BIBLIOTECA ITALIANA
O SIA
GIORNALE
LETTERATURA, SCIENZE ED ARTI
COMPILATO
DA VARJ LETTERATI.
ToMo XXXVII,
ANNO DECIMO
Qeniiajo, Febbrajo e Marzo
1825.
J->«€4
MILANO
PRESSO I,A DIREZIONE DEL GIORNALE
Contrada del Monte di Picta n." 1354
Cnsn Caj dir^itjictlo al Borpo JYuovo,
IMl'ERIALE EKCIA STAMPERIA.
II presente Giornale ^ con tutti i volumi preccdentl ^ e
posto sotto la salvaguardia della Lcggc , csscndosi
adeinpluto a ipianto essa prescrive.
BIBLIOTECA ITALIANA
PARTE I.
LETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
Opcre del cavaliere Carlo Castone coiitc dclla Torre
dl Rezzonico , patrlzio Comasco , raccolte e pub-
blicate da Francesco Mocchetti , prof, nell' I. R.
Liceo dl Como. — Como, iSaS, i8ao, presso lo
starnpatore provinciale Carlanlonio Ostinelli , in 8.^
Vol. i.'^ air a." Prezzo ital. llr. 3o 78, in carta
velina lir. 65 16, in carta velina in 4.° 106 56.
D
A nobilissima famlglia nacque in Como Caston
Rezzonico nell' anno 1742. Dieci anni dopo seguito
il padre a Parma , dove pel corso di un liistro at-
tese agli studj in quel reale collegio in cui il Betti-
nelli era maestro. Air eta di quindici anni si trasferi
a lloma, accolto ed onorato non poco fra gli Arcadi.
Da Roma n' ando poi a Napoli ; e di quivi si ricon-
diisse a Parma , liorente allora pel soggiorno che vi
facevano il Condillac , il Paciaudi e il Frngoni. Qnesto
poeta si riverito e celebrato da' suoi contemporanei ,
ma ora si obbliato dalla piu vicina posterita , pose
graudissimo amorc al giovine Rezzonico , lo chiamo
costantemeiitc siio ligUo , e morcndo commise a lui
4 OrFRK DEI- CAV. CARLO TV STONE
tntti i suoi nianosciitti. Chr anzi il Rezzonico stio-
codcttc al Friiii^oiii iu;ll;\ carica di scj^rctario del-
r Accailcmia Panneiisc di hcllc arti. Jl resto detia
sua vita poi ( clic non dnro oltrc air anno 1796)
lo Consacio ai viago;!. Qncstc notizie crcdemmo nc-
ccssario di mandare iiinanzi al nostro articolo, parte
porchc la vita di cjucsto Autorc la crediamo ancora
ignorata da molti , e parte perche qnrsto consiglio
ci 2;iova a far pin prol)al)ili neir animo de' nostri
Icttori alcune di (picllc cose chc noi appresso di-
rcmo.
Caston Rezzonico fii profondo erudito , dottissimo
conoscitore delle arti , e pocta : e sotto questi tre
aspctti noi dobbiamo togliere di preseute a consi-
derarlo.
Utilissimo, cd anzi necessario stromento airacqui-
sto della vera crudizione crediamo il perfetto conosci-
niento delle lingue nelie quali parlarono e scrissero
i pill sa])icnti ed i pin potenti popoli della terra.
Perocclie se da una parte la sapienza delle nazioni
vuol r opera degli ernditi clie la disvelino alia tarda
posterira : dall" altra , anche la forza dei vincitori
stampa sovente cotali ornie fra i vinti , clr e bello
ed utile sapervi leggere i casi ai quali andaron sog-
£;etti coloro die noi chiamiamo gia antichi. Se non
die la storia delle nazioni ci presenta uno spettacolo
assai lusinfT;liiero , la sapienza dominatrice : e come
neirindividuo V animo tienc la signoria, ed il corpo
iibjjidisce ; cosi anclic in questa perpetua contcsa
dei popoli fra di loro , i «:entili e sapienti mao;-
giorec;giarono scmpre sni barbari ed ignoranti. Quindi
tutta la sapienza desidcraliile da conoscersi asi;li Eu-
ropei , la troviamo depositata negf idiomi dei Greci
e dei Romani, die furono in iin niedesimo i piii
dotti e i piu forti popoli della terra : e se qiiesti
ultimi snpcrarono i Greci dei quali erano meno culti,
non poterono toglier loro ne ia divina favella , ne
il |)regio della sapienza : e se i barbari volsero in
basso la grande anzi 1' inmicnsa possanza di Roma,
COKTE BELLA. TOHRE DI REZZONICO. 5
nou (lisdegnarono per aUro die i nionumenti delle
stesse loro vittorie si foncUisscro iiella linj>;ua del
vmto ; e vergognarouo quasi di tarsi conoscere
povcri com' crano nelle doti delF ingcgno , mentre
teaevano il niondo in amminlzioiie colle operd.
del loro valore. Nasce di qui uua doppia conse-
guenza: 1' una assai conioda agli studiosi, cioe chc
nella cognizione della lingua greca e latina c riposte
il fondameiito di ogni utile erudizione; T altra assai
grave a que' miseri che vorrebbono coglier le rose
della sapienza e non incoutrar fluica di sorte , che
senza un lungo e compiuto studio di queste lin2;ue
6 ridevole vanka il dar opera alFautiquaria , ed a
quelle altre parti delF uniano sapere che quasi per
antonomasia si dicono di crudlzlonc. Ma a queste
lingue avea posto grandissimo studio Gaston Rez-
zonico , ed alio studio conseguitarono in lui quei
progressi che mai non vengono meno alF ingegnd
volonteroso di apprendere.
Ne la sola qualita di poliglotti e sufficiente a col-
locarci nella schiera degli eruditi. ]\[a la storia , le
religioni , i costumi , le arti e le scienze di quelle
genti dclle quali vogliamo interpretare i monuraenti,
non debbono esserci ignote : altriinenti , che pro
aver tormentata la memoria onde stamparvi uno o
due straiiieri vocabolarj, se tutta qnesta nostra fotica e
tutto ([uesto gravoso sapere non vale a dischiuderci
alcun' utile dottrina ? Pero a tuttc queste cose ebbe
apphcato Tingegno il llezzonico; e le pin dillicih parti
deir antica storia , e le piu recondite latebre della
profana niitologia , e le dottrine insegnate dai iilosoii,
tutto era, per cosi dire , dinanzi alia sua mente, ed
m pronto per ajutare alle sue ricerche , non meno
che per cingcre di molti e forti argomenti le sue
opinioni. Ed ecco il fontc di quella maravigliosa va-
rieta che s' incontra nelle Opere di questo scrittore;
e di quella stiq)enda Taoilita colla quale sapeva pas-'
sare da un soggeuo ad un altro (lisparatissnno , e
di tutti trattare con tanta erudizione , che <Al\ nort
6 OPFRE nr.T. C\V. C\RtO C.ASTONE
sarcbbe scarsa per chi ad im solo di essi si fosse
consacrato in tutta la sua vita : di che noi invitia-
mo i nostri Icttori a rercar le prove ne' Viaggi dei
<|uali il Rezzoiiico ci ha lasciate minutissimc descri-
zioni (i). Qiiesti Viaggi sono scritti a niodo di gior-
nali, senza ponipa di stile e, se non errianio, senza
pretcnsione di sorta ; dircsti che sono un rcperto-
rio onde conipor si puo un' opera , piuttosto che
r opera stessa : e forse TAutore medesinio dava loro
r ultima niano , se la niorte non lo coglieva assai
presto. Ma se puo dirsi che vi sono scarsi gli or-
nanienti , nuo alFerniarsi eziandio che vi abbondano
Ic utili cognizioni ; e quella niedesima seniplicita
con cui r Autore ti vien raccontando i suoi passi ,
2;li 02;2;etti che i^U si paran dinanzi, e i pensieri e
gli alletti di che gli sono cagionc , giova mirabil-
mente a stamparti nell' animo un' inimagine vivissima
delle cose descritte, donde quasi direbbesi che chi
leuge nel llezzonico viaggia conlui, confortato dalle
sue £;randi cognizioni. Ad ogni passo ch' ei move ,
ccco gli si atlaccia un soggctto di filosofiche inda-
gini ; c sempre ti accorgi di ascoltare la voce di
im gran filosofo , ossia che venga esaminando le
lave del Vesuvio c delT Etna , o che dischiuda i
reconditi sensi di greche e latine iscrizioni , o che
ti faccia conoscere gli usi e gli uffici di alcuni
avanzi d' antiche fabbriche ; o sia finalmente che
parlandoti del Dio Serapide e di altri antichissimi
culti voglia aprirti il tesoro di eruditissime cogni-
zioni. Con tutto cio il iilosofo che senza predile-
zione di studj vorra leggere ([uesti Viaggi^ dorrassi
per avventura di un dilctto che anche a noi parve
gravissimo ; vogliamo dire di quel perpctuo silcnzio
(i) Negli otto volunii fiiior piiblilicati si trovano i viaggi a
Napoli , nella Sicilia, in Inghilterra e Malta. L' editore ci av-
visa die si Btanno ora staiiipando gli iiliiuii dun volumi , i quali
comprendeiaiino la sua corrispondenza epistolave , ed alcuni
estratti de viag;;i fatti nell' Oiaiida e nella Gcrmania.
nONTE DELI. A TORRE Dl REZZONICO. 7
in cui il dottissimo Autore lascio le leggi , i co-
stumi e la politica condizionc dei popoli da lui de-
scritti. E verainente, poiche ogui studio debb'csser
volto air ntilita dell' uniana razza , nial sapremmo
indovinare come mai possa imprendersi a descrivere
un paese, senza quasi far parola di coloro che V abi-
tano ; e come il lilosofo die reputo vantaggiosa la
cognizioue dei climi , dei tei'reni e degli oggetti
che vi fruttificano , non credesse poi pregio del-
r opera lo spendere qualche fatica per indagare e
descrivere i costumi di coloro die vivono sotto quel
climi e su quei terreni : quando e bello e giove-
vole sopra ogni cosa conoscere a quali patimenti ,
a quali piaceri, a quali passioni la fortuna commet-
tesse ne' varj paesi questa umana famiglia , che nella
sua superbia sogna create per se sola Y universo ,
e air universo e spettacolo di tribolazioni e di guai.
Ricchissima invece e la messe die il conte llez-
zonico in questi Viaggi presenta agli amatori delle
arti ; delle quali dicemmo esser egli stato dottissimo
conoscitore. Gia fin da giovinetto egli avea rallegrati
i scveri suoi studj coUa musica e col disegno : c
della prima si mostro conoscentissimo nelle Osser-
vazioni cli' egli scrisse intorno ad un suo dramma =
Alessandro e Timoteo ==; ed al disegno, o piu vera-
mente alle arti die dal disegno traggono nascimento,
attese poi per tutto il tempo del vivcr suo con quel-
I'amore di cui lascio testimonj tanti pres>;evoli scritti.
Noi se non temessiino di olleudere la fama debita
a questo raro ingegno, che solo basto ad abbrac-
ciar queilo che a molti altri dotti insieme raccolti
e soverchio , diremmo che appunto a questa nia-
niera di stud) egli era nato piu che ad ogni altra.
Donde poi ( come suole avvenire a chi tratta cose
alle quali la propria natura lo inclina ) egli non e
mai tanto eloquente, ne tanto inge^noso, come quan-
do o parla in gencrale delle arti , o va indagando i
pregi e le ras;ioni di esse in qualche opera par-
ticolare de' grandi maestri che cor| piu lode le
8 OPFRE DEL C\V. T. \RI.O CA STONE
coltivarono. A questa naturale inclinazione si aggiuil-
sero due cose utilissimc, ed anzi essenziali, a cliiiin-
quc propoiigasi di ragionare delle arti •, vogliamo
dire , uno studio diligeiitissimo nelle Opere di tutti
coloro clic sono in fania d' averne scritto piu dirit-
tamente , e xin s>;ran miiuero di via<i2;i che z\i die-
dero occasione di vcdere co' proprj occhi quanto
r Europa vanta ed animira in fatto di arti belle.
Che innanzi tutto e necessario aver da natura in-
clinazione e capacita ; poi vuolsi edncare la niente
alia scuola de' giudici piu sicnri ; e liiialmente cer-
care la prova del raziocinio e dci precetti degli
scrittori nelle grandi opere degli artisti. E questa
rdtinia parte credianio anzi tanto essenziale, clie piu
facilmente daremmo fede ai giudizj di coUii che
senza precetti di sorta avesse educate F animo al
hello guardando continuamente nei capolavori dei
piti celebrati maestri, di quello che a colui, il quale
senza aver niai avuto dinanzi agli occhi un bel
quadro od una bella statua , si fosse posta in capo
tutta la storia delle arti o i precetti dei piu inge-
gnosi scrittori. Cestui non potra esser mai se non
solaniente uno stucchevole ripetitore di quello che
gia gli altri hanno detto ; e se gli porrai dinanzi
r opera di un graude maestro , la sua mente sfol-
gorera di dottrine , ma il suo cuore sara aeo'hiac-
ciato ; perclie 1 uorao non si compiace e non s m-
namora se non di quello ch' egli medesimo fa o
discopre; e costui sarebbe inetto a trovar pure una
bellezza oltre a quelle gia notate da' suoi maestri.
]Ma nel conte Rezzonico Jindaron del pari le tre
qualita poc' anzi accennate : e la sua naturale ten-
denza a ({uesta maniera di studj , e le ottime dot-
trine onde aveva informato Tanimo, e Taver avuta
opportunita di vedere egli stesso le piu grandi opere
che neir Europa si trovino , tutto concorse a fargli
acquistare quel grado di eceellenza che ne' suoi
scritti si ravvisa. I suoi Viaggi sono pieni di si mi-
nute e si esperte descrizioni dci capolavori d' ogni
COISTTE DEI.I. \ TORRE DI REZZON^ICO. 9
tnaniera, die quasi par cli trovarsi iu una pcrpe-
tua £;alleria; e le sue doscrizioni sono poi accompa-
e;uate da si squisiti giudizj , clie certo nou discon-
verrebbero a qualsivoe;lia maestro. Doude lo spirito
del lettore si erudisec per assai piacevole via ; e
r animo si coiupiace niirabilmente , pensando die
tutta intiera V Europa risuona del nome italiano ,
perdie Y Italia piu d' 02;ni ahro paese fece riviverc
le maraviglie delle arti greciie, o quella parte di
esse almeno , die dopo le mine e la barbaric dei
bassi tempi poteva esscrne ridestata. Ne solamente
nei Fiaggi^ ma aiiclie in altri suoi scritti il Fvezzo-
nico si la ad esaraiuare alcune produzioni dellc
arti : e le sue Riflessioni siillc pitta? e di Raffacllo
e del Coreggio , e la Lettera a Dlodoro Delfico sul
gruppo dl Adone e di Venere del Canova , e i Ca-
ratteri del pittori piii celebri sono tutti scritti assai
preziosi , e da esser letti e tenuti carissimi da co-
loro die danno opera a questa condizione di studj.
A questi poi voglionsi aggiungere i Dlscorsi arcade-
mici^ nei quali non gia qual scmplice amatore va
rintracciando le bellezze in c[ualdie opera speciale
delle arti, nia ne tesse la storia, e cerca le cagioni
de' loro progressi e della loro decadenza, e detta pre-
cetti a guisa di nn grande maestro. Vero e die c(uesti
Discorsi sono anteriori ai viaggi dei quali abbtamo
citate finora le descrizioni : ma toccammo pero net
principio di questo articolo, die il Rezzonico jninui
di portarsi la seconda volta a Parma avca gia di-
niorato alcuni anni in Roma ed a Napoli , die e
quanto dire , avea gia viaggiata 1" Italia , e veduto
un gran numero di egregie produzioni dell* arti.
Clie se a malgrado della poca eta e della poca spe-
rienza deirAutore, que' suoi Discorsi sono pur pieni
di cosi belle e chiare e sicure dottrine , si fara ad
un tempo stesso e piu vera la nostra sentenza, chc
il Rezzonico sortisse dalla natura una forte inclina-
zione a si fatti studj , e piii manifesta la perspicaeia
del sue ingcgno. Questi Discorsi sono tre : due
lO OrtnE DETL CAV. CARLO OASTONE
intorno al disegno , 1' altro intorno al colorito. Col
testinionio di Tacito attribniscc agli Egizj I'inven-
zion del disegno , c sulla fede di Plinio accusa di
crrore que' Greci clie posero il ]ninio loro pittore
iiella novantesima Olimpiade , mentre nella ottaute-
siniaterza Uori Paneo iiell' Elide, Noi , senza recare
in dubbio la testinionianza di Tacito, diremo cssere
il disegno una di quelle arti die trovansi presso tutte
le nazioni ; e che se fu vana la pretensione dei
Greci d' averla pei prinii inventata , men vera pro-
babilnientc sarebbe I'asserzionc di clii diccsse ch' e'
Febbero appresa dalFEgitto. Dedalo poi fra i Greci
fu il primo che alle fio-ure desse attesieiamenti e
senibianza di vita : con che un nuovo canipo fu
aperto alio studio degli artisti , e i progressi furono
meravigliosi. I pittori e gli statuarj cominciarono dal
copiare perfettanientc le umane forme dal vcro , e
questa imitazione tolse dalle arti la rozzezza di
prima, Non gnari dopo increbbe agli artisti di ve-
dere olTese le loro opere da ([uei difetti die i loro
modelli avevano sempre in se, e volsero il pcnsiero
a trovar modo d'imitare non la natura in generale,
ma si la bcUa e la perfetta natura, Quindi la dili-
genza di Zeusi die da cinque belle fanciuUe tolse
le parti che gli erano necessarie a comporne una
Diva che fosse bella in tutte le sue parti , e dir si
potesse il fiore di ogni bellezza. Questa e Torigine
del bello ideale, pel quale i Greci, dice T Autore ,
acquistarono il merito delF invenzione , e vinsero
cosi la natura cui mal potevano superarc imitando.
Ed era da dire , se non crriamo , imitando partico-
lari individuL : perche ad ogni modo V arte debbe
imitar la natura; e Tuomo puo aegiun^ervi soltanto
r accorgimento di eleggore da varj individui tante
parti perfette che se no compon2;a un tutto pcrfetto,
quale in natura o troppo ditVicilmente o forse non
mai si rinviene, E veramente fu questo un consiglio
non meno utile che nccessario alia perfezione delle
arti ; dacclie basterebbe a guastare la bellezza di
CONTE DELL.V TORRE Dt REZZONICO. I I
una statna di Venere anche im solo t1i qnei difetti
clie lion di rado scorgiamo nelle donne clie piu
hanno voce di belle : perche nelle nostrc donne cer-
chianio la bellezza colla mente occnpata da quella
legge clie dice, nluna cosa esser peiTetta quaggiii ;
nia nelle opere delle arti non pei'doniamo alio scul-
tore se non conobbe nel suo modello i diietti che
ne gnastavano la perfezione, c non cerco un qualche
modello in cni queste parti fossero secondo qnella
forma clie dal comnne giudizio e predicata perfetta.
Se non che noi , procedendo in qnesto discorso ,
porrenimo il piede sovra un canipo in cni giostra-
rono valorosi atleti , e dove tnttora e indecisa la
vittoria; e gia forse v'entramnio piu clie a noi non
si conveniva ; ne piu possiamo ritrarcene , senza il
pericolo clie taluno congetturando da queste poclie
parole la sentenza deiranimo nostro , non ci abbia
gia condannati. intanto dopo clie gli uomini ebbero
appresa V arte di astrarre da piu soggetti le forme
acconce a comporne uno clie fosse toko dalla natura
e dal vero nelle sue parti, ma nelfintioro poi fosse
opera delfartc, poterono di leggieri pensare a nuove
proporzioni, alio statue gigantesclie, ai colossi: dove
la natura da gli elementi delle forme e delle pro-
porzioni, e Tarte moltiplica o ingrandisce le misure
de' corpi umani senza alterarne la simmetria. Dopo
di cio TAutore si fa a parlare di tre doti cbe os-
servar si possono principalmente nel disegno dee^li
antichi ; la simmetria , la semplicita , il caratterc :
poi della grazia e dcU'espressione; e cliiude il primo
Discorso atlermando che queste doti s' incontrano
nelle opere greche perche i loro autori erano uo-
mini squisitamente educati in ogni miglior disciplina.
Nel secondo Discorso il dottissimo Autorc ci mette
innanzi la storia delle arti risorte dopo i secoli di
mezzo; e sebbene una nota ci avverta ch' eeli dopo
• 1 I • • • ■ • T ^ 1 "■
1 suoi lunghi viaggi aveva in ammo di mutarne al-
cnnc parti per sostituire il proprio o;i"dizio alle
altrui opinioni , pure questo ragionamento e si ricco
!a orr.nE del cav. c.vrlo castone
di utili notizie e d'inges;nose sentcnze, da pregiarsene
non nieao un artista che im iilosofo. E ((uindi siamo
d' avviso clie sebbene la storia pittorica del Lanzt
debba esser letta da cliiuiufuc vuol parlare dellc
nostre art! , dei capo-scuola o dci loro seguaci, pure
anclie dopo (piella lettura potia tornar varitaggiosa
qiiella del presente Discorso, priiicipalmcnte dal lato
di una cotal Hlosofia piu universale e piu franca.
1/ ultimo Discorso reritato dalFAntore I'anno 1781
neir Arcadia s'intitola del coZo/v^o,- pur non presents,
come alcuni potrebbono credere, i precetti intorno
a questa dilncile arte del colorire, ma si unicamentc
un' ernditissima serie di riccrche spettanti alia storia
deir arte nicdesima. Nelle qnali , perche la pittura
ha per fondameuto il discgno , dovette ripetere di
necessita alcune di quelle cose che avea dette trat-
tando di questo nel prinio Discorso. Ma queste cose
ci bastino a provare quanto fosse il valore del Rez-
zonico nel fatto delle arti ; nel che direnio che il
Vasari, il Lanzi e il Visconti non potrcbbero adon-
tarsi se noi alia loro schiera lo aggiuno;iamo. Questi
tre Discorsi e il Ragionamcnto intorno alia volgar
poesia , di cui parlerenio fra poco , sono le prose
dal nostro Autore piu elaborate. 11 sno stile e no-
bile e vigoroso , ma non senza gravi difetti : fra i
quali voghamo notare principalmcnte lo studiato e
faticoso 2;irar dei periodi , ed uu soverchio abuso
di latinismi e grecismi , donde talvolta poi cade
nel pedantesco e nella oscurita. Per ultimo restaci
a dire come il Rezzonico fosse poeta.
Gia in sul principio del nostro articolo accen-
nammo die il giovanetto Castone fu per cinque anni
educate in Parma in un collegio in cui il Bettinelli
era maestro; che in Roma fu dagli Arcadi onorato,
e che a Parma poscia si ricondusse, e fu al Fru-
goni carissimo. Laonde i nostri lettori gia posso-
110 in parte indovinare il giud.zio clic noi faremo
delle poesie di liii. Perocche se il Bettinelli e il
Frugoui ebber possanza di trascinare cou loro quasi
rONTK DEI.I. \ TORRE BI REZZONICO. l3
tntta I' Italia , qiianto non e da credere die fos-
sero segnitati piu ardeiitemente da un giovane cre-
sciiito cd educato in gran parte fra loro , e dalle
loro lodi amnialiato in (juella eta che qnanto piu e
desidcrosa di gloria c di fama, tanto piu facihnente
si adagia nei consigli di coloro che gliene dipingono
agovole e gia quasi conseguito Tacquisto.'' E vera-
nientc fa maraviglia come un uomo avvezzo a bearsi
in quella perpetua seniplicita onde furono belle le
arti dei Greci , non conoscesse poi in quale intem-
])eranza di stile erano andati que' suoi maestri , che
il tumore e il rimbombo avean posto in luogo della
ma2;nificenza e deir armonia. Di die noi saremmo
quasi tentati di negar fede a quella solenne sen-
tenza di Tullio , clic tutte le arti air umanita per-
tinent! dice congiunte da un comune legame , se
non sapessimo che ai dcttati dei grandi filosofi non
bene contrasta chi si fonda su brevi e particolari
traviamenti. ]\la chi mai potrebbe persuadersi che
queir uomo il quale ])redic6 in tutto il tempo di sua
vita le lodi dei greci artisti, e levo a cielo il Canova,
perche gia faceva rivivere i niiracoli di quegli antichi,
quel medesimo poi atiermasse che le lettere italiane
ripigliavano V ottimo senticro sotto la scorta del Fru-
goni, ed appcna osasse di dire che V itallca poesia
lion era estinta til morire di si copioso poeta '(
11 Pvezzonico, siccome creatura del Bettinelli e del
Frugoni, fu amantissimo de'versi sciolti: in essi scrisse
la ma2;gior parte de' suoi poetici componimenti , o
senza dubljio i piu gravi : ne a cio contento, tolse
a difenderii in un Ragionamento sulla volgar poesia,
contro le opinioni, o piuttosto coutro gli scherzi del
Baretti. « 1 passi dello spirito uniano, dice TAutore,
» sono srm[)re umfornii in tutte le discipline , c
» prima di avauzarle se ne perfezionano gl' istro-
» menti. Non ist'uggi al profondo Neutono una ve-
» rita si importante ; e pero tanta cura egli pose
5> intorno ajle matematiche , e \ intricate filo svol-
j> gcndo di sottihssimi calcoliT all'antro si condusse
14 OPEIIE DEL C.VV. CARLO CASTONE
» solitario ed oscuro die abitava la difficil naturh ,
» e I'iportonne vittorioso i segreti c le leggi. Nel-
» ristessa guisa i piii illuminati maestri della poetica
5> si accorsero che il verso sciolto era il mezzo piu
» acconcio ad imitare Ic bellezze tutte dcir idea
M universale ed arclietipa , oude V oggetto formasi
■» dell'arte, giiista il dialogo del Navagero. » Gosi
rAiitore: ma non sarel)be difficile dimostrare la fal-
lacia di qiiesto paralello tra T nfficio della matema-
tica iielle itidagini del lisico, c ([uello del verso nelle
poetiche fatitasie , se a noi non bastasse il porre
in considerazione de' nostri lettori, come questo ar-
gomento ci condurrebbe a conchiudere die Y Ali-
ghieri e il Petrarca e I'Ariosto e il Tasso errarono
lontani dal diritto sentiero , avendo tessuti i mara-
vigliosi loro poemi prima che I piii illuminati mae-
stri della poetica avessero trovato nel verso sciolto
il mezzo piu acconcio ad imitare quelle bellezze die
sono oggetto dell' arte. E gia non vogliamo noi
dilimgarci dal Rezzonico per seguitare quella con-
traria sentenza che piacque al Baretti; ma soltanto
abbiamo voluto notare queste parole , affinche i leg-
gitoi'i ci dian fede senz' altre prove , se direm loro
che il nostro Autore reco in questa misera quistione
dei versi sciolti e delle rime tanta erudizione e gra-
vita, die non sarebbe poca a chi ragionasse per la
salvezza delle mogli e dei tigli. Ne il Baretti , a
nostro giudizio, erro gridando contro i vej'si sciolti
de' suoi tempi; e forse non bandiva la croce cosi
generalmente addosso ai versi sciolti , se non avesse
veduto che di que' giorni era questa la divisa di
tutti coloro che seguitavano la sciiola del Bettinelli
e del Frugoni , contro alia quale avea ben ragione
<li esercitare la sua frusta. E veramente prima del
Parini pare anche a noi die poclii versi sciolti po-
tesse vantare F Italia ; e nessuno igiiora per quale
immenso spazio il Parini si dividesse dal Frugoni e
dal Bettinelli. IMa la ragione prevalse air entusiasmo:
e il niunero castigato e quieto del cantor milanese
CONTE DELI.V TOHRE DI HEZZONlCO. 1 5
cterno il vituperio del Lombardo Sardanapalo, nien-
tre giacciono gia nelF oblivione colore dei quali il
Frugoni vantavasi eternar la memoria co' romorosi
suoi carmi. Ne e da credere clie il Rezzonico gia
avesse concetta nell' animo questa semplice perfe-
zioiie del verso sciolto , e che mentre si batteva
col Baretti non approvasse neppure le poesie Fru-
goniane , c nieditasse egli medesimo quel nuovo^e-
iiere che dal Pariiii fu aperto, e dal Monti poi re-
cato a soninia perfezione. Perciocche del contrario
ne accertano e le espresse parole del gia citato Ragio-
naniento , e il testimonio de' suoi versi. Aprasi il vo-
lume de' suoi poemetti, c leggasi nella prima pagina:
O candldo Censor di quante vergo
Di iigile lucerna al cheto lume ,
O sul roseo mattin delfiche carte ,
Caro alle Muse ed al cetrato Apollo^
Del mio Ubero canto oggi tu sei
V auspice degno , e nel sermon de' Numi
M' udrai narrarti qual tessendo inganno
lo vada agli ozj del pornoso autunno
In questa solitudine tranquilla.
Dove incolta natura offremi intorno
Sparse sul monte antiche selve e case,
Rustica vista,
Cercliisi YEsillo a Tamarisco Alagonio , e leggasi
nel principio:
0 Tamarisco , s' egli e ver die possa
Col suono lusinglievole de' carmi
Le tristi cure allevuir la Musa ,
Oggi te meco per I' ascrea pendice
Trarrb dolente in lungo canto , e forse
L' esule affanno spargerb d' obblio.
Me sulla balza di petron ferrigno
Serra Compian fra le sue torri , a cui
Fra Z" edra e il musco pel girevol fiance
Va lo squallor de' secoli serpendo ,
E I' odio accresce alle solinghe mura
Che porgon legge a' passi miei. Ma quale
Grata pub mai di ferree verghe , o porta
Lungo stridentc sui gelosi pcrni
i6 oi'r.mc nix c vv. cvulo cvstone
// libcro arrestar verso die sdcgna,
Non c.h' nltro , il fren delt eccheggianti rime ?
La nella parte pin agli Dei vicina
Ergesi il figlio cle' farUasnii , e moke
Coir armonico rombo delle penne
L' aurc a tondo aggirate. I modi miei
Or sempre tali non saran : T acerho
Diiol che nel logo del mio riior rixtagna
D' atri pensier con lenta nebbia assale
II lihrato siti {•anni ardito carme ,
E pigramenle lo richiama al suolo.
Esc V lia alciino a cui qiieste prove noti bastiiio, trovi
VAgatodemoue ^ e legga nel principio del primo canto:
Se del possente immaginar suW ale
M' alzo Iciddove si sottragge e perde
Di lieti colli in fertile pendio
II Ligure Appennin I' erte nevose ,
E il guar do volgo al bel terren che riga
Nicia , Parma , liidon , Po , Trebbia e Taro ,
Tiuto mi par di Numi pieno , e mille
S' addensan di poemi alti subbietti
E chieggon vita alia sospesa penna.
Non sa ragion de' vagabondi spirti
Il tumulto freriar. Nuovo inqmeto
Elettrico vapor ni agita e scalda ,
E fuor delle dischiuse ime latebre
Loquace turba di fantasmi elice,
E di pensier die turbinando in giro
Par che rapisca e insiem confonda ed urti;
Mentre a quel tocco la febea scintilla
Scossa nel bujo delle miste idee
Fa giorno all' alma repentino e scoppia.
Api'asi linalmente il sesto canto tlello stesso Agato-
detnoiie e leg2;«isi il primo framniento :
Salve , o Commercio , irrequieta prole
Deir alma industria , o di ricchezze ed arti
Auspice e padre, o di possanza eterno
Fonte alt Europa in mar tonante , ond' ella
Fa daW orto all' occaso , e daW irsuto
Tar taro err ante al barbaro Ottentotto
Su cento prore veleggiar suoi doni ,
E Ic nxinacce non mai vuote , e I' ire.
CONTE DELL A. TORHE !>! REZZONICO. 1 7
Salve , 0 DaCor di nuova vita , o Name
Dal bcl cintigUo cT oro , onde congiuiue
Furono in nodi d' amista le genu
Cui I' invida natura invan frappose
Gelo ed ardor d' inospitali cliini ,
Muti deserti , sitibonde arene
E di negre paure oscure selve ,
Ma pill per mostri e cieca rape in/ami
Spazj di mar. Tu ecc.
II Rezzouico adunque ne^ versi sciolti prese a nio-
dello il Frugoni ; e quindi e da fare di liii ([uel
giudizio clie del sno esemplaie ; ne accade clie noi
vi spendiaino parole. Al Frugoni si accosto pure in
gran parte anclie nelle poesie liriche , sebbene ci
scnibri che in queste gli appartenga piu presto il
nome di Arcadico clie di Frugoiiiauo. Perocche que-
st'ultimo per la vigoria deiringcguo che gli abbondo,
e per la feracita del pensicro che a lui fu moltis-
sima , non di rado spiego V ali ad altissimi voli ; e
a' suoi ardimenti e airiiupeto della sua veua acqui-
stava perdono , e talvolta anche lode , il furore ch' e
fondaniento alia lirica poesia. IMa il Rezzonico o non
voile o non pote in questa parte coiitendere col
maestro ; e quindi nel piii de' suoi componlmenti
accusa la scuola Arcadica piuttosto che gli ardimenti
Frugoniajii. Noi non ignoriamo per certo ne Fottimo
fine a cui fa instituita V Arcadia , ne F altezza di
que'dotti che a lei hanno appartenuto. Ma e si nota
la storia di quelFAccademia e del sno rapido deca-
dimento , che non e meraviglia se ci duoliamo di-
vederla troppo seguita anche in coniponimenti scritti
forse cinquant' auni addietro, o mcgho. Pertanto se
il nostro Rezzonico vuol cantare il console Sempronio
che passo la Trebbia, ecco egli personitica il tiiune
e ti dice che :
Infino al petto usci Trebbia dell' onda
E al corridor del console Romano
Clie di guerrier nitrito einpiea la sponda
Il fren riienne coUa glaiica nuuio.
Bibl. ItaL T. XXXVll. 3
1 8 OPKRE DEL C\V. OVULO C A.STONE
Se toclie a celebrare V Anno secolare. cV Arcadia , du
persona anche air anno e ti dice che:
Un vecchio egU e ma di I'ccchiezza verde ,
Cui vend lustri non han domo o stanco ;
L' inequicto pie vigor non pcrde
Se il crine e bianco.
Qual di si[onia neve iniatta falda
La barba irta discende a mezzo il petto ,
Apollineo furor gli anima e scalda
II diva aspetto ;
e soltanto dopo vcntiquattro versi ti svela chi sia
questo veccliio, e ti dice cli' egli e il sccolar d' Ar-
cadia anno giidivo.
Se celebru il parto d'una prmcipessa, egli si finge
in una valle suUa riva del Lario, e ti dice com'' era
gia presso a toccar la cetra,
Quando sfumar di nuvole
Vide ogni vel repente ,
Dolce aleggiando in aria
L' aurette di ponente ;
E il fervid' Eto c Piroe
Di lunghi crini adorno
Sparger dall' ampie ignivomc
Nari piii largo il giorno.
11 carro ecco di Venere ^
Che fra gli Amor seguaci
Lieve pel del traevuno
1 passeri procaei.
Nella canzone pel piimo parto di altra priucipessa
ti vien diccndo come parevagli d'csscrc sul verlicc
dcir EUcona ,
Dove coll' unghia solida
Dalle riposte vent
Fece scoppinr giii. Pegaso
La garrula Tppocrene.
Quando al sonoro margine ,
Ombrato il crin di mirto ''
Presso si fe' Lucrezio ,
Armonioso spirto.
CONTE BELLA TORRE DI REZZONIGO. I9
III mm' akra canzone celebrando T acclaniaziono in
Arcadia del principe Federico d' Inghilterra sotto i
iionii di Sebastc Cotilio , cost da principio :
lo vidi Apolline .
Dal hel crin cV oro '
Segnar nel cortice
D' un vecchio alloro ,
Gia membra caste,
Vieni , o Sebaste.
Amor, die in aniino
Gentile e lodo ,
E turde a sciozliere
Le Grazie il nodo
Gian fra le 3fiise
Miste e confuse.
E il tronco in faeili
Molli catene
Di rose aviohcro
E di verhene
Che agli Dei care
Accerchian I' are.
E cosi di visioni e di apparizioni va pieua la niag-
gior parte de' lirici componinienti: ne di questc ar-
cadiche iiiezie sono immuni neppure i poemetti, dei
quali parlanimo gia innanzi. A dire pertauto qugllo
clic noi sentiamo del merito poetico di Castoa Rez-
zonico , non dubiteremo di allermare cli' egli ebbe
da iiatiira vigorosa fantasia c imniaginazioiie ric-
chissima: die se fosse vissato iii altii tempi avrcbbe
potuto essere un pocta : ma iiicontratosi ad un"" eta
traviata e lontaiia dalFimitazione degli ottimi, e non
avcado aviita possanza di resistere alia corrente nella
quale i piii erano travolti , non fii altro die un facile
c vigoroso versc2;2;iatore. La quale sentcnza se forse
parru scvera e forte ai nostri Icttori, gia non sem-
brera iiigiusta a cliiun([iic Ic^;^!;:! le opere poetiche
del llczzouico : c ccrtanieutc il dover riuscire a
questo giiidizio a poclii piu die a noi csser poteva
gravoso ; die abbiamo coinuue colfAutore la patria
cui vorrcmnio illustrare colla virtu dei trapassati ,
20 Ol'KKK DEL CW. rAFxLO CASTONE CCC.
poiclic noil ci prende speranza clie i poster! la di-
cano c,loriosa per qucsta nostra eta. Del resto ne' li-
rici coniponimenti non nieno clie nei poemetti tro-
vansi qua ^ la alcuni alti e vigorosi concetti che ti
sforzano a dire : costui senti fortemente la vita : e
ti rccano a compiano^ere la condizione di tanti inge-
gni che vannn perdiiti per la stolta su[)erbia dc' mae-
stri ai cpiali soiio connucssi. Aggiungi die niolte poe-
sic del Rezzoaico sono piene di belle cognizioui, e
corredate di utilissimc note: di sorte clie se non vo-
gliaino che i giovani ccrchiiio in questi volunii un
modello da seguitare per farsi poeti, non vorremmo
per altro clie senza riserbo alciino rigettassero que-
ste poesie, come se tiitte e 'senipre fossero o dan-
nose od inutili. ISlel clie avremmo data lode all'Edi-
tore se in servigio dclla gioventu italiana non meno
clie della fama del suo Aiitore , avesse con piu se-
vcro giudizio iiegato luogo nella sua llaccolta ad
alcimi poetici compouiinenti clie mal rispondono al
iiome del Tvezzonico , e cli' egli medesinio non vor-
rebbe fare di pubblica ragioiie se vivesse ai di no-
stri. E ben poteva-por mano sicuramente a questa
scelta il dotto Editore , di cui conosciamo il dititto
giudizio confortato da un lungo studio dei classici
e da un lodevole esercizio nelFarte delpoetare. Se
non clie egli, rivolto a studj piu severi , attese in-
vcce ad arriccliirc i volunii di alcune belle ed. eru-
dite osservazioni , colle quali ora discopre qualclie
errore in cui cadde V Autore , ora aggiunge alia
dottrine del testo i trovamenti di questo secolo, ed
ora tinalmente acquista fede al Rezzonico col testi-
nio"nio di altri autori. L' edizione e assai bella e
conioda , di qualita clie se V Editore avesse voluto
aggiungervi alcune tavolc , non lascerebbe luogo a
ncssuii desidcrio.
2T
Dellc sciciizp statlstichc , lihri dodici di Antonio Pa-
DOFANI , professor e ordinaiio nelV I, R. Universitd
di Pavia. Tomo i.° — Pavia, 1824, dalla stam-.
peria di Valeria Fiisi e Camp., in 8.', di pag. 804.
L
E Tavole statisticJie del Gioja e gli Elementi del-
t arte statistica del Gagnazzi sono le clue niigliori
opere e Ic piu rccenti che vanti 1' Italia su questo
aigomento; nia le Tavole , a\. dixe del nostro autore,
sono fatte per coloro che sanno , e gli Elementi la-
sciano assai cose a desiderare. « Laoude, prosegu' egli ,
emmi pariito potersi dar luogo ad una tei-za opera,
alia quale sia proposto spccialmente lo scopo di for-
mare il criteria statistico nella studiosa o;ioventu, die
nel pruno anno degli studj legali a queste nobxlis-
sime discipline si accosta , acciocclie si accenda in
amore di esse. E mettendo Tanimo in questo inteu-
dimento ho tolto ad esaniinare tutti quanti gli ele-
menti , che alle scienze statistiche appartengono , nei
rispetti della ricchezza, della sicnrezza, della morale:
perocche tenni senipre la sentenza dilungarsi dal vero
coloro i quali non vollero ponderarli che dal canto
della ricchezza , quasi non sieno da desiderare poi
la sicurczza e la morcde. Delle cose discorse ho ar-
recato in mezzo le ragioni probabili ,. stimando er-
rare la via coloro che si tengono contenti alle pure
quantita : perche , a dir vero , in che pro mai tor-
iiano elle? Che se taluno avvisera spettare alcune
cose per mt dette ad altra scienza , lo prego che
voglia fare accurata considerazione al mio proponi-
nicnto , e vedra che non doveano quelle csser pre-
terniesse. Nel che fare di leggieri ho consentito al-
r opinionc di due ingegni prcstantissimi, che molto
avanli scntirono in cotali cose , alia quale pur e
mcstierc acqnetar V anirao quando piu ne cagtia della
scienza che di noi stessi , e sono il nostro Genovesi
aa DELLt: scienze .statistiche,
e il Sinclair. ITo aniato ezia'iidio di adornav V opera
di tcsti dc piu cclehri classici autori gioci c latini
clie alia ra2;ionata materia erano pertineuti: pcrcioc-
clie parnii sia ricliiesto a clu scrivc il ricordare alia
niemoria akrui i dettati dell' antico seuno e uoii gia
passargli in silenzio e quasi parere irriverenti. »
Fin (pii il sig. I'adovani al discreto lettore. Segue
r introduzione nella quale primamente Y autore si
]a2;na clie eoloro i qnali il preredettero in qiiesto
aringo, di niuna cosa altra si pigliassero pensicro clie
dclle orioinl delle statistiehc discipline , della loro
dcjiiiizione e partizione , del nietodo con clie gli ele-
ment! ad esse attinenli vogliono essere ordinal! , delle
fonti a che attingerli , delle diffcrcnze tra esse e le
scienze colle <£uali hanno relazione, delle ittilitd che
lie derivano e il loro fine, nelle cjuali investigazioni
tutti gli scrittori poscro \ animo senza avvedersi ,
die' egli, clie nientre alV omhia tenevano dletio per-
devano di i^ista il coipo della scienza.
L' autore passa conipendiosamente a rassegna tutti
i siiccennati punti dando su di essi le diverse opi-
nion!, autorita, congetture e sentenze tanto degli
anticli! come de' modern!; e dalle origini coininciando,
npta come molt! furon d' avviso aver avuto gli an-
ticli! contezza appieno delle scienze statistiche, altri
dandone la gloria a! Grec! , altri a! Roman!. Molt!
negano questo saperc agli anticlii e preiendono ve-
derne le prime ornie dopo il iS^i nelle rclazioni
clie 2^1! Ambasriator! venet! mandavano al Senate ,
raccolte e pubblicate quasi due serol! dopo dal San-
sovirio ; altri finalmente ne vollcro dar il merito agli
Ingles! ed altri agli Alemanni. *
Venendo a dire del nome, dopo un cenno suH'eti-
mologia, osserva clie piu di settanta detinizioni si
contano della statistica , e no! vedrcmo piu sotto
quella clie ne porge 1 autore come la piu esatta.
Per c!6 clie alle varie duist-oiii appartiene tutti
gli scrittori ne vogliono dare le proprie quasi la
scienza in essa riposasse, e no! tralasceremo di qui
anuoverarle per amore di brevitii.
LIBPJ DOmCI DI ANTONIO P.VDOVAXr. 23
Venendo al metodo da iisare per T ordinamento
degli elementi statistic!, Tautore fa nienzioae di quelle
dello Schlotzer , del Sinclair e del Gioja ; dopo di
che passa a ragionare delle funti alle quali si' attin-
gono gli elementi statistic! e le divide in pahhllche
e private, suddividendo queste in nazionall e stra-
niere ,■ dopo le quali cose osserva conie gli scrittori
procacciano per pin maniere di mostrare le differenze
die sono tra la statistica e le scienze aflini, cioe la
geografia , la tecnologia ecc.
Deir iidlitd della statistica mostra come a lungo
ed in pin guise se ne parlo , e spiega com' ella si
applicasse agli agricoltori, agli artigiani, ai mercanti,
a tutti i cittadini, ai governi, agli stranieri, e final-
mente ai posteri.
E venendo per ultimo a ragionare del fine alle
scienze statistiche proposto , nota come i piu con-
sentirono alF opinione del Sinclair esserne il civile
perfezionamento i e cpii conchiude \ autore meravi-
gliandosi come gli scrittori trattando di silfatte cose
avvisassero di avere bastevolmente detto delle scienze
statistiche , e si tenessero contenti a brevi prolego-
meni scolastici, scnza aver posto lo ingegno al cprpo
della scienza , ed avessei'o per srdici lustri voluto
premere Ic stessc orme , quasi quelle scienze avessero
ibrnito il loro legittimo corso e piu non rimanesse
die di adornare e coltivare le cose gia fatte. II die
viene dal nostro autore attribuito alia baldanza degli
uni ed all' inerzia degli altri , e fu motivo die 2;li
venisse nell animo gia dti tempo di trattare quelle
scienze come gli e panito coiivcnirsi , acciocclie se ne
possa il vera frutto raccorre , e giugnere cold ope dar-'
rivare s' intends.
A siflfatto suo proponimento comincia a nietter
mano col discorso preliminare piantando per prin-
cipio niuna cosa potere alle nazioni civili piu felice
avvenire , quanto die gli uoinini vivano una vita
agiata c sicura. E se cosi c, soir2:iu'in'e'>li , iioi pos-
Biamo termare : essere la piii felice conseivazione il
a^ DELLK SCTKNTIE STATISTTO.TTF ,
fine comune dclle^ civili socield , rid fa dl mesticre
(f^i^iiiiliici'i' coU (tziuJie concordc, pigorosa c contiiiuata
dc//f I'orze coinuid. Considerando ora nelle sue parti
priiicipali codcsto comune fine, noi ravvisiamo di
]c2,<iicii due scopi cssere a cpicUo proposti, ricchezza
e siairezza.
A conseguire la ricchezza iusiememente adoperano
la nntura e I'nomo: la natura colle terre e loro pro-
prietd naturalt , poi colle me potenze : V uonio colla
intelligcnzci , colla moralitd , colla robustezza.
02;ui corpo civile accio clie sia durevole, ed ag-
S;iuu2;a il line clie ad esso ,e proposto , fa d' uopo
che abbia una forza princlpcde direttwa insleme e
coat.tUci, per vigore e sapienza della quale tutti i
membii tendauo roncordcniente , vigorosamente e
coutinuatamente al niedesimo line. Questa loiza ( che
iliiaiiierenio anche autorita niodcratrice ) ad ottcner
il suo scopo si giova della religione ed istrnzlone per
iuformar T animo e la mente alia virtu, promuovere
il costume , ralTorzarc il carattere morale del volgo
e scuotere 1' iulingardia ; di leggi pctrticolari per di-
rigere le pubbliche industrie mostrando a cui una
Vi'a a cui un' altxa , c daiido quando un incitamento
a certe produzioui , e quando un altro a speciali
cousumazioni ; di onori e di pvemj perclie la virtu
abbia ricordo e guiderdone , e l uomo bramosia di»
emularla ; delT esempio perciocche la mente piglia
meglio per via dell' esempio la natura delle cose ;
del soccorso per sostcntare le forze deboli con pro-
porzioncvolc ajuto; di Icg^i gcnerali per proteggere
la vita, la libcrta , la proprieta , T onoie ; di magi-
strati clie sieno i custodi delle leggi; di armi che
lie assicurino T osscrvanza; di ^/zo/zze acciocche man-
tengaiio in vigore le nioltjplici forze. Finalmente
lautoi'ita moderatrice dee cospirare a quel line /Tza/z-
tenendo le relazioiii piit favorevoli colle altre potenze.
Le quali forze tutte quante sono con si necessario
nodo congiunte, clie niente puo riescire a suo line,
a riti'oso di quella inconmuitabil Icggc che tutto
LTCr.I DODICI DI ANTONIO PABOVANI. 2$
sottopose air azione reciproca tlelle cagioni , de' mezzi
e (legli elTctti.
Essendo le cose siffattamente ordinate in un corpo
civile il nostro autore trae occasione di venire alia
definizione della statistica cli' egli csprime nel mode
seguente , cioe dicendo die la sposizlonc esatta, me-
todlca e compiiita dello stato prescntc di tutte le foTze
socially e pe?- conseguente delle atdtudiiii, delle azioni
e. degli effettl delle medesime costituisce V obbietto delle
scienze statistich'e. Dal die si comprende , die" egli ,
assai dilungarsi dal vero coloro i quali riposero la
statistica nell" enunciazione delle quantita , non si
pigliando alcuii pcnsiero di discorrere le cagioni e
i mezzi die quegli etfctti partorirono. Ed e aiicor
manifesto, soggiugn egli , die se la statistica ha per
obbietto di niostrare le forze di uno stato per la
sposizione ragionata di tutti qnegli elenienti, die a
niantenerle deggiono cospiraie, si torrebbe e T unita*
della scienza, e mancherebbesi all' obl^ietto e allin-
tendimento di essa, se, come le piu persone fanno,
si volesse partivla in quelle divisioni di die abbianio
parlato , perciocche necessario e il legame di tutte
le parti. E finalmente , sostiene , molto ingannarsi
coloro i quali non vogliono consentiae essere la sta-
tistica di tanto mom^nto , die dir si uebba principio
e perfezionamento di ogni altra parte delle politidie
discipline. Ma a farli ricreduti , concliiude , varra la
trattazione della scienza die si propone di fare , of-
ferendo intanto ai lettori i quattro primi libri cqm-
presi in questo primo tomo della sua opera.
Ncl libro I tratta della topogralia , e quindi in al-
irettanti separati capitoli della posizione, estensione
e confini del paese ; della forma esteriore del suolo ;
deir acqua ; delle strade.; della fertilita. naturale del
terrene; del clima; delle citta, borglii, castelb, vil-
laggi , abitazioni ecc. ; e finalmente della distribu-
zione generale del territorio.
.Subliietto del II libio e la popolazione , e quindi
r importanza di essa; i varj modi iisati per conoscerla;
26 DELLE SOIENZE STATISTIGUE ,
le proporzioni fra i scssi, le proporzioni fVa i ma^
tiimonj c la popolaziouc ; la fecoudita dci niatri-
monj ; le proporzioni fVa le iiascite c la popola-
zioiie ; T orditie dclla mortalita-, Ic proporzioni fra
le nascite c le morti, c le conseguuiize die se no
possono derivare ; la probability dclla diirata della
vita umana ; la relazione fra la popolazione e il
tcrritorio ; la relazione fra la popolazione delle cam^
pa2;ue e quella delle citta; la partizione del popolo
nelle varic classi civili; le forzc lisiclie della popo-
lazione; le sue forze intellettuali; le sue forze morali.
Arii;oniento del 111 libro souo le industrie agrarie
ed i loro prodotti , dove in ventisette distinti capi-
toli trattasi i.° delle varie industrie le quali nella
denoniinazioue d' industrie agrarie si comprendono;
2." della caccia ; 3.° della pcsca ; 4.° dclla raccolta
degViusetti utili e delfestirpazione de'nocivi; 5.° dclla
raccolta delle piante spontanee ; 6.° delle miniere;
y° delle acque minerali; o." degli armenti; 9.° delle
greggie; 10. "" del baco da seta; ii.° delle api : 12.° del
pollanie; i'i.° dcirestensione delle proprieta; i4.''dei
sistemi coi quali si fanno lavorare i fondi; i5." dei
metodi o sistemi di coltivazioiie ; 16.° degli stro-
menti agrarj ; 17.° dei lavori at^rarj ; 18.° dei con-
cimi; 19.° delle biade, delle civ. i*' e de' loro prodotti;
20.° de' prati e de' loro prodotti; 21.° de' vegetabili
che si adoperano nelle manifatture ; 22.° degli orti
e de' loro prodotti; 23.° delle viti e de' loro prodotti;
24.? dcir olivo e delle altre piante olcifere; 25.° de-
gli alberi da frutto e de' loro prodotti; 26.° de' bo-
sclii; 27.° de' fondi coniunali e de' terreni incolti ;
2o.° Conclusione di questo libro.
Ncl libro IV tratta delle Industrie manifattrici £ va
considerando i.° f importanza delle arti e delle ma-
nifatture ; 2.° la divisione delle niedesinie ; 3." la
situazione e lo stato materialc delle fabbriclie mani-
fiittrici ; 4.° gf istronienti e le macchine ; 5.° la di-
visione ed associaziouc dci lavori; 6.° i metodi ed
i process! praticati nelle arti e nelle manifatture 5
Lir.ni DODiCT r»i antonio padoV-ant. 27
*r.° le qnaliLa , varieta , bdlezza e forme delle nia-
nifatluro ; 0.° la condizione dcgU opciai e de' loro
salarj ; 9." la ([uantita e valore dei prodotti delle
indiistrie manifattrici ; ic.'' le manifatture rispetto
alia produzione delle materia opportune; ii." Ic
maniratture rispetto ai bisogni , ai comodi , ai piaceri
della vita ; 12." gli ostacoli allWiitroduzione c per-
fezione delle manifiitture , ed i mczzi atti a promuo-
verle e ristorarle.
Data cosi uti' idea generalc dell' opera, noi entre-
remo nell' csaine critico di alciine sue parti.
I. Non ci garbeggia troppo la definizione clie ci
da r autore della statistica. Infatti, dire cli' ella e la
sposizione di tatte le forze socicili, e presentare una
idea inesatta e nel tempo stesso troppo ristretta ;
giacche le forze sociali^ secondo il comune mode
d'lntendere, non possono essere confuse c olle ybrre
fisiche della natitra ( temperatura , venti , 'ai'({ue ,
terrc , ecc. ) , delle quali la statistica suole e deve
occuparsi. Esaminando la tavola generale clic si trova
alia fine delle Tavole statisdche e le dilucidazioni die
ha dato 1' autore di esse nelf altra operetta sulf In-
dole e vantaggi della statistica, noi ci siamo formata
la scgiicnte delinizione :
cc La statistica e la descrizione ragionata dei
» luoglii e delle cose , degli uomini e delle abitu-
>) dini , delle Icggi e delle autorita pressb le partico^
3> lari nazioni, onde apprezzarne f aitooZe dc]:)olezza
5) o potenza , poverta o ricchezza, corruzione o mo-
» ralita , barbaric o incivilimento. y>
Se noi non andiamo e^'rati , cpiesta definizione
dimostra \ estensione e i conlini della statistica.
II. Non vedianio troppo chiaro quale vantaggi o
sia^per ridondare alia scienza la citazione de' testi ,
antichi e latini e greci , massimamente quando non
sono accompagnad da una traduzione italiana ; non
potendo ragionevolmente sup]iorre die tutti i loggi-
tori die si occupaiio di statistica, abbiano famigliari
quelle due lingue , e massimamente la grcca , da non
a8 n"ELLE SCIENZK PT VTTSTICirE ,
abbisognare del soccorso di una traduzionc. L' egre-
2;io nostro autore non o il primo die di questa
specie d onianieiito abbia fatto nso in ItaUa; il Ca-
gnazzl non la dimentico prima di liii. Veggansi
Nel tomo I, e pag. viii, ix, x, xii, 6, 7, 86.
NeltonioII, e pag. 142, i5i, i58, 160, 167, 296.
Ags>;iugneremo clie il professore di Pavia uscendo
iin cotal poco dai contini della scienza , lia citato
nella sua opera sulla statistica cpie' testi clie altri ci-
tarono parlando dell' agraria.
111. Senibra che il dottissinio nostro autore opini
essere stato il primo a considerare i singoli dementi
statistici sotto i rapporti della riccliezza , della sicu-
rczza della morale j in tal caso diremo che nelle 2 a-
vole statistiche dopo la descrizione di tutte le fonti
delle ricchezze, di tutte le azioni che le sviluppano ,
le modilicano , le cambiano , si parla delle leggi e
delle autorita che producono la sicurezza , delle abi-
tudini morali e della religione clie ne e il sostegno.
Leggendo cid clie dice il professore di Pavia della
sicurezza e della morale alia pag. 22 , 28, si vede
ch' egli segue le linee tracciate nella VI colonna del
quadra sinottico- delle Tavole suddette. Senza parlare
d' altri scrittori moderni , ricorderemo che Tacito nel-
r operetta De moribus Gcrmanoram (che e un ceuno
statistico sidF antica Germania ) addita e la ricchezza
( o per dir meglio la poverta ) e la sicurezza e la
morale di quelle popolazioni.
Noi diremo dunque
a) che il sig. Gioja diede la teoria nuda o per
dir meglio lo scheletro della statistica ;
b) clie il sig. Cagnazzi di Napoli lo impinguo ;
c) che il sig. Padovani v' aggiunse alcuni colori.
Questi colori consistono in alcune teorie inne-
state qua e la sulla scienza statistica, teorie che gli
scrittori allcconomia sogliono serbare od all' agraria.
Noi facciamo volonticri applauso al suo consiglio di
tmire nelle opere statistiche agli clfetti le cause che
li producono ; ma questo metodo . raccomandato in
LTBRl DODIGI m ANTONIO I'AUOVANI. 29
tuttc le Logiche, fu gia da liingo tempo seguito dagli
scrittori ] taliani , come si puo vcdere nel Quadro
statistlco del Mella , nelle Osscrvazioni sal Scrio , riella
Dlscussionc cconomica siil Larlo , ecc.
Ci sia ora permesso d' accemiare alcuue sviste clie
sfuiigirono al nostro aiitore.
§ i.° Sviste dl fattO'
I .^ Parlamlo del rapporto tra la popolazionc delle
campagne e quelja delle citta 1' autore dice :
cc A que giorni (1789) nell' Inghilterra , nell O-
» laada , nella Lombardia la meta incirca della po-
» polazioiie si vivea nelle citta ( pag. i38). »
Se questo lapporto era vero uell' inghilterra e nel-
rOlanda, attcso la copia delle loro arti e la prospe-
rity del loro commercio , il clie per altro noi iioa
vogliamo garantire, noa lo era certamente in Lom-
bardia. Infatti prendendo nn epoca a noi vicina (1810),
cioe un tempo in eui la popolazione delle citta do-
veva avere ricevuto aumenti, atteso T aumento delle
manifatture, e volendo estendere il nome di citta a
tutti i comuiii iniuati , abbiamo i seguenti dati pel
cessato regno d' Italia.
Popolazione totale del regno 6,209,983
Popolazione de' comuni murati . . . . 806,701
Resta la popolazione delle campagne 5,408,282
Quindi la popolazione delle citta non era nel
1810 un sesto di quella delle campagne ben lungi
d'esserle uguale.
Nel regno Lombardo Veneto la popolazione delle
citta giungc appena ad un quinto di quella delle
campagne.
2,° Alia pag. 299 ricordando Y autore la mania
per le merci estere, e facendoci supporre che que-
sta affezione non esiste in Inghilterra , perche ivi
non e permesso d' entrare in ccrte feste senza essere
vestiti tli stolFe Hlate , ordite , fornite nella contea ,
contliiude : « v pcro appo 2,1 Iii2.1esi il mercatante
3ci DELLE SCIENZE ST.VTISTICHE ,
» noil ha mcsticri di csserc, come lie' socratlci vcrsi
» del nostio Parini si legge:
(c Pronto inventor di lusingliiere fole
3) E liberal di forestieri nomi
» A merci die non niai varcaro i nionti. »
Qnest' asserzione e snientita dall' opera semi-
ofl'iciale intitolata : Statu dell' amminlstrazloiie della
Gran Bretagiui alia fine del 1828; ecco il testo :
« Le maniiractiirier Anglois a non-senlement vaincu
« Partisan Francois , niais , ce qni .est plus difficile ,
» il s'occupe niaintenant dc purger lb goat national
» du prej'iige en faveitr des marcJiandises etrangercs.
» L'exsjiose fait dcvant la cliambre des lords sur la
» situation de cctte branclie dc notrc iudustrie (se-
» terie ) ollre un exemple remarquahle de Pentete-
» ment du prejuge et combicn il est difficile de de-
» raciner les notions rccues. 11 est prouve que sur
» les soies passees en contrebande , ncuf-dixiemcs
» sont de manufacture anglaise, apportees de Spi-
» teltields , et non ])as des metiers de Lyon ou de
» Marseille ( pag. 189, 140). »
A proposito della mania [)er le merci cstere ,
osserverenio eke il nostro autore non ci sembra af-
fatto eseiite da quest' alFezione. Infatti egli cita jiiii
volte scrittori Francesi a pi'ova d' idee poco rile-
vanti, e ominette di citarc gli scrittori Italiaui nelle
opere de' quali attingc a piene mani (i). L' autore
(l) Grau parte delle idee saue del nostro autore c tratta
dalle segiieuti opere :
Tavole statistiche ;
Indole , estensione , vantaogl della statisticd ;
Sulle manifatture nazioiiali , Discorso papolare ;
Nuovo prospctco delle scicnze cconnnurhe ;
Del inerlto c dcllc ricowiieusc , ecc;
Eieuientl delP arte staiistlca del Cagnazzi.
Not avevaiuo stesa una tabella uella quale da un lato citn-
vaiuo gU argouieuti discussi dal nostro autore e le pagine della
sua opera, dall' altro i vokimi e le pagine delle suddette opere
anterior!; uia siccome questa tabella luiiclva troppo kinga I'ab-
biamo oine^sa.
LiBRi nonini di antonio padovani. oi
ricorda die nell' lagliil terra si danno prenij a chi
abbia mcglio tinto del colore proposto i drajipi di
Jaiia , di seta , di cotone , ecc, e non cita il R. de-
creto del 9 settembre i8o5 del cessato regno d' Italia,
tuttora vigeute , in forza del quale vengono premiate
non solo le invenzioni e migliorie d' ogni specie ,
ma anco la sola introduzione. Ecco dunque una nuova
prova clic i preghidizj possono esercitarc la loro in-
fluenza anclie suU'aninio di quelli clie li condannano.
3.° Si puo riguardare come errorc di fatto il rife-
rire incsattamente Ic idee altrui per procurarsi il de-
stro di confutarle. Nel nuovo Prospetto delle scienze
economiclie tonio II , pag. 281 e 282 si legge clie
dalla iiotizia isolata del rapporto tra la popolazione
e il territorio non si puo dcdurre nissuna conse-
guenza pratica , e nel caso per esempio clie la po-
polazione fosse scarsa a frontc dell'estensione terri-
toriale , resta dubbio se le cause morali debbasene
incolpare o la sterilita del suolo ( vedi il suddetto
volume alia pag. 181 ). — Cosa fa il nostro autore
per confutare quelf opinione :' Egli dice clie alia sud-
detta notizia unendo sei o sette altre , si dedurranno
pill conseguenze con buona loglca. Va benissinio, si
puo rispondere , ma voi cambiate un triangolo in un
quadrato e uscite dallo stato della quistione.
§ 2. Svlste (II. teoria.
I, Neir avviso al discrcto tcttpre V autore dice :
«; Dclle cose discorse ho arrecato in {mezzo le ra-
5) gioui probabdi, estimando errare la via queUi clie
:» si tengono contcnti alle pure quantitu : pcrchc a
» dir vera , in die pro mid tornano elle ? »
Ci scmbra cosa facile 1 additare in clie pro tor-
nano le (juautita :
1." Se due lerreni ricliiedcndo la stessa somnia
di lavori, f uno produce cinque sementi, I'altro dieci,
il legislatore avra ragione tli chiedere un imposta
come 2 al s<'condo, se dal primo ritrae lui imposta
32 nELT.E SCIENZE ST.VTISTICHE ,
come 1 , bcnclic noa saj)pia (piale sia la raglone di
quclla divcrsa teracita ;
2.'^ Qiiaiid' aiiclic la llsica c la fisiologla non ci
iiulicassero le lagioni probal)ili dellt; niortaliia diverse
secoiulo le eLa , pure ([iieste luorlalila ci servirebbero
seniprc uel calcoio de vitalizj c simili contratd •,
3." Suppoiictc die ill lui ospitalc siano stati
come scffuc i risultati di tre sale.
Sale.
]\Iortalita
per 100.
Durata
dell a
malattia
gioriii.
Costo
gionialiero
d' un ammalato.
A
B
C
10
i5
25
So
35
40
cent. 5
» lO
» 20
Queste quantita dimostrano ad evidenza clie
Tabilita del medico direttore della sala ^ e massima,
e quella del direttore della sala C e minima ; dal
die r amministratore dedurra , die fa d' uopo ritenere
il prinio, benche chiegga aimiento d onorario, e li-
cenziare il terzo quancT anclie volesse servire per
niente.
4.° Qualunque sia stata la causa dell' inonda-
zione successa in Pietroburgo il 19 del p. p. no-
vembre , e fuori di dubbio die le acque salirono a
piedi 16 '/a suir ordinario livello : 1' amministratore
dira dunque : quelli die in Pietrobmgo e nel cir-
condario abitano il piano superiore ai piedi 16 ^fa. ,
non lianno diritto di cliiedere soccorso alia beneti-
cenza del Sovrano , e lo lianno quelli die abitano
in piano meno alto , e questo diritto debb' essere
calcolato in ragione della quantita del danno con-
IVontata co.Ua quantita dell' asse.
Linni DOBrcr di antonio I'Adovani. 33
Ragioiiaroiio pi'esso a poco in questo niodo i tii-
buui dclla plebc T anno 'SjS cli Konia ; essi dissero:
le ])ubbliclic scritture fanno lede del censo c del
valsente di ciasouno; i icgistri privati dimostiano il
debito : dal coiifroiito di queste quantita risuUa clie
una parte della citta e opprcssa e somnicrsa dal-
r altra. In questo stato di cose csporre ]a plebe a
continue guerre e barbarie. — • Per decidere se la
miseria de' debitori aveva per causa la loro dappo-
caggine, i commissar j scelti per questo oggetto do-
vettero porre a confronto piu quantita , il nuniero
de' ligli, le giornate di lavoro, gli oggetti consumati
nelle faniiglie , ecc. II che ricordianio per conchiu-
dere clic le cause de' diversi elletti emergono per
lo pill dair esanie di quantita diverse , quantita die
talvolta possono esscre determinate con prccisione ,
tal altra soitanto in modo gencrico e vago.
II. Alle pag. 80 e 8i T autore dice die, siccome
non e senipre vero die all incremento della popola-
zione seguiti senipre un proporzionato incremento
di ncchezze , cosi non vuolsi desiderarc se non cpiella
popolazione la quale sia proporzionata alia somma
possibile dei prodotti dcUindustria di cui c capace
la nazione , cc quantunque se vi avesse una popola-
» zione sovrabljondante un tal'i stato non jiotrcbbe
>j durare chc puc/d gland , e il nataralc equilibrio
i) J.) res tame lite si ristabilircbbe per la Icgge dclla
>> neccssita. »
La seconda parte di questa proposizione e smen-
lita dalla stoiia del'.a China : Smith stesso, il quale
dichiara ricdiissima la nazione Chinese, acccrta che
il popolo e spesso costrctto a gcttare ne' liumi i
neonati e pascersi di carogne: tanto e vero che puu
cojitinuare la popolazione in uno stato di soprabbon-
danza.
Dire che quando i mezzi di sussistcnzii acqiiistano
vin ccrto grado di difiicoka la popolazione s' arresta,
non c distruggere il suddctto riliesso diuiostrato dal
fat.'O.
ntbl ItaL T. XXXVII. Y
3^ DELLF, SGIEMZE STATISTlCHE ,
III. Alia pag. i35 si loggc: (c paragonando la po-
5) jiolazioiie cli due Stati di eguale snpcilicic pro-
» duttiva , qiicllo direnio j)iu |iosscutc , il quale
» iiumticue niaggiore popolazioue, |)eiciocche e que-
5) sta esscn/.ialnieute collegata coUa niaggiore pio-
» spt'iiia c sicuivzza. »
(^acsta proposizioric non puo essere ammessa ,
oss(Muio Jioto clic un pugno di Spaguuoli soggiogo
miiioni d' Americaiii ; c alia China poclii Mandiuri
viusero niigliaja di Chincsi. Per calcolare la poten-
7.a , la prosperita , la sicurczza degli Stati non ba-
sta csauunaic la superl'icie produttiva e 1« niassa
degli abitanti; ta d' uopo aggituigcrvi le abitudini
deir iiiLelletto c i sentinicnti dell' animo ; pcrcio uu
agiicoltoie od ua artista inglese produce di piu
clic un agricoltore od nn artista egiziano ; ed un
abilaute di Sparta prometteva maggior sicurezza alia
sua patiia che cento sudditi Persiaai al lore re.
Auiiibale, benciie vincitore alia Trebbia , a Canne ,
al Trasinieno trovo in Roma uomini jnonti a morirc
per la Kcpubblica : all' opposto Alarico , ai Romani
chiedeuti cosa loro lasciava , la vild , rispose , e
qucsti uomini dcgenerati si spogliarouo di tutto per
liscattarsi; eppure (|uella capitale non era men po-
pobita che al tempo d'Annibale.
IV. Alia pag. 14T si legge : « le mo]ti])lici ric-
« chezzc sono appresso i pojioli sempre in lagione
» della somma dellc fatichc di tutta quanta la po-
« polazionc. »
Giusta quc&ta massinia che e di Smith , di Si-
smoade , di Beccaria , si dovrebbe ritrovare uguali
ricchezze, ovc e uguale la somma dclle fatiche , il
the e contrario all' csperienza. Nel secolo XVI i pe-
scaiori Marsigliesi prendevaao oooo tonni al gtorno ;
nel secolo XVIII non riuscivano a })renderne 600.
Colla stessa sonmia di fatiche si ottiene nella Svezia
dalle niiaiere di ferro /;opt'/e il io, 20, 3o , 40 per
100, riccke il 5o , 60, 70, 8c) ed anche 90. Si os-
servano le stessc dilTcrenze ncU'escrciziO dcllc arti e
MBKI DOniCI DI ANTOMO PADOVANI. 35
ilcl coiiinicrcio, soco:ido v.'ie souo favorcvoli o <;oii-
uaric le ciicostauzc topogfuliclie o per dir mcglio
Ic circostanze mtex'nc ed cstenie.
V. Dalla pag. icjS alia 201 1 adtore adduce divcrsi
argoinend contio T opiaioue die dichiara jjiii pro-
dutiivi i grand i poderi die i piccolj. Egli osserva
baggiaiaentc die iu {{iiesta qiiistioue nou si deve
])reiidere ad esame solanieute ia ricchezza , 111a aii-
clie la sicurezza e la morale , qaiiidi coadiiude :
tc Si coatroati la sicarezza di die si gode ia ua
» paese dove le proprieta soao divise, con quella
» die si lia uei paesi dove le proprieta soao in
» podie luaai ri unite , e vedrassi cola non essere
j» siciuezza , dove iiua classe auinerosa di popolo
y> sia ia aaa coadizioae precaria |)icaa di travagli
y> e di laiseria , e senza speranza nelT avveaire ; e
V dove aon e sicarezza aoa puo essere la morale.
Noi noil faremo risposta agli argoaieati del no-
stro aiitore, giacchc aoa si potrcbhe iiaire la di-
scussioae spedilaaiente : ci limiteremo a citare 1' Ir-
laada ove i poderi soao piccolissiiai e divisi in modo
<:!ic , giusUi il liaguaggio poco seasato del suo mi-
gliore poeta , ogni quarto d' acre di terreno mantiene
il suo uoino. la Irlanda la popolazioae delle cam-
pagac sembra giaiUn a quel puato in cui i pomi di
terra possoao essere 1' uaico alimeato dell agricol-
tore. Ora sicconic la cokiyazioae di questo prodotto
richiede podie giornate , quiadi qaelia popolazioae
e iiel teaipo stesso so^jrabboadaate, miserabile, oziosa,
vagaboada , avida di liquori , superstiziosa all' cc-
cesso , prontissima a ribellarsi. E siccome questi vizj
si scorgono aaclie lie' caatoai of 6' abltaiio Protestanti ,
quiadi aoa si jiossoao attribuire alia aota iatol-
leraiiza die esclade i cattolici dalle cariclie e delle
qiiali il paesaao lorse aoa coaosce acanclie iaonii;
ccco (liLiique un pucsc ul cut c massirna la dtvlsione
dc poderi e mudina la sicarezza e la morale. A quella
causa jiriacipale s' aggiuiigoao altre , e tra (pieste il
vivel'e 1 projjiietarj liiagi cLdla loro patria , c (juiadi
S6 DF.r.LK SCII.XZE STATISTICUK ,
la manoariza di qiirl patio:) • o clio i ]iior!ricrarj inglrsi
cscrcilano no' loio <a;in>rii , giacclir crodianio cnarc
]a via il uostro aiUovc allorchr attribnisce la pove-
ra2;iia iiitiicso alia c;raiulc/,za do' pochni ( pac;. 200 ).
Lc log2;i sid doini(-ilio , le viccnde comnuMciali , i'au-
meiilo drlk' inaccliine , die sehbenc ulilissime alio
Staio , noil lasciano d' essere inomcntancameiitc dau-
nosa ad una parte di esso , come lo piovano gli
sfbrzi della setta clie le spezza oviiiicpie puo , linal-
niciite le legs;! stesse relative alia poverta , sono le
cause che la ronieutauo.
La proposizioiie poi gencralissima clic dove, non e
siairczza non pnd rsscrr la morale , ei sctubra una
di (juelle iiiassime che vengono spacciate per dogiiia-
ticlic e cliC si trovano false in mille casi. Infatti la
sicurezza piio essere distrutta si da' nemici interni
chc da' nemici esteri : supponete un popolo inno-
cente che sia invaso da corsari ( il chc, a detta de-
2;li storiti, fa il caso degli Americani quando fu-
rono invasi dagli Spagnuoii ) : in qnesto stato di
cose la sienrezza deve cessare ; ma la baldanza de-
gli assalifori prova forse immoral ita negli assaliti ?
VI. Alia pag, 204 parlando de" proiHietarj che
danno nn fondo da coltivare ad una lamigija di co-
loni a condizione di dividere i prodotti , 1 autore
dice che « un tale sistema , siccome quello che 6
)> pill giusto, presenta molti vantaggi sopra ogni al-
y> fro , o si consideri rispetto all' interesse del pro-
s' prielario, od al vauta^gio pubblico , o iinalmente
5) al costume. Perche il coltivatore die j^er fiutto
y> del suo lavoro ha la meta dei prodotti del fondo,
» mette ogni sua cura ncl migliorarlo.
Anche su qnesto articolo la nostra opinione non.
consuona a qneila del jnofessore di Pavia. L' atti-
vila intatti e I nidustria , geneialmente parlando e
le eccezioni a jiarte , sono in ragione del guada-
gno probabile e della perdita temibile. Ora quando
1' agrico'tore divide il orodotto per meta col pa-
drone , r attivita e V industria non gli fruttano che
LIEIU DODICI DI AXTONIO ]?AnOVANT. ,^7
la iiietil del guadagno , V ig;noranza e 1' inerzia noa
r assoggettaao die alia nieta delUi perdita ; altioutie
c es))osi;o alia tentazioiie di iiibaie. Suecede V op-
posto quaiido il {>aesano paga detenninata quantita
di giauo per ogai peitica di terreno , ([ualuuque sla
il jiiodotLo ; dalle sue euie e sollecjtudini stiaordi-
uarie litrae uii vaiitaggio intero , come intero riseute
il damio della sua tiascuraggine. Nel secondo siste-
iiia aduuque c inassiivia 1 atiivita e nulla la frode ;
uel ])iiuio r attivJta e ininoie e la frode larilissiuia.
Dunque il prinio sistema e nieno proiicuo alio Stato,
al proprietario , alF agricoltore. Puo esserc benissi-
mo clie la reli2;ioae d aleuiie faiDiglie diuiinuisca i
difetti di quel niodo d aniniiuistrazione ; rua e luori
di dubbio ch egli presenta coutinui allcttativi alia
frode e tosto o lardi liesce a realizzarla , oltre di
sceJiiare 1 attivita.
Finalnieute la divisioue de' jnodotti per nieta
puo essere ingiiista lu piii easi. Di latto iu due po-
deri d' u2;uale estensione la soninia de' lavori noces-
sarj j)u6 essere luolto di versa : dunque di verso deb-
1) essere anclie il compenso al paesano clie gli ese-
guisce. Ora se la meta del rieolto e giusto compenso
quando il lavoro e agevole , il compenso dejjb' es-
sere Jiiaggiore della meta quando il lavoro c piii
faticoso. La parte del ricoUo , cui ha diritto il
])aesano , debb' esser uguale alia sojnma delle gioniate
impiegate a produrlo , valulate secondo i prezzi cor-
renti , piii un compenso per la direzione de la-
vori. Ora quella mercede e (piesto compenso in cir-
costanze di coltura diflicilc possono essere maggiori
della meta del prodoito.
Vn. Noi discordiamo dal nostro autore allorehe
<lice , ehe si deve evitare d animdestrar la plebe m
(id di die pud far seuza (pag. i5o), anzi portiamo
opinione doversi fare ogni sforzo oude rcndere per
qiianto si pub popolarc ogni ^eiierc d ulce iitdi e pia-
cevoll , accio la plebe acqidid tutta T istruzioiie di cut
e snscettihilc ; (piindi , per cscmpio , noi faccianio
38 PELLE Sr.IENZF. STATTSTTCHE,
applanso agli ahitnnti di Sumatra i quali in botanica
nosscggono cogmzioni die sorprfridono gli Eiiropoi.
la 2;cticrale cssi vcnjiono instrutti , sin dall inlanzia ,
non solo dei iiomi , ma aiico dclle propi-icta e degli
usi di ciascnn arI)oscello e di ciascuna ))ianta. Ncl-
r immonsa vaiicta di vegetabili rhc copiono la loro
isola , cssi distin2;uoiio il sesso di ])arcccliic pianto
rd albcri e dividono diversi geneii in gran mimcro
di specie come i nostii prolessovi. L' ac(piisto di
tjucslc e millc altrc simili cognizioni lisiclic o mo-
rali , oltre di fruttare piaccrc o iililita, occupa cpielle
ore rhc al giuoco vciTcbl)ero consecrate o alio
stravizzo.
Vlll. Alle svistc del nostro autorc uuircmo un f'also
mctodo di ragionare. Alia j^ag. 29 t c 292 per pro-
vare chc quel paese il (juale da le ]iroprie materie
prime alle genti estere per essere lavorate, soggiaco
a gravissimi danni , il nostro aiitore dice :
In tal caso cgli maiitienc gli opcrai rsLeri per
fahbricarlc , accrcscc la popolazionc drgll stjanieri^
aumcnta i modi delT unpiego dc loro capiudi; In hrcvc
accelcra i progrcssl dclla loro ricchczza c possauza.
Sembra a noi che non si debba cccitare ne' gio-
vani invidia, diffidenza, limore per 1' aumento della
ricchezza delle nazioni estere, 2;iacrlie questo au-
mento accresce per noi V eveniualita di vendcre
e di comprarc. L' acccnnata massima vnole dnnque
essere provata in modo divcrso : fa d" uopo diino-
strare che, a misura che le nostre materie prime
vengono lavorate tra noi , s' accrescono vantaggi ai
nostri propiietarj , capitalisti, dotti , intiaprenditori
qualunque, operai ed alio stcsso fisco.
§ 3." AUcrazioni alle tcorle volgnrmerite. note.
I. Giusta r antico priucipio nosse , posse, vclle fu-
rono ridotte a trc le forzc produttrici delle ric-
chezzc , potcre , cognizione , volontd. 11 potere In di-
viso in immediato e lisico, e comprcnde tutte le
LIHRI nODICI DI ANTONIO PADOVANI. 3n
fbrze della natura c dclF uomo si attiiali che precli-
spostc ; in niediato c morale c comprentic il danaro
e il cicdito.
II prolcssore di Pavia ha cani])iai:o quelle tic foize
nelle segucuti , intclllgcuza , moraUtd , rohitstczza ,
( pag. 19), e a nostro giudizio lia guastato la teoiia
economica. Infatti tiuti samio die aiico le personc
immorali aiano i carupi . escrcitano Ic aiti , dirigoiio
il conimercio ecc. I Caitaginesi , seuza cssere ne
conquistatori, ne ladri , si procacciarono niolte ric-
rhezze , benclie la fedc punica non fosse sinonimo
di buona fede. E ottiino consiglio Y associare 1' idea
della ricchezza all' idea della moialitd chc. c un ramo
del lolere, ma sembrcrebhc uomo strano chi volesse
cscludere dal novero delle riccliczzc ceiti panui ,
stoffe , tele od altro pcrclie eseguiti dai condannati
ai lerri in vita. La jiaiola poi robustczza prcsenta
un' idea lisica sotto la quale si dura Aitica a ridurre
i soccorsi chc nella produxione delle ricehczze ci
prcstano il danaro e il credito, cioe i banchi, i va- ,
glia, Ic cambiali, ecc.
II. La popolazione era stata divisa in due gcneri ,
e ciascun gcnere nelle sue specie , come segue :
/ Questo gencre comprende sci
I specie : proprietarj , capitalisti ,
Primo gencre : \ dotti , intraprenditori qualunque ,
viventi con ca-loperai, niagistrati.
rato neirazienda\ Queste sei specie si dicono jyro-
Bocijile. jduttrici perche il moto dell'azienda
j sociale risulta dall' azione simulta-
\ nea di tutte.
/ Questo gencre comprende due
Sccondo gencre: \ specie :
viventi scnza ca- ) Viventi senza carato con assenso
rato ncirazienda jdc' caratisti, classi povere.
socialc. I Viventi senza carato contro 1' as-
(, senso de' caratisti. classi ladre (i).
(t) Sidle nianifatture naziou.ili pag. 1.
40 DELLE SCIENZE STATISTICIIF, ,
II professore di Pavia ha cancellato la tlistinzione
dc' gcneri cd iudicando solo le specie ha confiiso
insicmc Ic chr^si produttrici e le nou produttnci
( pap;. 141 5 142 ) • dope rpiesta coufusione riuseira
])iu difficile ai 2;iovani il Tare risposta ai noti soiisnii
di Smith e di Si ,moude , i quali cacciarono i dotti,
i masi;istiati c il loro se2;uito dalle classi produttrici ,
perche nell' officina sociale uon compariscono colla
seme o col martello in niano.
§ 4.° Maucaiiza.
In questo paragrafo ci tcrremo ristretti giacche
ci sarehhe difficile il dire tutto.
I. TopogTafia. 11 nostro autoje parla a lungo del-
r influsso deir umidita , della rngiada , della neve,
del calore , suUa vegetazione ( pag. 53 , 63 ), e non
dice nulla dell' influsso del clinia sulla costruzioue
delle strade , sull' esercizio delle arti, sui moti del
comniercio , sulla quantita de' consumi , sulla qualita
delle religioui , sulle epoche del matrinionio, sulla
sorte della piu amabile e piii infelicc nieta della specie
uniana : incliniamo a credere die Y autore ad alcune
di quest? uiancanze supplira forse in seguito.
II. Popolazioiie. L' autore parla delle proporzioni
tra i sessi, elcniento statistico clie presenta risidtati
poco fecondi in Europa , e dinientica i uiovimenti
delle popolazioni die escono od entrano , niovinicnti
che hanno rapporto coll' agricoltura , colle arti , col
commercio , colla sicurezza , e provano talora dipen-
denza tra le pianure e le inontagne , talora niiseria
o iutolleranza , talora dispotismo in uno stato o li-
beralita in un altro , ece.
III. Agricoltiua. L' autore vuole che lo statista dica
il niodo onde si fa seccare il lieno , osservando se
si faccia seccar piu presto che si puo ecc. (pag. 226),
e non gli raccouianda di prendere ad esame il niodo
con che si misura I'oncia d' acqua per le bocche d' ir-
rigazione , modo che e diverso nellc varie provincie ,
e sul quale discordano tuttora i maestri dell' arte.
LTT5RI DODICI DI ANTONIO PADOVANI. 4 1
L' autorc vuolc die lo stadsta veriridu il tcmp6
nel quale si fa la vendemmia, e dimentica di ricor-
dargli di verilicare:
1° II tempo in cui le vid , gli ulivi e gli altri
alberi frutdteii rimangono senza dar iiutto , tempo
in cui il capitale iinpiegato in piantagioni e terreni
non presenta iiiteiesse ;
2." II tempo die durano le viti.gli ulivi e gli
altri alberi liiittileri, pev cui si riproduce piu presto
o piu tardi la necessita delle spese per ripiantarli.
L'autore ricorda die gli iinlizioni soprintendevano
alia custodia e conservazione de' bosclii e delle fo-
reste ecc. , e trascura poi d' indicarc alio statista il
metodo con cui calcolare T annua rendita dunbosco
die venga tagliato dopo regolarc pcriodo di anni, ecc.
Alia pag. 'j:5S, 256 T autorc esponendo la forinola
pel calcolo della spesa e del prodotto nell' agricol-
tura , ommettc i seguenti elementi die ci seiiibraao
essenziali:
i.° L' onorario del direttore de lavori, il die non
puo essere conruso coi salarj e colle mercedi gior-
naliere -,
2.° Le spese per iirigazioiie ove esiste e come
si usa sempre per le risaje e spesso pc' pi-ati ;
3.° Le deduzioni per infortuuj celesti, le quali ,
come c noto, voglioao essere diverse si per la qua-
lita delle specie coltivate , die per la posizione in
piauura o in moiitanna;
4." Le deduzioni per imposte nazionali , provin-
dali , distrettuali , coinunali ;
5.° L' egregio autore ha ommesso d' additare al
giovine il modo con cui si calcola il prodotto me-
dio , quantita che dipende dalla ruota delle scmi-
nagioni, la quale non e la stessa in tutti i fondi.
Finalmente un omissione generale , e die a noi
sembra rimarclicvole , si e il non avere T autore
metodicamente a suo luogo acccnnato le cose e le
azioni die i legislatori sogliono conteniplare nclle
leggi , con cui or bene or male niodilicano le varie
4a DELI.E SCIENZE STATISTICITE, CCC.
fonti dclla produzione , lege;! relative alia caccia ,
alia pcsca , alia nielallargia, allagricoltura, allc arti:
prcscntaudo uu bi\vc cstialto di qucstc Icggi al
giovlne statista , lo avrcbbe diretto iicllc sue inda-
gini e abituato a scoprire riiiflusso della legislazione
suUe vicende dalle ricchezze. Questo lavoro uon era
molto difficile , giacche si vcggono di gia tracciate
le prime liiice nelle Tcwole stadstichc.
I poclii difetti che abbianio rimarcati ncll' opera
del prof. Padovani noii isceniano i niolti pregi che
la distin2;uono, e ti-a questi notererao la coj)iosa cru-
dizione , la buona Filosoiia , la facile esposizione, lo
stile terse , f ordine nelle parti finora sviluppate , e
soprattutto T abitudine di ridurre i calcoli statistici
agli elementi clie compongoiio la spesa e il prodotto,
unica guida che conduce con sicurezza nel labirinto
delle scienze ecouomichc ; quindi opiniamo che si
debba concedere al nostro autore la lode di giudi-
zioso conipilatore.
43
Memoric raccolte da Francesco Canvelliert intorno
alia vita cd allc operc del pittorc cavnlicrc Giuseppe
Errant E di Trapani , defnnto in Roma ai \b di
fcbhrajo nclV anno 182 1. — Roma ^ 1824, presso
Fiances CO Bourlie, i« S.*^, di pag. 220, c una ta-
vola in rame.
Oi potrebbe quasi dire degli artefici cio che Vol-
taire disse delle donne « la loro vita e sempre
xm romarizo ». Se non clio nclla vita di qiieste
r aniore e Tintrigo forniano la tela principale, e di
<[uclli noil altro clie una certa siravaganza di carat-
tere e per lo j)iu nn' imniaginazione esaltata ne rende
strane le awenture. Pochi romanzi mcritano questo
noine piii della vita di Ccnvcnuto Cellini , c poclii
libri sono piu istruttivi del suo almeno per chi studia
gli uomini e la storia non delle battaglie, ma dei co-
stumi de' tempi. L' abate Cancellicri e .1 racer utorc
delle ]\Ieniorie che annunziamo. Ei conobbe in Roina
il pittore , gli fu amico, e non contento di essergli
liberale do' suoi consigli , de' suoi lumi quando quegli
vivea, voile giovare alia lama di lui dopo eh' egli fu
rapito alle arti. Chi non conoscc la dottrina e Tania-
bilita dcir abate Cancellieri :! Non ci ha viasgiatore
istruito che visiti la eitta eterna e che non sia sol-
lecito di conoscere di persona il Ictterato piu distinto,
piu cortege , piii conuinicativo in qnella Uietropoli. Pi\i
viag2;iatori d'ogni nazione hanno espressa anche a
noi la loro ammirazione per Y abate Cancellieri. Noi
abbiamo reso conto schiettamente di varie opere di
lui , e ncir epilogare anche questa non ci dipartire-
mo da qnella liberta di giudizio che sola puo ren-
dere utile e conimendevole il nostro peiiodieo lavoro.
L autore sara veridico ed esatto per cio che risguarda
le notizie di Konia e de' pacsi vicini , ma in quella
parte che ispcca la vita delF Errante a Milano ha
44 MEMOUIE RACCOLTE DA F. C\NCELLIEKI
lasciato corrcrc qualrhc inavvcrtenza chc ci faremo
calico di notare. Veniamo al libro.
Nacqiie Giiisepjje Errante il IQ marzo i~6o iicUa
citta di Trapani ia Sicilia. Suo padre Giuseppe mei'-
cadaute di pclli e di suole voleva istii.dare il ligliuolo
per la sicssa proi'essionc ; ma lino dalla [)ucrizia una
prepoteute inclinazione alia pittura lo divago e ne lo
rese contrario e restio. E^U di continuo andava colla
niatita scgnando e delineando liiiiue dapi^crtutto , e
con ferrctti e stili sopia le pelli c le suole della sua
botte2;a , di modo clie quella popolazione , sino a certo
tempo , use chiamarlo col soprauaome di Quastacuoi ,•
e perlino nclle pared della Chiesa die solea Irequen-
tare faceudovi in graziosc caricature i litratti somi-
gliautissimi de' preti e de' cherici die 1 ufliziavaiio ,
da costoro indispettiti vcuiva rimproverato perche
non coltivasse piuttosto la professioiie del [)adre. Ma
quando di soli 9 aimi ebbe ritoccato e colorito la
ligura al naturale di uu Cristo risuscitato , quegli
stessi preti e que' dierici ebbero ben presto a dis-
dirsi, e il capitolo della collegiata di S. Pietro e
r arciprcte D. Francesco Morello tanto operarouo
presso i geuitori del giovinetto die linalmente ot-
tennero ch ei fosse mandato alio studio di Domenico
Nolfo scultore di quella citta.
1 suoi progressi furono i-apidissimi e non avea
die 12 anni quando cessato aveudo di vivere uno
de' piu distinti patrizj di Trapaiii ( il cav. Don Be-
rardo XI di Ferro ) secondo il costume del luogo
fu cliiamato un pittore a fargli il ritratto. Gostui ,
Dio sa die pit tor fosse, comincio il lavoro , ina tro-
vossi a mezzo cosi impicciato die non ne pote uscire;
fu cliiamato f Errante e voltatagli la tela a ritroso ,
fu messo a dipingere il volto di quel morto colla
stessa tavolozza lasciata dall imperito artdice ; ed ei
benche tuttora iuesperto e poco pratico del maneg-
gio de' colori riiisci a coglierne la somjglianza ma-
ravigliosamente , di modo die si procaccio molta
fania e buone protezioni : si puo dire die da questo
INTORNO AL PITTORE CA.V. G. ERRA.NTE. 45
primo buon successo ne A'^enissero tutti gli altri. Fra
<|ue8ti e da iiotarsi un qnadrO d' invenzionc ( il tran-
sito di S. Giuseppe ) clie gli fu subito commesso e
ch' egli non teniette d' aocettarc , riuscendo in esso
tanto al di sopra di un altio vccchio pitLore, pari-
niente di Tiapani, clie cestui ne divenne geloso e
il perseguito anclie lontano come vedrcmo.
Non cosi r onorato ed ingenuo suo maestro Do-
jiieidco JSfolfo , i! cpialc conoscendo le sue poclie
Ibrze e conlessandole , insinuo ai parenti del gio-
vine allievo di mandarlo a Palermo sotto maggior
iiomo ch' egli non era. Del che \ Errante conservo
cosi e;rata memoria , die nel 1817 ( 35 anni dopo )
fece inualzare tutto a sue spcsc un ricco e nobil
deposito in marmo nella cliiesa di Trapani ove fu
sepolto il Nolfo , deposito di cui 1 amoroso disce-
poio avea fatto il diseciuo , con le fi2;urc della sif'n-
titudiiie e del rispctto , e a cui furono apposte due
iscrizioni , una iu latino e V altra in italiano.
Ma anclie in Palermo il nostro Errante capito in
cattive mani , poiche fu raccomandato alio studio di
lui Cappuccino , il padre Fedele di S. Biagio , di cui
il discepolo conobbe ben presto la niediocrita , e
cpiindi poco dopo frequentando egli piuttosto lo stu-
dio di altro pittore meno cattivo ( Qioachiiio Marto-
rcaia, tutti nomi ignoti alle arti ) n' ebbe proibizione
dal frate sotto pictesto che il Martoraiia puzzava
d' eretico. Tomato a Trapani , dipinse un secondo
quadro , la B. Vergine del Carmelo in atto di liberare
le anime pwgand, die si conserva 2;e]osamenie. Ivi
eli fu olVerto iiu vantao-g-ioso matrimonio ; ma la
pittura poteva in lui pin di cfuello die potessero
le domic e h; fortuna , e quindi dicliiaro die se
avesse trovato clii fosse disposto a mantenerlo in
Pvoma ove jiotesse perfezionarsi nelf arte sua avrebbe
inipegnata la sua parola di sposare dopo un certo
tempo ia giovaiie propostagli. Cosi fu fatto , e il
nostro Errante trovossi felicc a Roma in mezzo a
tanti monmncnti di ogiii genere sullo studio de' quali
46 JtEMORIK RACCOLTE VS. I'. CA.NGELLIE1U
andava I'orniauclo il siio gusto e la sua inanici'a tli
fare. Quivi imparo la prospctdva, 1' arte di ristaurar
autichc pitture , c studiossi ancora di acquistar luiui
scieutilici col consorj;io dcgli uomiiii piu eruditi. Sc
lion die avendo T abilita audie di cantare cou molta
grazia le cauzouctte siciliane e di accompaguarsele
col salterio , nc era spesso ricliiesto da liete com-
pagiiie di suoi iiazionali, e andava la sera a cantare
e suonare in (jualche geniale conversazione. Dalla
([lude circosfanza prolittando l' invidia dell' olleso e
incttb pitiore di Trapani lece col mezzo di un suo
fratello die studiava pittnra a Roma , pcrvenire let-
teie ai parenti delWEnante , colle qnali dicevasi mali-
gnamcnte die il ligliuolo non facea die il dissipato e il
2:ozzovilj;liatore, badando alle rasiazzc e al bel temiio
e niente piii alia pittnra. Quest' accusa intorbido mo-
mentaneainente la qiiiete del gioviiic artellce, ma la
verita venne ben presto a galla , e i suoi protettori
gli concessero con doppia eiiergia il lor favore.
II nostro Errantc cominciava gia ad aver nonie, c
molti lavori gia compiuti avea non solamente a Roma,
ma chiamato anche fuori, e portatosi a Civitavecchia
vi dipinse la cupola della chiesa dcllci Mortc. Pare
die in mezzo a tante occupazioni dimenticasse vo-
lentieri la sposa e le promesse di matrimonio , ma
la signora D. Giuseppiiia Vidtaggio c i parenti di
lei non vollero aspettare piii oltre : il nostro pittorc
i'u chiamato all' adempimento della sua parola , cd
egli celebro le sue nozze. « Ma dopo tre mesi di
lieto ed amoroso trattcnimento ( cosi dice il biogiafo )
si divise dalla sua sposa che lascio alHittissinia pel
troppo sollccito suo distacco , e che per le conse-
cutive vicende non pote mai piu avere la sorte
di rivedere ». Questa separazione , della quale piii
non si parla , sembra un po' troj^po laconica e
precipitata , ed il lettore avrebbe I'orse braiiiaio di
studiare il carattere dell' Errantc col conoscere le
cagioni di cotcste matrimouiali scissure. Recatosi a
INTORNO \L PITTORE CAV. O. ERRXNTE. 47
Napolj c presciitatosi al Re ottenne cli essere man-
dato a Roma, ove prosegui ne' suoi stiulj.
Lc turbolenze politiche colpirono d infoi'tunio il
iiostro trapanese arteHce, e rupjiero il filo anche de-
gli stiulj suoi; imperciocche mentre era in Napoli per
dipingere uno de' saloni del palazzo di Caserta ac-
cadde cbe uii giovine compatriota dell Errante teuto
d' cccitare una rivoluzione in Trapani , e quindi lu
dato ordine di arrestailo. L' Errante ch' eragli amico
c saputolo in tempo , di concerto con un imprudente
religioso trapanese , incantamente s indusse a scri-
vergii una lettera clie lo avvisava di liiggire. Questa
leltera venne intcrcetta e fermo il corso agli onori
e alia fortuna die si paravano innanzi al nostro pit-
tore. Costretto a iiiggire travcstito si mise in mare
sopra un battello ; ma svcnturatanicnte jireso in so-
spetto da' marina j , lu harbaramente spogliato de' suoi
abiti , gli lu rubato tutto il danaro , e venne get-
tato a lorza nelF onde. Sapendo per'buona sorte nuo-
tare si salvo in una delle isolette vicine a Napoli.
Una capanna da pescatore lo accolse: vestito da ma-
rina jo torno nascostamente a Napoli , ottenne un
passaporto sotto il falso nome di Giuseppe Pcllegrino
calabresc , maestro di scherina c dilettante d' antiqua-
ria , c si volse verso \ alta Italia. Venne a Roma ,
poi ad Ancona, dove ammalatosi nelT albergo, fn
comunicato per viatico ed anche munito dell' estrema
unzione ; ma riavutosi contrasse amicizie e prote-
zioni, e colla scherma in cui era valentissimo , e
colla pittura potc procacciarsi da vivere decoro-
samente. 11 cardinale Vincenzo Runuzzl^ governa-
torc di Ancona , gli diedc commissioni , c il condusse
seco a Smigaglia dove volcva giovarsi de' suoi con-
sigli per V acquisto di qualche quadro in occasion
delta liera. U Eiraatc g-iunto a Siniciafflia, dai ne2;o-
zianti di quadri lit conosciuto e salutato col suo vero
cognomc mentre girava per la liera col cardinale,
chc lo conosceva solo [K;r Pellegriuo-., temendo per-
cio di qualche binistro accidcnte , si avviso di partirc
48 MEMORIE UA.CCOLTK OA F. CANOELLIERI
repcutiuainento , lasciaado im Ijiglietto di scusa al
suo pvotcttore.
Si porto direttamcnte a Milaao ; ove ginnse al fine
d' agosto del i~<.)S. Qui a[)puato fece le sue opeic
])iii rinoniato. Vciiuti i Fiancesi , fu da essi enia-
nato im online the scacciava tutti i forestieii dalla
citta e gli obbligava a restituirsi al loro pacse. Er-
raiitc si porto sid^ito da Mlassena per chiedere gi'a-
zia ; il generale lo accolse ottimanieute e desidero
di veder qualclie suo lavoro. L' Eirante gli fece por-
tarc la replica di uu quadro di Angelica e Medoro
che avea f'atta pel cav. Locatclli medico di cortc.
11 generale lodo assai quest' opera e gli fece inteii-
dere clie se l' avcsse a lui ceduta I' avreJjbe somma-
nientc gradita. L' Errante non esito ad assecondare i
desiderj di lui, e n' ebbe una borsa di luigi che
tutta intera lascio ia anticauiera al canieriere del
generale.
Ritornati gli Austriaci a Milano, fu da' suoi invi-
diosi accusato di glncobinlsmo e fu posto in gravi
angustie , dalle quali lo tolsero gli aniniiratori ed
amici suoi , e fra questi adoperossi specialuiente il
virtuosissimo architetto sig. niarchese Cagnola , che
peroro la causa di lui c lo salvo da ogni dispiacere.
Tornati i Francesi , iiisorsero nuovc molestie ed ei fa
accusato di arlstocrazm , ma ne usci sempre vitto-
riosamente e n' ebbe oiiori e distinzioni lusinghe-
volissinie.
Tra le altre sue abilita avea quella di saperc egre-
giameate iniitare lo stile de' piu eccellenti pittori. 11
cav. Sommariva ne acquisto un dipinto alia correg-
gesca , e invito alia sua niensa i piu accreditati pit-
tori. Fiiiito il pranzo li coudusse in un gabiiietto
ove loro mostro questo quadro , cercaudo di quale
autore lo credessoo ; e tosto il piii rinomato di essi
scosso da improvviso entusiasmo si gitto in ginoc-
chio e baciando per riverenza il quadro esclamo ,
c clil inai pad avcrlo fatto se non il divino Correg-
gio ? Sommariva ben sapcnda 1' astio che covava cosfui
INTORNO AL riTTOKE CAV. G. EHKAISTE. 49
coutro di Errante , non pote contenersi dal dirgli :
Ebbcne i^oi fate guerra a chi e capace di dlpingere
come Cor?-cgglo. Sappiate che esso e di Errante. Alle
quali parole inipallidi il livale c tutti gli altri ri-
masero confusi e amniutoliti. 11 Somniariva dopo
di qiiesto ajieddoto che paleso pur all Errante, com-
mise a lid stesso aiiche il suo graa quadro del
Coiicorso dclla Bcllezza che fece taiito parlare di se,
e die fra i molti applausi ebbe \ ouore anche di
uii bel poenietto in versi sciolti del nostro biblio-
tecario consigliere Robustiano Gironi.
Noi non possiamo scguire minutamente ne la sto-
ria ne il catalogo di tutti i quadri e delle niinori
operc del nostro artefice come la il dotto Ijiograf'o,
il quale riportando c[ua e la de brani di lettera or
dell Errante stesso, or di altre persone , ne fa op-
portuaan>ente conoscere il giudizio ed i pregi in che
si tenevano quelle pitture dai contemporanei. Ci ar-
resterenio piuttosto so]ira di un passo che tocca dav-
vicino il nostro niilanese Esculapio , il quale ferito
nella riputazione, e conie medico, e come onest'uomo,
non ha creduto di tacere , ma ci ha iudiritta una
lettera apologetica che i nostri letturi troverauno alia
line di quesio cpiaderno. 11 passo e il seguente:
« In tutto il tempo dclla sua dimora in Milano ,
avea tenuto in ailitto un appartamento del medico
cav. LocateUi , il cjuale avendo con lui forniato an
vitalizio , penso di fabbricargli a bella posta uno
studio piu grande con una luce migliore e piii adat-
tata per potervi comodainciite dipingere qualunque
gran ([uadro ». E piii sotto.
cc L appartamento del medico LocateUi fu teiiiii-
nato nel iebbrajo. Egli pero ( V Errante ) avea lis-
sato j)rudeiueniente di passare ad abitarvi soltanto
nell autunno , affinchc il calore di tutta T intera sta-
gione estiva avesse avuto forza di ben asciugare
tutto r uniido della calce. ]\Ia il medico incautamentc
lo assicuro die al principio d' aprile si sarebbe po-
tuto andare senza alcun pericolo ; e che per togliergli
Bdd. iLuL T. XXXVII. 4
So MFMOIUE llAGCOI.rK DA 1. 0 VNGELLUiUI
(jiialiin([iic scintjolo . si sarrl)l)e uiiito cgli btesso,
stMiza la iniiiinia diHicolta, a climorarvi in sua com-
pao;nia. 7\rccrtato cosi dalla supposta tapacita ed
fspcrienza del siio ospitc od aiiiico . s indussc ad
aiidarvj. ]\Ia dopo \m senicstie che v' inipiego di as-
sidinj lavoio juvr abhozzare e preparare g,li stud]
del suo gran ([nadro , in sorpieso fatal mente da un
iortissimo rciiiiui goiicralc . die i^Vi atracxo anrlie la
vista, e per cui nniase quasi cieco per quaianta gioriii.
Gli furono fatfc ventidue eniissioni di sangue , posti
i vcscicatorj cd i seiiapisnii . con lutti gli altri ])iu
<'(lioari rimcdj dell aitc medic a . suggenii dai piii
A alcnti profcssori di Milano e di Pavia , ehiamati a
consuho. ]\Ia I'u previsto da alcuno di rssi. che V ec-
ressiva abbondanza di sangne rlie gli era stata cavata,
eli avrebbe I'atto coutiuuare il renma alia cute, come
par troppo accadde ; giacche lln da quell cj; oca sem-
pre riniasc molestato ed alflitto da dolori rcumatici,
die 1 ban finalniente strascinato al sepoloro. 5>
Oualclie altra inesattezza e corsa nella parte che
lisguarda la Aita di Errante a IMilano, c ne acceii-
nereino alcuna.
Falsissimo , p. e., e cio che Y autore afferma alia
])ag. 2o, cioe che 1 Errante si assumesse T iucarico
di dipignere lo stemnia austrjaco secondando i de-
siderj del superiore dcgli Oblati , il quale ajjporlo
volea suUa porta della propria Congregazione. L Er-
rante bramoso di dar ])rova di sua gratitudine al
Governo, da cui state era benignaniente sottratto
alle persecuzioni de' suoi nemici , intraprese sponta-
neanieiite cotal lavoro e ne fece dono all" animini-
strazioiie dei fundi di Reuidonc . di cui era direttore
1 cgicgio D. Pietro Minretti. Lo stemina in iatti fu
collocato nella liinetta che sta sopra alia porta della
tasa vicina a S. Giovanni alle case rotte , o\c ora
sono gli Uiiicj dell Intendenza e della Censura . ed
ove allora trovavasi la suddetta Ainministrazione.
Esso rapprcpentava un Aquila in tutta la sua maesta
e si Hiirabiiiiienic coiidotta che senibrava a iva e non
INtOKNO AL VITTORH CK\. C. T.nn^^S^^. J I
(lipinta. Air un lato di essa ernno alciini libii, all'al-
(ro varj sacri arredi ; siniboli e gli imi e gli altri
della stessa Amininistrazione. Falso c pure rhe 1" Er-
rante in I\lilano abbia seinpre diinorato nclla casa
del cav. Loratelli. Noi stessi 1 abliiam veduto al-
ineno in tJiujue altre aliiiazioni , in ciascuna delle
quali aveva il suo sludio e dai nostii e dai fore-
isticri frequentatissimo. Sccvro di verita e cio che
si atierma del sig. Vincenzo Ferraiio. Egli ha bensi
(operto molie cariclie , ma non fu niai Ministro di
I'olizia. E per dire akresi qualche cosa delle opere
fatte dair Errantc in IMilano , non troviamo accen-
nati neir elenco clie di esse aggiuase il Cancellit-ri ,
ne la Tavola ilonata dali Errante al <ons. Gironi,
stiinatissinia anclie dai ceK'])errinu Appiani c Bossi ,
sebbene dell Errante non molto aniici ; ne il bellis-
simo ritratto della moglie del sig. Giuseppe Nova
grande aniico dell' Errante, c presso del quale con-
servavasi pure Y abbozzo dell' Antigone ; ne flnal-
mentc 1 ininiagine d' un guerriero della Croazia t"e-
rito , di tui il pittore ail' atto della sua partenza
dalla nostra citta i'ece dono al stiddetto sig. Ferra-
rio. A proposito del qua! dipinto crediani bene di
qui aggiugnore un altro curioso aneddoto . onde si
vegga quanto siano talvolia fidlaci i giudizj anclie
de' j)iu valenti maestri dc IT arte. 11 posscditore del-
r anzidetto Croato invito uno de' j)iii distinti uostri
artclici , celebre specialmentc per 1 arte sua ncl
i-estaurare le antiche pitture e nel jirolferire giu-
dizio intoruo agli autori di esse , pei'clie esaminar
volessc un <]uadro cli egli presso di se conservava.
Vcnne il jnttore, e non appena vide il Croato
die iiiarcanlo le ciglia esclamo : Cosa stupcnda!
(Jaesta e opera di antico peiiiidlo. 11 posseditore
lascio cli" egli ben l)ene ammijasse in ogni sua
parte il dipmto, e Hnalmente gli disse: Sappiate
che quest.! c opera di Errante. Allora 1' artehce ar-
rossendo sputnccliio dispcttosamente sul quacko e
ntir alio qiKisi di liiggirc dis%e: \ohva hen dirlo io ' ! !
5a MEMORIE RA.CCOLTE DA F. C.VNCELLIERI
E qnanto all' Errante in Milano, e d'uopo avvertii-e
ch'ejili ne' priiiii anni fu (lai nostri slessi pittori an-
che (li niasiiiior lama inualzato sino al teizo cielo;
raa pox, nou hcii sa|)rcnimo per qual lagione, venne
da que' nieclesinii f!;ettato negU abissi. Forse cio po-
trebbe in £;ran parte attxibuiisi al poco socjabile ed
altcro suo carattere , del qual difetto cgli date aveva
pi-ove non dubbie anche nelle altre citta , piocac-
ciandosi per tal suo contegno non fautori , ma im-
placabili nemici. Ne dee negarsi die alcune delle
sue opere aijbiano perduto ben presto di quclla forza
e vivacita di colorito, onde maravigliose senibravano
appena condotte al loro compimento. Bloke altre
iiondimeno , c fra queste le annoverate poo' anzi ,
si conservano bellissime, e come sc fossero or ora
dipiute. Fra quelle che sgraziatamente soggiacquero
a tale smarrimento , deve compiangersi il celebre
Coacorso della bellezza.
L' Errante fu sempre ammalato e cagionevole dopo
il suo viaggio da Milano. Ebbe non solo raille in-
viti lusinglievolissinii e mille oIFerte dalle principali
persone di Sicilia e di Napoli , ma ancora cariche e
commissioni e danari dal re Gioacliino , dal quale
fu fatto professore aatorizzato a stabiUre in Napoli
una scuoLa per istiidre la gtovenui studiosa delle belle
arti ,• ma egli arrivato a Roma non seppe o non
pote risolversi a proseguire il viaggio, e preferi ri-
manersi private , nascosio e cagionevole sempre di
salute in questa citta fino a che rese \ ultimo so-
spiro il giorno i6 febbrajo del 182 1. Nella sera susse-
guente in tras])ortato il suo cadavere vestito in abito
di cavaliere con magnilica pompa scortato dalla sol-
datesca alia sua Chiesa parrocchiale cli 6\ Salvadore
in Onda, noiulmente apparata a lurto , col suo stem-
nia fuor dclla porta espriiuente il cognome della sua
famiglia. Oltre di questo dispendioso funerale gli fu
fatto ultimamente auclie innalzare un nobile deposito
in un elegante bassorilievo rappresentante la Rico-
noscenzct piangente Jimauzi al bustodi hii, eseguito dal
INTORNO AL PITTORE C.VV. C. ERRA.NTE. 53
valente scalpello dello scultore siciliano sig. Leonardo
Pennino. L' abate CanceUieri ne compose T iscrizione
che si lesgie nella base del monumento, e die in-
sieme al disegno di esso e riportata in una tavola in.
rame incisa elegantemente a contorni ; tavola dedicata
alio stesso abate CanceUieri biografo dell' Errante in
qiiesti termini : Francisco CanceUieri liro omnigeiia
eruditione et suasitate ingend clarissinw vidua dolens
Errantis D. D. D. Dalle quali parole prendiamo oc-
casione di fare all abate CanceUieri !e nostre con-
gratulazioni e nello stesso tempo domandianio il per-
messo di fargli un rimprovero. Ne' prirai fog;li della
vita deir Errante abbiamo imparato a conoscere una
signora donna Qiuseppina Vultaggio die fu sposa del-
r Errante per tre soli mesi , senza dirci il segreto
di cosi breve connubio; e air ultimissime righe della
stessa vita ci si presenta la si2;nora Madlde Gattarella
vedova sua consorte da lui sposata in seconde nozze,
senza dirci ne dove, ne quando rimanesse vedovo
r Errante, ne il luogo, ne il tempo in cui contraesse
il secondo nodo , ne clii fosse e di qual patria la
seconda donna : di modo che il lettore trova scom-
parsa la prima troppo presto , e la seconda nominata
neir ultima scena troppo tardi e solamente al pro-
posito de funerali.
P A R T K \ I.
SCir.NZK tD ART! MECCANICHE.
Continuazione dcgll Attl dell' I. e 11. Accai/fmia econo-
mico-agraria del Georgofili Jt Firenze. Tomo S."* —
Firrnzc^ i8a3 , />res.yo Gnglielmo Piatli, dl pag. 492,
in 15." ( // Estrattu. Vedi U primo uel tomo 32.",
pag. no).
Memoria siigl' ingrassL del professore Gioachino Taddbi, alia
quala dallii Deputazione giiidicante fu decretalo I' onore
dellii stain pa.
lOl alibinmo dato im estrstto cosi circostnnziato e dif-
fnso ilella Memoria del sigiior Lamljrusciii scpra questo
stesso argonicnto, che noii possiamo senza staucai'e i nostri
lettori trattenerci lungaiiieiite snlla prcseiite, tanto piii
cij' essa conibiiia quasi in tntto co' priiicipj della prima.
Nel precedeiite articolo abbianio dato per esteso il pro-
gramma , ossia il quesito deirAccadeniia ;, esso e dlviso in
cinque jiaragrafi o quesiti sulsalterni. II sig. TnJdei divide
pariii'entc !a sl'.li Rleiiioria in cinque parti, rcme e diviso
il prograninia medesiii'io i cioe tratta nella pi'inia dclla leorid
degl' uigrassi e de.la niUrizione deile piante ; nella seconda
dell' injlnenza degl' ingrassi sul'a {^egelazione ; nella terza della
concintazione del terreni; nella quarta dello staLo in cui si
devono appUcare gt ingrassi sui terreni; nella qninta ed ul-
tima della custodia ed econoinica conservazione degF ingrassi.
L\'intore parte dagii stessi princijjj : le piante attraggono
il nuiriniento colle radici dal terreno, coUe foglie dalT at-
mosfera ; uia il nutrimento non puo essere assorbito se
non e loro omogeneo, cioe se non contiene gli elementi
onde sono composte le stesse piante ^ i principal! di sif-
fatti elementi sono il carbonio, I'idrogeno, P o=sie;eno e
ATTI DEM, t. F, n. \COADEi\T( V OCC. OO
r azoto , i quail modificatl e combinati in varie guise
danno Inogo alia fonnazione della sostaiiza legnosa , della
gomma , della t'ecola , dello zncchero , della resiaa , degli
olj , ecc.
Le iiiaterie dunque piii atte a somiiiiaistrare alimeato
alle piaiite sono tutte quelle dL provenienza organica, o
animali o vegetabili, le qnali per mezzo d'una decompo-
slzioue artiliciale o spontanea sono suscettibili di risolversi
neglL eleiiienti sopra enusiciati. Dal clie risulta clie assai
numei'osa e la seiie delle materie che iinplegate a questo
uopo si distinguono col nonie d' ingrnssi , o di conciini.
L' autore da un quadro ntetodico di quest! ingrassi , il
quale quantuuqne sia a nostro avviso incompleto , pure
preseuta a un colpo d' occliio e clas«i!lca le diverse so-
stanze , e facilita il niodo di rilevarne la maggiore o nii-
nore attivita fertilizzante , secondo 11 posto piimo o se-
condo , o terzo clie occupa ne'la sua classe. Credismo
f[uinili far cosa grata a' uostri lettori qui riportandolo
per iiitero.
56
ATTl dell' I. t R. A.COAX)EMU
Gentrr
1 Colombina
a Pollins
3 Orina uma-
4 Orina <lf-
gli auimali
domeslici
5 Pozio nero
6 Scolo delle
scuderie e
delU stalls
C L A S S E I.
INGRASSI AN-IMALI
I Stereo u-
uiano
a Degli ani-
mali car-
Jci maiali
4 Pecorino
5 Caprino
6 Cavallino
Or.DiKE 3.
Coituuiti
(la parti moUi
e liquiile
degli i.iiiiutli.
Cadaver!
degli ani-
mall
2 Ventrigli
degli ani-
raali macel-
lati
3 Scoii e fo-
gne delle
macellerie
4 Crisalidi
dci \erna
da seta
Or-DiNE 4.
Cnstituiti
da parti dure
degli animali.
1 Oisa raaci-
natc o ra-
spate, rita-
gli d' ani-
mali ec.
a Corna e
unsrUie
5 Peli e piu-
me
4 Cimatura
di lana ,
borra ec.
DKI CEORGOFILI RI FIRENZE.
I II.
ID-ANIMALI
i'rdine a.
I DelU
lanifatture.
C L A S S E III.
INCRASSI YEGETAEILI
C L A S S E IV,
INGRASSI VEGETO-MINERALI
Okdine I.
Facilmente
fermentaHli.
Or.DIKE 2,
Uiff-cilmente
jermentabili.
Otdike I.
Naturali.
OHDIKE 3..
ArtiJicialL
Cojacci e
ritagli dl
pelli con-
ciate.
Strncci
delle lane
lavorate.
I Lupini ma-
cinati, oto-
staii o bol-
liti
2 Leguiui e
cereali ava-
/^ Erbe palu-
stri e ter-
rose
5 Erbe fai-
ciate prima
della fiori-
tara
6 Radici del-
r erbe pe-
rennl nel
dissodamen-
to
7 Scopature
delle case e
delle strade
I Paglia d'o-
gni sorta
3 Stopple ,
lische cc.
3 Segatura
e frantunii
del leeno
4 Grasp! e
vinacce
5 Foglie sec-
cl>e
6 Sa
7 Alghe ed
altre pian-
tc marine
8 Lische del-
la canapa e
del lino
Terriccio
cU bosco
2 II fondo li-
maccioso dei
lag hi e delle
peschiere
3 Ricavature
delle fogne e
dei raacera-
toi di cana-
pa e lino ec.
4 Terra dei
salnitrai
1 Carbone di
le^na
2 Fuligeiae.
.Ort \TTI DEM.' I. K H. ACnADEMr.V
Col precedents (jnadi-o cliiiide T antore la sua priiiin
parte. Qnaiito nU influenza dc\>i' Ini^rassi siilla vcgeiazione ^
die c oggctto dolla soconda parte, dopo aver niostrato
con l>ellc ragionl ed esperliiieiiti, come L concimi sieiio per
lo pill dannosi o poco prolicni al!a geriiiiiiazioue ed alle
piante nella prima eta, disccudo a niostrare come sieiio
indispensabili e neoessarj qiiaado la piauta e gia atlulta e
sta per metter fiori e frutli.
Nella terza parte dove discorre de'.la conciniazione del
tcrreni PaiUorc considerando come noa tntti i terreiii si
trovino ugualmente capaci d'' imlieversi de' priucipj ferti-
li/.zanti , ne di riteiierli imhevnti, ne di sommiiiistrarli ai
vegetabili, cosi crede indispeasaljile di preudere iii esame
la natura de' terreni diversi , seiiza di clie iiou potrassi mai
determinare coa esattezza 1' opportiuiita della loro appli-
cazioiie; e [)er verita qnesta parte c'le ad alcani potra
semljrare troppo miiiiua, non ea nostro avviso meno im-
portante delie altre.
Nella quarta parte rautoro e perfettaiiiente dell" avviso
del celehre Dany e del sig. Gazzerl , e di tutti grilliimi-
nati moderiii, come pure del sig. Lamlsruschiiii medesiiiio ,
<^ sostieiie la tesi delP applicazioae degl" ingrassi nella loro
iiitegrita, o consideva come nociva o iiieconomica la fer-
mentazioue die gli antidii agrlcoltori Iiaiino sempre lodata
e siig'^erita, e die i moderui Iiaiiiio con cieca imitazione
«empre eseguita. Clii noa e tenace de' suoi pregiudizj trarrk
niolto prolitto da qnesta lettura.
Nella quiiita parte T autore urta negli stessi scogli e
diviiicolasi nelle sfesse difficolta del sig. Laa-iljntschiai. Am-
iiiessa rutilifa del letame fresco, e la penlita daanosa
prodotta dalla sua fermeiitazioiie ne'' letaniai , come si t'a
ad iinpedlrla ? L'antore e fortissimo e persuadeatissimo
quanto al primo argomeato , ma cl sembra debole anciie
egli quanto al suggerimento de' riniedj. Noi amiamo I'agri-
coltura specalativa, essa forma soggetto delle nostre cure,
delle nostre iadagini, trovlamo cl-.e si puo trarre niolto
profitto in varie occasioai dalla rlcognizioae del pregiudi-
7,io di rivoltare i letami , ma ia mokissimi altri non tro-
"viamo rimedio clie sia praticabile con interesse. I ripetiiti
tentativi ed i suggerimenti ingegnosi ciie ne potranao dare
iu seguito gli agricoltori i^truiti nelle scienze Hsiciie , e
pratici nelio stesso tem^w . potraano anchc agevolarne i
DEI CKORGOFJU Dl FIREN^E. Sq
liniedj i ma fiuora questo vofo non e esaudito. Scrivlaniv)
questo estratto alia campagna e siamo ai 3 di dioeinbre.
I conciini raccolti ne' tre niesi precedeati sono stati distew
?ui j-irati , nia tutti qnelli clie si raccolgono in inverno fiiio
alia seniiiia del giano turco si riseriiaiio per questo ce-
reale o per altre piante in primavera. Piove. I campi
sono tntti inzuppati d' acqua. II nostro letamajo cresce
tiitti 1 giorni, perclie abbiamo in questo [ odere otto bo-
8tie bovine, un cavallo e un niajale, cd una conigliera
di oltre settanta conigli. I suggerimenti delTautore di far
distendere il concime perche si secchi non ci e praticabile
n nialgrado die nbbianio c molti portici cd una grande
area al coperto; il suggerimento di Dauy di pavimentarc
it suolo dandogli una inclinazione verso il centre riusci-
rebbe vano, perche lo stereo e tahuente imbevuto di orine
die appena ammuccliiato fermenta tosto. II concime intanto
fuma e diminnisce di qnantita e di peso , e pevde la parte '
piu prcziosa. Lo sappiamo; ce ne duole; ma non sap-
pianio impedirlo.
Sugli awicendamend. Memoria del sig. Sirnone Manozzi
TouiNT. Che riporlo il preniio.
II programma dell'Accademia die I'autore !ia impreso n
irattare e il seguente : <. Previa T esposizione de' fonda-
» menti scientifici sopra i quali e appoggiata la teoria
» generale dcgli avvicendainenti , avvalorata da esempj di
" diversi paesi esteri, e di alcuni luoghi della Toscana
" dove sono in uso„ si espongano i uietodi piii convenienti
» da adottarsi in Toscana , avuto riguardo alle tante e
» SI varie qualita di suolo, di esposizione ecc, e se ne
" compili una cliiara e precisa istruzione, adattata alia
» capacita ed all' intelligenza degli agricoltori. "
Quantunque il quesito riguardi particolarniente la To-
scana, i lettori troveranno in questa Memoria niolte co-
gnizioni uti'i per tntti i climi , per tutti i paesi. Ci di-
splace clie la brevita coniandataci dngli stretti limiti del
nostro Giornale non ci permetta di darne un e«tratto cir~
costanziato.
Suite Maremme. Memoria del inatenuitico regio sig. Dottore
Pietro Fh.TinjRi.
Chi crederebbe cbe quella parte di Toscana oggidi ina-
bitabile per la inicidia'.e sua insalubrita fosse un tempo U
piu rioreute, la pin ricca, la piii popolosa ? Eppure quiyi
60 ATTI dell' 1. E R. ACC\DEMI\
sorgevano le citta fVimose cU Roselle , Saturnia, Populonia ,
Cossa , Ancctlonia, die tutte vantavaiio terme , templi,
aniiteatri , de' qnali restano aniora poclii vestigi ! Soggio-
gate a poco a poco dopo la presa di A'ejo^ duio tuttavia
la fama di Tclaiuoiie, di Soaiia , di Massa e del portuoso
jiionte Argomario f, e dopo caduto auclie 1" iinpero lloiiiano
e durante 1 irnizione de" barljari noii si scordarono mai
le sue selve d' alto t'listo , i siioi bagni , le sue miniere ,
il Porto Pisano , la Gala celelire di Yoltena e i suoi ric-
clii filoni di sale e di alaliasti-o, II tempo e gli uomiai
cospirarono a niaadar tutto in rovina. II tempo e gli uomini
possono far tutto risorgere alia prirniera prosperita. L' au-
tore e coudjtto a questi lieti aiigurj dalT eseinpio di Li-
vorno , dalle esperienze Leopoldine e dalla fiducia nella
magtianimita del Principe die governa felicemente la To-
scana, al quale non pno tornare indifFerente la gloria di
trasforniare in sorgenii di vita alcune parti almeno degli
immensi sepolcri die attualmente rattristano il littorale
toscano. Questa rigenerazio.ue e a Ini riservata dalla prov-
videnza dopo die nella I'istaurazione della legittimita gli
fu attribuito V inipero della marina dalla foce del Serchio
iino quasi a quella della Fiora presso Montalto. L" autore
suggerisce di non cominclare i Ijonificamenti dal centro
deserto delh; infezione , ma dai confini de' luoglii popoiati
e gia sani. Questa massima insegnata gia dal Torricelli
rivendico la Valdichiana dall' iuipero delle acque , e se
fosse stata sempre praticata dopo le conquiste di Volterra,
Pisa e Siena non si avrebbe adesso a deplorare la per-
dita fatta di tante colonic e di taato danaro in quelle
niiserande contrade.
Del Cciffe come succedaneo della China-china nella ciira delle
febhri intermittenti . Memoria del dott. Spirito Costanzo
Man-najoxi.
L' autore ha provata efficace la qualita febbrifuga del
cafFe crudo, e dopo molti fatti ed esempj tanto suoi pro-
prj die d' altrui conchiude dicendo a'' suoi collcglii acca-
demici. — « Potra pertanto la perspicacia vostra gludi-
care fino a qual pmito sia conveniente di ci'edere un vero
acquisto per la niediciua speriinentale Tavere assicurato
nel caffe crudo l' esistenza della vlitu febbrifuga e corro-
borante; poicbe quand" anche , crescendone le richiesle ed
il consiimo per questa can?« . il suo prezzo che d'ordinario
DEI GEORGOFILI DI FIRETSTZE. 6 1
^ cinque volte minore di quello uella chlna-chiiia infe-
riore di cui possiamo in oggi disporre , e le dosi clie si
sono trovate bastanti a troiicare il periodo delle febbri
intermittenti , persuadereljbero a preferiilo , se non aliro
col fine di liniitare sempre piii il consumo della ]3uona
china-cliina , e riserl)arla nella sua legittimita pei casi piu
virgenti. I caratteri specifici dei semi di caffe non lasciano
luogo a snpporre gran diversita nella sua efficacia, qua-
lunque ne sia la provenienza ; laonde la certezza della
sua costante identita , e dei caratteri estrinseci die lo di-
stinguono , si debbono riguardare come autenticiie testi-
monianze delle sue intrinseclie qualita. Oltre a cio la co-
gnizione clie i piii idioti lunno in oggi di qnesta mercanzia
ne rende nioralmente impossibile ogni falsificazione , di-
niodoche si deve credere immune da tutti quei pregiudizj,
ai quali va inevitaljilmente scggetta la china-c'iina ; e ser-
vono percio tanti motivi riuuiti a ricliiamave in favore
deir nso di esso come rimedio i voti di tutti coloro , che
in falto cii drogbe medicinali, nientre graJiscoao Pagevo-
lezza del prezzo , teraono saviameute la falsificazione della
njercanzia. >i
Discorso recitalo nelt adunanza soJeime del i." ottohre i 020 ,
dal cai\ Uberto de Noeili.
RoppoTlo del sig. Giuseppe Raddi intorno alle crLsalidi di
alcLini insctti dannosi at grano.
11 dott. Zauli, socio corrispondente di Modigliana, mando
air Accademia varj culmi tii grano danneggiato ed alcune
crisalidi degP insetti autori del danno , invitandola ad esa-
niinar gli uni e le altre, ed a suggerire , se fosse possi-
bile, qualclie rimedio. L" Accademia incarico il dott. Raddi
di siffatto esame , ed egli riconolihe esser questa una nuova
specie di tipula , che scgueado la divisione del celebre en-
tomolago Latreille dovrebbe riporsi fra le cecidomie. L' in-
dole e le abitudiai cognite di quest' insetti , dei quali al-
cune specie vivono nell" acqua, altre come questa , sotto
la terra, ove trovano cio clie conviene al loro nutrimento,
lo convinsero avere le larve loro danneggiati i culmi del
grano, non gia rosicandoli , ma col nascondersi per ese-
guire la loro trasformazione fra le guaine di quelle foglie
che abbracciano le basi dei culmi medesimi. Egli rilevo ,
com era gia noto nella scieiiza, e confermato per le os-
servazioui di Reaumur e d'altri, gravi damii esseie stati
6a iiii DKLi," I. r K. Aoc^DBMU ecc.
j>iu volte lecati alle j)iatfrie ed ai bassi cainpi di graiio
da (jneste larve , non j,ik perclie rodcssero le jjiantc , al-
inciio in fjuella paite di loro die sovrasta alia terra , ma
in (jiianto , j)cr V irreqiiieta A'ita che luenano , o pel con-
liuno loro cangiar di sito tutta ])ucheraiio la terra clie ac-
coglie le radici recideiidone alciine ed cspoiiendo le altre
air iiiteiiiperie della stagione.
Poiclic; tali l.irve abitauo iiel torreao, c i.i csso trovauo
il loro sostentaivji'ato 1' aittore conclude che bisogna ten-
tare di disiruggerle per mezzo alia terra stessa , imcndovi
qualclie sostanza capace d'licciJerle. Egli projjoiie a qaest'ef-
Tetto la calce , come qnella die ojipoi'tunamente ammiai-
siraia , nicntre c avvrrsa ai piccioli eiseri animali , e non
solo innociia^ ma vantaggiosa alia vegetazione dello piante.
Sulla neccssita che it e in Toscana dC un pronto prowcdi-
nienco a rigiiardo del corso del fiumi e del torrenti. Me-
inoriu del dott. Francesco FocAcci.
DcW influenza dello spirito <i' associazione negli stabilinienti
di puhhlica hcneficenza. Memoria del sig. marchesc Cosiino
RiDOLFl.
Discorso rccitaio dal sig. awocato Lorenzo Colltni lasciando
I' nfficio di consen'aiore il di 3 dicembre 1820.
Sioria de.gli studj accadanici neW anno ]8ao letta dal iignor
awocato Aldobrando Paouni facente funzione di segreta-
rio degli Atti.
Elogi di tre fra gli occadeniici niorii ncW anno., rccltati dal
sig. awocato suddetio.
Qnesti tre accademici sono Bartolomnieo Zuccagai , An-
to.'iio Marcliioiini e Francesco jBrnni.
Elogio del cai'. do. Dc Baillou letto dull' aviocuto Lorenzo
COLlAA'l.
Rapporto degli studj accademici dcW anno 1820-ai , letto
neW adunanza del dt 16 dicembre 1821, dal prof. Gni-
scppe Gaz/.er! segretario degli atti.
llapporto ben fatto e del quale abbiaaio profittato nel
rendere cento ddia Memoria del sig. Raddi.
Elo^i di tre accademici dtfunti mil' anno accadcmico 3820-
ai , leiti dal professore Gazzeei suddelto.
J defunti sono i! dott. \incenzo Chiarugi, il dott. Giuseppe
Sarcliiaiii, il marciicse senator Francesco Ubaldo Feroni pre-
»Jdente/(ol quale elngiy lernu.ia questo volume dpgli Atti.
(-3
Afurismi mcdico-filosofici sulla scieiiza dclla vita , e
riflessioni critiche sulla teoria dell infiammaziune
del profcssore Tommasini , e sulla doltrina del
dottorc Broussais. Del profcssure e dottore colle-
giato Giuseppe Agostinu Amoretti jnembro di va-
rie accademic . pasture della Dora ccc. — Milano,
18:24, coi tipi di Giovanni Pirott;i , vol. 2,^8.",
di pag. 266-334.
c,
(ki si presenta nl ]>ul)])]ico conio autorc di im' opera
che porta in fi-onte uii titolo lusiiiglievole e specioso , se
pub (lestare una preventiva attenzione jiiii osseqniosa di
ijuella die agli altri d' ordinario e accordai;i, de\e ahresi
aspettarsi d' essere sottO|:iosto a jiiii rigoroso serutinio.
L' iir.portanza soiiima dell' intraprcsa ivi amiunziata eccita
i Juoi iettori a ricercarvi wa' eccellenza in projjorzioae
delle diflicolia , cni dessi b" immaginano ."vere egii siipc-
rate, o del forii e celebri conijietitori , cni suppongoiio
a\ere cgli condjattmi e I'espiati. Un tale elFetto iia sopra
di noi operato il iVontispizio dell' ojiera clie abbiamo fra
le mani , e con relativa cnriosita ed iiupoguo ci siaiiio
apjilicati alia lettiira ed esaiae della uiedesiuia.
11 signer Amoretti aveva in divers! snoi scritti palesato
delle idee contrarie ai principj , i qnali servirono di base
alle varie riforaie fatte dagl' Italian! e dai Tedeschi alia
dottrina uiedica di Brown. I snoi nuovi elenienti sparsi
t]iia e la non furono del cnsto di cert' iini, i quali, non
potendo occultare tin palate troppo sqnisito nelie uose di
medicina, la i'ecero da crlticl inipugnandone alia palese o
colla uiaschera alia I'accia 1" agginstatezza e F entita. Ilin-
crebbe al signer Amorctd tlie data gli fosse noja da co-
lore J ai tjuali avrebbe soniniamente desiderato di piacere,
Egli crede die Ic olibiezioni niosse a'suoi pensauientl
traessero origine da mal aniino, e dal non cssere ab-
bastanza intese le niassinic generali a cui sono appog-
giati , jiorclie sconnesse e niancanti di necessarie illusLra-
zioni. Quindi jier salvare aJ ogiii niodo la sua rijjutazione
tece divi'^aniento di e?ooiTe in corpo le sue iilee sulla
\iin Hcllo ttr'.Lc sano e moilioso, corredanjolc di tiittc le
64 AFORIPMt MEDICO-FILOSOFICI
diluciJazioiii possibili, onde siano cos'i di fondameuto plu
chiaro alia nnova riforma , cui si e prelisso a scopo di
intiodurre nella teoria c pratica della niediciiia. Ma pre-
vcggeiido clio r iimalxamento del suo nuovo edifizio doveva
essere combinato colla rovina degli altii sistemi dominanti,
non trascuro di urtarli ad ogni passo , usaado di qnalun-
qiie sorla di raziociaio e di un nietodo senz' ordiiic per
diinostrare clie i pi-incipj sui quali fni-ono Ijasati 11011 sono
altro clie <;ratiute supposizioui e congliiettiue , font.i iue-
sauste di lepugnaati ipotesi. Egli e percio , clie , oltre
avere ea,li dedicate tutto il secondo volume dell" opera
alle snddetfe riflessionl criticlie , puo dii>i Intieramerite
cridco anclie il prime , in cui furoiio da lui esposti gli
aforisuii niedico-filosofici suUa vita , e dei quali intendiamo
di qui oflFrire uii brevissimo compeiidio. Piu per la strada
negativa clie dimostrativa , e con un dalle .dalle di infinite
ripetizioni piacque nlPautore di arrivare al punto , in cui
s' iminagino di poter dire jarnque opus exegi.
II lavoro e diviso in quattro parti : la i.* tratta della
vita in geiierale e dello stato di sanitci: la 2/ della vita
nello stato di malattia : la 3.' comprende le riflessioni cri-
ticlie sulIa teoria deW infiammazione del professore Tomma-
sini : la 4. ' le riflessioni critiche sulla dottrina del dottore
Broussais.
Parte I. Della vita in generale e dello stato di sanitd.
La vita , dice il professore Amoretti, e un niodo specifico
di esistere degli esseri organizzati. I loro germi lavorati
con particelle vive dagli oi-gani raaterni , preesistono alia
fecoiidazione con tutti i primitivi rudimeiiti della organiz-
zazioiie, vale a dire sono individui perfetti nella niassima
loro piccolezza (i). 11 polline o lo spernia vi imprime
(i) Questa opinione e ora condannara da tutti i fisiologi. Le
osservazioiii di Holier , di Arveo , e le recentissiuie dei medici
ginevriai , e sopra tutto quelle del dott. Ruscani di Pavia,mo-
stranii ad evidenza che i germi jjvpesistenti alia fecondazione
nelle leuiniine constano di un iiniore , dt una specie di niuco
alijuanto deuso, omogeneo nella uiaggior parte degli aniiiiali ed
in cui non e possibde di ravvlsarvi , aiiche col soccorso dei
niigliori nucrosropj , ncpjnue un niininio indizio di rudiuienti,
o di liiieaiiienti della futura organizzazione. Consulti il signer
Ainoreiti la iMeiuovia del sud'Jetto Eusconi clie lia per titolo :
Amours des Salamaadres aquatiques, colle annesse tavole splen-
didissiuic , e iie restera imimaaieiite periuaso.
SUM. A SCIENZA DELL.V VITA, CCC. 65
solt.iiito r attitiuliiie alia vita, die in essi si risvej!,Iia, qnanilo
sono esposti all' influenza ilegli agenti necessaij. Dunque
la vita e T efFetto di dne potenze, agente Tuna, reagente
r altra. La prima consiste negli enti esterni cd interni ,
r altra e propria della iibra organizzata. Quindi si scorge
che la reazione , strettainente parlaado, costituisce la vita,
la quale cessa al cessare della reazione per mancanza cTi
agenti necessarj , o per la perdita della sua proprieta
reagente (i).
Qiicsta proprieta della fibra dipende da un principio
positivo , specifico , trasmesso nei genni per la feconda-
zione, inerente alia sostanza nervosa die e parte inte-
grante della fibra organizzata , chiauiato vitalita o princi-
pio vitale , esauribile coll' uso della vita , e die si i-ipro-
duce niediante la nutrizione. Esso e una niodilicazione
specifica dei prlncipj della materia , operata dai soli esseri
organizzati , perclie eglino solaniente banno la facoka con
forze e leggi proprie dl combinare e inodilicare i principj
SLiddetti , da citi un ente speciiico risulta , estraneo ai corpi
inorganici , causa di tutti i feuoineui vitali per la facolta
coinunicata alia libra di reagire agli agenti impressionati.
Dunque il principio vitale e un ente distinto dall' organiz-^
zazione , sebbene inerente alia iiiedesiina: esso non e cio
che da Ippocrate fino a noi fu con diversi iiomi cliianiato :
non e un lluido , un iniponderabile od altra elficienza
separata nel cervello, nel midollo spinale , ne' nervi , al-
trimenti 1' elTetto avrebl)e preceduto la causa : non e una
proj)rieta della filira organizzata, una forza risultante
dair ordine e miscuglio della materia organica , o una spe-
ciale niodilicazione delle forze primarie, altrimenti non
potrebbe spiegarsi il fenonieno della niorte naturale o suc-
cedente a uiolte malattie , superstiie Tintegrita organica (2).
(i) La pro^'rieta reagente della fibra orgaijizzatr, , gli agenti
impressionanti , la reazione , o sia la vita , non sono altro che
1' eccitabillta , gli stiiiioli e 1' eccitament) di Brown.
(2) II sig. Ainoretti insiste fcu'teaiente siilT esistenza di cjuesto
arcane princi|)io comunicato dalle sperma , o dal polline , al
germe prcesistente , e donde eniana la proprieta vitale della
libra. Wa egli deve rilletteie die essendo la materia del ger-
me preesistente coniposta di partlcelle tuc , e un assurdo il
dire , clie nel £,erine stesso e tramaiidato il pri/iciuio vitale , o
I' attitudine alia vita , ))er mezzo della fccondazifine. ^d una
Bibl. Ital. T, XXXVIL ■ 5
66 AIOIUSAJI Ml.DK^O-l IIOSOFIGI
La vita comincia colla niiiior dose di vitalitii e di ageiifi
jnipressionanti. Col progressive sviluppo ed aiiniento del
corpo crcsce pure la vitalita , c percib la sua capacita a
maggiore qtiantith di agenti inipressionanti. Tale condizione
sceina al contrario col decrescere della nutrizione e dclla
vitalita dope il coiii|)iuto uaturale auuiento del corpo e
nella tcndenza dell' iiidividuo alia naturale sua distruzione.
Quanto piii energica e la vitalitii , tanto piu la flbra e
capacc per gli siimolie resiste alle cause morl)Ose. La
vitalita adunque c in ragione diretta dello stimolo nello
stato medio o naturale: canone contrario a quello stabi-
lito da Brown.
La celluHre , i vasi , i nervi sono gli dementi organici
della flbra , dal cui coiuplesso rlsulta un unico sistema
rcasiente. La fibra del vegetaljiii e dei zoofiti e reasiente ,
materia viva noii piio essere di nuovo tiasmessn In vitalita. Del
vesto , siccoiiie noi abljianin gia annunziato , clic i gfrmi conetano
di una materia per lo piu omofrenea , priva di iiualunf[iie in-
dizio di rudimenti ori^anici ; cooi non pud ammettersi die per
la fecoiidazione sia trasmesso d supposto principio vitale nrlla
sostanza nervosa parte integrante della fibra organizzata. Dalle
osservazioni fatte d^l diMtor Rusconl sulla fecondazione , e suc-
cessivo sviliipjio dr-lle uova dflle salaniandre . delle rane e di
aliri aoiiiiali risulra che in seguito all' azione tlello (<|)t'niia, quando
lion nianclii 1' influenza degli altri agenti m-ct-gsarj , come sono
il calorico , 1' aria , 1' acqua ecc. si formanQ dei solclii , dell«
conipressioni nelT uovo , e si risveglia un niovimenro intestino
nella materia ivi conrennta. Questa si altera a puco a poco nel
colore , e una porzione piu cstcrua e piu offusrata estendesi
gradataniente per abhracciare una materia piu biancastra; indi
stringendosi niultu da origine al tube alimentare , le cui circon-
voiuzioiii vanno successivamente sviluppandosi. Nella etes^a nia-
iiiera la materia preesistente genera i rudinjenti dell' addonie ,
del capo, iudi del petto, delle visccre e degli arti , opera mm
g;ii di un solo istante , nia di | iii o men giorni, Seuibra quindi ,
J." die la materia iiifornie <lei geruii possieda giii T attitudine
alia vita ; i." die lo sjiernia sia uno stimolo specifico , uu' ef-
ficienza particol.ire die induce nella materia del gcriiie una con-
diziime , posta la tjuale , essa a tempo debito , e sotto 1" influenza
dfcgii agenti necessarj , si muove, «i moddica , assume una for-
ma spocialc , e nel tempo sresso (juelia forza arcana , donde
lianno origine tuiti i ienomeni della vita manifesta. Non a lorto
e pcifio la geueraziuue cunsiderata o delta una specie di cri-
stalluzazione.
SfLL V Sr.IENZV DEM, V A ITV , CCC. 1)7
cjniiidi devest snpporre clie anclie in essi esista una so-
sianza nervosa , o simile ed analoga ( cio die non verra
provato giamiiiai ). I pi'incipj e le molecole dei suddetti
dementi organici ci sono ignoti , giacche i prodotti die si
]ianao per 1' aiialisi cliiniica delle sostanze lluide e soUde
dopo la niorte, non sono gli stessi ( addio cliimica animale
e vegctabilel) die esistevano dni'antc la vita.
I nervi presiedono alle a/ioni si organiche die aniinali.
La vita consiste essenzialiiiente nelle prime, ed e identica
negli aniinali, nci zooliti e uci vegetaljili.
I nervi lianno , indipendcntemente dal cervello , la loro
propria potenz.a , per il cui inllnsso si eseguiscono le {iin-
zioni organiche : viceversa il cervellu lia, indipendente-
mente dai nervi , la propria attivita , per cui F aniina
cseguiscc certe funzioni risirette a questo organo solaniente.
Nondimeno i nervi trasmettono al cervello le impressiojii
degli agenti su di essi, e da quello alle parti i cenhi
della volontii ; e per I'intima comunicazione loro ed oiiio-
geneita le funzioni aniinali, i pateini, ecc. possono turbare
le funzioni organiche, ed i vizj di queste alienare quelle
deir anima (i).
I nervi trasmettono le impressioni nella aiaccliina ani-
male per reazione , per moviniento e trasmissione di esso.
La reazione po-i non e altro die una nnitazione , una
coiitrazione , un moviniento : la cessazioiie di essa costi-
tuisce lo stato di morte. La proprieta reagente della iibra
emana dal principio vitale alia medesinia inerente ; e di
la trae pure origine quella forza arcana a cui si deve
tutto il lavoro dell' assimilazione. Ne T una , ne F altra
possono attribuirsi ad una forza risultante dalF ordine e
miscuglio della materia organica , ne spiegarsi coUe leggi
lisiche e chimiclie , giacche cessano colla morte, Integra ri-
inanendo la disposizione e modilicazione della niedesima (3).
La proprieta vitale o sia reagente della libra amniette
due modi , passivo uno , attivo F altro : il prlmo e la
iinpressicnabitit.a , F altro la reattivud propriamente dctta (3),
(1) Questo ci e insegnato da tutti i inoderni fisiologi.
(2) Supposizione gi-atuita al par di ciuella che riguarda la
fornia individiia ed organizzata dei geriiii innanzi la fecondaz'iDne.
(3) Nouil dolcissimi , cui ptac(]ue aiT aiuore di sostieuire a'
i|iieUi di f rcitaljilita , di seiisibilita ^d irritiibihtii , di coatratu
lit a, di toult-ita , di turgor vitale, di uiso foriDativo etc.
68 ArORlSMI MEtHCO-FILOSOFiCI
n eui si rlilncono in ultima annlisi tntte le propriety viuli
diversanioate cliiamate nci varj sisteuii cli fisiologia (i).
La vita c itlentica in tntti gli esseri organizzati , seb-
bene non tutti la nianif^stino collie stesse fnnzioni , per
lion esser tntte essenziali alia vita niedesinia, Qnindi e un
errore il dlstinguere la vita in animale ed organica , in
sensifera , i'Cgetadvn e motrice , polche non si accenna una
diversiiii cli vita , ma soltanto di funzioni.
La scnsibilitd e propria soltanto dell' anima , poiche essa
sola perccpisce V impressione iatta dagli agenti sui nervi.
La sensibllita non e altro die la pc.rcettivita , il senso at-
tnale La percezione , e la sensazione V impressione degli
agenti sivi nervi percopita dall' aniuia. Percio gli organi
de' sensi potrebbonsi denominare organi (T impressione per~
ceui\-a , ed il cervello organo di percezione e di volizione.
II principio vitale , sparse in tutto Tindividao e mate-
riXle , diverso dall' anima immateriale e indivisibile, non
agisce da per se indipendenteinente dagli agenti impres-
sionanti. La reazione in rjnalunqiie parte e sempre 1" efFetto
della impressione di cjuesti snlle iiljre dotate del la proprieta
vitale, clie emana dalla vitalita inerente alia sostanza
nervosa. Essa e nn movimento di divcrsa nianiera , se-
condo la struttura delle fibre diversa nei diversi organi.
Qnesto poi e sensibile nelle une , insensibile nelle altre.
Gli agenti non fanno tutti sulla iibra la stessa impres-
sione , ed ella non reagisce a tutti egualmente. Oltre cio
non si trova sempre nelle stesse ciixostanze e condizioni ,
giusta le quali diversamente reagisce alio stesso agente.
Quindi e un errore il considerare ne' I'imedj e negli altri
agenti la sola qualila stimolante, controstimolante ed irri-
tativa , giacche , se vi fosse qnesta identita di azione, si
dovrebbe ayere un' identita di effetti , il che e falso e
contraddetto dai fatti. h' azione di qualunque agente e in
ragione della sua qualita speciHca e delle condizioni della
fibra , giusta le quali e diversamente impressionata ^ e su-
bisce inodifjcazioni diverse ; 6 di qui dcbbonsi ripetere i
(i) Su cio siamo d' arcordo con Brown e coll' autore ; ma
ijon ci par conveiievole T escludsre alcune di tali denoniina-
zioni , perclie ccn esse si esprimono vaij lenomeiu della vita ,
iliversi tra di loro j)er la diversita delle parti , del grado e dej
luodu con cui ci ai prescutauo.
SUIX;V SCrENZ,V t>ELL\ VITA, CCC. C)g
diversi effetti tlell' agente istesso ne' divers! inJividui e
neirindivldiio medesiaio posto in circostanze diverse. Tutto
e relalivo nella niaccliiaa aiiimale ; e quiadi soiio fallaci i
fondamenti , sui quali e stabiliia la distinzione suddetta ,
e vuol amiueuersi 1' indicazione varla dei niedicanienti.
Tutto cio che rignarda la peculiare- seiisibilita organica ,
il gusto specilico degli orgnui, Tazioiie elettiva degli agentl,
^ ipotetico. La varieta dei fenoiiieni dipende dalle due
cause suddetie. Cosi la secrezione noii dipciide da cio ,
die ogni orgauo dotato di un gusto specitico proprio
estragga dal saiigue certi priucijjj , altri ne rigetti , e quelli
caagi ill uu dato prodotto , ma dalla diversa iinpressioue
die il sangue dlversamente niodificato eserclta sugli organi
secerneuti. Imperocclie il sangue circolando pei vasi subisce
continuamente delle niodiJicazioni atteso le continue per-
dite , aggiunte, e la diversa reazione dei vasi ; deve quindi
esercitare un* impressione diversa sugli organi secernenti,
a cui corrispondono diverse niodificazioni e reaziorii delle
loro fibre, e percio diverse secrezioni (i).
La varieta delle impressioni e la causa di tutte le mo-
dificazioni die la proprieta vitale della fibra subisce nei
periodi e stati della vita; e le niodificazioni diverse della
fibra soiio la causa per cui le stesse impressioni ora man-
tengono la sanita , ora producono la malattia , ora ricon-
ducono da questa alio stato sano.
Tutti gli esseri organizzati sono abbastaaza perfetti nella
loro specie perclie non inancano di cosa alcuna per compire
(l) Tutto questo va bene, uia se il fenonieno delle secrezioni
dipeudesse dalla diversita soltanto tielle impressioni, sart-bbe
etata inutrle la diversa strutfura degli organi secerneuti. Del
vesto , quale niodificazione puo uiai subire il sangue che per
le diverse arterie nascent i dalT aorta addominale si dirige ai
varj organi secernenti , nell' addoine raccliiusi , da produrre su
quest! un" impressione tanto diversa e risvegliarvi una reazioue
«i varia , clie se ne abbian prodotti cotanto differenti , come
sono tra loro d succo gsstrico , I' uinor pancreatico , V orina ecc?
Perche mai il pericdrdio , la pleura, che riccvono il latice vi-
tale si viciuo alia sua uscita <lal cuore , seccrnono un uniore
non diverso da quello che si secerns dal peritoneo , dalle nie-
niugi , dal tessuto cellulave delle niani e dei piedi ? Fra le
diverse opiiiioni ininiaginate per ispiegare il tenomeno delle se-
crezioni , quella del sig. Amoretd e la piu debole , la meno
soddisfacenie.
"C AFOKISATI iMEDTCO-rTrOPOFTCT
il periodo ilella loro vita e ti-asnietterla in altii indi-
vidiii. II principlo senziente o sia V aiiiiua costituisce la
linoa di separazioiie tra il regno anuiialc ed 11 vegetabile ;
e le fnnzionl aniniall rt-ndono liensi piu manifesta la vita,
nia non ne canihiano 1" ossen/.a. La rcattivita , proprieta
carattoristica dclla vita , e comune tanto agli animali die
ai vogctnbili, L' aninia ha sedc , in tntti gli animali ver-
teljiati , nel ceiv«llo; in tutti gli altii , nei quail sonovi
nei'vl visihili e ganglj , rlsiede in qualche loro organo
tentrale : i zoolili ed i vegotalnll sono privl di sistem.i
iiervoso visiliile , <[uindi altresi di funzioni animali.
La modificazione della proprieta vitale della liln-a indotta
dnfli an;enti impvessionanti e quella varletii di condizione
oi-caiiico-vitalc die trae seco una diveisita di reazione e
di j'eiiomeni die caratterizzano tutti i gradi della sanita
<* della iiialattia. La vaiietii di essa dipende dalla diversa
dose di principio vitale alia stessa fdira inerente. Cosi
gli agenti die per la loro tjuantith o qualita , o per amen-
due insieme ianno una piii forte iiupiesslone sulla lil)ra ,
cngionano un niaggior esauriniento del principio vitale,
secondo il quale la proprieta della fibra snbisce una variri
jnodi/icazione , per cui si altera la reazione della fibra
jiiedesinia , cioe si accresce o si diminuisce. II difetto poi
o la caitiva qualita degli agenti necessarj alia nutrizione
produce un minor grado d' impressione , per cui la fibra
e resa meno atta agli agenti impressionanti ed a resistere
alia loro azlone , non die una scarsezza di niolecole ri-
jjaratrici la sostanza organica ed il principio vitale.
Secondo la diversa dose di principio vitale la proprieta
tiella fdira o conservasi nello stato medio (stato dl sanita),
o pure si esnlta o si diminuisce ( stato di malattia ).
Nella esakazlone della impressionaljilita la fibra e piii o
iTieno intoUerante degli agenti: nella depresslone reagisce
meno , c rruindi si ricliiedono dosi proporzionatamente
inaggiori di agenti atti a ristaurare il principio vitale e la
nutrizione.
Tutti gli agenti die impressionano la libra sono stimoli i
e quegli agenti venelici , nemici della vita, voluti contro-
stimolanti , fanno re;igire ancli' essl la filjra eccitandola ,
qitaudo non siano in dosi eccedenti da indurre la depres-
slone con un prontlssimo esauriniento del principio vitale.
Questa verlta «* confennata dagli eflVttl non diversi da
SULL\ SOIENZA DELj% VIT\, CCC. ^I
quelll del cotitrostimolo , die talvolla sono iudotti da sti»
nioli potentissinii, quali soiio il vino, 1" alcool , 1" oppio ,
la replezione de" cihi , l' eletti'icith , senza che vi preceda
il niinlmo aumento di reazioiie. Tutto e relative nella
inaccliiiia animale ; e percio gli ageuti stessi producono
efFetti diversi in diversi organismi , perche diverse souo
le loi'o condizioni organico-vicali : la libra dlversamente
iiiodificata , vieiie diversaiiieute impressioaata dall' agente
stesso. Quindi per iion ammettere due forze opposte nello
stesso agente , hisogna dire che ne sia relativa l' azione
di tuCti, e diversificare secondo le condizioni diverse della
fibx"a su cui agisce.
L' unica distinzione che puo farsene , e quella di distin-
guerli in agenti aniinali ed orgunici. Tutte le operazioni
deiraaiaia, i patemi , ecc. appartengono ai primi ; giacche
I' aninia per le sue operazioni ed emozioni agisce col mezzo
dei nervi suUa libra e ne provoca relative reazioni , a cui
corrispondono relatlvi efFetti.
Parte II. Della i'ita iiello staio di malattia. — La rea-
zione della libra costituisce iuimediataniente la vita. La
sanita consiste nella nioderata e sufiiciente reazione die
da luogo ad un libero esercizio delle f'unzioni ; la malattia
in una accresciuta o diminnlta reazione che porta seco lo
sconcerto od anche la cessazione delle funzioni. Di qui la
distinzione delle malattie di reazione accresciuta e di rea-
zione diininuita, alle quali due forme si riferiscono anche
le malattie locali. La distinzione delle malattie in iperste-
niche cd iposteiiiche e erronea , perche niolti fenomeni
di accresciuta reazione sono comuni alle une ed a parecchie
delle altre , ed in queste ed in quelle havvi intolleranza
degli stinioii. Del resto la forza, il vigore sono proprj
soltanto dello stato di sanita , e quindi non puo ammet-
tersi che un loro aumento costituisca la natura essenzia'.e
di una classe di malattie (i).
(i) Abbiamo gia avvertito , clie la reazione amiuessa dal si-
cnor Ainoretti non e alticj che 1' eccitaineiito di Iifoivn. Ova
dalle cose si>|)ra esposte si compvende ahres\ , che Ic due for-
me di mal.ittie da lui stnbihte non differiscouo in essenza dalla
iperstenia e dalla ipusteuia dei uioderni, quaiido in luogo di
qufste deniiniinazioni si adotiasscro viuelle di eccitaaiento ac-
crrsciuto , e di eccitamento Jiiuimiiio , allt quali corrispoadono
<--) AFORISMT MEDICO-FILOSOnCI
I
L' ecccsso degli stinioli imiute la nialattia iiiodiiicanilo
la propi-ieta della fibra o piii o meno esanrendo la vit.a-
litii. C()s\ 1 violentl esercizj , le faticlie iiisolite ap|)ortaiio
la clebolezza e perfino la niorte per il grande esauiiiiieuto
della vitalita. Del pari tutte le cose eccitanti , clie aumea-
tano la reazione della fibra seiiza accrescerne a propor-
Tione la mitrizione , disperdono il prlncipio vitale. Non
invece le forme inorbose di stlmolo e di controstimolo. Rico-
nosciamo noi pure, clie la forza e la robiistezza sono proprie
soltanto della sanita, poiclie dipendono senza dubblo dal farile
c uariirale esercizio delle fimzioni della vita, e die (juindi ogni
«leviazione da quello stato <leve , vigorosamente pailando , es-
sere seguito dalla debulezza. Se vogliasi non ostaute capire nelle
■voci i|)erstenia ed ipostenia non altro die i due modi stiddetti
di alienazione dell' eccitamento dallo stato medio , la differenza
tra la pafogenia biowniana e quella del nostio antore sta so-
lamente nelle parole. Cio viene confcniiato ancl.e in tutto il re-
stante , ove si vaiutino le correzioni fatte alia patoloj;ia di Brawn.
guardanfi la rii>ioducibilita della propriela vitale , 1' estensione
della diaiesi alle malattie locali , la trasniigrazione di una forma
morbosa nell' ultra , e si considerino fiualmente , come peusauo
taluni , malattie di stimolo , ossia di eccitamento accresciuto
tutte quelle clie dal sig. Aiiiorctti sono chiamate di reazione ac-
cresciuta,
Pertanto , se la rifovnia dalTautore immaginata non e altro
die quella di Brown siffattamente corretta , ne offre anclie gli
stessi difetti , ed e suscettiva delle medesime obbiezioni. In
primo luogo col saecorso di tale patogenia non si possono com-
prettdere , ne si puo dar ragione delle malattie della produ-
zione e riproduzione organica, come eono Ic cachessie. Obbie-
zione poi di qualche peso e quella die non tutte le malattie si
possono riferire a certi supposti gradi dell' accresciuta o dimi-
nuita reazione ; poiche nella stessa maniera die nelle malattie di
stimolo e di controstimolo vi ha coesistenza di fenonieni da esal-
tato e da depresso eccitamento , nelle malattie di accresciuta
reazione ammessa dalT autore , mentre ci si offrono tlei feno-
nieni indicanti iin tale stato, altri a quesro pure uecfssarj , anzi
indispensabili, o mancano del tutto , o indicano tutt' altro die
un aumento della reazione. Altra sorgente di errore comune
tanto alia patogenia browniana, che a quella del sig. Ainoretii^
e la considerazione fatta esclusivamente ai gradi dell' eccitamento
o della reazione in organi particolari , o in tutto il sistenia ,
nulla attrlbuendo all' alterazione loro di qualitii , o sia a un certo
canibiamento della manifestazione vitale diverso dall' alienazione
di grado , indotto iu una parte o nel sistema universale dalla
potenza nociva.
Sl'LLA SCTENZA DELI, V YIT\, CCC. ^d
Jiversauiente operano le reazloni eccesslve e moibose ,
come le febbrili , le flogistiche , le convulsive ecc. II ful-
niine poi , le dosi uiassime di acido prussico , di acqua
di lauro-ceraso , lo spavento , la gioja sonima, ecc. disper-
dono il principio vitale rapidamente , senza die abbiavi
lenipo di notai-si 1' accresciuta rcazione.
Qnindi le persoiie robuFte, essendo provvedute di mag-
rlor qnaiitita di principio vitale , lianiio una niaggiur ca-
pacity per gli agenti iiiipressionanti , e cose uguali nuocono
alle coslitnzioni delioli , nientre nessun cattiyo efi'etto pro-
ducono nelle prime.
Le cause morbose o attaccano sem[jlicemente la vitalita
seuza oflendere il tessuto, o imniediatamente questo e coii
esso la vitalita iuseparabile dal medesimo. Le piime pcro
possono alterare indirettamente il tessuto risvegliando pro-
cessi morbosi locali ; e le seconde otFendendo il tessuto
inducono o ponno indurre un processo morboso universale.
La potenza agente devia la reazione dallo stato di sa-
nita quando sia eccessiva o deficiente. Essa dividosi in
ordinaria ed in istraordinaria. La i .° e costituita dagli r.genti
die sono necessarj alia vita: la 2.' si suddivide in agenti
medicanientosi ed in agenti infensi alia vita. La i." nuoce
per eccesso o per difetto ^ i medicanienti sono nocivi se
usati mal a proposito ; gli altri sono iutrinsecamente tali.
L' unica difFerenza die si possa stabilire tra le potenze
per accidente morbose e le iutrinsecamente tali , consists
in cib che le prime d' ordinario piix non esistono , e rimane
la sola inodificazione della proprieta vitale, mentre le se-
conde sono il pin delle volte permanenti , come i con-
tagi , i veleni , i corpi estranei, le lesioni organiche, ecc.
Di qui nasce la difficolta di sradicare le malattie , cbe
secondo 1' opinione dei riformatori italiani traggono ori-
gine da cause morbose irritative.
Le cause luorliose disponendo o inducendo la nialattia
esauiiscono il principio vitale perche sono al medesimo
nemiche per natura intrinseca o per accidente. Quindi la
causa predisponente delle malattie tutte della proprieta vi-
tale e resaurimento della vitalita ^ la causa prossima , o
sia la condizione morbosa o patologica in generate e T al-
terazione della proprieta vitale inerente alia libra, die si
appalesa o coUa accresciuta o coUa diminuita reazione
della medesima. II i.'diquesti due stati puo naturaimente
"4 AFOniSMI MEDTCO-FILOSOriCT
o per mezzo ilell' arte far passaggio al a," e viceversa per
mezzo (.K rimedj energici. Per la morbosa esaliazicnie la
iibra e meno atta a sostenere le impression! anclie de^ so-
liti afijenti , e quiudi accresce le sue reazioni anche sotto
le minime loro dosi. All' opposto la depressione reiide la
libra iiictio atta a. rispondere alle impiessioni degli agenti
ordinarj . e pcrcio diininnisce e s' illanguidisce la sua rea-
zione (i).
(l) Pcrcli^ siano intese le massime fisiologiche e patologiche
del uostro autore , bisogna riflettere clie la sua impressionabilith
vuol essere concepita in un senso affatto contvario a quello in
cui dai fisiologi si concepisce Y idea dell" eccitabilita , della sen-
sibilita ed irritabilita , della rlcevibilita ecc. QiifSli con dire die
la /ibra e niolto eccitabile , initabile , seusibile , capace agli sti-
nioli , intendono non altro , se noa clie la fibra si risente e
reagisce alio stimolo con piu proiitezza e vivacita , che negli
altrl casi ove e meno sensibile ed irritablle, per cui si esige
una maggior dose di stimolo onde ottenere un effetto uguale :
il sig. Amoretti invece stabllisce , che la fibra e piii impressio-
nabile quando toilera 1' azione degli agenti , e die 1' inipressio-
nabillta e minora, ove la fibra facilmente ^ alFetta dall' agente
impressionante, e risponde con una reiativa reazione. Ci pare,
die prendendo la cosa in questo senso ■, non troviamo piu la
retca corrispoudenza di causa e di effetto. Se la nota caratte-
jistica di'gli esseri ortanlzzati e la reazione anli agenti inijiressio-
nanti ; sc 1' inipressionabilita della fibra eniana dal prmcipio vitale
ad essa inerenie , sembra giusto il dedurre , che la reattivitk
sia in ragione delT inipressionabilltk , come lo e questa in ra-
gione diretta del principio isissso. Come potreuio coucepire
che la reazione della fibra si esalti ove ne sceiiia 1' inipressio-
nabilita atteso r esauriniento del principio vitale, se la reattivita
della fibra da questa fonte solaiuente scaturisce ? Ove dovessimo
concepire il rapporto dell' inipressionabilita colla vitalica nel
iiiodo stabilito dal sig. Amoretti^ potremmo credere che il torpido
cretino , iusensibile ( sit veiiia verba ^ sig. Amoretti) alle vicende,
ajle intemperie dell' atmosfera , al freddo rigoroso ed al sole
cocente , alle persuasioni ed alle niinacce , agli avvenimenti e<l
alle cose tutte che comniovono , tollerante della cattiva qua-
lita degli alinicati , di cui e costretto clbavsi , sia dotato di
niaggiore vitalita , che il fcUiciu4lo vivace ed irrequieto , sen-
sibile a tutte le cose capaci di destare il piacere od il do-
lore, che non soS're inipunementc le vicende atiiiosferiche
Jie quelle di caldo e freddo , ne I' uso di cibi grossolani e
di bevande insalubri. Una statua di brouzo , die non si scuote
air urto di tuttl gli agenti iinpressionanti la filjra organizzata ,
SULLA. SCIENZA DELL V A'lTV , CCC. --5
La I.' forma di reazione accresciuta si divkle in tre classi.
La prima e di reazione accresciuta per ecccsso di stiinolo
assoluto. Comprende essa le malattie flogisticlie cosi dette
dei soc;getti forti e i-obusti , accompagnate o no da infiam-
mazione. Li questa classe T esaurimento del principio vitale
comincia coll' azione delle cause nocive e prosegue col
progredire della malattia. — La seconda cliiamasi di rea-
zione accresciuta per eccesso di stimolo relativo. Comprende
le malattie stesse , ma in soggetti die Irovansi in opposte
condizioni, cd in cui il principio vitale e la massa degli nmori
sono piu o meno scarseggianti prima dell' azione delle cause
nocive. — La terza dicesi di reazione accresciuta per C azione
dei soli stimoli ordinarj. Questa forma ha Inogo negP indi-
vidui la di cui fibra trovasi in tali condizioni , clie dai
soli residui stimoli ordinarj , divcnuti lelativamente ecce-
denti , e eccitata la morbosa reazione.
Queste tre classi , in cui sono comprese tutte le ma-
lattie febbrili , infiammatorie , convulsive , spasmodiche, ecc.
lianno dei 2;radi intermediarj indefiniti , e sono d"" indole
diversa per la varia dose di principio vitale inerente alia
fibra , e di massa nmorale circolante nei vasi ; esigono
quindi relative difFerenze nel nietodo di ciira. Nella i.« si
richiede per es. un regolato metodo debilitante ed eva-
cuante energico; nella 2..' lo stesso, metodo usato colle
niassime precauzioni e tutta la prudenza , specialmeate
circa le sottrazioni di sangue ; nella 3.' debbonsi adoperare
ancora niaggiori precauzioni , e si debbono evitare i me-
todi troppo deprimenti dei controstimolisti e gli opposti dei
broa'nianc.
Nella forma di reazione di/ninuita liavvi la classe sola
di depressione. Qui la fibra trovasi o««5a, rintuzzata , sordA
sarebbe fornita di vitalita piu della fabbrica uuiana , perch^
lia la capacita fV iinpuaemeiite resistere agli effetti della !ora
azione. 11 sig. Pring nella sua critica alia tisiologia e pato-
logia browaiana lia diaiostrato Ja somuia nece»ai(a di distin-
guere la quantita dell' eccitauiento dal grade , e uoi dircino
clie ncllo studio dei fenonieni vital! , e nel dar ragione delle
aooinalle clie osserviauio negll effetti prodotti neli' organisnio
degli agenti impressionanti , piu che alia quantita devesi porre
attenzione alia qualita cui il principio vitale e suscettivo di as-
suniere ne' suoi variati rapporti colle potenze , die sopra di lui
esercitnao alcun niflusjo.
^6 ArORISMI MEDTCO-riLOSOnCI
piu o meno all* inipressione degli agent! (i) , ontle meno
reagisce alia loro azione. Puo esscre prodotta da stimoli
■violent! o troppo protiatti , dai veleni , dai contagi , dalle
gravi fatiche , da reazioni eccedenti e protratte febbrili ,
flogistiche, convulsive , dall' inedia , dai patenii deprimenti ,
da perdite di uuiori , da lunglie e lente malattie , ecc. ;
in una parola , da tutto cio che esaurisce la vitalita senza
lipararla, e di troppo esercita e stanca la fihra.
Le lualattie locali appartengono pure all' una o all'altra
delle stabilite due forme : la loro cura non puo essere
quindi diversa da quella die conviene nelle malattie uni-
versali. Cio non ostante giova dlstinguere le une dalle
altre per applicare la cura generale o la locale, o amen-
dne secondo la loro occorrenza e complicazione (2).
Compendiate cosi le idee fisiologico-patologlche general!
del sig. Antoretd , ci licenziamo per ora dall' opera in cui
(i) Non h lo stesso che'dire, 1' impressionabilita della fibra
e diiuinuita ? E cio non k forse una aianifesta contraddizione
a quanto ha poc' anzi inteso di dive colla medesiina espressione?
Del resto vorremnio che il sig. Ainoretti ci spiegasse, come raai
m un caso 1' esaurimento del principio vitale e la causa della
susseguente reazione accresciuta , o sia dell' inloUeranza degli
etiuioli , nientre nell' altro e la causa per cui la fibra e ottusa e
sorda all' im)irpssione del ^ledesimi.
(2) Nello stabilire ed illustrare le massime che formano la base
delle sue dotirine fisiologico-patologlche , il sig. Ainoretti non
trascuro , come abbianio gia detto, d' inipugnare a tempo e luogo
i principj fbndamcntali della teoria medica di Brown e delle ri-
forme fattevi specialmente in Italia. Giunse egli cosi ad inferii-e
clie debbonsi rigettare le pretese diatesi ipersteiiica , ipostenica,
ed irritativa, la neurostenia di Giannini , non che le teorie del
ccntrostimolo e dell' irritazione , le norme drsunte dai diatesi-
nietro , la legge de' contrarj , la distinzione degli agenti tutti
delle cause morbose , e dei medicamenti in stimolanti , in con-
trostimolaati , ed irritativi. Con un lavoro siffattamente condotto,
oltre la sposizione delle sue idee sulla scieuza della vita , ha
creduto egli di aver risposto e pienaniente sciolto il quesito pro-
posto ntl niese di maggio 1819, dalla Societa iraliana delle
scienze residente in Modena.
I uoslri liuilti non ci haniio permesso di dare un circostan-
ziato ragguaglio delle critiche mosse contro i principj di tali
rifijrme. D' altronde abbiamo anclie giudicato inutile fatica il
trattenere i nostri lettori con materie sulle quali e in Italia e
fnori si e gia detto e scritto tanto , die non si puo dire e icri-
vere di piu.
SULLA SCIENZA DELLA VITA, CCC. 77
trovansi esposte. La nostra opinioiie sul nierito tlella nie-
desima potra essere interpretata dalle poche aniiotazioni
fattevi e dalle seguenti conclusion! :
a) L' idea die il sig. Arnoretti ci da del principio vi-
tale fe ipotetica.
b) La legge , da lui stabilita , guardante i rapporti
degli agenti impressionanti e della proprieta vitale dell' or-
ganismo , e contraddetta dai fatti e dall' autorita dei nii-
gliori fisiologi e niedici di tutti i tempi.
c) Le due forme morbose di reazione accresciuta e dirai-
nulta , non essendo in essenza che le due diatesi browniaue ,
ne ofFrono anche tutti i difetti , piu quelli die deriviamo
dai loro rapporti coll' inesatto primo elemento patologico,
e colla supposta azione di stimolo in tutti gli agenti im-
pressionanti.
d) Le conseguenze di cjuesti errori nella base fislo-
logico-patologica si estendono e si fanno_vie piu manifeste
nella generale e nelle speciali indicazioni fondate sulla
medesima.
e) Le innovazioni di nessuna entita , I' inutile cangia-
mento di parole , le incalcolabili modilicazioni della pro-
prieta vitale , la specifica e relativa azione di tutti gli
agenti , gl' indefinlti gradi intermediarj delle forme di rea-
zione accresciuta, la non liiai bastante sapienza del medico
( e non vi basterebbe al certo quella di Salomone ) in
conoscere le une e distinguere gli altri , traggono la teoria
medica del sig. Amoretti al destino fatale di dover morire
uascendo.
Dott. Carlo Chiolini.
78 ^__^^^
APPENDICE.
Parte i.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Ilistoire ct description etc. Storla c dcscrizlone dvlla
cuttedrale di Colonia , accompagnata da ricerche sit
r architcttura delle antlcjte cattedrcdi , di Sulpizio
BoissEREE. — Stuttgard, 1828, /'re^.?o Cotta: dcdla
stamperia di Firmino Didot : Farigi. Gran foglio
con tavole m rame.
I.\|oN e in Italia soltaiito Invaso il costume di illustrare
e di nioItiplicaFe anclie coa una specie di lusso le descri-
zioni delle cattedfali piu magnifiche ; alcmie ne vedemmo
fatte recentemetWe delle cattedrali della Fraiicia , dell' In-
gliilterra e della Gerniania , e tra qneste primeggia certa-
iiiente qnella clie ora annanziaino della cattedrale di Co-
lonia.
In una breve prcfnzione 1' autore rende raglone dei
motivi , clie indotto lo hanno a scegliere cpiesto monu-
mento come un tipo delT arcliitettura delle antiche cat-
tedrali. Queir architettura , die' egli , ijiipropriamente no-
niinata gotica , si distingue per la riunione piii armonica
di elementi , che a prima vista sembrano diametralmente
opposti; gigantesca ne' suoi concepinienti , nrdita e solida
nella sua csecuzione, essa inspira a prima vista lo stupore,
quindi rapisce sino all' aiumirazione , allorclie si scopre
ciie un principio unico , originale ed ingegnoso dispone
tiitte le niinime parti, e scendendo anclie alle piii minute,
tutto rcsrce e a tutto comunica la iorza c la "irazia. Di
kVW VARTE STRANIERA. 79
quest"' arcliitcttura la storia non ci adJita 1' origine , raa
cioinino essa uell' Europn dal XIII secolo sino al XVIII ,
e sgraziataiuente noa ebbe an Vitruvio cbe ne ihdicasse le
regole , e ne raccogliesse i priticipj \ non ci rimangono
adiinque se non cbe i monunienti , e questi ancora in gran
parte impeifetti , alcuui altresi compostL di parti etero-
genee, appartenenti a disegni di epoca difFerente. La cat-
tedrale di Coloiiia , uno dei piu vasti c piu l)elli ediiizj
di questo geiiere , bencbe forse piu dell' altre soggetta a
triste ■ vicende , ha questo pregio particolare , cbe i suoi
fondamenti e tutte le parti die sono terminate , veggoasi
cosirutte sopra un solo e medesiuio disegno , del quale
tuttora si conserva la delineazione originale , cosiccbe unen-
dosi qnello cbe e fatto con quello cbe fare si dovrebbe ,
si puo ottenere vin complcsso di arnionia e di unita pcr-
fetta , quale immaginato lo aveva I'ingegno dell' arcbitetto.
L' autore ha duuque voluto reiidere un omaggio alia me-
moria dei costruttori di questo edifizio , ed un servigio a
tutti gli aniici delle arti , stndiandosi di terminare , aliueno
colla delineazione , quel uionumento cbe tempi infelici e
circostanze fatali impedirono di compiere realmente. Egli
lia crednto altresi di poter presentare una liase sicura
per sciogliere iinalmente la qaistione , agitata lungamente
tra i dotti, su 1' origine e sul sistema di quell" arcbitettura ;
giaccbe non si jouo giugnere alia scoperta di que' principj ,
e seguitarne lo sviluppamento sino alia decadenza dell" arte,
ne esporne il sistema in tutta la sua estensione , se non
die coir esanie accurato e ninutissimo di uno dei princi-
pali monuraenti di quello stile e di quella maniera.
L' autore ba pigliato egli stesso tutte le niisure dell" edi-
fizio 5 ba abboftzato i disegni coUe necessarie restaurazioni,
o si e ancbe esteso ad ampie ricercbe su T arcliitettura e
la storia delle anticlie cattedrali : egli si reputa felice di
avere ottenuto la sos^ieta del sig. Coita , il quale dai piu.
al)ili artisti ba latto eseguire tanto i disegni , quaiito gli
intagli in ranie, Dopo un assiduo lavoro di piu di dodici
anni , egli si trova in grado di coniinciare la pubblicazione
deir opera , cbe comprendere dee cinque fascicoli , dei
qnali non abbiamo sott' occbio se non cbe il primo.
Qucbto comprende la storia e la descrizione di quella
celebre catledrale , e in essa si sviluppano i principj , le
proporzioiii e le regole , cbe si soao osservate iiella.
bo A r r K N D I C E
costrn/ioiie. Nclla seconda parte 1" autove limont.i all' idea
ed air ordiiiameiito degli edilizj crciti al culto cristiano ,
e (juiiidi dai primi tempi del cristianesimo venendo alle
epoclie posteriori , presenta un compendio storico dell' ar-
chitcttura dclle cliiese sino al sorgere di quel genere , uia-
Ininente detto gotico , e impropriameiite derivato dall' ar-
c!iitetiura niorcsca. Nella terza parte V autore esamina T ori-
gine degli archi acnti sotto il regno di Fcdcrico I di Sve-
yia, e mostra come quel gusto architettonico sviluppossi e
si sparse rapidamente in tutta Europa sotto gl' impefatori
successivi. La quarta contiene la storia compeudiosa di
qucir arcliitettiira uiedesima nei secoli XIV e XV ; e nella
quinta 1' autore sviluppa il sistema e T ordine di quell' ar-
chitcttura colle sue piii iniportanti variazioni. Egli la pone
in confronto coir architettura religiosa degli anticiii orien-
tal i , delta Grecia e dell' Italia, e si studia di assegnarle il
posto clie ad essa e dovuto nella storia generale dell' arte;
affine di reudere questa parte piu chiara e compiuta , egli
Yi lia. aggiuate alcune tavble , clie contengono le dimen-
sion! , le piante e le elevazioni dei priucipali monumenti
di quel genere da esso menzionati.
Originario tedesco , egli sciisse nella sua lingua il testo,
ma tutte le niaggiori cure presto alia traduzione, riveduta
da nn letterato francese , vantaggiosamente conosciuto per
Teleganza del suo stile; egli .dichiara per ultimo di essere
del)itore a molti dotti amici dei docunienti necessarj alia
conqiosizione di quest' opera grandiosa.
Comincia la storia di quella cattedrale col donativo ad
essa fatto da Federico I delle supposte reliquie dei Re
Magi , ottenute da quel sovrano nella conquista da esso
fatta di Milano nell'anno 1 162 ; pio trofeo, clice lo storico,
e prezioso deposito, clie Topinione di quel tempo assomi-
gliava ai piu ricchi tesori. Quel donativo contril)ui di molto
ad aumentare la inagnificenza e la celebrita di una chiesa ,
che riguardare potevasi come una delle sedi piii anticlie
del cristianesimo nella Germania , annessa ad una capitale
nella quale ancora s' incoronavano gl* iuqjeratori. Qui T au-
tore si estende sul culto che ai Re Magi prestavasi, spe-
cialmente come protettori dei peregrini e dei viandanti
in generale. Gl' iuiperatori che recavansi da poi a rice-
vere la corona in Aquisgrana , non tralasciavano mai nel-
J' andata e nel ritonio di visitare quella cattedrale ; e
1"\UXE STRVNIErv\. 8l
Fcdcrlco iicir arrlccliirla clelle reliquie toUe a Milano, voile
lorse noil solo secondare la devozlone de' suoi tempi,
ma anche iiigrandire Y idea die allora si aveva della di-
s;nita impeiiale , sul principio acceiiiiato nella cronaca di
Ottone Frisingense , clie coUa adoraiioue dei tre re , Gesu
Cristo ei'a state niostrato all' universo come domiiiatore
supremo della terra.
L' antica cattedrale era uii edifizio costruito al tempo
di Carlomagno; allora naccjue il peiisiero di erigere uii mo-
uumento piii vasio e piii niagiiilico, e Tarcivescovo Engel'
herto, vicario deU'imperio sotto Fcderico II, concepi V idea
tli queir opera grandiosa. Egli ofFeri molto danaro , ed esorto
il siio clero a concorrere a qnelP impresa , ma assassiiiato
da luio de' suoi congiunti, nou j>ote coiuinclarla. Neiraiiiio
1248 ua incendio cousumo totalmeute 1' aiitica cattedrale,,.
e allora 1' arcivescovo Corrado , uomo di alto iiigegiio e'
che grande iiillneaza esercitava nelle cose pubbliche della
Germaala , ordiao clie si foriiiasse il disegno di una cliiesa ,
la quale in vastita e in ])eltezza saperasse tutte le altre
allSra esistenti. Nell' anno medesimo fu posta la prima pie-
tra del nuovo edifizio, ed essendo stato eletto iniperatore
Guglielino coute d' Olanda , benche graademeate contra-
stata fosse la sua elezione, egli voile assistere in persona
a quella cerimonia , e testimoiij ne furono varj priucipi
della Germania. L' autore la descrive a luiigo, e nota che
dopo un discorso proaunziato dall' arcivescovo publjlicossi
una l)olla del papa , nella quale indulgeaza di ua anno e
quaranta giorui accordavasi a tutti coloro "clie , o colle loro
faticlie e colla loro industria , o coa donativi in daaaro ,
contribuireljl)oao all' inaalzameato di quell' edifizio. I doni
giunsero da ogai parte , e sino Enrico III re d' laghil-
terra maudo 12000 marche d'argento: in appresso egli
ne diede altre 5oo , ed una niitra tutta ornata di pietre
preziose , e si pennise ai coaunissarj dcUa cattedrale di
Colouia di raccogliere danaro in tutta V Ingliilterra. Molto
giovaroao all' impresa le ricchezze della citta istessa di
Colonia , allora fiorentissima pel suo traflico e la sua na-
vigazione ;, tuttavia , irattandosi.di ua edifizio che doveva
avere 5oo piedi di lunghezza , 180 di larghezza pel coro
e la nave , e 390 pel Ijiacclo clie 16 attraversava , e le
di cui volte dovevano elevarsi piii di aoo piedi , plu di
3oo letorri, sopra uaa l)ase di 100 piedi di largliezza , 1
U.bl. ItaL T. XX XVII. 6
o2 A P 1' E N D 1 C E
lavori J malgrado 1' attivita ed il numeio degll opcraj , si
continuarono con lentezza , tanto piii clic non facevasi uso
ill qaella costruzione se non clie di pietre regolarmente
tagliate. Qneste traevansi da una roccia di arenaria per-
iiriuca di colore grigio verdastro , die faceva parte della
catena detta delle Sette Montagne : vi si frammischiarono
pure alternativamente alcuni pezzi assai lunglii di basalte ,
clie traevansi da una niontagaa posta dirimnetto alle giii
nominate. Quelle colonne basaltine , collocate ori/zontal-
mente su gli strati delle altre pietre con ottimo cemento,
formavano Tunione piii solida ; e I'autore stesso, essendo
sceso sino a 44 piedi di profondita sotto la torre del sud ,
non giunse ancora a scoprire il principio dei fondamenti.
IMei priuii nove anni credonsi poste non solo le fonda-
menta niedesiine , ma anclie alzata una gran parte della
base deir edifizio ; in quell' epoca trovasi premiato col do-
nativo di un fondo certo maestro Gerardo lapicida , diret-
tore della faljbrica , die V autore nostro e tentato di cre-
dere il primo ardiitetto e I'inventore del grandioso discgno.
Itlolto speciosi sono gli argomenti , coi fjuali egli si stucBa
di provare la sua tesi ; e singolarmente all' o1)hiezione die
nascere potrebbe dall' essere quel Gerardo ne' documenti
indicato come tagliapietre , risponde con niolta erudizione,
mostrando in quale con-to tenuta fosse i n que' tempil' arte
di tagliare Ic pietre , la quale , riguardata come base di
tutte le arti architcttoniche , doveva essere esercitata e
professata da cliiunque aspirava a diventare arcliitetto.
L' arcivescovo Corrado peusava frattanto a di venire pa-
drone assoluto di Colonia, il die suscitato aveva nella citta
discordie intestine; egll moin in mezzo ai suoi disegni am-
liiziosi , ina questi promossi furono con nuovo ardore dal
suo successore Engclbcrio^ cbe i cittadini forzo a rivoltarsi
contro di esso e a conquistare la loro liberta. Una serie
vi cbbe quindi di guerre, nelle quali quella citta fu, piu
volte assediata ; e sel)beae la fabbrica delia cattedrale in-
contrasse niolll ostacoli , esercito tuttavia , come' osserva
r autore , grandissiina influenza sul perfe^ionamento del-
1' arcbitettura , perclie formaia erasi per quell' opera una
scuola dalla quale uscirono eccellenti architetti , cbe il
buon gusto deir arte nei piu lontani paesi propagarono. I
lavori non pcrtanto di quell' edifizio non furono mai del
tutto interrotti, bencbe le somme ero2:ate dacili arcivescovi
PARTE STRANIERV. «)3
c dal clero npUe guerre, ralleiitati gli nvessero per niodo clie
nello spazio di quarant' anai noii pole essere conipiuto il
coro. Finalmente 1' arcivescovo esorto i suoi diocesaiii a
risovvenirsi nelle testamentane loro disposizioni di quel-
1' impresa religiosai spedi ecclesiastici eloquentissiini a rac-
cogliere danaro in tutta la Gerniania ; foruio uaa specie
di coiifraternita d' uomiai e di doniie , die obbligaronsi a
pagare aniiualmente una specie di coatriljuzioae ; niolti
jirincipi iiiterveniiti alle coronazloni degl' imperatori che
rapidamente succedettero a Rodolfo , gareggiaroao ne' loro
donativi, e .nel i3a2 si pote coiisacrare il coro, il quale
solo compreiideva due quinti della lunghezza del monn-
niento , giusta il disegiio originait'; gia a quell' epoca una
doppia iila di colonae sosteneva la volta principale , che
maestosameuie inualzavasi sin dove poteva giuguere lo
sguardo.
II tetto fu coperto di lamine di plomlio , disposte in modo
che servivano di ornamento , e in caratteri grandissiuii
presentavaiio alcuni versi in onore dei Re Magi. Alcuui vi-
dero in quelle lamine F e (Tetto di un inagnifico dainasco ;
altri le raffiguraro-no ad una tenda piantata su V alto di
una inontagna ,6 1' inimaginazione esaltata credette di rav-
visarvi la tenda dell' antico taljernacolo , die il santuario
racclnudeva degli Elirei.
II coro fu chiuso allora dalla parte dell' occidente con
una leggiera muraglia , che sparire doveva allorche termi-
nata fosse la nave; si alzo pure al disopra del tetto una
torricella che deinolire ilovevasi , allorche costruito fosse
UQ campanile sn la volta principale del braccio di tra-
verse : lion si obblib di porre nell' angolo del frontone
uaa gi'ande stella dorata , simliolo di quella die guidati
aveva i tre Re a Betlemnie. La solenne dedicazlone si fece
I nel giorno, 27 di settembre i32a, , nel gionxo niedesiino in
cui era stata dedicata 1' antica cattedrale nell' ^JyS. Noi
non seguirenio V autore nella luiiga descrizione di quella
solennita , e accenneremo soltanto il rito singolare con cui
si sparsero ceneri su tuLto il pavimento, e quindi 1' ar-
civescovo , afline di mostrare che quella casa era cousa-
crata alia dottrina di cui G. C era il principio e la iiae,
1' alfa e 1' omega , colla punta del sno bastone poutificale
scrisse sn quelle ceneri tutte le Icttere dell' alfabeto greco
dall'angolo sud-est a qucllo iiurd-ovc5t-, c quelle dclF alfabeto
o4 A 1' 1' E N D 1 O K
latino ill una llnea cUrctta agli angoli opposti , coslcctu-
quel caratterl t'oniiavano una croce.
Da queir epoca in pol si continuarono Ic opere con
nuovo ardore ; si acconlarono prlvllec;i alle persone eil
allc coi'porazioni che raccolto avreliljono danaro per quel-
I'inipresa; essi furono confeimati dal Papa, e 11 piu sin-
golare di que' privilegi era , clic la persona conlemplata
poteva cssere solennemcnte sepjjellita in luogo sacro, inal-
}i,rado gP interdetti , allora frequcntissinu per le contesta-
zioni quasi continue tra gl'Imperatori ed i Papi. I doni e
le ofFerte erano graduate , ed il nuniinuni era quello di un
sacco di frumento o di sei soldi d' argento , sebbene poi
anclie donl piii piccoli si aminettessero. Non niancarono ,
come all'ordiaario , iionuni scaltrissinil , tanto ecclesiastici,
quanto laici , ed ancbe alcune femmiae , cbe scorsero la
Germauia sotto il pretesto di mendicare per la cliiesa di
Colonia , e grandi somme a benefizio loro accumularono ,
cosicclie dovettero puliblicarsi editti onde frcnare quel-
I'abuso, e finalmentc abolirsi, come vedremo, le collette
c i coUettori. •
L' arcivescovo GugUclino verso la meth del sccolo XIV
fece costruire nella cattedrale un grande altare di marnio
noro , ben proporzionato , se non alia dignith , alracno
alia grandezza deir edifizio , percbe la sola tavola era lunga
pill di 1 5 piedi e larga 7 , con alcune statue di maraio
bianco che 1' altare adornavaiio : nei giorni solenni vi si
coUocavano pure le statue della Vergine e dei dodici Apo-
^toli d' argento dorato , e ai quattro angoli a piccola di-
stanza dall' altare sorgevano quattro colonne di bronzo ,
die sostencvano Augioli portanti fiaccole acccse. Ignorasi
il nome dell' artclice di que' lavori ; V autore poro dubita
die quciilo fosse un clttadino di Colonia , molto lodato
nelle sue Memoric dal uostro celebre Lorenzo Ghiberti ,
autore dclle belle porte della cappdla battosiuiale di I'i-
renzc. Quell' artefice Colouiese, secondo le uotizie die ue
lia date il conte Cicogiiara, aveva seguito in Italia il duca
d'Angio, c dopo la di lui caduta rilirato erasi in una so-
litudinc , aila quale ancora molti accorrevano onde pro-
iittare de' snoi inseguamenti. ,Doloroso riesce che la storia
conservato non ci abliia il nome di quell' artista; osserva
tnttavia 1' autore che il Cicognara ingannossi , annoveran-
dolo tra gli arlibti del XIII sccolo, uientrc il duta d'Angio
PAnTE STRA.N!ERA. o5
scefio non era In Italia se non che nel i382; conviene
dnnque credere die il Ghiberti non atesse notizia di qucl-
r uomo se non die per relazione di cjue* giovani die vi-
sitato lo avevano nel suo ritiro.
Sarebbe pure tentato T autore di attribuire all' artlsta
niedesinio le sculture del tal)ernacoIo di quella cattedrale,
che aveva la forma di una torre di 60 piedi di altezza ,
ed ornato era di gran numero di figure ; ma quel taber-
nacolo era forse di epoca piu recente , e gia da piii di
5o anni e state distrutto » sebbene i veri amici dell' arte
ne compiangano tuttora la perdita , come di opera ele-
gantissima. In questo luogo scende 1' autore a parlare di
altri distinti artisti Colonies!, di Giovanni HiiUz, che con
nuovo disegno innalzo la parte superiox"e della celebre torre
di Strasburgo, e di Giovanni di Colonia, che alcuni tempj
grandiosi costru'i nell'OIanda, e si servi del disegno della
cattedrale stessa della sua patria, Incoragglati essendo i
lavori di quella cattedrale , continuati furono con grande
attivita , e si pose mano persino alia costruzione di una
delle due enormi torri comprese nel disegno ; gli abusi
pero , dei quali si fe gia fatta menzione, costrinsero 1' ar-
civescovo ad annuUare tutte le patenti dei collettori , e
le opere in proporzione dei donativi di nuovo si rallen-
tarono. Vennero in appresso le guerre , nelle quali involti
trovaronsi quegli arcivescovi., e soltanto nel 1437 fu con-
dotta sino al terzo piano la fabbrica della torre, cosicche
vL si poterono collocare le campane. Era allora 1' archi-
tetto della fabbrica certo Nicolo di Buren o Benren , e sotto
di esso dirigeva le opere altro arcbitetto nominato Cristiano.
Fioriva allora grandcmente la scuola coloniese e T arte dei
tngliapietre , cosicche Alfonso , vescovo di Burgos , con-
dusse scco in Ispagna, afline di coinpiere i lavori della
sua cattedrale , Giovanni e Simone , padre e iiglio , archi-
tctti colonies!. In Francia si voile trarre partito dal dise-
gno della cattedrale di Colonia , e una chiesa fa eretta a
Clialons su la Marna , riducendosi pero quel disegno a piu
piccole dimenslonl, e spogliandosi di una gran parte degli
ornamenti. Se ne fa autore un Inglese detto Patrice, ma
o si e pigliato un tedesco per un inglese, o quell' inglese
e uscito dalla scuola di Colonia.
Al de Buren succedette 1' arcbitetto Corrado Kuyn , al
quale accoidati furono grandi onori:, all' eta sua pero
86 ' A P P E N n 1 O E
furono soltanto rifuse due- canipane , e poco si lavor6 al
coinjumento dclla torre del niezzodi e della nave, mentre
ffiiella del sottentrione noii sorgeva clie all' altez/a di 27
jiicdi. Alia niorte di quel Corrado scnil>ra essere sottentrato
alia direzionc dolle opere Giovanni di Franckenberg. Tro-
Tasi pure memoria di un direttore delle opei'e , nominato
Enrico, clie fu riceviito nella corpoiazione dei lapicidi nel
1478 , ed ancora prestava 1' opera sua al coniinciare del
secolo XVI. Allora trovandosi la nave portata sino aU'al-
tezza dei capitelli , si couiincio la volta della parte che
guarda a settentrione ; si continuo pure la costrnzione della
torre scttentrionale, e si ornu quel lato di niagniiiclie in-
vetriate dqiiute. Fortunataineute V arte della pittura era
giuiita ill que' tempi al j)iu alto grado di splendure nella
Cermania , e T arclvescovo Germano , e il cajiitolo ^ e la
citta^ele persone piii distinte riunironsi per far eseguire
le dijjinture di que' vetri dagli ailisti piu celebri ; una
parte pero di quelle invetriate fu dipinta in epoca niolto
posteriore, e I'autore si duole con ragione del deviamento
fattosi dallo stile conservato nei piii antichi lavori di quel
genere.
Qucsto coinpcndio storico si cliiude coll' annunziare clie
a quell' epoca ces^arono i lavoi'i , e clie da trccent' anni
quel iiionunicnto imperfetto attcsta la forza dell' ingegno
die lo lia concepito, e la sinistra influenza delle discordie
civlli clie ne lianno impedila 1' esecuzione.
Segue la seconda parte dell' opera cbntenente la descri-
zione dell' edifizio. L' autore si colloca nella sitnazione di
nn arcliitetto il quale , dovendo rendere conto dell' opera
interrotta di altro artista , dee , a norma dei disegni che
lia sotto gli ocelli e delle costriizioni esistenti, indicare
quello clie i-iniane a farsi pel compimento della fabbrica.
In cjuesta qualita egli preseiita al pubblico i disegni di
quella cattedrale, eseguiti da valenti artisti , colle dinien-
sioni da esso pigliate sul Inogo ; ma siccome le sue dimo-
strazioni hanno per base la vista medesima degli oggetti
o dei disegni, i cjuali nelle arti come nelle scienze iisiclie
sono il mezzo principale di facilitare 1' intelligenzai siccome
egli suppoue clie il lettore abbia sotto gli occIii tutte le
tavolei COS! noi non potremo in queste dimostrazioni se-
guitarlo . e soltanto espriminmo il nostro veto , perclie gli
PARTIL STKANIERA. 87
ai-tisil e i verl amici dell' arte non trascurlno dl osservare
attentamente que' disegai , ottimaniente delineati.
Giovera tuttavia notare che phi fortunaii i Colonlesi
dei Milanesi, coaservano tiittora nei loro archivj una parte
del disegai orij^iiiali di quel maestoso edifizio. Quello di
una delle due torri priiicipali, e della facciata die le torri
rinnire doveva, delineato sopra un rotolo di pergamena
lungo quasi i3 pledi, fu pubblicato dal gesuita Cronibach
ill forma assai piii piccola verso la nieta del secolo XVII, ^
in una voluminosa storia dei Re Magi , e vi si aggiunse
un disegno di tutto I'edifizio, che non si sa bene donde
sia stato pigliatoi forse fu in parte delineato su Tedifizio
medesimo , in parte su i disegni antichissimi-che tanto
di tutta r opera quanto di diverse parti o electa gU, conser-
vavansi presso la corporazione dei tagliapietre. Essendo
statl que' disegai dispersi in diverse epoche , e massime
air arrivo dei Frances! in Colonia nel 17945 ne furono
fortunataniente trovati alcuni , e tra questi la deliaeazione
geuerale della torre del inezzodl colla facciata del mezzos
pill recentemente si scopri anclie quelia della torre set-
tentrionale coUa parte della facciata corrispondente.
Comincia T autore la sua descirizione dall' interno della
chlesa , che dall' architetto fn diviso in cinque parti prin-
cipal! : i.° il vestibolo che servire doveva al battesimo ,
ed air assoluzione dei catecnnieni e dei penitenti ; 2° la
nave ; 3.° la parte trasversale destinata ai fedeli che assi-
stevano ai semioni ed al servizio divino; 4.''ilcoro; 5.° le
cappelle disposte intorno al coro medesimo. Tutto T edifi-
zio veane pure dall' architetto distrlbuito nella sua gran-
dezza in cinque navi, il clie gli diede luogo a sviluppare
in quattro ordiai il piii splendiJo colonnato ; la parte di
travcrso pero non fu divisa che in tre navi. L' architetto
medesimo si servi della misura del piede romano , che
r autore ha ragguagllato coll" antico piede francese , e col
piede del Reno , o])bliando sgraziatamente di ridurlc al
piede attuale di Parigi o al metro. Inutile riesce adunque
r iadicare a quanti piedi fosse origlnariameate stabilita
la larghezza della nave principale , e soltanto puo rite-
nersi , die la distanza da una ad alti'a tolonna , pjgliata
dalla Ijase , agguagha la r.ieta della larghezza Uella nave
principale.
8R A P P E N D I C F.
II coro si rliialsce Iinnieiliataiuente nl qnaJrato della
parte cli traverse, ed ha quattro arclii per parte in linea
retta , termiaati da sctte che fonnaiio uii seinicerchio pro-
lungato e quindi un dodecagoiio ; ia quegli arclii collocate
furono sette cappelle , die al di fnori protrassero ancora
il semicerchio siuldetto. La largliezza della nave principale
trovftsi tre volte contenuta nella largliezza di tutto I'edi-
iizio , e la largliezza totalc e parimente tre volte conte-
nuta nella totale lungliezza delT interne della chiesa. La
nave pure ed il coro aggnagliano a un dipresso la lar-
gliezza totale deir edilizio. II vestiljolo, il quadrato risul-
taiite dalla linea trasversale e le cappelle con un circuito
o una nave piu bassa die le sepai-a dal coro, sono eguali
ciascuna* parte in largliezza alia nave pi'incipale , e tutte
<{iieste parti riunit* aggungliano la totale largliezza dell'edi-
iizio. La largliezza della linea ti'asversale e alia totale lun-
gliezza come 2 a 3 , e la sua lunghezza e come 5 a 9
alia largliezza di tutto il tcnipio.
La sola parte interamente compinta e il coro , e da
qucsto puo argomentarsi quale sarebbe stata con si belle
proporzioni la elevazione ben calcolata di tutto Tedifizio.
La volta di mezzo del coro medesimo fu innalznta sino a
i5o piedi , fatta eguale per conseguenza alia largliezza to-
tale del tempio. Le volte lateral! e quelle dclle cappelle
non si elevano se non che a due quinti dclP altezza indicata.
Le colonne hanno seite piedi di diametro. L'altezza della
nave di mezzo trovasi quindi divisa in tre parti: i .° II
colonnato co' suoi arclii sluo al cornicione; 2.* le fincstre
al disopra del cornicione medesimo ; 3.° la volta stessa ;
una eguale distribuzione si osserva nelle nnvi laterali e
nelle cappelle , se non die la prima parte e formata dal
basamento dclle finestre , la seconda dalle finestre luede-
sime , la terza dalla volta.
L' autore entra quindi a ragionare delle volte fatte ad
arcbi ncuti; delle forme fondamentali e delle regole prin-
cipali della costruzione , die uoi non potremmo esprimere
senza il sussidio di alcune figure geometridie ; delle co-
lonne e delle volte , e degli ornam«nti cite egli ha indi-
cate sotto il nome generate di decorazioni. Quest" ultimo
oggetto egli si e dato a considerare sotto diversi aspetti ,
e quindi ha lungamcnte parlato dclle opcre dci tagliapietre,
di quelle del vctrai , di quelle dcgli srultori , o poscia
PARTE STRANTFRV. 8<)
tlegli ornamcnti dl pittur.i, che tuttl ha trovati In arnionia
colla niagnil'icenza deir edilizio, e specialmentc delle inve-
triate. Tratta pure ditlusaniente delT ordinaniento di tntto
redilizio per quelle che concerne il servigio divino; quindi
del santuario , degli stalli del coro, delie cappelle, e sino
della sagrestia.
Passa poscia a descrivere le parti deiredifizio non coni-
piute, e prima di tutto la parte trasversale , la quale ,
mancaudo totalinente , non puo da esso indicarsi quale
fosse orio;inariamcnte nel disegno, se non che colla osser-
Tazione della parte niedesima eseguita in altre cattedrali
costruite in queir epoca. La nave principale o di mezzo
e finita in tutte le sue parti, ma soltanto sino all" altezza
dei capitelli delle navi laterali ; sono pure finite le quattro
\'olte inferiori nel lato ciie guarda a settentrione. Tutte
le finestre sono munite di vetri dipinti , e alia nave prin-
cipale si e sovrapposta una volta a semi-cerchio , fabliri-
cata di tavole. Esistono le quattro grandi colonne del cen-
tro ; dodici se ne veggono nella trasversale, sei da ciascuii
lato , dieci in tutto nella nave principale. Tutte le co-
lonne sono ornate di statue , e semhra che 11 disegno
originale ne richiedesse dappertutto. II vestiljolo forma
Tinterno, o la parte che rimane in mezzo alle due torri
principali ; ma non avvi che la parte del mezzodl termi-
nata , e a questa mancano ancora le volte di due navi e
le invetriate delle finestro. Le colonne del vestiholo sono
pill masslcce, il che era necessario al sostegno delle torri.
II vestibolo non comunica direttameute colla chiesa se non
che per mezzo di tre porte , una che mette alia nave
principale , le altre due che conducono alle prime navi
da ciascmi lato ; tre porte dovevano pure trovarsi nella
facciata principale, ma ora sono murate, e per altre non
descritte si entra immediatamente nella nave. Le masse
destin^te a sostenere le due torri , ciascuna piu aha di
Soo piedi , sono quasi egnali agl' intervalli che formano
la nave principale , e che si trovano tra le iinestre.
Venendo I'autore a descrivere Testerno, rammenta 1" in-
gegnosa osservazione di Forster , rhe ha paragonato V in-
terno delle antiche cattedrali , dette goticlie , alle volte
ombrose delle antiche foreste: su questo principio egli ha
creduto di potere paragonarc 1' esterno della cattedrale di
Golonia ad uno scoglio coperto d' all^eri e di arbusti , ed
r)0 APTENDICE
ha citato lo Schlegel, che credette di vedere in essa una
prodiglosa cristalliz/azione, e il Coctlie clie nella torre di
Strasburgo ravviso un grand' alljcro divino , che con ral-
gliaja di rami e di foglie annunziava da Kingl la magni-
iicenza del Creatore. In qaell' esterno e forza di ricono-
scere certamente una profusione di ornamenti ; quella
riccliezza di esecuzione clie risulta dalla ripetizione e dalla
variazione sino all' infinito di poche forme fondamentali ,
ed una specie di organizzazione che sempre conseguente
a se stessa, trova in se stessa tutte le sue regole , e
sembra stendersi all' infinito come nolle produzioni della
natnra.
Considera quindi T autore la distribuzione generale di
tutto il complesso dell' edifizio ; la torre di mezzo , della
quale manca persino il disegno , come quello pure delle
facciate della linea trasversale; il coro che e la parte piu
compiuta; e quindi scende ad esaminare le dlfFerenze che
passano tra I' architettnra esterna ed interna. In ({uesto
esame entrano i contrafforti e i pilastri che servono di
sostegno , i frontoni e le torricelle. Segue un ragionamento
SLil carattere principale dell'antica architettura del templi,
sul sistema piramidale , sn! carattere che egii nomina ve-
getale , presentando il sistema dell' ornatb un'analogia, che
egli dice la piii perfetta, colla vegetazione ; in particolare
su i fogliami, su le larve o le niasclierc di flgura umana,
intorno alle qiiali nascono i fogliami; su le fignre grotte-
sclie degli sgocciolatoj , o dei canali che scaricaUo le acque
pluviali; su le figure dei santi , o pluttosto su le statue
degli angioli, collocate sn i pilastri dclle cappelle del coro,
su di altre ca]ipelle situate nella parte superiore delle
torrl, su le scale e su le comunicazioni dal basso all' alto;
questo ragionamento si chiude con alcuue conslderazioni
sul compimento clie dare si potrebbe a qnclla magnifica
cattedrale.
Nelle ultime paglne del volume si trova la spiegazlone
delle tavole. Nella vignetta del frontispizio si e esposta
una veduta di Colonia , atta a far conoscere la situazione
della cattedrale relativamente alia cltta , e quella della
cltta relativamente alia campagna. Le tavole seguenti con-
tengouo la veduta esterna della cattedrale, la pianta del-
r edifizio , 1' alzata laterale , la facciata principale e le
torri , e lo spaccata del coro sopra la sua larghezza. La
rAKTF. STR\N1ER\. Ql
spiegazione Jella tavola rappresentante la facciata e le
torri contiene iiiolte notizie importanti , massime relati-
vamente ai fondamenti loro , alia loro costruzione e alle
loro dimensioni ; da queste risnlta die 1' altezza totale
della facciata dal pavlmento della chiesa sino alia croce
formata di foglianii , e di 53a piedi , 4 pollici , mentre
nel disegno originale era di 536 piedi.
Come gia si disse da principio , noi non abbiamo sot-
t' occhio se noa che il piimo fascicolo i possiamo pero
assicurare che le tavole finora pubblicate sono escguite
coUa niaggiore precisione ed eleganza dai piii valenti ar-
tisti della Germania , i di cni nomi soao registrati nelle
spiegazioni di esse tavole; e che tutta l' opera e stampata
coil un lusso , forse eccessivo, che incomodo oltreinodo
lie rcnde il maneggio , e assal difficile l' acqulsto agli ar-
tisti, alia istrnzloue dei qiiali sembra particolarmeute de-
stlaata. Non dissimuleremo tuttavia che ia mezzo ad un
lusso cosl grande nelhi carta, nei caratteri , negli oraa-
inenti diversi e nell' intaglio deile tavole , in mezzo alle
cme che V autore narra di essersl pigliate per la piii esatta
esecuzione dell' opera , alcnne scorrezioni abbiamo con
dolore osservate , massime nelle citazioai degli autori la-
tini poste a pie di pagina.
Occasione piii opportuiia di questa non potrebbe a noi
presentarsi per far conoscere nn libro rarissimo, nel quale
linigamente si parla della cattedrale di Coloiiia , si trat-
teggia la storia di quel magnifico edifizio , e si espongono
altresi in alcune tavole intagliate in rame "la pianta della
cliiesa, il prospetto della facciata e delle due torri late-
rali , e quindi la cassa nella quale credonsi racchinsi i
corpi dei tre Re con tutti i suoi lati, e le geir.me incise
contenute nei varj ornamenti ; libro che sebbene stampato
a Bonna nella staaiperla Elettorale nelP anno 178 1 , noa
sembra. essere stato veduto dal s\g. BoLsseree , 11 quale
non ha citato se non che 1' antica nojosa storia dei Re
Magi del Crombach. II tltolo di quest' operetta curiosa e
il scguenie : Colleccioii des pierres antiques dont la diassc
des SS. Trois Eois Mages est enrichie dans I'eglise metropo-
■litaine a Cologne, gravees apr'es Icurs ernpreini.es , avec un
■dlscours historique analogue par J. P. N. M. V. II vola-
metto e di forma in 4 ", e le tavole poste alia fine sono
in numero di dodici ; nel frontispizio , intagliato pure in
92 ArPENDICE
raino ad acqiiaforte , veggonsl varj stemml blasonlci , pro-
babiliiiente degli arcivescovi e caiionici colonies! , e .per
entro agli ornamenti medesimi leggonsl le baibave pai'ole:
Maxim. Fricter illustravit , Philip, transtnlic , Max. Ilend.
decoravit , Reinaldus attulit , 11 che niostra T importanza
che si e data a qnesto lavoro , e rende tanto pin strarvo
11 fatto die incogaito fosse al recentissimo Ulustratore di
quel monumento. Sotto la maggior parte delle tavole leg-
gonsi le parole : Dess. et gravd par Diipuis offlcier. Sarebbe
sommainente desiderabile, che Indicato si fosse in qualche
luogo donde ricavatl si fossero que' disegnl , e quelli
niassime della pianta e del prospetto della cattedrale , non
die delle due torri, i quail totalmente non combinano con
quelli espostl dal Crombach.
La prefazione di quell' operetta splra soltanto la devo-
zione e la grande venerazione degli autorl per le rellquie
del Magi ^ raa nella introduzioae storica prellmlnare si
comincia dal declamare contro 1 Milanesl , 1 quali non
cessano, come in essa e detto , dl sostenere altamente ,
die nel reclnto delle lore niura ancora posseggono quelle
sante rellquie. Ad essl si oppone 1' autorita dei loro isto-
i-lografi , 1 quali ( sebbene con molta acrlmonla , come si
legge in"quella introduzione ), confessano sinceramente cbe
quel sacro tesoro fu trasportato a Colonia sul Reno , e
tra questi di Andrea Alciato e di Carlo Torri , autore del
Jlitratto. di Milano. Si riferlscono le parole origlnall del
Torri, nelle quali si asslcura clie in una cappella della
clilesa dl 5. Eustorgio dedicata a 5. Stefano , ancora si
conserva , come egli dice , il tuniulo dei Regi adoratori ;
lua egli accorda die le rellquie conservavansl in altro avello
di niarmo , indiiuso nella tomlia medesinia. Si ripete il
racconto die quelle rellquie erano state dal clttadlni na-
scoste nel camp.Tnlle della collegiata di 5. Giorgio al Pa-
lazzo , e scoperte per 1' Iniprudenza dl vuia vecchla in-
scnsata , rlmasero preda delP iinperatore i^ederico. Si tesse
a Inngo la storla dei fattl di Fedcrico in Italia , e dei
motivi die lo spinserp a desolare la cltta dl Milano , e
si cerca di giustlficare in ogni modo la sua crudelta ; si
nota finalinente die I'arcivescovo dl Colonia 7i//2a/(/o , nella
divislone generate delle reliquie ottenne in sua porzione 1
corpl dei sette fratclli Maccaljei e della loro madre Salome,
quelli dei SS. martiri Nahorre e Felice, e di S. Apollinarc
I'ARTE STUANIEUA. f)3
vescovo di Ravenna (l)enclu! i corpi cU que' SS. niartiri
sieno tuttora veneratl in Milano ) , oltve molti altri tesori di
questo genera, e per ultimo 1 corpi del Magi, clie invano
contrastati gli furono da Enrico vescovo di Liegi. 11 Torre
aveva taciuto il nome della vecchia che rivelo dove i
covpi dc' Magi trovavansi nascosti; in qaesta introduzione
pero , su la fede del Cranzio , cronicliista della Sassonia,
e del gesuita Crombach , si accenna che quella fu una
sorella del conte di Anghiera , la quale scopri quel teso-
ro , non all' imperatore, ma all' arcivescovo , afline di sal-
vare la vita a certo Viviano o Galvagno , solo fratello die
le restaya , essendo stati tutti gli altri decapitati d' ordine
di Federico. Que' tedeschl trassero apparenteniente quella
notizia dagli Antiali di Cremona del Cavitellio , ma s' in-
gannarono a partito, supponendo che quella donna fosse
abhadessa del monastero di S. Giorgio, ove monache non
furono giamniai. Si cspone poscia 1' itinerario del trasporto
di quelle reliqule a Colonia , accompagnate nel viaggio da
alcuni Agostiniani milanesi , i quali introdussero cola il
loro ordine ; si accennano la solennita con cui furono in
ogni luogo ricevute y e i contrasti che per caglone delle
medesime ebbe a sostenere Rinaldo, e quindi si viene alia
conipendiosa storia dell' edificazione della cliiesa, nella quale
non sempre gli autori sono d' accordo col sig. Boisseree.
Essi stabiliscono la lungliezza del tenipio di piedi 385,
la larghezza di 1 6o , e alia parte tra^versale che forma
la croce , assegnano loo piedi di lunghezza , a5o di lar-
ghezza ^ non ammettono che i lavorl interrotti fossero tra
gli ^nni layS e i3o3, e notano che I'arcivescovo Enrico
di Virnenburgo . non solo consacro il coro, ma anche tutte
le cappelle all' intorno ; notano pariinente che T area ove
credonsi riposti i corpi de' TNIagi , fn soltanto provvisoria-
niente collocata nella cappella dietro il gran coro , perche
secondo il discgno originale riposare dpveva sotto la prima
volta fuori del coro medesimo. Si riferiscono pure per
esteso le iscrizioni, e quelle assai barbare in versi leoni-
ni , che si leggono sn 1' area e in altre parti del deposito
delle reliquie.
Ci siamo alquanto estesi nel rendere conto di quest' o-
peretta , onde aver luogo di rintuzzare 1' accusa data ai
Milanesi di vantare tuttora il possedimento di quelle reliquie.
Questi cittadiiii non potevano inai parlare un linguaggio
(■^4 ATPENDICE
diverso da cjuello del loro istoriografi , tie mal in alcuna
delle anticlic o recentl descriz.ioni di Milano si e preteso
che altro alia citta riinanessc fuorchfe 1' area rozzissima
di niaruio , nella quale per tradizione que' corpi si coa-
servavano. Non potrebbe ne pure asserirsi a rigore die
gli storici abbiano con asprezza e rancore parlato del
trasporto di que' corpi ; e quanto agli aneddoti coiicei-
neutl la sorella del coiite d'Anghiera, sianio fondati a
credere che per la maggior parte sieno favolosi. E per-
donabile agli scrittoi'i tcdeschi lo zelo col quale si studiano
di giustificare , o almeno di scusare lo barbarie di Fede-
rico Barbarossa; ma a riser v.i di alcuni passi di Ottone e
di Radevico FrLsingeiiii , ben poche storie potrebbero essi ci-
tare a loro favore, e niolto meno riuscirebbono a trovare
seguaci uegli enconij prodigati alia prudcnza e alia dolcezza
deir arcivescovo Rinaldo , e dcgli altri messi imperiali ,
spediti da Federico xiella Lombardia.
r\RTE ITALIA.NA. 96
PARTE II.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
So]j?a le Sciciize e gli stahllinieati scientifici della
Lombardia. Discorso delt abate cavaliere Angela
Cesaris ^ priino Astronomo delV I. R. Osservatorio^
Dlrettorc dcllc due classl delV I. R. Istituto^ letto
in occasione della solenue distribuzioiie de premj
cT indiistria seguita in Mduno II gior/io 4 ottobre
I&24.
OoNO giii due aiinl die 1' al-ate Cesaris in altra consl-
inile solennita espose e dimostro quanto contrihniscauo
alia I'iccliezza T al3l)ondanza e la qnalita dclle materie
prime, e cjuanio la riccliezza iiiedesiiiia yenga accresciuta
dalle arti operatrici (Vedi Biblioteca italiana torn. XXVIII,
pag. 2^5) : oiM in questo suo dlscorso passa a rassegna le
epoclie piii gloriose della storia letteraria della Loaibardia,
jntendendo con cio di dimostrare como le scienze, fiorenti
quasi in pioprio terreno spoiitaneo, concorrano al perfezio-
namento delle arti e dclle luanifatture. L' abate Cesaris
lia assunto un argomsnto troppo vasto per un discorso
da recitarsi in tale solennita e alia pTesenza di tanto con-
corso impaziente di vedere piuttosto le nostre glori& pre-
seati clie di udire le passate; egli ha qnindi dovuto sfiora-
re di aoIo la materia e non arrestarsi die sui punti prin-
cipali del suo assunto. All' lasubria appartengono i piii
belli ingegai d' Italia. Virgilio, i due Pluij, il tenero Catullo
sono nostri; e ne' tempi piii vicini il gran Torquato , il
Tirabosdii , il Parini , 11 Fracastoro , il MafFei, il Morcelli ,
i Giovj, il Gafluri , il Vida, il Castiglioni, Manfredo Set-
tala, Girtlamo Cardano , Bonaveutura Cavalieri ^ Ivlaria
Gaetana Agnesi , Benedetto Caslelii, Giasone del JMaino ,
r Alciati ecc. , sono tuiti Louijjardi. I'assando I'autoreagli
0)6 A r V K N r> I r. E
stabiliinenti sclentifici ricorcla come nientre Roma proscrl-
veva i filosofi ed i retori col clecreto rifeiitofda Sveto-
nio , Milaiio capitale della Gallia togata coltivava i pacilici
stiulj ; e ramiucnta una pnliljlica blblioteca e stabiliiiieiiti
cU pubblica c gratuita istruzione pei fanciulli e i'aiiciullc
del popolo 5 stabilinienti in graa parte dovuti alia liberalitii
dc* cittadini, fi\i I qiinli e da annoverarsi Pliiiio stesso , clic
iiel suo testa inento lego in aliinenta pacrorwn et puella-
runi plebis urbancE sestertia centum ; in tutelani bihliotlieccc
sestcrtia centum. Una depiitazione milanese fti spedita al
Console Romano Simmaco, onde avere un precettore di
rettorica. La provvldenza destino il grande Agostino ad
esser maestro de' ligli de' nostri antenati insieme a di ve-
nire ei;U stesso discepolo del Vescovo Amlirogio. E qui
prende occasione 1' autore di ricliiamare alia memoria dei
suoi concittadini die dove la Yettabbia attraversa T antlca
fossa , ed a maggior sicurezza de' cittadini e ora ampliata
la strada , non sono molti anni si vedeva 1' avaazo della
torre detta dell' Imperatoie e del contiguo palazzo in cvii
abito ed insegno Agostino. Dove al presente s' innalza il
pubblico arcbivio nell' anno iai3, dopo la barbaric dei
secoli ferrsi precedentl , e dopo 1' eccidio di Barbarossa ,
Oldrado di 3.odi , podesta di Miiano eresse il nuovo pub-
blico palazzo e vi pose le scranne de' giudici e vi ria-
pri le aule de' professori, i qiiali per sapere, per fama e
per generosa protezione loro accordata sotto Timpero dei
Yisconti e degli Sforza proseguirono a liorire nobilissimi:
ivi le Scuole palatine furono trasportate verso il i38o, e
pill tardi poi vennero cresciute di nuove catted re, e della
elegante aula cui diede il nome di Canobiana il beneme-
rito fondatore Paolo Canobio. Cento anni dopo essendo
vicario* di provvigione Pier Giorgio Borri se ne rinnovo in
miglior forma il fabbricato, e sull' arco principale si de-
dicarono le statue del console e poeta Ausonio, che tanto
inagnilico le nostre grandezze, e lo stesso Agostino colP epi-
grafe Augustinus hie liumana docens divina didicit. Quando
la tipograiia fu inveatata in Germania noi fummo tra i
primi ad emulare quel miracolo dell' arte , e certamente
il primo lil^ro greco ed in greci caratteri fu stampato in
INlilano , c i primi caratteri ebraici furono fusi, e la prima
edizione in ebraico de' codici sacri fu fatta da noi iiella
terra de' marcliesi di Souciuo. Che se qualche libro di
I'AKTE ITA.LI\N\. VfJ
niinorc inomeiito stampato in SuhI)iaco ed in Veiiezia ci
contrasta la sapremazia di anteriorita in Italia, iiessuiio
pero reg2;e al conftonto delle prime edlzioni di Milauo
per le classiche opere clie vi furono puhljlicate, per la
correzione delle niedcsime , per la niiidezza clei caratteri
e per gli altri pregi tipogratici. Passa a rassegiia le isti-
tuzloni benefiche di S. Carlo Borromeo e del Cardiiiale
Federico suo emnlatore magaanimo , cni sono dovute la
Biblioteca Ambrosiana e le scnole ili S. Alessaiido, dotate
poscia riccaniente da! patrizio nostro Arcimboldi ; aiiiio-
vera parimetite le opere del niilaiiese Papa Pio IV, e del
Santo successore di lui Pio V , al primo de' quali e do-
vuto il collegio Gliislieri , all' altro il colleglo de' Nobili
giurisperiti, il quale oUre due secoli diede gli Arcivescovi
alia nostra sede nietropolitana , ed i caadidati alle piii
cospicue magistrature civili c giudiziarie, dal cui seno
useirono quo' geiierosi patrizj che col- dotto Argelati e
coll' eruditissiino IMuratori formarono la celebre Societa
palatiaa. Finalniente discendendo alle epoclie nostre « che
dire non dovrei del materno iiiipero di Maria Teresa , la
quale ( cosi conchiude 1' autore ) nell' altezza del proprio
consiglio e nella generosa efFusione del suo- amore , col
mezzo d' illumiaati ministri fece ritornare 1' aureo secolo
delle nostre scienze, e le nostre scuole elevo alia fama
delle piii cospicue d' Europa , chiauiandovi da ogni parte
professori di priino ordine , arricchendole di jjiblioteca ,
di orto , di laboratorio , di maccliiiie, di prodotti i pii'i rari
della natura , di preparazioni le piii istruttive dell' arte ,
opere munlllcamente conservate e vie piii accresciute da-
gii Augusti successori ? Clie dire_ non dovrei degli staliili-
menti raccolti in questo palazzo aperto alle scienze , alle
belle arti , all' incoraggian^iito delle opere d' industria e
d' ingegno , in cui un Istituto forniato da' primi dotti del
Regno, un' Accadeniia , della quale a<l ogni passo si ve-
dono i frutti nelle fabbriclie e negli ornament! della citta,
una galleria di begli esemplari greci , una pinacoteca di
scelte originali dipintnre , una biblioteca cbe pei libri di
USD e di scienze i pii'i rari, i piij dispendiosi, i piii utili
e superiore a qualsiasi altra d' Italia-, un prezioso meda-
gliere , un giardino botanico , iiu' insigne specola astt'ono-
mica : oggetti che come destano rammirazione dello stra-
niero che gliosserva, cosi devono destare in noi , die ue
BiU. hal T. XXXV II. 7
98 A r 1' E N D I C E
gotllamo, 1 sonilnienli d'l viconoscciiza , ili fcJelth , cramore
verso r ottimo Sovrano , il quale impiega assiduamente
la niente, il cuore , le cure, i tesori a tutelare le sclenze,
le arti, l' industria dalle umili scuole del volgo sino alle
sublimi istitUzioni de" sapienti. >>
Estratto del gliullzj dell' I. R. Istituto dl scicnze ,
lettcre ed arti per I' nggiudccazionc de premj alle
arti ed alV industria iiaziurialc nclla solcnnitd del
dl 4 ottohre , onomastico di S. 31. I. R. A.
R,
.ICCO e numeroso al pari del precedente fu in questo
anno il concorso degli artisti e nianifattori, i quali,aspi-
rando ai prcmj clie la Sovrana mnnificenza impartisce in
questo di solenne , produssero i saggL della loro industria
e delle loro invenzioni. Ne mono si mostro soUecito T Isti-
tuto nel satisfare alP incarico disottonietterli al piii attento
esame e pronuncinre giudizio £u di essi.
A questo fine , e coU" assistenza di valenti iisici e nia-
teniatici chlamati a preader parte agli esami , 1' Istituto
ha tenuta la prima dclle sue radunanze nel giorno if)
dello scorso luglio e le lia continuate ne" giorni successivi.
I giudizj che dopo le piii mature riflessioni ne uscirono ,
dannosi epilogati nclT elenco che segue:
Peemj della- medaglia d' oro.
Bernardo Bellini. Nel precedente concorso ai preraj il
signor professore Bernardo Bellini e il signer. Giacinto
Zarnbriini ottennero la medaglia d' argento per nuovo ri-
trovaniento di stereotipia. L' Istituto si astenne allora. dal
fregiarli del maggior premio nella speranza di vedere
<jue' prinii e felici tentativi divenir la base d' uno stabili-
mento stereotipo atto a produrre le piii copiose edizioni,
Grazie alle cure del siiUoJato professore e del nuovo
socio di lui Luigi Demicheli le spcranze e i desiderj del-
r Istituto sono soddisfatti, ed il pubblico , come ebbe gia
per saggio le edizioni AeW Ariosio e dell" /4//?eri, avra fra
non molto a modico prezz^o , con bei caratteri e colla pin
perfetta correzioue la raccolta dei Classici nostri anticlii
c nioderni.
PARTE ITALIANA. ^C)
Egli e lieii vero die alciuie delle e<-iizioiii esegnite la-
t^ciauo liiogo a cjualclie ulteriuro miglioranieiito dal Iati»
della uiiifoi'inita iiella distribuzioue dell' inchiostro , della
dirittura delle liiiee , e dell' eguagliaiiza degli spazj ; ma
il saggio di alcuae stampe peifettaiiieiite riiiscite in graiidi
fogli iinperiali bastano a far vedere ciie ai concoiTenti
11011 iiiaucano i luczzi pei* acclngersi ad euiulare le nitide
edizioni stercotipe del IVancese Dulot. L' Istituto noii ha
quiiidi esitato ad aggindicar loco il pieuiio proaiesso della
iiiedaglia d' oro. — ( Abitanii in Creiuotia ).
Gaelano Cairo, Ghiunque abbia qualclie pratica delle
operazioni censuarie , conosce ■ di quanta iaiportanza si
renda un luetodo p^* la iiiisiira della supeiiicie ,. il quale
conibiiii coUa ueccss'?iria csattezzi la speditezza e la faci-
lita. Qufslo dopjiio scojx) lia feliceaieiile rag2;innto il si-
gnor Gaerano Cairo col suo auovo tacliiuietro , il quale
gia oiioraio di apjjrovazione e di jireiiiio dalle buperiori
Aiitorita, ed adottato uegli U/fici dclT I. R. Ciunta • del
Ceusinieato , se non escliide affatto Tiinpiogo di akri me-
todi , luesce iiella piii parte de'casi d'l singolare vantagaio
])ev essere facilrueute applicabile alle ligia-e le piu Irrego-
lai'l , segnaiido da se stesso i risultati liaali , e liberaiido
quasi da ogiil applicnzione T iaielletto dcU' opcratore. ■ — ■
(Inipicgato presso TL R. Diiezioae del Ceaso in ]\lilano ).
Claudio Cernuschi. Se l" Italia noa puo esimeisi dal tri-
])uto clie paga alP esteio per 1' iatroduzioae delle luefci
coloniall , giova alaieno clie liailtaudo 1' iatroduzioae alle
sole uiatei'ie piiiiie , si studii di far sue proprie tutte
quelle preparaZvioai clie dipeudoao dall' arte. A questo iiue
iaiportantissiaio tende la iiuova raffiaeria di zuccliero con
uotabil dispendio stabilita ia IMilaao dal sigaor Claudio
Ccniusdii e Compagiu , ed in ispecial liiodo fdvorita dal-
Y. I. R. Goverao.
L' I. R. Istituto ba trovati degai di couiinendazioae gli
zucclieri cristallizzati di prima e secoada qualita, dei quali
luolte migliaja di quintali si fabbricaao ogai uiese : die
se quoUi delle qualita iaferiori noa gli parvero tucti egual-
lueate lodevoli, uoa dubita die il sigaor Cernuschi col-
r applicazioae de'nuovi nietodi piaticati in Fraacia. cd in
Iiigliilterra , ai quali ba gia rivolti i suoi studj , riuscira
ad eaiendare anche in questa parte le notate iaiperfezioai.
i«— ( Milaao 5 Stradoae di S. Prassede n.° i i'6 ).
1 00 \PPENDICE
Dlrta Jaquer , Roux e Compngni. Gih da qiialclie trmpo
i signori Jaquet, Koux e. Compngni. versano nel commercio
nna quantita notabile di stoft'e di loro fabbricazione , die
per la cura costante da essi impiegata puo dirsi che no i •
ricscono inferior! ne pel colorito , ne per la consistenza ,
no pel lavoro a quelle cbo ci venivano dagli stranieri.
Devesi a qncsta benenierita societa la prima introduzione
del nuovo nieccnnismo , ora diffusa presso molti fabbrica-
tori , detto dai Frances! Usage, che serve a tVaforare colla
niaggior esattezza i cartoni l-ettangoli , dai qnali e con
certa legge regolato il moto dei telai detti alia Jaquard.
I nuovi nieccanismi per via di combinazioni. variatl
quasi air infmito somministrarono ai fobbricatori il niodo
d' imitare quattro specie di stoffe ricercatissime die la
Francia lia nnovamente prodotte. — (Milano, contrada
di S. Radegonda n.° 964. ).
Ignazio PizzagaUi. Degna di singolare encomio si e tro-
vata la raccolta di fnnghi di grandezza naturale imitati
in ccra dai signor PizzagaUi , come qnella die presenta ,
Rieglio assai the non faiino le iigure incise e colorate , il
niodo di conoscere la loi-o specie e varieta. La raccolta
si limita alle specie nostrali esculente ed a cjuelle fra le
vcnefiche che lianno colle prime una inganiievole somi-
glianza. Per tal modo il signor PizzagaUi si propone di
diminuire e togliere quegli accidenti die non rare volte
costano la sa'nie e la vita di molte persone. la fatti an-
che la scmplice ispezione di qneste imitav.ioni puo bastare
nl volgo onde distinguere le specie innocenti dalle mici-
diali ; i dotti ]ioi avranno con cio sotto gli occlii i carat-
teri piit evidenti della stessa natura , che congiuati ai lumi
scientifici concorreranno al perfezionamento di questo ra-
mo iniportante della storia naturale. — ( Milano , al ponte
di Porta Orientale n.* 6i3 ),
Premj della medaglia d" argento.
Carlo FayoUe. II signor Carlo Fajolle ha receutemente
costrutto un graiidioso telajo per la fabbricazione del cosi
detto tiill a maglia fissa. Questo meccanisino e specialmente
notaljile per la facolta che porge di variare prontamente
ed a piaceie le opere e i colori, e per la precisione con
cui tutte le parti , ancorche di massa assai rilevante ,
soao coatrappesate e rese agevoli al nioto. Esso avrebbe
PARTE IT\L1\N\. lOl
facilmente nieiitato il preiiiio uiaggiore se T Istituto nou
avesse giudicato coiiveniente di vederne coU' iiso sempre
pill comprovato 1' effetto e il vantaggio , attribuendo in-
tanto air ingegnoso iiiventofe H distiativo della medaglia
d'argeiito. — (Milaijo, corso di Porta Romans n.° 5565 ).
Ambrogio Seregni. Nel coiicorso deiraiiao 1822 il signer
Ambrogio Seregni ebl)e il preiuio della medaglia d' argento
per una nnova stoft'a di seta ridotta con una particolar'
preparazione a rassomigliare i panni piix lini. La quantita
graude di delta stofFa gia uscita da' suoi telai e pronta
alio smercio e il grado di perfezionamento a cui la nuova
nianifattura e stata condotta erano nuovi argomenti pei
quali il Seregni polevasi riputar degno del maggior premio;
cio nou pertanto 1' Istituto ha voluto attendere dal tempo
una maggiore conferma si della durevolezza del tessuto e
della sussistenza del colori , quanto dell' aggradimento coa
cui potra essere ricevuto dal pubblico e ricercato nel
trafTico. ' — ( Milano , contrada de' Cappellai n.° 4043 ).
Pietro Gos. I residui della seta conosciuti sotto il nome
di cascanii o moresche da qualche tempo non vengono
pill come in passato ricercati dagli esteri , e trovandosi so-
prabbondantl al conswmo die se ne fa nello State nostro,
rimangono senza risorsa diinenticati presso i filatorl. Degna
di ogni rlguardo fu percio riconosciuta 1' industria del
signor Pietro Goi , il quale ha riv^lto questa materia ad
un qualche uso , appllcandola alia falibricazione di coperte"
da letto. Queste si distinguono tanto per la loro morbi-
dezza e per la vivezxa de' colori , che per la modicita
del prezzo a cui sono vendute, e possouo sostituirsi coa
vantaggio a quelle di lana e di cotone. — (Milano, con-
trada della Lupetta n.° 8980 ).
Filippo Durbadi. Emulo del sunuominato il signor Fi'
lippo Diirbach si e pure rivolto a trarre profitto dagli
avanzl della seta , anzi dalle qualita piu infelici de' nie-
desimi e di cui non si faceva per lo piu alcun uso ,
tranne quelle di guernirne i calamai. Con metodi suoi
proprj di niacerazione e riuscito a ridurre queste materia
ad una specie di cotone morbidissime , che filato prima ,
indi tessuto ha date delle stofFe della piu bella apparen4a.
L estetisioae che ha preso nelle mani del signor Durback
questo genere d' industria rilcva maggiormente il pregio
della sua invenzione. — ( Impiegito presso 1' I. R. Dire-
r.ione de' Tabacchi in Milano).
IC2 A P r E N D T C F.
Ducros pcidrr c fiiillo. ]\Tancava alio Stnto niia maiiifat-
tura di gOantl paragonal)ili a qnelli di Grenoble. I signori'
Ducros da otto annl stabiliti in ]\liIano vi lianno introdotto
c portato ad un grado notrtljile di perfezlone questo ranio
d' industria. II loro stabiliniento produce giii giornalmeate
cento cinquanta paja di gnanti , e da speianza di conti-
nuo accrescimento si.\ dal lato della cjuantita del lavoro ,
sia.da quello della perfezione di esso. — ( Milano, vi-
colo della Pace n.° 91 )•
Doineiiico Brlani. II signor Dornenico Briani, altre volte
fabliricante di stoffe di seta , lia rivolto ora le sue cure
alia fabliricazione delle bianclierie operate da tavola , ed
lia congegnata una maccliiua coHa quale fnblirica sal viette ,
to\-ac;liuoli e tovaglie anche di straordinaria grandezza con
disegni variati d' ogni manlera. Questo stabiliniento , die
va crescendo di glorno in giorno , potih forse col tempo
emulare i tanti rinoinati lavorl delle Fiandrc. — (Milano,
strada del Molino delle arnii N.° 4386 ).
Paolo Uboldi. L' indefesso fabbricatore di niaglie Paolo
Uboldi ba im'itato coi proprj telai , ojiportunamente niodi-
licati, le raaglie inglesi spigate , e le ha portate ad un
notabil c;rado di perfezione. II nuovo nieccanismo lavo-
rando per la sola orditvira porge anche il niezzo di fal)-
hricare inolte spighette di diverso colore con grande facilitii
ed esattezza. — (Milano, conrrada del Cappcllo n.''4c3i).
Francesco Ferrario. Una diversa niodilicazione del telajo
comune inunaginata dalF ingcgnoso giovine Francesco Fer-
rario gli ba soniministrato il niodo di eseguire certe sotto-
vesti di cotone o di lana che ci venivan dall" estero , le
cpiali , per la qualitii della inaglia oltremodo elastlca e
facile a prendcre le forme del corpo , sono gencralniente
ricercate In commercio. — (Milano, convento del Carmine).
Enrico Charansonney . Il fabbricatore di pelli inverniciate
Enrico Charansonney , corrispondendo agli eccitamcnti avuti
dair Istituto neir atto che premio con medaglia d' oro la
sua industria per pelli tinte in diversi colori e fatte lu-
cide a specchio , ha presentemente proposto al concorso
wna manifattui-a di cappelli di feltro pure coperti di ver-
ni(^ lucida ed imitanti quelU di Francia. I cappelli usciti
da questa nuova fabbrica sostengono il paragone degli
esteri qnanto alia bellezza , ed hanno su di essi il van-
taggio del minor prezzo. L" esperienza di nlcuni anni potra
I'ARTE ITALTVNV. I03
sola somminlstrare clei dati certi sulla loro (lurevoIe^zR.
■ — (Milano, contrada de" Yetrasclu n." 38 1 6).
Andrea Molina. II sigiior Andrea Molina., proprietario
d' una cartiera presso Varese , dopo aver miglioi-ata la
fabbricazioiie della carta coniuue da scrittura e da stampa ,
si e accinto a quella della carta da disegno tiiita in pasta
di varj colcri. Con molti tentativi egli e ginnto a pro-
dnrne di qnella di colore nnifonne , die riceve conye-
nienteniente i segni della niatita , che regge all" acqiierello,
e die per conseguenza puo sostenere il confronto delle
migliori die ci veogon di Fraacia. — (Milano, contrada
di S. Orsola n." 2828 ).
Angela Oslo. Alia scarsita senipre cresceate della materia
prima per la fabljricazione della carta ha opportunamente
supplito il signor Oslo coll' uso iiitrodotto di sostanze nieno
costose , qnali sono la paglia e le alghe. Questo genere
d' industria , ora appresso di noi appena nascente , parve
air Istituto di tale importanza che non diibiterebbe di
fregiarlo di iiiaggior premio quando vedesse il niiovo sta-
bilimento condotto a maggior estensione ed atto a pro-
durre della carta fina da scrittura e da stauipa. — (Mi-
lano, cmitrada della Dogana n." 4032).
Donienico Urio. La fabbricazione della ccralacca e stata
resa piu facile e piii sicura dal signor Donienico Urio
coir impiego di forme di bronzo entro alle quali egli getta
la materia fusa. Le canne cosi formate ricevono Timpronto
di varj eleganti disegni, e riescono senza ulteriore prepa-
razione perfettamente lucide. La brevita delle operazioni e
il cons.eguente risparmio della mano d' opera pongono il
fal)bricatore in grado di A'endere la sna ceralacca a prczzo
notnbilmente niinore di quella die si lia in commercio. —
( IMilano , contrada della Lupa rt.° 3257).
Teresa Gaggia. Prima ad introdurre nel Rejrno il colore
conosciuto in commercio sotto il nome di glaldolino niine-
rale fu la signora Teresa Gaggia: Siccoine questa non dif-
iicile preparazione, ntilissima nella dipintnra massime nelie
Ternici , ti'aevasi negli anni scorsi dalT estero , fu giudi-
cata (iegna de' inaggiori encomj 1" industria di questa fali-
bricafrice , la quale , lasciate le piii comuni occupazioni
propria al suo sesso , ci ha saputo francare dal tributo
che da noi si ]iagava alle straniere nazioni. — (Milano,
corsia del Duomo n.° 1024).
j6^ appkndioe
.Sacerdote Ciuscppe Madenui. Alcune mostre di seta tinte
in diversi coloii e presentate dal sacerdote Giuseppe Ma-
derna furono gUulicate degnc di qualclie considerazione
perche tratte da sostanze indigene e di poco costo ; ma
lode assai maggiore egli si e uieritata per una tintura nera
sulla lana ottcnut.a senza T uso della galla 6 d' un ossido
di ferro , la cjuale si e ritrovata resistente non nieno al-
r azione degli acidi die a quella degli alcali. — (Milano,
strada di S. Sofia n.' 44 1 1 ).
LuiQ,i Deer is to for is. La conservazlone dei vini riposti in
]>ottiglie dipende principalniente dalT escludere qualuncjne
adito alia evaporazione e t(ualanqne coniunlcazione del
liquido coir aria esterna. Ad ottenere piii compiiitamente
qnesto intento nn distinto coltivatore delle cose nieccani-
clie, il signor Don Luigi Decristoforis , ha immaginata una
luaccliina pregevolissima per la sua semplicita e per la
sicurezza dell* efFetto. Per essa i taraccioli di sugliero si
fanno passare a forza per un cono cavo di bronzo , dal
quale come da una trafila escono in uno state tale di
conipressione , clie possono entrare nel coUo d"una hotti-
glia sebbene d'' una o due linee piii stretto , e tutto lo
sforzo die si esercita , non comunicandof.i in alcun niodo
al recipiente di vetro , qucsto non corre alcun pericolo
d' infran^ersi.- — (Milano, corso di Porta Nudva n." 3494)-
Dotlor Ignazio Lomeiii. Da niolto tempo si declama con-
tro r nso dei vendenimiatori di sdiiactiare le uve coi
piedl , e molti nieccanismi sono gia stati proposti come
atti alia pigiatura delle uve medeaime; in tutti perb si
sono trovati dei gravi difetti , e si sono per la maggior
parte abbandonati perche o l?sCiavano libero il passaggio
agli acini non plgiati , oppure schiacciavano insieme con
essi i vinacciuoli ed i graspi. II valente agronomo signor
Doctor Lonieni e meglio d' ogni altro riuscito a togliere di
mezzo i due suddetti inconvenienti con un nuovo pigiatore
composto di due cilindri scanalati di legno , col quale si
eseguisce con grande celerita c precisione questa opera-
zione essenziale dcUa vendeuunla. — ( Milano, piazza di
S. Sepolcro n.° S174).
Giuseppe Leonardl. Alia nilglior confezione e conserva-
zlone del vino tendono pure diversi nieccanismi recente-
mente proposti dal niacchinista itiranlico Giuseppe Lconardi,
Egli ha applicato il printlpio sn cui era costrutta la sua
P\RTE ITALIA.N\. Io5
tromba premeiite , gla altre volte preiiiiafa dalP Istituto ,
tanto all' operazione della svinatura, quaiito al "trayasa-
niento del vino da fiasco a fiasco; ha fatto inoltre un' utile
aggiunta alia valvola da applicarsi alle botti iinmaginata
dal signer Oiulio Ferri , per ultimo egli ha pensato al
niodo di togliere il difetto delle couiuni tronibe idrauliclie
procedeate dall' obbliquita con cui e spinto ed innalzato
il pistone , convertendo con uno degli artificj gla applicati
alle tronibe a vapore il moto rotatorio prodotto dal nia-
nubrio in un moto rettilineo e verticale. — ( Milano ,
piazza di S^ Vittore al Teatro n.° aSaS).
Carlo Raja. Sebbene sia cosa comune il veder impiegato
il filo di ferro nei giardini per sostegno delle pianticelle
od anche dei tralci delle viii, devesi al signer Don Carlo
Raja , parroco di Busto Garolfo , V averne considerate
r use come un oggetto di campestre economia. Egli lia a
tal iine sostituito ai ijli lenti e contorti, irregolarmente
condotti fra pale a pale , fili fortemente tesi a lungliissimo
intervallo , ed atti a sostenere senza piegarsi il peso delle
viti cnriclie della piu ubertosa vendemmia. Ingegnosa e
ben inmiaginiHa si riconol^be la costruzione dei sostegnl ,
ai quali si attaccauo le estremita dei iili , e quelle pure
delle maccbinette che servono a tenderli ed assicurarli.
Giovanni MondelUni, II nuovo trebbiatojo del signer
Mondellini , del quale e state pr^entato al concorse il
modello , composto di cinque ruete riunite insieme interne
ad un asse comune , e state riconosciuto d' utilissima ap-
plicazione. Negli esperimenti istltuiti coUe maggieri cautele
si e osservate che coll' opera di due soli cavalli in quat-
tro ore e un quarto, interrette solo da un breve riposo,
si ottennero 70 sacchi milanesi .di risene , trevandosi la
paglia egualmente depurata come ne' metodi ordinarj , il
che porta un risparmie considerabile di tempo assai va-
lutabile nei lavori agrarj.
Questo meccanismo , di cui 1' inventore si serve gia da
due anni, comincia ad essere adottato da diyersi dei vi-
cini possesseri. ■ — ( Casciua llegiua-Fittarezza presso Go-
degne ).
Giucomo Dei. Un x-amo d' industria importantissimo e
certamente quelle del miglieramento delle razze degli ani-
mali piu utili all' agricoltura ^ ma questo rame d' industria
ben cultivate nclla Loiuljardia mancava totalmente nei
If 6 A P P E N n I C E
territorlo Fcltrliio. II nobilc signer Giaconio Dei, siccome
provaiio gli atli trasmessi dalP I. R. Delegazione dclla
provincia d'l Belliino, lia il uierito cli avere migliorato
ncl distretto di Feltre la raz/a de' buoi , introducendo le
giovenche ed i tori piu belli dalla Svizzera, ed iacrocic-
cliiando quella razza assai pregiata colle razze nazionali.
L' Istituto , clio noil pub niuov(>re alcim dnbbio su le re-
lazioni della Comiiiissione nominata dalla Delegazione sud-
detta , in vista dell" importaiiza deli" oggetto non ha dubi-
tato di assegnare al benenierito introduttore il preniio della
jnedaglia d' argento.
Fratelli Gciser. I signori Fratelli Geiser hanno presen—
tato nl concorso tre opere di orologeria consistenti in un
pendolo astronomico munito di coatatore , in uno da ta -
vola collo scappamento li])ero , ed in un terzo ad oscil-
lazlone conica. In ciascuna di queste opere ammlrasi la
linitezza del lavoro e T opportuna combinazione de'iuovi-
menti diretta a render sempre ininore 1" influenza della
forza motrice suir andamento dell" orologio. II terzo , la
cui costruzione pub dirsi del tutto nuova , sarebbe un
oggetto di pura curiosita .se non avesse il vantaggio di
essere esente dalle Ijattute dello scappamento , sicche pub
servire utilmente come orologio da notte. — ( Milano ,
contrada del Marino n." 1 1 34 ).
Enrico Spring. II sig«or Enrico Spring , gla benemerito
per A'arj grandiosi congegni relativi alle arti introdotte in
questo paese , recentemente lia stabilita una fabbrica di
viti mordenti , uella quale impiega un numero considera-
bile di fancinllii e Ijello il vedere dalle loro tenere mani,
soccorse dagl' ingegnosi meccanismi innnaglnati dal^ signor
Spring, uscire in gran »umero le viti s\ di ferro che di
ottone di diverse grandezze , atte a tutti gli usi delle arti.
QuestEi fabbrica, benche ancora nascente , pub conside-
rarsi come utilissima al paese, massime da die si e tanio
estesa Tarte di fabbricare niasserizie di lusso, nelle quali
pill sovente ai cliiodi si ama di soslituire le viti. Non
dubitando adunque 1" Istituto clie il signor Spring coll' in-
grandimento della sua faljljrica possa in avvenire aspirare
al maggior premio , si e limitato per ora ad assegnargli
quello della niedaglia d" argento. — ( INIllano , contrada
della Guastalla n.° 102 ).
PAnTE ITALI\N\. IC7
Ciacomo rioroni. 11 valcnte faLbrlcatorc di stromenti
chirurgici signer Giacomo rioroni fii il piimo iiel Regno
Loinljardo— Yeneto a costruire una maccliina alia a coneg-
gere le vizlose incurvazioni della colonna spinale e delle
ossa delle gambe e dei piedi. Questa maccliina, gia cono-
sciuta ed usata altrove , e stata da Ini seniplificata van-
taj^giosamente in alcune parti in gnisa die rcstano diinl-
nnite le forti compressioni circolavi skI tronco e siille
niemljia. Solo e a desiderarsi clie il signer Fioroni, clie
tanto si e adoperato a vantagglo de" snoi siniili , procuri
di applicare il suo congegno a qualclie caso jiratico, onde
nieglio ne venga conferniata l" utilita. — ( I\IiIano , con-
trada della Lupa 11.' 8284 ).
Giambatiista Easario. II signer Giainhattista Rqsario lia
riprodotte in qnesto concorso le sue lucerne, che egli lia
munite di grandi specchi concavi, alcuni di figura si'erica ,
altri di parabolica. La molta luce clie traniandano li rende
opportuni all' illuniinaziene di vasti laboratorj , e possono
ancora xisarsi come segnali a grandissiiue dlstanze. L" in-
dustria del nostro fal^bricatore vcnne uiilmente inipiegata
ad un oa:gptto della inaggior importanza , quale e quella
dell illuniinazione dei fari. Sei de' suoi fanall sono gia
stati da lui applicati alia lanter.na "di Geneva , e , giusta
r onerevole attestazione degli Edili di quella citta , vi
spargono una luce vivissima. — ( Milane , contrada dei
Profuniieri n.* 8217 ).
Luigi Breiita. Alle Campane di vetro soffiato dlfficili ad
aversi sotto grandi dimensioni , esposte a gravi pericoli
nel trasporto e seoipre di prezze censiderabile si sono con
Yantaggio sostituite quelle composte di grandi lastre, pie-
gate mediante il fuoco e diligentemente rlunite. Questo
artificlo introdotto fra nei dal signer Giuseppe Brcnta ,
ottice di antica reputazione , e stato pcrfezionato da Luigi
suo figlio , die ne ba esteso considerabilmeute lo siuercio.
— ( Milan o , corsia del Dnomo n.* 901 ).
CIciiidio IFitinant. In diverse tlpogralie , e specialmente
in quella dell' I. R. Governo , sonesi con vantag2;io sosti-
I tuiti alle ordinarie marginature di legno dei niargini di
iiietallo , i quali rendono piii sicura e rco^olare la conipa-
gine delle forme. Quest' utile sostituzione devesi in gi-an
parte al fonditore Ckiudio Wilmant ^ milanese , il quale e
jriuscito a costruire questi pezzi non solo con molta diligraza
108 APPENDICE
e preciiionc, ma aiicora con notabilc ccononiia dl metallo,
la quale portaiido seco una cliiniauzioiie di prezzo, ue rende
r uso piu gcnerale. — (Milario, piazza di Saa Carpoforo
n." 188 3).
Antonio Cltterio. II fabbro Antonio Citterio avendo coa-
dotto a termiiie lo scrigno di fcno e la serratura d' inge-
gnosa coslruzioiie di cui fu fiitto ceniio negli atti del pre-
cedeote coiicorso^ otteniie dalP I. R. Istituto il premio
die gli era stato promesso. La serratura d' invenzione
iiiglese e stala da lui perfczionata, priucipalmente* coU'ag-
giunta di un anello che forma parte essenziale de' conge-
giii della chiave, e che, tolto da essa , puo dal padrone
custodirsi portaiidolo costantemente in dito. — ( Milano ,
piazza di S. Giovanni in Era n." 414 ).
Ciuseppe Btrnasconi,' Fu pure gludicata degna di premio
una serratura presentata da Giuseppe Bernasconi. All' arti-
iicio gia da altri immaginato , per cui dalla serratura stessa
scaricasi un eolpo di pistola contro il ladro che s' atten-
tasse d' introdurvi una chiave, egli ha aggiunto un riparo
che toglie la possibilita delP esplosione quando il proprie-
tario si accinge ad aprlrla colla sua propria. — ( Fenegro ,
provincia di Como ).
Luigi Eosa, Un altro valente meccanico , Luigi Rasa ,
ha presentato uno strettojo applicabile a diversi usi , nel
quale se nan si e potuto riconoscere merito d' invenzione ,
parve non pertanto degno di premio per la solidita e pre-
cisione con cui e costrutto. Due viti parallele spinte da
una sola ruota o pignone producono un efFetto grandissimo
di compressione senza afFaticare le spalle del torchio , come
succede in quelli clve sono pin comunemente in uso. — ■
( JMilano , locale di S. Spirlto n." i3iS ).
Giacomo Anghileri, CoUa scorta del dlsegno ricavato sul
luogo ed ingegnosamente supplito dal rinomato architetto
Bovara del tainoso tempio di Tivoli , detto comunemente
della Sibilla^ T abile intagllatore Giacomo Angliileri esegui
in legno ,di sughero un compluto modoUo , miraljile per
r esattezza , per 1' eleganza e per la liaitezza del layoro.
Questo modo di rappresentare i piu importanti monumenti
portato a un tal grado di perfezione puo giovare moltis-
«imo agli artlsti , ai letterati, ed in gcnerale alle persone
intelligenti dclle belle arti , e divenlre ancora un oggetto
di ornamento dclle camere e delle mense de' piii agiati
cittadini. — ( la Lccco ).
TAnTF, ITALIA.N\. IO9
Pietro Clicruhini. II sign6r Ple.tro Chernhini toscano ,
da niolti anni stabilito in qnesta citta , vi esercita con
molta intelUe;enza 1' arte di scolpire in alabastro. I lavori
che escono dal suo studio sono generalmente ricercatl , ora
niassimamente che si e niolto difFnso il gusto delle statuette
e degli ornati d' ogni maniei'a formati della materia sud-
detta. II Cherubini e inoltre benemerito del nostro paese
per aver formato dlversi allievi fra gli alunni dell' orfa-
notrofio civile. — (Milano, corso di Porta Orientale n.° ^60).
Francesco Donesana. II signor Francesco Doncsana , pos-
sidente in Vallate ( Provincia di Lodl c Crema), ha pre-
sentati divers! mazzi di fiori di singolare bellezza lavorati
in cera con un metodo til sua invenzione. L' Istituto lodo
soprattutto 1' artlficlo e la facllita con cui da una massa
di cera convenientemente preparata e distinta in falde di
tinte diverse egli riesce a distaccare con una specie di
spatola i petall de' fiori screzlati a plu colori , producendo
al tempo stesso e V increspatura della superficie e le den-
tature che ne fregiano le estremita.
Luigia Remondino Folpi. L'arte del ricamo, cosi propria
del gentil sesso , ha ricevuto un notabile miglioramento
nelle mani della sijjnora Luigia VoJpi. Essa ha presentato
un quadro a ricamo ed a basso rilievo rajipresentante
Ettore armato alia presenza di Paride e di Elena , tratto
da un disegno del celebre Flaxman. — (Milano, canonica
del Duomo n.° 4887 ).
Benedetto Bergonzi. Nel preccdente concorso ai prcraj
d industria il signor Bergonzi aveva presentato un corno
da caccia munito di tasti , intorno al quale rimase aMora
pendente il giudizio. Le ulteriori indagini dell' Istituto so-
stenute dalle favorevoli testimonianze delle persone del-
r arte lo hanno persuaso che V applicazione <\e tasti faci-
lita d' assai 1" esecuzione niusicale per rispetto a quelle
vocl che negli altri corni da caccia si traggono soltanto
col soccorso della niano , ha magglor vivacita e conserva
un eguaglianza di forza.
Quantuuque il potere dell' abitudine possa per qualche
tempo opporsi all' introduzione d' una tal novita , e spe-
rabile che nelP ognor crescente ricchezza delle composi-
zioni musicali il nuovo stromento venga col tempo gener
j rajmente adottato. — ( In Cremona ).
no A r p E N n I o E
Ccrardo Solari. 11 sigaor Gcrardo Solari fii altre volte
preniiato per costruzione di stnfe e tornelli econoinici.
Se2;acndo sempre i pilncipj dclP illnstre Rwnford, egli si
c ora occupaio nella costruzione d' un forno da pane,
nel quale T aria infocata dalla precedente combustlone
delle I'egiie , in vece d' uscire inuiiediatameiite dalla bocca,
passa per alciine aperture nella volta iaterna , e vi de-
pone la mapgior parte del suo calore. Qncsto e utilmeiite
inipiegato parte ad aumentarc la teinperatura del forno ,
parte a riscaldare una stufa latcrale, ove si forma il lie-
vito ed uu serbatojo d" acqua dcsliuato all' impasto della
farina. — ( la INlouza ).
Giovanni Frina. L'arte d'infoncfcre il cafFe notabilu\eiite
luiglioraia coll" introdnzione delle calTettiere a filtro e stata
iilteriornieBte perfezionata dal signor Gio^'anni Frina, fab-
bricatore di Livori di latta , con una macchinetia clie si
raccouianda per V eleganza del lavoro , per la niaggior
]iulizia nel suo uso , essendosi sostituito alia cor.ibustione
del lavoro qnella dello spirito di vino , e pel niodo con
cui senza lasciar luogo ad evaporazione si estrae dal caife
( prima coll' applicazione del vapore , poi coU" infuslone
deir acqua bollente.) tutta la parte aromatica. — (Wilano,
vicolo delle Mosche n." io83 ).
Alti-i lavori , oltre i gia uienzionati , adornano questo
anno la pubblica esposizione , e meritano d' esser qui
rammentati , sia clie ne rimanga difterito il giudizio , sia
che dai loro autori sieno stati offerti senza aspirare ai prenij,
Il^distinto nostro tipografo Bettoni ha iminaglnato ua
torchio da stampa a cilindro , di cui gia da piii mesi si
serve nella sna stamperia , e che sembra ofFrire sui co-
muni a leva ed a vite dei rilevanti vantaggi: principal-
inente quelli dell' ecooomia di costruzione , del risparmio
di forze , della celerita del lavoro e dell' equabilita nella
couvpressione de' fogli.
II niacchinista Longoni ha prodoLto una macchina utilis-
sima agl" incisori ed atta a segnare sui rami con linissiiiio
Imlino non solo le lince rette e parallele , ma ancora le
flessuose, dalla cui riunione si fonnano i fondi delle stampe.
11 fabbrlcatore di maglie Giuseppe Bellini ha introdotto
nn recente uiiglioramento del filatojo e del binatojo da
seta gia ricercato da alcuni intelligenti filatori, e c'se po-
trcbljc concorrave uJ accresceve ii •nrez'o delle nostre sete.
PARTK ITALIANA. I I I
L' Istitnto attende di veder compinta, per freglaila del
promesso preniio , la collezione de' frutti in cera, per la
quale i sigiiori Pizzagalli. e Degaspari ottennero la nieda-
glia d' argento , e che venne ora da quest"" ultimo ripro-
dotta al concorso con notabili aumenti.
Per fine deve rammentarsi 1' aggiudicazione del premio
maggiore , tuttora sospesa, a favore del signer Barigozzi
])er r arte di racconiodare le campane fesse, nelP appli-
cazion della quale si e nuovamente distinto, come provano
le testimontanze da lui prodotte.
Tra -le benefiche istituzioai di Sua Maesta a promuovere
le scienze A'i ha quella d' ua premio accademico biennale
per la migliore produzione in risposta al programma da
pubblicarsi dali' Istituto.
Tre furono nel concorso attuale le Memorie ricevute ed
esaiuiaate coUe solite cautele, e quella che sul rapporto
della Commissione delegata dall' Istituto fu giudicata alia
unanimita dei voti meritevole del premio, si trovo essere
del nobile signor Don Gabrio Piola , milaaese , allievo
della nostra Universita e della nostra Specola. L' 02;getto
della Memoria e I'applicazione delle forniole della mecca-
nica analitica del La Grange a' principal! problemi della
nicccanica , ed e diretta ad estendere le nx)stre cognizioni
in questo ramo di niatematica sublime.
Sou. ANGELO CESARIS, Direttore.
C A R L I N 1 5 Vicesegretario.
( Nel prosslmo quaderno darcmo T elenco dei premj di
menzione onorevole e degli oggetti preseutati per la sola
esposizione).
\ r r R N n I r. E
OPERE PERIODICHE.
REGNO LOMBARDO-VENETO.
Gioriiale di fisica cjiiinica, s tor la naturale, mcdlcina
ed arti , dci professori Pictro Configliachi e
Gaspare Brugnatelli di Pavla. Bimcstre 6°
K
Parte prima.
luovE osserv.Tzioni e rlcerche fisico-chimiclie neiracqn.i
minerale di Salice , di Lorenzo * A iigcUni, farmacista di Vo-
gliera. — Nota del prof. Catidlo sopra un giudizio del-
r abate Maraschiiii risgnardante la geognosia del Vicen-
tino. ■ — Sugli acidi ftilminanti. ■ — Saggio di geogvafia bo-
tauica del cratere o baciao del JNIediterraneo , di D. Vi-
viani. — Estratto di diverse Memorie suUe affinita dei
corpi del calorico e sulle relazioni d' afllnita che ne risul-
tano tra loro , di Amadeo Avogadro. — Ricerche suUa ma-
teria colorante ^eiruva nera ed usi di essa in qualita di
reattivo , del piHjf. Gioaccliino Taddei. — Sulla causa delle
combustioni di sostanze gasose per mezzo delle superficie
di alcuni metalli , di Ambrogio Fusinieri. — • Epilogo di
alcune Memorie geologiche del conte Marzari PencatL ^ ed
esposizione delle nuove dottrine del medesimo.
Parte seconda.
/. ProgressL delle scienze naturali. Atti della distribuzlone
dei premj d' indijstria fattasi in Milano il 4 ottobre 1824. —
Notizie dei miglioramenti apprestati alle ordinarie mac-
cbine elettriclie a disco di cristallo da Ulisse Novcllucci. —
Singolare imperfezione nella vista. — Sui fenomeni lumi-
nosi die acconipagiiano la cristallizzazione di varj corpi
cd altre azioni iisico— chimiclie. — Particolare fenomeuo
dell" acido solforico posto sopra il niercurio. — Produ-
zione di freddo in virtu dell' unione di certi metalli. —
Osservazioni iiitorno all' ossido cistico, — Nuovo reagente
per gli alcali e gli acidi. — Volcani ardenti nell' iiiteruo
PARTE ITALI.VNA. I l3
doir Asia. — Intorno al sangne di alcnni niolluschi e a
im singolare fenomeno delle coachiglie d"' acqua dolce. — •
Nuovo rimedio per la cura del gozzo. — Succedaneo del
cafTe. — Coltivazione dei tartull. — Miglioramento nel-
Tarte di produtre il gas illuminante per mezzo dell* olio ,
di Daniele Wilson.
II. Libri nuovi. RisultamentI otteauti nella clinica lue-
dica deirUniversita di Padova dall' amniinistrazioiie di una
china bicolorata per la cura delle febbri accessionali anco
d' indole pernlciosa. — Saggio della traduzione della sto-
ria naturale di Cajo Plinio secondo, eseguita dall' abate G.
Berini. — Corso di fisica , di Ranieri Gerbi. — Sistenia
di Stecchioiuetria chimica , o teoria delle proporzioui deter-
luiiiate , del prof. Gioacchino Taddei.
GRAN DUGATO DI TOSCANA.
Antologia di Firenzc , qiiaderno 48.°
Suir Istituto Pestalozziano , lettera di Antonio Benci. —
Les herniites ea liberie , par Joay et Jay, vol. i.* ( cou-
chiusioue). — Rivista letteraria. — Sull' esposizione dei co^l
detti piccoli premj fatta nell" I. R. Accadeinia delle belle
arti in Firenze nel mese di ottoljre 1824. — Sopra P espo-
sizione di oggetti d'arte d' industria nazionale in Stutgar-
dia. — Delia pittura in porcellana , lettera di Pietro Giar ■
dani, — BuUettino scientiiico n.° i5. — Necrologia. L' abate
Lulgi Bello. II prof. Borda. L' abate Giuseppe Luigi Bia-
monti. II ca\\ Angclo dei conti D' Elci. Don Ignazio de
Rossi. Conte Sinione Stratico. — Estratto di una Memo-
ria di Emmanuele Repetti , suUa soluzione naturale della
silice in seno ai terreni di natura calcarea. — BuUettino
l)ibliogralico n.° 14.° — Osservazionl nieteorologiche di
novendne. — Eduino ed Emma , di David Malet , vol-
garizzamento di Eramanaelc Scotto.
Bihl. I lid. T. XXXMI.
1 \S A r P E N D I C E
13 I B L I 0 G R A F I A.
REGNO LOMCARDO-VENETO.
Sloria dl lirdano del coiite Pietro Verri, co tcsti la~
tini tradotti dal coiiie Bossi. — Milano ^ 1824,
presso gU edltori. Vol. 3.^, in 8.°, di pagine 352,
3o2 , 25 1 , con. una tav, in ranie conteiicnte la
pianta di Milano.
I
ten*ntivi fatti in qiicsti nltiml anni sopra lo stesso ar-
goinento (la Storia cU Blilano ) anziclie sceinare la fama e
il pregio del lavoro del conte Pietro Verii , T lianno viem-
inec;lio conferniato e accresciuto , provando al pubblico eel
ai coiicorreiiti quanto difficile, e direnio inipossil^ile, sia un
tale arringo per chi non ha intelletto , fortemente dotato
di filosofia , confortato dnl corredo di tutte quelle dottriiie
ausiliarie clie sono indispensabili ad nno storico. — A
qnesta nuova edizionc nitida e corretta precede la vita del
Verri , scritta dal barone Custodi , notissimo per la sua
edizione dei Classici economisti , e per V ultimo suo bel
lavoro sulla vita e le opere del Baretti. Nell' ultima pa-
tina del vol. 3." gli editori avvertono che il canonico teo-
logo Frisi , editore del a." volume ia 4.°, stampato nel
I '-98 , fece alia iine di questo capitolo la segueiite osser-
vazione.
Sin qui I' originale manoscritto ritrovaro presso I' illustre aii-
tore di qnesta storia, il quale in Milano cessb di vivere ai 28
giugno del 1797 in eta d' anni 69, mesi 6 e giorni 17 ,
mentre la stampa del presentc volume ( II in 4.° ) era di
gi(i principiata. Al conipimento di esso mi sono dato la pena
di fedclmente raccogUere la piii parte di quanto siegue da
alcuni tomi in foglio manoscritli ritrovati presso il dcfunto ,
iiei quail ave^-a cgli distribuite nelle rispettive epoche Z' am-
massata materia per la continnazione delta sua storia.
11 liaroue Ctistodi nella vita dell" autore scrisse ( vol. i.°
pag, 32 , 33 della presente edizione ) die " nel 1797 il
coute Pietro Verri uUraprese la stampa del secoado volume
VARTE ITALIANS. Il5
ilella Scoria iH Milano , che venne poi condouo a tcnniiie dal
di lui nmico il cunonico, teologo Frisi, certament^ con pub-
l)Iica beiiemerenza, se non si fosse perniesso due gravissimi
arbitrj. E il priino di aver iiiterpolato i proprj siipplenienti
alle lacune lasciate dair aiitore seiiza alcuaa iiidicazioae
che li distingua , contro la prntica dei Freinsemj , dei
lirotier e dei piii dotti editor! di storici antlchi e modenii.
L' altro di aver viulato la protesta da lui fatta di trascri-
vere feddmtnte i frammeiiti delF autore , nientre oso di
miuilarli. Qucste arliitrarie alteraziciii, le quali avrel)l)ero
pregiudicato alia fama del Yerri se dessa stata non fosse
solidainente foadata , rendono mafjgiore il desiderio di ve-
der presto esegulta uu' edizioiie completa delle di lui opere,
afrinclie vi si possa ristabilire il testo della storia nella
sua iategrita , aggiungendovi i preziosi fraiuuieati che esi-
stono per la coatinnazioae di essa fino al regno di Maria
Teresa. »
Per rendere niaggiorineate iiiteressante questa storia pa-
tria, si chiude il terzo volume dove termina il nianoscritto
origiuale dell' autore , e se ne forma an quarto per cura
del barone Gnstodi, die arrivera fino alia morte del!" iuipe-
ratore Giuseppe 11 , valendosi del lavoro del canonico Frisi ,
c degli fi'tri materiali raccolti.
Uscito clie sara il IV vol. noi faremo conoscere i pregi
di questa storia ed il lavoro del suo continuatore.
Dizionarlo precettivo , critico ed istorlco della poesia
vol^are ^ del padre Ireueo Affo di Bassetto. Seconda
cdlzione con una tavola in rame. — Mdano ^ 1824,
per Giovanni Silvestri, di pag. xil ^ 4^1, in 16.°
Questo volume fa parte della Biblioteca scelta del Sil-
vestri, la quale ne conta ormai iSo. A quest' edizione e
aggiunto il ritratto copiato da un' incisione del Rosasplna
per niano di madamigella Cleofe, figlia dell' editore, e tro-
vaasi anche alcuni cenni intorno alia vita dell" autore. II
P. AlFo fu un letterato laborioso , diligente , instancabile;
ei merita un posto fra il Tiraboschi e il INluratori. Era le
molte sue opere questa parve la sola al Silvestri che me-
giio corrispondesse alio scopo che si e prelisso colla sua
Biblioteca scelta, Un dizionario poetico rnancava alia no-
stra lingua. Quelli che portano silFatto titolo sono per \o
Il6 APl'ENDICE
pill dizlonaij dl luitologia. 1/ autore concepl it disegno del
t>uo su quello delle lielle arti del sig. Lacombe in fianc.ese,
se non clie egli f« piii largo intorno alle leggi della litniica
volgare , intorno ai precetii generali e particolari di qua-
Innqne sorta d' italiano coniponimento, e intorno la storia
di ciascuno di? essi. Al Dizionario premette iin Ragiona-
mento islorico deir origine e del progresso della i'olgar poesia,
dove con molto giudizio ed erudizione tratta dell' origine
della lingua italiana; de'prinii semi dcUa volgar poesia nei
secoli antichi e barbari; della norma di verseggiare press
dagl' Italiani, non dai Provenzali , ma dai Greci e dai La-
tini ; deile cagioni onde si inossero gli anticlii a poetar
Tolgarmente, e qual gcnte d' Italia prima il facesse ; di
un' antica iscrizione che si staljilisce come il piii antico
fondamento della poesia volgare ^ deirisciizione Ubaldina^
degli avanzanienti e vicende della volgar poesia sino al-
r anno 1280 ; della scuola di fra Guittone ; del ristabili-
mento e decadimento della poesia lino ai tempi di Dante;
della scuola di Dante e del I'etrarca nel secolo XIV; della
decadenza del buon gusto poetico fino al 1480 ; del ri—
sor^iniento della poesia volgare per opera di Lorenzo dei
Medici ; della scuola del Tebalteo , e dei progressi di que-
st'arte fmo al iS(j5; della totale ruina del buon gusto
poetico nel secolo XVII; e finalmente del suo risorgimento.
Dopo il discorso segue il dizionario. La prima voce e
ACCENTO , r ultima e ZINGARESCA. Molte voci sono trattate
con molto criterio e dottrina. Tl volume termina con una
istruzione dell' autore intitolata Metodo di hen servirsi di
(juesto dizionario indirizzato al giovinetto aniante della poe-
sia vol<rare.
Delia lingua toscaiia. DialogJii sette dl Clrolamo
RosAsco , accadcmico della Crusca. — Mdano ,
1824, per Giovanni Silvestri , a vol. In 16.°
I tempi sono cambiati. Era vuia volta tenuto in conto
di cosi graude onore essere ascritto fra gli accademici
della Crusca, che il Rosasco piemontesc, autore del cele-
brate Rimario , compreso da gratitudine vollo farla uiani-
festa coir opera cl.e abbiamo sott' occhio , e ciie il Silvestri
acconciamente ristam])6 per arriccliirne la sua Biblioteca
scehu, Wa dopo che l" Accademia della crusca dormi per
PARTE ITALTAXA. 1 1-7
tanti anni ; dopo clie i Toscani cessarono dt segnalarsi
iielle belle lettere; dopo die gli scrittori piii valenti d'l-
talia del secolo XVIII nou furono toscaiii ; dopo che ua
Moati fi'ugo nel Vocabolario della criisca e discoperse
tanti svarioni , cadde il prestiglo ; e nou vi sarebhe cer-
taniente oggid'i ne ua Lomhardo , ne na Piemontese , ne
un Romano, ne un Siciliano che vorreblie rimeritare I'Ac^
cademia della crusca col sostenere die toscana debba chia-
marsi piuttosto che italiana la lingua che si scrive gene-
ralmente dai dotti in Italia. Pedanti non mancano nep-
pur oggidi i quail credono geninie tutti i ciotoli dell' Ar-
no , e li raccolgono con religiosa superstizione , nia sono
riconosciuti per quel che sono dalla pluralita della nazione.
Le opere del Perticari e del Monti hanno allargati i con-
iini della credenza italiana in fatto dl lingua , hanno sta-
biliti de' canoni e de' dogmi, che difficilniente i Toscani
potranno rovesciare o distrnggere. In ogni modo non vi
sara alcuno che non amniiri il garbo con che sono scritti
i dialoglii del Rosasco , e in nioltissinii luoghi anche I'acu-
tezza e 1' ingegno col quale sono sostenute certe proposi-
zionl che oggi sono tacciate di paradosso. Vi si trovano
poi questioni nioltissime die a' tempi nostri furono discorse
come novita, e che dal nostro autore sono trattate coa
molto niagglore sagacita e dottrina : se non die egli e
tutto propenso pe' Fiorentini , tutto e deciso in favor di
Firenze , ed ai Fiorentini debbono piegare il capo non solo
tutte le altre citta d' Italia , ma anche quelle di Toscana,
come Siena e Pisa e le altre. Avversi come siamo a sifFatto
spirito esclusivo , noi dobbiamo pero confessare die al)-
biamo provato piacere a rileggere questi Dialoglii , e vi
al)biamo trovate doti tali da far perdonare all' autore la
sua prevenzione; imperciocche non solamente della lingua
toscana o fiorentina vi si dlscorre , ma di molti altri ar-
gomenti di eloquenza , di erudizione edi dottrina, da non
lasciare il lettore senza diletto e senza profitto.
Prospetto nominativo dl tutte le Uiigue note e del loro
dialettl. Opera del cai>. Federlco Adelung , tradotta
e corredata dl ana nota sid dialettl Italianl. — •
Mllano ^ i^^24, per Ciovanni Bait. Bianchi c C.
Al sig. Francesco Cherubini siamo debitori della tradu-
zione di questo libretto destinato a far conoscere quali
Il8 ArPENPIOE
sono le lingiip r j ilialetti clie , spcondo lo notizle piii
accurate, si parlaiio nell" unlverso. II MitJiridates , opera
conosciutissima in cjuesto e;cnerc , ne annovcra circa due
luila ; e il preseiite pruspctto ce ne pone innanzi 3064.
11 traduttore , diligcntissimo coltivatore di cpiesta maniera
di studj , lia aggiiinto uu prospetto dci dialetti italiani: il
tjuale dove sia confroiitato coU" articolo relative deli' ope-
letta, varra a far coiiosccre e la dlligente perizia del signer
Cheriibini , e la nccessita die un autore il quale imprende
1111 lavoro universale di fpiesta natura sia ajutato dai dotti
di tutte le parti del niondo, clie gli somnuiiistrino quelle
accurate e precise notizie , le quali dai libri non si pos-
sono mai apprendere con sicurezza. L' egregio traduttore
aggiunge clie fra breve publslicliera il Saggio di uii Di-
zionario couiplessivo di tutte le voci dei dialetti italiani.
Blhliotcca ecoiiomico-portatilc di educazloiic.
Curiosissime uvvcntare dci viaggiatori antichi e mo-
deriii^ raccolte da Pietro Blanchard , opera vol-
tata dai fiances e in italiano ^ e corredaia di note
da F. L, ( Tomi I , II e III sinora^ di pag. 2 So
circa ciascuno ^ in. 18."). — Milann ^ 1824.
Le bellczze della storia , o cjnadro delle virtu e dri
vizj. Terza edizione. — Milano , iBaS, in i8.°
dalla tipografia de' frateUi Sonzogno.
A belle , grandiose e veramente utili imprese tipografi-
che vanno da pin auni dedicandoii i fratelli Sonzogno ,
tra le quali primeggla la Coliana degli antichi storici greci
volgarizzati che prosperaniente continua. Di cotal genere ,
ma pill niodesta nelle forme, e percio di tenuissiina spesa,
riuscir debbe quest' altra collezione, die sotto il nonie di
Biblioteca economico-portatile di educazione annunciarono
essi con manifesto del prima di luglio dello scorso anno,
promettendone sessanta volumetti , ai quali, ove la prima
ottenesse il generale sufTragio , una seconda di altri ses-
santa farebbono succedcre. E, inessa mano al lavoro, tre
Yolunii veggiam jiubljlicati delle Avventure de' viaggiatori ,
raccolte dai Blanchard, le quali sole ne occuperanno sette ,
e gia il volume che sarh V ottavo di cjuesta Biblioteca ,
col titolo di Bellezze della storia, lianno divolgato. I quali
primi lavori, come pure la maggior parte degli altri , nel
PARTE ITALI\N\. Ill)
citato manifesto liidicati, soao versionl dal francese, giac-
c!ie e oggi in Italia una sniaiiia indomablle di legger libri
oltranioatani e oltramariiii. Coatro la quale sniania uoi
saremmo pure disposti di gridare alcun poco , se questa
ce ne paiesse la migliore occasione , e se per era iiou
c' imponesse sileazio la speranza clie nutrianio, die dalla
frega di leggere le produzioni straaiere debba fiaalmente
nascer quelia eziandio di leggere le nostrali , di die in
ogni genere di letteratura e di dottrina, checche altri dica
in contrario , ci trovlanio ricclussimi.
Provvedere ai blsogni della gioventix, istruendola e di-
lettandola al tempo stesso , e V oggetto cni mira questa
Biblioteca portatile , ed e per certo uii ottinio pensauiento,
Le avventure de' viaggiatori, e soprattutto le pin singolari,
le piu commoventi , quelle da ciii s* impara come Tuonio
nei gravissimi perlcoU non debba ne disperare della Prov-
videnza , ne diflldare di se medesimo , ottengouo senza
dubl)lo r intento degli eJitori ; e nessuna opera di cotal
genere potevasi preferire a qnella di Blanchard. Ma forse
per un corso di cducazione non era da incominciarsi da
cio, perocdie podii^sinii giovani possono trovarsi nel caso
di avvantaggiarsi di qnegli esempj , e que' pochissimi lianno
pur bisogno di essere prima forniati e nioralniente isti-
tuiti. Delibono i fratelli Sonzogao aver preveduta la pre-
sente obbiezione , giacche in fronte al terzo volume di
coteste Avventure preseutano un nuovo manifesto , nel
quale giustiljcano il meglio die possono T aver dato prin-
cipio con le Avventure de' viaggiatori , e promettono ahre
utili opere ( tratte esse pur dal IVancese ) , die non ave-
vano annunciate nel primo, Omettendo pertanto ogni ul-
leriore osservazione sul nietodo e sulla serie delle opere,
clie comporranno il tutto insieme d'l cotesta Biblioteca por-
tatile , le quali tutte sono di gia accreditate , noi ci limi-
teremo a fame alcuna sopra ciasdieduna di esse, di mano
in mano die appariranno alia luce, sia per notarne i nii-
glioramenti . sia per avvertirne 1 difetti , o\e per av-
ventura emergessero.
Le curiosissinie avvcntnve de\ia^giatori , di cui si lianno
gia tre volunii, sono A'cramente lezioni suLliml di pazienza,
d' industria , di prudenza e di sagacita. Ma rare volte il
Blanchard si e dato il pensiero di citare le fonti da cui
le lia tratte ; e siccome varie ve a' ha die p«6 spesso
J20 A r P E N D T C K
occorrere ill menzionare tanto in isciitto cl»e a voce, cosi
ottinia cosa avrel)he fatto il traduttore a suppiir e^li a
cotosta mancanza ; e ncssuno , per quanto a noi pare , il
poteva piii sicurainente di Ini , potendo cgli aver sott' oc-
elli le vistose raccolte dc" viaggi , da cul quelle avvetiture
vennero prese; e le cnl versioni italiane stamparonsi con
tanto spaccio dagli stessi fratelli Sonzogno. In qnella vece
ha il traduttore soddisfatto ad un altro desiderio , cii' ei
pre vide nel niaggior uninero de'' lettori , clie e queilo di
presentare in pie di pagina il vcro signilicato di molte
voci tecniclie spettanti alle sclenze , e in ispezialita,
alia marina , valendosi a tal effetto del dizionario del no-
stro illustre Straiico, o d'altre opere di altri valentuomini.
In cio sta il inerito delle sue nots , e confessiamo non
essere un piccol nierito , si per la diligenza die mostra
tli aver usato , e si per V istruzlone de' giovani , ai quali
giova ricordare clie 1' opera e consecrata. Sarebbe pero
utile ciie di tutte coteste voci si irovasse il catalogo nella
fine dell' opera stessa , con I' indizio del luogo , ove se
ne ha la spiegazione.
Ma se il traduttore avesse una egual diligenza adoperato
nel fatto della lingua nostra, e nella correzion della stanipa ,
segnatainente ne' prinii due voliuni, assai piu distinto si e-
nunciei"el)be il nierito di questo lavoro. Noi trovianio nelle
prime due pagine, non die nella settima, nella decima, ecc.
del tomo prime i buoi salvaticlii , alia iminiera de salvati-
chi , come i salvatichi , e i cani salvalichi in vece di sel-
vatici o di selvaggi ; troviamo a carte 84, 63, ic6 e al-
trove i verbi dasse , diissero, stasse , stassero, in luogo di
desse , dessero , stesse , sicssero; a carte 61 di esso volume,
alia 38 del secondo e altrove troviamo l' altro verbo eb-
bimo , anzi clie avcinmo ; in pin pagine dell' un tomo e
deir altro leggiamo noi si. adopernmmo (torn, a, pag. 14),
noi vi si trovavamo (pag. aS , 32), noi si risolvernmo
(pag. 38), noi si ai'vicinarnmo (pag. 47 ) , e cosi moltis-
sime volte usata la particella si in luogo di ci , che do-
■vevasi usare. Ne possiamo accettare il botdere a pag. 18
del citato volume , ne i rami di bananier a pag. 63 , ne
il da per lui della png. 22 , ne lo antiquato sguaraguar-
dare delle pagine 28, 71 e 107 ecc, in vece di calzolajo ,
di rami di yico d' India , di da per se o da ii^ , e di sog-
guardare, come andava detto. Impropria direm pure la
PARTE IT\MA.N\. T2T
frase die s»a a pag. 36 le corrend ci doi'evano esseie tanto
cantrarie che. i vcivi , cioe quanto i vend ; e 1" altra a pa-
gina 46 sopra una casta la quale avevasi deserta , cioe per
deserta , ovvero si credeva deserta, eJ altre qua e la,pei"
tacere di varie altre voci di cattivo conio, come il nevajo,
la testimonia , il sabbionoso , il quartiere di uri hue e si-
niili, pag. ii5, 129 e 144. Le c{nali iinproprieta e difetti
di linsina vogliamo attriljiiire alia fretta del tradurre , e
lion ad iuscienza di essa , perocche ia nioltissimi altri
liioglii ne scorgiamo anzi snfficieiite perizia. Di fatto scor-
rendo anclie il terzo volume delle Avventure de' viaggia-
tori , e niolto piii il volume delle Bellezze delta storia , vi
abbiamo ravvisato meno eri-ori, fi'utto sicurissimo di mag-
giore dillgenza posta si nel tradurre, die nel correggere.
Ne dicasi die troppo sottilmcnte abbiamo v,oluto investigare
su questi oggetti , e die la nostra censura pnzzi di pe-
danteria , perocche trattandosi di libri, die debbono andar
per le mani de' giovani , noi crediamo die vogliasi aver
della lingua una cura per sine scrupolosa , accio quelle
improprieta ed crrori non si acccttino come buonl modi
di lingua , e all' uopo non si adducano in esempio e giu-
stificazione.
Quanto utili e dilettevoli , perche alimentano somma-
mente la cuviosita e movono V animo de' lettori , gludi-
chiamo i volumi delle Avventure , altrcttanto penslamo dL
quello delle Bellezze della storia. Ben e vero che non tutti
i fatterelli, che ivi sono ammassati sotto diverse categoric,
nieritavano avervi luogo, ne tutti ben corrispondono alia
categoria cui li veggiamo applicati. E , per addurne un
esempio , come puo riguardarsi per un eccesso giovenile
( che e la categoria ove si riporta ) , se in veggendo un
fraticello scalzo e a capo scoperto camminare sotto la
pioggia, un giovine gli dice die la sua condizione gli sem-
bra assai deplorabile , se non vi fosse un altra vita? Nelle
quali parole puo forse supporsi un poro d'improntitudine,
ma non evvi ne scherno , ne ingiuria , ne eccesso , per
cui venisse egli detto nn giovinastro ed uno stordito , come
lo dice r esempio. E neppur la risposta che al sant'uomo
si attribuisce : quale sara la tua ( condizione ) , se v'e un al-
tra vita? ci sembra ne istruttiva, ne giusta, ne da s'lnt"" uomo.
Per lo che avremmo voluto die in questa terza edizione
delle Bellezze della storia si fossero esclusi siffatti esempj.
laa -A r p E N D I c E
o fitor cli luogo, o noii meritevoli di mcmorla , e che di
ciascun esempio si fosse citato il mallevadoi-e, cioe lo sto-
rico da cui si adduce , onde i giovaui che fosscio per
giovarsene potesscro piu autorevolo testimoiiiaiiza iiidicare,
che noil e quella di un libricciuolo iiitarsiato di storielle ,
di cui lie il raccoglitor si conosce.
Queste hrevi aaiiotazioni abbiamo voluto espressamente
fare intonio ai primi volumi della bene ideata Biblioteca
portatHe-econoinica di educazione pel conto e pregio che ne
facciamo, come di cosa veramente utile s\ per V ammae-
straiiiento che pel diletto , e perche siamo persuasi che
clii vi ha maiio , valutando i nostri coHsigU e dcsiderj ,
jx)rra ne' successivi volnnii quell' accuratezza e quel cri-
terio, da cui dipende il credit© de'libri, il soddibfaciniento
di chili legge, e. il vaiitaggio di chi li scrive e li stampa.
Raccolta di dodlci paesaggi ad iiso di studio , dise-
gnati ed iiicisi alV acqua forte da Lorenzo Macchi^
in 4.° oblungo. — Si veiidoiio dalV autore e dai
principali negozianti di stampe in BTilano , al prezzo
di dodici lire aiistriache.
II signer Macclu e gia vantaggiosamente conosciuto pel
valor sue nel dipingere i paesi , del che fatto ne hanno
testimonio i bei lavori che di questo genefe furono da lui
presentati al colto puljblico colle annue esposizioni nel-
ri. R. palazzo delle scieaze e delle aiti. Or egli bi'auioso
di giovare ai dilettanti ed agli studiosi del paesaggio con-
dncendoli quasi a mano a uiano dalle prime linee sine
alia rappresentazione di un intero paese , ha nella sua
Raccolta espostl gli elementi e direm quasi i principj ed
il procedimento di qui'St' ameiiissiino genere di pittnra
tanto fra noi coltivato ed ogo;i!nai giunto al pin sublime
grado , merce delle opere del Miliara , del Gozzi e di altri
nostri valenti professori. La raccolta del slg. Macchi cl sem-
lira prcgialjilissima tanto per la scelta degli oggetti e per la
vaghezza delle composizioni , quauto per la nitida e ben
intesa esecuzione. Egli e altresi beiiemerito dell'arte , per-
che r Italia maucava di buoni elementi in questo genere
di pittura.
rA.RTE ITALIAN V. 123
Qiutdro del prlncipcdl popoll cmtichl corredato di una
carta geografica del mondo antlco di d'Anv'dle^ del
cav. Gioi-anid Tamassia. — Bergamo, 1824, Stam-
peria Mazzoleni , di pag. XV i e 36 1 , in i6.°
^ir. 4 austr.
"c.
Cirf si acciiige a scriver couipendj merita , al parer
uostro , una lode alia quale non aspiraiio seinpre i lettp-
rati , qucUa della modestia. Perocclie un compendio dili-
geiitemente condotto e opera di lunglii studj e di somma
fatica , Ilia die per la sua stessa natura non lascia cono-
scere al piii dei lettori di clie lunglie vigilie e di che
gravi meditazioni sla frutto. Questa lode pertaiito y«gliamo
dare innanzi tutto al cavaliere Tamassia , die raccolse ia
un volume di poca mole un sunLo delle notizie piii co-
umnemente adottate intorno ai popoli deiruniverso smo
air epoca tanto faniosa della caduta dell' impero ccci J en-
tale. Diciamo delle notizie piii comunemente adottate ,
perclie le recenti dottrine , a cagione di esempi(» « poste
in campo dai Wadismutli , dai Niebuhr, dai Levesque e da
alcuni altri intorno alia Storia Romaiia , e die discordano
in si gran parte dai classici greci c latiai, non lianno
luogo ueir opera del signor Tamassia. Ne potevansi per
avventura seguitare in un compendio quelle opinioni che
sono ancora sotto il giudizio degli eruditi , e le quali noa
possono ancora citarsi senza confortarle di quelle argo-
nientazioni die troppo sono contrarle alia natura ed alia
Jirevita dei compendj. II signor Tamassia in vece reco
nella sua operetta tutto quello che i critici moderati hanno
pubblicato in fatto di storia ne' tempi a noi piii A'icini ,
studiando principalmente nei classici; e seguito sopra tutto
la scorta dell'Heeren , diligentissimo scrittore luaraviglioso
iiell' erudizione non meno die nel giudizio. Dietro si fatte
guide il signor Tamassia ci presenta in poche pagine una
diiara descrizione di tutti i popoli antichi ; e mentre lascia
in disparte le favole e le aperte contraddizioni ripetute
nel corso di tanti.secoli per riverenza di qualclie gran
i Mome , non si abbandona a quello storico scetticismo che
fa iacerte le cose avute per vere dalla sapieuza de' nostri
maggiori. Dalla lettura del suo libro si pub raccogliere
quanta sia stata la diligenza da lui usata nella scelta dei
fatti e nelle considerazioni conyeaienti si ai fatti medcsimi
124 \ P P F. N D I n E
come alia natnra del suo lavoro ; ed ancho i piii difficili
confesseranno die il piii dolle volte quella diligeoza noa
fu disgiuata dal buoii giudizio. Qualclie rara voltti pero
Hii niaggior grado di attenzioiie avrebb^ potuto contlurre
r antore ad alcune verita delle cjaali niostrasi capacissjvr j ,
o forse una inaggior cnra nella scelta delle parole to lu-
nichei"ebl)e plii cbira'amente ai lettori rjnelle idee cbf^legU
ebbe ia mente scrivendo. Cosi, per recare uii solo esem-
pio , avrebbe dovuto dirsL cbe il suicidio di Lucrezia fti
occasionc e non gia cagione della ruina dei Tarqniaj. Pe-
rocche la cagione di questa niiaa 11 illosofo dee trovaria
in piii alti niotivi ; di cbe gia ne fece avvertiti il celebre
Vico , cbe forse pel primo si dlede a cercare in questa
famosa storia di Lugrezia quel cb' essa abbia davvero in-
fluito sul politico caml^iamento della romana repidiblica.
Ne si inostra lontano dal credere cbe i Patrizii i quali
avevano gia meditato lo sterminio dei Re dessero orlgine
a questo avvenimento , onde avessero occasione di colorire
il proprio disegno , cbe ad ogni modo avrebbero pur re-
cato ad efTetto ( Vico de Uno ecc. ).
Delle iscrlzloni vencziane raccnlte eel illustrate da
Enianaele Antonio CiGoaNA. Volume I. — Vciiezia ,
182^^ presso Giuseppe Oi\i\nde\\i cditore ^ in 4.°
Lodevole e certamente il disegno di un cittadino , il quale
alia sua patria intitola un"" opera , clie i nomi e i fatti 11-
lustri I'ammenta dei Veneti. Amor solo di patria, die' egU
dlfatto nella prefazione , non oggetto di lucro , ne brama
di acquistare fama presso ai viventi o ai posteri , intra-
prendere mi fece fino da otto anni addletro un' opera fa-
tlcoslssima ; cioe la raccolta delle veneziane iscrlzloni, le
quali nelle citta e nelle isole circonviclne dal mllle circa
infino ai nostri giorni erette furono stabilmente o ad
onorare la memorla dei clttadini e degli ester! , o a ram-
nientare qualsiasi fatto ; raccolta die k poi corredata di
illustrazioni proporzionate alia dinicolta ed alia grandezza
deir argcmento.
In tre separati paragrafi tratta egli delT utillta di que-
st'opera, de" raccoglitori delle veneziane Iscrlzloni, e del-
l' ordine da esso tenuto nella sua compllazlone. Le iscri'
zioni , die' egli, recano grandissima luce alia storia, e le
PARTE ITALIANA. I 20
moJcrnc nai-rano per lo piu fatti ed avveuimentl , e nonii
di persona^^i e memorie di cose ricordano , che gia si
conservano iielle pubbliclie e nelle private storie , e sono
altresi qualcl.e volta prolisse, ma recaiio tnttavia moltis-
simo vantaggio, perche riparano alia dispersione frequente
di carte e docunienti storici , e spesso nonii ed eventi
rannnentaao , che invano si ricercherebbono negli archivj.
Servono altresi talvolta a raccapezzare il filo delle rette
discendenze delle famiglie, a rettificare le narrazioni nelle
storie coiitenute , ad appoggiare i dritti , massime padro-
nali , di alcuni casati. Le raccolte delle nioderne iscrizioni
ricoiiosciute furono utilissime , e talora necessarie per la
storia ecclesiastica , civile , uiilitare , letteraria , di Ijelle
arti ecc. , e quindi avidamente ricercate dagli eruditi.
Cresce questa utilita ed importanza relatlvamente alia
iscrizioai veneziaae , die appartengono ad una citta fra
le italiclie antica e noliilissiina , sede di un potente e lun-
ghissimo imperio , madre feconda di persoiiaggi , in ogni
genere di virtu celeberrinii. Molte di queste iscrizioni sono
altresi commendevoli per lo stile , e quelle massiinaniente
scritte su la floe del XV secolo ed al principio del XVI.
Tra i raccoglitori d" iscrizioni veneziane si annove-
rano il tedesco Giorgio Palfero ; la di cui collezione ye-
desi ampliata in un codice della casa Gradenigo ; il P.
Jlocco CurCi , la di cui fatica fu pul}blicata con qualclie
aggiunta da Bernardo Trevisano, e gli scritiori di due co-
dici , r uno della libreria Marciana , 1" altro comunicato
air autore dall' in oggi cardinale Zurla. Segue la grandiosa
collezione in quindici volumi in 4." fatta dall' abate Gian
Domenico Coleii , e quella del cosmografo Coronelli con
quelle dell' almte Pivati e del senatore Flaminio Cornaro.
I raccoglitori particolari si dividono in due classi , la pri-
ma di quelli che iscrizioni trassero da tntte le cbiese o
da una gran parte; T altra di quelli che ad una sola cliiesa
o ad un luogo limitarono le loro ricerche. Tra i primi si
nominano Lorenzo Scradero o Scradeo ; Andrea Calino , che
publilico parecclii epitaffi fantastici, noa maiincisi, Fran-
cesco Sansovino e il suo continuatore Giovanni Seringa ,
Domenico MartinelU , Flaminio Cornaro , Tonimaso Arcangdo
Zucchini , 1" abate Gian Antonio Moscliini , autore di una
Guida per la citta di Venezia , cd alcuni piii recenti au-
lori , r uno di-llc chiese di Venezia descritte cd illustrate ,
136 v r r E N D I C E
r altro dcll.i Collczionc del piu pregCi'oU monnmcnti sepol-
crali di Venezia. ,Tia gli estcri raccolsero particolannente
alcuiie veaete iscrizioni , Francesco Su'eerzio , Ottonc Aicher
eel altri. Tra i sccoudi si rogistrano Marc Antonio Luciano
clie raccolse le iscrizioni della chiesa dei S5. Giovanni e
Paolo , Giovanni dcd^li Agostini , e il Bergnntini , die riu-
nirono , il primo 'e iscrizioni dl 5. Francesco della Vi-
gna , il secondo cfuclle de"" Servi; Agostino Nicolai , die '
quelle raccolse della chiesa di S. Stefano , Giovan Donie-
nico Armano die ricopio le epigraii della chiesa e del con-
veuto di 5. Domcnico , Pietro CheccJiia clie raccolse quelle
de' Miracoli, Giovanni Meschincllo che illustro la J)asilica
di S. Marco ed il Moschini suddetto.
Osserva T autore , die tutti que' raccoglitori trascrissero
nudaiuente le epigraii , ne le adornarono di annotazioni.
Egli espone adunque le venezlane iscrizioni erette dal
niille in poi nella citta e nelle vicine isole , escladendo
tutte le temporarie , quelle che nelle altre citta dcllo Stato j
Yeneto o degli altrui Stati rimangono, e quelle anterior! al i
niille : trovansi tuttavia iiella sua compilazione alcune iscri-
zioni temporarie , o alnieno credute tali , e registrate dal
Pdlfero. Egli adduce le ragioni per le quali escluse le
iscrizioni delle altre citta, e cosi pure le gredie e romane
e le altre antiche , riserliandosi tuttavia di apporre questo
nobile fregio in aggiunta al quadro che ora presenta. lu- j
tanto egli ad onore del suo paese inserisce i nonii dei ve- I
neti scrittori , che lapidi antiche raccolsero , come Gio-
vanni Blarcanova , Andrea Santacroce, Benedetto Ramberti,
Giambattista Rannusio , ed altri cilati dallo storico della
veneta letteratura Marco Foscarini. Dichiara egli di essersi
limitato alle sole iscrizioni , sotto questo vocabolo inten-
dciido una serie di parole , che da ragguaglio di una cosa,
di un fatto o delle sue circostanze : esclude adunque i
nudi nomi apposti alle ligure , le date e le sigle isolata-
niente scritte , i motti sacri o profani , i titoli posti in
fronte alle fabhriche ecc. ; facendo tuttavia qualche ecce-
zione a questa regola , qualora si tratti d' oggetto d' arte
distinto , o i niotti e le sigle alludano a qualche circo-
stanza istorica , iniportante o curiosa.
Divise sono le epigrafi in due classi , in quelle cioe che
sono state lette e copiate sul Inogo dalT autore , e in quelle
che da csso uoa vedutc furouo da libri trascritte. Gran-
PARTE ITALIANA. I27
cTisslma pazicnza e fatica egli ha adoperata ia raccogliere
le prime , benclie non si lusinghi di averle tutte insieme
unite-) ne tutte coUa piii scrupolosa esattezza. Diligentissinia
cura egli ha pure iinpiegata nell' estrarre copia delle nie-
iiiorie , che soltanto trovansi nei manoscritti o nei libri
stanipati : queste cure rendevaiisi tanto piu necessarie ,
quanto che niolte meinorie , come altrove , cosi in Vene-
zia , massime uegli uhiuii tempi , si sono perdute per la
dislruzione e pel ristoramento degll ediiizj , con che ren-
donsi assai piii pregevoli i codici , nei quali veggonsi con-
servate. Ben si difende 1' autore dairobJjiezione fattagli da
alcuno , che una interna collezioue di veneziane epigrali
non poteva divenire d' interesse universale , massime ove
la paglia soverchiava il buon grano ; e ben mostra che
non e ad esigersi , che lutti cliiari sieno i nomi dalle
iscrizioni esibiti ; che altri sono celebri nelle loro fami-
glie , altri a una classe di persone , o di chiesa o di mi-
lizia, o ad alcuna arte o mestiere appartengono ; che anclie
quelle contenenti manifesta adulazione, servire possono alia
storia dello spirito umano.
Dubito r autore del metodo che tenere dovesse nel-
lo esporre la serie delle cpigrafi, cioe se ordinarle dovesse
per classi , per niaterie , per epoche , per alfabeto di fa-
niiglia , o pure per cliiese e per luoghi pubblici e jirivati :
elesse iinalmente 1' ultimo^ non perclie migliore il credesse, o
pill agevole ad eseguirsi , ma solo per amore della varieta,
nei clie lasceremo ai leggitori il giudizio, se egli siasi bene
apposto. Egli e vero che , uscendo a poco a poco 1' opera ,
si troveranno piu classi , piu niaterie , piu epoche , piii fa-
niiglie in ciascuno dei fascicoli. Ad ogni tempio adunque
egli premette una brevissima storia del mcdesimo, poi le la-
pidi annovera con progressiva numerazione, coniinciando per
lo piu su le pareti a dirittn , indi seguendo a sinistra , e
poi sul pavimento scorrendo , conservando sempre il nu-
mero delle lince e le ablireviature; con una lineetta per-
pendicolare indica egli il fine di ogni linea onde non ac-
crescere la mole del volume : nota breveniente il sito ,
ove collocate sono le epigrafi , e alia line di ogui tempio
pone quelle , clie ne' contonii di esso si trovano o si tro-
vavano.
Ma il princlpale merito di questa raccolta conslste nelle
ajacotazioni , che con opportuno avvisamento V autore lia
ia8 Ari'ENDICE
aoigiuiitc a ciascima iscrizione. Parla egli cle' personaggi
iioniinati nelle cpigrali ; mostra gli errori precipuamente
di epoclie , die si ravvisano in confronto colle storie $
iiota gli al)bagli presi da altri clie le epigrafi trascrissero i
segna le varianii priiiclpali delle iscrizioni da esso non
vedute; soprattutto si sforza di illustrare i nomi non afFatto
oscuri, di aggiugnere cose maggiori di quelle narrate , di
porre in piu bella luce le persone o le cose nelle epigrafi
ricordate. II tutto esamino diligentemente in confronto cogli
storici , e massime con quelli della CoUana stampata in
Venezia nel 1718 , coi varj codici , colle cronache di fa-
miglie die trovan?a stampate o nianoscritte nella Marcia-
na, finalmente coi niigliori scrittori delle genealogie patri-
7.ie , il Barbara e il Foscarini : brama egli tuttavia , die
alcuno con correzioni o con aggiunte rettificare voglia il
suo lavoro , il die terra in conto di alto favore.
Questo e dunque il nietodo , die T autore si e prefisso
nel compilare quest' opera , non solo pei viventi , come
egli dichiara , nia altresi pei futuri ; giacche alcune cose
die potrebbono oggidi reputarsi iautili, non lo sarebbono
per r avvenire ; e silFatto inetodo vediamo perfettaraeiite
osservato in tutte le iscrizioni registrate in questo volume.
Sono esse quelle della chiesa e del monastero di S. Marin
de Servi e suoi contorni , e arrivano al numero di 217.
Al line trovasi una tavola in i"ame portante il saggio dei
caratteri di un' antica iscrizione , nella dimensione precisa
dei caratteri; essa e dell" anno i3i8. Segue un indice dei
noiui e cognomi contenuti nelle iscrizioni, e quindi una
tavola ntilissima delle diverse aljbreviature. Noi crediamo
quest' opera degna della comune appro; azione , e deside-
rianio di yederla soUecitamente continuata.
Eleiico di alcune opcre stampate e pahbllcate nel re-
gno Lonihardo-Vcncto neW anno 1824.
Animiaisirazione economica della foglia dei gelsi, di Lomeni.
Milano , Silvestri , di pagine 96, in 18.° Lir. 2 ital.
Annali della niedicina lisiologico-patologica , conipilati da
Gio. Strambio , dottore in uiediciiia. Anno i.°, quad, ic*
e Ji.", ottobre e noveiiibre, MilanO;, Destefanis , di
pagine I'iz ciascuno, in 8." Lir. 24 ital. all' anno. Le
PARTE ITALIAN-*.. Iig
associazioni si ricevono dal librajo Giuseppe Bocca,
corsia del Duorao, n." 980.
Annali umsulmaiii, di Gio. B. Ranipoldi. Vol. 8.° — Milano ,
dalla tipogi'afia di Felice Ruscoiii, contrada di S. Paolo,
n.°»fi77, di pag. 692, in 8." Lir. 7. 40 ital.
Arte di conservare gli alimeiiti , tradotto dal francese.
JMilano, staiiiperia di Conuuercio, corsia de'Servi n.° SaS,
di pagiue 168, in 16.° Lir. i. 5o ital.
Biblioteca soelta di opere italiane antiche e moderne. la
16.' JMilano, Silvestri, corsia del Duomo. — Poesie
italiane di niesser Angelo Polizlano , prima edizione cor-
retta e ridotta a Ijtiona lezione. Pag. YIII e aa8.
Lir. 2. 5o ital.
Biografia universale antica e moderna, ossia Storia per
alfaljeto della vita publilica e privata di tutte le per-
sone die si distinsero per opere, azioni, talenti, virtii
e delitti. Opera aflatto uuova conipilata in Francia da
una societa di dotti , ed era per la prima volta recata
in italiauo con aggiunte e correzioni. Volume 19." Ve-
nezia , presso Gio. Battista Missiaglia , dalla tipografia
di Alvisopoli , di pag. 480, in 8.° Lir. 6 ital.
Chimica applicata all* agrlcoltura , del signor conte G. A.
Cliciptal , tradotta ed illustrata con note ed aggiunte da
Girolanio Prirno. Milano , Silvestri. Fascicolo 4.% di
pi'.g. 1 54, in 8." Lir. 2. ital.
Elogio storico del P. Pacifico Deani. Brescia , Paslnl ,
di pagine 46 , in 8.°
Formazioni (suUe) delle rocce del Vicentino , saggio geo-
logico di Pietro Maraschini. — Padova , dalla tipografia
della Minerva, di pagine aSo, in 8.% con otto tavole
in rame.
Giornale di farmacia-cliimica e sclenze accessorie , o sia
Raccolta delle scoperte , e ritrovati e miglioramenti fatti
in farniacia ed in chimica, compilato da Antonio Cattu-
neo , cliimico farmacista. — Milano , Rusconi , quader-
no 12." dicembre , di pagine 62, in 8." Lir. 16 austr.
air anno. Le associazioni si ricevono da Gio. Pietro
Giegler, corsia de' Servi n." 60 3.
Precetti con metodo teorico-pratlco per la formazione dei
liliri in doppia scrittura del Padre Angiolo Pietra ton
illustrazioni ecc. del Ragiouiere G. Reina. — Milano, Ri-
volta-, di jjagine 296, in 4.° Lir. C. 5o ital.
Blbl Ital. T. XXXV 11. 9
l30 A 1' 1' E NM) 1 C E
Rcgole jiraticlie sulT iiso e siilln scelta deH' aria. Blilaao,
Moua di pagine 6o , in ii.* Cent. 6o. ital.
Sedi (delle) e cause uelle nialattie anatomicamente investi-
gate da Gio. B. Morgagni. Libri ciacjue. Prima versione
italiaaa di Pietro Muggesi , dottore in lilosofia fi* medi-
cina. Volume 5." • — Milano, llusconi, di pag. 248, in 8."
Storia della letteratura italiana dall' oiigine della lingua
iino al secolo XIX, del cavaliere Giuseppe ^/o^e/, regio
bavaro consigliere , professore di letteratura italiana nel
K. Liceo e R. Paggeria in Monaco, ed accadeniico ita-
liano , padovano ed aretino. — Milano , dalla Societa
tipografica de' Clasaici italiani. Volumi 3, di pag. 1084
cuui[jlet-sivamente , in 12. Lir. 9 ital.
\'iaggio ai tre laghi , di Conio , Lugmo e Maggiore , di
Davide Bertolotti. — Como , Ostinelli , di pagine 467, in
1 3.* Lir. 3. 5o ital.
Zoppina (della) e cancro A'olante di R. Faiivct. — Milano,
Costa, di paglue 32, in 8." Cent. 67 ital.
Incisioni.
IRIadonna tratta dal Peinigino , incisa da Giacinto Maino ,
Lir 1 5 ital.
S V I Z Z E R A.
Lett ere di Innocente Natanaeli scritte a un siio
nipote. — Lugano, 1824, dallor tipografia di
Giuseppe Vanelli e Comp., di pag. 168, in 8.°
Queste lettere die appajono alia luce masclierate sotto
un nonie giudaico , sono la piu cara cosetta del luondo :
parlano d' ogni argomento e di qualche altro ancora , cioe
di oggetti campestri , di poesie classiche , lomantiche , bi-
bliclie ; vi s' incontrano precetti di retorica , elogi, criti-
che , jaculatorie , digressioni ascetiche, vi si parla anche
di poJpette e d' una fanciulletta figlia della Sandra e degli
atti difFormi d' un monsignore ecc. ecc. e tutto cio e schic-
clierato con uno stile che pizzica del trecento e del mo-
derno frullone: grazioso tessuto , in cui , o benignissimo
lettore , troverai il Pindcmonte posto al pari con Cornelio
e con Alfieri nella tragedia, il Mattel , il beneuierito tra-
duttore dei canti biblici , onorato col bel nonie di Don
Ciiisciotte qual pubblicatore di mille fatuica d' ogni sorte ,
VAHTE IT\LTvNV. l3l
1* Abate Cesari posto al di sopra di Marco TuUio, perche
Cicerone, pur con la lingua di Emiio e Planto e Terenzio
( scrivesse orazioni o trauati ) ritener non seppe una mille-
sima parte di quel trecento , verso del Cesari , il quale tutto
ritener seppe il nostro , di sorta die leggendo lui legger prc-
priamente credi le vite de' Santi Fa Iri , le prediche di Fra
Giordano , e i Fioretti di S. Francesco, Cicerone ! Cicerone
non colse i fiori piii belli di que' giardini die passeggiava.
E' pare un gramniatico t.isicuzzo , die abbia quasi paura a
uscir di costrutto rrammaticale , ecc e millc altre
preziosissime gioje vi troverai da farti trasecolare. Ma cio
clie pill importa vi scoprirai un nuovo metodo per veiidere
a buoa dado le merci tue. Tu hai piu volte soggliignato
al solletico ed alle lodi , die certi scrlttori darsi sogliono
a A'icenda \ ma non ti sara mai avvenuto d' incontrarti in
un Ser cotale, che maschei'andosi sott' altro nome facciasi
ad encomiare i proprj scritti. Or sappi che secondo una
certa Crouaca raauoscritta , degnissitna di fede e della
quale un giorno daremo forse il santo , cotesto Natanaeli
non e altr' uomo che T autore di certe favolette e di certe
tradnzioni bibliche, e di certo trattato de'dittonglii italiani.
Ebbene, il crederesti tu ? Nataniele versa lodi a larghis-
sime mani su tali favolette e su tali tra'dizioni biblicbe ,
al paragon delle quali il lavoro di Mattei fu impresa da
Don Chlsciotte , e su tale trattato dei dittonghi che e ben
altra cosa che un opera di mero grammatico ! ! !
CORPxTSPONDENZA.
Prcgiatissinio sig. abate Francesco Cancellleri,
N,
Ielle Memorie da V. S. raccolte e pubblicate in Roma
nel corrente auno presso Francesco Boarlie , intorno alia
viia del pittore cavaliere Giuseppe Errante, ha azzardato
iiiolte asserzioui , le quali se fossero appoggiate alia ve-
rita farebbero grave torto alia mia rlputazione nella qua-
lita di luedico c di uouio onesto. Perche siano rettiiicati i
fatii soj)ra i quali ha preso assoluto equivoco , sono nella
ue« essita di esporre a lei l" uridine , il corso ed il fiae
l3a APPENDICE
delle mie relazioni col detto pittore. L' ho A'isitato ainma-
lato in casa Rossetti nella contrada del Movone al n.° 1 1 67
poclii giorni dopo il suo arrivo in Milano , dietro richiesta
del defunto sig. Giuseppe Anloiiio Bovgiiis. Aveva febbre , e
si lagnava di forte dolore alia testa, Dal rapporto delle ante-
cedenze , congetturai die la malattia gravissima dal niede-
siiiio sofFerta pochi mesi prima ia Ancona fosse riferibile
a cefalite , c die gli avesse lasciato disposizioae alia re-
cidiva, Fortunatamente la caliiia fu presto ristabilita sotto
il trattaiuento blando purgaate. Ebln occasione di rivederlo
moke altre volte , ed in diverse epoche in qnalita di me-
dico dal 1796 al 1 80S , nientre abitava in casa Pizzagalli
sulla piazza di S. Giovanni cjuattro facce al n." 1840 ,
nella casa Scorpioni al n." 741, e nella casa Gilj al n.° 740
della contrada Risara. Le sue malattie furono sempre d' in-
dole reumatica , perclie prodotte da sconcerti di traspira-
zione; ai quali dava luogo d' ordiiiario T esercizio frequente
c niolto attivo della scherma , dinienticando qualclie volta
di evitare le correnti d\aria fresca inimeJiaiamente dopo.
II dolore di testa al quale andava con frequenza soggetto ,
anclie in istato di plausibile salute, aumentava sempre in
modo imponente in tali circostanze. Qualche volta di-
ventava necessariei il salasso , d' ordiiiario il trattamento
puigante e rinfrescativo bastava. Non feci mai graode caso
del diabete che sofFriva , e dell' enorme quantita d' acqua
ch' era percio costretto di bere giornalmente, perclie tale
malattia era in corso da trent' anni senz' aumento. La causa
dalla quale dipendeva , era per me oscura , ma qualunque
fosse, lion sembrava rimovibile, e rendeva soltauto neces-
sario di seguire un regime diatetico conyeniente ad allon-
tanarne 1' esacerbazione. Le disgrazie che Errante aveva
sofFerto , le sue qualita personali e lo stato della sua sa-
lute eccitarono la mia cordialita , stima e conipassione.
Lo invilai ad essere mio commensale qualunque volta po-
tesse fargli piacere , ma alia mia mensa frugale non e mai
intervenuto alcun ministro , siccome falsamente afFerma
il sig. Caacellieri, Nel 1804 Errante si trovava lual allog-
giato, ()erche abitando al terzo piano nella casa Gilj, aveva
lo studio nel vicolo dei Cappuccini al n.° 6^3. lo aveva
in tal tempo ridotto ad aliitazioae d' aftitto il secondo piano
della mia casa al n." 729 nel borgo di Porta Orientale,
^S&iw'^ge'idovi un pezzo di niiova costruzione a leyaute
PARTE ITALIANA. l33
e mezzogloi'no , il quale coiisisteva in una spaziosa sala a
{jiaii terreno , a cui corrispondevano una stanza da letto,
e dne gabiuetti al primo e secondo piauo. Le opere da
nmratore erano state ultimate nella primavera del 1804.
Errante desidero di diventare mio inqiiilino concentramlo
cosi lo studio coU' ordinaria piii conioda aljitazione. L" unico
adattamento die aljliisogno per dare miglior luce alia sala
che aveva destinato alio studio , fu quello di aprire una
terza finestra fra le due clie esistevano dalla parte di le-
vante. Quest' opera fu eseguita innuediatameiite dopo di
avere sistemato il contralto d' aftitto nel giugno 1804. Er-
rante si trasloco nella mia casa il 3o settenibre se2;uente,
ed allogglo a tutt' apvile del i8o5 in tre stanze al primo
piano d' antica costruzione , due delie quali erano esposte
a niezzogiorno , per dar tempo alia completa stagionatura
del suo appartamento , che per essere elevato , pel sue
isolamento e per la direzione delle sue aperture ai quat-
tro punti dell' orizzonte fn sollecita. Avrebbe potuto re-
stare piu lungo tempo in tali stanze , perche 1' occupa-
zione delle medesime non portava difetto a me. Si reco
alia nuova abitazione , persuaso che niente mancava al!a
sua salubrita , allorclie vide cli' io colla moglie e tiglio
dormiva nelle stanze sottoposte al primo piano , e che
I'altra parte del secondo piano era stata in tal epoca af-
fittata , ed era abitata dal colonnello Banco colla sua fa-
niiglia. In tale appartamento egli ha coininciato ed ulti-
mato il quadro del Concorso della Bellezza , che vi resto
esposto per molti mesi all' aramirazione ed alia critica di
nnmeroso concorso di persone intelligenti e curiose, dalle
quali sara facile il riscontrarne i dlfetti dell' abitazione
del pittore che avrebbero esteso la dannosa influenza aii-
che al suo lavoro. Nell' estate del 1808 egli fu attaccato
da cefalite reumatica , alia quale sembro avere data prin-
cipale occasione il bagno freddo di cui aveva fatto uso ,
prolungato piii del dovere. Fn necessario un trattamento
antiflogistico attivissimo e sostenuto. L' irritazione del sen-
sorio diininui al m'anifestarsi dell' oftalmia , che fu allar-
mante ed ostinata , ma che fini colla risoluzione sotto il
trattamento indicate. Fu visitato qualche volta in tale cir-
costanza dal professore oculista sig. Magistretti, dietro mio
desiderio, e non si presento il liisogno di verun altro
coasulto. La convalescpnza fu proporzlonata airintensita
l34 APPENDIOK
ed alia Jnrata tlella malattia. Quale attesiato di aggradi-
niento dell'assistenza medica in diversi tempi prestatagli
Erraiite mi regnio allora nn suo l)cl quadretto rappresen-
taiite la Leata Veigine die ncl viaggio d' Egitto depone
Pio Bambino per assettarlo . . . , e due altri rjuadri di
Gandenzio Ferrari , clie figurano V Annunciazione della
Beata Vergino. Col giorno zg settembre 1809 egli abban-
dono r appartamento che abitava al secondo piano, per
cui pagava lire 1200 di Milano di fitto annuo , e credendo
di jjartire da una settimaua alPaltra per Napoli, prese
in allitto uii piccolo appartamento al piano terrene della
stessa casa , clie aveva 1' esposizione principale a tranion-
tana, per lire 3 00. Quest' aliitazione non era sicuramente
felice , quantuncjue fosse stata goduta da altri per lungo
tempo senza danno nella salute. lo 1' avrei dissuaso dal
Ijssarvi la sua dlmora per molti raesi. ]\Ia Errante aveva
allora cinquant' anni , conosceva i niotivi pei quali erasi
determinato a prendere tale alloggio economico , e non
fece caso percio delle eccezioni clie poteva meritare. La
sua residenza in tale appartamento fu prolungata lino al
i5 settembre 18 10, allorcbe abbandono Milano. Le rela-
zioni d' interesse cbe ho avuto coir Errante , oltre il fitto
nella niia casa, si riducono al niutuo f'attonii di lire 3oooO
di Milano , colla rendita in ragione del cinque e mezzo
per cento, come da scrittura legale del 3o lugllo i8o5 ,
di cui mi fece chiedere la restituzione verso il fine di
gennajo 1810, epoca nella quale per un complesso di cir-
costanze imbarazzantl le quali erano pienamente conosciute
almedesimo, mi sareblje rinsclto difficile P approntare tale
somuia immediatamente. Con atto notarile dell' 8 febbrajo del
1810 nei rogiti del sig. dottore Francesco Marzoni di Mi-
lano , gli feci vendita per lire 3oooo di Milano del dlretto
dominio de' beni stabili con casa nel territorio di Limido
del distretto d'Appiano nella provincia di Como, coll' an-
nua rendita livellaria di lire mille settecento novanta, oltre
gli altri vantaggi dipendenti dal contratto originario. Er-
rante realizzo il suo capitale di lir. 3o,ooo coll' avere
venduto per tale somma a Gio. Battista e fi'atelli Casti-
glioni d'Appiano le ragioni da me acquistate con atto no-
tarile del 14 giugno 1810 nei rogiti del suddetto signor
dottore Marzoni.
PARTE IT,VLI\N\. I 35
Air esposto di sopra non c^sij^o , sig. Caiicellieri , die dia
nlla niia parola il peso die 1' Errante preteadeva fosse
dato alia sua, pig. 9^ delle Meiiiorie cli' ella ha scritto,
nia se la pnbblica opinione , se la testlmonianza delle per-
soiie superstiti che lianno coiiosciuto i aiiei rapporti col
mcdeshno noii liastassero a conviiicerla della verita alia
quale appoggia , 1' invito a destinare persone di sua coii-
iidenza per V esame dei docutiienti autentici che la con-
fermano.
Rilevera quindi non esserc vero che Errante abbia te-
nuto in affitto uu appartamento nella mia casa per tutto
il tempo della sua dimora in Milano , che avesse forniato
nieco un vitalizio , eh' io avessi pensato a fabbricargli n
bella posta uno studio ecc, pag. 63. Trovera che fu so-
gnato il pranzo nella mia casa , a cui intervennero diversi
primarj ministri , fra i quali il sig. "Vincenzo Ferrario ,
direttore generale della Polizia , che indirlzzo alT Errante
conimensale un lusinghiero coinplimento, pag. 29. II signor
Ferrario non e stato mai direttore generale di Polizia, n^
e mai stato in casa mia. Fu egualmcnte sognata la spe-
dizione di Messo Imperiale per invitare Errante al pranzo
deir Imperatrice, mentre sedeva alia mia tavola, pag. 3i.
II primo sentore tli questo lusingiiiero invito, e della ga-
lante risposta die gli tenne dietro , I' ho avuto dalle sue
Memorle, sig. Cancellieri. II quadro replicato di Angelica
e Medoro ch' ella asserisce fatto per me, jaag. 26, e die
venne dnllErrante regalato nel 1796 al generale Massena,
era probabilmente una sorpresa die voleva farmi in testl-
monianza di aggradimento per I' asslstenza medica che gli
aveva fino a quelT epoca prestata.
L' asserzione che T appartamento in cui alloggio Errante
nella mia casa per quattro anni fu finito nel febbrajo senza
precisare V anno , e fu dal medesimo occupato neiraprile
seguente , pag. 69, e insussistente ed inverisimlle. Insus-
sistente pei dettagli di sopra acceanati. Inverlsiiuile , per-
d\e se Errante il quale doveva conoscere i cattivi efFetti
delle fabbri»lie di recente costruzione , a\ endo dlpinto a
I'resco , fosse stato imbecille al segno di credere innocua
la sua abitazione nella mia casa sotto le accennate com-
binazionl, se io per essere plu presto esente dal peso di
un supposto vitalizio fossi stnto tanto maligno di consi-
gliarlo ed incoraggirlo a trasferirvisi, glacche non poteya
1 36 APPF. NDICE
avere altro niolivo per cio fare , esistevano , come esi-
stono ill Milano rcgolamenti di polizia municipale severi
che avrebbero punito in me una trasnfessione cosi mani-
festa, e ne avrel)l3ero prcvennto il completo eseguimento.
Errante era giornalmente visitato da niolte persone, e dal
suo aniico sig. Pietro Tagliorettl che passava seco quoti-
dianamente molte oie, che prendeva cosi giusto interesse
per la sua salute , e clie aveva bisogno di scrupolosi ri-
guardi per la propria ; sarebbe state quindi impossibile
r occultare al medesimo , ad altri ed alia pubblica vigi-
lanza cosi grave disordine. D' altronde se si potesse pre-
sumere vorisimile il rapporto fatto alia pag. 69 , e che
dopo un semestre di abitazioae nel nuovo appartamento
Errante fosse stato sorpreso dalla malattia , che lo trava-
glio tre annl dopo , e che lo rese per quaranta giorni
quasi cieco , come avrebbe potuto ultimare nella prima-
vera del 1807 il sorprendente lavoro , ed il suo capo
d' opera come V. S. lo chiama rappresentante il concorso
della Bellezza commendato coi maestosi sciolti dal chiaris-
simo sig. ccnsigliere Gironi , direttore dell"!. R. Biblioteca
in IMilano , trascritti dalla pag. 36 alia pag. 44.
Le lettere ( del sig. Francesco Zappala Gemelli e del
sig. Pietro Taglioretti in data del 14 maggio 18 14) delle
quali ella da uno stralcio alia pag. 70, cioe quattro anni
dopo che Errante aveva abljandonato Milano e la mia
casa, sono in risposta di altre nelle quali per motivi che
non conosco attribuiva i suoi incomodi al soggiorno fatto
nella medesima. Se tali querele si riferivano all' apparta-
mento che aveva goduto per quattro anni al secondo piano,
del)bono attribuirsi alle visionl alle quali i grandi pittori
come i celebri poeti vanno soggeiti ; se si riportano al-
r appartamento occupato per un anno al piano terreno ,
possono avere qualche omljra di reaha , ma in tale scelta
io non aveva avuto veruna parte , ed era stata fatta in
nn'epoca nella quale Errante credeva di abbandonare Mi-
lano fra qualclie settimana. Se le sue trattatlve per ista-
bilirsi in Napoli non ebbero piii sollecito fine per la di
lui irresolutezza o per altri ostacoli , se non ebbe il co-
raggio di ti-aslocarsi in abitazione piu feliee con tenue sa-
crificio pecuniario, quale colpa dev' essere a me attribuita?
La lettera del Taglioretti dichiai-a pregiudicevoli alf Er-
rante le relazioni che ha meco avute , senza precisarne
lURTK ITALIAN*. 1.57
Toggetfo. Se le sue escJanjaziont ebbero in vista I'insalu-
brita Jelia niia casa , hanno gi;i avuto evasioiie ; se teii-
devano a censurare la convenienza del metodo col quale
r lio curato in diverse epoclie , non merilano rlsposta.
Taglioietti era accidioso in conseguenza di una flogosi ienta
di antica data , die andava producendo disorganizzamento
progrcssivo all' epigastric , e che lo condusse al line dei
suoi giornl quasi coutemporaneamente all' Errante. In
tale stato di salute aveva forse idee poco esatte del buon
criterio in medicina e della lealta nelle relazioni sociali.
Per quell' incoerenza die acconipagna spesso le uniane pas-
sioni , uieatre Taglioretti pensava cosi male di me veuiva
a consultainii. Ebhe forse la debolezza d' ingiuriarmi , per-
che noil potei dargli suggerimenti di permanente utliitii?
Qual era la disposizione fisica d' Errante prima che ve-
nisse ad abitare nella niia casa ? Fino dall' eta dei sette
anni i medici disperarono della sua vita , e non crede-
vano die pofesse sopravvivere agli anni i5, p- 91- L ar-
sura contiiiua alia quale era soggetto , per cui beveva 18
0 20 boccali d' acqua per lo nieno ogni 24 ore, p. 91,
indicava qualclie disordine permanente nel suo organismo.
1 dolori che si manifestavano con freqijenza alia testa, e
che 1' interessavano con maa;gior forza delle altre parti,
allorche era straordinariamente ammalato , potevano ecci-
tare sospetto cbe tale disordine esistesse nella cavita su-
periore , piii tosto che nelle altre. La cefalite gravissima
sofFerta in Ancona , dopo lunga contenzione di spirito e
dopo uvgente pericolo di naufragio , aumentarono proba-
bilmente tale disposizione morbosa. Le raalattie reumaticlie
sofFerte in Milano anteriormente al suo ingresso nella niia
casa diiuostrano ad evidenza che lo stato della sua salute
era infelice , prima die vi facesse soggiorno. La malattia
grave da cui fn attaccato nel 1808 era riferibile all' abi-
tuale sua tendenza , ed a cause occasionali conosciute.
L' andamento successive de' suoi mali ed il modo con cui
finirono, piuttosto che al soggiorno fatto nella mia casa, si
attrilmiranno da chi e dotato del senso comune, al pro-
grcsso regolare di quei disordini organici die avevano ori-
gine tanto rimota, e die furono inaspriti da combinazioni
disgraziate e da malattie gravi accidentali ; che la salute
deir Errante fosse nial cour'a cinque anni prima che abi-
tasse U mia casa, risulta, oltre raccennato disopra, dal
1 38 APPENDICE
consnlto Amagllo , inscrito alia pag. 7 3 in data del 18
niaggio 1800.
Le relazioiii niediclie anonime , e scnza data trascritte
alle pag. 71 e 7a furono sicurameiite stese yier servire
alle viste di convenienza ed Interesse dell' Errante nel
seiiso della lettera cli'egli scriveva alTamico Scrofaiii sotto
il giorno i5 dlcembre 181 o. L' inesattezza di alcuiii fatti,
la falsita di quelli clie mi rigiiardano, e quella dello stato
assolutamente inahile a cui si diceva allora ridotto , meri-
tano r attenzione del buon critico.
Se Errante nel 1809 era ridotto ad uno stato di salute
tanto deploralsile , perche si decise ad abitare un piano
terreno esposto a tramontana, e perche vi rcsto un anno?
Come sotto tale condizione gli fu possil^ile in cjuell'epoca
di ambire la carica di direttore del ristauro de' quadri an-
tlclii della Corona in Napoli? Come in tale stato di cose
il cavaliere Questiaux pote appoggiare la Memoria relativa
alle pretese inerenti al suo traslocamento in Napoli ?
Quando Errante scriveva al duca di Monteleone ch'era
da lungo tempo vessato da ostinate febbri infiammatorie ,
pag. 73, e che aveva deciso di abbandonare la mia casa,
perche credeva che fosse la cagione della sua malattia ,
si era tx-aslocato dal secondo piano al piano terreno della
medesima, poiche in tal epoca soltanto ebl3e lo studio ia
casa Durini, dove comincio Tabljozzo deirAntigone. Quan-
do si disponeva ad ubbidire ai medici , che T obliligavano
a fare un viaggio neir Italia meridionale , aveva, dietro le
trattative seguite col cavaliere Questiaux allora niinistro
del re di Napoli in Milano , ricevuto il decreto che lo
autorizzava a stabilire in Napoli una scuola di pittura a
condizioni molte onorifiche, pag. 87.
Se lo stato infelicissimo di salute a cui era ridotto in
Milano era assai peggiorato dal viaggio disastroso, e dallo
strapazzo per recarsi a Roma, pag. 91 ; se nel pvincipio
del 1 81 3 le sue afFezioni reumatiche gl' impegnavano il
capo con dolori e sbalordimenti , i quali lo mettevano in
pericolo di cadere , come risulta dagli autentici attestati
de' suoi medici, pag. 90; se tali gravissimi incomodi che
non gli permettevano di trasferirsi a Napoli, non avevano
migliorato dopo il sogglorno benefico di oltre due anni in
Roma, come poteva sperarne in seguito senslbile modifi-
cazione ? come poteva credcrsi capace di escguire un
PARTE ITALIA.NA.. I 89
quadro grande rapprcsentaiite il piii bel tratto della storia
siciliana , pag. 99 , die doveva istituire coll' osemplare
de' suoi pemielli, quella Sciiola pittorica napoletaiia , delia
quale tntti g!i altri popoli negaao V esisteiiza , ed in coin-
penso del quale cercava dodici mila scudi, pag. 106?
come dopo la mancata riuscita di tale progetto poteva ac-
cingersi all' impresa di dipingere un plafond per una delle
grandi sale del palazzo di Caserta , la quale manco sol-
tanto per la difFerenza tra il prezzo ricliiesto di dieci
niila scudi , e quello ofFerto di otto mila , e perche si
voleva eseguito sul luogo ed a fresco , mentre Errante
voleva farlo in Koma ad olio ed all' uso veneto, pag. 99
e lOO ? come poteva continuare la corrlspondenza con
Scrofaui , Zuccari , Sablni , Zappala , col generale Rosse-
rol e col padre abate Gio. Andrea Castello , in modo
da sorprendere quest' ultimo e di oljbligarlo a confessare
che restava incerto se Errante sapesse inaneggiare meglio
il pennello o la penna , pag. 111? Tutte qiieste cose riu-
scirebbero sorprendenti e niisteriose , se nel contrasto de-
gli eccitamenti a recarsi a Napoli, e dei consigli clie lo
dissuadevano da tale risoluzione , p. 89 , la naturale sua
esitanza non lo avesse deterniinato a ricorrere a pretest!
per teniporeggiare, Non ne aveva uno luigliore dello stato
infelicissimo della sua salute. Ne profitto , ed i canibia-
nienti politici occorsi lo tolsero dallimljarazzo. Ma le pas-
sioni di Errante erano abbastanza moderate, e la sua lilo-
sofia alibastanza forte per renderlo snperiore ad un com-
plesso di vicende, capaci di alterare la salute pii'i ferma?
Le Memorie cli' ella ba pubblicato della sua vita, lo fanno
I supporre di tempra fisica e morale atta a resistere a tante
scosse ? Quale meraviglia se da quell' epoca i suoi inco-
miodi abitunli abbiano progressivamente aunientato e pro-
idotta in fme dopo sette anni , e nel sessantesinio della
sua eta, la catastrofe disgraziata di cui e stato vittima.
Sarebbe penosissimo per me il rimorso di avere in qual-
cbe modo contribuito ad accelerarla , ma sono tranquillo
neir intima persuasione , cbe la sola calunnia od altri
fini secondarj abbiano potuto ecciiare tale idea. latanto
sono costretto di fare presente a V. S., ciie il pregio piii
bello del biografo e la verita , del panegirista il buon senso ,
e deir uomo onesto il rispetto dell* altrui riputazione.
Milano , 3i agosto 1824.
GlACOMO LOCATCLLl , iri'-'ico.
1 40 A P P r. N D T O E
A N N U N Z J.
M. Vitruvil Polllonis Architectura etc. , o sia Architet-
tura di M. Fitnaio PoUione col tcsto emcndat.o per
mezzo delV csame dei codici , colle esercitazioni e
con note novissime di Giovanni Polcni e i commen-
tarj di diver si, ai quali sono or a per la prima
volta aggiunte le studiose ricerche di Simone Stra-
Tico. — Udine , iSaS, presso i fratelli ^lattiuzzi
nelV ojjici/ia Pecili.ana. In Milaiio le associazioni si
ricevono da Antonio Tencnti e da altri librai.
I
L titolo e qnesto della nuova edizione di Fitrnvio , de-
siderata dalla dotta Europa , alia quale per lo spazio di
35 anni insudato aveva il celebre PolenL , e per altrettanti
forse il nostro Simone Stratico , ultimamenie defLinto. Ben
si sapeva da tutti , clie que' due grandi uomini avevano
fatto uso di tutti i sussidj , che trarre potevansi dai codici
e dagli antichi monuiuenti e dall' indole stessa delle arti ,
giacche la vastissima loro erudizione non poteva a meno
di non ricavarne i maggiori lumi all' illustrazione di un
classico, che tanto per T oscurita dei vocaboli particolari
air arte sua , quanto per la perdita avvenuta di molte
figure e gli errori degP imperiti amanuensi , non aveva
ancora arrecata alia scienza architettonica quella utilita ,
clie dall' opera sua sperare potevasi. INIolti scrittori italiani
e stranieri , nell' arcliitettura periti , le fatiche loro con-
sacrate avevano al rischiaramento dell' opera vitruviana ;
mancava pero tuttora all' Italia un' edizione di Vitruvio ,
che con copiosa dottrina e col magistero dell' arte ador-
nata , vantaggiosa riuscire potesse per se stessa , e la
gloria deir Italia propagare presso gli eruditl delle altre
nazioni , che con tanto fervore si diedero all' illustrazione
degli antichi scrittori.
Le cariche dallo Stratico onorevolniente snstenute forse
lo trattennero dal promuovere eg'i stcsso 1' inipressione
del suo lavoro , die supplire poteva a questo difetto della
classica letteratnra ; voile egli tuttavia provvedere alia
fama del Poleni ed alia sua , alle cure degli ercdi suoi
PARTE ITAMA.NA. 141
racconmndando particolarmente i suoi scritti vitruviani.
Quindi 1' amatissinio di lui nipote cav. Giambauista SlraticOy
devoto alia meinoria dello zio ed ansioso al tempo stesso di
promuovere Tonore delle scienze e delle lettere , alia stam-
peria de' fratelll Matduzzi in Udine confido quegli scritti
e di tjuella iiiagiiifica edizione ora si presenta uii saggio.
L' opera sara contenuta in quattro Aolumi in 4.% e pri-
ma si esporranno le esercitazioni vitruviane di Giovanni
Poleni e le iiiedite dello Stratico , nelle quali, a giudizio
di uomiui chiarissimi , si ravvisa una rara perizia della
dottrina architettonica, grandissima cognizione della fisica ,
finezza di critica e perspicnita di elocuzione. Seguira il
teste vitruviano restituito alia primiera integrita col soc-
corso de' niigliori codici e delle osservazioni del Poleni ,
dello Stratico e del Pontedera ; poi verranno le note intere
di Filandro , e quelle tratte dal Barbara , dal Salniasio ,
dal de Laet , dal Perrault , dal Galiani, dall' Ortiz e dai
pill recenti interpreti di Vitruvio , frammezzate da auiplis-
simi commentarj del Poleni e dello Stratico. Alle novissi-
me eseixitazioui del Poleni , o piuttosto ad uiia collezione
degli opuscoli di alcuni illiistratori di Vitruvio , ed alle
nltiiTie esercitazioni dello Stratico si aggiiigiiera il lessico
A'itruviano del Baldo , divenato ora rarissimo , colle ag-
giunte del Poleni e di altri , e i sinonimi italiani e fran-
cesi dei vocaboli tecnici ; poi 1' indice generale delle cose
e delle parole contenute tanto nel testo di Vitnwio, qtianto
ne' commentarj , e finalmente la corrispondenza ejjistolare
intoruo a Vitruvio dal Poleni e dallo Stratico tenuta con
niolti uomini illustri , tra i cjuali prinieggiano il Muratori ,
il 3Iaffei , V Avcrcampio , il Fabricio, il Zeno , il Zanotti, il
Manfredi, il Galiani , il Botlari , il Tenianza , V Ortiz ecc.
Dair editore attuale sono state in qualche parte ampliate
le esercitazioni del Poleni, giusta il desiderio espresso dallo
Stratico , cosicche la prima clie tratta delle precedent! edi-
zioni vitruviane 5 viene susseguita da un" appendice Ijiblio-
grafico— critica , die T elenco dalla morte del Poleni con-
duce sino ai giorni nostri ; lo stesso editore confronto
pure il testo colle recentissime edizioni del Rodio e dello
Schneider. Tutta 1" opera sara adorna di cento venti tavole
incirca intagliate in rarae , e di presso a due cento figure
incise iit Icgno. Aggiugneremo a consolazione dei dotti ,
che il primo volume e gia da qualche tempo sotto il tor-
cliio , seblxne tuttora lijnanga aperta la soscrizioue.
142 APPENDIGE
Signore ,
Ho r onore ili prcveniria die colla preseiite prima di-
stribuzione si da priiicipio alia Muchetologia , ossia Rac-
colta di funghi in rilievo, stata sottoposta all' approvazione
dell'I. R. Governo , e premiata coUa medaglia d' oro nel-
r ultima esposizione degli oggetti d'arte e d' industria.
Enti-o il corrente anno iSaS sara distribuita 1' intera
raccolta composta di 5o specie espresse ne' diversi stadj
della lore vegetazione , con i5o pezzi e non piii.
L' associazione restera aperta iino a tutto il mese di
aprile prossimo venturo , e sara di una lira italiana al
pezzo , cioe lir. 1 5o ital. per 1' intera raccolta. Dopo il
succennato termine il prezzo verra aumentato di un terzo.
Ogni specie e tutti i suoi pezzi corrispondenti saranno
fermati e disposti sopra altrettanti piedestalletti lucidi di
scagliuola. II colore di questi indicliera a prima vista le
qualita innocue , dubbie o mortlfere dell' individuo so-
vrapposto. Pei funghi sani ed esculenti il piedestallo sara
verde ; pei dubbj , sospetti o pericolosi sara rosso ; pei
velenosi ed assolutamente mortiferi sara nero.
II prezzo de' piedestalli sara di 8 centesimi italiani cia-
scuno j laonde tutta la raccolta, compresi i i5o piedestal-
li, costerii italiane lir. 163.
La raccolta verra in fine susseguita da un opuscolo
descrittivo (die si pagliera a parte), nel quale si accen-
neranno le proprieta otHcinali di ciascuna specie ed i ca-
ratreri distintivi botanici, colla sinoiiimia scientifica e quella
delle diverse provincie del Regno Lombardo-Veneto. In-
tanto ogni distribuzione sara accompagnata dal nome scien-
tifico , dal nome italiano e dal vernacolo milanese di ogni
individuo.
Quelli che vorranno associarsi a questa raccolta potranno
dirigersi alia casa dell' artefice qui sottoscritto al corso di
Porta Orientale, num. 6.53, dove potranno vedere tutte
le specie e quasi tutti gl' individui belli e pronti , per cui
sara tolto cosi qualunque dubbio sulla pvmtualita ed esat-
tezza deir impresa.
Nell' opuscolo sara stampato 1' elenco de' signori asso-
ciati , i quali sono percio pregati a voler inviare al sotto-
scritto i loro norai , cognomi , titoli ed abitazione , perche
non nascano equivoci.
Milano , gennajo 1825.
Ignazio Pizzaoalli.
PARTE ITALIAN A. 1/^S
Patciid e prlvllegl cscluslvi concessl nelV Iinpero Au-
striaco iielV anno 1824.
A Francesco Kratzer ed a Carlo Hirschfeld, di Vienna,
pel niiglioraniento di oggetti di cliincaglleria.
A Lodovico Schdfer , di Vienna , pel niiglioraniento delle
soprascarpe , alle quali si puo dare qualunque forma.
A Giovanni Luigi e Giuseppe Giorgio Dauzl, di Vienna,
per r invenzione di fondere in una sol volta gli uten-
sili da niisura composti di una fina qualita di zinco.
Ad Antonio Baal ed al di lui figlio Antonio, di Vienna,
per 1' invenzione di una materia atta ad indurire i cap-
pelli di felpa.
A Yincenzo Giacomo Salba, di Vienna, pel niiglioraniento
del bigliardo gia da lui perfezionato , applicandovi un
sostegno onde tenere il bigliardo stesso a perfetto li-
vello durante il giuoco: la tavola puo anciie essere ovale.
A Micliele Kastner , di Vienna , pel niiglioraniento di una
niacdiina per fa!)bricare i chiodi.
A Bernardo Gertrnan, di Carolinentliat , per 1' Invenzione
di quattro maccliine applicabili a tutte le specie di pelli
colorite.
A Federico Carlo Heukel , per una nuova qualita di cap-
pelli, ed ai suoi compagni Ignazio e Giacomo Foss pel
niiglioramento dei cappelli d' estate e d'iaverao.
A Matteo Midler ed al di lui figlio, di Vienna, per T in-
venzione di migliorare la claviatura situata al disopra
delle corde , onde renderla piu perfetta e durevole, c
pel niiglioraniento del leggio per le note.
ERRATA-CORRIGE.
Tomo 36.°
Pag. 292 lilt. 8 dire sul Spring l<'ggi direful Spring
)• 3 1 1 M 1 6 Eriseide » CriseiJe
.. 3i3 » 28 Ora va .. Or va
» 3l5 >. 3o e ricomporte >• a riconiporte
» 33i » 6 i82o-iti24 >• 1820-1821
Giuseppe Acerbi , direttore cd cditore.
Ossen>azioni meuorologuhe fane all' I R. OssenHitono di Brera.
G E N N A J 0 I'oio.
3,5
2,6
11,4
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Sereno.
Ser. nebb.
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Nuv. neve.
Nuv. ser.
Nuvolo.
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Sereno.
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Sereno.
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Sereno.
Sereno.
Sereno.
Ser.nebbloso
Nuvolo.
Nuv.rott.neb.
Sereno.
Nuv. nebb.
Nuv.rott.neb.
+ 3,6 so
+ 4,01s s o
Nuv. ser.nuv.;
Nuv. nebb. j
Nebb. ser.
Ser. nebb.
Ser.nu.neb.se
Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 4,0 Altez/
minima » 27 » 4,0
media "27 » 10,91
Quautita della neve e piog£,ia
a mass, del t
minima . .
media . . .
lin. 8,40.
Sereno.
Sereno.
Ser.nebbloso
Ser.nebbioso.
Sereno.
Sereno.
■rm. + 6,7
.... - 2,6
... + 1,91
I
145
BIBLIOTECA ITALIANA
*
PARTE I.
t-ETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
Storia delta Ictteratura italiana dalV origine della
lingua fino al secolo XIX del cavaliere Giuseppe
Map F EI Regio Bavaro consigliere, professore ecc.
Tomi 2) in 12.°, dl pag. 106 3 cowplessivamente. —
Milaiio , 1824, dalla Societd tipografica dc' CLas-
sici italiani. Lir. 9 ital,
Ooiso alcuni argomenti i quali pajono si acconci
a bella trattazione , che se lo scrittore non dice
cose da pioBttarne ed averue diletto chi legge ,
nessano crede di doversi astenere j:lal giudicarne
severamente. Ne la natura delF argoniento nuoce
poi soltanto agli autori, ma ben anche a chi si fa
a giudicarli. Peiocche V universale de' leggitori com-
piacendosi troppo piu nelle proprie idee clie nelle
altrui , dispregiano il libro ed il giudizio cli' altri
ne fa", se mai veggano che V autore abbia taciuta
cpieirunica notizia della quale essi si tengon beati
e superbi , o che il censore non abbia cieduto es-
senziale di notar quel difetto che al lore giudizio
era j'scnibrato gravissimo. Laonde parendoci che a
Bihl. Ital. T. XXXVII. 10
146 S'r01ll\ UELLA LETTiKATLKA ITALLVNA
sifFatti argomenti apparteiiga quello clie 11 cavaliere
Malfei tolse a trattare, volevanio quasi sottiarcL
air incaiico cli readerne conto ; dacche inipaiaimno
a gindicaie dl tioi medesimi con cjuella stessa sc-
verita coUa quale dianio sentenza degli altii; ed a
niisura clie ci liicevanio addentro nella lettura ci
si dipingeva tanto piu grave e pericoloso il uostro
uO'icio , quanto piu ci pareva clie TAutore avesse
lodevolnicnte compiuto il suo. Se noii clie ponemmo
poi ia disparte quella ripugnanza, pensando clie a
noi stesse bene il cogliere questa occasione di lo-
dare, gia quasi gravi e stanclii dcUe iniuiicizie dei
censurati : e clie poclii libri piu del presenJ,o ci
soniministran materia da adoperarvisi con piacere.
E veramente niuna dolcezza e niaggiore clie il sen-
tirsi lodati di patria : ninno stimolo e tanto pos-
sente ad innanionuci de' buoni studj , quanto il
saper cli' eglino soli soprastano alle ruine dellc
citta e dei regni ; e che il teibpo e la fortuna, po-
tentissimi a distruggere ogni cosa, non hanno im-
perio sulle opere del vero ingegno. Ma qual altro
popolo puo piu di noi contentarsi delle letterarie
sue glorie ?
La Storia d;lla letteratura italiana e spiendidis-
sinia fra quelle di tutte le moderne nazioni. In
questa Italia si condussero , allettate dalla grande
possanza di Roma, le greche Muse, e rallegraronvi
il trono ai piii grandi monarchi dell' universe : e
qui poi rinacquero assai prima che in qualsivoglia
aitra parte d'Europa le lettere greche e latine; ed
il niondo riuscito dalla barbaric di parecchi secoli
ricevette da noi Y amore degli utili studj e i mo -
dclli da imitare.
Ma anclie la gloria letteraria fu sepolta per alcun
tempo sotto le ruine politiche : perocche le lettere
hanno mestieri della possanza che le protegga ; e
quando cessarono di esser temute le Icggi dal Cam-
pidogljo dettate , la bella ed intemeraia Musa di
Virgilio si tacque. Di qui poi ebbe ooniinciamento
DEL <JAV. ClUSJil'PE MAFFEX. 1 4"
quel corso di tatiti secoli coperti dall' ignoranza ,
e divisi da ogni umano incivilimento. Cravissima
cosa e il peiisiero di quella eta, nella quale stu-
duindo , r animo occupato ancora dalle giandi glo-
ria latine domanda alia storia : dove sono i di-
scenderiti di quella nazione che itidomata regno
per tanti anni sull' universo, e nelle opere del-
r ingegno si fece rivale alia Grecia ? E la storia in
luogo di risposta e di conforto gli dice , die qui
poterono bensi essere oppressi , ma iion inai speuti
gf ingegni : i quali in pochi anni gia ridestavansi
al favore di Carlo ftla^ino. Che se le immense con-
quiste di quel monarca non gli avessero tolto il
soggiornare piii a lungo in Italia, e se egli (fosse
riconoscenza o fosse ragion di politica) non la-
sciava soverchiamente aperto il campo a tali mae-
stri che avevano interesse di sterminare dal mondo
tutta la sapienza degli anticlii filosofi, e strappa-
van di mano agli alunni i purissimi versi di Vir-
gilio per tema die ne corrompessero il cuore , forse
die il regno della barbarie tiniva tre secoli prima,
e r umanita avrebbe risparmiato un gran numero
di sanguinose sventure. Ma (juello di die ai tempi
di Carlo Magno fn concepita speranza doveva esser
prezzo di piu diuturni patimenti , e raaturato da
pazienza piu lungamente escrcitata. Laonde Fltalia
avea gia dati alia Fiancia molti illustri maestri ,
quando nessnno ardiva ancora aprire una scuola
nella propria patria , e dissipare le tenebre dalle
quali era coperta. Bisognava die gli uomitii da
gran tempo immemori della loro antica virtu, ri-
pigliassero almeno in parte il primitive ardimento,
si vergognassero di quella vilta nella quale erano
da si gran pezza vissuti, ed accogliendo neiranirao
il desiderio di un migliore destino pensassero a
farsene degni. E questo accadde appunto nei secoli
che succedettero al mille , donde ha principio col
nuovo incivilimento la nuova lettcratura verameate
Ualiana , c donde il cavaliere Maffei preiide le
mosse a corrcr V aringo di stoiico.
148 5TOKI\ DKLLA LKTU' K AT I'R V ITALIANA
Al politic! commovimenti ed al ridestarsi de^li
animi italiani nel secolo undecimo e consacrato il
priino capitolo delT opera, con cui Tegregio Autore
ci pone chiaraniente dinanzi agli occhi le due ca-
gloni principal! onde crobbero i buoni studj in
Italia, cioe V amore di gloria clie ne sottrasse una
si gran parte air antico avvilimento, e la corte di
Federico 11 salito sul trono della Sicilia negli estremi
anni del secolo duodecimo. Perocche se nei liberi
reggimenti crescono spontanee le bnone lettere per
r utilita e T onore di che sono caglone a chi le
coltiva , anche alia grandezza dei re niagnanimi si
appartiene il favoreggiarle come ornaniento al po-
tere. In questa corte , anzi sul labbro medesimo
di Federico e de' suoi cortigiani si fece illustre
questo idioma italiano, di cui certo non suono mai
il piu dolce dopo quello dei Greci. Ma donde
tolsero que' gentili gU elementi di questo parlare ?
Donde nacque la lingua die nel corso di pochi
secoli produsse tante belle opera dclle quali lo
Storico si apparecchia di render conto ? 11 cavaliere
MaiTei acceiina brevemente le varie opinioni dei
letterati, poi si consente con quella posta in campo
dal conte Perticari e dal cavalier Monti nella Pro-
posta; e seguitando la scorta di tanto senno la dice
nata dal rustico romano. Nel che questa breve e
conipendiosa storia sara piii utile di molte altre ,
ricchissime di una grave erudizione perduta dietro
quelle fallaci sentcnze cli'' erano combattute e di—
fese prima che il forte ingegno del Perticari tro-
vasse quel vero che la miseria dei secoli ignoranti
teneva celato. Ne il Ginguene stesso pote rapire
questa gloria agP Italiani , di scoprire le vere ori-
gini del loro linguaggio.
Prima di Federico adunque appena puo dirsi che
fosse ne poesia ne lingua italiana. Con quelj mo-
narca poi poetarono il famoso Pier delle Vigne, e
i regj figliuoli, dietro ai quali si fece subito nu-
nierosa la schiera si de' poeti e si de' prosatori che
DEL nVV. CIUSEPPK MAFFEI. 149
cnltivaronn il nuovo idionia. Ma le opere di Fra
Guittone , di Bruiietto Latini e di alcuni maa;ri
scrittoii di croriache non avevano aiicor tolta alle
fasce ritaliana letteratura, quando in sul declinare
del secolo deciraoterzo nacque T Alighieri , il piu
grande iiigegno per avventura clie sia mai surto
dopo Omero e Platone. Qiiesto soninio Italiano a
somigliaiiza dei sommi Greci fu del pari buon cit—
tadino die buono ^scrittore ; verso fra gli uomini
non ineno che sidle opere dei trapassati ; non fuggi
la gloria delle armi prima di cercar quella della
penna; conosceva le sventure della patria, delT Ita-
lia, anzi di tutto il genera umano; e nel divino
aninio agitava pensieri che abbracciassero I'universo
e componessero in pace questa umana famiglia.
Tutto cio si raccoglie in generale da' suoi scritti ,
dove non e pagina , non quasi diremmo parola ,
che non sia piena di un vivissimo desiderio di
giovare all' umanita •, e piii forse dalle opere di
prosa che dal poema. Se non che quest' ultimo e
r opera che piu si conosce e si loda di tanto in-
gegno: il primo poema italiano, nuovo nella sua
forma e nel suo soggetto , quanto la lingua nella
quale fu scritto. Vero e bene che questa origina-
lita fu posta in dubbio da alcuni; fra i quali anche
il Ginguene pare incbnato a credere che 1' idea
del poema dell' Alighieri avesse potuto derivai'gli
dal Tesorefto del suo maestro Latini: « ma qual
relazione hanno mai ( domanda ben a ragione il
cavaliere Maffei ) quelle meschine e grette vlsioni
coir ammirando poema in cui si descrive fondo a
tutto I'universo? » L' articolo che risguarda 1' Ali-
ghieri e assai copioso , e dettato con grandissimo
amore , dietro la scorta del Boccaccio , del Mura-
tori, del Gravina , del Gozzi , del Pelli , del Pa-
rini , del Monti , del Perticari , tutti dall' egregio
Istorico iutcrrogati ed addotti a conforto delle sue
opinioui con lodevolissima diligenza cd ingeuuita.
I.JO STORIA DFI-LA LETTERATURA tTAI-IANA
11 Petrarca e il Boccaccio furono gli altri due
lumi del Trecento. Se TAlighieri giovo coUe dot-
trine e coir esempio del pari la prosa e la poesia
italiana, il Petrarca noii applico questa lingua se
non se a pochi versi ainorosi: ma questi riuscirono
tali, clie dope cinque secoli sono ancora esempio
dei modi piu gentili non meno die dei piu delicati
concetti. Pure il vero ingegno del Petrarca e la
sua grande erudizioiie nial si conoscono da chi non
legge le sue opere latine; e il niaggior diritto che
egli abbia alia riconoscenza dei poster! sta nella
cura cli' ei pose alT ampliamento dei buoni stud] ,
nelle spese e nei disagi ch' egli sostenne per rac-
cogliere , far copiare e copiare di propria mano
gli antichi scrittori ai quali vedeva la uecessita di
ricondurre la gioventu, e neiravere altamente gri-
dato contro gli sciaurati che fm da' suoi tempi brut-
tavauo con superba ignoranza il regno delle muse.
Tutte queste cose furono avvertite dal cav. Maffei
nel suo articolo sul Petrarca ; c se egli aggiungeva
qualche ma2:giore ricerca iutorno al carattere che
distingue la poesia di questo Italiano dagli erotici
componimenti greci e latini, egli non lasciava forse
cosa alcuna da desiderare neppure ai piu critici.
Nella c{ual parte il Ginguene fece mostra , se non
erriamo , di un delicatissimo senso , congiunto ad
uno squisito giudizio , e lascio poca speranza di
novita a chiunque dopo di lui vorra tentar questa
impresa.
Al Petrarca fu contemporaneo il Boccaccio, poeta
e prosatore , ma conosciuto piincipalmente per
quest' ultima qualita. Egli era, secondo i suoi tem-
pi, molto versato nella greca letteratura; ed a lui
del pari che al Petrarca siain debitori della con-
servazione di molte opere greche e latine. II cav.
Maffei parla con sufliciente ampiezza di tutte le
opere del Boccaccio ; poi principalmente del suo
Decamerone, ne tace i vizj onde quasi son fatti
pericolosi i pregi di quel sommo coniunemente
DEL CAV. GIUSEPPE MVFFEI. l5l
chiamato il padre della prosa italiana. Ma prima
di liii r Aligliieri aveva gia trattati in prosa vol-
«;are argornenti di alia importanza ; e se que";li
scritii noti haniio in moke parti la graiidiloquenza ,
in moke altre la delicatezza del Certaldese , sono
anche lontani da quelle contorte e violenti costru-
zioni , colle quali f|uel grande scrittore sforzavasi
d'imitare i Jatini. E chi hen considera vedra, die
i pill lodati prosa tori itallani fecer tesoro dei vo-
caboli e dei modi dal Boccaccio introdotti , ma si
dilungarono dallo stile per lui adottato , accostan-
dosi invece assai pin agli esemplari lasciatici dal-
r Alighieri , da Dino Compagni, dal Passavanti,
da Giovanni Villani, dei quali alcuni gli andarono
innanzi di nn mezzo secolo , e tutti poi sa non
allargarono al pari di lui i confini della prosa ita-
liana, mostrarono pero di conoscere assai meglio
la vera indole del nascente linguag2;io.
La stima in die il Petrarca ed il Boccaccio ave-
vano collocati gli scrittori della Grecia e del Lazio
doveva naturalmente renderne universale lo studio;
cio die nel fatto addivenne, ed ebbe una grande
influenza non solo sopra il secolo susseguente, ma
hen anche snl carattere di tutta la letteratura
italiana avvenire. Alokiplicaronsi gli esemplari det
capolavori greci e latini, prima colla scrittura e
poi colla stampa. I Principi protessero ed ajutarono
gli sforzi dei letterati in questa lodevole occupa-
zione; e le opere di Virgilio, di Orazio, di Tito
Livio e di Cicerone furono onoratc e studiate di
nuovo su questo suolo (non piu latino) in cui
nacquero , insieme con quelle di Omero, di Pin-
daro , di Senofonte, di Demostene e di Tucidide,
che le avevan gia tempo inspirate. «. Ma a misura ,
dice il cavaliere Mallei, che T Italia risaliva verso
Tantichita, a misura che ne ritrovava i m.onumenti,
seii'hra che divenisse di hel nuovo tutta latina.
Entriamo infatti in una biblioteca, volgiamo lo
$guardo ai volumi composti dagli scrittori di questa
]b2 STORIA DELLA LETTERATUR4 ITALIANA
eta, e vcdiemo che Marsilio Ficino, Pico della
Jliiandola, Leon Battista Alberti dicliiararono le
jjiofondissime lore dottriwe nella lingua del Lazio...
Nulla diremo dei toologi, dei canonist!, dei medi-
ci, dei giureconsulti che avrebhero reputato, giusta
r invalso pregiudizio, di avvilire le lore scienze
trattandole in vol<rare. Ma i filoloo;i stessi , i eram-
niatici , gli storici, i poeti crcdetteio presso che
tutti di pone dalT un dei lati la favella dei Danti ,
dei Petrarca, dei Boccacci , dei Villani , dei Pan-
dolfini, per dettare le lore opei'e nelT idloma dei
Ciceroni, dei Vii'oiHi e dei Livii. » Cosi reo^rewio
Autore, rhe di questa verita di fatto vien poi in-
dagando le principali cagioni. Ma finalmente nel-
r ultima meta del secolo Lorenzo de' Medici fece
risorgere la lingua e la poesia italiana ; e dopo
quel Principe, hasterebbe il solo Poliziano a to-
gliere dal quattrocento la macchia di aver lasciato
decadere la nuova letteratura.
Frattanto i grandi lavori degli eruditi vissuti nel
secolo decimoquiiito agevolarono immensamente i
buoni studj ed apparecchiarono i maravigliosi pro-
gressi delP eta susseguente , nella quale parve ga-
reggiassero la natura ed i Prindpi , la prima a
])rodiirre , gli altri a proteggere i belli ingegni.
LeonX, i de'Medici, gli Estensi, iGonzaga, tutti
i potentati in sonima che allora si dividevano il
dominio delT Italia, fecero delle loro corti P asilo
dei dotti e delle muse; e spiegarono tanta magni-
ficcnza e ricchezza in pro delle lettere , quanta
nei secoli posteriori parve soverchia a grandissimi
Principi. Ed alia gloria di quelle corti non meno
die dei letterati in esse vissuti il cavaliere Maffei
consacra tutto intiero un volume.
L'Ariosto presentasi il primo fra i grandi uomini
di questo secolo. Ee;1i condusse alia vera perfezione
il Poema rnmanzcsco fondato gia dal Bojardo nel quat-
trocento*, occupo un distintissimo luogo fra i lirici :
ridf sto la satira che dopo Orazio non aveva piu
DEL CA.V. GIUSEPPE MAFFEI. 1 53
avuti cultori di ^rido, e fece risorgere il gusto
delle buone commedie. II giudizio che il cavaliere
MalTei pronuncia sulle o'pere deir Ariosto e un
sicurissimo testimonio del suo ingegno : V aiUorita
poi di niolti letteiati , colla quale aggiunge peso
alia propria sentenza , da senipre piu a conosccre
la singolare modestia di questo egregio scrittore.
Se non die poi qualchc volta ci siamo doluti die
per un sovercliio sconfidare di se medesimo egli
abbia posta Y altrui opinione dove avremnio desi-
derata la sua; e die mentre dimostrasi capacissimo
di conoscere e didiiarare il vero, per riverenza di
coloro die in questo aringo Than preceduto , quasi
confermi colla propria autorita il falso predicate
da2;li altri. Cosi, per cagione di esempio, il cavaliere
MalTei mostra di conoscere ottiniamentc le satire
deir Ariosto, e di tenerle in gran pregio-, ma quando
poi deve compierne il giudizio, s' adagia nella sen-
tenza del Corniani , ed afferma die nello stile di
que' componimenti sentesi la durezza e lo stento. Ma
o noi abbiamo affatto perduto il diritto sentire, o il
Corniani erro in questa parte; ed era da dire piut-
tosto die quelle Satire mostrano qua e cola una
apparente negligenza , die e poi anzi un finissimo
accorginiento, e die talvolta pajono oscure per le
malvage edizioni che se ne hanno finora. Ne questo
giudizio del Corniani poteva sembrar diritto al
cav. Maffei die poco prima, seguitando il proprio
senno, avea scv'nto: le Satire deir Ariosto sono si pre-
gevoli^ che la poesia italiana non ha ancor nulla da
par agonal e alle medesimc in questo genere.
AlTAriosto seguita il Tasso, famoso nou meuo
per le divine prnduzioni del suo ingegno, die per
le grandi sventure alle quali soggiacque. La vera
epopea non ebbe forse in nessuna delle moderne
nazioni un cultore piu felice di lui: e cosi pari-
niente la semplicita de' Bnccrlici greci non rivisse
mai altrove si pienamente quanto neirAminta e nolle
rime pastorali di questo sommo ingegno italiano.
/
l54 $TORI\. DEI. LA LETTER ATUKA ITAt.I VNA
Egli fa inoltie altissiuio nella lirica, e si;rave c
splendido uelle prose, nelle qnali verso a pleiie
mam i teson della piu soda tdosoiia, e i precefii
deir arte poetica. Qiial animo e mai tanto freddo
(lie iioii s' inlianinii alia nieuiom delle sveiiture
ondc I'll travac,liaro il corso della vita a qiiesto
splendore d' Italia? II cav. MaUei gli consacro un
articolo pieno di buon giudizio e di passioae: ci
i.inamora deiringewno e delle o[)ere di qnell' autore:
ci fa piangere sulle sue sventure , e gc'ta nel
vituperio coloro che non vergognarono di per-
seguitarlo vivo e niorto. Ed a compiere cpicsto
ultimo uflicio I' egregio Autore aggiunge alle cose
propria un passo della Proposta {vol. ultimo) in
cui il cav. Monti dis<ie pcrfida e crudele la guerra
degli Accademici contra il Tasso , e colla consueta
forza della sua eloquenza stampo un^ indelehile
nota d'infamia in fronte a quel pugno d' insolenti
sofisti che osarono combattere e svillanneg2;iare a
tutto potere un graiur uomo divenuto Tidolo della
nazione, e andargli rabbiosamente alia vita come
nn gruppo di botoli addosso al lione quando ha
la febbre.
II secolo dccimosesto ebbe un altro epico, o me-
glio forse diremo un' altra epopea , V Italia liberata
del Trissino. Al Gravina parve degna di lode: il
giudizio dei dotti la condanno alT oblio : il uostro
Storico ne parla con quella brevita che si addice
alia poca iniportanza delf argomento , ed allarga
invece il discorso sul gran nuniero degli altri scrit-
tori di verso e di prosa onde quel secolo si fece
illnstre. Egli rende conto delle opere del Macchia-
velli, del Giannotti, del Paruta, del Guicciardini,
del Giambullari , del Firenzuola , del Caro , del
Berni e di tanti altri dei quali non potremmo ram-
mentare i nomi senza stancare la pazienza de' no-
stri lettori. E la maraviglia delio studioso cresce
ad ogni rivolger di pagina, perclie quando pin si
crede che il novero degli scrittori sia compiuto ,
DBL CAV. GIU»EPPE MArFF.T. I .>.-j
allora ce ne viene innanzi una nuova schiera, bella
anch' essa di pregi ' tutti siioi proprj. Ma questo
secolo del quale con tanta r32;ione insnperbisce
r Italia, fa egli senza difetti ? Hanno essi ragione
coloro i qnali vorrebbono che la nostra gioventu
studiasse continuamente e quasi unicamente nelle
produzioni di quelT eta ? Innanzi tutta non e da
ncgare qnello clie fn pei: molti osservato, che al-
cuni sciittori di quel secolo, per troppo studio dellc
parole, furono estremamente negligenti nel pensie-
ro ; e poveri d' ogni filosofia rinscirono pin presto
loquaci die facimdi, maestri di belle e variate ca-
denze piuttosto che di stile e di eloquenza. Poi e
da osservarsi che la condizione in cai si trovavano
gli scritrori del Cinquecento, doveva naturalmente
tlar nascimento ad una letteratura niolle e servile,
non grave , non gcnerosa. II perche poi abbiamo
piu volte desiderato che un qualche dotto pigliasse
intorno a questo secolo quella fatica die il conte
Perticari compie intorno al Trecento: di che, se
non errianio, tanto piu si avrebbe mesticri, quanto
piu facile crefliamo che i giovani siano tratti in
inganno dai difetti dei cinqnecentisti che da quelli
in cni caddero gli antichi. Itiiperocche le sgram-
rnaticature e le maniere plebee o disusatc di alcuni
trecentisti , che i pedanti Irvono a cielo, ponno
essere avvertite da chiunqne abbia V animo edu-
cato air ordine ed alia civilta ; ma le mende dei
cinqnecentisti, rendendo immacine di bei pregi,
cercano il senno de' maestri che le dimostrino da
fijggire alia gioventu. Oltre che noi , vaghissimi
del diletto e mal tolleranti della fatica, ci ponia-
mo facilmente per quella via per la tpiale ci
sembra che altri pervenissero a bella fama senza
faticare nello studio de' filosoli e degli eruditi , no
ci accorgiamo come e poca la gloria di coloro
che nelle parole si fondano anzi che nella verace
dottrina.
1 56 STOKIA DF.LLA. I.ETTKR.\TURA. ITALIANA
E gia r Italia era nojata de' parolaj innanzi al
finire del Ciiirjiiccento : e il scrcolo decimosesto si
volse quasi intierameute alle tilosoficlie discipline.
Le notizie die il cav. Mallei ci da del Galileo,
del Torricelli, del Viviani , del Redi, del Malpighi
e di t.Tiiti altri (ilosoli ohe allora applicaronsi alle
discipline tisiclie e naturali, sono notevoli per bre-
vita e chiarezza : di sorte clie la brevita ricliiesta
dalla natnrn delP opera non nuoce alia necessaria
chiarezza-, e qnesta poi presentando sicuro ai let-
tori il concetto delT autore f;i si, che noa ostante
la brevita , cliiunque legge possa ricever nell' ani-
mo una sufiiciente notizia delle dottrine da quei
grandi maestri insegnate. Alcuni altri promossero
la giurisprudenza : altri Y architettnra : altri la
milizia : e dopo tanti uomini dati alia filosofia ,
clii non asserira die iiel secolo decimosettimo il
fiore degl' ingegni itallani erasi volto dair amena
letteratura agli studj gravi e severi ? Ed ecco il
precipuo motivo pel quale in Italia decaddero al-
lora r eloquenza e la poesia ; e T all'ettazione fu
posta in luogo delT eleganza , Y ampolloso scam-
biato col sublime, il falso insomnia cercato in vece
del vern; die sono gll errori soliti a commettersi
dai miseri ingegni. Vero e bene che moke volte
udimmo ripetere , il secolo decimosettimo avere
avuti grandissimi ingegni in que' medesimi poeti die
ne corruppero il gusto : ma noi vorremmo dire
piuttosto die a quel secolo non mancarono uomini
dotati di forte cd animosa fantasia , la quale poi
( appunto perclie mancavano del vero ingegno )
devio dal diritto sentiero, e si perdette iiei delirj
dei quali sono piene le loro carte. Del resto, men-
tre il Marini guastava a tntto potere il gusto , e
molti altri, qual piu qual meno, cercavano il bello
fuori della natura , il Chiabrera facevasi iniitatore
dei Greci , e il Filicaja ( tranne podiissimi scorsi )
iiniva air eiitusiasmo di una veramente lirica fan-
tasia un culto fclicissimo del Petrarca. Donde poi
DEL CAV. GlUSEPrE MArFEI. 167
ncir ultima meta del secolo veggonsi comparire
alcurii poeti alFatto puri da quel contagio. E quello
che dei poeti si e detto vale anche pei prosatori :
perocche se molti non possono leggersi per la gon-
tiezza de' loro modi , alcuni altri saranno sempre
niodelli di ottimo stile-, fra i qnali ci piace di no-
minare il solo Bartoli che ia alcune opere mostrasi
offeso alcun poco dal secolo, ma nelle piu n' e il-
leso ; e nella storia pareggia la nobile e fiorita
semplicita da Senofonte recata nella Ciropedia. Nes-
suno de' principali autori di questa eta fu lasciato
in dimenticanza dal cav. Mallei , il tjuale ne celo
per amore dell' argomento i ditetti de'traviati, ne
tacque per cieco pregiudizio i meriti de' buoni ; e
cosi fece utile alia gioventu quel secolo da cui i
pedanti rifuggono senz' alcuna distinzione.
I vizj nei quali era caduta nel secolo decimosettimo
la maggior parte dei prosatori e dei poeti italiani ,
non furono ne seguiti al tutto, ne al tutto evitati
nel susseguente. Perocche a dir vero il Parini , il
Varano , il Gozzi ed alcuni altri scrittori diedero
opera per mettere in onore la bella semplicita dei
classici , e scrissero libri rimoti da ogni ampollo-
sita; ma intanto il Cesarotti, il Bettinelli e il Fru-
goni con tutti i loro seguaci guastavano coi pre-
cetti non meno che cogli esempli i f'rutti dei quali
que' buotii ingegni spargevano la semente ; e fon-
davano una scuola , che sebbene non si abbando-
nasse alle ampollose metafore del seicento, poneva
pero nel romore la bellezza del verso, e nel verso
la poesia. II Cesarotti predicando una verita non
combattuta se non solamente dai piu meschini pe-
danti , cioe la facolta di arricchire alP uopo con
nuove parole la lingua, abusava di questa dottri-
na , e poneva il capriccio in luogo della necessita.
Egli inoltre , agognando alia fama di novatore ,
minuiva nelT opinione de' suoi concittadini la stima
di Omero e di Virgilio , e levava a cielo per lo
contrario le poesie delP Ossian da lui con tanto
I 58 STOIUA UELLA LKTTERA lURA. ITALIANA.
araore tratlotte. A ({uesta scuola si unirono il Bet-
tinelli e il Fruioni ; il primo colle iamose Leitcre
Vir^diane , il secondo co' riniboiiibanti suoi veisi ;
ed a costoro poi teiiean dietro i facilissiiui pastoii
d' Arcadia , e , traniie alciiui pochi , tutti coloro
clio (!i que' tempi sciivevano versi , tutti abbagliati
dalla gloria di que' maestri. Ma T egregio Istorio-
grafo ne pone in luce i difetti e gli errori , ne
tace per questo quel tanto ch' essi hanuo latto di
bene. Che verameute il Rlsorgimeuto d' Italia del
Bettinelli , il Volgariz:zamento delT Ossiau ed al-
cuni Discorsi del Cesarotti , non souo cose da es-
sere giutbcate a fascio ne coi versi perpetuamente
vuoti deir abate Frngoni , ne colle altre opere di
quegli autori medesiuii.
Sebbene pero fosse grande 1' influenza di questi
tre capo-scuola, pure un buou numero di poeti e
prosatori caniminava arditamente per una strada del
tutto opposta ; e ne nominammo alcuni , ed altri
ne aggiungereiumo , se volessnno diluugarci dal
divisamento delT Autore di non toccare i viventi.
Ma la vera gloria letteraria del secolo decimottavo
sta nelle Opere del IMetastasio, delF Alfieri e del
Goldoni, i quali se non fondarono i varj gcneri
di poesia drammatica da loro coltivati , hanuo il
vanto almeno di averli recati dalF infanzia ad una
splendida maturita e perfezione. II giudizio del
cavalier Maffei intorno al Metastasio concorda con
quello del piii accreditati scrittori. Egli non per-
dona air illustre autore i difetti nieritamente notati
ne' suoi caratteri e nell" orditura de' suoi drammi ,
ma esalta colle parole del Baretti quella raaravi-
gliosa facilita colla quale sepne esprimere tante
cose difficili a dirsi, ancorche (scrivendo per musica)
fosse cnstretto di rinunciare ad un gran numero
de' vocaboli adottati dalla nostra lingua. E nondi-
meno alcuni negano la corona poetica al Metasta-
sio, c non saj)endo distiaguere i varj gencri della
pocbia, e Ic diffcrenti \cz2). ■, e le necessita alle
DEL t;AV. GIUSEPPE MAFFEI. I Sq
rjuali ciascmio di essi e soggetto. , vorrebbon tro-
vare nei ilrammi scritti pel popolo e per essere
intesi da tiitti la copla delTAriosto , o la squisita
elegan/a della lirica e dell' epopea. E g^nnge a tal
segno la pazzia d'alcuiii die asseriscono , essere il
Metastasio un poeta da leggersi al fuoco dormendo ;
giudici tanto piu ridevoli , (jiianto piii si mostran
diflicili e severi. Tattavolta iioti neglieresno che di
quando in quaiido i versi del Metastasio ci sem-
brano soverchiamente molli , e che la poesia ita-
liana alia sua scuola correva pericolo di farsi troppo
effeminata. E fu qiiesta per avventura la cagione
che TAUieri nelle sue tragedie incorse in un vizio
op[)osto , nella soverchia durezza. L'Allieri fu il
prime autore veramente tragico , • il primo italiano
dope FAlighieri che insegnasse aile muse le grandi
passioni ed i grandi interessi di Stato: e sotto questo
aspetto merita che lo storico cerchi di I'arne co-
noscere pienamente i pregie i difetti. Ne il cava-
lier Maffei venne meno in questa parte alia dili-
genza ed al buon gludizio mostrato in tutto il
restante delT opera : la sua opinioae e franca e
sicura , e come riferisce le parole di Alessandro
Verri che ne tesse un panegirico , cosi reca in
mezzo anclie quelle del Cesarotti che ne tocca
alcnni dift-tti. Ma TAlHeri neila Vita c nt-l Parere
intorno alle proprie tragedie giudico se niedesimo
colla severita di un censore imparziale e col senno
di un grande maestro ([ual ^egli era ; e per conse-
guenza il nostro Autore ottimamente adopero ci-
tando frequentemente le sue proprie parole per
giudicarlo.
Abbiamo detto che TAlfieri fu il primo vero tra-
gico italiyno ; perocche prima di lui pochissimi
avevano fatta qualche lode vol tragedia, nessuno ne
aveva romposte rnolte. Ma non cosi potremmo dare
al Goldoni la lode d' aver fondata la commedia ,
quando la storia ci dice che l' Italia ne aveva gia
avute di assai belle dal Macchiavtlli, dairAiiosto,
l6o STOUIA DELL.\ LV.TTEK.VTUR.V ITAM.VNA
tlal Firenzuola e da alcuiii altri die qui non inonta
ranimemorare. Cio non pertanto quelle commedie
crano assai lontane dalla perfezione , ed ai tempi
del Goldoni poi n' erano invalse alcune troppo infe-
riori a (pielle. Di modo clie Tonore del teatro co-
mico italiano e debito al Goldoni; cd alia sua scuola
soltanto e sperabile clic si forniino perfetti scrittori
di conimedic. E<i,li dipinse vivamcnte i costumi della
socle ta ciual era a' suoi tempi : ma esagero qualche
voka i difetti domestici piii di quelle che fosse me-
stieri alio scopo morale e letterario, e non di rado
per dipi'igerc il vero dimcntico alcuni riguardi , ed
offese la delicatezza degli spettatori. Di qui alcuni
stranieri tolsero occasione di negargli una parte di
quella lode clie noi Italiani gli concediamo intiera
quasi di comune conseuso , e clie il cav. MalFei
dopo un lungo e diligente articolo gli tributa colle
parole del Ccsarotti.
II Fortigucrri che pel suo Rlcciardetto puo met-
tersi col Bojardo, coir Ariosto e col Tassoni ; lo
Spolverini , il Bentivoglio , il Passeroni , il Casti ,
sono altri poeti del secolo decimottavo, dei quali
I'egregio Scrittore fa menzione. Ma piii clie a costoro
si volge agli storici ed ai lilosofii surti in Italia a
quei tempi. II Muratori doveva naturalmente oc-
cupare il primo posto fra gli eruditi e gli storici ,
e i suoi immensi lavori, dai quali noi non abbiamo
ancor tratti tutti que' vantaggi die ponno sommi-
nistrarci, ben meritava^io dal nostro Autore quel-
le accurate esame ch' egli ne fa. II MafFei , princi-
palmente per la sua Verona illastrata vuol essere
collocate subito dopo il Muratori ; e il Giannene
e il Denina ( nelle Rivoluzioni d' Italia ) sono due
storici da pregiarsene qualsivoglia secolo o nazione.
II Mazzucclielli e il Tirabosclii diedero opera alia
storia della patria letteratura ; il Lanzi scrisse la
prima compiuta storia pittorica clie T Italia vantasse.
La filosofia del secolo di cui parliamo fu diret-
tamente consacrata alF umanita. Sommo fra tutti
DEL C.VV. GIUSEPPE MAFFEr. l6j
qiib'' tilosofi e il Vico, che colla forza di iin ingegno
singolarissimo e di una sottil metafisica entro, per
cosi dire, nel segreto della Provvidenza, e vi trovo
le Ifggi colle qiiali e compose e governa iinmnta-
bilmeuLe il mondo. A (juesta scuola si educarono
in Napoli, il Pagano, il Filangeii ed il Genovesi,
i qiiali abb.indonandosi nieno a quelle sublimi astra-
zioiii del loio maestro e concittadino , a[)plicarono
i loro stulj air utilita del genere iimauo , e cer-
carono d'insegtiare ai popoli ed ai principi la ma-
niera di viver felici. A questo scopo tendevano
intanto in Milano Cesare Beccaria ed i due fra-
telli Pietro e Alessandro Verri; il piimo celebrate
in tutta I'Europa pel libro Del delitd e delle pcne ;
gli altri per varie opere Hlosofiche. I\Ia pcrche mai il
dottissimo nostro Autore parlo distesamente di Ales-
sandro Verri, e di Pietro poi appena puo dirsi chs
ne fdcesse menzione ? Pure Alessandro mal regge
al confronto del fratello, principalmente dal lato
della filosolia ; e le opere economiche di Pietro
Verri sono plene di utili verita , e spirano tale un
amore del pubblico bene che non lascia quasi rim-
proverargli nenpure gli errori nei quali talvolta lo
trovianio caduto. Egli oltre a cio doveva essere an-
noverato fra gli storici del secolo decimottavo per
la sua storia di Milano , alia quale non e da ne-
gare un mcrito assai distinto.
Di questa guisa noi , seguitando la traccia del
cav. Maffei, abbiamo discorsa per sommi capi P ita-
liana letteratura; e frammettendo qua e la il no-
stro giudizio alle cose di questo valente Scrittore,
manitestamiuo abbastanza qual conto facciamo delle
sue opiuloni. Ora poi , a raccogliere in poclie pa-
role quello die noi pensianio di questo libro, ili-
reuio die il cav. iMaltei rese un iniportantc servigio
air Italia , a cui manct.va per anco una storia let-
teraria che abbracciasse tutti i sccoli , senza ec-
cedere nella mole e nella \naniera della tratta-
zione la capacita di coloro ai quali i conipendj son
BibL Ital. T. XXXVII. 11
l6a STORIA DELLA IKTTERATURA IXALlANA CCC.
destinati. Ci piacqiie V accorginiento deirAutore, die
noil potendo favellare di tutti gli scrittori , elesse
diligentemente que' princlpali che nelle diverse eta
o prinieggiarono per altezza d' ingegno , od eser-
citarono per qiialsivoglia altra cagione una singo-
larc influenza sui loro conteinporanei. Lodanuno la
rcttitudine de'suoi giudizj e ringciiuita con cui
viene indicando i fonti ai qnali attinse le noti-
zie e le opinioni espresse iiel sue libro. E nel
render cento di quest' operetta ci godea Y animo,
jiensando che le nostre glorie Ictterarie erano , per
cosi dire , cantate alT oreccliio deir augusta nostra
Imperadrice, la quale sul trono ama le muse (i). E
la gioventu alemanna quanto nan debiy ella esser
grata al cav. Mallei die le pone dinanzi cosi que-
sto libro un tesoro di utili coguizioni facilissime
a conseguirsi? A lei diresse T autore principalmente
le sue fatiche , ed a lei quindi si fa debito il sa-
pergliene grado : siccome noi siamo desiderosi di
far manifesta la nostra gratitudine a tale cli' e strct-
tamente di sangue congiunto al cav. Mallei, e con
lungo e faticoso amore si apparecchia di dare vol-
garizzato all' Italia uno dei pin grandi poenii ale-
inanni.
(i) L' opera del cav. MalTel e clrclicata a S. M. I' impeiatric«
d' Austria ecc.
i63
Intorno alle inesattezze e falsitd die si leggono nelle
relazioni de viaggiatori e in certi Giornali stra-
nicri rispetto all' Italia^ e particolarnicnte alia Lom-
bardia.
E
RA. nostra meiite gia da gran tempo di far cono-
scere a'nostri lettori con quale iiitenzioneT esattezza
e diligenza certi stranieri visitino T Italia, e reduci
poi a casa lore pubblicliino colle stampe le rela-
zioni del loro viaggio , relazioni clie Icggonsi con
tanta credulita , e smerciansi con tanta fortuna.
Volevamo principalmente notarc Ic prette fulsita,
gli sbagli pill grossolani, gli errori di ogni manieva
che risguardano le arti , la statistica, la topografia;
ma fummo scoraggiati dall'esubcranza della niesse ,
poiclie ristringcndoci anche alia sola Lonibardia , e
alia sola citta di Milano, il volume sarebbe cresciuto
fuor di misura.
Vi fn in fatti qualche letterato fra noi clie no-
tando gli errori di un solo viaggiatore intorno a
una sola citta fcce un lavoro a])bastanza voluminoso.
11 signor Catenazzi scrisse un volume notando gli
spropositi veramente ridicoli di Lady Morgan intorno
alia sola citta di Como (i). II signor Pczzana ,
(i) Lettere sopra le falsitd di fatto al capitolo Como
neW Italia di Lady Morgan , del prof. Luigi Catenazzi. Co~
mo, 182.2 , presso Pasqiiale Ostinelli , in 8.°, di pag. i3o,
( imito air elogio del conte Gio%'io ). Lady Morgan vede
Como circondato da un giro dup'ice di mura; amniira nel
Duoiuo certi freschi che iion vi esistetlero ginmmai ; pi-
gliando il Ijusto di Pliiiio il seniore per quelle di un santo
che stava a simetria ( en pendant ) con quello di Plinio
il giovane esce con motti e spiritosita le pin piccanti del
mondo ; prendc le foglie di un ornato suUa facciata del
Duoino per tanti griphons hideux ! Nomina due volte con en-
tusiasmo le isole deliziose del lago di Como. Chiama la
polenta minestra fatta col niais e la farina di castagne, ecc.
164 mF.SATTEZZK E FALSITa"' CHB SI 1E0G0T<0
blbliotecario a Parma, fece argoniento cli una lun-
gliissima lettera inserita negli Opuscoli letterarj di
Bologna gli crrori pi'onunciati intorno a ciuella sola
rltta c'al celcbre Icttcrato c antiquario Millin (i).
II fjtiale nou fu avaro fli siffatti giojelli parlando
eziaiulio della cittii di ]\Tilano , iniperocchc intorno
alia sola cliiesa di S. Anibrogio niolti nc rilcvo il
nostro dott. Giulio Ferrari mlla sua bclF opera teste
pubblicata (2) ; e non sono uiolti anni clie si vide
iiel Giornale ItaUano \m errata intorno a ua opera
clie 2;odeva moltissima riputazione , dove dicevasi
francamcnte che la chiesa di S. Alessandro e di una
bella arcliitettura; che Finterno della chiesa di San
Celso e gottico ; che la chiesa di S. Fedele e fuori
di jAlilano ; che la statua di Gastone di Foix e a
Santa ]\Iarta; che a Milano v' e una Universita; che
dietro la Bibliotcca Anibrosiana vi e un giardino
botanico (^3), ecc. ecc. ecc. ecc.
(j) II CIV. Milliii, nieiubro ilell' Istltuto reale e ronser-
vatore del R. <iabiaetto delle nie(]a2,lie e delle anticliita ia
Parigi , dopo aver publ)licato il suo Voyage dans la Savoye
€t dans le Piemoni , piiljblico il Voyage dans le Milanais , a
Plaisance , Panne, ecc. Le osservazioni del sig, Pezzana
niostrano come il jMillin abbia scritto valendosi piii di vec-
chi libri e di indica/.ionl iiicsatte che della testimoaianza
degli occhi suoi proprj. Sarebbe impossibile dar qui un'' idea
dei grossi suoi gi'anchi. Veggasi il fascicolo V degli Opuscoli
letterarj. Bologna, 18 18, dalle staiupe di Annesio Nobili.
(3) Vedi r opera intltolata Monumend sacri e profani
dell' I. e R. Basilica di S. Ainbrogio rappresentati e descried
dal dottor Giulio Ferrario. Milano, 1824, dalla tipografia
deirautore, in 4.° grande , ornato da 33 tavole miniate.
(3) Itineraire coinplet de I' Empire Frangais , ecc. Parigi,
1011, 3 vol. in 12.°, seconda edizione. Vedi Giornale
Italiano 20 niarzo iSia, num. 80. Pochi sanno forse a
Milano che il celebre astronomo l-a Lande nel suo viaggio
frettoloso in Italia vedendo nel cortile della Biblioteca
Anibrosiana una specie di palma capricciosa fatta di rame
dipinto in verde , cgli la preae per un vcro albero , e
IN CERTI ClORNALI STRANIERI eCC. 1 65
Ma siCHitti errori finalmente non fanno male a
nessuno : essi sono elTctto delT ignoranza, della leg-
gerezza , della dabbenaggine o della pigrizia. Ve
ne sono di qiielli che procedoao da fontc piu im-
pura e che sono piii pericolosi; e sono tali quando
derivano dalla malignita , dal desiderio di nnocere
alia riputazione delle nazioni e de' governi , caliin-
niando i loro costnmi, le lore istitnzioni , le loro
lc2;2;i. Di silTatti tesori riboccaao le ojjere di Lady
Morgan, VHermlte en Italic e alcuni Giornali stra-
nieri , e particolanpente ino;lesi clie si piibblicano
a Parigi , a Londia e a Edimbiirgo. Vogliamo qui
oiTerirne qnalche saggio, cui sottopoiTemo ia forma
di nota le relative correzioni.
In un numero, p. e. , del Galignanis Monthly
Review and Magazine parlaiido della Lombardia dice
che « tutti gl' inipieghi pubblici vi sono dati come
» ricompense agli antichi sudditi delTAustria ( s' in-
y> tende sudditi non italiani ), mentre gF Italiani non
>• godono della reciproca ncUe antiche proviiicie della
5> Slonarchia. Vi e appena un posto die non sia
» coperto da un austriaco » (i).
Parlando della censura ch' ei paragona al Santo
Uffizio deiriuquisizione dice : « Nessun autore puo
» servirsi ne' suoi scritti dei termini costitnzinne ^
» patria, libertd , indipendenza , liberalitd senza in-
» correre nelFira degF Inquisitori (2).
Parlando dell'Universita dice che a Pa via un pro-
fessore austriaco (3) « e cntrato in luogo di Borda e
scrisse che il cliina di Milaiio era dolcissimo , puisque lex
pnJmiers croissaient en plain air (Vedi Voyage en Italie etc.y
par La Lande , prima edizione ).
(i) A coiifntare questa bugia hasta vedere T Alinanacco
Jmperiale ove sono registrati tutti gP iinpiegati. Noii vi e
forse il 5 per mille d' impiegati austriaci non ital'aui.
(2) Queste parole sono state usate le migliaja di yaUc
in questa nostra Biblioteca , e non hanno mai spaventato
ne adirato alcuno inquisitore.
(3) II professore di cui si parla e 11 ?ig. Hildeliranrl.
1 66 INESA.TTEZZE K FALSITa' CHE II LKOGO>ro
3» vi si rendc ridicolo recitando lezionl siigli anm-
» leti » (i).
Parlando delle iiltimc sciagurate circostanze della
rivoluzionc del Picnionte e degli arresti die ne se-
2;nirono e de' process! ia Lombarflia dice: « clie tntti
» i niudici eiano aiistriaci , i2:aoraiiti al massimo
c? . . . . ^
» grado della lingua iii cui si trattavano i processi,
» e si dice , clie fiirono scelte pei- la rcclusione
» de' liberali quelle prigioni in cui sapevasi cli' essi
» si sarebbero trovati maggiormentc esposti alle pin
» grandi privazioni (isiclie e niqrali » (2).
In uu numero recentissimo deW J^dimhtcrgh Review
le£2;onsi Ic seguenti asserzioni espresse con una
sicurezza veramente ammirabde.
« Tutti i giornali stranieri sono proibiti in An-
•» stria (3"). 1 diversi Stati ond'' e composta la Mo-
» narcliia non hanno clie un solo giornale, il quale
(1) Quest' asserzlone e piii ridicola ancora degll amuletl
e della loro y'lvth medicinale.
(2) Quanto sia maligna questa menzogna tatti lo sanno
fra noi. I giudici ei'ano pressoche tutti italiani e conosce-
vano tutti perfettamente la lingua italiana, e non essendovi
appunto prigioni abbastanza pulite per ricevere individui
di coiTiplessione piu dilicata , il Governo fece riattare a sue
spese stanze comode e salubri per recludervi, durante il pro-
cesso, quelle persone ch' ebbero la sventura di essere legal-
mente indiziate come colpevoli di alto tradimento, o di mac-
chinazioni rivoluzionarie , dichiarate delitto non solamente
dal Codice austriaco , ma da tutti i Codlci dell' univcrso.
(3) La ridicolaggine di quest' asserzlone e notoria. Ba-
sti a smentirla l' elenco a stampa intitolato Specifica delle
Gazzette nazionall , ester e , pclitieJiC e letter arie che la Spe-
dlzionc delle Gazzette presso I' I. R. Direzione centrale delle
Paste della Lombardia pub fornire franche di porto per
tutto t Impcro Austriaco ed alle frontiere dell' estero. Questa
specifica contiene per 1' anno corrente i 02S novaiita quattro
giornali tra nazionall e stranieri. Alia Societa d' Incorag-
giamento di Milano arrlv-''-no llberamonte piii di 40 gior-
nali tra politici e letterarj. L" Edimburgh Review e del
numero.
1^ CERTl GTORXALl STRA.N1ERI CCC. 16;-
■» pnrainente anmiiicia di seconda mano gli oracoli
» respon^ivi deWOsscrvatorc Anstriaco stampato nella
» capitale. Qualche volta la gazzetta di una pro-
» vincia c pubhiicata in un altia (i). Nel 182 1 la
» jrazzetta di Milano era piTljblicata in Vienna » (2).
Parlando de' poeti Cesarei dice , che i due primi
instituiti dalla corte di Vienna furono Apostolo Tezio
( sic ) c .Metestasio. Ila voluto dire Apostolo Zeno.
(c Al presente , soggiugu'' cgli , anche qncsta inc-
» schina niuniticcn/.a iii tnlta. II Governo sospcse !a
» pensionc del poeta Parini che moil cpiasi in nii-
» seria (3) , e tolse le splendide ricompensc die Bo-
M naparte avea conferito al vivente poeta ftlonti » (4).
In un altro luogo volendo pure calanniare il no-
stro Governo di bax-barie e di oscurantismo , non sa
come combinare questa accusa co' nostri rc2;olamenti
di puliblica istruzioiie cli' egli non lia osato mostrar
(i) Ristritigeado il sigailicato di Giornale a quello di
Not'czie politiche , noii uoo , ma moltissiini soao i Giurnali
die si stauipano nei diversi Stati della Moiiarcliia anstriaca.
Nel solo regno LombarJo-Veneto , oltre quelli di Venezia
e quelli di Milaiio , ogui citta di provincia pub avere il
9110 , e lo liaiiao iafatti varie citta come Bi'escia , Lodi ,
Yerona , ecc. ccc. Nel seiiso poi di Giornale letterario-
scienci/ico se ne publilica uno a Padova , uno a Treviso ,
uno a Pavia e otto a Milano, vale a dire se ne stampano
piu nel regno LomljarJo-Veneto che in tutto il resto d' Italia.
(2) Questa biigia e nota a tntti.
(3) U celel)re poeta Parini e morto settuageiiario sotto
il Governo aitsti'iaco nel 1799 in attualita di jjrofessore
(f eloquenza e colla pensioiie di professore. Non e morto
ricco 5 ma neppnre in tuiseria.
(4) II vivente poeta cav. Vincenzo TNIonti non ha per-
diito che r onorario lV Istoriografo del regno d' Italia, per-
-che col regno d'ltalia e caduta anche la carica di lui; ma gli
restano e gli sono regolarmente pagate tntte le altre pen-
sioai, c come cavaliere della Corona ferrea.ecome nieni-
bro deir Ibtitnto, e come professore emerito, die in tntte
ammontano a quasi 7000 lire milinesi.
1 68 INESATTEZZE E FAI-SITA.' CHK SI LEOCONO
d' igiioraie. Kon gli restava (liuiqiie altro che aiu-
mettere queslc istitnzioni Lenefichc ed utili per
ravanzamrnto della clvilizzazlone gencrale, ma ne-
2;are chc sieno poste in csecuzione c in attivita.
Cosi cgli infaLti: « Ne'fuoi legolamenti di pubblica
» istiuzioiie trovianio una f"arra2;ine pomposa di licci
» e di sciiole elenicntari di diver&o 2;cncre (i). Ogni
» villaggio deve esserc provveduto di iin maestro
» di leggere e scrivere, ed i genitori die non man-
» dano i loro figliuoli alia sciiola sono soggetd ad
5^ aiiicnda (2). Ma il fatto sta che niente di tutto
» qiicsto fu giammai messo in pratica sopra la niag-
x gior parte del regno (3).
liiclinato sempre per malo animo a dcprimere la
saviezza del Govenio austriaco dissinuila tutti i
(i) Se noa \i fossero qucste istituzloni si gridcreblje
alia l^arljarie : ci sono , e si cliiamano ironicaiiicute una
farragme pcrnposa ! !
(2.) Questo e verissimo e prova la cleterminazione fernia
in cui e il governo di favoi'ire T istruzione del popolo. Le
spese poi di questo ranio di amministrazione piil>ljlica noii
furono niai in nessuna epoca piii ragguardevoli : esse si
estendono anche alia magniiicenza degli edificj , e nou
nomineremo fra i niolti die P ala intera teste fabbricata
ed aggiunta all' Univei'sita di Pavia, le fabbrlche de' Licei
in Coino ed in Brescia , le sale vagamenie dipinte nel pa-
lazzo delle scienze di Brera, oltre i generosi snssidj pro-
digati alia Bilslioteca dello stesso pal^izzo , per cui pote ,
arricchirsi di tante opera laoderne e costose da uon invi-
diare alcun' altia Bibliotcca d' Italia.
(3) Questo e notoriaracnte falsissimo. Tutto e gia or-
ganizzato nel regno Louibardo-Yeneto , e neile sole pro-
vincie Lombarde piii di i3a niila fanciuUi d' ambo i sessi
prolittano del bcneiicio de' nuovi regolamenti. Questi fan-
ciuUi non vengoiio soltanto istrutti nel leggere e scrivere ,
uia eziandio in quelle altre niaterie , delle quali ciascuno
abbisogna nell" umaaa vita , e specialmente si coltiva la
loro nioralita con una saggia istruzione religiosa onde for-
niarli uomini dabbene.
W CERTl G70RNALI STUANIERI CCC. ifc)
beneficj che emerscro dalle sue gciicrose riforme, e
dice clic « YAstrlctio glebce tuttavia esiste in Un-
» glicria , in Galizia e in Croazia )i (i).
I Principi di IModcna, di Toscana, di Parma e di
Lucca ridcranno dell' accusa seguente : « 1 Principi
J) Italiani pajrano alPAustria un annuo tribute per i
» Bascialicati delle loro provincie » e poco piu sotto
«; UAustria tratta i Principi Italiani come noi ( in-
>j glesi ) trattianio i Nabol) ed i Rajah delle Indie. »
In un akro .numero dello stesso Edimbwgh Review
leg2;iamo intorno allc nostre leggi crirainali e alle
punizioni dal nostro codice st^bilite la notizia clie
riportcrcmo cpti sotto. Non toccava veramente a un
giornale inglese il biasimare la nostra legislazior.e
criminale, quando lo stesso Parlaniento d'Inghilterra
ha confessata P imperfezione e Pinsulficienza delle
(i) U astrictio gleboe ! Sanoo bene i conipilatori delTJ?-
dinihurgh Review die cosa signiiichi e in che consista ?
Sanao essi prima di tutto che cjuesta specie di viucolo
foiadiario e una conseguenza costituzionale dell' Ungheria
principalmente e della Croazia, e che nelle provincie ove
esiste non e una servitu persoaale, ne una servitii fon-
dlaria niente piu severa dell' eafiteusi in Italia ? Confon-
derebl^ero forse i conipilatori 1' astrictio glebce col glcbce
addictus? Giovi loro sapere che la prima consiste in qne-
sto solamente , che il Signore ( Dominns ) del fondo non
lia clie il dominio dirotto , il possessore il dominio utile.
II dominio utile passa per dlscendeiiza diretta agli eredi
piu prossimi , i quali non hanno altro vincolo se non
quello di non poter \endere a uu terzo senza chiedere e
ottenere il permesso dal Signore , e senza pagargli un lau~
demio. I conipilatori della Review ignorano poi, o fingono
d' ignorare clie la classe dei contadini ])OSSessori de' fondi
succennati e specialmente tutelata dall' autorith del Capi-
tanato del Circolo , alle cui incumbenze e aggiunta la cura
di proteggcre quella classe , ascoltarne le lagnanze , farle
giustizia , approvare o disapprovare T opposizione de' Si-
gnori , ed accordarne il permesso ex officio ogni cpialvolta il
rifiuto sia capriccioso e non fondato sopra motivi legittinii.
I-O I?<r.S.VTTKZ7.E S F\LSIT\ CUE SI LECGOXO
lt'o;gi inp;lcsi, dove si provvede al bcii csserc de'ca-
vnili o dcgli altri aiiiniali , e per la sicuvezza de2;li
uoniini e della societa si sta attaccati a 'f'ilgi victc
e baibarc , e noii adattate ai lumi del secolo ed ai
progressi della civilizzazione; ma in ogni modo leg-
giamo ed impareremo delle cose niiovc e peregrine.
<c Un libello politico o un discorso sediziosp nel-
» r Italia' austrjaca c per la prima volta pnnito col
D carcerc duro per un tempo indcfinito (i): il clic
i) si(>nirica la reclnsioiie solitaria in una se^reta priva
» di Ince , la cjuale non illnmina quel bujo se non-
50 che in quclla niezfiz ora del o^iorno, in ciii il car-
» ccriere a|)porta il pane e V acrjua al paziente, ca-
» rico di catene di un peso moderato , e provve-
D duto a[)pena di pa2;lia sopra cui coricarsi. Ne'casi
» recidivi s' infli^ge il carcerc durissimo , nel cni
» bnjo la Ince e il cibo non entrano clie una volta
y> 02;ni due giorni, ed il condannato vi e oppresso
» da catene di nn peso clie possa portarlc senza
■y> immediato pcricolo della vita; ed e legato in una
» giacitnra da non potcrsi in alcuna maniera cori-
y> care ; nia prender solamente nn po" di riposo se-
y> duto od appoggiato a un cippo o ad una colonna
» di sasso. La stretta esecnzione di questa legge ci
» viene assicnrata da testimonianze oculari di per-
» sone di prinio rango. Magistrati fnrono perfino
» censnrati e de2;radati per aver cednto alia minima
3> connivenza o rilasclamento di siifatti rigori » (2).
(i) Quatite inesattezze in poclie vighe ! Non e espress.i
nel Codice ne la prima, ne la seconda volta; e non
vi sono mai pene per un tempo indejiriito ; nia tntte le
pene sono staMlite e determinate.
(3) TiMscriveremo qui esattamente i due parr.gra.. del
Codice che descrivono le due pene surriferite acciocche i
nostri lettori gindichino dell' esattezza del Cerisore inglese.
^ 1 3. II condannato alia pena del carcerc di secondo
grado ( carcere duro ) verra assicurato con ferri ai piedi ,
nutvito "iornalmente con una vivanda calda , escliisa perb
m CBRTI GIORTfALI 6Tn\NlELRI CCC. \~l
II bujo illuminato dalla mezz ora dl lace , e la
colonna dl sasso , eel i magistrati degradati per la
loro connwenza sono tiitti parti delF immaginazione
poetica dello scrittorc; sono tiitte spiritose inven-
zioai su2;gerite tlalP animo di denigrare la legisla-
zionc austiiaca.
Eppure se si avessc da istitiiire nn confronto tra
i diversi Codici penali di Enrona , il nostro non
discapitrrebbe qnaiito ci vorre])be far credere VEdim-
burgh Review. Sono tutte opere uniane , e quindi
non possono uscire perfette ad un tratto dal capo
del legislatore, come Minerva usci tutta armata dal
cervello di Giove. Non v'lia chc il tempo e Tespe-
rienza che sappia indicare le modificazioni ntili. la
ogni modo non vi sara alcnn uomo di senno che
vorra tacciarc la nostra leiiislazionc di crudelta. Se
ci fosse lecito emettere un' opinione diremmo che
r eccesso non sta nel rigor (/cZZ« /?^rt«i ma piuttosto
nel rigor delle prove , eccesso che onora il cuore del
Icgislatore pcrchc lo mostra inclinato piii a proteg-
gere V innocente, che a pnnire il reo. Ne' delitti poi
di Stato e di lesa Maestd^ per qnanto rigorose sieno
le leggi (e lo sono presso tutti i Governi del mondo ),
la carne, il letto consistera. in nude tavole, ne gll sara
permesso colloqnio con alti-e persone , eccettuate quelle
che ablMano imniediata relazione alia sua custodia.
5^ 14. II carcere durissimo , o sia la pena di tcrzo
grado, consiste nel custodire il condannato In una prigione
separata da ogni comunicazione , nella quale vi entri pero
tanta luce e siavi altrettanto spazio quaato possa essere
necessario per conservarsi in salute , e nel tenerlo conti-
nuamente con pesantl ferri alle nianl ed ai piedi , e un
cerchio di ferro intorno al quale vien assicurato con una
catena eccettuatone il tempo del travaglio ; il nutrimento
consiste in pane ed acqua , e nel cibo caldo ogni secondo
giorno , escluse sempre le carni. II suo letto consiste in
nude tavole, e non gli verra accorJato alcun coHoquio
( Codice (lei delitti e delle gravi trusgressioni politirhe , ru-
pitolo H. ).
IJ% INESATTEZZB B FAIBITA. CHE SI LEGGONO
in pratica sono rarissimi i casi della pena capitale.
Le sentenzc cli niortc prominciate clalla Prima Istanza
dehbono passare per tntte le scale degli akri tri-
hiinali ( dcU'Apello e del Supremo ) ed essere con-
fermate da essi prima di giugnere al trono ; e Ki
siede sempre a canto della Maesta ministra fedele
e soUecita la clemenza. Gli augusti e solenni esempj
clie ne ha dati Francesco I feliceracnte regnante
bastano a chinder la bocca a' piii ostinati ed acca-
niti censori. Ma pur trojipo le vcrita piii notorie
sono inutili a convertire gli scrittori malevoli ed i
viaggiatori determinati a non vedere e a non dire
che il male. Somigliano costoro ai corvi infausti die
non isvolazzano che fra i cimiteri in cerca di cada-
ver!. Cosi accarezzando pensieri funesti tingono la
loro fantasia di color nero, ed in nero vedono tntti
gli oggetti. Di dove che lord Byron contempla Tlta-
ha e passa a rassegna le provincie, le citta, le ca-
stella , ecc. ? / stood in Feiiice on the Bridge of
Sighs (i). Seduto sul poate de' sospiri di Venezia; su
quel ponte ove passarono per V ultima volta molti
rei di Stato per andare al supplizio. Colle stesse
prevenzioni Lady Morgan visita la Francia e T Italia,
e pubbHca la relazione de' suoi viaggi. E intanto
siffatte relazioni servono di fondamento alle operc
di geografia, ai trattati di statistica, e cosi si ripe-
tono, si propagano e si perpetnano i pregiudizj.. . .
Ma sia pace alT ombra del Byron ed alle lugubri
sue fantasie ! La malinconia fu mai sempre nna corda
prediletta della lira de' poeti , il cui suono penetro
dolcemente i profondi recessi del cuore. La natura
non ha sempre bisogno de' lieti e svariati colori dcl-
riride per essere imitata piacevolmente, essa e vaga
anche sotto la matita del disegnatore e sotto il pen-
nello monocrono deiracrpierellista. Nelle cose d'im-
mawinazione e di alFetto le orradazioni del sentimento
(i) Vedi 11 Childe Harold Canto IV di lord Byron.
IK CERTI GIORNALI 6TRANIERI CCC. 170
sono infinite, e le opinioni contrarie sono argomento
piuttosto di meditazione clie di censura. Non e die
nelle cose positive e di fatto dove gli sbagli gros-
solani meritano la sferza della critica , pegglo poi
cjuando sono pronnnciati con presnnzione orgogliosa
e con intenzioni sospette. In un' epoca in cni le
passioni e i partiti politici non sono ancora calmati,
non pno mai essere sovercliia la cautela di chi si
arro2;e ii diritto di sedere a scranna e gindicare dei
governi e delle leggi delle nazioni. In tal caso e
dovere di chi scrive V attingere a fonfi sicnre , stn-
diare quelle leggi e non lidarsi delle snpposte testi-
monianze ocularly altrimenti cadra in errori grosso-
lani e pericolosi, e fara palese pin clie la sna legge-
rczza le prave snc mire d'ingannare e di nuocere.
174
aafiaBTfviwtat^n
Vlaggio di Anacarsl il gioviiic nclla Qrecia ecc. , tra~
dazionc corrctta c corrcdata di, note da Giuseppe
Belloni^ aiidco militare iLaliano. Tomi 14 i/i 12.°,
cori rami. — Jllilaiio^ 182C-1824, dalla tipografia
■ ^ Sonzogno.
1 r, Viaggio cF Anacarsi , sc non errlamo , e uno dei
libri piu conosciuti. Perocclie ha il prcgio vera-
niente rarissiaio di potere csser letto utilmente da
ogtii maniera di persone ; c tiuti vi trovano di che
coiitentarsi , coniinciando dai piu gravi pensatori ,
e discendendo fino alle signore che leggono unica-
mente per passatempo. Noi pertanto noa vorremo
spendeie a vuoto parole intorno al merito intiin-
seco di un libro giudicato gia in Europa con uii
coiisenso universale e costante : e cosi parimente
non ci fermeremo gran fatto a parlare della tradu-
zione , perche anch' essa e gia conosciuta it> Italia,
ne le correzioni del sig.* Belloni v' hanno recata
tal novita , da doyerla chianiare un' altra volta ad
esame. Diremo unicamente che questo antico mi-
litare , il quale nelle note mai non si stanca di ti-
rar colpi alle spese del sao autore, ebbe poi una
soverchia compassione alT antico volgarizzatore :
donde trovanimo nello stile un gr;in nunieio di
spini e di nodi che avrebbono meritata non gia la
gentilezza della spada , nia si la niazza e la clava.
Ma il sig. Belloni , volendo attendere alT edizione
deW Anacarsi piu presto in qualita di filosofo che
di semplice letterato , non pose niente gran fatto
alle parole , e tutto si diede a correggere gli cr-
rori deir autore. A correggere gli eirori delV autore?
dira taluno : se ne trovano dunque niolti nelT^/za-
r.arsi? ^cW Anacarsi ^ per nostro avviso , non sono
molti gli errori , ma pur ve ne sono : e il nostro
\IA.GGIO DI ANACAIUI IL GIOViNE. 173
antico militarc ne ha trovati alcuiii , ed alcuni nii-
che ne ha imniaginati. Del resto , qual nieraviglia
che il sio;nor Belloui abbia trovato di che ridire
assai spesso siiUe opinioni delT autore di questo
libro , quando egli nan dubita di asserire che il
Botta ha iinpastlcciata an opera ( la storia d' Ame-
rica ) cd ha bruttntc le sue scrUtare di tal lordume
^he c stato proj^riamcnte per noi una scuidalo ? C!ie
Platone dimostrava non mhiore arroguiiza die imbe-
cillitd spacciando per recondite e sicnre dottrinc le cose
del suo Tuneo? Che pienamente imbccilli erano coIlto
che rii'ere/itemente lo ascoltavano , e quelli che di poi
Jianno stadiate codeste favole tcnendole per altrettante
intcrpretazloni di veritd , e simili altre bagattelle da
"far tremare la peniia nelle raani a qualsivoglia
scrlttore ? Non vuolsi credere pero che il siguor
Belloni mcni sempre una Sj)ada simile a quella de-
scritta dal Tasso , la quale sempre che tocchi fa
piaga; ne che le piaghe da lui impresse siaao tutte
irrimediabili. Se noi noa avessimo in aninio di
scrlvere un articolo che ci costi poca fatica , lo-
gliendo appuato V csempio dalle note del signer
Belloni , ci fermcremmo forse alcnn poco a gio-
strare con lui ; e crcdiamo che non di rado lo
costringercmmo a confessare, che vinto dalla foga
ha qualche voka ecceikito nel nuniero non meno
che nella misura de' suoi colpi. Con tutto cio il
signer Belloni norr ista gia sempre sulle olYese ,
ma di tempo in tempo si piace anche in quel bel-
lissimo uflicio del lodare , ed encomia in piii pa-
gine certo suo compagno d' armi e di lettere il
quale sa trovare il vero , dove altri ( taceremo i
nomi ) non sa addurre che magrc ragioni. Noi ab-
biam fatte le meraviglie per tutte quelle lodi , non
gia perche le stimassimo troppe al merito del lo-
dato , nia perche non le attendevamo punto da un
uamo che agnzzo il ferro contro i maggiori dotti
deir antichita. Se non che un nostro amico reci-
tando una leggc rotaana intorno ai patroni e ai
1-6 VIAGOIO UI AX\C\asi li. GlOriXE.
Uberci , e toccante principalmcute la 2;fatitHdine clic
qucsti ultimi dcbbono avere ai priini, pretendeva
di s[)iee;arc con essa la vera ca2;ione di queste lodi.
Cliiuiujiie sia preso da tale curiosita potra di leg—
filicri investijrare so fra il sis;. Belloni e V encomiato
sciittore siano que'vincoli sui qaali e fondata qiiella
Icgge romana : iioi in vece conchiuderemo dicendo
clie r Anacaisi dei sigriori Sonzogno e niigliore di
mohi altri per la cura tipogralica , per 1' accurato
e copioso atlante oad' e arvicchito, ed anche per
alcniic correzioni the il sic;. Belloni ha fatte al-
r antica versionc. Che le note nou sono tutte inu-
tili ; che taluna fors' anco piio riuscir fruttnosa ;
ma che le piu. spargendo duhbiezze , senza mo-
strare alcana via che condur possa alia verita , ac-
cusano lo scetticisnio storico o la voQilia di filosofare
piuttosto ch' essere indizio di vera iilosofia. II signor
Belloni alTerina che cl vital poco ad essere o ciarla-
taiio o pedaiite o erudito o grecista'^ taluno forse gli
doniandera se ci vaol niolto ad essere un coraen-
tatore iilosotiinte par sue.
177
Caracalla , tragedia di Giovanni Battista Marsuzi
Romano — Roma, 1824, presso Vincenzo Poggioli.
OpiLscolo in 8.°
u,
NA tragedia die s' intitola Caracalla richiama al
pensiero de' leggitori il Polinice dclF Alfieri-, e que-
sto, se non errianio, debb'essere imo spavento attis-
simo a stogUere chi che sia dull' idea di scrivere.
E veramente questi due soggetti hanno si grande
soniiglianza , clic chi ue tratta iino deve di he—
cessita trovaisi in alcune paiti a uno strettissimo
confronto con chi T akro abbia preso a trattare ;
e il lettoi'e poi assai f'acihiiente h reca al paragone
fra loro. Perocche iiell' uuo c nelP altro caso veg-
2;onsi due fiatelli che danuo al mondo quel terribile
eseinpio , di mettere il trono iunanzi ai piu sacri
doveri ed ai piu cari legami del sangue; nelP uno
e neir altro caso avvi una niadre che s'ingcgna di
piegar alT amore ed alT osservanza del 2;iiisto i
crudeli animi de' figliuoli ; e quindi in amendue le
tragedie sono uguali i fouti della compassionc e del
timore. Cio non pertanto chi sottilmente considera,
sono in questi t'ue soggetti alcune essenziali dilTe-
renze, che dove siano ben usate, possono produrre
due assai diverse tragedie , e sottrarre i moderni
scrittori a (jucl terribile confronto delP Alfieri. E
innanzi tutto nel Polinice la maledizione ondc
era gravata la discendenza di Edippo , rendendo
quasi latale V odio dei due fratelli e la ruina del
trono da loro occupato , da ai due principali pcr-
sonaggi della tragedia un carattere tutto proprio,
che debbe farli diversi intieramente da Geta e
da Caracalla. Vero e bene che , cessata quella
rcligiosa crcdenza , e copcrta dopo lunghissinia
eta dair oblio la storiu di quel famoso casato , lo
Ucbl. lud. T. XXXV II. \i ^
178 CVRAOALI, V , TR\aEDI4
scrittore non puo trarrc da tal circostaiiza quel
vantaggio die un greco scrittore avrebbe potuto
cavarne mentre clie quella tiazione era tuttavia in
fiore ; ma nou pertanto non e impossibile trarne
ancora qnalchc giovanieato: e nei due fratelli, qnali
ci furono rapprcseatati dalFAllieri, ravvisi non so
(jnal forza supcrna clie li move a quegli odj , a
c[uel sangue , e clie scnza oQendere nc le tiie cre-
denze ne la tua rngloiie , quasi ti fa possibile a
credersi queir orreuda nialedizione pionibata pel
delitto del padre sui ligliujoli di Edippo. Oltre a
cio la madre dei due greci fratelii quanto non e
diversa dalla madre di Caracalla e di Geta ? (^ual
partito alTatto diverso non del^be trarne uao scrittor
di tragedie ? Giocasta e madre c moglie di Edippo ;
essa hen sa clie Edippo e nome tal eke a disfar siioi
figU per se basta\ sa clie quell' ira de' figli e castigo
air infando pcccato de' genitori ; sa clie i iigli po-
trebbono accagionarla delle proprie sventure ; e tutto
cio ^ fa esserla dilferente da ogni altra madre clie
avesse due lic^liuoli contendenti fra loro.
Mandate cosi innanzi ([ueste considerazioni , fac-
cianioci ora piu dappresso alT esame delle due tra-
gedie. Se r Alfieii avesse dovuto scrivere fra' Greci
in tempi vicini alle sventure di Edippo , la religiosa
credenza sareb]>e stata probabihnente la maccliina
principale del suo coniponimento : e di qiiesta va-
lendosi, avrebbe rappresentato fodio dei due fratelli
senza bisogno d'introdurre alcun altro fomite a quel
per verso litigio. Ma conoscendo clie fra gli uoniini
pei (piali egli scriveva nessuno avrebbe crednto
giammai clie dall' incesto di Edippo traesse origine
il sanguiaoso odiarsi di Eteocle e di Polinice , non
voile neppute clie fosse attribuito intieramente al
desiderio del trono , e introdusse lo zio Creonte
clie per brama di farsi re alinienta segretamente
r odio fraterno , iiato in parte dalla celeste nialedi-
zione , ed in parte dalla sniania di reguar soli.
Quest' arte a noi [)arc lliiissinia : ([uando T odio
DI GIO. liVTTlSTA i\I\USUZI. 1 79
fraterno e si bassa ed infame passione, die a farlo
crecUbile c co\iiportabile noii poimo inai esser troppe
le molle : e due fratelli clic pel solo desideiio del
trono insidiatisi a mortc , e clie senz' altri die li
dis2;iun2;a nou sanno piegarsi alle lagrime di una
madre die supplicandd' vorrebbc indurli alia pace
e air aniorc, sono uno spettacolo piu presto atroce
die tragico , die avvilisce assai piii die iion ara-
maestri questa uniana famiglia. 11 sig. Marsuzi non
voile iniitare rAlTieri: ma non ci pose neppur esso
dinanzi due frateili die si odiano e si uccidono non <la
altro eccitati die dal perverso loro desiderio del trono,
e introdusse il personaggio di Faustina aniata da Geta,
e contesagli da Caracalla. Ma oltredie nella tragedia
questa aniorosa passione non ci senibra abbastanza
sviluppata peralic potesse produrre TetFetto a cui era
diretta, vuolsiTarc un' aitra osservazione die a noi
pare di 2;ra\e moniento. Le segrete arti usate da
Creotite non nnocono all' iiuita d' affctto , perche
tendono ad alimeatare iiei IVatelli il perverso loro
desiderio del trono , e la disposizione nefanda di
salirvi anclie lordi del sangue fraterno : ma 1' amore
per Faustina svia Y animo dal fondamento principale
delta tragedia; pone due alTetti in luogo di nn solo,
cio die per legge psicologica dimiuuisce la forza di
amendue , e nuoce a quelF unita alia quale non si
potra mai rinunciare senza die ne vada perduta la
vera tra2;edia. Ma perche , come dicemmo , nella
tragedia del signor Marsuzi F amore per Faustina
( ne quel verace di Geta, ne quel iinto di Caracalla )
non e spinto innanzi gran fatto , non diremo clF ei
guasti assaissimo la ridetta unita, ma non diremo
neppure die (jucsta donna tenga luogo di Creon;:e
neir clTotto teatrale. Vero e oho Faustina in fine
per ([uesto amore si uceide ; ma qucsto tremendo
passo non e preceduto da cose die dar possano
orisinc al sano-uiiioso odio di Geta e di Caracalla ;
e piu presto piangiamo in Faustina la vittima r.i
iin' iufdice passione, di (judlo die riconosciamo in
l8o CAIUCALI.A, TKAGEDIA
Ici una nioUa clie accresca Todio gia nato c nudrito
dalla gelosia di regno. E pai-e clie anclie il sigtior
IMarsuzi o noii conlklasse piu clie tanto nella sua
Faustina , o sentissc alnicuo il grandissimo ell'etro
di quel Creoute alfieriano ; e percio pose anch' cgli
in iscena un Leto (capo dellt; guardie d'Augusta) e
gli diede «n cotal sinudato caiattere che nudre se-
gretamente le ire e le ininiicizie fraternc. Ma perclie
questo Leto non e altro die uuo di quc'niolti e scia-
gurati bricconi (de' quali nelle corti dei re nialvagi
lion e penuria giamniai) clie fan prezzo dei proprj
-delitti la grazia dei loro signori, TeHetto de' suoi
raggiri e pocliissimo per se stesso , nuUo se si
paragoni a quel di Creonte.
Questa e V osservazione principalissima clie ci
parve di dover fare, siccome qucUa ^plie tocca I'or-
ditura e il fondamento per cosi dire'^' della tragedia.
Perclie noi trovammo scnipre maraviglioso V artificio
usato dair Altieri nel carattere da lui dato a Creonte;
e quando ci pouemmo a le2;gere il Caracallu del
signor Marsuzi , e vedenimo starvi in quella vece
il personaggio di Faustina, didiitammo di subito se
r elietto potesse esserne uguale. Veaendo ora a piu
particolari considerazioni diremo , che il mettere
sulla scena Caracalla col pugnale sguainato sul petto
di Faustina per iiidur Geta a ritornare nei patti di
prima, e un artificio troppo frequenteniente ripe-
tuto nelle tragedie, nei drammi , nelle commedie e
perfnio nei balli. Poi ci pare iiiopportuno il porre
sul labbro di Caracalla quelle infami parole
si tali
Fratelli siam che in tuCio altro discordi
Comune ahbiam la /era , ardente , immensa
Smania nata con _ noi , con noi cresciuta ,
E solamente da finir con noi ,
Di svenarci I' un I' altro. II vcr si dica.
Air ira fratricida essa ci sprona
E non il trono c non la sposa ^ s' era
II retaggio patcrno una capanna ,
DI CIO. BATTISTA MARSUZI. l8l
La suit iiscio conteso armati cV essa
Piit die di ferro disperntamente
Ci saremmo azzuffati , e sulV estinto
Sarebbe entrato il vincitor.
Perocclie il motivo storico drll'ira di cjuesti due fra-
tcUi fa Veramcntc il trono; al poeta piacque di aggiun-
gere anche la 2;eIosia amorosa: a cjiial uopo dunque
recarne in mezzo un akro, ne definito ne credibile?
L'Alfieri, che , come notammo, avrcbbe potato fondar
la tragedia sii qnclF innato abborrimento che doveva
trovarsi nei fjgli delF incestuoso Edippo , pure non
fece nscire nessuao de' suoi personaggi in parole
simili a quelle usate qui da Carnralla; ed appcna
^infelice Giocasta, veggcndo i tigli correre incvita-
biimente al ferro , dice ad essi :
quel ferro
■ Volgete in me ; son. vostro sangne anch' io ,
Einuli al mal oprar (T Edippo figli ,
Nad al delitto , ed al delitto spinti
Dalle furie implacabili , qui , qui
Torcete i brandi.
Finalmente poco ci garba quel pensamcnto del signor
Marsuzi di far si clie Caracalla non uccida il fratello ,
ma die soltanto, mentre i Pretoriani compiono il de-
litto da Ini meditate, accorra per ajutarli neH'opcra,
cieco dair ira ferisca invece in una mano la madrc
accorsa per impedire quell' atroce misfatto. NelTOre-
ste deir Alfieri moke ragioni concorrono a far plau-
sibile nn'invenzione a cui questa del signor Marsuzi
pare ligliuola, ma nessnna di quelle ragioni ha
hiogo nel Caracalla'. e senza necessita , od almeno
senza lo scopo di ottenerc un maggior effetto tea-
trale , non sappiamo a qual pro siasi volute mol—
ti])licare gU accident! ed il sangue.
Dopo queste nostre censure alcuni si maraviglie-
ranno che il teatro romano (cosi TAutore nella sua
lettera dedicatoria) rlsiionasse di altissimi applaiisi
ucUa rapprcsentazionc di, questa tragedia ^ e la me-
ravigha crescera se noi medesinii dircmo, clic qncsti
1 82 CVKACALLV , TUAGEDIA CCC.
applausi iion farono indegiiamente coUocati. Pcrocclie
noi stimianio clie t^uesta trageiUa sia da annoverare
fra le niif!;lioii dei nostii giorni , ed attesti nell' au-
tore una felicc disposi/.ione a ben pcrcorrere Taringo
pel quale si c niesso. E gia mostrammo la stinia
in che lo tenghianio giudicando il suo lavoro col
confionto di iin classico ; e soltanto ci provammo
di mostrargli , secondo le nostre forze , con quali
picciole ditlerenze talvoka i graudi maestri conse-
guiscano una lode che basta a farli inimortali. Del
resto vorreuimo clie egli nc per gli applausi si
inebbriasse , iie per le nostre o le altrui censure
spaventato lasciasse la sua magnanima impresa
0
i83
Delia Polltica militare , libri quattro , dl Giuseppe
Cridis. — Torino, 1824, /;er Z'Alliana, in 8.°,
di pag. 338.
E.
jcco un buon libro che noi prendiamo a censu-
rare pel solo desiderio che fosse riuscito migliore.
II nonie del sig. Cridis ci fu sinora ignoto , come
ne ignoriamo la condizione ; ma veggiamo che sa
esaminare con precisione le cose , sa esporre con
chiarezza le questioni , sa rapidamente discuterlc :
e tutto cio non e piccolo merito. Se poi le sue
opinioni non coincidono con altre che noi crediamo
piu giuste , o se palcsano alcnn piegiudizio , die
cjnindi le rende fallaci , per cpianto a noi sembra ,
non e percio che da noi sin d ora non si protesti
che il solo amore del vero ci move a quelle cen-
sure die ci cccorrera fare al siio libro. Le quali
sarebbero forse in minor numero , se e£;li avesse
manifestato con piu franchezza le sue decisioni nei
problemi che va sponendo.
E prima di tutto trovianio specioso il titolo di
qucsta nuova opera , e a parer nostro incsatto. La
sciei!2a politica , assolutamente detta, abbraccla au-
che la scienza militare •, e se nella scienza militare
avvi tal parte, die per ap[)rossiniazione di idee po-
tesse chiamarsi politica, essa appartiene o alia lc2;is-
lazionc militare, o alia strate2:ia, o alia stratao^eaio-
logia , e molto impropriamentc direbbesi la politica
militare. Di fatto sol che si osservi su quali oggetti
ed articoli versi tutta iutei a quest' opera , troverassi
ch' clla appartiene o alia poiitica di Stato in genere,
o ad alcuno de' rami della scienza militare sopra
enunciati, die potrebbero assumere cotal nomc , se
gia non ne avessero nn altro. Piu esatto per con-
segucnza sarcbbo stato lo intitolarla : Della scienza
184 DKLLA rOLITICA MILITARE
politica applicahile alio stato milltare , ovvcro al-
r arte della gucrra.
In quattro libri c divisa T opera del sig. Cridis ,
e il primo capitolo del primo libro tratta dci motivi
di far giierra ; e cinque ne accenna, sui quali non
v' e nulla a ripetere. Proniove poi la questionc se
convenga far la guerra per le piccole offesc , e la
risolve in qucsti termini : « A nie pare che il piu
y> delle volte sia bene dissimularle, o fame soltanto
» qualche leggiero rimprovero airollensor.e , o con-
•» tentarsi di tpialunqvie scusa. Per altro, se le pic-
» cole offese fatteci hanno per cagione V odio o il
» disprezzo, o se sono frequenti, oppure se il tol-
» lerarle scrvirebbe d'incitamento a farne delPaltre;
» in tali casi, quando ci vien ne2;ata la dovuta sod-
» disfazipne , non e cosa contraria alle niassime
» dclla politica il dicliiarar la guerra alF offensore ,
5) purclie la grande infcriorita delle forze nostre
» non ci persuada di astenerci dalle armi. » In
nionte la questione e saviamente risolta ; nia ri-
mangono alcune considerazioni clie F autore ha vo-
luto scliivare: la prima delle quali cade sulla natura
di codeste piccole offese , supposto pure clie nelle
offese clie un o;overno o un sovraiio faccia ad un
akro si possa ammettere la gradazione di ma2;G;iore
e minore , di £>;rande e di piccola ; perocchc dalla
natura o qualita di tali oHese nascc la convenienza
di simularle o di risen tirsene. Piu forte ancora e la
considerazione delPonore, che mover debbe PolTeso
a chiederne risarcimento, ma questa pare che si
sottintenda nelle parole di odio o disprezzo, la cui
tolleranza darebbc luogo ad altre ollese; tuttavia
codesta voce ma2;ica di onore , sulla quale e basato
il principale pilastro d' oo;ni edilicio [)olitico , e su
cui si foada tutta la politica e tutta la morale del-
r uomo di guerra , andava qui rammentata , peroc-
che in essa consiste tiitta la forza e la ragion mi-
litare.
DI GIUSEPPE CRmiS. l85
Termina questo capitolo con un graa biasimo alia
passionc della gloria militare. Si direbbe die T au-
tore non aspira a farsi loggere da cfuelli die pro-
fessano la carriera deirarnii, ma soltanto dai freddi
calcolatori die ne' taciti gabinetti bilanciano i lispet-
tivi diritti , o dai piii freddi filosoii , die intendono
ridiirre ogni cosa alle piti scniplici teorie della ra-
gione umana. Non e dubbio die di grandi mali ha
prodotto e produrra mai sempre la passione della
gloria militare : ma se voi la togliete dai ciior dei
guerrieri , se in vece di animaria la vituperate , se
i mali die possono da lei provenire indicate ed
esagerate, e ne tacete i vantaggi, voi non siete piu
ne militare, ne politico, e la vostra politica non
serve piu ne ai gabinetti, ne agli Stati-maggiori.
In tre sezioni e diviso il secondo capitolo , ove
si tratta di solclatl nazlonali c dcgli stranieri , e si
esaminano tutti i vantaggi e tutti i danni die deri-
var possono dall'^ccettarc al servizio gli stranieri.
Questo punto e trattato rapidamentc , e sotto tutti
gli aspetti , e con cliiarezza. 11 parere die F autore
manifesta di formare coi discrtori stranieri varj pic-
cioli corpi separati, e ben sostenuto-, e noi potremmo
addurne qualdie esempio in difesa , p. e. i Polacchi
nella Cisalpina , ma ci sarebbe agevole il rappresen-
tarne al tempo stesso gl' incorivenienti.
Nel terzo capitolo si cerca se sia meglio die i
soldati sieno volontarj , ovvero arrolati per forza.
E sebbene colla testimonianza del Macdiiavello e di
Mirabeau Tautor vegga quanto raramente buoni sol-
dati riescano i volontarj , e qual corrompimento e
frode porti seco 1' uso del reclutare ( omai dimenti-
cato e bandito dai piu sag2;i Governi ) , pur egli
dicliiarasi manifestamente contrario alle leve forzate,
e dei volontarj e de' reclutanieuti assai parti2;iano.
La quale opinione ( per dir cliiaramente cio die ci
sembra ) ne induce a credere die T autore non sia
ne uomo di Stato, ne uomo militare, perocche ove
1 86 r>ELL\ roLiTip.v miotake
air una o air altra di qticste classi appartenesse ,
pensiamo clie prolvssercbbo V opinione contraria.
Riconoscendo pero cgli la necessita di una leva
(([uando i volontarj non bastano ) tratta nel capitolo
(piarto dei cpiattro diversi modi clie possono ado-
perarsi per eseguirla. Giuste e savie sono le osser-
vazioni che fa, non meno che le ragioni per cui
vorrebbe che I'eta della coscrizione si confinasse tra
i diciotto e i ventidue anni. Manca a qnesto capi-
tolo r esame del tempo che dovrebbe assegnarsi al
servizio de' coscritti : oggetto del cpiale e militari e
pubblicisti non delibono dimenticarsi giammai , per
gli ell'etti che ne derivano alia societa.
Non dissomi^liante dai precedent! e il quinto ca-
pitolo, in cui si espongono le diverse opinioni degli
scrittori o in favore della fanteria o in quelle della
cavalleria. E qui non trovasi nulla che fernii parti-
colarmente 1' attenzioue de' lettori , ne che contenga
molta />o/i^Jca sia militare, si i stilistica ; essendo a
tutti noto che un esercito non e conipiuto, se tutto
sia di fanti o tutto di cavaiieri , e che la propor-
zione tra questi e quelli puo bensi qualche volta
dipendere da un calcolo ben ragionato , nel qual
parimente gli scrittori anche tattici non vanno d'ac-
cordo, ma per lo piu dipende da circostanze locali,
o da econouiiche , o da altre di simile natura , che
sarebbe inutile d' investigare.
La nomina alle cariche inilitari forma il soggetto
del sesto capitolo , e in cio veggianio che la scienza
politica puo e debbe aver parte piu forse che in
tutti 2;li altri sos:2,etti sin qui presi ad esame. Ma
Tautore, dimenticandosi al solito di entrare maestro
negli argomenti di cui preade a parlare (perocche
owni trattatista di qualunqne scienza o arte assume
le funzioni di maestro), non fa che riferire le opi-
nioni degli altri , seaza determinarsi piu per l' una
che per T altra, ne tutta intera esaurisce la materia
di questo capitolo , perocche si limita ai soli primi
c;radi d' uffiziaie sino a quello di capitano , che a
•■r,'
DI GIUSEPPE CRIDIS. 1 87
senso nostro noii meritano il nome di cariciie mill-
tari , fiiorclie iiel caso in ciii alciino di cotesti uffi-
ziali trovisi distaccato ed eserciti un comando iso-
latamente. Ne , per vero dire, e questo un soggetto
che possa interamcnte discntersi in sole sei pagine,
quante son quelle del presente capitolo, che per
cio solo noi ripufcremmo iniperfettissinio , ove altre
iniperfezioni non ollerisse.
Direbbesi che F autor prevedendo di A^enir cen-
surato per siiTatte iniperfezioni abbia vokito in qual-
che maniera prevenii* la censura , col dichiarare spon-
taneaniente che le cose asSf\i note nella materia che
ei tratta le esclude dal suo libro. Questa dichiara-
zione leggesi al principio del cap. VII che tratta
delV importanza del buon costume ne' soldati , ove
dice clie volendo tralasciare, come ha fcttto sin qui,
e fard sino alia fine della presente opera , cio die e
ahbastanza nolo , ristringerd il suo dcs^orso cd co-
stumi^ alle scienze ed (die letter e. Che pero non /b^^e
abbastanza noto ai politici ed ai niilitari ( pei (piali
soltanto e fatto il suo libro ) cio di che ha faveliato
sin ora , credo che egli solo il dira.
Ma vediamo il cap. VII che e intitolato DelV im-
portanza del buon costume ne' soldati. h'nntor vuoie,
e tutti il vorrennno , che i comandanti e gli uffi-
ziali sieno probi, e sei motivi ne adduce, tutti per
dir vero pre2;evoli , ma non tutti strettamente po-
litici ^ ne strettamente militari , giacche pur troppo
il vizio e V iniqnita possono trovarsi in compagnia
deir intrepidczza c ' del valore. JMa altra cosa e la
probita ed altra il buon costume , dandosi spcsse
volte il caso che uno sia proijo e dissolnto, Taltro
sia ben costumato , ma improho ; e qui avcndosi
prcso a trattare del buon custunic non si dovcva
ricordare la probita se non riguardandola come una
delle moke emanazioni e conseguenze del buon co-
stume. Oltre a cio, per qual ragioue vuol egli Tau-
lore che probi sieno i comandanti c gli uffiziali sol-
tanto, come se probi parimcntc nou potessero essere,
1<^P> DELL\ rOLITICA MILITARK
c Tion giovassc chc fosscro, c soventi volte non
sieno , piu anclio de' capi loro , i semplici soldati i^
Ma egli pare chc rautorc coiisidcri come una stessa
e identica virtu si la probita che la costuniatezza ,
imperocche gli esempj che adduce di Aristide, di
Scipione e di Gustavo Adolfo non appartengono alia
probita , nia bensi alia continenza. Cio poi cli' egli
dice snlla neccssita del buon costume ne' semplici
soldati , ncfii animctte eccezione , e cio ch' egli ag-
gingne sul finir del capitolo intorno al lusso , che
debbesi allontanar dalle trnppe e savissimamente
detto. lo pero mi sarei aspettato che in qucsta oc-
casione avesse anche a parlare di alcun' altra morale
virtu , che anche in mezzo al tumulto dell'armi ed
air orgoglio delle vittorie non raramente si trova ,
cioe della pieta verso i vinti , del rispctto alle cose
sacrc , della protezione agli oppressi ed ai deboli ,
di quci scntimenti insomma che sono frequentissimi
negli eserciti delle nazioni civilizzate , e che ren-
dono generaimente bugiarda quelF atroce sentenza
del poeta :
Nulla fides ptetasve viris qui castra seqnuntur.
I\Ia' di cio non si vede qui cenno.
Inutile, a mio avviso , e percio oziosa o almeno
intempestiva e la questione die 1' autore prende ad
esaminare nel cap. VIII, se le lettere reudano poco
atte alia guerra le nazioni che le coltivano. Ai tempi
in cui viviamo , ne i pohtici , ne i militari movc-
rebbero dubbio su cio , e appena si lascerebbe pas-
sare quest^ argomento in un esercizio di retorica ,
ovc uno scolaro difcnde V una opinione e V altro
r altra. Al solo atFacciarsi della questione egli e im-
possibile che in pari tempo non torniuo alia memoria
i nomi immortali di Giuiio Cesare , di Luigi XIV ,
del gran Federico , del maresciallo di Sassonia, del
Montecaccoli, e di piu altri sommi uomini stati in-
siemcmcnte insisiui liuerricri c insisini dotti , anzi
pure insigni sci'ittori ; ed e pure impossibile il uon
ricordarsi che in tutti i mc^lio ordinati stati d' Europa
I
Di ciusKrrE cniDis. 189
si lianno scuole militari , nelle quali si acldottri-
naiio nelle lettere e nelle scienze colore che sono
destinati alia professione dell' armi. La questione
adunque e gia decisa per universale consenso e dei
politici e dei militari, ed era inutile di riproporla
in un libro che tratta della politica militare. « L'arte
» della gnerra (sono parole delFautore, a pag. 61 ),
» e le sue diverse parti, la tattica, la scienza degli
» stratagenuni, quella dell' artiglieria, e Tarte della
» fortilicazione non possouo tiorire presso una na-
)) zione immersa nelT ignoranza »; e con queste parole
poteva il sig. Cridis tinire il suo capitolo , giacclie
aveva creduto di fame uno in proposito , rispar-
miandosi a niiglior uopo T erudizione , di che ha
voluto arricchirlo senza veruna necessita.
Nel capitolo IX si tratta della diirata del servizio
militare , argomeiito che a niio parere andava trat-
tato dopo quel deila leva , come di sopra avvertii.
Esse e diviso in due sezioni. L' autore e d' avviso
che il servizio militare venga limitato ad alcuni
anni; e qucsto e ccrtamcnte il comune avviso d'ogni
politico , e il comnnc uso d'ogni governo. Tuttavia
ne'urandi Stati che hanno grandi e pernianenti eser-
citi , non solo frequentissimo e il caso di coloro che
abituati pel corso di varj anni alia vita militare , e
resi inetti ai mestieri che esercitavano prima, amano
continuare in essa , lusing'iti pure dalla speranza
de' premj , ma e per lo piii necessaria non che con-
veniente la conservazione di vecchi soldati, modello,
esempio e giiida de'nuovi, ed e lodevoiissima pra-
tica che ai lidi veterani si dieno in guardia i hiofj;hi
piu gelosi , pin importanti , pin ricchi , o anche le
persone piu ragguardcvoli e le vite piu preziose.
Quindi e che la polidca suoie bensi assegnare un
termine al militare servizio , tanto per non renderlo
vitalizio , quanto per la necessita di rinnovare ad
ogni termine con nuovi soldati il quinto, o il sesto
o akra porzione delF esercito permanentc , ma per
lo p;u non riliuta ia contiuuazione del servizio
19<^' Drr,L V POLITICA JMILITAKE
mcdesimo a coloro niassimamcnte die si dlstinscro
per buona coiidotta, per valore, [)er cognizioni e per
allezioue al mestiero deirarnu; i quali conipongono
poscia que' In-avi veterani, di che ogni ben ordinate
governo si pregia , e que' rispettabili invalidi che
la sovrana gratitudine e muniliccnza con ntilissime
dimostrazioni di affetto ricovera , assiste ed onora.
Onindi c parimcnte die alquanto ozioso e quasi
inutile convien giudicare andie il presente none
capitolo ddla polidca militarc del sig. Cridis , per-
clie riportando secondo il solito le ragioni che so-
stengono nn' o[)iiuone e quelle che difendono Fopi-
nione contraria , e non risolvendo giamniai la que-
stioue delinitivaniente , ma soltanto col parmi , col
semhra e con altre voci dubitative, non conipie, ne
ottieiie il suo scopo , come farebbe decidendosi as-
soUitamente per T uno o per F altro parere , e ad-
ducendo diniostrativamente i motivi die a tal deci-
sione lo inducessero , e che ogni lettore avca diritto
di aspettaisi.
hi quattro sczioni e distinto il decimo ed ultimo
capitolo del primo libro, e vi si paria degli eserciti
permanenti , adducendosi dapprima i vantaggi che
dalla permanenza dellc truppe derivano, poscia espo-
nendone i danni, quiiifli la convenienza di una mi-
lizia locale esereitata periodicamente , e per ultimo
r opinione delF illustre Rogniart , dalla qual si de-
duce che giovano si le milizie locali , come le forze
permanenti, proporzionatamente alia grandezza degli
Stati. L' autore seguendo il suo costume non esprime
dal canto suo verun parere, ma tanto dice intorno
ai danni che si attribuiscono alle truppe staliili, che
e fiicil coniprendere esservi egli contrario , giugnendo
persino ad avvcrtire ( pag. 98 ) « che T armata per-
•» inanente ha un interesse diverso da quello del
n popolo , c puo servire di stromento per opprimere
i> la nazioiie: ma Tinteresse della milizia universale
)) e lo stcsso die T interesse del popolo. » E perche
nci i>en ra^ionatn sistema di lU)2;iiiart si conchiade
DI GIUSEPPE ClUDIS. I9I
suirindispcnsabilita di una forza permanente, di clie
ogni uoino di Stato , ed ogtii scrittor di politica ,
che al pari di llogniart esamini la natura dei po-
poli , vive ai di nostri persuasissimo , ha l* autore
trovato a contrapporvi dieci ragioni , di poca so-
stanza per vero dire , ma sufFicienti a convincere
ciascun lettore, cli' ei non vorrebbe eserciti perma-
nenti , ma solo milizie locali. II qual voto sarebije
lodevolissimo, massimamente dal lato dell' economia
politica , ma non essendo realizzabile ftiorclie nel
caso in cui tutte le potenze convenissero di scio-
gliere ciascnna i proprj eserciti ( cosa non meno
improvvida che impossibile ) , cosi diventa strava-
gante anzi pure impolitico e inattendibile.
Fin qui il sig. Cridis ha parlato della politica
militare applicaljile agli uomiui. Nel secondo libro
prendc a parlare di cpiella che e applicabile alle
cose. Noi ne faremo argomento di un secoudo ar-
ticolo.
192
La Gcrusalcinme lihcrata, pocma dt Torquato Tasso
lidotnt a ml^ilior Iczionc ; apgiuntovl il confronto
dclle variantl tratto dalle piu celcbri cdizioni^ con
note critiche snpra Ic mcdcsime. — Flrcnzc^ i^24i
presso Giuseppe Molini. Volumi 2 in 8." , di pa-
gine ijSo cojnplessivamente.
u,
NA bella e niolto accurata edizione della Geru-
salemme venne cscguita in sul linire del 1828 dalla
tipogratia dei Classiici Italiani in Milano , e questo
giornalc ne resc conto (V. il torn. XXXil, pag. 809)
con quelle lodi cli'eran dovute alia diligenza dcgli
editori ed alio squisito i^iudizio del sig. dott. Giovanni
Glierardini che per la * parte letteraria la diresse.
Quclla edizione ebbe per fondamento il testo bodo-
niano ; nia da quel testo si dilungarono gli editori ,
milanesi ogni qual volta parve loro di poter sosti-
tnire qualche lodevole variante , clie giovasse o I'ar-
monia del verso , o la ragione granimaticale o ii
concetto : ne qui staremo a dire quali nornie se-
guitassero in qneste loro sostituzioni ; clie gia abba-
stanza ne fa parlato allora.
Un' altra edizione della Geriisalcmme , eseguita
nello scorso 1824 dal sig. Molini di Firenze , ci si
presenta ora da essere annnnziata ; e se da un la to
basta iin brevissimo esame per conoscere che qnesta
nuova ristampa non e punto povera di pregi tipo-
grafici , dalF altro la prefazione deir editore ci as-
sicura clie fu condotta con tal diligenza da o-arec;-
giare con tutte le precedcnti nella correzione del
testo e nel niiglioranicnto della lezione. Qnesta ri-
stampa ha per fondamento T edizione deir Osanna
confrontata coUa bodoniana, e con quella di Erasmo
Viotto del 1 58 1.
Una dura e lunga impresa ci piglieremmo se voles-
simo fare \m ragguaglio di tutti i luoghi, uei (juali
LA GERUSA-LEMME LIBER.\TA , CCC. 1 93
queste due edizioni discordano Tuna dairaltra; ma
per servire da una parte alia brevita , e per dare
dair altra qualclie prova del giudizio che siamo per
fare di queste due edizioni riferirenio qui alcuno
dei luoo;hi nella milanese emendati, e notati ffia in
questo giornale da chi ne rese conto; e lo porremo
al paragone coiredizione attnale del Molini.
Canto III, stanza 70.
Impara i vod omai, che a te porgiamo ,
Raccorre , e dar soccorso ai nostri mali ;
Tu di vittoria annunzio -^ a te devoti
Solverern trionfando al tempio i voti
Cosi leggesi nelle stampe comuni ; ma il sig. Ghe-
rardini vide che da quel tii di vittoria annunzio non
poteva cavarsi c(Atrutto; ne contentandosi delle va-
rianti introdotte dal Remondini o da qualche altro
editore , si fece a consultare la Qerusalemme Con-
quistata, vi lesse Tu la vittoria annunzia, e questa
variante, a servigio della chiarezza, introdusse nella
edizione a lui aliidata. Ma in quella del sig. Molini
troviamo tuttavia seg;uita la lezione comune.
Canto XIX , stanza 64.
Ben ei darci cib che per te si chiede ,
Ma congiunta Z' avrai d' alta mercede.
A questa lezione che a mal grado di un evidente
errore si legge nella niaggior parte delle edizioni ,
il sig. ]\Iolini ha sostituita la seguente :
Ben ei dara cib che per te si chiede ,
Ma con giunta I' avrai d' alta mercede ,
otfertagli da una stampa di Casalniaggiore. Ma il
sig. Gherardini preferi a questa lezione quella che
gli presento la Gcrusalemme Conquistata che legge:
Ma congiunto f avrai d' alta mercede^ e ben disse il
vero al parer nostro, alTerniando d'aver data a que-
sta la preferenza come quella che oltre al portare
Bibl. ItaL T. XXXVII. i3
194 l-A CERUS\LEMMF. LinBR\TA ,
r ultimo sigillo <lel Tasso mcdesimo , ha un non so
che di piu dignitoso die ogiii orecchio gentile potra
sentire.
Da questi due soli esempli puo trarsi una cou-
seguenza , chc redizioue niilanese essendosi giovata
anche della Qcrasalcmme Conquistata ha potuto qua.
e la liberarsi da alcuue viziose lezioni che col sus-
sidio dclle sole altre stanipe non si possono evitare.
11 sig. I\Iolini , o chi per lui scrisse le annotazioni
alle varianti , seguito una strada alquanto diversa
da quella battuta dal sig. Cherardini, il di cui lavoro
per altro non gli era ignoto : ma (ci sia perdonata
la nostra sentenza ) per soverchio scrupolo talvolta
non coglie quel vero a cui potrebbon condurlo la
molta erudizione e Tottimo gindizio onde si mostra
fornito. Egli pone questa massiniiv, che uella emen-
dazione di uii. testo vlziato quaiito e minore la mu-
tazlone che ci si fa , tanto minore e il pericolo di
scostarsi da cid che V autore avea f alto prima; e che
la Gerusalemme Conquistata pud valere a confermar
cid che nell'altra si trova, quand' esse v anno ins i erne
d' accordo ; ma non mai a farci trasportare in questa
cid che trovasi in quella, quando non sono uniformi.
Ma noi crediamo , e Y esperienza ce n' e maestra ,
che siccome dove e vizio , quivi non ha parte Tau-
tore , cosi talvolta puo accadere che quella emen-
dazione sia piu sicura , la quale piu arditamente si
allontani dal testo ; e che non di rado chi meno se
ne dilnnga altro non faccia che studiarsi di conser-
vare almeno una parte dcllo storpio introdotto da
un qualche ignorante copista. Quanto poi al sussidio
che si puo trarre dalla Gerusalemme Conquistata^ non
arrivammo ad indovinare sopra quale r^iziocinio I'edi-
tore tiorentino tondasse quella sua risoluta sentenza,
che da questo poema non si debba mai trasportare ;
neir altro nessuna variante. In qnei casi adunque j
( come ncl primo da noi recato ) nei quali le edi-
zioni tutte della Gerusalemme Liberata appajono vi- ,
ziate, non sara egli biion consiglio ricorrere piuttosto ;
POEM.V DI TORQUATO T^SSO. IqS
air altro poenia del Tasso che al giudizio di qual-
sivoglia editore ? Senza dubbio queste nostre opi-
nioni vog-lion essere intese con alcuni limiti : ne
vorrenimo che ciascuno ponesse di proprio senno
Ic varianti che a lui piu talentano , o travasasse la
Gerasalemme Conquistata nelT altra : ne senza una
dose non comune di buon giudizio sara niai possi-
bile che alciino, qualunque siasi la via che piii gli
piace di battere , conduca a lodevole fine Y edizione
di un classico. Del resto di buon giudizio, e di
bella erudizione accompagnata da lodevolissima di-
ligenza mostransi dotati amcndue gli editori di Mi-
lano e di Firenze ; di sorte che sebbene vorremmo
conchiudere che la stampa di Milano ci senibra piu
purgata , pure crediamo che il leggere le annota-
zioni alle varianti ed ai luoghi dubbj delF edizione
del Molini potra tornare di molta utilita a chiunque
desidera porsi in grado di giudicare con qualche
sicurezza intoino alia vera e genuina Iczione del
Tasso.
196
PxiRTE II.
SCIENZE ED ARTI MECCANICHE.
DclV Ibisco , pianta puliistre e comime ne contorni
delta cittd di Mantova , e precisamente delV Hibi-
scus roseus Thore proposto dal sig. Barbieri co-
me pianta tigliosa da rivaleggiare negli usi dome-
sticl la stessa cariapa.
£
antico il rimprovero ( e nou sempre ingiusto ) die
si fa ai professor! di botanica e di agraria , cioe di occu-
parsi soverchiaivente de" vegetaljili esotici di sterile cu-
riosita , e trascurare poscia lo studio delle piante indigene
che possono offrire niateriali utili allearti, airagricoltura
ed alia doniestica economia.
Non e cosi del sig. Paolo Barbieri conservatore dell' I.
R. Orto botanlco di Mantova. Premiato egli due anni sono
colla menzione onorevole dall' I. R. Istituto di Milano per
alcuni suoi tentativi onde mantenere alle piante secche
degli erbarj botanici i colori naturali tanto delle foglie
come de'iiori, sta ora occupandosi di un oggetto che po-
trebbe aprire un nuovo ramo all' agraria economia de' la-
ghi , utilizzando una pianta che abbonda infinitaraente
nelle paludi, e che trascurata , disprezzata , non serve
che a far fascio colle ignobili canne per essere abbruciata
con esse nelle fornaci.
Questa pianta e Y Ibisco. Erborizzando il sjg. Barbieri
anni sono attorno alia citta fu sorpreso in vedere la quan-
tita immensa di cosi bel fusto ornato da piu bel iiore.
Confrontato coi caratteri botanici indicati dal Linneo, dal
Wildenow, dal Persoon , trovo che le loro descrizioni non
combinavano intieramente coll' individuo mantovano. Egli
incline a crederlo piuttosto una Ijella yarieta del palustris
Lin. anziche una specie distinta ; ma questo dubbio fu
DELL IBISCO, PIANTA. PALUSTRE CCC. I97
sclolto allorclie visito a Bologaa 1' esiiiiio professore di
hotanica sig. Bertoloni a cui porto coii niolte altie piante
acquatiche anche 1" Iljisco in quistione , die Jl professore
Bertoloni non esito a riconoscere pel vero Hibiscus roseus
Thore. Cio fu sul finir dell' agosto 1823.
Nel successivo anno 1824 visitando a Pa via il celebre
professore Moretti e 1' erbario sul quale sta preparando
la Flora Italica , ebbe ragione di confermarsi nello stesso
gindizio esternatogli dal professore di Bologna ; giudizio
corroboraio coll' appoggio di opere botaniclie recenti,spe-
cialmente da quella delT insigne prof. De CandoUe , clie
meglio di tutti stalsilisce i' caratteri distiativi delle specie
d' Ibisclii clie per la loro affinita e son.iglianza erano stati
fin qui confusi e presi gli uni promiscuanieate per gli altri.
Quando il sig. Barbieri trovo per la prima voka I'lbisco
roseo non avea ancor veduta la luce la bella e niagaifica
Flora ItaJiana del chiarissinio professore Gaetano Savi di
Pisa, dove quella pianta e disegnata e colorata stupenda-
niente. Essa cresce pure in abbondanza nelle vicinanze di
Pisa, nei terreni bassi ed umidi di Tombolo e di Coltano.
La descrizione clie il professore Savi ne da e la seguente:
" La sua radice e perenne , ramosa, grossa e carnosa.
I fusti spuntano nel maggto , sono annul, seniplici , ed ar-
rivano all' altezza di deciinetri otto in nove. Le foglie al-
terne sparse, picclolate , ovate acute, non sono cordate,
hanno tre lobi appena distinti, e sono accompagnate da
stipole linear! , subulate , caducbe. I peduncoli sono ter-
minal!, semplici, aggruppati , articolati al di sopra della
uieta della loro lungbezza. II calice esterno e di dieci o
undici pezzi lineari , acuminati , e il calice interno e piu
lungo, quinquelobo , con lobi triangolari acuti, clie si apre
regolarniente nella cima. La corolla e di un vago color
di rosa , lunga circa decimetri 1,167, ^P^i'ta a campana ,
con petali ottusi e inegnalmente crenati. Lo stilo e ascen-
dente , quinquefido , con stimuli globoso-depressi , bianco
giallognoli. II tulio degli stami e iiiolto piii corto del pi-
stillo : le antere sono pedicillate , gialle , ed emettono pol-
line glallo. La cassula e lunga centim. a-^giS, glabra,
ovato-globosa, torosa, ristretta e acuminata in cinia , con
logge polisperuie, interamenite pelose, ed i pell eretti verso
le suture. I semi sono suhglobosi , conipressi e dritti dalla
parte delP ouibelico , di colore scuro , con maccbie lineari
198 dell'ibisco,
pallide armate , e aspersi di piccolissimi puntl callosi , ri-
levatl ferrigni. Tutta la pianta e di color giallo pallido ,
c tutta coperta di bi'evissima e finissiiiia lanuggiiie, in par-
ticolar niodo visilnle nella pnglna inferiore delle foglie.
" Comincia a fiorire dopo la meta di luglio e continua
per tutto Tagosto. II seme maturasi nel setteinbre, e nel
novenibre si seccano i fusti.
» Nascono i seini con molta facilita , e le piante nel
secondo anno iioriscono. Si nioltiplica ancora dividendone
le radicl. >»
Da questa descrizlone rilevasi che V Iljisco roseo dei
contorni di Pisa non cresce a tutta quell' altezza che scor-
gesi ne' contorni di Mantova dove se ne trovano degli steli
( e noi gli abbiarao veduti ) di piii di tre nietri , e sono
longltudinalmente vestiti di una sostanza tigliosa coperta
di una finissima epiderme verdegiallognola. Dal celebre
professore di Pisa non e notata questa particolarita, ed egU
sentira con piacere come cotesta pianta che abbonda nelle
luaremme pisane possa diventare un oggetto interessante
per I' agraria economia anche delta Toscana.
Gli antichi conoscevano 1' Iblsco , ma non ne hanno
niai cavata alcnna sostanza tigliosa per fame cordaggi o
tele , od altro come il sig. Barbieri propone. Secondo Vir-
gilio i pastori ne tessevano canestri :
Dum sedet, et gracili fiscellam texit hibisco. Virg. Egl. X, 71.
Infatti quando e ancor verde conserva una certa tenacita
che lo rende proprio a questo uffizio. I suoi lunghi steli
e diritti servivano anche ai pastori per verga onde gui-
dare gli agnelli , verga leggiera , innocua , colla quale an-
che battendo le pecore non si corre rischio di ofFenderle :
Hadonimque gregem viridi compellere hibisco. Egl. Ill, 3o.
E questo e il senso nel quale intender si dee quel
passo , e non gia come lo spiegano molti conmientatorl ,
i quali ponendo V Ibisco fra le piante nialvacee e niedi-
cinali , fanno alle greggie pascolare 1' ibisco, forzandole i
pastori quasi ad entrare per forza ne' luoghi eve cresce ,
e cosi medicarsi da loro medesime.
Nel tardo autunno del'o scorso anno ( 1824) avendo
noi visitato 1' orto botanico di Mantova , e 1' ottimo ed
aitivo sno conservatorc sig. Barbieri , egli ne fece parte
PIANTA PALUSTRE, OCC. lyC)
Ji qnesti snoi stutlj e de' moiti tentativi clie aveva fatti
per ti'ar profitto dall'Ibisco roseo , del quale raccolse una
certa quautita , ia uiio stadio pero di vegetazione troppo
avanzato , cioe quando avea niatui-ata ed anche perduta in
parte la semente, per cni la sostanza tigliosa era divenutapiii
ruvida e grossolana di quello die sarel^be stata se le piante
si fossero raccolte piii presto. Alcuni steli infatti clie erano
nieno maturi somministrarono uu tiglio piii fine e piii
atto a' lavori piii dilicati; e questo e proprio della stessa
caiiapa , la quale dev' essere raccolta non afFatto niatura ,
ma subito dopo clie ha perduto il fiore.
Incoraggiamiiio, per quanto fii innoi,il signer Barbieri
a proseguire alacremente nelle diverse prove che si pro-
poneva di fare , e rinaovaiidogli un altra visita in questo
anno ( 1828 ) trovammo con vero nostro piacere eh' egli
era riuscito felicemeate ad impiegare il tiglio dell' IIjIsco
in tutti gli usi ai quali serve quello della canapa , cioe
tessendone non solamente corda e tela e maglie euc. , ma
anche fabbricandone ottima carta da scrivere e da involgere.
II sig. marchese Benzoni I. R, Delegate di Mantova ,
personaggio che alia coltura delle belle lettere accoppia
r amore di tutti gli utili studj anche scientifici , procuro
al sig. Barbieri 1' onore di poter far conoscere a S. A. I.
il nostro Vicere i risultati della sua scoperta e di umiliare
alFAltezza Sua in occasione del suo passaggio per Mantova
alii 6 febbrajo di questo anno i seguenti oggetti che noi
pure abbiamo vednti e che ci sono sembrati degni di es-
sere annunciati in questo nostro Giornale , se non altro
per asslcurare al sig. Barbieri il raerito di anteriorita nel
caso che qualcun altro dopo di lui pensasse a trarre dal-
r Ibisco gli stessi yaniaggi.
In quest! oggetti umiliati a S. A. I. il sig. Barbieri ha
inteso di presentare la storia de' suoi esperinienti , comin-
ciando dalla pianta disseccata , e cosi di seguito fino alia
fabbricazione della carta :
I ." Pianta disseccata da parecchi anni , col fusto , col
fiore , coUe capsule e coi semi ;
2.* Cortecce verdi macerate che diedero un filo bianco
lucente.
3.' Cortecce raaceratesi naturalmente sul luogo e per
opera della stagione onde mostrare come il tiglio si stacca
e si purga da se, e rendesi suscettibile di porsi in opera;
200 DELL iniSCO , I'UNT.V PALUSTRE , eCC.
4-* Filo ottenuto da fusti alti fino sette biaccia , e
diversi prodotti lavorati con esso ;
5." Filo ottenutosi seiiza niacero mediaiite la niac-
chiiia ossia cilindro scanellato del dottor Sacco ;
6." Cordami di varia qualita , iinezza e grossezza
fabbricati con esso ;
J." Tessuto di tela , ed una calzetta fatta con detto
filo; '
8." Carta con colla e senza , e cartoncino colorito
naturalniente di un verdognolo sbiadito attissimo pei dise-
guatori.
Fra tiitte le carte die alibiamo vedute fatte con succe-
danei ai cenci questa ci scndira assolutaniente prefcribile ,
ed e ottinia anche da scrivere ad uso di minute, per di-
segnare alia uiatita e all' acquerello , e per coprir cartoni
Ai libri legati , p. e., alia Bodoniana, perciie il suo colore
verdognolo grigio e grato all' occliio ed eguale , ben fuse
e senza macchie.
11 sig. Barbieri spera di trarre dalla parte legnosa del
fnsto un altro vantaggio. Consideratane la grossezza , la
spngnosita e leggere^za ha pensato abbruciandolo ( dopo
coltone il tiglio ) di fame carbone eccellente per la fab-
brica delle polveri da cannone e da caccia , giacche la
leggerezza si e appunto la qualita dei vegetabili die si
ricerca per slfFatto uso. Noi saremo avv^ertiti del success©
anclie di questa prova, e ci faremo debito di comvinicarlo
al pubblico. Intanto non vogliamo tralasciare di tributare
alio zelo del sig. Barbieri la dovuta lode , e desideriamo
che implori ed ottenga incoraggianienti di fatto , mentre
noi uon possiamo soccorrerlo che colle parole.
I
Amministrazione economica della foglia de gelsi nella
coltwnzioue de bachi da seta. Memoria del dottore
Ignazio Lomeni , con appendice J'elativa, ai gelsi
cd ai bachi. — Milan o , 1824, per Giovanni Sil-
vestri , opuscolo in 8.°, di pag. 96.
L.
;a coltivazione de' bachi da seta e dei gelsi e argomento
di SI grande impoi'tanza in cjuesti tempi , clie noii bisogna
preterire e trascurare nessuno de' consigli die tendono al
perfezionaniento e all' econouiia di uii prodotto cosi utile
e il solo ormai che mei-iti tutte le cure delP agi'icoltore.
II sig. Lomeni e alquanto prolisso nell' esprimere le sue
idee , e questo opuscolo di 96 pagine ne contiene almeno
due terzi d' inutili per chi cerca nel suo lavoro cio che
e suo e cio cRe risguarda il titolo della Memoria, V Am-
ministrazione economica della foglia de'' gelsi. Noi daremo
a' nostri lettori tutto il succo di essa , risparmiando loro
tutti i preamboli e tutte le ripetizioni e le declamazioni
contro gli abusi pressoche generali nel consume della
foglia (1). Egli non comincia ad entrare in materia che
alia pag. 38. fl verissimo che il valore de' bozzoli va cal-
colato pel proprietario in ragione della quantita della fo-
glia stata consumata nella coltivazione de' bachi , e che
pill guadagnera colui che ha ricavati piu bozzoli col minor
consumo possil^ile. Dalle esperienze e dai calcoli fatti sap-
piamo che da un' oncia di semente di bachi ben governati
si ricavauo da 70 ad 80 libbre di bozzoli , col consumo
di 908 libbre di foglia mondata (2). Una libbra dunque
(i) Soiio corsi in questa edizione moiri error! di lingua che
forse sono dello stampatore. Per esenipio I'autore confonde co-
stantemeiite il le per il gli e adopera 1' uno per 1' altro : vedi
j;ag. 13, lin. i3 e 19, ove il le e 11 pli stanno in vece di loro,
F'ag. 43, lin. 9, pag. 45, lin. 9 e i5, pag. 64, lin. 19, pag.
58, lin. I, pag. 60, lin. j; ove le sta invece di /oro, pag. 65 ,
1 n. 9 e 16 ecc, ecc. aggiungasi poi notrizie per nutritizie , co«-
pescere ptT couiprimere ecc. ecc. ( Nota del Coinpilatore ).
(2) Tutti i pesi di ciii si fa parola in quest' articolo sono mi-
1-inesi , cioe calcolata la libbia a 38 once (Nolo dell' Autoie). ~
•20a A^rMlXTSTn \ZIOXF. ECONOMrCA
di hozzoli esige circa libbre i3 di foglia monJata. Da
cjuesto (lato parte 1' autorc pei successivi siioi calcoli ; e
noi facciamo astrazioiie da piccole niodilicazioiii da lui
accennate e che non sono indispensabili alio scopo che ci
sianio prefissi. Ora ecco qualL sono i suggerimenti del si-
gner Lomeni.
II proprietario dopo die avrii fatti nascere i Ijaclii , da
persone a cio destinate farh cogliere glornalmente la quantita
approsslmativa di foglia die ])ot.ra occorrergli airindomani
ed anciie per due o tre giorni di seguito , a norma della
stagione o della distanza de' gelsi dalla casa padronale.
Tutta la foglia raccolta verra trasportata alia casa pa-
dronale , ove verra riposta in freschi ed asciutti locali ,
pesandola previamente e registrandone 1' ammontare in
apposite llbro-magazziao , nel quale si notera pure di
giorno in gionio 1' uscita.
Le spese della sfogliatura si porranno a carico de" sin-
goli coloni in proporzione della quantita totale che fij loro
somministrata.
I coloni durante tutto il corso della coltlvazione de'ba-
chi dovranno ogni giorno in una determinata oia presen-
tarsi alia casa padronale per ricevervi la quantita di foglia
occorrente per le seguenti ventiqnattr' ore al nutrimento
de' baciii da essi tenuti.
I coloni non potranno servirsi della foglia loro sommi-
nistrata ad altro uso che a quello del nutrimento de'bachi,
dal padrone aflidati loro, sotto pena di dover compensar-
gli i danni recatigli dalla contravvenzione a quest' obbligo.
II proprietario, o suo agente , in occasione della dlstrilju-
zione o consegna de' baclii a' suoi coloni fara una nota
distinta, nella quale indichera per approssimazione la quan-
tita di bachi a ciascun colono affidati sul dato approssi-
mativo della quantita in peso della semente, e per questa
nota veggasi la tabells A (i). CoUa scorta di queste
(i) Siccome la quantita de' baclii nati clie si dispensaao ai
coloni socidali forma il punto dal quale dee partire ogni altro cal-
colo , cosi i nostri lettori comprenderanno quanto dilicato e impor-
tante sia questo primo passo , e quanto debba essere diretto ia
modo da inspirare fiducia anziche proinovere diffidenza. Le pa-
role approssimativo ed approssiniativamentc usate dall' autore
non ci contentano ditnque molto ; ri sembra eziandio che tro'pj)©
i
DELL\ FOCLIA. De' GELSI, CCC. 203
notlzie e seguendo le indica/ioni espresse nella tabella B ,
sara facile il giudicare dcUa proporzione o sproporzione
della relativa domanda di foglia nelle giornaliere soninii-
nistrazioni , e si potra all' uopo correggerne il peteiite
indiscrete.
La foglia die verra cosi distribuita sara esattamente pe-
sata a vista del colono stesso die la riceve , e verrti ogni
volta registrata in sua presenza sopra apposito libro , in
cui saranno esposte tante partite separate colle intestazioni
de' singoli coloni coi'ne alia luodnla C (i).
Ultimate le parziali somministrazioni della foglia ed ag-
giimta a ciascuna partita la quota spettante al calo sofFerto
pel magazzinaegio (2), ogni partita colonica rappresentera
si abbandoni la cosa alia buona fede del proprietario o del-
r agente. Sarebbe a nostro avvieo necessario clie i coloni soci-
dali che si sottopongono alle condizioni che vuole V aulore, e
che si diranno in seguito , avessero il diritto d' invigdare ed
aesistere alia nascita di quella porzione di seniente clie e loro
destinata , e cio appunto per assicurarli della precisa quantita
( non dell' approssimativa ) dl seniente ctie loro e toccata da
allevare e nutrire fino aU'epoca di niettere i bachi al lavoro ;
assicurato cosi il primo dato , tutti gli altri calcoli clie da questo
dipendono trovei-anno meno difEcolta ed opposizioni {Nota del
Compilatore ).
(i) II paesano e diffidentissimo in ogni paese , quind; non si
eccede niai nelT assicurarli della inipossibilita d'ingannarli. Non
basta dunque a nostro avviso clie il proprietario od agente noti
sopra apposito libro alia presenza del colono la quantita di fo-
glia somniinistratagli ogni volta, ma sara nieglio die il colono
stesso abbia uq libretto che portera e terra seco , nel quale il
proprietarii> notera la souiministrazione giornaliera. 11 colono
potra in tal guisa procurarsi anche la soddisfazione di verificare
in sua abitazione il peso della quantita di foglia, e tutto questo
giovera a predisporl) alle condizioni, ai pesi e ai prenij die
si diranno in appresso ( ISota del Compilatore ).
(2) II calo pel niagazzinaggio s ra facilmente liquidabile dal
confronto dell' entrata e sorlita registrata al libro-magazzino ,
per cui , verificato V amiuontare di esso calo in ragione di cento
libbre , si dara debito di esso a ciascun coltivatore in propor-
zione della quantita di foglia, die le (gli) sara stata sonnuini-
strata ; e la soninia della foglia fornita e dell' ammontave del
calo di niagazzinaggio rappresentera il totale della foglia rispet-
tivamente consuniata , considerata appena tratta dall' albero ,
giacche i calcoli portati dalla tabella D si riferiscono appunto
a foglia appena raccolta {Nota dell' Auiote).
204 AMMINISTAZIONF, ECONOATIC A.
il totale individaalmeiite soiuininistrato in foglia natnrale,
cioe appena spiccata dair albero: la somma di quest! totali
registrata a suo luogo m-lla tabella A indicliera il vero
aiumontare di tutta la foglia impiegata : e qnesto servira,
priino a calcolare il verosiiiiile vaccolto in peso di bozzoli;
secoi:^do a stabilire per approssiniazione il prezzo d' ori-
giiie per ciascnna libura di Ijozzoli, ed a lissare una pi'e-
cisa nozione sulla quantita di foglia raccolta dai beni della
possesiione.
In vista delle stagioni e delle influenze meteoriche , la
stessa foglia non da ogni anno il medesimo rlsultato ne
di qnalita nutritiva , ne di maturanza , per cui resta in-
certo il tempo da iinpiegarsi all' intero corso della colti—
vazione de' bachi. Si dovra quindi staliilire dal proprietario
o dall agente il termine presumibile di consumazione , o
sia la quantita di foglia per adequato necessaria in quel-
r anno per ottenere una libbra di bozzoli. Per giugnere
alia verificazione di questo termine 1' autore indica tre
mezzi, ossia tre esperimenti da eseguirsi con diligenza nel
decorso della durata della raccolta della foglia ; uno cioe
al termine della prima eta de' bachi :, il secondo al principio
della quarta eta ; il terzo a meta circa della quinta eta.
Tali esperimenti consister devono nel sottoporre ad esatta
niondatura libbre loo di foglia per ciascnna volta (i),
onde rilevare quale sia la perdita clie la foglia subisce in
mondature : la somma dei tre risultati di perdita divisa
per tre dara T adequato annale di calo in mondature , e
questo adequato sara la vera radice pel rinvenimento del
termine ricercato , al che servira la tabella D , in cui e
contrapposto a ciascun adequato di calo il necessario quan-
titatJvo di foglia naturale tanto per la nutrizione de' bachi
(i) La niondatura della foglia per gli esperiiiientl deve vaviare
a seconda dell' eta de' bachi : in conseguenza nel priiiio espe-
riniento si fara attentamente separando tutti i frutti ed i piccioli
ramicelli in niodo che non riinangauo clie le pure foglie co' suoi
picciuoli; nel secondo si leveranno sohanto i frutti ed i rami-
celli o virguhi piu rilevati; e nell' uhimo non si sottiarranno
che i virguhi ed i gruppi numerosi di frutti, riducendola cosi
alia condizione in cui viene naturalmente adoperata, giacche
r estrenio delle libbre 908 che si dissero abbisognare alia nu-
trizione di un' oncia di bachi e appunto fondato sulla foglia
niondata, giusta la pratica ordinaria di use ( Nota delC Autore).
DELL A FOCI I A De' CELSI, CCC. 2o5
procedeiiti da nu' oncia di semente , quanto per ottenere
da essi Imchi ciascuna lilibra di bozzoli. Questo terinirie
verificato si inscriveua pure a suo luogo nella tabella A
e nel lil)ro C.
Raccolti i bozzoli , e verificato il totale consegaato da
ciascun coloiio, si registrera esso tanto alia pai-tita di lui
e nel libro C, quanto all' apposita colonna nella tabella A.
Cosi opeiando le partite del libro riusciranao altrettanti
specciii diuiostratori della quantita della semente, del peso
della foglia iiupiegata, del relativo raccolto di bozzoli, e
per conseguenza del qiiantitativo di foglia impiegata dal
colono per produrre una libbra di bozzoli. La tabella A
pol mostrera il paragone del maggiore o minor consumo
di foglia, e a colpo d' occliio indicliera quale fra i coloni
sia stato il plu esperto , il piii bravo , il piii economo , come
in pari tempo notera il piu indolente e il piii zotico.
L' autore contempla il caso di sjragnuola , e dice clie se
<{uesta e devastatrice obbliga il proprietario od a gettare
i ])aclii od a far provvista di nuova foglia, e in tal caso
non merita aicuna considerazione; ma se poi non fa clie
alterare in parte il tessuto della foglia, si dovra in pro-
porzioae del danno fare all" adequato di cousumo 1' addi-
zione di una, due o piii liljbre di foglia a norma delle
circostanze, e principalmente delP epoca in cui sara acca—
duto r infortunio , per avere considerazione a quanto di
seccume .jjresentar possono i bordi lacerati della foglia :
lo stesso si praticbera in occasione clie la foglia abbia
sofferta la maccliiatura (i).
Istituito il confronto coi mezzi sopra indicati fra. 1' ade-
quato di consumazione presuntiva ed il consumo reale,
si dara debito a ciascun colono della quantita di foglia
clie avra consumata inutilmente, poiclie tale eccesso di
(l) Clii per iscliivare ogni anno di venli( are con esperliiieiiti
il calo della ioL^li.i in iiumilatuia onde stabilire 1' adequato pre-
ventivo di consumazione, e per sottrarsi pure alle dillicoUa ed
allc variazioni offerte dalla gragnuola, dal seccume , dalla uiac-
chiatura ecc. , amasse lueglio di ritenere un adecjuatu costante
catcolato sul novennio , lo potrebbe benissimo fare, e il nostro
autore opina die 17 o al piu 18 libbre di foglia naturalc per
riascuna libbra di bozzoli sarebbero uu calcolo equo (Nota dcl^
Compilacore ).
2C6 AMMINISTRAZIONF, ECONOMICA
consmuo noa puo attrihuirsi die alia trascuranza e al cat-
tivo impiego cle' buoni nietodi di governare i bachi , op-
)>ure a riprovevole spensieratez/.a nell' uso della foglia ,
oil a frocli usate sn tpiesta o sui bozzoli. II valore di
sifFatto conipenso si sialjilira dietro il prezzo stato prati-
cato nel coniniercio della foglia sul luogo.
All' opposto per aniinare sempre piii i coloni socidali
air esatta osservanza delle leggi di buon governo de' ba-
chi, e ad una saggia economia della foglia , ogni proprie-
tario in proporzione delle sue facolta e dell' ampiezza
delle sue tenute stabilira la distribiizione ogni anno di
due prenij pecunjarj , il piimo de' quali sara il duplicate
del secondo.
Al niaggior preniio avranno diritto que' coloni die sa-
ranno riusciti a produrre la libbra di bozzoli con un quan-
titative di foglia niinore del precisato nell' adequate di
consnniazione , e sara sempre fra questi preferito clii ne
avra iiupiegato di meno in confronto de' snoi colleglii
aspirant!.
Al secondo premio concorreranno tutti gli altri coloni ,
e I'otterra clii avra prodotta la libbra di bozzoli con minor
consume di foglia di tutti gli altri. Nel case di parita, tanto
pel priiuo die pel secondo premio, la sorte decidera. 1 varj
gradi di diritto, o la parita si desumeranno dai risultati
registratl uella tabella A.
La distribuzione de' succennati premj avra luQgo in un
giorno determinate uon piu tardi del decimo dope fatto
il raccolto de' JdozzoH. In tal giorno si con voclieranne nella
casa padronale tutti i coloni socidali e ad alta voce si
leggeranne lore i risultati registrati nella tabella ^4 , e si
cenferiranno i rispettivi premj , numerandone I'ammentare
premesso. II premiato col secondo premie rimarra esente
eziandie dal compensare il quantitative di foglia consumate
oltre il termine preventive di censumazlone, quando pero
r ammontnre di questo e del preniio assegnato riunni
lion giungano a parificare la totalita del prime preniio ,
nel qual cnso sarii tennto esente soltanto dalla met.^ di
esse compenso.
L' autore centenipla il case di qualclie frode per parte
de' coloni , sia nella tlandestina sestituzione di altra se-
mente , o nella sottr^zionc de' bozzoli, e stabilisce sotto
la forma e iiatura di patto delle penali . o coinpensi da
DELIA FOGLIA DE CKI.SI, ecc. 207
esigersi senza ricorrere a' tribunali. Lu cjual cosa per ve-
rita snppone una docilita e boiiarieta ne' coloni piu tco-
retica die pratica : e noi crecHanio prima di tutto ardua
e difficile la prova della frode ; difficile la coafession nel
contravventore; difficilissima la condiscendeiiza in lui di
sottoporsi alia pena. In ogni modo 1' autore trova prati-
cabilissinio cjuanto propone.
Passa r autore a fare 1' apologia del suo sistema econo-
niico niostrandone i buo^ii efFetti, ma quelle che piii im-
porta , cgli dice , die avendone comunicate le sue idee a
certi signori Conti , essi lo misero in praiica in una loi'o
tenuta nel couuine di Arluno. Egli da quindi i risultamenti
delle loro esperienze con una tabella eseguita giusta il
sistema dell' autore, la quale tabella porta seco un nuovo
grado di liducia e d'importanza , poiclie i dati in essa re-
gistrati non sono ipotetici, ma di fatto. Ecco dunque come
r autore espone gli esperiinenii ■ del signor Gio. Battista
Cond eseguiti sotto la soprintendenza del cugino di lui
Carlo Beretta , gio vane, die' egli, di abilita, zelante e pa-
ziente.
Ultimata, die' egli , la covatura della semente , furono
divjsii baclii In tredici porzioni, dodici delle quali furono
distriljuitc ad altrettanti coltivatori,' ed una fu educata
dallo stesso signor Carlo Beretta nella casa padronale.
Questa partita che si regolo a tutto rigore di arte, e per
la quale pure era scrupolosamente osservato ii sistema
nmministrativo dell" autore, fu destinata a servire di crite-
rio per gli altri coltivatori, ed era percio ad essi osten-
sibile in qualunque ora del giorno.
I risultati linali di questa coltivazione vedonsi registrati
nella seguente tabella.
208 AMMINISTRAZIONE ECONOMICS
V
RjAssuNTo delle partite coloniche
rlferibill alia
c»
nel comune i
Cognomc e Nome.
Bachi
ill ragione
Foglia
(li gelso
soniniini-
Bozzoli
raccolti.
Coiisunio vero
di foglia
ogni libbra
Ac
di c
zioi
cli seme.
strala.
cli bozzoli.
espe,
on« dtn.
libbrc once
iibb.
once
lib. once
/;6.
Casa Padronale . .
I 13
i33i 14
98
14
i3 i3 y.„
1 5;
Saleri Gio.,massaro
2 lO
33i8 7
148
—
i5 18 73/;^^
Bdttini Paolo, pig.'
I 12.
1393 ■ —
88
14
1 5 20 '%,,
Cassani Giuseppe .
I 8
1234 8
76
—
16 6 73/^^
Nebulone Giovanni
I 12
1407 —
84
14
16 18 ^y_^^
Morazzoni Yincen.
20
863 —
5o
—
17 7 ^y.o.
Cassani Carlo . . .
— i8
783 14
43
14
n 8 'V.oo
Cattaneo Francesco
23
1018 —
58
14
17 "-y-oe
Barate Carlo . . .
1
1134 9
60
—
18 30 «/.„,
Barate Antonio , .
I 4
1 1 38 —
57
—
19 37 —
Antonino Giuseppe
33
1133 30
54
14
20 17 ^y.„o
Cassani Pietro . .
— i8
848 20
41
—
20 19 ^V.oo
Rosa Carlo ....
33
ioo3 7
47
—
2 1 9 "/.oo
l5 13
15544 1 5
906
14
=i
DELI.V FOGLIA UJi CELSI , CCC. 20Q
ij de' bachl nclla posscssioiie del sl^nori fratelll Conti
tV anno 1824.
Foglia
piu consumata
da
conipciisarsl.
OSSERVAZIONI.
5o
19
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36
I
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'9
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26-1-
288
220
283
19 'L
i5 —
^ —
i835 18 '/,
Ba qiiesto quailro emerge primo, che Saleri e Bottlni
lianuu meglio ilcgll altri coitivatorl seguite le legole di
biicjii governi), c quelle (11 amiuiuiitraziojie ecojiomica
deila fiiglia; e che iiel caso dell'asieguamento di pre-
mio , il preniio secondo sp«ltterel)be a Saleri, non
avendo luogo pel piesente anno 1' assegnamen'to del pri-
mo pi-emio, non amnietlcnvloii a coucorso la partita Pa-
droniilc Secondo che Cussani Carlo e Caltaneo Francesco
hanno consunto, e vero, maggior foglia del bisogno ; nia
con->iderando che per la niiuacciata scarsezza di foglia
hanno cpiesti dovuto gettare 1/24 circa de' loro baclii al
termine della cjuarta eta, e che il j}febulone ebbe ad osscr-
varc fra' suoi bachi alcuni giuLlonl , non e il loro consn-
mo gran co;a cccedenlc: lo ste^so riflesso e applicabile
anche a Borate Antonio, Ant onino Giuseppe e Rosa Carlo,
i quali avendo gettato all' incirca 1/16 dei bachi come
sopra, il loro consumo si avvlcina scnsibilmentc ad una
mi^ura plii proporzionalc. Non c percio che non debhano
metterii in avvertenza per 1' avvcnire, e sorvejliarli nel
venturo anno. 11 Cassani Pietro che non ha gettati hachi
e il pin riprovevole.per I'eccedente consumo, e dovra
piu degli altri sorvegliarsi , e frenarsi per 1' avvenire.
Alcuni vollero sj)iegarc il loro consumo col titolo
di avere essi delle abitazioni frcdde , e di aver iii-
contrate neil' ultima eta de' liachi le frcdde e ven-
tose giornate del mezzo giugno. Ma quejsta scusa non
c logittima, giacchc il buon coltivatore sapendo che
in ba^fa temperatura i bachi non maiigiano con
grantle voracita , deve andar pii'i guardingo , e piu
ccoiionio nella quantita di foglia che assegna a cia-
scun pasto, onde non si abbiano ad avere grandi rc-
sidni di foglia non mangiata che aumeatano il volume
dc'lctti, cd cfpongono a gravi pericoli la collivazione.
Jl tolale raccoko de' bozzoli sta qui in ragione ili
li'-'bre 58, once 14 per ogni oncia di seme, questu
sendirera, ed e difatto scarso ; raa a questa scarsczza
ha in molta parte contribuito 1' aver dovuto l^isci.ire
i bozzoli sul bosco alT incirca giorni i5, gli ultinii
de' (jii.di ventosi , hanno portato ini eccessivo ]>i-o-
sciut;-;nicnto , in modo che per adequate furono iie-
cessarj bozzuli 420 a costituire una libbra donee 28.
Wihl. iLuL T. >.XXV1!.
14
2IO A>UMIN1STRAZ10NE ECONOMICA
Ncl premesso riassunto si vede , die la perdita in inon-
dature della foglla de' gelsi eiiiersa al sigaor Beretta fu di
lilib. l5, one. 12 circa pev cento, per cui T adequato di
consiunazione risnlto di lihb. i5, cue. 9 di foglia naiurale
per oi^ni llbbra di bozzoli.
Nella casa padronale si ottenne la lilibra di bozzoli con
sole libb. T3,onc. 1 3 e a/'ioo di foglia; e presso i coloni
Soieri e Botti.ai che fiuono i piii docili ed economi , il
consume reale non ha ecceduto clie di j^oclie once 1' ade-
qnato slabilito.
Dobbiamo conipiangere una circostanza che toglie al-
quanto alia fiducia ed esattezza di questi calcoli , ed e
quella gia accenaata uelle osservazioni della taljella , cioe
di aver fatti geitare ad alcuni coloni de' bachi per la nii-
iiacciata scarsezza di foglia, per cui non si possono con-
siderare piu che come approssimative le risultanze di
alcune partite. Nulladimeno non si puo negare die questa
tabella non ofFra utili lumi per le altre partite non sog—
gette a tale inconveniente , e principalmente per quella
coltivata dal diligente ed esperto sigoor Beretta; il quale
con one. i5, den. 12 di semente consumando libb. i5544,
one. i5 di foglia ha prodotte libb. c)o6 , one, 14 di bozzoli
da n." 420 per libbra. Ha dunque libb. 1002, one. 24
circa di foglia per oiicia di semente contro il raceolio di
libb. 58, once 14 di bozzoli, ciascuna liljbra de' quali e
costata in monte poco piii di libb. 17, one. 4 di foglia
naturale. Se i suoi bozzoli fossero stall del peso di 36o
])er libbra (come avviene de' migliori ) egli avrebbe avuta
la soddisfazione di raccogliere collo stesso numero di ba-
clii , lib]}. 68, one. 7 di bozzoli per ogiii oneia di seme, ed
in allora questi bozzoli non gli sarebbero costati die
libb. 14, one. ao circa di foglia per libbra (i).
(1) Faremo qui osservare al nostro autore che se i bozzoli
del sig. Beretta avessero avuto iiiaggior seta, e per consegiienza
inaggior pe.so , prubTbilinente i bachi avfebbero mangiata una
quantita uiaggiorc dl foglia, ed avrebbero quindi portata una
difFerenza nel siio calcolo i])Otetico ; imperciocche genf raln-.ente
jarlando il bozzolo quarido e duro, consisterite e ricco di 60-
stanza stiica , lo e sei ipre in proporzione della salute del baco
e della quantita di ioi:Ua da csso mangiata ( Nota del Com-'
pilaCure ).
DEtLA FOCLIA. DE CEL8I , eCC. 3 1 I
Se dunque dal consumo reale di foglia verlficatosi ia
lib. 17, one. 4 per ogai libhra di bozzoli raccolti si fac-
ciano le opportune deduzioni per la porzione di foglia
inutilmente maiigiata dai bachi gettati a periodo inoltrato
di eta, e se si faccia riflesso al numero di bachi che do-
vettero lavorare e formare una libbra di bozzoli , si vedra
dice I'autore, che le risultanze pratiche di questa coltiva-
zione assai ragionevoliiiente si avviciiiano agli estremi ia-
dicati nel proposto metodo di ammiaistrazione , e consi-
derare si possono non come ideali , ma aveiiti la sanzione
deir esperieiiza.
La difFerenza poi che passa tra il consumo vero del
Soleri e del Bottini , e quello dei tre ultimi, Antonino ,
Cassani e Rosa mette il suggello in conferma dell' utilita
del sistema dell' autore. I bozzoli raccolti dal Saleri e dal
Bottini sono costati fra libb. i5 , one. 18 e le libb. i5 ,
one. 21 di foglia; mentre gli altri sono ascesi oltre le
libb. 20 , one. ^'J , e le libb. 31 , one. 9, che e qnanto dire
cinque buone libbre e mezzo di foglia di piu. Se 1' ade-
quato di consumazione non fosse stato congruo , come
avrebbero potuto i due primi avvicinarsi di tanto? E se
questi lianno saputo dare una libbra di bozzoli col suc-
cennato consumo, perclie non lo potevano e non lo do-
veano anclie gli altri che ebbero sulle giorualiere sonniii-
nistrazioni foglia di (juaiita eguale a quella de'loro colleghi?
lliportereuio qui le tabelle delle quali si e fatta parola
nel corso di questo articolo, lasciandovi come sono anclie
le dilucidazioni dclT autore.
21 J
AMMIA'ISTR.VZIONE I'CONOMICA
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DELL A FOCLIA, DE GELSI, OCC.
2l3
Tabella induaiUc t approssimativo conswno giornaliero di
foglta natiiralc per la nutrizione de bachi nati da uii oucia
dl seme ncl giro delle sue cinque etd , ritenuto il di lei
calo in moiidature al i5 per cento.
Prima
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Seconda eta.
Terza eta.
Quarta eta.
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RIASSUNTO.
Prima eta lib. 7
Seconda eta » 18
Terza et.\ » 56
Quarta eta » 168
Quinta eta » 8co
Totale lib. ic5o
one. 14
» 14
La presente tabella si e redatta con poche variazioai dlc-rro la scoKa
tlelP immortale opera Dell' arte di governare i bachi del celebre conte Dan-
dolo , che con somma peispicacia ha indicata e stesa la storia naturale di
questi utilissimi bruchi. Non vi fu fenoraeno atteneutc al loro modo di
esistere , che da esso non sia stato con grande- accuratezza osservato e de-
scritto. Dandolo fu un genio in varie parti dell' agricolciira , e specialnienie
in fjuesta : le di liii opere che mentre egli viveva non gli procacciaroiiii
da' 8U0I concittadini la stima e la gratitudine uieritata , saranno forse 1111
testo assai piu venerato nella posterita : e qiicsta la sorte riservata in ge-
nerale agli autori viventi , e tanto piu a c[uelli che con franchi voli tra-
scendono la linea dclla niediocrita : io doveva all' amicizia ed alia bonia
con cui I'illusrre defunto mi onorava rpiesto teaue tribiito alia di, lui teuera
ricorilnnza.
214
C
AMMIXISTBAZ.IONK SCONOMICA
Dare.
Garibolcli Paolo pigionante.
i8a . . .
Bachi consegnati in ra-
glone di semente one. i '/,,
FogUa somministrata.
Maggio 4 lib.
5 "
6 /
7 •••••• "
Totale foglia som-
ministrata lib. 1259.21
Compctenza con-
troscritta . » 1026. —
Foglia da com-
peii'^arsi . liit. i33. a I
A V B R E.
Bozzoli raccolti e con-
segnati .... lib. 65
Ritenuto T adequate di
consumo emerso nel
corrente anno dagli
esperinienti a lib. 1 5
once 22 di foglia
ogni libbra di boz-
zoli, ne spettano al
raccoltodilib.65 lib. 1C26
DKLLA. FOCLIA DF.' GEL9I , eCC,
ai5
D
Tabblla diinosrrathia del comumo di foglia vaturale per nutrire
i hachi di un oncia di seme col prodouo di sole libbre 70 di
hozzoli , per ritrovare qaanco se ne debba consumare approssi-
maiivamente per ciastuna libbra di bozznli diecro le diverse pro-
porzioni di calo , cui la foglia naturole soggiace in. mondaCure.
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Calo in raondaturc
Foglia naturale
Quota di foo
lia naturale
ogni libbre lOO
ocrorreaie per uii'oncia
per ciascu
na libbra
al foglia iiitilralc.
di seme di bachi.
di boz
20li.
Libb. 5 per 100
L.bb. 955 7%i
Libb. ]3 one, 18 j
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2l6 AIVIMlNISTUAZIOjSE EOONOMIC.V
Si ("; (|ii\ calcolato il c.nio ia moiidature soltanto in Hu-
meri intieri , cioe cU libbra in lil)|)ra , evitando il contegji,io
di tntte le intprmedie fVazioni , giacclie , oIti-e al riusciic
assai lungo , sarebbe stato di poco ntile. Non conviene
pei-6 ti-ascnrarle in tutto; e prrcio bnstera di tenerne conto
allora soltanto , che il nnniero delle once arrivi ad uno ,
due o tre quarti della libbra ; ed il calcolo riuscira poi
anche facilissimo : presentandosi uno di questi casi , ecco
come dovra. regolarsi per rinvenire il quoziente clie si
ricerca. Si scriveranno Tuna sotto Taltra le quote attri-
buite a ciascuno de" due nuaieri intieii , fra cui emerge la
frazione, e si marcliera la dilTerenza cbe passa fra di esse.
Di questa difTerenza si fara aggiunta del quarto , della
meta o dei tre quarti alia quota spettante al numero in-
tiero ininore , e si avra il totale ricercato come al seguente
liseinpio.
Sia da ritrovarsi la quota spettante al calo
del i5 '/j per loo : i due numeri intieri, fra
cui e posta la frazione sono il i5 ed il i6.
Al calo 1 5 corrisponde la quota di . . libb. i5. 7
Al calo 16 >• 1 5 . 1 2
DifTerenza libb. — . 5
io dovro dunque aggiungere la meta delle one. 5,
cioe once 2 '/^ alle libb. i5 once 7 , ed avro,
die la quota spettante al calo di libb. i5 '/,
sara di liblire 1 5 oace 9 '/-, .
Le cifre della prima colonna indicanti il calo in mon-
dature ogni libbre i to di foglia rappresentaao la scala
degli adequati. Stabilito in ogni anno coi tre prescritti
esperimenti quale sia V adequate die gli appartiene , si trova
tosto alia colonna terza la corrispondente quota in foglia
naturale per ogni lihbra di bozzoli,
I totali esposti nella colonna seconda in foglia naturale,
ossia quale e tratta dall' alljero , si ragguagliano tutti a
libbre 908 di foglia mondata.
Neir assegnare alia colonna terza la quota di foglia na-
turale competente ad una libbra di JjozzoH , si sono tras-
curate le frazioni di oncia, ronducendo il loro calcolo ^a
risultati poco significanti.
nEIXV FOCLIA. DE CFX«;i , OCC. 217
Chiudc r autore rjnesto opuscolo con mi' appendice li-
sguardaute due oggetti impoi-tahti de'' quali ragguaglierenjo
esattanioiite i nostri leggitori. L' aiitore cliiaiiia crronea ed
inntilmente costosa la pratica oniiai universale presso i piu
diligent! coltivatori di gelsi , di vestirne cioe il loro fusto
con canne , o paglia od altro , dicendo clie il gelso e nna
pianta esotica , proveniente dalla Cina , die e quanto dire
da un clima dove il sole e niolto piu ardente , e che puo
e deve gradir meglio i cocenti raggi di esso che non I'om-
bra della fasciatura. L' autore non dissinmla i vantaggi che c
si decantano e suppongono dai segaaci di siiFatta pratica,
ma li contraddice tutti e sostiene che le piante parasite
che nascono sul tronco de' gelsi lasciati scoperti sono
efFetto della cattiva coltivazione , cioe della troppo indi-
screta ed ingorda sfogliatura , delle ofFese fatte coll' in-
conslderato contorcimento de'Ioro rami, colle piaglie fatte
al pedale del tronco , col poco diligente piantainento of-
fendendone le radici o ponendo i gelsi in terreno poco
fecondo o ingrato alia loro vegetazione , ecc.
Siccotne questa opinione si oppone ad una usanza cre-
duta da niolto tempo salutare e clie da moltl agricoltori
si considera anzi come 1' indizio essenziale di una dili-
gente coltivazione, avremmo desiderato che I'autore I'avesse
corroljorata con molte esperienze e con molte prove di
fatto sue proprie ; nia dobbiam confessare clie in questa
parte non e molto provveduta la sua Memoria, Vero e
che alia pag. 82, dice = « Da molti anni ho fatte nume-
>> rose piantagioni di gelsi , che ho allevatl senza yestia-
" rio , ed iio di presente confront! tali ne' miei poclil beai,
yi ed in qnelli de' limitrofi possessor! da convincere anche
» i piu ostinati, che lo sfrondamento troppo sollecito dei
') gels! d! recente piantagione , con quant' altro di malfatto
>i v! consegue , e la causa forse unica e vera del ritar-
)/ dato sviluppo de' glovani tronchi , anzi del loro intri-
" stimento , e del predominio sovr' essi de' licheni e dei
" nmsclii , per cui non presentano che un tutto avvizzito,
>> inveccliiato anzi tempo e prossiino rjnindi a divenir preda
" delle iiamme , a thspetto anche del vestiario che se Ic
» va ( che si va loro) ogni anno rianovando o rattoppando
" con inutile e gettato dispendio. •*
" II gelso di nuova piantagione, soggiugn' egli , cui con
" niano prudeiite , annualmente , o in antunno od in
aiii AMMIXI^TRAZtOXE ECONOMICA
>i prlmavera si limitlno i rami Insciandolo pero d" anno in
>> anno pii'i ricco fino a darle ( dargli ) una conioda , sim-
» metrica e soddisfacente disposizione , cio die si ottiene
ti nel giro di sei in sette anai , ingrossa rapidamente il
" proprio fnsto , e presenta nella superJicie e ne'i'ami un
>i tutto iiisieme di robnstezza e rigidita die si oppone alia
" invasione de' lidieni , e resiste Tiiaravigliosaiiiente agli
" estremi delle stagioai, senza ohbligare il proprietario ad
" estranee spese pel sno vestiario : a cjnesto punto di eta
ff»> ( di sei o sette anni dopo la piantagione ) e di vegeta
» salnte egli e sfrondabile senza teina di nocumento, sem-
" predie soltanto per T avvenire se le ( gli ) vada pe-
" riodicnmente accordando qnalclie annata di riposo ».
Ma noi avremmo desiderate die P autore circostanziasse
alquanto piii particolarniente coteste prove di fatto , e ci
dicesSe, p. e., se alibia provato sopra qualclie centinajo di
geisi posti in un terreno eguale , in una posizione eguale,
in circostanze eguali a lasciarne vestiti alternativamente
e s vestiti alcuni , e se dal confronto siasi potnto rilevare
la verita della sua massima. Noi pertanto die non disprez-
ziamo in nessuna nianiera e 1' asserzione dell' autore e le
ragioni die adduce in sostegno di essa , ahliiamo ordinate
sui nostri fondi un sifFatto esperimcnto a datare di questo
anno (iSaS), e ne renderemo ragione a tempo opportune.
Imperciocdie invalsi noi delP utilita di vestire i geIsi ,
pratidiiamo con amlDizione e con molta spesa questa co-
stumanza , e ci sarcbbe caro trovarla erronea e svantag-
giosa.
L'altro oggetto di questa Appendice trae argomento da una
nota del prof. Gioliert di Torino , apposta aile Istnizioni
rlementari d' ngricoUura (]el Fabbroni , nella quale parlando
de" 1-iacbi si esprime come segue alia pag. 280 ( edizione
del Silvestri di Milano ). Ciovn qui di avvisare che allora
quaido dopo la quarta niuia i hachi da seta hanno man-
giato due 0 tre giorni soltanto , e non sono per conseguenza
mnturati a quel segno indicato dall' autore , quando a que-
st' epoca manca la foglia di tjioro , 0 che e ad un prezzo
eccessivo, e un errore gettar via i vermi; si chiudono esat-
tamente con tele , e senza ulteriore alimento montnno e for-
mono il loro hOzzolo. Quesio fatto fu, in questi ultimi tempi
confcrmato presso di noi da infinite esperienze. =
DFLL.V FOGLIA DK CELSI , CCC. STQ
II nostro aatore fa colpito alia lettnra dl qnesta postill.i
e non vi presto fede, e A'olle colP esperienza conoscerne It
verita. Ma aiiche ia questo suo tentativo tutte le rircostanze
noa favoriscono quell' iiitera fede crltica che si desidei'a
alio scioojlinieiito di un fatto contrastato da due diverse
opinioni. -L'autore scelse 24 baclii de' meglio costituili , mn
la scelta fu fatta tra Jjachi generalmente poco vispi e poco
robusti per csserne stata la cura precedente |ioco esatta
ed attiva. In ogni modo cglL vi pose i 24 bachi ia appo-
site panierino e li ando nutrendo con 5 pasti al giorao
di ottima foglia nei tre giorni successlvi air ultima niuta ;
vi aggiunse due pasti di piu al maggior teruiine iadicato
dal prof. Giobert , poscia praticato all' ingiro del panie-
rino un leggiero bosclietto di rrramigna cliiuse il coperchio
o pose il tutto sotto cnstodia alfincbe nessuno avcsse a
recarvi molestia. Nel settimo giorno il silenzio interno del
paniere eccito 1' autore ad aprirlo per sapere se nasoesse
dair avere i bachi formate i bozzoli , o fosse silenzio di
niorte ; egli li trovo inerti , inacilenti, moribondi ^ quattro
giorni dopo erano fatti cadavere.
Ad altri 12 bachi destinati alio stesso esperimento ofFri
il .solite pascolo non per tro soli giorni , ma per sei dopo
la quarta niuta. Aperto il paniero dopo Tottavo giorno di
reclusione e prigionia ritrovo due soli bachi morti , e dieci
bozzoletti , due de' qitall imperfetti, ed otto di tessitura
assai debole , ma tuttavia migliore degli altri due.
Altri 12 bachi fnrone rinchiusi dopo sette giorni intieri
di nutrizione come sopra , e questi lavorarono dei bozzo-
letti alquanto piu voluminosi e di un tessuto sensiljilmente
piii conipatto de' surriferiti.
Tutti gli altri bachi fratelli di questi furono nudriti fine
al termine regolare della quinta eta; montai'ono sananiente
i boschi , e lavorarono bozzoli dl tessuto mediocre, colorati
quaii in gialle , quali in verde piii e nieno oscuro , ed
il rimanente bianchi. Bisogna notare, cio che T autore ha
indicate da principie , e che noi abliinmo oniesso , cloe
che la semente era originaria della Spagna , e che si col-
tivava per vederne la qualita. L' autore non ne rimase
contente , e dice che siffatti bozzoli non hanne altro me-
rite che di essere di straniera provenienza. Non si dimen-
tichi perb che la coltivaziene di essi fu soggetta ne' suoi
primordj a qnalche disordine e trascuratczza , la quale
U0.O AMMIXISTR\ZI0NF. EOONOMICA CCC.
puo essere stata originc audio della trista salute do' baclii
e della scadente qualita del loro prodotto.
L' antore entra in scguito nol ragguaglio liidividuale del
peso de' bozzoli stati prodotti no"' suoi esperimciiti, e noi
crediamo inutile entrare in cosi minute particolarita , con-
tentandoci al nostro scopo de' rlsnltati , i quali non sono
favorevoli airasserzione del professore di Torino. Per ve-
rita e accaduto qualclie volta anclio prcsso di noi die i
baclii fossero niandati al bosco digiuni degli ultimi tre o
quattro pasti per estrema penuria di foglia ; ma piu fu-
rono i pasti negati , piii deboli e leggieri fnrono sempre i
bozzoli , e dove mancarono piu di quattro o cinque pasti
il raccolto fu quasi nullo.
a2.i
Metodo per correggcr-c le altezze eccessive delle Pescaje ,
e per migllorare gV idraidlcl edlfizj per mezzo prln-
cipalmente dl catcratte osciliaiiti, pioposto dal dottor
Francesco Focacct , pubhlico professore dl matemati'
che pure cd appUcate nclV I. c R. Accadcrnia delle
belle artl dl Firenze. — Firenze , 1 8 1 6, presso Gu-
glielmo Piatti, in 4.°
N.
EGLi Otto aniii da die questo libretto fu fatto pubblico,
niuao si e occupato d' esarainai-lo ; e noi forse non ce ne
occuperemmo adesso se non si trovasse intiodotto in una
Raccolta d' autori die trattano del moto delle acque (*), che
deve servir di norma agl" Italiani nell' arte difficile di go-
vernarle. Ne a cio fare ci muove la premura di sindacare
gli altrui scritti, e di contrastare all' onore che piacque a
taluno d'accordar loro; ma bensi T altra di tenere in guar-
dia i meno cauti dalF affidarsi serapre a quelli per tal mode
apprezzaii e distinti : premura , piix che in altri tempi
nel nostro opportiina , in cui le rnccolte in genere, pro-
digiosamente moltiplicate cd estese , sembrano divenute
1' oggetto piu tosto della privata, che della publjlica utilita.
il priino rilievo che avvenga di fare Icggendo il libro
del signor Focacci , e la trascuratezza dello stile, e si e
riscossi dalle frasi la societa degli uotnini (3) (**) ; V uso
di Qustare .... non gustoso ne convenience (4): d'Apulejo,
e degli asini suoi compagni (8).- mulini a braccia, ed a
bestia (9) .- rawolger nella mente il pensiero di fare il ten-
tativo, onde vedere di trovare (41): per la gid patria del
gran luminare (43); orizzontarsi , o cadere (62), ecc. ecc.
La sintassi yI e generalmente intricata e contorta, e s'abbia
di cio un esempio nel parngrafo 4.3 che riportiamo per in-
lero. i< Questi edifizj conosciuti coi nomi di Midin nuovo
» di Ponte ad Elsa , di Capo Cavallo, delle Volpi o del Co-
» mune , ossia di Bocca d'Elsa, quattro de' quali, cioe il
(*) Raccolta degli autori moderni ecc. Vol. II pag. ii3. Bo-
logna, 1824.
(**) I miim-ri arabi cbiusi fra pareiitesi riportano i paragi'afi
deir opera.
■2'J.-i. IIETUDO I'LR COlUtEGGKKK IE ALTEZZE
>i Midin nuovo , del Ponte-a-Flsa , delle Volpi , e del Co-
!) mune spettano ciascuno respettivamente alle nobilissime
•J iioreiitine fniniglic ile'conti Bardi, degli Arlandini , dei
•> Ivondinclli e de'Pazzi, e T altro di Capo-Cavallo alia
!) f.iuiiglia Bucalossi di que' dintorni stata per il passato
>> assai conloda, e dimorante al presente in una ahitazione
!• annessa all' istesso inuliao; per essere soi)ra uii iiume
>> ablioiidante d' acque peienni , e quasi silnato nel centro
>, del Yaldarno di sotto , e precisauierite all' iuihoccatura
!i delle due rej^ie stratle Livornese e Travcrsa-Romaiia,
II clie jjassa pel Cabtel-Fioreatino, e per Certaldo, ossi.i
•> j er la gi.i patria dei gran luniinare &opravvertito ( il
» Boccaccio "), celebri oraniai son diveiiuti fra noi, noii
(' tauto per la loro amichita, mentre raniuieiitati vedoiisi
» in varie carte notariali dei bassi tempi , e nella storia
>' della lunga gnerra di Seniifonte , Fortilizio ora diruto
i> nelle viciuanze di Petroguano , qiiauto ancori per la
!i cospicua toro rendita , e per aver dato luogo a coa-
>i tese e litigj dispendiosissimi ih\ due secoli a quests
>/ parte; preceduti sempre da accessi giudiciall , assistiti
>j da valentissimi idraulici e mateuiatici insigui , e da
y> allivellazioni e niappe di quel troiico dell'Elsa di 7 in
» 8 iniglia circa per la lungliezza di cui son postij atteso
» r essere i niedesimi di massima utilita , tanto pul>blica
^> die privata: perclie son dessi i c^uali provvedono di
» farina la suddetta popolosa provincia non solo, nia
V Pisa e Livorno pur anche, e clie ai bisogni della ca-
i> pitale ancora nelle eslive stagioiii bene spesso suppli-
» scono. » Questa sintassi manca poi afFatto ne' paragraii
4-4 e 57. ^ ^
Le espressioni noa Iiarino spesso ne rigore ne conve-
uienza; e vi s' incoatra : le riccrche dirttie al vantnggio
universale degH uomini formano il migliore cd il princij>ci!e
oggelto delle idraulLche osser^HizLOrii ( tle<tic. ). Cl' idrau/ici
che accoglieranuo il ritrwato ( dell'autore ) pih in graziit
di coloro ai qnali e dedicalo, die de mcriti inlrinscci del
hworo ( ivi j. Lo spirito umano che e^rrcica il propria in-
gegno .... che soddisfa ugV iinponenti bisogni della sua
consenuzione (i). La scoperta e t acquislo del frwnento (3) ,•
hi forza del vento per porre in azionc (lualunijiie mac china
utile alia vita sociale (11). I' Elsa fiu-ne .... quasi silniUu
neieentro dtl I'nldarno di solto e preciscmiente till' tmboccaturet
Ke^E^SIVE delie i'EScaje , ecc. 220
delle rciiic stradc ecc. (43)/ rienipimento del fuime , oltremodo
rilevantissiino (44), cateratte die s' aprono ]>er I' opera-
zione (46), e per f cjfelio (48) tleiracqna: gll anelU, o Staf-
ford (5i),- la desolazione , ovi-ero I' eslerminio (68), ecc. ecc.
La grammatica e la lingua non vi sono risparmiate ,
ed il sig. Focacci scrive: di Dei (2) lavece degli Dei,
offrirli (ivi) per offi ir loro ; valgoiLO (iS) per vagliano;
perse (40) ripetuto uel testo , e nell" errata per perdute :
fosse stato (4.5) per fosse: ringolfi (47) per rigonfianienti :
iiuociano'{i^'j) per rmocuno: cadere (61) iiel senso sostan-
tivo : oscillaine/uo (65) per oscUluzione : smussatura (56)
per smusso : di quarito mat non varra (6a) per di quaiilo
mai varra: confonne pub diinostrare (65) per confonne pub
diniostrarsi: rimovere (70) per abbassare , ecc. ecc.
INe manca laogo a qualtlie coiitraddizione. Si parla nella
ileJica dclle sollecitc cure (de' ):)roprietarj snli" Elga ) ado-
prate per inettere ia esecuzione il progetto delie cateratte,
e poi in un luogo si dice die si va (da loro ) prcpnrando
cib die occorre per portarlo ad effetto (69); in un altro die
essi non turderanno a dicliiurarsi esser pronti a far qua-
hinque spesa per tale oggetto (ivi); in un terzo final-
luente che nulla gli resta a bramare (alTautore) che di
i'cdere il tutto portato ad effetto (ivi). Trattando dell' al-
tezza delle cateratte si previene che I' annatura forma la
(loro) vera altezza (5 3), indi prescrive d'adattarvL delle
tavoie sopravanzanti , o sporgenti I' annatura medesiina dalla
jiarte superiore alia linea de' perni (ivi). L'autore asserisce
*in un luogo non gli esser sembrato die alcuna niutazione
o catnbiamento dalla quale sperar se ne possa un vantaggio
sensibile posset idearsi e proporsi per i meccanisnii de' iiiu-
hni a acqua (3^), e poi ve ne jiropone due essenzialis-
sifui, r auiuento del diaraetro delle ruote e ia riduzione
del fondo delle corsie (wi).
Alcune idee dell' autore mancaiio di precisione; couie
iiaeWei die r acqaisto (del grano ) dovette cangiar costwni e
vita .... alle popolazioni italiane , le quali cercato ave-
vano il loro nutrunento nella rozza quercie (2), clie gli
uoinuii , divenuti possessori delle granaglie creassero I' agri-
coltura (4) : che i iiuiiii df corso stabilii.o .... sono piii
vicini alle magglori popolazioni (35): che V arte di comer-
tire il graao in farina debba riguardarsi come necessaria
per I' cHstcnza dclle cn-iU societa (68), ecc ecj.
•2-2/^. ME'IODO I'KR C01U;r.(;GKUK 1,E ALTKZZE
Altre poi soiio destitute di vcrita; come per esempio :
die gli uomini consacrassero la qiiercie ul priino degli Dei
per essersi cibati di ghiande (2) : clie 11 grano fissava gli
uomini al suoh oce erano nati (3): die la cattiva farina
ottennta coll' n so de'niortari fa causa che gli uomini s oc-
cupassero nel fare il tentativo di scoprire i mulini (7); die
I' agricoltiira e una scienza (3), ecc. ecc.
Egli e poi da rimproverarsi Pabuso col quale quel pro-
fcssore interpreta gli autori die gli occorre dl cltare. A
parte quello di Bacoue die serve d' eplgrafe alT opera, e
die in nulla si rlfcrisce alle cateratte osclUanti^ come de-
sume egll da Ovidio che gli uomini si iiutrivano sokanto
di ghiande, quando 11 poeta parla in genere di frutti
spontanei : cibis nidlo cogente creatis , arbutos foetus ecc. ?
Perche Xenofonte disse videbatur agricu.ltura excitare ani-
mos, ed altrove quum agricuUura prospere succedit , etiam
artes cccterce omnes vigent^ era forse discreta cosa il fargli
dire che gli uomini acquistassero per essa ardire e che donii-
natori si facessero d' o^,iu altra cosa creata (4)? Posldonio
loda il sagglo , perche rerwn naturam imiiatus panem ccepit
facere ■■ P autore fa sogglungere a Posldonio 11 niotivo di
qnesta Imitazione, ed e perclic il ciljarsi del grano tale
qnal era, o seniplicemente arrostito non era assolutamente
}ie gustoso, ne convmieiite (4. 5).
Passiamo alia matematica , giacche Tautore e professore
di matematiche pure. Ed a dire il vero , cio che a tal pro-
poslto sgomenta da prima e il linguaggio. Parlando delle
niacini egli le dice pietre circolari (07) , mentre non sono
che clllndroidi a basi concava e convessa, e definisce la
superlore come ordinata a girure e scorrere intorno al
propria centra (18), e sorretta parallelamente alia gia-
cente (ivi), mentre avrebbe dovuto dire intorno al proprie
asse, lo stesso che quello dell altra giacente. Espresslwie
pill singolare el' altra die le loro snperficie sono respett.iva-
mente concave e convesse alia sbnilitudme d' un cono (19),.
(fuasi che tutta quella dimenslone sia espressa da . una delle
basi, e che un cono possa paragonarsi ad una superficie ! II
seuso e die lo spazio determinato dalle superiicie concava
e convessa delle due macini e cOniigurato allafoggia, non
d'un cono, ma d" una conoide, dilFerenza di due coni della
stessa base e dello stesso asse.
ECCESSTVE UELLE PESCAJE , CCC. 2^5
La ruota idraulica non e nieglio trattata della maciiie.
Per dirci die essa e estesa in grossezza, sulla quale sono
regolarniente clisirilmite le pale, o cassette, s' usa dal sigiior
Focacci la frase die /« circonfcrenza e rifasciata da un
gran cerchio . . . . il quale serve di fondo alle pa'e ecc.
(33), istriienduci de' uuovi teoivmi geoiiietrici die «« gran
cerchio pub rifasckire una circonferenza, servir di fondo, ecc.
Le cassette poi vi si dicono una volta scatole (33), una
volta armille (ivi), alitiso di voci singolarissimo, le une
indicando de' recipienti chiusi di qualiitiqne forma, le altre
de" bmccialetti I Niiovo snggio di rigor matematico ci ofFre
r autore stesso, allorclie proponeado di rendere il fondo
delle corsie de' mulini sottoposto alle mote leggermente
incavato e confi^uraio alia fosgia delle ruote stesse, chia-
nia questi fondi porzioni di cerchio ( Sg 5." ) e li vuole
quasi tangenti ai periinetri di quelle ruote. Si coatinua
colV operazione delT gcqua (46) in luogo d' azione ^ col
fondo delle superficie del fluido ( 48 nota ) per denotarae
il liinite piu basso, ecc, ecc.
S'aggiimga a tutto questo un andamento afFatto trascu-
rato ed illegittimo nelle formole ordiuarie die si riportano.
In un luogo s' introducono delle coordinate, senza indicare
I'origine e la direzione degli assi ai quali si rifemscono (60):
in un altro si fa uso delle notazioni del calcolo ditferen-
ziale ed integrale senza seguirne lo sviluppo (48); altro ve
all' integrazione d' una funzione si fanno precedere i valori
costanti ciie convengono alle variabilis quell' integrazione
comjiita (60) „ ecc. ecc.
Gli eiTori di lingnaggio non vanno disgiunti da qnelli
di dottrina. Infatti la convessita della niacine inferiore
d' un niulino, e la concavita della superlore sono uiisurate
dal signor Focacci dalle superficie respettive (19)5 e ci6
in onta alia geometria elenientare , la quale insegna che
Tuna e I'aitra sono rappresentate da solidi tenninati da
quella superficie.
E con qual dimensione si paragonano mai quelle super-
ficie alle quali cosi erroneamente si riportano que' solidi?
Ad un raggio I Una superlicie niisurata con una lineal anzi
( seguendo la logica deirautore ) un solido con una liiiea I
Perclie poi )ioii possa dubitarsi che tale (a il suo modo
di coniparazione , egli stesso ce lo assicura diceadoci ,
che la superficie convessa (cioe la convessita) della macme ,
HibL luiL 1. .XXXVII. • 10
2:^0 Mr rcDo fer cokreggere le altezzk
inferiore noa eccede rnai la quarantasettesinia parte del rag-
gio , e clie la concctva {\a. concavhh) della siipcriore nori suol
mat oltrepassare- la irentesima parte del medesimo (19).
Se poi , clati due muneri nella ragione del laS al 96, si
desidemsse sapcre qnnl altra ne passa fra la loro somma
e la loro differenza , si sare!)be ingannati dairaiUore il
quale la fa delT ii all'unila, luciitre I^eu calcolando, ri-
sulta poco iiiaggiore del 7 alF unita luedcsima.
Scendiaiuo alia lisica, giacche il sig. Focacci , iusieme
colie mateinatiche ]jnre professa anclie le applicate; e
progredendo al solito , incoiiuiiceremo dal linguaggio.
Le macini sono per esso adattate I' una suit' altra , quasi
senza toccarsi (17), comeche toccandosi aache in un sol
punto esse fossero capaci d''agire; si continua col delinire
depressione delle falde ( dell' acqua ) sid punto della discesa
]jer la sommita d' una pescaja (56) il suo naturale assot-
tigliamento su quella sommita dovuta alia velocita conce-
pita, sceiidendo per il di lei dorso; quasi che quelle cosi
dette falde d' acqua altro esprimano che gli strati ideali ,
e elemeiiti del fluido stesso^ o clie questi elerneuti siano
condensahili, o come 1' autore dice, depriniibdi; pelo sii-
periore deW acqua (60), la sua superficie, quasi che ne
esistesse il pelo inferiore; momenta della forza rovesciante
TefFetto d' una pressione; come clie quello d' una forza
viva potesse rappresentarsi con un momento statico, ecc.
Sono da notarsi i momeniL che si manifestano (60),- i mo-
menti delle parti inferiorl (67) , ecc. ecc.
L' abuso delle voci preyiene poco favorevolmente delle
dottrine , e noi anderemo esaminando per ora quelle emesse
dair autore, e che non riguardauo immediatamente il suo
ritrovamento (14), delle cjuali ultime fra poco.
E seguendo il suo stesso ordine hon possiamo esser
certamente contenti di quelle che ci fa note sull' azione
della macine;, dicendoci egli che si viene in cognizione del
suo effctto dalla considerazione del suo movimento , il quale
resulta dalla velocita con cui giri , e da una parte del suo
peso asMhuo , e cio perche siccome nel girare viene la me-
desima rettci e sostenuta a tocco , e non tocco coW inferiore
dalt albero che la sorregge nel centro ( avrebbe dovuto
dire nell' asse ) , cosi e evidente che la di lei gravitazione
non pub per intero operare per la macinazione de' semi ....
parte che non poco diminuir deve per la rotazione che la
ECCESSIVE DELLK PESCAJE , CCC. 227
anirna. La teoria c assicura di tali verita, ma non ci sug-
gerisce i mezzi necessarj per conoscere con prccisione qiial
parte del peso sia quella che in cib concorre (ai). Cio die,
a pnrer nostro, e clir iiiente. Iiifatii clie la inacinazione
accada per il movimento della niacine e evidente, perclie
una macine imtiioljile non fa farina; e che quel movimento
derivi da una velocita e da un peso e tanto necessario ,
che senza il concorso di- questi due elementi non esiste-
reblie movimento. Clie poi non tutto il peso della macine
agisca sulla macinazione e del pari evidente ; perclie il
peso totale e pioprio della macine in quiete , state in
cui , come avvertimmo , non si da azione. Cio dunqiie
che r auto re poteva dirci , che pero non ci ha detto, e
che la comnne teoria gl' insjegnava, e non la qnantita, che
cio poco rileva, ma il modo con ciii il peso della macine
interessa la macinazione ; ed e notorio che la niacine su-
periore scorrendo la prima sopra i grani disposti nella
regione piii bassa del dorso deli' inferiore, s' eleva tennis-
simamente; indi rotti que' grani d'altrettanto s' abbassa :
quest' ultimo nioto comunicato al trave inferiore su cui
r alljero di quella macine e appoggiato , v' induce una
leggiera flessione restituita dall' elasticity del trave stesso ;
alternativa successiva e continua per cui la triturazione
de' grani risulta piena e perfetta. E clie cio sia lo mostra
r esjjerienza : infatti , sostituito al trave un appoggio in-
flessibile , I' azione di quel nieccanisrao s' indebolisce e
vien meno.
Ed a. ragione quel professore fa parola di questo trave
o pinnetta , un estremita della quale mentre reggesi da ' un
appoggio stabile, sostiensi V ultra mediante an as ta pendente
dal piano ove trovasi la macine (3i): ma egli cade in un
grave errore definendo il vette per tal modo forinato di
terzo genere (ivi), mentre a vero dire e di secondo. In fatti
tutti i liljri elementari di meccanica insegnano che di tal
genere dicesi quello nel quale la direzione della resistenza
si trova fra quella della forza ed il punto d,' appoggio,
come r autore stesso ci avverte accadcre nel caso nostro.
Ed anche senza il comune insegnamento doveva persua-
derlo di cio la cosa stessa , giacche la niacine moljile ,
pesantissiina per se stessa , mentre nel sistenia attuale
oppone una reazione ad esserv mossa minore della meta
del sno peso, in quello asscrito dairautore lie csercitcrebl'S^
aa8 IMFTODO teu coureggkre le altezze
una niaggiore del iloppio , cio clie renderebbe necessarlo
un secondo meccanismo all' oggetto di governarla , ccc.
Fra i migliorameiUi , die come fnuto </e' siioi indcfessi
sludj e delle sue utili ed importanti ricerclie (Dedic. ) il
sig. Focacci propone per gli edituj idraulici esistenti , e
quello di procunire tf ottenere dalL' acqiia ordinata a porli
in azione il mnssimo , o totale urto , o iinpulsione di cui es-
ser possa capace (39). E s' avvcrta die 1' autore iutende
con qnesto , non gia di procnrare all" acqna la suscetti-
Liliti a dare qnesto massiino urto per comunicarne poi
alia ruota la porzione conveniente , ma bensi di ridurre
quella ruota in istato di coucepire quell' urto massinio e
totale. Infatti il miglioramento si riporta a quest' ultima e
si condanna in ^eguito la grave perdita 0 inutil consumo
della forza motrice (ivi). Cio posto, esigere die una ruota
idraulica concepisca il massimo e totale urto o impulsione
di cui r acqua possa esser capace, e lo stesso die A^olerla
costituir veloce quanto 1' acqua stessa , o in altri termini ,
incapace di concepirne 1' urto ; un corpo qualunque non
rendendosi atto al moto , se non resistendo a riceverlo.
Per tal modo 1' cfFetto del miglioramento proposto si ri-
durrebbe a rendere inattivo I'edifizio a cui fosse applicato.
La velocita piii opportuna che debba procurarsi alle ruote
di questa specie e quella die induce il maggior moto uni-
forme nella resistenza, e Tosservazione ed il calcolo lianno
dimostrato die questa velocita ragguaglia presso a poco al
terzo di quella della corrente.
Ma giova combattere il presagiod'un avveniinento sinistro
con cui il sig. Focacci, forse per un eccesso d'amore pel
suo ritrovaniento proposto come un espcdieute onde preve-
nirlo , Yuole sgomentarci. Niuno certamente , egli dice, esser
vipub il quale non, s'avveda, come giornalmente si vada in-
lontro adun tempo ( edahi, con quanta celerita per noi To-
scani specialniente ! ) in cui si dovra per necessita restar privi
del maggior hencfizio che ritrar sogliamo dalle acqiie correnti,
e che tanto penarono gli antichi per conoscerlo e per pro-
fittarne. Ed infatti: come non dovra avvenir cio, mentre
col successivo , e scmpre crescente riempimento deW alveo dei
fiimii si scemano le loro pendenze e vanno a perdersi ancor
del tutto le pill alte cadute d' ccijua., perche si sotterrano ,
ed affogano le pescaje cLe le producono ? E quanti mai non
sono i mulini (per tacere delle altre macchine idrauliche )
ECCESsivE d£i.l:e FESCUE , ecc. 2^9
che in piii luoghi del Granducato si sono per si ( dovrebbe
dirsi perdute ) per tali motivi da varj secoli in qitd conpre~
giudizio de' panicolari e del pubblico (40)? Lungi pei" altro
dal restar couimossi da qaeste miiiacce , doinaadcrcmo
conto piuttosco al sig. Focacci , come egll che professa
la scienza delle acque correiiti, e che iie sciive i precetti (*),
abbia coraggio di farseiie proinotore. Perche gU alvei vanno
riempiendosi , i llumi scemano per qnesto di pendenza? No.
A misura che questa peiideaza per V azione d' uaa causa
qnalnnqiie diniuiuisce , altre cause concorrono tosto ad
aumeatarla, come ne opererebbero la dimiauzioae se av-
venuto ue fosse 1' auraeiito ; ei in cio consiste quello che
dicesi in idraulica lo stabilirsi de' fiunii. Clie importa che
delle pescaje si sotterrino od affogh'no ? Altre ne sorge-
ranno , ed egualmente attive al loro luogo. Getti il signer
pi'ofessore un* occliiata sopra la maggior parte delle estese
pianure contigue ai grandi liumi. Queste pianure furono
gia vaUI profondissime , ove forse esistevaao degli ediiizj
idrauhci e delle pescaje , ora sepolte sotto le imniense
alluvioui che le hanno ripiene: e nonpar questo mancano
oggi pescaje ed ediiizj sulla loro attual superficie. La dot-
trina delle pendenze de' liuini , coUa quale T autore sem-
bra essere in opposizlone manifesta , disvela il fenomeno
di questa alternativa portentosa. Un liume d' una tal por-
ta ta, e sopraccaricato di materia d' una tale specie, ed in
tal quantita esige per correre una pendenza determinata.
Un ostacolo invinciljile , sia locale, sia estraneo , T altera
forse in qualche modo ? Egli vi si sottopone: ma frattanto
quelle cause restando le stesse , un nuovo stabilimento
deir alveo incomincia , e si compie sotto una pendenza
eguale alFantica. Gosi agiscono le alluvioni trattenute agli
sbocchi , le platee de' ponti , le pescaje , ecc. E frattanto
che questa restituzione avviene, le campagne adjacenii la
secondano, o ricolmate naturalmente dalle inondazioni , se
aperte, o artificialmente, e con Televazione contlnua delle
opere di difesa , se arginate. Avviene di qui, che ben
lungi dal restar privi del bL'iiefizio che ritrar sogliamo dalle
acque correnti , ne saremo sempre in possesso , e che (ino
a tanto che esistera il bisogno di far uso degli ediiizj idraulici,
(*) II sig. Foc.icci ha scritto uu Trattnto del modo di dirigere
e di recolnre i fiunii. Firenze pregso il Cavli.
230 METOnO I'EK CORUEGOEUE LE ALTEZZE
avreino scMupro a tlisposizioiie ciclle concntl cnpaci d:
nioverli. II timoie che , i inoiiti cUspoglianclosi ed ele-
A'andosi le pianiire , le acque ccsseranno di corrcre e
d' agire , e uii errore del volgo , a cui chinncpie istruito
nelle leggl della natura e del magistero sublime c!ie le
costitnisce eterne ed iaalterahili fara plauso gianimai.
Tutto cio come nii prclimiiiare all oggetto principale
deir opera di correggere le altezze eccessive dclle pescaje per
mezzo di catcratte oscillanti , e di migliorare gl' idraulici
edifizj. Al proposito di questo mighorainento due souo i
suggerimenti dati dall" auiore , giacclie tali nou reputiamo
quelli di costruir bene i rottami e di poili bene in ceu-
tro ( 3o 3.°), di dispartir bene i denti e le pale (ivi 3.°),
di ben collocare i perni degli alberl sulle bronzine ( ivi 4.°) ,
cose tutte raccomandate in una costruzlone qualunque. E
di questi due suggerimenti il primo consiste nell" accrescere
il diametro delle ruote (89 i."). E facile infatti, osservando
r azione d' una ruota , di giudicare a prima vista che
quest' azione sara di tanto maggiore e tanto piu efficace
qnanto il suo diametro sia maggiore. Ma infatti non e cosi.
La necessita di coordinare opportunamente ciascuna parte
doll' edifizio al maggiore efFetto che debbe ottenersene, sta-
bilisce fra gli elemeati tutti che costituiscono la sua azione
un rapporto costante , che tutti i libri d' idrometria inse-
gnano , e che inutil cosa sarebbe ripetere. Ora se i pra-
tici non hanno abusato di questi princijij nello stabilire
le dimension! di quelle ruote (el' autore noa rilevo
quest' abuso ) , esse sono le sole che convengono all'ar-
inonia dell' insieme , ed ai dati locali ; e qualunque varia-
zione che vi si apportasse dovrelibe riguardarsi come ar-
bltraria , e come in dispregio delle dottrine ricevute.
Non place poi al sig. Focacci che le corsie sulle quail
pendono verticali le ruoie abbiano piani i loro fondi , ma
vorrebbe le loro estremita disposte in porzioni di ctrchio
concertiche ed anco quasi tangenti ai perimetri delle ruote
(39 3.° ) ; o piuttosto , come meglio rilevasi dalla iigura
citata , terminate in una leggiefa concavita, dove un pic-
colo seginento della ruota penetrasse, all' oggetto che 1' acqua
discendendovi , desse alia ruota stessa un urto maggiore.
Ma questo secondo mighorainento non merita,a nostro pa-
vere , maggiore attenzione del primo. J," acqua scorrenJo
lungo le forsie per efFetto della velocita iinpressa. e nulla.
ECCF.SSIVE DELLE PESCAJE , eCC. 23 1
o pocliisf iaio per qiiella dovuta al suo peso , essa dovrebbe
perdere tutta qnesta velocita , urtaudo nolle palette supe-
riori della niota, per abbaiidouarsi all' azioae di quest'' ul-
timo , la sua aatica direzione nou poteiido cangiarsi nella
nuova che per tal modo : di qui uu ritardo ed uq re-
^urgito presso la ruota stessa , che s' estenderebbe ad una
distanzj^ notabile iiella rcgione superiore. E qual sareljbe
r effetto sulie palette iuferiori di qnesto strato sottilissimo
d' acqua else scorrerebbe luugo il foudo curvo ridotto alia
sola azione del suo peso , aumetitato al piu dalla pressione
del fluido regurgitate? Una correiile d' acqua e ella forse
un corpo contiuuo e flessibile , clie si conforaia , senza
alterarsi , alia superilcie su cui trascorre ? S'aggiuuga che
la maggior velocila acquistata dal flniJo uella parte discen-
dente di quella concavita si distruggerebbe neirascendente,
cd aiicor per questo motivo nuovo ritardo , nuovo regur-
gito, ecc. ; talche ci sembra di potere asserire che il mi-
glioramenLo proposto , applicato che fosse , si cangerebbe,
air efFetto di cui si tratta , in un notabile peggioramento,
Frattanto eccoci alle cateratte oscillantL U" idea di queste
cateratte non e nuova , e si trovano proposte in varj li-
l)ri elementari d' idrometria , e particolannente negli Ele-
menti di fisica-matematica de'' ¥F . Cauovai e Del-Ricco (*),
stampati tre volte in Firenze , e cio credianio pin per eser-
cizio degli studiosi , che per un oggetto d' applicazione e
di pi'atica.
II sig. Focacci ha avuta un' idea piu estesa: ed animato
dal desiderio di por gli uomini al siciiro di non perdere quel-
V inimenso benefizio che dagli edifizj idraulici presenteinente
ritraggono (40) , ha iramaginato d' applicare le cateratte
oscillanti, le quali (non sappianio quanto modestamente )
riguarda come sua invenzione (46) a sostenere ed a uioderare
r inipeto de' iiuiui , annunziando che , laddove esse fos-
sero istituite, le torbe danneggiar non potrebbero i terreni
adjacenti (70) , e che le cadute , o caricld d' acqua pci
(*) « Costruir di fiance ad un fiume una cateratta regolare ,
>> die poteudosi liberamente nioversi intorno a due perni stin
» cbiusa da se niedesiaia nello stato permanenre del fiume , e
II da se stessa s' apra ne' soli tempi , o di plena, pei- colmare
» un terreno , n d' aridita, per irrignrlo. » Edizione terza, vol. i."
png. ao2.
a33 METODO PER COURKCJGKKE LE ALTEZZE
mulini saranno notabilniente accrcsciiite (ivi) ; rilevant.issimo
essendo poi e quasi infinito il benefizio cht gU uoniini ri-
trar potrcbbero da tale scoperta (ivi).
Ma sedotto da uii' immaginaziotie vivace, che gli faceva
travedere estesa cosi lungi V utility della sua applicazione ,
il sig. Focacci diinentico qualclie preliininare avverteaza,
che poteva farlo guardingo suila dillicolta dell' applicazione.
Infatti , nieditando snir idea prima di c(aeste specie d' or-
degni , egli avrebbe rilevato che essi eraiio proposti come
regolatori de' diversivi destinati a tratteaere le acque rae-
die , ed a dar passaggio alle elevate ed alle basse , nel
primo caso per colmare i terreni adjacenti , nel secondo
per irrigarli;, efFetti ai quali e sufficiente la pressioiie delle
acque stesse correnti in direzione ad essi normale. Ma ri-
movere queste cateratte dalle sponde d' ua fiume , tra-
versar con esse il loro alveo , esporle al giuoco delle grandi
escrescenze, ecc, ell' era tal cosa da porne in soggezione
r analista e l' idranlico piii sperimentato per prevederne
e per garantirne il regolare movimento.
E tuito ci6 nell' ipotesi che la scienza ofFrisse mezzi
all' idranlico ed all' analista di rlsolvere 1' astrnso pro-
blema ; che cosa dovra dirsi poi se rileviamo che questo
problema , non piii discendente dalle seniplici dottrine idro-
statiche, si avvolga neile teorie dell' urto de' fluidi , teorie
piii speculative ciie fisiche , di rado ed incertamente mo-
derate da una difficile esperienza ? E sarebbe egli uii
prnmovere il pubblico e privato bene (7) , ed il vantaggio
delf industria georgica (76) il far dipendere 1' attivita di
costosi edifizj, e la sicurezza de' terreni adjacenti da' resul-
tati d'una tal teoria , che possono non convenire con quelli
della natura ?
D' egual peso fu pel nostro autore la dimenticanza, che
quelle cateratte si proponevano disposte lateralmente ai
fiumi ^ perche , stabilitasl quivi la corrente , ne rendeva
costantemente espurgata la soglia : altrimenti , fatto luogo
alle ordinarie deposizioni lungo la soglia stessa, per quanto
rigoroso e legittimo fosse il modo di prevedere e di va-
lutarne 1' azione , qnesti ostacoli indeterininabili ed even-
tuali ne distnrberebbero 1' attivita e 1' esercizlo.
E tale appnnto e la coiidizione alia quale il sig. Focacci
le sottopone col suo progetto. lafatti , collocate nella re-
gione dove quelle allavioni trascorrono piii elevate e piii
KCCESSIVE DELLB PESCAJE , CCC. a35
gravi, e la material presenza di que' riparl costltuendo ap-
punto il motivo piii iminediato e piii efficace che puo ia-
durle a cadere al loro piede ( ed avremo occasioiie d' iii-
sistex" su cio fra poco ) egli va esponendo le sue cateratte
tnobili al vizio d' mi'' assoluta immobilit.a.
Qualunque per altro sia stato il consiglio dell' autore
nel sottoporre queste macchine a dej^li usi praticl diversi da
quelli ( se pure s' ebbe giammai qiiesta mira ) ai quali
senibravano da prima dirette , esposti prima i motivi che
lo indnssero a rivolgenie nella iiiente il pensiero di fame il
tentativo (/\.i), e T epoca ia cui sperb che gli fosse riuscito
di corrispondervi (4f>) , passa a darne in succinto la de-
scrizione e la teoria. Noi non ci tratterremo a far parola
dell' ordine con cui nianifesta le sue idee a questo riguardo
(41-71 ) , che a taluno sembrar potrebbe saltnario e scon-
volto; ne della disposizione data ai pochi calcoli die vi
s' inconti'ano ( 48 , 60 , 61 ) , spesso diversa dalla con-
sueta ; ne del suo mode di dimostrare qunlche volta az-
zardato e violento ( S8 , 61, 65 ecc. ) ^ limitandoci piut-
losto a seguirlo nelle sue dottrine , ed a ricordare 1' ar-
tifizio con cui le deriva e le espone.
E quest' artifizio non potiel^be abbastanza dellnirsi sem-
plice e leglttimo ch' egli fosse, dovreljbe dirsi che 1' au-
tore avesse penetrato il segreto di ridurre al sommo spe-
dito ed elementare lo sciogliinento d' una quistione che
interessa 1' alta e difTicile idrometria.
Quest' artifizio consiste jirima nell'ipotesi, che un fiume,
per qunnto esteso ed inipetuoso egli sia , pervenuto alia
regione delle cateratte , si cangia ad un tratto in una massa
di fluido immobile e tranquillo. La sua azione contro quest!
ostacoli rldncendosi aliora ad una semplice pressione , e
valutata in questo stato ; cio che da mezzo all' autore di
dimostrare , che sotto una tale altezza d' acqua le cate-
ratte resteranno chiuse , e s' apriranno sotto una niaggiore.
Indi invitando il lettore a riflettere che esse non sono or-
dinate a tenere in collo , 0 a far ri'igolfare ( doveva dire
rigonfiare ) acque stagnanti , ma hensi a far argine , ed a
stare a fronte di quelle che sono in moviinento (62) v' in-
teressa r azione dell' urto. Frattanto crederebbesi ch' egli
s'occupereijlje a discutere ed a valutare questa nuova forza:
ina no. Ponendo in carapo I'argoniento che dicesi a fortiori,
si lusinga che og7}uno vtda , che non la sola pressione, mq
234 aiETODO PER CORr.EGOF.RE LE ALTEZZE
I' urto ancora deve per necessUa unirsi a procurarne il ro-
vesciamento (62) ; e die /ad/ cosa sara I'accorgersi cli quanto
mai non varra ( doveva dire di quanto varra ) ad accre-
scere in ordine al presence riflesso il momento della forza
roi'esciante (ivi).
Ma il sig. Focacci sara egli tranqiiillo su i resiiltati
dedotti da tale ipor.esi ? Crediamo die no ; come non lo
siamo noi lettori. Le difTicoIta d' ogni genere die attor-
niano la tcoria de' fluidi permettono e vei-o di conside-
rarne gli stati diversi moderati da qnaldie particolar cou-
dizione, o per snpplire al difetto del nostro inodo di
concepirli , o per sottoporii ai nostri modi di dlscnssione ,
1' analisi ed il calcolo ; T esperienzu somministrando al-
r uopo il modo di rettificanie e di correggerne le dedu-
zioni per tal via ottenute. Ma qnest' arbltrio opportuno ,
allorche limitato agli accidenti della questione, diviene sor-
gente di grandi errori se partecipa alle sue qualita essen-
ziali, e se ne contraddice 1' indole e lo scope. E per li-
mitarsi al cnso attuale : se una corrente animata dalla
discesa e dall' inipcto preconcepit6 investe ed urta le cate-
ratte disposte suUa cresta d'una pescaja, intenti a deter-
minare gli efFetti di qnest' azione , e non volendo compli-
carne la ricerca con valntare gli angoli delle incidenze
parziali di ciascun liletto fiuido , gli sr.pporremo tutti iir-
tanti sotto un angolo stesso ; e noa valendo ad esprimere
come le particelle die hanno gia esercitata la loro per-
cossa partecipino all' altra di quelle die sopravvengono ,
potremo supporre qneste particelle o inattive , o sconi-
parse, ecc; riserbandoci a conoscere con un esperimento
particolare qual effetto inducano queste omissioni ne' re-
sultati die se ne ottennero. Ma se , all' oggetto d' evitare
le indagini difficili die ci presenta la valutazione di que-
st urto, pongliiamo la supposizione die quella corrente,
per quanto violenta essa discenda dalle parti superiori ,
pervenuta die sia al contatto delle cateratte in quistione ,
si trasformi in una massa di fiuido inerte ed immobile ,
egli e evidente die la pressione die esercitera contro
di esse non esprimera 1' azione d' un fiume in nioto ,
come avevasi in niira , ma bensi quella d' una gorga in
quiete ,• ed il ritrovainenio (14) destlnato a inoderare del-
r acqua in corso risnltera applicato a sostenerla stagnante*
ECCES?1VE DELLE PESCAJE , eCC. 233
Ne meno slngolare ci sembra I'idea d' associare 1' effetto
di questo stato all' altro opposto , resultante dal!' azione
del flnido in moto , o come T autore pretende , die non la
sola vressione , ma I' urto ancora debba unirsi per nccessita
a produrre il rovescuitnento (62) di quelle cateratte. Niuno
ignora die i fluidi sono riguardati come premeuti quando
niuna velocita coucorre a disturbare T azione del loro peso,
e come urtanti , quando, distrutta quest' azione dal londo
de' recipienti entro i quali corrono , sono in plena ]jalia
della loro velocita. Onde sostener clie una correate pi'eme
( nel senso statico ) , ed urta un ostacolo nel tempo stesso,
concorda col dire clie si danno pressione senza concorso
di peso , urto senza concorso di velocita ; doe pressione
senza pressione, nrto senz'urtoj contraddlzioni manlfeste.
Percio niuna convenienza, e nluna leglttlmlta nel nie-
todo del sig. Focacci. Aggiunglamo , niuna ver:ta nelle
dottrlne die ne dipendono. Per dimostrarlo , seguitlamo
r autore nel suo modo dl ragiouamento si\\ fiume stagnante,
e sul fiume in cor so.
La prima deteruiinazlone a cni discende e quella del
panto di pressione , ossiu del punto per cui passa la resul-
taate di tutte le pressioni contra tutti i punti della facc'ia del
piano della cateratta (48 not. 2 : con espresslone. piii
tecnica avrebbe dovuto dire de'centri, o deW asse di pres-
sione), die in parte assume come dlmostrata, ed in parte
dimostra. Ed e in questo luogo die c' istruisce die puo
elirainarsl di sotto al segno sommatorio una quantita , nou
gia perche e costante , ma percbe e comune con un' altra
alia quale quell' espressione sonimata s' eguagli.
Pervennto con questo mezzo a mostrare die le sue ca-
teratte delibono Impernlarsl su i loro appoggi nel terzo
delle loro altezze , contando dalJe estremita inferiori , e
che , disposte in tal modo, esse resteranno diiuse fino a
tanto die 1' acqua s' elevi alia loro sommlta , il sig. Fo-
cacci , air oggetto d' aprlrle , non ha voluto affidarsi al-
r urto die 1' acqua stessa , aun.entata d'altezza, imprime-
rebbe loro versandosi dal loro laldiro , urto , che ( come
e noto ) comunldiereljbesi per qualche tratto al dl sotto
del labbro stesso , ma ha preferlto d' anmentarne 1' altezza ,
che potrebbe dirsl d'equilibrlo, e che chlama i'era (53), d' un
sesto dell' altezza totale (»'j); e cio con poco accorgimento ;
giacche se per un' eveuiualita qualunque (ed egli doveva
a36 MKTODO PER CORRKGGERE LE .VLTEZZE
dubitare almeno delle eveatualith ) cpielle cateratte restas-
sero chiuse nella ciicostaiiza di qualche grande escrescenza,
i daiini resultanti ag,!! editizj ed ai terrenL superiori at
quali colle sue lunghe e studiose ricerche , die per gcnio c
per dovere dirige mai sempre al solo fine di cooperare al
piibblico bene (6c)) , sarebbero stati piii coasider'abili e piii
estesi.
Cio disposto, r aatore s' accinge a dimostrarci , che ,
pers'eiiuta T acqna a premere coiitro questa parte addi-
zionale delle cateratte , esse s' apriranuo o affatto , o in
parte (S'l), e daranno adito al di sopra ed al di sotto di
esse alie acque ciie loro sovrastaao.
Ma aiiclie in quest' occasioiie piace all' autore d' iiino-
vare sulle regole scritte, e meiitre i libri eleineiitari daaiio
la formula della pressioiie coiitro uii piano immerso in un
fluido tranquillo combinata necessariamente colla gravita
specifica del fluido stesso, egli la riporta indipendente da
qnesto essenziale elemento (60). Ne ci replicbi , che, trat-
tandosi d' un corpo immerso nelT acqna , e la gravita spe-
cifica di questa assnmendosi come unita di misura di quelle
degli altri fluidi , si e dispensati dall" avervi riflesso. In-
fatti , senza far conto die 1' autore si diporto diversaraente,
allorche si tratto di determinare i) centra ( cioe I'asse) di
pressione di qnesto piano (48, not. a), egli e da avver-
tirsi in genere che le ipotesi introdotte nelT applicazione
d' una dottrina non hanno alcuna relazione colla dottriua
stessa, e che qneste ipotesi non possono essere ricevnte,
se non sieno state da prima convenientemente avvertite.
Quanto poi al caso particolare di cui si tratta , se le co-
muni tavole di gravita specifiche stabiliscono come unita
di misura quella dell' acqua di pioggia, cio avviene per
mera eventualita , potendo esse variare nei modo di re-
dazione , ed assegnare alia gravita dell' acqua espressioni
semnre diverse.
Con qneste premesse I' autore jierviene a stabilire che
le acque, superata Taltezza pera (53) delle cateratte, pre-
meranno le parti superiori ed inferiori ai perni che le
sostengono con due forze rappiesentate da laS e 96 i ed
appunto perche il primo supera V altro , quelle cateratte
dovranno cedere ed aprirsi (62).
E qui hanno luogo niolte osservazioni. Primieramente
sembra che il sig, Focacci , condotto il fiume stagnante a
ECCESSIVB DELLE PESCAJE , CCC, 2 3/
superare 1' altezza de' suoi meccanismi , abbandonl il pen-
siero di considerare il suo modo d' azione iielle diverse
altezze al di sopra di essi, e che le cateratte s" aprano
nel modo stesso , qnalunque qneste altezze voj^liano sup-
porsi; e cio a torto ; giacche, fatta questa considerazione,
egli troverebbe che il suo i-apporto di ia5: 96, supposto
costante, vaira con quelle altezze.
In secoiido luogo 1' autore pretende che la tendenza
o il momento con cut I' acqua tende n far rovesciare le ca-
teratte e tanto maggiore di qiieVo col quale le terrehhe clause ,
quanto 128 e maggiore di 56 (61) ; e neppur cio e
vero. Posto ancbe die tutte le cose asserite, o dimostrate
fin qui riducessero la questione a questi tei'niini ( e A'e-
demmo e vedreino quanto debba considerarsi notabilmente
distante), egli e evidente che nel caso preveduto la leva
a cui piace all' autore d' assimilare la sua cateratta , si
costituira in movimento : ma la tendenza a questo state
non sara espressa dal rapporto di queste due qviantita ,
ma da uno niinore. Egli e nolo infatti clie le condizioni
d' vnia macchina prossima al nioto sono notabilmente di-
verse da quelle del suo equilibrio , e che fra uno stato
e r altro ve ne sono altri molti pei quali non si da mote.
E sarebbe siata ottima cosa clie il sig. Focacci si fosse
occupato di questa ricerca ^ giacche sarebbe state avver-
tito che anche nel modo suo proprio di trattare il pro-
bleina , esse non pud esser disciolto seuza T elemento
deir altezza assoluta delle cateratte ch'egli lascia indeter-
iiiinata (47).
JMa la cosa piu importante dimenticata al proposito dal
sig. Focacci e, che allorquando per effetto della pressione
superioi'e maggiore deir inferiore la cateratta s"aprisse,si
staliilire'^be al di sotto di essa un emissario d' una luce
consideral^ile dalla quale V acqua uscirelibe con una ve-
locita dair alto in Jjasso proporzionale presso a poco alia
radice dell' altezza del piaro di livello sul centre di gra-
vita di quella luce. La nnova corrente investendo col suo
urto il piede della cateratta elevato all' iiidentro vincerebbe
la forza, respettixamente tenue, che la ridusse a questa
posizione e V obblighereljbe a chiudersi. Tornerebbe al-
lora in azione la causa che valse precedentemeute ad aprir-
la , e vinta di nuovo la cateratta chiudcrebbesi una se-
conda vohii, e cosi di seguito. Di luodo die anche conccdut^o
a38 METOUO IKR CORKECGEKE LE AL1EZ2E
tutto air autore e rapporto al nietodo , e rapporto alle
dottriiic, le cateratte proposte, in cio veramente oscillami,
ariJerebbei'o sottojioste al piu ad ua moto alteniativo di
elevarione e di caduta. E poiclie la corrente rapida in
cni si siabilisce 11 iiimie in plena trapassa con una pron-
tezza niaggiore di quella con cni quel nioto vicendevole
si eseguireblje, quegli onlegni , Inngi dal pi-ccurarne 1' ab-
bassamento e dal sollecitarne lo scarico, concorrcrebbero ad
accrescernc il regurgito e la difFusione
E tanto per T azione delle cateratte ndTipotesi del
fmme stagnante. Discendiamo coll' autore a considerarlo
urtante ed in moto , giaccbe a cio ridncesi , come dicem-
mo , il suo metodo. Ed ancbe in quest' occasione il sl-
gnor Focacci s' aflida a singolari ragionamenti. Sostenendo
che // massimo urto o percossa d' iin^ acqu:i corrente a ri-
giiardo d' iin piano dalla medesima investito forz e che si
effhttui in quel silo del piano in cui trovasi corrispondere la
inassiina velocita d.elt acqua fluente (63), e che questa re-
locita vien data dall' oracolo infallibile deW esperienza
presso il mezzo della sua altezza PiVa ( ivi ) , conchiude cbe
sara facil cosa I' accorgersi di quanto mai non verra ( cioe
di quanto mai verra) ad accrescersi il momento della forza
roi'esciante (ivi), cbe in circostanze di plena spingera le
cateratte stesse ad aprirsl. Ma tutto cio non e ne rigo-
roso , ne vero.
Lunga e tuttora indecisa e la questione snlla scala
delle Yelocita d' una corrente , ed a qual llmlte della sua
altezza debba considerarsi come massima e come media ;
ne forse si glungera a rlsolverla se non si distinguera
praticamente quella derivata dalla caduta, dall' altra pro-
pria della pressione del fluldo soprincrmbcnte; e asserire
con slcurezza che la massima e data dall' oracolo infallibile
delt esperienza presso il mezzo della sua altezza viva , e lo
stesso che clilauiar fallibile quell' oracolo o fallita la sua
luterpretazlone. Ed anche clie quel fatto si A'erilicasse nei
canall artefatti d' acqua. chlara , potrebbe forse farsene
r appilcazlone ai fiumi in plena , J' acqua de' quali soprac-
carlcata di gliiaja, d' arena , di terra, di sostanze vege-
tabili ecc. varia in tutti gli strati la sua speciiica gravlta?
E cio unicamente per tar dlffidenti sopra un' asserzlone
assoluta e gratuita. Rltornando alle cateratte; credercltbe
forse il sig. Focacci clie 11 piano de' filetti fluidi della
KCCESSIVB DEU.E PESCAJE , CCC. a39
massima velocita delta corrente cadendo al di aopra della
linea de' perni , avvenga per qucsto die la loro azione o
il lovo urto result! quivi inassimo fra tutti gli altri ? No:
perclie quest' urto dipende ad un tempo da quella velo-
cita e dalla niassa , e pero dalla gravita specifica di quel
filetti ; cosicclie i filetti piu densi possoao esser capaci di
urto niaggiore , sebbene anlmati da niiiiore Yelocita.
Crede pure il signer Prof'essore clie sebbene il piano
de' filetti piii deftsi si coailiinasse con quello de' filetti della
massima velocita T efFstto del loro urto sarebbe massimot
No: niuno ignorando che queRt' effetto rcspettivaniente
massimo dipende non tanto da quell' urto , quanto da'Ia
distanza dell' asse di nioto alia quale e esercitato.
Finahnente crede il sig. Focacci che , posta anclie questa
terza condizione , che il massimo effetto abbia luogo nel
piano stesso del massimo urlo , quest' effetto sarebbe poi
massimo a i-jguardo dell' apriniento voiuto delle cateratte?
Per la terza volta no: giacche quest' p^«o massimo per
produi^re quel fenonieno accaderebbe nel piano ove si
cond^ina la risultante di tutti gli efFetti parziali ordinati
a vincere quest' ostacolo.
Cosl nulla vale al proposito il raziocinio sulla massima
velocita e sul massimo iirio , se non saranno dimostrati
r una e 1' altro diretti al conipimento dell' a&ione die
vuolsi ridotta massima col loro mezzo.
Frattanto 1' autore senibra inquieto suU' azione della
jiarte del peso della cateratta, che, mancate le forze che
la elevarono, deve restituiria verticale ; e ci avverte che
per ottener cio e necessario che il tnomento d' inerzia d' una
de' bracci della cateratta ( considerata questa al solito e
colla solita convenienza come una leva di primo genere)
riesca un poco. maggiore del momento dell' altro (63). E
qui niuno perdonera all' autore medesimo un grave ab-
baglio, d'aver confusa cioe I'espressione del momento sta-
tico d' una forza, daio dal prodotto della forza stessa nella
distanza dal suo centro o asse di moto , coU' altra dina-
mica del momento d' inerzia rappresentato dall' elemeiito
del sistema in moto per il quadrato di quella distanza.
Questa confusione inopportuna di dottrine , che dimc-
strauuno gia cosi familiare al signor Focacci, continua nella
descrizione del modo con cui quel suo momento d'' inerzia
del hraccio inferiore della leva deve prevalere a quellp
2^0 METODO PEIl CORliEOGERE LE ALTE22E
del superiore, Quando un vi'tte , egli dice, t bene equili-
brato nel suo piinto d' appoggio , siccome lo e aUnrquando
le masse costituenti le due braccia sono reriproche dclle loro
lungliezze siipposte uniformi , o dclle distanze di percossa
dal fukro , ognuno sa , ecc. (64). EiTori ripetuti. Errore,
perclie una leva noii e in equililirio allorclie le masse
costituenti le sue brdccia sono rcciproche daUe loro lunghezze^
nia quando tali sono le distanze dal fulcro de" loro centri
di gravita; errore perche non si da niodo di paragone ,
ineno die per un istante, fVa un' azione invariabile quale
e quella d' una uiassa , ed una variabile quale e quella
d'una percossa; errore, perche le percosse rappresentando
appunto delle forze variabili non possono riguardarsi come
equilibrate successivamente in una leva , se le posizioni
de' loro centri non si suppongono variate nella ragione
reciproca delle distanze dal fulcro, cioe sotto speciali con-
dizioni dell' urto , ecc. ecc.
Ma la singolarita de' ragionamenti del signor Focacci
giunge al suo colnio allorche perviene a stabilire 11 niodo
con cui deve deterniinarsi la posizione di que' centri di
percosse del fiunie in corso contro le sue caferatte.
E direbliesi die le dilTicolta numerose incontrate finora
nella determinazione di questo eleinento, sia colla teoria ,
gia coll' esperienza, non gliene imposero per niodo alcuno j
giacche , apertasi una nuova strada a questa ricerca, at-
tende a diniostrarla agevolissimamente nel modo seguente (65):
Si suppongano tali braccia ( le due parti superiore ed
inferiore della cateratta ) divise in un infinila di piccolissimi
dementi . . . ; i momenti di queste infinitesime parti ri-
spetto al centra del moto e evidente che si troveranno nel
medesimo rapporto fra loro di quello delle varie pressioni
dell' acqua esercitate orizzontalmente sopra tutli gli elementi
assegnabili daW alto al basso in un piano verlicale per tutto
quel tratto medesimo per cui resta esposto al di lei contatto.
Ora siccome il centro di pressioni in questo trovasi ai due
terzi di dist.anza dell' altezza a contare dal pelo o piano
superiore dell' acqua , cost e cldaro che , ripetendo nel caso
attuale un simile ragionamento , si troverehbe pure il centro
di percossa pel braccia superiore lontano per due terzi ( in
alto dal centro di moto ) , e pel braccio inferiore per due
terzi (in basso dal centro stesso ) (65).
KCCJr??ITK DELLB PFSCAJK , C«C, 2^1
E noil V ha dubbio che il problema non sia stato age-
volissimaniente trattato , ed il risultato agevolissimaniente ot-
tenuto. Ma a pnrlaf seriamente ; pensare e scrivere per
tal niodo , non e egli an volere illiulere se stessi , e con
se stessi que' molti , che , o indifFerenti al tiiodo con cui
de' resiiltati rurono dcdotti , o incapaci per loro stessi di
meditarlo, s" aOidano alia fede dello scrittore ed al sem-
plice loi'o eiiuiiziato?
Osservo passando che non e vero cio che 1' autore as-
serisce che il centra di pressione d' an piano verticale per
tutto il tralto in cui resta esposto al conuitto (delFacqua)
trovasi ai due terzi di distanza delt altezza a contare dal pelo
o piano superiore deW acqua ; cio avvenendo solo quando
questo pelo o piano sUperiore si combiaa coll' estreuiita
egnalniente superiore del piano stesso, condizione esclusa
dal caso attuale in cui la sorpassa.
]\Ta, questo a parte, il signor Focacci imprende a trat-
tar qui una questione inopportuna ; ed anclie opportuna
che essa si voglia , ne deduce delle conseguenze affatto
straniere ed incompatibili colla questione medesima. Pri-
mieramente la ricerca del centro di percossa e un proble-
ma meccanico , ove il fluido ambiente il piano percosso
e interessato come mezzo resistente, non come forza mo-
trice ; in quest' ultimo caso , che e quelle delle cateratte ,
il problema riferendosi a detenninare il centro di resistenza
d' un solido contro un fluido, o viceversa.
In secondo luogo , quand' anche voglja darsi al fluido
che urta le due braccia della leva la sola azione d' un
mezzo resistente ,. e supporsi , con strana concessione , le
forze urtanti qttelle braccia come estrinseche , la ricerca
di quel centro non sarebbe della facilita quale 1' autore
la presenta ; giacche , interessando la dottrina de' veri roo-
menti d' inerzia , degli assi principali di rotazione , delle
velocita angolari ecc. si riporta alle indagini d' alta idro-
nietria. E soltanto nel caso in cui quella leva agisse uel-
r aria ( e le nostre cateratte sono immerse nell' acqua ) ,
fluido rarissimo che poco ne altera il peso assoluto e spe-
cifico, del pari die la velocita acceleratrice di rotazione, ecc,
i due centri d' oscillazione e di percossa trovandosi fra
loro A-icinissiiiii , puo farsi uSo del raetodo f;icile con cui
8i determina il primo per conoscere con una certa siru-
rezza la posizione del secondo, respcttivamente al centrQ
BibL Iial. T. X:KXVn. i6
U^-2 JIETOUO I'ER CORREGGEKK LE ALTEZZK
del nioto. Aiizi se Ic forze alle cjuali la rotazione c dovuta
possano paragoiiarsi a de' pcsi , questa ricerca puo stalDi-
lirsi col processo anclie piii facile per fissare il centro di
gi:avita di quella leva, i ceiitii d' oscillazione , di percus-
sione e di gravita combinandosi insienie in questo caso.
La questioae limitata a questi tennini (e ciascuno com-
prende quanto immensa sia la distanza fra questa e quella
che il sig. Focacci s' occupa a risolvere ) , allora soltanto
s avvera che una leva di grossezza uaiforiue ha il suo
centro di percossa ai due terzi della sua lunghezza dal
centro di uioto.
l\Ia tutto cio non liniita ancora 1' arl^itrio e la violenza
di diinostrare del nostro idrometra. Deterniinato il centro
di percossa nel hraccio superiore della sua leva ( e gia
vcdenimo in qual niodo ) ai due terzi della luogliezza dal
fulcro , ne assegna con un'[analogia felicissima un secondo
al braccio inferiore, ancb' esso ai due terzi dal fulcro
stesso della lunghezza di questo braccio (65) ; istruendoci
per la prima yolta che in un' unlca leva ruotante si pos-
sono considerare due centri d' oscillazione , due di per-
cossa e due di gravita 1 1 1
Ma che cosa dovreaio poi pensare della l/izzarria inau—
dita di derivare il centro di percossa del piano urtato dal-
V acqua dngli stessi eleuienti the ne assegnano il centro di
presslone? Noi non lo sapremmo certauiente , a meno che
non vogliamo figurarci che il nostro autore , sorpreso dalla
soiiiiglian/,a de' due risultatl, siasi illuso col credere che
i due fenomeni si coaipissero colle stesse leggi , e siasi
lusingato di perveaire a svilupparii cogli stessi mezzi.
Ed ecco come il sig. Focacci e giunto a farci teorlcamente
quasi toccar con niano I' inimancabilita del rovesciamento
delle cateratte osciUand prima che I' acqua pervenga a pa-
regguirne le altezze (6i)!
Dato sfogo cosi felice alle dottrine del suo Ritrovamen-
to (71), Tautore s' accinge a prevenire le oljbiezioni alia
sua esecuzione ; per altro discutendo e concludendo colla
stessa fortuna. AIT occasione di plene , egli dice, le cate-
ratte sono necessariamente aperte (67) ( sebbene poco sopra
abbia avvertito che non si apriranno se non dopo perve-
nute le acque oltre ai due terzi al disopra dell' iuipernia-
tura (56)): percio le materie natanti che galleggiano alia
superficie sono piii elevate delle cateratte medesime (ivi) ;
ECCESSlVr, DELLE PESCAJE , CCC. ^43
onde que meccanismi noii potraniio essere danneggiad ; idea
verameate inesatta tie' galleggianti, die iion si limitano
alia superflcie de"'flaicU, ma trascorrono insieine con essi
per tutte le loro altezze. E quante volte avviene che uno
stesso corpo , specilicanieute uieno grave, dall' una alTaltra
delle {sue esti-euiita rade il foado con una , ed emerge
djilla superlicie con 1" altra ; come sareljlje un albero svelto
dalle radici ? E questa specie di galleggianti non danno
spesso tal mole e tal direzione da occupar per ogni dove,
non diro la luce d'una cateratta , ma di piu prese iasieme?
Le materie scorrenti o sbriscianti sul fondo dell' alveo ( pro-
segue il sig. Focacci) rimanendo inferiori all' altezza delle
cateratte , avvenuto il loro rovesciamento , sono iinpossibi-
litate a fermarsi tanio sidle creste delle pescaje , quanto da-
vanti alle colonnette o sostegai delle cateratte medesime (5 7):
asserzione gratuita e non vera , perclie de' sostegni ripe-
tuti , distanti di ti'e in tre braccia e larglii un terzo (5o),
comunque si vogliano suiussnti e ridotti a squarciacque (5i),
sia per loro stessi, sia pel patttime die vi resta aderente,
sono ostacoli capaci a irattener le gliiaje , ed a formare
avanti di loro degli estesi ridossi. E quanti niai non se
ne vedono elevati da resistenze considerabilmeate minori,
non gia locali e permanenti , ma spesso istantanee ed
avventizie ?
Ma due casi sono sfuggiti a questo proposito alia sa-
gacia del nostro professore : il priiuo allorquando soprav-
vengono nol iiume Ijasso delle piccole pieae die esigono
un qualdie tempo per snperare le altezze delle cateratte
die incoatrauo chiuse. Che cosa avviene delle ghiaje , delle
arene , delle terre trasportate da queste pieae in quell' ia-
tervallo ? Esse cadono al piede di quell' ostacolo mede«iiuo,
e vi si elevano a tanto maggiore altezza quanto quell' ia-
tervallo e piu lungo. E se avvenga che quest' altezza
superi quella dell' acclivita in cui 1' alveo suol disporsi in
questa regioae , qual pressione , qual uno per libei^are
quell' ostacolo e per rivolgerlo ? Si dira die,.giuata la
correate a quelle cateratte, non vi si rende immediata-
mcnte stagaante , ma che , agitandosi qua e la in vorticc,
onde distruggere la velocita inqjressale , aache per un
qualclie tempo successive al suo arrivo piio sostcaeie
sospese le proprie ailuvioni. Passi j e passi aacora die quci
due tempi sieno d' egual durata. Ma come , trattaaJoii
a44 msroDo per cokueggeuk jlb at,tezz«
della sicurezza cli graiidi stabiliinenti e tiella salute di
fertilissimi tei'reni, aflidarsi al giuoco if un fenomeno scm-
pre incerto , senipre vario , c di cui niuno seppe deter-
niinare tinora T indole e gli cffetti ?
L" altro e T arrivo d' una pieaa sopi'abbondante e nota-
hilmciite sa|ieriore alTaltezza dclle cateratte. Cliiunque non
afFatto straniero ai iiuini, e die comprese con quale im-
petuosita trascorrono in queste occasioni, giudica faciliuente
qual sarejilie la sorte di quegli ordegni. Ma sieno pur essi
di quella robustezza die ne garantisce I' Inalterainlita e Tesi-
stenza : una mole iminensa di fluldo die precipita da una
altezza considerabile; agitata da questa causa suprema
d' akerazionc e di disordine , dovra ella considerarsi come
quella corrente nniforme die permette ai suoi filetti di
premere e di percuotere in un niodo invariable, e sotto
un angolo detenuinato e costante le superficie die le si
oppongono, ad oggetto di variarne in un modo assegnato
la posizione, e die strisciandone le estreinita superiori (67)
passerebbe avanti quasi senza accQrgersi di quel piccolo
ostacolo (56) , ovvero come la meteora fatta pii'i disordinata
e pill violenta dagli oggetti die le resistono ?
Concludasi die T invenzione (46) delle cateratte oscillanti
e un' applicazione viz^osa ai liumi d' un' idea conosciuta ,
e diflicilmente applicabile ai diversivi; die lo scritto die
ri porta 11 Metodo per correggere le altezze eccessive delle
pescnje , e per tnigliorare gV idraulici edifizi col loro mezzo ^
oltre peccar di continue di trascuratezza di stile e di sin-
tassi , di vigore e di convenienza d' espressioni , di preci-
sione d' idee , d' abuso d'interpretazione d\'iutori citati, e
qualche volta di contraddizione , e fiorito d errori di lin-
gua, d' errori di gramatica , e d' errori di matcmatica pura
ed applicata , sia di tecnica locuzione , sia di dottrina ;
die per quanto poi concerne la teoria di fpielle cateratte,
fondata su delle ipotesi incompatibili colP azione de' fluid!
in mote , ed in aperta repugnanza co' principj di quella '
scienza , essa ne-va continuamente divergendo, o piuttosto
uon le appartiene in alcun modo ; e die in fine T illusione
sn 1 A'antaggl infinit.i (70) di quegli ordegni risulterelibe
I'atale a cbi ne avventurasse T esecuzione.
Tcrminiamo con due osservazioni : T una diretta al si-
gner Editore della raccolta di Bologna : die libri sciitti
per *al modo non meritano di trovar luogo fra qnelii
HGCESSIVE DELLE PESCAJE , CCC. 245
de' Largna, de' Tadlni, de' Fossombroni, de' Paoli, de' Men-
go tti , ecc. ecc. L' altra al sig. professore Focacci: che
dopo avere scritti e pubblicati libri di tal sorte noii si e
in diritto di tacciare tutti i periti idraiilici di tutte le De-
putazioni alle imposizioni de' fiumi della Toscana come
degl' ignoranti e. come degl' IMPOSTORI , i quali le inganna-
rono e le ingannano , egualmente che il pubblico tutto , e
di quelle e di qiiesti iinpiinemente hanno rovinato e rovinano
i pill sacri inleressi (*).
(*) Continuazione degli Atti dell' Accadcmia de' Georgofili,
Vol. Ill, p. 367.
24^
J.PPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTEREED ARTI STRANIERE.
T
JL H
BIBLIOGRAFIA.
ISTORIA NATURALE.
HE naturalist's Companion eic, cioe Mamiale del naturalista,
ossia Introduzione ai diversi rami dell' istoria naturale coi
metodi dl raccogliere e conservare gli oggetti di zoologia,
dl hotanica , di mineralogia ecc, di G. Graves. Londra,
1824, Longman., in 8.% con fig. , prezzo scellini 14, e
con fig. color ate lir. i sterlina e scellini i5.
The natural history of the Bible etc. , cioe Storia naturale
della Bibhia, ossia Descrizione de' quadruped i , uccelli , pesci,
rettili , insetti , alberi , piante , fiori e pietre preziose delle
quali e fatta menzione nella Sacra Scrittura. Di Tom.
Mason Harris. Londra , 182,4, in 8.*, Longman , prezzo
scellini 1 o .
BOTAKICA.
liechcrches anatomiques et physiologiques sur la structure
interne des animaux et des veg^taux , par M. Dutrochet.
Paris, 182,4, in 12, de 2.33 pag. , avec un tableau et
deux planches.
( La fisiologia animale e la vegetale soiio due secret!
della natura sui quali essa ha steso un velo e appena per-
mette clie si tolga un lembo qua e la per iscoprirne i
niisteri. Bisogna dunque conoscere gli ultiml lavori e non
trascurare T esame degli sforzi e delle coiigettui'e di chi
si afFatica intorno un argomento clie fonua la jiase della
scienza della botanica e delP agricoltnra. )
APP. PARTE STRANIER\. 347
Observations stir la nomenclature et le classement des roses,
suivies da catalogue de celles cultivees , par J. P. Vibert,
a Cheneviere-sur-Marne. Paris, 182^, brock., in 8.°, S/r.
( La passione die si e introdotta in Francia e in Italia
per le rose giustifica gli elogi clie ripetutamente Anacreonte
fa di questo fiore , ed Anacreonte non ne conosceva cer-
'amente clie pochissime varieta. Egli resterebbe molto me-
lavigliato vedeudo clie ]M. Vibert ne registra 865 varieta
r.el sue catalogo distriljuite in 29 classi. Siamo assicurati
che un inglese a Milano ne possede un numero maggiore,
«d un altro private sul corso di porta Ticinese, il signer
I'estalozza , ne lia una raccolta che nierito Tonore lo scorso
amo di essere visitata da S. A. I. il nostro Yicere. )
Geologia e Mineralogia.
Ar, Abstract of a /lew Theory etc. Estratto di una nuovn
teoria della formazione della terra , per Ira Hill. Opera
di pag. ail. Baltimora , i8a3.
[ Gli Europei hanno fabbrlcato il mondo in tante ma-
niere e con tante congetture di lore invenzione, ch' egli
e ten giusto che anche un Americano metta in caiiipo le
sue. L' autore e un vulcanista nioderato che accorda niolti
efFetti anche all' acqua, )
Geschichte der Ur welt etc. Istorla del mondo pritnitivo, abboz-
zata. da F. I. Kriiger , arcliitetto provinciate e ispettore
de. demanio. Cuedlinibourg e Leipzig , parte prima , 1822,
in 8.°, di pag. 428:, parte seconda, 1823, di pag. 966.
( II prime volume e consacrato alia descrizione della
terra e della sua crosta esteriore; il secondo a quella del
differeiti fossili stati scoperti fjnora. Quest' opei'a e ini-
portantisslma per la sua erudizione e per la rassegna e
r avvicinamento di tutte le opinioni , di tutti i sistenii.
Meritertbbe 1' onore di una buoiia traduzione italiana. )
Ideer zu einem vulcarnschen Erd-Qlobus etc. Idee intorno un
globo tprrestre vulcanico 0 intorno una rappresentazione
di tutti i polcani antichi e moderni d.ella superflcie della
terra e :ui risultati filosofici che ne derivano, di F. Sickler.
Weimar, in 8." di pag. 84, con un mappamondo.
( L' autore dimostra con raolta erudizione che fiho dalla
pill lontap.a antichita si c attribuito alia terra delle catastroli
248 APPEND ICE
e de' fenomeni vulcanlci considerabili. Fa osservare ia
segiiito che tutti.i dlstretti vulcaiiici si trovano ( tranne
pochissime eccezioni ) distribniti sopra delle linee piii o
meiio Innghe o larghe, e distingue 9 nieridiani e 3 pa-
ralleli vulcanici. Conchiude da cjnesti fatti che la forza
vulcanica e piii forte sotto i poli , ch' ella e sparsa per
tutto sotto la zona equatoriale , e che le zone tempeiate
non offrono alcini parallelo vulcanico. )
Charakteristik dcr Felsarten. Caratteristica delle rocce , p«r
C. C. De Lionhard. Heidelberg, 1824, torn. 2, in 8.°..
di pag. 698.
( Questa e uii' altra di quelle opere che dovrebbeio
essere tradotte in italiano perche la scienza fosse tenuia
anclie nella ncjtra lina;ua a livello delle cognizioni che si
propagano nelle altre nazloni. In questa nostra bibliograia
preferiamo P annuncio delle opere generali o de' libri ee-
nientari, ed omettianio I'infinith di opuscoli e di Memo'ie
parziali risguardanti qualche localita o fenomeno partieo-
lare , essendo nostra intenzione di cosi indicare agli s:u-
denti ed alle pnbbliche biblioteche , quali sarebbero i liDri
da preferirsi pei loro acqaisti. )
Naturgeschichte des Mineralreichs. Storia naturale del re^no
minerale. Libra eleinentare pei gimiasj e Ic scuole , di
G. C. L^onhard. Heidelberg.
( E sotto i torchi quest' opera che sara utilissima. Sara
divisa in due parti, la prima trattera delF orittognosii che
comprendera i caratteri de' niinerali , la classificazions, la
denoniinazione , la descrizione e la serie de^ minera!i. La
seconda parte trattera della geognosia e della geologia. )
Introduction a la mineralogie , ou Expose des princpes de
cette science et de certaines proprietes de minerciuc , con-
sideries prinripale.ment dans la vrdeiir qu'on pent leur
attribuer comme cnracteres , par Al. Brongniart, membre
de tAcad. de sciences. Paris, 1824, in 8.°, de i58
pag. , avec pi. Levrault.
(E un aiticolo del Diclion. des sciences iiaturelles staM\-
pato a parte, e del quale si fanno i piii graiidi elogi nel
Bullet. Univ. de! barone di Ferrussac.)
PARTE 8TRANIERA. 249
Description du goniometre perfectionne de M. Adelmann ,
gardien-aide-mineralogiste de la collection mineralogique par-
ticuUere du roi , par M. le cointe de Bournou. Paris ,
1824 , in 8."
( Dopo aver vicordati brevenieate i vaiitaggi e gl' in-
convenietiti clegli stromenti impiegati fin qui a niisurare
gli angolL de' cristalli , il conte di Bournon fa coiioscere
un goiiiometro di nuova invenzione die peimette di con-
tare sopra nil' esattezza quasi eguale a quella del gonio-
metro a riflessione, e die ha sopra di quest' ultimo il van-
taggio di poter essere applicato a' cristalli clie non hanao
ne piccole dimensioni , ne superficie riflettenti. )
Traite elcmentaire de mineralogie , par F. S. Beudent sous-
directeur du cabinet de mineralogie du roi, professeur de
mineralogie, meinbre de plusieures societ^s savantes. In 8.*,
avec 10 planches , chez Verdiere a Paris.
( Quest' opera e compdsta di quattro parti , ossla libri
distintl. II prinio comprende le rognizioni e le osservazioni
che formaao la base della scienza. Nel secondo 1' autore
si e occupato della classificazione. Nel terzo si tratta della
giacitura de' luinerali. Nel quarto si discorre dell' impiego
delle sostanze miaerali uelle arti e negli usi della vita. )
An Elementary Introduction to the Knowledge of Minera-
logy etc. Introduzione eleinentare alia cognizione della
mineralogia , contenente alcuni rag^uagli del carattere e
parti elementari de' minerali ; spiegazioni de'' termini usati
comunemente j descrizioni di minerali colla notizia del
luoghi ove si trovano , di Will. Phillips. Terza edizione.
Londra , in 8.°
( U Edimburgh-Eeview nel n.° 78 a pag. 5oo , dopo di
aver dato un estratto di quest' opera notandone i suoi
difetti , condiiude dicendo die quantunque essa non
adempia alle condizioni die il giornalista vorreblje inipoire
in un lavoro di tal genere , nulladimeiio vi si contengono
per entro inolte uiilissinie inforuiazioni esposte in un iiiodo
conciso (in a condensed form ). I suoi difetti sono coni-
pensati dai niiriuti ragguagli cristallografici ond' e arric-
cliito questo volume. Ad ogni specie sono annesse figure
che olTrono le forme primitive colle sue modificazioni, ed
il valore de' diversi an^oli e dato distesaaientc nei mar2,ini..
2 So APPENDIOK
Per coloro che liramano di faniigliarizzafsl coi carattcri
ci'istallografici de* niiaerall quest'' opera rinscira £;i-atissima
ed utilissima, II sig. Pliillips in generale ha adottata la
nonieiiclatuia di Werner. )
AgRaRIA , OrtICULTURA ED EcO^rOMIA DOMESTICA.
Meinoire sur la coupe prematuree des moissons , par M. le
cointe Louis de Villeneuve ( Jouni. des propr. ruraux
aout 1824 ).
( Qual e 11 niiglior consiglio ; mietere le biade molto
mature o poco mature ? Questo e il quesito che il signer
Villeaeuve cerca di sciogliere e che fu agitato prima da
opinioni molto contrarie. II sig. Viileneuve crede che vi
sia molta esagerazione da una parte e dall' altra e con-
chiude che non bisogna tagliar le raccolte ne troppo pre-
sto , ne troppo tardi , e che in cio come in tutte le cir-
costanze agricole bisogna consultare le localita , le terre ,
le variazioni dell' atniosfera eec. )
Meinoire sur une nouveUe methode pour I' extraction des grain
et graines , de leur cellules ou enveloppes par M. G. Tor-
boulic.
( L' autore vorrebbe che snbito tagliata dal picde la
messe nel campo se ne ritagliassero e raccogliessero le
sole spia;he , ossia le estremita superiori della messe nic-
deslma. E£;li suggerlsce a questo proposito uno stromento
che ne facilita 1' operazione. Noi indichiamo di volo una
idea che a aiolti parra tosto ineseguiljile ; ma non e la
prima volta che un cenno vago di una invenzione non
approvata ha suggerito un' altra idea piu utile e di piu
agevole esecuzione. )
Das Game der Landwirthschaft. II complesso dell' agricol-
tura , di J. Fr. Mayer riveduto e corretto da J. E. Von
Reider , con. un supplemento contenente I' arte i'eterinaria
del dott. Weidenkeller . Terza edizione. Nuremberg, vol. 2,
in 8.% di 53 fogl.
( Nella prima parte di quest' opera si tratta della qua-
lita del suolo , dei principj dell' equilibrio agrario , del
trattamento de' bestiami , del miaiUoramento delle terre ,
della parte dell' istoria naturale e della fisiologia delle
piante e della chimica appartcnente all' agricoltura. La
PAUTE STRANIERA. 2bl
seconda parte «1 occnpa cle*concimi, dellc raccolte, della
conservazione delle messi, delTenologia e dell" edncazione
deiragricoltore. Un trattatello di veterinaria terniina I'opera.)
Calendrier dii hon cultivateur , on Manuel cle ragriruheur
praticien, par C. J. A. Matftieu De Dambasle. Secondieme
^dit. Paris, 31. Huzard
( Quest' opei'a si divide in 2 parti. La prima coiitieiie
il ragguaglio de'lavori campestri proprj ad ogni niese nel-
1' ordine in cui vengono eseguiti. La seconda sotto il ti-
tolo di Pieces d^tachees oifre delle considerazioni suU' iiso
e sui vantaggi de' diversi stromenti d'agricoltura perfezionati
e siii principali mezzi di prosperita agricola. II volume e
terminato con un opnscolo intitolato La rididsse du culti-
vateur, ossia Les secrets de Jean Nicolas Benoit par A. L.)
Nuovo trebbiatojo { Landwirthschaft : Zeitung. Gennajo, 1834,
pag. i5).
( Fra tanti trebbiatoi inventati finora in Germania ^ in
Francia , in Inghilterra, in Italia, qual e il niigliore con-
siderato sotto V aspetto delT econoniia del tempo e della
spesa ? Non si potrebbe rispondere a questa domanda senza
raolte pagine e senza il confronto di molte figure. Giuseppe
Plenk di Meisenbach in Baviera ne propone uno cli' egli
crede il migliore di tutti ; uia nel Bullet. Vriivers. troviamo
clie non e una uovita e che sia quelle stesso introdotto
nel Yorksbire nel 1767 da M. Evers. )
Traite sur la culture de la vigne telle qu''elle se pratique a
la Ve^ix Canton de Vaud. Par Brun-Chappuis , de Vevey.
Geneve, PascJioud , in 8.°, c. 60.
( Di questa interessante operetta se u' e dato un Inngo
estratto nel Bullet. Univers. , e ne darenio una traduzioue
forse ancor noi nella nostra Biblioteca. )
Hortus gramineus Woburnensis ; or ax Account of the res-
suits of various Experiments etc., dot Esperienze sul pro-
dotto e sulle qualitd nutritive delle diverse erbe cd altre
piante che servono di nutrimento agli aniinali donicstici ,
con un appendice nella quale sono indicate le diverse erbe
che possono servire alia fabbricazione de' cappelli di pa-
glia. Di C. Sinclair giardiniere del Duca di Bedford.
Londra, 1824, Ridgway , in 8.% con 60 tavole colorate,
prczzo lir. 1 sterl. e scell. 10.
202 A 1' P I. N D 1 C E
Manuel tlitorique et pratique du Jardinicr , ouvrage or tie Je
planches, dcdie a M. Tliouin par M. C. Bailly son eleve etc,
Paris, 1824, vol. 2, in 12, Roret e Mad. Hazard.
( Qiiosroper-i puo essere considerata come una compiuta.
analisi del'e dotte lezioni teoriclie e praticlie di M. Tliouia
snlla scienza del giardinagglo. L'autore noii ha trascurato
di attingere anche ad altre fonti oidinando il tutto siste-
niaticamente e coa uii nietodo clie rende piii facile , piii
chiaro e prolicuo qucsto studio. 11 priiuo volume e con-
secrato ai giaidini di utilita ; il secoudo ai giardini di
piaceie. )
Effets dune haute temperature sur quelques especes de plantes,
par Knight, (^Mag. der Pharinac. ,maggio, 1824, p. 221).
(In uua serra la cui teiuperatura montava a ino gradi
di Fahrenh. V autore ha colli vato diverse piante studian-
done i feuor.ieiii dello Eviluppo. II poppone , p. e. , cresceva
dapprima con vigore straordinario , nia i suoi fiori non
potevano ottenere ia seguito il suo compimento. II coco-
mero ha presentato uu accrescinieato non inferiore , ma
tutti i suoi fiori si souo trovati di sesso mascolino. Uit
freddo continuo fece produrre alia stessa pianta de' fiori
iemniinini. II solo fico e senibrato prosperare in una teni-
peratura calda. Esso ha somministrati frutti eccellenti ed
anticipati di mold mesi. )
INVENZIONI E SCOPERTE
IN FATTO DI ECONOMIA RURALE E DOMESTICA.
L^Lanieha di presen'are le verze ed altri legumi dai
bruchi e da altri insetti. Seminate della canapa attorno alle
ajuole ove volete piantare le verze o i cavoli od altri
erbaggi; e sarete meravigliato in vedere che quantunque il
terreno sia infestato dai bruchi , pure le ajuole ricinte di
canapa rimarranno illese dai danno. Questo accade o per
Tavversione che hanno sifFatti insetti per la canapa, o per-
che la canapa attlrando gli uccelli come pianto ad essi grata,
gli uccelli distruggono anche i bruchi. II Bullet. Unii<ers.
ropia questo fatto dall' American Former. L" esperienjia
fara vfdeie ^e la cosa corr.1 in Italia come in America.
PARTE STR.VXIERA. 253
Modo di levare al latte ed al burro il sapore di rapa.
Fate sciogliere un po' di nitro nell' acqiia fresca e versa-
tene utia piccola tazza in 48 piiite circa di latte appena
niunto ( ibid. ).
Maniera di conservare fresche per lungo tempo le pntgne.
Quaudo le prugne sono mature se ne stacca un ramo clie
ne sia molto carico e se ne conficca 1' estremita staccata
nel huco di un muro della cantina. Le prugne cosi si
conservano sul ramo ilno alia prossima priniavera , e fre-
sclie come se fossero appena colte dall" albero ( Wochenlsl.
der Landw. Yer. in Baiern la octob. 1824 p. 68 citato
dal Bullet. Univers. Nov. stesso anno ).
Lo spiedo economico. Prendete delle allodole od altri
piccioli uccelletti, inlilzateli in un ramo di nocciuolo
tagllato di fresco, ed esponeteli dinanzi un buon foco. A
capo di cjualche niinuto il tutto insieme comincera a vol-
tare proprio motii. Cio accade per la dilatazione del suco
che nel nocciuolo e disposto sopra una linea spirale intorno
a! cuore del legno, e die successivamente attirato dal
calore gl' imprime il movimento di rotazione ( Weekly
Register Paris. 3i octob. 1824 p. 385. Bullet. Univers.
deccmb. stesso anno (i) ).
Scopa di foglie di plno. Ognun sa die in ottobre i pini
jierdono le foglie le quali coprono abbondantemente la
terra. M. De Plancy ha immaginato di utilizzar queste foglie
p d^ inipiegarle alia preparazione delle spazzette e delle
scope die tei fabbricano con radici di graminacee. Ha
presentato diversi saggi di cosi fatte spazzette i quali
semlirano ottenere lo scopo ( Societa centr. d' agricoltura.
Saine et Oise, 1824, p. 3". Bullet. Univers. ibid.).
Maniera pronta di fare il burro. Versate uno o due cuc-
dilaj d' acquavite nella zangola quando il iior di latte
(l) Abbiaiiio fatto due volte 1' esperimento di questo spiedo,
ma non ci (■ riuscito. Non snppiamo pero se cio sia accatliKo
}jfr nostra poca destrezza o perclie gracuita e falsa sia I'asser-
.zior.e dal tinrnaliita inglese. (Nora del Diiettoie r compilatore
Hi qticgia Biblioteca).
aD4 A.I'1>ENDICE
s'aJiIcnsa. Vol abbrevierete inolto l' operazlone senza che
la qualita del burro soffra nieiioniainente ( Woclieii-Blatt
dcr L;uiJ\v. Vereias in Baiern. Munich. 18 no v. 18a 3,
n. 7, p. i34.vcr Bullet. Univ. ibid.).
Nutrimento de vitelli. Si e ossefvato che (juando si la-
sciano poppare di troppo i vitelli ne' primi giorni della
loro nascita essi digeriscono male, sovente si ammalano
ed e difficile allora d'ingrassaili. Si riniedia a cosi fatto
inconveaieiite nioderando la loro ingordigia nelle prime
settimaae , nia quando sono nrrivati ad una certa epoca
si lasciano poppare quanto vogliono ed anclie sotto divei'se
vacche ogni volta. Solaaiente che negl' intervalli si rin-
chiudono in una stalla particolare e si porge loro in una
p.ccola niangiatoja de" pezzetti di creta ch' essi raangiano
benissimo alia dose di circa 10 a la once nl giorno.
Pare che questa sostanza sia destinata a neutrnlizzare gli
acidi che potrebbero risultare dalla grande quantiia di
latte ch'essi bevono. I coltivatori delle vicinanze di Lon-
dra assicurano che i vitelli nudriti in tal guisa s' iiigras-
sano pill prontaniente e che la carne fe molto piii bella
e piii ricercata d' ogni altra. (Mem. de la Soc, centr.
d' agr. et des arts. Seine ed Oise , 1824, p. ag. Bullet.
Univers. ibid.
Conservazione del latte. Abbiamo parlato altrove di questa
scoperta, ma eccone la ricetta piii chiaramente esposta.
Pigliate delle bottiglie di Francia che teagono una pinta
all'incirca, che sieno bene asciutte e senza odore di sorta :
versatevi il latte appena munto : che le bottiglie sieno
piene : otturatele con turacciolo di sughero, che fermerete
con spago o filo di ferro. Stendete un po' di paglia sul
fondo di una caldaja e collocatevi le bottiglie piene, frap-
ponendo altra paglia fra di loro. Riempite la caldaja con
acqua fredda , ponetela sul fuoco , e quando comincera
a bollire, levateci il fuoco di sotto e lasciatela rafFroddare
lentamente. Quando le bottiglie saranno fredde afFatto si
rltirano e s" iacassano con paglia o segatura di legno per
poscia collocarle in foado a un l)astiinento, o pure a terra
in una buona cantina. Si pretende che il latte si conserva
in tal guisa freschissimo e come appena munto per la ed
a>ich« 18 mesi.
PARTE ITALIA.NA. aSS
PARTE II.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
A
Fine delV clenco de premiatl per oggetti cT industria
nclla dlstiilmzionc fattasi in Milano nel 1824
( vedl qncsto volume , pag. 96 ).
Premj di menzione onorevole.
Don Giacomo Daverio di Milano, per torchio econo-
niico.
A Giambatlista Solar i di Milano, per vasi di gres.
A Carlo Bernardi e Giacomo De Luigi di Milano, per
chiavi applicate al corno da caccia ( giudizio. sospeso per
la medaglia d' argento ).
Ad Andrea Comezzoli di Milano, per la vori di parrucche.
A Gaetano Provaggi di Milano , per parrucche niigliorate.
Ad Andrea Spinelli dl Milano , per paglie tinte ad use
di strati da camere.
A Rosa Melh di Melegnano , allieva dell' I. R. Collegio
delle fonciulle in Verona, per cjuadro a ricanio in bianco
a cliiaroscuro.
A Francesco Tacchi di Como, per fornello da iilar la
seta utihnente niodificato.
Ad Antonio Parazzoli di Lodi , per quadro intagliato in
legno a basso rilievo.
A Vinccnzo Sassi di Monza, per estesa fabbricazione di
creps della Cina.
A Carlo Riva di Milano , per disegni di figure eseguiti
coi capelli sopra T avorio.
A Giambattista Giiyon di Lione, stabilito da lungo tempo
in Milano, premiato nel concorso dell' anno 1822, per lo-
de vole costruzione d' un orologio a pendolo e d" uno da
tasca.
A Luigi Ripamonti di Milano, per quadro intarsiato in
li'guo con jignic.
a.V) A F r E N D 1 C K
A Giuseppe Ronchetti e Figli da molti anni jtabiliti in
INIilano, premiati nel concorso dell' amio 1822, per petlini
da telajo all' iiia,lese.
A Pietro Citterio di Mllaiio , per fornello coa girarrosto
jnosso dalla corrcnte d' aria riscaldata.
A Giovanni Ponzini di Milniv , per nietodo d' appresta-
zione del lull (giudir.io sospeso per la medaglia d'argeiir.o).
Ad Antoma Sirtori di JMilano, per cjuadro di figure a ri-
canio in oro.
A Francesco Castagnoli di Milano , per qnailro di figure
a ricamo.
A Gicvanni Merlini ingegnere in Monza, per Ijarca niossa
contr' acqna dalla forza della correute.
Ad Augusto Blitmenfeld da varj anni stabilito in Milano,
per pettini da telajo all' inglese.
Ad Antonio Guglielmini proprietario della Ditta Castagna
e Comp. di Milano, per tinture di seta in nero di Fran-
cia niigliorate.
A Giuseppe Martini di Milano , premiato nei concorsi
degli anni 1^20 e 1822, per baklacchino riccamente rica-
niato in oro.
A Giuseppe Marioni di Cusano , provincia di JNlilano ,
per canne da scliioppo internaniente smerigliate.
A Davide Maini da molti anni stahilito in IMilano , per
macchinetta atta a fal^bricare il cordlno in ispiga.
A Giovanni Manzoni di Caravaggio, provincia di Berga-
mo, per congegno con cui si aprono e chiudono le imposte
delle finestre.
A Clemente Pozzi di Como , per serratura di semplice
costruzione.
A Carlo Bolognini da varj anni stabilito in Milano , per
basso rilievo di figure in bronzo dorato.
A Girolamo Aniedeo di Como , per prodotti chimici tratti
dalle ossa.
A Pietro Sassi di Monza , per estesa fajjbricazione di
creps della Cina.
Ad Aquilino Ripanionti di Dugnano , premiato nell' anno
182a, per miglioramento al torchio da olio.
Sott. STRASSOLDO.
Angelo Cesaris, Direttore.
Il Vicesegretnrio dell' I. R, IsUtut»
C A RI. I \- I.
PAKTE ITALI.VNA. sSt
Elenco degli oggetti d' industria che^ oltre quelli per-
niiati , furoiio presentati alcuni pel coiicorso , ed
altri per la sola esposizione.
Varie mnccliiiie presentate all' esposizione, del signer
cavaliere Ciovsznni Aldini , uiembro dell' I. K. Istituto di
scienze , lettere eJ arti.
Diversi congegni per rendere intermittenle la luce del fari.
Occukatore formato da un piano verticale e mosso
da una leva idraulicn.
Occultatore , mosso come sopra, girevole da quattro
lati, a dati intervallL di tempo.
Occultatore, mosso come sopra, formato da due piani
metallici, che si aprono e si cliiudono a dati intervalli
di tempo.
Occultatore, mosso come sopra, in forma ciJindrica ,
che rende ad un tratto visiljili le iiamme dei fari da ogni
parte per un dato tempo.
Occukatore che fa le veci di contra^jpeso della leva
idraulica e che agisce tanto a valvola clie a canale aperto.
Congegno per rendere intermiitente la luce dei fari
illuminati col ijas.
Rtiota idraiilica ridotta alia maggior sempUcita e mossa
dair urto dell' acqua cadeiite da un serbatojo.
Due specclii di rame "inargentato di non ordinaria
grandezza , e niobili in diverse direzioni.
Altri specchi di stucco inargentato.
Lucerna aW argand a sei fiamme, producente i colpi
di luce vivace, in sostituzione dei fuochi del Bengala.
Apparecchi die servouo ad estrarre il gas illuuiinaute.
Macchine diverse pel segamento de'marini.
Modello di una sega mossa dalla leva idraulica tanto
a valvola quanto a canale aperto.
Modello di una sega pure a leva idraulica che miio-
vesi in pochissiaia distanza dal livello del serbatojo.
Congegno per dirigere e versare 1' acqua e l' arena
sopra la sega a dati intervalli di tempo.
Modello d' una macchina pel segamento dei niarmi a
pill tagli mediante Tazione di un' altalena , evitando il
contrappeso.
Bibl. Jtcd. T. XXXVII. J-
258 A V I' E N D X C E
Congegiio jTer regolare il movimento delle seglie.
Congegno aiialogo al prccedente, nel qiinle si fa uso
d'l una carrucola sospesa all" estremita tiella Iev;i.
Comliinazione di due secclii attaccati alT estremita
di una leva, sui quali agisce alteniativainente una stessa
corrente d" acqua.
Conibina?ione di due leve idrauliclie senza eontrappeso,
con cui una stessa quantith di acqita esercita in due volte
la sua azione sopra una inedesima resisteoza.
]\lodello operativo a doppia leva idraulica applicato
alia segatura dei niarnii.
Macchine ed istromenti diversi prescntati dal signor
Carlo GrindcJ , maccliinista dellT. R. Osservatorio di Brera.
Un sestante ed un circolo a riflessione.
Cannoccliiale acromatico col micrometro di Rochon.
Cannoccliiale da notte.
Microscopio a lampada.
Altri stromenti fabbricatl dal suddetto Gruidel e dai
suoi allievi.
Pirometro, stiomento die serve a niisurare la dila-
tazione dei luetalli.
Macchina funicolare, clie serve nelle scuole di fisica
a diniostrare la composizione delle forze,
Barometri, termoiiietri ed altri piccoli stromenti.
Orologio a pendolo con soneria dipendetite da una sola
ruota , del signor Gioachino Alberti, di Milano.
Due dinamometri ed un modello d' un bilanciere di nuova
costnizione , del signor Cristoforo Sieber ^ maccliinista del-
1" I. R. Zecca.
Elettromotore dsl signor professore Zainboni , eseguito
dal signor Eusiachio Vrlandi, di Yerona.
IMaccliinetta fatta per niisurare il fieno ammuccliiato ,
di Fuustino Bozzoni , di Santo Zeno provincia di Brescia.
Piccola campana saldata con nuovo metodo e raodelli
delle cilia velle clie s' impiegano nella suddetta operazione ,
dei signori Domenico ed Erniano padre e figlio Barlgozzi.,
di Villpfranca , provincia di Verona (giudizio sospeso per
la niednglia d'oro).
Modello di maccliina clie serve a ridurre in faldelle
i legni ad uso de' tintori , e legno gia ridotto in fal-
lUIle e disposto per I'uso, del s'lgnov Giuseppe Pinella , di
Brescia.
I'AKTK ITALIANS. 289
Disegiio d' uu uiiovo torchio a iiiannbrio , del macchl-
nista signor Enrico Spring.
Modello d'uii torcliio da stampa a ciliadro, del tipografo
signor iVicold Betloni ( giudizio sospeso pel preinio ).
Modello di l)ilancia a ponte , del aieccaiiico signor
Luigi Rosa.
Planetario die rap[)reseiita diversi movimeati de'corpi
celesd, del fa signor Ubaldo Villa.
Cariglione applicaVnle agli orologi , del sigaori fratelU
Cciser , staljiiiti in Milano.
Modello d' un fraiitojo da ulive, di Aqnilino liipamonti,
di Wilano.
Maccliina per formare i fondi delle incisioni in rame anche
con linee curve, del signor Antonio Longoni (giudizio
sospeso pel preniio ).
Diversi cainpioni d' acciajo di cementazione e di fiisione,
del signor don Giuseppe Fismara, professore neU' I. R.
Liceo di Cremona ( giudizio sospeso ).
Candelabro di bronzo dorato, arricchito di figure e di
ornameiiti, della fabbrica del signor Luigi Manfredini, di
Milano.
Bronzi dorati della fabbrica de'signori Strazza e Thomas
in Milano , cioe :
Un cesto portato da tre Baccanti.
AUro cesto portato da tre Zefliri,
Un orologio a pendolo con figura rappresentante
r amore uiaterno.
Dtie vasi a'la maniera etrusca con bassi rilievi e
ghirlande.
Un calamajo co"" suoi pezzi relativi, rappresentante
un Araorino.
Una testa di cavallo.
Griipijo di Venere ed Amore in una concbiglia por-
tata da due delfinl, gettato in bronzo con patina di verde
antico.
Ornaniento d" orologio , di ])ronzo dorato rappresentante
la nascita di Venere, nianifattura di Luigi Scorzini, ili
Milano.
Quattro lucerne, delle quali due con piede , con orna-
ment! dornti, di Giantbattista. Rasario , staliilito in Milnno.
Due lucerne con piede, ornate come sopra , di Giovanni
e Giuseppe fratelli Frina, stajjiliti in Milano.
260 APPENDIOE
Areoiiietro e campioiil cU verde-vite e di oijj'imento, di
nuova iabbricazione , di Francesco Fornara , di Milano.
Due serraturc a coiigegiii, di Giuseppe ^ri/u, di Pontita.
Stoflfe per tapjiezzei'ie a disegao di vario genere, alciiiie
delle qiiali tessute coa oro e seta sopra maccliine alia
Jaquard , dell' I. R. fahbrica privilegiata deJ signer Fran-
cesco Reina, di Milaiio.
Velluti e stofFe ad iiso di Francia e alia Jaquard^
scialli crops e di ogni altra sorta in seta, della fablsrica
di Ciuscj)pe Osiiago , di Milano.
Velluti, StofFe lisce ed a disegni , in seta ed in oro,
scialli , ecc. della faljbrica de' signori Degregori e Coinpa-
giii , di INlilaiio.
StofFa di seta coU' efTigie del Canova , della fabbrica del
signor Eliseo Barioli, di Milano.
StofFa di seta nera col pelo iiiiitante la felpa, di Angela
Videmari , di Milano.
Veli creps di varj colori , della Fabbrica privilegiata dei
signori Coatz e Quinqueton , in Milano.
StofFe di cotone e scialli stauipati , dell' I. R. Fabbrica
privilegiata dei Fratelli Kramer in Milano.
TuU nero a iiiaglia iissa , della Faljbrica di Gaetano Ber-
retta in Milano.
Diversi lavori di inaglia , del signor Giuseppe Ponzio ,
di Milano.
Miiglie diverse , del signer Paolo Uboldi , di Milano.
Coperte da letto a varj colori, FabbricaJe coi cascanii
(ielia seta , ed altre siiinli di cotone , di Giovanni Fran-
cesco Thevenet , stabilito in Milano.
Felpa di capelli e reti Fabbricati coi medesimi per uso
delle parruccbe , di Felice Bosiz , stabilito in Milano.
Parrucclie, rlcci di lino e di seta, e varj altri oggetti
da parruccliiere , di Felice Bosiz suddetto.
Pelli liicide a speccliio di piii colori , e cinture d' ogni
scrta tanto per donna, come per uso de'militari, Fabbri-
cate coUe pelli suddette, ed altri oggetti della stessa nia-
niFattura , di Cuglielmo Enrico Charansonney , stabilito in
Milano.
Scarpe, stivali, coturni, galosce ed altri oggetti lavornti
da Eugenio LocateUi , di Milano.
Galosce di nuova Fabbricazione , di Gaetano Turconi ,
di Milano ( giudizio sospeso ).
PAKTE ITALIA.NA. a6l
Cinghle elastiche o bretelle di nuova forma , di Felice
Bosiz snddctto.
Cinti elastic! , di Giuseppe Restani, di Milano.
Filati tratti da una piauta iiidigeua, seta e penne tinte
con piante parimente indigene coniuni, del sacerdote Don
Giuseppe Madenia , di Milano.
Colori ad iiso dei floristi tratti da vegetaljili , del chi-
mico signor Gaetano Rosina , stabilito in Milano.
Terra gialla ad uso de' pittori , del signor Ansaldi, di
Cremona ( giudizio sospeso ).
Olio ad uso de' pittori proposto da Felice Bosiz suddetto
( giudizio sospeso ).
Vasi di majolica e terr.iglia con vernici varie, ed anchc
iniitanti lo spiendore metallico , cioe vasi da fiori, animali ,
zuccheriere e cafFeitiere resistenti al fuoco , della fabbrica
del signor Giuseppe Dalt Aglio a Masi , distretto di Mon-
tagnana , provincia di Padova ( premiati nel concorso dello
scorso anno in Venezia).
Disegno di macchina per fare il vino , del signor Vin-
cenzo Huher.
Modello in legno dello spaccato del teatro di Sondrio
con cassa armonica praticata sotto T orchestra , del signor
Alfonso Gessagn.
Tavoletta di legno di frassino ridotto a Incido, A\ Luigi
JRipnmonti , di Milano.
Cornici di legno tinte in nero lucido, di Giuseppe Brenta,
falegname in Milano.
Portaorologlo e cornice di un piccolo specchio lavorati
in snghero da Giacomo Anghileri , di Lecco.
Soffietti doppj , portafogii e borse da donna ad uso di
Francia, di Felice Luca , di Milano (glunti tardi al con-
corso ).
Piante secche preparate per la loro conservazioae , del
sig. Barhieri ^ custode dell'l. R. Orto botanico di Mantova.
Raccolta di frutti in rilievo esegniti in cera , sotto il
titolo di Pomona in rilievo , presentata dal signor Carlo
Degaspari ( giudizio sospeso per la niedaglia d' oro ).
Vetro filato di diversi colori , termometrografo ed altri
istrometit! di vetro sofHato, del signor Jgnnzio Pizzagalli ,
stabilito in Milano.
Immagine del Redentore coronato di spine , in busto di
cera , presentata dal signor Carlo Degaspari suddetto. ^
202 A r P E N D I C E
Qiiatlri in ricnmo presentali dnlla s'lgnova Luigia Remon-
dino-Volpi come lavori delle sue allievej cioe la Dea Flora
cU Giuseppa Binndd , la Venere sdrajata ed il riposo in
Egitto di Maddalena Gaiijiurdi.
Quadro in ricanio rappresentante S. Maico , di Antonia
Sinori , di Milano.
Scatolette rlcamate di Donna EUsaheLta di Hoffmann.
Quadro parte eseguito a ricamo , parte in disegno a
colori , rappresentante varj oggetti mescolati detti a Parigi
Quodlibets , della medeslnia.
Piccola vettura a due ruote con ornamenti diversi , e
niolle e sostegni di nuovo genere, del sigaor Don Antonio
Bottigella , di Pavia.
Gabbia di grande dimensione con diversi compartinienti,
rappresentante vin palazzo , di Giainbaltista Carho/uni , di
Lodi.
Serratura egiziana migliorata da Pietro Corbella, di Milano.
Meccanismo applicabile alle ruote per tenerle continua-
mente umettate di olio, di Giovanni .Martina , d'l Cremona
( giudizio sospeso ).
Macchinette per tagliare il sapone in pezzi cnbi , del
suddetto.
Grotta cumana, piccolo quadro con figure mobili di
Domenico Zamboni , oriolajo in Verona.
Serratura a combinazione, di Pietro Citterio , d'l Milano.
Pillole per caricare le armi da fuoco e specialmente
gli schioppi da caccia , composte e perfezlonate dal chi-
iinco-farmacista Luigi Croce , di Milano.
Siroppo di cafFe fabbricato e posto in commercio , del
signor Francesco Donesana , di Vallate , provincia di Lodi
e Crenia.
Due pitture all' encausto, del signor J) on Luigi Maineri ,
di Lodi ( giudizio sospeso ).
PARTE IT.\LT.V?CV. 26^
OPERE PERIODICHE.
REGNO LOMBARDO-VENETO.
Qinrnale dlfisica, chimica, storia natiirale , medlcliia
ed artl, del professorl Pietro Confioliachi e Ga-
spare Brvgnatelli dl Pew la , blmestre i .°
E,
Parte prima.
JSTF.ATTO della II Memoria sal calore speclflco de' gas
coniposti para^onato con quello de" loro gas componenti
del cav. Amadeo Avogadro. — Sul rapporto die esiste fra
r eiiergia dej;li apparati elettromotori ed i loro efFetti sn-
gli aghi calaniitati, del prof. Stefano Marianini. — Saggio
di alcune esperienze aaalitiche tentate sopra un fluido lat-
teo reso dalle vie urinarie d" una giovane donna, di Giaiii-
battista Canobbio. — - Saggio analitico della corteccia di
una china detta bicolorata, del P. Ottavio Ferrarlo. — Sulla
solubilita del carbonato di magnesia, apparentemente mag-
giore neir acqua fredda , che nella calda, di L. Angelini. ■ —
Snir esistenza delP iodio nelle acque niinerali sulfuree, e
jjarticolarmente in quelle di Castelnuovo d' Asti, del dottor
Cantit. ■ — Alteraziont' neir alcool prodotta dalla calce, di
G. Menici. — Fine della Memoria sopra le rocce zooliti-
che di sedimonto inferiore delle provincie Austro-Venete ,
di J. A. Ciitulo. — Flora italica seu destriptio plantarum
omnium , quae in Italia sponte nascuntur e systemate se-
xuali distributaruni , /. Morettl. — Use medico interno del
cloruro di calce del D. Poggi.
Parte seconda.
/. Progressi delle scienze naturali, Seguito degli estratti
delle radunanze dell' I. K. Istituto di scienze , lettere ed
arti ill Milano, — Azloae del rauie suU' ago calamitato. —
Osservazionl intorno alia quantita di calorico die svilup-
pasi nella combustione , del sig. JVelter. — Sulla caus.i
deir odore del gas idrogeno , del sig. Berzelius. — Pro-
cesso per riconoscere le pin piccole quantita di fosfato di
calce. — Nuovo genere di combinazioni . del sig. Voider. ^ —
264 A P P F. N U I c r
Delia gcnerazione dei manimiferi , e del ptimi indizj dello
svilnppo dell'embrione , teiva Memoria di Prevost e Dm-
mas^ — Piodiizione naturaie dell acido benzoico cristalliz-
zato. — Nnovo fliiido auimale. — Sniracupuiitura. — Sul
rltrovato delT applicazioue dcUe semenze oleose per pro-
durre il gns illnmiuaiite.
//. Libri nnnvi. Opere del CoccJd. — Memoria sulParros-
simento straordinario di alcuiie sostanze alimentose. — ■
Schiarimenti del doctor F. Scorticagna sopra lui pesce esi-
steate nella Biblioteca Bartoliniana di Vicenza.
///. Premio proposto dal coate Paoli conferito al signer
Angelini , atitoi-e della Memoria snlTacqua niiiierale di Salice.
IV. Cenno necrologico del prof. cav. Siro Borda.
GRAN DUCATO DI TOSGANA.
Aiitolog/.a di Firenze, quaderno 49.°
Agli assoclati corrispondenti deirAntologia il direttore ed
editore Vieusseiix. — D' una scelta di prosatori itaiiani ,
lettera di Pietro Giordani. — ■ Sulla dottrina e pratica
agraria, discorso di Pietro Feironi matematico regio. —
Alcuni peasieri suU' economia agraria della Toscana, del
generale CoUetta. — Conversazioni di lord Byron raccolte
dal capitano Medwin. — Lettera alT autore dell'articolo in-
torno alle Poesie di Labindo. — M. Corneiii Frontoais ,
et ]\1. Aurelii impcratoris epistola? , ■ etc. etc. — Elogio
accadeniico di Francesco Foggi , professore neirUniversita
di V'ls^. — Intorno al codice Bartoliniano , Urbano Lam-
predial Direttore deirAntologia. — Sulla dominazlone degli
sti'anieri in Sicilia , discorsi due di Saverio Scrofani sici-
liano. — Bullettiao scienti.lco, n." i6.° — Bullettino biblio-
grafico n." i5.° — Osservazioni tneteorologiche di dicembre.
STATI PONTIFICJ.
Qiornale Arcadico di Roma, quaderrf^ 71."
SciEKZE. Risposta al tenia proposto dalia societa ita-
liana delle scienze residente in Modena sulla eccitabilita e
suir eccitamento , di Luigi Einiliani. — Sulla condizione
patologica delle febbri biliose, nuovi fatti e^posti dal prof.
Domenico Mell. — Storia delle febbri intermittenti e per-
niciose di Roma , di F. Puccinort.i. • — Corrispondenza medica
VARTE ITALIANS. 26S
del dottorl Sinibaldi e Tonelli. — Sulle cagloni e sulla na-
tura delle fel>bri periodiche , lettera cli V. Ottaviani. — Sag-
gio di legislazion penale, delP avvocato Giacomo Pagnoncelli.
Letteratura. Intonio al ragionamento del marcliese Ce-
sare Luccliesinl , suiristitiizioiie della vera tragedia greca
per opera d' Eschilo. — Memorie istoriclie di Cori, di Sante
Viola ( coiitinuazioiie ) — Versl della sigtiora Franceschi.
Belle arti. Intorno alle belle arti che si coliivano ia
Modena.
Varieta'. De Antonio Onuphrio Roma ad Urbem Ma-
rlni reduce, Cassaris Pliilodii carmen. — Sulle imprese di
Anna Perotta. — Versi del marcli. Girolamo Zappi alle il-
lustri nozze della principessa Elisa Napoleona Bacciocchi col
conte Filippo Camerata Passionei. — Versi del dott. Luca
StulU , di Giovanni Nobile de 5/;;sarro , e del padre lettore
Angelo Maslac , ragusei , pel giorno natalizio di Fran-
cesco I d' Austria Imperatore e Re. — Lettera del praf.
Meli , sul presente alauso del salasso.
Necrologia. Antonio Corradini. — Osservazioni idrauliche
di iiovenibre.
Glornale Arcadico di Roma , quad. 72."
SciENZE. J. B. Burserii Institutiones medicinae practic;e
emendatse cura V. A. Brera. — Risultanieati ottenuti nella
clinica medica dell' Universita di Padova dalla c'lina bico-
lorata, — Sopra alcuni pezzi di granito e di lave antiche;
osservazioni di C. Cemellaro, — Elogio del cav. Giuseppe
Gioeni de'duchi di Anglo.
Lettera ri'RA. Seconda centnria di osservazioni nuinisma-
ticbe di B. Borghesi. — Memorie istoriche di Cori, di S. Viola
( continuazione ). — Memoria di L. Nardi sopra alcune
parole italiane e sopra una terzlna di Dante. — Delia
politica militare , di G. Cridis.
Varieta." IMeriti di Pio VII e del clero verso la let-
teratura. — II tesoretto e il favoletto di Brunette Latini. —
Epigramma latino , di F. Giiadagni. — Dell' amor della
prole , di Plutarco. — Epistola del conte A. Malacari. —
Epigramma di G. C. di Negro e traduzione in latino di
L. Biondi. — Iscrizione del Schiassi. — Opinioni di pa-
recchi scrittori su gli studj elementari e specialmente sulla
uianiera d" insegnare la lingua latina , con alcune idee e
riflessioni del raccoglitnro. — Osservazioni idrauliche di
dicer.ibre.
2^)6 APPENDICK
BIBLIOGRAFIA.
REGNO L O I\I B A 11 D O - V E N E T O.
Dl alciLiie osservazioni di lingua fattc sopra le ultinic
poesle di Lorenzo de Medici detto II Magnlfico ,
Lettera dl Pier Alcssandro Paravia Jadrense alV ec-
cellentissimo slg. inarch. D. Qlo. Jacopo Trividzio.
— Trevlso^ 1824, presso Francesco Andreola ,
tipografo.
L,
JORENZO cle' Medici fu uno dei piu gi'andi uomiai die s"iii-
contrino nella storia italiana. Colle arti della j^olitica noa
solo sigiioreggio Firenze sua patria , ma fu riverito in tutta
ritalia ; e per quanto lo compoi-tavano la condizione dei
tempi e le animosita irreconclliabili de'potentati italiani ,
procaccio eziandio di giovare all' universale. Negli studj
poi fu uomo di bellissimo ingegno e di gusto scjuisito ,
e verseggiando occupo uii seggio distintissimo nella scliiera
de' patrj poeti. Fu inoltre proteggitore de' buoni studj e
di tutte quelle arti che tanto contribuiscono a far beata
la vita ; e qaiiidi i contemporanei lo dissero Magnifico ,
e la posterita fece plauso a quel titolo di onore noa det-
tato dal terrore , non veiiduto dall' adulazioae , ma debito
air altezza dell' animo ed alle buone qualita del cuore.
Ma in un secolo in cui 1' erudizione aveva per cosi dire
agghiacciate le fantasie italiane , non vuolsi credere che
questo Principe occupato in tante altre faccende , divise
quanto appena puo dirsi dall' amenita degli studj , riuscisse
perfettissiino verseggiatore. Perb le sue poesie sono inferiori
a quelle dell'Aligbieri e del Petrarca anclie dal lato della
lingua e della grazia , sebbene potrebbe credersi clie in
questa jiarte avesse dovuto vincerii , come 1' eta in cui
egli fiori vinceva d' incivilimento I'eta di que' due sommi
uscita ajjpena dalla liarbarie. Con tutto cio si puo stu-
diare utilrnente nelle poesie di Lorenzo de' Medici , prin-
cipalmente da cbiunque vi cercbi scliiettezza di modi e
non so quale nativa eleganza di frasi : donde avvenne
che i compilatori della Crusca non lasciarono inosservato
PARTE ITALIAN: A. Q.C)-'
codesto rnmpo. Ma alcune poesle del Magniflco giaciute
fiaora nella Ijiblioteca Laurenziana , e jjuljljlicate ulliniii-
mentc dal tliiarissimo Roscoe , porsero occaslone al sig. Pa-
ravia cU cercarvi alcuni modi non ancora r%2;istrati nel ri-
detto vocaliolario , o nuovi esempli di vocaboli e di modi
anclie prima d' ora adottati. L'autore accenaa in fine della
sua o]ieretta clie alcnne delle sue osservazioni sono fatte
piu presto in sei'vigio dell' erudizione die in pro della
lingua i e con cio previene un'accusa cite da taluno poteva
per avventura essergli mossa. C!ie veramente i vocaboli
acervo e disacervo per acerbo e d'sacerbo , e aurea ed
cscubia per aura e per sentinella sarel^hono troppo me-
scliina cosa da presentarsi ai nostri moderni scrittorl. In
generale pero le osservazioni che vien facendo il signor
Paravia mostrano il buon gusto ed il diritto giudizio dello
scrittore ; e queste doti appajono eziandio in tutta qnella
parte dell' operetta con cui egli invia qnesta sua produzione
al marcbese don G. Jacopo Trivulzio , cbiarissinio favo-
reggiatore de* buoni studj.
Qrammaire italieune elemciUcdre et raisonnce suivie
d'un traite dc lapoesie italieune ^ ouvrage appruiwe
par VInstitut de France. Par Q. Biagioli , auteur
d'un nouveaii commcntaire historique et litteraire
snr le Dante , le Petrarque , etc. Cinquieme edi-
tion. — Milan, 1824, de V imprimerie de Jean
Silvestri. Un vol. in 8.° di pag. 408.
L' esito die lia avuto in Francia questa granimatica ba
determinato il Silvestri a fame una edizione ancbe fra
noi ^ e non sappiamo se il signor Biagioli teiTa questo
fatto come una testimonianza di stima , o come una sug-
gestione dell' interesse. La gramuiatica italiana di lui ebbe
in Francia una testimonianza ben piii lusingbiera e fu il
vote favorevole die ne die 1* Istituto per T organo del
sig. Domergue , voto cbe e stampato in fronte anche di
questa edizione e che veramente e ben ragionato e van-
taggiosissimo. Vogliamo qui notarne i punti principall sotto
i qnali e riguardata quest' opera.
" i.° 11 piano deir opera m' e sembrato ben conceplto;
tutte le parti s' intrecciano felicemente e si prestano una
chiarezza reciproca. Rincrcsce solaniente die I'autore non
268 \PPr. NDICE
abbia adottato il nietodo .Tnalitico , il solo ricoiiosciuto
buono, sia per acquistare cognizioni, sia per comunicarne
ad altri (Uantore profitto ill quest' osservazioiie e fecc
moiti cambiamenti jiriina di publ)Iicare il sno lavoro ).
II 2." Le regole del grammatico soiio dfidotti dai priucipj
delta scienza grammaticale ed antorizzaCe con esempj tolii
dai classic! :, ma qui il sig. Bingioli adotta troppo facilmente
il pregiiidizio italiano cbe proclaiiia T infaliibilita de' clas-
sic!. A norma di qiiesto pregiudizio tutte le frasi di Dante,
del Petrarca e del Boccaccio sono corrette , mentre la no-
stra rat^ione ci fa trovar qnalcbe maccbia negli scritti im-
mortali di Boilean, di Bossiiet , di Racine e di Feaelon.
II 3.° L* autore si occnpa coii successo a investigare la
ragione dell' uso e ad applicarlo alle regole generali.
11 4.* Le numerose anonialie de' verlii italiani banno ils-
sata particolarinente V attenzione del sig. Biagioli e sem-
brano non offrire piii difficolta alcnna.
II 5." Varie idee poco conosciute e sovente nnove si
fanno notare nel capitolo delle preposizioni e in quello
degli acccnti.
'/ L' opera termina con un trattato sulla versificazione
dove scorgesi il poeta e 1' nomo di gusto illuminare il
grammatico. Qnesto articolo fatto con diligenza e proprio
a far sentire Tarmonia de' versi italiani e a dare 1' into-
nazione giusta della voce nelia detlamazione e nel canto. "
Elenco di alcune opere stampate e puhblicatc nel regno
Lombnrdo-Veneto nel corrente anno 18:2 5.
Annali della medicina fislologico— patologica , compilati da
Gio, Strambin, dottore in medicina. Anno 1.°, quad. 12.°
dicembre. Milano , Destefanis , di pag. i32, in 8.'
Lir. 24 ital. all' anno. Le associazioni si ricevono dai
lilirajo Giuseppe Bocca , corsia del Duomo, n." c)8o.
Annali universali di medicina e cbirurgia , del dottor An-
nlbale Omodei, Milano, stamperia Destefanis, in 8.°,
quaderni 97.% 98.° gennajo, febbrajo, con tavole. Lir. 24
ital. air anno.
Annali universali di statistica , economia pubblica , storia
e viaggi. Milano , presso glieditori, a S. Gio. alle quat-
tro facce n.' i838 , in 8." fascicoli 6.° all' 8.% dicem-
bre 1824, gennajo e febbrajo iSaS , di circa pag. 100
ciascuno. Lire 18 ital. all' anno.
PARTE ITALIANA.. 269
Bililioteca scelta di opere italiane antiche e niotlerne. In
i6* Milano , Silvestri , corsia ilel Duoiiio. — Prose e
versi delP abate Ilario CasaroUi Veronese, dipag. '432,
Lir. 3. 3 5 ital.
Collana degli aiitichi storici greci volgarizzati. Milano ,
fratelli Soiizogno , in 8." ed in 4.° — Le vite degli uo-
mini illustri di Piutarco ; versione itrxliana di Girolamo
Pompei , con note di piii celeliri letterati , ora riunite
per la prima volta in qnesta edizione. Vol. 4.° e 5.°,
in 8.° lir. 18. 64, in 4.° lir. 3o. 58 ital.
Collezione delle opere classiclie italiane del secolo 18.*
Vol. loS.", a.° ed ultimo delle opere scelte di Antonio
Cenovesi. Milano , dalla Societa tipografica de' Classici ita-
liani (Fnsi e Comp.), in 8.°, di pag. 396. Lir. 4. 66 ital.
Continuazione ( terza ) della serie cronolcgica delle rap-
presentazioni poste suUe scene dei teatri di Milano.
Vol. 4.° Milano, Silvestri, di p. 296, in i6.° Lir. 2. 61 ital,
Enciclopedia domestics, o raccolta di ricette , istruzioni e
nietodi concernenti le arti , Teconomia rnrale e dome-
stica , ed applicabili a tntti gli stati e in tutte le oc-
correnze della A'ita , estratti dalle opere speciali de' si-
gnori Appert, Berthollet, Bouillon, Lagrange, Buclian,
Buch'oz, Chaptai, Fonrcroy, Olivier de Serre, Farmentier,
Rozier , Sonnini , Thenard , Virey, ecc. da A. F. , con
una tavola alfabetica minntamente circostanziata , inse-
rita neir ultimo volume , e indispensabile cosi per la
spedita ricerca di tntti gli articoll come per F ordina-
zions delle uiaterie che appartengono al medesimo ge-
nere d' industria. Tradnzrone dal francese. Vol. 5.° Mi-
lano , per P. E. Giusti, fonditore-tipografo, di pag. 286 ,
la 12."
Famiglie celelu'i italiane, del cav. Pompeo Z/ffa. Fascicolo
14.°, Scaligeri di A^erona, parte prima. Milano, presso
I'antore, piazza S. Angelo n.° 1486, in foglio. Lir. 16 ital.
Flora veronensis cjunm in prodromum Flora; Italise septen-
trionalis exhil^et Cyrus FoUinius. Tomus tertius cum ta-
bulis :: neis. Veronce , typis et expensis Societatis typo-
grapliiccc , in 8.°, di pag. 898. Lir. 11. 5o ital.
Giornale di farmacia-ciiimica e scienze accessorie , o sia
raccolta delle scoperte e ritrovati e niiglioramenti fatti
jn farniacia ed in cliimica , compilato da Antonio Cat-
tiintv , cliimicn ^arnl;lc^^ta. ]Milano , Rusconi. Qnaderno'
•2~0 A I* 1' i: N D 1 O E
13.", gciiiiajo 1828, ill 8." L'lV. 16 aiistr. alP anno. Le
associazioni si ricevouo da Gio. Pietro Gicgler , corsia
do" Scrvi n.° 60 3.
Icouogralia grcca di Ennio Quirino Viscoiul , tradotta dal
dottor G'lO Lubus. Fascicolo i2.°]MiIano, presso gli i-di-
tori , in 8.° Lir. 4 ital. , in 4.° lir. 8. In due edizioni ,
in italiano ed in franoese. Le associazioni si ricevono
dalla Societa tipogi-afica de' Classici italiani per 1' edl-
zione italiana , e ila G. P. Giegler per rpiella in francese.
Lettera del piof. civ. Antonio Scarpa al cav. Luigi Bossi,
sopra un elnio di ferro squisitamente lavorato a cesello.
Pavia , dalla tipografia di Pietro Bizzoni , in Ibglio , di
pag. 2", con due tavole in rame.
Lettpie da Telgate , o sia viaggio in Valcaleppio al lago
d* Isco e ne" dintorni, di Davide Bertolotti. Milano , presso
Giusejipe Bocca , librajo , corsia del Daonio n.° 980 ,
in 12.°, di pag. 180. Lir. 2. 5o ital.
Medico (il) di se stesso, ovvero avvertimenti al popolo ecc,
del dottor Luigi Carrara, Milano , Onio1)ono Manini ,
contrada dei Tre Alljerghi, di p. 88, in 8." Lir. i . 25 ital.
Memoria storico-naturale sulP arrossirnento straordinario
di alcnne sostanze alinientose , osservato ne'ila provin-
cia di Padova P anno 18 19 , di Vincenzo Sett.e , ine-
dico-cliirurgo , ecc. Venezia, dalla tipografia di Alviso-
poli , in 8." di pag. 63.
INIoniUDenti sacri e profani dell' L Pv. Basilica di S. Aai-
brogio in Milano , del dott. Ginlio Ferrario , in 4.°
grande , di pag. 224. Milano, dalla staniperia Ferra-
rio suddctto. Lir. 120 ital.
Novelle antiche ( le cento) secondo P edizione del i525,
corrette ed illnstrate con note. Milano , per cura di
Paolo Antonio T(.>si , dalla tipogralia di Felice Rusconi,
in 8.*. di pag. XX e i5o.
Origine ( storica ) del giuliileo e delT anno santo , con una
cronoloiiica descrizione di tutti i giuliilei dalP origiao
delP istitnzione fin qui pioclamati, ecc. Milano, col tipi
di Gio. Pirotta , in 8.°, di pag. 77.
Osservatore (P) niilanese die serve d' interprete al nazlo-
nale ed al forestiere. IMilano , Brainliilla, contrada di
S. Giuseppe, in 1 6.°, di pag. 3io. Lir. 2. So it^al.
Palazzo (11) di Scauro , ossia- descrizione d' una casa ro-
niana : frammento d' un viairsio tatlo a Roma verso la
PARTE ITALIANA. 271
fiae della repubblica da Meroveo principe ilegli Svevi.
I'rimo volgarizzainento fntio sulla seconcla edizioiie fraii-
cese da F. L. Milano, coi torchi de' fratelli Sonzogno ,
stradone di S. Amhrogio n." aySS , in o.", di pag. xxiv
e 240 , con rami. Lir. 6 ital.
Prospettiva (d^la) e sua applicazlone alle scene teatrali ,
con appendice di Francesco Taccani , ecc. Milano , Giusti ,
di pag. 3o6, in 8.°, con un fascicolo di 35 ta\ole.
Lir. 3. 5o. ital.
Rapporto de' jjrofessori Carininati e Palletta sulla corteccia
aaiericana detta diina bicolorata. Milano , Destefanis , di
pag. 24 , in 8.°
Storia d' America, di Carlo Botta. Vol a." e 3.° ( facente
parte della Biblioteca portatile latina, italiana e francese )
in 16.*' IMilano , Bettoni. Lir. i. So ital. al vol.
Storia dell' arte col mezzo dei monumenti , dalla sua de-
cadenza nel 4.° secolo fino al suo risorgimento nel
6." di G. B. L. G. Seroux (T Agincourt , con aggiunte
italiane. Milano, per Ranieri Fantani. Fascicolo 1.°, in
foglio : cent. 20 ital. al foglio e Lir. i per ogni tavola: il
testo si stampa anche in 8."
Storia scientifico-letteraria dello studio di Padova , del cav.
Francesco Maria Colle nobile bellunese. Vol. a.". Padova,
dalla tipografia della Minerva , in 4.°, di pag. Xlll e
2 If). Lir. 5, o5 ital.
Incisioni.
Carta geografica della Dnbuazia e Stati vicini. Milano ,
presso Pietro e Giuseppe Vallardi. Lir. 2. 5o ital.
Certosa (la) di Pavia disegnata ed incisa dai fratelli Du-
rdli e Giuseppe Bramati , in foglio. Fascicoli 9.% io.°
e ii.° ciascuno di tre tavole. Lir. 4 ital. al fascicolo.
Milano , presso i fratelli Durelli . contrada di S. Pro-
taso al Foro , n." 2244.
Eruzione del Vesnvio il 2a ottobre iSaa, di giorno, del
sig. De Andrea. Lir. 4. ital.
Jdem , di notte. Lir. 4 ital.
Raccolte di anticliita grecbe e roniane , disegnate ed in-
cise da Gio. Bignoli. Milano , presso 1' autore a S. IMar-
cellino , corsia del Broletto , n.° 1874. Fascicolo 8.°,
in 4.°
Ritratto di S. M. I. R. A. Francesco L , inciso da Jiados.
Milano, presso Fincisore. Lir. 6.
27^ ArP£NDICE
T I R O L O.
Volgnri.zzainento dclla Vita di S. Girolamo , emendato
con varj maiioscrUti. — Rovereto , 1024, dalVI.R.
stamp cria iMarchcsani.
Le Yite dei Santi Padri sono in amove a tntti coloro
che daimo opera alio studio della buona liiigna italiana ,
ed a quelli priiicipalinente che aborrono dalT iisanza di noa
pochi iiiodeini , di goiifiar le parole ancbe dove il soggetto
sia umile e dimesso. Le edizioni piii accreditate di tjnesto
liljro sono quelle eseguite in Firenze 1' anno 1739 e in
\erona nel 1799 : ma sebl^eue in quelle stampe siasi recata
lodevole diligenza, riuscita a non dispregevole eflfetto ,
pure le Vite dei Santi Padri hanno niestieri ancora di clii
le stampi con piii cura e forse con crltica piii ardita. Di
clie ci pare che sia non uieno un sicuro testiiuoalo che
lui buon esempio la Vita di S. Girolamo puljblicata uello
scorso anno dal IMarchesani , ed emeadata suUa fede di
sei manoscritti. Noi non vorremnio farci niallevadori che
tutte le lezioni seguitate dal nuovo editore siano sincere
di ogni vizio , ma ben possiamo afFermare che questa Vita,
([uale ci vien presentata in questa ristampa , non sola-
mente fix purgata da un gran numero di sgrammaticature,
di ambiguita , e diremo anclie di passi invincibilmente
oscuri onde le altre edizioni son piene ; ma ch' e ricca ••
eziandio di molte eleganze che in quelle non trovansi. Di
tutte queste cose poi fa sicurissima fede una tavola. dal
IMarchesani aggiunta al suo volume , nella quale v' ha un
ragguaglio fra le lezioni da lui adottate e quelle dal Manni •
sesuite.
PARTE ITALIA.N.i. 2^5
CORRISPONDENZA.
Rafaele cT Urbino al chiarissimo sig. PleLro Gior-
dani (i).
Dai Cnmpi EUsi , il i." febhraja i8a5 (i).
JT INCHfe il niio riti'atto videsi eretto suUe basi del Paii-
teoti , e ill quel monumento che Roma e gli amici con
molte lagrinie a me consacrarono , in luogo si cospicuo
(i) Siccoiiie tutte le lettere pittoriche vanno sempre corredate
di note, per la niigliore iiuellii;enza di quel passi che sono resi
difficili dair eta , dalla posizione o da altia circosranza ; cosi
ci siamo data ogni cura di fame aclorna ancoi- la presente, affiu-
che possa un giorno essa pure passar tutta inciera ad accrescne
quella celebre collezione.
(2) Questa data niettera forse un poco in orgasmo tutti co-
loro che all' esattezza geografica dedicarono i loro studj. E per
verita noi non sappiamo precisaiucnte da quali Cainpi Elisi giun-
gesse a noi questa lettera. Ma e noto ad ognuno niediocremeiue
erudito , che quelli descritti da Virgilio erano sicuati , come
La provato un moderno scrittore , nelle vicinanze dl Napoli.
Altri se ne mostrano a Tivoli nella villa Adriaua. I.nieglio con-
servati pero si vedono a Parigi. 11 lettore dunque pwjtra sceglierc.
£he poi un quondam abbia scritto una lettera, oh questo si
che formera il soggetto di piii seria discussione e di n)aggior
difficoka ! E vero che don Giovanni fu invitato a cena dalla
statua , rna cio fu fatto in tutta conlideuza. Ce ne dispiace as-
sai , perche altrimenii avreniiuo un saggio di un invito, die da
Orazio Flacco fine a noi si e praticato seaipre di farlo in
iscruto. Ma che i trapassati abbiano realmente scritto in certe
occasioni , ci pare che sia fiior d'ogni dubbio. Se cio non fosse,
in cpial niodo sapreiumo noi che niolti dialoghi di Luciano, os-
iia da Luciano spacciati per suoi , non sono poi tali , come al-
cuni sagaci rritici hanno provato ? In fine : come si saprebbero
tutti i fatti di Caronte , ed inclusive di quel giorno che fecc
vacanza , e ando a diporto pel mondo ? Come si saprebbero le
gesta di Minosse, di Radamanto e di Eaco , e tanti e tanti pct-
tegolezzi accaduti ai campi Elisi , ed altrove? Singolarissima poi
e vrramente di gran rilievo e la notizia che qui riportianio, e
die abbianio avuta nei tempi nioderni pei dotti lavori degli ac-
cademici di Calcutta. Esai dicono , nelle loro Ricerclie usiatiche,
Bill. Ital T. XXXVIL .8
i-4 APPENDIGE
e forse ancora oltreniodo onorevole ; benclie sclolto mi
lossi gla da gran tempo tlall' ingombro mortale , e liljerato
cosi da tutte le perturbazioni del vostro mondo ; era tut-
tavia dalle umane vicende qualche volta costretto a sop-
portare alciine piccole Koje. Iniperocche troppo spesso e
fuor di proposito A'eiiiva V ombra mia evocata a compiere
qualche mal coacepito sonetto od altra cattlva composi-
zione poetica , da ogni Ijenche minimo poetastro tessuta
in lode di qnalsivoglia pittura che fosse in quel tenipio
agli ocelli del pubblico esposta (i).
di avere ecoperto un anticliissimo codice , il c[uale si crede es-
gere duemila anui piii antico dell' eta di Coafucio. Questo e
scritto in lingua Pali che e la lingua sacra dei Birmard , e in
foglie di palnie , come tutti gli antichi libri che contengono i
poemi samscriiici, e contiene un commento dottissimo sul Kam-
7nuva 1 il libro sacro pei Birmani medesimi , e che e un trat-
tato luetafisico teologico suU' ordinazione dei Tatapoini del se-
cond' ordine , chiaaiati Pinzen. II dotto cominencatore di questo
libro, ripescando nel bujo dell' antichita piu reniota le origini
dei riti e degli ordini religiosi , in quelle celebri region! , fissa
certi punti di crouologia , soggetto intrlcatissiuio , e presso che
disparato nelle storie di tutte le nazioni ; e dice in sostanza ,
di aver letto in un libro , di cui non riferisce il titolo , lua che
sostiene essere molto piii antico di quello cli' egli comnienta , e ci
fa sapere che tratta di cose dell' altro mondo , e vi si legge
che allorquando le aninie che soggiornano nei Canipi Elisi , de-
vono scrivere a qualcuno del mondo nostro , usano la cro-
nologia per le date degli anni , dei mesi e dei giorni che si
usa presso la nazione alia quale appartennero in vita, Ed ag-
giunge che tutto questo si fa per tradizione fra i Brahmani, in
grazia di una rivelazione fatta dall' ombra di un Gran Lama del
Tibet ad un ex-Talapoino Peguano , che niori ( dicesi ) circa
cinqueniila anni prima dcH' eta • di Alfredo il grande re d' In-
gliilterra , e che odorava di santita nel suo paese, Ecco la ra-
gione della data di questa lettera.
(i) E cosa noia che i quadri rappresentanti sacre istorle erano
esposCe in Roma nella chiesa della Rotouda ( 1' antico Panteon ) ,
ov' erano collucati i busti di moiti uouiini illustri. I poeti die
per istrazio delle ben costrutte orecchie scrivono sonetti e ana-
creontiche su tutti i soggetti , ne fecero nioltissimi anche nel-
r occasione d' ognuna di queste esposizioni ; ed i novanta per
cento finiscono tutti coll' apparizione dell' ombra di Rafaele
d'Urbino, che viene a compiere le lodi dell' autore del qiiadro
esposto , a vaticinarsi in esso un competitore , ed a fare altn
simili sciogiimenti, Alcuni anai addietro pero tutti quei busti
PARTE ITALI\N\. 2^5
lo lascio considerare a lei, coitese signoi'e, quante cose
contro il niio propi'io sentire dovetti pronvinziare in si-
mlli circostanze per bocca di tali vati ! E principalmente
nel cominciaie del passato secolo , e non di i-ado ancor
nel presente.
La mia immagine pero fu di cola tolta , e divenne cosi
muto questo mio falso oracolo : ed io rimasi nella mia
pace assai piu contento , credendomi di essere in cio di-
menticato per sempre. Ma da una di quest' ombre , cui
sta r onor mio molto a cuore , mi fu , non ha guari , pre-
sentata una sua lettera , perch' io la leggessi , per vedere
se in quella mi venisse appropriata qualcbe opinione, aliena
dai miei pensamenti , come avviene talvolta. Io la lessi di
fatto , e trovai che sono in quella da lei emesse molte
idee , le quali piace a lei di supporre che siano passate
un tempo per la mia mente. Ora non essendo cio vero ,
mi trovo obbligato a darlene un cenno in risposta , nel-
I'atto di ringraziarla del bel modo da lei usato nell'esporle:
cioe 5 che tuito quello ch' ella pensa di me intorno all' arte
ch' esercitai quando vissl , non lo fa prcferire a me diret-
tamente , ma lo presenta in forma d' ipotesi. Per questa
sua non comune urbanita , la quale mi ha fatta leggere
con maggiore attenzione la sua lettera stessa , le faccio
sapere in ricambio , che quanto ella si fa suo idolo in
quello scritto , e ben lontano da cio ch' io pensava deci-
samente su tal proposito , sono gia da tre secoli.
Io non mi sono mai contiistato perche le opere alle pa-
reti o alle tele dal mio peunello affidate non gareggino
nella durata con quelle che dal marrao si fanno , poiche
nulla giova contro il dispotismo distruttore del tempo !
Di fatto molte opere di quello che dovrel^b' essere stato
r oggetto della mia invidia , benche affidate alia durezza del
marmo , ed anche del bronzo , sono gia da gran tempo perite
e si cercano indarno da' suoi ammiratori. Per conseguente
debolissima barriera potra opporre al tempo la porcellana.
Si richiami , di grazia , alia meaioria 1' infortunio del-
I' ottimo araico mio Lorenzo Nasi , allorche sfaldandosi il
furono tohi dal Panteon , e trasportati in una camera del Caiii-
pidoglio ; e 1' ouibra dell' Uibinate piu non comparve a far la
coda ai sonetti. L' esposi/iioni si fanno preseuteuiente in altro
locale a ciy destiuato.
2-6 APPENDICE
jTionte gl' inabisso la casa ; e converra facilmente con me ,
che se il quadro cli'ei coiiservava da me dipinto per luL ,
in contrassegno della mia amicizia , fosse stato di porccl-
lana, ella non lo avrebbe di certo presente adesso agU
occhi suoi cbe in minutlssimi pezzi.
Avendo pero sentito dalla sua lettera ch'' ella parla di
xina bella scoperta in pittura , del perfezioaaniento del
meccanismo , ed in fine di una nuova maniera di rappre-
sentare od esprimere gli oagetti in quest' arte, mi parve
die cio meritasse la pena cb"" io venissi a vederlo. E per-
cio , preso congedo da queste ombre felici , feci partenza
dal mio beato soggiorno , ed andai vagando per poco nella
bella Firenze da me tanto amata quando era tra i vivi (i).
Cola glunto , ebbi ocoasione d' aminirare di fatto il valore
del novello artista da lei lodato , cbe oso il primo di por-
tare a dimensione si grande la pittura chiamata a sinalto.
E questo e ben degno di lode e di essere incoraggiato ,
come so cbe un gran monarca va fomentando cotali inco-
raggiamenti e fa bene (2,).
(i) Circa T era nella quale possono le ombre dei niorti andar
vagando , e venire a visitare il mondo dei vivi , se ne trova
r indicazione precisa in Pmperzio lib. IV, eleg. VII, verso 89;
ed in Virgillo, Eneide lib. 3.", verso 267 e seg., ove l' ombra di
Ettore si presenta ad Eiiea per fargli spetcncolo degli strazj
ch'avea vicevuti sotto le mure di Troja. In aUri luoghi pure di
quel poema se ne puo leggere la conferma , ove 1' ombra di
Anchise va a dare dei cousigli o dei comandi , oppure a far
dei rimproveri al figlio , perch' ei marciscft in ozj amorosi piut-
tosto che volare in cerca delle rive d' Italia, ed aitri poeti pure
nc parlano. E slccome il vagar di quest' ombre accadeva sempre
di notte , come succede anche adesso , cosi e presumibile , bea-
che cio non sia detto , che andassero e vadano ancora preniu-
niti di buona lauterna od almeno di qualciit lumicino fosforico
per non rischiar d' inciampare e cndere. Ma gia non e poi cio
tanto necessario, perche noi vediamo un gran nuniero di vivi i
quali non ci vedono neppure di mezzo giorno , e nondimeno
caiiiminano , e vanno e vengono contuiuamente !
(2) Convien credere che 1' ombra di Rafaele sapesse tutte
queste cose prima ch' esse accadessero , perche secondo 1 as-
serzione di Dante nel suo Inferno le anime dei trapassati ( al-
meno quelle dei dannati ) sannn tutte le cose di questo mondo
prima che avvengano , o quand' eilcno sono ancora future ; ma
j^O! dal moniento rhe divengono presenti , non ne snnno piu nulla.
PARTE ITALIANA.. 377
Ma quello stesso monarca , come gl' illustri suoi prede-
cessori , ordina moltissimi quadri a olio ; e dal nostro col-
lega Cirodet , sceso receiitemente quaggiu fra noi , abbia-
nio sentito dire che aveva , non ha guari , nominato Ba-
rone il sia;. le Gros , per avere eseguite delle belle pitture
a fresco. Ed aggiungeva che generalmente parlando il flo-
rido suo regno e forse il solo paese d' Europa , ove la
pittura sia presenteniente incoraggiata davvero. E pure ,
benche non maiicliino cola rinomate fabbriche d'l porcellana,
nondimeno non si sa che finora vi siano state eseguite
cos'i grandi opere , come fn da lei progettato (i).
Tutti sono persuasi che questo genere di dipingere
non e suscettibile di vera perfezione , benche lo sia di
quella che e sinonima di fir.itezza , poiche nello suialto si
(1) Dalla gazzetta di Pekino , e dai giornali scientific! e let-
terarj di quella gran metropoli perveniiti ultimamente alia So-
cieta asiatica di Parigi , abbiamo sicure noiizie che quel so-
vrano , sapendo in quanto pregio e tenuta presso di noi la por-
cellana , e volendone senipre rivendicare 1' antichita e la perfe-
zione al suo iinpero , avuto anclie riguardo allc nioli enormi e
maravigliose cola costruttevi aflinche le altre nazioni non pos-
sauo avvicinarsi neppuve nelle pitture in porcellana, a qnello
che vi fanno i pittori chinesi ; ha ordinate al suo prirao pittore
di corte , chiamato Mii-Ya ( albero-scheletro ) , un dipinto da
eseguirsi in una parefe di un niiglio e mezzo della nostra niisura,
nel quale si dcbhono partitamente rappresentare le storie delle
dinastie da Vii fiiio a Kb-nii-tang. Questa straordinaria ordina-
zione nierita pero confernja : benche eseguendosi ancora , sari
sempre una pittura Chinese.
Anche i giovnali di Nanguasaqui nel Giappone assicurano che
il Cuba ed il Dacri di quell' impero abbiano comniesse delle grandi
pitture in porcellana essi pure ; e si dice che in una di queste
debbano rappresi;ntarsi in serie cronologica e di grandezza al
doppio almeuo del naturale , tutti i Gran-Lama Ai^\ Tibet, dalla
loro origine fino al presente , e nelP altra tutti i Gran-Kam dei
Tartari , \estiti a gran gala. Debbono essere assai grandi ancor
questi ! Una tal notizia la danno anche i giornali Tatari-Mantcik.
Se cio si verifica , noi resterenio sempre inolto addietro an-
che nel dijiingere in porcellana in faccia agli Asiatici. E biso-
gnera avervi pazienza, avendoci essi preceduti in ogni genere
di civilizzazione e di coltura.
Non si sa ancora se gli Americani abbiano fatto in cio ve-
run tcntativo. Degli Affricani non se ne parla perche in oggi
sono astolutaiuejite barbari quasi tutti.
278 APrENDICE
finiscc anclie troppo :, ma il troppo fuiko e strada itiolto
fallace pei* glungere alia pcrfezloiie , la quale bene spesso
dipenile da pochissimi tratti di pennello. Anzi una delle
critlche solite a farsl ad ogni plttore troppo fiorito, e quella
di dire che le sue opere souiigliano alia porcellana.
Ella mi dira forse , clie quelle dell' artista da lei lodato
somiglinno perfettamente all' originale, ed io senza dlspu-
tar molto sul perfettamente , glielo voglio accordare : ma
hramerei die se ne mosti*assero , non gia copie , ne ri-
tratti, che sempre si fecero in questa maniera e perfetti
da gran tempo e piii e meno grandi (i), ma bensi opere di-
pinte dal vero , ed iuimagiaate ed eseguite dall' artista me-
Uesimo.
E se io avessi esercitato suUe porcellane il mio pennello,
allora si clii sa mai quante cose avrebbero dette di me
i miei nemici ? Se per avere taluno iniitati i miei dise-
gni sopra qualche stoyiglia , vi fa chi mi volse in ridi-
colo , chiamandoml il Boccalajo Urbinate ! (2) senza ri-
cordare le strane farse nelle quali mi hanno rappresen-
tato per/ino facendo il friseiir air usanza di Parigi, benclie
il ritratto ch' io feci della Fornai'ina non sia neppur
pettinato! (3) A meno che non si voglia ostinarsi ad in-
sistere su quello che ne fece il veneziano Giorgione > e
che credesi mio.
Le accordo che questa manifattura era al mio tempo an-
cora bambina , perche tin grande ostacolo ne impediva i
(1) Sono conosciute le picture in ismalto , ricercate dagli ama-
tori ; e nierita di essere rinordato a questo riguardo il celebre
Petitot : si dice die anclie Mengs ne facesse delle bellissinie e
clie fosse cio il geruie di un difetto nel siio colorito , die gli
venue spesso rluiproverato.
(2) Malvasla Fclsina pitirice , Bologna 1678, 104.", pag. 47'
delle prime copie.
(3) II sig. Coupin de la Couperie ha esposto un quadro a
Parigi == Raphael coiffant la Foriiarlae avant dc la peindre = ,
soggetfo grazioso e felice , dice la Revue encyclopedlque Ai diceni-
bre 1824 , a pag. 691.
Noi vogliamo credere die come pittnra il quadro del signor
Coupin de la Couperie sia la piu bella cosa del mondo ; ina
parra strana a moUi la scelta del soggetto , in un paese , ove
un' opera classica com' e quella di Quatreinere du Quinci do-
vrebbe far dimenticare affatto tutte queste miserabili caricature j
e ricliiaraare gli artlsti a far U50 di inij^lior senno.
PARTE ITILIANA. 279
progress! ; c quest' ostacolo ei'a , clic nessuno avrebbe vo-
luto allora cambiare grosse somme cli danaro in cose co-
tanto fragili. Ed all' incoiitro , dal piii vicco al piii me-
diocre in beni di fortnna , tutti amavano i quadri ; e chi
non poteva ambire al possesso degli originali, si contentava
di copie piii e mcno perfette , come la fortuna gllel per-
nietteva. E niolti di quegli oscuri aiiiatori sono ora quaggiu
ombre vanagloriose e superbe , perche le copie da lor
possednte si tengono presso di voi per originali , e si
ammirano sotto lo specioso titolo di repUche.
Non pretendo pero con questo , che s' impedisca una
tale manifattura , se pure il lusso lia sanzionate cosi splen ■
dlde suppellettili pei comodi della vita. Siano pure conti-
nuate, ma saranno senipre una ramiticazione anche lontana
delle belle arti.
II volerne poi formare un genere clie possa stare a li-
vello colla vera pittura, ognuno che ha fior di senno con-
verra facilmente meco nel dii'e che e troppo. Tutto quello
che si puo concedere a chi n' e araatore , e di metterla
al pari colla piccola e grande niiniatura. E T eta vostra
eccessivamente ammiratrice di ambidue questi generi ne
dev' essere ben soddisfatta. •
Ne trovo strani i prezzi clie si pagano per questi la-
vori ; ma sono anzi d' avviso che dovrebljero essere au-
mentati in un tempo in cui , per quanto ci narrano le
ombre che scendono di tanto in tanto fra noi , si pa-
gano carissime tante bagattelle e tante piccole inezie t!.e
non servono a nulla. Ma il voler mettere a confronto coa
queste le opere di Appiani o d' altro vero pittore, questo
dispiacque a tutti gli abitatori del fortnnato Eliso. E quel
luogo della sua lettera fu letto a voce bassa , affinche non
lo ascoltasse colui che piii lontano si stava (i).
Chi neir arte del copiare era celebre al mio tempo ,
pochissima fama otteneva , ed una grandissima difFerenza
si frapponeva fra I'inveuzione e la copia; e quella per
figlia , come questa per nipote della natura tenevasi.
Le sembrera forse ch' io dia troppo poca importanza
a quella nuova vita clie 1" artista da lei lodato ridona ,
(i) Pare che sia vpro quauto si lepge in una comuiedia di
Avistofane , che le ombre nei Canipi Elisi stiano nioho r.ttap-
cate air eticlietta del post! di onove. Anclie Dante ne fece c(iial-
che cenno riguavdo a qiiello dell' Inferno.
aoo A V V r. N D I G K
secoiido lei, a qualche mia opera; ma esso e giunto troppo
tardi per coglierne il fiore , ed e troppo modesto per pren-
dersi T assuiito di readerlo a sno niodo. Non tutti sa-
pranno nelle future eta (supposto che il caso lo con-
servi ) quaiiti secoli precorsero fra lui e me ; e si dira
senipre , ecco una copia fedele di uii qnadro di Rafaele.
Anzi niolti per le ripetute siauipe si saranuo foriiiata uaa
idcale iiiimagine di niaggior perfezione I
Ma dicasi il vero , e spiegliiamoci nieglio : noi mette-
ramo assai minore iniporianza nel meccanisnio di quello
che pensano i nostri nipoti , perclie sapevamo benissimo ,
che questo in allra eta si sarehbe presto o tardi perfe-
zionato ; e se molti ostacoli fniora concoriero a ritardarlo ,
giungera pure un tempo in cui questo accadera senza fallo.
E pero noi ponevamo ogni cura nella parte piii sublime
deir arte , nell' invenzlone cioe , nell' espressione e nel di-
segno. E tutte queste parti spariranno sempre , non dico
gia dalle copie , ma dalle ripedzioni pur anco , qualunque
siensi piii lontane dall' opere nostre.
Ed in qneste parti appunto era vivamente solleticata
la mia nobile gelosia verso le opere di Michelangelo , e
non gia nella loro materia. Con queste riempii la mia
niente di stupore, allorcbe vidi per la prima volta quella
niaravigliosa pittura della cappella Sistina , immensa piu
pei pensieri che per la mole ; e gareggiando con quelli
immaginai la visione di Ezeccbiello , 1' Isaia , le quattro
Sibille, e tutte quelle opere che dispiacciono oggi ai falsi
scguaci di Giotto (i).
Ma lasciamo qualunque controversia : la sua buona VQ-
lonia mi compensa di tutto ; e se voile cogli eleganti e
coi'tesi modi della sua lettera promovere maggior calore
verso le arti belle , continui pure nella sua nobile e
(i) Per buona sorte questi seguaci della priniitiva pittura
non sono sparsi nelle scuole d' Italia, ma si contengono dentro
i confini di qualche nordica nazione. Si trovano dunque cola
iniitatori della secchezza di Alberto Duro , e non del sue sapere;
e contraffaitori delle composizioni di Giorto , e non mai delle sue
espressioni. E cosi di tante altre vecchie nianiere. I piu nio-
drrati e coraggiosi ad un tempo giungono fine a Pieiro Peru-
eirto , e coinpiangono vivamente il iiiomento in cui qucUa scuola
fu corrotta dalla seconda maniera di Rafaele.
Siamo stati obbligati a far queita nota, perche noa tutti po»-
sono essere al fatto di tali inconseguenze dcUo »pirito pittorico
dci giorni nnttri.
PARTE STUANIERA. a8l
magnanima impresa , die sara sempre dcgna tU niolta lode.
Ma la prego caldamente di far sapere a tutti quelli che
scrivono sulle arti senza conoscerle, ch' io desidero che non
venga mai piii interpellato il mio giudizio intorno a queste
faccende; e che il luio cestamento e affidato all'opere mie (i).
NECROLOGIA.
Giuseppe Carpani.
:I_JA Biblioteca italiana e chianiata dall' amore di patria
e dalla gratitudine a spargere di ilori la tomha di ua
dotto italiano , di un leggiadro scrittore , di nn collaboratore
zelante e benevolo niancato in Vienna nella notte del a t
al 32 gennajo del corrent.e anno i8a5.
Giuseppe Carpani nacque il a8 gennajo del lySa da
Giacinto Carpani , stato ufficiale nelle iniperiali regie ar-
mate, e da Orsola Ripamonti , ambo di civilissima stirpe,
a Fillalbese , delizioso villaggio posto alle falde del monte
che difende dalla tramontana il Plan d' Erba , distretto
amenissimo della Brianza. Ei fu mandate dal padre a Mi-
lano per la prima educazione , e compilla in Brera alle
scuole in allora fiorenti de' Gesniti. Ginnto all' eta che un
giovane bisogna che si decida per una professione liljerale,
il nostro Carpani dovette sceglier quella che conduce alia
toga, senza avere per essa alcuna inclinazione. Mandate
air universita di Pavia egli vi attese a tutt' altro clie alio
studio de' libri di Giustiniano; e tomato a Milano fu rac-
comandato dal padre ad un avvocato , allor celebre (I'av-
vocato Villata ) , perclie si avviasse all' esercizio di patro-
cinatore. Ma poco essendo il corredo delle sue cognizioni
legali acquistate all' Universita , e per natura propenso ai
divertimenti , alia giovialita , alle facezie , egli era piii di
distrazione che di esempio a' suoi coUeghi che frequenta-
"vano lo studio dello stesso avvocato.
(l) Noi braniei-emmo che neppure i cattivi ed i mezzi artisti
parlassero mai, ne sci'ivessero di arti , perclie non v' e razza cfe
piii presuntuosa , ne piu maligna di quella. E come fanno in
letteratura i niezzi letterati , e singolarmente i mezzi poeti , cosi
ancor questi trovano da ridire su tutto in materia di arti e pro,fe-
rigcono con estrema franchezza inauditi spropositi ogni volta did
aprono la J)occa, o prendono (Dio ci guardi!) la pcnna in mano.
202 A P 1' E N n I G E
La musica, la poesia, le belle lettere , Ic belle arti
eraao le occupazioni alle quail plii si sentiva tlisposto , e a
poco a poco tanto prevalsero clie postergato ogni riguardo
abbandono iiiteramente la carriera alia quale il padre
avealo destinato. Ecco dunque il nostro Carpani lanciato
nel bel mondo della capitale con tutte le attiattive della
gioventu , Ijcllo delln persona , agile e pronto negli eser-
clzj cavallereschi, vivace e brillante di spirito , dividere
tutto il suo tempo fra le lettere e i letterati , fra le arti
e gli artisti.
Fu in quest' epoca fortunata della sua vita clie scrisse
una farraggine di sonetti , di canzoni , di poesie d' ogni ma-
niera, or italiane , or milanesi, il cai catalogo riempirebbe
molte pagine d' inezle, gludicate tali da lui medesimo ia
una eta piii provetta. II licre delP educazione italiana
conslsteva allora in queste arcadiche quisquiglie, ed anche
a Milano , dove vivea un Parini , niolti erano i verseg-
giatori e poclii i poeti. II nostro Carpani non mancava di
sensibilita e d' immaginazione , ed avrebbe potuto correre
nella poesia una carriera piu cosplcua se 1' impazlente suo
spirito fosse stato capace di piii seria e piu soda appllca-
zione. Appunto 11 grande Parini spero bene di lui quando
lesse i sei sonetti clie il Carpani pubblico in morte dell' im-
peratrice ]\Iaria Teresa , i quail , benche scritti in dialetto
milanese, girarono per tutta T Italia tradotti in buona lin-
gua, e tnerltarono clie il Parini stesso scrivesse al Car-
pani un sonetto parlinente in raeneghino , clie per essere
inedito noi riporteremo qui appiedi(i). Ei si provo anche
(l) .41 sur Isepp Carpati
SONETT
Bravo Carpan ! Hoc vist quli ses Sonett
Cir avli faa per la ruort de la Regina.
Hin plen de bei penser, liin plea d'afett,
Fan onor a la iengua meneghina.
Alto , andee innanz , studiee sira e matina.
La natuva 1' e lee clie fa el prim lett;
Ma r art 1' e quella che tutt coss rafiaa :
Tra r una e 1' altra ve faran perfelt.
Chi toeu consei da tugg no fa nagott;
Chi no '1 toeu da nessun de rar fa ben :
Toeujl da quaighedun , ma che '1 sia dott.
In sta manera rivarii a fav claar
Tra 1 boa poetta; e pront a favv del ben
Trovarli i protetor , benche gicn rar. Parini.
PARTE ITALIA.NA. 283
nella commedia e vi riusci felicemente ; e poclii sanno
Ibrse oggi un seci'eto die noi possiamo con fondamento
disvelare , e si e che la tanto lodata commedia d& Conti
d'Agliate e di lui , quantunque sia passata finora sotto il
nome del Padre Molina, Ma dove piu si esercito fu nel
melodramma , ed a questo il portava la doppia inclinazione
sua per la poesia e per la musica , ed ebbe molte e fre-
quenti occasioni di occnparsene dalla liberalita e prote-
zione di S. A. I. rArciduca Ferdinando e deir Augusta
sua sposa Maria Beatrice d' Este che si servivano della
sua penna per le operette in musica colle quali rallegra-
vano il teatro dell" imperiale villeggiatura di Monza.
II Carpani conduceva una -vita beatissima. Amato, fe-
steggiato da tutti , occupato sempre di cose geuiali , di
studj amenissimi , coglieva facili allori ed applausi conti-
nuaniente. Ma i tempi non erano tali da lasciargli noa
interrotte tante dolcezze. La rivoluzione di Francia era
scoppiata , e le massime sovvertitrici dell* ordine sociale
e della riverenza de' troni romoreggiavano minacciose ai
confioi d' Italia. II Carpani fu dalle circostanze invitato ad
abbandonare le muse per consacrarsi alia politica ; ed ec-
colo fatto compilatore della Gazzetta di MUano (nel 1792) ,
meglio conosciuta in allora col nome di Veladino: Gazzetta
che fra quanta vedevano la luce in quel tempo fu certa-
mente la piii accreditata e quella che si fece leggere piu
A'olentieri e per la varieta delle materie , e per la vivacita
e piacevolezza con cui era scritta , e per la forza e vee-
iiienza colla quale venivano combattute le false promesse
e le esagerazioni pericolose de' demagoghi. 11 Carpani duro
in questa sua impresa lino al maggio del i'j()(^ , cioe fino
air invasione de' Frances) , ed abbandono Milano seguitando
I'avversa fortuna di que' Principi che lo avevano sempre
amato e onorato. Recatosi a Vienna, ivi rimase fine a che
la pace conchiusa col trattato di Campoforraio cedette
air Austria gli Stati Veneti; e allora fu nominate da S. M.
r Imperatore Francesco capo della censura e direttore
degl' imperiali regj teatri di Venezia. Una forte oftalmia
che il minaccio di togliergli la vista, obbligollo a tornar-
sene a Vienna per cercarvi i soccorsi di un celebre ocu-
lista tedesco cola staliilito , e cambiatesi intanto le circo-
stanze politiche fu cola ritenuto e provveduto di decente
pensione da S. M. che colmollo sempre di bcnelicj.
184 APPENDICE
Fioiiva in quel tempo , anzi era al colmo della sua
gloria, il celebre Giuseppe Heyden , maestro e compositore
di nuisica. Carpani il conobbe e 1' amo , ma piii di tutto
s' invaghi e divenne entusiasta della sua musica. Col pre-
testo dunque di scrivere la Vita di Heyden ei fece P apo-
logia delle sue composizioni , e stese un trattatello direin
quasi di estetica musicale. Grandissimo successo ottenne
questo lavoro esteso in forma di leitere, le quali ebbero
il noma di Hey dine,
Nel 1809 fu invitato da S. A. I. TArcIduca Giovanni
a far parte del suo Stato maggi<ire ed a seguirlo nelia sua
spedizione in Italia. II Carpani partecipo di lanto onore
e tenne di qnella spedizione un giornale miiiuto ed esat-
to ; ma sia ch' ei sentisse i difetti di qnello scritto , sia
ch' ei giudicasse sconveniente palesare i secreti di quella
sua missione, ordino col suo testamento 18 settembre 18 la
che trovando quel manoscritto fra le sue carte dovesse
essere consegnato alle fianime. E conviene ch' egli stesso
eseguisse poscia questo suo comando, poiche alia sua morte
il manoscritto non si trov/).
Terminata la guerra nel 18 14 e tornati gl' ingegni in
seno agli studj all' ombra del pacifico ulivo , il Carpani
vide con piacere istituita in Milano la Biblioteca Italians ,
ed invitato da noi a contribuire coll' opera sua aU'andamento
di questo giornale, e' ci fu cortese di varie lettere ora in
lode della musica rossiniana contro le censure di alcuni
giornalisti stranieri , ora in difesa del bello idcale nella
pittura contro lo scritto del cavaliere Majer(i), ora com-
battendo e criticando la storia della musica del conte Orlof.
II signor Majer rispose alle lettere del Carpani con una
Apologia (2) nella quale mette in dubbio la buona fede
del critico ed avviluppa ne' suoi sospetti anche il direttore
d^Ila Biblioteca Italiana. II Carpani ha provato al signor
Majer che non era guidato ne' suoi giudizj da nessuna
personalita , da nessuna inimicizia, da nessua livore. La
(!) Dell' imitazione pittorica e delT eccellenza delle opere di
Tiziano ccc. Venezia.
(2) Apologia del libro dell' imitazione pittorica e delT eccel-
lenza delle opere di Tiziano, di Andrea Majer venezlano, contro
tre lettere di Giuseppe Carpani a Giuseppe Acerbi inserite nei
fascicoli di settembre, novenibre e dicembre i8ig della Bi-
blioteca Italiana. In Ferrara 1820, dai torchi di Francesco Po~
u.atdii , in 8.% di pag, 264-
PARTE ITALIANS. 285
prova consiste in queste due riglie espresse nel suo codi-
cillo ill data del ai gennajo i8i5: Item lascio al cavalier e
Majer veneto II mlo busto di Canova ( raandatogll da quello
insigue scultore medesimo ) in attestato di vera stima ed
amicizia. Questo tratto siagolai'e che tanto appalesa ii bel
cuore del nostro Carpaiii, merita di essere tramandato alia
posterita; rna lo merita eziandio il rossore che lia provato
alia notizia del dono il cavalieiv Majer, e cli' egli ha manil'e-
stato con una lettera comnioventissima all'erede deldefunto.
I limiti che abbiamo prefisso a questo cenno non ci per-
niettono di entrare in maggiori ragguagli intorno alia vita
di quest' uomo, la quale fu aljbastanza burrascosa e variata
per poterne tessere un lavoro di piii lunga lena coU'appoggio
de' molti inanoscritti che ne ha lasciati, e che dati in luce
potrebbero servire a chiarire molti fatti della storia de' suoi
tempi. II Carpani avea viaggiato tutta T Italia poiatamente
e da uomo che studiava le arti e i costumi della sua pa-
tria. Yiaggio gran parte ancora della Francia e della Ger-
mania. A Vienna era legato in amicizia co' priiiii perso-
naggi del corpo diplomatico , e le molte lettere che ha
lasciate mostrano quanto ei fosse stimato ed amato da' piii
cospicui letterati d' Europa. L' amenita del suo spirito ,
I' originalita del suo dialogo, la sua vivacita ed cloquenza
naturale lo rendevano caro e desiderato da tutte le con-
versazioni. I suoi discorsi erano sempre castigatissimi , e
noa sacrifico mai la riputazione di alcuno alia intempe-
ranza di un motto , di un giuoco di parole, di un equivoco.
Ei fu sommamente pio e religioso , e queste due virtu
consolarono gli estremi della sua vita. Ei mori la morte
del giusto. La sua patria ha perduto un itomo dabliene ,
alle lettere manco un cultore felice , alle arti un amator
passionate , alia religione un cristiano esemplare , alia
causa dei re un campione zelante , alia Monarchia au-
striaca un suddito segnalato per costanza e per fedelta :
due doti deiranimo che erano natura in lui, e ch' ei for-
tifico coir abborriniento di questi tempi sciagurati in cut
sovente la lealta fu senza gloria e la defezione senza
iarnominia.
Elenco delle opere di Giuseppe Carpani.
Dio saUi Francesco. Parafrasi italiana del cantico naziouale
tedesco in onore dell' imperatore Francesco II, posto in
niusica dal celcbrc llevden. II metro italiano c obbli^ato
a86 APPENDICE
alia melodia che il composltore di musica adattb orlgl-
naiiamente alia poesia tedesca.
Amore vlnce pregiudizio. Cominedia con musica tradotta in
tedesco e rimasta su quel teatro.
La Camilla. Dramma per musica , edito e posto in musica
dal Paer.
L' uni forme. Dramraa edito posto in musica dal Weigl.
Jl miglior dono. Cantata per S. M. I., edita , musica del
Weigl.
La creazione. Traduzione dal tedesco coUe parole adattate
alia celeb re musica del maestro Heyden , edita.
L" amore alia pcrsiana. Drarama in due atti, edito.
La vita del cane di Peppoli , edita.
La passione di N. S. Oratorio posto in musica dal Weigl.
Lettera su di un quadra di mad. Le Brun , edita.
Descrizione delle picture delta cupola di S. Celso , stampata
nelle Memorie della Societa patriotica.
La scuola delta maldicenza. Commedia in 4 atti tolta da
quella di Sheridan e adattata al teatro italiano , inedita.
II giudizio di Febo. Cantata per S. M. I., edita, posta in
musica dal maestro Stefano Pavesi.
L' iricontro. Cantata per S. M. I., edita, e posta in musica
da Ignazio Gerace.
Lettere di un forestiere , edite , a Venezia.
L'allievo dclt'Orsa. Dranima in 3 atti , inedito.
Spiegazione drammatica del mausoleo di Canova per la R. Ar-
ciduchessa Cristina , edita.
Pilade ed Oreste. Dramma inedito.
L' indovinel. Poemetto per le nozze Soncino , edito.
Opere teatrali tradotte dal francese per V I. R. Teatro
di Monza e sono le seguenti :
Ricardo cuor di Leone.
La dote.
La Nina.
Rlnaklo d'Aste.
La Lodovislia.
Lo spazzacammino principe,
Raollo di Crequi.
L' effctto dell' amore e del caso.
La caravana del Cairo.
I due ragazzi savojardi.
La lezLon d' on di. Commedia in idioina tiiila'icst- per S, A. R.
/ conti d'.4gliate. Commedia.
PARTE ITALIANA. 287
G!i andquarj dl Palmira. Opera buffa in tee atti.
Dissertazione intorno la maniera e lo stile manierato.
La concia desturbada. Poemetto in 3 caiiti in idioma ml-
lanese.
OtCave milanesi pel ritorno a Milauo delle LL. AA. RR.
La bellezza. Poemetto italiano in 3 canti.
II giuoco delle red. Poemetto.
Piano generale per tutte le pitture del qiiattro appai'tamentl
del palazzo Serbelloni.
Soneui milanesi in morte di Maria Teresa ( lodati dal Parini ).
La figlia del sole. Imitata dal tedesco, con un atto aggiunto.
L'Alcade. Tratto dallo spagnuolo.
Didone in America. Dramma.
Formosa. Dramma in due atti.
Jl principe invisibile , in 4 atti.
Le Heydine. Lettere intorno la vita e la musica di Heyden.
Le Rossiniane. Lettere apologeticlie intorno alia musica del
maestro Rossini , scritte per la nostra Bil^lioteca.
Le Majeriane. Lettere pittoriche clie confutano certe opinioni
del cav. Majer veneziano intorno la imitazione pittorica
^ , . e le opere di Tiziano , scritte per la nostra Biblioteca.
" NB. Delle Heydine , delle Rossiniane e delle Majeriane
se n' e fatta vina edizione recentemente a Padova , della
quale abbiamo parlato nella nostra Biblioteca italiana ,
tom. 34.° 5 pag. 109 , e 36.° pag. 200.
Lettere su i giardini , ossia Descrizioue dell' I. R. giardino
di Monza con molti rami , inedite.
I bagni di Baden. Sestine edite.
Per le nozze di S. E. il jirincipe Auersberg coil S. A. la
principessa Lobkrovitz. Sestine edite. (i).
(i) Si omettono in questo catalogo molti sonetti , businate ,
apologia in versi e in prosa, editi ed iuediti, che furono fatti
per circostauze del momento e la luaggior parte stanipati in Mi-
.<,,<,• lano , Venezia e Vienna.
Giuseppe Acerbi , direttore cd cditorc.
JIUuno . dull' 1. R. St'jnq)aia.
Osservazioni meceorologiche fatte all'I. R. Osservatorio di Brera.
F E B B R A J O i8a5.
M A T T I N A.
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+ 5,0
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Sereno.
Sereno.
Sereno.
Sereno.
Nuv. ser. nuv.
28 2,8
28 1,3
27 11,4
3T 10,3
128 0,0
2,0
0,0
1 1,0
11,4
10,6
9,1^
10,0
7,8
N E
E
Nuvolo.
Nebb. ser.
Nuvolo.
Ser. nebb.
Sereno.
Sereno.
Sereno.
Sereno.
Nuv. ser.
Nuvolo.
28
1,3
28
2,0
28
1,6
28
2,0
28
2,2
+ 5,0
+ 8,0
+ 7,0
+14,0
+ 7,3
7,5
6,4
6,7
7,0
7,2
S E
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E
Sereno.
Nebb. ser.
Sereno.
Sereno.
Sereno.
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s 0
Nuvolo.
Ser. nuvolo.
Nuv. . . . ser.
Sereno.
Sereno.
28 1,2
37 10,6
27 1 1,0
37 10,8
37 10,3
7,6
8,0
7,5
6,6
5,8
s o o
s o
Sereno.
Sereno.
Ser. nuvolo.
Nuv. ser. nuv.
Ser. nuvolo.
+ 1,0
- 1,6
+ 0,7
Nebb. ser.
Sereno.
Nuvolo.
27 9,1
37 9,6
37 5,0
+ b,o
+ 4,0
+
s o
s o
3,5
Sereno.
Ser.nebbioso.
Nuvolo.
Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 3,0 Altezza mass, del term. + 14,0
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Pioggia =ss o {
a89
BIBLIOTECA ITALIANA
PARTE J.
LETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
Aunali musulmani di Qio. Batt. Rampoldi. Vol. VI
e VII. — Mllano , 1828-24, tipografia Rusconi ,
JAendiamo conto ad an tempo di due volumi di
questa grand opera ^ i quali per quanto a noi sem-
bra, destano maggiore interesse dei precedenti, non
tanto pel periodo a noi piu vicino die essi percor-
rono , giiignendo fm verso la Jnne del secolo XII ,
quanto per 1" iinportanza degli avvenimenti die vi
si narrano , coilegati piu sovente colle circostanze
politiche delT Europa , e per le frequenti osserva-
zioni tilosofidie e politiche, die vediamo dalTautore
piu abbondantemente sparse nel testo e nelle note.
Comincia il volume VI colF anno 974 delF era vol-
gare , e gingne sino alia fine del secolo seguente,
comprendendo il regno di cinque calilli , dei quali
in una tavola cronologica premessa si indica il giorno
deir esaltaziotie e la durata del reggimento.
Si espongono da principio i foadamenti del go-
verno degli Arabi ; lo stato della religione e dell«
mbl. Ital. T. XXX VII. 19
^gO ANNALI MUSULMANI
scienzc fra i IMusulmatii; e si vieiie alia proclaiua-
zione del califfo Thay Lilla/i. Osserva giudiziosa-
mentc V atitore , che colla decadenza delT Arabo im-
pero si oscuro in parte atiche lo splendore della
religione ; clic V islainismo f'u in ogni parte lacerato
da sette e da scismi ; die gli anti-califli turbarono
sovente la pace religiosa , e piu ancora quelTiuipe-
rio squarciarono le iniprese dc' Crociati , c la po-
tenza ognora crcscente dci Turclii ; linalnicnte clie
in una cosa sola fcrmi mostraronsi i Musulniani ,
cioo nel nou ridiirre V oggetto dclla devozione loro
troppo confornie ai seiisi ed all' inunaginazione de-
gli iioniini. Osserva pure che in queirepoca sce-
uiossi tra gli Arabi F amore per le scienze , e alle
opere originali dei piu cbiari ingegni succedettero
fredde e servili imitazioni : F ingegiio dei Persiani ,
non nieuo che la loro lingua , protetti furono sol-
tanto dalle tre dinastie dei Buidi. In qnelF anno me-
desimo 974 il traHico de' Cristiani in Oriente vienc
j)rotetto dai principi Fatiniiti-, si accresce il cohcorso
dei peregrini orientali ed occidentali al santo Scpol-
cro ; s' istituisce in Gerusalemme , e precisamente
Kul Calvario una Hera , e i rnercatanti italiani fon-
dano un convento ed un ospedale dctto di 5. Gio-
vanni ^ culla delF ordine che poscia domino iu Rodi
id in I\Ialta. In quelF anno pure muore il deposto
caiillo Al 3Iothi^ e la citta di Bolgar o Bnlgar viene
incendiata dai Faissi. Di la trae il nonie di Bulgaro
il niarrocchino del Levante , nominato talvolta e spe-
cialmente dai Turchi vacca di Russia.
I Turcomanni eransi portati con un esercito verso
Waseth contra un Buide, che di la minacciava di re-
cuperare Bagdad; il capo loro Af-Tekm dovette ei
stesso ritrarsi a Bagdad, ma ne fn cacciato, e questo
o F unico importantc avvenimcnto delF anno 976 ,
in ciii niori anche F imperatore Gibvauni Zimisce.
JNelF anno scguente vedesi vma parte della Siria
m preda dei Turcomanni, e da essi sconfitto un vi-
sir contra di essi sp^dito; veggonsi Sidone occupata
PI «HO. BA.TT16TA RA.MP0LD1. 39I
e poscia abbandonata dai Greci , il Khowarazm in-
vaso dal Khan- o piincipe di Turkestan, e la niorte
di varj uomini celcbri o per potenza o per lettera-
tura. Nel 977 ha luogo una sanguinosa battagUa presso
Eamla , e il suddetto Af-Tekin vien fatto prigione ;
msorge la guerra tra i tre fVatelli Buidi , e il ca-
liflfo sposa una tiglia di Adhad principe persiano.
Kahus principe della dinastia de' Dilemiti , che re-
gnava in varie provincie lungo il mar Caspio , pi-
gliata aveva la protezione di Fakhar al Doulat^ se-
condogenito di Assan ^ signore delT Irak persiano;
ma neir anno 978 venne cacciato dal terzo di quei
fratelli , chiamato 7!/o«i«rf, signore di Ispahan. L'ln-
dostan trovossi allora invaso da Sebek-Tekin , dalla
condizione di schiavo passato a cpiella di coman-
dante supremo e sovrano dei Samanidi. Molti Kajah
o re di piccoli Stati furono allora costretti ad ab-
bracciare T islamismo , e quell' Adhad , del quale si
e parlato , riusci dopo aspra guerra a far prigione
Az hgliuolo di un suo cugiiio, che dominava nel
Kernian e anche in Bagdad.
L' anno 9~9 e celebre per molti onori conferiti
alio stesso Adhad , e tra gli altri il titolo di Gran
monarca re dei re,- pai ancora per 1' erezione di due
grandiosi mausolei ad Ali genero di Maometto , e ad
Hossein liglio di Ali. Si esegui pure dalT E^nir di
Sicilia uno sbarco in Italia , e devastata fu la Lom-
bardia inl'eriore o sia la Campania , die non vor-
reramo vcdere ristretta nel ducato di Benevento ,
giacche , se esente ando da quella scorreria il ter-
ritorio di Napoli , i drappelli degl' infedeli corsero
dalla Calabria tino alle porte di Roma. II calitib Fa-
timite proteggeva in quelT epoca i Cristiani ; sposata
aveva egli una bellissima cristiana nelT Egitto supe-
riore , e siccome questa aveva due fratelli monaci
in un nionastero del mar Rosso, furono essi innalzati,
r uno per nome Geremia al patriarcato di Gerusa-
lemme, T altro detto Arsenio a quello di Alessandria^ ^
e qucj-li fu il primo che ima chiesa eresse nel Cairo.
39^ INNILI MUSUI.I«tA.XI
II wi'i nominato Jlfouiad ottiene di nuove vittorie,
ma Scbek-Tekin ^ fuggito tlalla prigione , portasi in
soccorso dei Samatiidi ; il calilYo conduce in isposa
altra figlia di Adliad^ e in siffatta occasione distri-
buiscc donativi ai giandi e copiose limosine ai po-
veri; i Fatiniiti solTiono di grandi perdite ueirEgltto;
Costantino figliuolo di Romano imperatore di Costan-
tinopoli , ed Ottoiie figlinolo di altro Ottone re di
Gei-mania , aspirano entrambi alF inipero di Roma ,
e il primo cliiama in suo ajuto i Maomettani di Si-
cilia, i quali riportano grande vittoria a Rasentello,
e con questo fatto , e coUa morte di alcune per-
sone illustri , termina V anno 980. Una nota apposta
in qiiesto luogo c" insegna , die le famiglie arabe
abitanti lungo V Eufrate ed il Tigri , discendono ( o
piuttosto discendevano ) per quei fiumi , lasciandosi
trasportare dalla corrente , appoggiati ad otri en-
fiati, e nuotando coi piedi ed anche con una mano
allorche volevano accelerare il camniino. I bambini
e le persone incapaci di nuotare da soli erano le-
gati su le spalle degli altri nuotatori, i quali non
impiegavano piu di un' ora a percorrere 006 mi-
elia. I'oco credibile sembra , che neg-li otri stessi
potessero rinchiudersi le provvigioni pel viaggio ,
perche minore in proporzione della quantita di que-
ste divenuta sarebbe la loro capacita a sostenere le
persone. I quattro anni seguenti non sono feraci di
grandi avvenimenti. 11 Khorasan pero si ribella con-
tra il suo signore o Padischah ; Adhad rende navi-
gabile il Hume Bendebir; i Maomettani riportano vit-
torie nella Spagna e nell' Italia. Sebek-Tckin e fatto
governatore del Khorasan •, il califfo riconosce il so-
vrano di Batiha ; a Costantinopoli viene spedito un
ambasciatore arabo, che ricusa di prostrarsi innanzi
air imperatore de' Greci ; per la morte di Adhad il
regno di Persia viene diviso tra i di lui figliuoli; i
Mu&ulmani sono vittoriosi nella Calabria ; alcuni
|.)rincipi di Batiha vengono uccisi ; muore parimente
il sovrano di Persia Mouiad AI Doulat , e Fakhr
DI CIO. BVTTISTA RAMrOLDI. 4^5
ingrato mostrasi verso Kabiis principe di Dilem , il
quale assistito lo aveva nella contjuista di varj do-
minj ; una rubelUone nasce in Masvvel, ma ben presto
viene repressa.
Di grande potenza presso il calillo era intanto
divenuto certo Samsam Al Doiilat , die nelT anno
985 il privilegio ottenne di su[)remo Imam , e di
potere ufficiare in tutte le raoschee ; in Batiha al
tempo stesso venne cacciato il legittimo principe da
im usnrpatore, e i Karmaziani che assediavano Kuffa,
battuti furono presso Waset e interamente sconfitti
da Samsam. Giuiisero in quelT anno dal Turkestan i
Seljnki o Seljukidi , e quella famiglia fondo poi tre
potenti imperj tiirchi. Nota a questo proposito Tau-
tore , clie le piu potenti famiglie turclic furono i
Toulonidi nell' E2;itto , i Gaznavidi al mezzodi della
Persia , ed i Samanidi nel Korasan e nella Transo-
xana; che i Seljuki discendevano , secondo uno sci'it-
tore arabo , da un re del Turkestan , il quale era
stato in continua guerra coi re di Persia della pri-
ma dmastia , sebbene altro scrittore discendere li
faccia da SeVmk capo di un' orda , die espulso fii
dal Turkestan per essersi introdotto nel serraglio
di un principe ; che finalmente le dinastie dei Se-
ljuki regnarono lungo tempo nelP Irak , nel Kerman
e nel paese di Rlioum o sia dei Romani.
Nel 986 i Greci sono respinti dalT Emir di Aleppo;
neir anno seguente Bassora e conquistata da Scharf—
Al-Doulat fratello di Samsam , e Mansur toglie ai
Cristiani nella Spagna dopo una grande battaglia la
citta di Zamora. L'anno 988 e pieno delle prodezze,
o piuttosto delle crudelta di Scharf., il quale mand6
prigione il fratello Samsam e usurpo le sue cari-
che; ma non gode lungo tempo della sua grandezza
perche mori nelFanno seguente di apoplessia , e
quindi i di lui fratelli tornarono in liberta. Tro-
vasi in quest' epoca il donativo fatto da un private
al sovrano della Persia , di un^a medaglia d' oro
del peso di looo dramme arabiche , »u la quale
394 \yiiXLl MUSU1.MA?(I
trovavansi intisi alcimi versi persiani composti tlal
donatore. Dopo la morte di Scharf insorse grave
contesa tra i Deleniiti e i Turclii in Bagdad, e una
congiura stiscitossi contra il caliil'o da persona che
aspirava alia sovranita, e clie poscia vi giunsc. Questi
chiamavasi Ahid Abas , cd avvertito in tempo fnggi
e ricoverossi in Batiha ; nia la ricchezza del calitlo
alletto il sno niinistro, cioe Bahad Al Doitlat^ a bal-
zarlo dal trono. Entrato essendo questi di fatto con
alcuni seguaci nella sala dclle udienze , il califfo I'u
tolto dal suo seggio , inviluppato in un pezzo di
tappezzeria , staccata dalla parete , e portato al pa-
lazzo del ministro stesso, dove fu costretto a sten-
dere una rinuncia alia sua dio;nita , e ridotto ad
uno stato private , visse ancora per cinque anni.
11 ministro rapi tutt' i tesori , e fece proclamare ca-
lifib qneir AbalAbas fii2;2;itivo , che il noma assnnse
di Al Khader Billcdi , cioe il forte in Dlo. II motto
0 la divisa sua incisa anche iiel su2;gello era la se-
guente : il forte nella fede crede in Dio unico. Quel-
1' anno Qgi e celebre per le osservazioni astrono-
miche che si fecero , massinie nclT equinozio di,
primavera e nel solstizio di estate , sulla iiuova spe-
cola di Bagdad , costruita d' ordine di Scharf. Nel-
... -^
1 anno seguente veggonsi i Greci correre a soste-
2;no deir emir di Aleppo ; nella Siria si sentono orri-
bili tremuoti ; i Maomettani riportano nnove vitto-
rie nella Sicilia, e devastaao ancora le provincie tra
il Tevere , il Garigliano e il Volturno ; illese pero
rimangono Salerno, AmaUi, Gaeta e Napoli, le quali
presentano un aspetto imponente ai pirati e fanno ri-
spettare le loro spiag»e. I Greci tornano al soccorso
di Aleppo neir anno 99S ; il capo dei Fatimiti di la
cacciato s' impadronisce di Damasco ; Sarnsam ri-
porta nnove vittorie contra i suoi cugini die gia
aveva fatti imprigionare ; e in una nota inserita in
cfuesto luogo intorno ad ano scienziato detto Abitl
Kassen Imael ., non vedranno i leggitori senza quol-
che intereste , ch'cgli lascio morendo una biblioteca
DI GIO. BA.TTISTA. RIMPOLDI. i^S
di 1 1 7-COO voliiml , che ne' suoi viaggi formava il
carico di p\h di 400 cainmclii. Scritto cgli avcva intor-
no allc orijiiiii della iiiiwua araba, e intorno ;.ir uffi-
cio de2;li Imam, ia oltre la storia dci visiri , T arte
di poetare , ed un trattato del modo di scrivere le
lettere o pinttosto i diplomi. Bagra-Khan invade la
Transoxana negli anni 994 e 996 : nel secondo di
qiiegli anni Al Mansur ottiene compiuta vittoria
presso vSantaren sopra i Cristiani della Navarra e
della Castiglia ; convertonsi pure nelT anno mede-
siimo air islamismo gli Ogouziani, tnrclii in origine,
dai rniali disease Othman fondatorc deirimpcrio ora
detto dcgli Ottomani. Nella nota (16) coiitengonsi
di molte erudite notizic intorno la persona di Ogouz
e r orda Ojiouziana.
Continnano negli anni seguenti !e vittorie dei
Musulm.ini nella Spagna ; la citta di Leone e rovi-
nata (\^ Man^rir ; da esso vicne pure distrutta Com-
poslclla ; intanto la- Persia e governata da una don-
na; Kabus ricupera il Jorian e il Mazanderan; sorge
il primo impero dei Tnrclii detto de' Gaznavidi;
nell' AtTrica si stabilisce il princi[)ato degli Zciriti;
nella Persia regna un' orribile pestilenza ; Samsam
viene iicciso da un figlio di Bakhtiar; una congiura
formasi contra Kabus ^ che viene cacciato priwione;
gli Spagnnoli non respirano che per una battaglia
vinta presso Calataguazor , e per la morte del feroce
Al Maiisur ; col finire del secolo X ha pure fine la
monarchia dei Samanidi. Nelle note si parla di molti
letterati morti in quelT epoca ; di uno che dotato di
prodigiosa memoria recitava a mente molti anti(ihi
poemi; di altro che scrisse un metodo per niighorare
I'intelleito: di altro grandissimo geometra, che scrisse
nn Almagcsto ad imitazione di quello di Tolomeo; di
uno storico delT Egitto , die illiistro anche la geo-
gfafia di quel paese ; di altro finalmente che scrisse
su le cose congiunte e disparate , su le coerenti ed
incoerenti. In quelle note si danno altresi piu distinte
notizie di Almansur ^ piu comunemente conosciuto
396 ANNALI MUSCLMANI
sotto il nome di Almanzorre ; notizie precise della
dinastia dei Samanidi; e ancora si accennano illustri
arabi scrittori, cioe T autore di una spiegazione dei
sogni, qiicllo di un diziouario arabo , an poeta lu-
dicro , im tilosofo e medico che prevenne Aviceiina^
un astronomo osservatore di movimenti planetarj e
costruttore di niiovi striimenti uiatematici.
Coniinciano col sccolo XI le graadi iinprese dei
Turchi , tra i qiiali si rende celcbre Mahmmoud ; i
Turchi s' innoltrano nella Persia ; lo stesso Mahm-
moud invade V Indostan , riporta 2;randi vittorie e
concjuista Moultan ; cgli assume finalmente il titolo
di sultano , del quale molto eruditamente ragiona
r autore nella nota (28). Al tempo stesso la flotta
africana si avvicina al!e coste delF Italia col dise-
gno perfino di saccheggiare Roma; V Emir di Sicilia
e cacciato prigione dai Palermitani , e i sobborghi
di Pisa sono incendiati dalP arabo Muse/: , die do-
minava nella Sardegna ; nella Spagna pero comin-
ciaao tra gli Arabi medesimi le guerre civili. Mahm-
moud prosegue il corso delle sue vittorie nell In-
die ; i Turchi di Ilek invadono la Trrinsoxana :, la
meta del Cairo viene incendiata per solo trastuUo
di un califfo ; il sultano di Gazna vince la battaglia
di Balck ; intanto nella Spagna vengono detronizzati
1' uno dietro alT altro due Emiri ; Capua e assalita
invano dai Musulmani della Sardogna , e in quel-
r epoca , cioe nelV anno 1008, P autore fa cadere
r origine delle crociate , formate da prima , come
egli espone , affine di vendicare i torti fatti dal-
V insensato califfo Fatiinite Al Hakem ai Cristiani
d' Egitto e di Siria , ed ai peregrini die i luoghi
snnti visitavano.
Mahammoud conquista nelle Indie una fortezza
nominata Beheslm , e conchiude la pace col gran
Raja delle Indie ; sconfigge in seguito Oleto-Khan ,
e non contento di tutte queste vittorie, torna per
la quarta volta nelle Indie , dove conquista molti
clefanti, e ne impone a diversi principi un tributo ,
DI GIO. BATTISTA RAMPOLDI. %^J
servendosene da poi con grandissimo vantaggio nelle
sue spedizioni. Celebre e questo periodo anche per
le controversie religiose -, le opinion! del Sanniti
vengono abbracciate dagli Ouguziani; sorge la setta
dei Marabonth ; neVC anno 400 delF Egira si cele-
brano feste secolari : lo stolto calilFo Fatimite vuol
farsi credere Dio , e le sue stravaganze sono ben
descritte nella nota (3i); Al Darar spacciasi per
profeta di quel nuovo Dio , ma viene ben presto
ucciso ; i Fatimiti sono dichiarati non discendenti da
All ; infelici sono intanto le vicende dei Cristiani
nell' Oriente , perche il sepolcro di Cristo in Geru-
salemme viene distrutto nelF anno loio , e Geru-
salemme viene abbandonata nel 101 3 al furore dei
Bedoini. Nella Spagna e saccheggiata Cordova, nel-
r Italia incendiata Capua dai Musulmani di Sicilia;
i Normanni pero di Salerno si muovono contra gli
Arabi predatori. Benche la letteratura venga dal-
r autore rappresentata in uno stato di decadenza
presso gli Arabi , molti uomini illustri per dottrina
veggonsi in questo periodo estinti , tra gli altri il'*
celebre i^oeia Al Salemi ^ autore di un poema intito-
lato Chiave delle speranze ,• un grammatico detto il
Giojelliere , forse a cagione delle pregevoli sue pro-
duzioni ; altro grammatico, autore di un dizionario
e di un compendio della storia persiana ; un mate-
matico die tratto della dramma e del danaro , e
molto rischiaro la materia delle monete ; un mora-
lista , autore di un trattato dei vantaggi della po-
verta ; uno storico della citta di Ispahan ; il cele-
bre geografo Al Vardi ; un coUettore dei discorsi
pill eloquenti del suo secolo ; il poeta Al Massissi ;
un teologo die scrisse su la giustizia e V elemosina
tanto in prosa , quanto in verso ; il poeta Al Sege-
stani ^ panegirista dei Samanidi; un tradizionista o
commentatore delle tradizioni ; un maestro digiu-
risprudenza , che ebbe fino a 700 scolari , 200 dei
quali gia decorati di titolo corrispondente a quello
298 ANNALI MUSULMANI
dei nostri avvocati •, tm celebre mctafisico , molti
altri poeti , grammatici, medici ecc.
Sotto 1' anno 1016 nel (|a:ile fii ricostriuto in Ge-
rusalemme il scpolcro tli Cristo , cade V ori^^ine dei
Drnzi o Drusi , e in una nota spiega I'autore come
rinteresse comnne li colle2;asse coi Maroniti , seb-
bene diverse fossero le loro opinioni religiose. Ne-
gli anni segnenti si registrano Ic con(juiste del re
di Leone nel Portogallo, quelle dei Pisani e dei Ge-
novcsi nella Sardegna , dei Normanni nella Pnglia.
LoMano intanto tra di loro i Buldi ; i Tartari Mo-
golli SI niostrano nel Turkestan ; Mahmmond entra
nel paese dei Kinnogi ; SejJa recupera il rcggimento
della Persia del quale era stata privata, e pone sul
trono il sue ligliuolo Maid ,• ma nella Sicilia co-
minciano le civili discordie. L' Oriente e tutto in
guerra, massime per le contese dei fratelli Buidi ,
e per le frequenti rihellioni dei comandanti e dei
governatori ; ha principio nelP anno 1020 la dinastia
dei Mardaschidi, e di la a due anm Mahmmond tovnsi
per la scsta volta nelle Indie. Bagdad viene saccheg-
giata dai Turchi nel 1026; nel 1029 niuore la ce-
lebre Sejda; Maid Al Doulat viene detronizzato dal
sultano di Gazna : si estineue il secondo ramo dei
Buidi, e neir anno seguente , mentre i Turchi Gaz-
na vidi sono scacciati dal Khorasan, i Seljuki si con-
centrano in un piccolo stato; Bagdad c inutilmente
assalita da Abu Kaliar , e la Libia viene unita agli
stati Ahmediti , ma muore il sultano 3IahmmoiuL In
(juel periodo i Kabileah sono espuisi dalla Spagna,
ma il re di Leone stende le sue conquiste in Por-
togallo -, un Miramolino di Spagna viene ucciso com-
batteudo , ma sorgono a dominare in quella provin-
cia due sedicenti califfi ; Al Kasseii e cacciato da
Cordova , ma Siviglia e saccheggiata da Yahia. II
miramolino Al Hesam c pure cacciato da Cordova,
ma Alfonso re di Leone ucciso rimane alP assedio
di Viseu ; in Italia Musek e sconfitto dai Pisani , e
i Normanni si stanziano in Aversa. Miiojono anche
DI OIO. BATTISTA KAMPOLDr. SQQ
in questo periodo diversi poeti, tra i qiiali il cele-
bre Al Ferdousi , aiitore di liuighissimi pocmi epici
o piuttosto istorici; miioiono nioialisti, cominenta-
tori del Corano, grammatici , ed tino tra (juesti clie
peri'ezionata aveva la lingua e I'aUabeto-, T autore
di una storia universale , lo scrittore delle vite di
molti uomini ilkistri , finalmeutc uno scrittore di
gencalogia e di opere di eloquenza , che sopranno-
minato f'u il Nobile fra i Tolomei. Curioso riescir
dee il flitto narrato solto T anno 1024, die un mao-
inettano furihondo, in mezzo al concorso de' perc-
grini alia Mrcca si slancio con un pugnale e pro-
flino o percosse con tre grandi colpi la faniosissima
pietra nera^ gridando : « e tino a quando questa pie-
» tra, come y^xwie Maometio ed ^Zi , saranno essi gli
» oggetti del nostro culto? Poniamo line a questa
» sacrilcga idolatria , distruggiamo questo tenipio ,
» e r islamismo rimanga sepolto sotto Ic sue ruinel »
Quel profonatore fa ucciso da un peregrino , e quindi
fatto a brani e gettato al fuoco.
Muore neir aniio io3i il calitlo Al Kadlier Billah ^
e in vece sua e proclamato califfo Al Kliayem Beam-
rillah. 11 sultano 3Iasud succeduto a Mahmmuud ^
assunto aveva tutto I'imperio Gaznavide, ma ad un
fratello , al ([uale promessa aveva da prima la con-
servazioue degli stati suoi , aveva fatti cavare gli
occhi e coufinato lo aveva in una prigionc , dopo
di che esempi terribili di severita dati aveva contra
tutti i suoi avversarj ed anche contra quello che
contribuito aveva maggiorraente a farlo proclaniare
sultano. Alcune ribellioni si destarono contra quel
iiuovo sovrano, ch" e2;li pero riusci a cornprimere;
passo cgli quindi nell'Indostan, ove riporto di gjandi
vittorie, e verso (pielT epoca, cioe neiranno io36,
ebbe principio Timperio de' Turchi Seliucki deli'Iran,
e neir anno seguente Mern fu fatta metropoU di
queir imperio. II sultano Masud si mosse di la a
poco contra i Seliuki , e una grande battaglia fa
data tra i d;ic partiti a Fariab , ma nel icSc; quel
300 A.NN.VLI MUSULMA.NT
sultano fu deposto dal trono, e il Klioarazm fu oc-
ciipato dai vSeliiiki. Contimio tiittavia la guerra tra
essi c i Gazuavidi, c sotto T atiiio 1041 vedesi T ab-
dicazione di uii sultano cicco di Gazna, e la morte
di tre successivi sidtaiii. I Scliuki s' innoltrano rielle
coiiqiiiste loro, e ottengoiio perliao dal calitfo Tin-
vestitiira dell' Irak e del Kliorasan •, uno dei loro
principi entra iiella Mesopotamia ; vincono essi di
niiovo i nemici loro a Fariab , e molti raja si ribel-
lano contra i Gaznavidi. Nelia Sicilia intanto conti-
nuano tra i IMusulmani lo guerre civili •, i Pisani lot-
tano ancora contra 3Iaset ; un prefetto delT Italia
eseguisce uno sbarco in Sicilia , e quell isola e po-
scia invasa dai Greci ; la Puglia al tempo stesso e
conquistata dai Normanni , e la Sicilia viene poi
divisa in molti principati. Nella Spagna arde pure
la guerra civile tra gli Arabi , e questi nelP anno
1046 vengono cacciati dalla vecchia Castiglia. L' au-
tore ci senibra oltremodo accnrato nelT annoverare
i fosti della letteratura araba : nota egli in questo
periodo la morte di un celebre storico , di un me-
cenate de' letterati persiani , di un celebre commen-
tatore del Corano , delT autore di una geografia fisica
del paese di Baliarein, di un chiarissimo ginrecon-
sidto, di varj poeti , dell' autore di un' antologia o
di un florilegio , del grandissimo filosofo e medico
Avicenna ^ del quale a lungo ragiona nella nota (5g),
registrando ancora alcune stravaganze dei biografi
arabi di quelP uomo insigue ; accenna pure i meriti
di uno scrittore , che V istoria compose degli amici
o dei fratelll sinceri , di un famoso astrologo , di
un . geometra , il quale pretendeva di fertilizzare
r Egitto in qualunque stato si trovasse 1' acqua del
Nilo ; di un grammatico che pretese di scoprire i
mister] contenuti nelle lettere delT alfabeto , di altro
che scrisse per l' iutelligenza della lingua araba ecc.
Al proposito dcir astrologo Al Birouni inseriremo
due osservazioni : la prima e , che malgrado la ce-
lebrita de' professori di quel la scienza , now accofT
Dl GIO. BATTISTA RAMPOLt)!. Zot
deremo che Abu Thaher predetto avesse con pre-
cisione il tempo in ciii avvenne un orribile tremuoto
neir anno 1041 , che desolo la Natolia , la Siria ,
r Armenia , la Mesopotamia ecc. ; la seconda e , che
di Al BiroiLid V autoie racconta un fatto , che per-
fettamente eguale trovasi nella storia degli Scali-
geri , cioe che avendo a quello domandato un sul-
tano se saprebbe indovinare da tjual parte egli
uscirebbe da ({uel luogo , V astrologo gli consegno
un biglietto sigillato , e nscito essendo il sultano
per un buco fatto nel muro, si trovo scritto nel
biglietto che uscito sarebbe per una breccia. Una
cosa simile narrasi anche delFimperatore Federico 11^
e tutti questi racconti , che probabilmcnte hanno
r origine loro nelle favole arabichc , meritano la
stessa fede.
Guerre atroci veggon$i suscitate in appresso tra
i Fatimiti e F Emir di Aleppo , guerre domestiche
tra i Buidi , guerre dei Alarabouth nel W^arkelan ,
guerre dei Turchi neir Irak Arabi ; i Seliuki inva-
dono i tf rritorj romani , e stabiliscono la monar-
chia loro nel Kerman ; i Gaznavidi perdono alcune
provincie delle Indie ; ma il sultano loro Abd Al
Raschld esercita cattiva ;imministrazione , e quindi
nmore nell' anno io53. <ili Egizj vfengono sconfitti
dalV Emir di Aleppo; un principe dei Seliuki viene
in ajuto del calillo , e riceve da questo grandissimi
onori ; Bagdad e saccheceiiata dai Turchi : il turco
Bassasiri entra neil' Irak Arabi , e poscia e scacciato
da Kulfa ; sorge la monarchia Almoravidc neir anno
1067, e cade neir anno stesso quella dei Buidi; il
principato di Aloj)po viene riunito alia monarchia
egizia , ma il caliilo stesso e fatto prigione da Bas-
sasiri , tradotto nel castello di Iladitah , ne liberato
viene dalla prigione se non da Tkogrol-Bek^ quello
stesso principe Seliidco che venuto era da jjriina in
di lui soccorso. Bassasiri aveva saccheggiata Bag-
dad , ma il califf'o vi entra solennemente , e quel
turco vaioroso riinaue sconfitto ed ucciso , mcntre
Sea ANNALI MUSBLMANI
tentava la fuga, Nell' Europa V Emir di Toledo si
rende tributario del re di Leone ; Miiset invade di
niiovo la Sardegna, ma sconfitto ed ucciso viene
presso Cagliari ; i Nornianni nclT anno loSa inva-
dono per la prima volta la Slcilia , ove fanno coUe
arn'.i loro 2;randiosi pro2;ressi ; Roberto Gnlscardo
nporta grandiose vittoric nella Calabria; i IMaomet-
tani sono cacciati da Cnma , e in qiiella provincia
cade totalmente la potenza loro. Tra i letterati di
((ueir epoca contansi certo Abd Al Khadcr^ die scrisse
a fine di riconciliare i Maomettani colla musica e
colle accademie musicali ; altro dotto die tratto delle
hevande permesse e proibite , non die delle cause
ddle discordie e de' mezzi di evitarle; il pocta detto
Al Maliarari o Al Ami , cioe il Cicco , pcrclie gli
ocelli perdette all" eta di tre anni , e amviiirabile
riusci ne' suoi poemi descrittivi ; un ginreconsnlto
die scrisse su i regj diritti e su i costami del se-
coIot un commentatore di libri anticlii, ed altri dotti.
Non lasceremo di osservare in questo luogo la lilo-
solia di (|uel cieco , die censuro apertamenl'c i dogmi
di Maometto ^ derise le preghiere de' suoi compagni,
tlisse die tra tntte le sette alcuna non ve ne aveva
in cui si fruisse piu o men.) del sole o della luna ,
i Gindei tratto xla niummie , i magi da pazzi e de-
liranti , e concliiuse die la religione , della quale
egli parlava, era fatta per gl' ignoranti. Ma mentre si
parla dei letterati di qneir eta , doloroso riesce il
vedere incendiata dai Turclii in Bagdad una pre-
ziosa bibiioteca , die conteneva pin di 100,000 vo-
Jumi , tra i qnali niolci codici antichissimi , arabi ,
persiani , indiani e cinesi.
Picni di guerre, di ribdlioni , di stragi e di cruddta
iono le storie degli anni segnenti. Noteremo sol-
tanto che neir anno 1062 ha tine la dinastia Om-
miade nella Spagna-, die nelKanno scguente TEmir di
f-'iviglia si fa tributario. al re di Castiglia ; die nel
jc66 , dopo r estensionc dell' impero Seliukiano di
Iran , si fonda V impero dei Seliuki medesimi detto
DI GIO. BATTISTA RANPOLDI. 3oS
Al Rhcnm^ e che in quell' anno, in cui treina orri-
bilniente la Siria , Y Africa occidentale viene con-
quistata clai ]\Iaraboulli; die nell' anno seguente in
Egitto si nianiresta una terribile caresLia seguita dalla
peste ; clie poco dopo gli Zeiriti soiio cacciati dal-
r Africa occidentale ; che nel 1070 si fonda la citta
di ]\Iarocco , nientre 1" iniperatore Romano Diogcne
estendc le sue conquiste; che nel 1074 ha fine il
principato degli Hamdani, e che nelf anno seguente
muore il calilFo Al Khaiem , al quale succede Al
Moktadi. Yedesi sotto f anno 1068 un marchio igno-
niinioso iniposto ai Cristiani , sebbene non sia questo
troppo bene iiidicato nella storia ; nel 1070 pero
una carovana di peregrini nunierosissima giugne a
Gerusaleninie, benche lui quarto di que' divoti non
tornasse nell' Europa ; vedesi Romano Diogene fatto
prigione dai Turchi ma poi liberato , e singolare
riesce nel 1072 l' anno solare computato come si
trova al presente, da un astronomo detto Omar Al
Kheynam. Fiorivano allora e morirono in quel pe-
riodo , un poeta che scrisse anche su la mansuetu-
dine ; T autore di un libro iutitolato gZi esperimenti-.,
uno scrittore di controversie tra i Giudei e i Cri-
stiani ; un biografo dei dottori Schaft iani , un cele-
bre poeta detto Al Zciduiui , autore di un poema ,
i di cui versi tutti finivano colla lettera n , raolti
teologi , giureconsulti , storici ecc.
Nell' Egitto insorte erano grandissime discussion!
politiche , e intanto la Siria era invasa da uno dei
capitaui del sultano Malek-Schah ., e questo conqui-
stava anche Gerusalemme ; i Seliuki tentavano inu-
tilmente d' invadere la Siria , ma Siileyman altro dei
loro c 'pitani conquistava Iconi. II suUano continuava
le sue imprese al di la del Sihouri ; i Musulmani
stabilivansi nella Nubia , ed ai Turchi cedevansi le
provincie romane asiatiche. Si strigne allcanza tra
Malck ed il sultano di Gazna ; i Seliuki giungono
ad iaipadronir&i della Siria, ad eccezione di Ge-
nisalcnime : 1 IMaraboiith occupano tutta i' Africa
304 ANIiALl MUSULMiNJ
occidentale, e nelf anno 1080 ha fine il principato
dei ]\Iardascliidi, Un' alleanza vedesi contratta tra
Alessatidro Cotnncno ed il sultano Sideyman^ i Scliuki
si dichiarano in favore dell' impeiatore Alessioi ma
i Normanni col loro valore si segnalano nel Le-
vante; Qaiscardo vince la battaglia diAzio, e il di
lui figliuolo Boemondo assedia Larissa , dai Turclii
pero liberata. Nicea diventa la capitale del sultano
Seliuke Al Rhoum , e Laodicea viene tolta air im-
pero greco per sorpresa di Suleyman , che narrasi
avere percorso coUa sua armata 600 miglia in dodici
gionii. L' imperatore Alessio cade nel 1084 prigio-
niero di Malek ; si conchiude la pace tra gV imperi
Romano e Seliuke ; i Maraboutli o Almoravidi giun-
gono nella Spagna , e Roma assediata dalP impera-
tore Enrico , viene liberata dai Musnlmani , ritenuti
a' suoi stipendj da Roberto Giuscardo, Nella Spagna
gli Almoravidi fon{lano nel io85 il loro imperio ,
benclie dai Cid conquistata venga Toledo; i Musul-
mani pero sono neir anno medesimo quasi intera-
mente espulsi dalla Sicilia. 11 califfo conduce sposa
di la a due anni una figliuola di Malek , ma ben
presto la congeda, ed allora ha principio l' imperio
dei Seliuki al Rhoum. Gli Ismaeliani stabiUscono
verso queir epoca il loro principato in Persia \ i
Turchi Gaz si stendono nella Palestina ; ma nella
Spagna gli Emiri di Huesca e di Saragozza si fanno
vassalli de' Cristiani , ed ha fine nella Spagna me-
desima la dinastia Ebadiah. In Bagdad domina la
setta Hanifita ; muore nel 1092 il sultano Malek ^ e
SI (Iistrugge totalmente il dominio de' Musulmani nella
Sicdia. Nella Spagna il Cid conquista Lisbona e Cin-
tni. Nel 1094 muore il califfo Al Muktadi ^ e in di
lui voce e proclamato Mostader Billah. Muore nel-
r anno medesimo il califfo Fatimite , e muore altresi
r ultimo principe Buide : cade nelT anno medesimo
jI viaorwio a Gerusalemrae deireremita Pietro d' Acheri^
e questi e quel Pietro che tanto figura nel poema
tlclla Gerusalemme liberata.
©I r.lO. BA.TT1$TA RA,MPOLDr. 3o5
Fonnasi uell' anno seguente una lega degli Occi-
dental! contra i Masulmani, e TEuropa tutta vedesi
nel 1096 armata contra gV infedeli ; capo dei primi
crociati e Pietro , ma i di lui seguaci si disonorano
trucidando oviinqne i Giudei. Mentre una soUeva-
zione generale formasi contro i Turchi nella Nato-
lia , e la guerra civile scoppia nelF imperio di Iran
e neirEgitto, Gualtierl conduce un nuovo esercito
di crociati, e intanto i Mori di Spagna rimangono
dai Cristiani sconfitti. Periscono i primi due eserciti
de' crociati , e qui F autore paria di Qojfredo e de-
gli altri illustri capitani di quella spedizione ; egli
spiega altresi 1' astuta politica de' Greci riguardo ai
Latini , e dopo la conquista di Nicea e la battaglia
di Dorileo , espone T elezione di Baldovino fatta
dal principe Teodoro, e il primo principato de'Fran-
chi in Edessa . che coincide col principio delF im-
pero Kouarazmiano. Nella Spagna il re di Castiglia
e sconlitto dagli Almoravidi; i Crociati conquistatio
bensi Antiochia nell' anno 1098, ma T esercito di
Goffredo e superato in giornata campale , e i Cro-
ciati in Antiocliia trovansi a cattivo partito ; ricou-
fortati pero dalle predizioni delT eremita, o piutto-
sto di ccrto Pietro Bartolo prete di Marsiglia ( piii
probabilmente italiano ) , anziche dalla pretesa sco-
perta del bastone di 5. Pietro , ripigliano T offen-
siva e riportano alcune vittorie. II sultano Barkiarok
e costretto nel 1099 a fuggire da Ispaltan; i Turchi
sono cacciati da Gerusalemme dai Fatimiti ; poscia
quella citta e assediata e presa dai Crociati , che
con orribili strasi;i disonorano la loro vittoria. Ter-
tnina questo volume con Qoffredo primo re di Ge-
rusalemme , e coUa divisione della Palestina in
contee e principati.
Un curioso avvenimento di quest' epoca e la cor-
rezione fatta nelT anno 1079 del calendario persiano ,
detto anche Jelaleano , sul quale calendario , come
pure su la ritorma, su le intercalazioni iutrodotte
Bibl. hah T. XXXVIl. 20
3c 6 4NNALI MUSULMANI
c su rastroiiomia degli Arabi in generale, assai dot-
tamentc ragiona Y autore ncUa nota loc) , tessi-ndo
una storia di quella scienza sotto le diverse dina-
stie, ciie forse non erasi mai vcduta taiito compiuta.
Tra i dotti in quel periodo si registrano Al Whacdi
commentatore del Corano ; certo Nadham visir del
sultana Malek , chc in Bagdad , sede alloia delle
scienze e dei dotti di tutto T Oriente,, stabili lui
magnilico collegio , e per direttore vi pose uno dei
piu grandi dottori di c[uella eta detto Firoiizabadi,- Al
JaviiL^ illustre dottore csso pure e intendente dei
due templi di Mecca c di Medina; Abiil Hassan^ detto
auclie Gloria del Masulmanisjno a cawione di una
. . . ^
opera ni undici grossi volumi , clie e un corso intero
di teologia maomettana ; finaUnente Nezom Al Moulk ^
del quale si narra che in eta di dodici anni sapeva
a niente tutto il Corano , e pubblico poi avvisi ai
principi per ben condnisi , ed un libro intitolato il
maestro della gente dabbene.
In (jiiesto luno;i tratto della storia ninsulmanica ve-
dianio pure assai commendevoli non solo le note
concernenti I'araba astronomia, ma quelle pure nelle
cjuali si narrano aneddoti del sultano Malek ,• si il-
lustra il nome di Cid^ che in linoiua araba sip;nilica
Signore ; si indica con precisione quali fossero gli
Ismaehani ; si parla a lungo degli Assassini e della
origine del nonie di quel popolo ; si dichiara 1' uso
del nome Jebal ^ die proprianiente significa nion-
tagna ; si danno piu ampie notizie di Nezam e delle
sue istituzioni , non die della sua caduta; si esami-
nano con diligeuza i motivi e il modo con cui for-
niaronsi le prime crociate ; si rischiara la cerimonia
deir adozione di Baldovlno fatta da Teodoro die pas-
sar fece quel figliuolo adottivo tra la sua camicia
e la nuda carne , e in quella situazione baciollo,
formalita clie il auovo principe ripetere dovette coUa
vecchia moglie di Teodoro medesimo. Noa puo lo
scrittore di questi annali , pieno altronde di belle
doti , essere tacciato di parzialita , perchc in una
DI CIO. BATTISTA R\MPOLDI. 307
ch quelle note egli mostra apertameiite la poca
fede die dare potevasi al snpposto litrovamento
del bastone di S. Pietro e del fcrro della lancia che
trapasso il costato di Gristo , ed in altra, anziche
scusare i Crociati per gli orrori da essi commessi
in Gerusalemme dope la conquista , ne accenna
anzi colla scorta di un poeta arabo i furori , le
stragi , i saccheggi , le rapine e gl' incendj.
Quest' opera , atta certamente a destare interesse
f a portare i lumi piu estesi nelia storia di un
popolo , che forse non e stata mai conosciuta a
pcrfezione , progredisce con niolta celerita , e gia
abbiamo nelle mani il tomo 8." , del • quale , come
pure del j.^ la di cui analisi non potrebbe capire
in qnesto articolo , renderemo conto nei successivi
fascicoli di questa Biblioteca.
3c8
BattagUa del Ticuio tra Aunibale e Scipione ^ ossia
Scoperta del campo dl P. C. Sciplone , dclle vesti-
gia del ponte snl Tlcino , del sito della battaglia ,
e delle tombc de llomani e de QalU in essa periti ,
del professore Qio. Battista Giani. — Milano ,
18:^4., dull I. R. Stamperia. Un Volume di pag.
^24 in y.'', con died lavole. Lir. 6 aust^
Articolo 1.
A,
.RDuo e periglioso iiitraprendiniento fa sempre lo
s[)ingere i passi tra le tenebre dell'aiiticluta, quaado
il cammino non sia dalla luce dolla storia ben ri-
^chiarato , e quando gli ostacoli , die sovente vi si
frappongono , non siano si agevoli a superarsi. Impe-
rocclie gli sciittori che delle antiche cose favel-
larono , non sempre ci lianno tramandate tutte le
circostanze degli avveninienti. Cio vuolsi detto in
particolar raodo di coloro , die riferlscono i fatti
dei qnali furono testimonio ; perciocclie parlando
e^lino ai contemporanei non Grande sollecitudine
o . , *■ . . . ^ . , .
talvolta si diedero di riferirne con mniute descn-
zioni le cose die o o;ia si conoscevano o facili erano
a supporsi. E trattandosi delle campali battaglie ,
de' passaggi di finmi , del marciar degli eserciti e
di altri siiTatti avveninienti die strettissiina relazione
hanno colla natura del suolo, e d' uopo altresi con-
siderare le variazioni , alle qxiali nello scorrere di
tanti secoli ando soggetto il paese ; sicclie ora pa-
scola r armento ove un tempo guizzavano i pesci ,
ora appar dirupato ed ineguale quel territorio die
anticamente era piano e dolce ; i fiunii cangiato
lianno letto , direzione e foce; il mare stesso ha
dair una parte ritirati i tempestosi suoi flutti , dal-
r altra in2;ojato floridissimi paesi : altre cagioni die
rendono spesso difficili e scabrose le ricerche in-
torno alle spedizioni degli anticlii capitani., poteudosi
BiTTAGLIA DFX TICINO ecc. 3^9
per avventura essersi cangiate le circostanze de'
luoghi. Lo clie quantV avvenuto fosse, noi ande-
remmo indarno tormentandoci il cervello su certe
espressioni degli antichi storici , le cjuali ora ci
sembrano nou solo oscure, ma talvolta in aperta
contrarldizione con cio clie a noi si offre sotto
r aspetto di probabilita ed anche di evidenza. Delle
quali cose luminosi esempj abbiamo in ogni paese,
ed in particolar niodo nelF Italia sfettentrionale , il
cui territorio e di tale natura die dee necessaria-
mente essere andato soggetto a straordinarie cata-
strofi, e lo anderebbe tuttora se per poco venissero
mono r indnstria de'popoli ed i sag2;i provvedimenti
de' governi. A tutto cio aggiugncrsi vogliono gli
errori e la trascuraggine dcgli amanucnsi nel tra-
scrivere i classici antichi. Costoro non rare volte in-
colti o presnntuosi hanno nelle loro copie introdotte
lezioni dalla retta ragione totalmente aliene. Quindi
la critica e V ermeneutica come canone loro pro-
prio prescrivono , che ove iu un antico scrittore
s'incontri alcuna lezione clie si opponga alle circo-
stanze o del luogo o deir avvenimento , questa aver
debbasi come travedimento de2;li amanuensi , od
almeno come sospetta; essendo cosa de' soli gram-
raatici propria Y attenersi servilmente a cio che
alia Sana critica si oppone. Ottimo ne sembra quindi
il sistema di Petit Radel , doversi cioe nelle ricer-
che de' fatti antichi piii clie alle testimonianze dei
libri prestar fede ai monumenti della natura ed al
naturale procedimento delle cose , e percio dovei'si
cotali testimonianze avere di alterazioni o di errori
sospette quando a questi non trovansi consentanee.
La quistione clie vien discussa neir erudita opera
del signor professore Giani , gia stata era posta a
disamina da uomini dottissimi e delle militari cose
conoscitori profondi. Cercasi ove Scipione movendo
coiitro di Annibale passato abbia il Ticino, ed ove
avvenuto sia lo srontro dei due capitani. La piu
parte degli anfecedenti <crittori , e fra (piesti il
3lO BATT.VCLIA. DEI, TIC.INO
2;enerale Guillaume, il barone Rogniat e M. De Luc,
chiarissimi nonii, stati erano tV avviso che si il pas-
saggio che lo scontro accadiiti fosscro non liingi da
Pavia, Tale oi)inione sembrava conscntanea non solo
alle regole della tattica ed alia natura del luogo ,
ma ancora ai fossili elefantini (juivi scoperti, nio-
nnmenti ben piu autorevoli delle urne , dellc stovi-
glie ed altre anticaglie di qualsivogha specie o for-
ma esse siano. Ora il sig. professoie Giani animate
dal quel prepotente amor di patria che distingue
le anime belle e virtuose, attenendosi alle autorita
di Polibio e di Livio , ed ar2;omcntando da alcuni
pali che tuttora sussistono nel Ticino dicontro al
Castello Visconti, e dalle tombe ed altre anticaglie
da lui scoperte ne' contorni di Golasecca patria sua,
fassi ingegnosamente e con molta dottrina a dimo-
strare che il passaggio e avvenuto non lungi da
Sesto Calende , ove il Ticino esce dal Verbano , e
che i due eserciti sonosi scontrati e battuti nel ter-
ritorio di Galliate. Nobile ed onorevole impresa ,
qualunque esserne possa il giudizio dei lettori: im-
presa anzi degnissima d' essere imitata anche in al-
tri paesi della nostra Lombardia fecondi di antiche
e grandi rimembranze. Ecco primieramente Tanalisi
od il sunto delF opera.
<c Premesse alcune notizie storiche , opportune
airiutelligenza del subbietto, c determinata Tepoca
degli avvenimenti , cioe T anno 2i8 innanzi T era
volgare , si da ( capo I. ) la descrizione di una bru-
ghiera sparsa di tumuli e circondata da collinette
presso il villaggio di Sesona , non lungi da Sesto
Calende ed a pochissima distanza dal Ticino. Sul-
r una di tali collinette s' erge in forma quadrilatera
un antlchlssima tot re delta volganneiite IL torrazzo
di Sesona. La brughiera e le collinette portano tut-
tora il nome di Cornellane ,• e Cornelia dicesi pure
un vicino vigneto esso ancora da collinette circon-
dato. Vengono qttindi topngraficamentc descritli al-
tri vicini luoghi, i cni noiiii di Grt//A«.<To , (V Arsasco
TRA ANNIBALE F. SCIPIONE , CCC. 3ll
e eimili sembrauo non nieno tli quello delle Corne-
liane riferirsi per la loro stessa etimologia agli an-
tichi fatti cola accaduti. Nelle Corneliaiie ( capo II.
e IX. ) e negli adjaceati luoglii veggonsi varie linee
di grossi ciottoloni o macigni piantati e disposti in
niocio che ci ha ragione di credere aver gia essi
fonnato V orlo o la base di tende militari quivi un
tempo erette : e quivi appunto e ne' dintorni si
scoprirono tombe , urne , patere, vasi, militari di-
stintivi e mucclii di ciottoli, schegge e pietre infrante,
sotto le quali si trovava una certa terra mcscolata
di ccneri e di piccioli carboni. Tutte le qiiali cose
sono ddigentemente discusse ed in opportune tavole
riferjte. Sopra taluno de' vasi, e specialmente de' /a-
crimatorj ^ veggonsi incise varie cifre, che dall au-
tore si giudicano etrusche e delle quali si aggiugne
r interpretazione latina. Vengono quindi riportati
(capo 11!.) i testi originali coUa italiana versione
dc" hxoghi ove Polibio e Livio descrivono gli avve-
nimenti che formano lo scopo dell'opera. Le Corne-
liaiie ( capo IV. ) sono appunto il luogo dove P. C.
Sripione pose il campo Romano , vi aringo la truppa
e vi stctte durante la costruzione del ponte siil Ti-
cino. Cio si argomenta i.° dalT espressione di Poli-
bio , cioe che perduta dai Roniani la battagiia ,
Annibale gF insegui smo a\ princ/pio del fiume ed al
ponte sovr' csso dal Console eretto , il qual prvici-
pio esscre non puo se non il ponte in cui il Ticmo
esce dal Verbano al disotto di Sesto Calende : 2.°
flair autorita di Livio, il quale attesta che Tesercito
Romano col passare il Ticino entro nel territorio
degU Insnbri , il qual territorio era il Novarese e
cominciava a Castclletto al di la del Ticino; in questi
dintorni sono altresi le radici del'e alpi, sino alle
qnali Scipione presso Livio dice d' essere perveuuto
iricontro ad Annibale : 3." dal nome stesso delle
Corneliane ^ cost dette, perche quivi Cornelia Sci-
pione pose gli acrampamenti innanzi di passare
il Tirjno , de"" quali accampamenti sono tnttora piu
^la BATTACLIV DEL TICINO
che im Lnclizio p;li auzitletti ciottoloni o macigui
che servivano di base alio tenfle clei Romani: 4.'^ dal
sufkletto toi razzo di Sesona , die si prescnta come
nno di que'' fortini detti caslclla^ coi quali i Romani
solevano muiiire i loro allogjiiamenti: 5." dalle tombe,
dalle. urne, dalle ceneri e da' militari arredi quivi
scoperti: 6.° finalmerite da un' abbandonata via qui
pure scopertasi, della quale si vcdono le vestigia coi
caratteri dclla piii rimota anticliitd.
» Dai testi di Plinio e di Livio (capoV. ) si rac-
coglie che Scipione gettar fece un ponte sul Ticino,
e clie per maggiore sicurezza vi aggiunse un fortino,
castellum. Cotal ponte essere non dovea lontano da-
gli accampamenti, cioe dalle Corneliaue ^ dove que-
ste vanno a terminare colla riva del iiume, e dove
trovansi tuttora le vestigia si di esse che del so-
vrapposto fortino. Quivi di fatto nella sinistra parte
del fiume si veoiffono o;rossi maci^ni rovinati dal-
r alto della sponda. Nel mezzo poi , ove 1 acqua e
meno alta , spnntano varj pali di altezza diversa ,
ad alcuni de' quali nella parte che sta nascosta nel
fondo ghiajoso trovasi aiicora attaccata la corteccia.
Tanto sono essi ben conservati ! 11 ponte percio era
di zatte nella parte sinistra a cagione deir altezza
delle acque ^ ma di pali e di tavole ove il fiume e
meno profondo. Nella riva destra poi del fiume drit-
tamente in faccia al ponte trovansi le fondamenta di
grossissirne miiraglle somiglianti a quelle del torrazzo
di Sesona , che indicano essere stato qui anticamente
eretto nn fortino , ossia la testa di un ponce , e tal
fortino, castellum^ da' Romani fabbricato , sorgcva
senza dubbio la dove s' erge ora Y antichissimo Ca-
stello Visconti d' Arragona , essendo le etimologie
indizj grandi di verita. Nella sponda sinistra , la
Ulilanese , veggonsi similniente macigni enormi che
dalla loro struttura o situazione dauno luogo a cre-
dere essere ch avanzi del fortino dal Console eretto
per assicurare la testa di f[uest' altra parte del ponte
da qualsivoglia sorpresa .de' GaUi mal sofferenti il
TRA ATfNIBALE B SCIPIONl , <'CC. 3 1 5
giogo de' Romani. Per tal ponte (capo VI.) Scipione
dalle Corneliane che appartenevano agli Orobj, nel
cui territorio trovavasi anche Aiigcra , il forum Li^
clnii di Plinio , tragitto nel paese degli Insnbri che
occupavano tutto il piano Novarese fine a Vercdli ,
avanzaadosi egli lungo il fiume in guisa che ne
avea la corrente alia sinistra, mentre Annibale di-
scendendo lungo la stessa sponda avea la corrente
alia destra. II Console nel terzo giorno da che avea
tragittato il liume trovossi nella pianura di Galliate
tra Novara ed il Ticino, circa una marcia dalle Cor-
neliane , e nelle vicinanze del Vlttumiilo o de' Vit-
tuniuli ( popoli della regione Vercellese tra i Tau-
rini ed il Ticino), e cpiivi avvenne lo scontro dei
due capitani. Scipione perduta la battaglia e ferito
pote nondimeno nel niedesimo giorno ritornare al
suo accampamento delle Corneliane. L' esercito di
Annibale ( capo VII. ) allorche questi giuuse nelle
pianure di Galliate , era di circa 80,000 pedoni e
10,000 cavalli ; quello del Console nella medesima
situazione era di circa 82,000 fanti e 1800 cavalieri.
Ma da Annibale non furono in questa battaglia ini-
piegati che 6cco uomini di cavalleiia , contro dei
quali il Console mosse 7260 veliti , i8co cavalieri
Romani , e 3oo cavalle2:2;ieri Galli. Fatto cotal cal-
colo , e presa opportuna occasione per un ragiona-
niento intorno alia milizia de' Romani , si da la di-
sposizione , ossia il piano della battaglia. Scipione
dispose le sue truppe in duelinee, collotando nella
prima i veliti ofesia i lanciatori , nella seconda la
cavalleria romana ed alleata. Annibale al contraric*
schiero i suoi cavalieri sopra ima linea sola , j)o-
nendo nel centro la cavalleria pesante , e nelle a'li
1 cavalleggieri Nuniidi disposti in niodo di poter
circondare cd assalire alle spalle i Romani. II Cart.^-
ginese ando appunto debitore della sua vittoria al!a
ciclosi ., nierce della quale nell' ardore della pugna
pote caracollando invpstire furiosamente , battere c
disperdere i lanciatori nemici. che nella mischia oi
3l4 BATTXGLIA DEL TICINO
erano ritirati al di dietro de' loro cavalicri, e quesli
aiicora assaliti alle spalle dai Niiinidi potc costriguere
a ripiegare e darsi alia fuga. Scipioiie ferito ( capo
VIII. ) e rlcohdotto nel campo delle Corneliane , oi^e
si ridiicono tutte le truppe In rltlrata : vien tagUnto
il poiite. sill Ticiuo ; e la' riotte appresso i Roniaui ,
lasciando nellc Corneliane. i morti trasportati dalla
hattaglia ed i ferili mortalmente, si ritiraiiO'alla volta
del Po. Annihnlc insegue i fuggitivi sino a Castelletto
( borgo vicinissimo all' anzidetto Castello Visconti )
sopra Ticiuo , fa prigionieri 600 ncmici the non han
tempo a ripassarc il fiume ; ma non potendo egli tra-
gittare , e sentendo die i Romani si ritiravano al Po ,
volta indietro , e da Castelletto rctrocedendo liingo il
Ticino arriva al Po al disopra del confluents del
Ticino medesimo. Nelle Corneliane percio ( capo IX.)
e nei circoiiviciiii luoghi dopo l,i ritirata di Scipione
vengono seppelliti i soldati romani o gia estintio
nella stessa notte morti per le loro ferito. Sul vicia
monte Galliasco vengono pur seppelliti i Galli ca-
diiti in quella battaglia , e da essi il monte ne ri-
ceve il nome. Di tiitto cio testimonio ne sono le
tombe e le anticaglie qnivi scoperte. Insussistenti
sono dunque (capo X. e XI.) le opinioni del Claverio,
del Ferrari, del Campana , dello Schweighaeuser ,
di Guillaum, di Rogniat, di De Liic, di tutti in-
somnia qnegli scrittori che furono di contrario
avviso ; taluno de' quali ( capo XII. ) ebbe anzi ben
torto di rimproverare Scipione di alcuni errori che
ei giammai rion commise , e la eui condotta viene
aozi vittoriosamente giustificata dal luogo ov' egli
passo il Ticino e dalla pianura , ove incontrossi col
nemico. »
Tale e il sunto dell' opera del sigaor professore.
Noi, premesse alcune nostre congetture intorno alia
probabile deviazione del Ticino dalT antico suo corso,
1.*' farem osservare che di poca o nessuna autorita
essere possono nella presente quistione le tombe e
le anticaglie dall' antore scoperte ; a." esporremo
TRA. ANNIBAI.E E SCIPIONE, CCC. Oib
Topinione nostra intorno alle espressloni di Polibio
e di Livio ■-, 3.° dimostreremo essere stato lo scontro
de'due capitani non una battaglia, ma un semplice
combattimento , o come dir suolsi coi tei'mini del-
Tarte, una ricognizione dei due eserciti ; 4." essere
tuttavia piu probabile 1' opinionc di coloro, i quali
afFermano che si il passaggio che lo scontro avven-
nero nelle vicinanze di Pavia. Nelle quali indagini,
scevri da livore e spinti dal solo desiderio di verita,
cui si dee
IVon contrastar , ma dar perfetta fede ,
lasceremo alT autore amplissimo campo di nuove
ricerche. Che se pure non altro bene proverra dalla
discHssione nostra , avremo almeno intertenuta la
curiosita dei dotti lettori in una di quelle contro-
versie ch' essere sogliono alia repubblica letteraria
assai pin utili e gioconde che le magre e nojose qui-
stioni degli smunti grammatici e de' pedanti.
3i6
Lettere critiche su varj argomenti dl lingua e letteru'
tura^ dl Giuseppe Barbieri. — Padova^ 1824,
dalla tipografia Crescini , in 8."
Osservazlonl dl N. Tommaseo supra le Lettere criti-
che dl Giuseppe Barbieri. — Padova., 1824, /;ei tlpl
dclla Rllnerva. Opuscolo in 8.°
D,
'el signor Giuseppe Barbieri si tenne discorso piii
volte ia questo giornale ; e perclie egli nel volger
fli pochi anni stampo non pochi volumi dl varie
composizioni, cosi talvolta fu in queste pagine co-
ronato di lode, e tal altra ne fa censurato. Clie
non e possibile, o rarissimo almeno, die un me-
desimo uomo giunga a buon segno di perfezione
in cose di gcnere alfatto diverso. E principalrnente
dove si tratta di ameni stiidj, come non puo cogliere
allori se non colui clie li coltiva per impeto di
natura, cosi non puo F uomo in generale promet-
tersi piu. d' una corona : perclie pochi sono tanto
privilegiati d' essere dalla natura sospinti a piu
cose con uguale ardore e con eguale felicita. Ed
anclie al presente seguitando questo nostro costu-
me, diremo liberamente quel clie ci pare delle
Lettere critiche del sig. Barbieri sopra argomenti
di lingua e letteratura.
Questo volume fu gia segno alle censure del
signor N. Tommaseo; e per mala ventura del signor
Barbieri le Osservazlonl dettate contro di lui sono
forse il miglior frutto clie Tingegno del suo cen-
sore abbia prodotto finora. Pero ci parve opportuno
di unire in un solo articolo amendue questi scritti:
affinche non credessero i nostri lettori clie noi ri
facessirao belli delle altrui penne dove ia nostra
censura fosse d' accordo con quelle gia poste in
campo dal si2,nor Tommaseo; ed anclie per notare
alcuni luoglii nei quali ci parve clie il censore
non toccasse cosi nel segno ronV egli si avvisa.
\
LETTERE CRITICHE , eCC. 317
La prima lettera del signor Barbieri c ititorno
al volgarizzamento della Citta di Dio. L' Autore
porta opinione die la Crusca , a malgrado delle
Giunte Veronesi, non abbia ancor tratta da questo
libr^ tutta quella copia di lingua che se ne puo
ricavare; ed a confermare questa sua sentenza pone
sotto gli occhi de'suoi lettori Tindice de' vocaboli
registrati (in era nel gran vocabolario : ne reca in
mezzo un buon numero cli"' egli reputa degni d'esse-
reaggiunti: riferisce alcuni capitoli dell' o[)era per
dimostrar colU esempio il pregio in cui e da tjenere
quella versione , e tinisce la sua lettera toccando
alcun poco la negligenza e la parzialita con cui
furouo fatti gli spogli d' alcuni libri, e lagnandosi
di quella municipale pretensione de' Fiorentini di
credere tutta loro propria la lingua italiana, e di
volerne essere i soli lesiislatori.
Noi consentiamo col signor Tomniaseo che il
nostro Autore nel compilare il catalogo delle
voci degne di trovar luogo nel gran dizionario
cadde in alcuni errori die non ci sarcmmo aspet-
tati da un uonio lungamente versato ne^ buoni
studj ; e die i capitoli da lui eletti non sono i piii
acconci a farci apprezzare il libro in questione;
oltredie bastava citarli invece di trascriverli. Ma
non sianio col signor Tommaseo dove egli rispon-
dendo air ultima parte della lettera dice fastldlosis-
sima quella ([uerela , ed inappellabde V autorita
del tribunal della Crusca. Vtramente V esperienza
di l)cn due secoli avrebbe dovuto insegnare ai let-
terati italiani quanto sia ridevole questa luuppel-
labile autorita della Crusca , la quale sfolgoro il
Tasso siccome ignorante della propria lingua, e
decreto che TAriosto fosse citato con discretezza,
e per poco non niostro d' ignorare che furono al
mondo il Caro e il Bartoli e tanti altri esemplari
di bellissimo stile. ]Ma le tirannie, anche letterarie,
sono cosa si acerba che il signor Tommaseo non
dovrebbe poi tanto maravigliarsi se il corse di
3i8 LETTKRt CKITICHE, fCC.
diicent'anni uoa valse a far cessare questa que-
rela Piuttosto sarehbe da maravigliare, come mai
questo iiiappellahile tribunale della Criisca non ab-
bia ill (lucent'' aiuii imparato a coiioscere la vanita
(lelle sue pretensioni ; come ricalcitri (hiram%nte
alle aperte dottrine delT Alifi^hieri (i), e come dopo
tanti libri dai migliori ingegni stampati in contra-
rio, s' induri tuttavia a restringere V idioma di
tin' intiera nazione deatro ai confini di una sola
provincia ; di quella provin'ia alia quale sono stra-
iiieri il Bembo, il Tasso, rAriosto, il iMitastasio, il
Castiglione, ilBartoli, ilVarano, TAllieri, il Pari-
ni , il Perticari, il Monti, il Giordani , e tanti altri
die coi precetti e coU'esempio hanno giovata e
)llustrata T italiana favella. Ne a qnesti scrittori
certaniente puo esser applicato il rnnprovero del
signor Tommaseo d'avere speso I' opera e il tempo
ill detrarre al dizionario della Crusca in vece dt
aggiun^ervi iiuovi ornamenti e di adcmpiere gl' iiie-
vitabili difetti del suo iiascimento. Ne le querele di
tanti tlotti e morti e viventi dovevano dirsi ciancc
die non hanno ne scopo ^ ne limiu, iie onore ^ uc
frntto. Perocche sebbene talvolta il regno santissimo
delle letterc sia invaso e insozzato da alcuni rhe
quanto pin sono ignoranti tanto piii sono insolenti^
non si voglion per altro confondese le severe
(i) L'Aligliieii {de Vulg. el.) cosi dice: Veniamo ai Toscant
I qiiali per la Inro pazzia insensati , pare che an'ogantemente si
littribusseano il titolo del volgare illustre ; ed in questo non sola-
inente la oyinione del plehei impazzisce , ma ritiovo molti uomini
jamosi averla avuta, come fra GuLttone d' Arezzo , il quale non ss
diede mai at volgare Cortigiano , Bonagiu/ita da Lucca etc. ....
i delli del quail se si a\>ra tempo di esaminarll , non eortigiam ,
ma proprj delle loru clttadl esscre si troveranno. Ma conciossiacht
i Toscatu siano piii degli altri in qiiest-i ebbrieta furiboadi , ri
imre cosa utile e degtut ecc, Bisogiia diinqiie o chinar la tests ,
•.)il avere il coraggio di dire : noi ne srppiaju piii di Dante ,
n'li coDosciamo meglio di lui le origini di ([utita tiugiia ; e
fcito chi avesse tauto coraggio noa trovercbbs cbi gli £«i;eM«
Dl GIUSEPPE BA^fiERI. SlQ
ragionl dei tilosofi collo schianiazzo della tiirba, clie
sirida per la speranza di attribuirsi una parte della
vittoria; ed e hello e lodevole il costume di par-
lare onorevolnu-.nte dei soinmi anclie quando si
crede clie siauo caduti in errore. L' Accademia
fiorentina poi non potrebbe mai fare quella ri-
sposta clie il sl2;nor Tommaseo s' immagina , qUan-
do , invitata dall' Istituto , apertamente ricuso di
accopjunare con abri i suoi lavori per la compi-
lazione del gran Dizionario.
Nella secoada lettera il signor Barbieri pone una
supplica di alcuiie parole al tribunale della Crusca
per essere introdotte nel vocabolario italiano; nella
terza parla della grammatica del Trecento; e il si-
gnor Tommaseo nota con buone ragioni che la legge
deir analogia suUa quale si fondano le pretensioni
dei vocaboli supplicanti non e ne taiito anipia nc
tanto sicura qnanto il signor Barbieri mostra di
credere : e che le cose da lui dette intorno alia
grammatica del Trecento sono troppo scarse alia
vastita del soggetto. Con tutto cio noi credianio
che non potendosi rigettar tutte in fascio le parole
dal signor Barbieri proposte, il signor Tommaseo
avrebbe avuto un campo dove mietere una lode
piu desiderabile di quella che le censure procac-
ciano , se avessc occupato il suo ingegno nello
sceverare le inamniissibili da cpielle che possono
accettarsi. E cosi parimente n' e avviso che il solo
desiderio di non darne pur una vinta al suo av-
versario inducessc il sig. Tommaseo a credere che
r escmpio dti Greci valga a giustilicare fra Gior-
dano o il Cesari deir avere infemmlnito Y abisso.
Troppe sono le cose che nelle diverse lingue eb-
bero un diverso genere ; ma non per fjuesto e
lecito ch' altri confonda le ragioni degl' idiomi ; e
in cio gli scrittori debbono seguitare il consensu
universale flei loro concittadini.
La quarta lettera contiene ropinionc delTAutonc
inlorno al Salviiii. e luunta (dice A sig. Tommaseo)
3aO 1.ETTKB* CRlTICHr, CCC.
le vecchie accuse che tutti gid di liii sauna. A noi
pare che chiunque volesse scrivere 1' apologia del
Salvini , tiovrebbe conside rarlo siccome un rilolo2;o
assai erudito, un l)uon conoscitore della greca let-
teratura, e un ristoratore instancabile delTitaliana
favella: c che per coiurario chi volesse diminuiine
la fama , dovrebbe giudicarlo unicamente siccome
scrittore. Clie il primo, senza nuocere al vero ,
potrebbe cingerlo di una bella lode ; e Y altro
potrebbe negargli il nome di oratore. Percio tro-
vamnio severo il gludicio del sig. Barbieri , che per
poco non contende ogni merito al Salvini ; e leg-
giera la risposta del sig. Tommaseo, che vorrebbe
difenderln da quel lato appunto nel quale la sua
causa ci sembra piti disperata. Egli dice : le opere
del Salvini vantano un migliajo nlmeii di periodic cui
molti scrittori , e piit del nostra valenti , non ponno
per armonia , dignitd ed eleganza vantarne pur una ,
una, io dico ^ d' eguale. Ma oltreche queste parole
provano piuttosto Taltrui insutficienza , che il me-
rito del Salvini, noi crediamo che difticilmente po-
trebbe trovarsi nei libri di quel Toscano quel gran
nuniero di bnoni periodi che il sig. Tommaseo qui
accenna ; e che acl ogni modo la buona eloquenza
non consiste gia in alcuni felici periodi sparsi qua
e la negli scritti, ma sibbene in una perpetua di-
gnita e in altre doti di questa nafura , che in
nessuna delle produzioni Salviniane si trovano a
lungo conservate.
In un' altra lettera parlasi delle voci antiche, c
il sig. Tommaseo trova da ridire su quella sentenza
delTAutore che la lingua scritta vuol essere intesa e
gustuTa dagli uomini colli , e non gid da! vulgari e
da rozzi. E veramente tocclierebbe il sommo di
ogni perfezione colui che sapesse batter tal via da
soddisfare ai dotti, e riuscire in un medesimo tempo
piac( vole ed intelligibile agl' ignoranti. Ne crediamo
che il sig. Barbieri senta in cio divcrsamente dal
tig. Tommaseo. Ma se le sue parole par che suonino
DI GIUSEPPE BIRBIEKI. 321
altrimentl , stimiamo glide dettasse il desiderio di
rispondere a coloio, die confondendo la lingua il-
lustre degli scrittoii con quella di die il popolo
si vale ne' suoi famigliari discorsi, vorrebbero die
i dotti di tutta Italia corressero alia scuola del
volgo di una sola provincia.
Le cose che il sig. Tomniaseo poi scrive censu-
raado la lettera del sig. Barbieri sulla nohlltd e
bassezza delle parole^ ci sembrano poco felicemente
esposte , non nuove , ma vere. Pare anclie a noi
die il sig. Barbieri trattasse questo argomento con
ordine poco acconcio e con estrema leggerezza; e
iielle Lezioni delF abate Colombo trovansi argo-
nienti assai pivi atti a ben risolvere la quistione
dal nostro Autore proposta.
La settima lettera e un' indiretta risposta ad un
glornalista, il quale dando giudizio delle epistole
del sig. Barbieri ebbe detto che il nostro Autore
avrebbe colta maggior lode se invece di accostarsi
come fece alio stile deir elegia si fosse condotto
pill da vicino sulF orme di Orazio. IMa si di que-
sta , come delle ultime due , una ad wi futuro
giornalista^ V ultra s id ritratd del Petrarca, non cre-
dianio die ci sia debito di render conto: siccome
quelle che si dividono dair argomento proposto
nel frontispizio.
£ibL Itfd. T. XXXVI 1.
322
Cliiese principali cVEnropa dedicate a S. S. Leone XI T.
P. M. — Blilano , prcsso gli editori contrada del
Bossi^ 11." ijbS , c presso Ferdinando Artaria con-
trada di S. Margherita , n.° 1 1 o. In Roma presso
I)e Kouianis via del cor so ^ e nelle altre cittd presso
i principali lihraj. Gran foglio atlautico. — Fascia-
cola i.*^ S. Pietro di Roma.
M- iNo dallo scorso anno veduto avevamo un mani-
festo, nel quale si proponcva di pubblicare le Chiese
principcdi d' Europa rappresentate nei loro piospetti.,
piante , spaccati , ecc. con descrizioni storico-critico-
pittoriche.
In quel manifesto si fa da principio qualche cenno
delle vicende deirarchitettura e del suo risorgimento,
c si annoverano le principali Cliiese innalzate dal
secolo IX sino al XV. Strano pero ci e riuscito il nou
vedere in questa serie la celebre Cattediale di Co-
lonia, della quale si e fatta luugamente menzione in
questa Biblioteca dopo la pomposa descrizione di quel
tenipio pubblicata dal sig. Boisserree., ne quella pure
famosissima di Toledo , della quale si lianno tante
bellissime delineazioni •, e a questo proposito note-
remo pure, che alquanto cruda ci e sembrata la frase
contcnuta nelle prime linee del manifesto , clic le
arti belle e le scienze, gia decadute in Italia per
le irruzioni de' Longobardi e poscia 'degli Arabia del
tutto si estinsero. Molto agli Arabi dee certamente
r architettura , e il dottissimo Andres ha bastante-
mente mostrato di quanto andassero ad essi dcbi-
trici le scienze.
Sebbene non molto esatta sia la enunierazione
data in appresso dci piu celebri architetti , nella
quale sono omessi anchc molti nomi onorevolissimi
per r Italia; ben con i-agione si osserva, die stu-
dio pieao di vaghezza e di curiosita e \\ scguire
CHIEEE PRINGIPAM I>' liUROPA. 320
I'architettiira ne'suoi progress!, e quiiidi Taverc sot-
t' occhio e il paragonare i migliori editizj chc esistono
col meditarne le proporzioni. Non s'ingannano pure
gli editori nel notare, che moke descrizioni del
capi d' opera delF arte sono per lo piu sovercliia-
rneiite ristrette e compendiate , talvolta ridondanti
di errori, tal altra di un sesto troppo piccolo, per-
che svilnppare si possano convenevolnieiite le parti
diverse e gli ornamenti applicati.
Questo fece nascere il pensiero negli editori di
pubblicare trentasei Chiese delle piu ragguardevoli
deU'Europa, e unanimemente reputate capi d' opera
nci loro generi , e modelli di moke altre. Nella se-
rie di queste vediamo inchiusa anche la suddetta
Cattcdrale di Colonia. Con f[uesta pubblicazione si
lusingano cssi di somministrarc air avidita degli
studiosi e deajli amatori il iiore di tutto quello che
Tarchitcttura produsse dal suo rinascimento sino ai
nostri giorni. Una prova delT inipegno degli editori
e della brama loro di mcritare colla loro esattezza
r approvazione degU intelligenti , vedesi manifesta-
mente nclla risoluzione da essi pigliata di spedire
artisti di riconoscinta perizia , e gia celebri per
altri importanti lavori di questo genere, a disegnare
dal vcro sui luoghi , e misuvare scrupolosamente
le parti csterne ed. interne di ciascun tempio; a le-
vare le respettivc piante e gli spaccati, e a ritrarre
i monumenti e tutto quello che nelle varie parti
dcir edifizio merita speciale osservazione. Quegli ar-
tisti debbono cssere altresi accompagnati da persona
colta e versata nelle belle arti, alia quale e allldata
la parte descrittiva dell' opera , ed a questa e com-
messo di vcriBcare su i luoghi tutte le notizie im-
portanti , cosi in fatto di storia politica , come di
pittorica , che spettar possono a ciascuna Chiesa.
A noi sembra che per quello che conccrne la Cat-
tcdrale di Colonia , quella di Winchester ed altre
in cgual modo illustrate, potrebbono gli editori ri-
sparmiare una parte di (piel gravoso dispendio.
324 CMIESE PRINCIPALI d' EUROPE.
Ora abbiamo sott' ocdiio il piimo fascicolo , e
possiamo con migliore fondamento parlare dcir an-
damento di quest' opera , bellissima per se stessa ,
grandiosa cd importante. Dopo la dedicatoria al
regnante Pontefice , si presenta la descrizione della
Basilica di S. Pietro di Koma. Si premcttono alcune
erudite iiotizie intorno al niontc Vaticano ed all' an-
tico sue stato ; c[uindi si accennauo la prima edifi-
cazione di qnella Basilica comniciata nell'anao ^24,
e la sua riediFicazioue iinmagiiiata da Nicculo F, e
intrapresa da QiuUo II. Si tesse breveniente la storia
dei lavori e degli architetti die si succedettero
nella direzione di quella fabbrica maravi2;liosa ; si
descrivono la piazza e i due porticati clie la cin-
gono , r obelisco clie sta nel mezzo, poi la facciata,
le porte , V atrio o il vcstibolo del tempio , e tinal-
mente P interno del tempio medesimo, £:;li ornamenti
delle volte, la statua di bronzo del Principe degli
Apostoli, la confessione del medesimo, altre statue
degne di osservazione , la cupola magnitica e sor-
prendente, il gruppo del Bernini posto in fondo
del tempio , i monumenti funebri posti ai due lati
della cattedra, i quadri a musaico , altri depositi ,
le cappelle degtie di osservazione, ecc. Molto chiara
e ben tessuta ci sembra questa descrizione , e sin-
2;olarmente noteremo a lode dej^li editori, clie colla
maggiore esattezza sono esposte le dimensioni in
palmi romani, ridotte assai opportunamente al tipo
piu generale del metro. Si nota per ultimo, die le
colonne nelT interno solo giungono al numero di
128, parte di misdiio moderno , parte di granite
orientale ; e die la spesa totale di quelF edilizio
ascendeva gia ne' tempi addietro a 46,800,498 scudi
romani, non comprese Ic suppellettili d'oroed'ar-
gento , i doni fatti dai Sovrani, e molti altri oggetti
prcziosi, die soli former ebbero altra somma enorme.
La descrizione si cliiude con queste notabili pa-
role: « Nessun tempio ne per vastita, ne per ma-
gnificenza puo reggere al paragone della Vaticana
CIIIKSE PRlNCiy.\LI D EUHOPA.. 525
Bj<si11ca ; e come Roma e sede del Principe del
moudo cristiano , cosi qncsto insigne tempio e il
piu maestoso Santuario di Dio. Non vi ha animo si
forte , in2;e2;uo cosi sublime , clie seiiza stupore
considerar possa quest' opera , clie non solo ad
ese^uirsi , ma anclie ad immaginarsi richiese incon-
cepibile ardimento. )j
Fin qui abbiamo parlato del discgno di questa
opera e del testo descrittivo del primo fascicolo :
ora ci rimane a parlare delle tavole publilicate.
Rappresentano queste la pianta del tempio Vaticano,
la piazza e i portici , altra pianta del solo tempio ,
la elevazione geometrica della facciata , il fianco del
tempio niedesimo , lo spaccato su di una linea dia-
gonale , lo spaccato su la linea trasversale , i mo-
numenti di tlrhano VIII , di Paolo III-, di Leone AY,
di Clemente X, di Clemente ^III e di Inaocenzo XI;
r interno del tempio stesso diligentcmente ombreg-
giato , come lo e pure una magniiica vcduta della
Basilica e della piazza con cui si chinde il fascicolo.
Se commendato al)biamo il disegno di quest' opera,
grandemente dobbiamo pure encomiarne la esecn-
zione riguardo alia parte tipogralica e calcogralica ,
massime per le tavole clie abbiamo sott'occhio. Ve-
diamo in esse una scrupolosa diligenza osservata in
tutte le parti, una esattezza sini^olare nei contorni,
iin taglio franco ed ardito, \\n chiaroscuro piacevole
e non caricato nelle tavole ombrcsigiate, molto buon
gusto neMi accessor) , e nersino nelle iisiure a2;2;iunte
neir ultima tavola atfatto pittoresca; tutti que'pregi
in somma che gia abbiamo ammirato in altri lavoi'i
di questo genere del signor Rupp , che tutti questi
oggetti disegno dal vero , il che certamente molto
merito aggiugne alf opera in se stessa. Questa puo
quindi riuscire di grande utilita agli studiosi dell' arte,
e noi desideriamo ardentemente che essa diflbudere
si possa con rapidita a vantaggio delFarte medesima,
ed a gloria degli editori e deif Italia.
3a6 cniESK ptiit^cipaxi d'europa.
Osserveremo a ((ue«to proposito die trentasei sono
i fascicoli promessi , da pubblicarsi nel periodo di
sei anni , e che ciascnno di essi in carta velina
sopraffina , contencntc dicci discgni con precisione
ed esattezza intagliati a contorni, e rappresentanti
la pianta , le vediue esterna ed interna , le orto-
grafie o le clevazioni della facciata c dei fianchi ,
le sciografie o gli spaccati per lun2;o e per traverse,
i monnmenti e i dettagli piix importanti, non die
la storia e la descrizione di ciascun sacro edifizio ,
stampata anclie in diverse lingue a comodo degli
stranieri , non costera se non che franclii 1 5 ; 20
colle vedute interna ed esterna ombreggiate airac-
((na tinta , e 3o colle niedesime diligentemente mi-
niate. Questo prezzo di associazione ci sembra assai
tenue in vista del Insso col quale e escguita que-
st' opera , e col quale tjjtte dovrebbero esserlo le
opere di belle arti , massime descrittive, alcune delle
quali pubblicate di recente in Inghilterra e in Fran-
cia , arrivano a prezzi cosi elevati che superano
t^lora le flicolta econoniiche dei privati.
Sermoni sacrl in terza rima dl Ciaiicarlo ni Negro. —
Gciiova ^ iSaS, dalla tlpografia Poathenier, i/i 4/
X^LATONE c<)nsigliava Senocrate di sagrificare alle
Grazie prima di accingersi a scrivere ; non lanto,
crediamo , affitiche le opere di quel tilncofo riuscis-
sero elaborate ed eleganti , qiianto alBnclie dalle
sue dispntazioni si rimovesse ogni selvatichezza
ed acerbita. Ne perche noi tjualche volta abbiamo
aniato di scrivere anche quel vero clie a taluno
pote sembrare odioso, stimiaino di aver contraf-
latto al consiglio di quel divino lilosofo : da die
sempre cercamroo die le nostre parole non fos-
sero gravi ne acerbe piii di qnello die la neces-
sita richledeva. I\Ia era piu die niai ci siamc) ,
per cosi dire, stanipata nelT animo qnella beata
sentenza : e se in verun tempo fiimmo desiderosi
die la nostra penna imparasse cortesia e piacevo-
lezza di modi , egli e appanto al presente.
Fii veramente deo:na del franco e nobile aiiimo
o
di Pintlaro quella sentenza die la ri.cc/iezza dalla
virtu ornata e astro falgidissimo ; verace lame al~
r iiomo ; fonte di ogiu uianiera di beiii , alimentando
profoiido amor del sapere e deW onore. Laonde seb-
beue Seneca paragonasse il sapiente povero agli
Iddii die son nucli e nulla lianno e pur sono di
ogni cosa datorl , non crederemo men vero il det-
tato del lirico grcco : ma vorrem dire piuttosto
die il fdosofo studiavasi di consoLir la sapienza
fra i patimenti di questa vita; e il poeta scio-
glieva un l)ellissinio voto , di veder la riccliezza
studiosa e sapiente.; die e quanto dire, di veder
gli uoinini complutaniente felici. Che il sapiente
povero ha in tutta la vita an' aspra battnglia da
sostenerc per couservarc immacolata la propria di-
gnita; e il dovizioso ignorante non pntendo gianimai
3i8 SFRMONI SACK! IN TKRZA FTMV
consolarsi iralcun pregio veramente siio, niai non
gusta dolcezza tU lode ineritata; siiiiile in tutto a
pecora die ingrassi perclie trovasi nata a caso in
terreuo ricchissimo d' erbe. E parlando il vero cre-
diamo bensi esageiata la querela di alcuni i quali
gridaiio, come se la sapienza non si vedesse mai
conglunta colla ricchezza, ma diremo pero con
sicuro animo die qiiesto laniento non e si ingiusto
quanto alcuni pretendono e quanto vorremmo noi
stessi. E dovrebl)on essere i ricchi i perpetui cu-
stodi della sapienza nnzionale contro T avversita
della fortnna o la prepotenza degli uomini: ed e
colpa di loro soltanto se la sloria dimostra die la
fortuna e gli uomini hanno anche il terribile potere
di sradicare dagli animi la gentilezza dei costumi,
r amore del bello , la carlta della patria, e per
sino il desiderio di vivere lunganiente per fama.
A Gian Carlo di Negro , patrizio genovese, tende
il nosrro discorso; il ([uale delle ricchezze fece
stromento agli stiulj , e cogli studj poi fa beate
e le ricchezze e la vita. Coloro die di persona il
conoscono lo dicono di piacevolissimi modi, d'animo
ingenno e leale , amico non cupido della fama,
favoreggiatore de' letterati. E della sna casa ragio-
nano quasi come Pindaro favellava della opulenta
e beata reggia di Jerone, il quale coglieva le cinie
di tutte virtu, e s' allegrava nel fior della musica,
ed aveva d' intorno alia niensa uti buon numero
di sajiienti. A noi poi i suoi versi attestano le ottime
qualita del suo cnore del pari die quelle della sua
mente ; e ci niostrano die se il primo e stanza
alle niigliori virtu, T altro non e povero di qnelle
dofi clie la virtii stessa possono fare e piii utile
e piii bella. E gia il snlo divisamento di consacrare
si lung;a fatica di versi ad ar2;omeati sacri e un
, sicuro e lodevole lestimonio della modestia deirAn-
tore; quando e nota non meno che vera quella
sentenza che il inoiido corre Id dove plk versi di sue
dolrezze il htsiiis^Jiier Parnaso , ed e fresco ancora
DI GIANCARtO Dl NEGRO. S2()
V esemplo ili Alfonso Varano, il quale a mal grado
di nn forte ingegno e di uno stile attinto alle poesie
deir Aligliieri , forse unicamente per avere calcato
questo sentiero ottenne una fama di lunga mano
niinore a quella di niolti altri.
Coloro pertanto i quali vorranno dar sentenza
del Sermoni del sig. di Negro , guardiusi dal recare a
colpa delTAutore se scarsi forsevi appajono i poetici
ornamenti, Perocche quello che nelle materie pro-
fane e mitologiche si terrebbe in luogo di abbel-
limento e di vezzo , disouesterebbe il piu delle
volte la gravita di un sacro argomento : ne alcuno
vorra mover censura alF Autore s' egli voile esser
piuttosto maestro di virtu che modello di ornata
poesia. La virtu adunque e lo scopo, e diremmo
quasi , la musa del sig. di Negro : i suoi argometiti
sono la Morte ^ il Qiiidizio universale^ il Paradiso ,
V Inferno , la Miscricordia , i dolori di Maria , ecc, :
i snoi modi, il suo stile, i suoi versi non dissuo-
nano , per va2;liezza di ornarsi , dalla natura di
questi argomenti. Noi ne diamo alcuni esempj. Se
egli vuole mostrarci la vanita delle umane speran-
ze , esclama :
Ahi nulla giova die in sembianza lieta
Da moW anra si mostri a te fortuna ,
E piit ricche le messi ognor ti mieta !
Ve' Faraon ch' arnii ed artnati nduna ,
Ma tronca Morte in mar la sua speranza ,
iV^e di lui pill riinan gloria i'cruna.
Ve' Baldassar che i-ile in sua baldanza
Vede scritta sua morte in la parete ,
E dal convito nulla t.omba ha stanza.
Ve' Gezabel , ch' empia di sangue ha sete ,
Piombar dull' alto , e fatta esca de' cani
Pria che morte V cnvolga ntlUi rete.
All fidlace sentir de' petti umani , ecc.
Se tocca le vie onde V On^nipossente scorge gli
uomini alia virtu , cosi viene spiegaudoci il suo
pensiero:
330 JERMOKt SACRt IN TKRZA BIMA
Per varj modi e per sender dU'erso
L' aline guUia a virlii con vol sublime
Sciolte dcd fango del mondo perversa.
Or de C Orebbe sovra V crte cime
Sceglie Mose legislatore e duce
E i dommi a lui delta sua legge csprime ;
Or fra i portend Cedeon conduce
Del Madianite a trionfar sicuro,
Che invan Heche falangi in campo adduce ;
Or Davidde da wnil rozzo abituro
Inalza sul regal trono di Giuda ,
Altro a for mar di regi ordin venturo , ecc,
Se r ari^omento lo giiida a parlare dei torment i
infernali, ecco di qual nianiera egli si fa a di-
pingerli :
Oh come son di Dio gli arcani immensi !
Ok immagine terribile di lutto!
Mortal , dunque al tuo fin perclie non pensi ?
Quanta la terra , il mar , il mondo tutto
Offrir puonno d"" orribile e tremendo
Nello infernale carcere e ridutto.
Quel foco nl soffio dell' Eterno ardendo
In vorticose fi^mme si dllata
Di negro fwnn I' acre tingendo :
Jvi del pcccator l' alma dannata
Conosce , ahi conoscenza acerba tanto !
V enorme peso delle sue peccata ;
E fra V angoscia , le slrida , il compianto
A forza tratta a rammentarsi Iddio ,
Sente piii acuto il duol , piii amaro il pianto , ecc.
Viiol e2;li finalmente metterci innatizi i dolor! di
Maria? Cosi apresi Tadito a questo grave argomento:
Qual donna e questa che non fa lamento ,
Ma inunobil stassi d' una croce al piede
Donde pende f amato figlio spento ?
Quanta intorno ella ascolta , e quanta vede
Delle lagrime sue chiude la fontc
Per I' intenso martir die il cor le fiede.
Piange per lei natura , il sol la fronte
Copre , € sanguigna appur la lima in ciclo:
Trenw forte la valle e balza il monte.
PI CIANCABIO m NEGRO. 35 1
In due parti del tempio t scisso il veh,
Tutto intorno e converso in triste aspetto ,
Di morte nelle tombe e sciolto U gelo.
Ben la rawiso ; dal bel germe elctto
Di Davidde Ella nacque , ed ah eterno
Delia divina idea fu primo ohhietto.
E poiche Adam di noi fe' il mal governo
Prescelta venue a concepir I' Uom-Dio
Entro del virginal grembo materno.
Ed or neW atto sovrumano e pio
In lei brilla virtu tanta ed amore,
Che invan dirlo s attenta il labbro mio, ecc.
Tali sono i versi del sig. di Negro , intorno ai quali
non crediamo di dovere aggiuneer parole al sia
detto. oo c r fe
Precede all' opera un ritratto deirAutore dise-
gnato con maestria e ( per quello ne vien detto )
con verita di somiglianza da Bianca Milesi , ed inciso
dal celebre professore Longhi. L' edizione e ma-
gnifica.
332
V Aminta e Rhine scelte dl Torquato Tasso. — Mi-
laiio ^ 1824, dalla Socicul tipugrajica de Classici
italianl ^ in 8.°
J_jA. tipografia tlei Classici italiani ha pubblicato
il quarto volume delle Opere di Torquato Tasso ,
nel quale contengonsi X Aminta , V Amor fuggitii-o ,
alcune Poesie pastorali ed una scelta di Fuesie liriche.
« La lettera dedicatoria del cav. Vincenzo Monti
( dice la prefazione ), nierce delle piu squisite bel-
lezze che tutta la infiorano, lia si strettamente as-
sociato il nome di lui con quello delT autor del-
V Aminta ^ che pare oramai stabilito per universale
consenso , non dover Tun componiniento andar
piu scompp.gnato dall' altro. y) E questa sentenza e
si vera che sarebbe senza dubbio male accolta in
Italia un' edizione ^t\V Aminta a cui non precedes-
sero questi versi coi quali il cav. Monti dedicava
quella favola alia marchesa Anna Malaspina a no-
me del tipografo Bodoni. Ne a cio contenti i nostri
editori, scorgendo che in quelTaureo componimento
alcune lezioni parevano poco sincere, ebbero ri-
corso alia bonta del chiarissimo autore , ed otten-
nero di presentarlo al publilico « si perfetto, come
desidera il sommo poeta che sia tramandato ai po-
ster) , e come non si trova in nessuna delle stampe
anteriori. «
L' edizione AqW Amlnt.a che ne diede il Bodoni
nel 1789 e assai pregevole , come quella che dal
Serassi fu omendata col riscontro dell' originale del
Tasso c delle prime e piu stimate edizioni. cc Ma
in quella guisa , prosegue dicendo la Prefazione,
che siam proccduti nell' attendere alia impressione
della Gerusalemme , abbiam voluto parimente cer-
tificarci delT operato dal Serassi nell' emendazionc
(\t\V Aminta, collazionaado ancora uoi verso per
h AMINTA E EIME SCELTK Dl T. TASSO. 333
verso reilizloni da esso accennate: e mediante que-
sta fatica e diligenza n' e riuscito di correggere
alcuni errori che scapparono dalT occliio del cele-
bre tipngrafo , e di ndurre certi luoghi a miglior
lezione che non e quella , al parer nostro , accet-
tata dal Serassi. •» E gia noi rendeiido conto della
Getusalemme e delle Prose mostramnio a che buon
fine riuscisse la diligenza dei nuovi editori ; e ne
coronanimo di bella e meritata lode il dottissimo
sig. Giovanni Gherardini, al quale hanno essi com-
messa la cura di dare alT Italia nna ristampa di
quasi tutte le opere del Tasso , pcsaie alia bilancia
del suo diritto giudizio. ^e\V Aminta ^ per vero di-
re, non s' incontrano tali srorpj quali nelle prose
di queir illustre italiano : ma non e pero questa
favola si purgata e sincera da ogni vizio nelle
edizioni correnti, che la buona critica del sig. Ghe-
rardini non potesse in piu parti esscre necessaria
per confortare gli editori nella preferenza da darsi
alle varianti offerte loro dalle diverse stampe. Ne
a questa sola scelta limitossi T uficio del sig. Ghe-
rardini : ma ([ualche volta trovando erratc rutte le
edizioni coUa scorta della ragione , che i soli pe-
danti vogliono serva aU'autorita, introdusse qualche
nuova lezione. Di che non vogliamo lasciar di re-
care il seguente esempio per tutta lode di ([uesto
letterato.
Atto IL, sc. Ill,, v. 91 e seg.
Am. E chi m accerta
' Che '/ suo desir sia tale ?
' TiK. Oil mentecatto !
Ecco , tiL chiedi pur quella certezza
Ch' a lei. displace, e che spiacer le deve
Dirittamente , e tu cercar non dei.
Ma chi t' accerta ancor che non sia tale '(
Or s' ella fosse tale , e non v andassi ?
Eguale e il duhbio e'l rischio.
« L' errore che vogliamo notare e nel penultimp
verso del passo allegato , dove si trova un clla che
334 i^'aminta z rime sckltk
a nostro g,iudizio si conviene cambiare in egli. Di
fatto , Anuuta viiol sapere chi mai lo accerta che
il desire di Silvia sia talc ^ cioe d' essere sorpresa
da lui mentre si ba2;na nel fonte di Diana : e Tirsi
gli rispontle beirandolo , ch' cgli non dee cercare
quella certezza clie dirittamente spiace a Silvia ;
tuttavia soggiunge : Ma chi t' accerta ancor che non
sia tale ? cioe che tale non sia il suo desiderio ? e
poi conchiude dicendo : Ora se tale fosse ( cioe se
tal fosse il suo desiderio ) e tii non andassi a sor-
pienderhi , non vcdi tu che sarcsti il piii sciocco
uomo del niondo? Se questo adunque e il piano
discorso di Tirsi , si fa manifesto che Y aggettivo
tale del penultimo verso si riferirce a desire come
vi si rifensce pnr qnello del verso avanti ; e quindi
il pronome che lo precede stando invece di desire^
vuol esser egli e non ella. Ritenendo il pronome
clla^ non veggiamo che ad altro e' potesse rifcrirsi
che a Silvia , ma ne' versi arrecati , qual diritto
sentiniento si potrebbe cavar mai dalle parole : Or
s' ella , fosse tale'i cioe se Silvia fosse tale!' Laonde,
non ostante che tutte le stampe da noi vedute si
riscontrino coUa bodoniana nel leggere ella , ci sia-
mo risoluti alia lezione che ne venia mostrata dalla
critica. » E qnesto ragionamento a noi pare cosi
diritto e verace che nietteremnio pegno, T aulore
avere scritto egli e non ella:, e lo riferimmo per
intiero, siccome baon esempio del modo che vuolsi
tenere in cosi fatti esami da chiunqne cerca aver
voce di diligente editore. Con tutto cio abbiamo
per fermo die qualche gran pedante fara il mai
viso alia critica dietro la qnale il sig. Gherardini
si fa ardlto di cambiare un ella in cgli a malgrado
di tutte le edizioni, e per solo servigio del senso!!
E gia ndimmo dire ad nn di costoro , il senso es-
ser chiarissimo, fermo Y ella; e il verso = Or a' cZZa
fosse tale e non v' andassi = doversi interpretare
cosi : Se Silvia fosse talc da dcsideriire di csscr sor-
presa e tn non vi andassi^ Di che gli venga dai
nostri lettori quella lode ch' ei merita.
1)1 TORyUATO I'ASSO. 335
« Non diiemo per quesfo ( cosi nella prefazione )
cr aver linalmeiite ridotto V Atrdnta alia vera lezio-
iie : cio disse il Serassi in fronte alT edizione bo-
doniana , e le nostre postille dimostrano abbastanza
quanto fosse immodesta quella asserzione : 1' esem-
pio suo pertanto , s' altro noa fosse , ci dee far
mettere in guardia a non ci lasciar levare in simili
borie. Ma davvantaggio noi medesimi stiamo tuttora
in forse della sinceriia d' alcuni passi, i quali non-
dimeno non abbiam voliito toccare, non ranto rat-
tenuti dalla Concorde lezione delle stampe niigliori ,
quanto perche ben vedevanio clie a un bisogno
non potrebbero mancar ragioni per difenderli. v
Neir j^/nor fiiggidvo gli editori seguitarono in tutto
r edizione bodoniana die n' e correttissima : ma non
cosi poterono seguitarla nelle Pocsie pastorali e spe-
ciabiiente nel coniponimento die s' intitola il Rogo
dl Coruina. Questo coniponimento « e cosi guasto
nelle edizioni e vecchie e recenti da noi esaminate,
che troppo lunglii sareinmo a voler tiuti indicare i
difetti clie abbiam procacciato di medicarvi. A fine
pero di dare a' lettori alcuna testimonianza delle
cure da noi impiegare per meritarci qui pure il loro
a2;gradimento, abbiamo di quando in quando notato
a pie di pagina gli errori pin massicci da noi rimos-
si , o le magagne die lianno bisogno di maggiore
industria die non e la nostra, ad essere sanate. »
La quale modestia e tanto pin lodevole , quanto
pill vediamo utili i frutii della critica del sig. Glie-
rardini ogni qualvolta gli piaccia di esercitarla. Cosi
avessero avuta una maggior dose di questa virtu
alcuni editori saliti , non sapremmo perche , ia
grande fama , i quali disperati d' ogni dottrina e
poveri aLlatto d' ingcgno, parvero tanto piii arditi
nel mauomettere le opere altrui , quanto meno eran
capaci d' intendeile c di giudicarle.
L' ultima parte ( ed e la maggiore ) del volume
fu dagli editori riserbata alle Pocsie liriche , delle
quali alcune sono sacre , altr^ croichc , cd altre
336 t' AMINTA K RIME SCELTE Dl T. TAS50.
amorose. Le canzoni vennero tutte ristampate « fuor
solamente d' alcune poche le quali ci lianno viso
<!' essere de' primi sperimenti giovanili , o che la-
sciano molto dubitare della loro legittimita. » Dei
Sonetti il Tasso ne compose moke centinaja , e
quindi gli editori poterono presentarcene un buon
numero ancorche ne lasciassero tutti cpielli die noa
sembrano corrispondere pienamente alia fama e
air ingegno cli quel sovrano poeta. « Questa scelta
otterra ella 1' approvazione del pubblico? Lecito e
sperarlo ; tenersene certi sarebbe temerita : che
dove entrano a dar sentenza i gusti degli uomini,
il trovare concordia e quasi una impossibile cosa.
Quello per altro che possiamo osservare si e che
non peidonammo a fatica ed a meditazione per ot-
tener d' uscire con qualche onore dalla nostra im-
piesa. » E veramente non vorrenimo farci nialle-
vadori che tutti i componimenti omessi in questo
volume siano di merito inferiors a ciascuno di quelli
ai quali vi fu date luogo: nia ben atTermeremo che
nessuno niai ebbe pubblicato tinora un canzoniere
del Tasso piii copioso insiememeute e piu corretto
e piu scelto di quello che ci si presenta in questo
volume. Ne lasceremo di notare come ci sembra
utile e lodevole la fatica impresa dagli editori di
porre , com' essi dicono , un poco di argomento a
ciascuna poesia : nel che se essi dicono an poco ,
noi diremo che ne posero quanto all' uopo bastava
e resero un bel servigio ai lettori. 11 volume final-
mente si compie eon alcune aggiunte ed emenda-
zioni, alcune delle quali attestano una rara pcrizia
del loro autore in questa maniera di lavori.
337
Proposta di alcuiie correzioni ed oggiuiite al Vocabo-
lario dclla Crusca. Volumi tre divisl in sel paid. —
MilanOy i3 17-1824, dtdV I. R. Stamper la, in 8.°
Q
UANDO Vincenzo Monti sotto uii titolo modestis-
simo pnbblico T opera immortale cui si volge il
nostro discorso , tutta da ogni confine applaudi
r Italia al suo s^encroso ardimento-, c se alcuni po-
clii ed oscuri maledissero con ira municipale all' alto
suo ingegno, quegli scritti riescirono cosi vuoti di
ogni dottrina, cosi lordi d' ogni vilta che i buoni
ne torsero disdegnosi fa fronte, e la villana mal-
vagita di quelle parole resto in abbominio, finche
il tempo, giuclice giusto di questa plebe scrivente,
in brevissinia ora sprofoudi nella dimenticanza gli
svergognati libelli. Credette dapprincipio il Direttore
di qucsto Giornale che la nobilissima lite, che stava
allora per ridestarsi, dovesse produrre alcun frutto
degno del nome italiano, e percio a tutti promise
libero il canipo, q tutti concedette esprimere per
mezzo suo francamente la propria opinione : ma
ben tosto s' a wide, che dove la guerra si fa contro
i pedanti , anche chi resta nentrale non ne puo
trar che ver2;02:na.
II primo scritto fu avverso alia Proposta , e la
Biblioteca Italiana nel pubblicarlo indico die veniva
da un Fiorentino', onde a questa norma potesse sti-
marsi quanto lo studio di parte vi avesse contri-
bnito. Senza liberta di letterarie opinioni e impos-
sibile la scoperta del vero , ed a questa liberta
s'attiene strettamente il modo con cui V opinione
e ddir uom pronunciata : da cio e derivato , se
in quegli articoli corse qualche dura parola, che
dalle costtunate persone fu meritamente abborrita.
Ma quegr insuiti , che per ccrto si sarebbero tolti
se avessero assalito qualche ingegno nascente da
BibL Ital. T. XXXVII. 22
338 PROPOSTA DI ALCUJIB COBKKZ. ED ACGIUNTR
doversene scoraggiare ne'' prinii suoi past'i , si po-
tcrono senza tenia soffrire , quando Tuonio iade-
gnamente oltraggiato stava nella sua dignita so-
pra tutte Ic ingiuiie. Tuttavia la nostra intcnzione
fu male interpretata, pcrclie si ci'edette essere il
Ciornale avverso al Monti, lavorire la causa de' Fio-
rentini. Qiiindi le soiitture piu pazze , (jiiindi le
satire piii vibaldc ne fiuono da certi luoghi addxiz-
zate, e il nostro nome, ahi dolorc ! fu meschiato a
quelle dei vili , che detrar vollero alia fama del
Grande : c forse tento apporci questo raarchio cVin-
famia quello stesso, die col villano sao scritto avea
data occasionc a questo riniprovero. Ma la Proposta
e oraniai veiiuta felicemente al suo termine, e quel
dubhio, die del nostro sentire in sifl'atte niaterie
ancora durasse, puo altine dalla sincerita liberissinia
delle nostre parole venire levato. Che se ad alcuno
esse paressero qualche volta troppo forti ad udirsi ,
noi lo preghiamo che voglia considerare a dii sieno
dirette, perche in altro modo vuolsi parlare a Tci-
site, die getta ogni verecondia assalendo i niiglioi'i,
in altro al buon Nestore, die mette opportuno i
consigli di pace. Che niolti, perche rargoniento era
gravissimo, vollero sperinientare se tutte reggessero
alia prova le opinioni del Monti e del Perticari,
e in clo tare, se anclie nacquero in terra Toscana,
mostrarono come venian veramente dal buon seme
romano. Ne a questi appartiene il nostro discorso,
ova rompera a ragionevole sdegno: die ben sappia-
mo abbondare gentilezza presso quel popolo lelice
e tranquillo, ne Dio ci confuse tanto 1' ingegno da
mescere siffattamente insienie i frutti della nobile
pianta, e Pabbietto strame di Fiesole. Parra forse ad
alcuno, che sarebbe nieglio discorrere sulla inipor-
tante quistione della lingua con mente pacata, per-
che poca fede si acquista a parlar con animo risen-
tito e quasi vinto da interna passione ; ma come
doppio e Pargomento ucl quale ci dobbiamo occu-
pare , altra sara la manicra con cui veadichcremo
AL VOCABOLAMO DELLA CKUJCA. 339
•econdo il iiostro scarso potcre le oflese fattc al-
r onore italiano, altra quella cou clie verremo espo-
nendo la nostra opiaione still' antica controversia ,
che pare oramai definita. In questa i nostri detti
saranno moderati e pacific!, come i buoni studj con-
sigljano e la teinpra dell' animo ne suggerisce, in
quella permetterenio alia verita spiacente usar le
parole, che la presenteranno "piu aperta , perche
troppo di rado senza offendere puo ribnttarsi V of-
fesa, e se qiialclic volta" si puo sollrir con pazienza
la for tuna che ne opprime, il cnore si sollcva seni-
pre contro V insolcnza clie ne calpesta.
La quistioae se la nostra lingua debba cKiamarsi
fiorentina o italiana , parra forse, a chi non guarda
bene addentro, frivola e oziosa, come quella che
sembra cousumarsi sul nome della cosa e trasandar
la sostanza: nia questa apparentc leviia di materia
sparisce quando si pensa che dal vario modo con
cui viene giudicata questa lite di nomi, dipendc se
noi avremo, come tutte le altre nazioni, una lingua
universale cd illustre, o se dovremo intesi da po-
chi balbettare in un dialetto plebeo. Queste batta-
gUe furono combattute altre volte, ma gli uomini
che pugnarono per la buona causa , sebbene va-
lessero molto d' ingegno , non furono provveduti
di armi che potessero abbattere un pregiudizio an-
ticato. Quando la verita e Terrore vengono insieme
a coutrasto sopra un campo nuovo ad entrambi ,
il trionfo della verita e pronto c sicnro , perche
tutti le siamo ausiliari, tutti cerchiamo avidamcntc
questo bene supremo delT iutelletto , ma quando
r errore sotto mentite sembianze pote in lunghi
anni coprirsi di gagliarde trincee , lunga e dilH-
cile a terniinarsi gloriosamente e la guerra. Non
era questa un' impresa per quei buoni scrittori del
cinqu€C?nto , che pur vollero con niolto coraggio
tenlarla : c[uale pazienza potea durare contro la
noja de loro dettati r E come attrayersare quel lago
di vane parole ch' essi d' ogui parte versavano .■'
34^ PROPOSTA DI AICTJNB CORREZ. ED AGGIUNXE
Rispetto c gratltudine vuolsi quincli tributare a quei
voloaterosi caiupioni del nome italiano : ma deesi
ad nil tempo compiangere , chc non fosse lore
conceduta dalla natura (juolla viva e vobusta eio-
qucnza che il tempo csigeva. I sacri iiomi di
Dante , del Petrarca e del Boccaccio , beiiclie stra--
iiamentc allegati , ciatio come una magia clie le
aride parole del Trissino e de' smii compagni non
potean superare. A tanto non era possibile riescire
die con un' altra magia : cpiella onnipotente della
parola , chc sjmiie alia Balisarda di Ruggero basta
coir incanto proprio a tagliare ogni incanto. Ma
molti e moki anni doveano passare , prima clie
nascesse quelF nomo , eui era riservata V illustre
vittoria, perclie Ic doti diversissime , che pur crano
necessarie per conseguirla, troppo erano dillicili ad
unirsi in un solo , divise fra piii era qnasi im-
possibile , clie una sola volonta le animasse. Inge-
gno caldo e risoluto ebbe aiiclie Girolamo G-igli ,
ma le sue parole correano troppo neglette , ne
potea dirsi eloquente quella collcra irapetuosa clie
lo trasportava. Che se aiiche fossero stati meno i
difetti , se anche piu largo avess' egli potuto spie-
gare il suo volo , non per questo sarebbe venuto
alia buona causa molto profitto : clie in sostanza il
Gigli cercava solo di tramutare la sede dell imperio
da Firenze a Siena , e volcva al piu clie la lingua
avesse a dirsi toscana , non iiiai che per una spe-
cie di ]c2.ze Giulia fossero tutti <yV Italiani chiamati
alia cittadinanza. Fn veramente strano e pazzo spet--
tacolo vedere in varj tempi la guerra civile spargere
ie sue discordie fra i I'oscani , e i Toscani dispu-
tarsi a palmo a palmo il terreno, simili a quei vil-
lani deir Ariosto , che coi pali alia niano conten-
deano dei confini d' un prato. Essi teneansi tanto
sicuri del loro usurpato dominio , che gia ve.niano
a divisione pel primato d' onore , c stavano fra di
se battagliaudo , come se il resto delT Italia avesse
<i -^opportare senza contrasto la h'gge del vincitorc.
AL VOCABOLAKIO DEtTA CKUSCA. 04!
Aitro non mancava a conipiere la nostra vergogna^
se nou clic per fjnire le loro Ijattaglie gettasscro
le sorti sulle nostre spoglie, e mandasser comando
che cli qua dalK Appeiiuino la lingua si cliiamassc
toscana , di la fiorentiiia. Ma il bisogno delF unione!
venne in tempo a manifestarsi a que'' dotti , c fu
per iin tacito accordo oonvenuto fra essi che la
lingua sarebbe detta fioreutiua , pcrclie questo ri-
stretto accarnpaniento era pin facile ad esser difesOi
e se mai per disavventura vi fossero stati sforzati,
aveano ancora alio spalle Tintera Toscana da porvi
un canipo novello , e ritentare la guerra. Sottile
era V avvertimento , e poderoso e accortissimo vo-
leva essere il capitano che avesse vinii di schermo
gli scherniidori. E oramai sembrava che i Fiorentini
potessero starsi trancpiilii , che il loro possesso non
sarebbe turbaro: niolti aniii di pace gli aveva ren-
duti pin sicuri, ne poteano immaginarsi che T uomo
destinato a vincere il pregindizio fosse gia nato.
A gnardare per Y Italia vedean essi alcuni ingegni
potenti , che conservavano V eredita dell' antica
grandezza , ma non ne poteano trarre argomento
di tema , perche seml^ravano piuttosto intenti a
quegli stndj severi onde si giova la vita , che a
quegli altri [)iii uniani ond' ella si allegra. Che so
alcnno dilettava la mente nelle arti mi^liori, e mo-
strava spniti pronti ed accesi, si vedea pero in lui
troppo palese il dlfetto di quelF universale sapienza
che tutto abbraccia il regno delle lettere , e col-
r innalzaric fino a se maivniHca le cose piu tcnui.
Un uomo , che nella sua gioventu avea rinverdito
r alloro di Dante , e nella sua vecchiezza trapian-
tato fra noi quello di Omero , sedea quasi in dis-
parte dagli altri; e sembrava che ginnto alia som-
iTia altezza volesse riposarsi del sno glorioso viag-
gio. L' ammirazione degli Jtaliani V aveva chianiato
secondo Alighieri , ma questo nome gli era dato
soltanto , perche ciascuno vedeva dcrivata in lui
r insuperabile forza d'ingegno, con mi qnel somniy
l)j\y TROPOSIA Dl \LCUNK CORJ\EZ,. KD ACGIUNTS
fii preseiue a tiitt' i tempi, ed esigliato tla Fiorenza
si fe' cittadino a tre moiidi : ne in vero pareva
ch' ei (lovcssc aver corauni con esso anche la di-
fesa della favcUa illustre c 1' odio dei Ficsolani.
Chi potea credere che quella spleudida fiintasia
potessc incurvarsi alia dura paziciiza delle gram-
maticali cpiistioni, e come immaginarsi che la mente
inspirata dalle Muse volessc fra si angusti limiti
moderare il suo volo ? Dante poteva opporsi con
poche parole a ([uellc prime usurpazioni, e cpieste
parole dovevan iiscire come una sentenza: ma ben
altra fatica era richiesta a chi voleva in questi tempi
faSRitile impresa : fatica gravissima , e da potersi
difficilmente portare da cpialunque roljusta vecchiez-
za. Doveansi studiare le origini di molti dialetti ,
le origini di linguc straniere , doveansi consultare
codici dispersi per lontane citta, e stancare gli oc-
elli e logorare il petto sopra carte difficili e di
quasi disperata lezione. Ne Dante stesso saria ba-
stato air incarico, se vi avesse sottoposte le spalle ,
quando nella stanchezza de' suoi iiltimi anni avea
preferito Ravenna alia patria che non se gli volea
rendere che al prezzo d'una vilta. Ma un tanto osta-
colo che jiarea dover impedire al Monti il compi-
mento delle sue 2;cnerose intenzioni , si vide tosto
svanire quando gli si .fece al fianco quel bennato
giovine , che solo parve degno in Italia d' essergli
figlio. Giulio Perticari avea nelF intimo cuore e nel
secreto del suo ingegno tutte quelle doti che fanno
grande lo scrittore e immortale , ma i germi che
poi doveano fruttare si rigogliosi giacevano occniti,
e parean quasi aspettare una voce gagliarda che
loro comandasse d' uscire. Questa voce sono , e
tutto ad un tratto si vide il Perticari scendere nel-
Tarena, simile a quegli eroi tlegli antichi romanzieri,
de' quali s' ignora anche. V esistenza , finche non si
vedono pieni di valore e di gentilezza ferire tor-
neamcnti , e vincerc le piii disuguali battaglie. Noi
ci-ediamo di non errare, se diciam che I'Ttalia delibe
LL VOCABOLARIO DEI.I.A CHUSCV. 343
al IMonli il suo Perticari , ma ae pare altresi di
non ingaunarci , se aggiuguiamo die l' Italia al Per-
ticari dee la Proposta. Questi due alti intelletti furono
appena nniti in fe'.ice alleau/a, che meditarono come
fossero linalmente a por^i in vigore le anticlie dot-
trine di Dante , e sottrarre alia tiramiia d' alcuni
faziosi la piu bella lingua che era si parli nel mondo.
A questa meta comune essi camminarono per due
strade diverse. Vide il j\Ionti die tutta la forza dei
Cruscanti era posta nel Vocibolario, e die moki
senza nulla esaniiuare s'incliinavano rivereuti a quei
maestri die V avevan compilato : quindi mostro ,
com' essi fossero digiuni d' ogni huona filosoiia ,
retori , sofisti, e piu che tutto pedanti : e prese il
Vocabolario e lo aperse , e ne rilevo mille e mille
brutture : la sua eloquenza ora fa scherzevole ed
era sdegnosa, e se alcuni nomi gli parvero con
pericoloso prestigio nuocere al vero , ne fece se-
vera giustizia e li butto sprezzati nel fango. 11 de-
coro d' Italia fu da lui sopra ogni cosa ccrcato , e
se la sua mano qualche volta si aggravo sopra al-
cuno fu sempre , quando gli parve che superbe
pretensioni ne volessero far ridicoli agli stranieri :
allora egli sorse in tutta la sua potenza , ed insc-
gno come debba trattarsi chi sacritica alia sua pri-
vata anibizione la nobilta della patria comune. E
incredibile a dirsi come in questo lavoro di sua
natura tanto nojoso egli spandesse tiitt' i tiori del
leggiadro discorso, e rinscisse a iuvaghire i lettori
di cio che altrimenti ad ogni sofferenza sarebbe
paruto soverchio. Ma questo gran passo che avea
fatto il Monti , pognamo pure che fosse somigiian-
te a quelli delle omeriche divinita, non bastava
ancora a raggiugner la meta, perche se anclie il
Vocabolario era cosa imperfetta , se anche i com-
pilatori di esso eran uomini di troppo scarsa lilo-
sofia , non per questo il vanto de' Fiorentini era
provato bugiardo : che la ])outa della causa potea
J>ene ofiuscarsi per la dappocag<iine dei difcnsora .
344 TROrOflTA DI ALCUNE C0RRE3C. ED AGOIUNTE
raa le ragioni del vero non si preschvono mai , c
pu6 in ogni tempo farsi appello al senno natu-
rale dei popoli. II Perticari si alzo a terminare per
sempre oj;ni quistione : o;iaccIic le sue opere degli
scrittori del trecento, e dclT ainor patrio di Dante
sparsero tanta luce su questa materia, die chi non
la vede, non vede il sole. Nella prima egli insegno
con die giudizio si avessero ad accostare quei
trecentisti , e venne niostrando la via per ciii at-
traverso i loro niohi difetti si poteva andare a
bellezza : le dottrine di Dante, del Petrarca e del
Boccaccio si fecero evidenti ad ogni sguardo , e clii
voleva accusare quel primo , quasi parlasse contro
la sua patria troppo iraconde parole , e lo cliiamava
maligno e vendicativo per lo dolor delFesiglio, dovette
tacersi quando vide consentire alia sua sentenza
quei due felici , ai quali Fiorenza era stata -cos'i
larga ed arnica. Che se alcuno fa si gliiotto d' in-
famia da voler tuttavia calunniare il santo petto
deir Aligliieri , e dirlo sentina di vili passioixi , e
per poco dargli accusa di tradimento , il Perticari
nella seconda sua opera non solFerse die del suo
autore e maestro si proferissero cosi scellerate be-
stemmie , die il finger colpe agli uomini somnii
non e iuiquita da potersi accorre al perdono , ne
altro nome die di pubblico avvelenatore ci sem-
bra meritarsi colui die disg-iunsendo a forza e con-
tro verita la virtu dalP ingegno fa si die privata
di tanto splendore ella riesca a poclii desiderabile
e cara. Quindi il figUp del secondo Aligliieri voile
una volta per tutte levare ogni pretesto a quella
vile calunnia , e lo fece con tauta forza d' iavitte
ragioni , e con si magnanima e schietta eloquenza
che in avvenire non potra pronunciarsi il nome di
Dante , cbe il pensiero non corra a quel giovine
illustre che ne libero per sempre il sepolcro. Egli
raostro die V uomo accusato come un partigiano
fazioso era iavece il poeia della rettitudine, e tutti
senza distinzione e ri2;uardo tracva avanti di se
AL YOCABOI.ARIO nEM,.V CKUSC\. ^^^}
ainici e niniici , souiis^liante jjiii che a cusa umaaa
alia guistizia ilivina. In qiielia taiita inansiietucUnn
di costumi , con qnella solenne gravita di parole
fu bello sentire il Perticari difender lo sdegno clie
procede dalla viitii, c cliiamarlo una virtu nobi-
lissima anch' esse. Ne fu coiitcnto a questo. cli'cra
pur molto , ma voile provare, sicdie ogni disputa-
zione fosse finita , come ic dottrine di Dante eran
vere , e in cio non si tiegno vincere cogU esempi di
grandissimi i!io;t'crni^ clie si aderirono in ogni tempo
a quel sommo: ma prese coi fiitti e colla ragione a
definir la gran lite : che la forza delle autorita e
sempre combattuta ed incerta , alia ragione non si
possono opporre che dispcrati solismi , e i fatti
non e potere umano o divino clie possa mutarli.
Quindi sali alle prime ori2;ini della nostra favella ,
e fe' manifesto, che avanti 2;li anni , onde comincia
la snperbia de'Fiorentini , era gia in Italia una lin-
gua comune ed illustre, e la in Sicilia se ne facea
uobile uso da quel fiore di gentili intcUetti che la
corte del secoado Federigo rendeano si splcndida.
Sembra che il Perticari coll' alto suono della sua
voce susciti le ombre de2;li antichi poeti e prosatori
italiani, e queste si presentino ad attestare la vera-
cita delle sue parole, e vendicme in un tempo a se
stesse la gloria d' aver creato questo dolce e forte
linguaggio : ogni citta d' Italia manda i suoi , e
Fioreaza , che poi dovea sorgere prima fra tutte, non
si mostra allora piu ricca delle altre, ed anzi se il
vero e vero, dee cedere a molte. Ne qui s'arresta
il difensore di Dante , che va ancora piu adrlentro
per li tempi , e si afljda tutto sc cnro a strade non
ancora tentate , e fa tali confj onti del nostro idioma
col rustico romano c col provcnzale antico, che la
pretensione de' Fiorentini riescc strana ed intolle-
rabile anche ai meno veggenti , e tutti domandano,
come e perche quella ciancia trovasse per tanti anni
si facile orecchio , c ([uale pervorsita di giudi/.j
■546 rROPO«TA DI AI.CtlNE COllREZ. KD AOGirNTT;
abbisoirnasse per sostcnciia a scapito dell' onore
italiano.
Qiiando abbo'vla la forza , I' uomo suole voleti-
tieri abasarc della vittoiia •, chc troppo e difficile
trattenere in mezzo al corso il carro trionfale: tut-
tavia in qneste opero il Perticari seppe, direm cosi,
iisar nobilniente dolla fortuna , c scl)bene vedesse
che le sno dottiine non si potean ripn2;nare , c
r Italia tiuta gli veniva compagna ncllc opinioni ,
non disease niai da ([uella compostczza di maniere
e di stile che lo fa sina;olare da og-ni scrittore. II
padre suo avea gia adoprate , e adoprava quelle
armi cui non e dato resistere : necessita gliele
avea poste alle niani , ne alia sua battaglia egli
abbisognava d' ajuti. Quindi il Perticari non usci
inai dalla parte che gli era stata commessa , e
in
tutta la oontesa il suo volto fu severo, ma placido
e grave , come a vedersi sarebbe quel della legge.
II Monti porto solennemente in faccia alT Italia la
piibblica accusa , e provoUa verissima : il Perticari
fra r universale applauso de' sapienfi pronuncio la
sentenza. Chi vorra dirla inginsta, non merita d^ es-
ser nato italiano.
l\Ta se jrli stranieri ne dimauderanno come fosse
& ...
ricevuta qnesta luce da coloro cai riesciva molesta,
che dovrcm noi rispondrre? Per certo potrcmo dire,
e questo e un grande conforto, che molti Fiorentini
ndirono volentieri la verita , e credettero abbastanza
hello il vanto d' aver ingentilita la lingua , vanto,
di "cui puo appagarsi ogni superbia , se Dante vi
stette contento. Aggiugneremo anche con lieto cuore
che alcuni volendo pur combattere per un autico ,
benche falso , onor della patria vennero in campo
contro il Perticari ed il Monti a visiera aperta,
con armi eguali come s' addicc a buoii cavaliero :
anche senza fperanza di vittoria si puo gloriosamente
combattere , c se V amor della verita dec vincere
Tamer della patria, anche questa e un nome grande
e 5antis«imo, c clii ne difende con onesto 'ardire la
AL VOCABOI AKIO DELI. \ CRUSCA. 54''
gloria, sia pur ingliistamente acf[uist:ata, e sicuro cho
tutti gli pcrdonino, molti anclic gli applaiulano. Ma
con che fronte direm noi ]a- vergogna , oiide vo!-
lero lordare la cortese Fiorenza cjuei pochi che non
chiamati veancro a giostra colle arnii di Ciuda , e
nc avv'elenarono iniquan.cnto la pnnta^ Noi noa
nomiaerenio nessuno , perclie 1' isloria leiteraria ha
2;ia nomi abbastaaza con cui srsinare (tnasi con
impronta d' infanjia chi trasgredisce tiitti i termini
del pudore, tntte le leggi della gentilez/.a e dcH'o-
nesta. A chi non puo consolarsi di belle amicizie
sia permesso cercar Tinimicizia, ottenere il disprezzo
degli uomini grandi. IMa pure se V ignominia non
fosse gia pubblica, chi vorrebbe credere, die in
tanta civilta di costnmi si andasse alia sciiola del
bordello c del trivio per rubarne ogni vitnpero di
parole e gettarlo sul Perticari e sul Monti ? Si do-
veva aspettare una tranqnilla risposta , c si udi un
tumulto di contnmelie plebee ; si dovean aspettare
decorose scrittnre , e si senti come un cocchiere
nbbriaco che parla il gergo de' barattieri. II Monti
fu detto imbccille, rinibainbito , golTo , e se lo ri-
niando a studiar Y alfabeto ; tutta la sua fania in
alcuni sciolti , nel resto uonio da nulla. A che si
ostina egli a difendere il Tasso , se forse i suoi avi
ne furono i manigoldi ? Le dottrine del Perticari
che feono inai fuorche miseri abbozzi ? E il Perti-
cari stesso in die modo dee trattarsi se non come
un pctulante fiinciuUo , cui la debolezza fa perdo-
nar V insolenza ? Alia Proposta troppo onore si
rende col confutarla , e questo solo la salva dalla
dimcnticaiiza pcv qualche monsento. Al sentire qucste
bcstemmie si conosce veramentc, che chi le pronun-
cia ha mcsso il callo ad ogni obbrobrio e fa suo
ddetto del sedere alia gogna. Ma pure al serpentc,
eh' e condannato per sempre a strisciarc, potrebbe
concedersi che mandasse vanamente il suo fischio
labbioso , s« non volesse Michc infettarci col sii6
mortale veleno. I confini dellc ^'lerre Ictterarie sonrt
'6^6 PROrOSTA DI ALCUNE CORllEZ. ED ACGIITNTE
spguati , ne V onore e bi j)oco bene , che si possa
avventurare all' inccrtezza delle volgari opinioni :
quindi r ingiuriare anclie vilniente cntro i termini
della dottrina e della sapienza cpielli che difendono
le sentenze illustri di Dante , sebbene sia vana ,
stolta , co^arda intrapresa, non si dice ancora, che
passi il segno di remissione. Ma cjnando si vede alcuno
sotto letteraiio pretesto assahre i bnoni dritto nel
cuore, lacerarU nella ripntazione moiale, disonestarne
con cahmnie la vita , oh allora se lo sdegno noii
rompe a piu ficra vendetta , bisogna lingraziare
la Provvidenza che quel ribaldo sia un insozzatore
di carte , perche altrimenti sarebbe un assassino.
Se non che qual altra cosa si poteva mai aspettarc
da gente che dopo piu di due secoli rinnova gli
oltraggi alia menioria di Torquato , e con audacia
non credibde loda le persecuzioni, che Tlnfarinato
e r Inferrigno niossero a quella gloria del genera
umano ? Questa razza vituperosa opero , com' era
degno della brutta sua indole , e s' ella segui il
suo malvagio costume, noi possiamo bene averne
dolore , averne maraviglia noi non possiamo. Vanni
Fucci squadra le fiche a Dio fin giu nclF inferno.
Non ci e nascosto che i niigliori ingegni , onde
1' Accademia della Crusca si pregi , detestano una
tanta viha ; noi crediamo anche fermamente , che
r Accademia tutta rioiuardi come un insulto , che tali
campioni a questo modo combattan per lei : ma per-
che non s' appiglio ella al facile c dignitoso partito,
che potea nobilitarla in faccia a tutta TEuropa mo-
strando ch' ella condannava quelle bieche scritture?
Perche non decreto con geiierosa giustizia il suo
premio annuale alia Proposta del Montir L' Accade-
mia Di2;ionese ebbe un tempo il coraggio di pre-
raiare Giangiacomo, che Ic avea detto in faccia,
com' ella fosse dannosa ai buoni costumi ed alia
vita felice. E si questa imputazione era gravissima,
e quelle splendido sotista avea dannosamente abu-
sato il prodie;voso suo ingegiio a manifesta mcnzogna:
Kt, VOCAEOrAKIO DELL V CKL'SCA. 849
jl Monti pronuncio una verita irrepugnabile , de-
corosa . lUilissima , e V eloqiieuza fii pari. Che se
gli accadeuiici ciclla Crusca non gli sapcan perdo-
nare (.V aver ubbidito ai comandi della necessita
spargendo di ridicolo i loro vecchi predecessor! ,
perche almeno non adoprarono quel dono della so—
vrana munilicenza a porre in mezzo alP Accademia
un monumento al buon Perticari ? Del quale non
ebliero niai nemmeno un pretesto a dolersi , se non
si voglion dolere del vcro proferito con dignita e
senza sdegno. In vece fii dato un preniio alle prose di
Mario Pieri. Chi ez}i si'ii 2;h stranieri lo domanderanno
air Italia, T Italia lo doniandera a2;li Accademici.
Ne piangc il cuore che la paite piu nobile di
quel popolo illustre abbia lasciato sfuggire una si
bella occasione di riparare colla nuova giustizia gli
antichi suoi torti : chc i sovrani intcUetti forniano
tutti insieme \ia eccelga faniiglia , e gli onori ren-
duti al nipote conipensano fino gli avi piu lontani
delle sollerte in2;iustizie. Sor2;a ahiieno un qualche-
duno fra gli accademici , e con parole convenienti
compatisca alT Itaba per la gran perdita del suo
Perticari , che niuna lode certajnente sali in cielo
piu cara a Torc[uato di quella die il buon fiorentino
Giacomini gli diede pronunciando in una pubblica
accademia che la ma2;2;ior parte de' Toscani confes-
sava avere dalF opere sue imparato eloquenza e
dottrina. E Giovanni de' Medici applaudiva a queste
vere i)arole , e Alessandro Pvinuccini v' aejiiuornea
francamente, che morto il Tasso gli eroi dovean
cercar lodatori fuori d' Italia. I Fiorentini , di qua-
lunque virtu sia discorso , hanno sempre domestici
esenipi da. imitare , e vuolsi quindi a buon diritto
sperarne , che quando questo prinio impeto, questo
primo concitamcnto de^li animi si sara dileo-uato ,
niun popolo sara jnu concorde e piii pronto del
Toscano nelie lodi del IMonti e del Perticari. Seb-
bene noi lo eccitiamo a tanto piuttosto per 1" onor
£uo, che per la gloria di qucsti due sonimi, i quali
35o PROPOSTA DI ALCUNE COKIIEZ. ED AGOIUNTR
oiaiiiai sono ciicondati d' uiio sulendore , clie andra
crescendo per tuLti i tciii[)i, fiiichc bastera il nome
italiano , ed anchc (juaiido la nostra lingua fatta an-
tichissima terra luogo deila greca c della latina alle
rinnovate nazioni.
Allorclio luomo e arrivato a questo segno di glo-
ria le lodi per lui sono superfliie ; ma pure , se in
noi fosse ingegno pari alia volonta , ii cuore ne gri-
dercbbe di tentare una difficile inipresa. Del Monti
non vorrcmmo parlare : ne ci asterrebbc dal farlo
inia bassa [>anra , cli' essendo egli vivo ne venisse
taccia di adulatori da quei nialigni , clie possono
vedere la vunu senza inchinarla. La coscienza ne fa-
rebbe scciui , perchc ogni nostra parola fu tratta
sempre dal cuore , il quale crediamo fonte come
della piu alta poesia , cosi della piu uniile prosa.
jMa perche le nostre lodi sariano dirette ad incitare
col poter degli esempi 1' ingegno de' o;iovani , pin
crande ne si farebbe sentire il bisosino di rivolnerci
a I Perticari , del quale potremmo considerare uni-
ramentc le prose, nientre pel ]\Ionti sarcbbe da unirsi
il pronator soniaio al sublime poeta, e si avrcbbe
a tcmere clie i n^iovani senza ben consultare la
j)ropria vocazione cedessero alia maggiorc dolcezza
nioltiplicando la noja e il dispetto cle' versi cattivi.
A rimuovere questo pericolo gioverebbe assai mo-
strare , quanta necessita abbia F Italia di chi sap-
pia usare la sciolta orazione a vera eloquenza : cbc
poeti grandissimi noi possiamo opporre a ogni gente;
scrittori eloquenti di prosa non sappiamo c|uanti
})rima del Perticari si possauo addurre. In lui prin-
cipalniente si vogliono studiare imiti quei pregi,
clie in altri sono troppo divisi, in lui la grandezza,
la schiettezza, la verita , la novita , la forza; c chi
del i)erictto prosatore italiano volesse [)arlare , ne
si fermasse a lungo sul Perticari , potria difHcilniente
olTrire una scusa accettabile.
E (^icsto giovine cosi caro, cosi gentile , cosi vir-
tuoso, aniabile a chi lo vedeva, niaraviglioso a clij
AL \OCABOI.AIUO DRLLA CRUSCA. 35 1
lie leggcva gli scritti, nel piu bel I'.ore del desiderj
o delle speraiize raori : nioii , quaiido la vita del-
r ingC2;no era plena, ({uando quegli alti sf.udj , c
tpiella oinata parola proinettevano alP Italia un'isto-
ria, (juando egli potea ricreare qaegli antichi e quasi
dinienticati niiracoli dei Grecl e dei Latini. E questa
morte fu veramente di srandissimo Intto , e z\i ven-
nero aiichc innalzati monumenti d' onore ; m:i Y af-
flizione parve quasi piivata c Y altezza del pubblico
dolore noa fu aucora manifestata abbastanza. Noi
certo vorrcinmo , se non ne mancasser le forze ,
provarci a questo cimeuto, uoi mostrando un tanto
spleiidore sve2;liare le tVesche ed animose rnenti
de' giovani , noi spia2;erli colle lodi del Peiticari
a quella carriera, che appena aperta seiubra dictro
di lui volersi iiuovamente rinchiudere. E crediamo,
che il I\Ionti stesso per quell' immenso amore che
porta al sue Giulio, per quel dolore che ueU'anima
gli tieu luogo del figlio perduto , udrebbe piu vo-
lentieri queste lodi, che quelle date a se stesso,
perche nissuna gioja cguaglia in dolcezza le lagri-
me , che per consolazione si versano sulla lodata
virtu de' figliuoli. Se uou che il Perticari , che pur
fa da 2:randi in^ejini lodato , ncl noa ottenere chi
di lui a lungo e per coinune utilita degnamcnte scri-
vesse , ebl)£ sorte comuae al Canova (i), e questo
lie pud ])cisuaderc , che perdite si gravi ed irrepa-
rabili rendouo niuti coloro, che scntendole ncl cuore
profondo potriano soli degnamente conipiangerle. In
tanta mestizia noi chiudiamo volcnticri le nostre
parole, perche Tanirna pensando come tutti facciano
cosa propria la sventura de' buoni, si va in questo
conforto dimenticando i nialvagi, e si apre alie care
affezioni , e si fa pietosa e aruorevole. Cosi dallp
sdegno giusto , che la vika de tristi aveva in noi
suscitato, siamo vennti a quella c[uiete, ch' e iKjces-
saria per V ultra parte del nastro discorso.
(i) E fama che il Cano\a avra iu breve i\n loclatorr per no-
bilia d' eloiiuen^a degiio dell' Italia e di lui.
352
PARTE 11.
SCIENZE ED ART! MECCANICHE.
Ossenazionl rnicologiche ed rnnmerazioiU; storica di
tiitd i fant^^ki dclla proviiicia pavese , coi caratteri
ondc distiiiguere le btioiie dcdle re'e specie , e va-
rictd loro . Stntomi dell' avveleiiamento , con i mi-'
gliori soccorsi che prestar dcbbonsi in simili casi,
deldottor fisico Giuseppe Berg am asch I , assistente
alia cattcdra di hotanica nelV I. R. Univeisitd di
Pavia (Fine. Vedi torn. 27.° pag. 68 e 228, So."
pag. 92, 3i.° png. 63, 33.'' pag. 70 c 34.° pag.
69 e 206 di qiiesta Biblioteca ).
Sezione X.
CortinarIjE. Persoon.
Char. Anulus in fila aracnoidea solutiLS : stipes solidus , spo-
ridia subochracea , copiosa. \
Q.
UESTA ciasse di agarici non ha volva ; d peduncolo
centrale : lamelle , clie non amieriscono in vcccinaja, che
sono ricoperte in gloventu da una menilirana inconipleta ,
fhe lascia sullo stipite un anello filamentoso qual tela
d' aragno.
55. Agaricus cortinaria aranensus.
Ag. obscure violaceiLS , aut castaneas , pileo villoso , squa-
moso , lamelUs distantibus connexis , stipite spongioso.
Ag. araneosus. Bull, D. C. f. 2. p. lyB. Am. Lam. Enc. 2.
p. ic6. .
Cortinarice. spe. Persoon. Syn'. p. 276. Fries. Ohs. 2. p. 87.
Ag. hercinicus. Persoon. Syn. p. 277, 278. Ag. araneosus
viol. Bull. tab. 2S0 ! 698 , fig. 2. A.
«<• Agaricus \'Lolaceits. Bull. tab. 200 et talj. G44. F. II.
ossxRYiziorfi ecc. 351
/8. Agar, crassipes. Bull. tab. 96.
>. Ag. nicidus. Bull. tab. 43 1 , fig. i.
i. Agar, proteus. Bull. tab. 43 1, fig. a.
i^- Ag. heh'co'us. Bull. tab. 43 1, fig. 5.
Agaricus glaucopiis. Schosffer. Fung. tab. 83,
II sig. Dccandolle nella Flora francese alia famiglia di
qnesti i'unghi suiresempio di Bullinrd riuni sotto una stessa
denomiiiazione speciiica V Agaricus araneosus ad una specie
di agarici in apparenza diversi, nia in realta ravvicinati
da un caratteie di Icggieri i-iconoscibile, Nella gioventu
questo agarico ba i lenibi del cajjpello collegati al peduncolo
per una debolissitna membi'ana, che sembra una tela d' ara-
gno , o da una sostanza cotonosa rossigna , che si stende
anco suUe lamelle : il peduncolo pei"6 e cilindrico piu o
meno rigonfio alia base , munito di alcune fibrille radlcali
picciolissime. II cappello prima e emisferico, ma qua e la
compresso , indi i suoi lernbi s' incurvano alf indentro ,
ed a poco a poco si piegano , restando pero sempre il cap-
pello convesso : il color suo e di un violaceo diluto , o
di un color marronato : lamelle numerose, ineguali, di co-
lore di cannella. Varia assai e nella grandezza e nella di-
mensione ; il sapore suo e amaro disgtistosissimo. Cresce
in autunno a mazzi da 3,4 nell'erba, nei prati del borgo
Ticino a sinistra fuori del ponie. E velenosissimo.
56. Agar, cortinaria psamnocephalus.
Ag. spadiceus , pilen crasso, campanulato , furfuraceo , squa-
muloso , lamelUs latiusculis emarginatis , stipite squa-
moso , apice lavi tenuiori, D. C. Syn. 829. Persoon.
Syn. p. 293. Bull. tab. 53 1 et 586 , fig. i.
Ag. arenatus. Persoon. Syn. 293.
11 colore di questo agarico e di un fulvo chiaro , qual-
ehe volta un poco ingrossato alia base , e segnato da al-
cune scaglie cotonose e brune : il cappello e prima emi-
sferico , poscia convesso, carnoso , continuato collo sti-
pite , avente superiorniente delle maccbiette o scaglie pul-
verulenti. Le lamelle sono ineguali , un poco larglie , ri-
coperte in gioventu da una membrana , che scompare ,
lasciandone appena alcune tracce sopra il peduncolo ,
che e glabro al di sopra del colletto, lungo 4 rentim. II
trovai solitario sul suolo , ed anco cespitoso , ma non ,e
mangiabile.
Jiihl. ItaL T. XX.WII. 2 3
3^4 •SSERVAZ. eCC. SC^PRA 1 SINTOMI VELENOSI
Sj. J^aricus cortiiiaria hoematochelis .
Ag. subolivaceus , seu lutescente fuscus , stipite oblongo , sub-
bulboso lutescente , linca ambiente rubra scepe notato ,
lamellis marginatis , lutescente-cinnamoineis. D. C. Syn.
n.* 535. Ic. Bull. t. 596.
fi.Agaricus notatus. Versoon. Sya. 296.
Questo agarico ha uii color fulvo cliiaro , il peduncolo
e cariioso , pieiio , cilindvico , lungo 12 ceiitim. giallastro
alia Ijase, segaato Ja uaa macclua rossa semiciixolare posta
nel mezzo della sua Imigliezza: il cappello prima con-
vesso , diviene poscia piano , e acquista 8 ed aiico 10
centim. di dia metro. Le himelle sono del colore della rug-
giae , ineguali , noii decorrenti sopra il peduncolo , rico-
perte nella gioventu del fungo da una finissima memljrana ,
die lascia poscia nella sonnnita del peduncolo un anello
gracilissimo. Cresce in autunno nei bosclil. Non e buono.
58. Agarlus cortlnarla lanugiaosus.
Ag. pLleo subcurnoso convexo , squamuloso-villoso , lamellis
liberis , stipiteque solldo tenui fibrilloso paUidis. Vaill.
p. t. 1 3. fig, 4 , 6. Bull. tab. 370. fVith arr. 4. p. aSa.
D. C. F. 2. p. 199. Fries. Ob». i. p. 2.0.
Questo agarico lia un peduncolo pieno, lungo 4 centim.
cilindrico , lievemente bruno , portante un cappello egual-
n)ente bruno , ricoperto d' una sostanza lanosa assai folta
specialmente In gioventu: allorche si avvicina al sue ter-
mine il cappello non e piii lanuto , che nel centro , ed il
reStante e lucido : il cappello prima e sferico, poscia a cam-
pana , indi coiiico , flnalmente i suoi lenibi si rivolgouo
fendendosi : le lamelle sono fulve , ineguali , libere , al-
largate : i lemlii de;l cappello sono in gioventu coperti in-
sieme al gambo da una laiiuggine clie sembrano fila di ra-
gnatele , die resta poscia attaccata in parte al cappello ,
ed un poco al gambo. Cresce in primavera nei boscbl ,
ed anco in autunno. Trovasi solitario sopra le foglie mar-
cite a S. Leonardo. Non e buono.
59. Agariais cortincaia tarhinatus,
Ag. mollis , pileo viscoso Icevi flavo , lamellis confertis inte-
genimis e flavescenti cinnamomeis , st.pile bu/bo^o albo.
Agnricus caliochrous. Per soon. Syn. 28 ?> '(
NK rUiSGHI NKL PAVBSK. 355
Amanita turbinata. Lam. Diet, i , p. 106. Am. Haller.
Helv. n.° 241 1. Ag. turbinatus Bull. tab. 110. Fries.
Obs. 2, p. 66.
II peduncolo di questo fungo e pieno, cllindrico , d' un
bianco cattlvo, avente un anello filamentoso, rossigno e fu-
gacissinio , rigonfio alia base, in nn tubercolo, che ha presso
a poco la figura d' un pero , con scaglie si prominent!, che
possono essere prese per avanzo d' una volva. II cappello
e convesso , carnoso, d'un giallo dilavato, lungo da i5 a
30 centiiii,, la superricie e arida, suscettibile d' essere de-
corticata. Le lamelle sono rossigne , ineguali , numerose ,
aderenti , ma non decorrenti sul ganibo. Questo agarico
si avvicina assai all' Ag. ferrus;ineus. Persoon. Disp. Meth.
fung. p. 6a. Cresce in estate nei boschid'alto fusto. Noit
e buono.
60. Agaricus cortinaria nwlas.
Ag. gregarlus , pileo tenui glabro lilacino-rufescente , lamdlis
roiundatis dilate violaceis, stipite solido cp.quali , nudo.
Fungus cceruleus minor. Buxb. 1. c. t. 32. fig. i. Agaricus
nudus. Bull. t. 439. Persoon. Syn. p. 277. D. C. Fr.
2. p. 195. Ag. quadrifarius. Schuni. p. 298.
Questo agarico ha uno stipite ciliadrico, piii spesso alia
base che alia sommita, glabro senza anello ne scaglie, ne
volva: il cappello prima emisferico, indi fassi convesso, di-
venendo poscia irregolarmente concavo. Nel centro e molto
carnoso e sprovisto di scaglie: le lainelle numerose, strette,
ineguali, che si attaccano al gambo. La varieta a e volva-
cea , il cappello diviene fulvo, e poscia le stesse lamelle
divengono rossigne. La varieta S e tutta quanta rossa, o
fulva, allorche nasce. II peduncolo arriva da 5 a 6 centim.
di lunghezza. Egli trovasi in ogni epoca dell' anno nei
boschi, ed e assai sospetto. Dicesi volgar. Fungo Vedovo.
61. Ag. cortinaria glutinosus Schoeffer,
Ag. pileo obtiiso glutinoso, purpureo-fusco, lamellis albido-
cinereis. Ag. lubricus-scopol. Carn. p. 447. Am. Halter.
ITelv. n." 2369. Agaricus glutinosus Schceffer tab. 36.
Sowerb. t. 7. flor. Dan. t. 1247. Agaricus Uniacimis.
Dicks. Ag. velatus With 1. c. p. i63. Ag. visridus. Per-
soon Syn. p. 291. Gomphus glutinosus. Fries. Sys, my-
folog. 7. I. pag. 3 1 5.
356 OS9ERVAZ. CCC. 80PRA 1 9INTOMI TELENOSI
Questo agarico di leggier! lo si riconosce da uaa lu-
cente miicilagiiie che il ricopre tutto quanto , al qual
glutine s'attaccano le foglie ed altre sostanze. 11 cappello
e del colore di caiinella che il niantiene siuo al deperimento
sue. Lo stipite e un poco ingrossato alia base, ed e lungo
da 6 a lo centim. con macchie ncre. II cappello convesso
lievemente rinlzato nelcentro, ed i lenibi suoi divengono
poscia irregolari e pieghettati: le lamelle bianche ineguali
decorrenti. Avvene una varieta a color giallognolo coUo
stipite rossigno : io 1' osseryai in autunno sopra alcune
piante di Alni a niazzi da 12 sino a ao e piii individui
uniti. Ha un odore piacevole , ma e molto sospetto.
szzions xl
Lepiota.
Fung. cap. V. Batt. p. 2.(). ad part. Ag. volvatr. Batsch.
p. 5i. Lepiotce. spec. Persoon. Syn. p. aSy. Aman.
Spec. Nees. Syst. p. 189.
Char, velum universale simplex cum epidennide pilei conti-
guum et concretum: rupt.um annulum inferum subinde
fugaccm sistens. Stipes cavus! intus floccis plus minus
contexds farctus cequalis: hasi iricrassatus , fibrilJosus.
Pileus plus minus carnosus non vero compactus , junior
ovatus, mox campanulatus , dein expansus umbonatus :
epidermide a velo formata. Caro alba , mollis : lamellce
incpquales numquam distantes, decurrentes. Color lamellcs
albus in variet. quibusdam flavus.
Questi agarici non hanno volva , il loro stipite e cen-
trale , e le Innielle inveccliiando non anneriscorio, e sono
ricoperte in gioventu da una raeinbrana clie si lacera,
lasciando un anello membranoso sopra il gambo.
62. Ag. lepiota caiidicinus.
Ag. cccspitosus , congestus , pileo umbonato piloso squamosa
fuligineo , lamelUs subdecurrentibus albidis pallesccntibus ,
stipite annulato conico , olivaceo , cinereo. Bull. herb.
tab. 377. et 543.
Ag. obscurus Schcefftr tab. 74. ag. fusco-palUd. Bolt. tab.
1 36. Ag. congregatus id. t. 140. Ag. stipitis. Sowerb.
t. 101. Ag. polymices. Persoon. Syn. p. 269.
Jm. Hall. n. 2399. Agaricus melleits. Flor. dan. t. ici3.
NE' PUNGHI NEL PATESe. $5f
Questo agarlco e di nn colore oscuro, il suo peduticolo
« canioso, cilindrico, sovente un poco ricurvo alia base,
lungo da 9 a lo centim. muiiito di un anello intiero
ravvolto in forma di calice. II cappello e convesso, un poco
prominente verso il centre, segnato da macchie oscure
nella varieta « , e glabro iiella varieta j3. I lenibi sono ia-
tieri, ed un poco sinuosi: ie lamelle sono giallastre, o
bianclie ineguali, e discendono Uevemente sal gambo. Tro -
vasi in autunno sopra le radici o al piede de' salici dei
gelsi e degli olnii in gran mazzl.
Varia questo fungo nel colore e nella grandezza. Al
piede de' morti gelsi \e ne ha una varieta die e graditis--
sima al palato : hanno un colore giallo o scuro special--
mente sul cappello, e sotto una membra na , che sta attac-
cata ai Icmbi del cappello, e ne circonda il gambo , per
cui non si scorgono le lamelle; crescendo pero il fungo ella
si lacera lasciandone le tracce. Ve ne ha un' altra varieta
alia radice degli olmi che ha un color oscuro tanto il
gambo che il cappello, e v'ha quella che si trova al piede
de' salici, che e la piii fibrosa ed insipida. Dicesi volgar-
mente gaberolo. Gabbreu dai Pavesi.
63. Ag. lepiotct procerus.
Jg. magnus pileo carnoso umbonato squamoso rufescente ,
cinereo , lainellis rcmotissiinis albidis, stipite bulboso
longissirno , anulo mobilL Persoon. Syn. p. 157. D. C.
Syn. n." 553.
Ag. procerus Schmffer-fung. tab. 22, aS. Persoon Syn. t. aS7.
Agaricus colubrinus. Bull. tab. 78. et 583.
Ag. variegatus. Lam. Flor. Franc, i. p. 149.
Questo fungo descritto e delineate da molti autori, sio-
come puossi vedere in Oflfnian. Fung. i. p. 84. 35, e spro-
veduto di volva , ma il suo peduncolo e rigonlio alia base.
Ei si alza da 3 a ij. centim., e cilindrico, iistoloso , mac-
chiato di bianco e bruno. II cappello e ovoideo in gio-
ventvi, poscia i lembi si rialzano, e divlene un poco con-
vesso. La sua carne si rialza qua e la a guisa di lamelle,
che lo rendono scaglioso. Le lamelle sono biancastre, poco
numerose, ineguali, terminanti in punta innnnzi d'arrivare
al peduncolo, e sono coperte in gioycntu da una mem-
brana , che staccandosi dal cappello e dal peduncolo forma
un anello mobile. Cresre nei hoschi e nelle rampagiit
358 096EUVAZ. eCC. SOl'Rl 1 SINTOMl VBLBNOSI
a ride e silicce In estate. Al dir di BuUiard e huono a
niangiarsi , e molti popoli della Gerniania lo niangiano avi-
tlamente (i). Volg. dicesi fungo pelicione.
64. Ag, lepioui mesomorpkus.
Ag. pileo sicco Icevi, lamelUs liberis , stipite glabra, annula
erecto. Bull. t. 5o6. f. i. Peis. Syn. p. 362. D. C.
Fr. 2. p. 3o5. Nees. f. 169.
Lo stipite di qnesto agarico e gracile, cilindrico, fisto-
loso , liiancastro , glahro , lungo da 5 ceiitiiii. Porta un
anello scavato , iiitiero, ma assai jjiccolo. II cappello si
rialza a forma d'' una gemma , poscia iiivecchiando i suoi
lembi diviene quasi piano , ma sempre protuljerante nel
centro. II cappello e glabru rossigno, largo y. centim., poco
carnoso : le lamelle Ijianclie assai lar^he. Cresce in terra
a mazzi nel mese di luglio etl agosto.
65. Ag. lepiota togidaris.
Jg. flavescens suhargillaceo, sen dilute ferrugineus , lamellis
subventricosis , deinutn liberis stipite longiusculo, cavo ,
annulo reflexo. Fersoon. Syn. 2.6%. n.' 584. ic. Bull.
tab. S^S. fig. 3.
Questo agarico ha il peduncolo vuoto, cilindrico, lungo
da 5 ad. 8 centim., giallognolo nella sua parte inferiore,
bianco al vertice, munito d" un anello che scompare col-
r eta. II cappello prima e globuliforme , poscia convesso ,
indi piano, d'un giallo rossigno , glabro di 4 a 6 centim.
di dianietro. Le lamelle sono dello stesso colore che il
cappello, non aderenti a! peduncolo, ritonde alia base, ine-
guali fra loro, ricoperte in gioventii da una membrana
bianca clie t'ornia poscia 1' anello. Nasce solitario ed a
mazzi di 3 , 4 individui uniti insieme alia base, ed e olire-
modo sospetto.
66. Ag. lepiota clypeolarius .
Ag. inodorus , pilei tpidermide in squamas rupta, lamellis
approxiinatis , stipite floccoso squamoso , annulo fugaci
Michel, t. 78. f. 6. Male. Hall. Helv. 137a. Ag. cly-
..,i peolarius. Bull. t. 4o5. 5o6. f. 2. Soii>. tab. 14. var.
^fj... JD. C. Franc. 2. p. ao6 Agaricus obscurus Vill. p. 10 1 5.
, Ag. colubr. Per soon. Syn. p. .258.
(i) Baumgavtner. Flor. lips. i. p. 810.
KE rUNCni NE.L TAVESK. 55()
II prdiiucolo e cilinJrico, biaaco, lungo da ra a i5 cen-
tim. , fistoloso nudo, ordiuariamente cotoiioso al di fuori
sino ove i lembL del cappelJo toccano il pednncolo iiinaazi
lo svilnppo del fungo. II cappello e prima bianco, di forma
ovoidea allungata, poscia i lembi si raddrizzaao in tnodo
da di venire il cappello sin anco concavo, uia pero il piii
sovente protuberante e carnoso nel mezzo. La superficie
e rlcoperta da una sostanza lioccosa, rossigaa, e cio sem-
pre pill nella gioventu dell' agarlco. I suoi lenibi poi si
feudouo in lobi: le lamclle si raanifestano biancliissime ,
ineguali e libere, e di leggieri gli si puo levare I' epi-
dermide. Varia assai neirabito, per cui qualche volta e
npparente T anello , tal altra non lo si riscontra. Esso e
comunissimo intorno a Pavia neir autunno , e lo si ri-
scontra appena fnori Porta Milano per anJare a S. Giu-
seppe ed a Campeggi.
67. Jg. lep'ota aiinularius.
Ag, ccespitosus congestus , pUeo umboriato , piloso , squamosa
ocliraceo fuligineo , kinidlis subdecurrcndbus albidis ,
palescentibus , stipite fistuloso , annulato , conico, olha-
ceo-ciitereo. D. C. Syn. 548.
Jor. candicinns ccespitosus , stipite squamosa. Var. a. Sp. 3.
Ic. Bauh. XL.
Ag. mutnbilis. Scliceffer t. 9. Ag. xylophilus. Bull. tab. 53o.
f. 3. Ag. annularius. Bull. tab. 643. f. 0. P. A. Ag.
caudicinus. Per soon , p. 271.
Questo agarico e di un color fulvo , o rosso : lo stipite
e carnoso, cilindrico, sovente un poco rlgoniio alia base,
lungo da 9 a 10 centim., munito d' un anello intiero, rac-
colto a foggia di doccia , glabro, o guarnito di picciole
scagiie nella varieta ^. II cappello e convesso un poco
prominente verso il centro , segnato da piccole scagiie ne-
rastre nella varieta a, i lembi sono intieri, ed un poco
sinuosi. Le lamelle giallrstre, o bianche ineguali e lieve-
ircnte discendono sul peduncolo. Trovasi in autunno nelle
foreste sopra i veccbi tronchi e radici scoperte dei salici
e qualche volta a mazzi assai numerosi. In alcuni paesi
dicesi raccogliere questo fungo come alimento , ma io lo
credo oltremodo sospetto specialmente allorche vecchio ,
avendo un sapore per vrro dire buono in prima, ma po-
scia rimasticato ne jvolge un acre che siringe le f^nci. E»i»
36o OSSERVAK. eCC. SOl'RA I SINTOMI VELENOSI
pu6 cU leggieri essere confnso col Gaberolo ; di fatto il volgo
lo coiiosce sotto il nome di Gaberolo falso {Cabbareu fals).
68. Agaricus lepiota aureus.
A. fuk'us , pileo carnoso , squamis rariorihus pilosis, lamellis
adnexis , stipite farcto glabra, annulo parvo. Matusch.
Sil. p. 35 1. Bull. tab. 92. Sowerb. t. 77 Persoon.
Syii. p. 269 ?
Qnesto fongo e di un fulvo dorato , ad eccezione delle
lamelle che sono liianclie : il pednncolo e glabro , cilin-
drico, pieno , un poco attenuato e ricnrvo nella parte sua
inferiore, Inngo da 6 a 7 centim., munito d'un anello intiero,
ma poco visibile: il cappello e carnoso, prima globuloso,
indi convesso , segnato da punteggiature fioccose , largo 4
centira. Le lamelle sono bianclie , ineguali , assai strette ,
coperte in gioventii da una niembrana che resta aderente
al peduncolt). Cresce in estate nei bosclii ombrosi ed uinidi,
ha un sapore amaro salato , ingratissimo , ed e oltreraodo
Te&efico.
Sezione XII.
Amanita.
Fung. ord. Michel, gener. p. 18 3, 188. Fung. Cap. IV. Batt,
p. 27. Agarici tnberosi. Scop. Cam. p. 4i5. Ag. voh'ati C.
Batsch. El. p. 57. Aman spec. Persoon. Syn. p. 346.
Nees. Syst. p. 189.
Char, velum duplex .• universale volva , a pileo discreia ,
fungum juniorem ovatum totum involucrnns, deirt stipite
protruso rupta , partira ad basini , partlm in pileo re-
manens verruciformis: stipes e floccis plus minus con-
textis farctus . dein subcavus squamoso-fibrillosus , hasi
incrassatus. Pileus disco carnosus margine tenuis, e cam-
ponulatO' planus , subverrucosus , vcrrucis discretis , mol-
libus secedentibus , epidcrmule diu irrigata viscosa. Caro
alba , lamellcp. postice attenuato; , liberce , antice la-
tiores, venticosoe , confertce , parum imequales sub anthesi
denticulate; — Color varius , lamellarum albus , in una
specie etiam luteus.
Amaniti.
Qnesto genere d' agarici ba una volva o borsa , che
gl'involge inticramente allorche giovani, lasciandone poscia
•nliorche si lacera le traccc sue sopra il cappello.
Ke' rUNGHI NEL PAVESK. 36 1
69. Amaniia vaginaia. Ag. vagiiuitus.
Jg. vaginatus , pilei margine sulcata , lamellii albis , sti^
pile fistuhso attenuato subniido , volva vaginali. Buxb.
Cent. IV. p. 13, t, 19. Michtl. t. 76, fig. i. Batt.
fung. t. 5. A. C.
Agaricus vaginatus. Bull. t. 5ia, 98. Am. vagin. et invohit.
Lam. Ertcycl. i, p. 106, 109.
a. Amanita livida spndicea. Persoon. Syn. p. 347 , 148.
Agaricus hyalinus. Schaffer t. 244.
Ag. pulvinatus. Bolton. 49. Ag. badius. Scho'ffer 345.
Questa specie varla molto e pel colore, e per la gran-
dezza , ma o2;nnno la riconosce costantetnente dalla volva
in forma cli guaina cilindrica , clie in gran parte sta sotto
terra, o allungata alia base del suo stipite, die e fisto-
loso , un poco conico , bianco, e si alz.a sino a j5 ceii-
timetri. II cappello prima e convesso, diviene poscia piano,
largo da 6 ad 8 centim. ; ora rosjo oscuro, o fnlvo in
gioventii, livido in eta provetta , sempre striato ai lembi.
Le lamelle bianciie Ineguali , raggianti aderenti alia sommita
del peduncolo. Qualcbe volta trovansi tracce di volva, che
formano delle macchie sul cappello. lo lo trovai in au-
tunno a Belgiojoso. Dicesi che venga niangiato dai Mosco-
viti , io pero lo rltengo velenoso.
70. Amanita piisilla. Ag. puslllus.
Ag. pileo tenui sicc.o albido , lamellis roseis , stipite fUuloso.
volva Inxa. Mich. 9 , p. 182. Ag. volva. fi. Bull. tab. 53o.
Amanita pusiUa. Persoon. Obs. 2, p. 36. Syn. p. 249.
Fries. Obs. i , p. 2. Dec. Fr. 2. p. 212.
Questo agarico , che partecipa delle pratelle , il di cui
tipo principale e 1' Ag. campestris , sorte da una borsa
nerastra , che si apre alia sommita in quattro o cinque
divisioni, ma persistente alia base del peduncolo, che e
cilindrico , trasparente , pieno , qualclie volta vuoto , e
biancastro , lungo da 2 a 3 centim. II cappello e emisfe-
rico , sormontato da una prominenza mamillare in tutta
la sua vita. Egli e biancastro , con linee nere , raggianti
e ricoperto da una lanugine continuata sullo stipite. La-
melle larghe poco numerose , ma carnose , assai distanli
dallo stipite, ineguali, d" un color rosso allorche adiilto
il fungo. Crpsre in antuimo nei giardini e nei bosclii.
3^)3 OSSERVAZ. eCC. SOPRA. I SINTOMI VELEXOST
71. Amanita hulhosa. Ag. bulbosus.
Ag. pileo obtuse unibonato glaberiusculo spadiceo,sicco cestaceo,
lamellis cinnamoineis, stipite longo bidboso veloque alhido.
Am. Hall, liclv. ii.° 2443, Ag. bulbosus. Sow. t. a3o. Per-
soon. Syn. p. i^S. Fries. 1. c. p. 60.
Qnesto agarico si alza da i5 a 18 ceiitlm. la gloveritu
e intieramente coper to dalla volva , die poscia fendesi ,
persistendo alia base del peduiicolo , lasclando sovente dei
pezzi di essa aderenti al cappello. I! gaiubo e ciliiidrico ,
rigoiifio alia base , sovente ricurvo in vecchiaja. 11 cap-
pello pill o nieno convesso non mai diviene concave : la-
melle nunierose , ineguali , liianclie, ricoperte in gioveatu
da una meuibrnna , che si stacca dai lenibi del cappello, e
rimane aderente in alto alpeduncolo^ sotto forma d' anello
intiero o scallito. L' intiero fungo e d" un bianco gial-
lastro , che divien bruao invecchiando. Qualche volta il
cappello e viscido. Cresce in autunno nei bosclii , ma e
oltrenioJo venelico.
Caratteri di confronto clie distinguoao
L' Agaricus bulbosus dalV Agar icus campestris , et eduHs. Var.
che di leggieri si confodono.
Agarico bulboso.
Volva completa, persistente,
peduncoio bulboso e pieno,
anello grande niolto approssi-
mato alle lamelle, lenibo in-
A^arico campestre.
Niuna volva o borsa ; pe-
duncoio appena ingrossato
alia base : anello grande e
cadnco : lainelle esuali bian-
tiero , regolare, persistente; la-lche , allorclie giovane , ros-
melle brevissime sempre bian-|Signe quando adulto : cap-
che : cappello la cui pelle non|])e!lo con epidermide di leg-
e staccabile, senza che si la-|gieri staccabile : polpa non
ceri la sostaaza del fungo : molto consistente, che posta
odore disaggradevole , polpa
soda , che non si altera nel
colore. E comune fuori della
P. Ticiao aU'Acqua Nera , ma
trovasi pure in altre parti
nei diatorni di Pavia. E ve-
lenoso : e si avvicina ucgli
eflFetti air Ag. pipfratus , per
«ni posto in bocca svolge bru-
eJore alle fauci ed alia lingua.
in bocca prende un color
vinoso , dicesi volg. Raggeta.
ne' funohi nel pavbs*. 363
7a. Amanita aurantiaca. Ag. aiirantcaxus.
Ag. pileo campanulato aurantio-ruhio , renellis ventricolis
aureis , stipite albo. D. C. Syii. t. 362.
a. Amanita aurantiaca. Lam. diet. p. 41.
Agariciis auiantiacus. Bull. tab. 120. Scliceffer. Fung. 4,
p. 64, tab. 267. Michel, gener. 186, t. 67 , f. 1.
y. Agaricus ovoideus Albus. Bull. tab. 364. Agaricus ccesa-
reus. Allion. flor. Pedem. p. 33^, f. i.
Qucsto agarico dopo il Qimpestris e il piu usitato. Era
egli conosciuto dagli antichi Roman! , i qnali lo dicevaao
Fungorum princeps. Appaie sotto la fonna d" ovo chluso
in una Ijorsa niembranosa , bianca , che poscia apresi al
vertice mostrando una superficie gialla cbe mano niano
apresi collo svolgersi del cappello , che cOntinca ad al-
zarsi siiio a 10 , 12 centim. di dlametro : la superficie e
arida , facile a decorticarsi. La carne continua col pedun-
colo , il quale e lievemente rigonfio alia base , duro e
consistente. Lamelle un poco fimbriate , composte di due
lamine , assai adereuti alia carne. II vero fungo auran—
ziaco ha il cappello d' un rosso ranciato, e le lamelle ed
il peduncolo giallastri. L' auranziaco giallo e tutto d' un
egaal colore e la vai'ieta bianca e pur tale : le lamelle
sono in tutte ricoperte da una membrana , che nfe forma
poscia r anello. Questo agarico lo si trova da noi , ma
pill comune al suolo di Lumellina , e plu ancora al Mi-
lanese , cio non ostante in autunno sui nostri niercati lo
si vede di spesso , ed ognuno e invogliato ad acquistarlo
pel gusto suo, non che per I'odore soavissimo che nianda.
Convien ben riflettere a non confonderlo col falso cocco
che e veienosissimo. L' agarico descritto dicesi volg. fungo
cocco , fungo ovo. Fung. ceuf.
73. Amanita muscaria. Ag. muscarius.
.4g. pilci marginc striata, lamellis candidis, stipite subfarcto
bulboso , volva squamosa. Clus. p. 2.80. Fung, mu-
scarius. Trag. Ic. Bauh. XL. c. 5i. Michel, t. 78,
f. 2. Ag. muscarius. Linn. Suec. 12 35. Schceffer t. 37,
aS. Am. pseudo-aurant. Bull. t. 132. Am. muscnrin.
Per soon. Syn. p. 2 53.
Questo agarico , che dicesi ovolaccio, cocco falso, fuwgo
tignoso, cocco maledico , i-assomiglia molto all'.^g'. ccrsareus.
564 ojsEnvAi. ecc. sopra i sintomi velenosi
Linn, gia descritto, volgcirmeiUe detto fungo cocco , die
e uno dei piu buoni a innngiai'si , ma sovente m' ac-
cadde di osservare , che insieme al sopra descritto recasi
sulle piazze confuso nil altro , die fe il niuscario , fungo
atrocissimo , die dicesi inebbriante perdie da alcunl popoli
Nordici fassi con esso e 1' epilobio angnstifolio una be-
vanda die lia tale proprieta. Credo quindk non inoppor-
tuno il darne i caratteri^di confronto.
Agarico muscario , o falso
cocco.
La borsa , da cui sorte il
fungo e incompleta , subro-
tonda , di superficie inegua-
le , biancastra, qualche volta
oscura.
Lo stipite ossia gambo bul-
boso alia base , cavo nel
mezzo , con superficie squa-
mosa, anello grande , bianco,
membranoso, perslstente, la-
melle solitarie dimezzate e
bianche.
II cappello se e giovane ha
la forma d' una campana ,
piano , dilatato se adulto :
pelle non staccabile dalla car-
ne. Sapore e odore corrispon-
dono fra loro , ed e questo
il maggior inganno.
74. Amanita procera. Ag. procerus.
Ag. sordido albiis , pileo piano medio subdepresso vcrnicoso ,
aspero , lamellis lads , pcdiculo minime adnexis , sti-
pite pleno 5 erecto bulhoso, squamoso. D. C. Syn. n.* 5o6.
Ic. Bull. tab. 78 e Sg3.
Questo agarico e di un bianco sordido. Lo stipite e
dritto , lungo da 12. a i5 centim. i3ieno alia base , fornito
di scaglie , che sono gli avanzi della borsa incompleta
che lo ricopriva in gioventu. II cappello e presso che
piano , con un lieve infossamento nel centro : arriva dai
la ai J 5 centim. di larghezza ed e scgnato da verruche
Agarico cesarco, o fungo
cocco.
Volva completa, ossia bor-
sa 5 che ha per lo piii cin-
que divisioni, allorche e sbuc-
ciato il cappello , ed innanzi
e oviforme , con una super-
ficie liscia siccome pelle , e
d' un color latteo.
II ganibo d' egual dimen-
sioue in tutte le sue parti ,
lievemente rigonfio alia base,
pagliarino all' infuori , solido
allorche giovane, cavo , adul-
to: anello grande, pagliarino ,
caduco allorche invecchiato :
lamelle pagliarine, dimezzate,
solitarie : cappello emisferico
se giovane, poscia convesso,
pelle sottilissima, c di leg-
gieri staccabile.
ne' funghi nel pavesb. 365
proiuinenti e sparse , die sono le tracce della volva : lo
lamelle sono larghe , spesse , noii contigue col gambo,
sopra del quale lasciano la loro traccia. La niemhrana
che li ricopre si ravvolge in forma d' anello sopra il pe-
duncolo. Cresce in estate nei bosclii. E di un gusto squi-
sitissimo , e suolsi niangiare da noi suUa cosi delta gra-
ticola , unto innanzi coll' olio , o burro fresco.
75. Amanita aspera. Agaiicus asper.
Ag. pileo subumhonato , verrucis acutls scabro , margine
Icpvi , stipite farcto attenuato squamuloso. Buscb. cent. V.
t. 48 , f. I. Aman. Haller. Helv. n." 2365. Agaricus
verrucosus. Bull. t. 3 16. Ag. myodes. Bolt. t. i3(). Ag.
asper. Abb. D. Scha<^. 3. Decand. fr. a. p. 208. Amor
nita. Persoon. Syn. p. a56.
Questo agarico ha una borsa incompleta , che sconiparc
nella prima eta , e lascia sul cappello delle prominence
sovente a punta. II peduncolo e spesso alia base pieno,
lungo da 5 a 6 centim.: il cappello prima eraisferico c
stretto termina col divenire concave e largo da 7 ad 8
centim. : le lamelle bianche , numerose, ineguali, ricoperte
in gloventii da una membrana , che si ravvolge a foggia
d' anello persistente sopra il peduncolo. La carne e bianca
o rossigna. Trovasi in estate nei nostri boschi , ma e so-
spetto.
76. Amanita verrucosa. Agaricus verrucosus.
Am. stipitata , pileo convexo cinereo verrucosa, verrucis la-
mellisque albis , stipite basi bulboso. Huds. Flor. Angl.
p. 6i3.
Amanita umbrina. Pileo planiusculo , fuligineo ocraceo opaco ,
verrucis , lamellis , stipiteque albidis. Disp. Metli. fung.
p. 67.
Amanita citrina. Persoon. Syn. 25 1.
I suoi caratteri sono d' avere una borsa incompleta, della
quale non rimane vestigio veruno ancorciie svilnppato.
L' anello e persistente menibranoso , talvolta ondeggiante :
il gambo bulboso alia radice. E per lo piii solitario , e
lamelle pure solitarie , intiere , bianchiccie : il cappello da
prima emisferico , indi piano, finalmenfe concavo , e la
di lui polpa contigua col gambo , la di cut superticie «
366 ossEnvAr. ecc. sopra i sintomi velenosi
coperta da inimite proniineiize , sopra un fondo rossiccio:
carne biaiica , ed or lossigna noii alterabile nel colore ,
odore iioa dispiaccvole , sapore alquanto salato , ma ri-
tiensi per velonoso. Esso piesenta niolte varieta, le quali
da taluno vennero confuse sotto il nonie di Ag. myodes.
Ag. maculatus. Ag. citrinus. Ag. fulvus.
Trovasi nei boschi di querce nella vallata del Ticino,
e men furono presentati anco in quest* anno moltissinii
esemplari raccoiti nell' autunno fuori di P. Ticino al luogo
detto il Rottone , volg. dicesi Bisacan,
Blorchella.
Char. Pileiis carnosus , areolis laciinosis.
MorcheUa. Persoon. Bol. fuss. Lain. Plial. sp. Linn. Morcb.
Bulliard , tab. i , pag. 68 , t, a. Gen. XIV.
Spiignole.
Sono provviste di borsa , d' un peduncolo cilindrico ,
portante un cappello ovoideo chiuso alia sommita con cel-
lule che lianno una figura poligona , ed ivi sono riposti
i grani semlniferi. Juss. Lam. Persoon. Distinsero le spu-
gnole dai satiri , non aventi essi borsa , ed essendo i loro
semi involti in un viscido umore.
J. MorcheUa esculenta.
M. Stipite hrevi , pileo celluloso , rugoso. Vent, in mem.
p. 5o8.
Phallus csculentus suai^eolens , stipite nudo , hrevi , fistulosu,
pileo cum stipite adnata , cellulis profondissimis. Mor.
esculenta Persoon. Syn. 6i8.
Phallus csculentus Linn. Sp. 1648. Bull. Champ, p. ^74,
t. a 1 8.
La spugnola commestibile , che in vernacolo dicesi spons-
gneulle. Spugnuolo bucno , tripeto dei Piemontesi , ha un
peduncolo cilindrico , ma ineguale , qnalclie volta pieno ,
ma pill sovente crasso , ma vuoto e bianchissimo. II cap-
pello ovoideo , fatto a cellule poligone : ha un odore pia-
cevole , e sen distinguono tre varieta pel colore. La pri-
ma in gioventu e di un bianco latteo , e divien poscia
giallo-pallida ; la seconda e prima grigia , diviene in poi
«r ua color fuligginoso ^ la terza c di un grigio bruno, che
I
Ne' FUNGHl NEL PAVESE. 36^
diviene ucroguola. Crescotio esse in priinavera sotto i filari
delle viti , e lungo i pergolati, variando assai iiella forma e
iiella grandezza. Esse mangiaiisi verdi , ma anco essiccate
senza pericolo veruno , sebbene possano divenire funeste
allorche raccolte dopo lungbe piogge o per non essere
state ben pulite dngl' insetti , che sovente annidano nelle
loro cellule ; siccome possono essere iiocive allorclie ram-
moUite dalla veccbiaja , al dir dl Gilbert , uomo celebra-
tissimo neir arte medica (i).
2. Morchella crassipes.
M. stip/te crasso , alho, rimoso et covernoso , pileo plicato.
Michel, f. 8. tab. 7. Phallus crassipes. Vent. Mem. inst.
I. c. 1. p. 509 , f. a,
Morchella crassipes. Persoon. Sya. 261.
Questa spugnola recasi sulle piazze , e si distingue dalla
precedente pel peduncolo rigonfio alia base , e piu pic-
colo alia sommita. 11 peduncolo e quattro volte piu lungo
del cappello , il quale e bruno , celluloso , conico , ler-
minato in punta. Trovasi nei dintorni di Pavia , ed io
lo trovai alia Motta S. Damiano , alia Vella , a Scarpone
sotto i filari delle viti, specialmente in prima vera.
Satyrns. Phallus.
Char. Pileus cellulis reticulatus , aut tuherculatus .
Phalli.
Questo genere si presenta con un cappello alzato sopra
un peduncolo , inviluppato in un sacco alia base ; cap-
pello forato aU'apice, e la superficie fntta a cellule po-
ligone, dalle quali sorte un umore viscbioso, puzzolente ,
misto a dei grani neri e verdognoli.
I. Phallus impudlcus.
P. fcetidissimus., sdpite lorigo , volvaceo , cribroso , pileo brevi ,
nee cum stipite adnato , cellulis vix cavatis. Hab. t. i8a.
Phallus impuJicus. Linn. Gen. plant, fung. P. Schrrffer ,
fung. 196.
Phallus fcrtidus. Lam. flor. fran. 1. p. 121. Morille fetide.
(t) D6moasti«t;on elemcntaire de botanique, t. 3, p. 304,
868 ossKRVAz. ecc. sorRA. I sintomi velenosi
Fungus fixtidas , penis immaginem referens. C. B. Lin. 374.
Phallus. Pileo o^ato cetluloso , stipite riudo , rugoso. Linn.
flor. Snec. n." 455. Boh. lung. f. g5. Yolg. dicesi
sponsgneulle falsa.
In gioventii qaesto fnngo e molle, ovoideo, giallastro ,
ma poscia apresi il sacco , e ne sorte il cappello col
gambo, che e cavo, ciliadrico, alfjuanto rappicciolito alia
somniita, Mancastro e tutto quanto pertugiato qual spu-
gna. Air apice del pednncolo v' ha vm cappello conico at-
travcrsato dal gambo, ma non aderente, formato egli pure
da tante cellule poligone ripieue di un uiuor viscido , ver-
dognolo , ed oltremodo fetido. Questo fungo si alza da 10
a 12 centim. , ed e di breve durata. Trovasi sul finlre
dell' estate , e da lungi si manifesta col suo fetido odore ,
c in tutti gli anni io il trovo viciiio al Campo Santo fuori
di porta Cremona.
2. Phallus caninus.
P. rnfescens , minor , pileo coUiculoso , stipiti contiguo. Per-
soon. Ob. mycol. i. p. 7, in Scho'ffer , p. i3o.
P. Caninus. Sdicpffer. Ind. p. i35, i36. Curtis. Flor. Lond.
t. 235. Vent. Diss, sur le gen. Phallus, in mem. inst.
p. 69.
Questo fungo non ha odore , e assai picciolo in con-
fronto al precedente , e noi lo trovammo assai volte vi-
cino ai tronchi marciti dei pioppi. Volg. dicesi Pissacan.
Clatlirus.
Char. Litotecii hymenio demum deliquescentc. Pileus acaulis
ramis anostomosantibus. Bull. Cliamp. t. i , p. 68.
I. Clatlirus cancellatus.
Clat. volvaceus , sessilis , ramis coralloideis concameratim,
dispositis , volva uivea erumpens. Bull. Champ, p. 140,
t. 441.
Clathrus cancellatus. Linn. Sp. 1548. Clark, ruber. Michel.
gen. 214, tab. 93. Persoon. Syn. 241. fl. Clathrus
flavescens. Persoon. Syn. 242.
Questo fungo e sessile , e sta fisso al suolo merce sl-
«une minute fibrille. E globiiloso, ovoideo , bianco , gross*
me' fungiii nel pavese. 369
sicconie una grossa palla da bigliardo. Iiitoraameiite coii-
ticne una sostanza mucilaginosa , clic si osserva allorclic
rompcsi il sacco , dal quale sortc il cappcllo , chc e fatto
a guisa tli canccUo d' uii bel rosso , nella di cui parte
interna scorgesi tutto fatto a cellule. II cancello e fatto
come una volta , ossia globo. Dopo parccclii giorni sbuc-
ciato scorgesi nelle cellule sopraddette i\n liquor fetentissi-
1110 , indi passa in deliquescenza. lo credo clie il fungo
(lescritto dal sig. Malacarne , clie dice aver trovato a S. Ze-
none , non sia altro clie il clatro caucellato di cui par-
lasi. Li alcuni paesi v" lia il pregiudizio ancor vigente nel
volgo die clii tocca 11 n tal fungo vien preso da cancro ,
cpiinci scoperto cgli da taluno , costumasi seppellirlo al-
1 istante (i). lo lo trovo in ogni anno nel bosco del giar-
dino botanico.
Trighia
Dermatocarpi.
Char. Fungi membranacci , coriacei , aut villoso iiitus pul-
vere farctis. Trichia Ilaller. Peridium rigidiwi super-
.sistens , capillitium suhcompactum basi adiintum , ela-
stice se expandens . Bull. loc. cit. t. i , p. 68 , tab. i ,
gen. 4. Trichia conferta flava aurantiaca , nitida , pe-
ridio sphcBrico , scepe sessilis persistente. D. C. Syn.
n.° 643. Ic. Bull. loc. cit. tab. 417, iig. 4.
I peridj di questo genere di fungbi sono sessili o pe-
duncolati o portati in comune sopra una ineuibrana ap-
j)arentissima allorclie giovani. Raccbiudono dei filamenti,
clie sono attaccati al peduncolo , o alle pareti del peridio,
cbc portano dei globeti pulverulenti nuinerosissimi. [1 peri-
dio dclle tiicbie e dei sferocarpi e ovoideo, o sferico, sessile,
o peduncolato , clie rompesi da se.
I. Trichia gymnospcmia.
T. snbrotundii , sessilis , spndicea , pulvere iiudo. Persoon.
Tab. 6. Iig. I . Sphcerocarpus sessilis orbicularis , cxUis
fusco nigricans „ intiis aureus , reticulo fibrosa fugaci
vix perspicuo. Bull. Cliamp. pi. 417, f. 5.
(l) Tiiove dans son Cliloiis du dt'-j>;tilciiionl des Landes.
Bibl. hal. T. XXXVlf.
-4
370 OSSERVAZ. CCC. SOPUA I SINTOMI VELENOSI
II pcrklio ili qucsto fnngo c sferico , luccntc all" csterno ,
ordiiiaiiaineiUe d" uii glallo tloi-ato , qualche volta Ijruua-
stro o plnnibeo , sovente sessile , qualciie volta portato
sopra un corto pctkuicolo e ciliadrico : la membraua della
liase e bianca assai apparente, I perldj si aprono irre-
golarmente , e la loro parte infcriore rimane ordinaria-
iiiente come un calice lacerate : la reticclla filamentosa ,
c la polvere soiio d' nil giallo dorato. Cresce in agosto so-
pra i tronchi degli all^eri niorti, c io lo trovai vicino al-
r oratorio di S. Damiano , stradale di Belgiojoso.
GE A STRUM.
Char. Volva radlcatim faso , peridium loeve ( acuule ) ore
piloso dehiscens.
1. Geatrum hygrometricum.
G. radio muhifido nifescente , peridio sessili , glabra pnlU-
diore. Persoon. Disp. Meth. fang. p. 6. Geastrum. Bull.
loc. cit. f. I , pag. 68, t. I. Gen. 6, fig. 29. Ly-
coperdon radiatum. Batsch. Elen. fung. p. i5t. Flor.
Dan. tab. 36o. Bolton, fung. t. 179. Geas. hygrome-
tricum. Persoon. Syn. i35.
L" inviluppo esterno di questo fungo e un bruno rosso
e dividesi in 6 o 7 raggi , che si ravvolgono alT iuiljasso.
II suo dianietro allorche e esteso e di 7 centini. circa. II
peridio e dello stesso colore che la base : e sessile , sfe-
rico alia soinmita , e fa centre alia base da una volva ta-
gliata in piii parti segnata da strie retifornii. Questa specie
lia la proprieta , che il suo involucre esteriore e raccar-
tocciato all' indietro allorche la stagione e secca , e tro-
vasi in un niodo opposto allorche 1' atniosfera e uniida.
Cresce nei boschi , e, soprattutto ne' luoghi ombrosi e sel-
ciosi , ed io il trovai nel bosco della villa Eleonora , pro-
prieta Paleari , fnori delle mura della nostra citta.
TULOSTOMA'.
Char. Peridium stipkatum., ore cylindrico , cartilagineo. Tulost.
Squamosum. Var. fi. Persoon. Syn. 139. Tulost. Fi-
laiwn. Bull. Champ, tab. 471. F. T. Lycoperdon pe-
dunculatum var. j3. Linn, spec. 1 6S4. Bull. Cliamp.
p. 161 , tab. 294 et 471, iig. a, Batsch. Elen. fung. 3,
tab. 29. fig. 167.
Nlf FUNGIir NEL TAVESK. 3/1
I. Tulostoma bramale.
T. Peritliuin stipitatutn : ore cylindrico cardlaginco. Bull.
Vol. I , p. 68 , tab. I. Gen, VJ. lig. 39.
Qiiesto fiingo ha uri coloi'e l^iancastro , il peduncolo ci-
linJrico , ordinariaineiite glabro , qualche volta scaglioso :
luiigo tre centiinetri, vuoto , e qualche volta attraversato in
tutta la sua lunghezza da un filo longitudinale slccome si
scorge in diversi agarici. 11 suo pcridio e globoso aperto
alia sonimita con un foro ritondo lieveniente prominente.
Cresce nei luoghi sabliionicci in inverno ed in primavcra.
Lycoperdon.
L. peridium caulescens , apice demum ruptiun , vcrrucls dc-
ciduis obsitum.
Lycoperdon. Bull. loc. cit. tab. i. p. 68.
Lycoperdon. Syiec. Lin, Bull. — Bovina — Scltcrodermn et
Lycoperdon Per soon.
Licoperdi.
Carattcri. = Questl funghi sono formati con un peri-
iTio ordiaariamente globuloso , ripieni in gioventu d' una
<ai-np solida , biancastra , d" odore fragi'antissinio; poscia
ingiallisce , si decompone in una sostanza marcida ed
uniida, chc poscia essiccando, cangiasi in una polve-fulva
o vcrdognola abbondantissima mista a filamenti. AUorche
sono niatnri si aprono all' apice piu o nieno regolarmente ,
espcllendo questa finissima polvere a guisa di fumo.
I. Lycoperdon caelatwn. Bull,
L. magmtm obconicum paJlescente alhidum, squamis latiuscuUs
subtus plicatuni , radice ccespkosa. D. C. Syn. n°. 71.3.
Persoon. Syn. p. 141, n.° 2. Bull. Champ, p. i56,
tab. 480.
L. gcmmatuin. Schcfffer. Fung. 4. p. i3o. tab. 189.
Lycoperdon bovista.
Questa specie e assai grossa in forma di trottola , riton-
data alia somniita , e sta fissa fortemente al suolo nierce
gran copia di fibiillc radicali : la carne prima e bianca ,
poscia giallastra , prende una tinta bruna assai carica , e
cangiasi flnalmente in una polvere di colore I'uligginoso. 11
6y2 ossrnvAz. ccc. sorRA i sintomi velenosi
suo jierJdio gi'.icllc , prinia bianco , dopo cenero^nolo , o
rosuastro , finaloientc d'' un l)runo pin o iiicno carico. La
siipcrficic di rado c liscia , nia piu spesso coperta da punte,
allargate alia base , fonnanti dcllc screpolature a guisa di
tanti poligoni. Trovasi in luglio, ed anclie in autunno avau-
zato sul suolo al caiiipo Maizio fuori di porta Stoppa.
Dicesi volgarmente Pet de Louf. Allorcbe giovane niangiasi
da tutti avidaniente , essendo gnstosissimo.
2. Lycopcrdon gigautciun.
L. suhacaule , glohosuin maximum ex alhido-pallescens sqiia-
mulis sparsis subosoletis. Persoon. Syn. pag. 140. D. C.
Syn. n.° 712.
Lycoperdon Bovista maximum globosnm , came alba semini-
bus subfuligineis, pcricarpio tamui , flacido, radice gra-
cillima. Bull. loc. cit. tab. 164 et 447. Schaffer fung.
Bav. tab. 191. Batsch. elenc. fung. tab. i65. Clus.
hist, a p. 188.
Qucsto fungo e costantemente ritondo e presso che sfe-
rjco. Arriva dai i5 ai 3o centimetri di diameti-o. La sua
radice e estremamente piccola : la carne prima liianca ,
poscia d' iin glallo verdastro , prende in ultimo un* color
bruno grigio , cangiandosi in una polve fuligginosa. II pe-
ridio in gioventii e biancastro, poscia rosso , indi cencro-
gnolo e delicato, sovrattutto verso la parte superiore , ove
egli presenta delle areole irregolari. La superJicie e liscia
ed un poco piumosa. Cresce sul suolo in autunno e noi
il trovammo nei prati vicino a Scarpone , a S. Leonardo
alia sinistra del Ticino,
3. Lycoperdon excipuliforme.
L. magnum albidum, peridio subgloboso, verrucis spinulosis
sparsis , caule subt.ered longo plicato. Persoon. Syn. p.
145. D. C. Syn. n.° 809. Ic. Bull. loc. cit. tab. 480.
iig. 2. Sclicpffcr. Fung. Bav. tab. 187 et 290 , 296.
Lycoperdon excipuliforme. Var. a. Persoon loc. cit.
Lycoperdon proieus excipuliforme. Bull. Cliamp. ]). 148,
140. fig. 2.
Questo fungo al dire del signor Decandollc dilFerisce da
tutte le varieta del L.ycopcrdon Proteus, dappoiclie il suo
j)eduncolo, che e assai lungo ,. si rigonfia alia Ijase, e si
Ne"' FUNGIII MEL I'AVESE. ^j3
ristrino;e alia sommlth , mentre accade air opposto nel L.
pioieus. II peridio e globuliforme , liscio, un poco iloccoso„
prima d'' un bianco giallogaolo , e poscia Ijruiio. Cresce
sopiM il suolo in luogo arenoso ed asciutto.
4. Lycoperdori Proteus.
L. Peridio hemisphoerico Iceviusculo , priino alho , demwii griseo
rufescente , verrucis paucis , sdpite brevissiino , racUce par-
va. D. C. Syn. n.° 74. Ic. Bull. loc. cit. tal). 435.
fig. 2 , tab. 340.
a. Lycoperdon proteus caepeformis. Bull. Champ, p. 148,
I 35, fig. 2.
Lycoperdon praten^e Per soon. Syn. 142.
^. Lycoperdon ovoideum. Bull. loc. cit.
7. Lycoperdon piriforine var. J3. Persoon. Syn. 148.
0. Lycoperdon hiemale. Ball. tab. 72.
$. Lycoperdon lacunosum. Bull. tab. 62.
Questo fungo ora e ritondo , ora a guisa di trottola ,
prolungantesi in fine in un peduncolo, un poco rappicciolito
alia Ijase. La carne prima bianca , cangiasi poscia in pol-
vere Ijruna. 11 suo peridio bianco in gioventii grigio ,
rossiccio diviene allorche adulto, .finalmente bruno in vec-
chiaja, e diviene floscio allorche emette la semente. La
superficie qualche volta e liscia, tal altra cotonosa , so-
vente munita di punte , o papille di figura variatis>sime.
La radice e piccola, e la base del fungo presenta sovente
delle f'enditure o depressioni irregolari. Questa specie ci
si ofFre sotto molti aspetti, ma nou sono clie semplici varieta.
Cresce in terra nei prati aridi e luoglii sabbionicci.
5. Lycoperdon. gossypinum.
L. gregariuin minutuluni glabro-turbinatum , subliinuginosnin
palUdnm. Persoon. Syn. p. i5c. D. C. Syn. n.° 710.
Ic. Bull, loc. cit. tab. 435. fig. i.
Questa specie e la piu piccola di cpxante noi al)l)ianio
La sua forma e quella di una trottola presso clie gloljulosa.
La superficie sua e fioccosa. La carne prima bianca si cau-
gia poscia in una polve bruna. II suo peridio e delicato,
flessibile, molle prima d'un bianco lattco , poscia giallastro^
finalmente d'un bruno chiaro. Cresce sopra i logni morti ,
carattere die sarebbe bastante a distin^juerlo dalle alt re spe-
cie conceneri die costantcinentc crcscono in terra.
374 OSSliRVAZ. eCC. SOI-HA 1 SlNIOMl VELENOSl
6. Jjycoperdxni andrnsiaccum.
L. subglobosum ccesio-griseum laive subtus plicatwn , cor t ice
tenui, corne finna, rubra pulvere subnigra. D. C. Syn.
n." 708. Persoon. Syn. p. i Sy , n." 3.
BovLsta plumbea, subglobosa ccesia. Persoon. Syn, iSj.
Qnesta specie rnsson^iglia assai alia lycogola miniata. Sic-
rome essa e sprowista cli scas;;lie e tuberco'.i sopra il glolio ,
ma in luogo cVessere ripiena in gioventii d'un sugo liquii.lo,
oflVc una solida carno d' un colore rossigno , clie essiccando
cangiasi in una ])olve lu'iina , framniista a dei filamenti. II
pcridio e gi'acile , coriaceo, flessibile , bianco in gioventii,
d'un gvigio azzurrognolo in niaturanza. Si apre alia som-
niita, e poscia si disti-ngge. Trovasi in autunno sul suolo
ed in ogni anno io lo trovo nel bosco della Villa Subur-
liana Paleari fuoii di porta Cremona. Male a proposito il
signer BuUiard dice trovarsi questo licoperdon sopra i legni.
7. Lycopcrdon pediinculatnm. Lin.
L. stipite longo, capitulo globoso glabra, ore cylindrico in-
tegerriino. Pull. Herb. tab. 17.
lyroperdon pedunculat.um. Far. fi. Lin. spec. 1654. BulL
Champ, p. 161, tab. 294, et tab. 471, fig. 2. Batsch
Elenc. fung. 3, t. 29, fig. 167.
Mi accadde di trovare questo fungo nello scorso anno in
primavera sopra il inuro d' nn giardino cbe e posto a
fronte al nostro castello. Avea un color oscuro, un pe-
duncolo cilindrlco , scabro , lun£>;o 5 centiinetri , avente
alia base delle jiicciole radici. II siio peridio globirornie .,
apcrto alia sonnnita da un foro perfettamente sferiro .
Anno cUnico-mcdico compilato dal dottor Carlo Spe-
RANZA , gid I. R. medico proviiicicde nel regno
Lombardo-Vencto , ed or a professors di terapia
spccicdc c dl clinica medica nclla diicale Uiuvcrsitd
di Parma; pr ernes sa, una prolasione sui fondamcnti
della mcdicina teorico^pratica. Anno accademico
1822-23. — Parma^ 1824, dalla tlpogiafia ducalc,
in 8.*^, di pag. 204.
I
L piano, giusta il quale il prof. Speranza lia compilato
I' anno clinico-metlico suddetto, ci sembra , a dire la verita ,
niolto lodevole, e merita certamente I'approvazione di tutti
coloro i quali haiino una giusta idea dello scopo a cut
londoiio i lavoii di simil fatta. Egli nel presentare al pub-
blico i risnltamenti delle cure fatte nell'Istituto clinico di
Panna durante il nienzionato anno accademico, non ha
voluto liniitarsi ad una semplice sposizione delle medesime,
nia avricchire il suo lavoro di numerose ottinie conside-
razioni. Esse , mentre appalesano il niodo di vedere in
niedicina del nostro autore, e le eminenti sue qualitk come
medico pratico, rendono senza dubbio le osservazioai ivi.
raccolte grandemente utili alle pcrsone della professione ,
e vie|ipiii ngli iniziati nella medesima. I fatti , quando non
siano ridotti ai lore priiicipj col soccorso del raziocinio e
della induzione , non sono altro che i ciechi ajuti del-
r einpirismo.
Gli ammalatl ricevuti nell' Istituto clinico durante 1' anno
accademico sono ascesi al numero di i53 colla perdita
del 9 1/19 per 100. Questa proporzione tra i guariti ed
i morti , che segna una mortalita minima , quando sia
posta a confronto con quella registrata nelle tavole dei
risnltamenti ottenuti in molti spedali e cliniclie mediclie ,
fornisce la prova piii sicura della somma abilita e pru-
denza del clinico di Parma. Ma gli uomini periti della
scieiiza nicdica avranno opinione di lui ancora maggiore ,
quando riflcttano che nel numero totale dei morti sono
tompresi sei individui , contro le malattie dei quali la
terapia ncssun vantaggio poteva arrecarc. Due di cssi
o
76 ANNO CTJNlCO-MF.DICO
attaccatl da polmonito gravissima niorirono nel seconJo
jliorno dal loro ingrcsso nella cliiiica ; due altri erano affetti
da gflstrilc e da disseiiteria croiiica passala alia esulcerazio-
ne; gli ultinii due erano doiuie animalate di polmonite non
grave , di rccente sviluppo , prolvaljllmente capace di giia-
rigione , die niorirono in conseguenza dei vapori del car-
hone. Detratti pei'cio al nnmero totale del niorti i quattro
incurabili , e Ic due sventnrate vittime degli indicati va-
pori, la proporzione niortuaria, come lo stesso professore
Speranza fa osservare , non oltrepasserebbe il 6 per 100,
proporzione cui e dilliclle di riscontrare nelle tavole di
siniili risultati,
II prof. Speranza distribuisce i casi di nialattie curate
nel corso delle sue cliniclie esercitazioui sotto i seguenti
ordini : 1° febhri; 3.° infiainmazioni : 3.° affezioni conta-
piose; z^." profiiaj ; b." idropi; 6." neurosi ; 7.° scolorimentL ;
S." emaciazioni ; 9.° intumescenze. Egli non lia creduto
opportune di dare le storie di tutti i casi morbosi cbe
el)be a trattai-e , ma si e limitato alia sposizione di quelle,
cui le condizioni peculiar! degl" individui ammalati , la sin-
golarita e 1" andaniento dei fenomeni uiorbosi , gli effetti
dei presidj impiegati nella cura , od anclie le alterazioni
organiche trovate per la sezione dei cadaveri reiidevano
necessarie ed istruttive. Del resto , anzi clie dare ai sin-
goli fatti quella scolastica nojosa cstensione , di cui ve-
tliamo tin troppo spesso ingonibrate le opere di questo ge-
nere , gli ha menzionati per la maggior parte in una nia-
niera aftatto coacisa , indicando appena quei c.tratteri die
sono cssenziali j)er la diagnosi <]olle varie forme morliose
e loro natura , non die gli effetti otteauti dal metodo di
cura o da un dato rimed io.
Mentre dal canto nostro ci dicliiariamo soddisfattissiini
di una tale condotta dell' autore , non possiamo a meno
altresl di lodare le giudizlose riflessioni , di cui lia saputo
corredare presso die tutti i generi di malattie da lui trat-
tate e riferibili agli ordini nosologici suddetti. Esse ten-
dono specialmente ad illustrarne la genesi e T essenza , a
spiegarne ia niodo plausil^ile 1" andaniento e le anoinalie
in questo osservate , a spargere auova luce suU' azione
delle potenze nocive e dei rimcdj , in fine a perfezionarue
il metodo curativo. Tanta erudizione e sagacita troviamo
impiegata nella loro esposizione , die se da una parte
nOMPlLATO DAL DOTT. CARLO SPERANZA. 877
abljlanio in esse il testimonio iiidubitato del pi'ofontlo sapere
clell'antore nolle diverse teorie mcdiclie antiche e moderne,
e della retta pppllcazione cli' egli sa fame alia pratica ;
dair altra 11011 esitiaino ad asserire , clie un anno clinico
ill sillatta nianicra compilato , liingi dalT essere un sem-
plice ragguaglio dei risultamenti otteuuti nella cura delle
malattie per questo o quel metodo, per un rimedio piut-
tosto die per vm altro , e un coiiiplesso di sane istruzioni
patologiche e terapeuticlie , clie lianno la loro prova nei
fatti uiedesimi , a scliiarimento dei quali furoiio introdotte
ed esposte.
Premessi questi cenni generali suU" opera clie aniiunzia-
nio, e fatta manifesta cosi ai lettori la nostra opinione
sill merito della niedesima , ci resterebbe ora d" Intrapreii-
derne la rivlsta analitica ; ma noii permettendo i nosti'i
limiti di occuparci a parte a parte di tutti i casi morbosi
in essa registrati , ne delle riflessioni aggiuntevi , abbiamo
scelto per questo estratto il solo articolo febbri.
Tehbri intermittenti. Quattoi-dici febbri periodiche furono
trattate nello stabilimento clinico durante V anno accade-
mico 1823-23. Otto di esse erano terzane seinplici , sei
delle quali nate in priniavera ed in asciutta regione , due
in autunno ed in umido suolo. Cinque delle vernali ce-
dettero al salasso ed ai purganti ; la sesta , ribelle a questi
prcsidj , fu vlnta col solfato di cliinina , che val.se pure
a tioncare il corso delle due terzane autunnali , previo
un pnrgante nelP una , e T eiiietico nell' altra. — Tie al-
tre terzane presentavano i sintomi della larvaia peripneu-
monica , o sia dell" orgasrno vascolare al polnione , nate in
soggetti di temperamento robusto , nel mese di maggio ed
in citta d' aria salubrc : furono imniantinente troncate col
suddetto rimedio , previo un salasso in uno dei tre casi
soltaiito. — Le ultime tre decorrevano a tipo di quar-
tana semplice : due vernali nate in luogo eminente, in
soggetti di buon temperamento e seiiza indizio di alFe-
zione al basso ventre , scomparvero sotto T uso dei pur-
ganti: nel tcrzo caso a nulla giovarono il salasso, i pur-
ganti , il pepe nero : la tronco il solfato di cliinina. < — •
Epicrisi. La giornaliera osservazione lia dimostrato che le
febbri periodiche non sono proprie soltanto dei luoglii pa-
ludosi , di un' aria nialsana e delT autunno ; ma che soi*-
prendoiio piii o meno anche gli abitami delle moiiiagne ,
?,y8 ANNO CLINIOO-MEDICO
«i un' ntmosfera jwrissiina , ed in qualunqne stagionc. Noii
ostante si o j^roteso dai iiiedici lU quasi tutti i tempi, chc
circa al carattcre ed alia natura loro fossero lien diverse
le febbri perioJiclie veriiaii d;dle autunaali , e quelle dei
luofflii asciutli dalle altre dei luogiii uinidi , o originate da
niiasmi paludosi. Ha in seguito accreditato non poco questa
opinione il vedere , die mentre le periodiche vernali , e
delle regioni asciutte cedevano al salasso , ai purgaiiti ,
agli antiflogistici ; le autunaali e quelle dei luoghi palu-
dosi il pill delle volte ribelli a sifl'atti prcsidj , ricliiede-
vano r azione tonica, corroborante della corteccia peru-
viana. Qniudi nacque la distinzione delle febljri intcrmit-
tenti in iiifianiniatorie e nervose , o sia iu istenlche ed
asteniche , poscia iu ipersteniche , iposteniche ed irritative.
Onde si possa determinare con qualche precisione , se una
tale difFerenza eslsta tra le une e le altre , il prof. Spe-
ranza ne esaniina i fenomeni morbosi ciie esse presentano
dal suo ingresso fino alia declinazione, noii che il nietodo
curativo. Ei di proposito riflette , i .° che 1' apparato fe-
nomenologico e simile in tutte , e la une e le altre ci of-
frono i medesinii sintomi di afFezione alio stoniaco , al fe-
gato, alia milza, indipendentemente ancora da gastrica com-
plicazione , di esaltaniento morboso delle priucipali fun-
zioni dcir organlsnio e specialmente del sisteraa sanguifero ,
degli organi respirator] e secernenti , non clie delle stesse
facolta intellcttualii 2.° die tanto nelle vernali, quanto
nelle autunnali vedonsi indistintamente .".taccati gl' indivi-
dui di qualnnque condizione e stato; 3." che durante la
reazione febbrile convengono in tutte le bevande subacide
antiflogistiche , e nell' apiressia gli euietici , i purganti, il
salasso , e se questi non giovano , la corteccia peruviana,
o il solfato di chinina ; 4.° che le recidive sono comuni
tanto alle one quanto alle altre , e tutte producono col
rinnovarsi degli accessi delle niorbose altei-azioni ftei vi-
sceri splancnlci, le quali danno origine poi a nuova febbre
remittente , non piii domaljile col febbrifugo rimedio. Dun-
que ne V apparato fenoinenologico , ne le cause , ne il
nietodo curativo, ne le nialattie secondarie, ne i vizj po-
stunii ci illuminano sulla pretesa difFerenza essenziale delle
intermittent!. <i Sarebbe desiderabile , prosegue 1' autore ,
>> che air indicate scopo si potesse colle sezioni cada-
» veriche rilevare la condizione patologica delle febbri
C03SIPILATO DAL DOTT. C VUI.O SPEPvANZA. OJ()
I) periodiche , pel* vedere se qualclic varieta sussistc fra di
" esse ill forza dolla localita e dclla stagionc. Ma la di
» loro facilita di terminare in guarigione, o di sviluppare
>t malattle secondarie ha sempre tolto ai medici 1' occa-
» sione di scoprirne la vera essenza. n Le. congestion! di
sangne osservate all' intorno dei precordj d' Individ ui inorti
durante il freddo febbrile e un efFetto della condizione
in cui si trovano le arterie ed il sistema capillare in tale
stadio. Le ostruzioni , le flogosi croniche troyate dopo
inorte nei visceri addominali , non costituivano V essenza
della febbre , ma ne erano eiFetti secondarj. Essa non puo
riporsi nella gastro-enterite, o nelie inlianiuiazioni di diversi
sistenii , poiclie 1' interniittenza della flogosi non e ancora
jsrovata, e spesse volte la febbre intermittente cede al-
y USD di rimedj die sarebbero pinttosto atti a produrla
che a guarirla. Tra le fa vole devesi jjoi ascrivcre 1' opi-
nione , secondo la quale ne e incolpata una specie d' in-
setti di natura cfiniera. Escluse tutte queste idee sulla
condizione patologica della feljbre intermittente , il pro-
fessor Speranza, appoggiato a varie considerazioni si teo-
riche che pratiche , 1' ammette con altri « in una altera-
>i zione del sistema epato-sjilcnico , e consisteiite in una
" congestione o turgore nell' organo piu l^iliare die san-
" guigno,e cagionata da un leggiero stimolo od irritazione
» del medeslnio. " Posto un tale principio, esclude la forma
rpostenica dclle febbri periodicbe, delle quali tutte giudica
iJentica la natura , e vere soltauto le differenze acciden-
tali, Egli niega che il miasma paludoso ne sia V occasione
esclusiva , potendo esse avere origine da moltiplici cause
atte a indurre la detta condizione patologica , e special-
mente dall' umidita , che tanto influisce in alterare il cir-
colo del sangne nel fegato e nella uiilza , e la secrezionc
della bile. In appoggio di tale opinione sulla natura ed
ossenza dolle feld)ri periodithe adduce anche la pratica
dei medici antidii , ed anche di alcuni moderni , di cu-
I'are cioo queste affezioni col salasso , coi purganti , cogli
ometici in qnalunque stagione e luogo. II primo di silFatti
jircsldj , sobbcne non reputato assolutamente necessario ,
lo crcde poro convenevole nci casi di periodiche , che si
}irpscntano coir nspetto d" inllammazioni o di ueurosi ( feb-
liri pcrniciose ) , fcmmicnl che non da altro dipondono, se-
condo lui .. die ila conjrestionc san'ruijina e da turgore nci
38c ANNO CI.INIGO-MEDICO
visceri ili cjualclie cavita per .n;li effettl della inornmlo dl-
stiibnzionc del saiigue durante lo stadio del freddo e del
calore febhrile. 11 salasso ne impedisce il progresso a lenta
llogosi ed alio svilnppo di fcbbre remitteiite , die ren-
dono poi iautile aiizi dannoso 1' uso delta corteccia peru-
viana. Gli emetir.i ed i purganti camljiano la coudizione
]:)atologica del sistenia epato-spleiiico togliendo lo stiinolo
die induce 11 suddetto turgore od orgasuio , o sia quello
stato da cui si fa pas^aggio alia flogosi col rinnovarsi de-
gli access! febl)rili, Quindi si spiega , dice egli , perche
nella niaggior parte del casi recliino vantaggio troncando
la febbre o iaducendo 1' opportunita per 1' azione antipe-
riodica ( non corroboraiite o tonica come alcuni preteu-
dono ) della corteccia peruviana , o del solfato di cbinina,
die reclde il corso delle periodiclie si vernali die autun-
nali , si de' luoglii asciutti che umidi, e nate in individui
jiosti sotto qualunque circostanza.
Febbri irritative seinplici. Furono curate sei febbri di
questo carattere , -alcune di tipo interniittente , altre di
remittente , ma in tutte irregolare , prodotte da vermi-
nazione complicata col gastricismo, Cedettero feliceniente
all' uso degli enietici e degli evacuanti.
Febbri continue. II prof. Speranza distribuisce le febbri
di questo tipo da lui accettate neU' Istituto clinico in quelle
die interessano i.° il sistema sanguigno (^sinoca o febbre
nno^iotcnica). — a." II gastro-epatico {biliose). ■ — 3." L' or-
gano-encefalo nervoso ( nervose ).
Le sinoche o febbri angioteniche furono nove, otto
delle quali ebbero un csito felicissimo sotto Y uso del
salasso , del tartaro stibiato, della digit.ale , di qualche pur-
gante^ e delle bevande controstimolanti. II nono caso de-
gcnero in encefalite con apparenza di tifo. Ne fu sorpreso
un contadino d' anni 38 , di temperainento robusto , in
dicemljre , dopo gravi fatiche ed vin viaggio a cielo pio-
voso portando un carico suUe spalle. Accettato nel gior-
no 4.° di nialattia gli furono successivamente prescritti
varj salassi, 1' applicazione delle sanguisugbe all addome ,
poscia al capo , i purganti , le soluzioni antimoniali. La
malattia , se si eccettuino alcuni intervalli di calma , ad
onta di cosi fatto trattaniento fece gravi progressi , ed i
sintomi doll' encefalite si presentarono in chiarissima luce.
Fu continuato lo stesso nietodo di cura , sostituiti ai riniedj
COMPILATO DAL DOTT. CARLO SPEIlANZA. 38 1
suilflctti 11 calomclaiio c In gialajipa , fino al giorao j 9 di
nmlattia, in cui eravi gia tntto T apparato fenomenologico
del tif'o pill grave con fatale ablianclono delle forze. Si
appljco uii vescicante alia nuca , e ne! giorao 20 di ma-
lattia si proscrissei'o la canfora e due vescicantl alle co-
^ce. Nel gionio 22 ricomparvero i sintonii d' iiTitazione
e di morboso eccitameato al ccrvello , agli organi respi-
rator] , al tubo intestinale : aljbandonata la canfora , fu-
rono prescritti il decotto di tamarlndo e 1' applicazione
fredda sul ventre. L'amiiialato peggioro di niano in mano ,
e niori nel giorno 27 di malattia dope quattro giorni di
sopore generale e di uno stato poco dissimile dalla morte.
Per la sezioue del cadavere si trovo il polmone ingorgato
di sangue , ed in qnalche luogo adeso alia pleura ; efFu-
sione arquosa nel cavo addominale e congestione di sangue
nel vasi enterlcl ; uno stato simile , con tracce di pre-
gressa flogosi , del vasi della dura niadre e delT encefalo,
nel cul ventrlcoli eravl raccolta dl slero. — Epicrlsi. II
prof. Speranza seguendo i principj del modernl riforma-
tori nega la possibllita delle febbri essenziali, e considera
la sinoca , o febbre angiotenica , prodotta da flogosi esi-
stente In qualche parte del sistema sanguigno. Egli pero
luflette clie non devesi nell' efemera e nella sinoca mite
supporre dl gia avvenuto un tale processo. La faclllta e
prestezza con cui V esaltata reazione vltale in simlli casi
e per lo piii superata col riposo o con bevande antlflo-
gisticlie , io persuadono a riconoscerne ia condizione pa-
tologlca in un orgasmo snn^ulgno e nella corrispondente
reazione , senza die al)bia luogo per anco la flogosi.
Quando poi 1' efemera o la sinoca mite spontaneamente
o sotto r uso dl tai presidj non cede , egli considera fa-
cillssima la dilFuslone della causa irrltaute e lo sviluppo
della flogosi In qualche parte del sistema sanguigno, onde
si genera e si sostiene la sinoca pifi o meno vlolenta ,
non clie In seguito una generale angiolte , se la flogosi,
non venendo frenata , si propaga a tutt' 1 vasi sanguigni
e specialmente 1 maggiori. Dletro tali principj, e dopo avere
rifiutata 1" opinione di Boisscaa sulla sede dcIUi feiibre
angiotenica , e dicbiarata Incerta quella di Cullcii sulla
genes! della malattia, di cui fu vittlma II contadlno suc-
cltato , egli s' accinge a rcnderne ragione applicandovi
i principj stessi , attiuti dalle riflessloni del dinico di
38^ ANNO r.JJNXr.O-MEDICO
Bologna suUo iiialattic per llogistlca difTusione , e dagrinsc-
gaamenti di IJogilson suUa piontczza del sistema saiigiii-
gno a propagate la flogosi. Egli gindico infatti il suo pa-
ziente assalito da sinoca , clie estese poscla i suoi raggi
al cervello. Anzi che attribuire tanti fenomeni ccfalico-
nervosi ad una febbie tifica , o al passaggio della malat-
tia ad uao state astenico , li crede effetto della flogosi
detenninatasi sul cervello. Di la egli coniprese perclie la
canfora aniininistrata per snggerimento altrui esaccrbava
i fenomeni morbosl , o non valeva aluieno ad impedire
ulteriori process! , ne a togliere i gia esistenii , e contro
i qnali erano di gia inntili i soccorsi deir arte salutare.
Fehbri hiliose. « Oggetto della presente afFezione furorio
" due rolmsti contadini, I'uno e i'altro felicemcnte gua-
» viti con metodo controstimolante. » In uno pero la
febbre era piu violenta ed accompagnata da sintouii nii-
naccianti flogistica dift'usione. Se ue ottenne una perfetta
cnra con quattro salassi, con due appUcazionl dl sangui-
suglie air ippocoudrio destro ed al torace , coi purganti
e colle bcAande acide. ■ — Epicrisi. G. P. Frank ed i mo-
derni medici della Francia , fra i qnali Piiiel coUocano la
scde della feljbre gastrica o sia biliosa nel canale gastro-
enterico , attribnendone la condizione patologica alia irri-
tazione della memljrana mucosa. II nostro autore , quan-
tunque non ne consideri la bile quale assoluta cagione,
ania meglio di conservare la denominazione di febbre bi-
liosa, " perche la prima impressione morbifera si esercita
". sul sistema epatico per indi comunicarsi al gastrico. »
La convenienza di sifFatta denominazione , e la sede pri-
niaria della malattia sono provate , secondo lui , dalle
tracce d' iniiammazione gangrenosa del fegato osservate da
Spigelio^ Forcsto, Bianchi^ Falcarenglu e Tonimasini negl'indi-
vidui morti di febbre biliosa, non ciie dalle osscivazioni
del prof. Meli^ il quale ne riconosce la condizione pato-
logica nella flogosi del sistema vascolare della vena porta ,
cliiamando ralterazione del canale gastrico una conseguenza
della prima infiannuazione, la quale si e comunicata
dair uno all' altro sistema. Cio pusto , egli considera la
delta afFezione come una febbre secondaria e prodotta
da flogosi nel sistema epatico. Quindi e che la febbre
biliosa pno essere coufusa coll' epatitc acuta, di cui pre-
SPiita iiic.Itipliii fenomeni. " La romparsa pero del calore
COMl'ILATO DAL DOTT. CAKLO SPJEUANZA. 383
tt urente alia pclle , la SQiaiiia , T ambascla , T aflanuosa
» inol)ilita delP iiifcrmo , la seto iucstinguilaile e tosto
)/ sollevata dalle bevaiide dilucnti, il colore itterlco com-
" parso siuo nei primi istanti della malattia >; gnidarono
il prof. Speranza , e saranno di scorta agli altri nel di-
stinguere 1' una dair altra atFezione. — Se tale , come e
indubitato , e la natura della febbre Ijlliosa , e si faccia
viflessione altresi alia facilita con cui nel suo andamento
avvengono delle flogosi parziali per dlfFusione flogistica _,
dai nostrl antecessor! dette metastesi , e da Stoll compli-
cazioni biliose , chiaro apparira, diceegli, il profitto che
nella cura della iiiedesima devesi aspettare da un pronto
ed energico metodo controstlmolante , hasato prima nelle
deplezioni sangiiigne general! e locali , poscia ncgli eme-
tic! e ne! purganti.
Febbre nervosa. Un solo caso d! febbre nervosa o tifo
acute gii presento un giovane coutadino d' aun! 2 1 d!
temperamento robusto , e che v! soccombette nel quinto
giorno dal suo ingresso nel clinico Istituto dopo quattro
giorni di « opportune metodo curat! vo. » La sezione ca-
daverica mostro maccliie gangrenose sul peritonco , sul
ventricolo , sugl' intestin! , nou die tracce di ])regressa
llogosi nel cervello. Quest' es!to funesto coml)iuato colla
espressione opportuno metodo curatwo , d! cu! 1' autore ha
usato, ne appalesano bastantenieute le idee sul carattere
dell' alTezione.
Don. Chiolini.
OO^
Maimale pel Droglderi , o sla storia , pi-ovcniciiza c
curallerl fisici ddlc drng^he e di altre sostanze
dcstiiiate agli usi medici cd allc artl , su le loro
falsificazloiil e sal modo di. scoprirlc , dl Felice
Ambrosionj. — ■ Pcwia, iS2^ ^ dalla tipografia Biz-
zoni , due lolumi in 8.*^, di pag. 3o3-327.
A u6 accorlarsi airautore qnello cJie egli dice nella pre-
fazione, clie il dizionario dclle droghe di Lemery lia pei-
duto a cagione delle nuove scopcrte gran parte della sua
ntilita , anzidie della sua celebrita , giacclie fu una delle
prime e piii compiute opere die su questo importante
argomento si pubblicassero in Europa , e sotto questo
aspetto conserva ancora un nome onorevole. Ammettianio
pure die il Sangiorgio abbia, se non esaurita , almeno lien
trattata in parte la materia nella sua Storia delle piante
medicate; sebbeue il siio libro non sia il piu adattato pei
negozianti di droghe. Ma 1' autore di quest' opera non
avrebbe dovuto soltanto accennare , die la descrizionc
tielle droglie vegetabili egli !ia concentrata nel suo testo
con quella di alcuni inetalli , di altri fossili , di qualdie
sale , ccc. , ed avrebbe potuto invece annunziare , die il
suo libro raccoglieva le sostanze dei tre regni , conosciuto
sotto il nome di droglie, e cosi pure die grato ed istruttivo
avreblie potuto riuscire il suo lavoro , non solo ai drogliicii,
ma ancora ai farmacisti , ai profuniieri, ai confetturieri ,
c a tutti coloro die delle diverse droghe fanno uso nelh-
loro arti o me'^tieri.
In generale le notizie esposte delle diverse sostanze per
ordine alfabetico, die certamente potrcbbc riuscire como-
dissinio , sono chiare , precise e l^astanti alio scopo al
quale r opera e indirizzata ; si potreljlie tuttavla deside-
vare quahlic maggiore esattezza nci nonii proprj , e mas-
sime in quelli relativi ai luoghi piii vicini : la fabbrica ,
per osempio , di acido solforico die iiorisce in Milano ,
non e condotta dal sig. Michele Folcione , ma Ijensl da I
sig. Michele Fornara , detto per sopraiinonie il Folcione.
Cosi ])urc non vediamu couif il cunqilcs&o o la scric degU
MANUALE PEI DROCHIERi, CCC. ooa
ncidi possa noiuinarsi una repubblica; come si parll soltanto
deiracqua i*agia ell Provenza e iion di quella del Pieiuoiite,
che si prepara con altro luetodo nelle carbonaje , e non
e punto per moiti usi inferiore alia prima ; come 1' anibra
grigia facciasi provenicnte soltanto dalle coste meridionali
deirAsia , delTAfrica c dcirAnierica , e non dai paesi set-
tentrionali , dove pure e stata trovata e trovasi assai di
frequente ; come in proposito dell' atlume di rocca si parli
da principlo soltanto della sua faljliricazione in diverse
provincie, non altrimenti che se quel sale fosse dovuto
unicamonte all' arte:, come non si accenni 1' identita della
potassa caustira coU' allume di feccia , che e il nome di
quella sostanza soltanto in Lomljardia ;, come non si faccia
cenno dell' uso del risigallo o arsenico rosso , ed in
generale dell" arsenico , nella pirotecnia , ecc.
Troppo leggieruiente si confonde pure colla bincca co-
nuine la biacca o il bianco d' argento , che richiede tut-
t'altra prepai'azione , e die meglio che in qualunque altro
luogo si tabbrica in Farigi. Che il bitume, adoperato co-
me cemento nelle niura di Babilonia , fosse precisamente
r asfalto, non si raccoglie dagli storici e molto meno dai
viagajiatori antichi ; ma 1' asfalto serviva certamente agli
Egizj per imbalsamare i cadaveri , e questo per noi e un
fatto certo , aiiche senza 1' autorita di Slraboiie. Del rinia-
nente poteva questo Ijitume coUocarsi , o almeno richia-
marsi sotto il noine suo proprio di asfalto ; e nientre si e
accennalo il suo disuso nella farmacia , poteva con ragione
nolarsi 1' uso del medcsimo divenuto assai comune nella
pittura. Intorno al l)orace poteva pui'e notarsi, che il suo
acido e siato trovato anche nei lagoni della Tosuana; e po-'
teva pure aggiugnersi, che del borace si fa uso dagli orefici
e da tutti i lavoratori de' metalu , non tanto per facilitarne
la fusione in generale , quanto per le saldature. Ci duole
altresi di vedere scvitto Monardo per Monardes , Muray
per Murray , caccao per cacao , e all' incontro suciiio per
saccino ; castoro per castorto , giacche il castoro per se
'tesso non e droga , ne materia medica ; ingtzioiu per iii-
z.ionl , icticola per ictiocoUa , TayLot per Taylor , Chinkon
■ "'I- Cliinchoa, e clnkona per cinchona, endaco per iadacu,
■'Uii.nii ( parlandosi della goniina ) per anime , bdeglio per
' dcllio 3 cojipale per copale , ecc.
B.OL ItaL T. XXXVIl. id
386 MANU.VLE PEl PXIOCIIIF.KI , CCC.
Liuiitaiido per ora le osscrvazloni nostre sul jjiimo vo-
lume, aotcremo clie tfojjpo digiuno si c niostrato T aiitorc
ijoir indicnre i cUvcrsi usi del ciua))ro iielle arti , trascu-
ranJo jievslno il piii coiuune die se ue fa nella ceralaccai
che collo scarlatto tratto dalla cocciai»lia noii s' imprimono
gia le stoffe , ma si tiugouo in quel colore le lane, e clie
i! caniiino si falibrica noii solo iu Francia , roa aiiclie in
Italia ed in Germania ; die non hen s" inteade come naii-
seosissinii sieno gli iisi. del cremor di tartaro, Ijendie nau-
seose possano esserne le conseguenze ; die parlandosi della
fava tOngo, si cita senipre Plinio sccondo , mentre sarebbe
assai meglio nomlnarlo Plinio il vccchio , affindie non po-
tesse per avventura confondersi con Plinio il giovane^ che
la gonima dragante serve a ben altri usi fuori della far-
inacia , clie non quclli dei faljbricatori di veli e dei tintori
di seta , giacche e la base di tutti i cosi detti appretta-
menti e di molte composizioni e confetture; die la gomuia
gotta si iiomina assai comuneniente in medicina gomma
ganibogia , e non gambogia giitta ; die 1' incenso non si
trae gia dalla juniperus licia , ma forse da tutt" altra pianta,
e finnlmente che il belznino tra le gomiiie e collocaio
fuor di'luogo in ordine alfabetico , trovandosi tra il saga-
peno e il sangue di drago. In proposito dell' incenso go-
dianio di potere comunicare all' autore la notizia die ,,
mentre da treniila anni si adoperava quella sostanza senza
punto conoscere 1' albero che la forniva , questo e state
di recente scopcrto iiell' India dal chirurgo Tiirnbull e dal
dottore Hunter, i quali riconobbero che era la LosweliiiL
serrata^ gia descritta da Roxburgh tra le«plante del Coro-
innndel, e che in Inghilterra si e ancora propos'o di caui-
liiarle il nome , e di darle quello di Libanus thurifera..
Scorrendo di volo -il secondo volume csserviamo che
sebljcne il litargirio sia stato conosciuto dagli antidii , non
si puo asserire , come fa confidcntcmcnte 1' autore <i che
w la conoscenza degli ossidi risale generalmente alia sco-
n perta de" metalli . che sono ( o piuttosto servono, ) loro
" di base >/ ; die il tronco cubiiale di una pianta, appli-
cato all'Agalloco , non e sufTiciente indicativo di carattere
nel linguaggio botanico , e che la preziosita vantata di
quel legno richiedeva che se ne accennasse qualdie uso
tra gPIndiani, e si notMsse che il legno alue dcllc aniiciie
JjJt'z,ierie Jiou e altro die ijualdie fraiuiiieuty dcilo stclu
m lEUCE AiVHUlOSlONI. 38?
deir agave ameiicana , o di qualclie dracena die per av-
veiitura iiiettc liore dopo luiigo peiiodo , donde uacque
la favola delle piaute centenarie ; clie i hicchieri di sau-
talo rosso , se pure si adoperavano ncll' ladie per una
falsa credenza , servivano a scoprire ( in latino dewgere )
uoii a detcrgcre i veleui ; clie il legno saijto nella serie
dei legni poteva piu oppoituiiauientc collocarsi sotto la
rubrica di guajaco anziche sotto quella di legno dopo il
santalo; chc* all' articolo magnesia poteva acceniiarsi la sco-
perta recentemeiite fatta del solt'ato di magnesia uella Yal-
caiuonica i clie in proposito del mercurio poteva acceu-
aarsi V uso copioso e freqnentissiino die se ne fa uella
amalgauiazione per 1" estiazione dci nictalli noljili dalle
miniere, e tra noi andie giornalinente per rlcavare T oro
e r argento dalle terre de' crogiiioli e dalle spazzature dcgli
orefici ed aigentieri ; die forse alcun botauico non rico-
noscera sotto il uoaie di giitdni i frutti o i semi del pepe
lungo ; die in proposito della salsapariglia , della quale si
dice nel libi'o nulla di positive essersi ottenuto coU' ana-
lisi chimica, poteva accennarsi la preparazione nnoAaniente
annunziata della piiriiina; die non neli' Unglieria soltanto,
raa anche in qnalclie paese della provincia di Conio si
prcpara 1' olio de* semi di papavero (, die il the non pu6
dirsi per noi una bevanda insidsa e sclpita , bonche forse
il the inii;liore non passi in molta copia nell' Europa , e
die sarel>lie stato assai iiieglio 1" indicare i diversi the c\ie
si trovano nel coinmercio enropeo , come il the hou , il
verde, il the polvere da cannone ecc., che non il riferire
la distinzione die se ne fa dai Cinesi , inutile certamcnte
pei nostri droghieii.
Degli errori, andie in qitesto volume frequentissimi , di
voci e di frasi , non noteremo se non quelli madornali di
bixa orleana in vece di hixa orellana, donde venne la no-
stra inipropria denominazione di terra orixina ; di Clifford
per Clifford, di cui 1" orto e troppo noto ai botanici ; di
Fuschio per Fuchsia; di Biranzaghain per Birmingham: e
pill d'ogu'alira frase ci lia sorpresi quella die a un dub-
biuso prisma riduce 1' immaginazione dei Finanzieri.
Poidie questo libro , come accennamino da principio, e
disposto in ordine ali'aljetico ; assai liprovevole , perclie
incoiuoda, troviamo la disposizionc fatta di varie soslanzu
sotto Ic ruliridic corWcce , gommc., legni, radici , suli ,
388 MANUALE PEI DROCIUERI, CCC.
semi, ecc. giacche questa in ultima aiialisi non serve die
a nioltiplicare i dizionarj , e confondere i leggitori , nias-
sinie die in queste categoric niedcsime si e sparsa gran—
dissima confusione. E pcrdie non si sono dunque fatte
serie separate degll acidi , dei bitumi, dei fieri, delle fo-
glie, dei friitti, delle resine , inolte delle quali sono state
annoveratc tra le gomme , dei solfati , ecc. ? Perche il
cremor di tartaro non si e riferlto tra i sali , i vitriuoli
non si sono riuniti coi solfati diveisi ? La categoria dei
sali ci e sembrata maucante di niolti articoli^che pure si
vendono dai droghieri , e in generale coUa tariffa o col
dato delle mercanzie alia raano , si troverebbero nunierose
omissioni.
Noi non abbianio stese rapidamente queste brevi note
su questi due volumi se non se affine di eccitare V autore,
comniendevole certaniente pel suo disegno e in parte an-
cora per la sua diligenza , a ruigliorare V opera sua , qua-
lora ben presto , come noi desideriamo , si trovi in grado
di disporre una seconda edizione. Questi sono libri uti-
lissimi a r.iolte classi di persone , e per questo si dee
maggiormente insistere sull' ordine loro , sul loro ineiodo
e sail" esattezza delle notizie e delle indicazioni die con-
tengono.
APPENDICE.
PARTE I.
SCTENZE, LETTERE ED ARTE STRANTERE.
Histnire dc la vie et des outrages etc. Stoi'la dclla
vita e delle opere di Raffaello , adorna di uii ri-
tratto ^ di QuatremSre di Quincy. — Parigi ^
}i\2/^, presso Carlo Gosselin, di pag. xv-^'j^ ■> in 8.°
I MO dalle prime llnee dclla prcfazione 1' autore , vaii-
taggiosamente conosciuto per altre opere relative alle belle
art! , espone il suo pensiero die quello non e gia <U dare
una sterile biografia di Raffaello, ma di esporre con sicu-
rezza le cagioni di un fatto incoiitrastablle, il quale e die
trecento cinque anni sono scorsi dopo la niorte di Raffaello,
clie immensi sforzi si sono fatti per fonnare un pittore , il
quale potesse mettersi in paralello coir Urbinate , e die
tuttavia non e possibile il trovare un vero rivale da op-
porgli. Paila quindi 1" autore dclle ingiurie , die le opere
di quell' esimio pittore hanno softVrto dal tempo e dalle
circostanze ; dello studio che si e fatto con un concorso
generale e progressivo , a fine di aumentarne e moltipli-
carne lo splendore, sia coll' arte , iiata appunto in quel-
r opoca , deir Intaglio in rame , sia colle copie numero-
sissime eseguite delle sue opere , sia coll" arte degli arazzi ,
con quella del musaico , collo smalto , colla pittura su la
porcellana , ecc. Ragionando quindi di quella specie di
culto renduto dagli artisti a Raffaello-, divenuto rappre-
sentante del genio della pittura , fa egli menzione di luolti
quadri destinati a conservare la memoria delle principal!
azioni della sua vita ; e qui veggiamo con piacere , ch* i
jiennelli di Farigi si sono esercitati sopra un argomento
3f)Q A P P K N D 1 n E
proposto ilalla nostrri Acxadomia di Milnno ,• cioe su la
presentazionc lU RaJfacUo fattn da Bramnnte a GiuUo II,
e pi-oveniito avevauo un acradcmico iiosiro uella scclta
deir argoiiiento , da cssi divcrsaineiite trattato , della morte
di Raffaello medesinio.
Venendo peri) ai trlliaii offerti dnlla storia al piii ce-
lebre de' pittori , loda T autore T online , 1' imparzialita e
la giustezza dei giadizj e delle osservazioni del Vasari ;
ma non dissiinula clie, scritto avendo circa treat' aniii dopo
la morte di Raffiielh , fa talvolta tradito dalla niemoria ,
e le vite raccoglicndo di nioltissiaii pittori , non pote a
ciaschcdana prestare le necessarie cure , e quindi tutti noa
aVjbraccio i lavori dclP Urbinate , di niolti non calcolo
r Importanza , ne tutti accompngno colle note critiche e
descrittive, die ne avrebbono fatto risj^iltare il mcrito ed
il valore, II Lunzi ed il FioriUo si liinitarono ad esporre
compendj della vita scritta dal Vasari, cd altri si occupa-
rono particolarmente nel commentaria o nell' emendarla ,
come si vede nella vita inedita pubblicnta dal ComoUi. In
Francia altro non si fece clie tradnrre il Vasari , e T au-
tore, soltanto dopo avere scritta questa vita, fa inforniato
die una ve n'aveva pubblicnta in Gerniania (Non senza
qualche sorpresa vediamo cli' egli ne in questo luogo, ne
nel corso delF opera non ha menzionato giammai V opera
intorno a Raffaello pubblicata dal sig. Diippn con molto
lu«so in Ingliilterra). Nello intraprendere quest' opera per
suo piacere , egli voile anclie oxTerire vin nuovo omaggio
ad un ingegno , del quale divenuto era zelante ainmiratore
non solo , nia anche devoto adoratore , Insinorandosi di
•I • * ' o
contnbune ni questo modo a prolungare la sua gloria nelle
eta future.
Molto non ci estenderenio su le notizie storicbe del ca-
sato, della nascita e dell' educazione di Raffaello, che eguali
trovansi a un dipresso in tntte le biografie «; nelle storie
pittoricbe ; c ci arrcstcremo pinttosto la dove 1' autore parla
con molta precisione delle sue opere , delle varie sue ma-
niere di dipingere, ed aggiugne altresi qualche sua partico-
lare osservazinne. Diremo soltanto, che nato Raffaello in Ur-
bino neiranno 140.3 dalla famiglia de' Sa/iu o Sanzii, educato
iu dal padre , mediocre pittore, e qnindi collocato presso
Pietro Vanned detto il Penigino , il piii celebrc pittore di
que' tempi n e uscito ben presto da qucUa scuola, comincio
I'ARTE STRANIERV. 391
n in-oilnne in eta ili soli (liclassetto anni alciini qnadri ,
rlio scl)l)ene si rlseiitlssero della maniera alqaaiito sccca
ilel SLio maestro , tuttavia i-iguardati furono come opeie
niaravigliose. Noii dissimnleremo in qiiesto luogo, clie Tau-
tore espone r.lcune lielle riflessioni sn lo state della pit-
tura neir epoca in cui lioriva il Perugino^ ed accennnndo
la fortunata comparsa dei belllssimi modelli dell' antichitii
allora scoperti , clie ristorarono gli artisti della mancanza
dclla vista abituale del corpo uniano , rende un giusto
tribnto di lode ai Medici ed a Lorenzo il Magnifico , clie
colle lore istltnzioni le arti del disegno portarono daU'in-
fanzia alia virilita. Nota saggiamente clie la storia racco-
glie i minimi fatti dell' infanzia o dell' adolescenza degli
uomini celebri . e clie qnindi iion saprebbono abbastanza
considerarsi le prime opere del principe de' moderni pit-
tori , colic qnali per cosi dire egli preludeva a qiie'Iavori
immortali , clie una primazia nell' arte non mai disputata
gli assegnarono. Fortunatamente 1' incisione, in Italia pro-
mossa da pi'ima dallo stesso RafFaello , moltiplico e per-
petuo le sue composizioni , e molte ancora delle prime
sue opere, il clie ofFre alio storico il vantaggio di potere ,
segnendo per quanto e possibile l' ordine cronologico, par-
la re di molti quadrl , non senza avere sotto gli occhi le
loro delineazioni.
Entra qnindi I'autore a ragionare del quadro dello sp;*-
salizio della Vergine , clie la Pinacoteca milanese possiede,
e che e stato ndbilmente intagliato dal Longhi. Non d:s-
sente dall' opinione di coloro che fatto lo credono dopo
r anno iSoi , e si accorda ncl rignardarlo come l' opera
nella quale spuntano i principj di qviel bnon gnsto die
caratterizza la seconda nianiera di quel celel>re pittore.
Vedesi poscia rioffaello associato col Pinturicchio nei freschi
che^eseguirsi dovevano in Siena ; egli abbandona Siena e
passa per la prima volta a Fii-enze , dove lo stile delle
sne opere , al dire dell' antore , non annunzia in quel-
r epoca r influenza che alcuni snppongono su di esso es*r-
citata dalla vista delle opere , c specialmente del celebre
cartone, di MicheJaiigiolo. Passa il pittore a Perugia.^ e torna
in Firenze verso la fine del 1S04, disposto a stabilirsi o
almeno a visiedere lungo tempo in quella cittii; al tempo
stesso vi si trova Leonardo da Vinci, e strqno riesce che
la storia non faccia menzione delle rcLizioni amichevult
392 A 1> P K N D I C E
d'l que" line somini ingecini , nientrc j^nrln tlei legami di
Jlaffadlo col Cliirlnndujo , con AristotUe di San Gallo e con
niolti altri artisti. Legato pure in ainicizia con Taddeo
Taddci e con Lorenzo Nasi, dipigne pei* quest' ultimo una
Saci'a Famiglia , clie passata nel Museo Fiorentino, vedcsi
tra i piu pvpgiatl intagU del iMorglu-n. Ma la perdlta del
s;enitori richiania il giovane plttore ad Urbino , e cola
pure dipigne alcnni quadri pier f(uel duca Guido da Mon-
TcfeJtroi al tempo stesso pigne S. Giorgio a cavallo, inta-'
gliato dal Laniiessin , e S. Micliele die coniljatte i mostri ;
lascia cpiindi Url)ino per 1' ultima volta e torna per la
terza in Firenze. Di la trasferitosi di nuovo in Perugia ,
produce tre grandi opere , cioe un quadro pei Serviti ,
rappresentante la Vergine , S. Giovanni Battista e S. Ni-
colo, che passo poscia in Inghilterra^ una pitiura a fresco
pet Camaldolesi, nella quale vedesi Cristo nella sua gloria
con molti angioli e santi , ed un quadro della Vergine col
Cristo vestlto e con alcnni santi ; il Cristo non fu da esso
coperto di vesti se non die per compiacere il desiderio
delle luonaclie, e i frammenti di quel sublime la voro ven-
duti furono poscia dalle medcsinie , senza che era si eo-
nosca la loro sorte. Nota in questo luogo 1' autore , die
Raffaello ambiva niaggiormente di avere rivali , anziche
animiratcri, e questo torse lo ricondusse in Firenze, ove
una coiicorrenza trovava , all' arte ed all' artista utilissima.
Raffaello approfitta in quell' epoca dei talenti di Masac-
cio e di fra Bartolomeo di S. 3Iarco , detto anche Baccio
della Porta ; a questo egii insegna a dare maggior vigore
alle sue tinte e a nianeggiare piu grandiosamente il pen-
nello. Alcune npore deU'Urbinate inducono a credere , che
egli grande vantagglo traesse al tempo stesso, se non pure
da" precetti o dai consigli , dallo studio almeno dei subliini
lavori di Leonurdo. Una digrcssione trovasi in questo luogo
deir autore sul celebre cartone di Michelangiolo , diligentc-
mente intagliato dallo Schiuvonetti, e Raffaello vedesi citato
nel nnniero degli artisti die attentameatc lo studiarono :
forse , dice 1' autore , colla sola considerazione di quella
grand' opera , 7?q^;e/Zo imparo a dare un maggiore svilup-
pamento alle forme del suo disegno , maggiore liberta e
maggiore ampiezza al suo stile, senza punto cambiare del
suo carattere originale.
PARTE STR^NIEU.V. 3f;3
Si parla sotto quest' cpoca della Sacra Famiglia del jia-
Inzzo Rinuccini : della Deposizione tli Cristo nella tomba ,
iiitagliata ilal Morghen; del quadro della Vcrgine, noniinato
la Giardiniera , die si coiiserva in Parigi e die fu iiita-
gliato dal Desnoyers : del quadro deirAssunzioiie , dipinto
pel monastero di Monte-Lucci , e ciie ora trovasi al Ya-
ticano ; finalniente di uii quadro. dipinto per la famiglia
Dei, die rimase soltanto aldiozzalo, ma die inostra auclie
iiuperfetto a qual grado di yalore e di repntazione losse
aliora wiunto Tesiuiio pittore, iacaricato gia di una nnan-
tita grandissiina di lavori.
Una sorte piu felice lo attende pero in Roma. Braniante
lo propone a GiiiUo II, e nell' anno i5o8 Raffaello viene
chiamato a dipingere !e sale del Yaticano. Di quest' opera
ragiona a lungo T aiitore , e specialmente delle figure alle-
goridie della A'olta della prima sala , intagliate dal Volpato
c dal Morghen; della Disputa del Sacramento, della Scuola
d' Atene e del Parnaso , incise dal Volpato ; della pittura
della Giurisprudenza incisa da Morghen, di qucUa del pro-
feta Isaia Incisa da Chapron , di quelle dei profeti e delle
siliille nella clilesa della Pace , incise dal Volpato ; final-
niente della pittura della Galatea alia Farnesina e di un
piccolo quadro della Yislone di EzechieJe , la prima delle
cjuali rivive col Imlino del Richonime , il secondo con quelle
del De Poify. Noa ci e permesso di riferire alcune belle
osservazloni deir autore intorno a quelle opere : ma non
possiamo dissiniulare la nostra maraviglia die , entrando
egli in molte considerazioni filosofiche sul concQpimento
c su lo sviluppamento delle idee di quelle subliiui com-
posizioni , e specialmente della Scuola d" Atene , non al)l>ia
mostrato di conoscere le idee certamente ingegnose , bendie
forse troppo inimnginose , del celeljre D' HancarviHe , die
in Italia , in Ingliilterra ed altrove destarono viva e sincera
aramirazlone, tanto piu die parto erano di un dotto quasi
nonagenario. In mezzo alia descrizione di queste pitture
fatta dair autore , troviamo due ragionamenti singolari,
r uno su la quistione, se Raffaello andasse ddutore a Mi-
chelangiolo dell" ingrandimeuto del suo stile, del die Pan-
tor* non si mostra persuaso ; P altro sul paraljelo di
Midielangiolo e di Raffaello ofierto dalle sibil'.e di S. Ma-
ria della Pace, in proposito del quale ripete 1" autore ^
che gP ingegni di que" due grand" uomini nulla ejjbero di
^94 '^ p 1' E.N n I c K
coinnnc , c olio 11 ili verso gorino non poteva produnc fVutti
eguali.
Si p;\rla in nppiesso ili altra ojicra cli queirepoca , fattn
pure in Roma, che e il cjuailro della Vergine di Fuligiio,
inciso dal Dcsnoyers; quindi si passa alle pitture della se-
coiida sala del Vaticauo , a quelle del niiracolo di Bolsena ,
dvW Eli odor 0 , di S. Pietro liberato dalla carcere , e di At-
tila , incise dal Volpato e dal Mort^hen , e si descrivono
ancora le pitture della volta , il Sogno di Giacohbe , il
Saciilizio d'Isacco, il Roveto ai'dente, e T Uscita dall'Arca.
Soguono le opere di ornaniento delle logge vaticane , in-
cise dal Volpato , e in questo luogo si nota quale van-
taggio traesse Rdffadlo per la composizione degli araheschi
dalle tenne di Tito , allora di recente scoperte ^ si nota
pure il suo nierito graadissiino dell'originalith , per averc
egli il priiuo introdotta, una serie di idee simboliclie ed
allegoriciie , delle quali trovare non poteva inodello nclla
antlchila. Molto a proposito riconosce I' autore composta
di due parti distinte l' impresa delle loG:a;e vaticane ; quella
cioe degli arabeschi, e quella delle storie bibliche, e quindi
no ha egli pure distinta la descrizione , senza punto tur-
bare V ordlne cronologico.
Coi lavori dclle logge sembrano coincidere il quadro di
§. Cecilia, intagliato diiUo Strange e dal Massart ^ alia prima
vista del quale si attribitisce da alcuni la uialattia clie
tronco i giorni a Francesco RaiboHni, celel^re sotto il nonie
del Francia ; e diverse Madonne e Sacre Famiglle , dclle
quail piu di venti cita il Vasari, senza che tutte le abbia
annoverate. La nianiera diversa con cul sono dipinte quelle
Verglni , sempre nobile nelle composizioni piu seuiplici ,
senipre amabile e graziosa nelle piu subliini , niostra al
dire dell' autore i diversi sentimenti, ora di una pieta te-
nera e afFettuosa, ora di rispetto e di elevazione, dai quali
era animato il pittore ne' suoi concepiincnti. Nelle Madonne
soltanto, dipinte o disegnate da Ruffaello , crede l" autore che
una storift si trovi del suo talento e de' suoi progress! , e
che su di esse possa intraprendersi un corso conipiuto di
tutte le dlverie gradazloni di carattere , che egli seppe
distinguere o riunire , secondo il genere che V argomento
gli offeriva , le idee accoppiando d' innocenza , di purita
verglnalc , di grazia , di nobilti , di santita , di divinita ,
che tutto mirabiliueiite ha cspresse. Si fa quindi sirada a
PARTE STRANIERA. 3q5
tllfcndere Raffacllo clalla ccnsnra til colorA, clic Gnido cre-
tloiio ail csso supcriore nella liellczza tlellc teste virginali ,
e si sforza di provare che Haffiiello fissb iii qnesto gencre
r|nelIo clie pno dirsi bello idcale. Egli pero lo delinisce il
liello per eccellenza , e in qnesto non dissentircmo pniilo
dalla di lui opinione., accordando c]ie con sifFatto ])rinci])io
ciascun gencre di oggetto abbia il suo ideale, giacche quello
di una Venere , di una Giunone , di una Minerva , luai non
sarebbe il bello ideale di una Madonna.
Non seguiremo 1' autore nclTesanie delle pittnre di iZa/-
faeJlo rappresentanti la Vergine , che egli distingue in tre
classi : la prima di quelle in cui la Vergine si vede col
Pambino, e talvolta con 5, Giovanni, anch' esso pargo-
letto; la seconda di quelle che, riunendo sovente la Ver-
gine col Bandjino , con S. Giuseppe e S. Anna , portano
il nonie di Sacre Fainiglie : la terza finalmente di quelle
coniposizioni in cui la Vergine col Bambino apparisce ai
luortali o sojira di una nube , o su di un trono ,. o in
altra forma qualunque. Si annoveraao nella prima la Ma-
donna del palazzo Tempi a Firenze , ed altra assisa , che
non s*" indica. ove si trovi ; la Madonna della Seggiola ,
quella detta del Pannolino che scopre il Bambino addor-
uientato , e quella del dnca d'Alba a Londra , incise presso
che tutte dal Dcsnoyers , la prima e la terza aache dal i/or-
dien ; nella seconda classe si distinguono la Vergine che
riceve le carezze del Bambino nella calla,qaadro che tro-
vasi in Parigi, e di cui si hanno le stampe del Dcsnoyers
e del Massart ; la Vergine, che da una gamba alqnanto
stesa fa detta dalla Litnga coscia , e incisa da Marca/itonio,
c la Vergine detta deW Impnnnnta : nella terza classe pri-
moggiano la Vei-gine detta del Baldaccliino, circondata dai
Padri della chiesa, di cui la stampa trovasi nella Galleria
di Firenze 5 e la Vergine del I'esce , parimente incisa d^il
DcsJiorers , che F autore crede formare il passaggio tra la
seconda e la terza maniera di Bajfaello.
Mostrasi qnindi F esimio pittore promotore zelautissimo
in Italia delF arte delP intaglio , e si accennano i disegni
da esso fatti per Marc Antonio Raiinondi: tra questi si di-
stinguono 11 disegno delle nozze di Rossane , intagliato da
prima da Marc Antonio , poi dal VoJpato , quello della Ca-
Innnia, il Giudizio di Paride , e la Strage degl' Innoccnti
che formano la "loria del l)ulino del Raimondi suddetto.
OQ^ \PrF, NDIC E
Toni^ poscin TaMtore alle sale del Y.nticanOj a fine d\
noil turi)aro 1" oivUno croii.)lo2;'ico , e <;i prcseuta la pittura
dell' iuceiidio di Borgo, iacisa dal Morghen, la Vittorla di
S. Leone contra i Saraceni , la Giustiiicazione del papa
Leone III , e la Goronazionc di Carlonagno , incise dal-
V Aquila : Y>o'i passa a ragionare delle decorazioni accessorie
delle sale del Vatlcano,.e della sala dei dodici Apostoli ,
le di cui pitture intagliate furono da Marc Antonio. Cade
in quosto luog» il discorso di un altvo attriliuto di Raffaello.,
o r aiitore viioie clie esso si consideri come pfincipe del
ritratto i dopo dunque di avere parlato delle teste degli
illnstrl contemporanei del pittore, clie veggonsi nel quadro
della "sc-oola d'Atene, e in quelli del Parnasso e doU'Elio-
doro, noil clie nell'Attila , nel ^liracolo di Bolsena e nella
CoFTonazione di Carloinagno, passa a descrivere a lungo il
ritratto di Leone X, quello di Giovanni d'Aragona , incise
dal Morghen, e quelli del poeta Tebaldeo , di Baldassare
CastigJioni e di Bindo Altoviti, notando clie quest' ultimo ,
inciso dal Morghen , e stato da niolti creduto quello di
Raffaello medesimo , benciie I' autore oontrario si niostri
a questa ojiinione. Noii dissiniula cgli clie molto interesse
puo trovare la critica delle opere di Raffaello iie" suoi ritratti.
Continua la descrizioue delle dipiiiture a olio , e tra
queste s'illustrano il quadro di Cristo die porta la Crocc,
detto lo Spasinio di Sicilia , tanto aniniirato dal Mengs; il
quadro della Vcrgine detto della Perla , die da Maiitova
passo in Ingliilterra e quindi in Ispagna; il quadro della
Visitazioiie , quello di S. Giovanni, nel deserto inciso dal
Bervic, due altri dello stesso argoniento , e il quadro della
Vergine di Dresda inciso dal Midler.
Nuova scena si apre in questo luogo per le glorie di
Raffaello, clie rappresentato vlene dall autore come archi-
t^to, come architetto della basilica di S. Pietro , come
autore di una pianta di quell' insigne edilizio , c dei di-
segni dei palazzi degli Uguccioni e Pandolfini di Firenze ,
non clie di A'arj palazzi in Roma, fors' anche della villa
Madama , delle scuderie di Agosiino Chigi , di un palazzo
presso S. Andrea della Yalle , e della Cappella dello stesso
Agostino Chigi a S. Maria del Popolo. La statua di Giona
in quella cappella credesi pure avere ricevuto da Raffaello,
sia nel modello , sia nel marmo , la grazla dei contorni e
la scelta imitazione delF antico clie vi si ammira.
PARTE STEANIERA. 897
Ed ecco clie V autore torna alle pittiire tlella storla della
Bibbia nclle lo2;ge Valicaue, diffuse nelle stampe delV Aquila
e del Ckapron. Non liberi di seguirlo nelle minute descri-
zioni di quelle pittuve, passiamo con esso alia Farnesina ,
cd alia favola di Psiche , miraljilmeute dipinta da Raffaello
in queir ameuo soggiorno. I disegni della favola di Psiche
sono stati iatagliati da MarcAnloiiio, quelli della favola di
Amore e Psiche dal Dorigny. L' autore trova in que' disegni
le composizioni piix elevate , piix magnifiche per 1' inven-
zione , piu ricclie per T esecuzione ; e non dubita di as-
serire che Raffaello e giiinto in quelle opere al sommo
della sua gloria , egualmente sulilime ed inimitabile allorche
coUa poesia del sue pennello crea di nuovo i'antico Olini-
po , come allorche interprete dei cantori ispirati da Dio ,
scopre agli occhi nostri la serie dei fatti profetici del po-
jjolo eletto , o interprete dei "Vangeli , dipinge la venuta
del Messia , i suoi miracoli e gli Atti de' suoi Apostoli.
Succede un paragrafo intitolato la Fornarina. In questo
si accenna il ritratto di questa arnica di Raffaello , che
trovasi tanto nella casa Barberini , quanto nella Galleria
di Firenze, e clie fu inciso dal Ciinego ; il prime pero cre-
desi una copia fatta da Giulio Romano , e il secondo si
pretende originale per la V>ellezza singolare del colorito.
Probabile e altresi che quel riti-atto si trovi in altre opcre
deir insigne artista , e al proposito del quadro della For-
narina della Galleria di Firenze, si fa osservare opportu-
namente che quel sommo plttore fu sempre fedele alia
decenza , e non mai fu licenzioso ne' suoi pensieri , ne
iinniode.sto nelle sue rappresentazloni.
Non fr,rer)io che accennare di volo altri quadri clie in
questo luogo vengono descritti dall' autore , aftine di mo-
strare la dillgenza di Ini nello esaminare tutte le opere
secondo la loro cronologia , e di allettare i leggitori nostri
a scorrere nell' originale quella vita iniportante ed istrut-
tiva. Sono questi il quadro di S. Margherita, intagliato dal
Thoinassin, di cui piii non troA'asi T originale; il quadro
di S. Michele che atterra FAngiolo delle tencbre , intagliato
dal Chatilloti : quello della Sacra Faniiglia del Museo Realc
di Parigi , che porta la data del i5i8 , e fu inciso dal-
r Edclinck e <.\i\l J Uchommc; modello squisito di grazia e di
hellezza , e di (|uello che la pittura- puo produrre di piii
raro e |)iu perfctto. Sc^uc un" crudita di;cu5sioue iutorno
Oifl) A P 1' E N D I C E
la ristaurazione de-^U antlchi cdifi/.j di Roma fatta da Haf-
faello , eletto da Leone X soviLutcndeiitc gcnerale a tutti
gli avtrnzi deir aiiticliita , tauto dei ruderi , i di cui ma-
tcriali scrvire potcvano airornamento della Basilica di S.
Fietro , quanto dci iVaniii'ieati die meritavano di essere
conservati. L' A. ha approlittato saggiaincnte degli scritti
di varj letterati italiaiii, ed aiiciie dciropuscolo stampato
ill Roma nel 1799 dal Francesconi , del quale souo in
(|uesto liln'o esposte ed anclie confemiate le congetture ,
clie u'la letftera creduta di Baldasmre Caitiglioni , c nella
quale a lungo si paria delie antiche ruine di Roma e
ili nu ampio disegiio di tulti quei ruderi , sia piuttosto
di Raffaello cT Urhtiio.
Seirue la descrizioae dei cai-toni da Raffaello delineati
per gli arazzi del Vaticauo , e se ne espone esattamente
la storia , non amiucttendosi Topinione del Fiichardson , il
(piale nel pnvallelo delia Galleria di Hamptoncourt dove si
trovano que' cartoiii , colle sale vaticaiie , seiubi-a attri-
Ijuire , foi-se per zelo patriotico , qualchc preferenza alia
prima ; sebbeiie 1 cartoni suddetti , astrazioiie fatta dal
metodo della pittura , meritino la piii alta considera-
zioiie come ojwre iuimedlate del pensiero e dell' immagi-
nazioue dell' autore , e come prove mauifeste della for/a
d' iuvenzioiie e di esecuzione, alia quale Raffdello era giuiito
negli ultimi Aue auixl della sua vita. Si descrivono pure
alcuiii dei cartoni medesimi , tra gli altri quello in cui e
rappresentato Cristo die porge le duavl a S. Fietro ,
quelli in cui si vtggono la morte subitanea di Anania ,
c S. Paolo e S. Bariiaha nella citta di Listri, iucisi dal-
VAudran ; qutUi di S. Paolo clie predica in Atene , della
Pesca niiracolosa , dello Zoppo guarito da S. Fietro e da
S. Giovanni, .A\ Eiinia accecato da S. Paolo, e delfAdora-
zlono de' Magi , incisi 11 primo da Marc' Antonio, gli altri
tutti dal -Dor/g;2j ; quello in cui Cristo rlsorto appare alia
Maddalena , f quello in cui A^edesi assiso a mensa coi
discepoli in Eniaus; la Stragc dcgli Innocent! die forma
due quadri o due arazzi, senza che nella doppia compo-
sizione l' A. abbia potuto ripetersi ; T Ascensione , incisa
da Beatrizetto, e i fregi o i contorni delle tappezzerie , sii
i <juali si e esercitato il bulino di Fietro Santi Bartoli. A
Inngo si ragiona della sorte che spcrinieuLata lianno que' ce-
lel)ri cartoni, e gli aiuici delle belle arti Baraniio bca
PARTE STRANIERA. 3(.j()
sodilisfalti ili trovaro in questo luogo uii nrticolo intorno
al lavoro cd alio stato attuale della manifattura Jegli arazzi.
La sala di Costantino porta il nome dl Eaffaello , come
le altie del Vaticano, sebhene non sia stata dipinta se
noa dopo la di lui morte da Giulio Romano e da altri di
quella scuola. L' A. ne da quindi la descrizione , appog-
giato air asserzione del Vasari, che per qrdine di Leone X,
Raffaelto noa solaniente aveva eseguiti i disegiii delle prin-
cipali pitture di quella sala , ma ancora messo mano al-
r opera , mentre ai suoi discepoli aveva prescritto il me-
todo ed il sistema degli oniamenti. 11 pittore veneto Se-
bastiano del Fiombo^ non conoscendo perfettamente Parte
del dipingere a iiesco , aveva inimaginato di applicare su
r intonaco della calce la pittura a olio, e Raffaello aveva
pure volr.to sperimeiitare questo nuovo metodo, die se-
condo il Vasuri non riusci ; cosicclie Giulio Romano , vo-
lendo rappresentare la Battaglia di Costantino, tolse dalla
muraglia qucir intonaco , e sostitul 1' onJinario lavoro a
fresco. Ma tuttavia nel basamcnto di quella sala sussi-
stono due belle figure dipinte a olio da Raffaello , cioe la
Giustizia e la Clemenza , die intagliate furouo da Stra/ige;
il tempo cio non ostante provo clie la pittura a olio ap-
plicata su 1' intonaco della calce , con danno notabile dci
dipiiiti si anneriva.
Tratta T A. degli argouicnti relativi alia storia di Co-
stantino , specialmente del Battesimo e della Donazioue ,
delle quali opere , sebbene eseguite da Giulio Romano e
da Francesco Penni , le invenzioni per testimonianza del
Vasari souo in gran parte dovute a Raffaello; tratta della
visione celeste di Costantino , della quale Raffaello aveva ab-
liozzato un disegno a penna , veduto <.]al Richardson; della
ijattagUa di Costantino incisa dall" ^i(y;(i7(i , riguardata pure
dal Vasari e dal Bellori come invenzione e composizione
di Raffaello ; e quindi passa di nuovo a ragionare della
rivalita di Michelarudolo e dell' Urbinate , rlfcrendo alcuni
aueddoti ed alcune osservazioni , dalle quali risulta die
mentre Michelangiolo ricusava di dipingere a olio , dicendo
die quella era un arte da donna , Raffaello con I'elice
riuscita tutt'i geueri e i modi di dipingere praticati aveva.
II eatalogo e T esame ragionato delle opere di Raffaello
si chiiidc col ragguaglio del celebre quadro della Tra's-
iigurazionc . chc furaia il soggetto di uno del pin belli
400 Al'l'ENDlCK
intngli del Morgken. Quel quadro iii fatto ia concorso di
Sebastiano del Piombo che fu iiicarirat^. di eseguii'e di
eguale grandezza v\n quadro del Risuscitauieuto di Lazzaro;
c questo lavoro, beaclie vi si amniirassero bellissime parti
e molto vigore di colorito , provo tuttavia la grande su-
periorita di Raffaello , e pose il colmo alia di lui gloria.
Siccome quel quadro comprende due sceae^ T una supe-
riore , 1' altra inferiore , si e riuiproverato all' artista di
avere pectato contra il principlo fomdamentale di qualun-
que composizione, T unita delf azlone ; ma certo e, che
inagrissiuia riuscita sarel?l3e la couiposi/ione liinitata alia
iiieta supeiiorc ^ clie necessario era il rappresentare ia
juontagiia del Tabor , e che per ottenere T elietto della
pirainidalitii della composizione medesima, conveniva riem-
piere di ligure la parte inferiore , e qulndi collocare al
piede del nioate gli Apostoli, che scelti non erano conic
testimonj della trasljgurazione. Altronde in alcun' altra sua
opera 5 dice Tautore, il somnio pittore non giunse mai
tanto vicino ai liniiti di quella perfezione vietata agli
sforzi uniani, la quale consiste nelf avere le rainori pos-
sibili imperfezioni. Non dissimula tuttavia V autore die
alcuni critici , paragonando le opcre della terza iUaniera
di Raffaello con quelle della seconda ed anche della prima,
|)oi"tati sai'ebljono quasi a preferire il disegiio scliietto ,
r espressione ingenua , la composizione semplice e chiara
de' primi suoi quadri , al vigore del disegno , del pen-
siero, del colore e del concepimento degli ultimi. Av ven-
ue , die' egli , del talento di Raffaello , come di tutte le
produzioni della natura, le quali , sommesse alle leggi della
|)rog!-essione , nel passaggio da una ad altra etii , da una
ad altra stagione , perdono il pregio delle proprieta clie
appartengono alia primavera della vita , per acquistare la
niaschia bellezza dell' eta matura. Gli ariisti studiosi della
correzione nelle parti che essi cluamano di studio , non
si stancano mai di celebrare in quel quadro maraviglioso
la precisione delle forme , 1' esattezza del disegno nelle
inani , nei piedi e piu ancora nelle teste, nelle quali una
grande verita vede^ji riunita con una rara grandezza di
carattere, i panneggiamenti di una csccuzione ampia al
tempo stesso e ricercaia , i oapclli tiattati con varieta
non nieno clie con finezza , ed in alcune figure un' cner-
gia di espressione ., alia quale lo sLesao Raffaello jjoh era
perveuuto giimimai.
PARTE STRANIERA, 4© I
Qaesto i"u 1' ultimo dei quadri di Raffaello , sel.ibene
forse noil fii V ultimo de' suoi lavori , giacclie in quel
frattempo dispose altresi i disegiii della sala di Co5to«tmo ,
clie Leone X brauiava di vedere sollecitainente compiuta.
Sotto il titolo di alcuui fatti particolari alia storia del-
r iusigne pittoie , 1' A. accenua la lusinga data dal Papa
a Raffaello di elevarlo alia digiiita cardlnalizia , coiue
narra il Vasari , qualora compiuti avesse tutti i lavori
delle sale vaticaae. Egli noa e lontaao dal piestar fede
a questo raccoiito , osservaado clie Leone X, piu forse
come uomo di Ijuoii gusto die come poiitefice , onorate
aveva della porpora alcune persoiie , solo per rimunerare
i loro talenti poetici. Parla pure delle ricchezze di Raf-
faello, die possedeva viii bel palazzo ed una bella casa di
delizie, die occupava una carica di cameriere nella corte
poiitificia , e die viveva, al dire del Fusari , non da
pittore , ma da priiicipe ; al tempo stesso nota die il
cardinale Bibiena proponevasi di dargli uaa iiipote sua in
isposa. II pittore diiesto aveva tre o quattr' anni di tempo
a decidersi , ed ottenne ancora una dilazione ; ma la sposa
jnori avanti die Raffaello inedesimo cessasse di vivere ,
e sposa di Raffaello t'a nominata nelT epitalfio che scritto
le fu dal Bembo, dopo die seppellito era gia Raffaello in
uaa cajipella dt;lla Rotoada, dove essa pure fu coUocata,
Nei successivi paragrali si espongono la morte di Raf-
faello , le sue tcstaraentarie disposizioai , il duolo cagio-
nato ia Roraa da qnella pcrdita irreparabile , gli oaori fu-
nebri readuti alia sua spoglia mortale , e quelli die tribu-
tati gli furono nei secoli successivi. Si preseata quindi il
ritratto fisico di Raffaello , e a questo proposito si ricor-
daao ancora le diverse teste delle sue pitture, nelle quali
si e creduto di rlconoscere i suoi liaeameati. Al ritratto
fisico succede il morale, del quale i principali tratti sono
la riconosceaza da esso mostrata verso il suo maestro ,
il rispetto coaservato per le di lui opere ; la totale man-
caiiza del sentimento dell' iavidia e della gelosia , die
dee ben distiagnersi da quello della aobile einulazione; la
sua amorevolezza e il desiderio di giovare taato coll' opera,
quaato coi coasigli, agli aniici suoi., la sua beaevoleaza verso
tutti , la sua carita verso gl' iafelici , la sua stiina per
gli uoniiai dotati di aiti taleati , liaalineate la mediocre
sua cultura nelle lettere , beuc'nc now fosse ne torretto
BM. Ital. T. XXXMI. a6
40,3 A.PPENDIGE
scrittore , ne i'elice jioeta. Non eiitrereiuo nelT esauie
critico delle qualita di Ruffaello nella pittiira , dell" inven-
zione, della composizione, dell' espressioue, del disegno ,
del colorito e della nianiera di dipingere , perche questo ci
condurrebbe oltre i liiuiti die ne sono iniposti. Tutio, dice
r A. , ha fatto vedere in Raffaello un naturale taato ar-
mouiosameate formato eoU' nnione delle diverse qualita
clie faiino sentire , apprezzare e produne il bello nella
iinitazione , die dilKcile riesce lo assea;nai'e un liniite ai
risultamenti di una tanto rara couil)inazione. Nell' in-
venzione prova 1' A. Raffaello superiore a tutti i rival!
suol; nella composizione fa vedere , clie malgrado lo stato
infelice dell' arte avauti Raffaello , egli seppe evitare i
due scogli principali , cioe la scarsezza e l' eccesso del-
r artifizio ; die de' doni di tutti il piu rare , quello cioe
deir espressione, la natura fu piii di qualunqne altro libei'ale
verso Raffaello , il quale sempre accoppio alia piu ener-
gica espressione la grazia ; che se nello studio approfon-
dito della costruzione del corpo umano la palma e dovuta
a Michelangiolo , Raffaello, dispensandosi sovente dalla au-
dita , tutto il suo studio ripose nella delineazione de' con-
torni , e quindi perfezioticssi altresi , secondo il Vasarl ,
ne2,li studj anatonuci, e forniossi una maniera tutta pro-
]>ria , e , come scrive il Vasarl medesiaio , un ottiino uni-
venalc , adottando cosi uno stile di disegno piii conforme
che non quello di alcun altro pittore ai niodcili dell' an-
tichita ; die Dualmeate , partendo dal pin semplice im-
piego de'colori e maiieggio del pennello , come praticavasi
dal Perugino , ancora riconoscibile nelle prime opere Pial-
faellesche , egli conserve quel medesimo gusto di colore
e quella nianiera pura e preziosa di dipignere , sollevan-
<losi ad una mapigiore perfezione , tanto nel sistema del.
colorito , quanto nel maaeggio del pennello medesimo. In
questo luogo 1' A. ricoaduce opportunaraente il leggitore
per le sale del Vaticano , e nella prima fa vedere sus-
sistenti i vestigi della maniera e dei nsetodi del secoli
precedenti , che trovansi in perfetto accordo con una com-
posizione tranquilla, priva di qualunque azione appassio-
nata :, nella seconda una composizione piena di azioni
euergidie , di mosse violente c di cfFetii vigorosi , nella
quale le ombre sono piii prouunziatc , i colori piii vivaci,
piii ampic le tintc e le forme ; ed ammettc per ultimo
PARTE STRANIERA. 403
clie il colorito cli liaffaello si sarebbe aiicora uiaggionuente
pertezionato , se piii a lungo avesse vissuto. Se in alcuii
quadro t\t adoperato nelle ombre il nero da stampatore ,
fii Giulio Romano che comincio ad abusarne ; e Raffaello
noa pote avvedersi del guasto portato da quel colore
air arnioiiia tie'' suoi quadri , perche si scopri soltanto
pochi aniii dopo la sua morte.
Le ultiine pagiae di questa vita soiio coiisacrate alia
scHola di Raffaello, nella quale si annoveraao Giulio Pippi
o Giulio Romano , Gianfrancesco Penm , detto il Fattore ,
Luca Penni di lui fratello , Pierino Buonaccorsi , cono-
sciuto sotto il nome di Perino del Vaga , Giovanni da,
Udine , PoUdoro da Caravnggio , Pellegrino da Modena , il
Bagnacavallo , Vincenzo di San Girnignano , Raffaello del
Colle , Timoteo e Pletro della- Vite , Benvcnuto Tisi detto
il Garofolo , Gaudenzio Ferrari , Jacomone da Faenza , il
Pistoja , Andrea da Salerno , Vincenzo Pagani , Marc An-
tonio Rainiondi e fors' anclie Scipione Sacco di Cesena ,
Pietro da Bagnaja , Bernardino Luino , Baldassare Peruzzi ,
Pietro Campana Fiaminingo , Mlchele Coxis di Maliaes ,
Bernardo Van Orlay e il Mosca , die citati sono tra gli
scolari di Raffaello di\\V Armenini ^ (XaW Orlandi , dal Bel-
lori e dal Palomino, benclie delT ultiiuo altro non si dica
se iiou che dipiiise sul gusto di Raffaello. Potrebbe altresi
( e r A. uoii lo dissimula ) cadere qualche dubbio sopra
Vincenzo di San Girnignano , che soltanto fu lodato coaie
iiiiitatore del principe de' pittori ; sopra il Garofolo , che
probabilr.ieiite non partecipo ai suoi lavori , e solo ne
imito perlettainente il (Usegno e il colorito ; sopra Jaco-
mone da Faenza che si diede soltanto a copiare le opere
Raffaellesche ; sopra Andrea da Salerno che ni-ni altro
ruorche il Doininici assegno a quella scuola , e sopra il
Raimondi clie intaglio bensi i disegni di Raffaello , nia
che il solo Malvasia credette pitlore.
Presenta per ultimo TA. un'importante considerazioiu- ,
che egli propone come il risultato di tutta questa storia.
Dopo di aver fatto vedere che tanti talenti e tanti uiezzi
di esecuzioiie riuuiti, rcnJouo n'gione del numero prodi-
gioso di op'^re che Raffaello in Ijreve tempo piodusse ;
a fine di dare alia storia uno scopo morale, egli si studia
di fissare V attmizione su di una dclle cause principal! ,
alle quali si dee Raffaello . o ahneno riiumcnso patiinionio
404 \PPENDICE
che egli ha lasciato alia posterith. Quella grande niol-
tiplicita tli lavori csegniti da un solo , e precisamente
quello tlie distingue Raffaello da tutt' i gi-andi artisti del-
r antichita , ed anclio da cjuelli dei tempi piii recenti.
Due ragioni se lie possono allegare : la prima e clie 1' ope-
razione in ciascuiia arte puo dividers! in due parti, a una
dclle quali appartieiic quello che dipende dal pensiero ,
dair ingegno , dal buon gusto , all* altra tutto quello che
si comprende sotto T idea di esecuzione e di pratica, che
i nioderni direbbono di meccanismo; se dunque all' arti-
sta ingegnoso si aflidano grandi e eopiosi lavori , egli puo
formarsi ben presto molti docili esecutori de' suoi pensa-
inenti , o in altri termini , molti cooperatori subordinati ,
che forse non farebbtmo nulla di buono senza di lui , ma
senza del quali egli stesso farebbe assai poco. La seconda
ragione e riposta nella dilFerenza die passa tra lo state
antico delle arti e lo stato attuale , spiegata precisamente
dalla difFerenza di opinione , di uso e di regime, che
si oppone alia classilicazione di ciascnno , secondo il grado
o la qualita del suo talento, nella categoria che gli con-
viene. Allorclie il corso naturale delle cose non sofFre
alcun contrasto , e niassinie nell' ordine e nel grado che
r ingegno e la reputazione attriljulscono agli artisti, cia-
scheduno cccupa necessariamente il suo luogo , e si for-
mano superiority, e gradi successivi , nei quali 1' opinione
non s* inganna giammai. Allora il piccolo nuniero degli uo-
niini eminenti pel doni dell' ingegno e dell' invenzione ,
"vede occupati i posti secondarj dal gran numero di coloro
che non hanno potuto giugnere se non che a gradi infe-
riori; ne a qucsti e dato di aspirare alle grandi imprese ,
ai lavori piii importanti, che naturalmente richieggono
nomi ceiebri , ma divenuti essi abili stromenti nelle mani
di un capo , fanno si che di grandi cose nascano da
questa grande riunione di mezzi.
Bcnche T A. non si sia espresso con molta chiarezza ,
tuttavia noi non crediamo d' ingannarci, travedendo nel
suo ragionamento una satira de' tempi presenti , ed una
nascosta brania del ritorno di quel regime che aveva
luogo nel fortunate secolo di Leone X. Egli difatto si
conipiace nel citare Giidio Romano , che non isdcgno di
essere per lungo tempo il secondo dopo Raffaello , e pri-
meggio dopo la di lui uiorte in Roma ed in Mantova ,
i
PARTE STRVNIEHV. 4o5
servemlnsi deir opera dei collaborator! del suo maestro
niedesimo. Certo e die il regime fattizio, come dice FA.,
per cul si daranno eguali iiicoi'aggiamenti e si fiira una
divisione cguale di laA'ori, tra il niaggior numero dei pro-
fessori di ua' arte medesima , riuscira favorevole ad una
vegetazione parasita , dalla quale non si vedrii elevarsi
alcuno sopi'a il lirello ordinario , e si otterranno i piii
tristi riiultamentl. Nulla avvi altresl di piii certo di quello
che r A. annunzia nelle ultime parole del suo scritto :
" Se r esecuziotie, die* egli, di tutti i quadri prodotti da
» Raffaello , fosse stata ripartita tra i cinquanta pittori
» che la sua scuola compouevano , non si saprelilje in-
»/ dicare , quali quadri si avrebbono. Quello che puo
» asserirsi , e che non vi sarebbe stato un Haffaello. •>
Neir appendice si registrano varj documenti storici o
diplomatici sino al numero di diciotto. Vi si leggono la
genealogia di Raffaello , le Icttere di alcnnl principi e i
brevi di Leone X al medesimo, alcune di lui lettere alio
zio ed a Baldassare Castiglioni , alcune iscrizioni , e le
poesie ad csso attrlbuite. Duolci tuttavia che 1' A. non
abbia iaserita per intero la lettera creduta del Castiglioni ,
e dal Francesconi ingegnosamente riventlicata a Raffaello ;
la quale avreblie sparso grandissimi lumi sulla storia del
medesimo , e massime sulla sua perizia nell" antiquarla e
neir architettura.
Rimane ora solo a pavlare delle stampe che accom-
pagnano qucsto pregerole volume. In fronte alT opera
trovasi un ritratto di Raffaello , tolto da quello esistente
in Firenze nella coUezione de" ritratti de' pittori fatti da
essi niedesimi , e con un testo di Luigi Crespi si \n'ova. che
quel ritratto altre volte dipinto sul muro nel palazzo Al-
bani in Urbino , e forse il piii genulno. L* intaglio vedesi
fedelmente eseguito dal sig. Coiny. Dopo la prefazione
trovasi il fac simile del carattere di Raffaello , cioe la
copia esatta, litograficamente eseguita, di una sua lettera
alio zio , Simone di Battista di Ciarla , conforme all" ori-
ginale esistente nel Museo Borgiano a Velletri. Alcuno
avrebbe deslderato di trovare , come nobile corredo di
questa vita , anche il ritratto della Fornariiia tolto dal-
I'originale della Galleiia di Firenze, che presciitato avreb-
be al tempo stesso una delle piii belle opere dell' esimio
pittore, e Timmagine della persona che per lungo tempo
cattivo i di lui piii tcneri scntimenti.
/^C(y APl'EKUICE
PART E IT.
SCIENZE. LETTERE ED AKTI TTALIANE.
OPEKE PERIODICHE.
GKAN DUCATO Dl TOSCANA.
Antologia di Flrenzc^ quad, boj"
J->'elle forze commerciali della Gran Brettagna, ragguagli
del cav. Dupin , tratti dalla Bivista Europea. — Prospetto
dei varj musci numismatici d' Enropa , e descrizione d' aU
cune inedaglie greche appai-tenenti ai Tiitini, popoli di Ca-
labria, di bomeiiico Sestini. — liitorno alle scuole ed ac-
cademie delle belle arti, ed alia nuova dipintura di Fran-
cesco Nenci nella cappella del Poggio Imperiale , fuori le
mura di Firenze, lettera di A. Benci. — De rinfluence
des agenS physiques snr la vie , par W. F. Edwards. —
Lettera del conte Leopoldo Cicognnra snlle pittnre in por-
cellana. — Sacra Famiglia, quadro in tela del Erioschi. —
Descrizione di Bonkiiara e di Samarcanda. — Corrispon-
denza fra T Ingbilterra e T India. — Notizie d'un viaggio
fatto pel territorio di Arkansa nel 1819. — Estratto di
un viaggio fatto sulle coste del Chili , del Peril e dei
Messico. ■ — Spedizione del barone di Wrangel al polo
del Nord. • — Di alcuni libri elementari delle lingne ita-
liatia e latina. — Yiaggio di scoperta fatto per ordine del
governo russo nel 3819-21 dal cap. BelUnghauscn nelP 0-
ceano Paci/ico ne" mari anstrali. • — L' Italic avant la do-
mination des Romains , par M. 3. Blicali. — Lettera del
reco Patrizio. • — SuU' utilita dei ir.oltiplicati prodotti , delln
generale industria , e sul danno dell' opporvisi , anche nel
raso die i sistcmi proibitivi f.nssistauo negli altri p.nesi :
Menioria del commend. Lapo dc Rkci. ■ — Lettera di nn
PAUTE ITALIANS 40"
socio tkir Accadeinia archeologica di Romn. — Bullettino
scientifico n." 17. — Bullettino bihliografico n." i5. —
Osservflzioiii meteorologiche di gennajo.
Aiitologia di Forenze , quadcrno 51.°
Delle aduiiaaze filantropiclie nell.i Gmn Brettagna ,e in
ispecie di qnella tenuta pel inoiiumento di Watt: rclazione
del cav. Dupin. — Comnientario dell* opera di Filangeri ,
tli B. Constant. — Alcune considerazioni sulIa presente
lingua de' Greci , di A. Munoxidi. — Sulla liberta del
comniercio frumentario : IMemoria secouda del M. C. RL-
dolfi. — Rivista letteraria : Saggi di U. Foscolo sopra il
Petrarca ; Poesie varie dell' Ariosto ; II rogo di Corinna ,
del Tasso ; Saggio sulla statistica di Verona , del conte
Bevilacqua Lazise ; Difesa della filosofia, di Amlirogio Balbi:
Caracalla , tragedia di G. B. Mnrzusi ,• sopra il cvilto di
Vcnere Ericina , dissertazione di Ambrogio Balbi : Delle
orazioni funerali , ragionamento di F. Bonciani ; Del bello
jjoetico , dialogo d'Antonio Cesari ; Esercizio logico , di
M. Cioja ; Scelta di racconti storici e favolosl tratti da
ottimi testi di lingua per cura di Terenzio Mazzoll ; II
finale giudizio di Michelangelo , cantica di A. Mezzano'te ;
La storia romana di Tito Livio recata in italiano da Ja-
copo N(trdi , coi supplimenti del Freinsemio tradotti da
Francesco Ainbrosoli ; Introduzione alia filosofia naturale
del penslero . opera del Lallebasque ; Delle opere di scultura
uhimamente scoperte in Selinunte , IMemoria di V.Pisani;
Notice sur une medaille inedite de Cavarus roi de Tlirace ,
par Jan Cnrahed ; Per ravvenimento al trono di Leopold© II
granduca di Toscana , stanze di Averardo Genovesi ; Sul-
r uso cui erano destinati i inonumenti egiziani detti co-
muneniente scarabei, lettera del cav. Giulio di <S. Quintino
e Saggio sopra il sistenia de' numeri presso gli anticlii
Egiziani , dello stesso; Di un quadrante antico ed inedito
nel niuseo dell' Universita di Perugia , di G. B. Vermi-
glioli. — Lettera II di un socio ordinario dell' Accademia
archeologica di Roma. ■ — Bullettino scientifico n." 18.° ■ —
Bullettino bihliografico n." 16, — 0?serva7ioni nieteorolo-^
giche di febbrajo.
4o8 APPENDICK
S T A T I r O N T 1 F I C J.
Gioriialc Arcadico dl Roma^ quaderno 73.°
Prcfazlone del Direttore.
SciENZE. Nota intorno ai sintomi febbrili manifestatisi
in seguito cH grave perdita di sangue. — Di una para-
plegia sanata col fuoco. — Elogio del dottor Giuseppe
Lodoli. ■ — Sopva un* abljondante emorragia a cui soprag-
giunsero singolari sconcerti. — Leltcra apologctica del
dottor fisicQ Gregorio Riccardi.
Letteratura. Epigranimi di Raimondo Ciinich , pubbli-
cati da Francesco Cancellicri. ■ — Spiegazione di un luogo
di Dante, di Agostino PeruzzL — Osservazioni numisuia-
ticbe di Bartolonieo Borghesi , decade XII. — Dei pregi
dello studio della religione cristiana in confronto dello
studio delle religioni false, ragionaniento di M. Alessandro
Lazzarini.
Varieta'. Lettera di Leopoldo Staccoli. — Epigrammi
di Zeffirino Re. ■ — Della sintesi e dell' analisi . discorso
di Paolo Costa, — Prospetto biograiico delle donne ita-
liane rinomate in letteratura. ■ — Epigramma latino di
F. CancelUeri. — Di alcune c principali cagioni delle vi-
cende della letteratura in Italia , discorso accademico del
M. S. L. Conti Castelli. — Osservazioni nieteorologiche ed
idraulicbe di dicembre.
BIBLIOGRAFIA.
REGNO LOMBARDO-VENETO.
II Plutarco ad uso della gioventu , o sia massime e
tratti storici estratti dalle vite degli uomini illu-
stri da C. Castelfbanchi. Seconda edizione rwe-
duta. — Milano , T824, dalla tipografia di Gio.
Silvcstri, vol. a in i6.°
N<
ION bisogna confondere quest' operetta con un' altra
pubblicata dallo stesso editore intitolata ?(uovo dizionario
dcgli uomini Ulustri ecc. , al quale inganno potrebbero
I'ARTE ITALIA.N\. 4C9
essere imlottl i lettori dall' identita dclle tavole che prcce-
dono questi volunii e che rappresentano divcrsi ritratti di
antichi personaggi. II Niiovo clizionario contieiie il nome e
un cenno compendioso della vita degli uominl illustri di tutte
le nazioni anticlii e nioderni , nientre il Plutarco ad uo
della gioventii non tratta che de' personaggi menzionati dal
celebrate biografo di Clieronea. Le prime voci del Nuovo
Dizionario soiio Aaron d' Alessandria , Aaron al Rashid , Abai-
lardo ecc. ; quelle del Flutarco sono Abjilke , Acufi , Age-
silao, Agide ecc. II compilatoi-e avvisa che ncU'esposizione
delle cose non ha voluto dipartirsi daU'eccellente versioiie
del Poinpei, giacche iuvano , die' egli , si sarebbe provato
di emularlo nella purezza ed eleganza dello stile. Noi lo-
diamo il suo divisaniento, e crediamo che questi due vo-
lumetti possauo utilmente far parte della Biblioteca dei
giovanetti, pei quali la lettura di Plutarco riuscirebbe poco
intelligibile e intempestiva.
Elementl c?' economia campestre del cav. Filippo Re ,
secojida edizione riveduta e corredata di note da
Giuseppe Rossi. — Milano , 1824 , dalla tipo-
grafia dei fratelli Sonzogno , in 8.° di pag. 208.
Dopo tanti elemeiiti d' agricoltura italiani e stranieri tras-
portati da diverse lingue nel nostro idioma, noi opiniamo
assolutamente die gli Elementi del cav. F. Re rimangono
tuttavia i migliori. L' operetta che abbiam per le mani e
un conipendio di qnelli , ridotti da tre volumi in un solo
dair autore niedesimo ; il quale in fine di una breve in-
troduzione dice : " La presente operetta non e che il
ristrctto de' miei Elementi d' agrtcoltura fatto per se-
condare r autorevole invito che Iio ricevuto. Se mi av-
venga di annunziare alcuna cosa essenziale o taciuta in
quelli , o nuova afFatto, sar.a preceduta da un *. Sicconie
poi questo libro potrelibe cadere in mano ancora di clii
amasse vedere trattati con maggior estensione i varj og-
getti , cosi andro talora citando i fonti , massimc italiani
a cui si potra ricorrere. <»
41* .\.PPEND1(JE
Elenco dl alcuiie opere stainpate e puhblicate iiel regno
Lomliardo-Veneto da ottohre 1824 a marzo del
corrciitc anno i8a5.
Aiialisi eJ applicazioni dell' ocra <li Levico , di Pietro
de Col. Padova , stampcria dclla Minerva, io 8.° di pa-
gine 3c. Cent, 60 anst.
Aniinli universali di mcdiclna e chirnrgia , del dott. An-
ni]):ile Oinodei. Milano , Destefanis , in 8." quad. 99.°,
marzo. Lir. 24 ital. all' anno.
Annali nniversali di statistica , econouiia pubhlica , storia
e viaggi. Milano, presso gli editori , a S. Giovanni alle
qnattro facce , n.' i838 , in 8.°, fascicolo 9.°, liiarzo.
Lir. 18 ital. all' anno.
Appendice e comnicnto ai maravigliosi spropositi di Nata-
nar snl Dittamondo accennati nell' ultimo volume della
rroposta. Udine , Mattiuzzi , di pag. ii5, in 8.°, con
rame. Lir. 2 anst.
Appendice interessantissima al Paragrandinatore istruito , del
geometra ScaramcUi. Venezia , Casali, in. 8.° Lir. i aust.
Biblioteca canoviana , ossia raccolta delle inigliori prose e
del pill scclti fomponinienti poetici suUa vita , suUe
opere ed in niorte di Antonio Canova. Venezia , Paro-
lari , in 8. Sono pubblicati i6fascicoli, tiascuno di 64
pngine. Centesimi 82 anstr. per fascicolo.
Ro.i (il) dl Plinio , congetture suUa storia della vacclna-
zione , del cav. dott. Tommaso Prelci. Milano , Deste-
fanis , di pag. 4^1- , i:i 8.° Lir. 2.
Cagloni , natura e sede dclla pellagra. Milano , Destefa-
nis , di pag. 258 , in 8." Liv. 3. 5o ital.
Cemento ( snl nuovo ) o petrificazlone artlflciale ecc. ,
invenzlone di Lnigi Giuriati. Venezia, Andreola , di pa-
glne 32 , in 8."
Chirurgla ( conipleta ) secondo il sistema de' nioderni , di
M. La Faye. Bassano, Pieniondini, Vol. i .'' e 2.*, in
12.°, di pag. 284, 420 con rami. Lir. 3 anst. al vo-
lume.
Collezlone di leggi e rcgolamenti jmliblicati dall' L R Go-
verno delle provincie Venete. Venezia . Andreola, in
8." Vol. TO.% parte prima. Lir. 5. 70. Parte seconda
Lir. S. 10. — Vol. 11.° Parte prima Lir. 4. 5. Raccolta
di leggi e regolamenti normali della direzione del censo
VARTE IT ALT AN i. ^ I r
e tielle imposlzionl dirette dal 1819 a tiitto il 1821.
Lir. 1 . 40 aust.
Commedie dl Alberto Nota. Venezia , Picotti , in 12.°
Sono pul)blicati 5 Aolnini. Lir. 3 aust. ciascuno.
Commedie di Carlo Coldoni, con rami. Venezia Tasso,in
8.° Sono pubblicati 18 voluuii , di circa pag. a8o cia-
scuno. Lir. 2. 5 1 aust. al vol.
Compimento (pel) della chiesa parrocchiale di Castenedolo,
orazione del sacerdote Pietro Galvani. Brescia, Pasini,
di pag. 18 , in 16.°
Conquiste (delle) celebri , libri due di Appiano Bonafede.
Venezia, Alvisopoli, di p. 204, In i^.% con rame. Lir. 2 aust.
Description de la ville d' Este sur le lac de Gome, par
Louis Viganb. Como , Ostinelli , di pag. 23, in 4.% con
una incisione. Lir. 5. ital.
Discorso inaugurale nel porsi la prima pletra della gran-
diosa torre di Urgnano. Bei-gamo , Mazzoleni , di pa
gine i5 , in 0.°
Dizionario etimologico-scientifico di voci clie derivano dal
greco , conipilalo da Giulio Sandri. Verona , Socicta ti-
pografica , in ]6.'' Sono usciti 7 volumetti.
Dizionario sacro liturgico , die coniprende le rubriche del
breviario , messale e rituale romauo ecc. , di D. Gio.
Diclic. Venezia, Rizzi , in 8.° Sono pubblicati tre volumi.
Idem. Seconda edizione. Vol. i.°, di pag. 320 , in 8."
Lir. 3 aust.
Educazione cristiana , ossia catechismo universale di D.
Santo Cimarosto. Venezia, Curti , in 8.° Sono jiubbli-
cati 34 vol. in 8.°, ciascuno di pag. 280 circa. Lir. i.
7a aust. al vol.
EfFemeridi politicbe , letterarie e religiose. Prinia edizione
italiana. Verona, Societa tipografica editrice , in 8.° Sono
pubblicati 11 volumi, gennajo a novembre. Lir. 3. ifo
aust. al A'olume.
Elementi di medicina pratica , di Guglielmo CuUcn : tradn-
•zione dalTinglese, arriccbita di varie annotazioni dal
Pasquillon e dal traduttore italiano. Venezia , Ro.'r^a , in
12.° Vol. 4. Lir. 6. So aust.
Elementi di storia naturale generale , del dott. Gaspare
Brugnatelli P. O. di detta scienza nell' L R. Universita
di Pavia. Volume i." contenente il trattato del regno
inorganico. Pavia. Bi/zoni . in 8.% di pag. 336.
4!a APVENDICB
Elogio d'l monsignor Angclo Maj letto ilalT aliato Piev Au-
relio Mittti iliiettore deir 1. R. Liceo di Bergamo nella
pubblica adunanza dell' Atcneo di questa citta il giorno
1 3 geiinajo 1828 ia occasioae die vi venne inaugurato
il ritratto del celel5re arclieologo. Bergamo, Mazzoleni,
in 8.°, di pag. 48. Lir. i. 5o aust.
Esposizioiie d' uii priiicipio purauiente geometrico del cal-
colo dlfferenziale , del cav. Antonio Caccianino. Milano ,
Ylncenzo Fen-arii-i , di pag, 22 , in 8.° Cent. So ital.
Fabbriche (le) di Mlchele Saninicheli, ai'cliitetto Veronese,
diseg!iate ed incise da Francesco Ronzoni e Girolamo
LiiciollL Verona , Moroni , in foglio. Sono pnbblicati 4
fascicoli con quattro tavole ciascuno. Lir. 4 anst. al
fascicolo.
Formulario per la preparazione e Y uso di molti medica-
menti niiovi: tali sono la nore vomica , la morfina ,
Tacido idrocianico , la strichnina , la veratrina , gli alcali
delle cliine cliine , 1' emetina , 1" lodin , V ioduro di mer-
curio , il cianuro di potassio, 1" olio di croton tiliuui , di
F. Magendie , menibro delT Istituto di Francia. Tradu-
zione dal francese accrescluta di note ed aggiunte per
cura di Antonio Cattaneo , dottore in ambe le Icggi ,
maestro privato di economia rurale , compllatore del
Gioi-nale di farmacia-chimica. Nuova edizione fatta sulla
quarta di Parigl , e su 1' edizione tedesca stampata a
Lipsia^ con appendice. Milano , presso G. P. Giegler ,
corsia de' Servi num. 6o3, in 8." di pJig- 207. Lir. 3
aust. — Si vende anche dal tvaduttore alia sua farma-
cia , corso di Porta Romana sail' angolo della contrada
dei Moroni.
Giocatore (il) nella sala di conversazione che istruisce snl
tarocco ecc. Milano, Pogliani , di pag. a 16, in la.'
Lir. I. 1 5 ital.
Giornale sulle scienze e lettere delle provincie venete.
Treviso , Andreola, in 8." Sono usciti 4a fascicoli , cioe
dal luglio 1831 al dicembre 1824, un fascicolo al niesg,
di circa pag. 5o ciascuna. Lir. i3. 79 aust. alPanno.
Giornale di farmacia-chimica e scienze accessorie, o sia
raccolta delle scoperte e rltrovati e miglioramenti fatti
in fiirinacia ed in ciiimica , compilato da Antonio Catta-
neo, chimico farmacista. Milano, Rusconi. Quaderno 14.°,
in 8." Lir. 16 aust. all' anno.
PAKTK ITALXANA. 4l3
Le associazioiii si ricevono da Gio. Pietro Gleglcr , cor-
si.i de' Sei'vi.
Giaoco (il) degli scacchi , trattenimeiito tradotto dall' in-
glese , a2;giuntavi la biljlioteca ragionata degli scrittori
del giuoco stesso dall' aliate Francesco Cancellieri. Ve-
nezia , ]Molinari , di pag. 174, in 12.° Cent. 06 aust.
Guida (la) sicnra dell' uomo di ogni grado e di ogni se-
colo , ossia I'accolta di scelti pensieri filosolici e niorali
di V. Q. Vol. i.° Vicenza, Mosca , di pag. 66 , in
8.° Cent. 5o aust.
Introduzione alia storia della medicina antica e moderna ,
di Rosario Scuderi M. F. Padova , stamperia della Mi-
nerva, di pag. 164, in 8." Lir. a aust.
Introduzione alio studio sacro e alia morale religiosa , in
lingua italiana ed ebraica. Parte prima. Venezia , Paro-
lari, di pag. 64 , in 8.° Lir. i aust.
Leontina . romanzo in cento lettere , di Augusto Kotzebue ,
tradotte da Pier Antonio Cerutti. Tomo i .°, dalla let-
tera i.» alia aS.^ Venezia, Andreola , di pag. 12,4, in
ia.° Lir. I. 5o aust.
Lettere ( tre ) sulP ultimo viaggio e snlle particolari circo-
stanze della niorte di Gio. Belzoni : traduzione dall' in-
glese. Padova 5 stamperia della Minerva, di pag. 16,
in 8.° Lir. i aust.
Manna (la) dell'anima del P. Paolo Segneri : aggiuntovi il
volgarizzamento dei passi latini. Udine , Murero, in 1 6.°
Pubblicati 6 voluuii.
Manuale di patologia e terapla medica , di G. Raimann.
Pavia , Bizzoni , torn, i.' e 2.°, in 8."
Memorie dell' Accademia di agricoltura , commercio ed arti
di Verona. Vol. 9.° Veroua , Societa tipogralica , di pa-
gine 366 , in 8.° Lir. 4 , So aust.
Notizie statisticlie della provincia di Vicenza per P anno
1824, di Pietro Maraschini. Padova, stamperia della Miner-
va, quaderni 3." e 4.°, in 4.°, di p. 48 e 56. Lir. 4 austr.
Novelle per far ridere le brigate , di varj autori. Vene-
zia , Alvisopoli , di pag. 229 , in 12.° Lir. 2 austr.
Operette (alcune) di Gaspare Gozzi veneziano. Venezia ,
Alvisopoli, di pag. 229, in 12.° Lir. 2 , 3o aust.
Orazione sulla retta istituzione nello studio del diritto , di
Gio. i?ar6ey/-uc : traduzione di P. Brozzoni. Brescia, so-
cieta Bcttoni .^ di pag. 83 , in 3.° Lir. i. t(. ital.
^lij. IPPENDICE
Ortografia eiicit-lopedica universale della lingua italiana,
Venezia , Tasso, in 8.° Sono pubblicati ii fascicoli di
pag. 96 ciascuno. Lir. a anst. al fascicolo.
Osservazioni snll' indole e snila cura della tisi polmonare ,
(Ii Antonio Portal : seconda edizione italiana , traduzione
di Gaspare Federigo. Padova , stainj^eria del Seminario,
iu 8." Vol. 2. di pag. 414 e 3:c). Lir. 20 aust.
Pandette (le) di Giustiniano disposte con nuovo ordine.
Yenezia, Santini , in 4.°, di pag. 340.
Proniotori (i) dello studio delle belle lettere , di G. B.
Cremonesi. Treviglio , Messaggi , di pag. 49 , in 8."
Lir. I. 25 ital.
Prose scelte di Da.iiele Bartoli. Venezia , Alvisopoli , di
pag. 200, in 12." Lir. 2 aust.
Prudenza (della) necessaria nella prescrizione dei salassi.
Mllano, Staniperia di coramercio, di pag. 116, in 8."
Lir. 1. 5o.
Pvccjolamento fondamentale della societa del teatrino filo-
drammatico di Verolanova. Brescia , Bettoni , di pa-
gine 16 , in 8."
Komanzi (nuova traduzione dei) di Sir Roberto Walter
Scott. Vol. i.° — Quintino Durward, ossia lo Scozzese
alia corte di Luigi IX. Venezia, Curti , di pag. 2i5 ,
in 8." Lir. t. 5o. aust.
Saggio di storia della niedicina veterinaria , di Antonio
ZaiuiQn.XlA'me , Pecile, di pag. 121, in 8.° Lir. i aust.
Storia della letteratura italiana, del cav. abate Girolamo
Tiraboschi. Ve.iezia , Molinari , in 8.° Sono pidibiicati i
volnini i." al 6.°, parte terza. Lir. 3. 5o aust. al tomo.
Storia degli imperatori romani di Crevier e del Jjasso im-
pero di Le Beau. Venezia, Alvisopoli, in la." Sono
pubblicati 28 volunii di 286 png. ciascuno , con rami.
Lir. .3. 45 aust. al vol.
Storia ecclesiastica , del cardinale Giuseppe Agostino Orsi.
Venezia, Picotti, in i 3.° Sono pubblicati 22 volumi con
rami. Lir. 3. 40 al vol.
Supplemento all' annuale omeletico , di P. Carlo noLa.
Milan o , Motta , di pag. 295, in 8." Lir. 3.
Vcleni (soprai) arsenicali , e specialmente sul modo di
diniostrare senza equivoco P esistenza dell' arsenico me-
tallico nei composti arsenicali : Dissertazione chimico-le-
gale di P. de' Cas di Agordo. Padova , stainperia del
Si'tniiuuio. di pag. j>2 , in S." Cent. 5.' aiistr.
PARTK ITALIANS. /(.I 5
"Viat^gi di Eurico Wanton ai regal delle sciuiie e del ci-
uocefali : opera di Zaccaria Serinien , veneziano. \'ene-
zia , Alvisopoli , in J2.°, vol. a con rami.
Vita (della) d' Antonio Canova , di Melcluorre Missiriid.
Milano, Bettoni , vol. a , in 8.° Lir. 6. ital.
Vita di Carlo Coldoni , scritta da Luigi Carrer. Venezia ,
Tasso , in 8.% vol. a. Lir. 6. yo. aust.
Vite dei padri , dei martiri e degli altri principali santi :
opera dell' abate Butler, tradotta in italiano. Venezia,
Battaggia , in 8." Sono publilicali ii volumi.
Incisioni.
La Madonna del lago , tratta da un dipinto di Leonardo
da Vinci, del cav. Giuseppe Longlii. Lir. 36.
I'ianta della R. citta niurata di Rovigo e dintorni. Vene-
zia, Bonvecchiato, Cent. j5 aust.
Regno Lombardo-Veneto , carta geogralica incisa dal Fa-
squuli. Cent. 7 5. aust.
Ten!|iio ( niaajnifico) di S. Giustina di Padova, incisa dal •
V Aliprandi. Cent. yS aust.
P I E M O N T E.
SidV insegnumeuto drllc arti. meccaniche da fursi avcre
a prcfercuza di qualslvogl/ti alt.ra facoltd ai sordo-
muti allievl del reaie Islituto di Genova. Instruzione
domandata a chi con ogni premura lo inculca. —
Torino, 1828, pet la vcdova Pomha e figli^ di
pag. 54 , in 8.^^
Tutte le umane istituzloni, per cjuanto sagge ed utili
si vogliano immaginare e prima die siauo ben rassodate
e stabilite, ed anche dope clie sono al loro terniine lieta-
ineute condotte , tutte banno a sostenere T urto possente
delle passionl, la guerra de'pregiudizj e le calunnie deU'in-
vidia e delF inerzia , acerrime neniicbe d' ogni piii saata
innovazione, siccbe sino a' tempi dell' illustre al)ate de
I'Epee andavansi pronunciando i Sordo-muti niacchine ed
automi incapaci di cjualsivoglla ammaestraineato , c la
loro istruzione , un vano sforzo della iilantropia cuniru i
decreti incommutaljlli della natura.
Allorcbe pero dietro T esperienza e la nieditazioue ri-
trovalasi Parte maravia;liosa di una uictodica cilu-jaziuiie
4l6 Ari'ENDICE
col linguaggio dfllo scritto , si viiU-ro uscire degli stabili-
iiienti dei sordo-ninti della Fiancia, delT Ingliiltorra e degli
Stati Uniti dei cclclni niatein.itici ed astroiiomi, e dei cit-
tadini colti ed lUili ridoiiati r.Ila societa , alia morale e
alia religioae, si aimimtoliioiio le voci della disapprovazione
e della inaldicenza, col desidcrio che al perfezioiiamento
di tali istituti iiitrodotte fossero le arti meccaniche , come
ijuelle che piii si alFaimo alia condizione degli allievi che
sortoiio quasi sempre la nasclta tra le angustie della fa-
me e deirindigeiiza.
Ora ropuscolo, di cui veniamo a parlare , tende alio
scioglimeiito di quesla quistioiie : se le arti meccaniche ap-
punto dehbano essere ricevute neW Istiluto reale di Genova,
e con quale istruzione; e noi dolibiamo saper grado cer-
tameiite all'autore che pongasi a distruggere una cosi falsa
idea quaiito nocevole al bene dell' unianita infelice, al-
trettanto capace di detrarie al merito de' veraci suoi be-
nefattori.
L' Istituto dei Sor<lo-inati in Genova, il prime tra pochis-
simi clie esistoao in Italia, e retto per sovrana autorita,
e dalla regia munificenza ampliato e sostenuto per con-
l,enere cento alunni , a venti dei qiiali 11 Governo accorda
dei posti gratuiti, qualunque sia la loro condizione e
la loro fan)ig!ia , e uno st'ihiliniento , sicconie osserva il
nostro autore , d' istruzione morale e di civile edncazio-
ue, per cui vi si iasegaano lo scritto, come unico mezzo
di progredire neU'uua e nell'altra, la gramatica, la logica ,
la metalisica ed anclie la geogralla , le matematiche , le
lingue, il disegno e T incisione , ginsta la capacita degli
allievi, e secondo la durata del tempo prelinito alia loro
dimora nel medesimo. Ma tutti qnesti studj da molti si
giudicano inntili , dovendosi ammaestrare i sordo-muti
secondo la opinione di costoro nelle sole arti meccaniclie
e nei mestieri, tranne quel poco di morale che pub essere
necessaria ad an povero artista.
Le ragloni per altro , cui si appoggia siffatta opinione
erronea e pregiudicata qualora si considera nel sno senso
assoluto, non sono ne pin valide, ne piii conosciute di
quelle che abbiamo gia accennate , per cui giova meglio
il contrapporvi quelle die il nostro autore va sviluppando,
e che a noi egualmente buggeriscoiio , per comljatteria e
per distrnggerla.
PARTE ITALIANA. 417
La prima di tntte e la segueiite : perche i Sortlo-muti
indigenti nou dcggioiio partecipare ad un' educazlone intel-
lettuale e civile, quando questa e una consegncnza ne-
cessaria deirinsegaaiiiento e dello stato delle loro f'acolta,
e quaiido per essa riescoao utili e capaci di distinguersi
colla siiigolarita dei talenti e delle cogaizioni?
E una vera crudelta, una vera barbarie il condannare
questi disgrazjati ad una doppia infcliciia , facendo loro
sentire il peso di tutta V ingiustizia della natura e degU
uomini; siccome all'incontro e ottimo e lilantropico prov-
vedimento quello di accoglierli e d'istruirli tutti egual-
mente ed iadistintamente , seliljene escano dalle classi
pill oscure e ))Overe della societa.
D'altronde in qual uianiera potreljljesi togliere a'Sordo-
uiuti quello stato maccliinale ed autoniatico in cui si tro-
A'ano per la mancanza deirorgano dell'udito, se non per
mezzo dell' istruzione dello scritto, clie fa per loro le
funzioni del linguaggio articolato? Come arriverebbero poi
a ben intenderlo, a ben usarne, percbe sia la leva del
loro spiriio , se non si apprendessero a questi allievi i
rndimpnti della gramatica e Jolla logica ? E come inline
sare|jl)ero atti a concepire chiaramente e nitidamenrp Ip irlee
astratte e morali della religione senza il soccorso della
nieiafisica? E vano pertanto il pretendere che non venga
data ai Sordo-muti un' educazione iutellettuale necessa-
riamente rlcbiesta dalia natura delle cose e dalle loro
stesse circostanze, e senza della quale sarebbero assai al
disotto dei fanciuUi, e non iafcriori ai bruti , potendo
quelii per mezzo dell' udito apprendere da se il linguag-
gio articolato, che sviluppa coll' astrazione e colla coni-
]iosizione delle idee il loro intendimeuto; e nou dandosL
niai il caso per questi clie giungano al vero intendere ed
al vero x'agionare pel difetto del linguaggio e dell' astra-
zione onde usarlo.
Finabuente non e egli proyato che per l' attenzione , la
fjuale e somma e maravigliosa ne' Sordo-muti per I'allonta-
namento d' una gran parte degli oggetti distraenti, niolte
altre lacolta dell' intcllctto agiscouo e si sviluppano in
loro con uu grado di maggior perfezione di quello che
iu altri nou avvenga? Perclie aduuque non si vorra edu-
care la loro meute, clie spiega tanta attivita e tanta energia ,
al loliivauieuto delle science , e di quelle singolarmentc
Uibl. hal. T. X.XXMI. 1-
4i8 vrrENniojt
in cui si ncliiea,i2;oiio gli sl'orzi del raccoglimento e della
(onceiitrazlone ? BnaJito , sicconie lo deve essere da chi
fonosce il processo psicologico delle nientali funzioni ,
il volgare pregiudizio , che i Sordo-niuti noii siaiio sic-
< ome noi pei'fettlbili iielle Cacolta intellettnali, quand' an-
«:lie e piii scarsi , e piu diflicili si ofFiano i uiezzi di per-
fVzionaile, cessa ogiii vagione perchc abbiasi a biasimai'e
il sistema^^d'' istruirli in ogiii geneie di sapere.
A codeste osservazioiii noi potienniio aggiugnere la
iudoniabilita delle |>ass>ioni , die ne' Sordo-muti non edu-
<ati giangono alia ferocia e alia brntalita , I' odio e
r invidia clie andrebliero radicandosi profondamente nel
loro aaimo colle distinzioni di un dilFerente sisteaia di
educazione, e Tignoranza nelle arci nieccaniche stesse, ove
con una preventiva educazione intellettuale non fossero
scosbi dallo stato della loro inibecillita e del loro idioti-
sn-iO , noi potreinmo aggiugnere, si ripete , tutte queste
cose se non vl fossero altresi degli ostacoli insornioutabili
neir introduzione delle arti nieccaniclie nelF Istituto di
Genova per tutte queste quistioni che propone Tautore:
" i.'Qaali sono individaalinente le arti meccaniche
>> ed i mestieri che ivi deljbono ammettersi ?
>; 3.' Ouante di queste arti ivi hanno ad anunrttersi?
» 3.* Dove si dovranno farle loro apprendere?
)/ 4.' In <]ual tempo dovranno essi applicare alle arti ,
>i oisia che vengano loro insegnate neiristituto o fuori ?
» 5 ° Con quali niezzi introdurre le arti nell' Istituto ?
>> 6." Con qual esito per i ragazzi medesinii ?
" 7/ Dato ancora che tutte le precedenti difficolta
» fossero sciolte , dove prendere di che lavorare finche ri-
» mangono neiristituto (i)? "
Ecco che in tutte queste quistioni si hanno delle diffi-
colta insuperabili per attivare 1' insegnamento delle arti
jneccaniche ;, infatti ( ripetendo le parole dell' autore me-
desiuio), e ovvio che gli allievi per F eta , nella quale
vengono ammessi all' Istituto, non possono aver le forze
adatte a qualsivoglia mestiere; die tenue essendo il nu-
rnero de' poveri e di quelli che dair altrui pieta non
vengano sostenuti , sette od otto al piu tra maschi e
femniine sarebber quelli da destinarsi alle arti meccaniche ^
\i) Vedi pagina 41 sino a pagiiM 46.
fAIlTE ITALIANA. 4 HJ
■die il uiatidarli fiiori dell' Istituto ad apprenderle por-
I'ebbe a contraddizione le nuove a])itu(lini cogl' insegna-
nienti inorali non abbastanza forti e radicati per preve-
nire il disordine e la corriizione ; clie i Sordo-nuiti non
avendo che gli occhi, siccome mezzo di percezione, nou
avrc'bbero la capacita di applicare ad un tempo alPistru-
zione morale e religiosa, ed al lavoro delle mani , qua-
lora non vi fosse grande intervallo tra T uno e Taltro;
che infine moiiterebbe piii la spesa, onde provvedere i
maestri ed i materiali del lavoro che non il profitto degli
allievi , condannati perpetuameute alT umiliante condizione
di garzoni da mestiere , quand' anche avessero a riuscire
«ccellenti artisti.
Posto r animo a tntte queste cose, clie con sano in-
tend iuiento e pieno di chiarezza l' autore ha ragionate,
noi pure dobbiam concludere , che e privo di base si in
astratto, che in pratica il dlsegiio d'introdurre le arti ed
i mestieri nelT Istituto dci Sordo-muti di Geneva , come il
sara in qualnnque altro , u)assimamei*te che non si sa-
prebbero additar neppure le regole onde mandarlo al suo
eseguimeuto.
Ne suppongasi per questo , che sia mente nostra di
sbandirne ogni arte , la quale potesse per avventura recar
qualche giovamento; noi riiiutiamo il progetto di conver-
tire quell' Istituto in una casa di lavoro , siccome assai
lodevole ne pare il divisamento dell' egregio suo Direttore
di animettcrvi, siccome vi ha gia ammesse quelle arti e
quel!" istruzione, che mentre riescono compatibili col ge-
nerale sistema dell' educazione civile e intellettuale de' Sor-
do-muti, provvedono alia loro poverth, come anche alia
poca attitadine dell' ingegno , e all' insufficienza dell' edu-
cazione per r eta loro troppo avanzata.
Sia lode adunque alio zelo e alia filantropia dell" ilhi-
stre P. Assarotti, che eiede fortunato della scienza di de
1' Epee e di Slcard , ne divide tutte le cure paterne ,
insieme al nierlto e alia gloria, cercando coll' insegnaniento
delle scienze di vendicar meglio i torti di tanti iufelici
contro una troppo ninirigaa uatura ; sia lode alia munifi-
cenza del Governo ed all' umanita de' Protcggitori di quello
^tabilinicnto cosi hello e ccsi (ioiente ad ouore <lell' It{i-
lico paese; ed a queste lodi si uniscauo le voci delta ri-
ccnoscenza e della conipassioue per rorouare col vo((>
42© A.rPENDICE
universale e il piii liislnghiero gli sforzi che fnnno questi
uomini generosi , onilc concorrere alia giantr opera della
loro rigonerazionc.
Almeone , tragedla dl Costantino Piccoli. — Torino ,
i^iS y prcsso Pletro Marietti, in 8°
AI tempo della guerra di Tebe , famosa poco meno che
quella di Troja , Anfiarao presage di non poterne uscir
salvo, s'era nascosto in mi antro per sottrarsi alle inda-
gini di coloro che venissero per avventura a domandare
di lui. Ma la moglie Erifile rivelo il nascondiglio dello
iposo al prezzo di una collana : donde Anfiarao veggen-
dosi tratto a sicurissinia morte , e ben sapendo per cui ,
commise la vendetta di quel tradimento al proprio iigliuolo
Almeone che giuro 1' eccidio di Erifile. Venuta poi la no-
tizia di quella famosa niorte di Anfiarao sotto di cui
S' aperse all' occhio de Teban la terra,
Gridando : Anfiarao dove rui ,
Almeone agitato dall' obbligo di compiere la giurata ven-
detta del padre, e dall'orrore di bruLtarsi nel sangue della
propria genitrice, dopo avere alcun tempo dubbiato compie
r orribile giuramento , e credendo placare Torabra paterna
coperse d' Infamia il suo nome per fin che duri meraoria
del fatto.
Questo e T argomento della tragedia che qui si annunzia ,
la quale principia colle smanie d' Almeone dopo che gia
era accaduta la morte di Anfiarao. Della tessitura di questo
componlmento noi non iaremo parola : cosi neppure dei
versi ne dello stile : e restringereuio il nostro discorso ad
una sola osservazione intorno all' argomento. Tutta la tra-
gedia si fonda sulle smanie di Almeone il quale credesi
obbligato dalla religlone del giuramento al peggiore di tutti
i delitti che infamino !' umana razza , all' uccisione della
propria madre. Forse in tempi inliuitamente diversi dai
nostri, sotto 1' influenza di una religlone e di una filosofia
ugualmente fallaci che miserabili , pote mettersi in dub-
bio se un giuramento si malvaglo quanto quello di Al-
meone potesse obbligare chi l' avova pronunclato: e dove
la mciltitudine fosse ancora occupata da questi orrori , il
PAKTE ITALIAN.V. 42V
poeta potrehhe spernre chc la sua tragetlia ottenessc qiial-
clie succcsso. Ma ai nostri giorni , aiizi da Ijeix clue inlla
anni o nieglio , non e piii alcuno clie possa niai credere
die un giuraiiiento ol)blighi il figliuolo ad uccidere la pro-
pria inadre. Scellerato fii il pensiero dl Anliarao di com-
niettere quasi per testainento al figliuolo 1" esecuzione di
queir orrendo delit.to. Scellerato fu il voto di Aluieone :
irragionevoli e scellerati i suoi dubbj. Nefanda Topera clTegli
fece. In mezzo a tanta empieta quasi ci si fa perdouabile
Y errore di Erilile , die ignara o non ben sicura alnieno
del futuro destino di Anfiarao lascio ingannarsi alio arti
di chi la ricbiese di Ini. Ma neppur essa e dcgna della
nostra piota ; quando uianco al deljito di Ijuona sposa ri-
velando il segreto ricovero di Anliarao. Quindi in qucsta
tragcdia non troviamo ne virtu oppressa da compiangere,
perclie tutti sono enipj ( parliamo naturalmente dei per-
sonaggi principali ) :, ne vizio da odiare , percbe 1' errore
di Erilile quasi e cancellato dal suo pentimento e dall' in-
felicita in cui la vediarao , e il delitto di Almeone giudi-
cato secondo le credenze di que' tempi potrebbe credersi
necessario. Se non che il nostro popolo educato a luigliore
lilosolia non pub ne pei"donare T eccesso di Almeone , ne
prender parte a' suoi dubbj ed alle sue smanie ; ed abljor-
rendo e condannando per sino il pensiero del parricidio ,
non potra punto partecipare alle angustie del protagonista.
Al primo comparir di Almeone , ogni rozzo spettatore gia
1' ha proscioho dal suo voto, c Y effetto della tragedia e
caduto.
DUCATO Dl MODENA.
Delle inflaenze morali,. Opera del s'lg. Pietfo Sche-
DONi , terza ediziouc riveduta ed ainpliata di molti
articoll dalV autore. — Modena ^ 1824, dalla ti-
pografia Cameralc , iol. 3 in 8»° , di pag. 3ii ,
289 , 219.
Di quest' opera parlarono a suo tempo i giornali d' Italia
e di fuori colla debita lode. Le precedenti edizioni erano
in due volumi. Le aggiunte che vi ha fatie 1' autore hanno
accresciuta la presente di un terzo volume. L" autore tocca
le quistioui piii importanti della vita sociale e dell" ordine
4*2 A 1' P F. N D I C E
inoiMle. I lettori nou saranno seinpre d' accordo con luj
in alcuiie parti speculative e lazioiiali , iielle quali il
mondo riiiiarra aiicor Inngo tempo incerto e titubante ;
ma vog,liamo pero reiidergli una ginstizia , ed e die fra
due opinion! contrnrie, i' autore s' appijilia sempre a quella,
che r esperienza de' tempi Iia provata la lueiio pericolosa
e la piu atta a manteaere il bnoii ordine , la religioae
de*'popoli e la fedelt.i de' sudditi verso il principe, e 1' au-'
torita legittiiua. U nltinio volume di quest' edizione ter-
uiina con un indice generate delle materie copiosisslmo e
disposto in ordine alfnhetico di pag. LXXII.
REGNO DELLE DUE SIGILIE.
Per lo stabiliniento delta Flora Messinese di piante
art/ficiali in rdievo , orazione di Anastasio Cocco
professore in medicina. — Messina^ \^2^ , per
Giuseppe PappaLirdo, in 8.°, di pci^- i5.
Pieno di buona volonth per i proaressi della scienza.
erbarla , T autore di questa orazione fa sentire T uiilita
delle opere botaniche flgurate , e piii ancora quella che;
puo derivare da una coUezione di piante formate in rilievo.
Peccato, ciie perdendosi in itna lunga declamazione l' autore
non si sia punto trattenuto sulla sostanza deli'argomento,
cioe Bulla materia, sui niezzi , e snlT ordine e 1' esteusione.
con cui verreblie effettuata la proposta Flora IMessiiiese I
Supposto , come pare , che questa Flora si dovesse ese-
guire in cera , noi dubitianio assai che possa convenire
per tutte le specie. II celebre Fontr.ua ha fornito il museo
di Firenze di una bella serie di piante crasse in cera^
astenendosi dalT imitare iiiolte altre famiglie delle erbe ,
perche non riescono niai perfettamente e si rappresentano
mcglio incise e colorate. II signor dottor Cocco non va-
luta la difficoka che gli venue Aitta circa la poca durata
e la niutabilita dei colori: noi per altro siamo d' avviso
che questa opposizione sia gravissima trattandosi di opere
che costano molto , e la di cui convenienza e sopra tutto
da calcolare in misura del facile e sicnro loro nianteni-
mento.
VAUTli IT \ LI AN \. 42.)
NOTIZIE LETTERARTE ED ANNUNZJ.
Eii.' edizionc ({uiiita di Firenze d;lle Lc/ioni
Eleinentari di matematirlie del sigaor al)ate IMiric
tradotie dai sigiiori prolessoii Canovai e Del-R:cco,
venne iiitrodotto al § 8 il segueiite Teoreraa.
II iniiiimo nuiiicro di n cifre e io"~', il niassi-
mo ic'' — I , e la potenza m"""' di {|uclIo lia un nii-
meio Tfi {/I — I ) -t- I di (ifre, e quella di ([iicsio
ne lia uii iiumero mn.
Ma |)erche si conosca quale e quaato valore dqb-
hasi applicare al medesinio teoiema, trovo neces-
sario di darne la dimosnazione-
Diinostrazione.
II niinimo niimero di n cifie e T iinita con n — i
zeri, la di mi espressione compendiosa e ( lo )"~ '
^:= io"~'. II che ecc. Ora la potenza m""''^ di que-
st'ultima quantita e ( id" ~ ' )'" = io"(" ~ ' ^ che e'
Tespressione coinpendiosa delT unita con m {n — i )
zeri, e pero avra cifre m {n — i ) -<- i ; dunque ecc.
Secondariainente il' massimo numero di n fifre e
quello coniposto di un numero n di (), ossia quell'*
formato dalTunita con ii zeri; dirninnito il numero
d' uno, cioe («-+- i ) — i cifre, che compendiosa—
mente si espriaie con u" — i , il che ecc. Ora si
ha altresi
(,c"_,r=(.o"(.-^))" = ,o"»(,_-i_,)",
cosi prendendo i logaritmi sara
■iniiLxo+niAi ~ ^^- ^.
4^4 A P P Ti N D I C E
_ ^ / '" "* ^ '« "^ \
Vio" 2.io'" 3-i(> 4-io4" S-io^" y
e riteneudo i logaritini tavolari sara
/ I \'"
L{io —I) =LiO Ji_-_^l
r / Jn 11
= mn~o. 43420451 — r,-<
o^" 3.io3" 4.10-*" 5-io^"
dove qiiando m <; ic'\ ovvero m=ic", il secondo
termine sara sempre una frazione e quindi le vinita
nella caratteristica dc='l detto Los^aritmo saranno
m?i — 1 , cbe e quanto dire clie il nuniero corri-
. spondente avra cifre 7nii\ nia quaiido m> 10", non
seinpre il numero corrispondente avra cifre m/z ,
nia bcnsi nn numero minore ; eosi se m = lo""** ',
sara Z ( 1 u" — i )'" = nm — 0,4842945x10
-o,43.,2945(^;^.-H3— ^.^^--^
= mn — 4, 342945
— 0,4042045 jt^TT-^ r. TJTZ--* 3,t_i-^ec. I'
cioe ua Lo2;aritmo colla caratteristica di cifre mn — 5,
al quale corrisponde uu numero di cifre mn — 4,
cosicche il numero delle cifre della potenza 7/1""*"
di 10" — I sara tanto minore di mn quanto sara
vie pin maggiore il numero tn di 10". Dunque la
seconda parte del detto Teorema non e vera ia
tutta la sua generalita, e pero deve (^scludersi dalle
verita matenuitiche , o per lo meno gli si devono
assegnare tiei confmi.
Itigegiiere Aiigelo Mazzola.
PARTE ITALTANA.. ^21)
Flora Ttallca sea descriptio phtiitariim omtiinin , qiue
ill Italia spoiUe iiascnntnr e sysie/nate sexnuli dtstn-
butofiun.
Italia nostra, res omnibus botanopliylis notn pt niani-
festa , quanijilnrinias Floras spcciales, scilicet cuidam ex suis
vel regnis , vel clitioniJjns , vel jirovinciis circumicriptas ,
liabet. Opus tamen generale, quod plaiitarum omnium in ea-
dem sponte nascentium descriptiones exiiibeat, a veris rei
Iierbarias cultoribus adhuc desiJeratur. Viri de liac scientia
equidem peritissimi, magnum operis istius pondus ac momen-
tum sentientes, ipso earn augere temporilms diversis animo
conceperunt; sed liactenus illorum , qui opus avido pr:c-
stolabantur, votis uon annuere. Quin studiuin ponamus in
eliciendis caussis , uade fortasse est factum, ae ipsi deinde
lidem exsolverent; magna cum delectatione liotanophylis
nnntiamus , dominum Joseph Morertuun, oeconomice rurnlis
ill I. R. Atiienaeo Ticinensi professorem , multis considera-
tionilnis impulsum banc decoris italici lacunam, uti nuperius
suam ad id curam pollicitus est , nunc reipsa explere con-
stituisse , optatissimam Floram Italicam typis comuiittendo.
Opus ex systemate sexuali Liniicvi, quod simplex et
aliorum facillimum omnibus ac singulis rei berbariai cul-
toribus melius accommodatum illustris auctor conlicere
opportunum duxit. Quo autem ad nietlioduni expositionis ,
ipsum ratione ea est conditum , ut, classe et ordine op-
portune indicatis , ordinatim exliil^eat :
1. Esseutiales generis cbaracteres ab optimis rei lierjjarias
auctoribus adscltos , nee uon indicium familise ad quam
genus secundum methoduni naturalem pertinet,
a. Stirpis nomen genericum et specificum , addito illo
auctoris , qui earn post reformationem linnaeanam priums
denominaverit atque descripserit.
3. Phrasim diagnosticam ex opere auctoris, qui , plantani
ex vero perscruiatus , ipsam accurate exposuerit, elicitam :
si vero plirasium cognitarum nulla videretur satis respon-
dere ad speciem quam spectant^ in earum locum claris-
siaius Florae bujusce auctor alteram proprlam substituel.
4. Allegationem primi auctoris antiqui qui speciem de-
nominaverit vel efiixerit, et simul nominis eidtMU in Pinace
a Gaspare Baulunu impositi ; nee non synonymoruni a!)
auctoribus antiriui? modo italicis datorum.
4^6 APPENDICE
5. Allegationem recentloruni ljui speciales Floras kalicas
sci-ipseruiit, ubi licjiiido conslet, ipsos de tali specie ser-
moneiu certe habnisse, qnin cam cum altera coiifuderiat,
velmutaverint; de quoin syaoiiymia turn mentio incidet.
6. Allegationem qnarundam ex optimis iconibus^ quas
anctores tantum antiqni , quantum hodierni delinearunt,
vel ctiam pinxerc.
7. Stirpis liabitalionem, stationeiii et tempus florcscentiae.
a. Ipsius descriptionem, plus, minusve pro re exten-
sam , et preesertim eo spectantem., ut species, de qua est
sermo, ab aliis niagis affinibus per ipsam distingui possit.
9. Breveni de facultatibus niedlcis et oeconomicis , si
species in iisdeni poUeat, mentioneHi.
10. Idonea tandem notionum istarum serieiii claudet
observatio , quoticscumque ad generis vel speciei lllustra-
tioneni eadem opus erit.
Quam nuntiamus. Flora generalis tali ratione condita c
typis nostris abibit in volumina de sexaginta foliis divisa ,
et quod ad cbartam, forniain et literas attinet, plane atque
omnino praemonito buic similis. Voluminum cuique pretium
lata portione centesimorum ao libellce regni Langol:)ardise
et Venetiarum pro singulis foliis constituitur.
Subscriptiones accipiuntur Ticini penes editores . et
subscriptorum commodo penes etiam prxcipuos Italic
bibliopolas.
Ut specimen methodi et formss, quibus opus itnprime-
tur, botanophylis ofFeranius, sequentem e scripto originali
articulum seligere placnit (i).
Datum Ticini Regii tertia Kal. Martil MDCCCXXV.
Valerius Fusi et Socius
Typographi bihliopolce Tieinenses.
Patenti e privilegi escliis'wi concessi neU Iinpero ati-
striaco nel 1824.
A Heney Savill Davis , in Vienna , per T invenzione di
un nuovo apparato per 1' evaporazione dei fluidi conte-
nuti nei sali.
(1) II sesto d el r opera , la qualltii dei tipi e il saggio delle
descrizioni si vedoiio nel manifesto ostensibile prt-sso i princi-
pali libraj.
PARTIi ITALIANA. J^StJ.
A Douieiiico Ceruii, di Pa via ^ per rinvenzlone di appli-
care un nuovo appareccliio ai candellieri a niano , inc-
diante il quale si accende la candela.
A Pieiro Gos , ia Milano , per !' invenzlone di fabbricare
dalla cosi delta strusn una stofFa , e particolarmente
delle coperte da letto di pelo doppio e di diversi colori.
A Paolo Andrea Molina, di Milano, pel miglioramento di
tingere coi inezzi chimici tutte le carte di qualunque
grandczza , atte particolarmente al disegno e meno rx)-
stose delle estere.
A Salomone Leitnez , di Vienna , per V invenzioue di tin-
gere di color turcliino tutte le specie di f.izzoletti di
tela o di cotone , e di stampare fiori sopra i suddetti
fazzoletti senza imbiancare prima i medesimi.
A Giovanni Andres, di Vienna, per T invenzione di fab-
bricare in un uiodo migliore un forte piano con una
cassa armonica arcuata.
Ad Ernesto Forscher ed a Giovanni Duseck , di Vienna ,
pel miglioramento delle cosi dette bretelle da lavarsi.
A Francesco Eolirbach , di Vienna , pel miglioramento
coiisistente nel fabbricare dalla lana pccorile couiuae
tajjpeti clie tengono assai caldo.
A Francesco Ungermann , di Praga, pel miglioramento del
cosi dettp caffe di Svezia ricavato dall' Astragalus creti-
cus, come anche d&ir Astragalus indigeno , il quale riesce
iiieglio del cafl'e di cicoria, e puo essere bevuto col
latte o senza.
A Carlo Gio. Battista Accault , in Milano, pel nuovo mi-
glioramento di rafBnare lo zacchero greggio , consisiente
neir adoperare il solo nero animate, ed il sangne di
hue, escluso qualunque altro ingredieute.
A Martino Dietrich, di Scbarding , per un miglioramento
nella fal^bricazione della birra , per cui si risparmia molto
combustibile.
ERRATA-GOPxRIGE.
Tomo 37."
^ag. 3 lilt. 8 1R25-1820 Ifggi iSl.J-iSao
» iS » 12 trn^ore .. riimore
). 34 >' 3o-3i !-i<monde » Sismomli
» 40 ■• 6 bismoBile ~ Siiiiioiuli
»■ j^ .'12 LnmbriHclii I.ambrmcViini
438
INDICE
delle materie contenute in questo XXXVII volume
PARTE I.
LETTERYTURA ED ARTI LIBERALI.
o.
'PERK del cav. Carlo Cattone della Torrs di Atztomco raccolte e
puhblicate da Francesco Mocchf.tti: Vol. l.° all' &.' ( Vedi un cenno
bibliografico sui due primi volumi nel tomo 6° pag. 177 ) . pag. 3
Delle scieme statisiiche, libri dedici di Antonio Padovani. Tomo i." >• 21
ifemorie raccohe da Francesco Cancellieri intorno alia vita ed alle
opert del pittore Giuseppe Err ante. . . . . . » 43
Lettera del dottor Giacomo Locatelli al suddetto Cuncellieri . >• 1 3 1
Storia della letteratura italiana daW origine della lingua fino nl se-
rolo 19.° di Giuseppe MArrF.i . . . . . . >• li^S
Intorno alle inesattezze e falsita che si leggono nellc relaiioni de' viag-
giatori e in certi giornali stranieri rispetto alP Italia e particolar-
mente alia Lombardia . . . . . . . » l63
Viaggio di Anacarsi il giovane nella Crecia : traduzione corrctta e
corredata di note da Giuseppe Belloxi . . . . » 1 74
Caracalla , tragedia di Gie. Butt. Marsvzi . . . . » >77
Della politico mi/itare , di Giuseppe Crivis ( prima estratto ) • >• i83
La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso ridotta a miglior lezione,
( edizione del Mollni di Firctize ) . . . . . "192
Annali musulmani di Gio. Batt. Ramfolvi. Vol. 6.° ( f. V estratto dcgli
antecedenti nei tomi 27.° pug- 28 e 297, 3o/ png- ^^ > ' ^^•°
pagina 34). . . . . . . . . "289
Baltaglia del Ticino tra Annilale e Scipione , ossia scopirta del campo
di Scipione ecc, di Gio. Batt. Giaki. { Primo estratto ) . » 3o8
Lettere critiche su varj argomenti di lingua e letteratura , di Giuseppe
Barbibri . . . . . . . . . » 3 1 6
Osservazioni di N. ToitMAfxo sopra le lettere critiche di Giuseppe Bar-
lieri .... ......■» ivi
Chiese principali d' Europa. Fascicolo 1.° . . . . » 322
Sermoni sacri in terza rinia di Giancarlo di Nec.ro. Tomo i.° >• 827
Opere di Terquato Takso. Vol. 4 " contenente I' Aminta e rime scelte.
Edizione diretta da Gio. Ghbbardiki ( V. i tomi 32-° pag. 319 e
35." pag. 3l8 ) » 3 3a
Troposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario delta Crusca,
di Vincenzo Monti . . . . . • • • "337
I N D I O E. 429
TARTE II.
SCIENZE ED ARTI MECCANICHE.
Coininua2ione Jfgli atti della R. Accadtmia dei Georgojili di Fireme.
Vol. 3.* ( Fine dell' estralto. V, il tomo 32.° pag. 2i5 ) . pag. $4
Jforitmi medico-jiloiojici , di Giuseppe Agostino AnoRETTt , >• 6S
Dell' III l$co rosea, pianta da rivaleggiare colla canapa ■ . » I<j6
Amministrazione economica della foglia dei gelsi , di [gnaiio Lokevi » aol
lltCodo per corrcggere It eceessive atcexze delle pescaje , di Francesco
FocAcci . . . . . . . . . . » aai
Onervaiioni micologiche ed enumerazione storica di cutti i funghi
della Provincial, pavese , di Giuseppe BesicAitAiiCKt ( Fine. V. i tomi
ay." pag. 68 e aa8 , 3o° pag. 9a, 3l.° pag. 63, 3i.' pag. 70,
34°, pag. 59 e 206 ..... . . >• 35a
Anno clinico-medico , 1822-1 8a3, compitato da Carlo SrCRAUzA . » 375
Jfanuale pei droghieri , di Felice AniBROStout ...» 384
APPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Histoire et description de Li cathedrals de Cologne , par 3. BoisfSREE.
Fascicolo i.° . . . . . . . . . T'lg- 78
Histoire de la vie et des ouvrages de Raphael par QvATReneRB vs
Qurxcr . . . . . . . . . . » 389
Bibliosrajia .......... t 246
Jnrenzioni e scoperte in fatto di economia rurale e domestica . » aSa
PARTE II.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
Discorso dell' abate Angela Cesarih sopra le scienxe e gli stabiliinenti
scientlfici della Lombardia , letto in accasione della solenne ditlribu-
lione de' premj d' indtistria seguita in Milano il 4 ptlobre 1824 pag. 95
Premiati colla medaglia d' oro , . . . . » 98
Idem colla medaglia d' argento . . . . • » 100
Idim, colla mcnzione onorcvole ...... a55
Flenco degli oggetti d' industria presenluti all' esposiziune oltre
i premiati . . . . . . . . » a57
43o 1 N U ICE.
Vr*ii* rtKiODicuM ■....,., )"S' ' '*
Giornale Ji fiica, cliiinica tec. di Pittra CoyrioLiACm * Gaspare
Brvcsatelh di Puviit. Binustre 6.° ( anno 1824 ) . - itI
Llem. Bi.nestre i .° (i8a5) .... . . « a63
Antelogia di Fircntc , quadcrno 48.° . » ii3
Idem, quaderii* 49.* ........ 264
Idem , qitaderno 5o.° . . . . , . . . » 406
Idem , quadcrno 5i.° . , . . . . » 407
Giornale Arcadito di Roma, quadi-rno 71.* . . . >• A64
Idtm , quaderno 7a." ...... .- » a65
' Idem, quaderno j3.° . , . . . . . » 408
BiBLlon'RArii . . . . . . . . • 114
Rfgne Lombiirdo-Vennto , . - . . . . » ivi
Storia di Milano del conte Pietro Kirk/ , co' testi latin: tradotli
dalcvnte- Bossi ........ ivi
- . - 'Vizionario prscettivo , iritico ed isiorico dclla poesia volgure,
V ' " del padre Ireneo Aero . , , . . . »• ii5
Delia lingua toscana , uialoghi sette di Girolamo RosASCO. » 116
Prospetto nominatLeo di tutte le lingue note e dei loro dialetti ,
di Federico Adblvhc , tradotto e corredato di una nota sni
dialetti italiani da Francesco Chervbini . . . >> i 1 7
Biblioteca economico-portatile di educa-zione. { Edizione dei fra-
telli Sunzogno ) . . . . - ■ • »ii8
Baccolta di doditi paesaggi ad uso di studio, di Lorenzo MAcrui >> laa
i^uadro de' prin ipali jiopoli antichi , di Gio. TAMJSsrA . >• 123
Dflle iscriiioni veneziane raccolte ed illustrate da E. A Cicocs.i.
Fascicolo I." . . . . ■ • • • >■ 124
Di alcitne osservazioni di lingua fatte sopra le ultime putsie di
Lorenzo de Medici ,' lettera di P. A. Paravia . . ..267
Grammaire italienne elementaire et raisonne , par G. BrAcroLr. » 267
// Plutarco ad uso della gioventii . • ■ ■ ■ » 4oy
Elementi di economia campestre , di Fitippo Bs . . « 409
Elenco di alrune opere itampate e pubblicate nel regno Loinbnrdo-
Venelo n'l 1 824-1 825 . • • • • • »• 128
Idem " 268
Idem .....••> o'ijii.lttv nvivAo 'V • " 4'°
Tirolv . . . . - . • ■• ■• • " 27a
Volgnrizzumenlo della vita di S. Girolamo, ememlato . >> it!
Pivmonte . . . . ■ • ■ • • » 4IJ
Dell' ins'gnamento delle arti meccaniche ai sordo-muli . » »v>
Alineone , tragedia di Coslantino FrccoLi . . ■ " A^o
Mvdena . . . . . . ■ ■ • • "421
pdle iaflucnzr iiiorali. Opera di Pictru Sehudvxi j . " ^"
1 N D 1 C E. 481
ffizT.tra .......... p»g. iSo
Ltttere di Innocentf Natahaeli. ..,..» iTt
Jttgno delle due Slcilie ........ 432
Per lo atabilhnento detla Flora memnese di pianle artijiciall in
rilieve , ormione di Anastasio Cocco . . . . » ivi
COfKXSPOMDMHZ* ......... V 373
BAPAELe d' Urhino a Pietro Giordani . . . . » iW
K0Tt2tt iClBHTtrlCUB E LT.TTERAKIK ^ S DI ARTI UBCCAKtCBM . » I40
M. ViTRVVii Pollionis architectura ecc. . . . n iti
Circolare d' Ignazio Pizzagalli per I' associazione alia sua raceolta
di funghi in rilievo . . , . . . » 14*
Patenti e privilegi esclusifi concrssi nelV Impero aastriaco nel
1824 ......... V 14S
Idfin .......... v 436
Flora Itulica ....... . » 43$
Teorema nelle Lezieni etementari di matemaliche dell' abate Marie,
tradotte dai prof. Canovai e del Ricco , riconosciuto in parte
erroneo da Angela Mazzola . . . . . -^ /^nj
NecrolO'^ia. Giuseppe Carpani . , . , , . ' » 281
Errata corrige ......... i« 437
Tavola tnetcorologica di gennajo ....... 144
Idem di febbrajo ......... n »88
Idtm di marzo ..,....., x 43^
Giuseppe Acersi , direttore ed editort.
Milano^ dair I. R, Slamperia,
Ossen^uzioni m eteorologlche fatle
all' J. R
Osservatorio di Brcra.
M A R Z 0 I
825.
Mat
TINA.
Sera.
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