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LA BIBLIOTECA ESTENSE
LA l.'OLTURA FERRARESE
GIULIO BERTONI
LA BIBLIOTECA ESTENSE
E
LA COLTURA FERRARESE
AI TEMPI DEL DUCA ERCOLE I
(1471-1505)
TORINO
Casa Editrice
ERMANNO LOESCHER
1903.
A MIO PADRE
'*" ""'^— -..,„,„,
PREFAZIONE
Q,
'nella gentile tloritura di studi che in Ferrara
s' effonde nel sec. X\' con tanta e mirabile ricchezza
di colori, si presenta allo studioso delle lettere come
un primaverile risveglio promosso in gran parte e
favorito dalla sollecitudine e dallo zelo degli Estensi.
1 Principi introducona e tanno comune in Ferrara
il gusto degli studi migliori con chiamare in Corte
artisti e letterati, con raccoglier libri d'ogni maniera
e con istituire nel loro Castello una privata libreria,
documento invero preziosissimo della coltura di quei
tempi in Ferrara.
A me, che volli, come potevo, indagare le origini
ancora oscure della Biblioteca estense, parve ott'rirsi
r argomento con tutte le seduzioni di una grande va-
rietà e nìagniticenza. qualora non mi fossi pur tenuto
pago alla storia delle letrere, ma avessi anche toc-
cato un poco quella degli usi e dei costumi. E cosi,
procedendo nelle ricerche, i contini del mio lavoro
s'allargarono e insieme divennero più chiari e deli-
niti. Mi proposi adunque di animare d' un soffio di
vita alcuni inventari di libri estensi del sec. XV e
di venir ricamando intorno ad essi uno studio, che
PliF.FA/IONE
più tosto che ispirarsi a puri intendimenti bibliogra-
lici avesse lo scopo di recar ({ualche contributo alla
miglior conoscenza della Rinascita ferrarese e della
società colta d' allora. A ciò fare fui indotto anche
dall' opportunità, eh' io avevo, di trar prolìtto a mio
agio dei documenti di quei due grandi e inesau-
ribili depositi di preziosità che sono la liiblioteca e
r Archivio di Modena. Essi mi diedero modo di là-
migliarizzarmi un poco con le usanze dei Principi,
di studiarne la vita pubblica e privata, di sorpren-
derli quali veramente furono tra lo splendore delle
feste e gli esaltamenti instabili della fortuna: un
po' rudi in vero, se ne eccettuiamo uno solo di gentile
natura e di soave e mite indole, ma amanti dello
sfarzo, del lusso, delle ricchezze, di tutto ciò insomma
che promuove e conforta ogni forma di arte e di
poesia. Per tal modo, lo studio della coltura ferra-
rese dell'estremo (Quattrocento, venendosi a intrec-
ciare con 1' esame della biblioteca di Corte, ha dato
origine a (juesto mio libro, che non senza alquanta
trepidazione presento al pubblico degli studiosi.
Ai (juali io non posso non chiedere quella molta
benevolenza, di cui ora più che mai sento il bisogno.
Avevo a studiare un soggetto dei più vari e multi-
formi, capace di dar motivo a una lunga serie di
monografìe speciali e tale da costringermi ognora
ad entrare in questioni delicate e a slìorar fatti e
cose, intorno cui ogni eccesso di cautela è virtù
grande. Molto dun(|ue ho dovuto riassumere e molto
pur troppo mi sarà anche sfuggito. A mia discolpa
per altro pregherò il lettore di non voler dimenti-
care eh' io mi sono accinto alla difficile impresa senza
alcuna baldanza o presunzione e che sarò grato a chi
l'Ki-.rA/ioNi-: XI
vorrà ricercare la mia modesta fatica e, ove sia il
caso, farmene rilevare le mende.
E se per avventura non si vorrà disconoscere al
mio libro qualche pregio di novità in alcune sue
parti, in queste specialmente io desidero si appunti
l'occhio vigile dei più esperti, dovendosi sempre mai
dubitare, dirò anch'io, delie cose nuove quando siano
scoperte da noi stessi ' ).
G. B.
*) Compiu qui in nota un gradito dovere: quello di rendere
le dovute grazie ai valenti ufificiali tutti della Biblioteca e del-
l'Ai'chivio di Modena, pressio i quali io trovai quante mai age-
volezze e quanta mai tiducia potessi desiderare. Ma se a tutti
sono molto tenuto, ad uno di essi, all'esimio Cav. A. G. Spinelli
della Bibl. estense, io mi farei colpa di tacere ipii un partico-
lare e pubblico ringraziamento.
INTRODUZIONE
l/.iiiior.' degli Ksfcnsi ]»er lo lettore nei secc. XIII-XV. — Azzo \ì
e la poesia <li Provenza. — Ferrariuo da Ferrara e il codice
provenzale estense. — Aldobrandino III e i romanzi franco-
italiani: la (iuerra d'Attila e la Farmglia. — Niccolò III e la
liililioteca estense. — Leonello d' Este e la sna coltura. — Borso
d'Este e il suo amore pel lusso. — Niccolò di Leonello. — Al-
berto d' Este. — Ercole I : suo carattere, sue nozze, sue bene-
merenze. I suoi figli: Isabella, Beatrice, Alfonso').
Ricercare la storia della splendida collezione di libri ap-
partenuta al Duca Ercole I e narrarne in breve, sulla scorta
di documenti editi e inediti, l'umile nascere e il rapido
accrescersi sino all' alba gloriosa del sec. XVI, è parso a me
') In qnesto cenno riassuntivo, che mi è parso opportuno di far
l>recedere al presente lavoro sulla biblioteca ducale estense, pre-
ferisco esporre giudizi sintetici e generali ed evitare lunghe enu-
merazioni di fatti, che possono leggersi altrove. Sul Rinascimento
alla Corte d'Este, cito il cai)itolo su gli Estensi del classico Bisor-
flimento del A'oigt e il notissimo libro del Geiger sull'umanismo
(pagg. 226 sgg. dell' ediz. tedesca; 289 sgg. della trad. ifcal.). Le
pagine del VI volume del Tiral)oschi dedicate agli Estensi sono pur
sempre solide di dottrina e in generale caute e misurate. Un' opera
notevole sull'arte ferrarese, che esce dai limiti a me imposti, è
quella di G. Gruyer, L'art ferrar ais à V epoque des i)rinces d'Este
Paris. 1897.
Squisite le pagine sugli Estensi, che ha il Mounier nel suo Le
(Juattroceìiio, Paris, 1901, II, cap. VI; ottimi i cenni sui principi
d'Este di V. Kossi. // (Juatfrueento. Milano. Vallardi. 19U1, passim.
INTRODUZIONE
studio de' più curiosi e veramente pieno di quelle attrattive,
che alle indagini sulle origini non vanno mai scomi>agnate.
A felici condizioni di studi e a quella rara tendenza per
le lettere e le arti che fu un antico e prezioso privilegio dei
Principi estensi, va richiamato il gagliardo fiorire, nel seno
della corte, dell' amore per i libri, il quale vivido e quasi
improvviso s'accese nell'età della rinascenza con gli spiriti
nuovi, che agitavano gli animi d'allora e con le esigenze
di una società che sentiva ormai essere la coltura uno dei
primi fattori di perfezionamento etico e intellettuale.
Se già nel secolo precedente si può pensare con ragioni
non prive di fondamento a una non esigua suppellettile di
libri raccolta nel mirabile castello di Ferrara, vero è che il
proprio e reale costituirsi di una privata « libraria » estense
non può ascriversi che ai primi anni del sec. XV, durante
il quale fiorirono altre molte biblioteche principesche favo-
rite grandemente da quella predilezione [ìer il fasto e per
le pompe che fu una delle principali caratterische del Ri-
nascimento. Predilezione viva e sconfinata: che se giovò
non poco all'arte e agli studi, portò ben anche i Principi a
considerar talvolta le lettere e le artistiche ])rove come un
semplice ornamento [irivo di profonde significazioni.
Cotesto amore eccessivo per ogni sontuosità e magnili-
cenza io credo possa essere considerato così nei suoi vantaggi,
come nei suoi aspetti meno attraenti nella stessa corte d' Este,
ove a un Principe qual fu Leonello, fiore di leggiadria e di
coltura, tutto penetrato dei pii'i gentili studi e delle nuove
idealità, educato a gustare le più squisite espressioni ar-
tistiche, soavissimo prodotto della prima rinascita ferrarese,
succede il Duca Borso, certamente più liberale e munifi-
cente e dotato di singolari ed eccezionali pregi, ma ecces-
sivamente dominato dalla smania del lusso e delk> sfarzo e
troppo amante d' ogni fastosa ai>parenza. Onde noi mentre
ammiriamo la delicatezza di Leonello, il suo intelletto colto
e gentile e tutto quel? invidiabile comjìlesso di doti che gli
Ijermisero di aver la coscienza chiara e sicura dei benefizi
che coir opera sua di Principe protettore degli studi pro-
fondeva in Ferrara; scorgiam d'altro lato nel Duca Borso,
per ciò che si riferisce alle lettere e le arti, uno spirito
un po' incosciente di principe fautore diagli studi, che premia
IXTRODIZIOXE
con largliezza ogni lode o adulazione, che si compiace di
codici riccamente miniati, di vesti sontuose e di niaravi-
gliose opere d' arte così come di un nuovo diletto del senso
e di un appagamento delle sue smanie per lo sfarzo, e non
cura spese, e profonde anzi tesori e si crea intorno una
gran luce di gloria senza avere la esatta percezione di tutto
il bene che fa e promuove. Mente più forte e migliore assen-
natezza di vedute egli seppe dimostrare nella politica o nel-
r amministrazione del suo stato ^).
Questi due Principi, pei quali la Corte estense rifulse di
un grande splendore (^ la coltura ferrarese s'ingentilì av-
viandosi verso mirabili altezze, governarono — come ognun
sa — intorno alla metà del Quattrocento e accrebbero di
ricche opere la loro libreria, che sin dagli inizi del secolo
ebbe il vanto d' essere tra le prime e passò poi insieme a
riguardevolissime collezioni artistiche ad Ercole, secondo
Duca di Ferrara.
Ma già nel sec. XIII non (n-a mancato tra i principi
estensi chi, favorendo gli studi, aveva dato opera a racco-
gliere monumenti dei più preziosi. E qui cade opportuno
ricordare che allorquando risonò l'Italia Superiore della
l)oesia d' oltr' Alpe, i Marchesi d' Este favorirono a gara la
letteratura cavalleresca di Provenza. Non ancora la Marca
trevigiana tutta echeggiava di rime trobadoriche, e già nel
' ) Nou (lobbiaiuo tuttavia dimenticare che in certi tempi la Corte
versò in deplorevoli condizioni economiche e in forza di crisi mo-
netarie e per eccessi di tìsealità. La Camera andava allora per-
dendo credito; ma Borso per le sue feste e per i suoi viaggi ordi-
nava sempre agli amministratori e ai f.attori di far denaro e qualclic
volta per possihile et per impoHnihile. cioè con imposizioni e all' oc-
correnza con minaccie. A Borso si dà comunemente vanto di buon
governatore: uè io mi proverò a togliergli questo merito; ma si
l>adi che quando salì al potere Ercole I, le finanze ducali erano
ridotte a tal punto, che il nuovo Duca dovè ricorrere per un migliore
assestamento del suo erario a prestiti e a pegni. I mandati dell' Ar-
chivio estense parlano chiaro : essi ci conducono entro la vita iutima
di corte e deI)bono essere bene esaminati prima di lasciarci indurre
a pronunciare facili giudizi. Eccellenti pagine sopra Borso sono
«pielle di A. Venturi, L'Arte a Ferrara nel periodo di Borso d'Ente
in liirixtd sl„r. il<il.. II. (iS!t sgg.
INTRODUZIONE
primo decennio del sec. XIII la corte di Azzo VI era visitata
da Aimeric de Peguilliau, che cantò h celebrò la figlia di
Azzo, Beatrice, — leggiadra e soave fanciulla cui le pompe
e le feste della prima giovinezza non valsero a togliere da
un profondo ascetismo, che la condusse al monastero, — e
pianse dolorosamente la morte del suo Marchese ' ».
Una piccola schiera di trovatori e di giullari rallegrò in
quei tempi le sale did Castelhj di Ferrara; e i principi sa-
pevano accoglierli ed onorarli e convenientemente regalarli
di drappi, di mantelli, di vestiti.
(")ra s(> tanti furono i poeti provenzali che celebrarono i
marchesi estensi e nella loro Corte trovarono liete acco-
glienze, par lecito dedurre che i Principi non pure non tra-
scurassero il culto della squisita lirica d'oltr'Alpe, ma si
adoprassero anche a conservarne i documenti. Ferrarino da
Ferrara infatti, 1' ultimo dei trovatori italiani, vissuto alla
fine del sec. XIII, protetto e amato da Azzo VII, pare abbia
curato per i Principi estensi la composizione di tutto o di
una parte del ricco canzoniere provenzale, che resta anche
oggidì uno dei più preziosi cimelii della biblioteca mode-
nese. Certo egli vi scrisse o vi fé' scrivere un suo lungo flo-
rilegio, una raccolta cioè di brani di liriche di Provenza
scelti secondo un concetto didattico e morale ; poiché la sua
riguardevole antologia riveste senza dubbio un carattere in-
segnativo - ).
.Sotto Obizzo II e Azzo Vili visse anche Ferrarino, tro-
vandosi così in vita quando omai la poesia provenzale si
') Alludo seguataiuente al pianto, ohe porta il ii." lU. 30. in
Bautsch, (riundriss z. tìeschichtc der piovenz. Liteiatur, Helberfcld.
1872. Fu pul)blicato dal Galvani, OxHe inazioni, pag. 56. dal C.vak-
DOXi. Delie accoglienze e defili onori che ehhero i trovai, prorenz. alla
corte dei March, d' Est e nel sec. XIII, lu Meni, della Acead. di Scienze
Lett. ed Arti in Modena, lì. II, pag. 270 e dal Monaci. Tenti ant.
prorenz., Koiua, 1889, pag. .59. Per i rap])orti del da Peguilliau
colla corte estense si veda ora X. ZiN(;.\1{eli>i, l'er un « dcficort »
di A. de l'eyuilhan. in Bihliot. crii, della lett. ital.. u." oO. Firenze.
1899, pagg. 27 segg.
-) Sul llorilegio di Ferrarino, cfr. GitouEU, Die Liedernaiiimlitiiìieìi
der Trouhadors iu liomanische Stvdien. II. 624 segg. Ora il florilegio
e in corso di pubblicazione sugli Ainiulcs dn Midi.
[NTHOnCZIONt:
isteriliva e l;i Corte estense (Mitrava in un lireve pei-indo di
oscurità ' I.
Ma trattanti.) l'cirrevami di bocca in bocca per il \'eMeto
e i)er 1" amorosa Marca di Treviiii le alate e nia.iinifiche leii-
gende francesi, e mal si potrebbe credere ch'esse non ot-
tenessero subito il favore deirli Kstensi, quando nel periodo
successivo la Casa d'Este si addinutstra singolarmente es])erta
delle favole di Francia.
Fioriva allora quell'ibrido liniruaggio franco-veneto, che
arieggiava da un lato il francese e si coiniaturava dall'altro
col dialetto indigeno: e la Corte estense fu, come sempre,
pronta a compiacersene. Ad Aldobrandino III dedicò Nicola
da Cascia nel 135S il suo poema La Guerra d'Attila, lunga
e monotona a]ioteosi che doveva grandemente solleticare
l'amor [iroprio dei principi, che vedevano magnificato ed
esaltato il valore e le geste di Foresto d'Este e dei loro
progenitori -t; e per la medesima corte Nicola da Verona
compose intorno a quei tempi la sua Farsafilia, che pur sta
a dimostrare che già venivasi compiendo il dissepjtelli-
mento della letteratura classica latina -^ i. Con uno dei più
potenti promotori della rinascenza, col Petrarca, fu in re-
lazione Niccolò d'Este; e l'go Estense curò e assistette
nel 1370 nel suo camello il dolce poeta toscano V).
Anche Alberto si mostn") fautore degli studi ed ebbe il
vanto di aver eretto i palazzi di Schifanoia e di Belfiore,
*) Xon saprei dire a «piale Az/.o estense si riferisca (juel eodi-
eetto di ventiina carte <-lie tìgiirava nella libreria di Borso (Cfr.
AppemL. I, n." 98). Sojìra 01)izz() e .Azzo Vili e l'atteg-fianientn
che innanzi ad essi )ii<rlia Dante (Iiif. XII, 109-112; Pnrg. ^'. 78-78)
si efr. T. SAXDoxxrxi. Dante e fili {■xten.si in .J/// r Meni, delle
l)ep. (li Storiai Patìia per Modena e Parm.. S. 1\. T. lY. pajj;. 119
e I. Dkl Lrxrio. Dante ne' tempi di Dante. Bologna. 1888.
'-) Nicola (la C'asola fu poeta e noraro liolognese. Segnaee ilei
Pepoli. verso la metà del sec. XIV egli fu esiliato e trovi) forse
un conforto nella lìenevolenza dei Marchesi iV Este a Ferrara. Su
lui e sul suo poema attendo io medesimo c(in un min urtiiuo amico
ad uno studio complessivo, che vedrà ])risii) la luce
').Wahlk. Die Farxalia in Aitsfi. and ahhandìumjeH anx d<m (ie-
hiete der roman. Philal., fase. LXXX.
'') CiTr.vi>KLi.A, Il Caxtellit di Ferrara, Ferrara. IS".".. pag. 9.
6 INTRODUZIONE
di aver fondato quello Studio di Ferrara che ne' secoli suc-
cessivi rifulse di tanto splendore V) e di essersi sempre in-
teressato all'educazione del figlio Niccol(").
All'alba del sec. XY Niccolò III appare un famoso pro-
tettore di studi in Italia. Lode non piccola invero, in quel-
r età rattristata da dissidi e da lotte, in un'epoca in cui ogni
idea di progresso civile, ogni saggio intento, ogni insigne
proposito dovevano cozzare con le istituzioni e gli ordina-
menti sociali; pei quali il feudalismo anzi die scomparire
pareva rafforzarsi, il diritto pubblico non si distingueva da
quello privato, la tirannide guadagnava in energia e l'am-
bizione dei signori valicava i limiti del convenevole nella
defìcenza della imperiale autorità. Non sarà perciò mara-
viglia se la corte di Niccolò presenterà imo spettacolo
d'ombra e di luce, una vicenda di barbarie e di atti ispirati
ai novissimi concetti di civiltà e se troveremo in un forte
contrasto e in una grande oscillazione di coscienza lo stess(j
Marchese e quella infelice Parisina Malatesti, che i docu-
menti mostrano madre attenta e premurosa, sorvegliatrice
benefica della corte, amante delle arti, delle corse, dei ca-
valli e della caccia, signora liberale in doni e presenti allo
sue donzelle ^).
Può dirsi veramente che a Niccolò spetti il merito di
aver iniziata una vera e propria libreria estense; si circond('j
') Sulla famosa Università di Ferrara, oltre la notissima opera
(lei Borsetti e il brevissimo cenno di L. Cittadella iioll'.l//)?fH( cfitrvxr.
])ag. 165, si vedano le molte e varie iHibblicazioni rifate da E. Puoi.
Jounial des Sarantu, febbraio 1902. Qnivi vengono ricordate e recen-
sito dne recentissime publdicazioni e per di più si danno molte-
plici e interessanti notizie intorno ai francesi che si recarono nei
si'C. X^' e XVI allo .Studio di Ferrara. Appena occorre ricordare
clic il ma.n'nior numero di essi venne in Italia nel sec. XVI. Il
nome di l^eiiata di Francia basta già di per se a spiegarne le ra-
gioni. — Ivicordo ciò di volo o per necessaria stringatezza fi)asso
oltre.
-) Fn qnadro delle usanze private della corte di Niccolò III e
stato disegnato da L. A. Gandini, Satiqio defili usi e delle costn-
inansc della Corte di Ferrara al tempo di Xi ecolò III ( i:i'J3- 144:^).
in Atti e Mem. della II. Deputaz. di St. Val ria per le pror. di L'o-
maijHii. s. III. voi. IX, (1898). pagg. 148 e sgg. !Si consulti ancora
INTRODUZIONE
(li letterati ; favori sempre gli studi, rintracciò con ogni zelo
codici e manoscritti M; fece di più compilare un prezioso
inventario della sua collezione di libri, che venm^ anni sono
egregiamente pubblicato e in parte degnamente illustrato -).
Niccolò III ebbe una cura veramente singolare per Leo-
nello •'* ), pel quale aveva chiamato in Ferrara Guarino Ve-
ronese — , che vi portò tutti i benefizi di un prezioso inse-
gnamento M —, e secondando le tendenze del figlio faceva
ognora spese di libri e di miniature ■"'). Onde, non ci stupi-
remo se il governo di Leonello segnerà 1" i^tà d' oro per gli
studi nel sec. XV in Ferrara.
Frutto squisito della amorevole e attenta educazione di
Guarino, il nuovo principe recò veramente nella sua corte
il raggio dell'arte e delle lettere. Considerato sin qui come
un innamorato degli studi, questa sua carattm-istica })recitiua
ha offuscato facilmente quanto della sua attività si riferisce
al maneggio della cosa civile; ma in verità una non comune
dello stesso inxtt)ie, ('/«j/;//, cavaìli, hardatttre e stalle de(jìi cstcìixi mi
(Jiialtìoeento, in Atti e Mem. rit. S. Ili, voi. X (1893) pag. 41 sgg.
Kioordo anche: L. Olivi, Del matrimonio del March. Xiccolò III con
(TKjliola, in Atti e Mem. della Depuiaz. di St. Patria per le pror. mo-
deneai e parmensi, 8. III. voi. V (1888-1890), pagg. 335 sgg.
') Lo zelo di Niccolò III nel raccogliere libri è confermato dal
sno precettore Donato degli Albanzani> che. incaricato delle ricer-
che, metteva a paragone del Marchese, Tolomeo Filadelfo. A. Hftirns.
Studi ^ulle opere lat. di Giovanni Boccaccio, pagg. 115: No^'ati. /)o-
nato degli Alhanzani alla Corte cxtenxe, in Arch. utor. Hai. 8. V. T. VI.
pag. 371, H. 2.
-) A. Cappelli, in Giorn. xtor. della letterat. ital. XIV. 1 sgg.
Agginngo soltanto che nel grande inventario estense, ove cotesto
catalogo è contenuto, non solo esso è diviso in pih parti, ma ognnna
(li esse si trova in diversi luoghi intercalata entro indice di altri
dispai'ati oggetti.
') Gli altri tìgli di Niccolò non furono tuttavia trascurati dal
genitore. A Borso aveva dato a maestro Giacomo Bisi e Guglielmo
Cappello, intorno al (juale si cfr. Cittadella, Xotizie relat. a Fer-
rara per la maggior parte inedite, Ferrara, 1864. pag. 641 e Reniku.
Liriche di Fazio degli TJherti, Firenze, 1883, pagg. oli, in nota.
*) E. Sabhadixi. La acuoia e gli xtudi di Guarino rcroncse, Ca-
tania, 1896.
•"') Vedine i documenti in Appeiid. ITI.
INTRODUZIONE
avvedutezza e un singolare accorgimento non si possono
negare, a parer mio, al Marchese di Ferrara, chi esamini i
dispacci degli oratori estensi, il minutario di cancelleria, i
documenti insomma che si riferiscono al suo breve governo V).
Un animo aperto a delicati sentimenti egli manifestò
fin dalla prima giovinezza nei raf)porti col suo jirecettore
Guarino.
\'n amore di figlio e una devota riconoscenza legavano
il principe al suo bonario maestro: e tra i due corse una
corrispondenza d' affetto che si mostra cosi tenera e soave
da volgere anche ora a commozione '). Povero e buon Gua-
rino ! Sul biondo capo del giovanetto egli aveva posto le sue
più belle speranze di precettore e compiacevasi di vederlo
crescere pieno di affetti e di ardore e con occhio paterno
seguiva e indirizzava nel principe tutti i moti del suo animo
giovanile che pareva spiegarsi, come leggiadro fiore, al
raggio degli studi.
La biblioteca estense dovè singolarmente arricchirsi in
quel tempo, poiché ove fioriscono le lettere, ivi si radunano
e si moltiplicano i libri. L' amore che Leonello professò
per gli studi ebbe un insigne illustratore^), che tracciò con
*) Le carte riferentesi a Leonello dell'Archivio di Stato estense
oiì'rono testiiuouiaiize dell'amore del Marchese pei libri. Nel mi-
nutarìo cronologico di cancelleria, il 6 ottobre 144.5, leggesi il se-
guente ristretto di una lettera inviata a Galeazzo Malatesti. « Nui
« sentemo che a Padua haueti dui libri de medicina, il Continente
« et Gnidohonati in pigne appresso uno Doctore che sta lì, li quali
« furono della buona memoria del S.'" V. Padre. Et perchè nui
« voluntiera compraressemo dicti libri, quando deliberasti di uen-
« derli, pagaressemoli molto bene quello che ne uoristi ». E nello
stesso minutario (4 marzo 144.5) « Factum fuit niandatum ut solvi
« faciant libras quindecim m. domino Frane." de Codegorio pr<i
« precio centum pellium emptarum prò scribcndis prò 111.'"" d.""
« Nostro ». E altre notizie in Append. IIL
Del resto, è noto che Leonello fondò in Ferrara una l)iblioteca
nel Convento dei Domenicani detto degli Angeli. Cfr. Alhum c-s^cw.fc.
Ferrara, 1.5.50. pag. 26.
-) Cfr. per questi rapporti Sahhadini. l'ita di (ruariiio, Genova,
1891, 100.
*) G. Carducci, La gionntìi di L. Ariosto e le mie poeisie latine,
Bologna, 1881, cap. III.
INTRODUZIONE 9
mano maestra le linee princijìali di quella primaverile ri-
nascenza ferrarese fiorita intorno al giovine Marchese; ma
per compiere il quadro, altri poeti e altri dotti e scienziati
>' letterati dovrebbero essere ricordati e posti nella loro con-
veniente luce. Certo è tuttavia che se molti furono gli uomini
di lettere clie godettero i favori e la protezione del principe,
pochi veramente furono coloro che riuscirono a comporre
alcuna opera egregia. Anzi pochissimi : il maggior numero
di essi risulta di individui incolori e incapaci, se ne togli
poche fortunatissime eccezioni, di affermare come che sia
nelle opere loro una propria personalità.
Nella società letteraria di Letjnello è a notarsi un gran
fervore di studi; ma poca originalità, pochissimo impeto di
vera e calda poesia. Ma la figura di Leonello si eleva nella
sua mitezza per senno e per ingegno e accanto le sorge il
profilo paterno di Guarino veronese.
Non cosi per l'arte; in cui risplendono sempre tra gli
altri i nomi del Pisanello V) e del Mantegna ' ). Accanto a
cospicui pittori 3 ), fiorirono architetti t- ingegneri'') e l'arte
della miniatura ebbe in quel tempo un notevole incremento
e si incamminò sulla via di quel progresso, che toccò più
nell'età di Borso ■"'.).
Nella scarsità di notizie che di lui ci rimangono, ajipare
come in una penombra Meliaduse estense; ma tuttavia abba-
') A. Tentuui, // Pisanello a Ferrara, iu Areh. Veneto. XXX.
pagg-. 409 sgg. Cfr. Gruyeij, Ojj. cit., 235.
"-) [P. KuisTELLER, Jndrea Manteyna, Londiii. 1901]. si veda
A. Venti'RI, / primordi dei rinaseimento artistico a Firrara, in Hir.
xtor. Hai., I (1884) pag. 606.
") G. Campori, I pittori degli esterni nel «ee. XV. iu Jtti e Me-
morie dette lìIL Deputaz. di St. Patria, per le pror. Moden. e Parm..
^. III. T. Ili (1895).
^) G. C.\Mi'Oi{i, Architetti e ingegneri ecf. in Atti e Mcm. delld
un. Ikputas. ecc. di Mod. e Parma, S. Ili, voi. I, pag. .")93. Mancini.
Vita di L. Battista Alberti. Firenze, 1882, i)agg. 189 sgg.
'•) Snlla miniatura iu Ferrara, oltre a un ben noto opuscolo di
G. Campori, .si veda A. Ventchi, La miniatura ferrarese nel see. XV,
iiallerie nazionali italiane, IV (1899), 187 .scgg.; e specialmente
Hermann Julius Hekmann, Zar Geschichte der miniaturmalerei am
Mofc der Est e in Ferrara, Wien, 1900.
10 INTRODUZIONE
stanza ne sappiamo per affermare ch'egli ebbe squisitezza di
educazione. Frequentò le lezioni del giureconsulto Giovanni
da Imola ; si trovò sotto la disciplina di Giovanni Aurispa ^ ) ;
sette anni dopo fu a Firenze con Feltrino Boiardo, ove forS(^
strinse famigliarità con L. B. Alberti, che gli si professò
amicissimo nella d(>dica a Leonello del suo Filodossi. Compì
un viaggio in Terra Santa e scomparve dal mondo dopo una
vita mite e S(>rena non turbata dalle brighe di un prin-
cipato.
I semi gettati da Leonello diedero presto il loro fiore sotto
il governo di Borso e il loro frutto sotto quello di Ercole I.
Più amante del fasto e d(^lle sontuose apparenze, ma non
così fine quanto Leonello fu Borso d' Este, il cui maggior
merito, se ben ci apponiamo, fu quello di (^ssere stato sempre
regale e magnifico negli atti della sua vita. Ond' è che r(>tà
di Borso segna un periodo di forte splendore per Ferrara.
Direi quasi che la luce della grande liberalità del primo
Duca estense si irradii tutto intorno con tale intensità da
impedire quasi allo storico di penetrare con occhio sereno
al di sotto di quel barbaglio luminoso e di scoprire le vere
correnti di vita quali erano in qu(^l tempo presso gli (»stensi.
Vero è tuttavia che egli non curò alcun dispendio pur di
fare edificare nella città e di rend(>re più splendida la sua
corte, invitando artisti (> letterati e fac(Mido scrivere e allu-
minare con grande alacrità i)reziosi codici in pergamena -).
Esistono di questa sua sollecitudine per i libri non pochi
documenti, che il lettore potrà trovare riportati in una delle
nostre appendici ; ma pure io non jìosso nascondere dinanzi
a questo principe una certa diffidenza, che lo studio delle
carte d'archivio, che a lui si riferiscono, mi ha inspirata.
Quando io vedo nella corte estense artisti, letterati e scrit-
tori reclamare bene spesso la loro paga, che subiva inespli-
cabili ritardi e metto a confronto con queste lagnanze, che
(M-ano destinati^ a morir nella corte, il lusso e le pompe
esteriori di Borso, mi vado ognora convincendo che la sua
munificenza non corrispondesse veramente in tutto a li-
') R. Sabbadini, Hiotjr. di (l. Aiiìinpa. Noto. 1S91 t- (lioni. xt<ii\
cit., VI, pag. 169.
'-) Appeudice HI.
liNTRODUZIONE 1 1
nezza d' animo, ma piiì tosto fosse affetto Ai esagerato amore
del fasto e di una sconfinata ambizione.
Ma in ogni modo io non saprei decidermi del tutti i a to-
gliere a questo principe quel vanto di generosità e magna-
nimità che fin qui gli fu conservato.
K non saprei, non già perche io ascriva grande impor-
tanza alle lodi che ad es. un Tgr» Caleffìni suo famigliare,
gli prodiga nella sua cronaca in versi o alle lusinghe di
moltissimi letterati e poeti, ma perche il popolo ferrarese
gli fu grandemente affezionato e perchè esistono anche prove
innegabili di una sua munificenza disinteressata.
La maggior severità io manifesto invece intorno al grad(j
di coltura di Borso e al suo gusto di intenditore d' arte e di
lettere; pur riconoscendo volontieri che egli die' prova di
grande illuminatezza nel suo governo e riuscì veramente a
fare della sua corte un vero modello, come fu detto, di
civiltà e di gloria ' ).
Nel i)eriodo di Borso germogliò un vago fiore di cortesi
costumanze nella corte d'Este. Niccolò di Leonello e di Mar-
gherita Gonzaga fu l' oggetto delle più soavi cure e tene-
rezze del padre, che lo diede ad educare a Guarino. Anche
Michele Savonarola ^) fu suo precettore; e appunto nella
miniatura <li una iniziale di un'operetta del noto medico,
avo del grande Domenicano ^ i, possiamo ammirare il ritratto
del giovine principe, pel quale anche Borso ebbe viva in-
clinazione SI da fare in favor suo compere di libri e spese
di miniature.
l'n altro principe non va dimenticato che protesse le let-
tere e le arti, Alberto d'Este *). Ma su Alberto e XiccoNj >;i
') Per l'arte ai tempi di Bor.so, .si veda: A. \'KNTri!i. L'Arie u
Ferrara nel periodo di lìorxo, Torino, 1886, e Gli affreHclii del Palazzo
di Sehifanoia. in Aiti e Mem. della Deputaz. di St. l'atrio per ir p,or.
di Romagna, .s. Ili, voi. III. pagg. .381 sgg.
■-) 8k<;.vrizzi. Della rita e delle opere di M. Saronarola. medi,-,,
padovano, Padova, Gallina, 1900.
') Cod. e.st. lat. a. W. 6, 6. Intorno a Nic-colò .si veda A. C'ai--
i'Ki.i.i, Xiecolit di Leonello, in Atti e Meni, delle Depntaz. di Storia
Patria di Mod. e Parma, voi. V, pagg. 413 .sgg.
*) Da un registro della Camera Ducale eonservafo nel!' Ardii vio
est. di .Stato ricavo cLe il 6 settembre 1171 furono pagati per ^U-
12 LNTRODUZIONE
elev(') <l'iin tratto la fliìiira di Ercole I, spirito intelligente e
pronto all'azione, felice prosecutore delle tradizioni estensi
ed erede fortunato di tanta gloria d'arte e di studi M.
Anche ])er Ercole e pel suo amore pei libri ci limiteremo
a riferire in ajìpendice ]>oche notizie; (pielle che ])er essere
ancora inedite o rare non si rinvengono in altra opera che
tratti il nostro argomento. Ma qui vogiiam sid»ito rammen-
tare le grandi benemerenze che questo principe si acquist(')
in un nuovo e fecondo campo di studi. Al singolare amore
che muri sempre Ercole I per gli spettacoli scenici deve
herto vtmticinque tìoriiii « ]>ev carte de capreto et de uno lilno
« se fa sci'iixere in Firenze, de la vita de Plutarco ». Nello stosso
anno, il 7 ottobre, furon pagate « libre sette marchigiane per scrip-
« tura do uno libro franzese per lo medesimo signore ». E il 13
novembre furon date a ì>er Antonio Kainaldo « masaro de gabella
« grossa libre nove de m. ]ter eapreti .")2 de carta... per scriuere
« uno libro a lo 111.'"" m. Alberto da Esto ».■ Ad Alberto dedicò
Filip]>o Nuvolone un suo codice di versi esistente ora nel Britisli
]Nlusenm di Londra. Tifi innanzi cito altre prove del suo amore per
i libri.
') In questo rapidissimo cenno sopra il Duca Ercole tralascio
di proposito dì toccare delle sue doti di ]>rincipe e governatore e
delle molte occasioni, ch'egli ebbe, di mostrare le sue attitudini
e la sua perizia (piale reggitore di uno stato dell'estensione <li
(| nello estense.
Per la sua politica e per i suoi importantissimi fatti d'arme
rimando alle Antichità estensi, II, 228, sgg. Ricordo (jui che lìn
dalla sua giovinezza, egli mostrò spiccate tendenze alle giostre e
agli esercizi dell'arme presso la splendida corte Aragonese, ove
fu educato. « Ivi tradusse — dice M. Equicola nella sua Genealoijia,
« aut. in Archivio est^ di Stato — il fiore della pueritia et gio-
« uentn in gloriosi exercitij : a tutti amico et beniuolo, cum poclii
« hebbe strictissimo uinculo di famigliarità ». Dalla corte di Na-
])oli riportò forse Ercole accentuato il suo amore per le feste: e
notevolissime furono quelle da lui api)restate ai cittadini di Fer-
rara {.Ini. est., citate, pagg. 231-2). Su tutte, importantissima quella
che si fece per la venuta a Ferrara della sua sposa P21eonora
d'Aragona accompagnata da una comitiva di celebri gentiluonnni
e festeggiata grandemente durante il suo viaggio. — Della coltura
e della società letteraria di Ercole 1 tocco nel W capo della pre-
sente opera.
INTRODUZIONE ' 13
Ferrara il vanto di aver richiamato a vita fiorente l'obliato
ti^atro classico latino^). Le comedie di Plauto e Terenzio,
rievocate all' onore della scena fra il tripudio di feste splen-
dide e sontuose e tra gli sfolgorii delle vesti e degli abbi-
gliamenti più preziosi, non raj) presentarono però per Ercole
e per il suo circolo letterario i»ur un nuovo (sollazzo o un
semplice allettamento dei simsi. Pellegrino Prisciano colla
sua inedita operetta Spectacida - ) sta pur sempre a dimo-
strare a quali studi coscienziosi sull' antico teatro greco e
latino si dedicasse la società colta ferrarese della fine del
sec. XV.
Negli Spectucula l'autore presenta misure e schizzi di
teatri romani, ne propone disegni, ne tesse insomma breve-
mente la storia, dimostrando ad evidenza che la risurre-
zione in Ferrara della dramatica classica non fu effetto di
una vaga e luminosa idea di un jjrincipe, ma prodotto di
quello studio vivo e tenace dell'antichità che nella corte
d'Este aveva avuto in tutto il secolo tanti e appassionati
cultori.
Ma prescindendo anche da cotesto vanto esimio, baste-
rebbero a procurare un serto di gloria ad Ercole I le sue
molteplici relazioni coi letterati del tempo e il suo amore
per le arti ^ ). I cataloghi di libri estensi non possono natu-
ralmente dare un' idea adeguata di questi fecondi rapporti.
Pandolfo Collenuccio, Gerolamo Berardo, Paride Ceresara,
il Tebaldeo, il Pistoia, Jacoi)0 Caviceo, per non ricordarne
che alcuni, non figurano nei nostri inventari ; ma certamente
la lettura attenta di essi iuostrerà che le relazioni letterarie
del Duca furono importanti e svariate e giovarono grande-
mente allo sviluppo della estense biblioteca.
') Oltre lo pugili»' lisguiiiflaiiri Ferrara delle ormai classiche
Origini- del D'Aueoiia, .si cfr. Lrzi()-KENiEi!. in (rioni, stor. iXvUa
Ietterai, ita!.. XI, 177 sgg.
-) Cod. est. l.at. a. X. 1,6.
■■') A. Venturi, L'arte ferrarese nel periodo d'Ercole 1, in Atti e
Memorie delia 11. J)ep. di Storia patria 2)er le Homagne, S. III. voi. VI,
pag. 91 sgg. Dello stesso autore : Pittori della corte ducale a Ferrara
nella prima decade del xee. XFI, iu Jreh. Stor. dell'Arte, VII, 296 sgg.
Sullo Sperandio, il ]irineipale dei medaglisti d' Ercole, si efr. A.
Venturi, Archi rio Stor. dell'Arte, I, 3!^5.
14 INTRODUZIONE
Xolla sua corte fiorì M. M. Boiardo e s'aperse la bella
iiinvmezza di Ludovico Ariosto, il prodotto più cospiciKi della
coltura ferrarese del rinascimento.
E bene era uomo Ercole I ^ ) atto a imprimere a una città
un moto violento di progresso. Di provata valentia negli
esercizi del corpo, fu a buon diritto detto « Cavaliere senza
paura ». E in verità (^gli fu principi^ per eccellenza guerriero
r forte. Generoso coi suoi devoti, aspro cogli inimici, im-
palmò una donna di rara energia, Eleonora d' Aragona, che
seppe addimostrare una grande fermezza di propositi go-
vernando energicamente lo stato per alcun tempo in luogo
del marito. Morta l'il ottobre 1493, la piansero Benvenuto
da S. Giorgio, Battista Guarino, B. Mantovano, e l'Ariosto
con una sua giovanile «' bella elegia-).
') Converr.à per Ercole far (juello ebe jier niiiggior coiicisioiie
iKtii ;il)l)iaiii fatto per gli altri principi estensi del sec. XV: dare
cioè l>reveniente un quadro, se bene incompleto, della sua Corte,
eccezion fatta dei- letterati, che stndieremo piìi innanzi, e degli
artisti studiati già dal Venturi. Giovandomi di registri estendi posso
aftermare che intorno al 14*J4 la Corte d'Ercole era così costituita:
tra gli Estensi ricordo 1' iìlustre et inclito Alberto ti' Este, Sigi-
smondo d' Este, Maria Gurone e Rinaldo Maria ; menziono, tra i
l)rincipali uomini della Corte, Giovau Luca da Pontremoli ducale
« consiliario », Siviero Sivieri e Francesco Nasello segretarii du-
cali. Nel consiglio di giustizia erano: Giovanni dal Pozzo, Daniele
Viscarino, Pier Antonio Piparozzi, Paolo Antimàni. Erano cancel-
lieri del Duca: Aristotele Brutturi, Rinaldo Fanti. Andrea Liba-
iiori, Giovanni Correggi, Gabriele Canali, Lodovico Bonomelli. Te-
soriero della Camera ducale era Romano Lardi; esattore. Romano
Palmieri; fattor generale del Duca, Antonio Guarnieri, ecc., ecc.
Non mancavano maresclialclii, cantori (per es. Sacchetti, Bart. Spa-
gnolo, Pam^ionzelo, ecc.), capitani, scudieri, staffieri, falconieri,
cuochi, ecc. Nel 1481 le donzelle di Eleonora, erano: CoIona, Fior-
dispiua, Filippa Avogari, Angiola Ambrogi, Diana da Ortona, Bianca
di S. Giorgio, Agnese Constabili, Verde dell' A.ssassino, Lucrezia
e Isotta da Rimiui. Margherita di Napoli, Cataxiua, Isotta Baili.
Laura da Riiuiui, Bartobmiea, Cornelia, Antonia, Casina. Due more
schiave : Costanza e Beatrice, che aveva ])ure una figlia al servizio
della Duchessa.
-) Sopra Eleonora d'Aragona si cfr. L. Oli\ i, Delle uozse di
Ercole 1 iV Este con Eleoii. (V Jra<iona, in Memorie della li. Aceadeinia
di Scienze. Lettere ed Arti in Modena, S. II. \(j]. V. (1887) pagg. 15 sgg.
INTRODUZIONE V
Non mancò ad Ercole l'appoggio dei principi del tempo;
né egli trascurò di procacciarsi preziose relazioni: e ciò
ottenne col mezzo di matrimoni. Accordò a Francesco Gon-
zaga quella mirabile principessa che fu Isabella M; concesse
ad Annibah' Bentivoglio la figlia naturale Lucrezia; diede
in moglie Beatrice a Lodovico il Moro ^ ). Alfonso ^) sposò
Anna sorella di Gio. Galeazzo Sforzai. Per tal modo tra
1(^ C( irti degli Estensi, dei Gonzaga e degli Sforza si stabili-
rono stretti rapporti (^ incominciarono relazioni contiiuie,
che portarono il loro contributo non solo nella politica, ma
anche nell'arte e nelle lettere "' i.
La biblioteca d'Ercole viene perci(") a raccogliert' il frutto
(li tutto un lavorio prezioso compiuto dalla corte estense
*) Ai sigg. dr. Lu/.io *■ ])rof. Koiiier «lebboiisi diverse imiior-
taiiti.ssiiiie memorie doeuuientate, per le ((iiali coiiveiiientemeiitc
vieii eoloramlosi di tutta la sua luee il priitìlo della fanu)sa mar-
chesana di Mantova, ^'edile rieordate in Luzio-KKMEn, Mantnra e
Uihino. Torino-Koma. 1S98, pag. xii. Lizio-Keniki:. // hixso d'Ixa-
heìla d' Este, in Nuova Antolofiia, 1896. In corso di pubitlieazione :
Li'ZKj-Kenieh. La coltura e le reìazioni letterarie d' Ltahella d' K-ste
(ionzaija in (iiorn. >itor. della leti. ital. XXXIII, 1 sgg. e voli. sgg.
- ) J. Cahtwritgiit, Beatrice d'Ente I)uche>>>i ofMilan, London, 1899.
') 8opra Alfonso I si veda: A. Cappelli. Mta di Alfonxo I d' Ente
scritta da lìonarentura l'istofìo, in Atti e Mein. della Dejmtaz. di Si.
Patria di Mod. e Parma, III (1865) pagg. 481 sgg. Tocco di Lucrezia
Borgia nel ca]>. VI di questo mio lavoro.
*) .So})ra le cure e lo zelo, onde codesti priucipi furono nella
loro infanzia circondati dai genitori, si <fr. L. A. Ganpixi. Ixahellii,
Beatrice e Alfonso d' Ente iufauti, Modena. 1896. e ])er l'educazione.
<die Ercole faceva ini])artire ai suoi tigli si tengano presenti le in-
dicazioni di Luzio-Kenier in (rioni, stor. cit. XXXIII. pag. 2. n. '.\.
C^ualclie altra notizia si desume dalla nostra terza Appendice, alla
• luale rimandiamo anche (juesta vcdta il lettore per non rimiiinzare
di soverchio ([uesta nostra introduzione. Prezioso opuscoletto sojira
la educazione di Isabella è (|uel]o.del Luzio, / precettori d' Isabella
d' Este, (nozze Kenier-Campostrini). Ancona. 1887. Per le nozze sfar-
zose di Lucrezia e per l'opera del Francia in tale occasione, si cfr.
A. Vextci!!. // Francia, in liansenna Emil., 1, pag. 7.
^) A. Ventiiii, Relazioni artistiche tra le corti di Milano e Fer-
rara nel sec. XV, in Arch. stor. lombardo, XII (1885). pagg. 225 sgg.
Lrzio-KEXiKi!. Delle relazioni di Isabella d' Este (ionzaxja con Lodo-
ricti e Ilc((tricc Sfiiica in Arrliirio stor. lomhardii. XN'II, (1890).
16 IXTRODUZIOXr,
durante il sec. XV; e il catalogo del 1495, che noi pubbli-
chiamo più oltre, ci darà conto, se non di tutti, certo della
massima parte dei libri appartenuti al Duca Estense.
Fermiamo dunque lo sguardo, dopo questa rapida di-
scorsa, sopra la nostra ducale biblioteca fiorita in temjà
COSI fortunati e propizi alle più svariate manifestazioni del-
l' ingegno umano ^ ).
Le quali trovarono grande favore nella felice Ferrara,
che diffondeva intorno, per opera dei suoi Duchi, tanta luce
ili civiltà e di progresso.
^) Si veilaiio .sopra l'arazzeria, la lavorazione del porfido. <^li
infagliatori di stampe, la maiolica e la porcellana alla corte esfen.se
nel sec. XV, i segg. rispettivi lavori del Marchese G. Campoim.
.1/^/ e Meni, della Deput. di Storia Patria di Modena, voi. Vili della
serie II; IV della stessa serie; VII. P. II, 8. id., e Xotisie .storiche
e artistiche delta maioliva e della porcellana di Ferrara nei sec. XV
e XVI, Modena, Vincenzi, 1871, e infine: liaccolta di Catalofihi ed
inventari inediti di quadri, statue, disegni, bronzi, ecc. Modena, 1870.
La Libreria estense.
I. 1/ ufficio (lei libro iicllu Corte. — Lt- predilezioni dei Priuciiù.
— Il lusso delle iiiiuiature e delle legatui'e. — Le dediche e le
offerte di uu esemplare da parte dell'autore. — Le ricompense.
— II. Storici della biblioteca d'Este. — Prime testimonianze. —
Sede e sviluppo della biblioteca. — I primi ufficiali. — L'Ar-
chivio della Corte estense. — I Cataloghi. — III. La biblioteca
di Corte e i letterati. — I prestiti di libri. — L' introiluzioiir
della stampa in Ferrara. — La stampa e gli Estensi. — Sguardo
complessivo alla biblioteca d' Ercole I.
I. Nella Corte di Ferrara del sec. XV, il libro non pur
risponde a un fine desiderio e a un novissimo bisogno di
educazione, ma rappresenta anche uno dei mezzi più gra-
diti per allietare la vita.
• Come le giostre, i banchetti, gli spettacoli in genere; la
lettura tien dolcemente sospeso l'animo dei principi; sia
ch'essi riposino nelle delizie delle magnifiche villeggiature V),
') Possedevano gli Estensi diversi luoghi di delizie in Ferrara
e fuori della città. Tra questi ultimi, uno dei piìi visitati nel sec. XV
era Belriguardo, ohe aveva bellissimi giardini e godeva della vi-
cinanza dell' acqua del Po, che si prestava a vari usi ; come a formar
pescliiere o a far fontane artificiali tanto care ad Ercole I. La Corte
vi si recava entro i bucintori, navi « fabbricate con tanto artifìcio,
che altre ne più belle né più sontuose far si potrebbero », fornite
di sale, corridoi, camere e poggi; o anche, più di rado, i principi
si servivano dei coechi. Nel sec. XVI 1' amore per la \'illeggiatura
si accentuò nella corte estense e nuovi palazzi e nuove ville furono
fabbricate. Si cfr. A. Solerti, Ferrara e la corte entense nella xeconda
metà del secolo deciinoHexto, Città di Castello, 1)^91, pagg. vii-xvi.
18 fAPITOLO I.
liberi dalle cure dello Stato, lungi dai perigli delle guerre,
senza sospetto di trame o di congiure ; sia che si compiac-
ciano di variare, per breve ora, l'ordine delle loro occupa-
zioni, entro le sale ampie e sontuose del turrito castello, o
nei giardini in flore, accanto ad acque popolate di cigni.
Educati sin dall'infanzia allo studio dei classici, essi paiono
preferire in virtù di un'innata predilezione, e fors' anche un
poco per forza tlella aristocratica moda, i cavallereschi ro-
manzi di avventure. Ammirano i poeti e gli storici latini,
di cui hanno sentito esaltare la bellezza dai loro gravi e
pedanti precettori ; ma più amano le belle e favolose narra-
zioni di Francia o ci^rte opere del Boccaccio o le novelle di
Sabbadino degli Arienti.
È veramente in loro come un resto di indeflnite aspira-
zioni medievali : i romanzi della Tavola rotonda li dilettano
con la molteplicità dei casi, e con la ingenuità del racconto:
la casistica amorosa dell' età media non ha ancor perduto
per gli spiriti loro la sua vaghezza: e le dame, coli' occhio
incerto e sperduto, seguono — dopo la lettura — col pen-
siero infiammato gli erranti cavalieri splendidi nella forte
armatura, o si provano in sottili e teoriche disquisizioni.
Non tutti i principi estensi prediligono gli stessi libri.
Dalle loro preferenze si arguisce qualche volta un tratto del
loro carattere. E cosi Leonello ama i libri dei classici V) per
effetto della sua educazione tutta latina; e Borso ricerca e
premia i traslatamenti e le traduzioni, in causa della sua
poca familiarità col latino classico, o preferisce codici son-
tuosamente miniati 2) ed Ercole — spirito per eccellenza av-
venturiero — si diletta sopra tutto delle storie, delle narra-
') Niccolò fece alluminare per Leonello diversi codd. di scrit-
tori latini, (cfr. Heumaxn, Op. cit., pag. 131) e a Leonello mede-
simo appartenne un Quintiliano, che passò a Lodovico Carbone e
fu richiamato poi per il Duca Borso dal Conte Lorenzo Strozzi
(cfr. Apjieìid., Ili, n. 5).
-) L'eccellenza toccata a Ferrara dall'arte della miniatura i'
veramente sorprendente. Per la vivacità del ctdore, per la ricchezza
dei fregi, per la diligenza somma, per lo splendore degli ori alcune
miniature ferraresi sono veramente insigni. In talune può forse
qualche volta desiderarsi maggior comiiiutezza di disegno, ma non
mai maggior studio dei particolari o maggiore evidenza di rappre-
LA LIlìKF.lUA EsTEN.st: 10
zioni di gesta militari e di nobili fatti d' arme, e domanda
da Belriguardo la storia fiorentina volgare di Jacopo di
Poggio, per ingannare i lunghi ozi d' agosto ^ ), e ordina che
sian trasf)ortati nel sin» studio particolare le Vite di Sveto-
uio') e un Marco Polo^j, e scrive infine a Demetrio Guas-
selli, custode della biblioteca apostolica, per chiedergli il
permesso di far copiare alcuni istoriografl, dai quali egli
pensa « di poter trarre piacere assai w^).
Ed altrettanto accade per le donne. — Parisina si stacca
dalla lettura degli offici e dei salteri o abbandona l'arpa
prediletta, per lasciar vagare l' anima dietro gli amori di
Tristano e di Isotta; Eleonora d'Aragona si circonda quasi
esclusivamente di libri religiosi; e questi ama e preferisce;
e ha presso di sé poche opere volgari, pochissime profane ^ ).
Tutti i principi poi — uomini e dame — amano i libri
scritti su belle pergamene, finamente miniati e con ogni
splendore rilegati. Quel lusso, che la Corte estense dispiega
in ogni cosa; nei conviti sontuosissimi per le molte portate
e per gli zuccheri artisticamente lavorati ^ ), nei bagni ral-
legrati dal suono di musicali istrumenti, negli abbigliamenti,
nelle feste, nelle collezioni di animali, negli edifizì, non fa
difetto neppure nella loro privata biblioteca.
I codici sono quasi tutti di eletta membrana e in gran
parte miniati « all' antica o alla moderna » ; alcuni sono
riposti entro custodie di velluto ; i più sono rilegati in varie
sentazione. 8i cfr. A. Venturi. La miniatura fen-artse nel sec. XV
e il « iJecretum Gratiani » in Gallerie nazionali ital.. IV. pagg. 187
sgg. La luiniatiira alla Corte di Ferrara s' inizia con Niccolò III,
progredisce rapidamente nell' età di Leonello, si espande con una
rigogliosa vegetazione ai tempi di Borso ed Ercole I. Decade nel
sec. XVI. dinanzi al trionfo della stampa.
') Append., Ili, n. 25.
-) Appena., Ili, n. 24.
") Appena., Ili, n. 22.
*) Appena... III. n. 17.
'") Cfr., più oltre, il catalogo dei libri, eli' es.sa aveva alla sua
morte nel suo appartemento : Appena., II, n. I.
*) Sulla ricchezza delle imbadigioni estensi, cfr. L. A. Gaxdini,
Tavola e cucina alla Corte d' Este nel sec. XV, (per nozze) Mo-
dena. 1889.
20 r-APITOLO I.
foggie e maniere: o con assi ricoperte di raso cremisino o
alessandrino o paonazzo ; o con brasilio, cioè con una specie
di cuoio, che poteva essere o no « stampato » il che è
quanto dire — cred' io — adornato di fregi e avevano il fun-
dello o dorno di cuoio e gli azuli o borchiette di ottone o di
argento, e talvolta le serrature di corame e i nastri di seta.
Peccato che tanti preziosissimi guernimenti siano ormai
tutti — meno pochissime eccezioni — scomparsi, per lasciar
generalmente luogo a una più recente rilegatura di corame
rossastro-cupo ! V).
I libri della moglie d' Ercole I spiccano tra gli altri per
ricchezza di fregi esteriori ; e con quale compiacenza doveva
essa — la bella aragonese — sfogliarli e rileggerli nelle sue
splendide sale, cinta del suo monzile di velluto colla manica
sinistra folgoreggiante di perle e con grande finezza rica-
mata, o sotto la turca damaschina, o avvolta della sua ricca
camora! -j.
Essa ben conosceva ed apprezzava la splendidezza delle
guarniture e dei ricami, la cui arte, da non molto introdotta in
Italia, era presto in grande onore salita alla Corte Aragonese.
Per gli esemplari di dedica, il lusso della pergamena, dei
caratteri e della legatm-a era poi naturalmente necessario.
Venivano essi offerti con alquanto apparato ; 1' autore ingi-
nocchiavasi ai piedi del Duca che sedeva in un' ampia scranna
riccamente vestito ^ ), ovvero il Duca riceveva l' omaggio in
piedi, assistendo parte della corte a rispettosa distanza, e
inchinandosi profondamente l' offeritore ^). Seguivano poscia
i doni e le prove di liberalità del signore^); e intanto la
biblioteca dei principi si andava via via arricchendo.
' ) Couservii 1' antica .splendida legatura con a.ssi (•ui)erte di vel-
luto turcliiuo. con fregi d' argento dorato e con ornanicnti d" ar-
gento filato il messale estense segnato: a. W. 5, 2.
*) Nel corredo di Eleonora d'Aragona, la camora piìi co.stosa
figura valutata 2750 ducati.
*) Miniatura del Libro del Salvatore di C. Bontempi. Cod. ital.
est., u. 350, f. 2; Hermaxx, Ojj. cit., pag. 24.
^) Si cfr. la miniat. del cod. 306, Ci. I della comunale «li Fer-
rara dedicato ad Ercole I : Hki:manx. Ojj. cit., pag. 76.
■') Cfr. i MdiKhili. un.' J. 10. 11. 12 della nostra .IpiH-nd., III.
LA LIBRKHIA ESTENSE 21
II. Di grande interesse è lo studio della formazione della
I»rivata biblioteca d' Este.
Domenico Vandelli, in una sua memoria manoscritta ^ *,
sii orò con eccessiva brevità il nostro argomento e pose sol-
tanto in evidenza il favore sempre nutrito dagli Estensi pei
libri ; A. Lombardi nella sua storia, ancora inedita, della
biblioteca estense^), fondandosi sul Tirabosclii, diede pai-ti-
colari un po' più precisi, ma non presentò uno studio con-
dotto sopra nuove ricerche, né si propose di illustrare con
qualche minuzia le origini della libreria d' Este. Tale scopo
non ebbero neppure gli storici posteriori; quali lo Zaccaria^),
*) È un luagro fascicoletto di quindici o sedici carte, in cui si
parla con una grande concisione della bibl. estense da Alberto
d' Este tino al sec. XVIII. Il lavoretto non ha intento critico ed è
conservato tra i codd. Canipori : Y- Q- 2, 8.
"*) La storia del Lombardi ha però un riguardevole valore jur
ciò che riguarda i fondi recenti della estense.
") Orazione pel solenne aprimcnto della puìihl. ducal Libreria, Mo-
dena, 1764. Il Carteggio di ìrihlioteca nell'Archivio estense di Stato
conserva diverse belle lettere dello Zaccaria; alcune delle quali
sono di qualche importanza. Questa, per es., data da Modena il 21
Dicembre 1763 e indirizzata al Duca estense ci mostra lo Zaccaria
in relazione col Baretti. «... Certo Conte Giuseiìpe Baretti Torinese
« sotto il tinto nome di Aristarco Scannabue ha quest' ottobre preso a
« stampare in Venezia una gazzetta, ch'egli intitola /Vh-s-^w letteraria
« e nel secondo numero o foglio, che uscì il dì 16 ottobre, beft'an-
« dosi al suo solito delle antichità, toccò qualche cosa sulle Anti-
« chità d' Ercolano. Ora un maligno senza verun fondamento che
« quello o dei suoi sogni o di qualche ciarla d' altro suo pari ha
« fatto credere al Sign. March. Tauucei, che io l'autore fossi di
« quella frusta malaugurata e questi per mezzo del Sig. Card. Or-
« sini ha subito chiesta al mio P. Generale con forte risentimento
« soddisfazione ...,». E più olti'e: « .... il bello è clie io non ho
« mai avuta alcuna conoscenza col Baretti e solo in data de' 15 ot-
« tobre mi scrisse una lettera per usarmi la coutideuza eh' egli era
« 1' autore della frusta e per raccomandarsi a me, che gli volessi
« esser favorevole ....», ecc. Il cod. est. a. R. 3, 4 (1) contiene una
biogralia dello Zaccaria scritta dal Lombardi.
22 CAPITOLO I.
se pure può essere annoverato tra gli storici della estense,
il Galvani V), il Carbonieri-).
Vengono perciò questi nostri appunti a rischiarare il' un
po' di luce un argomento ancora avvolto nell' ombra.
È fuor d' ogni dubbio che sul finire del sec. XIV i Mar-
chesi d' Este dovevano possedere una abbastanza l'agguar-
devole raccolta di libri. E n'abbiamo la testiuKjnianza della
Chronica Nona, che nel 1393 parla di una bibliotheca incìnta a
clomus, che può già credersi in piccola parte costituita^).
Ma per parecchio tempo i libri dei Marchesi non furono
raccolti, a quanto pare, in un apposito locale ; e forse giace-
vano suddivisi in varie sale del Castello di Ferrara.
Ancor nel sec. XV parte della biblioteca ducale trovavasi-
nella « Torre », parte nei privati appartamenti dei principi
(■ parte infine nell' oratorio. E così rimase dispersa per molti
anni, senza alcuna sorveglianza di persona espressamente
incaricata, affidata alle cure di questo o di quel « came-
rario », entro questa o quella guardaroba.
Il primo ad incaricare due appositi ufficiali di un ordi-
namento per lo meno parziale della Libreria estense, par
sia stato il Duca Borso, il quale commise una cosi deli-
cata fatica a Francesco Putti e a Scipione Fortuna. Ciò
risulta da una lettera, che conservasi nell'-archivio estense
di Stato, colla quale i due sunnominati « officiales » —
com'essi si sottoscrivono — avvisano in data 23 ottobre 1461
Borso che per mettere in ordine tutte le bolle, i privilegi, le
carte di casa d' Este « quali si trovano essere in dieta thore
« et sotto nostra guardia in forma et modo che come li ce
« saranno chiesti et domandati o per la cancelleria, o per
« la factoria, sempre se hauranno a mano et incontinente
« scranno trovati », occorrono alcune cassette e un armadio
e pregano inoltre Borso di sollecitare ^ ).
') G. Galvani, La li. I). BihUotcca K>itnix( sotto il rcfiuo dì Fiaii-
ceaco IV, Modena, 1846.
'-) L. Carbonieri, Cenni storici della li. Jiil>lioteca- Estenxt- in
Modena, Modena, 1873.
') E. I. S., XVIII, 906.
*) Carteggio di hihliofeca, sec. XV.
LA librl:ria estense 23
Ma per verità questa prima notizia ne lascia un poco
sospesi — e ci fa dubitosi non forse si tratti di un ordina-
mento dell'Archivio dei princi])i d' Este più tosto che della
loro biblioteca.
L'assetto dell'archivio si imponeva infatti ed era di as-
soluta necessità, poiché bene spesso occorreva trovar con
prontezza bolle e privilegi o lettere e addurli nelle discus-
sioni delle liti, eh' eran purtroppo frequenti, o valersene per
tutelare i propri diritti. Non sarebbe perciò meraviglia se
r archivio avesse richiamato ]' attenzione del Duca prima
della libreria.
Ma noi possiamo affermare ch'essa venne presa in pari
ti'mpo in seria <> conveniente considerazione e che i due
ricordati ufficiali intendevano anche alla biblioteca estense.
Nella guardia anteriore della cronaca di Jacopo Delaito tro-
viamo infatti la firma di Francesco Putti, di Scipione For-
tuna e di un certo Niccolò Tossici ^ ). Questi era già al tempo
di Ercole I « camerlengo alla Torre » ; ne aveva in custodia
tutti i mobili e le masserizie, risi)ondeva in tutto di essa ed
era succeduto in tale ufficio a Giovanni di Valenza. Già
prima, nel 1471-6, era « camerlengo alla Torre » il m.° Marco
Galeotti.
Intorno alla metà del sec. XV la parte più cospicua della
ducale libreria era dunque raccolta nella Torre di Rigo-
bello ^ ) ed era sorvegliata dalla diligenza di tre custodi, che
non erano poi che ufficiali di Corte delegati al servizio della
Torre.
*) Cod. est. lat. 3f. H. 4, 1. Sul Tossico cfr. anche Frizzi, Me-
morie per la storia di Ferrara -, Ferrara, 1845, IV, 165. In un registro
di (juardaroha del 1478 leggo: « A. Nic. Tosego braza 3 '^ de raso
« negro che li dona lo S. per nno zipone ». Anche sulla prima
guardia del ood. a. W. 1. 12 contenente il Cesare emendato da
Guarino e dal Lamola, si leggono gli stessi tre nomi.
-■) I dubbi del Cittadella, // Castello di Ferrara, 1875, pag. 9.
M. 1; e pag. 63, n. 1 circa la Torre contenente la biblioteca di Borso
non hanno più ragione d'esistere dopo quanto ha scritto A. Cai*-
PELLI, in Giorn. storico, cit. XIV, pag. 2, n. 1. Questi ha rilevato un
docum. del 1551 (Notizie relative a Ferrara, pag. 443), nel quale si
parla di uremari di la libreria esisti'iiti india Torre di Rigobello.
24 CAPITOLO I.
Una lettera di Marco Galeotti indirizzata sin dal 26 set-
tembre '02 al Duca Borso non è per noi di lieve momento,
poiché ci mostra Ercole, nella sua giovinezza, tutto deside-
roso di veder presto compiuto un breviario.
« Lo 111.'"° Messer Ercule, — scrive il Galeotti — vostro
« fratello, me ha facto dimandare che io gli debia fare ve-
ce dere tutti li quinterni del Briviario de la Ex.=' V. che sono
« finiti et che io gli mandi a dire quanti ne sono ne le mano
« de lo aminiadore et quanti gli ne mancha a scriuere:
« et non so per che casone la sua S. me fa cotale di-
« manda... » ^). Il Galeotti era tenuto dalla Corte in maggie jr
considerazione degli altri ufficiali : questi ricorrevano anzi a
lui come a intercessore e patrocinatore presso il Duca - ) e
fors' anche gli dovevano render conto della manutenzione
dei libri. Due documenti ci mostrano il Fortuna in relazione
diretta o indiretta con Alberto d' Este : nell' uno egli prega il
principe di fargli aver subito « insino a seicento capritti che
« rezano tutti a la forma mediana per compire li libri prin-
« cipiati per la V. S : e questo non fall per Dio » e lo rende
consapevole delle lagnanze degli scrittori e miniatori per
non essere stati ancora pagati ^ ) ; nel? altro confessa di aver
dato << de commissione Domini a Don Jacomino da Lodi,
« capelano de lo 111."'° Alberto da Este, un libro chiamato lo
« Asperamonte, in carta de bambaxo di forma pizola scritto
« de lettere moderne, tristissimo, cum asse ed uno azulo, il
« quale libro prestò dito Don Jacomino per fare una copia
« a lo 111.™° D. S. N. » * ).
Dopo ciò, Scipiono Fortuna e Francesco Putti scompaiono
e nulla sappiamo più di loro. Ma intanto la libreria estense
s' era accresciuta dei codici giuridici di Giacomo Giglioli '' ),
^) Carteggio, citato.
* ) Scipione Fortuna con lettera del 1463 si raccomandava al Ga-
leotti per essere difeso presso Borso da accuse clic gii erano state
rivolte da un miniatore francese. Cart. cit.
') È una lettera ad Alberto del 3 maggio 1470. Cart. citato.
*) G. Campori, Architetti ed Ingegneri, ecc., ìn^Atti e Meni. cit..
8. Ili, Voi. I, P. I, pag. 34, n. 1.
■') A. Cappelli, Op. cit., pagg. 9-10. Nel breve inventario trovausi
registrate opere di grande interesse: per es., la Smmna codìcis di
Azzone ( \ 1239) una « lectura » di Baldo degli Ubaldi da Perugia,
LA LIBRERIA ESTENSE 25
dei molti manoscritti acquistati da Leonollo o Borse o di
quelli non pochi a loro dedicati ^ i.
la leetura super prima et xeeunda parte Digesti veteris di Bartolo, un
Difie-stum retìis, un Infortiatum, ecc. Vi figurano i nomi «li Bottigario.
(li Alberico ila Rosate, di Dino da Mugello, e d'altri. Sopra G. Giglioli
e le sue relazioni col Panormita, si veda la lettera di quest' ultimo
l)ul)blicata da G. Mercati, Cosma Ilaimondi, in Studi e dociim. di
Storia e Diritto, XV, pag. 22 e indirizzata all' Aurispa. Cfr. Giorv.
xfor. cit., XXVIII, 344.
' ) Sarebbe utilissimo uno spoglio di tutti i codd. esistenti oggidì
nella Bibl. estense, che recano dediche ai Principi d' Este. Ma
poiché i cataloghi sono avari di precise indicazioni a questo pro-
posito, io uon citerò qui che pochi mss., che m' è avvenuto di incon-
trare. Souo certamente incompletissimo; ma il lettore sa che la pre-
sente operetta nou ha intento strettamente bibliografico. Una oratio
ad ili list rem Xicolanm estensem di Axr. Loschi è contenuta nel cod.
est. lat. n. 27; Galeotto Marzio da Narni dedicò a Niccolò III
un suo poemetto latino sopra Stella degli Assassini, bellissima
donna di origine Senese, amata dal Marchese e madre di Ugo,
Leonello e Borso (cod. lat. n. 66). Nel cod. est. a. O. 7, 10, conte-
nente varie cronachette ferraresi, si legge : « Adì XI de Luio del
« dito anno [1419] morì Madona Stela, tiola de Zoaue del Asasino.
« cetadino de Ferrara, la quale donna era stata coperta dal March.
« Nicolò e fu sepolta al Lago di Fra' de San Francesco con grande
« honore ». Jacobo Delaito intitolò al Mai'chese di Ferrara i suoi
nolùl issimi Anìiaìi, ecc. ecc. Leonello ebbe bellissime dediche dal
Biondo, dal Candnatore, ecc. F. AuiosTi gli intitolò la sua interes-
santissima favola drammatica, V Iside, (cod. lat. 1096); il Basini
il suo De interitu, Meleagri, T. V. Strozzi il suo De situ ruris l'elo-
sellae (cod. lat., n. 66). Il cod. lat. 27 fu dedicato a Leonello da
chi lo scrisse, cioè da un certo Antonio Maria; a Leonello souo pur
dedicate l'opere contenute nei codd. lat. 145 (G. Bianchini); 174
(Guarino); 219 (Guarino); ecc. ecc.
Borso ebbe dediche da Domenico Biancheli-i (cod. lat. 343).
F. Biondo (cod. lat. 168), G. M. Filelfo (n. 222), Andrea Bar-
razza (n. 374), Nicolò Germanico (n. 463), F. Ariosti (n. 1096
e 104), Gaspare Trimbocchi (n. 82); Lodovico Arienti, lo stesso
che tenne una conclone in Ferrara contro il padre di Lodovico
Ario.sto (n. 120); Giovanni da Ferrara (n. 182), Michele Sa-
vonarola (n. 215), Antonio Cornazano (n. 872), Candii>o Bon-
TEMPi (n. 353), Bernardo Illicino (n. 397), Laudivio (n. 78),
Alberto Advocato (n. 684), ecc. ecc.
D'Ercole I e <li Eleonora parleremo più innanzi, nel capitolo VI.
26 CAPITOLO I.
Nel 1479 ci si fa innanzi il nome di uno « scrittore », An-
drea da la Vieze, il quale pare siasi occupato della libreria
estense per non pochi anni durante il governo del Duca Er-
cole I. « Vostra Excellentia — scriveva il da la Vieze —
« disse parlarla a Misser Bonifacio che me facesse pagare
(( ogni mese del mio officio : ad ciò se potesse attendere a
« li libri di V. S. et non ad altri » ^ ). Ma veramente il da le
Vieze più che all' ordinamento della libreria, attendeva e si
interessava degli amanuensi e dei miniatori. Di questi e di
quelli sempre discorre nel suo breve carteggio, che a noi
fu dato di esaminare; sia che solleciti il Duca per aver
denari-), sia che gli dia conto dell' avanzamento o dello
stato dei lavori^), sia infine che Io ringrazi dello stipendio
o di qualche benefìcio ricevuto*).
Una sua lettera al Duca del 1" marzo 1479 reca un pe-
riodo che ha per noi molto valore; poiché da esso appren-
diamo che in cotesto tempo, i copisti del Duca lavoravano in-
torno all' Orlando innamorato e alla traduzione dell' Asino
d'oro di Matteo Maria Boiardo. Sappiamo anche che quest'ul-
^) Carteggio, citato. La lettera è firmata: « Andrea a Vegetibus »;
ma 1' identitìeazioue di « a Vegetibus » cou « da le Vieze » mi par
provata, oltre che" dai registri camerali e.stensi, dal Cittadella,
Notizie relative alla storia di Ferrara, Ferrara, 1864, pag. 488. An-
drea da le Vieze fu tìglio di Giovanni, fratello di Gugliehno e
padre di quel Cesare, copista e miniatore, che alluminò libri devoti
per Isabella d' E.ste Gonzaga. Si cfr. Luzio-Rexieb, Giorn., cit.,
XXXIII, 29. Figlio di Cesare fu Gio: Battista da le Vieze, cartolaio.
-) « Vostra 111. ma S. quando se partì da Ferrara concesse a
« Marco Galeotto facesse con la Ill.nia S. de Madama eli' io avesse
« sei fiorini per li miniaduri del hreriario: et altri dinari ancbe
« bisognandone per quelli altri libri me lassò V. Ex. facesse scri-
« vere »... Carteggio, cit.
"') « Messer Marino fu hieri da mi et mi disse (juanto P hauea
« parlato com V. Ex." per il principio de quello miniatore mila-
« nese. Il perchè di novo inseme le reuedessimo et feci uno nono
« modo de estimarlo per farlo intendere ad ogni rude et grosso in-
« gegno »... Cari. cit. [19 maggio 1498].
*) « Francesco Nasello ha mandato per mi et ha commissione di
« quella mia facenda che ha scri^ito V. D. S. a Sua Ex." Si che intì-
« nite uolte rengratio quella ». Cari., [17 agosto 1482]. F. Nasello,
oratore estense in Firenze nel 1467, fu segretario ducale.
LA LIBRERIA ESTENSE
tima veniva copiata da Niccolò Mascarino, lo stesso am-
iiianuense <li una versione di Diodoro Siculo per gli estensi \).
Ecco il periodo in questione : « lo non ho exempio per quello
« di Orlando se non per X o XV dì : sicché D. S. me ne porà
« far mandare al conte ad ciò se possa seguitare a scrivere ;
H et anche ricordo a V. S. me faci mandare la coda de lo
i( Asino ri' oro : el quale ha commenzado el Mascharino » - ).
Ma sarebbe certamente errore credere che Scipione For-
tuna, il Galeotti, il Putti e il «la le Vieze considerassero real-
mente come un vero e proprio ufficio quello di sovrainten-
dere alla conservazione, all'ordinamento e all'ampliamento
della libreria di Corte. Questo incarico veniva ad essere piut-
tosto una conseguenza della professione ch'essi esercitavano
presso i Ducili, e come tale veniva considerato e apprezzato.
Prima d'essere archivisti o bibliotecari, essi erano aman-
niiensi, o camerlenghi e soltanto dall' esercizio della loro arte
o del loro ufficio presso la Corte potevano, io credo, aspet-
tarsi il loro giornaliero guadagno. Eran forse anche provetti
« scrittori «, versati nella conoscenza del latino e del greco
e degni di conseguenza di sorvegliare l' andamento della
novissima biblioteca ducale.
A vera e reale dignità il nuovo (jfficio fu elevato non
molto d(jpo, quando un letterato di grande rinomanza ai
suoi tempi e di meriti segnalati fu messo alla testa dell'Ar-
chivio e della Libreria di Corte: Pellegrino Prisciano, retore.
^) Si apprende dalla indicazione di un libro del catalogo, che
citeremo più oltre, del 1472: « Libi-o chiamado Diodoro Sicliulo in
« carta bona, littera e miniatura antiqua, cnm asso chnperte «le
« brasilio stampato euni 4 azuli, traducto per m.° Nicolo da Luniclio
« de griecho in latino. Scripto per mano de Nicolò Mascliarino ».
■-) Sopra V Asino iV Grò di Apuleio tradotto dal Boiardo, vedi
Bìhìiofiìo, IX. pag. 71. Nel lóVl la sua traduzione veniva inviata a
Mantova alla Marchesana Isabella. Cfr. Luzio-Ekniek, Giorn. stor.,
cit. XXXIII. pagg. 1.V16. Nel 1485 Lovise o Alvise Roseto scriveva
l'Orlando Innamorato. Tolgo infatti dal cod. est. a. H. 1, 13: «Uno
« libro de Orlando, che compone el Conte Mathio M. ' Boiardo per
« la Ex.* del S. Nostro e che scrive Lovise Roseto di quinterni XV.
« di carte vitelline con principio miniato d' oro a l' antiga, su
« 1' arma ducale e per entro con lettere l'osse e azurre ». Estratto
dal Ueijhtro c^icnxc (iti Mandati, V> Febb. 1483.
28 CAPITOLO I.
storico, poeta, professore allo studio di Ferrara, uomo dot-
tissimo nell'età sua e grande amatore di libri ').
Una assidua diligenza e una grande alacrità egli portò
nell' adempimento del suo ufficio ; fece copiare altri codici -) ;
die' un nuovo assetto all' archivio e sulle carte di esso inco-
minciò a scrivere la storia degli Estensi.
Nell'ultimo quinquennio del sec. XV, la biblioteca d'Er-
cole fece rapidi progressi. Gerolamo Giglioli nel 1495 fu in-
caricato di compilare un catalogo, che più oltre riferianid
nella sua integrità -M, delle opere possedute dal Duca, e lo
stesso Prisciano nel 1488 curò un indice assai minuto dei
documenti d'Archivio * ).
') Nel libro tlei Salariati del 1S94 «"■ notato: « Pelegriiio (k-
« Presciauo conservatore de la ragione de la Camara eon prone-
« sione de Lire dodexe march, el mese ».
-) Notevolissimo fjnesto biglietto di « Andrea a \'egetil»ns ». \'i
è un cenno a Paiidolfo da Pesaro, eli' è il celebre Paiidolt'o Col-
lenncclo :
II].'"" Princeps, eec.
Miser Peregrino da Prisciano me lia dicto et facto grande in-
staiitia per parte de Y. Ex." che faci scrivere in carta niezana de
papiro doe Croniche: et similmente Miser Pandolfo da Pesaro me
Ila dicto ch'el me darà un libretto che vole Y. 8. che subito el faci
scrivere. Son aparechiato fare el tuto: ])nre che intenda dove me
ho a ridure per fare pagare scriptori et le altre cose necessarie
per fare li dicti libri. Me ricomando sempre a V. 111.""' S. Ferrarie.
XI.J .Junij, 1499. Andrea a Vegetibus — Scriptor.
" ) l'are che in questa occasione i libri d' Ercole siano stati ra-
diuiati neìV oratoìio ; ma parecchi restarono nel suo studio; molti
altri nella Torre. È probaVtile che i libri siano stati presto collo-
cati di nuovo nella Torre, che era la sede dell'Archivio e della
libreria. O forse i libri dell' oratorio, di cui il Giglioli compilò il
catalogo, non vanno identificati con quelli posseduti da Borso e
giacenti nella Torre di Rigobello f Sono questioni, per risolvere le
<juali occorrerebbero nuovi documenti.
Pei rapporti di Isabella con G. Giglioli, si cfr. Luzio-Reniki!.
(iiorn. .stòr., cit., XXXIII, pagg. 22, 31, 3.5.
^) « Nota et ordo rerum omnium in ducali archivio coUocata-
« rum per me Peregrinum Priscianum conseruatorem iurium du-
« calis camere : et comunis Ferrarie ». È conservato nell' Archivio
estense di Stato.
LA IJP.RKRIA 1■;STI■,N.S1^ 29
Da questo momento può credersi incominci realmente la
storia, della biblioteca estense, di cui ci siam proposti di
narrare in queste pagine brevemente un po' di i)reistoria
sino ai tempi di Ercole I.
I cataloghi più antichi della libreria d' Este appartengono
al sec. XV, forse perchè in tal secolo solamente fu sentito
il bisogno di essi nel [)rogressivo sviluppo, che ormai la
biblioteca dei Signori di Ferrara andava pigliando. Il più
antico inventario appartiene al 1436 e fu pubblicato nella
parte riguardante i codici francesi dal Rajna e per intero
da A. Cappelli^). Esso viene a farci conoscere con alquanta
esattezza la libreria del Marchese Niccolò III; mentre un
secondo registro di codici ci dà conto di quella del Duca
Horso ').
Assai interessante è un terzo catalogo disposto per ma-
terie che esiste sempre nell'Archivio estense di Stato: è
fornito di rimandi e reca la data del 1474. Un quarto in-
ventario del 1480 fu pubblicato dal Cittadella^); im quinto
ho io pure veduto senza indicazione cronologica, un sesto
III dato in luce dal Venturi M; un settimo pubblichiamo noi
più innanzi. Quest' ultimo, compilato per ordine alfabetico,
è assai considerevole, se non per le sue indicazioni piuttosto
manchevoli e incompiute, i)er il grande numero di opero,
die registra; ed è importantissimo conseguentemente per
chi studi le sorti della ducale biblioteca estense.
La quale non fu adunque trascurata dai Marchesi e dai
Duchi d' Este. Guidati dal loro amore i)er i begli studi, essi
avevano eletto, durante il sec. XV, ufficiali incaricati del
governo della loi'o libreria, 1' avevano man mano accresciuta
e insieme alle loro Marchesane e Duchesse la tenevano
grandemente cara.
'■) Rajxa, Romania, II. 4'J sgg. A CappeIjU, Oja cit.. 1 ngg.
'■' ) Cfr. la nostra Appcnd.. I e Cittadklla, // ('a.strllo. cit.
•■') 02>. cit., App.
*) A. Vkntuiìi, L' (irte J'cnarcnc nel periodo di Kreole I, in .////
r nicm. cif.. VI, l)agg. 103 sgg.
30 CAPITOLO I.
III. La Corte degli Estensi col suo splendore e colla sua
munificenza si colloca nel sec. XV a contro di tutta la col-
tiu'à ferrarese. In essa i dotti e i letterati trovano benevo-
lenza e cortesia nei tratti, riconoscono nei principi autore-
voli e compiacenti giudici delle opere loro e giusti estimatori
del loro valore e ammirano quella signorilità per la quale
la Corte si provvede ognora d' opere nuove e preziose.
Ammirano e se ne avvantaggiano; poiché dei libri dei
Principi possono servirsi non di rado tutti i cortigiani.
Noi vediamo Gerolamo Giglioli prestare:^ un Quintiliano a
Lodovico Carbone e poscia a Benedetto Strozzi per farlo
ricopiare ^ ) ; vediamo il Duca Borso lasciare a Giacomo Della
Torre un suo messale-), e Francesco Accolti, Galeotto di
campo Fregoso, Alberto della Sala usare alcuni libri fran-
cesi della biblioteca dei Ducili^).
E tra i principi, vediamo Sigismondo farsi portare nel
suo studio un Lancillotto del Duca V), e Isabella d' Este
chiedere da Mantova l' Asino d' oro del Boiardo e nel ISKi,
col mezzo dell' Equicola, la cronaca di Riccobaldo " j, ecc.
I prestiti di libri assunsero tali proporzioni che Pellegrino
Prisciano si trovò costretto nel 1485 a pregare il Duca di
volervi porre un rimedio. Così facendo, i codici subivano
gravi danni e non di rado andavano perduti'').
E il Prisciano aveva certamente ragione; ma noi ammi-
riamo cotesta liberalità dei principi d' Este in un tempo in
cui il prezzo del libro era elevatissimo e scorgiamo in essa
una delle cause del rigoglio primaverile di studi che fiorì
nel Quattrocento a Ferrara.
' ) ^ppend., Ili, u. 5.
-') Appena., Ili, n. 7.
■') Si cfr. A. Venturi, L'Arte a Ferrara ìiel perìodo di lior^o
d' Este, ili Biv. xtor. itaì., II, 692.
•*) Append., Ili, ii. 27.
") A])pend., II, 2; ii. 430. Svolgo piti largaiacntc questa quesfiono
(lei prestiti nel capitolo 111.
") La lettera, cui alludo, fu pubblicata in parte dal N'entuiii,
Op. eli., pag. 112, in nota.
I.A LIBRERIA F.STEXSE 31
Amanti delle splendide miniature e dei più eletti tipi di
scrittura, non può dirsi che gli Estensi abbiano molto favo-
rita la stampa. Essa fu introdotta a F(^rrara nei primi anni
del ducato di Ercole P ), e andò man mano jjrendendo ])iede,
finché nel sec. successivo quel grande principe protettore
di dotti e artisti, che fu Alfonso II, grandemente la favorì,
ordinando al Pigna - ) di arricchire la ducale biblioteca di
tutte le opere a stampa sino a quel tempo venute alla
luce^).
Ad Ercole I spetta però un merito indiscutibile : quello di
avere coronato coli' elezione del Prisciano 1' opera attiva dei
suoi predecessori e di aver compresa l' importanza che an-
dava assumendo la libreria estense nella società colta di
Ferrara.
Ed ora, mentre Ercole si trattiene a Belriguardo e si
piace di pescare o di andare colla sua comitiva di genti-
luomini alla caccia o legge con amore le storie volgari
di Jacopo di Poggio, preghiamo il suo archivista e biblio-
tecario Pellegrino Prisciano di farci da guida durante una
rapida visita della Ducale biblioteca. Ma preghiamolo anche
di non cedere troi)po alla sua ambizione di persona erudi-
tissima e di non chiacchierare, com' è S!)lito, con frase gonfia
e ampollosa, e con abuso di locuzioni greche e latine * ).
Invano: lo storico estense ci dirà ciie anni addietro la
biblioteca era tutta dispersa e eh' egli molto si adoprò per
riordinarla e accrescerla di nuove opere "' ) e aggiungerà che
' ) G. Antoxelli, Ricerche hihìioyrafiche nulìe edizioni ferraresi
del aee. XV, Ferrara. 1830: pag. ix. Cfr. G. Cami'uiu, Gli intiujìiatori
di stampe e gii Estensi, in Atti e mem. della Dep. di St. Patria per
l'Emilia, N. S.. Voi. TU, P. II (1882), pag. 70.
-*) Intorno a G. B. Pigna si veda ora: V. Santi. La precedenza
fra gli Estensi e i Medici e V Historia de' Principi d' Este di G. B.
Pigna, in Atti della Deput. ferrarese di Storia Patria, Voi. IX (1897).
pagg. 37 sgg. Ho io pnre esaminato il carteggio del Pigna e n' ho
tratti alcuni interessanti appunti, che forse nn giorno darò in luce.
') TlKABOSCHI. VII, 228.
^) Ei"a questa una caratteristica del Prisciano, come appare dalle
sue relaziimi e dalle sue lettere conservate nelP Ardi, di .Stato in
Modena.
■') Si clr. la lettera pubblicata da A. \knxli:i. Up. cit., pagg. 111-2.
32 CAPITOLO I.
egli non trascurò di interessarsi grandemente pur di aver
copia di certe carte preziose nonantolane ^ ) e sparl(,'rà degli
abati, che si mostrarono in quell' occasione gelosi e taccagni.
E continuerà a discorrere della liberalità e cortesia dei suoi
principi, pei quali ha già incominciato a stendere un' ampia
storia di Casa d' Este ; del suo insegnamento, delle sue com-
pere di libri pel Duca Ercole ...-).
Siam giunti. Oltre a molte casse polverose di varia gran-
dezza contenenti istrumenti di paci e di armistizi, trattati,
privilegi, brevi, bolle, lettere ecc., ecco non meno di venti
armadi 3), assai piccoli tutti e di mediocre contenenza •• ) ed
ecco qua e là alla rinfusa varie cassettine ; tra l' altre « una
'( picola, de nogara, forata con quattro bolle, con li suzelli
« dorati, con altre ragioni de modenexe e de rezani, con
(( altre ragione de la Glia da Est, » ecc.
La stanza non è soltanto adibita ad uso di libri ; si pos-
sono ammirare un mai)pamondo, alcune arme vecchie o
spuntate, busti, arazzi, tappeti e altro ancora •"'). Anche non
mancano alcuni tavolini di avorio, qualche « calamaro de
'< osso lavorato ; qualche schacchiere intarsiato, de più co-
'< lori, cum li soi schachi ».
Ma Pellegrino Prisciano ci dirà subito che queste cose
sono sotto la s irveglianza del m."^ camerlengo e ch'egli
ha in consegna soltanto 1' archivio e la biblioteca. In quei
venti armadi sono riposti, oltre a itatastri estensi e a docu-
menti archivistici, i manoscritti di cui tanto si compiaque
Leonello e quelli rari che emendò Guarino coi suoi scolari
e si trovano in beli' ordine disposti i codici di Borso e d' Er-
cole e i libri che servirono a Isabella ancor bambina e a
*) Tolgo questa uotizia da uua lettera del Prisciano esistente
nel l'Archivio di Stato in Modena.
^) Cfr. il catalogo del 1471 edito dal Ventuui, Op. cit., pag. lOJt.
'') In un grosso catalogo di libri e carte d' archivio, gli armadi
recano il loro numero d' ordine. Sul finire del sec. XV. crani)
certamente i)iìi di venti.
*) Arguisco ci(j dal fatto, che un solo armadio contiene un nu-
mero esiguo di libri. Bene è vero eh' essi potevano anche essere
incompleti.
^) Desuiuf) ciò dallo stesso catalogo ricordato nella nota pre-
cedente.
LA UBRERTA F.STF.NSF. 33
Beatrice, le due soavi principesse clie Pellegrino ricorda
con tanta e dolce ammirazione e che ora rallegrano della
loro presenza e del loro sorriso le Corti dei Gonzaga e degli
Sforza.
La bella e varia coltura della Corti' ferrarese derivn in
parte da quei libri; i quali, radunati con rara intelligenza
e principesca liberalità, rappresentano uno dei fattori più
rilevanti di quella eccellenza letteraria, che conseguì Fer-
rara neir età della rinascenza.
Gli amanuensi d' Ercole I.
(ili iiuiaiuieusi a Ferrara e la stampa. — Lorenzo detto « fioren-
tino ». — Alvise Rossetti. — Jean di Francia. — Andrea da le
Vieze. — Giuliano Easi)adie. — Bernardo d'Alamagna. — Nic-
colò Passini. — D. Romano da S. Gregorio. — Battista dell'Or-
dine di S. Paolo. — Niccolò Mascarino. — I cartolai — Fran-
cesco Gigli. — Gregoro cartolaro. — Aliprando di Gregoro. —
Fornitori di pelli di capretto. — Mariotto Bardi. — I cartolai,
i mercanti, gli orefici. — La Bibbia di Borso e il Breviario
d' Ercole. — Anna Sforza e il suo messale. — Un inventario di
libri del 1494. — Sigismondo Sigisniondi.
Il primo anno del ducato d' Ercole I va celebrato, fra
l'altro, per l'introduzione della stampa in Ferrara M.
Ma la novissima arte non riuscì subito ad ottenere presso
la Corte quel favore e quella protezione, ch'essa doveva
aspettarsi. Sin dal 1470 a Clemente Donati, che erasi offerto
di recarsi con torchj e telaj da Roma a Ferrara per esercitar
quivi r arte della stampa e attivarvi tipografia, il Duca
estense opponeva alcune difficoltà dipendenti da esigenze
economiche e concludeva col promettere, « se vorrà venire,
« ogni onesto e possibile favore, tanto più che se l'arte è
« di molto profitto, ritroverà socj e mercanti da sovve-
« nirlo »').
' ) G. Antonelli, Ricerche ìnhlio<jrafiche sulle edizioni ferraresi
del aec. XV, Ferrara, 1830, pag. ix.
2) Cittadella, Notizie relative alla storia di Ferrara, cit.,
])iig. 473. Anche gli intagliatori delle stampe non trovarout) quasi
36 capìtolo II.
Iniziatasi a Ferrara nel 1471 con Andrea Bell'erte, la stampa
avanzò per verità man mano e si propagò durante il governo
del Duca Ercole per opera di nuovi tipografi e libraj. Ri-
cordo tra questi ultimi, intorno al 1492, Lorenzo da Va-
lenza, Andrea Grassi, Gio. Francesco Constabili, Giovanni
Canerio ^ i.
Ma neir istesso tempo tìorivaiKj in Ferrara, largamente
protetti dal Duca, i copisti e i miniatori, che presso la Corto
estense trovavano pur sempre lavoro e guadagno.
La miniatura dei tempi d' Ercole 1, pur non riuscendo a
tanta eccellenza a quanta giunse nell'età di Borso, vanta
tuttavia nomi cospicui e opere insigni. E qui accade di men-
zionare Martino da Modena-), Filippo d'Argenta e quel ri-
guardevolissimo ì>reviario d'Ercole, le cui membrane ridono
tuttora di miniature le più pazienti e squisite^).
Certamente Ferrara non occupa nell'arte dell'amanuense
quel grado elevato, che le conviene nella storia della minia-
tura; ma chi esamini certi magnifici codici ferraresi e mo-
denesi non potrà non mostrarsi ammirato dinanzi a un'ele-
ganza di esecuzione grafica tanto compiuta e a un così fine
magistero d' arte, quale seppero spiegare i copisti ferraresi
del sec. XV.
Vero è che non tutti gli amanuensi dei principi d' Este
furono di Ferrara; alcuni di essi accolsero l'invito degli
Estensi e fissarono presso la Corte la loro dimora; uno d'essi
si mosse da Firenze, la città allora più fiorente per provata
valentìa di copisti e di trascrittori; ma in Ferrara si radu-
narono e colà professarono la loro arte, che verso una irre-
nessuu favore presso i Duchi di Ferrara sul finire del sec. X^'.
Ercole fu il primo a volgere alcun po' di attenzione alle stamine
intagliate, e alla sua Corte ebbe Giulio Campagnola di eletto e
meritato nome. Si cfr. G. Caaipoki, (iìi iìttayiiatori e yll Estensi.
in Atti e mevi. delle iJeput. di St. Patria per V Emilia, N. S. VII.
P. II (1882), pag. 70. 8i veda anche A. Lizio, Arch. stor. dell'Arte.
I, pag. 484.
') Cfr. Cittadella, Notizie, cit., pagg. 472 sgg.
-) Luigi Frati, I corali della Basilica di 8. Petronio ni J!olo<ii>a.
Bologna, 1896, pag. 23.
•') Hkumaxx, Op. cit., pagg. 101 sgg.
GLI AMA.\Li:.N.SI D' ERCOLE L 37
parabile decadenza già s'avviava di fronte al progressivo
diffondersi della stampa.
Nel 1471 non pare che gli Estensi si siano in nessun modo
avvantaggiati della grande e novissima invenzione, poiché
i registri della Camera di queir anno non ricordano alcun
libro stampato fra quelli acquistati dai principi d' Este.
Scorrendoli, troviamo invece memoria di parecchi ama-
nuensi, « scrittori w e cartolai. E poiché crediamo non metta
(|ui conto di discorrere dei miniatori alla Corte d' Este do[)(j
i pregevoli lavori del Campori e di J. Hermann, giudichianiu
opportuno soffermarci soltanto brevemente sopra un tema
non anche sin qui trattato: i copisti degli estensi e in par-
ticolare di Ercole I V).
E subito ricordiamo Lorenzo detto « fiorentino », scrit-
tore, che nel 1471 scrisse per Alberto d'Este uno Strabene
in volgare - ) e Alessandro Panizzato che nello stesso annij
copiò un « libro vulgare in pruosa in carta bona chiamato
« Quadrif/a spirituale » ■' ).
Merita anche menzione un certo Alvise Rossetti figlio di
Bartolommeo, che scrisse 1' Orlando del Boiardo, parte di un
K Appiano che se ha a ligare insieme cum uno libro de
M Pochi cenni si trovano nel capitoletto del Cittadella: «Scrit-
tori e iiiiniatoi'i » in Notizie, cit.. pag. 6;^.
-') Lorenzo dicto il tiorentino .scriptore de hanere adj xxviij de
Lnio Lire sesanta nna, soldi cincpie per scriptnra de uno lil»"
chiamato StraM in Vulgare in carta de capiito de forma grande
che fo quinterni 49 a soldi 25 per quinterno che fo facto princi-
l)iare per Scipiou Fortuna e da poi la morte sua fo facto compire
per Carlo da 8an Zorzo per lo 111.' ni. Alberto da Est. {Libro di
Credit, et deh. 1471, e. 23).
* ) Alissandro Panizato Scriptore de hanere adj ult" de decembre
ducati otto . . . per la Scriptnra de uno lib.° Vulgare in pruosa
in earte bone chiamato quadriga Spirituale che lui Scrip.se de lit-
tera fermada moderna a la bona memoria del Duca Borso passato.
{Cred. e dehit, 1471, e. 25'). Il cod., di cui qui si parla, potrebbe
essere il ms. estense merabr. «. P. 6, 15, che reca nella prima
carta 1' arma degli Estensi e conserva la Quadri^ja fipirit. di Nicolò
da Osimo. Il cod. entrò in biblioteca certamente dopo il 1721: ma
ciò non deve far maraviglia perchè una Quadriga fu regalata da
Ercole a Guglielmo di ."<. l'aolo e potè ]ierciò andar di.sper.-sa.
38 CAPITOLO II.
Bello Mitridatico » per Ercole ^ e copiò il De reinedis
litri usque fortune del Petrarca per Alberto d'Este-).
Altri copisti potremo citare ricorrendo agli stessi pre-
ziosi registri, che per gli anni 1471-76 furono tenuti in modo
veramente esemplare dal maestro Camerlengo Marco Ga-
leotti, che abbiam già conosciuto. Un m. Janes de Francia
scrisse un libro francese pel Ducaci; e sotto la direzione
di un valentissimo copista: Andrea a Vegetibus ovvero « da
le Vieze », Niccolò Mascarino lavorò intorno a un « libro
chiamato Dione » e a un <i Cornelio Tacito », e Giuliano
Raspadie si adoprò intorno ad un « Appiano »^). Infine,
menzioneremo Bernardo d'Alamagna, che sempre nello stesso
anno 1471 copiò un libro de Cento Novelle per Alberto d'Este.
Questo libro de Cento Novelle non è poi alla fin fine
altro che il Decamerone, come si può apprendere dalla se-
^) Aluise de Bartolommeo Rossetto de hauere adi ij de No-
vembre Lire qnatordexe de denari jier Scriptura de quatordexe
quinterni de lo apiano che se a a ligare insieme eiini uno liU" de
Belìo mitridatico che più tempo fa fé scrivere lo 111.'"° D. S. ii. m.
Hercule per la Sua Ex. {JJehit. e cred. 1471, e. 18"^).
-) K de hauere Lire uinti de denari per tanta scriptura ... in
uno libro chiamato m. frane." Petrarclia dv lìemcdii.s utriuxqur for-
tune, il qualle de connssione de la bona memoria del Duca Borso
passato se li faceua scrinere per lo 111. m. Alberto da Est. (Dehit.
t eredit. 1471, e. 18').
^) M. Janes de Francia Scriptore de hauere adi xxij de Zug"
Lire trentasepte de denari per scriptura de uno libro [francese]
facto scriuere per uso de lo 111.'"" D. S. N. il qualle fo principiato
più et più mesi fano. (Creditori e deMtori, cit., e. 15).
^) Andrea da le Vieze scriptore de dare adi vii de septembre... ecc.
a Nicolò Mascarino scriptore per scriptura de quinterni 4 de
un libro chiamato Dione e eie quinterni 4 ^/,, de un lib" chiamato
Cornelio Tacito L. 10.12.6.
a Zulian Raspadie per scriptura <le quinterni 9 de J" lib"
chiamato apiano L. 7.4.
a m." frane." dal Zio cartolaio per limatura de uno Hliro
cbiamato polibio L. 1.10.
al dicto per quint. 6 de capreto a forma de registro in quarto
regadi per j" lib." de Bello mitridaticho L. 3.3.
al dicto per quinterni 2 di cap. a forma mezana per uno lib."
chiamato apiano L. 1.12. {Cred. e deb. 1471, ce. 135').
GLI AMANUENSI D" ERfOLE I. 39
guente partita di conti, tratta dal ìihro di crpdHori del 1471
e interessante anclie per altri dati.
« Carlo (la S. Zorzo, uno (Xe li oaniarlenghi de la Torre de la
corte del Nostro 111. S., de'hanere adj VI de Zug." L. venti quattro.
s. sedexe de deii. per tanti lui ha spesi de li soi proprij in li in-
frascripti «[uinterni de carte de capreto per fare compire de seri-
vere li apresso serii>ti li'irj se fano scrivere per lo TU. ni. Alberto
da Est.
(Quinterni 4 de forma grande per fare compire di scriuere uno
lil)." che se chiama le Cnito Xnrelìe de m. Zollane Bochazo a s. 22 il
quinterno.
Quinterni 12 de la soprad. torma per fare compire de scrivere
uno lih." che se chiama il Thexco a s. 22 il (juint.
Quinterni 9 de forma mezana per fare compire de scri\ere uno
liii." chiamato Pktk.xrcha de lìemedijs Htrhixquc fortune a s. 16 il
quiut. ».
Menziono subito, perchè è del caso, tre amanuensi che
troveremo tra poco: Niccolò Passini, D. Romano (ia S. Gre-
gorio e Battista dell'Ordine di S. Paolo.
Quest' ultimo fu veramente uomo di lettere e per Ercole I
diede opera non solamente a scrivere, ma anche a tra-
durre « uno Josepho », la notissima opera di Giuseppe
Flavio 1 ).
Diversi altri copisti, che non trovo in relazione cogli
estensi, vissero sul cadere del sec. XV in Ferrara e il Cit-
tadella ne ricorda alcuni-), quali Simone d' Alemagna, Don
Beltrame da Imola e Matteo d'Alessandria certosino.
Abbiamo già citato Niccolò Mascarino. Questi fu un in-
signe copista e restano pregiati documenti dell'opera sua:
' ) Pili innanzi produciamo il documento.
■*) Gli amanuensi, di cui abbiamo discorso, rimasero tutti ignoti
al Cittadella. Dò qui in nota altre notiziole: un « Paolo de Alamania
scriptore » si recò a Ferrara con tutta la sua famiglia intorno al
1472. Nel 1485 trovasi a Ferrara un Andrea francese mercante di
libri. !>imone Coadi ferrarese nel 1467 scriveva per Borso un Me-
schino. Nel 14.50 un certo Guglielmo de Roma lavorava intorno a
un Alex, de Hahs e nel 14r)2 un Giovanni di Magonza intorno u uno
Svetonio.
40 CAPITOLO IL
scrisse per Ercole I nn Diorloro Siculo e la versione del-
VAsirio d'oro del Boiardo, nel 1478 copiò un codice delio iuta
beata per l'agostiniano P. Cristoforo da Bologna e nel 1488
la Storia naturale di Plinio in pergamena per conto di Gio-
vanni Pico della Mirandola. Fu anche uno dei copisti della
famosa Bibbia di Belem ^ ).
Ma quegli, cui veramente spetta il primo posto nella
storia dell'arte dell'amanuense a Ferrara è veramente An-
drea a Vegetibus o Andrea da le Vieze. Lo abbiamo già co-
nosciuto come persona interessata al buon andamento della
privata biblioteca estense; ora lo ricordiamo come ama-
nuense e miniatore.
Il Campori avendolo trovato nei Registri camerali deno-
minato quasi sempre scrittore e alcuna rara volta minia-
tore, credette di poter argomentare da siffatta duplicità di
professione la sua mediocrità nell'arte ^), ma in verità io
non posso accordare consenso all' opinione del d(jtto e in-
signe studioso.
Andrea da le Vieze non solo è veramente, quale si firma,
« scriptor », il che significa eh' egli appartenne al grado più
alto degli amanuensi; ma spesso figura quale direttore e
sorvegliante dei copisti al servizio degli Estensi. Nel Libro
delle Partite del l')(ì2 ov' egli viene pagato per l' opera
sua di trascrittore, noi lo vediamo occupato in un'opera
difificile e di gran conto, nel (< breviario grande » di Er-
cole P).
Dopo gli amanuensi, toccheremo in breve dei cartolai.
') Si veda sul Mascariiio l' articoletto del Bkaulky, A JJictio-
nary of Miniaturiat, Illumhiators, CaììUirapherx, and eopi/i-stn, London.
1888, II, pag. 269. Dell'arte di cotesto amanuense possiam farci
un'idea esaminando il cod. est. di Virgilio a. P. 8, 2 dovuto alla
sua mano. Il Venturi crede morto il Mascarino già nel 1419 (Gaì-
lerie naz. ìtaL, IV, 191); ma ho ragioni per pensare che questa sia
la data della morte di Isabella, sua moglie.
-) G. Campori. / miniatori degli Estensi, in Atti e Meni, delie
ì>eputaz. di St. Patria di Modena e Parma, Yl (1872), pag. 208.
') Opportunamente nel Lihro de le lìartite nell'Archivio di stato
sono stati contrassegnati i luoghi, ove figura il nome di Andrea
da le Vieze. Del resto, cotesti luoghi si jìcssono vedere ora raccolti
in Hermann, ()p. cit., pag. 135.
GLI AMANUliXSI 1)' liRCOI.i; 1. 41
Il primo, che meriti ricordo, è Francesco Gigli che nel
1171 Taceva lavorare tre copisti; due a noi conosciuti, Al-
vise Rossetti e Janes francese, e uno che ancora ci è men
noto, Niccolò Passini, che lavonì intorno ad un k Theseo »
per r Illustrissimo Alberto d' Este * ).
Frequentemente s'incontra pure il nome di Gregorio car-
tohiro, che ricoprì riccamente un breviario donato a Borso,
legò un Sidracli, coperse un libro in membrana in francese
di leggende o vite di Santi, rilegò un libro « che tracta de
Istorie Romane », ecc.-).
') M." Frane." dai Zigli Cartolari) dt- liaiirr»" adj xxj de Fe-
liraro Lire tre de den. per tri quinterni de earte de ea]>ret(i rassadi
et aeunci de cojnissione de Carlo da San Zorzo e ni. Nieeolò de
Passino per serivere uno lil)r() chiainato Tìicsen de fnriiiu yrandt-
de lo IH.'"" ni. Albei'to da Est.
E poi gli pagano altri (luinterni per i segg. libri :
(piint. 4 de forma mezzana dati ad Aluixe Rossetto per uno
]il(i(> tliiaiiiato retrarcha de remiliJK utriusque fortune ehe lui serive
per lo 111. m. Alberto da Est.
quiut. 4 de forma grande dati a ni. Nie" de Passino ]ier uno
lib" chiamato Teseo che lui serive i)er lo prefaeto AUterto.
(juint. 6 de forma mezzana dati a Janes francese per uno librti
francese che lui scrive iier lo Ill.mo D. 8. X. a s(ddi 16 i>er ((uiii-
t.-rno. (Cred. e Dehit. 1471. e. 49).
- ) N«m so se il cod. di leggende di santi possa identiticarsi col
ms. est. oc. T. 4, 14 descritto ora dal Mkyer. lìuttetin de la Soe. dts
une. textes fran^., XXXIII (1902) pagg. 6H sgg. Riporto per intero
il docuni. : « Gregoro cartolar*) de hauere adi ii de Novembre L.
tredexe s. tri de denari per ligadura de li appresso Scripti libri
et per R" de ogni altra cosa che lui hauesse facto i)er Io olì'." et
per la Tore :
per recopridura de uno hrevlario che fo choperto de vclludo
crimisino cum aznli et Broche de aregento piìi misi fano che donò
a lo 111."'" D. S. B. passato m. Zito vescovo da Rj L. 1 s. 8.
per ligadura de uno libro chiamato Sidrach de forma mezana
in carta de capreto chupei'to de montanina rossa cum asse avan-
zante cum 10 broche piate et quattro aznli lissati. E per recopridura
<le duo libri uno franzese in carta bona de lezende de Saneti, l'altro
in carta di bambaso vulgare cum 4 aznli et forno facti ligarc
it ihoprire per la andata del prefaeto D. Borso a Roma L. 4. s. 10.
l)cr religadura de uno lib" del conipto de la Tore de la corte
dr lo IH."'" N. S. facto nligarc iiisiuo da Marzo p. x. passato ^lei'
42 CAPITOLO II.
Anche Bernardo Caniero ^) e Niccolò Coltellini non vanno
dimenticati. Quest' ultimo vendette nel 1487 a Ippolito 1 un
Plauto e altri libri e fornì ad Ercole le pergamene per far
scrivere un Tulio de senectute et de amicitia.
Il celebre Vespasiano da Bisticci ebbe pure relazione
coi Principi d' Este. Con lettera del 25 novembre 1469 << il
Duca Borso ordina al suo Fattore generale Bonvicino delle
Carte di far pagare a Vespasiano di Filippo Bidello in Fi-
renze quaranta ducati d' oro per contraccambio » de uncj
Joseppo de bello Judaieo et Quinto Curtio de f/estis Ale-
xandri, che lo stesso Vespasiano gli aveva mandati jiiù
mesi innanzi a presentare ^ ).
Credo che Alberto d' Este si sia anche giovato di Vespa-
siano. Certo egli nel marzo del 1470 mandò all' oratore
estense in Firenze 18 ducati d' oro per comperare « unam
decani Titi Liuii Historiograjihi in patrium sermoneni e la-
tino traductam ».
Uno dei fornitori delle pelli di capretto fu un certo Ma-
riotto Bardi da Fiorenza •'), il quale procurò, fra T altro, a
Carlo di San Giorgio, camerlengo alla Torre e autore della
Congiura dei Pio contro Borso, le pergamene occorrenti a
Carlo de .San Zorzo uno de li caniarlenglii de dieta Tore il <|ualie
lib" e de carte de band)aso e tracta de Istorie romane a forma dt-
foio picolo et fo ineolade a carta per carta cimi asse avanzante cimi
trj azuli a la fiorentina lissado cnni fondello de brasilio L. 2 s. .">.
Vi'cf/. di J/. Galeotti.
' ) Lo trovo ricordato in un recjintro del 1479, e. 2;"> come vendi-
tore di un libro da canto « da vespero i^er la Capella de il i)ref.
« N. iS. compo.sto per Giovan Martin componitore ».
'-') Il docuiii. conosciuto <lal Tirabosclii si legge nel cod. est.
a. H. 1, 13.
*) Marioto de Giovanni Bardi da Fiorenza de liauere adj xx vii. i
de Marzo Lire trenta duo de den. per quinterni 40 de carte de ca-
jireto habuti da lui a soldi 16 per quinterno per fare scrivere lil)ri
per lo 111.'"" D. S. N. per lo IH.™" m. Alberto et altri persone.
{Dehit. e credit.), 1471, e. 108'.
Gregoro Cartolaro de hauere adi xxx de Mazo s. uno per uno
Donato dato a Marco Ant." dicto Turchetto rogatio de lo 111.'"" 1).
S. N. ohe è sotto il Guberuo de frane, de li ariosti sesehalco de
epso N. S. de comissioue de epso N. S. come disse Carlo da iS. Zorzo.
(id. id. e. 110';.
GLI AMANLENSI D' ERCOLIi I. 43
far scrivere a Lorenzo il fiorentino una parte di un « Dione » ^)
e di un « Cornelio Tacito », a Don Romano da San Gregoro
i Commentari di Cesare e a Battista dell' Ordine di S. Paolo
in Ferrara un libro « chiamato Josepho, che lui traduse » - ).
I cartolaj non scrivevano naturalmente essi medesimi i
libri; ma si procuravano le membrane, le squadravano, le
rasavano, le rigavano, le legavano, ne tacevano quinterni ^ )
') Sarà forse quel Dione iu volgare che fu richiesto ad Ercole I
<la Ludovico il Moro. (Gioni. stor., cit., XXXIII. pag. 24) Ercole
rispose: « uni quasi ogni die il legemo et pigliamo piacere assai
« de tale lectione ».
'^) Le Antichità Giudaiche di G. Flavio tradotte da Fra' Battista da
Ferrara cariuelitauo si couservauo ora nel cod. est. di dedica '/. <).
3, 4. Ecco il documento: « Uno compio de Capreto de hauere adj
XXX de Lilio C[uinterni diexe [comprati da Mariotto Bardi di Fi-
i-euze] dati a Carlo da San Zorzo et a Lorenzo dicto tiorentiuo per
fare rigare per scrivere uno lib.° chiamato Dione et uno chiamato
Cornelio Tacito come disse dicto Carlo.
E a di VII de septembre quinterni trenta dati de Comissione
del sopradicto Carlo a m." frane." dai Zij cartolaro per rigare et
darli a Don Romano da San Gregoro per scrivere uno lib.° chia-
mato li Commentarij de Cesaro per il 8.
E adj xxiij dicto quinteria trenta dati de coimssione de 1«»
111.'"" D. S. N. m. Herchule a m" Batista de l'ordine de frati ilf
S. Polo de Ferrara per scrivere uno lib." a la sua Ex. chiamato
Josepho che lui traduse.
E adj XXVII.J de Sept. quinterni cinque dati ad Andrea da le
Vieze Scriptore i)er farne fare 10 per compire de scrivere uno lib" de
hello mitritado (sic) de lo 111.'"" D. S. N. ». (Debit. e cred. U71. e. 112').
" ) Uno Conto de chapriti de" auere adi 14 febbraio 1471.
chapriti xiij dati a m" Greguoro chartolaio per squadrare
rasare et fare 6 quinterni per uno libro franzexe se fa schrivere
jier la Ex. del N. 8.
E adj xvij de Septembre capriti sei posti per Gregoro carto-
laro a fare uno librizoletto per refare et scriuere li contrasig. de
la Torre del N.ro 111. S.
E adj dicto capriti trentacinque dati insino adj xxviij de Ze-
naro px. passato a Gregoro cartolaro per squadrarli rassarli et le-
garli e farne quinterni et quattro per fare continuare de scrivere
uno lib" chiamato Cento nouelle et trj per fare continuare de scri-
uere uno lib." chiamato li Commentari de Cesaro che se fauo scri-
uere per lo 111.'"" m. Alberto da Est. (Credit, e dehit. de lo ojfitio di
M. Guleutto, 1471, e. 22').
44 CAPITOLO II.
e poscia le rimettevano agli scrittori e ai miniatori. Questi
le riconsegnavano alla lor volta al cartolaio, il quale infine
le ricopriva di una forte ed elegante legatura. Generalmente
essa era di stoffa adagiata sopra assicelle e in tal caso i
magazzeni dei mercanti ferraresi e forestieri venivano messi
a profitto.
Nella fine del sec. X\' i mercanti di stoffe preziose ab-
bondarono a Ferrara. Nei Libri di spesa e nei documenti
estensi si può trovare facilmente menzione di mercanti fer-
raresi e stranieri e si può insieme ammirare la ricchezza
e il fasto dei Principi, che a forti e gravi spese si sotto-
mettevano pur di eccellere sempre nella pompa delle vesti
e nel lusso degli adornamenti.
Larghe ordinazioni e superbe provviste facevano gli
Estensi, nei tempi che ci interessano, presso mercanti di
Ferrara e d'altri paesi: quali Simone Ruffino, Giovanni e
Gerolamo Pirondoli, Alvise Torello, (Giovanni Brizabaruz(j
« todesco », Giuliano Gondi fiorentino, ecc., ecc.
E le compere non si limitavano soltanto ai principi della
Casa; ma bene spesso il Duca o la Duchessa facevano re-
gali di stoffe e d'altri oggetti cosi ai personaggi più ehnati
della Corte, come alle donzelle, agli officiali, ai famigli.
Non di rado, dopo la legatura, il codice passava all'ore-
fice, che vi apponeva per maggiore eleganza le « broche »
o borchie d'ottone o d'argento e gli azuli d'argento dorato.
N(d 1476 trovo infatti ricordato nel Libro dell'ufficio di
m. Galeotti « Amadio da Milan oreuese », che « pose uno
azulo di argento ad uno breviario di Ercole I » M.
' ) È il noto Amadio incisore di medaglie. Cfr. Fiuedl.^endei:.
Die italienischen Srhaumunzen dex fiinf~ehvten Jahrhundcrt-s, Berlin,
1882, pag. 51. Nel refiiMro di ijuardarolm del 1484 trovò addì 12
Aprile: « A piedro et amadio lioreiiese li Jnfrascripti arzenti per
« fare .affinare per fare piìi eosse per una cantara da piia per nian-
« dare a donare a madama ana sposa de lo 111. don Alfonso ». Si
<!fr. L. A. Gant>ini, Di una pupattola del secolo XV. Modena. 1886
(per nozze).
Pietro era tiglio di Amadio <• nel 1484 indorò « de suo liuro dui
« azulli de harzento per uno lioficiollo de M* Ixabella fìolla de lo
« 111."" N. S. » e indorò i>ure « uno azullo de arzento per uno liol-
« tìciollo de M" Lueliriceia tiolla del prefato N. S. — lìeg. di Marco
GLI AMANl i;\.s[ 1) i;H( OLK I.
C^ualclie volta gli stessi cartolari s' incaricavano di pagar
\)ev la Corte gli amanuensi, i miniatori, gli orefici; più
spesso questo officio era riserbato ad uno dei camerlenghi,
a Carlo di S. Giorgio, d al Galeotti, ovvero anche ad alcuno
dei copisti di Corte migliori, come ad es. ad Andrea da
le Vieze.
Il pregio della legatura del libro annientava (lualche
rara volta in causa di preziosi gioielli che si incastonavaniì
nella copertura. Ho trovato in un libro di record ì de yuar-
darolxi del 150:ì ( c. 58 ) che Ercole Strozzi, il notissimo
poeta latino figlio di Tito, ebbe tra le mani uno « smiraldo
(c grande tauola ligato in Uno librizolo smaltato cum 3 per-
« lete per signaculo » ^ ). Questo smeraldo fu dato allo Strozzi
da Federico Gondi insieme a due altri gioielli e a due baiassi.
Il 13 ottobre 1503 lo stesso Ercole teneva due ricchissimi
gioielli « i quali se li prestò per sovignire il Chonum di
« Ferrara e a trovare dinari: i quali zuielli sono de la 111.'
« M.^ Luchrezia ».
G(dcotto. Alcuni di (|uesti aziili erano preziosissimi. In nii inven-
tario del 1494 trovò ricordato a e. 66: « uno azullo da libra de
« arzente de filo lauorato a la paresina futo dorato: pesa rotaui
« sei e luezo ». — Altro figlio di Amadio da Milano fu Battista
« oreuese ». In certi recordi de yuardaroha del 1495 è detto: «111."
« M." Anna de'hauere adj 9 de zenaro per li apresso arzieuti ha-
« imdi da trancia da ÌHUjnuchaualo e dati a hati>fta de Amadio hore-
« uexe per refarli » ecc.
Nel 1499 si trovavano in mano di un altro orefice Michele Spa-
(jnnJo « dui librizoli suuiltadi straforadi che lia fatto fare la Ex.*
del N. S. per donarli ». Si ofr. anche una nota di A. Ventuiìi, Gh-
ijliemo dei Magro, miniatore, minia j)cr Cecilia Gonzaga un officiolo :
.Imadio da Milano, orefice, ne orna la lefiatnra, in Ardi. .stor. dell'Arte,
II, pag. 186.
') I « signaculi » o segnalibri erano talvolta preziosi. Nel lieg.
di finardaroha 1471-79, e. 10', ne trovo descritti due : « Signachulo
« uno grande da Messale laorato de oro et de seda dato a Don Lu-
« tiano et a Don MariiU) Capelani de lo Ill.mo D. S. N. de comis-
« sione de la 8. E. per mettere al messaleto de epso N. S. che li
« dicti Capelani adoperano ». E ancora: « Signachulo uno grande
« da Messale cum la testa lavorata cum perle e certi robini con-
« trafacti et ornamenti de aregento sottili dorati cum le cordeline
« de seda crimisina scliiesa cum li caiii lasorati a tìocheti ».
16 CAPITOLO II.
E qui dobbiamo fare una breve parentesi per notare con
un senso di tristezza che nella corte d' Ercole I non è pur-
troppo molto rar(j il caso di prestiti e di pegni di gioie e
di oggetti preziosi per ricavar danaro. Si impegnava a
Ferrara e fuori di Ferrara: e tutto ciò per sodisfare in
qualche modo la prepotente smania pel lusso e per le feste
dei Principi d'Este.
Cosi r arte del trascrittore come il mestiere del cartolaio
spesso passavano dal padre al figlio. E per vero quel Nicolò
dei Nigrisoli cartolaro che nel 1453 legò per Borso una
Spagna e un « Tihulo de grandeza de foljio » e nel 1454
uno Svetonio, era succeduto a .un certo Nigrisolo dei Nigri-
soli; e cosi al sullodato « Gregoro cartolaro » tenne dietro
il figlio Aliprando.
« Aliprando de (iregoro » ci si presenta la prima volta
nel 1476 in credito di lire 6 per copertura di un Theseo
« che lui rechuperse de montanina rosa et poseglie azuli,
« broche » e per legatura di un Plinio, in formato grande,
a stampa.
Quella munificenza che Bors(j dimostrò, non badando a
spese, verso gli artisti e gli artefici di quella sua celebrata
bibbia, mirabile per la rara morbidezza e qualità delle mem-
brane, per l'eccellenza della scrittura, per la finezza e l'ab-
bondanza delle miniature e infine per la bellezza dei fregi
esteriori, del panno d' oro, della cornice e dei fermagli di ar-
gento dorato, si può ancora sorprendere e ammirare in Er-
cole I che gareggiò col suo predecessore in splendidezza e
sontuosità ordinando un breviario di eleganza e di pregio
non minori.
Ma ormai l'esercizio della miniatura andavasi limitando
sul cadere 'del secolo ai messali, ai breviari, agli offici, agli
antifonari, ai corali, ai libri insomma del culto e j)erdeva
della sua eccellenza e comi)iutezza ; ma pure il breviario
d'Ercole, il messale di Ippolito e quello di Anna Sforza
vanno ancora ascritti tra le più ricche opere che vanti
r arte della miniatura.
Il messale di Anna, prima moglie di Alfonso I, si distin-
gue per avere uno splendido fregio rappresentante insieme
le arme degli Sforza e quelle degli Estensi (cod. est. lat.
n. 438). Ora, io trovo in un inventario di {iiiardaroUn del 1 107
GLI .VMANUliNSI I)' i;i;coLi-: 1. IT
menzione di alcuni libri, tra i quali « un messale cum arme
« e deuise de milan e de la cliaxa da Est ».
Ammessa cotesta identilicazione, anche i libri che seguono
possono ritenersi tutti di Anna Sforza:
1. Libro uno de chugnìtione de pechati, in bona charta
chuperto de raso lionatto.
2. Libro uno la passion de Ch visto.
3. Libro uno le pi.stollc e uaiuiellj, in charta banba-
sina, chuperto de brasilio.
4. Libro uno il Transito di S. Giraolimo, a stampa.
5. Libro uno la vitta de C/i risto e di nostra Dona.
6. Libro uno Sii aio, chuperto de churame stampato.
Seguono poscia alcuni » oHziolli » e diversi messali. Si
tratta insonmia di libri esclusivamente religiosi, e per questo
riguardo può dirsi che il carattere della piccola collezione
di libri di Anna sia identico a quello della più copiosa li-
Ijreria di Eleonora d'Aragona.
Nell'età della rinascenza, quando nelle Corti italiane pare
penetri potente il soffio della rinnovata paganità, troviamo
persistente e radicato negli animi il sentimento religioso
che si manifesta nel favore con cui i jtrincipi circondano
gli oggetti di culto, e nella protezione accordata agli uomini
del clero.
E non solo Eleonora^), ma anche Ercole I ebbe grande
cura dei libri di culto. Nel 1496 donò tra varie altre cose
^) Addì 27 de setteiubre 14?^4 a <.< Don ile CriiguiioU) capelaiio
« de la Ex* de Madama » fu dato un Itraccio « ile raso alexaiidrino
« per fare fare una soprascripta a uuo offieiolo de la prefata M." »
E nello stesso giorno: « A Cola agnolo da Napoli Braza V., de taf-
« fetado verde per fodrare una sopracuperta de uno offieiolo de la
« Ex." de madama » BeijMro di fiuardarolm del 1484. E nello stesso
iTifMi-o il dì 80 Ottobre: « A la Ex." de Madama liraza '/^ de bro-
« eato doro eremesino e br. \ .j de tati'etado incarnato per fare fare
« una sopracuperta a uno offieiolo che manda sua Ex." a Napoli a
« M." Beatrice tiola de la Ex." del N. 8. ».
Lo stesso Colagnolo tla Napoli provvide nel 14b!4 ( refiistro di M.
(iaìeotti) « una sopraclioperta che haudò fudrata de taffetà negro
« per uno officiollo de la Ex.* de madama ».
Nel 1484 sua Ex." mandò a Napoli « uuo officiollo » con una
« sopraco])erta de broeadoro a lu* làatrice fiolla del N. S. ».
In un comptd de dchilori del J4!)4, e. 7' si parla di un taglio
di « veliido negro » per una c«)[>erta di un officio di 8. Ex."
IR fAPITOI.O II.
al isiio familiare Beltrame Constabili « uno ofìziollo desli-
gado » V) e nella sua manìa religiosa sempre si interessò di
innari, graduali e antifonari per la sua Cappella, per la quale
nutrì ognora la più sincera e viva predilezione.
Chiamò cantori dei più riputati, si circondò dei migliori
cappellani e fece scrivere nel 1476 un antifonario, un innario
f( principiato insino de lo anno 1474 » e rilegare da Fran-
cesco Gigli « uno libro de canto ». Il 3 dicembre dell'anno
1476 il Gigli aveva finito il lavoro: il libro era « de carta
« de banbaso, cuperto de nouo de montanina rossa per bi-
(( sogni de la dieta Capella : il quale lib.'^ fé religare et coprire
« et hebe fra Zohane Bibas maistro di dieta Capella » -).
Di mano in mano che i progressi della stampa si accen-
tuano, le ordinazioni di copie da parte degli Estensi, si
fanno, com' è da aspettarsi, più rare. Nel 1472 rilevo un im-
I)ortante documento che risguarda i « libri se fanno scri-
« vere per lo 111.'"" D. S. N. »=*).
V'ha menzione di un « Dione principiato »; di dodici
quinterni « de caprito dati ad Andrea da le Vieze scriptoro
') Nel 1496 Ercole I" donò a Beli rame Con-ftahili tra varie cose:
« uno oficiolìo deslkjado » Keg. di Guardaroba del 1496, e XV.
-) Pubblico più oltre il doc. — Dò qui l'indicazione sommaria
(li alcuni monasteri ai quali Ercole I faceva larghe elemosine di
legumi, pesci, ceci, ecc. « Il Corpo di Cristo. — San Guglielmo.
« — 8. Antonio. — Santa Catelina. — >S. Silvestro. — S. Gabriello.
« — San Rocco. — L' Annunciazione alla dia' bianca. — Santa
« Maria di Grazia. — Santa Caterina da Siena. — Santa Maria di
« Grazia.^ — .San Vito ». Di nuove elemosine dan conto i Registri
dei mandati.
Non mancano prove di liberalità dei princii)i verso suore, ve-
scovi ed u<miini del clero. In un catal. del 1494, di mano di Gio-
vanni Ziliolo, leggo: « per una tela grande ha fatto depinzere in
« burges: la quale è Christo (juando fu batezato quando monta in
« cielo cum li maghi et certi altri misteri: la <|uale ordinò la 111.""'
« madama per le Suore del Corpo de Christo. Costò ducati cinque
« et grossi (juindese ».
BaìV lìirentario (e. 19) di Lucrezia Borgia (1.502-3) imparo che
di una « baschina di broohato piano celestro fodrata di tella ce-
« lestra se feze uno palio d'altare a le monache del Corpo de
« Christo da comissione de la S." ».
") Spesa de io off. de M. Galeotto, 147:^, e. 67'.
GLI AMAMEN^I D' ERCOLE L 10
« die à la cliura de fare scriuere dicto libro »; di a Apinvo
H tradiieto per m. Candido al prel'acto X. S. ; » e di un libro
i< chiamatto Poìihio », ecc. ' ).
Neil' anno seguente si tini di scrivere il D/une già ricor-
dato e le Kp/stoìf- ili S. Ciei/orio in volgare').
Più importanti sono le notizie che ricavo da un registro
camerale del 147."). Impariamo che Gregorio cartolaro legò
una traduzione dei ("ouiuieniari di Cesare dovuta a Carlo
di S. Giorgio^) un k Ovidio, de <trte ainondi » (> un libm
« chiamato Tachoin') in mcdeaina ».
Un po' meno avari di accenni ai manoscritti estensi sonn
i reaistri del 147(;.
*) Il lilno (li Aiipiaiio e la xt-isioiu' di Candido Dcreiuhrio tMni-
servata nel coil. est. di dedica: «. K. 3. 18. Il codice è intitcdato :
ni Ilhixtìc ('araìivvc et cjcclxii) niynorv m. Hercule estense, ecc. Kiiiro-
diico la pairc riiuaiifiir»' del docnmento:
« Per imo liliro cliiaiaaro Ciro (sar.à la versione della Ciroi)edia
di M. M. Boiardo fonteiinta nel eod. est. originale 3c. (t. (ì, :.' .' Si
Itadi però ehe in fondo ad esso sta scritto « Mattaeiis de Coiitugiis »
di Volterra) e scrittnra e miniatura del detto L. 32; s. 8.
Conii»iiiiento de uno libro cliiaiuato Conuiio Tacito del pref.
X. S. principiato iianti che sua Ex. fosse facto Ex." da Andrea da
le Vieze. L. 36. s. 1. den. (i.
Libro lino in carte de capreto in pruosa vulgare cliiaiuato la
ultima deca de Biondo scripto et miniato alaiitirpia cum asse, clin-
l)erto de trasilio stami)ito: puiitezato de stagnolo rosso, cniu quattro
azuli lissadi et earte ine.sse de oro stampade . . . E. 37. s. 12.
Per uno libro cliiamato .ìiixupho (sic) de antiquitatc traducto e
scripto per ni. Batista da S. l'old a la Ex. del N. S. il (lualle è in
limosa de littera l)asrarda <insi\a. Per miniatura e legatura E. Ili
s. 7. (Hegiatro cit. ).
-) HKmiAXX, 02). cit.. pag. 150.
■') Il copista fu Niccolò Mascarino. Ecco il documento:
« Gregoro cartolaro de' liauere adj ij ile Marzo E. 8. s. 1.^ de
« den. i»er li appresso seripti liliri jier lui ligadi:
« Per ligailura ile uno liliro in carta bona forma jtiii <die re-
« gistro, scrijituia er miniatura antiiiua. chiamato li (.'omcnturij de
« Cexaro in vulgare. traducto da Carlo da S. Zorzo a lo lU.mo N. S.
« scripto per Xic. Mascharino scriptore cum asse avanzate chuperte
« de Ijrasilio stainpa<lo ....
« Per ligadura de due lilii'i: <)ui<lio. de arte <(iii<nidi in carta
« liinia. lilfcra liastaida. diuiterro di uumtaniua biauclia «uni Id
50 r Ar'iToi.o II.
Andrea da le Vieze ^ occupato a scrivere un Innario
per la Cappella di l\rcole P); <Tregorio cartolare pi*esto lo
lega e insieme ricoi>re « uno Breviario <la ('amara», fa ra-
sare dieci pelli di capretti, rilega ])ur(' un libro stanipatf)
« che tracta di tuti li papi, iniperadvn-i et signori del mondo ».
Aìiche un Antifonario (^ un Messah^ della ('ap])('lla sono
consegnati a (Gregorio - ).
Il cartolaio Francesco (iigli non sta in (jzio: deve infatti
legare un » lihvo de canto »'■'), mentre Aliin-ando liiilio di
Gregorio ricopre mi Tr.se'j, rilega un Plini(j*\.
« broclie piat»- et uno .■i/.iilo. — 'J'((cli(>iii(i in iitvdrxiiiit in cailu lionu
« cluiperto (lo nioiituiiiuii lossii l'iun 4 aziili e 10 lìiodic piutc li
« qiiiilli fosì lii>;uli iichc Carlo dr San /orzo ». /khit. <■ rndil..
1475. e. 44'.
') Aiidrva da le l'k'zc tSciiptiiiv de liancir adi ij <1«- Zi-naro L. ol
s. 1 (le drn. |(rr le ai»rt'sso .st-riptc cose pose a i'aic uno .liumiio \n-Y
la C'alleila dei uro 111."" S. jii'iucijiiato de lo ano 1474 in.siciNf cuui
uno altro clic tuta \ia se uà fornendo: il (pialh' .finiario : lo for-
nito et coin]»ito a <li passati et dato a li ca])tdani de il prei'ìicto
X. S. ]icr I)iso,i;iii de dieta cMpclla ( />rliil. e credit.. 1476. e. 36.
-' ) (irajoi-o ('((lidlaro de liaiicre adi ij de Ajirilc L. dcxcdotto
s. wdc dell. Iter le ajircsso ii,i;adure de liliri per lui libati in idìi
\olte a ili jiassati :
1. Li<;adura de uno lirciiidiin da Ck iit(ir(( : fu c(Uiiiiiciato fin
dal tempo di 1 Duca Horso.
2. Lij;'. de uno liliro da Chiesa della Ca])clla d<d nostr<i 111.'""
S. chiamato Jiinaiio.
3. liassadura de capriti IO per coin|iirc dicto JiiiHirin.
4. l'er li<;adnra de uno liliro facto a stani|ia de carte de liauliaso
di' l'oio reale (•/((■ Iriicid di luti li pupi impvradari et Siijìniri del nniiuli).
.'). Per lej>atnra di uno splendido .liitij'oiiario.
6. Ter co]>ertura di un iiicssaìc didla ('ai)iiella ( id. e. ISO')
') J47(i. iHliit. e credit. M. <l(il(i)t1i>. e. i:;0'. Frtnic. dui Zifi/i
cai'tolaro de'aiiere aili ii.i de de\enil>rc L. una s. dixc de deli. ]ier
lino lili" de cauto di- grande forma elio ipiasi uno palino de carta
de hanliaso de l:i Capella d.- lo 111. \. S. idic Ini a icl i^alo inco-
iate tute le carte et ciipeilo de nono de ci'laiiiiia rossa Jier liisoj;ni
de la dieta Capcdla: il (|ii.illc lili." le relci;ari' ci coprii'e et lidie fra
Zollane Hiltas iiiaìstro de dieta ('apella et ]iost. a spesa L. — s. X.
^) I t7() i<l. id. e. II."»'. .Ilii>r<iiidi) de (iriijori) (-((rtoldrn de liaiiere
ailj lllt. tic de\enil)re L. 1 \" de dell. \HV le i n f laser i] iti' cose.
l'er co|ii-idiira de uno lili" cliiaiiialo 'l'Iicsco in carta Ikuiu lil-
OLI AMAXIENSI D' KRCOLE I. 51
Nel 1484 tlebbono essere state ricopiate diverse opere e
la biblioteca dei Duchi deve essersi assai arricchita, perchè
trovo memoria di trecentociii(|uaMtacinquo pelli di capretto
comprate per scrivere libri ^ ).
L'opera pii'i attiv;i di Andrea da le \'ieze cade nel 1502 -).
Ma già la stampa fa. sentire ovunque i suoi effetti. Se
nessun libro stampato trovo in un inventario di guardaroba
del 1494^), parecchi ne rilevo in quello preziosissimo e ve-
tei'ii iiKtdcriia Nulj^arc clic hii iccliiqicrsc <lc moiifaiiiii.i insa ci
l)(),seglie aziili, hroclic ecc.. \j. 1 s. 10.
Per ligadura de iiiut liliio cliiaiuatti p/iiiii) factu a staiiii>a
viilg'are in carta de hauliiiso in foriiia grande che lui (•liui)ers(' de
uioiifauiiia forniti» de azuli et l)ro(die de ottone <lel prefato S. N.
L. 2 s. 10.
^) « Uno coiui»to de capriti da scdirinere de dai-e adj iilt. de
desend)i'e eai)riti trcxeiitoein([via]itiiciu((ue » — Jlc<i>xlr<i de M. (id-
I cotti del 14S4. <■. 114'. — Nel 1179 trovo ricordati: « nno libro
« chiiimato .Iridilo (die a tradncto in. Nicolò da Ijuniidio al ])rei'ato
« nostro Signore: (|ninteriii 10 de carte de caitretto: nno libro
« (diianiato de ii(li«iitii (iottiinnii (die tradnse Batista da S. l'olo:
« mio xiilmÌKta un Iniiariu: un libro vnlgare i'acto a stanijia in
« rima, (die lega (Jregoro cartolaio : »
■-) Si cfr. il Libili delie l'itiiite di tale anno seini>re in Ardi.
est. di Modena.
■' ) di iìirentdriii di (iiKirddruhii del 1494. «die registra a e. ISO
i seguenti libri :
l. lhn> libro in eliarta^ bona di bona littera coperto di raso
uerde euiu quattro azuli di arzento et due rosete (diiaiiiato eìirext.
Ldiidiiii de diiiiiid.
'2. Un altro Libro in bona (diarta co]>erto di ciiranie rosso
stampito Clini <|uatro azuli di otoiie (diiainato Anliniid ('iiriidcdini de
la iiilefiiild de Idrte viiìittire.
;>. Un altro Libro in bona «diarta cliiaiiiato l'Idiita cnperto d«'
brasille rosso staniidto.
I. l'ii altro Libi«> in b«>iia «diarta ciiiierto di Brasilh' i«)ss«>: le
leixtiirie di Alexdiidni Miieediniieii.
■">. Ino Libro in «diarta di baiiibas«> «■iip«'rl(> di iiioiitauina
verde: M. C'aiidid«> in \nlgar«> in \'erso.
H. Un altro Libro in «diarta di baiiiliaso a la Iraiicese cliia-
niato ijiinnie.
7. Tu altr«> Libro Fraii«'«'se in bona carta «'11111 le alene seii/.a
cnraiiH'.
r-APITOr.O II.
ramerite degno d'essere con cerni diligenza piil.)blicato di
Lucrezia Borgia ^ ).
Il libro a stampa ormai si impone all'uso comune e l'arte
del miniatore e dell'amanuense entrano nel periodo della
loro decadenza.
Siamo nel 151(i e un celebre << scrittore ", .Sigismondo de'.Si-
gismondi, deve ricordare al Duca estense la sua valentia
esperimentata a Firenze e altrove nel trascrivere grandi
codici di lusso, quale ad es. la Bibbia di Belem, per essere
ammesso al servizio della Corte di Ferrara-).
8. l'ii liiliTizdlo i>i/.()l(i in lioiia elnirta de (Ifuntioiic vuIumil-
coiìcrfo (K- i)r:isilli- uimi dui .i/iili ili aijifiito.
!». Tuo (lauti JiLstoiiatii in lioua cliai'ta cuiu il «-ninuiculo : co-
juTto ili uuiutauiua l'ossa.
10. l'un Lihri) (li hdua cliarta i-liiaiiiatu mniicd ili jKi/ixIorin
(•i)|ii-iro (li ui(iur;iuiua rossa.
') l'uhl)lico la parto ri.sguardautc i libri nel W capitolo, l'ag-. 'J'2.
Tutto l'iuvt'utiirio sarà ]tr(.'Sto edito •■ illustrato, da ]iar suo. dal
Coutc L. A. (iaudiul.
-) 1/ Jni]>oi-taut<' lettera di .'^igisniondo e da me piilihlleata ìu
l'ondo alla .lj>in'ii(l. Ili di (|iiesto lavoro.
ni.
La librerìa ducale e i cortigiani estensi.
I i-ortigiaui .si jjiuvaiio dei codici della lilireria dei Duchi. — l,a
libreria ducalo e la <i)lfura estense — T.a eortigiauìa estense.
— Prestiti di liliri a ('. di S. Giorgio, O. dell'Assassino. B. Fa-
cino, (i. Biancliini. X. Strozzi, ('•. V. l'ieo. ecc. — In Plinio
perduti». — Due codd. di Dione Oa.ssio. — I^a biblioteca dei l'ico
della JOranciola. — Li> studio d'Ercole. — Nuovi prestiti a cor-
tigiani e a celebri dotti estensi, — Guarino, G. Capello. (4. Au-
rispa, N. l'alinieri. — l'restiti, scambi e doni di liltri tia ('urte
e Corte. — T'^na lettera di Pellegrino l'risciano.
I niapiiifici codici della bihli(it(:'ca lineale, tanto più va-
.yheggiati e cari ai Princi}ti, quanto più ricchi e preziosi per
rarità di contenuto o per bellezza di fregi e miniature, non
sono con tale eccesso di gelosia e di spilorceria custoditi,
da essere inaccessibili sempre ai cortigiani estensi ^ ).
Invece, tutta la dotta ed elegante Corte ferrarese attinge
spesso da essi nuovi e fecondi succhi di sapere. Per i poeti
e i letterati la collezione estense di libri s'adorna degli
^) Di rado i niss. uscivan di Ferrara. Ricordo che P. Candido
Deeenibrio ricorse alla lilireria di Leonello per la Uipuhhlica di
Platone. Il codice estense era andato smarrito e I^eonello rispose:
« Bibliotheeam ineam reuolui feci \\\ tua Platonis l'olitia re]>eri-
« retur: illa vero niisquani reperta est. In inventario scriptum
« erat: Politia Plaionix. volumine mediocri, literix ««/(</«/«. cojìertuia
« ìuhea, ecc. » Si efr. M, Borsa, P. C. /Jvccmhri e P nmaniumo in Lum-
hardid. in .In-li. stur. hniih.. XX. pag. oTH. //. :">.
CAPITOLO III.
splendidi fiori della nascente primavera classica latina ; per
gli storici s'arricchisce di nuove cronache o documenti; è
fornita per i giuristi di Digesti e di Siiuime, conserva per
tutti opere per dilettare, per istruire o per educare.
Così, per la iiiunillcenza dei Principi, i benefìzi di una
larga e multiforme coltura si diffondono nella (!orteedalla
biblioteca estense j)rivata emana e splende un raggio gen-
tile di studi.
(i)uando il raffinato e perspicace cortigiano estense non
pure ammira le preziosissime opere della libreria dei Duchi,
ma di esse anche a piacer suo si giova, riesce impossibile
allo storico considerare le vicende e gli asì)etti della ari-
stocratica coltura ferrarese senza congiunger questa e con-
netterla idealmente, nella sua natm^a e nel suo incremento,
alla privata libreria di ('orte.
Qual maraviglia se in Ferrara nacquero e da Ferrara
batterono gloriosamente l' ali le dilettevoli fantasie del Bo-
iardo e dell' Ariosto, quando la biblioteca dei Duchi splendeva
per ricchezza di codici contenenti le favole di Francia?^),
o se la rinverdita lirica latina giunse con gli Strozzi a tanta
e mirabile squisitezza, quando i cari i»rediletti modelli eran
sempre a loro dis])osizione nella libreria del Duca':'
La novissima coltura cortigiana s'orienta nella luce, che
le viene dalla nascente biblioteca principesca: e questa non
di rado s'accresce di libri preferiti dai dotti di corte, e
spesso accoglie e custodisce l' opere di quei medesimi let-
terati, ch'essa ha contribuito a nutrire di forti ed eleganti
studi. Ne segue che la libreria estense debba di necessità
assumere e mantenere il colore e l' aspetto proprii della
Corte; debba cioè essere aristocratica e varia, conservare
accanto a libri di filosofìa e di diritto trattati sulla scherma
e sul giuoco degli scacchi e fiorire cosi di opere religiose e
morali, come d'opere classiche e profane.
Tale il cortigiano estense: vivace e cortese, esperto nei
modi della galanteria più fine e della gentilezza più com-
' ) Anche le fonti del Boiardo sono state ultimamente indagate
da [C. Searles, Boiardo' >ì Orlando Inn, u. seinc Bezichuìificn zur
aìtframoH. erzahl. iJieht. Berger, 1901] e da G. Kazzuli, Ber le fonti
dell' « Urlando Innamorato, » Milano 1901.
i.A Mni;i;i;iA ukwìA: i. i (onrK.iwi ksti.nsi .,.>
j)ita; sa oortepririaiT' o amare in latino e in volfrare; pieno
(li imagini colorite e classiche, piega reverente il ginocchio
e china il capo alla squilla del vesi)ro. Devoto al Duca, n)a
non servile quanto il cortigiano aragonese; meno completo
e nv'ìì iiKiilerno dell'ideai tipo castiglionesco, a questo è
strettamente congiimto; riconosce i doveri che lo legano
alla Corte; ama i Principi, li onora, ma è severo e co-
sciente ilella propria individualità. Delle argenterie, dei
gioielli, dei liljri di Corte si serve, quando gli aiigrada, con
grande facilità.
In un solo anno, nel 1157, più di venti endici fnroii jire-
stati dal Duca ai suoi cortigiani.
.Tra gli altri, T'arlo di S. Giorgio, letterato e camerlengo
prediletto di Borso, ebbe « imo libro dito f/eontf/nt/a »^);
Galeotto dell'Assassino un libro francese'); Kosseto un
Dante, un « libro de le famose done » e « un Fiiostrato •' );
') Memoriale 14~)7-()S. e. 1' « Carlo ih' San (Jioiyio liaiu- uno
« liln'o dito jj;eoniantia adj 1" fclthraro ». Nei rcfiixtii dei Manddti
troviamo spesso ricordo di C. «li S. Giorgio. Talora i Principi lo
sovvengono di lieni e di danaro, talora si giovano de'snoi servigi.
Nel marzo del 14r)ti il Duca Borso gli dona 200 libre niarcliigianc
{lietj. l-iòd, e. ;-{6). Credesi clie Carlo di 8. Giorgio altri non sia
che quel l'olismagua dei tempi di Borse che fu anche, a quanto
))are. miniatore. (Atti e Mem. dell a Dep. di Si. Patria di Modena e
L'arma, II. pag. 501). Ma in verità io non so adattarmi a questa
opinione: mentre Carlo di S. Giorgio si dichiara bolognese, Poli-
smagna atterma (diiaramente d' essere di j)atria ferrarese. Cod. est.
a. P. 6,9.
-) Mem.. cit. « liane uno lil>ro t'ranchois <'ouerto de coro ucr<lc
« il (piale lui dixe esser suo adj v de feblir. ». Nel WM: Galeotto
era ufficiale deputato alle spese della Corte. Entrata e xpesa. 1434,
e. 3'. Forse in forza del suo officio, nello stesso anno fu inca-
ricato di contare le lettere della hibhia francese miniate da Gia-
comino d'Arezzo e di riferire circa la spesa (id. e. 149). Tolgo
infine dal /.'<y/. dei Mand. 143!). e. 'SI: « Vos, factor generalis,
« dari l'aciatis nobili uiro Galaoto (Iclassassino familiari suo gra-
« tissimo niodios duos frumenti ». e «a e. 58: « dari faciatis...
« pagam suam mensis Decembris ». Altre notiziole in L'e(j. 144:.',
e. 179. ecc.
') Mem., cit., e. 2"^ « liane uno Dante, uno libro de le famose
« done et uno pliilostrato. adj 1" de marzo ».
5G ( A ['ITOLO ili.
Bartolomnieo Facino una « cronaca vecliia «^V, Giovanni
Biancliini ebbe la k inuestexon del \)n\m Nicola »-); Gia-
como Ariosti « la ci'onica uezia » la cronica nova » ^ )^ e
un Mr'litidiise ^)\ Niccolò Strozzi ottenne una cronaca e
K una charta de genologia ■' ) ; Bertolaccio de Pizzolbeccari
« uno fioro ablireuiatore » '' ) ; messer Taddeo da Imola un
Corbaccio, mi Filostrato e un Ninfale '); madama Con-
tessa Strozzi un « marco pollo »'^i; maestro Rinaldo tap-
pezziere un Sidrac in francese^); il conte Ludouico de
Canno ebbe un Gnliot le Briin^^^): Anselmo Salimbeni un
') Mevi.. (ir., e. ;-ì' « liane una croiiii-ii ut'cliia adj XIII de aprilo:
« portola il zampa ». Nel 1439, nel quale anno figura come cancel-
liere di Borso, fu inviato dalla Corte a Venezia {lìvij. e. 27): nel
1456 a Mantova sempre « prò negociis d.iù » {Jicij. e. 52).
-) Mem., ni., « Zolianne Bianchini liane la lini., del ]»ai)a Ni-
« cola: jiortala Carlo da Bologna (cioè Carlo di S. (riorgio) wii
inazo ». Ricliissimi sono i Befii-sfri dei Maviìafi di noti/.i<- intorno
al Biancliini.
"• ) Mem.. cit., « lacoiiio de Ariosti liane la cronica iiegia. —
« liaue la cronica nona xiii Luio ». Sarà quel Giacomo Ariosto,
tiglio di Folco, che nel 1415 giostrò a Venezia in occasione delle
feste celebrate per 1' elezione del doge Tommaso Mocenigo. E ri-
cordato insieme a Lodovico Casella nel lìefi. dei Mand.. 1447, e. 6.
Nel 14.55 ebbe in prestito un Meliaduse. Memoriale delle eoxe pye-
xtate 1453 -.'56, e. 18.
*) Mem.. cit.. « liane uno libro Francois dito meliaduse. »
•'■) Mem.. cit., — <S ottobre 14.57. — Fu fratello di Tito Strozzi.
.Si cfr. R. .Sabbadixi, La scuola e qli studi di Gtiarino, cit., pag. 158.
Nel 14.50 fu mandato a Caraerino « prò negociis d.ni » (lieji.. e. 12);
nel 14.56 fu mandato a Cesena, Pesaro, Turbino : « (lari faciatis
« tiorenos septuaginta auri spectabili et claro equiti Nicolao de
« Strozziis prò eundo Cesenam. Pisanrum, ITrbinnnì.... » lìefi.,
e. 148.
'■) Mem.. cit.. « liane uno Horo abreuiatoie ». K menzionato nel
Ileii. dei Mand., 1447, e. 81^
') Mem., cit., « 111.'"" messer Thadio de Imola liane uno libro
« dito corbazo et uno philostrato et uno libro dito le iiiiii]die: adj
« XIII de ott. ». È Taddeo Manfredi da Imola.
*) Mem.. cit.. « M.' Contessa de Stroza liane uno inairtipidlo ».
«) Mem.. cit.
'") Mem.. cit.. « galioto le bruno et uno liljro de piii favule ».
I.A Lir^RKHIA Drr-AI.K E I fORTICIAM KSTENSI
« libro dito Lanzeloto ^ ì »: il Tonte Oio. Francesco Pico un
Florio * ) ecc.
Dell'opere prestate si teneva dunque esattamente me-
moria e di rado esse andavano perdute in causa dello zelo
e dell'amore, che i principi nutrivano jìer esse.
Un giorno un Plinio voh'i dalla biblioteca ducale, né più
fece ritorno. Ecco Borso farne attive e lunghe ricerche e
Carlo di S. Giorgio scrivergli in data 17 gennaio MOT da
Venezia ^ i :
<f lo ho fatto mfdte arti per uolere intendere chi ha il
K Pìinio de la 8. V. qui a Vinesia. Fra le altre, perchè la
« V. Ex. me nominò Messer Leonardo Sanudo io cussi a
« domestica glie ho adimandato questo libro. Lui me ha ditto
« non hauerlo, et che 1' è ben nero lui il fece adimandare im-
« prestij a la S. V. ma che lui noi possete mai liauere. An-
« dando io pur tuttavia... et interuenendo mo da questo, mo
« da quello dove l' animo me pendeva cum buoni modi par-
«( landomi cum ^L Antonio Talentino, me dixe che uno nostro
« ferrarese nommato Pedo Antonio facti ire, credo, de li gen-
« tilhuomini dal Sacrato parlando de questo libro dixe ad
« esso... che el vide questo libre » a messer Ugolino o sia messer
« Agostino da Rimine ^ i suo figluolo, il quale il retrasse qui
'-) Mfm.. cit.. « Il ^l."" Conte Gio: Fitniyesf" de la Mirandola
« liane nno tìovo abioiuiitore ». E ancora: « Mr. Francesco da .sa-
« crato liane dnj chatastri et la charta et la division de IH.'"" S. da
« Est. nltiuio de febhr. — Trisciano fattore liane nno libro liane
« privilegi et cliarte da la Tbore. — 111.'"" N.ro S. duca liane nno
« libro de le famose done : portalo a fosso dalbaro adj 3 settembre ».
"■) Carteggio degli oratori e-^tensi a Venezia. Bnsta 1."
*) Di Ug(dino e Agostino da Bimini bo trovato parecchie volte
ricordo nei docnmenti. da me esaminati, nell' Arcliivid estense di
Modena. Nel 14fò, Agostino era lettore allo .Studio di Ferrara in-
sieme a Michele Montecuceoli rettore, Teodosio Specia, Francesco
Portelino, Bart. Ercolani. Ugo e Alberto Trotti, Bart. Beleueiui.
(ilo: Maria Kimmaldi, Nicoh» Bardelli. ecc. Xel 1468 Borso si in-
teressa del sno stipendio e gli fa ottenere un ulteriore assegno.
lleg. dei Mandati. — L' 8 Agosto 1453 il Duca fa ad UgoKno una
elargizione di danaro per aiutarlo nel sostentamento di tre fan-
ciulli eia lui raccolti: « Miser Ugolino da lìimiuo per pietate ra-
58 rAt'iTOi.o [II.
« in Venesia da uno gentilliomo eli' ci haiieua conduto t'adiga
« a ritrarlo ot ditto Polo Antonio gliel nide in quella volta et
(( fu quando dicto M. Agostino o sia suo padre uene qui per
K non scio che differcntia de forniento. p't questo è vero
« perchè io me racordo clic Messer A.yristiiio da Rimine me
« parloe de questo libro sotto el palazzo d(d i)odestà de Ker-
« raria apresso la cartolarla de Bei'nardo cartolaro.... » ' ).
Anche ad Ercole I non va tolto il merito di aver avuto
molto a cuore i suoi liliri e la sua biblioti^ca. Meritan d'es-
sere riferite a questo projìosito alcune notizie intorno a due
codici — Fimo greco, l'altro volgare — di Dione Cassio.
Era venuto a conoscenza di Lorenzo il Magnifico'-') che
in Ferrara presso Battista Guarini si trovava un bel codice
greco di Dione. Il mezzo più semplice e più efficace per
ottenerne copia era quello ili rivolgersi, mediante l'oratore
estense Aldobrandino (iuidoni, al Duca d' Est(\ Così fu fatto;
ma Battista Guarini, geloso del suo cimelio, non volle ce-
derlo. Il 27 settembre McSN scriveva allora Aldobrandino ad
Ercole: « L' Ecc. V. si può ricordare quante volte il M.''°
<( Lorenzo mi ha fatto scrivere i)er volere se gli mandi di
« qua quel Dione historico greco di Battista Guarino; e,
« inteso sempre quanto mi ha risposto Y. Ecc., ho fatto di
« contiiuio intendere ad (^sso M."' Lorenzo che Battista Gua-
K rino non vuol mandare detto libro qui; mai si se si manda
« uno scrittore greco a Ferrara... Per il che esso M.'" Lo-
ft renzo ha accettata quesf ultimo partito ». Oltre a ciò, il
« (luxo in casa .sua uno jnadlo fratello del Kocfore de li legisti
« elle è morto ed uno e()iMi)agn() et iriio ragazo. Li qualli gli ue-
« uero a casa cussi eoiiie ,si frouano senza prouisione del niuere
« et solo cuni li panni del dosso... » /'«/. e. 12.S'. Si veda anelie
il Beijhtro dei Marni., 1466, e. 90.
1) K Bernardo Carnieri o Caneri, libraio di Ferrara.
-') A pag. 4:-> n. 1, toccando del cod. volgarizzato di Dioiu' pos-
seduto da P^rcole, ci accorgiamo d'esserci attenuti all'opinione
corrente e d'aver stampato il nome di Ludovico il Moro in luogo
di Lorenzo de' Medici. Esaminate meglio le cose e studiati i car-
teggi estensi, abbiam rilevato che la richiesta del cod. di Dione
devesi veramente al Magnifico e non a Ludovico. Si veda anche
A. Cai^pelli, Lettere e nothie di Lorenso de' Medie i, in Atti e Meni,
delia Dep. di St. l'atiia di Mod. e l'aniia, 1. 304.
r,A LIBRERIA 1)1 TALK L I fORTIOIAM IvSTENSI 50
Gnìdoni domandava puro jior il Magnifico " per qualche
« giorno il Dione volgare, quiilc In tradotto da Maestro Xi-
« colò da l>()nig(i ».
Conservasi nell' Archivio estense ili Stato la niinuta du-
cale di risposta^). Guarino trovav;isi nel Veronese, ma presto
sarebbe ritornato presso la Corte e il copista greco avrebbe
avuto allora agio di esemplare in Ferrara il prezioso ma-
noscritto, (guanto al Dione volgare, Ercole lo teneva gran-
demente caro, e quasi ogni giorno lo leggeva. Tuttavia i)er
tare cosa grata a Sua Mag.''", ne avrebbe fatta fare una
copia e r avrebbe inviata a Firenze. Il IS novembre la copia
era pronta e per mezzo dei « cavallari de le poste w era
mandata a Lorenzo, con un patto: h che noi non vorressimo
« che detto libro si mettesse» fuori, né che fosse fatto a
<( stampa » - ).
Abbiam veduto il (!onte Giovai) Francesco Pico, padre
del famoso Gir)vanni, ricorrere alla libreria dei Duchi estensi.
Aggiungiamo che il 2\ febbraio 1 101 egli ottenne anche dai
Principi d' Kste « uno libro de cento novelle in cliarta l)am-
baxina » " ).
F non è certo di poco conto sapere che i Picc» attinge-
vano talvolta alla raccolta estense di libri i)er farsi forse
ricopiare alcun j)rezioso codice e ornarne la loro bellissima
biblioteca. In questa pu(» lo storico ammirar davvero lo spi-
rito del rinascimento con le sue eleganze, con le sue splen-
didezze, coi suoi colori. Cosi agile di form(^ architettoniche,
così artisticamente dipinta da Cosmè Tura, essa doveva es-
sere un graziosissimo gioiello della rinascenza ^ ).
L'imagine della Poesia — il volto coperto di un velo
color di fiamma — le nove Muse in danza porgenti corijiie
a cantori; (;)rfeo, Esiodo, Virgili(j, le Sil)ille eran tutte pit-
ture del Tura, che ben dieci tavole aveva apprestate ])er la
sontuosa biblioteca.
') Si c'fr. Gh))/(. .s?f)/-.. XXXIII. pay. 24.
-) Sopra altre richieste di libri e di cronache da ])avte di B. S.-ala.
si veda: Cappelli, oj>. cy7.. pag. 2J^1.
') Mem., cit.
*) Si cfr. A. Ventchi, L'urte ftrraiese nel pt riodo di Borsa, iu
Eir. -itor. itaì.. II. pag. "IL
60 • CAPITOLO III.
Esagera certo il Giraldi quando ne descrive con forti
colori le artistiche bellezze ^ ) ; ma un' idea alquanto vaga
])ernietton pure di formarsi le sue parole: ogni tavola era di
forma rettangolare o quadrata f< limitata da due colonne
i< corinzie. Sui capitelli si stendeva un architrave, il (jualc
« tanto da una parte che dall' altra reggeva due mensole
« sporgenti all' infuori, (^ su <li esse girava un archivolto a
« semicerchio ornato di corone e nel cui timpano erano di-
ci pinte altre figure » - ). E la mano era di ("osmè Tura, di
quello stesso Tura che orini di pitture raffiguranti figure
iiiuude di donna fo studio di l'>C(jle l '^ i.
Ritornando alla nostra estense libreria, troviM-emo facil-
mente menzione di altri codici prestati lil)era]mente ai cnr-
tigiani dei Principi d' l''ste.
Nel 115<S Bartolomiiieo Facino, già da noi ricordato, ebbe
la " chrouica uechia «M; lo stesso Facino la « chronica
e ]iizola de Ferrarla et la Snrnma (ìe (jrainaticn e uno Ju-
« siino et uno Leonardo Aretino, de primo belìo punico ■•];
Scalabrino da Faenza « lo itinerario da Parixe »''); un certo
Don Fazolo ebbe l'itinerario de M. Niccolò'); Costantino
Lardi una f< chronica vecchia » e altre cose**); Anidriiui ili
Francia un SirJrac, ecc. '' ).
') L. G. GiUAi.Di. Ojiennii <jiku- ijttinl (niniiiiìn.JÌ. liasilcac. 1.">S().
pag. 2 seg.
-) A. VEXTri:i, Op. <-it.. pag. TI-").
■'■) A. Venitiu. L' ftrtc fcridrcif mi pciiodi) ti' h'rroìi l. cil..
pag. 392. '
^) Mem.. i-it.
•*) Mem.. cit.
'•) Mcìiì.. i-it.
') Mem.. <-it.
■* ) Meni.. v\t.. « liane im privilegio imi)crial<' ciun la Ixilla ddin
« et iiiu) privilegio cniu la Itolla de cera et una iliiunica vm-liia
« e un itrivilegio ])er iiiaiidare a Modena ».
") Mem., oit.. « Amor, de Fraiiza tai)ezero in eorte liane nm.
« lihro dito Sidrae adj 1" iioveinl)re 14.58 » Aggiungo: « Kosseto
« eanierlongo de 111.""' S. X. Duea liane niio lil»ro dito Cesariano
« et uno dito nyiiifale ». — rrisciano Prisc-iaiii e1>l)e vari fasci di
documenti risgnar<laiiti Kste. Mellai-a, ecc. — « Missei' Prutnnot.ario
« da padoa liane uno ]il)ro de \'iris iJlustribus ».
LA LIBRERIA DlTALIi: E I fORTIOIAM i;sTE\si (il
Negli anni 1159-60 troviain ricordo di altri prestiti: Biir-
tiilommeit Carro ottiene « uiki liicio tloro breuiatore » ' ) ;
Moreto da Mantova, un libro francese; Aristotele Hruttnri,
cancelliere di Borso, un Petrarca"'); il ("(iute nizzardo da
S. Bonifacio un Riccobaldo ^ ) ; Ludovico Casella, un luaji-
pamondo e una carta da naviirare ; Bertolaccio di Pizzol-
beccari un Merlino e un Lanrilotti» in francese, <ialeotto
da Cainpofregoso, una crnnicn ili Francia, un Merlino un
« Lanzaloto » un " (iin-iuic ■> : Cai'lo di S. (iiorgio, un Poni-
[•onio Mela; Bartolomeo Facino, un Almansor e i Commen-
tari di Cesare; Giacomo di Bondie, col mezzo del Casella,
ebbe <« uno Danti istoriale in carta de volume de carta me-
« zana coi»erta de montanina rossa ». Il Duca Borso mandò
il paggio Alberguzzj) il di 0 marzo "00 a prendere un « lan-
ce zallotto in franzexe in carta de capretto.... per corezer uno
« in taliano » * i.
Ricorderò ancora cli(> (iiacduid Ariosti cIìIk^ mi " lanza-
loto in franchois »; e un altro Lancilotto fu C(jnsegnato ad
Antonello ambasciatore del Duca di Calabria: maestro Pie-
robun astrologo ebbe pei- connnissione del Duca e per mezzo
di Carlo da S. (iiorgio, un mappamondo; (iiacomo di Bon-
deno, un Dante istoriato; Alberto dalla Sala '' ), un libro « dito
Cesariano et uno Tristano, et uno Filostrato in vulgare » e
anche un Giustino; .Vntonello Scalone, « uno libro francexe
« de lezende de santi in carta menbrana, coperto de dalma-
'< schino crimixi cum alquante esse d'oro et azuli 4 de ar-
te gento dorato », ecc. '' ).
*) Mem.. oit. Auclu- « liaiu- il iiiupaiiininli ]ici maiulair a Bl-1-
« tiore al iiiagii. Ci)nte Lorcu/.<i [Strozzi] ».
-) Mcm., cit., « .\rist()ti'lo cancellerò liane uim lihm de jtefrarca ».
■■) Mem., fìt.. « liane uno \\Uii> dirn Kiiuhalilo ]»r \ iy-ore de mia
« lettera ducale ».
^) Meni., eit.
■^ ) Nel 1482 Alberto era aiui)aseiat()re estense pres.so il Duca di
Calabria, ('artetjtjio iV ainlnuteiatini a XajJoìi. Caucell. Ducale.
") Mem.. cit. Aggiungo che il '^ giuguo 1460 furou lìortati nuovi
lii)ri alla Torre col mezzo di « (Tuieliao facbino ». — l'erecino
del Bondeno restituisce « uno Tbeseo in vulgare de v<ilunic de
« (diarta reale. — Maistro aniuiorino liane uno liliro in trancese
« <diianiar<) rioiano. — l'anlo ('oslabiji liane.... 1 des<ripliire jier la
CAPITOLO 111.
Ci si presentano anche alcuni dei cortigiani più noti :
quali Francesco Accolti, che ebbe dalla libreria ducale un
Merlino, un Meliaduse, un Lanciotto, un Saint Graal ^ ) ; Giro-
lamo da Castello, medico degli l<]stensi, che si le' prestare
un'Etica di Aristotele, le opere di Ovidio e un Sofocle ^ì;
Giovanni Sadoleto, che ebbe « uno digesto nono, uno Bar-
te tolo sopra Infortiato, uno Baldo sopra InJ'ortiato, mio
« Dino in dui volumi et la Soma de Azone ■»'^).
Documenti ancor più interessanti sono i seguenti, cii<'
riguardano quattro umanisti, che ebbero ottime relazioni coi
« rlifferentiii ile Arzeiita. — Niculu di Srioza liane nim liliicto de
« ]«' coiiHiie (le Modena ». Di Paolo Costabili scrive il Kodi uè' suoi
Aiinali, II, e. 284 (ms. estense 7. H. 3,8: « Addì 2 Geuaro fu fatto
« giudice de' savij [1451 j Paolo Costabili, come si vede nel libro
« intitolato Registro delle lettere di d.° tein]K> al f.° 47. posto nel-
« 1' Ardi, del Comune ».
') Meni., cit., « Francisco tli' Arctio liane uno .Merlino et uno
« Meliaduxe, un lanzaloto in gallico — liane nm> libro francese
« dito San Gradale — liaue uno libro franchois senza nome — e
« un altro libro franchois » — eh' egli ottenne il 2.3 marzo 1460
e restituì il 31 agosto 1461.
-) Meni., cit. L' Oridid era in « bona <liarta » cioè in membrana :
Sofocle in « charta Itombaxina ». Girolamo Castelli fu protetto da
Borso e investitr) dal Principe di molti livelli a S. Felice e di una
l)ossessione e d' altre terre a Cavezzo. Un documeuto importante,
al (|uale allude il Tiraboschi (VI. P. II. 484). è questo, che tolgo
dal eod. ist. a. H. 1.13: « Yos. factores generales, poni faciatis in
« bulleta ad ratioueiu lib. quiugenfarum singulo anno incipieudo
« ad diem 18 pre.seutis mensis Excelleutem Artium et Medicin<<
« Doctorem et omnibus bonis artibiis eruditissimnni ^irnni ^lag.
« Hieronimum de Castello Kx.tic D.ni N.ri 1 >it<is l'li,\ sieiiiu lidelis-
« simum. XXI Oct. 14.">8 ».
^) Mfin., cit. « jjcr commessiuii de IH.'"" nostro S. <(ime ai)))are
« per sua littera ». Traggi) dal 7ic;/. dei Mand. I-Jiis. e. 14."): « Vos
« fact. gen. davi faciatis doctissimo uiro (l.iin .1. de Sadoletis lil>r.
« centuiii 111. (|iias ]>ref. d.nus sua solita liberalitate fretus sibi gra-
« tiose donar ad ]irei)arand(>s houores futuri c(muentus et docto-
« ratns i])sius d.ni .Joannis: » e dal 7v'«/. dei Mand., 1470. e. 12
questo ddiiiiii. del 13 Gennaio: « \'os factores generales restituì
« laciatis exiinio et clan» Legnili Doctori d.no ,Ioau. Sad<deto ])agam
« (|uaiii jussii lel. S)). NLuuns ])rouisnr in curia eadem retineri
« feeir de anim 146i' ».
LA LIBRERIA DIT AI.L E I CORTIGIANI E^^TENSI 63
Principi il' Este : Guarino, G. Capello, l' Anrispa e Nardo
Palmieri.
Messer Guarino ebbe dalla biblioteca principes^ca il 2 set-
tembre 1457, '< uno Statili, de Tliebe »; Guglielmo Capello
« uno Dante pizolo » ; Nardo Palmieri, un « Donato soi>ra
Terentio », la genealoiria de' Dei e tre libri greci ^ ).
Nardo Palmieri è noto per esser stato il fortunato erede
ili alcuni codici di (rii>vanni Aurispa. Questi, offerti dal Pal-
mieri al HessariDue, provocarono dal celebre cardinale una
lettera, la quale contiene in lode del Palmieri un periodo che
mette conto di riportare:
« Nos quoque te, Narde, et ob memoriam domini Joannis
« et propter parentis tui - ) erga nos affectionem, nec non
« propter bona spem quam de doctrina et vii-tute tua con-
•< cepimus, te et diligimus et diligemus » ■' i.
Di cotesti preziosi codici ereditati dal Palmieri abbiam
ricordo nei memoriali estensi già tante volte messi a itrofitto
in queste nostre jiagine. Nel 1100, alla presenza di (iero-
lamo da Castello, Giovanni Compagni ^ ), per commissione del
Duca, ottenne « uno uolume de oratione de 'rullio, in charta
•< de capreto, in forma reale, de tiuelli che lo de messer
« Zollane Aurispa »• "' t. Il VZ agosto dello stesso anno « Carlo
« de Santo Zorzo de' dare li infrascripti libri de quelli che
c( fuo de m. Zohane Aurispa a lui dati de comissione del
K spectabile Ludovico Casella ». E i libri sono: — " uno libro
« nominado la mfmoria artifìziaìe fiirurada, in carta de
') Man., cit. Kicurdd <-lif « Bari. Faziiio » t'hlx- « una crDiiica
« grande de cliarta de eajnerti)... la quale hauena in." Giiieliiio
« Capello ». >>el 1456 riero Scliinetfi. « eamerario » del Dina Borso.
eonseguò a G. Capello i dialoiilii di (ìregorio. Meni, di cose presi ai e.
-) Nardo Paliineri tra gciK ki dell" Aurispa. Aggiuiigd ipii ili'egli
el)l)e auelif dalla lilireria ducale « uu Antonio I.,usrlu>. sopra aU-uut-
« oratione dt- Tulio in carta iiienhrana ».
■'■) Cito da (». Sa L\<)-{'i )/,/.(>. J proposito di miti iiitora puhhlica-
zione su (t. Aurispa ((piella cit. del Saldiadini ) in (iioni. sior. dtlìa
lotierat. Hai.. XIX. pag. 1^)9.
*) K (jucl (Giovanni, a cui B. (iuariui indirizzò uu suo coniponi-
nienfco in versi, l'oema diuo Hcnuli dicatnin, Mutine. Koc. 1496. e. :-Jtì.
■'•) Meni., eit. Più sotto è scritto: « Xon sono de lo 111."' " S. Duca
« «• jicrlio iioii vai niente i|ue-sta scrijitura ».
64 (Al'ITOF.O III.
« capretto de uolume pizolo, coperto de braxilio: — uno
« Eginio de ^fìr/uris steìlarum in astroloi/ia, in carta de ca-
'< pretto, de volume [)izolo, coperto de braxilio : — uno libro
<< de ars metricha in carta de capretto, coperto de braxilio:
« — uno quinterno d' Alfagrano de ([(lantitattbus stellariim,
'< in carta de capretto, de carta pizola, coperto de monta-
« nina rossa » ^ ).
A Nardo Palmieri restituirono pure Giovanni Compagni
« uno Tullio (/e o^fficUs » e Alberto dell'Assassino ^ uno
K Lucano in cartlia menbrana n appartenuti sì l'uno che
l'altro all' Aurispa ^ i.
I IMncipi stessi potevano a maggior ragione usulVuirc
dei codici della libreria ducale. E v' ha memoria di Niccolò
d' Este, figlio di Leonello, che nel 1457 riportò un libro di
seller ma, forse l' operetta di Fiore da l^remariacco, e nel
') Mem.. cir. E ]>iiì sotto: « Fiio iL'Stituiti a li licrcdi de lo
« Aurispa ». Questi (loi-uiuoiiti sono ]iri-ziosi o \:iiiiio aggiuiit i a
(HH'll'atto (Ifl Luglio 1461 citato dal Sauuadini, li'uxjr. doeum. di
a. JniLsjja, cit.. pag. 143, n. 2. I codd. lasciati dall' Anrispa erano
circa setteceuto. Interessantissima la lettera di Bartolojneo Brn-
uacci sui codd. dell' Anrispa ]iroposti al niarcliese Lndo\"ico (ìoii-
zaga, pubblicata da Luzio-Kksiei;. (Honi. stur.. X\'I. jtagg. l-lil-.")!.
\ pag. 1-57 il Sabbadini ])ubb]ica un catalogo di codd. deirAuris])a
ti'atto dal Ucijixin) di iiicrxtiturc X, f. 27.') iicll' Arclii\io (-stcnsc
di Stato.
'-') Meni., cit. All'anno lltiO. — Kaci'olgo qui, in nota, alcune
altre notiziole : « l'iero l'onzeto haue uiui decade de Tito ],i\ io.
« de hello mdcrdouico. — Frate Matto priore de la Zertoxa de' dare
« adj IX dito [nov. lltiU] li infrascrl])ti libri a lui dati i>cr littcra
« de lo IH.'"" ]). S. N.ro li ([uali ])ort<) Zolian Tortelo d«d dito nn)-
« nasterio ((TÌovauni 'i'ortelli .') et sono: — uno dialogo di- San
« Gregoro in carta nienibrana — uno scrìto de Boccio in carta
« membrana: — uno libro nominado el notabile de le instoric in
« carta niembiana ». — Marco Galeotto liane una cronica de li tatti
de la Ca.sa da Est. — 112 giugno 1461 si mandò ])er mezzo di
« Nicolò del N'aro » un Lancilotto al Conte Gio: Francesco Pico:
l'erecìno del Bondeuo ebbe una liibbia in francese e due Lanci-
lotti, uno in francese, 1' altro in volgare: Costantino «camerario»
otti-niic per un certo Kigo, tiglio di (iio: Fraincsco di' la canzelaria.
« una cronica \cidiia. in carta nn'Uibjana. de \-olunic niczan. co-
« perta de montanina bianca, cnni tri azuli ecc. ».
LA LIFìUlilUA DI'CALK li. l COKTIGIAM liSTENSI O.",
14(50 ebbe un Teseo e nel 1461 restituì un Decamerone ^ ).
Bianca d' Este ebbe un Gothofred de Boion ; Francesco d' Este
una « cronaca vechia, una geneologia de lo re de Pranza e
« dui libri pizoli de .VAinorns Paradir » ; Sigismondo ot-
tenne un Tristano u in carta l)anbaxina n ed Ercole potè
avere « uno libro dito Epitoma Fiori » - ).
Non di rado avveniva che gli Estensi regalassero di libri
i loro cortigiani. Ercole I don<) ad Antonio de Valisnera un
officio; a Borso Bonacossi « uno libro grande francese »; a
li « Eremiti gesuati » le epistole di S. Gerolamo •' ).
Anche gli scambi e i doni tra cortigiano e Principe, tra
(lorte e Corte, erano abbastanza frequenti. Bartolomeo de' Ca-
valieri doni» un officio in membrana ad Eleonora d'Ara-
gona; il Duca di Calabria mandò e fece presentare ad Er-
cole I « duo libri.... de moralitade, in lingua spagnuola, in
versi ;> ; Pellegrino Prisciano adopero l' astrolabio di Er-
cole ^ ). Per il matrimonio del 1302 di Costanza d'Obizzo III
d' Este con Malatesta Tlngaro sembra sian entrati nella
libreria di Xicoh» tre libri con 1' arma dei Malatesta e degli
Estensi "' i : dubbiosa è la provenienza di alcuni codici af)-
partenuti a Mattia Corvino "^ ) : è certo invece che al matri-
monio di Anna Sforza con Alfonso I si deve la presenza
nella Itiblioteca estense di due manoscritti, che portano
l'arma e la divisa sforzesca: l'uno è un libro rie Sphern ;
V altro è il ricordato messale di Amia ■ ).
*) Mem., cit.
-) Mvm.. L-it.
*) Rfifìstio di fi Ita rda roba. L471-7ti. « 1 <»rr<il>ii- 71: Offitiolu uno
« de nostra Dona che già liel)e lo prefaeto D. S. passato da Mon-
« signore Guron da Est per caul»io de nno altro de la sua Ex. che
« glie tolse il prefaeto uiesser Guron lo yualle offitiolo a donato il
« prefaeto D. S. N. a Zollane Aut." de ^'alisnel•a «lieto Mation ».
Vedi le ce. 101' e 131^
^) Guard., 1479, «lo astrolabio grande de arzeuto ».
^) Cfr. i nn.' ;^1, 165. 201 del catalogo di Xieolò in Giorv. stor..
XIV. pag. 1 sgg.
'^) Cenni storici dt-lla liihì. estenxt, cit., pag. XIU.
^) Si cfr. A. VKNTriu, Ilcìuzioni artistirhi- tra ìc (.'orti di Milano
e Ferrara iu .Inli. xtor. lami).. XII (18Xó) pagg. 254-5. Anche in due
iiffifiuli miniati il ^'enturi riconosce la mano d'un artista mila-
66 CAPnor.o itr.
Per tal modo s' accresceva considerevolmente la librerin
(lei Duchi e la coltura estense ognora più s'approfondiva,
favorita com'era e i»rotetta dai Signori di Ferrara. Borso
non solo mise a disposizione di m(^sser Guarino il suo esem-
plare di Stazio, poeta che nella scuola guariniana aveva
una bella imp(ìrtanza e serviva al maestro per insegnare
ai discepoli le favole della mitologia; non solo prestò codici
giuridici a Giovanni Sadoleto, padre del gran cardinale Ja-
copo; ma per Teofllo Calcagnini fece scrivere manoscritti e
pagò anche un certo dottore Gaspare Fusari per avere com-
j)erato per il Sadoleto mia copia del Codice ^ ).
Ho già detto che i prestiti di libri anzi clic (liiuinuirc
paiono essere aumentati sotto il governo d' Frcole 1 ed ho
ricordato una lettera di Pellegrino Prisciano scritta da \q-
nezia il 1!) novembre 1 185 al duca per incuorarlo a farsi re-
stituire pr(jntamente tutti i codici prestati e a riordinare l'ar-
chivio di Gorte. V. giunto il momento di riprodurre il brano
che più c'interessa, di cotesto importante documento'-'):
nese. Maggiori scaiiilii si eliht'id Ira j>]i Estensi e i (Touzaga : J.r/.io
Rknieh, / FihìJ'o e V umanhiim alla Corte dei (ìonzaffa, ili Gioni.
>itor.j XVI, pag. ir>7, o Giorn. xfor.. XXXIII, pagg. 2") sgg. Traggo
la descrizioiif del inessale e ili un officio da loi fJhro de hi naì-
raruha de la lll.uui madama Ainut. I H) l-'.)7. r. 14 « La 111.""' M/'
« Amia de' liavcic clie lo portò da Milano mio inessale da dire
« messe scripto a penna, in carta Ikhuk aininiato coperto da \elud()
« eremixiiio, fornito tiiti li cantnni et in luegio e li aziili de ar-
« gento dorato straforato et smaltato (piali sono ])ecci vinti de
« argento. — V^ de' bavere uno otieioUo de ii.ia dona scri[»to a
« penna, in carta liona. aininiat() in molti liioclii. eiini le albe, tuto
« coperto dentro e di fora et dintorno de argento dorato smaltato
« et straforato cniu uno azulo sollo de argento dorato. — e. VS:
« Pno disino da messale niegio d(^ dalmasco et niegio de eetanino ».
') 'rii!Ai{o8Ciii, VI, P. II, pag. 581. Il doeiuuento, cui accenna
il Tirabosebi, si legge in copia nel cod. est. ::. H. 1. 13. Eccolo:
« Nov. l-ttìO. Il Duca Borso fa pagare tloreiios undecim eximio I. V.
« Doetori D.no (iasjtari Fusario i)ro jtretio unius voluininis codicis
« eiupti ab co pio nsu Ldiannis Sadoleti familiaris prefati Domini ».
■-') Tolgo da A. VENTri.'i, L' arte Jena rene nel periodo d'Ercole 1".
eit.. pag. Ili', in nota. .Sopra I'. Prisciano si veda aiiebe: ('. Dal-
X^Xlll. J 'a rleijijio tra i /ientirofil io e fili /''xleii-si. (estr. dagli .//// e mem.
della IL lìepat. di St . l'alria per la Uotiiaijua. s. HI. voli. XNTII. XIX).
pag. loU, II. 1.
LA LIBRERIA DI T'ALE E I fOI!T[r;lAM ESTENSI (JT
« la Cronica de Zoane villano, la quale è bella cosa, et
« la quale biondo alliga in ni<ì]ta parte de le sue Deche,
« la non è in casa: anci la hanno li strozzi. La Cronaca
<( nona de ferrara idest quella bella che fu data al q. Duca
« Borso non è in casa et qui mi è stato certato esser ne
« le mane de Jac.'^ da porto: la qual ha hauuto de uno fi-
« glielo che tu de messer Tomaso negrescd, che tu fratello
« de piero castaidi! de V. S. a belfiore: la historia siue
« Cronica grande de Ricobaldo la qual tanto ho cercato
<< per mare et per terra : per quanto mi dice messer Al-
« berto Cortese: per quello ha audito et sentito alcune fiate
'< de Zoane del brutura: è appresso quello: la Architectura
« et prospectiva de quello di Alberti: de la qual più volte
" V. E. et mi hauemo ragionato : et più fiate si è facto cer-
« care: ho inteso et de certo esser ne le mane de uno Ant.",
<< se ben mi racordo, de betto, che sta on al final on a San
« felice. Noi potevamo ben cercare. Forza è che le cose de
« quello loco se recunzen(» >.
E « si racconciarono » infatti, quando il Prisciano ritor-
nato con Giovai! Maria Riminaldi da Venezia, ove rimase
solo Alberto Cortesi, oratore degli Estensi, si die con amore
e intelletto a sovraintendere alla biblioteca e all'Archivio dei
Duchi e comperò nuovi codici e compilò cataloghi e rin-
tracci(") manoscritti, che ritenevansi omai i)erduti.
IV.
La coltura francese estense.
I. (J. Capello e il .suo coniiiuMifo al loittn mondo. — .Niccolo 111 e i
loiiiauzi francesi. — L'onomastica estense. — l'cisistcìiza della
coltura francese alla Corte d'Este: Xiccolò e Parisina, Leonello.
Borse e i codici francesi volgarizzati. Ercole I. — II. Frani-
lueiiti di niss. francesi nell' .\rcliivio estense di Stato. — Un
inventario di libri del 1474. — Carattere della coltura francese
estense: la letteratura jirovenzale nel sec. XIII: la letteratura
di Paranoia. — La materia brettone e la materia carolingica. —
III. Efficacia della coltura francese sopra le costumanze delia
Corte. — Le questioni; i dubbi d'amore; i tornei di donne. — Le
genealogie estensi e le leggende francesi. — M. M. Boiardo. —
Lodovico Ariosto. — V. Bembo. — A. Lollio. — La coltura S)ia-
gnnola e l'inventario di !.. Borgia.
1. Nel SUO commento al Dittninondo, (Guglielmo Capello
a proposito delle leggende brettoni che ricorrono nel poema,
scriveva : « Questa parte di questo capitolo, signor mio Mar-
te chese, non chioso, però che queste historie francesi sono
« ignorate quasi, e pochi libri francesi ho veduti non che
« lecti. E per lo simile in la 2^ cantica supra, ove fa men-
« zione di Vtprpendragon, lasciai a chiosare ; et anchora
« perche Xo'i, signore, site copioso e docto delle diete hi-
« storie, porite intendere e chiosare a vostro modo »').
Queste parole scritte nella prima metà del sec. XV alla
Corte d' Este e indirizzate a Niccolò III, marchese di Ferrara,
'j .\. (il!Al". Miti <■ Ii'ijijcikIi- e xupirstìzifnii del Medio Kro, 'l\>viniK
Loesclier. 1892; 11. pag. HKi.
70 CAPITOLO IV.
<la un dotto umanista amico di Guarino ^ ) meritano di essere
riportate nella loro integrità, perchè possono offrire occa-
sione a parecchie considerazioni.
E prima di tutto va notato che il commentatore aperta-
mente per dichiarare essere merito singolare quello del mar-
chese d' Este di conoscere a quei tempi le leggende Irancesi
« ormai quasi ignorate »: ignorate tanto, che il Capello
dinanzi ad esse declina il suo officio di espositore e di ese-
geta e confessa francamente la sua inesperienza e inca-
pacità - ).
*) Ecco ciò die scriveva Micliele Saxonaiula ili (t. Capello in
una sua operetta inedita ancora. Attingo dal eod. est. lat. 7. W. 6. tì:
« Non Nicolaus ignorabat iu ediicandos tilios iu<iue eos (lignitieandos
« oinnes curam parenti esse debere: quamobrem arbitratus armoruni
« exercitio ad enlnien iiii])erii vos facilius gloriosiusque erigere
« posse, animo statuir oiniii sim nixn atque ingenio vos illi acco-
« inodare sperans in gloriosos ira))eratoris ex eo in posteruin vos
« evasuros. Interea, aetatc sic petente, litteraturae vacare vos man-
« davit. Pro qua adipiscenda Gt'iEi.JirM C.\rEi.i>r.Af. viruni equideni
« ))onis litteris i)reditum. aetatc gravem et inoril>ns honestuin vobis
« in praeceptoreni diligebafc ». Per un cod. padovano della stessa
oi)eretta, cfr. A. Segaiuzzi, ojy. cit., pag. 38. Sul Capello, si veda
anche R. Sahhadixi. Jm ncunla e (ili studi di (Tuurino rcrnncse. Ca-
tania, 1896. pagg. ll.'i. n. 4, 116, 117.
■-) Non così Bernardo Illicino nel suo eonuneiito ai Trioìiji de-
dicato al Duca Borso (cod. est. cart. '/.. H. 3. 2). La<ldove il Pe-
trarca enumera Arnaldo di Meruolli. Arnaldo Daniello ed altri
poeti di Provenza (Trionfo d'amore. IN), l' Illicino si dimostra
per vero povero di erudizione sull' antica poesia occitanica e scrive:
« .... di Sennuccio, di Piero d' Aluernia.... extano opere venute a
« nostra cognitione ; degli altri coni essarenm non auerne più expe-
« dita notitia uolendo piti presto a insciciitia die a temerità essere
« ascrìpti ». Ma giunto i)oi al verso :
Vidi Ginevrn, Isotta e gli altri amanti
commenta: « A pifi chiara notitia dei iireeedenti uersi è ila interi-
« dere che la storia di Tristano et degli altri militi erranti mede-
« simamente et di Orlando et Renaldo et degli altri apresso del
« vulgo chiamati paladini non è al tutto vana... imperò che quelle
« immense et inaudite forteye, quelle ancora fatali dispositioni tutte
« sono nanamente descrii»te dalli ingegni royi di coloro, che improui-
1,A COLTURA FKANCEiSK KSTENSK 71
Ma esse logij^ende continuavano invece a formar la de-
lizia delle Corti M, né ancora jiresso il popolo stavano per
inaridire, quando il Capello rivoli^eva la sua bella lode al
Marchese estense. Onde accade, che noi dobbiam ri,c:uardare
le sue parole come una cortigiana lusinga o adulazione,
ovvero anche considerarle non altriiinMiti che l'espressione di
quella trascuraggine, in cui eran lasciate le l'avole di Francia
dai nuovi eruditi umanisti, unbi'vuti ili antichità e solleciti
soltanto dei classici studi.
« saiiieiito Imniio canfato in rima iiasfoiulo di <|Uf'll<' tavole i popoli
« et «la loro rioriiciido eiiioliiiiiento. onde hanno snsteiifato poi la nita
« loro. Ma ucia ('■ sicondo i-he scriue Sigimlierto Galileo. .. in <|uantti
« elle In K'e Ailìi. re di Britannia. essendo di niente et di corpo in
« faeti d'arnie excellentissinio liiicmiu. desitlerava militi snoi simili
« <a ssè: laonde «inando li tronaua a sua intentione li riteneua in
« eorte et per mostrare che equalmcnte jjfli honorasse, gli disponeua
« in cireulo a mensa acciò che ciascuno fnsse il primo e l'ultimo...
« quando adonque Artìi era in gnerra, lui et suoi militi exercitaua
« in essa et <(uando era senza guerra acciò che essi fuggissero ogni
« otio gli facena experinientare in diversi exercitj la donde ]ter
« questo sortirono il nome di canalieri erranti. Infra (|nesti tali
« adunque furono ]>recipui Tristano di T^eouis, I.,ancilotto. (Mainano.
« Troiano et (ialas.so e quali coninneinente si ehonie furo excelienti
« in arme così da amore furono soggiugati. Vera è la istoria in
« «pianto che Lancilotto am<~) la reina (TÌnenara donna dello R<'
« Artn et Tristano amò la reina Isotta donna de lo ]lf Marco <li
« Cornonia per le (|u<ali ciascuno fece jiin prona nello exercitio del-
« 1' arme. Medesimamente et Carlo Magno tiglinolo di Pipino, re
« di Franconia. et da ]ioi di Francia. essen«lo stato per la sua nirtii
« electo re dei romani... auendo in protectione il Cristianesimo c«)n-
« gregò nella sua corte i più nalenti et experti huomini in arme.
« in fra i (piali t'n Milo et il suo fortissimo tiglnolo Eotholando,
« llenahlo de albaspina, Ogerio duca di Dacia. Oliuerio «luca di Ge-
« benna, Estuto d' Inghilterra. Hamon di Baiiarin. Tnrjnno re-
« mense et Gornelon di Maguntia »...
Ho attinto dal coft. estense citato, nel «juale è da a^"\"ertirsi.
lirecisaniente nel punto da me utilizzato, uno spostamento «li carte,
clic nel difetto «li numerazione i>otrebbe f.ar credere facilmente a
una lacuna. Su B. Illicino, si cfr. Rossi. Quattrocento, pag. 127.
') Per la corte dei Gonzaga, si cfr. il catalogo pubblicato «la V.
Braghirolli e illustrato «la P. Meyer e G. Paris in Romania. IX.
pagg. ■Iil7 sgg. e X()\Aii. lìiiiiuniìd, XIX. ]iagg. liil sgg.
~2 CAVirni.o IV.
Nella Corte d'Este in particolar modo, io « istorie fran-
cesi » non erano ancor morte, e di esse iminerosi codici cu-
stodiva la privata lilireria marchionale. Grandemente se ne
compiaceva il Marchese Niccolò e talvolta ad esse si is])irava
neir imporre i nomi ai suoi figli. Così uno di essi si chiamò
Meliaduse e un altro, natogli da Filii)i»a della Tavola, Maria
Gurone. Né vaimo dimenticati i nomi di Ginevra e di Ri-
naldo d' Este. K alla predilezione degli estensi per le storie
di Francia andrà pur riferito il nome di una giovinetta,
che allora appunto spiegava nella Corte le sue jirime grazie:
Isotta d'Este, che ]iresto dovè abbandonare P'errara sposa
di Oddo Antonio di Montefeltro ' ).
L' importanza della onomastica nella diffusione delle leg-
gende non può essere messa in dubbio dopo che da cosi
fatte indagini si sono otteimti veramente cospicui risultati -).
E qui, se non ci inganniamo ili troppo, p il caso di appli-
care questo procedimento, che trova conferma in fatti di
carattere diverso e di diversa origine. V. per vero, la moglie
stessa del marchese, Parisina, fa ognora pensare colle sue
relazioni amorose con Cgo-^) e coi suoi dolci peccati pieni
di mistero, nel timore di non lontane disavventure, a figura
di donna penetrata di amore e quasi inconsciamente e sot-
tilmente pervertita dai romanzi jìieni di passione cavalleresca
') È noto che Bianca <!' Estc teneva i)ress() di se un Gothofred
ik lìoioìì (Mf)XXiEE, Le Quatir., cit., II. pag. 348), forse quello stesso
che tignra nel catalogo dei lil)ri di Xiccolò III. e clic il CA:Mrs.
Xotices et extraits dex rnsu. frane, de Modène. ]>ag. 22. in nota, vor-
rebbe identificare col cod. estense — fondo straniero — n." 29. con-
tenente un Via(j(jio di Carlo Magìio in Terra Santa, la Storia delia
conquista di Gernsaìemme, ecc. Anche nell'inventario della libreria
di Borso pubbl. dal Cittadella è ricordato lo stesso manoscritto. Io
pensavo di risolvere facilmente la qiiestione, ricorrendo all' origi-
nale del Cittadella eh' è munito per ogni manoscritto del ninnerò
delle carte; ma iier rap])unto n"è ]irivo il nostro codice: sicclic
r opinione del Camus resta sempre una congettura.
-) Alludo agli articoli del R.\.jxa, Gli eroi hrettoni ucl!' ouoma-
xtica italiana del «ec. XII. in Bomania, XVII, 161 e 36r>.
") Per ciò che riguarda Parisina, rimando ad A. Solkimi. l'ijo
e Parigina, storia e lefigenda secondo nnori documenti, in \uora Anto-
logia del 1893.
l.\ roi.TlRA FRANCESI-; EslENSK 73
che eran venuti d" oltr' Alpe. E ancora non sarà forse arri-
schiato afierniaro che la ("orte dei principi d' Este può essere
considerata come il tramite, pel quale le leggende francesi,
passate con gran favore nel ^>neto, si addentrarono nella
Toscana e quivi perdettero la l.x^lla ed elegante forma di
Francia ^ ).
È del resto cosa naturale che la ("orte estense si sia mo-
strata grande conservatrice della coltura francese e l' abbia
favorita anche quando essa andavasi spegnendo. Tra le
sue mura giacevano — negli appartamenti dei principi, o
nella loro libreria privata — i monumenti della piacente
letteratura d" oltr' Alpe. I codici francesi, abbelliti di minia-
ture, elegantemente istoriati, raccolti da Niccolò III e dai
suoi predecessori, eran sempre de[)0sitari delle istorie fiorite
della Tavola rotonda e stavano pur \ì\ a serbarne ricordo.
E per essi forse si rallegravano gli ozi della Corte, quando
non imì)erversavano, come di consueto, le guerriglie e le
lotte tra signore e signore.
Se Guglielmo Capello si dichiarava incapace di illustrare
nel DiWanondo le allusioni alle storie di Artù; intorno agli
stessi Estensi vivevano però altri letterati, cli<> risentivano
un po' r eflfìcacia della aristocratica coltura cortigiana. Ba-
sterà ricordare che F. Accolti, lettore di diritto allo Studio di
Ferrara, ebl)e dalla libreria principesca un Saint Grani, le
profezie di Merlino, un Meliadiise e un Lancilotto ^ ).
La temperie intellettuale della Corte d' Este era dunque
impregnata nella prima metà del sec. X^' di leggende fran-
cesi, che parevano scolorire e svanire dinanzi al luminoso
') Sentd il l)i.soi;no di attenuare uii po' (jiiesto eoiieertó speci,il-
ineiite, iu riguardo a ciò ehe fu osservato dal Cn>>ciNi, iJi una
data importante, cir. piìi sotto, \n\gg. 12-16. — Vivi erano i rapporti
"tra Toscani e francesi particolarmente in forza dei connnerci, ed
('• i»()ssiliile che tìn dalla line del dugento e dal i>rincipio del tre-
cento i Toscani conoscessero, rielaborate nella loro forma, le leg-
gende dei cicli epici francesi. Per la prosa, conforta questa oi>i-
nione il Tri.stano riccardiano edito dal l'arodi. Il Crescini non
crede a due flistinti periodi franco- veneto e toscano, ma piuttoslo
a due « svt)lginienti contemporanei della stessa materia francesi-,
« nell'alta Italia l'uno, nella Toscana l'altro » (pag. 20).
■-') A. Ventcui, liiv. stor. ital., II, 1)92 e Kus^s^i, Quatti-., pag. 312.
74 f.\rrror,o i\.
fantasma della civiltà latina, ma che piovevano ancora tanta
soavità (l'imagini e tanta dolcezza di coiimiozioni nel seno
della Corte.
Ripensava forse il marcliese le liinglie tirate franco-ve-
nete, nelle (piali Foresto d' l'aste coiìilìatteva in nome della
fede gloriose battaglie e lo coadiuvavano pieni di vita e di
ardore i giovinetti Accarin(j, Alfarisio e Moroello d'Este; e
la Marchesana dolcemente pensosa udiva talvolta ripetere
da qualcuna delle sue donne di corte alcuna ist(»ria sempre
bella se ben nota.
Tacevan(j l'altre, intente a mirare alcun ricco tappeto,
fiorito di nuovi ricami, opera di Giacomo d' Angelo di
Fiandra M, stupite dinanzi alle belle rappresentazioni di ani-
mali, case, alberi e frutta, e ludl' ampia sala del castello si
sperdeva tremula la femminile voce.
Anche i figli lasciavano ]»er im istante i giuochi dtdlc
carte " ) e udivano silenziosi.
Era una che narrava:-') «Erano i Cavalieri assisi tutti
comunemente intorno alla 'l'avola Rotonda, essendo già ora
grande di sera, per cenare, ((uando si ud'i allo improvviso
un lungo e pauroso tuono con mugghj e scosse che mo-
strava volesse il palazzo discoscendere; appresso ciò roppe
la scurità un bellissimo raggio che pareva sole e che git-
tava intorno moltissimo risplendore, e poi ecco discendere,
come sopra di lui, il santo Graal coverto di un bianco scia-
mito, e tutto campato in aria e riposando pure sulla luce
senza opera d'uomo, ed ecco insieme iuunantenente le tavole
di squisite e preziose vivande covrirsi e la sala empirsi di
' ) Fu lino dei pi'iiui arazzieri della Corte estense e venne ad
a1)itai<' in Ferrara sotto Niceolò III. Si cfr. G. Campoiìi, TJ Arazzerio
(■■stiline, in .Itti e Mem. delia fk'jìutaz. di Sturili l'iifriii pvr ti' prov. di
Modctia r l'arma, T. ^'III, pag. 419.
-) « \'olenio elle vili faciafi (M)ni])rare doa para de earteseJle...
« (la gingare... che le nolemo \h'v la nostra fiola ». Dispaceio di
]\arisina in Atti e Memorie cit., T. VII, i>ag. 181.
■') Adopero (jui nu artiticio. di cui fece già uso il Galvani in nna
dello sue Lezioni accade mielie, Modena, 1839, (|uando tessè eon ma-
teria di Franeia certi suoi racconti. Cfr. voi. I. pag. 301. donde ri-
porto il brano, eh' e tra (tue virgolette.
T.A rOLiri^A FRA.xrivSK IvSTKNSE
odori nuovi e soavi. T)<)\u) c\\(\ il Santo Graal impari, (m1 il
re 0 i cavalieri riniasci-n tutti pieni di gioia nel cuore ".
Altre volte la Marchesana, così amante della caccia e
dei falconi, indugiava sulle pagine di un libro « francese de
ucceli )i, cli(^ la libreria estense possedeva; o anche aitriva
un ricco codice in forma reale di « (ìirone il Cortese » e
leggeva^): — " Lors dit li sire a la madanioiselle: Da-
te nioiselle, pour dieu et jtour coi-toisi(\ puisipie cist sires
« qui ci est ne me vuelt conter comant vous fustes deliure
<( des niains Eschanor et comant Eschanor fu desconfit par
« le cop d'une espee, ie vous pri que vous le me contois. La
« damoiselle qui bien avoit veu coment elle fu delivre e
« par les mains de Guron, quant elle entent la proiere que
u li sires li fait, eie dit a Guron: Sire, vous plest il que ie
« le conte ceste aventure en tei guize come elle estavenue?
« Et il res])ont: Damoiselle, vos poez taire vostre plesir, mes
(( la chose n'a pas este si grant ne si merveilleuse que Fon
u doie tenir mont gran parlemant ».
Ma se facile riesciva e i)iacevole alla principessa la lingua
armoniosa di Francia, non così accadeva per tutta la Corte.
Fors' anche le stesse donzelle avide di istorie francesi, non
erano tanto esperte del linguaggio d'oltr'Ali)e da gustarne
la finezza e l' eleganza e amavano apprendere le colorite
fantasie cavalleresche dalla bocca di qualche girovago [ooeta
(j cantastorie.
Pensiamo per un momento dinanzi al castello di Ferrara
uno di quei non pochi cantambanchi, che nella loro eser-
citata memoria sapevano ritenere tante storie dell' antichità,
del Xuoro e Vecchio Testamento, tante leggende risguar-
danti i fatti di Troia, di Tebe, di Roma, tante favole della
materia di Carlo e di Artiì.
Eccolo attorniato da un pubblico vario e pieno di curio-
sità: da uomini, donne, veccia, fanciulli: invano il clero si
lamenta; invano Michele Savonarola impone al confessore
di riprendere il penitente « se delectato se è de audir(>
(( inutili canti e suoni amorusi ... se grande tiunpo consu-
') Tr;iug() questo )>rauo da 4 memhraue dell' Areliivio di Stato
ili Modeua ohe rappresentano il resto di un ma uoscritto estense dei
Girone.
rAPITOI.O IV.
« malo ha iu cantare e stonare, se- le feste stato è più V(jluii-
« tiera aldire cantare di romanzo clia in giesia cantare il
K u aspro »^ ).
Tutti sono avidi delle belle narrazioni e tendono ansiosi
r orecchio alla improvvisa sfilata d'argomenti h di nomi,
clie via via con sorjirenilente rapidità il cantastorie pi'opone
agli ascoltanti.
E i nomi e gli argr>menti, senza alcun ordine, così come
s'offrono alla mente del canterino, s' inseguono, s'incalzano,
senza mai intermittenza, risvegliando nell'uditorio un'onda
di rimembranze e disseppellendogli n<dr animo il ricordo di
commozioni [)assate.
— Volete le istorie di Artù, Carlomagno, Rolando f <>
quelle di Davide, di ( tesare, di Enea, di Alessandro M ) i
fatti di Lancilotto, Tristano, (juidone, il selvaggio figlio della
bella d'Avignone':" Scegliete ciò die più vi aggrada.
Ma il po[)olo più amava le narrazioni di Rinaldo ili Mon-
talbano, (ii Uggeri il Danese, o l'Ancroia o la favola franco-
veneta di Bovo d'Antona.
La Corte di Ferrara leggeva nei suoi ricchi codici istoriati
quelle favole, che il popolo imparava dai cantastorie; ma
spesso anche il castello non era inaccessibile all' improv-
visatore. E allora i regali di stoffe sontuose, i doni e le ri-
compense non mancavano, se veramente il poeta sapeva
intrattenere la Corte con la grazia dell'invenzione e con
la eleganza dell' esposizione.
Sotto il brevissimo governo di Leonello, nel rigoglio degli
studi umanistici, la coltura francese parve un poco sfiorire
a Ferrara; ma essa troppo s'era radicata negli animi per
iscomparire senza lasciare tracce profonde di sé.
La lingua di Francia non appariva forse più tanto ac-
cessibile alla Corte d'Este quanto ai tempi di Niccolò, che
si compiaceva di far miniare codici « in lingua gallica » ');
') CofL est. a. S. 7.7 (■(inteiientt- il ('oufvxx'nnitth di M. Saxonu-
lolii. e. 21"^. Leggo aldire in luogo di al dire: niii <|ut.-st' ulfiiiia le-
zione non sarebbe fors' anco da rigettarsi dei tutto.
-) Fece miniare nel 141^4 una « biblia gallica ». (Questa e le .suc-
cessive citazioni traggo dalla si-ric di dnciiinciii i imlililii-ata da .1.
Hkkman'X, oj>. cit., in ai^iiendice.
I.A ror.TlRA FRANfF.>;F. ESTENSE
ma in compenso l' ibrido linguai>gio franco-veneto, nel quale
rivivevano le imatiinose fantasie di Francia era ancora di
facilissima intelligenza ^ ), e ben anche più accette erano
alla corte le nuove volgarizzazioni delle favule francesi.
Vedremo cosi Borse d' Este far legare da Xiccolò Nigri-
solo « cartolaro » una Spanna in volgare ; far alluminare
da Gherardo Ghisileri " un libro, in vulgari sermone, chia-
mato Lanzalotiiriì » e istoriare dal celebre Taddeo Crivelli
« un libro de Cronache de Franzo » sempre in volgare.
Quando avremo aggiunto che lo stesso Borso ordinava
di trasportare in italiano il Mainetto, che tratta delle storie
di Pranza e avremo detto che la sua libreria conteneva due
codici del Bovo, un Guerrin Meschino, un Aspromonte, ecc.,
ci saremo fatto un concetto del favore goduto ancora a mezzo
il sec. XV dalla letteratura romanzesca francese in Ferrara.
Le imaginose fantasie di Francia non si spensero nep-
pure sotto il ducato d' Ercole I. Oltre i codici radunati dai
suoi predecessori, questi possedette un « libro di canto fran-
cese » - ), accolse presso di sé due ciechi canterini: Fran-
cesco d' Antonio da Fiorenza detto 1' <c inproviso » e Gio-
vanni Cieco e ne protesse un terzo di mirabile ingegno,
Francesco Bello autore del Mamhriano.
E a maggior suo vanto, alla coltura francese estense di
quell'età vanno debitrici le lettere italiane dei due grandi
capolavori, che up costituiscono 1' eco gloriosa e immortale.
II. Vìi fatto che merita grande considerazione é questo:
i codici estensi di materia di Francia lunglr esso il secolo X\'
non andarono diminuendo, come facilmente si potrebbe sup-
') V. Crescini, ih una data importante nella .■storia dtììa epopea
franco-veneta, in Atti del K. Istituto Veneto, 1896.
-) Sopra nu « a><peio monte, in vulgaie. in prosa. » clu' ebbe
Eleonora «U Aragona per Ferdinando iV Este. si cfr. la nostra Append..
Ili, n." 20. Sigi.sjiiondo eblie nel suo stuilio un « Liber gestoruiii
laneiloti, in niemltranis. ceduto ]ioi al Duca Ercole. Si cfr. Aj}-
pend. III. n." 27. Per Giovanni Cieco che rallegrò col suo cauto i
banchetti offerti da Ercole agli Sforza si veda: IHarium Fenarienxe.
M. T. S.. XXIV. 211. 2.-S-!.
78 CAPITOLO IV.
porre; ma invece aumentarono; e ciò è provato dai eata-
lop-lii esistenti nell'Archivio estense di Stato').
L' illustre studioso che li esaminò nella parte concer-
nente la letteratura francese "), fondandosi sopra validi dati,
concluse essere stata a un cei*to tempo la coltura estense
quasi più francese che italiana. (Questa frase, che potrebbe
parere ad alcuno arrischiata, cessa di sembrar tale, a chi
esamini rnìi attenzione altri nunvi ddcumenti estensi. Ciò
sono due mazzi di pergamene ai)])artenutc a preziosi codici
francesi distrutti nel sec. XVI.
In cotesto secolo, svanita ormai completamente quella
prei^otente attrattiva, che esercitò per Iumììo tempo la lettera-
tura cavalleresca di Francia, mutatesi anche le asi)irazioni
della nuova società, i manoscritti francesi perdettero agli
occhi dei loro possessori ogni valore, e furono del tutto trascu-
rati o anche in qualche modo utilizzati: poiché, ridotti a fram-
menti, servirono di copertura a registri della ('amera ducale.
Queste povere pergamene, più o meno lacerate, rai)pre-
sentano l' ultime reliquie di tutto un tesoro sottratto dall' in-
curia degli uomini e dalla edacità del tempo alla nostra
erudita curiosità e ognuno di noi, dinanzi ad esse, non sa-
prebbe svestirsi da un senso di tristezza che sempre ne as-
sale alla vista di un misero naufragio di cose belle e preziose.
Sono questi gli avanzi di quei riguardevolissimi codici
che troviamo qualche volta ricordati nei registri di spesa
per la Camera ducale, e di quei libri francesi contenenti
battaglie, istorie, e favole dei paladini di Francia tanto cari
alle Marchese e alle Duchesse d' Este. Scegliamone qualche
brano eil esaminiamolo in breve.
Dagli inventari di libri estensi sapi»iamo che sin dai
tempi di Niccolò III la biblioteca marchionale possedeva un
«libro chiamato Bovo de Antliona, in francexe, in mem-
'< brana cum alene et uno frjiidelo uerde » ^ ).
') Quest' osservaziimo è di J. C.vMrs. Xoticcs ut rjtraitx (/ex iii-ss.
fran<;aìH de Modèlle, 1891, pag. \i.
■-) K.v.iNA, Bomania, II, 49 s^g. e A. Thomas. Jìonuntia. XVIIJ. 29H
") Cn inventario più tardo di libri registra, come ho già detto,
due i-(>])ie del Jioio. Cl'r. C'ittadkll.v. // Castello, eit.. in append.
Il i-ixl. di Niccolò porta il n." L'I lu-l c.-ilalo.no cdilo dal (a rrKi.i.i.
(iiorn. .star., cit. XI^'. pag. 27.
LA ror.TIRA FR ANrEsl% ESTENSI". 70
Le poche reliquie di questo codice membranaceo conser-
vansi ora nel mazzo primo delle suddette pergamene fran-
cesi e C(jnsistono in due carte scritte a due colonne, di ni-
tidissima scrittura e assai bene conservata.
La lingua del frammento ha una sua particolare tinta
veneta e fa pensare alla dittusi(me che il Bovo (l'Antona
dovè avere per un certo tempo nel Veneto e nella Marca ' ).
Ne riproduco un breve l)rano:
Au [Kilt de Aiit()»iue uit'iit. lì. :iu «li r iiis.
Peleriu triieue iipreste.s et gariiis.
Qdf ivurie luer uait \>er lamor ieu.siieiis.
Deiiiamlc fu li uaxel eu ]tlis.
Mult li fu l»iax (jue suut de sou i>ais.
Asoli heinage ot. B. eoiisoil pris.
Enz la uef luist lidauioi.sel iley»iis.
Leti]/. .snil»uHt le jiieu et le.s ardis.
Et i»ue aprcs le bueii destrer iinis.
Panni AntoHue est eiifoice li cris.
Plus dune leue fu l)ien le dtiel «is.
Quaut. B. enz la nef arestes.
Ses graut lieiuage estoit in tot les.
Et il est atuit adex eouuiudes.
Au coHgiez ])eure fu li graut oris leues . . . - ).
l^n secondo codice trovasi registrato in un iuventarir)
estense di libri del 1488 colle seguenti parole: Liher Croni-
carum Reyum Francie et 'jestoruni eornm, in iiipmhr(inÌH,
di carte 360.
Che questi) ms. fosse scritto in francese, par certo, chi
eonsideri che esso trova vasi custodito, secondo V indicazione
') A uua redazione perduta fraueo- veneta ilei Bovo ])eusò il
K.v.rXA. Zeitxihrift f. niman. Phiìoìoijie, XII. pagg. 468 sgg. Si ofr.
anclie: Ka.txa. Ricerche intorno ai Reali di Fraiwia, 1878, T. I.
pagg. 114 sgg.. e Cr. Nyuop. Storia della epopea francene. (trad.""
(iorra). l'orino. 1888, pag. 277.
-) Sarò parco nelle illustrazioni di ipiesti frainuieuti. ijereliè ho
veduto, ijuaudo io a^■evo già eoiupiuto il mio studio, nel Bullettiìio
(Mìa aocictà Jilol. romaua di (ìenuaio, amiiinciato un lavoro sojira
i brani estensi di t-odd. fi-.aucesi. A.spettando lo studio promesso,
mi liniitu ;i puclii' noti-relle.
80 rAPiTOLO i\ .
dell'inventario, iieir'( armario XXI >\ il rpialo contonova mia
bella raccolta d' opere francesi.
Ora, nell'Archivio estense ^ ) conservasi un numero ri-
levante di frammenti memliranacei in francese, che appar-
tennero, c(nne. dimostrano la dimensione loro e la loro scrit-
tura, a mi solo codice e che permetton(j, a [ìarer nostro,
d'essere identificati coli' opera sopra mentovata. (Jgni per-
j^amena è suddivisa in tre colonne, con iniziali colorate e
di amplissiuKj tonnato; i fotjli sono in numero di ventitre
e dovevano appartenere a un liellissimo manoscritto, forse
a quello stesso, cui Niccolò III fece Morirò le lettere ca-
pitali ^).
Esso conteneva le così dette C/ironiijne <le Saint Denin.
Xe riproduco qui soltanto alcune righe:
[e. 7.'] ComiìKiit il ciiKoid ala i>hccìIc
CrotiUh ii»<i((iiK anaiit ([u' il I' ('njjiiitNast. .rrj.
Ci apres diro/ts commcnt il fu conuertis a la foi crestiennc
et comnanit il prist fame Ila] niece au roi Gondebaut de
Bourgoigne: sainte dame des le iour de s'enfance crotilde
estoit apellee. Li rois emuna ses messages a Gondebaut le
roi de Bourgoigne pour pes et pour aliances fermer e/<semble,
si comme li ancien iirimc souloient taire. Quant il orent
parfaite la besogne pourquois il estoient e^nioie il garderent
le pales si uirent la pucelle crotilde qui moult estoit piane
de gran biaute: il demanderent qui elle estoit et de quelle
gent elle estoit iiee . . .^).
Dobbiamo anche aggiungere che dallo stesso esame più
approfondito degli inventari può trarsi un nuovo e forte
argomento p(U' dimostrare il largo e crescente favore, di cui
fu circondata per tutto il quattrocento la materia di Francia
alla Corte d' Este.
^) Fé rfjamenr frati cckì. Mazzo I, ii." S.
-') 11 (locmii. die si riferisce a mi lilno di ( 'loiiaclir Iraiiccsi si
legge ili .1. Hkkmaxx, oj). rif., pag. 131.
^) Questo Inailo rorrisponde alla narrazioni- rlir leggisi in
HorijiM'Vi, lUciiiil ilcs liisfarUìis des (ianics et de la l'ratice, V. III.
pag. Ui7.
LA COLTURA FRANTRSE ESTENSE 81
Più ricco d'oiìni altro, perciò che ris:uarda i codici fran-
cesi, è un catalogo di libri del 1471 che serba ricordo di
sessanta cinque manoscritti d'<tltr' Alpe, tra i quali quattro
LaneHotii, due Spa'/nf', due (iutijre rio Boion, due storio
fli A/es.saJifIro, un rf/'f/osto, le Kpiiiitole di S. Paolo, V F.ran-
f/olio ffi S, Crioranni, due lil)ri rie ref/imino iirincipuin , un
Sidrac, un Boozio, ecc. ecc.
Vista cos'i largamente rappresentata nella Corte di l-Cr-
rara la letteratura francese, resta ora che no indaghiauid il
carattere e gli aspetti, sotto cui ci si pres<'nta dal sec. XIII
alla fine del XV.
In modo vario e nudtiCornie si svolge la coltura di Francia
alla Corte dei principi d' l'Iste. Accanto a cronache, a viaggi
e a favole bibliche troviamo anche la lirica francese; ac-
canto a numerose narrazioni l^rettoni non mancano reda-
zioni di leggende tlerivate dal tronci» ferace della materia
carolingia.
K se risaliamo il corso dei secoli per sorprendere alle
sue origiin cotesta copiosa e bella coltura estense francese
troviamo nel dugeuto \m vero rigoglio di lirica occitanica
alla Corte d'Este.
I Marchesi si dilettano delle squisite strofi di Pi-ovenza e
proteggono con amore i trovatori, che scendono nella marca di
'l'revigi, si spargono per il veneto e cercano nelle aule dei
•Signori e dei principi quella protezione che loro ormai manca
nella natia ( )ccitania. I poeti di Provenza portano, insieme
alla dolcezza delle loro canzoni, all'impeto dei loro serven-
tesi, alla soavità delle albe, alla leggiadria delle retroenno
e delle stampite, la bella e varia esperienza di chi molte
cose ha viste e conosciute e recano le notizie più nuove e
gradite. E cosi, se la Corte vuol sapere che cosa macchini
il Conte di S. Bonifazio e vuol conoscere le avventure di
Cunizza e vuol udirne il vero; è presto fatto: il giullare ha
saputo da Ce de Saint ("ire, uno dei trovatori più cari ai
Signori da Romano, tutta la storiella galante della fuga di
Cunizza, ha ottenuto dai famigli le più scerete confidenze
ed è giunto a ritessere in pensier suo la seducente trama
della interessante avventura.
Gli dia ora la Corte un nuovo mantello scarlatto o anche
un mulo o una ricca e nuova veste, ed egli racconterà tutto
82 CAPITOLO IV
per ordino fiorendo oprni particolaro colla sua fervida fan-
tasia.
Vi sarà chi incolperà la bella Cunizza e pronuncierà un
severo giudizio sui suoi amori; ma vi sarà anche un trova-
tore, forse italiano, Peire Guilliem de Luzerna, che si dichia-
rerà i)ronto a ilifenderla, col verso e colla spada:
Qui na Ciiuiza guerreia
Per \-iltat o per enveia
Koldaf fai gran ....
( Cfr. l'odi/,, di P. E. Gnarncrio ).
F, non mancheranno lodatori dt'lle bellezze e dolio virtù
di Selvaggia Malaspina, di Adelaide di Vidallana, ecc. ecc.
Le principesse si compiacevano singolarmente delle dolci
rime di Provenza e amavano essere celebrate nel grazioso
linguaggio d' oltr' Alpe.
Aimeric de Peguilhan cantò in diversi suoi componi-
menti Beatrice d'Este figlia di Azzo VI, e ne celebr*') il
nomo nello tornarle di alcune sue canzoni:
Bel Paragoii. eiim 'ini jiliis soven ve
Xa Biatriz d'Est, pln- li v.,1 .le l>c.
( (Od. i-st. i'. HI : r<r f«ilnf: ).
V. altrn volta:
\a Biatri/, d'Est, tau es fin' e t'ei'ina
'/ne"l vostre seiiz uo's ranja ni's desferina :
Don vostre laus ,si meilliir' e s' aterina
1", ])ui)is iiios fan/, e nios di/, o ix'feima.
(('od. cit. t'. (iT'''. ICìi amor).
E i>er essere breve, la stessa Beatrice trovò un altro poeta
in Rambortino Buvalelli, che la dicliiarava " la nioillor q'anc
fos »; mentre Giovanna, prima moglie d" .\zzo \'II, fu col(>-
brata dal De Peguilhan o da Guglielmo do La Tor:
Xa .Ioana" 1 rics n-ssos
ed pret/ I)os
r|U'cs de ^os
fili lo iKiiii d' Est ciihalos.
i < 'lifnisini ah aaix m<t1:).
LA COLTURA FRANCESE ESTENSL 83
E Costanza iV Este sentì cantar le sue ]o<ii da Ralmonz
Bistorz d' Arles:
Qui vo] vezer bel cori)s e beu estan
]•; voi vezer on fis pretz cars s'es lues,
I-", voi vezer on tìiia beiitatz es,
1". voi vezei' on uais e vin oiiranza.
K \ol vezer on uais joi e jovens.
K voi vezer on es valors e seus
Veugua vezer Madonna na Costanza.
E ancora:
Cansou. vai fe'ii a la «^enzor (pie sia.
A na Costanza d' Est, on tut l>en van :
Qne tan bella non sai ni tan prezan.
Anche pli stessi Marchesi estensi si trovan ricordati con
onore nelle poesie dei provenzali. Giovanetto d' Albusson,
T'avaire, Ibrs' anche Sordello visitarono la loro Corte e Ai-
ineric de Peguilhan per la morte di Azzo VI ( 1212) com-
pose un pianto, la cui prima strofa è la seguente :
Za non cui<lei que-ni pogues oblidar
Lo ilan e' ai pres d'amics e de seguor.s;
Mais los grauz dauz oblid' om pels niaiors
E aizo es dauz que uo"s pot emendar.
Que-1 nieillor eors del mond el luels apres
Lays ni'o; que tut sabez ben del Marques
D'Est, eals era, uo vos cai laudar ges;
Morz es: mas eu non ere q'e negun temps
Morisson tan de bon costuiu e8eni]>s.
.Accolti onorev(_)l mente nella Corte d' Este, i trovatori sa-
pevano cattivarsi la benevolenza dei principi con le loro
eleganti poesie. Le quali turon [)resto raccolte su belle mem-
brane insieme a molti componimenti ricopiati da un altro
codice di rime provenzali: quello ormai perduto e noto sotto
il nome di fihro di Alberico, perchè posseduto da Albericn
da Romano, fratello del terribilmente celebre Ezzelino.
All'amore per l'armi Alberico aggiungeva quello delle
lettere gentili; poeto egli medesimo in provenzale e scambi*')
con Ser Ardizzone una cobijola a projiosito di Sordellu.
84 CAPITOLO IV.
La predilpzione per la poesia occitanica giunse alla Corte
({' Este a tal punto che sul finire del sec. XIII i poeti di
Provenza che si recavano presso gli Estensi avevano la grata
sorpresa di sentirsi salutare da un trovatore italiano in versi
provenzali improvvisati. Ferrarino da Ferrara fu trovatore
dei migliori di Lombardia; cortese uomo fu della persona
e servì volentieri ai baroni e ai cavalieri; seppe molto ben
poetare e quando avveniva che i Marchesi facevano festa
e corte e i giullari venivano, che s' intendevano nella lingua
provenzale, andavano tutti a lui e lo chiamavano loro maestro.
Con maestro Ferrarincj decade la prima fase, tutta pro-
venzale, della coltura francese estense.
Le mirabili fantasie francesi, non ignorate del tutto da
gran tempo in Italia, erano scese frattanto con grande fa-
vore e avevano trovato propizio terreno. Succedute alla
lirica di Provenza, esse penetrano nella Corte d'Este per
due strade: l'una popolare, l'altra dotta od aristocratica.
Vi j)ervengono cioè e vi penetrano sia per mezzo dei canta-
storie e dei canterini, sia per mezzo dei codici di materia
di Francia, tra i quali primeggiano i manoscritti contenenti
favole l^rettoni.
Queste favole cruiKj infatti adatte più delle curolingir'
alla società colta ed elegante <li una corte, che cercava nella
lettura nulla più di un diletto inn ned iato.
I marchesi estensi si sentirono S])inti iirrpotentemente
verso le belle invenzioni brettoni e la loro libreria privata
fiorì di romanzi di Brettagna. Tralasciando di parlare di
quel breve frammento di poema sopra Faramond ed Artù,
che fu scritto verso la fine del trecento in seguito alle i>r»esie
francesi del codice estense [«rovenzale ^ ), è certo che i Mar-
') Si ricordi elie il coil. ]>ri)\ cu/., fstfiisc (■ontifiic una lunga
scric «li liriche francesi, alcune di'Uc (piali iircziosissiiuo ]>crclic
uuiclic. l^ucstc furono pulihlicatc «la A. .Ikanuo'S'. Chanmiix, jcìt.r
partix et refrain» hiMilx dn XIII.' KÌèch-. Extr. ile la Berne de» ìnìuj.
romane», 189l5-fH)2, 1 sgg.
l'n lihro de canto francese possedette Krcolt; I. Non so ])oi se sia
p<>ssil>ile fare risalii'e agli antichi fondi «[«-Ila hihlioteca «•st<'iise il
cod. lai. u." ó6X con notazione ninsicah'. coid«'ncnte hallatc «■ hrevi
poesie latine, francesi, italiani-, l'na «'an/one «T anioii- in l'rancesc
è ricor«lata mU' in\'eiitari«) «li lihii dei l 111.'). .IjipiinL. \ì-. 'u .
I.A fOLTLr.A FKANrivSE tSTKNSE '^•'i
diesi d' Este possodevano nel sec. XV, oltre i Lane/lotti ri-
cordati, un Lifjer nntiritatis Tri stani Pt mortis suae, di
carte UT; due Liber T rista ni : uno di ce. 16(i l'altro di
ce. 124; un Liher dictus ìe romani de Tristano «li ce. 118,
un Liher in raernbranis rlictns S. firadafis dì ce. 78; tre
/i/)7-i duroni, un Liì)er Meri ini in membranis, di ce. 19(5, ecc.
Le storie di Troia, le narrazioni classiche, le leggende
religiose, le opere morali e didattiche, le cronache, i viaggi
si trovano rappresentati nella collezione estense di libri e
Così vi figurano due Romanzi <lella Rosa e diverse opt're
scritte in franco-italiano.
La coltura francese estense fu dunque assai vasta e pro-
fonda; si estese dalle cronache ai romanzi; da questi ad
opere didattiche e morali ; si manifestò persincj nelle fogge
del vestire.
E sopratutto notevole fu l' uso di portare divise risp«jn-
(lenti a questa o a quella storia di F'rancia. Cinque donzelle
di Madonna Isotta ne i)ortavano sulla manica una che
sonava: Loiaumant. Vnoil finir, ma, vie: Bianca Maria
aveva trapunte d'oro in un vestito di panno le seguenti pa-
role: nul. ìden. sans poine. Un'ancella di Maria d'Aragijna
recava la scritta: o mors o mersi^). Ma vi fu di più. Quella
cortigiana coltura francese che condusse Isabella d' Este
Gonzaga a discutere saggiamente se sia da preferirsi, tra i
paladini di Carlomaitno, Orlando ovvero Rinaldo - ), che fece
sollecita Eleonora d'Aragona sì da provvedere la propria
guardaroba di libri di Erancia, si fii sentire anche negli usi
e nelle costumanze della Corte.
E forse ai giuochi partiti si riconnettono quei dubiti, quei
quesiti, quei casi, quelle questioni d' amore, intorno a cui
vediamo nel secolo successivo esercitar l' intelletto le Du-
chesse e i personaggi della Corte •' ).
') Venturi. Ilir. stor. itaì.. I. i»ag. 627.
-) Lrzio-KEXiKii. Delle relazioni d' Ixaheìla iV Este. i'<<-.. tir.,
l»ag. 99 e Ea.jxa. L' Orlando Innamorato, in Studi «« .1/. .1/. iloiardo,
Bologua. 1894, pag. 131.
=*) 8i efr. A. Solkiìti, Ferrara e la Corte estense, eh., pag. 123.
Gaspaiìy, II, 3111 «' IvEMER, Giorn. stor. cit., XIII, pag. 382.
80 CAPITOLO IV,
III. Sono aristocratici passatempi, cari agli eleganti ca-
valieri, arbitri e maestri d' ogni cortesia, e pivi cari alle
dame che ricercano in essi il modo di far risplendere l'acume
del loro intelletto e la sottigliezza del loro intuito lennninile.
Sono giuochi e trastulli di società che richieggono per es-
sere convenientemente apprezzati uno splendido apparato
esteriore: finezza di tratti, sontuosità di abbigliamenti, ma-
gnificenza di mobili e di sale. Son deliziosi trattenimenti
che tengono 1' ufficio d' un libro di novelle o d' un romanzo
d' avventure : son mezzi di ingannare gli ozi della Corte, di
abbreviare le giornate in villa, di allontanare la noia di
lunghi viaggi in nave per fiumi o per canali.
Sono infine gli ultimi prodotti e l' ultima eco di una
coltura già spenta; rappresentano anche in parte quell'ef-
ficacia che le lettere esercitano spesso sulla vita.
Così le novelle del Boccaccio e le Porrettane invitano i
cavalieri e le dame a ragunarsi tra i mirti e le rose, a lato
alle fontane, a creare Re e Regine, a inghirlandarsi il capo
di fiori, a piacevoleggiare insieme, a raccontare di avven-
ture e d'amore. Lussureggiano intorno i prati e i giardini,
ridono i cieli, cantano in mezzo al verde i rosignoli.
Cosi il ricordo persistente di tornei e di castelli d'amore
incita le dame a provarsi tra loro in giostre e duelli e a
fingere assalti. Ma i colpi sembrano non ferire, ma una
soavità di profumi investe come d'una leggera nube le com-
battenti. Folgoreggiano i nuovi abbigliamenti ; d' una sottile
ebrietà s'accendono le pupille delle dame; l'ora trascori-e
fulminea: lo scopo è raggiunto.
E così i novelli dubbi amorosi sono ispirati alle antiche
tenzoni e ai partimenti d' oltr' Alpe.
La loro serie è infinita: « Qual sia maggior difHc(dtà,
« fuggir amore, ovvero amando dissinmlare di non amare;
« qual sia maggiore incitamento a virtù, o l'onore <> il disfo
« di piacere all'amata; se amante possa morire per tr()}ipo
« amore ; se amore sia più possente passione dell' odio ».
Ma le questioni possono essere d' indole })iù grave e ge-
nerale; possono aggirarsi intorno alla bellezza o ad argo-
LA COLTURA FUANCl-.SI-; F.STENSL-; 87
menti di HlosoHa. E allora occorrono le intelligenti soluzioni
della Contessa di Sala o i perspicui raiiionamenti di Fran-
cesco Patrizi.
Non basta: 1" union' per le belle storie di Francia è cosi
saldamente radicato nel Veneto e nella Marca, che a Padova,
liià nel sec. XIV vive ima tradizione, che ricongiunge gli
Estensi a (iano, a Ferrara un' altra che li fa provenienti di
Fi'ancia ma non ne rielii;iiii;i h' oi-ìì;ìmì al traditore ili K(Hi-
cisvalle.
'< Narrasi comunement<' — scriveva Giovanni di Nono
" intorno al 1325 — che i nobili Marchesi d' Kste siano della
'< stirpe di Gano traditore. Splende nei loro scudi l'aquila
Il bianca in campo azzurro, la quale dovrebbe veramente
<( essere un falco, ma così la ridussero i pittori » ' i.
I', accanto a cotesta tradizione francese altre ne sorgono
non meno vaghe e fantastiche.
Siamo sul principio del sec. X^'I e ancora le magniliche
sale del castello di Ferrara sono tutte animate dalle leggere
visioni colà portate dalla letteratura di Francia.
F, vivo ancora il ricordo del Conte Matteo Maria Boiardo
e il suo poema fatto di cortesie, materiato di eleganze,
scritto da un gentiluomo per una Corte delle più squisite è
presente a tutta la società colta di Ferrara. Non strofi trojìpo
levigate, non assoluta forbitezza di frase, non impeccabilità
di lingua e di stile; ma una grande potenza coloritrice di
imagini, una grande e bella e ingenua ispirazione, una fan-
tasia, che svolge la sua mirabile tela dipinta di nuovi casi
e di sorprendenti avventure con una ricchezza veramente
singolare e con grande diletto del poeta e degli ascoltanti.
F questi sono principesse, dame e donzelle delle più esperte
nell'arte di farsi corteggiare e d'amare, letterati, dotti e
poeti che sanno giostrare e caracollare destramente sul loi-o
cavallo, che vanno alla caccia, che riportane^ il pregio dei
tornei, che amano la nuisica, i balli, i conviti.
Il Boiardo scrive per essi: e perciò le sue figure hanno
r eleganza e la grazia delle pitture di Cosmé Tura e Fran-
') P. Kajxa, La urUfute delle t'atiiùjiie Padvcane, ei-e. in Jiomavia,
I\', Uil. Ricordo (|ui. una volta iti'v tutte, le lua.siistvali pagine sugli
Esteusi ik-1 111 capitolo ik-lle Fotiti'- del Kajua.
88 fAPITOI.O IV.
eesco Cossa nel palazzo di Schifanoia. Sono attraenti, sono
squisite come una fine opera dell' orefice Franza da Bohjgna,
Come un arazzo lavorato d'argento e d'oro. E le scene sono
svariate e piene sempre di gentilezze: si svolgono nel riso
vergine della natura, tra il verde dei giart'^ini, tra il pro-
fumo delle rose. E gli eroi tutti del poema ubbidiscono ;ille
norme più corrette e severe della cavalleria e paiono [xMie-
trati da quel senso di cortesia, che domina nella Corte
estense. Anche Brunello, che è figura volgare, che s' abban-
dona dinanzi a Marflsa a un turpe lazzo ricorda i bufibni
degli estensi e le loro varie prodezze'). In quella medesima
Corte in cui fioriscono le costumanze più gentili, s' alzancj
talvolta suoni sc(jnci di risa e i bassi istinti trovano sl'oiìo in
un trionfo di senso e di lussuria.
La donna, che nella Corte d' Este ha tanta e cosi preziosa
parte, e vive d' una vita delicata e gentile, quasi inaureo-
lata di una nuova e raggiante idealità, campeggia nel poema
del Boiardo. ( )rigilla è di estrema beltà e piena di malizia,
'l'isbina è molle e tenerina e Angelica cosi bella e leggiadra
') Il \'ers() : « Mo.strando il iiikIo sotto delle rene» ulliidc ;i inia
volgarità, vuWn iiieuzion della (|ualc si chiude una lettela dello
Scocolii in Hrij. dei Mniìd.. 1466, e. 166. — Celebri, tra i Imtloiii
estensi, sono- i due Giumella e cotesto « Scocliula » o « .Seopula ».
com'è cliiauiato nei Megintri dei Mandati. Su di es.si .si veda : Lrzio-
Kkmei:, Buffoni, nani e schiavi dei Gonzaga ai tempi di Inahella
d'E-ste, ìnX. Antol., CXVII, pagg. 628-29. Dai reg. di Guardarohu s'im-
para che lo Scocola aveva un fratello frate'. Si veda a questo ])ro-
posito : L. A. Gandini. Viaggi. cardUi. ecc. eit.. pag. 89 dell' estr. —
Non va (liiuentieata la receiis. R[k.mki:] in Giorn. xtor.. XXII.
pag. 3.00 di F. G.vuono. La epopea del Imffbne, Bra, 1893. — Hica\<j
dai documenti estensi eh' egli aveva una moglie di nome .Maria,
la (juale nel 1470 si ritrovava « in extremità de dodese Itoelie....
« comjmtala la fante cum tre tigli » {Jleg. Mand.. e. 11). e soi>ra
tutto imparo che il « povero e meschino Scocola ». jx-r ([uaiito « uo-
« bile, facetissimo e soavissimo buffone » era sempre indebitato
colla Camera ducale e coi Giudei. Povero Scocola « tapino ». che
negli atfreschi di Schifanoia ai»])are così allegro e smancero.st) I
Aggiungo anche che nel 1437 è ricordato negli stessi Jìegialri un
gestieolatoìe che fece inirdbili e stupendi gesti del corpo alla picKeuza
dì Leonello (e. 158") e nel 1466 trovo menzione di un buffone multo
(e. 169).
LA rnr.riRA FRANniSl-, IvSTKNSK 'Sr>
e dotata di lusingJie, così fresca di grazia o di ijiovenilità
non potova essere [)ensata elie in una Corte lussuosa e ele-
ijante come quella di Ferrara : e quale eonipiacimento do-
veva la ammirevole eroina suscitare nelle dame e nelle
principesse, che riconoscevano in essa ritratti alcuni atteg-
i^iamenti e alcuna parte di loro stesse.
E quanta dolcezza e quanto stupore dovevano tenere una
disile più delicate d(ìnzelle di Corte, Fiordispina — triste e
malaticcia M — ogni qualvolta udiva sonare il suo nome nel
cerchio d'oro dell'ottava bodiardesca.
Isiiigono significativo della coltura estense francese,
M. M. Boiardo padroneggia da signore la materia carolingia
e di Brettagna, suggella con una grande opera d' arte la
fusione dei due cicli e ne trae una favola varia e dilettevole,
un nuovo romanzo d'avventura.
Così il Cieco nel suo Maivhriano piglia ovunque può la
materia ; qualche volta senza rettitudine di intuito poetico ;
sempre con grande efficacia e vivacità.
Ma lo stile è disadorno, la lingua è bastarda, la espres-
sione non di rado troppo dialettale, la frase manca semjjre
di studio e di lima.
Neir età successiva, gli siiiriti più equilibrati pn^tende-
ranno la salda compagine dello stile congiunta alla vivezza
della imaginativa. Sorgerà allora il poeta temprato nello
studio dei classici, perito delle più ascose difficoltà della
forma, quegli che saprà infondere nella bella materia ili
Francia 1' anima serena della classicità.
Se le scene del Boiardo rassend^rano i dipinti di Cosmé
Tura, il nuovo e grande jioeta ricorderà la esuberanza di
colore e la vivacità e la correttezza del Tiziano.
A Ludovico Ariosto conclude la maravigiiosa coltura
estense francese.
L' animo pieno di ricordi classici, l' orecchio inteso ai
modi perspicui e severi di Orazio, di Ovidio, di Catullo —
largamente rappresentati nella biblioteca dei principi, —
egli attinge copiosamente a quei libri di Francia, che godono
') Traggo questa uotizia da diversi Hcyititri di spesa dell' xVr-
chivio est. di Stato.
90 CAPITOLO IV.
il favore della Corte e ne illustrano la lil)reria i»rivata. Dal
(ìirone, dal Bret, dal Lancilotto Ludovico Ariosto trascej^lie
scene ed episodi, inquadra nell' une gli altri, collega fatti,
coordina idee derivanti dalla materia di Francia e scrive
il massimo poema del Rinascimento.
La leggenda d'Orlando ha ormai compiuta la sua grande
parabola. Ad Orlando, come già ad Ercole, divenuto pazzo
per esagerazione delle sue più belle qualità, è ormai riser-
bata la sorte di divenir presto oggetto di riso e materia di
comica poesia.
Se r ottava cristallina dell' Ariosto serba in vita, come
dentro una fulgida raggerà, le leggende francesi, non può
dirsi che nella Corte di Ferrara sia del tutto spenta la poesia
di Provenza.
Essa è ancora richiamata a tarda ed effìmera vita quale
arida materia di erudizione. Che l' idea di dedicarsi allo
studio del provenzale sorgesse nel Bembo alla Corte estense,
è ipotesi sostenuta da un mastro insigne studioso e ricerca-
tore ^), ed è ipotesi che parrà ([uanto mai sensata, quando si
pensi che la biblioteca dei principi custodiva i tesori della
lirica occitanica ed invogliava altri ad occu])arsi <li lingua
e letteratura provenzale.
Ili cultore di studi provenzali ancora ignoto è Alberto
Lollio, poeta e letterato dell' età di Alfonso II, degno certa-
mente di maggior considerazione e di maggior studio di
molti altri cinquecentisti più conosciuti "-).
Inedito è ancora un suo vocalìolario provenzale conser-
vato a Ferrara nella Idblioteca comunale ^ ).
E avrei cosi finito, se non mi premasse di volgere il di-
scorso a un nuovo ordine di studi, che nella Corte d'Este
non trovò grande favore, ma non fu certo del tutto negletto
o dimenticato.
Sul finire del sec. XV le felici Corti italiane echeggiavano
') V. Ci.vN, Vn decennio della ritti di M. l'ietro /innìio, Tkiìih),
IXSr), pilo-. 66.
'-) E.VKoTTi, I, :m"i. Jtti della Dep. ferrar., voi. XIII e Hass. ìiiiil.,
IX, 11-12.
^) Si ve(l;i: U. AntoNELM, Indice dei maiioxcritti della ciciea bi-
blioteca di Ferrara, Ferrara. 1«84, 1. n." 'ò'óH. piig. 172.
LA COLTURA FRANCLSE ES'IEN.SE 91
bene spesso del suono allei^ro dei liuti e del cant(j festoso
di ballate e brevi pcjesiole e componimenti scritti in varie
lingue: italiana, francese, e assai di sovente spagnuola.
La lingua di Spagna non era allora del tutto sconosciuta
neir Italia superiore e chi esamini le collezioni musicali
d(d tempo è indotto facilmente a credere a una diffusione di
essa maggiore di tfuello clie a tutta prima possa parere.
Nei tempi che ci interessano nella Corte dei Gonzaga
erano ricercati e molto apprezzati i romanzi e le opere di
Spagna e la Corte d' Este certamente possedette uno splen-
dido codice delle Siete Partidas, i frannnenti del quale ho
io potuto con tutto agio esaminare nell'Archivio estense di
Stato.
Ippolito d' Kste amava adoperare un' impresa col motto :
\'o HUj'vo man de lo que puedo, ed Eleonora d'Aragona di-
scendeva da ima Casa in cui, manco dirne, tenacissima vi-
veva la tradizione spagnuola. Alfonso V pai-lava e scriveva
in catalano e in castigliano: spagnuolo era il linguaggio
della sua Corte e della cancelleria; si)agnuoIa la letteratura
cortigiana di Napoli '). E quando al castigliano si sostituì
il volgare, questo abb(jndò di spagnolismi. E spagnolismi
ricorrono nel Galeotto, nel Del Tuppo, in Diomede Carata,
n(^] Passaro, nei rimatori napoletani del (Quattrocento.
Se la moglie d' Ercole I portò alla Corte d' Este un' eco
della nuula e della lingua di Spagna, vero è tuttavia che
soltanto a Lucrezia Borgia spetta il vanto di aver diffusa in
Ferrara una più larga conoscenza della letteratura spagnuola.
E qui mi è caro di far noto agli studiosi che il canzo-
niere spagnuolo estense, celebre, tra l'altro, per contenere
la firma del gentile poeta (Galeotto del Carretto ''), fu ])ortat(j
') Sì cfr. B. CuocK, La Corte upuijnuola di Jlfom^o d' Armjomi a
Napoli, in Atti dell' Jccad. Pontaniana, voi. XXIV.
-') Una tavola del nostro codice fu presentata da jtoco ai lettori
delle Uoììianinche Forschunfien, X, pagg. 401 sgg. da K. Vollmollor.
Il codice proviene certo dalla .Spagna, ove fu scritto con bella let-
tera, sopra carta filigranata, con grande sovrabbondanza di or-
namentazioni nelle capitali e con quegli intricati meandri delle
iniziali che sono una caratteristica dei mss. scritti in Ispagna.
Galeotto ilei Carretto ebbe certo tra mano il canzoniere e oltre a
•)2 r Apiroi.o n-
a Ferrara dalla Borgia, l^sso figura infatti nell' inventario
di questa celebre principessa ^ ), descritto qual era nella sua
iiiij)riiiHT\i il suo mmic. \i lascio <li suo ]iu.<i'iio alcuni conijioiii-
iiicnti. clic furono scji'nalati come suoi dallo Sjiotoiiio. pubblicati
ilal ca\". A. (r. S))iiiclli (nozze Muratori - N'aiidcUi. INfH ) e ritenuti
del Dal Carretto da Y. (4ab(>tto. dal Verga e dal Croce. IS'e ilubitò
il N'ollnitUlcr e (piasi conteinporarieamente giungevano 'a toglierli a
Galeotto del Carretto, G. ilaiiacorda néll'o]). cit. più sotto, pag. S2
e la sign. C. Michaklis dk A'ascoxckllos. I!omani>icìie Fornvhun<ieii.
XI, pag. 201 e 217 : alla (piale seda veramente conviene attribuire
il merito di avere addotte ])rove vere e reali. Certo e jiero, a parer
mio. che il Del Carretto scrisse (iirei versi a memoria e moditicr> (jua
e là l'originale: la (piai cosa non va trascurata nella i>re.sente ipie-
stione, perchè è una novella ]iro\'a did fa\(n-c ottenuto dalla jioesia
di Spagna in Italia.
') l\i])ro(luc() la ]iarre d(l magnitieo inventario riguardante i
libri della Eorgia (Jiiniit. 1 r,()i> - 1 .-iO.l. e. li'T). 1 (piali d<d resto
non sono sconosciuti. Cf'r. (ii!K(;()i!()\irs. A. li., jiag. oli.
1. Tuo lil>ro de Co]»]de (leggi: coble) a la si)agnola in carta
bergamina. luto miniato d'oro, coperto de veliito carniexino. con
cantoiure et atachagli de argento, in una borsa de camosso rosso.
2. Ilio libro de epistole de Santa Catelina da Siena, a stani]»a.
co\crto de coro ('(destro con suoi cantonieri et atachagli d' otone.
?<. Ilio liliro de pistole et eiiangcdij iiolgari, a stampa, couerto
de coro morato, con suoi cantonieri et atachagli d' otone.
I. Uno libro tdiiamato el dodexe d(d cristianno. in lingua iia-
leiitianna. (piadcrnato in taiiole. con suoi t'orniiueiiti de liotoiie — lo
tieli (d Dindia. —
."). l'ii liiiro Sdito a nianno de canzone sitag.le de diuersi autori,
td principio del (jualc sono li pronerbi de donidigo (.s/c) lo pis
cojierto de c.(»ro rosso, con suoi caiitoni(>ri et atachagli d' otone.
tì. Ino libro a stami»a de Taipiila volante, coiìcrto de coro mo-
rato, con suoi cantonieri et atachagli de otone.
7. Ino nitro chianiJito suplimento de cr(miclie vulgare, a stani]ta.
coperto de coro pauonazo, con suoi cantonieri et ata(diagli de otone.
8. Uno libro chiamato spedilo de la fede, stampato, vulgare.
couerto de coro pauonazo, con suoi cantonieri et atachagli de oton.
H. Uno d.anti comentato. a stampa, coiterto de coro pauonazo con
suoi cantonieri ed atatdiaj de otonne.
10. Uno libro vulgare de tiloxofia. in \iiigaic. (he comenza pei-
clic il xiqjeichio... coperto de coro paouazo con suoi cantonieri et
azuli d" otoue.
LA COLTURA FRANCESE ESTENSE 93
antica legatura: « Fn libro scrito a maiino, do canzone
'( spag.''' (le diversi autori: el jirincipio del quale sono li
'< i)rouer!)i de Don Iiìig'o Lopis, coperto de coro rosso con
'< suoi cantonieri et atacliaiili d' otone ».
E ciò non farà nuiraviiiiia quando si pensi che al papato
di fallisto 111 e di Alessandro VI deve la litiiiua s|iaiiiiuola
il suo ra])i(lo diffondersi ])er Roma'M.
Galer)tto del Carretto potè avei-e tra maiin il codice e
segnarlo del suo nome quando nel 1402 si rec('i a K^anacon
r ambasciata milanese ad offrire al papa Alessandni VI
l'omaggio di Ludovico il Moro - ). Accompagnavano allora
il Del Carretto, Baldassare Taccone e <iiason del Maino.
11. Uno libro do la Iczciida do santi \ul<;:ii"i- '•oiii-rto dr laiudlr
con suoi aznlli.
12. Uno liliio di' ventina \ ccliio.
IH. l^no Donato coinTlo de raita...
14. Una aita Clirist^i in spagnolo, in <-aita lianiliaxii, in c|Uarlii
foglio, copoi'to (le ciiranic pauona/.o. con snoi aznli.
l."i. Uno ])ctiarclia in l'orma i)iclH)la. in carta ])ccliorina. sclirito
a nianno. cojxn'to de coro rosso, con oto (diioldi et snoi a/nli de
otone.
') B. ClioCK, La livfliKi spdfiiniold in Ihi/ia. mu ai>pendiee di.\.
Farinelli, Eonia. 1S9.Ó, ])ag. 9.
- ) (tII's. ManacoHD.v, (ìalcolto /><! Currc/lo. pinta lirico e drain-
iiKiticii monfcnino, in Memorie (iella I!. Aeeademia di Torino, S. II,
l\ XLIX. (1900). iia^y. ti:^ o 79.
La coltura latina e greca e il volgare
alla Corte d' Ercole I.
I. I.;i Ijujina hitiiia alla Corte il' Estc. — L" (•(lucazione latina «lei
rriiici)»!. — Il vitltraiL- è il liiiifiiaggio della ('mtc. — (inalino
a Ferrara. — 1/ amore di Leonello por i liliri. — 1/ nniaiiisnio
ferrarese. — fanali antori latini fo.ssero conosciuti e ])reterifi
dajjtli Estensi. — I nuovi ])oeti latini della Corte di Ferrara. —
II. Il greeo a Ferrara. — III. Il volujare. — M. .\ntoiiio da
Ferrara e 1' iliridisnio. — La « lingua ferrarese » e M. M.
Boiardo. — Il Bembo e la sua teoria sulla liujjua. — La nuova
forma ili rinascita ferrarese. — Ludovico Ariosto. — Il Pe-
ti'arca. il Boccaccio i- la IdMioteca ducale. — I voljjarizzamenti.
I. .Sp 1;ì materia di Francia podè per luiifio tempo le pre-
dilezioni dei Principi d" Este e fiori rifìogliosa entro la loro
T'orte, essa non vi spense mai ne vi intiepidi 1" amore per
le lettere latine.
La pof^sia francese tu sempre rijsuardata nella Corte come
una bella e nuova forma di lusso: essa sapeva procurare ai
Principi un'ora di svago; era musicalmente soave ; raccon-
tava storie d' amore e interessanti avventure ; dilettava in-
somma con le sue i^entilezze, con le sue eleganze, con le
sue cortesie. La lettura di un bel codice di Guiron 1p aourtoifi
prometteva queir aristocratico compiacimento intellettuale,
che sotto altra forma scendeva nell'animo dinanzi alle splen-
dide ftitture del palazzo di .Scliifanoia o alla vista di mirabili
arazzi con fiori, jiiante, case.
96 CAPITOLO V.
Amarono (luiir[iio i Principi la letteratura d" ultr' Aljx' così
come amarono t\itto ciò clic procura conforto <■ pi;)c('i'(>: lo
villo, 1 giardini, i laghi, le danzo, la caccia.
Ma la lingua latina fu invoco sempre tenuta comò un
elemento indisponsabile alla grandezza e allo sfilendore della
Corte e fu considerata fattore necessario didl' educazione d(M
Principi.
Se l'amore per la caccia, per le giostre, per le feste e se
le cure dello stato furon causa che Borso dimenticasse la
lingua latina, non per questo dobbiam credere che Nicolò IH
siasi occupato soltanto dell' educazione di Leonello. Xo certo :
Michele Savonarola ci designa il Capello quale maestro di
Borso e la sua affermazione è confermata da nuovi do-
cumenti M; Alberto Maria d' Este ebbe un suo j)recettore
') Giudico t)pi)oituu<> riproduriv ]ter intero il scg. doi-uiii. dr-l
IH Gennaio 1441 {Rerfixtio dei Maiid., 1441-4:^, e. 1.")'): « Bernardo
« Gharniero eliartliolai'o de' liauere adi 20 de i'eltraro ])er iiKpiader-
« nare due naìtcrij per uso de li fioli de lo IH. ino u.ro S. monta
« solili ([uattro portò M" Gnielnio ("uikIId. — E de' hauere adj oeto
« de zenaro 1440 per in(|uatlernadura de uno donato fornito de novo:
« portf» M." Guielnio Capello, s. ^ . — E de'liauere adj xi de febraro
« per iiKiuadernatura e forniineiito de dui donati i)er u.so de li tioli
« del u.ro Ill.nu) S. l'orto .Maestro {juielnio Capello, s. \ ii.r. — E
« de'liauere adj xx.i de felìraro per imjuadernatura e foru. dt- uno
« paro de redidc \hv uso de lo IH. ino Me.s.ser Hereules, s. \ . — K
« de liaiiere adj IM d<- octolire per uno libreto pizolo de calte cciitn
« per uso d(- lo 111. ino ni. Hercules. Portò lu." G. Cajiello. s. ii.i.
« — E de' liauei'e adj 14 de uouenihre ]»er ligadura de iiuo libro
« de Mcdexina da chanaììi eoiierto de uerde euni dui eapreti da lato.
« euni (juatro a/uli e broelie rcdevate : jioitò M" (iuielino ('ai)ello.
« L. I. s. 10 ».
Il Sabbadixi, La -icuola e (jlì studi, cit., pag. 11.^. n. 4 lia os.s<'rvato
elle u«l 1439 Guarino mandò da Rovigo al Capello i suoi saluti.
Aggiungo che il Capello \ ive\a ancora nel l-l.")(i. poicliè in tale anno
prese in i>restito dalla libreria ducale il « dialogo de *S. Gicijoro »
(Memoriale, de le Cose prestati . J45.'i-.j() ). « Maistro de li fioli » del
Marchese Niccolò è pur cliianiato nel 1441 nel Be;!. cit., e. HH." Ecco
il docuiueuto : « Huiuihueiitc su)ii)lica ci uostro seruidore Bernard«i
« Cancri chartolaro emù /o sia cossa che del anno 1438 M" (ìuielnio
« Maistro de li tioli d<- la S. A', tose da mi chartc ]>cr fare scriuere
« uno officiolo i)er la 111. Madoiia uosti'a dona .... Si nou posso
« uegnire a pagamento ](rego la .">. \ . se degni commettere alli
« facturi nostri che in sia |)agato ».
LA COLTURA LATINA V. P.RECA E IL VOLGARE ECC. 97
particolare, Giovanni da Piacenza V); Meliaduse si trovò sotto
In disciplina di Giovanni Aurispa.
Ercole I fece impartire ai figli un' istruzione in gran
I)arte latina e Alfonso e Isabella e Beatrice e (iiulio furon
per questo riguardo affidati a buoni maestri, quali Don Bel-
lino Pezzolati, Sebastiano da Lugo, Jaco[)0 Gallino e Bat-
tista Guarini ' ).
E per di più Alfonso ebbe anche a precettore Ludovico
(iualenghi, dotto cittadino di Ferrara^). Sigismondo fu sco-
laro di M." Polmarino Anguissoli di Piacenza^).
E del resto lo studio del latino era per i nostri Principi
una vera necessità. Se il francese serviva a scopo di diletto,
se il volgare era adoperato nelle usanze private della Corte ;
') Iiiii)aro ciò dal L'egi-stro dei Mandati, 1440. e. 219''. La notizia
(' (•outeniiata in /»'€</. del 1J47. e. 14'.
-) Il docnm. riguardante D. Bellino è stato pubblicato dal Ven-
rrai, U arte ferr. nel per. d' Ercole, cit., i)ag. 116, n. 3 e da Lrzio-
Keniek, Criorn. xtor., cit., XXXIII, 2, n. ^^. Il Pezzolati, rettore
della Chiesa di S. Pietro in Ferrara. coiui)erò nel 1490 un messale
per Isabella (Mand., 1490, e. 26). Di Sebastiano da Lugo trovo ricordo
in un indice di Mandati del 1485. Dal cod. est. i'. H. 1. 13 ricavo
die Eleonora nel 1483 fece pagare M° .Ioannino Theothonico per
un Donato stampato e Bernardo cartolaio per un Virgilio a stampa
« prò usn IH. me D. Isabelle estensis ». Nel 1485 venne comperato
uu Commento di Donato a Terenzio stampato (Cod. cit.). Del
fìallino e del Guarini parlano Luzio-Renier nell' opera cit. : La
coltura e le relazioni, ecc. in Giorn. stor., XXXV, 211 sgg.
Aggiungo che il 6 Giugno 14.58 un Jacobo Gallino supplicava
Borso di condonargli una multa intìittagli per aver pescato presso
Finale ne' campi di Perocino del Bondoiio. Mandati, e. 147*'.
■') Nel 1480 L. (Tualeughi è ricordato coinè « familiaris » degli
Estensi; nel 1488 è già « gubernator 111. mi D. Alfonsi ». Si cfr.
anche lieg. dei Mand., 1488, e. 32^ Medico di Alfonso I era nel 1497
Ludovico Carri, che scriveva talvolta ad Ercole informandolo della
salute del giovine principe.
*) Si apprende ciò da una lettera di Alfonso 1 ad Ercole con-
servata nel Carteggio dei l'rineipi entenni. La lettera è del 31 Ot-
tobre 1499 e in essa, dandosi conto ad Ercole I delle decisioni prese
da Alfonso e dai reforraatori dello Studio, circa 1' Università di
Ferrara, si tocca di « M." Palmarino » o Polmarino « persona da bene.
« docta et utile et che dura ogni faticha per il generale, ma in par-
« ticulare auchora circa lo Ill.mo Don Sigismondo ndo fratello ».
08 r-APiTOLO V.
il latino era la lingua del culto, la lingua dei dotti, quella
che usavasi nelle feste, nelle solennità, nei discorsi, nelle
relazioni diplomatiche; era la lingua sanzionata dalla tra-
dizione, la lingua gloriosa, che un Principe non poteva
senza colpa non favorire. E ciò ben compresero nel loro
acutissimo intuito gli Estensi: i quali, se se ne eccettui Leo-
nello, più che Principi letterati furono promotori delle let-
tere in altrui. Si illeciti grandemente della loro fama, ebbero
il genio di comprendere quale gloria dagli studi possa a
una ('orte derivare e aiutarono i dotti con sovvenirli di
premi e di opportune ricompense. Amarono inoltre sentir
sonare le loro lodi nella lingua di Roma: e ciò perchè cre-
devasi essere il solo latino, così ornato e dignitoso, atto a
procurare nome immortale.
A questa diffusa credenza si ispirò certamente Eleonora
d'Aragona quando per dimostrare il suo riconoscente gra-
dimento a Diomede Carafa, che le aveva dedicato quel libro
pieno d' esperienza, che s' intitola / doveri del Principe ' ),
pens(') (\\ far tradurre da uno dei letterati estensi la saggia
operetta in lingua latina e die' l' incarico a Battista Guarini.
(( Diedi opera — dice essa medesima nel bel latino di Bat-
« tista — affinchè fosse tradotta da B. Guarini, uomo di
(( bella fama in letteratura e di fedele obbedienza ])er molti
« indizi sperimentata; ]>oichè la lingua latina più largamente
« è diffusa del nostro volgare sermone »-). Affidato alla ve-
nusta forma latina, il nome del Carafa, nel pensiero di Eleo-
nora ad regioneH longinquan tran'smitti posset ; la qual cosa
non avrebbe potuto conseguire il Conte di Maddaloni col
suo semplice e disadorno volgare.
Già prima, Carlo di S. Giorgio, dedicando a Borso la sua
storia della congiura dei Pio, si lagnava di aver dovuto
volgere il suo scritto di latino in volgare; poiché, a parer
suo, la lingua latina era il solo mezzo per tramandare vera-
') Sul Carata si cfr. B. CuocK, /// I). ('. e di un suo optm-olo
inedito, ili /i'«.s.y. Fuijlion-, XI, 1«94 e .s]»eeiahueiite : T. PpMisico, D. ('.
e il Regno di XapoU dei 14òS <d 14(}6, ni Rma. Xaz. 84, \Mvgg. 17 sgg-.
e: T). C. uomo di Stato e xcnttoir del sce. .VP, Napoli, Piciro. 1899.
Cfr. Jias-s. Naz. 110, (1899).
-) Cod. est. lat. oc. T. 9, l(i. — LcIttMa iiitioduttiva di K. d'Aragona.
LA fOLTURA LATINA E GRECA E IL VOLGARF, ECC. 09
mente ai posteri «. il glorioso nomo » del Duca e il « tradi-
« mento a d'i passati tractato ^). Purtroppo « la fortuna inimica
« de ogni virtuoso homo » non ha voluto agli altri singo-
lari ornamenti del Principe estense « adiungere 1' ornamento
<( de le littere, il quale è più excellente che l' huomo liavere
« possa » 1 ).
E Francesco Ariosti volendo descrivere convenientenionto
una nuova Cappella alla Vergine eretta nella i< Reggia i'er-
« rarese », scelse il latino, quantunque sapesse di dover poi
voltare la sua operetta in volgare jjer farla intendere ad
Eleonora d' Aragona ^ ).
Nella Corte estense la tradizione latina era sempre po-
lente e faceva ognora sentire la sua efficacia. In Ferrara,
[iresso e dentro la Corte, «juarino aveva svolto il suo pro-
gramma d' educazione e istruzione mirabile per armonia e
solidità di concetti e aveva disseminato abbondanti germi
di pura classicità. Con Senofonte aveva propugnato l'eser-
cizio della caccia, che dona vigore alle membra, che abitua
a sopportare i geli, la fame, la sete; s'era richiamato agli
esempi di Cesare e Alessandro per favorire il nuoto; con
Quintiliano permetteva la danza. Latina la sua educazione;
latino il suo insegnamento.
E sopratutto nutriva un grande amore pei libri, che ri-
cercava, raccoglieva, postillava, emendava. La rozza Ferrara
s' ingentiliva e pareva via via rinascere a novella primavera.
L'abbondanza di manoscritti classici latini, che possiamo
ammirare nella biblioteca privata di Ercole I, è frutto in
gran parte di quella fortunata tradizione ferrarese, che deve
la sua gloria al governo di Niccolò e Leonello e mette capo
per r appunto a Guarino veronese.
') A. Capi'elli, Coìifiiura (■antro il Duca Boiko, iu Aiti e Mcm. dvlla
Deput. di St. Patria di Modena e Parma, II, 377 sgg.
'' ) Cod. est. lat. a. W. 4, 4. Per ciò che si riferisce alla istruzione
d' Ercole I, va notato che il Giovio. Elodia, 1.577, pag. 133 atterma
che il Principe estense era « Utterarum latinaruni iiuperitus ». Cer-
tamente. Ercole non dovè essere profondo, ma (iiialche conoscenza
di latino classico iiotè avere. Nel 1475 si fece ad es. inviare in villa
due libri: i Bicta et facta di Alfonso del Panormita (a. T. 6. 11). e
un « lihreto di Tito Strozi in laude del Ill.nio S. ». Insomma,
parmi sensatissima la confutazione del Barotti (I. 87) dovuta al
Tiraboschi, VII, pag. 949.
100 CAPITOLO V
La venuta di Guarino segna veramente per Ferrara il
principio d' un periodo di studi umanistici celebre a buon
diritto per industri fatiche e più ancora per un felice risve-
glio di forze attive e laboriose. Quello spirito di persuasione
e quella energia perseverante, che costituirono due doti
essenziali di Guarino, e che furono l'anima della sua scuola,
recarono in Ferrara inattesi e sorprendenti benefici. Col-
l'appoggio autorevole dei Principi: — di Niccolò, incline
alla gentilezza degli studi, di Parisina, amante di ogni cosa
bella, di Leonello, dedito tutto alle lettere ed all'arte, — con
r amicizia devota dei più dotti personaggi di Corte, quali
Ugo Mazzolati, umanista egli stesso e cancelliere di Niccolò,
Giacomo Gigi ioli, segretario del Marchese e appassionato
ricercatore di codici M, Antonio da Brescia-), Niccolò Pi-
rondoli, Ugolino Elia =' ), Lodovico Casella ed Uguccione Con-
trari-*),— e infine colla sua laboriosità, col suo entusiasmo,
*) Sopra (j. Giglioli si veda: .S.muì.vdini, l'Ha di Guarino vcroneHc
(estr. dal Giorn. ìifiustico), Genova, 1!S91, passim. Due dei fratelli del
Giglioli ebbero nome Bartolommeo e Guglielmo (liefi. dei Mand., 1422.
e. 30'). Giacomo fu forse 1' ordiuatore della grande collezione estense
di lettere guariuiane (ood. a. G. 7, 4). Cf. K. Saj{Bai>ini. La scuola
e (jli studi, cit., pag. 89. Il nome di (Jiacomo Giglioli figura jiarec-
cliie volte nel Befiistro estensi' per lo officio de la Kjaloria, 1426-7. —
Anche Pa(do Giglioli ( -|- 1429), tìglio di Giaccnuo, amato gi'ande-
mente dal Guarino, si occupò con vantaggio di lettere. A lui sono
ascritti nel cod. est. a. Q. 9, 16 (e. 124) alcuni versi latini di Gua-
rino : Suscipe ludentis pueri, che compaiono veramente nel cod. sotto
il nome di Paulus Riliolus. Non esito a correggere: Ziliolus.
■-') Precettore dei figli di Giglioli. Nel Retfixtro dei Mand., 1436-8.
e. 132' trovo una supplica di Antonio Conte di Scalino da Brescia
« artium et medicine doctor ».
■■' ) Generi dello stesso Giglit)li. Negli anni 1102-;! il J'irundoli
figura come vice-i)odestà di Modena nei Memoriali dell' Arch. no-
tarile (nu.' 538, 372: 168). Il 28 Geuiuiio 1437 trovo ricordato Nic-
colò Pirondoli insieme ad Esaù Trotti nel lìeij. Mand., cit., e. 91'.
Ottengono 300 ducati da essi anticipati alla camera ducale.
V) Nel cod. est. lat. n.° 2 {'/■. Q. 9, 16) è contenuta una >ua IJjji-
xtola ad Jllustr. Dominum Ducem Mediolani, Florentiae, <lie ii.j .Ju-
nis 1429. Sul Casella si veda: ('. t'KSSi, lìricciclie Rodigine, ìm Ateneo
Veneto. Maggio-Giugno 1900. Anno XXIII. voi. I. fase. 3". Molto
altro si ]iotrebbe aggiungere giovandosi dei lìcgistri est. dei Mandati.
LA COLTURA LATINA K GRKCA E IL VOLGARE ECC. 101
con la sua energia Guarino riuscì a far di Ferrara un vero
centro glorioso di studi.
Metteva ovunque fiore il germe della sua parola e il
nuovo insegnamento, tutto dolcezza ed amore, scendeva
neir animo ancor aspro e rozzo degli uomini di allora a
mitigarlo e a renderlo più docile e morbido coli' incanto della
bellezza classica e col fascino di una grande bontà paterna.
E Ferrara presto rifulse e vantò nella sua cerchia una eletta
accolta di insigni studiosi. Guglielmo Capello aiutò Guarino
nelle sue laboriose fatiche ^ ) ; Giovanni Lamola suo scolaro
gli fu compagno nell' emendazione di testi classici e Gio-
vanni Aurispa, Tommaso Cambiatore ^ ) e il Toscanella -^ j
fissarono la loro sede in Ferrara, mentre il Biondo, il Filelfo
il Niccoli e il Valla vollero visitare quella città fiorente
d' arte e di studi. K quale insigne schiera di letterati vi si
') A proposito del Capello, traggo dal Ihifintro dei Mandati.
lfM-.35, e. Ilo" (jiiesto docnmento : Vos fact. gencrales dari faciatis
Kgregio viro magistro Guilielnio Capello ofiRoiali hulletariiiii pie-
fafi domini (|uicquid restat lial)ere de pagis sms fani prò anno
preterito, quam prò instanti, retinendo pagani imam. — v.J Giu-
gno 143."i. Nel Eefiistrd J4:J6-:iS, e. 28' si legge una supplica del
Capello de Auleta, dalla quale si impara che fin dal 1429 egli era
al servizio degli Estensi e aveva possessi oltre il Po.
-) Dedicò a Leonello il suo De iudicio lihero et non libero (cod.
lat. cit. n." 224). Sul Cambi.atore si veda R. !:^ABBADINI. J'ita di
Guar., cit., § 14. A proposito del Caml^iatore, merita di essere ri-
portata la seguente lettera di Parisina (liegìstro dei Mandati, 1424.
e. 92'). « Essendo de bisogno a Mess. Thomaso di Cambiaduri lo
« quale de iioluntà del Signore ritorna al officio de le a])pellationi
« libr. XX 111. per recondurse ad ferrara. me ha scripto che ni»'
« intrometta ad fargelle hauere a Modena o a Regio et per tanto
« ne prego che per mio amore gè li fazadi dare sopra le sue page
« dell' anno futuro et faritime piacere asay. Jac[opus] Zil[ioIus].
« — Milliarini xxn.T Nov. 1424 ». 11 26 Marzo 1436 le sue masse-
rizie e i suoi liliri vengono rimandati a Reggio ( l'edi^tro, 143G-.'Jb^,
e. 22").
■■) Merita d'essere riferito per intero questo Mandato di Nic-
colò : « Preterea auixemo che (luesto di hauemo dato a Scr Zoane
« Toscanella canzelliero de Borso nostro filgliolo in nome de esso
« Borso ducati quatromilia d' oro. Uolemo che tu li miti a suo
« conto ». Belriguardo, 2.") Giugno 1439. — Ueij. Maud., e. 40' ».
102 CAPITOLO V,
raccolse in occasione del Concilio del 1435! Il Trebisonda,
il Poggio, il Traversari, il Mainenti, G. Pletune, il Bessarione
ed altri ancora. Nel 1451 vi passò, non per la prima volta,
il Panormita, diretto a Venezia, accompagnato da un giovi-
netto venticinquenne, Gioviano Pontano.
Guarino trasfuse nel giovine Principe gran parte del
suo ardore e della sua tenacia nel ricercare testi antichi
e nel raccogliere d' ogni dove codici latini. Gran vantaggio
ne venne alla libreria estense, che s' arricchì a quei tempi
d' opere le più preziose e rare.
Leonello teneva ai suoi ordini un amanuense di Cremona,
un certo Biagio « scriptore », il cui nome compare non di
rado nei registri camerali estensi * ). Scrisse questi per Leo-
nello « uno libro de re uroria », cioè la nota operetta di F.
Barbaro, « uno libro Basilio chiamato », un Plinio, i Commen-
tari di Cesare, un Dittaraondo, e molto altro ancora. For-
niva le pelli di capretto e in generale ricopriva i libri dei
Marchese, Nigrisolo dei Nigrisoli « cartolare » ^). Ma non man-
') Alcuna volta è cliiamato: « Blasius Buxoiii », altra volta:
« Blasius de Imbosinis ». Ho pur trovata la grafia : « Blasius de
« Bosmis ». Nel Registro dei Mandati di Niccolò leggiamo all'armo
« 143.5 (e. 141): « Carissimi nostri. — Volerne che a Biasio scriptore
« de Lionello nostro figliolo el quale ci scrisse uno libro faciati
« dare due. quatro d' oro et al miniadore el quale aminia dicto
« libro uolemo faciati dare ducati due d' oro ». — Coparij xxiii
Sept. — Nel 1437 Biasio scrisse per Leonello un Fazio degli Uberti.
una bibbia e una parte di un Pompeo Festo ( Bey. Mand.. 1437-8,
e. liiO'). Si cfr. anche Renikr. Liriche ed. e ined. di F. defili Uherti,
cit., pag. CLViii. — Scrisse anche per Lecmello un riinio e i Com-
mentari di Cesare, come si apprende da un lìeffixtio : Intra esjìexa,
1434, e. 149.
Un altro amanuense dei Tempi di Leonello è « Franceschino »,
che nel 1424 era occupato a scrivere una Bibbia (Beg. dei Mand.,
1422-24, e. 178'); un terzo è Tommaso da Vicenza: un quarto è
Giovanni di Pellegrino {Mand., 1445-46, e. 92'); un quinto Gioac-
chino, che scrisse tm EuseI)io (id., e. 232''').
-') Begistro dei Mandati, 1434-35, e. 133'. « Nicolaus Marchio Est.
« — Volemo che t'azati dare et pagare a Nigrixolo cartolare libr. xi.i
« soldi X march, per pagamento et satisfactione de le cosse le (piale
« sono descripte in lo foglio qui incluso le ijual cosse se ha hauuto
« da lui et da soa botega per nostri facti. — 2 Luglio 1435. —
LA f OLTCRA LATINA E GRECA E IL VOLGARE ECC. 103
cavano altri copisti ed altri librai. Così Leonello il 29 Agosto
del 1439 fece consegnare a (iuarino dai suoi fattori sette
ducati d' oro, che il celebre maestro aveva anticipati ad uno
Stefano cartolaio per legatura di un codice del De civitate
Dei di S. Agostino e per miniatura del medesimo libro');
e così nel 1423 Bartolommeo i< cartolaro » leg»> un Tristano
per Farisina -J. L'anno prima, scriveva Niccolò III da Fossa
d'Albaro ad alcuno dei suoi librai: « Volemo che tu ci
<i mandi per Petruzo nostro correrò, portadore de la presente,
« doe pelle de capreto rassade sutilissimamente quanto sia
« possibile » e incaricava pure i suoi fattori generali di
mandare a Bologna al figlio Meliaduse ottanta ducati per
comperare « alcuni libri necessari », le novelle sui Decre-
tali, un Innocenzo e le Clementine -M. Lo stesso Giovanni
« MCCCCXX.XII.I. Lo Illiisric Si<rn«>r Messer Xit-olò .Marchese da
« Est (le (lare adj x.w iii.i do Aprile a me Nigri.solo de Xigrisoli
« cartolaro sol. viii.r in. jter la ualuta de tre earte de capreto grande
« da scrivere ]tev lui a Ser Costantino di Lardi ». Segue poscia il
conto del Xigrisoli. il (|uale atternia di aver dato 12 (juinterni di
carta di capretto a Tommaso da Vicenza ])er scrivere certa opera
a Mess. Leonello, di aver legato « uno certo libreto de Vite » a
Mess. Leonello di aver ricoperto e racconciato « uno Iireviario »
e legato « uno libreto de li Horeti de Terentio de messer Leonello »
e di avere infine consegnati altri diversi (juinterni di membrane,
tra cui alcuni a Biasio « scriptore » per « uno lil)ro de Re uxoria »
e per « un liltro Basilio chiamato ». Xigrisolo il 6 Marzo "68
manda al Duca 6 quinterni di membrane, nel 1437 lega le crona-
che di Merlino ; nel UH fornisce carta di capretto per graduali di
Leonello (Mand.. ce. iT. 126^ ecc.). Serve anche la cancelleria di
corte (e. 196").
') Registro dei Mandati, 1439. Lud. Casella xxviii.j Augusti.
-) A. Cappelli, (iiorn. ntor., cit.. pag. 26, n. 1. Xel 1437 Ber-
nardo Carnieri o Canieri lega le « genealogie » del Boccaccio
i Mandati, e. 192').
" ) lieg. dei Mand.. xii.J Maggio 1422. e. •2><\ Xon tocco di propo-
sito dei miniatori, l'ubblico soltanto (ini il seguente documento
sfuggito alle oculate indagini del Campori e dello Hermann: « Vos
« factores generales. .. dari et solui faciatis Johanni falcono de Flo-
« rentia tlorenos viginti prò mercedis sue integra soluti(me et coni-
« plemento prò complemento picture unius mappemundi seu cosnio-
graphie ptolemei. xxi Apr. 1435 lieg. dei Mandati. Giovanni Falconi
minia pure nel 1437 un l\)mpeo Festo. che vien dato a legare ad
« Andrea cartolaro ».
104 CAPITOLO V
Aurispa inviava talvolta da Firenze le membrane occor-
renti per scriver libri a Leonello ^ ).
Guidato dal maestro, il giovine Marchese, nel suo tra-
sporto per gli studi, raccoglieva d'ogni parte manoscritti e
nuovi codici faceva esemplare in Ferrara nella sua stessa
Corte ' ).
Appartennero a Leonello un elegante codice membranaceo
de\ De rerborum significatione di Festo •' ) e un manoscritto
' ) Beciistro dei Mandati, 1436-38, e. 7'. — Nel 1434 Lorenzo di
Pala di Strozzi comperò in Firenze per Leonello 40 ((ninterni di
pelli di capretto. Eeg. Intra et .yjexa, 1434, e. 149".
') Gnarino si valse dell'autorità di Leonello per avere da Roma
il celebre codice orsiniano di Plauto (cod. vaticano 3870), che sol-
tanto nel Settembre 1432 fu trasmesso dal suo possessore a Ferrara,
dopo sei lunghi anni di ripetute richieste. — Il cod. and)rosiano
D. 531 inf. della N. Hixt. di Plinio f\\ emendato da Guarino e dal
Capello in Ferrara « in aula principis » nel 1433. — Il cod. vati-
cano di Gelilo 3433, autografo del Lamola, fu da questo copiato
nel 1432 nella stessa Ferrara dalla redazione di (iellio guariniana
non pervenuta sino a noi. Il bel cod. estense di Cesare, miniato da
Giovanni Falconi, in forma reale e a due colonne (a. W. 1, 12) fu
scritto da Giacomo Cassoli da Parma « in domo domini Nicolai
Marcbionis » e quivi fu emendato nel 1432 da Guarino e dal La-
mola. — Un ms. Rehdigeranus della Farsa<ilia fu scritto e postil-
lato da G. Capello in Ferrara nel 1421. (Sicfr. ediz. Weber, xxxii
e Chr. SCHNKiDEii, Historia JiiUi C'aes., pag. 88). — Fu forse com-
pilato sotto la sorveglianza di Leonello il cod. est. a. S. 6, 1.5 con-
tenente la versione di (iuarino delle vite di Pelopida e Marcello
e dedicato a Leonello nel 1437. — Un Antonius Maria scrisse per
lo stesso Leonello il cod. estense a. F. 2. 24, e forse gli appartenne
il cod. est. lat. n. 233. Così almeno pensò lo Zaccaria, a cui lascio
tutta la responsabilità dell' atfermazione, (piando scrisse nel suo
catalogo latino ragionato dei codd. estensi : « Descriptum fuisset
« sumptibus Leonelli Estensis coniicio ex eius stemmate in ima
« primae tractatus Theophoriani ora graphice depicta bisce singu-
« laribus litteris adjectis L. M. quae sunt initiales Leonelli Mar-
« chionis. Quid si siglae librarium vel pictorem designent ? ». No-
tevole è la letterina, riguardante opere di Cicerone, Valerio. Sal-
lustio. Ovidio, pubblicata dal Sabbadini in Giorn. utor. d. ìett. ita/..
XIX, pag. 361.
') Cod. est, lat. a. T. 6, 13.
LA COLTURA LATINA E GRECA E IL VOLGARE ECC. 105
del De ingenui^ ynoribuH di P. P. Vergerlo ^ ) che il Principe
donò un giorno al suo precettore.
Cotesto dono apparisce subito novella prova di quella
gentilezza d' affetti che legò ma(5stro e scolaro, quando si
pensi che il sistema di educazione Guariniano è in parte
modellato su quello del Vergerlo e che lo stesso Guarino
scelse r operetta didattica vergeriana ad argomento di un
suo corso di lezioni in Ferrara. Il bonario umanista, che
viveva nella tede di ottener gloria presso i posteri anche in
virtù dei suoi rapporti con Leonello e desiderava esser chia-
mato pel futuro Guarinus Leonelìi ricevette con entusiasmo
il nuovo dono e sulla guardia del libro scrisse di suo pugno:
« Hoc libello me Guarinum Veronensem donavit Leonellus
Estensis » ^ ). Dolci parole, che lasciano trasparire un lieve
senso di onesta ambizione sodisfatta e suonano così tenere
e soavi nella loro brevità ! A grande gioia dovè aprirsi
r animo del buon Guarino nel 1435 quando Leonello im-
palmò Margherita Gonzaga, allieva del suo prediletto amico
e c<)llega Vittorino da Feltre. Guarino volle allora offrire al
Principe un suo presente e gli tradusse due vite di Plutarco
e ^'li indirizzò una lettera piena d' aff'etto e di sodisl'azione
per le liete nozze, per le quali s' illustrava la casa degli
Estensi e dei Gonzaga.
E Leonello come ricevette nel giovanile animo, quasi su
terreno vergine e fecondo, i precetti del grande Maestro,
cosi con entusiasmo sincero accolse le dediche delle sue
eleganti versioni dal greco e volle possedere riunite in un
sol codice le belle lettere guariniane ■' ).
L' età di Leonello, considerata sotto 1' aspetto delle lettere,
fu intimamente, profondamente latina. Le ricerche lunghe e
laboriose condotte dagli umanisti in Italia e fuori avevano
trovato nella corte estense una larga eco di entusiastica
ammirazione. Guarino, il Lamola, l'Aurispa contribuivano
tuttavia a raccogliere in Ferrara le nuove maraviglie dis-
seppellite e queste rimasero poi e divennero uno splendido
decoro della libreria d' Ercole I.
1) Cod. est. lat. a. M. 9. 8.
^) Sono parole di mano di Guarino scritte in alto, sulhi "uardia
anteriore del cod. citato.
^) Sabbadini, La scuola e (jii ut udì, cit., pag. 89.
106 (APITOLO V
Tra gli autori latini rilevo nel catalogo del 1495, quelli
scoperti da Poggio : Asconio Pediano ^ ), Lucrezio ' ), Ma-
nilio-M, Firniico Materno V) e Quintiliano"').
Trovo Cicerone largamente rappresentato: le Fili]tpiche''' i,
due copie delle Verrine ~ ), il De senectute, il Be amicitìa,
i Paradossi^), il De ofìci/a''), il Somnium Scipionis'^^], le
lettere ^^ ), ecc.
') Appi'ìul., Il'-', ti. Sin (la (|uau(l() (ìnarino ora a Verona rieer-
c'.ava presso Girolamo Gualdo un Asconio. ,Si of'r. R. vSauuadini.
Codd. lat. possed. xcopertì e iììnstrati da (r. V., in Muneo di ant. f1a>ix..
II. 2. rol. l-)77 e dello stesso: n/rt di Guarivo, eit.. i>ao;. 37: La settohi
e (fìi studi, eit., pag. 62.
-') Appcnd., II-'. 262. Il De rerum natura si dittuse presto: F. Bar-
iiaro n" ebbe ad es. una copia dallo .stesso Poggio; un' altra fu man-
data al Niccoli. .Sulla fortuna di Lucrezio, oltre ad A. Hoktis,
Studi .sulle opere lat. del Boccaccio, pag. 392 e P. i>k Not-hac. Vé-
trarque e l' liumavisme, Paris, 1892, l>ag. 134; si veda 'S^oigt-Lku-
NKinrr, Wiederlìclehuììef. I. 241, n. 1.
') Appcnd., II'-. 337. Gli scopritori di Manilio furono veramente
due: Poggio nel 1416 e il Panornùta nel 'òO. Si cfr. H. Saiìhadim.
1 c(»dd. di .)/. Manilio e Lor. Bonineontri. in Studi ital. di Jilol.
clas.. VII, pagg. 110 sgg.
') Appcnd., ir-, 239.
' ) Append., Ili, n. 5. La lezione piìi genuina del primo cod. di
C^uintiliauo scoperto da Poggio è rappresentata secondo il Sauua-
DiNi, Quintiliano, in [iiv. di Jilol. claxn., XX, pagg. 307 .sgg., e XXI.
pag. 142 dal cod. est. a. F. 6. 26 (ant. segn. VI, F. 21). Questo
cod. non appartenne ai Principi estensi; ma i»enetr<) i)iù tardi in
biblioteca. Si apre con una lettera di G. Tenaglia a Bernardo
Spluges.
") Append.. Il-, ISl.
■) Append.. II-. 49.5 e 496.
«) Append., II'-, 339.
») Append.. I. 108 e II'-, 4SI v 4X4. Si cfr. II. Sauiìaolm. La
critica del tento del De Officìis, in Annuario della L'. Unirerxità di
Catania, 1887-88.
•") Append., II-, 436.
") Sono forse le ad familiarex scoi)ertc dal Salutati nel 1392. Le
Orasioni {Append., 11^360) diedero occasione a due scoi)erte : la
prinui a Cluny nel 141;"), la seconda a Langrcs nel 1417. Saiìija-
DiNi. Studi ital., eit. \'II. p.agg. 99 sgg. Per le lettere rimando a
LA COLTURA LATLNA E GRKCA E IL VOLGARE ECC. lO"
Le Deche di Tito Livio, la scoperta delle cui opere affa-
ticò per anni ed anni indarno i migliori umanisti, compaiono
pure nella biblioteca d' Ercole P ) (> anche non vi l'anno di-
fetto Cesare - ), Cornelio Nepote ^ ), Tacito * ), Sallustio •"' ) e
Svetonio ^ ).
Plauto ' ), Terenzio ** ), Seneca '') non mancano ; e Ira i lirici
iK ìtiamo Persio, Properzio '"), Orazio ^M. — Virgilio ^-), Stazio ••' ),
Lucano ^^ ), non sono sconosciuti e così Giovenale ^■' ), Plinio ^'' ),
Saiìuadixi, Storia e critica di alcuni texti hit., in Musco ital., cit..
III. coL 323, ove si fanno rettifielie all'opera di O. K. Schmidt,
Die hancUchriftìiche (Jeherlicfcrunfi dcr Briefe Cicero^ an Atticu-s. Q.
Cicero, M. Bnitus in Italien, Leipzig, 1887 e si discorre dei niss. del
Bruni, di Poggio, del Corvini, di G. de Becchi, di F. Barbaro, del
Barzizza, di Guarino, dell' Aurispa, ecc. Per 1' Orator e il De oratore
.si veda Muneo, cit., II, coli. 395 sgg. Il cod. est. a. Q. 8, 2;") nienibr.
fu scritto a Mantova nel 1424 poscia passò a Ferrara in possesso
di Celio Calcagnini : « Orator ad Brutuni feliciter ex]ilicit tran-
« scriptus perfectusqiie et ab eo exeniplari cniendatus. quod a
« uetusto ilio codice primum tran.scri])tuni correctuiiKiuc fiu'rat.
« pridie idus Septenibr. 1424. Mantue ».
') Ap])rnd., Il-; 118, 462, 463.
•-) Append.. II, 18 e IP^ : 70. 202.
■') Append., II-, 66.
^) Append., II'. 76.
"•) Append., U\ 438, 449.
«) Airpend.. I. 29; II^ 448.
■) Appnid.. I, 104; IP, 401.
") A2}2)end., ì, 5<ó; II-, 466. Noto di volo clic Eleonora d'Aragona
ed Ercole nel 148.5 acquistarono, come abl>iani già xfdiito, un Com-
mento di Donato a Terenzio. Per il Coni, di Donato e iicr la ])rc-
dilezione che per esso ebbero Guarino e 1' Auris])a si cfr. Saiìiìa-
DiNi, Studi ital. di Jiiol. clafts., VII. sgg.
■') Appena., I, 41.
>") Append., II^ 397.
") Append., I, 36, .55.
'-) Append., 11^, 500. Neil' Ardi. est. è un J'raiii. incinlir. cunte-
nente parte del IV libro delle (ìeorgiclie.
'^) Ap2ìend., I, 11.
'^) Cfr. il pres. lavoro, pag. 104. /(. 2.
'■) Append., I, 20; II"; 252.
'«) Append., II-, 379.
108 CAPITOLO V
Valerio Massimo ^ ), Ve^e/.io ^ ), Vitriivio ^ì, Pompeo Pesto V),
Nono Marcello-''), ecc.
Abbondano gli scrittori sacri latini : S. Girolamo ^ ), S. Ago-
stino ' ), Lattanzio ^ ), Albertc^ Magno '■' ) ; gli studi giuridici
sono onorevolmente rappresentati ^^ i. Trovano il favore dei
Principi le cronache latine ^M, le grammatiche i" ), i trat-
tati ^^ I, ecc. ecc.
E sono singolarmente predilette V opere latine del Pe-
trarca i^) e degli milanisti in genere. Leonardo Bruni'"), il
») Appena.. II-, 494.
-) Appena., I, 36.
'■'■) Append.. II-, 4.
') Appena., US 418.
") Appena., ir-, 345.
«) Appena., W, 147, 148.
') Appena., IP, II, 7.
«) Appena., 11% 273, 294.
") Appena., II-, 1.
'") I nnnieiosi franniienfi di cod. giuridici e.steijsi uelP Avoli, di
Stato sono già stati studiati e identitioati. Si cfr. P. Coglioi.o.
GÌOHfie lyrearcurniane. in Bnìleti. [xt. aior. Hai., VI, 63 sgg.
") Ne ricordo alcune. Il catalogo della libreria di Borst) ( Ap-
pend.. I ) s' apre con una « Chronica de Alberti Mussato » alla f|ualp
fan seguito altre sette cronache. Trov() anche nien/ionato il l'oma-
rium di Kiccobahlo insieme ad una cronaca padovana e a un' altra
« niagnif. dominoruiii de Carrara », ecc. Fra le volgari, merita un
cenno (luella di (TÌovanni Villani.
'■-) Nel catal. del 1488, edito dal Cittadei.i.a, JÌ cu-strìlo. cit.,
App. I, una particolare .sezione è riservata ai libri grammaticali.
Vi figurano : un Prisciano minore, un « Liber modi significandi ».
una poctria di Gualfredo (Goflt'redo di Vin.sauf), un Dottrinaìe. fors<^
lineilo di Alessandro, una « Sumnia di gramatica ».
' ' ) Sugli scacchi, sui duelli, sulP arte della guerra, sulla danza, ecc.
^*) Tra P opere latine del Petrarca possedute dalla privata bildio-
teca diicale cito: le Ejmtolae {Append.. Il-, 158), il J>e riris illnslrihus
{Appena., I, 131), V Itinerarium Sijriacum (cfr. G. Lumbroso, Me-
morie del huon tempo antien, Torino, 1889), la libreria di Ercole con-
servava anche: « Gesta Cesaris d.ni F. Petrarca, in « memliranis.
« cum prima littera deaurata et aliis miniis rubeis... », la riuale bio-
gratìa è la piìi completa, storicamente parlando, del De ririx. Si cfr.
P. Dk Xolhac, Pétrarque et V umanisme, Paris, 1892, pag. 247.
'2) Appena., Il-, 265, 267.
I.A ( OLTIRA T.ATIXA V. ORE* A K IL VOLGARE ECC. lUO
Panormita 1), il Biondo"), riuarino ■'), Candido ed Angelo
Decembrio ^ I, Paolo Cortesi"'), Poggio, i Filelfo") e molti e
molti altri talora compaiono più d' una volta, nel nostro inte-
ressante inventario della libreria dei Duchi ' ). Gli efietti della
erudizione estense latina si fanno notare nelle produzioni di
quei letterati, che alla Corte di Ferrara godettero per alcun
tempo delle grazie, che ai dotti uomini quei Principi abitual-
mente compartivano.
G. Cappello scrisse nella Corte d' Este ed annotò nel 1421
un Lucano, che Guarino veronese nel 56 ebbe forse in pre-
stito dalla libreria dei Duchi ^ ), Angelo Decembrio imiti'»
Aulo Gellio: Basinio Basini scelse a modello nel sui i Astro-
nomicon Manilio e compose satire e sermoni sulle orme di
Orazio '' ). Vuoisi che Io stesso Leonello abbia redatto un
commentario delle proprie azioni, del quale possiam farci
un' idea ricordando le sue grandi predilezioni per Cesare,
che rappresentava per il Principe l' ideale di scrittore e
di capitano.
F, non soltanto all' opere dei classici latini s' aggiunge-
vano via via nella biblioteca estense quelle dovute agli uma-
1) Append., II-, 113.
■') Append., II^ 48. 101. 102. 187.
'') Append., II^ 162. 224.
*) Appena.. II-, 392. 41.5.
') Append., II^ 418.
•') Append., II^ 177, 326. .327. A<;ginngo : il Porcelli. > (II-. .3f12 ) :
F. Birag.) (Ajìp. II-. 190, 191) .sul quale Mazzuckki-I-L IT. 2. 1260;
il Pozzolaui (Append.. Il-, 174): il Platina (Append.. TI-. 414):
P. Douiizio (Append., Il-, 386 — a. W. 2. 12 — ). iutoiiin al quale:
D'AxcoXA, Orig.- II. 64. ii. 2. ei-i'. ecc.
•) Append.. II-. Dalla lettura di cotesto catalogo dell' anno 1495
potrà il lettore rilevare i loro nomi e anuiiirare la singolare ric-
chezza della libreria privata d'Ercole I.
"*) Dico: forse, perchè la libreria dei Duchi possedeva due Fai-
Haglie. Hi cfr. il catah)go del 1436 (Giorn. stor., cit., XIV, un.' 101
e 102). Leggo in un Memoriale de Cose prestate del J4.1.j-(i: « Gua-
« riuo de Verona haue uno scripto de Lucano ».
") Sul Basini si vedft C. To-si-si. La cHÌtura letteraria e scientijiea
in Rimini dal see. XVI ai primordi del XIX. Riuiini. 1884. voi. II, e
anche: \. Lonatl ['n romanzo poetieo del Hi nanei mento. Brescia, 1899.
110 r-APiTor.o V.
nisti, ma anche quelle dei poeti di Corte. Di poeti la Corte
estense abbondò intorno alla metà del sec. X^' ; ma nessuno
d' essi, se ne togliamo Tito Vespasiano Strozzi, raggiunse
tale altezza da poter essere ricordato con onore accanto alla
grande personalità di Guarino.
La poesia ferrarese dell' età di Leonello fu quasi per in^
tero latina e corrispose cosi nella sua essenza e nella sua
ispirazione, come nella forma e nello stile al carattere della
bibli(jteca dei Duchi. Nei imovi poeti latini abbondano in-
fatti le reminiscenze ovidiane; e ciò fa pensare alla straor-
ilinaria ricchezza della libreria estense in fatto d'opere di
Ovidio. Ovidio, che il Medioevo non potè mai dimenticare,
Ovidio che per facile vena e frase copiosa presta debole il
fianco all' imitazione può vantarsi di tenere la palma già
nella biblioteca di Niccolò e Leonello. Il De arte amandi vi
compare in non meno di tre manoscritti e le Metamorfosi,
i Fasti, i Tristi, ecc. non mancano di figurare tra i libri
preziosi dei due insigni Marchesi.
Intorno ai quali tutta una schiera di nuovi lirici, nei modi
ovidiani, canta in latino e infilza esametri e compone di-
stici e bela melanconicamente o gracchia come le rane delle
paludi ferraresi. È una imitazione fredda, monotona e sten-
tata, condita di ricordi tibulliani e oraziani e priva di con-
cettuosa originalità.
Cantano e si lodano tra loro; celebrano le virtù del Mar-
chese; verseggiano loquaci, infaticabili; illustrano ogni nuovo
fatto ed avvenimento che riguardi in qualche modo la corte.
Muore a Leonello uno dei suoi falchi preferiti e Gerolamo
Guarini ne compone 1' epitafio :
l'iiguibu.s aerias imcis lacerare volucres
Ferrariisque grues solitus prosternere in arvis...
[Coil. est. Bevilacqua, e. 149']')-
.Iacopo Pirondoli e Veneranda Romei si stringono in ma-
trimonio e subito Malatesta Ariosti scrive un epitalamio
') Il «•od. Bevilacqua è ora possefluto dalla Bihl. estense, u. lOSO
dei codd. latini.
I.A rOi.Tt'RA LATINA E GRErv E IL VOI/iAUE Eri . 1 11
Icori, cit., c. 43'" 1; si viene a conoscere che Taddeo Man-
fredi da Imola s' unisce con Marsibilia Pio e Tito Vespasiano
Strozzi non si lascia sfuggir 1' occasione di comporre alcuni
de' suoi splendidi distici [cod. cit., e. 59]; Basinio Basini
rimpatria e lascia ai suoi discepoli in Ferrara alcuni versi
latini per ricordo ; Francesco Ariosti, Ludovico Sardi, Lippo
e Gerolamo Guarini si dirigon versi. Anche il medico Son-
cino Benzi ili Siena, in tanto fiorire di entusiasmi poetici,
non sa contenersi e scrive alcuni versi amorosi; ma prima
se ne scusa con F. Ariosti. Non ci vuol altre» : l' Ariosti piglia
la palla al balzo e tosto gli invia una interminabile filatessa
di distici amorosi.
Figurarsi poi quando morì il Marchese Niccolò, il loro
amico protettore! Tutti composero epitafifì; ne scrisse Gua-
rino, ne scrisse suo figlio Girolamo; altri furon buttati giù
da Ludovico Sardi, da Tito Strozzi, da Malatesta Boccacci
da Fano, ecc. Persino il « physico » di Leonello, Michele
Savonarola, ne compose uno che incomincia:
.lam torris ft-ssos Nicohiu.s Marchio ]i(|uir
[Cod. oit.. e. llìin ')•
Molti poeti dunque: ma poca poesia. Tutti sono animati
ria una potente smania di cantare e tutti sono vuoti di ori-
ginalità e di pensiero. 11 loro entusiasmo non è altro che
ima forma di suggestione che li pervade e li domina. Uno
soltanto, Tito Strozzi - ), si eleva per facilità e scioltezza
di verseggiare, per correttezza di forma e per gentilezza
squisita di imagiue e di concetto. Spira dai suoi versi latini
un po' di quella lene soavità che costituisce l' incanto della
lirica petrarchesca: e questa tenue vena insensibilmente si
sposa a una freschezza di frase e di periodo attinta alla
lucid' onda della poesia di Ovidio e di Tibullo. Cantano, in-
') Si cfr. BoKsEiTi. I. 48.
*) Su Tito V. Sfrozzi, si veda: Aljjjiecut Keinhakd. Tito V.
Strozza. — Eiu Beitrag zur Geschichte des Huiuauismus in Ferrara.
— Leipzig. 1891. E ancora: ALKKKcm Reixhai;i>. Iv Poiierohicoii.
Leipzig. 1890. Un' altra copia di questo ])oenietto dello Strozzi è
conservata nel cod. est. hit. a. G. 7. 2;J.
112 rAPITOLO V.
torno a Tito, Malatesta M e Francesco Ariosti-): largo di
tinte classiche il primo, dolce, soave, e più ligio e servile
nell'imitazione dei classici; più moderno, più vario il se-
condo. Questi è uno spirito versatile e multiforme : sa can-
tare d' amore, sa scrivere un componimento scenico ; è ca-
pace di descrivere in una sua operetta <( quelli fructuosissimi
« e tanto laudandi sponsalicij tra li illustri divi Isabella
(( preclara e lo Illustrissimo miser Francesco Gonzaga»-^);
compone un dialogo sopra la provvidenza, un sermone sopra
la cerimoniale solennità della Purificazione''); colla stessa
penna colla quale stende un' operetta interessantissima sugli
olii di Montegibbio esalta all' occorrenza i miracoli della
Vergine o scrive un trattato di morale-'').
Mentre Alberto Pio, Leonello e Ludovico Sardi, Carlo
Nuvolone e Bonifacio Benzi appartengono veramente al
ciclo di Leonello, Francesco Ariosti attraversa 1' età di Borso
e illustra quella di Ercole I*^): e con l' Ariosti s' accompa-
') Carducci. Delie poesie latine edite e iueditr di L. Arioxti, Bo-
logna, 1875. pagg. 40 sgg.
Sopra una allegoria ideata da Malatesta e so]»ra alcuni .suoi
versi composti nel 1453 nell' occasione dell' ingresso di Borso in
Reggio, si veda: A. Lkni. L' iiififesso di Boiho d' Extr in Uefifiin. ivi.
1899, (per nozze).
^) N. CiONiNi, I podentò di !SaxHuolo. Pisa, 1879-81, pag. 34.
■■') L'operetta sarà andata perduta. Egli vi accenna, con le ])a-
role da noi riportate, nel cod. est. O. 9,18.
*) Cod. est. a. T. 6, 28.
") Cod. est., cit., e. 33'.
") Ad altro ramo degli Ariosti (mi si conceda qut-.sta parentesi
non del tutto inopportuna) appartenne Ludovico, clic da Orazio e
Catullo seppe derivare evidente concinnità ed eleganza di stile
per quelle sue forti liriche latine, nelle quali addestrò e affinò la
gagliardia del suo giovenile ingegno, elio ricercò con diligenza e
amore la contemporanea letteratura latina e vestì di nuove l'orme
le spoglie della commedia classica e che seppe infine infiorare di
reminiscenze latine — in ispecial modo di Virgilio e di Ovidio —
il suo grande poema. Si cfr. Rt>.Mizi, Le fonti 'latiiu- deli' Orlando
Furioxo, Torino -Roma, 1896 e In.: L'Ariosto e (jli umanixti, in llaxx.
crit. d. letterat. ital., II, 14 sgg.
Per varie vie, per vari modi, il carattere di tutta la «-oltuia
estense s' accL-iitra in Ludovico Ariosto e riceve dalla potenza del
LA COI.I TRA T.ATIXA 1-; GUKCA 1-; IL VOI.r.ARE ECC. 113
guano Ludovico Carbone, spìrito bizzarro di letterato e poeta,
stoffa ed animo di cerretano ^ i, Gaspare dei Trindjocclii,
Battista (iuarini ed altri ancora-).
I letterati estensi verseggiano in latinu e in latino com-
pongono orazioni; pochi adoperano il volgare, se non se
nella conversazione e nelle lettere private ; molti conoscono
il greco.
Ma il greco non trovò gran favore presso i Duchi d' Este,
ai quali i monumenti della letteratura ellenica eran noti at-
traverso le traduzioni latine e volgari.
Leonello si compiacque delle versioni latine, Ercole I di
quelle volgari, ^hl, [lotrei dire, nessun manoscritto greco
doveva figurare nella libreria dei Duchi e ben ne sapeva
qualcosa Scipione Fortuna ciie addì^S Maggio 1470 scriveva
a Borso: « rispondo che ne la thore non gli ho libro niuno
« greco et non gli n' ebi mai. Maisi io parlarò cum Marco
« de Galaotto se lui lo hauesse mai dal latto suo: et ha-
« biandolo se mandarà subito » ^ ).
suo geuio quella traspareute lucidità di forma die .solo potcvasi
conseguire con una felice ed elevata assimilazione e con una grande
maturità di pensiero.
M 11 CAiiDCcei, Ojj. cit., pag. 49. iliscorro magistralmente del
("arbone. del suo carattere e della sua poesia. Egli muove però
tinicameufce fiali 'esame della sua opera: aggiungo io qui qualche
sjìigolatura archivistica. Nel Dicembre 1466 il Duca Borso si inte-
ressò di far spedire a Ferrara « libros. vestes. massaricias et bona
« dar. mi oratoris ac Ex. Artium Doctoris Lud. Carboni ». il quale
ritornava da Bologna allo Studio di Ferrara (Eeg. Mand., 1466.
e. 266'). Una lettera del Cari ione a Borso del 1469 iucomincia: « Non
« credo punto che sia intention de la justissima 8. V. che ne le
« paghe ritenute de queli salariati da lato del Comune si abbiano
« a comprendere quelle del Studio perchè le littere deuo pure
« hauere qualche avantaggio da li altri offltiali idiotti et cussi af-
« fermano li fattori... ». Mandati, 1469, e. 135"^.
■-) Di alcuni nùgliori toccheremo nel capitolo seguente.
■■•) Append., III. n. 14.
114 CAPITOLO V.
II. Non inancarono certamente ad Ercole I i mezzi o la
possibilità di apprendere il greco; gli mancò invece la ra-
gione determinante : la necessità cioè di procurarsi una qual-
siasi conoscenza linguistica per farsi una coltura ellenica.
In Ferrara infatti una parte dell' attività e dell' opera dei
migliori umanisti era diretta a tradurre in latino pei Signori
d' Este o a volgarizzare i monumenti più cospicui e preziosi
della letteratura greca; d' altro lato, i Principi e la Corte po-
tevano a buon diritto gloriarsi di avere ospitato e di ospi-
tare alcuni dotti ritenuti eccellenti grecisti, quali Guarino,
l'Aurispa, Giorgio Valla, B. Guarini, P. C. Decembrio, il Leo-
niceno, ecc. ; per di più, in Ferrara, allo Studio, aveva tenuto
pubblico insegnamento uno dei più efficaci ed utili Greci
venuti in Italia, Teodoro Gaza ' ). Le apparenze ilunque erano
salve ed Erct)le, che non fu del tutto immune da quell'amore
eccessivo per lo sfarzo e le parvenze esteriori che costituisce
la caratterisca del suo predecessore, poteva bene dispensarsi
dallo studio faticoso del greco, quando aveva intorno a sé
uomini, come il Leoniceno, che gli facevan volgari 1' opere
elleniche ed eruditi quali Battista Guarini, a cui rivolgevasi
persino Lorenzo il Magnifici > vinto dal desiderio di avere
copia d' un suo Dione ~ ).
I tempi più felici e fortunati per lo studio della lingua
greca in Ferrara non potevano dirsi già tramontati quando
Ercole I salì al potere. Il Concilio a Ferrara e la caduta del-
l'impero d'Oriente avevan portato anche nella città degli
Estensi un soffio di vita ellenica, promovendovi una mag-
giore conoscenza della lingua. Il Concilio sopra tutto merita
ricordo ; poiché, per quanto riguarda la ruina dell' impero
bizantino, è da osservare che molti Greci fuggiti allora in
Italia trovarono più tristo che a Ferrara un comodo rifugio
a Bologna e una magnifica dimora in una cittadina, che
splendeva per virtù dei Princii)i e jier gloria d'arte e di
studi : (Jarpi, ove traevano,, all' invito dei Pio, dotti, letterati
') Rossi. (,>uattiocenti>. cit.. jian. ti4.
*) .Si cfr. il ])re.seTito luxoro a Jiag. óf*.
LA COLTIRA f-ATINA F. OURCA E If. VOLP.ARP: ECC. 115
e artisti, ove forse Aldo Manuzio ebbe il primo pensiero di
diffondere con la stampa per il mondo la letteratura classica
degli EUeni V).
Ma il Concilio, che jjortava a Ferrara con altri Greci il
Trebisonda, cadeva in un tempo assai propizio per gli studi
del Greco. Guarino esperto nelle finezze ed eleganze della
lingua ellenica, oltre a tener scuola di greco, dava opera sin
tlal 1435 in Ferrara a render latine per Leonello le vite di
Siila e di Alessandro di Plutarco') e qualche anno dopo
traduceva quelle di Pelopida e Marcello^): Giovanni Aurispa
iloveva cooperare efficacemente a un risveglio di studi greci:
Leonello stesso era in relazione con profondi conoscitori
della lingua di Grecia, come il Filelfo e Francesco Barbaro.
Xonsarà dunque maraviglia se impareremo dal Firmin-Didot
che in occasione di tale importante Concilio « le marquis
« lui-méme assistait et prenait part, dans de réunions pri-
« vées, aux discussions philosophiques entre les Grecs et les
'( Latins ^ ).
Guarino diffomleva a Ferrara la lingua greca non solo
con l'insegnamento, ma anche colla benevolenza con cui
accoglieva e proteggeva quei Greci che venivano a lui at-
tratti dalla fama del suo nome. Dalla Francia, dall' Alle-
') Anche a Bologna, come abbiaiu detto, atìiuivant) i Greci o
lo studio Bolognese concorreva potentemente a tener desto il fa-
vore per la letteratura ellenica. Consultati a questo riguardo, i
rotali bolognesi danno copiose e importanti notizie, per le quali si
veda il libro di C. >Ial.vgul.\. Della rifa e delle opere di J. Urceo
detto Codro. Bologna. 1878, l»ag. 2.") sgg. — Purtroppo per questa età
difettano quasi del tutto i rotuli dello Studio ferrarese. Sì cfr.
G. Paisdi. Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei seo.
XF e jr/, Lucca, 1901, pag. 8.
-) Append., II-, .501.
") Append.. Il-, 489. Per le traduzioni di Guarino dal greco si
veda: E. Sabbadixi. La scuola e gli studi, cit., 124 sgg. Tradusse
da Luciano la Calunnia, la J/u-scrt, il Parasitua : da Isocrate. V Era-
(joran e il A'/t'oc/cs. che dedicò a Leonello: da Plutarco molte Vite:
ma 1' opera sua per (|uesto riguardo più notevole è la versione la-
tina di Strahonc.
*) FiKMix-DiDor. Aide Manuce et /- Helleui-one à rcHfV. Paris, 187.5.
jiag. x\\i.^]ii.
116 CAPITOLO V.
magna, dall' Ungheria e dalla Grecia traevano li giovani,
desiderosi di apprendere a Ferrara, cosicché Giano Pan-
nonio poteva con ragione scrivere del suo Maestro :
Ad te permeuso deseeiidit Diihiiata Ponto:
Ad te Creta, Rliodo.s. properuvit et ultima C'\ pros.
Sole Kliodos. .love Creta. Cypios Cytereide fclix.
[l'aiiffi.. Venetiis, 1554, ])ag. '21].
E Raffaele Zovenzoni si piaceva di annoverare come uno dei
migliori discepoli di Guarino un Greco di bella rinomanza:
Fra' FilipjìO Podocataro di Cipro ^ ). Tra i Greci venuti a
Ferrara, non vanno dimenticati Giorgio e Demetrio Mosco,
dei quali il secondo più celebrato fissò colà per parecchi
anni dimora - ) e infine tra coloro che in Ferrara nel sec. XV
ebbero una conoscenza assai [jrotbnda del greco, accade di
citare Giovanni Gatti da Messina, che si recò in Grecia i)er
erudirsi e perfezionarsi nella lingua e fu buon filosofo, teo-
logo e matematico ; Nicola Bonaccioli, Ludovico Valenza, Lu-
dovico Pittori, Gerolamo Santi di Ferrara e Angelo Decembrio
noto sopra tutto per i suoi sette libri Politiae Utterariae ^).
Professarono ancora allo studio nei tempi d'Ercole I di-
versi dotti molto periti nella lingua Ellenica; Giovanni Ma-
nardi '^), Simone Brami, Pietro Carreri, uomo insigne nelle
dottrine filosofiche e dottore in medicina, amante dei viaggi
e delle lunghe peregrinazioni, e Severo Varini di Piacenza
lodato da Paolo Cortese per le sue conoscenze greche ■"■).
Oltre a ciò, non dobbiam trascurare di far cenno delle
feraci relazioni tra gli Estensi e i Bentivoglio, tra Ferrara e
Bologna, nella quale ultima città gli studi greci erano in
grande onore e fiorivano sopra tutt(t per l'eccellenza ilogli
insegnanti.
') 11 Zoveiizoui fu scolaro a Ferrara di Guarino, del (|iiale "Sili
cliiamavasi tìglio, serlìaudo poi il titolo di avo al Crisolora pereliè
precettore del suo mae.stro. 8i cfr. E. Sabbadixi, liaffavlv Zorcti-
zoni e la xiia « Monodia Clinjnolorac », Catania, 1899. \y.\ix.. 11.
■-) B0R.SETTI, II, pag. 30.
^) M. BoKSA, Ardi. xtoi. Imiih. X. 31-;^;i
^) Ba ROTTI, I, 307. '
■^) Borsetti, II, pag. 82.
LA COLTIRA LATINA L GHKCA E IL VOLGARE ECC. Ili
Inoltre Ferrara va ricordata tra quelle città d' Italia che
ebbero nel sec. X^' una serie continuata di professori di
greco, poiché non pare che tale insegnamento sia mai colà
stato interrotto. Le lezioni di Lodovico Carbone e di Battista
Guarini erano frequentato e seguite dagli studiosi con molto
interesse e con grande amore. Ciò infatti lascia congetturare
una lettera di Filippo Nuvolone, letterato mantovano, corti-
giano dei più abili e raffinati, amante delle ricchezze, dei
viaggi, delle avventure, singolare tii)o di studioso e di poeta,
che si diede in Ferrara, sotto la disciplina di cotesti due
egregi maestri ferraresi, allo studio della lingua greca e ri-
corse per libri greci alla liberalità di Ludovico Gonzaga.
Il Nuvolone era famigliare di Borso; aveva avuto dal
Duca estense più d'un benefìzio e d'un favore; il padre suo
era stato al servizio dei .signori d' Lste e aveva sostenuto
importanti offici ; onde avremmo ragione di maravigliarci
della sua richiesta d' opere greche ad un Principe, che non
fosse il Duca, se non sapessimo che la biblioteca privata
degli Estensi era del tutto priva di classici greci.
La lettera indirizzata al Gonzaga dal Nuvolone il di 8 ot-
tobre 1468 da Ferrara, è per se medesima di troppo singo-
lare interesse perchè io possa permettermi di non riprodurla
qui quasi per intero M : « Hora prego e supplico detta V. 8.
« se degni essere causa aiutarmi e decorarmi d'altra veste
u et habito, che di questo : de uno più gientile et immortale
« e famoso, eh' io possa essere capace di la virtute a lo im-
« parare, a la quale continuo, forsi chome può sapere la
<f 111. ma 8. V., fina negli teneri anni sono stato dedito et
« inclinato, che essa se degni prestarmi alchuni libri greci,
H de li quali ne è ut phirinuim charestia, perchè questo ili-
ce verno delibero dargli grandissima opera, che Baptista Gua-
« rino e il Charbone legieranno ogni giorno. Per tanto la
« 111. 8. V. se voglia dignarsi... et aiutarmi e prestarmi lo Ero-
« doto e il Snida, o l' Homero, se gli è, che certo più singu-
« lare grafia per el presente non potria farmi la 111. 8. V. a la
'( quale humilmente e devoto mi raccomando. Non altro ».
Per opera specialmente del Guarini, fioriva allora tra i
più illustri d' Italia lo Studio di Ferrara. Cessata infatti quella
') Archivio «li Mautova.
118 CATITOLO V.
fiera pestilenza, che costrinse il Duca a trasportare tempo-
raneamente ri'niversità a Rovigo, Ferrara era ridiventata
la città amante dell' arte e degli studi : alla quale venivano
d' ogni luogo studiosi, nella quale professava colui che dal
Poliziano riceveva prove di amicizia e d'altissima stima e
da Pico della Mirandola il titolo di maestro.
Battista Guarini insegnò a Bologna ^ ) e a Ferrara e belle
testimonianze abbiamo della sua valentia e perizia nella co-
noscenza della lingua ellenica. Oltre al Nuvolone, fu suo
discepolo carissimo in Ferrara - ) Antonio T^rceo, che si vantò
d' esser stato educato « ab eo, qui linguae latinae grae-
« caeque decus et specimen uno omnium litteratissimorum
« ore fertur et i)raedicatur, Baptista » e scrisse pel suo cele-
brato maestro un carme, che tutto torna a sua lode. Allo
stesso Guarini fu poi singolarissimamente affezionato quel-
r ellenista famoso che fu Aldo Manuzio, il quale gli dedicò
nel 1495 la sua edizione di Teocrito^).
E uomini versatissimi nel greco, che dimorarono per alcun
tempo a Ferrara, furono Giorgio Valla, celebre raccoglitore
di libri, medico ed astrologo di grido, Pandolfo Collenuccio,
Niccolò Leoniceno, dei quali tutti avremo più oltre occa-
sione di parlare '' ).
Giorgio Valla fu in relazione con Ercole I, il quale nel
1492 incaricò Pellegrino Prisciano ili recarsi presso il dotto
piacentino, che abitava allora in Venezia, per chiedergli due
opere greche forse coli' intento di farsene apprestare da
qualche suo letterato una traduzione. Era tanto l'amore del
Valla pei suoi libri, eh' egli pur conoscendo il Prisciano e
') Malagola. Op. di., pag. 62 e 172.
'-) Malagola, Op. cit.. pag. 152.
') Ricordo qui: C. Castellaxi, La ntampa in renesia dulìa .v((«
orùjine alla morte di A. Manuzio serdore, Venezia, 1889.
*) Ho già ricordato il Carbone, intorno al qnale è anche a ve-
dersi la. prefazioneella di A. K.\1)eh-.Salza, Facezie di L. C. in Race,
di rarità stor. e letter. diretta da G. L. Passerini, n. 4. Livorno, 1900.
— K. MCELLNEii, Eeden und Brtefe itaìieniHclier Humanistev. Wien.
1899, ha pnl)blicato dne orazioni del nostro, delle quali la seconda
leggesi anche in lezione, eh' è giudicata migliore, nel cod. est. a.
T. 9, 16.
LA rOI.TlRA LATINA K (iHECA li IL VOLGARE ECC. 119
pur essendo devoto al Principe non seppe staccarsi da una
delle sue opere greche predilette e preferì farne esemplare
pel Duca una copia, sotto la sua sorveglianza, in Venezia,
(la un amanuense greco dei Medici di Firenze. Ecco la let-
tera del PrisciaiK) ad Ercole l'iprodotta qui rcdeluicnte M.
Illa. Sig. mio.
(.Questa marina mi lima dtl (l.'sciiarc : giunsi (|ua liaptista ca-
nal laro de \()stra Kxcrllciitia ciim le littere del . ti . pifscntc : jier
le quale epsa mi eomuu-tteua jier el desiderio grandissimo eh.-
Ihaueua de lopere de Arehiniede : de S^diera et Chylindro: cIh-
cmii ogni studio facesse de liauere da Messer Zorzo Valla ete. Io
suliito ehe el»l»e desinato me ne montai in harclia: et andemene a
<-asa de lo Oratore de Millano: td (juale lia una grandissima et in-
trinseca amicitia cuni dioto niisser Zor/.o: et per il mezo del <|uale
io ancora spesse fiate li in casa de Sua Mag."" suni stato cum cpso
ni. Zorzo in dolce dispute : et ragionann»uti : et contracto assai fa-
miliaritate: Giouto lì: subito niandessenio i)er lui: et promise ([uelle
conueniente parole uù jiarse: subiungendoli anche lo andiassatore
de Millano molte bone ]>arte: li mostrai le littere de X'ostra Ex.""
Quale lecte (die Uiehc : cum as.sai allegra faccia dixe : che et ])er
rispecto de ^'. 8. et )Kr amore mio: molto uolentiere uoleva fare:
che hauesse tal opere: ma non ludeva per cossa di (juesto mondo
che gli ussisse di casa: i»ci- una trota de rispecti quali scria
troppo longo scriverli futi. Ma fra li altri: per essere ligato in
uno uolunie cum 8 . altre o]>ere: ]«> (piale adesso lui ogni dì i)er
il coniponere de la oi)era sua . qua! fa . se snianegia et renolge:
item per una ferma delil>eratione et pro]>osito ha nel animo suo:
de non dare fora suoi lil)ri: maxime (]uisti: li ([uali scmo rari.s-
simi in toto orbe: item i>erch(' ancho <iuaudo me li desse tanto
seria (pianto non li hauesse dati : i)er essere littera antif|uissinia
greca: et senza accenti : item et pifi dia brcuiata et di tal brcniatura
(die homo che uiua non la saiicria leg(n'e: se non cum una grande
praticha : ma clic lui liaucua uno scriptorc in caxa aposta de Me-
dici datiorenza : lo ([iialc subito jxmeria (v/c) ascriuermele : et gli
starla lui in persona soi)ra . i>er farli intendere et [dgliarli lial>ito
et sì per li accenti conio per la brcniatura: et (die seriano dui o
tre (luiuterniti : li (juali serano scripti jìresto presto: subiiiugen-
domi che aniagiore demostratione de lo amore el mi porta . me fa-
ceua intendere che anche haueua Eutotio Ascalonita . conimenta-
') La traggo dall' Ardi, eslense di Stato. — Astronomi.
120 CAPITOLO V.
tore . et pxpositore de tale oliere et neramente molto necessario: et
quale anelie me f'aria scrivere. Insnmnia : se bene r(>i)licasse (|ualclie
cossa per bauere el libro et nedendo la tìrma intention sua: le
anche sapendo: che essendo senza accenti et di sorte de tal breuia-
tnra quale in parte me deniostrete: molto male seria a proposito
de V. »S. e molto meglio essere elia se facesse scriuere : et destese
et accentate: acceptai el ])artito : e cussi Ini (inesta sira farà el
mercato eum el scriptore: e domane cimi d nome de dio: se li
darà principio: et sì al testo (^omo al comento dopjxìi : et io de li
dinari cliio (|ui: se bene siano molto ]iochi: dedi in di gè ne an-
derò digiindo: di (|nando starò di (|ua. Et a li]iedi de A'. Ex."'
iiK'linato per miUc uolt(» me li laccomando.
Venetijs . Die . 9 . Julij . 1492.
Fidel. Devot. Servitor l'Ki!K(;uiNrs PiiisciAXUS.
Abbiamo dunque non dubbio testimonianze del favore go-
duto dal greco in Ferrara intorno agli ultimi anni del sec. XV.
Il Duca assiste come protettore a cotesto rigoglio di studi
ellenici ; favorisce i professori dello Studio, li protegge ; ma
egli nulla è più d' uno spettatore e come tale va considerato.
La sua libreria privata non s' adorna d' opere greche ; ma
in compenso s' arrichisce ognora, come tra poco vedremo,
di volgarizzamenti greci. E come gli autori classici greci
non figurano negli inventari della libreria ^ ) del sec. XV, così
tra i frammenti di pergamene appartenute a codici estensi
e conservate nell'Archivio estense di Stato non uno greco
siam riusciti a trovarne in mezzo a moltissimi latini di storia,
di diritto, ecc. ecc.
Il volgare adunque fu il mezzo pel Duca di prendere no-
tizia dell' opere famose dell' antica Grecia. In tal modo pe-
netrò nella Corte un alito di ellenica coltura ed Ercole I
potè conoscere per via indiretta le storie d'Erodoto e l'opere
di Senofonte, di Luciano, di Diod(jro, di Dione Cassio. Il vol-
gare adunque, anzi che essere inceppato dagli Studi greci e
latini in Ferrara, era da per tutto la lingua d' uso e s' av-
vantaggiava inoltre del favore e della protezione dei Duchi.
') Il catalogo del 1495 registra al n. -KU (Jppcnd.. Il'-'), un Dio-
doro Siculo in Greco, il quale fu forse ac([uistato «hil Duci per po-
tersene procurare un volgarizzamento.
LA COLTURA LATINA !•; CRT/'A 1^ IL VOLGARE ECC. 121
III. Neil' eutusiasnio per hi lirica latina e nel fervore pieno
e gagliardo degli studi mnanis^ti, il Marchese Leonello non
diinentic(") il volgare. E se alla sua Corte troviamo uno dei
maggiori fautori della disprezzata lingua italiana, L. B. Al-
berti ^l; anche sappiamo che lo stesso Principe si dilettò di
scrivere gentilissimi sonetti e protesse Andrea da Basso, che
poet(') in volgare a Ferrara'). E Lodovico Carbone osò pro-
nunciare in una sua orazione queste ardite parole: « Io sono
« in contraria opinione et parmi de poter afifirmare cum
« veritate che lo hornato vulgare accresca dignitate alla
« Scientia Gramaticale » ■'' i.
Erano i tempi di Borso e il volgare, protetto dal Duca,
cui le cure e il maneggio della pubblica cosa avean fatto
dimenticare gli insegnamenti latini di Giacomo Bisio, del
Capello e del Toscanella, faceva gran strada nella repub-
pubblica estense letteraria. Dimenticato non era; che oltre
ad essere il linguaggio corrente della Corte e dei cortigiani
esso aveva goduto nel secolo precedente il favore di Aldo-
brandino d' Este, il mecenate dei poeti e cantori franco-ve-
neti, ed erasi elevato a una certa dignità nei cojìiosi volga-
rizzamenti, richiesti e sollecitati dai Principi d' Este.
') Mancini. Op. cit.. \nig. 189.
-) Si veda un compouinieuto volgare di Andrea da Jìa.sso in
[B.\l?UKFALi)i], Jlime scelte de' poeti ferraresi antichi e moderni, Fer-
rara, 1713, pag. 26. Andrea da Basso fu eanierlengo estense di Ar-
genta. Nel Reijìstro dei Mandati, 9 Gennaio 1436, si legge: « Kes
« ](ortande Argentam prò usu Petri Andree de Basso (e. 9")» e vi
si ))arla di letti, di casse, ecc. Nel 144.5 egli era ancora in Argenta
( id., e. 29). — Ricordo che nel 1444, per le nozze di Isotta d'Este.
Francesco Accolti e Gerolamo Nìgrisoli scrissero dite graziosi coni-
l>oninienti volgari. Per istanza di Leonello, Jacopo Sanguinacci
(Rossi, Qtiattr., pag. 1.59) scrisse una canzone sulle gioie e i dolori
d' amore e in un cod. rodigino conservasi una canzon etetiantiMfiima
facta per il marchese Xicolò de ferrara per man de mcsser Francesco
Saniinineo de padoa. Si cfr. il. Vattasso, Miscellanea di rime rohj.
dei sec. XIV e XV, in Giorn. stor., XXXIX, pag. 37.
") Cod. Camp. •'• ^"- S, 6, 24.
122 fAPITOLO V.
Farmi intanto debba essere identificato col celebre Mae-
stro Antonio da Ferrara, intorno al quale tanto lamentasi il
difetto di notizie storiche, quel certo « Antoiiius de Beccha-
riis », che da Aldobrandino III fu nominato nel 1353 primo
podestà di S. Felice sul Panaro > ), con un atto dal quale a\)-
prendiamo il nome del padre, Pietro. E giova trovare in
relazione colla Corte estense Maestro Antonio, cotesto « in-
« gegno usato alle questioni profonde » uomo di grande e
precoce intelligenza, degno certamente di uno studio tanto
interessante quanto pieno di difficoltà: giova sopra tutto
perchè esso ci apre la via ad esporre alcune considerazioni
intorno a quello special genere di volgare, che fiori nel se-
colo successivo presso la Corte dei Principi d'Este.
Tardi assai si determinò in Ferrara la preminenza di
queir ideal tipo di lingua toscana, che ammiravasi in Dante,
Petrarca, Boccaccio.
Cotesta vittoria si fece sentire in tutta la sua potenza
soltanto nel sec. XVI. Prima non abbiamo che una pura
tendenza a ripolire suU' uso dei classici la parlata volgare ;
della quale costituisce il sostrato il dialetto della regiotie.
L' ideale della lingua per Maestro Antonio da Ferrara " i —
ideale cosi oscillante e indefinito nei suoi contorni, — ci
presenta uno stato di cose corrispondente in parte a quello
che troviamo anche nel sec. XV a Ferrara: dove il lin-
guaggio letterario si connatura bensì col dialetto ma pur si
sforza ognora di allontanarsi da esso per avviarsi sopra
una più nobile strada.
^) P. Costa Giani, Memorie storiche di 8. Felice xul Panaro. Mo-
dena,. 1890. pag. 273. L' autore non pensò, publ>lican(l() il docuni.
a pag. 286. a maestro Antonio e alla possibile iflentilicaziont- col
podestà fli S. Felice. Su maestro Antonio da Ferrara ho comjiiure
alcune ricerche poco fruttuose nell'Archivio estense di Stato: i»o(o
fruttuose, perchè esse hanno dato soltanto in luce il nome del i\-
gliuol suo. Paolo. Questo Paolo è registrato come figlio del « ((uon-
dam » Antonio de Beccari in un atto del 3 Giugno 1391: Caiani ri
entemi, Beg., H, f. 8^
-) Ra.jxa, Una canzone di Maentru Antonio da Ferrara e V ihri-
di'imo del linguafifiio nella nostra antica letteratura, iu (iìorii. xtor.
della Ullerat. ital.. XIII. 1 sgg.
LA COLTURA LATINA E GRECA i: IL VOLGARE ECC. 123
A questo proposito, io credo opportuno di citare alcune
parole colle quali un letterato ferrarese dei tempi di Borso,
Polismagna, chiude una sua versione V):
«. Ma bene huniilrnente te priego et a te supplico, caro
« il mio signore, che per tua usata mansuetudine te digni
'< scusare la mia ignorantia cum quelli che me biasemarano
« et specialmente de gli vucabuli in questa traductione usati.
« Io scio che tu sei ferrarese et io ferrarese et Ferrara, in-
<( dita cita de Italia, ne lia producti, alevati et acresciuti et
<( però non saperia io adriciare la lingua se non al ferrarese
« idioma, il quale, secondo il mio parere, non ha mancho
« elegantia die alcuno altro italiano parlare. Se cussi a te
«' piace parmi che ogni homo sia satisfatto ».
p]ppure, chi consideri la lingua e lo stile di Polismagna,
s' accorge facilmente eh' essi non si distaccano gran fatto
dalla lingua e dallo stile usati dalla cancelleria della corte
di Ferrara e adoperati con maggiori o minori variazioni dagli
altri letterati degli Estensi. È un tipo di lingua ibrido, nel
quale confluiscono più elementi, al quale cooperano più
rlialetti; è come un'astrazione, che s'imponeva a chi det-
tava prose o versi. Cotesto volgare fiorito alla Corte degli
Estensi si " manifesta subito nelle scritture di Maestro An-
tonio e a parer mio muove in gran parte di là, dalla Corte.
Essa era infatti il centro del movimento intellettuale d' al-
lora ; era come la meta, a cui volgevano d' ogni parte ar-
tisti, letterati e poeti e là poteva avvenire meglio che al-
trove queir ibridismo di elementi dialettali, che osserviamo
nelle scritture di quei luoghi e di quei tempi.
La Corte viene dunque ad assumere una grande impor-
tanza non pure negli indirizzi dell' arte e del pensiero, ma
anche nello stesso strumento della lingua. Non che essa lo
determini in un rarjdo piuttosto che in un altro ; ma coopera
grandemente a quella fusione di elementi disparati, che
viene a costituire l' ideale della lingua scritta d' allora.
La quale, adoperata dalla cancelleria e dai letterati estensi,
si potrà bensì chiamare « lingua ferrarese » tenendo jien")
presente ch'essa molto si diflerenzia dal xevo e proprio dia-
•) Coti. est. a. P. 6. 9.
124 CAPITOLO V.
letto di Ferrara ^ ). Ha carattere più generale : abbraccia più
regioni. In essa scrivono, tra gli altri, Michele Savonarola
di Padova, Antonio Cornazano di Piacenza, Filippo Nuvo-
lone di Mantova - ). Ma colui che eleva a gloria letteraria
^) Cotesta « lingua feirarese » andrà considerata come nua va-
rietà di quel tipo ibrido di volgare più vasto e più noto sotto il
nome di « tipo loinl)ardo ». In essa vengono a fondersi elementi lom-
bardi, veneti, emiliani, toscani; e poiché la fusione avviene meglio
elle altrove in Ferrara, la denominazione di « lingua ferrarese »
ci pare possa venire accettata. Questa « lingua » è infine, con leg-
gere modificazioni dipendenti dal colorito b>cale, ([uella stessa clic
si adoperava, ad es.. alla corte dei Gonzaga: ma hi precedenza di
denominazione tocca a Ferrara non foss' altro ]ier avere Ferrara
o.spitato il poeta dell' Orlando Innamorato, il qual poema è l'esempio
più limpido e gustoso di cotesto nostro tipo di ibridismo. Ho detto
che la « lingua ferrarese » si slacca molto dal dialetto della città.
Basterà infatti ricordare, per il confronto, quel Sonetto dialettale
contro Nicolò Ariosto che secondo il ('a])pclli. il Carducci e il Fer-
rari va attribuito al Pistoia.
- ) Del Nuvolone io potrei discorrere a lungo giovandomi di
molti preziosi documenti dell'Archivio Gonzaga comunicatimi dalla
cortesia inesauri1)ile dell' esimio cav. A. G. Spinelli, che mise anche
a mia completa disposizione una sua copia del dialogo Folimfo. Qui
mi limito a poche noterelle. Fu tìglio di Agnese e di quel Carlo,
che trovo nei registri est. chi mandati inviato assai spesso da Ferrara
a Mantova in servizio degli Estensi e che nel 1442 era commissario
ducale in Lugo (Boxoli. Storia di Lucfo. Faenza, 1732. pag. 467).
Filippo visse alla Corte di Lodovico Gonzaga e (jualche tempo passò
in quella di Borso d' Este. EI)be pure ottime relazioni con Bar-
bara Gonzaga e si hanno lettere di qualche rilievo al suo iiulirizzo.
Questa, tra l'altre: « Perchè la I. 8. V. non .se desse ad intendere
« che ciò che continuamente dittasse e componesse fosse d' amore
« e in cose vane e che mai non drizzasse la niente mia a Dio, ho
« facto alchune cose circha il morale e spirituale, le quale sapendo
« io la I. S. V. essere catolicha e sancta gè le mando.... » — Ex
Pauleto mantuano. — p." novembris 1461. — Fomo prestante della
persona, quale Io descrisse A. Schivanoglia. e di non comuni doti
d' intelletto, fu assai pregiato nell'età sua: Colombino veronese gli
dedicò con un .suo capitolo l'edizione mantovana della Dir. Cam.
Dopo vita avventurosa, morì di peste a Venezia nel 1478. T'n suo
parente, Carlo Matfei. ne dava in tale anno notizia a Fe<lerigo
Gonzaga. Filippo ebbe uu figlio di nome Carlo. Pochi Iiauuo di-
I.A fOLTt KA LATINA E OfiArA F. IL VOLGARE V/C 125
cotesto ibrido tipo di « lingua ferrarese » è M. Maria Boiardo
col suo canzioniere, pieno di meravigliose cose, e col suo
celebrato poema.
La sua lingua è quella di Polismagiia e di tutti i letterati
estensi contemporanei; soltanto egli sa qua e là adornarla di
alcuni fiori raccolti nei giardini olezzanti del Petrarca o
variarla con le ingenue grazie, che il suo fine intuito di
fioeta gli va suggerendo.
Ma quando Ludovico Ariosto si accingerà al suo grande
poema, l'ideale della lingua letteraria si sarà ornai mutat<i
e il ti[io classico toscano, propugnato in Ferrara colla pa-
rola e coir esempio dal Bembo ^), si imporrà vittorioso al
nuovo poeta -).
La dimora del Bembo a Ferrara cade appunto nel tempo
che intercede dalla morte del Boiardo alla composizione
deW Orlando Furioso^}; tempo agitato e pieno di tramesta-
menti nella società e nel pensiero.
Durante il ducato d' Ercole I la vita ferrarese si fa in-
fatti più intensa e colorita. Nel pensiero e nell' arte nurivi
germi si svolgono, nuove idee trionfano ; mentre un' altra
forma di rinascimento piti moderna s'apre gloriosa la strada.
scorso (I toocato del Nuvolone: oltre il Tirabo.sehi. ricordo un arti-
coletto di .\. Main.vuui. Gazzetta di Mantova. 1" Sett. IH&ò. n. +."> e
un cenuo di Li zio-Kexiek. / Fileìfh e V unianismo alia (,'ortv dii
(ionzaiìa. iu Gioiti, xtoi., XVI. pag. 210. Si vedano anche: Le piiine
iinattìo edizioni delia D. ('.. per Lord \'ekx<»x. Londra. ISìyl.
^) Sulla Vohjai- l'oexìa si veda ora: Kaina. La i incita coitigiaiia,
iu Mise. Aneoìi, Torino. 1901, 295 sgg.
"') Son noti la fatica e lo zelo adoperati dal poeta per migliorare
la lingua e lo stile dell' 0/7«wrf« Furioso secondo le leggi del parlar
tiorentino. Si cfr. M. Diaz, Lt eonezionì ai T Orlando Fitr.. Napoli.
1900. lavoro eh' io conosco soltanto attraverso il cenno riassuntivo,
che si legge in Giorn. stor., XXXVII, pag. 166. Se la prima edizione
del jioeiua reca tracce di loniliardismi, la terza — coiu' è noto —
(iresenta una lingua di elegante e castigata toscanità. Si veda :
Flamini, cinquecento. Milano. 1901, pag. 89, e per la cojjiosa biblio-
grafia riguardante l'Ariosto, pag. .538-4.
■') V. CiAN, Un deeennio della rifa di m. Fietro Jiembo. Torino. 188ó.
pagg. 43 e 66 e ancora: Gian. P. Bembo e Isabella d' Este Gonza(ja.
iu Giorn. stor. d. Ietterai, ital., IX. pag. 83.
126 ( AIMTOI.O V.
Ignote terre, al di là dei mari, sono state seofìerto od
Ercole nella sua insaziata curiosità di sapere ne ricerca
avidamente e ne vuole notizia; la stampa porta a Ferrara
e vi diffonde con prodigiosa rapidità le idee; gli orizzonti
della mente si allargano e si rischiarono di una luce più
viva. Dopo che il nuovo metodo positivo ha portato l' uomo
a non più abbandonarsi ciecamente a se stesso, ma a cer-
care leggi più razionali e a coordinare armonicamente
V esercizio delle proprie facoltà ; quegli squilibri, quelle
oscillazioni, quei contrasti profondi tra le aspirazioni e
la realtà, che per tutto il Quattrocento si fan notare nella
Corte degli Estensi, vanno oramai scomparendo e la conce-
zione della vita diventa più chiara e serena. Lo studio dei
modelli classici ha educato e raffinato lo spirito e le nuove
idee penetrano e circolano nella Corte di Ferrara.
Alla novità del pensiero si accompagna la novità della
lingua letteraria. Il latino cede ormai il campo al volgare e
Ludovico Ariosto ed Ercole Strozzi abbandonano le classiche
eleganze di Orazio e Catullo per ricercarne altre più nuove
nella lingua italiana.
Questa vanta in Ferrara un glorioso fautore: il Bembo,
che trova gli spiriti pronti a comprendere e sostenere hi
sua innovazione. Il toscano si imponeva ormai per se mede-
simo in forza delle sue doti di pastosità, eleganza e varietà ^ )
e di opere toscane era ricchissima la biblioteca dei Duchi.
') Già 11L-! \>uatti()ceiiri) il Toscano o-odeva in Ferrara ^i^raiidc <•
nolnle riputazioue e ]' api^i-ovazione dei Fiorentini in fatto di let-
tere era molto ai)])rezzata. Si legga inlatti la seguente lettera di
Lodovico Carbone (Cod. est. a. G. Lio) scritta nel 1173 (juando il
Carbone si recò con una eletta (M)m))aguia di gentiluomini a ]>ren-
dere iu Napoli la sposa di Ercole I. Questa lettera non fu cono-
scinta da G. Z.4.XNOXI, Cfìi riamiio per P Italia di L. Carhone, in
Eendic. della R. Accad. dei Lincei, Classe, di Scienze Morali, stor. <■
tìloL. s. V.. voi. VII, fase, i", pagg. 182 sgg.
IHustrissime vt excellentissime
Dux ac mi domine benignissime.
Benché per altra via non dubito esservi noto il progresso del
andar nostro, non di meno parnii debito de alcune cosse dare aviso
a Vo. Hig. Da Bolognesi certamente siamo stati honorati cnm grande
dolcezza: alogiati nelle loro più degne case ornate e apparate cuni
r>.V COLTURA I.ATrXA K (;l;l:XA E II, VOF/IAKL-; V.CC. 127
Dante M — e con Dante Fazio degli Uberti^); — il Pe-
trarca^), il Boccaccio^), sono degnamente rappresentati
tiiutf tapezaiie e urgenti eoiiu- st- tutti fossero stati sij>iit)ri. Ma la
oratioiie mia non putesseiiio recitare a Bologna per la non buona
(lisi)osi/.ione (lei corpo (li quel legato : n(»n so di «piella (lell'aninio.
l>ii\e io al logiato lui lassai ilue niej Ncrsetti in laude di i|Ue!la rasa
in <|Uesto modo :
Vitalis doimis est lunga digiiissiiiui vita
Si favet exterius hospitiinisque patet.
Da Fi(»reutini introdueti fossimo eum grandissima ponqia : rallio
giorno tiiti gli notal>ili «dtadiui veueno ad accom]iagnare lo II In.
M. Sigismondo e andassemo a messa a la Nnnciata hioeo molto di-
voto: e a cadauno de nostri era dato uno compagno de sno. Detta
la messa, andassemo a visitare li Signori: in una sala molto a]>pa-
rata se aspettavano: o invero nd parse vedere una similitudine del
Senato romano. Quivi cominciassenu) a tochare la cithara nosti'a
(um gratissima andientia: e accorgevame die volentieri udivano el
jiarole mie: e molto tu lodata tale inventione ; in modo idie gli
Signori inandarono un suo messo a mi Che andasse a loro: e ha
Idsoguato che gli lassi la copia: dicendt) pero nd che non credeva
che un ferrarese lur eloqucntia potesse piacere a horentini padre de
ogni eloqueutia: e il cancelliero (hiamato M. Bartholainio Scalla
che ancora .se ahbatete essere uno de li Signori rispose che non
))ensava in Ferrara essere tanto bene: atferniando le co55se mie esser
simile a l'antiche. Certo io mi glorio esser comendato da tiorentini.
Non vi dico della moltitudine di (piesto pojuilo che pare non fusse
mai mazore: estimassi che adesso in Fiorenza siano cento sessanta
millia persone. O Dio. che luochi .sou (juesti (pmuto diletovcdi I
• guanto convenienti a studj nostri! Credo a la tornata uu bisognerà
rimanere in (piesti monticelli dove le Muse un pareno liabitare ;
ma inanzi che arivassemo a Fiorenza Ijcn passati senio per luoclii
tanto al^iestri e rencrescevoli che io credo ([uando la natura fece
([uesti luoidii volse insegnare agli omini che volentieri stesseno a
casa e non andassero tanto travagliando : Vi mando la co])ia de al
oratione tiorentina aciochè aproviati il iudicio de tiorentini. Kl
mnleto vo.stro mi serve a la ]tolita in mod(j che mai non ho voluto
desmontare (juantunche pericolosi luochi retrovassemo. Oggi cami-
neremo verso Siena. Mi raccomando, ecc.
Florentia Kal. Maij [147H]. Loixt. Caiìbo.
') Appena., I. 124, 139.
-) Appena., I, 130 e II-, 172.
"') Append., II-, 370.
*) Aj}j)end., 1, 135, 136.
128 rAPiToi.o V.
nella privata libreria estense. Nella quale troviamo un
esemplare dell' Acerba ' ), un Novellino '' ), le lettere di S. Ca-
terina due copie delle Prediche di S. Bernardino^).
Ma tra le opere volgari tengono il primo posto le tra-
duzioni dal greco e dal latino, alle quali incitava Borso i
suoi letterati. « Come a te, mio signore, è noto, — scriveva
(( Polismagna, nella prefazione alla sua versione della vita
« di Filippo Maria Duca di Milano ^ ) — io non me déti mai
« a lo exercitio de tradurre libri se non da pocho tempo in
« qua: che per tuo amore me glie sum messo. Et quasi mi
« pento de essere intrato in tale lambirinto et hauere pilgliato
« peso tropo graue e le mie inflrme et debile spalle ». La
Corte di Ferrara non solo non mosse mai guerra né osteggiò
il volgare ^ ), ma può dirsi lo abbia in certi tempi grande-
mente favorito.
Il primo dei volgarizzatori estensi dell'età di Ercole I fu
Matteo Maria Boiardo, e non fu dei secondi Frate Battista
dell' Ordine di S. Paolo, il quale scriveva al Duca d' Este '"' ) :
« Non è donclie se non laudabile lo tuo desiderio ex.""" prin-
'< cipe che hai circa le historie le quale sì de greco come
« de latino fai in lingua materna interpretare : a zio che
« come homo più presto ne le arme che negli studii exer-
((. citato: le possi intendere senza obscuritade alcuna ».
Non riesce dififìcile identificare cotesto Frate Battista di
S. Paolo. Egli è Battista Panetti ferrarese, uomo di innlti»
nome nelle discipline teologiche, oratore e poeta ' ).
M Appena.. II-'. 75.
■^) Appena., II-, 346.
■■) Appena., II", 390, 417.
') Cod. est. (7. P. 6. 9. e.. V.
■') 8ul conto, in rui fu riMinto il \oloarf nel jx'iioilo (Iella Ki-
n.iscita, si veda: D. (ìii.vxixo, Saijijio d' una sfm-iii ilei vi>J(jarizza-
menti a' opere (jreche nel sec. XF. Napoli, ISMH.
") Cod. est. oc. O. 3. 4.
') Sul Panetti si veda U(aii, Scrili. il/i(xtri. 9(5. Nella aufograio-
leca Canipori si couservauo alcuni suoi compouiincuti ])oetici la-
tini. Son contenuti in cxuattro carte oblunghe e certamente non
api)artengono tutti al Panetti. Un epigramma è dedicato: ad pre-
stantisìiimum Virmn M. Hicronijmum Ca>itellum in optimi vini com-
menaationem.
LA fOLTCRA LATINA E r.RF.r.X E IL VOLGARE ECC. 120
Visse fra il sec. XV e il seguente, fu devoto agli Estensi
e die' opera a raccogliere nel Convento dei Carmelitani di
S. Paolo in Ferrara una cospicua collezione di libri, della
quale trovò già ricordo il Tiraboschi in un documento, che
per la sua importanza merita d' essere riportato : « F. Baptista
« Panetius de Ferrarla S. Th. Mag. omnium liberalium Xr-
«. tium cultor egregius.... Bibliothecam libris septingeutis et
« ultra speciosissimo ornata decoravit » ^ ).
Nella storia dei volgarizzamenti nell' età del Rinasci-
mento, il nome d'Ercole I va con onore ricordato, come quello
di principe, che sempre sollecitò e indusse col suo consiglio
e con la sua autorità i dotti uomini di Corte al tradurre.
Non soltanto frate Battista, ma anche il Boiardo nel pro-
logo della sua versione d' Erodoto si compiaceva di ricor-
dargli questo merito con le seguenti parole: « Prenderà
« dunque la Ecc. V. questa nuova traduttione al suo nome
« dedicata, acciò che la lingua italiana sappia hauere, tra
« assai altre maggiori, questa obbligatione ancora a V. Ec-
ce cellentia, che come Dione et Dyodoro et molti altri hysto-
« rici intesi sono dalle genti nostre per opera di V. S., cosi
« Herodoto, padre della Historia, bora nella nostra presenti a
« ragionerà italiano ».
E per opera del Boiardi j « ragionarono italiano alla pre-
senza d' Ercole I » altri autori greci e latini : Senofonte, Lu-
ciano, Apuleio, Cornelio Nepote - ). Traduzioni indecise e
malsicure queste del nostro poeta; esaminando le quali,
accade alcuna volta di meravigliarci dinanzi a verbose pa-
rafrasi o ad errori grossolani o anche a felici ed inattese
letterali rispondenze e di chiederci quale concetto si avesse
mai allora dell'arte del tradurre. Se concetto vi fu, esso dovè
presentarsi pieno di indeterminatezza alla mente dei volga-
rizzatori ; ne' quali tu scorgi caratteri comuni : mancanza
del senso dell' esattezza, sovrabbondanza nell' espressione e,
come può imaginarsi, quasi nessun accorgimento critico.
Dopo il Boiardo, tra i volgarizzatori, che chiameremo
estensi in quanto tradussero per i principi d'Este, tiene un
') TiKABOSCHi, VI. P. I, pag. 159.
-) Si (fr. C. TixCAXi, M. M. Boiardo tìuduttort. iu Studi xu M.
M. B.. Kologua. 1894. 293 s"U.
130 r-APiToi.o V.
posto ragguardevole Niccolò Leoniceno, al quale Ercole
commise le versioni di Dione Cassio, di Procopio, di Lu-
ciano e forse di Diodoro ^ ). Né va dimenticato che nella
biblioteca d' Ercole I figurava la versione volgare di Pier
Candido Decembrio di Appiano. Il magnifico codice di dedica,
conservato ora alla estense ^ ), s' apre con un prologo ad Er-
cole, la cui fine merita d'essere riprodotta: « E cossi de
« presento a vostra memoria e laude, illustre et excelso si-
« gnore mio, se a dio ftiacerà, serano [queste historie] de
« latina lingua transferite in sermone materno » ^ ).
Aggiungo altre notizie di minore ma non trascurabile
importanza.
Il catalogo del 1495 ricorda anche la traduzione della
Calunnia di Luciano con alcune parole ^ ) le quali trovano
conferma nella indicazione più precisa dell' inventario di
libri edito dal Venturi : « Libreto uno picolo, in carte bone,
« vulgare ; in pruosa, scripto e miniato a l' antiqua, cum
« certe figure depinte suso una delle custodie; chiamato
<( Bartolomeo Fontio, de Calumnia Lutiani ; cum asse cu-
« perte de brasilio stampado: cum duo azuli de otton ». Se
non vado errato, questo codice è ora conservato nella col-
lezione Hamilton, n. 416 del cat. inglese").
Un altro volgarizzamento <lal greco ci fa conoscere il
catalogo pubblicato dal Venturi"). Esso è dovuto — pare —
a Carlo Maria Strozzi: « Libreto uno picolo in carte bone,
« in pruosa vulgare, scripto e miniato a F antiqua cum cu-
« perte de carte incolade chuperte de brasilio stampade cum
M D. ViTALiANi. Vita e opere di \ic. Ltoniceno, \'eroiia. 1892,
jiag. 1^17 sgg. La traduzione di Procopio del Leoniceno è conservata
nel co(L esst. a. H. 4, 2 e in ins. ambrosiano. Entranibi possono es-
sere ritenuti i codd. di dedica. Cfr. Vitaliaxi, 0]). cit. pag. 219,
n. 1. Per la versione di Diodoro si veda il presente lavoro a ]iag. 27.
n. 1. Si cfr. Appnid. Il'; 103. 106.
■■) Cod. est. a. K. 3, 18.
■') C. Decembrio prima tradusse Appiano in latino, poscia dalla
versione lat. ricavò il suo vcdgarizzamento (cofl. cit., e. 2").
') Append.. 11^ :^0.
■^) 8i cfr. L. BlADEXE, / w.s.s. itaì. della rollcz. Ildiìiiltan, in
Giorn. star., X. 323.
**) VENTnil. L'arte Jerr. nel periodo d' K reale, cit. ]iag. Idil.
LA COLTURA LATINA i; GKFXA E IL VOLGARE ECC. 131
« duo seradorj de corezoli de brasilio: intitolato volume de
« Isocrate, del guberno del principe cirea il Regno: che
« presentò al prefato nostro S.'' Carlo Maria Strotia ».
La biblioteca privata dei Duchi d" Este possedeva anche
una versione italiana di Dione Cassio, certamente quella di
Niccolò Leoniceno, e un volgarizzamento di Diodoro Siculo.
I'. altre versioni dal greco non dovevano mancare : ricorderò
per ultimo uno Strabone, per il quale si veda il documento
da noi edito a pag. 37 n. 2.
Mentre per le versioni dal greco il Duca doveva tenersi
pago a ciò che gli presentavano i suoi letterati, non essendo
in grado — ignaro della lingua — di pronunciare alcun suo
giudizio; per i volgarizzamenti latini egli aveva invece mag-
giori [ìretese e desiderava che i traduttori non si dipartis-
sero a lor capriccio dalla sentenza dell'autore.
E come la versione dell' Aulular i a di Battista Guariiii
non gli parve in tutto lodevole per fedeltà ed esattezza, non
esitò a far sapere francamente il suo pensiero allo stesso
traduttore, il quale discusse poi per lettera al principe al-
cuni passi della sua traduzione. Certo è che le osservazioni
del Principe non andarono a vuoto. Una settimana dopo, il
26 febbraio 1479, inviando al Duca il Curculio tradotto, il
Guarini pensò bene di scrivere : « io mi forcio andare dietro
« ad le parole dil testo ».
L'interesse, col quale Ercole I seguiva la rappresentazione
di coteste commedie, la sorveglianza sua oculata, la sua ma-
gnificenza erano note e apprezzate. Nel 1491 Beatrice Sforza
si dichiarava infatti « certissima che li apparati et triomphi »
della Corte estense per le nozze di Alfonso ed Anna, fossero
« facti con grande magistei-io et galanteria » M ; perchè es-
sendo stati pensati da Ercole I, non poteva essere dubbio
' ) Queste indicazioni sopra le versioui estensi delle eoiii. «li
Plauto sono dedotte e riassunte da Luzio-Renier, Giorn, xtor..
XI, 177 sgg. La persona di cui si servì Ercole per riprendere il
Guarini chiaiuavasi « .^.ugustiuo » . Tosso aggiungere con certezza
eh' essa era Agostino da Kimini. intorno a cui si ofr. questo lavoro
a pag. .")7, H. 4. Ter le rappresentazioni alla Corte estense }>er le
nozze di Alfonso, si cfr. P. Ghixzoni Nozze e commedie alla Corte di
Ferrara nd t'ehliruio ll'J 1. in Ardi. ^tor. lonih. XI. fase 4. die. li<84.
132 fAPITOLO V.
che il tutto non fosse stato ordinato con somma sapienza
e perfezione.
Oltre il Guarini; il Collenuccio, il Berardo ed altri vol-
garizzarono e ridussero per Ercole commedie plautine, che
venivano rappresentate con grandiosità sempre crescente.
Ercole andava superbo di simili spettacoli e non curava
spese pur di apprestarli con lusso e con sfarzo singolari.
Le rappresentazioni del 1502 per le nozze di Alfonso I fu-
rono delle più splendide e celebrate.
Bramoso delle storie greche, il Duca non si mostrò meno
desideroso delle storie latine e nella sua privata biblioteca
potevano essere ammirati, sul finire del sec. XV, i volga-
rizzamenti di Tacito M e di. Sallustio - j.
Accanto ai quali, altri non vanno dimenticati. Ciò sono
quelli di Stazi* 1^), di Valerio Massimo''), di Giustino"').
E COSI non intendiamo di averli tutti passati in rassegna.
I cataloghi stessi non possono del resto essere ritenuti com-
pleti, ammesso il modo molto corrivo col quale erano com-
pilati. Questo però abbiam messo, ci pare, chiaramente in
evidenza: che la biblioteca dei Duchi era grandemente for-
nita sul finire del sec. XV di classici latini, mentre aveva
penuria di scrittori greci. Di qui la necessità delle volgariz-
zazioni dal greco e la ragione del prevalere di queste in
confronto di quelle latine.
') Appena., IP, 90.
•■') Appena., II^ 437, 450.
•■) Appena., IP, 439.
*) Appena., ir-, 491. 492, 493.
" ) Appena., Il', 232. Sopra le ricerche ili un Giustino volgare fattf
ancor nel 1499 da Ercole col mezzo di Bartolomeo Contrari, si veda
VKNTria, L' arte ferr. nei per. a' Ereole, cit., pag. 103.
VI.
Il circolo letterario d' Ercole I.
I. I maggiori ]»()eti d' Ercole I: M. M. Boiardo, F. Bello, il Pistoia.
T. V. Strozzi, E. Strozzi, L. Ariosto. — Due ligure sirtgolari :
Aldo Manuzio, All)erto Pio. — II. Poeti e letterati che possono
raggrupparsi intorno a Eleonora d'Aragona: Niccolò da Cor-
reggio, Battista Guarini, Ludovico Carl)one. Pandolfo Colle-
uuccio, Niccolò Leoniceno, Antonio Tassino. Antonio Corna-
zano, Ludovico Pittori, Niccolò Lelio Cosmico, l'aride Cere-
sara, Antonio Tel)aldeo — il Tribraco. — B. Gogio. — III. Poeti
e letterati dell'età di Lucrezia Borgia: (L. Ariosto, E. Strozzi).
P. Bembo, Sab. degli Arienti, N. Mario Panizzato. Celio Calca-
guini, L. G. Giraldi, (G. Manardo, G. M. Riminaldi, D. Fini).
Jacopo Caviceo, B. Torelli. — IV. Storiograti e cronisti estensi.
— IjC storie d' Este del sec. XVI: G. B. Pigna, G. e A. Sardi,
G. Faletti. — Paolo da Lignago. — I cronisti del sec. XV. —
Pellegrino Prisciano. — Ugo Caleffini. — Bartolomeo Cavalieri.
Splendida per gloria d' arte e di studi, rifulge Ferrara
nel crepuscolo del sec. XV e mirabilmente sorride alla lu-
minosa alba dell' età successiva.
Bartolomeo Paganelli, in una sua finzione poetica latina,
chiamava la città d' Ercole I piena di delizie e di banchetti ;
grata a Venere, a Diana invisa ; fiorente di teneri fanciulli
e di placide vergini ; felice terra, ove sempre Febo tien tra
mano la cetra. Per le strade cantano giovani e donzelle e
le case risuonano delle muse:
Innumerae tidilnrs resonant crepitantibus aedes ' ).
') Edizione di D. Kococciola : Elefiiarum libri tres, intorno alla
quale sì vedano gli Atti e mem. della De^mtaz. di St. Patria per
V Emilia, N. S., \o\. X . pag. 171.
134 CAPITOLO VI.
Eppure, quei poeti ferraresi infastidivano talvolta il Pa-
ganelli, che contro essi anche volgeva la punta amara della
sua ironia. Eran poeti troppo garruli, loquaci, adulatori ;
sempre pronti a cantare, in cerca sempre di occasioni per
buttar giù versi.
Ma il Paganelli esagerava nell' uno e nell' altro caso : e
quando descriveva Ferrara — schiava dei Duchi e oppressa
dal regime feudale — quale paradisiaco luogo di delizie, e
quando ne disprezzava in fascio i poeti.
Vero è clie la Corte d' Ercole I — grande certamente,
più che per l'arte, per le lettere, — in queste risplende glo-
riosa ed emerge su tutte per opera di due poeti : M. M. Boiardtj
e L. Ariosto.
Matteo Maria era stretto congiunto, per parte di madre,
del dolce poeta Tito Strozzi cosi prediletto e caro ai Duchi
d' Este ; sicché può pensarsi che, nei più teneri anni, dalle
labra stesse materne il nome di Ferrara congiunto a quello
dei Principi, sia sceso nell' animo del giovinetto a svegliare
in lui un vago desiderio di veder davvicino tanto splendore
di ricchezza e tanta esuberanza di vita.
E poi, nella villeggiatura di Quartisana, accanto a Tito,
fors' anche da questo educato, quale stimolo per il giovili
Matteo al poetare! E quale soave istruzione poetica latina,
confortata dall' esempio e ricevuta da un animo amante per
natura del bello I
Se pure, giovanissimo ancora, il Boiardo fu tenuto a studio
a Ferrara, certo è che i suoi rapporti con gli Estensi inco-
minciarono parecchi anni dopo M. Nel 1471 accompagnò
" ) Traggo alcuni documenti riguardanti il Boiardo dai Registri
dei Mandati: — nel 1466 (o. 219") scrive M. M. Boiardo una siip-
plica a proposito di una possessione chiamata ìe Giare e comprata
da Feltrino Boiardo. — 16 Dicembre 1468 (e. 11"): « Vos factores
« generales fieri faciatis hulletas opportnnas latori nuntio specta-
« hilis et generosi Mathei Marie l»oiardi comitis prò extraondo
« ferrar, et conducendo Scandianuni pondera (luadragiuta quinque
« lini s])adolati per omnes passus et loca prefati d.ni n.ri ». Nel
Luglio del 1469 (e. 132") M. M. Boiardo mandò a Borso due cani
bracchi « ad computum feudorum ». — 1" Ottobre 1469 (e. 181'):
« Borsius Dux. Non costrengiti M. Tliadio di Manfredi ni el Conte
« Mathio Maria boiardo per il eapsoldo. Peruenirà a la nostra Ca-
IL CIRCOLO LETTliHARIO d' ERCOLE I. 135
Berso a Roma fra una così magnifica e cospicua accolta di
cavalieri e fra tale sontuosità di equipaggi che tutti ebbero
di che maravigliarsi ; ma molto più che per Borso egli nutrì
per Ercole sempre la più gentile e costante devozione.
Ne' suoi versi latini Ercole ad ogni passo è ricordato :
sia che il poeta ne celebri la giovinezza condotta nella
Corte d'Aragona tra i giuochi d'arme e le battaglie, o sia
che alluda al suo ritorno negli stati estensi. E presso Er-
cole il poeta trovò appoggio e protezione quando, sfuggito
per avventura a una fosca tragedia domestica, si rifugiò
in Ferrara e al principe d' Este chiese giustizia ^ ).
Dal poeta stesso, alla Corte di Ferrara, Isabella d' Este
potè aver udito qualche episodio dell' Orlando ; ond' essa
poi, intuendone forse le maravigliose bellezze, si mostrò
ancor sedicenne, sposa appena al Marchese di Mantova,
tutta desiderosa di leggere quelle parti del f)oema, che il
poeta andava man mano componendo. Il !• Agosto 1491 essa
pregava il Boiardo di volerle mandare la parte dell' ()rlando
novamente composta e aggiungeva: « scorsa una volta che
« r haveremo, subito ve la remetteremo et non ce potresti
« fare maggior piacere, offerendone sempre » ' ), ecc.
« mera de la vendita del molino fece epso M. Tliadie a dicto Conte
« eomo sapeti. perchè gli haliianio donato epso capsoldo. Maisì che
« nogliamo che chi tiene el molino sia astrecto a tore la inuesti-
« tura et cossi se li è scripto ». — Per i rapporti con Taddea Boiardo
si vedano i Registri cit.. 1469, ce. 12 e 31. — Per ultimo riferisro
il principio della seguente supplica: 1470 (e. 175): « Humilmente
« supplica il pouero n.ro seruitore fidelissirao Mathio Scandiani da
« lo Agusello lavoratore del Conte Mathio Maria de li buiardi, al
« presente lui si è stato condensato in liuere cinque marchig. » ecc.
Altre notiziole sul Boiardo in Reg. dei Decreti, voli. IX (un.' 8 e 1.5)
e X (ce. 28 e 92). Imparo dalla mise, estense a. H. 1. 10 che nel-
l'Arch. di Scandiano si trova una lettera del Boiardo alla moglie
in data 9 marzo 1493. Conto di ritornare altrove sopra M. M. Boiardo.
') Del docum. comunicato dal Catelani e pubblicato dal Ferrari
a jiag. 33 sgg. degli Studi •>« 11. M. Boiardo. Bologna. 1894. era già
stata data notizia in Jtti della Deput. di Storia Patria per le pror.
moden. e parm., S. IV, voi. IV, pag. xxxviii.
-) A. Luzio, Isaielja d'Este e l'Orlando Innamorato, iu Studi, cit..
pag. 149 sgg.
136 CAPITOLO VI.
La predilezione d' Ercole I per il delizioso poema boiar-
desco si può facilmente arguire dalla sollecitudine eh' egli
spiegava per farlo ricopiare dai suoi amanuensi e per ornarne
la sua libreria ^ ). Sicché può imaginarsi quale grave dolore
apportasse ad Ercole e a Isabella la morte del grande poeta.
E con forte commozione rileggiamo la lettera pietosa
colla quale il 13 aprile 1504 la Marchesana di Mantova rac-
comandava al Duca la vedova del Boiardo. E un documento
che serve una volta di più a dimostrare la sincerità della
mirabile principessa nella sua grande simpatia per gli studi e
per i cultori di essi : — « Lo amor qual porto a M."'' Thadea
« Boiarda, consorte q. del Conte Mattheo Maria boiardo,
« pouera uidua, et a le figliole puitille, et la compassione
« grandissima che gli ho per li mali tractamenti che in-
« tendo gli fa il Conte Zoan boiardo hauendole spogliate de
« tutti li beni mobili et immobili del predicto q. suo con-
ce sorte et padre et anchor de la dote de la p."" m.-' Thadea,
« et tali beni hauendo messi in litigio, che lei et le figliole
« restano prive de li alimenti a lor necessari per il viver
« suo, cosa digna de compassione, et anche essendo lor di
« qualche parentato attenente a lo 111.'"° S. mio consorte :
« mi moueno ad raccomandarle a la Ex. V. Et mi rendo
« certa che se la S. V. hauesse inteso tal cosa pocho onesta
« la non l'haueria comportato: unde prego quella strictis-
« simamente uogli commettere gli siano dati dicti alimenti
« senza cauillatione alcuna, comò meritamente debbono
« hauere: che ultra che la farà cosa di gran pietade, a mi
« sera anchor di singular piacere et grande. Et in questo
« et in ogni altra lor necessità la Ex. V. per amor mio
« hauerà essa M.-' Thadea et filiole per raccomandate come
« le cose mie proprie. Et in la bona gratia sua sempre me
« raccomando » -).
^) Si veda il dooum. piil)blicato a pag. 27, n. 2. Nel catalogo
del 1495 l'Orlando è ricordato al u. 228. Appena., II-. Per le poesie
latine si vedano i nu.' 329 e 375 dello stesso catologo in Append., cit.
^) La lettera fn pubblicata in parte da A. Venturi, L' arte fer-
rarese nel per. d'Ercole I, cit.. pag. 100, n. 2, da G. Fehraki, in Studi
mi 21. M. Boiardo, cit., pag. 59 e da Luzicj-Rexiek, Giorn. stor., cit.,
XXXV. pag. 225. Per la prima volta essa è (jui pubblicata per intero.
Si conserva nel t'arte<j<jio dei Principi eiiten-si nell'Areli. est. di Stato.
IL CIRCOLO LETTERARIO D' ERCOLE L 137
Ercole non poteva non far buon viso alla pietosa e gen-
tile raccomandazione della amantissima figliuola. Il nome
di M. M. Boiardo dovea suscitare nel Duca mille cari ri-
cordi e mille dolci pensieri. Il Boiardo era stato il poeta,
che meglio d'ogni altro aveva cantato le azioni della sua
giovinezza e che aveva posto tutto il tesoro della sua dot-
trina nel compiacere il principe coi suoi volgarizzamenti
degli storici greci.
E inoltre il Boiardo aveva lasciato col suo poema nella
corte estense, tra i dotti e i letterati, un profondo ricordo
di se medesimo. L' Orlando Innamorato rispondeva troppo
alle esigenze, alle qualità e alle aspirazioni dei cortigiani
estensi perchè l'avvolgesse l'oblio: i principali episodi erano
nella corte letti ognora con compiacimento e ricordati e
Gaspare Sardi uno dei più eleganti ne tradusse in latino:
quello di Prasildo e di Tisbina ^ ).
Siasi il Boiardo o no ispirata) per cotesta sua novella a
fonti orali ''■), certo è che il Sardi fece grandissimo uso della
redazione boiardesca e a questa quasi sempre si attenne con
moltissima fedeltà.
Hiroldns quantum patitur natura puellam
Dilexil (jua nulla fuit formosior: illa
Hiroldi et pariter mutuo flagrabat amore.
Così incomincia il Sardi con modi virgiliani la sua no-
vella versificata, nella quale segue pedissequamente il Boiardo
Cdsì quando fa discendere Prasildo da nobile stirpe:
4 . nomine, fama
Insignis olaro et proavorum sanguine
come quando conduce Tisbina per diletto in un giardino e
fa eh' essa medesima inviti il giovine a giocare.
Annuit et lubens percussit forte jacenti
Cum dextra juTcnis sorte e.st inventus : et alto
Dum caput in gremio Tisbynae involuit, acerbns
Occupat bunc subito calor.
') Ori. Inn. I. e. XII. La versione lat. del Sardi è contenuta nel
cod. est. a. O. 6, 15.
'-) Savj-Lui'EZ, Ilacc. di ut udì dedic. ad A. d'Ancona, 1901, pag. 4.56.
138 CAPITOLO VI.
Non così rispondeva alle levigate eleganze della Corte
il poema per altri rispetti notevole di Francesco Bello. Vi
sono forse buone ragioni per credere .ch'esso non sia stato
composto né a Ferrara né a Mantova, ma in una delle corti
secondarie dei Gonzaga; certamente non dovè esser scono-
sciuto agli Estensi, nella cui città il Cieco era nato e coi
quali anche si trovò in relazione ^ ).
Accanto alla rima fiorita del Boiardo, suona nella Corte
d' Este la bizzarra e giocosa poesia del Pistoia.
Ma mentre per Ercole il poeta scandianese è l'uomo di
corte elegante e perfetto, a cui debbonsi da parte del prin-
cipe le maggiori preferenze e, fra tutti, la miglior retribu-
zione-), il Pistoia invece, benché dai poeti contemporanei
apprezzato e imitato, è per gli Estensi nulla più di un uomo
povero e vile, che ha il compito di intendere forse ai lavori
della cucina ^ ), che siede a mensa coi buffoni, che fa da
servo e da cavallaro, che vien mandato a Reggio al capi-
tanato di Porta S. Croce in una torre che sta per crollai'e
senza danaro e senza viveri.
Niimo in Corte comprende il significato della sua jìoesia;
ninno subodora, sotto lo scherzo, la satira; ma tutti colgono
soltanto il Iato ridevole dei suoi faceti sonetti. Ed egli rido
0 scherza di tutto: della sua miseria, della sua nidiata di
figliuoli, della sua nuda stamberga piena di mosche e di
ragni; talvolta piglia un atteggiamento buffonesco, si dipinge
laido e deforme, ride dei suoi vestiti malconci e del suo
^) Si veda la preziosa foraunicazioiie di (4. Rua, PostUìe su tre
poeti ciechi, in Giorìi. -sior., XI. 294-8, e anolie: In., NoreUe dei
« Mamhriano », Torino, 1888, \m^. 5.
-) Ciò si impara dai BecjistH estensi dol tempo. Lo stipendio del
Boiardo era il maggiore dopo (picUo di Ambrogio Contrari. Si veda:
VKNTriii, L'Arte ferrar, nel per. d' PJreole I, cit., pag. 100, v. 1.
■') A. Cappelli e S. Feri? ari. Rime edite ed inedite di Ant. Cain-
ìnelli, Livorno, 1884, pag. xxvii. Abbiam posto in dubbio questa
affermazione del Cappelli percliè crediamo che quel!' Antonio, che
figura addetto alla cucina degli Estensi, non sia il nostro poeta.
Il re(jistro dei Decreti segnala in Corte un Tommaso tìglio di un
Antonio Cammelli Pistoiese, il quale morì prima del 1491. Cfr.
voi. XI, n." 4: « Prosequeutes non mediocri earitate spectafum oame-
« rarium n.rum Tlumium f. (j. Antonij de Cumellis pistorieusem... ».
.IL CIRCOLO LETTERARIO D' ERCOLE I. 139
lacero mantello; ma spesso mena violentemente la sferza:
sui poeti M, sui legulei -), sulla stessa Corte estense ^).
« Faccio cose da gioco » dice egli medesimo ; ma veglia
le notti per scrivere sonetti, ma troppo impeto e troppa
violenza egli infonde nella sua poesia per essere facilmente
creduto.
Il Pistoia così laido e stracciato è uno dei maggiori e
più importanti poeti d'Ercole I, e la corte ha il grave torto
di non avvedersi di lui e di disprezzarlo. Occorreva allora
l' intuito felicissimo di Isabella estense per comi)rendere il
valore delle sue poetiche bizzarrie e per compiacersi dei
suoi versi raccolti in un prezioso manoscritto ^).
Sul maggior poeta della corte ferrarese e sulle sue rela-
zioni con gli Estensi non gioverà sofifermarci qui lunga-
mente, sia perchè cotesti importanti rapporti son già stati
con minuziose ricerche indagati e chiariti •' ), sia infine i)erchè
Ludovico Ariosto sfugge veramente all'età che ci interessa
e riempie della sua gloria i tempi d'Alfonso I.
Ciò nulla di meno, sotto il ducato d' Ercole cade una non
trascurabile parte dell' attività dell' Ariosto. In Ferrara, presso
la Corte del nostro Duca, il poeta trascorse i suoi migliori
anni giovanili, e colà fu tratto ad amare gli studi e a svol-
gere un' energia mirabile di intelligenza e di operosità eser-
citata tutta nel comporre poesie latine.
') Per l'inimicizia del Pistoia col Bellincioni. che tanti carat-
teri comuni ha col Cammelli, si veda: Reniek, I sonetti del Fi-
xtoia giusta l'apografo trivulziano, Torino, 1888, pag. xxxiii.
-) Notissimi sono quei sonetti anonimi contro Niccolò Ariosto
contenuti nel cod. est. a. W. 2, 11 (Segn. ant. VI. C. 34), attribuiti
:il Pistoia dal Cappelli e ritenuti suoi dal Carducci.
') Nella l'anfiìa. Hi veda: Cappelli e Fekh.\ki, op. cit., pag.
481 sgg.
*) Luzio-Kexiek, Giorii. star., XXXIX. pag. 196 sgg.
■') Il Campori trovò ricordato insieme a Niccolò Ariosto sin
dal 1499 un « suo fiolo » che veramente può essere con tutta pro-
ba)>ilità Ludovico, Notizie sulla vita di Ludovico Ariosto in Meni.
della B. Accad. di Scienze, Lettere ed Arti in Modena. T. VII, jiag. 56
(ristamp. in Bill. crit. della Ietterai, ital., n.° 10.
Più d' una decina d' anni prima del "99, trovo ricordati i tigli
di Niccolò in un decreto d' Ercole I. Registro dei Decreti, voi. V.
140 CAPITOLO VI.
In queste egli ebbe un valoroso compagno in Ercole
Strozzi, a cui le varie cure e occupazioni ^ ) non tolsero di
procurarsi nome così nella dramatica " ) come — e sopra
tutto — nella lirica latina, nella quale giunse per comune
consenso a superare la gloria del padre ^ ).
Vissuti nella medesima temperie intellettuale, cresciuti
in una buona e grande intrinsichezza, Ludovico Ariosto ed
Ercole Strozzi vanno considerati quali i due migliori poeti
dell' età d' Ercole I * ì.
') Non ho potuto vedere un recentissimo lavoro di C Mox-
TEFOiriK, E. Strozzi. Catania, 1896, ohe la critica piìi competente ha
dichiarato insufficiente per (|uanto condotto con amore e con garbo.
Credo sia passata a tutti inosservata una notizia che si legge in
un TÀhro de Limoxine del 1302 in Arch. est. di Stato. Nell'Ottobre
e nel Novembre di tale anno P^rcole era a Comacchio e di là in-
Adava a Ferrara certa cjuantità di pesca da dispensarsi a parecchi
monasteri di suore. « Mag.'=" in. Erchule Strozo de'hauere adì 7
« ott. per li a}}, ziualli (cefali) mandati da Comacchio ecc. ».
- ) Che Ercole Strozzi abbia composto comedie si apprende da
una lettera di Isabella a Frane. Gonzaga del 10 maggio 1493: « Dojìo
« disnar fu representata una comedla novamente composta per M.
« Hercule Strozo cum certe moresche in mezo, che fu de gran
« piacer... ». Luzio-Eexiek, Mani, e Urbino, cit., pag. 66. n. 1.
") Luzio-Renier, Giorn. stor., XXXV, pag. 237, n. 1. La sorte d'Er-
cole Strozzi fu, come è ben noto, delle più sventurate. Caduto forse
in disgrazia del Duca Alfonso, « adì 6 Zuguo [1508] — lascio par-
« lare Paolo da Lignago (aut. in Arch. est., e. 178") — fu morto
« de notte e non si sepe da chi ; ma fu atrouato morto inuilupato
« in lo suo mantello longo; el quale hauea cuni sieco in dosso... ».
L' opera sua, che ci è pervenuta, rappresenta soltanto parte
della sua produzione. Nel catal. del 1495 è registrato un codice di
versi latini dello Strozzi. Cfr. Appena. , II*. 164.
*) Viveva ancora Tito Vespasiano Strozzi ; ma ormai egli aveva
oltrepassato il periodo della sua piena gagliardia poetica ed aveva
ceduto il « grido della latina lingua » al figlio Ercole. Ciò non
ostante, pur durante le cure del suo officio di Giudice dei Savj,
Tito non tralasciò di scrivere versi e persino per Lucrezia Borgia
ne compose. Racconta Fra Paolo da Legnago (e. 152) che nel 1483,
per r ingresso di Ludovico Sforza a Ferrara, « alla intrata del pa-
« lazzo del Ducha, sopra 1' archo frascato, erano questi versi in
« lettere grosse fatte per messer Tito Strozzo nobile caualiero :
IL CIRCOLO LETTERARIO d' ERCOLE I. 141
Lo Strozzi si distingue per la forbitezza e la facilità di
elocuzione, per la sobrietà della frase, per la sua evidenza
pittrice, che raggiunse una notevole perfezione nel carme
sulla caccia^ e per la ispirazione talvolta religiosa, che
<•< Princeps Maure, tuas intra et coniugis aetles:
« Excipimus leti: Ictus et ingredere ».
Dei versi di Tito paiia cou giuste lodi il tìglio Ercole nel suo Epl-
(vdium. nel quale tocca anche di poesie pastorali gustosissime coni-
])oste dal padre. Posso dire che coteste composizioni pastorali, la
cui perdita lamentava il Baiiotti. I. 147, sono in parte contenute
nel codicetto cartaceo Camp. '(. A. t3. 16. In esso si dovrebbero
leggere sei egloghe: ma piirtropito alcune sono andate perdute.
Riproduco t|ui sotto alcuni versi della prima: i quali basteranno
a mostrar i»alese qiiell' imitazione costante di Virgilio, che anche
si manifesta, com' è noto, nelle egloghe del Boiardo e in quelle del
Guarini :
Krigidus intepuit Zephyris ubi raollibus aer
Et rodiens uirides, Chronidon, uer protulit herbas:
Pomposiae lucos et apricae pascua Cellae
Liquimus: et siniul huc aniieiita reduximus ambo:
Nune placida aaibiguas nobis discordia raentes
Distrahit: utra niagis pars sit laudabilis anni.
Alter enim ex nobis hiemem; contrarius alter
Aestatem praefert: neque adhuc conuenimus : hanc no.«
Docte senex. cupimus dirimi te indice litem.
Gratulor aduentu. Zepliyriiie et Orione-, uestro.
Quos meus absentes huc saepe uocabat Jolas:
Difficile est causae de qua contenditis ambo
Judicium: id uero ad pastoria rannera partim;
Et partim ad durum Agricola spectare uidetur.
Ut poterò tamen, et quantum experientia rerum
Porriget, ex aliis et quae niihi dieta recordor
Commemorans. aliquid breuius neque inutile tangain:
Sub patula mecuni interea considite quercu...
Aggiungo (pii una uoticina che ricavo dal Ecgisfro dei Mand.,
1470, e. 132': il 21 Maggio Tito Strozzi ottenne dalla liberalità di
Berso dngento cinciuanta lire marchesane. Si cfr. per i versi di Tito :
AjìjJtnd. . II- : 476, 485.
142 CAPITOLO VI.
costituisce una delle sue principali caratteristiche. Egli non
corre dietro all'orme di quei poeti che nuli' altro fanno che
imitare lo stile dei classici latini, che invocare i loro dei
medesimi con le stesse frasi pagane, che usare pur quelle
parole adoperate dagli antichi ; ma, elegante cultore della
forma, sa piegare il verso latino a nuove espressioni: a ma-
gnificare la natività di Cristo, la purità della Vergine, le
feste infine della Chiesa. Può dirsi che lo Strozzi sia il
miglior rappresentante di quelle ti^orie, che intorno ai poeti
dettava Girolamo Savonarola.
La poesia latina dell'Ariosto è più forte ed energica, più
studiata e più dura. Essa par quasi un mirabile esercizio e
uno sforzo sorprendente d' ingegno. Si sente che lo studio
indefesso e continuo, non la naturale facilità del poeta, l'ha
creata.
E a dimostrare con quale ardore Lodovico coltivasse gii
studi nei suoi anni giovanili basterà riprodurre alcune righe
di una sua lettera latina del 1498 indirizzata ad Aldo Ma-
luizio : <( Cum Sebastianus Aquila vir bonarum artium se-
« dulus cultor, qui apud nos praeter medicinam quam pu-
« blico stipendio docet, Academicum dogma profitetur, Pla-
« tonem in Timaco diebus festis maxima audientia legat ;
f( non mediocre desiderium studiosis incidlt habendi libros
« Marsilii et aliorum, qui aliquid de hac secta a graecis
« scriptum latine transtulerunt ^ ) ».
E qui cade opportuno ricordare due uomini illustri che
con la Corte d' Este ebbero importanti relazioni e per alcun
tempo vissero e studiarono in Ferrara; due uomini per pro-
fondità d' ingegno e per magnificenze d' idee e acutezza e
grandezza di vedute veramente degni di quella ammirazione
e di quella non minore gloria che il temix) anzi che meno-
mare è di buon diritto andato accrescendo.
Aldo Manuzio prese ad educare Alberto Pio ■ ) quando
') A. Cappelli, Lettere di Lodovico Ai ionio, Milano, 18S7, pag. 1.
■-) Aldo ottenue dalla famiglia Pio il diritto di aggiungere al
suo il cognome dei .Signori di Carj)i. A Ferrara ehbe tra i suoi
scolari Ercole Strozzi di cui impresse i versi ; nel 1497 per Com-
missione di Ercole I pubblicò l'opera di Lorenzo Maioli, Epiphil-
lidtn, ecc. Si cfr. FiKMix-DiDor. Aide Manme et /' Hélleìiisme a ]'e-
ime, Paris, 1875, pagg. 3 e 90.
IL rinror.o li-.tti-.rario d' ERfOLE i. 1 13
questi, giovanetto ancora, cominciava a dar prova di quel
folicissimo talento per gli studi che dovea poi innalzarlo ai
[)iiì alti onori. Gregorio da Spoleto, il celebre maestro del-
l'Ariosto M, contribuì pure in Ferrara alla istruzione del
fortunato Principe e fomentò in lui quell'ardore per le let-
tere in virtù del quale egli fu indotto, in età non ancor
matura, a raccoglier libri d'ogni maniera e a concorrere a
sostenere Aldo nelle pul:)blicazioiii eleganti e corrette degli
antichi scrittori. Alberto contava vent'anni appena, quando
Aldo gli intitolò la mirabile edizione dell' (Jrgano d'Aristo-
tele, nella cui prefazione troviam già lodata la scelta biblio-
teca del Pio. — Nulla ti manca : — scrive Aldo — non l' in-
gegno, del quale in verità abbondi; non l'eloquenza, di cui
sei fornito; non i libri latini, o greci o ebraici, che tu con
somma cura e studio ricerchi ; non dottissimi precettori, che
sai con grande liberalità compensare.
Se, prescindendo dagli eccelsi meriti di Alberto in molti
ordini di fatti, come nell'arte, di cui fu sommo intenditore;
nella filosofia e filologia, in cui fu singolarmente versato; nella
]»olitica, in cui fu oculatissimo diplomatico e sagace reggi-
tore " ) ; abbiam fermato il discorso sulla sua eletta libreria,
non creda il lettore che ciò sia senza ragione. Sfugge all' in-
dole del nostro studio la molteplice e maravigliosa attività
di Alberto; non isfugge già la sua predilezione pei libri,
poiché alcuni di essi preziosissimi pervennero, dopo al-
quante vicende, alla Biblioteca estense, ove sono tuttora
conservati.
') Si veda: Tnt.vHoscui, liihlititvca Mvdciioic, 1\ , 161.
-) Sulle obliga/ioui che ha Caii)i verso Alberto Pio si cfr. Sem-
PKK-ScHULZE, Carpi, eia Furutermtz dar Renahii., Dresden, 1882, sgg.
— Per le relazioui del Pio coi Gonzaga, si veda: Bkaghiuolli,
Lettere dei Pio ai Gonsaya in Meni. stor. di C'arjji, I. E per i raiiporti
col Manuzio, si cfr. P. De Nolhac, Lex correnpondanis d'Aide Ma-
nuee, Roma, 1888, nu.' 10-13. — Notevolissima, perchè contiene un
accenno all'Ariosto, è una lettera di Leonello Pio ad Ercole I d' Este
del 21 Aprile 1506 da Carpi. In essa il Pio. essendo venuto a cono-
scenza che il Duca cercava un <-avallo gli oltre un giumento della
sua stalla: « Essendo lì et parlaud») cum messer Lrj)<)Vi(<> Ariosto
« el me disse come V. S. faciva cercare ad uno Zauetto per alcune
« sue caiiallc Iczere... ». Ardi, esftusc. Carteggio Pio.
14 1 CAPITOLO VI.
Sono documenti senza pari della munificenza di Albert(ì
nel provvedersi di libri la nota di molte partite di danaro
da lui speso per far legare molte opere greche e latine ^ ) e
l'atto splendido col quale egli comperò la biblioteca di Giorgio
Vallai).
') Il oav. A. G. Spinelli ebbe la cortesia di far ricerche i)er me
nell'Archivio Gnaitoli e nell'Archivio Pio in Carpi. Posso perciò
aggiungere al Tiraboschi alcuno notiziole. Nel 1499 Alberto Pio
spese L. 475 per legatura di libri. Del 10 Agosto 1499 è una nota « de
« uinti volumi de libri mezani conseguati a misser Baptista de
« Pavia », tra i quali noto: ini Silio Italico, un Filelfo, Vitru-
vio, P. Vergerio, Luciano e parecchi libri greci. — Sul cartone
della lilza 16 dei rogiti del notaro Lud. Parmesani era la seguente
memoria: « Vachetta per tenere li conti de la Libraria de lo Ill.mo
« Sign. Conte Alberto Pio Conte de Carpi peruenuto a le mani de
« mi Bortolomeo Parmesano de Carpi de 1' anno 1.522 adì otto de
« Marzo... ». È una nota in Arch. Guaitoli, Filza 107, f. 4. Nella
stessa filza è notizia di libri tolti da maestro Lorenzo da Valenza
« librare in Ferrara ». Neil' Arch. Pio ho avuto io stesso tra mano
nn documento, dal (jnale si desume che nel 1471 fu trattata una
proposta di matrimonio tra Alberto e una figlia di Nic. da Cor-
reggio. Aggiungo qui poche bricciche sopra Aldo raccolte in Carpi
nell'Archivio Guaitoli. Il 5 Agosto 1480 Aldo compera una casa in
Borgo S. Antonio (filza 27, fase. 16). Il 5 gennaio 1489 Gherardo
di Baviera fa testamento e fra i presenti compare Aldo « praeeeptor
« pref. Magnifici Alberti ». Aldo figura jjure come teste in una
vendita di un fondo fatta da alcuni dei Bellentani ai Brusati
(31 Genn. 1505). Il 28 Marzo 1508 Leonello Pio nomina suo man-
datario a Venezia Aldo Pio Manuzio: il 18 Die. 1509 Aldo stampa-
tore è teste in ima vendita di terre fatte da ]\Ianfredo Rossi ad
altri Rossi. Quest' ultime notizi»' sono desunte dai rogiti di Giac.
Maggi, Cristof. Carnevali, Melchiorre del Bombice nell'Archivio
notarile di Cari)i.
■-) .1. L. Heiijerg, J}i'itra<i(' zar (Icxchk-ìitc Geoi-f) Vaila' -s und xcixer
Bihliùthek, in lìeihefte zum Ccntralhlatt filr lìiìiliofheksu'esen. XVI. pag.
108. Quivi trovasi per intero i>ubblieato (pagg. 108-26) l'inventario
dei libri appartenuti ad Alberto conservato nel cod. Barberiniauo
XXXIX, 12 e già edito in parte dal Dorez, Ber. des. hihllothèque-s.
II, 382 sgg. Sopra alcuni codici orientali e greci di A. Pio si veda
la Notizia letteraria del Cavedoni in Mem. di reli(j. di morale e di
letterat., S. Ili, T. XVII, pagg. 212-230 e sui codd. greci si cfr.
PiTN'i'oNi, Indice dei codd. ifreci della Bihl. e-steu,sc di Modena, cstr.
dagli Studi ital. di filai, class., voi. lA^, Firenze, 1896.
II. riRCOLO I.ETTICRARIO D' ERCOLD I. 145
M. M. Boiardo, il Pistoia, Ercole Strozzi, Ludovico Ariosto,
Aldo Manuzio e Alberto Pio sono le gemme più fulgenti di
quella corona di letterati, che Ercole I potè compiacersi di
avere intorno a sé a maggior gloria della sua corte.
Accanto a questi, altri letterati di grande, sebben minore,
fama dobbiam studiare: i quali contribuirono tutti col loro
nome a render più reputata e celebrata Ferrara e con le
loro opere ad arricchire la biblioteca del Duca e a far
sonare alto il grido della Casa d'Este. Per maggior como-
dità di studio, li divideremct in due gruppi e gli uni radu-
neremo intorno ad Eleonora d'.\ragona, gli altri intorno a
Lucrezia Borgia.
Se co.sì adoperando, incorreremo talvolta in qualche in-
congruenza, ci tenga per iscusati lo studioso, al quale non
potrà isfuggire la non piccola difficoltà di ordinare e coor-
dinare in modo sistematico tanta varietà e disparità di ma-
teria.
II. La mattina <lel 3 luglio 1173 P'errara più del consueto
animata e festosa, abbellita di fiori, pavesata di drappi,
aspettava con ansia l'ingresso trionfale di Eleonora d'Ara-
gona, sposa d' Ercole P ».
Giungeva preceduta dalla fama della sua bellezza e delle
sue gentili maniere e accompagnata dai più valenti gen-
tiluomini della Corte estense e scortata dal più ricco equi-
paggio che imagi nare si possa.
Appariva al popolo entusiasta sotto un baldacchino con
frapponi artisticamente dipinti e a tutti sembrava graziosa
e bellissima, qual era. Non invano, quand'essa si presentò,
durante una sosta a Roma, a Sisto IV che l'accolse con
grandi feste - ), parve a Teofìlo Calcagnini di mirare « un
^) L. A. G.Ì.NDIN1, Isabella, Beatrice e Alfonso infanti, cit., 1 sgg.
*) G. GoiiVi.siKiu, Il trionfo romano di Eleon. d'Aragona, iu Arch.
della Soc. lìom. di St. Patria, X. 629-688: L. Gekìer, iu ZeitseJirift
f. die cergleich. Litteraturfieschivhie u. Benains.-Lifteratur, Berlin, 188.
I. 153. Si verta anche: Pastor. Storia dei Papi (trart. Benetti).
Trento, 1891, II, 419.
146 CAPITOLO VI.
angelo », vedendola cosi « adornata da infinite perle et gioie »
nel suo severo abbigliamento di velluto negro ' ).
Non mancarono i discorsi d'occasione-); non mancò la
musa dei poeti ^ ).
Fra i quali, uno, Gian Marsilio Pio, prigione nel castello
di Ferrara, udiva nella solitudine e nella penombra del car-
cere r eco delle grilla festose e della rumorosa allegria alla
quale s'abbandonava il popolo di Ferrara e cantava:
Lp.V de Itelloza ;ivuu/.a ci cliciiil)!]!!!.
Ne'inay fo visto doiuia i)iii i>ÌL-tosa:
SiJero me trarrà quella del castello *).
Ma la nota mesta del Pio languiva nella tetraggine del car-
cere, mentre tutto il castello risonava dei canti lieti dei
poeti ferraresi. Alcuni di essi erano già noti alla soave \mn-
cijìessa aragonese.
Durante il viaggio da Napoli a Ferrara, Eleonora d'Ara-
gona avrà certamente avuto agio di intrattenersi famigliar-
inente e di stringere dimestichezza con alcuni dei migliori
letterati di Corte. •
L' accompagnavano M. M. Boiardo, Tito Vespasiano
Strozzi, Ludovico Carbone ed altri ])arecclii scelti con quella
cura, che i principi d'Este spiegavano nell' eleggere uomini
di grido per le grandi occasioni. Eleonora avrà notato, fra
tutti, non senza un certo compiacimento, un perfetto cava-
liere e cortigiano, di tratto elegante, di maniere pronte e
vivaci, di nobile aspetto e di piacente persona. Egli era un
») Ms. 243 della Bibl. di Padova.
'-') Un'orazione lat. di Giovanni Hnisati per le nozze »F Eleo-
nora conservasi nel cod. 5'J della Bihl. universitaria di Valencia.
") Mattia Canale diresse ad Eleonora nn Inngo eomponimentt)
latino, clic si imù leggere nel cod. est. di dedica: a. O. 7.8. Snl Ca-
nale si veda anche: Mazzatinti, La JiihJ. dei J!c (V ArmjdiKt iv Xa-
poli, Rocca S. C'asciano, 1897, i)ag. ~>:^-À.
*) Traggo (|uesti versi dal canzoniere inedito di G. M. Pio. Qnesti
si raccomandava altra volta ad Eleonora di intercedere grazia presso
il Duca con un hingo serventese mandatole col mezzo del paggio
Alberglietto. Anclie Gio. Marco Pio ])rigione degli Estensi com])o-
neva versi. Si cfr. .//// r Meni, dclhi Ih'iml. di st. l'atiia di Modena
e Parma, 11, 4ill.
IL CIRCOLO LETTERARIO d' ERCOLE I. 147
abile verseggiatore, ricco e costumato, maestro ueir arte del
torneare, appartenente a principesca casa imparentata cogli
Estensi. Eran celebri i suoi tratti cortesi, la sua valentia
neir armeggiare, il suo amore per le danze, per le feste, pei
conviti e la facilità stupefacente con la quale dettava ma-
drigali e motti per imprese.
Chiamavasi Niccolò da Correggio M: era ritenuto il più
Completo di tutti i cortigiani e le sue rime apprezzate e
gustate andavano man mano ad arricchire la biblioteca di
Corte ' ).
Nelle leste e nei tripudi, che [ler le illustri nozze aveva
apprestati Ferrara, egli avrà certo trovato modo di farsi
ognora piiì ammirare \)ev la prestanza del corpo e per la
sua solita e bella disinvoltura.
Cessati poscia i tumulti e ricondotto il castello alla calma
consueta, la nuova Duchessa avrà imparato a conoscere con
gradito stupore l'eletto gruppo di dotti e di poeti, di cui
s'illustrava allora la corte degli Estensi. L'no, fra gli altri,
grave di modi e meritamente onorato, era destinato a di-
venire il precettore della prole della principessa aragonese.
Da celebre famiglia legata di devozione agli Estensi discen-
deva Battista Guarini, uno dei letterati prediletti da Eleonora
d'Aragona, maestro di Isabella e segretario di Alfonso^).
'■) 81 veda lo studio esauriente di Luzio-Rexieiì, Niccolò da Cor-
n'flflio. iu Gioru. xtor., XXI. pag'. 210. A dimostrare in qual conto
tenessero gli Estensi Niccolò i)ossono servire le jìrime righe di un
decreto emanato da Ercole I il 1" a])rile 1489. Beg. dei Decreti, X,
e. 94: « Vix possemus uuquani tot tuntisque lionoribus et beneficiis
« Magnif. et generosuni Equiteni et Coniiteni D.uuni Nic. de Cor-
« rigia Nepoteni nostrum dilec."""" prose<]ui quot ({uantisque eum
« dignum esse eognoscinnis sive geuus sive prudentiam. sive l»o-
« narum litteraruni coguitionem, sive integritatem sive fidem ipsius
« in oinues praesertim erga nos consid(>rare veliiuus ».
-) Append. IP. 349.
') I rapporti soavi del (in.irini con Isabella sono stati chiariti
da Luzio-Rkniei!. Giorn. xtor., XXXVII, 212-218. Sin dal luglio del
1491 B. Prosperi partecipava ad Isabella: « M. Baptista Guarino è
« facto secretarlo del lll.mo Don Alfonso ». ( (>j>. cif., ]»ag. 213, n. 2),
Aggiungo che nel 1492 il Guarini accompagnò Alfonso a Roma, ove
il principe si recò in tale anno )>er accontentare il desiderio d' Er-
148 CAPITOLO VI.
Eleonora ebbe sempre per il dotto umanista, poeta, eru-
dito e celebratissimo professore in Ferrara, la più verace
stima contraccambiata con non minore zelo e con grande
affetto ^ ). N' è ijrova la garbata letterina che Battista inviò
ad Isabella nel 1493 per condolersi della morte della madre.
In tanto comune dolore, pareva al Guarini di doversi rat-
tristare i)iù che molti altri per i benefici ricevuti e per la
benevolenza sempre dimostratagli da I']leonora e mentre ne
ricordava a Isabella le virtù, dovea sospendere la lettera,
(( che le lacryme non lo lassavano passare più oltre - ) >i.
Sfogo gentile di dolorosi sensi trovò il (iuarini nello
stendere in una sua funelire orazione la vita della pietosa
Duchessa. Con istile sobrio e con dizione elegante ne' toccò
i meriti e le magnanimità: illustrò l'amor suo per lo sposo,
celebrò le sue cure per educare i figli alle buone arti e ai
più civili costumi, e non dimenticò di parlare di quel suo
vivo ascetismo, che lei, ricca e favorita dalla sorte, condu-
ceva nella solitudine della stanza ad abbandonarsi alle 'la-
grime pregando^).
Molti e vari benefici il (iuarini aveva ottenuti dalla corte
cole elle voleva « largii veder del mondo ». C'osi lo stesso Alfonso
si esprime iu ima sua letterina alla madre (('avtv(j<jio dei Principi
estensi). Con lettera del 33 nov. 1492 Alfonso annuncia da Konia al
padre la sua visita al papa: «... uene iu la anticamera del papa
« mons. Ascauio incontra et me condusse dentro solo cum lo S.
« Borso et cuiu Bai)tista Guarino ...» {hi. id.).
' ) Il Guarini compose un epitalamio per le nozze di Eleonora
(cfr. A. Nani, Medaglioni entenxi: Eleon. d'A., pag. 7) e una « con-
gratulatio » in rima ])er la nascita di Alfonso. Poema diro Herenli
die., ])ag. 106. Il Bauotti, II, pag. 56 parla di un suo trattato De
lìefjno admiiiixt randa « in cui egli ragiona (iontiiiuamente con una
« Duchessa di rn»me Eleonora, che a tutti i segni sembra Eleonora
« d'Aragona ».
■-) Luzio-Keniek, Op. rit., pag. 216.
^) Baptistae GriAHixi, funel>rix oratio in ExveUentiii.nma)n h'e-
(jinam Eleonoram Araijoniam. Adoi)ero 1' esem))lare estense della ediz.
Rocaciolo, 1496: a, &. 2,28. Dodici anni dopo <loveva il Guarini
conunemorare la morte di Ercole I. Ho sott' occliio il cod. est.
a. O. 6.1."..
II, fiRroi.o i.irr TEUARio li Kijroi.L; i. 1 1'.'
d' Este 1 ). Per esempio, nel 1466, il Duca aggiunse al suo sa-
lario «' libbre dieci marchigiani^ mensili » per « quella sua
« prestanza e virtù, clic lo rendevan carissimo alla corte - ) »
e nel 1470 fu concessa tm' esenzione di dazi alla moglie del
« chiarissimo uomo » Battista Guarini, ecc. •''). F)bbe per di
più importanti ed onorevoli incarichi; nel 69, provvisto di
un burchiello « ad (|uattuur remos » fu inviato a Mantova
ai Gonzaga^); dieci anni dopo Ercole gli commise la tradu-
zione di talune comedie di Plauto da rappresentarsi a Fer-
rara; il principe Alfonso fu affidato al (ruarini, come a
secondo padre.
Amato e protetto dalla Corte, Battista godè l'amicizia e
i favori dei personaggi più potenti di essa. « .Suo benefat-
tore » cliiamava egli ijuel Paolo Antonio Trotti, al quale
dirigeva due versi molto significativi :
Panie, memor nostri. ])rovas fVire Principis aures
Rponteque ciirreiiti snbijce calcar equo^).
E delizia di Borso egli chiamava Teofilo Calcagnila e
versi, componeva in lode del Carro, di Luca Ripa, del Pri-
') Che il Guarini ricorresse talvolta ad Eleonora i>er impetrare
favori presso il ilnca ]mò sosjìettarsi da questo snt» biglietto (cod.
est. a. G. 1,16), che a])partiene forse al 1491: « IH. ma et Ex. ma
« Madama. — Se possibile fosse, senza disturljo de la Vostra Ex.
« io gli dirla uolontiera alquante parolle inanti che la se partissi-
« da questa ferra. — Baptista Guar. ». — Altra volta si rivolgeva
al Principe stesso : « Perchè harei I)isogno de alcuna recreationc
« prego la V. E. sia contenta eh' io vadi alcuni giorni in veronese
« et poi forsi ad Venetia . . . — 17 sept. 1190 ». — (cod. est., cit. ).
-) Ecco il Mandato {Rc<i. del 1466, e. 196'): « Vos, factores ge-
« nerales, ponifaciatis in bulleta eruditissimum et eleganteni uirum
« Baptistain Guarinum ultra salaria sua ad prouisionem mensualem
« lil)r. decem m. quas sibi sua Gel. addit et constituit de solita
« sua lilteralitate et propter prestantiam et virtutes quae efficiunt
« ipsuni sue dominationi carissimum — XX.T aiig. ». — Per una se-
conda donazione, si veda lo stesso Reg.. e. 272.
') Eeij. dei Mand.. 1470, e. 171. Aggiungo che altre notizie sul
Guarini si possono ricavare dai Decreti, voi. IX. e. 64.
*) lieg. dei Mand. 1469, e. 207. Si veda anche per i rapporti coi
Gonzaga: Lczio-Ekxiki:. Gior. stot-., XVI, 612 sgg.
'=■) Cod. est. a. G. 1. 16.
150 CAPri'oi.o \i.
sciano, del noto Pietrobono citaredo. Nei suoi versi ammi-
riamo insomma un riflesso della vita di corte e slam sorpresi
di non sentire in essi alitare quello spirito di adulazione,
che allora era tanto sfacciatamente in voga.
La devozione del (juarini per la Corte ili Ferrara fu
sincera e piena di quella b( marietà con la quale egli sapeva
suir orme gloriose del padre raccendere nei giovini tuie
ardore di studi da rendere grandemente profìcuo e prezioso
il suo insegnamento a Ferrara.
La sua grande ambizione di celebrare le azioni degli
Estensi^) proveniva da un senso di gratitudine e di ammi-
razione verso i magnifici suoi protettori, ai quali fu così
affezionato che può dirsi che i rapporti del buon precettore
con il principe Alfonso ricordino un poco quelli del padre
con Leonello.
A Pavia, a Cremona, a Serravalle, a Genova, a Roma
accompagnò il Guarini il giovinetto Alfonso e durante i
viaggi egli dava conto al Duca e ad Eleonora dei portamenti
e degli atti suoi. Dolcissima una sua lettera a quest' ultima
da Serravalle, il dì 10 d' Agosto del 1492 : « Non credo poter
^) Il desiderio di onorare coli' opera sua i Duchi di Ferrara, (>gli
luauifestò anche nel seguente biglietto col quale inviò un opigraiunia
latino ad Ercole I :
Ex.* ecc. — Quando il mi accade alcuna occasione de commen-
dare qualche uirtuoso facto de la Ex. V. lo facio uolontiera quanto
bastano le mie i)icoole forcie. >Siccome a li dì passati fu morto
quello cenziaro il quale haueua ferito lo cauallo: et perchè quello
Hercule antiquo anchora lui amaciò uno cenziaro nel monte Ery-
luantho mi è parso fare un epigramma picolo et lo mando a la V.
Ex. a la quale di continuo me raccomando. — Ferr. V martij 149.3. —
fìdeliss. seruulus Bap.'* Gt^akincs.
Ho ricercato 1' epigramma e 1' ho rinvenuto nel Poema Diro Hvr-
cHÌi dk-atiim, pag. 149. Eccolo:
De apro rabioso Interfecto.
Uum rabiosus aper iiicos percurreret urbis:
Uia velocis fulmine rupit equi.
Noxia sed miseris fera ne mortalibus esset :
Confìgi Alcides Ilia iussit apri:
Non Erymanthei canitur nunc fabula montis;
Diana sed Herculeo est nomine vera salus.
IL (iRfOLo ll-:tti;hauio i/ eiì< ole l 151
(( dare migliore novella a la V. Ex.'' che lo S. nostro essere
« sanissimo et D. Alphonso: lo quale continua portarse bene:
<( in dire lo officio, in conversar gravemente cum Signori et
<« Ambasciatori et gentilliomini, in stare ad sedere con loro
« et tre et quatro liore : ne' mai se ha sentito de la sua bocca
« una dishonesta parola: beri mi disse molto teneramente
« che quando sarà ad Genua vele scrivere di sua mano a la
<( V. S. perchè non pare «li parlare cum quella quando
« scrivo io ... 1 ) ».
In virtù del suo officio di precettore dei figli dei Princii'i
e della lama in Ferrara e l'uori meritamente procacciatasi,
è naturale che la Corte estense ricercasse le sue opere - ) e
eh' egli godesse un' alta e singolare riputazione presso i
Duchi, ai quali egli ricorreva in ogni occasione con grande
frequenza. Ora si trattava di spese riguardanti terreni da
lui posseduti a Mellara ^ ), ora di certo danaro che il Giudice
dei Savi voleva detrarre dal suo stipendio. Scriveva allora
al Duca di Ferrara: dalla Comunità della città avere una
provvigione annua di lire cento « per cagione del studio
et del suo legere », essere non conveniente il divisamento
del giudice e aver il Duca Borso altra volta rifiutata una
simile proposta dietro lettera di Lodovico Carbone ^ ).
E il Guarini diceva il vero. Nel 1469 aveva scritto L. Car-
bone a Borso : ■"> i « Non credo punto che sia intention de la
« justissima S. V. che ne le paghe ritenute de queli salariati
(( da lato del comune si abbiano comprendere quelle del
<( Studio perchè le littere deno pure bavere qualche avan-
« tagio da li altri offitiali idiotti . . . ».
Di Ludovico Carbone, del suo molto e vario sapere, del
suo bizzarro carattere, de' suoi amori con Francesca Fon-
' ) Ardi. est. di Stato. Buste dei letterati.
-) Nel catalogo di libri del 1495 figurano un'orazione volgare
del Guarini sulla morte di Lodovieo Casella e un liV»ro di versi.
Cfr. Append. Il'; 32,53.
■") Lettera del Guarini ad Ercole (U9()) in Aiitografotecji Caiii-
\MTÌ.
*) Mqiistro dei Mand.. 147:^, e. 50".
') lh-(jistro dei Mand., 1409, e. 135'''. Cfr. il i)res. lavoro a pag. Ilo.
n. 1.
152 CAPITOLO vr.
tana') altri ha magistralmente discorso^). Resta a me ri-
cordare ch'egli fu grandemente caro a Borso e a Ercole,
de' quali soventi volte ebbe occasione di sperimentare la
liberalità e la cortesia-'), e di aggiungere che commentò
con un pubblico discorso la morte di Battista Guarini ^ ).
Oltre al Carbone, ci piace di ricordare accanto a Bat-
tista Pontico Virunio, che dobbiam menzionare non soltanto
per essere stato in Ferrara diligentissimo discepolo del
Guarini ■' ), ma per aver preso parte a una disputa accesasi
') Fu da lui cMamata Fontauiiia e si)osò Fraucesco Aridsti. zio
(li Ludovico. In un capitolo anonimo in lode delle nobili donne
ferraresi, accanto a Domicilia Ranu-oni, moglie di Tito Strozzi, a
Leona, nioo;lie di Roberto Strozzi, ecc. è ricordata:
Francesca Fontanese, almo splendore,
Richa ci' hiimanità, uota d' orgoglio,
Fructo senil in su giouenil fiore...
[Cod. est. y.. W. -2,11].
■'') G. CAKmjcci, Le poesie lat., cit., pag. 49.
5) Nel cod. est. a. L. 9,27 (18) si leggono alcuni estratti dai
Mandati estensi che riguardano il Carbone. Per es., nel 1464 il Duca
Borso fece dare in prestito 102 tiorini e mezzo a Lud. « egregio
« Artium Doctori » ; il 17 die. 1466 si facevano portare a Ferrara
i libri, le vesti e le masserizie del Carbone « redeuntis ex Bononia
« ad studium ». Dallo stesso cod. riportiamo in Append., III. n. 4
una lettera di Borso die si riferisce al Carbone.
Il catalogo dei libri d'Ercole registra un Dialogo del Carbone
{Append.. II-). una sua traduzione dal greco {Append., Il'), e un
libro di versi {Append.. II-). Il Dialogo era scritto in lode di Er-
cole 1 e trattava della felicità di Ferrara, come si apprende dal
catal. cit. edito dal Venturi, pag. 110.
^) Questa orazione è C(mservata in un cod. dell'Ardi, di Stato
in Modena e fa seguito alla versione Guariniana del trattato ricor-
dato dd Carafa; trovasi anche in un ms. della Estense: a. T. 9,16.
Fu pubblicata recentemente da K. MrELi.NKn. Beden u. Briefe itu-
lien. Humanisten, Wien, 1899.
■') Al Pontico, a Simone Bombasi, a Dionisio Bertocchi e a Be-
nedetto Manzi devesi l'edizione dei celebri Erotemata Guarini. Sì
cfr. N. Campanini, Pontico Virunio lettore publico di lett. (jreche e
lat. a Ueijgio, in Atti e 2Iem. della Dep. di St. 1'. per le prov. Mod.
e Farm., S. Ili, voi. VI, pag. 578.
IL CIRCOLO LKTTERAUIO d' ERCOLI-: I. 153
fra due letterati devoti aijli Flstensi ed in jiarticnlare ad
l^rco]e I afilezionati.
Trovandosi in disaccordo Pandolfo Collenoccio e Nicolò
Leoniceno per causa di certa operetta da quest' ultimo pub-
blicata 1 ), Pontico Virunio prese la parola e assalì violen-
temente con un'invettiva, che si ha alle stampe, il Colle-
uuccio.
Dopo una vita varia e avventurosa, Pandolfo Collenucci(j
aveva trovato una più sicura dimora presso la Corte d' Este.
Sostenne in questo periodo gravi e dignitosi offici: fu in-
viato da Ercole a Massimiliano imperatore, poi a<l Ales-
sandro VI 2) e ancora a Massimiliano-'), quindi a Roma con
Ippolito d' Este.
Da Roma, il dì di Natale del 1497, scriveva teneramente al
Duca a proposito di Ippolito, che allora contava un vent'anni:
« Hora dico così che liberamente V. Ex. se po' quietar ne
« r animo de questo 111.'"*' Giouene qual fin questo dì ha facto
« prona de maturissimo vecchio in ogni sua actione : et tucto
« senza pedag<jgo e senza scuola: Intanto che per mia fede
^) In Ferrara, intorno al 1493, pensa A. Saviotii, Pandolfo Col-
lenuecio umaninta jìcsartse del set-. XV, Pisa, 1888, pag. 62 sgg. abbia
il Collenuccio presa la difesa di Plinio contro X. Leoniceno. La
stima, nella qnale era tenuto Pandolfo a Ferrara, è attestata da
un compcuiiniento di (raspare Sardi, il quale cantava per la sua
venuta :
D. PANDLf.FO PlSAlIRENSI.
yuod moilo tu optabas venit, Ferr;iria. numen :
Auxiliumque ferens imperijque clecus.
I.aeta, precor, gamie; pullas dimittito vestes...
[Coil. est. a. 0. 6,1.t].
■-) A ((uesta missione devesi riferire il seguente mandato in Re-
ijÌNtro del 1494, e. 164"^: « Vos fact. generalis dari et solui faciatis
« Mag.'^" D.no Pandulfo Collenutio ducatos sexaginta auri et in altro
« prò expensis per eum faciendis in eundo Romam prò negotijs Ex.
« Sue cum sex equi et quin((ue famulis. XVJ Oct. 1494 ». Accanto
al mandato è scritto: « Non hal>uit locum ».
') Lettera di Ercole I ai fattori in Mecj. Mand., 1497. e. óO' :
« Mo che messer Pandolfo da Pesaro è retornato de la legatione
« sua, uolemo faciali fare la ragione de le spese clie ha facto in
« tiuesto suo uiazo ». La ragione delle spese è data in Begistro,
1498, e. 32^
154 CAl'ITOLO Vi.
« me ha facto star stupefacto hauendo io uoluto subtilissi-
« mamente considerare ogni suo gesto ^) ».
Altra prova del verace affetto nutrito dal Collennuccio
pel Duca si può ricavare dalle parole colle quali il celebre
pesarese si rammaricava da Roma della morte di Anna
Sforza: « Tanta letitia non ha potuto essere senza mixtura
« de fele per la partita che ha unluto Dio che faccia la
« 111."'^ M.-'^ Anna da noi: Esso sia laudato da tucti. — Non
« a savi], non ad experti, non al Duca Hercole bisogna dir
(( più parole... ».
Minore cordialità di relazione non ebbe il Collenuccio
cogli officiali più reputati della Corte estense '). E merita
senza dubbio un cenno l'amicizia buona, onde fu stretto a
quel Gerolamo Giglioli « niaistro della Saluarobba » che ab-
biamo ricordato nel capitolo sulla libreria d'Ercole P).
Da Venezia * ), il 27 Marz(3 1491», gli annuciava il matrimonio
pattuito tra Ginevra, sua figlia, e Guido Antonio da Saiano
gentiluomo di Pesaro. Lo incaricava di interessarsi della
cosa e aggiungeva : « Ve ho voluto significare el tutto perchè
« so ne barite piacere per lo amore che me portate ».
Ottime relazioni egli dovè pure avere con uno dei per-
sonaggi più importanti della Corte estense, Francesco Ariosti,
col quale fu mandato nel 1493 a Massimiliano d' Austria a
chiedere titolo ducale e investitura imperiale di città e terre
annesse di recente agli stati di Modena e Reggio ■' ).
') Ardi. est. di Stato. — Buste ilfi Letterati. —
- ) E ciò è naturale in virtù del suo ufficio, obe fu quello di
Consigliere Ducale, (quindi di Capitano di Giustizia. Nel Giornale
del Soldo del 1494 nell'Archivio estense è nominato più d'una volta
un « m. pandolfo da Pesaro » e nua volta un tijjlio di « ni. pau-
dolfo da pesaro ».
") G. Giglioli teneva lo stes.so officio aucova nel laOO. Lihro d'.lin-
ministr azione. — Caxa. — 7.700.
*) Buste cit. dei letterati. La lettera è pubblicata in Saviotti.
op. cit., pag. 260. Questa lettera viene a iutegraiv 1' altra del Col-
lenuccio edita dal Malagola, Della vita e delle ojyere di Anionio
Urceo detto Codro, Bologna, 1878, pag. 450.
^) .S.\ VIOTTI, 0}). cit., pag. 80. Nota giustamente il .Saviotti (pag. 81)
che la comitiva mandata da Ercole I pare avesse anche lo scopo
di seguire Bianca Maria Sforza e il suo corteo nuziale e di rife-
IL riRCOLO LHTTl^RARIO iV ERCOLI; l. 155
Tradusse per Ercole 1° l' Anfitrione rappresentato alla
corte di Ferrara nel Gennaio del 1487 e scrisse il suo Joseph
« ad instantia » del Duca, al quale anche dedicò i suoi
Apologi, pieni veramente di allusioni all' Estense, e il suo
Compendio come a colui che nella Corte di Napoli aveva
trascorso il flore della giovinezza.
Fu tanto 1' amore che il Collenuccio nutrì per i principi
d' Este che ricercò le storie di Ungaria di « Maestro Gii >-
hanne de Thwrocz » e ne tradusse in volgare un capitolo,
nel quale si fanno le lodi e si celebrano le virtù di alcuni
de' più antichi Signori di Ferrara ^ ). E in fine al Duca Ercole
il Collenuccio intitolò la sua Defensio Pliniana contro Ni-
colò da Lonigo.
Il Leoniceno fu pure devoto agli Estensi e passò parte
della sua vita a Ferrara, ove diede opera a erudire in vari
rami di sapere gli scolari dello Studio e a volgarizzare
opere storiche per Ercole I.
rime al Duca. Piìi t'iie al Duca, le uotizie erauo mandate, coiu' è
naturale, ad Anna Sforza, alla quale scriveva in proposito da
lunsbruch Barbara Crivelli, in data 24 gennaio 94, una lettera du-
lia qualche periodo interessante per la storia del costume : « . . . dirò
qualcosa de nono de li jiiaceri hauemo in Alamania cum la 8er.""'
« Regina n.ra sorella. lucommenzando al primo giorno che intras-
« simo in questa terra la M.''" sua fu recevuta cum triumphatis-
« sinii honori et feste da questa 111.™" Duchessa de Austria ... La
« sua 8."^'" balla benissimo franzese italiano et tedesco, pur el liallar
« tedesco è facile : però ohe sem^ire è un medesimo andare simile
« al ungaresco. El conuersare de (jnesti homeni è tanto domestico
« quanto sia possibile essere : non meno licentia ha la mane de
« palpare et la lingua de dire quanto 1' ochio ha de uidere ». A
cotesta licenza accenna un' altra lettera da Innsbruck senza tirma :
«... le todesche sono più belle, piìi domestiche, più liberale . . .
« Imo li gioueni todeschi se sono lamentati che le done lombarde
« sono tanto salvatiche che non uoleno pure lassarse tochare le
« mane con ciò sia che le sue habeant nihil pro^ìrij sed omnia fere
« sunt communia ». — Arch. di Stato in Modena. — Ambasciat. iu
Germania. —
') Arch. est. — Letterati. — « Per memoria de la 111."'" et glo-
« riosissima Casa da Este jier mi Paudolpho da Celdenose in Hala
« de \ii\ de Eno iu Alemagna ». È pubbl. iu Saviotti, op. eit.,
pag. 257.
156 f. M'ITOLO M.
La sua vita e la sua molta attività son note per essere
già state oggetto d'indagini e di studio \); cosicché sarà
conveniente sorvolare su cotesto interessante tipo di letterato
e soffermarci puttosto sopra un altro umanista legato agli
Estensi da non minore devozione.
Tra le donzelle di Eleonora, una carissima alla Duchessa,
era sorella di un letterato ferrarese - ).
Antonio Tassino è stato sin qui riguardato quale uomo
politico di astuzia e di sagacia senza pari e quale cortigiano
favorito, per le sue arti, e confìdentissimo della Duchessa
Bona di Savoia. Nel suo officio di ducale consigliere ce lo
presentano d'accordo gli storici sotto luce sinistra: ambi-
zione e vanità lo avrebbero tratto a far uso dei più sottili
accorgimenti per cattivarsi 1' animo della Duchessa e sopra
tutto egli avrebbe trovato il più forte stimolo degli atti suoi
in uno sfrenato desiderio di facili onori e di ricchezze -^ ).
Tutti hanno fin qui considerato il Tassino come un mo-
dello di malvagità e di ipocrisia ; nessuno ha pensato, eh' io
sappia, a redimerlo, almeno in parte, dalle accuse, che gli
storici milanesi gli mossero contro.
Antonio Tassino, figlio di quel Gabriele, che godette la
protezione più larga e sincera degli Estensi, fu da giovane
molto onorato in Ferrara e coltivò con serietà gli studi dimo-
strando ingegno forte e precoce nel comporre versi latini "* ).
^) D. ViTAi.iAXi, Vita e o})erv di Xiecolò Leoniavo, Verona, 189^.
"-) Cbiainavasi Antonia Tassini. Si cfr. in Ardi. est. il libro dei
Prouisionati, 1483, e. 46.
^) Muratori, Annali. IX, r>;^t) e Aììì. est., II. 288. Giui.iNi, .1/^-
morie npettanti alla .storia, al (joverno, ecc. di Milano, Milano, 18ri7,
pag. 636, ov' è da correggersi il nome del Testino in Ta»xino.
G. CLArtETrA, Gli ultimi anni di Jiona di Sar. diiche.ssa di Milano, in
Arch. Htor. ital., XII, >S. Ili, pag. 62 sgg. G. Giovannini, Le donne
di casa Savoia, Milano, 1900, pag. 83. S'io non mi inganno, gli sto-
rici posteriori dipendono in maggior o minor grado da B. Corio, al
(jnale spetta la responsabilità di aver lasciato del Tassino un così
nTesohino ritratto. Ma il Corio, ohe non è certo un modello di esat-
tezza e di fedeltà, potrebbe essere stato spinto da qualche ragione
d' indole particolare. Ammessa la cosa, la questione luutereljbe
tutto il siu> aspetto.
*) Apiìend., Il-, 22.
II. ruifoi.o r,F,TTi:RAi;io ri l'.ur-oi.i-: i. 157
Non fu già, come fu detto, « uomo di bassissima nascita » ;
ma appartenne a chiara famiglia ferrarese ^ ) ; come appren-
diamr» da un' operetta inedita di Francesco Ariosti nella
(juale si discorre con tanto cuore del Tassino, che noi giu-
dichiamo conveniente riferirne le |)arole").
" Conveniente cossa è ch'io azunza questo rico exempio
« de fede e deuotione de l' ingenuo adulescente de preclaro
<( inzegno Anthonio Tassino erudito in prima ne li studij de
« Immanità e uirilmente studiante in ragion ciuile : quale
« come egli è nado de nobile zente de Tassini de la patria
« nostra, cossi in questa so' zcjuenile etadc» e robusta si forza
« a tuta so' possa cum l' inzegno illustrarsi de ciascuna ge-
« neratione de uirtude: per che egli è d'una molto egregia
«. indole e elleganti costumi et accuratissimo ;il studio: per
« le qual parte promette a la so' prosapia et a la floren-
« tissima patria nosti'a farsi uno lume de bontà e de uir-
« tude ».
Narra poscia 1' Ariosti che il Tassino tanto si infervorò
degli studi da perdere la salute si che « uogliendo a le uolte
K scriuere non podea menare el calamo : e ciò dicono et
'( anche estimano proceduto che egli se era tanto acceso a
« studij ciuili essendo per anche de tenera etade e tanto di
« e nocte uigilaua sostegnendo fame, sete, caldo, fredo e
« sinestri non hauendo rispecto a ueruno incomodo pur
'( eh' el uedesse quantunque egli fusse adulescente podersi
^) Uh Ferrarli si allonlauò il Tassino col padre p(-a\ recarsi a
MìlaiH). donde scriveva assai spesso al Duca estense, raccoman-
dandogli la sorella Antonia, una delle donzelle di Eleonora d'Ara-
gona. Il 12 feltbr. 148 scriveva Eicole I al Tassino di abbracciare
« Anna Maria nostra dolcissima ligliola e nuora » e <li Antonia ag-
giungeva: « speremo reuscirà una donna da bene.... essendo nata
« de boni parenti et hauendo uni et li altri fratelli cussi uirtuosi
« et rta bene, come tuti siti ». Cancelleria, minutario eronoloijico. —
Riguardo all' opera del Tassino intorno al matrimonio di Ludovico
e Beatrice, rimando a: J. CAUXWKianT, Op. cit., pag. 9.
-) Cod. est. a. W. 4,4: « Origine e Sito del Nono Sacello dedi-
« cado ad lionor»; e ]ier reiiereiitia de la gloriosissima uerzene Madre
« de Jesu Cristu .Salvaclore nostro intro el magno e magnifico pal-
« lazo Ducale de Ferrara, » ecc. Quivi l'Ariosti descrive una serie
di miracoli compiuti dalla X'ergine.
158 CAPITOLO VI.
« proiialere on almeno equipararsi a mazori ot a ]n\\ pro-
K uecti di se nelli studij litterarij ».
Ricorse il Tassino per la guarigione di cotale sua infer-
mità alla Vergine venerata nella nuova Capella ducale e
scrisse per la ricuperata salute la seguente laude latina, che
dovea forse figurare nel libretto di versi ricordato al n."^ 22
dell' inventario d' Ercole I e che 1' Ariosti riferisce nel capo
34 della sua operetta:
Virgo, (leous coeli, iiiea lux, luea sola voluptas,
Nuuc genibus iiexis te precor atque rogo :
Vt quasdaiu possili! merito tibi se ribere laiides:
Tu micbi uunc pandas, maxima Virgo, viam.
Me tibi priva meae supplex nani causa sahitis
Nunc Yoveo et nostra crimina nostra leves')...
Parecchie operette ili Antonio Cornazano, ingegno ver-
satile e multiforme e scrittore non del tutto spregevole,
custodiva la biblioteca d' Ercole I. Ricordo il libro « de l' arte
militare in vulgare - ) » conservato ora nello splendido esem-
') Pubblico qui per intero la versione clie ne dà l'Ariosti: « Ver-
« zeue, bonor del cielo, luce mia mentale, dilecto mio spirituale,
« bora geuuflexo ti priego et exoro cbe mi doni gratia poderti
« scriuere questa laude. Io mi ti rendo et aduodisco tuto supplice
« supplicando cbe come sei cagione (h- la mia salute cossi ancbe
« dignati leuarmi dal profondo dr jicccati mei: Tu sei unica e
« ferma speranza de cui baiiiio mpto in mare e senza uela on altro
« aiuto uengono agitadi da la fortuna: Tu come clemente signora
« doni conforti a tuti gli atììicti : le gt'iite non banno indarno ri-
« corso a la to' sacra inaiestade. O nera madonna madre, li pec-
« cadixri e li innocenti inuocano la to' dininità e fan vioti de molte
« facta offerte. Tuti li angelici ordeiii cum quelle sancte sedie de
« beati al continuo ti cantano laude Icuando ci to' digno nome al
« cielo. Tu, sunima .Signora, doni luce al sole ; Tu illustri la luna;
« per la to' eterna uirtude ci rcsplaiiddiio le stelle: Tu alma pon-
« celleta rinouasti il mondo parturiendo ci saluador nostro inte-
« merada: Tu sei fonte de giusticia: Tu immensa piatade. Tu tir-
« inainento de la fede nostra. Tu sicurissimo nostro siibsidio ».
-') Sul (Joiiiazano ric()r<lo le jiagine del PodGiALi, Mem. per la
Kloria hit. di l'i(ictii:((. l'iaccnza. ITNil. pag. tU sgg. e. tra gli studi
recentissimi. Lizio-KiiNiKi:. (Honi. xlor., cit. XXXVIII. pag. 67.
n. CIRf OI.O I,ETTI".RAr;IO d' ERfOLF. I. 150
piare di dedica all' estense, intitolato al Duca Ercole I ^ ).
S' apre con un interessante preambolo nel quale 1' autor si
scusa dell' ardimento che ha avuto di presentare l' opera sua
« nuda e spogliata della dignità latina » a una Corte fiorita
qua! era quella d' Este, « ove l'elegantia del dire fra tutte
r altre de Signori d' Europa senza una controuersia ottien
la palma - ) ».
Prodigiosa davvero dev' essere stata la facilità con la
quale il Cornazano sapeva scrivere versi e prose. Ma se
bene egli manifesti qua e colà doti non comuni di espositore,
certo è clie un giudizin conqdessivo sull'opera sua, che fu
molta e varia, non può tornar tutto in sua lode. Le sue
scritture volgari, alle quali, più che ad altro, egli deve il suo
nome, meritano per più rispetti considerazione, essendo in
ispecial modo degne di riguardo quelle rilevanti che recano
nuovi contributi alla storia del costume^); ma in esse tutte
si nota certa rozzezza di forma e certa ineleganza d' espres-
sione, che rendono il Cornazano assai inferiore a quel poeta,
che tutti sorpassò quanti alla corte estense si diedero in
queir età a coltivare il genere prediletto dal nostro letteratr»
piacentino.
Per Antonio Tebaldeo, il Cornazano già maturo d' anni
nutrì molta simpatia e forse intuì subito dalle prime prove del
giovine poeta la gagliardia e la vivacità del suo ingegno :
ed è forse di mano del Cornazano un sonetto indirizzatr)
alla Cancelleria del Duca e intitolato « al nobilissimo gio-
vane Antonio Tebaldeo ». Esso incomincia :
*) Appciid., II-; 19. 25. Si veda aiiclie : AjijmikL. IT. 29.
-) Non pure Ercole I fu celebrato flal C()rnazauo. laa pure Borso.
ed Eleonora d'Aragona. Mi i)iace riferire il principio di una tra-
duzione in versi, clie lo .stesso autore fece del suo J)e exccUcnliiim
vironim 2)iincipihH>< già noto per essere stato in parte i>ulib]icato
e conservato nel cod. di dedica iicll;i Iiil^l. estense. La versione si
legge nel codice a. P. 6.4:
Principe excelso e glorioso Borse,
Re (li iusticia. cui fortuna irata
Mai non piegò dal suo naturai corso...
•'' ) Renikk, Oxserrazioni xulla vnnioloiiia di mi' opera dei Coni., in
Giani, stor.. XVII. pag. 142.
IfiO cAPiTor.o VI.
Kiiiifiiilirafi (li noi tu che trascendi
Con ]' ali isnclle d' un stil raro e hello
Dal mondo al cielo: tal che (|uesto e (]uello
Stupiscou dil gran lieu che fra noi prendi... ' ).
Nello stesso codice ora nienzionato conservasi un alM-(t
sonetto di Jacopo Corso colla scritta « sia data al Tebaldeo
o vivo o morto - ) ». Novella prova questa del grande nome
goduto da cotesto letterato, che per aver sempre rappre-
sentato la vecchia generazione abbiam voluto registrare fra
questo gruppo di poeti più tosto che fra quelli raccolto in-
torno a L. Borgia.
Presso gli Estensi si trattenne, cortesemente trattato,
P. Candido Decembrio, che in Ferrara passò alcuni de' suoi
ultimi anni, grandemente onorato dai dotti uomini per la
celebrità delle sue opere e forse tutto inteso ancora ai suoi
prediletti studi ^ ).
Colà egli era fatto segno alla stima dei dotti pili reputati
e alla devozione dei giovini, alcuni dei quali ricorrevano a
lui per ottener la sua lode o il suo consiglio. Così Nicoh'i
da Correggio, giovanissimo ancora, « si appellava al suo
senno e al suo giudizio »; e Gaspare Tribraco, suo amico,
sottoponeva al suo parere le sue satire e lo invitava a pro-
nunciarsi.
Tanto gentile appoggio gli accordò Borso in Ferrara, che
il Decembrio vagheggiò il disegno di dettar la vita del Duca
') Cod. est., 3t. T. 9,li;l. Per Antonio Tebaldeo e per le indica-
zioni <-he lo riguardano rimando a Luzio-Kenieh, Giani, -slor.,
XXXV, 193, e C. Frati, Leti, di (!. Tirahoschi al padre l. Affi).
Modena, 1895, pag. 577 sgg.
'^) Il sonetto così fiidsce :
mi (loglio thaloiu e laiiieiito
Vedendo, Antonio, da te superata
De l'uno e 1' altro tosco la eloquentia;
Da l'altra parte poi resto contento
Che se Fiorenza di gloria hai priuata,
Orni la patria mia d'altra excellentia.
^) M. Borsa, l'. ('. />. e l' iimaiif^iiud in Lniiihardia in Arch. slor.
tomi)., XX. pagg. 410-13.
IL rrncoLo lctterahio n' ercole l 161
e il Duca stesso volle arricchire dell' opere del celebre uma-
nista la sua biblioteca ^ ).
La quale si accresceva ognora dei frutti dell' ingegno e
della laboriosità di tutti quanti erano eruditi e letterati
uomini di corte: quali Ludovico Pittori"), Fino Fini^), ecc.
Neil' Archivio estense di Stato trovasi tuttora un fram-
mento cartaceo di un codice, che dovè contenere mi liei
mimerò di componimenti latini dovuti a letterati vissuti in
molta o poca relazione con Ferrara^).
Vi primeggia Nicolò Lelio Cosmico il quale intorno al
1496 era senza dubbio a Ferrara presso i Principi d' Este ■' ).
Maestro di grammatica, poeta, accademico romano, godè
molto nome presso i contemporanei ; da alcuni fu singolar-
mente innalzato al di sopra de' suoi meriti reali; da altri fu
energicamente aggredito con satire violente. Ma in verità il
pregio delle sue comi)Osizioni non par giustificare il romore,
ch'egli levij di sé. Molto dell'opera sua deve essere scom-
parso: in ispecie per ciò che riguarda le sue poesie latine, di
cui pochissime — e forse non 1p migliori — son giunte a
nostra conoscenza.
Non è improbabile che un altro padovano sia stat(j in
relazione con gli Estensi: Antonio dei Conti di S. Martino,
>) Appena., II-, -òTÒ.
'') Cahdiicci, Op. cit., pag. '->!. Le migliori notizie sul Pittori
si leggouo in Boksetti, II. :329 e Baimjtti. II. 'SI. Dal Befiixtrn dei
Decreti eiitensi, voi. IX. u. 16 imparo «lie Ludovico Pittori ebbe tre
fratelli: Gio: Maria, Paolo e Giacomo e che nel 1177 aveva possedi-
menti in quel di Fusignano. terra go^■ernata da Teotilo Calcagnini.
= ) Bahotti, I, 133 sgg
*) I componimenti di N. L. Cosmico esistenti in ([uesto ms. fu-
rono piibblicatl da V. Rossi, Xiocolò L. Cosmico, in Giorn. >itor., XIII,
pag. 153 sgg. Altri pochi componimenti latini del Cosmico sono nel
cod. est. a. R. 9,5. Uno è indirizzato ad « Hieixmymum medicum »,
cioè a Gerolamo Castello. Un suo epit. riguarda un fanciullo « a
matre depf)situs atque a canibus dilaceratus ».
■') V. Rossi, Op. cit., pag. 116. Aggiungo che sin dal 1191 il
Cosmico era a Ferrara. Leggo infatti nel Giornale del Soldo di tale
anno: « A m. Cosmico da Padoa L. cinquanta m. pagò Alfonso
Trotto ».
1(32 CAPITOLO VI.
che fu singolarmente devoto ad Isabella d' Este ' ). Forse ad
Antonio devesi attribuire 1' operetta menzionata al n. 237 del
catal. del 1495 : [De] Institutione vitae, il cui autore è espres-
samente indicato neir inventario edito dal Venturi dal quale
può forse desumersi che l' opera sia stata presentata ad
Ercole I dallo stesso Antonio.
Paride Ceresara - ), Timoteo Ben<ledei^), Luca Ripa od
altri pur degni di nota s' aggirarono per la Corte d' l^rcole I,
della quale Paolo Hermano Lusitano cantava \) :
(^Inid Tliclialdci dirain )ilfi-t ruiiii|iic l\raiiH|U('.'
<^uid Paiiuizafi diNiiia pnciiiara '. (|uid<|ii<-
Ba]itista fttuiulit :?
Ricordo in fine un poeta bolognese di nobile estrazione, G. B.
Refrigerit) •') che indirizzò ad Ercole il seguente sonetto:
Iiudito Ak-ide. in cvii l'alto \alort'
De] glorioso autieo illustre piove:
Donde iirocerle ogni virtude e dov<-
S' exalta ci latin nome e '1 suo splendore.
Tn sai la fama e '1 scmiiiterno lionore
I )cl li(dlÌeoso zenito di (iiove '=)...
Buon poeta latino, fecondo ed elegante, fu Gasjtare
de' Trimboechi, detto Tribraco modenese ' \. ¥n per più anni
maestro di Lettore nella sua città natale, ove ebbe, tra gli
') Su Antonio <li S. Martino si veda ora: Lrzio-EKXiEi!. Gioiti,
xtor., XXXVII, pag. 229. Si efr. il eatal. edite) dal Venturi, pag. 109.
-') Sul Ceresara si veda: Lr/.n»- ÌJkmei;. Giont. sfor.. XXXIV.
S6 sgg.
■'•) Si efr. Lizio-Rexiek, (ri(»ni. xtur., XXXV. pag. 19tì, «. 1.
^ ) Tolgo dalla autograf. C'ani]>ori. Busta del .sec. XV.
' ) Sul Refrigerio oltre le noiizic il<d Kamizzi, VII, 176 sgg. si
veda V. D.vllaui. CartcfHiid cit.. l'agg. ;!2(t-l. in Atti e meni, per lo
B. Ikp. di St. Patria pei' le Jì'oiihkiiic. S. III. V(tl. XVIII.
") Autografoteea Campori. — Hnsta dei see. XA'.
•) Del Tribraco discorre il TiiiAnoscHi. Hihl. moden., V, 287 sgg.
Sull'opera sua poetica ])ossediam() nn lavoro di G. Setti, Propiuina-
tore, XI, 1'. I. S sgg. (si efr. amhc \'. Fix/.i. liwx. emiliaita, I
493). e snlla sua vita ;d)l)iam(i edite nnuve imjiortanti notizie in
IL f iRCOT.o Lirrrp.RARio d' ercole I. 16:1
altri, scolaro il celebre Codro; passò poi a Ferrara fin dal 1461
e colà fu accolto con la consueta liberalità dal Duca Borso.
All' età del quale, più che ai tempi d' Ercole, spetta vera-
mente l'attività poetica del Tribraco; che noi abbiam qui
voluto menzionare perchè scrisse, con chiara allusione ad
Ercole I, un poemetto sulle fatiche e sulla pazzia di Alcide,
che dedicò a Borso ^ ), e perchè le sue poesie figuravano
nella biblioteca d'Ercole I-).
Registriamo qui tra i letterati d' Ercole, il nome di Bar-
tolomeo Gogio, che fu amico del Tribraco, dedicò al Duca
estense un' operetta che incomincia col ricordo della morte
di Eleonora d'Aragona-'), alla quale fu certamente de-
Luzio-Rkxiek, (lioni. sìor., XVI. 184-5. l'ii altro dorumcuto, che lo
riguarda, è in Giorn. utor., XVII, pag. 443.
Io riugrazio di oii()re il caro e valente amico tir. E. P. Vicini
dell'Archivio Notarile di Modena di aver voluto con me spogliare
la serie dei preziosi Memoriali notarili collo scopo di ricavarne no-
tizie sul Tribraco, poeta certamente dimenticato, ma degno <li
<iualche nota tra i verseggiatori latini del sec. XV. Da certo Pino
de' Turimbocchi o Tirimbocchi, morto già nel 1419, nacque un Bar-
tolomeo, padre di un Jacopo, padre alla sua volta di Niccolò, Gio-
vanni, Melchiorre. Gaspare, Elisabetta, Lucia, Costanza, Antonia.
Caterina. Gaspare è il nostro poeta. Vn atto del 30 settembre 146tl
cosi comlnci.a: « Cnm hoc sit quod clo(|iiens \ir (laspar alias ap-
« pellatus TrilìuchuK tilius (juondam ser .lacobi de Trinbochis civis
« civitati mutine »... (Mcm. n. 181). E un altro documento del 18
maggio 1470: « Cum hoc sic ([uod Midchior (|nondam ser Jacobi ile
« Trinbochi civis et abitator Mutine obligatus esset Guasi)ari, alias
« appellato el Trihacho. filio dicti q. s. Jacol)i »... (Mem., n. 100).
Melchiorre fece testamento il 9 maggio 1493 ed ebbe sette tigli :
cinque dtmne e due maschi. Nello stesso tem]»o a Modena vivea
un altro Gaspare de' Trimljocchi lontano parente al nostro, il quale
si recò dopo il 1470 a Manto\a ad educare Francesco Gonzaga. —
Aggiungo che fin dal 1464 i « .sapientes Comunis inutinensis » ave-
vano proposto il Tribraco quale maestro di grammatica per cinque
anni. ( Vacchette dell' ArcMrio del Comune).
' ) È conservato nella Riccardiana. Io stesso V ho ])otuto esami-
nare e posso perciò atìermare ch'esso è il cod. di dedica.
-) Appena., II-; 163, 480.
'■) È un'operetta latina sulla nobiltà dell'animo contenuta nel
(■od. Camjìori y. >S. 6,7. Il Tribraco indirizzò al Gogio una sua elegia.
Bibliot. ntodcn., V. pag. 'J94.
164 CAPITOLO VI.
voto 1), e nel 1494, per quanto si può congetturare, fu notaio
«iella fattoria d' Ercole I " ).
L' affetto che il Gogio portò ad Eleonora si desume subito
dalle prime linee del codice ricordato ^ ). Imagina l' autore
di esser stato del seguito, che accompagnò alla tomba Ele-
onora, e caduto in una grande tristezza di pensieri alla vista
del Duca avvolto di squallide vesti ricorda il giorno festoso,
nel quale Ferrara tutta si abbellì per accogliere degnamente
la bella aragonese e si pone a riflettere sulla condizione degli
uomini e sul loro stato.
La descrizione dei funebri di I^leonora merita d' essere
riportata nel latino dell'autore:
« Etterebatur nocte hesterna fiinus divae Eleonorae, coniu-
gis tuae, inclite Dux, cumque una Inter concives funus se-
querer et tacitus feretro cadaver illius ut erat habitu compo-
situin beatae dare facibus circumseptum intuerer: oculos in
diversa revolvens te ipsum pullum cohopertum veste inse-
quentem natos itidem (deerat Alfonsus primogenitus, (pii tunc
gravi detinebatur morbo) germanum, reliquosque fratres nec
minus cives qui fere omnes tunc intererant moerore confectos
conspicio. Et fateor : obstupui et vox, acies sanguisque perit
cum te maxime squalidum et lacrimis perfusum intuerer.
Horribile namque mihi videbatur te, quem paucis annis
equo insidentem fulgentibus armis apertum Inter tot arma-
torum millia conspexeram, tali nunc veste involutuin cer-
nere. Quodque magis animum exagitabat erat illius examine
corpus quam ad hunc urbem venientem auro et gemniis or-
natam reginam aspexi equo nitente phalesis et cygno albiore
insidentem, ciun totus aether sonis, cantu plausuque reso-
naret modo veste tali ornatam brevi loculo jacentem ».
III. Ivi ora non molte parole ci restano a dire intorno a
un'accolta di nuovi poeti, dotti e letterati, la cui giovinezza
' ) Kleonoru aveva tra i suoi lilni mi' dpcra (U-1 Gogio. Jppciid. 11'.
■-) Avverto qui che nei regi.stii della fattoria è chiamato Bar-
tolomeo Gogò e non Gogio; sicché mi viene il (lii))l)io che l'iden-
tificazione non sia possihile.
') Il cod. reca iu fondo la firma autografa di Giovanni Gonzaga.
IL CIRCOLO LLTTLHARIO d' LliCOLE I. 165
fiorente si svolse nell' età d' Ercole I, tra le grazie e i favori
del Duca. Rappresentano una generazione più moderna ed
equilibrata; sono ardenti e pieni d'aspirazioni e d'idealità:
— gli uni più maturi d' anni e d' ingegno ; gli altri poco più
che giovanetti o adolescenti. La loro attività si manifesta
per vero in un' età più intensa e varia, che sfugge ai limiti
a noi imposti e invano ne ricercheremmo il nome nel nostro
inventario di libri, il quale non oltrepassando l' anno 1495
non può rappresentare che lo stato della biblioteca ducale
al chiudersi del sec. XV. Ciò nulla di meno, ci parve ch'essi
non dovessero essere trascurati in questo studio, per due
ragioni : perchè la loro prima e più efficace educazione va
richiamata all' età d' Ercole I e perchè possono tutti rag-
grupparsi intorno al feleluv^ nome della nuova sposa di
Alfonso, Lucrezia Borgia.
Con l' incanto della sua maravigiiosa bellezza, con lo
splendore dei suoi biondi capelli e la dolcezza del suo sor-
riso, con la gentilezza o 1' urbanità dei modi Lucrezia non
tardò ad acquistare in Ferrara la sim[)atia del popolo e
r amor dello sposo. Sin da quando con feste sfarzose e su-
perbi e solenni apparati si mostrò ai cittadini sul suo bianco
destriero, con la sua gamurra di velluto e sbernia di broc-
cato d' oro, tutta spirante fascino e seduzione, essa destò la
musa facile dei poeti degli Estensi ^ ).
Il maggiore di questi, Ludovico Ariosto, giovane ancora
e pieno i grand' occhi di sogni, quale lo descriveva Ercole
Strozzi - ) dovè restare abbagliato dinanzi a tanta e così fine
bellezza, per la quale lo Strozzi dettava i suoi più laboriosi
versi latini e da cui P. Bembo pareva subire un fascino
senza nome.
Sabadino degli Arienti bolognese fu cogli Estensi in con-
tinui rapporti di dimestichezza. Celebrò il matrimonio di
Annibale Bentivosrlio con Lucrezia d' Este, scrisse la vita di
') Lungamente il Rodi, Annali, III, e. 131 sgg. (C'ori, est. a. H.
3,9) i).irla dell'ingresso in Ferrara di Lncrezia e delle solenni e
sfarzose feste per essa allestite. Oltre ciò che ne dice il Gregorovius.
si veda anche A. Nani, Medafilioni estensi, Ferrara, 1902, pag. 7 sgg.
'-) 8t1!OZI pocfuc pater et Jilìus, Aldo. 1.5i;>. pag. 22.
166 CAPITOLO VI.
Anna Sforza; per le seconde nozze di Alfonso I compose
una nuova pregevole operetta^).
Non ci sorprenderà dunque il vedere nella libreria estense
una copia delle sue Porrettane -), dedicate nel 1483 ad
Ercole I e un esemplare della Istoria di Piramo e Tisbe ^ i
intitolata al medesimo duca. Questi ebbe per Sabadino una
vera simpatia, che manifestò in diverse occasioni e in di-
versi modi, particolarmente quando non isdegnò di tenere
al fonte battesimale uno dei molti figli del poeta che porto
il nome di Ercole.
E giacché siamo a Bologna, ricordiamo anche di volo
che Ercole I protesse pure uno dei letterati bolognesi pivi cari
a Borso: Carlo di S. Giorgio. Questi era già morto nel 1486,
nel quale anno il Duca di Ferrara concesse una donazione
alla vedova Maria ^ ).
A Bologna ci richiama finalmente il nome di un altro
personaggio che appartenne a nobile e cospicua famiglia.
Egano Lambertini è noto agli studiosi per aver protetto in
Bologna Sabadino degli Arienti, il quale gli indirizzò un' epi-
stola consolatoria di recente pubblicata-^). Aggiungiamo che
') Sopra S. degli Arienti si cfr. G. Campori, dio. Sai), defili J.
e gli estevifi. in Atti e meni, della Deputaz. di St. Patria per P Emilia,
N. S. voi. IV, ]'. II. 209 sgg. U. Dallabi, Bella vita e defili scritti
di Gio. Sul), d. J. in Atti e mem. della I)ep. di St. P. per le lio-
magne. S. Ili, voi. TI. 178 sgg. e Rexier, Gioni. star.. XII, 302.
Infine: Luzio-EENiEr:. Giorn. stor., XXXVIII. 49 sgg. — Notevole
nna lettera inedita ancora di Sabadino, eia Bologna 21 nov. 1482,
nella qnale il letterato Bolognese si rallegra con Ercole I, cliia-
Tiiato anche qui « compatre ». d' aver avnte buone nuove intorno
alla sua salute : « Intendendo essere quiui il physico Maestro Fran-
« Cesco Benci, 1" andai teneramente art trouare per intendere della
« Vostra Diicale Cel.""" ». Ardi, di Stato in Mortena. — Cancelleria.
— Medici.
-) Append.. IP, 348.
') Append., II-, 376. Sulla Storia di l'iranm e Tii<l)e rtell'Arienti
si cfr. Giorn. -stor., XI, 217.
*) Befiistro dei decreti, voi. XII, e. 24." « Deeretum donationis
« tertie partis domus quondam Joannis Baptiste de Nichilino facte
« d.ne Mariae Vidue uxori olira Caroli de Sancto Georgio ».
^) V. FiNZi, in Ateneo Veneto, XXIV, voi. I, fase. I-III. È regi-
strata nel catal. del 1495: « uno libreto vulgare.... in carta de
« bambaso, in prosa ».
II. CIRCOLO LETTI". I;A RIO D' IIRCOLL I. Vu
un accenno interessante al Lambertini si può trovare in
una lettera di Tito Vespasiano Strozzi a Battista Guarino ' ).
Riporto il passo in questione: « Ginevra et Lucretia, Nicolai
" fratris... filiae, non ininus pudicitia et animi boni^; quam
« reliquis praestantissiinis dotibus insignes, circa dieruni
« spatium nuper nobis ereptae sunt. Illa Kgano Lambertino,
« inter Bononienses equiti clarissinio, a quo propter suas
« innumerabiles virtutes mirum in modum diligebatur, paucis
« annis ante nuptui tradita, tres parvulos ex eo susceptos libe-
« ros in oppidd viri, quod Pijggium appellant, acri post par-
ie tum morbo implicita in aetate satis iuvenili extinta est ».
E accanto all'Ariosto, allo Strozzi ecc., un poeta, quasi
dimenticato, col più fervido entusiasmo magnificava lo spo-
salizio di Alfonso e in una breve serie di epigrammi espri-
meva la sua ammirazione i»er la Borgia.
Era questi Nicolò Mario Panizzato - ), del quale tocca,
nel suo celebre Dialogo, ^ i, Lilio G. Giraldi ponendolo con
Pietro Antonio e lacobo Acciainoli di patria, forse, fiorentini
ma dimoranti in Ferrara, tra i poeti migliori dell' età sua.
Di questo più assai celebrato per protondità e varietà di
sapere è Celio Calcagnini che, giovane, die' pure alle stampe
un suo carme latino per la venuta di Lucrezia in Ferrara ^ ).
Cosi nella poesia •"' ) come nelle scienze, riusci a questo sin-
golarissimo ingegno di procacciarsi una riguardevole fama
e meritati onori; per ciò che egli nr»n solo abbia coltivato
' ) La letti'ia è scritta da Koviiro, il 1." fcliliiaio 1479 o si legjft^
in REiXH.\in> J. Albuecht. Die Dreachn . Handschrift der Erotica
dex T. V. Strozzi, in Jìomanisclic Forschiiìiiien. YIL pag. 277.
-) BoRSF.ni. II. 93. Cfr. Luzio-Rexiei;. (fiorii, ."tor.. XXXV.
pag. 220.
^) Ediz. Wotkr. pag. .óS. Cfr. V. Rossi. Gioru. -sfor.. XXXVII.
246, sgg.
') È pul)ltlicato nell'Antologia latina del Costa.
^) Sn Celio Calcagnini si veda B.xuom. I, 287 sgg. e Tiuabo-
SCHI, VII. 163, 237. Indicazioni bibliogratiche in Lczio-Eeniek.
(rioni. i<tor., XXXV. 240-2. Due coiuponimeuti latini si conservano
nelI'Arch. est. di Modena (Buste dei letterati) indirizzati ad un
Ercole, che il Campi nel suo refiistro, non so con quanta ragione,
crede forcole I. Incominciano: « Ibat ])raepetil»us pnppis niea eon-
« cita ventis », e: « Sustulit Alcides niedijs milii tluctihus igues ».
168 CAPITOLO VI.
con alcun amore la poesia latina, ma alla numismatica ^ i,
alla fllosorta, alla eloquenza e persino alla medicina si sia
applicato. E in quanti rami di dottrina egli pose il suo
versatile intelletto, in tanti, adoprandosi con pertinacia e for-
tissimo volere, riusci eccellente.
Dalla Corte estense fu adoperato in importanti b'gazioni
o ambascierie ; ad Ippolito d' Este fu affezionatissinio e volle
con disposizione di testamento che i suoi migliori scritti,
esaminati meglio e raccolti, fossero consegnati al Duca
Ercole II - 1.
Quando a Lucrezia Borgia s' aprivano un po' a malincuore
le porte del Castello di Ferrara, Lilio Gregorio Oiraldi ^ ) con-
tava ventitré anni all'incirca ; Giovanni Manardo ■• ), G. M. Ri-
minaldi •'') Daniele Fini ") eran già maturi e grand(unente
stimati; Ferrara splendeva insomma per gloria di studi.
Quel leggero disgusto che il nuovo matrimonio d'Alfonso
aveva prodotto nella cittadinanza, soverchiato da un' onda
grande di allegria e dal tumulto delle leste solenni, fu ben
presto dissipato dal sorriso di Lucrezia, la quale in Ferrara
trionfò di tutto e di tutti.
') Celebre il suo elenco ilellc nioiictc d'oro del medagliere esteiisr.
Cfr. Doeum. ined. per xcrrirc alla atoria dei Muhì d'Italia, 18711. II, 100.
-) Si ricava ciò da un estratto dei suo testamento in Ardi. est.
di Stato.
■') Sopra L. G. Giraldi si veda: Bauotti. I. '^^2X sg»;-. <■ si cfr.
V. Rossi, Per la nonol. e il testo dei I)ialo<iki « Ih- poeti s uo.slr. tnu-
})orimi », in Gioni. xtor., XXXVII, i>a.<>;. 24tì sgg\
*) Barotti, I, 307.
■') Bakotti. I, 107.
") Barotti. Di D. Fini possiede un codice tutto autografo la
Bihl. di Ferrara. Gir. Axtoxf;ltj, op. eit.. n. 187, TroAasi all'estense
un suo poemetto ad Alfonso I: Alphonso Ferrariae duci innietU»imo
Erìdanus amnvis.: per IJ. Finum ferrarieniiem. Il codicetto («, F. 1,10)
è mendn-., di ce. 10. Per le relazioni eli' ebbe D. Fini con Sigismondo
d' Este, si cfr. Registro dei Mand., 1490, ce. 84, 129. Gli scriveva
Sigismondo addì 3 Die. 1490. « Spectate amice dilect.""' El se sono
« liauute da vui lire doandllia de marcii, le (juale liaueti date
« contante a Niliile da le lialestre mio camerlengo che sono per
« coiiiiiuto de la mia prouisioue de lano presente die me seti de-
« putato da la ducale caiuera » id. ìd., e. 201.
IL CIFtCOLO LKTTKRARIO d' KHCOU- I. 16*)
Savia e accostumata non esitò a chiamare la Borgia
Iacopo Caviceo ^ j nel suo Peref/riuo e di lei lasciò un dolce
ritratto Bonaventura Pistofllo, lo storico e biografo d' Al-
fonso I: <i Fu essa Lucrezia di venusto e mansueto aspetto,
« prudente, di gentilissime maniere negli atti, e nel parlare
« di molta grazia e allegrezza, e al sposo e Signore osse-
« quantissima').
Giova chiudere la serie dei letterati col ricordo di una
jìoetessa, il cui valore, a giudicare dal saggio che solo ci
A pervenuto par essere stato in verità tanto e tale da dare
il diritto alla critica di collocarne il nome accanto a quello
di ^^ Colonna, V. Gambara e G. Stampa •').
Barbara Torelli fu doinia di elevatissimo ingegno e di
una grande nobiltà di sentire, di cui die prova dettando,
in occasione della infelice e misteriosa morte del consorte
Ercole Strozzi, un vibrato sonetto spirante tutto fuoco e
passione. Con dignità e comjìostezza la Torelli imprecò al
fato e al tradimento, di cui fu vittima il marito; e dando
chiari segni di ben conoscere l'autore del misfatto rifuggì
dal nominarlo, quasi temesse di riaprire la ])iaga della sua
sventura. Cotesti vigorosi versi paiono indirizzati a qualche
non volgare persona^) e sono un documento prezioso a di-
mostrare r amore che dovè legare la Torelli al gentile poeta
latino. Unite dal vincolo del matrimonio, le loro nobili anime
dovettero ognora più stringersi e fondersi insieme nell'am-
mirazione alta del bello.
Se il riso delle muse allietò la vita della Torelli, ben le
mancarono invece i favori e le grazie, di che è prodiga la
sorte ai suoi prediletti. La morte d'Ercole fu seguita da
discordie famigliari e da liti che ridussero la disgi-aziata
poetessa a rivolgersi al Duca pregando di soccorrerla in
tale estrenntà : n Mi rendo certissima che V. Ex.*'-^ non sapia
') A. RoxCHiNi, .Jacopo Caviceo, in Atti e nniii. (h-ìla Deputaz. di
St. Patria di Modena e Panna. IV, pag. 209 ,sg<f. A. Alukiìtazzi,
lìonmmieri e romanzi del cinq. e dei seicento, Bologna. 1891. 7 sgg.
-') Atti e Mcììì. della I)ep. di St. Patria di Mod. r Panna. Ili,
pug. 493.
") Flamini, Cinquecento, cit., pag. 197.
*) CAitDUCCi. Le j>o(-.s(V hit., cit.. pag. 195.
170 r.\i>rroLo vi.
« gli stracij e cauila[tioni | che son usate a Cesar figlio dil
« quondam M.'^*^ Hercole Stroza iii|io| Consorte in la causa
« che nertesse inanti al V. M.'" consiglio.... fra le figlie del
« ((. M.''° M. Camillo Strozza e ditto Cesar.... » ^ )•
Il bisogno e la povertn di Barlìara debbono essere stati
COSI forti da olibligarla a rivolgersi ai figli. Ciò appare da
una lettera, a lei indirizzata, che suona - ) : c< Io recepeti la
« littera de V. S. a me gratissima ((uanto dir si possa, (.'osi
« la suplico a perseuerare in el modo comenciato che la
(( non mi po' fare magior sa.tisfatione et in litere alcuna non
« scrina Y. S. quello sarà fato né altro atio le litere non
« siano uiste: basta che ^^ S. fazi lo eff'ecto. Subito ho scrito
K a Bologna che per una uia o per una altra sia mandato
« 30 ducati alla tesaureria... Porsi N. S. Dio ne darà gratia
« che per lo aduenire seremo in megliore termine. Voria
« che V. S. me scriuessi 1' ultima resolutione de quello la
« u(jle dal S.'' Galiazo atio che fusti una uolta fori de queste
« diaularie... Mia moglie sta in un istante assai bene poi
« in un momento se amala che ni' è di grandissima afflic-
u tione », ecc.
(Josì adunque passò vita triste e agitata questa singoliu-c
(loiinn, clic fu si»osa di uno dei migliori poeti latini dell' et. 'i
suii (^ nel culto della poesia cercò e non trovò forse rimedio
o conforto alle sue sventure.
IV. Al sec. XVI appartiene per vero il vanto di aver dato
a Ferrara un numero riguardevolissimo di storici estensi.
Fra tutti, tiene il primo posto Gio: Battista Pigna, uomo
tra i più addottrinati dell'età sua; segretario e confidente
di Alfonso II, esperto e astuto così nei maneggi della [lul)-
M Ardi. est. di Stato. — Partirolaii : Tovolli. — La lettera e
autografa e reca la firma « Taurella S. » La luntilaKioiie del nome
e di parte della lettera dipende dagli effetti di un incendio, a cui
iiou ]>ofè sottrarsi chissà (piai ]>arfe dell' Ardi, estense.
-') Ardi, di Stato. — l'articolari. — La data par»^ : 6 Agosto ir);ì().
L'indirizzo è: « Alla 111. ma S." m." mia matre barbara Stroza
Taurella ». Non v'ha lirma.
IL CIRCOLO LETTERARIO D' ERCOLE I. 171
blica cosa come nell' arte di procacciarsi i favori e le grazie
del Duca; poeta di qualche considerazione, buon letterato
e cortigiano dei più ingegnosi.
E intorno al Pigna, altri storici si possono raggruppare :
Gerolamo Paletti, Alessandro Sardi, G. B. Giraldi. Tutti però
risentono 1' efficacia di certe particolari condizioni, alle quali
non poteva allora sottrarsi in Ferrara chi dettasse per la
Corte una storia della Casa estense. La questione della pre-
cedenza tra gli Estensi e i Medici s' agitava in quei tempi
con grande interesse e con viva partecipazione dei conten-
denti; onde gli storici tutti di Corte s'adoperavano, con
iscapito grande della obbiettività e del vero, a far trionfare
le ragioni dei loro Signori.
Uno storico soltanto, chiuso tra le mura di un convento
di carmelitani, lontano dalle ambizioni e pretenziosità cor-
tigiane. Fra' Paolo da Lignago, con mente calma e con se-
renità di giudizio scriveva nel 1557 una cronaca di Casa
d' Este, mirando non già a scopi e fini particolari, ma te-
nendosi rigorosamente, come poteva, alla realtà dei fatti.
Fra Paolo da Lignago può essere considerato fra i cro-
nisti degli Estensi, come il successore di Pellegrino Pri-
sciano ^ ). Il quale non fu stimolato da alcun tendenzioso
intendimento a comporre la storia dei Principi di Ferrara,
ma fu mosso soltanto dall' amore per i suoi protettori, dalle
sue belle doti di ricercatore e di studioso e certo ancora
dalla favorevole condizione in cui lo poneva il suo ufficio
di bibliotecario ed archivista di Corte.
Io potrei facilmente dilungarmi intorno a Pellegrino Pri-
sciano di Prisciano con trar profitto dal suo copioso car-
teggio coi Principi e dai molti documenti, che in via diretta
o indiretta lo riguardano.
La grande riputazione goduta dal padre presso Borso
d' Este dovè contribuire a rendere in Corte bene accetto
Pellegrino, che sostituì presto il genitore, se non nelle ca-
riche, per lo meno nella sua qualità di familiare dei Duchi - ).
') Sopra il Prisciano, si veda Borsetti. I, 13ó; B.\r!oTTi. IL :;i
e Luzio-Rexier, Giorn. stor., XXXV, 252.
-) Prisciano Prisciani fu fattor generale e consigliere tli Borso;
Pellegrino fu eletto conservatore J«r/«w Ducalis Cameiae tt Comunis
172 fAPiroLO VI.
Ebbe tre fratelli per lo meno : Matteo, Giovan Battista e Sci-
pione; fu discepolo di Giovanni Valla e del Regioniontano ;
sposò una figlia di Lancellotto Zoffi nobile ferrarese, di nome
Maurelia; la quale morta, impalmò una certa Beatrice, figlia
forse di (iio: Luca Pontremoli, segretario ducale V). Ebbe
parecchi figli, di cui il })rimogenito si chiamò Ludovico. Fu
uomo di molta e varia dottrina : astrologo, matematico, ret-
tore, storico, poeta, buon intenditore delle lingue classiche,
lettore allo studio di Ferrara ^ ). Nella sua vita e nelle sue
relazioni manteime sempre qualche cosa di pedantesco e di
professorale. Lna sua lettera a Paolo Antonio Trotti tratta
della magnificenza del creato ; una seconda ad Eleonora
d'Aragona s'aggira intorno a questioni astronomiche; con
un preambolo greco s' apre una terza al Duca, la quale per
riferirsi alla sua carica di archivista gioverà riprodurre in
parte. È del 19 Agosto 1475^): «.... Nicolò Bruza... si è tran-
Ferrariae, « cioè, se non fallo. — dice il B.A.KO'n'i, II, 34 — tìscale
« della Camera e del Couiiiue ». 8i l'ifeiivsce a questa .sua carica il
seguente niandato, che tolgo dal re(jiMro del 1488, 4 gennaio : « Vos
« factores generales poni ef descrihi faciatis in biiUeta Salariatoruni
« spectatuni Equitcm d. ))eregrinuni pri.scianum conseruatoreni
« electuin .Jnrium illiu.s Camere ac etiani Communis Perrariae ad
« rationem librarnm uiginti vdtra alias libras uiginti quas liald-
« turns est ab ipso communi Ferrarie singido mense et ita de ipsis
« uiginti libris ipsi L). peregrino responderi faciatis incipiendo in
« Kal. huius mensis ». Secondo il Rodi, Annali, (ms. in Bil>l. est.
Ili, e. 77), il padre di l'ellegrino era ancor vivo nel 1479, nel
quale anno Ercole gli confeniin le donazioni, che gli avea fatte il
Duca Borso.
' ) Il nome di Maurelia è dato dal Barotti e dal cod. est. a. H.
1.13. Il nome di Beatrice si ricava anche dalla seguente lettera
{Iteg. dei Marni., 1497, e 221'): « La u.ra Ex. per sua benignità
« et gratia, per il megio del magnif. patre mio m. Zoannelucha.
« douete a li anni passati a m. Peregrino mio lionor. Consorte
« quelle terre et feudi de Villanoua marchesana »...
^) Come lettore di astrologia percepiva lo stipendio di liorini ;">().
Tolgo questa notizia dal cod. est. ital. a. H. 1,13.
^) Cancelleria. — Letterati. — l^na scrittura di Pellegrino in-
torno al monastero di S. Antonio da Este e alle due beate Beatri<d
— 1' lina figlia di Azzo VI, l'altra di Aldobrandino II — si legge
nel cod. est. y.. \\ . (5.28.
IL fiRroi.o r.F.TTERAKio d' ercoi.l; I. 173
« sferto da mi cum le littere che io scrissi a dì passati: et
« per parte de V. E. mandato dal mag. Paulo Antonio [Trotti |
" mi ha richiesto quilli libri, compendij et ricordi che io
'( liaueua et de che io haueua scripto ad y. Celsitudine. Et
« essendo io in lecto mandai epso Ser Nicolò in la mia
« saluarobba ad veder tutti li libri non tanto di camara,
« ma ogni libro che facesse a proposito de ^^ S. et cussi
« lui tolse quilli che li parse.... ■>.
La voluminosa storia estense di Pellegrino Prisciano non
fi giunta integralmente sino a noi. Alcuni libri sono andati
smarriti e forse perduti; i rimanenti, e cioè itomi 1, 4, 7, S
e 9 si conservano nell' Archivio di Stato in Modena.
La cronaca del Prisciano, pur essendo qua e là, in ispecie
[>er i teuipi più ^lontani, destituita di valore, è tuttavia una
delle buone fonti per la storia della Casa d' Este. Scritta
senza preconcetti e intendimenti, che forzino la verità, di-
stesa in un facile latino, composta con studio e fatica, essa
godè presto di una buona fama. Nel secolo seguente Gio;
M. Barbieri ne faceva forse ricerca per inviarla a Roma,
donde eragli stata domandata ^ ).
Il proemio è dedicato al Duca Ercole I e un sunto di
esso è già stato dato dal Barotti, presso il quale possono
trovarsi giudiziosi apprezzamenti sulla storia del Prisciano.
Il Campi nel suo registro di letterati estensi - 1 non esita a
scrivere che Pellegrino dovè imprendere la sua narrazione
circa il 1495, aggiunge che egli la volle intitolare De Fer-
rariensium rebus e sulle vicende di essa dà qualche inte-
ressante particolare.
Ni»n accade di doverci intrattenere a lungo sopra L'go Ca-
lefììni, notaro e autore di una cronaca rimata di Casa d'Este ^).
Fu protetto <la Borso e da Ercole I, il quale lo volle sino dal
primo anno del suo governo notaio della spenderla Ducale *).
■) G. C'A.Mi'oiji. Lettere di xcriit. ital. del xec. AT/. in Scelta di
cur., ecc., CLVII. pag. 23.
^) Ms. nelI'Aich. <li Stato in Modena.
') Fu pubblica «la A. C.\l'PKr,i.i, Notizie di U. falerni, in Alti i-
meni, della J)ep. di St. Patria di Modena e Parma. II. 267 sgg.
*) Alcune sue lettere si conservano nell' Arcbivio di Modena.
«.Quattro Uf piibbliii» il L'.wvkiaa. op. r/7.. :^)x-9. Per dare un' idea ilei
174 CAPITOLO VI.
La sua cronaca è interessante per alcuni minuti parti-
colari, che qua e là si rilevano e per i quali essa tiene al-
cuna volta le veci dei documenti; ma in generale è scritta
con intento apologetico e con versi molto poveri e rozzi. La
maggior parte di essi risulta di ipermetri reali e tali da far
credere che 1' autore li abbia cosi voluti non per deficienza
di orecchio o di studio ma per iscopo d'arte: forse per dare
maggior colore di popolarità alla sua cronaca.
Non di rado l' espressione ricorda per ingenuità e per
freschezza la poesia popolareggiante e la frase par attinta
dalla bocca di un improvvisatore. Si senta infatti come Ugo
parla di Leonello :
Co.stiii parea l' arco che iu cielo uase.
Sì era bello, biondo e colorito.
Uno bon signore li era de pase;
Tu non lo vedevi mai sinarito :
Le cative parole sempre le tase ;
In alcuna crudeltade el non era fito ;
Sempre parea e] sole che ridesse :
Quanto li piaceva li vespri con le messe '
Minori notizie si hanno intorno a Bartolomeo Cava-
lieri, 1) storico estense, del quale nessuna opera noi non
abbiani mai potuto vedere. Egli viene comunemente lodato
per la sua valentia nell' armi, nella diplomazia e nelle let-
tere. Fu chiamato presso la Corte estense nel 1478 ed ebbe
allora modo di farsi apprezzare per la sua sincerità e fe-
deltà grandissima da Ercole e da Alfonso I.
servigi ai (]uali tn-d cumainhito il Calcttiiii riproilurrò il princii)i<) di
un suo biglietto inedito a Borso, 24 maggio 1463: « L'è (juesto dì
« ad ore xvii.J ariuato lo Sp. Caiialiero et doctore de lege Messer
« Theodoro di l'iatis zentilhomo da Millano cuin cinque famegli et
« sey Canali al hostaria del Anzolo [osteria assai nota, nella (juale
« alloggiavano talvolta i cantambanchi, che si recavano presso gli
« Estensi]; compagno del Ill.nio Conte Galeaz da Milano il quale
« viene per aiubasadore da la 111. ma S."" de Vinexia et domatina
« se partirà per transferirse nerso Millano ». Altre notizie su Ugonc
Caleffini ho trovato nei Bcgi-stri dei Mandati del tempo di Ercole I.
') Sul Cavalieri, si cfr. GuAiuNi, IV, 283; Bellini, pag. 43:
LiHA.Noui, III, .52, col. 2; I^(ìhi. pag. 124 e A. Cappelli, .-itti e
ntein. della Ihp. di t^l. l'ut ria di Mud. e l'arma, II. pag. 424, n. 1.
IL rir.Tor.o i.f.tti.r ahio d' Ei;roLL i. 175
È noto eh' egli si recò nel 1481 in Ispagna come can-
celliere del Duca di Ferrara ^): posso aggiungere che nel 1503
era inviato alla Corte d' Inghilterra ' ) e che già dal 1482 egli
trovavasi in discordia con Pellegrino Prisciano, come si ha
da una lettera di questo indirizzata a Niccolò Ariosto ca-
pitano generale del Polesine di Rovigo^).
Scrisse la Storia e successi della guerra e difesa di
Rocca Possente e una Vita d' Ercole I : delle quali opere
dicesi si siano giovati Gaspare Sardi e il Pigna.
Fu certamente personaggio di gran conto : in relazione
eoi Bentivoglio \) e con altre case principesche; protetto do
Eleonora d' Aragona, singolarmente amato da Ercole I.
Cosi abbiamo rapidamente passati in rassegna, se non
tutti, certo la maggior parte dei letterati che ebbero qualche
rapporto di rilievo coi Duchi di Ferrara •' i. Ma con ciò non
') A. Cappelli. Oj>. cit., 1. cif.
■-') G. Ca.mpohi, (ìli oroìngieri defili Jixtenxi, in AUi e inem. dvUu
lh'l>. di St. l'afria dell' Jùniìia, N. S. voi. II, pag. 7 dell' estr.
•■') Tolgo ([uestii iiotiziu dal l\<'gistro dei letterari d«d Campi. —
Areh. est. di Stato.
') r. Dallari. ('arte<iiji(i eit.. pag. 96. n. I.
') Aggiungo ([ui in nota jioelii cenni infoino ad alcuni letterati,
(die pur essendo stati in rajtporto col Duca, non possono essere ri-
tenuti parte del suo circolo letterario. — Cogli Estensi fu certa-
mente in relazione Frate Francesco da Ferrara, intorno al quale :
Lezio -Ren'Iku, tìiorn. ator. XXX\', 245 sgg. — Anche si trovò con
essi in dimesticliezza, soi)rattutto con Ercole ed Eleonora, (luelP in-
signe canonista e infaticabile studioso (die in Felino Sandeo. (Si
cfr. Bakotti, I, pag. 18 e Tiiìahoscmi. VI, t)24). Xell'Arcli. est.
di Stato (Aml)asciat. a Homa) si conservano molte sue lettere, che
danno prova de' suoi buoni rapporti col Duca. Per la morte di Eleo-
nora, Felino scrisse ad Ercole parole di conforto: «Se Dio ha chia-
« mato a sé la candida anima de la mia Ducissa. non mi pare da
« dolersi: piti presto è da ringraziare I)io <lic naiici la sua noca-
« tioiie li habia date tute le alegreze che lei jtoteua desiderare a
« (juesto miindo: N'iiuin in priucipatu triumphantein : tilios ad
« quae<iue magna aptos .... tilias in nobilissimis doiuil)us collo-
« catus ». Ma in \'crit;'i un glande dolore non ]i(ire non cagionare
al Sandeo la mortt^ della Duchessa: la ([iiaU^ s'era occupata talvolta-
in sua vita di Felino e delle cose sue (Cfr. lett. in Ardi. est. di
stato). — .\ l-'errara soggiorno ])iiie Bernardo Heiiibo rappreseli-
176 CAPITOLO VI.
possiam dire di avere illustrata convenientemente la coltura
della corte estense; restano ancora molti altri ddtti uoinini
che richiamano ognora la nostra attenzione.
raiitc fli'llii Ke})ubblica di Veuezia (Ciax, Gioru. xtor., IX, pag. Tà),
iutriu.sei'o degli (Strozzi e amico degli Estensi. Uiproduco a questo
proposito parte di una lettera di Ercole I ad Alberto Cortesi oratore
a Venezia (28 maggio 1480): « ... unde credenio che tra per il ])ar]are
« nostro tra jkt quello liauerà referito il M.*"' in. Bernardo Bembo
« per le parole gli dicessimo (|ni : perchè cnm sua M."' haucssimo
« lungo ragionamento: quella brigata doueua assettare l'animo suo
« ])er il facto nostro che iu nero ha per institicatione in se: I>ene
« liaressimo grato intendere (juale relatione hauera facto (lieto m.
« Bernardo la oltre et clic ragionamenti sene scrauo facti. Sì che
« uediti de inuestigarlo destramente et aduisatine del tuto ». (Ardi,
di Stato — Aiiib. a ^'(■nczia). — Tra gli storiografi merita jini d'es-
sere ricordalo (pici irate Battista l'anezio o Panetti carniclirain».
del quale abliiaui già discorso a pag. 128-9. Egli .scrisse una storia
latiua ili jirosa della Contessa Matilde conservata nel cod. est. a.
\'. y. 7. che si trovò ili possesso di Alessandro Sardi.
VII.
Alcuni cenni sulle Scienze e sulle Arti
alla Corte d' Ercole I.
Lettere e scienze alla Corti- di Fernira. — Francesco Ariosti. —
Niccolò Leoniceuo. — 1'. l'risciaiu). — (ili studi arelieolof^ici :
Felice Feliciano u Ferrara. — (tIì studi «icografici. — Le scienze
giuridiche :F. Accolti, ('. l'assetti. A. H. Barhazza. — La Medi-
cina: Francescliino da Verona, Soncino Benzi, G. Castello. Bat-
tista Piasio, Ludovico Carro, ecc. — L'Astrologia: Pietro Bono
Avogario, Giovanni Arquati, ecc. — Le Arti in relazione colle
lettere. — La pittura. — A. Mautegua e F. Nuvolone. — Cosine
Tura e T. V. strozzi. — Lo Speraudio. — La miniatura. — La
Musica. — La danza. — I giuochi, ecc.
La società colta ferrarese è costituita non soltanto di
letterati, di storici e di poeti, ma ancora d' un gruppo eletto
di scienziati e di artisti.
Le scienze come sono degnamente rappresentate nella
libreria principesca, cosi sono protette ed appoggiate dai
Duchi. Medici, giuristi, astronomi, astrologi, archeologi s' ag-
girano nel Castello di Ferrara insieme agli eleganti uomini
di lett( ire : godono, C(jme questi, le grazie dei Signori ; tro-
vano, come questi, i Principi disposti ad ascoltare le loro
pregliiere, i loro C(jnsigli e propensi conumque a favorirli.
Le condizioni di coltura del tempo permettono anche tal-
volta ai letterati di riuscire singolarmente competenti in
vari ordini di sapere, e nella Corte quelli appunto sono i
preferiti che all'ornamento della poesia e degli studi più
vaghi e gentili sanno accoppiare la gravità d'una vasta
erudizione nelle discipline scientiliche.
12
178 r.vPiTOLn VII.
Troviamo perciò nella Corte estense alcuni singolari eru-
diti, che i)OSSono essere consultati cosi sopra questioni di
filosofia, come sul merito d' una composizione letteraria, che
sanno dilettare con un ingegnoso sonetto un' accolta di dame
e di cavalieri e possono trattare questioni di medicina, o di
astronomia, o di diritttx
Sono piccoli portenti di sapere tenuti in Corte come ma-
raviglie; adoperati negli uffici più diffìcili e delicati e pre-
feriti, fra tutti, dai Duchi.
Uno di cotesti uomini pel loro tempo enciclopedici è
quel Francesco Ariosti ferrarese, del quale ahbiam già ri-
cordato la sorprendente versatilità d'ingegno. Non riusc'i
eccellente in veruna cosa; ma in tutte non mancò di
procacciarsi qualche rinomanza. Fu giureconsulto, medico,
poeta e uomo capace di sostenere ambascerie di non lieve
momento; scrisse di religione, conqiose una interessante e
vaga rappresentazione latina ' ) ; esereit(') l' officio di podestà
') h' Iside di F. Ariosti pii<> dirsi ilei tuffo sconosciuta. Ne toccò
il Baruffaldi nella Vita di L. Ariosto (pag. 129), e ne parlò jiurc
l)reveineiite il Cakducci, l'oexie lat. cit., pag. 38, al qnale uni-
camente si attenne il D' Ancona. Olivini-, II, 132. Non so se il cod.
di Reggio, fonte del Barulfaldi. deliba' essere veramente ritenuto
quello ste.sso che trovasi ora in òild. estense {ry.. Q. 7,32).
L' Iside fu rappresentata, di(-e una nota finale, dinanzi a Leo-
nello, alla Corte, alla nolnltà ferrarese, e a gran numero di citta-
dini. L'esito, a sentir gli epigranind scritti in quell'occasione da
Girolamo Ca.stello e da altri, fu dei \nh felici. I personaggi paiono
essere cincjue — o forse quattro: — i protagonisti sono Iside e Ca-
rino. Cu prok)g(^ e un avvertimento di un banditore aprono la rap-
presentazione, la (juale cousta di due elegie e nuli' altro: la prima
è detta da Carino, la seconda costituisce la risposta di Iside. Carino
si lamenta di trovar triste e al)I)andonata la casa di Iside allegra
per il jiassato di .suoni, di canti e di risa; ]ioicliè traevano i giovani
ad essa
....velut Mil Haclii solcnuiiu sacra (|iJotaiiiii->
(irecia directo tramile teiulit iter.
Anche Iside è artlittu e desolata e <l:i segui evidenti <li grande coster-
nazione: si straccia le vesti, si batte il ]ietto. si strappa i caiielli :
Insontes crucias artus laceras(|iie capillos ?
La vaga fanciulla risponde piena di mestizia e dice che non ])iii
vengono gli amatori alle sue case — non il bel «Julus» neppure
ALCI'NI rnXNI SfLI^E srinXZE E SfFJ.E ARTI F.rc. 170
in vari luoghi: a S. Felice, a Sassuolo, a Montecchio o a
('astellarario Strozza ^ ).
Tu dì gli accade di gettar gli occhi su Eusebio; lo legge,
lo ammira, ne spreme molte e varie sentenze e ne ricava
un dialogo, nel quale due illustri personaggi della forte
estense sono posti a ragionare: Teofllo Calcagnini, che bra-
moso di sapere, propone le questioni; Gerolamo Castello,
che per essere uomo di grande dottrina è chiamato a ri-
solverle'-). Altra volta imagina che la «venerabile Suor
Idea » deblia tenere un sermone cerimoniale sopra la Puri-
ficazione della Vergine alle consorelle del Convento di Santa
Chiara nel sacro monastero del Corpo di ("risto. Ne scrive
un lungo discorso in volgare e conclude : « Unde poi la nocte,
(( uegnesse mo donde si uolesse, mi uenne sj)irito di trouare
« questo magno nuome ydea et inponerlo a una di queste
« diuote sorelle fingendo epsa la pronunciasse vulgare per
« obedientia a questo nitidissimo choro nostro: laqual parte
<( doue si sia aprouada da le obseruande charità nostre,
« bene la lassiarò ne gli propri] termini, la unde autem non
il caro giovinetto « Marcelliis » — perchè essa è ormai decisa n
darsi a penitenza e confessa clie la ])arola di un santo nomo l'ha
convertita :
Diviniis veiiit nostras orator ad oras
Nuper et hic mundum temnere me docuit.
In luctus inonuìt cotivertere gaudia sanctus.
' Gatidia si quaerat vita futura pia:
Panoque vel limplia maestam depascere corpus,
Jeiuno saepe veiiter domare meum.
Kt docuit vaiios velis operire capillos
Vincta purpiireas stringere sponte genas.
Ornabant bullis gemmisque monilia frontem :
Pro bulla et gemmis cru\ niihi sancta datar...
T/ Ario.sti nel prologo chiama la sua rappresentazione « fabnlam
veridicani », né farebbe stupore che il poeta avesse realmente
adombrato ne' suoi versi uno di tinei casi di eonvertimenti, dovuti
a sacerdoti o predicatori, tutt' altro che rari ne! Qnattroòeuto.
') Bakotti, II, 12-13. Poche notizie sulPAriosti danno il Maz-
ZUCHELLI, I. 1>. II. 10.58-9 e il TlRAHOSCHI, VI, 185.
-) Cod. est. a. T. 6, 28. e. HV.
180 CAPITOLO VII.
« gli andasse per mente ecco presto sarò a radurla nella
« pristina soa forma » ' i.
Più nota è la sua originale operetta, scritta per Borso,
sull'olio ili sasso, nella quale spone le qualità e le virtù
d' un petrolio che, secondo le varie esperienze fattene, opera
guarigioni e compie miracoli. Lo stile è pieno di piacevo-
lezza e di abilità ; la materia non è prìxa. di qualche inte-
resse ; si che questo scritterello meritò d' essere stampato
più d'una volta e ottenne anche una discreta fortuna 2).
Per Eleonora d' Aragona scrisse V Ariosti nel 1480 un va-
ghissimo resoconto in latino di un suo viaggio a Mantova :
« ho descripto — dice egli medesimo nella lettera introdut-
« tiva ad Ercole — la fausta andata a Mantoa de la 111.™' \'.
« e fìdelissima consorte Madama Heleonora : la felice sua
« dimora in Mantoa: il fortunato e prospero suo ritorno
« cuin tanti festareci gitjrni » ■' ).
In Mantova 1' Ariosti avrà riveduto Isabella d" Este, eh" egli
certo dovè conoscere bambina e dovè teneramente amare
a giudicar dalla dolcezza con la quale in un suo scritto,
già da noi ricordato, sopra una nuova Cappella eretta per
Eleonora, ricorda che lungo la faccia di una parete amvni-
ravasi l'imagine della consorte d'Ercole I « hauendo a li
« piedi su uno cossino de broccado la dolce ydea de Ysa-
« bella infante so' primogenita, so' delicia, so' coresino fabri-
« cade per mane de Bartolomeo Pallazo pletore. » * )
Se l'opera sua varia e interessante"') è abbastanza cono-
sciuta, non cosi accade dei casi della sua vita. Riesce an-
zitutto assai difficile allo studioso distinguerlo sempre da
un altro Francesco Ariosti, che visse nel medesimo tenii)0
') C()d. cit.
-) Nel 600 (la 01iji,«'no Jacoheo. professDre ut-li' Ateneo di Co-
peuhagben, e nel 700 da B. Kaniazzini. Si efr. A. M.\(;<;hh;a. L'uixia
ifiienica di II. lìamazziui, Modena . 1902, pag<^. 25 e 72.
») Cod. est. "x. (). It. IS.
*) Cod. est. X. W. 4, 1. Si cfr. Vkni ri:i. /." .Irle fcnar. ini jxr.
d' Ercole 1, cit.. pag. 39.").
'") Altri suoi eoniponiiiieuti md cod. Hi-vilae<|ua. Si cfr. Anto-
Nelli. Indice cit.. mi. 7(1. o.'vì. ;>97. VM.
ALCCNI ( F.NM SULLK sclKNZI-; K srLLt: ARTI i:( C. 181
presso gli estensi, che fu siniscalco di Korso ed è a conside-
rarsi zio di Ludovico ^ ).
Farmi tuttavia possa essere riferito al nostro letterato,
pel modo col quale esso è concepito, un mandato di paga
emanato in favor suo da Horso il 1466 • ). Borso amò gran-
demente Francesco Ariosti e della ducale benevolenza a suo
riguardo resta un documento curioso nella letterina che il
Principe gli scrisse per ringraziarlo della dedica dell' ope-
retta sull'olio di sasso: « Le uostre littere habiamo lecte
« cum dolcezza et piacere assai, per che elle sum ellegante
« et ornatissime. El libreto ce hauiti mandato cum epse ni
« è acceptissimo sì per la materia sì per che è tuto gentile
« e limato e terso e digno d' ogni principe et così ve com-
« mendiamo del studio e lucubrati(ìne gli hauiti posto et
« anche ui hauemo gratia del presente tuto nobile e polito » ^).
Pieno di varia erudizione fu un umanista vicentino molto
caro ad P-rcole I: Nicolò Leoniceno. Dotto nella medicina,
nella filosofia e nella storia naturale, eccellente conoscitore
della lingua greca e latina, professore a Padova, a Ferrara,
a Bologna, fatto segno alla pivi costante e devota ammira-
zione dei contemporanei, egli fu un vero arsenale di varia
erudizione.
Si accinse ad opere le più svariate per soggetto e per
intendimenti, come a traduzioni dal greco di Storia e me-
<licina e musica; compose un'operetta, qual è quella sugli
errori di Plinio e d'altri autori, che fu allora prova di una
grande sapienza e più ancora di un grande coraggio. In
') Debbono infatti iiferir.-JÌ a cotesto seroudo Francesco Ariosti.
insignito in Corte di onorevoli distintivi, le notiziole ch'io sono
linscito a trovare in nn Libro di mas-saria di Modena, 1409-62, in
un lìedistro di massaria 1474, e 255. e nei Caiastti J-Jsfoifi. FG. 171
(2 Febbr. 1470) e D. E. 247 (5 Genn. 1474).
-) Reg. dei Mand., 1466, e. 110. « Vos fact. gener. solni faciatis
« spectato Doctori et doctissinio Viro d.no Francisco de Ariostis
« libros trecentas ni. ex iis qnae exigentur ex condemnationibus
« Camere dncalis ». — Si riferisce invece all'altro Francesco nn
documento che si legge in lieti. Mand. 1466. e. 189. Quivi viene in-
fatti nominato un suo fratello Ludovico. Cfr. Litta. Atiosti. tav. III.
=*) Ho tratta la lettera dal cod. Campori : y. 5. 6.43. e. 60^ ^'edi
anche Maggiora. Ojj. cit., pag. 73.
182 CAPITOLO VII.
essa non si fece scrupolo ili discutere passi di antichi scrit-
tori sino allora citati come autorità infallibili e sollevò colla
sua franchezza e col suo ardimento dispute violente e utili
discussioni. Insegnò pure allo Studio di Ferrara e seppe al-
levare discepoli, il cui nome suona a gloria del maestro ^ ).
Superiore all' Ariosti per profondità di dottrina e per gra-
vità di pensiero, ma certamente meno noto del Leoniceno
è quel Pellegrino Prisciano, che ad ogni ora incontriamo
sul nostro cammino e che fu veramente uomo per l' età sua
enciclopedico. Nella corte estense seppe elevarsi a una re-
putazione incondizionata in virtù della sua competenza in
fatto di affari, di libri e sopra tutto di antichità. Fu uomo
di molta fama in Ferrara e fuori e il suo nome era pur co-
nosciuto con onore da Alfonso d'Aragona, che di lui scri-
veva agli Estensi con frasi di ammirazione ° ).
L'amore delle antichità, se non fu cos'i vivo come in Leo-
nello, tuttavia si manifestò in Ercole I con buoni effetti.
Sappiamo che il Duca donò dodici immagini di imperatori
romani in marmo fino al Comune di Ferrara: comperò me-
daglie d'oro, cammei, antiche monete, statuette di bronzo,
gemme incise^), ecc.
In tal modo il principe andava arricchendo ed aumen-
tando il suo ricco medagliere e la sua collezione di cose
antiche, per le quali egli nutriva quella predilezione che in
Ferrara destavano le nuove preziosità disseppellite.
In Ferrara si fermò infatti un umanista « antiquario w, che
fin qui non è stato fatto oggetto di studio particolare: Felice
Feliciano, tipo singolarissimo di erudito, curioso d' ogni cosa,
pieno di una grande esperienza acquistatasi viaggiando in
Italia e fuori, letterato e scienziato, per quei tempi, dei più
interessanti.
Amanuense^), miniatore-^), poeta originale e autore di
') Sul Leoniceno ho jjià <-it. in altro luogo lo studio coscienzioso
efl utile ili D. Vitaliani.
'•' ) Arch. di Modena. — Letterati : Prisciano.
•■■) Venturi, L'arte ferr. nel periodo d'Ercole, cit., pag. 115.
*) Fu scritto dalle sue mani il cod. est. Cabassi : a. N. 7,28.
') F. Carta, Codiei corali e lihri a stampa miniati della Biblioteca
Nazionale di Milano. Eoma, 1891, pag. 61.
ALCUNI CENNI SULLE SCIENZE E SULLE ARTI ECC. 183
disperate ^ ), venerato dagli uni, scliernito dagli altri, pieno
di dottrina e sempre povero, egli merita in verità una con-
siderazione particolare come esperto nella scienza archeolo-
gica ^). Di cotesto suo amore per le antichità egli ha lasciato
testimonianze non dubbie. Raccolse iscrizioni e p(M' di più
in un codice bresciano, che lo riguarda, troviamo queste
sue righe ad un amico, che recavasi in Grecia -^ ) : « et d' una
« cosa ti prego, che nella tornata tua mi porti alcuni libri
« essendo la Grecia matre et doctrina de li nostri studij et
(( io manco de libri. D'altra parte te ricordo et pregt) elio
« pigli copia di quelli eiiigrammati che troverai per li muri
« antiqui e nelle torre, porte e ponti: et nelli simulacri et
« in qualunque altra parte perchè tu sai bene quanto mi
« saranno grati ».
Rispondeva l'amico suo Calisto Montano: «...li libri, li
« quali mi ademandi, se mi capitarano te ne portare, perchè
« desidero te servire... et quanto più potrò epigramati ra-
« gunare latini e greci te ne arecar(") justa copia, perchè
« simile cose acte e leggiadre fanno per la tua virtù...»
E si senta con quale strana vivacità il Feliciano parlava
delle sue scoi^erte di codici antichissimi ■■ ) : «. Il mio appe-
« tito il quale doppo nacqui ho sempre cognosciuto insacia-
« bile mi ha conducto da Roma infìno in Liguria per vedere
« alcuno antiquo volume inteso per relazione dil mio amico.
« Et gionto a Papia nell'antiqua bibliotheca di s. Hilario
« ritrovai molti fragmenti de libri longobardi et una insti-
« tutione scripta in cortic*^ di arbore, et un libro in lingua
« arabica il qual tracta de Sideri del cielo et uno altro scripto
^) Flamini. La lirica toxcana del Rinascimento anteriore al tempi
del Maijnijico, Pisa, Nistri, 1891, pag. 532. 8i veda anche: G. B. Giu-
liani, Della Ietterai, reron. al cadere del xec. XF, Bologna. 1867.
pag. 62. E si cfr. T. Toui-ek. Bihlioijraphia (reograjìhica l'alestinae,
Leipzig, 1876, pag. 49. — L)i\erse notizie sul Felieiano sono state
raeeolte di recente da G. Rossi, Giorn. star., XXX. p.ag. 17. n.
'■') MoMMSE.v, Corpus Inscrijìtionnm Latinarum, ecc.. III. I. ]>ag.
XXIV e V, 2, pag. xvii.
') Cod. C. II. 14, e. 26. Mi valgo di alcuni estratti desunti da
cotesto codice dal cav. A. G. Spinelli. Contiene disperate del no.stro
il cod. Marciano ital. IX, 257.
•*) Cod. brese. cit., e. 79'.
184 CAPITOLO VII.
« in coio (le montone in lingua hebrea oue nidi grandissima
« parte del Talmuch e nello extremo de ditto liliro ritrouai
« la festiiiitade de Judei, come nel primo giorno de setteml)rt'
« fanno cenno de la creation di! mondo e danno principio
« a li anni suoi » ecc.
Amante delle lettere e della poesia, il Feliciano a] (prezzò
anche la musica e ad un amico suo egli scriveva in tal
modo : « Sententia è di tutti i Philosophi che la musica el
« sonare el cantare sia alimento del V anima e per questo
« habiamo testimonio che ella uengi dalle sedie del cielo
« oue ogni armonia sempre risulta. Io le ho udito tante volte
« modulare la cytara cum (piella Suauità che non mi seria
<( stato in quel puncto graue il morire. Tuti gli afficti mei
c( spiriti si rallegrano nella tua lettera, tutti li mesti pen-
« sieri da me sgombrano in quel punto che le tue angele dite
i< toccano le coi'de. Tutta la mia infirmità corporale si di-
« mentica la sua passione, perchè io credo che nullo nie-
« dico, nullo Esculapio, nulla herba, nulla parola o pietra
« potrà farmi uscir sano che la dolcezza del tuo bel sono ».
Felice Feliciano fu senza dubbio a Ferrara. Egli stesso
scrivendo forse a una sua amica, dice: « io non meno di
« abbracciarti desidero e ])erchè mi sento occupato i)er for-
ce nire alcuna facenda in Ferrara, non uenendo io te, uenerà
« la presente littera in Venetia a ritrouarti e dirotti come
« tornato sia de Germania... che io aspetto uenirti a uederti in
« quelle aque Adriana e porterotti la gallica storia di Dru-
« siilo flolo del conte Rodolfo, la qual ho tirata in luce et
« idioma materno et al tuo splendido nome destinata ».
Dopo r archeologia, diremo poche parole della Geografia
prima di passare a discorrere di due discipline fiorenti in
Ferrara nel sec. XV: il Diritto e la Medicina.
Gli studi della Geografia ' ) erano alla Corte estense fa-
voriti dalla smania dei viaggi. A San Giacomo di Compo-
') Tra le molte ])ergamene frainraentarie esistenti nella estense
sotto la segnatura : a. X. 3,7 (1). una ne ho rinvenuta contenente
il principio del canto III della Sfera del Dati, per la quale opera:
Flamini. Giorn. stor., XVI, pag. 2. Sono sei ottave e corrispondono
quasi per intero a quelle edite in Studi lìihl'KKjrafici e biografici sulla
storia della Geografia in Italia, Eoma, 1875, pag. .319-21.
ALCUNI (ESSI SLLIJ-: SflKNZl-: E SUI.Lt; ARTI KCC. IS.'
stella, a Parigi, a Gerusalemme ^ ) si recarono i Duchi con
isplendidi cortei e con gravi spese
L'amore ch'ebbe Niccolò III per i viaggi-) si trasmise
ai figli: Meliaduse si rec(") nel 1440 in 'l'erra Santa ^ i ed
Ercole considerò il viaggiare un couipleuient(» dell'educazione
di Alfonso ^ ).
Un codice Campori ■"' ) contiene infine una Topografia di
Terra Santa dedicata a Borso e scritta da un certo Niccolò
Ariosti, che ho buone ragioni per non identificare col noto
padre di LudoviC(j e per credere invece un frate minorità
a Ferrara.
Air T'niversità di Ferrara furono grandemente in flore gli
studi giuridici e parecchi dei professori allo Studio troviamo
in relazione coi Principi d' Este. Abbiam già veduto Fran-
cesco Accolti provvedersi di libri francesi dalla biblioteca
ducale; possiamo aggiungere ch'egli ebbe altre prove di
simpatie da parte dei Signori di Ferrara e in particolare
da Leonello, che nel 1450, considerando la fama a cui era
salito l'Accolti, volle con un decreto molto onorifico e di-
gnitoso accrescergli notevolmente lo stipendio '' i.
Tre lettere conosciamo del giureconsulto Cosimo di Lo-
dovico Passetti dirette l' una a Borso, l' altre ad Ercole nelle
quali e gli invoca la protezione dei Duchi per ottenere lo sti-
pendio, che tardava più del consueto"). « Più fiate — egli
« scriveva 1' 8 Agosto 1472 — ho suplicato a Vostra Ex.'''*
« chomo tuto questo anno ho lecto rason ciuile cum grande
') Appena.. I; 144. 145.
-) Si ofr. il sxio Viafifiio a Gentsaltmme, in Colle-, di opere inedite
o rare dei wcc. XIV e XV. Torino. 1861.
') 3C. U. 6, 34 e. 1'': « Qui dentro si vserà notado el viagio del
« sanoto sepolero, facto per lo illustre misere iiiilliaduxe esfensc.
« etc. e per lo magnifico caualiero miss, folco contarino e don do-
« menego cai)pellano del fleto Miser milliaduxe: notado de dì in
« dì e de loco in loco segondo che iclio per la sua misericordia
« concederà ».
■*) Si cfr. il presente lavoro a pag. 147. n. 3.
'') Cod. a. 3. 6,43.
") C. Dk'Savkìxy, storia dei Diritto romano, Torino. 1857, II,
pag. 718.
") Ardi, di Stato in Modena — Legali — Lett. P.
180 CAPITOLO VII.
« sudore et afano et anciiora non lio hal:)iuti) mio dinaro del
« mio salario ... ».
E al Duca Borso ricorreva pure V 11 Dicembre 1461 Menco
Jacopo dal Pozzo. Gli effetti dello studio del Diritto in Fer-
rara non potevano non farsi sentire nella libreria privata
dei Duchi, la quale si accrebbe ben presto dei codici giuri-
dici raccolti e posseduti da Giacomo Giglioli e delle opere
dovute a quei professori che in Ferrara insegnavano o ave-
vano insegnato.
Il catalogo del 1495 registra infatti un'opera del Bar-
bazza 1 ), chiamato a leggere il gius canonico all' Università
di Ferrara dal Duca Niccolò o da Leonello^) e i frannnenti
membranacei di codici giuridici estensi posseduti dall'Ar-
chivio di Stato ^) sono una prova palese del favore ottenuto
ila cotesti studi presso i Duchi.
Con tutto ciò dobbiamo dire che se gli Estensi ebbero
per i giuristi quella liberalità, di che sempre non furono
avari coi dotti uomini in (Qualunque dottrina fossero versati,
non pare tuttavia che degli studi di Diritto si occupassero
essi medesimi e se ne interessassero con particolare predi-
lezione.
I Duchi amarono sopratutto i mezzi di allettamento e di
conforto e negli studi cercavano quel piacere intellettivo e
spirituale, che invano potevasi allora sperare dalle disci-
pline giuridiche, che in forza delle tradizioni scolastiche e
del dogmatismo assiomatico, entro cui erano confinate, eran
volte allora a decadenza ■• ).
^) Append., Il'', 422.
■^) F. Giorgi, Roilrujo Bnìujia allo Studio di Bologna, in Atti e
meni, della lì. Deput. di St. Patria per le pror. di Romafina, S. ITI,
voi. Vili, pag. 173-174. Sul Barbazza oltre al Mazzuciiklij, II, P. I,
pag. 282 e al Tiuaboschi, VI, P. Il, pag. 554, si può consultare:
U. Datxaui, Carteggio, cit. pag. 17. Il eod. cart. est. a. W. 3,2 con-
tiene la liepetitio in ruhrivam codicin « qui admissi ad honorum po-
■sessiotiem postini » e forse può essere identificato coli 'opera possc-
<luta dalla libreria d'Ercole. Si cfr. la nota precedente.
■'') P. COGLIOLO, Glosse prearoirsianc. in IliiU. dell' Ixtit. slur.
ifal.. VI, pag. 63.
*) G. Salvigli, Mannaie di Storia del Diritto italiano, 3." ediz.,
Torino, 1899, pag. 108.
ALCUNI CENNI SULLE SCIENZE E SULLE ARTI ECC. 187
Per ragioni più pratiche e positive, i Principi d'Este fa-
vorirono più largamente la Medicina.
Lungh'esso il sec. XV la Medicina, {irolessata da insigni
uomini allo Studio, In in Ferrara molto in onore. Gli Estensi
poi mettevano una particolare cura nello scegliere i pi'opri
medici e amavano circondarsi anche per questo riguardo
di personaggi di celebre nome. Tralasciando pur di ricor-
dare che già Azzo Vili chiamò a sé Pietro d'Abano \) e ve-
nendo subito ai tempi che formano l'oggetto del nostro
studio, diremo che sin dal principio del secolo XV ci si
fanno innanzi alcuni nomi <li medici non del tutto ignoti.
In Franceschino da Vei-ona fu chirurgo di Niccolò III '' i
e Filippo Tassoni di Modena ^ ), e Giacomo Antonio di Mon-
tagnana furono ambedue medici di Leonello * ). Intorno al
1450 Branceschino da Verona insegnava collo stipendio di
libre cento venti all'Università di Ferrara insieme a due
altri medici di più chiaro nome: Soncino Benzi e Gerolamo
Castello -' ).
Ma quegli che in questa età tutti superò per valentia e
e per fama fu Michele Savonarola'"), avo di Girolamo, che
troviamo in Corte in relazione con altri medici: con Fran-
cesco della Noce ' i e col Benzi, già ricordato, col quale si
recò nel 1441 a Milano '^ ). Fu egli veramente il « fisico » più
celebrato di Leonello e di Borso e le sue opere, ricercate
') Di Pietro d'Abano la bihL d' Ercole I possedeva il trattato
De venetiin {Api)end., II-, 304). Ricordo qui che l'Archivio estense
di Stato conserva tuttora ( Medici, Busta .3." ) il De preservatione ah
epidemia dell'anno 1360 di Maino de Maineri, sul quale: Ra.jxa.
Intorno al cosidetto « Dialoffun vreaturarum » in Giorn. ator., X. 67-113.
e ancora: Ka.jxa, Giorn. star., XI. 478.
'-) « Frane, de Verona cirogico » — Reg. dei Mand.. 14:^9-40. e. li:^"'.
") Cod. est. a. L. 9.27. n. 18.
<) Refiistro dei Mand., 1436. e. 25.^ e e. 159.
') Cod. est. cit. Ricordo altri diie medici: Giovanni Arcoli, let-
tore nel 14.50 allo Studio di Ferrara regalato da Borso nel 1451 di
mille ducati e Guglielmo Caleffini, che leggeva intorno allo stesso
anno « praticam medicine extraordinarie ».
*') Ho già ricordato sul Sav. l'opus, del Segarizzi.
•) lied, dei Mand., 1436. e. 63^
s) Reg. dei Mand., e. 133".
18'S CAPITOLO VII.
dai Principi i»er la loro biblioteca privata ^ ), dovrebbero es-
sere prese a base delle nostre indagini, se volessimo farci
un concetto dello stato della Medicina in Ferrara circa la
metà del sec. XV - ).
Dicono gli storici della Medicina che questo secolo nella
sua prima metà ebbe un carattere oscillante e la scienza
medica, coltivata da ingegni perduti dietro le tracce della
scolastica, rimase stazionaria entro i ristretti confini in cui
l'avevano condotta gli antecessori, che ritenevano colpa il
dipartirsi dalla lettera di Ippocrate o Galeno, in Ferrara,
come del resto in tutta Italia, la Medicina nella seconda
metà del sec. XV avanzò notevolmente per le nuove con-
dizioni di coltura e per i progressi, che portava alle scienze
la sco[)erta della stampa "' ) e anche pel favore, eh' essa tro-
vava pr(^sso i Duchi.
Sappiamo infatti da un passo di una lettera di Gerolamo
Molino che Borso usava fornire il cadavere per le sezioni
anatomiche che ogni anno si facevano nello Studio. Il Mer-
lino era medico e professore a Ferrara e scriveva al Duca
il 20 Novembre 1461 : « La cagione di questa è per notifl-
« care a la Ex.*"' Vostra comò haviamo per statuto che sin-
« giilis arijiis a beneffìcio et utilità de li scolari si faga una
« anothomia dummodo hauiamo el subiecto el quale per lo
«passato sempre hauenio impetrato da la prefacta Ex.''"
« Vostra )j ■* >.
Ma i tempi migliori per la medicina a Ferrara furono
senza dubbio quelli di I'>coIe I. Non intendiamo con ciò di
dire eh' essa accennasse a incamminarsi rapidamente sulla
via di quei miglioramenti, ai quali giunse poi nel secolo se-
guente; ma nell'età d'Ercole troviamo un nuovo risveglio
di studi e vediamo alcuni medici dare o]>ora ad apprendere
') Appena., II-. 343.
-) Un giudizio sfavorevolissimo dell'opera del Savonarola diede
il PccciNOTTi. Storia delia Medieina, Livorno, 1859, voi. II, P. II.
pag. 580. Cfr. anche jiag-. 652. Sul Savonarola si veda aiiche S. Di-;
Kkxzi, Storia della Medicina, Napoli, 1845, 11. .347.
■') C. Si'HKXZEL, storia prammatica della Medicina, 1812, T. 1\',
pag. 359,
*) Arch, est. di Modena — Medici.
ALCUNI fE.N'NI .SCLLE Sf lE.NZE E SULLE ARTI ECC. 180
con perfezione il greco quasi per rifarsi, siccome fece An-
tonio Benivieni, ai modelli greci originali M. Paiono cos'i
fliradarsi un poco le fitte tenebri^ della superstizione portate
sopra tutto dagli arabi.
Nella superstizione trovava pur sempre la disciplina me-
dica un grave ostacolo al suo avanzamento: l'astrologia e
r alchimia si consertavano con essa e bene spesso i medici
erano in pari temilo astrologi. Seguiva da ciò una grande
confusione di intendimenti. Ammesso che le operazioni della
vita dovessero essere tutte regolate dal moto ilegli astri,
r esercizio della medicina per riuscir vantaggioso a chi la
professava doveva sottostare a certe speciali condizioni, alle
quali non potevasi senza gravi conseguenze trasgredire - ).
Il ricorrere direttamente alle fonti greche era per»'» di
grande giovamento alla scienza e poteva considerarsi quasi
una preparazione a un più fortunato periodo di progresso.
Buon conoscitore del greco ai tempi d' Ercole fu un medico
ch'ebbe relazione con Ludovico Ariosto, di nome Sebastiano
dall'Aquila. Questi godette la protezione di Alfonso I, che
nel 1490 si adoprò presso il padre perchè non passasse im-
punito un malaugurato feritore di Sebastiano •' ).
') Alcuni di ijuesti gret-isti abliiaiim già rirordati : Ludcivicu B<i-
iiacioli, the fu nel 1.50Ó medico di Lucrezia Borgia, della cui salute
dava conto ad Alfonso con lettera del 10 luglio (.\rcb. cit.,) e Pietro
Carreri.
-) Ecco il priiiciiiio di un docuiiu-iito esistente in Ardi, di Stato
in Modena: — Giorni infau>fii j)i'i' le medicazioni — « Uies infortn-
« nati in quibus cauendum est iter incipere meilii-inam ilare llo-
« botouùaiu tacere nec aliijiiod uliud o]ius cuius (jueritur bonitas
« finis, 1472:
.lannarius. 1. ti. 9. IH. -2^^. L«l. SI.
Feliruarius. 2. 4. ó. 14. Iti. 26.
Martius. 1. 2. 6. 1.5. Iti. 19. 28. 29. ec.
■'' } Lettera di Alfonso ilei 14 Diceiulire. — Arcb. estense. — Me-
<lici. — « Vostra Ex.''" debe hanere in meiuoria il tristo et deslio-
« nesto acto fatto a di passati ne la persona de Maestro Sabastiano
« dall' Aijnila per la ferita clie gli fu data et sino (jui la cosa è
« passara impunita per non se hanere potuto intendere chi sia stato
« il malfactorc . . . . » Sull'opera di Sebastiano si veda: S. Dk Hf.xzi
<>p. rit.. IL pag. :'.t)?<.
100 TAPITOLO MI.
l'no dei medici favoriti da Ercole I fu Lodovico Carro ^ ),
al quale il Duca diede a curare Alfonso e Sigismondo - ) e
nel 1502 Lucrezia Borgia. Il Carro fu anche poeta e alcuni
suoi versi latini custodiva la biblioteca degli Estensi ^ ) : forse
quelli medesimi che ora si leggono in un codicetto mem-
branaceo di dedica sotto il tit(jlo: Divo Hereuli amoris in-
ijeniorum excitationis gratta * ). Ne riproduco questi pochi,
che mi paiono di non lieve interesse perchè si riferiscono
agli spettacoli sfarzosi di cui si compiaceva la Corte d' Este
e perchè contengono un' allusione palese al Cefalo di Nic-
colò da Correggio ■'' ) :
Undique spectandi studio veueie remotis
Fi]iitimi.s(|ue locis geiite.s: i-oiuoedia luagiiis
Suiuptibus et cultu fuiu te reuovata dei-oro
Saepius hic agitur: luira iiiessenius arte
Uum loqiiitur superaus reliquos aurora vanendo
Cuiu eei)haluin mulcet lacrimas luiserabilis anni
Dum uiovet et Procris populo de more eauentes
Cuui f'aiiui in scena saliunt satyrique biformes
Ore nouos eduntque sonos eannaque palustri.
Nunc ea mirantur populi : uuuc fulgura iiiittit
Jupiter et cuuctis eoeli speetautibus aula
Panditur . . . " )
') Sul Carro si efr. aueiie : FouCAiti), Enpotiizionc di dorumcìiti
■storici dall' Vili al XIX .wc. e di una speciale raccolta di altri spet-
tanti alla medicina e alla chirunjia, ecc., Modena, 1882.
■-') .Scriveva Sigisni. al padre il 3 ott. 1499: « La Vostra 8. ])oteva
« restare consolata per essere uà cum ogni diligentia e da Maestro
« Lodovico e da Maestro Polo Marino Gobornato ». — Id. — Medici.
^•) Append.. II-. 304.
*) Cod. est. X. P. 7. 14.
'■) D'Ancona. <hi(j:-, IL 6-7 e Lrzu)-KEXiKi;. (iior. sfor.. XXII.
pag. 88.
") Il Carro ebbe varie e inijiortanti relazioni. Fu anclio in rap-
porto COTI Cassandra Fedele, alla ({uale indirizzava alcuni versi, cbe
si leggono nel cod. Caini>oii ','. A. 6. l(ì :
Diceris egregia specii- superare Diaiiam
.■Uijue pudicitia vincere Penelopeni.
Uexteritate manus cloctae tibi ceiiit Arachiie
Cedit et ingenio diva Minerva tuo.
Sed raagis admiror quod pieno discutis ore
. Quae l'Iato quae magnus tradii Aristoteles.
ALCl'M CENNI SULLE S* lEXZE E SULLE ARTI ECC. 191
Da un decreto del 1481 ^ ) sappiamo che Ludovica era
liylio di Bartolomeo Carro «clarus... ingenio, moribus, inte-
« gritate et prudentia -« e fratello di Pietro Antonio e Fran-
cesco. II 22 Maggio 14<S3 la Duchessa Eleonora fece pagare
le spese necessarie per condurre a Modena « magistrum Lu-
« dovicum a Carris Ph.vsicum una cum Medico 111.™' D."'
« Ducis Calabriae prò restituenda valetudine 111.""' Isabellae
« Estensis » ° ).
Non di rado accadeva che i Principi mandassero in segno
d' affezione i loro migliori medici presso altre corti. Quando
nel 1478 Xiccolt) da Correggio si ammalò, Ercole I gli inviò
tosto il suo medico: il 30 Aprile 1474 Gerolamo Castello fu
inviato al Principe di Calabria ^i ; nel 1484 Francesco Benzi
si mosse <la Bologna e si rec() a Ferrara per assistere Eleo-
nora d'Aragona. E il 3 Febbraio 1480 Pino degli Ordelaffi
scriveva al Duca che per essere stato a caccia e essere stato
offeso dal freddo era «. auidissimo de hauere a la sua cura
«. il clarissimo Phisico Maestro Francesco Benci. Infine,
Maestro Carlo da Castel Gonzaga il 25 Agosto 1485 veniva
a Ferrara per curare la medesima Duchessa Eleonora ^ ) .
Altri medici d' Ercole I io posso facilmente menzionare :
Agostino Benzi, affezionato ad Ippolito d' Este, Zambotto Zac-
caria, Orazio Gironili, Luigi Marliano, Gio: B. Montacchiese
e Gerolamo Neri, che nel 147(1 scriveva ad Alberto d'Este:
« io voglio al presente comprar un Auicena el qual mi co-
« starà torsi ducati 40 d'oro: haueria caro vostra S. mi so-
i< coresse cum quatro parole ... ».
Ricordo ancora Battista Piasio da Crenidiia "' i, e Antonio
') Arch. est. di Stato. — Decreta, IX, u. 89.
-) Si cfr. TiUABOSCHi, lA', P. II. pag. 484, it. a.
") Sul Castello si vedano i Ee(ji>itri dei Mandati, lUiS. e. ;-!. o i
Decreta, IX, n. 79. Nel Settembre del 1462 egli curava Beatrice,
sorella di Borso.
■*) Cod. est. a. L. 9,27. //. IX.
■') Si cfr. sul riasio 1'. Giacosa. Maijixtri Salernitani nondum
editi, Toriuo. 1891, pag. 708. Scrive il Borsetti (II, 28) ch'egli i!i-
segnò Filosotia e Astronomia a Ferrara nell'età di Leonello:
« scripsit vero iJefemionvm (ierardi Sahioneta adrerfuix Joannem de
Monte Heijii) (ù rinanaiii : Sermones: Kpixtoìae ae Opuscoli alia.
192 CAPITOI.O VII.
Cittadini da Faenza ^ ) e registro per ultimo il nome di Bat-
tista Massa di Argenta le cui operette mediche figuravano
nella biblioteca d' Ercole I - ).
Per le ragioni sopra esposte non ]iossiaino disgiungere
dalla medicina lo studio della « astrologia » alla Corte di
Ferrara.
Quanto l'astrologia fosse in fiore ^ ) e quale importante
ed essenziale fattore essa divenisse della vita morale e in-
tellettuale del Quattrocento ^ ) non è chi non sappia. Essa
era parte costitutiva della filosofia di queir età ; trovava in
tutti gli ordini di pèrsone appassionati cultori o tanto erasi
radicata nella coscienza generale, che a nulla riuscivano
gli sforzi singolari di un Pico della Mirandola e di pochi
altri per dimostrare quanto cotesta scienza si prestasse alle
ciurmerle dei disonesti.
I princìpi di Ferrara tesero facile V orecchio ai prono-
stici degli astrologi e nella loro città accolsero parecchi di
essi e li favorirono con quella liberalità che avevano per
costume-'). Borso ed Ercole I ascoltavano e seguivano i
capricciosi consigli dei loro astrologi.
')*Fra i codd. Camixiii è iiua lettera di Auttmiu diicrra ai do-
dici Savi : « Sono couteiito siano fatti boni fiorini quindexe al rxiuiio
« doftore de legie iidss. (ìolfi-edo a Cniito di mei salaiy...» H
Nov. 1490.
-) Appvnd.. Il'-: l!3. 34, 36. Aggiungo (jui in Jiota die nella eorte
esten.se si fecero pur sentire gli ettetti di (luella estesissima epi-
demia che fu allora il inai francese, sul <|ualf si veda: Luzio-
Renier, Contiiì). alla storia del mal franrixc. ecc. in (liont. .stor. X,
40 .sgg. Don Sigismondo d' Este morì di sitilide (A. Cappelli, Iaì-
tere di L. Ariosto, cit.. pag. Lxviii). Nel Jieg. dei Mand., 1505. e. 38''.
leggesi la seguente lettera: « Huinelemente supi>lica ci vostro tìde-
« lissimo servitore di ({nella Zan .Jacomo da l'adita medico del
« inalfranzoso lialiitadore a Feriaria <-ouio de lo anno jtresente fu
« facto {juerella... » ecc.
■') Per le o])ere astrologiche clic liguia\ ano nella hihliotcca d' Er-
cole, si cfr. Append.. Il- ; -J. S. !». 20. T.s. 20N, •2ii[), 310.
*) Si cfr. F. (ìABorro. L' astrolof)ia nel (Juatiroceìiti) in idjipmid
(olla vìriìtò. in Uiv. di Jilos. scientifica Vili, 377 sgg.
•"') l'er r« astrologia » ai tempi di Leonello, uotc\ole (|ucsfo
iiiaiidarif. ncijixtio 14-11-1'J, e. 80'. <■< \'os factorcs gciicralcs ilari
ALCUNI CRXXI SULLE SCIENZE E SULLE ARTI ECC. 193
Giovanni Maria Albini scriveva al Duca il 25 Novembre
1495: «... Vostra Signoria... sia sagace inanti che passi
'< la constellatione: et questo per certi spiriti quali io haueua
« incluso in una ampolina et se bene se aricorda la S. Vostra
« quando quella uene da Roma che ella uoleua andare a
'< Sam Jacomo de (jalicia incontinente cum la fu ariuata in
« Ferrara io gè reuelai in lo zardino che el signore Ludo-
« vico se farla duca de Miliario » M . . . E Pietro Bono Avo-
gario ' ) astrologo, che passò lunghi anni in corte, affezionato
ai Duchi Borso ed Ercide, usava indirizzare a quest'ultimo
i pronostici o giudizi, che ogni anno faceva, prima di daidi
alle stampe. Nel 1497 ne pubblicò uno — conservato mutilo
nell'Archivio estense di Stato e intitolato ad Ercole — che
parla del Duca di Ferrara con parole, che mette conto di
riferire :
« Lo Excellentissimo Duca de Ferrara, signore mio sin-
« gularissimo : per la beniuolentia de lo influsso de le stelle
f( nel anno presente se alegrarà per una sorte più felice :
« niente demancho non passarà senza grandi dispendii e
« sempre la sua Excellentia sera intento aquistare: e ala
« stabilità del suo imperio con lo altorio de le stelle conse-
'( guirà: niente demancho guardasi la excellentia sua de
« faciatis Henrico de Alaiaauea scriptori libr. uovem in. prò sua
« mercede scribentli librum unum iu Astrologia appellatum Qua-
« tripertituiii ptolonuiei prò lU.uio D. Leonello quem postea d.no
« dedit Antonio de la Camera fannliari magnifici ac potentis d.ni
« Arimini ». — 26 Agosto 1441. — E da Copparo il 15 Gennaio 1439
Nicolò ordinava ai suoi fattori ; « Nui uolemo che niaudiati ad Vi-
« nezia moza quattro stala dieci de bono fromento ad donare per
« parte nostra ad Nicolò liardo Astrologo ». — 7iVf/. 1430-40, e. 4'.
') Arcb. (li Stato in Modena. — J-strologia. — La lettera è stata
]inbblicata per intero da F. Gaboxto, Xuore ricerche e documenti
suìP asiroìoiiia alia Corte defili Estensi e degli Sforza, Torino, 1891.
pag. 7.
^) È quel « Pierobon » ricordato nel prcs. lavoro a pag. 61. Ot-
tavio Cleotilo nel suo opuscolo Epixtolaruìu Hhellaa [1480 .'J (Com.
Spinelli) — diretto a una accolta di letterati ferraresi: B. Guarini.
Antonio Cittadiid, Nicolò J^eoniceno, Pietro Bono, L. Carboni, L.
Riva, Aristotilo Manphredi, Beltramo Constaldli, L. l'ittori — chiama
P Avogario « astro! ogorum decus ».
13
194 r APITOLO VII.
'( Liiagi per aqua perchè più presto per aqua che per terr;i
i( starà a periculo e percliè el loco de lo iiiqjerio e de la
« decima casa del cielo in lo suo regno liauerà l'elicità e
« stabilità indubitatamente » ^ ).
Altri astrologi in relazione coi Principi d' Este furono
Giorgio Valla, Pellegrino Prisciauo - ), Carlo di S. Giorgio ■* )
e Giovanni Arquati ' ) ; ma su tutti si innalzò l' A vogarlo il
quale i'u forse colui che inspir(') gli artisti degli atl'reschi del
palazzo di Schifanoia "' ).
' ) La protezione accorilaia dagli Etstcìisi a l'ietro Bono è (-(ni-
fermata da due lettere sue ad Ercole e ad Eleonora. Nella ])rinia
parla di una « ditt'erentia » di un suo genero cou un eerto Giovanni
del Pozzo a proposito di certa casa, che pretendeva il genero; la
seconda ineoiniucia: « Trego la V. I. S. che me faci jìagare a
« Maistro Jacomo maistro de lo 111." Don Alphonso; el quale me
« deue dare libre (juatordexe et a Pas<jua ]>roxinia serano lil)re
« veutiquatro »...
-) Luzio-Renieu, Glorn. utor., XXXV. pagg. 2ril iS.
') GaÌìotto, Op. cit., pag. 5.
^) Dk Kknzi, (>j). cit., II, 315.
' ) A. Vextukj, Atti e Mem. della Ikp. di SI. l'ahia per ìe jnor.
di llomiKjna, S. Ili, voi. Ili, pag. 3^>7. Una descrizione minuta degli
atfresclii è data dal Gbuyeiì, ()p. eif.. Il, 57.5-596. — Il Venturi con
opportuno pensiero ha posto in relazione le ])ittnre di 8cliii'anoi;i
con alcune splendide miniature di un cod. di Splieia. v\\v trovasi
uella biltlioteea estense (a. X, 2,11). (Jgni miniatura può conside-
rarsi distinta in due parti; nell'una si ammira la divinità pagana
e il .segno zodiacale; nell'altra si ha la varia rappresentazione
dogli influssi. Ad ogni neqiui si leggono alcuni \ersi che voglion
dare un'idea di ciò che si ]iu<) ^■edere nella miniatura. l*ul)h]ico
([ui i versi :
Saiurnv huomiiii tarili et rei produce
Ruhbadini et biiziardi et assassini
Villani et vili et senza alchuna luce
Pastori et zo|)pi et simili meschini.
Benegno è wue de uirtù pianeta
Produce mathematici e doctori
Tlieologi et gran sauij ne diueta
Alchuna gentil cosa o grandi horiori.
Il bellicoso Marte sempre in(iania
Li animi alteri al guerreggiare et sforza
ALCUNI fF,N\I SLLLl') SCIl^NZE E SULLE ARTI ECC. lOH
Dei pittori che lavorarono a Scliifanoia e di quelli molti
elio freiiiarono dell'opera loro il Castello e le altre delizie
estensi, non è qui il luogo di parlare distesamente. L' argo-
mento sl'ugge del resto ai limiti del nostro lavoro, né sa-
remmo noi in grado di svolgerlo con sufficiente competenza.
Ma non possiamo tuttavia tralasciare di accennarne almeno
in breve: perchè gli artisti dei Principi si adoperarono tal-
volta a colorire le scene e gli archi per le celebri rajìpre-
sentazioni d'Ercole I e perchè alcuni di essi si trovarono
in relazione d'amicizia e di intrinsichezza coi letterati che
frequentarono la corte di Ferrara.
Tra questi ultimi, io ricordo FilipiJO Nuvolone che fu
stretto di dimestichezza con Andrea Mantegna, al quale in-
Hor (jiiestn lior (|iiello ne satia sua brama
In r ac(|uistar: ma più sempre rinforza.
Il Sole ad honor luliomo (sic) et gloria s|iniiia
Ut dogni leggiadria si dilecta
Di sapienza porta la corona
i;i di religion produce secta.
La gratiosa Vener del suo ardore
.\ccende i cuor gentili onde in rantarr
Et danze et uaghe feste per amoro
I. induce col' suaué vagheggiare.
Ucrcurio di ragion lucida stella
Produce deloquenza gran fontana
Subbili ingiegni et ciaschun arte bella
• l'^t è nimico dogni cosa uana.
La Luna el nauigar molto conforta
Et in pescare et ucejlare et l'accia
A luti i suoy figliuoli apre la porta
Et anche al solazzar[e] che ad altri piaccia.
Oltre agli studi astrologici, fiorirono presso gli Estensi quelli
asfronomici. Pellegrino Prisciano scrisse V Orthoixi.sca (cod. est.
a. X. 1,(3 ) ; Niccolò Germanico dedicò a Berso la sua CoHmoqraphta :
.\utonio Leonardi e Giovanni Itanexe di Piacenza offersero pure
opere loro a Borso (Hermaxx, Op. df.. pag. 74). Almeno cinque
opero astronomiche furono stampate sul finire del (|uafctrocenfo a
Ferrara. Le enumera, togliendole dall' Antonelli. il Gr.UYER, Oj>.
<it.. II. ]iag. r)Ofl.
196 fAPiTor^o VII.
dirizzò anche alcuni interessanti suoi versi, in cui vibra ve-
ramente una nota di affetto sincero :
(Jouueré cli'el tiglii)! di Citliaiea
Me liaiicsse uiu(/to e colligato el cuore,
S' io dovesse esser condecente auetore
Scriuerti in Rima, o glorioso Andrea.
Ma <inel dolce die in te sempre parea
Mentre iusiem erauani, quel grande aiiioir
M'insegna farti reuerentia e lionorc
E a te scriuendo tutto mi recrea.
Si che tu fonte d' ogni inzegno altiero
In cui natura lien (juell' arte puose
.Sopra gli aml)i roman Parasi e Ai)el]c:
A te mie rime drizzano il sentiero
Seco portando mille altre mie cose
Forse -indigne a te docto a me alte e belle.
E fa che ti sien <juelle
.Jocoudc e grate come io te le mando
l'na persona zentil scmjirc artectaiido ' ).
Cosmè Tura, uno dei più illustri pittori di Ercole I, si
accinse intorno al 147.5-77 a decorare di tavole di[)inte ad
olio lo studio del Duca ^i; tu protetto e favorito dagli Estensi,
e Cu amico di due poeti di corte: 'l'ito V. Strozzi e Ludovico
Pittori ^). Lo Strozzi, la cui effigie fu fors(! ritratta dal Tura,
' ) T(dgo il sonetto dal cod. est. a. X. 7, '2X. nolo sotto il nome
di coti. Cahassi. Si cfr. 1'. Gi'aitoli, Cartaj<iiu fra ÌWh. 'Jlr((l>(»<i-hi
e r arr. E. Cahufìfii, in Mcm. Stor. e docuiu. sulla (Mila e I' ani. princiji.
di (Jarpi, voi. \T, pagg. f e 229. Esso fu già pubblicato. i»er nozze,
dal cav. A. G. Spinelli, e non jìosso accertarmi s'esso si legga pure
nell'ediz. tedesca dell'opera su Mantegna del Kristeller.
- ) Il Docum. si legge in Hetc. l, EpiHtoìav — Mandato del b"i
Nov. 1470 — e fu i)ul)l>licato dal Cami'oim, I pittori defili Jìstcìifii
nel .scc. Al', in .Itli e mem. della Depili, di SI. l'atria per le prov.
nioden. v parmensi, S. Ili, voi. Ili, pag. .")62 : « Cosme depintore .. .
« de tre figure nude de feiuine dejdnte ad olio et de la reconza-
« dura de quattro tavole depinte cum (piatro figure (U- temine ad
« olio poste nel studio del ])refato N. S. ».
■') VKNiria, L' arte ferrai-, nel periodo d' Ereole I, rìt., pag. 'Stìd.
Il Venturi a pag. 870 cita due versi del Pittori scritti ])cr una cassa
d'organo di])inta nel T ancona dei Uoverelli.
ALCUNI CENNI SULLE SCIEN/^E E SULLE ARTI ECC. 197
scrisse tutta un'elegia in onore del nostro artista'), nella
t[aale iliscorre di una donna desiderosa d'essere dipinta dalla
sua abilissima mano S()tt(t varie forme:
Nuuo ciipit exfernis pingi velata capillos
Ciiltiims. et nuda iiuno lilict esse coma.
Conje non ci è perveiuito il ritratto di 'l'ito do^♦uto al
Tura, così non è giunto insino a noi quello dipinto da Bal-
dassarre d'Este. Lo Strozzi infine ebbe anche famigliarità
con un terzo pittore che si trovò alla corte degli Estensi,
col Boccaccino, che nel 149'S aveva a pigione ima casa di
Tito - ). Di Ercole Grandi ed Ercole Roberti toccò nel suo
Virirlario Gio. Filoteo Achillini: furono essi pittori assai
celebri, in ispecie il secondo ; il quale con Lorenzo Costa
può considerarsi il maggiore rappresentante della genera-
zione pittorica di Ercole I ^ ). Lo .S[)erandif> fuse medaglie
per Prisciano Prisciani, ]ier Ludovico Carbone, per Pietro
Bono Avogario, per Andrea Barbazza e per Niccolò da Cor-
reggio *).
Nel 1500 maestro Fino <la Verona e un suo fratello si
adoprarono a dipingere molte scene e oggetti per le rappre-
sentazioni di corte: come centauri, un alicorno, bastoni ■' ), ecc.
Parecchi anni prima, per le feste nuziali di Isabella, lo
stesso maestro Fino avea dovuto lavorare intorno a ma-
schere ^ ), ecc.
I pittori degli Estensi furono qualche volta adoprati per
ornare di miniature taluni dei più splendidi manoscritti du-
cali. Così abbiam ricordo di Cosmè Tura, che miniò le Ta-
') Strozat- patir et Jiìius, ediz. cit.. h'ioticoii, IV. pag. óó''. « Ad
Cosmuin Pictorein ».
-) Campori, Op. cit.. pag. 576.
") Venturi, Op. cit.. pag-. 3)^0. si cfr. anche: Id.. Lorenza Costa
in Arch. utor. dell'Arte, 1. 421 sgg.
■*) Armani), Lc-s Mi'dailtcurx italieiìx dex qniìì'iì'nic et xerzicme
xiccles", Paris, 1883, 63 sgg.
') VKNTrni, L' Arte ferr. nei per. d' Ere cir.. pag. :M).
") Tolgo dal KetjiMro dei Mand., 1491: « Il.mo Uucha de fci-
« rara de' dare ad nd Galeaz. Per tanti pagati a tino depintore per
« una mascara per l>isogno d<' sua 8ig." quando la 111. ma Mad.
« Marchesana andò a marito ».
198 CAPITOLO VII.
vole astrononiiahe di rrinvanni Bianchini presentato da Borso
a Federico III ' ).
Della miniatura ferrarese e della eccellenza di essa ab-
biamo già altrove toccato, né ci fermeremo ora a discor-
rerne, accontentandoci di l'imandare al pregevole e' recente
hivoro dello Hermann - ).
Riccft"deremo soltanto che della fama procacciatasi ai loro
tempi dai maestri ferraresi abbiamo una bella prova nel
fatto che l' opera loro fu richiesta e apprezzata da altre case
principesche, come ad es., dai Montefeltro, alla cui corte
Guglielmo e Alessandro Giraldi furono chiamati • da Fede-
rigo per fregiare della loro mano un magnifico codice della
Dir. Com. conservato ora nella Vaticana •').
Insieme ai Giraldi, altri miniatori di scuola ferrarese fu-
rono certamente ad Urbino e contribuirono a diftrmdere
anche per questo lato la fama di Ferrara e della sua Corte.
Accanto alle lettere e alle scienze 1' arti, liberali furono
dunque coltivate con entusiasmo e ardore, dai Principi
d' Este. La musica era una delle più deliziose e delicate
occupazioni di Isabella d' Este, che educata a quest' arte, a
quanto sembra, da D. Giovanni Martin, sapeva con ogni
grazia e valentia accompagnare col liuto garbati madrigali
e gentili ballate •* ). Il liuto era pure lo strumento prediletto
da Alfonso e Giulio; Eleonora d'Aragona sonava 1' arpa -M,
') Baeotti, I, 118.
■-') Hermann, Op. cit.. in .fahrhmii dcr KnnsthiNtoriNcli. Sttm-
mìniujen don allerhòchsten Kaiserhauscfi. B. XXI, paug. 117 sgg. La lii-
lilioteca estense possiede anche alcuni codici, le cnì miniature deli-
bonsi all' Attavante, sui quali sono a vedersi i lavori del Vkntciìi.
Ueher einige Miniaturen roti Attarantes, in Kuììffffrcuvd, XX, 310 sgg.
e di J. CsoNTOSi. Corrininche Handwhriften nm Attur.. in ('vniralMuil
f. Bihliothelsìvesen , III, 209 sgg.
■■') Hei^manin, Le Miniature fcrvarcxi della Bìhìioteea ìutiemni,
in IJ Arte, III, (1900), 341 sgg.
■*) Per il trasporto di Isabella ])rr la iiuisioa. si efr. 8. Da'Saui.
Jlir. star. Mant., I, 55.
'") ì^eW inrentarin di Eleonora è anclic notato: « uno claiiarrm-
« baio picolo cum la sua capsa ». Coil ogni verosinugliaiiza può
credersi che si debba ad Eleonora la Aenuta in corte di maestro
lachetto (li Lorena. Si efr. Da\ aiìi. Ojj. cit., pag. 61. ». 1.
ALr INI fE.NM SCLLE .SfIi;NZE K SULLE ARTI ECC. ITUì
e il Duca faceva venire di Fiandra, d'Olanda, di Francia
cantori di non oscuro nome per la sua Cappella M e si com-
piaceva in corte di abilissimi e celebri sonatori.
La musica serviva a rallegrare i conviti e a raddi)lcire
i piacevoli intrattenimenti, che dava la Corte ai Principi,
che si recavano a visitarla, o era usata come intermezzo di
teste e di rappresentazioni, accompagnata o no dalla danza.
Anche la danza fu uno dei più graditi passatempi della
Corte e Isabella d' Este, ancor liaml)ina, sapeva danzare con
una prontezza e vivacità mirabili e certamente dovè pur
servire il soggiorno in Ferrara a inspirare al Cornazano la
sua graziosa e importante operetta sul ballo.
Tra i giuochi, erano poi preferiti quelli degli scacchi e
del tarocco. La biblioteca del Duca possedeva più d'un trat-
tato sugli scacchi-); M. M. Boiardo componeva versi per
il giuoco dei tarocchi ^ ) ed altri per lo stesso scopo eran
pur composti da un verseggiatore anonimo^).
Sul finire del Quattrocento Ferrara viveva d' una vita
febbrile. Gli stranieri, die dalle lontane regioni del Setten-
triiiup o dalla greca Cipro o dalla ferace Sicilia traevano,
dt!SÌ(lerosi d' imparare, alle rive del Po, godevano il magni-
fico spettacolo di una città vibrante d'entusiasmo e di vita,
visitata dagli uomini più dotti e celebrati, protetta da un
Principe che ad una grande energia congiungeva l'amor
*) Mi limito a rimaiidare a L. V. Valdkighi, Capiulìe, concoti
e mu-fichc di Casa d' J-J-str, in ^^tti e incm. delle Deput. di St. Patria pel-
le j)ror. moden. e parm., S. III. voL II. P. II, pagg. 415-494 e
voi. III, pagg. .">07-523. Per la collezione mnsifale della Idblioteca
estense rimando a A. G. Spinelli, Della raceolta muMivale entense.
in Meni, della Jl. Accad. di Scienze. Lettere ed Arti di Modena, 8. II.
voi. IX. pagg. XXII -XXXI (lelli- Belfizinni defili Atti Aicndemici.
-) Append., li-, 124.
■') Eexiek, Studi xìi M. M. Hoiardo. cit.. pag. 229.
*) Cod. est. Of. W. 2, 11. Riporto alcuni ver.si : Il «Mondo». La
sign. Violante Trotti : Il tutto reggerà per sua sapienza. — La
« Justitia ». La sign. Lodovica Giliolla : Oiu.ste tien le bilance e il
ciel rimira. — L' « Agnolo ». La 8ign. Diana Trotti : Questa per
sua beltà fatta è diuina. — Il « Sole » La Sign. Virginia Trotti :
Accieca col si)lendor chiunque la mira, ecc. — Il « Carro » La
Sigli. Isabella d'Lste: Trionfa sol costei per sua grandezza, ecc. —
200 CAPITOLO VII.
degli studi. Spettacolo pieno d' un' insolita grandezza ! Dal-
l'Alpi scendevano le genti francesi portando rovina e deso-
lazione all'Italia; lo spirito della riforma si propagava,
come un immenso fremito, pel mondo; le ultime grandi
scoperte aprivano alle genti nuovi indirizzi; il medio ev. i
crollava e sorgeva l'età moderna e Ferrara sjtlendente pel
genio dell'arte si adornava dei fiori immortali della poesia
e dava all'età novella Ludovico Ariosto.
Conclusione.
I Principi (l'Esfe e la hildioteca di Corte. — Erfolc 1 .• l'educa-
zione de' suoi figli. — I « maestri della Salvaroha » e la lihrcria
estense. — Pellegrino Prisciauo. — I^a biblioteca «• la cultura
ferrarese. — La vita douu>stica ilei l^rincipi. — La maina reli-
giosa <P Ercole L — Eleonora d'Aragona e il suo ascetisiuo. —
Il contrasto della vita privata e dell'arte a Ferrara. — (lim-
iamo Savonarola. — Ludovico Ariosto.
Raccogliamo finalmente le vele. — Al sorgere e fiorire
(li una biblioteca privata nella Corte degli Estensi contri! »ui-
rono grandemente le ricchezze e il lusso dei Principi ^ ).
Senz'essi, Ferrara forse non sarebbe divenuta un centro
di coltura così glorioso, né Guarino avrebbe potuto spargervi
con tanta copia i semi fecondi e novelli della Rinascenza.
Leonello fu egli medesimo poeta delicato e gentile, in-
namorato degli studi e dell'arte; gli altri Estensi furono
invece grandi protettori e promotori. A tutti [lerò s'addice
senza dubbio il merito di aver compartito il loro favore a
quanti uomini dotti avvicinarono e ospitarono nella loro
città. Gli effetti di una cosi larga protezione non mancarono
d'essere dei più segnalati; Ferrara s'ingentilì continuando
sulla via di un fortunato progresso; la Corte s'illustrò di
celebri personaggi nell' arte e nelle lettere; 1' T'niversità
fé' sonare alto il suo nome e attirò studiosi da remote contrade.
') Ho già toccato a pag. 3, n. 1 dello sfarzo e delle ricchezze
della Corte. Sullo stato delle tinanze estensi merita molta conside-
razione un la\oro di P. SiTT.v. Le Jinancc atenei ^ Ferrara, 1895.
202 CONCLUSIONE
Leonello protesse gli studi con 1' entusiasmo di chi li
comprende e li ama; Borso li considerò forse un ornamento
indispensabile allo splendore della sua Corte; Ercole ebbe
quella curiosità di conoscere e di sapere che costituisce il
[ìrimo impulso verso l' apiirendere e l' impartire, ma non ebbe
il tempo o l'agio o la natui-a incline alla ingenuità delle let-
tere. Alcunché di rozzo traspare dagli atti della sua vita: egli
ama le guerre, le giostre, i tornei ^); si compiace di spiegar
sempre in ogni sua azione una grande e rude energia; è uomo
intelligente e acuto; conosce le esigenze del suo temfio e la
impartire ai suoi figli una fine ed eletta educazione").
Ma Alfonso I eredita dal padre quella vivacità di carat-
tere e quella turbolenza di affetti e di sentimenti che lo por-
teranno a divenir talvolta astioso e crudele; gli altri figli
portano piire nella loro natura i tratti di una natia fierezza
e rudità.
Ma Isabella e Beatrice, cresciute sotto le cure della pia
madre, allevato a una grande bontà di costumi, ritraggono
'■) L'amore <V Ercole i)er 1' armeggeric, per le eorso eoe. è tro]>po
noto perchè io mi iiirlugi (ini a rieordarlo. Eiprodurrò soltanto il
principio (li nna grida del 27 Aprile 1499 (Areh. est. di Stato —
Corse e cavalli. — « Si manifesta per la presente crida come ex.'''
« per recreatione sua et de qualonqne uorà interuenire a quanto
« se contene qui de sotto, ha deliberato et statuito de fare correre
« li infrascripti palij: il primo die de magio proxinio uonturo. ohe
« sera la festa de li sanctissimi apostoli laoobo et ]^hilii)po fra xx.r
« et xxi.r bore nel banchetto de sua Gel.'"" che è in terra nenia el
« (juale corso se farà per modo de oirouito a la forma de bippo-
« dromo ecc. ».
■-') Abbiamo già toccato altrove delle premure, onde Eleonora ed
Ercole circondavano i loro figli. Aggiungiamo <|ui ohe nel 1491 fu
])agato Agostino Carniero, o Caniero, « cartolaro » per legatura e
nuniatura di un IJiurno per Alfonso. Chi esamini i registri di (Sjw.sYf
de io Officio 1479, del Galeotti, si avvede subito delle attenzioni
usate sopra tutto ad Isabella e ad Alfonso in ciò ohe riguarda il
vestire. Per Isabella si sceglievano di solito stoft'e di color scuro:
l>anno verde bruno, velluto nero, raso turchino e nero, ecc. Nel
1479 fu ac((uistato per Alfo^iso: « uno fornimento da cavallo la mi-
« tade chuperto do ueludo nero, 1' altra mitade chuperto de uelludo
« erimisino che uà ornato cuiii (ìoohi de oro e seda e ouu altro gen-
« tileze per Alfonso, ecc. ».
CONCLUStONE 203
(la un lato l' intelligenza del genitore e dall' altro la serenità
e la soavità della regale genitrice. L'anima loro femminile
rifugge dalle discordie, dai tradimenti, dalle congiure, dagli
assassini, di cui non va esento Ferrara; trema paurosa di-
nanzi ai fatti di sangue del tempo; ha una strana indeter-
minatezza ed una vaga aspirazione verso cose migliori e
quando Isabella d' Este sarà portata sul Mincio, nella Corte
dei Gonzaga; allora più libera, quasi sottratta a un incn])o
che i)areva sempre presente nell'aule del Castello estense,
la novella Marchesana spiegherà tutte le sue grazie e dif-
fonderà tutto il profumo della sua anima eletta.
Magnificenza, sontuosità, liberalità — le sirene tutte delle
Corti — erano note da gran tempo ad Isabella. Ercole se-
guiva in ciò 1' orme di Borso e a volte dava prove gran-
diose del suo splendore. Raccontasi, ad es., che egli crei')
cavaliere Giulio Tassoni gentiluomo della sua Corte e per
mostrargli in tale occasione tutti gli effetti del suo amore
gli regalò un palazzo ornato di tapezzerie, di arazzi e di
drappi di seta, con letti, padiglióni, mobili e suppellettili,
con granaio carico di grani, con la stalla fornita di venti
cavalli tra corsieri, ginnetti e frisoni, e con la cantina piena
di preziosi vini.
La munificenza dei Principi giovò senza dubbio all' in-
cremento della libreria ducale ; furon scritti magnifici codici
in Ferrara e sorsero allora ammanuensi e cartolai ; furon
tradotte in latino ed in volgare opere greche ; da Venezia
e da Firenze furono ricercati e comperati manoscritti ; })er
varie ragioni insomma la biblioteca estense notevolment(>
si accrebbe.
Essa sorse a poco a poco, quasi senza che i Princifii se
ne avvedessero e si arricchì oltre che dei codici ognora
acquistati, dell' opere dovute agli uomini di Corte e ai let-
terati estiMisi e divenne subito una delle pivi magnifiche
raccolte principesche di libri in Italia.
Per quasi tutto il secolo XV un vero e proprio ufficiale
addetto alla biblioteca di Corte non fu creato dagli Estensi
e noi abbiam già avuto modo di vedere che coloro che ne
avevano la sovraintendenza erano nell' istesso tempo « mae-
stri della Guardaroba » cioè incaricati della custodia dei
vestiti, dell' arme, dei quadri, ecc.
204 CONCLLSIONE
Cotesti « maestri » eran scelti però tra i migliori uomini
di Corte e si comprende coni' essi fossero assai adatti al-
l' officio di bibliotecario ; sapevano valutare il valore e l' ec-
cellenza di un codice, aveano anche per esso quel rispetto
che ne ha sempre 1' uomo di lettere o di scienze.
Tali furono Scipione Fortuna, Francesco Putti, Xiccoli'i
Tossici ^), Marco Galeotto e Gerolamo Giglioli. Più dotto di
') Del Tossic-i abbiaiii discorso ili altra parte di questo lavoid.
11 codice est. a. H. 6,1 (ant. segn. X. *. 84: si cfr. la tav. in (limii.
xtor.. XXX. 1 sug. ) (•oiiscrva alcuni suoi sonetti. N^t- riiMiidiici) inin :
il secondo (e. Tf).
Mi:0[.AIS TOSICIS
Mai fabbricar potei si duro morso
Di ferro o ver d'azale o d' aLiricalco
Che tenesse il destrier cli'ognhor naiiaiid
Dal suo maluagio e distinato corso.
Cosi, senza sperare alcun soccorso,
.Son qual augel seguito dal girfalco
E i sax! che piangendo cu(ni)i pie calco
Per me chiaman mercede a un cor d'un orso.
Ma se raccolto il fren uia mi straporta
Ciascun: « tien, tien, aita! » grida indarno,
In sin che per stracchezza non se stanca:
E se talhor nei fianchi i spron gli incarno
Morte mi sfida e amor poi mi conforta
E l'un m' hatrista il cor. l'altro Ilio aflVanca.
Già il QuADKió, VII. 99 notò che nel cod. estense, donde è
tratto il precedente compouiniento, Niccolò Tossici o Toschi fer-
rarese compare con cinque sonetti. Aggiungo che il verseggiare
del Tossici è alquanto petrarcheggiante. Il quinto sonetto comin-
cia (e. 88'):
0 guanti ornati de sì bel lauoro,
Che r occhio col mirami si confonde.
Assai meglior beltade in uoi s'asconde
Che a perle, zoie, scita, argento et oro
Nel jiiccolo patrimonio poetico del Tossici non tutto è a liiasi-
mare: qua e là s'incontra qualche po' di (juella grazia, di che
s' adornano i garbatissinù sonetti del Boiardo. Co.sicchè (jnesti ul-
timi, ognor pili si comprendono conoscendo (juelli del nostro ca-
merlengo di Corte.
roXCI.LSIO.NE 205
ossi, bibliofilo per natura, fu Pellegrino Prisciano 1' archi-
vista di Corte.
Questi si occupò anche della biblioteca e ricercò codici
smarriti e ne acquistò di nuovi per I'>cole I e fece compi-
lare cataloghi ed inventari coll<j scojio di sorvegliar meglio
la nascente e preziosa raccolta estense di libri.
I cortigiani, gli uomini più dotti e noti di Ferrara, i pro-
fessori allo Studio potevano attingere alla libreria dei Duchi.
Dei libri prestati si teneva nota nei Memoriali, i quali ser-
vivano anche per registrare ])restiti d' altro genere : come di
masserizie, di vesti, di arazzi, di tappeti. Così almeno sinn
a Pellegrino Prisciano.
II Prisciano incomincia la serie di quelli che possono
esser detti veri (^ propri archivisti e bibliotecari.
La libreria dei Duchi d' Este contribuì non poco a in-
gentilire e perfezionare gli studi in Ferrara e ci è i)arso
perciò prezzo dell' opera ricercare i rapporti eh' essa viene
ad avere con tutta la coltura ferrarese.
Nella biblioteca dei Principi infatti sono rappresentati
gli studi coltivati in Ferrara ; non vi mancano oliere scien-
tifiche, di medicina, di astrologia, di diritto, ecc., vi abbon-
dano, com' è naturale, gli scritti d' indole letteraria.
La coltura franoese, la coltura latina, la coltura volgare
trovano la loro base nella biblioteca dei Principi, che serba
e custodisce i monumenti delle varie letterature francese,
latina e volgai-e.
Ma la coltura ferrarese dipende da diversi ordini di cose:
dalle condizioni politiche e civili della città, dal grado di
liberalità e di munificenza dei F*rincipi, dagli usi e dalle
costumanze del tempo.
È stata percit't nostra cura di pt)rre in relazione o per lo
meno di non considerare distinta la coltura della rinascita
a Ferrara da quel com [desso di elementi e di fattori che ven-
gono a costituire la temperie intellettuale, etica e filosofica
di queir età.
Nella quale in tutta Italia insieme a un grande splendore
d'arte e ili stmli non mancarono tristissime vicende civili e
religiose.
E nella stessa Ferrara quante discordie, quanti tradi-
menti, quante tui-[)itudiiii in (juesto memorando periodo I
206 CONCLUSIONE
E quale squilibrio potente tra la splendida Corto e la mi-
sera gente di Ferrara!
La vita dei Principi — varia, lussuosa, magnifica: soi--
risa dai fantasmi dell'arte, rallegrata dal canto dei poeti,
fiorente di ricchezza, alimentata da una sfrenata smania di
feste — è in pieno contrasto con la vita umile, triste, di-
messa del popolo.
Questo a Ferrara sciìmpare dinanzi alla gloria dei Ducili.
Asservito, come uno schiavo, alla Corte, si allieta delle
sue gioie, s'attrista dei suoi dolori; sopporta nelle gravi
imposizioni e nelle dure gabelle le conseguenze del lusso
dei Signori; ammira con stupore passare innanzi a sé spet-
tacoli sorprendenti: bucintori che discendono sull' acqua del
Po, come maravigliosi sogni, sonanti di canti e di stru-
menti, pieni d' un gaudio festoso, splendenti tra il verde
delle rive: lunghe cavalcate con equipaggi vari di mille co-
lori, con folgorio d' argento e d' oro, con gran pompa di stoffe
rare e preziose: feste sontuose e mirabili per ricchezza di
addobbamenti, per grandi archi trionfali, per giuochi di fune,
per suoni, per balli.
Ma a notte il popolo ascolta gemere nei cupi sotterranei
del castello i prigionieri o rabbrividisce all'ululo dei tortu-
rati o al rantolo dei giustiziati.
Allora la folla negletta, povera, stracciata, «luelia folla
che per un istante, come vinta da una sottile ebrietà di gioia,
ha esultato, nelle feste, della letizia e del gaudio dei Principi,
sente il giogo dell' oppressione ; e non si ribella apertamente,
non irrompe con impeto, ma trama invece nascostamente
congiure.
1 contrasti più vivi e [diì forti si verilìcan(j anche nella
stessa corte degli Estensi. Accanto a manifestazioni di vita
pagana, una grande mania religiosa regna nelle costumanze
e negli usi privati dei Principi. Ercole I vien celebrato dagli
storici come uomo devoto, edificatore di chiese e di mona-
steri, dedito alle pratiche del culto, liberale in elemosine ai
conventi della città M; Eleonora d'Aragona s'interessa che
') ]*cr li- iiKiIttplii-i richieste e piM- gli offici d" Eii-olc vcr.-io Suor
Lucia (la Xaiui affiuobè si recasse a Ferrara, si cfr. L. A. Gandinj,
tSuUa venuta in Ferrara deìla Beata Suor Lucia da Narni, Mo-
roNcu;sioNE 207
Alfonso reciti ogni giorno l'officio religioso, supplica il paj>a
(li concedere grazia a certo numero di suore venute da
Reggio per erigere un monastero a Ferrara : e poco dopo
la sua morte, nell'inventario delle sue robe i cancellieri di
Corte debbono registrare diversi palii d'altare da lei pos-
seduti e cuscini di raso da messale per la sua Cappella e
ampolline da altare di argento^ e un « presepe con figure
de releuo », ed altri molti oggetti di culto ^ ).
(lena, 1901. Dalla nostra Appiud.. II-, 51 ai»i)ieudiaiii() eli»' Eic-olc le
donò lina sna biljbia. Tolgo infine da una lettera di Isaliella <lel
25 \ov. 1500 (Areli. est. -Carteggio dei Principi:) « .... la Venerabile
« Sore Osana: eum la <|uale hauendone parlato dice che ])er nisi-
« tare la Tener. Sore Lucia et fare cosa grata a V. Ex. et a ine
« fariii ogni extreinità ». — Si j)uò consultare ora sopra Suor Lucia
un recentissimo o])uscoletto : L. A. Gasdi^i. Fpinodio stoiico inedito
intorno Lucrezia Borgia, Bologna. 1902 (estr. dagli Atti e mem. delia
lì. Dvput. di ,St. P. per la Boni., Voi. XIX. fase. I-III).
') Inventario di Eleonora (1493): « Un sechielo de acjua sancta
« facto a la francese de argento dorato cum smalti de oro cum dui
« putini de releuo con il suo asperges apicato con una cadenella.
« — Una croce de argento dorata et smaltata col pede grande col
« erucifixo de releuo et n.ra dona col figliolo in Iiraze et cuna diece
« figure de releuo. — Dui candellieri de argento da altare dorati
« et smaltati cum tri pedi de lione a cadauno et cuin le arme de
« la Casa da Este de smalto. — Una nauicella de argento dorato
« et smaltata da incenso cum le arme de madama et de la casa
« cum lo angelo et nuntiata de n.ra dona de releuo. — Doe am-
« i)oline de altare de argento. — Una faceta da comunicare sacrata
« de argento. — Un ]ialio de altare de raso de grana col friso de
« brocato ilorn. — Un altro palio de altare da oratorio de cendale
« listato morcsclio. — Una piane<la de damasco biancho cum li fiori
« doro cum la croce recamata cum oro et ueluto cremesino suxo
« damasclio turchino. — Una filza de ])aternostri de diaspese et
« calcidonio, ecc. ecc. ».
Tolgo da un inrentarin di Anna Sforza (e. 10'): — « Una croce
« cum lo suo i)e cum lo erucifixo confi<-to. — Uno secliio da acqua
« santa. — Una nauixella da incenso, ecc.. ecc. ». — Per Lucrezia
Borgia licordo soltanto clic Fra Borfolomeo di S. Marco, trovan-
dosi a Ferrara, fu incaricato «lalla I>ucliessa di dipingerle una testa
del Salvatore. Si cfr. G. Cami'oki, liei az. defili studi fatti neìV Arch.
Palat. di Modena presentata alla Dep. di 8t. I'. nella tornata del 17
Gennàio IS6i\ pag. 31 dell'estratto.
208 coxrLusioNE
<Jh, neir intimità della Corte quanto tesoro di vita affet-
tiva e quanta dolcezza di pensieri e di sentimenti sa recare
la mite figura di Eleonora! Essa si studia di aprire con ogni
soavità di madre l'animo dei figli alla pietà e ai più onesti
costumi, li educa ad un grande scambievole amore, li in-
fiamma di carità, li fa scrupolosi nel dovere. I germi di-
schiusi da Eleonora nel cuore dei Principi non mancanrt di
presto fiorire. Isabella all' udire la nuova della morte della
sorella scrive al padre: « De (|uanto dolore me sia stata
(( questa infelice nuoua, la quale tutto el tempo de la ulta
(( mia me tornerà in mesticia : non poteria né cum calamo
« né cum lingua esprimere ricordandome essere priua de
« cussi amoreuole, honoreuole et unica sorella M ». E ad
I[»polito con ogni soavità scrive: « Scio che a la S. V. R.
« summamente piaceno le fiore de cetro. Perho gli ne iiuiio
" per il presente messo uno cistello insieme cum alcuni de
« li fructi nati nel mio giardino » - ).
Ma se il carattere delle Principe.sse, entro le mura del
Castello, si svolge sereno e innnune da ogni empietà, non
così accade pei maschi: nei quali la turpitudine e la forza
dei tempi e delle circostanze jxossono più della soave edu-
cazione ricevuta nell' intimità della vita domestica. Nel-
l'animo loro l'età turbolenta presto agita ire, invidie e ran-
cori e spegne il sentimento della pietà per risvegliarvi quello
della tirannia.
Quei turbamenti. di coscienza e quelle indeterminate oscil-
lazioni dello spirito, che son proprie di cotesto periodo, pre-
dominano in Ferrara; ove abbiamo un grandioso contrasto
fra l'arte e la vita: la prima piena di splendore, fiorente
di grazie classiche e pagane, protetta dalla munificenza dei
Duchi; la seconda i-attristata dal governo feudale e oppressa
dalle esigenze dei Principi, che i)er radunar ricchezze o
sodisfare la propria ambizione discendono talvolta ad atti
i più crudeli.
Ercole stesso è salito al [ìotere attraversando la strada
a Niccolò e spai'gendo le vie di sangue. Ond' egli ha sempre
') Ardi. est. (li Stato. — ('artcgjj'io dei I'iiiici))i. — J.otteri»
<lel 1497.
-) Id.. i(l., k'tt. (k-1 1:3 8ettL-mbic lóOl.
CONCLUSIONE 200
nuovi timori di novelle congiure e non può rallentare il
freno del suo governo. Il popolo tutto è schiavo della Corte :
le donzelle delle Duchesse appartengono alle più nobili fa-
miglie, ai Tassini, ai Trotti, ai Costabili; i consiglieri du-
cali, i fattori, gli oratori estensi sono i personaggi più noti
e pregiati di Ferrara ^ ).
D' altro lato le officine della città faticano tutte por i
Principi; il popolo ha bisogno di essi; un'aperta solleva-
zione è adunque impossibile.
In questo stato di cose, l'oppressione si presenta come
un tormento senza mai fine e senza speranza alcuna di li-
bertà e allora le condizioni della vita Ferrarese preparano a
poco a poco una grande coscienza: Gerolamo Savonarola').
Sentivasi in Ferrara, come altrove, potente il bisogno <li
') Abbiamo già visto (]U!into fossero legati alla Corto i letterati
a (•(iiiiiiK-iare dai loro corifei, come cad es. Antonio Tebaldeo. Sog-
giungo che da niss. del Telialdeo derivano due codd. estensi con-
fcncnti per gran parte componimenti indirizzatigli da poeti contem-
]>oranei : 7. G. 4.15 e a. T. 9,19. Uno di questi mss. è già stato
utilizzato da noi a pag. 160. Per essi si veda anche: F. Flamini.
Iaco2>o Corsi e il Teiaìdeo. in Giorn. star., XVII, 390-99.
'-) Che le condizioni della vita ferrarese siano state la causa che
determinò il Savonarola a fuggir dalla casa paterna e ad abban-
donare Ferrara, pensa il Villari nel primo capo della sua niagi-
sti'ale opera sul grande Domenicano. Intorno al quale in questi
ultimi tempi gli studi si sono succeduti con prodigiosa rapidità.
Qui non accade di dover volgere 1' attenzione che alla sola giovi-
nezza del Savonar»da. Rimando tuttavia per copiose indicazioni bi-
bliografiche al volume: Gerolamo Savonarola e la critica tedesca,
(trad. di A. Giorgetti e C. Benetti. con pref. di P. Villari e introd.
di F. Tocco), Firenze, 1900.
Ercole s' interessò sempre del Savonarohi. Nel 1495 gli scriveva
di porgere orazione a Dio acciocché « ne ])resti grazia di poter fare
« l)one opere ».
L' anno seguente Girolamo scriveva : « Io manilo alla Excellentiu
« Vostra el libro de la Simplicità de la Vita Christiana anchora
« inperfecto: tanto è il desiderio mio che la S. V. viva come per-
« fecto cristiano », ecc. (Ricorro direttamente alla fonte: cod. est. a.
G. 1,18).
Aggiungo qui che la biblioteca <P Ercole I possedeva diversi
scritti del Savonarola. Si cfr. Append., II-, 184, 186, 187.
14
210 CONCLUSIONE
un nuovo regime di vita, più moderno, più equilibrato; pre-
sontivasi anzi l'avvento di una civiltà migliore.
Elevarsi dagli squilibri e dai contrasti del presente verso
una forma più eletta di vita era l'aspirazione di tutti gli
animi.
Era necessario pem rompere 1' ultime tenebre del Medio
Evo; attraversarle, camminare in esse senza meta, forse in-
consciamente, ma camminare.
E Gerolamo Savonarola, sospinto da una grandi' forza
occulta, abbandona Ferrara e sfida le tenebre di un avvenire,
che gli si presenta tutto collo spavento dell'ignoto.
Colle condizioni turbolente della vita privata contrastano
quelle dell'arte. Se frate (ierolamo è interprete delle prime,
le seconde trovano la loro apoteosi in Ludovico Ariosto, il
quale accoglie in sé ed elabora tutta la magnifica e varia
coltura della Rinascita ferrarese. E mentre Gerolamo Savo-
narola è atteso, dopo il suo viaggio fortunoso, dalle fiamme
del rogo, a Ludovico Ariosto l' arte e la poesia compongono
invece un serto imperituro di gloria.
APPEiVlJICE I
I.
Frammento di un catalogo della Libreria di Borso d° Este
1407.
Inventarium et descriptio librorum et voluminiin) existentiiim in ISibliotecba Turis
Magne Palati) Ill.nii l'rineipis et d.ni n.ri «1. liorsij Ducis Mutine et Kegij, Marcbionis
Estonsis, ecc. in civitate Ferrane, reiiertoruni ibidem per spectabileni virimi Xico-
LAOM DK Thosicis, et egregium virum .Scipiosem Fortusam. camerarios et officiali-s
deputatos etc. Scriptum et anotatum per me .Tacobum do Curio etc.
Capitulum liìiroruni hitinorum.
1. (lonicba de Alberti Mussati in Carta membrana in forma reali
in littera moflerna. C'oboperta braxilio rubeo. cani fiuattnor
azuli, co 124
2. Cronicha vet. in Carta mediocri membrana (M»bo)>erra monta-
nina alba cimi tribus azulis. ce 196
3. Croniclia Nona in Carta membran. in ter." mediocri cum uno
fondello Montanine all)e et tribus azuli, ce 120
1. Croniclia in Carta membran. in for." plusquam mediocri partim
in columnis et partim non cum Aibis et uno fondello monta-
nine niridis et duobus azulis tractatus de gestis jiadue, ce. 86.
r>. Alia Cronicità in folio liombicinc) mediocri vocata Cronicha
Johannis Villani cum albis et uno fondello montanine albe
et duobus azulis, ce 151
6. Alia Cronicha M.""""" dominornm de Cararia ect. in cart.
membran. parnis partim et partim in carta bombicina a
1 ) Jli <• parso conveniente ripubblicare la prima e più importante parte del catalogo
del 11C7 edito già dal Cittadella in app. al suo Casteìlo di Ferrara, ivi, IST.i. pag. 63 sgg.
Oltre a gravi onimissioni di parole e parecchi errori, si verifica nella pubblicazione del
Cittadella una deplorevole mancanza che riguarda il numero delle earte dei rass., uno
dei primi sussidi per l' identificazione dei codici. Per la restante parte del catalogo, com-
pilata più frettolosamente e senza indicazione di carte, il libro del Cittadella può ba-
stare : mi dispenso per ciò di ripubblicarla.
214 APPENDICE I
])arte posteriori partim iu fohimnis et parfim non cuni Albis
et fundelo rubeo et uno azulo. co 182
7. Alia Crouicha in cart. nieinltran. vocata Cronicha fratris Jo-
liacliini .Tanuensis «le Voragine in forma parua littera mo-
derna iu Columnis. Cohoperta Coreo Eubeo cum (luobxis
azulis Signata super Alliis de duobus columnis, ce. . . 83
X. Alia Chronioha sui»er Editìcatioue ferarie in eartis membran.
]iaruis Coboperta Vìraxilio rubeo cum duobus azulis signata
unycornio, oc 19
9. Hystoria Regum francoruni et Impcratorum a Karolo Magno
usque ad Albertum in carta membranacea forma reali et lit-
teris modernis in columnis piotis Colioperto Corio Rubeo
(•uni 4 azulis Signata duabus Columnis pictis super tabula,
oc 200
10. Chatholicon Super Vocabulis in carta membranacea in l'orma
reali in columnis Cohopert. montanina alba Script. Litteris
modernis ciim 4 azulis, ce 3.")2
11. Galienus in Cai't. membran. in forma reali in columnis in Lit-
tera moderna Cohopert. montanina Alba cum 4 azulis, ce. 273
12. Franciscus Petlirarca super rebus familiaribus et ad Socratem
et ceteros iu Cart. membran. in Columnis littera moderna
Coliopcrt. montanina alba Cart. int. scriptus et non scriptas.
ce IHO
13. Pontificale secundum Consuetudinem Ecclesie Romane in cart.
membran. in forma mediocri et littera testuali moderna cum
litaniis colio]iert. montanina zalla cum 4 azulis argenteis ' ),
ce Ut)
14. Scriptum Dantis in Cart. membran. in fornfa mediocri in co-
lumnis Cobopertum Coreo rubeo cum duobus azullis, ce. 160
lìì. Grecismus in cart. bomlnc. in forma mediocri glosatus Coho-
pert. montanina alba cum duolius azullis. ce 116
16. Liber usus theologicus intitulatus liber Albertini et Aristotelis
de Scientijs in membranis Litteris modernis in colunmis Co-
hopert. coreo rubeo veteri absque azulis cart. int. scriptas
et non scriptas, ce •">•'
17. l'aulus Orosius de plagis mundi in eart. membran. in forma
plusquam mediocri Littera nmderna in cohimnis Cohopert.
montanina aH)a. Cart. int. scri]>tas er non scriptas '- ) . '>\
1) Tra il n. 12 e 13 v' è uno spazio bianco e la numerazione nel ms. va da 12 a 11;
segno evidente che manca qui l'indicazione di un'opera. Codesti numeri ordinali si leg-
gono nel margine destro dell'inventario, ma pei caso nostro non hanno alcun valore.
2) Tra i un. IG e 17 manca l'indicazione di un'altro codice, poiché la numerazione
nel nostro ms. salta da 1(3 a IS.
APPENDICE I ?15
IS. Frater petrns oriolus in Meml»ranis super Compendio totius
«linine seripture Cohopert. montanina uiiidi veteri eum duo-
Iius aznllis in colnmnis Liffera moderna. Cart. int. scriptas
«^f non scriptas 151
Ul. Ars generalis super Theologia in membranis Litteris modernis
in eolumnis Cohopert. montanina rubea veteri'). oc. . 142
20. Pootria Gnalfredi. Ovidius siue titulo, Juuenalis Medulus in
uno uolumine ligati in eart. bombic. forma mediocri Littera
moderna cum albis et uno fundelb) alito et uno azullo. ce. 224
21. Frontinus de re militari in cart. membran. in forma mediocri
in coluranis Littera moderna cum minijs deauratis et cum
\'irtutibus pictis et Ar|uila in prima facie Cohopert. monta-
nina rubea veteri cum 4 aznllis et Brochis Cart. int. scriptas
et non scriptas. ce 50
22. Frontinus Stratagematicon in Cart. mendtran. in eolumnis Lit-
tera moderna cum minijs deauratis cohopert. coreo rubeti
veteri cum duobus aznlis Cart. int. scriptas et non scriiitas HO
23. Leonardus aretinus in Comentarios de primo Bello punico in
cart. membran. Littera moderna in for." parua cohopert.
montanina uiridi cum Brochis et tribus azulis, ce. . . 64
24. Homerus de Bello Troiano — Alexandri Maximi gesta. — In
Cart. membranis. In metris forma mediocri Colioperti monta-
nina viridi veteri cum principijs lilnorum in minijs deauratis
cum Aquila ])icta cum 4 azulis et lirochis. Cart. int. scriptas
et non scriptas 86
25. Pomponius biella de Cosmographie in Cart. membran. in eo-
lumnis Littera moderna cum minijs deauratis cum Aquila
pietà unicornio et Balzana pict. in jtrima facie. Cohopert.
coreo rubeo veteri cum 4 azulis et Brochis et cum aquila et
Balzana pict etc. ce 24
26. Commentarium super L.' Augusriiii de Ciuitate Dei per ....
Hem -) predicatorem in Cart. membran. in Colnmnis Littera
moderna cum principijs capitulorum in litteris deauratis cum
Aquilla super prima facie pietà et uno fine predicatornm in
principio. Cohopert. montanina Rubeo cum 4 azulis et Bra-
chis. ce 72
27. Opusculum. I. Liber qtiidam congregans aliqnas historias ve-
teris testamenti continentes (xir) ,Tus Canonicum in Cartis
1 ) Qui pure, tra 19-20. v' ha nno spazio bianco e manca l' indicazione ai un' opera.
Questo stesso fatto si veritìca dopo i nostri numeri: i8; .31. dopo cui mancano 2 opere;
3tì ; OS. dopo cui difettano altri dne codd. ; So ( altre 2 opere ) ; ^ : 92. Dopo il n. 108 man-
cano diverse opere e nel ms. v' è circa una pagina bianca. Fanno difetto .3 opere dopo
il n. 125; e un'altra manca dopo 1:62.
2) Cosi nel ms.
216 APPENDICE I
boiiib. forma mediocri Littera moderna f-nm All>is et foiidelo
Corei ruliei et uno azulo. oc 8(j
Die Sahnti XI ms. Julii predicfi.
iJS. J^utiaiius ex graeco traslatus per Bertlioldum in iiicmliranis in
forma mediocri Littera moderna in Colnmni.s cniii AHiis et
fundelo montanine viridis cum uno azullo ' ), ce. ... 14
29. (lains Svetoniiis Tranquillus de Vita Caesarum. Ncmus et pul-
eher in art. membranis in forma mediocri littera antiqua
cum principiis deauratis ad formam antiquain cum Armis
et devisis 111.'"' d. n. ducis Borsij in prima facie ipsius libri.
Colmpert. Braxilio rul)eo cum (juinque Brochis magnis super
unaque alba et quattuor azullis deauratis Cart. in totum 168
8U. Suiuma fratris Thome in Cart. membranis A-eteribus in Co-
Inmnis forma parua. Colio])ert. • Coreo rubeo cnni duoluis
azullis. ce 161
:>1. Expo.sitiones Lil»rorum Declamationum .Senece in cart. mem-
I)ranis in Columnis littera moderna cum principijs librorum
deauratis cum Aquilla et tiguris in prima facie pictis. Coho-
pert. montanina all)a veteri cum 4 azullis. Cart. int. scriptas
et non scriptas 96
32. Inventio Troyane historie dict. Crec: et Daris (sic) plirigii in
membranis in Columnis Littera moderna. Cohopert. coreo
rubeo veteri, cum Brocliis et duobtis azullis et cum ditabus
columnis aureis pict. super ambabus albis Cart. in totum 42
33. Boetius de Consolatione in cart. membranis in forma parva
littera moderna textuali CohoperT. coreo rubeo et duobus
azullis, ce 60
31. Vigetius de Re Millitari cum gestis .lulij Caesaris in membranis
in forma mediocri in columnis Littera moderna textuali cum
prima littera deaurata cum a(|uila pietà Colio])ert. montanina
alba veteri cum 4 azullis et Brocliis. ce 66
3.^>. Calendarium fratris Fulci. — Liber Computi seduni ecclesia-
rum — Liber miraculorum — Liber secundi philosoplii. —
Isidorus — Pontificale Archipresbiteri Ravennatis. — In uno
volumiue in membranis in Columnis Littera moderna ciim
litteris in principio deauratis cum Aqiiila pietà. Cohopert.
mcnitanina rubea veteri cum quattuor azullis laceratis, ce. 98
36. Ode Oratij in meml>ranis in forma mediocri Cobopcrt. coreo
rulieo Litteris modernis glosat. cum miuijs rubeis et azuris
et uno azullo, ce 96
1) Segue lo spazio per un libro.
APPENDICE I 21'
37. Cronica Ricobaldi in membranis in forma reali Liftera mo-
derna in Colniunis Coli<)]>crta iiioiiraniiiu alba cuiii 4: azul-
lis ' ), cp 122
SS. Vegetiiis super medicamine aiiinm et animalium in membranis
in columnis Cohopert. montanina veteri rubea cum 4 azulis
et Brocbis cum uno falcone et uno equo pictis super am-
babus tabulis Cart int. scriptas et non scriptas . . . 112
Hft. Lutius Aneus Florius in membranis Littera moderna in co-
lumnis eobopert. montanina rubea veteri cum multis Brocbis
.et 4 azulis in forma parva cum Aquila ])icta super ambalnis
tabulis, ce 'M
40. Florns et Titus Livius Littcris modernis in liiembranis C'oliopert.
montanina alba duobus azullis in forma i>arua. ce. . . r)6
4J. Tragedie Senece in Cart. papiri forma mediocri Littera ciirsiua
Cobopert. montanina alba cum brocbis et uno azullo cum
aliquibus Epistolis Pauli ad Senecam et Senece ad Pau-
lum. ce 227
42. M.' Petrus Tusignano in membranis in forma pania Littcris
modernis in Columnis cum Aquila et insign. de Malatestis
in prima fatie Cohopert. montaninn Eultca cum Tirochis et
tribus azullis, ce 12
48. Kicardus de Penitentia in Cart. bond>ic. forma parua Littera
cursiua tristi cobopert. carta pecudina alba. ce. ... 91
44. Epistole S^exti Julij Frontini in Cart. bombic. forma parua
Littera cursiua parui iialoris cum tabulis nudis et uno
azullo. ce 19S
ir>. Dialogorum Gregorij — Epistola Bernardi — Xatiiiitas Costan-
tini imperatoris — Liber Secundi philosopbi — Diffiuitio
Albini de liomine. In uno uolumine in cartis meml>ranis
Littcris modernis in columnis pulcber. miniat. cum Aquila
et multis tiguris in prima facie Cohopert. montanina ru1»ea
ueteri cum duobus azullis et brocbis, ce ";")
46. Sextus .Julius Frontinus Stratagematum in Cart membran. in
forma parua Cohopert. montanina Rubea ueteri cum duobus
azullis et multis Brocbis et cum dualms Columnis ])ictis super
ambabus albis. ce -^7
47. Ludus Schacorum in Cart bomliic. Littera cursiua in fornui
mediocri cum albis nudis, ce 38
45. Calendarium fratris Fulci ordinis minorum in membranis in
Columnis Littcris modernis forma mediocri cum tiguris planc-
tarum pictis cum Acjuila in prima facie Cohopert. montanina
uiridi veteri cum 4 azullis, ce 8
1 ) Segue uno spazio bianco.
218 APPENDICE I
49. «Siiiiiiiia Dictamiiiis M."' Giiidonis Aurei veterrima iu Cart. uipui-
l>raiiis in Coluiiniis litteiis tristiltiis cimi alliis iiudis. oc. 64
óu. Itiiierariiiiii Franeisci Pefraice ad Sepulcruiii in Cart. nieni-
hranis in forma pania partim in sermone vulgari et partim
literali Coliopertuin hraxilio Ruheo cnni dnalius ooluninis
pictis suiier ambalnis alhis cinii multis Broehis et duabns
a7,ullis, co 22
'il. Autor Modorum signiticandi iu meuiUranis iorma ])arua Lit-
teris modernis cum albis nudis, ce 24
n'i. Ouidius de arte amandi et de Remedio amori.s veterrimus in
inemltranis forma jìarua Littera tristi Coliopert. coreo albo
ueteri, ce. 4S
ó3. Priscianus minor in meml)ranis forma parna Litteris anticpiis
Cohopert. montanina niridi cum hrocliis et uno azullo, ce. '.^A
i')4. Franciseus Petrarcha de Mribus (.sic) illustrihus ad M.*""" d.
Frane, de Cararia in membranis forma parna cum minijs
Colio))ert. montanina Rubca veteri cum duobus azullis, <c. 2S
">"). Poctria Oratij poetae in mcnil)ranis cum Epistulis eiusdem
Oratij in forma parna ('olio])ei't. Coreo rulieo veteri cum
brocliis et uno azullo. t-c ^>l
r>(i. 'Tcrentins After in Cart. bomliic veterrimus in l'orma parna
<'um fondello Corei rubei veteri cum uno azullo. co. . loti
I)i« Lune Xiij Julij predìvti.
~>1. Doctrinale veterrumim in iiicmbranis in forma mediocii mo-
dici valoris cum all>is nudis, ce •">2
.">S. Summa gramatice M.'' Cesaris in membranis in Columnis Lit-
teris modernis cum fnndello viridi et uno azullo. <•(■. . (il
59. Ruffus Sextus vir eonsularis in membranis forma parvula lit-
teris modernis Colioi)ert. montanina viridi cum Brocliis et
uno azullo, ce 2J
60. Ouidius de arte amandi cum alijs suis operibns in membranis
forma parna Cohopert. montanina az.nra cum Brocliis et uno
azullo, ce ó4
(.il. Augustalis M." Benvenuti de Rambaldis. (jui dicitur Codex
Imperatorum in memliranis forma parvula Colio]ìert. coreo
rubeo veteri cum uno azullo, ce IH
62. Marcus Paulus de Venetijs de conditionibus et Consuetudinibus
de (sic) Orientalium Regionum in membranis Litteris mo-
dernis tristibus in Columnis Cohoi)ert. montanina alba cum
uno azullo, ce 41
63. Dant. de natura faleonum et de Remediis animalium in mem-
l)ranis Litteris nu)dernis forma pania Cohopert. Coreo rubeo
cum brochis et uno azullo, ce 46
APPENDICI". I 2U)
64. Genmatia Eleticorum in meinbranis forma parua rtinersisqiie
litteris scripta. Cohopcrfa montaiiiiia ruboa iicferi cniii Um-
fliis et fUiobus aziillis, ce 146
(j;"). Sniimia dìctaminis M." Laurentij ile Aquilegia, in eartis meni-
hranis forma minori mediocri litteris bastardis Colioperta
montanina crocea lacerata sine azullis, ce H!S
(ili. Ovidius de vetula veterrimns in meni1»rauis litteris aiitif|uis
(■r diversis forma parua C'oliojiert. montanina allm cuni Bro-
chis, ce 'S'A
07. Klucidarius de Trinirate in nienibianis lumia i)arua litt(n'is
eursivis tristil)us cimi fundello viridi, ce 'A-
(iX. l^atantius uidelicet Scriptum su])er Statio Tlieliaydo.s in mt^m-
branis litteris modernis in columnis forma pania cimi minijs
deanratis Colio])ert. braxilio rul>eo cum Brocliis et diiobns
azullis '), ce IIN
tiJl. Poetria nouella Gualfredi in menibranis forma mediocri nona
Clini fundcllo montanine niridis et uno azullo, ce. . . 3?<
7(1. Ephitoma Floreij in membranis forma parva litteris eursivis
Cohopert. montanina viridi cum Itrochis et uno azullo. ce. 71
71. Ouidius de Arte et Eemedio Amoris in membranis forma me-
diocri litteris modei'uis Cohopert. coreo albo veteri et lace-
rato cum fuudello albo, ce 47
12. Ordinarius super diuinis Offlcijs in membranis forma ]>aiiiii
litteris antiquis veterrimns sine ]irinci)iio «uni albls nndis.
ce 14r>
7H. Scrii»tum Latantij in Cartis l)oml>icinis litteris eursivis forma
pania cimi fiindello corei rubei et uno azullo, ce. . . 181
71. Icanoniea Aristotelis et ])oetsia Oratij cum Glosis in membranis
forma pania diuersis litteris cum fuudello Corei rubei et
uno azullo, ce. 28. — .loliannes de Ranena de dilectio. Re-
gnantium in membranis forma pania litteris eursivis in Co-
lumnis Ccdiopert. montanina rnbea veteri cum Brocliis et uno
azullo, ce 32
7-^. Liber Bellicosus verat. Florins friuiolen. docens for. Aetoruni
dimicandi in duello Litteris eursivis in mem1)ranis forma
])arva tiguratus diversis inodis in plnrirais et diversis cartis
cum litteris super figuris cum Aquilla tilba et dnobiis cime-
rijs pictis sui>er prima carta Cohopert. montanina alba cum
Brochis et uno azullo. Cart. inter scriptas et non scriptas, 08
16. Summa Gramatice M.' Cesaris vetustissima in membranis lit-
teris modernis in Columnis enni albis nndis modici nal-
loris, ce 42
1) Segue uuo spazio per due libri.
22U APPExN'DICE I
77. Statius Thebaydos in papiro forma reali litferis grossissiiui.s
modernis Colio))ert. Coreo rubeo veteri cniu Brocliis et iiuo
azullo, ce 19")
78. Commentarium Cesaris in eartis nicniliranis forma reali in co-
himnis litteris modernis enm ]»rineipijs librornm miniatis
Cobopert montanina viridi eum 4 azullis eignatum in fine
manu Gnarini Veronensi Cart. int. seriptas et non seri]>tas 8B
79. Almansor Smeresis in medicina in membranis forma reali lit-
teris modernis in colnmuis Cobopert. montanina rnbea
uova, oc 117
80. Epithoma Floreij Abbreniatoris Titii Linij in viilgari in mem-
branis forma ])]nsqnam mediocri litteris modernis in colniimis
(■uni A(]ni]l:i et cinivrio alltis in niijnio prime facili, «uni
duobus imicornijs sn])er aniltalins tabnllis, ce IX
81. Liber Secretorum Aristotellis de pro])rietatil)ns T.,nmine et signis
de morte Aristotellis. — l'hysonomia Almansoris in inem-
Itranis in forma mediocri litteris modernis in columnis cnm
]>rincipijs librornm deanratis Cobojiert. montanina rnbea \c-
teri cnm Brochis et 4 azullis, ce (30
82. Lil)er de Sestis Alexandri Imperatoris in membranis form.a
]>arua litteris inodernis in coluiunis Cobopert. montanina all)a
(um duobns azullis Cart. iut. seriptas et uou r)0
83. Loyclia Ari.stotellis iu membranis forma parua litteris mixb'rnis
in columnis et uno azullo, ce 42
84. Liber ludi Scacorum in membranis forma parvula litteris mo-
dernis in columnis ])ulcberrime miniatus et deauratus cum
tiguris cum Aquilla alba pietà in prima facie. Cobopert. mon-
tanina rubea veteri, cum Brocbis et uno azullo. ce. . . 6><
85. Loycba Petri Hispani in m(>ml)ranis forma parvula vetustis-
sima modici valoris Littera cursiva diversa Cobopert mon-
tanina alba veteri sine aziillis, ce 4.")
86. Lectura quedam super Jure civilli in meml)ranis forjua reali
in columnis Litteris modernis absque principio et tine et di-
versis litteris cum albis nudis. ce 1.32
87. Summa notarle d. Eolandini passageri in membranis forma
pluftquam mediocri Litteris modernis in columnis cum fnn-
dello alto veteri, ce. . Ili
XH. Uecollect notarie super Contractibus partim in papiro, partim
in membranis diversis litteris in forma plusquam mediocri
parvi valoris cnm albis tuidis et fractis, ce 10.")
89. Flos testamentorum in membranis in columnis litteris t];ins;il-
pinis in forma plusijuam mediocri cum fundello viridi cum
duobus azullis, ce 30
APPENDICE I 221
90. Tractatus Thìl>eri(lis in papiro secundmii <1. Baitliolamcum dr
Saxoferrato in forma luediocri littera cuisivii tristissima cum
fuiidello corei rubei, ce 1^<^
i»l. Flos testameiitorum M." Rolaiidiui in cartis meml)raiiis forma
plus(iuam mediocri litteris diversis cum albis nudis et uno
azullo. ce --
it2. Liber sectiiidus Cousiliorum seeuudum Iiiuocentium in papiro
in forma mediocri diverais litteris script, ciim fuudello corei
rubei ^), oc. 83
9o. Postille B.' Thome super 8. Luca iu membranis non liyat. lit-
tera moderna in Columnis non suut enim complete et sunt
quinterni n. 9 citm pulcherrimis minis deaurato, ce. . 90
94. Scriptum super Angustino de Civitate dei littera cursiva in
columnis i>apiri Coliopert Cart pecudina sine albis, ce. 70
95. Epistolle francisei pliilelphi ad Leonardum Aretinum in ser-
nume vulgari in cartis bombicis forma parva Colioperte Cart.
pecudina absque tabulis Cart. int. scriptas et non scriptas, 22
9H. Liber in Arte Duelli in cartis membranis forma parva littera
cursiva in columnis editum per Florium friuiolens. Cohopert.
Cart. pecudina sine t<al>ullis. ce 15
97. Liber Bellatorius iu papiro foliis i)arvis littera cnrsiva in Co-
lumnis Cohopert. Carta pecudina sine tabnllis. ce. . . 22
9S. Liber Magnamiuitatc (.We) Jllu. d. Azzonis Marebionis in mem-
branis forma parva in metris cum aliquibus fignris ])ictis.
Cohopert. montanina rubea veteri sine tabulis, ce. . . 21
i)9. Liber Mareschalc. iu membraiiis forma parua littera eursiua
Cohopert. carta pecudina sine albi.s. ce H-l
10(1. Scriptum Thome Anglici super Angustino de Cinitate dei in
papiro forma parua Litteris modernis Cursiuis Cohopert.
Carta pecudina sine tabnllis. co HS
101. Ordo celebrandi Missam secumhim eeclesiàm in membranis
forma parua Litteris luodernis sine tabnllis ]>cr ])ontificem
Cohopert. Carta pecudina, ce 54
102. Liber Alexaudreydos in membranis forma parua Litteris an-
ti(iuis vetustissimis glosatns. Cohopert. carta iieeinlina sine
tabnllis, ce 71
108. Exopus fabulosus non eo modo quo suut illi quibus ntimnr
sed diuerso Versil>us exametrns. — Ovidius de medicamine
faciei — Ovidius Hiliim — In membranis forma parvula
litteris anti(iuissimis in uno vc^himine sine tabnllis, ce. 32
104. Amphytrion in membranis Litteris modernis forma parua in
metris sine tabullis vctustissimus Cohopert. carta pecu-
dina, ce 12
1 ) Segue lo spazio bianco per una aunotazione.
222 APPENDICE I
10r>. Qucdaiu Carmina ad 111.'""'" d. Nicolaum estensem por Ber-
uarduin de Messaltis edita in uuo folio reali iu diiabiis fa-
oiebns oum ^iriiua littera . P . deaerata et piilclierriiue mi-
niata iu qua est figuratus idem 111.""" Marchio oum duabus
tabullis nudis et tribus azullis, oc 2
106. Tropinus Rameusis de miraculis in meiubranis litteris modoruis
iu forma parna oum albis et fuudello montanine uiridis cum
uuo azullo oum aliquiltus uietris gallicis a parte poste-
riori, oc 48
107. Clomentum super Danto poeta vulvari in luembranis forma me-
diocri in columuis litteris modernis oursiuis bouis direotum
ad 111. Principem d. Nicolaum estensem cum Aquilla alba,
balzana uuicoruio ac pluribus tiguris jjiotis iu principio dicti
volumiuis Coho]iertum coreo rnbeo veteri cum brocliis et
l)ostis azullorum, co 237
lOS. Lectura una super Notulis Notarle in diapiro forma reali in
columnis Litteris cursiuis modernis Coboperta coreo nigro
cum brocbis et uno azvillo ao postis i azullorum, oc. . 12f(
lOtM). Genologie deorum gentilium iu menibranis litteris pulcber-
rimis in columnis cum principio deaurato cum una tigura
dootoi'is m —
110. Instictuta cart. membrane coperta duabus cum fundelo ruboo
cum azulis tribus oc Ili
111 in carta membrana coiiortus carta pecudiua glosatiis . .
112. Tacuynus Sauitatis iu Medicina forjua plusquam mediocri in
membranis litteris modernis diversarum maueritrarum cum
rubricis multis et quadris descriptis de rubeo et nigro cum
principio deaurato oum aliquibus iiguris cum duabus targis
cum una crnce deaiirata in utraque iu ]>rima fatie cohopert.
montanina uiridi cum 1 postis azullorum, ce. . . . 101
113. Genologie deorum gentilium in membranis litteris nu)deruis
pulcherrimis in columpnis (;um principio deaurato oum una
tigura doctoris in primo minio cum diuersis iiguris foliorum
in pluribus locis copert. coreo rubeo oum quatuor azulis et
quatuor angularibus et duabus rosis in medio, co. . . 162
114. Ricobaldus super Cronica diuersarnm rerum rex principum
et ciuitatum iu meiubranis forma parua litteris modernis
oum repertorio capitulorum autom vetus, co 189
11.5. .Tosapbus (sic) de bello .Judaico in membranis iu columpnis iu
forma mediocri litteris uujdernis minio deaurato iu i)rima
facie cum cimerio aquile albe et iu alijs pluribus locis Co-
1) I 1111. lUil-Ul sono rli altro caiatteit: e sarauno stati aggiunti ijosteiioinionte. Non
riesco a decifrare la prima parola del ii. 111.
APPENDICE t 223
pcrtnui luontaiiiua riibea cnm (iiiatuor aziilis Cart. Itili iiif.
scriptas et non scriptas.
liti. ') Uosta .Tnlij Caesaris iu incnibrauis in coluiiipnis littcris iiio-
flcriiis iiiinio (leauiato in prima facie in fpruia plusciiiaiii
mediocri Oopert. montanina juhoa cnm (]uatiior aznlis et
cum acjuila sni)er albi.s, ce 42
117. .)oise[)lin8 de Bello Jndaico in membranis iorma pi usiinam me-
diocri litteris modernis iu eoliiini)nis cum deanratis minijs
cuiu tigiira doctoris in ])rincipio librorum cnm A<ivii]la alba
et Cimorio in ])rima lacie Colioi)ert. montanina rnbea veteri
cum 4 azullis, ce 161
1 IX. Tiilius de Offitijs et de Senectute et Orationes Ciceronis Duae
inuetive . s. Salustis et Ciceronis. — In papiro fornui parva.
la(;eratus et tristis cum albis non cohopert. et uno aznllo
nujdici ualloris Cart. int. scriptas et non scriptas . . 217
Ili). Gesta Caesaris domini Fraucisci Petraroe iu membranis forma
]ilus(j[uam mediocri Litteris moderuis in Cohimnis cum prima
littera deaurata et alijs minijs rubeis et azuris. Cohopert.
unnitaniua rubea veteri cum albis et super una aciuilla alba
cum brocliis parvis et super altera rotta cum brocliis parvis,
Coho2)ert. montanina rubea veteri cum 4 azullis, Cart. iut.
scriptas et non scriptas 41
120. Geumautia: In meudjranis litteris Jiiaguis modernis in colum-
nis ce 114
121. Oracio d.ni Bernardi Beulii venecti in i'unere M.' Bertoldi
p]stensis Cobopertum braxilio rubi'o tloreutino more signa-
tuin cum duobus aznlis argenteis cum insigiiis domini Teo-
fili Calcagiiini. ce HH
122. l'rodicio Joanuis Ludovicii l'ij in carta memltrana forma me-
diocri eopertuni montanina rubea cum Itrocliis (iuin(|ue ab
utroque latere, ce; 18
12;>. Decretale in forma reali carte membrane litteris moderuis cum
minijs deanratis in cohimnis cum repei'torio capitoloruui
ulosatum ]tnleherrimum et ordinatum. Copertum montanina
rubea, ce , 132
[('(qjit Illuni librorum rulfiarium ].
124. Dantes xlldigerius iu meudìranis i'orma plus(jiuim mediocri lit-
teris modernis in cohimnis cum minijs deanratis historiatus
cum liguris variarum colorum in multis et diversis locis
cum test, et commento. Cohopertus montanina rubea uova
cum quattuor azullis, ce 328
I) Sui luuneri UC e U7 sono stati tirati ilue freghi ili peuiia.
224 APPENDICE I
12o. Liber Caiit. in ]iapir<j forma plasquam inediocri cuiii fignris
rationuiii Caut. Cobopertus coieo rulieo veteri cuiu (luibusdaiii
brocbis et aziiUis. Cart. iuter scriptas et non scriptas. Id'J
l'2tì. Liber Metlicaiuinum equorum in membrauis forma plusquam
mediocri in columnis et partim in prosa cum diuersis figuri s
boniinum. cabalorum animalium diversorum eolorum Cobo-
pert. montanina azura veteri cum aliquibus azullis. ce. loti
127. Cesareanus in jiapiro forma reali litteris cursiuis parvi valoris
cum albis nudis Oart. int. non scriptas 3.^
l'^X. liil^er uuus regiminis et medicamiuis equorum in memliranis
abs(iue tìguris forma mediocri litteris cursivis moderuis.
Cobopert. coreo rubeo ueteri cnm brocbis et duobus azullis
cum equo signato super prima all>a, ce (i(l
r_'!l. l'vatica M."' Bonifacij super medicandne Equorum in incin-
brauis forma mediocri cum tìguris diversis equoriiiii in . . .
designat. cnm pluribus tìguris morsoruui azur. a parte jio-
steriori pict. Cohopert. montanina viridi littera cursiva mo-
derna cum 4 azullis et Brocbis. ce 7>i
i:>0. Fatius de Ubertis super divisione mundi in meml>ranis forma
mediocri litteris moderuis in columnis cum aliquibus nùnijs
deauratis iii piinciidis lil)roruiii in luetris cum insignis scuri
Aquille et Scbacberi super ]irini;t facie. Cobopert. moutauina
all)a cum 4 azullis, ce 92
131. Frane. Petrarcba de Viris Illustribus in mcndjraiiis littera mo-
derna in Columnis in forma mediocri cum minijs deauratis
cum diversis iusignibus domus estensis. Cobopert. coreo rubeo
cum 4 azullis, ce 214
132. Li1)er unus rationum Caut. in membrauis forma mediocri cum
minijs deauratis litteris moderuis trausalpinis jiartim latinus
et jtartim Tbeotbouicus. Cobopert. montanina rubea cum 3
azullis Signat. Cineis zenapr. et intitulatus Liber d.ni Bel-
trandi. Cart. iuter et non scriptas 192
133. Cosmogratìa Poinponij in meud)ranis forma ])ar\a litteris mo-
ileruis de Descriptione mundi cum duobus Cintijs et otto
aureis et argeuteis in prima fatie. Cohopert. coreo rubeo cum
multis brocbis super albis et 4 azullis, ce i6
134. .Justinus historiograi)bus in meuibranis forma parva litteris
* modernis in columpuis cum principijs librorum tìguratis et
deauratis et cum aquila alba uuicornio et balzano in facie
Itrima argeuteis. Colio])ertus brasilio rubeo designato cum
quatuor azullis, ce 112
135. Philostratus in memljranis forma j>arva litteris cursivis mo-
dernis tristibus in metris vulgaribus. Cobopeit. coreo rubeo
veteri designato ciiui 1 azullis. ce 110
APPEXDirE I
Diti. Corhatius d. Jobanuis Boceatj in papiro fol. parvis littera cur-
siva tristi in colnninis t-nni albis et fnudello corei rnbei ve-
teris cniu uno aznllo. <•<• 2S
\'M. Lilier iinus rationnni Cant. in impiro forma jtarvu partiin Jiio-
(lernis et partini. Teotbonicis litteris liugna italia (-m-) Gal-
lica et Teotbonica cnni albis ot t'undello rnbeo cuni uno
azullo, ce 12X
llìN. Ellegia lianiinte in iiienibrauis forma i)arva litteris modernis
cursivis cani luinijs rubeis et azur. cnm albis et t'undello
viridi fract., ce "ìS
Ioli. Dant. Aldegerins in meml)ranis in nietris sine Glosis forma
))arva litteris nioderni.s vulgaribns in colunmis cum albis...
nudis. ce 100
110. Defensus Episeopus de miraculis Beate Marie Virgiuis in luem-
branis forma jiarvula litteris seininiodernis partini in co-
lumnis partim non delectus in claustro in certis locis Cobo-
pcrtus montanina viridi veteri cum 2 azullis, ce. ... 52
111. Uber erlitieafionis Kome in ])a]>iro fol. ])arvis litteris cnrsivis
in etduiiinis. ce —
112. Floravantes — Aspronioiites. In papiro fol. parvis littera cur-
siva tristissima. C()lio])ert. Cart. jiecndina sine tabulis. Cart.
int. seriptas et non i>.ó
ll;->. Liber (juidam Teotbonicns X'oealiulorum vulgarium in papiro
fol. parvis non comiilet. Cobopert. carta pecudiua sine ta-
bullis Litteris cursivis Teotbonicis. ce 24
114. Liber Itinerar. ad Illu. d. Nie. J^stens. et eius Societatem ail
Scpulcrum anno 1413 in papiro forma parvula Litteris cur-
sivis. Cobopert. cart. ])ecudina sine tabulis. Cart. inter ot
non seriptas 38
1 L'i. [..iber Itinerarij Illu. d. Xic. Marcbionis Esten, ad Parisium
anno 1414 in pajiiro forma parvula litteris modernis carta
])ecndina cobopert.. ce .")2
1 l(i. Libellus Epistole M." d. Galeatij Mareseotti ad 111. d. ncjstrum
Dueem. Cobopert. nuiutanina rubea. ce 18
147. Libellus alius Itinerarij Illu. i)riu. d.ni d. Nic. Marebion.
Estens. ad Sepnlcrnm in jyapiro cum albis Ligueis litteris
modernis in vulgari. Cart. inter et non seriptas . . . nO
lis. Libellus quidam in funere M.' Bertboldi Esten. Edit. per d.
Beruardum membum (sic, leggi: Bemhnm) et directus ad
M.""" d. Tbeopbilum Calcagninum Cobopert. coreo rnbeo
deauratus cum duobus azullis argenteis forma parvula.
Cart. 36 inter et non seriptas.
APrElXDIOE IT
La Libreria di Eleonora d' Aragona.
{.Ircìiirio di Stati) in Mmhiui. Inventarili <Ict l-i'.l.'i, <■. 134" '«JiJ.).
1. l'nd Tlinin vnlji'uit' a sf;uii])a ligato (-(Ui le allic de Icono l't
uno ii»n(l<'lln cf suoi aznlli in rarfa l>anil)asiiia.
'1. Ino Hvcviaiio da Camera iiraiule scripto in eluirta da l'a-
|)reto ' )• "'•''■• (sedile una minuta descrizione esterna).
:!. Ilio Jirexiario <;raiide de cliarta <le caiircto scripto a penna
nieniato et instoriato co]>ei-to de raso morello et la so])ra-
l'ojierta de ]>ropato d'oro nujrello l'odrata de raso cremesino.
Cnni (lue aziili de oro smaltati.
I. Uno Breviario jiicolo scripto a penna in <'ai>reto ineniato. ecc.
"i. l'n altro Hreviavio picinino de ca.i)reto scrijito a penna miniato:
coperto de raso .ilexandrino ; la so])ra-eo])erta de vtludo uio-
ridlo t'odrata de dalniasco hiretino cniu una (•oidèllina de
oro intorini: cuni dui azuli de ari>'eiito. Il (piale .idoiiei'ax a
madama ogni giorno.
(.i. Uno messale scripto in (diarta de ca]ireto a ]ienna minialo, co-
jyertcv de raso hiretino. ecc.
7. Un messale coperto de carta de pecora nnuiato. ecc.
8. Uno messale in cliarta, ecc.
1). Esdra projiheta in carta hiiona soripto a penna co])erto ile ve-
ludo nigro cum dui azuli de argento dorado.
10. Uno messale iu idmrta buona scripto a penna luiniato de lua-
silio: la sopra-coperta d*' vehulo nigro i'odrata di canzanle
cum li azuli de ottone : il (piale tiene lo lll.nio don Allonso.
1) Reputo opportuno per maggior l)r(3vità tralasciare alcuna volta la descrizione tutt;i
esteriore fieli' opera; tiene spesso io riporten'i la intera illustrazione flel libro perelu'
abbia moflo il lettore di ammirare la eleganza veramente straordinaria della biblioteca
di Eleonora d'Aragona.
230 APPENDICE II 1
11. Il Genesis. iu charta Imona; fo]tfifa de veliido nigro con dui
azulì de argento dorati.
12. Il Te.stamento Nuovo in eliarta hnona scripto a iicnua : coperto
de velndo nigro euiu due azuli d' argento.
18. Leggende de Sancti in charta buona scripto a penna: co])(rt(i
de veludo alexandrino cum due azuli de argento doralo.
11. Liliro de la immortale anima, facto a in charta liaiidia-
sina, coperto de alexandrino veluto. cum uno a/.ulo de
argento.
1.5. L' opera de Fazio degli Cberti cum lo chomento scripto a penna
in charta de capreto coperto de montanina rossa. La sopra-
coperta de tela vecchia cum li azuli de ottone.
16. Epistole et Evangelij in charta de hamhaso a staiiqia \ulgari :
coperto de hrasilio.
17. Opera de Santa Catherina da Siena vulgart- a stam])a iu charta
bambasina.
18. Commentario de Caesare iu charta de capreto scripto a ]ieuua.
miniato et ligato, coperto de veludo alexandrino cum i|uatro
azuli de argento.
19. Uno Officio de Nostra Dona in charta de capreto miniato, hi-
storiato, coperto de curame nigro ; la sopra-coperta de raso
morello fodrata de cendale biretino cum una cordellina
d' oro intorno et dui azuli de argento dorato. Il quale douoi-
Barth de' Cavalieri a Madama.
20. Legende de Sancti in charta de capreto scripto a jtenua.
ligato et niiniato. coiierto de braxilio cum due azuli de
argento.
21. Leggenda de la lieata Catherina da .^iena in vulgare, scripto a
penna, coperto de citanino e velutado de piìi colori cum dui
azuli.
22. Tuo officio de nostra dona in charta de caiireto miniato et lii-
storiato. coperto de I)rasilio; la sopra-co])erta de veludo
nigro foderata de cendale nigro.
'2?>. Uno officiolo de nostra dona de charta de capreto tinta in mo-
r<'llo. scripto a penna, de littere de oro et de argento co-
]icrto de raso cremesino : forniti li cantoni de argento do-
rati cum il capo de sopra de li signaculi de argento smal-
tati; la sopra-coperta de veludo nigro foderata de raso mo-
rello cum una cordellina d'(«'o in torno in torno et dui azuli
de argento cum una anuntiata de mezo relevo.
21. In diurno de charta de capreto scripto a penna coperto de cu-
rame morello camuzato; cum la sopra -coperta de veludo
cremesino fodrato de camzante. Cum dui azuli de argento.
APPENDICE II ' 231
25. Uno libro del timore filiale scripto a penna in chai'ta de oha-
preto miniato, coperto de veludo alcxandrino cuni «lui azuli
de argento dorato.
26. La disciplina di spirituali, in cliarta buona in latino coperto
de veludo verde-scuro, cuiu due aziili de argento dorati.
27. Un tractato intitolato Via de Paradiso, in carta de capreto
scripto a penna, coperto de veludo verde cum dui azuli de
argento dorato.
28. .Stinnilo de amore in .Jesù Christo. in cliarta l)uona, scripto a
jicnua iiiiTiiato coperto de veludo nigro cuni uno azulo di-
argento dorato.
29. Il Cornazano. in carta de capreto scripto a penna, in lirtere de
argento tute, miniato, coperto de raso creniesino. cum re-
cami suso li cordoni et in niezo: de velino, cum due azuli
de argento smaltati.
:•{<). l'ili) itsalniista. ovvero lilivo d;i iisalmi. et nrafort'. in cliart:i
bona scripto a penna, i-uiii dui azuli ile argento coperto de
veluto verde.
81. Uno diurno, scripto a penna in caiueto. miniato et legato: co-
perto de curarne rosso cum il i-apo de signaculi de argento
et oro tirato: la sopra-coperta de veludo nigro fodrata de
<-endalc nigro. cum lo azulo de argento dorato l't la coi-ezola
de argento tirato.
;'>2. Saucto Hieronimo. del drito vivere, in charta de chapreto mi-
ni.ato. cojterto de veluto nigro. cum due azuli de argento
dorato.
:^:-!. Uno psalmista o libro de ])salnii. in cliarta buona scripto a
penna, ligato et miniato; cojn'rto de raso nion'llo rum uno
azulo de .argendo dorato.
;W. Abreviatione del psa[l]terio. in \ ulgare. scripto a penna, in
capreto miniato : ligato et coperto de dalmasco morello cum
uno azulo de argento.
lió. Confessionario in capreto scripto a penna : cojierto de raso nigro
cum uno azulo de argento dorato.
'■%. Uno officiolo de Nostra Dona, de littere ultramontane, in charta
buona, miniato, liistoriato. coperto de curame rosso stam-
pato a la damaschina cum dui azuli de argento.
:57. Uno liI)ro de S." Hieronymo in vulgare. in carta de capreto.
coperto de curame morello camurato alla damascliina. do-
rato, cum tri azuli de ottone.
3X. Uno oificio sopra il psalterio de Xotra Dona in capreto. scripto
a penna, miniato, ligato et coperto de curame stampato a
la damaschina cum uno azulo de argento.
232 APPENDICE II 1
1^9. Tuo officio (lo Notia Dona, vecliio, in fapreto. .sciii)to a penna.
coperto (le cendale rosso ; la sopra-co]K»ita de velnto nigro
fodrata d*^ zcnilalc nigro.
lU. Bibbia a stampa, in hambasina. ligata. coperta de cuiamc rosso.
stampita a la damaschina, cnm li contorni de ottone et aznli.
U. Legendario de lo advento, in band>asina. a stampa, ligato cimi
nno fondello rosso.
42. l'no libro de l'albero de la Croce, scrijìto a penna, miniato et
historiato, coperto de l)raxilio stampato a la daniascliiua.
4;^. Vieta de .Sancti Padri, in vnlgare, a stani]»a. cojìerto de braxiiio
stampato a la damaschina.
41. Prediche di Frate Roberto, a stam]ia. in banibasina. cfiperto de
curame rosso.
4."). Libro de miracli de Nostra Dona, in clKura de hanibaso scriiita
penna; coperto de braxilio rosso.
16. Libro de S." Bernardo, de la cosoimtia, in diarta buona. scrii)to
a penna.
47. L'n altro libro de la jiatientia de S." Padri scripto a ))enna co-
I)erto de montanina rosa.
18. Spechio de la Croce, in charta buona, scripto a penna, cuperto
de montanina rossa.
49. Uno libro de vita de 8ancto Hieronymo et altre co.se, in cliarta
bona, scripto a penna, coperto de montanina rossa.
•óO. Transito de la morte, in bambasina, stampito (.s/c). co]»erto (b-
brasilio stampito.
.^1. Fiorito de la Bil»bia. in charta de bambaso, scrijito a ])enn;i.
oum albe de carta coperta de chnrame biancho.
.02. Fioriti de S.*° Francesco scripti a penna, in cliarta liuona. co-
perto de cnrame bianco.
03. Fioriti de la Bilibia, in bambasina. scripti a ]>enna.
ól. Boetio, de consolntione, in charta bnona. scripto a ])enna. in
franzexe, coperto de brasilio stampito.
."). Kegnla de dire 1' officij, scripto a penna in charta bnona.
.">tì. Comandamenti de Christo. in francese, scripti a i>enna in niein-
1)rana, miniati et ricordati historiati: cojierto de liraxilio
stampito.
.")7. Oratione sopra la ]).as8Ìone de Christo. in bambasina. co)ierto
de curame zallo stampito.
ó8. Honori de Cesare, in bambasina. scri])ti a peniiii. cuni albe de
ligno fondello.
.")9. Libro de la guerra de Ferrara. scri])to a i)enna in bambasin.i.
liO. Libro in francese, vecchio, .scripto a penna e strazato.
61. Libro composto per. messer Ba[r]tolomeo Gogio, de landibus
mnlierum.
APPF.xmrE II 1 233
62. Memoria artificiale a stampa, in l)aml)a8iiia.
63. Oratione de Nostra Dona in uno lilìreto soripto a jn-nna in
cliarta buona; coperto (le Uraxilio stampito.
61. Fno eonfessionale vulvare del lieato Antonio, arcivescovo di
Fiorenza, a stamjia. in hainliasina. cuni le albe de legno.
fondello <le curarne.
6.">. Fii)riti de la Bibia historiati in cliarta de banibaso. a stanijia.
cuni le albe de ligno et fundelo de curarne.
ti{^. Uno libreto a st.ampa de Linde del S. Re Ferramlo.
67. Tractato de Don Michele, in cliarta de baiiibaso. scripto a
penna.
6N. Sper.a materiale, in cliarta linoiia. scripto a iicima : coperto de
brasilio.
&). l'no libro in francese, in baiiibasina. staiii])iro. lioato. coperto
de curarne rosso stampito.
7(). Le dodese articnli de la fede, in cai)reto. scrii)ti a ])ciina. Cniii
albe de cliarta.
71. Tuo libreto in versi latini, de le laudi' de iiiadaiua .scripto a
penna et in capreto.
72. Laude de Nostra Dona, in capreto, scripto a penna.
73. Officio de la Sancta Trinità, in cliarta buona, scripto a penna.
74. Orazione prò venia impetranda per peccatis (v/c). scripto a
])cnna. in (•ai)rct(). ligato; coiierto de raso cremesinn itun
uni) a/ulu de ari)cnti) dorato.
II-.
La Libreria d' Ercole l.
(1495).
luiieiitario fatto per lo Sp. (iiroiiimo ziliolo ile li libri the si tioiiaiio uè loratorio de la
ijxcelleutia del Signore et egli stato Aiirtiea fla h- \'czc et lieitlioloinio Migrixolu et
il fra <la la guardaroba 1 ).
A.
1. Alberto Maglio in latino c'o))cito de luasilio staiuiialo.
•J. Aiiliuclii) in latino coperto de hrasilio staniimto.
5. Aulinelio nn altro in latino de natatilius (s/c) coperto de bra-
silio stampato.
i. Architectnra in latino cimi t'ondelo de hrasilio.
.'>. Ariano in vnlgaro di gesti de Alexandre co])erto de luasilio
stampato.
6. Asconio pediano in latino co])erto de hrasilio in cartoni.
7. Agiistiuo de retratationum (xic) in latino coperto de l>rasilio
stampato.
8. Alplionse de strologia eum fondello de montanina uerde.
il. Alphondol de merezilij (nic) de strologia in latino coperto do
montanina rossa in cartoni.
10. Aiigiistimis ile lingna dolosa in latino cojierto de ueludo car-
mesino.
11. Asiimptio beate M." Uerginis cuiii ligenda de sancta Catelliiia
in vulgare eum fondello de brasilio.
12. Amici et .asentatores in latino <'operto de nioiitaiiin:i rossa in
cartoni.
18. Antonio papo/.o in uersi uulgare coperto de brasilio in cartoni.
1 ) Riproduzione strettamente diplomatica.
236 APPENDICF. II
14. Aurlreas ng-.v/.o in latino <M)))t'it(i de brasilio stampato in. cartoni.
1.'). Amore in Rime in fiaiuese aiiolto in montanina ixeide.
16. Al) origine mundi in Rima «oiìcrto de raso carmesini) Kc.-a-
mato.
17. Aimero di conti in uuigare eoiierto de verde stanijiato.
15. Appiano in vnlgare coperto de lirasilio stampato.
19. Antonio da oornazaiio in vnlgarc de larto militare coi>crtu de
hrasilio stam]iato.
L'd. Astrologia coperto de montanina rossa stampato.
21. Amore de Paris et lielena in mrsi coperto de brasilio stam])ato.
22. Antonio tassino in latino coperto dalinasco alcxandriiio in car-
toni.
^2'^. Aniianns coperto de montanina rossa.
24. Arte <le Mnsica cojierto de hrasilio stampato.
2.^. Antonio corna/.ano delorigine del mondo in carte disligato in
alligare.
26. Aii])iano in unlgare coperti» d<' hrasilio stampato.
27. Ajioolialipsi in latino coperto de nerde.
28. Asino doro in nnlgaro apcna co)terto de tir.-isilio stampato:
etiam ditto Lntiano et fahulc greche.
2!l. Hoctio de consolatione in francese co]>erto de uohido carnic-
sino.
;ì(). liartliolomio de calunia in unlgare coiierto de lirasilio stamjiato.
'M. Hattihecclio de misser Mi(diele Sauonarohi cimi fondello de hra-
silio in unlgare.
:>2. lia]itista guarino in uulgaro de la mt>rte de Ludoiiico c:i\ella
coperto dalmasco bianco.
3;^. Baptista massa de ueneno in uulgaro coi>erto de l>rasilio stam-
pato.
:}i. Baptista darzenta de friictibns in latino coperto de hrasilio
in latino stampato.
l->r>. Bassinne (sic) de morte meleagri in versi latini co]terto de
brasilio stampate).
:')6. Baptista darzenta de la condutione de l'rutti in unlgare co-
perto de montanina rossa in cartoni.
'.'u. Briuiarij dni de la indulgentia de ]ia]ia liniocentio coiiciti de
uerde stampato.
38. Briiiiario uno coperto de corame rosso cimi uno drapexello.
39. Briuiario uno jiicolo coperto de corame uerde.
40. Briuiario grande coperto de brasilio stampato.
APPENDICE II' 2S~i
11. Briuiiirio coperto «le oarmisiiio (dal lato siuistr. : «loiiato a. il.
Rinaldo estense ).
12. Briuiario coi»erto de neludo cainiesino in nna Imsta de coiauK'
rosso.
i'.i. Briniario de la Indnlgentia cojjerto de uelndo carnicsino.
14. Briuiario grande eol)erto de Urasilio sraiui)a1"o : s'adopera la
septeniana saueta.
t.">. Briuiario pieolo coperto ile Ijrasilio stanijiato de la ludnlgcnlia.
46. Braiti in francese coperto de montanina morella.
17. Brunetto latino in francese eoi)erto de brasilio.
4>t. Biondo da forlì in latino coperto de brasilio stampato.
49. Bibia bella in duj uolumi coi»erti de iielndo carniesino forniti
darzento.
."io. Bibia un altra coperta de iieludo carniesino fornita darzento.
."il. Bibia un altra in uulgare cum fondello de corame zallo (Do-
nata a suore Lucia).
Tì'J. Bernardo de conscentia coiierto de corame rosso.
.">o. Baptista Guarino in uersi latini coperto de lirasilio stampato.
."i4. Bartliolomio Fontio in uulgaro coperto de brasilio stam]iato.
."i.'S. Biondo in latino cojierto de brasilio stampato.
•">6. (Bibia un altra simile remissa in loco della soprascritta donala
a Suore Lucia tutta coperta de brasilio stamparci ).
C.
•"i7. Canzone in Francese coperto de carniesino recamato a litlere.
ó><. Confessionario de fra piero da Trani eo]ierru ile i>aiio doro
uerde.
"i9. Carlo maria strozi da regno eojierto de brasilio stam]iari> in
cartouj.
HO. Cbristofano lanfradini in uersi coperto de corame stampato.
61. Crouiclie uapolitane coperte de corame uerde.
62. Concordie testamenti coperto de brasilio stampato.
63. Colla Spagnolo coperto de neludo carniesino.
64. Colla Spagnolo un altro simile coperto de neludo eariiiesino.
6.5. Claudiano in uersi latini coperto de montanina rossa.
66. Cornelio uepos coperto de corame negro stampato.
67. Cicerone opera terza coperto de corame stam]»ato in latino.
65. Confessione de fratomaso in uulgare coperto de d.ilniasco mo-
rello.
69. Cosmogratia ptliolomei coiierto de corame negro stanijiato.
70. Comentarij de Cesare coperto de brasilio stamiiato.
71. Cyrro Ke de persia coperto de lirasilio stamjiato.
238 APPENDICE II'
72. Coineuto sopra li tiiuiuphi del petrart-lia roiicito ile luasilio
stampato.
73. Codego coperto de ueludo uerde in francese.
74. Croniche de fra martino in latino coperto de Inasilio staiiiiialo.
75. Ceccho dascoli coi^erto de brasilio stampato.
76. Cornelio tacito in latino coperto de corame rosso stamiiato.
77. Cose de s.co Hieronimo inuolte incliai^ta pecorina.
78. Calendario et altre cose astampa coperto de montanina rossa.
79. Confessione de frate Antonio in uulgare astampa coi)erto de
montanina nmrella.
80. Canzone in canto coperto de Inasilio in cartone.
81. Carlo Maria Luciani in latino co])erto de montanina rossa in
cartoni.
82. Confessione nona de fra .Jacoiuo coperto de Itrasilio stamjtato.
83. Cornelij epitholami in jtrosa coperto de mcmtanina ncrdc in
latino.
84. Comentarius primi lielli punici in latino cui>crto «le corame
giallo.
X5. Comedia de uerardo coperto de braxilio stampato.
86. Croniche uenetiane in latino coperte de corame azuro.
87. Christofano landino de anima coperto de raso nerdc in latino.
88. Canzone damcne in rima (luiuterni dui picoli.
89. Centonouelle coperto de montanina morella.
90. Cornelio tacito in uulgare coperto de brasilio stauiiiatn.
91. Canis in latino coperto de l)ra8Ìlio in cartoni.
92. Catalogus .Sanctorum in latino cum fondello rosso.
93. Comentariolum in latino coperto de montanina ro.ssa.
94. Confessionario di frati de la certoxa coperto de montanina
rossa.
9.5. Candido in versi uulgari copertcj de montanina nerdc.
96. Contra li uicij in latino cum fondello de coi'ame bianco.
97. Fra Celso Masco frate de S.ca Maria in porto coperto de br:i-
silio stampato in cartoni.
9X. Cronicha al) origine mondi in latino cum fudello r(»sso.
99. (^'omedie ed altri quinterni de Spera astami)a cum altre cose
strazacte da nulla posti ne larmsirio signato. Q. jioste poi in
una capsa bianca in dicto loco.
D.
1(M1. Deitieafio del Duca Borso in Rima coperto de dalmasco uerde.
101. De<ha prima <le Inondo in uulgare coi>erto de brasilio.
102. Decha de biondo secunda in uulgaro coperto de brasilio stam-
pato.
APPENDICE II - 239
103. Diocloro sicbulo iu nulgare coperto de brasilio stampato.
104. Del Duca liercole et sua matre et consorte coperto de brasilio
in cartoni.
lO.ó. Donato azaioli coperto de brasilio stampato.
106. Dione bistorico in nulgare coi>erto de brasilio stampato.
107. Dante coperto de ueludo nerde in una coperta de cartoni di
l)rasilio stampato.
lON. De supplicationilius marijf in cartoni (•oi)crto de montanina
rossa.
109. De decem preceptis coiicrto de l)rasilio rosso in cartoni.
110. De Ecbo iu latino coperto de moutauiua rossa in cartoni.
111. De cede ottonis in latino coperto de montanina rossa.
112. De regimine principum coperto de ueludo morello.
113. Dieta et facta regis Alpbonsi in latino coperto de corame /.allo
stampato.
114. Dialigo de miss. Ludovico carl>one in latino coperto de neludo
cremesino in cartoni.
115. De re uxoria in latino coperto de braxilio rosso.
116. Dictionarium in latino coperto de corame negro.
117. Dessigni de più inzegui cum fondello de montanina rossa.
118. Deccbe di tit() Livio cum fondello de montanina rossa.
119. Del Ke Meliadux in francexe coperto de coramazo veccbio.
120. De la uirtu et uitij in vulgarc coperto de recamo iu una cap-
setta de brasilio stampato.
121. Diodoro Siculo in vulgaro coperto de lirasilio stami>ato.
122. De oxelli coperto de montanina uerde in nulgare.
123. De diuinatione in latino coperto de brasilio rosso.
124. De Scbaccbi et tauole in latino coperto de montanina uerde.
125. De mesurare liunii et edifìcij co]>erto de brasilii> stampato in
cartoni.
126. De beniuolentia priucipis iu latino coperto de azurro con un
aquila iu cartoni.
127. De legibus Tulij coperto de montanina rossa.
128. De petitione consolatis in latino coperto de montanina rossa.
129. De uarietate fortune in latino coperto de corame stampato.
130. De creatione mundi in uulgare coperto de lirasilio rosso.
131. Disi)utati() maioris diguitatis coperto de brasilio stamiiato in
latino.
132. De li facti del Ke Alpbonse coi»erto de montanina rossa.
1313. Dictionario in latino coperto de montanina rossa in cartoni.
134. De origine mundi coperto de raso carmesino recamato.
135. De auibus coperto de montanina rossa.
136. Dante bistoriato coperto de montanina rossa.
137. Decba de Biondo terza coperto de brasilio stampato.
240 APPENDICE II 2
Iris. Del nascono do liKjnila in latino coixTfo <lc luasilio slanipato.
i;-)i). De laiidil)us sacr. niatris iic uxoris Illu.'"' Dufis licrcnlis co-
perto (le hrasilio stampato in cartoni.
Ilo. Denotiono in uixlgare coperto de hrasilio stanqtato.
141. l)i(Kloro Siculo in latino cum fondello de corame liiaiiclio.
142. De la diuina proiiidentia in vnlgari^ co^ierto de lirasilio slani-
])ato in cartoni.
E.
14l->. lOligia Naldi in versi latini coperto de /.andale \('](lc in cartoni.
144, Epigramata in ^•ersi latini co])erto «le hi'asilio stampato in
cartoni.
145. Etates mnndi coi>erto <le montanina rossa.
14t>. Epistole tle Santo (xironimo in vnlgare cojierte de hrasilio
stampato.
147. Ex)ivStole do Santo (lironimo in latino co])erte de lirasilio stam-
pato.
14H. Epistole d<' Santo Gironimo in latino coi)erte de hrasilio stam-
pato.
149. Epistola Tiilij ad Atti(dinm in latino co])erto de velndo car-
niesino.
150. Euxel)io CBxariensis in latino co]»erto de hrasilio stanziato.
151. Epistole de Seneclia in latti)io co])erto de montanina nn)rella.
153. Euchlide in latino coperto de hrasilio stampato.
1.54. Epitomatnni petri candidi in latino coperto de hrasilio stam-
]iato.
155. Enangelistorum in latino coperto de hrasilio zalo stampato.
156. Epistolario in sacra-pagine coperto de hraxilio negro vecchio.
157. Expositione de li vangelij in iiiilgare cum fondello de corame.
158. Epistole del petrarclia senza nome coperto de corame negro in
latino in cartoni.
159. Edicione sopra li Amforisnd Ipocrate cojierto de tnrchino cum
I A(iuila.
160. Ercdiulea in versi latini cojierto de hrasilio roso ( sic ) staaii))aÌo.
161. Enrico co])erto de hrasilio rosso stampato.
162. Epistole de Guarino Veronese in latino co]>crto de hrasilio
stampato.
163. Eligia trihacdii ;il Duca Borso in versi latini co])cito de mon-
tanina tur(diina.
164. Erchule stroza in versi latini coperto de raso mojello in cliar-
toni.
165. Kpistole de Sauto Gironimo in uulgare a stanqta coperte de
hrasilio in carta bona.
apit: XDK-P. II - 241
I(i(i. E|)istolc (le Santo (iiroiiiiiu) in latino in caria nienihrana scrii)to
a ]icnna le ([uale Kc^sl' et lino da Kiano clic li jtresto luisst'r
(ialcazo trotto cotìcrto de hrasilio.
Iti7. Frauci.scns Ariostis de l)alnco Sassoli co])crto de hrasilio slam-
]»ato.
UiS. Franoiscns Ariostns de halneo niontegihij co]>erto di- lnasilio
stampato.
Itì9. Filodoxeos i'ahnla in latino cnxida in carta rossa.
170. Felicita de Ferrara in latino coperto de raso morello.
171. Filili]») lapa/.ini in rima coperto de hrasilio in cartoni.
172. Facins de nhertis in Kima coperto dt' hrasilio rosso stampai n.
173. Filocolo in vnlgaro coperto de hrasilio stampato.
174. Francesco pnt<'olani in latino eo])erto de lirasilio stampato.
17.Ó. Filocolo in vnlgaro co])erto ile montanina rossa.
176. Fixoiiomia in latino co]ierlo de montanina rossa.
1.77. Francesco lilcIpUo in latino coperto de lirasilio morello sfaiii-
jiato.
178. Frate hodoricns in latino eiini l'oudello de corame morello.
179. Felix in nnlgare cnm l'ondello de montanina nerde.
180. Fioriti <le la Bihia in viilgare cnm l'oudello do montaiiiua rossa.
181. Felip])ice eieeronis in latino etiperto de montanina rossa.
182. Fra .)acomo tilippo coperto de rasa {■sia) negro de olaris nm-
lierihus.
183. Filippice in latino coperto de corame negro stampato.
181. Fra Hieronymo Sanonarola in latino <'o]ierto de corame nerde
stami>ato.
185. Francesco de hAlegri in uulgare coperto de hrasilio rosso.
186. Fra liieronynio Sanonarola del triiinijilio della croce in latino
cnm l'oudello rosso.
187. Fra liieronimo Sanonarola nn altro del trinmplio de la croce
cnm l'orniello rosso in viilgar<-.
188. Francesco de Ariosti in vnlgare cnm fondello rosso.
189. Franct;sco de Ariosti in latino coperto de carta de pecora.
190. Franciscus hiragus ad Dncem bercule[m] in uersi latini coiierto
de raso earmesiiu).
191. Franciscus hiragus ad Dncem Horsum in versi latini <'operto
de raso verde.
192. Fahule df .Iso]i])o in uulgare coperto de hrasilio stampato.
193. Fiore de liistoric doriente eum t'onchdlo rosso in uulgai'o a
pe-niia in hamhaso.
16
242 APPENDICE 11-
19i. Fratcr .I:k-()[his pliili])]ius Amlrniiliiliis coiìcito de coiiiiiie iicyro
in cartoni l)iiss(i.
VX). Fahule de gregi in nnlgaro tiadurfc cupcrtc de laasilio stani-
])ati> oro e asi-no d' oro come <• notato ad A.
G.
VM. Gncrrc de Italiani contro Gotti eoi)urto de lira.silio stamjtato.
197. Gottitfre de linionc in francese coperto de corame biauclio.
198. Guerre del tnr(dn> in nulgare coperto de lirasilio rosso stam-
pato.
199. Gurone in francese c(i]icrt(i de lirasilid rosso stampato.
200. (iraleotns in versi latino ( v/c i co]icrto de lirasilio rosso in car-
toni.
201. (Taleotus in pruosa latino (.s/c) eoixito de montanina rossa in
cartoni.
202. Gaij .Inlij Cesaris de liello (tuIìco in latino i-o])erto de monta-
nina verde.
20y. Galuano in francese co]»erto de luasilio stanijiato.
204. Gotifre lioioiH- in francese cojKito de hrasilio roso (-v/c).
20.5. Gramaticon in laliiu» coperto de luasilio in cartoni.
206. Genologie de la caxa da Kst in latino co])erto de hrasilio stam-
l»ato.
207. Gian di procida in unipare inni fondello de montanina uerde.
208. Galasso nigrisolo di elii(o)roniantia eoi)erto de raso carmesino.
209. Gaio .Suetonio in uulgare coperto de l)rasilio rosso.
210. Guere de Alixandro copeito de hrasilio rosso stamiialo in
nulgare.
211. Guerre del Ke Miliailuxe discoperto senza fo)idello.
212. (ìiouan Francesco moro in uulgare cum fondello de hraxilio.
213. (iiouun de Mandauilla cum foud<dlo <le corame rosso.
214. Guron in frani'cse cum fondello de montanina rossa.
215. Giocbo d<- Scaccili in latino co](erto de lirasilio rosso stanijiato.
216. Gioani Sahailiuo a misser Zoaiie lientiuogli in nulgare coperto
de corame uerde.
217. Gioani Sabadiuo a misser Egano lamhertino in uulgare coperto
de hrasilio stampato.
211^. Gioanui Bochazi (ienologie in latino cojurto de hrasilio rosso
stampato.
219. Gioani de sacroltosco de S|iera in latino l'ojx-ito de Itrasilio
stami)ato.
220. (iioani Sahailino de la ulta i-t molte de M.' Anna cojieito de
hrasilio staiiii>ato.
APPF.NDirE II- 243
221. Fra Girolimo JSauouaiula de .Simplicitate Christiane vite coperto
(le brasilio stampato in latino.
222. Fra Giroliuio Sanonarola in uulgare coutra li stroloo;lii coperto
(le montanina rossa iu cartoni.
22H. Fra Girolimo Hanonarola un altro in unlgare contro li stro-
loghi coperto tle montanina rossa in cartoni.
224. Ipotcsia Gnarini latino coi)erto <lc montanina rosa in cartoni.
22.5. Instinus in latino cojierto (le lirasilio morello alla daiiiascliina.
226. lustiniis historiographo in latino cojierto de l)rasilit) staiii]iatt>.
227. Ioannes grisostomns in latino coi>erto de brasilio stampato.
228. Innamoramento de Orlando iu rime dislegato.
229. Istorie tioreutine in nnlgare coperto de corame verde.
230. Itidicio de iacomo maria da porto coperto de carta aznra.
231. Intantia Salnatoris coperto de brasilio stampato.
232. Instino in nnlgare co])erto de l)rasilio stampato.
233. Iaconi») Zenaro del Duca her<'ole in rima coperto <U- brasilii)
rosso in cartoni.
234. Imi>etratio indulgentie a<lc(» coi)erto de lìrasilio rosso in cartoni.
235. loaue grisostimo coperto de brasilio stampato.
236. Ioane de monte Regio ditto \i\ 8]iera iu latino coi)erto de luou-
tanina rossa.
237. Institutiune vite in latino coi)erto de raso Alexaudrino.
238. Immagine del mondo in fiancese copeito de montanina nerdc.
239. Inlio tìrmico in astrologia in latino cnm fondello rosso.
240. losopbo de Bello iudaico in nnlgare cojìerto de montanina
uerde stampato de antichitate.
241. losopho in nnlgare de bello .Tndaico coperto de lirasilio stam-
pato.
242. Istorie tìorentine in nnlgare cojierto de brasilio.
243. Intinerario de miss. Michele Sanonarola coperto de montaniua
rossa.
244. Ibernia et (|uello se trova iu essa iu latino coperto de corame
beretino cnm la tradntione.
24.5. Isole nouameute trouate de Sprigua cum t'uudello de brasilio.
246. Ioaunes Sabadiuus in nnlgare coperto de brasilio rosso.
247. Instrumeutnui loanues Bianchini coperto de montanina mo-
rella.
248. Isole trouate nouameute in hispauia coperte de corame zallo.
249. Inario Incanto copei'to de brasilio rosso.
2.50. Indininare strazato coperto cum fondello de corame rosso.
244 APPENDICE II
•2M. India per Ludovico de Mario de le sue cose mirabile coiierto
de luontauiua morella in cartoni.
252. luuenale iu ucrsi latini coperto de coranu- morello stanii»ato.
2.53. Ioau fraueesco moro cum fondello de brawilio iu uulgare.
2.54. Laude del Duca Borso coperto de liaso turchino in cartoni.
2.55. Laude del IXica Borso cojìerto de montanina rossa iu cartoni.
256. Luciano de amicitia coperto de lirasilio rosso stampato.
2.57. Laude del Duca Borso coperto de lirasilio rosso stampalo in
cartoni.
258. Laude del Duca Borso cojterto de raso carmesino.
2.59. Laude del Duca Borso in latino co])erto de corame ne,<;ro iu
cartoni.
2tì0. Laude dtd Duca Borso coperto ile dalmasco morello in cartoui.
261. Laude del Duca lier((d<- in latino coiierto de l)rasilio rosso in
cartoni.
262. Laude del Duca liorso in latino cojK-rto de raso zallo.
263. Ludovicus jyarutus in uul<;an' uno (|UÌuternetto coiierto di' caria
dei>incta.
264. Latantio in latino coperto de hrasilio stampato.
265. J^eonardo aretiuo in latino coperto de l)rasilio stampato.
266. Lucretio de rerum natura coi)erto de corame morello.
267. Leonardo aKetiuo sopra le historie di (iotti co]>erto de hrasilio
verde iu uulgare.
26S. Libro in francese che parla danuire c-operto de l)rasilio rosso
stampato.
269. Libro de Kegimiue coperto de l)rasilio rosso stampato in uulgare.
270. Laudes Maria uirginis in versi coperto de l)rasilio rosso stam-
X)ato.
271. Lucidarlo in uulgare co]>erto de ueludo uerde.
272. Laudes litterarum in latino co}>erto de brasilio rosso stampato.
273. Latautio iu latino coperto de l)rasili() rosso stampato.
274. Libro in francese grande coperto de brasilio rosso stamiiatu.
275. Legende de Sancii in latino i.'operto de coraiue morello.
276. Legende de Sancti in francese coi)erto de nu)ntanina biancha.
277. Libro in francese de le virtude S]tirituale senza princijiio co-
perto de brasilio.
27S. Libro de arte magica in latino coperto de carta pegorina.
279. Lil>i-o di' battale in francese senza )(rinci]iio i-um iondello de
coi'aine.
Ar'Pi:Nmci-; ii' . 245
280. Liliro che i)arla do la Terra sancfa in fraiifcse coperto de eo-
raiiH- liiaiico.
2X1. I^iltro ili- li (lodr-x'f conijia;:;!!! ,[c Santo traiicesco cuiii l'oiidi-llo
verde in vulgare.
282. Legende de .Sancti in tVaiiccse coperto de montanina hiiuica.
283. rjhro de canto eomenzato coiierto de carta i)ecorina.
284. Liliro de canto conn-nzato co]>erto de carta membrana.
28.5. Laude de misser .lacomo Ziliolo in latino eo]ierto de iiiontaiiina
morella compose missere gnarino.
2Sli. Liliro dt; uxclli et de nx'cdlare eo])erto di- montanina morella
in cartoni in vulgare.
287. Lamorous ]»aridis coi)erto de inoiitauina bianca in francese.
2SS. Libro t\r poesia in vulgare cum fondello de montanina liiancha.
2Sft. Libro de lo adiiisamcnto (U^lle adnersitadi- del mondo in fran-
cese eoi)erto de montanina bianclia rossa et verde.
2H(). I^aliore d<» dolore in francese coperto de montanina verde
29L Lande de la vita del Duca Hereole in latino senza fondello.
292. Libro de canto die fece do. Beltrame c(»]>erto de montani n:i
morella.
29;-!. Libro de canto coperto de corame rosso.
294. Latantins in latino euni fondello de corame ro.sso.
29."!. Libro senza nome de eai'te 9 eo]ierto de «'oranie rosso st;iiH]>atci
in cartoni.
29(5. Liliro (le niedecine d<- cavalli in tiulgare coiierto de montanina
verde.
297. Libi'o de canto cum fondello de eorann- rosso.
295. Libro de[l] comenzamento del mondo in francese co))erto de
corame rosso.
299. Ludovieus earbonus tradutione de ouesandro in vulgare coperto
de lirasilio in cartoni.
3tX). Liluo grande in francese de la morte del IJe Art use et com-
])agni co]»erto de Iirasilio rosso.
'M)l. J^ibro de scacchi in vulgare coi)erto tic corame ro.s.so.
802. Libro castiano (?) de combattere coperto de veludo verde.
80:-ì. I^audatio Nanis t^trotia in latino coperto de montanimi rossa
in cai'toni.
304. Lndovicus carrTis in versi latini eo]>erto de brasilio rosso in
cartoni.
805. Libro de canto cojierto de brasilio rosso stamiiato.
806. LudouicHs parutus in latino cojierto de zandale fureliiiio in
cartoni.
307. Luciano et Asintj doro in uno volume in earra bona coperto
de brasilio.
246 . APPENDICE II
M.
808. Miracoli de .Santo {jironimo in vnlgare enin fondello rosso.
:^09. Matrimonio de la prima Duchessa de Ferrara iu Latino e()])erto
de veludo earmesino.
310. Mercurio trismegisto in vulgare coperto de corame zallo.
811. Marrano Gualteri in rima coperto de l)rasiiio rosso (lalmaschiuK.
312. Messale coperto de ])aii() dar/eiito verde in una liorsa de cn-
rame rosso.
313. Messale coperto de veludo earmesino in una liorsa de cdraiue.
314. Messale coperto de zettanino verde et r<»sso.
31.5. Messale in vulgare coperto de l)rasilio rosso stamjiato.
316. Moralia Cicerouis in latino coperto rosso stani])ato.
317. Miracoli della certoxa in vulgare cojKTto de tirasilio rosso
stampato.
318. Michele Sarzaiiella in latino cojierto de nniuranina rossa in
cartoni.
319. Marcopollo in latino.
320. Meliadux de gestis militus (s/c) iu francese cojiciro <!(' Iirasilio.
321. Merlino in francese coperte» de hrasilio rosso.
322. Merlino in francese senza ])riucipio coperto de hrasilio rosso.
323. Marco Sescalco et Laurio suo tiolo in francese co]>erto de mon-
tanina rossa.
324. Martiligioni (s/c) in latino co])erto de hrasilio rosso.
32.5. Merlino et Pandregò in francese coiierto de montanina.
326. Marius tilelphns poeta in Latino coperto de hrasilio stampato.
.327. Marius ])oeta in versi latini coperto de hrasilio rosso stamiiato.
328. Miracoli de Santa Catellina da .Siena in uulgare co])crto de
hrasilio stami)ato.
329. Mattliie Maria l)oiardo in latino coperto de raso earmesino in
cartonj.
330. Mechele Sarzanella in versi latini co]ierto de zanda](> rosso
in cartoni.
331. Mess. Michele Sauonarola in vulgare del mutato ihua Uorso
coperto de I)rasilio in cartoni.
3,32. Maschino (sic) coperto de lirasilio stampato.
333. Miss. Mario philelpho in vulgaro co])erto de hrasilio mon-llo
stauii)ato.
334. Muscha in latino coperto de hrasilio morello in cartoni.
335. Michele Sarzauella iu vulgare cojxTto de zandah- /allo in
cartoni.
336. Messias contra zudei in totlesco coperto de hrasilio stampato.
APPF-NDICK II- 247
387. Mfirzi Muiiilij asrioiKHiiicun <M)jiprt() de iiionraiiiiKi rossa.
338. Mpss<- (le canto coix-iff d»- iiiontaiiiiia rossa.
339. Marci Tulij Ciccronis de Sciit'ctufc de Ainiciria de paradosi-
copevto di' l)rasilio iie<>;ro stampato.
340. Messe et oaiizoiie de iimsiehe ìti allii- scii/.a fondello.
341. Musi(dia et eau/.oiie taliane (•oj»erto de \chido caniiesiiio.
342. Morte de Santo (iironinio in latino coiicrto de lirasilio staui]tali
in eartoni.
343. Misser Michele Sauonarcda de relms non nat uraliliii> <-o|icito di
lirasilio sfainiiato in «artonj.
N.
344. Novitade de misser Nicolo da est co]>erto de rosso Alexandrino
in cartoni.
34.5. \onus Maroelns in latino co])erto de corame ncjii'o stamjiato.
346. Xonellino eojìerto de montanina rossa.
347. Nicolo piciniiio in Jiima co]»erto de hrasilio rosso stampato.
348. Xouelle de misser Zoaiie Saliadino c(»perto de raso u<>rde.
349. Nisser Nicolo da Corre/o in Kima cojM'rto de dalmasco Maiiciin.
300. Narratione delh' cose de I nuliilterra copt-rto de carfa pecorina
som])ia in ])ai)iro.
3.">1. Origine del Ducato de Ferrara Latino et uniparo cojierto de
hrasilio stampa[toJ.
352. Officio in francese liistoriato co])orto di- hrasilio siaiiii>alo.
3.53. Officio in francese coi>erto de uelndo uerde.
354. Officio de la Madona in Rima coixrto ile hrasilio stampalo.
3.55. Officio de la Madomi simile.
3.56. Officio simile eo])prto de velndo carmesino alignrato.
357. Officio de n.tra Honna r'o|)erto de corame negro cnm arzeiito
biancho.
358. Officio de nostra Donna co])erto de raso giallo.
359. Officio de nostra donna coperto de hrocadoro fornito dar/.enfo.
360. Oratione de Tullio in latino co])erto de carmesino.
361. Officio de n.tra Donna co])erto de velndo carmesin tornito iTar-
zento.
362. Officio de nostra Donna in lettera francese coperto de montanina
morella.
363. Origine de la guerra tra francesi et inglesi in \ ulgare coperto
de hrasilio rosso.
248 APPENDICE 11^
364. Oratiouc de andare in viazo coperto ile lirasilio in faitoni.
36o. Oratione funebi'e de fiudouieo caxella eo]>erto de lìiasilio n
vello in eartoni.
366. Oratione del eardinali- Bixarion enni t'ondclln rosso.
367. Oratione devota copcito de velndo nejiro.
368. Oratione notina coiitra peste coperto di- iicliidn iic^ro.
.S69. Psalniista Grego coperto de I)rasilio stanijiato.
370. Petrarclia coperto de nuìntanina rossa.
371. Psalnnsta in francese coperto de brasilio rosso stanijiato.
372. Psalterio de Santo Gironinio coiterto^ de raso carniesino.
373. Triedro Candido in vnlgare de la vita tii-aiiiclia a hi pniato
coperto de zetaniiio alexandrino in caitoni.
374. Partitiones oratorie in latino coperto de l)rasilio staiii]iato.
37r>. Pastoralia Matio Maria Boiardo in iicrsi latini (■o))cito de raso
nerde.
376. Piramo et Tisbe coperto <le raso carniesino.
377. Porcelio in latino in lande del Dnca Borso cojtcrto de coranie
negro stampato in cartoni.
378. Psalterio in vulgare coperto senza corame.
379. Plinio in latino co])erto de corame negro stampato.
380. Proprietas lierl»arnm in vnlgare coperto de coranu' zallo stam-
pato.
381. Plinio in latino a stampa coperto <U- hrasilio r<»sso staiii])at(p.
382. Prisciano in latino coperto de brasilio rosso stamiiato.
383. Petrarca in prosa in latino coperto de l»rasilio rosso staiiiiiato.
384. Psalmista coperto de velndo carniesino in una liorsa.
38.5. Psalterio coperto de velndo alexandrino.
386. Pietro Doniitio in latino coperto de brasilio rosso stampato.
387. Porcellio in latino in versi coperto de brasilio rosso stampato.
388. Profetie de Merlino cnni fondello rosso.
389. Papia in latino coperto de lirasilio rosso stami iato.
390. Prediche de Santo Bernardino in vnlgare co))erto de monta-
nina rossa.
391. Pulitiche de Aristotile in latino coperto de brasilio rosso stam-
pato.
392. Piedro candido so])ra le liistorie de .Tulio Cesare c(>i>crto de
brasilio rosso stampato.
393. Polibio in vulgare coperto de brasilio rosso staniiiato.
394. Probo eniilio in \ulgare coperto de brasilio stampato alla da-
maschina.
APPENDICE ìl'^ 249
390. Pillilo ciiiilio in \iilji;are de pa]>iri) ctnierro de lirusilii» staliniani.
396. Pai>alista historiado eoiierto de corame rosso stampato.
397. Proiiertio in versi latini cojterto ile brasili» rosso stamiiato.
398. Psalterio oum eomenfo coperto de corame negro stami>ato.
399' Psalterio ciim exjiositioiie coperto <le lirasilio rosso stampato.
+(X). Plauto in vnlgare coperto de lirasilio rosso stamjtato.
401. Plauto in latino coperto de lirasilio rosso stam])ato.
402. Polistoro in vulgare coi>erto de montanina rossa.
4<)3. Plinio in vnlgare coperto de montanina rossa.
404. Prediche de fra gironimo in vulgare coperto de lirasilio rosso
stampato in papiro.
Kl'i. Prediche de fra Hieronymo Sanonarola in Itona carta co]ierto
de hrasilio rosso.
10(5. Plutarco de la fortuna de Alexaiulro coiierto de lirasilio rosso.
407. Procopio in vulgare coperto de lu'asilio stampato.
40X. Prologus Sanetorum cop<'rto de lirasilio rosso stampato.
109. Pai>a Innocentius de miseria conilicionis humane coiit-rto de
montanina rossa in Latino.
110. Psalterio grande da choro nota<lo cfijit-rto de lirasilio rosso
stjimpato.
411. Psalterio grande da coro simile.
112. M.'" IMero dabano de venenis in vulgare coperto de Inasilio
stam])ato.
413. Pompeius festus in latino coperto de lirasiliti morello .slanciato.
414. Platini in vnlgare cum fondello de corame biancho.
4ir>. Politia litterarum in quinterni desligato in albe.
110. Progenies regum francorum et gesta etirum co])erto de monta-
nina rossa in carta bona francese.
417. Prerliche de San Bernardino in iiajdro scripte a jienna coperto
de montanina rossa.
Iis. Pau(lo) cortesi») protlionotari apost<ilico so]»ra le sententie in
latino a stampa cum fondello de lirasilio ciim «lui a/.ulli in
carta bambasina.
119. Recette de medegare caualli coperto de carta pecorina.
420. Ke Artuse in francese coperto de montanina nerde.
421. Romano da la Roxa in francese coperto de Itrasilio stampato.
422. Repetitione del barbaza in latino coperto de lirasilio rosso stam-
pato.
423. Regole de Guarino coperto de montanina biamha.
124. Romano da la Roxa in francese coperto de corame bianco.
425. Regni de Cupido cum fondello morello.
250 APPENDICE II '
426. Kethorìca votus in latino foporto rio brasi Ho rosso.
427. Rothorioa nuova coperto ile lirasilio stampato in latino.
428. Konrtel cantiis in francese coperto de l>rasi]io rosso.
429. Recettario in latino coperto de montanina rossa in cartoni.
430. Rieolialflo ferrarese cojxrro de montanina verde').
4HI. Ral)i Samuel epistola in latino co])erto de l)rasilio ros.so in
cartoni.
VM. l»e diario in francese co])erto de luasilio stampato.
4H."i. Secreto di cliristiani in viilgarc» (.v/c) co]>ert() de montanina
rossa.
436. Somnium Scipionis in latino coperto de earmesino.
437. Salustio .Jiigurtino in vuljjjare coperto de lirasilio stani])ato.
438. SiJnano in latino coperto de I)rasilio stampato.
439. Statio in vulgare in all)o senza fondello.
440. Siti de Aiemagna in latino coperto de pelle rossa cani cailoni.
411. S))cculus aleliimie in latino in dui quinterni disciolti.
442. Sidracche in vulgare coperto de montanina ros.sa.
443. Sermoni de Socdirate. in vulgare cojìerto de dalmasco alcxan-
drino.
444. Soniti in Kime de niagnaninw Donc coperto de hrasilio lusso.
445. Sangradale in francese coperto de montanina hiancha.
446. Spagna in Rima co]>erto de, hrasilio stampato.
447. Stratone in vulgare coperto de brasilio stampato.
448. Svetonio in latino de la vita de cesare coiìcrto de liiasilio
stampato.
449. Salustio in latino coperto de corame negro stam)>ato.
4.50. Salustio catellinario iu vulgare coperto de lirasilio slanipatn.
451. Souitti del Bureliiello coperto de hrasilio stampato.
4.52. Specchio de jieccati in vulgare coperto de montanina rossa.
l."')3. Satira del Triliaccho in versi latini coiierto de taffetà nidielli)
in cartoni.
4.">4. Suiiplementum cronieariini in latino i^rande .Istoriato co]>eit.o
de corame giallo.
hV). Signiticato de le arnn- et deuise del Duca Hercole in latino <•
vulgare co])erto de lirasilio stampato.
1 ) Del)boiisi a mano posteriore le seguenti parole:* l.óli; . a;i . ile novemlire. S è
■latto il soprascritto libro intitiilato Ricobaldo ferrarese a ni. Vicoiicio de Sfoste «le
Commissione del Sig. Duca n.ro per mandare u nuintoa a m. .Mario cliìcolo (.v('c) seere-
tario del sig. francesco Jlarehesc di Jlantoa por dare ala signora Jlarchesana eUe li
manda a donare sua E.KCelleatia ».
APPFA'DICL'. Il - 1^51
456. Scurtiiiio iu latino coperto de brasilio stampato.
\'u. Sioiv.iiula fopcrtn de iiiontaiiiiui rossa in cartoni.
lóS. Trattato de nyniplie eo])erto de nerde enni arnie raiLfonese et
Ducale depinta.
l">y. Traet. Spere in latino co]Knto de brasilio stani]iato.
46(). Trattato de Michele Sarzanella coiicrto de zendale rosso in
cartoni,
kìl. Triunipho del re Aljthonso in latino coperti) de montanina rossa
in cartoni.
ki2. Tito linio ali ['rbc c(mdita in latino coperto de brasilio rosso.
i6'A. Titio linio de bello pnnico in latino cojierto de lirasilio srani-
]>ato.
464. Teodoro siculo in greco coperto de montanina rossa.
46.">. Teseo in unlgare coperto de montanina rossa.
466. Terentio in latino coperto de brasilio stampato.
467. Thonia cambiatore in latino coiterto de brasilio sram)»ati).
468. Triompho de la fama in unlgare coperto de brasilio stam]»at<i.
469. Tristano et compagni in francese de la tavola redonda.
470. Tristano solo in francese coperto de brasilio stam])ato.
471. Tratato de ueneno fatto per piero ilabano cuni fondello di-
brasilio.
472. Tenori todesclii in canto coperto de monrauina ut^i'de.
473. Titolivio in francese copert<i de montanina rossa.
474. Toscolane de cicerone in latiiu) coperto de montanina rossa.
475. Tragedie de Seneca in latino coperte de brasilio rosso.
476. Tito stroza in latino coperto de raso carniesino.
477. Tito linio de bello macedonico in latino coperto de coram<-
negro stampato.
478. 4'inoxomia (xic) in latino coperto de montanina rossa.
479. Tlieogenes in niilgare coperto de montanina rossa in cartoni.
4S0. l'ribacho de velocitate tempornm in versi latini cojtcrto de
veludo nerde.
481. Tullio de officijs in latino coperto de brasilio rosso stampato.
482. Terentij epitoma in latino coperto de brasilio stampato.
4X.3. Tradimento de (incili di pij in latino cojierto de monranin.n
rossa in cartoni.
484. Tulio de officiis in latino coperto de biasilit) stampato.
185. Tito stroza coperto de raso morello.
252 APPENDICE II'"^
V.
isti. N'ersi del Carbone in latiiui al Duca li. Troie .•..perto «le laf-
feta rosso in cartoni.
■ÌKÌ. Versi latini avolti in raxo Alexandrino.
488. Versi latini coperti di i)elle rossa al Duca Hercole.
489. Vita pelopide et inarcali (in) latino co])erto de carta pecorina.
190. Xìtn de Santi padri in uulgare coperto de montaniiiii verde.
!91. \aleri(> iiiassinui in \iilgare co])ertn de montanina rossa.
492. N'altrio massimo in vulgare coperto de l>rasilio rosso stampato.
493. \ alerio massimo in vnl.u;are coiierto de l)rasilio rosso stampato.
494. N'alerii) massimo in latino coiierto de hrasilio stampato.
490. \'(n"ine ciceronis in latino (•o]>erto de montanina nerde.
496. Verine ciceronis in latino coperto Ijrasilio rosso stampato.
497. Una epistola de Santo Bernardo co])erto de lirasilio rosso
stampato.
l'.ts. \'ifa et e])istola de Tulio eo]terto de lirasilio stampato in vnl-
gare.
499. \'ita de Santo Antonio in latino coiierto de montanina uerdi'.
.">00. Virgilio coperto de brasilio rosso stampato in latino.
.^01. Vita Lixandri in latino co])erto de l)rasilio cum hroche.
.")02. Vooal)ulorum pro])rietas in latino coi)erto de montanina rossa.
."iOB. N'ita del Duca Filippo in vulgarc coiierto de montanina rossa.
.".01. N'ita del re henrico in uulgare coperto de montanina rossa in
cartoni.
.^(F). Vitoria contra N." in vi^rsi latini ]i(>r trancisi cum fondi Ho rosso.
.^(Hi. N'ita et morte de liypolyto in vuljiare coperto de montanina
verde in cartoni.
r>()7. Vita de Carlomagno in vulgare coperto de hrasilio stan\])ato.
008. \'ita Jlarionis in latino coperto de hrasilio stam]>at().
.509. ^'ita de Santi i)adrj cum fondello rosso.
510. Vita del Duca lilippo in latino coperto de monranina morella
in cai'toni.
nil. N'ita clnisti in francese co]icrto de hrasilio neyrii stampato.
'>\'2. N'ita de plutariM) astampa.
APPENDICE lU
III.
Mandati dj paga e documenti riguardanti la libreria estense.
:>(! Ciiiiiini I /.',().
\'i)s l';icl(ircs ni-iicriilfs ipsiiis [ddiu. LcuiirlliJ «l;iri ci suini l'acialis
(iiiicliiio «le Iv'iMiia s(ii|)lori lil)ri|.s vi<;iiili I rcs iiiaicliis. jud resto
iii<'icf(lis siili (Irditc pio transcrihoiidd AloxaiKlriiin de Ilalcs «««/«■/•
lixdìniix ».
l'Ini. B.Mld.drllS.
.S' (iltlìUlill l'i.")?.
^'iis. l'actorcs iroucralfs. ilari l'acialis .loliaiiiii de Macinìi ia Scri-
jitori Ducatos iiuiitlror auri jd'o l'csidiio incrccdis sue. (piia scripsil
uiiuin svetoiiium ]H'aef." Domino Nostro.
(Cod. est. a. H. l.i:^).
.5 JHceinhi( 1406.
Mandato 111.'"' domini nostri dui Borsii Ducis. Marcliionis et
('omitis ctc. \'os facfores i<:eneialos mittatis Jlln. Diio Nicolao esteù.
256 APPENDICE III
lihras diiodcfim et sdMos «inator M. ot lioc prò suliieiulo it-sfmn
cius (^uo coust. uuus liber liietorivorm, ('iccraiii^ .scriptus ad usiim
praefati dui Nicolaj et ponatur ad expensas.
(Cart. di Bibl.)-
r>r<lcia dfl Duca Hoiso — da Padova. —
JC Miiil'jio J J.IS.
Diloftissiiiii Nostri. — Coni(> A'ni sa]iiti Magistro liUdovit-o Car-
lioiic lii'ge Poesia et Arte Oratoria in quello nostro stuilio et ha ad
hanere ogni anno di Salario lire cento de niareli. le qnali se liano a
snbtraliere de' Salarij de' Doetori legenti Medicina et Philoso]>liia.
segondo che ordinassenio siclie haueno facto fare e]tsa snbtractione
de libre cento per il salario de 1' anno presente 1458 cominciando
a S. Lncha proxinio jiassato. segondo che intenderiti per la inolnxa.
Fati aduu(|ue retinere a li nominati doetori in dieta inclnxa la
quantitade, che uederiti traete fn^)ri a cadauno et responderne a
M." Lndouico ))er il sno salario del anno ])resente ').
(('od. est. irai. 7. L. 9:21).
2.3 Fchhniio 1-iÒ'J.
l'iero. 1," é de u<dnntà del .S." iiro df prestare amessere Bene-
deto di Stroza uno sno libi'o che sr chiaiìia Qii infoi i<nio ci quale fu
del Marchese LioneUn et ]i('r che ra. Girolimo disc <]r ci fu prestado
ad messer hon. m. Ludouiyo Cailtom fateuelo rendere et ^'ni im per-
sona oonsignateh) aldicto messere Benedeto per parte del 8."* cura
farne degna memoria per che (da a tignire circa sei mesi per farne
trauserinerc uno per Inj. In hostellato die 23 febr. 14.59.
Laurcntiiis de Stro/.a. Comes. (C'art. di Hil)l.).
1) Questa lettera fu conosciuta dal Tiiaboschi. v\n- la ricorda di sfuggita nel T. VI
( p. 935) della sua Storia. Benché essa non sia i|ui a suo luogo, ci permettiamo tuttavia
di pubblicarla integralmente, stimando che i lettori ce ne siano grati.
APPF.xnirF, HI 257
l l Mdizii 1401.
Vos, fiictorcs gcueriiles, daj'i d solvi tViciiilis venerabili IValri
Baptistac de Cremona orrliiiis ('ajiuclilaiuni et prò eo Menno ali
Ariuis notarlo tlorenos sex ani'i prò prelio (Inorimi lil)rorinii. vid.'
fjihri ì'it. SS. ratinili cf l/ihri l'riiniiphoniiii l'vti-aivi. (pios idfiii
f'rater Ncndidif et olisi,i;na\if iirad'." Domino nostro....
((;o<l. est. '/. II. l,i;!).
1<' Xd re ìli bri' 1461.
r>a lina lettera a Borso di SrijiiiiiK' lùirlinid si ap^ncnde elie (ilia-
imo della Torre do\'eva al Dnea un Mcxndìc.
;V Otliihrr 1465.
Ha una lettera di \ieolo l'asini si impaia (di'ej;li a\'e\a avn(o
r iiiearieo di <-ompeiare « min deerelo. uno sesto <'\ mio paro de
« (dementine ». (Questo l'urini era uno scolaro (dn- voleva addolto-
rarsi a]>]iuiito in ((nelT anno.
' (Carteggio di Bihl.).
^7 (ì ninni II 1466.
.fucDÌio di' Fiiiiilì, serittore, si lamenta di Lorenzo Strozzi, elie non
io ha pagato per certi suoi lavori, e dice clie ora sta scrivendo
un' operetta de « nnsser Herenle (die noie sia finita in un mese ».
(Ciirt. di Bibl.)-
17
258 APPENDICE IH
10.
.7 Xorcinhii I tCC.
.... (I;ii-j t'uciiitis (1.11111 l'ocre .\iiyilo Drcciiilnio itiiio ;i(l i»ar(i-s
Borgiiiiili.ic lioi-ciios (lc<'(iii ,iiiri. «piDS incliliatii.s n.ims ixistcr do
sua (-(Hisiicta lilicralitatt- il(>iia\it.
(Cod. est. a. H. I.IS).
:-':^ Xovoiiìin lina.
.... d.-iri laciari.s fuclc 1). .Viiyclo Dccciiiliiio llurciuis dcccni miri
iilfia alius dfcriii. (le i|iiilm.s alt(.Tniu iiiaudatuiii lialmistis. ()U(is
[uefatuK l). \. per iii.stantiaiii 111. d.ni Nicolai ostensis et etiaiu ex
nberiori sua lilicialitatc lios alios Horeiios decciu doiiat iiisi duo
Angelo.
(('od. .-st. a. H. 1.18).
Ki r.inili» 1 {(i7.
^'ell^(Hl(p dati jier ordine di Hoiso al poera (Jiialaz/.i de l'eiiisii
."i() ducali d'oli) ]ier(dle .-l dielius sil]ierio]'ÌliUS ])lesellta\ it Cel. SIK
(|uaudani oiieraiii ap]i(dlalaiii in terlia rima />< rjcxtix <in<iiiiitid(iii
Cnpiintivorum AniKiriim (ìcOnictuniii) ' )•.
(Cod. esl. y. H. I.IH).
IH.
J46S.
liorso ordina che sian maudati all'oratore estense in Firenze.
Nicolò de" Koberti. iX due. d'oro ]ier eouqierare : « uuaiii decani
1) Dei docunu 11. 12, 13 ebbe conoscenza anche il Tiraboschi. Il ooil. est. ^. H. 1. 13
è del resto una «ielle miacellanee italiane ordinate dal Tiraboschi.
APPENDICE III 259
Tifi Livii lnsf<iii(igia|i]ii in )>afrinin sennonciu e latino fradncfaiu
inu 111. |). AUmtIo Kstfiisi ».
(Cod. est. X. il. I.IH).-
llliislrissiiiii- luicrps fi V.\." Domini^ mi Singiilar.'""
S MtKjfiio I ITO.
.Io ho letfuto lurtfia do la \'. S. jut la i|ualli,' epsa me Si-riuc
flio .Io j^li «li'bia mandare il Strahmie in greco ad che gli rispondo
elle uela thoie non gli ho libro ninno greco et non gli nehi mai.
Mai.ssi io parlarli «um M(in<> de Cahiolti) se lui lo liauesse mai dal
latto suo et hal»iand<do il se mandara subito ala \'. Ducale S. ala
<iuule <<)ntiiiuauieute mi racommando.
servitor et Famulns
Scirio FoUTtNA
11 IM Maggio 14<'^:> Kleouora d'Aragona ordino di pagare a « Her-
iiardo Cartholario » soldi (juaranta march, pel costo di un Virgilio
a stampa, in papiro, comperato per uso di Lsabella estense'). Il H
Dicembre dello stesso anno Eleonora ed Ercole facevano pagare a
M." Giovannino Theothonico « impressori librorum 8. 40 march.
« prò preti (> uiiius Donati impressi empti prò usn 111. mi D. .luli
« tilii ».
(Cod. est. a. H. 1,13).
16.
r<dgo dallo stesso cod. est. a. H. 1,13:
Il 23 Giugno 148.T Ercole ed Eleonora ordinano di pagare Maestro
Andrea Fraucigeua. jnercante di libri [è A. Belforte]. per la com-
1 ) Xon sarà discara ai lettori questa iiotiziola. che registro i|ui in nota, fi cod. est. Oc.
L. .0, 16 contiene una interessante crouogratìa estense, la cui prima parte è conservata
nella Bibl. Vitt. Emanuele (si cfr. Gioì: star.. XXXVIII, I.tO n. 3). Isabella vi compare
infante colla seguente scritta: « nacque marti adì 17 raa^o 1471 ad bore una e meca de
nocte >'. La miniatura dev' tseere di poco posteriore.
260 APPENDICE III
pera (li due volumi « Opcrh TerrtitiJ hiijìrcfsoniìn cuni coiiifiilo 1)0-
« vati.... prò Qsu Filiorum ».
Il 15 Ottobre dello stesso anno Ercole I faeeva pagare ad Andrea
Da le ^'ieze i segg. libri :
1. Uno libro da canto figurato che scrisse e notò fra Pliilipix) da
S. Zorzo chiamato lo respondeute de li ^^'Sl^ri de la Quaresima
lavorado d'oro t-r de pennello con 1" arma ducale: di quinterni
XVII di carta di capretto.
2. Tre libri in carta <li «-aitrctto da canto, figurati. ])cr sua Ex.'',
da portare in Villa.
3. Un libro da messe fatto ilal Fra de S. Domenico, accomodalo
e così un Plinio, che fece M." Nicola da Rovigo.
4. Un libro da canto, figurato, che scripse e notò Don Alcssan<lro
Signorello a la pifaresca, con un i)rinci]>io miniato all'antica, con
l'arma Ducale e con lettere d'oro a T antica.
o. Un libro ile Orlando, ecc. ' ).
6. Un libro da Messe da canto <dic ha fatto Fra Philippti da
S. Zorzo di quint. 27 di carta di capretto, con ininc. arma e le(t.
come sopra.
17.
:24 Xonwhrc J-JSS.
(Lettera in nomi- di Erc<de a iMiiictri» (iiiitsscìli - )
custode della liibliot<-ca njiostolica).
Venerabilis Dileetissime ùr. — Transcorrendo <li nono a ili ]ias-
sati la nota della Biblioteca de la Sane.'" del S. uro: qual questi
misi uargati ne mandasti: et legendo una gran Brigata de historio-
graphi: quali in altro loco non se racordenn) hauer uisto et cre-
dendo che facilmente i)ote.riano esser historie : de le quale ))ute-
1 ) Il docum. (■ gi<à stato riportato nel libro ( pag. 27, u. 2). Hi cfr. Hermass, "/'• «'•,
p. 152.
2) Il Guasselli. a cui è iniiirizzata la presente lettera, è quel Ueiiietrio (Tuazzelli, cu-
stode della bibl. Vaticana, chiamato anche Demetrio da Ijucca. Si cfr. JliisTz. I^a hiblio-
l.héque du Vaticwi au XVI sìàclss, Paris, 1880, e Cian, Giorn. stor.. IX. pag. 150, n. 4.
Il Guazzelli fu discepolo del Platina a Roma e fu nominato nel 1181 custode della Vaticana,
Mori nel 1511. Importantissimo è un documento, che lo riguarda, da me trovato nel h'e-
(jVitio dei Ducreti, voi. Xlf. e. ;ll. Da esso impariamo il nome dei suoi fratelli e della
« madre: « 1 Settembre 1187. Deeretum exemptionis et immuuitatis impertite Ven. D.uo
« Demetrio Guassello aposlolice labliotltecae Custodi et Sanct.mi d.n. n,ri familiari, Mi-
« chaeli, Gaspari. Haptistae. Francisco et Beuedicto eius fratribus et d.iie Dominice corum
» matri Petrognaui Vicariatus Camporegiani Uabitatoribus ».
APPHNDICE III 261
rt-sseiin) ]»ilgiare piacere assai: ne haueiiio luduto st-riiierc <[iu'sfe
nostre:.... — il «là ordine di far trascrivere:
Grejjorius liistoriciis.
Heliodorus liistorifus.
Souoras bistorieiis.
Manasses historicus.
Kuiiiatliius liistorifus.
Aeropolites historiciis.
Comates historicus.
Agatliius historicus.
Herodianus De Vitis quorundam Iiiijxratoruiii.
Anastasis bihli(ìtpcarij historia.
Et ]»erche nui haneiiio in la Bildiorecha nra: rinneriuni illiul
K.aiienatis Kcclesiae: che è o]iera de Ricolialdo: et ancora hauenio
in uno altro (|nesta opera medesima : la (piale è intitnlata Cronica
Ricohaldi. Terho ntdemo intendere se ainlie due <|ueste opere de
Kicoltaldo sono una <-osa medesima. On se pur done scrineti in la
nota nostra Cronica Ricobaldi : sij la historia grande: uedendo uui
che Pomeriuni è più presto in l>reuiatura. De la nita antem de la
Contessa Mathelda non essendo lineila che comunamente si ha in
uersi uolontiero la uederessemo: rendendossi certi che sij opereta
assai pichola : si che non ui sera fatica ad farla transcriuere : et
mandamela: che subito ni faremo remettere la merzede del scri-
ptore.
( Cart. di biMiote<-a).
IJ Lmjlii, 14SS.
« Uno mapamoiidi in una guaina grande de cuoio ». Die xj
.Julij 14X8: Magister (ialeatius Trottus haliuit de Comissione IH.™'
1). Duci nostri et in ejns ]tresentia ])ro imjionendo in studio sue
Eecel."'"
luvent. di biblioteca
( Postille marginali ).
U».
Digestum Vetus — Bartolus su^Jer loto Inforciato — tJarthulu»
siiper toto if. veteri.
262 At»PÉNDICE III
Istos tres reouperaiii <'t cxcgi a Joaimi' Sadolctto cui de anno
1161 concessi fiieraut.
(Postille niaiginali ).
20.
Asolerò monte in nulnair in i>rosa, in nuMnltranis.
llalHiil 111.'"' I). Dneissa ]ii(> ili." 1). Ferdinando....
(rostille marginali ).
Liher Flaiiiete vnlgaris in ineiiiluanis. Aeeoniodatus de C'oniis-
sionc 1). Diicis Nostri a Mag.' 1 ). .Ioaiine N'eetore.
( l'osfillc marginali ).
'22.
IHJ Maggio 489 i.
Geneologie Deorum Joanis boeatij in inend)ranis. Die 20 Mai j l'I.^H
IH.'""" D. Dux uoster hahuit et in studium siio posuit.
Nell() stesso giorno faceva ]nir trasportare Ercole I" nel suo
studio altre opere. Il di ultimo di Febbraio dello stesso anno
aveva reclamato i)resso di si- uno Svetonio : « de xij"' Cesaribus in
niembranis ».
Accanto a: Marcus l'aiilns Veiietax leggo:
Halmit IH."""' Doniiniis Dux et in suo studio coUocavit S]). llic-
l'onyms Zilioliis.
( Ari-h. est. in Modena. Da postille
marginali d'un invent. di libii ).
23.
l'O Maggio 1489.
In margine al libro « uno libro dicto genologia deorum » il nis.
reca: « Has geneologias lialuiit ili. D. Dux uoster die 20 maij 1489
et in studium suum possuit ».
(Post, margiuali).
APPEXUJCI:: III 263
24.
E così al libro: « uno libro dicto gaio Sut-touio » ( Citta dklla.
op. cit. 1. cit.) ("' ainiotiito dello stesso ('ar!itter(> e — ereib) — indio
stesso anno:
« JIuuc Siietonimii liahiiit ril.iiuis ì). l)ii.\ Xoster die iilt." fe-
bruarij et in stiidiiiiii siiuiii ])osiiit ».
( l-'ostille iiiargiii. di mi iiiveii(aii(
ili Arch. estense).
25.
A Giroìaìiio iiitjHoli.
i'.V .Ujnxto J.jO:j.
Dib'ctissiiiie òr. — Fa de eereliari» in (luardaroba eliel gè debe
essere uno libro \ulgaii' in eliaita de ea)>r<'to di- la liisfiiria lio-
reidiiia (|iiale ne l'u intil iil.itu a .\ui per .laeoiiio de inesser poggio
et iiiaiulaeelo (pia a Heiiigiiardn iiieontiiieiite. pel- (die iioleiiio (le-
derlo.
Helrig.'" xxviij Aug. l.")():i.
26.
J() (Hti)hrr l.'jO.-j.
J^ettera dal Moiiaslrvii di Xinniiitola.
(ìli Abati iiiaiidaiio un iilirn: « uno libiieiolo : ei()<' una pra-
« etica: De Coiiseruatioiie Saiiil.atis tempore ]iestis cdu' lo de uno
« i)rete ferrarese ».
Promettono poi una eronac.i: La d'oiiirti drlìa ('fsnatioiir del Ce-
ptro et del Reiino di Lonfiohaiiii.
(Cart. di bibl.).
264 APPENDICE in
27.
Afc-nito ;il lihni: « Lilici- pluiiiuii gostonuii laiiciloti in uifiiiliia-
« iiis » Irgiji'si: llalmil 1). Sit>isiiiiiii(lus iiriuio. ]><isrca HI. 1)uk in
studio suo.
(Postilla inarj'iiiaio di un
inventario di libri).
28.
Sifiixtììoiido dr' SUjixmoììdi scrive in data 22 (icnnaio IHld al
« Uuoa di Ferrara ».
7.770.
« .... Ma por ]iiìi chiara uotitia Io sono stato scrijitorc molto
« tein]»[o in] Firenze del M." Lorenzo de \Iedi<-i : et del Re Mathias
« et di poi la exi)nlsione del M." Piero.... fu[i] serii)tore del re di
« portugallo in scriuere la bibia eonientada da nieolo da lira et tanta
« l)ene ornata et guarn[ita] [di] miniature et ferrature doro Heripta
« tutta a l.ra antiqua ferma che costoe dece milla ducati conio scia
« (|ui el Commissario n.ro el quale in quelli tempi era ancora lui
« a tìrenze et era et è mio amico per essere i(» na(to et] allenato
« in ferrara et bora lo S.' Alberto mi ha mandato dui uolnnii di
« libri del cardinale di Ro[ma] uno breiiiario da Cann-ra in l.ra
« moderna et l' alti'o cbianiato Rabi Mdvscs in pjiiloso^ibia mo-
« rale.... *) ».
1 ) L' importanza di questa lettera mi i' parsa tale da giustificarmi pienamente presso
i lettori d' averla ilata alla luce sebbene per la sua data avanzata esca dai limiti, che
mi sono imposti. Essa si riferisce alla famosa Bihliia di lìelem e appartiene a un celebre
amanuense, che può ritenersi Uarpigiano. per quanto egli stesso si afferrai per opportu-
nità nato in Ferrara. Si cfr. Bradlev. [Hctionartj of Miniaturisl, ecc. cit., London, 1887,
III. 2a8-2U; F. Uarta, Codici miiìiati della Xa-.ionale di Milano, Koma, pag. 9/! e P. Au-
sauld?;t, Attavantii et la hible di Ilelem ( Bxtrait du Ilihliographe inoderne n. (1. l'aria ISitS,
pagg. 10-12. Il Cav. A. fi. Spinelli mi favorisce alcuni appunti tratti da un suo copioso
schedario di miniatori. Il fi Aprile 1480 Sigismondo compare come testimone in un atto
di Margherita Cecchi, moglie di (xuido (Jocca))aui. Intorno al 1500 incominciò ad eserci-
tare r arte del notaio. Il 22 Novembre ióUl il Duca di Ferrara e Alberto Fio ordinano ai
notari di Carpi di presentate al Sigismonili i loro rogiti affinchè siano registrati nel Me-
moriale. Cessò di vivere tra il 14 e il 31 Luglio ló'lftia Carpi e fu sepolto la S. Nicolò.
Diversi codici da lui scritti trovansi nella Laurenziana. L' Archivio (iuaitoli conserva
(n. 144) un « offieium beate et gloriose uirginis » il cui e.vpl.icit suona: « Explic.it officium
die XXI Octobrìs .MDXXII in terra Carpi: — Manu Sigismundi >■.
APPENDICE TV
IV.
Frammento d'inventario dell' Arcliivio estense M
(XV -XVI).
Nota et orcio rerum omnium in ducali archiuio collocataruiii per me peregrinum pri-
scianum conseruatorem iurium «iucalis camert': et comunis ferrarle: die hac Quarta
Januarij MCCCCLX.\XVriI.
e. 12']. Catastmm colioi)ertuiii Riibeo corio: cimi cantoualihiis car-
tariiiii 415: ab auiio 1393 usque et i)er fotuiu anuiim 1394.
Catastruiu coliopertum Kiibeo corio: (Uiiu cantonalibiis cai-
tarniii 290: ab aiuio 1394 risque ot pei- fo^u]ll animili 1414.
1) Parmi prezzo dell'opera por fine a queste poche appendici riproducendo da un
catalogo dell' archivio estense alcuni estratti scelti qua e là collo scopo di offrire ai let-
tori un tenuissimo saggio della interessante materia. — .Sulla storia dell' Archivio estense
nel sec. XV noi non possiani citai-e che i pochissimi cenni editi dal (Jampi, Cenni storici
intorno V Areldrio secreto estense, in Atti e Menu ileUa Deput, di SI. P. di Mod, e Parma,
ir, 335, cenni che pur bastano a dare una pallida idea dell'archivio e dei primi dotti
incaricati dell'ordinamento e della conservazione di esso. Nell'ultimo ventennio del
jec. XV possiam credere che l' Archivio dei Principi d' Este fosse diviso in tre parti :
Archivio propriamente detto, depositario di carte antiche di grande importanza; Archivio
della Grotta, che custodiva le minute ducali e Aichivio del Camerino, che conservava
la corrispondenza cogli esteri. Quest'ultimo era sotto la sorveglianza di Battista (luarini;
al secondo presiedeva Giulio Piganti ; rispondeva del primo il cancelliere Alfonso Moro.
— Il Campi non fa menzione del grosso catalogo, mutilo in line, al quale noi abbiamo
attinto per la presi'nte appendice. Esso si apre coli' inventario della libreria di Borse
( Append. I ), ma è quasi tutto dedicato alla registrazione delle carte archivistiche
( ce. 12 r - 52 V ). Possiamo anzi dire die il catalogo dovè trovarsi fra le mani di Pellegrino
Prisciano, il quale vi fece di suo pugno parecchie aggiunte di molto rilievo. Sappiamo
già che il Prisciano oltre che alla biblioteca attese con ogni cura all'Archivio; può dirsi
anzi ch'egli abbia manifestato in cotesto suo esercizio uno zelo veramente singolare.
Basterà ricordare le parole clie Pellegrino adoperava nella prefazione della sua Storia:
« Ducalis Archivii tui, Bpiscopiique nostri ac Nonantulanae Abatiae aperuimus; vetust.
« et plurimas tabellas f^ongobardis etiani elementorum characteribus conscriptas ; priui-
-' legia Uoniauorum Iraperatorum Pontilicumque ac Kegura, comitumque Longobardorum
« multa vidimus » ecc.
26K APPENDICE IV
Catastriiin cohoperfiiin Ruben corio : cum cantonalilms car-
tarum 367 : al» anno 1415 usque et per totum annuiu 1437.
Catastruni colioperfnm Nigro corio: feudorum et libelloruin
raellarie : cart. 271 anni 1437.
Catastrnni cohopertuni Rubeo eorio cuiii cantonalibns car-
tarum 276 ab anno 1442 usque et per totum anniim 144"».
Catastruni eobopertuui Ruben corio cum cantonalibns car-
taruni 198 ab anno 1441 usque et ]ier totum annuiu 14.">4.
Catastrum cobo]>ertum Rubeo corio cum cantonalilms car-
tarum .371 ab anno 14.^2 usque et ]icr totum .luiiuni
1473 = ) . . .
e. 13']. Catastrum pecudineum policcni l'odigij i-art. 1S4 ab .umo
1396 usque et per totum 1480...
Catastrum priuilegiorum ])apalium. cart. .32.
Catastrum lambertorum quondam, cart. 19.
Liber in forma et folijs niaioribus in capreto: cartarum —
et snnt pacta inter Venetos et fcrrarienses : libei' anti-
qui ssimus -').. .
r. t(i' |. Tiu) disegno grande in tella dcpinto del disegno del polc-
sene de Rouigo posto in una capsa de legno lunga <•
strecta facto per m. pelegrino de i>risciano . . .
Item uno instrumento signato ])er dui Afa. Itcm uno instru-
mento signato ])er dui ita: item mezo instrumento signato
per dui uita : item uno instruniento signato per dui landa :
item uno instrum. de la Contessa Ingelarda...
Item uno instrumento signato R che è la inuestitura d<l
Aroiuescoato di Ranena in li .Signuri da Este...
e. 16"^ ). Item uno instrnra. <lel bando de Enrigo imperadore . . .
Item uno instrum. el quale ])arla del Castello di Gnielmi
de Lendenara.
Item una carta signata Mar. che è una inuestidura facta a
li signuri Marchexi de le cose del Marchesella.
Itcm uno instrumento de la Contessa Matilda signato. M.
scripto de fuori Carta bar. et de alijs locis.
Item una Cronica a.ntii|ua in lionu ciita cum li- albe co-
perte de cuoro rosso. . . ciini uno corno <li sopra intitulala
hystoria Reguiu francoium et Imjicratorum ctc. La quale
disse m. |ielegrino ])riscian() liancrlii liannta dal n.rn
111. Signore,
e. 17']. Hno instrumento di' la i)as<' tr:i il Marchexe Xicobi et l.i
1) Segue poscia l'indicazione di molti altri catastri. — I jiiintoliiii signilicano i-li' io
tralascio di citare documenti e passo ad altra pagina o parte dell' inventario.
2) " Addita et intromissa cura opere et propriis evpensìs mei Peregrini "•
APPENDICE IV :?69
siguoria ile Veuetia sigiiato u.'" 26 del quale ne tue rogato
Ser Guieliuino che In ile Ser Tlioiuasino da Venetia ...').
l'n altro iustruiueuto de la teuuta del poleseue de Rouigo
tolta per la signoria de Veuetia signato n."' 21 del quale
instr. tue rogato uno Ser Bernardo de Andolo not . . .
Inuestisone del ni. " olini rgoiione de li Contrarij del ue-
scoato di ferrara . . .
Una Cronica de Carte 2H scriiite molto autiqua lon la co-
perta de carta de jdegora ucchia che è cronica de la cita
de ^'erl^na con le carte de Uanihaso stra/ate la quale dice
hauere hauuto da Bortelaniii> da lendcnara.
l'na littera de carta ile jiiegora seu/.a sigillo clic scripse ci
duxe de Venetia al inarcliexc iilherto...
■. IT'J. l'n altro instrnnicnto suso el quale de fuori gè sono scripte
molte cost- ma in si»etie feuduiu in Trecenta antiqnum
factum per Episcopum ferrarle secundum usum Curie
Trecente signato n.'" 16 et dentro comeneia : in dei no-
mine anno natiuitatis 1191. Tenijìore celestini pape . . .
■. 18"^]. Lil)er jn paguro lum eohoperta pecudinea : signatum al>
anno 1408 . intrata : ussita de la Caneiiaria da Este per
Cliristofero batalgia. Cart. 100.
•. 28']. Priuilegium terrarnm de Comitatu Vicentino sign. nu-
mero. 4. - 1210 - qnod incipit: In nomine Sancte et indi-
nidue Trinitatis etc. et tinit: Datimi ai)nd Fnlgiiienm non.
.Jan. cimi bulla pendente.
?'.xciiipliuu priuilegij general is L>.ni Koilnlphi Homanorum
Kegis de lendcnara et ejus Comitatu: factum l>.no Obi-
zoni Marcliioni Estensi 1285: qnod incipit: hoc est...
•. 2!»"^]. rriuilegium d.ni Kodulphi imperatoris de inuestitura aii-
pellationis Marchie Triuisanc factum D.no Obi/oni Mar-
chioni 1281 cimi bulla pendente...
l'riuileginm d.ui Kodulphi Imperatoris de Appellatioiiibns
Marche Triuisane. Monti Silicis. etc. t^uod incipit : Ko-
dulphui dei grafia Romanorum Rex etc. et tìnit : Marni. ''
ipsius d.ni Regis cuni bulla...
•. SO']. Priuilegium Vii-ariatus ferraria 111.'^ D. leonelli al> i>apa
Nicolai) qnod incipit Nicolaus Ej). etc. et fiiiit: Anno
pontiticatus nostri anno primo.
Priuilegium Vicariatus ferrarle 111. 1). Aldrouandino: Ni-
colai) ab paj)a deiucnte : qnod incii>it Cleniens i-p. Et
tinit: Pontiticatus nostri anno xi.
1) Poche righe dopo è chiamata: Thoiuasioo da Viceutia.
270 APPENDICE IV
Piiuilegiuiu concessum Nobilibus Alilrtmaiidiiio: Nic." ['goui:
Alberto Fratiibus q. Obizonis ecc...
Mli' ] l'iiuilcgiuiu Imi)eratoris ottonis factum Bouifatio Marcbioni
Estensi ut ijossit succedere D.iio Opizoui suo patri : qurxl
incipit : iu uomine Sancte et individue trinitatis et iìnit :
Dat. MCCXIJ indict. XV quarto Idus febr. cum liullo in
(juadaiu Capsa deposito cum cordulis rubeis ef^ albis.
Littere (luedam in carta bona Caroli quarti imi)eratoris con-
fessionis facte ili. Nic. Marcbioni esten, de quadriilgentis
et quadraginta floreuis auri prò exst)lntione jiignorum
Dat. Mantue. Die ultima lulij cum forma sigilli...
'.iS']. Littere quedam Illu.""' D.ni Ducis Venctie prò 111. d.no
Nic." Marcbioue e.steu. et ad fauorem eius qui accedere
uolebat ad uisitandum Sepulcrum. Dat. die x A])rilis 1413
absque sigillo.
Istrumentum. . . ad facieud. ligam cum fedcratione et unione
<-um Mag.''' I>.no Alberto et Maxeno de la scala et alijs
potentatibus noiniuatis in dicto instruni. rogato per Scr
Petrum a Tellis notarium. Anno 1331. Indict. 14 die
([uinto mensis Augusti . . .
H']. Priuilegium legitimationis Illu. Aldrouaudini Marchionis
estensis fulconis Nicolai Ugonis ac Alberti fratrum suo-
rum et Aide .\ilasie Beatricis et Costantie omnium tìl.
Illu. d.ni Opizonis Estensis et quondam D.ue Lip]»- de
Ariostis a Ser.mo D.no Carolo imperatore Anno d.ni 13.14
indictione septima. . .
11»']. Priuilegium siue Bulla eiusdem ."^ummi [lontiticis Bonifatij
l»ro Studio Uniuersali et iu quacum(|ue facultatc concesso
per suaiu Beatitudincm in ciuitate ferr. Dat. Kome iiij
Non. Martij pontiticatiis eius anno ij." cum l)ullo plombeo
rum cordnlis sirici rulici et crocei coluris diete bulle
ati&xo ...').
') Finisco con dare alcune notiziole sulla iiomciichitura clic
riguarda le legature dei liliri. — I primi numeri di (piest' ultima
appendice recano accanto alla indicazione del catastro la parola
cantonahn, clic si dovrà intendere i)er rijiaro dei quattro angoli
della copertina di un libro. I cantonaii potevano essere di ottone
o di argento doratt): a volte essi erano « straforadi »; a volte in-
tine, in luogo dei cantonali, si ponevano delle liroclie o bordile ili
ottone o di argento. — A pag. 20 del presente lavoro io non esi-
tando a seguire il Venturi ( Eir. xior. hai., I, ])ag. 630) ho identi-
Hcato gli (tzali o (tztiìli con h- bordile. Credo ora. ili)|i(i piii maturo
APPENDir-E IV 271
esame, che gli aziiìi altro uou siano che gli atacagìi ovvero i fer-
magli di cuoio o d'argento (t d'ottone. La i>arola azuìo mi pare
possa essere un deverbale di quel verbo aciularc (da: acia « accia,
corda »). dal quale deriva l'emil. azuhi. si ct'r. Flkciiia. Arch.
(jìott. itili.. Ili, 178. — Non mi è ben chiaro il signiticat»» di /««-
delio. Certamente non colpisce nel segno l'opinione di (i. Tuavali.
f'n hncntario di ìihri (liiiiidici del scr. XF. l'alermo. 1888. i)ag. 101.
II. 1. il quale pensa essere il « fundelio » il nastro cln- solevasi porre
couic segno nei libri. (Questo segno chiama vasi xi(iìiaci(Io e portava
si»esso ad una delle estremità una o ])iìi perle preziose. Pare pifi
verisinùle l'opinione di Adriano (.'api)elli (Giorn. xtor.. W\ . i)ag. 9
«. '1) secondo la (|uale fnndellii indiclierebl)e il cuoio, che ricopriva
il dorso del libro. Ma in verità ncppur questa spiegazione mi so-
<lisfa: nelle legature del ((uattrocento il dorso non veniva fatto
oggetto di particolare considerazione ed era generalmente assai
rozzo e semplice. L' artefice poneva invece tiitta la sua cura nel ri-
legare saldamente col corpo del codice la coyiertina e a questo scopo
egli dispiegava la si^a abilità nella lavorazione di (piella striscia
di panno o di cuoio die lega le carte del libro alle estremità
del dorsi). Cotesta striscia, che all' aprirsi del volume richiamava
subito 1' attenzione del lettore, chiama vasi, a parer mio, non senza
ragione, fundelld. — Di brasilio, di montanina, di corame usavasi
ri(()l»rire i codici e alcuna volta la copertina recava ligure in ri-
lievo. Così uu ofìScio di P.leonorà d'Aragona {Jjjjtend. II \ 23) por-
lava una Annunziata di mezzo rilievo. — f<nl l)rasilio e sul <-(>lore
alessandrino, adoperato generalmente nelle legature, si vedano i
begli insegnamenti di L. A. Gaxdini. Xote al corredu di Elinahetin
(ionzafia Montefeliio. in Lu/.io-Kenieiì, Mantova e l'rhino, cit.. '2ÌW>
sgg. — 11 colore morello era siucmimo di violaceo o }>aonazzo e nei
codici di lusso si usava tingere in morello tutte le i>ergamene o
« pelli di capretto » (Append., II', 23). ovvero se ne tingeva sol-
tanto qualcuna. In questo caso, si sceglievano le guardie del ma-
noscritto. — Anche il cendaìe, un tessuto di seta molto leggero, era
talvolta adoperato per ricoprire le guardie del codice ; la cui sopra-
eopcrta — quando c'era — non mancava d'essere in raso o in
\clluto <li vario eolorc. — Nel luezzo della copertina si poneva
Talvolta uno scudetto d'argeuto o d'ottone raiipreseutante l'arma
degli Estensi.
INDICE GENERALE
Alfano .1" l'i.ri<). 187. 24!».
Acciaiuuli Donato. 239. - lacoho,
167. - Pietro Antonio. 167.
Accolti Francesco. 'SO. 62.73. 121. lf<'K
Acerba, 128.
Aohillini Gio. Filoteo. 197.
Atlveutn de Gottornni. 51.
Advocati Alljerto. 25.
Arto Padre Ireneo. Lettere di (i.
Tiraboscbi. 160.
Att'rescbi del pahizzo di Schifanoia.
11. 194.
Aforismi, 240.
Agazoue Andrea, 236.
Agostino San. 103. 108. 215. 221. 235.
Agnsello da lo Matbio. 135.
Aimeric de Pegiiillian. 4. 82.
Aiinero. 236.
Albauzani Doiiato. 7.
Albaspina. 71.
Albe dei libri, 51. m. 7S. XI. 213 sgg.
Alberghetti) piaggio. 146.
Alberguzzo paggio, 61.
Alber<j de la Croce, 232.
.Ubertino. 214.
Alberti Leon Battista, 9. 1(1. 67. 121.
Alberto, 214.
Alberto Magno. 108. 235.
Albini Giovanni Maria. 193.
Albino, 217.
Albusson, 83.
Alcliiniia. 250.
Alcide, 162.
.\lde Mantice et P Hellcnismc à \'(-
nise di Firniin-Didot cit.. 115. 142.
Alemagna. 115, 1-55, 250.
Aleniagna D' Bernardo aniau.. 38.
.Vlaniagna de Enrico. 193.
Aleniagna D' Paolo anian., 39.
Alemagna d' Simone aman., 39.
Alessaudreide 221.
Alessandria d' Matteo certosino
aman.. 39.
Alessandro. 51. 76. 99. 115. 119. 215.
242. 252.
Alessandro grammatico. 108.
Alessandro de Hales. 39. 255.
Al e ve e Ir. albe.
Alfagrano. 64.
Alfarisio, 74,
Alighieri Dante, si cfr. Daiiri-.
Aliprando di Grcgoro cartolarti. 16.
5U.
Allegri Francesco, 241.
Almansor, 61. 220.
Alplionse, 235.
Alveruia D' Pietro. 70.
Amanuense greco, 119.
Amanuensi, 26. 27. 35. 49. 51. 102.
104. 2.55. 257.
Ambasciatori. 151.
Ambrogi Angela. 14.
274
INDICE GENERALE
Aiuioitia (le, lOB.
Amore iu rima francese, 23(5.
Amorus 1' Paradix. 65. 245.
Ancona D' Alessandro. 13. 17S. l!)(l.
Ancroia, 76.
Androtilo, 242.
Anfitrione, 221. - traduzione di l'aii-
dolfo Collenuccio. 155.
Angelica, SH.
Angelo, Osteria dell', 171.
Anguissolà Palmarino. 97.
Annali di Ferrara Delaìto. 25.
Annali del Rodi, oit., 62. 165. 172.
Annali Mnrat()ri, 156.
Annuario Univ. Catania eit., 106.
Antichità Giudaiche, 43. Si cf'r. an-
che Flavio G,
Antifonari, 48. .50.
Antimani Paolo, 14.
Antona, 76. V. anche Boro d'.
Antonelli G., 31. 35. 90. 180. 195,
Antonello anihasciatore, 61.
Antonino, 233,
Antonio Frate, 238. - Monastero di...
152,
Antonio .San, 2.52.
Antonia, 14.
Antonio Maria aiiiaii.. 15, KM.
Apologi, 155.
Apocalissi, 236,
Appiano, ,37, 38, 49. 2:>6.
Aquila, 215, 216,
Aquila Ijiauca, 86.
Aquila volante, 92.
A(|uila Sebastiano, 142. 1S9.
Aragona D" Alfonso, 91. 1S2. 251.
239. - Jiihlioteca dei Ke... 146. -
Eleonora, 12. 14. 19. 20. 25. 47.
65. 77. 85. 91, 97. 98, 99, 145, 146.
156. 1.57. 159. 163.
180. 191. 198. 207. -
147. 149. 150
164. 172. 175
Maria, S5.
Arazzerla, 16.
Arazzeria estcìis
cir., 74,
ili (i. ('aiiiixiii.
Arazzieri estensi, 74,
Archeologia, 184.
Archeologi, 177.
Archimede di Opere. 119.
Architettura, 67.
Architetti, 9.
Architettura, 235.
Archivio Notarile di Car])i. Ili
Archivio del Comune - ^',■lcche
dell', 163.
Archivio notarile Modena, 163,
Archivio P^stense di Stato, 8, 10,
12. 21, 22, 23. 27. 28. 29, 31.
51. 57, .59. 61. 64. 75. 79. 80.
91. 107. 119. 120. 122. 136.
143. 151. 1.52. 154. 155. 156.
167. 170. 173. 176. 197, 208, 2:
Archivio Gonzaga, 117, 124.
Archivio Guaitoli. 264,
Archivio di Scandiano, 135.
Archivista, 205,
Arcoli (iiovanui, 187,
Ardizzone ser, 83,
Arezzo D' Giacomozzo. miniai..
Aretino Leonardo, 60.
Argenta, 62, 121, 192.
Argenta U' Filippo niiiiiat., 36.
Arienti Lodovico, 25.
Arienti Degli Sahadino. 242. 21
247.
Ariosti Francesco, 25. 42, 99.
112, 1.52. 1.54. 157. 1.58. MX.
241.
Ariosti Falco. .56.
Ariosti Giacomo, 56.
Ariosto Ludovico. N
90. 112. 125. 126.
142. 143. 145 - .52.
200. 210.
Ariosto Nicolò. 25. 124. 139. 175
Ariosti .Malatesta, 110.
Aristarco Scannalme, 21.
Aristotele, 62. 143. 214. 219. 220
Arles, S3,
Arma aragonese, 251,
. 11,
40,
140,
166,
29,
111.
ISl.
61.
11.
25. .54. 8it
134.
139. 140
165.
167. ISil
IN."
4,s.
INDICE GENERALE
275
Arma Esteuse, 37. 45. 2;")1.
Anna Malateshi. 6'\
Ariiiaiuis. 236.
Ai'ine e divise d' Krcolc I. 2'<{>.
Arme Sforzesco - Ksteusi. US.
Armaiid, 197.
Anianldef, 264.
Ar(|uati Giovanni. 194.
Arriano. 23.5.
Ars metrica. 64.
Arte de aiiiaiidi. 49. 110. 21^.
Arte ferr. nel jier. di Hors»), di A.
Venturi cit.. 30. .59.
Arte ferr. nel )ier. d' Ere... di A.
Ventnri. 29. 60. 66. 97. 1.30. 132.
136. 1.38. 180. 182. 196. 197.
Arte della guerra. 108.
Arte Magica, 244.
Arte militare - I^il)ro de 1' 158.
Arti! re. 71. 73. 75. 76. 84. 245. 249.
Ascalouita Entotio. 119.
Ascanio Monsignor, 148.
Asconio Pediano, 106. 235.
Asino d' oro. 26. 27. .30. 40. 236. 242.
245.
Asperomonte, 24. 77. 225. 262.
A.ssassino Dell' Alberto. 64.
Assassino Dell' Galeotto. .55.
Assassino Giovanni. 25.
Assassino dell' Stella. 25.
Assassino Dell' Verde. 14.
Asse cuperte. 130.
Astrolabio d' argento. 65.
Astrologi, 61. 173. 177. 193. 194.
Astrologia. 64. 172. 192. 193. 235. 236.
Astronomi, 119. 177.
Astronomicon di Manilio, 109.
Ataccagli d' Otone per legature di
lil)ri. 92.
Ateneo Veneto. 100. 166.
Attavante, 264.
Atti Acc.ad. Pontaaiano cir.. 91.
Atti istit, Ven. oit., 77.
Atti e meni, deput. St. l^atr. Emilia.
31. 36. 133. 166.
Atti dep. St. i>atr. Ferr. cit., 90.
Arti e meni. Dej). 8tor. Patr. mod.
24. 29. 40. 51. 5S. 74. 99. 146. 1.52.
169. 173. 174. 199.
Atti Dejtut. St. Patr. K'oinagiia. 66.
186. 194. 207.
Attico. 240.
Auleta, luogo, lol.
Aulo Gel Ho. 109. 235.
Aulularia. 131.
.\uris])a Giovanni. 10. 25. 63. 61. UT.
101. 104. 105. 107. 114. 115.
Autografoteca Campori, 151. 162.
.Vustri.a Dudiessa di. 155.
Austria d' Massimiliano. 154.
Avicenna, 191.
Avignone, la l>olla, 76.
Avogario Pietro Bono. lUH. 194. 197.
Avogari Filippa, 14.
Azuli. 20. 27. 41. 42. 45. 46. 49. 50.
51. 52. 61. 64. 66. 93. 96. 1.30. 213.
225. 270.
Azuli alla tiorentina nelle legatine
dei lil)ri. 42.
Bagnacavallo da Francia. 15.
Baili Isotta, 14.
Ballo, 155. 199.
Banclietti, 17.
Barbaro F.. 102. 107. 115.
Barbieri Gio. M., 173.
Barbazza Andrea, 25. 1X6. 197. 219.
Bardelli Nicolò, .57.
Bardi Mariotto. 42. 43.
Baretti Giuseppe, 21.
Barotti.90. 99. 116. 141. UX. 161. 167.
168. 171. 172. 179. 198.
Bartolo, 25. 62. 261.
Barfolomea, 14.
Bartolomeo cartolam. lo:!.
Bai'tscli Carlo, 4.
Barutìaldi, 121. 178.
Barzizza, 107.
Basilio, 102. 103.
Basini Basiuio, 25. 109. 111. 236.
Basso da Andrea, 121.
S76
INDICE GENERALE
Battivsfca. (la Cremona. 2;">7.
Battista ili S. l'aolo. ?>',). 43.
Baviei'a, 71.
Baviera di Glieraido, 144.
Beatrice d'Este, si cfr. Este U'.
Beccliariis de Antoiiins. 122.
Beccali Paolo, 122.
Becchi de C, 107.
Beihefte znm Cenlrall)latt l'iir Hi-
l)liotlieksweseu, 144.
Beitriio-e zur Gescliichte Georg N'al-
ia 's und seiner Bibliotliok - 1. L.
Heiberg, cit., 144.
Belem, si cfr. Bibbia.
Belfiore, 5. 61. 67.
Belforte Andrea, 259.
Bellencini Bart.. 57.
Bellentani, 144.
Bellincioni, 139.
Bellini, 174.
Bello P^rancesco, 77. 138.
Bello de Macedonico,
Bello de Mitridatico, 3S.
Bello punico de primo, 60.
Belriguardo, 17. 19. 31. 101. 263.
Beltrame Don, 24;").
BemlK. Bernardo 175. 176. 223. 225.
Bembo Pietro, 90. 125. 126. 165.
Bendedei Filippo, 255.
Bendedei Timoteo, 162.
Benetti C, 209.
Benivieni Antonio. 189.
Bentivoglio fam., 116. 175. - Anni-
bale, 15, 165. - Lucrezia. 15.
Benzi Bonifacio, 112.
Benzi Francesco, 166. 191.
Benzi iSoncino, 111. 187.
Berardo Gerolamo. 13. 132.
Berger. .54.
Berlino, 44. 145.
Bernardino S., 128. 248.
Bernardo S., 252.
Bernardo, 217. 237.
Bernardo cartolaro, 58. 97.
Bertoccbi Dionisio. 152.
Bertoldo, 216.
Bessarione, card., 63. 102. 248.
Betto De Antonio, 67.
Bevilacqua, cod., 110. 180.
Biadene L., 130.
Biagio Cremonese, amaii., 1(12. 1(»3.
Bianclielli Domenico, 25.
Bianchini (t., 27. .56. 198.
Bibas Giovanni, ni.ro di Ca]ii)('lla,
48. 50.
Bibbia, 102. 232. 237.
Bibbia di Belein, 40. 52. 264.
Bibbia francese, 55. 64.
Bibbia gallica, 76.
Bibliofilo, 27.
Bibliographia Geographica Palcsti-
nae. - T. Tolder - cit., 183.
Biblioteca Apostolica. 19.
Bibl. crit. della letterat. ital., 139.
Biblioteca ducale. Se ne tocca in
tutto il lavoro.
Biblioteca di Leonello d'Este. .53.
Biblioteca di Ercole I, 158.
Biblioteca di S. Ilario, 183.
Biblioteca Modenese - Tira1)osclii.
143. 162. 163. 167. 175.
Biblioteca di Ferrara, 90. 168.
Biblioteca di Padova, 146.
Biblioteca dei Pico, 59. 60.
Biblioteca dei Re d' Aragona in Na-
poli - La Mazzatinti, 146.
Biblioteca Riecardiana, 73.
Bibl. Vitt. Eni., Roma. 259.
Bibliotecario ed ardi, di Corte, 171.
Biogr. ... di G. Aurispa di Sabl>a-
dini, cit.. 64.
Biondo, 25. 67. 99. 109. 237. 238. 239.,
Birago F., 109. 241.
Bisio Giacomo, 7. 121.
Bisticci Vespasiano, 42.
Boccaccino, 197.
Boccaccio Giovanni, 7. 18. 38. 39.
43. 86. 103. 122. 127. 225. 242. 262.
Boccacci Malatesta, 111.
Boezio Severino. 64. 81. 216. 232. 236.
INDICE GENERALE
277
Boi.ardo Feltrino, 10.
Boiardo Giovanni, 136.
Boiardo M. M., 14. 26. 27. 30. 40.
49. 54. 87. 99. 125. 128. 129. 1.34.
137. 141. 145. 146. 199. 246. 248.
Boiardo Taddea, 135. 136.
Bolla di cera e d'oro, 60.
Bologna, 88. 103. 113. 127. 152. 166.
170. 181. 191.
Bologna da Cristoforo, agostin., 40.
Bolognesi, .55.
Bombasi Simone, 152.
Bombice del Melchiorre. 144.
Bona di Savoia - Duchessa, 1.56.
Bonacioli Lodovico, 189.
Bonaccioli Nicola, 116.
Bonacossi. Borso, 65.
Bonifacio, 224.
Bonifacio pagatore, 26.
Bonoli, 124.
Bondeno Di Giacomo. 61.
Bondeno Di Perecino, 61. 64. 97.
Bondie Di Giacomo, 61.
Bonincontri Lor., 106.
Bonomelli Lodovico, 14.
Bontempi Candido, 20. 25.
Borchie d' argento in legature di
libri, 41.
Borchie nelle legature dei codici, 44.
Borgia Alessandro VI, 93. 1.53. - Lu-
crezia, 15. 45. 48. 52. 145. 160.
165. 167. 168. 169. 189. 190.
Borgogna, 80.
Borgo S. Antonio. 144.
Borsa M., .53. 161.
Borsetti, 6. 111. 114. 116. 161. 167.
171. 191.
Borso, si cfr. Este D'.
Bosmi Biasio, cfr. Biagio.
Bottigario, 25.
Bouquet, 80.
Bovo d' Antona, 76. 77. 78. 79.
Bradley, 40. 264.
Braghirolli, 71. 143.
Brescia. 100.
Brescia Da Ant., 100.
Bresciano cod., 183.
Brasilio, 42. 64. 88. 1.30. 273. 2.35 sgg.
Bret, 90. 237.
Brettoni, Leggende, X4.
Brettoni, narrazioni. SI.
Breviario, 20. 24. 26. 36. 40. 41. 44.
46. 47. .50. 51. 52. 229.
Bricciche Rodicine di C. Cessi, cit..
100.
Britannia. 71.
Brizabaruzo Gio.. mercante ted., 44.
Brocato d'oro cremesino, 47.
Broche, 215 sgg. Si cfr. anche : Bor-
chie.
Broclie piatte, .50.
Broche rilevate, 96.
Bronzi. 16.
Brunacci Bartolomeo. 64.
Brunello, 88.
Bruni Leonardo, 107. lOS.
Bru.sati, 144. - Gio., 146.
Bruttura Del Gio., 67.
Brutturi Aristotele, 14. 61.
Bruza Nicolò. 172.
Bucintori, 17.
Buffoni. 88.
Buglione Di Goffredo, 242.
Bull. Soc. filol. rom., cit., 79.
Bullettiuo dell' Ist. storico ital.. 186.
Bullettin de la Soc. des anc. textes
frane, cit.. 41.
Burchiello. 250.
Burchiello a quattro remi. 149.
Burges, tela ivi dijìinta, 48.
Busoni. cfr. Biagio scrittore.
Buvalelli Eanibertino, 82.
Cabassi cod., vedi Cod. Cabassi.
Caccia, 6. 75. 99.
Caduta dell'Impero d'oriente. 114.
Calabria, 191.
Calabria duca di, 61. 65.
Calcagnini Celio, 167. 168.
Calcagnini Teofilo. 66. 145. 149. 161.
179. 225.
278
INDICE GENERALE
Oaleffini Guglioluio. 187.
Caleffini Ugo, 11. 173. 174.
Calendario, 216. 217.
Callisto III, 98.
Calunnia, 115.
Calunnia de Luciani, 130.
Cambiatore Tommaso, 101. 2'A.
Camera de la Antonio. 193.
Camerari, 22.
Camerino, ó6.
Camerlengo della Torre. 23.
Camerlengo di eorte, 32.
Cannnelli Antonio, 138. 139.
Cammelli Tommaso, 138.
Camora, veste. 20.
Caniosso rosso, 92.
Campagnola Giiilio. 36.
Campanini N.. 152.
Cami)i, 167. 173. 175. 267.
Campo Fregoso di Galeotto. 30. 61.
Campori Cod., vedi Cod. Campori.
Campori. Autografoteca, 151. 162.
Campori Giuseppe, 9. 16. 21. 31. 36.
37. 40. 74. 103. 166. 173. 175. 196.
197. 207.
Camus J., 72. 78.
Canale Mattia, 146.
Canali Gabriele, 14.
Caneelleria del Duca. 159.
Caneelleria estense, minuTario. N.
Cancelleria- miniitario crniinl.. 1.57.
Candido. 238.
Canieri, vedi Carnieri.
Canno <le Lodovico. 56.
Cantambanchi. 75.
Cantara da pna. 41.
Canterini ciechi. 77.
Cantonali, 270.
Cantoni delle legature di libri, ói.'i.
Cantoniere in legatura di lil)ri. 92.
Cantori, 199.
Canzone una di Maestro Antonio
da Ferrara e l'ibridismo del lin-
guaggio nella nostra antica let-
teratura, Rajna. cit.. 122.
Canzone d'amore, 238.
Canzone in frane, 237.
Canzoni spagnole, 92.
Canzcmiere Spagnuolo Estense. HI.
Capello Guglielmo, 7. 63. 69. 70. 71.
73. 96. 101. 104. 109. 121.
Capitano di Giustizia. 154.
Capitani, 14.
Ca]>itolo anonimo in lode delle iKt-
liili donne ferraresi. 152.
Capiiella ducale, 42. 50. 1.58.
Cai)pella alla Vergine in corte. 9!l.
Caitpellani ducali, .50.
Cappelle, concerti e ninsiclie di
Casa d'P:ste, 199.
Cappelli Adr., 23. 24. 29. 78. 103. 271.
Cappelli Ant., 7. 15. .58. .59. 99. 121.
138. 139. 142. 173. 174. 175. 192.
Capretti pelli di, 24.
Caraffa D., 91. 98. 152.
Caraffa D. e di un suo o]>usc. iiied.
di B. Croce cit., 98.
Carbone Lodovico, 18. 30. 113. 117.
121. 126. 146. 151. 152. 193. 197.
239. 243. 252. 256.
Carbonieri L., 22.
Carducci Giosuè, 8. 112. 113. 121.
139. 1.52. 161. 169. 178.
Caviceo Jacopo, 13. 169.
Carlo Magno, 71. 75. 76. 85. 211. 250.
2.52.
Carme latino- Celio Calcaguiui. 167.
Carmelitani, 43. 129.
Carnevali Cristoforo, 144.
Carniero Agostino, 202.
Carnieri o Carniero Bernardo (-.w-
tolaro, 42. 58. 96. 10 3.
Carpi, 114. 142. 143. 144. 264.
Carpi, ein Fiirstensitz der Eenaiss.
- 8em])er - Scliulze cit. 143.
Carolingiche favole, 84.
Carolingiche ispirazioni. f<ì.
Carrara Signori di, 213.
Carrara Francesco, 218.
Carreri Pietro, 189.
INDICE GENERALE
279
Carretto Galeotto del, 91. 98.
Carro Bartolomeo. 61.
Carro Lotlovieo. 97. 149. 190. 191. 245.
Carta F., 182. 264.
Carta ria Baiubaso o Baiii'iasiua. 24.
41. 47. 48. 50. 59. 65.
Carta di ljaiul)aso alla traiu-e.se, 51.
Carta bergamiiia. 92.
Carta di Capretto, 24. 37. 61. 63. 64.
Carta di capretto rasata, 41.
Carta in forma reale, 63.
Carta una de genologia. .56.
Carta membrana. 64.
Carta da navigare, 61.
Carta di papiro, 27.
C'arta pecorina. 93.
Carta piccola. 64.
Carta vitellina, 28.
Carta reale, 61.
Carte da gioco, 74.
Carte Xonantolane. 32.
Carte delle Bouviciun. fattore du-
cale, 42.
Carteggi ambasc. di Naxioli, 61.
Carteggi di Biblioteca Kstense. 21.
22. 24. 26. 255 sgg.
Carteggi orat. est. a Yen.. 57.
Carteggio Bentiv. Est. di V. Dal-
la ri, 66. 162. 175. 186.
Carteggio di G. B. Pigna. 31.
Carteggio Pio, 143.
Carteggio dei Princiiii Estensi. 136.
148. 208.
Carteggio fra l'Ali. Tiral>t>schi e
l'avv. E. Cabassi. I'. Guaitoli cit..
196.
Cartolaj, 26. .37. 41. 42. 96. 1(13.
Cartolari Ferraresi, 77.
Cartwright .J. cit.. 15. 157.
Casa d'E.ste. 5. 145. 1.55. 171. 173.
174. 242.
Casa Savoia - Le d<inue di. (i. (tìo-
vaunini, 156.
Casella Lodovico. .5(i. (il. ti:;. Khi.
151. 248.
Casina, 14.
Casola Da Nic»da. 5.
Cassoli Giacomo amau., 104.
Castel Gonzaga da Francesco. 191.
Castellani C, 118.
Castellarano Strozza. 179.
Castelli d'amore. X6.
Castello. 208.
Castello di Ferrarli. 23. 116. U^x.
177. 203.
Castello di Ferrara di L. X. Citta-
della, cit.. 78. 108. 213.
Castello Gerolamo - medico, 62. 63.
12*ì. 161. 178. 179. 187.
Castigliana lingua, 91.
Catalana lingua. 91.
Cataloghi di libri, si cfr. inventari.
65. 81. 106. 120. i:^). 132. 140. 151.
186. - Catalogo 1495. 106. - Cata-
Itjgo di libri francesi del 1474. 81.
- Catalogo dei libri di Ercole I,
152. - Catalogo di Niccolò. 65.
Catania. 116.
Catania Università. 106.
Catarina, 14.
Catastri estensi. 122. 181. 267-8. ^'edi
anche : Chatastri.
Caterina S. da Siena. 48. 230. 216.
Catullo, 89. 112. 126.
Cavalieri Bart.. 65. 174. 175. 231.
Cavalli, 6. 96. 224.
Cavedoni Celestino. 4. 144.
Cavezzo, 62.
Caviceo .Jacoiio. 169.
CeccM Margherita. 264.
Cecco d'Ascoli, 237.
Cefalo - Niccolò da Correggio. 190.
Celio Calcagniui, 107.
Cenni stor. bibl. Est., cit., 65.
C-ento novelle. 38. 39. 43. .59. 2:38.
Ceresara Paride. 13. 162.
Certosa, 246.
Certosa di Ferrara. 64.
Cesare, 23. 43. 49. 61. 76. 99. 102. lo7.
109. 216. 220. 223. 230. 232. 237. 242*
280
INDICE GENERALE
Cesare, Commentari, 43. 49. 61. 102.
Cesare maestro, 218. 219.
Cesariano, 60. 61.
Cesena, 56.
Cessi C, 100.
Cetanino, 66.
Cetanina rossa. .")(».
Chansons... <lu XIII sii-dc ili A.
Goauroy, cit.. 84.
Cliatastri, .")7. 8i cfr. anche C'atastri.
Cliicsa romana, 214.
Chiodi in legature. 93.
Chrestomatia Landini de Anima. .")1.
Chrouica nova, 22.
Chronica pizola de Ferrara. HO.
Chrysolorae monodia, 116.
Chugnitione do pecliati. lihro. 47.
Chylindro, 119.
Cian V., 90. 125. 260.
Cicerone M. T., 42. 64. 104. 106. 223.
237, 240. 241. 216. 247. 2.50. 251.
2.52. 256.
Cieco, 89. 138.
Cinquecento - Fhiniini. 125. 169.
Cionini N., 112.
Cipro, 116. 199.
Ciro, 237.
Ciropedia, 49.
Citerà. 116.
Cittadella L. >i.. 5. 6. 7. 23. 26. 29.
35. 36. 37. 39. 78. 79. 108. 213. 263.
Città di Castello, stamjie uscite in.
17.
Cittadini Antonio, 192. 193.
Ci vitate De Dei, 103. 215. 221.
Claretta G. - Gli ultimi anni «li
Bona di Savoia Duchessa di Mi-
lano, 156.
Classici latini. 107-9. 132.
Claudiano, 237.
Clementine le. 103. 257.
Cleotilo Ottavio. 193.
Cluny, 106.
Coadi Siiiioiif amali, ferrarese, 39.
Coble, 92.
Coccapani Guido. 264.
Cocchi, 17.
Codegorio Francesco, 8.
Codice, 66.
Codice Cabassi, 182, 196.
Codice Estense Bevilacqua. HO.
Codice Orsini vaticano, 104.
Codice Kehdiger., 104.
Codici: ricchezze delle loro minia-
ture, 3.
Codici. 118. 120. 121. 123. 126. 128.
130. 135. 137. 139. 140. 141. 178.
179. 180. 181. 182. 183. 184. 185.
186. 187. 190. 191. 192. 203. ecc.
Codici Ambrosiani, 104.
Codici Campori, 21. 121. 139. 141.
163. 181. 185. 190. 192.
Codici corali e libri a stampa mi-
niati della Biblioteca Nazionale
di Milano -Carta F. cit., 182.
Codici Estensi, 13. 21. 23. 40. 43. 49.,
.55. 70. 72. 84. 97. 99. 100. 101. 104.
106. 107. HO. 111. 140. 152. 168.
209. - Dedicati a i)rincipi estensi,
25. - Messale d'Eleonora d'Ara-
gona, 20.
Codici ferraresi, 36.
Codici francesi, 54. 73. 76.
Codici Francesi estensi - catalogo.
29.
Codici Giuridici. 66.
Codici Greci, 58.
Codd. lat... di G. V.. di K. Sabl.a-
dini cit., 106.
Codici miniati. 18.
Codici Modenesi. 36.
Coilici Provenzali. 4. 81.
Codici volgari, 58.
Codro. 163.
Cogliolo P.. 108. 186.
Cola Agnolo, 47.
Colla Spagnolo, 237.
Collenuccio Ginevra. 1.54.
Collenuccio Pandolfo. 13. 28. 118. 1.32.
153. 154. 155.
INDirK r.RNF.RALE
2S1
Collennccio Pandolt'o iiiiianista pe-
sarese del secolo XV - A. Sa-
viotti, 153. 154.
Collezione di opere inedite o rare
dei secoli XIV e XV -Torino 1851,
185.
Colombino veronese. 124.
CoIona, 14.
Colonna Vittoria. 169.
Coltellini Niccolò - cartolaro. 11'.
Coltura volgare. 205.
Comacchio, 140.
Comandamenti di Cristo. 232.
Commedie, 13. 2'SS.
Commedie plautine. 131. 132. 149.
Commentari di G. Cesare. Si cfr.
Cesare.
Compagni Giov.. tì3. (34.
Compendio - Pandolfo Collennccio.
155.
Componimento latino di Mattia Ca-
nale, 146.
Compto de delatori del 1494. 47.
Comunità di Ferrara. 151.
Concilio, 102.
Concilio a Ferrara. 114. 115.
Confessionale di M. Savonarola, 76.
Confessionario. 231.
Confessione. 238.
Contine di Modena. 62.
Ccmgiura contro B. d'Este. di A.
Cappelli, cit., 99.
Congiura dei Pio, 42. 99.
Congratulatio - Battista (iuarini.
148.
Consigliere ducale. 154.
Consiglieri ducali, 209.
Consolatione De jdiilos.. 216. 236.
ConstabiU, 209.
Constabili Agnese, 14.
Constabili Beltramo, 48. 193.
Constabili Paolo. 61. 62.
Conte Galeaz da Milano. 174.
Conti di San Martino - Antonio dei
- De lustitutione vitae. 162.
Conte di Scalino, 100.
Continente. 8.
Contrari Ambrogio, 138.
Contrari Bartolomeo, 132.
Contrari Uguccione, 100. 269.
Contrassegni dei libri della Torre 43.
Contributo alla storia del mal fran-
cese - Luzio-Renier cit., 192.
Contugi de Matteo, anian.. 49.
Conventi dei Domenicani, 8.
Convento dei Carmelitani. 129.
Convento di S. Paolo, 129.
Copista greco. .59.
Copparo, 193.
Corbaccio, .56. 225.
Corali ili S. Petronio di Boi. <li L.
Frati cit., 36.
Corame pavonazzo, 93.
Corame stampato, 47. 51.
Corio B.. 156.
Cornazano Antonio, 25. 51. 124. 1-58.
159. 119. 231. 236.
Cornazano Antonio - Osservazioni
sulla cronologia di un'o))era del
Eenier, 159.
Cornelia, 14.
Cornelio, 238.
Cornelio Nepote. 107. 129. 237.
Cornelio Tacito, 38. 43. 49. 2:38.
Cornovia, 71.
Corpo di Cristo, mon. in Ferrara. 48.
Corpus Inscriptionum Latiuarum -
Mommsen cit., 183.
Correggi Giovanni, 14.
Corte d'Aragona, 135.
Corte di Ercole I, 14.
Corte d' Este. 5. 15.
123. 126. 131. 138.
147. 148. 149. 151.
162. 171. 174. 184.
. 15.
134.
162,
120.
121.
122.
139.
142.
145.
1.53.
154.
1.59.
209.
Corte di Ferrara, 123. 126. 128.
150. 192. 195. 201.
Corte dei Gonzaga, 124. 125.
Corte d' Inghilterra, 175.
Corte - Letterati di. 147.
135.
282
rNDK F. GF.M'.RALE
Corte di Napoli, 155.
Corte degli Sforza, 15.
Corte la spagniiola di A. d' Ara-
gona di B. Croce cit.. 91.
Correggio <la Niccolò. 114. 117. Ilio.
190. 191. 197. 217.
Correggio da Niccolo - Luzio - Uc-
nier, 117.
C'orrespoiidaut.s les «l'Aldi- Mauucc
- P. De Ncdhac cit.. 113.
Correzioni Le all' Orlando Fnrio.so
M. Diaz cit., 125.
Corsi Jacopo, 160. 209.
Cortesi Alberto, 67. 176.
Cortesi Paido, 109. 116. 219.
Cortigiano aragonese, 51.
Cortigiani Estensi, .58-55.
Corvini, 107.
Corvisieri G. - Il trionfo romano di
Eleonora d'Aragona, 145.
Costa - Antologia latina. 167.
Costa Lorenzo, 197.
Cosmico Nicolò Lelio, 161.
Cosmogratìa, 195. 215. 224.
Cossa Frane, pitt., 88.
Costabili: .si cfr. Constabili.
Costa-Giani P., 122. ,
Costantino, 217.
Costantino camerario. 64.
Costanza. 14.
Costumi : cfr. Usi.
Cremona, 150. 191.
Cremonesi, 102.
Crescini V.. 78. 77.
Creta, UH.
Crisostcniio (iiovjiiiiii. 211!.
Cristianesiiiio. 71.
Cristo quando fu battezzato- tela, 18.
Critica del testo del De OfBciis di
E. Sabbadini cit., 106.
Crivelli Barbara, 155.
Crivelli Taddeo. 77.
Croce B., 92. 93. 98.
Croce Dom. e il Regno di N:i|(. di
T. Persico cit.. 98.
Cronaca di Casa d' Este - Fra Paolo
da Lignago. 171.
Cronaca dei da Carrara. 108.
Cronaca di Francia, 61.
Cronaca nova de Ferrara. 67.
Cronaca Padovana, 108.
Cronaca di Pellegrino Prisciano, 173.
Cronaca di Eiccobaldo. 30. 67. 2.50.
Cronaca vecchia, .56. 64. 65.
Cronaca di Zoane Villani. 67.
Cronache. 108. 213. 214.
Cronache Ferraresi. 25.
Cronache di Frauza. 77.
Cronache di Merlino. 103.
Cronache Nai>oletaue. 237.
Cronache veneziane. 238.
Cronica dei fatti de la Casa da
Est, 64.
Cronica nova, 56.
Cronica di Polistorio. .52.
Cronica rimata di Casa d' Kstc - 1 go
Caleffini, 173. 171.
Cronica vezia, 56.
Cronique de Saint Denis. SO.
Cronisti degli Estensi, 171.
Crotilde. 80.
Crugnolo don cappellano. 17.
Csontosi J., 198.
Cucina, 19. 138.
Cultura lett... di C. Tonini, cil.. l(i;i.
Cultura la e rela/,. d'Isabella, di
Luzio-Ren. cit., 97.
Cnnizza, 81. 82.
Cuuto Golfredo, 192.
Cuochi, 14.
Cuoio, 214 sgg.
Cuoio morato. 92.
Cuoio pavonazzo. 92.
Cuoio rosso, 93.
Cuoio celeste, 92.
Cuperte de carte. 130. .
Cupido, 249.
Curculio, 131.
Curio De .lacobo. 213.
Curzio Quinto, 42.
INWCl-: GENERALI-;
2S3
Cuscino «la messale. 66.
Dacia, 71.
namaschiiio itìuiìxì. 61.
Daliiiatiii. 116.
Dallari Uiiili<Tt.). 66. 160. 162. 17."=>.
Dauco, 21S.
Danese, 76.
Daniello AriiaUlo. 70.
Dante, 122. 127. 214. 222. 22H. 22."..
239.
Dante, "> e appenil. ]iassini.
Dante eonientato. fl2.
Dante pizolo. 63.
Danti liistoriato. .")2.
Danza, 99. in8.
Da vari .^.. 19K.
Davide. 76.
Debit<iri e Creditori detjji Ksten.. :>!.
Deca, 2'SH.
Deca nna di Tito Lixin rrad. in
Italiano. 42.
Decanierone. 6.">. 103.
Decenibrio .\ngelo. 109. 11(1 2.">?<.
Defeiiil)rio Candido. 49. .".3. 109. 114.
160. 240. 24X.
Decennio della vita ili V. B<'inl)o
di V. Cian. cit.. 90.
Deche. 67. 107. 2.39.
Decretale, 223.
Decreti si cfr. Regi.stri dei...
Delaito Iacopo, 23. So.
Della Vita Beata, 40,
Deputazione di Storia Patria del-
l' Emilia .si cfr. Atti e memorie.
Di'pntazione di .Storia Parria di Mo-
dena e Parma si cfr. Atti e me-
morie.
l)<'l>uta7.ioni- di Storia patria pia-
le Rom;i<^ne si cfr. Atti i- me-
mfìrie.
De Renzi. 194.
Descort. 4.
Dialetti. 122. 123. - Veneto. .">.
Dialitico di S. Gregorio. 64. 96. 217.
Dialoffus creaturarum. 1X7.
Diana, 1.33,
Diarium Ferrarii-nse rir.. 77.
Diaz M„ 12.5.
Dieta et facta Aljdi.. ^t9.
Digesto. 2."). ."«l. 62. si. 261.
Dino. 62.
Diodoro Sicnlo. 27. 40. 12o. 129. i:!(i.
131. 239. 240. 2r)l,
Dione, :^, 4:3. 49. .">><. .".9. 114. 120.
129. 130. 131. 239.
Diritto, 184. - Canonico, 21.">. - PnMd
e privato. 6. - Civile. 22(».
Dittamondo, 69. 73. 102.
Discorsi d' occasione, 146.
Disegni, 16.
Disperate, 18;^.
Dispntatio Dignitatis. 239.
Diurno, 2:W.
Divina Commedia. .Vi.
Divise. X5.
Dizionario latino. 239.
Documenti inediti per servire alla
.Storia dei Musei d'Italia. 16?<.
Dodexe el del Cristiano. 92.
Domigio, 6, 109. 248.
Doni di libri, 6."». 10-5.
Donati Clemente. .3.5.
Donato. 42. 63. 93. 96. 97. 107. 2.59.
Donato degli Allianzani. si cfr. All>.
Donne di Casa Savoia - Le
G. Giovannini. 156.
Donne ferr.iresi - Capitido anoiiinio
in lode delle noliili. 1.52.
Dorez, 144.
Dottrinale, 108. 21S.
Doveri del Princi])e. 9K.
Dubbi amoresi. 86.
Duca di Calabria, 191,
Duca di Milano. 128.
Ducato di Ferrara. 247.
Duchessa de Austria. 155.
Duchessa Bona di .Savoia, l.^i.
Duchessa prima di Ferrara. 216.
Duelli, m. lOX. 221.
Feo. 239.
284
INDICE GEiNERALE
Eginio. 64.
Elegia di Gaspare dei rriiiilìocchi
detto Tribraco, 163.
Elegiariim libri ti"es - Pai>iin( Ili H..
cit., 133.
Elenco delle monete d' oro del me-
dagliere estense - Celio Calca-
gnini, 168.
Eleonora, si cfr. Aragona D'.
Elia Ugolino. 100.
Eliodoro. 261.
Ellenismo, 114. llii.
Elogia del Giovio. cit.. 99.
Elucidarlo, 219.
Emilia - Deputazione di storia pa-
tria^deir .... si cfr. - Atti e me-
morie, 166.
Entrate e spese del 1434, 55.
Epicedium di E. Strozzi, 141.
Epigramma - Battista Guarini, 150.
Epigrammi - Niccolò Mario Paniz-
zato. 167.
Epipbillides - Lorenzo Maioli. 142.
Episodio storico inedito intorno Lu-
crezia Borgia di L. A. Gandini.
207.
Epist. ad ducem Mediol.. 100.
Epistola consolatoria ad Egano Lam-
bertini - Sal)adino degli Arienti.
166.
Epistolarum libellus. 193.
Epistolae del Petrarca, 108, 240.
Epistole di S. Caterina, 92.
Epistole et euangelij, 92.
Epistole di S. Girolamo. 65. 240-1.
EiJistole di S. Gregorio, 49.
Epistole di S. Paolo. 81.
Epitalamio di Battista Guarini. 148.
Epitaffi per Nicolò III. 111.
Epopea di un buffone di F. Gabotto.
cit., 88.
Eqiiicola Mario, 12. 30. 250.
Ercolano, 21.
Ercolano Bart., 57.
Ercole pazzo, 90.
Ercole Strozzi - C. ilonteforte. cit..
140.
Erculea. 240.
Eremiti gesuati. 65.
Erodiano. 261.
Eroi gli brettoni di Kajna.
cit., 72.
Erodoto, 117. 120. 129.
Erotemata - Guarini. 152.
Eroticon, 197.
Erymanto - Monte. 1.50.
Eschanor. 75.
Esiodo. 59.
Esopo, 221. 241.
Esposizione di documenti storici
dall' Vili al XIX sec. e di una
speciale raccolta spettante alla
medicina ed alla cliirurgia -
Foucard, cit., 190.
Este, 60.
Este D' - Cronaca di Casa - Fra
Paolo da Lignago. 171.
Este D' - Cronaca rimata di Casa...
L7go Caleffini. 173. 174.
Este, Monastero di S. Antonio da.
172.
Este D' Accarino. 74.
Este D' Alberto. 5, 11. 12. 14. 21.
24. 37. 38. 39. 41. 42. 43. 96. 259.
264.
Este D' Aldobraudino 111. 5. 121.
122.
E.ste D' Alfonso, 15. 97. 147. 148.
149. 150. 151. 164. 185. 1X7. 190.
198. 207.
Este D' Alfonso I, 65. 97. 131. 132.
139. 140. 165. 167. 168. 169. 174.
202. 229. Si cfr. ancbe: Este d'Alt".
Este U' Alfonso II. 31. 90. 170. 171.
Este D' Anna Maria, 157.
Este D' Azzo, 4. 221.
Este D' Azzo VI, 82. 83.
Este D' Azzo VII. 4. 82.
Este D' Azzo Vili, 4. 5, 187.
Este D' Azzone. 24. 62.
INDICE GENERALI-:
285
Este D' Baldassare, 197.
Este D' Beatiii-e. 4. 14. 1.".. 17. Si'.
97, 145. 202.
Este D' Beatrice di Aldolnaiulino
II. 172.
Este D' Beatiiee <ìi Azzo VI. 172.
Este D' Bertoldo. 22.3. 225.
E.ste D' Bianca. 65. 72.
Este D' Borgin Lucrezia, ci'r. Bor-
gia.
Este D' Borso 2. 3. 7. 9. 10. 11. 18. 19.
22. 24. 25. 28. 29. 30. ?,2. 36. 37.
SS. 39. 42. 46. 50. 55. 56. .57. 61.
62. 66. 70. 77. 96. 97. 99. 101. 108.
III. 113. 117. 121. 123. 124. 128.
1.35. 141. 149. 151. 1.52. 159. 160.
163. 166. 171. 172. 173. 174. 180.
181. 185. 186. 187. 188. 192. 193.
198.. 202. 216. 2,38. 244. 255. 2.56.
Este D' Costanza. 83.
Este U' Eleonora ducliessa. .'^i ct'r.
Aragona D".
Este D' Ercole !.. 10. 12. 14. 15.
16. 17. 18. 19. 23. 24. 25. 26. 29.
31. 32. 35. .36. .37. 38. 39. 40. 42.
43. 46. 47. 48. 49. .50. .52. .58. 65.
66. 77. 96. 97. 99. 105. 107. 108.
109. 113. 114. 115. 118. 119. 120.
125. 126i 129. 130. 131. 132. 133.
134. 135. 136. 137. 1.38. 1.39. 140.
142. 143. 145-167. 172. 173. 174.
175. 176. 181. 182. 185. 188. 189.
190. 191. 192. 193. 194. 197. 202.
207. 208. 209. 235. 239. 240. 243.
244. 245.
Este D' Ercole II Duca. 168.
Este D' Ferdinando, 77.
E.ste D' Foresto, 5. 74.
Este D' Francesco, 65.
Este D' Francesco I^^ 22.
Este D' Ginevra, 72.
Este D' Giovanna. 82.
Este D' Giulio, 97.
Este D' Gonzaga Isaliella. si cfr.
pili sotto: Isabella.
Este D' Gurone, 14. 65. 72.
Este D' Ippolito, 42. 46. 91. 153.
168. 191.
Este D' Isabella. 15. 26. 28. .30. 31.
44. So. 97. 125. 135. 136. 147. 148.
180. 191. 198. 199. 202. 203.
Este D' Isotta, 72. 85. 121.
E.ste D' Leonello. 2. 7. 8. 9. 10.
18. 19. 25. .32. .53. 76. SS. 99. 100.
101. 102. 103. 104. 105. 109. lltt.
112. 113. 115. 1.50. 174.
Este D' Lucrezia. 44.
Este D" Malatesta Costanza. 65.
Este D' Marfìsa. 88.
Este D' Maria. 72.
Este D' Meliaduse. 72. 97.
P^ste D' Moroello. 74.
Este D' Niccolò III. 6. 7. is. if».
25. 29. 65. 69. 70. 73. 74. 80. 96.
Este D' Niccolò. 72. 99. 1(X). 102. 103.
104. 110. 111.
E.ste D' Niccolò di Leouelb». 11. 64.
Este D' Obizzo. 5.
Este D' Obizzo II. 4.
Este D* Obizzo III, dò.
Este D' Parisina. 72. 74.
Este D' Rinaldo. 72.
Este D' Rinaldo Maria. 14.
Este D' Sforza Beatrice, 33.
Este D' .Sigisuioudo. 14. 3(i. 65. 77.
97. 168. 190. 264.
Este D' Ugo. 5. 25. 72.
E.steuse - Storia della Casa. 171.
Etica d'Aristotele; 62.
Euclide. 240.
Eusebio, 179. 240.
Eutotio Ascalonita. 119.
Evangeli, 2.30. 240.
Evangelio di 8. Giovanni. 81.
Facezie di L. Carbone, cit.. 118.
Facino Bartolomeo , 56. 60. 61. 63.
Faenza, 192.
Faenza da 8calabrino. 60.
Falconi Gio.. 75. 103. 104.
Falconieri. 14.
280
INDICE gl;ni:ralf.
Falotfi Gfrolaiiio. 171.
Fano. 111.
Faufi Rinaldo, 14.
Fantiizzi, 162.
F.iraniond, 84.
Farinelli A., 93.
Farsaglia, Ti. 101. l()!i.
Fasti, 110.
Fattori estensi, 209.
Fattoria di Ercole I, Kit.
Favole Franco- Venete. Tti.
Favole francesi, 56.
Fazio degli UI)erti. si «Ir. l'I"-
Fazol(» Don. 60'.
Fe))o, 13.S.
Fedele Cassandra. 190.
Felice San Cinelli in. 62.
Feliciano Felice. 182. 183. 184.
Feltre da \'ittorino, 105.
Ferdinando d'Este. 262.
Ferrara, se ne discorre in tutta
pera.
Ferrara, Castello. 1. 5. 22. 87.
157.
Ferrara, connine, 45. 151.
Ferrara da maestro Ant.. 122.
Ferrara Editicatione de, 211.
Ferrara da Giovanni, 25.
Ferrara Popolo di, 146.
Ferrara Studio, 6. 57. 1.55.
Ferrarese anian., .39.
Ferrari, 124.
Ferrari G., 136.
Ferrari S., 138. 139.
Ferrarino da Ferrara. I. 81.
Feste, 147.
Fendi de \'illanova. 172.
Fiammetta, 262.
Fiandra, 74. 199.
Filadelfo, si cfr. Tolomeo.
Filelfo, 66. 125. 144.
Filelfo Francesco, 101. 109. 115.
241.
Filelfo Mario, 25. 246.-
Filippiche, 106. 241.
rfi.
116.
123
Filippo Fra, 260.
Filipjx) Giac(»mo. 211.
Filip])o Maria duca di Milano. 12S.
Filo.-olo, 211.
Filodossi, 10. 241.
Filosotìa, 92. 168.
Filostrato, .55. .56. 61. 221.
Finale, 67. 97.
Finanze estensi le - V. Sitla ci).. 201.
Fini Daniele, 168.
Fini Fino, 161.
Finzi V., 162. 166.
Fioravante, 225.
Fiordispina, 14. 89.
Fiorentini, 44.
Fiore da l'reinariacco, 219. 221.
Fiorenza, 160.
Fioretti della liihhia, 232. 233.^211.
Fioretti di S. Francesco, 232.
Fioretti de Terentio, 103.
Firenze, 10. 26. 36. 42. .52. 5!i. 77.
103. 104. 119. 120. 2o:;.
Firmico, 106. 243.
Firmin-Didot, 115. 142.
Fieononiia, 251.
Flamini, 125. 169. 183. 181. 20!».
Flaminia, 225.
Flavio Giuseppe, 222. 223. 243.
Floro, 51. 56. 65. 217. 219. 220.
Flos testanieìitorum, 220. 221.
Folco Fra', 216. 217.
Fondelli verdi di legature, 7x.
Fondello, 213. 271.
Fondi Giacomo, 257.
Fontana Francesca. 151. !">•_'.
Fontane artificiali. 17.
Fontanina, 152.
Fonti dell'Ori. Fur., .54.
Fonti . . . del Rajna cit., 87.
Fonti le latine dell' Ori. Fui', di
Komizi cit.. 112.
Fon zio Bartol., 30. 237.
Foresto, si Mr. Este D' F.
Fortuna Scipione, 22. 21. 27. 37. 113.
204. 213. 257. 259.
INDICE GF.NF.RALE
287
Fossu d'Albaru. ."iT. KlK.
Foucard, 190.
Krainnieuti cod. giurid. estensi. 108.
ISlì.
Kraiiinieuti di Pueiui ln-ettoiii, 75.84.
Fraufeschino, ainau.. 102.
Francesco d' Antonio ila Firenze,
cieco cantore. 77.
Francesco Frate da Ferrara. 175.
Francesco libraio, 3it.
Francesco San, si ol'r. Fioretti.
Francesi, 41. 247.
Francesi codici, 54.
Francia, 5. 18. 115. 199.
Francia di Amorino, 60.
Francia di lanes, 38.
Francia, Kaibolini, 15. !S8.
Franco -Veneto linguaggio. 77.
Franconia, 71.
Frati Carlo, ItìO.
Frati della Certosa, 2o8.
Frati di >^. Francesco, 25.
Frati Luigi, 36.
Friedlaender. 44.
Frizzi. 23.
Frontino 8. C, 215. 217.
Frusta letteraria, 21.
Fusario Casjtare. 66.
Fusignano, 161.
Gabelle, 12.
Gabotto F., 88. 92. 102. 1!I3. 101.
Gabriello di 8an Monastero in Fio-
rar a, 48.
Galasso, 71.
Galeotti, 27. 43. 44. .55.
Galeotti M., 47. 50.
(Jaleotti Marco, 23. 3.s. 14. 15. (i4.
113. 204. 259.
(ialeotti Matteo. 24.
Galeotto, 91. 242.
Galiazo Signor, 170.
Galieno, 214.
Galiot le Brun. .56.
Gallerie naz. ita), di A. ^'enturi
eit.. 40.
Gallico Sigindierto, 71.
(iallino Jacoi>o. 97.
Galvani, 74.
(ìalvani Giovanni, 1. 22.
Galvano, 71. 242.
Gaiubara N'eronica, 169.
({andini L. A.. 6. 15. 10. 11. 52. 86.
88. 145. 206. 207. 271.
(ìaspary, 85.
(iatti Giovanni, 116.
Geiger Ludwig. 1. 145.
Gelilo. 104.
Genealogia degli Dei. 63. 222.
Genealogia de lo re de Franza. Iti5.
Genealogie del Boccai-cio. 103.
Genealogie estensi, 12.
Genesi, 230.
Gennaro Giaconn>, 243.
Genova, 150. 151.
Genova stampe. 100.
Geografia, 184.
Georgiche, 107.
Gente de Tassini. 157.
(Gentiluomini. 151.
Geomantia. .55.
Germania, 184.
Germanico Nicolò, 25. 105.
Gerolamo San, 65. 231. 232. 238. 210.
241. 246. 247. 248.
Gerusalemme, 72. 184.
Gesta Cesaris F. Petrarca. 108.
Gestis Alexaudri de da Q. C'urzio.
42.
Gesuati, 65.
Gliinzoni P., 131.
Gliisileri Gherardo. 77.
Giacomo d'Angelo di Fiandra. 71.
Giacosa P., 191.
Giano Pannonio. 116.
Giare le, 134.
Gigli Francest-o eartol.'iio. 41. 48. 50.
Gigliola Lodovico. 191.
(iigliola moglie di Niccolo 111. 7.
(ìiglioli Bartolomeo, 100.
Giglioli (Tiacomo. 25.
288
INDICE GENERALE
Giglioli Giaoomo. 24. 100. 101. 18ti.
245.
Giglioli Giovanni. 4S.
Giglioli Girolamo. 28. HO. l.")!. 204.
235. 256. 262. 263.
Giglioli Paolo. 100.
Ginevra, 70. 71.
Gioachino, aniau.. 102.
Gioje, 45.
Gioje di Lucrezia Borgia, 45.
Giorgetti A., 209.
Giorgi F., 186.
Giornale del .Soldo, 154. 161.
Giornale Ligastico, 100.
Giornale Stor. lett. Ital., 23. 25. 26.
27. 28. 43. 59. 63. 64. 65. 66. 78.
85. 88. 97. 103. 109. 122. 12&. 131.
136. 138. 139. 140. 149. 158. 160.
161. 183. 184. 187. 190. 192. 194.
204.
Giostre, 86.
Giovanni cieco, 77.
"Giovanni da Imola, 10.
Giovanni di Magonza, 255.
Giovanni di Pellegrino, aman., 102.
Gio. Francesco della cancelleria, 64.
Giovanni da Ravenna, 219.
Giovanni 8an, 81.
Giovannino Tevitouico. 97. 259.
Giove, 162.
Giovenale, 107. 215. 244.
Giovio, 99.
Giraldi Alessandro. 19i<.
(araldi G. B., 171.
Giraldi Guglielmo, 198.
Giraldi Lilio Gregorio, 60. 167. 168.
Girolamo .San, 231. 232. 238. 240.
241. 246. 247. 248.
Girondi Orazio, 191.
Girone, 90.
(jirone il Cortese, 75.
Girovaghi cantastorie. 75.
Giudei, 88. 246.
Giudice dei .Savi. 140. 151.
Giuliani G. B.. 183.
Giulini - Memorie spettanti alla sto-
ria, al governf» ere. di Milano.
1.56.
Giulio. 198.
Giullari, 81.
Giuristi. 177.
Giuseppe Flavio, 39.
Giustino, 61. 132. 224. 243.
Giuochi delle carte, 74.
Giuochi e passatempi, ><i^.
Glosse preaccursiane di P. Gogliolo.
cit., 108. 186.
Gogio Bartolomeo. 163. 164. 233.
Gondebaut, 80.
G(mdi Giuliant» mercante. 44.
Gonnella buifone, 88.
Gonzaga, 138. 143. 149.
Gonzaga Cecilia, 45.
Gonzaga dei Corte, 124. 125. 203.
Gonzaga d'Este Isabella, 27. 8i ci'v.
Este D'.
Gonzaga d'Este Margherita. 105.
Gonzaga Federico. 124.
Gonzaga Francesco, 15.' 45. 112. 140.
163. 2.50.
Gonzaga Giovanni. 164.
Gonzaga Lodovico. 61. 117. 124.
Gonzaga Margherita. 11.
Gorra, 79.
Gothofred de Bojon, 65. 72.
Goti, 242.
Graduali, 48.
Graduali di Lionello. 103.
Graf A., 69.
Grammatiche. 108.
Grandi Ercole, 197.
Grassi Andrea, tipogr.. 36.
Gravino D., 128.
Greca cultura degli Estensi. 114.
Grecia. 116. 183.
Gregorio, 217. 261.
Gregorio, cartolino. 41. 42. 43. 46.
49. 50. 51.
Gregorio San. 49. 64.
Gregorovius, 92. 165.
INDICE GENERALE
289
Grober Gustav. 4.
Grnyer Gustavo. 1. it. MM. litri.
Giiaitoli Aichivio. 144.
Guaitoli P.. 196.
Gualazzi jtoeta. 2.")(t.
Gualdo Girol.. 10(5.
(iualeughi Lodovico. 97.
Gualfredo. 21.5. 219.
Gualtieri, 246.
Guardaroba. 203.
Guarini Battista. 14. .58. .59. 97. 98.
99. 114. 117. 118. 131. 132. 141.
147. 148. 149. 1.50. 151. 1.52. 167.
193. 236. 237.
CJuarini Girolaum. 111.
Guarino 7. 8. 9. 11. 25. 32. 63. 66.
70. 96. 100. 101. 102. 103. 104. 105.
106. 107. 109. 110. 111. 115. 116.
174. 201. 220. 240. 243. 245, 249.
Guariuus Leonelli, 105.
Guaruciio P. E.. E<liz. di P. Giiilheni
de Luzeiiia. cit.. 82.
(Tuarnieri Antonio, 14.
Guasselli lìenietrio. 19.
Guazzelli Demetrio, custode della
biblioteca vaticana, 260. - Mi-
chele. 260. - Gaspare. 260. - Bat-
tista. 260. - Francesco, 260. - Be-
nedetto. 260. 8i cfr. anche : Guas-
selli.
Guberno del principe circa il Re-
gno, 131.
Guerra di Ferrara. 232.
Guerrino Meschino. 39. 77.
Guglielmo facchino. 61.
Guglielmo di R<mia. 215.
GvTglielmo San monast. in Ferr.. lf<.
Guidobonati, 8.
Guidone, 76.
Guidone Aureo. 218.
Guidoni Al<h)liraudin<i. .59.
Guidoni Alessandro, òx.
(iuiron le courtois, 95.
Gurone, 51. 61. 75. 242.
Gutifre de Bojon. SI.
Hamilton collezione, 130.
Handschriftlicbe die l'eberliet'e-
rung der Briefe Ciceros di \'. E.
Schmidt cit., 107.
Heiberg I. L.. 144.
Hermanin, 19S.
Hermann .Julius, 9. 18. 20. to. 36.
37. 40. 76. 80. 103. 195, 19S.
Historia di Aless. Macedone. 51.
Hist. J. Caesaris dello Sclineider.
cit.. 104.
Homero, 117.
Hortis Attilio. 7. 106.
lacobeo. 180.
Iconografìa estense, 2.59.
Ind. mss. bibl. coiu. di Ferr. di
G. Antonelli cit., 90.
micino Bernardo. 25. 70. 71.
Imbosini Biasio. 102.
Imola. 111.
Imola da Beltrame amaii.. 39.
Imola da Taddeo. -56.
Imperatore Massimiliano. 153.
Improvvisatori, 76. 77.
Indice dei codd. greci della BiM.
estense di Modena - Puntoni cil..
144.
lufortiato. 62.
Ingegneri, 9.
Ingenuis de moribus. 105.
Inglesi. 247.
Inghilterra. 247.
Inghilterra - Corte. 145.
Ingresso di Borso in Reggio di A.
Levi cit.. 112.
Innari. 48.
Innario. .50. 51.
Innocenzo. 103. 221.
Innsbruck. 1.55.
Insegnamento latino. 99.
Intagliatori di stampe, 16. 31. 35.
lntagliat<iri e gli Estensi di G. Cam-
pori cit.. 36.
Integrità de 1' arte militare. 51.
Interitu De Meleagri. 25.
290
INDICE GENERALE
Intorno al cosiddetto Dialogus crea-
tiirarnm, Kajiia cit.. IST.
Inventari 1502-3. H2.
Inventari di Guardarolia del 1194.
.01.
Inventari di lil)ri estensi. 7. ^'^. Iti.
Inventari di <|uadri. statue. <lise-
gui, eee., 16.
Inventario di Eleonora. 22!).
Inventario di guardaroba 1497. 4li.
Inventario di libri. 7. 144.
Inventario di Lucrezia Horgia. -"'2.
Inventario di oggetti da Cliiesa. 2n7.
Investexon ilei papa Nicola. 5(S.
Investitura imperiale, 154.
loseplio de antiqnitate. 49.
ll)l)oerate. 240.
Ippolito. 2.52.
Isabella, cfr. Este I)'.
Isabella d' Este e l'Orlando Inua-
niorato di Lu/io in Studi su
M. M. Boiardo, cit.. 13."..
Iside, 25. 178.
Isidoro. 21(3.
Isocrate, 131.
Isole, 243.
Isotta, 70. 71.
Isitagua, 175.
Istitutioue De vituf - Aiitonin dei
Conti di S. Martino. 1H2.
Istoria di l'iranio e Tislic - Sabadinn
degli Arienti, HiO.
Istorie Romane, 41. 42.
Italia - Documenti inediti per ser-
vire alla storisi dei musei, 168.
Italienisclien Die ScLauuiiiii/.cn di
Friedlaender cii.. 11.
Itanexe. 195.
Itinerario lo de Taris, liO.
Itinr-rario di ni. Nicolò. 00.
Itinerarium Syriaciim. H)X.
.lacomo maistro. 191.
.lalirbucli dcr Kunsl Iiisto)., 19X.
.lancs Francese, aman.. 11.
.leanrov A.. S4.
.lose]>li di Pandoiro( 'ollcuiiccio. 1.55.
.loscplio. 43.
.Josc])lius de Bello .ludaico. 12.
.Journal <les Savants. 0.
.ludicio. de, li1)ero. 101.
.Tustino, 00.
Kri.steller P.. 9. 126.
Lamltertini Egano. 166-167.
Lamola. 23. 101. 104. 105.
Lanci loti liber gestorum, 77.
Lancilotto, 30. 57. 61. 62. 64. 71. 73.
76. 77. 81. 85. 90. 264.
Landino. 25. 51. 23X.
Lanfredini Cristoforo, 237.
Laugres, 106.
Laiìacini Filipiio. 241.
Lardi Costantino. 60. 103.
Lardi Romano, 14.
Latini Brunetto, 237.
La Tor de Gugliehno. !^2.
Lattanzio. 108. 219. 244. 245.
Laurion, 246.
Leetura Baldi. 24.
Legature di codici e di lil.ri. r.t-2(t.
3S. 41. 43. 14. 15. 46. 47. 49. .5l'.
61. 92. 144.
Leggende francesi, 71.
Leggende di Santi. 230. 241. 215.
Leggcmlc e ulte di santi in fran-
cese. 41. 61.
Leona, 152.
Leonardi Antonio. 195.
Leonardo Aretino, 215. 221. 214.
Leonello: si cfr. Este D' Leonello,
121. 182. 185. 186. 187. 202. 2.55.
2.56.
Leoniceno Nicolò, n^. 130. 131. 1.53.
1.55. 156. 181. 193.
Lettera itastarda, 49.
Lettera bastarda corsiua. 19.
Lettera di Battista (iuarini alla Du-
chessa Eleonora. 150. 151.
Lettera moderna. 5L
Lettera di Krcol.- 1 ad Aibnld ('or-
lesi. 170.
rxnici- Gi:N"t;RAr,L-.
391
Lettera di L. Carbone, 126.
Lettera inedita di falcidino dt-^li
Alienti ad Ercole l. 166.
Lettera di Tito Vespasiano SUi>/.y.\
a Battista (ruarini. 167.
Letterati liolojjnesi. 166.
Letteratnrii f'r:inc. : Icijuciidt- liaii-
eesi, D.
Letteratura latina. 5.
Letteratura iirovenzale, S. 4.
Letteratura veron. al cadere del
see. XY. -G. B. (iinliani lit., 188.
Lettere antiche, -iS.
Lettere di Cicerone, 106.
Lettere di G. Tiraliosclii al 1'. I.
Afto. - C. Frati, 160.
Lettere del Prisoiano. UH. 17i'. 113.
Lettere dei Pio ai (Ton/.a.na. - iir.-i-
•rliircdli cit.. UH.
Lettere di S. Caterina. 128.
Lettere <li scrittori ital. d<d scrolo
XA I. - (t. Campori, 17.S.
Lettere di Lodovico Ariosto. - A.
Cappelli cit.. 142. 192.
Levi A., 112.
Lezenda de .'^anti vanj^eli. US.
Lezioni accail. di Galvani cit.. 7L
Liardo Niccolo. 193.
Libanori. 174.
Lilianori Andrea, 14.
Liblìra marchesana, 12.
Liber cronicarnm Rej^uin Fr;iiici<'.
79.
Liber dictus le ronians de Trisrain".
85.
Lil)er in nienihranis dicrus S. (ir;i-
dalis, 85.
Liber Merlini. 85.
Lil)er modi signiticandi. 10?<.
Lil)er nativitatis Tristani. X5.
Lil)er Tristani. 85.
Lilirajo francese in Ferrara. :->9.
Libreria di Ercole I, 154.
Libreria Estense, si cir. Bibl.. 2. 26.
28. 120. 128. 166. ecc.
Libreria del conte AHierto Pio. 144.
Libreto miniato ;i l'antiqua, 1.30.
Libri comprati pel duca Ercole. 32.
Libri della Torre. 57. 61.
Libri di canto. 48. .50. 245.
Libri di Anna Sforza d' Este. 47.
Libri di Lucrezia Borgia. 92.
Libri di Nicolò IH, 72.
Libro dito Lanzeloto. 57.
Libri di versi. 151. 1.52.
Libri francesi, 12. 30. 11. 43. 51. .55.
56. 61. 62. 64. 65.
Libri greci. 63.
Li1>ri miniati. 92.
Libri perduti. 57.
Libri Spagli uoli. 65.
Fiibri liturgici. Vedi: Messali. Bre-
viari, offici, antifonari, corali.
Ubrizoli smaltadi str.aforadi. 45.
rjbrizolo di dcvotioMe di Lucrezia
Borgia. .52.
Libro d'Aiimiiuistrazionc. Casa 1500.
1.54.
Lil)ro de Delnti e Crciliti. 43. 50.
Libro del Conto della Torre della
Corte, 41.
Libro dei Crediti e debiti. 43.
Liliro dei papi e imperatori. 50. .
Libro de le famose done. .55. 57.
Libro de Limoxine. 140.
Libro del Salvatore. 20.
Libro del timor figliale, 231.
Liltro delle Partite del 1.502. 40.
Lil)io delle Partite Esten.si. 51.
Libro di Alberico. 83.
Libro di Boi'so d'Este, 72.
Liliro di canto da vesjiro, 42.
Libro di canto francese. 77. 84.
Libro di credito, 37.
l.,iIiro francese de ncceli. 75.
Libro di Massaria di Modena 1159.
62. 181.
Libro di Scherma. 64.
Libro di opere prestate. 57.
Libro di ventura, 93.
292
INDICE GENERALE
Ligiiiigo (lii Paolo. 140.
Liugiia cortigiana. Kajiia cit.. 17.").
Lingua ferrarese, 12H. 124. 12ó.
Lingua Spagniiola. 91.
Lingua Spagli, in Ita), di B. Croce.
cit., m.
Lingua toscana. 122.
Linguaggio ibrido frauco-veneto. 77.
Lira (Iella Niccolò, 2(U.
Lirica francese. 81.
Lirica Latina, .54. 121.
Lirica la toscana del Rinascimento
anteriore ai tempi del Magnitico.
- Flamini cit., 183.
Liriche di Faz. degli TI), cit.. 102.
Livio Tito, 42.
Lodi don Giacomino. 24.
Lodovico maestro. IHO.
Logica. 220.
Lollio Alberto. 90.
Londtardi Antonio. 21.
Louati V.. 109.
Londra. 12.
Longobardi. 263.
Lonigo da Nicolò. 27. r>l. .5!). Si cfr.
Leouiceno.
Lopez Ifiigo, 92. 93.
Lorenzo di Aquileia. 219.
Lorenzo Fiorentino, aman.. 37. 13.
Loschi Ant., 63.
Loschi Niccolò, 25.
Luca San, 221.
Lucano, 64. 107. 109.
Lncia Suor, 207. 237.
Luciani C. M., (?) 2.38.
Luciano. 115. 120. 129. 130. 144. 216.
236. 244. 245.
Lucidario, 244.
Lucio Floro. 61.
Lucrezia Borgia d' Estc. si cfr.
Este D', 145. 160. 165. ecc.
Lucrezio. 106. 244.
Lcjdovico il Moro: si c-Cr. .*^forza L.
Lugo, 97.
Lugo da Sebastiano, 97.
Lumbroso G., 108.
Lusitano Paolo Hermauo, 162.
Lusso. 2. 10. 15. 132. 203. 206.
Luzerna de Peire Guilhem, 82.
Lazio A., 15. 27. 28. .36. 64. 66. 85.
135.
Luzio-Uenicr, 13. 15. 26. 97. 125. 131.
1.36. 139. 140. 147. 149. 158. 160.
162. 163. 166. 167. 171. 175. 190.
192. 194. 271.
Maddaloni C. di, 98.
Maestro di gramniatic-i. Hit.
Matìei Carlo. 124.
Maggi Giacomo, 141.
Maggiora A.. 180. 181.
Magia, 244.
Magonza, 71.
Magonza di Giovanni, amau.. 39.
Magro del Guglielmo, min.. 45.
Magro del Guglielmo, miniatore ...
di A. Venturi, cit.. 45.
Mainardi A., 125.
Mainenti, 102.
Maineri de Maino, 187.
Maiuetto, 77.
Maioli Lorenzo. 142.
Maiolica, 16.
Malagola. - Della vita «■ delle opcie
di Antonio CrccNi detto Coilro.
115. 118. 1.54.
Malaspina Selvaggia, 52.
Malatesta Ungaro, 65.
Malatesti, 112. 217.
Malatesti Galeazzo, 8.
Malatesti Parisina, 6.
Maniltriano, 77. 89.
Manacorda G., 92. 93.
Manardo Giovanni. 168.
Manasse, 261.
Mancini, 9. 121.
Mandati - Registro dei... 149. 151.
153. 2.55.
Maitdato in favore di Paudolfo Col-
lenuccio. 153.
INDICE GENERALI-:
2U3
riandato in favore di Battista Gna-
rini, 149.
Mandeville De Giovanni. 2V2.
Manfredi Aristofilo. 198.
Manfredi Taddeo. .56. 111. 184.
Manilio. 10.5. 247.
Manilio e L. Bonincontri. <li IJ. Salt-
Itadini. 106.
Manoscritti greci. 113.
Manoscritti della collezione Ha-
milton, di L. Biadene cit.. 130.
Mano!ser. BiI>lioteca di Pa<lova. 146.
^lantegna Andrea. 9. 19.5.
Mantova, 15. 27. .30. .56. 107. 117. 124.
135. i:3«. 149. 163. 180. 250. 263. 271.
Mantova ila Moretto. 61.
Mantova e L'rhino - Lnzio-Renier.
cit.. 15. 140. 271.
Mantovano Batt.. 14.
Mannaie di Storia del Diritto ita-
liano. - G. Salvioli cit.. 186.
Mannzio Aldo, 115. 118. 142. 143. 145.
Manzi Benedetto 152.
Mappamondo, 32. 61. 261.
Mappamuiulus seu Cosmograjdiia
Ptoloinei. 103.
^larca di Trevigi. 3. 5. 79. 87.
Marcello, 104. 252.
Marchesana di Mantova. 136.
Marchese di Mantova. 135.
Marciano cod.. 183.
Marco, 246.
Marco Galeotto. 26.
Marco Pollo. .56. 218. 262.
Marco re di Cornovia. 71.
Marescalchi, 14.
Marescotti Galeazzo. 225.
Maria moglie del lintfone .Scocola. 8)s.
Marino. 26.
Marino don. 45.
Mario De Lodovico. 244.
Marliano Luigi. 191.
Marsilio. 142.
Martin 1). Giovanni. 42. 198.
Martino, Fra, 238.
Marzio Galeazzo, 25.
Mascalcia, 221.
Mascarino Isabella. 40.
Mascarino Xiccolò. amanuense. 27.
38. 40. 49.
-Massa Battista, 192. 236. 237.
Massimiliano Imperatore. 153.
Mas.similiano d'Au.stria. 1.54.
.Matilde Contessa. 176. 261.
Mation, 65.
Mattia Corvino. 65.
Mauro, 62.
Mazzatinti. - La Biblioteca chi H.
di Aragona in Napoli, 146.
Mazzolati Ugo, 100.
Mazzuchelli, 109. 179. 186.
Medagliere Estense. 182.
Medagliere Estense. - Elenco delle
monete d'oro del Celio Cal-
cagnini. 168.
Medaglioni Estensi. - A. Nani cit..
148. 165.
Médaillenrs les italiens - Ar-
mand, op. cit.. 197:
Medici de'. 119. 171.
Medici de' , Lorenzo il magnifico.
58. 59. 114. 264. - Piero. 264.-
Medici, 62. 100. 111. 177.
Medicina. 11. 49. 50. 168. 184. 187.
188. 222.
Medicine di cavalli. 96. 245.
Meleagro. 25.
Meliaduse, 56. 62. 73. 103. 185. 239.
242. 246.
Mellara. 60. 1.51.
Memlnana, 12. 213.
Memoria artificiale, 63. 2:3:^.
Memoriale delle cose i)rcstate. .55.
56. 63. 96. 109.
Meni, del buon teiii]K) amico, di ti.
Lumbroso. cit.. 108.
Meni, dell' Acc. di Torino, cit., 93.
Mem. della E. Accad. di Scienze,
Lettere ed Arti in Modena, 139.
199.
2i)l
tNDICF. GENt-RAI.h
.Mom. ili religioue. di iiioralf <■ «li
letfeiiiturii. 144.
Memorie per la Storia letteraria «li
Piacenza. Poggiali. I."i8.
Memorie spettanti alla Stt)ria. al
governo eoe. di Milano. Giulini.
l-'Hì.
Memorie storiche di Carpi. U3.
Memorie storiche di S. Felice sul
Panarti. - ]'. C'osta (iiani. <it..
122.
Meiigo dalPArmi. 2.''>7.
Mercati G.. 2."i.
Mercurio Trimegisto. 24ti.
Merlino. 61. 62. X.'>. 246. 248.
Mernolh de Arnaldo. 70.
Meschino. 246. ,
Me.ssale. S(1. 4.".. 229. 246.
Messale per la L'appella ducale. .">0.
Messale di Anna Sf«)r/.a. 46-47. 6ó.
67.
Messale di I]>]i()liti) card. d'Kstc.
46.
Messale d' I>'al.clhi. H7.
Messalti B.-niardo. 222.
Messia. 246.
Messina. 11-").
Metamorftìsi. 110.
Meyer 1'.. 71.
Michaelis de \'asc<mcellos. i-. 02.
Michele Don. 2aS.
Milani.. In. 6.".. 66. 110. 128. l.">7. 174.
187.
Milano da Amadio, orefice. 44. - Har-
tista, 45. - Pietro. 44.
Milano - Memorie spettanti alla sto-
ria, al governo, ecc. ili Ginlini.
l.">6.
Milliariiio. IDI.
Milo. 71.
Mincio. 203.
Miniatori. 21. 26. 27. :ì6. ó.'>. 77. 102.
264.
Miniatori Estensi, di G. Campori.
cit., 40.
Miniatnra. 7. 9. 46. 108. 104. 194.
197. 19S. 229. - Antiqna. 49.
Miniature le ferrare.si della Bihlio-
teia V.iticana. Hermanin.. lit..
198.
Minio. 216.
Miraroli della Vergine. 112.
Mirandola. KX
Mirandola della Pico. 118. 192.
Miscellanea di rime volg. dei secoli
XIV e XV. M. Vattasso. cit.. 121.
Miseria. 206.
Miti legg.... di A. Graf. cit.. 69.
Mitologia. 66.
Moeenigo Tommaso, doge. .">6.
Modena. 4. 21. 60. 62. 72. 74. 7x.
100. 101. I.=i4. 163. 187.
Modena - Archivio notarile 168.
Modena - Archivio di Stato. l.">2. l.">.">.
Modena da Martino, miniatoi'e. .36.
Modena. Stampe ivi uscite. 19. 21.
22. 44. 63.
Molino Gerolamo. 189.
Mommsen. 188.
Monaci Ernesto. 4.
Monastero di S. Antonio da Este.
172.
Monete d" oro del Medagliere e-
stense - Elenco delle C'eliu
Calcagnini. 168.
Monnier Philippe. Le (^uattrociiito.
cit.. 1. 72.
Montacelùese Gio: B.. 191.
Montagnana di Giacomo Antonia.
187.
Monralhauo. 76.
Montanina. 213 sgg.
Montanina bianca. 49. 64. - rossa.
46. i^. .">1. ."^2. 61. 64. - verdr. .'.1.
Montano Calisto. 188.
Monrecchio. 179.
Montecirccolo Michele. .">7.
Mouteforte C 140.
Montegihhio. 112.
Monte Ervniantho. 150.
INDICE GENERALE
295
Moiilcrcllio (li Oddo Aiit.. 72.
Moutcrcllro signori di, lilN.
Moiilcrcgiaiio, 24o.
Morale triittafo di, llli.
Moralitade, libri de', (iri.
Mori, U.
Moro Gio. Francesco, 212. 211.
]\I<)ste De Vincenzo, 2~ìO.
Mo(-,fi. ili.
Mucllnci- K. llcdcu 11. Mridc itali( ii.
Hunianistcu, 118. 152.
.Mngcllo da Dino, 2r>.
Mtintz E., 260.
Muratori, Annali, l^H. - Ani. <sf.. 12.
Mnsca, 11.").
Mnsc. .")9.
Musei di Italia. - Documenti ine-
diti |)er servire alla Sloria dei...
IHS.
Museo di ant. class., cit.. KKi.
Muscuni British. 12.
.Musica, 28(i. 247.
Mussato Albertino, 1()!S. 21:!.
Muzio, frate, 61.
Naldi Naldo, 240.
Nani A. - Medaglioni Kstensi. US.
16:'..
Napoli, 47. 126. 146. 1.5,"..
Najìoli Da Marglicrita. 11.
Narni, 2">.
Narni Da Suor Lucia. Si cCr. Lucia.
Nast>llo Frain'csco, 11. 26.
Natale, irvi.
Navi, 17.
Neri Gerolamo, I!)l.
Nicola da Casola, si dr. Gasola
Da N.
Nicola da \'enuia. si clV. \ cr(.ua
Da N.
Niccoli, 101. 106.
Niccolò niar<di.. 121. IS,".. 1,S6. 20S.
222. 221-.. 217. 2".,S. Si cJr. anche
Lste D.
Niccolo di Leoucll(.. 2-.!'.. 2.56. Si dr.
anche: Kste^l".
Ni(!Colò da Ijonigo, 1.55.
Niccolò Papa, .56.
Niccolai GincA'ra. 167. - Lucrezia,
167.
Nichiiiuo de .loannis Haiitiste, 166.
Nigrisoli Kart., 285. - (ialasso, 242.
- (ilcrolanu). 121. - Nicolò, 16. 77.
- Nigris<d(), 102. - Pietro, 67. -
l'omaso, 67.
Ninfale, .56. 60.
Ninfe, 251.
Nobili donne reirar<'si - Caiufolo
anouinu. in lode delle, 1.52.
Noce della Fr.-inccsco, IS7.
Nolhac de 1'., 106. lOS. U.i.
Nonantola, 268.
Nono di Giovanni. S7.
Nono Marcello. lOS. 217.
Notabile il, 64.
Notaio della fattoria di Lrcole J , 161.
Nofcices.... d(M niss. liane, di Mo-
dena, di .1. Camus, cit., 72. 78.
Notizia letteraria - Oavedoni cit.,
144.
Notizie relat. slor. «li Ferrara, di
L. N. Cittadella, cit.. 26. :-ì5.
Notizie sulla vita di jjudovico Ario-
sto - Canij.oi'i cit., i;>9.
Notula Notaria., 222.
Novati Francesco. 7. 71.
NoN'cUe del Mainbriano di (i. Pua
cit., VAH.
Novell in»), 12S. 217.
Nozze di Alfonso I. 181. 182.
Nozze di Eleonora - Orazione latina
|)cr le (ji(.vanni Brusati, 146.
Nozze di Lucrezia cc.ii A. Hcntiv(.-
glio. 15.
Nozze e colimie(lie alla Corte di
Ferrara nel lel.briiio 1491. - P.
(iliinzoiii cit.. 181.
Niiuiisinatica, Kis.
Nuoto, 99.
Nuvolone Carlo. 112. 121. - Filipi.o.
12. 117. US. 121. 191.
296
INDICE GENERALE
Nvrop Cr., 79.
Obizzo II. si cfr. Este D' ()l). II.
^)ccitanic;i lirica, 70. SI. 84, lin-
gua 90.
Odorici) Frate, 241.
Officiali della libreria estense. 22.
^)fflcio. 66. 2'n. 232. 2.33. 247. 264.
Officiis de 64. 106.
Offici<di. 47. 48. 65.
Officiolo «le N. D.. 66.
Officiolo d' Isabella d' Kstc. 44.
Ogerio duca, 71.
Olanda, 199.
Olio di Montegibliio. Vedi Petrolio.
Olio di sasso. 180.
Olivi Luigi, 7. 14.
Omero, 117. 215.
Onomastica, 72.
Opera 1' igienica di B. Kama/zini -
A. Maggiora cit.. 180. 181.
Opere toscane, 126.
Operum... di L. S. Giraldi cit.. 60.
Oratio ad ili. Nieolauni Estensem,
25.
Oratione di Tullio. 63.
Orator. 107.
Oratore de. 107.
Oratore di Milano. 119.
Oratori estensi. 8. 26. 67. 209.
Oratorio e libreria Estense, 28.
Oratorio nel Castello di Ferrara, 22.
Orazio 89. 107. 109. 112. 126. 216.
218. 219.
Orazione di Nostra Donna. 233.
Orazione jiro venia im])etranda.
233.
Orazione latina per le nozze di
Eleonora - Giovanni Brusati, 146.
Orazione sulla morte di Lodovico
Carbone - Battista Guarini. 1.52.
Orazione sulla morte di Ludovico
Castdla - Battista Guarini. 151.
Ordelaffi degli I'ic<-o. 191.
Orelici, 44.
Orfeo, 59.
Organo. 143.
Origlila, S'K.
Origine delle fam. l'ad. di Kajiia.
cit., 87.
Origine e sito del Nono Sacello ecc..
di Francesco Ariosti, 1.57.
Origini - D'Ancona cit.. 17. 190.
Orlando. 70. 85. 135. 136. 260.
Orlando furioso, 90. 125.
Orlando innamorato. 26. 27. 37. NX.
124. 132. 243.
Orologieri degli Estensi - G. Cam-
pori, 175.
Orosio Paolo. 214.
Orsini card., 21.
Orthoi^axa, 195.
Ortona Da Diana. 14.
Osimo da Nicobj, 37.
Osservazioni sulla cronologia di un
o})era del Cornazano - K'<iiii-r.
159.
Ostellato, 256.
Osteria dell'Angelo, si cfr. Angelo.
Ottone, 239.
Ottone, metallo, 51.
Ovidio, 49. 62. 89. 104. HO. 111. 112.
215. 218. 219. 221.
Padova. 87. 124. 146. IM. 213. 25(i.
Padova da Protonotario, 60.
Padova da Zan lacomo, 192.
Paganelli Bartolomeo, 133.
Paladini, 70. 85.
Palazzo ducale - Ferrara. 157.
Palazzo Bartolomeo. NO.
Palio da altare. 4.S.
Pai marino, 97.
Palmieri Nardo. 63. 64.
Palmieri Romano. 14.
Pandregon, 246.
Panezio o Panetti irà Battista. 12S.
129. 176.
Panlila. 139.
Panizzato Alessau<lr(). anian.. 37. -
Nicolò xMario, 167.
Panormita. 25. 99. U»9.
INDICE GENERALE
297
Paolo San, 217.
Paolo Fra da Lignayn. 171.
Papa Alessaudift ^'I. ló'A.
Papa Sisto TV, lir>.
Pai»i - Storia dei tiad. Hciiciti
- Pastor. 145.
Papiro, 28.
Pamijonzelo, cantore. 14.
Papozo Antonio, 23.5.
Paradix, 65.
Parodi, E. G. 73.
Paradossi, 106.
Parasitus, 115.
Pardi G., 151.
Parigi. 60. 184. 225.
Paris et Helena. 236.
Paris G.. 71.
Parisina, si el'r. Malatcsti. l!l. KM).
103. 104.
Parmesano Bartolomeo. 144. - Lu-
dovico, 144.
Paruto Lodovico, 244. 245.
Pasini Niccolò, 257.
Passaro. 91.
Passerini G. L., 118.
Passetti Cosimo di Loilovico. 1S5.
Passini Niccolò, aman., 39. 41.
Passione di Cristo. 232.
Pastor, 145.
Patrizi Francesco, 87.
Pavia, 1.50. 183. 248.
Pavia de Baptista, 114.
Pegni di oggetti preziosi pei- jiartc
degli Estensi. 46.
PeguiLhau, si cfr. Aimeric de P.,82.
83.
Pelle di Brasilio. 42.
Pelli di Capretto, 42. .50. .51. 102.
104.
Pelli di Capretto rasate. 43.
Pelle montanina rossa. 41.
Pelopida, 104. 252.
Peregrino - romanzo di Iaco]>o Ca-
viceo, 169.
Persico F., 98.
Persio, 107.
Perugia, 24
Pesaro. 28. 56.
Peschiere, 17.
Peste, 118. 263.
Petrarca Francesco, 5. ;^. 39. 61.
70. 108. 122. 125. 127. 214. 218.
223. 224. 238. 240. 248. 257.
Petrarcha in forma i>ieho]a. 93.
Pétrarque et rbumanisiiic di P. do
Nolhac. cit.. 106. U)K.
Petrolio, 112.
Petruccio, corriero, 103.
Pezzolati don Bellino. 97.
Piacenza, 97. 116. 124. 195.
Piacenza - Memorie per la Storia
letteraria, di Poggiali, 158.
Piacenza, da, Gio., 97.
Pianto, cfr. Aim. de Peguilhaii.
Piasio Battista, 191.
Piccinino Niccolò, 247.
Pico Gio. della Mirandola, 4l). UN.
192. - Gio. Frane. 57. 59. 64. -
Biblioteca, .59.
Picot E.. 6.
Picrobon. astrologo, 61.
Pietro Bendjo e Isabella d' Este Gon-
zaga - Gian cit., 125.
Pietrobono citaredo, 150.
Pietro Ispano, 220.
Pigna Gio. Battista. 31. 170. 171.
Pio Alberto. 112. 142. 143. 144. 145.
264. - Gian Marsilio, 146. - Gio.
Ludovico, 223. - Gio. Marco, 146. -
Leonello 143. - Marsibilia, 111.
Pio archivio, 144.
Pio, congiura contro Borso, 42. 98.
Pil)arozzi Pier Antonio, 14.
Pipino re di Franconia, 71.
Piramo - Istoria di.... e Tisbe - Sa-
badino degli Arieiiti. 166.
Piramo e Tisbe, 248.
Piroudoli Giovanni, Mercante, 44. -
.Jac-opo, 110. - Nicolò, 100.
Pisa, stampa, 112.
2m
INDICE GENERALE
Pisauello, 9.
Pisani Vittore, clr. Pisauello.
Pistoia, 13. 145.
Pistoia, il efr. Cainiiielli 124. IHS.
1.39.
Pistolilo Bonavenruia. l.">. Ili!),
l'ittori a Ferrara, 9.
Pittori, 13. 19.5. 196. 197.
Pittori Giacomo, 161. - Gio. Maria,
161. - Ludovico, 116. 161. 193. 196.
- Paolo. 161.
Pizzolbeccari Bertolaccio, .56. 61.
Platis (li Theodoro, 174.
l'iatone. 53. 142.
Plauto. 13. 42. 51. 104. 107. 131. 149.
249.
Pletoue. (t., 102.
Plinio, 40. 46, 50. 51, .57. 102. 104.
107. 153. 181. 229. 248. 249. 260.
Plutarco, 12. 105. 115. 249. 252.
Po, 17.
Podestà di ,s. Felice sul l'auaro, 122.
Podestà di .Sassuolo di N. Cioniui,
cit., 112.
Podocataro fra Filipix). 116.
Poema divo Herculi dicatum'- Bat-
tista Guarini, 63. 148. 150.
Poemetto ad Alfonso I - Daniele
Fini, 168.
Poemetto di Gaspare de' Trirnhocclii
detto TribraiM., 163.
Poesia. .59. 167.
Poesia latina, 168.
Poesia spaglinola, 92.
Poesie latine di L. Ariosto. 112. 1.52.
161. 169. 178.
Poesie latine -Nicolo Lelio C^osniico.
161.
Poetria, 108. 215. 219.
Poggiali - Memorie per la Storia
letteraria di Piacenza, 158.
Poggio, 102. 106. 107. 109.
Poggio di Giacomo, 19. 31. 263.
Polihio, 88. 49. 248.
Poli smagna, 55. 123. 125. 12«.
Polisofo, dialogo di Nuvolone, 124.
Polistore, 52.
Polistoro, 249.
Politia litteraruiu, 249.
Politia Platonis, 53.
Poliziano, 118.
Polo Antonio, 58. - Paolo Aiil..^
Polo Marco, 19. .56. 246.
Ptniiariuni, 108. 261.
Pomi»eo Festo, 102. 103. 104. lON.
ronipoiiio Mela, 61.
Ponerolycon, in, di A. Reinhard,
cit.. 111.
Fontano Gioviano, 102.
Pontificale, 214.
Pontreinoli Beatrice, 172. - Gio.
Luca, 14. 172.
Ponzetto Pietro, 64.
Popolo di Ferrara. 146.
Porcellana, 16.
Porcellio, 109. 248.
Porta S. Croce di Peggio. 13N.
Porfido, lavoraz. del, 16.
Porrcttane - Sahadino degli Arienti.
m. 166.
Porteli no Francesco, 57.
Porto (la .Iacopo. 67. - Giacomo Ma-
ria. 243.
l'ostille su tre ])oeti ciechi - G. Kna
cit., 13IK.
Pozzo dal Giovanni, 14. 194. - Menco
Jacopo, 186.
Pozzolani Francesco, 109. 241.
Prasildo, 137.
Preced. fra gli Est. e i Medici, di
V. .Santi, cit.. 31.
Prediche di S. Bernardino. 128.
Premariacc») da Fiore, 64.
Presepo con ligure de relevo, 207.
Preservatione de ab epideiiji;t di
Maino dei Mainori, 187.
['restiti di libri, 30. 57. 60. 65. 66.
Prime le (ptattro edizioni della D.
V. - r^ord Vernon cit.. 125.
l'rinciitessa Aragonese. 147,
INDICE GENERALE
299
Piint-ipi Estensi. 146. 1.55. - Carteg-
gio, 148.
Pii sciano graunuatico, 248.
Prisciauo min., 104.
l 'risciano Gioran Battista. 17'i. -
Ludovico. 172. - Matteo. 172. -
Pellegrino, 13. 27. 28. 29. 30. 31.
32. 65. 66. 67. US. 119. 120. 171.
172. 173. 175. 182. 194. 195. 197.
205. - Prisciano. 60. - Scipione.
172.
Privilegio Imperiale. 60.
Pr()1)0 p:milio, 248. 249.
Procida di Gian, 242.
Procopio, 130. 249.
Profezie di Merlino, 73.
Professori, 205.
Professori di greco, 117.
Properzio. 107. 249.
Propugnatore - G. Setti. 162.
Prosperi B., 147.
Prospettiva, 67.
Provenza, 81.
Provenzale lingua, 54.
Provenzale poesia, 90.
Proverbi di Don lìiigo, 92.
Palmista, 231. 248.
Palterio, 231. 248. 249.
Ptoloinaei <iuatripertituni.
l'nccinotti, 188.
Puntoni, 144.
Pupattola del sec. XV di L. A. (tjui-
dini, 44.
Purificazione serinono delJa. 112.
Putti, 27.
Putti Francesco. 22. 23. 24. 204.
Quadri, 16.
Quadriga spirituale. 37.
Quadrio, 204.
Quartisaua. 134.
Quattrocento di Possi, cit.. 1. 71. 73.
114. 121.
Quattrocento di Mounier, cit., 1.
Quintiliano, 18. 30. 106.
Quintiliano di R. Sabbadini, cit.. 106.
Rabi Moyse, 264.
Rabi Samuel, 250.
Raccolta musicale estense. - Si)i-
nelli, cit., 199.
Raccolta di studi dedic. ad A. di
Ancona. - Savj-Lopez, cit.. 137.
Ratìaele Zovenzoni e la sua Mo-
nodia Cbrysolorae di A. Sabba-
dini cit.. 116.
Kaibolini Francesco: si <'tr. Francia.
Raimondi Cosma, 25.
Rajna, 29. 72. 78. 79. 85. 87. 122.
125. 187.
Ralmenz Bistorz d'Arles. 83.
Ramazzini B.. 180.
Rambaldi De Benvenuto. 218.
Rangoni Domicilia, 1.52.
Raspadie Giulio, 38.
Raso Alessandrino. 20. 47.
Raso Lionato. 47.
Rassadura de capriti, per legatura.
50.
Rass. bibl., cit., 90.
Rass. crit. d. lett. ital., cit., 112.
Rassegna Emiliana. - V. Finzi, 162.
Ras. Naz., cit., 98.
Rass. Pugliese, 98.
Reali di Francia. 79.
Recueil des Hist. des Gaules di
Bouquet, cit., 80.
Re d'Aragona in Napoli. - La Bi-
blioteca dei Mazzatinti. 146.
Redeu u. Briefe italien. Humani-
.sten. K. Muellner, 118. 152.
Re uxoria, de 102, 239.
Re Eurico. 252.
Re franchi. 214.
Refrigerio G. B., 162.
Reggia Ferrarese, 99.
Reggio. 101. 112. 138. 154.
Regimine de principum, 81.
Registri dei Decreti. 135. 138. 139.
161. 166.
Registri dei mandati. .56. .58. 62, 88.
96. 97. 100. 101. 102. 103. 104. 121.
300
INDICE GENERALE
124. 134. 13.5. 141. 149. 151. 153.
I(i8. 172. 174. 181. 187. 191. 192.
197.
Kegistri dc-lla fattitria di Eix-olo 1,
164.
Registri di Guardaroba Esfen.. 44.
47. 48. 65. 88.
Registri estensi, 14. 1::Ì8. 193.
Registro Campi, 167.
Registro Exatoria, lOU.
Registro di massaria. 181.
Registro di M. Galeotti. 47.
Registro investiture Es-teusi. 64.
Reinhard I. Alhreclit, 111. 167.
Rei. Artist. tra le corti di Mil. e
Ferr. di A. ^'enturi, cit., 65.
Ret. d'Isal). d'Este di Luzio-Renier.
eit.. K").
Relazione de' l'riue. ti' Este con W--
spasiauo da Bisticci, 42.
Relazione degli studi fatti nel-
1' Arch. Palat. di Modena ine-
sentata alla Deput. di ìSt. P. nella
tornata del 17 gennaio 1862. - per
G. Cain])ori. 207.
Reniedijs de iitriusque fortuiiac del
Petrarca. 38. 39. 41.
Renaldo, 70.
Renaldo <li AUiaspina. 71.
Renata di Francia. 6.
Rendic. della R. Accad. dei l^incei.
126.
Reuier Rodolfo, si cfr. anche Luzio,
7. 15. 26. 27. 28. 64. 66. 85. 88. 125.
131. 136. 139. 140. 147. 148. 1.59.
160. 162. 166. 171. 190. 199. 271.
Renzi De S., 188. 1S9.
Re]ml>l)lica ili Platone. 53.
Republdica di Venezia. 176.
Rerum de natura. 106.
Retroense. 81.
Rev. dcs liililiotlièciues. - Dorè/,..
cit.', 144.
Revue del langues rom.. cit.. S4.
Ricaiui. 74.
los.
del
cit..
Ricardus, 217.
Riccardiana, 163.
lìiccobaldo cronista. 30. (11. (i7
217. 222. 250. 261.
Ricerche bibl. sulle edi/. )Vr
sec. XV. - di G. Antouelli.
31. 35.
Ricerche intorno ai Reali di Fran-
cia di Kajna, cit., 19.
Ricettario, 2.50.
Ricette, 249.
Ricordi di guardarol)a del 1.503 degli
Estensi. 45.
Rigo, 64.
Riliolus [Ziliolus] Paul US. 100.
Rime edite ed inedite di Antonio
Cammelli. - A. Cajtpelli e S. Fer-
rari, cir.. 138.
Rime scelte de' poeti ferraresi e
moderni. - Baruffaldi, cit., 121.
Riminai di G. M., 57. 67. 168.
Rimini da Agostino. .57. 58. 131. -
Isotta, 14. - Laura, 14. - Lucre-
zia, 14. - Ugolino, 57.
Rinaldo, 85.
Rinaldo tai)pezziere, .56.
Rinaldo di Montalbano. 76.
Rinascenza a Ferrara. 9.
Rinascimento, 14.
Ripa Luca. 149. 162.
Riva L.. 193.
Riviste: Annales du Midi, 4.
Riviste: Archivio della Società Ro-
mana ili ."Storia ])atria. 145.
Kivisr-e: Ardi. stor. ilelPArte. 13.
Riviste: Ardi. stor. irai.. 7.
Ri\iste : Ardi. stor. Ioni.. 15. ."
Riviste : Ardi. Veneto. 9.
Riviste: Arte, L'. 198.
Rivista di filosofia scientifica
Riviste: Gallerie naz. ital.. 9.
Rivi.ste: Giorn. stor. lett. ita!.. 7.
10. 13. 15.
Riviste: Mem. della R. Accad. di
Scienze, Lett. ed Arti in Mod., 14.
!. 131.
192.
IN DICK GENERALE
301
Riviste: X. Anfol.. 15.
Rivisto: Kass. euiil.. 15.
Riviste : Stor. italiana. 3. 59. 7H.
Rivisto: Stor. Maiit.. 198.
Roberti Ercole. 197. - Xioeolò. 25S.
Roberto Fra. 232.
Rocca Possoute, 175.
Rococciola tii>.. tì3. 133. UX.
Rodi. 116.
Rodi. - Annali. 62. 165. 172.
Rodigino cod., 121.
Rodrigo Borgia allo Studio di Bo-
logna. - F. Giorgi, cit.. 1X6.
Rohindino, 220, 221.
Rolando. 76.
R.niia. 35. 75. 93. 1:35. 145. U7. US.
15(). 1.53. 154. 173. 183. 225. 264.
Roma da Oaglielnio nnian., 39.
IJoiiiagiic. - l)e|)ntazione di Storia
l>arria ]>cr le Atfi <' Memorie.
166.
Romania, cit.. 29. 71. 72. 78. S7.
Romani re dei. 71.
Romanisclie Forschungen. cit.. 91.
92.
Romano da All>i*rico. S3. - Ezzelino.
83. •
Romano da Signori. 81.
Romanzi della Rosa. 85. 249.
Romanzi della tav. rot.. 18.
Romanzi ili Spagna. 91.
Romanzo nn jtoetico del Rinasci-
mento ili y. Lonati. cit.. 109.
Romei \'eneranda. 110.
Rouehini Amadio. 169.
Roneisvalle. S7.
Rondel, 250.
Rosa, Tomauzi della. 85. 249.
Rosate da Alberico. 25.
Ro.sseto, .55.
Rosseto camerlengo, 60.
Rossetti Alvise di Bartolomeo aman.
27. 37. 38. 41. altrove: Rosetti.
Rossi G., 183.
Rossi Manfredo. 144.
Rossi Vittorio. 1. 71. 73. 114. 121.
161. 167. 16S.
Rotliolando, 71.
Rotnli dello stndio Bolognese. 115.
Rovigo. 96. 118. 167.
Rnà G.. i:^.
Ruffino Simone, mercante. 44.
Riittus Sextiis, 218.
Sal)adino degli Arienti Giovanni.
165. 166. \'edi anche Arieufi.
Sabbadini R.. 8. 10. 56. 63. 64. 70.
96. 100. 104. 105. 106. 107. 115. 116.
Sacchetti cantore. 14.
Sacrato dal, 57.
Sacrobosco Giovanni. 242.
Sadoleto Gio., 66. 262. - .Jacopo. ti(i.
Saggio di una storia dei volgariz-
zamenti d'opere greche nel se-
colo XV - 1). (ira vino cit.. 128.
Salano da Gnido Antonio. 1.54.
Saint Ciro de Te, 81.
Saint Graal. 62. 73. 74. 75. 25().
Sala della Alberto. 30. 61.
Sala di contessa. 87.
Salariati del 1494 libro dei. 2N.
Salimbeui Anselmo, 56.
Sallnstio. 104. 107. 132. 250.
Salmista. 51.
Sai violi G.. 1X6.
Salvo -Cozzo a.. 63.
Salutati. 106.
Sammlnngen des allerhiiclisrcn Kai-
serhauses. 198.
Sandonnini Tonnuaso. 5.
San Giorgio di Bianca. 14.
San Giorgio da Carlo, 41. 42. 43.
45. 49. 55. 56. 57. 61. 63. 194. -
.Maria. 166.
San Gregorio da Romano. 39. 43.
Sangninacci Iacopo. 121.
San Paolo di Guglielmo. 37.
San Polo da Battista, 49. 51. 176.
San Sepolcro, 218. 225.
San Silvestro monast., 48.
Santi Girolamo di Ferrara. 116.
302
INDICE GENERALE
Santi V., 31.
Saniido Leonardo. ó7.
Sardi Alessandro. 171. 176. - (Tusiia-
re, 1.^7. l.">3. 175. - Leonello. 112. -
Lodovico, 111. 112.
Sarzanella Michele. 24ti. 2.">1.
Sassuolo, 179.
Sandeo Felino. 17.^.
SaAd XII, 192.
Savi'Gindiee (hi. l."'l.
Savi-Lopez, 137.
Savigny de C. IS.").
Saviotti A. - Pand<dfo Collenuccio
umanista pesarese del secolo XV.
cit., 153. 154.
Savoia Duchessa Bona di. 156.
Savoia Le donne di Casa.... G. Gio-
vannini, 156.
.Savonarola Gerolamo. 11. 112. 209.
210. 241. 213. 249.
Savonarola Michele, 11. 25. 70. 75.
96. 111. 124. 187. 188. 236. 243.
246. 247.
Scacchi, .32. 108. 199. 217. 220. 239.
242. 245.
Scalone Antonello, 61.
Scala Bartolomeo. 127.
Scala della Alberto, 270.
Scalino di Antonio. 100.
Scandiano, 134. 135.
Scherma libro di. 64.
Schiavi. 14.
Schifanoia, 5. SS. 95. 194. Veli un-
clie : Affreschi.
Schivanoglia A.. 124.
Schinetti Pietro. 63.
Schmidt O. E.. 107.
Schneider dir.. 104.
Scienze, 167.
Scoccia buffone, 88.
Scrittori greci, 132.
Scrittori illustri - Ughi cit.. 128.
Scudieri, 14.
Scuola la, e gli studi di G. V., di Sab-
badini, .56. 70. 96. 100. 105. 106. 115.
Searles C, 54.
Segarizzi Arnaldo. 11. 70.
Segretari ducali Estensi. 26.
Semper-Schulze, 143.
Seneca, 107. 216. 217. 240. 251.
Senectute de. 106.
Senesi. 25.
Senofonte, 99. 120. 129.
Sennuccio, 70.
Serradori de core/.oli de basilio. 131.
Serra valle, 150.
Serventese. 146.
Setti G., 162.
Sfera, 184.
Sforziade, 251.
Sforza, 77.
Sforza Anna, 15. 46. 47. 65. 66. 1.54.
1.55. 165. 242. - Beatrice. 131. -
Bianca Maria, 154. - Gio. (ia-
leazzo. 15. - Lodovico. 43. .5S. 93.
Ludovico. 15. 140.
Sibille, 59.
Sicilia, 199.
Sidrach, 41. 56. 60. 81. 250.
Siena, 92. 111. 127.
Siete Partidas, 91.
Sifilide, 192.
Sigismondi Sigisiiinmli) .iinaii.. 52.
264.
Signorello Alessamho. 260.
Silio Italico. 144.
Siila. 115.
Silvano 2.50.
Sisto IV, 145.
Sitta P,. 201.
Sivieri Siviere). 14.
Smeraldo in legatura di liliin. 15.
Società Komana di Storia Patria.
Archivio, 145.
Socrate, 214.
Sofocle, 62.
Soldo Giornale del, 154. 161.
Solerti A., 17. 72.
Somma di Azzone, 62.
Sommium Scipionis, 106.
INDICE GENERALE
303
.Souattiii. 19ti.
Sonetti (It'l l'istuia giusta l'apograt'o
trivulziano - Kenier fit.. 1.^9.
Sonlello. 83.
Spagna. 77. 81. 91. 2óÓ.
Spagnola letteratura. 91.
Spagnolisiui, 91.
Spagnolo Bartol. 14. - Michele ore-
fice. 45.
Specchio de la Croce, 232.
Specia Teodosio. 51.
Spectacnla. 13.
Spera materiale. 233.
Speraiidio. 13. 197.
Sphera de. 6-^. 194.
.Spbera de et Chyliudro. 119.
Spinelli A. (i.. !^t2. 124. 144. ix;!. 19ti.
264.
Splnges B.. 106.
Spoleto da Gregorio. 143.
Spotorno. 92.
Sprenzel C. isx.
Staffieri. 14.
Stagnolo rosso. 49.
Stampa Gaspara, 169.
.Stampa in Ferrara. 31. 37. - Inta-
gliat. di stam]>e. 16.
Stampa la in Venezia «lalla sua ori-
gine alla moi'te di A. Manuuzio
seniore - C. Castellani, cit.. 118.
•Stati di Modena e Reggio. 1.^4.
Stato estense, amministrazione. 3. -
tinanze. 3. 201.
Statue. 16.
Stazio. 63. 66. 107. 132. 22ti. 2."i<).
Stefano cartolaio. 103.
Stellarum tìguris de. 64.
Stemma Estense. 87. 104.
."Stimolo di amore. 231.
Stor. Crit. di alcnni testi lat. di
K. Sabbadini, 107.
Storia dei Musei d'Italia. Documenti
inediti per servire alla. 168.
Storia dei Papi (trad. Benetti) Pa-
stor. 145.
j Storia del Diritto Romano di C-
De-Savign_v cit.. 185.
.^toria della Casa estense, 171.
Storia della «-oufiuisfa di Gerusa-
I lemme. 72.
! Storia «Iella guerra e difesa di Rocca
' Possente di Bart. Cavalieri. 175.
Storia della Medicina di S. De Renzi
, cit.. 188. 18VI. - di C. Sprenzel
■ cit.. 188. - di Puccinotti cit., 188.
Storia degli Estensi di Pri.sciano. 28.
Storia di Ca.sa d'E.ste di Prisciano,
32.
. Storia di Lugo - Bonoli cit.. 124.
Storia epoj». frane, di C. Nvrup.
cit.. 79.
Storia letteraria di Piacenza - Mc-
I morie di Poggiali. 158.
Storia patria - Archivio della So-
cietà Romana ili, 145.
Storia patria - Deputazione dell' F>
milia. - Atti e Memorie. 166.
Storia l'atria - Deputazione di di
Modena e Parma. - Atti e Memo-
rie. 146. 1.52. 169. 173. 174.
Storia Patria - Deputazione Roma-
gne - Atti e Memorie. 166.
Storici e.stensi. 170.
.storie di Alessandro. 81.
."Storie di T'ngaria di Maestro Gio.
de Thwx-ocz. 1.55. - d" Oriente. 241.
- Fiorentine. 19. 243. - greche. i;>2.
Stiabone. 37. 115. 131. 2.V). 259.
Strozzi. -54. 67. - Benedetto. 2.56. -
Bernardo. 30. - Camillo, 170. -
Carlo Maria. 130. 131. 237. - Ce-
sare. 170. - Contessa. 56. - Ercole.
45. 126. 140. 141. 142. 145. 165. 169.
170. 240. ' Lorenzo. 18. 61. 256.
- Lorenzo di Pala. 104. - Nanni.
245. - Niccolò. .56. 62. - poetae
pater et filius. Aldo. 165. - Ro-
Iierto, 1,52. - Tito Vespasiano.
21. 45. 56. d9. 110. 112. 118. i:i4.
14t). 141. 146. I.'i2. 167. IW. 197.
304
INDICE GENERALE
- Tito Vespasiano : Lettera a Bat-
tista Guarini. 167.
Studi bibliogratifi e liiografici sulla
storia (It'lla (Geografia in Italia.
1S4.
Studi di tilol. (dass. (dt.. 106.
Studi e doc. di st. e dir. cit., 25.
Studi ital. di tilol. <dass.. 107. 144.
Studi sullo oi>. di Boccaccio di Hor-
tis, 106.
Studi su M. M. Boiardo cit.. 129.
13.5. 136. 199.
Studio. 2.")6.
Studio Bidognese. IL").
Studio d'Ercole, 2.53. 261. 262. 264.
."studio di Ferrara, 113. 115. 117. 155.
172. 182. 187. 20.5. - Si cfr. anche
Ferrara.
Snida. 117.
Sumnia, 220. - codicis di Azzone. 24.
- de graniatica. 60. - Dictaiuinis,
•218.
Suinnie. 54.
Suore. 207.
Supplemento de croniclie. 92.
Taccone Baldassare. 93.
Tachoino in nied(»sina. 4i). 50.
Tacito, 107. 132.
Taffetà negro, 47 - verdi-. 47.
Tanncci, 21.
Tarocchi, 199.
Tassini, 209.
Tassini Antonia, 156. 1.57. 158. 236.
Tassino Antonio - Opera intorno al
matrimonio di Ludovico e Bt^^-
trice, 157.
Tassini - Geute de, 157.
Tassino Gabriele, 156.
Tassoni Filippo. 187.
Tassoni Giulio, 203.
Tavole astronomiche, 198.
Tavola della Filipiia. 72.
Tavola rotonda. IS. 73. 74.
Teatro, 13.
Tebaide, 63. 220.
] Tebaldeo Ant(mio. 13. 1.59. 160. 209.
\ Tebe, 75.
Tenaglia, 5. 106.
Tenori, 2.51.
Teocrito. 118.
Teoforiano. 104.
Teogene. 251.
: Teologia. 215.
! Terenzio. 13. 63. 97. 103. 107. -JÌX.
251. 260.
Terra Santa, 10. 72. 185. 245.
Teseo, 39. 50. 61. 65. 251.
Tessino, 1.56.
Testamento di Ercole II, 168.
Testainento nuovo, 230.
Testamento nuovo e vecclii<(. 75.
Thomas A.. 78.
Tlnvrocz de Maestro Giovanni -
Storie di l'ngaria, 1.55.
Tiberide. 221.
Tibullo, 46. 111.
Tincani C. 129.
Tiraboschi Girolamo. 1. 21. 31. 42.
62. 66. 99. 125. 129. 143. 156.
162. 163. 167. 175. 179. 186. 191.
l'ir.a1>oschi Girolamo - Lettere di
al P. I. Affò-C. Frati cit.. 160.
Tirate Franco- venete, 74.
Tisbe - Istoria di Piramo e.... <li
Saltadino degli Arienti, 166.
Tisbina, 88, 137.
Tito Livio, 64. 107. 217. 239. 251. 259.
Tito V. Strozza, di A. Reiuliaid,
cit.. 111.
Titoli dott. conferiti dallo studio ili
Ferrara, di G. Pardi, cit.. 115.
Titolo ducale, 154.
Tiziano, 89.
Tobler T.. 183.
Tocco F., 209.
Tolomeo, 237.
Tolomeo Filadelfo. 7.
Tommaso, 221.
Tommaso Anglico, 221.
Tommaso Fra. 237.
INDICE GENERALE
305
Tommaso da Vicenza 102. 269.
Tcmini C. 109.
Topogiatìa di Terra Santa. lf<5.
Torelli Barbara. 169. ITO.
Torello Alvise. 44.
Tornei, X6.
Torre della Giaromo. 2.^7.
Torre di Kigobello, .sede della libr.
Estense. 23. 28. 213.
Tortelli (tìo.. 64.
Toscanella. 121.
Toscanella Giov.. 101.
Toscano, 73.
Tossici Niccolò. 23. 204. 213.
Trailnzione dal greco - Lodovico
Carbone, 152.
Traduzioni, 128.
Transito di S. (iiruoliino, 47.
Traversari. 102.
Trebisonda. 102. Ila.
Trento, 145.
Treviso, marca di. 81.
Trimbocchi Antonia, Bartol., Cate-
rina, Costanza. Elisabetta, Ga-
spare, Giovanni, Lucia, Mel-
chiorre, Niccolò, 163. - Gaspare,
25. 113. 162. 163. 240. 2.Ó0. 251.
Trionti, commentarii, 70.
Trionfo romano - Il di Eleo-
nora d" Aragona, (t. Corvisieri.
145.
Tri])oli. 147.
Tristano di Lconis. 71.
Tristano ed Isotta, 19.
Tristano, 61. 65. 70. 76. 85. 103. 251.
- riccardiaiio. 73.
Tristi, 110.
Troja, 71. 85.
Trojano. 71.
Tropino. 222.
Trotti. 209. - Alberto, 57. - Alfonso,
161. - Diana, 199. - Esaù, 100. -
Galeazzo, 241. 261. - Paolo An-
tonio. 149. 172. - Violante, 199. -
Virginia. 199.
Trovatori. 4. 81. 82. 83. 84. 85.
Tura Cosraè, 59. 60. 87. 89. 196. 197.
Turca veste, 20.
Turchetto Marc' Antonio. 42.
Turimbocchi ile" Pino o TirimluK--
chi, 163. Si cfr. Triml>occbi.
Tnrpiuo. 70.
Tnscolane. 251.
Tnsignano De Pietro. 217.
ri>aldi Baldo, 24.
liberti degli Fazio. 7. 127. 221. 230.
241.
Uccelli, 239. 245.
l'ggeri il danese. 76.
Fghi, 128. 774.
l'go e Parigina.... di A. Solerti, cit..
72.
riiianesiiuo in Lombanlia. - Borsa.
cit.. 160.
Umanista. 14X.
Ungheria, 116. 1.55.
Università di Ferrara. 97. 185. lf<6.
187. 201. - trasjìortata a Kovigci.
118. Si cfr. anche Studio.
Urbino, 15. .56. 198.
Urceo Antonio, 118. 1.54.
Usi e Costumi, 6.
Vacchette dell" Archivio del Co-
mune, 163.
Valdrighi L. F.. 199.
Valentino Antonio, 57.
Valenza di Giovanni, 23.
Valenza Lodovico, 116.
Valenza da Lorenzo. 36. 144.
Valerio Massimo. 104. 108. 132. 252.
Valisnera da Antonio, 65. - Gio.
Ant., 65.
Valla Giorgio. 101. 114. 11><. 119,
144. 193.
Vandelli Domenico. 21.
Vangeli. 92.
Varietate de fortunae. 239.
Varini SeAero, 115.
Varo del Nicolò, 64.
Vattasso M.. 121.
3()(i
INDICF, gI':ni:rali::
Vegezio, 108. 216. 217.
Velluti. 280.
Volluto cremisino. 66. 92.
Veleno, 251.
Venenis rie di Pietro d' Almiio. 1S7.
Venere, 133.
Veneto. 5. 73. 79. 81. 87.
Venezia. 21. .56. 57. 58. 66. US. 119.
149. 154. 174. 176. 184. 203.
Venturi Adolfo, 3. 9. 11. 13. 14. 15.
19. 29. .30. 31. 32. 40. 45. 59. 60.
65. 66. 73. 85. 97. 130. 132. 136.
138. 1.52. 180. 182. 194. 196. 197. 270.
^'euuta sulla in Ferrara della Beata
Suor Lucia da Narui di L. A.
CTandini, op. cit.. 207.
Verardi, 238.
VerUor. signif. de, 104.
Vergerio P. P., 105. 144.
Verona, 106. 109.
Verona da Fino, 197.
Verona da Francescliiuo. 187.
Verona da Nicola, 5.
Vernon Lord 125.
Verrine, 106.
Versi di Battista Guariui, 151.
Versi di Lodovico Carhoue. 152.
Vescovo d'Aquila, 240.
Vespasiano di Filip])o Bidello \C(li
Bisticci da Vespasiano. 42.
Vespro, 76.
A'ettori Giovanni, 262.
Via del Paradiso. 231.
N'iaggi, 7.
^ iaggi, cavalli «■(■(•. di \j. A. Gandini
cit.. 88.
Maggio a Gerusalemme, 185. - di
Carlo Magno in Terra Santa, 72.
- per l'Italia di L. Carlionc Zan-
noni G. cit., 126.
Vicenza da Tommaso. 102. 264.
Vicini E. P., 163.
Vidallana di Adelaide, 82.
Vifze da le Andrea, 2.35. 260.
Villani Gio.. 67. 118. 213.
Villari P., 209.
Villeggiature Estensi, 17.
Viusauf di Gottredo, 118.
Virgilio, 40. .59. 97. 107. 112. HI. 259.
N'iridixrio, 197.
\iris de illustril)us. 60. lOS.
Virtù dipinte, 215.
Virunio Pontico. 1.52. 153.
Virunio Pontico lettore pubblico di
lett. greche e latine a lieggio
N. Campanini. 1.52.
Viscarino Daniele, IL
Visc(mti Filippo Maria, 252.
Vita Christi. 93.
Vita de Cliristo e di nostia Dona.
47.
Vita di Auuii Sforza - S.abadiiio
degli Arienti, 165. 166.
Vita di Ercole I - Bartolomeo Ca-
valieri, 175.
Vita di Guarino, di K. Sabb.idiui.
cit., 100. 106.
Vita di L. Ariosto - Barutfaldi. cit..
178.
Vita ed opere di Nicolò Leoniceno-
1). Vitaliani, 130. 1.56.
Vitaliani D., 130. 156. 182.
Vite dei Santi Padri, 232. 252.
Vite di Plutarco. 115.
Vitruvio, 108.
V^ocabolario, 225.
Vocabolario provenzale. 90.
Voigt Giorgio, 1.
Voigt - Lebnerdt, 106.
Volgare. 121. 123. 125.
Volgarizzamenti. 129. 130. 131. i:i2.
137.
Vollmiiller K., 91. 92.
Volterra, 49.
Voragine Da Gioachino, 214.
Vterpendragon. 69.
Wahle, 5.
Wiederbelebung, di \'oigt. 1. - Leb-
nerdt, cit., 108.
Wiusaui'. Si cfr. Viusauf.
INDICE GENERALE 307
Zni'caria, 21. 104. Zeitsclirift f. roniiiii. ]>liil(il., eit., 79.
Ziunhotto. 191. Zingarelli, 4.
Zampa, 56. Zito vescovo, 41.
Zanuoni G., 12ti. Zoffi Lancellofto. 172. - Mauiclia,
Zcitsclirif't f. di.' verni. 'idi. Liti.- 172.
ratiirgcscliiclite u. liciiaiss. -l.it- Z.ivéu/.oiii Ratta. ■!.■. lU!.
tcratiir .mI.. 14").
INDICE
PlìKl-AZloXK l»a<^. IX
Intkodizioxk » 1
(■AiTiuLo I. — La lihicria estense » 17
» II. — (ili aiiiauuensi fi' Eieole I » Hii
» III. — La lilireiia dueale e i eortigiani estensi. » .^3
» l\'. — La eoltura fraucese estense » 69
» V. — La eoltnra latina e greca e il volgare
alla Corte ti' Ercole I » Ito
» Vi. — 11 circolo letterario d'Ercole 1. . . . » Ì'.V^
» \'II. — Alcnni cenni sulle Scienze e sulle Arti
alla Corte d'Ercole I » 177
CoxcLr.siuNK » 201
Appendice I » '211
I. Frammento di un catalogo della Libreria di Borso
d'Este » 21S
.U'PEXBICE II » '227
II'. La Liljreria di Eleonora il'Aragoua » 229
II-. La Libreria d' Ercole I » 23ó
.APPENDICE III » 258
III. Mandati di paga e documenti riguardanti la li-
breria estense . . . *> » 2.55
.\^PPEXDICE IV » 265
IV. Frammento d' inventario dell'.Vrcliivio esteu.se. . » 267
IXDICE GEXEKALE » 273
76i7/^
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