto divulgata, che quanto prima sarà presentata al Parlamento 
di Vienna una petizione che è già coperta di oltre 80000 firme. Lo scorso aprile 
fu tenuta a Graz la prima adunanza a cui intervennero le più alte personalità. 


SS SE E 
Ai 4 febbraio scorso morì a lacksonville (Florida) all’età di 60 anni 
il maggiore CARLO EMILIO BENDIRE 


direttore onorario della collezione zoologica dell’ Istituto Smitsoniano in Washington. 
Era uno dei più insigni conoscitori del mondo ornitico dell’ America settentrionale. 


CARLO WAHL da parecchi anni redattore della conosciuta Gazzetta uni- 
versale tedesca di Pollicoltura, morì a Lipsia ai 15 febbraio u. s. nella fresca 
età di 39 anni. 


91 


Dobbiamo già deplorare la morte di un nostro collaboratore, |’ illustre 
Dr. ERCOLE UNTERSTEINER 


CONSIGLIERE D' APPELLO IN PENSIONE 
del quale pubblicammo un articolo nel 1.° fascicolo dell’Avicula e ne incominciamo 
un altro nel fascicolo presente. Egli cessò di vivere a Rovereto, sua patria, 
il 28 aprile u. s. nell'età di 73 anni. Era un giurista dei più insigni, ma si col. 
livò (e pubblicò lavori stimati) anche nella letteratura, nella storia patria, nella 
musica e nell’ Ornitologia. 


RICHIESTE E OFFERTE 


#20 Magni dott. cav. Antonio Via Borgo nuovo 20 Milano desidera acquistare un ibrido 
A naturale di una delle fringillidae d'Europa (escluso il canarius), in pelle o preparato. Scrivergli. 


S. Brogi, Piazza del Carmine Siena, desidera acquistare anche in grandi quantità, siano 
freschi in carne, siano già messi in pelle, Barbagianni (Stràx fammea) Fraticelli (Sterna minuta). 


Vitt. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- 
zioni per cambi di pelli di uccelli e prega rimettergli l' elenco delle specie desiderate. 


V. Morandi; Villa Trezza. Ponte Milvio Roma, desidera soggetti purissimi di Gallina 
Gigante padovana bianca. 


Gaetano Esposito Gesariello di Messina tiene sempre pronte quaglie vive per 
tiro a volo. 


Chi desidera accessori per la falconeria può rivolgersi al Sig. A. Ungherini Via 
Valperga 19 Torino. 


È in vendita la raccolta completa delle memorie e verbali della Società toscana di 
Scienze naturali, formata di 25 volumi nuovi senza tagliare. Prezzo L. 165,00. 


ORNITOLOGI VIVENTI 


PB de_ 


Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli 


Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere l’ indiriz- 
zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- 
doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. 

(continuazione) 


BARNARD mM. P. Kennett Square Chester Co. (S. U. America). 
BARNES Henry E. Victoria and Albert Museum Bombay. 
BARNES XF. M. Lacon Marshall Co. (S. U. America). 

BARNEY Everett H. Springfield Mass (U. S. America). 

_ BARON O. 7. Lugon Vendée (Francia). 

. BARON Oscar T. Alameda Alameda Co. (S. U. America). 

— BARRET-HAMILTON Gerald E. H. New-Ross Leinster (Irlanda). 
BARRINGTON Richard Manliffe Bray Leinster (Irlanda). 


92 


54 Aia L'ho UU, } n CI 
iS dea a 


BARROWS Walter Bradford Professor of Zoology Agricultural College Ingham 


Co (S. U. America). 


BARTELS Max Heerenoeracht 248 Amsterdam, 

BARTLETT A. Dee Zoological Society Londra. 

BARTLETT £Qward Sarawak Museum Kuching Sarawak (Borneo). 
BARTSCH ‘Paul State University of Jowa Tovva City Iowa (S. U. America). 
BASKETT I. N. Mexico Mo. (S. U. America). 

BATCHBLDER Charles Foster T Kirkland Street Cambridge (S. U. America). 
BATES VV. C. 4 Lewis Street Worcester Mass (S. U. America). 

BAUER £. Karkutschstrasse 11 Stettin Prov. Pommern {Dentschland). 
BAUER /r. Sal Gratwein Steiemark (Austria-Uugheria). 

BEADEL /. L. The Cedars New Brighton (S. U. America). 

BEAL Foster Ellenborough Lascelles 1513 Kingman Place (S. U. America). 
BEAN I. Bellfield Nicollet Nicolett Co (S. U. America). 

BEARD Daniel Carter Dranghtsman ‘and Painter of Animals Hushing Que- 


cus Co (S. U. America). 


BEAUCAIRE Justin Istres Bouches-du-Rhòne (Francia). 
BECCARI Odoardo Borgo Santa Croce 12 Firenze, i 
BEDFORD. ZHerbrand Arthur Duke of 19 Belgrave Square S_W. Woburn 


Bedford (Inghilterra). 


BEDNARD Iuliws Director der Burgerschule Mistek Màhren (Austria-Ungheria). 
BEEBE C. VVilliam 73 Ashland Avenne Orange Essex Co (S. U. America). 
BEEMAN 7. W. Perth Ontario (Canada). i i 


(continua); 


Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. 


I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano 
e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, 
avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- 


sposizioni: 

Ciascuno dei 3 periodici formerà a fin d’anno un vo- 
lume di non meno di 150 pagine di testo 

Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in 
Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esterì, 
in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di 
ogiti anno con diritto ai fascicoli arretrati. 

. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- 
tiene come rinnuovato. 

Fascicoli, per saggio si spediscono gratis. 

Fasticoli separatilcostano cent. 80 peragni 16 pag: di testo. 

Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- 
tanza, si danno in dono 50. copie di estratti, purchè ne 
facciano richiesta quardo inviano i ‘manoseritti. 

lutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli 
che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 
cent. per numero, L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento fran- 
chi di porto, purchè li richiedano prima della pubblica- 
zione del giornale. 

I soli abbonati sono collaboratori. 

Perchè gli abbonati possano stare.in continua rela- 
zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- 
reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni 
gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- 
poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- 
cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, 
macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc, ecc. 

Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- 
sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non 
si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però 
ne viene accordata la ristampa, pagando. un piccolo com- 
penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli 


scritti che contengono offerte dì acquisto 0 di vendita, o che 
possono servire di reclame commerciale. 

Delle ‘inserzioni gratuite sono pubblicate solamente 
quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato }'ab- 
bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se 
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bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- 
noscere il proprio nome. In; questo; caso il rappresentato 
dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- 
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare 
un compenso da combinarsi. 

La direzionepuò, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub- 
blicare qualsiasicomunicazione.o memoria, senza:bisogno 
di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- 
blicati possono essere ritirati dagli autorià praprie spese. 

Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo, 
ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, 
purchè la richiedano entro l’ annata în corso, altrimenti 
i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. 

Inserzioni a pagamento: Quelle relative.alla/Storia Na- 
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. ll 
per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsì nelle ap- 
posite pagine costano L,l ogni2 centim. di spazio occu- 
pato in una colonna, 0 cent. 20 per linea corpo 8. Agli 
abbonati si fanno speciali facilitazioni. ; 

Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale 
menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. 

Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera 
risposta unisca i francobolli necessari, o serivain car- 
tolina con risposta pagata. 


Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 


S. BROGI, Direttore responsabile 


cop ; 
eu paea montata con ale in o parte bianche (difettosa) L. 4. 
sberi hortulanag' « « con remiganti primarie dell’ala sinistra, bianco giallastre T:3! 

« « « remiganti bianche con parte dello stelo ed estremità nere L, 6. 


78 Passer montanus in pelle, le parti scure sono colore isabella L. 2,50. o 
da 82 Passer italiae montata con le parti scure colore isabella L. 4 a 6. » 
s GSO « < le penne nere del petto sono rosso ruggine marginate di 
pa bianco L. 3,50. 
84 « « pelle quasi completamente nera e nerastra L. 3, 50. 
sd _« « « parti superiori chiare, le penne della macchia del collo e 


petto rugginose marginate di bianco L. 2. 
86 Fringilla coelebs JI montato, due terzi bianco L. 2. 


« 87 a 90 « « « isabellismo completo L. 6 e 7 l’ uno. 
91 « « d' «con le macchie bianche delle ali, il sottocoda e parte del 
capo rosso vinato L. 3,50. 
92 « « « conle macchie bianche delle ali color rosso vinato L. 2,50. 


93 Carduelis elegans juv. « con la parte superiore del capo bianco L. 2 
94 Sturnus vulgaris J' montato con la mascella superiore del becco lunga mm. 35 L. 5. 
95 Ibrido di corvus frugilegus e C. cornix montati L. 12. 
96 Pica caudata montata totalmente albina L. 15. 
97 Garrulus glandarius montata, bianca meno le penne delle ali e della coda (dif.) L. 7,50. 
98 Starna perdix montata, bianca meno qualche penna nelle ali L. 15. 
99 a 104 Machaetes pugnax montata J' e e $ albinismo parziale L. 4 a 6 
105 Gallinula cloropus in pelle con le ali volgenti al giallo ruggine L. 3,90. 
106 Anas boscas J' montata albinisuio parziale L 10. 
107 Sterna nigra 1n pelle con 2 macchie bianche ai Jati della testa L. 2 


SIENA - Gabinetto di Storia naturale di S. BROGI - SIENA 


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ve della seconda gene- e più volte premiati. 
Sp Bruco, ninfa Contro le Cavallette e la Tignuola dell'uva usate la RUBINA. 


Deposito e rappresentanza generale presso la Ditta Giacomo Maschio di Padova, 
la quale spedisce gratzs istruzioni in proposito, nonchè splendid» catalogo illustrato da oltre 
100 incisioni, dietro semplice richiesta. 

Per tutta la provincia senese unico Deposito e rappresentanza in Siena'all’ Agenzia 
di questo giornale Via di Città n. 14. 


GRATIS 


— Numero di saggio dell’ Acclimatazione Etaliana, giornale 
a Caccia, Toga Pesca, Coniglicoltura e Veterinaria; 


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all’Amministrazione di questi periodici in Siena Via di Città, 4. 


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Fascicoli 


l'abbonamento per tutti e tre questi periodici. 
Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri 
Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. A 


Annate arretrate quasi gratis 


Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche si cedono le annate arretrate della 
Rivista taliana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle- 
vatore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.8 serie completa com-_ 
posta di 12 annate, dal 1885 a tutto il 1896, per sole L. 18,00. : 

Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti ti 
Storia naturale. 

A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo mande-. 
Temo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici, 


| RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI | 


Sommario del fascicolo di Maggio 


De Angelis dott. Giovacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. Pag. 65. È 

Parsi Guido. Flora estiva dei dintorni di Civitavecchia. Pag. 69. (continuazione e fine). ="@ 

Cascella dott. Francesco. Cranio e cervello di un idiota microcefalo. (con fig.) Pag. 72. 
(continuazione e fine). 

Bellini Raffaello. Brevi cenni sulle località ammonitifere dell’ Umbria. Pag. 77. 

Leonardi dott. Cosimo. Rettili ed Anfibi del territorio di Girgenti. Pas. 28. 

Rivista bibliografica. Da pag. 80. a pag. 83. 

Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Zoologia, Paleozoologia, Alleva- 
mento degli animali (anno 1895) dal n. 921 al n. 970 — Idem, (1896) dal n. l. al n. 79. 
Da pag. 84 a pag. 88. di 


BOLLETTINO DEL NATURALISTA 


Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore - 
Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago 


Anbonamento annno pper l Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. 
Altri Stati L. 


Sommario del fascicolo del 15 Maggio 


Grillo dott. Niccolò. L'audizione colorata. Pag. 57. 

Fenizia prof. Carlo. Metodo per fissare ì colori d' anilina da. adoperarsi nella Microtecnica 
Vegetale Pag. 59. 

Failla Tedaldi L. Glossario Entomologico. (cont.) Pag. 60. 

T. A. Curiosità astronomiche del Maggio 1897. Pag. 63. 

COMUNICAZIONI. — Bargagli P. Nuovo metodo di osservazione per i movimenti delle Piante. — 
— Muzzioli dr. A. e Red. Balene — Plateau F. Fleurs et insectes — Sannino D. 
F. A. Disinfezione delle piante — Da pag. 65 a pag. 67. 

Insegnamenti pratici. Pag. 67. — Invenzioni e scoperte. Pag. 68. — Notiziario. Pag. — 
69. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 71. — Richieste, offerte 
ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 71 e 72 o 


Pubblicazioni in vendita presso l'Agenzia di quosto periodico - 


I funghi mangerecci e velenosi, descri- Lepidotteri italiani per A. Griffin Pag. 
zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 | 238 con l4 fig. L. 1,60. Na, 
tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1, 35. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- | 

Role des TODiAoe en agricolture par | tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50. 

JI. De Fischer. L. Meccanismo interno ed esterno del. 

Viaggio in Oricnte pel cav. dott. F. Tassi. | volo degli uccelli per il prof. ©. Faban 


Pag. 130 L 0,80. L. 0,60. 


tà VAC A VR 2 PR SR La TERE È RRENEIE Pi dg beato © 


eat = 


si Division of Birds /- 


ve SRNRDA ble, 


Conto corrente con la Posta, 


Siena - Luglio-Agosto 1897 Faso. 1 Siae 


ITALICUS 


per lo studio dell’Avifauna italica e per tutto quanto ha relazione con gli uccelli in generale 


Caccia, allevamento, nutrizione, acclimatazione, propagazione, malattie, emigrazioni, 
classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, cologia, nidologia, falconeria, pollicoltura, co- 
lombicoltura, varietà, mostruosità, ibridismi, ornitologia agraria, distribuzione geografica, 
utilità e danni delle varie specie, paleornitologia, ecc. ecc. 


TRI e 


Si pubblica per ora ogni 2 mesi, in fascicoli da 24 a 82 pagine 
Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 4. Per gli stati della unione postale L. 4, 50. Altri stati L, 5. 


© DIRETTORI ONORARI 
HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO 
Museo zoologico — Firenze Museo zoologico — Torino 
Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI 
UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA 


abbonamento costa quanto per 1’ Italia, ma 
norme stabilite nella detta convenzione. 


Collaboratori principali 
Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. 
A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. 
Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. 


‘Agenzia del giornale in Siena, Via Città 14, ed anche 


Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). 
Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). 
Carruccio cav. prof, Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firense. 

Damiani dott. Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. 
Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. È 
Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, 
Fiori prof, Andrea, Bologna. | Salisburghese. 

Gasparini prof. Vincenzo, Fano. | Vallon Graziano, Udine. 


Lepri march. Giuseppe, Roma. 


Collaboratori corrispondenti 


ttivi uffici postali o secondo le 


Per gli Stati che aderirono alla convenzione di Vienna \° 


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Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Manche dott. L. Valletta (Malta). © 
Caiani Gino, Firense. | Marchi prof. Giuseppe, Trento. GI 
Ceresole Giulio, Venezia. Monticelli prot. Saverio F., Cagliari. & 
De Ceglie Francesco, Taranto. Ohlsen cav. dott. Carlo, Roma, A 
De Leone Nicola, Z'eramo. Poli prof. Aser, Piacenza. 2 
* Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. cs (ai 
| Gioli dott. Giuseppe, S Frediuno a Settimo (Pisa). | Rossi prof. Torquato. e O 
Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Venezia prof. Y#yancesco, Castelvetrano ; S ; 
arati dott. prof. Edoardo, Piacenza. cilia). È, Eb 
nardi dott. Cosimo, Girgente. Fal 
eda i g WII: [SORIA 
ibasso sui prezzi di Abbonamento 5 


agina seguente) 


i 


TUTTI (COLORO CHE PAGANO L’ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TREMESI — 
DELL’ ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO AD ANNATA INCOMIN-. 
CIATA, inviando l'importo direttamente all’ Agenzia del giornale con sole lire cinque 
saldano l'abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure 
alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista; e con sole lire otto saldano l'abbonamento 
per tutti e tre questi periodici, e ricevono sempre tutti î fascicoli arretrati dell’ annata. 

Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri 
Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali, 


Annate arretrate quasi gratis 


Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche si cedono le annate arretrate della 
Rivista italiana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle— 
vatore, coltivatore, per sole L 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.2 serie completa com 
posta di 12 annate, dal 1885 a tutto il 1896, per sole L. 18, 00. Aci 

Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di 
Storia naturale. 7 

A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo mande- 
remo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. 


RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 


Sommario del fascicolo di Luglio 


Luzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanni Bianchi 
(Jano, Planco). Pag. 39. 

De Gasparis dr. A. e Bellini R. Alcuni schiarimenti su di una speciale produzione dell*isola. 
di Capri. Pag. 91. 

Facciolà dr. Luigi. Sulle uova del Conger vulgaris. Pag. 92 

De Angelis d’ Ossat dott. Gioacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. (cont.) Pag. 95. 

Balbi conte Emilio. Note sul genere Scotod:pnus Schaum ed osservazioni comparative sugli 
Scotodipnus Doderoi Balbi e Scotodipnus strictus Baudìi. (con una fig»). Pag. 100. 

Rivista bibliografica. Da pag. 104. a pag. 108. 

Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 108. a pag. 112. 


BOLLETTINO DEL NATURALISTA 


Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore 
Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Ghicazo 


Abbonamento annuo per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. 
Altri Stati L. 4. 


Sommario del fascicolo del 15 Luglio 15-Agosto 


Pincitore Marott dott. Giacomo. Colori protettivi. Osservazioni. Pag. 81. 

Budde-Lund G. La più antica civilizzazione del Globo. Pag. 85. 

Tirelli A. D. Curiosità astronomiche del Luglio 1897. Pag. 88. 

Failla Tedaldi L. Glossario Entomologico. (cont.) Pag. 90. 

COMUNICAZ!ONI. — Regàlia E. A proposito della nuova tribù di nani — Pincitore M. dr. G. 
A proposito della caccia clandestina al coniglio. Danni del diboscamento — Red. Pulitura 
dei fossili della creta — Dubini dott. A. Sulla fecondazione delle piante — Malinvaud 
E. Petites questions d’ortographie botanique — Neptunia. Le foche delle isole Prybiloff — 
Trinchera A. Produzione dei sessi a volonta — Galli. Azione venefica della salamandra 
maculata. Da pag. 93. a pag. 96. 

NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE Nota ittiologica (G. Moschella) — 
Orsi nel Trentino (A. B.) — Caccia alla tigre presso Parigi (Caccia e Tiri) — Quanto si 
paga il diritto di caccia nelle bandite in Francia — Le scuole di  piscicoltura — Ripopola- 
mento delle acque pubbliche. Pag. 96-97. x 

Spigolature di apicoltura e notizie sulle api. (L' ApicoLtorE). Pag. 97. 

Invenzioni e scoperte. Pag. 99. — Insegnamenti pratici. Pag. 100. — Notiziario. Pag. 
102. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 103. — Richieste, of- 
ferte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 103. e 104, je: 


Dott. AGOSTINO LUNARDONI 


°°. LI INSETTI NOCIVI ALLA VITE 


TUA loro vita, danni e modi per combatterli. Con 54 fig. in colori 
Volume premiato dal Ministero di agricoltura - 
E Prezzo L. 2,00. (Franco L, 2, 13). 


FADO NI e 


(e) 


AVICUTA' 


GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO 


SOMMARIO 


TE CATTURE DI SPECIE RARE ED AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Falconieri di 
IO Carpegna conte G. Notizie da Roma (Charadrius fulvus ecc.) — Angelini prof. G. 
Una partenza di Chiurlottelli — Bonomi prof. A. Aédon galactodes — Moschella G. 
Gennaia Feldegiir— Luzi dott. F. Platalea leucorodia. Da pag. 93. a pag. 96. i * 
ait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 | 
ed altre anteriori inedite) per servire allo studio dell'Avifauna Tridentina. Pag. 97. 
De Leone N. Contributo allo studio dell’Avifauna Abruzzese. Specie indigene dell’ Abruzzo vita 
| Teramano. Pag. 99. 09 
Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. (cont), Pag. 102. 
Angelini prof. G. Un quesito sulle migrazioni, Pag. 105. 
| VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI. Franzoi prof. Enrico. Albinismo di un passero. A 
‘Pag. 106. Met: 
Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte “i 
prima. Note d’indole generale sulla migrazione degli uccelli. (continuazione). Pag. 107. 
Fabani sac. prof. Carlo. Analisi fonetica del canto degli uccelli. (cont. e fine). Pag. 110. 
| Ohlsen cav. dott. C. La caccia e la proprietà. Pag. 113. 
| Untersteiner E. L’anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all’ aperto e fiori di lettura. 
3 (continuazione). Pag. 115. 
CACCIE E PASSAGGI. Da Teramo (F. De Ceglie) — Da Cagliari (P. Bonomi) — Il parere } 
del meteorologista (I. Gritti) — Da Maccarese — Gli ultimi giorni di caccia alle quaglie 
. in riva al mare — Previsioni e speranze per la prossima apertura di caccia (Red.) Da 
pag. 117. a pag. 119. 
Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 119 a 122. — Notiziario. Pag. 122 
a 123. — Richieste e offerte. Pag. 123-124. — Indirizzi di ornitologi piva 
zione). Pag. 124. 


Catture di specie rare od avventizie 
E NOTE ORNITOLOGICHE 


Roma 6 giugno 1897. — S° è chiuso il Maggio, e se esso riescì cinegetica- 
Tmenie poco fortunato (poichè il passo delle quaglie a marina si svolse poverissimo) 
fu invece per me, e pel mio compagno il Prof. Giovanni Angelini, singolarmente da 
cordare, per la rarità e varietà di parecchie catture ornitologiche. 

E innanzi tutto, non potremo davvero dimenticare 1’ avventurata apparizione del 


ra. Esso è maschio, quasi in perfetto abito primaverile ; la sua piccola statura. 
i terzo minore di quella del Piviere comune ; le sue subalari ed ascellari cene- 
inv ce dhe MAncHeo È lo spazio nudo delle tibie assai più Csi la colon 


slo sulla ione della specie. Il cacciatore, che lo uccise, volle 
r nostro mezzo donato alla già ricchissima collezione regionale della. nostra 


de è 


94 


R. Università; e noi ne daremo ufficiale comunicazione nella prima tornata scientifica 


‘della Società romana per gli studi zoologici. — E questo il secondo individuo colto 


nel Romano ; i altro è un maschio în abito d’inverno e fece parte fin qui della 
importante collezione dei Marchesi Lepri e Patrizi, testè parimente donata al Museo 
universitario. Ritengo, da quanto mi è noto, che questi due esemplari sieno gli unici 
fin qui colti sul Continente italiano, essendochè la presenza del piviere orientale 
era stata avvertita soltanto a Malta. 

Così mi piace tener nota della numerosa ed eccezionale comparsa dei bdeccapesei 
(Sterna cantiaca) sempre nell’istessa Isola Sacra, e sulle coste di Fiumicino e Maccarese. 

Ne uccilemmo quattro ; di cui due maschi bellissimi dal delicato color roseo- 
setaceo delle parti inferiori. Questa sterna giunge irregolarmente : taluni anni non 
se ne vede alcuna; taluni altri, come in quest’ anno, la sua comparsa è frequente. 
E questa stessa osservazione ebbe a fare sulle spiaggie di Messina il prof. Angelini. 

Ne fu dato pure arricchire la varietà della preda con le specie seguenti: Ster- 
nula minuta, Calidris arenaria, Pelidna Temminkii, e minuta, Glareola pra- 
tincola ; ed anche quest’ anno sulla duna arenosa, che avanzasi alla foce del Tevere 
uccidemmo il Gambecchio frullino (Limicola platyrhynea). 

Decisamente quest’ Isola teverina può ben dirsi sacra per gli Ornitologi : era 
il prediletto luogo di caccia dell’ illustre Principe Bonaparte ; e ci tiene in serbo di 
tratto in tratto piacevoli sorprese. Nel 1872 vi colsi ed uccisi il raro ed elegante 
Cuculo col ciuffo (Coccystes glandarius) e nel 1874 fra quelle giuncaja acquitrinose 
levai ed uccisi il voltapietre (Strepsilas interpres). Ma |’ ospite nuovo ed inatteso 
di quest’ anno non sarà tanto di leggieri dimenticalo. 


Guipo FALCONIERI DI CARPEGNA 


Una partenza di Chiurlottelli. La mattina del 15 aprile p. p. vidi sopra un iso- 
lotto arenoso alla foce del Tevere, un grosso branco di Chiurlottelli (Numenzus te- 


 nuîrostris, Vieill). Saranno stati una sessantina. 


Tentai di avvicinarmi un poco per inviar loro una scarica di pallinacci, ma fu 
inutile : ben presto incominciarono a dar segni d’ inquietudine, a pedinare, ad al- 
zarsi a volo, ed in breve volarono via tutti, andando a rimettersi sopra un’ altro 
isolotto poco lontano, e separato dalla costa da un canale più largo e più profondo. 

Visto il risultato del primo tentativo, rinunciai ad ogni idea di ulteriore inse- 
guimento, che avrei potuto fare anche coll’ aiuto di una barca : invece mi accordai 
con un altro cacciatore per far loro la posta sul calar della notte. 

Cacciando nelle vicinanze, potevamo tenerli d’ occhio : stavan fermi e tranquilli 
sul loro isolotto, e solo dopo qualche ora fecero un breve volo per tornare al posto 
di prima. Ciò accrebbe le nostre speranze: ma avevamo fatto i conti senza l’oste. 

Verso le ore 16 si levarono tutti improvvisamente e con grande fracasso, come 
se qualche cosa li avesse spaventati; provarono a spingersi in varie direzioni, ritor- 
nando sempre verso il punto di partenza, come incerti sul da farsi. Finalmente si 
decisero: li vedemmo elevarsi maggiormente nell’ aria, poi schierarsi in sola. linea 
normale alla direzione presa, come fanno i soldati al comando di sterdersiî per com- 
battere in ordine sparso: appresso il centro avanzò, le ali rallentarono il loro mo- 
vimento, e così l’intiero branco, presa la forma di un Y col vertice in avanti, sparì 
fra le nubi diretto verso Nord Est. 


95 


i Questa partenza inaspettata ci dispiacque, a dir vero, un poco, perchè deluse 
| le nostre speranze, di mettere in carniere qualcuno di quei bei uccelli: però io ne 
fui in parte compensato dallo spettacolo delle loro aeree evoluzioni, che si compirono 
con tanta rapidità ed eleganza, e che possono valere come esempio dell'ora e del 
modo, onde questi notturni migratori riprendono l’ interrotto loro viaggio. 

G. ANGELINI 
De Aédon galactodes (Boie). Al principiare del maggio u. s. il rev. D. Ant. Tait 

di Trento, valente conoscitore d’ uccelli, mi scriveva quanto segue : 

—_« Mi pregio di segnalarle un’ importante osservazione che mi fu dato di fare il 
29 p. p. aprile ad ore 4 1j2 pomeridiane. A pochi passi dal Ponte del Fersina in 
una siepe di Robinia pseudacacia vidi un uccelletto della statura d'una Auzicilla 
phoenicura, che pei suoi colori e movimenti insoliti attrasse subito la mia attenzione. 

Ecco quanto polei osservare : 

Coda piuttosto lunga, che l’ uccello apriva e chiudeva ogni momento a mo? di 
ventaglio. Pileo, occipite, interscapulio, dorso, rettrici mediane, copritrici e lati del 
- petto d’ un bel rosso-fulvo chiaro, quà e là più o meno carico ; gola, petto e ventre 
bianco, le 2 o 3 timoniere esterne da ogni lato terminante in una grande macchia 
bianco-candida, preceduta da una nera. 

Il grazioso uccellino svolazzava affatto vicino al suolo, era assai poco timoroso, 
di modo che potei avvicinarmigli fino a due metri di distanza ed osservarlo como- 
damente. Stavo pensando tra me il modo di impadronirmene, quando arrivarono di 
corsa due ragazzetti-che lo misero in fuga. 

Dopo quel giorno mi recai ancora nel detto luogo, ma non ve lo scorsi più. 

Consultati Friederich, e, Degland et Gerbe, dovetti conchiudere, che senza alcun 
dubbio 1’ uccello in parola è un Aédon galactodes (Boie) maschio; che, se non erro, 
5: | viene osservato per la prima volta tra noi ». 

—_—’La comparsa di tale uccello è non solo nuova pel Trentino, ma di grande im- 
portanza, perchè è specie rarissima in tutta Europa, meno che in Spagna. Abbonda 
nell’ Africa settentrionale, nidifica in tutta la penisola iberica e qualche raro individuo 
. fu colto in Italia, in Francia, in Germania, ad Helgoland e perfino in Inghilterra. 
Peccato che I’ individuo non sia stato catturato ! 

x Rovereto nel luglio 1897. A. Bonomi 


Gennaia Feldeggi o Falco lanario. Il 25 Marzo 1897 il prof. Achille Grimaldi, fa- 


i libri da me posseduti riguardanti l' Ornitologia italiana, non trovo disco quella 
‘a proposito del Falco lanario, credo utile descriverla qui brevemente. 

Becco celestognolo, gote e gola bianche, le prime con sottilissime striature nere, 
assai stretti. Parti superiori caffè con i margini delle penne lionate. Quasi tutta 
e lienato nocciola, seminata da macchie nere allungate. Parti inferiori bianche 


i 
N 


96 


con numerose macchie fulviece. Remiganti e timoniere ocellate. Statura quasi un 
maschio normale del Falco pellegrino. Iride scuro nocciuola, piedi giallo bluastri. 
Sesso, P. i 

Oltrechè per l’ interesse degli studii, ho creduto riferire tale descrizione perchè 
se gli intelligenti d’ Ornitologia, potessero confermarmi nell’ idea, trattarsi di un gio- 
vane Falco lanario, in tale caso, credo di essere il primo a descriverlo, nella nostra 
Italia, e resterò loro obbligatissimo. 

Reggio di Calabria, Giugno 1897. Giuseppe MoscHELLA 


Catture della Platalea leucorodia nell’ Agro Romano. Nell’ Aprile del 1894 venne 
recata a questo Gabinetto di Anatomia comparata una Spatola uccisa poco prima presso 
Fiumicino. Il compianto Prof. Gasco ne arricchi il museo facendoia convenientemente 
preparare. Ultimamente (20 Maggio 1897) visitando il laboratorio di tassidermia dei 
Fratelli Bertoni, bo veduto un’ altro esemplare ucciso pochi di innanzi nelle vicinanze 
di Nettuno dal Sig. Capitano Cerchiari. 

È inutile che qui diffusamente parli delle catture della Spatola in Italia; dirò 
solo che la Spatola è stimata uccello raro ed accidentale in tutta la penisola. Di 
catture di questi animali avvenute nella campagna di Roma non ho trovato menzione 
alcuna. Però nel Museo di Zoologia di questa Università si trovano quattro esemplari 
di Platalea leucorodia, due conservati nella collezione generale portavano per luogo 
di cattura segnato /talia e due nella collezione locale Agro Romano. In tatti man- 
cava ogni altra indicazione intorno all’ epoca della cattura ed alia località precisa 
dove era avvenuta. 

L’esemplare le cui spoglie sono nel Gabinetto di Anatomia comparata è una 
femmina. L’ abito suo è candido senza macchie, manca anche la macchia caratte- 
ristica di color cece intorno al collo, ha un ciuffo abbastanza sviluppato. Le remi. 
ganti primarie hanno lo stelo, la punta e perzione del margine interno di color nero 
fosco, nella prima e nella seconda poi anche molta parte del margine esterno è di 
questo colore. Lo stelo delle remiganti secondarie è nero per intero. 

L’ esemplare ucciso dal sig. Cerchiari è un maschio ; |’ abito è candido senza 
macchie, manca pure la macchia intorno al collo, manca il ciuffo. Le remiganti pri. 
marie e secondarie si presentano come nell’ esemplare precedente. 

Dai caratteri sopradetti credo poter dire che la femmina è appena adulta e che 
così forse si può dire del maschio; ma in qualunque modo esso è un giovane, che 
ha superato la prima muta. 

“Credo anche di poter concludere con sicurezza che la Spatola in primavera ap- 
parisce non di rado nell’ Agro Romano e specialmente nella parte bagnata dal mare (1). 

Roma 15 Giugno 1897. Dott. F. Luzi 


(1) Avevo già scritto questi appunti quando leggendo il 2.° numero dell’ Aviewla vidi an- 
nunciata dal sig. F. -R. la cattura della Platalea, avvenuta per opera del Capitano Cerchiari, 
dicendola fatta a Fiumicino; io confermo quanto sopra ho esposto. 


| RACCOLTA DI OSSERVAZIONI ORNITOLOGICHE 
(dal luglio 1895 al gennaio 1897 ed altre anteriori inedite) 


PER SERVIRE ALLO STUDIO DELL’ AVIFAUNA TRIDENTINA 
del Sacerdote ANTONIO TAIT di Trento 

«1. - Aquila chrysaétos Linn. (Aquila reale) — Verso la fine di agosto 1893 
«ne furono prese due sul monte Bondone, di cui una fu venduta a Trento e |’ altra 
venne spedita a Innsbruck. - Due nidiacei presi nelle roccie sopra Cavedago nella 
| primavera 1895 furono venduti al Sig. Cappelletti Giuseppe di Trento, che li tenne 
| Vivi per qualche tempo. - Un’ altra aquila fu catturata a Tezze agli ultimi di ottobre 
1895 e venduta a Trento non so a chi. Il 16 ottobre dello stesso anno ne fu uccisa 
una in Folgaria e spedita per la preparazione al perito Ornitologo Sig. Giuseppe Mar- 
chi Maestro civico a Trento. Un’ altra aquila finalmente presa in Garniga alla fine di 
|. settembre del detto anno venne preparata dal Sig. Ravagni di Trento. 

- Aquila noevia Briss. (Aquila anatraia) — Ai primi di maggio 1891 vidi 
alla Cervara presso Trento un giovane individuo di questa specie che era stato le-, 
vato dal nido sul monte Calisio. 

8. = Circoétos gallicus Gmel. (Biancone) — Ne fu preso uno a Sardagna ai 
18 settembre 1895: esso s’ era impigliato nelle reti d'un roccolo mentre insidiava 
non so che uccelli. - Altri due Bianconi, di cui ignoro la provenienza, furono pre- 
parati dal Ravagni durante |’ ottobre 1895. - Un bell’ esemplare di questa. specie 
ucciso a Croviana in Val di Sole i! 2 novembre 1896 venne donato al Musco di 
Trento. 

4. - Pernis apivorus Linn. (Falco pecchiaiolo) — Due belli esemplari, maschio 
e femmina, furono presi a Verla (Valle di Cembra) nel settembre 1896 e preparati 
dal Sig. Marchi. Lo stesso m' assicurò d’ averne parecchie volte trovati i nidi presso 
- Verla, 
5. - Astur palumbarius Linn. (Astore) — Il 14 gennaio 1896 vidi a Muralta 
presso Trento un Astore che stava ‘inseguendo un grosso branco di fringuelli. — Il 
Da Marchi preparò una femmina di Astore catturata a Mezzotedesco il 14 dicembre. 
Sa essa misurava m. 1,12 d’ apertura d’ ali. 
Re nisus Linn, (Sparvier e) — ENIDIO portati in gran numero sil 


‘= Aesalon regulus Gigl. (Smeriglio) — Il 14 maggio 1896 potei osservarne. 
lungo la riva dell’ Adige poco discosto da Trento. 
Las Erythropus vespertinus Linn. (Barletta) —- Dal maggio al settembre 1896 


98 


ne osservai moltissime volte un paio che, partendosi verso il crepuscolo da un colle 
poco distante, s’ aggirava sempre nella stessa direzione sopra una parte della città. 
- Nell'ottobre dello stesso anno il Sig. Marchi ne preparò nna femmina presa in Campo 
trentino. 

10. - Tinnunculus alaudarius Gmel. (Greppio) — Tanto nell’ estate 1895 che 
in quella 1896 lo osservai molto numeroso nella Valle deli’ Adige da Ala fino a Bol- 
zano, come pure nelle Valli di Fiemme e Fassa. - Nell’ ultimo autunno ne furono 
presi moltissimi; mel solo mese di ottobre ne vennero a mia cognizione più dn venti 
catture fatte parle a Trento, e parte a Lavis. 

11. - Syrnium aluco Linn. (AZlocco) — Il Sig. Marchi ne tenne uno vivo per 
vari Di era stato levato dal nido a Lavis ai primi del luglio 1896. 

- Nyctale Tengmalmii Gmel. (Civetta capogrosso) — Molto comune nei 
Di È lago di Caldonazzo. - Verso la metà di settembre 1896 il Marchi ne pre- 
parò due esemplari presi a Lavis. Il 25 del novembre seguente ne ebbe una viva 


da Calceranica; altre due ne ebbe dalla stessa località una settimana dopo. Una tra 


queste era veramente un esemplare tipico per la vivezza delle tinte, e specialmente 
per le fascie brune attraverso |’ addome molto appariscenti. 

13. - Athene noctua Scop. Var. meridionalis Sharpe (Civetta comune Var. 
meridionale) — Fu presa nella cavità d’ un salice presso Lavis dal Sig. Marchi nel 
settembre 1896. Ora venne acquistata dal Museo di Trento. È alquanto più grossa 
delle solite civette e chiazzata di fulvo-chiaro sull’ addome. 

14. - Glaucidium passerinum Linn. (Civeita nana) — Ne vidi tre esemplari 
presso il più volte citato Sig. Marchi da lui presi a Verla nel settembre 1896: va- 
riavano assai tra di loro nelle dimensioni. 

15. - Bubo maximus Sibb. (Gufo reale) — Il Sig. Cappelletti di Trento ne 
trovò avanti qualche anno, ai 26 di giugno, quattro individui in un boschetto sopra 
Ravina. - Nella seconda metà d’ agosto 1895 io ne vidi uno due o tre sere di se- 
guito volare sopra la città di Trento. - Il 10 gennaio 1896 mi fu dato vederne uno 
preparato dal Sig. Ravagni catturato nei pressi della città. Alla metà d’ ottobre dello 
stesso anno ne fu ucciso un bell’ individuo giovane a Belvedere presso Ravina e pre- 
parato dal Sig. Marchi. L’ uccisore assicurava d’ averne veduti altri ancora nella 
stessa località. - Il Sig. Marchi li osservò nidificanti. nei crepacci delle rocce tra i 
« Vodi » e Mezzolombardo, ove si trovano in buon numero. In quel luogo ne fu- 
rono presi tre durante il 1896: uno in aprile, uno in luglio ed uno in ottobre; que- 
st’ ultimo si conserva vivo dal Sig. Donati di Mezzolombardo. - Uno finalmente fu 
portato al Sig. Marchi da Cembra il f2 dicembre 1896; era un bellissimo esca 
maschio. 

16. - Otus vulgaris Flem. (Gufo comune) — \l Sig. Marchi ne preparò nel: 
l'ottobre 1896 tre individui, dei quali uno preso a Mezzolombardo, uno a Roncafort 
ed uno a Gardolo. Il 30 dicembre ne ebbe un altro, e due ancora il 16 gennaio 
1897 presi a Lavis. 


ia vidi pure un individuo di questa specie preso nei dintorni di Trento nell’ ottobre 1896. 
18. - Scops giu Scop. (Assiolo) — Una copia di assioli nel maggio 1895 di- 
strusse molti nidiacei nella Villa Sidoli presso Vela di Trento. - Presso il Sig. Marchi 
ne vidi due esemplari di cui uno preso al « Palazzo delle Albere » presso Trento 
alla metà di luglio, un altro ucciso a Verla durante il settembre 1896. - Il detto 
- Signore mi assicurò, che dietro le sue osservazioni, gli assioli nati sui monti sono più 
. fulvi, quelli nati in pianura più chiari e biancastri: infatti i due individui mostratimi 
| provano l'esattezza della di lui asserzione. 

a 19. - Gecinus viridis Linn. (Picchio verde) — Lo osservai molto numeroso nella 
Valle di Fassa durante l'estate. - Tutti gli anni poi in autunno i picchi verdi vengono 
portati in gran numero sul mercato di Trento; nell’ autunno 1896 ne vidi ancora 
| pià che negli anni precedenti. 


(continua) 


CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELL’ AVIFAUNA ABRUZZESE 


Specie indigene dell’ Abruzzo Teramano 


== I 


o ORDINE I. Rapaci - Accipitres 


Aquila Chrysaétus (Linn.) Aquila. Sugli Appennini è abbastanza rara. 
. Pandion Haliaétus (Linn.) Falco pescatore. Non molto comune. 
Buteo vulgaris (Leach.) Poiana. Di passo nel Marzo e nell’ Ottobre. 
. Milvus ictinus (Savig.) Nibbio. Sedentario ma raro. 

Astur palumbarius (Linn.) Astore. Molto raro. 

Accipiter nisus (Linn.) Sparviere. Comune e di passo. 
| Falco peregrinus (Tunst.) Falcone. Abbastanza comune. 
| Cerchneis timmunculus (Linn.) Gheppio. Sedentario e comunissimo. 
Strix fammea (Linn.) barbagianni. Oltremodo comune. i 
"Syrnium Aluco (Linn.) Allocco. Do 
Athene noctua (Scop.) Civetta. Comunissima. sa 
 Bubo maximus (Ger.) Gufo reale. RE 
Asio otus (Linn.) Gufo, allocco. Comune. AVRAI 
Scops giu (Scop.) Assiolo. 


ORDINE II. Picariae 


inor (Linn.) Picchio minore. i 
quilla (Linn.) Z'orcicollo. Comunissima dall’ aprile al settembre: 
canorus (Linn.) Cweulo. Arriva nell’ ultima quindicina di aprile per ri- 


el settembre. 
ue 


ale, spe 


100 


Coracias garrula (Linn.) Ghiandaia marina. Di passo. 
Alcedo ispida (Linn.) Marlin pescatore. 
Upupa epops (Linn.) Upupa. Comune. 


ORDINE III. Passeres 


Cypselus melba (Linn.) Rondone alpino. Comune nei luoghi rocciosi. 

Cypselus apus (Linn. Rondone. Comunissimo dalla prima quindicina di Maggio 
all’ Agosto. i i 

Chelidon urbica (Linn.) Balestruccio. Comunissimo. 

Hirundo rustica (Linn.) Rondine. Comunissima. 

Cotile riparia (Boie) Topino. Accidentale. 

Lanius collurio (Linn.) Averla piccola. Comune, 

Regulus cristatus (Koch.) Regolo. Comune. 


Regulus ignicapillus (C. L. Brehm.) Regolo comune. Comunissimo, massimamente _ 


nell’ inverno. 

Aegithalus pendulinus (Lion.) Pendolino. È specie alquanto rara. 

Parus coeruleus (Linn.) Cinciarella. Comunissima. 

Parus maior (Linn.), Cincia maggiore. Comunissima e sedentaria. 

Certhia brachydactyla (G. L. Brehm.) fampichino. Raro. : 

Troglodytes parvulus (Koch.) Sericciolo. Non è molto comune specialmente 
nell’ estate. 

Turdus viscivorus (Linn.) Tordela. Comune ; scende al piano solo nell’Ottobre 
per tornare ai monti al solo apparire della primavera. 3 

Turdus musicus (Linn.) Tordo. Comunissimo. Di passaggio come Ja specie 
precedente. î 

Turdus italicus (Linn.) Tordo sassello. Raro. 

Merula nigra (Leach.) Merlo. Sedentario e comune. 

Monticola cyanus (Linn.) Passera solitaria. Comunissima. 

Cyanecula Wolf (G. L. Brehm.) Pe” azzurro. Rarissimo. 

Erithacus rubecola (Linn.) Pettirosso. Comunissimo. Scende al piano solo nel 
l'inverno. 

Luscinia vera (Rund.) Usignolo. Comunissimo. Arriva nell’ Aprile tra noi, nidi- 
fica, e nel Settembre riparte. : 

Sylvia hortensis (Lath.) Beccafico. Gomunissimo nei capanneti e negli orti 

Sylvia atricapilla (Linn.) Capinera prete. Poco abbondante. 

Sylvia cinerea (Bechst.) Sterpazzola. Abbastanza rara. Estiva. 

Philloscopus bonellii (Vicill.) Luì bianco. Rarissimo ed accidentale. 

Motacilla alba (Linn.) Cutrettolu. Molto abbondante. 

Anthus trivialis (Linn.) Pispola. Comune in Settembre. 

Anthus pratensis (Linn.) Pispolu comune. Di passaggio. 

Alauda arvensis (Linn.) Lodola. Abbondantissima e sedentaria. 


Alauda arborea (Linn.) Tottavilla. Comune. 
Galerita cristata (Linn.) Sterlacca. Comune. si) 
Emberiza hortulàna (Linn.) Ortolano. L, 
Passer domesticus (Linn.) Passero oltremontano. Straordinariamente abbondante. 

| Sedentario. : 
Passer italiae (Vieill.) Passero reale. Comunissimo. Sedentario. 

Passer montanus (Linn.) Passera maltuyia. Passa nel Marzo e nell’ Ottobre. 
Petronia stulta (S. F. Gmel.) Passero montanaro. Comune. 
Montifringilla nivalis (Linn.) Fringuello alpino. (Molti asseriscono che si trovi 

«sul Gran Sasso; io non ne ho mai potuto trovare). 

Fringilla coelebs (Linn.) Fringuello. Comunissimo. Si trova al piano solo nel 
l'inverno. 

Ligurinus chloris (Linn.) Verdone. Comune. 

Carduelis elegans (Steph.) Cardellino. Comunissimo e sedentario. 

Serinus hortulanus (Kock.) Verzellino. Molto comune e sedentario. 

Cannabina linota (I. F. Gmelin.) Montanello. Comune e di passo. 

Sturnus vulgaris (Linn.) Storno. Di passo nel Marzo e nell’ Ottobre. 

Pastor roseus (Linneo) Storno roseo. Di passo e molto raro. 

Oriolus galbula (Linn.) Rigogolo. Abbastanza comune, specialmente sulle sponde 
del Tavo. È di passaggio primaverile ed autunnale. 

Pyrrhocorax graculus (Linn). Corvo nero. Sedentario e comune sui monti. 

— Corvus corax (Linn.) Corvo imperiale. Meno comune del precedente. 

Corvus monedula (Linn.) Taccola. 

Pica rustica (Scop.) Gazza. Comunissima e sedentaria. 

Garrulus glandarius (Linn.) Ghiandaia. Comunissima in tutte le stagioni. 


ORDINE Columbae 


Columba palumbus (Linn.) Colombaccio. Di passaggio nella prima quindicina di ; 
Ottobre. Assai frequente. È meno frequente nel passo primaverile. “nad 
Columba livia (Bonnat.) Piccione torraiolo. Coraunissimo, nidifica nelle fessure 


ORDINE Gallinae S 
-Perdix saxatilis (Meyer) Coturnice. Sedentaria e comunissima,; massimamente 


102 


Charadrius pluvialis (Linn.) Piviere. Piuttosto raro. i wo 
Machetes pugnax (Linn.) Gambetta. Abbastanza scarso. 
Limosa melanura (Lusl.) Pittima. Di passo e rarissima * 6 
Scolopax rusticola (Linn.) Beccaccia. Assai comune specie nei passi. d 
Gallinago major (T. F. Gmel.) Croccolone. 
Gallinago coelestis (Frenzel.) Beccaccino. 
Rallus aquaticus (Linn.) Gallinella. Comune d’ inverno lungo le acque. 
Gallinula chloropus (Linn.) Gallinella acquatica. Non molto comune. 
Fulica atra (Linn.) Folaga. È specie invernale e rara. 
Ardea cinerea (Linn.) Atrone cenerino. Nel passo primaverile non è molto scarso. 
Ardea porpurea (Linn.) Airone rosso. Non molto comune. 
ORDINE Anseres 
Anser cinereus (Meyer) Oca. È assolutamente invernale. Poco comune. 
Anas boschas (Linn.) Germano reale. Comunissima nell’inverno lungo i fiumi. 
Nettion crecca (Gigl.) Marzavola. È comune nell’ inverno. 
Sterna fluviatilis (Naum.) Rondine marina. È di passo. Comune. 
Sternula minuta (Lion.) Mignattino. È specie estiva e piuttosto comune. 
Hidrochelidon pigra (Linn.) Mignattino, crocalina. È più frequente della specie S 
precedente. Estiva. 
Chroocephalus ridibudus (Linn.) Gabbiano. Nell’ inverno è comunissimo. 
Chroocephalus minutus (Pall.) Gabbianello.. Questa specie è meno comune 
della specie precedente e pure invernale. 
Colymbus sempentrionalis (Linn.) Stro/aga minore. È rarissima. 
N. De Leone 


G. VALLON 


Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli 


(continuazione) 


ne _—_ = 


V., PLECTROPHANES LAPPONICUS Linn, 
Zigolo della Lapponia 


Questo zigolo fino all’ anno 1890, e, cioè per dodici anni dalla mia venuta nel Friuli, 3 
non ebbi mai occasione d’ incontrarlo o di vederlo sul nostro mercato, nè in altri. siti si 
‘della provincia seppi che fosse stato catturato. Nell’ inverno del 1890 ebbi un maschio Lic 
ed una femmina, adulto il primo, giovane la seconda; nel gennaio dell’anno seguente 23 a 
una femmina adulta, nel novembre del 1892 un maschio giovane, poi nessuna comparsa 
più nei due anni susseguenti 1893 e 1894. Nel novembre del 1895 potei avere un indi- Sa 
viduo vivo, il quale continua a formare oggetto delle mie osservazioni, e finalmente il 
giorno 22 dicembre del 1896 catturai un maschio. 


L'individuo vivo, che conta presentemente un anno e mezzo di cattività, sembrava 


 dall’abito una femmina, e tale la ritenni fino al mese di marzo dell’ anno in corso; tanto 


più che il piumaggio per le mute di primavera, non aveva subito variazione alcuna, e per 
il motivo anche che un maschio del Basettino (Panurus biamicus), il quale, oltre a molte 
altre specie ne condivide la prigionia, era allo zigolo corteggiatore assiduo e ben cor- dad 


risposto. Quella, per la bellissima veste, graziosissima Cincia, ma burbera ed intollerante 


con tutti i suoi pennuti compagni, e che aveva l'incredibile ordine di tenere in rispetto 
alla mangiatoia persino un Cannareccione (Acrocephalus turdoides) dal corpo doppio e 
dal becco potente e che non la paventava un Rigogolo (Oriolus galbula), aveva per 


lo zigolo ogni sorta di attenzioni. 


_ Sennonchè con mia somma meraviglia gli ultimi giorni del marzo, intesi. venirmi al- 


l'orecchio dalla gran gabbia, un canto che fino allora non avevo per anco udito, un canto de 
nuovo affatto. Ascoltai ancora attentamente ed osservai bene tutti i miei bravi cantori. 
Accovacciato sul bastoncino - come è suo costume di passare gran parte del tempo - lo \ 


Zigolo moveva un po’ la testa, e le penne della gola si sollevano visibilmente. Non c’era DN 
‘più dubbio, e poco dopo n’ ebbi più valida conferma, che fattisi per alcuni istanti silen- TORGI 
pe ziosi gli altri, udii netta la sua canzoncina semplice, ma graziosa e per nulla consimile Va 
a quella degli altri congeneri. A me pare che questo suo canto s’ avvicini più, sia per la SALI 
durata, sia ancora per la maggior estensione delle note, non mai però per la potenza, a Je: 
quello dell’ Allodola. Forse ricorda un poco anche quello della Passera a MOR rioRs è ai 
senza confronto, più forte. 


E così questo individuo che per tanto tempo non aveva fatto udire che igiicalione At 
il grido di richiamo (che poi s’ avvicina a quello degli zigoli) e quello di spavento che ; 
sarebbe un cerr-cerr aspretto e cupo, e che per conseguenza me lo faceva ritenere as- v 
 solutamente per una femmina, si mostrava di recente un maschio valente per il suo : 
canto simpatico. i 
Del resto la questione dell’abito non tramutato nè nella prima, nè nella seconda 


primavera, non mi è nuova; uno Spioncello (Anthus aquaticus) mi vesti l’ abito di nozze 


del maschio appena nella terza primavera di sua cattività; uno zigolo gola rossa (@m- 


berizza leucocephala) ed un Migliarino di padule ((Schoenicola schoeniclus) vestirono l’ abito 


adulto appena nel secondo anno, ed in generale osservai che quasi tutte le specie, eccet- 
suate forse le Cutrettole, che sono rapidissime nella muta, stentano a mutar l’ abito in 
primavera quando vivono in cattività. 


È giorno accovacciato sul bastoncino piu ni della gabbia, senza disturbar nessuno e senza 


attaccar RES mai coi suoi cenone ea Ogni qual Punti, Ia tre o Oggiaro volte al Gui 


r corre la gabbia ba volte dall’ alto in basso ed in giro, il suo volo è pesante. 
terreno non saltella, ma cammina alternando le gambe e ‘muovendo un po il 
po d ogni. passo da destra a sinistra o viceversa, così da sembrare quasi impacciato | 


T 


104 


questi e per quelli, disposto in differenti recipienti. Per gl’'insettivori, aggiungo sempre 
al cibo ordinario, loro confacente, della canape triturata. Ebbene, lo zigolo in parola, non 
l’ ho veduto prender cibo che esclusivamente assieme agli insettivori, pigliando quà e là 
anche dei bacherozzoli. 

Leggo in una nota, gentilmente inviatami dall’egregio signor Dal Fiume (Milano 1895) 
« Il Calcarius lapponicus nel Veneto =, che per osservazioni fatte in quest’ ultimo quin- 
quennio si può stabilire con sicurezza che questa specie è assai meno rara nel Veneto 
di quanto è stato detto. Ho già fatto notare nell’introduzione di questo breve mio cenno, 
che nella provincia del Friulilo Zigolo della Lapponia fece la sua prima comparsa nel- 
l’anno 1890, ed escludo nel modo più positivo che dal 1878 fino al 1890, alcun individuo 
si sia fatto vedere. Furono precisamente quelli gli anni ch'io, posso dire, senza posa ho 
corso la provincia da un capo all’ altro ed ho visitato con la maggiore assiduità i mer- 
cati degli uccelli, esaminando accuratamente tutti i mazzi che venivano esposti. 

Dai vari lavori, per le singole provincie italiane, che ho sott’ occhio, risulta bensì 
che questo Zigolo sia stato catturato quà e là da noi prima del 1890, ma in numero 
limitatissimo, così il Giglioli (Avif. Ital. 1896) ne cita due, una femmina di Pistoia del 
1875 ed un maschio di Firenze del 1881; il Cavazzi (Mat. per una Avif. del Golfo di 
Spezia ecc.) un maschio di Sarzana del 1861; il Ferragni (Avif. Crem. 1885) un indi 
viduo (d' o ©?) di Longardore del 1887; ed il Bonomi (Nuove contrib. all’Avif. Trid. 
1889) ne cita tre; uno del 1857, l’altro del 1878 ed il terzo della fine di dicembre 
del 1886. Annoveriamo anche l’ individuo di dubbia data di cattura che trovasi nella 
raccolta del Dr. E. Arrigoni degli Oddi e che sarebbe stato preso ad Ancona il 5 Mag- 
gio (2) 1883, ed abbiamo un totale di otto individui fino al 1890; da quell’ epoca il nu- 
mero delle comparse aumenta considerevolmente ed il Dal Fiume ne conta % (1); il Conte 
Arrigoni degli Oddi 4 (2); Gianese di Lonigo 4 presi nel 1890 ed una quindicina 
nel 1892 (3); 5 il Dal Nero di Verona (4); 6 ne cita il Bonomi da Rovereto (5); 2 il 


Fabani dalla Valtellina (6) e 6 li ebbi io stesso, un totale almeno di una cinquantina _ 


d’ individui, la di cui cattura è certa. 

Dalle opere di cui dispongo, e che ho voluto pazientemente consultare, risulta che 
questo Zigolo venne preso ancora nei seguenti paesi d’ Europa: 

Danimarca (Litken) rarissimo e solo nei rigidi inverni. 

Olanda (Albarda) molto raro e non tutti gli inverni. 

Austria-Ungheria (Tschusi e Homeyer) assai raro d’ inverno. 

Russia ‘settentrionale-occidentale (Homeyer). 

Svezia (Sundstròm) raro. 

Islanda (Grondal) raro nell’ inverno. 

Polonia (Tasezanowsky) rarissimo; anzi non è constatata che una sola cattura avve- 
nuta ai primi di marzo del 1860. ; 


(1) Il Calcarius lapponicus L. nel Veneto. Nota ornitologica. Milano 1895. 

(2) Bollettino del naturalista. Siena 1892 e 1894. 

(3) Bollettino del naturalista. Siena 1891 e 1892. 

(4) Bollettino del naturalista. Siena 1891 e 1892. 

(5) Ornit. Jahrb. 1896 - Mat. per una Avif. trid. 1891. Contrib. all’ Avif. tridentina 1893, 
Avicula 1897. 

(6) Bollettino del naturalista. Siena 1891. 


|. Belgio (Dubois) due esemplari, una femmina presa il 28 ottobre 1889 ed un maschio 
il 19 ottobre 1887. 

Germania (Blasius). molto raro. 

Svizzera (Studer e Fatio) un esemplare nel 1816 ed uno nel 1868, e trovo finalmente 
che il Nehrling (Journ. f. Ornit. 1881 e Die Nord-Amerin. Vogelw. 1891) lo dice ab- 
bastanza frequente nell’ inverno nell’ Illinois, Missouri, Cansas e Kentuky. 

La vera patria dello Zigolo della Lapponia è la regione artica circumpolare ed abita 
particolarmente la Tundra tanto al piano che al monte. 


UN QUESITO SULLE MIGRAZIONI 


La vita degli animali ci presenta di continuo tanti piccoli problemi, ai quali ge- 
neralmente non si riflette, o vi si pensa troppo poco per trovarne la spiegazione. 

Lo scorso marzo un esperto cacciatore del mio nativo appennino mi diceva : 
1 « Stamane il cane mi ha trovato diverse pasture di beccaccia freschissime, ma 
non ha potuto levare una sola beccaccia. Questo fenomeno ogni tanto succede: come 
sì spiega? 

« Evidentemente, risposi io, quel'e beccacce si erano fermate per riposarsi o 
per mangiare ; poi hanno seguitato il viaggio. 

«Ma di giorno non viaggiano, e quindi in qualche parte saranno andate a fermarsi. 

« Certo. 

« E allora altre, che avran fatto lo stesso più indietro, avrebbero dovuto venire 
a fermarsi nel bosco da me esplorato. Come va che non ne ho incontrata alcuna ? » 

Senza dubbio l'osservazione è ragionevole, ed anche un poco imbarazzante. 

Noto che il tempo si era da vari giorni messo al bello, e scorrevano delle notti 
serene con aria mite e tranquilla. 

Io, come ho avuto occasione di esporre in altro mio lavoro (1) ho osservato un 
‘fenomeno simile nel passo primaverile delle quaglie in Sicilia, presso Messina, quando 
in determinate condizioni volge il vento a Scirocco: questo vento è quivi allora 
“contrario alla migrazione, e le quaglie, molto probabilmente, tornano indietro. 
Questa spiegazione però non può valere per il caso sopra citato delle beccacce : 
dunque dev’ esservi qualche altra ragione. 

Non sempre un dato effetto procede dalla stessa causa. 

Osserviamo che è cosa innegabile, riconosciuta da tutti i cacciatori, che, durante 
il passo, i tempi variabili e burrascosi sono quelli, in cui succede, com’ essi dicono, 
di fare dei buoni carnieri, o di pigliare dei cappotti solenni : invece, quando la 
la stagione trascorre buona ed uniforme, ben difficilmente accade di fare buone cac- 
‘ciate : però qualche cosa si trova quasi tutti i giorni. Vuol dire dunque che nel primo 
caso gli uccelli, non potendo fare il loro comodo, sono costretti, come i bastimenti 
velieri, ad approfittare delle sole giornate favorevoli: quindi il tempo utile diventa 
| così ridotto, ed il passo intermittente e affollato: nel secondo caso invece i migratori 


"i Vedi Contributo allo studio delle migrazioni ornitiche ecc. in Bollett. della Soc. Ro- 
una per gli studi zool., vol. V, pag. 142 e 143. 


106 


passano più a rilento, con tutto loro agio, e la migrazione avviene in modo più uni- 
forme e continuo.. 

Oltre a ciò coi tempi incerti e burrascosi i migratori non si fermano dovunque, 
ma cercano, per sostare, località convenienti, ove possano, in caso di bisogno, trovar 
cibo e difesa : invece, con tempi sicuri, non si preoccupano tanto dell’ alloggio, stan 
fermi solo per poco, volano più che possono, e, quando sono stanchi o li coglie l’ora 
del riposo, un cespuglio qualunque è buono a nasconderli per poche ore. 

Posti in egueli condizioni non faremmo altrettanto anche noi? 

Così succede che colla buona stagione, e sopratutto nel passo più frettoloso di 
primavera, non di rado il cacciatore raccolga la prova che certi migratori hanno solo 
brevemente sostato negli ordinari loro a‘berghi, e gli stessi sembrano anche più rari, 
perchè, invece di addensarsi nei luoghi più adatti, si sparpagliano maggiormente 
lungo il loro percorso. 

Ecco quale, secondo me, dovrebb” essere la ragione del fenomeno sopraccennato. 

Come si vede, la questione è semplice, ma non per questo immeritevole di con- 
siderazione : sono i piccoli fatti ch», una volta studiati e posti in chiaro, ci danno 
la chiave per risolvere problemi più complessi. — Un falto accertato, una spiega- 
zione trovata, di qualuque entità essa sia, è sempre un guadagno per la scienza: 
quanto interessino le osservazioni particolareggiate di fenomeni semplicissimi, in ap- 
parenza anche futili, lo dimostrano abbastanza le opere di Darwin, il quale solo per 
questa via scoperse tanti nuovi rapporti, e giunse al più alto grado di sintesi scien- 
tifica, a cui si sia mai pervenuti nel campo delle scienze biologiche. 


G. ANGELINI 


Varietà - Mostruosità - Ibridismi 


Albinismo di un passero (Passer italiae Vieill.). Un signore di qui tiene da 9 
anni circa quest’ uccello singolare. Fu preso nel nido sul tetto del cimitero assieme 
a quattro fratelli di tinta comune, che morirono poco dopo, e fu nutrito con GIZie5 
tini di carne triturata. 

Fu sul punto di morire quando doveva divenire autofago, ma dopo due giorni 
superò questa crisi e si mantenne sempre sano. Il suo colore è bianco, tendente quà 
e là all’isabellino, nelle timoniere prevale la tinta cenerognola. L’ occhio è rosso, 
molto scintillante. E assai familiare, esce dalla sabbia anche mentre il padrone pranza, 
predilige il riso cotto, la pasta cotta, mangia ‘Scaglivola e semi. 

E, come ben accenna Brehm, parlando dei passeri, in modo straordinario amante 
del bagno, talmente che in ogni stagione ad ogni ora, quando può uscir di gabbia, 
si strofina sulla bottiglia, quasi indicando che gli si versi dell’acqua sul piatto, nel 
quale si bagna con incredibile voluttà. 

In mezz’ ora, alla mia presenza, si bagnò due volte ; la seconda, dopochè io 
gli avevo rinnovata l’ acqua del piatto, dove si era bagnato la prima. 

Quanta gente è più trascurata degli animali nell’ ubbidire alle leggi d° igiene © 
di pulizia ! 

Santelpidio al mare (Marche). Prof. Enrico Franzoi 


i 


PARTE PRIMA 


NOTE D' INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI 


(continuazione) 


PE n 
‘ La facilità di dirigersi può diminuire, non eliminare le fatiche del viaggio e il 
dispendio di forze occorrenti per compierlo, che a prima vista sembra dover essere 
enorme. Anche da questo Jato la natura fà benigna verso i volatili e |’ organismo 
loro è il più perfetto che immaginar si possa. L'uccello che vola negli spazii atmo- 
sferici fù, bene a ragione con felice similitudine, paragonato ad una navicella che 
agilmente si muove alla superficie del liquido elemento: lo sterno tien luogo della 
chiglia, le ali dei remi, la coda del timone, il becco della prora, e come sulle acque 
la velocità del battello è proporzionale alla sveltezza della costruzione non solo, ma 
anche alla lunghezza dei remi ed alla robustezza delle braccia che li manovrano, 
così nel volatile la potenza e la rapidità del volo stanno in relazione della lunghezza 
+ delle ali e del maggiore o minore sviluppo dei muscoli pettorali che son destinati a 
i porle in movimento. Dalla giustezza del paragone derivano la denominazione di re- 
miganti data dai naturalisti alle penne più esterne delle ali, che appunto adempiono 
all'ufficio di remi e l’ altra di timoniere colla quale si distinguono le penne princi 

pali e più robuste della coda che, solidamente infisse nel coccige, si muovono a vo- 
._——lontà del volatile assumendo piani svariati e permettendogli così di cambiare la di- 
rezione del volo, al modo stesso che il timone serve a modificare quella del battello 
in movimento. Il corpo in forma di elissoide allungato, il collo sempre assai più sottile 
ed il becco che lo termina in punta all’avanti, offrono il minore ostacolo possibile alla 
resistenza dell’ aria, attraverso la quale esso deve muoversi. Le ali, robustamente im- 
piantate nella parte mediana anteriore del busto, suscettibili di formare, allorchè sono 
aperte, un piano più o meno inclinato relativamente all’ asse longitudinale del corpo, 
non solo servono all’ ufficio di organi locomotori ammirevoli, ma contribuiscono egre- 
giamente a mantenere l’ equilibrio durante il volo. Alla perfezione delle forme este- 

| riori altri elementi concorrono nella interna struttura dei volatili a renderlì sempre 
più adatti alla aerea locomozione. Dovendo essi sostenersi, nonchè muoversi, in un 
ambiente elastico sì, ma di scarsa densità, hanno bisogno di condizioni fisiologiche 
tali da diminuire il più possibile il peso specifico del corpo. Le ossa infatti sono in 
“gran parte vuote; gli steli delle penne principali altro non sono che tubi pieni di 
aria; le Jamelle cornee, sottilissime che vi si infiggono aderendo fra loro per mezzo È 
i una infinità di barbule quasi invisibili ad occhio nudo, presentano una gran le re- $ 


celle o sacche aeree collocate fra i muscoli e sotto la pelle, quasi paragonabili 
a vescica natatoria dei pesci, permettono al volatile gonfiandole, di aumentare di 
olto il proprio volume, diminuendo in pari tempo il proprio peso relativamente È 
all’ ambiente in cui si muove: inoltre comunicando esse coi polmoni e questi per 


108 


respiratorio. Aggiungasi che i polmoni anzichè trovarsi sospesi e chiusi nella cavità 
toracica, come nei mammiferi avviene, negli uccelli invece trovansi aderenti alle pa- 
reti interne dorsali del busto, ai lati della colonna vertebrale, stendendosi in forma 
di grandi masse spugnose nella ampia cavità viscerale. Per tale singolare disposizione 
del sistema respiratorio, accade che l’aria si porta in grande quantità a vivificare il 
sangue in varii punti dell’ organismo, sicchè l’ ematosi compiendosi assai più rapi- 
damente che non nei mammiferi, ne deriva la quasi instapcabilità delle ali, i mu- 
scoli non si stancano perchè il sangue rapidamente vivificato loro appresta di continuo 
novello vigore. Finalmente il calore del sangue negli uccelli supera di diversi gradi 
quello del sangue umano e segnatamente quelli del settecchione e gli aquatici hanno 
una temperatura molto elevata, la quale non solo permette ad essi di sopportare 
freddi intensi, ma è altresì condizione favorevolissima che contribuisce potentemente 
ad aumentare la resistenza alle fatiche di un volo rapido e prolungato. 

E non soltanto dal lato fisiologico, ma anche da quello meccanico, sono i vola- 
tili forniti di favorevolissime speciali disposizioni: in essi la applicazione della forza 
agli organi motori è ottimamente combinata. La conformazione delle ali, come abbiam 
detto resistenti e al tempo stesso flessibili, offrenti inferiormente una curva eli- 
coidale, permette nel doppio movimento dall’ alto al basso e dall’ avanti all’indietro 
lo sviluppo di due forze di propulsione convergenti, la cui risultante si confonde 
coll’asse longitudinale del corpo: l'equilibrio di questo si ottiene e si mantiene per 
la facilità di spostamento del suo centro di gravità che il volatile agevolmente con- 
segue col chiudere in parte or l' una or |’ altra delle ali, col variarne l’ inclinazione 
respettivamente alla orizzontale, collo stendere più o meno il collo e le gambe, ove 
occorra, e infine collo spiegare più o meno le piume della coda. 

Da tutte queste circostanze che sommariamente ho accennate, emergono e la 
forza e la facilità meravigliosa di propulsione della maggior parte degli uccelli e si 
spiega la rapidità colla quale in tempo relativamente assai breve compiono d’ un 
tratto, senza fermarsi, percorsi lunghissimi anche di qualche migliaio di chilometri, 
lottando vittoriosamente contro correnti atmosferiche gagliarde e non favorevoli al 
loro. viaggio. 

Della rapidità del volo degli uccelli non occorre certo ch'io dica lungamente. 
Sovente nei giornali si leggono i ragguagli di gare fra Colombi viaggiatori, molto in 
uso al dì d’oggi, e rilevasi come quelli percorrano facilmente lunghe distanze in 
tempo brevissimo, con una rapidità media che spesso ha raggiunto e talvolta anche 
sorpassato cinquanta o sessanta chilometri per ora. Molti uccelli sono più veloci al 
volo degli stessi Colombi e basti citare i Falchi Nobili che nei secoli passati si ado- 
peravano per la caccia, appunto per questa loro qualità, e fra i volatili più piccoli, 
le Rondini ei Rondoni che vincono in velocità i falchi stessi. 

Che colombi, falchi, rondini, ed altre specie molte, possano senza troppo disagio 
compiere agevolmente lunghe peregrinazioni perchè da natura forniti di ali lunghe 
e robuste, non deve nè può adunque meravigliarci: dovremmo se mai stupirci come 
egualmente migrino in lontane regioni altre specie le quali per la brevità delle ali 
o per la poco robustezza di queste, sembrerebbero affatto improprie ad azzardarsi 
a volo lungo e sostenuto. La Quaglia per esempio tiene forse il primo posto fra gli 
uccelli migratori per la estensione delle sue corse. che compie regolarmente due 
volte all’ anno dalle contrade più nordiche del continente Europeo, sino a due o tre- 


mila chilometri oltre I equatore in quello Africano. Ora essa per la fisica struttura 
cd anche pei costumi suoi, apparirebbe incapace di compiere un viaggio così disa- 
gioso. Occorre però considerare che, essa non suole farlo tutto di un tratto, anzi 
neppure molto rapidamente. La migrazione della Quaglia è piuttosto lenta, usando 
essa fermarsi in frequenti tappe, ovunque trovi comodità di stazione dal lato della 
sicurezza e più ancora da quello dell’ abbondanza del cibo. Di ciò fan fede le caccie 
copiose che se ne fanno anco nel tardo autunno nelle nostre provincie medie e me- 
ridionali. In queste fermate essa raccoglie nuove forze per poter continuare il viaggio 
ed affrontare la parte più scabrosa di esso, cioè la traversata del Mediterraneo. Come 
si vedrà più avanti dove si parlerà di essa specialmente in apposito capitolo, la 
Quaglia usa giovarsi non solo delle correnti atmosferiche favorevoli che attende pa: 
zientemente anche per settimane, ma si vale pure della speciale disposizione della 
penisola Italica la cui estrema punta dista ben poco dalla costa Africana, e neppur 


_ disprezza di far sosta nelle numerose isole del Mediterraneo, qualora ne affronti la 
traversata in punti ove la distanza fra i due continenti è molto maggiore. 


Mi accorgo che una digressione un po’ lunghetta sulla fisiologia degli uccelli mi 
ha alquanto allontanato dall’ argomento della migrazione in generale, che esser do- 
veva il mio tema. Ritengo però che non sia stata per riuscire del tutto inutile, 
benchè si tratti di cose per i più dei lettori già risapute ; ad ogni modo ne chiedo 
scusa e ritorno in carreggiata. 

Per talune specie di li migratori la regolarità dei periodici viaggi è così 
straordinaria, che convien ritenere essi abbiano il modo di commisurare esattamente 
il tempo, quasi avessero a loro disposizione il calendario : e per citarne un esempio 
basti solo quello dei comuni Rondoni di torre (Cypselus Apus) la massa dei quali, 
secondo osservazioni ripetute per lunga serie di anni nello stesso luogo, arriva e 
parte sempre nel medesimo giorno, o tutt’ al più con un anticipo od un ritardo di 
un giorno o due (1). Altri esempi addurre potrei in prova della intelligenza e della 
sagacia degli uccelli, ma se di questa volessi trattare, ben altro spazio occorrerebbe 
che non quello di cui posso disporre, tale argomento offrendo di per se solo materia 
a qualche volume e, comunque interessante, mi porterebbe fuori dei limiti che mi 
sono prefisso. Il lettore che ne avesse voglia potrà sù tal materia consultare il Tous- 
senel (2) che maestrevolmente sempre e talora con impeti di vero lirismo, analizza 
ed esalta, nei suoi scritti, le qualità morali della gente pennuta. 

A quale impulso obbediscono gli uccelli migratori che intraprendono viaggi Jun- 


«ghissimi di migliaia di chilometri, dall’ uno all’ altro continente, dal cerchio polare 


all'equatore e iù qualche caso persino dall’ uno all’ altro emisfero ? Naturalisti ed os- 
servatori non del tutto poterono spiegarcelo ese per alcune di quelle peregrinazioni 
che compionsi ad ogni periodico rinnuovarsi di certe circostanze di stagione è facile 
attribuirne la causa “alla imprescindibile necessità di provvedere al nutrimento, per 


altre invece che succedono irregolarmente ed anche affatto straordinariamente non 
può dirsi davvero altrettanto e convien contentarsi di cercarne la ragione in quelle 
facoltà instintive, dono prezioso di che la Natura fornì gli esseri irragionevoli e se- 


110 


gnatamente i volatili, alle quali converrebbe forse piuttosto riconoscere il nome di 
intelligenza vera e propria. 

È facil comprendere come gli uccelli esclusivamente granivori allorchè è com- 
piuta la raccolta dei cereali e il dissodamento dei terreni per le semine future, de- 
vono forzatamente al sopravvenir dell'autunno andarsene in cerca di nutrimento in 
quei luoghi ove la maturazione dei prodotti del suolo avviene più tardi e là dove 
la vegetazione non si arresta pei soverchi rigori invernali. Quando al finir dell’e- 
state, la maggior parte degli insetti, compiuta la evoluzione naturale, deposte le uova, 
si celano in forma di crisaiidi e larve nelle viscere del terreno per sfuggire ai pe- 
ricoli della futura temperatura invernale, è forza agli uccelli insettivori del setten- 
trione di volgere il volo a regioni più miti. Ciò imponesi pure ai rapaci che vivone 
a danno degli uccelli più piccoli. Essi dovranno seguirne |’ esodo se non vogliono 
correre il rischio di lunghi digiuni ed anche il pericolo di morir di inanizione. Al 
trettanto dicasi dei rapaci insettivori e di quelli usi a cibarsi quasi esclusivamente di 
rettili, di piccoli mammiferi o di anfibii. Essi sono costretti ad abbandonare le regioni 
dove per lunghi mesi in inverno la vita animale in certo modo si occulta. Finalmente 
1 Palmipedi e gli Uccelli di ripa soliti a procurarsi il cibo nelle acque dolci o sa- 
late, nelle melme dei paduli, nei terreni umidi e freschi, dovranno necessariamente 
lasciare 1 luoghi prediletti quando le acque saran coperte di ghiaccio e il terreno 
indurito pel gelo, non avendo più modo di provvedere al proprio sostentamento. In 
una paroia agli uccelli tutti del Settentrione è forza abbandonare la loro dimora al- 
l'approsimarsi dell’ inverno che loro toglie i viveri. Anche per molte specie appar- 
tenenti alla avifauna Africana le quali, come ben sappiamo, migrano egualmente 
traversando |’ Jtalia, nonchè le altre regioni dell’ Europa meridionale, il fenomeno 
può spiegarsi, come per quelli del Settentrione, colle esigenze della nutrizione. La 
insistenza dei torridi calori, le siccità prolungate certamente rendono per esse ino- 
spitale, e per lunghi mesi, il continente Africano o parle di esso, al modo stesso 
che le nevi ed i geli le regioni più nordiche d'Asia e d’Europa. Ma pur vediamo 
migrare moltissimi uccelli che certamente non sono spinti dalle circostanze soprac- 
cennate. Dalle regioni Africane che per la loro altitudine sfuggono alla troppo ele 
vata temperatura ; da quelle meridionali di Europa ove il verno è mite e il freddo 
non si fa quasi mai sentire, moltissimi uccelli se ne vanno al pari dei loro compagni 
delle regioni più estreme dei due continenti, e per ciò che si conosce per esperienza 
sovente rinnuovata, persino gli uccelli prigionieri, comechè custoditi con ogni cura, 
quando è giunta l’ epoca in cui i loro fratelli liberi si pongono in viaggio, colla ir- 
requietezza inusitata palesano |’ innato desiderio di imitarli e molti deperiscono e 
muoiono persino, vittime della impossibilità di soddisfarlo. 

(continua) } G. A. GRIFFOLI 


ANALISI FONETICA DEL CANTO DEGLI UCCELLI 
per CARLO FABANI 
(continuazione e fine) 


In secondo luogo la diversità d'alimentazione potendo modificare un essere 
qualsiasi, animale o pianta, in tutto il suo corpo, può essere di conseguenza modi- 
ficatrice anche del canto. 


111 


Non sembra priva di fondamento, come dimostrai altra volta nella Teoria delle 
somiglianze del canto, che uno de’ fattori d’ onde la forma della voce degli ani- 
mali ripeta Ja sua origine, sia quello dell’ alimentazione propria di ciascun genere e 
di ciascuna specie. 

I carnivori hanno il canto più secco e più troncato ; gl’ insettivori l' banno più 
acuto, più lungo e meno troncato nelle modulazioni ; gli acquatici, rauco, roboante, 
monotono come le fredde pianure paludose che abitano ed i batraci loro diletto 
cibo. Finalmente gli uccelli tutti che vivono di sangue hanno come negli altri car- 
nivori un cotale stridere loro particolare che s' assomiglia a quello delle vittime loro. 
Il lupo bela, muggisce e latra come gli torna meglio ; la volpe eroccia e stride ; il 
tigre ha il muggito del toro, e l'orso marino una cotal sorta di urlo, come sarebbe 
(E lo strepito di quelle sirti sbattute dai flutti ov’ei cerca sua preda; così anche lo 
> sparviero schiattisce come il coniglio, il nibbio miagola come i muccini o come le 
gazze, lo smeriglio imita la voce della chioccia che tremebonda richiama sotto le 
protettrici sue ali i suoi diletti pulcini, il tordo, il pettirosso, il merlo ed altri in- 
|_°°‘’‘settivori hanno per voci di richiamo uno zirlire che s’ approssima al canto degli 
sa insetti loro vittime ; il reattino rinnuova ed ingrandisce il rumorio dello strepitar di 
c. elitre. 

AS Se l’ alimentazione pertanto propria d’ ogni genere e d’ogai specie non fu ul- 
3 timo fattore della forma della voce adottata dagli animali nella loro origine, a mag; 
gior evidenza, questa viene ad essere modificatrice anche del canto già adottato. 
Se Uno scarso cibo non può dare una costituzione egualmente sviluppata a quella 
se. che darebbe un’ abbondante vitto, epperò relativamente vi sarà un’ apparecchio più 
|’ meno robusto per il canto, o vi corrisponderà maggiore o minor forza in esso per 
Dio sostenere il verso nella sua specifica perfezione. 

Tale abbondanza o deficenza d’ alimentazione comincierà |’ individuo ad averla 
fin nell'uovo sia per la primitiva diversità delle parti che lo costituiscono, di gros- 
<A sezza e di robustezza derivanti dalla madre, sia per effetto d’ incubazione, sia anche 
sa per circostanze che riguardano |’ allevamento, poichè è abbastanza noto a tutti come 
i fra i nidiacei di uno stesso nido qualche individuo si faccia sempre più robusto, 
perchè col suo gridare, col batter più spesso dell’ ali e col protendere il rostro spa- 
lancato più degli altri, riesce a farsi meglio nudrire dalla madre, mentre nello stesso 
nido havvi un’ altro individuo più misero di tutti gli altri per ragioni opposte alle 
precitate. Un orecchio esercitato già fin nel primo linguaggio nidiaceo sente il di- 
‘vario di timbro, che esiste fra l’ individuo misero, che l’ ha più acuto, e quello ro- 
busto che |’ ha più rotondo, più grave. 

E per riguardo alla variazione del verso, un uccello che s’ imbatte in una re- 
gione scarsissima di cibo è certo meno loquace di quello che si trova in altra più 
‘ubertosa. Uno stormo di cardellini, p. e., che stanziano in luoghi ove siavi abbon- 
danza di panico, di canape 0 di cardo in pochi g giorni rendono il loro canto più fre- 


X 


o coltivati in altra guisa. L’ occupazione continua nel procacciarsi il vitto, special. 
mente nell'epoca de’ nidi, fa abbreviare il loro verso non solo per riguardo al tempo, 
“ma ‘ancora spesso vengono omesse alcune note di esso, e così trasmesso nella sua 
— mutilazione ai nidiacei “che attenti I’ ascoltano e ne fan tesoro. 

; pRLanOO “compito all’ incontrario è il canto dell’ uccello che trovasi fra ubertosi 


PIIOR 


ES 


campi! Quavto ricco di note! Sembra quasi che nella sua allegrezza voglia modu- 
lare in tono più giulivo aleune note piu salienti, ripeterle c quasi raddoppiarne il verso. 

In terzo luogo il corrompimento può derivare da quaiche variazione anatomica 
degli organi della voce. È 

Complicatissimo ed assai esteso è l'apparecchio respiratorio degli uccelli. Lunga 
ne è la trachea e spesso per ripiegature eccede la lunghezza del collo ed è sempre atta 
ad essere accorciata ed allungata per gli anelli onde è composta, fatti in modo che gli 
uni possono entrare in parte nella cavità degli altri. — Nell’ estremità inferiore della 
trachea, là ove si divide nei bronchi, evvi, generalmente parlando, una seconda la- 
ringe. In alcuni uccelli ‘codesta laringe non ha muscoli proprii, ma soltanto partecipa 
agli effetti dell’ azione di quelli che servono ad innalzare e ad abbassare la trachea. 
In altri uccelli è fornita di muscoli proprii ; e ciò si osserva principalmente in quelli, 
i quali ponno modulare la loro voce. 

Estesissimi sono i polmoni, i quali sono alla loro volta come il principio di altri 
nove polmoni quali sono le varie tasche acree quà e colà distribuite sulla superficie 
del corpo e con cui comunicano. 

Anche le varie ossa sono vuote ed hanno colle tasche aeree e coi polmoni lo 
stesso officio. 

Varii naturalisti studiarono tale meraviglioso sistema respiratorio, come Borelli, 
Fabricio d’ Acquapendente, Parson, Hiinter, Latham e Montagù stimarono ch’ esso 
servisse senz’ altro, nella sua estensione, per agevolare il volo. Ma al Girardi che 
perfezionò più tardi quei lavori, ed al Genè, sembrò più verosimile che l° aria rac- 
colta in que’ vastie molteplici magazzini giovasse agli uccelli per darne non solo alle 
diverse parti del corpo loro un maggior volume e per rendere specificatamente più 
leggiero tutto il corpo, ma anche per dare talvolta alla voce o maggior intensione, 
o maggior pastosità nei passaggi tra |’ una e l’ altra nota. Dello stesso avviso è stato 
anche il saluzzese Vincenzo Malacarne, il quale molto bene ha indagato tale orga- 
nismo di respirazione. 

Sembra fuor di dubbio che la. principale cagione della formazione della voce 
degli uccelli sia la struttura della laringe inferiore, che più sopra accennammo, sic- 
come lo provarono già le ricerche e le esperienze di Girardi. Più volte questo va- 
lentissimo anatomico recise ad uccelli tuttora viventi la parte superiore della trachea, 
due dita incirca al disotto della laringe superiore, ed essi gridarono ancora come se 
appena di poco fosse molestato un tal organo. Cuvier ripetè in seguito codeste espe- 
rienze ed alcune altre ne aggiunse, e bellissime dottrine insegnò intorno a questo 
punto. Non solamente della struttura della laringe inferiore e dalla estensione e nu- 
mero de’ muscoli di cui è fornita, ma da quella pure di tutte le altre parti della 
trachea dipende la diversità della voce degli uccelli; diversità che si trova quasi 
sempre fra gli individui di sesso diverso ed appartenenti alla specie medesima, ap- 
punto perchè la trachea secondo il sesso è diversamente costrutta ; e diversità che 
si verifica anche fra individui dell’ istesso sesso, quando accidentalmente risulti co- 
strutta con divario di lunghezza, di diametro, di fasci muscolari che la facciano ma- 
novrare, ecc. 

Se alcune diversità possono poi risultare dal centro di formazione della voce, 
altre ancora che riguardano la forza, l'intensità, la durata, la pastosità ecc. , possono 
risultare dalla maggiore o minore perfezione ed ampiezza de’ magazzeni che forni. 


scono l’aria per la voce e per il canto, cioè dei bronchi, dei polmoni, delle tasche 
aeree e delle ossa pneumalizzate. - 
Nulla di più facile che il venir trasmesse per ereditarietà certe modificazioni, 
‘massime se lentamente, formatesi nell’ organismo o già ereditate da qualche gene- 
razione. 
«Ed ecco anche la facilità di fissare per ereditarietà d' organismo un lento cor- 
“rompimento dell’ istintiva voce, dell’ antico canto. 
È in quarto luogo causa di corrompimento del linguaggio qualche circostanza 
| meteorologica o cronologica accidentale. 
Un repentino abbassamento di temperatura a primavera inoitrata, un prolungato 
cattivo tempo non potrà non influire, per la taciturnità de’ maschi adulti, sul canto 
che impareranno i piccoli nidiacei. — Parimente il tempo in cui nacquero gli uc- 
— celli influisce non poco sulla melodia delle loro note. Un tordo nato sulla fine di 
Giugno e in Luglio è assai meno abile cantore di quelli della prima nidiata che ha 
luogo sulla fine di Maggio o sul principio di Giugno. Il canto del padre loro in quel 
“tempo è più spiegato, più bello, più allegro, più ricco di note, porta con sè la vi- 
— vacità della primavera, e quindi anche i suoi piccoli ascoltando le sue lezioni, par- 
“tecipano assai più della vivacità del suo canto, che non quelli nati dalla seconda 
nidiata, durante la quale il padre canta assai poco ed in un modo men variato, 
men vivace ed armonioso. 
Fatte passare in rassegna le cause principali del corrompimento del linguaggio 
degli uccelli, dovremmo pur vedere com’ esso si rigeneri. Ma ciò ad altra volta. 


La caccia e la proprietà 


e 


Una delle questioni più grosse che ha determinato pure la maggiore difficoltà per 
ben provvedere ad una legislazione unica sulla caccia nel nostro paese, è stata, ed è 
sempre, quella di stabilire nettamente i rapporti, che devono esistere tra il diritto di 
| proprietà e quello di caccia. 

È superfluo rifare la storia dei principi, che si sono proclamati in ordine a tali 


rappor ti nelle diverse Legfelzioni ed a Secondo dei Ustapi però non è fuori di luogo os- 


114 


E che sia così, è dimostrato anche dal fatto, che, da quando si è avuto in animo 
di dare al nostro paese una legge, che uniformemente regolasse lo esercizio della caccia, 
si è andato modificando il primo criterio a riguardo di questi rapporti, in modo da av- 
vicinarci ora al concetto delle leggi romane di un maggiore riguardo al diritto di caccia. 
Difatti, troviamo nel primo disegno di legge, presentato il 7 giugno 1880 alla Camera. 
dei Deputati, un concetto di restrizione, a danno di questo diritto, proponendo. che il 
divieto è espresso « quando consta dall’ apposizione lungo il fondo e singolarmente sulle 
strade, che conducono ad esso, di un sufficiente numero di segnali, portanti una. iscri- 
zione, che indichi il divieto di caccia ». 

Contro questo concetto giustamente si ribellarono i cacciatori; e qui a Roma, dove 
ad essi si offre il maggior campo di azione, nelle grandi distese di terreno, che la cir- 
condano, fu indetto apposito comizio, perchè non venisse accolto il divieto quale era es- 
presso in quel primo disegno di legge. 

Fu allora osservato, anche con la parola autorevole di noti giureconsulti, che quel 
progetto parificava ai fondi chiusi (a termine del Codice penale) e ai fondi seminati, o 
aventi raccolto pendente, quei fondi, che fossero forniti di segnali, indicanti il divieto, 
anche se i fondi stessi non fossero chiusi. Fu detto, e con ragione, che questa chiusura 
semplicemente indicativa avrebbe finito coll’ attribuire ai soli proprietari l’ esercizio della 
caccia, e col distruggere il diritto di caccia come facoltà riserbata a tutti. 

E allora, per reazione, i concetti, che più si caldeggiarono, furono quelli di ammet- 
tere il diritto di caccia come un diritto naturale, spettante a tutti; che la caccia non 
fosse da considerarsi come un frutto del fondo, ma potesse esercitarsi sulla propria e 
sull’ altrui proprietà; che il proprietario potesse solo escludere il diritto di caccia in ra- 
gione della coltivazione, o in ragione di una tale chiusura, che renda, almeno in diritto, 

| venatorio il suo fondo. 

Fortunatamente quel primo progetto di legge è rimasto come un semplice ricordo 
non lieto pei cacciatori; per essi splende ora ancora più il principio della libertà della 
caccia, quale fu intesa dai promotori del Comizio di Roma. 

Non è da dimenticare peraltro, che, considerata la difficoltà per i proprietari, di 
chiudere sempre i propri fondi a termini del Codice penale, si va facendo strada una 
teoria intermedia, che a me pare risolva nel miglior modo la questione. 

Essa consiste nel permettere bensì la chiusura, che per brevità dirò indicativa, ma 
con parecchie condizioni e limitazioni, come sarebbero quelle di pagare una elevata tassa 
per ogni ettaro di terreno, e di costituire nel fondo una bandita speciale a mezzo di al 
levamento di selvaggina. 

Queste condizioni indubbiamente non potrebbero essere soddisfatte da tutti i pro- 
prietari, e perciò grande parte dei fondi aperti resterebbero a disposizione dei cacciatori, 
mentre nella parte restante si avrebbe il vantaggio economico, di dare sviluppo all’ al- 
l’ allevamento della selvaggina. 

È un temperamento questo, che può, a parer mio, conciliare i termini dell’ annoso 


dibattito. 


CARLO OHLSEN. 


L'ANNO ORNITOLOGICO AL PIEDE DELLE ALPI 
 SOENE ALL’ APERTO E FIORI DI LETTURA. 


DI ERCOLE UNTERSTEINER E: 


INTRODUZIONE 


(continuazione) 


i Quando Sofocle fa arrivare Edipo a Colono, ove doveva finire i suoi giorni, un coro 
| di vecchi cerca sollevare la mestizia di questo padre infelice, additandogli la bellezza 
della circostante natura: 


O peregrin, nell’ ubertuoso suolo “Cda 
Fade Nutritor di cavalli tal 
o Nel beato Colòno il piè ponesti e 
c Ove molce coi mesti 
Modi frequenti il querulo usignuolo "e 
Nelle verdi convalli Marte 
Fra ledere nascoso, e nel sacrato 3 At 
Bosco di cento e cento Nap 
Frutti ferace, al sole SACE 
Chiuso, e all’ire de venti 
(Trad. di BELLOTTI) 


bl e 7 


Anacreonte ha un’ ode alla primavera, ove si ricordano gli uccelli, ed altra alla ron- 
 dinella. 

Aristofane, il favorito screanzato delle Grazie, come piace a Githe di appellarlo, EI 
| scrisse una commedia intitolata: Gli uccelli, che si volge sopra un’ idea originalissima. . 

Pitestero ed Euvelpide, stanchi del vivere di Atene, lor patria, l’ abbandonano, ed 
errando arrivano alla dimora di Tereo o dell’ Upupa, e dopo lungo scambio di pensieri,, Mei: 
| giungono a persuaderlo, che gli uccelli debbonsi fabbricare una città nell’aria, onde 
l'odore di sagrificî, che offrono gli uomini agli Dei, non possa passare senza il pagamento 
i un dazio, per costringere questi e quelli a riconoscere la loro sovranità. Le parlate 
di Pitestero a Tereo, e poi soli deri la chiamata di Tereo di questi all’ adunanza 


Lucrezio, Virgilio, Orazio 00 la tradizione greca, e del primo sarà sempre esempio 


SoS poesia la invocazione a Venere od alla Primavera. Secondo Ovidio gli uccelli 


Pi inverno O al ritorno della primavera ricorda Progne e Filo | 
D) alla sua corda melanconica nei versi dell’ usignolo. 


ASSO, il padre di Togiata IA Conc RRGnlis alla guerra il suo 


116 


in mezzo alla sua famiglia, e chiede consiglio ‘al suo amico, Scipione Capeccie in un’ ode, 
nella quale canta le bellezze della Natura, fra cui non ultimi sono i versi dell’ usignolo 
e di altri uccelli. Ariosto e Torquato Tasso seguirono la tradizione greco-latina. 
Venendo a tempi meno lontani, trovo, che Francesco Bracciolini nello scherno degli 
Dei volle imitare le metamorfosi di Ovidio, fingendo, a mò di esempio, che il giovane 
Carinto, e due fanciulle abbiano offeso Venere, trascurando lei, e badando piuttosto ad 
una civetta, che faceva atti e gesti strani. Sdegnata la bella Dea, soffia il suo fiato sulle 
due giovanette, che vengono convertite in cingallegre 
Cin, cin, replican liete all’ombre negre 
E le nomina il suon le cincie allegre. 
Battista Marino nel suo Adone ha quattro stanze sul canto dell’ usignolo. — Dei 
tempi moderni rammentiamo soltanto Giacomo Leopardi, poeta e filosofo senza speranza. 
Egli finge, che Amelio filosofo solitario, una mattina di primavera coi suoi libri se- 
duto all’ ombra di una casa in villa, leggendo, sia scosso dal cantar degli uccelli per la 
campagna, e datosi a poco a poco ad ascoltare e pensare, lasciato il leggere, pose mano 
alla penna, ed in quel medesimo luogo scrisse l’ Elogio degli uccelli, nel quale il punto 
culminante stà nel pensiero, che quanto alla naturale loro lietezza, agilità e vispezza di 
fuori, hanno gli uccelli col fanciullo una manifesta similitudine. E noi aggiungiamo, che 
il fanciulletto mostra timore alla vista del cane, del gatto, e di qualche altro animale 
domestico, ma a quella di un uccello che vola o saltella, protende le braccia coll’ occhio 
lampeggiante di gioia e colla bocca sorridente. 
Il Leopardi ha quella strofa nel — Passero solitario — ove la forma è bellissima, 
se anche il pensiero non corrisponde alla verità: 
D'in sulla vetta dellv torre antica 
Passero solitario, alla campagna 
Cantando vai finchè non more il giorno 
Ed erra l'armonia ver questa valle. 
Primavera intorno 
Brilla nell'aria, e per li campi esulta 
Sì che a mirarla intenerisce il core, 
Odi greggie belar, muggire armenti 
Gli altri augei contenti a gara insieme 
Per lo libero ciel fan mille girì 
Pur festeggiando il lor tempo migliore: 
Tu pensoso in disparte il tutto miri 
Non compagni, non voli 
Non ti cal d' allegria, schivi gli spassi 
Canti e così trapassi 
Dell'anno e della vita il più bel fiore. 


Immaginiamoci di essere a visitare un grande museo ornitologico. All’ aspetto del- 
l’ infinita varietà di colorito, di dimensione, di struttura degli esseri volatili siamo com- 
presi da alta ammirazione. E come mai ci chiederemo, accadde la loro distribuzione sulla 
terra? 

Tutti i generi, tutte le famiglie, tutte le specie di uccelli. hanno una determinata 
estensione della terra, entro la quale essi vivono. L’ avifauna americana è in gran parte 
diversa da quella delle altre parti del mondo. Appoggiati alle determinate ‘differenze, 


divisero gli Ornitologi la terra in grandi regioni ornitologiche, nella fissazione delle quali 
non vi ha però concordanza: 
Per parlare dell’ Europa soltanto, non ha essa un’ avifauna propria, ma ro 


frammenti di cinque avifaune, e cioè della polare, della Siberia occidentale, dell’ Africa 
settentrionale, dell’ Asia minore e dell’ Asia centrale. 

I Darvinisti ammettono un solo centro, se non di creazione degli esseri viventi, al- 
meno dello sviluppo della vita, la quale prese forme diverse a seconda delle evoluzioni, ' 
cui la natura soggiacque in forza degli agenti esterni, e di altre leggi da essi per tali pe: 
ritenute. i 

Altri, che solo in parte accolgono l’ipotesi di Darwin sull’ origine della vita, am- 
mettono essi pure un centro solo, e precisamente nell’ Asia, donde dipartendosi i varî 


| viventi, senza avere ancora assunto un carattere fisso, sotto l’ influenza di molte cause 
esteriori, presero coll’ andare del tempo quel tipo, che dappoi si fece costante, non ve- 
dendosi più a sorgere specie nuove, ma semplici varietà, ond’ è che lo stato attuale dei 
viventi dimostra, che la terra volge alla decadenza, al lento ma sicuro suo deperimento. 
Altri ancora ammettono del pari un solo centro di vera creazione di tutti gli esseri 
viventi, che poi popolarono la terra, distendendosi fin dove per loro si potevano verifi- 
care le condizioni della vita, ed a misura, che la terra subì dei cambiamenti, altre specie 
sorsero, spegnendosi quelle, che per le condizioni mutate non poterono più sussistere. 


Egli è certo, che sulla distribuzione degli esseri viventi, grande influenza esercita- > 
rono le vicende geologiche, da cui dipendette la fissazione dei continenti e delle isole, 
nonchè l’ epoca denominata glaciale, che cagionò la differenza dei climi. LES 
Checchè sia, parmi necessario di ricorrere ad una legge per la quale gli uccelli fu- 
| rono resi atti ad abitare le diverse regioni della terra. Varia è infatti la forma de’loro 
| organi, varia la loro costituzione, vario altresi il loro colorito. Ciò suppone un ordine 
| preformativo in armonia con tutta la natura, e col luogo e colle circostanze in cui de- È 
vono vivere. Voi Darvinisti lo negate, ma le vostre cause. esteriori avrebbero agito sì 
. lentamente, che la vita sarebbe*stata impossibile, se anche tali cause avessero avuto la 
forza da voi asserita. i TCA 


Prima di por termine a questa introduzione, avvertiamo il lettore, che non troverà A 
alcun cenno di uccellazione, o dell’ utilità o danno degli uccelli, rispetto all’ agricoltura 
e selvicoltura. Sono questioni aperte che stimiamo meglio non toccare. 


(contimuia) 


ia E PASSAGGI 


__ BR NIBEEESZU ISTE 


o 


in ma 


fa am 


a) ivarono. de Nitticore nell seconda di d i e le Ghia de 7 


118 


graculus J' in abito giovanile; non so che ne fossero stati ammazzati altri  prece- 
dentemente, almeno dall’ 83; l’ importante esemplare fu da me preparato e conser- 
vato nella mia collezione. 


Da Cagliari. Nuove notizie su passaggi. (?. Bonomi). Abbondante passo di Ar- 
deola ralloides, di Nycticora grisea e ne potetti avere in pochi giorni molti esem- 
plari, così dicasi per Haemantopus candidus e per Platalea leucordia. Un grande 
stuolo di Phoenicopterus, attraversa ancora dall’ uno all’ altro stagno ; ne furono 
presi parecchi e sono tutti giovani dell’anno non atti alla nidificazione. Ciò conferma 
il mio asserto. 


Il parere del meteorologista. A/baredo di Treviso 30 maggio. (Dal Caccia e 
Tiri). Il passaggio delle quaglie attraverso 1° Europa occidentale, fu nella presente 
primavera quanto mai di più meschino si possa immaginare, e davvero bisogna dire 
che da quattro anni in qua, le temperature e le pressioni barometriche, fanno tutto 
il possibile per contrariare i desideri dei cacciatori italiani ; infatti, anche quest'anno, 
la prima metà di maggio fu quasi sempre freddissima per la Spagna, Italia, Francia 
e Germania, e straordinariamente calda per la Russia, ed il 12 maggio un’ abbon- 
dante nevicata, una temperatura intorno a zero, coperse la pianura Germanica per 
oltre seicento chilometri fin presso a’ Vienna, mentre nello stesso giorno e. nella 
stessa ora, Mosca e tutta la Russia meridionale, segnavano diciotto sopra zero con 
uno splendido sole; ora è facile immaginare che le quaglie provenienti dall’ Africa 
avvertite del fatto (probabilmente per telegrafo), abbiano tenuto, in quei giorni di 
grande passaggio, la strada più orientale delta Grecia e dell’ Asia Minore splendida 
di calore e di sole, ed abbiano lasciato da parte |’ Italia e la Spagna nuvolose pio- 
vose e fredde, battute dagli uragani di tramontana e ponente. 

E ciò succede all’ incireca nelle identiche condizioni di tempo e di luogo da 
quattro anni in qua; una volta la parola Russia era sinonimo di freddo e Italia di 
caldo, specialmente all’ aprirsi della primavera, adesso bisogna dire il contrario. 

Immaginatevi intanto lo sdegno, la rabbia, le proteste, le recriminazioni dei 
cacciatori, i quali non sapendo più con chi pigliarsela, se la pigliano magari colla 
mancanza della famosa legge unica, che dovrebbe avere il potere di dirigere i venti 
e le tempeste, e far passare gli uccelli proprio attraverso il litorale del Tirreno e 
dell’ Adriatico anzichè su quello dell’ Egeo o del mar Nero; vi è persino chi dice 
che gli uccelli sono ormai tutti distrutti dai lacci, dalle reti e dalle armi a retroca- 
rica, e che vi sono troppi cacciatori, e che bisognerebbe proibire la caccia per pa- 
recchi anni, ed altre simili corbellerie.... 

Ma non tutti la pensano così, e quindici giorni fa nel Caccia e Tiri lessi final- 
mente ua articolo firmato Sandro, il quale non solo colla teoria ma anche colla 
pratica (essendo stato sopra luogo) attribuisce precisamente il passaggio delle quaglie 
alle vicende atmosferiche, e nega che vi sia diminuzione di questi uccelli, ed io in- 
vito i miei confratelli a leggere. quell'articolo istruttivo ed assennato, e a far di meno 
di pigliarsela con cause o estranee, o molto deboli, e sopratutto a non saltar fuori 
colla famosa legge unica, la quale in ogni caso sarebbe un’ ingiustizia, perchè un 
paese così lungo. da nord a sud come la penisola Italiana ha una notevole differenza 
di stagioni, e quindi deve anche avere una differenza sulle epoche del passaggio 
degli uccelli e sulla loro caccia. 


Ma v’ha di più: quando bene fosse promulgata questa legge unica per tutta 
Italia, essa non finirebbe che per le persone agiate e civili che temono la contrav- 
venzione, e non già per i contadini e bracconieri, ed accadrebbe precisamente ciò 
che accade adesso ; le leggi sulla. caccia ci sono anche presentemente, ma nom sono 
rispetiate per la scarsezza del personale incaricato di farle rispettare ; se invece i caccia- 
tori sì unissero in socielà per provincie o per zone, e mediante una tassa volontaria 
mantenessero un numero sufficiente di guardiani esclusivamente incaricati della po- 
lizia venatoria, allora si potrebbe veramente affermare di aver ottenuto un grande 
miglioramento, anche pur conservando le leggi attuali, e le attuali epoche di aper- 
tura e chiusura. 

GriTTI Ivo. 


Maccarese. Fra i molti uccelli acquatici e di ripa uccisi qua dal Sig. Conte Piero 
Della Parta nello scorso inverno, si notano oltre mille beccaccini. 


Gli ultimi giorni di caccia alle quaglie in riva al mare riuscirono infruttuosi nel 
romano, dove la intiera stagione fu per i cacciatori da annoverarsi fra le cattive ; 
ben pochi poterono prenderne oltre 200 e soli tre raggiunsero le 250. 

Anche dalle coste palermitane non sono giunti che lamenti. 


Previsioni e speranze per la prossima apertura di caccia. (ed.) Il tempo vola e così 
siamo gia prossimi alla riapertura delle caccie. I più appassionati cacciatori sognano 
le prime campagne, i primi tiri, già pensano a porre in ordine il corredo. Non riu- 
sciranno perciò loro sgradite due notizie preventive che deduciamo da quanto abbiamo 
letto in giornali di caccia o che ci è stato comunicato da gentili abbonati. 

Le grandi burasche e vere bufere, che in varie provincie italiane hanno devastate 
le campagne sono state naturalmente molto dannose anche alla riproduzione della 
selvaggina. Nidi di quaglie di starne e di lodole ne sono stati distrutti in quantità. 

Dall’Umbria si segnala una certa abbondanza di starne, ma scarsità di quaglie; 
queste invece sono apparse in buon numero’ nel milanese, nella lombardia, nel 
piacentino, nel cremonese, nel bergamasco e nell’ aquilano. 

Lo Sprea scrive al Caccia e liri che a Vigevano vi hanno stazionato le quaglie 
in numero straordinario « più di tutti gli altri anni ». 

In Toscana niente di straordinario, ne in più ne in meno. 

Scrive Gieffe da Roma, al Napoli Sport che negli ultimi giorni di Giugno e nei 
| primi di Luglio vi sono stati discreti arrivi di quaglie. L'arrivo delle quaglie in di- 
— sereta quantità nel mese di Luglio non è cosa nuova ma neppure tanto comune. 
Da Lucera si lamenta la scarsità delle quaglie mentre da S. Giorgio La Monta- 
gna (Benevento) scrivono: « Mai come in quest’ anno il nostro tenimento ha ospitato 
| per la nidificazione tante quaglie » anche di starne se ne vedono parecchie brigate. 


— BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE 


Tana >—_—_- 


120 


Contiene: HEGvFoKy K. - Le oscillazioni dei dati per l’ arrivo degli Uccelli — 
TscHusi V. - Osservazioni sulla Quaglia e sulle sue forme — HERMANN 0. La 
France et la migration des Oiseaux — GaAAL G. - Il passaggio degli Uccelli in 
Ungheria durante la primavera 1896 — Osércev T. - Falco sacer Bris (da un 
manoscritto di Petényi) con 1 tav. — M. O. K. - Una lettera interessante della 
regione della Sava — HERMANN O. - Del Mimicrismo — Czwnk E. Syrnium ura- 
lense — Piccole notizie ecc. 

ARNOLD F. - Die Vogel Europas. Di questa bellissima opera sono uscite 15 puntate 
a lire 1,20. 

BAKER E. C. S. - The Birds of North Cachar. Parte VII, 29 pag. in-8 con 1 tav. col. 
(Bombay. Journal Nat. Hist. Soc. 1897). L. 5. Parte I-VI, 1893-96, di 163 pag. 
con 6 tav. col. L. 28. 1 

CyNnk E. - Das Auerwild, seine Jagd, Hege u. Pflege. 3 tav. con 41 fig. (Neudamm 1897) 
L. 5. 

CHOQuART F. - Catalogue de la collection des oiseaux du musée d’Amiens. (Amiens 1896. 
Bullet. de la Soc. Linn. du nord de la France n. 291 e seg.) 

CrETTE DE PALLUEL ALBERT - Notes sur l’appareil vocal de pluseurs oiseaux. (Paris 
1597. Le naturaliste. N. 248 pag. 152-583). 

Dax Fiume €. - Contributo allo studio dell’ avifauna del Polesine. (Padova 1897. Atti 
Soc. Veneto-trentina di Sc. nat. Fasc. I pag. 3 a 40). 

DE Rocquiony-Apanson G. - La Mouette de Ross. (Moulins 1897. Rev. scientif. du 
Bourbonnais etc. n. 115 pag. 127). 

De Zavas:ENRIQUEZ - Avicultura praàctica. (Mexico 1897. Secretaria de fomento. 140 
pag. con fig.) 

FALCONTERI DI CARPEGNA conte GuIpo - Sulla cattura di un’Averla maggiore (Lanzus 
excubitor, Linn.) nell’ Agro Romano. 1 pag. In Boll. Soc. rom. per gli studi zool. 
Anno VI, (1897) (Roma, Mariani 1897). a 

FALCONIERI. DI CARPEGNA conte GuIpo - Brevi notizie sulla Collezione faunistica, di Fr. 
Vianelli a Sassoferrato (Marche). 190 Uccelli. 2 pag. In Boll. c. s. 

FrA LEONARDO - Viaggio in Birmania e regioni vicine. Riassunto generale dei Risultati 
zoologici. (Genova 1897. Tip. Sordo-muti 280 pag. con fig. ed 1 tav.) 

FLOERICKE C. - Naturgeschichten der Deutschen Sumpf.und Strandvigel 8 pag. con 15 
tav. (Magdeburg 1897) L. 5. 

Forest G. - Oiseaux acridophages. (Paris 1897. Les naturaliste n. 246 pag. 135-36). 

Gory ALBERT - Les oiseaux terrestres utiles et nuisibles à l’agriculture dans le dépar- 
tement du Gard. (Nimes 1897. Bullet. de la Soc. d’étude des Sc. nat. de Nimes, 
n. 1 et seg.) 

InGLIs C. M. - List of Birds collected during five year's residence. in the Hylakandy 
District. Cachar. (Bombay 1897) L. 2, 50. 

JOURNAL FiR ORNITHOLOGIE - Jahrg 45. 1897 fasc. 2. Lipsia 105-200. Contiene : KLEIN- 
scHMID - Contributo per l’Ornis del granducato di Hessen. — DEICHLER - Per 
la conoscenza di alcune specie di gallinago. — SCHENKLING PrEvoT - Degli even- 
tuali cambiamenti di colore senza muta — FLOERICKE - Sulla quastione dei Ca- 
lamoherpe Boie. 


Pa 


121 


KLEINScAMIDT O. - Beitrage zur Ornis des Gross-herzogthums Hessen und der Provinz 
Hessen-Nassau. 37 pag. con 2 tav. col. (Leipziz. Journal Ornith. 1897). 

KoLrHorr G. - Zur Herbstwanderung der Nordischen Sumpvégel iber die Insel Oland. 
16 pag. con 1 tav. (Upsala I896) L. 3, 50. 

LEE O. A. J. - Britisch Birds in their Nesting Haumts. Part II. 40 pag. in-4 con 10 
tav. fotogr. (Edimburgh 1897) Ogni parte L. 12. 

Mazzon ITALO - L’ allevamento dei tacchini. (Roma 1897. Guida del Pollicultore n. 9 
pag. 59-60). 

MARCIALIS prof. dott. ErIsio - Saggio di un catalogo metodico colle denominazioni dia- 
lettali delle cinque classi dei Vertebrati della Sardegna. Classe Aves. 14 pag. 
(cont.) In Boll. Soc. rom. studi zool. Anno VI (1897) (Roma, tip. Mariani 1897). 

MorpwILko A. - De evolutione primaria cerebri Avium. 16 pag. in-8 con 1 tav. (Var- 
savia 1897. In lingua russa L. 2, 50. 

MoRRIS F. O. - History of Britisch Birds 4 ed. Vol. IV. 264 pag. con tav. col. (Lon- 
dra 1897) Ogni vol. L. 18. 

NAUMANN' S - Naturgeschichte der Vogel Deutschlands und der angrenzenden Mittel 
Europas. È compito il vol. VI di quest’opera classica. Esso consta di 338 pag. 
con 32 tav. col. Questo volume comprende tre ordini Gyrantes, Rasores e Gres- 
sores. Del vol. II contenente 1’ ordine dei Cantatori sono comparse le puntate 1-4. 
128 pag. con 12 tav. (Gera 1896-97). Ogni puntata L. 1,25. 

OBERHOLSER H. C. - Preliminary List of the Birds of Weyne County, Ohio, Wooster. 
114 pag. con 21 fig. (Bull. Ohio Agr. Exper. Stat.). 

OLIVIER ERNEST - Un Parc à Aigrettes en Tunisie. 4 pag. (Parigi. Bull. Soc. d’Accl. 
1896) L. 0, 60). 

ORNITHOLOGISCHE MoxATSScHRIFT des deutschen Vereines. Anno XXII. Il num. 6 con- 


tiene: FLORIKE - Chiacchere ornitologiche — HENNICKE - Ancora del Tacchino 
selvatico — THIENEN - Per la cura dell’ Hypolais philomola — RZEKAK - Ospiti 
invernali — VINITOR - Il canto degli uccelli in primavera — Notizie. 


PreréNvI J. S. - Ornithologischer Nachlass (iiber Pastor rossus) 39 pag. in-4 con 1 tav. 
(Budapest in Aquila 1897) L. 2,50. 

RipGway R. Birds of the Galapagos Archipelago. 212 pag. in-8 con 2 tav. ( Washing- 
ton. Proc. U.S. Nat. Mus 1896) L. 8, 50). 

RorIG G. - Untersuchung iber die Winternahrung der Krihen und iiber den Nahrungs- 
verbrauch der Insecktenfressenden Végel. 44 pag. (Neudamm- Mitth. landw. Labor. 
Kéònigb. 1897) L. 1,25. 

SCHWALBE (Dir) - Mittheilungen des ornithologischen Vereines in Wien. Anno XXI 
(1897). Il num. 1 contiene: LINDENER - La Muscicapa parva a Rigen — DALLA 


TorRrE - Gli uccelli del Tirolo e Voarlberg — PEISTER - Un’escursione ornitolo- 
gica nelle paduli della Boemia meridionale — ReEIScHEK - I Nestor della. Nuova 
Zelanda — ZOLLIKOFER - Pyrrhocorax graculus e Eringilla nivalis in ischiavità — 
Notizie — Letteratura. 


S. T. - Gli uccelli nel mondo estetico. (Napoli 1897. Napoli Sport n. 26). 

SALVADORI Tommaso - Lista di uccelli raccolti dal dott. Muzioli nel Tigrè e donati al 
Museo zoologico di Perugia. (Torino 1897. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. 
n. 287, 4 pag.) 


122 


SaLvapori Tommaso - Viaggio del dott. Alfredo Barelli nel Choco boliviano e nella 
Repubblica Argentina. VII. Uccelli. (Ibidem. n. 292, 36 pag.) 

StewART H. E. - The Birds of our Country. 400 pag. con illustr. (Londra 1897) L. 4,50. 

SucHerTET A. Des Hybrides à l’etat sauvage. Regne animal. Tome I. Classes des Oise- 
aux. 152 + 1001 pag. (Paris et Berlin, Friedlinder 1897) L. 25. 

Tor C. N. - Aves de Portogal. (Porto 1897. Annaes de Sc. nat. n. 2. Continuado). 

TecetMErER W. B. - Pheasant. Natural history and pratical management. 250 pag. 
in-8 con illustr. (Londra 1897) L. 9. 

WrÙirLocKk F. B. - The Migration of Birds. A consideration of Herr Giske’ s views. 
140 pag. (Londra 1897) L. 5. 

WintLE E. D. - The Birds of Montreal. (Montreal 1897) L. 8,50. 

ZerrscHrIFT fir Ornithologie w. praktische Gefligelzucht. Organ di ornit. Vereines 
Pommers. Anno XXI (1897). I ni. 6 e 7 contengono: BorxnsTED - Il passaggio 
degli uccelli — LauscH - Sul miglioramento della polllcoltura in Germania — 
Piccole notizie — Affari sociali — Letteratura. 

# # # #. Allevamento del fagiano. (Pisa 1897. L’acclimatazione italiana n. 13 e seg.) 

# * # * . Le varie fasi dell’ allevamento dei polli. (Ibidem. N. 12 e seg.) 

* # * *. Piccione tamburo di Bucharia. (Ibidem. N. 17). 


ORE STIRO) 


Per far conoscere questo nuovo periodico ’’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- 
versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non 
desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo scrivendo nella copertina Respinto 
e ponendo sotto questa parola, il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes- 
suna spesa di francatura. Coloro poi che intendono favorirci l'abbonamento sono pre- 
gati darcene avviso il più presto possibile onde regolare la tiratura del giornale. 


Anche a rischio di divenire noiosi non ci stancheremo mai di pregare i nostri 
egregi abbonati, perchè ci facciano il segnalato favore di tenerci informati di qualsiasi 
notizia di caccia, di passaggi, di catture, di comparse accidentali, in poche parole di 
tutte le notizie riguardanti gli uccelli. Anche le piccole comunicazioni quando provengono 
da molte località riescono interessanti e sodisfano la giusta curiosità dei lettori. 


Una scena della vita animale raccontata dal Caccia e Tiri. 

Sotto il cornicione del palazzo della Cassa di risparmio, in Roma, le rondini 
vanno da parecchi anni a fare i loro nidi. 

Nei giorni scorsi in un nido recentemente fabbricato, entrò un passero petulante 
e, trovata comoda e sana l’abitazione, pensò di stabilirvisi. 

Venute le rondini, s' impegnò un piccolo combattimento, nel quale il passero ri- 
mase vincitore e padrone del campo. 

Dopo poco ricomparvero le rondini proprietarie del nido accompagnate da una 
dozzina di sorelle, tutte col materiale da costruzione in bocca; e si misero a due a 
due a murare la bocca del nido. 

In brev' ora le bestiole vendicative eseguirono | operazione : il passero rimase 
chiuso nel nido come in una cassa da morto. 

Egli tentò invano di liberarsi : col grosso becco potè rompere una parte delia 


a 


prigione, tanto da mettere fuori la testa; ma, stremato dalla fatica e dalla fame, do- 
| vette restare lì e morire. 

La piccola testa del passero penzola ora dal nido, mentre le rondini corrono per 
l'aria gettando i loro piccoli gridi. 


L'apertura e chiusura delle varie caccie in Sardegna. Per disposizione del Con- 
siglio provinciale di Sassari, la caccia alle tortore, pernici, quaglie e lepri si apre col 
15 agosto 1897 e si chiude col 30 novembre stesso anno. 

«La caccia al cinghiale si apre col 1.° giugno 1897 e si chiude al 28 febbraio 1898. 9 
i La caccia ai caprioli, daini, cervi e muffloni si apre col 1.° novembre 1897 e 3A 
«si chiude col 15 stesso mese ed anno. 5 Ù 
La caccia agli uccelli di passaggio, acquatici e uccelli minori si apre col 13 ago- “È 
«sto 1897 e si chiule col 31 marzo 1898. 

Concorso. La Società torinese protettrice degli animali, ha aperto un concorso a 
| premio per un piccolo libro di lettura ad uso dei fanciulli, nel quale per mezzo di 
raccontini facili e dilettevoli si faccia comprendere il male che si fa distruggendo i 

piccoli uccelli e i loro nidi. Il concorso si chiude il 30 Ottobre prossimo. 


Colombo di 33 anni. L’ Éleveur riferisce che una signora del paese di Galles pos- 
siede un colombo da 33 anni. Fu acquistato di età ignota insieme a una femmina 
di già morta alcuni anni fa. Il colombo trovasi in eccellenti condizioni di salute, e 
le piume non hanno sofferto col passare degli anni. 


Quarantena per le oche e le galline russe al confine tedesco. Alla frontiera Skal- 
mieczya presso Ostrowo, la Germania ha impiantato una stazione di quarantena per 
le oche e le galline provenienti dalla Russia. La stazione é per 4000 di questi ani- 
mali, e la quarantena dura tre giorni. 

Così finalmente è stata risoluta una grande questione: La Germania non può fare 
a meno delle oche russe, che rappresentano un’ alimento a buon mercato pel suo 
popolo, e si è DIcgualia contro la possibilità d’importare con esse malattie contagiose. 


11 29 gennaio a. c. morì a Oldenburg nell’ età di 82 anni il direttore di quel Museo 
C. F. WIEPKEN 


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cerca LR falchi vivi: Con lo scopo di tentarne l'allevamento ad uso di Sport (Fal- 
) sì desidera avere vivi falchì delle seguenti specie : 
(Falco peregrinus) di tutte le età. 

tur palumbarius) giovane prima della muta, 
Accipiter nisus) femmina e giovane. 
(Aesalon regulus) di tutte le età. MIR 
e o potesse procurarne è pregato darne avviso alla amministrazione di questo data 


usi, zu Schmidhoffeo Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia crela- 
li di uccelli e prega Mimettereli 1’ elenco delle specie desiderate. 


124 


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freschi in carne, siano gia messi in pelle, Barbagianni (Strix fammea) Fraticelli (Sterna minuta). 

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gersi al dott. Alessandro Pedroni, Como per Carlazzo (Val Solda). 


ORNITOLOEI VIVENTI 


Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli 


Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere 1’ indiriz- 
zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- 
doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. 

(continuazione) 


BEHR Edward A. 428 Henry Street Brooklyn, N Y. (S. U. America). 

BELDING Zyman Stockton San Ioaquin Co., Cal. (S. U. America). 

BELICCHI Laura Via Garibaldi 66. Parma, 

BELL W. S. 431 Wood Street. Pittsburgh, Pa (S. U. America). 

BELLOWS Edward D. 215 12 4th, Street. Jersey City Hudson Co., N. J. (S. 
U. America). 

BEMMELEN A. A. Diergarde Zool. Garten (Olanda). 

BENDIRE Charles Emil Major U. S. Army 1318 14 th Street N. W. Washington 
D. C. (S. U. America). 

BENI cav. avv. Carlo, Stia (Arezzo). 

BENNER Franklin 110 2 nd Street N. Minneapolis Minn. (S. U America) 

BENSON 4. C. Lieutenant The Presidio San Francisco, Cal. (S. U. America). 

BENSON Charles W. Zoological Garden Dublino, 

BENT Arthur Cleveland 148 Court Street Plymouth Wayne Co, Mich. {S. U. 
A merica). 

BERCHET ing. Federigo Fossalta di Pieve (Portogruaro). 

BERNASCONI Giuseppe, parroco Civiglio (Como). 

BERTGTOLD W. Harry 56 Allen Street Buffalo (N. Y. S.U. America). 

BERISTAIN Serafin Naturalista Tacubaya Ex-Arzobispado (Mexico). 

BERLEPSCH Graf. Hans C. H. L. Kgl. Forstakademie H Munden Prov. Han- 
nover (Germania). 

BERNARD Paul 33 Rue des Febvres Montbéliard, Doubs (Francia). 

BERRY Herry N. Cloud Chief, (S. U. America). 

BERTELLI Z. Montese Pavullo (Modena). 

BESNARD Auguste 68 Route de Laval Le Mans Sarthe (Francia). 

BESSE M. Professeur, Chanoine à l’'abbaye St. Maurice au Valais, Canton 
Wallis (Svizzera). 


(continua) 


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È Direttore: Cay. SIGISMONDO BROGI 
E UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA 

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È Collaboratori principali Po 
CSI Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna, SU 
: A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. AD.s 
3 Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. ‘Sto W 
Pa Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). SUE 
s Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). DE 
‘Garruccio cav. prof. Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firenze. Gi 


Damiani dott. prof. Giacomo, Portoferraio (Elba). | Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. 
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Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, 
*g. Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. 
Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon Graziano, Udine, 


Lepri march. Giuseppe, Roma. 


Collaboratori corrispondenti 


Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. wManche dott. L. Valletta (Malta). 
Caiani Gino, Firenze. va Marchi prof. Giuseppe, Trento. \\ UL! 

; Ceresole Giulio, Venezza. i Monticelli prof. Saverio F., Cagliare. 

De Ceglie Francesco, Taranto. Ohlsen cav. dott. Carlo, Row}:|(|{y, 

a De Leone Nicola, Teramo. Poli prof. Aser, Piacenza. RAP PIRLA 
Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno, . Rosati prof. Pietro, Bologna. 
Gioli dott. Giuseppe, S. Frediano a Settimo (Pisa).| Rossi prof. Torquato. (ra 
Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Venezia prof. Francesco, Castelvetrano (Si- 
Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. cilia). 


Leonardi dott. Cosimo, Girgenti. 


Ribasso sui prezzi di Abbonamento 
2 (vedasi alla pagina seguente) 


"Per gli Stati che aderirono alla convenzione di V 


occorre abbonarsi presso i respettivi uffici po 


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getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alia Mineralogia o alla Geologia. 
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{ fossili, o di piante secche, o di insetti (1) | 
Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in no, ; 
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serie completa) a L. 2-per annata a scelta, © annate L. 8 e per sole L. 18 tutte le 13 an- 
nate complete. 
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mandiamo gratis il catalogo di 12 pagine a tutti coloro che ce ne | fanno richiesta. ns 
Abbonamento gratis. A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati rimettendocene l'importo, ; 
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N. B. Gli abbonati esteri bisogna inviino in più le maggiori spese postali occorrenti. | — 
Non si tien conto delle richieste non accompagnate dagli indicati pagamenti. 
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rappresentante per l’Italia della Casa A. MOLLEN e FIGLI, 
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(1) A. U. FILASTORI, Falconeria moderna, suida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di falconidk, 
compilata sui trattati stranieri più recenti; aggiuntavi l’educazione del cormorano, — Torino, Roux Frassati e co, 
SIR, in-12, con illustrazioni, L. 2,50. 


Settembre-Ottobre 1.0 Ottobre 1897 


AVICULA 


GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO 


is SOMMARIO 


CATTURE, DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Altobello dr. 
G. Nuove specie di uccelli nidificanti nel Molise — De Larderel conte F. Gennaja 
Feldeggi — Venezia prof. F. Haematopus ostralegus — Ceresole G. Pelidna marit- 
tima — Angelini prof. G. e Falconieri di Carpegna conte G. Charadrius falvus 
— Brogi S. Note el appunti — Imoda E Falco pellegrino. Da pag. 125. a pag. 128. 

De Ceglie Francesco. Le campagne di Taranto rispetto allo studio della Ornitologia. Pag. 128. 

Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. Pag. 131. 

Pavesi comm. prof. Pietro. Calendario ornitologico pavese. Pag. 135. 

Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte 
prima. Note d'indole generale sulla migrazione degli uccelli. (continuazione). Pag. 138 

Tait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 
ed altre anteriori inedite) per servire allo studio dell’Avifauna Tridentina. (cont.) Pag. 142. 

Forest ainé Jules. Les oiseaux au point de vue industriel. Pag. 148. 

Bonomi A. Brisson Maturino Giacomo. Pag. 149. 

VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI. Albani G. Uova di capinera — De Ceglie F. Me- 
lanismo e albinismo in una Melarocorypha calandra — Imoda E. Cutrettola albina — 
Brogi S. Ibrido di Rondine e Balestruccio — Brogi S. Capinera albina. Pag. 150-151. 

CACCIE E PASSAGGI. Red. Dall’apertura della caccia a tutto settembre — Red. La prima 
beccaccia — Brogi. Da Siena — ? Sterminio di uccelli. Pag. 151-152. 

Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 152 a 154. — Notiziario. Pag. 155. 
— Richieste e offerte. Pag. 155. — Indirizzi di ornitologi (continuazione). 
Pag. 156. 


Catture di specie rare od avventizie 
E NOTE ORNITOLOGICHE 


VI Nuove specie di uccelli nidificanti nel Molise. Circaétus gallicus — Il Biancone 
| è di scarsissimo passaggio invernale nella nostra provincia; ma quest'anno, in Giugno, 
una coppia ha nidificato nel bosco di Guardialfiera. 
Nel nido fu trovato un sol pulcino che mi fu portato con la madre dal guarda- 
boschi Romeo. Ora si conservano nella mia collezione. 
Coracias garrula — Questa spreie è molto rara da noi, ed io, in sei anni, sò 
- solo di cinque o sei catture; l’ultima Ghiandaia marina fu ammazzata dal Sig. Leone 
nel giorno 7 del corrente mese nella contrada Selve piane in vicinanza della città. 
Da poco tempo però ho saputo che si è trovata due volte a nidificare in vici- 
‘nanza del mare, presso Termoli, in contrada Ponte di Pizzo ed i piccoli furono per 
due volte allevati dal Sig. Sciarretta. 
Merops apiastrer — Diverse coppie di Gruccioni, il cui passo, sempre abbon- 
dante, comincia verso la metà di Luglio e dura tutto Agosto, nidificano nella nostra 
provincia lungo i fiumi. La località più frequentata è una frana a picco sul fiume Bi- 
— ferno, in territorio di Lupara, chiamata Greppa fabiana. 
s Campobasso, 18 Settembre 1897 Dott. G. ALTOBELLO 


126 


Gennaja Feldeggi. Nella sistemazione del catalogo della mia collezione ornitologica 
a poco a poco formata per studiare e conoscere le specie di Uccelli italiani; credo 
far cosa grata agli studiosi notando Ja cattura d’un falco assai raro che il Sig. C.î 
D.' T. Salvadori accertò per un adulto di Gennaja Faldeggi molto simile nella livrea 
ad altro individuo trovato nel 1852 sul mercato di Roma, dal detto Sig. D." Salvadori. 

Il bellissimo esemplare fu ucciso ad Arduino presso Terracina dal conte E. di 
Mirafiore e da questo inviatoci per la nostra collezione. 

Francesco DE LARDEREL 


Haematopus ostralegus (Linn.) Beccaccia di mare. — Il 9 Agosto del corrente 
mese, ebbi regalata dal Sig. Giovan-Battista La Francesca cacciatore appassionato, una 
beccaccia di mare da lui uccisa nella così detta contrada Tre fontane, lungo la spiag- 
gia Selinuntina. É una bellissima adulta che ora fa parte. della mia collezione. Non 
è stata riconosciuta da nessun cacciatore, ciò mostra che non è molto frequente. 

Castelvetrano (Sicilia) Prof. Francesco VENEZIA 


Sulla cattura di una Pelidna marittima. Il giorno 22 agosto p. p. un fortissimo 
cacciatore veneziano, il cav. Braida si recò a caccia nelle paludi della nostra provin- 
cia e precisamente sul limite della laguna, in vicinanza di Mestre. Ad un certo mo. 
mento vide levarsi due uccelli che egli, vedendoli in distanza, stimò fossero un paio 
della comunissima Pelidna alpina, e con un colpo di fucile, riuscì ad uccidere un 
individuo, mentre |’ altro fuggì. Senonchè appena raccolto, s’ accorse che era affine 
alle volgari Pelidne, ma che quella specie non la conosceva, e fattala anche vedere 
ad altri esperti cacciatori, neppur essi seppero conoscere a che specie appartenesse. 
Sospettando quindi il cav. Braida che si trattasse di una specie rara, il giorno se- 
guente si fece premura di passarla a me, pregandomi di incaricarmi della imbal- 
‘“samazione. 

Esaminato l’ individuo, fui indotto subito a classificarlo come una Pelidna marit- 
lima e trattandosi di un uccello così raro per noi, lo spedii subito a Milano per farlo! 
imbalsamare. 

Ora il cav. Braida tiene con grande e giusta gelosia questo raro e splendido osemplare.. 


Noto come. nella settimana che precedette la cattura vi furono temporali e squi- | È 


librii atmosferici. I 
Da quanto resulta nell’Avifauna italica del Giglioli, questa specie è rarissima per 
l’Italia e sarebbe stata presa qualche volta nel Veneto, meno frequentemente in Pie- 
monte e in Liguria, più spesso in Toscana. 
Questa cattura è di importanza tale, che mi son creduto in dovere di comuni- 
carla agli ornitologi col mezzo di questo periodico. 
Venezia, Agosto 1897 G. CERESOLE 


Seconda cattura di un ’’ Piviere Orientale ,, (Charadrius fulvus) nei dintorni 
di Roma. (Comunicazione alla Società Romana per gli Studi Zoologici del Prof. Gio 
vansi AsceLini e Conte Guipo FaLcomieri pi Carpegna - Boll. fasc. IV, 1897). 

Il giorno 11 dello scorso maggio, recatici per la caccia delle quaglie sulla spiaggia 
dell’/sola sacra, ci fu mostrato per caso da tre cacciatori, che avevano preso stanza 
colà, vicino alla foce del Tevere, un uccello. somigliantissimo al piviere comune 
(Charadrius pluvialis), di un terzo circa più piccolo. i 

Attentamente esaminatolo, riconoscemimo ben tosto in esso un bell’individuo del 


raro Charadrius fulvus in abito primaverile quasi completo. Fatto accorto della no- 

| stra soddisfazione per tale fortunato incontro, e dell’ interesse che quell’ uccello ci 

| ispirava, il suo proprietario volle gentilmente farcene dono; e questo esemplare ben 

preparato, ad ali semi-aperte, abbiamo oggi il piacere, egregi colleghi, di presentarvi 
in questa nostra adunanza. 

Come vedete, si può così brevemente descrivere : 

Parti superiori screziate, a macchie nerastre, biancastre e giallastre, con 
prevalenza delle macchie nere e bianche ; fronte, sopracciglia continuantisi in 

una larga fascia, che scende ai lati del collo di color bianco-candido ; lati della 

testa e del collo, gola, gozzo, e mezzo del petto e del ventre di un bel nero mo- 
rato, mescolato di penne biancastre, specialmente ai lati; penne ascellari e su- 
balari di un grigio bruniccio uniforme; becco nero; piedi scuri. 

Lunghezza totale mm. 240; ala mm. 165; coda mm. 65; becco mm. 225 
tarso mm. 42; spazio nudo della gamba mm. 18. 

Esso è un maschio, e la sua descrizione concorda pienamente con quella da- 

- tacene dall’ illustre Salvadori nella sua Ornitologia della Papuasia e delle Molluc 
che (vol. INI, p. 294). ) 

È infatti il Ch. fulvus proprio dell’ Asia orientale, ed, emigrando, si sparge nel- 
l’Arcipelago malese, nell’Australia, e nella Polinesia; fu pure trovato nell’ Africa me- 
‘ridionale, e di qui, probabilmente, risale in primavera qualche individuo fino a noi. 
In quanto all’ Europa, era stato trovato due sole volte a Malta (marzo del 1845 e 
maggio del 1861), prima delle due straordinarie catture avvenute qui a Roma con 

| poco più di un anno d' intervallo. 

E il nostro piviere neppure era solo. Fummo assicurati dal suo uccisore, che lo 
aveva còlto il dì innanzi, mentre insieme ad un altro compagno gli passava sopra 
il capo, alla spiaggia del mare, diretto verso il Nord. E pare che il compagno su- 
perstite non proseguisse subito il suo viaggio. Infatti mentre il detto cacciatore ci 
stava facendo il suo racconto, si udi un fischio speciale, che egli non esitò a rico- 
noscere pel grido di richiamo di questa specie. E, qualche ora dopo, e nello stesso 
luogo, quell’ uccello, rasentando quasi la spiaggia, passava a volo innanzi ad uno di 
noi; certamente esso cercava ancora il compagno perduto. Essendo il tiro alquanto 
lontano, disgraziatamente non riuscimmo ad ucciderlo; ma la sua figura, che netta- 
mente si disegnò sul fondo grigio della spiaggia, non ci Jascia alcun dubbio che si 
trattasse d’un individuo di questa specie. 


e che sia stato preso già altre volte, ma forse non notato, perchè creduto un piviere 
comune, eccezionalmente più piccolo del solito. Infatti anche |’ esemplare della col- 
lezione Lepri-Patrizi fu trovato abbandonato, e quasi dimenticato sul tavolo di un 
- pollajuolo, e quello nostro, al nostro arrivo, era prossimo ad essere spennato e cotto. 
ante la quasi perfetta somiglianza di colorito col piviere nostrale, è ben difficile 
e un cacciatore non ornitologo veda in esso una specie diversa e meritevole di 
eciale considerazione; non è quindi fuor di proposito ricordare che il Piviere 
orientale si distingue dal Piviere dorato per i seguenti caratteri: 1° la sua statura 
li un terzo almeno più piccola; 2° il tarso, e specialmente l’ adiacente spazio 
udo della gamba, più lunghi (ond’ ebbe dal Temmink il nome di Ch. longipes); 


Non è improbabile, che il Piviere orientale capiti da noi di quando in quando, 


il colorito delle piume ascellari c subalari, che è grigio-scuro invece che bianco. 


128 


L’ individuo di Ch. fulvus a noi donato, sta ora ad accrescere il pregio della 
importante collezione regionale della nostra Università, cui lo abbiamo volentieri ce- 
duto, e dove figura insieme con altro esemplare in abito d’ inverno, trovato dai 
marchesi Patrizi e Lepri, i quali con recente generoso pensiero vollero aggiunta la E 
loro bella collezione ornitologica a quella del patrio Ateneo. E accanto al loro, ed £ 
a quello di un Ch. pluvialis, avendo voi d’ora innanzi il nostro esemplare, potete Di 
farvi un’ idea della n delle due livree del Ch. fulvus, e delle differenze, bene 
apprezzabili, che distinguono dal nostro comune Piviere, il Piviere orientale. 

Pur troppo però, nel presentarvelo, noi non vi possiamo tacere, che il ricordo 
di questo lieto avvenimento ornitologico si associa nel nostro animo a quello di un 7 
caso ben doloroso. L’ uccisore di questo piviere, il giovane artista romano Umberto CSA 
Gavioli, poche ore dopo di aver parlato con noi, restava vittima del proprio fucile, — 3 
esploso accidentalmente fra le sue mani! Possa questo ricordo, che egli ci lascia, e _ > 
che sarà gelosamente custodito, unitamente al nostro sincero rimpianto, essere di = 
qualche conforto al padre ed al fratello di lui, crudelmente colpiti da tanta sventura. SR 


Falco pellegrino o Falcone. Il 12 corr. facendo una gita fuori di città, vidi pas- 
sare sul mio capo a una ventina di metri, un bel falco pellegrino (7. peregrinus 
Tunst.) in abito adulto. 

Torino, 14 Settembre E. Imopa 


Note ed appuuti. Un bell’esemplare di Aquila reale (Aquila chrysaétus Linn.) fu 
preso il 2 Agosto scorso a ore 11 a 7raco, tenimento di Poggio Bustone del comune 
di Rieti. La ricevei fresca in carne, inviatami dal cav. Federico” Biraghi e sarà eon- 
servata nel gabinetto del Liceo «di Rieti. 

Dal M. R. Proposto Ugo Nomi Pesciolini ho ricevuti per imbalsamarli un Falco 
biancone (Circaétus gallicus bav.) ucciso nei dintorni di S. Gemignano (Senese) 
il 16 settembre; ed un bell’esemplare di Cicogna nera (Ciconia nigra Gesm.) gio- 
vane, uccisa pure nel Senese il 26 settembre. 

Durante il settembre mi sono capitati diversi Stiaccioni o Nottoloni (Capr a 
europaeus) mentre da qualche anno non se ne vedevano. 

Qualche coppia di Codirossoni (Moniticola saxatilis Bett.) cova sempre nei pressi 
di Siena; ed ogni anno vedo nel mercato alcuni giovani di questa specie. Gli adulti 
partono prima dell’ apertura delle caccie, poichè ne ho veduti nel Maggio, nel Giugno 
e nel Luglio, ma mai dalla metà di Agosto in avanti. 

Dal Sig. F. Biondi Santi di Montalcino mi è giunto un Gufo reale (Budo maximus) 
preso il 29 Agosto scorso, è raro per ja prov. Senese. 

Siena, Settembre 1897 S. Broci 


Le Campagne di Taranto rispetto allo Studio dell’ Ornitologia na 


_— caro —__ 


Tra le plaghe pugliesi, una delle più adatte alle ricerche ornitologiche è senza 
dubbio, la parte ovest della provincia di Lecce, che ha per confine il fiume Bradano. - 
Cominciando dalle campagne circostanti a Taranto ed estendendosi fino alla sponda 


da allettare gran parte di uccelli a fermarvisi ed a passarvi l’ inverno per le specie 
invernali, o la primavera e l’ estate per le specie nidificanti fra noi. — Dette campa- 
«gue sono formate da estese boscaglie, da bassa macchia, da fiumi e paludi in abbon- 
danza, da terreni piani e ondulati, da colline e da ripidi avvallamenti prodotti dai 
| torrenti di acque piovane. — Ciò posto, è naturalissimo che molti uccelli trovino in 
. dette condizioni topografiche, comoda dimora ed abbondante nutrimento. — Il Mare 
piccolo di Taranto poi è per se stesso un altro sito dove trovano comoda dimora gli 3 i 
‘uccelli marini, che vi si fermano in gran numero a svernare. Però, prima che vi si vr P, 
fosse costruito |’ Arsenale Militare Marittimo, gli uccelli che qui passavano |’ inverno de 
erano, innumerevoli perchè non erano menomamente turbati dal traffico che oggi si Le 
| verifica in detto mare. Ros 
i In vista di siffatte condizioni locali, è giusto pensare alla facilità delle ricerche 
 ornitologiche accoppiate a quella di procurarsi molte specie. Invece nulla di tutto ciò. 
Io debbo sinceratamente deplorare che molte difficoltà mi si oppongono a che le mie 
“ricerche abbiano un risultato soddisfacente e corrispondente allo zelo da me impie- Hi 
gato. — Mancando qui completamente ’' uso delle reti, non è facile cosa procacciarsi È sen 
molti uccelletti; perciò per questa parte, le mie ricerche sono molto limitate e in- i 
‘complete e ristrette quasi a quelle che fo personalmente nelle mie escursioni. Man- 
“cano quì anche 1 cacciatori di giornata, quelli cioè che si dedicano alla caccia a scopo 
. di lucro, onde il mercato di Taranto è molto scarso di cacciagione. — Restano gli 
‘amici cacciatori, ai quali per altro devo esser grato per quello che fanno in aiuto de’ na 
miei studii. Il loro concorso, però, è tanto limitato, generalmente parlando, che io 
traggo ben poco vantaggio dal maggior numero di essi; in molti manca la cognizione 
persino dei nomi volgari di molte specie di uccelli, e l' attitudine di distinguere una 
— specie da un’altra, quindi difficoltà d° intendersi e di procacciarmi le specie non co- 
muni, rareo avventizie. — Ho cercato e cercherò sempre con assiduità ed insistenza 
di indurre questi amici a interessarsi col fare eco alle mie incessanti-taccomandazioni 
di pensare cioè, che vi è qualche cosa che per importanza supera |’ interesse della 
culinaria, scopo unico e comune ‘alla massima parte di essi. Nella loro cooperazionne 
-v' ha qualche cosa di nobile ed importante, illuminare cioè la scienza con le osser- 
vazioni e il contributo di tutti, senza di che non si avrà mai in Italia un’ avifauua 
mpleta e generale per tutta la penisola. 

Non per tanto, sono in grado di annoverare diverse specie di uccelli non ancora e A 
egnalati dal dott. V. De Romita nella sua Avifauna Passio, pubblicata nel 1884. 

0 tre a quelle già citate dall’ esimio ornitologo nelle sue * Aggiunte alla oi 


Gondizioni di cattura 


Cettia Cettii - Chi visita le nostre paludi, resta sorpreso dal fischio pieno e so- 
noro di quest’ uccelletto ; difficile è il vederlo e più difficile |’ impadronirsene dopo 
fatto il colpo, perchè non sempre riesce praticabile il sito ove dimora. Non può 
dirsi raro nè abbondante ; nidifica in maggio ; è sedentario. 

Lusciniopsis luseinioîdis. — Il giorno 23 marzo 1890 caccegiando a pochi chi- 
lometri da Taranto in uno avvallamento paludoso denominato Pamunno, la mia cagna 
fece uscire da un cespuglio addossato ad una parete un uccelletto, che dopo un 
breve volo andò a mettersi in un cespuglio di giunchi. Volli tirare su di esso e for- 
lunatamente mi capitò fra le mani un maschio (g') di questa specie da me prima 
non osservata. D’ allora non l’ ho piu vista. 

Acrocephalus streperus. — Anche di questa specie abbattei un d' il 5 maggio 
1890 a poca distanza da Taranto in un sito paludoso chiamato Leggiadrezze. Av- 
vertii la sua presenza dal canto stridulo. Mi fermai, e dopo un momento vidi |’ uc- 
celletto che, scalando fra le cannelle, raggiuse la loro sommità, fermandovisi a can- 
tare il suo verso. Il mio piombo lo raggiunse e così me ne impadronii. — Nidifica 
in maggio nelle nostri paludi; non può fui raro nè comune; l’ho trovato anche 
in agosto. 

Tringa canutus. Il 14 settembre 1890 mi trovavo in una barca a caccia agli 
uccelli di lido nel secondo seno di Mare Piccolo detto il Piano. Il basso fondo che 
vi è nella parte sud-est non permette di accostarsi a giusto tiro dagli uccelli che si 
fermano al lido. Giò non di meno, essendovi uno stuoletto di Piovanelli, mi avvidi 
che ve ne era uno più grosso degli altri, per cui, su di esso diressi il mio colpo. 
Gadde ferito per il tiro lungo; ma raggiuntolo il mio barcaiolo, lo prese ed avutolo 
fra le mie mani, assodai trattarsi di una ,P di questa specie rara ed a me fino allora 
affatto sconosciuta. Non l’ ho mai più vista. 

Oidemia fusca. — Il 9 novembre 1890 ero a caccia agli uccelli marini. Con 
la barca non è facile cosa accostare gli uccelli a giusto tiro, perchè si stà troppo 


allo scoperto ; perciò il più delle volte questi si alzano a_volo alla distanza di due 


o tre tiri di fucile, e quindi spesso si resta delusi, massimamente quando gli uccelli 


sono stati prima molestati. Ve ne era uno isolato che permise mi fosse avvicinato a 


tiro; lo feci mio, e vidi che trattavasi di una di questa specie, che per la prima 
volta veniva ad arricchire la mia collezione. Il 3 febbraio 1891 mi fu portato un 
maschio adulto ammazzato anche in Mare Piccolo da un pescatore e cacciatore. 

Larus atricilla. — Di questa specie propria dell’ America settentrionale, mì fu 
portata una femmina adulta in livrea di nozze il 16 aprile 1892; era stata ammaz- 
zata nel golfo di Taranto. Non ho alcun dubbio sulla indentità della specie, perché 
le penne del collo e del petto sono colorite di tinta rosea più marcata ancora di 
quella che si riscontra nella Sterna cartiaca. 


raf hi 
TTT, LN 


leucocephala — Podiceps griseigena . 


Condizioni di cattura. 


 Archibuteo lagopus. — Un maschio adulto di questa specie fu ucciso il 17 feh- 

| braio 1891 sul lido di Mare Piccolo, mentre era intento a mangiarsi un Moriglione. 

— da esso predato. La sua comparsa qui l’ attribuisco all’invernata molto rigida di quel. 
l’anno; non l’ ho piu visto in seguito. 

Falco peregrinus. — Nel gennaio del 1893 mi capitò per la prima volta una: 
femmina adulta di questa specie, ed un’altra giovane 1’ ebbi il 29 luglio 1896, 
questa seconda fu colta in agguato perchè da diversi giorni ghermiva i colombi di 

una masseria distante pochi chilometri da Taranto. 
__. Emberiza leucocephala. — Il 27 ottobre 1896 mi trovava a caccia alle Allo- 
| dole con lo specchietto, nelle campagne in prossimità del Capo S. Vito nella rada di 
“Taranto. Mentre era intento a tirare alle Allodole, mi passò a tiro un uccello, che 
dal volo riconobbi per uno Zigolo. Diressi contro di lui il colpo, e cadde. Avendolo 
‘esaminato, assodai trattarsi di una femmina di questa specie rarissima, della quale. 
“si contano poche catture in Italia. 

 Podiceps griseigena. — Il 13 febbraio 1890 mi capitò per la prima volta un 
maschio adulto in abito d’ inverno appartenente a questa specie, ed un’ altro maschio 
l’ ebbi il 22 agosto 1891. Ciò mi fece supporre che qualche coppia avesse nidificato 
in questi luoghi. Entrambi furono colti a Mare Piccolo. 


Taranto 1 Settembre 1897 De Cecuie Francesco 


G. VALLON 


uccelli molto rari per la provincia del Friuli 


(continuazione) 


VI, OIDEMIA FUSCA, Lin, 


Orco marino 


VII, SCHOENICOLA RUSTICA, Pall, 


Zigolo boschereccio 


Nella collezione centrale dei vertebrati di Firenze, conservasi I unico esemplare 
maschio friulano, catturato il 4 dicembre 1886. Lo rinvenni sul mercato di uccelli di 
Udine frammisto a molti Migliarini di padule. 5 

Questa specie sembra essere in Italia ancor più rara della susseguente, lo Zigolo 
minore, ed il Savi non sa far menzione che di due soli individui del genovesato; ne 
molti s'aggiunsero di poi alla nostra avifauna, che consultando le opere dei due maggiori 
ornitologi viventi, Giglioli e Salvadori, i quali raccolsero le sparse notizie delle varie 
provincie italiane, si capisce di poter contare sulle dita il numero delle catture avute, e 
la maggior parte verificatesi nell’ Italia settentrionale. 


VIII, SCHOENICOLA PUSILLA, Pall, 


Zigolo minore 


- 


{Ue 


Questo piccolo zigolo è veramente rarissimo da noi, in quantochè nel corso di circa 
venti anni che esploro la provincia, soltanto due volte ed a lunghi intervalli di tempo, pes: 
mi è riuscito ad impossessarmi di un maschio nell’ ottobre (7) del 1880 e di un altro 
maschio nel mese di novembre (1) del 1896. È bensi vero che questa piccola specie di 
zigolo possa facilmente passare inosservata, inguantochè vivendo sul terreno ed essendo i; & 
uccello poco timoroso e quieto e lasciando che l’ osservatore s’approssimi a pochi passi =g 
di distanza prima di prendere il largo, può succedere benissimo e ripetutamente il caso 
che non ci si accorga della sua presenza. Anche il grido di richiamo, che ricorda poce quello 
dei congeneri, non lo fa udire che soltanto allora che si mette al volo, mai quanto stà 
sul terreno in cerca di nutrimento. 


IX, LOCUSTELLA LUSCINIOIDES, Savi 


à Salciajola 


Nel 1886, quando pubblicava le mie note sull’ Avifauna friulana, non aveva ancora 
incontrata questa specie e non possedevo che un solo individuo preso nelle vicinanze di 
Udine ed acquistato sul nostro mercato. 

Se non che negli ultimi giorni @ aprile del 1894, esplorando le sponde del Corno - 


fiume che da Porto Nogaro diventa navigabile fino alle sue foci in laguna - notai la pre- "ai 
5 5 to) L i 
senza di questa specie per me interessantissima, che mai prima d’ora - dunque per il 


corso di diciasette anni - avevo avuto la fortuna d°’ incontrare. uo 

In certe foltissime macchie isolate, che crescono lungo le fosse laterali del fiume e di Go 
ehe non raggiungono mai una grande estensione, in fra mezzo alle quali, non di rado, ‘Ta 
qualche alberello vi cresce, che non sorpassa i due metri d’ altezza, s’ intrattengono ap- Ta 
pena arrivate le Salciaiole. A. quell'epoca, ed in quei siti non v'è altra vegetazione ì 


tranne dell’ erba bassa, che a mala pena copre il terreno. Vivono nel più folto della 
macchia ed io certo non le avrei scoperte, neanche allora, se non mi fosse pervenuto 
all’ orecchio quel loro strano canto, che quantunque leggero si ode a grande distanza. 
Leggendo il Naumann, il Breehm, il Friederich ed altri autori tedeschi, io - sebbene 


SE 


avessi inteso mai il canto delle: dito - mi avevo fatto un Hlta del La tI 
talchè quando per la. prima volta l’ udii, in quel sito sopra descritto, subito pensai esser i 


ello il trillare di questo genere d’ uccelli, che ben va paragonato allo strepito che 
produce con le ali Ja grande locusta verde. A me parve più chiaro, più squillante, se 
così posso esprimermi, ma del resto similissimo, tale anzi da confonderli uno con 1’ altro, 
mne specialmente per colui che non possiede un buon orecchio musicale. 
Una parola che giustamente esprima il suono di voce emesso dalla Salciajola non 
| esiste nel nostro idioma. Questo uccelletto non canta, non trilla, non gorgheggia, non |. 
| sibila, non fischia, quest’ uccelletto emette un »mrr..... (da pronunciarsi senza le davanti) 
| tutto proprio, affatto nuovo, non paragonibile col canto di nessun altro uccello. Poggiato 
5 sopra ad un ramoscello, ben ritto sulle zampe, e più tardi, alla fine di maggio o nel 
| giugno anche su d’ una cannetta, allungandosi del corpo, alzando alquanto la testa ed 
aprendo molto il becco, incomincia il suo rrrr.... che dura da 20-30 secondi senza inter- 
ruzione, poi subentra una pausa di 3-4 secondi e quindi rincomincia l rrrr.... Di questo 
modo continua per un intera mezz’ ora, senza neppure badare all’osservatore che gli stà. 
2 pochi metri di distanza, anzi è tale il loro fervore che neppure un colpo di fucile li 
| fa fuggire o smettere per lungo tempo il canto. 

Tutt’ al più, come osservai di spesso, si gettano per qualche momento nel folto del 
| cespuglio o delle canne, ricompariscono dopo qualche secondo e ricercando novellamente 
la cannetta più alta od il punto più elevato del cespuglio, riprendono subito la posa 

‘anzidescritta e con questa il canto. Questa smania, questo fervore non }’ hanno appena 
giunti, allora anzi il canto si sente ad intervalli e se disturbati si cacciano nel più 
. folto del cespuglio, da dove difficilmente si lasciano snidare. 

Fosse caso, o fosse che le femmine stessero nascoste, o che in quei giorni dell’aprile 
non avessero fatta peranco la loro: comparsa, stà il fatto che dei quattro individui uc- 
cisi, tutti erano maschi. Del resto anche più tardi, quando la nidificazione era incomin- 
ciata non potei aver femmine e converrebbe da ciò dedurre che queste conducono una 

| Vita molta nascosta. 

TI Savi assicura che camminano sulla terra e i. i vicini cespugli di giunchi, cer- 
cando i piccoli vermi e le piccole mosche. Io all’ incontro sul terreno non li vidi poggiare, 

| ma sarebbe azzardoso 1’ asserire come fatto che non ci vanno, perchè le macchie oi boschetti 
di canne, nei quali abitano, son cosi folti, da non permettere di spiare esattamente le mosse. 
dell’ uccelletto. Fuori del cespuglio però non ci vanno, che per raggiungere volando un 
altro, e questo posso asserirlo positivamente. 
A Follie) uza delle Pa dei Lui, dei SP AMILIOREl A e di Sole Di uccelli che abi- 


Non ho osservato che i maschi, a somiglianza di tanti altri congeneri, si persegui- 
tino d rante IP Se degli amori ; paro che quel canto strano, che impressiona cotanto 


a 


| l'osservatore, li assorba completamente, e lo fanno udire non ‘solo durante tutte le ore del 
giorno, ma eziandio anche durante quelle della notte, giacchè ritornando da una mia. 
escursione e risalendo il corso del fiume verso le 25, sentii ancora quello strano Prizzi ; 
che come ho già detto si ode a grande: distanza. 

Sia veramente la stranezza, sia la forza di penetrazione del medesimo, o sia ancora 


la solitudine dei siti, che albergano bensì una quantità di altri uccelli, ma che oltre al 
grido di richiamo, non hanno alcun canto, stà il fatto che l’ impressione che se ne ritrae 
è veramente straordinaria, e che anche dopo giorni passando per qualche boschetto o 
per qualche campo, lo stormire delle foglie, il canto del grillo-talpa o di qualche insetto, 
fa risovenire quella specie di trillo, the dirò tale in mancanza di un altro vocabolo più 
adatto. i 
Ai 20 di maggio trovai il primo nido completo, ma con le uova freschissime. Cal- 
colo che al massimo in tutta quell’immensa estensione di terreno, 5 o 6 coppie vi ab- 
biano nidificato. È specie assolutamente rara nella nostra provincia e limitata solo alle 
località anzi descritte. Ai 25 ne trovai un secondo, poi non più. z 
Ad una distanza di forse una trentina di passi da un nido di Circus aeruginosus, — 

che conteneva 4 piccini, tutti di differente grandezza, scopersi fra il folto delle erbe 3 
palustri e molto ben nascosto, uno della Salciajola. Dal terreno o meglio dallo specchio 
d’acqua, molto bassa però, distava poco, tutt’ al più 4 centim. Era tutto formato tanto 
internamente che esternamente da foglie fresche di cannette benissimo intrecciate, ma 
| poco ben connesse, talchè toccandolo si sfascia con facilità. Nessun altro materiale lo 
compone e lo tappezza internamente. Ha una conca profonda 45 mm, , il diametro esterno 


lo) 


misurava 12, l’ interno 7 centimetri. 

Le uova in numero di cinque hanno una forma piuttosto arrotondata, sono prive di 
lucentezza e di fondo color bianco-roseo, ma che mal si distingue per la fittezza dei — — 
punti e delle macchie bruno-rosso, che si fanno più spesse verso la parte ottusa, così 
da formare verso il culmine una macchia oscura. In taluni il polo è fittamente coperto — 
e si forma allora una corona. Il guscio è liscio, ma come detto opaco e privo di pori. di 
L'asse maggiore misura 19, il minore mm. 13. È 

Dobbiamo all’ immortale nostro Savi la scoperta di questa specie che per primo la 
trovò nelle paludi toscane, ed abbastanza frequente nel pisano. Dopo di lui altri studiosi 
la segnalarono in alcune parti d’ Italia; il Ninni però, osservatore dei più attenti e seru- 
polosi, la nota, nei suoi materiali. per una fauna veneta, come specie di sede incerta. 

Oltre che da noi in Italia, vive nella Francia meridionale, e stando a quanto io trovo. 
notato in vari autori e specialmente nel Naumann è segnalata anche come nidificante per 
l Inghilterra (rarissima), per 1° Olanda, per la Francia meridionale, per la Spagna del 
sud, per la Slesia, per l’ Austria-Ungheria, per la Bulgaria, per Cipro, per le parti cen- 
trali e meridionali della Russia europea, ad oriente fino alle foci del Volga, per il Tran- 
scaspio e Turkestan. Sverna nell’ Africa da dove la si ebbe dall’ Algeria, dall’ Egitto e 
dalla Nubia e nella Palestina ; sembra però che buon numero sverni già nelle COSE più 
meridionali d’ Europa. 

Reiser la trovò in Bulgaria a 100 m. e Severtzow nel Turkestan da 1000 a 1300 m. 


CALENDARIO ORNITOLOGICO PAVESE 
1895-97 


del Prof. Pietro Pavesi 
VAI 


Ecco il mio quinto calendario, comprendente due passi e due ripassi, o risalite 
che vogliansi dire, informato agli anteriori (') 

In varie pubblicazioni, alcuni hanno seguito lo stesso mio metodo fenologico a 
base di un futuro lavoro sintetico sugli uccelli nostrali; altri adottarono metodi un 
po’ diversi, sebbene comparabili, e specialmente nell’ Avicula, primo giornale orni- 
tologico italiano sorto nel frattempo. Ma, se le notizie riguardanti le specie rare 
od accidentali interessano assai, lo studio delle migrazioni, continuato benissimo 
dal prof. Angelini per lo stretto di Messina (*), richiede pur quelle delle specie co- 
muni. Ed io n’ho sempre tenuto conto e ne tengo nel presente calendario, che co- 
mincia col luglio 1893, come finisce il precedente col giugno di quell’ anno. 


1895, Luglio 8, Una Ciconia alba passa sopra il ponte vecchio di Pavia. 

| — 15. Nella quindicina arrivati moltissimi Gallinago coelestis nei pantani lungo i 
fiumi e nelle valli di Bissone. Un branco di Totanus sera e mattina vola su 
e giù fra i due ponti del Ticino. 
— 20. Partenza dei Cypselus apus, alcuni però si vedono ancora fino al 28. 
— Asosto 7. Un grosso Larus, forse il cachinnans, a monte di Pavia passa in 
alto direlto a SW. 
1895. Agosto 15, Sempre poche le Coturnix communis e Turtur communis ; molto 
diradati i Gallinago coelestis ; sulle sabbie dei fiumi pur pochi Totanus glottis 
ed Helodromas ochropus. Nella lanca di Po alla Busca qualche Aegialitis cu- 
ronica e Tringoides hypoleucus; in maggior numero Aneylocheilus subar- n 
quata e Actodromas minuta; in grande quantità Ardetta minuta, Sterna e 
Hydrochelidon. Un branco di Querquedula crecca guazza nel Po presso Por- 
t’Albera. Cantano ancora gli Oriolus galbula. 
— 26-31. In questi giorni si videro al lancone di Mezzana-Corti alcuni Limnocry- 
ptes gallinula, d’ arrivo molto anticipato. i 
— — Settembre 1-13, Al primo taglio dei risi di quà del Ticino frullano poche Por- 
o zana fulicula. 
_— 15, Nella lanca della Busca branchetti di Aneylocheilus subarquata e Actodro- 3 
mas minuta. Di fronte a Belvedere, sulla ghiaia dell’ isolone D'Adda, cioè presso ui: 
la foce di Ticino in Po, uccido una femmina adulta di Querquedula circia. 


(!) Calendario ornitologico pavese 1886-89 in atti Soc. it se nat. XXXII. 1889 p. 293; id. 
‘889-90 in questo Boll. scient. XII. 1890, p. 36; id. 1890-93, ibid. XV. 1893, p. 69; id. 
‘93-95, ibid. XVII. 1895. p. 46. 

(*) Nel Bollettino della Società Romana per gli Se zoologici, vol. V. 1896, pp. 20, 130 
177, 


136 


— 17, Sebbene quasi terminato il taglio dei risi a vicenda, le Porzana fulicula 
sono poche ; soltanto a Vigalfo l’ ultimo campo ne dà un centinaio. Mancano 
Coturnix communis e Gallinago coelestis. Comincia un discreto passo di Frin- 
gilla coelebs, che seguita uniforme per tutto il mese. Compaiono i primi An- 
thus trivialis. 

— 19, Oltre |’ Aneylocheilus subarquata e V° Actodromas minuta, che mantengonsi 
numerose nel basso Ticino e nelle vicine lanche di Po, compaiono alla Scarpona 
branchetti di Aegialitis hiaticula e una femmina di Charadrius pluvialis è uc- 
cisa di fronte a Belvedere. 

— 25, Una femmina adulta di Ciconia nigra è uccisa a Mezzana Bigli (CoLui PaIv.) 

Nessun accenno di passo di uccelletti da proda ai paretai, 

— 26-30, In questi giorni è stato veduto scendere nuotando nel Ticino, a valle dei 
ponte ferroviario di Pavia un uccelletto, che, dalla descrizione fattami suppongo 
sia l’accidentale Lobipes hyperboreus. 

— Ottobre 1. Udite le prime Anthus pratensis alla Torretta presso Pavia, ma passa 
pochissimo di uccelletti da proda. 

— 4, Dopo le pioggie e la rinfrescata temperatura, arrivano branchetti di palmipedi 
e si uccidono ancora Charadrius pluvialis sul Po. 

— 5. È segnalata la prima Scolopax rusticula nel pavese; nei giorni successivi se 
ne trovano parecchie nei boschetti della Vernavola verso Mirabello, nei Sicco- 
mario, a S. Giacomo di Vaccarizza, ecc. 

1895. Ottobre 11, Sospeso l’ arrivo di questa e d'altra selvaggina : trovansi però 
alcuni Limnocryptes gallinula e Fulica atra. 

In questa decade arrivano alla Caima moltissimi Cardwelis elegans, alla Tor- 


retta buon numero di Cannabina linota, cresciuti nei giorni successivi e rag- 


giungenti il massimo al 21 ottobre, 

— 29, Un P/ecirophanes lapponicus, specie rara, è preso alla Torretta. Vi si nota 
un. discreto passo di Jiliuria projer ; ancora molti Cannabina linota e Anthus; 
alcune puntate di Alauda arvensis. Nei boschi rinvengonsi di nuovo parecchie 
Scolopax rusticula ; sul Po alquanti Dafila acuta e Spatula clypeata. 

— Novembre 6. In questa settimana sui fiumi continua ragguardevole il passo di 
tutti gli anatidi comuni e arrivano moltissimi Gallinago coelestis nelle valli di 
Bissone ed altrove. 

— 14, Una trentina di Charadrius pluvialis pascola sul campo militare di Pavia 
e molti Totanus glottis passano di notte sopra la città fischiando. Il passo di 
anatidi sui fiumi è ancora discreto ; sulle sabbie di Po branchi di Numentius 
arquata. 

— 22, Un' Aquila clanga è presa a Ferrera-Erbognone. 

— 25, Dopo la nevata del 23 e 24, si fanno abbondanti gli anatidi sui fiumi. Al 
Gravallone è uccisa una (Gallinula chloropus albina. A Zerbolò moltissimi Gal- 
linago coelestis. 


— 30. Un Accentor collar is nel pavese. 
— Dicembre 4, Gran numero di anatidi, specialmente Anas boscas e Querquedula 


crecca sul Po. SIAE 
— ll, Alcune Fuligula marila sul mercato di Pavia, provenienti dalla provincia. licia 
— — 12, Un Parus coeruleus del pavese (Cor. prIV. in quell’ abito albinico detto 3:00 


i acianismo dall’Altum (Zool. Garten VI. 1865, p. 114) e che non è frequente 

«_‘’in questa specie (cf. Pavesir Sull’ importanza del melanismo degli ucrelli, 50 

Rovereto 1395. p. 27). is RIT 

Nei giorni successivi, di vento forte e tempo vario, grande quantità di pal- dica. 

mipedi sui fiumi; alquanti Gallinago coelestis nelle valli della Sforzesca e di 

5 Cerano. i i 

“— 20. Ucciso un maschio giovane di Budo ignavus alla Zelada (Mus. umv.). 6 

1896. Febbraio 17. Alcune Querquedula circia, sopra il ponte della Stella sul Po, 
| sono spie del ripasso. 

—- 28. Se ne vedono altre. SA 

| — 24-25. La neve copiosa ed il freddo intenso sospendono il ripasso. pi 

‘1896 Marzo 2. Rotta del passo di Dafila acuta. 

— 3-8 Con tempo cattivo, piovoso e ventoso, abbondante passo di anatidi diversi, 
specialmente Querquedula circia sui fiumi ed anche nelle valli vigevanasche, 
dove sono veduti alcuni Gallinago major. A Tromello molti Gallinago coelestis. 

— — 9, Decrescono, sebbene abbastanza caldo e Ticino cresciuto. 

| — 12, Di nuovo, buon passo di Querquedula circia ed altri palmipedi. Sono ar- . nt 

rivati molti Merwla nigra, Turdus iliacus e Gecinus viridis ; i Parus s’ ac- 
| coppiano, la Sylvia orphaea canta alla distesa. 

— 14, Scarsi gli anatidi sui fiumi Po e Ticino. Su questo, oltre Torre d’Isola, ho 

visto branchi di Vanellus capella in viaggio verso NE; a San Varese i primi 

Aegialitis hiaticula. c: 

Al mercato di Pavia notasi una Limosa belgica uccisa nel circondario, e pa- 

__ recchie Scolopax rusticula di ritorno. tipi 

— 17. Sono segnalate le prime Hirundo rustica al confluente del Naviglio presso 

Pavia. 

- 19, Vedute altre a S. Varese sul Ticino e udite Je prime Upupa epòps. Com-.— 

i ‘parsi alcuni Porzana fulicula e Gallinula chloropus al canale Venerio. 

— 21, Vi si mantengono in scarso numero; poche Querquedula circia ed Acgia- 

— lilis hiaticula. Arrivati Botaurus stellaris in bell’ abito primaverile. i 

24, Sullo stesso canale Venerio ancora qualche palmipede, aumentati notevolmente 

| Porzana fulicula è uecisa anche una P. Bailloni; riudite Upupa epops, ve- 

Lili piaic Corvus cornix. Sul RO continua un mediocre passo di VR ce; 


asi 


138 


— 26, Seguita il ripasso di Spatula elypeata. AI Canarazzo sul Ticino sono com- 
parsi da alcuni giorni gli Oedienemus. (Continua) 


Pavia, dal Laboratorio zoologico della R. Università, 30 luglio 1897. (Bollettino Scienti- 
fico N° 3) 


NOTE ED APPUNTI DI UN CACCIATORE SUT NOSTRI UCCELLI MIGRATORI 


PARTE PRIMA 


NOTE D' INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI 


(continuazione) 


—_—__-«=e=—e=——_- 


È quinti forza ammettere, che oltre la principalissima della difficoltà di proy- s 
vedere alla nutrizione, altre cause vi siano non altrettanto facili a stabilirsi, o anche 
ignote per ora a noi, le quali determinano i volatili ad intraprendere le loro migra- 
zioni regolari od irregolari che siano. Fra queste possono indicarsi il desiderio di tro- 
vare località più confacienti per compiervi 1" opera importante della nidificazione e 3 
dell’allevamento delle covate ; il soverchio aumento della specie ; le cangiate condizioni Sto 
delle dimore consuete in seguito ai diboschimenti ed all’ invadente progresso della 
agricoltura che diminuisce ‘ogni di più i luoghi incolti e disabitati, togliendo dei 
tutto o almeno d’ assai diminuendo la sicurezza in cui gli uccelli vi vivevano ; e final- 
mente i forti perturbamenti atmosferici i quali pongono in moto le alate turbe anche 
in epoche diverse da quelle in cui sogliono compiere i loro viaggi periodici. E quì 
potrei citare molti esempi, ma troveranno sede più conveniente nei capitoli succes- 
sivi ove sarà detto particolarmente delle singole specie dei nostri uccelli più impor- 
tanti e conosciuti, in rapporto appunto alle loro migrazioni. 

Né solo migrano gli uccelli di Furopa e di Africa coi quali siamo più familiariz- 
zati ma i più ancora di quelle degli altri Continenti. Un numero considerevole di 
specie appartenenti alla Avifauna Asiatica, migra regolarmente dalle regioni setten- 
trionali alle meridionali di quel Continente, occupando a periodiche epoche, la re- 
gione immensa limitata dell’ Oceano Indiano e le grandi isole vicine, per poi far 
ritorno alle dimore primitive. 

In America pure avvengono numerosissimi cambiamenti di stazione per parte di 
molte specie, quantunque quelle sedentarie vi siano (specialmente nell’ America del 
Sud) assai più numerose che non fra noi. Persino nella remota Australia si nota il 
movimento migratorio degli uccelli che da certe regioni di quel Continente si spin- 
gono ad epoche regolari sino alle isole più meridionali della nuova Guinea. Ma degli 
uccelli di Amo>rica e di Australia non è mio intendimento, nè può esserlo, I° accen- 
nare neppur lontanamente; lo scopo che mi sono prefisso essendo quello di dir qual. 
cosa solo di quelle specie che nelle loro migrazioni toccano la nostra Penisola, sia 
che essi provengano dall’ Europa settentrionale, sia infine dalle varie regioni del va- 
stissimo Continente Africano. 

Le migrazioni regolari avvengono periodicamente due volte ogni anno, in autunno 


139 


ed in primavera, ad epoche ed in direzioni sensibilmente eguali per gli individui delle 
singole specie di migratori, ma per contro diverse assai se si prende in esame quella 
o questa specie in confronto di altra comechè appartenente ad un medesimo genere. 

In generale nella grande migrazione di autunno la via tenuta è quella da Nord 
a Sud, e più spesso da Nord-Est a Sud-Ovest : preferiscono la prima gli uccelli meno 
buoni volatori e che impiegano maggior tempo nel viaggio: quelii poi cui natura 
concesse mezzi più potenti di locomozione e che intendono pel cammino più breve 
ridursi alle temperate regioni d'Europa bagnate dall’Atlantico e dal Mediterraneo, e 
anche attraverso questo abbordare alle coste Africane, tengono la seconda, più o meno 
obliquando verso il Ponenie. Così fanno anche quelle specie di uccelli che prediligono 
a dimora invernale le contrade più calde dell’ Africa e si spingono di solito oltre 
l’Equatore. Esse raggiungono più presto la meta volando in direzione di Sud-Ovest: y 
infatti un semplice sguardo ad un globo terrestre o a una carta geografica mostra x 
che non solo le coste di Europa, ma quelle ancora dell’ Africa non seguono il meri- 
diano, ma sono inclinate verso Occidente. 

Nelle grandi migrazioni di primavera le colonne degli uccelli migratori seguono 
la via inversa, cioè da Sud a Nord e da Sud-Ovest a Nord-Est: naturalmente la in- 
sistenza di forti correnti atmosferiche che spirano per più giorni di seguito e talvolta 
per qualche settimana durante il tempo dei passaggi, contribuiscono a modificarne la 
direzione, tanto da renderli quasi negativi per alcuna regione dove di solito si ve- 
rificano abbondanti, e viceversa. Li 

Alcune specie di uccelli cui è indispensabile uno special nutrimento non si cu- 
rano poi troppo della più o meno retta linea di migrazione e pur scendendo verso 
climi più miti in autunno dal Settentrione e verso questo risalendo in primavera, in- 
clinano nel loro viaggio ora a Ponente ora a Levante sol perchè tendono a luoghi la 
natura dei quali offre ad essi cibo adatto e in quantità sufficiente. Gli uccelli palmi- 
pedi seguono in gran parte l’ andamento delle coste marine e il corso delle grandi 
vallate bagnate da fiumi e canali importanti, e mentre compariscono abbondanti ovunque 
son laghi, stagni e paduli, raramente si mostrano nell’ interno delle terre ove non 
trovinsi acque stagnanti o correnti. Gli uccelli di ripa trasvolano a grande altezza per 
le regioni montuose ed aride e passano ivi così per lo più inavvertiti : tutt'altro 
| però avviene nelle vaste pianure fresche ed irrigate, nelle quali si avverte sempre 
|‘’‘to passaggio abbondante di volatili appartenenti a questa famiglia i quali spesso 
| ‘ancora vi sostano per nutrirsi o per riposarsi. 

In quanto poi alle migrazioni irregolari, esse son tali non solo per le epoche in 
cui avvengono, come pure per la direzione seguita dalle schiere migranti, venendo 
provocate da circostanze speciali e non sempre facilmente apprezzabili : anzi di alcune 
migrazioni straordinarie verificatesi in questi ultimi anni, che portarono per la prima 
volta nella nostra Italia, in numero piuttosto ragguardevole, uccelli prima mal noti 
‘a chi non fosse un po’infarinato in ornitologia, è quasi impossibile trovare una sod- 

. disfacente spiegazione. Mi basti accennare la comparsa di parecchi individui del 
 Sirratte, (Syrrhaptes paradoxus) specie originaria dell'Asia centrale, che nel 1893 da 
invasero l’ Europa quasi tutta, mostrandosi in pari tempo nelle regioni nordiche e \.//////- 
| meridionali di essa, mentre prima di quell’ anno appena qualche rarissimo esemplare Li. 
era stato notato nell’ Europa occidentale : l’ altra pure notevolissima di parecchie mi- 
- gliaia di Storni rosei, (Pastor roseus) che si stabilirono nel 1875 a Villafranca nel 


140 RISI 


Veronese fra il Giugno e il Luglio, mentre nè prima, nè dopo quella invasione, altra 
consimile, anche in proporzioni minori, ebbe a notarsi. 

La Penisola italica, che si stende attraverso il Mediterraneo per oltre un migliaio 
di chilometri in direzione del Continente Africano; offre una comoda via agli uccelli 
migratori che a quello tendono nelle loro peregrinazioni periodiche o no che siano. 
Dalle estreme punte della Sicilia, alle coste della Tunisia, il tragitto è assai breve ; 
la Sardegna, la Corsica, Malta e le altre isole minori del Mediterraneo sono altrettanti 
punti di sosta e riposo per quei volatori che piu coraggiosi non temono di affrontare 
una traversata più lunga. È adunque naturale che in tutte Je nostre regioni, e se- 
gnatamente nelle centrali, il passaggio degli uccelli sia abbondante assai più che non 
in altre contrade d’ Europa. Moltissimi vi calano in autunno direttamente dai valichi 
alpini e son quelli che provengono dalla Norvegia, dalla Svezia, dalla Danimarca, dal- 
l’ Olanda e dalla Germania, per tacere di altri paesi a noi più vicini. Moltissimi an- 
cora nella stessa stagione vi approdano traversando |’ Adriatico e provengono dalla 
Russia occidentale, dalla Polonia, dall’ Ungheria, dalla Dalmazia (1). Tutti scendendo 
verso Sud 0 piegando a Sud-Ovest proseguono il viaggio, più o meno rapidamente, 
insieme ai compagni che fra noi tenevan dimora, verso regioni più propizie per pas- 
sarvi l’ inverno. A primavera ie linee percorse sono le stesse, ma naturalmente in 
senso inverso. Sono celebri per essersene fatto oggetto di acerbe discussioni le vere 
stragi di quaglie che si compiono in primavera sulle nostre coste, e le prede copio- 
sissime di tordi e di piccoli uccelli granivori che avvengono in sutunno in tuite le 
nostre provincie sottostanti alle Alpi e dalle statistiche dae recenti, raccolte nella 
Inchiesta Ornitologica, si rileva in qual numero straordinario gli uccelli. migratori, 
quantunque, al dir dei più, molto diminuiti, in rapporto del passato, visitino anche 
al di d’oggi l’ Italia! 

La migrazione autunnale si inizia assai per tempo, sin dal finir dell’estate, e 
appunto i nostri cacciatori chiamano estatini quegli uccelli che primi si mostrano di 
passaggio in quell’ epoca. Originari delle contrade calde dei tropici e attorno all’ e- 
quatere, dopo avere atteso nella Europa meridionale e centrale alla riproduzione 
della specie, essi abbandonano queste località al primo cenno dell’ ap prossimarsi del- 
l’ autunno, per tornarsene in patria. Sino dalla metà di Agosto e talora anche prima 
vediamo iniziarsi il loro movimento. Le Tortore, gli Ortolani, i Rigogoli, gli Usi- 
gmoli, i Cuculi che stanziarono fra noi, per tacere di altre specie meno comuni, 
imitano i compagni che calano di oltre Alpi alla volta delle stazioni invernali. Col 
Settembre seguono le Quaglie, i Pispoloni, le Boarine, i Culbianchi, ed altre spe- 
cie di uccelletti, ma in fine di quel mese già compariscono le avanguardie dell’im- 
menso esercito degli uccelli granivori e silvani, unitamente a quelle dei Tordi, dei 
Merli e dei Colombi selvaggi, tanto ansiosamente attese da tutti i cacciatori. Per 
tutte queste specie il colmo del passo, ha luogo generalmente nella seconda quin- 
dicina di Ottobre e continua decrescendo, di intensità, sino ai primi del Novembre. 
A quest’ epoca altre schiere e numerose fanno la loro comparsa. Le Beecaccze, le 


Pavoncelle, i Pivieri e tanti altri uccelli di ripa, ospiti abituali delle contrade nor- 


(1) E naturale che non tocchin l’Italia gli uccelli provenienti dalla Gran Brettagna e dal 
Nord della Francia, nonchè quelli di gran parte della Russia e degli Stati Balcanici che pur 
tendendo all’ Africa, la raggiungono per linee di migrazione parallele o convergenti. 


141 


diche, le lasciano al cominciar delle forti nevicate e dei geli insistenti e si mostrano 
| fra noi ora più ora meno copiose. Coll’ incalzar dell’ inverno, la fine del Novembre 
e il Dicembre ci offrono il gradito spettacolo di passaggi talvolta formidabili di Pal- 
mipedi delle varie specie, segnatamente Germani e Oche selvagge. Son questi uc- 
celli in generale le retroguardie delle colonne dei migratori, e scn questi che, dopo 
appena qualche settimana, ai primi accenni del risveglio primaverile, ricominciano 
in senso inverso il movimento generale di risalita (1) verso il Nord, e tutte le spe- 
cie accennate ripassano, per la nostra Penisola in ordine inverso, sicchè le ultime a 
far ritorno sono appunto quelle che ci lasciarono per le prime. Deve quì notarsi che, 
nel ripasso di primavera sogliono comparir numerose in quasi tutte le regioni d’|- 
talia, tanto al di quà che al di là dell’ Appennino, alcune poche specie di uccelli 
che durante il passo autunnale non ci visitano affatto, ovvero si mostrano in scarsis- 
simo numero. Tali ad esempio le Marzaiole, (Quer quedula Circia) e i Croccoloni, 
(Gallinago maior). Evidentemente tali uccelli nel viaggio di andata tengono vie di- 
verse da quelle seguite nel ritorno, e di tale costante ‘abitudine ngn è punto agevole 
il dare una spiegazione adeguata. Taccio di altre specie meno comuni, ma che pure 
offrono la stessa singolarità. 

Il movimento del passo in primavera è sempre, nel suo complesso, alquanto più 
rapido che non in autunno. Dalla metà di Febbraio (ma non ogni anno il ripasso si 
inizia così sollecito) in cui si vedon comparire i primi stormi migranti di Palmipedi 
e di Trampolieri, alla fine di Aprile epoca in cui giungono le Tortore e le Quaglie 
che formano la ultima retroguardia, (2) corrono due mesi e mezzo o poco più, men- 
tre il movimento del passo autunnale dura dalla metà di Agosto sino alla metà di 
Dicembre e così per ben quattro mesi. L'imminenza della stagione degli amori e 
la fretta di ridursi alle dimore consuete per attendervi alle cure della nidificazione, 

“a sono evidentemente la cagione della maggior celerità del passaggio primaverile. 

Inutile quasi sarebbe ch'io facessi notare come la tardività o la precocità 
delle stagioni, spesso stravaganti, assai influiscono sull’ epoca delle migrazioni perio: 
diche degli uecelli e come altre cause fortuite possano contribuire ad affrettarle o 
ritardarle. Infatti non ogni anno vediamo apparire alle epoche stesse gli stessi uccelli 
e icacciatori restano ingannati nelle loro previsioni, comecchè frutto di lunga espe- 
rienza, e non ogni anno vediamo comparire gli uccelli migratori colla medesima fre- 
quenza, ‘chè anzi talora il passo è abbondante e persino strabocchevole per alcune 
specie e quasi nullo per altre, ed avvien pure che la stessa specie che si mostrò 
numerosa in autunno, ripassi scarsa in primavera o viceversa. Di tali anomalie sono 
diverse le cause e non tutte ben conosciute. Però | abbondanza maggiore o minore 

dei migratori dipende principalmente dal buor0 o cattivo esito delle Gorale e dall’an- 
«_—damento delle stagioni che talora preparano opportunamente i luoghi a provvedere 
dà all’ esistenza degli alati viaggiatori, tal’ altra li rendono affatto inatti ad ospitarli. 
DE ovvio infatti i comprendere. che dopo le grandi siccità estive i campi edi boschi 


(1) I cacciatori romani chiamano risalita il ripasso primaverile. Ho adottato la parola che 

mi sembra molto appropriata. 

(2) Le Quaglie spesso ritardano il loro arrivo sino al maggio inoltrato e persino ai primi 

di Giugno ancora ne giungono di passo, quantunque le prime usino mostrarsi in fin di Marzo 
in Aprile, 


142 


non offrono che magre risorse pel sostentamento degli uccelli granivori e silvani e 
i paduli disseccati, i prati inariditi non allettano davvero a sostarvi gli uccelli acqua- 
tici e di ripa. Ben sanno i cacciatori tutti, per dirne una, che la regina del bosco, 
la Beccaccia non si mostra se non in scarsissimo numero, o manca affatto in au- 
tunno in quelle regioni ove sul finir dell’estate non caddero pioggie piuttosto fre- 
quenti e dirige il sun volo attraverso luoghi più adatti a fornirle il nutrimento ab- 
bondante che le occorre durante le tappe del lungo viaggio. 
(Continua) ARRIGHI GRIFFOLI 


RACCOLTA DI OSSERVAZIONI ORNITOLOGICHE 
(dal luglio {895 al gennaio {897 ed altre anteriori inedite) 


PER SERVIRE ALLO STUDIO DELL’AVIFAUNA TRIDENTINA 
del Sacerdote ANTONIO TAIT di Trento 


(continuazione) 
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MEL 


20. - Gecinus canus Gmel. (Picchio cenerino) — Potei esaminarne un bellis- 
simo esemplare femmina presso il Sig. Marchi. Era stato pigliato a Calceranica alla 
metà d’ ottobre 1896. 

21. - Dryocopus martius Linn. (Picchio nero) — Questa bella specie mi sem- 
bra diventare vieppiù rara; nell’ autunno 1896 non mi fu dato osservarne pur uno 
sul mercato di Trento. Fui peraltro assicurato che esso s’ incontra abbastanza di 
frequente nella Valle di Rendena e presso Cles nella Valle di Non. - Il Sig. Marchi 
ne preparò due individui presi nella Valle di Cembra nel dicembre 1893, valle in 
cui s’ incontra non rare volte durante l’ inverno; cosa questa che mi fa credere che 
il piechio nero sia pure discretamente comune nelle adiacenti Valli di Fassa e Fiemme, 
quantunque io non ve |’ abbia mai potuto osservare. Il Sig. Marchi ne trovò un nido br 
coi pulcini ben sviluppati sulla Paganella il 21 luglio 1895. PE 

22. - Picus maior Linn. (Picchio rosso maggiore) — È abbastanza comune 
e nidificante nella Valle di Fassa; ne vidi colà alcuni esemplari giovani pigliati verso 
la metà d'agosto 1895. - Vien portato frequentemente ogni autunno sul mercato di 
Trento. Il 7 dicembre 1896 vidi presso il Sig. Marchi una femmina di questa specie 
ancora in carne. 

23. - Iynx torquilla (T'orcicollo) - Non raro e di doppio passaggio regolare 
nel Campo trentino, dove pure se ne trattiene qualche coppia a nidificare. Un indi 
viduo preso a Verla nel settembre 1896 lo osservai presso il Sig. Marchi. 

24. - Cuculus canorus Linn. (Cucolo) — Non è raro nella Valle di Fiemme; 
un po’ più invece in quella di Fassa. - Come al solito lo osservai anche durante la 
buona stagione del 1896 dietro il Doss-Trento. Ne vidi un maschio pigliato a Verla 
dal Sig. Marchi nello scorso settembre. Egli m’ assicurò essere il Cuculo molto co- 
mune nel detto luogo; mi fece pure vedere un nido di merlo da lui trovato nella 
Valle di Cembra, che conteneva un Cuculo quasi maturo. 


143 


25. - Coracias garrula Linn. (Ghiandaia marina) — Un esemplare preso a 
Lavis nello scorso settembre lo osservai presso il Sig. Marchi, il quale nel settem- 
bre ed ottobre 1895 ne ricevette circa mezza dozzina parte da Levico e parte da 
Borgo per essere preparati. 

- Merops apiaster Linn. (Gruccione) — Il Sig. Marchi ne trovò cinque 
anni or sono un nido presso Lavis; verso la fine di aprile n’ erano arrivati in se- 
guito ad una impetuosa buffera circa quaranta in un branco, i quali poi, rimessosi il 
tempo in calma, sparirono. 

27. - Alcedo ispida Linn. (Manon pescatore) — Il 20 maggio 1896 fu por- 
tato a Trento e venduto un nido con quattro pulcini già maturi, che era stato trovato 
a Castegnè S. Vito presso il lago di Caldonazzo. - Il Sig. Marchi verso gli stessi 
giorni ne trovò un altro nido nell’ Ischia Woltrenstein vicino a Gardolo. Egli ne ri- 
cevelte pure un esemplare il 18 ed uno il 23 dicembre, ambidue uccisi a Lavis. 

28. - Upupa epops Linn. (Upupa) — Il 6 luglio 1895 ne ricevetti una presa 
a Sarche. - Ne vidi una presso il Sig. Marchi presa a Lavis nel settembre 1896. - 
L’upupa viene osservala tutti gli anni anche nei contorni di Trento, dove frequenta 
di preferenza le cave di pietra. 

29. - Caprimulgus europaeus Linn. (Sueciacapre) — Avanti qualche anno 
trovandomi nel mese di luglio a Mattassone in Vallarsa vidi verso il crepuscolo un 
succiacapre adagiato sul margine d’ un viottolo in un bosco di pini. - Mi si disse da 
un cacciatore di colà che il succiacapre visita tutti gli anni quella località e vi nidi- 
fica. - Lo osservai qualche volta anche a Trento nella prima metà di maggio. 

30. - Cypselus melba Linn. (Rondone alpino) — Tengo presso di me un esem- 
plare preso a Trento in maggio avanti due anni; ne osservai poi altre volte nello 
stesso mese nei pressi della ciltà qualche individuo: mi sembrò peraltro esservi stato 
sol di passaggio. - Il tre agosto di quest’ anno ritornando dalla Valle di Fiemme, ne 
vidi un branchetto di quattro individui che volavano a poca distanza dal villaggio 
di S. Lugano. 

81. — Cypselus apus Linn. (Rondone) — Nell’ estate 1894 e 1895 lo osservai 
nidificante in tuttii paesi della Valle di Fassa; vi era peraltro poco numeroso; è 
invece numerosissimo in tutte le altre vallate trentine. 

32. - Chelidon urbica Linn. (Balestruecio) —. Tanto nell’ estate 1894 che in 
quella 1895 lo trovai copiosissimo in tutta la Valle di Fassa; ne numerai fino a nove 
nidi uno accanto all’ altro. Osservai peraltro che esso non spingevasi più in là del 
paesello di Gries (1500 metri sopra il livello del mare); a Canazei, Alba e Penia 


| non ne scorsi pur uno. - Nel 1896 fu comunissimo anche a Trento, anzi ne vidi pa- 
recchi nidi anche nel centro della città, cosa mai osservata negli anni antecedenti. 


| Potei accorgermi che in qualche casa s’erà appropriato il nido della /irundo ru- 


e) scacciandone ne quest” ultima, che proprio nel passato anno fu 


144 


più comune in Val di Fassa che in quello 1894; la trovai fino a Penia, ai piedi cioè 
della Marmolata. - Il 31 ottobre 1893 dopo un impetuoso uragano vidi un branchetto 
di otto Rondini volare sopra la piazza d’ armi di questa città. - Ne osservai pure a 
Trento un branchetto di eirca quindici il 21 ottobre 1896, ed isolate ne vidi parec- 
chie dal 17 fino al 23 dello stesso mese. 

34. - Cotyle rupestris Scop. (Rondine montana) — Ne osservai circa’ sei in- 
dividui che volavano intorno le rocce sopra la serra di Cantanghel sullo stradale di 
Pergine il 1.° ottobre 1896. - Il Sig. Marchi m’ assicurò che. queste rondini nidifi- 
cano ogni anno in grandissimo numero sulle rocce sopra Zambana. 

35. - Muscicapa atricapilla Linn. (Balia nera) — Ne vidi una femmina presa 
in Campo-trentino il 3 ottobre 1896. - Una giovane Balia nera la vidi presso il Sig. 
Marchi: era stata presa a Trento ai 7 dello stesso mese. 

36. - Muscicapa collaris Bechst. (Balia dal collare) — Il 17 luglio 1896 vidi 
un maschio di questa bella specie, che stava cantando sulla punta di una pertica in 
un campo presso Cavalese. 

87. - Ampelis garrulus Linn. (Beccofrusone) — Potei esaminarne un, bel ma- 
schio presso il Sig. Marchi; esso era stato preso nella famosa;uccellanda al « Saue » 
località posta fra i. Pochi (Buchholz) e Verla. Le appendici rosse delle ultime quattro 
remiganti erano in quell’ esemplare spiccatissime. Il lodato Sig. Marchi mi assicurò, 
che ogni anno durante il passaggio autunnale viene catturato quaiche Beccofrusone 
in quell’ uccellanda. 

88. - Lanius excubitor Linn. (Averla maggiore) — Ne esaminai uno preso a 
Levico il 8 ottobre 1896; dalle undulature della parte inferiore e dal becco ancora 
relativamente tenero lo riconobbi per un individuo giovane. - Un esemplare di que- 
sta specie preso. a Lavis fa portato al Sig. Marchi il 18 dicembre 1896. Era una 
femmina. Il Sig. Marchi mi disse averlo trovato varie volte nidificante (??) nei din- 
torni di ‘Lavis. i 

39. - Lanius minor Gmel. (Averla cenerina) — Il 16 agosto 1895 vidi a 
Panchià (Val di Fiemme) un’ Averla cenerina adagiata sui fili telegrafici dello stradone 
erariale. 


40. - Lanius rufus Briss. (Averla capirossa) — Potei esaminarne tre giovani 
individui presi a Pozza (Fassa) il 13 agosto 1895. 
4I. - Lanius collurio Linn. (Averla piccola) — Lo osservai in gran numero 


ovunque intorno a Trento; ne trovai anche un rido verso gli ultimi di maggio 1896 
che conteneva selle uova. - Lo osservai assai comune in tutta la Valle dell’ Adige 
fino a Bolzano, e più in là nella valle di Eisack fino a Bressanone; anche in tutta 
la Valle di Fiemme lo osservai copiosissimo, invece non ne potei vedere pur uno 
nella Valle di Fassa. - Potei osservare parecchie volte tanto in. Trento, come in 
Fiemme delle siepi spinose, in cui quest’ uccello aveva. infilzato eran numero di 
maggiolini, cetonic ete.; e trovai pure talvolta dei passeri nidiacci, a cui questo pic: 
colo predone aveva divorato le cervella. 


. 42. - Regulus cristatus Koch. (Regolo) — Lo osservai parecchie volte nei 
giardini pubblici di Trento durante l° inverno 1895 e 1896; ne vidi parecchi bran- 
 chetti in un bosco presso Levico dai 8 ai 12 ottobre 1896. È pure comunissimo e 
nidificante in tutta Ja Valle di Fiemme. 

43. - Acredula caudata Blyth. (Codona capo-bianco) — Ne esaminai un bel- 
l'individuo colla testa perfettamente bianca presso il Sig. Marchi, che l'aveva pi- 
giiato a Verla alla metà del settembre 1896. La trovai comune e nidificante in Val 
di Fassa. Ne vidi parecchi branchetti di otto a dodici individui nei pressi di Levico 
ai primi d’ ottobre 1896. 

4h. - Aegithalus pendulinus Linn. (Pendolino) — Il Sig. Marchi in una sua 
gita a Caldaro avanti una diecina d'anni, ne trovò un nido tra 1canneti di quel lago. 

45. - Parus coeruleus Linn. (Cinciarella) — La osservai parecchie volte in 
Fassa nell'estate 1894 e 1895. - Ne vidi pure varie prese a Levico nella prima m' tà 
d'ottobre, ed una sulla piazza di Trento il 24 novembre 1896. 

46. - Parus maior Linn. (Cingallegra) — Poco numerosa nelle Valli di Fassa 
e Fiemme. - Nidifica tutti gli anni in buon numero e si trattiene durante l'inverno 
nel bacino di Trento. - Il M. R. Don Narciso Garbari, Docente in questa Accademia 
di Commercio, ai 20 ottobre 1896 ne pigliò in. Campo-trentino un esemplare che 
presentava un vero caso di melanismo. La tinta generale era grigio-oscura, nel mezzo 
- del petto e del ventre era nero-lucente, sul dorso e sulle scapolari era di color verde- 
olivastro-scuro. 

47. - Parus ater Linn. (Cincia mora) — Ovunque intorno a Trento durante 
tutto l’ anno. Numerosissimo nella Valle di Fiemme durante la buona stagione, un 
po’ meno in quella di Fassa. 

18. - Parus palustris Linn. (Cincia bigia) — La osservai in grandissimo nu- 
mero e nidificante in tutta la Valle di Fassa tanto nell’ estate 1894 che nel 1895; 
meno numerosa invece nella Valle. di Fiemme. - Alla fine del settembre 1896 ne ebbi 
pure parecchie pigliate nella Valle di Rendena; la osservai nidificante anche in Vallarsa. 
49. - Lophophanes cristatus Linn. (Cincia dal ciuffo) — Nidifica in gran copia 
mella Valle di Fassa; alla metà di luglio 1894 e 1895 ne vidi moltissimi branchetti 
di giovani che s° aggiravano pei boschi di abeti. - Lo osservai pure durante |° estate 
1896 nella Valle di Fiemme, ov’ era peraltro meno abbondante. - È pure comune e 
nidificante nella Valle di Rendena. $ 
i 50. - Sitta coesia Wolf. (Picchio muratore) — A quanto mi disse il Sig. 
Marchi è discretamente comune e nidificante nella Valle di Cembra. 

5. - Tichodroma muraria Linn. (Piechio muraiolo) — N'ebbi uno Diolicio 
a Trento il 28 dicembre 1895; seppi dipoi che di quei giorni se n° erano pigliati 
parecchi altri. - Ne vidi due presso il Sig. Marchi, uno dei quali era stato preso nel 
issato ‘ottobre a Mezzolombardo in una stanza, dov’ era entrato. non si sa come; 
Itro era stato ucciso a Lavis il 6 dicembre seguente. 

52. - Certhia familiaris Linn. (Rampichino alpestre) — Ne osservai uno a 


146 


S. Giovanni di Fassa il 26 luglio 1895; molti ne osservai più volte in estate nella 
Valle di Fiemme e nella Valsugana. - Assai numeroso durante |’ intero anno in tutto 
il bacino di Trento. 

53. Certhia brachydactyla Brehm. (Rampichino) — Uu bell’ esemplare di que- 
sta specie fu pigliato in un orto presso Trento il 27 gennaio 1896. - Lo inviai al- 
l’egregio Professor Bonomi a Rovereto, il quale ne approvò la classificazione. - Eccone 
la diagnosi: Parti superiori di colore più cupo che nella C. familiaris ; sopracciglio 
grigio-scuro ; parti inferiori grigio-cupo (simile alla tinta dell’ Accentor  modularis); 
becco dalla basc alla punta 19 millim., cola 54 mm. unghia del dito posteriore 7 mm, 

54. - Troglodytes parvulus Koch. (Reattino) — È piuttosto raro nella Valle 
di Fassa; comune invece in quella di Fiemme, dove nel luglio 1896 ne scopersi 
parecchi nidi; comune assai nei dintorni di Trento, dove durante |’ inverno si vede 
con molta frequenza nei giardini posti perfino in mezzo alla città; lo osservai pure 
diverse volte in tale stagione entrare per le finestre delle stalle e delle cantine pro- 
babilmente per darvi la caccia ai ragni ed alle mosche. 

55. - Cinclus aquaticus Behst. (Merlo aequaiolo) — Durante |’ estate 1895 
lo osservai molto comune nella Valle di Fassa fino a Mazzin; più in fà non mi fu 
“dato vederne pur uno; numeresissimo poi oltre modo lo osservai nell’ agosto dello 
stesso anno lungo le sponde dell’ Avisio nel tratto da Soraga fino a Predazzo, dove 
quasi ogni cinquanta passi se ne vedeva comparire qualcuno. - Ne osservai pure a 
Trento presso il vecchio canale dell’ Adige un individuo il 15 gennaio ed un altro 
il 31 gennaio 1896. - il 19 novembre 1896 ne vidi uno sul mercato di Trento, che 
mi parve appartenere alla varietà C. melanogaster Brhm. 

56. - Merula vulgaris Leach. (Merlo) — Piuttosto raro nella Valle di Fassa, 
assai comune in quella di Fiemme. Ne trovai per lo meno cinque nidi in un bosco 
presso i Masi di Cavalese. i 

57. - Merula alpestris Brehm. (Tordo dal collare alpino) — La osservai più 
volte nella parte superiore della Valle di Fassa nell’ agosto 1895; in discreto nu- 
mero ne vidi sul mercato di Trento dall’ ottobre al dicembre 1895 e 1896. 

58. - Merula torquata Auct. (Tordo dal collare nordico) — Ne osservai otto 
individui sulla piazza di Trento il 15 ottobre 1896. Erano frammischiati a buon nu 
mero di quelli della specie precedente. 

59. - Turdus viscivorus Linn. (Tordela) — Lo osservai a Capriana il 24 ago: 
sto 1893; a Gries in Fassa il 1 agosto 1895, e ai Masi di Cavalese più volte du- 
rante il luglio 1896. - Poco numeroso sul mercato di Trento nell’ autunno 1896. 

60. - Turdus musicus Linn. (Tord) — Trovato nidificante a Vigo di Fassa 
nel luglio 1895. - Parecchi presi a Trento ai primi di marzo 1896. 

61. - Turdus iliacus Linn. (Tordo sassello) — Tre anni fa il Sig. Marchi ne 
trovò un nido nella Valle di Fassa. - Ai primi di novembre 1896 ne vidi parecchi 
sulla piazza di Trento; il passaggio nell’ ultimo autunno mi sembrò più scarso del 
solito. 


= 1. | 147 


“si 62. - Turdus pilaris Liun. (Cetena) — Grande passaggio dalla metà di no- 
vembre al 20 dicembre 1896. Durante tal tempo ne furono vendute quasi ogni giorno 
alcune centinaia sul mercato di Trento. - Il Sig. Marchi mi raccontò che il 10 di- 
cembre alla rinomata uccellanda del « Sauc » se n’ abbassò uno stormo enorme. 
Gli uccellatori ebbero 1° imprudenza di spingere le Cesene nelle reti; ma ebbero ben 
presto a pentirsene, giacchè nella ressa di fuggire gli uccelli fecero tali squarci nelle 
reti da renderle affatto inservibili. Così ne furono prese solo quaranta. Si calcola che 
fossero circa duemila! i 

63. - Monticola cyanus Linn. (Passera solitaria) — Non posso convenire con 
quanto dice l’ illustre Prof. Bonomi (Nuove Contribuzioni all’ Avifauna Tridentina 
pag. 24 e Quarta Contrib. all’ Avif. Trident. pag. 34), che la Passera solitaria 

a sia ora diventata nei nostri paesi una rarità ». Ciò può bensì valere pei din- 
torni di Rovereto e per altre località, ma non già pel bacino di Trento, dove ogni 
anno se ne allevano molte nidiate. - Nel maggio 1896 ebbi notizia che ne furono 
trovati tre nidi presso Vela di Trento, dei quali due ne vidi io stesso. - Altri due 
nidi, che pure ebbi occasione di vedere, furono trovati verso il medesimo tempo 
dietro il Doss-Trento. - Altri tre furono rinvenuti dal Sig, Marchi il 15 maggio 1896 
all’ Ischia Wolkenstein (Campo trentino). Due ne trovò qualche giorno appresso a 
Romagnano. Ne osservò pure in gran numero ogni anno nella Valle di Cembra e sulle 
rive dell’ Adige tra i Vodi e Mezzolombardo e tra S. Michele e Salorno. - Il Sig. 
Giuseppe Cappelletti di Trento ne ebbe nella scorsa primavera circa una dozzina di 
nidi tutti rinvenuti nei pressi della città. - Ho pur avuto notizia ch' esse nidificano 
tutti gli anni presso la cascata di Sardagna, tra le rocce che costeggiano lo stradale 
di Bucco di Vela, e più giù a Sarche, Pietramurata, Dro, Arco e sulle sponde del 
Garda; poi nei pressi di Aldeno e di Besenello ete. - So pure che molti allevatori 

"d’ uccelli di questa città si procurano dei nidi da parecchie parti, che non mi fu 
dato poter precisare. 

Dal fin quì detto mi sembra lecito conchiudere, che la Passera solitaria non è 
E affatto rara nella maggior parte del nostro paese. Fui pure assicurato che durante 
f° l'inverno ne resta sempre qualche individuo dietro il Doss-Trento. 

Ai primi di ottobre 1896 potei esaminare presso il Sig. Marchi una passera so- 
litaria da lui preparata per il Rev. Sig. Curato di Grauno. Dessa era vissuta ben 24 
anni in cattività. Conservava la sua bella tinta azzurra, ma l’ occipite ed una mac- 
chia sopra la scapola sinistra erano di color bianco-niveo. 

64. - Saxicola oenanthe Linn. (Culbianco) — La trovai mo!to numerosa nella 
Valle di Fassa nell’ estate 189% e 1895. Verso la fine di luglio si vedevano molti 
| nidiacci lungo i margini delle strade e sui tetti delle case isolate. 

S 65. - Saxicula aurita Femm. (Monachella) — Il Marchi Ja pigliò nel maggio 

189% sui colli presso Lavis. 


(continua) 


148 


LES OISEAUX 
AU POINT DE VUE INDUSTRIEL® 


LAFGNI 


La répartition du Monde des Oiseaux, sur notre globe, forme une des parties les plus 
intéressantes de la zoogéographie. La nomenclature bibliographique suivante, d’ ceuvres 
purement scientifiques, dans notre siècle utilitaire, doit étre complétée par un travail 
condensant le role de l’oiseau dans l’alimentation, le sport et enfin dans 1’ Industrie, 
cette mére nourricière du budget des États civilisés et méme dans les pays réputés 
sauvages. L’ étude suivante est le canevas d’après lequel J'ai préparé un gros ouvrage 
qui verra le jour Inch AUah, plus tard. 

1. ScLatER. A tratis on the Geography and Classification of animals, in Lardner's 
Cabinet Cyclopedia 1835. 

2. WALLACE. Yhe Geographical Distribution of Animals. 2 vol. in 8° avec cartes 
et planches 1876. 

3. PUCHERAN. Sw les indications que peut fournir la géologie, etc. Revue et Magasin 
de Zoologie, 1865. 

4. A. Miuye Epwarps. Recherches sur ia faune des Regions australes (Annales des 
sciences Naturelles et Bibl. des Hautes Etudes, 1879-82). 

5. G. PALACKY. Die Verbreitung der Vogel anf der Erde Wien. 1885. 

6. HEILPRIN. The Geographical and Geological Distribution of Animals, 188%. > 

“. A. REICHENOW. Die Zoogeographische Regionen vom Ornithologischen Standpunkt 
(Zool. Jahrbuch III Abtheil I. Systemat 1887 mit Karte. 

8. ReicHENoWw et J. HARTLAUB. Verbreitung der Vogel, in Berghaus Physikalischer 
Atlas, 1886. 

9. Dr TrRovEssART. La Geographie Zoologique, 1890. 

La division du globe en cinq continents adoptée par les séographes ne coincide pas 
exactement avec celle de la distribution des espèces zoologiques. Chaque continent, 
chaque région géographique bien delimitée possède, en partie, une faune et une fore 
qui leur sont particulières et qui précisent le caractère local. Si la Faune des regions 
polaires arctique et antarctique sont sensiblement similaires celles des régions septentrio- 
nales de l’Ancien et du Nouveau Monde ont beaucoup d’analogies. La Faune du Midi 
de l'Europe se retrouve au Nord de l’Atlas, et c'est. le Sahara qui limite la Faune 
véritablement africaine ou éthiopienne; la ligne de séparation de la Faune européenne 
et de la Faune asiatique se rencontrera dans les déserts d’Arabie, de Perse et de l'Asie 
centrale et dans le massif montagneux du Thibet. La limite entre la Faune Indo-Malaise 
et la Faune Australienne passe au milieu des iles de la Sonde; la séparation entre 
la Faune Sud-Ameéricaine et celle du Nord ne s'observe pas è l’isthme de Panama, mais 
dans les zones desertes du Nord du Mexique. La zone intertropicale maritime des 
deux hémisphéres possède une Faune ornithologique qui lui est. propre; elle n’a pas de 
représentants nulle part ailleurs, 

On constate aussi une certaine analogie entre la diversité des climats et des faunes 


(1) Questa memoria viene dall’ autore contemporaneamente pubblicata anche nel periodico 
Le Naturaliste di Parigi. 


mais la migration bi-annuele de nombreuses espèces d’ ciseaux, d’ autre part certains si 

j groupes d’oiseaux bons voiliers qui ont des parcours illimités, fournissent des observations IAN 

_——contradictoires ne permettant pas de fixer d’une manière définitive, sinon la patrie, 

bien moins l’origine de nombre d’oiseaux utilisés dans le commerce et 1’ industrie. 
Cette esquisse, sans prétention scientifique, pourrait combler avec utilité une lacune 


dans les travaux spéciaux d’ Histoire Naturelle et de Zoogéographie; elle servirait è 


l'occasion, è quelque explorateur, obligé par nécessité « Struggle for life » de trouver 
des ressources dans la chasse des Oiseaux qu'il rencontre sur sa route; le but alimen- 
taire serait complete par un produit utilisable dans le commerce et dans l’industrie, la Ha 
chair et la depouille seraient également utilisés. 

Faire connaître les sortes d’oiseaux recherchés pour leur parure, éviter le massacre 
superflu, tel est l’objectif désiré. Avec nos indications on pourra recolter des dépouilles 
avec discernement, sans gaspillage de temps, de peines et de tracas. Les beaux travaux 
de MM. Sclater, Wallace, Pucheran, A. Milne Edwards, Heilprin, Reichenow, Trouessart 
ete., exclusivement scientifiques, laissent de còoté la contribution des oiseaux des l’univers 
dans le commerce de la literie et des. parures qui représente annuellement un chiffre 
d’affaires de plus de cent millions de francs et fournissent aux besoins de 1’ existence 
de plusieurs milliers de personnes. On constatera que les plumages les plus vulgaires 
de nos contrées, tels que ceux de l’oie, du cygne du coq, du paon, ont leur application dans 
l’industrie, à l’égal de ceux des contrées. plus lointaines les Paradisiers, les Aigrettes, les 
plumes d’Autruche, etc. 

Hit so grandes facilités modernes des communications universelles ont amené une pro- 
| gression très remarquable dans la fabrication des parures, en dépouilles d’oiseaux de 
toutes sortes. Les productions du plumassier moderne complétent celles du plumassier 
d’autrefois, tout en renouvelant la mode ancienne avec les perfectionnements industriels 
du siècle present, facilités en outre par la concurrence dans la production universelle 
. ornithologigue. Le renouvellement des modes se base sur des traditions certaines. Une i 
chaîne imperceptible rattache nos èlégantes à celles d’autrefois. Nous empruntons à cha- 
cune des époques célèbres où brille la Vieille-France, le charme, le goùt qui furent 3 fui 
la gloire de nos prédécesseurs. Malgré le développement è l’étranger de l'industrie 
| plumassiére, toutes les nations sont d’accord pour nous accorder une réputation juste- 
ment acquise de supériorite incontestée dans l’art d’appreter, de teindre les plumes de 
grand luxe comme celles plus modestes qui s° adressent à la grande consommation, 

dans l’univers entier. 
(continua), i i JULES FORES TAINÉ 


Brisson Maturino Giacomo 
| Questo rinomato naturalista francese nacque il 30 aprile 1723 a Foptanay-le- 
see nel Poitou. Scolaro e poi assistente dell’ illustre Reaumur divenne egli stesso 


S) *Accadomia delle scienze e alla soppressione di questa, venne nominato metal 


o ne 


150 


dell’ Istituto nazionale. I moti della rivoluzione non valsero a distrarre il Brisson dai 
propri studi, nei quali anzi viemeglio si concentrò. Nel 1795 fu nominato professore 
di Fisica alla Scuola Centrale ed al Liceo Ennpasto. Colpito d’ apoplessia morì il 23 
giugno 1806 a Broissi presso Versailles. 

Egli compose parecchie opere di Storia naturale e di Fisica, ma dove emerse 
più che mai, si fu nell’Ornitologia. La sua poderosa opera : Ornitologia s. Synopsis 
methodica sistens Avium divisions, stampata a Parigi nel 1760 in 6 volumi (testo 
francese e latino) contiene la descrizione di 1500 specie d’ Uccelli delle quali 220 
affatto nuove e 350 per la prima volta disegnate ed incise in rame dal celebre Mar- 
tinet. Benchè scritta con stile poco elegante quest’ opera era la più completa che 
fosse conosciuta prima della pubblicazione della Mistoîre des Oiseaux del Buffon ed 
ancora oggidi è altamente pregiata. 

A. Bonomi 


Varietà - Mostruosità - Ibridismi 


Uova di capinera. Nel giugno scorso, trovai in un cespuglio di mortella un nido 
di capinera (Monachus atricapillus), contenente 4 uova perfettamente bianche. La 
cosa mi parve strana assai, e decisi di tener d’occhio quel nido. Ma disgraziatamente 
nell’ esaminare un’ uovo, questo si ruppe. La capinera, che mi osservava da un al- 
bero vicino non badò più da allora alla nidiata. Ma dopo pochi giorni costruì un’ al 
tro nido poco lontano, in cui depose tre uova, queste pure bianche, sebbene un po” 
piu tendenti al verde-cenerognolo proprio alle uova di capinera, e colore posseduto 
dalle uova di altre nidiate vicine. Pure tanto la nidiata quaoto la capinera erano di 
forma, di grossezza e di colore naturali. Il secondo nido andò distrutto in seguito al 
brutto tempo. 

Monza, 23 Settembre G. ALBANI 


Caso di melanismo e albinismo in una Melanocorypha calandra. Il 21 ottobre 1896 
ho visto sul mercato di Taranto un individuo giovane dell’anno, vivo in gabbia, ap- 
partenente a questa specie. Aveva tutto 1° abito nero con gli orli delle penne ceciato ; 
le timoniere erano completamente bianche e similmente diverse remiganti primarie 
e secondarie, ma senza simmetria ; dell’ istesso colore bianco aveva anche qualche 


penna tra le cuopritici secondarie. Becco e piedi colore carnicino livido : iride bruna. 


Taranto De CecLir Francesco 


Cutrettola albina. leri sul mercato degli uccelli che ha luogo tutte le domeniche 
mattine, ho comprato una cutrettola o lavandaia perfettamente bianca. lo non ho mai 
visto un più grazioso animaletto. Non so se sia maschio o femmina, ma è giovane di 
quest’ anno. È stata catturata nei pressi di Torino da uccellatori di professione, e 
nessuno di loro si ricordava d'aver trovata una varietà bianca di tale specie di uce- 
celli. È molto famigliare, stamane veniva già a prendere tra le mie dita dei Tenebrio 
molitor che allevo per un mio usignolo. Ha una straordinaria vivacità di movimento, 


una mosca non è ancora entrata nella sua gabbia, o posata su di essa, che con un 


colpo di becco preciso già |’ ha presa. Amantissima del bagno cammina sempre in 


lol 


una piccola bacinella d’acqua che le ho messa nella gabbia e uon pare punto. spa- 
ventata della mia presenza. 

Una particolarità degna di nota si è che mentre generalmente le varietà albe 
hanno gli occhi rossi, questa li ha nerissimi. Il becco, il tarso e Je dita, mentre 
nella cutrettola comune sono neri-ebano, in questo esemplare sono color isabella. 

Torino, 2 Agosto. E. Inopa 

La mia cutrettola bianca è viva e gode buona salute, è allegrissima e mi saluta 
con un pigolio quando mi vede, arruffando contemporaneamente le piume ed allar- 
gando la coda. Talora apro lo sportello della sua gabbia e la chiamo sul dito a pren- 
dere o una mosca o un tenebrio molitor di cui è molto ghiotta. 

Torino, 14 Settembre. E. Imopa 


Un ibrido di Rondine e di Balestruccio. Un ibrido derivante dall’ accoppiamento 
di Hirundo rustica Linn. con Chelidon urbica Linn. mi capitò in carne nell'estate 
dello scorso anno, e ne feci dono all’ illustre prof, Giglioli. S. Broci 

Capinera albina. Fra le varietà ricevute e non ancora annunziate nell’ Avicula, 

noto una Capinera (Monachus atricapillus Liun.) bianca, tranne le estremità di parte 

delle remiganti e delle timoniere e qualche penna delle copritrici delle ali del grop- 

pone e della sopraccoda che sono bigio oscuro. Mi è stata donata dal Sig. Guido Bizzarri, 

- possidente a Strozzavolpu (Senese), che l'aveva presa in quella sua tenuta. S. Brogi 


| CACCIE E PASSAGGI 


L —_a kÒ_MRB SS ÙZI 


Dall’apertura della caccia alla fine di Settembre. Notizie spigolate in varii giornali 
o forniteci da gentili abbonati, (/ed.) Per avere un'idea dello straordinario numero 
di persone che in Italia si occupano o bene o male di caccia, basterà riportare dal 
_N. 154 del Corriere agricolo commerciale di Milano, la notizia che ben 1200 fu- 
rono i cacciatori che domenica 1.° Agosto partirono da Milano per recarsi nelle prov. 
limitrofe ove in quel giorno si apriva la caccia. E se si lien conto di questo numero 
e di quello rappresentato dai cacciatori locali, si dovrà ritenere che in quelle campagne 
la selvaggina non era tanto scarsa; poichè quantunque il caldo permettesse di cac- 
«ciare solo fino alle 9, tuttavia in media uccisero ciascuno dalle 6 alle 8 quaglie ; 
furono trovate molte pernici e tre cacciatori seaza cane ne uccisero sei con una 
sola scarica. 
Ecco intanto le notizie in riassunto : 
« — Quaglie: (Coturnix communis, Bonnat.) Abbondanti in prov. di Chieti, in alcune 
località della prov. di Roma e fra lc altre a Gerano Laziale ove un considerevole 
passo avvenne il 23 e 24 Agosto, a Fucino ove 2 cacciatori ne uccisero dal 16 al 28 
Agosto, 400, in prov. di Campobasso ove il 30 Settembre in due cacciatori (Sigg. G. 
Brizio e cav. Cosella) ne uccisero 189 e doverono cessare la caccia per mancanza 
di cariche, nella prov. di Caserta, nei dintorni di Magenta, nel Pavese, nel Napole- 
tano, in parte del Salernitano, a Potenza, a Sorrento verso la fine di Settembre. A 
Roseto (Foggia) ove da 2 cacciatori ne furono nei primi 8 giorni di Settembre uccise 
391 delle quali 219 ne prese il giovanissimo marchese Mariano Filiasi, a Campotenese 
ì - (Calabria) ove 5 cacciatori in 2 igorni di caccia ne uccisero 205. — Scarse nel Peru-_ 


152 


gino, nel Milanese salvo qualche eccezione, nel Padovano, a Colognola Veronese, a 
Mirandola Modenese, nel Senese, nel Pisano, a Lucera, a Como, a Casalmonferrato, 
ad Avellino. i 

Starne: (Starna Perdix Lin.) Abbondanti nei pressi di Perugia, nelle bandite 
Milanesi, in varie parti dell’ Abruzzo, nel romano, in varie parti della Toscana e del 
Teramano. Scarse nel Pisano ed a Laveno. 

Coturnici: (Perdix saxatilis Meyer). Abbondunti nell’ interno della Sicilia, a 
Potenza, a Belluno, a Laveno. 

Sono inoltre comparsi abbondanti gli spioncelli ed i culbianchi e scarsi i bece- 
caccini nei dintorni di Roma. Scarsi i beccaccini nel Milanese. Il passo dei tordi è 
cominciato verso la fine della prima quindicina di Settembre. Folaghe e palmipedi 
sono comparsi negli ultimi giorni di Settembre. Numerosi i Colombacci nel Genovese, 
e così i Culbianchi a Sorrento. Il 25 settembre il Sig. G. Ricci Bartoloni uccise 101 
Folaghe. Tordi, Fringuelli, Pispole ed in generale uccelli da roccolo, furono presi in 
grande quantità nel Veronese ed a Razone di Gargnano negli ultimi giorni di settembre. 

La prima beccaccia. (Red.) Stando ad una corrispondenza da Genova al Napoli 
Sport alcuni cacciatori avrebbero trovata la prima beccaccia il 22 settembre sul quel 
di Borghetto. Un'altra fu vedu'a il 27 detto sul mercato di Lugano dal dott. Cicardì. 

Da Siena. 31 settembre (Brogi). Dal 16 agosto, giorno di apertura a tutto oggi, 
in generale poco abbondanti gli uccelli estivi; pochissime quaglie, assai starne, pochis- 
sime averle, pochi rigogoli, abbastanza frequenti le tortole, parecchie le sterpozzole, 
sterpozzoline e beccafichi, molti i pettirossi nella seconda metà di settembre. Verso 
il 10 settembre comparsi i tordi ed i Colombacci ma non in grande quantità. 

Sterminio di Uccelletti. Scrivono da Bologna in data 27 settembre al teste del 
Carlino : 

« Incoraggiato dalla benignità e dalla cortesia mercè le quali Ella volle accogliere 
alcune mie osservazioni sulla acconsentita distruzione dei piccoli uccelli, mi permetto 
di pregarla di voler pubblicare queste ulteriori informazioni : 

« Anche quest’ anno e precisamente la notte scorsa; col solito diluvio, furono 
prese circa duemila boarine o codazzelte (1), a Santa Maria Maddalena e precisamente 
nel canneto sottostante al priroo forte della testa di ponte, che si trova a destra da 
chi venga dalla parte di Bologna. 

« Ciò è barbaro ed esiziale.... ma è legale! 

« Quello che invece è oltraggioso alla legge si è che la maggior parte dei cin- 
quantamila — ripeto cinquantamila — piccoli uccelli, massacrati in un mese circa col 
diluvio, che ora ha fatta stazione a Pontelagoscuro, sono stati presi nei boschi della riva 
destra del Po ove quel mezzo di caccia sterminatrice sarebbe assolutamente vietato. » 


BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGIGHE 


—-7Tsera_35r——_-—- 


GARBARI sac. NARCISO. L° Uccellagione quale viene praticata nel nostro 
paese, con notizie ornitologico-pratiche. 115 pag. in-16 (Trento, tip. Monauni 1897). 


(1) Batticode (Badytes o Matacilla). N. d. R. 


@ 


aio in Tema opuscolo viene MS i vari metodi e ora ed in 0, 
per catturare gli uccelli nel Trentino. Il lavoro è scritto con brio e con molta cognizione Pa IS 
di causa; alle osservazioni pratiche di lunghi anni, l’autore sa bellamente intercalare le ET 

2 . 10) Di Ù 


robuste pagine del Tirabosco, del Pagello, del Tanara, dell’Aldrovandi, del Pananti, del- x 
_ l' Olina, del Savi, del Toursenél, dello Scaligero, dei quali tutti dà un breve cenno bio- | Ne 
grafico. L’ autore dimostra ancora d’ aver fatto uso della ricca letteratura ornitologica Na 
| italiana e francese, nonchè di tutto quello che fu scritto intorno agli uccelli nel Trentino. di 
La pubblicazione del rev. prof. Garbari merita quindi d’esser letta non solo dai trentini lA 
«ma ancora dagli Uccellatori della penisola per le molte e interessanti notizie che vi si Ne 
| riscontrano. Bym. x, 
| ALLEN I. A. - Alleged Changes of Color in the Feather of Birds Withoud molting 32 NOE % 
pag. (New York, Bull. Am. Mus. Nat. Hist. 1896). È Pia 
AuBUSSON (D’) MagaUD - Les nids de nos oiseaux (Paris 1897. Le naturaliste, n. 253). be, 
| BAR - Partono le rondini! (Milano 1897. Caccia e Tiri, n. 513). S 
. Brrps (THE) - Monthly journal, 12nrs (Chicago 1897) L. 10 si 
BULLETIN of the Michingan Ornithological Club. Vol. I, 4nrs (Year 1897). sla 
. BurLER A. G. et C. - Britisch Birds with their Nests and Eggs 6 vòl. con tav. Vol. PS 

TI, Passeres. (London 1897), L. 15. 
CHAPMAN F. M. - Notes on Birds observed in Yucatan. 20 p. (New York, Bull. Mus. 

; Nat. Hist. 1896), L. 2,50. Malco 
CHAPMAN F. M. - The o of Plumage in the Plectrophenax nivalis 12 p. (Ibi- . 
: idem); L. 2. Gao. Mi; 
pr CHAPMAN F. M. - Bird-life. Guide to the study of our common Birds. 12 p. con 75 tonni € SL 


‘ (New York 1897), L. 9. 

i Cravvecer I. - L’acclimatacion du Faisan è Coquimbo. (Santiago 1897. Actes de la Soc. 
scientif. du Chili. Tomo IV Livr. 4 et 5). 

PA CHoBAUT dr. A. - Un ceuf de poule mostrueux. (Paris 1867, La Feuilles des jeunes nat. 
SR 


Rep. Brit. Assoc. Ai vado 1886), L. 2. 

mproN A. F.- Malays Game-fowis and Bantams in Australia. 124 p. con ill. (Lon- 
i don 1897), L. 2,50. 

Di 0KE W. - The Birds of Colorado. (olorato 1897. The State Agricultural College. 
Bull n. 37). 


154 


Sciences Naturelles d. Beziers. 

LucREcIO - Avicultura. Les huevos. (Buenos Aires 1897. La Agricultura e Mexico. Bol. 
de Agricul. ete. n. 7). 

MARCIALIS prof. dott. Erisio - Gli Uccelli della Sardegna II parte, 20 p. In Boll. Soc. 
Rom. St. zoolog. fasc. III e IV 1897. 

Mazzown ITALO - L’avicoltura all’ Estero ed in Italia. (Roma 1897. Guida del  pollicol- 
tore, n. 13). 

Mazzon IrALO - Incubazione naturale o artificiale ? (Ibidem). 

NEARLING H. - North American Birds. Part. 16. (1897) L’ opera compl. 2 vol. con 36 
tav. col. L. 110. 

NEWTON - CORDEAUX - HARVIE - Bird-migration in Great Britain and Ireland. 27 p. In 
Rep. Brit. Assoc. Adv. Sc. (London 1897) L. 2. 


OHLSEN dr. C. . Le leggi forestali e l’ utilità vicendevole dei boschi e degli uccelli. (Mi- 


lano 189%. Il Sole, n. 214). 

OrxnITHOLOGISCHE MoxnarsscHRIFT Org. d. Soc. per la protez. d. uccelli. I num. 7,8 e 
9. Dalla pag. 185 sino a 276. (Gera, luglio-settembre 1897). Contiene: FLOERICK® 
- Un bastardo fra Cardellino e Ciuffolotto (con fig. col.) — RHEZAK - Materiali 
per una statistica sull’ utilità e sul danno di certi uccelli — ToEpPEL - Scelta di 
luoghi adatti per la nidificazione — RHEZAK - Le Cornacchie nella Slesia austriaca 
— PRAZAK - Il passato ed il presente dell’ Ornitologia in Boemia — LINDNER - 
Locustella fluviatilis (con tav. col.) — HERMANN .- Dello svegliarsi degli uccelli — 
Dr BursrERT - Alcune osservazioni sulla vita e nidificazione, del Lanius excubitor 


— THIELEMANN - Alcunchè intorno alla Poiana — FLOERICKE - Chiacchiere orni- 
tologiche — HocKr - La questione del Picchio nero — FLOERICKE -I Corvus nella 
Slesia-prussiana — Piccole notizie — Bibliografia. 
PLaczeK dr. B. — Vogelschutz oder Insectenschutz? In Forst-und Tagd-Zeitung n. 761. 
(Wien 30 Tuli 1897). 
Reiser O. — Materialen zu eines Ornis Balcanica, 159 p. con 2 tav. (Seraiewo, 


Landesmuseum, 1897), L. 12. 

Rpeway R. - Manual of North American Birds. 666 pag. con 125 tav. ed un ritr. 
(Philadelphia 1896). 

SanGaLLI Giacomo - Ventriglio di Gallo con collo e capo di pulcino sporgenti dal- 
l’ alto del suo lato sinistro. 6 p. in-4 con 2 fig. Mem. Ist. Lomb. di Sc. e Lett. 
Vol. XVIII fasc. II. (Milano Hoepli 1897). 

ScHWALBE (die). Org. d. Soc. orn. viennese. n. 2. Contiene: FLOERICKE - Cantatori del 


sud-est — DaLLa ToRRE - Uccelli del Tirolo e Vorarlberg — PERZINA - Uccelli 
europei che di rado si tengono in gabbia — EpER - Gli uccelli pronostici del 
tempo — Sulla protezione degli uccelli. Polemica TscHusI- BERGNER. 


Simon E. - Catalogue des especes actuellement connues de la famille des  Trochilides. 
46 p. (Parigi 1897), L. 3. 
ZerrscHRIF fi Ornithologie. Org. d. Soc. orn. di Stettino. I num. 8 e 9 contengono: 


HeNRICI - Sulla nidificazione degli uccelli indigeni — HERMANN - L’ uccello in 


bocca del popolo — Relazione sulla pollicoltura in Pomerania — Piccole notizie 
— Letteratura. 


Rodez RFbfÒ 


Per far conoscere questo nuovo periodico ”’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- 
versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non 
desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo scrivendo nella copertina Respinto 

e ponendo sotto questa parola, il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes- 

suna spesa di francatura. Coloro poi che intendono favorirci 1’ abbonamento sono pre- 

gati darcene avviso il più presto possibile onde regolare la tiratura del giornale. 

La condanna dei passeri. Il consiglio generale della Senna ha proposto al Ministero 
dell'Agricoltura in Francia, di mettere i passeri fra gli animali nocivi. Anche al con- 
gresso cinegelico di Udine fu ammessa Ja convenienza di permettere durante |’ intiero 
“anno, la caccia al passero, perchè uccello nocivo all’ agricoltura. 

Una esposizione internazionale di animali da cortile, da voliera e fagianeria, avrà 
luogo a Parigi, nella 2.8 metà del prossimo novembre, nei locali del Giardino Zoolo- 
gico. È organizzata dalla Società Nazionale di avicoltura di Francia. 

Concorso alla cattedra di Zoologia, Anatomfa e Fisiologia comparata presso la li- 

 bera Univ. di Perugia. Questo concorso è aperto fino al 15 Ottobre corr. L’ eletto 
avrà il grado di professore straordinario, e lo stipendio di L. 2100. 


Ai 25 aprile u. s. è morto a 65 anni in Lowestoft |’ illustre ornitologo 
Sir EDWARD NEWTON \ 
rinomato per i suoi importantissimi studi sull’Avifauna del Madagascar e delle Mascarene. 


Ai 16 marzo morì a 59 anni in Rochester il capitano 
PLATTE M. THORNE 
uno zelante studioso dell’Avifauna nord-americana. 


In Ceylon morì ai 10 aprile 1’ ornitologo 
HUGH NEVILL 


7 maggio si spense in Londra nell’età di 65 anni 
ABRAHAM DEE BARTLETT 


DS ® . . . . . . . o O n; Le, 
Direttore di quel giardino zoologico ed eccellente conoscitore dei mammiferi e degli 5% 
uccelli. 


‘RICHIESTE E OFFERTE © 0 


i t. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- 


Ra A de DT È, OVER ZIA PARLA AE RENT LIA 


156 


È v 

Dal laboratorio di Storia naturale di S. Brogi Siena si fa ricerca di Barbagianni 
(Strix flammea) e Civette (Athene noctua e si ricevono freschi in carne o subito dopo spellati. 

Alessandro Masi di Ancona offre polli Padovani dorati, Cocincini fulvi e Anatre Rouen, 


Si offrono uova fecondate di Anatra muta a 25- cent. l'una.Per non meno di 4si da 
l'imballaggio gratis. 


ORNITOLOEI VIVENTI 


Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si oceupano di uccelli 


Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere 1° indiriz- 
zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- 
doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. 

(continuazione) 


BENI cav. avv. Carlo, Stia (Arezzo) 

BERNASCONI Grseppe, Parroco Civiglio (Como). 

BETTI comm. Gustavo, Faenza. 

BETTONI conte Lodovico, Brescia. 

BEZZI prof. dott. Mario, Corso Vecchio 104. Mi 

BIANCHI dott. Onorato, Isola del Giglio, 

BIANCHI Valentin Zoologisches Museum St, Petersburg (Russia). 

BICKNELL Eugene P. Riverdale-on-Hudson New York. 

BIDAUX Zené Pharmacien Vesoul Hante-Saòne (Francia). 

BIDDULPH John Colonel 43 Charing Gross S. W. Londra. 

BIDWEL Edward 1 Trig Lane, Upper Thames Street, E. C. Londra, 

BILL Charles 352 Main Street Springfield, Mass. (S. U. America). 

BILLAUD Barone Frédéric 39 Rue Notre Dame de Lorette - Parigi, 

BINGHAM Charles T. Maulmain, Burma (India). 

BIONDI Antonio, Castellalfi Montajone (Firenze). 

BIRD Maurice Charles Hilton Stalham Norfolk, England (Inghilterra). 

BISHOP Louis B. M. D. 77 Whitney Avenue New Haven (S. U. America). 

BISHOP Wazson L. Dartmouth Nova Scotia (Canadà). 

BLAAUW Yr. £. S, Gravelaud (Nord Olanda). 

BLAGG Ernest W. H. Cheadle, Stafford, (Inghilterra). 

BLAIR Moody Corner Grand Aud Shirland Avennes Fair Haven Heights (New 
Haven S. U. America). R° 

BLASIUS £udolf Professor Inselpromenade 13 Braunschweig | Herz Braunschweig. 
(Germania). È 

BLASIUS Wilhelm Professor der Zoologie Gausstrasse 17 Braunschweig (Ger- 

mania. i 

BOARDMAN George A. Calais Washington Co., Me (S. U. America). < 

BOCCACCINI prof. Corrado R. Liceo, Cuneo, 

BOESELAGER Philipp. Frhr. v. Burgstrasse 2 Bonn Rheinprovinz (Germania). 

BOGERT Marston T. Flushing, Queens Co., (S. U. America). 


(continua) 


Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Si BROGI, Direttore responsabile 


LIANA DI SCIENZE NATURALI 
i Sommario del fascicolo 1,° Settembre de 
De Blasio dle Abele. Il Dolmen di Sant’ Antuono. Con figure. Pag. 113. 
là dott. Luigi. L' Helmichthys dell’ Anguilla vulgaris. Pag. 116. 
e Angelis d’Ossat dott. Gioacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. (continuazione 
e fine). Pag. 118. 

uzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanai Bianchi 
i (Jano Planco). (cont.). Pag. 124. 
Rivista bibliografica. Da pag. 128. a pag. 132. 
| Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 132. a pag. 136. 


BOLLETTINO DEL NATURALISTA 


Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore i 
Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago 


Abbonamento annuo per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,5 0. 
Altri Stati L. 4£. 


Sommario del fascicolo del 15 Settembre 


| Bellini Raffaello. Una nuova forma cristallina della calcite vesuviana. Pag. 105. 

. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione). Pag. 106. 

_ COMUNICAZIONI. — Grilli M. Il Pesco nano — Calandruccio dott. S. Processo pratico per ren- 

dere innocua la carne di maiale panicata — Trinchera A. Fecondazione artificiale dei mam- 

miferi — Nunzi P. Le rane ed i rospi non si nutrono di Api. Da pag. 109. a pag. 112. 

. NOTEENTOMOLOGICHE. — Lazzarini A. Caso di anomalia — Rinonapoli Volpe L. Mostruo- 

SoS sità di una Polyphylla Ragusae — Il Bacologo. Varie specie di bachi da seta. Pag. 112. a 113 
_ NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE. Red. Il primo mese di caccia — 

i Giovanzana F. Catture importanti — Fabani prof. C. Pesci fenomenali — Gatti A. 

L' alborella nell’ Italia meridionale — Red. La consommation du poisson d'eau douce è Paris 

et les Effets du repeuplement-des cours frangais — Risultati delle immissioni di trote. Da 

i pag. 113, a pag. 114. 

. Invenzioni e scoperte. Pag. 115. — Insegnamenti pratici. Pag. 116. — Notiziario. 

Pag. 117. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 119. — Richieste, of- 

ferte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 119. e 120. 


Per i Cacciatori 


UCCELLI PER RICHIAMI 


Dal Laboratorio di Storia naturale di S. Brogi in Siena si forniscono uccelli imbalsamati 
fettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel ter- 
io e nell'acqua come richiami nelle caccie con fucile, con panie e conle reti. 
Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, cingalline, peppole, bat- 


Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili L. 2.50 ciascuno. 
Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazzere, e simili L. 3,00 ciascuno. 


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Gennaio-Feboraio 1.° Febbraio 1900 


Anno IV, N, 25-26 


Dr AVICULA 
GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO 


\Oya 
DILLO 


SOMMARIO 


Vallon G. L'emigrazione in generale ad Helgoland. (cont.) Pag. 1. 

Damiani prof. Giacomo. Per una Società Ornitologica italiana. Pag. 7. 

Bonomi prof. A. Regole per la nomenclatura ornitologica. Pag. 9. 

Lucifero Armando. Avifauna calabra. (cont.) Pag. 14. 

‘ Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte 
II.2 (cont.). Pag. 18. 

Gioli dr. Giuseppe. Sulla cattura di una Anatra Mandarina nelle vicinanze di Pisa, Pag. 20. 

Fabani C. Osservazioni Valtellinesi intorno all'emigrazione e nidificazione della rondine do- 
mestica. Pag. 22. 

Oblsen dott. Carlo. La villeggiatura e la protezione degli uccelli. Pag. 25. 

CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE, VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI ED 

ALTRE NOTE ORNITOLOGICHE. Direzione. Tichodroma muraria — Turdus iliacus — Starna 
perdix — Bubo Maximus. Pag. 26-27. — Spinola March. G. Colymbus areticus. — Di- 
rezione. Merula nigra. — Venezia prof. F. — Cattura di una Fratercula Artica. — 
Fabani C. Aquila reale, Pag. 27. 

De Boni Augusto. Note ornitologiche per la provincia di Belluno. Pag. 27-28 

CACCIE E PASSAGGI — Direzione. — Riassunto di notizie sulle caccie, arrivi e passaggi di 
uccelli nella regione italica dal Novembre al Gennaio 1900 Pag. 28. 

Arrighi Griffoli G. Dalla Val di Chiana Pag. 29 — Zonghi-Lotti Da Fabriano Pag. 30. 

Notiziario Pag. 31. 

Damiani prof. G. Bibliografia ornitologica. Pag. 32. 


G. VALLON 


Dall’Opera” La specola ornitica di Helgoland ,, del Gitke 


L’ EMIGRAZIONE DEGLI UCCELLI 


I. L'emigrazione in generale ad Helgoland 
(Cont. vedi fase. 19-20) 


Se la medesima si mantiene mite, allora passano fino al primo dell’anno Storni, 
Merli, Beccaccie e Beccaccini; così ad esempio nell’anno 1873 si videro non soltanto ad 
Helgoland giornalmente e per tutto il mese Tordi e Beccaccie, ma eziandio stando alle 
comunicazioni. del giornale ?? Field ,, venivano vendute sul mercato di Londra le Bec- 
Caccie durante tutto il mese di dicembre. Lochè servi a provare indubbiamente che tutte 
queste specie di uccelli si trovano ancora nel loro passo autunnale e normale da oriente 
ad occidente. 

HI Altro è il caso invece se d’un tratto al principio del mese spira un forte vento 
dall ovest e la temperatura s’abbassa. In una notte sola con fretta grandissima tutte 


Division of Birds 


% 


Division of Birds 


le specie sunnominate ed i Chiurli e i Pivieri e le Beccaccie di mare ed i Piovanelli 


che avevano prolungato il loro soggiorno nei siti di nidificazione, volano instancabili 
verso il quartiere d’ inverno; durante il giorno stormi incalcolabili di Cigni, di Oche, 
di Anitre, di Smerghi trasvolano l’isola. = 

Si mostrano frequenti le Aquile di mare e le Pojane e passano alcuni individui 
delle Albanelle; quà e là scorgesi in tanto frangente qualche Occhione, Oecdinemis cre- 
pîtans, gli adulti della Tringa maritima, arenaria ed islandica si fanno frequenti e sul 
mare non sono rari i Podiceps cornutus, gli adulti dell’ Uria gryUle, del Colymbus arcti- 
cus e del glacialis. Comune è il Larus canus, abbastanza frequente i giovani del L. 
glaucus ed è facile uccidere qualche esemplare del L. Zeucopterus. La Moretta codona 
si tuffa nelle acque fra gli scogli a settentrione dell’isola e girano le rupi singole fem- 
mine dell’Orchetto marino. 


Se i primi ghiacci sono accompagnati da un abbondante caduta di neve, allora nelle 


prime ore mattutine del giorno seguente passano a centinaia di migliaia le Allodole, i 
Fanelli, i Fanelli di monte, i Verdoni, gli Organetti ed i Cardellini, coprendo letteral- 
mente tutte le località libere dalla neve. Se quest’ ultima persevera a cadere ed il vento 
da est continua a soffiare abbassando costantemente la temperatura, allora si radunano 
sul mare in numero abbastanza considerevole tutte le specie di Anitre nordiche. Oltre 
alle femmine e giovani dell’ Orchetto marino veggonsi molti giovani Smerghi Mergus 
è serrator susseguiti in breve da Quattrocchi che nell’immediate prossimità delle rupi 
vanno alla ricerca del loro cibo abituale. Compaiono poi mantenendosi distanti dall’isola, 
le Morette grigie FPuligula marila. I grossi branchi sono composti per la maggior parte 
da maschi adulti, a questi più tardi si aggregano i Moriglioni Fuligula ferina ma in 
prochi esemplari. Il grosso Mergus merganser non si vede volare che isolato o tutt'al più 
int gruppi di 3 a 7 fino a 10 individui e tutti maschi in abito adulto, le femmine dalla 


- *cesta rosso-ruggine nuotano sul mare. Durante quest'epoca di vita invernale nel mondo 


pennuto, può un provetto cacciatore, fornito d’arma sicura e di buona polvere uccidere 
durante le ore antimeridiane una ventina e più di questi uccelli; è necessario però che 
il barcaiolo sia pratico della caccia e sappia condurre correttamente il battello sotto vento. 

Onde questo spettacolo meraviglioso possa manifestarsi in tutta la sua imponenza 
è necessario che il freddo sia intensissimo e che il vento da ovest spiri costante per pa- 
recchie settimane. Allora soltanto formansi lungo le coste a mare profondo del Holstein, 
dalle foci lunghe, parecchie miglia dall’Elba, fino al Veser, durante il riflusso, grandi 
masse di ghiaccio, che con la neve sopra cadutavi e con le onde contro frangentisi rag- 
giungono tosto uno spessore di 3-6 piedi; il prossimo flusso stacca queste masse ed il 
vento dominante le spinge in alto mare. Ogni flusso e riflusso rinnova il processo e 
riempie quindi completamente la baia dalla costa della Iutlandia fino a Jahde con una 
crosta compatta di ghiaccio e di neve. La corrente prodotta dal riflusso trasporta questi 
campi di ghiaccio verso Helgoland e finalmente ve la raggiunge. In certi casi poi questo 
fenomeno arriva a proporzioni così imponenti che anche tutto il mare verso occidente 
ne rimane coperto interamente, così negli anni 1845 e 1855 persino dal faro non pote: 
vasi discernere il più piccolo spazio libero in tutta quell’immensa distesa. 

Gli Edrodoni del nord che al principio dell’inverno s'erano agglomerati lungo tutte 
le coste summenzionate, inquantochè protetti dal vento d'occidente trovavano cibo ab- 


ti "Rae rannie I e Tn 


bondante in quelle calme località, sono costretti poi dal ghiaccio a spingersi in alto mare. 
Da principio, quando le prime masse di ghiaccio si staccano e vengono sospinte al largo, 
rimane uno spazio libero tra queste e la costa. In questo spazio sollecite le Anitre vi 
fanno ritorno, ma allorchè dopo alcuni giorni le masse di ghiaccio aumentano in modo 
da non permettere più agli uccelli questo scampo, sono costretti a riparare sul mare 
avanti i ghiacci e giungono così un po’ alla volta in prossimità di Helgoland. 

In questo frattempo gela anche il mar Baltico e tutte le innumerevoli schiere di 
Anitre e Smerghi che colà avevano preso dimora, intenzionate di passarvi l’ inverno, 
prendono il volo attraverso l’ Holstein in direzione occidentale e vanno ad unirsi a quelle 
nordiche che si trovano già in numero favoloso. 

Sia per la poca profondità del mare intorno all'isola, sia ancora per la considere- 
vole quantità di cibo accumulato in fra i tanti scogli che la circondano, consistente in 
piccoli crostacei ed altro, sta il fatto che il numero degli individui che in siffatte circostanze 
quì da noi si raduna è tale da non potersi calcolare neppure approssimativamente. Alle 
specie summenzionate s’uniscono pure maschi adulti del Quattrocchi e dello Smergo, 
come pure un numero straordinario di femmine dell’Orco e dell’ Orchetto marino nonchè, 
dell’ Edrodone; ma quest'ultimi in numero meno considerevole. Ultimo a comparire, ma 
sempre quì da noi in numero scarso, è il Mergus albellus. 

Lo spettacolo che non pertanto intorno all'isola ma anche a molte miglia di distanza 
dalla medesima si manifesta in quest’ epoca ed in tali circostanze è veramente impo- 
nente ed affascinante. Verso il sud, il nord e l’ovest si estende a perdita d’occhio un 
immenso campo di ghiaccio, sotto ai suoi margini tagliati per lo più nettamente regna 
una perfetta tranquillità. Colà miriadi d’uccelli vi s’intrattengono. Le specie più pic- 
cole se ne stanno prossime all’isola, più in là, possibilmente verso settentrione, nuotano 
aggruppati da 80 a 150 individui maschi dello Smergo e masse incalcolabili di ogni 
specie scorazzano di quà e di là in ogni direzione in branchi più o meno numerosi o an- 
che isolati o in paia. 

Avvenne in certe giornate che in qualunque direzione io volgessi lo sguardo e fino 
dove io lo potessi spingere, incontrassi masse sterminate di questi uccelli. In su nel- 
l’aria fino ad un’altezza enorme altre masse s’aggiravano che finivano per sembrare 
un pulviscolo errante; così n’ era pieno il firmamento, fino ad alcune migliaia di piedi 
d’ altezza, di questi ospiti nordici. ..... 


II. Direzione del volo. 


Se dal complesso del quadro che presenta il passo degli uccelli, noi rivolgiamo la 
nostra attenzione ai particolari che ci offre, dobbiamo soffermarci per primi, quasi in- 
volontariamente, alle direzioni che questo passo mantiene. Se queste osservazioni si li- 
mitano alle località ove noi dimoriamo, quindi ad un campo. ristretto, stabilirne il per- 
corso appare come cosa semplicissima, ma se all’ incontro queste osservazioni noi le vo- 
gliamo estendere a tutta la durata del passo, allora le medesime si complicano in modo 
da sembrare inesplicabili, particolarmente quelle autunnali che conduce l'uccello dalla 
sua dimora d'estate ai quartieri d’inverno tanto lontani. Il passo primaverile all’in- 
contro puossi dire semplicissimo. 


Una gran parte degli emigranti si muove in direzione da oriente ad occidente, un’al- 
tra dal nord al sud. Per, quelle specie cui le parti occidentali d’ Europa non offrono 
ancora un asilo sicuro durante l'inverno cambiano la direzione occidentale per quella 
meridionale, quelle invece che subito da principio si diressero verso il sud mantengono 
costante questa via dal punto di partenza fino all’ arrivo nei paesi meridionali, alcuni 
spostandola o poco, o notevolmente verso l’ oriente 

Nella maggior parte dei casi il passo mantiene una fronte molto vasta, che corri-. 
sponde per quelli uccelli che emigrano in direzione occidentale alla vastità dei luoghi 
di nidificazione, per quelli invece che mantengono il passo in direzione meridionale al- 
l’ estensione in lunghezza delle stesse località. L’ opinione generalmente invalsa in questi 
ultimi tempi che l’ uccello nelle sue emigrazioni, segua le coste dei mari, i corsi dei 
fiumi o quello delle valli, ron dovrebbe essere esatta; molti sono i fatti contraddicenti 
e fra questi uno dei più importanti la direzione del volo del Calandro forestiero, uno 
degli ospiti di Helgoland la cui abituale dimora è una delle più distanti dall’isola. Quanti 
non sono i corsi d’acqua oltrechè alla catena degli Urali ch'egli sorvola, piegando quasi 
ad angolo retto per trasportarsi dalla Dauria a Helgoland ? Diamo un occhiata anche 
superficiale ad una carta geografica e lo vedremo dimostrato chiaramente. 

Per le dirette osservazioni che si possono fare a Helgoland, vale a dire per quanto 
scorgesi durante il giorno e per quanto si può udire durante la notte, va stabilito che 
il passo autunnale mantiene una direzione costante da oriente verso occidente e che il 
passo primaverile si effettua in direzioni opposte. Le rare eccezioni che si presentano 
non oltrepassano i due gradi. Questa semplice direzione orientale del passo non conduce 
tutte la specie alle loro dimore invernali, prima o dopo molte delle medesime debbono 
piegare verso il sud per giungere alle latitudini volute; alcune specie che dai piani del- 
l’Amur orientale compiono l’ enorme viaggio fino alle parti occidentali della Spagna man- 
tengono costante la direzione occidentale presa alla loro partenza, colà giunti piegaro 
verso il sud ed attraversano il Mediterraneo passando per lo stretto di Gibilterra, altre 
invece che provengono dal nord, giunte alla Gran Brettagna dirigono subito il loro volo 
verso il sud per penetrare, attraversando il canale, nella Francia, oppure, attraversando 
il mare di Biscaglia, nella Spagna; altre ancora provenienti dai paesi più settentrionali , 
dell’ Europa o della Russia asiatica mutano direzione giunti che sieno nella penisola 
Scandinava. Che questo mutar di direzione non sia causato dall’apparir del mare, lo 
prova il fatto che le masse emigranti lo fanno molto prima di esser giunte alla costa, 
così ad esempio la Cornacchia bigia non muta la direzione del suo volo allorchè giunge 
alle parti occidentali dell’ Inghilterra, ma lo fà di già quando trovasi nel centro dell’isola. 

.Il passo autunnale in direzione occidentale per quelle specie che viaggiano di giorno 
ci porta oltrechè delle Pojane, Storni, Lodole, Rondoni, Piri-piri, Chiurli -e Oche anche 
le masse incalcolabili delle Cornacchie bigie Corvus corniex che mantengono il loro volo 
molto basso. Nidifica questa specie ad oriente fino al Kamtschiatka. Dalle osservazioni 
fatte per molti anni di seguito da Eugenio di Homeyer giungono gli stormi nella Po- 
merania da oriente e continuano l'emigrazione verso occidente. Quelli che passano la 
notte nell’ Holstein giungono ad Helgoland alle otto del mattino e ‘da quest'ora in poi 
continuano gli stormi senza interruzione fino circa alle due pomeridiane; tutti compaiono 
sull’orizzonte dalla parte orientale, transvolano in linea diretta l’isola, lochè stabilisce 


‘una direzione assoluta da ovest a est; scompaiono sul mare nel lontano occidente me- 
ritandosi per questo fatto l'appellativo volgare di Cornacchie danesi. Nè colà giunte 
la direzione si muta. Tohn Cordeaux, l’attento osservatore il cui campo d’indagini situato 
alle coste orientali dell'Inghilterra coincide per latitudine con quello di Helgoland mi 
comunica, che gli stormi delle Cornacchie non sostano appena giunte, ma che anzi con- 
tinuano il loro volo in direzione occidentale e Stevenson asserisce (Birds of Norfolk IL 
p. 261) che nell’interno dell’isola centinaia di questi uccelli mantengono la direzione 
del loro volo sempre verso l’est. Una parte degli emigranti passa l’inverno nelle parti 
orientali d’Inghilterra, pochissimi giungono nei paesi occidentali, anzi Rodd osserva 
(Rirds of. Cornvall und Scilly Island p. 64) che la Cornacchia, bigia è ospite puramente 
accidentale. 

Né il passo s’estende all’ Irlanda; vivono bensi colà delle Cornacchie, ma sono se- 
dentarie e non abbandonano mai il paese, non emigrano assolutamente e ciò conferma 
il Thompson (Natural History of lreland Vol. I. Birds pag. 310) il quale assicura che 
il numero di questi uccelli non diminuisce mai durante tutto l’anno. Certo nè le pro- 
vincie occidentali nè quelle centrali potrebbero rapire durante l’inverno tutti quei mi- 
lioni di Cornacchie che nell'autunno emigrano, attraversando il mare del nord, per l’ In- 
ghilterra. E dappoichè tanto secondo il Thompson che il Rodd non arrivano nelle parti 
occidentali della Gran Brettagna nè nell'Irlanda e stando a Stevenson contano appena 
poche centinaia quelle di Norfolk, ne va di conseguenza che attraversano ben presto il 
canale per giungere in Francia, piegando quindi in direzione meridionale il loro lungo 
volo occidentale. 

Se per quanto si è detto fin qui non abbiamo potuto. stabilire con. sicurezza che 
soltanto un viaggio di circa duecento miglia in direzione da oriente ad occidente, ciò non 
ostante puossi anco ammettere, appoggiandoci al fatto, che tutti gli stormi infiniti di 
Cornacchie, il cui numero oltrepassa di gran lunga ogni calcolo possibile, abbiano già 
dal principio del loro viaggio presa questa direzione. Difatti non altrimenti che una 
estensione enorme di luogo di nidificazione, quale sarebbero i paesi che si estendono dai 
confini occidentali della Russia fino alla penisola di Kamtschatka, possono fornire masse 
così imponenti di Cornacchie che qui passano annualmente durante tutto l'ottobre ed 
una gran parte di novembre. 

Con qual costanza venga mantenuta la direzione del volorlo provano appunto questi 
uccelli che nella maggior parte dei casi volano bassi. Succede non di rado che durante 
l'emigrazione autunnale spiri un vento più forte di quello confacente ai migratori, e 
Specialmente da sud-est. ;A sfuggire le noie che loro procura questo vento che soffiando 
a tergo loro scompiglia il piumaggio, girano il corpo in direzione nord e sembra che 
volino anche in siffatto senso. Questo però non è il caso, un movimento progressivo an- 
che il più leggiero, non si effettua, ma il branco continua a muoversi nella direzione 
voluta e con la medesima velocità come se il vento fosse loro propizio. All’ osservatore 
che vede passare sopra di lui questi uccelli migratori è facile a constatare la giustezza 
del suesposto. 

Probabilmente oltre alla, Cornacchia, posseggono anche altri uccelli e forse in ge- 
| merale tutti, la facoltà di potersi muovere in siffatta guisa e con la voluta velocità non 
soltanto durante l’ epoca della migrazione, ma anche in tempi ordinari a scopi differenti. 


Sulle prime credetti che le Cornacchie, volatori non fra i distinti, e come un naviglio 
che veleggia in condizioni anormali, tenessero, soffiando un forte vento nei fianchi, di 
quelle direzioni intermedie pur mantenendo abbastanza corretto il loro volo occidentale. 
Ma continuate osservazioni mi persuasero dell’ erroneità di tal conclusione e non solo 
le Cornacchie ma in molteplici casi anche le Pojane e più particolarmente i Falchi pec- 
chiajuoli vidi compiere tali emigrazioni. I Gabbiani, specialmente il Larus marinus, 
l’argentatus ed il canus danno quotidiane prove del loro muoversi ora a diritta ora a 
mancina con moto lento od accelerato formando un angolo retto con l’asse del corpo. 


Altra prova dell’ asserto che l’ emigrazione autunnale si effettua da oriente ad oc- 
cidente la fornisce il Falco pecchiajuolo. La zona iu cui questo uccello nidifica si estende 


al disotto del circolo polare, dalla Scandinavia fino alla Russia europea ed anche (se- 
condo Pallas) a quella centrale asiatica. Ed è certo che questo Falco deve nidificare. 
nelle infinite selve di una zona così estesa, in numero molto considerevole, se nelle emi- 
grazioni d’autunno dirette verso occidente comparisce in un numero tanto straordinario. î 
Nella Germania e nella Francia son poche le coppie nidificanti e nella Spagna non vi 
nidifica più. Ammesso che il volo avesse d’ autunno una direzione meridionale o meridio- 
nale-occidentale, allora sarebbe il caso d’incontrarne questa specie molto numerosa dal 
Baikal fino alla Grecia od all’ Italia, ciò però non succede e sappiamo all’incontro che 
è molto raro nel Turkestan, lungo il corso inferiore del Volga ed in Grecia (Sewertzoff, 
Dresser, von der Miihle), che s'incontra in piccoli branchetti di cinque o al massime 
di dodici individui a Malta (Wright) e che non venne peranco osservato in Sardesna e | 
neppure alle Baleari dal maggiore A. de Homeger. Nell’ Africa settentrionale-orientale è 
molto raro ed è di comparsa accidentale ad Algeri. i 
D’ un tratto però si mostra questo Falco in grandi masse nei pressi di Gibilterra 
e nei paesi d’ Africa che vi stanno di contro. Favier (Irby, Ornithology of Gibraltar) 
dice che si vedono volare presso Tangeri durante il passo primaverile stormi di oltre cento 
individui diretti verso settentrione ed Irby conferma un tanto per quello che riguarda 
Gibilterra; aggiungendo che questo passo si mantiene costante per la durata di oltre. 
venti giorni. Ambidue gli osservatori constatano che nell’autunno quest’ uccello si mostra 


in numero molto più scarso mon superando i branchi il numero di quindici individui; 
Lord Lilford vide però nel mese di settembre nell’interno della Spagna grosse comitive | 
« large Fiocks » del Pecchiajuolo che volavano in direzione meridionale. Questa diffe- 
renza fra il passo autunnale e primaverile non è che apparente, inquantochè il Falco 
pecchiajuolo emigra negli ultimi mesi dell’anno anche durante la notte e perciò le grandi È 
masse che in primavera si vedono di giorno, passano inosservate lo stretto di Gibilterra 
nelle ore notturne. Qui p. es. a Helgoland pigliansi durante le caccie notturne autun- | 
nali intorno al faro parecchi Falchi pecchiajuoli, lochè mai ebbe a verificasi in primavera. 

Nel Portogallo questo Falco non vi giunge (Fait. Birds of Portugal Ibis, 1887.) 
per cui anche in questo caso noi vediamo confermato, quello già osservato per la Cor- 
nacchia, che non è la vista del mare che li determina a cangiare la direzione del volo 
da occidentale in meridionale, ma che questo cambiamento si effettua, senza un motivo 
esplicabile, durante la traversata dei continenti. Ed anche per queste specie il fenomeno. 
identico comincia già a manifestarsi nell’ Inghilterra. Colà il Pecchiajuolo nidifica ecce- h: 
zionalmente, eppure si mostra numeroso durante l’ emigrazione autunnale, lungo le coste 


orientali. Codesti individui, la cui area di nidificazione sì estende alle parti più setten- 
trionali d’ Europa e dell’ Asia, finiscono colà la loro emigrazione occidentale, piegano quindi 
al sud e raggiungono il loro quartiere invernale africano, attraversando le parti occiden- 
tali della Francia e la Spagna. (continua) 


—___——————_——_——_—r__r—r—r———r- - - -#2- 


Per una Società Ornitologica Italiana 


_—eresrasr__ 


Nell' assemblea del 28 Gennaio u. s. la Società Romana per gli studi Zoologici 
(così benemerita della Zoologia italiana e della faunistica romana in particolare) de- 
liberava d’ intitolarsi Società Zoologica italiana, con sede in Roma. 

L'importanza di questa deliberazione non sfuggirà ad alcuno dei cultori degli 
studi zoologici fra noi, e ce ne compiacciamo sinceramente come di una forte pro- 
messa che, per l'incremento di siffatti studî in Italia, non potrebbe essere più lu- 
singhiera. 

Sta il fatto che mancava una Società Zoologica in Italia dove pur fioriscono 
illustri Accademie, Istituti e Società, alcune delle quali antiche che, come I’ Acca. 
demia dei Lincei, quella delle Scienze di Torino, l’Istituto Lombardo e quello Veneto 
di Scienze e Lettere, la Società Italiana, la Toscana, la Ligustica di Scienze natu 
rali, dei Naturalisti di Napoli, la Gioenia di Catania, ed altre che ometto per brevità, 
curano gli studi delle Scienze Naturali, abbracciandone le molte e svariate mani. 
festazioni. 

Altre, che non meno onorevolmente, prosperano limitando opportunamente la 
loro azione a uno solo dei pur così vasti campi naturali, e cito per tutte la Società 
Botanica e la Geologica, intorno alle quali si stringono i migliori cultori di queste 
discipline, oggi appunto così fiorenti tra noi per |’ esistenza, in gran parte, di questi 
speciali Consessi che ne sono come i centri d’ irradiazione, e la di cui azione nelle 
frequenti adunanze e negli annuali Congressi appare sempre più benefica per la 
nostra cultura scientifica. 

Per ciò crediamo che gli studi zoologici, intesi nella loro più larga significazione, 
oggi anche fra noi grandemente s’ avvantaggerebbero se un centro speciale ne cu- 
rasse il particolare incremento. Fautori, nella Scienza sopratutto, di un decentra- 
mento che favorisca l’esplicarsi delle attitudini individuali a seconda delle particolari 
esigenze delle diverse località e in conseguenza lo sviluppo delle Società regionali, 
comprendiamo per altro tutta l’importanza di un sodalizio che stringa in fascio tutti 
gli studiosi, promuova adunanze, congressi, escursioni, esplorazioni, ricerche, bandisca 
concorsi, tracci le grandi linee del programma Zoologico rispetto all’ Italia, e che 
invece di assorbire le Società regionali affini, sia sollecito del loro sviluppo. 

Ma, mentre salutiamo colla più grande fiducia la nuova Società Zoologica ita- 
liana in Roma, non possiamo a meno di additarle un alto compito a cui essa può ben 


soddisfare : la creazione, nel proprio seno, di una Sezione Ornitologica che potrebbe 
essere anche il nucleo della Società Ornitologica italiana. Forse più che in altri, 
nel campo zoologico è necessaria una giusta divisione del lavoro. La crescente 
filiazione di sodalizi scientifici, devoluti essenzialmente allo studio di un solo tipo e più 
spesso di una sola classe di animali, è la ragione prima di quel progresso della 
Zoologia che pur troppo invidiamo ad altre nazioni. 

Del resto, anche in Italia, non mancano esempi di Società consimili ; ricordo, © 


fra le altre, la Società Entomologica e la Malacologica italiana, quella dei Micro- 


scopisti di Acireale, e quella scientifico-pratica di Pesca ed Aquicultura, così be- 
nemerite. 

Una Società Ornitologica Italiana è oggi tanto più reclamata in quanto che 
dopo la pubblicazione dei Resultati della I. Inchiesta in Italia una gara nobilissima 
è sorta tra i numerosi cultori dell’ Ornitologia, e la letteratura di essa si è arrie- 
chita di molti e buoni lavori di ornitologi e di osservatori. Sono però, queste, forze 


‘sparse a cui mancano di un coordinamento e un impulso materiale e morale, mentre 


l’importanza teorico-pratica di questi studi si fa ogni dì più manifesta ed è ricono- 
sciuta anche da riunioni competenti come recentemente in quella di Firenze, nella 
quale si reclamò tra l’altro, la pubblicazione dei Resultati dell’ Inchiesta dopo il 1894, 
tante volte ‘sollecitata e promessa anche in Parlamento. 

Il programma. ornitologico italiano, così vasto e complesso scientificamente e 
praticamente non può svolgerlo adeguatamente che Ja salda riunione di tuiti i com- 
petenti, ora dispersi senza unità di criteri e di metodo. 

Diamo un’ occhiata al movimento ornitologico all’ estero e più amaro sentiremo 
il. vuoto che ci circonda! Per merito esclusivo di questo modesto e Avicula », e 


‘del suo compianto fondatore e direttore S. Brogi, possiamo dire di avere almeno un 
| Giornale ornitologico che ha fatto e fa del suo meglio ma che, ancor più sorretto 


ed ampliato, assai più potrebbe fare per gli studi ornitologici fra noi. 
All'estero non si contano le Società e i Club Ornitologici ed i periodici relativi, 

molti dei quali splendidi modelli del genere ; ricordo tra le nazioni dove sono nel 

massimo onore questi studi, |’ Inghilterra, gli Stati Uniti, la Germania e l’ Austria- 


Ungheria nella quale da qualche anno ferve un mirabile movimento ornitologico.. 
Qualche nazione ha ancora Società Ornitologiche regionali, e ricordo per tutte la 
Società di Pomerania in Germania. Negli Stati Uniti quasi ogni Stato ha il suo Glub 
‘ornitologico a cui partecipano non solo scienziati ma possidenti, agricoltori, maestri. 


La nuova Soctetà Zoologica Italiana potrebbe ben innestare sul suo giovane 


tronco questo ramo che, pur vigoroso, non può dare ancora tutti i suoi frutti, ed 


essa più che ogni altro lo può come quella che, prima Società Romana per gli studi 


— Zoologici, ha in siagolar modo favorito lo studio dell'Avifauna Italica e di quella 
della provincia romana in particolare, formando anche, com’ è noto, una cospicua 


collezione ornitologica regionale, ricchissima di specie e di esemplari. 


È inutile che io rilevi oltre la necessità dell’ istituzione di una Società Ornito- 
logica italiana. Le poche deboli considerazioni espresse, altri di me più valente mi 
auguro conforti di molti e più validi argomenti, e il nostro modesto « Avicula » sia 
la palestra di essi e dei Soci della futura Società, e ne divenga |’ organo autore- 


vole ed apprezzato. 
Alla vigilia del III.o Congresso Ornitologico Internazionale che alla fine. del 


Giugno prossimo si terrà a Parigi, l’ Italia, partecipandovi coi suoi più chiari ornito- 
logi, voglio sperare che rechi nel seno di quell’ eletto Consesso la buona novella 
che la Società Ornitologica italiana non è più una legittima aspirazione, ma una 
promettente realtà. 


(*) Mentre emendavo le bozze del presente articolo, mi giunge da Pavia copia di una circo- 
lare a stampa invitante ad un Convegno Zoologico Nazionale che sarà tenuto in quella città 
nei giorni 22, 23 del prossimo Aprile, col fine precipuo di gettare le basi di un’ Unione Zoolo- 
gica Nazionale e preparare un Congresso Zoologico italiano: La circolare reca le firme di molti 
tra i più chiari Zoologi italiani, professori nelle nostre Università. 

Io non so quale dei due, se la già costituita Società Zoologica italiana con sede in Roma, 
ovvero la costituenda Unione Zoologica dovrà, o subito o in un non lontano avvenire, essere 
necessariamente assorbita dall'altra; ciò non mi riguarda. Tutto questo, se non altro, è indizio 
non dubbio del risveglio de' nostri zoologi, e, dal canto nostro, come abbiamo salutato la prima 
con altrettanta fiducia e simpatia salutiamo l'Unione Zoologica nazionale che sarà proclamata 
nell’illustre città lombarda, centro di un’ antica e insigne scuola zoologica. 

Mando per tanto di gran cuore la mia modesta adesione anche al convegno di Pavia, tra 
i promotori del quale, leggo due nomi carì, tra gli altri, all'Ornitologia italiana; quelli del prof. 
E. H. Giglioli e del prof. Pietro Pavesi, destinato, anche quale sindaco di Pavia, a fare gli 
onori di casa agli ospiti che vi converranno. h 

Sotto 1l loro auspicio le poche idee svolte nell’articolo a prò di una Soczetà Ornitologica 
îtaliana, o quanto meno di una Sezione Ornitologica nel seno della. Società od Unione che 
sia Zoologica italiana m' auguro determinino un'ampia e feconda discussione a tutto vantaggio 
degli studi ornitologici fra noi. 


Portoferraio, febbraio 1900 Prof. Giacomo Damiani 


Regole per la Nomenclatura ornitologica. 
Nota di AGOSTINO BONOMI 


AONSECON 


I grandi progressi fatti in quest’ ultimo secolo dalla Zoologia hanno dimostrato 
che la nomenclatura binomia introdotta da Linneo, or son quasi centocinquant’ anni, 
e che tanto cooperò allo sviluppo delle zoologiche e botaniche discipline, oggigiorno. 
ha bisogno di essere ritoccata ed in vari punti modificata. 

Nessun ramo della Zoologia quanto 1° Ornitologia ha sentito e sente la necessità 
che una buona volta si veuga ad un accordo sulle denominazioni scientifiche da 
darsi agli Uccelli. Si, pur troppo, l’Ornitologia si dibatte in una selva selvaggia di 
sinonimi buoni solo, troppo spesso, a creare incertezze ed errori. Basti il dire che 
al Passero comune furono dati circa 200 nomi diversi. Si leggano, anche le opere 


dei due Ornitologi più insigni dell’ Italia, il Salvadori ed il Giglioli, e si vedrà come 
su almeno un terzo dei nomi dati agli uccelli anch'essi non s’ accordano fra loro. 

A sanare tale piaga, da cinquant’ anni a questa parte numerose società scienti- 
fiche s' occupano dell’ importante argomento, ma inveterate abitudini, e spesse volle 
la superba presunzione di più o meno valenti scienziati frustrano questi lodevoli co- 
nati ed impediscono che la scienza entri nel placido alveo che le è assegnato. 

L'anno 1891 l’ illustre ornitologo tedesco Dott. Ant. Reichenow presentava al 
Il Congresso ornitologico internazionale in Budapest una memoria (1) relativa a questa 
tanto dibattuta questione, collo scopo di segnare le regole che dovrebbe seguire la 
Nomenclatura Zoologica. Non è un lavoro recentissimo ma sconosciuto alla gran 
maggioranza degl’ Italiani; onde stimai di far cosa utile il riportare qui i punti più 
salienti di questo poderoso lavoro, tanto più che esso porta l' adesione anche del 
Berlepsch, del Blasius, del Mayer e del Mébius. 

Le prime regole per la nomenclatura scientifica sono date da Linneo nell’anno 
1751 nella sua Philosophia botanica ; esse però riguardavano solo i nomi dei Ge- 
nerî, mentre “non vi erano con bastante chiarezza enunciate quelle relative alle 
Specie da lui chiamate Nomina trivialia. La vera Nomenclatura binomia fu intro. 
dotta da Linneo nella X.* edizione del suo Systema naturae nel 1788, sebbene egli 
abbia adoperato alcuni nomi binari fin dal 1745. 

Ma già nella 1.8 metà di questo secolo la Zoologia aveva raggiunto un tale 
sviluppo, che il fondatore della Sistematica non avrebbe di certo potuto immaginare, 
per cui, mostratesi insufficienti le regole segnate da Linneo, si sentì un assoluto biso- 
gno d’introdurne di nuove, che meglio rispondessero alle esigenze dei nuovi tempi. 

Per merito di H. E. Strickland nel 1842 furono poste le basi per regolare la 
Nomenclatura le quali furono accettate dalla British Association for the Advan- 
cement of Science in Manchester e da tutti gli scienziati inglesi. Come base direttiva 
fu posto il Principio di Priorità e per le forme geografiche non ben caratterizzate 
si venne al nuovo concetto di sottospecie da introdursi nel sistema con denomina- 
zione trinomia. Ma il progetto più completo di Nomenclatura fu pubblicato solo nel 
1886 su proposta dell’ American Ornithologist Union che fu pure accettato nel 
Congresso internazionale di Zoologia a Parigi nel 1889. 

Eccone i principi fondamentali : 

1. Unanimità nelle denominazioni. Le regole per la nomenclatura mancano 
al loro scopo, se tutti non s’ accordano nell’usare le stesse denominazioni. Come la 
lingua dei popoli serve loro per ‘intendersi vicendevolmente, così la Nomenclatura 
zoologica deve servire quale lingua scultoria per la sistematica e deve fissare il 
significato dei vari gruppi in modo, che esso venga generalmente riconosciuto, tanto 
che un nome ottenga presso ognuno che lo usa il medesimo significato. 


(1) Entwurf von Regeln fiir die zoologische Nomenclatur. 14 p. in-4. Pubbl. per cura del 
Comit. ornit. ungherese. 


11 


2. Stabilità e invariabilità devono essere la caratteristica della Nomenclatura, 
se si vuole che essa risponda ai bisogni della sistematica. 

8. Principio di Priorità. L’ assoluta applicazione del principio di Priorità, 
con tutte le conseguenze che da esso derivano, è la sola base su cui si possa spe- 
rare di intendersi fra tutti gli scienziati e con tutte le nazioni. Sono invece da trat- 
tarsi in seconda linea le altre questioni. Alcuni scienziati, per esempio, vorrebbero 
che si dasse importanza anche al principio dei Plurimorum auctorum, nonchè a 
quello delle Autorità, ma questi principi sono troppo oscillanti perchè si possano 
prestare a base di Regole di nomenclatura. 

Riguardo al principio dei molti autori è impossibile stabilire quanti adoperarono 
un nome e quanti per la stessa specie un altro. E poi come si potrà fare una di. 
stinzione fra autori buoni e autori cattivi ? 

Quanto al Principio delle Autorità esso ripugna allo spirito delle scienze na- 
turali; giacchè per quanto grande sia uno scienziato, esso non domina che su una 
cerchia più o meno grande, ma mai le sue idee avranno un valore generale e du- 
raturo. Si richiama spesso ail’ Autorità di Linneo, ma le sue leggi possono essere 
riconosciute solo, ove esse non urtino contro le esigenze dello stato attuale della 
scienza. Egli non poteva certo immaginarsi lo sviluppo che avrebbero in seguito ri- 
cevuto le scienze colle nuove scoperte. Linneo avrà sempre l’' insigne merito di 
aver portato l' ordine nel Caos d'allora; i suoi nomi binari hanno reso un immenso 
servigio alla scienza per la loro praticità; ma le sue leggi di nomenclatura non si 
possono riguardare ora come indissolubili, tanto più che in non pochi casi essendo 
errate, esse diedero origine a false interpretazioni. 

Se noi invece applichiamo in modo assoluto il Principio di Priorità, diamo 
ai generi ed alle specie i nomi più antichi usati, senza badare se il tal nome abbia 
o no il relativo significato, se geograficamente vero o falso, se suoni bene o male, 
non avendo il diritto di rifiutarlo o di cambiarlo. Se gli ornitologi si abbandonano 
alle succitate disquisizioni, allora si rimanda ad un avvenire molto lontano il rag. 
giungimento della meta cui tende Ja Nomenclatura. Tutt al più potrà essere per- 
messo il cambiamento di qualche lettera in nomi antichi scritti o stampati erronea- 
mente, ma anche per tali piccole modificazioni si deve attenersi a leggi precise. 

4. « Un nome non è che un nome, nè abbisogna che esso abbia nello stesso 
tempo anche un significato » ecco il .giustissimo giudizio che emette il Codice 
americano (Striklandian Code). Se anche fosse desiderabile che il nome iodicasse 
anche le proprietà dell’uccello (colorito, forma ecc.), egli è tuttavia assai più im- 
portante conservare un nome senza significato, che non sostituirlo con un nuovo 
caratterizzante, giacchè l’invariabilità del nome è la base fondamentale per ottenere 

una Nomenclatura unisona. 

Il nome serve esclusivamente quale mezzo per intendersi mentre invece a 
caratterizzare l’ animale serve la Diagnosi. Molti nomi degli animali, non indi- 
cano qualche proprietà speciale degli stessi, anzi non di raro contradicono ai carat» 


| 


N 


teri reali delle specie. Per limitarci al campo dell’Ornitologia citiamo per esempio 
il Phylloscopus rufus che non possiede affatto il colorito fulvo ; la Sterna maxima, 
la quale è superata in grandezza dalla S. bergi, scoperta più tardi; il Parus pa- 
lustris che, almeno qui nel Trentino, sta esclusivamente sulle montagne. 

Ma se tutti questi nomi inesatti od errati si volessero sostituire con altri, si 
avrebbe nelle scienze una permanente irrequietezza che sarebbe di grave danno alle 
scienze stesse. Solo nel caso in cui în passato fosse stato dato il nome p. e, di 
brasilianus ad un uccello che abita nell’ Africa si potrebbe, mediante convenzione 
‘internazionale, passare alla reclamata mutazione. 

5. Nella nomenclatura si adoperano di solito nomi latini 0 latinizzati, de- 
von però talora esser tenuti validi anche nomi barbari, giacchè si osservò che 
nomi locali furono introdotti alle volte come gomi specifici con vera pratica utilità. 
«6. Za Nomenclatura binomia di Linneo mantiene il suo valore ; in certi 
casi però per facilitare lo studio, sarà adoperabile lu nomenelatura ternaria 


‘per indicare la Sorrospecie, quelle forme locali cioè che hanno variazioni così esi- 
gue, benchè costanti, da non essere autorizzati a farne specie diverse. 


Parte speciale. 


Non sarà fuori di proposito il ricordare quì le leggi che si devono seguire nello 


scrivere i nomi degli animali, in troppe opere deformati o alterati. 

I nomi delle famiglie, tolti da un nome generico dei più caratteristici si devono 
far terminare in idae, quelli delle sottofamiglie in inae con forme esclusivamente 
latine o latinizzate. 


I nomi delle Specie devono essere sempre d’una unica parola, anche se com- 


nen e si scrivono con lettera minuscola; quando indicano proprietà si concordano 


col nome generico. Coi nomi tolti da persone si fa il genitivo colla semplice ag- 


IO d'uno d'un ae al nome personale inalterato. (Aldrovandi, Baldami, Guldi, 
Eleonorae ecc.). Titoli speciali saranno da omeltersi. p. e. si dirà. il e non 


defilippît). 
Forme locali che variano poco per colorito, forma, statura, e che colla sola 


"diagnosi, senza materiale di confronto e senza conoscere. la distribuzione geografica, 


non si possono determinare, non si indicheranno come specie, ma come sottospecie 


| mediante l'aggiunta d’un terzo nome a ‘quello specifico. 


Torniamo a ripetere che la legge di Priorità comincia colla 10 edizione del Syste- 


i ma naturae, giacchè gli autori precedenti espressero le specie senza |’ applicazione 


della Nomenclatura binomia e i loro nomi specifici son quindi da rifiutarsi (pae 
di Briîsson. si accettano i nomi dei generi e si rigettano quelli specifici). 

I nomi che susseguirono a quell’ edizione hanno un valore duraturo e si scri- 
vono nella maniera primitiva. Ad ogni denominazione nuova deve essere unita una 
breve diagnosi latina coi caratteri differenziali, Se le. specie, prima riunite in un- 


‘genere, vengono divise in vari generi, il nome generico primitivo resta a quelle 
specie che ne formano il tipo. 


13 


Si potrà fare eccezione alle leggi di priorità nei seguenti casi: 

a) Rifiutando un nome generico a favore d’uno più recente, quando quello sia 
stato prima adoperato per altri gruppi zoologici. 

b) Rifiutando un nome specifico, se esso compare già nello stesso genere sia 
pure come sinonimo, mentre non si rigetterà se esso, per nuove viste scientifiche, 
si crede di riunirlo con uguali nomi generici: Buteo buteo, Milvus milvus ecc. 

Un nome oggi usato sarà da rifiutarsi a favore di uno più vecchio solo nel caso 
che questo si riferisca con sicurezza assoluta alla specie in questione. 

Errori indubitati di scritto o di stampa dovranno pure venire corretti. E qui 
ricordo che già nel 1891 nel N. 7 del Bollettino del Naturalista col titolo di No- 
menclatura ornitologica io scrivevo una breve memoria intorno a tale questione 
(vedasi pag. 83) e davo un Elenco di alcuni nomi di uccelli che in Italia e fuori 
si continuano a scrivere in modo scorretto. Mi sia permesso ripetere quì la corre- 
zione almeno delle specie che più di spesso si sbagliano. 

Erithacus titis (non titys o tithys) 
Hypolais (non Hippolais) 

Sylvia orphaea (non orphea) 

Anthus spipoletta (non spinoletta) 
Platalea leucerodia (non leucorodia) 
Scolopax rusticula (non rusticola) 
Numenius arcuatus (non arquatus) 
Tringa subarcuata (non subarquata) 
Haematopus ostrilegus (non ostralegus) 
Anas boscas (non boschas) 

Chema (non Xema) 

Prima di concludere voglio fare ancora una osservazione sul Modo di serivere 
i nomi degli autori. Posta la legge fondamentale che si deve riguardare come au- 
tore quello che pubblicò pel primo il nome d’un genere o d'una specie, si scrive 
il di lui nome abbreviato accanto al nome da Ini proposto, senza interposizione di 
segni. Si usa chiudere /ra parentesi il nome dell’antore quando il nome della specie 
è congiunto con un altro che non sia il nome generico originario. Per esempio: 
Falco tinnunculus L. vuol dire che Linneo diede tale nome tanto al genere quanto 
alla specie, mentre Aquila chrysaétus (L.) significa che Linneo diede il nome chry- 
saétus, ma con un nome generico diverso (e precisamente Falco chrysattus). 

Nei nomi ternari si aggiunge l’ autore solo al terzo, quello cioè della sottospe- 
cie e non anche a quello della specie : 

Nucifraga caryocataches macror®yncha Brehm; Acanthis linaria holboelli 
(Brehm); in ambi i casi Brehm è l’autore del terzo nome, ma nel primo caso lo 
unì collo stesso ncme generico, mentre invece era diverso il nome del genere nel 


secondo caso. 


14 


E con ciò finisco facendo voti che le autorità ornitologiche italiane, facciano 
sentire in proposito il loro desiderato parere e che una buona volta si venga a sta- 
bilire una Nomenc/atura ornitologica universale. 

Rovereto 21 febb. 1900 Prof. Agostino Bonomi 


AVIFAUNA CALABRA 


ELENCO DELLE SPECIE DI UCCELLI SEDENTARIE E DI PASSAGGIO 
IN CALABRIA 
compilato da ARMANDO LUCIFERO 


(continuazione) 


STEGA NOPODES. 
Pelecanidae (/ellicani) 
158,° Pelecanus crispus, Bruch. 

Pellicano Riccio. 


Il 3 Aprile 1894, dopo una dirotta pioggia, accompagnata da impetuosissimo 
vento di Sud-Est, alle vicinanze del fiume Neto, fu catturato da alcuni marinai uno 
splendido Pellicano di questa specie, che, estenuato dalla traversia, era quasi mo- 
rente. Lo comperò per poche lire il signor Gabbriele Scalise, e lo mandò in dono 
al Barone Roberto Barracco, il quale, alla sua volta, lo spedì al Professore Giglioli 
in Firenze, a scopo di arricchirne la Collezione Italiana. 


159° Pelecanus Onocrotalus, Linn. (ex Gesn). 


Pellicano. 

La comparsa di quest’uccello è anch’ essa accidentale in Calabria, però di 
quando in quando, a lunghi intervalli, verificasi qualche cattura. Nel Decembre del 
1849, dopo una violenta burrasca, capitò alla foce del Neto un discreto branco di 
Pellicani, i quali erano così sbattuti e affranti dal cattivo tempo da farsi uccidere 
a colpi di bastone. Il signor Luigi Ferraro, farmacista di Cotrone, ne preparò un 
esemplare che donò al signor Bernardino Albani, ma perchè malamente imbalsamato 
andò bentosto perduto. Nel Novembre del 1885, pochi giorni prima dun’ alluvione 
che fece straripare fiumi e torrenti in guisa spaventevole; fu regalato al Barone 
Francesco Barracco un altro Pellicano, ch'era stato ucciso lungo il Neto, ma a quat- 
tro chilometri distante dalla foce. Il 1863, in Gennaio, mio padre ne vide volare 
tre a grande altezza su gli stagni che trovansi fra Cotrone ed il Neto. Essi fecero 


per un pezzo dei larghi giri pel cielo, e poscia scomparvero in direzione Sud-Ovest. 


lo stesso in Dicembre 1878, in un giorno di violentissimo vento nordico, potei 
constatare il passaggio di quattro Pellicani, a due chilometri di distanza dall’ abitato 


15 


di Cotrone ; non erano molto in alto per l’aria, sicchè distinguevasi chiaramente il 
caratteristico sacco gutturale. Fecero anch'essi dei larghi giri, e poscia continuarono 
la loro rotta verso il Sud-Est. 

Il De Fiore ed il Moschella registrano altre comparse posteriori; ed il secondo 
ricorda una cattura avvenuta prima del 1845, alle Saline presso Reggio. 


Phalacrocoracidae (Marangoni) 
160.° Phalacrocorax Carbo, Linn. (ex Gesn). Dialetto: Cefalaru 


Marangone. 

Invernale ma scarso. Lo rinvenni o solo o in coppie dal Decembre al Marzo, 
ma non costantemente, nei nostri pantani. Il 1880, alla fine di Maggio, presso la 
foce del Neto, in un bosco detto Misola, frastagliato da stagni perenni, scopersi 
una coppia di Marangoni, e mi sorse il dubbio avessero potuto nidificare in quel 
sito. Non potei constatare il fatto, ma non è improbabile il mio supposto, avendo 
visto questi uccelli in un continuo andirivieni durante tutto il giorno per più d’una 
settimana che dimorai colà. 


16f,° Microcarbo pyomaeus, Pall. 


Marangone Nano. 


Accidentale e rarissimo. Mio padre, in tutta la sua lunga vita di cacciatore, as- 
serisce di averne incontrato un solo individuo presso il porto di Cotrone molti anni 
or sono, ma che non uccise. Potè osservarlo a sì breve distanza da distinguere le 
piccole macchie a foggia di lagrime, che gli adornano graziosamente il petto. Nel. 
l’Ottobre del 1878, anch'io ebbi la fortuna di vederne una coppia alla foce del- 
l'Esaro, e propriamente nel pantano del Gesù, ad un chilometro da Cotrone. Mi si 
dette l'agio di osservarla per lungo tempo, stando nascosto in un cespuglio. Come 
prima i due uccelli si accorsero di me, presero il volo in direzione del prossimo 
mare; però poco dopo tornarono, e facendo dei grandi giri per l’aria, che an. 
davano restringendo di grado in grado, ridiscesero nel pantano e cominciarono 
a visitarlo, nuotando in lungo e in largo, e tuffandosi spesso con mediocre agilità, 
per ghermirvi qualche infelice pesciolino. A brevi intervalli uno della coppia soffer- 
mavasi, allungava il collo in atto sospettoso, elevavasi fragorosamente dall’ acqua a 
dieci o dodici metri di altezza, rinnovava le sue evoluzioni aeree e poscia tornava 
a posarsi. Dopo un'ora quasi di osservazione e di speranza a poterli avere sotto il 
tiro del mio schioppo, ricomparvi loro di sorpresa, per lo che volarono spaventati, 
perdendosi di vista in direzione Nord-Ovest. 


Dysporidae (Sule). 
162° Sula Bassana, Linn. (ex Gesn). 
Sula. 


Accidentale. Una giovine femmina venne uccisa dal signor Francesco Caminiti 


16 


il 19 Gennaio 1899 presso il porto di Reggio Calabria, e donata da costui al Mo- 
schella, che pubblicò la rarissima cattura. 


Herodiones 
Ardeidae (Sgarze). 
163.° Ardea cinerea, Linn. (ex Bell). Dialetto: Russeddu. 
Airone. 

Di passo primaverile ed autunnale, sempre, però, più abbondante nel primo. 
Alcuni anni è scarsissimo; d’ordinario frequente; talvolta uumerosissimo. Fermasi 
per poco tempo, in piccoli e grossi branchi, nelle sponde dei pantani e sul lido 
del mare, e sovrattutio alle foci dei fiumi. Lo trovai anche annidato su gli alberi 
dei nostri boschi, verso il tramonto, ma raramente; e credo per interrompere il 
viaggio con una notte di riposo. 

Non è difficile d'inverno l’incontro di qualche Airone; ma ciò non mi fa dire 
che questa specie sverni da noi, perchè ritengo tali individui siano ritardatarii nel- 
l'emigrazione autunnale. D'estate non mi occorse di vederne mai. Spesso attraversa 
la regione media, ma dev'essere sbattuto e stanco dal cattivo tempo, per soffer- 
marvisi un momento. Sull’appennina non credo vi giunga, o almeno io non ve lo 
rinvenni, nè ebbi notizie in proposito. Il maggior passo di tutte le specie degli Ai- 
roni è segnatamente in primavera coi forti venti boreali. 


164° Ardea purpurea, Linn. (ex Briss). Dialetto: Russeddu, 


Airone Rosso 
È comune quanto il precedente, ma più costante e più regolare nel passo e 
nel ripasso. Giunge in Marzo ed in Aprile diretto dal Sud al Nord, e viceversa in 
Settembre ed in Ottobre; ma non estiva nè sverna mai in Calabria. Capita acci- 


. dentalmente nella regione media; e so d’una cattura nell’appennina, avvenuta di 


Agosto a Camigliati, (Provincia di Cosenza), proprietà del Barone Barracco, il quale 
me la comunicò cortesemente. 


{65° Egretta alba, Linn, (ex Gesn), 


Sgarza. 

Di passo irregolare e molto rara. Non ricordo che la cattura di due maschi: 
uno ucciso da mio padre nell’Ottobre del 1860, e l’altro da me il 24 Decembre 
1898 sul fiume Tacina (Cotrone). Il Moschella cita un solo ‘individuo preso in pri- 
mavera in quel di Reggio ; il De Fiore, però, la dice non rara e di comparsa co- 
stante, ma credo inesatta tale asserzione. Qualche volta soltanto presso le foci dei 
nostri fiumi, se ne osservano individui isolati nelle stagioni del passo, e più facil- 
mente in autunno. 

166° Egretta Garzetta, Linn. (ex Gesn)' Dialetto: Gazzetta, 
Sgarzetta. 
Alquanto comune e di passo regolare dall’ Aprile alla prima quindicina di Maggio. 


17 


Ritorna in autunno, ma meno numerosa. Soffermasi su li scogli presso il mare, 
alle foci dei fiumi e sulla sponda degli stagni per pochissimi giorni. Non la incon- 
trai nell'estate, e rarissima durante il verno. 


167° Ardeola ralloides, Scop. Dialetto : Russedduzzu, 


Sgarza Ciuffetto. 

Più comune della specie antecedente. Giunge in branchetti di dieci o dodici, o 
poco più, dall’ Aprile a tutto il Maggio, e va via dai nostri stagni e daìle nostre 
spiagge marine dopo qualche giorno, ripassando in Settembre ed in Ottobre. Non 
sverna in Calabria. 


168° Ardetta minuta, Linn. 


Nonnotto. 

Non è molto frequente, ma ritengo sia talvolta nidificante fra le canne dei pan- 
tani e degli stagni litoranei; ed in prova ricordo che nel Luglio del Î885 vidi per 
molti giorni una coppia di Nannotti svolazzare dall'una all’altra sponda dell’ Esaro, 
fino a quando non mi riuscì di uccidere la femmina, sulla quale constatai segni 
cerlissimi dell'avvenuta incubazione. 

È di passo primaverile ed autunnale; però, di rado lo s° incontra, perchè ha il 
costume di nascondersi, al minimo allarme, nel folto dei canneti e delle erbe pa- 
lustri. 


160.° Botaurus stellaris, Linn. (ex Bell). Dialetto: Russeddu 


Tarabuso. 

Di comparsa nelle epoche consuete, ma più prematuro nel passo è più ritarda- 
tario nel ripasso fra gli altri uccelli migratori. Lo rinvenni in Gennaio ed in Feb- 
braio parecchie volte, anzi ricordo |’ uccisione di un bel maschio in quest’ ultimo 
mese lungo il Neto. D’ estate non mi si dette la congiuntura d’incontrarlo mai ; 
però, ritengo che qualche coppia nidifichi in primavera nella Calabria, perchè il 
1877, di Maggio, udii per molti giorni consecutivi il suo amoroso muggito nell’ im- 
penetrabile canneto del Lago di S. Anna, (regione litoranea, Cotrone). 


170.° Nycticorax griseus, Linn, (ex Briss), Dialetto: Capuni 


Corvo di Notte. 

Passa in primavera inoltrata, e fino al 25 Maggio mi fu dato di vederlo in 
branchi di quindici o venti poggiarsi per qualche istante su li scogli di Capoco- 
lonna, e poscia continuare la sua rotta verso il Nord. Di sovente, invece di seguire 
il viaggio lungo la costa marina, addentrasi nei nostri boschi ed oliveti della -re- 
gione litoranea, e, annidandosi sugli alberi, vi sta immobile e sonnecchiante per 


tutto il giorno, pronto in su la sera a ripigliare il volo. Ritorna in Ottobre, ma 


meno numeroso; e.dopo brevi fermate, riparte dirigendosi al Sud-Est. Nè d'inverno 


nè d'estate mi occorse d’ incontrarlo in Calabria. 
(continua) 


18 


NOTE ED APPUNTI DI ON CACCIATORE SUI NOSTRI UCCELLI MIGRATORI 3 


PARTE SECONDA 


(continuazione) 
Arrighi Griffoli G. 


IL MERLO A COLLARE 


Anche il Merlo a collare (Merula torquata Linn :) deve essere notato almeno 
di volo. Non è comune in nessuna Provincia d’ Italia, nè come uccello di passaggio 
nè come sedentario. Abbondante più che fra noi si trova in alcune località del Nord b 
dell’ Europa ed anche in Svizzera, nell’ Alvernia, nei Vosgi, nei Pirenei ed in Savoia. 
Di quà dalle Alpi comparisce in discreto numero nell’ autunno in Ottobre - Novembre 
fuggendo le ordinarie stazioni montane rese inospitali per le nevi e pei geli. Allora 
si inoltra anche nelle nostre regioni meridionali e fino nell’ Isola di Sardegna ove 
mostrasi di passo regolarmente ogni anno, nè solo in autunno ma pure in primavera. 
Il Degland scrive che si trova in inverno nell’ Africa meridionale e ciò prova che a 
buon diritto può attribuirsi al Merlo a coliare la qualifica di uccello migratore. 
Come gli altri Merli viaggia in coppie o isolatamente: raramente in compagnie | — 
poco numerose : talvolta lo si incontra accompagnato colle Cesene. La migrazione 
di questa specie passerebbe quasi inavvertita se non fosse la sua comparsa improv- 
visa in località dove d’ ordinario neppur un individuo se ne trova. Frequenta il 
Merlo a collare i luoghi montuosi e le elevate colline e solo per eccezione lo si $ 
incontra nelle pianure. A lunghi intervalli furono notati passaggi straordinarii di Merli | 
a collare in varie località dell’ Italia Settentrionale, e centrale, sempre però in au. 


tunno (1). 
TA, PASSERA SOLITARIA 


La Passera Solitaria (Monticola cyanus Linn :) non suole ordinariamente ri- 
guardarsi come uccello migratore e infatti non lo è, per noi, che parzialmente. Nelle 
Provincie nostre della Italia Meridionale e Centrale trovasi sedentaria in ogni stagione 
dell’anno nei luoghi che ha scelti a sua dimora. In quelle dell’ Italia  Setlentrio- 
nale invece trovasi soltanto nella buona stagione e da esse emigra prima del giunger pa: 

. dell’ inverno, in cerca di più comodo soggiorno, ora contentandosi semplicemente 
di calare dagli alti monti alle colline sottostanti, ora e più sovente, allontanandosene 
veramente e non facendovi ritorno se non dopo la fine dei rigori invernali. Dove 
questi uccelli allora si dirigano non si sa bene, ma certo è che nelle nostre pro- 
vincie centrali e meridionali non fu mai notato un sensibile aumento nel numero 
delle Passere solitarie le quali, come ognun sa, albergano di preferenza nell’ im- 
mediato contatto dell’uomo, ponendo il nido sui tetti e sui vecchi edifici delle città 
e dei villaggi, rimanendovi anche nell’ inverno. Converrebbe dunque ammettere una 
migrazione vera e propria di questi uccelli verso regioni assai più meridionali. Il 
Brehm questo ammette e lo avvalora con il fatto che verificasi nell’ Asia ove trovasi 
assai comune la specie medesima. Ivi le Passere solitarie dalle regioni montane più 


(1) Inchiesta Ornitologica 1889. 


di 
ni 
3 


19 


settentrionali migrano regolarmente nell’ India quando sta per cominciare la rigida 
stagione invernale. 


IL CODIROSSONE 


Il Codirossone (Monticola Saxatilis Linn :) allorchè è rivestito della vaga livrea 
del maschio adulto è uno splendido elegantissimo uccello che per mole agguaglia 
quasi il Tordo. Pei costumi suci però notevolmente ne differisce, avvicinandosi piut- 
tosto ai Culbianchi. Come questi infatti tiene la sua dimora estiva sui monti elevati 
e privi di vegetazione arborea e ivi nidifica, Trovasi più comune che altrove nella 
Europa meridionale, segnatamente in Grecia e in Italia : un po’ meno comune in 
Spagna e in Francia. Scarseggia e manca affatto in regioni più nordiche. 

Il Codirossone compiuto il periodo dell’ allevamento della prole allorchè inco- 
mincia la migrazione degli uccelletti detti estatini cioè ai primi di Agosto, abbandona 
i luoghi ove tenve dimora e cala dai monti verso regioni più basse lentamente av- 
viandosi verso il Sud. Sembra che metà della migrazione di Codirossoni sia come 
per tante altre specie Ja regione Nord-Africana e forse anche altre regioni dello stesso 
continente. Furono visti infatti i Codirossoni di passaggio regolare tanto in autunno 
che in primavera sulle nostre Isole del Mediterraneo e il Brehm scrive di averli 
trovati lungo il -Nilo azzurro. Il passaggio autunnale dei Codirossoni iniziato come 
dissi in Agosto, ha termine in finir di Settembre : quello primaverile ha luogo in 
fine di Aprile o ai primi del Maggio. Viaggiano essi in piccole compagnie di pochi 
individui e più spesso isolati o in coppie, nelle prime ore del mattino, sostando più 
che altro sulle colline nude e rocciose o per lo meno coperte di scarsa vegetazione. 
Nessun Codirossone sverna in Italia neppure per eccezione : almeno mai ho udito 
o letto che un tal fatto siasi verificato. 


IL CULBIANCO 
Il Culbianco o Pietraiola (Saxicola Oonanthe Linn :) è un vispo uccelletto co- 
munissimo in Italia e oltre Alpi. Da noi è oggetto di numerose insidie per parte 
dei cacciatori e la piccola mole non lo salva dal piombo micidiale perchè ormai 
troppo è assicurata la sua fama di boccone squisito, fama che a buon diritto divide 
coi Pispoloni e cogli Ortolani insieme ai quali ha la sventura di aprire la marcia 

aulunnale del grande esercito degli uccelletti migratori. 
Il Culbianco durante la buona stagione si trova in tutta |° Europa e anche in 
gran parte dell’ Asia. Visita l° Affrica al tempo della migrazione e vi sverna. Lo ve- 


diamo comparire in abbondanza al di quà delle Alpi nel corso del mese di Agosto 


ora più presto ora più tardi secondo la stagione. Anche quei Culbianchi che hanno 
nidificato sui gioghi più alti dell’ Appennino e sulle estese praterie delle Alpi si 
pongono in viaggio all’epoca stessa o al più tardi nei primi bei giorni di Settembre. 
Il viaggio di questi uccelletti si compie di collina in collina, di piano in piano a pic- 
cole tappe seguendo d’ ordinario il corso delle grandi vallate, specialmente se si 
stendono in direzione Nord-Sud. Migrano isolatamente, in coppie o in piccoli drap- 
pelli; tuttavia nei giorni di forte passaggio mon è caso straordinario il vederne in- 
sieme riuniti, ma sempre in ordine sparso, anche più di una ventina. Si arrestano 
quasi sempre sui prati e sui coltivati nudi, attenendosi alle località aperte e prive 
di vegetazione arborea. Sui campi lavorati di fresco nonchè sui prati e sugli argini 


20 


di «dei fossi e canali si fermano più volentieri che altrove, trovandovi maggior abbon- 

i danza di larve e di insetti alla ricerca dei quali continuamente si aggirano, posan- 
dosi per pochi istanti sulle zolle più elevate ad ispezionare il terreno circostante. 
Sugli alberi e sui cespugli non usano di posarsi o almeno ciò accade molto di rado. 

I Culbianchi migrano nelle prime ore antimeridiane ed è ben facile constatare questa 
‘loro abitudine ma sembra che talvolta viaggino anche di notte tempo o almeno nelle 
ore crepuscolari mattutine, poichè spesso accade, e anche io lo ho notato, di tro- 
varne in quantità al mattino allo spuntar del sole in località dove la sera innanzi. 

II n; neppur uno se ne poteva vedere. Col Settembre, il passo autunnale può dirsi finito 

oe e nei primi giorni di Ottobre, ma non ogni anno, qualcuno se ne vede ritardalario — — 

SIA fortuito allettato a indugiarsi per via per la abbondanza del nutrimento o per la mi- 

tezza inusitata della stagione. Oltre 1’ Ottobre neppure nelle nostre regioni più me- 

ridionali ne rimangono e secondo le osservazioni fatte non svernano neppure nelle 

Isole del Mediterraneo : tutti traversano il mare approdando alle coste Africane spe- — 

cialmente su quelle della Tunisia. Alla primavera fanno ritorno e alla fine di Marzo 

già iniziano il viaggio verso il Nord alla ricerca delle consueti stazioni fresche e 

sicure, lontane dalle abitazioni dell’ uomo dove possono con tutta -sicurezza porre 

tranquillamente il nido. Il passaggio dei Culbianchi continua per tutto il mese di 

Aprile e non di rado sino ai primi giorni del Maggio: anche in primavera. frequea- 

tano le località medesime dell’ autunno, cioè i campi aperti e nudi e je praterie e 

gli argini delle pianure, ma qualcuno se ne trova anche nelle colline alberate. Mal-- 

i grado il gran numero di vittime lasciate per via nel duplice viaggio, mercè i colpi 

Mito di fucile ed ancora per le insidie di rete e di vischio nelle quali. per la loro con 

|_°‘’fidenza grandissima incappano tanto facilmente questi augelletti, pur nondimeno non. 
sembrano davvero in sensibile diminuzione (1) la prolificità delle specie a ARA ni 
pese bastando a colmare regolarmente i vuoti. Kee 

Altre specie di Culbianchi si vedono di passaggio fra noi e specialmente in 
primavera, ma sempre in scarso numero e frammisti alla specie COMUNE, sicchè s 


| 3 non occorre passarli in rivista. 
ERE È (continuazione) 


FIA . (1) Sul mercato di Roma, specialmente al ripasso primaverile, si vedono ammucchiati alla. 
io vendita centinaia di Culbianchi.e il Brévans nel suo libro « Za migration des. cîseaux » rac- 
conta che il guardiano del semaforo di Tolone è giunto a predarne seicento in soli due giorni! — 


Sulla Cattura di un’ Anatra Mandarina 


(Querquedula galericulata, Lin.) tea 

NELLE VICINANZE DI PISA + 

Il #0 Novembre 1899 ultimo scorso fu mandato a imbalsamare al Sig. Ezio” 
Farulli, da un tale che l’aveva ucciso all’aspetto nei pressi della città di Pisa poche 
sere prima, uno splendido palmipede appartenente a specie eccezionalmente rara e a 
“forse non mai riscontrata da noi. Trattasi di un individuo maschio di Anatra Manda- — 


21 


rina, o Alzavola della China (Querquedula galericulata, Lin.). La rarità della cat- 
i tura e lo splendore del suo piumaggio mi. inducono a spendere poche parole per 
ricordarne i caratteri, sicuro di non dispiacere ai lettori dell’ ‘’ 4vicula ,,. 

Non v' ha alcun dubbio che nessun altro dei palmipedi possa gareggiare e 
nemmeno paragonarsi a questa bellissima Alzavola assai più grande della nostra specie 
comune, notevole pel suo ciuffo, di lunghe penne che ne ornano l' occipite e la 
nuca e cadono giù a festone fino sulla parte superiore del dorso. Dalla fronte e dal 
pileo color verdone cupo, si passa quindi all’occipite che ha la stessa tinta, su cui 
si inseriscono le lunghe penne del ciuffo, in principio egualmente color verdone, 
poi castagno-porporine e terminate di nuovo in verdone. Da ciascun occhio parle una 
larga striscia giallognola, che schiarisce all'indietro fino all’occipite ; indi si streltisce 
€ si prolunga nel ciuffo, in cui appajono appunto delle penne bianche sottili, che lo 
rendono viepiù grazioso. Ai lati del collo questo bell’ uccello porta una specie di 
collana di penne acute, che ricordano quelle dei capponi; collana interrotta ante- 
riormente e le di cui penne, un po’ meno lunghe di quelle del ciuffo, si dirigono 
all’ indietro ed hanno color castagno-porporino chiaro. Le gote ha giallognole, la 
gola e il davanti del collo castagno-porporino scuro e il petto di un bel violaceo 

che cangia in verdone cupo e rosso-vinato portante sui lati e in basso quattro striscie 

trasversali per ciascuna parte, due bianche neve e due nero-vellutate. I fianchi ha 
grigio nocciola chiari con lineette scure trasversali sulle penne, le quali terminano 
con una striscia bianca e una nera. Il dorso ha verdone cangiante in castagno-por- 
porino. Le cuopritrici grandi sono bianche all’ esterno e nere all’ estremità, le sca- 
polari verdone con margine esterno azzurro, lo specchio verdone brillante con mar- 
gine inferiore bianco, le remiganti primarie grigio-brune orlate esternamente di grigio- 
chiaro-metallico ; il groppone bruno, le timoniere bruno-verdognole, il sopraccoda 
castagno-verdastro, il sottocoda bianco neve, come pure | addome. Le coscie ha 
bianco-sporco, i tarsi e i piedi giallo-arancione con unghie bianche, come pure bian- 
chiccia ha la punta del becco, che è rosso aranciato nel rimanente. 

Confrontati tutti questi caratteri colle descrizioni di questa specie date dagli autori 
non rimane alcun dubbio che |’ esemplare in parola non sia un maschio di Anatra 
mandarina. Solo gli mancano le due grandi penne delle ali che si espandono ai lati 
del corpo come nei Cigni, e che han forma triangolare e colore di acciaio brunito 
all’esterno e rosso-aranciato, orlate di bianco, all’ interno. Non so se nei giovani 
dell’anno queste penne sieno già sviluppate: nel caso che non lo fossero, potrebbe 
trattarsi di un individuo giovane. Sappiamo però che dopo la stagione degli amori 

x i maschi mutano la loro livrea e ne rivestono una simile a quella modesta delle 
femmine, in cui mancano queste penne. Potrebbe quindi darsi che ai primi di No- 
vembre il maschio, che ha già incominciato a rivestirsi degli abiti invernali, non 
avesse anche spuntato queste penne triangolari e caratteristiche, le quali potrebbero 
comparire più tardi, all’avvicinarsi cioè della stagione delle nozze ? - Sebbene io 


e8° 


non sappia spiegarmi plausibilmente tale mancanza, questa versione mi sembra as- 
sai attendibile. 

Un altro quid resta ora a spiegarsi. Come mai quest’ animale che ha per patria 
le più lontane regioni dell’ Asia, là verso le coste del Pacifico, del Mar giallo e di 
quello del Giappone possa esser venuto a capitare proprio qui da noi insieme ai 
nostri palmipedi migratori comuni? Strane bizzarie della Natura che pure trovano 
la loro spiegazione in un ordine di fatti meteorologici da noi. spesso inavvertiti, o 
ignorati ! 

È certo che quando quest’ uccello fu ucciso la temperatura era mite e le gior- 
nate erano serene, se si eccettua il dì 6 Novembre, in cui cadde abbondantissima 
pioggia nelle ore antimeridiane. Dunque se il mal tempo fu la causa della sua di- 
sorientazione, deve avere imperversato molti giorni prima là nell’ estremo Oriente, 
ove si compiono le regolari migrazioni di quest’ animale. 


Dalla provincia di Nankin bagnata dal fiume Yang;tze-Kiang, o figlio dell’Oceano,. 


sua patria originaria e d'onde è stata trasportata per tutto il Celeste impero, migra 


in inverno fino alle parti più meridionali della Cina, e d’ estate si spinge in su fino. 


alla foce del fiume Amur. È comunissima anche lungo tutte Je coste del Giappone, 
dove la chiamano Kinnodsuiî. Schrenk l’ ha riscontrata nelle regioni dell’Amur, ma 
non tanto al Nord, poichè ai Gigliaki del villaggio di Kaighe era sconosciuta. È fre- 
quente nella Manciuria alla foce dell’ Ussuri e nell’alto corso dell’ Amur. Sul basso 
Amur arriva a Maggio e vi dimora fino a Agosto; a quest'epoca comincia a branches: 
giare per prepararsi alla migrazione. 

Questa bell’ Alzavola, che i Cinesi rappresentano sovente nelle loro tappezzerie 
e nelle loro porcellane e allevano per ornamento nelle vasche dei giardini signorili, è 
tenuta in gran conto anche come simbolo di fedeltà coniugale ; e infatti la. vigilia 
del matrimonio la giovane sposa riceve in dono dalle amiche una coppia di queste 
Alzavole ornate di nastri e di fiocchi che le rendono ancor più graziose. 

San Frediano a Settimo 15 Gennaio 1900 Dott. GiusePPE GioLI 


N. Aveva già corretto le bozze di stampa di questa nota quando sono venuto a sapere che 
l’ Anatra mandarina di cui ho parlato, fu uccisa in Provincia di Firenze, anzichè nei dintorni 
di Pisa, ma non ho potuto sapere precisamente la località. Di più mi è stato assicurato che le 
due penne esponse a mo' di ventaglio sulle ali, caratteristiche del maschio di questa specie, fu- 
rono tolte a questo esemplare da persone che lo ebbero nelle mani prima dell’imbalsamatore. 


OSSERVAZIONI VALTELLINESI | 
INTORNO ALL’ EMIGRAZIONE E NIDIFICAZIONE DELLA RONDINE DOMESTICA 


NOI Ante 


In seguito all’invito fatto dall’ Avicula nella primavera 1898 di segnare l’ epoca 
dell’ arrivo della rondine domestica (MH. rustica) nelle varie regioni d’ Italia, feci 
anche alcune osservazioni intorno alla nidificazione di una coppia di detti uccelli. 


gia 


Valle di Morbegno è un villaggio (alt. m. 830) sito sul versante rivolto a mez- 
zodì nella Valle del Bitto, una delle molte valli che intersecano le Alpi Orobiche, 
e che pel passo di S. Marco confina colla provincia di Bergamo. 

Fu, quella del 1898, una primavera eccezionalmente fredda, siechè a Morbegno 
(m. 266) dove di solito le rondini arrivano sulla fine di Marzo, giunsero invece il 
12 di Aprile ed a Valle il 20 soltanto, come vedesi risulta dallo specchietto del 
prof. Bonomi nell’ Avicula Anno II fasc. 10 p. 116-117. Forse, come accade spesso, 
l'avanguardia, composta di poche rondini sbandate che volano senza direzione al- 
cuna quasi per tentare la temperatura, sarà arrivata anche prima, ma poi si sarà 
ritirata in più mite clima sulle sponde del Lario, lontano appena 16 chilometri. 

Raramente, per una linea più diretta dalle pianure lombarde, salendo per la 
Val Bembrana e quindi sboccando pel passo di S. Marco suddetto (m. 1829) in quei 
mesi ancora coperto d’ alto strato di neve, e giù per la Valle del Bitto, entra nel 
terziere inferiore della Valtellina qualche poco numeroso stormo di rondini. 

Giunte pertanto a Valle il giorno 20, riposarono per otto o dieci giorni, an- 
dando a cinguettare ora su questo ora su quel balcone e non tralasciando di adoc- 
chiare ora una trave or |’ altra sotto cui potessero di poi attaccarvi il loro nido. 

La loro opera di costruzione non incominciò adunque che una quindicina di 
giorni circa dopo il loro arrivo. E qui è da osservarsi Ja loro previdenza da veri 
ed oculati architetti. Per quanto un posto sembri adatto per un nido, se il muro 
non è solido nel suo intonaco sicchè possa facilmente sgretolarsi ; se la parete è 
troppo rustica da permettere ai sorci che possano arrampicarvisi ; se il soffitto non 
è bene connesso ; e se per arrivare al nido, quantunque pel loro volo leggero, ele- 
gante, ardito, valcante l’aria su tutte le direzioni e descrivente curve  capricciose 
siano padrone assolute del volubile elemento, nei loro arrivi o partenze abbiano a 
fare crudi volteggi, non c'è pericolo che abbiano a sceglierlo. Non temono le per- 
sone, dalle quali pur sanno di essere protette, non il fumo ch’ esce dalle porte e 
dalle finestre dei casolari alpini mancanti di camino. 

La coppia ch'io avevo preso ad osservare ebbe ad incominciare il nido nella pri- 
ma decade di Maggio, sotto il soffitto di un balcone sul quale un’ altra allegra nidiata 
di bambini tutto il di se ne stava a sollazzarsi. Era già costrutto il nido, forse vi 
erano già state deposte le uova, quando un bambino con una pertica lo fece cadere. 

La coppia venne ad adocchiare il balcone di mia casa, che, rivolto a mezzodì, 
fa angolo retto colla facciata della Chiesa parrocchiale volta a mezzanotte ed in cui 
trovansi già parecchi dei loro nidi, stativi costrutti però sempre dopo che per qual- 
che funesto accidente ebbe ad essere distrutto il primo. E ciò credo per la semplice 
ragione, già addotta, che per accedervi, l’ uccello, deve fare una cruda curvatura, 
per la facciata della Chiesa, ed una non indifferente ascesa dalla sottostante cam- 
pagna libera d’ atberi su cui scorre e volteggia in circa di cibo. 

Incominciarono il nido il 6 di Giugno e lo terminarono il giorno 11. Durante 


R4 


| la costruzione è da osservarsi una grande tenacia ch° esse hanno nell’ applicare il 
| primo fango alla parete, poichè i primi tentativi vanno spesso falliti, sia per la di 
ficoltà d’ avere un appoggio, dovendo tenersi sospese in aria e ferme a battiti di 
ali, sia anche perchè il muro o per troppa levigalezza o più spesso per la sua asciut- | — 
tezza, non subito ritiene il fango appiccicatovi, quantunque impastato dalla vischiosa 
loro saliva. Fatto sta che sul principio molto materiale va disperso, cadendo per 
terra. È pure da osservarsi che il maggior lavoro si fa di mattina e che vi colla- 

‘borano tanto il maschio come, la femmina; che il cemento vien applicato in due o 

‘tre punti, perchè possa la costruzione procedere più sicura attaccandosi, in seguito, 
ai pezzi di cemento già fortemente saldati, per essiccamento, alla parete ; che infine 
il nido in forma presso a poco di una barchetta tagliata in mezzo per lungo e at- 

“taccata al muro dalla parte tagliata e disposto in modo che il centro di gravità viene. 

a pesare sull’ apice interno della concavità trovando quindi un valido appoggio sulla 
parete. Nei giorni 12, 13 fecero rare visite alla loro costruzione, salutandola tuttavia. 

“ogni volta con una cantata di allegrezza e di soddisfazione. D 

Prima di deporre le uova le rondini sono chiassose ; incominciata la deposizione 
di esse, vanno gradatamente rendendosi silenziose, e ciò fino al giorno in cui sì 
“darà principio all’ incubazione. <A 

Questo fatto fa supporre che prima vogliono mettere a prova la sicurezza del 
loro asilo, e che dopo d'aver tanto faticato nel fabbricare la loro abitazione non 

| vogliono imprudentemente poi mettere in pericolo il frutto di tanto lavoro. ig 

.Il primo uovo venne deposto il giorno 14 Giugno di mattina alle ore otto circa, 

e così di seguito gli altri in tutte le mattine consecutive fino al numero di quattro. 

Poco tempo prima di deporre l’ uovo, la femmina posa, e sta ‘alquanto, su luogo E 
piano non molto lungi dal nido, potendovi rimanere cun poca fatica ; il maschio in- 7 
tanto, silenzioso, le sta vicino, quasi compassionandola. Poi la stessa dopo aver fatto 
un piccolo volo va direttamente al nido e vi depone l’ uovo. 

Appena escita si allontana rapidamente seguita dal maschio che silenzioso l'aveva 
aspeltata e, fendendo l’ aria per ogni direzione, entrambi, principalmente la prima 
mattina, emettono acuti stridi esprimendo il loro contento. r 

Lungo la giornata, assai di rado fanno ritorno sul posto, forse per circospezione 
onde allontanare qualsiasi sospetto sul luogo dove si trova la non ancora vigilata 
incipiente loro famigliuola. ; 

Su! far della sera entrambi vengono a fare una rivista al nido e poi insieme 
partono e vanno a passare la notte sotto la sporgenza di qualche inaccessibile rupe. 

Alla sera del 18, giorno in cui fu deposto l’ultimo uovo, incominciò l’incubazione. 

Mentre la femmina sta covando, il maschio veglia poco lungi: la notte la passa 
ancor esso nel nido. 

I pulcini nacquero al 30 del mese, quindi a meno dei quindici od anche dei 
quattordici giorni attribuiti all’ incubazione delle uova di questa specie, dalla comune 


n E GGGGGGG:GGGGG ‘ooo; ooo 


dei naturalisti. Quando i novelli sono usciti dall’ uovo divengono |’ oggetto di amo- 
revoli sollecitadini pei genitori, i quali, oltre a provvederli di cibo con un crescendo 
di viaggi di mano in mano ch’ essi diventano grandicelli, mantengono il nido pulito 
con ogni diligenza, silenziosamente asportando e lasciando cadere, per circospezione, 
assai lontano lo sterco de” nidiacei. 

Al mattino del 22 Luglio dopo essere stati invitati e stimolati più volte dai ge- 
nitori a far uso delle ale, i rondinini volarono via dal nido, pur ritornandovi per 
alcune poche notti. Ho motivo di credere che forse avrebbero abbandonato il nido 
due o tre giorni prima, se il tempo non fosse stato eccessivamente temporalesco. 

Più tardi passarono le notti su alcune vicine piante di platano. 

Per alcuni giorni poi i genitori li accompagnarono nelle loro escursioni onde 
poterli ad un bisogno soccorrere, e di tanto in tanto porsero loro, volando, un po’ di 
cibo; ma quando li videro al tutto rinfrancati, sicchè avessero potuto da se stessi 
provvedere ai proprii bisogni, li abbandonarono, solo avvicinandosi a loro sul far della 
sera e invitandoli all’ usato alloggio. 

Gli adulti lasciarono il paese verso la metà di Settembre, ma i novelli, volen- 
dosi prima di intraprendere il grande viaggio per l’ Africa, allenare nel volo, emi. 
grarono soltanto il 29 del mese, venendo a pernottare in quest’ ultimo tempo, sui 
rami di un cespuglio del vicino giardino. 

Non rechi meraviglia la ritardata partenza di questi novelli perchè, se il ron- 
done (Cypselus apus) abbandona a questa altezza (m. 830) la regione, abbia o non 
abbia condotto a termine l’ allevamento della prole, sia o non sia un giorno calmo 
e sereno, immancabilmente il 4 Agosto, le rondini domestiche invece, quantunque 
nei nostri climi ordinariamente si dipartano dall’ 8 al 14 di Settembre, pure se ne 
vede talora qualcuna anche in tutta la prima quindicina di Ottobre, che frettolosa 
giù percorre la valle, quasi per ricuperare il tempo che passò e per raggiungere, se 
le fosse possibile, qualche stormo di sue compagne. 

C. FABANI 


LA VILLEGGIATURA E LA PROTEZIONE DEGLI UCCELLI 


La bella, la ridente, l'incantevole Sorrento, dove passai la villeggiatura dell’ estate 


csorso, col suo sorriso continuo di terra, di cielo e di mare m’aveva entusiasmato, però 
di quando in quando sentivo un certo vuoto in ciò che m’attorniava, e che mai avevo 
provato in altre mie villeggiature all’ estero. 

Nello stupendo soggiorno di Sorrento, invano l'occhio mio cercava per l’aria, nei 
campi e nei giardini i graziosi uccelli, invano tendevo l'orecchio per sentirne il deli- 
zioso canto. Non rapido ed allegro incrociarsi di voli, non dissonante ma armonioso e 
confuso cinguettio, solo il passare quasi timoroso di qualche passero spaventato, o il 
canto che mi pareva lamento di uccelletti ingabbiati ed accecati per il richiamo. Più 


26 


d’un villeggiante in mezzo a quella profusione d’incanti disseminati in tutta la penisola 
e lungo l’intiera spiaggia del golfo si rattrista per tal fatto, e più ancora poi si sente 
sgomento, quando alza gli occhi alle cime delle molli colline e le vede tempestate di 
pali alti e nudi che sembran dire: Non isperate, no, o quaglie ingenue di passare più. 
oltre; se vi salvaste altrove da persecuzione crudele, qui vi attendiamo dopo il vostro 
viaggio, e qui farete sosta forzata nelle nostre reti, dove avrete morte. 
Come mai la bella Sorrento, decantata gentile, permette che così crudelmente si per- 
seguitino i cari pennuti? i 
To dico che perseguitare gli uccelli, esseri cotanto deboli e pur così graziosi ed utili 
é delitto morale, giacchè nell'ordine della natura essi son posti a tutela del regno ve- 
getale, e la loro missione nell’equilibrio dell’ordinamento agrario è di somma importanza. La 
— Anzichè perseguitarli conviene proteggerli, e questa protezione entra nel campo della 
educazione e della legislazione di un popolo. Chi deve dunque agire per ottenerla? 
Nei contadi, ove per l’appunto il ceto ignorante perseguita maggiormente i poveri 
pennuti, per ciò che riguarda la legge intervenga il sindaco, e per quello poi che si ri- 
ferisce al sentimento. morale, ci sono il parroco ed il maestro. Son queste le tre autorità 
che debbono indurre le popolazioni rurali di smettere una buona volta tante crudeli ed 
insidiose cacce, facendo ad esse comprendere come il contraccolpo del loro malfatto ritorna : 
su lor medesimi e più forte, giacchè col distruggere degli uccelli distruggono in modo “Sa 
indiretto i propri prodotti. È 
Chi non vede come ogni anno aumentano le malattie ed i flagelli dell’agricoltura, 
talchè il povero campagnuolo non sa più a quali mezzi ricorrere per difendere dai nuovi 
mali le sue mediocri e decimate raccolte? E chi non riconosce la causa del disastro nella 
crescente disparizione degli uccelli? ; 
Sindaco, parroco e maestro debbono dunque darsi mano nella provvida missione, 
stringere per mo’ di dire, una lega difensiva contro la persecuzione degli uccelli, e far | 
si che l’opera di ciascuno di essi sia ausilio ed appoggio all’opera degli altri. Allora | 
| potremo dire di non essere lontani dal porto; rivedere così rifiorire la campagna italiana 
| villeggiando, trovare ‘l'insieme di tutta l'armonia del creato, nel complesso di cui la 
Provvidenza diè vita ai deliziosi cantori, che tanto rallegrano lo spirito di chi cerca. 
nella campagna un poetico riposo. 
Roma, 30 ottobre 1899. Dot. CARLO OHLSEN.. 


_—_—_—_———_—_——_—___—__—_—_—_—_—_—_—_——<&-&z 


Catture di specie rare od avventizie 
VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI ED ALTRE NOTE ORNITOLOGICHE 


Tichodroma muraria. (Picchio muratore) Questa specie poco comune fu ucciso a 
Montevarchi presso Siena il 20 Dicembre 1899. 
È un bel d' adulto. 
Turdus iliacus. (Tordo alpigino) J'. Il preparatore di questo gabinetto il di 21 No- 
vembre 1899, nel fare il consueto giro al mercato acquistò questo tordo avendo 
delle varietà caratteristiche. Era infatli del tutto mancante del rosso fulvo nelle cu 


27 


pritrici inferiori delle ali, e con una macchia gialla nel petto che va spargendosi nei 
fianchi. Addome bianco e sotiocoda bianchiccio. 

Starna perdix. (starna) Il 25 Novembre 1899 fu ucciso presso Lecceto (Siena) 
questo esemplare del tutto albino che si conserva nel nostro Museo. Nel tempo di 
due anni è il terzo che ci è capitato. 

Bubo Maximus. (Gufo reale) Il Sig. Dott. Luigi Noali notaio di Morbegno il gior- 
no 4 Gennaio 1899 ci mandò ad imbalsamare per suo conto questo bellissimo Gufo 
catturato nci pressi di Morbegno, 

La DirezioNE 


Dai miei figli sul lago di Bolsena sono state uccise altre due Strolaghe mezzane 
Colymbus arcticus. 

Una poi ne comperarono viva da un pescatore la quale tengo da vari giorni in 
una vasca in giardino e si mansuefatta al punto di venire a mangiare il pesce in mano. 

Spinoa Giacomo March. Uco 

Merula nigra. (Merlo d°.) Il 29 Novembre u. s. ci pervenne a imbalsamare, dal 
Sig. Naldini di Asciano, questo esemplare del tutto bianco, salvo qualche penna 
della coda e poche macchie nere sparse per il corpo. Fu ucciso presso Casa Bianca 
(Asciano). 

La DIREZIONE 


Cattura di una Fratercula Arctica. Leach. ex Lin. Pare che quasi ogni anno la 
Fratercula arctica si fa vedere lungo il litorale Selinuntino nei giorni di forte bur- 
rasca; difatti giorni addietro il mio amico sig E. Calcara appassionato collezionista 
di uccelli imbalsamati mi raccontava della cattura di un pulcinella di mare a lui re- 
galato ferito in un’ ala, di cui ebbe il piacere di tenerlo vivo quasi due giorni, onde 
studiarne da vicino i movimenti e i vari atteggiamenti per prepararlo in seguito e 
dargli la sua mossa caratteristica naturale. Sembra strano come questo curioso uc- 
cello abitatore dei mari del Nord, possa quasi ogni anno in tempi di forte burrasca 
capitare nelle coste meridionali della Sicilia. 

Gabbiano roseo (Larus gelastes). Di questa elegantissima specie giorni addietro 
ebbi il piacere di prepararne una © adulta per conto di mio cugino il Dottore De 
Sabato. Questo è stato il primo esemplare di cui abbia avuto il piacere di prepa- 
rarne la spoglia. 

Castelvetrano li 9 Febbraio 1900 Prof. Francesco VENEZIA 


Aquila reale. — Nella Valle di Mello, diramazione della Valle del Masino, ove 
si trovano le acque termali dall’ istesso nome, sulla fine di gennaio venne uccisa 
una grossa aquila (A. chrysaetos). Misurava ad ali estese Metri 2, 30 e venne spedita 
al preparatore Bonomi di Milano. É specie abbastanza comune nelle Alpi Retiche. 

Fapani GC. 


NOTE ORNITOLOGICHE PER LA PROVINCIA DI BELLUNO 


mo ——- 


Falco rufus (Linn.) oppure Circus aeruginosus (Linn.) — Falco di padule o 
falco cappuccino. 


28 


‘ Un individuo fu preso nel Giugno 1899 lungo il fiume Piave nei pressi di Len- 
tiai (Belluno) e fu da me preparato. 

È In questa provincia esso è assai raro. Un solo individuo conservasi in questo 

Civico Museo. 


Un tempo questa specie era di somma importanza per i Veneziani che l’ado- . 


peravano per la caccia. 

Falco Peregrinus Terrest. e Linn.) falco comune, falcone, Girfalco. 

Un individuo mi fu portato nel Novembre 1899, e fu preparato per il signor 
Antonio Forcellini, farmacista. 

Questa specie pure è assai rara. 

Coracias Garrula o Corvus Garrulus iano Cornacchia delle mandorle, Cor- 
‘macchia Azzurra d' Europa, Gazza o Ghiandaia marina. 
Nella primavera del 1899 fu catturato un individuo a Giamosa (Belluno) e fu 
imbalsamato per il sig. Dr. Luigi Facchi, medico chirurgo. 

Ardea Purpurea (Linn.) Airone Rosso, Ranocchiaia. 

Un individuo di questa specie fu catturato nel Giugno 1899 nei pressi di Pasa 
(Sedico) — Imbalsamato, conservasi nella mia raccolta. 

Ardea Nycticorax (Lion.) o Nicticorar Griseus Nitticora. 

Un individuo giovane fu preso lungo il fiume Piave nei pressi di Lentiai nel 
Giugno 1899. Esso si conserva nella mia collezione. 

Larus Tridaciylus o Rissa Triduciyla Gabbiano Terragnolo, 


Un individuo di questa specie mi fu portato il 7 Dicembre 1899 e fu da me | 


imbalsamato. 
La sua comparsa è accidentale non csistendone alcun esemplare in questo Ci 
vico Museo. 


Belluno, 2 Marzo 1909 Aucusto De Boni 


CACCE E PASSAGGI 


Riassunto di notizie sulle cacce, arrivi e passaggi di uecelli nella re- 
gione italica dal Novembre al Gennaio 1900. 


Siena. Tutto Novembre e metà di Decembre grande abbondanza di Tordì el 


Starne, e qualche beccaccia. Scarsi gli uccelletti di stagione, eccettuati i Petti- 


rossi e gli Zigoli gialli, che per più di 15 giorni sono apparsi in copioso numero. 


Pochissime le Quaglie, le Lodole e le Tortore, come pure i Beccaccini. Scarsissimi 
infine gli uccelli di rapina. 

Il 26 Dicembre fu da noi acquistato un esemplare in abito adulto di Lanius 
excubitor (Averla maggiore) non tanto comune per la nostra Provincia. 

Alla fine dello stesso mese nei nostri contorni furono uccise 6 Pavoncelle e 
diversi esemplari di Oca selvatica. 


29 


Roma. (Novembre) Buon passo di Lodole e Quaglie. Poche le beccaccie, e i 
Beccaccini. Scarseggia sempre il passo di questi due ultimi esemplari nel mese di 
Decembre. 

Napoli. (Novembre e Dicembre) Beccaccini sempre pochi. Numerose le Allodole 
e gran passo di Beccaccie. 

Pinerolo. (Novembre) Discreta cacciagione. Molti Tordi, che da diversi anni non 
erano stati veduti in simile quantità. 

Livorno. (Novembre) Il passo degli uccelletti, Lodole, Pispole ecc. è assolutamente 
fermo. Continuando nel Decembre grande siccità, per conseguenza si son veduti anche 
pochi Beccaccini. Sono stati uccisi diversi animali acquatici, Germani, Alsaore ecc. 

Milano. (Dicembre) Passo discreto di uccelletti e Beccaccie. Abbondanza inter- 
mittente. 

Bari. (Dicembre) Abbondante passo di palmipedi, nessune Beccaccie che non ab- 
biamo più vedute dalla fine di Ottobre. Nel Gennaio sono riapparse, diverse comitive 
di Cacciatori hanno potuto ucciderne molte. 

Sassari. (Dicembre) Grande deserto di caccia. Ritardato il passo dei Tordi, 
nessun esemplare di Beccaccie, pochissimi Beccaccini, qualche Quaglia. 

Perugia. (Dicembre) Per alcuni giorni un gran passo di Anatre e di Beccaccie. 

Pisa. (Dicembre) Parecchi Frullini e Beccaccini, un’ infinità di Gallinelle. 

Foggia. (Dicembre) Causa il forte vento e la continua pioggia, non si è potuto per 
nulla tentare cacciagione, ma nel mese di Gennaio essendosi rimesso il tempo si sono 
uccisi diversi Tordi, Merli e Pavoncelle. 

Ancona. (Dicembre) Scarso è il passo delle Allodole, degli Storni e del minuto 
uccellame. Numerose le Beccaccie. 

Grosseto. (Dicembre) Passo alquanto manchevole di Allodole e Storni, mentrechè 
negli anni antecedenti popolavano quelle colline. 

Macerata. (Dicembre) Essendo il tempo piovoso si è ucciso un buon numero di 
Anatre. Misero il passo di Beccaccie e Beccaccini. 

Caccia alle Folaghe. (Dicembre) Abbiamo notizie di una genialissima partita di 
caccia alle folaghe, che in questo mese ha avuto luogo in Catania, dove si narra 
che ne sieno state uccise perfino 3000 in un giorno. 


La DIREZIONE 


Dalla Val di Chiana. Secondo il consueto rimetto anche per il 1899 la somma- 
ria rassegna di. caccia autunnale. 

Scarseggiarono le quaglie all’ apertura del 18 Agosto, benchè in antecedenza 
fossero piuttosto numerose nelle nostre pianure : la siccitò prolungata e le correnti 
di vento da Nord-Est ne favorirono la migrazione anticipata. Abbondarono all’ epoca 
stessa le Lepri e le Starne, delle quali i cacciatori continuarono a far buona preda 
sino al Dicembre. Scarso fu il passaggio delle Tortore e degli uccelletti estivi. Col- 
I’ Ottobre comparvero i primi Tordi e Fringuelli, ma il passo loro fù mediocre. Ab. 
bondante invece fù quello delle Lodole, specialmente nella fine Ottobre e nei primi 
del Novembre. Passarono pure in copia gli Storni. Le Beccaccie. comparvero assai 
presto, cioè sino dalla prima quindicina di Ottobre, con gran gioia dei cacciatori 
che speravano un passo abbondantissimo di questi uccelli tanto simpatici, ma le spe- 


30 


ranze rimasero assai superiori alla realtà. Dopo un periodo di sosta le Beccaccie ri- 
comparvero e continuarono a mostrarsi or più or. meno abbondanti per tutto il No- 
vembre. In complesso però non può dirsi che il passo delle Beccaccie sia stato per 
noi copioso; tuttavia bisogna contentarsi perchè anche in Dicembre quà e là sempre 
ne furono -trovate. 

Pochi Beccaccini sino al Novembre, essendo in generale asciutte troppo le lo- 
calità basse e per la medesima cagione scarsissimi i Palmipedi. Colle pioggie abbon- 
davti di Novembre comparvero e gli uni e gli altri in discreto numero. Nel Dicembre 
allorchè avvenne, verso la metà del mese, un forte improvviso abbassamento di 
‘temperatura con abbondante nevicata susseguita da gelo, si osservò un formidabile 
passaggio di Palmipedi di ogni specie, specialmente Germani reali, tale che i più 
vecchi cacciatori raramente avevano osservato l’ eguale. Passarono pure molte Oche 
che da due o tre anni si può dire non avevano dato atto di presenza fra noi. Col 
raddolcirsi della. temperatura cessò anche il passo dei Palmipedi e adesso stiamo 
attendendo che la primavera ci riporti indietro nel loro viaggio di ritorno al Nord, 
le schiere degli alati viaggiatori. 

Villa di Fabbriche, Gennaio 1900 G. À. GRIFFOLI 


Da Fabriano (Prov. Ancona) 
1899 Febbr. 26. Vedute circa 15 Vanellus cristatus. 

«Marzo 2. Vanellus crist. circa 100 se ne fermarono in un prato di una mia 
colonia posta in Cerreto d'Esì, e vi si trattennero 2 giorni; ed alcune vi 
restarono giorni 10. Un passag, gio così numeroso, è stato del tutto straor- 
dinario. 

.«.. Marzo 3. Veduta prima Hirundo rustica ore 17,40 diretta a Nord-Est. Cielo 
sereno, forte vento Sud-Ovest. 

« Marzo 23. Molti Charadrius pluviatis. 


«Marzo 25. Passaggio di molti Turdus Pilaris, Fringilla motifringilla; Emberiza 


cia, miliaria ed Erythacus rubecula. Nord con neve. 

«Aprile 1. Vedute n. 11. Ciconia alba posate in 2 querce. Uccisa una. 

«Aprile 3. Strix flammea presa. 

« Maggio 8. Passaggio di molti Falco tennunculus. 

« Maggio 28. Presi 3 nidiacei di Strix fl., che potei solo vedere, candidi come 
3 grosse pallottole di neve. 

« Giugno 2. Pastor roseus circa 30 fermatisi in un Ciliegio a mangiarne i frutti. 
Uccisi 2 d' ad. distanza di circa 4 Chilometri a Nord-Est. da Fabriano. 
Nessuno ricorda passaggio di simili uccelli. Solo qualche rarissima cattura; 


mi fu precedentemente indicata da vecchi cacciatori: ma i giovani non 


; hanno mai visto questi graziosi Stornì. 
« Dicembre 10 e 11. Passaggio di molte Anas boschas. Uccise varie. 
« Dicembre 13. Ucciso Pyrrhula rubicilla 9 ad. 
1900 Gennaio 14. Strix flammea. 
Questa è la relazione di quanto venne a mia conoscenza nel periodo suddetto. 
ZoncHi-LorTi 


N 


Île 


VARIE, VOTI STO RIT 


hei 


RPOdEbZza A RFO 


Congresso internazionale d’ ornitologia a Parigi. Il consiglio d’ amministrazione 
della Società dei cacciatori di Roma essendo stato avvisato che l’ estate prossimo 
avrà luogo a Parigi un Congresso internazionale d’ ornitologia che s’ occuperà spe- 
cialmente di stabilire una legge internazionale per la protezione degli uccelli utili 
all'agricoltura, sulla proposizione del suo consigliere il Cav. Cario Ohlsen, ha votato 
l'ordine del giorno seguente : 

« Il consiglio delia Società dei cacciatori di Roma nella sua adunanza dell’ 8 Feb- 
braio 1900 emette il voto che il governo italiano prenda degli accordi con gli altri 
Stati affine di fissare le regole per la protezione degli uccelli utili all’ agricoltura, 
conservandone tutte le disposizioni attuali in vigore in ciò che riguarda la libertà di 
cacciare sulle grandi estensioni dei terreni incolti nella campagna romana ». 

La Società dei cacciatori di Roma si è acquistata per là un vero merito nella 
grande intrapresa dei nostri giorni, sapere la protezione degli uccelli, di cui la con- 
servazione e la moltiplicazione sono implorate nell’ interesse dell’ economia pubblica. 

Dal Giornale « L° Italie» 


Esposizione di Parigi. Ai temi proposti dal cav. Ohlsen pei Congressi di agricol. 
tura e di ornitologia, che si terranno a Parigi, egli ha aggiunto il seguente : 

« La protezione degli uccelli è della massima importanza, anche dal punto di 
vista igienico, avendo gli studi della medicina moderna provato, che molti insetti 
sono trasportatori e propagatori di germi di malattie d’ infezione, dal che risulta che 
gli uccelli insettivori, distruggendo questi entomi, costituiscono il mezzo più naturale 
e più efficace nella serie delle misure profilattiche contro l’ infezione della’ ma- 
laria e probabilmente anche della splenitis, della tubercolosi, del carbonchio, 
del vaiuolo ecc. ». 

Quest’ argomento nuovo pei Congressi suindicati, presenta un interesse ornito- 
logico importante, che sarà certamente affermato dalle discussioni e conclusioni, 
che si adotteranno a Parigi. 


Bibliografia ornitologica 


ARRIGONI DEGLI ODDI Prof. E. « On the Occurrence of Nordmann’ s Pra- 
tincole (Glareola melanoptera) in Italy » (from ”’ The Ibis ,, Ianuary 1900). — Questa 
interessante memoria del chiarissimo ornitologo prof. E. Arrigoni degli Oddi, non è la 
prima ch'egli pubblica nella più antica e reputata Rivista Ornitologica inglese ” Ibis ,, 
onore singolare che a ben pochi italiani crediamo concesso. 

La giusta fama del giovane e già illustre ornitologo veneto è all’ estero apprezza- 
tissima, massimamente in Inghilterra dov’ egli conta preziose amicizie tra i più illustri 


ornitologi. 


Non esitiamo ad affermare, con un senso di legittima soddisfazione, che col Salva- 
dori e col Giglioli, suoi maestri, il conte Arrigoni è forse il solo che oggi illustra, in 
quei paesi ove gli studi ornitologici sempre furono fiorentissimi, l’ ornitologia italiana 
che lo vanta tra i suoi cultori più operosi. 

L’ attuale memoria, illustra una specie nuova per l’ avifauna italica: Glareola melono- 
ptera Nordm. per un esemplare ucciso il 5 maggio 1892 presso Bagnolo (Vicentino) e 
avuto dal sig: Marco Gianese di Lonigo, appassionato raccoglitore di uccelli del suo 
distretto. L'A. s'indugia particolarmente a rilevare i caratteri che distinguono questa 
specie propria del S. E. d’ Europa (Sharpe) e anche dell’ Africa, dall’ assai più nota con- 
genere G/. pratincola Leach, non infrequente di primavera nell’ Italia centrale, meri- 
dionale e più che altrove in Sicila. La G. melanoptera ha dimensioni di poco maggiori 
della comune pernice di mare, ma se ne distingue soprattutto per le cuopritrici mediane 
inferiori delle ali nere o nerastre che nella G. pratincola sono di un marrone più o 
meno vivace. 

Com’ è noto questa specie fu inclusa dal prof. Giglioli nell’ elenco di quelle di pos- 
sibile comparsa in Italia (1) ma l’ esemplare del Vicentino è il primo che l’accerta. 

La breve nota termina con una lista di 17 esemplari di G7. pratincola posseduti dal 
chiaro professore nella sua splendida Raccolta Ornitologica italiana di Ca? Oddo, cattu- 
rati in diverse località italiane (Veneziano, Piemonte, Toscana, Puglie, Sicilia, Sardegna, 
Elba) quasi tutti in maggio, uno in aprile, e un giovane in agosto sulle rive del Po 
presso Torino. 

Prof. Giacomo DAMIANI 


SALVADORI TOMMASO. — 32 pag. in-8 Estr. dagli Annali del Museo Civico di 
Storia Naturale di Genova 1899 Vol. XX Serie 2.° 

È una ricca e interessante memoria in cui sono indicate 47 specie di uccelli rac 
colte dal sig. Leonardo Fea nel 1897 nelle Isole del Capo Verde e studiate dall’illu- 
stre Autore. Premessa una bibliografia ornitologica delle suddette Isole, il lavoro termina 
con una lista delle specie di uccelli che sono state trovate in quelle regioni, e che non 
furono raccolte dal Fea. 


MARTORELLI Prof. GIACINTO. — 11 pag. in-8 con una tavola illustrata Estr. 
dagli Atti della Società Ligustica di Scienze Naturali e Geografiche Vol. X. Aderendo 
al desiderio del Chiar. Prof. Corrado Parona, Direitore del Museo Zoologico dell’ Uni- 
versità di Genova, l’Egregio Autore ebbe l'opportunità di esaminare una piccola colle- 
zione di uccelli, fatta tempo addietro da Missionari nella Repubblica Argentina. Fra le 
varie specie di tale raccolta attrasse la sua attenzione un rapace che riconobbe per lo 
Spiziapterya circumcinetus, Kaup; specie che, essendo poco conosciuta, ne fa quì una 
minuta descrizione dei suoi caratteri singolari, esponendo in breve riassunto quanto si 


sa intorno ad essa. 


(1) Avif. Ital. (1886) pag. 472. 


Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri E. BOZZINI, Gerente responsabile