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G. Vitale — Grandi Farfalle, Sr.
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(1) Siccome nel laboratorio: sì preparano animali continuamente, cosi “anotie le specie ‘ebie qui bb sone
notate si possono; avere in breve tempo... |. ti SRgNi 15 “RI
(2) Di parecchie. delle "qui notate specie, si hanno. ssemplari conservati i în liquidi, e pelli da montare. Et
“no pur erani di sie altre specie. È
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BOLLETTINO DEL NATURALISTA
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HRLEAMINIO FASSI
DEL LIQUIDO SECRETO DAI FIORI
DEL
Rhododendron arboreum SMITH
I Rododendri
Tra le Rhodoracee o Rododendree, le
Azalee e i Rododendri formano un insieme
di piante a fiori brillanti, che sono un vago
crnamento dei giardini.
I Rododendri, il di cui centro d° irvadia-
zione sembra che sia la catena dell’ Imalaia,
abitano diverse regioni della terra, chè Lro-
vansene al Nepal, alla China, al Giappone,
a Ceylan, a Malacca, a Sumatra, Giava, a
Borneo, nella Nord America e financo a Gi
bilterra, sulle Alpi e sui Pirenei. (1)
Questo gruppo di piante, stato studiato ac-
curatamente da Maximowiez e da Hooker
figlio, comprende alberi e frutici, alcuni dei
quali come i RP. DaMousiae è Camelliae/l0-
rum Hook fil e il R. Brokeanwin trovato da
Low, vivono epifiticamente sui rami «ei
grandi alberi delle foreste tropicali, spincen-
dosi fino a terra, quando ne abbiano libero
spazio, dove mettono radici.
Alcuni di questi Rododendri hanno un
bell'aspetto, sia per la forma, sia pel fogliame |
talvolta cospicuo, sia infine pel tomento or
lionato, ora lucente come argento che lo ri-
veste. Hanno altresì in generale fiori speciosi
bianchi, rosei, rossi, giallo d’ giallo
ranciato, violacei, ed anco punteggiati, tirati,
variegati e tricolori, e talora indoppiti da
\.0F0,
(1) Tre sono le forme specifiche delle Alpi; cioè il R. Rirsu-
lim lTinn, R Chamaecistus Linn e il R. ferruginem Vinn che
Vive solitario sulle Alpi occidentali inditferentemente in ogni
terreno, mentre nelle Alpi orientali dove deve sostenere la
concorrenza e lottare col R. hix:sutum amante del calcare, si
trova soltauto nei terreni silicei.
Ardissone - La Vegetazione terrestre ece , p. dA. Milano 1885.
cioè dai primi d’ Aprile a tutto Maggio. i
fasci di slami petaloidi, o da una doppia co-
rolla, come quelli terminali del /. ferrugi
neum osservati da Doumet Adanson nei Pi-
renei orientali. (4)
Il Riododendron arborewmn non ha, come
esprime il suo nome specifico, il nanismo dei
suoi confratelli delle Alpi e dei Pirenei, i
quali destinati a vivere in luoghi freddi, aridi
e rocciosi sono in armonia con la vegetazione
di quelle solitarie e silvestri altitudini, cioè
sono piccoli di statura (2) per meglio resi-
stere alla violenza dei venti, e formano delle
distese di fiori Alpi» che sono
un ornamento e fanno un grazioso contrasto
col cielo azzurro di quelle sommità (8); ma
il Rododendro arboreo è il sisante del genere,
:‘apace di ragsiungere al Nepal, suo paese
natale, dieci metri d'altezza, (4) ha forma pi-
ramidata e produce numerosi corimbi serrati
multiflori, veri mazzi di fiori, di un rosso vivo
scarlatto.
Nei suoi fiori si secerne da un disco talami-
co, e forse anco dalla hase della corolla, (5)
formato di nettari appuntati, un umore dolce,
spesso accompagnato all’ uscita da bollicine
sazzose, facile a raccogliersi, e in tal quan-
tità, specialmente. la mattina al tempo della
sua piena fioritura, (6) da poterne mettere
insieme in una o due. raccolte grammi 250.
« Rosai delle
(1) Bull. Soe. Bot, de France E.
(2) Il R. lapponicum Whlbrg è
dodendri alpini, chè si alza appena
20 p. 90 - 1873.
anche più piccolo dei Ro-
da terra insieme ai Wae-
cinium.
(3) Non sarà qui fuori di luogo notare il nanismo artificiale
dei Rododendri, ottenuto con metodo particolare da Moser di
Francia (V. Revue Horticole) ìl quale espose fusti fioriti di Ro-
dodendri alti 10 centimetri, per modo che le infivrescenze na-
scondevano i vasetti dove erano coltivati, e le varietà dei
colori facevano, in collezione, un gradevole e singolare effetto.
(4) Quello coltivato in vaso, in araticiera, nel’ Orto hota-
nico Universitario di Siena è alto metri 4,50, compreso il vaso,
i rami formano un circuito di metri 6; e il tronco misura me-
tri 0,50.
(5) Le cellule delle strie porporime del tubo della co-
rolla di questo Rododendro hanno all'aspetto lo stesso conte-
nuto dei nettari.
V. Bonnier. Les Nectaives ele.
VIII. Paris 4879.
(6) La durata della fioritura è da noi circa di due mesi
ann, se, nat. Botanique tom
2
gruppo delle Rhododendree hanno itoprietà
narcotico acri, e che il secreto der #fiori]di
alcune di esse, come pure il miele delle Api
che hanno foraggiato nei fiori stessi, siano
venefici (Senofonte - Plinio) (4).
Rapporto ai principi attivi delle foglie di |
dette piante si narra :
‘Che il decotto delle foglie del £. crrysan-
ihum. Pall, venefico a forte dose, si considera
in Russia come rimedio in. diverse malattie.
Che le foglie del. ferruginewm sono
reputate velenose; che il bestiame le rifiuta;
che una leggiera infusione delle medesime
provoca, secondo Villars, abbondante sudore;
e che l’infuso d'olio delle gemme, detto Olio
di Marmotta, è usato dagli Alpigiani come
antireumatico e vulnerario.
Che è sudorifero il decotto delle foglie del
R. arborewm, e che al dire di Robertson (2)
delle capre che avevano mangiato molto vo-
lentieri le foglie del . ponficum Linn e del.
R. hybridum furono colte da vomito, man-
davano una schiuma gialla dalla bocca e non | anco cristallizzato da Ioeger e Ghatin.
| potevano reggersi sulle gambe.
Gleghorn (3) parla di altre Rhodoracee ve-
nefiche come l’ Andromeda ovalifolia Wall; |
Azalea pontica Linn, Kalmia latifolia Linn,
ecc.
L’ Andromeda floribunda Bot. Mag. poi
produrrebbe anche effetti più disastrosi, chè
e stata capace di avvelenare ed uccidere 18
montoni (4).
Natura della secrezione dei fiori
Quanto poi alla natura dell’umore secreto
dai fiori, il De Candolle (5) dice nella de-
. serizione dell’ Azalea pontica « Mel ab apt
bus ex hac elaboratum dicitu» venena-
tum »; e in altro luogo (6) che i nettari
di molte Rhodoracee, tra i quali quelli della
detta Azalea, sono amari.
(1) Nel paese del Ponto è un' altra sorta di mele, il quale
im certi anni fa impazzare ece., per questo si chiama Melomeno.
Questo si crede che proceda dai fiori del Rhododendro di cui
sono pieni i boschi. Quei popoli danno ai. Romani la cera
per tributo, e non rendono altrimenti il miele perchè egli è
pericoloso. (Plinio. Mist. Natur. - Venezia 1580. p. €95).
(2) Bull. Soc. Bot. de France t. 16 p. 101, anno 1869,
(8) Journal of the Agricultural and Hortieultural society of.
India Vol. 14, anno 1867
(4) Gardeners Chronicle. Marzo 1886. p. 256.
(©) Candolle - Prodr. Regn. Veg. vol. 7. 2° p. 718,
(6) «id. - Botanique p. 141 Bruxelles 1837.
TT]
Molti scrittori affermano che le piante del |
| Circa ai fiori del R. ponticum Linn,
Che: thovasi spontaneo lungo i ruscelli presso
vle;sponde del Mar Nero e nei: dintorni di
| ‘Trebisonda, lo stesso Candolle così si esprime
(4): « Flores demum cryslalla saccharina
fundunt
Afferma Tournefort che gli abitanti della
Colchide e della Mingrelia ritengono come
assai malefico l'odore dei fiori di questo Ro-
dodendro al pari di quelli dell’Aza/ea portica,
e che il miele di Trebisonda fornito dalle Api
nutrite dai fiori, in specie dell’ Azalea, pro-
duce vertigini e nausee, fatto «che è confer-
mato da diversi altri scrittori.
E questo miele venefico quello menzionato
da Senofonte nei suoi racconti della ritirata
dei diecimila.
Non vi ha dubbio che lo zucchero, rico-
noscibile al sapore prevalentemente dolce, esi-
ste in molte sacrezioni vesetabilij; non è
quindi a maravigliarsi se ne è ricco l’ umore
secreto dai fiori del R. arborewmn e di altre
specie congeneri, nelle quali è stato rinvenuto
Toeger (2) l’ha trovato in piccoli ceri
stalli dentro le corolle del . ponticum e
dalla quantità di zucchero fornita da 440
fiori della detta specie, ha calcolato che
ogni fiore ne conteneva in peso due centi
ocrammi. È
Frattanto la presenza dello zucchero nel
secreto dei fiori di Rododendro, non eselude
che vi possa essere associato qualche alcalo-
ide nocivo, come fan supporre, se sono vere
le leggende, e gli avvelenamenti di uomini e
di animali che direttamente o indirettamente
l'avevano ingerito, e, trattandosi del R. ar-
boreum, 1° affermazione eziandio di Bentley
(3) circa le proprietà narcotiche dei fiori di
questa pianta, per le quali proprietà appunto,
dicesi, i fiori sono mangiati dai montanari
dell’ Indie.
Rimarrebbe a spiegare come e perchè
quei popoli facciano uso di fiori narcotici, e
la spiegazione potrebbe trovarsi nella abitu-
dine degli Indiani di assopirsi, come praticano
mediante l’ oppio od altri soporiferi.
Premesse queste brevi notizie sugli effètti
dei fiori e loro secreti delle summenzionate
specie di piante, vediamo quale è la vera
(14) Candolle - Prodr. Regn. vol. 7. 2° p. 424.
(2). id. - Phys. Veget. t. 4. p_237 - Paris 1882.
(3) Bentley - Manual or Botany - London 1861 p. 586.
natura e possibilmente l’azione fisiologica
della secrezione dei fiori del Rododendro ar-
boreo, che, come ho detto, è abbondante da
parere una piccola pioggia, quando ne verî-
gano scossi i rami la mattina al tempo della
piena fioritura.
Il quesito, circa la natura del liquido, non
poteva esser risoluto che dall’ analisi chimi-
ca, ed a questa, è stato sottoposto dall’ Eere-
gio amico Sig. Ciro Grimaldi, aiuto alla Cat-
tedra di Chimica generale di questa R. Uni-
versità, che di buon grado vi si è prestato ;. ed
ecco quale è stato il procedimento ed il re-
sultato dell’ analisi:
Ainalisi chimica della secrezione
« Liquido torbido, di consistenza siropposa,
di reazione leggermente acida, di un odore
« leggero indefinibile: ripetutamente filtrato
< il liquido non è stato possibile ottenerlo
« perfettamente limpido, ma si è mantenuto
« sempre opalino; in tale ultima condizione
« esaminato al Poiarimetro Hoppe-Soyler, ha
< offerto una deviazione di sinistra, di gradi
Calo:
« Il liquido stesso resulta per la maggior
« parte di una materia organica; i compo-
« nenti minerali entrandovi in piccola quan-
« tita e constano di Solfati e Cloruri di Po-
« tassio e di Calcio.
« Limitato lo scopo dell’ analisi alla con-
« statazione del costituente organico predomi-
« nante, si potè verificare la presenza di un
« Idrato di Carbonio, di consistenza siropposa
« assai densa, di sapore dolce assai pronun-
« ziato, capace di subire direttamente la fer-
« mentazione alcoolica, e capace pure di ri-
« durre il liquore cupro-alcalino di Fehling a
temperatura ordinaria; che si crede costi
« tuito di zucchero interverlito (miscela di
« Glucosio e di Levuloso). -
« 10. c. c. di liquore Fehlin9 richiedono
« c. €. 0,9313 del liquido ‘esibito, ripetuta-
« mente filtrato per esser ridotto totalmente
allo stato di Ossido Rameoso; riferito tale
< potere riduttore al Glucosio corrisponde-
« rebbe a grammi 5, 36 0|0.
« Il liquido: non contiene traccia di amido
< nè di albuminoidi; è però capace di svol-
< gere Ammoniaca sotto l’azione di ‘alcali
« energici, per conseguenza vi esiste anche
«
AMARA
CS
TS
« una sostanza azotata, ovvero un sale am-
« moniacale. i
« Su erammi 100 del liquido esibito, pre-
« viamente filtrato, esistono grammi 7, 9 di
« residuo fisso, e erammi 92, 1 di materiali
« volatili. » >
Da tale analisi se ne inferisce che l'umore
secreto , dei fiori del 7. 4:Dorewm contiene
dello zucchero intervertito, con che è spie-
gato il sapore dolce del medesimo, più una
sostanza azotata, ovvero un sale ammoniacale,
quali non sono stati ben definiti per deficenza
di materia.
Giudicando dall’analisi, la detta secrezione
avrebbe la costituzione di una materia zuc-
cherina affatto innocua, se non lasciasse delle
dubbiezze la esistenza di una sostanza azotata
tuttora ignota, che potrebbe essere un’ alca-
loide, avente forse, a giudicarlo per analogie,
proprietà narcotiche.
In tale incertezza ho cercato un po? di
luce nell’ azione fisiologica: ho fatto cioè delle
prove sugli animali, che per squisita genti-
lezza del Direttore ho potuto fare nel gabi-
netto di Farmacologia sperimentale della no-
stra Università.
Ed ecco come ho proceduto, e quali sono
gli esperimenti fatti per ora, col poco secreto
avanzato all’ analisi.
Azione del secreto sugli animali
Ho fatto ad un coniglio, ma senza alcun
resultato, sei iniezioni del detto liquido di 4
grammo per ciascheduna iniezione.
Allora ho preso una piccola rana vivacis-
sima, e l’ ho sottoposta ad una iniezione ipo-
dermiea di un grammo del liquido: non rile-
vando alcun effetto, ho ripetuto dopo poco
un’ altra iniezione della stessa dose all’arto
inferiore sinistro. ì
Dopo alcuni minuti la rana aveva per-
duto della sua vivacità, non gracidava ed
era quasi insensibile agli stimoli; lasciata lt
bera non saltava. e restava nella posizione
nella quale la poneva; posta supina non si
rivoltava, e l’ arto sinistro che era quello
stato iniettato, era come inerte e disteso, e
pareva che la rana non avesse la forza di
ritrarlo.
| Dopo di che feci un’ iniezione colla solita
dose all’ arto inferiore destro il quale com-
pieva benissimo i movimenti, e dopo poco
questo restava paralizzato come quel!o sini-
stro; la rana, immobile, pareva assopita te-
nendo gli occhi chiusi, assopimento che per-
durò per parecchie ore.
L'indomani la rana era tornata alla sua
vivacità naturale, saltava e compieva agil-
mente tutli i movimenti.
Avendo la dose totale di 3 srammi
dotti tali effetti su di una rana, piccola, volli
ripetere la esperienza con dose maggiore in
una rana più grossa, ma del pari vivace.
Praticai alla medesima a convenienti in-
tervalli 4 iniezioni ipodermiche di 4 grammo
ciascuna: ma la rana resistè e stimolata gra-
cidava e respingeva con tutte le forze
stimoli. Allora aggiunsi un’altra iniezione
alla stessa dose all’ arte inferiore sinistro, e
di nuovo stimolata non eracidava nell’ atto
di ritrarre l’ arto dallo stimolo, e i movi-
pro= |
gli |
menti nell’ arto iniettato erano più tardi che |
nell’ altro.
Continovai nelle prove facendo a brevi
distanze due nuove iniezioni; poco dopo la
settima ed ultima iniezione la rana cadde in
uno stato d’ immobilità; resa libera non fuggi
e rimase ferma nella posizione nella quale
era posta, nemmeno sì scuoteva dando dei
colpi vicino ad essa, e adagio adagio chiuse
gli occhi.
Lasciata in questo stato tutta la notte,
l'indomani, cioè circa 12 ore dopo, la rana
era morte.
Dalle cose suesposte si può inferirne.
Che la secrezione dei fiori del Rododendro
arboreo, deve contenere, oltre lo zucchero,
una sostanza che ha proprietà narcoliche
tali che a forti dosi è capace di uccidere una
rana.
Che detto principio deleterio deve esservi
in minima quantità, occorrendo molto liquido
per conseguire effetti letali.
È a notarsi infine che il liquido adoprato
nelle suddette esperienze, eseguite in questo
mese di Dicembre, essendo quello stesso avan-
|» zato all’analisi, e stato raccolto nel precedente
mese di Giugno, può in questo lasso di tempo
| aver perduto di energia, tanto più resultando
ì - dall’analisi che contiene molto materiale vo-
latile.
Si richiedono quindi altre e più nume-
rose prove con liquido di recente raccolto,
quali mi darò premura di fare alla veniente
Primavera, onde definire meglio e con più
sicurezza 1’ azione fisiologica e completare, se
sarà possibile 1’ analisi chimica.
Nel chiudere questa nota sento il dovere
di tributare vive azioni di grazie al Sig. Ciro
Grimaldi per l’ analisi fatta, ed ai Chiarissimi
Professori Campani e Bufalini per avermi
gentilmente agevolato le ricerche coi mezzi
dei loro respettivi gabinetti.
SENSE AAALA
RICALBI Dott. EUGENIO.
er;
USESRTARZA
Da Genova a Haiderabad del Dekaa
Alcune note sopra una breve gita
di andata e ritorno.
( Continuazione vedi nî antecedenti)
Alzatici il di di poi di buonissima ora, e preso
un eccellente caffè con latte di bufala tornammo a
visitare Haiderabad.
Questa città è situata sulla riva del-Musi o Mussa,
ed è del tutto indiana: la sua estenzione è srande
e i suoi abitanti oltre 200 mila. Non si descrive il
brulichio della gente variopinta, che ne percorre le
lunghe e polverose vie; tutti sono indiani, o a piedi,
o a cavallo, o in palanchino, od in carrozze tirate
da buoi o da cavalli. Gli uomini prevalgono per nu-
mero alle donne, che stanno per lo più ritirate:
quelle che si vedono sono della plebe. Gli abiti sono
dei colori più vivi, ma predomina il bianco; il tur-
bante, dai varii colori, cuopre tutte le teste, e sem-
bra essere di rigore.
Degli uomini per lo meno due terzi sono armati,
alcuni fino ai denti, in modo veramente ridicolo :
si direbbero capibriganti; i più hanno un pugnale,
del quale può variare la foggia, e lo tengono alla cin-
tura; altri ne han due: altri un pugnale e una pi-
stola, che può essere a pietra; molti portano la sei-
mitarra in mano, come da noi il bastoncino. Tutta
quella gente armata fa un certo effetto, e fa pen-
sare alle facili risse, che, quando avvengono, sono
sempre sanguinose.
Di europei non se ne vedono, o almeno di rado;
in Haiderabad sono tanto pochi, che si contano sulle
dita. — Mentre noi percorrevamo le vie, avevamo
sempre alle caleagna molti curiosi, che ci osserva-
! vano; se ci fermavamo a una bottega, un circolo di
I
|
gente si formava. Una volta ci mettemmo a contrat-
tare con un venditore di pugnali: assicuro che non
meno di una ottantina di persone, Saga ressa per -
assistere alla nostra compera. -
I ricchi di Haiderabad vanno in carrozze tirate
i da bellissimi eavalli, o cavalcano elegantemente, per
lo più seguiti da servi: le carrozze dei grandi per-
sonaggi hanno ‘avanti i battistrada, che corrono in
modo da far pietà.
Delle donne, come ho detto, vesgonsene poche,
perchè la più parte di esse non si mostra agli sguardi
profani, ma vive negli ozii della sezana. Quando e-
scono, vanno in portantina ben chiusa, o in carrozze
parimente chiuse. Le donne di un certo rango hanno
la portantina o la carrozza scortata da eunuchi, con
tanto di scimitarra in aria. E queste piccole caro-
vane si incontrano non di rado. Una volta vidi il
curioso modo, che usan le donne per uscir di casa
e entrare in carrozza senza esser viste. La carrozza
si accostò alla porta, due teli furono stesi tra l'una
e l’altra, e la dama passò in questo andito improv=
visato, eludendo la nostra curiosità.
Haiderabad ha quattro vie principali e. lunghis-
sime, che quasi ad angolo retto confluiscono in un
punto, alquanto slargato a piazza: nel mezzo di
questo larzo, sulla confluenza delle vie, è un edifizio
peculiare, uno dei monumenti più belli della città,
detto Teia:-Minar, 0 quattro-minareti, per quattro
torri, che sorgono ad ogni angolo. Nelle quattro vie |
principali sono i più bei negozii e i migliori palazzi;
il resto è un labirinto di stradicciuole, dove non
piacevole avventurarsi
è
dove la sporcizia, il polve-
rone o il fango ingombrano i piedi, e dove serpeggia
da un anno all’ altro il colèra.
Le case di Haiderabad variano per altezza; ve ne
sono anche di tre piani ma le. più sono basse, a un
solo piano ed hanno balconi, coperti in avanti da
stuoie. Le botteghe sono tutte alte un metro circa
da terra, piccole, e sì contratta rimanendo in strada.
Curioso e il mercato delle scarpe, ove in mezzo
a distese di questa merce, vedonsi numerose persone
che vociferano, litigano, si riappatumano, e tutto ciò
per pagare un paio di quelle singolari ciabatte a
punta qualehe pais di meno. Anche noi contrattam- |
mo e acquistammo up paio di
arpe, con enorme me-
raviglia di quei nerì ciabattini e di tutti i presenti.
Se qualcuno andrà a Haiderabad, non trascuri di
comprare qualche pugnale: è il ricordo del luogo.
Vedrà mettersene dinanzi agli occhi di tutte le
fooge e di tutti i prezzi. I luoghi ove sì fabbricano
sono meschini bugigattoli, ove appena si sta in piedi.
Enorme deve esserne l» i sudditi del
Nizàm.
La moneta dello Stato del Nizam è di argento
e di rame: non ha effige, ma solo iscrizioni, ed è
rozzamente fatta. Quella di rame è costituita da
pezzetti informi di questo metallo, incomodissimi a
portarsi.
smercio tra
A quattro miglia dalla città è un lago amenissimo
superstiziose, come sventuratamente sono in maggio-
ranza le donne indiane.
Un luogo notevole di Haiderabad sono ì palazzi
del primo ministro, che costituiscono quasi una con-
trada: dico notevole per l’ estensione, che del resto
architettonicamente non hanno nulla di speciale. —
L’ abitazione del Sovrano, olire ad essere fuori mano,
è chiusa agli sguardi profaui, ed occorrono cono-
scenze e permessi per visitarla, in quella Sola parte,
s' intende, in cui può essere ricevuto l° 7afedele; chè
le stanze più intime, la zenana, sono luoghi all'Eu-
ropeo inaccessibili. Stupendi sono i giardini del
real palazzo ed amenissimo il lago.
Sua altezza il Sovrano, il potente Nababbo, (il qua-
le, se-è esatto quel che mi disse un inglese, che abita
in Haiderabad, sarebbe figlio di una guardatrice di
bestiame, tolta a concubina dal precedentè regnante),
comunemente dicesi Nizdm, ed ha i seguenti titoli
e nomi Asaf Jan Muzzuffur-ul-Muinulik Nizam-ul-
Mull Nisam-ul-Dowlah, Nowab Mir Mahbud Ati
Khan Bahadur: è di religione musulmana, ha una
infinità di mogli, e mena vita oziosa e lasciva.
Chi va a Haiderabad, si rechi a visitare il forte
di Golconda, a poche miglia dalla città, nel quale
sono situati i tesori dello stato. I tesori il Golconda:
ecco le mille e una notte! Per visitare il forte, .oc-
corre un permesso: e chi si avvicinasse troppo senza
di quello, sì metterebbe a rischio di buscarsi qualche
| fucilata dai soldati, che guardano le porte del dop-
pio recinto. In basso al forte sono le tombe reali,
ornate di caratteristici monumenti. A colui, che non
sia archeologo, piace più l’ amenità naturale del
luozo, ove il paese tropicale sì appalesa in tutti i
particolari, e la via che da Haiderabad conduce ad
esso, che non il forte, e sue rovine, in se stesso con-
siderato.
Pagode e specialmente Moschee in Haiderabad
non mancano, e, dopo ess:rvi cavate le scarpe, po-
tete visitarle: la più bella è la Giammah Masgid ,
costruita sul tipo di quella della mecca.
Una delle particolarità, che più caratterizzano
Haiderabad, sono gli elefanti, numerosi ed enormi ;
servono come animali da soma e da tiro, e richia=
mano in sommo grado l’° attenzione dell’ europeo,
| poco abituato a veder per le vie delle sue città si
(Hussein Sagar),in cui, meravigliatevi pure. il Ni-
zam tiene due vaporetti. — Il Nizam poi ha un
parece, ben provvisto di gRepardi, per la caccia delle
Antilopi; e la sua serara contiene le più belle donne
splendide dalle semme di Golconda, ma ignoranti e
mili bestie.
Sul Musi, il fiume di Haiderabad, è costruito un
ponte di ampie dimensioni, sul quale il movimento
è enorme; assicuro che un quarto d’ ora passato là
ofire agio di godere uno spettacolo affatto per noi
inusitato. Vedonsi passare uomini di tutte le classi
sociali, vestiti di tutti i colori; passano cavalieri,
portantine, carrozze; passano elefanti. bardati e rozzi
| carri; merciai ambulanti, che gridano; fanatici reli-
giosi, che pregano; mendicanti, che molestano tena-
| cemente i passanti: soldati, che sembrano masna-
del regno; avvenenti e salaci quanto sì vuole, e rese |
dieri; donne del volso, cui una pezza di cotonina |
variopinta serve di intiero vestito, Se poi si dirige
uno sguardo al fiume, che si svolge dinanzi, vedesi
il suò letto ampio e in parte asciutto, talmente gre-
mito di gente e di animali, che non ci sì può di-
staccare dall’ osservarlo: chi si bagna, chi beve, chi
lava, chi attinge ‘acqua; scorgonsi dentro zebù, bu-
fali, cavalli, elefanti, che tutti insieme fruiscono di
quelle scorrevoli acque. :
Potei assistere in Haiderabad ad una festa, credo
religiosa, cui presero parte enorme quantità di per-
sone di tutti i ranghi sociali. In occasione di questa
festa, assistei ad una specie di processione, che re-
istere in per-
nunzio a descrivere, e che mi fece as
sona a quell’ India fantastica, che tutti abbiamo so-
gnato. Nel corteo era ogni sorta di gente: donne a
drappelli, che portavano vasi con fiori finti, corone e
cuscini; uomini con baldacchini, orpelli, piume; sol-
dati,di tutte le fogge, ed età, alenni vecchi e canuti,
altri giovani e imberbi, con fueili a retrocarica, a
percussione, a pietra, chi in spalla, chi in braccio,
chi in aria, chi con baionetta, chi no; musiche, in
cui tutti cli strumenti suonavano per conto loro ;
bellissima cavalleria; carrozze e portantine per dame;
molti pezzi grossi a cavallo; ad accrescere solennità
e stranezza a questo sfilare carnevalesco di gente .
erano intermezzati ai varii drappelli degli enormi
‘elefanti (ne contai una cinquantina), riccamente
bardati, e sui quali stavano molte notabilità del
paese.
Chi ya a Haiderabad faccia una corsa anche a
Secunderabad, città si può dire a due passi, ove si va
per ferrovia e ove l° Inghilterra, in forza di un trat-
tato col Nizàm, tiene un distaccamento militare per
proteggere la persona del sovrano (!): ma è evidente
che trattasi di una sentinella avanzata, per precau-
zione contro i capricci del Nababbo e dei suoi feli-
cissimi sudditi. Seppi che i cittadini dello Stato del
Nizàm più puritani sdegnano recarsi a Secunde-
rabad, per non vedere l° odiato infedele. Ciò non to-
glie che Secunderabad sia una cittadina interessante,
quasi del tutto indiana, e dove può vedersi qual-
che viso europeo, il che a Haiderabad raramente
è dato. (continua)
TILILOTASSI FLORALE
Studi del prof. Luciano Pelacani
(Continuazione vedi N. 12)
Le architettoniche di cui si è fin qui parlato
VERTICILLARE - tipo quinario - Aquilegia; tipo
ternario - Berberis; tipo binario - Fumaria.
Mista - Papaveracee - Mugnoliacee ecc.
Pentaciclici - TrimerI - Molte :Lardirabalee -
" Liliacee
TETRA - PenTAMERI- Molte Leguminose - Alsinee
Tetraciclici - PentAMERI a corolla - dialipetala
Viola ecc. - gamopetala - Corolliflore
TETRAMERI - Alcune Plantaginee, Celastrinee.
TRIMERI - Oncorum tricoccum.
Triciclici, Diciclici - Elacagnaee - Fravinus
escelsior ;
Monociclici - Euphorbia - Arum ece.
I casi fin qui considerati e riassunti nel quadro
suesposto sono di perfetta regolarità, altri : ve ne
ha che sì informano
regolarità non
ma dei quali si può dare una soddisfacente spie-
a questa
gazione; altri infine per interpretare i quali con-
viene spaziare nel campo delle ipotesi. Prendiamo
innanzi tutto a considerare quelle specie che offrono
infrazioni alle leggi fillotassiche per sovrapposizioni
verticillari. ;
te-
traciclica pentamera a corolla gamopetala: fillotassi
“Le Prinlaucee fra le altre hanno fillotassi
irrezolare poichè il ciclo di stami è epipetalo. Il
fatto è facilmente spiegabile comparando le Primu-
lacee alle famiglie da cui sono derivate. L’ architet-
tonita delle Sapotee è pentaciclica regolare poichè
l’ androceo è diplostenione: le Myrsinee dalle quali
sono venute direttamente le Primulacee, accennano
abbastanza palesemente all’ iniziato aborto del cielo
esterno di stami: in una specie delle stesse Primu-
lacee (Samolus Valerandi) abbiamo il ciclo esterno
di stami quasi completamente atrofizzato, Evidente-
mente ragioni di pressione hanno determinato l’ a-
borto del cielo staminale esterno ed il fatto è dive-
nuto carattere di famiglia.
Eichler BWttrendiagramme considera tipicamen-
te pentaciclici i fiori di Onagracee.
La teoria tetracielica, a parer nostro non incon-
tra nessuna difficoltà e spiega facilmente tutte le va-
riazioni nell’ architettonica florale delle Onagracee.
Ammesso che le quattro matrici staminali, fondate
con regola d° alternanza fra quattro matrici di pe-
tali e quattro matrici di carpidii, a vece di svilup-
pare un organo ne sviluppino due si hanno i tipi
florali Fuce/sia, Epilobuim, Ocnothera ece.
Nella famiglia delle Proteacee; Lorantacee, San-
sono tutte regolari; prima di passare alla esposizione | tal4cee abbiamo constatato lo stesso fatto. In questi
delle fillotassi irregolari riassumiamo in un quadro
sinottico quanto fin qui sì è detto.
Policiclici (termine minimo 6 cieli) a disposizio-
ne - ALTERNIFOGLIARE; R. Micaria - Anemone ecc.
fiorì ‘privi di corolla abbiamo sovrapposizione degli
stami ai sepali. Possiamo intanto persuaderci facil-
mente che la ragione di tale sovrapposizione di ver-
ticilli è l° aborto della corolla, o di un cielo di stami,
Le cause di tale aborto possono essere diverse: altre
meccafiche; altre biologiche: pressioni e usurpazione
di funzione della corolla per parte di altri organi.
Le Urticacee, dioiche e fecondate dal vento, pre-
sentano il fenomeno della sovrapposizione dell’ an-
droceo al calice. Evidentemente, 'se la corolla fosse |
persistita, i suoi petali avrebbero. alternato coi se-
pali e cogli stami successivi.
Fra le
cui carpidiù sono sovrapposti agli stami. La com-
Monocotiledoni, vi hanno le JIridee , i
parazione di questa famiglia colle vicine Liliacee ci
dice tale sovrapposizione causata dall’ aborto del
cielo interno di stami.
Nelle Ramnee, i sepali in numero di quattro 0
cinque sono valvari: i petali alterni possono essere
ridotti a piccole linguette o scomparire del tutto.
sovrapposti. Il gineceo è formato da tre o quattro
brioni si sviluppano nell’ utero e prendono la for-
ma tipica dei nematolti; usciti dall’ insetto cogli
escrementi, cambian pelle e menano vita libera;
in tale stato non sono più ermafroditi, ma si di-
stingue maschio e femmina, che sì congiungono e
producono nova fertilizzate, dalle quali si svilup-
pan di nuovo dei vermi. Questa seconda genera-
zione è probabile che s° introduca nelle larve gio-
vani dell’ Hylodius.
b) Sphaerularia bombi Duf. Wl giovane ani-
male ha la forma tipica dei nematodi e vive li-
bero; più tardo appena, quand’ esso è entrato nel
bombo, la vagina (non 2'utero, come dice Schneider)
comincia a rivoltarsi all’ infuori e si sviluppa ra-
pidamente prendendo in se l'utero ed il resto
| dell'apparato genitale di modo che sembra un
Gli stami in numero uguale ai petali sono ad essi |
carpidii. L' aborto di un ciclo di stami risulta dal
confronto con alcune specie della stessa famiglia
(Ventilago Maderaspatana). ;
Moltissimi altri esempi si potrebbero citare che
verrebbero apparentemente ad infirmare la legge ge-
nerale dell’ equilibrio fillotassico florale: ma li omet-
tiamo per brevità.
Soltanto non è a tacersi una’ disposizione spe-
ciale e di più difficile spiegazione, che sì riscontra |
in una numerosa serie di famiglia. (Jalvacee, Tilia-
cee, Itosacee, Ipericinee, Camelliacee, Dilleniacee,
Mesembrianthemee ecc.) (continua)
SRI CERRI RPRRRPREARZEZEA
NEMATODI
Il ‘celebre elmintologo Zeuckari pubblicò te-
stè' (4) delle nuove contribuzioni per la cono-
scenza della morfologia e della biologia dei Ne-
gran sacco, mentre il vero verme viene a stare
semplicemente come una. piccolissima appendice
e finisce coll’ andar del tatto perduto. Le uova
si sviluppan in embrioni e.in vermi che vivono per
‘| alenn tempo nel bombo ; usciti dal quale non si nu-
i trono da se, ma consumano le stoffe, di cui si eran
| fatto provista neilo stomaco a spese del bombo!
cambiano diverse volte pelle e finalmente svilup-
pano gli crgani genitali e somo divisi di genere.
| Dopo l’ unione, mentre il maschio perisce, la fem-
mina penetra nel bombo e succe le il rivoltamento
della vagina ut supra.
c) Alractonema gibbosum (n. gen. n. Sp.)
Anche in questo verme, parassita della larva di
Cecidomya pinî (8), la. vagina si rivolta al di
fuori, non però tanto come nella Sphaerularia
interessante il canale digestivo regressivamente
| sviluppato così che. consis'e di. due file (talvolta
matodî, lavoro che per il metodo con cui viene |
condotto e per l’importanza delle notizie ed os-
servazioni contenute, si meritò il plauso di tutto
il mondo scientifico; e noi non possiamo a meno
di non darne se non altro un brevissimo e pur-
troppo languido riassunto.
a) Allantonema mirabile (n. gen. n sp.) Vive
nell’HyZobius pini, à la lunghezza di circa 3 mil.,
d' un apparato genitale femminile molto svilup
anche di una sola) di cellule molto grandi, poste
l’una dopo l’altra; bocca ed ano mancano. Lo;
sviluppo è del tutto analogo a quello della Sphae-
rularia
Chiudiamo dichiarando che per brevità in que-
sto riassunto si ommise molte e molte cose di cui
pur sì avrebbe voluto tener conto: il benigno let-
tore, che s' interessa più da vicino della questione
ricorra al lavoro originale, che va anche corre-
| dato di tre belle tavole.
P. S. Richiamamo qui l' attenzione degli spe-
| cialisti sull’ interessante modo di sviluppo del
l'organizzazione interna consiste semplicemente |
paio; di stomaco non ce’ è traccia, come non ce
n'è né-di bocca, nè di ano. È ermafrodita pro- ‘
tandrico senza organi maschili specifici. Gli em-
(1) nelle AbRand?. d. math. - phys. Elasse d. Kgl. stichs.
Gesellseh, d. Wissensch, ASST, V. x, p. D65.
oi
Nematoxys longicauda Lindstow (8) parassita del
Triton alpestris Laur. (Tr. igneus Fechst.) e tal-
fiata anche del Tr. cristatus Laur.
Vienna, nel novembre 1887. P.
(2) Passa però anche nella ninfa e nell' animale perfetto. %
(3) V. Lindstow, Weber einen neuen Entwickelungsmodus
bei den Nematoden; Zeitsche. f. w. Zool. Vol. 42, 4885,
COLOMBICULTURA
Riproduzione interdetta
CAPITOLO IIL
La Tortora grigia (Columba Turtur) — La Tor-
tora bionda (Columba Risoria), — La Tor-
tora bianca (Columba Frigida (G) ).
i. La Tortora grigia
(Continuazione)
La tortora grigia secondo il Cetti ed altri au.
tori trovasi abbondantissima in Sardegna, e costi-
tuisce una delle più ricercate e pregiate selvaggi-
ne dell’ isola. Nella Spagna e nel Portogallo stan-
ziano questi uccelli in numero così straordinario, che
l accanita caccia che gli si fa sembra non faccia
mai diminuire i branchi della specie. Crede Buffon
che la Tortora del Portogallo costituisca una de-
terminata varietà delia ‘l'ortora dei boschi, e re fa
una descrizione che differisce un poco dal tipo
principale. La Tortora grigia del Portogallo ha
tutto il corpo bruno cupo; il collo ha deile mac-
chie composte di alcune penne ncre marginate di
bianco, e tutte le altre sono brune orlate digiallo:
le penne delle ali sono nerastre marginate di bianco
sporco; le due medie della coda sono cenerine e
terminate di bianco, e le laterali hanno del bianco
sul margine esterno: l’ iride è gialla, il becco nero,
e i piedi rossi.
Un’ altra varietà è stata osservata alla China
ed al Capo di Buona Speranza, e più recentemente,
se non erriamo, alla Nuova Olanda. Essa ha le
macchie retate di nero ce di bianco dei lati del
collo, assai più larghe di quelle della Tortora-gri-
gia di Europa. Alcuni |’ hanno chiamata Tortora
Chinese, formandone una specie a parte, ma è
però a ritenersi che non sia che una semplice ya-
rietà della Tortorella Europea.
Io ho più volte vedute talune Tortorc grigie
colle macchie del collo più pronunziate e più lu-
cide, quasichè il collaretto fosse formato di tante
piccole perle di Venezia vagamente mischiate ; e
non pertanto mi sono convinto che tali modifica-
zioni di mantello erano meramente accidentali in
individui più sviluppati e più robusti della specie.
e sempre nei maschi.
Il nido di questi uccelli è irregolare e piatto: si
compone di ramoscelli sottili e di pagliuzze negligen-
temente intrecciate. Fanno tre covate per anno nei
paesi meridionali, due in quelli più al Nord. Depon-
gono due uova per covata, subglobose, bianche.
Nella costruzione del nido e nella covazione,
le Tortore si uniformano ai costumi di tutti gli al-
‘tri Colombini, dividendo fra loro, il maschio e la
femmina, le cure e i disagi della vita coniugale. I
piccoli appena usciti. dall’ uovo sono rivestiti di
sottile lanugine gialliccia che cade al comparire
delle penne. Inetti a camminare ed a prendere il
nutrimento; ricevono come i piccioncelli il vitto
dai genitori i quali lo rigurgitano dall’ ingluvie loro
nel becco dei figli, avviluppato da una sorta di
saliva gelatinosa e bianchiccia.
La Tortora grigia alleva amorosamente la prole,
e non ritorna in amore che allorquando i piccoli
sono volati dal. nido. Conserva costante l’ affetto
coniugale e rimane sempre monogama: anzi, se-
condo alcuni autori, la femmina a cui è stato uc-
ciso lo sposo, mai più si rimarita = finisce soli-
taria la vita. Gli antichi; nella. Tortora soli-
taria che riempie i Foschi del suo lamentoso tu-
bare, simboleggiavano la vedova che piange incon-
solabile la perdita del marito, o la vergine inna-
morata che sospira per lo sposo lontano esposto ai
pericoli delle battaglie, Molti versi furono scritti su
tale argomento, ed alcuni belli e gentili.
Non futti però gli autori hanno inneggiato alla
coniug:le costanza delle Tortore. Scrive Renauld ,,
che vi ha chi vuole che le abitudini lascive della
Turtur non giustifichino punto gli elogi pomposi
che i poeti si sono compiaciuti di prodigare alla
sua pretesa costanza; e lo stesso Toussenel, il quale
chiama una Tortora una soave creatura, amniette
che qualche volta si laseia intenerire dai racconti
commoventi di sfortunati scapoli, e prova il biso-
gno di mitigare i loro tormenti. ,, (1).
Anche Gian Pietro Florian sembra non fosse
un caldo ammiratore deli’ uccello di Venere, se
si legge la Favola XII del libro V delle sue fa-
vole. (2)
« Une fauvette; jeune et belle
S'amusait a' chanter tant qui durait le jour;
Sa voisine la tourturelle
Ne voulait, ne savaît rien rie que l’ amour.
Je plains bien votre erreur, dit’ elle à la faunvette;
Vens perdez vos plus beaux moments:
Il n'est qu’ un seul plaisir, c'est d’ avoir des amantea.
Dites-moi s' il vous plait, quelle est la chansonette
Qui pent valoir un donx baiser ?
Senza ‘entrare in discussioni oziose che a nulla
gioverebbero, noto semplicemente un fatto da me
constatato, e che può servire di base sicura al giu-
dizio degli studiosi. Tutte le specie di Tortorelle,
in stato di domesticità, non facilmente passano ad
un secondo maritaggio, allorquando sen muore uno
dei coniugi: ciò starebbe dunque a provare che se
le Tortore non sono quelle ingenue creature ideate
dai poeti, rimangono però si tenaci nell’ affetto
coniugale da dimenticare ben tardi il compagno
o la compagna perduta.
L’ allevamento della Tortora grigia in domesti-
cità è assai difficile, per essere animale timido e
(1) Opera citata,
(2) G. P. Claris de Florian — Fables — Paris — 1857,
bi
diffidente. Però nelle grandi voliere nelle quali
sianvi specialmente degli alberi ombrosi, può pra-
|
ticarsi con qualche resultato. Gli antichi, a quanto
pare, non riuscirono di far prolificare questo uc-
cello in schiavitù; e lo stesso Columella dichiara
inutile l’ allevamento e di niun prodotto.
In voliera chiusa,. prese giovani, le Tortore con
grande facilità s' ingrassano. Vi hanno in Francia
dei piccoli agricoltori che si dedicano a questa
profittevo'e industria, e mandano sui mercati in
tutte le stagioni, gabbioni di Tortore ingrassate.
la Tortora, perchè prenda il grasso, conviene sia
collocata in una voliera non troppo grande, ben |
riparata dal freddo, che abbia una luce a mez-
z° ombra, e che possibilmente non prospetti nè bo-
schetti, nc |' aperta campagna. L' allevatore tre
volte al giorno dà loro un’ abbondante razione di
miglio e di frumento asciutto e vagliato: in capo
ad un mese circa le ‘T'ortore sono grassissime e
possono servire alla cucina.
Poeti, sapienti, filosofi d'ogni tempo e d' ogni
paese amarono sempre questo tenero uccello, qua-
sichè la dolcezza della Tortora e i suoi miti costu-
mi contribuissero a rendere meno perosa la vita
travagliata o disordinata dei più. Se dee credersi
al Sig. di Monselet, anche il filosofo di Ginevra,
Gian Giacomo Rousseau, ebbe una speciale predi-
lezione per Ja variopinta tribù dei Colombini. Cu-
rioso contrasto! L' autore della Nuova Eloisae del
Contratto sociale che confessava di non avere avuto
agio di amare ed allevare i suoi figli, perchè as.
sorto dai grandi interessi dell’ umanita, trovava
però il tempo di dedicarsi alle cure dei suoi pic-
cioni e delle sue Tortorelle !
La Tortora grigia si ciba di diverse semenze e
di piccole bacche; in schiavitù però non mangia or-
dinariamente che miglio o risella. Anche allo
stato libero questi uccelli amano di preferenza il
miglio, ma mangiano pure il frumento, il panico,
il grano saraceno, la canapa e l'orzo: caso ben
raro, e spinti dalla fame, la veccia. — Dopo segate
le messi, ritornati i campi nella consueta quiete,
le Tortore principiano ad abbandonare il folto delle
selve, ed a spanlersi per la campagna a raccogliere
i semi rimasti sul terreno: in quell’ epoca s° im-
pinguano, tanno lunghe sieste sugli alberi, e pos-
sono essere con più facilità avvicinate dai cac-
ciatori.
Il volo della Tortorella dei boschi è rapido ed
ineguale; talune volte volando si porta celermente
da sinistra a destra o da destra a sinistra formando
degli angoli; talaltra dopo il frullo eseguisce un
| dietrofonte calando o inalzandosi di qualche die-
cina di metri. Nell’ insieme il suo volo. ricorda
quello del -Beccaccino (Scolapar Gallinago) ed è
tale da sgomentare il più abile tiratore.
(continua) GiuLio CesaRE GI\CHETTI
fCODebI>I_
' di oltre 300 pagine, diviso in tre
| restaurare quella colonia:
Sclotel! Sciotell
nto
L' Ing. Francesco De Lorenzo, dimorando in
Egitto, e saputo che cittadini italiani erano,
comprite ! e donazioni,
per
divenuti padroni di terreni
nello Sciotel che è parte della regione dei Bogos
in Abissinia, acquistò quei diritti ed è ora divenuto
entusiasta per quel paese, tantochè stà organizzando
una fotte società per colonizzare tutto Jo Sciotel con
elementi italiani.
Ha appositamente pubblicato un grosso volume
parti: nella prima
parla dello Sciotel e delle vicende deila prima co-
lonia italiana di Stella e Zucchi; nella seconda nar-
ra le numerose pratiche da lui fatte per tentare di
nella terza espone il pro-
getto per l'impianto della Colonia agricola e Com-
merciale (1).
Stando a quanto ne dice l’ egregio serittore lo
Sciotel è un vero paradiso terrestre, una vera cucca-
gna e noi non possiamo fare a meno di riportarne due
parole per appagare la curiosità dei nostri lettori.
Lo Sciotel, ci dice il De Lorenzo, comprende una
vastissima superficie di circa 90 miglia quadrate. È
a 3500 piedi sul livello del mare. La temperatura
mesi fra 26 e 27°;
solo in decembre e gennaio scende a 16°.
si conserva costante per dieci
L’ aria è
salubre. Abbondante è l'acqua potabile. Estese le
pianure e coltivabili: folti i boschi di tamarischi, di
sicomori, di tigli, di alberi di gomma. Vengon bene
gli ortaggi. Ogni litro di seme ne produce da 60 a
80 di frutto; e il granturco talvolta dà fino al 140
per uno.
Ma questo è niente:
Con un soldo si hanno da 15 a 20 uova.
Un pollo costa da uno a quattro soldi.
Un chilo di burro da due a tre soldi.
Un montone da uno a quattro franchi.
Un bove da nove a trenta franchi.
Uo cavallo da lavoro da venti a trentacinque
franchi; uno da sella (e bellissimo) da sessanta .a
cento franchi.
Le caccia vi abbonda straordinariamente; le lepri
ed i cignali, ritenuti dagli indigeni animali 1m-
mondi sono innumerevoli perchè non vengono cac-
ciati. — Coraggio cacciatori che da noi sudate due
camicie per uccidere nna lepre!
Lo struzzo è comunissimo; ed oltre il profitto
che si ricava dalle penne, la sua carne, essendo af-
(1) Il volume si vende al prezzo di L. 3 e può acquistarsi
anche pressol’agenzia di questo bollettino, o dall'autore in Napoli
mente settecentomila chilosrammi di avorio, che sì
del Bufo viridis, Laur. e del Bombinator igneus.
che nella fredda stagione si rintanano per ricompa-
10
atto simile a quella del tacchino, è un buon nutri-
mento. |
Un contadino perciò vive con due 0 tre soldi al
giorno; — Inutile dunque il ritrovato di Tanner,
Succi.e compagnia — ed un lavoratore agricolo si
paga al massimo cinquanta centesimi al giorno.
Un domestico meno. Re Giovanni dà ai suoi
servi un tallero, cioè franchi 4,50 di stipendio men-
sile. ; ;
L' indaco, il caffè, il tabacco, lo. zibetto, |’ oro,
l’ avorio, il cotone danno vistosissimo guadagno; e
perchè il lettore possa giudicare da sé ecco poche
notizie sul commercio dell’ avorio.
L° Inghilterra ritira da quelle contrade annual
acquista sul posto da cento a centocinquanta franchi
il quintale, ed alla costa si vende da 900 a 1000
franchi.
Per avere un’ idea del commercio di quelle con- !
trade basterà dire che alcune case Tedesche stabi
lite:a Zanzibar si calcola fanno da 60 a 70 milioni |
di franchi annui di affari col solo commercio del-
]° avorio.
Quello poi più favoloso, sì è che quei na-
turali scambiano i sopraddetti ricchissimi prodotti
con le più semplici manifatture, come a dire, tela,
strisce di rame, vetri, cristalli, chincaglieria, Sal
gemma (il quale fa Ie veci di moneta) ed altro.
Avanti dunque lavoratori! avanti piccoli capita-
listi! Lo Sciotel è là per farvi alricchive. Il propu-
enatore della Società crede che subito al primo
quinquennio le azioni di lire cinquecento saliranno
al valore di mille a due mila lire, « e ciò senza
tener conto dei lucri grandissimi, favolosi, che le
Colonie produrranno al privato, alle altre società, |
alla Madre patria ».. D.
Comunicazioni - Proposte - Domande
_ Risposte
Im questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti,
informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Osservazioni sull’ epoen della. riproduzione |
Merrem. Gli anfibi anuri sono animali insettivori
rire ai primi tepori di primavera, allorchè le gemme
degli alberi si sviluppano, le erbe crescono e gli in-
setti ripopolano l’ erbe e i fiori.
A cagione però della topografia del luogo e delle |
vicende meteorologiche, la primavera può essere più |
o meno precoce e così varia anche l'epoca della
comparsa de’ batraci.
Di solito I’ epoca degli amori ha principio per
questi animaletti coll’ uscita dai loro ripari d' in-
verno, e dura per tutta la bella stagione, come lò
conferma il fatto della deposizione di uova ad epoche
differenti. - :
Intorno a ciò non sono d’ accordo con parecchi
erpetologi che non solo restrinsero entro confini
troppo limitati quest’ epoca, ma anche ritengono
che certe specie e precisamente il Bo viridis e il
Bombinator ignevs, sì riproducano solo a stagione
inoltrata.
Io non intendo di criticare qui i lavori dati alla
luce da Autori coscienziosi ed esperti in materia ;
ma per puro amore del vero riporto i dati delle
mie ricerche intorno al Bwfo viridis e al Bombena-
tor igneus, riservandomi di pubblicare in seguito
altre notizie importanti.
Le ricerche furono fatte né dintorni di Verona,
le uova raccolte e poste in acquari appositi. Il pro-
dotto dei vari allevamenti depositai, o meglio donai,
al Museo di Storia Naturale della R. Scuola Tec-
nica Paolo Caliari di quì.
Buro vIrIDIS. LAUR.
Trovai il B. viridis liberamente accoppiato e le
sue nova nelle seguenti epoche: :
Adulti accoppiati Uova
1886 — Aprile — 14 Principio fin’ ora ac-
1887 — Marzo — 27 certato della. riprodu-
« Aprile — 10 zione.
« € 22 1887 Marzo 27
« Maggio — l « Aprile dal 22 al 30
« Giugno — 29 .« Maggio dal 1 al 15
« Luglio — 1 « Giugno dal 10 al 30
« ZII « Luglio dal 15 al 30
BoMBINATOR IGNEUS. MERREM.
Uova
1887 — Aprile 29.(1)
Adulti accoppiati
1887 — Aprile 29
< Maggio 4 « — Giugno 25
a — Luglio 21
Verona, Dicembre 1887
Prof. GrovanxIi MARIACHER
Notizie di caccia e note ornitologiche. Il 6 -
decembre scorso fu ucciso a Bianco, poeo lontano
da Reggio Calabria, un maschio magnifico di Merz
cottero 0 fiammante (Phoenicopterus roseus Pal.) Fu
preparato dal Sig. Scopelliti per la cui cortesia ho
potuto vederlo. Da venti anni, è la terza cattura di
questa elegantissima specie, nei nostri dintorni.
Resgio Calabria G. MoscHELLA
(1 Se sì ammette cogli Antori che l'accoppiamento di questa
specie è assai lungo, ne viene che certo deve essersi verificata
per altri individui, in epoca anteriore a quella da.me data,
la riproduzione,
ll
Note ornitologiche dal Trentino: 1. Calcarius
lapponicus (Linn.) 0 siyolo di Lapponia. Fu cat-
turato sul finire di novembre del 1886, nei pressi di
Rovereto. Io ebbi occasione di vederlo vivo solo in
gennaio in possesso del signor Keppel di quì.
2. Sylvia cinerea (Bechst.) Il Dott. A. Torelli di
Rovereto pigliò ai 18 novembre 1886 una Sterpas-
zola. Non è senza interes
per questa regione l’ epoca di partenza della S. ci
nerea è d' ordinario il settembre od al più tardi i
primi. d’ ottobre.
e questa cattura, giacchè
3. Buteo vulgaris (Leach.) Al civico Museo di
Trento fu portata una poiamna albina. Sul fondo
quasi perfettamente bianco. riscontrasi qua e la
qualche sfumatura isabellina. Fu presa nell’ agosto
1886 in Val di Sella (Valsugana).
4. Fregilus Gracutus (Linn.) Un bel esemplare di
Gracchio rorallino venne in possesso del civico Mu-
seo di Rovereto. Non potei stabilire con precisione la
data della cattura di questo raro corvo, seppi però che
era stato preso in riva all'Adige, nel dicembre scorso.
- 5. Larus canus (Linn.) Gabbiano Gavina. Un
giovane di questa bella specie fu colto a Roverè
della Luna ai 9 gennaio 1887. Ebbi occasione d’ esa-
minare l’ individuo in carne. Pel Trentino bisogna
metterlo fra le specie rare.
6. Cyaneeula Wolfi (C. L. Brehm.) Pett' azzurro
a macchia bianca. Questa specie passò numerosa sul
finir di marzo. Io potei averne un maschio il 26 e
tre maschi ed una femmina il 29 del
tutti presi nel medesimo luogo.
detto mese,
7. Parus ater (Linn.) Ai 25 agosto di quest'anno
cominciarono a passare le Circe w20re, prima in
piccol numero, poi in settembre in quantità tale,
che da molti anni non si vide l' eguale. Il pas-
saggio andò diminuendosi fin alla metà d’ ottobre
epoca in cui quasi del tutto cessò. Per farsi un'idea
di questo passaggio abbondante basti dire che in
Giudicarie, ove allora mi trovavo, due ragazzi conti-
nuarono per oltre quindici giorni a pigliarne ‘con
poche panie da 100 a 180 ogni giorno e nelle sole
ore mattutine. Il passo attinse il suo massimo ai 16
ed ai 17 settembre. i
8. Acredula caudata (Linn) Codona capo bianco
Quest’ autunno ebbi occasione di vedere tre esem-
plari di questa rara specie e tutti cattarati nei
pressi di Rovereto. Uno fur preso ui 2, l'altro ai 3,
l’ultimo ai 10 novembre, sempre con tempo piovoso
o nevoso. Viaggiario assieme alla affine e qui assai
comune A. rosea (Blyleh).
9. ChIoroptila Citrinella (Linn.) Da molti anni
non si pigliava il Verturone nella valle dell’ Adige.
Quest’ anno si ebbe la sorte di catturarne due, uno
ai 6, l’altro agli 8 novembre. Il primo fu preparato
per questo civico Museo, il secondo per il Gabinetto
di Storia Naturale di quest’ i. r. Ginnasio
10. Accentor alpinus. (Bechst.) Il sordone se an-
che è specie stanzionaria sui nostri monti non vi è
però mai abbondante. Quest® anno, cosa insolita, ne
vidi portar sulla piazza di Rovereto più di una tren-
tina fra i 15 ottobre ed i primi di novembre.
11. Carpodacus erythrinus (Pall.) Verdone ba-
stardo. Fu preso ia prossimità dell’ Adige ai 28
ottobre: opino che sia una femmina giovane. Vive
anche ora in possesso del Sig. Fr. Costa.
12. Un Emberizia pusilla (Pall) Zigolo minore
femmina, fu cattrrata nei medesimo giorno e nello
stesso luogo colla specie precedente.
AGGIUNTA. Affine di metter in attenzione gli or-
nitolozi, annunzio, quantunque avvenuta al di là del
Brenner, che ai 27 ottobre 1886 fu uccisa dal Dott.
Pietro Walde nelle vicinanze di Innsbruck una po-
iana che prima dal Barone Lazzarini e poi dai rino-
mati Tschusi, Pelzeln ed Homeyer fu classificata per
un Buteo desertorimm (Daud). Questa specie, propria
delle steppe e dei deserti della Rus
a meridionale
del Caucaso e del sud-ovest dell’ Asia, è stata presa
varie volte nella Monarchia austro-ungarica ma è
questa la prima volta che vien catturata nella pro-
vincia del Tirolo. L’ esemplare trovasi ora al Ferdi-
nandeo di Innsbruck.
Rovereto 28 Novembre 1887. A. BowomI
Fagiana dorata che depone uova a varie ri-
prese e in diverse stagioni. È a tutti noto che le
fagiane partoriscono le uova nella stagione prima-
verile a dalla seconda quindicina di
Marzo e fino alla prima decade di Maggio ; per ecce-
zione qualcuna depone uova fino ai 20 o 25 dello
stesso mese.
cominciare
Or bene, una fagiana dorata tenuta in mia cura,
nel mese di Aprile di quest’ anno, depose tre uova
appena, dandosi poi ad assoluto riposo.
A dire il vero, questa poca senerosità m° indi
spetti, e mi fece giurare di darle il congedo alla
prima occasione.
Il 14 Luglio, quando meno me lo aspettava, tro-
vai nella gabbia un uovo; coll’ intervallo di un giorno
un altro, e così di seguito fino al 18 Agosto, de-
pose 18 uova.
Sul finire di Settembre ne partorì 8 ancora, for-
| mando così un totale di 29 uova; dopo di che si
mise in muta e non ne partori più. La muta ora
l' ha superata, ed è completamente rivestita di
nuove penne come se fosse nel mese di Luglio.
Aspetterò alla Primavera ventura per fare altre os-
servazioni, e se le crederò d’ importanza; (dico im-
portanza nel senso di semplice curiosità), mi per-
metterò comunicarle al Sie. Direttore del Bollettino.
Colgo derasione per far noto ai Signori che si
dilettano di allevare fagiani, che la fagiana vecchia,
argentata, nella quale è: avvenuta la metamorfosi,
cioè lasciato il piumaggio di femmina e vestito
quello di maschio, (Vedi Bollettino n. L, p. 9, anno
18$S7) è ancora vivente e benissimo superò la muta
di quest’ anno.
Decembre 1887. GrusEPPE VITALE
12
ee _—!e]e]e]e\eeee©(e©(O( o «_*T|o—o e —-_ et dela
Grandi farfalle. Il Signor XapyZer nelsuo viag- |
gio pel Surinam (rif. nel giornale: die Natur, Halle
N. 40), fa menzione di alenni lepidotteri di gigan- |
tesca grandezza: così fra gli altri della Morpho |
Hekuba, che ha un’ apertura d’ ali di 22 cent. è
di color arancio con un margine macchiato di nero;
alla parte interna delle ali superiori e verso il
corpo scorre una striscia nero opaca lunga 5 cent
e larga 4-5 cent., le ali inferiori sono nella loro
parte interna di color nero vellutato, che passa
al b'anco porcellana; al margine esterno trovansi
piccole macchie gialle. la parte esterna è di co-
lor bruno giallo, striato.
Un altro Lepidottero è il Morphus Melettus di
15-16 cent. d'apertura di ali; !e superiori sono
di color arancio e bianco porcellana, le inferiori
nere e verso il corpo biancastre. Kappler fa
menzione anche di due bachi da seta, dell’ Astacus
hesperus e dell’ A. Eurota di 12-13 cent di lun-
ghezza.
Vienna SR.
Nuovo metodo di vaccinazione antirabbica.
Fino dal primo fascicolo di quest’ anno annunziam-
mo che il Dott. Fernandez di Barcellona aveva
scoperto un nuovo vaccino atto a preservare gli
uomini e gli animali dagli orribili effetti dell'idro-
fobia. Solamente ora abbiamo potuto conoscere in
che consistesse ques'o nuovo vaccino: Il Fernan-
dez, notato che i cani accidentalmente morsi dalle
vipere non erano mai af'accati dalla rabbia sia
spontanea, sia comunicata, ha fatte esperienze
dirette inoculardo a dei cani upa piccola porzione
del veleno della vipera; gli animali durante 4 o 5
giorni hanno presentati dei sintomi di leggera
febbre, prosirazione e sonnolenza; ma dopo sono |
tornati in perfetta salute dimostrandosi.comp'e-
tamente refrattari all idrofobia sia
mali malati. B.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
L' Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando
sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura.
Sulla costituzione fisica del globo terrestre ,
sulla origine della sua crosta litoide, sulle cause
dei moti sismici che più frequentemente vi av- |
vengono. È una interessante memoria dell’ illustre
comm. prof. Bombicci nella quale svolge Je seguenti
tesi: A. I tratti caratteristici della fase antica ini- |
ziale di genesi del globo terrestre, possono studiarsi
inoculando- |
gliela con la saliva, sia facendoli mordere da ani- |
| nella fase odierna di attività e di evoluzione che è
dominante nel sole. B. La massa sferica del globo
deye essere essenzialmente metallica. C. Essa deve
essere stata sede di liquazioni classificatrici dei me-
talli e delle loro leghe, secondo le respettive den-
sità. D. Essa deve avere assorbiti volumi enormi di
gas, probabilmente idrogeno, prima di coprirsi di
una crosta litoidea. £. Cessata la fase di iniziale
raffredda-
mento, enormi volumi di idrogeno debbono essersi
condensazione metallica e cominciato il
spricionati dalla sfera terrestre. Tuttodi può conti-
nuarsi, ma con decrescente intensità, tale fenomeno.
F. La crosta o involucro esterno del globo non si
produsse solo per progressivo raffreddamento; bensì
| per la ossidazione e salificazione della superfice me-
tallica in coniatto dai metalloidi (primo l° ossigeno)
della preesistente fotosfera. Quindi probabile invece,
nell atto della genesi, un forte rialzo di calore. G.
I, idrogeno che si svolse e si svolge, e le attività
chimiche e fisiche che posson derivarne nelle grandi
profondità del suolo, entrano come fattori di primo
ordine, nella storia sismica della terra.
Alla memoria è unita una tavola nella quale è
rappresentato lo schema della ideale disposizione
dei componenti metallici del globo terrestre. .
Sulla ipotesi dell’ azione e selezione magne-
tica del globo terrestre sulle materie cosmiche
interplanetarie contenentl ferro. Altra pregevole
memoria favoritaci dal prelodato comm. Bombicci.
i In essa sono svolte nuove e importanti considera-
zioni in appoggio alla teoria già da tempo presen-
tata dall’ egregio autore che cioè: « Le masse me-
teoriche attirate a se dalla terra, contengono tutte
del ferro, per la buona ragione che la terra, col suo
inerente magnetismo, obbliga quelle soltanto conte-
nenti ferro, a deviare dalla loro orbita di gravita-
zione: mentre lascia tutte le altre masse, prive di
ferro, al loro anello cosmico, interplanetario che
probabilmente ruota a distanza maggiore dell’ orbita
lunare, intorno alla terra istessa. >»
Météorites du cabinet de minéralogie de la
royale université de Bologne. Il museo mineralo-
gico della università di Bologna sotto la dotta e ze-
lante direzione del comm. Luigi Bombicci ha acqui-
stato una importanza straordinaria. Oltre la stupenda
collezione di minerali, roccie ecc. il Bombicci lo ha
arricchito di una interessantissima raccolta di Me-
teoriti, e nella pubblicazione in testa segnata sono
appunto notati con l’ epoca della caduta ed il peso
dell’ esemplare, centosedici fra pietre e ferri meteo-
rici posseduti dal detto museo.
Il mimismo del regno animale per il Prof
| Costantino Socin (Rovereto-Trentino). La famosa
13
_—+—————————————————————————— T—e0°_0e00e0’_—_r—r_‘
T
I
lotta per l’ esistenza fà capo dovunque; Vincere 0
morire, ben dice l’ egregio autore, tale è la legge
inesorabile della natura, fr'a le armi possedute da
non pochi animali per rizcere, avvi quella di essere
o rendersi somiglianti ai luoghi o agli oggetti abi |
tati, potendo con ciò più facilmente ingannare l'oe-
chio del nemico assalitore, o della preda da assalire.
Molti animali hanno colore somigliante ai luoghi
in cuì vivono, o colore e forme simili ad altri ani-
mali vegetali o ad esseri anorganici; questa imita-
zione è stata chiamata mimicry e tradotta in ita-
liano nella parola mismo. L' egregio autore tratta
del mimismo nei suoi vari aspetti: Mimismo ‘ropico
suddividendolo in costante, variabile e speciale -
Mriwismo ANoRGANICO e Mimismo ORGANICO e per
ogni classe e per ogni suddivisione si occupa dei
diversi animali che vi-si possono ascrivere.
Abbiamo. letto con vera sodisfazione questo libro
e non possiamo che raccomandarlo agli studiosi. È
adorno di 5 tavole con diverse figure e costa L. 3,00.
Sappiamo ancora che il pubblico lo ha bene accolto
e già sì tratta di farne una seconda edizione, men-
tre se ne sta preparando la traduzione in tedesco.
Nuovo dispersore di parafulmini. Memoria di
Mario Baratta. L' egregio autore dopo aver parlato |
di diversi tipi di dispersori generalmente usati, de- |
scrive così quello da Jui proposto.
Il sistema da me proposto sì compone di una lamina di
rame © di ferro ondulata, che viene mpiegata a mo' di cilin-
dro avente un diametro ed un' altezza di 80 centimetri; in tal
modo essa viene a presentare una grandissima superficie in
contatto colla terra.
Tutte le ondulazioni, sì interne che esterne, sono munite di
una serie di punte coniche di rame che distano 10 cm 1’ una
dall’ altra ed i hordì liberi della lamina vengono tagliati a
mo? di sega. ni
Le punte, oltre ad aumentare di non poco la superficie utile,
per la loro speciale proprietà scaricano rapidamente la elet-
tricità temporalesca.
Per quelle località poi ove lo spandente dovesse essere
collocato in un terreno secco o roccioso consiglio di modificare
Nel modo seguente il sistema da me proposto.
Si scava una fossa profonda circa metri 1,50, sul cui fondo
sì dispone uno strato uniforme di coke, ridotto in pezzetti e
stipato col mazzapicchio; su di esso sì adagia orizzontalmente
la lamina di rame costrutta secondo le norme precedenti ;
quindi la si copre di un altro strato di coke alto cent. 25 su
cuì si posa una seconda lastra, che si unisce alla prima mercè
due raccordi in bronzo come lo indica lo schema annesso.
terreno I
coke
> —>_
coke |
_o7>_—T—} —
coke
terreno
Vi si getta sopra unaltro strato di coke e quindi si riem- _
pie il restante della fossa con terra ben pressata. Da questo
breve cenno il lettore avrà compreso cume il mio spandente
soddisfi ìnteramente agli scopi cui è destinato.
Dell? industria equina in Italia, per Carlo
Bonis. una elegante ed interessante pubblicazione
edita dai solerti Fratelli Bocca di Torino. Si vende
al prezzo di L. 3,00 e la raccomandiamo a tutti
coloro. che si occupano dell’ allevamento e dell’ in-
dustria di cavalli in Italia. Eccone il sommario:
Sommario. — Avvertimento — Cenno storico — In-
tervento dello St to — Quistionario — Ohbiezioni. — Forme
dell’ intervento — I. Depositi stalloni — II. Premi ed inco-
raggiamenti — III. Acquisti da parte del Ministero della Guerra
— IV. Protezione della produzione dall’ influenza degli stal-
loni privati difettosi — Concorso di altri enti — Del veteri-
nario — Condizioni dell industria equina — Industria rimu-
neratrice — Razze e mandre. — Del cavallo — I. Lo stallone
— II. La cavalla — III. Il puledro — Nutrizione ed. educa-
zione — Conclusione — Note — Allevatori, lista di circa 600
allevatori italiani).
a Valtellina ed i naturalisti. Memoria bi-
bliografica di Mario Cermenati. I nostri lettori co-
| noscono già l’ egregio autore per gli articoli da lui
scritti in questo Bollettino. Ora sta pubblicando la
suesposta memoria che verrà divisa im 6 capitoli,
cioè: |. Generalità, 2. Zoologia, 3. Botanica, 4.
Geologia, 5. Mineralogia e litologin, 6. Acque ter-
mali e minerali E pubblicato il primo capitolo che
forma un volume di 64 pazine e si vende per
L. 1,00
Viaggio nei Bogos, per 0. Antinori con prefa-
zione del march. prof. Giacomo Antinori. Il. nome
del marchese Orazio Antinori, il paziente e corag -
gioso viaggiatore, l’ acuto osservatore, il dotto rae-
coglitore, che cou eleganza e naturalezza descrive
l’ importantissimo viaggio da lui compiuto negli
anni 1870 e 71 nel Paese dei Bogos in Abissinia,
in compagnia dei proff. Beccari ed Isel, basta cer-
tamente a far comprendere quanto interessante ed
istruttivo sia questo libro. Dobbiamo davvero es-
ser grati all’ egregio marchese Giacomo Antinori,
prof. nella Università di Perugia, ed alla Società
Geografica italiana, se abbiamo ora il piacere di po-
ter leggere questa descrizione, 1° unica dal marchese
Orazio lasciata, quantunque da oltre trenta anni
egli sia stato continuamente in giro in lontane ed
inesplorate regioni. Perchè i nostri abbonati possano
leggerlo ce ne siamo procurate aleune copie che ce-
deremo per sole L. 1,20. 1 un volume di oltre 160
pagine in 8.° grande con illustrazioni.
La Mosca è un animale molesto e pericoloso.
Interessante ed utile articolo del Prof. Riccardo Cade
nestrini, estratto dal periodico il Raccoglitore.
Metodo indiret‘o colorimetrico per la deter-
minazione del Giucosio nei mosti, nei vini e in
altri liquidi zuccherini. Memoria del Dott. Arturo
Bwruttini. L' egregio autore riassunse in primeipio 1
metodi che si usano per la determinazione del glu-
cosio in generale e che danno resultati inesatti,
quindi descrive il suo metodo diretto colorimetrico
dal quale si ottengono resultati esatti e con abha-
stanza sollecitudine, tanto più che l' autore pubblica
una tavola con la quale vengono risparmiati ì calcoli.
Anche il colorimetro è di sua invenzione e noi ne
parlammo già in questo giornale.
Sul modo di valutare ed ind’care razional-
mente gli ingrandime: ti del Microscopio e delle
immagini microscopiche, osservazioni del Prof
dott. A, Poli. ;
Nel n. 7 di questo bollettino anno scorso, pubbli-
cammo un articolo del Dott. De Vescovi con il me-
desimo titolo, ora il Prof. Poli in questa memoria
pubblicata nel periodico scientifico, Lo Spallanzani
(anno XVI fase. 11 e 12) discute e completa le os-
servazioni del: De Vescovi.
la <—r IAS,
Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anato-
mia comparata della R. Università di Torino.
Gli ultimi numeri contengono:
N. 27: Sul rapporto fra i nefridii e le setole nei lombrici
anteclitelliani, del dott. A7/72d0 Borelli ; N. 28: Del Gordius
tricuspidatus {(L. Dufour) in Italia, del Dott. L Camerano. N.
29; Neoenchytraens bulbosus, n. sp. del Dol'. D. Itosa: 11
dott. Rosa ha trovati presso Torino 44 specie di Enchitreidi e
fra esse la nnova specie che egli descrive in questo fascicolo,
e 4 sp. indeterminate - N. 30: Dello sviluppo degli anfibi anuri
sulle Alpi del Dott L Camerano. N.34.-La distribuzione ver-
ticale dei lombrichi sulle Alpi, del Dott. D. Rosa. N. 32 Hor-
mogaster Redii del Dott. D. Rosa. E una nuova forma di
lombricidi italiani.
IL? Italia e le sue Cento (Città. — Narrazione
storica del Prof. Altavilla, adorna di 100 vignette
intercalate nel testo e rapprosentanti i cento stemmi
delle città Italiane.
Questo Hel volume, di oltre a 270 pagine, verrà
certamente consultato volentieri e con profitto da
ogni italiano che desideri conoscere le sorti toccate
dal loro sorgere ai giorni nostri a caduna delle cento
città che costituiscono ora il nucleo principale del
Regno d° Italia.
Esso verrà spedito in premio eratuito a tutti
coloro che si abboneranno per 1° anno 1888 al Pro-
GRESSO, livista quindicinale iMustrata delle nuove
Invenzioni e Scoperte, inviandone l’ importo in lire
otto diretto all’ Amministrazione del Giornale IL
ProeBesse, Via Principe Tommaso, N. 8, Torino.
Nuova pubblicazione. Guida per V insegna=
mento. della Geografia nelle scuole primarie e se-
condarie - per Luigi Hugues. Parte prima. Prezzo
IO! i
NEI FLFIZKFIARIC
Ai benevoli associati ed agli egregi collabo-
ratori che con il loro appoggio morale e mater lale
hanno tanto contribuito ad assicurare 1’ esistenza a
questo Bollettino, che entra oggi nel suo ottavo anno
di età, inviamo affettuosi saluti, auguri sinceri. Un
ringraziamento speciale mandiamo a tutti coloro che
in occasione del nuovo anno hanno inviati a noi ed
al giornale gentili auguri e incorasgiamenti.
LA DIREZIONE E L’ AMMINISTRAZIONE
Agli associati che pagheranno l’ abbonamento
per il 1888 entro il mese corrente invieremo un ele-
gante calendario, oppure daremo uno dei seguenti
do a loro scelta :
Una inserzione gratuita di 4 linee Te rubrica
indirizzi utili. Vedi fascicolo 8 pag. 128.
Le annate arretrate, complete del Bollettino 1883,
1884, 1885, 1886. 1887 a L. 1,50 per annata. Tre
annate a scelta, L. 4,00. Tutte e 5 le annate. L. 6,50.
Pubblicazione gratuita per 5 volte della mede-
sima domanda od offerta di cambi.
Per sole I. 1,20 daremo un elegante timbro in
caouchoue automatico tascabile montato in metallo
bianco ed una boccetta di apposito inchiostro. (Vedi
avviso e figura nel n. 12 pag. 170).
‘ Stachys affinis. Stando a quanto ne dicono al-
cimi giornali, questo nuovo legume proveniente dal
Giappone dovrebbe divenire prezioso anche da noi.
Hun iubero che si può cucinare in mille modi
come i fagioli e le patate, dà un prodotto non mi-
more del venti per uno, vegeta nei terreni i più ma-
uri, resiste al gelo, sì toglie dal terreno nel novem-
bre e così si ha in una stagione nella quale si può
disporre pochissimo di legumi freschi.
Distruzione di conigli selvatici. Il governo
della Nuova Galles del Sud pagherà lire sterline 25
mila (625 mila lire italiane) a chi avrà trovato e
fatto conoscere a proprie spese, un metodo, non an-
cora stato scoperto in quella colonia, per la efficace
distruzione dei conigli salvatici che colà arrecano
tanti danni.
Nuovi piccoli pianeti. Il Sig. Peters a Cliton
in America, ha scoperto un nuovo pianeta che è il
270° a la cui orbita è tra Marte e Giove — Il Sis.
Knorre a Kiel ne scoperse un’ altro il 271° di lla
grandezza. Ambedue si trovano nella parte della
costellazione dei Pesci, prossimi all’ Ariete.
Tigri nel nord dell’ Asia. Si è constatata 1° ap-
parizione di tigri in due punti molto lontani dei
possedimenti asiatici dell’ impero russo; l' uno è a
Wladivostock sul mare del Giappone, e l’ altro al
nord del mar Caspio. La presenza di tigri nella re-
gione del Caucaso è un fatto nuovo degno di nota,
quella di Wladivostok ha meno importanza poichè
la tigre abita da lungo tempo le foreste della Maad-
chourie.
Posti vacanti. Veterinario a Amatrice (Aquila).
Stipendio L. 2100. Scade 31 gennaio.
Veterinario a Canino (Viterbo). Stipendio L. 1200.
Scade 31 gennaio.
Veterinario a Candela (Chioggia) L. 800. Scade »
31 cennaio. È
Farmacista a Gropparello (Piacenza). Scade 1°
Marzo.
Concorsi. Capo agronomo all’ istituto Bonafous
di Torino. L. 1400, vitto alloggio ece. Scade 31
gennaio.
Trattato di agricoltura: tropicale. Il soverno
della Giamaica, offre un premio di 2500 franchi al
miglior trattato di agricoltura tropicale adattato
specialmente alla regione Giamaica.
Una esposizione industriale italiana di pro-
dotti alimentari verrà inaugurata a Roma il due
febbraio prossimo.
La esposizione internazionale di animali da
cortile che si terrà in Roma, a iniziativa di quel
Comizio agrario, avrà luogo dal 15 al 30 aprile pros-
simo
Una mostra di cani indetta dalla Società zoo-
tecnica di Torino, avrà luogo in quella città nella
primavera prossima.
RICHIESTH, OFFERTE
E DOMANDE DI CAMBI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati.
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1 Si desidererebbe fare acquisto della Sforza na-
turale degli. uccelli pubblicata in Firenze dal 1767,
al 1776 in 5 volumi.
2 Si vorrebbero acquistare corna di Stambeceo.
3 Si offrono le seguenti razze di colombi: Gros-
sissimi da carne verì pitoni piacentini di pura razza.
Modenesi gazzi neri. Gazzi caldani gialli. Gazzi bigi
(color celeste con verghe rosse). Gazzi pietra chiara
(color lava latteo con “verghe gialle). Varietà inero-
ciate. Maschi e femmine scompagnate. Prezzi da
convenirsi dirigendo Ie richieste all’ Ing. Scola
Gaetano in Cremona. È
4 M. T. Deschamps a Aintab (Dist. d° Alepo-
Syrie) desire faire echanges de coquilles terrestres;
Helix et Clausilia principalement.
15
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utili per la raccolta, studio, preparazione
di Storia Naturale
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cia. . d L. 100
preparato per ripulire e preser-
vare insetti ecc; la boccia L. 1,00
Alcool preparato con antisetici per la con-
servazione delle piante ‘ecc., la boccia L. 1,00
» »
Ammoniaca . > 5 » » » 1,00
» in piccola boccetta smerigliata
in astuccio . ? ci e 00
» in elegante boccetta arrotata e
astuccio in pelle L. 2,00
Arechetti per segare, con assortimeato di 12
seghe. ” L. 3,50
Bacchette acitaoni di cristallo, il chilo-
grammo L. 5,00
Basi tonde e E con e senza pusatoio
o eruccetta, di noce a lustro o verniciate a pia-
cere del committente, il cento L. 20 a L. 100
Benzina rettificata per digrassare le pelli, la
boccia. È 5 E L L. 1,00
» preparata con antiseitici per digras-
ce sare pulire e preservare gli esem-
plari dalle muffe, la boccia. L. 1,00
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per analisi, da L. 0,30 a L 1,0 l'uno. Assor-
sortimento franco i L. 3,90
Bisturà o coltelli da dissezioni, lama di acciaio,
per spellare gli animali mezzani e piccoli, fare
preparati e ricerche anatomiche ecc., da L. 1
a 3. Assortimento franco. L. 4,00
EBoccette di cristallo con tappo smerigliato
ed utensile per applicare il caustico. Servono
a portare odori, antisettici od ammoniaca per
cauterizzare le punture o morsi di animali
velenosi e togliere il dolore. In elegante astue-
cio L. 1,00 - 10 franche di porto . L. 7,00
Bocecette di cristallo arrotato e meri-
gliate, più grandi delle suddette e chiuse
in astuccio di pelle L. 2,00 - 6 franche di
porto ù È L. 10,00
BRoccie a tappo smerigliato che conten-
gono da gram 50 (L. 0,20) a chil. 3 (L. 3 l'una).
Assortimento franco. ‘L. 10,00
Bottiglia del raccoglitore modello spe-
ciale, comoda per portarsi in tasca; vetro
fortissimo, tappo forato e munito di tubo in
metallo. Indispensabile per la raccolta dei pic-
1 SPECIALITÀ DIVERSE
e conservazione degli oggetti
coli oggetti, ed animali L. 0,65 - 10 franche
di porto ; L. 6,00
La medesima con nio in vetro L. 0,55 - 10
franche di porto L. 5,00
dampame di vetro grosso con bottone, per co-
prire preparazioni piante ecc., da L. 1,00 a
L. 5,00 l' una. Assortimento franco L. 10,00
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diametro L. 6,50 il chilog. Per maggiori dia-
metri prezzi diversì
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vaso . : 0 L. 1,00
Capsule 0 Vaschelte di vetro a fondo tondo e
piano con .0 senza beceucci»; serie di 5 da
gram. 50 a 250 L. 5,00 a 6,00. Assortimenti:
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Carta da erbari e da filtri, asciugante
bigia cent. 31 46, L. 2,40 ogni 160 fogli, Fo-
glio doppio L. 3,80 ogni 100 fogli.
Carta biamea a mano fortissima con colla,
per erbari e preparazioni diverse'cent. 313 46
L. 5,00 ogni 100 fogli. Altre dimensioni. prezzi
vari.
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damente costruite in noce a lustro, fondo
di sughero, coperchio a cristallo, serratura
ermetica speciale, grandezza cent. 334 4446,
ogniuna. L. 5,00
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costruiscono a piacere del committente.
Cassette da portarsi a tracclla nelle eseur-
sioni. Con divisione per gli animali infilati con
spilli, ed altra per animali vivi, ed altri og-
getti L. 4,00 e 5,00
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vaso . L. 1,00
Cemento liquido, cer riattaccare solida-
mente pietre, vetri, ossi, terraglie ecc., per
restaurare fossili e ricoprirli di uno strato fi-
nissimo che li preserva dai danni dell’ azione
atmosferica. La boccia L. 0,50.- 10 franche di
porto. È L. 4,50
Cilindri e roseto di cristallo Vasi con
beccuccio ece., da L. 0,70 a L 3,00 l'uno. As-
sortimenti franchi da L. 5,00 a L. 30,00
16
Coltelli per spellare i grandi animali (per i più
piccoli vedi Bistarì) . L. 0,80 a L. 1,50
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tamente la putrefazione, impedisce la caduta
del pelo e preserva le pelli dalle tarme. Un.
troie
cia
1]2 litro L. 2,20 - Una boc-
Essenza emiccilica Specialità per garan-
tire la conservazione delle collezioni e dì tutti
‘i generi di piume, pelliccerie, lane ece.
litro L. 10,00 - 1{2 litro L. 5,50 - Una boc-
cia. ? 3 È L. 1,00
Essenza at saimbamno, buon antisettico.
boccia È 5 ; 5 100
Htichette e cartelli per le collezioni. in-
gommate e no, in nero, in colori, oro, argento,
bronzati ecc., di ogni genere da L.
il mille.
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i buchi nelle uova onde poterle vuotare L. 1,00
Forbici fini da dissezioni; dritte L. 2,00 cur-
ve ò 5 E. 9:20
Forbici per voi ordinari ia laboratorio da
L. 0,50 a 3,00. Assortimento franco L. 5,00
Forbici a mete per prendere gli insetti che
bucano o altri piccoli animali nocivi L. 3,00
Gomma antisettica preparata per restau-
rare i piccoli animali, attaccare gli insetti ece.
La boccia . L. 1,00
Ermuntî di vetro da È. ‘0,20 a L. 1,00 ) uno
Assortimento franco. Ti. 2,90
Rampade a spirito con tappo e controtappo
1,00 e 1,50 1° una.
Rernti d’ imgranmdimenio, semplici, doppie,
smerigliati da L.
triple, piano convesse acromatiche, con dia-
framma ecc, da L. 1,80 a L. 20,00 l' una. Pic-
colo assortimento franco L. 10,00
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raccolte di minerali e roccie, di
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L. 1,00 |
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ove facilmente si possano perdere L. 0,20 l'una
L. 2,00 la dozzina franche.
MIollette fine da preparazioni e dissezioni L. 2,00
Mollette altro modello L. 0,40
» con fermatura per mantenerle chiu-
se L. 1,50
» lunatica da ni L.3a5
» ordinarie L. 1,00 a punta ffinissi-
ma . È È L. 2,00
Naftalima o carbolina sublimata L. 1,30 il
chilog. 3 chi'og. franchi . L. 1,50_
Gechi artifiiciali di ogni gemere per
persone, animali, figure, caricature ecc. Chie-
dere il catalogo speciale.
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con o senza tubulatura e sifone da L. 2 a
L. 6 I° una. Assortimenti franchi da L. 10 a 50.
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Serve per pararsi il sole e anche la pioggia,
ha interno doppio, e il manico articolato in
modo da potersi rendere atto a raccogliere
gli insetti od altro che si fanno cadere dalle
piante ece. . 3 L.8 a 15;
Eemmelli pennellesse e spazzolini, di diverse
qualità da L. 5 a L. 1,59 l' uno. Assortimenti
franchi da L..1a.5
Peschiiere di vétro per eetri animali aqua-
tici vivi, da . L. 2,50 a 6,50
Higmit@i per introdurre e collocare il cotone,
stoppa od altro nelle pelli degli animali L. 0,20
a i.. 2 l'uno - Assortimento franco L. 3,00
Pi nzete piame e tonde per piegare fili
metallici ; L. 0,50 a 1,00
Pimzette da piegare e tagliare fili me-
tallici, modello speciale fortissimo L. 4
Pimzette ricurve all’ estremità per
infilare li spilli contenenti insetti L. 1,00
Pinzette a forbici grandi, furti, ricurve
all’ estremità . 5 È È È L. 1,50
per mineralogisti
: È 3 L. 16 a 20
riavere insetticida per scacciare e. ucci-
dere piccoli insetti - la dottiglia L. 0,50 e 1,00
Pomata per la tassidermia. Nuova po-
Pinzette a tormalina
mata arsenicale per gli imbalsamatori di ani-
mali; preserva dalle tarme, digrassa le pelli,
non da origine a nessuna esalazione nociva ed
è perciò preferibile al consueto sapone arse-
nierle di Becour. Un chilog. I,. 2,00 3 chilog.
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sii ap Der Homnotremi LS i | |
è Ornitorinco: Horny thorynchus paradoxus Blum > Li 70 RO II A RIN ST e
i È Cetacea ; ei |
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n
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nt til lione.
| R. Esercito Italiano È ; à :
COMANDO SUPERIORE : E | Massaua 28 poca 1886.
delle truppe in AFRICA
HOADNVS Ad VIAOo
di Sciogliendo la riserva’ fatta coi fogli delli 17 settembre nu-
Ufficio del Comando mero 2658 questo Comando ha il pregio dl partecipare alla S. V.
È ; 5 che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
N 362 di protocollo Cav. Guerriero mi referîsce clie: « il FERRO-CHINA-BISLERI
oGGETTO < esperimentato dal signor Tenente medico dottor Petti su due
Circa l'esperimento fatto « compagnie di fanteria stanziate in questo presidio ha Spue sod-
del Werro China « x disfacentissimi risultati. > .
Al Signor È i AIRRCE OASI NA Mag giore Generale
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>
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ea . NUOVE PUBBLICAZIONI ;
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uu Invio franco ‘agli abbonati del regno. Si concede anche un ribasso sui prezzi qualora. (vengano
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mR? na
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Her: i ANMTR a
; È "SCHELETRO | SCHELETRO
NOME COMUNE E SCIENTIFICO | © |imbalsamato] *°a, montato | CRANIO,
e montato >
dA montarsi su base
Carmivorî
2]
CISSE
Cane: Canis familiaris Lin
«Gatto: Felis catus Lin +
Gatto salvatico: Felis catus ferus Lin
» d’'Angora: » angariensis
Tigre: Felis tioris Lin. So)
Leone: >» leo Lin. À è È
Pantera: Felis pardus Lin
Pantera nera: Felis .
Tena: Hyaena striata Lin .
Lontra: Lutra vulgaris
Tasso: Meles taxus Sehr
Mustela: Mustela furo Lin
Puzzola: Putorius communis Cuv
Donnola:: >» vulgaris Brzs
Volpi: Vulpes vulgaris Bris
» melanogaster Bon
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Lal l lesl Ù LIL]
FERREE iER Eos
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Roditori
Arvicole: Arvicola ratticeps
Se arvalis . }
nebrodensis .
Nogerù.
hercynicus .
boreali
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Cavia: Cavia cobaja Cu.
Giarbò: Dipus gerboa Gmel
i » acantion ,.
‘ Istrice: Hystrix cristata Lx
Lepri: Lepus timidus Lin.
È >» variabilis
Coniglio: » —cuniculus Lin
Topi: Mus decumanus Pall .
» ». var alba .
» » © incrociata.
» musculus Lin .
» leucopus .
» rattus Lin 3 î
» Alexandrinus Geof . . .
Topo quercino: Myoxus nîtela Sch
«Ghiro: 2 » glis, Lin c
Moscardino: » avellanarius Lin.
Scoiattolo: Sciurus vulgaris Lin.
Ghiro volante: Sciuroptreus volucella Gm
i Spermophilus, Eversmanni .
Spalax ‘typhlus . È ò
Sdentati
| Armandillo: Dasypus 9 cinctus Lin.
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CLERO e LA
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presa coero : “n
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FIERE ot ET SEAT
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Buminantî
Camoscio: Antilope rupicapra Pal .
Gazzella: » dorcas Pal... .
i Cameleopardalis giraffa Sch.
Gnu: Catoblepas gnù Sund > . |.
Capra: Capra hircus Lin .- .
Daino: pre dama Auc..
Capri capreolus Lin | .
00 ‘a; ‘Oris aries Lin...
cora di Siria: Ovis africanus
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Haiderabad del Dekan, (Cral e fine) Dott. E Ficalbi — Strumenti utili per i collezionisti conchigliologhi,
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‘Comunicazioni: La questione del BothriocephahiS latus, P — Anatomia P— La teoria dei Fagociti
P — Le formiche ed i loro inquilini, S» — Longevità delle tartuche, M. Morici Minà — Osservazioni
binismo degli uccelli, M. Morici Minà — La Simathis nemorana Prof. G. Mariacher —. Vacci-
Lone ‘antirabbica, Prof. @. Mariacher — Carbonio nelle meteoriti G. P. P.
Gli insetti e le eru-
imleaniche, G. P.. P. — Gli uccelli e la luce elettrica, M. Morici Minà — Photodrilus phosphoreus,
Sus Ahoenobarbus e Sus Marchei, B — Notizie di caccia e note ormitologiche, Prof P. Pavesi,
Moschella, Prof. A: Varisco — Domanda, P..
OTE BIBLIOGRAFICHE : Batteriocecidi — Raro tulipano — Convolvulacee — Origine della vi faba —
Glandule salivari nella Hirudo medicinalis — Valutazione degli ingrandimenti del microscopio ecc. —
w nnalen des K. K. Naturhistorischen Hofmuseums, Vien — Marmi della Montagnola Senesé — Fossili del
| marmo giallo — Resti di Castoro nei dintorni. di Roma — Note ornitologiche — chiesta ormitologica
del Modenese —- Uccelli. del basso piemonte — Aegialitis ‘asiatica, per la prima volta in' Italia — Flora
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Miierosecopio per l'esame delle carni ed |
altri generi alimentari .con 3 lenti aeromatiche
ingrandimento da 50 a 160 diametri L. 60,00
Biicroseopio da Baceloghi, ingrandi-
mento 700 diametri . z L. 105,00
Pomata 5» sapozme arsenicale di Beconr. Ua
vaso . È 5 5 È L. 2,00
Pomata preservatriee senza veleni, per
la tassidermia Un vaso . L. 2,00 |
pastosa finchè è chiusa nel vaso e perciò con
essa si possano eseguire cen facilità i lavori per
che è posta all’ aria và mano mano consoli-
dandosi fino a divenire più dura della cera
della quale conserva la odi SRI, Un
vaso . È L. 3,00
Retino per E insetti, con cer-
chio da chiudersi e portarsi in tasca mentre il
manico serve da. mazza da passeggio L. 8,00
Retimo simile più semplice. L. 5,00
} Rubinetti di varie grandezze. e forme da L. l
a L. 3 l’ uno,
Scalpelli di acciaio con taglio enti ea punta
per uso di Geologi ecc., L. 2 1° uno.
Scatole di metallo per collettori
escursiomisti. Scatole che stanno una den-
tro l’ altra occupando così pochissimo spazio e
comode per portarsi in Viaggio, mentre possono
contenere un'gran numero di oggetti. Serie
- di 12 scatole I.. 4,20 - di 10 L. 3,30 - di 8
L. 2,60 - 6 delle più piccole L. 2,00, delle più
grandi L. 3,30 - 4 delle più piccole L. 1,20,
delle più grandi L. 2,60. Franche di porto.
Scatoletta ovale di metallo per la raccolta
dagli insetti vivi... : aa 1,20;
Se atoletta ovale di metallo altro sg a
utili per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli ogget
SPES
(Continuazione vedi fascicolo antecedente).
VPomata per laveri im cera, Si conserva.
i quali occorrerebbe la cera; dopo poco tempo.
Ta cen Sui DI @ 60 v uno.
E SPECIALITA DIVERSE.
| Serratubi a vite . È i DO
| Spilli da insetti delle migliori fabbriche te-
desche, 8 differenti grossezze della lunghezza
di 40 millimetri L. 3,50 i n Assorti-
mento franco Mai ria
pregranta franco È È
pino le crì Wibome. La i OiMena.
| Stendifoî per porre in buona posizio:
dei lepidotteri. Per lepidotteri piccoli:
|
|
- per quelli mezzani L. 1,80; per i grandi | L. 320.
Assortimento franco L. 5,50. Si costruiscono,
di qualunque misura.
Sterte di vetro, da. L. 0,50 a L. 3,00 r un
Assortimenti franchi da L. 3,00 a L. 25,00
Sughero in lastre e in grandi pezzi, a prezzi
diversi secondo le dimensioni
‘Tagliaferro a ruota modello speciale for=
tissimo L. 4, 20
Fenaglie a taglio. per ì figli metallici L. 2,00
Tenaglie da crogioli. . Saia db 50.
Temaglie da ecrogioli con occhio E. cadi ,80
Horba compressa în lastre per appuntarvi. in-
si e preparati diversì - centim. 264 10x1
,20 il pezzo. L. 15,50 il cento, franche.
i cormei per conservare e spedire pic-
coli ovgetti come semi, fossili ecc. Fortissimi.
Con tappo di sughero L. 1,50 il 100 franchi.
ibi da saggi assortiti in grandezza Lù do.
il cento.
Tubi di vetro eon piede per saggi ecc,
da L. 10 a L. 20 il cento. Assortimento fran-
co. 3 5 VISITA
Tubi dî ea con RES smerigliato
de L 16 a L. 40 il cento. Assortimento, fran-
3 eat 6 2,50
li
|
|
| o
| si di veica con n tappo. di sughero.
Serie di 23 grandezze. I più piccoli sono cent.
4 per mill. 8 e costano L. 3,50 il cento ; i
| ‘più grandi sono cent. 50 per mill. 50 e cosi
no L. 150 il cento. Assortimenti per
nario da L. 1, 2, 4,8 e 10 franchi.
Vanghette o trapiantatoi per svel ) le
‘ piante con le radici, smuovere il terreno DE
far ricerche di animali, fossili ecc.
‘modelli. Piecole L 1,20. grandi L,
L. 2,00. Assortimento franco È
- e ondulato, con una o due divisioni, e
. verniciatura - da L. 2,50 aL 5,50 l'uno fr.
| Vasi di vetro detti da ‘sali con tappo. s
| gliato per conseI are le | preparazioni
oo. Animali in Alcool. Da grammi 50 L.
Mr. a litri 3 L. 3,00 1 uno. Assortime
ì ta Li di 00 s È
Spilli metallici di totti i SR e bi
è
(eriaa ai enna
a pie
| Anno dasiaze
_——T_———__——_—r——------r--
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
| Siena, febbraio 1888 N. 2
>_< <t2<2=
COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE
PERIODICO MENSILE
Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, I. 3 all'anno.
ESRI IO MEBIRGCIGHI
/
TRASFORMAZIONI LENTE
DEI PAESAGGI TERRESTRI
(Continuazione e fine)
rato, per analoghe cause nelle più basse e ampie
| vallate, nelle zone a mite declivio, parallele e
contigue ai sistemi elevati di monti.
Se una vallata abbia, pel convergere dei suoi
| contrafforti o speroni, angusto lo sbocco in pia-
i nura, questo può ristringersi vieppiù, fino ad o-
struirsi, qualora il finme che vi scorre operi, ap-
| pena uscito dalla stretta, pel dilatarsi e rallen-
Nelle più estese catene montuose della Terra,
il ghiacciajo, che pare immobile in e'erno, sempre
discende verso il basso del suo vallone ; che par
sede di freddissime cristallizzate rigidità, lo è |
invece di un continuo moto in ogni sua parte e
di vibrazioni percorrenti la sua massa; mentre |
disequilibri continui di calore , e parziali fusioni |
con parziali rigeli, suscitano un'alternanza di mas-
simi e di minìmi spostamenti nella sua grandiosa
azione di massa.
Le proprietà dei ghiacciaj posson riscontrarsi |
meglio che altrove nelle nostre Alpi. Ivi 1100
ghiacciai cuoprono complessivamente 3000. chm.
q. di superficie.
Dall’ esistenza e dal moto dei ghiacc:aj deri-
vano le singolari striature e lisciature delle pen-
dici vallive che ne formano il letto o l'alveo, e
l'attondamento delle rupi che essi incontrano e
sormontano in seguito alla loro potenza demoli-
trice e convogliatrice , il costituirsi e il sorgere
come monti allineati, come catene di collire, delle
loro morene frontali. Grandioso è il sistema mo-
| renico degli antichi ghiacciai di tutto il versante
Alpino meridionale italiano, con gli esempii mas-
simi della Serra d' Ivrea allo sbocco della Dora
Baltea, e delle morene a mezzodì del lago di Garda.
Dipende pur dai ghiacciai, o dai torrenti che ne
traggono le acque, lo sbarramento di depressioni
e di vallate alpine le quali perciò divengono pre-
cariamente piccoli laghi di montagna, pittoreschi
ua minacciosi di tremendì cataclismi per il pos-
sibile, anzi facile, smantellarsi della diga che li
sostiene a valle, e per il conseguente, istantaneo
riversarsi di un volume enorme di acque irresi-
stibilme..te distruggitore, nelle sottostanti valli.
Questo genere spaventoso di violenze acquee,
nelle alte regioni dei monti può ritrovarsi ayve-
tarsi delle sue acque, un abbondante deposito, un
progressivo interrimento. Davanti a quello sbocco
| anderà elevandosi poco a poco l’ apice del cono
di dejezione torrenziale così costituito, si formerà
i la chiusa.
Avvenuta questa chiusa. completatasi la diga
di sbarramento del bacino superiore di vallata,
questo verrà riempito dalle acque che non avranno
più sfogo. Si costituirà un lago; se ne eleverà il
| livello purchè vi affluiscano quantità di acqua su-
periori a quella che si svapora o si disperde per
filtrazione; sulla diga graviterà una viecrescente
pressione idrostatica; e se un giorno vi si pro-
duca una lieve serepolatura, se vi si faccia stra-
da una filtrazione, ben tosto avverrà il crepaccio,
l' erosione, lo sfiancamento, la rotta, ed in un
istante un volume gigantesco di acqua inonderà
le terre sottogiacenti.
Ed ora non è d° uopo andare a cercar lontani
gli esempii di siffatto modo di cataclisma. Qui
dove noi siamo, nel territorio \Aretino, nell’ alta
vallata del Chiana, e così nell’ alto Mugello, di-
stenlevasi un lago mentre svolgevasi l° ultima fase
dell’ epoca geologica terziaria, la fase che si chia-
mò pliocenica, perchè di più recente animalità,
perchè già rassomigliante alla consecutiva epoca
quaternaria od antropozolca. e questa fa carat
terizzata non solo dalla comparsa di generi e di
specie corrispondenti alle attuali, ma sopratutto
dalla comparsa dell’ Uomo sulla Terra, e dai co-
nati detti preistorici, archeoliticî ete. della sua
nascente intelligenza.
Ma prima che il lago pliocenico di cui è. pa-
rola si stendesse sull’ area oggidì aretina, il mare
s' ingolfava fra le pendici già alte dell’ Appennino;
un arcipelago di isolette occupava, fra le mon-
tagne Elbane e quelle del Chianti, questo golfo
18
del periodo miocenico, e le oscillazioni lente, re-
gionali, del suolo, gl’ interramenti alluvionali pro-
gressivi, respingevano la linea littorale e le sa-
late onde, verso gli cdierni Limiti più lentani; li-
miti che solo nei tempi storici e relativamente
recenti raggiunsero, dopo i fasti della potenza
pisana sul mare, dopo il costituirsi regolare del
corso dell’ Arno attraverso il delta e le aree pia-
neggiati della sua bassa vallata.
Sollevatosi questo territorio sub-appennino
durante il pl‘ocene; mutatosi il corso di acque ,
che oggidì è il fiume Arno, nella sua più alta
vallata, il golfo di mare divenne laguna, poi lago
Sul suo fondo si accumularono le materie vege-
tali delle torbe, che poi divennero piligni e li-
gniti; le acque defluivano per uno stretto canale;
per una gola angusta fra i monti, diretta dal
punto dove oggi è l° Incisa a quello dove oggi è
Rovezzano verso Firenze
Sulle rive di quel lago, così pensile sulle sot-
tostanti zone di estvario e di littorale, vivevano |
mandre di srossi pachilermi e proboscidiani, Ri-
noceronti, Elefanti, Mastodonti, sì rintanavano le
fiere carnivore, vagavano pascolando greggie di
erbivori e di ruminanti
Talmente che, scavando nel sottosuolo del ter-
ritorio di Arezzo, al di sotto dei terreni alluvionali,
‘superficiali e recenti, trovasi una serie dei de-
positi di acqua dolce, lacustri, co letti di torba
e di piligno, di età post-pliocenica, e più basso
ancora, come fondo della valle di Chiana, il plio-
cene antico.
Ma nel periodo quaternario, successivo al plio-
cenico, altri e forse più repentini moti del suolo,
un avvallamento vastissimo cai ritengo dovuto , |
per una mia speciale idea, (1), il definitivo solle-
varsi del nostro Appennino settentrionale, ruppe |
le dighe del lago, ampliò lo sbocco all’ Incisa, de-
terminò un riversamento generale delle sue acque
nella sottostante regione, dove oggidì sorge con
i suoi tesori d’arte, invidiati dal mondo, la su-
perba Firenze
Una deiezione tumultuosa di fanghiglie, di de-
- triti, ed un immenso trascinamento e rimaneg-
bi
giamento di scheletri, di ossami d'ogni genere,
avvenne in quel tempo; nel mare che circondava
_ allora le isolette che oggi sono le colline terziarie |
pisane, si sommergevano i carcami degli elefanti.
dei mastodonti, e le ostriche si attaccavano alle
“zanne di avorio di quei proboscidiani.
08
N Ra
(1) 1. somBicci, — Il sollevamento dell’ appennino Dolo-
‘gneso per diretta azione della Gravità e delle pressioni late-
rali - Bologna - Accad, delle Sc, - 1882.
I
pe
| l'esempio diquanto essa può e deve esser nobile,
È nr:
Nel Val d° Arno superiore; fattosi asciutto, di-.
segnavasi pure il corso attuale del fiume; si ope.
ravano alluvioni fluviali, si in'ziavano quelle ero-
sioni, quei profondi scavamenti di borri, incana-
lamenti torrenziali, che fra Ponticino, per es ed
Arezzo, ricordano sebbene in miniatura i canons
delle Sav ne, le erosioni del Parco dei Monumenti
al Colorado. — Si mettevano perciò a nudo i più
bassi e antichi sedimenti; s' intagliavano all’ ingi-
ro e s’ inp'ccolivano i dirupati residui; si dise-
gnava finalmente, e si costituiva grado a grado,
quale esso oggidì ci si presenta , ameno e _sim-
patico il paesaggio della gentile ed illustre Gittà
di Arezzo. f
Poc' anzi men're la ferrovia celeremente trae-
vami verso questa Città, attraverso i luoghi
dove avvennero’ le vicende geologiche delle quali,
imperfettissima pur troppo vi ho tracciata la
storia, io pensava, con una singolare commozione
al mio amato parente e Maestro PaoLo SAVI di
venerata memoria.
Fu il genio di Paolo Savi che intuì, conobbe
documentò quella storia, fu la sapiente sua penna,
che con uno stile di invidiabile semplicità e chia-
rezza ne diede la descrizione, fra i tanti monu-
menti della sua gloria scientifica. Pensavo ancora
ali’ altro e pur tanto da me amato e venerato
Maestro, GIUSEPPE MENEGHINI, che in così alta
misura concorse a quella scoperta, si fece parte-
cipe di quella gloria, indipendentemente dai suoi srt
proprii titoli, all’ ammirazione perenne degli iS
uomini; e ad un tratto, sentendomi vicino alle i
vostre mara, mi sorprese una ruova improvvisa
commozione, per una singolare coinciderza. To
mi avvidi, mentre si affollavano nella mia mente
i ricordi di questi due Grandi, che primi susci-
tarono in me l’amore della scienza, che primi
mi ammonìirono della sua grandezza e mi diedero
cortese, superiore alle umane debolezze, alle pas-
sioni di basso livello, alle vanità ed alle gare di
piccola misura, io m’ avvidi che sorgeva .a me
dinanzi .Ja patria di Antoni» GuapAGNOLI! Di co-
lui, che poeta l. ggiadro e giocoso per tutti, fu
per molti e per mel primo Maestro elementare,
il primo moderatore della: mia vivacità infantile
il primo vero educatore della mia giovanile intel-_
ligenza, della mia indole, dei miei futuri senti-
menti
Ora che scno in mezzo a voîaltri, suvi buoni
concittadini, lasciatemi dare sfogo, chiudendo
questa eccessiva conferenza, all’ emozione che tut-
tora mi sento viva e forte nel cuore.
19
I _P/-Pp—Z—ÒOZ)VÒO)O©M;}®À®A#“@#“#&@— &(EE*I
Fanciullo di circa otto ‘anni, appena giunto a
Pisa dalla mia natività città di Siena, la parola
affettuosa del Guadagnoli, la sua simpatica, ge-
niale e bisogna ben dirlo « nasata » fisonomia
subito mi liberarono dal terrore che allor mi in-
cuteva la scuola! Gli volli bene come ad un primo
amico, perchè era buono e cortese; e poco a poco
conobbi qual singolare attitudine, qual pregio di
iniziativa aveva Egli per il metodo oggettivo d' in-
segnamento, che, tanto propizio a destare la fe-
conda curiosità e lo spirito di osservazione nei
fanciulli, oggigiorno si proprgna , si pratica , si
coadiuva attivamente nelle scuole tutte dei paesi
civili.
Sentii, presso di Lui, aprirmisi la mente alle
prime conoscenze, alle prime meraviglie , ed il
cuore ai primi e più santi entusiasmi.
Il Guadagnoli con i disegni, i modelli, le imi-
tazioni, le collezioni di cose attinenti a'la storia
umana, alla storia naturale, alla fisica, alle bel'e
arti, che Egli stesso faceva con abilità meccanica
singolare. mi predispose agli insegnamenti con-
Secutivi dei sommi scienziati, mi educò col rac-
conto di gesta magnanime, a sostener fermo e
senz’ odio le offese dei malevoli
Ricordo, come se di ieri, la bella e vasta aula
della sua scuola, tutta adorna e caratterizzata dal
materiale didattico specialissimo, atto a fermar
l’ attenzione, a favorir la memoria nei fanciulli,
E a farne battere divinamente il cuore coll’ ammi-
razione delle grandi imprese di popoli edi eroi,
coll’ aborri nento delle azioni turpi e vigliacche.
Oh Antonio Guadagnoli! Tu fosti un giocoso
e famoso poeta, ed è con infrenabile riso che ta-
lora io rileggo i tuoi versi esilaranti; e rammento
perfino i distici che scrivevi col tuo nitido e tondo
caratterino sul mio libriccino di portamenti !
Ma.tu fosti ancora un buon maestro pei fanciulli.
Ed è con un sincera emozione che poc’ anzi
passando dinanzi alla casa dove nascestì, ho letta
Tr - la lapide commemorativa che i tuoi concittadini
offersero alla tua Memoria.
Leggebdola; ebbi una penosa sorpresa ; sentii
una Strana ed or non cessata dispiacenza.
In quella Japide si dice che fosti un giocondo
|’ chiaro poeta; non si dice che fosti un buono e
bravo Maestro di fanciulli, iniziatore di speciali
metodi d' insegnamento oggettivo; come se un
Maestro bravo e buono che nella mente e. nel
cuore dei fanciulli getta sani e fecondi i germi
del sapere, del sentire, del volere, dell’ amore ;
che prepara al civile consorzio uomini onesti, 0-
perosi e forti, non sia un vero benefattore della
Umanità, non valga da se solo più ai cenlo autori
di ona snervante, sebbene amena e divertente
letteratura !
Perdonatemi tutti, Signore e Signori, se abusai
della vostra bontà, e della vostra pazienza !
PILOTA SSI PLORULE
Studi del prof. Luciano Pelacani
(Continuazione vedi N. 1)
La fillotassi delle famiglie fin qui studiate po-
teva essere considerata rispetto ad un centro unico
attorno al quale sono disposti gli organi simmetri-
camente e secondo un perfetto equilibrio meccanico
(monocentriche).
Se osserviamo un diagramma di Malva a prima
vista ci accorgiamo che l’ ordinazione degli stami
non è più fatta giusta un centro unico: bensì essi
sono disposti in falangi, ciascuna delle quali ha un
centro proprio. Sotto questo riguardo potremo adun-
que considerare la Malva come policentrica. Quali
spiegazioni si potrebbero dare di questo fatto?
Nelle monocentriche è certo che tutti gli organi
componenti il fiore hanno sviluppo da un talamo
unico: mentre”nelle policentriche non è fuor di ra-
gione l’ ammettere che in taluni casi abbiano po-
tuto originarsi da diversi talami ed essere quindi
il fiore politalamico. Abbiamo già veduto come per
spiegare la fillotassi dell’ Euphorbia siasi dovuto
ammettere come infiorescenza ciò che psima era
creduto un fiore unico. La spiegazione è però tanto
ovvia che quasi tutti i botanici moderni 1° han-
no accettata. Così non è delle. Malvacee : poichè ,
pur procedendo per ipotesi, non si può a meno di
incorrere in difficoltà, le quali non hanno ancora
potuto avere una soddisfacente spiegazione. Infatti
se supponiamo che il petalo e le falangi staminali
ad esso sovrapposte siano nati da un ramo unico ed
in numero diverso secondo la robustezza del ramo,
ci riesce difficile lo spiegare 1° alternanza sua col
sepalo corrispondente, mentre essendo nato alla sua
ascella avrebbe dovuto trovarsi a lui sovrapposto. (1)
SEA AR mo avuto occasione di osservare iu un fiore di A7-
cea rosea diversi ramoscelli cilindrici portanti ciascuno un
numero variabile di stami e muniti alla lor base di una fo-
gliolina alla cui ascella erasi appunto svolto il ramo. Lo stesso
fenomeno è frequentissimo nelle Rose. Siamo in presenza di
fatti teratologici, è vero, ma che mostrano però la possibilità
che il fenomeno comparso per la' prima volta teratologico nel-
l’ individuo si perpetua e sì fissa come legge generale nella |
famiglia.
Come potrebbe essere ciò avvenuto ? Possiamo
dare due risposte ipotetiche a questa domanda. 0
tali organi nati all’ ascella di ciascun sepalo ebbero
a subire un leggero spostamento per prendere ri-
spetto al calice una posizione alternante e quindi
più consona colle leggi fillotassiche : ovvero la
metà destra di ciascun petalo si è fusa colla metà
sinistra del petalo vicino, adattandosi poi gli stami
attorno a questo organo. Entrambi le ipotesi sono
ardite: quest’ ultima però troverebbe un fatto che
può in certo modo avvalorarla. Vogliamo alludere ad
una nervatura longitudinale mediana, bifida all’ a-
pice, che forze accenna alla saldatura di due parti
d' organi. In talune specie poi riscontriamo nel
lembo superiore una divisione che talvolta si estende
fino a metà della lamina petaloidea. Questa strana
fillotassi potrebbe ancora avere altre interpretazioni.
Talvolta può essere utile la spiegazione di alcuni
tipi a stami ridotti di numero (alcune 7osacee) me-
diante il fenomeno degli sdoppiamenti : ma anche
questa supposizione incontra delle difficoltà serie.
Qualora non si voglia ammettere la pluralità di
talami, i due stami che si osservano sovrapposti ai
sepali converrà considerarli come effetto di sdoppia-
mento di un unico organo: che succede a questo
cielo un secondo di stami più brevi e per ultimo
il verticillo di stami più lunghi. (Pragraria vesca).
Ma se per taluni casi potrebbe anche essere
vera la teoria testè esposta degli sdoppiamenti, per
altri non è di sufficente spiegazione e bisogna ri-
correre al fenomeno della moltiplicazione, per la
quale un organo non soltanto in due si sarebbe di-
viso, ma in tre, quattro, cinque ed anche più. Come
tazione teorica di certe strane fillotassi, non è al-
trettanto facile comprendere come in natura possa
avvenire il fatto della moltiplicazione.
Osservandosi come fra una falange staminale e
l° altra intercede uno spazio non occupato da organi,
si potrebbe immaginare ciò avvenuto per mezzo di
una pressione esercitata dai carpidi sugli stami o
| dai sepali verso il centro. Ma abbiamo avuto campo
S di osservare altresì come nella maggior parte delle
famiglie di cui è parola, gli organi crescono con
sufficente libertà. }
Del resto se la pettinazione fosse realmente esi-
| stita, si comprende di leggeri chesi sarebbe dovuto
pervenire non alla sovrapposizione ma all alternanza
degli organi. V' ha però qualche caso in cui si av-
vera l'alternanza delle falangi staminali coi carpidi
ed in questo caso soddisfa la teoria della pettinazione
specialmente quando le falangi staminali sono in
n n \
numero uguale ai carpidi.
sì vede però, se essa può soccorrerci nella interpre- |
Le tre ultime teorie di cu
i è parlato servono
a spiegare dei singoli fenomeni: la teoria della plu-
ralità di talami potrebbe essere generalizzata a tutti
i fiori policentrici. Le nostre osservazioni organo- ST
geniche e le notizie desunte dagli autori che se ne
occuparono non furono sufficenti per sciogliere Vim-
portantissima questione: non esitiamo però a dire. n
come essa ci arrida maggiormente dell’ altre co-
mecchè più generale e più atta a spiegare la poli-
centralità dei fiori ed altre aberrazioni fillotassiche.
Se essa è la vera, vengono necessariamente a cadere
le teorie della duplicazione e della moltiplicazione.
Un’ altra interessante infrazione alle leggi fillo-
tassiche viene presentata in quei casi in cui sì ha
sovrapposizione dei carpidi ai petali ed un doppio
ordine di stami (Geraniacee , Rutacee , Ericacee,
Spiree, ecc.) Qualunque sia la disposizione dì questi
stami si avrà sempre'la loro sovrapposizione ai pe-
tali od ai carpidi contrariamente alle leggi che re-
golano 1’ ordine degli organi fiorali. e:
Questo fatto, che chiamasi obdiplostemonia, VEi-
chler ha voluto spiegare mediante lo spostamento
avvenuto nei cicli di stami in seguito a pressione :
il più esterno per essa sarebbe diventato interno e 3
viceversa. Ci affrettiamo a respingere questa teoria
per tre ragioni: la prima perchè nello sviluppo dei
fiori di alcune specie non vi ha contingenze di pres- =
sione: la seconda perchè non potremmo spiegare la sa
sovrapposizione primitiva dei carpidi col ciclo sta-
minale interno. Per ultimo perchè se anche pressione
ci fosse stata avrebbe dovuto verificarsi una vera
e propria pettinazione, quindi alternanza dei petali
e dei carpidi cogli stami disposti per paia ovvero
saldati. 5 Se
Una teoria che ha pure ragioni di essere esposta 3
| è quella dell’ aborto. Per essa se si immagina che
un terzo ciclo di stami preesistente sia stato sog-
i getto ad aborto si può avere una congrua spiega-
i zione dell’ irregolarità di queste forme. A seconda
dei casi l’ aborto avrebbe colpito il cielo più esterno
ovvero l’ interno. Mancano però tra le famiglie af-
fini a quelle che presentano simile fenomeno dei
casì di stami disposti in tre serie - i quali valgano
ad avvalorare l’ ipotesi dell’ aborto. pt
Un’ ultima teoria che secondo noi ha molti van-
taggi su quelle testè esposte è quella della policen-
tricità. Perbrevità non possiamo che riferirci a quanto
su questo proposito sì è detto parlando dei fiori po- TA
licentrici in generale: poichè nel caso dei fiori obdi- Ue
plostemoni potrebbero consìderarsi gli organi ordi-
nati secondo più centri anzichè secondo un centro.
unico, Per quanto raro sia il fatto secondo questa
teoria supposto, cioè - la saldatura dei due mezzi
91
organi laterali - tuttavia 1’ esempio della Dielytra
spectabilis, delle stipule interpeziolari di molte |
Rubiacee, del calicetto di driadee e potentilla è
così convincente che nulla ripugna dall’ invocarne
l’ analogia. (continua)
In Valtellina
(Appunti di storia naturale)
III.
Gli Orsi
Il predicato di /ormzeaiolo non è però veramente
esatto, poichè le formiche piacciono anche all’ orso
grande ed in genere a tutti gli orsi, che dal sapore
acido di tali insetti traggono una voluttà gastronomi-
ca speciale. Le due varietà surriferite sì distinguono
eziandio per il fatto che î formicaioli sono maggior-
mente vegetariani rispetto agli orsi di grossa mole,
e di conseguenza, benchè astuti come questi, mo- |
stransi nelle loro imprese meno audaci e meno fe-
rocì. Quand’ anche tormentati dalla fame, gli orsi
ad
grossi animali domestici; essi non inseguono che le
formicaioli non si arrischiano mai assalire i
pecore e le capre alle quali pongono facilmente le
unghie addosso. Invece gli altri orsi — che a quanto |
pare, sorio in maggior numero sui monti valtelli-
nesì — aggrediscono le vacche, i buoi ed i cavalli
senza esitare, e grazie alla loro forza prodigiosa pos-
sono correre lungo tempo trasportando colla bocca
le pecore più grosse ed i vitelli più. pingui. Del
resto per quanto concerne i costumi e tutti gli al-
tri caratteri, queste due varietà non presentano di-
stinzioni di grande rilievo.
Sembra, a prima vista, che 1° orso sia poco
adatto alla corsa, invece è sorprendente la velocità
con cui esso pércorre le regioni in salita. La stessa
velocità non dimostra tuttavia quando è costretto a
discendere per le chine fortemente inclinate, e-ciò
in causa dell’ assoluta cortezza degli artì anteriori
in confronto agli arti posteriori. Per tanto 1’ orso
difficilmente può raggiungere l° uomo e gli animali
che fuggono correndo dall’alto in basso: dopo breve
tratto di rapida discesa esso vien preso da tale
stanchezza. da essere obbligato a fermarsi ed a ri-
nunciare alla preda inseguita. I cacciatori valtelli-
nesi sono concordi nell’ asserire che 1° orso, allor-
quando si vede attorniato dal nemico e che per la
condizione topografica del luogo non può aprirsi
una via in piano od in salita per schivare il com-
| battimento ch’ esso teme, si getta a terra, incrocice-
chia le gambe posteriori colle ‘anteriori, piega la
testa verso l’ addome e poi si abbandona al proprio
peso rotolando giù dalla pendice del monte a guisa
| di un'enorme globo di cenci. Certamenta deve es-
sere un curioso spettacolo una fuga di questo ge-
nere dell’ orso e deve assai divertire la vista di un
simile masso che dal vertice di erta montana pre-
cipita a valle!
Il nostro plantigrado è anche un camminatore a
tutta prova. Esso non ha veramente una dimora
stabile, ma si dà spesso ad una vita nomade e vaga-
| bonda. Oggi si trova in una valle; domani compare
(contin. al n. 7 dell'anno 1887) |
in un’ altra; dove un tempo lo si vedeva frequente-
mente ora non si vede più; viceversa poi in certe
località ove l’ anno prima lo sì incontrava ad ogni
passo, l’ anno vegnente nessuno indirizzo sì ha della
sua presenza che, per vero, è molto facilmente ri-
conoscibile. L° orso sostiene viaggi lunghissimi e
prosegue la, sua strada per giornate intere. In poco
tempo egli muta residenza: dal Legnone al Redorta
è per lui un tragitto di poca importanza, quantun-
que si tratti di parecchie decine di chilometri. A
proposito delle tappe smisurate a .cui l’ orso si sob-
barca indifferentemente, mi piace riferire un fatto
da me constatato. L’ anno 1885, ai 2 di novembre,
io mi trovava sulle ultime propaggini settentrionali
del Redorta, e precisamente al di sopra del Bossetto,
umile villaggio a levante di Sondrio, ed attendevo
in compagnia di tre miei amici ad una piacevolis-
sima partita di caccia alle lepri. Percorrendo in
varî sensi la montagna per snidare coll’ aiuto dei
segugi la preda agognata, ci accorgemmo ad un
dato punto che la vasta orma dell’ orso improntava
la neve. I cani stessi ne avevano dato il segnale e
sì tenevano a rispettosa distanza. Meravigliati della
scoperta seguitammo per buon tratto l’ itinerario
tenuto dalla grossa bestia, finchè giungemmo ad un.
piccolo sruppo di capanne (daîte) ove, per caso,
trovavansi ancora alcuni alpigiani. Naturalmente so-
stammo per domandare a costoro notizie dell’ orso,
ed essi ci raccontarono che il giorno prima, armati,
di tutto punto e colla ferma intenzione di uccidere
la belva, avevano bensì seguite quelle pedate, ma
che dopo lungo viaggio in direzione di levante erano.
stati costretti a ritornarsene indietro perchè, incon-
tratisi con un’ altra comitiva di cacciatori — che
pure ritornavano sui proprî passi, dopo aver seguito
invano per una giornata intera l’ interminabile iti-
nerario — seppero da questi che 1° orso doveva tro-
varsi molti chilometri lontano. Non occorre aggiun=
gere che non appena fummo così informati, la-
sciammo in disparte il pensiero dell’ orso e ritor-
nammo alle lepri con grande profitto. Quell’ orso
aveva certamente viagg
dubbio, s° era
iato per più giorni, e senza
indirizzato alla densa foresta della
Marsatta per ivi passare la stagione invernale.
) Il E
Oltre all’ essere un’ istancabile camminatore e
buon corridore, l’ orso gode anche — come è noto
ad ognuno — di una forza straordinaria. Ho già
accennato al fatto che l'orso può correre per molto
tempo portandosi in bocca pesantissime prede. Ciò
mi fu assicurato da parecchie persone: anzi taluno
mi disse di aver visto 1° orso attraversare i torrenti
più impetuosi trascinandosi le giovenche ed i cavalli
come se si trattasse di lepri o di agnellini. Nell'anno
1878 un grosso orso comparve nella valle del Lesina
che scende dal Legnone verso Delebio. Non è a de-
scrivere il terrore che la belva sparse fra quegli
alpigiani ai quali aggrediva e decimava continua-
“mente le mandrie ed il greggie. Un giorno esso
tentò un colpo ardito. Sull° alpe (così chiamansi le
stazioni estive dei pastori nelle parti più elevate
delle valli) detta Mezzana assalì un bue, lo atterrò,
gli squarciò il torace, gli succhiò il sangue, ne di-
‘vorò il fegato — del quale gli orsi mostransi ghiot-
“ tissimi — e poì se ne andò tranquillamente pe’ fatti
suoi. Il bue che da quell’ orso era stato ucciso, aveva
l'età di sei anni, pesava nientemeno. che cinque
quintali ed apparteneva ad un contadino del villag-
gio di Andalo. Molti altri
in diverse parti della Valtellina, e tutte le persone
fatti simili udii narrare
che.in un modo o nell’ altro ebbero avute relazioni
col temuto carnivoro, ne vantavano sempre, come
prima sua qualità, la forza prodigiosa.
"I Gli orsi passano l’ estate sugli alti monti in vi-
cinanza dei pascoli. Durante il giorno stanno acco-
vacciati all’ ombra dei grossi abeti che crescono
Sea nelle parti più remote e dirupate, oppure sì nascon-
sa dono nei margini dei boschi che fiancheggiano i
| pascoli ed ivi si mantengono in agguato per dar
l’ assalto a quegli imprudenti animali che loro ca-
pitassero a tiro. Di notte escono dai loro nascondi-
gli e si avvicinano in cerca di preda alle baite dove
stanziano le mandre ed il greggie. Le povere bestie
s cadute nelle unghie dell’ orso vengono subito str'oz-
‘ zate e quindi trascinate in luoghi riposti dove la
— belva se le divora a suo bell’ agio, mentre la man-
— dra intera sì dà spaventata alla fuga e riempie la
valle de’ più alti muggiti Talvolta gli urli disperati
È della bestia che si dibatte fra le zanne dell’ orso
| —’‘arrivano all'orecchio dei pastori e questi, armati di
fucili e di bastoni ed emettondo grida minacciose,
muovono incontro al fiero animale che vistosi sor-
preso fugge lasciando sul posto la vittima. Per te-
ner lontano l° orso dal bestiame, i montanari valtel-
| linesi, non appena è calata la notte, sogliono dar
| fuoco ad una grande catasta di legna, e dove l’ab-
bondanza del combustibile lo permette; ne accendono
parecchie, disposte in giro al luogo dove tengono
radunate le bestie. In vista di questi fuochi (00)
il nemico si tiene rispettosamente lontano e lascia
passare tranquillamente la notte alle mandre.
In primavera ed in autunno gli orsi calano alle
falde dei monti e si spingono anche nella pianura
in cerca di nutrimento. Se poi la fame li tormenta
acerbamente non esitano a sfondare le porte delle
stalle o delle case dove sono certi di fare bottino.
Durante Ja stagione invernale si ritirano nelle fore-
ste e si rifugiano nei loro covi formati per lo più
da una grotta o da qualche buca profondamente
scavata, ed ivi passano gli interi giorni in una con-
tinua sonnolenza. In questo frattempo dimagrano or-
ribilmente perchè il loro tessuto adiposo formatosi
nella stagione, viene lentamente consumato quale ma-
teriale combustibile per il mantenimento del neces-
sario calore del corpo. 5
La tana o covo dell’ orso è divisa come in tre
scompartimenti: da un canto è posto il giaciglio
formato con fieno selvatico e con fogliame secco;
vicino al giaciglio si trovano le poche provvigioni
consistenti in cascami d’ animali, ragia, corteccia di
pino, castagne e granoturco che 1° animale si prov-
vede nelle sue corse notturne al. piano nei mesi
autunnali, e finalmente nella parte opposta al gia-
ciglio sono disposti gli escrementi. Non appena i ri-
gori invernali si fanno sentire, J° orso, come dissi,
si ritira nel suo covo e colla sua intelligenza ed
astuzia sa attuarne così bene 1° apertura d’ ingresso
con rami e con muschi, che difficilmente una per-
sona, passandovi davvicino, se ne renderebbe accorta.
Ma le vettovaglie ragunate durano pochi giorni, ed
il povero eremita va ingannando il tempo del di-
giuno col leccarsi pacificamente le zampe e coll’ ab-
bandonarsi a prolungati sonni.
(continua) Mario CERMENATI
_——_———TF+r+kykyty[ty—y[(\----
3 GABBIANI
—_ ei
L'Italia come la regione tra le più marit-
time dd’ Europa, conta nel suo eleneo undici spe-
cie di gabbiani, fino al presente. Molte e svariate
sono le opinioni degli ornitologi su questi uccelli,
cosicchè mentre molti ne ammettono alcuni, nella
nostra Avifauna, altri ne eseludono; spesso avviene
di dovere ammettere specie che meno si sospettava
dovessero capitare entro gli italici confini. Talyolta
23
bisognò cancellarli dopo averli ammessi e tal* altra
occorse curarne con maggiore chiarezza la specifica
determinazione, il quale computo non è cosa agevole
considerando quanto i Lari siano uccelli variabili
nella livrea delle diverse età, stagioni ed epoche; co-
sicchè taluno afferma che si chiamarono Larus atrè
cilla alcuni individui dello Xema melanocephalum
Natt. e talune varietà dello Xema ridibunduwm Lin.
diedero origene al Larus capistratus, specie ritenuta
erronea. Non discorrerò delle altre considerazioni spes-
so discordi sui gabbiani, mi fermo a guardare questi
inistancabili predatori sulle onde glauche e schiu-
mose del nostro stretto. Bisogna che il mare frema,
che le correnti subaquee ne rimescolino il fondo,
che le miriadi di organismi ripullulino al sommo del
vasto gurgite, perchè i gabbiani facciano grosso bot- |
tino sfidando intrepidi il vento gelato e la procella
che plumbea s’ addensa sulle lontane coste. Guardate
quelle bianche ‘creature che percorrono lunghe di-
stese di mare, che s' affacendano, ora in alto spiando
con vigile pupilla il sottostante abisso, or piombando
come strale, ora sparire, ricomparire, dileguarsi
mentre la caligine s' addensa cogli umidi vapo-
ti e fa tralucere una striscia ignea che sparisce
nel cielo. Ditemi, non vi trovate innanzi ad una delle |
scene spietate della lotta per vivere. I miseri pesci
volanti (Exocoetus volans) inseguiti dai tonni dai car-
pioni, degli squali, si lanciano fuor delle acque cercan-
do scampo e su d’ essi piomba vorace il mugrazaceio.
È la sorte di molte creature, uno sforzo per
isfuggire a chi le perseguita in casa, e appena fuori
ci. è chi le distrugge.
Dal Novembre alla primavera si trattengono tra |
noi i sabbiani. Il primo a comparire è lo Xema
muinutm Pall. si vede quindi meno frequentemente
lo Xema melanocephalum Natt. io ne conservo uno
in bellissimo abito d'inverno. Il 18 Marzo 1885 ho
visto in carne presso il Prof. Falqui, ùn individuo
dello Hema ridibundum Lin. era in perfetto abito
nunziale. Meno raro di quelche si crede è il Larus
marinus Lin. qualcuno si vede, quasi, tutti gli anni
e nell’ anno decorso ne sono stati uccisi tre, il
primo dei quali serve di segnacolo alle mosche in
una farmacia, il secondo fu sciupato dai monelli, il
terzo 1’ ho potuto avere per gentile concessione del
Dott. Borruto. La specie sopra cui ho maggiormente
estese le mie osservazioni biologiche è il L. arger-
tatus Brunn. Questo si vede nelle nostre acque, nel
Marzo, i0 so di uno ucciso sulla spiaggia di Calamizrù
nel 1882, se.l’ ebbe 1° Istituto Tecnico dove fu gettato
in uno scaffale, dimenticato e negletto finchè non
lo ritrassi io stesso, quattro anni dopo, e l’ ho ri-
pulito. Un altro lo acquistai vivente -il 18 Marzo
dell’ or volgente anno, sopporta benissimo la. schia-
vità e mentre scrivo mi guarda con quel suo occhio
calmo e triste. II terzo fu ucciso sulla punta di
Pelloro dal Sie. Lamanna, il quale ebbe 1° accortezza
cli non lasciarselo carpire, sicchè quel bello uecello
lungi dall’ essere stato sepolto in uno scaffale ed
interdetto agli studiosi, sì può ammirare presso il
cortesissino proprietario.
Per quanto io sappia presso di noì non furono
mai trovate nè uova nè nidi di gabbiani, ma si ri-
tiene che molte specie nidificano in Italia. — Io
credo che in nessuna altra famiglia di uccelli esista
maggiore confusione di quanta ne appare sui Lari.
Il Chiarissimo Berzo è persuaso che questo sia uno
studio dei più difficili della Ornitologia (1). Inquanto
a me avrò potuto incorrere in inesattezze riguardo
alla determinazione specifica ma avrò sempre rag-
giunto lo scopo coi miei poveri scritti se riuscirò a
richiamare I attenzione degli studiosi sulla zoologia
di questo estremo lembo della Penisola; computo
questo, bastantemente trascurato da chi più che i
mezzi avrebbe dovuto. averne il dovere e I° amore.
Reggio Calabria, Dicembre 1887.
Giuseppe MoscHELLA
FICALBI Dott. EUGENIO.
Da Genova a Haiderabad del Bekan
Alcune mote sopra una breve gita
di andata e ritorno.
(Continuazione e fine vedi nè ant.)
. Partimmo da Haiderabad di sera, ed entrammo
in un vagone di seconda classe, dove pur vennero.
| diversi indiani del medio ceto. Ne avevo accanto uno
lindo sì, ma talmente unto di olio di sandalo, che
faceva venire il dolor di testa. Appena il treno si
mosse, tutta quella brava gente si tolse le scarpe
e, quei che l’ avevano, anche le calze, e si prese în
mano i piedi; non so se questa moda sia del tutto
pulita: so che con occhio anatomico osservai quei piedi
e li vidi stupendamente fatti, senza alcuna di quelle
deformazioni più o meno tuberose, che deturpano
questi organi a molti Europei di ambo 1 sessi.
Esaurita la bisogna del dar aria ai piedi, i miei
compagni di viaggio cominciarono a estrarre, da
una ricolma sacchetta, dei ben confezionati boli di
pansupari e in tutta la notte non fecero che biasci-
care. Dirò qui, non avendolo detto ancora, che l’uso
di masticare il parsupari è diffuso, in tutta 1° India,
in ogni ceto di persone e in ambo î sessi. Assai più
che 200 milioni di uomini ha in Asia questa abitu-
dine. Il bolo, grosso più che una noce, consiste in
una foglia fresca di piper betel (ecco perchè a que-
sto masticatorio si dà anche il nome di de/e?) entro
cui sì pone noce areca tritata (areca cateciù), calce
spenta, e qualche altra droga : il bolo ha forma ae
(4) L. Benoit, Ovnit, Siciliana,
—TTTT—-——===-==- -<—»
che da lungi ci raggiungevano celermente, e li ho
24 do P
cartocciata. Ogni buon Indiano mastica sempre: que-
sto miscuglio, che provoca forte salivazione e rovina
la bocca: i denti divengono corrosi, rosso-scuri, le
gengive flogosate, ie labbra tumide e serepolate. Se
la donna indiana sapesse quanto la deturpa 1° abuso
deli pansupuri, lo lascerebbe da parte. La saliva che
esce dalla bocca masticando il parsupari è tinta in
rosso, per i succhi, che escono dagli ingredienti:
in modo che sembra che gli Indiani sputino san- |
gue. — Molti Indiani mi hanno offerto pansupari
e io l’ ho preso con grande loro consolazione: accet-
tarlo è segno di amistà, ricusarlo di sprezzo; non
volendolo, si tocca con la mano, e ciò vale come
accettarlo. i
La mattina a buon ora eravamo a Wadi, ove,
dopo aver mangiato alla trattoria della Stazione ed
aver quivi fatto razzia di tutto il pane disponibile,
ripartimmo col diretto alle 2 pomeridiane, e il dì di
poì a mezzogiorno eravamo a Bombay. Nella nottata
passata in ferrovia, come in quella che pur ripassai
per andare a Haiderabad, dovei convincermi che nel
Decan mentre le giornate sono caldissime, le notti
fanno sentire un frescolino addirittura pungente.
Partimmo da Bombay con pessimo tempo: vento,
pioggia e mare tempestoso. Per cinque giorni durò
questa musica, poi si calmò, ma in complesso impie-
gammo un dì di più dell’ ordinario per arrivare a
Aden.
Vidi, una giornata prima di Aden, due Ba-
lene (Balaenoptera), che per un certo tempo se-
guirono la nostra rotta: mostravano evidentissima
quella specie di sfumata, che l'animale fa ad ogni
espirazione, e che è in massima parte dovuta ad
acqua spolverizzata, cacciata fuori dalle narici: dico |
in massima parte dovuta ad acqua polverizzata e non
a vapor acqueo, poichè questo non può esser molto
Visibile in così alte temperature.
In Aden scesi a terra, comprai penne di struzzo,
ammirai somali e somale, delle quali esistono mira-
bili campioni; poi ripartimmo.
In Mar rosso, come per lo più accade, trovammo
bonaccia; e mentre in Aden ricevei lettere, che mi
dicevano essere in Italia cominciato il freddo, quivi
un calore torrido ci faceva sbuffare.
In Mar rosso vedevo molti delfini e, non avendo
niente da fare, mì mi.i a calcolare approssimitiva-
mente la velocità, che questi mammiferi potevano |
raggiungere.
Il vapore, sul quale ero, percorreva andantemente |
22 chilometri e 1{2 all’ ora; ho visto spesso delfini,
visti poi girare intorno al bastimento in moto con |
grandissima disinvoltura: da poppa giungevano a prua
in brevi istanti, poi sì allontanavano, poi ci raegiun- |
gevano, guizzando, fuor d’ acqua a riprese, e tutto
ciò senza mostrare di stancarsi; credo di esser mo-
derato ammettendo che avessero una velocità doppia
di quella del piroscafo: sono, dunque, 45 chilometri |
all'ora che un delfino può percorrere ; certo perdu-
rando in questa velocità si stancherebbe, ma per un
certo tempo può mantenerla; come si vede questi
animali non han nulla da invidiare ai più celeri
navigli, e alle stesse /orpediniere. Il Brehm dice
che il delfino ha tale agilità, che si trastulla come
nulla fosse intorno ad. un piroscafo che fa le sue
40 miglia all'ora: questa, se non si tratta di un
lapsus calgini, è una esagerazione” madornale : in
primo luogo non esiste al dì d’ ogci nessun piroscafo,
che percorra 40 miglia all’ ora: le stesse forpedî-
niere, che sono i navigli più veloci, passan di poco
la ventina e la maggioranza dei piroscafi postali non
passa di molto le 15: in secondo luogo, io eredo
che non esista davvero delfino dotato di tale abilità.
Entrati in Mediterraneo, cominciammo a sentire
il freddo, e molti dei nostri uccellini, dei nostri pap-
pagalli, e qualche scimmia, morirono.
Io tornai a casa sano e contento ; e, per quanto
esultassi nell’ abbracciare î miei, sentii forte in me
lo stimolo di far altri viaggi, più di questo lunghi,
avventurosi, proficui.
| STRUMENTI UTILI PERI COLLEZIONISTI CONGHILIO:OGHI
e’ _—rise-ee’
Credo non del tutto inutile render di pubblica
| ragione l° uso di tre arnesi di cuì già da molto
tempo mi servo specialmente per la raccolta dei
molluschi terrestri e fluviatili.
l. Pinzette di bambù — Queste non hanno bi-
sogno di descrizione. Hanno la forma delle comuni
pinzette cosiddette da dissezione, ma ‘invece d' esser
d' acciaio sono di bambù. Hanno il vantaggio di es-
ser molto flessibili, e quindi si prestan bene per af-
ferrare gli oggetti più delicati come le piccole con-
chiglie, le quali, con queste pinzette, possono esser
facilmente afferrate senza ehe la loro compressione
arrivi a stiacciarle. Di più trovandosi in campagna
mancanti di pinzette e dovendo raccogliere Vertigo,
Cionelle, Carychium , piccole Hyalinie ed altre spe-
cie minute sì possono facilmente improntare con
un pezzo di canna qualunque. Preferisco però il
bambù perchè più solido.
Credo che questo strumento possa esser utile
anche a chi si occupa di foraminifere, di minerali ecc.
— È inutile il dire che è molto economico.
2. Vascolo — Per un collettore di conchiglie
non trovo comodo il comune vascolo dei botanici,
Io già da diversi annì mi servo di un bussolotto di
latta che ha la forma di un piccolo vascolo da er-
borizzare cioè con fondo ovale di circa 19 centim.
di maggior diametro, e della lunghezza di centim. 20,
0,90, 4,40 e L. 4,50 l’ uno, tutti e 4 L. 4,09.
25
A differenza del vascolo dei botanici che ha l'aper-
tura nel ventre, il mio sì apre ad una estremità fog-
giata come .il coperchio d'una scatola. Oltre questo
modo d’ aprirsi però ne ha un altro: Il coperchio
ha una specie di botola che si apre di fuori in den-
tro e che si richiude da sè per mezzo d’ un salta-
leone.
La cigna che tiene il vascolo è attaccata ai due
lati del coperchio, non ai due estremi più lunghi del
vascolo.
Raccolta una chiocciola sì pone sul fondo supe-
riore del vascolo e si preme, la botola si apre, l’ani-
male cade nel vascolo, e tolta la mano la botola si
richiude da se. Questo sistema risparmia la noia e
la perdita di tempo di aprire e chiudere le scatole
o i vascoli. S' intende bene che nel fondo del reci-
piente va tenuto un poco di musco e d’ erba per-
chè nel cadervi le chiocciole non si guastino. Sul
medesimo sistema ho fatto costruire anche delle pic-
cole scatole per la raccolta delle conchiglie minute
(Pupa, Clausilia, Pomatias, ecc.,).
3. Draga tascabile — Il nome non è esattissimo,
ma ho dovuto adottar questo in mancanza di meglio.
Consiste in una paletta bucherellata, munita d° un
cannello all’ estremità posteriore, nel quale s' infila
la mazza da passeggio, una canna, o un’ altr asta
qualunque. Quest’ arnese è utilissimo per la pesca
delle Paludina, Limnaea, Bythinia ed altre specie
che vivono a maggiore o minor profondità nelle fosse
o nei laghi. Può servire anche per le Anodonte ed
Unio ma occorre che allora la cucchiaia sia alquanto
lunga, 15 centim., mentre per le altre specie basta
di centm., S o 10, e queste sono veramente tascabili.
Dott. R. DeL PRETE
Presso il gabinetto di Storia naturale di S Brogî in Siena
sì trovano le draghe ed i vascoli costruiti secondo i modelli qui
descrittì dal dott. Del Prete. Le draghe sono di 3 grandezze e
costano cent. 50, 60 e 70 l' una tutte e 3. L. 1,50. I vascoli
sono di 2 grandezze e 2 modelli diversi e costano L.-0,$0,
NUDI
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Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ognî numero, per scambiarsi notizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
°
La questione del Bothriocephalus Iatus (1). Cer-
to che per molti dei nostri benigni lettori non sarà
una novità, pure non crediamo cosa del tutto inutile
il rifare per punti essenziali la storia di questa guerra
(1) Vedi il Centralbi. f, Bact. A. I, Vol, I, passim.
civile combattuta durante l’ anno 1886 e la. prima
metà del passato 1887.
La questione suona: quale è l’ animale interme-
diario, il mezzo di trasporto, per cui gli scolici del
botriocefalo passano nell’ uomo.
Già nel 1882 il Braun ebbe ad osservare essere
il luccio (Esox lucivs) e la bottatrice (Zota vulgaris)
gli ospiti del botriocefalo e nel 1885 stampò un suo
lavoro in cui dimostrò esaurientemente 1° esattezza
delle sue osservazioni; ed il Zexckard, certo un’au-
torità in argomento, nel III. fascicolo della nuova
edizione dei suoi /’arassiti (1) dichiarò in base agli
esperimenti del Bra la questione bell’ e sciolta.
Il Axchenmeister però si oppose a tutt’ uomo e
sostenne non esser mai il luccio l’ ospite interme-
diario del botriocefalo bensì il salmone. Il Bram
ed il Leuckard non lasciarono certo senza risposta
le asserzioni del Kychenmeisters ed a loro si ag-
giunsero altri scienziati, il Grassi, il Ferrara, il
Zchokkhe e il Parona (2): e con nuovi esperimenti
e con nuovi studii si confermò il fatto che il luccio
e la lota sono i veri, i principali ospiti del botrio-
cefalo, il che non esclude però che possan in date
condizioni funger da ospiti anche altri pesci.
Quanto al salmone, esso può aver poco diritto a
simile onore, sia perchè essendo un pesce molto caro
non può servir di nutrimento alle classi povere —
ed invece si son queste appunto che son maggior-
mente visitate dal botriocefalo —, sia perchè il Reno
dovrebb’ esser tutto infetto e non la sola parte sviz-
zera del medesimo; ed oltre a ciò poi, cosa non poco
strana, il salmone dovrebbe suadagnarsi le larve
del botriocefalo ancor nel suo primo anno, pria che
fosse sceso per la prima volta nel -mare, essendo
che nelle sue successive migrazioni nel fiume noto-
riamente non prende cibo. E
Anatomia. Secondo il Prof. P. Albrecht (3) è
da rigettarsi il termine Polydactylia e da
introdursi nella scienza i termini Hyperdacty-
lia e Hypodactylia, avendo ad indicare il primo
una sovrabbondanza, il secondo una deficenza del
namero delle dita che allo stato normate possiede
una data specie. Iperdattilo sarebbe un cavallo con
tre dita, mentre un uomo con tre dita sarebbe ipo-
dattilo.
Tanto l’ Hyper - e V Hypodactylia, quanto la
Penischisi, l' Epi - e l’ Hypospadin. sarebbero feno»
meni atavistici, non cià patologici. IE,
(l) R. Leuckart. Die Parasiten des Menschen und die
von ihnen-herruhrenden Krankheiten. I. Vol 1. fase. Lipsia
1886. — Crediamo essere superfluo il voler accentuare 1’ im-
portanza di questi opera veramente classica. La IT. ediz. del
II. vol. ha ancora da uscire.
(2) Il Parona trovò in Lombardia scolici del hotriacefalo
non solo nel luccio, ma anche nel pesce persico (Perca /lu-
viatilis).
(3) Zeilsehrift f. Ethnologie, Berlin, 1886, p. 263 e seg.,
nonché:
P. Albrecht, Vergl.-anat. Untersuchungen, I Vi. II H,'
La teoria dei Fagociti. E. Metschnikoff, non è
molto, espose Ja teoria che nelle infezioni di batterii
in un corpo vivente succeda una lotta fra i miero-
orcanismi introdottisi e le parti cellulose del sangue,
|_‘’“specialmente i corpuscoli bianchi. Se questi ultimi
(detti Phagociti) riescon a prender in se tutti i
batteri, 1’ animale sì risana, all’ opposto sei miero-
organismi riescon a distruggere i corpuscoli bianchi
la malattia ha il suo corso. Così p. e. il Metschni-
_ hofff ammette che nella febbre malarica (1) ci sia
una lotta fra i coccidi (2) edi fagociti: lo stesso di-
casì dell’ erisipola (rosalia) (3).
Quantunque questa teoria venisse appoggiata da
w diverse esperienze e da fatti fisiolocici che succedono
in natura (4), pure trovò diverse opposizioni e diffi-
; denze. Anche il Mosso nel suo recente studio sulla
|‘ trasformazione dei corpuscoli rossi del sangue (9)
«|_‘’non viene certo a deduzioni favorevoli al Metschri-
khoff.
N. S. Davis jun. nell’ XI Congresso iedico in-
ternazionale( Washirzgtor, 5-12 settembre 1887) espose
le osservazioni del Metschnikoff e in parte le accettò,
in parte le modificò. Marchiafava e Celli dichiara-
Tono aver osservato come nell’ infezione malarica i
plasmodii venissero distrutti dai Zewcociti (6) ed ul-
timamente €. Hess pubblicò (7) dei suoi studii ed
esperimenti fatti su vari animali e dimostrò, si può
: dire, a chiare note che la teoria dei fagociti non
| è solo ammissibile, ma scientificamente giusta.
i P:
Le formiche ed i loro inquilini. Nei nidi delle
formiche vivono molti insetti principalmente coleot-
teri; così p. e. nel nido della Formica rufoa vive la
| Cetonia aurata:; unitamente alla Form. fava, vivono
i Claviger testaceus è dei longicorni. Questi insetti
| sono mancanti di occhi, e sono di quel color carat-
teristico giallo come tutti quelli che vivono in luo-
| ghi oscuri, ed è interessante vedere come questi in-
do setti ciechi, vengono dalle formiche trattati con tutta
| cura e pazienza. Se la Form. rufu ha il suo nido
su vecchi alberi di pioppo si può esser certi di tro-
‘vare sotto i licheni ed i muschi del tronco. anche
(1) Vedi Centralbl. f. Bact ecc. I A. 1 V. p. 624.
(2, Il Mlelschnikoff si attiene alle deduzioni del Lareran
del Richard, del Marchiafara, del Celli e del Golgî. Al nome
‘ Plasmodium malariae sostituisce però quello più adatto di
Hamatophyllwn m.
| (3) Cfr. Virchow ’s Archiv, Vol, CV1I, 1887, p. 209.
(4) a. MelscRaikof} e Borfurth dimostrarono che i corpu-
| scoli bianchi sono quelli che riassorbono i tessuti della coda
a della larva di rana.
o del Kowalevsky sullo sviluppo pera dr oe
Ceritee nella Zeischr. f. ir. Zool. Vol. XLV. ASS7, p. 542).
) Vedi Atti della It. Acrad. dei Lincei e Virchow *s Ar-
CIX, 1837, p. 205.
È della It. Accad. medica di Roma, du XI, serie
ili 2 parte pag. 164.
l' Haelerus sesquicornis Coleotteri se ne trovano anche
nei nidi delle vespe. (die. Nat. Halle. 27 Agosto 1887).
Vienna SR.
Longevità delle tartuche. Questo Bollettino nel
fascicolo di Dicembre parlava di una tartaruga che
era vissuta 62 anni; a proposito della longevità
delle tartarughe è deeno di nota un fatto, chela
storia registra sopra una tartaruga allevata nel giar-
dino del Monastero di S. Giuliano in Palermo. Que-
sta fu portata di una certa età in quel giardino, là ——
godette piena vita per 128 anni di secnito. i
La longevità di questi animali e provata da molbi
fatti, che la scienza va registrando. :
Questo mansueto animale è uno, a cui fu con- ito
cesso. di godere della vita, più degli altri esseri
animati. M. Morici Misà
Osservazioni sull’ albinismo degli uccelli. Il
26 settembre n. s. fu veduta, nel nostro territorio,
in contrada Saltaloro, una Merula Nigra Leach.
avente molte penne della coda bianche: da far
contrasto col nero intenso di tutto il corpo. Questo
caso dî albinismo parziale sebbene comune in que- AS
sta specie, è degno di nota per accrescere sempre
queste osservazioni, potendo così venire a qualche
conclusione sulle cause, che possono produrre: tale
alterazione; che ancora questo problema è rilegato _
fra 1-tanti, che la scienza coi suoi seguaci cerca di »
risolvere.
Il giorno 13 Novembre, pure nel nostro territorio SS
in contrada S. Focà, fu veduto un Corvus cornis
Lin. con Y° ala sinistra interamente bianca: ad onta
dell’ impegno messo per ucciderlo sfuecì a tutte le
insidie del cacciatore.
Questo esemplare ha qualche importanza, giacchè
per quanto io mi sappia, verun caso è stato reci-
strato per. la Specie in parola.
Spero che questo individuo me lo porteranno,
dappoichè è stato veduto altre volte e quasi sempre
nella stessa località.
Castelbuono 1 Gennaio 1888.
M. Morici Misà _ =
La Simathis nemorana #2. L° anno scorso feci *
alcune ricerche sugli insetti dannosi al Fieus ca-
rica (fico) e con mia sorpresa, nel mese d’ agosto,
notai molto diffusa nella Provincia di Verona, la P
Simathis nemorana (Toririx nemorana Hb.) cono-
sciuta specialmente della Europa media e della Fran-
cia meridionale. La larva di questo Lepidottero si Si
nutre a spese del parenchima delle foglie di fico
sulle quali vive, riparan’osi sotto un padiglione di È
seta lassamente intessuto. Giunta che è all*epoea
della sua trasformazione in crisalideg si chiude in te
un follicolo serieeo candido, dopo aver ripiegata la
foglia nella parte marginale e in 10 o 12 giorni sì —
trasmuta in farfallina. [ea
tizia in Peragallo » Les insecies nuisible è l ag
A questo proposito l’ illustre entomologo Comm.
Targioni Tozzetti mi scrisse che nel 1886 trovò la
larva che gli descrivevo, ai Bagni di Lucca (Toscana)
e contemporaneamente mi dava alcune importantis-
sime notizie.
Una mediocre descrizione di essa, accompagnata
Godart f. 9, p. 462, t. 260 f. f.
Prof. Giovanni MARIACHER
. Vaccinazione antirabbica. Per quanto riguarda
questa vaccinazione, di cui è cenno nel N.° 1 anno
corrente di codesto pregiato Bollettino, trovo nella
. Erpetologia del Bary S. Viment, tradotta in italiano
‘dal nostro Giuseppe Balsamo (Milano 1835) Ia se-
guente notizia: « Beniamino Gauchi, pretende, nel
trentesimo numero della Biblioteca pei proprietari
rurali, che un Cane morsicato dalle Vipere, e gzua-
rito, non sia più suscettibile di divenire arrabbiato.
Se questo fatto si confermasse sarebbe una scoperta
da figura trovasi in
di grande importanza ».
Il Dott. Fernandez
dunque il primo che abbia notato il fatto di cui si
parla in detto articolo. i
Prof. Giovanni MARIACHER
Carbonio nelle meteoriti. In un ferro meteorico
trovato nell’ Australia Occidentale, il Sig. L. Fle-
tcher, conservatore dei minerali al Museo Britan-
nico, osservò un centinaio di minutissimi cristalli
di forma cubica. Non ostante le piccole dimensioni,
egli ne potè determinare la durezza, la densità, la
forma cristallina e la composizione chimica. Nei suoi
caratteri generali, questa sostanza sì avvicina alla
grafite, ma ne è ben distinta per lu forma cristal.
lina, forma non rara nel diamante. — A questa
nuova specie minerale fu imposto il nome di Clif-
‘tonite.
ACIREALE (GL UESUR,
Gli insetti e le eruzioni vulcaniche. Il 18
Giugno 1886, cessata 1’ eruzione eccentrica dell'Etna,
mi recai, forse il primo, a visitare il nuovo cratere,
cui in seguito fu assegnato il nome di Monte Gem-
mellaro. Soffiava un forte vento di S. O. - Lungo il
cammino notai una insolita quantità di « Coccinella
septempunctata » e di altri insetti, specialmente
coleotteri, imenotteri ed eterotteri. A piè del monte
i tronchi dei castagni sfrondati dalla pioggia di la-
pillo, erano coperti di questi insetti, che vi stavano
addossati 1’ un sull’ altro, a grappoli. Sul monte il
numero delle coccinelle era enorme. Se ne vedevano
a migliaia, che andavan volando trasportate dal
vento, si posavano sulle calde arene, e volavan di
nuovo, o correndo sì rifugiavano sui massi, finchè
quasi attirati irresistibilmente, andavano sulle fu-
di Barcellona non sarebbe
‘ marole, ove morivano bruciate. — Fra curioso ve- |
dere i loro cadaveri scolorati ed arsieci ammontic-
chiati presso le fumarole, e talora cementati dalle
emanazioni insieme con le arene. Dopo avere rac-
colto molti ed interessenti prodotti vulcanici ritor-
nai ad Acireale, e volli informarmi se il fenomeno
dell’
L’ illustre Prof. Orazio Silvestri riferivami di aver
notato questa insolita quantità di insetti, e special-
fosse stato osservato in altre eruzioni KFtna.
dell’ 83 e. nelle
precedenti. — Il Chiarissimo entomologo Sis. Failla,
mente di coccinelle, nell’ eruzione
mi disse che un simile fenomeno era stato descritto
dal Costa, come avvenuto al Vesuvio. Io però visi-
tai il Vesuvio nel Febbraio e nel Marzo dell’ 86,
durante una piccola eruzione (descritta dall’ illustre
Dott. Johnston -. Lavis) non osservai nessuna coeci-
nella nè viva nè bruciata. — Il cratere di Vulcano
che visitai nello scorso Maggio non presentava
neppure esso qnesto strano fenomeno. Nello scorso
Settembre recatomi sull’ Etna al Monte Sartorio
formato dall’ eruzione del 64, osservai attentamente
il suolo e vidi che era cosparso di spoglie di cocci-
nelle, specialmente presso le fumarole.
ACIREALE (GE SSR4
Gli uccelli e la luce elettrica. È noto come gli
uccelli sono attratti straordinariamente dal fascio di
luce di una buona lampada elettrica, in tempo di notte.
Questo fenomeno non è ancora spiegato, però è
un fatto che questa luce intensa esercita un vero
fascino nella schiera degli alati, dove molti di loro
vi trovano in conpenso la morte.
Difatti, come narra il Piccolo Iliustrato di Mi-
lano N.° 239, in America proprio nell’ Isola di Bedlon
innanzi a Nuova Jork, dove vi è eretta la statua
della Libertà, un faro elettrico di straordinaria po-
tenza sovrasta quella statua. Or è straziante vedere
come migliaia di uccelli di varie specie, attirati da
quella straordinaria luce durante l’ oscurità, vanno
innanzi a quelle lenti e tanta ne è la quantità che
vi formano attorno come una vera nube; intanto
urtando con violenza contro le lenti gran parte per
questo urto si frangono la testa e così chi morti
chi feriti mortalmente cadono nella balaustrata sot-
tostante.
L' inconveniente a; prima siunta può sembrare
di poco conto, però considerando che in una sola
mattina se ne raccolsero 13,450 di un centinaio di
specie diverse; il caso diventa tutt’ altro e 1° in-
conveniente è di grave momento.
Lo stesso giornale dice che ciò era preveduto, però
non sì credeva che potesse portare un’ inconveniente
tanto grave. Il caso veramente non è il primo, giae-
chè anni sono in un fanale di una città marittima
di Francia, si presero un gran numero di folache,
che erano di passo in quell'epoca, per la stessa causa.
Ecco come i graziosi abitatori dell’ aria trovano
col progresso nuovi nemici; e mentre si mette tutto
l'impegno per conservarli, e si costituiscono società
protettrici; sì accrescono i pericoli e se ne facilita
la loro diminuizione.
E intanto il poeta che cantava:
L'aria o rapidi augelli che vi vale
Se umano ingegno al vostro volo impera ?
‘Quale scampo procuri alata schiera
Per l’ aereo sentier se il piombo ha 1’ ale ?
OG
or si dovrebbe dire lo stesso ed anche di più per
la luce elettrica, questo vero portento del progresso.
Questo inconveniente è veramente grave special
mente nel tempo delle migrazioni; poichè queste
succedono quasi sempre di notte; dovrebbe perciò
essere pensicro delle autorità locali per rimediare a
ciò e così proteggere questi graziosi esseri che pro-
tegsono le nostre coltivazioni, divorando gran parte
di parassiti.
Castelbuono M. Morici Minà
Photodrilus phosphorcus, è un nuovo genere di
lombrico fosforescente, scoperto da M. A. Giard a
Wimereux. Si avvicina ai Plutellus e specialmente
ai Pontodrilus; è probabile sia una specie esotica
colà acclimatata (Accad. des scien. 7 nov. 1887).
B.
Sus Ahoenobarbus e Sus Marchei, sono due
nuove specie di cinghiali, rinvenute nelle Indie e
descritte e figurate da Hauet nel Journal du Na-
turaliste N.° 20, 1888. B.
Notizie di caccia e note orni‘ologiche: Il 13
novembre u. s. sul Ticino, presso Pavia, fu uccisa
una femmina di O/demia nigra, specie nuova per
la provincia pavese e accidentale per 1° Italia.
Prof. P. PAvESI
Stamane ho avuto, proveniente da Cutro, una
vecchia femmina in carne del falco pecchiajolo
(Pernis apivorus Lin.) Questa specie è da noi fre-
quente in Aprile, Maggio, non pochi se ne hanno
in autunno; mai mi era capitata in*Febbraio, per-
ciò opino che si debba ascrivere tra le sedentarie.
Giglioli la mette fra le estive. =
Reggio Calabria 4 febbraio G. MoscHELLA
Il nostro Museo si è arricchito nei primi giorni
del decembre scorso di un esemplare femmina della
dr Aluuda alpestris (Linneo). Secondo Temminck, è un
da uccello che abita e nidifica nel nord dell’ Europa,
dell’ Asia e dell’ America. Se ne vedono di passaggio
in alcune località dell’ Alemagna; giammai nel mez-
- zogiorno dell’ Europa. Questo fatto aumenta la pre-
| ziosità dell’ esemplare, essendo rarissimo. Fu preso
in ottobre sul tenere di Mariano al Brembo da mio
fratello Achille e da esso donato al Museo. .
I caratteri seno: Gola, sopracigli e spazio dietro
gli occhi, d' un giallo quasi citrino; piccolo tratto
sotto gli occhi, i mustacchi ed una lunga fascia al
disopra del petto, d' un nero carico: parti superiori,
alto delle ali e parti laterali del petto, di color
cinerino rossastro ; remiganti nerastre coi bordi in-
terni bianchi; penne leterali della coda, d'un nero
carico, le esterne bianche verso l' esterno; parti in-
| feriori del petto e dei fianchi d’ un giallo biancastro;
ventre bianco candido; becco e piedi neri.
La fammina ha la fronte giallastra; d’ un nero
— brunastro la testa, le parti nere variate da piccoli
tratti giallastri; le penne nere della coda terminate
da una stretta linea biancastra.
Bergamo Prof. dott. ANTONIO VARISCO.
Domanda. L’ermafroditismo (sic?) dell'anguilla.
(1) La maggior parte degli Zoologi, specialmente
dopo le osservazioni dello Syrski (2), ammettono
l’ esistenza del maschio dell’ anguilla; il Zepori però
dichiara (3) non ancora risolta la questione e
combatte le asserzioni dello Syrsk?. Si domanda ora
se si son fatti altri studî e se si è giunti a qualche
conclusione ? DI
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NOTE BIBLIOGRAFICHE
RIECRINSDI PUBBLICAZIONI
L' Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell? Agenzla,
o presso la direzione.
Dall' esregio Sig. (Giovanni ErtoRE MATTEI, assi-
stente presso il R. Orto botanico di Bologna, ab-
biamo ricevute le segmenti sue pubblicazioni :
l. I Batteriocecidii. Studiando i tubercoli o
grumi radicali delle leguminose, 1° esregio autore
trovò una-grande quantità di batterii nella polpa
lievemente rosea che è nell’ interno dei detti erumi.
Accurate osservazioni ed esperienze, lo conducono a
concludere con certezza che i grani radicali delle
leguminose e quelli analoghi di oleagno, alno ece.,
sono d’ origine patologica dovuti all’ azione dei bat-
teri. Conosciutane 1° origine, diviene improprio il
nome che ora portano e perciò li denomina batte
riccecidi ossia galle di batteri. Nella memoria sono
pure riportate le conclusioni emesse da. diversi au-
tori che sì occuparono di questo argomento.
2. Di un raro tulipano esisteute nelle vici-
nanze di Bologna Il Bertoloni nella sna Flora
Italica descrisse con il nome di Zulipa scabriscapa
un tulipano che si trovava nelle colline bolognesi e
che fu riscontrato poi corrisponde alla Z'uZipa stra
gulata, Reb. Da molto tempo non si era più tro-
vato in quelle località; nel maggio del 1886 il
Dott. Riva lo rinvenne nuovamente nei campi di
Villa Scarani, e studiatolo insieme al prof. Fiori
crederono doversi trattare della Tulipa Fransoniana,
Parl. Il Mattei ricercatolo nello scorso anno lo
trovò abbondante presso Cà del Vento e studiatolo
nuovamente esclude affatto che possa essere la Fra-
nsoniana e lo ritiene per la Strangulata come lo
determinò il Rebaul, facendo notare però che più
1) Vedi a prop. l’ interessante lavoro di R. Canestrini: I
pesci del trentino e la pesca, nel XI Annuario della Sor. de-
qli Alpinisti trentini (Rovereto ASS5I. è
(2) Bollett. della Soc, Adr. dì Scienze nat. di Trieste, N.
î, decembre 1S71. È
(3) Atti Soe Ilal. di St. Nat. Vol XXVI, fase. 34, A,
1SS4.
29
proprio le parrebbe il nome di Tulipa scabriscapa
datoli dal Bertoloni. Altre importanti questioni re-
lative ai tulipani sono svolte în questa memoria.
8. Convolvulacee. Questa famiglia di simpatiche
e delicate piante, è stata fin quì molto trascurata
dagli studiosi, e bene ha fatto 1’ esregio autore
a colmare questa lacuna. Egli ne ha studiate
dodici specie appartenenti a sei generi, e sono:
Convolvulus tricolor, L. C. arvensis, L. Calystegia
sepium, R. Br. Pharbitis hispida, Chois. P. hede-
vacca; Chois. P. Learii, Hook. Ipomaea Schiedeana
Ham. I. ochracea, Don. Calonyction speciosum,
Chois. 0. muricatum, Chois. Quamoclit hederaefolia,
Chois. Q. vulgaris, Chois. Di esse fa notare le par-
ticolarita più importanti, quindi ne dà la descrizione,
terminando con il parlare della Classificazione e
delle affinità. Alla memoria sono unite 9 belle ta-
vole nelle quali trovansi fisurate in colori al na-
turale in modo inappuntabile tutte e 12 le dette spe:
cie, nonchè diagrammi, schemi, e sezioni diverse.
4. Aneora sull’ origine della Vicia Faba. Il
Mattei aveva già nelle sue Noterelle botaniche ma-
nifestata 1° idea che la fava derivasse dalla Vicia
Narbonensis mediante una prolungata coltura, ora
in questa sua memoria aggiunge nuovi studi e nuo-
ve comunicazioni in proposito, indicando anche qual-
chè svista scorsali nelle dette Noterelle botaniche.
Parla ancora delle cause probabili dell’ estinzione
delle specie e di altri argomenti botanici.
Sulle glandule salivari nella Hirudo medi-
cinalis. Osservazioni del Dott. Dante Bertelli, set-
tore anatomico nella R. università di Pisa. - Poche ed
incerte erano le cognizioni che sì avevano su questo
apparato glandulare della mignatta, e 1’ egregio
autore ne da ora i più dettagliati ragguagli sulla
loro sede, distribuzione, struttura ecc.
Sul modo di valutare ed indicare razional-
mente gli ingrandimenti del microscopio e delle
immagini microscopiche. Osservazioni del Dott. A.
Poli, prof. di storia naturale nel R. Istituto tecnico
di Piacenza. Nello scorso fascicolo, accennammo già
a questo interessante lavoro del Prof. Poli: ora
egli ci ha favorita la sua memoria, che nor poten-
| dosì riassumere in poche parole, ci limitiamo ad in-
dicarla ai Micrografi chè vi troveranno indicazioni a
loro molto utili.
Annalen des K. K, Naturhistorischen Hofmu-
seums. Wien nov. 1857. Dall’ esregio Sig. Dr.
Aristides Bresina abbiamo ricevuti i seguenti suoi
scritti estratti dai ‘suddetti annali « Ressebericht
aus Italien - Excursion nach Voicklabruct und
Kremsmiinster - Neue Meteoriten III - Geschenke
von Mineralien.
Sui marmi della Montagnola Senese per 5.
Lotti. L° egregio autore conferma per triassici i
marmi e gli scisti associati della Montagnola senese.
_ Fossili del marmo giallo della Montagnola
Senese per il Dott. Vittorio Simonelli. L° egregio
autore studia e descrive i pochi e mal conservati
fossili rinvenuti in detto marmo
I r.sti di Castoro finora rinvenuti nei din-
torni di Roma. Nota di Enrico Clerici, assistente
al Museo geologico della R. Università di Roma.
Questi resti furono raccolti nel Monte Sacro a 4
chilometri da Roma e consistono in un mascellare
inferiore sinistro con 3 molari, ed un incisivo infe-
riore sinistro. L’ egregio autore dà dettagliate noti-
zie sulla località e quindi descrive i resti di Castor
fiber L. rinvenutivi, rappresentandoli anche con al-
cune figure.
Note ornitologiche per Luigi Picaglia. Sono
notizie di Ornitologia Modenese con le quali 1’ egre-
gio autore fa conoscere diverse interessanti catture;
passi straordinari e varietà di uccelli. Nell’ opuscolo
trovansi pure citazioni relative al Pelecanus crispus
ca italiana
presso il R. Museo di storia naturale in Firenze. Da
esse resulta che il detto pellicano non è di origine
che si conserva nella collezione ornitologi
italiana ma proveniva dall’ Egitto, e che anche
un’ altro pellicano ucciso in Italia e supposto per
il erispus è l’ onocrotalus; pere non rimarrebbe
alcuna cattura certa italiana del Pelecanus crispus.
Sunto della relazione sull’ inchiesta ornito-
logica pel modenese. Il medesinio egregio autore
Sio. Luigi Picaglia ci ha favorita anche questa me-
moria, nella quale fra le altre cose deplora che la
caccia sia perme
ssa per un tempo troppo lungo, che
non vengono concesse licenze speciali ai naturalisti,
mentre fanta benevolenza si accorda ai contravven-
tori e tanta larghezza si usa nel concedere permessi
di caccia.
Uno specchietto presenta il numero degli uccelli
del modenese divisi in stazionari, migratori, av-
ventizi, estivi ecc.
Gii uccelli del basso piemonte. Elenco pubbli-
cato da N. Camusso membro dell’ inchiesta ornito-
logica italiana. Sono 228 specie in questo elence
notate e l° egregio autore ha pure unite ad ognuna
di esse, interessanti notizie.
La Aegialitis asiatica (Pall) trovata per la
prima volta in Italia. Nota di 7onmaso Salvadori.
Il Sig. E. Marchisio di Torino trovò il 15 novem-
dre scorso questo uccello presso un venditore del
mercato; il distinto ornitologo prof. Salvatori lo
determinò per un Aegiulitis asiatica, ed in questa
memoria ne dà minuta descrizione. E una femmina
giovane. Questo uccello fu scoperto dal Pallas nelle
spiagge del mar Caspio i
Note sulla Flora friulana per ii dott. Ettore
de Toni. Serie prima. Contiene l’ elenco di molte
specie ed altre interessanti notizie.
Antropologia generale. Lezioni sull? uomo
secondo la teoria dell’ evoluzione, dettate nella.
R. Università di Torino (corso 1887 e 88) dal Prof.
Enrico Morselli, direttore della clinica delle ma-
lattie mentali; raccolte e pubblicate con il consenso
30
e revisione del professore, dagli studenti Roverdino
e Vigo.
L'importanza di queste lezioni è chiaramente |
dimostrata dall’ interesse che destarono in Torino
ove un numerosissimo uditorio accorreva ad esse ed
applaudiva al professore che le dettava. L’ Unione
tipografico editrice torinese ne ha intrapresa la stam-
pa a dispense riccamente illustrate, e che sono poste
in vendita a 50 cent. l’ una, L' opera sarà completa
in 20 a 25 dispense che verranno pubblicate ‘una
ogni 10 giorni. Sono uscite 2 dispense e da esse
. non si può che bene arguire per il seguito.
Almanacco per i campagnoli. La direzione del
periodico agrario L' amico del contadino ha pubbli-
cato questo interessante almanacco per darsi in dono
ai suoi abbonati e lo ha anche posto in vendita al
prezzo di L. 1,00. È un volume di circa 200 pagine
nelle quali oltre le solite notizie comuni ai calen-
dari, vi sono importanti ed istruttivi articoli di noti
autori.
Miniere solfuree albani. Relazione sull’ esito
dei solfi acidi e con solfato di rame, somministrati
da dette miniere nell’ annata 1887. In questo vo-
lume sono riportati in buon numero eli attestati
che i consumatori hanno inviati alla direzione delle
miniere sull’ esito dei detti solfi e dai quali chiaro
resulta che essi sono riusciti efficacissimi contro
l’ oidio e la peronospora, ed anche economici attesa
la loro estrema finezza.
Me DAN ININIDISINSISRIDISSNASNASIDANNIFIE
dnsegnamenti pratici
—_esooo——
Il Gesso come disinfettante nelle Stalle Il
Dott. Mach raccomanda l' uso del gesso per disin-
fettare le stalle, essendo convinto che nel gesso
ben macinato possediamo un mezzo per mantenere
‘puro e salubre l’ambiente delle stalle, ed ezian- |
dio per impedire il disperdimento di preziose
sostanze fertilizzanti contenute nel concime e che
nelle stalle si lasciano liberamente svolgere nello
ambiente a danno degli uomini, degli animali e
delle coltivazioni. Quell' odore acuto che quasi ci
toglie il respiro, ci fa lagrimare, entrando in una
stalla (specialmente nei mesì d’estate) è tanto
denaro che sotto forma di carbonato d'ammo-
niaca se ne Va miseramente perduto, quando non
sia causa di malanni regli animali.
Il Gesso naturale e finamente polverizzato
È ISO (solfato di calce ed acqua), serve a trattenere
quel danaro e togliere quelle cause funeste. A
«contatto coi vapori di carbonato di ammoniaca
| Sì decompone facilmente e lestamente in modo che
sì forma carbonato di calce e solfato d' ammo-
|
|
niaca, il quale ultimo non essendo così volatile
come il carbonato d' ammoniaca, viene trattenuto
in soluzione nel concime umido. Im tal modo non
può ne diminuire la bontà del concime. nè aver
‘luogo un ammorbamento dell’ atmosfera della
s‘alla
Il Dott. Mach ha fatto degli esperimenti accù-
rati, e trovò che l' azione del gesso fu completa
sotto ogni rapporto; la dose da impiegarsi sarebbe
di 200 grammi di polvere di gesso per giorno,
e per ogni capo di grosso bestiame. È una spesa
minima, che in fin d'anno sale forse a non più
di quattro lire, e che dà un beneficio centuplicato.
Nell’ usare il gesso come disinfettante nelle
stalle si ha da considerare inoltre che aggiun-
giamo al letame una materia fertilizzatrice di
grande importanza. È
Per le punture delle zanzare. !l Dott. Gerard
raccomanda l’uso delle frizioni di cloroformio che
egli assicura tolgono imme liatamente il dolore e
fanno sparire le piccole pustole.
Per somministrare i medicamenti liquidi di
gusto sgradevole, Frewudenberg insegna nella Re-
vue Medicale di far cadere le gocciole di questi
medicamenti, come essenza di terebentina, balsa-
mo di copaile, essenza di sandalo ecc., su di una
polvere inerte (zucchero, caffe, radice di rabar-
baro, cubebe ecc.,) e di amministrare la polvere,
| che ha assorbito il medicamento, nelle ostie.
Contro i lumaconi. I Sig. Roda racconta nella
Economia rurale che avendo coltivato qualche
pianta di Ricino sanguineo, e& avendone il vento
fatta cadere qualche foglia, osservò che queste
erano state rosicchiate dalle lumache e vide di
più intorno ad esse parecchi lumaconi (Limaw
agrestis) morti. Portò allora alcune foglie di ri-
cino nella serra e ne ebbe il medesimo resultato:
percui conclude che decisamente tali foglie, es-
sendo un veleno mortale per quei lumaconi, ci for-
nisecono un metodo sicuro per Jiberarcene.
Diverse maniere di conservare le uova. In
Dairy (Inghilterra) si tenne una. esposizione di
uova conservate ed i premi furono aggiadicati
come appresso: Il primo premio fu assegnato ad
un’ espositore che aveva conservate le uova nella
crusca, nella quale le ave a disposte con la parte
acaminata rivolta in giù. Il secondo premio fu
assegnato ad una partita d’uova spalmate di
cera ed olio e conservate nel sale. Il terzo ad
altra partita che dopo di essere state spalmate
di sego, furono immerse nella calce stemperata,
che le aveva difese. perfettamente dall’ azione
esterna; ci furono uova conservate nel ghiaccio,
altre nell’ acqua di calce. Ma il metodo superiore
a tutti gli altri'si è riconosciuto quello di con-
servare le uova nel sale asciutto senz’ altra pre-
parazione speciale. Basta collocarle in una cassa
‘a strati coperti di sale in polvere e messe con
le punte acuminate in giù. |
81
Per conservare i bulbî delle Dalie, la Ztevue
d’ Hort. belge, dice che uno dei migliori mezzi è
quello di porli in cassette framezzo ad arena o
sabbia fina. Nel fondo della cassetta si stende un
strato di circa un centimetro di sabbia nel quale
si pongono i bulbi, quindi si versa altra sabbia
fino a ricoprirli e poi si pone un’ altro strato di
essi e così di seguito. Si chiude la cassa e si col- |
loca in locale asciutto, fresco, ma difeso dai ghiacci.
Per rendere înodora la Benzina. Agitando la
benzina. con dell’ ossido di piombo e del sodio
(preparato dissolvendo l’ ossido di piombo nella
soda caustica) e rettificando il tutto, si arriva a
toglierle del tutto il cattivo odore che possiede.
Per uccidere le vespe nei nidi. Leggiamo nel-
l° Apîculteur che imbevendo un pezzetto di tela
nell’ acqua ragia, ed introducendola nel foro di
un nido di vespe in modo che il foro resti chiuso,
l'indomani si troveranno tutte le vespe asfissiate.
NOTIZIARIO
ECDEGIOC3
Scimmie contadine. Un giornale americano rac-
| stendersi lento
conta che un coltivatore di lino del Brasile, ha tro- |
vato il modo di diminuire considerevolmente la
spesa della mano d’ opera, rimpiazzando colle scim-
e mie i negri. Egli ha cominciato coll’ ammaestrare
una piccola schiera di scimmie ai lavori ordinari
dei campi, ed è riuscito così bene che può ora affi-
dare a questi nuovi ausiliari la raccolta e prepara-
zione del lino. Queste scimmie manovrano con una
abilità incredibile, sotto la semplice sorveglianza di
un conduttore di lavori. Inoltre, lavorano con mag-
giore celerità dei negri.
II re delle Isole Harvai, il quale nutre per
le ricerche scientifiche, un interesse maggiore di
quel che generalmente si creda, incaricò il Prof.
F. L. Clarke, di Honolulu, di far si, che tutti i rami
B della Storia Naturale di quelle isole, fossero accu-
ratamente studiati da specialisti di valore. Il Prof.
Clarke incaricato di far raccogliere e distribuire i
materiali scientifici, sì è già rivolto a/varii specia-
listi di America e di Europa. Vista la grande ric-
chezza della fauna e della flora di queste isole poco
esplorate, è sperabile che la scienza se ne avvantag-
gi di molto.
Nuovo foraggio. La camera di commercio di S.
Francisco (California) ha inviato a quella di Udine un
campione di seme della pianta foraggera, Eriocoma
cuspidata, non ancora conosciuta da noi, affinchè
venga sperimentata in Italia. Si sa che questo fo-
de raggio cresce a grandi mazzi in terre aride e sec-
che, sulle montagne del Colorado e nei piani del
\Wiaming. Appare dopo
la pioggia e si mantiene
ogni genere di animali.
L° esperimento fu affidato
_ al prof. Viglietto. i
- fresco molto tempo; è atto all’'ingrassamento di
Una grande Testuggine fossile (Testudo perpi-
niana) è stata scoperta dal dott. Donnezan presso
Porpir nen in Francia, nel pliocene medio, alla pro-
fondità di 8 metri. E lunga metri 1,20. I ragguagli
di questa interessante scoperta paleontologia furono
comunicati all’ Accad. delle scienze di Parigi il 19
decembre scorso.
Distribuzione gratuita di viti americane. L'e-
ma continuo della fillossera deve
certamente mettere in grande apprensione anche i
viticoltori di località fino ad immuni, e buon ‘
previdente sarà chi cercherà per tempo di porsi in
grado da dover soffrire il meno danno possibile
ora
nel caso che il detestabile insetto giunga fin nelle
sue vigne.
Pare ormai accertato che il miglior mezzo sia
quello di piantare certe specie di viti americane le
cui radici meglio resistano agli attacchi della fillos-
sera, e su di esse innestare le nostre qualità di uva.
Per incoraggiare questo piantamento il Ministero di
agricoltura ha deciso di far distribuire gratuitamente
un milione di talee, barbatelle o piantine di viti
americane provenienti dai vivai delle scuole e sta
zioni agrarie del regno. ‘Per ottenerle rivolsersi
al dettò ministero 0 ai Comizi agrari.
Nuova Società di Microscopisti. — Il 22 Giu-
gno, per iniziativa del celebre mieroscopista W. IE
Calcutta, una Società di
Microscopisti, la quale, pel numero dei soci e per
il loro merito scientifico, dà di sè le più belle spe-
ranze. Già fin dalle prime adunanze si vede l° atti-
vità dei soci ed il loro entusiasmo. Vi si sono lette
delle memorie interessanti e si sono
stioni di grande importanza.
Società botanica Italiana. Si è costituita con
sede in Firenze una Società botanica italiana, a pre-
siedere la quale è stato eletto il Prof. Teodoro Caruel.
Posti vacanti. Prof. di Botanica e patologia ve-
getale nella R. Scuola di viticultura ed enologia in
Coneliano. Stipendio L. 2400. Tempo utile fino al
15 febbraio corrente
Dodici posti di studio per 4 anni nell’ istituto
forestale di Villambrosa. Tempo utile fino al 20
corrente. ;
Simmons, si costituì, in
discusse que-
Esposizioni: In occasione del 40° anniversario
dell’ assunzione al trono dell’ imperatore Francesco
Giuseppe, la società orticola di Vienna terrà in
quella città dal 5 al 10 maggio prossimo una espo-
sizione di frutta e fiori.
A. Gand nel Belgio, avrà luogo una esposizione
orticola internazionale, dal 15 al 22 aprile prossimo.
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stati spediti tutti i doni da essi richiesti con l’ in-
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rammentiamo che esso si paga anticipato, ed a coloro
che sono arretrati di più annate rivolgiamo pre-
ghiera di porsi in pari al più presto possibile.
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5 ll dott. Federigo Sacco (Palazzo Carignano
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Oa Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre hu-
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ac i che il direttore ‘del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
N- 362 di protocollo Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO- CHINA- BISLERI
i OGGETTO « esperimentato dal signor Tenente medico dottor Petti: su due
Circa l'esperimento fatto ‘ « compagnie di fanteria stanziate in questo pento ha dato sod-
‘del Ferro China . « disfacentissimi risultati. »
Al Signor : 3 sE > II Maggiore Generale
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SOMM ARIO
Influenza del mezzo ambiente sullo sviluppo del Bufo viridis, Prof. L. Mariacher — Disseminazione
| delle. piante, G. E. Mattei — Colombicoltura, la Tortora grigia, (cont.) G. ©. Giachetti — Les Abeilles
quelques lignes de l’ histoire des sciences, E. Rabaud — Fillotassi (fiorale, cont.) Prof: L. Pelaconi.
COMUNICAZIONI : Malattie più comuni nei pappagalli, 0. Elett — Insetti nocivi al vino in bottiglie,
<P. Bargagli — Ancora sulla Simaethis nemorana, lug. A. Ourò — I conigli nemici, delle raccolte, M.
Morici Minà — Nuovo metodo di distruzione dei conigli, G. P. P. — Notizie di cia e note ornitolo-
logiche, M. Paulucci ed Sr — Emigrazione di Serpenti, Sr — Insetti dannosi ‘ed insetti commestibili,
Sr — Impiumagione maschile, P — L' Argyroneta aquatica, P_— Phylloxera, P — I mitili velenosi P
LA — Entozoi della Teredine G. P. P. — La pulce dei cani e la Tenia cucumerina, G. P. P. — Le acque
minerali e 1’ ultima eruzione dell" Etna, G. P. P. — I microbii della grandine, B — Alca impennis, B
|| — Seta Guzman, B — Le Api del Brasile, P. É
Note BIBLIOGRAFICHE: Le Cigale — Società Veneto-Trentina di scienze naturali —. R. accademia
| delle. scienze di Bologna — Humboldi — Der Naturhistoriker.
InseenameNnTI PRATICI: Acquavite di miele — Resistenza delle viti americane in rapporto alla fillos-
? | sera — La cimatura delle viti in relazione con la qualità del vino.
i Invenzioni E scoPeRTE: La fotocronografia ed il volo degli uccelli — Il vento utilizzato per la luce
| elettrica — Miniere d' oro — Cera minerale — Vagone serbatoio per il trasporto del vino — Ebulliometro
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oTIZIARIO: Escursioni, esplorazioni, missioni — Lascito cospicuo — Verdura a buon mercato — Cir-
acciatori Bresciani — Danni della fillossera — Concorsi, congressi Fipozon,
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AVVERTENZE
pai SEGRE si pubblica dal, ro al 15 di ogni mese, ec- | domande ed offerte di cambi di animali, semi, piante, minerali,
ettuato l'ottobre, in 20 pagine compresa la copertina. libri, macchine arnesi e di qualunque altro-oggetto, relativo
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pese ostali.
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ca dell’ anno; ma decorrono dal pi
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_ Gli. abbonati hanno diritto.
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municazioni ALGPOSIS ec. fesciaai sei asia ) e per
alle scienze fisiche naturali. La medesima inserzione non si ha
diritto di pubblicarla gratis più di una volta; ma la direzione
può accordarne la ristampa contro un piccolo! compenso, come
può rifiutarsi dî pubblicare qualsiasi comunicazione senza biso-
gno di dare giustificazioni in proposito.
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rale si pubblicano nel corpo del giornale e costano. L. 1 per
linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pagine costa=
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GOMANDO SUPERIORE Massaua 28 gennaio 1886.
delle truppe in AFRICA ;
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Uficio del Comando mero 2658 questo Comando ha il pregio dl partecipare ‘alla S. V. |.
; che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore.
N- 362 dî protocollo. Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
OGGETTO « esperimentato dal ‘signor, Tenente medico dottor Petti su due ©
Circa l'esperimento fatto | « compagnie di fanteria stanziate in questo presidio ha dato ‘sod-
del Elerro China « disfacentissimi risultati. »
Al Signor j 5 : i 7 n Vi ria +3
FELICE BISLERI aggiore Generale
MILANO | firmato: GEND
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TRE TRRIRDTTTZT
Po influenza del mezzo ambiente sullo
sviluppo del Bufo viridis - Laur,
Le uova: escono dalla cloaca in due cordoni.
del Eufo vulgaris, tal’altra allineate, od a gruppi
di 2,3, 4, ece., con intervalli o soluzioni di con-
tinuità notevoli. Ciò dipende dallo stiramento
maggiore o minore dei cordoni che la femmina |
strisciando, dirò. così,
fondo terreo o sabbioso
non è molto profonda.
sul» ventre, distende sul
del pantano, se l’ acqua
I piccoli girini forano l' invoglio e vanno a fis-
sarsi col rostro sulle erbe e sui sassolini.
Le osservazioni sullo, sviluppo de’ girini libe-
ramente viventi, tenendo conto del fatto già no-
tato (1) che le femmine depongono uova ad epo-
‘che diverse, non si possano fare con vero profitto.
Bisogna quindi limitarsi ad osservazioni di gabi-
binetto, o a trasportare i girini in pozze artifi- |
ciali ed impedire che altre femmine vi possano
penetrare.
Ecco pertanto i dati di tre allevamenti in ac-
quari di vetro a forma rettangolare (cm.39X24X30,
contenenti litri di acqua 15 ‘(altezza dell’ acqua
cem. |6), con fondo a terriccio sabbioso e sassoso.
Tutti erano posti al riparo dal sole e dalla luce
troppo viva, nel mio laboratorio. I girini furono ali-
mentati con foglie di Lactuca sativa. Ogni acqua-
rio aveva un termometro a massimo e minimo.
Gli allevamenti furono fatti a Verona, l’anno
1887.
l. ALLEVAMENTO — GIRINI N. 30
It 27 marzo — Raccolta delle uova appena i
deposte.
Il 19 giusno —.I girini hanno le estremità |
‘posteriori sviluppate.
Il 22 giugno — I girini hanno le estremità
anteriori sviluppate.
(1) Osservazioni sull? epoca della riproduzione del Bufo vi-
ridis e del Bombinator igneus - Giovanni Mariacher - 1888.
Estratto - Bollettino Natuvalista - Siena.
Il 27 giugno — I girini sono completamente
metamorforsati. 5
La temperatura dell’acqua dal 27 marzo ai 20
aprile, oscillò intorno ai + 113° C.: s' innalzò poi
sino a raggiungere i + 17° C. in maggio, ed
| i+ 21 in giugno.
— Talvolta esse si presentano alternate come quelle |
2. ALLEVAMENTO — GIRINI N. 30
Il 22 aprile — Raccolta delle uova.
Il 15 giugno — Le estremità de’ girini sono
sviluppate.
Il 25 giugno — Sono già metamorforsati 23
girini: i rimanenti hanno ancora un rudimento
di coda.
La temperatura dell'acqua, salvo leggera dif-
ferenza, sì mantenne eguale a quella dell'acquario
precedente, nei mesi di maggio e giugno.
3. ALLevamento — Girini N. 250
Molti muoiono a stadi della
loro vita larvale e vengono divorati dai compagni.
Il 22 aprile — Trasporto delle uova. -
Il 3 settembre — Su 64 girini ancora viventi,
girini diversi
25 hanno sviluppate le estremità posteriori — Il
termometro segna nell'acqua 16° C.
Il 26 settembre — Su 36 girini viventi, © sono
completamente metamorforsati — ‘Temperatura
dell’ acqua + 14,0 5, C.
Il 23 dicembre — Muore l’ultimo girino ri-
masto che ha solo le estremità posteriori svilup-
pate — Il termometro segna nell’ acqua 4 3° C.
Io mi ero proposto di allevare i girini per
| isbudiare :
Ì
I. L' azione modificatrice della temperatura
dell’acqua sul periodo girinale e quindi sui gi-
| vini nati da uova deposte in epoche diverse.
2. Se il numero dei girini viventi in una co-
s‘ante quantità d' acqua ne ritarda lo sviluppo.
La somma variabilità risultante dai dati sopra
riportati non si può spiegare altrimenti che am- :
mettendo col nostro Camerano e col Yung:
]. Che la bassa temperatura dell’acqua ritarda.
i lo sviluppo, mentre una temperatura compresa
fra i | 17° C. e i 4- 210 C, lo accelera.
2. Che il gran numero dei girini viventi in una
costante quantità d' acqua agisce come causa ri-.
e ciò a cagione della diversa temperatura del-
. S' indirizzarono al vento, altri alle correnti acquee,
94
tardatrice dello sviluppo non solo, ma anche opera
come vera selezione.
I girini liberamente viventi possono trovarsi,
come verificai più volte, in condizioni identiche,
di temperatura e di numero, a quelle dei girini
viventi nè miei acquari.
Sì potrebbe dunque concludere :
l. Ch3 i girini nati da uova deposte ad epoche
diverse, hanno una vita girinale più o meno lunga,
l’acqua;
2. Che in una data località possono vivere gi-
rini i quali, quantunque nati in epoche diverse,
si trovino allo stesso stadio dì sviluppo;
3. Che vi è arresto dì sviluppo, tutte le volte
che in una quasi costante quantità d’° acqua, ab-
bondano straordinariamente i girini;
3. Che questo arresto di sviluppo può dar
luogo allo svernamento dei girini ed a fenomeni
di neotenia.
Verona, Febbraio 1888.
Prof. Giovanni Mariacher
_——_-_-—_———=—-=-==-=-—-
Disseminazione delle piante
Nota di GIOVANNI ETTORE MATTEI i
Assistente presso il R, Orto Botanico di Bologna
—cscecoro—
=
Chi pensa che le diverse forme dei frutti e dei
semi, sieno senza alcuno scopo ed affatto causali, |
trovasi in forte errore, avendo anzi importanti uf- |
ficii biologici, per quanto ne riguarda la dissemi-
nazione.
Infatti ci possiamo tosto convincere che, se i ve-
getali non avessero mezzi speciali e spesso assai po-
tenti di disseminazione, cadendo tutti i semi di una
stessa pianta rel medesimo luogo, la specie non po- |
trebbe estendersi nello spazio, od invadere regioni |
lontane, nè le piantine, così nate assieme, avrebbero. |
grande prosperità, per essere troppo vicine fra loro |
e troppo vicino alla pianta madre, che pure ne ver- |
rebbe danneggiata.
I frutti adunque ed i semi, non potendo da soli |
camminare, dovevano utilizzare gli agenti esterni |
più alla loro portata, per diffondersi nello spazio, |
per raggiungere regioni lontane, forse più favorevoli
alla loro esistenza. Così infatti avvenne, ed alcuni |
altri agli uccelli, agli animali lanuti ece., producendo
sovente complicatissimi apparecchi, corrispondenti a
tanti diversi modi di disseminazione, della maggior
parte dei quali parleremo quì breyemente.
Come agente di disseminazione il vento tiene
senza dubbio il primo luogo, per la sua forza, e molti
semi e frutti ben lo compresero, adattandosi alla sua
energica azione: tali semi o frutti furono distinti e:
col nome di amemofili. Essi poi in più modi e con
apparecchi diversamente foggiati ottennero il mede-
simo scopo, per cui possiamo distinguerne parecchi
tipi.
Il primo che chiameremo alato, comprende semi
o frutti‘ (in tal caso monospermi) muniti di Jarga
appendice piatta ed alquanto falcata, per cui cadendo”
roteggiano per l’ aria, come le penne dei colombi,
ed il vento può facilmente portarli lontano..Fra le
piante che presentano tale adattamento. possiamo
citare pressocchè tutte le specie di Acer, il Negundo,
i Hrarinus,V Ailunthus,V Heteropteris chiysophylla,
molti Pinus, il Lyriodendron tulipifera. parecchie
Dioscorce ecc. Le specie del senere Tila ottengono
il medesimo intento mediante larghe brattee che ae-
compagnano il peduncolo del frutto.
Un tipo affine è quello che comprende semi
piccoli, leggeri, compressi od appiattiti con. espan-
sioni membranacee, più o meno larghe, per tutto il
loro contorno. Possiamo citare come esempi, molte
specie dei generi Alyssun, Lunaria, Heraclaewm,
Corispermun, Liliwin, la Spergularia alata, alcune
Comelline, e forse anche la Berula e le Bignonie.
Tre altri tipi anemofili li abbiamo quando i semi
o frutti sono sormontati da un pappo, oppure termi-
nano in una appendice piumosa, oppure sono intie-
ramente coperti di lana. Al primo appartengono
moltissime Composte, parecchie Gramuinacee (tribù
delle Aydince), parecchie Valerianacee, tutte le
specie del cenere Asclepias, gli Epilobii ece. Del se-
condo fanno parte principalmente molte specie di
(lematis, di Anemone (sezione Pulsatilla), di Stipa
ecc. Al terzo tipo infine appartengono i generi (Gros-
sypiwm, Populus, Salice, Eriophoruwn, V Anemone
hortensis ecc. Il Ithus Cotinus pet i peduncoli piu-
mosi dei fiori sierili, che accompagnano i frutti, sì
può ayvicinare al secondo di questi tipi.
Per la disseminazione anemofila possiamo pure
notare due altri tipi secondo che i frutti sono a
palloncino od a barchetta, ‘in entrambi i casi assai
leggeri e facilmente trasportabili dal vento. Fra i
primi citeremo quelli di Cardiospermumn, fra è se-
condi quelli di Sterculia e di Molucella.
Indicheremo da ultimo, come semi anemofili quelli
piccolissimi e leggerissimi, somiglianti a segatura di
legno, quali si riscontrano in molte Orchidee, Oro-
bancacee, Cimpanulacee, Begoniacee, Ipericinee,
) Onagrariacee ecc. Vedemmo a questo proposito pa-
recchi frutti di una orchidea epifitica (StanRopaea)
che ad ogni lieve soflio, lasciavano libere vere nubi
di semi.
Così in molti modi ed assai diversi, è stata uti-
lizzata Ia forza del vento a vantasgio della dissemi-
nazione: ma siccome il vento agisce inconsciamente,
depositando spesso i semi in luoghi ove non possono
germinare, le piante a disseminazione anemofila,
riparano a tali perdite col numero, producendo mol-
tissimi semi, qualche volta a milioni. i
Se il vento è un erande agente disseminatorio,
quantunque in limiti più ristretti lo è pure l’acqua,
e parcechi semi o frutti trovarono infatti comodo di
farsi trasportare da quella, mercè speciali adatta- |
menti: per la qual cosa tali semi o frutti furono
detti /drofili. Senza tener calcolo che le correnti dei
fiumi e degli oceani trasportano sovente e casual»
mente semi differentissimi, depositandoli quà e là
sulle rive, ove spesso ancora germogliano, per veri
semi idrofili dobbiamo intendere solo quelli che -non
hanno aitro mezzo di disseminazione. Ha loro forma
è quella più adatta per galleggiare, senza pericolo
di sommergersi, cioè di palla: il loro peso natural-
mente è inferiore a quello dell’ acqua che li sostiene.
Si possono dividere secondo che sono disseminati
dalle correnti dei fiumi, oppure da quelle del mare.
Fra le specie a disseminazione fluviatile, il più bel-
I’ esempio è certamente quello del Nelunbiyn, i cui
semi galleggiano per il Nilo, facendo spesso lungo
percorso prima di arenarsi sulle sponde. Forse uguale
modo di disseminazione hanno i frutti di Juglans,
e di Quercus, di Castanea e di Aesculus che a ma-
turità cadono naturalmente dall’ albero.
Le specie unicamente disseminante dalle correnti
oceaniche sono poche, ma ben distinte nei loro ca-
ratteri, e siecome la forza del mare supera quella
di tutti gli altri agenti disseminatorii, i frutti pre-
sentanti tale adattamento, sono i più grandi che si
conoscano, raggiungendo spesso dimensioni enormi,
Possiamo citare come esempii i frutti del cocco
(Cocos nucifera) e quelli della Lodoicea sechellarwn.
Entrambe queste palme, abitano le piecole isole del-
l° Oceano Pacifico, e crescono pressochè esclusiva:
mente in riva al mare, lasciando cadere a maturità
ì loro frutti nell'acqua. Le correnti marine poi li
portano spesso lontanissimo, come accade per quelli
‘ della Zodoicca, che, maturati nelle isole Sechelle,
giungono abitualmente sulle coste del Malabar e
della Malesia. Il cocco pure deve a tale adattamento
l’ essersi naturalmente diffuso dalla Polinesia (ove
era spontaneo) alle coste dell'Africa e dell'America:
ancora attualmente, a quanto dicesi, molti frutti di
85
tale pianta giungono, provenienti dall’ America equa-
toriale e portati dal mare, sulle coste della Scandi-
navia, ove però la insufficenza di luce e di calore
non permette loro di germinare.
Un altro mezzo di disseminazione è quello operato
dai piccoli mammiferi lanuti, che trasporlano, ade-
renti al loro vello, numerosi frutti muniti di forti
uncini per aderirvi: Questi frutti furono chiamati
ertofilti. dall’ amico mio Dottor Marino Borbiconi,
nella sua recente e pregevole tesi di laurea, nome
che corrisponde perfettamente al loro adattamento.
Pressocchè in ogni famiglia vegetale alquanto
ricca di specie, troviamo frutti così formati, come
sarebbero quelli delle seguenti piante: Raruneulus
Tribulus
Onobrychis, Glycirrhiza, Medicago (alcune specie),
arcensis, Pavonia spinifex. terrestris.
(Geun, Agrimonia, Circaca, Orlaja, Daucus, Tuwr-
genia, Galtwm (parecchie specie), Sycios angulata,
Bidens, Nanthiwn, Emew, Spinacia, Thragus va-
cemosa, Setaria verticillata e tante altre che per
brevità tralasciamo.
Molti mammiferi lanuti trasportano tali frutti,
aderenti al vello, nelle loro escursioni giornaliere 0
nelle loro annue emigrazioni: le pecore, le capre, le
vigogne, i muftioni, le volpi, gli hamster. i lemmins,
le arvico!e, le lepri e tanti altri, sono i principali
agenti disseminatorìi di tali piante. I grossi frutti
di Martyria coi loro due forti rostri ricurvi, presu-
mibilmente vengono disseminati nel medesimo modo
dai bisonti dell’ America del nord.
I frutti di &rapa, muniti di uncini ad amo, poco
robusti, sono forse disseminati dai grossi pesci dei
laghi, ehe abboccandoli, per qualche tempo non riu-
scirebbero a liberarsene, e quindi dibattendosi li
porterebbero altrove : se tale spiegazione fosse esatta,
questo tipo si potrebbe dire 4/0filo, ma mancano.
sicure osservazioni in proposito, potendo forse anche
intervenire nella disseminazione di detta pianta l'a-
zione dei piccoli mammiferi acquatici, quali le lontre
ed i castori. DE
I semi poi, alquanto viscosi, di Nymphaea ade-
riscono probabilmente ai piedi ed alle penne degli
| uecelli palustri, che così li portono da un lago
all’ altro.
Un altro di disseminazione lo troviamo
nei frutti polposi, dolciastri, vivacemente colorati,
mezzo
spesso fragranti, e con semi duri, coriacei od ossei.
Questi frutti sono disseminati da molte specie di
necelli, che mangiandoli ne depositano cogli esere-
menti i semi, ancora atti alla germinazione, e spesso
in località lontane: per il quale adattamento tali
frutti furono detti ormzztofili. — RS
Questi fatti sono perfettamente certi, ma sarebbe
roi
(86
interessante per la scienza, che coloro, i quali hanno
frequente occasione di aprire per qualsiasi scopo
degli uccelli, non trascurassero di conservare i semi
ritrovati ancora intatti nei ventricoli. di ogni sin-
golo individuo, passandoli poi a qualche botanico
i per la giusta determinazione.
Fra le piante, più comunemente note, a frutti
ornitofili, citeremo come esempii le seguenti: Actaea
spicota, Berberis vulgaris, Rubus, Fragaria, Cra-
taegus, Cerasus aviwvin, Sorbus aucuparia (e le altre
specie del genere), Fuchsia, Hedera helix,
dioica, Ribes, Sambucus, Viburnum, Lonicera, Vac-
Bryonia
cinium Mirtillus, Solanum dulcamara, Solanum
nigrum, Licium europaeum, Atropa belladonno,
Mondragora officinarum, Morus nigra, Phytolacca
decandra, Thamnus communis, Paris quadrifolia,
_ Ruscus aculeatus, Arum italicum, Jumiperus com-
munis, Taxus baccata ecc. Nè qui sono tuîte, che
anzi moltissime altre specie potrei citare: basti il
dire che quasi tutte le famiglie vegetali alquanto
importanti, hanno specie a frutti presentanti. tale
— adattamento.
La disseminazione di alcune di queste piante,
come l Hedera, il Juniperus ed il Sorbus aucuparia,
‘viene, nei nostri pacsi, principalmente effettuata dai
merli, dai tordi, dalle tordelle e dagli storni, mentre
quella di altre specie, come la Phytolucca, i Rubus,
i Solanum ed il Thamnus, dalle cincialleere, dagli
usignuoli, dalle capinere e dai pettirossi. Nelle re-
gioni tropicali, i grossi .chirotteri carpofagi, disse-
minano pure nel medesimo modo qualche frutto.
Fin qui abbiamo notato soli frutti ornitofili: non
bisogna trascurare che vi sono ancora piante a semi
ornitofili, e cioè polposi e vivacemente colorati, rae-
chiusi in frutti coriacei che a maturità si aprono
| per metterli in evidenza. Fra le piante portanti tali
frutti ostensorii, citeremo gli Evorimus, le Paeonie,
pasecchi Iris e Xiphion (particolarmente lo Xiphion
foebidissimum), alcune Glycine (ad esempio la G.
tomentosa, che è un vero inganno per gli uccelli,
avendo i semi colorati in rosso vivo, ma non pol-
posi), la Punica Granatwn, le Magnolie, la Mo-
mordica Charantia, la Momordica Balsamina, ece.
; Parlando di disseminazione ormitofila, resta a ri-
levare un errore in cui sono caduti tutti eli autori.
perfino quelli che in tesì generale non l’ammettono:
| trattasi della disseminazione del Vischio (Visewn
La DEU ca quia Dopo infatti che i tordi,
ne depositano
| viscosità fortemente aderiscono, aggiungendo che
non possono nascere in altro modo.
Ma questo è falso : il vischio è bensì diss seminato
i semi cogli escrementi, sugli ‘alberi, ove per la loro.
dai tordi, all’ epoca de) secondo passo, ma in modo
assai diverso da quello descritto daglì autori. Anzi-
tutto la loro teoria non è sostenibile per varie ra-
gioni, e cioè: la viscosità in questi semi sarebbe
un assurdo, imperocchè venendo disciolta dai succhi
gastriei, quando il seme fosse evacuato ne manche-
rebbe affatto: ed allora a che cosa avrebbe servito? .
La posizione che abitualmente tengono gli uccelli
sui rami è quella in croce ai medesimi, quindi gli
escrementi dei tordi che avessero mangiato vischio,
cadrebbero per la maggior parte a terra, ove non
potrebbero vegetare. Inoltre, anche se alcuno cadesse
sull’ albero, sarebbe un vero caso eccezionale se an-
dasse a fermarsi in un punto intaccato o rotto della
corteccia, per il quale solo, l° embrione potrebbe
entrare nel legno, non avendo la forza di forarne la
corteccia stessa. I semi del vischio sono assai teneri
e dubito molto potessero resistere all’ azione dei
succhi castrici: acginngasi che molti in primavera
(epoca in cui maturano completamente) hanro già
prolungato 1° embrione, e vedasi se tale viaggio in-
testinale potesse essere loro innocuo. Che nascano
| poi senza aver compiuto tale passa ggio è perfetta-
mente provato.
Ecco invece come viene esesuita la disseminazione
di questa pianta. I tordi, attratti dal colore bianco
giallognolo delle bacche di vischio, che indica esser
queste commestibili, e per il loro sapore dolciastro,
tentano di cibarsene, ma appena ne stringono una
col becco tosto il seme ne scivola fuori e for- -
temente vi aderisce: allora per liberarsene vanno
passando il becco sui rami, con quel movimento ca-
ratteristico agli uecelli che se lo vogliono pulire, e
quando trovano qualche serepolatura nella corteccia,
insistendovi maggiormente, finiscono per lasciarvelo,
in modo che, ivi serminando, può entrare facilmente
ed in poco tempo nel legno. Così solo un numero
esiguo di semi va perduto. 3 :
- Abbiamo ancora un’ altro tipo di frutti 0
quali"sono gli aranci (Citrus), e qualche altro con-
simile. Questi sono disseminati dalle scimmie, che,
aprendoli, ne gettano i semi, appunto come noi
usiamo fare. Tali frutti sono contornati da una
scorza troppo grossa per essere ornitofili ed hanno
semi troppo deboli per attraversare senza danno lo
stomaco di srossi animali. Hanno frasranza e colori
vivaci. Sono probabilmente di formazione abbastanza
recente, e di poco debbono avere preceduto l’ uomo
propriamente detto sulla terra; î nostri primi ante-
nati se ne cibavano sicuramente.
Resta a parlare infine di un tipo di frutti, di-
verso da quanti fin qui abbiamo veduti, di quei
frutti cioè, di colore scuro, poco appariscenti con
sù
LraRa
polpa dura e dolciastra, abbastanza odorosi, ed a
grossì semi ossei, come si trovano nelle G/edistehie,
nelle Cassie, nei Phoenix ece. Tali frutti sono avi-
damente mangiati dai grossi mammiferi erbivori |
(Bufali, Bisonti, Tapiri, Rinoceronti, Elefanti ecc.),
che pe depositano i semi ancora intatti cogli escre-
menti: a questo riguardo anzi, molti viaggiatori
degni di fede, aggiungono di avere riscontrato nei
paesi caldi, numerosi cumoli di tali semi, spesso
ancora germinati, fra gli escrementi di questi mam-
miferi. Fra le specie nostrane vi è forse il Nespolo
(Mespilus germanica) verosimilmente disseminato
dai cinghiali: sarebbero interessanti a questo ri-
guardo, delle osservazioni esatte da chi trovasi in
grado di farne.
Così abbiamo terminato la rivista dei princi-
pali modi di disseminazione delle piante: quantunque
moltissime specie presentino o l° uno o l’ altro di
questi adattamenti, o più assieme (ad esempio la
Calendula, che presenta semi eriofili, semi anemo-
fili e semi ad interrazione mirmecofila, tutti sul me-
desimo capolino), moltissime altre piante hanno frutti
o semi ben più semplici, la cui disseminazione, senza
essere esclusivamente compiuta da uno dei soprano-
minati agenti, può venire agevolata dal-vento, dal-
l’acqua, dagli animali ecc. Così, ad esempio, per
quei semi sferici e levigati, quali si riscontrano nel
Linum, nell' Amaronthus, nell’ Aquilegia ed in varie .
Graminacee, la disseminazione è di molto agevolata
dalla loro forma, imperocchè cadendo, seguitano a
scivolare fin che trovano un pò di terreno inclinato.
(continua)
_————————rrrrrrr*tt;rrr _-
COLOMBICULTURA
Riproduzione interdetta
CAPITOLO III.
La Tortora grigia (Columba Turtur) — La Tor-
tora bionda (Columba Risoria) La Tor-
- tora bianca (Columba Frigida (G) ).
fi. La Tortora grigia
(Continuazione)
Le Tortore grigie nel poco tempo che vivono
in brigata, (la quale non oltrepassa mai, mi
dicono, i cinquanta individui) pascolano nei campi
scaglionate in colonna, non formando nè grup-
® po, nè circolo eome è abitudine dei Colombacci
e dei Terrajoli. — Il centro della colonna è formato
dai giovani dell’ anno, e le testate dai vecchi. AL,
lorquando un qualche rumore pone 1° allarme nel
branco, partono prima le due teste di colonna, che
riunendosi per aria formano la punta del branco
che fugge, rimanendo il centro a formare la coda.
Quest uccello nel posarsi sugli alberi, sui quali
del resto passa gran parte del giorno, emette un
piccolo gemito u-uu, inalza la coda, e la spiega
a mezzo ventaglio. Tal fatto ripetesi ogni volta che
vola da un ramo ad un'altro, ma sempre più pro-
nunziato nei maschi che nelle femmine. Se l’ uc-
cello è in amore, ed è mas.hio, ripete più volte
davanti alla sposa, allegro e saltellante, il suo ge-
mito e lo spiegamento della coda, quasichè voglia
mostrarle tutte le bellezze del suo grazioso man-
tello, vago contrasto col verde cupo dei boschi,
onde. maggiormente innamorarla di lui. Questo
pavoneggiarsi cessa del tutto quando sopravviene
la muta, durante la quale le Tortore si mantengono
solitarie e silenziose.
La carne della Tortora dei boschi e ottima;
quindi viene giustificata la caccia che le vien fatta
dagli appassionati seguaci di Nemrod. — Per
certo quest' uccello vale assai più di molti altri
che vengono imbanditi alla mensa del ricco, scroc-
cando una reputazione che a vero dire io trovo
assai problematica e discutibile. Le Tortore ben
grasse s' imbandiscono arrostite allo spiedo, come
tutti i congeneri della stessa tribù.
Cacciare la Tortora all’ aperto non è nè facile
nè di profitto, imperocchè le brigate che pascolano
nei campi mietuti è ben raro il caso che si lascino
avvicinare a tiro di schioppo. Generalmente si cac-
ciano stando appiattati fra i saggineti, oppure la
sera all'aspetto in un capanno improvvisato sotto
quelli alberi sui quali sogliono appollajarsi per
passarvi la notte.
Le Tortore si cacciano ancora coi panioni, coi
lacci, colle reti aperte, e colle reti in prodina di
un ruscello: però siccome quest' ultimo genere di
caccia non può praticarsi che nei mesi estivi, cioè
dal 1. Giugno al 31 Agosto cade sempre in epoca
di divieto per molte provincie d° Italia. Del resto
i trasgressori al divieto non sono pochi, ed è una
vera rovina, poichè allevando le Tortore in quei
mesi la prole, si distruggono intere famiglie. —
Un altro serio ostacolo al moltiplicarsi di questo
uccello che dovrebbe essere più numeroso di quel
che nol sia, va ricercato nella cattura e dispersione
dei nidi. Difatti, partite le ultime quaglie, non resta
sui mercati il più piccolo capo di cacciagione : si
è allora che principia la posta ai nidi delle Tor-
tore per togliere i piccoli, che artificialmente ia-
grassati finiscono in profumati arrosti la loro breve
_r_r—r—_—P—_—T———_——_—_——T—T——"%%
esistenza. — E poi da aggiungere che coloro che | ient donner naissance i des animaux chargés par les
abusivamente appostano i nidi delle Tortore, sono |
bricconi matricolati senz’ arte ne mestiere, all’in-
fuori di quello poco lucroso e poco onorevole del .
-bracconiere; quindi il più delle volte avviene, che ;
appostati i nidi prima della nascita delle uova,
e troppo frequentemente molestati i genitori, questi
coli nati da pochi giorni, per non ritornare mai
più nell' inospitale paese.
Vive la Tortora grigia dai dieci ai dodici anni.
Aristotile assegna a quest uccello otto anni di vita,
quindici Bartolomeo Anglico; dai dieci ai dodici,
tutti gli altri autori.
(continua) GiuLio CesaRE GIACHETTI
—_——T——T——TT—_——_—_——
LES ABEILLES
Quelanes liones de l’ histoire des sciences (1)
Le nombre de ceux qui ont écrit 1° histoire des
Abeilles est grand. Depuis le poete antique jusqu'au
naturaliste moderne, personne n°à manqué de les
dieux de Ja haute et delicate mission de nourrir Apol-
lon sur le mont Hyméte. Aussi, le soin de produire
les Abeilles etait il confié A la rosée du printamps,
aux fleurs les plus brillantes et les plus odoriferantes.
aux tàureaux sacrifiés ete. Il y avait méme des classes
: de noblesse et les faux bourdons ne naissaient pas
sdegnati abbandonano il nido colle uova, o i pic- |
comme les neutres et celles ci comme les femelles.
D’ autres differences existaient encore: les anciens
admettaient que les abeilles fabriquant un miel
exquis, ne pouvaient Cire que parentes éloienées de
celles qui ne donnaient qu’ un miel meédiocre ou
| mauvais; les premières s’ envolaient du corps d' un
célebrer sur tous les tons, et de le déerire de tou- |
tes les manières. Mais,
Ce champ ne se peut tellement moissonner
Que les derniers venus n’ y trouvent à glaner.
et l'on peut encore une fois s' occuper des abeilles
sans repèter toujours le méme thème, et les mèmes
variations.
Chez l’ abeille « tout est merveilleur », comme a
dit Latreille voire mème son histoire civile que nous
allons tàcher d' esquisser brievement.
I
HistOIRE NATURELLE DES ABEILLES
D' APRÈS LES ANCIENS
L'abeille a de tous temps fort occupé les hommes
et il en résulte que méme è l' époque où la science
etait à peine embryonnaire, on connaissait quelques
faits précis concernant cet insecte. A cote. 1’ on
trouve, il est vrai, des fables et des lécendes et non
des. plus banales.
Honorées è l’ instar des demi-dieux, on leur ac-
cordait une origine sortant un peu de l' ornière
_ commune. La genération spontanée, qui, dit on, flo-
rissait 4 cette époque, y est bien toujours en jeu,
mais la terre ou d’ignobles immondices, ne pourra-
(4) Voir le Naluraliste 2. serié n. 47; Etienne Rabaud: La
Cigale, quelques lignes de l histoire des sciences, où l'on
trouverà des details sur la classification antienne des insectes,
leur origine, |
taurean ou d’ un lion, les secondes du corps d° une
| genisse: de la tète sortaent les femelles, du ventre
les neutres et les màles.
Il ne devait done pas étre difficile de se procurer
à volonté un ou plusieurs essaims d’ abeilles de pre-
miére qualité. Virgile, en effet nous indique tout au
long dans ses ceuvres un procédé infaillible; le voici
il est très curieux:
Il était d’abord nécéssaire d'avoîr unè exposition
favorable.
Dum vitulus, bimà curvans jam cornua fronte (4)
Queeritur: huic geminae nares et spirtus oris
Muka reluctanti obstruitur, plagisque perempto.
Tunsa per integram solvuntur viscera pellem
Interea teneris tepefactus in ossibus humor
CEstuat; et risenda modis animalia miris
Trunca pedum primò mox et strìdentia pennis
Miscentur tenuemque magis, magis aera carpunt
Donec ut oestivis effusus nubibus imber
Erupere aut ut nervo pulsante sagittae
Prima leves ineunt si quando proelia Parthi.
(Virgile Georgiques IV (299-304; 308-314)
Si le procédé & jamais donné des résultats, peu
nous importe, maintenant qu’ il n° en donne certaîne-
ment plus, et de cette poètique description, ne rete-
nons qu’ une chose, e’ est que les anciens soupgon-
naient l’ evolution des abeilles, successivement larves,
nymphes, insectes parfaits. Mais i n est pas d’ideé
fausse qui n° ait un fond de verité et cette bizarre
croyance a la fabrication des abeilles, vient très pro-
bablement d’ un manque d' observation: on confon-
(1) On prend alors un jeune taureaa dont les cornes for-
ment dejà l’ arc sur le front; on le saisit et malgré son éner-
gique résistance on lui ferme le nez et la gueule; on le hat
alors jusqu’ a ce qu’ il n’ ait plus rien d' entier que la
PEA reo iatale et MIRROR ei
Gepandant les chairs s’ echauffent dans le corps de 1’ animal,
et hientot non sans surprise on en voit sortir une foule
d'insectes, d'abord sans pattes, puis bourdonnant bientot avec
leurs ailes, puis s' élancant dans les airs avec une hardiéssez
croissante, prenantenfin l’ enor i grand bruit, comme une forte
ondes dans un’orage d’été ou comme le gréle defleché que lance
le Parthe comme signal du combat. i
dait sans doute les abeilles avec les mouches dont
les larves vivent et se developpent dans les chairs
corrompues. Pour obtenir un essaim de ces diptè-
res le préparatifs indiqués par Virgile ne sont méme
pas nécessairés.
Après le problème de 1’ origine, ce qui a le plus
intrigué les anciens, e’ est le fait de la vie cn com-
mun. Les anciens accordaient aux abeilles une or-
ganisation politique presque égale à celle des hommes,
et ils ne se seraient fait guère prier pour Jeur accor-
der aussi une ou plusieurs assemblèes déeliberantes.
Pour eux 1° abeille mére n° est plus une pondeuse,
elle est roi, legislateur, policier, surveillant les travaux
de la ruche (e est par respect de cette tradition
qu’ on dit encore souvante, la reine mere). Mais ce
roi était debonnaire et n° avait pas d' aiguillon cu
du ‘moins ne s' en servait jamais. C° était un roi
chaste, les abeilles en ce temps ignorant 1’ amour
et trouvant les jeunes tout venus sur les plantes.
Les anciens ne voyaient donc pas le but des rayons de
cire, s' imaginant sans doute que les abeilles comme
les autres animaux utiles, avaiente été erées pour l'a-
grement de l’ homme, ne soupconnant pas enfin
que l° insecte qui d' aprés eux vivait sept ans pou-
vait faire des provision d° hiver.
De ce que ces hymenoptères ignoraient 1’ amour
il s' en suit que les màles n° exitaient pas; en fait,
on les prenait pour des parasites.
II.
L' INDUSTRIE ANTIQUE DES ABEILLES
De ce est guère dans 1° histoire naturelle ancienne
des. abeilles que nous trouvons des connaissances
exactes; l° histoire industrielle va nous les fournir;
les apiculteurs antiques etaient en effet’ assez bien
renseignés.
L’ art d° élever les abeilles fut introduit dit-on,
en Gréce par Aristee, roi d° Arcadie, fils d’ Apollon
et de Cyréne. Daprès une autre version, 1500 ans
environ avant notre ère, Gorgias roi d'une peuplade
espagnole mit les miel en usage & la fois comme
aliment et comme medicament.
Qui que ce soit à qui revienne l’ honneur d'avoir
fondé l’ apiculture, elle n° en est pas moins très
ancienne et les anciens procédes, peu compliques
— ceux la sont souvent les meilleurs — n° etaient
pas trop defecteux ; ils se résument ainsi :
La ruche, « d’ écorce creuse ou de flexible
osier, » doit ètre toujours tenue avec la plus grande ,
propreté et doit étre placée & l’abri du vent afin
d’eviter l’entrée de la poussiére. Il est aussi nécessaire
de la placer d une exposition tempéree, les abeilles
craignant le trop chaud ou le trop froid,
On ne doit laisser qu’ une étroite auverture afin
d' empècher l’ entrée des parasites ou des. matières
salissantes.
Il faut qu’ un frais ruisseau coule non loin de la
ruche et que tout autour d° elle eroissent des flewrs.
odoriferentes.
Tout cela etait en somme d° assez bon conseil
et ya loin de ces soins pratiques aux légendes
extraordinaires que nous avons rapportées plus haut.
C'est que, lorsqu' il s° agissait de science pure, les,
anciens aimaient mieux supposer qu’observer, tandis
que lorsqu’ il s° agissait de science ayant une utilité
pratique et les touchant directement, ils savaient y
appliquer leur esprit. Les soins qu' ils donnaint aux
abeilles etaient simples: peut-étre en somme valaient
ils mieux que les minuties modernes. Tenons pour cer-
tain que les résultats ne devaient pas étre mauvais.
L' histoire des abeilles est courte, mais elle ne
ressemble pas A celle de tous les autres insectes,
nés da la terre disait-on. Curieuse et intéressante &
un plus haut point que celle de ces derniers elle
l'est autant, quoique d’ une autre facon, que celle
de la Cigale.
Montauban ETIENNE RABAUD
_rr—————_——t2t*12 ra
FILLOTASSI FIORALE
Studi del prof. Luciano Pelacani
( Continuazione)
Applicazione dei criteri della tectoloyia florale alla
classificazione delle piante superiori.
Esposte così brevemente le varie forme di archi-
tettonica florale, regolare ed irregolare, cerchiamo
di utilizzare per quanto è possibile tale criterio alla
classificazione delle piante fanerogame.
Il prototipo delle fanerogame è senza dubbio dato
dagli individui femminili del genere Cycas. In essi
gli organi di vegetazione e sessuali si svolgono alter-
nandosi attorno ad un asse diafitico. Il suo apice non
è mortificato per la produzione di organi sessuali
femminili, bensì continua il suo sviluppo producendo
foglie fertili e sterili rimanendo sempre diafitico. In
tutte le altre simnosperme non sì trova nessun caso
simile; nelle angiosperme solamente per eccezione si
può osservare in alcuni casi teratologici l’asse reso
diafitico in seguito ad ipertrofia. Nello stesso genere
Cycas il fenomeno della diafisi cessa negli individui
di squame, spesse, coriacce, ricoperte su tutta la
superfice da numerose antere uDilgoniari pure co-
riacee.
Nelle Zamiee — sott'ordine delle Cicadee — cessa
il fenomeno della diafisi anche negli individui fem-
“minili, i quali assumono la forma di un vero cono
"composto di squame stipitate sulle quali sono collo-
cati due ovuli. Questo fatto è di importanza capitale.
poichè la cessazione dello sviluppo diafitico è il
carattere che a partire dalle Zunice si è perpetuato
in tutte le altre gimnosperme ed in tutte le angio-
sperme.
Però nelle gimnosperme che hanno perduto il
carattere della diafisìi persiste sempre quello della
unisessualità. L’ermafroditismo non esiste ancora in
esse: ma si riscontra invece con caratteri di uni
versalità nelle angiosperme; delle : quali se alcune
specie si osservano unisessuali, 1° wnisessualismo non
è primitivo, ma secondario. Vale a dire che si tratta
di stirpi mnisessuali procedute da ermafroditi con
processo di riduzione per cause biologiche e sopra
tutto per la ripresa dei caratteri di anemofilia.
L'unica famiglia angiospermica che ha i sessi divisi
e che forse è primitiva è quella delle Sehizandree
ed è essa senza dubbio che sì collega immediata-
colle simnosperme. Ciò premesso, procuriamo
dli collegare alle gimnosperme i tipi {lorali di angio-
sperme che per la disposizione dei loro organi e per
la loro condizione di sessualità dalle vimnosperme
‘ derivarono immediatamente. Questi tipi di angio-
sperme saranno quelli che hanno i sessi divisi:
siecome però questo carattere è scomparso e solo
talvolta per eccezione, come si è visto, riscontrasi
in esse, così l’anello di congiunzione dobbiamo tro-
varlo in altri caratteri del fiore. Si è visto lo svi-
luppo degli organi di vegetazione e di riproduzione
delle c/cadee: abbiamo rilevato lo sviluppo semplice
policiclico attorno ad un unico talamo. Le angio-
sperme che alle cicadee si legheranno strettamente
saranno quelle che tanto nella regione androceale,
come nella gineceale, gli organi avranno sviluppo
| giusta un talamo solo e policielici simmetricamente
ad un asse centrale longitudinale. Parlando da
principio delle diverse architettoniche florali abbiamo
Visto appartenere alle policicliche le Maygnoliacee,
Anonacee, Ranuneulacee, Papaveracee ece, Peri ca-
ratteri del fiore queste famiglie tutte sarebbero
affini SI SOA, Ma fra esse quali saranno
maschili. Essi formano un cono voluminoso composto
quelle che sono ai o Sie DAZOoI nali "i
frale citate piante essere prototipi delle angiosperme,
le Sehisandree, Magnoliacee. Anonacee. Calicantacee, Isa
Monimiacee, alle quali si collegano le altre di natura È,
erbacea, ma che mantengono ancora il carattere della n x
pluralità di cieli negli organi florali. E così seeni- IE
ranno le Ranwneolacee, Neliimbone: ?, Papaveracee..
Capparidee, Ninfeacee, Puimaiiacee, Orociferee, Sur-
raceniacee, Berberidee, Lardizabalce. Menisper=
MACCO. i
Dopo di che esporremo brevemente senz'altro le
classi dei vesetali che : secondo Ja loro architet-.
tonica florale ci sembrano succedersi, tenendo conto n
anche di altri importanti caratteri, qualora essi
possano tornarci utili a determinare la filogenesi
dei tipi.
A - Angiosperme monocentriche (monotalamiche).
Gli organi sono disposti simmetricamente attorno
ad un centro unico ed inseriti su di un unico talamo. j
a) PotrcicuicHe. - Il numero dei cieli o delle
circonvoluzioni è indefinito, o-se definito, seneral-
mente supera la eifra sei. Organi florali liberi con
disposizione alternifogliure, verticillare 0 mista,
(alberi,
liane, frutici), fiori ermafroditi, ad eccezione delle
v) Magnoliflore. - Consistenza legnosa,
Selvizandree. ; ; =
Famiglie. - Schizandree (come indica il nome, a
sessi disgiunti), Magnoliacee, Anonaciee, Calicantee,
Monimiacee, Aterospermee, Laurinee, Miristicacee, pe
Berberidee, Lardizablaee, Menispermacee.
Nota. Le Aterosperinee costituiseono una tribù
che ha il raro carattere della deiscenza valvare delle
antere, per cui è manifestata I’ affinità colle Berbe-.
ridee e colle Laurince. - Anche le Laurinee, da
molti autori allontanate da questo eruppo, vogliono
esservi comprese per la pluralità dei cicli florali.
B) Ranunculiflore. - Consistenza erbacea (terre-
stri od acquatiche). fiori ermafroditi.
Famigli, - Ranunculacee, Nelumbonee (Cabombee,
depauperate).- Saraceniacee, Papaveracee, Ninfeacee, |
Fumariacee, Gapparidee, Crucifere, Resedacee, Cisti
nee, Loasacce, - Aristolochiacee, Citinee, Raffle-
siacee. s es
Nota - Le Nelumbonee furono unite alle Ninfe
aceez ma troppo ne differiscono per il pistillo schi-
zocarpico. Cabombee possono essere considerate come
Nelumbonee depanperate. - L' affinità delle Cruci-
fere. colle Capparidee, è rivelata anche dal Sapore "E
del succo.
4
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi ro/izie, schia-
timenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Malattie più comuni nei pappagalli. Questi
volatili tenuti con tanta cura per divertimento nelle
case, vanno alle volte soggetti ad una infiammazione
intestinale la quale altro non è che la conseguenza
di una alimentazione riscaldante; si mostrano allora
tristi, abbattuti, perdono l’ appetito e la defecazione
resta più o meno soppressa. In questa malattia do-
vrassi, senza dilazione, sopprimere totalmente 1° ali-
mento che fu causa prima della malattia in detti
volatili, somministrando loro invece della la/tuga
non che delle patate col latte; per vincere poi l’in-
sistente stitichezza, si cercherà possibilmente di in-
trodurre nel retto alcune goccie d’ olio d’ olivo 0
pezzetti di burro fresco. 4
I pappagalli, vanno. soggetti anche a forte diar- |
rea con susseguente dissenteria; tale affezione assale
specialmente quelli, che da poco tempo vennero rin-
serrati nelle gabbie ed ha per lo più un esito letale
e si manifesta con defecazioni di materie liquide le
quali imbrattando le piume producono poi una inri-
tazione fortissima all’ ano. i
Quantunque per questa malattia il metodo di
cura il più delle volte non abbia un felice successo,
non dovrassi abbandonare ogni speranza, specialmente
quando.Jla malattia è al suo principio; a tal uopo si
praticheranno delle embrocazioni oleose all’ano, e si
amministreranno non che del for/o
ometteranno alcune
d’ orzo
d’ uovo; nella bevanda non si
goccie di laudano.
semi
Oltre le indicate affezioni, i pappagalli vanno sog-
getti ad altre malattie, ma di queste mi riservo par-
larne altra volta agli amatori di questi simpatici
volatici.
Villaggio OsvaLpo ELETTI
= Medico Veterinario
Insetti nocivi al vino in bottiglie. Riv. scien-
tifica indust. N. 1, 1888. Nei Comptes-rendus della
Società entomologica del Belgio per 1’ anno 1887
sono riferite le osservazioni fatte dai signori Proud-
homme de ‘Borre, Heylaerts, Mac-Lachlan cd altri |
a proposito di insetti i quali perforano i tappi di
sughero delle bottiglie: e così, determinando la co-
municazione dell’ aria esterna col vino, sono causa
che questo inacidisca o che esca fuori dalle botti-
glie stesse. -
Tali dannesgiatori sarebbero le larve dei Lepi-
dotteri :
Ocnophila V-flavum la cui opera nociva si ma-
nifestò in Inghilterra, in Francia e nel Belgio; allo
stato di larva mangia le vegetazioni crittogamiche
Ì
che nascono sulle botti e nei sugheri guasti per
troppa umidità.
Ephestia passulella Ban. — Produsse danni con-
siderevolissimi nelle cantine di Mons e di Charleroi;
non vive nei luoghi asciutti, e la sua larva muore
anche se i tappi delle bottiglie si prosciugano total
mente. Somiolia alla #7. Ilanella Z. danneggiatrice
delle farine: la sua larva è più grossa della prece-
dente ec produce fori pei quali può anche uscirne
il vino.
Tinea Cloacella Hw. — Danneggiò in Francia la
cantina del sienor Signoret insieme alla
Madrosis Lacteella Schiff, secondo una commmi-
cazione fatta da M. Fallon alla Società Entomologica
di Francia.
Asopia farinalis produsse Quasti ai turaccioli e
altre sostanze a Cannes.
Anche il Coleottero
ad
Rhizophagus bipustulatus Fabr., cagiona delle
escavazioni nei tappi; ed il Crostaceo terrestre
Oniscus murarius termina forse l opera degli
altri.
È incerto se 1° uovo di questi insetti avesse po-
tuto esser stato deposto nel sughero precedente-
mente; giacchè furono osservati i tappi bene inca-
tramati nei quali 1 indumento era stato forato da
insetti che si erano sviluppati nell’ interno del su-.
ghero; ma d'altronde non sembra possibile che
l'uovo o la larva abbia potuto sopravvivere alla
temperatura dell’acqua bollente che si fa subire ai
tappi od alla immersione di questi nell’ alcool come
da alcuni suol praticarsi.
Le bottiglie dei vini non spumanti sono le più
dannesgiate; perchè nei vini spumanti è tale la
compressione del sughero nel collo della bottiglia
che le larve non possono corroderlo con facilità, e
sì limitano perciò a guastarne la parte esterna; av
viene però che, in seguito alla distruzione di questa
parte del tappo, le legature non facciano più il loro
effetto ed il rimanente turacciolo venga spinto fuori
dai gas. P. BARGAGLI
Ancora sulla Simaethis nemorana Y%. A par
ziale rettifica di quanto è detto a pag. 26 dell'ultimo
Bollettino del Naturalista, riguardo alla S&naethis
Nemorana Hb., mi permetto di rilevare che quella.
specie è citata dal Ghiliani a pag. 63 del suo Eleneo:
« Xylopoda Nemorana Hb, frequentissima nella Li-
guria, e frequente in Piemonte e Savoja. Nel fasci
colo del 1° trimestre 1883 del Bull. d. Soc. entom.
italiana, trovasi pure notata come alquanto frequente
in tutta l'Italia, ed è detto anche che la sua larva vive
sul fico. -- Roitast nel suo: Catalogue des Chenilles
européennes, Lyon 1883, dice della stessa: « elle
ronge la surface supérieure des feuilles du figuier ».
Bergamo 26 febbraio 1888.
Ing. AntoxIo Curò ì
I conigli nemici delle raccolte. Il Journal
de 1° Agriculture Vol. 2° N.° 974 contiene un’ arti=
colo del Sig. Ch. Ioly, dove fa conoscere come la
selvaggina è di grave danno alle nostre coltivazioni,
e più specialmente i conigli. L'introduzione di que-
stì roditori in Australia vi ha cagionati danni stra-
erandi, perchè si sono moltiplicati in modo da im-
Rex pensierire tanto che sì sono prese delle misure le-
sislative, con spese veramente gravi per la distru-
«zione; le colonie australiane hanno designato spe-
— ciali delegati, onde cercare il mezzo di salvare le
raccolte.
La stessa colonia intanto nell’ 1884 aveva di-
‘spensato più di 1,800,000 tire per la distruzione dei
Conigli e se ne uccisero più di sei milioni.
La Nuova Galles del Sud per lo stesso oggetto
spende annualmente 2,500,00 franchi, e la Nuova
Zelanda cinque milioni; il danno fatto alle raccolte
sì era elevato a più di 125 milioni di franchi; là
i conigli divorano i foraggi al punto di rendere
scarso il nutrimento del bestiame; e già nella Ta-
smania per questo motivo si erano perduti più di
250,000 montoni; sebbene erano state vendute più
di tre milioni di pelli di coniglio durante I° anno.
In questi ultimi tempi invece di cacciatori spe-
ciali venne impiegata I° avena fosforata e delle
trappole di fil di ferro che costavano 750 franchi
il mille.
Nella Nuova Zelanda si ricorse a preferenza ai
furetti ed ai gatti selvaggi, infine si proponeva
il solfuro di carbonio iniettato con apparecchi spe-
| ciali nelle tane.
0 i Anche a Melbourne vi recano danni straordinari,
e vi è pure grande impegno a distruggerti, difatti,
come narra il Bollettino del Naturalista N.° 8 del
| 1887, scrivevano poco tempo addietro all’ Indeper-
—dace Belge, che nella sola Galles del Sud 2800
uomini si dedicarono alla loro distruzione, si ebbero
pochi resultati; quantunque uccidessero più di un
milione di conigli.
Il coniglio in tali contrade è stato introdotto da
pochi anni e intanto mentre da noi ora scarseggia:
Iù si è moltiplicato in modo che sì pensa alla di-
struzione per tutelare le raccolte.
Fra noi non si osservano danni così gravi per-
— ehè non sono numerosi, ciò è dovuto non solo alla
| caccia, ma più specialmente alle volpi, alle donnole
ed ai gatti selvagci che gli fanno la guerra e così
| viene impedito di moltiplicarsi straordinariamente.
È Or in quelle contrade invece di cercare rimedi
dî poco effetto, sarebbe per loro più utile di popo-
lare quelle regioni di altri animali distruttori di co-
«| migli e specialmente di volpi. Consimile mezzo fu
| adottato nella Nuova Zelanda, ed è il più utile;
| così si risparmierebbero tante spese, ed il risultato
sarebbe sicuramente felice.
Castelbuono 10 Gennaio 1888. M. Morici Minà
| Nuovo metodo di distruzione dei conigli. Il
governo della Nuoya Galles del Sud, messo in ap-
pressione per la moltiplicazione dei conigli salvatici,
mente sempreverdi, Ieri dunque, 16 Febbraio, verso
aveva proposto un premio di L. 25,000 a chiunque.
avesse trovato un rimedio pratico contro questo fla-
gello d’ un genere particolare. Il celebre Pasteur
nel novembre dello scorso anno, scrisse una lettera
al Temps, nella quale indicava come un mezzo si-
curo di distruzione, la trasmissione ai conigli del
colera delle galline. Ora un' esperienza molto con-
cludente venne fatta a Re{ms in un vasto terreno:
di otto ettari, completamente cinto da muri, dove
erano scavate nella creta moltissime buche, nelle
quali i conigli crescevano in abbondanza. Invano si
era tentato di sterminarli col fucile e col furetto,
quattro 0 cinque guardie campestri, vi avevano pas-.
sate delle giornate intere, senza ottenere un serio
risultato. Il Pasteur invitato a provare in questo
luogo il suo processo, non potè per una malattia,
ed in sua vece mandò suo nipote Sie. Loi. Venerdì
23 dicembre a quattro ore pomeridiane il Sig. Zoz
bagnò un fastello di fieno messo în prossimità delle
tane, con sei litri di brodo, contenente un erandis-
simo numero di 2icrobi del colera delle galline.
Il 24, essendosi andato a verificare 1° effetto pro-
dotto, si trovarono 19 cadaveri di conigli; il ciorno
seguente non sì fece alcuna osservazione. Il 26 si
videro 12 nuovi cadaveri, quindi non si scorse più
alcun coniglio. Frugando poi nelle tane e guardando
sotto i mucchi di creta si rinvennero dei gruppi di
cinque a sei conigli morti. Il Pasteur vorrà farne
ben presto una comunicazione all’ accademia, e dire
quali consegrenze egli intende ricavare da questa e-
GPS
Notizie di caccia e note ornitologiche: Dopo
le molteplici straordinarie intemperie dei mesi di
Dicembre e Gennaio decorsi, ieri mattina 16 Feb-
braio ci trovammo di nuovo imbiancati dalla neve —
che se il terreno non fosse stato oltremodo impre-
gnato dall’ acqua caduta precedentemente questa
sarebbe certamente alzata sul suolo più di ogni altra
volta, tanto cadeva fitta ed a larghe falde — Verso
Je 10 essendosi alzato forte vento di mezzogiorno la
neve cessò di cadere e siccome non faceva punto
freddo, non tardò a struggersi ed a sparire comple-
tamente da questi immediati dintorni, sebbene con-
tinuasse a biancheggiare anche sugli altipiani che ci
circondano. La nebbia pure si dileguò siechè la
giornata, soprattutto dopo il mezzogiorno, riuscì assai
discreta.
sperienza.
La Villa di Sammezzano è situata nel Val d'Armo
superiore, in prossimità di Rignano: a m. 241 4 sul
livello del mare, ed il monte di Vallombrosa ci ri-
mane tra settentrione e levante. Sul davanti, esposto
a tramontana, havvi un vasto prato, spoglio di piante,
torno a torno ad esso vi sono dei larghi viali ghia-
iati, più lontano, come per far loro corona sono
piantati dei Cedri dell’ Altantico e dei Cedri del
Libano; poi, più lontano, nel fondo, trovasi un boseo
folto di diverse specie di alberi ed arbusti general
le £ pomeridiane, vennero a chiamarmi onde osser-
| vassi dalle finestre un’ enorme stuolo di Filunguelli
che, cacciati probabilmente dalla bufera di vento
della nottata e dalla neve caduta nella mattina, si
erano tutti buttati 7 ferra a pascere nel prato
e sui viali dei quali ho superiormente parlato.
Erano in così gran numero che tutto il terreno
sembrava nero; pareva di esser di fronte ad un
formicolaio quando questo è stato danneggiato e
sconvolto. Ad un certo momento passò di là poco
lontano un lesno; allora tutti i Filunguelli si alza-
rono in massa e formarono in aria come un nuvolo,
tosto però tornarono a buttarsi di nuovo sul prato
e sui viali.
Qualcuno di casa ebbe l’idea di far sparger sul
prato del Panico, fu mandato a questo scopo un ra-
gazzetto che vi buttò circa una mezzetta. Ma i Fi-
lunguelli forse insospettiti e resi diffidenti non tor-
narono più a buttarsi sul prato e rimasero tra le
piante ; questa mattina pure non si sono più veduti.
La quantità siragande di questi uccelli da me os-
servata ; il loro modo non comune di posarsi così in
massa a pascere su di un posto in tal prossimità di
un gran fabbricato, mi sono sembrate cose degne di
nota.
17 Febbraio 1888.
Un (Colymbus septentrionalis fu osservato al
ponte del Danubio di Linz lo scorso novembre 1887.
Fra gli uccelli osservati di passaggio lo scorso in-
verno 1887 nel Contado di Weissenburg in Unghe-
ria il Sig. Chemel annovera fra i molti: Loxia cur-
virostra, Ardea egretta (assai raro) Totanus fuscus
Tadorna cornuta (nuovo per la fauna dell’ Ungheria,
Colymbus aretieus ecc. (Soc. ornit. Vienna N. 1,
1888).
Dr. Lorenz dà la notizia esser stata osservata
l A/ca torda anche nel mare Adriatico già nel 1884
ed ultimamente del gennaio 1887. (Soc. hil. zool.
Vienna 1887). i
Barone Washington descrive Tadorna cormuta e
Loria bifasciata, osservate per la» prima volta nella
Stiria. (Soc. ornit Vienna 1887). SR.
Emigrazione di serpenti. Tra Kubin e Szendres
(Ungheria) avvi nel Danubio un isola (Isola Seman-
dria), sulla quale radunansi mille e mille serpenti
per passarvi I° inverno. Verso la fine del gennaio a. c.
si osservarono ben più di 10,000 di questi serpenti
passare il Danubio ed emigrare alla riva opposta
della Serbia. Anche nel 1875-76 si vide tal emi-
grazione (Weine, N. 6, 1888).
Vienna = SR.
Insetti dannosi e insetti commestibili. La Ca-
landra oryza, la granaria, sono insetti conosciuti
bastantemente come assai dannosi ai eraniì, riso
ece., avvi poî la Cal. palmarwm (dal Brehm: Rhynco-
phorus Schach.) la quale perfora la palma per tutta
lasua lunghezza. La larva di questa Calandra è grossa
come un dito, lunga ben 4 a 5 cent., di bel color
M. PauLuccI
nero velluto, forma, come scrive (le Naturaliste di
Parigi, dicembre 1887.) un cibo assai delicato per i
negri e per gli Indiani, questi ultimi anzi allevano
appositamente questa Calandra e ne fanno smercio.
La larva viene infilzata viva con una nervatura se-
condaria della foglia di Palma, abbrustolita prende
un bel color giallo d’ oro e viene mangiata con sugo
di limone, o con pane arrostito e sale; ovvero anche
lavata la larva con acqua tiepida, asciugata e arro-
stita viva nel butirro, viene mangiata appena, abbia
preso un color bruno, con sale e pepe.
Rogmhofer nota esser stata trovata la Meliothys
armiger nei dintorni di Gorizia, il di cui bruco
porta erandi danni alle panochie del Mais. — Que-
sto lepidottero non fu ancora osservato in Europa.
(Soc. bil. zool. Vienna 1887).
Vienna SR.
Impiumaggione maschile. Nella Noto. Lund.
A. 1, N.° 48 il Dr. E. Korschelt riterisce di un caso
d' impiumaggione maschile dell’ anitra domestica.
È notorio che talvolta le femmine di alcuni ani-
mali prendono i caratteri proprii ai maschi: si è
dato spesso il caso di femmine del cervo e del ca-
priolo fornite di corna e di femmine di pernici, di
urogalli e di fagiani (1) le quali indossavano in parte
la livrea fem. in parte la masch. L° impiumaggione
masch. si può osservar ancor meglio nella gallina
domestica; ci sono galline che cantano, che sono
armate di sproni e che portano più o meno la livrea
del gallo. A quanto sembra un simile mutamento è
condizionato all’ età avanzata dell’ animale ; così lo
è certo nel caso osservato dal Korschett.
Si tratta di un’ anitra mantenuta sin dal 1871,
avente cioè la rispettabile età di 16 anni. Quest'ani-
tra aveva fino dalla gioventù una livrea che somi-
gliava a quella delle anitre selvatiche. Fino all'anno
1883 essa deponeva' regolarmente delle uova, le co-
vava e dei pulcini aveva moltissima cura. Avendo
nel 13° anno di età cessato di depor uova, si fe’ no-
tare un cambiamento nelle piume: quelle del capo
divennero verdi, quelle del petto bruno-rossiccie e il
resto del mantello fu composto di piume brune fina-
mente picchiettate, mentre la parte posteriore della
schiena venne ad avere un colore oscuro tendente
al verde.
E il cambiamento non si limitò solo nelle piume:
l’ anitra prese anche i costumi del maschio — cosa
che certo non succedeva prima — e tentò persino
il coito colle anitre fem. con cui viveva.
. Essendo di sommo interesse l’ osservare le condi-
zioni degli organi genitali, l’ anitra in questione fu
uccisa nel maggio dello scorso anno e fu sezionata.
Si trovò: forte accorciamento e riduzione dell’ ovi-
dutto in confronto allo stato normale del medesimo,
impicciolimento dell’ ovario (15 mm. lung. e £4 mu,
larg.), sua posizione all’ orlo superiore del rene. Ma
(1) A prop. di fagiani vedi questo Bo//etlino, A. vin, p.9 e
a. e. p. dl. n 135.
i
non ci dilungheremo di troppo nel riportare altre
particolarità anatomiche; il resultato ottenuto dal
Koschelt sì è che gli organi genitali erano atrofiz-
zati per cui dobbiamo riconoscere « in questo caso
« l’impiumaggione masch. come una conseguenza
« della sterilità prodotta sella degenerazione senile
« dell’ ovario. PS
L’ ama aquatica L., il ragno acquatico
comune, non dovrebbe mancar in nessuno acquario,
ma purtroppo non è si facile di trovarsi. Preferisce
acque stagnanti o che scorrono lentamente, in cui
trovino molte larve d’ insetti e piccoli animali acqua-
tici, nonchè lemne ed altre piante. La parte ante-
riore del corpo è rossiccia con linee oscure sul dorso,
I addome grigio giallognolo. Il maschio misura circa
2 em., la fem. solo 1, 2 cm. All’ estremità dell’ ad-
dome della fem. si trovano sei protuberanze, le fi-
liere, le quali emettono una -stoffa attaccaticcia, che
all’ aria presto s-indurisce e che pr mezzo delle
zampe viene ridotta in fili. —
Ml ragno acquatico si muove molto lesto nell’ ac-
qua, sia camminando, sia nuotando. Quando si ap-
proprofonda nell'acqua porta seco sotto i peli del-
T addome uno strato d° aria, in modo che detto ad-
dome sembra d’ un lucido argenteo.
Si fabbrica la sua dimora sott’ acqua :
prepara sul gambo d' una pianta un tessuto molto,
denso, poi viene alla superficie dell’ acqua, sporge
all'infuori l’ addome, incrocia sopra il medesimo il
pajo posteriore di zampe e piomba nel fondo. Per
tal modo porta seco sott’ acqua ancor più aria del
solito, poichè oltre lo strato che ravvolge l’ addome,
ne runane anche attaccata fra 1° estremità di que-
anzitutto
st ultimo e le zampe posteriori una bolla piriforme.
Giunte al di sotto del tessuto, l’ animaletto apre le
zampe e fa entrare l° aria nel medesimo. Ripetendo
diverse volte questa operazione, allarga semere più
il tessuto, fino a che questo forma ana specie di cam- .
pana d’° un lucido argenteo, la quale oltre che ser-
virli di rifugio, gli conserva anche ] aria necessaria
alla vita. Per le uova poi fabbrica la femmina un’ al-
tra simile campana.
Nell' acquario si mantiene il nostro ragno con
piccole mosche e zanzare, che esso viene a prendere
alla superficie dell’ acqua. Si assuefà facilmente e
vive diversi anni. (1). Pi
Phylloxera. E già da lungo noto che « ogni
qualvolta il nutrimento viene a mancare » (2) il
parassita si trasforma in animale alato, e precisa-
mente dopo subita una terza muta. Ora il Dr. Keller
ha fatto nuovi studii ed esperimenti in proposito (3)
(4) Traduzione libera dall’ interessantissimo lavoro del Dr.
W. Hess: Das Stisswasseraquarium u: s. Bew. (Stuttgart,
Jonke, 86), pag. 205-206. -- Il Canestrini nel suo Compendio
. Mi zoologia ete., dice dell’ Argyronela: « fu riscontrata anche
__« în Italia (Veneto, Lombardia, Piemonte) ».
(2) V. 0. Gerosa, Della propagàzione mel regno animale
(Progr.-dell’ î. r. gin. sup. di Capodistria, 1882) al capitolo:
La fillossera e sua propegazione.
Sa ‘Zool, CR A. x 26 264
e dice che, non impedendo l’ infezione del suolo ì "SN
coll’ acido solfidrico lo sviluppo delle fillossere alate,
per evitare che queste sì dieno al volo, si deye in qual-
siasi modo coprire la superficie del suolo. «Pie
I mitili velenosi. (1) In una conferenza tenuta
addì 21 ottobre dell’ anno decorso nella Società fi-
siologica a Berlino il signor M. Volff parlò della
comparsa di mitili velenosi nel porto di Vilhelms-
haven ed osservò che — dopochè dall’ ottobre 1885 ©
fino ai primi mesi del 1886 il porto ‘era infestato
da detti molluschi velenosi — questi scomparvero
per tutto il resto del 1886 fino all’ ottobre 1887,
epoca in cui si ebbe a trovarne nuovamente. Il
Woljf dichiarò esser un interessante ed importante
problema 1° indagare la causa dello sviluppo d’ un
sì forte veleno nel fegato dei mitili mangerecei.
Pi
Entozoi della Teredine. Il Sis. W. PF. Durand
esaminando alcuni esemplari di teredine (Teredo na-
valis) vi trovò cinque forme di entozoi parassiti. Una
di esse presenta delle analogie con la Trichonynpha
agilis di Leidy (Lophomonas triconynpha, Grassi):
una seconda forse potrebbe essere un altro stadio di
sviluppo. della prima. Le altre sono molto interes
santi, e probabilmente nuove.
» Acireale (Eee
La pulce dei cani e la Tuenia cucumerina. Il
Prof. G. Grassi osservando che la Tenia cucumerina
è comunissima nei cani e nei gatti, mentre il T-
codecis latus (ospite intermedio della 7. cucewmeria)
è molto raro, cominciò a fare delle indagini per ve-
dere se la 7. cuewinerina potesse sviluppare senza
ospite intermedio, murina.
Trovò invece che ‘la pulce dei cani (Pulex serra
ticeps) è un’ altro, anzi l’ ordinario ospite intermedio
della Tueria cucumerina.
Acireale Gabi:
Le acque minerali e }’ ultima eruzione del-
)’ Etna. Poco tempo dopo cessata l' Eruzione Etna
del Maggio-Giugno 1886 mì recai all’ acqua ferru-
cinosa della Scala presso Acireale.
._ Essa sgorga alla spiaggia del mare in un punto.
di difficile approdo, dalle fenditure di un enorme
masso di lava. L’ acqua è ricchissima di ferro, e la-
scia un deposito rosso-ocra sugli scogli di quel tratto [ecs
di mare ed anco sulle alghe e sulle conchiglie. Volli
bere un pò di quell'acqua, ma mì accorsi che aveva . |
un’ ingrato sapore di idrogene solforato. Le persone
che erano meco vi sentivano anch’ esse quel sapore
seradevole che non avevano mai trovato nell'acqua
ferruginosa della Scala. -Ritornato ad Acireale seppi
che alcune persone le quali usavano per cura l’acqua
ferruginosa di Puzzillo dovettero smetterne 1° uso,
pel sapore ‘di idrogene solforato, che riusciva oltre
modo sgradevole. — Al presente le due acque dif vi
ferenti sono ritornate allo stato normale. °
come avviene: nella 7.
(1) Di questo argomento parlò già il REDS] Sen, nel Bol er
lettino, À. VII, ni 126. ol i
Questo fatto non è stato osservato da nessuno,
dopo l’ultima eruzione, sebbene l'influenza delle eru-
zioni dell Etna sulle acque termali e minerali del
suo perimetro fosse stata notata e studiata dopo l’e-
ruzione del 1852.
Acireale GBP:
I microbii della grandine. Il Sig. Odo Buiwid
comunica negli Annali dell’ istituto Pasteur, di
aver esaminati, previe le opportune precauzioni per
eliminare i miero-organismi che potevano trovarsi
alla superficie, dei grossi chicchi di grandine caduti
a Versavia il 4 maggio scorso e di aver trovato nel |
loro interno una grande quantità di mierobii delle |‘
specie che ordinariamente si trovano nelle acque po- |
tabili, ed altre che ordinariamente si rinvengono
nell’ aria; fra gli altri vi constatò la presenza del
Bacyllus janthinus che fin’ ora non si era mai tro-
vato che nelle acque putride. . B.
Alca impennis Lin. È un grosso uccello della
famiglia dei Pinguini brachypteri, che ormai credesi
completamente distrutto.. In questi giorni è stato
venduto un uovo di tale uccello, per quattro mila
franchi, tanto si sono resi rari. Fra tutte le colle-
zioni pubbliche e private del mondo esistono 66 di
queste uova delle quali 4 sono in Inghilterra. Pa-
recchi musei visto il caro preezo dell’ uovo originale
ne posseggono dei fac-simile che sì possono comprare
per 6 o 7 lire presso ì negozianti di Storia naturale.
B.
Seta Guzman. Leesiamo nel Bollettino inensile
di Bachicoltura : :
| A mezzo del Ministero di agricoltura, industria e
commercio, abbiamo ricevuto un piccolo campione
di seta ottenuta da un bozzolo indigeno dell'America
meridionale scoperto dal signor Guzman e del quale |
bruco i periodici bacologici fecero cenno ripetuta-
mente. ì :
Secondo il rapporto del R. Console di S. Salvador,
il baco che produce la detta seta è sparso in pic-
cole quantità nelle Cordigliere limitrofe fra il Sal-
vador e la vicina repubblica dell’ Honduras.
Di detto bruco nessuno si è occupato fuori che il
sig. Guzman, il quale dice che sì nutre della
Teconia Sideroryhun, chiamata volgarmente colà
Reccio, ed in lingua spagnola Eucina.
Il rapporto del Console Italiano dice che la lun-
. ghezza del bozzolo (del quale si spera tra breve poter
avere un campione) misura dai 30 ai 50 centimetri:
il diametro minore dai 10 a 15 centimetri ed ogqui
bozzolo conterrebbe un centinajo e più di bachi. Il
colore del baco è caffè scuro, testa nera, corpo pe-
loso, lunghezza circa sette centimetri e larghezza
circa un centimetro. ;
Non appena ci sarà dato di poter eseguire qual-
che saggio su detio campione, sarà nostra premura
tenere informati i lettori del Bollettino. B.
Le Api del Brasile. Nella Rivista mensile il
Brasile N,° 8, si legge: « Le specie dei generi Mel-
| Lipona e Trigona, che sono brasiliane, potrebbero
vantaggiosamente sostituire 7 Apis mellifera impor-
tata d’ Europa. Del genere Mellipora si conoscono
30 specie al Brasile e non meno di 60 del genere
Trigona. Le Mellipone sono più grosse, ed hanno
le ali più piccole del corpo, il quale è oblungo e
molto convesso. Le Tiipore hanno invece le ali più
‘ lunghe del corpo, ed alcune non posseggono pungi-
glione. I loro ‘nidi sono costruiti di vari materiali
nei tronchi degli alberi o nel suolo. Havvene una
| specie che costruisce un nido d’ argilla, e il cui
miele è molto apprezzato.
Le api indigene, che forniscono il miglior miele,
sono la Iatàhy o Iaty (Trigona Iaty) e la Tqtaira
(Trigona Tataira). La cera prodotta da tali apre ge-
neralmente di nero, ma avente un
odore balsamico.
Le piante più comunemente frequentate delle api
color oscuro 0
sono i palmizi: Aerocomia selerocarpa; Cocos flenuo-
sa: Cocos oleracea; Cocos capitata: Astrocarpan
campestris e Diplothemium campestris, nonchè le
bienonie, i mirti ed altre, i cui fiori molto odoriferi
danno una sostanza eccellente per il miele.
Le piante invece conosciute sotto il nome di par
linin e di Tinghio (Pcecarpus campestris), contribu-
iscono a formare un pessimo miele favorendo per
‘ altro la produzione della cera. ;
Fa d’ uopo confessare ad onore del vero che ne
sun paese al mondo è cotanto propizio all’ alleva-
mento delle api come il Brasile, essendovi tutto
l'anno abbondantissimi e svariatissimi fiori, verdura.
e frutte, non sapendosi qui che cosa sia l’ inverno,
quindi non dovendosi per un dato tempo nutrir le
api, come si pratica in certe parti d’ Italia, poichè
trovano in abbondanza e sempre nuovi fiori gli uni
| più olezzanti degli altri ». B.
| NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
| L’ Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare
|. agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
1 rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, se ne
| permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzla,
| o presso la direzione.
|
Le Cigale, Quelques lignes de l° histoire des
! sciences, par M. Etienne Rabuud.
E un articolo sul genere di quello che il mede-
simo egregio nostro collaboratore ci ha favorito per
questo fascicolo con il titolo Les abeilles ete. Far
| conoscere ciò che scrivevano i nostri
padri su questi animali tanto comuni è lo seopo del.
pensavano €
! P autore, e che mirabilmente serve a togliere 0 di-
| minuire le false credenze e le legcende che ancora
| ai nostri giorni si diffondono sulla maggior parte
dé
degli esseri naturali. Sono scritti popolari, che dilet-
tano ed istruiscono.
Atti della Società Veneto-Trentina di Scienze
naturali. Il fascicolo I. del volume XI. contiene:
Sicher E. cd Arrigoni degli Oddi T. Alcuni uccelli
anomali del veneto (con figure). Miani I. Di alcuni
Crostacei Isopodi terrestri osservati nel Veneto (con
figure). Berlese A. N. Intorno ad alcune specie poco
note del senere Leptosphaeria (con figure). Uane-
strini E. Esperienze sopra alcuni effetti prodotti
dall® scintille d’ induzione. Paoletti G. Revisione del |
Tubercularia (con motte figure). Carderons |
genere
PF. Antichità preistoriche Anariane della Regione
Eugafiea (con molte figure). Canestrini G. Intorno
ad alcuni acari ed opilionidi dell'America (con molte
figure. !
R. accademia delle scienze dell’ istituto di |
Abbiamo ricevuto il rendiconto delle ses- |
Bologna.
sioni dell’ anno accademico 1886-87. Fra le memorie
di Scienze naturali in esso riassunte e che non ab--|
biamo ancora fatte ai nostri lettori no-
tiamo :
Bollonci G. Sulla produzione dei
« nell’ axolotl. Cocconi G. Enumerazione
della Provincia di Bologna 4° centuria. BeUonci G.
Sulle commissure
dei rettili.
conoscere
cerebrali anteriori degli anfibi e
V. Della Notomia
quei muscoli che negli Mmsetti muovono le ali; Nuove
osservazioni. Marini F. Ricerche sopra una nuova
Chitridiacca. Marini PF. Prime fasì evolutive deoli
Apeteci della Lachnea theleboloides, Sch. Delpwmo
I. L'indoppiamento fiorale. Zyinehese S. Ricerche
anatomiche ed embriologiche sulla Flabellina affinis
am. Mazzoni V. Sul modo di terminare delle fibre
Bellonci
il foglietto corneo e
di
Ciaccio G. minuta di
nervee nella pelle della Rana rubra Lac.
G. Di
il midollare
pollo.
Humboldi. Pubblicazione
turale diretta dal Dott. 0. Dammer (Enke, Stutloard,
marchi 12 all'anno); oltre a lavori originali ed a
comunicazioni progressi scientifici
eee
una connessione fra
dei giovani embrioni anitra e
sui invenzioni
dà relazioni mensili sulla meteorologia ed un
calendario astronomico. Non di poca importanza sono
le riviste letterarie e la bibliografia. Con il 1888
6 entrato nel 7. anno di vita. pe
Der Natnrhistoriker, pubblicazione mensile di-
vetta dal Dot. 1. in Vienna ()). Costa
marchi 8 all’ anno, Abbraccia tutti i rami della sto-
ria naturale; in essa venne pubblicata ultimamente
Knauer
L'ornitologia della Bosnia
per ZL. Seumk. Questa
pubblicazione si raccomanda sia per la forma, sia
per le materie che tratta e va ricca di bellissime
incisioni, pa
“(DI Dott. Mittheilunigen des
ornil, Vereins in Wien. Il medesimo dottore, assieme al Dott.
Dulla Rosa pubblicò quest anno un pregevolissimo Zandiuwòr-
terbuch der Zoologie (marchi 20, — Edit. T. Enke in Stuttgard),
Imarxer redige anche le
globuli rossi |
dei funghi |
OK:
dnsegnamenti pratici
_——cesoas-—
Acquavite di miele. Traduciamo dal giornale
« La nature » :
Un orticoltore di Bergerac certo Sig. Graignare
scrive al Journal d' agricolture pratique, per ri-
chiamare l’attenzione sulla utilizzazione dei frutti
per convertirli in alcool. Egli distilla con successo
le susine d' Agen verdi o secche senza nocciolo o
col nocciolo, le susine Regine Claudie fresche,
i fichi, le pesche e le pere. Il Sig. Graignare
segnala in particolare la distillazione del miele.
Ecco come questa industria ha avuto origine. Un
proprietario dei dintorni di Duras (Lot-et-Garonne)
possedeva da lungo tempo in un vecchio muro
una certa quantità di alveari. Lontano dal centro
di consumazione e non sapendo per conseguenza
come utilizzare il. suo miele gli venne l’idea di
conservarlo in una botte. Ma la fermentazione
sulla quale egli non contava, aveva fatto bentosto
traboccare il miele e bisognò, metterne parte in
altre botti.
Questa fermentazione imprevista svegliò subito
lo spirito del nostro uomo.
Operato il travasamento egli aggiunta un poca
d’ acqua per rendere più liquido il miele, agita
fortemente la mescolanza, e dopo avergli fatto
subire una fermentazione di qualchè giorno distilla
ìl liquido. assolutamente come sì distilla il vino.
E per evitare che il sapore del miele si faccia
troppo sentire egli distilla ad un grado superiore
e riporta quindi il suo alcool al grado degli alcool
di commercio aggiungeudovi dell’acqua distillata.
60 Kg. di miele ridotti a 220 litri di liquido hanno
dato per la distillazione 40 litri d° acquavite,
quest’ acquavite è stata venduta L. 3 il litro, (1)
ciò che rappresenta una somma cdi L. 120 per 60
di miele,
La spesa era così minima che non diminuisce
sensibilmente il prodotto ottenuto.
Si ottiene così un’ acquavite buona, incontesta-
di bilmente sanissima, e ben superiore a tutti i pro-
dotti molte volte insalubri e cattivi, che circolano
‘ in commercio.
mensile di storia na- |
Sulla resistenza delle viti americane in rap
| porto alla fillossera. Al punto in cui siamo at-
tualmente è a ritenersi che le viti americane co-
stituiscono ìl preservativo più pratico e più econo-
mico per difenderci dalla fillossera che sempre più
ci minaccia. Riportiamo perciò le seguenti con-
clusioni adottate dal X congresso dei Comizi agrari
liguri tenutosi alla Spezia il 5 settembre scorso,
udita la relazione del dotto prof. D. Cavazza
].® La resistenza alla fillossera di alcune spe-
cie e varietà di viti americane non ha più biso-
gno di essere dimostrata. I viticoltori possono con
E utilizzarla.
2a Invece della resistenza di quei vitigni, è vi-
ticoltori devono preoccuparsi del migliore loro
adattamento al clima e alterreno. L'importanza
| dell'adattamento è tale che la resistenza può di-
venire secondaria in paragone. Difatti essa ri-
esce ‘inutile quando non vi concorra © adatta-
mento, mentre certi vitigni aumentano grande-
mente ta facoltà di resistenza alla fillossera, quando
sieno collocati nel mezzo che loro è più propizio.
(1) Veramente
l'Acquavite a I. 8 il litro è nn pò troppo
cara, :
| 3.% In generale la resistenza alla fillossera è
m ragione inversa dell'attitudine alla produzione;
perciò sì raccomandano maggiormente î vitigni
americani da innestare.
Fra questi il Congresso si limita ora ad’ in-
‘ dicare quei pochi già coltivati în Italia che pren- |
dono facilmente V innesto delle nostre viti e si
adattano alla maggior parte deî nostri climi e
terreni, e cioè: York' s Madeira, Solonis, Rupe-
stris, Riparia. .
Pra i vitigni a produzione diretta si racco-
comanda per ora, per la regione ligure il Jacquer,
e in via secondaria l' York' s Madeira.
.4* IL Congresso fa voti perchè è Comizi Agrari
e è possidenti vogliano, senza indugio, procedere
all'impianto di piccole partite dei vitigni accen-.
nati, Den classificati e di buona provenienza e si
studi meglio la relativa adattabilità ai mostri
terreni e la innestabilità coi nostri migliori vi-
tigni.
3.* Il Congresso si augura che dalla lotta fil-
losserica la viticoltura ligure possa trionfare pre-
sto, traendone notevoli miglioramenti.
Raccomanda pertanto la coltivazione di quei
pochi, ma provati vitigni, e fa plauso all’ opera
del Governo per avere promosso ed incoraggiato
la diffusione e V innesto dei vitigni medesimi e
rer avere efficacemente concorso all’ impianto di
un vigneto sperimentale nella sona abbandonata
di Ventimiglia.
6.% IZ Congresso manifesta la sua ammirazione
al cav. professore N. F. Vassallo per ° opera
intelligente e solerte che presta nella lotta contro
la fillossera, alla sua direzione dal Governo così
sapientemente affidata.
La cimatura delle viti in relazione con la
qualità del vino che se ne ottiene. E noto come
le operazioni di potatura verde e in ispecie la cima- |
tura, diano risultati diversi a seconda delle diverse
qualità di vitigni e del modo con cui sono allevati,
ed è noto pure come in alcuni casiì la cimatura dei
tralei fruttiferi concorra al miglioramento dell’ uva
aumentandone il volume e rendendola più zuecherina.
Il Sig. Miiller dopo aver dimostrato che la quasi to-
talità dello zucchero dell’ uva proveniente per emi-
grazione dalle foglie, prova come essa quantità sia
in relazione col numero di foglie esistenti al di 1h
dell’ ultimo grappolo. Ad alcune viti, Riesling,
lasciò oltre l'ultimo grappolo soltanto due foglie, ad
altre 4, 6 o tutte le foglie. L° analisi del mosto di | ; ni È pi . nare
| (Austria), Stanislao Meunier ha rinvenuti degli im=
| portanti strati di una cera, che distilla senza residuo
uve, in simili condizioni, ha dato i sceuenti resultati;
@&ucchero per 100 di mosto.
1875 1379
l. viti con 2 foglie . 13,95 11,90
n DA 14,40 12,19
BREST 2 14,65 12.54
- 4. con tutte le foglie . 15,46 12,42
. In una prova successiva si ebbero i seguenti
risultati :
Acid.per 0109 Zucchero per ()j0
lconte) rfoslie tt e 113;6 16,72
Qi 13; 16,95
LIORAO O DRS i a ta 17,56
4. con tutte le foglie . 12,2 17,96
dai quali è manifesto come in alcuni casi 1° opera-
zione della cimatura influisca. dannosamente sulla
_ maturazione dell’ uva.
INVENZIONI E SCOPERTE
La fotocronografia ed il volo degli uccelli. Il
sio. Marey ha già dimostrato che la ‘cinematica del
volo è completamente chiarita per mezzo della foto-
eronografia. Ora una recente nota, diretta all’ Acca-
demia delle Scienze di Parigi, ha per oggetto di
dimostrare che questo procedimento contiene gli
elementi necessarii a risolvere il problema dinamico
del volo, cioè a misurare le forze muscolari dell’ ue-
cello ed il lavoro che esso produce. Infatti, sulle fo-
tocronografie sì può misurare tutto lo spostamento
della massa del suo corpo e la celerità dei suoi mo-
vimenti. Si conosce d’ altra parte una delle forze
alla quale è sottoposta la massa dell uccello, cioè il
suo peso, e si può misurare sperimentalmente un'al-
tra di queste forze, la resistenza dell’ aria; la in-
cognita da cercarsi sarà dunque la forza muscolare
dell’ uccello durante il suo volo e il valore delle due
componenti, di cui luna verticale agisce contro il
peso, mentre I’ altra, diretta orizzontalmente, vince
la resistenza d’° inerzia della massa dell’ uccello, e
la resistenza che I° aria oppone al suo volo. Il signor
Marey si propone di misurare gli spostamenti del
l'uccello seguendo queste due componenti verticale
ed orizzontale. D’ altronde il problema sarà sempli-
ficato se si considera la traiettoria dell’ uccello come
rettilinea in un piano verticale, approssimazione che
si può ammettere notando che il centro di gravità
si eleva o s° abbassa nel corpo dell’ uccello secondo
che le ali si portano in alto o in basso; ora non
tenendo calcolo della oscillazione apparente dell'ue-
lo per ciò che corrisponde allo spostamento del centro
di eravità, 1’ oscillazione reale sarà di metri 0,01.
Questi sono ì dati sopra i quali il sig. Marey sì
propone di basare il calcolo delle forze e il lavoro
degli uccelli. (Cosmos).
Il vento utilizzato per la luce elettrica. Il
duca da Feltre ha fatto costruire vicino al faro della
Heve, a Havre, un orande motore a vento con il
quale ottiene la forza necessaria per alimentare la
lampada elettrica del faro medesimo.
Miniere d’ oro. Si annunzia la scoperta di ricche
miniere d’° oro, nei possedimenti africani della Ger-
mania e precisamente nella colonia di Luderisfland.
Cera minerale. Nei ciacimenti petroliferi recen-
temente scoperti a Sloboda Rungarska in Galizia
e brucia con fiamma molto rischiarante; la sua den-
sità è 0,60, fonde a S0.°
Vagone serbatoio per il trasporto economico
| dei vini. Il Prof. Carpenè ha ideato un vagone che
si presenterebbe bene per il trasporto del vino ri-
sparmiando al commerciante molte spese per i vasi vi-
nari cce. Il vagone-si empie e vuota con grande fa-
cilità e presenta tutte le saranzie per la buona con-
servazione e sicura custodia del vino. ,
Ebulliometro Vidul-Malli gand. E un’ apparee-
chio destinato a determinare il srado esatto della
ricchezza dei liquidi alcolici; ed è costruito in modo
î da permettere all’osservatore di ottenere resultati
I
Che lo zucchero dei mosti provenga dalle foglie |
superiori al grappolo fu anche dimostrato dal nostro
compianto amico il Dott. Macagno, Direttore della
Stazione Agraria di Palermo.
precisi e fedeli con facilità e prontezza. Questo Ebul-
liometro trovasi descritto e figurato nel N.° 3 anno
Carrozze automatiche. I Sig
Hault di Bruselles, hanno inventate
delle carrozze a 3 ruote nelle quali stanno como-
damente 2 e 3 persone, e che per mezzo di un auto-
motore speciale, marciano per le vie di città e cam=
salendo ancora pendenze assai ripide. Un ingegnoso
meccanismo vermette ad una delle persone che stanno »|
- sulla vettura di ben dirigerla con la massima facilità.
Bersaglio elettrico con registratore automa-
tico. Per mezzo di circuiti elettrici, quando il. tira-
ore colpisce in, questo bersaglio i punti colpiti si
vedono comparire în un quadro nella località stesse
ove irovasi il tiratore. oppure in altra qualunque lo-
| calità a piacere.
pagna con una velocità dai 5 a 25 chilometri all'ora, |
NIXFFIZKIAREKC
e_o£es3—3
Escursioni, esplorazioni, missioni: Il governo
una spedizione per esplorare le coste della Irlanda.
Eugenio Trutor conservatore del museo di Storia
naturale di Tolosa è stato incaricato di una missione
‘scientifica in Italia per studiarvi diverse questioni |
di storia naturale e visitare. le collezioni italiane
della fauna quaternaria contemporanea dell’ nomo.
Il piroscafo Albatros, della United States Fish
Commission, è stato mandato nell’ Oceano Pacifico
per fare delle esplorazioni e dei dragaggi a grandi
| profondità. Il Prof. Leslie A. Lee di Borodoin è il
maturalista a capo della spedizione. Gli ottimi risul-
tati già ottenuti nell’ Atlantico fanno sperare da
questa spedizioni grandi vantaggi economici e prin-
cipalmente scientifici.
Un milione di lire è stato per testamento Ja-
| sciato dal Sig. Gigante di Albero Bello, provincia di
Bari, per la fondazione di un grande istituto agrario.
«_. Verdura a buon mercato. Il Sis.
sivini indefesso coltivatore del pregevole foraggio
Sulla (Edysorwum coronarium) da lui per prbno in-
| trodotto nelle crete senesi, e che come altra volta
dicemmo aveva saputo utilizzare questa pianta anche
per fare carta, ce l’ ha fatta ora assaggiare lessata
e cotta con le uova, come li spinaci e l'abbiamo
drovata buona, come la trovarono molti altri che ne
| mangiarono. É buona pure lessata e condita in insa-
ita, per eontorno al lesso ecc. In queste annate di
| grande penuria di ortaggi non è piccolo vantaggio
a utilizzare questa pianta foracciera anche per
c culinari 3
Circolo cacciatori bresciani. Dal rendiconto
dell adunanza sencrale tenuta il 10 scorso, chiaro
appare la vita rigogliosa ed utile di questo_circolo
he conta ben 437 soci. Quando associazioni consi-
ili e così ben dirette saranno: sparse per tutte le
| provincie del regno, la soluzione del problema sulla
caccia e sulla protezione degli animali, verrà certo
noltissimo facilitata.
sii Manni Snanziali DOT dalla Fillossera
Te g valuta alle SELE cifre le
RA subite dalla Francia per causa della. fillos-
La perdita reale può essere valutata a 1 200,000
iy ossia la metà delle vigne francesi, perdita
resentante presso a poco un valore di:7 miliardi
ilioni di franchi. A questa perdita di capitale
giungere, 16 scapito delle rendite e le spese <
i miliardi di lire come danno totale ri-
dal
-danese stà promovendo per la prossima. estate, |
; i distruzione Srl vigne ; e calcolando. + ancora |
Francia, sì arriva alla norme somma di
quella nazione. Basterehbe questo ner E
| spiegare il perchè la Francia di varsi un periodo fi
| nanziario assai critico. î 1
Corsi d’ insegnamento hacologico, Anche in
quest’ anno saranno aperti presso la stazione bacolo-
gica di Padova i due consueti corsi d'insegnamento,
| uno per gli uomini e l’ altro per le donne. Il primo
| comincerà con il 20 aprile prossimo ed avrà termine
i al primi di luglio; il secondo durerà dai primi di
| luglio alla metà di agosto.
i Congresso degli allevatori italiani di hestia-
; me. Si stà organizzando questo congresso da aver
Concorso per una gara nazionale di colombi
| viag giatori. ll ministero della guerra ha bandito
‘| un concorso a premi fra eli allevatori nazionali di
| colombi, per una corsa di | gara, con partenza da Bel-
luno, da affettuarsi il 10 giugno prossimo.
| Esposizioni: Una esposizione eanina si terrà &
i Torino dal 10 al 13 maggio prossimo.
La già annunziata esposizione internazionale di
animali da cortile e da colombaia, cani istrumenti
da caccia ece., starà aperta in Roma dal 16 al 30
del prossimo aprile, e le domande si ricevono fino
: al 30 correnie.
È in progetto una esposizione universale: a Co-
stantinopoli.
Una ‘esposizione nazionale di formaggi Fontine
ed una internazionale dî attrezzi ed inoredienti GEN
| correnti per la fabbricazione dei medesimi, sono state
promosse dal ministero di agricoltura ed affidate per
Ia esecuzione ed ordinamento al Comizio Agrario: di
Aosta. ;)
RICHIESTE E OFFERTE
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Robustino |
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(Gratis per gli abbonati)
Quando non x? è speciale indirizzo vivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino.
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Helix meda, melitensis, sicana, nemoralis, incarnata,
calearata, cespitum ; Zonites cellarius ; Paludina me-
litensis: Lithodomus lithophagus, ed altre specie
terrestri e marine. Desiderata: Specie terrestri ©
oggetti e libri di Storia -maturale — -47/redo Car-
nona de Conti Gatto. Strada Brittannica 116, Va?
letta — Malta.
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Pliocenici e Quaternari, Giuseppe Moschella. Rezgio
Calabria. s
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fare cambi di piante secche da erbario si Ttaltanna
che esotiche. . c
14 Offro in cambio di libri o strumenti riguar
danti la Botanica: M. Dropiez — Dictionaire des
sciences naturailles 10. vol. (mancano Je tavole).
Serivere: Antonio De Bonis, Rovigo.
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sincate. Vincenzo Manzini, Udine. 4 >
16 ll dott. Federiygo Sacco (Palazzo Carignano
Torino) desidera far cambi di libri memorie ece.,
di Geologia e Paleontologia, con memorie dello. ia) Li
argomento.
— 296 - oa 1888, Star. Tip Canto Nava
-
ai
OCCASION EI
oo in 1 vendita le seguenti collezioni scientifiche rappresentanti i diversi ordini della.
natura, appositamente formate per l’ insegnamento delle scienze naturali.
di Mammiferi: distinti in utili e nocivi con le indicazioni di cosa sì nutrono ecc.
Scimmia, Pipistrello, Riccio, Talpa, Donnola, Gatto, Ghiro, 1000, Porcellino d° India per L. 75,00
Uno: scheletro e 5 Crani di diversi ordini . - È - IA » 35,00
; Due apparati. dirisenti ed un’ apparato respiratorio. . 5 È È 5 .. >» 10,00
Uecelli: distinti in utili e nocivi con la indicazione di cosa si nutrono ecc.
Uccelli montati: 4 Pappagallo, 2rapaci, 2 rampicanti, 20 passeracei, 1 colombo, È ‘gallina-
«ceo, 4 trampolieri, 4 palmipedi a . . 100,00
ta Uccelli dn pelle: comodi per I insegnamento, potendosi meglio. mostrare Ì DE senza
guastare la preparazione, ed occupando pochissimo SES nell’ armadio: 1 pappagallo, 2
rapaci, sò passeracei compresi 12 esotici tra i quali 7 uccelli mosca, 1 SoIAasco, 4
Va trampolieri, 4 palmipede . ò È È à È SETE ; L. 30,00
|. Uno scheletro, e 4 crani differenti E 3 5 n 6 , > A 5 » 20,00
— Due apparati diserente e due respiratori . ò RIONI : x z È » 7,00
5 nidi e 15 specie di uova . î : Ì REST : Si ‘> 5,00
Rettili. 1 Chelonio, 2 Lacerte, È serpi : È : : 3 È - E » 15,00
Uno scheletro, un apparato digerente ed un uovo È ; s ARS B » 15,00
Anfibi. Rana, Rospo, Salamandra e Tritone .. a x È > 10,00
Uno schetetro un’ apparato digerente e respiratorio, e diverse uova È SANE, » 10,00
Pesci. b pesci, uno scheletro, un’apparato digerente e uova . - » 25,00
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tenenti 150 insetti (80 specie) dei diversi ordini, 2 7zriapodi e due aracnidi L. 35,00
DOC Crostacei Si 6. RE 6 . 2 È ; : î ; : » 10,00
— Vermi N. DI È È . SRI: : x Lr, >» 3,00
ini N. 3 È 5 3 } È , i È ; 5 ; » 3,00
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Protozoi N. 3 . : 5 i È c : È » 3,00
Minerali 25 specie comprese le scatolette. È $ È . ; 3 SARSOERTAOO
_‘@Roccie 25 specie comprese le scatolette . 3 : Foro ; SERRE » ‘7,00.
= Fossili 00 €diidiverse epoche; zoolopiche <; sl. ina » 15,00
utta la collezione si cede per IL. 420
IN. 3. Gli ogseiti sono tutti esattamente determinati con il loro nome latino ed italiano, forniti d
eleganti basi verniciate nere a lustro, O) scatolette o vasi, ecc., ed in buone condizioni di preparazion
Rage conservazione.
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Restano ancora disponibili alcuni degli oggetti pubblicati negli scorsi fascicoli
in finissimo cristallo di Boemia; molto adattati per l’ insegnamento della eri-
60 modelli
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>» 2 De a ’ di merito, imballate. e nche alla -
» 2 Meli Sp Si stazione di Milano
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N. 4 Albicocchi _ )- Belle piante ad alto fusto, forti. v
vi D
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Mea. i ro ANNO VII Ea 1588
BOLLETTINO
NATURALISTA
Collettore, Allevatore, Coltivatore
at Mensile Abbonamento L. 5 all’anno RX
er facilitare le comunicazioni scientifiche tecniche e commerciali, fra i professori, preparatori È
tudiosi di Scienze fisiche-naturali; direttori di musei e giardini; possidenti, agricoltori , dilettanti
caccia, orucoltura e giardinaggio; ‘allevatori ed7acclimatatori di animali e piante. ù È
Diretto da SIGISMONDO BROGI
ss) con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente dei Siguonis ì È
| ARRIGONI degli OppI Conte ETTORE — Padova < LENTICCHIA Prof. ATTILIO — Lugano
. BANDELLI Dott. G. BATTA: — Siena MaccHIATI Prof. Lui — Modena
| BARGELLINI Prof. MARIANO — Siena MASERATI Prof. PiaTtRo — Piacenza
| BARBERINI Cav. Assunto — Marsilia ‘ MATTEI Gio. ETTORE — Bologna
| BERTELLI Dott. DANTE — Pisa $ Morici MicHELE — Castelbuono (Sicilia)
BonomI Prof. Agostino — Rovereto $ MoscHELLA GIUSEPPE — Reggio Calabria
CERMENATI MarIo — Lecco GRRCA PELACANI Prof. Lucrano — Siena
CLERICI ENRICO — Roma \ . PETRONI Doit. Veter. Pasquale — Szena
CoLI Chim. farm. ELIA — Szena ‘ RABAUD ETIENNE — Montaudban (Francia)
DeL PrETE Dott. RAlMonDo — Viareggio 1 RENAULT Cav. ARTURO — Firenze ;
\ESMEURE IPPOLITO — Firenze 85 Rossi Prof. Torquato — Siena
$
Y
FERRAGNI ODOoARDO — Cremona SENONNER Dott. Cav. ApoLro — Vienna
FICALBI Dott. EUGENIO — Pisa TASSI Cav. Dott. FLAMINIO — Szena
GIACHETTI (G. CESARE Firenze . $ . Tincorini Dott. Veter. Tiro — Siena
GrossEAU Conte CARLO — Ginevra *. °° Tovcget I. Naturaliste — Parzgi .
RE O IO EA NC
CONINCARSEIDN dea
TARE delle piante, (cont. e fine) G. Z. Mattei — Fillotassi florale, i e fine) Dro Li.
elacani — Colombicoltura (cont.) la Tortora grigia, G. 0. Giachetti — Viventi mangiati casualmente
dall'uomo, LR. Canestrini. —
È Comunicazioni : Notizie di caccia e De ornitologiche, E. Arrigoni è A. Costa — Holiathis armiger.
i. Carò — Origine della Difteria degli uccelli; B_— Sulla cura della tubercolosi, S —- Sulla durata
della vita in alcuni coleotteri, Sen — Un nuovo Chaetopoda P — Taenia argentina P — Reptilia, P.
Note BIBLIOGRAFICHE : Gli imenotteri del trentino — ‘Antropologia — Studi Geologici — Ortotterologia
siciliana — Imenotteri di Ustica — La valtellina ed Ì naturalisti —_ Bollettino di zoologia ed anatomia
omparata di Torino — Hipnotismo |
InseenAMenTI PRATICI: Per la Peronospora — Indicatore dato pioge ria e del bel tempo — Per aumen:
re la. durata dei pali ece., — Per conoscere il sesso deî piccioncini — Conservazione dei fiori allo stato
[ ale — Per far cambiare il colore al Jon — I Gelsi da preferirsi — Mastice De, gli innesti — Ue
I = Mirino. da acquario.
103 Piscicoltura — Società scientifiche — Posti vacanti — © ‘ong ressi — Quit — i
TIE (OFFERTE; ir DOMANDE DI CAMBIO — GIORNALI | 3; Ricevune 3 Av NOS DIVERSI.
AVVERTENZ
n Foe si pù , al 15 di ogni mese, ec- | domande ed Su di cambi di animali, semi, piante, minerali,
ttuato l'ottobre, ompresa la copertina. [Ae macchine arnesi e di TRRISE altro” ‘oggetto relativo
Lit abbonamento ini 1 dell’ unione postale co- | alle scienze fisiche naturali, La medesima inserzione non si ha
‘ano in più le | diritto di Subbncanla gratis più di una volta; ma la direzione
‘può accordarnella ristampa contro un Piccolo! compenso, come
frazione, e può rifiutarsi di pubblicare qualsiasi comunicazione senza biso-
qualunque epo=.\ gno dil dare giustificazioni in proposito, —
î anno con Inserzioni a pagamento. Quelle. relative alla Storia Natu-
9 rale si (pubblicano. nel corpo del: giornale e costano L. 1 pe
linea; gli altri avvisi da stamparsi/ nelle apposite pagine costa=
no L. i ogni 5 centim, di spazio “occupato im una colonna
Agli abbonati si fanno pai facilitazioni.
Direzione presso S. Broci Via del
Casato 51 — Siena. DA 3
Cota Via di ita - — Siena.
OCCASIONE
«| —’Sono in vendita le seguenti collezioni scientifiche rappresentanti i diversi ordini dale
e? TIRA ‘appositamente formate per l’ insegnamento delle scienze naturali. ng - ;
Mammiferi: distinti in utili e nocivi con le indicaz zioni di COSA Si nutrono ecc:
CS Scimmia, Pipistrello, Riccio, ‘Tal pa, Donnola, Gatto, Ghiro, Topo, Porcellino d’ India per L. 75,00
Uno scheletro e 5 Crani di diversi ordini. (20 ad. + i S.2935,00]
Due apparati dirigenti eil un’ apparato respiratorio. . SUR È STELLE
Uccelli: distinti in utili e nocivi con la indicazione di cosa si nutrono ecc.
Uccelli montati: 4 Pappagallo, 2 rapaci, 2 rampicanti, 20 passeracei, 1 colombo, 1 gallina
ceo, 4 trampolieri, 4 palmipedi —. . L. 1400, 00
Uccelli în pelle: comodi per l' insegnamento, potendosi meglio mostrare ia Donna SCUZA GINE do
guastare la preparazione, ed occupando pochissimo past nell’ armadio: 1 pappagallo, 2
rapaci, 35 passeracei compresi 12 esotici tra i quali 7. uccelli mosca, 1 gallinaceo, 4
ì lrampolieri, 4 palmipede . - È } ; 5 È i ; z cc STLIRB0I00RÌ
. Uno scheletro, e 4 crani differenti b £ n BECCA SEP N GAIA
Due apparati digerente e due Fespiratori È ; î ; 5 7 È 2
| 5 nidi e 15 specie di do BEUCRIE ART è . 5 È SUCRE
Rettili. 1 Chelonio, 2 Lacerte, 3 serpi ke 5 x : Spr anoeo
Uno scheletro, un apparato digerente ed’ un uovo È 7 È % : :
Anfibi. Rana, Rospo; Salamandra e ‘Tritone . 5 È ; È
Uno schetetro un’ apparato digerente e respiratorio, e diverse nova . 3 È
| Pesci. 5 pesci, uno scheletro, un’apparato digerente e uova . ; e
Moeliuschi. Collezione di 100 Ge specie) conchiglie marine fluviatili e terrestri, tutte
in scatolette di legno. i » 42,00.
Insetti. Due cassette di noce a lustro con coperchio a cristallo e fondo di sughero, con-
tenenti 450 insetti (80 specie) dei diversi ordini, 2 SLI e due aracnidi L. 35,00. n i
| Crostacei N, 6. ; 5 î e 5 ; - 0: Ro » 10,00.
eri
Vermi N. 2 i 5 AAA ASTE È AIR : È
Echinodermi N. di ; 3 3 È STRA SRI ELI RA
Coslenierati N. È . DPS SERI î 7 ; È ‘ È
| Proitozoi N. 3 . LEGA a) Ds praario de.
Minerali 25 specie ‘compr ‘ese le scatoleite . % SEI SE ;
Roeccie 25 specie comprese le scatolette. . 4 È 5 ò S $ a
Fossili 100 di diverse epoche zoologiche È IECZTRRSI 5 E : é
Putta la collezione si cede per L. 420
- E. Gli ogseiti sono tutti esattamente determinati con il loro nome latino ed italiano, fono al
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sasione. eccezionale. 12 vecelli mosca per L. 50, 00 franchi di ‘Dorta; in tutto il
Anno VIII. È
RT —>--_TTTT--=
Siena, aprile 1888
T_T T—_”_—_—""<>#<%%° k4=— —"—z" > eneaeorea@>
N. 4
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
COLLETTORE; ALLEVATORE, COLTIVATORE
PERIODICO
MENSILE
Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, .L. 3 all'anno.
Disseminazione delle piante
Nata di GIOVANNI ETTORE MATTEI
Assistente presso il R. Orto Botanico di Bologna
(Continuazione e fine)
Parecchi frutti mediante movimenti repentini, si
fiplono 0 si ripiegano su sè stessi, in modo da lan-
ciare lontano e con forza i proprii semi: tale dis-
seininazione dicesi dutodinginica. Possiamo citare
IF Tmputiens noli-tangere e le altre specie del ge-
nere, la Balsamina, le Ovalis, parecchie Cardanine
(C. hirsuta, C.
ewcplodens, è cui frutti si aprono con forza al minimo
imputiens ece.), la Cyclanthera
soffio di vento lanciando lontano i semi che sono
©"=ZTEE ===
bate : fin che dura il secco riposerà sul terreno come
il vento 1° ha deposto, ma appena viene stagione
umida o piovosa, incomincia l’ opera d’ interramento:
le reste. attorciliatissime a contatto dell’ umidità sì
distendono, ed il frutto si muoye, si avanza, inco-
mincia a saltare per il terreno sì che par vivo, fa-
cendo sempre movimenti più rapidi, man-mano che
lo svoleimento delle reste si affretta. Così conti
nuando, incontra assai facilmente qualche serepola-
altresì anemofili, Vl Hura crepituns, i cui frutti scop- |
piano a maturità producendo una forte detonazione,
VD Echballion Elaterimn, i cui frutti
maturità dal peduncolo, mandano lontano un getto
staccandosi a
di semi e di acqua, le Caragane, alcune Euphorbie
Cai
ed ancora, a quanto dicesi, I’ Avcethobinn.
Parlando di disseminazione non si può lasciare
in silenzio il modo, usato da aleuni semi per inte:-
| salivus, è cui semi variano moltis
varsi. Senza prendere in considerazione l’ Arackis |
ipogea, il Trifoliwm subterraneum, e le altre specie |
che nascondono nel terreno i peduncoli iruttiferi,
forse più per maggiore protezione che per, altro,
parleremo più diffusamente dei frutti muniti di resta
tortile, idroscopica, presentando essi il più perfetto
apparecchio di interrazione che si conosca.
Questi frutti esistono specialmente in parecchie
Geraniacee (Geranium, Erodium, Pelargonium) ed
in molte Graminacee (tribù delle Avenee: Avera,
Trisetum, Anthozanthum, Deschampsia, Aira, Av- |
rhenatherin. Lagurus, Gastridivin, Chiysopogon.
Heteropogon. Stipa ccc.). Tutti i fratti di tali piante,
disseminati dal vento, sono muniti di una o due
reste tortili, idroscopiche al massimo grado ed assai
robuste: la loro base termina a punta, e portano
| parecchi ciuffi di peli rigidi piegati verso 1’ alto.
i ; A Ì
Supponiamo di osservare un frutto d' Avera bar- :
i , 3 : ; DU
[ge = ; sr n hi
tura od irregolarità del ‘terreno, ove tosto, per i
movimenti che lo agitano si va a conficcare per la
punta: allora non può più uscirne, imperocchè i peli
rigidi di cui è munito lo trattengono ed i movimenti
delle reste lo fanro affondare del tutto. Così il seme
può tranquillamente germinare.
Questi curiosi movimenti si possono osservare da
chiunque, bagnando per poco un frutto della detta
Arena: furono pure utilizzati pér costruire degli
idroseopii sensibilissimi ed esattissimi.
Termineremo aggiungendo poche parole sul mi-
mismo dei semi. Parecchi di essi per maggiore pro-
tezione, rivestirono forme e colori curiosi, per meglio
sfuscire alle ricerche degli insetti, degli uccelli ora
nivori Alcuni imitano .i ciottolini, come ad
esempio, nel Cose Lachrymna, nel Lythospermum
ece.
purpureo-cocriulenn, e specialmente nel Lathyrus
simo nella forma
e nel colore, rassomigliando però sempre a sassolini.
Altri rassomigliano a pezzetti di legno, come nel
VP Amsonia.
Parecchi semi infine hanno trovato comodo di
farsi disseminare dagli uccelli, senza concedere loro
alcun compenso, come quelli sopra citati di Glycine
tomentosa, che invitano gli uecelli a cibarsene col
loro brillante colorito rosso a macchia nera, sì che
sembrano polposi, mentre al contrario essendo duris-
burlano di chi in buona fede li
simi e secchi si
inghiotta.
Con questo avendo terminato di riferire come le
piante si possono diffondere, nello spazio ci fermiamo,
promettendo di trattare presto altri importanti wr
somenti biologici.
FIILOTASSI PLORALE
Studi del prof. Luciano Pelacani
(Continuazione e fine)
b) PaRIETALI. - Consistenza varia; placentazione
n°
7)
parietale; architettonica tetraciclica dialipetala.
&) Diplostemoni. - Un cielo di stami abortivo.
Famiglie. - Moringee (falsa rassomiglianza colle
Papilionacee).
58) Isostemoni. - Fiori regolari od irregolari.
Stami mopnociclici.
Famiglie. - Droseracee, Violariee, Parnassiacee,
Turneracee, Passifloree, Cucurbitacee, Grossulariacee,
Pittosporee, Tamariscinee.
Nota. - L° affinità delle Cucurbitacee e Grossu- |
lariacee colle Passifloree è stata fin qui discussa;
però è disvelata dalla identica architettonica florale.
Questo gruppo di piante si rannoda evidentemente
alle Ranunculiflore parietali. :
7) Depauperate. - Piante legnose; foglie con
stipule persistenti o caduche. Fiori talvolta anemofili.
Famiglie. - Salicinee.
Nota. - Gli autori assegnano tutt’ altro posto a
questa famiglia; ma la placentazione parietale, la
struttura degli stimmi, molte congruenze colle Tama-
riscinee, ci persuadono ad aggregarla alle Parietali.
c) LuueLore - Embrione ad un solo cotiledone.
Architettonica florale tipicamente pentaciclica tri-
mera. - Fiori tipicamente ermafroditi. - Consistenza
A e stazione varia.
| Famiglie.
Ranunculiflore — Butomacee
Alismacee
Idrocaridee
Iridee
"a luncaginee A
i 3 EG Pasi
: Gigliacee
p,
IAA
VA
A |
Musacee
Marantacee
\ Cannacee
] \
Giunacee x Orchidee
| Ciperacee N
\
è Enantibblastee ? Graminacee Aroidee
Eriocaulonee Restiacee
Commelinee
Lemmacee
Nota. - Il tipo è concretato in alcuni generi di
Liliacee. Tutte le famiglie monocotiledoni, anche le
Considerando adunque le ZiViacce come tipo centrale
Î
« monia.
Zingiberacee |
| diplostemone o isostemone.
Primulacee, Plumbaginee.
| sono visibili i rudimenti nel genere Pyrola, avente
più divergenti dalle ZiZiucee sono ad esse riducibili. |
i
delle monocotiledoni, troviamo rispetto a questo centro
dei tipi precursori e dei tipi posteriori e degenerati.
Fra i precursori abbiamo segnatamente la famiglia
delle Butomacee, Alismacee, e Tdrocaridee, le quali
e per l’architettonica florale policiclica e per la pla-
centazione, rivelano delle affinità innegabili colle
Lardizabalee e colle Ranunculacee. È
Fra i tipi degenerati e depauperati - per varie
cause biologiche - notiamo le Enantioblastee (Erio-
caulonee, Restiacee - Adr. de Tussieu.) affini alle
Commelinacee, più o meno depauperate per causa
di anemofilia. Le Ciperacee e le Graminaccee anche -
esse depauperate per adattamento alla fecondazione
per il vento, sono del resto affini alle Gixrgacee che
non differiscono poi sostanzialmente delle GiyZiacee.
In alcuni generi di Palme è conservato il tipo
centrale, ed in altri è più 0 meno modificato per
l anemofilia od altre cause.
Aroidee Nei generi archetipi Orontium e Gymno-
stoclys abbiamo conservato il tipo centrale. Da questi |
ai tipi più depauperati quali si trovano nei generi
Arm, Arisarum sì riscontrano tutti i termini della
serie per varie cause. E dal genere depauperatissimo d
Pistia
formate di piante piccolissime galleggianti ridotte
sì sono staccate visibilmente le . Lemnacee
a minimi termini.
Iridee. Aborto di un.cielo, come sì desume dalla
sovrapposizione dei carpidii agli stami: il che indica
avvenuto l’ aborto del ciclo interno di stami.
— Musacee. In alcuni generi comincia ad essere
abolito uno stame.
Nelle Zingiberacee ed Orchidee riscontransi molti
staminodi; uno stame solo fertile.
In alcune Cannacce e Marantacee 1° androceo è i
costituito da una mezza antera fissa su di un petalo n
incompletemente trasformato.
d) IsoGIive (Brongn) - Pistillo ordinariamente
composto di un numero di carpidi uguale ai sepali -
architettonica policiclica o degenerata in obdiploste-
2) Diospiriflore Piante legnose, semilegnose 0
erbacee - fiori ermafroditi - architettonica policiclica,
Famiglie. - Ebenacee, Sapotacee, Mirsineacee,
Nota. - La obdiplostemonia è qui introdotta dal
l'aborto di un terzo ciclo di stami, di cui talvolta
ice tra A
un ciclo di squame nettarifere.
La forma prototipa dell’ intero gruppo pare rap-
presentata dal genere Diospyros, il quale pel suo |
policiclismo, e per 1° abito delle foglie non sarebbe |
#%
molto distante dalle Magmnoliacee. _ 8
Le
da
o;
B) Vacciniiflore. - Fusto legnoso, semilegnoso o
erbaceo - Architettonica obdiplostemone per aborto di
un cielo staminale interno, o isostemone alternipetala.
Famiglie. — Ericacee, Vacciniacee, Monotropee,
Pirolacee (obdiplostemoni), Epacridee, Diapensiacee
(isostemoni).
e) CorovimrLorREe - Piante legnose semilegnose o
erbacee - corolla gamopetala - architettonica tetra-
cielica tetra-pentamera - androceo isostemone.
2) Campaniflore. = Fiori generalmente epignni -
stami talvolta liberi.
Famiglie. - Campanulacee, Lobelliacee..... Goode-
Brunoniacee..... Caliceree, Vale-
niacee, Composte,
tianacee, Dipsacee.....
B) Solaniflore
tali - cime scorpioidi.
Caprifogliacee (?)
- Fiori ipogini - stami cpipe-
Famiglie. - Solanacee, Borraginee, Idrofillee, Idro-
leacee, Polemoniacee, Convolvulacee.
y) Didiname - Androceo meiostemone per lo più
tetramero ‘con due stami più lunghi e due più corti
Famiglie. - Scrofulariacee, Orobanchee, Gesneria-
cee, Biononiacee, Pedalinee, Acantacee, Utricularia-
cee, Verbenacee, Labiate, Mioporinee, Globulariacee.
d) Contorte. -
raramente valvare.
Corolla a preflorazione contorta,
Famiglie. - Rubiacce, Loganiacee, Apocinee,
Asclepiadee, Genzianee.
Nota. - Le Itubiacee sono dalla generalità degli
autorì avvicinate alle Composte: 1 abito è al tutto
diverso. Concordano invece per moltissimi caratteri
colle Logariacee è colle Apocinees per cui a nostro
parere vogliono essere qui collocate.
£) EurorBiscEE MONOCENTRICHE (monotalamiche).
a fiori
Piante erbacee unisessnali - stami indefiniti
nelle tribù delle It/ocarpee, Pillantee ‘ecc., alle
quali si collegano Je seguenti:
%) Datisciflore - Piante erbacee - a sessi divi
sì - stami. indefiniti - tre o quattro carpidi cogli
stigmi divisi.
Famiglie, - Beconiacee, Datiscee,
6) Urticiflore. - Monoclamidee - a stami epise-
pali - ermafrodite (tricieliche), unissessuali (dicicli
che) o anche più depauperate - generalmente gine-
ceo dimero - anemofili.
Famielie. - Cannabinee, Ulmacee, Celtidee, Urti-
ecc, Moree, Artocarpee.
%) Amentiflore.
precedenti -
- Piante legnose molto vicine alle
fiori unisessuali: infiorescenza ad amento.
Famiglie, - Corilacee, Betulacee.
B, - Angiosperme policentriche (forse politamiche)
Fiori con organi androccali ageruppati in. più
centri radianti attorno ad un ceniro gineceale.
a) EUFORBIACEE POLICENTRICHE (politalamiche)
Fiori unisessuali - stigmi divisi.,
Famiglie. - Dalechampiee, Euforbiee - Genere
Ricinus.
Notu. - Le Puforbiacee vengono così ad essere
divise in due sotto-famiglie; una delle quali chiude
la serie delle piante monocentriche, e I° altra inizia
quella delle piante policentriche. E qui senza verun
dubbio il policentrismo è dovuto a moltiplicità di
talami, come dimostra evidentemente la morfologia
florale comparata delle Dalechampice, Briforbiee e
del genere Iticinus.
b) MaLvirLorE. = Stami ordinati in falangi - il
frutto è uno sterigmo columellato (2-3-5 polimero).
Famiglie, - Malvacee, Sterculiacee, Bittneriacee,
Tiliacee - (polistemoni).
Geraniacee, Zigofillee, Ossalidee, Lince - (0bd-
plostemoni).
Sapindacee, Malpighiacee, Acerinee, (fiori rego-
lari).
Ippocastanee, Meliantee,
golarì). |
Nota.
- Il carattere dello columellato
non è assoluto. Si comprende facilmente come sif-
sterigmo
fatta forma di frutto possa degenerare in carcerulo
submonospermo (Tiglio), in frutto 5-follicolare (Ster-
culia), in capsula come nelle Linacee ecc. È un fatto
però notevole che si trova in una quantità di Malwracee,
Geraniacee, Acerinee, Malpighiacee, in molte Sapin»
dacee e, quel che più monta, è il carattere soleune
delle Luforbiucee da cui senza dubbio discesero le
%) Malvifloree. - È da rilevare sopratutto la obdi-
plostemonia delle Geraniacee, imperocchè, essendo
esse strettamente affini alle Malvacee, rendesi mani-
festo che questa singolare architettonica 72 qeesto
CASO è senza
tettonica politalamica.
c) RosirLorE. - Piante legnose o erbacee - foglie
stipulate - stami più e meno numerosi - frutto secco
o polposo.
Famiglie. - Rosacee, Leguminose, Cupolifere, Dil:
leniacce (Polistemoni).
Ramnacee, Ampelidee, Sassifragee, Crassulacce,
(oligostemoni). -
Nota. - I fiori del genere Ios possono essere
considerati come «sepali perchè i sepali conservano
ancora i caratteri della originaria natura di foglie
vegetative: possono essere considerati come apetulò,
perchè fenomeni teratologici mostrano che gli stami
qui degenerano în petali: il che appiana le difticoltà
di avvicinare la Itosacce alle Cupolifere.
Stafileacee (fiori. irre-
dubbio una degenerazione dell’ archi.
- Le Rame
e le Ampelidee possono considerarsi come Ltosagee |
depauper ate.
Alolti generi intermedi segnano V' estre-.
52
ma vicinanza delle Rosacee alle Leguminose. Le Dil-
leniacce sono dagli autori collocate in ben altro
luogo, cioè fra le policieliche Magnoliflore; ma nel
genere Condollea abbiamo fiori indubbiamente poli-
centrici e gli stili poco o punto congiunti hanno un
abito assai simile a quello delle Sassifragee. L' ab-
bondanza di tannino che si ritrova nelle Rosacee e
nelle Cupolifere ci svela un altro carattere di afti-
nità fra le due famiglie.
d) IperIcirLoRE. - Molto vicine ai precedenti
eruppi, ma ne differiscono perchè le foglie mancano
di stipule (salvo rare eccezioni).
Famiglie. - Ipericinee, Clusiacee, Marcgraviacee,
Ternstraemiacee, Filadelfacee, Mirtacee, Granatacee,
Melastomacee, Litrariacee (Polistemoni).
Onagrariacee, Vochisiacee, Combretacee, Rutacee,
Auranziacee, Amiridee, Zantossilee, Simarubee, Te-
rebintacee (Obdiplostemoni).
Iuelandee, (depauperate).
Nota. - Spesso le foglie sembrano perforate da
vescicole ripiene d’° una sostanza oleosa (Ipericinee,
Mirtacce, Rutacee e famiglie affini). La famiglia
delle Juglondee è dagli autori collocata in tutt'altra
classe; ma sì osserva che il loro tipo florale è de-
pauperato per anemofilia, e molti caratteri lo ranno-
dano alle Zerebntacce.
e) CicLosPERMEE. - Imbrione curvato attorno ad
un perisperma farinaceo.
Famiglie. - Cariofillee (Silinee, Alsinee, Spergu-
lariee, Paronichiee)..... Mesembriantemee, Tetrago-
nice, Cactee, Portulacacee (piante crasse)..... Fitola-
cacee, Basellee, Chenopodiee, Amarantacce..... Poli-
gonacee..... Nictaginec..... Cinocrambee.
Nota. - Il carattere dell’ embrione rannoda le
succitate famiglie in us gruppo naturalissimo. Quanto
alle affinità con altri. gruppi certamente le Ciclo-
spermee sono riponibili fra le policentriche come è
dimostrato dalla policentricità androceale di alcuni
suoi membri (Mesenbriantemee, Tetragonice) e da
alcuni caratteri che le ravvicinano ad alcuni tipi di
Malviflore. (Linee, Ossaliec). —
L° affinità vera delle Cinocrambee è sfuggita
quasi a tutti, ma ci pare bene manifesta colle
Nictaginee e per l’ abito delle foglie e per i frutti.
Del resto sono un tipo depauperato per anemofilia
C. - Incertae sedis.
Famiglie. - Araliacee, Cornee, Ombrellifere, Gar-
riacee, Gunneracee, Meliacee, Coriariee. Balanoforee,
Platanee Balsamiflue, Miricacee, Casuarinee, Poliga-
lee, Ilicinee, Celastrinee, Piantaginee, Oleinee, Zasmi-
nee, Piperinee, Saururee.
Nota. = Abbiamo qui collocato tutte le famiglie
di cui ci è sfuggito un soddisfacente avvicinamento
ad altri gruppi. Alcuni autori avvicinano le (orzariee
e le Meliacee alle Rutacee: le Balanoforee alle
Urticee: le Balsamiflue, Miriacce, Casuarinee alle
Amentacee, le Poligalee alle Euforbiaccee: le Pianta-
ginee alle Plumbaginees le Oleinee e Jasminice alle
Corolliflore: le Ilicinee e Celustrinee alle Ramnacee:
ma non ci persuadono queste approssimazioni. - Le
Umbelliflore (Araliacee, Cornee, Ombrellifere ece.)
costituiscono un gruppo per verità naturalissimo; ma
non sappiamo a qual classe subordinarle: non ab-
biamo, cioè, criteri sufticenti per collocarle fra le
monocentriche o le policentriche.
COLOMBICULTURA
Riproduzione interdetta
CAPITOLO IIL
‘La Tortora grigin (Columba Turtur) — La Tor-
tora bionda (Columba Risoria) La Tor-
tora bianca (Columba Frigida (6) ).
(Continuazione)
2. La Tortora bionda
E a ritenersi che questa tortorella originaria
dell’ Affrica sia stata introdotta in Europa fino dai
tempi della dominazione romana. La varietà do-
mestica ormai naturalizzata Europea, misura ven-
tisei centimetri di lunghezza totale.
Descriveremo queste due tortorelle, principiando
dalla domestica, che può a buon dritto chiamarsi
paesena.
La tortora bionda domestica (Columba Risoria
var. dom.) ha tutto il corpo nelle parti superiori
di un vago colore isabella, più accerito sulle sca-
polari e le cuopritrici alari, più incerto sul grop-
pone e quasi tendente al bigiastro. La testa di
questo uccello è bislunga coperta di sottili pennuzz>
colore isabella-chiaro. la gola è bianca; il petto
ed il gozzo amatistini; le penne anali e del sotto-
coda bianche; i fianchi bigiastri. Alla base della
collottola emerge un mezzo collare nero, assai
stretto, ma ben marcato. L' angolo dell’ ala è
bigio-rosato-chiaro, le remiganti cenerine e mar-
ginate sottilmente di bianco. La coda e rotondata;
le timoniere laterali sono bianche sul vessillo
esterno, e scure nella metà apicale: le medie
isabella-lionato con sfumature brune, e le altre
isabella-lionato terminate di bianco. Il becco è |
ia
53
plumbeo, l' iride ranciata, i piedi rossi con unghie
color di corno.
Le femaiine hanno i colori più dilavati dei
maschi, specialmente sul petto che è rosa-salmo-
nato-pallido, ed il mezzo collare più stretto.
I giovani avanti la prima muta presentano una
livrea isabella-chiarissimo, e non hanno collare.
I maschi vecchi che hanno compiute parecchie
mute caricano le tinte del loro mantello sulle sca-
polari e sulle cuopritrici, le quali dal colore isabella
passano al lionato deciso. I piedi sono violacei, ed
il becco nero.
Riporto alcune frasi caratteristiche di questa
tortora, le quali possono comprendere tanto la va-
rieta domestica, come quella selvaggia, avvertendo
però che dal Gionstonio tolgo la sola caratteristica
del maschio.‘
G. Johnston — « Mari caput, collum, pectus,
alae ad remiges, dorsum ad uropygium dilute ruf-
fescit, nec ulla macula respergitur. Iris in oculis
minaceo colore resplendet. Torquis tenuis et nigra
circa quoque collum ambit. Venter prope anum lut>-
scit. Pedes rubei tabellis albicantibus ornantur. » (4)
P. Savi — « Columba corpore cinereo-cicerino: |
fascia cervicali transversa nigra. » (2)
‘E. Arrigoni degli Oddi — « Nella parte infe-
riore della collottola un mezzo collare di piume |
nere, che si estende fino ai lati del collo. Scapo-
lari e cuopritrici alari di un vago isabella collo
stelo delle ‘piume più chiaro. Timoniere; prima |
esterna bianca nella metà apicale ed in tutto il
vessillo esterno, le altre bianche per due terzi dalla
base fino alla cima. » (8)
G. F. Blumenbach — « Colomba giallognola |
sopra, con una mezza luna nera alla cervice. » (4)
x
La tortora bionda selvaggia è nelle regioni su- |
periori del corpo di un grigio-roseo-olivastro: il |
collo, il petto e l'addome sono di ‘un colore isa- |
bella tendente al carnicino, il sottocoda ed i fianchi
bianchi. Le grandi remiganti hanno una tinta ne-
rastra col margine lionato; la coda ha gli stessi
colori di quella della specie domestica. Il becco è
nero, l’ iride ed i piedi rossi. Misura in lunghezza
centimetri venticinque e mezzo.
Questo uccello è originario dell’ Africa meri-
dionale e di tutta l° India. È comune in Egitto, ma
non sì numeroso come si era fatto credere fin qui.
Vive in libertà completa come il Torraiolo di
Europa, specialmente in Alessandria e sulle rive
(1) Opera citata.
(2) idem.
(83) idem.
(4) idem,
del mare: però vengo assicurato da persone degne
di fede che in Cairo e nell’ alto Egitto non se ne
riscontrano che pochi individui, ciò che sta in op-
posizione a quanto narra il Figuier. Si trova selvag-
| gio al Senegal e sui soli confini dei grandi Na-
macchesi, e dagli indigeni è ritenuto per selvaggina
prelibata. Taluni ornitologi hanno classata a parte
la tortora del Senegal (7urtur Senegalensis, Buf.)
ritenendo che certe differenze di mantello e di
statura la separino dalla tortora bionda (7urtur
Risorius, Linn.); ma i più non la ritengono che
| una varietà di quest’ ultima. Nulla possiamo dire
| nè del suo nido, nè delle sue abitudini.
Una onorevole gentildonna, la Contessa Riva
Sanseverino, che ha abitato lungo tempo l° Egitto;
avendo suo padre palazzo in Alessandria, ebbe la
‘| cortesia di fornirmi diversi dettagli su questa co-
lomba. Le brigate delle tortore bionde domestiche
o semidomestiche difficilmente calano sulle piazze.
e nelle vie per raccogliere il cibo: si posano ordi-
| mariamente sugli alberi dei giardini. Sulle grandi
| terrazze che coronano le case di Alessandria si re-
cano più volte al giorno le tortore, sicure di tro-
varvi cibo abbondante gettato loro dalle donne e dai
bambini: ma giammai entrano dalle aperte finestre
nelle case, nè tampoco si lasciano prendere. Giò
mi conferma ancora Desmeure,-il quale visitando
l'Egitto non vide più tortore al di là dei dintorni
| di Alessandria. i
La tortora bionda che può osservarsi domestica
in tutta Europa, come tutti i colombi domestici,
cova tutti i mesi eccetto il tempo della muta. Tu-
| bando emette un gemito, che può assomigliarsi un
pò al riso: da ciò il suo nome di tortora che ride.
Essa prospera del pari nelle grandi voliere, come
nell'interno delle case. Non vi ha famiglia da noi,
per quanto povera sia, che non allevi almeno un
paio di questi graziosi, ma monotoni uccelli: chi
non può disporre d' altro spazio le alloggia nel le-
tamaio, nella cucina, e perfino nell’ unica camera
dell’ umile tugurio. Dicesi che Voltaire solesse chia-
| mare questa tortora, l' uccello dei poveri; e non
| andava errato per certo. Difatti, visitando qualche
| infelice famiglia ridotta alla più squallida miseria,
ho spesso osservato una coppia di tortorelle do-
mestiche contrastanti ai bambini affamati poche
briciole di pane. Ciò dovrebbe dar da pensare ai
| filosofi, se sempre pensassero!
Quando letortore bionde non possono essere
rinchiuse in gabbie o voliere, soglionsi tenere con
un’ ala tagliata. Non necessita che il taglio delle
remiganti sia eseguito ai maschi accoppiati, i quali
| non abbandonano mai le femmine poste in condi-
zione di non poter volare: Però non è vero che
la tortorella domestica non sia suscettibile di essere |
allevata allo stato di semilibertà. Fino dal 1830 se |
ne fece in Francia la prova che ebbe resultati
sodisfacenti fino a tre paia. Nell’ anno 1872 dopo
ripetuti tentativi e molte perdite mi riusci di riu-
nire una piccola brigata di dodici tortore che ri-
tornavano al loro alloggio come tutti i piccioni
domestici. Del resto queste tortorelle si prepara-
vano il nido negli appositi cesti, covavano alter-
nativamente maschi e femmine, allevavano la prole
e volavano libere all’aperto posandosi sugli alberi
e sui tetti, ma di preferenza sui primi. Nel suc-
cessivo anno 1873 -volli provare ancora se era pos-
sibile di far fare a queste tortore vita comune coi
piccioni semidomestici di colombaia. Tutti cono-
scono l' avversione che i piccioni dimostrano verso
le tortore, e come le percuotano,. le feriscano, c
qualche volta le uccidano. La prova era dunque |
duplice. Bisognava abituare i colombi alla compa-
gnia delle tortore, ‘e queste a vagare all’ aperto |
con quelli in cerca di cibo, per ritornarsene alla |
sera al colombaio. Scelsi sei piccioni Torraioli e
sei tortore bionde di circa un mese di età, insieme |
li rinchiusi in apposito locale, e dopo un mese di
prigionia, che mi sembrò sufficiente per prendere
cognizione ed amore del luogo, aprii loro le fine- |
strelle perchè vagassero al loro bell'agio. Dei sei
piccioni com'è naturale neppur’ uno si disperse, ma
quattro tortore più non tornarono. Delle due ri-
maste, una, che era maschio, venuta in uggia ai
compagni e da loro di continuo perseguitata,
dopo quattro mesi, un bel giorno più non riap-
parve. L'altra, una femmina, coabitò con essi duc |
amni interi e mi morì nella primavera del 1875
con. forti sintomi di diarrea. Questa tortora per
tutto il tempo che visse cogli antichi compagni e |
colle famiglie da loro create, venne sempre rispet- |
tata: mai si appaiò, nè dimostrò, alcuna inclina- |
zione all’accoppiamento, nonostante che fosse fre- |
quentemente corteggiata dai maschi.
Il cibo della tortorella domestica si compone
esclusivamente di miglio e risella: però becca con :
piacere le briciole del pane ed è pure assai ghiotta |
del sale. In una piccola voliera che io aveva nel
1869 esperimentai che bevevano con avidità l’acqua
leggermente salata, e che ciò era loro di
mento ed aiuto nell'allevare la prole.
La carne di questo uccello è ottima, ma in Ita-
lia, almeno ch'io sappia, non si alleva che per
giova-
‘semplice diletto: anzi le donnicciuole del volgo
hanno pregiudizio a mangiarne, nè mai uccidereb- |
> |
bero una tortora per tutto l'oro del mondo. La morte |
violenta della tortora, secondo il volgo superstizioso,
porta certa sciagura a chi la procurò.
Non abbiamo potuto raccogliere nessuna notizia
sulla caccia alle tortore bionde selvatiche.
La domestica vive fino ai dodici anni, ma dopo
il settimo la sua fecondità è perduta. |
* *
Ila tortora bionda delle voliere Europee pre-
senta, secondo gli autori. una varietà bianca, che
io ritengo invece provenire da antichissimo incre-
cio di questo uccello colla tortora bianca dell'Asia
(Columba Alba Temm. Columba Frigida Giach.)
Taluni fra i quali Gionstonio hanno creduto che i
maschi della Columba Risoria o Columba Indica
come egli la chiama, presentino Ja livrea isabellina,
e le sole femmine la livrea bianca. Difatti il sommo
naturalista Polacco prima di dare le caratteristiche
del maschio, da quelle della femmina, scrive:
« Ex Indicis foemina, pedibus exceptis, qui rubri,
et rostro quod nigricans, tota est candida. » (!) E
certo che i figli provenienti dall' incrocio delle dae
tortorelle domestiche, la bionda e la bianca, sem-
pre propagano, e che i nati, come ci assicura Apelle
Dei nel Catalogo degli Uccelli della Provincia di
Siena e riporta il Conte Arrigoni, (2) sono di co-
! lore isabella-chiaro come il padre se maschi, e to-
talmente bianchi se femmine.
Ora però è a notarsi che la così detta varietà
bianca della tortora bionda collocata in separata
voliera produce esclusivamente novelli dal bianco
mantello, anche se la maggioranza delle femmine
sia nata da padre isabellino. Ciò mi conferma pure
il mio onorevole amico Cajani, distinto ornitologo,
alla di cui cortesia devo interessanti cognizioni.
Devo aggiungere ancora che le esperienze da
| me fatte nel Parco di Spicchio, mi dimostrarono che
col rinnuovarsi delle generazioni, il bianco rosato
e velato di questa varietà si converte in un bianco
più puro e più lucido, la statura diminuisce, e
l'ombra del collaretto tende a sparire. Io credo
| CUS DI
che dopo un certo numero d’anni.si perda affatto
qualunque traccia.della Columba Risoria e non ri-
manga che la Columba Alba di Temminck.
Siccome nella vasta tribù dei Colombi è assai
malagevole, come dissi in principio, il determinare
i limiti delle specie ; e siccome gli esperimenti che
| da tre anni si van facendo in Firenze ed in altre
| parti d'Italia sulla facoltà generativa di alcuni
| meticci, pongono in quarantena l’ antica credenza
che gli ibridi non propagano: Così, pur accettando
(4) Opera citata,
(2) idem,
| assennata opinione di Vieillot circa la riunione
in un sol gruppo delle due tortore bianche, ho
|
stimato prudente di separarle dalla tortora bionda, |
e di descriverle a parte, come se costituissero una |
specie distinta.
(continua) Giucio CesaRE GIACHETTI |
PR EE GR =
Riccardo Canestrini
VIVENTI
MANGIATI CASUALMENTE DALL'UOMO ©
—_>e—__
Questo argomento studiato di proposito, cioè trat-
tato con ampiezza di osservazioni, avrebbe un inte-
resse scientifico e pratico rilevantissimo e ben co- |
nosciuto da tutti, sarebbe certamente di grande
vantaggio per l’ igiene.
Quelli, e sono i più, che non hanno l° abitudine
di guardare le cose molto per minuto, non avranno
probabilmente mai pensato al numero ingiente di
vittime viventi che vien fatto dall’ uomo, e più an- |
cora da molti animali, dirò così, per distrazione ed |
involontariamente. Noi, benchè abbiamo un occhio
molto complicato e Ja vista acuta, non vediamo molti
organismi, e ciò in parte per mancanza di esercizio,
in parte perchè buon numero di essi appartiene al
mondo degli infinitamente piccoli.
Nel nostro stomaco quasi di continuo introdu-
ciamo degli esseri vivi, o soli, oppure, e ciò che è
più frequente, unitamente a sostanze diverse. Tali
esseri, almeno fra i più comuni, sono: acari, wselti,
vermi, infusori, microbii, funghi.
Non ci occupiamo qui di quelli che in molti
modi mangiamo giornalmente cotti 0 comunque
morti, valgano a dimostrarlo p. e. gli acari, gli in-
setti e le Joro larve che vengono cucinati coi capucci
o con altre verzure, oppure uccisi per la forza del- |
I’ aceto colle insalate crude; le larve di mosche che
non di rado invadono le carni troppo frollate (p. e.
gli uccelli); gli animalucci diversi contenuti negli
stomaci di molti uccelletti (2); quelli che di tanto
in tanto si trovano nel pane ed in altri cibi farina-
ceì (speciatmente un acaro, 1° Aleurobius farinae);
oppure nei funghi non troppo ben puliti e lavati
(Tyroglyphus mycophagus e larve d° insetti); e
(1) L’ egregio Sig. Canestrini ci ha favorito questo articolo
estratto dal Raccoylitore.
(2) È noto che alcuni cucinano gli uccelli senza levare ai
medesimi lo stomaco e gli intestinì.
molti e molti altri (Tignuole diverse e loro larve,
miriapodi, forficule, formiche, ragni, api, covi, ecc.)
che ingeriamo schiacciati o confusi col miele tutte
le volte che questo non viene estratto dai favi con
metodi razionali, e in altri modi ancora; senza ac-
cennare alla numerosa falange degli organismi più
bassi.
Non ci occupiamo nemmeno di quelli che ven-
gono presi quale alimento dai popoli selvaggi. I
Botocudi ed i Boschimani mettono in hocca e divo-
rano tutti gli animali, anche piccoli, che possono
| catturare: così vermi, locuste, molluschi, insetti i
quali certamente non costituiscono un cibo molto
ristorativo; gli Ottentoti mangiano perfino i pidocchi
che trovano sul proprio corpo; ma ricordiamo sol
tanto, c rapidamente quelli che ingeriamo vivi. (1)
Chi non ha visto nel. formaggio un po’ asciutto
e ricco di cavità dei mucchietti di pulviscolo gene-
ralmente color 'nocciuola? Ebbene quando si guardi
con attenzione, si osserva che tale pulviscolo è in
continuo movimento, e portato sotto il campo del
microscopio si risolve in un numero sterminato di
animaletti che sono gli acari del formaggio (Tyro-
glyphus siro e T. longior). Numerosissimi codesti
artropodi si vedono pure assai di frequente sui pro-
dotti insaccati di maiale, alla cui superficie cammi-
nano generalmente non visti, e penetrano nell’ in-
terno e invadono tutta la massa quando lo possono.
È nelle cipolle, in mezzo ai diversi strati, quanti.
sono quelli che videro degli acari (Rizoglyphus
Robisi, Tyroglyphus spinitarsus)? Eppure molte
persone appetiscono questi bulbi crudi; in tal guisa
esse ingoiano anche gli animali che sì trovano na-
scosti in codeste gemme. Un altro acaro ancora
(Phycobius Riccardi), è stato scoperto recentemente
in grandissima quantità sulle prugne, sui fichi con-
fezionati, sui datteri e sulle uve appassite.
Tutti codesti acari sono di una piccolezza estrema
per cui assai facilmente vengono mangiati senza
esser visti. A tutto ciò dobbiamo aggiungere che
nella stagione buona, molte specie di questi piccoli
artropodi passeggiano sulle diverse parti delle piante,
e quindi anche sui frutti. Quanti dunque dei viventi
in discorso non introdurremo noi nel nostro organi-
smo mangiando frutta fresche appena spiccate dal-
l’ albero e senza mondarle? E quanti non ne ingo-
| lerauno quelli che hanno l’ abitudine (come i Sici-
liani ed altri dell’ Italia meridionale) di mangiare
lattuge ed altre verzure senza precedente cottura 0
conditura?. Agli studiosi in materia è noto infatti
«che sulle piante si trovano abbondanti gli Eupodini
(1) In questo Bollettino si è più volte parlato degli insetti
ed altri animali mangiati da alcuni popoli.
(Tydeus foliorum), i Tetranichini (Tetranychus te-
larius) ed altri acari di piccola statura che facil
mente sfuggono alla nostra visita.
L’ ingestione di insetti vivi avviene più di rado,
sebbene sia abbastanza frequente quella delle loro
larve, siecome queste talvolta sono nascoste in pro-
dotti diversi che noi mangiamo senza troppo csami-
nare. Nell' interno delle ciliege p. e. non è raro il
caso che vi sia la larva di una farfalla (Ortalis cerasi
Meisg.); or bene chi sì prende il disturbo di sezio-
nare questo frutto prima di mangiarlo ? Forse nes-
suno, e quindi cotali animaletti passano impuniti nei
nostri stomachi. In altre frutta, ancora, nelle pere,
nelle mele, si rinvengono insetti (larve di Pyralis
pomana), che scavano delle gallerie in mezzo allo
strato polposo. Nell' interno delle noci e nocciuole
di sovente si trova il Dalanino delle noci (larva del
Balaninus nucum), che si ciba del sheriglio, ma
questo insetto più difficilmente dei precedenti viene
ingerito. Con assai maggior facilità invece sfuegono
alla nostra vista certi brucolini che comunissimi si
trovano nei frutti dei lamponi e che con essi noi
ingeriamo. E sulle uve e nel loro interno quante
volte non esistono abbondanti delle larve di Cochylis
ambiguella, Albina Wockiana, Tortrix pilleriana?
Altre ancora, larve di mosche, comunissime e a tutti
note scavano i formaggi, costruiscono in essi delle
gallerie, e saltellano con vivacità quando vengano
messe allo scoperto, e sieno toccate.
Ma lasciando da parte gli esseri dei quali ab-
biamo parlato fino ad ora, i quali per quanto pos-
sano essere poco appetitosi nel loro aspetto non
consta però che sieno di alcun nocumento per chi
«Hi ingierisce; veniamo a dire di quelli che sono ma-
nifestamente dannosi o pericolosi. E prima di tutto
ricordo i vermi parassiti dell’ uomo quali : le trichine,
le ascaridi, I° anchilostoma, i vermi solitari, e 1° e-
chinococco per tacere di altri. In questi casi noi
portiamo nel nostro stomaco o le forme adulte o le
loro larve o le loro uova che poi non tardano a far
sentire sopra di noi i loro effetti molesti. Per evitare
questi ed altri vermi bisognerebbe bere acqua bol-
lita, e mangiare carni, insalate ecc., sempre ben
cotte.
A mezzo dell’ acqua chi lo sà quanti organismi
introduciamo nel nostro corpo? Quel bicchiere di
acqua fresca che noi beviamo con tanta avidità, è
un oceano sconfinato per una falange di viventi pic-
coli e piccolissimi che in esso nascono e si ripro-
dueono, nuotano e combattono. Quell’ acqua la ve-
diamo perfettamente quieta eppure c' è in essa tanta
agitazione, tanto movimento di và e vieni! Non ci
riferiamo a quelle acque di molti pozzi mal tenuti
nelle quali si vedono ad occhio nudo vermicelli,
larve d’ insetti, piccoli crostacei (Cyelops, Daphnie),
e simili, accenniamo a quei viventi che il nostro
occhio inerme non può scorgere, come sono gli in-
fusori e molti altri protozoi (Amaebe), e più ancora
i microbì Questi ultimi, veri operai invisibili della
vita e della morte hanno in sè delle forme che ben
di frequente, presa stanza in noi, sono atte a to-
glierci la vita.
Non è possibile far un calcolo, nemmeno appros-
simativo, sul numero dei microbii che giornalmente
penetrano nel nostro organismo e ciò in tante ma-
niere: coll’ aria atmosferica, nella quale sono sempre
sospesi in quantità varia; coll’ acqua, nella quale se
ne rinvengono molti; (1) col vino, colla birra, col
mosto, col latte, colle frutta. Microbi vensono pure.
ingoiati ancora da chi lascia invecchiare delle so-
stanze cotte (patate, pane, polenta) prima di cibar-
sene. Su queste poi più facilmente ancora s1 svilup-
pino dei funghi appartenenti a generi diversi: Mr
cor, Botritis, Vidium, Penicillium.
Il Mucor mucedo forma dei piccoli ciuffi lanu-
ginosì. di un bianco più e meno grigiastro, e sì rin-
viene sul pane avariato e sulle frutta alterate; pare
ch° esso porti dei sintomi violenti di avvelenamento
in chi lo ingerisce.
E qui faccio punto; ho già detto in principio che
l’ argomento non è trattato come meriterebbe, e in-
fatti io non l’ ho che sfiorato. Desidero che qualehe
studioso lo approfondisca e lo completi, sono sicuro
che farà opera buona per l’ igiene.
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hannò diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi no/izie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Nel
Padovano non avevo mai veduta la Luciniola mela»
nopogon Temminck). e nelle mie note di Ornitologia |
locale la trovavo indicata tra le specie di rarissima
ed accidentale comparsa. |
Il 27 Gennaio scorso recandomi per la solita vi-
sita mattutina al nostro mercato, un uccellatore mi
disse di avere avuto molti Iisaroli foresti, e col
nome di Risarolo qui si distinguono i due Calamodi,
presi nei canneti delle Valli interrite dalle torbide
(1) Secondo Miquel un litro, d’ acqua della senna preso a
Bercy contiene 4.800.000 microbi; preso invece ad Asnidres,
12.800 000.
4
del Brenta (Inferno Inferniolo ece.;) in distretto di
Piove di Sacco. Sembra che fosse la prima volta che
querti Risaroli comparivano sulla Piazza di Padova
mentre vi erano sconosciuti. Li acquistai tutti, una
cinquantina di buoni esemplari, non avendo ad ac-
corsermi che si trattava di Lusciniola melanopogon.
Fra essi rinvenni altri tre soggetti interessanti che
conservo una Cettia Cettù (La Marm.) rarissima per
noi, e due Cyanecula Wolfi (Brehm), che non avevo
mai avvisato nel verno. Una ventina di queste Lw-
sciniolae la feci preparare ed ora funno parte della
mia Collezione Ornitologica Italiana. Non è neppure
supponibile che si tratti di una accidentale invasione,
io credo invece che questa specie viva, forse in scarso
numero, inavvertita in quelle situazioni, nascosta nel
folto quasi inaccessibile dei canneti, e che il freddo
eccezionale di quest’ anno, la molta neve, il ghiaccio
persistente ve l° abbiano cacciata e che a ciò debbasi
questa cattura.
Il fatto della cattura invernale di Lus
di una Certia e di due Cyaneculae stabilisce la loro
inioloe,
stazionarietà in quei luoghi, fatto che non deve ri-
manere inosservato perchè non privo di un certo in-
teresse.
La Lusciniola melunopogon è sedentaria secondo
il Giglioli in Toscana, non è rara in Sicilia (Doder-
lein), rara nel Barese (De, Romita), di passaggio in
Liguria ecc., è specie che si trova verso oriente fin
nella Persia e di inverno nell’ India settentrionale
(Salvadori).
Le Cettia Cettà è stazionaria nel versante meri-
dionale dell’ Italia centrale e meridionale e nelle
isole del Mediteraneo (Salvadori). Tale uccello sì
trova nell’ Africa settentrionale ed anche nell’ Asia
minore.
La Cyanecula Wolfi è di doppio passaggio in
Italia ove non fu trovata per’ anco nidificante; pare,
secondo le osservazioni del Doderlein, che qualche
individuo passi l' inverno presso Girgenti ed il Prof.
Giglioli in questa stagione (4 Gennaio 1886) ne ebbe
una sola femmina dal Lucchese.
Padova ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI
Poichè nel n. 2 di questo Bollettino è fatto
parola della femmina di AZuuda alpestris presa al
Brembo, credo utile ricordare che già un bel ma-
schio della detta specie fu preso vivo nella rete
nelle vicinanze di Napoli nel novembre del 1868.
La notizia trovasi pubblicata nel rendiconto di
questa R. Accademia di Scienze Fisiche e Matema-
tiche del 1869 e l° uccello conservasi. nel Museo
Zoologico di questa Università.
Napoli Prof. A. Costa
Heliothis armiger. Nell’ ultimo Bollettino è
detto a pag. 43 a proposito della Heliothis armiger:
« Questo. lepidottero non fu ancora osservato in
Europa ». Esso invece s’ incontra in tutta l Europa
centrale occidentale e meridionale ed è frequente in
tutta l’ Italia, ove il suo bruco reca talvolta danno
al mais tardivo; vedasi la nota 42 nell’ Elenco del
Ghiliani, e il Bollettino della soc. ent. ital. 1887 a
pag. 270. Ing A. Curò
Origine della difteria dagli uccelli. Nel n. 41
anno corrente della Riforma Medica si legge, tra-
dotto dall'Union Medical, un articolo del Sig. L. H.
Petit, nel quale si raccontano fatti che tendono a
dimostrare che la difteria viene comunicata ai bam-
bini dai polli ed altri uccelli ammalati di tal ma-
lattia. Il mezzo di trasmissione sarebbe secondo Ni
cati, Paulinis ed altri 1’ aria e secondo Menzièr ed
altri l acqua che trasporterebbe i germi dai tetti,
ove in abbondanza si trovano le deiezioni degli ne-
celii, nei pozzi dai quali si prende l’ acqua per
bevere B.
Sulla cura delia tubercolosi. Il prof. De-Gio-
vanni dell’ Università di Padova, in un articolo pub-
blicato nel « Morgagni » di Napoli, dice come per
curare con efficacia i tubercolosi, sia necessario che
il medicamento antisettico da usarsi, sia anche to-
nico, cioè che rinvisorisea l’ organismo dell’ amma-
lato, migliorandone la nutrizione. Contemporanea-
mente l’ Istituto Lombardo di Scienze, pubblica un
resoconto di una lettura fatta in suo seno dal cav.
Sormani prof. d’ isiene a Pavia, nella quale è data
relazione delle’ esperienze fatte sul bacillo tuberco-
lare coi migliori antisettici conosciuti, ed in questa
e per primo notato quale medicamento efficacissimo
la « Catramina » che come si sa è una specie di
olio di catrame preparato dal dott. Bertelli di Mi-
lano, medicamento ehe ha il massimo vantaggio di
aiutare potentemente anche la digestione, come di-
mostrarono molti e valentissimi medici. Da ciò rt
sulterebbe che il desiderio espresso dal sullodato
prof. De-Giovanni, di avere cioè un preparato anti-
settico e nello stesso tempo tonico, sarebbe ora un
fatto compiuto.
Ad ogni modo è a desiderarsi ardentemente che,
come nelle altre malattie dell’ apparato respiratorio,
si abbiano ad ottenere dall’ applicazione della « Ca-
tramina, S che è esibita in forma pillolare, delle
certe cure di questa terribile malattia dei tubercoli.
SÌ
Sulla durata della vita in alcuni coleotteri.
Il Sig. Rihl ci fornisce alcuni dati assai interessanti
(Natur. Mùller di Halle N. 46, 1887.): le uova delle
Coccinelle abbisognano per la loro maturità di 5$
giorni, quelle dell''Aydropkilus piceus, 10; quelle
della Lagria hirta 20 giorni. La larva del Necro-
philus vespillo abbisogna d’ estate di 42 giorni per
cangiarsi in crisalide; Oxyporus mazillosus vive 45
giorni nello stato di larva; Lucanus cervus perfino
da 1620 a 1640 giorni nello stato di crisalide. Vive
la Cicindella campestris 30. giorni; il Pilophilus
granarius 8 giorni, nello stato di insetto per fetto
questo vive al massimum 60 e al minimum 3 giorni:
infatti tenuti in cattività e nutriti convenientemente
dopo la copula i maschi non oltrepassarono 16 giorni
di vita. le femmine vissero ancora 30-56 giorni. Gli
Ocypus sì mantennero in vita senzazcopula. maschi
50-60 giorni, le femmine 80-95 giorni.
Vienna SEN
Un nuovo Chaetopoda, abitante le profondità
dei laghi dell’ Europa media (lago di Zurigo e di
_S. Maurizio), viene descritto da Zm/of nel Zool. Ans.
N. 270 e gli viene dato il nome Vetrovermis
gen. et spec. PI
ANIONI;
lyalinus nov.
Taenia argentina n. sp. Il Dr. 7. Zsehotke nel
Centrbl. f: Bact. ete. (A. 11, 1888, 1 V. fascicoli l e
2) descrive questa nuova specie di tenia, che
parassita nella Ithea americana Luthi. sea
vive
Reptilia. 1. Nova spreIEs, auetore Boeztger (2):
a) Monopeltis Boulengeri. b) Sepsina Hessei, c) Fei-
linia imacrolepis. d) Fyphlops (Onycho cephalus)
Congicus et e) Elapsoidea Hessei.
2. SYSTEMATICA.
(Genus Eacerto (3):
1. Subgenus: Lacerta L. (part.).
Ri » Alpiroides Bibr..
3 » Zerzamia Lataste,
4. » Tropidosarra Fitz. et. |. >
B. > (novum, auct. Bedy/0g90):
Beltuiu (sp. B. Delalandi M. Edx.). ib: |
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
1’ Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate solto questa
Delle. altre,
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzla,
rubrica, e nelle quali è seznato il costo. se ne
o, presso la direzione.
Gli imenotteri del Trentino. Notizie preliminari
del Dott. Ituggero Cobelli: Il primo fascicolo di que-
sta importante pubblicazione tratta delle Formicidae
e vi sono notate o
località.
Antropologia generale. Lezioni sull’ uomo se-
condo la teoria dell’ evoluzione, dettate nella R.
Università di Torino dal Prof. Errico Morselli, Ab-
biamo ricevuta la da dispensa di questa interes-
parecchie specie nuove per quelle
‘santé pubblicazione già da noi annunziata nel fa-
scicolo 2. In questa 4a dispensa illustrata da ben 20
ficure termina il capitolo :
sformismo sino a (0.
Sviluppo storico del tra-
Darwin e comincia l'altro: |
. La teoria del trasformismo secondo Carlo Darwin. |
(2) V. Diagnoses reptilium novorum ab ill. viro P. ZTesse
in finibus fluminis Congo repertorum, in Zool. Anz. A. x,
N. 267. |
(3) V, Bedriaga, Beitr. 3. K. d, Lacerlidenfainilie (Frank-
urt a. M. Diesterweg 1856). |
Imprimatur Tegete, Z. IV. 1888, |
“Da oe è fatta per cura della Unione di-
pografica editrice di Torino. - È e;
Accademia Spoletina. Studi Geologici. In que-
sta memoria del sig. conte Francesco Toni si trovano
importanti osservazioni sulla Geologia dell'Appennino
Spoletino e sui fossili in esso rinvenuti. In particolar
modo vi si tratta della importante collezione Geolo-
gica, Paleontologica e Paleoctnologica raccolta e for-
mata dall’ estegio Autore e che si conserva presso
il medesimo a Spoleto. Vi si leege pure un’ articolo
del prof. Arpago Ricci sull’ età della pietra e l'uomo
preistorico nel territorio spoletino.
Appunti e note di Ortotterologia siciliana del
dott. G. Riggio. Contiene: I Ortotteri delle Mado-
nie ove sono notate 33 specie fra le quali due nuove
per la Sicilia cioè StetRophyma fuscum Pull e Ste-
| nobathrus parollelus Zett che è nuova anche per
I Italia — II Sopra alcune specie critiche 0 nuove
per la Sicilia: Parla di 12 specie — III Sopra una
nuova specie di Grylodes della Sicilia, e conside-
È il Grillodes Brunneri
Riggio. Vi è unita pure una tavola sinottica delle 5
specie di Grylloides finora conosciute.
Sopra alcuni imenotteri dell’ isola d? Ustica.
Nota di G. Itiggio e T. de Stefani-Perez. Vi sono
clencate 62 specie di Imenotteri, e di 3 nuove, (Sele-
rogibba, n. cen. crassifemorata: Hxochus lucidus:
Monodontamerus usticensis) vi sono pure la deseri-
zione e le ficure.
razioni su questo genere:
La valtellina ed i naturalisti, memoria biblio-
grafica per Mario Cermenati. Ci è stato favorito il
terzo fascicolo di «uesta pubblicazione di cui il
primo, Generalità, fu già da noi annunziato nel pri
mo numero di quest anno, ed il secondo, Zoologia, è
in corso di stampa. Questo terzo fascicolo tratta della
Botanica ed il sommario è composto di ben 25 ar-
ticoli. Si vende al prezzo di L. 1,00.
Bollettino di musei di zoologia cd anatomia
comparata dalla R. Università di ‘forino. Gli
ultimi numeri ricevuti trattano :
G. GisELLI: Delle variazioni di colore nel Carabus olim-
piae Sella — G Porronera: Nuove specie di Molluschi dello
Scioa, cioè Helicarion Ragazzi, Buliminus Antinori, Homorus
Ragazzi, Subulina Chiarinil, Fruticicola Scioana, F. strigel-
loides, Planorbis Cecchii — Dott. D. Rosa: Sulla struttura
dell Hormogaster Redi, mihi — Dott: L. CAnerANO: Desert
sione di un girino anomalo di Rana esculenta L. — B. Por-
LONERA: Nuove specie dî molluschi lerrestri raccolti nello
Scioa dal dott. O. Ragazzii: Vitrina Licate, V. Ragazzi, V.
Bianchit, V. Giulietti, V. Martinti, V. Antonelli, Sitala trocu-
lus, Buliminus Vigoni, B. Sacconit, B. scioanus. -B. Méne-
liki — Dott. L. CameRANO: Iticerche intorno all Anatomia
ed Istiologia dei Gordii.
Revista del Hipnotismo esperimental y tera-
peutico. Il dott. A. de Das lasciando la direzione
del giornale Lau Hipnoterapia, ha fondata questa rivi-
i sta che con una eletta schiera di collaboratori pub-
blica due volte al mese in Madfid. L'abbonamento
costa 20 pesetas ogni trimestre. Si è pubblicato il
1° fascicolo che costa l pesetas,
39
Ì dnsegnamenti pratici
——cesoos—
Per la Peronospora. Se l’anno scorso, grazie
alla siccità dominante in tutta l' estate, non si eb-
bero gravi danni prodotti dalla Peronospora, certo
si è che questa malattia non è spenta, i suoi germi
si può dire sono sparsi ovunque e non attendono
che l'ambiente propizio, calore ed umidità per svi-
lupparsi, propaga e, e compromettere il princi-
pale dei nostri prodotti agricoli Occorre adunque |
prevenire il male perchè non ci colga, mettersi al
caso di soffocarlo nel nascere quando si pre- |
sentasse. Lo Solfo sublimato acido, che è una spe-
cialità delle miniere Albani ha dati sodisfacenti
resultati come antiperonosporico ed è special-
mente raccomandabile come preventivo, ossia per |
rendere molto difficile che le viti sieno attaccate
dalla Peronospora; ma se ad onta di esso, per
l'andamento speciale della stagione non si ri-
uscisse a tener lontano dalle nostre vigne il ma-
ligno parassita, allora almeno per quanto si sa fino ©
ad oggi, il miglior rimedio è il Solfato di Rame
somministrato misto ad altra polvere in tenue
proporzione e dato alle viti quando ‘non sieno
troppo umide, non troppo tenere e non in fio-
ritura.
Lo solfo ad ogni modo e necessario per com-
battere l’ ordinaria crittogama, esso giova in mille |
modi alla prosperità della vite e perfino sì assi- |
cura che sia una buonissima difesa contro le brine
tardive; lo Solfo sublimato acido è nei suoi pregi
incontrastabilmente superiore agli altri solfi, nes-
sun minimo danno può arrecare al vino: percui |
quale altra polvere può essere più raccomandata di |
questo solfo per mescolarvi il 2 0 3 o più per
cento di Solfato di Rame, onde avere il più pratico
e potente. mezzo di combattere la Peronospora,
dar vigore alla vite e salvarla anche dalle altre
malattie che la tormentano ?
Fino a che non sieno escogitati rimedi migliori,
per noi non vi è ora da scegliere: S0/f0 sublimato
acido specialità Albani, che e pure molto econo-
mico per la sua estrema finezza, per le località
ove negli scorsi anni la Peronospora non ha fatti |
grandi danni, e per coloro che dubitano ancora
sull’ azione venefica del rame; detto solfo con
Solfato di rame scentificamente unitovi nella pro- |
porzione dal 2 al 4 per cento per chi «deve lot-
tare con forti invasioni peronosporiche.
Indicatore della pioggia e del bel tempo.
Ognuno può fabbricarsi da se un igrometro, in- |
zuppando della tela fina in una soluzione acquosa
di Cloruro di cobalto, il quale varia colore se-
condo che l'atmosfera è umida o asciutta. Con
. la tela si possono fare abiti a figure, fiori ece., e
| quando saranno bagnati dal sale di cobalto se
| l'aria sarà asciutta presenterannno ua colore
| violetto-rosa poichè il sale allo stato anidro da
| questo colore, mentre sopraggiungendo della umi-
dità il colore diviene azzurro, tale essendo il co-
lore del Cloruro di cobalto allo stato di idrato.
Per aumentare la durata dei pali ed altri
legnami che sì inffisgono nei terreni per formare
pergolati, berseaux, per sostezn? delle viti ecc.,
| vengono consigliati diversi sistemi, di alcuni dei
{ quali abbiamo già parlato altre volte, come : il
| porre il palo nel senso contrario a quello in cui
ha vegetato, la incatramatura della parte che
deve rimanere sotto terra con il cosidetto Goudron
o residuo di carbon fossile. E pure buona l° ab-
bruciatura superficale fatta come si è detto per
il catrame; ma ciò. che pare dia migliori resultati
sono i bagni in liquidi antisettici e specialmente
in soluzioni di vetriolo di rame. Ecce come sì
procede: Si prende del buon vetriolo di rame e
se ne sciolgono 10 grammi ogni litro di acqua
che si fa riscaldare alquanto; vi si immergono i
pali che è bene sieno sempre ben secchi, e vi
si lasciano stare quanto è necessario perctiè il
legno si imbeva bene del liquido. Così trattato il
lezname dura 2 o 3 volte più dell’ ordinario.
Per conoscere il sesso dei piccioncinî, il Sig.
| De Cardes presidente della società di agricoltura
del Gers, indica il seguente mezzo come infallibile:
Prendete il piccione con le mani applicate sui
lati lasciando libero il collo e la coda, dopo essersi
dibattuto finirà con l’ abbassare la coda se è ma-
schio, con l’alzarla se è femmina. Ripetete l’ espe-
| rimento sostenendo il piccione con Je ali riunite
in una mano, o con le due mani intorno al corpo
lasciando libere anche le ali; la coda abbassata
indicherà sempce il maschio, mentre la coda a
ventaglio dinoterà la femmina. Questo si spiega
pensando alle respettive pose del maschio e della
femmina all’ atto dell’ accoppiamento
Conservazione dei fiori allo stato naturale.
| Troviamo indicato il seguente metodo ma non lo
| abbiamo provato. Prendete i fiori ad uno ad uno
per il gambo, tuffateli nella paraffina liquida e
calda, ritirateli prontamente, scuoteteli affine dì
far sparire le bolle d’aria che si attaccano ai pe-
tali. Abbiate cura che il liquido non sia eccessi-
| vamente caldo, perchè i tessuti non vengono di-
| sorganizzati. I. fiori di fresco colti sono quelli che
così si preparano e conservano meglio.
| Per far cambiare di colore ai fiori. Nel n. 2,
| 1888 della Flora illustrata del Pfeiffer, troviamo
| indicato il seguente modo: Si mischiano 10 gr. di
Etere solforico in 2 gr. di Spirito ammoniacale e
' con questo liquido si toccano i fiori nei luoghi
| ove si desidera far cambiare il colore, oppure se
ne versa un poco nell’ acqua nella quale sì t10-
vano i fiori.
60
1 gelsi da preferirsi. Quantunque la bachicol-
tura trovisi un periodo molto critico, tuttavia è
certo che prima o poi tornerà il buon giorno
anche per essa percui sarebbe pazzia trascurare
le piantagioni dei gelsi perchè questi nen vengono
in un giorno ne in un anno; perciò crediamo bene
chiamar l’ attenz'one degli agricoltori sulle varietà
migliori a cui devono attenersi Anzi tutto nel gelso |
devesi ricercare la precocità non disgiunta dalla
resistenza alle nebbie, ed alle brine, perchè tutti
sanno che coi gelsi precoci si possono anticipare gli
allevamenti dei bachi, il che è quanto dire mettersi
qnasi al s'curo da moltissime malattie, che sì svi-
luppano meglio nei maggiori calori della stagione
inoltrata.
Uno dei gelsi precocissimi diremo anzi il più
precoce di tutti, è senza dubbio il Gelso Primitivo
o Cattaneo del quale parlammo molte volte nel
nostro giornale e che va grandemente diffonden-
dosi non solo in Italia ma anche all’ estero; e ben
a ragione, dacchè oltre al succitato vantaggio del'a
precocità unisce un’ eccezionale resistenza alle vi-
cende climateriche; si presta egregiamente alla
formazione di utilissime siepi a spalliera; è così |
rustico da non soffrire neppure se piantato nelle
stesse fosse da dove si tolsero poco prima altri
gelsi morti, e produce sollecitamente un’ ingente
quantità di eccellente foglia sebbene si mantenga
selvatico, perchè il Gesso Primitivo non s' innesta.
Questo fatto basterebbe da solo al accordargli
quel primato che ormai s' è dovanque acquistato
e che suggeri perfino a taluni l’idea di vendere
la riproduzione soîto denominazioni variate, senza
per altro pensare che una pianta esotica r7pr0
dotta, appunto perchè priva della sua originarietà,
non può possedere lo sfesso valore, e nello stes o
suo acclimitarsi si racchiude il principio del de-
generamento.
Il gelso Cattaneo però ad onta dei mclti suoi
meriti ebb: esso pure i suoi detrattori che gli
imputarono il difetto di presentare un certo per-
centuale d' individui che emettono fiori prima della
foglia naturale, ritardando il raccolto di quest'ul-
tima, per quanto sempre in tempo per darla ai |
bachi. Tale difetto è però ormai soppresso grazie
alla sollecitud.ne della Casa importatrice e distri-
butrice di qresto gelso, la quale già dà qualche
anno attende dilisentemente a selezionare e di-
struggere fin dal semenzaio gli esemplari unises-
suali maschili, comuni del resto a tutte le altre
specie.
Con buoni e resistenti gelsi e con nuove semente |
‘il bachicoltore renderà quindi meno aleatorio code-
sto prodotto che nelle condizioni in cui versa
l' agricola non è certo il caso di tralasciare.
TL BACOLOGO
mente ad un calore moderato 620 grammi di
pece ordinaria. Quando sia convertita in un liquido
seiropposo chiaro, aggiungetevi lo5 grammi di
alcool e dopo di averla ben mescolata versate la
miscela in una bottiglia che chiuderete ermetica-
mente e mettetela in serbo per adoperarla quando
vi occorrerà come ottimo mastice per gl’ innesti.
Cimatura delle fave. Dalle esperienze fatte in
Francia dal Pruneau sulla cimatura delle fave,
risultano ì vantaggi seguenti: una maturazione
precoce ; un raccolto maggiore in peso ed in vo-
lume; una quasi immunità delle piante dagli at-
tacchi degli ‘insetti (Aph's fabae). Ovunque si è
praticata questa cimatura si è ottenuto un esìto
felicissimo, corrispondente a quanto è stato asse-
rito dal Pruneau. La raccomandiamo ai lettori.
Il solfato di rame contro la peronospora delle
| patate e dei pomidori. i Sigg. Millardet e Gayon
già conosciuti come distinti, scienziati annunziano
che in seguito alle fatte esperienze si sono accer-
tati che il Sclfato di rame è efficace anche contro
la peronospora delle patate e dei pomidorì
Non potendosi facilmente fare uso della polti-
glia bordolese, il Millardet consiglia la s07fo-steatite
cuprica in polvere finissima da spargersi sopra
e sotto le foglie. La steatîte cuprica è una me-
scolanza di steatite e di solfato di rame. La stea-
tite (talco, pietra da sarti ecc.,) è un silico allumi-
nato di magnesia contenente un pò di potassa, ferro
ed acqua. Questo corpo untuoso al tatto è facil-
mente riducibile in finissima polvere.
Per coloro che non possono procurarsi facil
mente la polvere di steatite consigliamo di pro-
vare lo zolfo sublimato acido o neutro con il 2 0
3 per cento di Solfato di Rame.
INVENZIONI E SCOPERTE
Anemometro elettrico. La parte caratteristica
di questo apparecchio, e che credo di aver io pel
primo introdotta in simili congegni, è 1° elettrocala-
mita polarizzata Hughes la quale, per le sue spe-
ciali proprietà, dà all'apparecchio una sensibilità
grandissima.
Come ogni altro anemometro elettrico, il sistema
da me proposto si compone di quattro parti distinte:
.u) Un apparecchio trasmissore che chiude au-
tomaticamente il circuito ;
b) Un filo di linea;
e) Una sorgente costante d° elettricità;
d) Un apparecchio contatore.
Trasmissore. — ll trasmissore consta del solito
mulinello di Robinson, il cui diametro è di m, 0,884,
| che vien sostenuto da un robusto treppiede di ferro.
Mastice per gli insetti. Fate fondere lenta- |
L'asse del mulinello, nella sua parte inferiore,
termina con una vite perpetua, la quale ìngrana în
61
.r—r—w—#F —————__1_jprzzÉ zu
r—_—_———————————ɀɗn-@@ò
una ruota munita di 120 denti, collocata vertical
mente.
Per calcolare la velocità del vento si adopera la
formola data dal Robinson
V=3ntd,
in cui:
V indica la dano con cui
giro;
la ruota compie
un
t il solito rapporto della circonferenza al diametro;
d il diametro del mulinello, ed.
n il numero dei denti che ha la ruota.
Sostituendo in questa formola alle lettere i va-
lori numerici, avremo:
V=3YX 1204 3.1416X 0.884—= 999.8
ossia approssimativamente m. 1000 (un chilometro),
è la velocità con cui la ruota del mulinello compie
ogni giro.
7 A questa ruota ne è unita, per mezzo di viti,
un’ altra di osso che ha un diametro assai minore,
e porta un piccola sbarra di rame sulla’ sua perife-
ria, contro cui viene a sfregiarsi una molla.
Un capo del circuito elettrico (del quale fa parte
una pila e 1° elettromagnete del ricevitore
terminare
(viene a
alla molla, mentre l’ altro è congiunto con
detfa spranchetta: da ciò facilmente si capisce che,
ogniqualvolta la molla verrà in contatto con la lista
metallica, il circuito sarà chiuso, e 1° clettromagnete
del ricevitore lascierà in libertà la sua àncora.
Una robusta cassa in ferro serve a preservare
gli ordigni meccanici dall’ acqua
atmosferici.
e dagli altri agenti
Rieevirore. — L'apparecchio ricevztore 0 con-
tatore consta di un elettro-magnete polarizzato
Hughes la cui àncora è raccomodata ad un'asta
verticale (4) solidale ad una leva ad L rovesciata (]),
la quale porta uno scappamento che 5° appoggia alla
circonferenza di una ruota che ha dieci denti ri-
curvi; lateralmente a questa ve ne sono altre due,
le quali hanno pure dieci denti ciascuna.
Nella posizione normale 1° Ancora aderisce alla
elettromagnete; ma quando jl circuito è chiuso dal
trasmissore, le bobine di essa sono percorse da una
. corrente, ed allora l’ ancora, non essendo più tratte- |
nuta dalla polarità magnetica dei noccioli, è solle- |
citata ad abbandonare la sua posizione da una molla;
questa oscillazione è trasmessa alla leva ad JeG
che — mediante lo scappamento sovraccennato — fa
avanzare di un dente la prima ruota. |
Ciò succede ad ogni giro della ruota del tra-
smissore,
Un apposito nottolino impedisce alla ruota di re-
trocedere, ed un fermo limita l'escursione di leva.
Ad ogni dieci giri della ruota del trasmissore la
prima del ricevitore compie un giro e fa avanzare,
come in ogni altro contatore, di un dente la seconda; |
(1) Le cose sono disposte come nel pendolo; I asta fa l'uf- *
ficio di verga, l’ ancora di lente pendolare, s
ad ogni giro intero della seconda ruota la terza si
avanza di un dente. Così l' apparecchio può contare
da uno fino a mille
Un commutatore serve ad interrompere
rente allorquando il contatore non deve
Linea. — Se la distanza fra il
il contatore è breve, gli apparecchi vanno inserti
nel circuito come gli ordinarii campanelli elettrici;
se invece, per
la distanza è
chilometri.
la cor-
funzionare.
trasmissore ed
le condizioni speciali dell’ osservatorio
alquanto grande, si potrà abolire il
mettendo a ferra gli apparecchi; în
tal ‘caso però è prudente munirli di un parafulmine
per evitare i danni delle scariche elettro-atmosfe-
riche.
filo di ritorno,
Prini. — Le pile che più si adattano per queste
applicazioni sono la Italiana; la Leclanché e loro
modificazioni (4).
Osservazioni. — Il numero dei chilometri che
indicano la velocità del vento si leggono esterior-
mente su tre quadranti su cui scorrono tre indici
solidali alle ruote del contatore.
Le tre cifre si leggono cominciando da quella
opposta all’ àncora del magnete.
Dopo una prima osservazione non è necessario
ricondurre gli indici allo zero, ma si dovrà solo sot
trarre il numero rappresentante la velocità chilo-
metrica della prima osservazione da quella della se-
conda, e così via. ;
Per la messa in opera e la manutenzione di que-
sto anemometro, valgono le norme che si usano per
gli apparecchi congeneri.
Torino, 27 Febbraio 1888. M. BARATTA
Tina nuova pestatrice delle farfalle dei bachi
da seta, destinate all’ esame microscopico, è stata
inventata dai Sigg. Ronzani e Ubaldi di Milano.
Pare sì tratti davvero di una machina veramente
pratica, semplice e solida e che abbia ciù ottenuta
I approvazione di diversi selezionisti. Ne sono state
costruite di due modelli; il piccolo pesta completa=
tamente 10 farfalle in 20 minuti secondi e così 1800
all’ ora, ed il erande il doppio ossia un lavoro eguale
a quello che produrrebbero 24 operaie.
Utilizzazione della calce viva come agente
esplosivo. Il Sig. Paget Maseley, fondandosi sulla
proprietà che possiede la calce viva di aumentare
molto di volume e con una sran forza espansiva,
quando vi si mette dell’acqua, ha provato ad usarla
in sostituzione delle consuete sostanze esplosive per
abbattere e frazionare blocchi di carbon fossile e
di pietrami diversi, ottenendone un resultato sodi-
| sfacentissimo.*In fori profondi un metro con diame-
tro di 7 ad 8 mill. e distanti 1° uno dall’ altro circa
un metro, ha poste delle cartucce di calce comuni-
canti con un tubo munito di rubinetto per 1° intro-
‘ duzione dell’ acqua. Questo sistema presenta econo:
<
(1) Per la descrizione, messa in opera € manutenzione di
queste pilo vedi Bararra MyGIO, Pile ed accumulatori = Mix
“lano, U. Hoepli, 4887. SI
7]
n,
mia nella spesa e nessun pericolo nel maneggiare
la calce, mentre tante disgrazie possono accadere con
la polvere pirica, la dinamite e simili.
Microscopio da acquario. Nel Journal of the Ro-
val Mieroscopical Society di Londra (pp 1019-11-1887).
trovasi descritto e figurato questo microscopio d' in-
venzione del prof: Sculze. Non è molto differente
dagli altri, ma però permette 1° osservazione e lo
studio dei piccoli organismi natanti nell’ acqua di
un piccolo aquario di vetro che si pone in faccia
all’ oggettivo del microscopio
NIEEKFLEIZEFEAREIC
ea
Piscicoltura. Il Ministero di Aericoltura ha
continuato anche in quest'anno l’opera intrapresa per
il ripopolamento deile nostre acque dolci. Nei laghi
lieto e splendido avvenire. Notiamo pure con pia-
cere che di già si è posto mano alla pubblicazione
; di un periodico: « Monitore geografico e scientifico
di Orta e d’ Idro furono di cià immesse notevoli |
quantità di avanotti di trota e coregoni, mentre nei
laghi mantovani, Trasimeno, Chiusi e Montepulciano
sì immisero oltre 200,000 cieche di anguille. Inoltre
720,000 avanotti di trote si calarono nelle acque
dell’ Aurene, del Biferno e del tratto superiore del
Velino e di altri corsi.
telli Dantona verranno immessi 2000 avanotti di trota
ed altrettanta quantità di salmoni (Salmo salar).
Come si vede, in quest’ anno il ripopolamento è
Stato molto più largo degli anni passati, sia perchè
si è esteso anche alle acque delle provincie meri-
di Malta; orcano della Società Geografica maltese »
e del quale ci sono pervenuti i due primi fascicoli.
Chi desiderasse far parte di questa società può ri-
chiedere i regolamenti al prelodato sig. Mizzi.
Si annunrzia che si stà organizzando una grande
società per I esportazione dei prodotti italiani al-
I’ estero e specialmente in Inghilterra ed in America.
Posti vacanti. Cattedra di chimica farmaceutica
nella Università di Napoli. Scade il 50 giugno.
Veterinario di 3a elasse in Milano. Stipendio
L. 1800. Scade 15 aprile. x -
Veterinario a Verruechio (Forlì) L. 600. Scade
il 10 aprile. E
V. Congresso veterinario internazionale. Sarà
tenuto nel prossimo anno a Parigi nel mese di Set-,
tembre in occasione della esposizione mondiale.
Concorsi: La Società italinna di elettricità ha
i aperto un concorso sul seguente tema « Morzografia
sugli elettromagneti di compo nelle macchine di-
namo-elettriche ». Premio medaglia d’oro del valore
di L. 600. Tempo utile, 30 ottobre prossimo.
Il re dei Belgi ha aperto un concorso interna-
zionale con premio di 25 mila lire, per il migliora-
Nel lago di Patria di proprietà dei signori fra- |
dionali, sia perchè la spesa ha toccato la notevole |
cifra di ben 20 mila lire. î
Per cura poi del Comizio, agrario di Bardolino
Saranno gettati in quest’ anno nel lago di Garda
100,000 avanotti.
in Acireale. Abbiamo ricevuto il provetto di Statuto
e non possiamo che augurare alla novella associa-
zione V appoggio degli studiosi mieroscopisti ed una
vita lunga e prospera.
Società Urania. A Berlino si è costituita questa
società, cui è presidente illustre astronomo prof,
Trster, con lo scopo di impiantare nno stabilimento
mel quale i] pubblico potrà iniziarsi alle osservazioni
con il teloscopio, spettroscopio e microscopio.
mento sul modo di fornire. abbondantemente e a buon
mercato; buona acqua potabile nelle grandi città.
Concorso internazionale di animali riprodut-
tori. Questo concorso avrà luogo a Parigi dal 5 al
14 maggio 1889 in occasione della esposizione uni
versale. Coloro che desiderano prendersi parte de-
vono presentare le domande entro 1° anno corrente.
Un concorso a premi fra i produttori di Olio
di Oliva e stato aperto dalla R. Accad. dei Georzo-
fili. I premi sono di TL. 00 con medaglia di argento
‘Le L. 200 con medaglia di bronzo. Le domande de-
Società italiana di microscopisti. Si stà costi- |
tuendo questa utile associazione che avrà la sua sede ,
vono essere presentate entro il settembre prossimo.
Una esposizione- concorso internazionale di
forni essiecatoi per le frutta starà aperto a Portici
dal 15 settembre al 15 ottobre prossimi. Le domande
devono presentarsi non più tardi del 31 luglio.
La esposizione internazionale di uccelli da
cortile da co'ombaia ecc., caccia, cani, stru-
Società geografica maltese. Si è costituita que- |
Sta società sotto la direzione .del distinto sig. I. A.
VM. Mizzi. Ne abbiamo ricevuto il programma e lo |
statuto ed auguriamo alla nuova cd utilissima asso
ciazione scientifica ed al suo egregio direttore il più
menti ecc., che doveva essere aperta in Roma dal
16 al 30 corrente sarà inaugurata il 25 corrente e
durerà fino al 10 maggio prossimo,
Una esposizione internazionale di igiene e
salvataggio starà nperta ad Ostenda dal 1° giuono
al 1° ottobre prossimi. Contemporaneamente si terrà
colà anche una esposizione di bambini.
Altra esposizione d’ igene si aprirà a Brescia
il 1° settembre prossimo, "TIR RENE
a
Riceviamo con preghiera di pubblicare:
Ilumo. Sig. Direttore
del Bollettino del Naturalista.
« Nel n. 2 di quest’ anno del periodico da lei
« egregiamente diretto, alla pag 22 trovo una cor-
923 Si desidera fare acquisto di uno Stambeeco
(Capra ibex Lin.) imbalsamato, 0 di una pelle buona
« rispondenza da Reggio Calabria sui Gabbiani sot- |
« toseritta dal Sig. Giuseppe Moschella. In detto
« articolo | autore afferma che un esemplare di
« gabbiano giaceva dimenticato e negletto in uno
« scaffale di questo Istituto, finchè egli non lo vi-
« trasse quattro anni dopo e lo ripulì.
« Siccome le parole del Sio. Moschella possono
« far credere che le collezioni di storia naturale
a montarsi, come pure sì acquistano crani e corna
separate del medesimo animale.
94 La Socictà Apistica Abruzzese ollve fogli corei
faccettati con la macchina americana Vandervort a
L. 3,30 al Chilog. Lavora Ja cera spedita dagli api-
coltori a L. 0,90 il Ke. Dietro invio di L. 9,50 spe-
\ disce franco di porto in tutto il Regno un pacco
contenente Kg. 2,600 di fogli cerci, (peso netto). Chi
| desidera un campione non ha che mandare il pro-
prio biglietto da visita all’ Agroromo Vincenzo de
Michetti - Teramo.
« di questo Istituto sieno tenute in modo poco |
« soddisfacente, mi fo un dovere di dichiarare
« pubblicamente che il prof. di storia naturale di
« questo Istituto attende coscienziosamente al pro-
« prio ufficio ora come pel passato e che il Sic.
« Moschella, se ebbe occasione di spostare e ripulire
< un gabbiano nel gabinetto di questo Istituto, non
« ha fatto con ciò che un atto del proprio ufficio
« di assistente e non deve quindi ascriversi a merito :
« un fatto di taie natura ».
: De BENEDETTO
Preside del R. Istituto Tecnico di Reggio Calabria
e —
EICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DI CAMEBE
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino. 7
17 Sé offrono le seguenti razze di colombi: Gros-
Sissimi da carne veri pitoni piacentini di pura razza.
Modenesi gazzi neri. Gazzi caldani gialli. Gazzi bigi
(color celeste con verghe rosse). Gazzi pietra chiara
(color tava latteo con verghe gialle). Varietà inero-
ciate. Maschi e femmine scompagnate. Prezzi da
convenirsi dirigendo le richieste all’ Ing. Scola
Gaetano in Cremona. i
18 Si desidera acquistare qualche coppia vivente
da riproduzione e delle uova fecondate, della vera
Coluwinba livia, Briss.
19 Il Sionor Zeone Bowlet a Genolhae-Gard
(Francia) oftre freschi ed intatti, 10 Carabus Hispa-
nus per 8 franchi; 20 ex per 15 frs; 50 per 25 frs;
e 100 per 42 frs. — Ourabus Hispanus viventi a
l franco 1’ uno — Il Sig. Boudet capturerà per gli
amatori un migliaio di Carabidi (escluso l’ Hispanus)
AVVISO
Si desidera vendere una collezione di conchiglie
di circa N.0 2800 specie di tutti i marì, e special
mente della zona del già Stato Pontificio del medi-
terraneo, completa cioè da Terracina a Montalto di
Castro, tanto marine che terrestri, lacustri ecc. È
queste seconde il numero di 750 circa, comprese le
fossili di Civitavecchia, descritte ed illustrate da ap-
posite figure con i loro animali, copiate sulle viventi,
e legate in quattro tomi manoscritti. Sono tutte
classificate sul metodo Sander Rang con la sinoni-
| mia di Lamk, Shilippi ed altri autori, contenute in
| No 80 cassette di legno, e separate con scatole di
ber 50 frs e un migliaio di tutte le specie di Cole- |
otteri della regione per 45 frs. — Accompagnare le |
piccole domande con una scatola per l’ invio: e seri
vere in francese — Il Sig. Boudet non invierà la
sua mercanzia Che contro rimborso, o dopo ricevi-
mento dell’ importo.
20 Offro in cambio di libri o strumenti riguar-
danti la Botanica: M. Dropiez — Dictionaire des
sciences naturailles 10 vol. (mancano le tavole).
- Scrivere: Antonio De Bonis, Itovigo.
21 ll dott. Federigo Sacco (Palazzo Carignano
Torino) desidera far cambi di libri memorie ecc..
di Geologia e Paleontologia, con memorie dello stesso |
argomento.
9292 Giovanni Ettore Mattei (Bologna) desidera
fare cambi di piante secche da erbario sì italiane
ghe esotiche. — 5 ii
SE i Pes pieni
cartone e tubetti di cristallo per le piccole e fragili.
sopra ogni individuo è le sue etichette o numero:
che li sistema al Catalogo.
o == DI
GIORNALI RACCOMANDATI
SLA VDIe =
Il Brasile
Rivista mensile, agricola, commerciale, indu-
striale e finanziaria. :
Questa importante rivista italiana, si pubblica
a Rio Janeiro in fascicoli mensili di 80-100 pagine
e costa L. 15 all'anno. Vi sì trovano notizie molto
interessanti specialmente |’ industria el il com-
mercio dell’ Italia con quella ricca regione.
Il Villaggio
Giornale degli interessi agricoti commerciali.
Esce ogni domenica in Milano, Via Silvio Pellico
N. 8. Abbonamento L. 5 annue.
Gazzetta delle Campagne
Giornale di agricoltura, arti ed interessi ru-
rali. Si pubblica 3 volte al mese in Torino, Via
-
Urbano Rattazzi 5. Costa L. 5 all'anno.
Gazeta de Portugal
Giornale quotidiano, pol.tico e scientifico di
grande formato, che si stampa a Lisbona e costa
in Portogallo 6 reis e per l'estero 40 franchi
all’ anno. 5 $
T.e Monde de la Science
et de 1 industrie K
P.ivista mensile illustrata pubblicata sotto la
direzione del Sig. Alea Cloparede. Esce in La-
usanne 21 Rue du Pant. Abboramento per l'unione
postale L. 9,50.
Industria e invenciones
Rivista settimanale illustrata, diretta dal Sig.
D. Geronimo Bolibard ingen'ere industriale. Re-
dizione e amministrazione Calle de la Canudr
13,- 50 - Barcelona, SS
HANNO PAGATO L'ABBONAMENTO
dal Novembre 1887 a tutto Febbraio 1888
—_ —ar— -
‘nomi di coloro ai quali è stata fatta una ricevuta particolarmente non figurano în queste note,
2886-1887. — I Sigg: Siemoni cav. Edoardo — Pilati cav. Pietro — Valentini Licurgo — Salvi
Cristiani Alessandro — Pini dott. Napoleone — Rossini Carlo + Lovarini Emilio — Maggi Leo
pollo — Bedini prof. Alessandro — Direzione Miniere Solfuree Albani di Pesaro — Leoncini Emilio
s- Vignale cav. Giuseppe — Ballati canco. Francesco — Maccanti Gav. dott. Giovanni — Franee=
sel Ilario — Spanò barone Antonio — Mariacher prof. Giovanni — Airoli prof. Filippo — Macinai
dott. Carlo — Mascarò comm. dott. Giovanni — Ramazzotti Domenico = Moltfino cav. prof Giovanni
Maria — Fossati Vincenzo — Confalonieri Pietro — Preside del R. Liceo Genovesi, Napoli — Ca-
nestrini prof. G. — Bedini prof. Alessandro — Vido Luigi - S. E Pr vrcipessa di Sulmona —
Gioannangeli Benedvito — Fanzago prof. Filippo — Stradaioli prof. Giuseppe — Pruliere Natur —
Andrè Edmondo — Deschamps Emile — Fric V. î
l886-iSS7-18SS. — ] Sigg: Federici canco. Federico — Chiappe dott. Pietro — Baldini Ugo
— Gasparini dott Vincenzo — Parise Giulio - Del Puglia Giuseppé — Bonomi Enrico. di SEME
#8S7. Sigg: Pappasogli prof. G. Paolo — Pallaveri prof. Angiolo — Cadei Ferruccio — Mobili
Enrico — Thompson march. Amalie — Giardi Tito — Traverso Ubaldo — Peruzzi comm. Cosimo
— Giovanzana Federico — Mosconi Aristide — Bartoli canco Luigi — De Sinione Paolo — Da=
hielli lacopo — Nini Alessandro — Morandi Oreste — Pacini Giorgio — Direzione delle R. Seuole
‘Tecniche, Siena — Tosi prof. rag. Eugenio — Spadi dott. Narciso — Battistella Giacomo — Avanzi *
Eliodoro — Manchè dott. L. — Davy Leon -— Untersteiner Ereole - Armanini Pietro — Moravetz
prof Enrico — Valdagni dott. Francesco — Conti comm Antonio — Miceli Francesco
ASS7-î8SS. — I Sigg: Mens prof. Giovanni — Cansella Eugenio — Comizio Agrario di Saluzzo —
Messalongo prof. Caro — Dal Pizzo contessa Elisa — Bardi maestro Annibale. — Losi Giuseppe
colombicoltore — Hyller Giglioli comm. prof Enrico — De Conesi A.(G — Levi prof. dott. Cesare
— Del Prete dott. Raimondo — Cruciani dott Giuseppe — Mella conte Carlo — Vitale Giuseppe
— Passerini cav. prof. Giovanni — Gobboni prof. Omero — Fontana Alessandro — De Michetti agr
Vincenzo — Baroni Pietro — Piolti Dott Giuseppe. — Torossi dott. Giov. Batta -- Boschetti
dott. Eugenio — Marchesetti Carlo — De Pizzini cav. Antonio — Battelli don Nemesio — Montel
doti. Francesco. i
_ ASSS. — I Sigg: Camusso dott. Niccolò — Moreschini dott. Alessandro — Zonghi Lotti Niccolò
Spada cont» cav. prof. Leonello — Mereghi dott. Carlo — Bordi dott. Luigi -- Rocchigiani Leo-
poldo — Arcangioli Luigi — Bozzi cav. cap. Enrico — Curò ing. Antonio — Fiori prof Andrea
— Pozzi Luigi — Mattei Giovanni Ettore — Fulcis nob. dott. Antonio — Bonalda rag. Carlo —
Circolo dei Cacciatori Bresciani — Lench Ernesto — Piatti prof. Augelo — Mettica Ettore —
Betti cav. Ulderigo — Velardita Caldacera Giacomo — Inghilleri prof Gius:ppe — Platania P.
Rosario — Neviani prof. dott. Antonio — Vicini Elvira — Cermenati Mario — Ferragni Odoardo
— Binda dott. Attilio — Scola ing. Gaetano — Boccaccini prof. Corrado — Craveri prof Federico
— Bercigli Enrico — Fanny-Rospigliosi S. E Principe D — Gabinetto di Geo'ogia e Panteologia
cli Firenze — Bargagli noh. Piero — Caiani Gino — Paolueci marchesa Marianna — Landini Gio-
Vanmn — Serughi conte Ettore — R. Istituto Tecnico Carlo Matteucei, Forlì — Borgioli Bran-
caleone — Pinelli Gentile marchese Mino — Cassini Fruttuoso — Gaggino P.-- Mennuti Giuseppe
Castelli cav. dott Federigo — Santini prof. Eugenio — Lucchesi Napoleone — Raffaelli cav. Paolo
— Baroni Aristide — Benigno Filippo — Cimati Camillo — Faceciolà dott Luigi — Cambria De
Luca prof Giuseppe — Lancellolti Francesco — Istituto di Zoologia ed anatomia comparata Wi
Modena —- Coppi dott. Francesco — Borromeo conte Carlo — Barbhò conte Gaetano — Berzi Mario
— Lucarelli cav. prof. Francesco — D' Aversa cav Enrico — lannizzatto Matteo — Corte prof
Lorenzo — Piroja sac Pietro — Stefanoni Demetrio — Di Zigno comm. barone Achille — Notato
dott. Giuseppe — Barbiconi dott. Marino — Malpeli Aminta — Cappelletti Oreste (anche 1889)
— Longo prof. Andrea — Carabelli Angelo — Presidenza R. Liceo di Urbino — Mamini prof. 6.
Alberto — Barbieri Leopoldo — Salini Antonio — Caifassi Bartolommeo — Busatti dott. Luigi —
Moris Carlo — Dal Borgo Netolitzky Pio — Inghirami Iacopo — Incontri marchese Pericle — Mar-
tini dott. Battista — Savini dott. Ferdinando — Jannacci cav. dott. Francesco — Moschella Giu-
Seppe — De Bonis Antono — Meli Romolo — Parisi Fratelli — Angelini Gennaro — Baldini
Umberto — Clerici Enrico — Gualtiero Carlo Raffaele — Stiattesi cav. Andrea — Donati ing.
Biagio — Istituto industriale e professionale di Sondrio — Bassi Angelo — Filippi dott. Demo-
stene — Clementini Piccolomini conte Giuseppe — Pannilini Phoebe — Senesi avv. Ranieri —
Marconi Buonaventura — Cappelli prof. don Luigi — Minucci Francesco -- Nerucci conte Gio-
vanni — Pelacani prof. dott. Luciano — Speranzini arciprete Giuseppe — Cinughi Carlo — Tieci Ber-
nardino — Bottai dott. Olinto — Sborgi Oreste — Lombardi Alessandro — Sacco prof. dott. Fe-
derigo — Cantamessa avv. Filippo — Tellini Achille — Costa prof. Claudio — Pincherle Edmondo
— Manzini Vincenzo — Del Torre Francesco — Baroni Domenico — Buechich Gregorio = Museo
Civico Rovereto — Reichardt Guglielmo (anche 1889) —.Crevatin Francesco — Berti Giuseppe
— Ruggero dott. Grillo — Carnana conte Alfredo — Franzoi prof. Enrico — Vallon Graziano —
. Carnana de Conti Gatto Michelangiolo — Agius P. P. — Schinas Lurmi dott. L. — Zambiagi
prof. Enrico — Rohracher P. P. — Dott. Putzeys — Altadonna Romedio — Pappaorgio — Spigai
prof Raffaello. ; (continua)
410 - Stena 1888, Strap. Tip. CARLO Nava S. Brogi Direttore responsabi
PUERTO,
wr
Pas >
Puma —
TED
stai (ala: UNICA CURA DEL SANGUE
_R, Esercito Italiano
COMANDO SUPERIORI
GEE truppe in AFRICA
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| __ OGGETTO
i Soia Vesperimento fatto
| del Elerro China
Al Signor
FELICE” BISLERI
MILANO
(DI DISTES So cale T SOS ASA LO
ai vende in tutte le farmacie, ai caffè, bottiglierie e drogherie
FERRO: CHINA - : BISLERI
MILANO —.Via Savona, 16 — MILANO
Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto
Attestato
Ga
DO
: n BIBIPA REI ACROUA DI SELLE E Jo SOA
CANE
Ji
Massaua 28 9g SIPARIO 1886. 7
‘ Selogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu-.
mero 2658 questo Comando ha il pregio di partecipare alla S. V..
che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
x esperimentato. dal signor Tenente medico dottor Petti su due
« compagnie di fanteria stanziate in questo presidio ha dato sod-
« disfacentissimi risultati. »
Il Maggiore Generale
firmato; GENE
= FAZI
CIR) RI W
FAFECI VHIMOD
Avviso di Tondo di Gavalli Strumenti Utensili e specialliaà di-
i
(#
Fabro. fora
‘Nella tenuta di Solci (Umbria) si vendono Ca-
valli € Cavalle e Puledri domiti ed indomiti, interi
000, del prezzo di L. 200 a L. 7000.
È Diricersi. al Sig. Paolo de Sîmone in Carnarola
| werse Ulili per la raccolta studio, prepa-
oggetti di storia maturate.
| 2 pagina 2 e 5.
| si pubbiicherà il 1.° luglio 1888.
| per CH. BARILLOT, direttore del Hnseo Scolastico. |
— uao —
IGO di qualunque
gli indirizzi degli istitutori che hanno
9x9 N° 4 L. 1,00 N° 2 L. 0,80.
L. 0,70 - N° 2 L. 0,60.- N83 L."0,50.
-smerigliato L. 0,50.
astuccio con due aghi inoculatori. L. 3
rati o neri.
» | 43X16 » 1,80 » > RO
» 60x26 >» 3,00 ». >» 40
FEDBISAI IA 00
ri 80X40:915,00% SS 0
o nn RI O DAS AL NA
| razione e conservazione degli animali ed
Vedi le note pubblicate nel. fascicolo 4
pagina 15 e 16 e nella fodera del fascicolo
Vaseoli per collettori di conchi-
| glie ece. (Modello Del Prete) Cassette di
e I 4 Merci DELL. di NA! ,T TUR 4 ‘| latta da portarsi a tracolla con doppio: si-
| stema di apertura di cui una si chiude a
molla. Modello grande centim. 20X10 N° 4
L. 4, 50 N° 2 L..150, Modello piccolo centim.
Braghe per pescare molluschi ed altro.
(Modello Del Prete) Sono piccole draghe di
metallo da unirsi alla. mazza da passeggio
od altro bastone qualunque. Modello N° 4
Hocceise coniazeocee di 0 a tappo
Strisgla:: pen faniezioni minute. n.
3,00...
Esichette © cartellini, bronzati, do-
Millim. 80X15 L. 1,60 il mille, Cent. 20 il cento
SE
1
Per! commissioni di 5 mila 0 più della
ima grandezza, all’ ingiro dei. cartellini
eno Lpoereo, il nome del
Ai privilegiata per la provincia n
‘presso I” agenzia di questo Bollettino
Solfo neutro extra finissimo — Solfo sublimato acido, ui
sciuta la più attiva contro l’oidio e raccomandata per preservw
dalla PERONOSPORA, La sua estrema finezza ed il conseguente s
- volume e maggiore ‘azione, lo rendono anche il più economico
. con solfato dl rame nella proporzione richiesta | dal comprato
comandata in generale al 3 per cento. ..
Desiderando qualsiasi schiarimento scrivere in cartolias
conigli, polli esteri, piccioni, ecc.
Le uova di galline a qualunque varietà prin costa
l’ uno; l’ imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina 0 frazione di do
NUOVE PUBBLICAZIONI
In vendita presso l'agenzia del- Bollettino in Stena \ia fi Cintà TE
per qualsiasi pubblicazione iraliana u steauiera
Invio franco. agli abbonati del regno. Si concede anche un ribasso sui prezzi qu lora
SCE diverse opere. Chi desidera l'invio raccomandato aggianga 30 CEDISsina Î
( continuazione )
Alnaaà fo Metereviogico iialiamo Pub-
- blicato per cura del “comitato direttivo
della Società Metereologica Italiano. È
un volume di
zie interessanti qualunque ceto di per-
sone, contenendo tutte le notizie astro-
| nomiche e
sta”.
Bonino
Le lettere di ‘dies Madera dA
| ridotte sulle stampe migliori con introdu-
zione ed illustrazioni di
. «inediti o rari. . Pi
Storia: illustrata del Regmo animale
pona e P. Salvadori. Si è pubblicata la
quinta edizione Ai questa opera, e sono
“tali e tanti i mutamenti,
i le aggiunte e le nuove. figure, cc
i luppata in particolar spoco la: p
da tratta della strut i
CONpo
DO libro del
| Paolo Bo-
lavoro pub-
l'evolmente.
Giardino d' Acclimatazione d' Ippolito Desmenre
Si vendono fagiani. di ogni specie, scimmie, uccelli esotic
840. pagine ricco di noti | |
meteorologiche dell’anno 1888 |
notizie storiche ‘e scientifiche, statisti.
Che, conversazioni agricole, ec. do o:
) , È Li 3,00;
Piccolo AGGnarbsnas ad ‘uso dei gin- |
masi e licci, Sa dal prof. sa SERIO
900.1
Viltorio: Rossi.
È il IN volume della biblioteca di Testi
L. 20,00.
secondo, I opera del Pokorny, per.M. Le- |
numerosissime ;
. 3,00 |
.
Si »rendono commissio
Oche, Cola ecc.
Illustrato con 39 figure e ri e
ca Si
di Doll.” SOLO Pinolini. 3
Bacino grandi .
i ono di si Garbocci €
sùuota. AQ uso delle scuole del R.
174 figure nel’ testo
famuale per Za tecnica mm
siewoscopio.- Nelle oss
IOEISLE embriologiche an
giche, del dott. A. Gar
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TincoLINI Dott. Veter. ‘Pro — Sena
ToucHeT I. Naturaliste — Parigi
2 < Ag
; esposizione internazionale di uccelli da cortile e colombaia in Roma, G. 0. Gia hetti — Osserva-
zioni intorno si Generi Heliconoides (D’ Orb.) e Tapsia-(Mont.), Avv. G. R. Swlliotti — Vulcani e Terre
| moti, Prof A. Bonomi — Piante foraggiere da sperimentarsi. G. €. — Il Rubino artificiale, ci Cassagne
_ Colombicoltura (cont.) la Tortora bianca, G. C. Giachetti.
UNICAZIONI : Avviso AR gli ornitologi, A. Bonomi = Globicephalus melas, G. Podenzana Società
aliana di mieroscopisti,
P. Platania — Albinismo parziale nella Merula nigra, mM. Morici Mind —
vet fitogagi, P. — ui ococcus amylivorus, P. — Coniothyrium Diplodiella, P. — Teoria dei Fago-
3 - Meleagrina margaritifera, Sr. — Nutrizione degli uccelletti; P. — Tetrodon Sr. — Gli uccelli
eri oltura. SESSI volpe, Sr. - Zopimali REL, Sr. i Vendita di animali Ae Si — ditlunte
Dp SPES Domanda, 4. Balbi —_ dr piante di Platano nocive alla ue B.— Vea
sfelie di mare, B. — Notizie di caccia e note ornitologiche, Gi. Podenzana, S: Brogi, Sr.
SI BIBLIOGRAFICHE : Lezioni sull’ uomo — Coltura foraggiera. — Manuale di pollicoltura - — Annale
i torischen Hofmuseums — Gai _ Al nero o gommosi - Centralbl. fi Back.
InseGnAMENTI PRATICI: Coltivazione delle piante ‘senza terra. — Cura desli occhi Sin ‘osservazioni
icroscopiche.
Siepi nel Padovano — Per togliere I° odore di solfo al vino pai Conservazione pole
bellule — Per ridonare ‘agli insetti avariati e loro fr eschezza naturale. . 5 Dea
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ovo controllore — Nuovo concime.
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sanguisughe — — Animale “pra — Società botanica di Hai — Pre-..
anno iS Srria
Concorso per studi di perfezionamento — . Gara di piccioni — ‘Consor-
Piscicoltura — AIPAERIRO di bachicoltori _ = Stazione zoologica - o ‘ Posti vacanti
sora dal To sa 15 di oonì ‘mese, e La direzione può rifiutarsi di cl
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ardino d' Acclimatazione d'ippoito Desmeure - ilrenze
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conigli, polli Ri piccioni, soa
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Ogni bicchierino contiene 17. centisrammi di ferro scrofa
SREE Attestato
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“R, Esercito Italiano:
COMANDO. SUPERIORE £ Mussona 28/4 gennaio ‘1886.
delle truppe in AFRICA
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3 Sciouliendo la ‘riserva fatta. coi. fogli delli 17. settemlhre nu=.
Ufficio: del Comando mero 2658 questo Gomando ha il pregio di partecipare alla iS. M.
si CORR) che. il direttore. del servizio Sanitario. Militare Locale, Maggiore
N. 362 di protocollo © Cav. Guerriero mi referîsce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
OGGETTO «< esperimentato dal signor Tenente medico. dottor -Petti su due
Circa l'esperimento fatto «compagn'e di fanteria stanziate in questo SPIA ba dato sod
del Werro China « disfacenlissimi risultati.» Ro die
Al Signor i Mao Taguiore Gener
È FELICE BISLERI IU N «qgiore Gna ale
MILANO i È ra: firmato: GENE
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si vende. in tutte le fanmocie, pastiecienie, cat ho CH Blieriene I
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da In generale alc i
TE
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Siena, maggio 1888 >
N. 5
VEREEEVEZIZAIEIZIOI EMANAZIONE NILO SISI II
COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE
PERIODICO MENSILE
Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno.
— —__—_—__—_—r———————————————————————— cc _°_0z909pqque ’@‘6
RARE RERRERREFRIRIZEREETERETIIREREEREZTIZI
L° Esposizione Internazionale
DI UCCELLI DA CORTILE E COLOMBAIA |
IN ROMA
16
To ho avuto l’ onore come rappresentante il Bo?
lettino del Nuturalista di far parte della giuria della |
prima Esposi
e colombaia apertasi in Roma il 25 perduto Aprile.
Per mio espresso desiderio appartenni alle divisioni
IV. e V. comprendenti quattro sezioni distinte, Co-
lombi, Conigli, Fagiani e grossa selvaggina da par-
chi. Mi furono colleghi graditi e carissimi îi Signori
Capitano Malagoli, Barone Prof. Sappa, Cav. Dott.
Ohlsen, Dott. Camusso e Prof. Vinciguerra ai quali |
tatti invio un’ amichevole saluto.
one Internazionale di uccelli da cortile
Conviene prima di tutto dichiarare che questa
prima Esposizione Internazionale è riuscita per metà,
imperocchè sono mancati all’ appello del: Comizio
Agrario di Roma gli allevatori Francesi, Belga e
Olandesi, i quali da soli avrebbero potuto formare |
.una mostra uccelli da cortile e colombaia cin- |
quanta volte più imponente di quella di Roma. La
di
Spagna pure che în alcune provincie ha buone razze |
di pollame nulla ha inviate; ma ciò deve attribuîrsi |
alla mancanza di grandi case di allevamento come
ne esistono nella Francia e nel Belcio.
È poi doloroso dover confessare che il concorso
degli italiani è stato ben meschino, e che se non
fosse venuto il Facchini di Modena con molte cen-
tinaia di volatili, 1° Esposizione si riduceva a zero.
Tale inerzia dei nostri concittadini bisogna spiesarla
coll’ ignoranza delle masse agricole di un' industria
floridissima è luerosa, coi volgari pregiudizi di danni |
derivanti dall’ allevamento dei polli e dei colombi, e
colla nessuna iniziativa per parte della maggioranza ,
delle Camere di Commercio e dei Comizi Agrari del
regno allo sviluppo di questa industria. Deve quindi
tributarsi un meritato elogio alle egregie persone
componenti il Comizio Agrario di Roma ed in spe-
cial modo all’ egregio suo presidente Marchese No-
bili-Vitelleschi che non ha risparmiato le più assidue
cure, la sua intellicente operosità e la sua influenza
perchè avesse luogo in Roma la prima mostra inter-
nazionale di uccelli da cortile .e da colombaia.
PERIERIZEREZTE BRR ERTARIRERIRETEIZERZETZZZEZI
I Tedeschi, gli Austriaci e gli Svizzeri, soli espo-
sitori esteri, si sono rivelati, a mio parere, superiori
agli Italiani in più divisioni: ma noi non dobbiamo
occuparci che delle divisioni quarta e quinta affidate
al nostro giudizio, ed è perciò che tralasciamo qua-
lunque dettagliato apprezzamento sulle altre.
Principieremo dalla divisione V. perchè la più
importante e la più numerosa. La divisione venne
suddivisa secondo il programma in due categorie :
I. Uccelli IL. Mammiferi. Appertengono alla prima
catesoria i Fagiani e î Colombi, ed alla seconda.
| tutta la grossa selvaggina da parchi.
Degli animali esposti nelle due categorie i soli
Colombi meritano che ci se ne occupi diffusamente,
poichè, è doloroso il dirlo, gli allevatori esteri hanno
inviati così rari e variopinti uccelli della tribù co-
| lombina, da lasciarsi di lunga pezza indietro i co-
| lombicultori Italiani.
Ma prima di confrontare i meriti dei singoli
| espositori, gli esteri e i nazionali, conviene dividerlî
in tre distinte sezioni :
I. Espositori di razze da carne.
II. Espositori di razze di lusso.
III. Espositori di razze da corsa. i
È evidente che lo scopo utilitario dell’ alleva-
mento dei Colombi, riscontrasi nel massimo grado
nella IT. e nella IMI. sezione; imperocchè la prima è
destinata a fornire i mercati delle vettovaglie di una
| vistosa quantità di carne salubre e ad un prezzo
| accessibile a tutte le borse, mentre alla terza è ri-
servato 1’ alto compito di mantenere, e. migliorare
potendo, le razze colombine messaggiere, che hanno:
attualmente una parte importante nell’ ordinamento
degli eserciti e nella difesa nazionale.
La IL. sezione cioè quella degli allevatori delie
razze di lusso avrebbe pur’ essa una certa impor
tanza, se in Italia si trovassero persone che se ne
occupassero con amore, e se l'iniziativa venisse dal-
l'alto. Sventuratamente da noi pochi credono ad
| un’ industria” apportatrice di vistosi guadagni alle
| vicine nazioni, ed è per questo che in fatto di co-
i lombicultura ben pochi progressi ha fatto la scienza
in Italia.
Ed è in questa inerzia nostrana che deve ricer-
‘carsi la principale cagione per cui nella mostra in-
ternazionale di Roma figurano pochissimi gli espo-
sitori Italiani con soli Colombi della I. e della II.
.sezione, mentre i Tedeschi, gli :
Austriaci e gli Svia
‘ glioramento
‘che aveva
“nanza ministeriale potè concorrere coi piccioni mes-
zeri, più numerosi «dei nostri, hanno inviato quasi
esclusivamente Colombi della IL sezione.
L’ industria Tedesca dell’ allevamento di Colombi
di lusso, come ebbe a dirci il carissimo collega ed
amico Prof. Sappa, è le cento volte più in auge del-
l'industria nazionale per l° allevamento dei Colombi
da carne; se industria di allevamento può chia
marsi il raccogliere per le campagne tutti i piccioni
mangierecci per venderli sui nostri mercati,
presentarli alle pubbliche
in molti rami dell’in-
facilità fra! di
spedirli all’ estero, o per
mostre. Decisamente in Italia,
dustrie. agricole si confondono con
loro allevatori e negozianti.
Un’ altra causa per cui 1° industria dei Colombi
di lusso è difficile a propagarsi in Italia stà a parer
mio, nell’ indole stessa dei popoli del mezzogiorno,
che prendono esclusivamente quanto gli concede na-
tura senza troppi sforzi materiali e scientifici. Eccetto
il Piemonte, la Lombardia, il Veneto ed il Modenese |
dove pochi volenterosi si sono dati a studiare il mi-
delle razze di animali domestici, sia
rapporto all’ ingrasso, sia rapporto all’ aumento di
produzione, nelle altre d’ Italia nessuno se
ne occupa, e noi dobbiamo
altri popoli Latini ed anche ai Nordici.
Ciò premesso, vediamo come possono dividersi
gli espositori.
regioni
rimanere secondi agli
mostra dei Colombi diciotto
espositori: sono mancati due Tedeschi che già ne
avevano fatta dimanda, i Signori Ireel Theobald e
Viullmann di Francoforte sul Meno. Di qnesti di-
ciotto, dieci sono esteri, e solo otto Italiani.
È. Dei concorrenti esteri, nove espongono soltanto
Colombi di razze di ed uno, | Helfer di
Vienna, Colombi di lusso e di razze da
Hanno concorso alla
lusso,
razze di
cor so. È però a notarsi che pochi giorni prima di
aprire la mostra il Ministero della Guerra dava or-
per :
dine alle frontiere che si respingessero tutti î Co- .
lombi da corsa diretti in Itatia. Così il solo Helfer,
già spedito a Roma prima dell’ ordi-
saggeri.
Degli otto espositori Italiani, il Facchini di Mo-
dena concorre con circa
delle tre sezioni, quattro coi soli Colombi da corsa,
uno coi
came.
due centinaia di. uccelli
Colombi di lusso. e due coi colombi da
Tenuto calcolo della quantità dei Colombi esposti,
eli Italiani superano dell’ 80 per 0) gli espositori
esteri; ma questi alla loro volta superano di egual
| proporzione gli espositori Italiani per il numero delle
tazze e varietà, aleune delle quali nuovissime per
J Italia.
Lasciando a parte la considerazione da me fatta
‘in principio, che il Facchini di’ Modena coi suoi
tre padiglioni contenenti un migliaio di volatili, ha
contribuito da solo 422° esistenza dell’ Esposizione di
Roma, e guardando scientificamente non al 220mero,
rosato-Nom Gen
ma alle qualità dei Colombi esposti, si ha il se-
guente resultato di merito :
Primi — Gli espositori esteri di Colombi di
lusso. 5
Secondi — Gli espositori Italiani !di Colombi
da corsa.
i Terzi
da carne.
Prese partitamente le tre sezioni in cui abbiamo
diviso i Colombi, trovasi che nella prima sezione gli
espositori esteri hanno superato i nazionali, che
nella seconda i nostri colombicullori vanno di pari
passo coll’ Helfer di Vienna, che solo ha potuto pre-
sentare piccioni messaggeri, e che nella terza gli
Italiani non hanno avuto competitori esteri.
Ma ciò vedremo diffusamente nel successivo ar-.
ticolo.
— Gli espositori Italiani di Colombi
GiuLIo CESARE GIACHETTI
SE c È Basa ren
Osservazioni intorno ai Generi He/iconordes,
D’ Orb. e 7hapsia, Monts.
Nel 1861 il Prof. O. G. Costa, avendo giusta-
mente osservato che lo Spirialis rostralis, Souleyet.
presentava caratteri tali da non potersi per essi
conservare nel gen. Spirialis, ne lo staccò e ne fece
il tipo del suo nuovo gen. Protomedea, chiaman=
dolo così Protomedea rostralis. Questo nome ge-
nerico venne però rigettato, per la giusta ragione
che era stato adoperato sin dal 1834 dal Blainville
in altra classe di anîmali, e lo Jeffreys nel 1869
sostituì a quello adoperato dal Costa il nome ge-
nerico Embolus — Così l'ex Spirialis rostralis e
Protomedea rostralis sì chiamò E mbolus rostralis.
Da ultimo l° instancabile e valente Marchese di
Monterosato, avendo riconosciuta l' identità dei ca-
ratteri di questo genere con quelli del gen Heli-
conoides stabilito dal D'Orbigny sino dal 1835; ha
creduto bene dare a questo ultimo nome la prefe-
renza, stante: la sua indiscutibile priorità (Monte-
Spec. etc. - pag. 151 - Pa-
lermo 1884). i
E fin quì tutto va bene. Senonchè io credo che
la priorità non valga assolutamente a salvare un
nome quando esso è mal fatto; e che tale sia quello
adoperato dal D' Orbigny me lo insegna il sommo
Linneo: « Nomina generica in oides desimentia e
foro malacologico releganda sunt. »
In forza di questa massima venne respinto il
nome generico Cecilioides imposto dal Férussac ad
un mollusco terrestre, e per la stessa ragione io
propongo che non si tenga conto del gen. Helico-
\
de:
3
È
7, x
rr. ———______ b &
67
noides, D' Orb. e che si ritorni al nome generico
Embolus, Jeff.
Qualora valide ragioni impedissero la conser-
vazione di questo ultimo nome, p. es. la sua troppa
segreto, a scoprirne qualche legge. Nello scabroso
| cammino che il Naturalista deve percorrere, egli
‘somiglianza con qualche altro nome generico, od |
altra migliore ragione, io propongo che a designare
le specie del genere in discorso si adoperi il nuovo
nome generico Polloneria
* *
Nel 1884 il Marchese di Monterosato (loc. cit.
‘pag. 65) stabiliva una nuova sezione per le Rissoide
a spira turrita ed aventi una certa somiglianza
mnell’andamento degli anfratti, delle coste e dei
‘solchi spirali, nonchè per la forma del labbro |
esterno, con alcune Melanidce, di cui indicava
incontra ad ogni piè sospinto qualche mistero,
qualche incognita che invano si sforza di determi-
nare; a fronte di che bisogna chinare il capo e
| confessare la propria pochezza.
«come tipo ed unico rappresentante la Rissoa rudis |
del Philippi — A questa nuova sezione imponeva
‘il nome Thapsia e chiamava quindi la Rissoa in
discorso Thapsia rudis.
Siccome già sino dal 1860 l° Albers impiegò il
«nome Thapsia per designare un genere di mollu- |
‘schi terrestri, così, essendo necesserio adoperare
un altro nome in sostituzione di quello usato dal
‘ Monterosato, io propongo quello nuovo di Gentileza,
per cui la R:issoa rudis, Ph. si chiamerà Gentileia
rudis.
Messina 17 Aprile 1888.
Avv. Giorgio RoBERTO SULLIOTTI
Prof. AGOSTINO BONOMI (!)
. VULCANI E TERREMOTI
——e938>—_
Fin dall’ infanzia dell’ umanità i fenomeni na-
turali attrassero mai sempre l'ammirazione del
re della creazione, dell’ essere più perfetto tra i
viventi. Ma luomo è troppo piccino per arrivare |
a conoscere le ragioni, non pure dell’ infinità di
fenomeni che sono scritti da millanni a caratteri
incancellabili nel gran lbro della Natura, ma
nemmeno di quelli che compionsi tuttodì sono ai
suoi occhi. Sì Natura e Mistero son quasi sino-
nimi. Cimenti pure lo studioso in mille guise
Nel vastissimo campo dei fenomeni naturali io
imprendo oggi a trattarne due dei più grandiosi,
che formaro il flagello di molte infelici regioni
del nostro globo, ed il cui solo nome. incute ter-
rore ai poveri abitanti di quelle terre desolate.
Intendo dire dei Vulcan? e Gei Terremoti.
Dei vulean?.
Che cosa è un Vulcano? Comunemente credesi
che un Vulcano sia una Montagna che vomita
fuoco, ma si avvicinerebbe più al vero, se lo si
chiamasse un Fuoco che vomita montagne.
L’ illustre Sioppani (alle cui molteplici opere
ho attinto il maggior numero della notizie qui ri-
portate) il nostro Stoppani dico, definisce il Vul=
cano, una cavità che mette in comunicazione l'in-
terno coll’ esterno del globo e dalla quale vengono
emesse sostanze solide incandescenti.
Fortunatamente noi ci troviamo in una regione
discosta da quei mostri della natura, per il che
non possiamo farcene un’ adeguata idea se non
leggendo le descrizioni che molti e valenti Natu»
ralisti ci tramandarcno nei loro scritti. 3
‘La più antica descrizione è quella. di Plinio il
giovane, nipote di Plinio il vecchio, rimasto wit-
tima di quella\violenta eruzione la quale nell'anno
79 dell’ era volgare seppeliì le tre fiorenti città
di Ercolano, Pompei e Stabia. I fenomeni che si
‘ebbero ad osservare in quella tremenda catastrofe,
si ripetono, con qualche piccola variante anche
nelle grandi eruzioni d’oggigiorno. Qualche tempo
prima che un vulcano apra la sua terribile fauce,
potenti terremoti. fanno traballare tutte le regioni
| circostanti; di sottoterra odonsi boati, ulati, ran-
toli spaventosi; le acque delle sorgenti s° int: r-
! bidano, spariscono talune, mentre altre ne suor-
questa grandiosa Opera dell’ onnipotente, vi dedi- |
chi tutta la vita, tutte le forze ed oh quanto rare
volte arriverà, dopo passato attraverso ad una:
serie lunghissima di errori, a strappargli qualche
(4 Lettura fatta alla i. r. Accad. di Sc. Leb. ed Ar. in Ro-
vereto, î Da
gano in luoghi ove prima mancavano. Questo
paross smo generale và mano mano aumenta ulosi,
finchè, quando la crosta terrestre non può più
resistere al demone che chiude nelle sue viscere
nasce una terribile esplosione, che con inaudita
violenza fà saltare in aria una p rzione più 0
meno grande di montagna. Una gigantesca co-
: lonna di fumo precipita furiosamente dall’ aper-
tura e fra tuoni e lampi s' eleva ail' altezza smi-
| surata di oltre 10000 metri, espandendosi colà in.
un' immensa chioma.
68
Plinio, con felice idea, paragonò ad un pino
l'immane colonna ed i geologi posteriori trova-
roro non solo giustissima la similitudine, ma vol-
lero eziandio eternare il nome dell’ antico storico
col chiamare questa prima fase d'un vulcano,
fase Pliniana o d’ esplosione. Studi più recenti
poterono constatare che il pino, non è che un’ e-
norme massa di vapor acqueo ad una terapera-
tura elevatissima, il quale, uscendo dall’ orifizio
con immenso impeto, fù capace in certe eruzioni
di balestrare nel suo seno e slanciare alla distanza
di quasi 100 Km. massi rocciosi di si portentosa
mole, che venti buoi non valsero a smuovere dal
luogo ov’ erano vennti a cadere. Le molecole va-
porose urtandosi con tanta violenza, sviluppano
‘col loro attrito l’ elettricità che dà origine a lampi
e tuoni talchè il piro presenta tutta l'apparenza
d' un vastissimo temporale dal quale cadono tor-
renti di pioggia.
Poco tempo dopo che il vulcano è in azione,
compariscono e si mescolano ai vapori le ceneri
e le sabbie vulcaniche, le quali portate dai venti
a grandissima distanza, possono in pien meriggio
seppellire nella più profonda oscurità superfici
vastissime. Basti il dire che nella formidabile
eruzione della Consenguina nell’ America Centrale
toccò questa brutta sorpresa ad una superficie
“più estesa di quella del Mediterraneo, essendo
state portate le ceneri in soli 4 giorni alla di-
stanza di 700 miglia dal vulcano che le aveva
generate. Quelle del Vesuvio, per esempio, furono
viste arrivare a Costantinopoli, in Egitto, perfino
in Soria. Più di frequente succede che i vapori
acquei convertendosi in acqua, danno origine a
serosci di pioggia la quale s' impasta colle ceneri
dell’ aria e del suolo e forma torrenti di fango,
che precipitando dalla montagna, innondano per
tratti lunghissimi le sottostanti campagne, atter-
rano case, alberi, che travolgono nel lor terribile
‘amplesso. E vittime di queste mostruose correnti
di fango furono le già nominate città di Ercolano,
Stabia e Pompei. Gli studi che si fecero nel pra-
ticare gli scavi di detti luoghi, constatarono che le
sole correnti di fango, e non quelle di lava, furono
la causa del'a rovina di si fioride e popolose città.
Ben lo sanno gli abitanti delle regioni circo-
stanti al un vulcano, che ritengono le correnti di
fango come uu nemico di gran lunga più temibile
di quelle di lava. Ma dove attinge il vulcano
questa sua enorme forza? Qual è il terribile ed
ignoto agente che ne causa i formidabili effetti?
à chi studia superficia)mente un’eruzione sem-
brerà strano che un tale agen'e sia nient'altro
che l’acqua. Si l'acqua è la causa prima dei
Vulcani e non solo dei vulcani, ma ancora dî
quel corteo di fenomeni d' ordine secondario che
vengono abbracciati sotto la comune denomina-
«zione di Vulcanismo e che comprendono le Salse
o vulcani di fango, le stufe, î geyser, le mofette,
î soffioni, le putizze, le fontane ardenti, î petroti,
ed altre.
Ma affinchè si possa comprendere quanto as-
serisco, m’° è duopo dire in brevi parole alcunchè
sulla compagine del globo che noi abitiamo. Que-
sto globo è continuamente in balla di numerose
forze che tentano di alterarlo'o dirò meglio, dì
metterlo a soqquadro. All’ esterno l’ atmosfera, le
pioggie le correnti di terra e di mare, i ghiac-
ciai, gli esseri viventi continuano a demolire le
terre preesistenti per edificarne di nuove.
Nell’ interno elementi ignoti reagiscono con
supremo sforzo contro la superficie e producono
di quando in quando quei meravigliosi effetti che
fan strabiliare l’ osservatore, mentre apportano
stragi e morti alle regioni da essi colpite.
Sgraziatamente nessuno ha mai potuto, nè po-
trà penetrare nella misteriosa stanza di questo
terribile mostro, e se la scienza crede di cono-
sciere alcunchè, è sempre incerto, per cui non
può presentarlo che come un’ ipotesi od una te-
oria più o meno degna di fede. La profondità
massima a cui l’ uomo è arrivato scavando le vi-
scere della terra è, per quanto io sappia, un
pozzo di miniera ad Huttenberg in Bcemia della
profondità di 1151 m. Ma cosa è mai questa, ir
confronto del diametro terrestre? Pure ripetute
ed ineccezionabili osservazioni riuscirono a stabi-
lire per le profonditò, perlustrate che, cominciando
dal punto ove d'inverno e d'estate si ha una
temperatura costante (ed è fra i 25 ed i 30 m.)
internandosi nel suolo, la temperatura cresce ogni
30 m. circa di un centigrado.
Se la cosa procedesse regolarmente così anche
per le inesplorate regioni più interve, ne verrebbe
per necessaria conseguenza che al una profondità
di poco più aì 20 Km. si avrebbe una tempera-
tura nella quale nessuna sostanza conoscìuta po-
trebba mantenersi allo stato solido ed al centro
della terra quella di :00,000 gradi. Di quì è nata.
la teoria di Laplace, che il nostro globo sia niente
altro che un'enorme massa di sostanza fluida in-
candescente racchiusa da una crosta solida tanto
sottile che, permesso un paragone fra il grande
ed il piccolo, è molto se si può confrontar a alla
rubiconda pellicola che dà tanta grazia ad una
ciriegia.
«SS
69
Mi fermerò più tardi a provare il lato debole
di questa teoria, che ogni giorno più perde fautori,
mentre si preferisce ammettere che la terra sia
per la massima parte solida e solo qua e là di-
visa in scompartimenti, ove si formano quelle
materie incandescenti che il vulcano erutta ad
‘una temperatura superiore ai 10000.
Comunque sia la cosa, è innegabile che la su-
perficie della terra a guisa d' immensa spugna
s'imbeve di continuo d’' enormi quantità di acqua.
Si calcolò che dell acqua piovana appena 4, rac-
colta nei fiumi giunge al mare. Una piccola quantità
‘passa in vapore; il resto entra nelle viscere della
terra, filtrando attraverso agli strati rocciosi, nè sì
può dire a quale profondità arrivi. Pori, crepature,
gorgi, abissi, ‘voragini si riempiono del fluido
elemento e quando raggiunge strati impermeabili
od altre circostanze che rendono difficile od im-
possibile il progredire verso il centro della terra.
allora spinto dall'acqua sopravveniente, ripiega
la direzione del suo cammino e comparisce alla
superficie sotto forma di sorgenti fredde o ter-
mali, di geyser e di vulcani.
La terra puossi dunque paragonare ad una
gigantesca botte la quale da milioni di spine, pel
‘corso di migliaia di secoli non fò che versare
incessantemente all’ esterno il liquido elemento
‘sotto cento forme diverse. Abbia pure questa botte
una pancia di 108 miliardi di chilometri cubici
(1 Km3 = a dieci miliardi di ettolitri), ma se
essa nella lunghissima serie di secoli dalla sua
esistenza mai si vuotò, ne segna a vuctarsi, sarà
prova sicura che non fà che restituire sott’altra
forma, ciò che essa riceve dall’? esterno come piog-
gia, neve, grandine e via dicendo.
(continua)
NDNSINIINISSDAINLSAZIISSISEÈISAISI LATE,
Piante foraggiere da sperimentarsi
—a—
Fra le piante dei giardini, ve ne sono talune,
che, per l’ abbondanza del loro fogliame, potrebbero
benissimo servire di foraggio al bestiame, qualora
se ne facesse una coltivazione in grande; ma il più
sovente ci contentiamo di pensarlo, senza punto cu-
rarci di farne una semplice prova per vedere se il
risultato è, o no, soddisfacente.
Il sig. P. Joigneaux; fervente apostolo dell’ agri-
«soltura, riferisce il pregevole giornale la Gazzetta
-delle Campagne, facendo un giorno delle riflessioni
su tal proposito, fermò la sua attenzione sopra
l’ ampiezza ed il peso delle succolenti foglie del
Cavolo marino. Che meravigliosa pianta foraggiera
avremmo noi, si diss’ egli, se il bestiame Ja appe-
tisse volentieri? E tosto gli venne l’ idea di appre-
starne qualche poco alle vacche e queste ne man-
giarono avidamente. Un suo vicino ne diede pure
alle sue pecore, e anche queste non esitarono a
mangiarne colla massima volontà.
Il Cavolo marino cespisce in poco tempo, e dopo
il secondo anno ci fornirebbe per certo tre tagli di
larghe foglie per la consumazione in verde. Aggiun-
gete ch’ esso ha il merito di essere una pianta vi-
vace e di accomodarsi ad un terreno Jeggero. Dopo
ogni taglio voi noterete che il ceppo si trova ne-
cessariamente indebolito e disposto a formare nuovi
bottoni. Se si lasciassero sbocciare e fiorire, non si
produrrebbero più larghe foglie ; necessita quindi di
sopprimere tali bottoni a misura che appariscono.
E cosa facile e ben breve; ogni fanciullo potrebbe
agevolmente eseguire cotesta operazione.
Passiamo ora alla Centimorbia di Sicbold Questa
è una pianta d’ ornamento, rustica, vivace, che pro-
spera ovunque, non richiede nè pene, ne cure, e si
propaga» immensamente. La Cenzimorbia forma dei
folti cespi, i cui steli, teneri e ‘succulenti, si elevano
a tre metri circa; bel fogliame e fiori leggiadri. Tale
pianta può servire come foraggera e dà quattro o
cinque tagli di foraggio verde (steli e foglie) all’anno.
Il sig. Dethou, a Bras, in Francia, ne ha fatto un
piantamento di alcune are, e se ne dichiara soddi:
sfatto; egli se ne serve per nutrire delle capre e dei
conigli Resta a sapere se non sarebbe possibile di
estendere il suo impiego all’ alimentazione di altri
animali. È inutile di fare cenno che le bestie non
accettano sempre di primo acchito un nuovo nutri-
mento, e che soventi bisogna farglielo gradire, a
poco a poco, somministrandolo loro mescolato col
mangime comune.
Una terza pianta di giardino molto produttiva, è
il Rabarbaro commestibile. In primavera le giovani
foglie cotte coll’ acetosella e preparate come gli spi-
nacci, sono eccellenti. In tutte le stagioni, i picciuoli
servono a preparare delle torte assai preferibili a
quelle di ribes, ed hanno ancora su queste il van-
taggio della precocità. Ma quando il calore si fa
molto intenso, la parte verde delle foglie prende un
sapore pronunziatissimo, e non conviene più per la
cucina. Il già accennato signor Joigneaux non sa-
pendo come meglio utilizzare queste foglie di rabar-
baro le tagliò a pezzi e le gettò nel trogolo dei
maiali assieme ad altre erbe; questi se ne mostra=
rono avidissimi.
Ecco dunque qual partito eccellente si potr'ek-
be trarre per l’ alimentazione dei maiali da una
piantagione, in terra sostanziosa di due o tre are
soltanto, di rabarbaro domestico. Niuna, spesa di col-
tura; cespice come una gramigna; non è assalita da-
gli insetti; i lumaconi stessi. non la danneggiano
pfinto. Sarà senza dubbio difficile trovare una pianta
che in eguale superficie, din un prodotto pari a
quello del rabarbaro.
TL RUBINO ARTIFICIALE
_—_r => e__
Ta mineralogia sintetica, o produzione artifi-
ciale dei minerali per via secca, o per via umida
è stata immaginata dai Sigg. Becquerel e Haute-
feuille, mentre i signori Saint-Claire, Deville, Ga-
udin, Caron e Debray hanno pubblicati interessanti
lavori sui diversi modi di cristallizzazione dell’ al-
luminio. Appoggiandosi a questi studi il sig. Fremy
fin dal 1876 cominciò le sue prime esperienze
per ottenere il Rubino Artificiale.
Chimicamente il Rubino e lo Zaffiro si com-
pongono di alluminio puro diversamente colorato
e cristallizzato.
Sal principio le prove fatte con il sig. Feil
furono assai complicate e difficili, impiegando i
fluoruri d' alluminio e di bario. Siccome non si
potevano ottenere le alte temperature come oggi,
bisognava ‘scaldare per lungo tempo (venti giorni)
zo a 30 Chilogrammi di materie, per esperienza.
La colorazione rosa era ottenuta con l’ aggiunta
del 2 al 3 per cento di bicromato di potassa.
Al giorno d’ oggi tutte queste operazioni sono
ben più semplici e rapide; è il fuoruro di calcio
che si impiega, ed ecco come si opera:
Nel fondo di un piccolo crogiolo in platino si
mette una parte di flnoruro di calcio che si ricopre
con una ‘piastra di, platino a piccoli buchi; al
disopra si mettono dodici parti d' allominio, e si
ricopre il tutto con una nuova lastra di platino.
Per preservare questo crogiolo dalla troppo alta
temperatura, si m:tte in un gran crogiuolo' di
| terra, contenente anche esso dell'alluminio. Si
scalda per cinque ore solamente alla temperatura
| più elevata di un fornello a vento.
. L' acido fluoridrico passa attraverso i buchi
| della piastra di platino, e fà cristallizzare 1° allumi-
nio, si trovano nella massa dei piccoli cristalli, dei
rubini ben colorati, che hanno la composizione, lo
splendore adamantico, la durezza, la densità di 4
| a 4 1 è la Formula cristallina del rubino orientale.
Come esse rigano il quarzo, consumano il mi-
gliore acciaio temperato; come esso scaldati a rosso
perdono il loro color rosa e lo riprendono con il raf=
freddamento. In una parola questo rubino artifi-
ciale e identico al vero rubino.
Senza dubbio, tutti i cristalli non hanno delie
faccie favorevoli al clivaggio ed è su ciò che si
devono apportare i tentativi di perfezionamento;
tuttavia sono digià utilizzati per l’ orologeria, e la
gioielleria non è tanto lontana dall’ adottarli.
Quando si sà quanto l'alluminio sia abbondante
in natura, si comprende, vista la semplicita e la
rapidità del processo quanto la produzione artifi-,
ciale dei rubini sarà rimuneratrice se essa diverrà:
completamente pratica. 4
ArmipIo CHASSAGNE
( Trad. Union Scient.)
_——_—T——_—__—_—_—_T_—_—_——_—-
COLOMBICULTURA
Riproduzione interdetta
CAPITOLO III.
La Tortora grigia (Columba Turtur) — La Tor-
tora bionda (Columba Risoria) — La Tor-
tora bianca (Columba Frigida (6) ).
(Continuazione)
3. La Fortora biamea
Due differenti tortorelle bianche popolano le
nostre voliere, una completamente bianca, l’ altra
bianca sottilmente sfumata in aurora col mezzo
collaretto bianco-perlato. Principieremo dal descri-
vere la prima, che per noi è il tipo dalla tortora
bianca ( Columba Frigida G.), essendo tenaci nel
credere che essa abbia dato l'origine all'altra tor-
tora bianca per un antico incrociamento colla tor-
tora bionda (Columba Risoria).
Tutto l’ abito ha bianco latteo di una tinta
splendente senza ombre d° isabella o vinato. Non
gli si scorge collare, ne nero, ne perlato. I piedi
sono rossi-rosei, l’ iride rossa, ed il becco rosso-
nerastro. La testa è rotondetta, la coda più corta,
e le ali in proporzione più lunghe della tortora
bianca-rosata. Misura centinietri venticinque di
lunghezza totale.
Questo uccello è originario della China e può
osservarsi semidomestico in alcune città. Vive
selvaggio nell’ Indostan, e ‘nella Mongolia. L' Olan-
dese Temminck fù il primo a far rilevare le dif
ferenze che lo distinguono dall'altra tortora bianca.
74
Nulla si sa circa la costruzione del nido, la quan- |
tità delle covate, ed i suoi costumi: però è a ri- |
tenersi che assomigli d’ assai alle tortorelle grige |
e alle bionde colle quali si accoppia in domesticità.
Teme grandemente il fredgo dei nostri climi, e
nelle voliere difficilmente produce in inverno.
La tortora bianca-rosata è più grossa della |
bianca Chinese, ma più piccola della bionda.
Però la sua coda è molto più lunga di quella dell:
altre tortore domestiche misurando in lunghezza
dai centimetri ventisette e mezzo ai centimetri tren-
tuno e mezzo. Il suo mantello è di un bianco velato
di rosa o di un leggero isabella, senza i bei riflessi
argentei che distinguono la livrea della vera tortora |
bianca. Un mezzo collaretto di pennuzze perlate di-
vide la testa dal collo. Il becco è roseo, l'iride rossa,
i piedi rossi con unghie chiare di corno. La testa
è leggermente allungata come quella della tortora
bionda, ma di minore dimensione. Cova accoppiata
con le altre tortorelle, senza però mai raggiungere
la fecondità della tortora bionda, ne la salubre ru-
sticità della tortora grigia.
Come curiosità citerò che il Sig. Antonio Ra-
| veggi negoziante di uccelli in Firenze ebbe nel |
1870 una tortora bianco-rosata con largo collare
nero e lunga coda. L' acquistò sulla piazza, ma
non seppe o non si curò di saperne la provenienza.
Secondo quanto mi disse, fu quella l’unica volta,
che gli capitò in vendita si rara varietà.
L' allevamento delle due tortore bianche non è
da consigliarsi a coloro che intendono di ricavarne
un profitto. Non covano si bene come la tortora |
bionda, ne la loro carne ha il profumato sapore
di quella della tortora grigia. I giovani uccelli
sono estremamente delicati, non si cibano che di
miglio di prima qualità, e con difficoltà prendono
il grasso. Le femmine van soggette a malattie del-
l’ovaja, ed i maschi perdono presto ia facoltà ge- |
nerativa. Aggiungasi infine che non è possibile
1’ allevamento libero. di queste colombe, e ci si
convincerà facilmente come non torni il conto di |
allevarle su vasta scala. « L'elevage des oiseaux |
de basse-cour (scrive Mad.,me Millet-Robinet) n'est |
profitable qu' autant qu' on peut les nourrir en |
grande partie des mois, avec des aliments d’ une
tres faible valeur, ou qui ne peuvent étre emplojés |
a aucun autre usage. S'il fallait toute l' année
nourrir des volailles ‘avec des grains ayant une
valeur commerciale, on verrait que le compte de
la basse-cour, s' il était tenu avec exactitude, se
bal
rait en perte. (1)
(4) (. Millet-Robinet — Basse-coùr — Paris — Lihrairie
agricole 1884.
| pate intorno al
La mitologia nella bianca colomba ha raffigu-
rato Peristera ninfa cara a Venere, uccisa da un
dardo di Amore, e dalla Dea cangiata nel candido
uccello simbolo dell’'amor puro e profondo. Gio-
vanni Prati, il poeta popolare d'Italia, ci descrive
Ciprigna così:
“* Gipria reina, o dell’ Egioco figlia
O qual meglio chiamata esser tu brami
Guidan, Venere, te pe’ tuoi reami.
Due candide Colombe, è una conchiglia. ?° (1)
Le antiche pitture e sculture pagane rappre-
sentano infatti la figlia di Giove adagiata su per-
lacea conchiglia che guida colle redini d° oro le
sacre colombe, mentre le Ninfe dell’ acque aggrup-
suo cocchio la incoronano di
bianco-spino e di rose.
(continua) Giurio CesArE GIACHETTI
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad 77serziont
gratuite per ogni mumero, per scambiarsi nolizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Avviso per gli Ornitologi. Il rinomato ornito-
logo R. Blasius. partecipa che ai 25 aprile di que=
st' anno nei dintorni di Versavia si osservò un pas+
saggio insolito. di .Syrrhaptes paradorus (Pall).
Due individui di questa rarissima specie furono
uccisi ai 28 aprile nelle vicinanze di Lipsia. Que-
st’ uccello, proprio delle steppe della Tartaria, della
Kirgisia, della Mongolia e della China, spinto non
sì sà da qual causa, invase certi anni tutta 1’ Europa
in numero sorprendente. L’ ultima straordinaria in-
vasione ebbe Inoco nella primavera e nell' estate del
1863. A quell’ epoca nella provincia del Tirolo ne
furono presi due esemplari in Pusteria (ora al Fer-
dinandeo di Innsbruck) ed uno a Predazzo (ora nella
Collezione di Firenze). Sperasi che quest’ anno è
detti uccelli facciano nei paesi europei una visita
straordinaria e per questo pongo sull’ avviso tuttà
| gli ornitologi raccomandando in proposito la più
accurata osservazione. Se visiteranno 1° Italia come
nel 1863, vuolsi sperare che si rifuggirà dal massa»
ero commesso in quell’anno, facendo invece il pos-
sibile per asevolar loro la. nidificazione che in
tal modo si vedrebbero in breve popolati i luoghi
aridi ed arenosi d' un’ eccellente selvaggina.
N. B. Il Sîrratte si riconosce subito per la sta-
tura (39 cm.); perchè la la remigante e le timo-
| miere mediane sono molto più lunghe delle altre, per
(1) G. Prati — Sonetti — Padova — Sacchetti — 1876...
ES
72
- Ri _ F
ì piedi piumati fin alle unghie, corti e privi del
dito posteriore, per le unghie larghe e forti. Nel co-
Jorito predomina il cenerino, il gialliccio, sul dorso
macchiettato di scuro.
Rovereto 7 Maggio 1888 Agostino BoxomI
Globicephalus melas. Un cetaceo di questa spe-
cie è stato pescato il 30 marzo a Monterosso (Ri-
viera di Genova) del peso di ch. 00 e della lun-
ghezza di m. 4,10. — I pescatori di quella località
mi assicurano non averne mai visti in quei mari.
Albinismo parziale della Merula nigra Zeach.
Il giorno 8 marzo del corrente anno, fu uecisa una
i Merula nigra affetta da albinismo parziale, nel no-
Il Risso dice che il Globicefalo passa regolar- |
mente nel mare di Nizza nei mesi di Aprile e di
Maggio. Nel Museo Zoologico di Napoli trovasi un
bello esemplare preso in quelle acque, e il Re Vit-
torio Emanuele II ne regalò un esemplare al Museo
Zoologico di Pisa preso nelle spiagge della Toscana.
Im conclusione il Globicephalo nei nostri mari è ab-
bastanza raro. L° esemplare preso a Monterosso è
stato comprato dal museo Civico di Spezia ed iò per
incarico del Dott. Carazzi Direttore del Museo GCi-
vico procederò alla preparazione dello scheletro.
Spezia (tr. PODENZANA
Società Italiana di Microscopisti. La Società
sono nere ma disotto se ne trova una
Italiana dei Microscopisti (della quale abbiamo già .
annunziata la prossima costituzione), per mezzo di
premi si propone di favorire il progresso di tutti i |
rami della Microscopia e di diffonderne le appli
cazioni.
Ben presio un’ eletta schiera di microscopisti si
è unita al promotori, e cià ‘figurano tra i soci dei
nomi autorevolissimi. Recentemente poi, la Società
dei Microscopisti è stata onorata dell’ adesione di
S. A. I. il Principe D. Pedro de Saxe Coburgo
È (Gotha.
_La Società comincierà a pubblicare i Bollettini,
Ra, al più tardi nella prossima estate. Tutti i soci ne |
riceveranno una copia, e gli autori delle memorie
avranno gratuitamente 50 estratti.
Già sono stati spediti in dono alla nuova società
e memorie, e libri ed oggetti; Cosicchè se la società
continuerà a godere il favore degli scienziati Italiani
avrà una vita lunga ed attiva.
Le pubblicazioni, le adunanze, la lettura di me-
morie, l’ esame e la presentazione di preparati, l’uso
dei libri e delle collezioni, renderanno la nuova so-
| cietà di notevole vantaggio così ai microscopisti di
vaglia, come agli studiosi e ni dilettanti, che per
mezzo di essa potranno godere dell’ aiuto di valorosi
‘specialisti in ogni ramo della Microscopia.
Coloro che aderiranno prima del 31 Maggio 1888
L. 12, è stata ridotta per questo primo anno a
X sole L. 3.
i Chi desidera aver copia degli Statuti potrà rivol-
gersi al Segretario.
GAETANO PLATANIA PLATANIA.
l4 Via S. Giuseppe - Acdreale
, CM
stro territorio in contrada Dula.
Questo Merlo era stato veduto poco tempo prima
nella stessa località; io l’ ho veduto già preparato;
a giudicarlo dal suo becco è un maschio.
Ha la fronte bianca con due sole pennucce nere
sbiadite, la regione dell’ occhio e dell’ orecchio di
ambo i lati è bianca, il collo e la gola sono sparsi
di macchettine dello stesso colore lasciando però la
cervice nera con due pennucce bianche; nel petto si
trovano pure tante piccole macchie bianche 1° ad-
dome è nero; nella regione anale si trova una pen-
nuccia bianca; le scapolari del lato sinistro sono in
gran parte bianche formanti una macchia Jongitu-
dinale di circa tre centimetri, quelle del lato destro
interamente
bianca; nell’ ala destra ha una piccola remigante
albina, nei fianchi di ambo i lati sotto le ali si
scorgono pure molte macchiette, come pure nella
coscia destra proprio nella giuntura della gamba si
osservano delle penne bianche, le penne del sopra-
coda sono pure albine, una timoniera è interamente
bianca. x
Le altre parti del corpo non presentano altre
anomalie di colorito.
Avendo cercato di. attingere qualche notizia sulla
vita di questo uccello in quelle poche volte che fa
veduto, mì dissero che miente presentava di anor-
male.
Nulla mi so del colorito dell’ iride se presentava
qualche alterazione.
Questo soggetto di albinismo parziale conferma
semprepiù la disposizione all’ albinismo di questa
specie.
Castelbuono 1 Aprile 1888. M. Morici Minà
Rettili fitofagi. (Vedi una notizia di Z. v. Fischex
nel Zool. Anz. N. 273). L' Uromastia acanthinurus
Bell. è preponderantemente erbivoro. Il Plestiodon
| Aldrovandi Dùm. et Bibr. oltre il cibo animale, ne
prenderanno il titolo di soci fondatori, e non pa- |
«gheranno la tassa di entrata. La quota annua di .
prende anche di vegetale: mangia molto volentieri
frutta dolci e insalata. La Lacerta ocellata Daùdin
mangia acini, ciriege ete., lo Ste/Zo vulgaris Daudin
insalata; 1’ Uromasti» Hardwick Gray poi mangia
molto volentieri grani di riso, di mais e di miglio
e deve, cosa che 1° U;. ac. non fa mai. PI
Micrococcus amylivorus Bwri// (1). Questo bat-®
terio infesta i peri ed altri alberi di frutta, proedu-
cendo una malattia nelle foglie e nella corteccia
dei medesimi, detta in America Pear blight; e sì è
appunto solo nell’ America settentrionale che questa
malattia si sviluppa, ove spesso in pochi giorni di-
strugge ì più sanì alberi. Il Pear dlig4t fu descritto
già dal Coxe nel 1817. Uno sviluppo accelerato (ab-
bondanza d’ acqua) sarebbe un buon mezzo per
(1) Vedi nel Centralbali f. Baci, etc. A. 1, Vol. m, N, 10
le relazioni sui lavori di 7. ( Arthur e di I. N. Cotman. +
Ù o À
x i AI
me TE >
LOI <
o 01 d “gi
73
tener lontàna l’ infezione. Secondo I. N. Colman poi
il miglior rimedio sarebbe un miscuglio di zolfo,
‘calce ed acqua - la quale ultima nella preparazione
di detto miscuglio viene presa bollente ID,
Coniothyrium Diplodiella. Sinonimi: Phoma
Diplodiello, Phoma Briosti. Vedi G. Foex ET L.
Ravaz, Sur l’invasion du Coniothyrium Diplodiella |
en 1887 nei Compt. rend. T. CV, 1887. - Cfr. Cen-
tralbl. f. Bact ete. 11 A. ur. V. N. 8. Ja
Melampyrum pratense. In relazione all’ inte-
ressantissima nota del Sig. G. E. Mattei sulla dis-
seminazione delle piante (questo Bollettino a. c.,
p. 34), comunichiamo la seguente osservazione del
Lindstròn (da un riassunto pubbl. nel Hnnboldé,
A: vin, p. 73).
Il melwnpyrwn, che non è punto - come fin’ ora
sì credeva - una pianta parassita (Z. Koch), pos-
siede nelle’ sue foglie dei nettariv. asessuali (Kny),
‘da cui vengono attirate le formiche. Queste poi non
solo come in altri casì servono a difendere le piante
da insetti dannosi e dalle loro larve, ma essendo i
semi del melampyrwn perfettamente simili alle
ninfe di formica (mimisvo), esse, credendoli tali, li
portano fuori del frutto, li trascinano nei loro for-
micai e servono così egregiamente alla dissemina-
zione di questa pianta. IP
Teoria dei Fagociti. (vedì questo Bollettino a. c., |
p. 26). Numerosi continuano ad essere i lavori e gli |
studi su questa teoria, nè mancano polemiche e
repliche; rimandando chi di specialità si vucl occu-
pare dell’ argomento al lodato Certr0I0bl. f. Bact.
la sua pelle dapprima liscia, si copre del tutto di
fine spine, che toccate apportano non poco dolore.
(Natur. Halle 1888). SR.
Gli uccelli e 1° agricoltura. Ad onta di tante
opinioni contraditorie, pure si può tener per certo
che certi uccelli distruggono gli insetti nocivi alle
piante e che per questo motivo si è ben obbligati di
popolare giardini, parchi, boschi, ete. E poi non è for-
se sommo piacere poter dilettarsi dei loro canti? A
questo scopo sì fanno nidi artificiali di diverse forme,
costruiti di feltro, impermeabili. Questi nidi vengono
ben presto usati dai picchi, dalle cinciallegre, dagli
storni, dal passeri e da tanti altri. Tali nidi sì tro-
vano a Vienna presso il Sig. Zenger SR.
La volpe, è ben vero non rifiuta nè selvaggiume
nè. volatili, e perciò essa viene perseguitata quanto
è possibile: ma pure il suo nutrimento principale
eonsiste in sorci, e se ne ha abbastanza di questi per
saziarsi, essa non tocca nè l'uno, nè l’ altro. Un
esempio si ebbe sull’ isola di Riiggen: La volpe vi
fù perseguitata talmente che non ve ne restò nemme-
no una, ma ben tosto si dovette pensare a rintrodurla,
perchè i sorci devastarono tutti i campi. Dunque
sì sacrifichino piuttosto alcune lepri e qualche pollo,
che lasciarsi devastare i campi dai sorci. SR.
Animali rari, Il giornale der: Zoologifche Garten,
che si pubblica a Franeoforte sul Meno, contiene
oltre altri articoli di alto interesse: (Sul? Urogallo
introdotto nuovamente nella Scozia; sulla Testudo
\ lutraria:presso Mosca; sul Psittacus pulcherrimus
etc., citiamo il seguente lavoro italiano, con tendenze |
favorevoli alla teoria dei fagociti: « G. Banti, Sulla
distruzione dei batteri nell’ organismo. Archivio per
le scienze mediche. Vol. xuI, N. 3.» Il Bordoni-
Uffreduzzi (Torino) relaziona esaurientemente di
questo lavoro nel sullodato giornale centrale, a. c.
(1), Vol. nr, N. 14. DI
La Meleagrina margaritifera trovasi in Ger-
manìa in varie acque correnti con fondo chiaro si-
liceo e nelle quali vive un’ alga verde, di cui si
nutre detta Meleagrina; l’ accrescimento delle perle ‘
| giardini zoologici; e poi molti altri di non minor
avyiene rapidamente così chè in pochi anni arrivano
‘alla grandezza ordinaria di una perla di commercio.
Le valve coperte di muschio non producono perle.
Vienna SR.
Per la nutrizione degli uccelletti. Le Cingut
legre mangiano assai volentieri il lardo, m0 non sa:
lato; attaccandone ad una cordicella in luogo ove non
possano avvicinarsi i gatti, si vedrà per tutto il
giorno dilettarvisi detti uccelletti e nello stesso
tempo andar anche in eerca d’ insetti sugli alberi.
I merli mangiano assai volentieri pere e pomi pe-
stati e marci, più che altro. SR.
Tetrodon. Nel fiume Kassai in Africa, vive un
‘pesce, Tetrodon, il quale è di forma rotonda, di color
verde oliva, di pelle liscia; appena però esso si crede
in pericolo, tosto si gonfia raddoppiando di volume,
#
etc.) anche una enumerazione degli animali acqui
stati recentemente dal giardino zoologico di Am-
burgo. Ve ne sono alcuni rari come sarebbero
Hydraspis Wagleri, testuggine che nasconde la
testa col suo lungo collo, lateralmente sotto il
guscio, ed il Cyclamosteus senegalensis che nasconde
testa, piedi, coda; la Morelia argus,, il più bello
fra i serpenti giganteschi, ed il Crotalus rhombifer
il più grande fra i serpenti velenosi; una Redunea
eleotragus, l’ unica Antilope di Europa; Perodieticus
pollo, una scimmia assolutamente notturna; un
Gyparchus papa, il quale manca in tutti gli altri
interesse (Zool. Gart. Marzo 1888). i
I giardini zoologici sono non solamente stabili-
menti di curiosità per il profano, ma anche di
sommo vantaggio istruttivo e pratico e sarebbe ben
a desiderarsi che venissero fondati in ogni città ca-
pitale, principalmente in Italia, ove gli animali dei
paesi tropicali destinati per giardini del Nord potreb-
bero fermarsi per qualche tempo onde poter a poco
a poco adattarsi al clima. 2 SR.
Vendita di animali vivi. A Londra si vendono
‘ presentemente 4 Giraffe a 3125 franchi l' una, 5
Leoni a 8750 fr., 1 Tiore del Bengala 4000 fr., 1
Pantera nera a 2500 fr., 1 Leopardo a 626 fr., di- |
versi Paviani a 62 fr., un Ratto assai raro a T50 0h
SR.
fr., e così via. (Frick. N. 7).
74
. Un tumore in un? ostrica. Il Prof. Giovanni
A. Ryder esaminò un' ostrica, nella cui cavità peri
cardica erasi formato un tumore. Questo era molle
e cedevole e constava di otto lobi distinti, di diversa
grandezza, aderenti al tessuto che circonda il retto.
L’ esame istiologico del tumore dimostrò che esso
‘era traversato da vasi e formato di un tessuto connet-
nettivo piuttosto simile al connettivo dei molluschi;
. grandi cellule, a pareti sottili, con una massa cen-
trale di protoplasma molto complessa, sospesa da
un reticolo raggiato aderente alle pareti. Questo tu-
more è di grande interesse scientifico perchè dimo-
stra che anco gli animali inferiori non vanno esenti
da ecr'escenze morbide G. P. P.
Occorre bruciare gli animali morti per malat-
tie contagiose. In una memoria presentata all’ Ac-
cademia delle Scienze di Parigi si legge, che il virus
dell’ idrofobia nei cani morti e già seppelliti da più
di quipdici giorni, ritiene tutta la sua virulenza, e
inoculato, uccide entro quindici giorni; Ciò dimostra
la necessità di bruciare i cadaveri di animali morti
di rabbia o di altra malattia contagiosa, poiché sep-
pellendoli semplicemente, i lombrici potrebbero por-
tare alla superficie del terreno la materia organica
infetta. (CURSE
Carbonato di soda, sale, e alghe marine. Il ce-
lebre chimico Berthollet spiegava la formazione dei
depositi naturali di carbonato di soda ammettendo
che un antico mare avesse lasciato del sale su strati
di calcare. Questa teoria è stata recentemente esa-
minata da un chimico francese, il quale ha dimo-
strato che il carbonato-di soda si produce in tutti |
i terreni calcarei permeabili, in proporzione della
quantità di sale, che essi contengono. Se così fosse,
il sal comune dovrebbe essere. un prezioso concime
in tutti i terreni calcarei dove si vogliono coltivare
di quelle piante, che abbisognano del carbonato di
soda come loro nutrimento minerale, e 1° uso delle
alghe marine come concime, acquisterebbe una mag-
giore importanza. (Co de. 15
Domanda. Si desidera sapere se in Liguria fu-
rono mai trovati i due coleotteri Cicimdella campe-
stos. var. nigrita ce Calosoma auropunctatum, e ciò
per constatare fatti importanti, riguardo all'espan-
dersi delle specie. ;
tenoya EmiLIo BALBI
Le piante di Platano nocive alla salute. La
bella pianta del Platano ornamento grandioso in
quasi tutti i pubblici passeggi, pare debba produrre
poco benefici effetti sulla salute di chi gli abita
molto dappresso. In questi ultimi tempi gli sì è
1mossa una guerra accanita e Ia si accusa di span-
dere nell’ epoca della fioritura e fecondazione, un
pulviscolo nocivo che nell'uomo produce una forte
ed ostinata tosse. Questo fatto notato di recente da
un dott. tedesco dicesi abbia avuto conferma nel-
l' Alsazia e Lorena ove le autorità hanno fatto ab-
battere tutti i platani dei viali che circondano Je
| questa proprietà malefica del Platano
scuole. Anche a Torino furono leyati dal Corso Vit.
terio Emanuele i platani che rimanevano troppo
vicini alle abitazioni, e si giunge ora ad assicurare‘
che perfino ai tempi di Galeno e Cotone si conosceva
B.
Ventitre nuove specie di stelle di mare. La
raccolta di stelle di mare fatta dalla missione al
Capo Horn nel: 1882-83 si compone di 553 esem=>
plari appartenenti a 38 specie delle quali 23 sono
nuove (Accad. des sciences. Seduta. del. 12 Marzo
1888). i B.
Notizie di caccia e note ornitologiche: Il 21
Febbraio 1888 fu da me preparata una bellissima
Motacilla lugubris maschio adulto catturata. alle
Case rosse presso gli Stagni (Spezia).
Che sappia io, in questa località non fù mai presa
la Motacilla lugubris ed il Prof. Magni-Griffi ib
quale si interessò per più di 15 anni dell’ Avifauna
di questi paraggi non Ja ha mai avuta,
Spezia G. PODENZANA
L’anno scorso, ho ricevuto dalla nota cortesia
dell’ egregio Sig. Conte A. Ninni di Venezia una hel-
lissima Ardea alba Lin. maschio adulto, uccisa in
quella laguna il 2 gennaio; due piovanelli a 3 dita
(Oalidris arenaria Leach.) in due belli abiti diversi,
uccisi nella detta laguna il 20 ottobre; un Colymbus
articus Lin. juv. ed un Colimbus septentrionalis.
Lin. juv. catturati pure nella laguna 1° 8 novembre;
nonchè diverse pivieresse (Squatarola helvetica Savi)
del passo straordinario avvenuto nello scorso autunno:
e del quale il prelodato: sig. Ninni ne dette comuni
cazione nel fascicolo ‘11. °
Il Sig. Domenico Parvdi mi ha favorito un bel
lissimo esemplare fresco in carne di maschio adulto
di Aliuzza dal collo bianco (Muscicapa collaris
Bechst.) presa a Porto Maurizio il 15 corrente.
Siena, aprile ‘1888 S. BROGI
Ai primi di Marzo a. c. passarono per Vienna al-
cuni branchi di Storni e di colombi, si vide qualche
lodola e qualche beccaccia. - Per Tulln (Austria inf.)
passò un branco di Otis tarda, non mai veduta in
queste parti; ne furono uccise aleune e ciascuna
pesò 19-21 libbre. SR.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica dì. procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo.. Delle altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, ‘presso la sede dell’ Agenzia
o presso la direzione.
Lezioni sull’ uomo secondo la teoria dell evo-
luzione dettate nella R. Università di Torino dal
Prof. Enrico Morselli. Sono uscite la 52 e 62 di-
spensa di questa importante pubblicazione dell’ Wrio-
ne tipografica editrice di Torino. Contengono il se-
guito della Teoria del trasformismo secondo Dar-
win, ed il principio della terza lezione sulla Teoria
dell’ evoluzione: trattando: lo L'evoluzione e il
trasformismo Darwiniano. 2° L° evoluzione delle for-
me organiche. — Molte figure sono intercalate nel
testo. Le dispense costano 50 cent. ciascuna.
La cultura foraggiera nelle crete senesi.
L’ egregio Sig. Dott. Arturo Bruttini aiuto alla
cattedra di agraria nella R. Università di Pisa, ha
scritta questa memoria nella. quale si. trovano os-
servazioni ed insegnamenti interessanti per chi è
nella necessità o possibilità di ricavare dai terreni
argillosi il maggior frutto che si possa sperare. Vi |
sono pure notate le piante erbacee che crescono na-
turalmente nelle crete l’ analisi chimica
sulla, lupinella e trifoglio pratense in esse coltivate.
Piccolo manuale pratico di Pollicoltura del
marchese Girolamo Trevisani. L'appassionato e dotto
e
pollicoltore, marchese Trevisani, dà in questo inte-
della |
| largo et onorifico posto fra le migliori pubblicazioni
| scientifiche - A., V. e N° ut supra, il Signor M.
| Braîn (Rostok) relaziona sulla seguente opera:
« P. Saotschenko, Atlas des poissons vénéneux, de-
scriptions des ravages produits par eux sur |’ orga
nisme humain et des contre - poisons a employer.
Fol. 53 pag. e 10 tav. col. St. Petersburg 1887
(26 Marchi) ».
Dalla relazione del Bran» noi traduciamo il se-
| guente brano:
« L'A. (i. e. Saotschenko) distingue quattro. dif-
ferenti veleni: due di questi appartengono a pesci
vivi, mentre gli altri due si formano appena dopo
la morte dei pesci o quando questi vengon salati. I
due primi veleni sono fino ad un dato punto per-
manenti nel corpo dei pesci e posson dai medesimi
| venir volontariamente espulsi (? Ref. i. e. Bradr),
ressante volume tutti quegli ammaestramenti e con- |
sigli utili per un allevatore di polli ed atti a vol- | dorsali e caudali, e introdotto nella circolazione del
garizzare incoraggiare e rendere sempre più utile
questa importante industria agricola, che contiene
in se la possibilità di rendere grandi vantaggi
pecuniari,
Il volume adorno di figure si vende al prezzo
di L..2,00. i
Annalen des K. K. Naturhistorischen Hofmu-
seums. (Separatabdruck aus Band nr) Notizen. |
Tahresbericht fùr 1887 von Dr. Frans. Ritter
Hauer - Wien, 1888 Alfred Holder.
VON
Lo Spallanzani giornale scientifico della capitale. |
Nel fasc. I-1v uscito in questi giorni si trovano
trattati i seguenti soggetti relativi più specialmente
alle scienze naturali: Dott. R. Marchesini, Studio
sperimentale sugli organi digerenti e sulla digestione
delle sanguisughe — Dott. Aggr. 0. Lepor:, Sull’im-
portanza dei sali di calce nell’ organismo animale e
sulla reale natura delle così dette ghiandole del
collo nel Phyllodactylus europaeus.
Mal nero o gommosi. - Il Centralbl. f. Bact.
ecc. - Pesci velenosi. Annunziamo la seguente pub-
blicazione che sarà certo per molti interessantis-
sima. « 0. Comes, Il mal nero o la gommosi (1)
nella vite. ed in qualsiasi altra pianta legnosa e gli
eccessivi sbalzi di temperatura. Memoria - estratta
dagli Atti del R. Istituto d’ incoraggiamento alle |
scienze naturali, economiche e tecnologiche, Vol. vi, |
N. 10, in 4,° p. 18. Napoli 1887. » - Di questa me- |
moria dà il Signor SoUa (Vallombrosa) una piccola
relazione nel Centralbl. f. Bact. etc. A. n, V. ut, |
INSTISE
Nel medesimo giornale centrale di batteriologia
e parassitoloygia - giornale che noi volentieri citiamo
perchè ‘in si. breye
‘
(1) Questa mal |’ Apulia viene chiamata verde-secco,
nella Liguri® 7007 pacco, în Prancia poi maladie noire
e aubernaje; è cosionata dal Bacteriim gummis.
tempo di vita seppe già farsi
veleno e
gli altri due si trovano solo a date epoche ed età.
L'uno di questi veleni è il secreto di ghiandole
della pelle, le quali trovansi alla base delle pinne
sangue può divenir pericoloso come i veleni di altri.
animali. L'uso della carne di questi pesci è, ad
eccezione di quella di Diodon orbicularis e di Te-
| trodon, del tutto innocua; solo devesi aver pre-
cauzione nel maneggiarli. Un secondo veleno di pe-
sce nel vero senso si trova solamente nelle uova di
certi pesci; pure gli organi vicini agli ovari - spe-
cialmente il fegato - possonsi impregnare di questo
divenir così anch’ essi velenosi. Quanto
potente esso sia, lo prova il fatto che in alcuni
casi dei cani, avendo gustato solo a/quante uova di
pesci velenosi, morirono in 10-12 minuti; anche
sull’ uomo à moltissima forza: î casi finiscon per
lo più colla morte. »
« La terza sorte di veleno si forma iu casi assai
rari quando si salano pesci, che freschi non sono
velenosi; sulla natura di questo veleno non si sa
nulla. » i
« La quarta sorte e propriamente un veleno dî
muffa, il quale si forma specialmente ai tropici,
talvolta perfino poche ore dopo che il pesce fu: SS
preso. » IRà i ki
Im_____—————-
rTT"——"TTTTyùYt&wéeo&yTr<€<É&ST
dnsegnamenti pratici 00°
Coltivazione delle piante senza terra. Leg-
i giamo nel Villaggio: Piante di famiglie diverse
vegetano assai bene nella sabbia, nel carbone in
| polvere e pur nel musco, a condizione d’ essere
inaffiate, una o due volte la settimana, con uno,
due o tre cucchiaini da caffè (secondo la vigoria,
| della pianta) d' un liquido Jeannel di cui diamo
sotto, la composizione.
76 sà =
Tali inaffiamenti non dispensano d’ altronde,
d’inumidire la pianta negli altri giorni della set-
bima, se occorre; ma non si ponno fare che con
acqua ordinaria preferibilmente piovana e di fiu-
ispiegata vegetazione ; quando comincia a germo-
gliare, se ne danno dosi gradualmente crescente
e non sì giunge alla quantità sopra indicata, che
allora quando la vegetazione ha toccato la sna
massima attività. Durante il riposò, non si dà che
Tra il parere del prof. Gage e quello di aliri che
raccomandano di non lavorar troppo al micsescopio
(come al telescopio) per non andare incontro al pe-
| ricolo di accecare o quasi, sarei dell’ opinione che
me. Non si deve usare dell’ ingrasso Jeannel che |
durante il periodo in cui la pianta trovasi in |
acqua ordinaria. Due formule si conoscono del |
liquido Jeannel, ma |’ ultima è la migliore:
Azotato d’ ammoniaca, 380 grammi; bifosfato
di ammoniaca lordo, 200; azotato di potassa lordo,
260; bifosfato di calce in polvere fina, 50; solfato |
di ferro (copparosa verde) 10; totale 1,090 gr.
Polverizzate, mescolate e conservate al coperto |
dall’ aria, fate sciogliere il miscuglio in ragione
dila3
tratto (di mese in mese, ad esempio) conviene
far passare, col mezzo d’ inaffiamenti, nella sabbia
© nel musco, una quantità considerevole d’ acqua
pura, affine a’ impedire l'accumularsi dei sali che
le piante non avrebbero potuto assimilarsi.
Cura degli occhi nell’ osservazioni mierosco-
grammi per ogni litro d’ acqua. Tratto ‘
‘| modo: Piantano il Biancospino a 20 centim. da
l’ osservazione microscopica, anche fatta nelle mi-
gliori condizioni, stanca la vista, non fosse altro per
i continui sforzi di accomodamento che I occhio
deve compiere.
Del resto, basta alternare il lavoro al microscopio
con altri lavori, per non risentirne nessun danno.
Nei paesi nordici, e specialmente dove abbonda la
nebbia, come a Londra, si è obbligati a ricorrere
spesso alla luce artificiale e questo è un grave in-
conveniente per l’ occhio: ma da noi, meno i casi di
ricerche speciali da farsi di notte, o con luce mono-
cromat.ca, si può, ed e sempre preferibile operare
| alla luce diffusa del sole, quale la sì può ottenere
da una finestra soleggiata, munita di una tenda
A. P..
Le siepi nel Padovano, si fanno nel seguente
bianca.
pianta a piante nelle file; tre anni dopo le reci-
dono a 10 centim. dal suolo: esse mettono allora
dei tralei vigorosi, i quali un anno dopo sì uni-
| scono e legano fra Joro un pò strettamentea forma
piche. (Riv. Scient. Indust.) E buona regola, per co-
loro che lavorano molto al microscopio, di tenere
tutti e due gli occhi aperti, durante 1’ osservazione,
riparando l° occhio che non si adopera con un dia- |
framma, nel caso che non ci riesca a fare astrazione
degli oggetti circostanti e che la vista di essi ci
împedisca al concentrare tutta la nostra attenzione
sull'immagine microscopica. L° abitudine di lavorare
tenendo aperti ambedue gli occhi può anche riuscire
utile quando si voglia riprodurre col disegno 1’ im-
magine microscopica, senza l’uso della camera lu-
cida. Anzi la camera lucida togliendo in generale
di XXXXX. Ne succede un innesto per approssi-
mazione e la siepe è fatta così come tutta di un
pezzo, rimanendo molto solita e difficile a. pe-
netrarsi.
Per togliere 1’ odore di solfo dal vino basta
| appendere nella botte una piccola lamina di ar-
gento ; un pezzo da cent. 50 forato e sospeso eon
un filo basta per due ettolitri di vino. Questo me-
todo è ben da preferirsi all’ uso del rame.
Conservazione delle Libellule. Il Sig. Deriard
dice nel Feuille des Jeunes naturaliste, di aver
veduto suo padre ed altri neuropteristi che pre-
| paravano le libellule vuotandone accuratamente
molta chiarezza all’ immagine, si dovrebbe sempre |
adoperare solo per ritrarne il contorno generale e per |
fissarne i punti principali, completando poi il dise-
gno ad oechio. Il microscopista dovrebbe sempre es-
sere buon disegnatore.
Per non stancare troppo un solo occhio, bisogne-
rebbe abituarsi a dividere il lavoro fra î due occhi,
adoperando ora l’ uno ora I’ altro.
Quando si abbiano queste avverienze, il prof. Gage
dice che, con un microscopio-di buona qualità e luce
‘conveniente, cioè luce ferma, e non troppo viva da
abbagliare la vista, nè troppo debole da richiedere
troppo sforzo per distinguere i particolari dell’ im-
magine, l° osservazione microscopica perfeziona la
vista, piuttosto che pregiudicarla.
*
e subito dopo catturate, l'addome ed il toraee
ed introducendo lungo l’ asse dell'animale un ro-
tolino di carta del colore generale del corpo. La
morte deve essere ottenuta con il Cianuro di po-
tassio poichè la canfora, petrolio, benzina, creo-
soto ecc., alterano i colori delle libellule.
Per ridonare agli insetti avariati la loro fre-
schezza primitiva. Da una pubblicazione di M
| Reztter intitolata « Moyen, facile de rende leur
| fraicheur premiére, aux insectes 4 longs poils,
Coléoptères principalement, détériorés par un
sejour prolongé dans l' alcool » traduciamo la se-
i guente parte essenziale:
Per ridonare agli insetti a lunghi peli, in ge-
nerale a tutti i Coleotteri più o meno scadenti,
dirà
|
il loro primitivo aspetto, M. Reitter, consiglia di | elettrico li avverte delle variazioni di temperatura
metterli nell’ alcool rettificato ad 85 gradi, che si |
cambia finchè non si colora più restando assoluta |
mente limpido. Se gli insetti erano stati conservati |
in alcool impuro o troppo debole, bisognerà aggiun-
gere all'alcool una piccola quantità di benzina |
per farli perdere la tendenza che hanno all’un- |
tuosità; M. Reitter fà rimarcare a questo propo-
sito, che la troppa benzina ha l'inconveniente ,
di indurire gli insetti e renderli più fragili; nel
qual caso si può rimediare riponendo gli insetti
in nuovo alcool dopo che si erano seccati nell'aria.
Tolti gli insetti dall’ alcool, sono posti immedia-
tamente tutti molli ed in modo che non si toc-
chino, in una scatola su di uno strato di segatura
di legno e ricoperti in seguito con altra segatura
che con delle leggere scosse si procura penetri |
bene fra gli insetti. La segatura dovrà essere di
legname bianco, secca, priva di grossi frammenti, |
e specialmente di polvere. La disseccazione dovrà
compiersi il più rapidamente possibile esponendo
la cassetta al sole o al calore moderato del fuoco;
è pure pratica eccellente quella di riscaldare la
segatura a 50 o 60 gradi al momento di servir-
sene. Dopo 12 a 24 ore si puliscono bene gli in-
setti dalla segatura con un pennello fino e pro-
porzionato alla grandezza e fragilità dell’ animale,
I peli degli insetti così trattati si rialzano e ri-
prendono la loro posizione e beltà primitiva, |
«mentre tutto l’animale riacquista il brillante e
vellutino aspetto che gli è proprio.
Giacimenti di cromo. Stando a quanto narra
la Revue vniverselle des Mines et de la Mitalursie
sono state scoperte ricche cave di Cromato di terro.
Sigari di carta. Si legge nel Paper Marker! s
Circular che a New-Jork si è impiantata una erande
fabbrica di carta preparata con una forte decozione
di tabacco che serve a fare dei buonissimi sigari e
del tabacco da naso. L’ imitazione e cosi. perfetta
che deì vecchi fumatori e fiutatori hanno creduto
di far uso di tabacco di scelta qualità.
Termoregolatore per i confezionatori di seme
bachi da seta. I Siso. Martinetti e Vittorio di
Cremona per ottenere una perfetta estivazione ed
ibernazione del seme di bachi da seta hanno imma-
ginato un processo con il quale possono facilmente
regolare il calore dell’ ambiente, poichè un’ avviso
che avvengono nell’ ambiente stesso.
Nuovo antifillosserico. L'Avenir des campagnes
narra che in una vigna molto danneggiata dalla fil-
lossera nella Colombia, essendosi per una fortunata
combinazione sfasciato un caratello di bitume pro-
veniente dall’ Albania, le viti furono completamente
liberate dalla fillossera e cominciarono a dare co-
piosissimo frutto. Si constatò che tutti gli insetti
che si posavano su quel terreno morivano e che per
conseguenza si aveva in quel bitume un potentis-
simo insetticida.
Posteriori informazioni fecero conoscere che que-
sto bitume è da tanto tempo usato in Albania come
ingrasso, e le belle vigne Albanesi non hanno mai
sofferto aleuna delle malattie che infestano le nostre
vigne.
Amarina. È una nuova base alcalina organica
scoperta dal Laurent e che si ottiene facendo agire
E
incolora, cristallizza in agli a sei faccie, insolubile
l'ammoniaca sull’ essenza di mandorle amare.
nell’ acqua, solubile nell’ alcool, volatile al calore
senza scomporsi.
Nuovo controllore delle ronde.. L' egregio Sig,
Mario Baratta del quale. i nostri lettori conoscono
gia altre importanti invenzioni, ha immaginato un’in-
gegnosissimo meccanismo, semplice, di facile maneg=
gio, sicuro nei resultati, per controllare le ispezioni
che le ronde devono fare nei locali posti sotto la
loro vigilanza. La descrizione e la figura si trova
nel Vol. xvi pag. 99 del giornale IZ Progresso.
Nuovo concime chimico. È stato scoperto che
le scorie basiche delle fornaci di ferro, scorie che
andavano del tutto perdute, contengono tanti fosfati,
e che perciò polverizzate riuscirebbero un eccellente
concime artificiale. Già alcune Societa inglesi hanno
cominciato a polverizzarle ed a metterle in vendita.
Il prezzo è asceso fino a circa L. 60 per tonnellata.
NE CFEIZIARIO
esso
Come le sauzuisughe indicano le variazioni
del tempo. Ecco quanto si legge nella Science powr
tous: Si metta una sanguisuga o mignatta in una
boccia di vetro bianco della capacità di mezzo litro.
e piuttosto larga che stretta. Si copra la bocca con
un pezzetto di tela a tessuto non troppo fitto, e si
avrà così un’ indicatore del tempo (vulgo barometro)
che non richiederà altre cure che di rinnuovare
l acqua ogni 10 0 15 giorni.
Se la sanguisuga stà rotolata su se stessa’ e
senza far movimenti, al fondo della bottiglia, indica
buon tempo.
Se sale alla superfice dell’ acqua; cattivo tempo, -
pioggia.
Se percorre lo spazio della bogcia con una vio-
lenza marcata; gran vento.
* Se fa dei soprassalti, e pare in convulsioni;
grandine.
Animale sconosciuto. Sotto questo titolo. scrive
si | il Dicrio Popular di S. Paolo (Brasile): « Il 21
ultimo scorso, apparve nelle vicinanze dell’ Apiahy
un rettile sconosciuto, lungo tre palmi, nero e colla
testa rassomigliante a quella del pesce denominato
Anean.
Aveva due ali simili a quelle di un tacchino
EI sprovviste di penne, le quali poste in movimento
producevano l’ effetto del Sonaglio della Cascavel.
Detto animale venne ucciso da una signora, a suon
di bastonate.
La Società botanica in Francia ha deciso che
la sessione straordinaria di quest’ anno sia’ consa-
S crata alla esplorazione ed erborizzazione delle Car- |
bieres e si aprirà a Narboune il 9 giugno prossimo.
l SDO;P. i
La flora di quelle località presenta molto interesse
per il botanico. per diverse ragioni che si possono
SR conoscere chiedendo il programma di questa escur- |
zione al segretario cenerale della società.
© Premio. Alcuni soci fondatori della Società dei
Microscopisti hanno stabilito di assegnare dai loro
fondi privati L. 250 al miglior lavoro inedito di
microscopia pubblicato dai soci nei Bollettini o nelle
_cembre 1889. I lavori devono essere scritti in lingua
; Italiana, o dietro approvazione del Consiglio in La-
tino, Francese, Inglese, e Tedesco. — I manoscritti
restano alla Società. La commissione esaminatrice
‘sarà scelta nel Gennaio del 1889 dal Consiglio della
Società.
Acireale Il Segretario
Gaetano Prarania P.
Cittadino di Savona: « Sette anni or
w: sono un conta-
}
— dino di Giusvalla (mandamento di Dego) proprietario
rr
AR una vacca. ritenuta gravida, la
In breve, dal 1881 fino a pochi giorni sono que-
sta vacca prodigiosa passò dalla stalla di un conta:
memorie della Società, da ora fino. a tutto il Di-_
Un fenoinero straordinario. Riportiamo dal
dino a quella di ‘un altro, finchè veniva comperata | z
da un tale di Pontinvrea.
Dopo parecchi mesi di aspettativa il nuovo pro-
prietario decise di farla finita e di yederci dentro
una buona volta. È
Il compare d’ una cascina vicina offre di com-
prare per lire 5 ciò che vi sarà nel ventre della
vacca. L° offerta è accettata e si ammazza la bestia.
Quale sorpresa ! 3
Nel ventre della vacca stà il corpo di un i vitel-
lino, completamente rivestito del suo pelo e in istato
di pietrificazione !
La voce si divulga nel paese e iutti corrono ad
ammirare il-fenomeno, invidiando il fortunato «com-
pratore, il quale colla spesa di sole 5 lire si è assi-
curato il possesso di un.vitello-prodizio che dovrà
fruttareli erandi risorse. =
Il dott. Tagliero, medico militare in ritiro, invi-
i-tato a visitare il fenomeno, ne constata la grande
vendeva ad.un ,
importanza per ta scienza.
Il distinto geologo Cav. Don Pietro Perrando în-
formato della novità del caso, recasi a Pontinvrea
.ed offre lire 300 per l’ acquisto del vitellino calei-
nato, che vengono rifiutate dal proprietario, il quale
non pare disposto a cederlo che ad un prezzo molto
elevato. |
Nell’ interesse della scienza sarebbe a desiderarsi
cue il curioso fenomeno diventasse quanto prima
proprietà di uno tra i tanti Musei Naziònali. »
Concorso per studi di perfezionamento al-
1’ estero. Il ministero della istruzione pubblica ha
bandito il concorso per 8 assegni di lire 3000 cia-
scuno per studii di perfezionamento negli istituti
scientifici stranieri, per un'anno a cominciare dal
lo novembre 1888. Di detti assegni, due sono desti-
nati ‘agli studii siuridici e sociali, due a quelli me-
dico chirurgici, due alle scienze fisiche naturali, e
due alle scienze filosofiche e letterarie. Sono ammessi
‘ a concorrervi, coloro che abbiano già conseguita da
non meno di un'anno nè da più di 4, la laura in
un’ istituto di studi superiori del Regno.
Richiamiamo 1’ attenzione dei Botanici, sulla
circolare pubblicata dal Sie. Baldacci nell’ ultima
pagina di questo fascicolo.
Gara di piccioni Viagg
iatori. Avrà luogo il 10
! Giugno p. v. con partenza da Belluno.
Consorzio dei Colombicoltori Fiorentini. Ab-
biamo appreso con piacere che i colombicoltori di
Firenze si sono riuniti in consorzio ed hanno eletto
a loro presidente l' assiduo nostro collaboratore Sig.
Giulio Cesore Giachetti che con tanta competenza
va trattando in questo Bolleftino importanti
getti di Colombicoltura.
79
Piscicoltura. Anche nel Tirolo si occupano di
ripopolare ì corsi di acqua con pesce nobile, ed in
quest'anno nel Noce e suoi affluenti furono immersi
60 mila avanotti di trota di monte.
Fra gli allevatori di bachi da seta è aperto
il solito concorso che annualmente promuove il. mu-
‘seo bacologico di Torino. i
Una stazione zoologica è stata aperta dal Go- |
verno del Giappone ‘a Misaki.
Posti vacanti: Prof. di Chimica farmaceutica
nella Università di Napoli e di botanica in quella di
Sassari. Tempo utile fino al 20 giugno prossimo.
Prof. di scienze fisiche e naturali a Reggio Ca-
labria. Scade 30. maggio.
Sono aperti concorsi a diverse cattedre di scienze |
fisiche naturali nelle scuole governative. Tempo
utile fino al 1° giugno.
Un congresso per lo Studio della tubercolosi |
umana ed animale, avrà Juogo a Parigi dal 25 al
31 luglio prossimo. È
Un congresso di cacciatori italiani sarà te- |
nuto in Torino in occasione della gran mostra ca-
nina nazionale che attirerà colà numerosi allevatori
e cacciatori. Saranno discusse modificazioni ‘alla
nuova legge sulla caccia, occupandosi con ogni
mezzo per la pronta ‘discussione della medesima.
Necrologia. In questi ultimi mesi la scienza ha
perduto: Andrea Garrett, malacologo. — G._R.
WaveRrHOUSE, geologo ed entomologo del British
Museum di Londra. m. 21 gennaio in età di 78
‘anni. — Federigo PartEL, malacologo m. a Berlino
il 27 .vennaio in età di 76 anni. — Dott. T. Ji
Londra m. in
Edimburgo nel gennaio. — Emilio Rousseau, chi-
mico francese, m. a Parigi in età di 73 anni. — |
Dottor Massimo. Scamipr, direttore del Giardino
z00logico di Berlino, m. 1° Il febbraio. — Generale
PeRRIER, capo dell’ ufficio seodetico di Francia, m.
a Montpellier il 20. febbraio, in età di 55 anni. —
Carlo ERBA chimico m. a Milano il 7 aprile scorso |
BoswEeLL, della Società Botanica di
— G. E PrancHon che fù il primo a scoprire la
Fillossera, e che nel 1878 trovò per il primo la Pe-
tonospora in Europa, è morto a Montepellier nel-
’ aprile scorso.
[=
RICHIESTE E OFFERTE
DONFANDE DI CANE
i (Gratis per gli abbonati)
Quando non v? è speciale indirizzo, rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino.” o 5
1 —3535 ——
25 Se qualche abbuonato potesse indicarmi un |
libro italiano o francese od ‘anche tedesco che tratti -
‘abbastanza diffusamente della costruzione manuten-
® o
zione ecc., dei nidi artificiali, dal lato della prote-
zione degli uccelli, mi farebbe un gradito favore.
Senigaglia Dott. ALESsanpRO MoRESCHINI
26 La Società Apistica Abruzzese offre fogli cerei
faccettati con la macchina americana Vandervort a
L. 3,30 al Chilog. Lavora la cera spedita dagli api-
coltori a L. 0,90 il Ke. Dietro invio di L. 9,50 spe-
disce franco di porto in tutto il Regno un pacco
contenente Kg. 2,600 di fogli cerei, (peso netto). Chi
desidera un campione non ha che mandare il pro-
prio biglietto da visita all’ Agronomo Vincenzo de
Michetti - Teramo.
27 Offro in cambio di libri o strumenti riguar-
danti la Botanica: M. Dropiez — Dictionaire des
sciences naturailles 10 vol. (mancano le tavole).
Serivere: Antonio De Bonis, Rovigo.
28 St offrono le seguenti razze di colombi: Gros-
sissimi da carne veri pitoni piacentini di pura razza.
Modenesi gazzi neri. Gazzi caldani gialli. Gazzi bigi
(color celeste con verghe rosse). Gazzi pietra chiara
(color lava latteo con verghe gialle). Varietà inero-
ciate. Maschi e femmine scompagnate. Prezzi da
convenirsì dirigendo le richieste all’ Ing. Scola
Gaetano in Cremona.
29 Si desidererebbe fare acquisto della Storia
naturale degli uccelli pubblicata in Firenze dal
1767, al 1776 in 5 volumi.
30 St offrono uccelli mosca in pelle o montati in
cambio di oggetti di storia naturale.
31 Il Sig. Oreste Cappelletti di Parma (Borgo
regale 21), desidera fare acquisto di colombi veri
Pollonesi razza pura.
s2 Desidererei vendere e far cambi di fossili
Pliocenici e Quaternari, Giuseppe Moschella. Reggio
Calabria. i
38 Desidero fav cambi di piante secche e clas-
| sincate. Vincenzo Manzini, Udine.
tc ti =
AVVISO
Si desidera vendere una collezione di conchiglie
di circa N.0 2800 specie di tutti i mari; 6 special
meute della zona «lel sià Stato Pontificio del medi
terraneo, completa cioè da Terracina a Montalto di
Castro, tanto marine che terrestri, lacustri ece. E
queste seconde in numero di 750 circa, comprese le
fossili di Civitavecchia, descritte ed illustrate da ap-
posite figure con i loro animali, copiati sulle viventi,
e lesate in quattro tomi manoscritti. Sono tutte
classificate sul metodo Sander Rang con la sinoni-
mia di Lamk, Philippi ed altri autori, contenute in
N.o 80 cassette di legno, e separate con scatole di
cartone e tubetti di cristallo per le piccole e fragili.
sopra ogni individuo è la sua etichetta o numero
che li sistema al Catalogo.
Divicersi a Biagio Donati in (#vitavecchia, Piazza
‘del Plebiscito N.° 1.
Illustrissimo Signore
Il sottoscritto, avendo già compiute parecchie escursioni botaniche nella penisola balkanica,
si propone di intraprendere, partendo alla fine di Maggio, un nuovo viaggio nelle regioni slave
della stessa penisola (Krivoscie, Erzegovina. Montenegro, Albania, Novi-pazar), allo scopo di
meglio esplorare e meglio far conoscere la flora di detti paesi, che quantunque assai ricca di
specie rare o non ancora classificate, immeritatamente fù fino ad oggi troppo trascurata dai
botanici E
Tutte le regioni botaniche infatti sono largamente rappresentate in queste contrade: dalla
marittima all’ alpina: dalle rupi calde e soleggiate che attorniano il lago di Scutari, alle cime
sempre nevose del Visitor, del Kom e del Durmitor; dai piani coltivati di Podgoritza, alle estese
foreste che stanno intorno al bacino del finme Drino..
Così in una zona di territorio relativamente ristretta crescono piante ben diverse: vi si tro-
vano infatti, nei luoghi più caldi, molte specie analoghe, ma non identiche, a quelle delle isole
greche, di Candia e di Sicilia; parecchi tipi decisamente orientali vi erescono pure, ultimo loro
limite ad occidente, non avendo potuto attraversare l° Adriatico o superare le Alpi per giungere
fino in Italia: si aggiunga infine che buon numero di specie endemiche di tali regioni vi erescono:
mescolate alle suddette, maggiormente caratterizzando le regioni botaniche di questi paesi.
Da ciò può giudicarsi facilmente la particolare importanza di tale flora, sia per quanto riguarda
la geografia botanica, sia per il numero di specie poco note o sconosciute affatto che racchiude
e che interessano in modo speciale il fitografo. Gli endemismi pure che, frequenti, vl si rinven-
gono, sono della massima importanza per lo studio più completo di tutta la flora europea.
Ma un viaggio in tali regioni e pareccni mesi di permanenza colà, portano una spesa non
lieve, superiore ai mezzi di cui può liberamente disporre il sottoscritto. Per tale cansa quindi
egli è venuto nella determinazione di mettere in vendita parecchie. collezioni delle piante che:
sarà per raccogliere, onde ricuperare, almeno parzialmente, le spese che dovrà sostenere nel
viaggio, ed in pari tempo per meglio far conoscere agli scienziati la flora di quelle contrade.
Al sottoscritto però, prima di partire occorre sapere sulla vendita di quante collezioni. può
calcolare, sia per raccogliere in maggiore o minore numero di esemplari ciascuna specie, sia per
limitarsi a visitare maggiore o minore estensione di territorio, in relazione ai mezzi di cu potrà.
disporre. Il sottoscritto quindi si rivolge alla S. V. Ill.ma, nella speranza che voglia chbligarsi
ad acquistare una collezione di 260 specie di piante montenegrino-albanesi al prezzo di lire ita-
liane 100, che appena compiuto il viaggio Le verrà spedita. Sarà poi particolare cura del sot-
toscritto che le specie di cui si comporrà la collezione sieno nuove, rare o per altri aspetti
pregevoli, ponendo particolare attenzione a quelle endemiche delle suddette contrade. Il paga-
mento è posticipato a maggiore garanzia dell’ acquirente.
Fiducioso chie non gli mancherà |’ appoggio della SV. Ill.ma, il sottoscritto ringrazia antici-
patamente e, salutando con vera stima, sì dichiara.
Della S. V. Ill.ma
Dev.mo Obbl.mo
ANTONIO BALDACCI
fuori Porta Zanaboni - BOLOGNA
N. B. Si prega inviare le domande colla massima sollecitudine essendo prossimo il giorno della partenza.
TA SANTÉ POUR TOUS
L' attention et la curiosité des sens du monde se portent de plus én pius vers tout ce qui
concerne les moyens de-prévenir ou de guérir les maladies: c'est à ce public soucieux de sa
santé et désireux de connaître les ps récents progrès réalisées par |’ hygiène, la médecine et la
chirurgie, que s' adresse le Dietionoaire de la Samté, d0ustre de 600 figures intercalces
dans le tecte, comprenant la medecino usuelte, V hygiéne journaticre, la pharmacie domestique
et les applications des nourelles conquetes de la science à UV art de guerir, par le Dr. Paul
Bonam], médecin en chef de | hospice de la Bienfaisance.
Le Bictiommaîre de ia Santé sc publie en 90 sfrirs à 50 ceNnTIMES, paraissante tous
les jeudis. ek i
L'onvrage complet formera un volume grand in-8 jesus à deux coionnes de 900 pages, illustré
. de nombreuses figures, choisies avec discernement. d'une exéeution parfaite, et semées avee pro-
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facon très agréable pour les venx. ;
On peui souscrire à l’'ouvrage complet. qui sera envoye franco chaque semaine, en 'adressant;
aux éditeurs, MM. J. - B. BaItLLiEREe sv Fit, 19, rue Hautofeuille, à Paris, un mandat postal
de QUINZE FRANOS. i 5 i
Toutes les sciences médicales ont trouvé place dans 6 Bietionnaire de la Santé, parce
_ qu'elles forment un ensemble dont toutes les parties s° celairent et se complètent mutuellement;
mais, tout en restant exact dans le fond, l'anteur s'est attaché a exclure de son langage ces
termes à mine rébarbative qui effravent les profanes. :
Ce livre sera le guide de la.famille, le compagnon du foyer, que chacun, bien portant ou ma-
‘lade, consultera dans Les bons comme dans les mauvais jours.
410 - Srena 1858. SAB. Tip. CarLo Nava S. Broci Direttore responsabile.
10 ndita le seguenti collezioni fiche rappresent
5 ‘appositamente o per l” insegnamento delle scienze naturali.
(cimmia, i. Riccio, ‘Palpa, Ra Gatto, Ghiro, TR0O: Porcellino d° mdia per Leti 00
o scheletro e 5 Grani di diversi. ordini -,. . d È SON » 35,007
Due-apparali dirigenti ed un’ apparato respiratorio. î S S x d È ù » 10, 00
N
*UWeeelli: distinti în teli e N ociti con ta indicazione di cosa si rai ecc.
Swcuelli montati: 4 Papp nilo 2a paci 2*Tan mpica 207 passeracei, 4: colombo, 4. salina
mericui), 4 twangpolieri;:4-po ‘mipei RR 5 i ? È L. 100,907
i Uece ti ini pete: comodi perl l’insogarimento; polemitosi ‘meglio mos strare i caratteri. SE
<cenastar esla preparazione, ed OCCUPA fxlo pochissimo spazio nell’ armad.0: 1 pappagallo, 2:
lapaci, 95 passeracei compresi 42 esotici tra i quali 7° uccelli. mosca, 4 gallinaceo, £
‘ trampolicri, 4 .palmipede Reno IRE QRS ò LCA SRL E prat
‘Uno scheletro, e. 4-crani differenti * -.. eta RO 5 SO
Due apparsti digerente e due aa da È ù gr ARSA »
Bonidi e 15' specie di nova -. .. .- 3 STO O AI »
et giti. + Chelonio; 2 Lacerte, 3 serpi IRR - Are LESSE »
Uno. 'Seheletro, un appar: ato dicerente ed un uovo PRIICINRA SI : ERO
vi, Rana, Rospo, Selamandra e RELORES TINA NEO
Uno, sthefetro un apparato digerente @ respiratorio, e diverse uova. <<). >. ò
‘Pesci. .5 pesci, uno scheletro, Wwlapparato digerente e uoya . »
Rroluschi. Gollezione di 100 9 specie). conchiglie marine fluviatili. e terrestri,
NSA Scatolette (li leeno Ù 9 » 12,0
Tunsesti i. Due cassette di noce a. lustro con coperchio “a Sano e Lim ovdi DR, cOn
SS tenenti 150 iusetti (80 sp: ecie) dei diversi dia siriapodi e fo aracni: di L.30 ,00.
Dara Crosiacei al Bet GRIN OS AERI TALIA 5 ? È ) rato i » 10,00
Lo Vermi N. CRT Ae eee 3,00)
i al a dii 3 x RI : RR 5 ; : È » 3,00
È Coslenterati IDE BRE RISATE STRO OE e SO AA e co (0
—Protozoi Niola a s ò BE 5 6 È » 3,00
Minerali 25 specie, comprese le scatolette. . GR î Pe » 7,00 i
| Rioccis 25 specie comprese le scatolette . È c SESIA ; È » 7.00.
Fossili 100 Qu diverse epoche zoolosiche 3 . SE esa SS » 15,00
muita Ta collezione si cede pex SEE #20
“SAS Ep. Gli omceiti.sòno tutti esattamente determinati con il loro nome latino ed italiano, forniti d'
eleganti basi verniciate nere a lustro, o scatolette 0 vasi, ecc, cho in buone condizioni di preparazion
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uomo i dico. per È insognamento da notomia Montato su cado L
Mezza metri i 105 Si 0, sci Sar
ls i di 50 uccelli americani a
12 Meceli mosca CRE I 50, cu SOUR di [
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vamaii ficure ecc. - Microscopi e tenti d’ ingrandimento - Spilli.
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DORATI = Fili metallici» Cassette, basi, vasi «ed etichette, per. Je ‘pre
| cialità diverse - ob edu no in cera, gesso, di animali, frutti, fiori , Mor
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animali a prezzi mitissimi (da L. 1,00 in più) per conto dei committenti
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e studiosi di Scienz- fisiche-naturali; direttori di‘-musei e giardini; possidenti, agricoltori , dilettanti
di caccia, orticoltura e giardinaggio; ‘allevatori ed acclimatatori di animali e QI
i Diretto da SIGISMONDO BROGI
con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente dei Signori:
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BANDELLI Dott. G. BATIA: — Stena
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GIACHETTI G. CESARE — Firenze
GrossEAU Conte CARLO — Ginevra
x LENTICCHIA Prof. ATTILIO — Lugano
SOMMARIO
Nuova specie di quercia fcon fig.) A. Longo — Caccia di Coleotteri, A. Palumbo — Syrrhaptes
paradoxus, Prof. V. Gasparini’ — Vulcani e Terremoti, Prof. A. Bonomi — L'’ esposizione internazio-
nale di uccelli da cortile e colombaia in Roma, G. €. Gia-hetti.
5 Comunicazioni: Note botaniche, G. 7 Mattei — Notizie di caccia e note. ornitologiche, dal Fiwne,
Gasparini, Direzione, Bonomi, Taczanowki, Pavesi, Mettica — Ospite intermedio, P. — Tapiri, Pi
Domanda, P. — Desiderio, P. — Risposta, Direzione — Riproduzione delle spugne, B. — Microtecnica, B.
— Il Kilimandscharo, P. — Ucccelli, P. Reptilia, P. — Orsi nel trentino, Bonomi. *
Note BIBLIOGRAFICHE : Origine Paleontologique des Arbres cultivés ou utilisés par 1 ne — Per
aumentare la produzione del grano — Quantità d° olio contenuto nelle olive ecc. — Ricerche chimiche
sulla cenere di Coke e suo uso in agricoltura — Stazione meteorologica in Scandicci — Rivista meteo-
Ù rica ‘agraria — Nuove aggiunte alla ittiofauna dell’ epoca eocena — Bruco che danneggia ì mandorli
— I lepidotteri e la dicogamia — Tannizzazione dei tessuti animali — Colera dei polli — Fauna del-
s r ‘isola di Lesina — Due casi di mostruosità — Ministero di Agricoltura — L° uomo attraverso i- secoli
|— R. F. Solla — Notarisia — Bullettini di Zool. ed Anat. comp. R. Univ. di Torino.
- NomiziarIo: Spedizioni, ‘esplorazioni, missioni — Circoli cacciatori Pavesi e Bresciani — Colombi viag-
0 — Peronospora nelle rose — Pianta dell’ Inchiostro — Piscicoltura — Cavallero — Posti va-
| canti — Congressi — Esposizioni — Geni malefici. ;
è RICHIESTE OFFERTE E DOMANDE DI CAMBIO — AVVISI DIVERSI.
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Direzione presso S. | BROGI Via del
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L° abbonamento per tutti î paesi dell’ unione postale co-
| sta L. 3 all’ anno; per gli altri stati si pagano n più le
‘spese postali. 3
È li abbonamenti si ricevono presso amministrazione, e
da tutti gli uffici postali iralianiî ed esteri, in qualunque epo-
ca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con
diritto ai ; fascicoli arretrati.
L’ abbonamento non disdetto nel Decembre si ritiene per
rinnuovato.
: Gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per le
comunicazioni proposte ec. (esclusì gliavvisi commerciali) e per
domande ed ROEn di cambi di animali, semi, piante, minerali,
libri, macchine arnesi e di qualunque altro oggetto relativo
alle scienze fisiche naturali. La medesima inserzione non si ha
diritto di pubblicarla gratis più di una volta; ma viene accor-
data la ristampa pagando un piccolo compenso per l’inserzione.
Il giornale:si pubblica dal ro al 15 di ogni mese, ec- | i
La direzione può rifiutarsi di pubblicare qualsias comu=. È
nicazione senza bisogno di dare giustificazioni in propcsito.
L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli abbona=
ti che pubblicando avvisi desiderano non far conoscere il pro-
prio nome, In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare |
all’amministrazione le spese di corrispondenza, e per le vendite
od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. |
liserzioni a pagamento. Quelle relative alla Storia Natu- — —
rale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L.1 per
linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pagine costa=
no L. i ogni 5 centim. di spazio occupato in una colonna. —
A.gli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Si annunziano le. pubblicazioni ricev=te in dono e în
cambio; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci PEIVEI? è
gono due esemplari. ;
Tuttt i pagamenti devono essere anticipali. Chi desidera d
risposta unisca‘i francobolli necessari.
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mali figure ecc. - Microscopi e tenti d’ ingrandimento --Spilli da insetti - Tubi. da
saggi e Tubetti di vetro con tappo-di' sughero, tappo smerigliato, e con piede - Po-
mate per imbalsamare - Antisettici e preservativi - Lastre di torba - Carte da er-
bari - Fili metallici - Cassette, basi, vasi ed etichette, per le preparazioni - Spe-
cialità diverse - Riproduzioni in cera,
mici ecc. ecc.
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Uficio del Comando
N. 362 di protocollo
OGGETTO. —.
Circa l'esperimento fatto
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Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto
Attestato :
-Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli
mero 2658 questo Comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
Guerriero mi referisce che:
‘<< esperimentato dal signor Tenente medico dottor Petti su due
« compagnie di fanteria stanziate in RESTO presidio ha dato sod=.
« disfacentissimi risultati. »
di Si vende in tutte le farmacie, pasticcini caffè, bottiglierie e "drogherie
Massauo 28 gennaio 1886.
17 settembre nu-
« il. FERRO-CHINA=BISLERI
Il Maggiore Gonerale | i te
firmato: GENÈ — USI
"Re
e I-
BOLLETTINO DEL NATURALISTA:
COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE
MENSILE
PERIODICO
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PEREFEyTTTTTTT->TT<=<<TT--_—-<>--<-<<
NUOVA SPECIE DI QUERDTIA |
——e—epa =>
Nelle colline tra la provincia di Bari e di Lecce
vi erano un tempo folti boschi di querce, dei quali
restano pochi avanzi per la vandalica distruzione
che se ne'fa dovunque.
Insieme con la rovere comune vi è un’ altra spe- |
di quercia, che quegli abitanti chiamano fragno, e |
fragna il frutto. Siccome questo nome ha una certa |
somiglianza con farnia, così aleuni la chiamano con |
questo nome; altri, sapendo che esiste una quercia
chiamata cerro, la chiamano anche con quest’ altro
nome; e così col nomi di farnia e di cerro essa forse
è passata inosservata ; giacchè pare impossibile che
sia sfuggita al Tenore e ad altri botanici.
Avendone raccolti alcuni esemplari pel mio er-
bario, quando cercai di classificarla, mi accorsi cha
non era nè la farnia, nè il cerro, e cercando nelle
flore italiane, non mi fu possibile di trovarla, per
cui sospettai che potesse essere una specie nuova.
Ne ho dati esemplari ad egregi professori di Parma
e di Pavia, i quali hanno confermata la mia idea,
cioè che è una specie non descritta melle flore ita-
liane : resta a vedere se si trova registrata. nelle
altre flore di Europa.
Da poche ricerche da me fatte risulta che non
si trova, e perciò la sottopongo al giudizio dei bota-
Dici, per vedere se realmente è una specie nuova.
Come si è detto, essa’ vegeta sulle colline in-
sieme alla rovere comune, il portamento è lo stesso,
ma credo che non raggiunga le dimensioni colossali
di questa. Quando la pianta è giovane, il fusto è di
un verde traente al rossastro, macchiettato di gri-
gio: è più liscio, e così si mantiene più a lungo
che nella rovere, ma quando invecchia, la corteccia
diventa anche in essa profondamente serepolata, e
non se ne distingue più.
La differenza notevole stà nelle foglie, che sono
caduche, ma si somigliano a quelle della querce a
foglia persistente. Esse sono bislunghe,. acute, bre-
vemente picciuolate, col margine leggermente si-
‘nel mezzo, pronunziata da ambe le parti.
nuato, ondulato, dentato, mucronato. Qualche volta.
si avvicinano alla forma ovale od obovale, come sì
EREReERE REI RERAERRIRREREERRFERZ®
vede dall’ annesso disegno (Tav. 1.) in grandezza
guasi al naturale; e così pure le sinuosità ed ondo-
sita del margine possono essere più o meno pro-
nunziate. La lamina è glabra da ambe le parti, e
solo con la lente si osserva, vicino alle nervature
della pagina inferiore, qualche cosa che accenna ad
un principio di pubescenza. Ha consistenza tra co-
riacea e membranosa; la pagina superiore è più lu-
cida e di un verde più cupo, 1] inferiore meno lu-
cida e più sbiadita. pe:
I fiori staminiferi sono disposti in amenti lunghi |
4 a 5 centimetri. L° asse d’ infiorescenza è coperto
da peli bianchi stellati; i fiori sono sessili, ed irre- .
golarmente situati sull’ asse d’ infiorescenza, il quale
vicino alla base resta libero per un certo tratto, e
poi i fiori sì trovano dove più vicini, dove più lon-
tani, e quasi ammucchiati verso 1° apice. Hanno un
perigonio coperto anch’ esso di peli irregolarmente
sparsi, con 5 tepali saldati insieme fino alla metà
circa, e che termina con 5 lobi ovali, concavi, ci-
liati, e non sempre uguali fra loro. Hanno ordinaria-
mente 4 stami, più raramente 5, e credo qualche
volta anche 3. a”
La ghianda è più grossa, e relativamente meno»
allungata che quella della rovere; all’ apice è to-
mentosa, ombelicata, con una piccola punta in mezzo,
e, quando è matura, ha un colore marrone chiaro.
La cupola è sessile o quasi; copre circa la metà della
ghianda, e qualche volta quasi tutta. Le brattee
alla base sono quasi aderenti, poi sì scostano, e, ri-
piegandosi in fuori, si fanno uncinate, e sul margine
diventano lunghe lacinie. Esse sono lanceolate, IN
grossate alla base, tomentose, e con una nervatura i
H una pianta che si somiglia alquanto alla Quer-
cus Aegylops L., almeno come risulta dalla deseri=.
zione che ne fa il Parlatore, giacchè per il mistero
‘ col quale sono custoditi eli erbarii im aleune uni-
versità d’ Italia, non mi è stato possibile ve-
derne gli esemplari. È possibile perciò che sia un
ibrido dell’ Aegylops e della Robur, tanto più che
la prima si trova al Capo di Lecce, e la seconda
è comune in tutte le Puglie ; ma su di ciò si po-
trebbe dare un giudizio esatto, dopo aver paragonato:
‘un gran numero di esemplari della due specie.
Essa dà un carbone molto migliore che quello
della rovere, e dà frutti più grossi e più abbondanti;
e quindi, oltre la curiosità scientifica, vi è un certo
interesse industriale; giacchè, se quei tali progetti
di rimboschimenti, di cui sì parla da tanto tempo,
saranno un giorno attuati, nei luoghi dove sì vor-
ranno piantare querce, sarà forse utile allevare
quella, di cui si parla-
Se realmente è una specie nuova, bisogna pen-
sare al suo battesimo, e credo che si possa conser-
vare il nome indigeno, cioè : fragno l' albero e fra-
gna il frutto, e classificarla col nome di Quercus
Fragnus.
Pavia Maggio 1883.
AxpREA Loxco
In molte collezioni entomologiche, mancano certe
specie, 0 vi si vedono rappresentate da scarsissimo
numero d’ esemplari perchè, a creder mio, non sono
tutti gli entomologi che adoperano i mezzi più ac-
conci a catturare le diverse specie degli ordini d’ in-
setti che hanno preso a studiare. Perchè un colle-
zionista possa procacciarsi buon numero d’ insetti
bisogna che ne conosca i costumi, ed usi tutti gli
‘artifizî possibili per farne abbondante raccolta.
Non so se altri abbia già messo in pratica gli
espedienti di cui mi servo per ottenere i migliori
risultati possibili nella caccia degl’ insetti, ma nella
supposizione che, specialmente coloro î quali da
poco tempo si sono dedicati a questi studii, possano
diseonoscerli, credo non fare opera del tutto priva
d' utilità rendendoli di pubblica ragione.
È dunque mio intendimento di andare manife-
stando varîì artifizî dei quali mì giovo per arricchire
la mia collezione, e descrivendo parecchi arnesi che
ia mia lunga esperienza mi ha fatto ritenere come
utilissimi nella cattura di certe specie di Coleotteri.
. Comincererò dalle Cicindele, da questi svelti
quanto eleganti Coleotteri che sin dai primi tepori
primaverili, vanno svolazzando pei viottoli dei campi,
nelle grandi strade incassate, nelle rive dei ruscelli,
dei torrenti, der fiumi, dei laghi e financo sulle
spiagge del mare.
Come tutti sanno, questi interessanti insetti che
formano uno dei più vaghi ornamenti delle nostre
collezioni, non stanno fermi che pochi momenti, ma
volando colla rapidità del baleno da un luogo ad
un altro per precipitarsi sulla preda, si fermano
quasi sempre, a breve distanza dal luogo da cui si
che, non potrebbe forse -procacciarsi: stando per:
sono partiti. L' entomologo che vuole impadronir-
sene bisogna che rinunzi decisamente all'idea di
chiapparli con le mani, e solo potrà riuscire a pi-
gliarne qualcuno, servendosi del retino di tulle. Con
questo arnese si possono prendere le Cicindele al
volo, come si farebbe coi Lepidotteri, Ditteri o altri
insetti dal volo esteso e rapido: ma cui ci si riesce
assai meglio assalendo la bestiola da terzo mentre
è ferma, e accoppandola col retino in modo che non
‘potendo uscire dallo spazio che rimane tra il ferro
del medesimo e il suolo, non le resti che svolazzare
entro la rete, al tulle della quale rimane incagliata
per le unghie e pei tarsi. Se questo mezzo però ci
riesce mediocremente sulle piaggie sabbiose per pro-
curarci la Cicindela littorea, la littoralis, la flexuosa
ed altre loro congeneri, non potrà dare certamente
i medesimi risultati volendo catturare la Cicindela
campestris che si aggira per le strade rotabili e pei
viottoli, luoghi che spesso sono cosparsi di ghiaia 0
di ciottoletti ; e meno poi riuscirebbe per la Ciciîn-
dela maura che si vede spesso sulle sponde argil-
lose dei fiumi, in terreni aquitrinosi e anche sui
sassi che s’ innalzano sul livello dell’ acqua nel bel
mezzo dei torrenti, dei fiumi e dei pantani.
Nessuno potrà certamente mettere in dubbio che
una simile caccia col retino è faticosa è può solo
farsi dai giovani entomologi, giacchè quelli avanzati
negli anni, poco frutto potrebbero ricavarne.
Alcuni manuali sulla caccia ai Coleotteri, sug-
geriscono di prendere le Cincindele, scagliando loro
addosso dei pugni di sabbia o di terra. Non mi fer-
merò a discutere l'insussistenza di questo mezzo,
poichè di leggeri si comprende che in certi luoghi
non si trova nè sabbia nè terra frolla, e che gl’ in-
setti presi in modo si barbaro, rimangono spessis-
simo orrendemente mutilati.
Io non adopero nè retino nè sabbia, e mi pro-
curo ogni anno abbondantissimo numero di Cicindele
d’ ogni specie, contentandomi di andare nei luoghi
che ritengo debbano essere frequentati da questi
insetti, nelle ultime ore vespertine.
Si sa che questi Coleotteri non volano che al
sole, perdendo la loro vivacità di movimenti e mo-
strandosi relativamente intorpidite, quando stiano
all'ombra è si raffreddino. Questo fatto ci ammae-
stra che basta sedersi in un luogo ove si aggirino
a centinaia questi insetti, e seguendoli coll’ occhio,
si vedranno, a misura che i raggi del sole sì ren-
dano meno caldi, nascondersi fra | erbetta o anche
sotto i sassi ove sarà facile prenderli con le manì.
Così in pochissimo tempo l’ entomologo si potrà
impadronire di un numero tale dei desiderati insetti
SL Share ? dei ba Di d ; 22 Le
| BorreTTINo DEL Nartratista - Siena - Anno vm - fase. 6.°
| QUERCUS FRAGNUS, Longo.
565 DEL VERO
Stab. Fotolitografico Sordo-Muti Siena Pai
83
lunghe ore del giorno a perseguitare quei vispi
animaletti sotto la sferza del cocente sole di giugno
o di luglio.
AuGusto PaLUMBO
Notizie ornitologiche
—_ncoerre—_-
Il primo di maggio 1888 circa le 6 del pomerig-
gio un branchetto di. sei uecelli, volando a pochi
metri dal suolo, comparvero lungo la spiaggia del
mare a sud-est di Fano e si posarono sul terreno
non lontani dal casello ferroviario, che dista quasi
due chilometri dalla città. Ne furono tosto uccisi
due, che destarono, per la singolarità del loro aspetto
e del loro piumaggio, le meraviglie dei cacciatori.
Pochi giorni dopo, e precisimente Ja mattina del 4
maggio, un altro di tali uccelli, ucciso la sera in-
nanzi nelle vicine pianure e appartenente con molta
probabilità allo stesso branchetto, giungeva sul mer-
cato, ed io ebbi la buona sorte di poterlo acquistare
er conservarlo.
Esso è il Syrrhaptes paradoxus di Lichtenstein
o il Tetrao paradoxus di Pallas.
Il sabato seguente, giorno 5, un altro branchetto
di quattro Syrrhaptes era di passaggio a nord-ovest
di Fano, sopra un altura distante circa sette chilo-
metri dalla città, prossima al mare e formante l’ ul-
tima diramazione di Monte Ardizio, conosciuta vol-
garmente col nome di Costa di Pantalone. Un in-
dividuo femmina ne fu ucciso in questa località
sulle prime ore del mattino.
*
Per quanto io so è questa la prima velta che
uccelli di tale specie vengono catturati in questa
provincia, anzi è la prima volta che essi vengono
osservati in regioni così meridionali di Europa.
Dei Syrrhaptes che nel 1863 in grande emiera-
zione si sparsero per la Russia, la Germania, 1° Olan-
da, la Danimarca, 1’ Inghilterra, la Svizzera e la
Francia e comparvero per la prima volta in Italia,
non ne furono uccisi che pochissimi e tutti in pro-
vincie più settentrionali della nostra.
Due individui comparvero nel 1863 nella valle di
Fieme in vicinanza di Predazzo nel Trentino. Furono
visti da due fanciulli, che si diedero ad inseguirli.
Le due bestiole cercarono scampo con la fuga, ma
uno ne fu raggiunto e giunse vivo nelle mani del
De Betta, che così ne parla: « Sono ora quasi due
anni che io tengo vivo questo uccello, e si man-
tiene in uno stato di dimestichezza tale da superare
quello in cui vediamo le stesse tortorelle. Dà segnì
di contento ogni qualvolta a lui mi avvicino, e
venendomi incontro fa udire un grido particolare,
che ricorda molto quello della pernice. Vive di mi-
glio, di farina gialla (di mais), di pane grattugiato
e di erbe solite ad usarsi per insalata; ed è poi
ghiottissimo dei semi di lino, che in qualche pie-
cola quantità: gli somministro ogni giorno ». Era
una femmina, che ora credo si conservi a Firenze.
Nel luglio successivo, sulle rive della Piave, presso
Belluno, fu ucciso un altro individuo, che ora sì
conserva nel museo zoologico di Vienna (1); un ter-
zo, credo femmina, pure nel mese di luglio, ferito
in un’ ala presso Rimini, visse alcuni siorni senza
prendere cibo e andò poi a far parte della collezione
del signor Liverani in Imola; un quarto fu ucciso,
non sì è ben sicuri se nell’ estate o nell’ autunno,
presso Carpi nel Modenese (2); e finalmente altri
due nel 1864, l’ uno in gennaio nel Friulì, donato
dal prof. Pirona al R. Istituto veneto (3); e 1’ altro,
una femmina, circa la metà di febbraio presso Arona,
mandato dal sig. Cajre al Museo zeolosico della
R. Università di Torino (4).
Dopo queste notizie parmi di potere affermare
che gl’ individui di Syrrhaptes peradorus colti più
al mezzogiorno, sieno quelli delle vicinanze di Fano;
poichè il Doderlein (5) distrusse 1’ affermazione del
Saunders che nel Museo di Siracusa si conservasse
uno di tali uccelli ucciso nelle vicinanze. Trattavasi
invece di una Pierocles alchata.
L'° individuo che io conservo in questo Gabinetto
di Storia naturale è un maschio adulto. Eccone la
descrizione:
Becco corto di color verdastro con l’ apice nero;
la mascella superiore alquanto curvata in basso,
verso la punta, sorpassa l’ inferiore. Fronte, gola,
fascia sopracigliare e lati della cervice fulvo-vivi ;
piume del pileo cinereo-brune con qualche mat-
chietta giallognola; dall’ occhio si distende sui lati
del capo una linea cenerina; cervice collo e gozzo
cinereo-gialloenola, piume del dorso e scapolari color
nocciola chiaro con numerose fascie trasversali e
macchie nere, e piuttosto frequenti macchie casta?
gno-violacee brune; al disotto del gozzo una larga
fascia trasversale bianchiccia ed in questa sottili strie
(1) Grube —- Kolmiche zeitung - N. 3.9 - 7 dicembre 1863.
(2) Bonizzi Catalogo degli uccelli del modenese p. 17 (1868)
e Doderlein - Avifauna del modenese e della Sicilia p: 1561861).
(3) Pirona - Lettera intorno al Tetrao paradloxus. Atti del
R. Istituto veneto p. 3341 (1864).
(4) De Filippi - Memoria letto alla R. Accademia delle
Scienze di Torino il 28 febbraio 1864.
(5) Doderlein - Opera citata.
ra
84
trasversali nere; la porzione del petto, posta infe-
riormente a questa fascia, di colore isabellino ; ad-
dome nero con macchiette fulvo-isabelline nella sua
metà anteriore; ultima parte dell’ addome e sotto |
‘coda bianco: fianchi bianchieci con qualche velatura
bruniccia, cuopritrici superiori all’ ala color nocciola
chiaro con velature erigiastre
nera, presso l° apice del vessillo esterno delle srandi
‘cuopritrici; numerose macchiette, pure nere ed ovali,
ma più piccole, sul margine anteriore delle ali;
cuopritici delle vemicanti primarie fulvo-chiare con
una fascia longitudinale, quasi mediana, nera ; nella
parte inferiore dell’ ala, verso il fianco, alcune cuo-
pritici candide con I° apice nero; le altre cuopritici
inferiori fulvo bianchicce, più cariche verso il mar-
gine anteriore; remiganti primarie nella parte supe-
riore cenerine con 1° apice e il lembo del vessillo
interno grici e una sottile stria marginale esterna
bianca, nella parte inferiore brune sul vessillo ester-
no, bianco-perlacee sull’ interno;
nella parte esterna, bianco nell’ interna; la prima
remigante ha nero il vessillo esterno ed è grande-
mente allungata ed appuntita. Alcune delle remi-
santi secondarie hanno gli apici castagno-vivi, che
costituiscono perciò una fascia di tale colore tra-
sversale sulle ali; le altre remiganti secondarie sono
fulve con una macchia nera più o meno estesa verso
l apice del vessillo esterno. Le timoniere, in numero
di 18, sono superiormente grigio-perlacee ai lati
dello stelo, nel resto brune con margine ed apice
bianchiccio fulvo, inferiormente brune con-la prima
metà circa del vessillo interno grigio-perlacea. Nel
vessillo interno delle timoniere esterne, e su ambe-
due i vessilli delle timoniere interne si hanno delle
fascie trasversali, che sono color nocciola chiaro
nella parte superiore, bianchiccio-perlato nell’ infe-
riore. Le due timoniere mediane sono quasi tre volte
più lunghe delle altre, sottili, appuntite, e nella
porzione eccedente le altre di color nero lucido
L° apice della coda, escluse queste due timoniere,
è sorpassato ad ali chiuse per quasi due centimetri
dalla prima remigante. I tarsi e le dita sono rive- |
stite di sottili piumetie bianco-fulvicce, che hanno
-
1 aspetto di peluria.
Il pollice marca del tutto; le altre tre dita sono
strettamente unite insieme fin quasi all'apice per
mezzo di una membrana, sono alquanto depresse e
munite di unehie piuttosto larghe e robuste, ma
‘corte ed ottuse. La parte inferiore del piede presenta
“aspetto di una suola costituita di protuberanze
cornee e brunicce. La lingua è appuntità.
Dimensioni principali: Dall' apice del becco al- |
una macchia ovale,
Ti
|
il loro stelo è nero |
timetri 31, comprese le timoniere centrali, centime-
tri 42; apertara delle ali da un apice all’altro cen-
| timetri 60; lunghezza dell’ ala cent. 25; lunghezza
della coda fino all'apice delle timoniere centrali
18; tarso millimetri 25; piede lungo mill. 18;
becco lungo mill 20, di cui solo 11 scoperti di piume.
L' individuo, ucciso al nord-ovest di Fano sulla
Costa di Pantalone è una femmina e differisce dal
mio oltrechè per la mole, alquanto minore, per avere
cent.
il pileo e la cervice grigio-gialliccia con sottile mae-
chiette longitudinali bruno-scure, e le fascie dorsali
nere non già rettilinee, ma curve alquanto serpeg-
gianti e più sottili e più fitte che nel maschio; è
sfornito inoltre della fascia traversale bianca a strie
nere sul petto ed ha la parte nera dell'addome più
ristretta che nel maschio.
Io vidi questo individuo già imbalsamato e no-
tai in esso la mancanza delle due penne sottili, nere
e lunghissime della coda, ma senza dubbio esse de-
vono essere scomparse o a causa del colpo, che uc-
cise l'animale, o per incuria del cacciatore.
Il Savi (1) fa notare nella femmina di tale spe-
cie molte macchie nere, attondate o cordiformi sul
gozzo e sulla parte superiore del petto: ma tali
macchie io non riscontrai nell’ individuo da me esa-
minato.
*
* *
_ L'° apparizione di talì uecelli in Europa nel 1863
non fu per vero dire la prima, benchè senza dubbio
sia stata la più numerosa.
Infatti nel 1853
molto rari fra gli uccelli incontrati presso il Volga
il. Mòscheleor' li annoverò come
| inferiore, e furono allora per la prima volta osser-
| vati sul continente europeo, sebbene
1 apice della coda, escluse le timoniere centrali, cen- |
il Bonaparte li
avesse posti come uccelli italiani fin dal 1838, senza
citare alcun fatto in appoggio di tale asserto, animato
forse, come dice Newton, da un felice spirito di pro-
fezia. Ma nella parte occidentale e settentrionale di
Europa non furono cominciati ad osservare che
nel 1859.
Di un branchetto, ne fu ucciso uno in quell'anno
nella contea di Norfolk in Inghilterra, c due presso
Vilna in Polonia. Nel 1860 ne furono catturati altrà
tre nella concea di Galles ed una coppia sulle dune
dell’ Olanda. Essi furono l'avanguardia della grande
emigrazione del 1865.
Che l'apparizione di quelli osservati in questo
mese nelle vicinanze di Fano ci prometta una co-
| piosa venuta di tali uccelli in un prossimo avvenire?!
Sarchbe in tal caso desiderabilissimo averne degli
‘individui vivi per poterne studiare da vicino l’ indole
(4) Savi - Ornitologia Italiana - V. 1, p. 228.
reed
85
ed i costumi. È questa una preghiera che rivolgo
‘ pubblicamente a tutti i cacciatori con la speranza
che qualcuno, se l’ occasione propizia si presenti,
possa e voglia tener conto di tale desiderio.
La grandissima gopia di questi «uccelli sparsisi
in Europa nel 1863 fece pensare ai naturalisti che
non si dovesse ad un fatto puramente casuale.
Il De Filippi nella tornata del 28 febbraio 1864
dinanzi alla Reale Accademia delle Scienze di To-
rino così parlava: « La comparsa di tale specie in
un paese così lontano dalla sua patria non è un fe-
nomeno fortuito. Tutto c* induce a credere che essa
accenni a prendere stanza nell’ Europa centrale e
occidentale e la sua nidificazione fu già osservata nel
Tutland; quivi sì trovarono in un suo nido tre uova.
Quali cause determinarono quest’ uccello a fon-
dare una nuova colonia in Furopa non saprebbesi
dire. Probabilmente queste cause rispondono a qual-
che mutamento nelle condizioni fisiche del suo paese
originario, le steppe della Tartaria ».
Accennerò anche l’ opinione del Newton secondo
il quale il Syrrhaptes avrebbe emigrato dalle sue
regioni native per soverchio numero e sarebbe ve-
nuto verso occidente spargendosi per l’ Europa, per-
ché impedito a spingersi verso sud da un altra specie,
il Syrrhaptes thibetanus, verso est dalla sua specie
che si estende in migrazioni fin presso le coste del
continente asiatico e verso nord per condizioni sfa-
vorevoli di clima.
Come che sia di ciò, certo dopo quella del 1863
non si videro altre. migrazioni così importanti di
quest’ uccello, nè si sa che esso abbia potuto resi-
stere in Europa alle unghie dei rapaci e alle insidie
dei cacciatori per fondarvi stabile dimora.
E quest’ uccello originario delle steppe della
Tartaria, dove si diffonde sopra estese regioni, mi-
grando ora verso nord ora verso sud e talora anche
verso est fin presso le coste del Pacifico.
Il primo a darci notizie di quest’ uccello fu Pal-
las, che verso la fine del secolo scorso lo scoprì nel
suo viaggio in Siberia e nel 1811 Jo fece conoscere
ai naturalisti col nome di Tetrao paradomus.
Il genere Syrrlhaptes fu fondato dall’ Iliger e
costituisce col vicino genere Prerocles la famiglia
dei Pteroclidi, che i più dei naturalisti annoverano
fra i Gallinacei, benchè sì sia trattato anche della
sua analogia coi Colombi da un lato e dall’ altro
con le Otarde.
Dopo Ja comparsa in Europa di tali uccelli, studi
accurati furono fatti su di essi dal Radde, dallo
Swinhoe, dall’ Altum, dal Brehm.
Vivono sempre accoppiati formando grandissimi
branchi. Amano le pianure poco cespugliose e fu-
rono trovati assai spesso sulle rive saline e quasi spo-
glie di vegetazione del lago Tarai-nor, e negli in-
verni meno rigorosi sull’ orlo nord-est del deserto di
Gobi,
Bevono tenendosi allineati in piccole schiere di
dieci o dodici ciascuna sulle rive dei laghetti e dei
corsi d' acqua, e si cibano di semi, di frutta e di
gemme di alcune piante. Fra queste Altam annovera:
con molta probabilità la Poa distans e il Lepigonum
marinum. Nel loro gozzo e nel ventriglio si è sem-
pre trovata una gran copia di granellini di sabbia.
Nidificano sul terreno praticandovi delle cavità,
che rivestono di cannuccie e di erhe secche. In
qualche nido furono trovate tre uova, ellittiche, ot-
tuse ad ambedue le estremità, poco lucide e con
fine granulazioni. Sono giallo-grigio-verdicce con
screziature, macchiette, puntini e lincette bruno-
grige, ora più chiare ora più scure, diffuse unifor-
memente per la superficie dell’ uovo e talora dispo-
ste a corona presso una sua estremità.
Sembra certo che il Syrrhaptes sia monogamo
e che il maschio divida con la compagna il compito
della covatura.
Prof. VINcENZO GASPARINI
Prof. AGOSTINO BONOMI
VULCANI E TERREMOTI
——Des3=>_——_
(Continuazione)
Avvi dunque in seno. al nostro globo una cir-
colazione acquea maggiore che alla superficie. E,
naturale che l'acqua, filtrando fino a profondità
senza limite, venga man mano riscaldandosi e:
nelle intitne latebre di questo pianeta possa rag-
giungere una temperatura così alta, da riceverne
proprietà affatto nuove, proprietà di cui manca
alla superficie, trovandosi in condizioni del tutto:
diverse. Colà I" acqua è capace di sciogliere tutte:
le sostanze minerali che compongono la crosta
terrestre, perfino la silice ed il diamante, le porta.
da un luogo all’ altro, le combina con nuove so-
stanze ed assumendo il posto di potentissimo chi-
mico prepara mille nuovi corpi, che asconde mi-
steriosamente allo sguardo umano, oppure fa
sfoggio di sua maestria portandogli alla superfi-
cie. Prodotto di quest’ immenso laboratorio chi-
mico sotterraneo, di cui primo artefice è l’ acqua,
sono le Zave.
———— T T_——_________————————————————
FR ERERERERZAO)
Mpa
86
È un grossolano errore il dire che le lave sono
materie fase dal calore interno. Lungi dal so-
migliare esse al ferro fuso od al vetro fuso, non
sono invece altro che un impasto di molte sostanze
solide trasformate in correnti da'l’acqua come
pece bollente, come una corrente di fango, come
zi di lave che in aria si solidificano formando le
bombe vulcaniche. Il più di questo materiale ri-
cade entro la voragine per ripetere il movimento,
mentre quello spinto fuori dall’ orlo, può coprire
| grandissime estensioni. La mostruosa danza con-
ana pappa qualurque che strabocca da una pentola. |
La lava, ripeto, è un impasio di poche specie
scinerali, di cristalli grossi e piccoli generati
nel) interno del globo, e trascinati al di fuori dal-
l'acqua per dar origine ai feldspati, ai pirosseni, |
ai quarzi, alle miche ed a molti altri composti |
di allumina, di magnesia, di soda e di potassa.
In tali impasti distinguonsi benissimo, come nel
granito, i singoli minerali che vanno a formarli.
Quei cristalli si sono prodotti in seno all'acqua
ad altissima tempe.atura, sotto una tensione
enorme. È la pressione grandissima dei vapori,
che sforza con immensa violenza le pareti del-
l'immane caldaia, la quale, presentando dei punti |
deboli. finisce col cedere e si spacca 6 sulla cima |
a’ en monte, od in mezzo ad naa ‘pianura o per- |
fino sul fondo del mare. Apertasi l° ingente val- |
vola, l’acqua passa furiosamente in vapore ed
ecco il p7n0 di Plinio. Se anche non fu mai pos-
sibile avvicinarsi al cratere durante la fase d° e-
splosione, tuttavia dagli eiîetti, s' ha potuto calco-
lare approssimativamente la pressione colla quale
il vapore esce dal largo orifizio. Per essere parchi
bisogna farla salire almeno alla pressione d 900
più potenti locomotive ha appena la pressione di
12 atmosfere. Il furioso fluido squarcia il moute
talvolta dalla cima alla base e dalla gigantesca
bocca erutta pietre, bombe, lapilli, scorie, ceneri,
sabbie ed in seguito correnti di lava che si rove-
sciano sui fianchi della montagna. È impossibile
farsi un idea della quantità di materie che in una
sola volta può eruttare un vulcano. Il solo Tom-
boro nell’ Oceano Indiano romitò tal massa di
detrito, da corrisjondere a circa tre volte il vo-
lume del Monte Bianco.
Principale attore di sì spaventevole dramma
è sempre l' acqua che distrugge i continenti e ne
è in pari tempo il rigeneratore, è ancora la forza |
che spacca la crosta terrestre, sbrana le roccie
e fa saltare in aria pezzi d'ogni mole. Sotto
l'impulso del gigantesco trapano, il monte vien
tinva incessante, mentre i pezzi di rocce con un
rumore assordante si urtano, sì spezzato, si stri-
| tolano in modo da ridursi in minutissima polvere.
| Il materiale più minuto forma le ceneri, il medio
le sabbie, quello più grosso i Zap?li, il grossis-
simo le bombe, le pietre ecc.
Naturalmente il vapore piglia tutto questo
materiale e lo esporta, ma il detrito leggero lo
potrà spinger a grandissime distanze, mentre il
più pesante lo lascierà cadere in prossimità al-
cratere. Così il vulcano distribuisce il detrito a
cerchi concentrici intorno a se, e questi cerchi
coll’ indebolirsi dell’ eruzione vanno sempre più
restringendosi finchè quando il vulcano e spento,
esso apparisce d’ordinario come un cono ili ceneri.
Quando il primo scoppio accenna a perdere la
sua forza primitiva, la lava nel cratere s' alza
lentamente e se arriva a superarlo, come avviene
di sovente, quale un fiume bianco-incandescente
rovesciasi sul pendio fra muggiti e tuoni prodotti
dallo sprigionarsi d' enormi quantità di vapori.
La fase Plinîana, per quanto violenta essa sia,
è sempre di breve durata. Dopo tre od al più
quattro giorni quell’ indomabile elemento viene
| ammansandosi ed al'ora cominciano a sgorgare
atmosfore. A. fare un confronto, dirò che una delle |
lave. Qui ha principio la seconda fase di un vul-
cano, che è detta di dezesione o strombotiana,
perchè lo Stromboli fin da tempi preistorici tro-
vasi in questo stato. Il pino diventa una chioma
al vulcano e cede facilmente alla forza dei venti.
Le lave ribollono, come pece in un' immensa cal-
più o meno decapitato, il cratere sì dilata assu-
mendo la forma circolare où elittica di dimensioni
enormi.
Durante l' eruzione il cratere lancia continua-
mente nello spazio, pezzi rocciosi assieme a spruz-
daia, gonfiandosi tanto da superare 1° orlo del
cratere o da romperlo sui fianchi colla loro
enurme pressione. Allora precipitano furiosamente
fuori del cratere come strisce incandescenti che
nelle notti oscure illuminano colla loro luce sini-
stra anche contrade molto discos'e. Furono vedute
correnti di lava dello spessore di 200 m..e della
lunghezza di 20 mizlia su tre di larghezza. Questo
fiume di fuoco, avvolto in vn nembo di vapori,
s'avanza con una velocità che varia fra il mas-
simo di 209 m. al minuto ed il minimo di circa
l. m. in 24 cre.
La sua temperatura è di oltre 1000 gradi,
laonde strugge quanto incontra nel suo cammino
e se arriva al mare, ne riscalda talmente le acque,
da fondere l'intoraco piceo delle navi e da far
morire i pesci per la distanza di qualche chilo—
metro. Essa viene quindi lentamente solidifican-
dosi prima alla superficie e poi nell’ interno;
devono però trascorrere talvolta degli anni prima
che la solidificazione sia completa.
Nel cratere intanto continua a sollevarsi la
lava, che a guisa di vescica si gonfia, scoppia
sonoramente gettando all'intorno pillacchere in-
fuocate e nubi di vapor acqueo, perduto il quale,
la densa poltiglia s° abbassa, per riprendere poco .
| possibile il movimento delle navi. I vulcani marini
dopo lo stesso movimento. Un po’alla volta la
lava si cuopre d’ una crosta solida che lascia quà |
e la dei fori per lo sfogo dei vapori. Se questi |
continuano a spruzzare lava, possono entro il
cratere edificarsi dei coni che funzionano come
vulcani in miniatura. Allora è possibile non solo
visitare il cratere, ma anche scendervi per esa-
minare da vicino l' ammansata fiera.
In seguito cessano affatto le deiezioni ed il
vulcano, chiuso da una forte crosta entra allora
nel suo terzo stadio. detto fase di emanazione, |
di solfatara o Pozzoliana, nome preso a prestito
dalla Solfatara di Pozzuoli, la cui ultima eruzione
fu nel 1193. Il vapore è costretto a filtrare tra
poro e poro di quel solidificato pavimento, e nel
suo passaggio rende molli le rocce più dure, le
scompone ne’ suoi elementi, dei quali s'impossessa,
e quando comparisce alla superficie, non è più solo
vapor acqueo, ma un miscuglio di acido solforoso,
di acido cloridico e mille altri gaz, che raffred-
dati nell'aria perdono il vapor ecqueo e danno
origine a depositi talvolta grandissimi di cristalli
di zolfo, di ferro speculare, di idroclorati di rame
e di ferro, di solfuri di ferro e d' arsenico, di
ossidi di soda, di potassa, di calce, d' allumina,
d'ammoniaca ece.
Tali emanazioni gazose clit escono dai crepacei
d’ un vulcano e che per lo più dannose agli organi
respiratori, ricevono il nome di Fumazole sulfuree
o solfatare. E allora che si vedono talvolta uscire
dei gaz infiammabili che s' accendono appena spri-
gionati dal cratere.
fa anche le -amanazioni
la sua quarta ed ultima fase che si dice di estin-
zione o Ischiana, così chiamata dall'isola d' Ischia,
ove imperversano da secoli i terremoti. Ivi i vul-
cani erano spenti fino dal 46 a. C. e dopo aver dor-
gazose vanno un:
’ e |
po’ alla volta cessando, toccando allora il Vulcano
4
mito per 13 secoli, si ridestarono nel 1302 ed ora
son nuovamente spenti da 585 anni. La reventissi-
ma catastrofe di Casamicciola ci dice però chia-
ramente che in quella sotterranea prigione rugge
| sempre il terribile leone. Il cratere può diventare
uno stagno o una boscaglia, i dintorni coprirsi
della più rigogliosa vegetazione, ma l’acqua che
continuamente affluisce nell’ interno ci avverte che
presto o tardi preparerà qualche nuova eruzione.
Non posso astenermi dall’ aggiungere dne pa-
role sulle altre manifes‘azioni del Vulcanismo. E
in primo luogo dirò che esistono Vulcani sotte-
marini, i quali si appalesano con emanazioni ga-
zose che ‘scuotono il mare, oppure coll’ emettere
pomici e scorie in tal quantità, da readere im-
talvolta edificano col materiale eruttato delle iso-
lette, la cui esistenza però è sempre precaria,
chè il mare sbattendole colle sue onde, le va a
poco a poco dercolendo.
Questo videsi dell’ isola Sabrina nelle Azzorre.
questo nell'isola Giulia fra la Sicilia e l° Africa
che svi'uppatasi alla fine di luglio del 1831 con
una circonferenza di tre miglia ed un’ altezza dì
60 metri, nell’ Ottobre dello stesso anno più non
esisteva.
Oltre ai esistono anche
Vulcani di Fango, ì quali non sono che recinti
d' argilla, cui la pioggia converte in fango, o più
vulcani sottomarini
spesso in una melma salata, in seno alla quale
svilappansi dei gaz, che in certe epoche possono
dare origine a vere eruzioni fangose. Fra i gaz
di questi Vulcani riscontrasi spesso il Carburo
d’ idrogeno che essendo infiammabile, può pro-
durre le cosidette Fontane ardenti.
Le Stufe sono sbuffi di vapore acqueo, le Mof-
fette emanazioni di acido carbonico, le Putizze dì
acido solfidrico, i Pezroli idrocarburi liquidi pro-
dotti dalle sostanze organiche mediante la distil-
lazione. I Geyser dell’ Islanda non sono che getti
di acqua bollente.
In una parcla sono vulcani in miniatura tutie
le sorgenti termali a cui manca solo |’ altissima
temperatura per produrre i terribili effetti. Né
| sì voglia sostenere che le grandi eruzioni siano:
fenomeni delle epoche passate e che il Valcanismo
si trovi in diminuzione. Il solo anno 1886 ci ha
regalato tre potenti eruzioni da rivalesgiare con
quelle dei tempi passati; voglio dire quella del
Tungurahna nelle Cordigliere orientali, quella det
l'Etna e quella del Tarawera nella Nuova Zelanda.
E tutto questo parossismo trova la sua ra-
gione, non già nel fuoco come era credenza antica,
ma bensì nell’ acqua, il grande fattore dell equi-
librio ed in pari tempo dello squilibrio del globo
terrestre.
Ma è tempo ormai ch'io. venga a parlare
della seconda e ron meno terr.bile manifestazione
del Vulcanismo, intendo dire dei Terremoti.
88:
I° Esposizione Internazionale
DI UCCELLI DA CORTILE E COLOMBAIA
IN ROMA
II.
La causa per cui gli allevatori Italiani di colombi |
da carne sono rimasti terzi alla mostra internazio-
nale di Roma, nonostante che non abbiano avuti
competitori esteri, è facilmente spiegabile. Gli uccelli
inviati in due sole razze, fatte poche eccezioni, non
‘erano tali da fermare l’° attenzione della giuria ne
per lo straordinario volume del corpo, ne per la
produttività delle razze, ne per la bellezza del
‘mantello.
Il Facchini di Modena presentò al concorso circa
‘un centinaio di Colombi Emiliani (Columba man-
suefacta mayor cristata), parecchi dei quali di
un' età troppo rispettabile per Ja generazione. Si
‘osservavano nel branco livree di tutti i colori, ma
i più belli. a giudizio nostro, erano i magrani ed
ì gialli: del resto la varietà poteva dirsi pura, avendo
indistintamente tutti i colombi esposti, il corona-
mento occipitale che la distingue. Se la varietà
Emiliana del piccione da carne fosse più produttiva
‘sarebbe certamente una delle più belle ed apprez- |
zabili per il volume ‘del corpo e per la molteplicità
dei mantelli; ma dando pur troppo un prodotto fal-
Îlace od incerto non è raccomandabile.
Era questa la sola varietà del Piccione Reale
(Columba mansuefacta) che figurasse all’ esposi-
zione di Roma. Mancavano i bellissimi piccioni
grossi di Berlino, tutti quanti i piccioni grossi cal-
zati, cioè il ciuffato, il Limosino, il Lucchese, il li-
bratore, i grossi incappucciati, ed i grossi frisei.
Parimente considerati come colombi da servire
all alimentazione, non figuravano le due belle varietà
della razza di Campania (Columba Campana) i ca-
‘valieri giganti di Spagna, ed i Piacentini. Soltanto
in un gruppo di una ventina di colombi presentati
dal Cav. Poggi di Roma potei osservare un piccione |
Romano comune, che se non può competere con |
quelli che le gentildonne Romane allevavano al
tempo dei Cesari nelle ville d' Ostia e di Capua, è |
| però degno di esser notato perchè loro legittimo |
«discendente. Quest’ uccello corrisponde esattamente
«alla descrizione lasciataci dagli autori, e misura
‘oltre i trenta centimetri nelle penultime remiganti.
Ciò che veramente duole a dirsi, sì è che fra i
«colombi da carne non figurava la rustica e forte
nazza dei Torraioli di colombaia (Columba Livia
Domestica), che popolavano or fa un secolo tutte le
colombaie d° alto volo dell’ Europa mediterranea.
Distrutti in Francia dalla mania montagnarda dopo
la renuncia del diritto di allevamento (droît de
colombier) fatta dal Conte di Virieu a nome della
nobiltà, vanno man mano scomparendo d’ Italia per
gli abusi dei cacciatori e per la rovinosa istituzione
delle società del tiro a volo.
Veduta così qual’ è stata la causa per cui gli
espositori Italiani di colombi da carne sono passati
terzi nella classazione di merito, non resta che a
vedersi rapidamente il perchè della supremazia dei
colombicultori esteri di razze di lusso su tutti î co-
lombicultori nostrani.
Due soli espositori Italiani presentarono colombi
di lusso; il Pietrangeli di Orvieto i Polacchi ((00-
| Zumba Brevirostrata) in due colori, neri e rossi, ed
il Facchini di Modena diversi monaci. (Columba
Cucullata e C. C. Iacobina), i Pavoncelli (Columba
Liticauda), i volanti dorati (Columba Altivolans
aurata) i Triganini (Columba Triganina) nelle due
varietà scheetti e gazzi, i mascherati (Columba co-
loriceps o Willughbyana) e pochi altri che più
non ricordo. I migliori di tutti erano i pavoncelli
bianchi a trentasei timoniere, discreti i volanti do-
rati ed i mascheratò mediocri i monaci, commerciali
| soltanto i Triganini.
Di contrapposto gli espositori esteri inviarono a
Roma molti colombi mai veduti in Italia: tutti poi
per forme e per mantello sceltissimi.
Fra i nuovi notammo il cravattato Chinese con
gala a festoni, somigliante assai il cravattato signore
di Giava (Colunba Turbita Indica) di Humbert di
Losanna e di Helfer di Vienna; i Maltesi neri con
testa bianca del gruppo dei colombi a corta coda
(Columba B. Albomaculata Washington), è gazzi
Austriaci parimente appartenenti allo stesso gruppo
(Columba Brevicaudata Austriaca), i volteggiatori
Viennesi rossi, argentati e screziati (Columba Gira-
trix) ed i Siriaci (Columba Siriaca) tutti dell’ Helfer:
i volteggiatori danesi sauri a coda bruna e î volteg=
giatori tedeschi sanguigni a coda bianca del” Hof-
mann di Burgstad ; ì volanti porcellana.(C. A. Nîte-
scens) i volanti Svizzeri a remiganti bianche. e spalla
argentata (Columba A. Helvetiae) ed i volteggiatori
bianchi col ciuffo (€. G. ©ristata) dell Huffer: i
ricciuti (Columba Hispida o Cincinnati) del Mildmer
di Francoforte; i pavoncelli bianchi a coda grigia
e a coda gialla di Villaseeca- di Ottocoing; i mo-
struosi Carrier (Columba Fortirostrata Persica) ed
i dragoni (C. F. Patavina) di Kipp di Celle; e fi-
nalmente i meravigliosi stornelli (€. A. Sturnicollis)
del Vivell di Francoforte.
# LA le
Sono poi meritevoli di essere ricordati per la
purezza della razza quattro coppie di monaci, del
Kipp e del Villasecca, i cravattati Tedeschi di Dietz
di Francoforte, i gozzuti bianchi Tedeschi dell’Huffer,
ed i Maltesi bianchi, neri e turchini dell’ Helfer e di |
Frank Rudolf di Oberad.
Di fronte a tante nuove varietà di colombi ed
alla purezza di razza di quelli già conosciuti, la
mostra Italiana riunita perde di ogni importanza: i |
colombicultori esteri si lasciano molto ‘addietro i
nostri allevatori.
La categoria nella quale i colombicultori Italiani
possono stare a fronte cogli esteri, è quella dei co- |
I fratelli |
lombi da corsa (Colmnba Tabellaria).
Dallari, il Facchini, il Parmeggiani e il Gherpelli
di Modena, e la Società Colombofila Reggiana non
sono superati dall’ Helfer di Vienna solo espositore
straniero. Gli uccelli esposti nelle tre varietà Anver-
sese, Liegese e mista sono tutti bellissimi, ed hanno
molti diplomi di corse vinte nel regno.
Mi rimarrebbe a dire qualche cosa degli altri
animali inscritti nelle divisioni IV e V; ma l' arti-
colo è ormai troppo lungo, sicchè rimanderemo la
fine di questa rivista al prossimo numero.
GruLio CESARE GIACHETTI
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte 5
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Note botaniche. Nello scorso mese ho raccolto
nei colli presso Bologna, e nuova per questa Pro-
vincia, la Tulipa connivens, Levier, corrispondente
alla Tulipa Gesneriana, Reb. non L. che fin quì si
conosceva solo di Firenze e di Lucca. — Ho pure
ritrovato la Tulipa strangulata, Reb. (T. scabri-
scapa, Bert.), colle sue varietà neglecta, Reb. e va-
riopicta, Leb.
L° amico mio Signor Antonio Baldacci inoltre
racco'se ai primi di questo mese a Lugagnano in
Provincia di Piacenza, la Tulipa Passeriniana,
Levier (1), specie rarissima (assai affine alla 7.
strangulata) rinvenuta per la prima volia nel 1871,
nella medesima località, dal Prof. Passerini, nè dap-
poi più ritrovata.
Bologna 20 Maggio 1888.
G. E. MATTEI
(1) Vedaseno la descrizione nella bellissima monografia, del
Dr. E. Liever — Zes Tulipes de V Europe — Neuchatel 1884,
p. 75.
' tino. Il giugno dovrebbe certo apportarcelo.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Pro-
teggiamo il Sirrate (Syrrhaptes paradorus Pall}
che potrebbe acclimatarsi e riprodursi in Italia, ar-
ricchendola di una eccellente selvaggina. A tale
scopo raccomandiamo caldamente alle società di cae-
ciatori e a tutti coloro che hanno interesse 0 dovere
di regolare e tutelare la caccia, di raddoppiare la
vigilanza perchè questo uccello non venga distur-
bato ora che come vedremo più sotto si è accertata
la sua comparsa in diyersi punti d’ Italia e si può
dire in tutta l° europa.
Doloroso si è però il notare, che quasi tutte Ile
notizie pervenuteci si riferiscono ad wccisioni di
questo bello, utile ed innocente uccello.
Il nostro egregio collaboratore prof. Bonomi di
Rovereto ebbe il felice pensiero di partecipare nello
scorso fascicolo (pag. 71) che nella Versavia si era
in aprile notato un passo straordinario di tale raro
uccello e ritenendo che esso potesse perciò compa-
rire in buon numero nei diversi paesi europei ne pose
sull’ avviso gli ornitologi italiani, raccomandandone
la protenzione.
Le previsioni del Sig. Bonomi si sono avverate e
da diverse parti d’Italia ci giungono notizie sulla
comparsa di questo interessante animale.
Il Sig. Camillo dul Fimme di Badia Polesine ei
avverte che il 3 maggio . nella provincia di Verona
fu ucciso un Syrrhates maschio bellissimo, e che ora
si conserva nella sua collezione ornitologica italiana.
Il Prof. Gasparini ci invia l'articolo poco sopra
pubblicato e nel quale parla di diverse catture del-
l’ uccello in discorso, nei pressi di Fano, e dà detta-
gliate notizie sulla specie e sugli individui presi.
Il medesimo prof. Gasparini ci avvisa pure che
verso il 25 maggio 6 Syrrhaptes furono uccisi a
Faenza ma disgraziatamente 5 furono mangiati ed'
uro solo venne fatto imbalsamare.
Sempre nella seconda metà di maggio, alcuni
altri vennero uccisi nelle vicinanza di Roma e pare
anche a Ravenna. La DIREZIONE
Era già composto quanto sopra quando ci è
giunta la seguente comunicazione dal sullodato prof.
Bonomi:
Syrrhaptes paradoxus (Pall.) Nell'ultimo numero
del Bollettino annunziavo l’ arrivo di questo gallina-
ceo asiatico in alcune parti d'Europa. Raccomandando
ancora caldamente la più esatta osservazione sub
l' eventuale arrivo in Italia, sulla dimora, sui costumi
di quest’ uccello, tutte cose sopra le quali c' è an-
cora molto a studiare (1) porto oggi a pubblica cu-
(1) Sarebbe cosa desiderabile che di tutte le osservazioni che
si fanno intorno al Syrrhaptes se ne dassa notizia al Bollet—
eso
gnizione le notizie finora raccolte negli Atti della
Società ornitologica di Vienna (N. 5, Maggio) intorno
a questa rara avis, stiÌmando con ciò di fare cosa
gradita a tutti gli ornitologi.
1. Il sie. Madaràsz partecipa da Budapest che al
— Museo nazionale ungarico, ai 29 aprile a. c. giunse
in dono una femmina di Syryh. parad. presa non
lungi da Hermannstadt in Transilvania.
2. Il sig.
Sig. Dr. R. Blasius, presidente del Comitato ornito-
Tacsanowski in Varsavia annunziò al
logico internazionalele, che ai 24 e 25 aprile si vide
il Stratte abbondantissimo i quel Dipartimento. Fra
1 molti branchi di passaggio il più numeroso supe-
“rava i 200 individui. Alcuni furono anche catturati.
3. Il sig. Dr.
vidui ai 27 aprile, i quali a Paunsdorf (a 5 Km. da
Ray di Lipsia ne ebbe due indi-
Lipsia) urtando i fili telegrafici sì erano mortal-
mente feriti.
4. Il prefato sig. Madarasz rende noto che il
Museo nazionale ungarese ebbe al 1° maggio di nuovo
due individui, maschio e femmina, uccisi nel Comi-
tato di Marmarosch il 29 aprile. Ambedue erano in
splendida livrea.
5. Una femmina di Sirrate fu presa viva colle
‘mani, in un campo presso il villaggio di Tartaria in
Transilvania. Dopo aver vissuto due giorni passò
relle mani. del più vecchio ornitolozo ungherese
Alessio de Buda e da questi nella raccolta Csatò
in Nagy-Enyed. Quest ultimo ornitologo crede di
averne quì veduti quattro individui volargli sopra
il capo ma essendo sera tarda non vuol asserirlo
con tutta certezza.
6. Al sie: F. Kralert furono portati un maschio
"ed una femmina uccisi il 6 maggio ad Haida (Boe-
mia settentrionale). Nel gozzo trovaronsi grani di
frumento e di altre biade, nonchè gemme fresche di
| vegetali. Siccome erano molto grassi, ciò indica che
tal nutrimento era loro molto confacente.
7. A Bokow nella Marca (Germania) ne fu visto
«un branco di venti.
._ 8. Preso un esemplare nell’ Hannover.
9. Un Syr. par. fu trovato morto al TulInerfeld
presso Vienna, e due uccisi da un branco. di circa-
30 ind. in Enzersdorf.
È In vista di tale invasione la società ornitologica
di Berlino ha mandato ‘a tutte le società di caccia-
tori ed alle società protettrici di uecelli un caloroso
n raccomandando più che è possibile la tu-
| tela del gradito ospite. Altrettanto raccomandano le
società ornitologiche austriache. Saranno da meno
di quelle, gii Italiani? =
. Rovereto 5 giugno 1888. A. BoxowmI
M. Deyrolle ha ricevuto il 29 maggio un Syr.
parad. preso nelte sabbie di Olonne dipartimento di
Vendée (Francia).
Il Pemmnanentes internationales ornithologisches,
Conte de Brunsivick comunica Ja seguente lettera
del Sio.
chiamo tradotta in italiano.
Taczanowki, di Varsavia che noì pubbli-
« Ho l onvre di comunicare che il 24 aprile
scorso abbiamo avuto un esemplare di Syrrhaptes
paradoxus femmina ucciso 3 giorni avanti nei din-
torni di Ptock, in un branco colà incontrato.
« Il 25 di maggio abbiamo avuto dalla Pilice un
maschio vivo con le ali rotte preso da un branco
composto di oltre 200 individui: esso mangia bene-
e probabilmente potrà essere allevato.
« Il nostro preparatore ha ottenuto un esemplare
Ronokie a sud .di Radom, e
ne ha comprati due: al mercato di Varsavia.
« Probabilmente questi sono l' avanguardia dî
ucciso nei dintorni di
una emigrazione come quella del 1863.
« Non sarebbe possibile al comitato di trovare:
dei mezzi per assicurare a questi uccelli una mi-
gliore ospitalità di quella usatali nella migrazione
precedente? » (1) TACZANOWRI
Il ripasso degli uccelli acquatici, in provincia
di Pavia, quest’ anno fu assai tardivo, talchè ancora
nella prima decade di maggio se ne vedevano a
stormi sul Po e Ticino. Quello della Querquedola
circia è stato sempre scarsissimo. Già alla metà
d’ aprije comparvero le quaglie, ed il 10 maggio ne
fu presa viva una 1 nei dintorni di Pavia
(al Bosco presso Mirabello). .E di sesso maschile, più
piccolo del solito, con becco nero più sottile e più
arcuato nella ranfoteca superiore, tarzi e dita carnea-
reticolate di cinereo, iride ocracea, tutte le parti
superiori molto più scure, la fascia del pileo quasi
scomparsa, le laterali color lavagna come tutto il
ventre, gola macchiettata di nero su fondo cenere,
petto oliva con rachide delle penne biancastre. Co-
nosco pochissimi altri rari casi di melanismo di
quaglie, alcuni presi ance in provincia e del tipo
Synmoicus Lodoiîsiae: ma furono perduti per la scienza
e questo parmi il più interessante. Il 24 successivo,
a Semiana in Lomellina, fu uccisa un femmina ma-
melanica
| gnifica di Cicoria alba; ed il 3 corrente un' altra
femmina e
nero presi nei dintorni di Lomella.
Pavia 4 Giugno 1888 Prof. Pietro Pavesi
Nell’ estate 1887 nel Bresciano ho presa alle reti
una quaglia nera; ba la testa e gola nera, dorso, ed
ali nere con macchie, petto simile alle altre. Sembra
un maschio. Venne accecato per la muta, per wccel-
lare col copertone, caccia molto in uso nel Bresciano.
Errore METTICA
due maschi della medesima specie, ven-
(4) Altre notizie ci sono giunte ma troppo tardì per poterle
ubblicar: in questo fascicolo,
ROLE, rc Nd Di
91
I° ospite intermedio del Syngamus trachealis
v. Sieb. (Selerostomum syngamus Dies.) è secondo
Walter il Lumbricus tervestris L. (1). Il Syagamus
el trova notoriamente nella trachea del fagiano, del
pavone, del tacchino, della starna, della gazza, del pic-
Je,
Tapiri. Nell’ agosto dello scorso anno nacque nel
«chio, dello storno e dell’ anitra selv. e dom.
giardino zoologico di Coloria da due individui te-
nuti colà in prigionia un giovane tapiro — il primo
che sia nato in un giardino zoologico della Germania.
Il giovane animale ha forme proporzionatissime e
porta un pelame morbido, folto, d° un colore lucido,
interrotto da striscie e punteggiature d’ un bianco
gialliccio. Già nelle prime settimane riceve il pe-
lame dei genitori. (V. Leips:. ill. Zeit. ddo 4 febr.
1888 con l fis.). P.
Domanda. Si desidera sapere quanto sia diffuso
e quanta utilità pratica si abbia come surrogato del
caffè, l' Astragalus baeticus L. (caffè messicano).
IP,
Desiderio. Si desiderano informazioni sull’ Archi
vos Italiennes de Biologie, diretto da C. Emery e
A. Mosso (la prima annata uscì nel 1881); crediamo
anzi che a molti sarebbe gratissimo se qualcuno si
compiacesse di comunicare i sommarii dei fascicoli
pubblicati. Editore dell’ archivio è il Loescher.
Si desidererebbero pure informazioni sulla Ras-
segna semestrale delle scienze fisico-naturali in
Italia.
nonchè sulla JItivista scientifica e sugli Atti della
direttori G. Caranna e G. Pappasogli ;
IR. Accod. dei Fisiocritici, Siendi, ambedue queste
ultime pubblicazioni dirette dal Prof. G. Giamnussi.
I,
Risposta. Per quanto riguarda le due pubblica-
Vienna
zioni della R. Accademia dei Fisiocritici di Siena,
| rendiamo consapevole all’ egregio sig. P. che la Ri-
vista scientificu non si pubblica più fin dal 1875 e
che l' ottimo-suo direttore Prof. Giannuzzi è morto
sono già parecchi anni. Gli A escono in fascicoli
volta volta vi è materia per pubblicarli, ed attual-
mente forma parte della detta Accadémia una se-
zione che stampa mensilmente il Bollettino delle
«scienze mediche Quando in queste pubblicazioni vi
sia qualcosa interessante più direttamente le scienze
naturali, non mancheremo di darne annunzio ai no-
LA DIREZIONE
Riproduzione delle spugne. Dicesi cho il Sie.
stri egregi lettori
Oscar Schmidt prof. all università di Gratz, ha fatto ,
‘una serie di esperienze dalle quali risulta non solo la
«possibililà ma anche la convenienza di promuovere
artificialmente la moltiplicazione delle spugne.
B.
(4) V. Humboldi, A. vir, p. 25.
Microtecnica. La Gelatina glicerinata del Kai
ser (1) già raccomandata dal Hansen (Zeitschr, fir
wiss, Microskopie, Bd. i 1886, p. 482) per una pri-
ma chiusura dei preparati microscopici montati in gli-
cerina, viene ora indicata dal prof. Poli per fissare e
disporre in serie i preparati microscopici porta 0g-
| getti (Cfr. Ma/pighia ras. botanica an. 11 fase. 1r-ME
1888 e Riv. scientif. industriale N. 9, 1888). B.
Il Kilimandscharo (2). Già Tolomeo parla d’ un
monte della luna, che può esser forse il suddetto
e in varie epoche posteriori si trovano delle vaghe
allusioni al medesimo; il primo europeo però che Io
scoperse de vis si fu il missionario tedesco J. Re&-
mann nell'anno 1848. Furono fatti molti tentativi
per salirlo e in questi ultimi tempi appena riescì il
Dott. H. Mayer nell’ ardua impresa. La descrizione,
corredata di belle illustrazioni, è nella Zeips. 44
Zeity. ddo 4 febr. 1888. Ip:
Uccelli. In relazione alla domanda 25 (vedi
questo Bollettino a. c., p. 79), indichiamo le se-
guenti pubblicazioni :
a) Ph. L. Martin, Das Vogelhaus und seine
Bewohner ete. ete. (iv ed., Voigt, Weimar, mar-
chi 3) @).
b) X. Russ Handbuch f. Vogelliebgaber, Zi
cheter ete. (4).
c) Isis, ebdomario diretto dal Dr. Russ (vedi
questo Bollettino a. vi, p. 126 all'art. 2° Efmera
ete. e ibid. p. 141 sub Isis).
d) Die gefiederte Welt, giornale per amatori,
allevatori ete. d’ uccelli, diretto pure dal Dr. Reuss.
{N. B. le pubblic. b) c) e d) sono stampate a
Magdeburgo nella Rreutz sche Verlagsbuchandlung).
e) Bitter f. Gefligelzucht, (Verlag. C. Mei-
niold ù. S. in Dresden), organo centrale di molte
società per l° allevamento di volatili. IR
Reptilia. (5) Fan. Agamida:
Phrynocephalus Iaddei n. sp.
Fam. Colubridae :
Pseudocyclophis Walteri n. gen. et. sp.
Interessante è la presenza della Najs tripudians.
(1) Civ. Poulsen, Microclhimica vegrlale, traduz. di A. Poli.
Torino ASSI, p. 46.
(2) Consta di due vette, l’ occidentale chiamata 7200 (5700 m.
sopra il livello del mare) e 1’ orientale, il Ximariwesi (4950 m.
ut supra).
(3) La trad. di tutto il titolo sarebbe: « La volière e i suoi
abitanti, ossia i compiti odierni nel mantenimento e nell’ alle—
vamento sia di uccelli prigivnieri, sia di quelli liberi che hanno
bisogno di diffesa ». Del Martin citeremo qui pure l’ opera
classica: « Die Pratis der Naturgeschichte, Vol. 3: I. Taxi-
“dermie, II. Dermoplastik ù. Museologie, III. bot. i. zoo.
Akklimatisationsgiirten ».
(4) Del Dr. Russ si hanno molte altre cose sul manten.
et allev. degli ‘uccelli. )
(5) Boettger, Uber d. Reptilien è. Batrachier Transcaspiens,
in Zool. Anz. N_279. a
del Ptyas mucosus e del Lytorhynchus Ridgewayi
P.
Orsi nel Trentino. Il 19 p. p. nelle vicinanze
in una gran parte delle Russia asiatica.
di Malè veniva ucciso da due ragazzi un orsacchioto
lungo circa 80 cm. Il bello si è, che essi lo uccisero
a colpi di sassi senza sapere con qual bestia aves-
sero a fare. Io vidi l’ animaie che quì a Rovereto
veniva messo in pelle pel Museo di Trento.
Un grosso orso ai 17 maggio p. p. visitava una
cascina nella valle di A/yone (Distretto di Stenico).
Entrato ne' riparto delle pecore, senza fare gran
rumore ne uccise quattro, ne lasciò una gravemente
ferita e di una sesta non abbandonò sul luogo che
la tests. I giorni segi enti alcuni cacciatori mossero
sulle orme e riuscirono anche a far fuoco sulla belva
ed a ferirla. Ma l'enorme quantità di neve che
ancora ingombrava l° alpestre valle, non permise ai
coraggiosi d' ulteriormente procedere, e fino ad oggi
ignoro, se altri cacciatori sieno riusciti ad uccidere
la bestiaccia.
Rovereto 1.° Giugno A. Bonomi
rr eee
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICA ZEONI
L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell” Agenzia
© presso la direzione.
Origine Paleontologique des Arbres cultivés
ou utilisés par 1° homme. È questo il titolo di un
bel libro edito dalla Casa I. B. Baillibre et Fils,
Rue Haute feuille, 19 Parigi. compilato dal March. 2
de Saporta. Non consentendoci lo spazio di fare una
completa rassegna della materia trattata in questo
dotto e diligente lavoro accenneremo alle cose prin-
cipali contenute nei primi due capitoli nei quali è
espresso il concetto generale di tutta 1° opera.
Nel primo capitolo è fatta una esatta descrizione
della flora e delle associazioni vegetali dell’ epoca
attuale nelle plaghe nordica, centrale e mediterra-
nea dell’ Europa; si notano le specie ivi predomi-
manti, sia a foglia persistente, sia a foglia decidua
e quelle che rappresentano un termine di passaggio
© anello di congiunzione con la flora americana e
| con quella tropicale e a foglia permanente.
Nel capitolo secondo si esaminano per sommi
capi i rapporti che la vegetazione attuale ha con
sula delle epoche precedenti e il processo evolu-
tivo avvenuto corrispondentemente al mutarsi delle
|
condizioni topografiche e soprattutto climatologiche.
Tre grandi periodi vegetali corrispondono ai tre
grandi’ periodi geologici.
Nel primario o paleofitico dominano le crittoga-
game vascolari, nel secondario o mesofitico le Gin-
nosperme, nel periodo neofitico le Angiosperme mo-
nocotiledoni e dicotiledoni. Della flora paleofitica sono
giunti fino a noi pochi tipi fra cui primeggiano le
Licopodiacee le Equisetacce e le Flicarie (felci);
dalla flora secondaria ci derivano soprattutto le Co-
nifere e le Cicadee. Sul finire di questa epoca, nel
periodo cretaceo, appariscono le prime angiosperme;
nei tre periodi dell’ età terziaria, col crescente pre-.
dominio di queste si svolgono successivamente tutte
le forme della vegetazione attuale.
Alla diminuzione progressiva della temperatu-
ra terrestre, al conseguente differenziamento delle
zone climateriche, tien dietro la emigrazione di
molte specie dalle regioni polari e temperate nelle
zone tropicali, la formazione di zone vegetali eli-
materiche e la distinzione delle flore in piante a
foglia decidua e a foglia permanente.
Nei rimanenti capitoli si esamina dettagliata-
mente lo sviluppo delle singole specie nel tempo e
nello spazio. L’ opera è illustrata da 44 belle ed
esattissime incisioni intercalate nel testo. Il volume
costa L. 3,50.
Dall’ egregio sig. conte prof. Napoleone Passerini
fondatore e direttore della scuola agraria *di
Scandicci riceviamo:
l. Di alcuni mezzi per aumentare la produ-
zione del grano. L° importazione del grano da
paesi stranieri ne ha fatto scemare talmente il costo -
da rimaner dubbìo se valesse più la pena di occu-
parsì da noi della sua coltivazione. È però prevalso
naturalmente il concetto che si debba cercar di vin-
cere la concorrenza; ma occorre produrre con lo
stesso seme e nel medesimo spazio di terreno, mag-
gior quantità di grano. Come fare? X appunto ciò
che l’ egregio autore insegna in questo opuscolo.
2. Sulla quantità di olio contenuto nelle olive.
delle più comuni varietà delle campagne fioren-
tine. Da questo studio ripetuto ora per la seconda
volta, risulta che si ottiene maggior quantità di olio
dalle varietà chiamate MarineWlo, Correggiolo @
frutti neri, Prantoiano e Olivo da indolcire, mentre
le meno produttive sono il Piangente ed il Leccino.
Il Correggiolo a frutti verdi produce bene quando
i suoi frutti arrivano a perfetta maturazione cioè
che di rado avviene fra noi.
L' egregio autore conferma anche la regola che
le olive dovrebbero frangersi subito dopo raccolte e.
€85
non lasciarle ad appassire, perchè con ciò si ottiene
meno olio e di qualità più scadente.
3. Ricerche chimiche suila cenere di Coke e
uso che potrebbe farsene in Agricoltura. L' esten-
dersi dell’ uso dell’illuminazione a gaz e dell'utilizza-
zione di questo come produttore di calore ecc., rende
la produzione del Coke, che non è che il residuo car-
honioso della distillazione del carbon fossile nel pro-
cesso di estrazione del gas illuminante, assai copiosa
ed il suo uso come combustibile economico e molto
riscaldante và sempre più diffondendosi nelle popo-
lazioni; della cenere che ne resulta non se ne fà
uso perchè non atta ai bucati mancando di potassa
e di soda.
L’ egregio autore ben considerando che in questa
«cenere dovevano contenersi materie utili come fer-
tilizzanti ‘per l’ agricoltura, nè ha fatta accurata
analisi ed ha trovato che fra le altre sostanze con- |
tiene circa il 6 per cento di Anidride fosforica, so-
stanza che come è noto è uno dei principali ele-
menti di nutrizione delle piante, e particolarmente
dei cereali.
Il miglior uso che l’autore erede si possa fare
di questa cenere, si è il mischiarla al concime di
stalla. #
4. Stazione meteorologica della scuola agra- |
ria di Scaudicci. Osservazioni eseguite nell’ intiera
annata 1887.
5. Idem. Quadro riassuntivo delle suddette os-
‘servazioni.
6. Rivista meteorieo-agraria per il mese di
«Gennaio 1888.
Tdem. per il mese di Febbraio 1838.
tero Diloba coeruleocephala (Lin.) e 1° egregio pro-
fessore nè dà in questo opuscolo la descrizione,
che egli chiama popolare, ed indica i modi di di-
struggerla.
I lepidotteri.a la dicogamia. Appunti di Gzo-
vanni Ettore Mattei, assistente presso il R. orto
botanico di Bologna. Cominciando dal ricordare che
i lepidotteri vengono divisi in 3 classi; Dini
crepuscolari e notturni, nota come male si trovine
interposti i crepuscolari fra i diurni ed i notturni,
mentre derivando indubbiamente da questi, dovreb-
bero venir per ultimi. Crede più razionale sarebbe
il disporli secondo il seguente schema:
posanti x Diurni
Lepidotteri i Notturni
volanti — Crepuscolari
Si occupa quindi della conformazione dei lepidot-
teri e dei loro costumi specialmente in rapporto al
soggetto che tratta e ne passa in rassegna i princi--
tolte] to]
pali generi. In ultimo tratta ampiamente delle piante
adattate ai lepidotteri, dividendo i fiorì in sfingofili,
psichefili e falenofili secondo che si adattano al-
luna od all’ altra classe dei lepidotteri.
La tannizzazione dei tessuti animali che me
appartiene deve essere impiegata dagli anatomici
e compresa dai patologhi. Memoria di Lodovico
Brunetti. IL egregio prof. Brunetti comunicò già
questo suo metodo al congresso medico internazionale
che fù tenuto a. Parigi nel 1867, e nel 1878 ne
| dette la descrizione dettagliata nella *sua opera
Nuove aggiunte alla ittiofruna dell’ epoca |
-ocena. Memoria letta al R. Istituto Veneto dal
membro effettivo Barone Achille de Zingno. Gli |
scavi recentemente operati nella rinomata Pescaja di
Moate Bolca nel Veronese, misero alla luce, oltre
a molti esemplari di specie di pesci già note, varie |
forme, non ancora esservate, ehe arricchiscono la
fauna ittiologica deil’epoca eocena, di nuove specie
‘e di due generi nuovi. i
L' esregio autore e distinto Geologo, Paleonto-
logo, che ha studiate e determinate queste nuove
specie ne dà ampia descrizione ed accurata fisura.
Esse sono: Amphistiwm longipenne - Acanthurus |
Gaudryi - Crenilabrus Szainochae - Aulorham- |
phus n. g. Bolcernsis — A. Cappellini - Sygnathus
Bolcensis = Blochius macropterus - Tetrodon pyg-
anaeus — Histiocephalus n. g. Bassani.
Di un bruco che danneggia i mandorli, per
Augusto Palumbo. Trattasi della larva del lepidot-
« Svuota di anatomia patologica dellu R. Universiti
di Padova. 1 preparati del prof. Brunetti sono pre-
gevolissimi per molte ragioni, ed egli assicura che il
suo metodo di preparazione è il più sollecito, il più fa-
cile e il più economico che si conosca. Fa veramente
piacere l' interesse che egli dimostra a chè ognuno
possa conoscere e porre in pratica i suoi segreti, men- |
tre altri se li sarebbe tenuti celati per seopo di luero. |
In questa memoria palesa nuovamente il sto metodo
con il quale cangia addirittura in cuojo tutti i tes-
suti molli animali rimanendo in essì inalterati, vo-
lume, forma e struttura si esterna che interna di
ogni più minuta parte, tanto da corrispondere al
l'esame anche microscopico, ed aggiunge: « f2e60/
coloro che amano di apprendere il metodo, trove-
ranno il mio laboratorio a porte aperte, ed in me
tutta la migliore cortesia e condiscendenza ».
In questa memoria sono pure una serie di arti
coli con i quali descrive i suoi preparati e li sotto-
pone al giudizio dei colleghi. Vi si trovano im-
portanti osservazioni, e tutto davvero fa ritenere che
la tannizzazione dei tessuti animali con il metodo:
dr
*
Di : i sa
<,
- Brunetti debba rendere grandi servigi alla scienza, ne
sì comprende perchè non siasi per anco diffusa fra
gli studiosi. La memoria è illustrata.con belle tavole. |
11 colera dei Polli nella nostra provincia (Pado-
va) per Iiccardo Canestrini. In quest anno il colera
v tifoide dei polli, ha assunto nella provincia pado-
xana proporzioni piuttosto estese e l' egregio Prof.
si è dato cura di far conoscere con questa memoria
i sintomi, i caratteri e le cause di questa malattia,
monchè i modi per preservarsene e per curarla.
Primo cenno sulla fanna dell’ isola Lesina
in Dalmazia, di Giam Battista Novak (Brusje di
Lesina). In questa memoria l’ egregio autore si oc-
eupa dei Dermoptera e degli Orthoptera noterdo 7
specie dei primi e 61 dei secondi, fra i quali due
specie nuove: Stenobothrus lesinensis, Krause e Mo-
goplistes Novaki, Krauss. l
Due casi di mostruosità doppia parassitaria
addominale, molto rari e forse anco nuovi, almeno
nell’ ordine dei Colombi, osservati in due giovani
piccioni da Apelle Dei. L° egregio autore annunziò
ma nel N.0 12 anno vi di questo Bollettino dì essersi
imbattuto. in un caso piuttosto raro di Polimelia,
gen. Gastromelo, in un piccione, ed ora in questa
memoria dà più ampli ragguagli sul medesimo che
è a ritenersi nuovo nell’ ordine dei colombi e forse
negli uccelli in genere.
Nel secondo caso trattasi di un mostro doppio ;
parassitario di piccione, benissimo caratterizzato dal-
1 esistenza di un individuo vivente di vita. propria
e di un’ altro imperfettissimo impiantato sul fianco |
del medesimo, e vivente a spese di esso.
L' eoregio autore ne dà minuta descrizione illu-
strandolo anche con alcune figure, quindi difionden-
dosi molto sulla sistematica teratologica, lo colloca
. mel genere Gastro-acephalus del Taruffi o Eterodel-
«phus del Geoff. S. H. notando però che fino ad ora
«nessun caso di questo genere si era mai riscontrato
.megli uccelli.
Ministero di agricoltura industria e commer-
cio. Direzione generale dell’ agricoltura. I Bo?
lettini di Notizie agrarie pubblicati nello scorso |
maggio contengono: - Notizie sulla Campagna serica
«del 1888 - Notizie sul raccolto del lino nel 1S$7 - |
Idem del granturco - Idem delle castagne - Decreti
relativi a concorsi agrari e ad impedire la diffusione
della fillossera - Circolari ecc. - Rapporto della com-
missione esaminatrice dei lavori presentati al con-
corso per vn manuale per l'insegnamento della storia
maturale - Non poche notizie di agricoltura italiana ed
estera e la Itivista meorico-agraria.
Abbiamo ricevuto pure gli Annali di agricoltura
1888, che contengono la Relazione intorno ai lavori
| della R. stazione di en'omologia agraria in Firenze:
per gli anni 1883-81-85 per A. Torgioni Tozzetti.
Di questa importante pubblicazione ci proponiamo
| parlarne un po diffusamente in altro fascicolo. 3
1’ uomo attraverso i secoli. È un bel discorso
pronunziato dal dott. Luciano Pelaconi, prof. nelle-
R. Scuole tecniche di Siena, il 3 corrente per la
solenne: distribuzione dei premi agli alunni delle
scuole secondarie ed elementari di Siena.
R. F. Solla. Note dî Filopatologia. 8°, pae. 352°
e atlante con ll tav. lit. Firenze 1888. Questo la-
voro, corredato dell’ indicazioni delle migliori fonti,
tratta di tutte le malattie delle piante, provocate
sia da altre piante, sia da animali e dall’ uomo, non
chè di quelle cagionate dai mutamenti dell’ atmo-
sfera e dalle condizioni fisiche e chimiche del suolo
(V. Centribl. f. Baet. etc. A. ui, V. 1, N. 16). .
PI
Notarisia, Commentarium Phycologieum. Rivi-
sta trimestrale consacrata allo studio delle Alghe.
Redattori: G. B. de Toni e D. Levi, Venezia. Col-
l’ 8S entra nel terzo anno di vita. Non possiamo ab-
bastanza raccomandare questo giornale — 1° unico
che si dedichi esclusivamente allo siudio delle alche..
Pi
Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia
comparata dalla R. Università di Torino. Gli al-
timi numeri ricevuti contengono: N. 39 Dott. Rosa.
Sui generi Pontodrilus, Microscoler e Photodrilus,
In questa nota trovansi nuovi ragguagli sul lombrico
Micro-colex modestus, e viene dimosirata la stretta
| affinità del genere Microscolex con gli altri due in:
testa segnati. - N. 40. Dott. D. Rosa. Sul Geoscolex
| maximus Leuck. Dimostra che il Geoscolex masi
ius Leuck non è altro che il Tilanus brasiliensis
Perrier, è che questo ultimo nome doxrà passare
in sinonimia essendo apparso Sl anno dopo il primo.
N. 41. Dott. D. Rosa. Nuova classificazione dei
Terricoli. (Lombricidi, sensu lato). Propone un nuovo
ordinamento di questi vermi, più adaito alle presenti
cognizioni che si hanno sui medesimi. - N. #2. Dott.
Lorenzo Camerano. Ricerche sopra i Gordii d' Euro-
pa, e descrizione di due nuore specie. Le due nuove
specie sono: Gordius Wolterstorffiî e Gordius Tel-
linîi. Alla memoria è unita una tavola con 7 figure.
N. 43. Carlo Pollonera. Appunti di Malacologia. Si
occupa: 1.° Di alcune Testacelle raccolte presso To-
rino con due specie nuove: Tetacella dubia e sub-
trigona. 2.° Di alcune Testacelle spagnole deseri-
«vendo: TL barcinonensis sp. n.2 T. catalonica n. sp.
I T. sp? forma anomala?. 3.° Un nuovo Limacide
dell’ Asia minore, Mesolimax Brauni n. g. et. n. sp.
Memoria adorna di molte figure.
95°
NOFIZIARIO
Per mancanza di spazio non abbiamo potuto |
inserire in questo fascicolo, la continuazione della
Colombicultura nè le consuete rubriche: Insegra-
menti pratici e Invenzioni e scoperte.
Spedizioni, esplorazioni, missioni. L' ing. Ro-
becchi è partito per recarsi nell’ Arrar ove studierà
la natura di quei terreni, gli animali e specialmente
i cavalli che vi si trovano.
La scuola della missione italiana a Suachim ha
dati nello scorso anno splendidi resultati ed ora si
stà organizzando colà una scuola di arti e mestieri.
Dalle ultime Jettere scritte da Emin-pascià e dal
‘Cap. Casati, rilevasi che essi ed i loro compagni
europei trovansi sempre, il primo a Wadelai sul lago
Alberto, ed il secondo a Ginaia nell’ Unioro. Godono |
buona salute quantunque in mezzo a grandi priva-
zioni,
mandata dallo Stanley e che da tanto tempo è
partita in loro soccorso, quantunque sì ritenga pro-
babile è vicino il suo arrivo.
A Berlino si sono costituite due grandi associa- |
zioni, nelle quali fugarono i più cospicui istituti di
credito della Germania, per la esplorazione ed esca-
vazione dei giacimenti auriferi e pietre preziose
nell’ Affrica australe.
Circolo cacciatori Pavesi. Anche a Pavia si stà
costituendo un Circolo di cacciatori. Fu tenuta la
prima adunanza preparatoria il 21 maggio scorso
acclamandone presidente il Comm. Prof. Pietro Pa-
vesi. Furono pure discuse diverse propo.te relative
ai regolamenti di caccia ecc.
Circolo cacciatori Bresciani. Ci vien
cato che questo benemerito circolo, coll’ intento di
raggiungere meglio lo scopo prefissosi, e per cortese
‘concessione dei direttori dei giornali bresciani Ser-
tinella e Provincia, pubblicherà iu essi una Cronaca
domenicale di caccia nella quale figureranno Je nc-
tizie cinegietiche più importanti, i reclami, le propo-
ste e quanto altro abbia relazione coll’esercizio della
caccia, con la tutela delle leggi relative ecc.
Colombi viaggiatori. Il cap. Malagoli direttore
del servizio delie colombaie militari è riuscito a sta-
bilire un servizio di corrispondenza fra Civita:ecchia
ce Roma impiegando i medesimi colombi tanto per
V andata che per il ritorno, cosa che non si era
ancora ottenuta per una distanza così grande.
La peronospora nelle rose. Il prof. Cuboni, Di-
rettore della R. Sta ione di patologia vegetale presso
il Museo Agrario di Roma, informa il Ministero che
in questi giorni ha riconosciuto essersi nei giardini
di Roma molto diffusa una malattia delle rose col-
tivate prodotta dalla Peronospora sparsa Berk.
Tale parassita non era stato finora segnalato in
Italia, e si conosceva soltanto nell’ America del
Nord; in Inghilterra e in Germania.
I danri che il pasassita arreca alle piante sono
gravissimi, talch@ la coltivazione forzata delle rose im
serra è in qualche giardino completamente rovinata.
La soluzione di solfato di rame all’ 1 per centa
sembra sia il mezzo più efficace per combatterla.
La pianta dell’ inchiostro. La Coriaria thymi
folia, originaria della Nuova Granata, si potrebbe
chiamare la pianta dell’ inchiostro, poichè secerne
in abbondanza un succo detto dagli indigeni chami,
che e dapprima rosso e quindi assume un bel color
nero splendente. Vi si scrive benissimo e non at-
tacca le penne.
Piscicoltura. L'esregio Prof. Vinciguerra diret=
tore dell’ acquario romano è stato dal ministero in
caricato di immettere nel fiume Nera nelle vicinanze:
di Torre Orsina e di Casteldilago in quel di Perugia,
SO mila piccole trote, ed altre 50 mila nel Velino
presso Reopasto.
Invasione di cavallette in Algeria. Giungono-
7 SRI | pessime notizie sui danni che le cavallette vanno
ma nulla si sa ancora della spedizione co- |
arrecando in quest’ anno alle campagne di Algeria,
ove sono comparse in masse straordinarie.
Posti vacanti. Prof. di matematica e scienze na-
turali nel Ginnasio di Bronte (Catania). Oltre lo
stipendio consueto, viene data anche l’ abitazione
| gratuita.
comuni. |
Il secondo congresso federale italiano d’igiene
e la esposizione di pubblicazioni ed oggetti relativi
all’ igiene, si apriranno in Brescia il 1° settembre
prossimo per chiudersi il 15 detto.
Concorso nazionale di Mascalcia. L'idea sorta
al Comizio agrario di Siena di unire l’ anno scorsa,
al concorso regionale agrario, una mostra nazionale
di Mascalcia, e il sodisfacentissimo resultato otte-
nuto, hanno a quanto pare incontrato il favore gene-
rale, ed il Comizio agrario di Aquila, ha già aperto un
simile concorso da aver luogo colà nel prossimo agoste
contemporaneamente al concorso agrario regionale.
Tempo utile per le domande, tutto giugno corrente.
Concorso a premio. La società di Esplorazione
commercizle in Africa, che ha la sua sede in Mi
lano Via Silvio Pellico 6, ha aperto un concorso, con
premio di Lire tremila, ad un’ Opera relativa alla
questione Coloniale. Tempo utile fino al 31 dicembre
1889. Richiedere il regolamento alla presidenza della
società suddetta.
Esposizioni. Una esposizione internazionale di
rose, sarà tenuta in Anversa, ad iniziativa di quel eir—
colo di coltivatori di rose, alla fine del corrente giugno.
Aa Lendinara a cura di quel Comizio agrario, vi
sarà una grande esposizione di animali bovini che
si aprirà il 9 settembre prossimo futuro, in occasione
della rinomata fiera detta della madonna.
Nel prossimo agosto si terrà a Colonia una mostra
orticola alla quale possono prender parte gli italiani.
Nei giorni 7, 8,9 c 10 luglio p. v. avrà luoge
in Brusselles una mostra internazionale di animali,
bovini, ovini e suini.
GENI MALHEICI
TTT TÀ »
Sotto questo titoto la Domenica Fiorentina, con un bril-
ante artic..lo, stiematizza acerbamente quei malevoli individui
che pullulano per ouni dove. e pare sì sieno imposti la mis-
sione. spregievolissima, di abbattere ogni utile iniziativa. — Essa
allude esplicitamente a quelli che vanno facendo delle pubbli-
«cazioni contro le utilissime Pillole di Catramina del Bertelli di
Milano, e noi dal canto nostro aggiungiamo che costoro sono
anche più meritevoli di vituperio, essendo noto come nel men-
tre dicono di parlare in nome della pubblica utilità, è invece
il sordido interesse che li agita, essendo concorrenti i eni pro-
lotti vennero supplantati del preparato del Bertelli per la sua
efficacia. - A tali pubblicazioni interessate, risponde il Maro
Medico (giornale scientifico, si noti bene) che della Catra-
anîna. scrive:
« È questo uno speciale olio di Catrame, ottenuto dal chi-
avico Bertelli di Milano, e da lui solo preparato, che dal prof.
Sormani di Pavia è ritenuto per una delle sostanze le più at
tive per uccidere il bacillo tubercoloso, il bacillo patogeno di
Koch.
La Catramina, per essere prontamente alterata dall’ azione
della luce, che ne fa precipitare la resina, è messa in com-
mercio solamente associata ad una massa pillolare, che ne fa-
cilita Vl uso, e la conserva, essendochè l’ involucro. esterno
della pillola. ossidandosi per azione dell’ aria, si copre d’ un
fitto strato di resina, che preserva inalterata per anni ed anni
la catramina che trovasi nella massa del nucciuolo della pil-
Jola stessa. i
L' utilità di questo nuovo prodotto farmaceutico nella cura
Qelle alterazioni delle muccose allo, stato sub-acuto e cronico
tanto delle vie respiratorie che intestinali e vescicali, venne
luminosamente confermato dalle relazioni dei dottori Corfadi,
Tonghi, Laura, Morselli, Berruti, Saglione, Turri, Scarenzio,
Strambio, Sirena, Tommaselli, Falconi, Sormanni. Guaita, Co-
lombo e da molti altri, ed è cosa importante il notare come
tutti, oltre il lodarne 1’ efficacia terapeutica, convengono nel
mire che la catramina, amministrata in forma. pillolare, è era-
ditissimo perfino ai bambini e tollerata dagli stomachi i più
deholi, ;acilitando assai la digestione e migliorando il pro-
cesso mì tritivo.
A p:oposito di questo farmaco ci nausea il vedere dei con-
correnti o dei giornalisti da essi pagati, a. scagliarsi contro
il Berl:tii, che ne è il solo preparatore, con armi basse e
sleali. L'etfino alla calunnia ed alla diffamazione ricorsero
questi siguori: è desiderabile-che gli onesti disprezzino cotali
amnalinienzionati come li condannano i Tribunali ai quali fu-
rono defeviti. È
— a
che non ho fatto ciò per ascrivermi a verun merito,
perciocchè sarebbe stata ben meschina cosa, ma
perchè tali mì risultano i fatti.
Le rendo sentite erazie, Sig. Direttore, della pub-
blicità che vorrà dare alla presente e mi soscrivo
di Lei
Reggio Calabria, Maggio 1888.
Devmo.
GrusePPE MoscHELLA
—_—T
RICHIESTE:E OFFERTE
DOMANDE DI CAMBI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino.
— ea
94 Lo Stabilimento ‘di orticoltura fondato nel
1850 e diretto da Angelo Bevilacqua, orticoltore în
Belgirate (Lago maggiore) invia gratis a chi ne fa
domanda, il catalogo e prezzo corrente speciale.
Prezzi moderatissimi.
so Desidero far cambi di piante. secche e clas-
sincate.. Vincerzo Munzini, Udine.
86 Desidererei vendere e far cambi di fossili
Pliocenici e Quaternari, Giuseppe Moschella. Reggio
Calabria. 5
87 11 dott. Federijo Sacco (Palazzo Carignano
Torino) desidera far cambi di libri memorie ece.,
di Geologia e Paleontologia, con memorie dello stesso
argomento.
88 Giovanni Ettore Mattei (Bologna) desidera
fare cambi di piante secche da erbario si italiane
che esotiche.
39 Offro in cambio di libri o strumenti. riguar-
danti la Botanica: M. Dropie, — Dictionaire des
sciences naturailles 10° vol. (mancano le tavole).
Scrivere: Avtonio De Bonis, Lovigo. ,
40 St? offrono uccelli mosca in pelle o montati in
cambio di ogsetti di storia naturale qualsiasi.
Riceviamo e. pubblichiamo con la speranza
che sia con ciò posto fine a questa pic-
cola questione.
Pregmo. Sig. Direttore
Leezo nel N.° 4 del Giornale che ella onorevol-
mente dirige come il Preside di questo Istituto Tecni-
co, richiamando una mia corrispondenza sui Gabbiani
inserita nel N.° 2, dichiari che so io chbi occasione
«di spostare e ripulire un gabbiano in quel gabinetto,
non ho adempiuto che ad un atto del mio uflicio
«i ‘assistente. x
Ora io faccio notare al Sig. Preside che precipuo |
scopo dell’ ufficio, che altra volta, îo tenni nell’ Isti-
îuto Tecnico di questa Città, fu lo studio degli
_ esemplari zoologici locali da me ivi preparati; A
| questa, condizione io mi ero offerto gratzitamente e
mon ero perciò obbligato a spostare e ripulire al-
cun? oggetto. Confermo dunque quanto ho detto nella
| mia precedente corrispondenza e ricordo al Preside
AVVISO
Si desidera vendere una collezione di conchiglie
di circa N.0 2800 specie di tutti i mari, e special
mente della zona del già Stato Pontificio del medi-
terraneo, completa cioè da Terracina a Montalto di
Castro, tanto marine che terrestri, lacustri ec. E
queste seconde in numero di 750 circa, comprese le
fossili di Civitaveechia, descritte ed illustrate da ap-
posite figure con î loro animali. copiati sulle viventi,
e legate in quattro touti manoscritti. Sono tutte
classificate sul metodo Sade» Rarng con la sinoni-
mia' di Lamk, Philippi ed altri autori, contenute im
N.o 80 cassette di degno, e separate con scatole di
cartone e tubetti di cristallo per le piccole e fragili.
sopra ‘ogni individuo è la sua etichetta o mumero
che li sistema al Catalogo. ua
Dirigersi a Biagio Donati in Civitavecchia, Piazza
del Plebiscito N.° 1.
| 8. Broot Direttore responsabile.
678 - Siena 1888. Sas.
Caro Nava. è
mi 4
Tip.
ci (a/vino dA ini a Ippolito Desmeure - Firenze:
Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uccelli esotici, pappagalli,
conigli, polli esteri, piccioni, ecc.
Le uova di galline a qualunque varietà atea costano cent. 50
l’uno; l’imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
AGLI ENTOMOLOGHI sa Coyvatriei Artificiali a Terma
Il Sig. Bowdet a Genolhae-Gard (Francia) offre RI 1 ;
freschi intatti ed assortiti, Carabus Hispanus a | °° Per 25 a 30 uova di gallina. - Sistema assolu-
cent. 50 l' uno. Accompagnare le domande con una | tamente nuovo. - Non più acqua da riscaldare.
sca la per l° invi scrivere in francese.
catola p Move | SUCCESSO SENZA PRECEDENTI
\OCG ASTON! Uova da covare di razze francesi. ed estere 60
varietà. Pulcini razza di Houdan. Invio franco del
| Riporsi. Due grandi volumi di ‘oltre 500 pagine del Catalogo illustrato, J. Philippe fils, a
‘ogniuno illustrati, solidamente rilegati ed in buonis- | & Houdan, Seine-et-Oise, Francia. Medaglie d' oro.
| .sìmo stato L. 6,50 franchi di porto in tutto il regno.: Diplomi d’ onore.
ANDISETTICI DI PIUMA QUALITÀ
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BERTELLI Dott. DAnTE — fisa
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CaNESTRINI Prof. RIccARDO — Padova
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DEL PRETE Dott. RAIMONDO — Viareggio
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FERRAGNI ODOARDO — Cremona.
FICALBI Dott. EUGENIO — Pzsa
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SOMMARIO
Sulla. caccia di Goicanica II. A. Palumbo — Il colera dei Polli, Profi R. Canestrini — Colombi-
Il si di La tortora bianca, (cont.) G. C. Gioc hetti — In Valtellina, Gli Orsi. “(cont.) M. Cermenati —
| Ancora (sulla. nuova specie di quercia, A. Longo — L' esposizione internazionale di uccelli da cortile e
colombaia (cont.) G. ©. Giachetti — Rassegna crittogamigà; A. Cuboni. i
| Comunicazioni: Notizie di caccia e note ornitologiche, Direzione, Valle, Dal Fiume, Gallarotti e Gra=
na Note botaniche, Martei — Sui licenzini scientifici, Tosi e Direzione — Crustacea P. — Grosso
‘ luccio Sr. — Cane mastino Sr. — Scoiattoli e tartufi .Sx. = Per attirare ecc., gli usignoli Sp. — Xenia
- ridibundum Sr. — Danni prodotti ‘dalle passere Sy. — Domanda, Wlvarella.
sd NorpRELLE STORICHE : Balthasar de Manconys — Scoperta dei microrganismi — Apis mellifica— Si-
smografo a pendolo — Carta e stampa presso gli Arabi. È
Note BIBLIOGRAFICHE : Note di oleificio — Gran sasso d' Italia — Carcinologia e medicina legale —
Piante fos ssili del travertino ascolano — Vitis vinifera fossile nei dintorni di Roma — Una sezione geo-
— logica presso Roma — Potenziale elettrico — Rigenerazione del Big da seta — Archives italiennes de
pece _ Lezioni sull’ uomo — L' Eco del popolo. 4
. INSEGNAMENTI PRATICI: Regole. d' incubazione — per costruire un’ QUESTO, da apportamento _ Con:
DS servazione delle frutta — Conservazione delle carni. \
NorIzIARIO: Tabacco, e fillossera — Cavallette —_ Gara di colombi _ - Estrazione del lino dal Gelso
Amministrazione presso Gisnarro SA: Direzione presso. S. ‘BROGI Via del.
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quantunque ripetutamente pregati di porsi in regola, devono ancora pagare diverse. annate | —
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doverli pubblicare fra gli Abbonati morosti
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cettuato. l’ ottobre, in 20 pagine compresa la copertina
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rale si pubblicano nel corpo del giornale e costano dest .pers
linea; gli altri avyisi da stamparsi nelle apposite pagine costa-
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Si annunziano le pubblicazioni ricev=te in dono e im
‘cambio; si fa speciale menzione di quelle delle quali. ci perven-
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mero 2658 questo Comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
“che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
Cav. Guerriero mi referisce che:
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Massara 28 gennaio 1886.
no
« il FERRO- CHINA-BISLE
Vice
ino var
==>
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Siena, luglio 1888
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CI
Sulla Caccia dei Coleotteri
II.
E cosa ormai non ignorata da nessun entomologo
che le specie del genere Carabus, si trovano gene-
ralmente, sotto i sassi, sotto qualche ciocco e anche
sotto le fronde secche ammucchiate vicino i ceppi |
degli alberi, specie nei siti boschivi. E io pure ne
ho catturati parecchi in simili condizioni, anzi quel-
l’unica specie che in Sicilia possa dirsi veramente |
comune, vo’ dire il C. morbillosus var. Servillei Sol.
sì trova in gran numero usando il semplice espe-
diente di alzare i sassi nei campi o lungo le siepi.
In Sicilia, tanto la citata specie che il G. Fa-
mini Dej. si rinvengono dal principio di febbraio
sino a tutto maggio, e quando la primavera è fresca
se ne vede qualcuno anche in giugno. Questa è la
regola, ma in via di eccezione, ne ho presi io stesso
in autunno e sinanco in luglio ed agosto.
Generalmente in quest’ isola si fanno le fosse per
piantare o propaginare le viti, a cominciare dal
gennaio sino a marzo.
Or chi voglia in questi mesi procacciarsi con
|
CERTE TRCIAIRCICIACTERZAOS
RTRT
fare entrare con la massima facilità e tirarli su
| senza tema che ricadano nella fossa.
Dirò che prima che il caso mi avesse favorito
facendomi osservare che i Carabus caminando pei
campi durante la notte in cerca di preda, spesso
cadono e rimangono prigionieri nelle fosse, era raro
quell’anno in cui mì riuscisse pigliare più di una
mezza dozzina di 0. Mamini, ma in seguito mi è
accaduto di catturarne più di cinquanta in una mat-
tina, visitando le fosse di un vasto apperzamento di
terreno, destinato a diventare un vigneto. Qui però
mi cade in acconcio ricordare che, da circa quattro
anni a questa parte, il menzionato Carabus si è reso
tanto raro, almeno in questa provincia di Trapani.
che da quell’ epoca in ua, appena cinque esemplari
ne ho potuto prendere, sebbene abbia visitate in
tempi. propizi al loro rinvenimento molte fosse de-
Sstinate alle viti, e non abbia trascurato di cercare
sotto varie centinaia di pietre in certe località ove
un tempo ne aveva raccolti parecchi.
Credo utile ancora manifestare che nelle fosse di
cui ho tenuto parola, non si trovano soltanto dei
Carabus, ma Sphodrus, Licinus, Percus, Nebria,
| Hurpalus e moltissimi altri Carabidi insieme a nu-
certezza un buon numero dei citati insetti, basta |
che sì rechi in un luogo ove si prepari la pianta-
gione o la propaginazione delle viti, e guardando
dentro le.fosse, avverrà ben di raro che ve ne trovi
qualcuna in cui non si veda qualche coleottero di
questo genere che cerca invano di uscire arrampi=
candosi alle pareti della sua prigione. 3
Queste fosse però sono relativamente lunghe, stret-
te, e spesso misurano la profondità di un metro circa,
merosi individui appartenenti a svariatissime fami-
glie di Coleotteri come: Tenebrionidi, Curculionidi,
Isteridi, Stafilinidi ecc. ecc., sicchè non saprei mai
troppo raccomandare di visitare le fosse agli egregi
miei colleghi che per avventura ne ignorino l’ im-
portanza.
AuGusto PaLuMBO
sicchè riesce difficile, almeno senza durare una certa |
fatica, 1’ impradronirsi delle bestiole che stanno al
fondo di ‘esse. Ho dunque ideato un arnese sem-
plicissimo per poter pigliare questi insetti con po-
chissimo incomodo. Ho fatto costruire una specie di
ramaiolo di rame ad un labbro del quale ho fatto
saldare in senso verticale una vite che si adatta alla
ghiera del mio bastone che mi serve come manico
di retino. Si comprende facilmente che spingendo i
Coleotteri ad un angolo della fossa con questo strano
cucchiaio dal lunghissimo manico, vi si potranno |
fi
Prof. RICCARDO CANESTRINI
IL COLERA DEI POLLI
(0 tifoide dei polli)
Da alcuni mesi in molte provincie della nostra
Italia, e prime quelle di Padova e di Verona, i polli
vengono colpiti da questa malattia, di natura paras-
sitaria, e muoiono spesso quasi improvvisamente,
tanto che non è raro il vedere ad entrare alla sera
nel pollaio questi animali in apparenza tutti sani e
]uomettenti, mentre alla mattina in mezzo ad alcuni |
in buone condizioni di salute se ne trovano già di
ammalati ed altri di morti. Chi fa commercio di
questi uccelli ne risente non poco danno, e molte
famiglie di contadini poveri ne sono seriamente
impensierite.
Il colera dei polli è malattia parassitaria tutt'al- |
tro che nuova, e in questa 0 quella Provincia fà
capolino forse ogni anno, però d' ordinario si tiene |
entro confini abbastanza limitati; quest’ anno invece |
|. polli ammalati.
ha assunto proporzioni piuttosto estese, e ciò a danno
di un commercio che costituisce una vera risorsa per
tanta gente povera, che esercita la pollicoltura per
averne un qualche guadagno.
Il pollo ammalato di solito ha diarrea profusa, è
estremamente abbattuto e sonnolento, non razzola
più, tiene le ali e la coda penzoloni, le penne del
corpo alquanto raddrizzate, la testa bassa, non man-
gia o lo fà svogliatamente, cerca il sole,
lento, fa la cresta rosso-violacea, e così più o meno
mediatamente gli ammalati dai sani, obbligando
questi, quando è possibile, all’ aria libera e fresca
in qualche recinto, che impedisca loro sia di rien-
trare nel pollaio, sia di disperdersi nell’ aperta cam-
pagna. Occorre di più disinfettare per bene con so-
luzioni di acido fenico al 5 00, oppure di acido
solforico al 5 000, oppure ancora di sublimato eor--
rosivo al 3 Ofo0, i pollai, ed inaffiare con una di
dette sostanze i cortili dove hanno passeggiato i
E mestieri che sia tenuta grande pulizia dap-
pertutto, che i ricoveri sieno bene ventilati, asciutti
| e spaziosi. L’ alimento deve essere di buona qualità,
cioè non mai putrido, ed apprestato in modo da im-
pedire il più possibile ch’esso venga in contatto con
gli escrementi. Più pericolosi ancora per la trasmis-
| sione della malattia sono gli abbeveratoi. Quando
cammina |
intensamente tutta la pelle del corpo, in fine non si |
sorregge sulle zampe, cade e muore.
La malattia è determinata da microbi da cocco-
batteri, che d’ ordinario sono uniti a dne e danno
luogo a delle forme ad 8. Tali microrganismi si ri-
scontrano nel sangue dell’ animale, nell’ intestino,
e nelle fecci. Se si porta una goccia di sangue di un
pollo ammalato o morto sotto la cute di un pollo
sano, questo ammala ed in un tempo variabile, che
di solito non supera i tre giorni, muore coi sintomi
caratteristici della malattia. Così se leviamo una
gocciolina di sangue — colle regole dettate dalla
‘ tecnica batteriologica — da un pollo morto di re-
cente e facciamo con essa delle disseminazioni nelle
gelatine di nutrizione o nei brodi, otteniamo le ‘col- |
ture del microbio specifico, le quali inoculate in
polli sani determinano anch’ esse la malattia e la
morte.
Il Pasteur dice che se da una coltura si prendono
dei microbi.e si collocano sopra sostanze alimentari,
non sieno tenuti con pulizia, troviamo in essi feci,
terriccio ed altre sostanze nelle quali i microbi (per
l° ambiente umido) possono vivere e forse anche
moltiplicarsi. Si abbia dunque cura di tenersi assai
puliti e di rinnovare l° acqua con frequenza. Aleuni
consigliano abbeverare il pollame con acqua leg-
germente acidulata oppure contenente. una piccola
quantità di iposolfito sodico. Io ho osservato che i
polli bevono senza difficoltà il sublimato corrosivo
all’ 1 Oroo:senza ch' esso. porti loro alcun: danno, e
d’ altra parte esso uccide prontamente i cocco-batteri
del colera. Im vista del prezzo limitatissimo di que-
sta bibita e della sua efficaccia pronta e sicura io
credo di consigliarla con vantaggio, poichè è certo
che 1 cocco-batteri che comunque vengono introdotti
nell’ abbeveratoio, vi incontrano la morte ed è poi
probabile che il liquido bevuto dal pollo, sebbene sia
sempre in dose lieve, possa agire in modo deleterio
| sui microbi eventualmente ingeriti cogli alimenti.
e queste si danno da mangiare ai polli, essi amma- |
lano e muoiono. Si comprende così come avvenga |
la diffusione della epidemia. Infatti le dejezioni diar-
roiche dei polli ammalati, che vengono emesse ovun- |
que, contengono i microbi specifici, i quali infettano
in tal guisa il cibo, l’acqua ed il suolo. I polli sani,
che vengono in contatto ‘con quelli ammalati, si tro-
vano per ciò in un ambiente pericoloso, eminente-
mente infettante, sempre atto a trasmettere loro la
malattia.
A questa infezione non vanno so
soltanto; ma anche le anitre, le dche;
pavoni, i fagiani ed altri ancora.
Per evitare che la malattia si diffonda, il pro-
| prietario dei polli che ammalano avrà cura di im-
pedire che essi escano da quel dato recinto dove è
scoppiato il coleia, ed i proprietari confinanti faran-
etti i polli
GL
i
colombi, i.
Il trasporto di polli da luoghi infetti in località
dove la malattia non esiste, non dovrebbe farsì.
Se quando nell’ inverno scorso si presentarono i
primi casi di colera nella Provincia di Padova î
primi polli fossero stati sacrificati senza troppo
aspettare, oggi probabilmente non si avrebbe a de-
plorare tanta strage e tanta diffusione a danno sia.
dei venditori che dei consumatori. Sui mercati dei
paesi dove infierisce il male sì vedono ogni giorno
molti polli colerosi vivi e morti, i quali. natural
mente a mezzo delle feci vanno disseminando î mi-
erobi, allargando sempre più la cerchia dell’epidemia.
Per chi avesse una raccolta di gallinacei rappre»
sentanti razze e specie di costo, sarebbe forse da
consigliare l’ innesto preservativo a metodo Pasteur.
| E noto che questo autore ha trovato il modo di
no in modo che i*loro polli non: possano portarsi |
în contatto coi primi. E sempre utile separare im-
preparare diversi vaccini, fra i quali anche quello
del colera dei polli.
Se i cocco-batteri specifici sì lasciano invecchiare
in una coltura, essi muoiono; noi cì accorgiamo
della loro morte perchè trasportati in qualsiasi mezzo
nutritivo non. si riproducono più. Prima però che
BET a
an
essi periscano, perdono gradatamente la loro viru-
lenza, ossia il loro potere infettante viene attenuato.
L’ attenuazione poi s:rà tanto maggiore, quanto più
la coltura sarà vecchia. Se col materiale di colture
attenuate facciamo trasporti in gelatine od in brodi,
sì ottengono colture attenuate, le quali inoculate
nei polli agiscono da vaccino.
Il Pasteur ha pel primo osservato che infettando |
delle serie di polli con colture di 15 giorni, 1 mese,
2 mesì, 4 mesi, 8 mesi ecc., si ottenevano risultati
diversi; cioè mertre colle prime morivano tutti o
quasi tutti, colle successive morivano in numero
gradatamente ‘sempre minore finchè ammalavano
appena leggermente e poi guarivano.
La vaccinazione preserva l’animale per circa
un anno, nel qual frattempo esso non muore nem-
meno se inoculato colle colture più virulenti.
In questi giorni sui mercati, in mezzo ai polli
morti e spennacchiati, aventi Ja pelle del corpo di
color naturale, cioè bianco-giallognola o leggermente
rosea, altri ve ne sono a pelle rossa.o violacea; eb-
bene questi o sono morti di colera o furono uccisi
durante la malattia. Di solito i pollivendoli, appena
s' accorgono che il pollo ammala, lo uccidono; altri-
menti per la tinta della cresta e della pelle troppo
facilmente dai compratori viene riconosciuto _ per
coleroso.
La carne dei polli morti di colera può essere
mangiata impunemente; essa non ha alcuna azione
nociva sul nostro organismo. Si noti poi che siccome
la malattia ha d' ordinario decorso rapido, l’animale
dimagrisce poco o niente, e quindi la sua carne
‘costituisce in ogni caso un cibo nutriente e saporito.
Sarebbe tuttavia onesto che i pollivendoli facessero
due categorie dei loro polli; che vendessero i cole-
rosi ad un prezzo ridotto, elevando piuttosto di qual-
che poco il prezzo degli altri.
I danni che..in quest’ anno soffre l’ Italia per
questa invasione parassitaria sono assai rilevanti.
Alcuni grandi commercianti di polli in pochi giorni
ebbero perdite di molte migliaia di lire.
»
ZZZ
COLOMBICULTURA —
Riproduzione interdetta
_FTTFTTTT[UOe ===
CAPITOLO III.
La Tortora grigia (Columba Turtur) — La Tor-
tora bionda (Columba Risoria) — La Tor-
tora bianca (Columba Frigida (G) ).
3. La Tortora bianea
(Continuazione)
Ma la pietosa favola di Peristera ha meglio di
. ogni altro narrata nel suo poemetto « Le Colombe >
| un giovane gentiluomo Piemontese e carissimo amico
nostro, il Barone Mercurino Sappa di Torino. Vo-
gliamo trascrivere le tredici belle terzine:
< Narra la fama di una ninfa estinta,
Si chiamò Peristera, in quelle spoglie.
Per la clemenza della Dea, precinta.
Degli orti elisii tra le eterne foglie
Un di Cupido e ’l materno suo Nume
Facean per gioco a chi più rose coglie.
Forte agitando le cerulee piume,
Depreda i cespi Amor presso e lontano
E suo già *l1 premio, e suo l’ onor presume.
Ma in aiuto di Venere Ia mano
Veloce attorno Peristera muove
Fra i fior d’ Eliso gentil fiore umano :
E.la baldanza de le vinte prove
Brilla improvvisa sulla fronte altera
All’ uscita de ’] mar figiia di Giove.
Ahi! ma frattanto procellosa e nera
Rugge l’ alma d’ Amor; Per costei vinse
La madre dunque ? Costei dunque pera! .
E, tratto un dardo, in mezzo al cor lo spinse
De ’linfelice Di purpureo sangue
Il bel candido sen tosto si tinse.
Su l’ erba molle abbandonata, esangue,
E sopra i fior che di sua vena intrise,
Peristera, chinando il viso, langue.
Venere accorre, e cerca in tutte guise
Richiamar l’ alma a quella spoglia stanca,
Che per essa da i sensi Amor divise;
Ma poi che ogni soccorso altro le-manca,
Lo spirto, che partia dal labbro anelo,
In una convertì colomba bianca.
Questa, il candido volo aprendo al cielo
(Nè men leggiadra sotto quelle penne
Apparve allor che sotta il primo velo)
Alta su l’ ale aperte in pria si tenne,
Del-.nuovo aspetto a pompeggiarsi, e grata
Poi de la Dea nel seno a posar venne.
Ed in premio la Dea la fè beata
E all’ aureo cocchio suo volle aggiogarla,
AIl’ aureo cocchio od' è pel ciel tirata. » (1)
Presso i Giudei soleansi offrire nei sacrifici can-
dide colombe insieme alle agnelle, quale olocausto
gradito al Siguore; e le spose della classe più po-
vera regalavano i sacerdoti di due tortorelle nel
presentare al tempio i loro fanciulli. — I pagani le
offrivano al Dio Pane protettore dei campi onde
renderlo propizio ai raccolti, gli Egiziani al Sole il
gran padre dell’ abbondanza, i Chinesi a Budda per-
chè a lui consacrate. ° i
Il cristianesimo nella tortora bianca circondata
da un fascio di Iuce ha rappresentata la mistica fi-
gura dello Spirito Santo. Il volgo la chiama ancora
Ja tortora della Madonna, e sopra i vecchi affreschi |
(1) M. Sappa « Le Colombe » — op. cit,
Tit
rappresentanti Maria col bambino Gesù, sì vede col-
locata ai piedi del divino figliuolo come simbolo ci
amore e di pace.
l’ uso secolare dello scoppio del carro incendiato da ‘
di distanza. E sottinteso che bisogna aver coraggio
\ e sangue freddo. Colui che s'incontra coll’ orso.
| sull’ istesso colle e se lo vede avvicinare, deve fin-
In Firenze nel giorno del Sabato Santo. perdura |
una colomba di fuocò che si parte dall’ altar mag- .
giore del Duomo all’ intonazione del Gloria; ed a
seconda che I° incendio del carro avviene immedia-
tamente o stentatamente i nostri contadini ne trag-
gono il presagio di buoni o cattivi raccolti.
Et de Hoc satis. 3
(continua) GiuLio Cesy\RE GIACHETTI
In Valtellina
(Appunti di storia naturale)
III.
Gli Orsi
(continuazione al n. 2)
Si ritiene generalmente’ e si scrive anche in certi
trattati, specie scolastici, di sforia naturale, che
l orso cade in letargo durante la stagione jemale.
Ciò non è vero, o per lo meno è esagerato. L° orso
sì ritira nella sua tana e vi resta tutto il tempo
dell’ inverno, come ho già detto, ma in questo frat-
tempo non si abbandona a quel sonno profondo e
continuato che si chiama letargo ed al quale vanno
realmente soggetti il ghiro, la. marmotta ed altri
animali, bensì alterna il dormire con brevi periodi
di veglia.
Tracciati così rapidamente i costumi generali di
vita dell’ orso valtellinese, quali ho desunti da mie
| speciali osservazioni e da apposite interpellanze a |
cacciatori ed alpigiani, dirò qualche parola intorno
gere di non accorgersene, ritrarsi quietamente in di-
sparte, curando di deviare il passo dalla parte de-
clive onde lasciare al peloso viandante il tragitto
più comodo, e comportarsi infine come chi vedesse
passare al suo fianco la bestia più comune ed inno-
cua del mondo. Lo spaventarsi, il gridare, il fugsire
sono atti imprudenti che, per quanto naturali devono
evitarsi, poichè, sinistramente interpretati dall’orso,
| lo spingerebbero ad una misura che l' animale prende
certamente. col solo intento della difesa, ma che vi-
ceversa, può tornare assai offensiva per il malcapi-
tato passeggiero. Alcuna volta l° orso incontrandosi
| Sa i ©
con qualche alpigiano, si ferma alquanto ad osser-
varlo con quegli occhietti dolci e pigri ad un tempo
che tanto contrastano colla severità del rosso capo,
e solo dopo aver soddisfatto a questa specie di cu-
riosità infantile ripiglia pacificamente il suo cam-
mino, dondolando il tozzo corpo sulle brevi ma ro-
buste gambe. ;
Non è quindi l’ orso quel grande spauracchio che
si suole dipingere: fra esso ed. il lupo v ha un
i divario a questo riguardo. D' altra parte non gli si
deve attribuire gran merito per questa sua relativa
bonomia : la conformazione del suo corpo ed il grado
della sua intelligenza lo obbligano ad esser tale.
! Potendo cibarsi dei vegetali ed essendo piuttosto in-
al contegno del nostro mammifero verso 1° uomo, |
prima di parlare del modo con cui gli vien mossa la |
caccia. A questo proposito io certamente non posso
discorrere di fatti da me ocularmente constatati, |
poichè, malerado le numerose escurzioni compiute
sui monti e nelle valli della provincia di Sondrio, |
non ho mai avuto il piacere d’ incontrare per via 0
"d’’intervistare nella sua tana messer erso. Tuttavia
‘ciò che non è accaduto a me, è successo a molte e.
molte altre persone, alcune delle quali io conosco
personalmente, epperò colle informazioni avute mol-
teplici ed esatte ad una yolta, mi lusingo di parlare
con un pochina di competenza. Interrogando adunque
chi di ragione, non mi avvenne mai di udire che
l' orso abbia assalito I’ uomo senza essere aizzato, 0
che alcuno abbia patito nocumento nell’ essersi in- |
‘contrato con questo animale. È duopo però conoscere
il modo di comportarsi quando nei sentieri di mon-
tagna, causa le giravolte improvvise e le dense mac-
chie, lo si può scorgere d' un tratto ed a pochi passi
differente e pigro, non ha tutta Ja ferocia del vero
carnivoro, nè come questo ha tanta sete dî lotta. Il
lupo invece è più sanguinario, più ardito, più temi-
bile, la carne essendo per lui una necessità impre-
scindibile ed altrettanto saporita quella dell'agnello
come quella del bambino. Ciò spiega in parte la to-
tale scomparsa del lupo dai monti lombardi dove
non più tardi di cinquant’ anni or sono, era ancor
comune e d' inverno ronzava attorno ai villaggi ed
alle case campestri con grave pericolo degli abitanti.
È naturale che essendo più feroce, e più dannoso
dell’ orso, -i pastori e gli alpigiani lo abbiano più
accanitamente perseguitato, e quindi più rapidamente
distrutto. Un solo pastore, nella prima metà di
questo secolo, aveva ucciso, durante la sua vita, una
dozzina di lupi sui. monti Lambrani, quella lingua
di terra che determina il noto biforeamento del
Lario nei due rami di Como e di Lecco.
In due soli casì l' orso si sente trascinato ad as-
salire l’uomo: quanto viene di troppo molestato e
quando ha i suoi piccini tormentati dalla fame. AlVin-
fuori di questi due casi, d° altronde straordinaria-
menté rari il nostro orso bruno, a differenza de'suoî
colleghi del polo e dell’ America, non costituisce un
serio pericolo per le persone che attraversano i
paraggi ov' esso ha dimora. Il seguente fatto abba-
| stanza singolare per se stesso, prova come l’ orso,
per quanto d' indole pacifica, si ribelli però contro
l'uomo, quando da lui sia minacciato, i
101
x 3 e ___ _ = ws
Sei o sette anni fa, sulle montagne del gruppo |
del Lesnone, un giovane pastore, gozzuto e quasi
eretino,— come, pur troppo, sono molti altri alpi- |
giani valtellinesi — stava costudendo un gruppo di |
pecore. Ad un tratto si accorse che alcune di esse
sì erano internate in un bosco vicino, e tosto sì
mosse a richiamarle. Ma giunto allo svolto di. un
dosso, gli sì parò innanzi agli occhi il quadro poco
piacevole di un.grosso orso che se ne stava divo-
rando tranquillamente una delle pecore più belle e
più grasse. A tal vista, il pastore si die a gridare
con tutta la forza che la fenomenale appendice gli .
permetteva e fece atto di alzare il bastone per per-
cuotere la bestia. Non l’ avesse mai fatto! chè
l'orso, rizzandosi sui piedi posteriori, lo salutò con
una carezza tale che lo fece rotolare a terra più
morto che vivo. Riavutosi poco dopo non vide più
l'orso, ma s'accorse che il suo gozzo, squarciato
dal tremendo colpo di zampa sanguinava orribil-
mente; anzi poco mancò non gli costasse la vita
per la grande emorraggia conseguitane. Ciò nulla-
meno lo seraziato pastorello, soccorso in tempo, potè
ancora guarire dalla sua ferita, con questo strano
risultato che al posto del g0zz0 non gli rimase che
una larga e deforme cicatrice. L’ eroe vive tuttora,
e l'amico mio dott. Comparolo lo conosce personal- ,
mente.
Altri e molteplici casi si narrano a proposito di
lotte fra 1’ orso e l’ uomo avvenute in Valtellina, e
se volessi dar contezza di tutti quelli che a me sono |
noti, avrei da riempirne alquante colonne dì questo |
giornale. Ma come ho-fatto pei camosci e per tutto
il resto limiterò anche adesso le. mie annotazioni, !
riserbandomi di darne un completo; ragguaglio in
una estesa e minuta monografia che ho in animo
di scrivere tanto sui camosci quanto sugli orsi della |
Valtellina.
(continua)
MaRrIO CERMENATI
Aneora. sulla nova spente. di querti
—_s_
Dopo di aver mandato alla Direzione del Bollet-
tino I’ articolo sulla nuova specie di quercia, chia-
mata volgarmente fragno, mi fu mostrato nel pe-
riodico Malpighia, anno 2.° fascicolo 4.9 pubblicato |
in quei giorni, un articolo del prof. Borzì, nel quale
descrive la detta quercia sotto il nome di Quercus
macedonia Alph. D. C.; specie nuova per l’ Italia, e
che fu raccolta da Grisebach nella Macedonia e nel-
|’ Albania, e più tardi fu trovata anche nel Monte-
negro. Dice che ha ricevuto tutte le notizie dal-
l Ispettore superiore dei boschi, ed accenna ad un
annunzio fatto nell’ anno scorso nello stesso perio-
dico; ed infatti in quell’ annunzio dice che alcuni
agenti forestali. delle Puglie avevano. mandato a
Roma esemplari di una specie sconosciuta di quer
cia, che egli crede sia le Quercus macedonia.
Ora qui ci dev’ essere un equivoco, e dico equi
voco per considerare il fatto dal lato più benigno:
racconto quindi le cose come sono.
Nell'agosto del 1885 andai a passare le vacanze
nella mia patria, Castellana ip provincia di Bari, e
raccolsi gli esemplari del fragno, come dissi. nek
l° altro articolo. Ritornato a Teramo, dove insegnava
in quel Liceo, cercai di classificare la detta quercia,
e dopo averla cercata invano nel Tenore e nelle
poche flore che là potei avere, la posi fra le piante
indeterminate; e nell erbario, che donai a quel
Liceo, ci dev’ essere, fra le piante non classificate,
uno 0 più esemplari di fragno.
Nell” anno seguente andai a Parma, e siccome
credo che lo spirito mercantile non debba entrare
per nulla nelle faccende scientifiche, così ne detti
un esemplare al prof. Passerini, pregandolo di por-
tarlo a Firenze ed a Roma, dov! egli si recava; ed
al ritorno mi disse che l'aveva mostrato a molti
botanici, e nessuno potè classificarlo, confermando
così la mia idea che fosse specie sconosciuta.
Siccome eli esemplari erano stati raccolti in
agosto, così i frutti erano immaturi, e perciò scrissi
ad un mio zio, pregandolo di mandarmi in novem-
bre î frutti maturi ed in aprile i fiori.
Nell ottobre scorso venni a Pavia, ed avuti i
frutti maturi, cercai anche inutilmente la mia quer
| cia fra. quelle a foglia caduca di De Candolle, ed in
poche altre flore; ne detti un esemplare al prof.
Briosi, il quale neppure la conobbe, e perciò mi de-
cisi a descriverla come specie nuova, almeno per
l° Italia. Aspettai che mi mandassero i fiori, ed in
maggio mandai l’ articolo al Bollettino.
Ora come sì spiega la faccenda del prof. Borzi?
È un fatto che il primo annunzio della quercia
sconosciuta comparve sulla Malpighia molto tempo
dopo 1° andata del prof. Passerini a Roma. Io non
posso credere che il Borzi abbia avuto dal Passerini
il mio esemplare della quercia, e che abbia mentito,
dicendo di essere stato raccolto da agenti forestali. ù.
possibile però che il prof. Passerini o non disse da
chi ebbe 1° esemplare, o lo disse, ed il nome fu di-
menticato : e per la facilità con la quale si altera
una notizia, passando da una bocca all’ altra, possi
bilmente all’ idea di quercia si è associata quella
di agente forestale, e così il Borzi, andato dopo a
Roma, trovò la notizia così alterata, e forse tutto 0
parte dell' esemplare portato dal Passerini, sì pro-
eurò î primi esemplari per mezzo dell’ Ispettore su» |
periore dei boschi, e dopo aver fatto i suoi studii,
pubblicò l’ avviso nel periodico. Ammetto possibile
questa spiegazione, perchè mi sembra la più benigna,
come ho detto; e son sicuro che il prof. Borzì, do-
mandando notizie più esatte al prof. Passerini, e ad |
altri coi quali parlò a Roma, rimetterà le cose nella |
loro giusta posizione.
Capisco che è ben poca cosa per me, e se real-
mente il fragno e la Quercus macedonia sono la
stessa cosa, resterà sempre al Borzì il merito di
averla classificata; ma quella piccolissima parte,
cioè di aver richiamata su di essa l° attenzione dei
botanici, è giusto che si dia a chi spetta, e non a
questi agenti forestali, che non esistono.
Dico ciò con tanta sicurezza, perchè bastano due
rano il frutto in due anni (frucius maturatio bien-
nis, pag. 1163).
Il Pariatore (flora italiana, vol. 4.° pag. 176) dice
che bisogna tener poco conto della distinzione delle
quercie che maturano il frutto in un anno e quelle
che lo maturano in due, perchè gli autori non sono
d' accordo. Ma ciò credo che bisogna attribuire non
al carattere in se stesso, ma alla poca esattezza
delle notizie che hanno raccolto gli autori; giarchè
i caratteri fondati sugli organi di riproduzione, credo
che debbano avere sempre una grande imp>rtanza.
E lo stesso Parlatore conchiude, dicendo: essa (di-
| stinzione) almeno ha bisogno di nuovi studii fatti
soli fatti per persuadersene. Il primo è la coinci- |
denza quasi inverosimile, che questi agenti forestali |
abbiano mandato gli esemplari a Roma proprio
quando il Passerini vi portava quello raccolto da
me, mentre per anni e secoli nessuno ci aveva ba-
dato. Il secondo è, che, se realmente gli agenti fo-
| restali si fossero occupati di quella quercia, avreb-
bero certamente detto qual’ è il vantaggio indu-
striale che essa presenta sulle altre, cioè la bontà
del suo legno come combustibile e del suo carbone,
“chè dà fuoco più vivo e non cerepita come quello
della rovere; per cui il carbone ed il legno da bru-
ciare del fragno si paga più caro che quello della
rovere , mentre come legname da lavoro è adoperato
indistintamente con l’ altra quercia.
“ Ho detto innanzi: se realmente la Quercus ma-
cedonica ed il fragno sono la stessa cosa, perchè mi
sembra che ciò non sia chiaro abbastanza.
Infatti il De Candolle per il gruppo nel quale
descrive la Q, macedonica dà i seguenti caratteri :
pe «gno anni prioris inserti) (De Candolle, Prodromus,
Vol. 16.° 2.2 pag. 41). E poi a pagina 43 per carat-
tere del sotto-gruppo dice: Semperviventes; e biso-
gna osservare in primo luogo che il fragno è a fo-
glia caduca e non persistente.
È vero però che il Boissier pone la Q. macedo-
nica fra quelle a foglia caduca (flora orientalis,
Vol. 4.° pag. 1172) ma di questi due egregi botanici
| chi dice il vero? Fino a prova più esatta, è per-
| messo restare nel dubbio.
BISI fragno porta i frutti maturi sul legno del-
l'anno antecedente, ma essi maturano tutti in un
della descrizione dice: frwuctus (initio secundi dnni
nondum maturi) 4-5 lin. lati ecc., il che mostra
che in questa la maturazione del frutto è biennale.
Ed anche il Boissier la pone fra quelle che matu-
Maturatio fruetus biennis (sive fructus maturi li-
‘anno, e cadono tutti in novembre; n.entre alla fine.
in campagna, e non sui rami secchi negli erbarii.
Ma ciò non si può ammettere quando-il De Candolle
dice con tanta esattezza che al principio del secondo
anno i frutti sono larghi 4 a 5 linee. Ed il modo
come parla fa credere che egli abbia osservato dei
rami con fiori, cioè al principio dell’ anno vegeta-
tivo, e che su questi vi erano le piccole ghiande,
ciò che è impossibile che possa verificarsi pel fragno,
perchè in quel tempo o nel gennaio non v' è nulla
sui suoi rami che possa essere creduto un frutto
immaturo.
Dice inoltre il De Candolle per la Q macedonica:
Antheris glabris, è più sotto: glande inclusa, aui
breviter exserta. :
Le antere del fragno sembrano a primo aspetto
glabre, ma osservando bene con la lente, si vedono
alcuni peli situati quasi ‘in file longitudinali, e poi
s' addensano verso l’ apice in modo da formare un
ciuffetto. La ghianda matura è ccperta circa per
metà dalla cupola; raramente avviene che resta
quasi tutta coperta; ma ciò è una rara eccezione,
mentre per la Q. macedonica è il caso ordinario.
Noterò in ultimo che nè il De (Candolle, nè il
Boiszier dicono se la ghianda della Q. macedonica è
ombelicata, tomentosa all’ apice e con una piccola
punta in mezzo, com’ è quella del fragno:; e ciò bi-
sognerebbe. verificare, perchè è un carattere anche
importante.
Ora, se si verificherà che esistono realmente le
differenze notate tra la Q. macedonica ed il fragno,
mi pare ehe esse sono sufficienti per farne due spe-
cie distinte. " Il
Credo benissimo=che il prof. Borzì abbia esami-
nato attentamente gli esemplari della Q. macedonica,,
che sono nell’ erbario dell’ Università di Gottinga,
come dice, e che li abbia trovati identici a quelli
del fragno; ma considerando che spesso gli esem-
plari secchi sono alterati, e non presentano chiari
certi caratteri, non mi pare impossibile che l' egre-
gio prof. sì possa esser ingannato.
103
Egli conchiude il suo articolo, raccomandando
di fare studi accurati per vedere se la Q. macedo-
nica e la Q. Look, che ambe si somigliano al fra-
gno, formino realmente due specie distinte, o sono
due varietà della stessa specie. Credo che avrebbe
fatto meglio, aggiungendo anche il fragno, perchè
dopo accurati studit fatti sopra molti esemplari e
sulle piante vive, sì potrà dire con sicurezza se esse
formano una sola, o due, o tre specie diverse.
Pavia Giugno 1888.
AnprEA LoxGo
I° Esposizione Internazionale
DI UCCELLI DA CORTILE E COLOMBAIA
IN ROMA
III.
Ed eccoci giunti, lettore cortese, all’ ultima parte
di questa rapida e parziale rivista dell’ esposizione
internazionale di Roma
Il comitato ordinatore della mostra persuaso di
renderla più importante vi ageregava alcune speciali
divisioni comprendenti 2 Conigli, gli animali selva- |
tici allevati per le riserve di caccia, i Cana, le
macchine e gli utensili di avicultore, i libri e qior-
nali di allevamento, di acclimatazione e di caccia, e
tutti gli strumenti d’ aucupio consentiti dalle leggi.
Nelle divisioni IV.e V dipendenti dalla nostra
giuria erano stati riuniti i Colombi, i Fagiani, i Co-
nigli, e la grossa selvaggina da parchi:
Eccetto i colombi e la grossa selvaggina, le altre
due sezioni furono così meschinamente ed incomple-
tamente rappresentate da far dire al nostro dotto: '
collega Dott. Camusso che gli animali esposti non
rappresentavano 7/a ne sotto l° aspetto scientifico
ne sotto l’ aspetto industriale. |
I Fagiani secondo i moderni ornitologi vanno di-
visi in quattro gruppi distinti:
Phasianus
Thawnalea
Euplocomus
Ceriornis i |
Nel primo gruppo era a deplorarsi la quasi com-
pleta assenza del Fagiano reale o comune (P%. Col- |
chicus), rustica e prolifica specie acclimitata in tutti
i parchi di Europa ed in molti parchi Italiani. —*
Non concorse che il solo Facchini di Modena. — |
Mancavano tutte le varietà del Fagiano comune, e
con quelle il Fagiano di Mongolia (Ph. Torquatus),
il multicolore (PR. Versicolor), il Fagiano di Soem-
merig (Ph. Soemmeringii), il venerato (Ph. Reeve-
sti), la smaltato (Ph. Scintilans) e il Fagiano di
Wallich (Ph. Wallichii).
Al gruppo « Thavmalea » si ebbero due esposi-
tori, il Cav. Bertone di Roma ed il Facchini col
solo Fagiano dorato (Thawmalea picta). Non fuvvi
aleuno che esponesse le belle varietà del dorato, ne
tanto meno la rara e superba specie del Fagiano
di Lady Ambherst (Thaumalea Amherstiae).
Nel terzo gruppo furono tre i concorrenti ma
colla sola specie di Fagiano argentato (Yxploconzus
Nycthemerus) il Marchese di Casteldefino di Roma,
e i sopramentovati Facchini e Bertone. — Gli uc-
celli del primo erano i più belli fra quelli presen-
tati. — Non comparvero il Fagiano turchino (E.
Praelatus), nè quello di Swinhoé (Eu. Svimnhoei),
nè quello di Vieillot (Eu. Wieilloti), nè quello a
coda rossa (Eu. Erythrophtalmus), ne quello di
Reynaud (Ex. lneatus), nè quello di Cuvier (Wu.
Cuvieri), ne quello a dorso nero (Eu. melanotus),
nè quello a ciuffo bianco (Ex. albocristatus).
Il quarto gruppo « Cerziorris » che contiene tre
specie acclimatate il Cer. Satyra il Cer. Temminkii
ed il Cer. Hastingit non era rappresentato.
Esposero Lepri e Conigli il Facchini, il Petran-
geli di Orvieto ed il Gualdi di Roma. — La com-
missione giudicante in mancanza delle più belle
e rare varietà delle razze cuniculari, fermava la sua
attenzione sopra alcuni grossi Leporidi e sui Conigli
comuni, argentati, e martora.
Finalmente un solo espositore di grossi mammi-
feri allevati per le riserve di caccia presentavasi
alla mostra di Roma, il Barone Gaudenzio Poschini
Fusetti di Siena. — All’ egregio gentiluomo che de-
gnamente rappresentava a Roma la regione Toscana
ci sentiamo in dovere di tributare una parola di
giusto encomio. — Gli animali da lui esposti erano,
se non erriamo, due Mufloni (Ovis Arzes fera), due
Cervi fulvi (Cervus elapls), due Caprioli (Rupica-
‘pra Europea) e quattro Cignali (Sus aper).
Questa è stata l’ esposizione internazionale di
Roma. 3
Prima però di terminare constato una. dimenti-
canza. — Fra gli espositori di Colombi da carne
fisurava pure il Marchese Imperiali di Firenze che
ottenne la medaglia di bronzo.
Noi siamo la critica; ma una critica buonacciona
e pacifica che non si pasce di sdegni, che non cela
interessi, che non finge rimorsi, i
Lasciate dunque, a oli lettori, che la vecchia
matrona faccia il suo ingresso nel dominio del pub-
blico, e voi colte e gentili Signore facilitatele il passo. |
Manibus date lilia plenis.......
GiuLio CESARE GIACHETTI
ETFFTyTTTyTFTT=5"s5=>}>
Ministero di Acricoltura, Industria e Commercio
DIREZIONE GENERALE DI AGRICOLTURA
Bollettino di notizie agrarie
Rassegna crittogamica.
Nota dei casi di malattie di vagetali e di altre sostanze
organiche alterate da microrganismi, presentati alla
Stazione ‘di Patologia vegetale di Roma dal 15 feb- |
braio al 30 aprile 1888.
MALATTIE DELLA VITE.
Royna della vite. — Sopra tralci spediti dal co- |
mune di San Pietro di Barbozza (Treviso), dove la |
malattia è assai diffusa,
E;inosi. — Di questa malattia, comunissima nella
vite e quasi innocua, ci sono pervenuti campioni dal |
signor Libero Candio da Mazzara del Vallo (Sicilia),
e dal prof. Pasanisi da Galatone (Lecce). È molto
diffusa nei vigneti dei dintorni di Roma.
Sopra tralci di vite disseccati, provenienti da un
vigneto fuori Porta Pia, abbiamo riconosciuto la
Sphaeropsis fabaeformis Sace., ed il Lophiostoma |
simillimum Karst., che sono funghi saprofiti, l’ ul- |
timo dei quali non era mai stato trovato sulla vite.
MALATTIE DELLE GRAMINACEE.
| Puecinia striaeformis Westd. — Allo stato eci- |
dineo' è frequentissima nei dintorni di Roma sulla
Cerintke aspera, di dove passa sulle graminacee
determinandoyi una vuggine, che molti erroneamente
confondono con quella prodotta dalla Puccinia gra-
iminis.
Uredo sp. — Frequente sopra divano gramina-
minacce pratensi, a Roma.
Ustilago segetwim (Bull.) Ditm. — Assai frequente |
sulle avene nei dintorni di Roma.
Erysiphe graminis D. C. — Molto sviluppata
sopra diverse graminacee pratensi nei dintorni di |
Roma.
MALATTIE DELLE LEGUMINOSE.
Uromyces Pisi De Bary. — Lo stato spermago-
| nico ed ecidineo di questo fungo sulla Exphorbia
amygdalodes è frequentissimo nella campagna ro-
mana.
| Ramularia Galegae Sace. — Sulle foglie della
| Galega officinalis.
dintorni di Roma.
Malattia degli sclerozii nella Fava. — È stata
riscontrata nei campi di fava al podere della regia
Frequente nei prati umidi nei
Scuola pratica di agricoltura in Roma. Questa ma-
lattia è probabilmente la stessa che attacca il tri-
foglio, il fagiuolo, il lupino e diverse altre piante,
ed è prodotta dalla Peziza Selerotiorum Lib. Finora
i pare non sia mai stata indicata sulle fave, almeno
in Italia. 3
È da raccomandarsi agli agricoltori di sradicare
con sollecitudine le piante morte e di abbruciarle
affine di distruggere gli sclerozii che sotto forma
di corpiccioli neri, duri,
3-4 mm.,
|.della pianta vicino alle radici. E cosa nota che que
lunghi 5-6 mm. e larghi
si trovano principalmente entro il midollo
| sti sclerozii conservano la facoltà di germinare e
i riprodurre la malattia anche dopo. due e più anni
che sono rimasti nel terreno; quindi è importante
curarne la distruzione il più completamente possibile,
| affinchè non si riproduca nel campo la malattia che
è tra le più infeste alle leguminose.
MALATTIE DEGLI ORTAGGI.
Cystopus candidus Lev. — Infesto ai cavoli e
i e alle rape in diversi orti di Roma e di Palermo:
Peronospora parasitica De Bary. — Assai fre-
quente sui cavoli e su altre crucifere negli ortì di
| Roma e di Palermo.
Bremia Lactucoe Regel (Peronospora gangli
| formis De Bary). — Questa crittogama favorita dalla
| stagione eccessivamente piovosa ha recato danni
| rilevanti alla lattuga in guasi tutti gli orti di
Roma. 5
Aecidiwnm sp. — Sopra i finocchi nell’ orto del
duca di Salaparuta a Trabia (Palermo).
MALATTIE DEGLI ALBERI FRUTTIFERI.
Exoascus deformans Fuck. — Assai dannoso alle.
piante di mandorlo e di pesco negli orti di Roma.
Phragmidium Rubi. Wiut. — Sulle foglie di
| Rubes discolor (more di macchia) a Frascati..
Roestelia cornuta Ehrh. Sopra foglie disseccate
| di Sorbus Aria, inviate dal signor Muller da Intra.
Uromyces Orobi Wint. (Uredo Fubae De Bary). |
— Comunissima crittogama chiamata ruggine della |
fava. Ci sono pervenuti esemplari da Messina
Uromyces Trifolii Fuck. — Sul Zrifolium pra- |
tense nei dintorni di Roma.
MALATTIE DELL' OLIVO.
Rogna. dell’ olivo. — Questa malattia è molto:
diffusa nelle vicinanze di Gaeta e di Bagnorea ed i
\ coltivatori sono allarmati.
105
MALATTIE DEGLI AGRUMI. -
PhyUosticta' esperidearum Penzig. — Diffusa
sulle foglie dei limoni nella tenuta del marchese
Di Rudinì a Bimisca (Sicilia).
Cladosporium herbarum L. K. — Sui rametti
morti di Jimone, inviati dalla regia Scuola. pratica
di agricoltura di Roma.
Nel podere della stessa Scuola sì è verificata una
mortalità nei limoni, ma sulle radici e sui rami in-
viatiei riscontrato alcun
parassita al. quale si possa attribuire la malattia.
Probabilmente le piante hanno sofferto per il freddo.
per esame, non abbiamo
MALATTIE SOPRA PIANTE DIVERSE.
Peronospora sparsa Berk. — Gravemente infesta
alle rose coltivate in serra nel giardino Barberini
‘ e altrove in Roma. Per le notizie relative a questa
malattia sì vegga l’ articolo da noi pubblicato nel
Giornale delle Stazioni agrarie, anno 1888, fase. 2.
Sphaerotheca pannosa Lév. — Sulle foglie di rose
inviateci dai signori Botta, Olivieri, Mauri di Roma;
è assai diffusa sulle rose nei giardini romani.
Sphaerotheca Castagnei Lev. — Sulle foglie di
luppolo coltivato per ornamento. nel. giardino del
regio Istituto anatomico di Roma.
Puccinia Malvacearym Mont. — Comunissima
sulle malve, dovunque.
Puccinia fusca Schrot. — Nello stato ecidineo
(Aecidium leucospermim) è frequente sulle foglie
di Anemone.
Septoria Acanthi Thiimen. — Danneggia le fo-
glie di Acantlhus molle al Pincio.
Septoria quercicola Sace, — Frequente sulle fo-
glie di Quercus pseudo-suber nelle macchie vicino
a Roma.
Coniothyriwm concentricum Sace. — Comunis- |
sima sulle foglie di Agave americana nei giardini
di Roma.
Graplviola Phoenicis Poit. — Sopra foglie di
Phoenix dactylifera inviate dal signor Olivieri e
raccolte. anche nell’ orto botanico di Palermo. Que-
sta crittogama riesce assai dannosa. sopratutto alle
giovani palme, e non si conosce ancora il modo di
combatterla.
Graphiola congesta Berk. — Sulle foglie di Cha-
maerops umilis a marsala.
Pesiza aeruginosa P. — Un bellissimo campione
di legno di faggio tinto intensivamen*e di verde dal
micelio di questo fungo, ci è stato spedito dal dott.
Levi-Morenos da Belluno.
Il Direttore
G. CuRONI
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad insergioni
gratuite. per ogni numero, per scambiarsi notizie, schîa-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Azcora
sulla recente comparsa del Syrraptes puradorus è
Alle notizie pubblicate nei fascicoli 5 e 6 aggiun-
| giamo che il Prof. Picaglia comunica (Panaro, ll
giugno) una cattura di questo uccello avvenuta verso
la metà del maggio scorso nella provincia di Man-
tova; era un maschio che non si è potuto imbalsa-
mare causa -l’ avanzata putrefazione.
LA DIREZIONE
Mi pregio comunicare che circa alla metà di
Maggio veniva preso vivo colle mani in una cam-
pagna vicina alla nostra città un Syrrhaptes para
dorus. L° individuo trovasi ora nel nostro Civico
Museo di Storia naturale.
Trieste 19 Giugno 1888 AvnronIio VALLE
7 Agg. al Civ. Mus. di St. nat..
Il 24 aprile. otto Syylaptes paradorus furono
trovati nelle vicinanze di Montagnana provincia di
Padova. Di questi uno fu ucciso e. mangiato, un
secondo; ferito leggermente in un’ ala, guarì perfet-
tamente tanto che ora trovasi in condizione di poter
volare: è bellissimo, sembra un maschio, mangia
miglio ed altri piccoli grani. Jo 1’ ebbi in dono e lo
tengo in una grande gabbia nel mio giardino.
Badia Polesine 19 Giugno 18: 8.
CamiLLo DAL FIUME
To pure sono possessore di una magnifica coppia
di Syrrhaptes paradorus, che ebbi ai primi del
Maggio scorso e che conservo nella mia piccola rae-
colta. Furono uccisi nelle vicinanze di Bellaria non
molto lontano da Cesenatico e dalia spiaggia ma-
rittima. Lo stomaco del maschio lo trovai pieno di
semi con diversi sranellini di sabbia, e quello della
femmina vuoto del tutto. La loro carne è abbastanza
| saporita ma dura assai.
Santarcangelo di Romagna 10 Luglio 1888.
ELIA GALLAROTTI
Desidero ‘far sapere che la raccolta di uccelli
che il prof. Giglioli nella sua Avifauna italiana citò
i come di proprietà del Conte Minutoli a Massaciue-
coli; e nella quale sì trovano rarissimi esemplari, ©
invece di mia proprietà e da me preparata, ed at
tualmente si trova nella villa dei Nobili Conti Spada
Cenami in Quiesa
Quiesa 20 Giugno 1888
R. GRAGNANI
Note botaniche. Ai primi dei'o sco:so Maggio |
ho ritrovato abbondantissima presso Bologna, nelle
‘Larghe di Monte Paderno, la Vicia sparsiflora, Ten.
in piena fioritura.
| Questa specie, assai rara, fu stabilita dal Tenore
sopra esemplari raccolti da certo Crocchi in Lucania,
nè dappoi per molti anni più ritrovata. Se ne con-
servava solo un esemplare incompleto nell’ erbario
dlel medesimo Tenore a Napoli, dall’ esame del quale
il Bertoloni potè descriverla nella sua Flora Italica. |
Nel 1874 il Prof. Cocconi rinvenne presso Bolo-
gna, poche piante di una Vicia a lui nuova, che
confrontata dal Barone Cesati con l° esemplare auten-
tico della Vicia sparsiflora, risultò identica. Il Coc-
coni però, notando il portamento eretto della pianta
e la mancanza del cirro, credette più conveniente
classificarla, nel genere Orobus, chiamandola Orobus
sparsiflorus.
Dieci anni dopo, nel Maggio 1884, io stesso la
‘più abbondante; avendo radici legnose, grosse e
lunghissime, assai profonde, è ben difficile che si
‘possa in seguito estinguere nella detta località.
Questa specie; creduta fin qui esclusiva d' Italia,
trovasi ancora in Ungheria, coi medesimi identici
«caratteri, quantunque dagli autori non riconosciuta
per tale. Avendo infatti potuto esaminare due esem-
plari di una VWieza raccolta presso Budapest dal
Richter, e spedita al Caldesi col nomè di Orobus
ochrolevcus, Waldst. et Kit. mi sono convinto che
sì tratta della medesima specie. Corrispondono in
‘tutto a quelli di Bologna, come pure i caratteri
dati dagli autori per l° Orobus ochroleucus combi-
nano perfettamente colle descrizioni della Vicia
| sparsiflora, per cui risulta che questa ultima. era
vi già stata precedentemente conosciuta e descritta
._ Clagli autori ungheresi col medesimo nome di Orobus.
| Credo pure vi si debba unire la Vicia aurantia,
Stev. corrispondente all’ Orobus croceus, Desf.
i Che sia una Vicia e non un Orobus è manifesto
ni da parecchi caratteri morfologici e biologici, non
il portamento eretto e la mancanza di cirro: se si
continuasse tale ragionamento, ancora la Vicia Faba
sarebbe un Orobus !
o È Appartiene poi alla sezione Cracca per mancare
3 di nettarii estranuziali, e si avvicina anzi moltissimo
alla Wicia Orobus, D. C. della quale assai proba-
bilmente è una semplice forma a fiori ocroleuci. În
tal modo resterebbe più facile lo spiegare come sì
sia rinvenuta in località così lontane fra loro, occu-
__ pando la Vicia Orobus molte delle località intermedie.
ì
ritrovai nella medesima località ma assai copiosa e |
n «d’ allora in poi la riosservo sempre, ogni anno viep- |
essendo sufficente per distinguere questi due generi
Il nome poi di sparsiflora non le conviene af-
| fatto, avendo anzi i fiori disposti a densi racemi.
xa
Il Prof. Federico Delpino, direttore di questo
R. Orto Botanico, ha recentemente raccolto sul colle
di.S. Luca, presso Bologna, I° Aegilops triticoides,
Req. (Triticum Requienii, Ces.), nuova per la no--
stra Provincia. Tale specie è da taluni ritenuta per
la forma spontanea del frumento, e da altri per il
prodotto di un incrocio fra il frumento e qualche
Aegilops. Potrebbe anche darsi, e forse con più
probabilità, che fosse invece dovuta all' atavismo:
‘che si trattasse cioè di vero frumento sfuggito dai
campi, che, per le nuove condizioni d’ ambiente,
abbia tentato di riprendere. qualche carattere dei
suoi remoti antenati.
Bologna 20 Giugno 1888.
| Giovanni ErtoRE MATTEI
Sui licenzini scientifici. Il prof. di Storia Na-
turale del R. Liceo di Fano, mi prega, con lettera-
circolare del 20 corr. Giugno, di voler apprendere
se sia comparso in questi dintorni il SyrMaptes
paradoxus, e di comunicargli ancora dei dati ri
sguardanti le catture delle quali avessi conoscenza.
Parmi essere questa una circostanza non disprez=
zabile per porre ben in rilievo il danno che può
arrecare ‘alla scienza la disposizione presa dal Mini-
stero d' Agricoltura Industria e Commercio, da circa
un paio d'anni, di sospendere la concessione dei
licenzini speciali di caccia. In questo Circondario, 0
almeno nel comune di Frosinone e in quelli vicini,
niun individuo possiede il licenzino suddetto, per
quanto questi verdeggianti colli e la magnifica val-
lata del Sacco che sì distende per miglia in vasta
pianura, dai piedi della città verso Nord-Ovest, siano
luoghi, in cui, nel consueto passo, sì vedano sempre
dai campagnuoli uccelli di nuovi piumaggi. L° anno
al Ministero suddetto, per
mi venne negata; ancorchè,
scorso inoltrai domanda
ottenere tale licenza, ma
quale dilettante preparatore ed insegnante di ‘Storia
Naturale in questa R. Scuola Tecnica, dimostrassi
nella domanda il bisogno di arricchire il gabinetto
locale di una collezione ornitologica, per dì più già
principiata nella precedente stagione invernale. i
Non sarebbe forse bene, anche a parere di diverse
persone amanti della scienza, che la nuova legge
sulla caccia lasciasse al governo la facoltà di con-
cedere la licenza di cacciare, per l' intero anno, a
quegli insegnanti di Storia naturale che lo deside-
rassero. i i
Frosinone, 27 Giugno 1888.
. Che noi siamo favorevoli alla con
Tosr EUGENIO
cessione di per-
107
messi speciali di cacciare in tempo del generale di-
vieto a scopo veramente scientifico, i nostri lettori
lo sanno già e basta ricordare gli articoli che a
questo proposito pubblicammo negli anni 1885 e 86.
Aggiungiamo di più che riteniamo non esservi nes-
suno seriamente studioso di ornitologia che non ab-
bia riscontrato un danno per la scienza l’ averne
sospesa la concessione. Perfino il noto e simpatico
scrittore cap. Sanz, già molto contrario ai licenzini
scientifici, oggi si ricrede ed in un assennatissimo
articolo pubblicato nel N.° 36 del periodico Caccia
e Corse dice fra l’altro che senza i licensini scienti-
fici, non si completano e non sì fanno è musei, e noi
a maggior ragione aggiungeremo: r07 si completano
ne si fanno certe osservazioni e certi studi ornitologi.
Vedremmo perciò con tanto piacere che o con
la nuova legge sulla caccia, o in altro modo, il
ministero fosse autorizzato alla concessione di questi
licenzini scientifici; ma non voremmo che sì tor-
nasse agli abusi che, quantunque non sempre con
ragione, si lamentavano in addietro. Non sarà poi
diflicile conciliare i bisogni veri della scienza con la
necessaria protenzione della selvaggina e con i giu-
sti diritti di chi non può andare a: caccia che in
certi tempi. Concedere pochi licenzini scientifici
e guardare bene a chi si danno, ecco risoluto il
gran ploblema. La DIREZIONE
Crustacea. Un egregio collaboratore di questo
Bollettino (1) disse della Classe dei Crostacei esser
essa la meno studiata e non aversi della - medesima
una buona sistematica pei mari italiani. Cì fa pia-
cere però il potere quanto al primo punto asserire
che la letteratura zoologica possiede moltissimi ed
importantissimi lavori sui crostacei (Costa, Heller,
Claus, etc. etc.) — i quali qui sarebbe certo troppo
lungo il citare coi singoli titoli (2). Quanto al se-
condo punto poi indichiamo la seguente opera si-
stematica latina, che ci dà le diagnosi delle fam.
dei gen. e delle specie: « Prodromus Faunae Medi-
« terreneae, sive Descriptio Animalitm Maris Medi-
« terranei Incolarum quam comparata silva rerum
« quatenus innotuit adiectis locis et nominibus vul-
< gàribus eorumque auctoribus in commodum Zoolo-
« gorum congessit .Iulius Victor Carus. Vol. 1.
« Coelenterata, Echinodermata, Vermes, Artropoda
« (tantum Pantopoda et Crustacca), (Stuttgart
« 1884-5) ». )
E già che siamo sui Crostacei, non possiamo
non annunziare tre recenti lavori del Claus, cioè
(1) A. vi, p_ 133 e seg. ;
(2) Ctr. l’ eccellente opera bibliografica: « Bibliotheca Zo-
logica » del (Carus.) ora sì egregiamente continuata dal Ta-
sehenberg (Edit. Engelmann, Lipsia). o
a) « Uber Absewudes Latreillii M. Edw. ù. die Ta-
nai. st. », b) Uber Lerneascus nematorys ù. die
Fam. d. Philichthyden » (3), e) « Die Platysceli-
den » (con 26 Tav. Imp.-4 Holder, Vienna, 1887,
Marchi 32). RS
Grosso luccio. Nel lago di Mondsee (Austria
superiore) fu pescato nell’ Aprile scorso un luccio
di m. 1,45 in lunghezza, m. 0,50 in circonferenza
e di un peso di 21 Kilogr. (Frick. Rundsch. N. 9).
È SR.
Il cane mastino (pastoreccio) dell’ Istria è un
cane di molta intelligenza e somma vigilanza, esso
è il prodotto di una cagna col lupo; questa razza è
ormai piuttosto rara e si propaga arche difficil-
mente. Questo mastino è molto fedele, attaccato al
suo padrone, verso tulte le altre persone di casa
amichevole, verso forestieri è diffidente, e anche
talvolta pericoloso, esso non cerca risse, ma è co-
raggioso e appassionato distruttore dei piccoli ani-
mali carnivori, ha la statura di un piccolo lupo,
fisionomia intelligente ecc. Serve. di guardia - alle
‘greggi di pecore. (Calend. per la colt. dei canì ece.
Augoburg 1888). SR.
Scoiattoli e tartufi. Nei boschi di pino dei
dintorni di Schonek in Sassonia, il Dr. Helm trovò
al piedi degli alberi, delle fossette, di circa 8 cent.,
imbutiformi, dalle quali furono scavati dei tartufi
(Elaphomyces). Le traccie segnarono esser gli sco-
iattoli gli scavatori di detti tartufi. Questi Sciurus
sono anche ghiotti del Boletus edulis, del quale si
trovano dei resti infilzati su tronchi di rami d’' al-
bero (Zool. Gart. Marzo). SR.
Per attirare e far rimanere nel propio giar-
dino o parco, 1’ usignolo fà bisogno che esso trovi
adattato cespuglio per nidificare. — Il Philadelphus
coronarius è la più adatta pianta; i suoi numerosi
rami formano un cespuglio si compatto da non per-
mettere l’ accesso ai nemici di questo si gradito
uccellino; Esso pone le sue uova quasi a livello
della terra sotto arbusti poco alti, e se vi si spargo-
no anche dei bacherozzoli e per l'inverno vi si pone
un nido artificiale, si può esser certi di averlo stan-
ziale nel giardino. (Naturfr. Aprile 1888). SR.
Xenia ridibundum.
tenzione degli agricoltori sul Xenia ridibundum,
Nevalewski attiva 1° at-
(3) Questi due lavori a) e-b) sono estratti dalle Arbeiten
- des zool. Instit. zu - Wien vi. der zool. Stalion zu Triest,
Tomo vir, n Fasc. 1887. — Qui va pure notato fra molti al-
tri il lavoro del Heider « Die Gattung Lernanthiopus » ibi-
dem, Tomo 11, 1879. — Sui Crostacei parassiti ertomostraceò
del mare adriatico vedi il Va/le nel Bollett. della Soc. adr.
scienz. nat. Trieste, passim e negli Alli del Museo civico di
storia nat. Trieste Vol: vir 1884.
108°
| quale potente distruttore di insetti principalmente
della Melolonta vulgaris (Soc. orn. Vienna 1888).
SR
Danni prodotti dalle passere. Pribyi (1. c.)
introdotti nel 1850 nell’ America
ì primi passeri, di questi ne morirono gran parte,
scrive esser stati
così che nel 1853 ne furono importati altri. Nel
1870 i passeri erano .tanto aumentati da essersi di
già sparsi per 885000 miel. quad. negli Stati Uniti
e per 150000 nel Canadà. Il danno apportato dal
passero in Inghilterra si calcola a 8 milioni all'anno
nell’ Australia ancor di più e negli Stati Uniti si
reputa incalcolabile. — Il passero .lo si riconosce
assai.dannoso, esso distrugge i piccoli uccelli, deva-
sta i loro nidi, è ghiotto di grani, frutti ecc., non
sì cura di insetti, tanto che questi prendono posto
I SR.
Domanda. Desidererei sapere quale sia il miglior
nei loro nidi.
mezzo per conservare le larve di Jlepidotteri e gli
insetti nevrotteri come libellule ecc., senza farne
cambiare i colori. Ne ho sperimentati vari ma senza
buoni resultati (1).
O. CHIARELLA
NOTERELLE
r>
Balthasar de Monconys (2). Nato a Zione nel
1611, studiò all’ università di Salamanca: poi si
dedicò all’'alchimia, all’ astrologia ed alle scienze
esatte. Dal 1628 cominciano: i suoi viaggi attraverso
quasi tutta 1° Europa e il Levante, fatti assieme ad
alti personaggi ed agenti diplomatici. La sua de-
scrizione di questi viaggi è sommamente importante
per la storia della scienza. Nel 1646 era in Toscana
e si trovò col Viziani e col Torricelli. Morì il 28
aprile 1665. Pi
La scoperta dei microrganismi - animaleula -
per Antony van Lecwenhock (3) rimonta al principio
di settembre dell’ anno 1674. (Zool -Anz. N. 268).
. | P.
La prima ape (Apis mellifica) fu portata in
America da un inglese nel 1670.
(1) In Questo Bollettino ne sono stati pubblicati diversi dei
inetodi per ottenere questo intento e 1’ egregio sig. Chiarella
potrebbe sperimentarli se non lo lia gia fatto e farebbe cosa
gradita niferendone i resultati. La DIREZIONE
(2) Cfr. €. Henry, Les voyages de B. de Monconys. Doc
ments ete. (Paris, Hermann, 1887) e Munboldi, A. vi p. di.
(3) Levenocchio,
< Indagator colui che vide a nuoto
Per l'onda genitale il picciol uomo »,
Parini, La Notte,
Il Sismografo a pendolo non fu invenzione del
Salsano di Napoli come generalmente si crede, ma -
ben 31 anno avanti, lo troviamo immaginato e de-
seritto da Andrea Bina Cassinese nel monastero di
S. Pietro. Opuscolo edito a Perugia nel 1751 coi
tipi di Costantini e Maurizi.
La carta e la stampa presso gli Arabi. In
grazia d'un esame microscopico e storico di una
parte della preziosa raccolta dei papiri egiziani
trovati presso Arsinoe, città dell’ Egitto centrale,
papiri e carte che comprendono un’ periodo di 2700
anni, dal secolo XIV avanti l' era cristiana sino
alla fine del XIV secolo dopo Cristo, i professori
Wiesner e Karabucek hanno constatato che gli arabi
nell’ anno 751 dopo Cristo già fabbricavano carta
con stracci di lino, e che il sistema di fabbricazione
non era del tutto dissimile a quello adoperato ai
nostri giorni.
Inoltre i signori \Wiesner e Karabacelk hanno
potuto anche assodare che ventisette delle dette
carte, le. quali datano da cinquecento anni prima
della invenzione di Guttemberg, si vestono stampate
in Egitto, servendosi di modello di legno tanto per
la scrittura che per gli ornati, modelli. che hanno
perfetta analogia con quelli usati nei primi tempi
dell’ invenzione della stampa. 1
Le constatazioni dei detti valentissimi professori,
sembrano destinate a provocare una vera rivoluzione
storica, intorno ai voluti, finora, inventori di questi
due grandi fattori delle manifestazioni umane.
—1|ll1ln_rdgIs—_ SE
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica dì procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzia
o presso la direzione.
Note di oleificio. per E. Mingioli La biblioteca
dello stimato giornale L' Italia agricola di Milano
si è arricchita di questo interessante volume che è
il 25° della raccolta da essa pubblicata. L' egregio
autore noto per altre pubblicazioni sull’ Oleificio ha
qui ampiamente svolti i seguenti capitoli :
Relazioni e rapporti fra la potatura dell’ olivo, ed il suo
potere fruttifero - Dell’ alternanza del raccolto delle olive,
cause che la determinano e mezzi per evitarla - Della colti-
vazione isolata e speciale dell'olivo considerata come coetticente
della normale e buona fruttificazione - Clima dell' esposizione
dell'uliveta - Del terreno e dei lavori di cultura come coefli-
cienti del potere fruttifevo dell’ olivo - Influenza deglì ingrassì
e loro natura ‘sul potere fruttifero dell’ olivo — Costituzione
dell’olio di oliva e principii immediati che lo formano - Delle
proprietà fisiche dell’ olio di oliva - Dei Gliceridi e principii
immediati componenti plio d’ aliva, loro natura e proprietà -
Proprietà chimiche dell’olio di oliva - Fermentazioni nelle
olive; trasformazioni chimiche che avvengono e canse che
le provocano.
Il volume costa L. 2,00.
Il Gran sasso d’ Italia. Ascensioni sul Monte
Corno per Federico D' Amato. L° egregio professore
fa in questo opuscolo una dotta e particolareggiata
relazione sulla Topografia e Flora del Monte Corno
dando anche molte altre notizie di storia naturale
frutto di 3 escursioni fatte nel. monte medesimo.
Notevole è l’ elenco delle piante raccolte. Si trovano
pure elencati non pochi animali viventi e fossili.
Ta memoria termina con la Biblioarafia del Gran
sasso ‘d’ Italia.
Un? applicazione della Carcinologia alla me-
dicina legate, per il Prof. 0. Raimondi e Dott. U.
Itossî. Interessante studio eseguito nel Gabinetto
d’ igiene e medicina legale della R. Università di
Siena. Si parla diffusamente delle diverse specie e
varietà di Gammarus conosciute, dei loro costumi dei
luoghi ove abitano e se ne deduce con’ ragione
quanta luce, la loro presenza su di un cadavere rin-
venuto, può dare, per stabilire se e ‘per quanto
tempo il cadavere. ha soggiornato nell’ acqua e di
che genere essa era, nonchè altre indicazioni molto
interessanti alla medicina legale.
Le piante fossili del Travertino ascolano.
Nota di Alessandro Mascarini prof. di st. nat. nella
R. Se. Tecn. di Ascoli Piceno - L' egregio autore
pubblicò nel 1882, e noi ne demmo notizia ai nostri
abbonati (Vedi fasc. 4 detto anno), una memoria nella
quale parlava dei travertini di Ascoli Piceno, indi-
Nella
odierna rota illustra la flora fossile di questo tra-
cando i molluschi fossili in ‘essi rinvenuti.
vertino, enumerando ben 78 specie di piante.
La vitis vinifera fossile nei dintorni di Roma.
Comunicazione fatta al congresso geologico di Sa-
vona da Enrico Clerieî. Sono due le località nelle
quali l’ egregio autore ha rinvenuta la Vitis vini
fera Lin., fossile e cioè nel travertino di Fiano Ro-
mano e nel tufo vulcanico grigio, in luogo detto del
Peperino. Oltre i dettagli relativi a queste due sco-
‘perte, sono nella memoria non poche notizie sulla
vite e sulla sua distribuzione antica e moderna, dalle
quali sì viene a concludere, contrariamente al pa-
rere. di alcuni che vorrebbero ancora escludere
l° Europa come patria della vite, che il genere Vitis
apparve in Europa al principio dell'era terziaria;
che nel miocene superiore si manifestò. una forma
da cui si può far dipendere la Vitis vinifera: che la
Vite esiste certamente în Europa tin dal quaternario
e che quindi essa è originaria tanto dell’ Europa
meridionale che dell’ Asia, senza escludere per altro
che i popoli dell’ Asia minore, allora di civiltà più
avanzata, abbiamo introdotte in Egitto, in Grecia, in
Italia, le varietà già coltivate, più pregevoli per lì
quantità del frutto. E a notarsi come le forme più
antiche di viti trovate in Europa (paleocene e mio-
cene inferiore) somiglino molto all’ odierno tipo
americano, mentre nel miocene superiore compaiono
i delle forme che cominciano ad avvicinarsi al tipo
asiatico. Figurano in questa memoria anche le note
degli altri fossili trovati nei suddetti travertini, e
tufo grigio.
Sopra una sezione geologica presso Roma,
comunicazione fatta alla Società Geologica italiana,
da Enrico Clerici. Trattasi di una sezione lunga
oltre 1 chilom. alla sinistra del fosso di Pozzo Pan-
talone e in direzione a questo parallela. L° egregio
autore ne da la descrizione geologica, la figura ed
indica i fossili rinvenutivi.
Sopra alcune specie di felini della Caverna
al Monte delle gioie, presso Roma. Nota di Warico
Clerici assistente al Museo. Geologico della R.: Uni-
versità di Roma. Accuratissimo studio, che porta
l° egregio autore a stabilire che la nuova specie di
felino (HMyperfelis Vernewili) della grandezza del
leone, fondata dal Frère Indes susresti raccolti nella
Caverna del ‘Monte delle gioie da esso scoperta, non
è in realtà che un giovane individuo del ben noto
e già diffuso eli spelaca, Goldf. e 1° altra nuova
specie stabilita dal medesimo autore su resti della -
detta caverna e denominata /Welis minimus è invece
un giovane individuo di Melis catus Lin. La memo-
ria è adorna di una tavola con diverse figure.
Sul Potenziale elettrico, note di Mario Ba-
ratta. L° egregio autore presenta in questa memoria
la prima parte dei suoi interessanti ed anche ori
ginali studi sul Potenziale elettrico.
Sulla rigenerazione del Baco da seta, metodo
pratico per i fratelli Sbraccia di Giustino da Ve-
ramo. Fatto notare come il baco da seta in tanti
anni di cattività e di maltrattamenti non può che
aver perduta gran parte del sua robustezza, e come
da ciò debbono essere causate le attuali malattie”
che lo tormentano, gli egregi autori ritengono che
la selezione e le altre cure e cautele che ora si
prendono sull’ allevamento, non possano bastare a ir-
robustire nuovamente il baco e che occorra ritem-
prarlo riportando a poco a poco il suo allevamento
allo stato libero ossia sulla pianta del gelso. Per
mezzo di una cassetta speciale che chiamano Cus-
setta mobile per la rigenerazione del baco da seta
e di un sistema speciale di coltura dei gelsi, cose
che sì trovano descritte in questo opuscolo gli egregi
autori ritengono di poter arrivare ad ottenere la
‘rigenerazione del Baco da seta. L° opuscolo si vende
Aeito0ì
Archives italiennes de Biologie. Révues, resu-
mes, réproductions dex travaux scientifiques italiens,
sous la direction de A. Mosso prof. de Physiologie
à 1’ université de Turin.
Table des matières du Tome 1x, fase. m:
A. MenozzI: Recherches chimiques sur la germination du
Phaseolus vulgoris. — L. CAMmeRANO: Recherches sur l’ana:
tomie et 1’ histologie des Gordiens. — M. TrRauBE MENGA-
RINT: Recherches sur les gaz contenus dans la vessie nata-
toire des poissons. — G. Carranro Sur la structure de 1’ in-
testin des crustacés décapodes et sur les fonctions de leurs
glandes enzymatiques. — Marra SaccHI:; Contribution à l’histo-
logie de 1° oviducte des sauropsides. — E. MaRcHIAFAva et
A. Certi: Sur l’ infection malarienne (avec une planche). —
E. MarcHIARAVA et A. Celti: Notes sur les études modernes
de l’ étiologie de la fièvre malarienne. — L. Lucrani et A.
Piurri: Sur les phénomènes respiratoirrs des ceufs du Bombyx
dî mrier (avec une planche). — ©. Gracomini: Sur quelques
anomalies de développement de 1’ embryon bumain (avec deux
planches) — F. FaLcnIi: Sur l’ histogenèse de. la rétine et du
nerf optique (avec une planche). — O. OrnL: Contribution 4
1’ étude de la circulalion du sang. —A. GattANEO et A. Monti: .
Altérations dégénératives des corpuscules rouges du sang et
leurs altérations malariques (avec deux planches). — Revues:
P. Gixcosa: Les poisons cyaniques. — I. SanreLIce: Sur la
regénération du testicule.
Lezioni sull’ uomo secondo la teoria dell’ evo»
luzione, dettate nella R. Università di Torino dal
Prof. E. Morselli, edite dall’ Unione tipografica edi-
trice di Torino. Sono uscite la 7,® 8% e 92 dispensa,
e contengano il seguito dell’ Evoluzione delle forme
organiche, le Deduzioni della teoria evoluzionista
in Biologia, la lezione v, L' uomo e la realtà co-
smia ed il principio della lezione vi, L'uomo nella
serie degli esseri viventi. Molte figure sono interca-
late nel testo. Le dispense costano 50 cent. l’ una.
manale che si pubblica in Siena e costa L. 5 al-
l'anno. Sono usciti i primi 4 numeri.
==
dnsegnamenti pratici
——csoo>—
ftegole d’ Incubazione. 1. Mettete in incuba-
zione le uova di Galline entrate nel secondo o
terzo anno.
2. Mettete in incubazione le nova delle Galline
che da almeno dieci giorni sono in compagnia di
un buon Gallo.
6. Esse dobbono essere lavate con acqua tiepi-
da affinchè non abbiamo i pori chiusi.
7. Le uova non debbono mai avere più di 15
giorni.
8. Le uova da ineubare che hanno viaggiato,
devono riposarsi almeno 24 ore prima di essere
poste in incubazione.
9. Tutte le uova da far schiudere debbono es-
sere poste in incubazione insieme e preferibil-
mente la sera.
10. Non mettete sotto una Chioccia maggior
numero di uova di quello che essa può comoda-
mente coprire.
Queste regole sono del signor Ehlers redattore
! del Tract Gefluget Ziichter. (caccia e Pesca).
DALLA VoLIERE
Per costruire un -aquario da appartamento.
| Un’ aquario è generalmente formato di quattro
| grosse lastre di vetro tenute insieme a guisa di
cassetta con un’ armatura metallica che posa in
un fondo di marmo od ardesia; se ne possono
costruire interamente in cristallo ossa ponendo un
cristallo anche nel fondo sempre tenendo insieme
‘le diverse parti con armatura metallica; od anche
tre jati ed il fundo in legno connesso a coda di
rondine e .'altro lato in vetro.
Perchè l’acqua vi sia ben tenuta, occorre stuc-
care tutte le connessure con mastice, al quale
effetto il dott. Fol propone un miscuglio di biacca
ed olio di lino conosciuto in commercio con il
i nome di mastice da vetrai, rimpiazzando una
parte biacca con del minio.
Il mastice da. marinai (Asfalto, Caoutehoue, ed
olio di lino) fusi a caldo o disciolti in Alcool as-
soluto, e buono pure per stuccare internamente
le fessure. Viene an he usato per le piccole fen-
L’ eco del Popolo. E un nuovo periodico setti- | diture un miscuglio di Litargirio fino e Glicerina
pura. portato alla consistenza del mastice, ma non
si può adoperare che in piccola quantità, altri-
‘ menti sì rischia di fare stiantare i cristalli.
È stato indicato pure il mastice composto di
5 p. di Glicerina nell’ acqua, aggiuntavi l p. di
bricomato di potassio. Questa preparazione si s0-
| lidifica alla luce divenendo insolubile all’ acqua,
3. Appena l’ uovo è deposto, toglietelo dal nido |
perchè non subisca un principio d’ incubazione
4. Mettete in incubazione le uova che sieno di
forma regolare, e che sieno nè troppo grosse, nè
troppo piccole. i
5. Le uova che mettete in incubazione non de-
vono avere nessuna screpolatura. i
bisogna quindi conservarla ed adoprarla nel-
l’ oscurità. |
Quando si sono bene stuccate tutte le commet-
titure dell’ acquario, non bisogna introdurvi gli
animali e le piante prima di avervi fatto sog-
giornare dell'acqua per qualche settimana rimu-
tandola spesso, onde togliere dall’ acquario tutte
le sostanze ed esalazioni nocive. Anche la sabbia
e ghiaia od altro che sì pone sul fondo dell’aqua-
rio devono essere ben lavate; quindi per aereare
l'acqua dove si sono messi dei pesci, si pongono
piante aquatiche che forniscono 1° Ossigeno neces-
| sario alla respirazione ed assorbono l’ Acido car-
honico espirato.
Conservazione delle frutta. Il BuZettin de la
Société Autunoîse d' Horticulture indica un pro- |
cesso usato dai Nord-Americani per le loro im- |
|
‘portanti esportazioni di frutta sopra i mercati |
europei. Esso consiste semplicemente nell’ invi-
luppare le frutta in un foglio inzuppato in una
soluzione alcolica di acido salicilico e quindi dis- |
seccato all’ aria. Le frutte così preparate conser-
vano, si dice, il loro sapore particolare ed il loro
profumo fino in febbraio e in marzo (1).
Conservazione delle carni per mezzo dello
zucchero. Da un rapporto speciale indizizzato al
ministro di agricoltura in Francia, risulta che lo |
zucchero costituisce un eccellente agente di ‘con-
servazione della carne, e presenterebbe alcuni |
vantaggi sul.sal marino. Infatti, il sale assorbe
una parte delle sostanze nutritive e che danno
sapore alla carne. Allorchè si fa |’ analisi della
soluzione del sale sciolto ‘dall’ acqua contenuta |
nella carne, si trovano molti corpi albuminoidi, so-
stanze estrattive, potassa ed acido fosforico. Il sale
spoglia tanto maggiormente la carne delle dette
sostanze quanto più profondamente penetra nei
tessuti, o viù a lungo vi sta a contatto Accade
allora che la carne, cavata fuori dalla soluzione
salina ha perduto una parte importante dei suoi
elementi nutritivi.
Lo zucchero in polvere, al contrario essendo
meno solubile, produce minor quantità di liquido.
Esso forma intorno alla carne una specie di cro-
sta solida, che le sottrae pochissima acqua e non
ne altera il sapore. Così conservata, basta ba-
gnarla nell’ acqua per potersene immediatamente
servire. E se questo processo costa un po’ più
caro di quello in cui si adopera il sale, si debbono
però tener in conto il risultato finale e la_per lita
evitata, superiore alla differenza di prezzo tra i
due agenti di conservazione.
—se>—_& = ATI
NOLI ZFAREIO
eos
Per mancanza di spazio non abbiamo potuto
pubblicare in questo fascicolo Ia continuazione del-
l’ articolo Vulcani e Terremoti e la consueta ru-
brica Invenzioni e scoperte. i
Il tabacco e la Fillossera. Nel Bollettino
della Camera di commercio italiana in S. Fran
cisco (California) è una lettera da Valparaiso, nel
" Chilì, che dà per certo il fatto che il tabacco è
un ottimo rimedio contro tutte le malattie finora
manifestatesi nei vigneti di quella repubblica com-
< (4) Nell’annata 1885 pubblicammo già una serie di articoli ri-
guardanti la conservazione delle sostenze alimentari per mezzo
dell’ Acido salicilico. . ’
N. d. D.
| presa la Fillossera. Alcuni viticoltori italiani i cui
| yigneti erano malridotti da questo parassita, pian-
tando del tabacco fra le viti videro queste rinvigo-
| rirsi, produrre frutto e in poco tempo tornare al
| primitivo. florido stato di vegetazione. La cosa di-
| cesì abbia fatta tanta buona impressione che i viti-
cultori vanno piantando tabacco in tutto il territorio
viticolo del Chilì.
Ma mentre tanto spesso si sentono propalare ri.
medi sicuri per liberarsi dalla fillossera essa prose-
| progressi che 1° invasione fillosserica fà in Sicilia;
durando così fra pochi anni tutte le vigne del
l’isola saranno distrutte da questo indomabile in-
setto. All Isola dell’ Elba e nelle provincie di Gros-
seto e di Siena è pure apparsa recentemente; Caleo-
lasi che in Italia vi sieno già più di 8 mila ettari
di vigne infette dalla Fillossera.
Le cavallette sono apparse in gran numero nel
territorio di Giampilieri.( Messina) ed anche nelle
provincie di Lecce e di Roma. In Algeria hanno
completamente distrutte le coltivazioni di non poche
località specialmente nel dipartimento di Costantina;
i loro sciami coprono il suolo per 25 a 30 centim.
di altezza e perfino in certi punti le ferrovie hanno
dovuto sospendere il servizio. La camera francese
ha votato un. credito di mezzo milione per com-
battere l'invasione delle cavallette in Algeria. Anche
in Francia questi insetti recano forti danni.
Gara di colombi viaggiatori organizzata dal
Genio militare di Roma e che ebbe luogo con par
tenza da Belluno il 10 giugno scorso a ore 7 ant.
Dei colombi presentati dalla Societa colombicut
tori fiorentini 15 erano già arrivati in Firenze alle
5 pom. dello stesso giorno. I primi 3 il 5° il 6° ed
il 9° appartenevano al Visconti; il 4° 8° 14° e 15°
al Fanciulli; il 7° al Ciotti; il 10° al Losi: II
ed il 13° al Czofi; l' 12° al Raveggi.
denesi il primo del Sig. Ghittoni giunse a Modena
tri 10, ed alle 5 e 20 pom., 167.
I colombicultori Piacentini lanciarono 970. pie-
cioni ed il primo arrivato era del Sig. Versé.
Dalla provincia di Reggio Emilia furono inviati
alla gara 550. piccioni ed il primo arrivato alle
10,20 ant. era del Sig. Fantuzzi.
Dalla Società colombofila di Casalpusterlengo
arrivò primo un colombo del Sig. Cibaldi (ore 11,20
antim.).
| gue ed estende impavida la sua opera distruggitrice;
presentemente giungono gravissime notizie sui rapidi
Dei 179 colombi presentati dagli allevatori Mo-
in 10 ore e 7 minuti; 5 minuti dopo arrivarono al- |
Estrazione del lino dal Gelso. Tenemmo già
informati, l'anno scorso, i nostri lettori sulla nuova :
industria del Gelso Lino e sulle grandi speranze che si
avevano in proposito; ora ci giungono all’ orecchio
notizie affatto sconfortanti, pare che vi fosse grande
illusione e poca sostanza nelle notizie propalate, per-
cui gli agricoltori non si affrettino a sbucciare i rami
dei gelsi, se non sì sono assicurati bene sulla ven- | tassa che trovasi sui tufi ed altri prodotti vulcanici,
dita del prodotto.
Latte e carciofi, veleno mortale, A Nizza, la
Sig. Maria Biffi, e morta il 1° giugno di avvelena.
mento causato dall’ aver bevuto latte dopo aver
mangiati i carciofi. La povera donna sì è spenta in
11 sesso dell? uovo. Un corrispondente del gior-
nale ZL’ Orticultura, dice che esaminando le uova
dei suoi animali da cortile, ha constatato che quelle
nelle quali la bolla d’ aria si trova precisamente nel
centro della corona dell’ uovo, producono.maschi,
mentre che quelli la di cui bolla è da un lato pro-
ducono femmine.
La Peronospora, è comparsa in moltissime lo-
calità del regno ed in alcune ha già recati fortì
danni, causa sopra a tutto la trascuratezza dei pro-
prietari e coloni nell’ applicare i rimedi che si sono
riscontrati migliori come preventivi. Fino dallo scorso
aprile avvertimmo anche noi che era una vana spe-
I
|
|
I
Prof. di Chimica farmaceutica ‘alle Università di
Cagliari e Parma; Chimica generale, quella di
Catania.
Concorsi. L° associazione di proprietari ed agri-
coltori di Napoli ha banditi 2 concorsi con premi
di L. 2000 ciascuno e saranno conferiti: uno a chi
troverà un metodo economico per concentrare la; po-
| onde poterla utilizzare in agricoltura; l’ altro a chi
dimostri di aver rinvenuti in Italia dei fosfati in
tale abbondanza e da potersi così facilmente utiliz
| zare da far concorrenza ai fosfati stranieri. Tempo
utile fino al Settembre 1889.
Il giornale La Mammola di Firenze ha bandito
A È ; | un concorso per un bozzetto con soggetto e forma
poche ore, malgrado le più energiche cure dell’ arte.
ranza quella che là Peronospora non tornasse a dan-
neggiare i nostri vigneti ‘e che occorreva por mano
all’ applicazione di rimedi preventivi, specialmente .
lo zolfo acido e con solfato di rame. Fortunati quelli
che non preferirono aspettavne la comparsa.
Inviamo i nostri pubblici ringraziamenti alla
Società colombicultori fiorentini per I° onore fattoci
colla nomina a Socio corrispondente del direttore di
«questo periodico, nomina avvenuta, dice la comunìi-
cazione, per testimoniare la propria riconoscenza per
lo sviluppo dato dal Bollettino del naturalista, alla
Colombicultura in Italia. Questo onore è però dovuto
intiero al nostro egrégio ed assiduo collaboratore
libera. I premi consistono in 100 lire e 2 oggetti di
valore.
Esposizioni. Dal 11 al 23 agosto prossimo avrà
luogo a Bruselles una esposizione internazionale di
Apicoltura.
Necrologie: L' illustre mineralogista Gerhard
von Rath è morto a Coblenza il 23 aprile scorso.
Aveva visitate molte località italiane lasciando im-
portanti pubblicazioni ad esse relative. Morì nel
momento che stava. per tornare in Italia — E morto
in Torino l’ illustre chimico prof. Ascazio Sobrero
— Giorgio W. Tryon, ben noto malacologo ameri-
cano è morto a Filadelfia in età di 50 anni.
——e—
RICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DI CAMEI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all' ammini-
strazione del Bollettino.
41 La Società Apistica Abruzzese offre fogli cereì
faccettati con la macchina americana Vandervort a
L. 3,30 al Chilog. Lavora Ja cera spedita dagli api-
coltori a L. 0,90 il Ks. Dietro invio di L. 950 spe-
\.disce franco di porto in tutto il Regno un pacco
G. ©. Giachetti che con tanta competenza ha ma-.
estrevolmente svolti molti temi di Colombieultura
in questo giornale.
La pasca del tonno in quest) anno è stata ab-
bondantissima specialmente a Porto Torres.
| Posti di studio. Il ministero d' istruzione pub-
blica ha stabilite 25 borse di L. 1000 ciascuna per
i giovani licenziati dagli istituti tecnici e nautici
che desiderano continuare gli studi nel primo bien-
‘cazione per gli ingegneri, nelle scuole superiori di
Genova, Milano, Bari, Venezia. Torino. i
Posti vacanti. Due cattedre di scienze naturali
nella scuola militare di Modena e due in quella di
Caserta. Stipendio L. 1800.
contenente Kg. 2,600 di fogli cerei, (peso netto). Chi
desidera un campione non ha che mandare il pro-
prio biglietto da visita all’ Agroromo Vincenzo de
Michetti - Teramo.
42 Si offrono le seguenti razze di colombi: Gros-
sissimi da carne veri pitoni piacentini di pura razza.
Modenesi gazzi neri. Gazzi caldanì gialli. Gazzi bigi
(color celeste con verghe rosse). Gazzi pietra chiara
(color lava latteo con verghe gialle). Varietà inero-
ciate. Maschi e femmine scompagnate. Prezzi da
convenirsi dirigendo le richieste all’ Ing. Scola
Gaetano in Cremona.
43 Da vendersi un A/ligator ben impagliato,
lungo m. 2,10 per L. 150, cassa e imballaggio com-
| preso. Dirigersi al prof. P. Strobel in Parma.
; Ro : . | della provincia senese, compresi alcuni
nio della facoltà di scienze nelle scuole di appli- | Ì ERO
44 L' istituto anatomico della R. Università di
Siena, ha disponibile un buon numero di crani umani
di dementi,
che cambierebbe volentieri con altri cranîi di razze e
popolazioni differenti. 3
45 Si offrono vecelli mosca in pelle o montati in
cambio di oggetti di storia naturale qualsiansi.
S. BrocI Direttore responsabile.
_—r———_-br_rr_—_——t—t._—r—_—r—È_€È—_—-y_y_-—_-r—_—-_-&],}Ò}Ò]m]/TmybYkb..).),FFEErr-x<
. 844 - Siena 1888. Srag. Trp. CarLO Nava
GI abbonamenti a
(5 abiimonto baeaiico dei Fili.
- Sbraccia di Giustino, in Colle S. Maria |Co- .
mune di Teramo) preminto con
gran diploma d'onore e con medaglie d’oro e
-d' argento. Allevamenti speciali di rigenerazione
ella” Vera razza Gran Sasso, sulla pianta del
gelso. con metodo Brevettato. - Programma gratis.
Stabilimento bacologico dell’ Ing.
uw Bellinato in Minerì:e, (provincia di Verona)
xVHi° ano di esercizio. Bachi ro-
‘busti, Bozzoli c!assicis-:mi, allevamenti speciali,
: selezioni molteplici, esi; vazione ed ibernazione ra-
- zionali. Campioni bozz: li gratis.
rl 5) s Ù fondato nel
- Stabilimento diorticoltura fondato nel
«da Angelo Bevilacqua orticoltore in Belgirate (Lago
; maggiore). Il catalogo e prezzo corrente speciale
‘s’ invia gratis a chi ne fa domanda.
deratissimi.
Galline della razza Maggi fuor a
4 };ge5;i maschi costano L. 15,00, le femmine
| ——‘L. 10,00, le uova L. 0,40 l'una. Dirigersi al Cav.
DER: alto Maggi in Firenze.
— Bollettino delle Malattie dell’ Orec:
AVRSETÌ ICI DI
. 2,201 litro
>». 2,50»
» 0, »
Giugono al
Benzina rellificata
—_‘Solfuro di carbonio .
Essenza di Mirbano 3
Da - Nuova specie. Esemplari diseccati Li i e 1,50,
vox franchi di porto.
ua
marchese Girolamo Trevisani. Volume
Norme ‘pratiche pei viticultori, del Prof. |
ne grandi . cain
Costo dell’inserzione L. 1; 00 per, ogni avviso di non più che 4 versi.
ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). -
è (Seguito ai già pubblicati)
| mercial, politique, financier et litteraire. Si pub-
| Poissonniere 173) e costa L.
i £u 7 per l'estero.
Prezzi mo- ‘
; | Polvere insetticida. Bottiglie da L..0,50 e L. 1. | Cianuro di potassa
i sione l'invio in pacco postale, aggiungere L.. 4,50 per imballaggio e spedizione
de franca. ooni 2 Ke. di antisettico. Per la Polvere LIS RLIO eo Naftalina ‘e Canfora,
ASTE è soltanto di L d ,00 per ogni Ke. 2 12 circa.
Ramnnunculus Marchesimi Lojacono. |
= ) ! condo Pritchard e ben preparate da uno specialista,
| al Gabinetto di Storia Naturale di S. Brogi - DIenAani
i NUOVE. PUBBLICAZIONI | a:
a In Tenda eso l'agenzia del Bollettinn in Siena Via dì Città. N 44 — Si oe commissioni SEU
ì per qualsiasi pubblicazione italiaca 0 straniera
; Invio franco i abbonati del regno Si concede anche un ribasso sui ‘prezzi qualora vengono
POS Ro diverse QEte: Chi. desidera l'invio raccomandato aggiunga 30 centesimi in bio;
ki Continuazione) È «È TERA
iccalo ae lai Pollicoltura del.
S n ta 2:005857
crittogame più dannose ‘alia vite. .
Dott. Domenico Pinolini. - Volune, di 80. s
111,00;
forazgi italiani. Ovvero le Siano ‘fo- |
| raggiere buone ALIOcvO al Bestiame, che |.
Fondato e diretto dal
chio, Gola Le) Naso. dott. prof. Vittorio
Grazzt. Perio.lico bimestrale, ìn fascicoli di 36 pag.
Si pubblica in Firenze, Borgo dei Greci 8, e costa
L. 3 all’ anno.
rivista mensile agricola, commer-
i Brasile ciale, industriale e finanziaria di .
Rio Janeiro diretta dal Cav. G. P. Malan. Abbo-
namento per l'impero e per l’Italia L. 5 al-
l'anno.
journal Hbdomadaire, a-
Bulletin Agricole gricole, industriel, com-
blica tutte le domeniche. a no (rue du Faub.
5 per la Francia e
3 î E un interessante ©
Societatum Litterae. periodico che si
pubblica in Franckfurt a Oder, sotto la direzione
del Dr. Ernest Huth e costa L. 5 all'anno. Con-
tiene Bibliografie di lavori recentemente pubbli-
cati sulla storia naturale, dalle ‘Accademie e so-
cietà di rutti i paesi.
Menatliche Mittheilungen gs cen ge:
te des Naturwissenschafien Organ des Naturw,
Vereins des Reg. Bez Frankfarth, (a O.) Herausge-
geben von Dr. Ernest. Huth. Ri Se
DUE 4 Mark (5 frs). È
PRIMA QUALITÀ
Naftalina sublimata
1150 Ki
Acido fenico cristallizzato . » 6,00. »
Canfora » 4,50.»
» Ti »
la spesa
497 specie di Diatomee ben classate se-
| per l’osservazioni microscopiche, si vendono per L. 50
x
‘crescono ie 0 coltivate in Italia.
. Compilazione di A. Garbocci € F. Caz
| zuola: Ad uso delle scuole. del. Regno
Con 474 fisure nel testo. 3.00
Riamuale. per Ja. tecnica modera:
mieroscopio, Nelle òsservazioni ist
giche embriologiche, anatomiche e zoolo
‘giche, del dott. A. Garbini. Un vo
— riccamente illustrato L. 4 legato L.
diretti dal Gav. SIGISMONDO BROGI
NATURALISTA: PREPARATORE — IN SIENA
"STRD CENT,
Cataloghi gratia 4
di Storia: N aturale
5: RESTEI = =
n Bo SÌ prendono commissioni ache Der culti di Im Dal, in queso et
Acido fenice na) puro, buon, antisettico: la.
x boccia 3 = L. 1.00 is li
Acido fenico (preparato per. ripulire e. DE - nccelli ‘ece., ‘gli ‘insetti eu; adi el
; ‘preservare insetti piante ece., dalle muffe e | ‘ getto, senza che ne alteri - colori. (
crittogame. Boccia. di 100 gr. L. 0,60 di 200; che sia veramente, rettificata. Una
SIR 3 L13500! 7100./gr.-E. ‘0,85. di bri 200-300
Alcool rettificato 19) Una boccia © L. 1,00, Benzina: preparata com ai
Aleec! preparate per bagnarvi le piante da | | per digrassare. pulire e preserv:
erbario onde preservarle daì danni delle tarme. | plari aalle muffe ecc. Una boccia
Questo alcool quantunque misto a sostanze ve- . L. 0.60 di gr. 200
‘ pefiche è dosato in modo da preservare le | Bieehierì con piede, ‘con è senz;
piante senza reear danno a chi dovrà poi ma- per analisi, ece., da L. 0,30 a. Li
neggiare gli erbari. Una boccia (1). L.-1,00 Assorsortimento franeo: 1.
Ammonfaca, utile per neutralizzare l’azione ‘| Eisturà o coltelli da dissezioni, iam
venefica del morso di certi animali, togliere il | © _ per spellare gli animali Tuezzazii e
dolore -di ‘certe punture; il prurito prodotto
da certe piante ece. L. 1,50 il litro. Una boccia - garantità, «da L. L a 3. assortisn
di gr. 200. 5 ; A : L 0,50 | eos.
Ammoniaca in e boccetta, con° porta | Boccette conta gocce di vetro
gocce e tappo smerigliato, in ANogio. di le- | __ Smerigliato
gno lucido (tascabile) COSE 1,00
Ammoniaca in boccetta. più elegante, FS |
tata, in astuccio di pelle (tascabile). L. 2,00.
Amelli di gomma. Servono RO
delle ordinarie legature, e con grande rispar--;
mio di: tempo, per tener chiuse le scatole,
riuniti insieme d.versi oggetti, fogli, schede,
le diverse parti dî nn esemplare, le valve! - di animali velenosi, e tozlierne
‘delle conchiglie ecc., n Utilissimi per chi L.‘1,00 l'una; 10 franche di port
REALI Sie DINI tasca dell’ abito. |
Ì
Lio
|
fà collezioni. Un chiloe. L. 33 franco di porto. | Bocceite di cristallo arrota
|
|
© >. per portare seco ‘odori, “antisettici
| miaca per cauterizzare i morsi.
40° gr. (500 anelli circa). |... 0. *L. 1,50
Arehettà ser segare; con assortimento ‘di 012
| — seghe. x E <L. 3,00
Bacchette agitatori. di cristallo, il chilo- !
oa - L. 400) gonodagram 50
Basi tende tornite, Volegagti ‘con cornice, PA Assortimento franco
tezza 3 cent. di diametro assortito da cent. 6 Bottig glia del racc
‘a 9. In legno bianco. L. 16 il cento; verniciate | ciale, comoda per portarsi in
"e nero lucido <.< /.. /i°0.) L 20,00 * fortissimo, tappo forato e munito «
metallo. Indi ile per la raccolt
la mali L. ano,
(> se in astuccio di pelle L
a porto.
Boccie a lanipo, smeriz gliato hi
Voi
il. 3 (L. 3 Van
=
‘cento; verniciate în nero lucido
330,00. , ;
i Desiderando hi: tonde con o senza posatoi.
tutte della medesima. grandezza, | o di dimen
i Ria ‘suddette o ‘verniciate
ondo la qualità ca
VET i
A) 11 pr ino i lirolo ì
{ richiesta ‘essendo edge. pi A
N]
ANNO VILE
BOLLETTINO
— Collettore, Allevatore, Coltivatore i
Fartadico Mensile 3; Abbonamento L. 3 all'anno
Per facilitare le comunicazioni scienvifiche tecniche è ‘commerciali, fra i professori, preparatori
e ‘studiosi di Scienz. fisiche-naturali; direttori di musei e giardini; possidenti, agricoltori > dilettanti
| di caccia, orticoltura e giardinaggio; ‘allevatori ed acelimatatori «di animali e piante.
2 Diretto da SIGISMONDO BROGLI
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IO Hi GIACHETTI (1. (ESARE — Firenze ToucHet 1. Naturaliste — Paregi
CIRESAZAL Conte CARLO — Ginevra i
SOMMARIO
I fossili, M. Cermenati — Dracunculus vulgaris, G. E. Mattei — Il Potenziale della terra, Prof. €.
| Sehesi — Aphrophora spumaria, A. Dei — Colombicultura (cont.), G. €. Giachetti.
Comunicazioni: L° orientamento negli animali, BuccRich — Riproduzione delle spugne Sy. — Vanessa
‘xanthomelas, Moreschini e Brogi — Aphrophora spumaria, domanda 0. P. — Un nuovo anestetico, B.
Il veleno delle anguille e delle murene, 8. — Classificazione delle. Salpe, B. — Nuovo parassita della
farina, B.—- Il ‘mierobo della tosse canina, B. — Ancora sulla comparsa del Sirratte, IDA
| NOTE BIBLIOGRAFICHE : Eumenes pomiformis — Bradisismi pliocenici — Unghie a diti della mano in
Uccelli. italiani — Antracoterio di, Monteviale — Coleotteri della Valle Lagarina — Piccioni di Firenze
Pubblicazioni. del Miristero (di Agicoltara ecc..— Atti; Acc. Agiati di. Rovereto: — Bellino di zoolo- -
I ‘gia e anat. comp. Torino. i (O
«Invenzioni E scoPERTE: Seta artificiale = Telemetro Bozzi — Microfano piane — Daumbreelite
| — Fonogenografo — Dmaie applicata ai fucili — Macchina per tivatura delle Lil — Per ca-
| minare sull'acqua.
INSEGNAMENTI PRATICI: Regole d’ oro. per gli allevatori. — Allevamento delle ‘Pernici — Vivai i
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R. Esercito Italiano _
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delle truppe in AFRICA
) Ufficio del Comando
N.. 362 di protocollo
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del Herro ce
Al Signor
FELICE BISLERI
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Attestato
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Cav: Guerriero mi referisce ‘che :
<« compagnie di fanteria stanziate in DeRI presidio ha dato sod--
« disfacentissimi risultati. »
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Massaua 28 gennaio 1886.
« il FERRO-CHINA-BISLERI
signor Tenente medico dottor: Petti su due.
Il Maggiore Generale
firmato: GENÈ
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dpi palo; l'imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
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enrTTT--—"—=="==<=* * "% %
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Stena, agosto 1888
N.8
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PERIODICO
MENSILE
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INSERITE
I POSSILI
Appunti di geologia paleontologica
e ii
ERESE a
SOMMARIO. — 1.° Doppia interpretazione del
vocabolo «< fossile» — 2.° Varî processi di
fossilizzazione — 3.° Distribuzione dei fossili
nei diversi terreni — 4.° Importanza geolo-
gica e biologica dei fossili — 5.° Modo di
raccogliere i fossili.
I.
Quando 1 uomo del volgo vede un animile od
una pianta fossilizzati, suole classificarli come or-
ganismi antidiluviani, sepolti entro terra per causa
della grande catastrofe biblica e quindi trasformati
in dura pietra per la loro lunga permanenza in seno
ad essa, Così pensavo anch'io sui primi anni della
.mia esistenza, allorchè, per semplice, innato spirito
tutto
chiglie e sassolini, m' imbattevo sovente, sulle native
di raccolta, intento a ricercare insetti, con-
mie balze calcaree, in fossili più o meno bene con-
servati. E così ha pensato e scritto per molto tem-
po una scuola di fisici e di filosofanti che durò dal
mille e quattrocento fino ai primi anni del secolo
nostro, come ho dimostrato io stesso in una confe-
renza — tenuta al R. Museo di Geologia in Torino
il 22 Febbraio 1888 — nella quale ho tratteggiato
a grandi linee e secondo un modo.mio particolare di
vedere 1° evoluzione storica della geologia stratiera-
fica. Oggigiorno invece, eccezion fatta. dai profani
di cui sopra, ben diverso è il concetto che ci fac-
ciamo dei fossili, e non v' ha alcuno che tenti an-
cora, come per il passato, escogitare altre spiega-
zioni dei fossili all’ infuori della naturale e ceolo-
gica che tutti conoscono.
Però, malgrado da parecchi secoli si vadano stu-
diando i fossili che gli scavi nella terra mettono
ogni giorno alla luce, non è gran tempo che gli
scienziati si sono intesi intorno al valore scientifico
della parola fossile. Ancora al principio di questo
secolo sì comprendevano sotto la denominazione di
fossili tanto i minerali quanto i petrefatti. E vera-
mente il senso etimologico della parola non poteva
RSTREZIE
dar torto a questo lato uso della medesima, deri-
vando essa dal verbo latino effodere che vuol dire
scavare. Onde si diceva fossile tuttociò che veniva
scavato dalla terra e nei testi di mineralogia e di
geologia di quell’ epoca si definivano i fossili : corpi
non organizzati che trovansi nel globo terrestre, e
si chiamavano fossili semplici quelli che oggidì
costituiscono le specie minerali, e fossili composti i
tipi litologici dei moderni trattati. Ai veri fossili
poi, come li intendiamo noi, si usava più comune-
mente applicare denominazioni perifratiche, quali:
corpi pietrificati o lapidificati, crostacei e testacei
che si trovano sui monti, pietre organizzate e così
via. si
Attualmente la parola fossile ha assunto un va-
| lore determinato e viene, adoperata per. significare
uno speciale prodotto naturale; quindi fa parte della
nomenclatura scientifica, non più come indicazione
generica a somiglianza di pietra o sasso, bensì come
espressione particolare e fissa alla stessa guisa dei
vocaboli: minerale, roccia, cristallo ece. Tuttavia, se
di
alla indicazione di dati corpi, non da tutti i geologi
in linea massima il nome di fossile fu limitato
viene interpretato questo nome entro gli stessi li-
miti, cosicchè abbiamo coloro che gli danno un si-
gnificato piuttosto esteso e quelli che gli attribui-
scono un senso. ristretto, eminentemente specializ-
zato. Inoltre, al significato che può dirsi di forma,
la parola in questione ha eziandio un significato che
può chiamarsi di tempo, e parimenti a questo ri-
guardo i geologi opinano in due differenti modi.
Alcuni geologi prendono la parola nel senso più.
largo. Domandate loro: Che cosa, intendete per fos-
sile? Essi vi risponderanno: Intendiamo per fossile
un oggetto conservato in qualunque porzione della
crosta solida della terra, che sia testimonio di un
fatto geologico. Da questo punto di vista si può
dunque chiamar fossile tanto una conchiglia pietri-
ficata che sì rinvenga in una formazione calcarea,
quanto una freccia di selce che si disseppellisca da
una torbiera; tanto un tronco di pianta che si sco»
pra in un deposito carbonifero, quanto un ciottolo
triquetro o striato che si tolga ad una morena;
tanto un cranio umano che si riscontri in un allu-
vione, quanto un’ impronta di goccie d’ acqua o di
|
I
onde marine che sì mostrino alla superficie di uno
stato di arenaria.... e via dicendo. Ed in realtà tutti
questi oggetti ci narrano un fatto geologico che si
è compiuto e di cui sono irrefragabili documenti. La
conchiglia pietrificata ci dice che un tenpo esiste-
va una fauna che ora più non vive — la freccia di
selce ci assicura che contemporaneamente alla for-
mazione della torba vivevano e lavoravano esseri
umani — la pianta carbonizzata ci ricorda una fo-
resta antichissima sommersa per il lento abbassa-
mento del suolo — il ciottolo triquetro o striato ci
testimonia che in un dato tempo un ghiacciaio ha
depositato in quel::punto il materiale detritico che
portava sul proprio dorso e nel proprio seno — il
cranio umano è prova dell’ antichità dell’ uomo
quanto è antica l' alluvione da cui si estrasse —
l' arenaria ad impronte fisiche ci fa assistere colla
mente allo spettacolo delle pioggie e delle onde ma-
rine che lasciavano i segni non dubbî della loro
azione sui molli fanghi degli antichi litorali.
Altri geolrgi invece insistono perchè la parola
fossile venga limitata ad esprimere una reliquia di .
origine esclusivamente organica che si trova in qua-
lunque porzione della crosta terrestre. Definiscono
perciò i fossili quali resti più o meno completi o
quali vestigia degli organismi che hanno vissuto
alla superficie ‘dei continenti o nelle profondità delle
regioni sottomarine. Secondo questo più ristretto
modo di vedere non si potrebbe usare il nome di
fossile se non quando vuolsi alludere ad un animale
o parte di animale che si rinvenga sepolto in un
deposito, oppure ad un vegetale o parte del mede-
simo che si rincontri dopo molto tempo dalla sua
morte, oppùre.ancora ad impronte che siano state
formate da esseri organici. Queste impronte diconsi
appunto fisiologiche per differenziarle dalle fisiche,
ed accanto ad esse si debbono collocare i così detti
modelli, che sono la riproduzione in sostanza mìne-
rale delle forme esteriori degli organismi. Si capi-
sce quindi come questa seconda interpretazione della
parola fossile sia eminentemente paleontologica ed
infatti in forza sua non sì può dir fossile se non ciò
che fa parte della paleontologia, scienza questa che
studia, chi non lo sa?, le forme organiche, tanto
zoologiche quanto fitologiche, che vissero per il
passato. i
Veniamo ora alla questione cronologica. Alcuni
autori, e sono ancora quelli che inclinano ‘a dare-|
U
ai termini il significato più vasto, ma vogliono at-
taccare alla denominazione di fossile 1’ idea del
tempo ed asseriscono che il fossile non è un essere
antico, ma è semplicemente un’ essere conservato ;
in altri termini la fossilizzazione, ossia il processo
’
per cui un corpo organico può essere naturalmente
conservato per un tempo indefinitamente lungo, non
è un fatto che si riporti ad epoche remote. ma è
fenomeno d° ogni epoca, tanto del passato come del
presente. Essi dicono che un organismo, per essere
chiamato fossile, poco importa vanti una miriade di
secoli, od appena pochi anni o pochi giorni: basta
che quell’ organismo siasi conservato per via natu-
rale in seno alla terra e sia testimonio di un azione
geologica qualunque, sia che questa azione rimonti
a ierì ed esista tuttora, :sia che la stessa rimonti
alle primissime opoche della terra. Onde sono egual-
le trilobiti ed i mollu-
schi degli antichissimi strati siluriani e le conchi-
mente fossile per loro:
glie i cui gusci o detriti si accumulano tutto dì
colle sabbie e le melme sui declivi littoranei, i
tronchi carbonizzati dalle gigantesche piante paleo-
zoiche e le foglie ed i muschi incrostati ieri da
una sorgente calcarea, le ossa di mammouth e
| di orso speleo dei periodi quaternari e gli ossami
che travolgono quotidianamente al mare le correnti
di terra, gli scheletri pietrificati degli strami sauri
mesozoici e gli scheletri dei vertebrati marini che
vanno scendendo ogni giorno nelle profondità pela-
giche insieme ai materiali di sedimentazione e vi
restano inglobati... e via discorrendo. — Però, come
| si vede, si tratta solamente, in questo caso dei fos-
sili di origine organica, perchè, volendo estendere il
ragionamento anche ai fossili di origine inorganica;
l'affare sarebbe un po’ troppo esagerato, dovendosi
allora dir fossili anche i ciottoli degli attuali ghiac-
ciai, dei litorali marini e dei torrenti, i massi delle
frane, le bombe ed i lapilli dei vulcani, ora in
azione,... ecc. Ecc.
Altri autori danno una grande importanza al-
l'idea del tempo e ragionano a questo. modo. Per-
chè si possano dir fossili non occorre che i corpi
organici siano sepolti entro terra, che facciano parte
di un sedimento qualunque, e neppure che siano de-
cisamente pietrificati. Bisogna soltanto che la loro
situazione dipenda da cause che in quel luogo ove
essi si trovano o su quel sedimento in cui sono
inglobati, abbiano cessato completamente di agi-
re. Spiegherò la cosa con un esempio. Un tronco
d' albero, penetrato per alquanto tempo da acque
silicifere o calcarifere, viene trasformato in dura
pietra, e cioè tutti i suoi tessuti sono perfettamente
lapidificati; però Je acque ‘che I° hanno così ridotto
esistono tuttora e sonò ben lungi dall’ essere esau-
rite. Secondo il concetto più ampio sopra citato,
quel tronco pietrificato sarebbe un vero fossile: se-
condo invece il concetto di cui parlo adesso, quel
tronco, benchè sicilizzato, o calcarizzato non è un
115
fossile, perchè la causa che lo ha reso tale non ha
peranco cessato di agire. Supponiamo invece una
conchiglia od un resto marino qualsiasi che siano
rimasti a secco sovra una spiaggia e che questa
spiaggia siasi poscia sollevata di tanti metri quanto
bastava per sottrarla per sempre dall’ azione del
mare. Quella conchiglia e quel residuo qualunque
conserveranno ancora buona parte della loro materia
organica ed i loro tessuti potranno sembrare ancor
freschi; tuttavia, per essersi sollevata la spiaggia su
cui furono gettati dalle onde, essi sono diventati
fossili, malgrado sian tutt’ altro che pietrificati. E
sì possono dir fossili appunto perchè essi ci testi-
moniano un fenomeno geologico che è ‘cessato qual' è
quello del sollevamento, reso permanente, della costa
marina. Altro esempio. Un cetaceo muore in alto
mare; galleggia, per alquanto tempo portato quà e
là dai venti e lentamente va sfasciandosi; alla per-
fine cala a fondo e resta sepolto fra i materiali de-
tritici che di continuo si sedimentano in quella por-
zione di mare — ebbene, quel cetaceo non diventerà
mai un fossile, neppure dopo più secoli dalla sua
morte, se il fondo di mare in cui giace si manterrà
sempre nella condizione originaria. Quando - quel
fondo sarà emerso allora il cetaceo sarà un fossile,
come possono essere benissimo fossili la semplice e
quasi incomprensibile impronta di una foglia, e la
esilissima traccia dello strisciamento di un verme o
d’ altro animale, purchè entrambe si mostrino sovra
un sedimento, di origine lacustre o marino, oggidì
emerso.
(continua) MARIO CERMENATI
SERRA
TTT TT E—T O —0—'’"_T_TwTT_y=z=
IL DRACONCILIS YURI kh, ta
(Arum Dracunculus L. )
um
Questa specie, non comune in Italia, si rin-
viene ancora nel Bolognese, ma sempre sporadica, a
piante isolate e fra loro lontane: cresce specialmente
lungo il margine dei campi.
Fin quì, per il Bolognese, si conosce solo delle
seguenti località: BeveraRA (Cocconi) — ORTI DI
BoLoGna, certamente importativi! — ToRRENTE
Aposa, presso la Vilia Stiatico! — Roncrio, campi
sotto la chiesa! — CasagLia (Baldacci)! MoxtE
SasBIUNO (Sacenti)! — NucarETO (Cavara). Fiorisce
ai primi di Giugno, ma non ogni anno, imperocchè
i contadini ne distruggono per tempo la fronda, as-
sieme alle altre erbe che infestano il grano.
Interessante è il modo di impollinazione dicoga-
mica in questa specie.
P",
L' infiorescenza trovasi contornata da una lar-
ghissima spata, che, riunendosi in basso forma
un’ampia cavità. Questa spata misura spesso fin
mezzo metro .di lunghezza, è di colore porporino
violaceo, e perfettamente inodore: dal mezzo si
eleva lo spadice di non minore lunghezza, di colore
lividissimo, ed esalante un orribile fetore cadaverico
o di carne fracida. Ed è razionale che partendo lo
spadice del centro dell’ infiorescenza, sia a lui solo
riservata la funzione odorosa, per meglio dirigere i
movimenti degli insetti che va attirando.
Quando si apre una spata di Dracunculus i fiori
femminei sono già completamente sviluppati, mentre
i maschili non lo sono ancora. Appena che i primi
raggi del sole riscaldano questa infiorescenza, lo
spadice gradatamente si solleva ricoprendosi di mac-
chie ancor più livide, ed incomincia ad esalare il
suo insopportabile fetore, percettibile a grandi di-
stanze.
Allora molti insetti saprofagi, credendo di fiu-
tare un cadavere, arrivano alla spata, ed in buon
numero entrano o cadono nella caldaja florale, nè,
per quel giorno, possono più uscirne, stante la su-
perficie levigatissima dello spadice e della spata.
È ancora dubbio quali sieno i veri pronubi del
Dracunculus, se le mosche cadaveriche od i coleot-
teri saprofagi.
A primo aspetto sembrerebbe che le mosche fos-
sero in migliori condizioni, come quelle che hanno
rapido volo, e svelti movimenti: come quelle che
essendo più stupide, più facilmente si lasciano in-.
gannate. Aggiungasi inoltre che entro le spate di
Dracunculus si trovano spesso mosche carnarie
(Sarcophaga, Lucilia, Calliphora) assieme a coleot-
teri, ed ancora in quelle infiorescenze dove vi sono
soli coleotteri, è facile rinvenire fra essi ale e zampe
di mosche, certamente da quelli divorate. Il fetore
dello spadice ha altresì una grande attrattiva per
le mosche carnarie, che spesso sono inganvate al
punto da depositarvi sopra le proprie larve.
Ma se si osserva il modo di depositarsi delle
mosche sulle infiorescenze di Dracunculus, vedesi
che, prima di posarsi, volano più volte attorno alla
spata come per esaminare ove meglio possano fer-
marsi : vi si posano lentamente per non scivolare,
ed essendo dotate di buon odorato, non sì allonta-
nano dallo spadice, che solo esala il fetore di cui
sopra. Difficilmente poi si persuadono ad entrare
nella caldaja fiorale.
I coleotteri saprofagi (Mister, Saprinus; Silpha,
Dermestes, Nitidula, Oxytelus ecc..) d' altra parte
non sembrerebbero a tutta prima i meglio adatti
‘per pronubi di questa pianta, avendo. rhovimenti
meno rapidi, forme più tozze e pesanti : sembrerebbe
che, essendo più intelligenti, non dovessero lasciarsi
ingannare da queste infiorescenze, o che entrati in
una, dopo liberi, più non dovessero tornare ad altre.
Ma ancora il modo di diportarsi di questi è al-
116
quanto diverso. E dapprima occorre notare che hanno
Essi che difficilmente di loro volontà entrerebbero
nella spata, vi cadono facilmente, appunto, per il
loro forte volo. Infatti, fiutato il fiore. vi arrivano
con grande impeto e vanno a battere il capo contro
la spata:
superficie levigatissima della spata stessa, non rie-
scono a fermarsi, bensì scivolano fino al fondo della
caldaja fiorale. Così sono imprigionati e fino al do-
mani non possono uscirne.
Come vedesi da questo, tanto ‘gli uni che le
altre, sono parimenti adatti a pronubi del Dracun-
culus, quantunque sì escludino a vicenda: anzi si
può dire che ove scarseggi una stirpe di questi in-
setti, viene surrogata dall'altra per tali dicoga-
miche impollinazioni.
Dicemmo adunque che aperta la spata vi entrano
e ne rimangono imprigionati i pronubi. Per una
giornata intera essi non riescono ad uscirne, e pas-
sano per forza la notte nella caldaja fiorale, la
quale, durante la fioritura, sviluppa qualche grado
di calore proprio in più, di quello della temperatura
ambiente. i
Nella notte intanto, mentre i fiori femminei già
fecondati avvizziscono, i maschili si aprono e lasciano
cadere tutto il polline sui prigionieri. Lo spadice
ha perduto per sempre il fetore, e tende a pece
pure i colori lividi di cui era ornato.
Quando al mattino seguente si alza il sole, men-
tre le novelle infiorescenze di Dracuneulus si aprono,
lo spadice delle altre, che si era coricato sulla spata
più non si rialza, ma anzi avvizzendo, la sua base,
dapprima levigatissima, diventa ad.un tratto rugosa
e .scabra. Allora ai coleotteri prigionieri viene ridata
la libertà ; infatti arrampicandosi su quella superfi-
cie scabra, ne escono a schiere, irriconoscibili per
la grande quantità di polline che li ricopre.
Ma appena liberi, per tema di ricadervi, si le-
vano a volo con grande prestezza, e tanta sarà la |
loro fame che s' indirizzano sul momento dalla parte
ove fiutano odore di carne, e quindi spesso a qual- |
che novella spata di Dracunculus, ma non della |
medesima pianta: così vi arrivano con grande velo-
cità, e ricadono in prigione nel modo che si è detto.
Essendo poi ricoperti di polline, ne impollinano, col- |
l' agitarsi, i fiori femminei, assicurandone in tal
modo le nozze incrociate.
Essendo altresì le infiorescenze di Dracunculus
i Lat . ° |
proterovine brachibiostimmiche, e, per quanto ho
potuto osservare ancora adinamandre, le fecondazioni |
consanguince sono per tale pianta affatto impossibili. ‘
- Termino col raccomandare ai raccoglitori di in-
sctti, di non trascurare quelli che si rinvengono
ì, «pate di Dracunculus, ma anzi di volerne |
So ila. riuscendo interessante il sapere quali
solo i pronubi di questa pianta nei diversi paesi
ma, stante le loro piccole zampe, e la !
; che abita:
un volo rapidissimo e robusto, che parrebbe incom- |
patibile colla loro pesantezza e colle loro brevi ale. |
nè questo sarà senza loro utile, stante
il grande numero’ di insetti, di diversi generi e
| specie, che sempre si trovano prigionieri entro le
| medesime spate.
Bologna 24 Luglio 1888
GIovaNnNI ETTORE MATTEI
ROZO 2 eZ RCFCXCCCWrT=
Prof. CIRO PACIENZI
IL POTENZIALE DELLA TERRA
cre.
Goriolis e Poncelet proposero molto giu-
stamente che il prodotto positivo o negativo
F cos (F, ds). ds d’una delle forze che agiscono
| sur un punto materiale, moltiplicato per il
cammino elementare che descrive il suo punto
d’applicazione e per il coseno dell’angolo che
la direzione della forza fa con quella del-
l'elemento del cammino, preso nel senso me-
desimo del suo movimento, si chiamasse il
lavoro elementare di questa forza Fe
IS
- vh F cos (F, ds) ds,
Si
fosse detto il (aroro totale della forza F fra
, | le due posizioni so ed s del mobile. Se ora
noi chiamiamo con « l’angolo che la direzio-
ne della forza F fa colla tangente alla tra-
iettoria nel punto considerato, allora il lavoro
i elementare è dato dalla
F cos «. ds.
Questa espressione del lavoro elementare,
ci fa intendere che esso può essere considerato
sotto due aspetti, o come il prodotto della
forza per la proiezione dell’
iettoria sulla direzione della forza o come il
prodotto dell’ elemento della traiettoria per
la proiezione della forza F sulla direzione di
questo elemento.
elemento di tra-
Fienvra 4.
Se dunque supponiamo che A B ci rap-
presenti una forza costante in grandezza ed
in direzione, (Fio. 4) che il punto A, su cui la
forza estrinseca la sua azione si muova per lo
spostamento rettilineo A #, che fa con la di-
rezione della forza un angolo «, e che AG
rappresenti la proiezione dello spostamento
sulla direzione della forza ed A D quella della
forza sulla direzione dello spostamento, pos-
siamo esprimere i due aspetti del lavoro ele-
mentare o con
AE X AD
O con
ABRAM
È necessario riflettere che se « = 0, cioè
se la direzione dello spostamento coincide con
quella della forza, l’equazivne di Poncelet
diviene F ds, vale a dire in tal caso il lavoro
è uguale al prodotto della intensità della forza
per la grandezza dello spostamento.
Se a = 90%, l’ espressione del lavoro
diviene uguale a zero. e perciò nel caso
in cui la forza agisce perpendicolarmente
alla direzione dello ‘spostamento il lavoro
è nullo.
Il lavoro della forza è poi positivo o ne-
galivo secondochè l’angolo « acuto od ottuso,
vale a dire se la proiezione dello spostamento
è direlta nel senso della forza od in senso
contrario.
Se ora consideriamo un sistema di forze,
agenti su di un punto, per un piccolissimo
spostamento, il lavoro di queste, sarà uguale
al lavoro della loro risultante.
Infatti se O P ed O Q (Fig. 2) ci rappre-
sentano la direzione e la grandezza di due
forze capaci di produrre in O uno,sposta-
Figura 2.
mento O F, che supporrò piccolissimo, allora
la grandezza del lavoro di O P sarà data da
O A XE
e quella dall'altra sarà espressa da
OBXOF.
Per cui la somma di questi lavori sarà
OF(OA +0 B).
Ma è necessario osservare che P E essendo
equipollente ad O Q sarà AG = 0 B, per cui
sostituendo, l’espressione di sopra diviene
OF(OA-+AG)=0Fx 06.
Ma questo prodotto dà pure il lavoro della
risultante O E per lo spostamento O F, dunque
il lavoro della risultante di un sistema di dine
forze, è uemale alla somma alcebriea de 1a-
vori delle sue componenti.
Se poi sul punto considerato a is ero
forze e vi determinassero un» spostamento e,
ciascheduna di esse produrrebbe un lavoro
elementare, che sarebbe facile ottenere mol-
tiplicando lo spostamento s per la proiezione
di ciascuna forza sulla d.rezione di questo spo-
stamento, e valendosi del principio esposto di
sopra, sì avrebbe il modo di trovare il lavoro
totale del sistema.
È facile quindi intravedere il lavoro che
verrà prodotto da una forza o da un sistema
di forze, nel caso in cui il punto d’applica-
zione. si muova su di una curva, in modo
tale però da conservare costantemente la
sua direzione.
Così se il lavoro elementare della forza
durante. uno spostamento e curvilineo, sara
dato dal proJotto della forza per la proiezione
dello spostamento sulla direzione costante di
essa, per un arco qualunque della traiettoria
del mobile, sarà rappresentato dal. prodotto
della forza per la proiezione di quest’ arco
sulla delerminala direzione della forza
Evidentemente da ciò si comprende, come
qualunque sia la forma della traiettoria del
punto, il lavoro totale che verrà prodolto, fr'a
due posizioni di questo, rimarra invariabile.
Posto finalmente il caso che il punto,
menlre si muove nello spazi su di una curva
$i
148
==
qualunque, cambi continuamente la grandezza
e la direzione della forza che agisce su lui,
allora potremo determinare il lavoro, scom-
ponendo la forza per ciascun istante secondo
tre d'rezioni perpendicolari fra loro, deter-
minare i lavori elementari su ciascuna di
quelle direzioni, e la somma di questi lavori
sarà il lavoro cercato per l'istante che si
considerava. Si estenda poi questa considera-
zione a tutto il tempo durante il quale il
punto è in moto, si sommino tutti i lavori
parziali, e la somma darà il luvoro totale
della forza.
I°’ espressione generale del lavoro
s
JE F cos (F, ds) ds
So
o l’ altra per quello elementare,
F cos a ds,
per le considerazioni fatte, ci si presenta
sempre come il prodotto fra due grandezze,
delle quali una rappresenta una retta, l’altra
una forza; ma siccome anche le forze possonsi
rappresentare in grandezza eil in direzione
con linee rette, così il prodotto di quelle due
grandezze ci può rappresentare una super-
ficie, el in conseguenza potremo collo stesso
mezzo rappresentarci la grandezza del lavoro.
Per far ciò, supponiamo tracciali sul foglio
due assi perpendicolari fra loro, e su ciascuno
di essi segnato un segmento, a partire dalla .
origine di questi assi, proporzionale uno alla
grandezza della forza, l’altro alla grandezza
dello spostamento, e dall’estremità di ciascun
segmento si innalzi la perpendicolare al re-
spettivo asse; la superficie rettangolare
racchiusa sarà proporzionale al lavoro della
forza per lo spostamento.
Se poi della forza fusse col tempo varia-
bile la intensità e la direzione, allora la
proiezione della forza sulla direzione dello
spostamento sarebbe continuamente differen-
te, In questo caso per determinarne la gran-
dezza, basterà scomporre la superficie com-
presa fra gli assi e la linea rappresentante
la variazione della intensità della forza, in
tante striscie elementari, calcolare la super-
ficie di ciascuna di esse, e la somma di queste
aree parziali rappresenterà la grandezza del
lavoro totale; ciò si potrà anche ottenere
più facilmente facendo la quadratura del-
l’area in questione con uno dei metodi cono-
sciuti, cioè o con quello di Simpson, 0 con
quello di Bézout o con altri.
(continua)
SSR
L' Adulta, ha ocelli?
La Larva, di che cosa compone quei grumi spu-
mosi, bianchi, entro i quali si asconde a primavera?
Sono queste le due domande, che il Sig O P.
rivolge ai lettori del Bollettino del Naturalista, in
questo fascicolo pag. 123 ed alle quali rispondo nel
modo che segue:
Per quanto la prima domanda possa sembrare
oziosa, trattandosi di cosa ben nota, e bastando, in
ogni caso, una semplice lente per assicurarsi come
un le cose; pure, del tutto affatto forse non lo
: giacchè io stesso ho sentito asserire, in certe le-
ch ed ho anche letto, non è poi moltissimo tempo,
in certi appunti di uno studente — appunti dal suo
professore riveduti e corretti — che, le larve degli
insetti hanno soltanto ocelli, o stemmati: — e fin
qui, meno alcune eccezioni, va bene — e gli insetti
perfetti hanno gli occhi composti, e NON GLI OCELLI
(sic.) — E qui non va più bene! e qui precisamente
i è dove mi cascò l’° asino! come volgarmente si dice.
Tutti gli autori infatti sono d’ accordo — e come
diversamente? — in questo punto: e 1° egregio Sig.
Lorenzo Camerano, nella sua bell’ opera intolata,
Gi Insetti. Introduzione allo studio dell' Entomo-
logia, a pag. 117 e 118, dice precisamente così:
« Nello stato larvale, o non vi hanno occhi af-
"| « fatto, o vi hanno ocelli. Rari sono ì casì in cui,
COSÌ €
« nello stato di larva, vi sieno ad un tempo ocelli
« ed occhi composti » — e prosegue :
« Nello stato perfetto, hanno ocelli ed occhi
« composti la maggior parte degli Ortotteri, dei Rin-
| « coti, dei Ditteri e qualche genere di Coleotteri ».
Orbene: fra i Rincoti adulti, stanno, per esempio,
tra gli altri, anche i Cicadellidi, che, insieme agli
occhi composti hanno ancora gli ocelli: e fra i Ci-
cadellidi, figurano appunto anche le Cercopis, le
Aphrophora ed altre : ed il Latreille nel suo Genera
Crustaceorum et Insectorum T. 11, pag. 156, par
lando delle Cicadelle, dice: Ocelli capitis angulos
posticos, non frontis capitisve latere occupantes :
OCELLI superi.
119
Anche nell’ opera dei Sigg. Amyot e Audinet
Serville intitolata Histoire Naturelle. des Insectes
Emipteres, — Paris, Roret, 1843, pag. 563 —- si
trova, che, fra i caratteri da questi due autori asse-
gnati al genere Aphrophora, vi e il seguente:
OCELLES tres rapproches l’ un de l' autre entre les
yes
Dunque, rispondo intanto alla prima domanda,
che: L'Aphrophora spumaria adulta HA ocELLI oltre
agli occhi composti.
Ma su ciò non poteva cader dubbio, essendo gli
autori d’' accordo, e bastando, come ho detto, una |
semplice lente per veder chiaramente gli ocelli in
discorso. Non è così per altro del secondo quesito:
ed in esso non mi trovo anzi, come per il primo,
molto d'accordo con gli autori medesimi, i quali,
se la passano, in questo particolare, troppo per le
generali, è, per quanto mi sembra, non hanno dato
fin qui un idea chiara ed esatta sulla qualità. vera
di quella benedetta sostanza spumosa bianca chia-
mata volgarmente Sputi di Cuccule, fra la quale
vivono nascoste le larve degli Afroforidi, o Cicadelle,
che dir si voglia.
Il Fabricio infatti, nel T. mr del suo Species
insectorum .ecc., descrivendo l’ Aphrophora spuma-
ria — per esso Cercopis e per Lin. Cwcada spuma-
ria — se la passa col dire semplicemente così: —
Habitat in Europe plantes varùs, latitans inter
spumam graminibus, rosis aliisque aderens.
Niente di più ne dice il Rossi nella sua Enfo-
mologia Etrusca T. 11, pag. 219.
Niente di più il Cuvier nella sua opera, Le Itegne
animal T. tII, pag. 408 — scrivendo soltanto: Sa
larve vit sur les fewilles, dans un liqueur tcumeuse
et blanche, que des Auteurs ont nommée ecume
printaniere, et crachat de grenovilles. >
Niente di più, o poco più appena, Audouin, di-
cendo che la larva della spumaria presenta un cu-
rioso fenomeno (un phenomène curieux) nel mezzo
a lei accordato, per la propria conservazione; quello
cioè di secretere dall’ ano una materia schiumosa
che la nasconde agli occhi dei loro nemici,:e la
protegge contro i raggi del sole.
Ma cos’ è questa materia schiumosa ? questa se-
erezione dall’ ano? i
. Ancora i già ricordati Sigg. Amyot e Serville,
a pag. 564, sebbene adoprino molte più parole, in
fondo poi, altro di più non riescono a dire sulla
emissione per I° ano della solita schiuma bianca pro-
tettrice, se non che per l’ azione di essa, le giovini
foglie ne soffrono talvolta e si attorcigliano.
E questo è un errore: perchè non è già la schiu-
ma bianca che produce l’ immiserimento, e spesso
l’attorcigliamento delle foglie, e delle giovini ‘cime
delle piante: bensì le replicate punture. della larva,
o larve, che in quella schiuma stanno nascoste.
Nè di più ne dicono autori anche più recenti,
quali il Clans il Camerano, ed altri.
Il Claus infatti, nel. suo Trattato di Zoologia,
tradotto in Francese dal Sig. Moquin-Tandon, e pub-
blicato a Parigi dal Savy nel 1884, a pag. 892, si
limita a dire soltanto, che:
Les larves de beaucoup de species (Aphrophora)
s' enveloppent dans une boule d' ecume qui sortit
sans doute de 0 anus. :
Ed il Sig. Camerano nella già ricordata sua.
opera, a pag. 232, dice che, le larve dell’ Aphrophora
spumaria « preparano ed emettono una sostanza
« bianca spumosa nella quale si avvolgono, nascon-
« dendosi così ai loro nemici p.
Stando ai suddetti autori, e specialmente a que-
st’ uitimo, sembrerebbe, che questa sostanza liquida
e spumosa, dovesse essere una sostanza apposita se-
gregata da organi speciali delle Cicadelle, e presso
a poco, come sarebbe della secrezione della seta con
la quale i bachi da seta. ed altri bruchi, tessono il
loro bozzolo, entro ii quale si nascondono per su-
birvi la loro metamorfosi, o con la quale certi pic-
coli Ieneumonidi parassiti costituiscono quegli invi
luppi globosi, sericei, che si vedono, a primavera,
attaccati agli steli, per lo più, delle graminacee
dei prati, ed entro ai quali si nascondono per pas-
sarvi, al sicuro, alto stato di crisalide.
Ma, quanto a me, se convengo che l' ufficio e
lo scopo compiuto dalla seta emessa dai detti bruchi
e piccoli Ieneumonidi, sia, presso a poco, uguale a
quello compiuto dalla detta schiuma, l° ufficio cioè
di riparare i respettivi giovani insetti che vi si na-
scondono; convenir non posso, e non convengo, per
altro, che la detta sostanza spumosa possa esser
preparata e. secreta. da organi speciali nelle Cicà-
delle esistenti: giacchè, mentre l' anatomia dei detti
insetti, ci mostra gli organi setiferi dei bruchi, non
ce ne fa conoscere alcuno per la preparazione della
così detta spuma nelle Cicadelle.
Ora dunque: constatata questa mancanza di or-
gani speciali, e constatato il fatto, che il detto li-
quido spumoso viene emesso dall’ ano, ne viene la
conseguenza, che, esso liquido, non può esser pro-
dotto che nell’ apparato digestivo dell’ animale. Ed
allora, perchè parlare della preparazione di una
sostanza speciale, mentre è tanto più logico il pen-
sare ad una emissione escrementizia naturale? per-
chè non concludere che, nel modo che le larve dei
Crioceris, per esempio, fra i Coleotteri, sentendo il
bisogno, per la loro debolezza, di sottrarsi, in qual-
che modo, alla vista dei loro nemici, e mancando
appunto di secrezioni speciali per tale oggetto, vi
suppliscono con i proprii escrementi; anche le larve
dell’ A. spumaria, e quelle delle altre Cicadelle,
trovandosi in identiche condizioni, vi suppliscono, a
loro volta, coi proprii ?
A prima vista, salterà forse agli occhi la luri-
dezza della schifosa copertura dei primi, cioè dei
Crioceris, di fronte all’ aspetto candido della massa
spumosa che più abbondantemente ricuopre la larva
delle Cicadelle, e riuscirà forse, alla prima, poco
persuadente il: paragone. Ma non bisoona mai giu-
dicare a primo aspetto le cose : perchè, a chi fa così,
può benissimo accadere, come a qualcuno difatti è
e perchè no? — a primo colpo d’ occhio, qualche
frammento di fieno rimasto casualmente in una pre-
rimanendo però sempre con la testa volta in basso e
l’ ano in alto. Dopo di che, infitto il respettivo becco
nell’ epidermide del tenero stelo medesimo, comin-
ciano a fare dei movimenti particolari: ad allungare
seguito, dì dirne delle grosse: e prendere anche — |
parazione anatomica a secco di una trachea e la- |
ringe, per corde vocali, per esempio, di un grosso
uccello, di uno Struzzo. 3
Ed anzi: ponendo ben mente alla cosa, e ragio-
nandovi sopra, io credo, che, dalla densità appunto,
brutto colore, e schifezza degli escrementi dei Cri |
oceris, che sono insetti masticatori, e dalio stato
liquido e spumoso degli escrementi delle Cicadelle,
insetti suggitori : trar si possa un buon arsomento |
per provare la verità della mia conclusione.
Ed infatti: come potrebbe emettere escrementi |
liquidi e chiari, un insetto, come lo larva dei Or:
oceriîs, che si ciba di sostanze solide, cioè delle fo-
glie di una pianta, comprese le nervature e tutto,
che tritura con le sue mascelle? e per lo contrario,
come potrebbe esser possibile ad una larva di Cica-
delle, all’ ApRrophora, lo emettere escrementi solidi |
“e colorati, mentre di altro non si ciba che di una |
linfa limpida e leggera, che sugge attraverso i tes-
suti corticali di una pianta ?
E naturale dunque che la qualità e 1’ aspetto
degli escrementi di queste due specie d' insetti, tanto
fra Joro lontani, sia molto diverso, e conforme al
diverso stato del loro alimento: e che perciò,
le larve dei Crioceris emettano escrementi solidi e
colorati, e di quelli cuoprano il proprio corpo, come
la natura loro richiede; e che le Cicadelle, e per-
ciò anche lA. spumaria, emettano escrementi li-
quidi e chiari, insieme ai gas che nel loro intestino
forse sì svilappano, ed a loro volta in mezzo ad essi
eseremonti liquidi e gassosi, se ne stieno nascoste.
Né, l'osservazione dei fatti, questa giusta conclu-
sione, per niuna guisa smentisce.
Se si toglie, infatti, tutta la copertura esere.
mentizia dal corpo delle giovini larve dei (voce
ris, e si lasciano nude, queste si pongono, dopo
qualche tempo, a mangiar le foglie dei gigli sulle
quali si trovano, e dopo un giusto intervallo, comin-
ciano ad emettere escrementi, quali, per la partico-
lare struttura e situazione del loro ano, gettano con
facilità sul loro dorso, ed a poco
cuoprono.
alla volta lo ri-
Se poi, per confronto, si tolgono dalla spuma le ,
larve dell’ Aphrophora, o di altre Cicadelle, e si
pongono in altra pianta della stessa specie; sì osserva
che ognuna di esse, dopo avervi camminato sopra in
‘più sensi, finalmente, trovato un punto al loro biso-
gno confacente — ed è generalmente vicino al-
l ascella di una foglia — prima o poi si fermano,
e vi prendono una posizione longitudinale, e para-
lella quasi all'asse dello stelo sul quale si trovano,
cioè ed a muovere l’ estremità dell’ addome, gon-
fiando l’ ano, cd a fare insomma, come degli sforzi
per emettere gli escrementi. In breve infatti, si vede
uscire dal loro ano una piccolissima bollicina d’aria
contornata da un liquido un po’ vischioso, precisa-
mente come sarebbe una piccolissima bolla di sapone.
Questa bollicina, attesa la già vista posizione della
larva, sdrucciola in basso, è rimane fra le di lei
zampe: dopo altri pochissimi sforzi, ne emette un’ al-
tra, che scende subito accanto alla prima, poi un? al-
tra, poi altra, e così di seguito, facendosene sempre
più spessa e più seguitata 1° emissione, finchè 1° ani-
male ne rimane coperto, meno l’ estremità dell’ ano,
che tiene, non solo allora, ma quasi costantemente
anche in seguito, fuori della massa spumosa.
Tutto ciò, succede in poco meno di un ora: al-
cune larve vi impiegano però anche un’ ora e qual
che minuto, ed altre poco piu di mezz’ ora.
Quando la larva è ricoperta, ritira il suo becco
stiliforme dallo stelo, cessa dall’ emettere le dette
bollicine, ed è solo con lo starla ad osservare più a
lungo, che se ne possono vedere emettere altre a
vari più o meno lunghi intervalli. È questa la
emissione naturale escrementizia, che serve, al tem-
po stesso, a mantenere il volume del grumo, sosti-
tuendo le bollicine che mano a mano si rompono,
ed il liquido che lentamente scola ed evapora.
Se si confronta il tempo che occorre alle larve
dei Crioceris per tornare a fare la copertura che
loro fu tolta, con quello che occorre alle larve degli
Afroforidi per circondarsi di nuova spuma, si trova
‘che a quelle ne occorre di più che a queste Ed è
naturale: perchè il cibo grossolano ingerito dalle
larve dei (»/oceris, ha bisogno di un processo, per
quanto affrettato, di dizestione, e deve passare per
un intestino più complicato e più lungo, mentre il
cibo liquido e gassoso, succiato dalle larve delle
Cicadelle, non deve fare altro che percorrere per un
intestino semplicissimo e brevissimo, che procede di-
rettamente, o quasi, dalla bocca all’ ano del piccolo
essere. 3
Che, del resto: come sul principio della funzione
per riformare il perduto riparo, è un assorbimento
ed una emissione. continua, nelle Cicadelle, e che
solo rallenta quando sono coperte; così anche nei
Crioceris è un masticar continuo, sul principio, ed
una continua emissione di escrementi più verdi ©
mal digeriti, a brevi distanze: ed è solo quando
hanno il loro dorso ricoperto, che tornano a man-
giare ed escretare normalmente a giusti intervalli.
Tanto l'uma che l'altra specie dunque, ha la
facoltà dì poter prendere il nutrimento, ed eccezio.
nalmente presto emetterlo, quando vogliono tornare
a riformarsi al più prosto.la copertura che loro fu E
Mi
nt
tolta; con la sola differenza. che, ai suggitori, ab-
| bisogna minor tempo, che ai masticatori, per com-
‘pierla. Cosicchè l' analogia di queste funzioni, nelle
due specie, è completa : cd lo non indugio più a ri-
spondere al secondo quesito, che :
I erumi di schiuma bianca; detti volgarmente
Sputi di Cuccule, che nella primuvera si vedono
sulle piante, e in mezzo ai quali stanno ascose le
larve dell’ Aprrophora spumaria — è di altre Ci-
cadelle — sono costituiti dagli escrementi liquidi e
gassosi delle larve medesime; alla guisa stessa, che,
dagli escrementi solidi, son costituite le coperture
delle larve degli insetti masticatori.
APELLE DEI
COLOMBICULTURA
Riproduzione interdetta
(Continuazione)
(GIAILO BONNE
Dell? ibridismo fra le specie — Fecondità di al-
cuni meticci domestici — Meticci allo stato
selvatico — La legge dell’ atavisno — Affi-
nità fra Je specie — Iucrociamento reciproco
— Descrizione di alcuni meticci — Costumi
dei meticci domestici.
Natura, alto linguaggio
Di divina sapienza a me favelli;
Tu mì dischiudi il raggio
Di quell’ amor, che ad infiniti anelli
Il tutto lega e move
Fi arcana virtù dentro mi piove
(V. Ghinassi — Poesie)
Per una provvida legge della natura gl' ibridi
è delle specie animali rimangono generalmente infe-
condi: l’ ente supremo frappose quest’ ostacolo al-
l’ accrescimento del numero di alcune specie. Però,
è un fatto ormai accertato, che qualche ibrido ri-
produce, quindi non può né deve asserirsi. come
hanno fatto taluni scienziati, che tuiti i meticci
sono inetti alla generazione. « La legge che soverna
l'ibridismo (scrive: saviamente il Conte Arrigoni)
rimane come tanti altri fatti della vità umana, un
mistero, che quando l’uomo si strugse a sviscerarlo
trova una di quelle barriere che la natura tratto
tratto gli oppone, quasi a deluderne l'orgoglio » (1).
La teoria di Bonnet e di Spallanzani, esser certo
che nella classe degli ruccelli i muli propagano, va
a nostro credere modificata. così: esser certo che
nella classe deyli mecelli aleumi muli propagano.
ID opinione unanime dei più dotti naturalisti che
tutti quanti gli animali provengono da individui
della medesima, specie, @ che sono suscettibili di
.(l) Op. citato,
generarne alla lor volta ‘altri d' identica organiz-
zazione — « L' esercizio di questa facoltà chiamasi
riproduzione, e per essa perpetuansi alla superficie
della terra le specie create, fintantochè o per la
mano dell’ uomo, o per cause naturali non ne siano
spenti tutti gli individui che le rappresentano » (1).
Noi siamo troppo deboli, nè ci sentiamo la, voglia
di entrarè' nella complessa questione dell’ ibridismo::
solo constatiamo il fatto che taluni animali prove-
nienti dall’ incrocio di due specie diverse, purchè
affini, hanno dato la vita ad altri i quali ritraevano
dei caratteri dei due progenitori. — Ciò non di-
strugge la regola naturale, convalida semplicemente
certe tali eccezioni.
La fecondità dei meticci si osserva nei gallinacei,
nei colombini, nelle anatre, ec secondo alcuni nei
passeracei.
Alla stato domestico 0 semidomestico resultarono
fecondi i meticci del P7. Colehicus col Ph. Torqua-
tus, col Ph. Versicolor, col Ph. Sommeringtii, col
Ph. Reevestii, coll’ Eup. Nyòthemerus, colla 7%.
Picta, quelli del Ph. Soemmeringii col Pl. Versi
color, quelli della Th. Picta colla Th. Amherstiae,
quelli dell’ Wp. Nycthemerus coll’ Eup. Swinhoei
o coll’ Exp. A/bocristatus, e tutti gl’ ihridi del-
l Anas Boscas con diverse razze di anitre dome-
stiche.
Sempre fecondi si ebbero i prodotti della €. Lt
soria v. d. colla C. alba v. d., e varie volte fecondi
quelli della 0. Risoria v. d. colla 0. Wnacea, colla
€. Frigida e colla 0. Turtur, quelli della 0. @ru-
entata colla 0. alba eruentata, e quelli della ©. co-
ronata colla C. Victoriae. Rarissime volte generarono
i figli della ©. Livia v. d. e della © Itrsoria v. di,
e mai crediamo que!li della C. Livia 6 d. e della
C. Paluinbus, se pure sono mai esistiti, non avendo
potuto verificare questo accoppiamento, ritenuto per
eerto dal Bechstein e da molti avicultori di qui.
Secondo Blumenbach, Bonnet ed altri riescono
fecondi el’ ibridi del Ser/mus canarius ‘colla Erin
gilla carcuelis, e per notizie fornitemi dai miei
amici Cajani e Brunacci sono alcune volte resultati
fecondi el’ ibridi del .Serinus canarius col Liguri
nus chloris e col Chrysomitris spinus.
Anche allo stato selvaggio, quantunque più ra-
ramente, possono per cause eccezionali nascere de-
al) ibridi capaci della generazione. Lasciando a parte
i gallinacei propriamente detti, i passeracei ele ana-
tre, e non suardando che ai soli colombi, è neces:
sario il convincersi quanto sia malagevole I° assegnar
loro i Jimiti delle specie, quando si consideri per un.
(1) E. Sismonda — Elem. Storia Nasurale — Torino — Pa-
ravia — 1879.
499
=
momento con quanta facilità si compia il coito fra
individui scientificamente collocati in specie distin-
te, ma affini. $
È notorio essere stati uccisi in varie parti del
mondo taluni uccelli della tribù colombina dei quali
non fù possibile ai naturalisti d'identificare la specie,
rammentando per le forme e per il mantello due
differenti specie già conosciute e classificate. Questi
colombi erano semplicemente meticci, ossivvero il
prodotto di un'ibridismo fecondo allo stato selvaggio ?
Narra il Conte Salvadori nella sua Fauna d' Ita-
lia essere stato ucciso nelle vicinanze di Torino
nell’ ottobre del 1870 un’ uccello che conservasi nel
civico Museo Torinese, e che egli non potè giudicare
se fosse una varietà od un'ibredo della tortora
bionda e della tortora grigia. A. me. poi consta che
non poche volte è successo ad alcuni cacciatori di
catturare delle Colombelle colle cuopritici alari
leggermente moschettate di azzurro come sì osserva
in molti Torrajoli semidomestici.
Molti uccelli hanno subita allo stato domestico
una lenta transformazione dei caratteri specifici; è
quindi probabile che questa trasformazione abbia ri-
stretta l’ affinità di alcune specie, facilitandone l° in-
erocio e l’ esistenza dei meticci.
Quanto però alla stabilità del sangue misto è
ben altra cosa:
questa stabilità non esista, imperocchè sta in fatto,
noi propendiamo a credere che
come vedremo in appresso, che taluni ibridi gene-
rarono non più altri ibridi ma sibbene animali si-
mili ad uno degli avi paterni o materni. — Ciò
sarebbe una prova luminosa della instabilità del
sangue misto, della fecondazione dei bastardi di spe-
cie affini domestiche, e dell’ atavismo in generale.
Non stimiamo prudente il credere ciecamente al
Bouteille circa la persistenza di tipo -da lui verifi-
cata in un ibrido selvatico, la Perdix Labataci,
proveniente dall’ incrocio della Perdix groeca colla
Perdix rubra; imperocchè mentre ammettiamo la
facoltà generativa in qualche meticcio, dubitiamo
fortemente della costanza dei tipi nuovi, i quali
| dopo tre generazioni è assai probubile che sì estin-
guano, 0 per infecondità dei nepoti o per ritornare
a rappresentare le specie prime da cui trassero
l’ origine. Il ritorno della generazione di un ibrido
al tipo degli avi è dovuto all’ immutabile legge del-
l'atavismo che governa di egual maniera tutte le
specie animali e vegetali: l’ impugnare questa legge
è sicura follia.
‘ Le specie affini s' inerociano fra loro perchè forse
in origine non derivarono che da un’ unico tipo: la
per quanto al-
cuni caratteri le distinguano. Qualche volta questi
linea che le separa è poco marcata,
caratteri specifici sono casualmente meno sviluppati
in alcuni individui: sì è allora che fra le specie già
affini nasce un avvicinamento più diretto; i carat-
teri si fondono; le barriere che le dividono spari-
scono, e si cementano unioni che ‘possono dar vita
a degl’ ibridi alcune volte fecondi.
Questa fecondità è proporzionale e relativa al-
l' affinità delle specie; cioè a dire è tanto più pro-
babile quanto più i due uccelli sono per qualche
carattere fra loro somiglianti. Così per esampio sa-
rebbe più facile l° avere un° ibrido facendo della (.
Oenas colla C. Palumbus, che dalla 0. Livia colla
C. Oenas, colla C. Palumbus e colla €. Risoria; e
più agevole ancora l' ottenere la fecondità dei me-
ticci derivati dalla €. Risoria accoppiata colla ©.
Turtur, colla C. Vinacea ecc.
Gli organi genitali esigono una maggior preci-
sione di quella degli altri organi. Può darsi benis-
simo che in qualche caso i meticci siano forniti di
organi genitali così perfetti da render loro possibile
la riproduzione, mentre il più delle volte mancando
di questa perfezione assoluta rimangono inetti a
generare. Da qui nasce la provvida ed insuperabile
barriera all’ accrescimento di numero di alcune spe-
cie. Non tutti i liquori prolifici fecondano ogni sorta
di germi, e non basta il coito per determinare la
generazione. ;
I piccioni sì appajano alle tortore con una certa
difficoltà: occorre di avere le cure più assidue, gran-
de persistenza e molta pazienza. I due uccelli vanno .
collocati in luogo appartato e molto lontano dalle
voliere dei respettivi compagni; però non distante
dall' abitazione dell’ uomo, perchè essendo animali
socievoli, intristirebbero in una forzata relegazione.
Gli esperimenti fatti fin quì riflettono semplice-
mente l'accoppiamento del colombo © colla tortora
0: che io sappia non fù possibile l° accOBRIADICORI
reciproco cioè a dire quello della tortora © col co-
lombo 0. Anche il Prof. Bonizzi nel suo pregievole
libro dI Colombi domestici » nota questo fatto, e
narra che tutte le prove da lui fatte per ottenere
l'accoppiamento reciproco dei due uceelli gli riusci-
rono infruttuose. Egli crede che ciò dipenda in gran
parte dalla difficoltà che incontra la tortora ca a
compiere il coito poichè essendo di una statura più
piccola del colombo, ogni volta che monta la fem-
mina perde nel piegarsì 1’ Gguiliona: — Deve però
rilevarsi ancora che la tortora © non ha grande
inclinazione per l'accoppiamento col colombo o, non
dovendo essere impossibile il compimento del coito,
scegliendo la femmina in qualcuna delle numerose
varietà deì piccolissimi piccioni volanti (C. AZ4vo-
r
428
lans) che superano di poco in grossezza la tortora
dal collare. È
Ma se l'accoppiamento reciproco non può aversi,
od è difficile fra tortore e piccioni, sì ottiene però
benissimo fra le diverse specie di tortore, le quali
quasi sempre si accoppiano e generano.
Abbiamo pensato esser cosa interessante per gli
studiosi e per gli avicultori in generale una descri- |
zione esatta di alcuni meticci fecondi e infecondi.
Noi potemmo prucurarcela, e qui la trascriviamo,
non senza ringraziare le egregie e dotte persone che
ce l’ hanno favorita.
(continua) GruLio CESARE GIACHETTI
n
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad insergioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi r0/77îe, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
L’ orientamento negli animali. Nella persua-
sione che tutte le osservazioni risguardanti la mi-
steriosa facoltà da taluno chiamata « di orienta-
mento » degli animali, se anche di apparente poco
conto, debban venire raccolte, mi permetto di comu- |
nicare le due seguenti
Ieri mi vennero regalati 3 piccioni adulti, da una
famiglia che si traslocava e spediti in un canestro
chiuso alla mia abitazione.
Il canestro chiuso fù portato in una stanza nella
quale i tre colombi, passati in altro canestro aperto
(coi vimini intessuti a giorno) rimanevano per un
paio di ore. Indi col canestro aperto i colombi si
trasportarono nella definitiva loro nuova stazione,
ove esisteva di già una colombaia. Uno dei colombi
trovò modo di escire dal canestro, e si unì ai co-
lombi di casa. Verso sera prerò scomparve.
Questa mattina si vide il fuggitivo posare sulla
finestra della stanza dove ieri era stato deposto per
poco tempo insieme agli altri due. Venne adescato
con grano, preso, ecc.
L'uccello era evidentemente ritornato alla sua
prima abitazione, e, trovatone chiuse tutte le aper-
ture perchè ormai disabitata, volse in traccia dei
compagni facendo sosta davanti il sito dove con essi
l'aveva fatto ieri
La prima residenza dei colombi, la stazione tran-
sitoria, e I° ultima dimora sono fra loro distanti, e
l'una all’ altre restano nascoste.
Tempo fa mi accadde un caso consimile, ma que-
sta volta con un gatto.
Sorci erano entrati nella stanza del mio osser-
vatorio meteorologico posto sopra una collina, fra
cui e la mia abitazione intercede il porto.
Preso il gatto di casa e nascostolo sotto il man-
tello onde non avesse ad adombrarsi nel tragitto alla
vista dei passanti, lo portai nella suddetta stanza.
Lasciatovelo per due o tre giorni, lo riportai colle
medesime precauzioni a casa.
. Quale fu la mia sorpresa quando alcuni giorni
dopo lo trovai accovacciato riscaldarsi al Sole sul
limitare della porta non già del ricinto dell’ osser-
vatorio, ma della stanza interna dove il gatto chiuso
si era trattenuto alcuni giorni senza poter comuni-
care coll’ esterno !
Sembrerebbe da tali e congeneri fatti emergere,
che non sia la sola acutissima vista quella che guidi
gli animali in simili ritorni, e che basti loro un breve
tempo di contatto — mi si permetta la frase — vir-
tuale con un luogo, perchè essi senza imbarazzo lo
| ritrovino e riconoscano.
Lesina (Dalmazia) 30 Luglio 1888.
GREGORIO BuccHICH
Riproduzione delle. spugne. A quanto comu-
munica il sig. B nel fascicolo 6 pagina 91 di que-
sto Bollettino posso aggiungere che le esperienze
del prof. Schmidt sulla produzione delle spugne, fu-
rono intrapese nel 1863, ed eseguite dal Sig. F. Buc-
chich di Lesina; ma vennero interrotte nel 1872 a
causa che i pescatori della Dalmazia distrussero i
relativi apparati, ed anche la Teredo attaccò il le-
gname. Notizie di queste esperienze diede nel Zool.
Gart. di Francoforte, il Senoner nel 1872 e 1873.
Vienna SR.
Vanessa xanthomelas. Nell'autunno del 1883, nei
pressi di Macerata Marche, in una villa disabitata da
non molto tempo trovai una Vanessa canthomelas ben
conservata. Questa cattura mì è tornata in mente
sfogliando l’ opera popolare illustrata del Sordelli :.
Museo entomologico - Le farfalle - (Hoepli-Milano)
nella quale ho letto che tale specie è rarissima in
Italia e che fu trovata solamente nella valle del-
l° Adige. Non avendo qui altre opere da consultare
domando se tale cattura abbia 1’ importanza che dal.
opera accennata mi parrebbe trasparire.
Senigaglia A. MORESCHINI
Se trattasi veramente della Vanessa canthomelas
Esp. la notizia e importante davvero; ma dubito che
il Sig. Dott. Moreschini sia stato tratto in errore
dal trovarsi nell’ opera del Sig. Morselli da lui con-
sultata, assegnato il nome di V. wanthomelas alla
figura della comune V. poluchloros L. e viceversa,
tanto vero che nell’ opera, Les papiUons di A. De-
suisser (23 edizione 1877) dalla quale ritengo sieno
state tolte le belle figure del volume del Morselli,
trovansi a pag. 226 e 227 le indicazioni, ed alle ta-
vole 12 e 13 le figure di queste due vanesse deno-
minate all’ oposto che nel libro del Morselli. Percui
ritengo che la vanessa del Sig. Moreschini sia la
polychloros L. e non la wanthomelas Esp.
Siena î S. BROGI
Domande. 1.° L' Aphrophora spumaria adulta,
ha, o non ha, oltre gli occhi composti, anche gli
ocelli ?
2.° Da che cosa son costituiti quei grumi di |
schiuma bianca, detti volgarmente Sputi di cuccule,
che nella primavera si vedono sulle piante, e in |
mezzo ai quali stanno ascoste le larve dell’ ApQro- |
phora spumaria già detta? (1). OP:
Un nuovo anestetico. Nell’ ultima seduta del
l° Accademia medica di Berlino, il docente Dott. L.
Lewin annunziò la scoperta di un anestetico locale
di azione tanto sicura ed efficace. da parer destinato
a detronizzare la cocaina. È una polvere rossiccia,
scoperta in Africa da una missione inglese (Livin-
gston), presso gli indigeni appellata Hayab, e fra
essi conosciutissima per la sua proprietà di rendere
rigida la lingua e liberare da ogni sensazione mole-
sta chi ne abbia assunta una piccolissima quantità. |
Affermò il Lewin, risultare dalle esperienze degli
scienziati inglesi suaccennati, che, per mezzo di
questo nuovo farmaco, si può sopprimere totalmente
la sensibilità dolorifica. L° anestesia comincerebbe
‘dopo 15-20 minuti dall’ applicazione del rimedio, e
si prolungherebbe per 10-15-24 ore. Sugli animali |
assoggettati alle esperienze con questo potentissimo
anestetico, si poterono eseguire le più profonde e
svariate mutilazioni, senza pravocare la manifesta- .
zione del minimo dolore.
Dalle ricerche cliniche risulterebbe, che il prin- |
cipio attivo di questa. polvere africana sarebbe un
‘ glucoside. Basterebbe umettare 1° occhio di un gatto
con una soluzione acquosa al 0,2 p. 100 di questo
glucoside, per gettare l’ animale nella più profonda
anestesia. B.
Il veleno delle anguille e delle murene. Da
‘una comunicazione fatta dal Prof. Musso alla R.
Accad. dei Lincei, rilevasi che esso ha scoperto nel
sangue delle anguille e delle murene la presenza di
un veleno simile a quello della vipera. Un’ anguilla
del peso di 2 chilo. contiene nel suo sangue tanto
veleno che basterebbe per uccidere 10 uomini. Ma
esse non si calcolano come anìmali venefici perchè
non hanno, come le vipere, nella, loro bocca organi
atti per inoculare il veleno, mentre esso non può
manifestare i suoi micidiali effetti quando questi
pesci vengono mangiati, poichè con la cottura od |
anche solo passando attraverso lo stomaco, il veleno |
vien» distrutto. B |
|
Classificazione delle Salpe. Il Sig. Feru La- |
hille in una memoria letta alla Soc. d' Rist. natu.
dle Toulouse, nella seduta del 4 aprile scorso, espone |
il suo parere sulla classificazione della familia delle
Salpidee. In generale gli zoologi riuniscono tutii i
tipi di Salpe in un sol genere, il genere Salpa. Ora
secondo l’ autore questo genere dovrà essere suddi- |
viso nei cinque seguenti: Or/hoceoela, Pegea, Thalia,
Salpa, Tasis. j B.
Nuovo parassita della farina. Nelle farine che
(1) Vedi risgosta a pag. 115.
da qualche tempo vensono dall’ America spedite in
Europa, si è trovato un coleottero (Ephestia Kuch-
nellia) lungo da 12 a 14 millim, di svariati colori.
e che si nutre della farina stessa colorandola anche
in roseo. B.
Il microbo della tosse: canina. Nel Bulletin
medical dello scorso luglio leogesi che il Dott.
Aphanasieff ha trovato nelle espettorazioni della
tosse canina, un microbo speciale differente a tutti
gli altri fin qui conosciuti e che propone chiamare
Bacilus tussis convulsivae 2032
Ancora sulla comparsa del Sirratte (Syrraptes
paradoxus) in Buropa e particolarmente in Italia.
A quanto pubblicammo già nei fascicoli 5° pag. 71
- 6° pag. 83 e seg. 89 e ses. - 7° pag. 105, aggiu-
giamo le seguenti catture non ancora registrate in
questo giornale :
Il 24 giugno scorso ne furono veduti ll nel gran
piano situato fra Niort .e Fontenay-le-Compte, in
Francia, e pure in Francia fu segnalato il 15 mag-
gio a S. Iean des. Monts, ed il 28 nelle dune di
Port. Mahon. A Dunkerque due branchi di circa 30)
furono veduti il 14 e 17 maggio, ed un terzo di
circa 12 alla fine dì detto mese. (Giornale Le Natu-
liste N." 33), :
Il maggiore N. Landi prese, presso Palmanova, e
circa il 26 aprile, un Sirratte vivo.
Il Sig. Sartori di Schio ne annuncia diversi com-
parsi in quei dintorni nei primi di maggio.
A Solaloro presso Ravenna il 13 maggio ne fu-
rono veduti-16 ed uccisi 6.
Fra Polo e Civitavecchia il Sig. A. Barabbino ne
uccise uno il 15 maggio.
Il 23 ne fu ucciso uno a Camposampiero prov.
di Padova.
Il 27 ne fu preso uno vivo dal Sig. Prevogna a
Cavanella Po.
Presso Orvieto dal 20 al 28 maggio ne furono |
veduti 7 ed uccisi uno.
Queste ultime notizie sono tolte dalla memoria
pubblicata dal Prof. Salvatori nel Bollettino dei mu-
sei di Zool. ed Anat. comp. di Torino.
L. D.
——————=Ò
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
L’ Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che venzono nutate sotto questa
rubrica, e nelle quali è seznato il costo. Della altre, se ne
permette graluitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzia
o presso la direzione.
Alcune note Biologiche sullo Eumenes pomi-
formis Fab. per Augusto Palumbo. Wremesse giu
stissime osservazioni sulla importanza degli studi
Eutomologici, e sulle grandi lacune che ancora re
125.
Ì
stano ja colmare, l’ egregio autore comunica le sue
minute osservazizioni su non pochi fatti riflettenti |
la biologia della vespa solitaria Ewmenes pomifor: |
mis e specialmente parla del suo nido e dei diffe-
renti modi di fabbricarlo. Dimostra come la Towo-
phora maculata hon è un parassita della vespa in
parola, ma delle geometre che la vespa stessa rin-
chiude nel suo nido per nutrimento della larva che
vi dovrà nascere, e che l° approvvigionamento stesso
del nido non consiste in bruchi di una sola specie.
Bradisismi pliocenici della Regione Sabina |
per il Prof. Giuseppe Tuecimei. In questa memoria |
l’ egregio au‘ore, segretario della Società geologica
italiana, espone una serie di osservazioni sulle oscil-
lazioni e sugli avvenimenti principali, succeduti nella
Regione Sabina nel periodo Pliocenico e principio
del Quaternario.
Unghie ai diti I e TI della mano in Uccelli
italiani, per #. Itegalia. E interessante questo stu-
dio che può dirsi guasi nuovo e che contribuisce a
dimostrare sempre più l’ affinità o parentela dei ver-
tebrati in generale e degli uccelli. con i Rettili in
particolare. L' egregio Sig. Recalia. che si è molto
occupato a formare una. collezione osteologica di |
Mammiferi ed uccelli italiani, rende conto iv questa |
memoria di ben 25 specie di uccelli nelle quali ha |
riscontrato il pollice uguicolato, di 9 delle quali sono
unguicololati il pollice e-1 indice, ed una con il solo
indice unguicolato. Tenuto conto che il principio
dell’ osservazioni del Sig. Regalia data da poco
tempo, viene ad essere di giù dimostrato che 1’ esi-
stenza di unghie nei diti della mano degli uccelli,
e molto più frequente di quanto si è fino ad ora
creduto. i
Antracoterio di Monteviale. Il questa memo-
ria letta al R. Istituto veneto dal membro effettivo
Barone Achille De Zigno, V egregio autore fa un
riassunto dei diversi resti di Antracoterio rinvenuti |
in Italia, ove fu fatta la prima scoperta di. questo
genere di animali nel 1820. Nel luglio del 1886 ne fu |
trovata nei terreni Jignitiferi di Monteviale (veneto)
una bellissima mascelli superiore ben conservata,
che il Prof. Omboni acquistò per il Gabinetto della
R. Università di Padova. Il De Zino descrive questo
esemplare, dandone una bella figura, e fondandosi
specialmente su sostanziali differenze di dentizione,
ne fa una nuova specie denominandola An/racotle- |
rium Monsvialense, da Monteviale ove fu scoperta. |
AI termine della memoria è un capitolo in cui parla |
della giacitura. de'le ligniti di Zovencedo e Monte-
Viale, indicando i fossili rinvenutivi, e venendo aila
conclusione che quelle Iegniti giacciono nel piano
del miocene inferiore, chiamato Aquitaniano, mentre
| tutte d’ indole storica e letteraria.
| fascicoli (44-48) contengono :
il Doti. Boegiato aveva indicate quelle di Zovencedo sa
come eoceniche. i
Elenco sistematico dei Culeotteri finora raccolti
nella Valle Lagarina, per Bernardino Hatbherr. È
uscito il tm fase. di questa interessante pubblica-
zione che si fa per cura del Museo civico di Rove-
reto. Contiene la nota delle specie nuove per la
Valle Lagarina, raccolte dall’ egregio autore durante
il 1887 e l’ Elenco generale delle Staphylinidaue nel
quale sono annoverate 372 specie.
I Piccioni del duomo di Firenze e degli al-
tri edifizi pubblici della città. Il più assiduo dei
nostri collaboratori, il dotto colombicultore» Gio
Cesare Giachetti, ‘ha pubblicato questo opuscolo nel
quale parla diffusamente dei piccioni che vivono allo
stato semidomestico nella città di Firenze, indican-
done molte interessanti particolarità, e le numerose
livree.
Ministero di agricoltura ecc. Direzione gene- i
rale d’ agricoltura. I numeri 32 a 54 del Bolle Rùi
tino di notizie agrarie contengono: Rassegna cril-
togamica - Condizioni del commercio dei vini nella
Svizzera - Disegno di legge in sussidio all'agricoltura
in Austria e Spagna - Notizie agrarie sull’ Ungheria
- Condizioni sanitarie e commerciali del bestiame -
Notizie sul raccolto dei fagioli, piselli, lenticchie,
canape, fave, uva, piante leguminose ecc., nel 1887 -
Campagna serica del 1888, notizie e bullettini - Sulle
bissole o ferretti del formentone e del grano nel
Polesine ecc. - Estrazione dello zucchero dul sorgo,
a Rio Grande - L° agricoltura a Bombay nel 1886-87
- Idem. nel Bengala - Provvedimenti per la fillos-
sera - Rassegne crittogamiche - Concorsi, Esperi-
menti ecc., ecc. - Rivista meteorico agraria.fase. 15,
16, 17, 18, 19, 20, dal 21 Maggio al 20 Luglio.
Atti dell? Accademia degli Agiìati di Rovereto.
Anno v - 1887. Anno 157° fondazione del-
l° Accademia. Contiene interessanti memorie quasi
della
Bollettino dei Musei di Zoologia e Anatomia
c mparata della R. Univ. di Torino. Gli ultimi
Dr. D. Rosa: Di un nuovo Lombrien italiano, AUotobo-
phora Tellinii, Lombrico di grandi dimensioni raccolto dal Sig
A, Tellini a Ragogna nel Friuli — Dott. I,. GameRrANO: Le
scoperta del Dott. C. Lepori, della matura delle così dette
ghiandole del collo del PhyMlodaetylus europaeus — Dr M.
G. ERACCA: SZ valore specifico del Pelobates latifron dei
dintorni di Torino, recentemente descritto dal Sio. Heron
Royer. L' egregio autore «spone le ragioni per le quali non
crede si possa accettare questa nuova speci: fondata dall’ TL
Royer e che trattisi invece del comune Pelobates frseus — I.
SaLvanori: J7 .Sirralte in Italia nella primavera 1888. 1
nostri lettori conoscono già molte notizie relative alla com-
parsa del Syrraptes paraloxus in Italia, ed altre ne trove-
ranno anche in questo fascicolo — T. SaLvapori* Le date della
pubblicazione della Iconografia della fauna italica del Bona-
parte, ed indice delle specie illustrate in detta opera.
126 ;
INVENZIONI E SCOPERTE
Seta artificiale. Il Sig. De Chardonnet è riuscito
‘per mezzo di processi chimici ad ottenere una so-
stanza che ha tutte le apparenze della seta. Secondo
il Bulletin des soîes et des soierie dal quale toglia-
mo questa notizia, il nuovo filo e pieghevole, tran-
sparente, cilindrico o piatto, all’ aspetto ed al tatto
setoso, con una forza di resistenza di 25 ch. per
millim. qradrato ; si può torcere e farne tessuti.
Telemetro Bozzi. Apprendiamo dai giornali che
questo interessante strumento immaginato dal cap.
Bozzi e del quale parlammo già l'anno scorso, va
incontrando sempre più l' approvazione degli intel-
ligenti. Anche il nostro ministero lo ha preso in
seria considerazione. Ora il Telemetro figura al con-
corso indetto dal ministero della guerra inglese e
noi speriamo che l’ egregio ‘inventore ne avrà la
ricompensa che si merita.
Microfono avvisatore. Nel periodico L’ Union |
selentifigque, troviàmo la notìzia che il Sig. D., luo-
gotenente della 132* compagnia della milizia terri-'|
toriale francese, ha immaginato un microfono di
poco costo, di facile istallazione, ed inalterabile al
caldo al freddo ed' alla pioggia, da servire come
avanguardia ad ub forte o in un accampamento.
Durante le ultime manovre militari, questo strumento
non solo ha avvertito da non poca distanza il pas-
saggio distinto ‘della fanteria, cavalleria, treno ed
artiglieria, ma si è potuto contare l° effettivo di
ciascun’ arma e su 5 mila uomini l' errore è stato
solo del 5 0/0.
Daumbréelite. È un nuovo minerale che il Sig.
L. Smith, ha trovato (Am. Jour. 1888) sezionando
un esemplare di ferro meteorico caduto a Boston
de Mopini (Messico). Si presenta in noduli’ conere-
zìonati insieme alla troilite; è nero lucente, a strut-
tura cristallina.
Fonogenografo. Il duca di Feltre ha mandato
all’ Accademia delle scienze di Parigi, la descrizione
di un istrumento, chiamato Fonogenografo, che de-
termina la vera direzione dalla quale viene il suono.
È} come un telefono la cui lastra può girare all’ in-
torno. Quando il suono arriva perpendicolarmente
alla sia superficie, la lastra è impressionata al
mazimum: quindi dalla posizione della lastra quando
il suono si sente il più forte possibile si rileva la
psecisa direzione della sorgente del suono. Questo
apparecchio è stato ideato per avvertire le navi
sulla direzione dei segnali soccorsi e per evitare gli
incontri in mare.
La elettricità applicata allo sparo del fucili.
L° Engineering referisce che il cap. A. Day presentò
all' istituto americano di Nuova York un ingegnosa
sua applicazione dell’ elettricità allo sparo dei fucili
e che consiste in una piccola batteria di pile a secco,
contenute dalla cassa del fucile, con la quale si
possono sparare 35 mila colpi senza bisogno di rin-
nuovarla.
Macchina per la tiratura delle fotografie. Il
Sig. I. Urie di Glascow ha immaginata una mace-
china che automaticamente fornisce da due a tre-
cento prove fotografiche all’ ora. (Monde de dla
science).
Per caminare sull’ acqua il Sig. Frankloff di
Odessa, ha inventato un congegno ad aria compressa,
che si attacca ai piedi. Giorni sono egli ha traver-
sata la Senna presso il ponte di Neully e la cor-
rente non lo ha che leggermente spostato; durante
la traversata, fumò, bevve e si cambiò di vestiario.
Il numeroso pubblico che assisteva all’ esperimento
lo acclamò calorosamente.
dnsegnamenti pratici
—cecpovo__
Regole d’ oro per gli allevatori. Se volete ot-
tenere buoni risultati nell’ allevamento del polla-
me, abbiate una sorveglianza minuziosissima, e
applicate le seguenti regole che sono come i co-
mandamenti degli allevatori.
l. Date a mangiare regolarmente, ossia une
tro volte al giorno, a regolari intervalli.
2. Il nutrimento sia variato, aggiungete un poca
di farina di ossa e di gusci d' ostrica pestati ece.,
e la sera la razione sia più abondante di quella
del mattino.
3. Fate fare agli animali il moto necessario
gettando le granaglie del vitto fra la paglia tri-
tata, perchè essi siano obb'igati a cercarle grat-
tando il terreno.
4. Tenete a disposizione delle Galline un bagno
di poivere mescolata con carbone.
5. Cambiate l’acqua due volte al giorno ed
ogni volta pulite tutti i recipienti. Unite all' ac-
qua un poco di ferro arrugginito.
6 Sbarazzate le Galline dagli insetti con la
polvere insetticida, imbiancate spesso il pollaio,
e disinfettate con cloruro di calce od acido fenico.
7. Somministrate la verdura sio dalla nascita
e qualche alimento animale sin dall'età di 39
giorni.
8. Preservate gli animali dall’ umidità, e fate
attenzione che non siano mai bagnati, specialmente
nelle prime quattro settimane.
4
427”
——————————————--—-—_-_--=----—---—«—« .-—-ne__—_-————T_—____—_———...._--
. I fastidi che daranno le strette osservanze di | correnti, dire la Gazette du village, e non si ri-
queste regole saranno ben compensati dallo svi-
luppo degli allievi.
NaRcIso Masson (Dalla Voliere)
Allevamento delle pernici. Ecco il sistema ,
praticato dal sig. E. Fessart, che alleva annual- |
mente 7 ad 800 pernici. Raccolte le uova durante |
la falciatura dei prati, si pongono in una incu-
batrice, avendo cura di scartare quelle che hanno
sofferto; i piccoli nati si pongono entro scatole
foderate di ovatta, che a guisa di madri artifi-
ciali li mantengono ben caldi per un paio di
giorni. A questa epoca bisogna avere un certo
numero di pernici maschi presi alle stato selva-
tico e che si miettono ciascuno in una gabbia di
allevamento divisa in due scompartimenti: uno
più piccolo, oscuro e separato dal secondo da |
una inferriata tale che impedisca alla pernice
adulta di potere uscire, ma che lasci libero pas-
saggio alle piccole pernici. Il secondo scompar-
timento, tre volte più lungo dell’ altro, è chiuso
superiormente da una rete e da una. invetriata
per difesa durante la notte e quando fa cattivo |
tempo. Si prendono quindi dodici a quindici ed
anche venti piccole pernici ottenute dallo schiu- |
dimento artificiale delie ova e si pongono nello
scompartimento chiuso ove sta la pernice e subito
questa li copre colle sue ali e li riscalda. 1 pic-
coli girano poi liberame .te nello scompartimento
grande della gabbi:, ove trovano il nutrimento |
somministrato e poi ritornano dalla pernice che |
li cova e che rimane sempre nel suo piecolo |
scompartimento. Dopo alcuni giorni si fa in modo
che per un' apertura le piccole pernici escano
dalla gabbia e possano così girare liberamente |
nel cortile. alla sera si è certi di trovare tutta
la nidiata sotto le ali della pernice. Trascorsi 18
o 20 giorni si trasportano le gabbie in luogo
aperto con piantagioni; le piccole pernici girano |
a piacìmento e accorrono poi alle gabbie quando
la pernice prigioniera fa sentire il suo speciale
| grido di richiamo. Pochi giorni dopo che le gabbie
sono poste all' aperto i piccoli cessano di venire
a raccogliersi alla sera vicino alla pernice, ma
solamente si accontentanu di passare la notte nelle
vicinanze di essa.
È giunto allora il momento di liberare il pri-
gioniero, che prende il volo segnito dai suoi al-
lievi, i quali non lo abbandoneranno più costitu-
endo così una società che non verrà a confondersi
con altre ottenute nello stesso modo. Tale con- ,
clude il Bulletin de la société nationale &d' acceli-
matation, è il metodo che da 10 anni pratica il
sig. E. Fessart, il quaie assicura che migliori re-
sultati si hanno prendendo delle pernici maschie
invece delle femmine, le quali difficilmente adot-
tano i piccoli a loro affidati
Vivai di gamberi. Il gambero ama le acque
produce nei bacini o serbatoi non traversati da
un'acqua viva. La profondità del vivaio dovrà
essere di un metro, Siccome il gambero sta, du-
rante il giorno nei fori, sotto le pietre e sotto le
radici, il fondo e le rive del serbatoio devono |
essere costruite il modo da presentare la mag-
gior superficie possibile. A questo scopo si met-
tono nel fondo delle pietre in sporgenza, si pra-
ticano delle cavità di 10 a 20 centim. di profon-
dità, si copre il fondo del serbatoio con tronchi
d’albero ai quali si siano lasciate grosse. radici.
Il fondo deve essere un po’ fangoso, su terra
argillosa friabile.
In principio bisogna tenere i gamberi chiusi
in panieri di vimini, finchè non abbiano deposte
le uova, alimantandoli conven'entemente. Dopo
l’ ovificazione non sarà più a temersi che evadano,
specialmente se si cura di nutrirli con foglie
buone e con fegato di bue, o avanzi di macelleria,
materie animali in putrefazione, ecc.
Mercè queste precauzioni si ha probabilità di
potere stabilire un vivaio di gamberi, dove questi
crostacei abbiano già prosperato, perchè è spe-
cialmente dalla natura dell’ acqua che dipende il
successo. Dott. G. Rossi
È Allevatore
SAR
INK PEZKFA REC
Il più grande albero dell’ Africa tropicale
dicesi sia un Cararimm edule dagli indigeni chia-
mato Mpassu; giunge alla altezza di 90 a 100 metri
con una circonferenza di 20 a 25. Questa pianta
produce frutti simili alle olive e buoni a mangiarsi
dopo stati nell’ acqua ove depositano un' olio ros-
sastro di delicato odore.
Le Cavallette sono comparse in Sicilia e nelle
campagne. di Frosinone. Nella tenuta Salone sulla
linea Roma-Tivoli, il Sig. Vulpioni trovò un quan-
tità di cavallette morte che furono fatte esaminare
al Prof. Cuboni il quale ritenne che erano state ue-
cise dal fungo Entomoptora Grylli. Il detto Profes-
| sore sta ora studiando se sia possibile utilizzare in
vasta scala questo fungo per la distruzione di tali
dannosi insetti.
Spedizioni, esplorazioni, missioni. La società
geografica di Londra ha incaricato i Proff. S. Thom-
pson e H. Brown di Esplorare l° Atlante ed il Mar-
rocco meridionale sotto il rapporto geologico, bota-
nico, zoologico, planimetrico e topografico.
I Proff. 0. Baumaun e H. Mayer stanno per in-
| traprendere una nuova esplorazione nell’ Africa cen-
trale.
fe"
ni
al nord di S. Louis e le adiacenze dell’ isola
(rano Noè e grano Rieti. Da analisi eseguite
nel laboratorio chimico del Gomizio agrario di Parma
resulta che su 100 parti di grano macinato, quello
Noé contiene il 65,50 di farina, ed il Rieti ne con-
tiene solamente 60,67 ; fra cruschello e crusca il Noè
mne ha il 24 per cento ed il Rieti il 28. Risulta
sa adunque più ricco il Noè che il Rieti.
; Invasione di mosche bianche. Il villaggio
(29 luglio) dice che il comune di Torretta è stato
invaso da un immensa e fitta nebbia di piccole mo-
sche bianche (?) venute dalla» direzione Nord. Il
suolo fu in breve letteralmente coperto; si appicci-
cavano ovunque; parte si diressero verso ovest.
La fillossera in Toscana. Corse già annunziammo
nello scorso fascicolo Ja fillossera e comparsa in di-
versi punti della toscana. L'isola d° Elba si può
dire tutta invasa. A Pitigliano in provincia di Gros-
seto l'infezione e molto limitata ed in localita ove
è possibile 1’ immersione, percui è a sperarsi che il
«male venga presto eliminato. A Brolio in provincia
È di Siena ‘1 centr d’ infezione sono 4 ma assai ri-
stretti; in essi sì è già posto mano alla distruzione
ed. alla disinfezione del
delle viti malate terreno,
Commissioni appositamente nominate dai Comizi
agrari di Siena: e di Firenze si sono recate a Brolio
ed hanno pubblicate dettagliate relazioni che ci di-
spiace non poter pubblicare per mancanza di spazio.
Necrolozia. ll prof. comm. senatore Salvatore
Tommnosi presidente della Società africana d° Italia
è morto il 13 dello scorso luglio.
Istituto agrario Vegni alle Capezzine (Cortona).
| Posti di studio: È aperto il concorso fra i giovani
che desiderano essere ammessi al 1° anno del Corso
: inferiore. l posti disponibili sono 2 gratuiti; 2 ‘semi
vi eratuiti (L. 200 annue) e due a pagamento (L. 400
annue). Il corso dura 4 anni. Gli esami cominceranno
"concorrere solamente i giovani appartenenti alle
3 RASO toscane. i i
__—"Scuola Agraria di Seandiccî presso Firenze.
£ Il 10 settembre p. v. a ore 9 ant. avranno luogo gli
Ser
— inviate alla Direzione della semola entro il corrente
agosto.
Tk
SER . , n . . .
IRR quel chimico che presenterà la migliore memoria
sui mezzi di scoprire rapidamente Je falsificazioni
del burro.
.
terrà il Bruxelles dal 1 al 15 Settembre.
À x
Zoller si reca al Senegal per studiare le regioni
Un concorso internazionale di Manescalehi. si |
Congressi. A Parigi si terrà nel prossimo anno.
un congresso internazionale agrario. FA
Posti vacanti. Assistente al laboratorio di chi-
mica e farmacia neila R. Scuola superiore di medi-
cina veterinaria in Torino. Stipendio L. 1500 e pic-
colo alloggio. Scade il 31 agosto corrente.
Esposizioni. A Palermo ed a Firenze sono in
progetto due esposizioni nazionali da effettuarsi nel
1890 0 91. ; x
A Genova si parla di effettuare una esposizione
italo-americana di tutti i prodotti di esportazione,
in occasione della festa centenaria per la scoperta
dell’ america.
A Roma il 16 del prossimo rovembre si aprirà .
una mostra provinciale di ortaggi e nazionale. per
le frutta fresche e conservate, piante, disegni pub-
blicazioni ecc., di frutticultura e pomelogia.
A Bruxelles esposizione internazionale di mac-
chine mietritici e tribbiatrici da l al 20 agosto —
[dem. di aratri seminatrici ed apparecchi da latterie,
dal 15 a 30 settembre.
tl L ES e)
RICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DI CAMBI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v'è speciale iudirizzo rivolgersi all'ammini-
strazione del Bollettino.
|
46 Si fa ricerca di Topo-ragni (Sorex) di. qua-
lanque specie sieno ben conservati in Alcool, o pre-
parati in pelle o montati; ma sì preferirebbero vivi.
Si accettano in cambio o. contro pagamento.
47 AL Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi ;
Siena, sì acquistano ed accettano per cambi, animali
in carne anche di specie comuni. S' invia la nota
dei desiderata a chi ne fa richiesta.
48 Augusto Palumbo di Casteleetrano (Sicilia)
offre Coleotteri siciliani freschi e ben determinati
in cambio di minerali, purchè siano esattamente de-.
terminati. Il medesimo desidera entrare in corrispon-
denza di cambi con altri coleotterologi di Sicilia e.
con qualche ditterologo italiano. È
49 Odoardo Ferragni di Cremona desidera avere
conigli neri, nocciola, e martora: offre in cambio
conigli piombati pura razza ed altre varietà, nonchè
oggetti di Storia naturale.
50 La Società Apistica Abrussese offre fogli cerei
faccettati con la macchina americana Vandervort. a
L. 3,30.al Chilog. Lavora Ja cera spedita dagli api-
coltori a L. 0,90 il Ke. Dietro invio di L. 9,50 spe-
disce îranco di porto in tutto il Regno un pacco
contenente Ke. 2,600 di fogli cerei, (peso netto). Chi
desidera un campione non ha che mandare il pro-
prio biglietto da visita all' Agronomo Vincenzo de
Michetti - Teramo. È ;
© BI .11l dott. Federigo Sacco (Palazzo Carignano
Torino) desidera far cambi di libri. memorie ecc.
di Geologia e Paleontologi
1
li
Nava |.
de
CTS
a, con memorie dello stesso
- STRUMENTI VIENSILI È SPECIALITÀ DIVERSE
utili per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti
di Storia Naturale
(Continuazione, vedi fascicolo 7)
‘ene Se
ON. B. Si prendono commissioni anche per oggetti ehe non figurano in questo catalozo, >
«Capsule o vaschette di vetro.a fondo tondo e
piano con o senza beccuccio; serie di .» da
. gram. 50 a 250 L. 5,00 a 6,00. Assortimenti
fr inchi da L. 5,00 a L. 22,00
Carta da erbari bianca a mano senza colla
cent. 324.45 L 3,00. ogni 100. fogli - cent.
32,422 L. 1,50 ogni 100 fogli.
Caria da erbari e da filtri, asciugante
bigia ceut. 302445, |.. 2.40 ‘gni 100 fogli, Fo-
glio doppio UL. 3,80 ogni 100 fogli.
Carta biamea a mano fortissima con colla,
| ‘per erbari e preparazioni diverse cent. 354 47
L. 5,00 ogni 100 fogii. Altre dimensioni. prezzi
vari. <
Tassette per collezioni d’ insetti, soli-
damen'e costruite in noce a lustro, fondo
di sughero, coperchio a cristallo, serratura
ermetica speciale, grandezza cent. 33x4 41946,
ognuna L. 5,00
Cassette (Cartoni) per collezioni d’ insetti. Si
costruiscono a piacere del committente.
«Cassette da portarsi a trac.lla nelle escur--
sioni. Con divisione per gli animali infilati con
spilli, ed altra per animali vivi, ed altri og-
— getti. Grande cent. 27>412X10. L. 4,00 e 5,00.
| Cianuro di potassio raccomanda:o per uc-
cidere prontamente gli insetti senza alterarne
- i colori ecc. L. 7,00 al chilog. Un vaso L. 1,00
Cemento liquido, per riattaccare solida-
| meufe pietre, vetri, ossi, terraglie ecc., per
restaurare foss li e ricoprirti di uno sirato fi-
nissimo trasparente incoloro, che li preserva
— dai danni dell’ azione atmferica. Volendosene |
Servire come vernice da darsi alla superficie
dei minerali e fossili occorre aliunzarlo con
più o meno acqua secondo l’ effetto che sì vuole
ottenere. La boccia I. 0,50 - 10. boccie franche
2%, di porto 6 L. 4,90
Cilindri e provette di cristallo. Vasi con
beccuccio ece., da L. 0,70 a L. 3,00 l“uno. As-
| sorl'menti franchi da eso: 007 a L. 30,00
Coltellî per spellare 1 grandi animali (per ì più
_ piccotì vedi Bistari) L. 0,50 a L. 1,50
| Conciatore istantaneo. Questo liquido a: -
| resta \immediatamenie la putrefazione, impedi-
sce'la caduta del pelo, e, contenendo degli an-
| tisettici, preserva Je pelli dalle tarme; è per-
‘ciò utilissimo per la tassidermia.
Basta basnare «be o tre volte il rovescio
| di una pelle di media grandezza per ottenere
|.’ intento; le pelli dei piccoli mammiferi si
| conciano anche con un solo bagno.
Conserva benissimo gli animali che vi si
tengono immersi.
- Un litro L. 4, — 1}? litro L. 2,20 — Una
‘boccia 7 L. 1,00
‘Draghe per raccogliere in fonda
delle acque conchiglie coralli ecc. Se ne
‘fanno cosìruire di qualunque grandezza e for-
© “ma, dietro commissione.
._‘’Sono specie di palette di metallo bucato, da
Praghe tascabili (Modello Del Prete) per
pescare ; molluschi ed-altro che si trova nelle.
acque o nei fanghi, dei laghi, fonti, fossi ece. |
|
|
; potersi unire alla mazza da PASSEGGIO od altro |
bastone qua'unque. N.° 1 cent.
- N° 2 cent. 118 N. 3 cent.
Tr 6. 5 È L. 0,50
Essenza ‘amtiscitica. Specialità per garan=
tire la conservazione dell- collezioni z0o0l0gi-
che, bota he, ecc., e di tutti è genere di peu-
me, pelliccerie ed ahiti di lana.
Si usa o per mezzo di un vaporizzatore, 0
collocaudone un piccolo vaso o della carta ba-
gnata ecc. negli armadi ove sono gli oggeuti
da preservare.
Il suo odvre non è nè nacivo. nè sgradevole
all'uomo; ma uccide con sollecitudine le ti-
gnole e tutti gli altri insetti esistenti nelle
case, magazzini e granai, nei letti, sulle piante
sui fiorì ecc.
Se ne fa uso in generale due o tre volte al-
l'anvo dall’ aprile al settembre.
Un litro L.-7 — 1,2 litro L. 4 — Una
boe.ia È L. 0,80
Essenza di
chilog. L. 6 - Una boccia L. 1,00
Hiicheite e cartellimiî per servervi il nome
e le altre indicazioni che devono accompagna-
re ogni esempiare.
Con cornice semplice
L. 0,60 -
SANE Ingommati Senza gomma
Millim. 1000 100 4000 100
30X1o L. 1,8) L. 0,25 — L. 1,60 L. 0,20
43X26 - » 2.00» 0,30 — » 1.80. » 0,25
60x26» 4.00 ‘» 0,50 — -» 3.00. » 0.40
93X27. » 5,00. » 0,60. — » 400 » 0,50
.80X 40» 600» 0,70 — » 5,00» 0,60
Con cornice ornata, e con il nome del col-
le'tore od altra indicazione a piacere del com-
mittente.
Millim. 5,000 10,000
23X30. L. 12.00 L. 20,00
25X34 » 15.00 » 25,00
6 X26 » 20,00 » 30,09
93X27 » 25,00 » 40,00
8UX40 » 30. 007.7 » 50,00 :
Ordinariamente si forniscono in carta bianca
forte, con punteggiature :per lo scritto ed in
colore o nero, o dorati, o bronzati. Incisi in
litografia.
Si prendono commissioni per qualunque al:
tro genere di Etichetre e cartelli tanto: in li
togratia che a stampa.
Fora weva. Piccolo trapano in acciaio per cri
ì buchì nelle uova, senza romperle, onde ta
terle vuotare ‘. L.:1,00
Forbici ordinarie da laboratorio di diverse
forme è grandezze L. 0,50 a L. 3,00. Assorti-
. mento franco _ L. 5,00
| Forbici ‘fine da ‘dissezioni; dritte H 2,00 cur-
ve 8 L. 3,20
Gomma amica A nGcettica! Serve. a in-
- collare gli insetti sui cartoncini, riattacarne
le parti rotte, fissare le penne dee, RISgolIi ecc.
La boccia . L. 1,00
Imbuti di vetro da L. 0, 20201. 1; co ‘l'uno
| Assortimento, franco: .2,50
Lampade a spirito con tapi po e cane
| smerigliati da L. 1,00 e 1,50 l'una. —(continwa)
lops10 L. 0,70
Mirban, buono antisettico. Il
SS ont
scanzo di ulterieri ci
- Ciribelli Emanuele, Quinzano d’ Oglio
1885 a 88
Giuliotti Giulio, Ponte a Elsa 1883 a 88
Conti Carto Emanuele, Firenze 1885 a 88
Conti P. Alfonso, Spezia 1885 a 88
Ingogiia Inzoglia Antonio, Montevago
1885 a 88
Graziarini Ulisse, Genova 1885 a 88
Ulissi Ulisse Pietro, Napoli 1886 a 88
Angelini Luigi, Pisa 1885 a 88 i
Ricevuto |’ importo si toglie il nome da questa nota, altrimenti le
dura un’intiero anno sospendendo |’ invio del giornale.
Vi sono anche SIL abbonati imorosi e speriamo ci faranno subito
Mezzo.
Ss. BROGI - Siena
( So gratis)
NUOVI ARRIV |
. (I prezzi precìsi con'tutti i (inzi si eomunica-
no ad ogni richiesta).
x
MAMMIFERI
| pelle che montati. "Di SMS Ta
Lemur varius
Propithecus diadema,
Indris brevicaudatus SR cinereus
Lemur albifrons 5 » mongoz
Crostacei
Dia subterranea Maja ‘squinado
Coprella acutifrons » . verrucosa
Diogenes varians ‘Pagurus pictus
Eriphia spinifrons (». eremita.
Gela-imus pugerax —. . ». Prideauxi..
“ Hippa talpoidea » angulatus x
Pinnotheres acterium
Hippolyte branchi I
| Porthunus: spal
Homxla spinifrons
Tarea. - plicatus
Ilia rugulosa 3 z l marmoreus
Inacus: ‘thoracicus DI ; » . tubercularis
» _dorynchus { » Rondeletti
Lambrus massena
Lissa Ghiagra
| xXan nia svi sé
De Joanna rag. Aurelio, Zapio 1886 a 88 |
- R. "Sciota Reda Nbloî. 18
| Velicogna. PES E
"FORNITURA DI GSBINETTI DI i NATURALE
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Proscimie, Lemuridi, na | Madagascar, tanto int
duri scelti,
la Houdar Seine-et-Oise, Franci eda;
Parneri a Bolog dra 386
a 88 Vo:
| De Siemachko. 'Escel. 1a: S A
1885 a 38
dell’ Oligocene di Hoenigberg. cc sg
Occasione, per chi volesse farvi. degli sti
sendo benissimo conservati in ami
rente ben pulimentata e lustrati
e perciò potendosi con certa facilità ese
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. Bonomi Prof. Agostino — Rovereto PALUMBO AUGUSTO — Castelverrano (Sicilia)
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dei Coleotteri, III. A. Palmmbo — Vulcani e Terremoti, Prof. A. Bonomi — Cananzzione degli esem-
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aniche, G. E. Matici e A De Ban — Uovo mostruoso, A de Bonis — Orthonectidae, P. Lo Sta -
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. Bologna — Per la inagurazione degli studi nella R. Univ. di Bologna — Legislazione mineraria — Pe-
| ronospora, nei grappoli, Blank-Rot e Coniothyrium — Solco intermediario ant. ‘nel midollo umano — I
colombi alla esposizione di Roma — Formazioni terziarie nella valle di Mesima — Corbicula fluminalis
dei dintorni di Roma e fossili che 1° accompagnano — Talpa albina — Patologia vegetale — Proto-
zoi dello stomaco dei ruminanti — Malattie della vite — Guglielmo Bergsòe — Trasformismo — Mol
lusea — Memorie dell’ Accad. agr. di Verona — Bollettino della Soc. veneto trentina di Seme Natu=
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i fiori freschi — Conservazione dei meloni — Barbatelle di piante nell’ acqua — Conservazione di fiori.
Nomiziario: Naftalina contro la fillossera —_ I ADELE di bachi da seta con la Maelura Aurantiaca
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De Joanna rag. Aurelio, Zapio 1886.a 88 |
Ciribelli Emanuele, Quinzano d’ Oglio.
1885 a 88
‘ Giuliotti Giulio, Ponte a Elsa 1883 a 88
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Tngoglia Inzoglia Antonio, Montevago
«1885 a 85
Angelini Luigi, Pisa 1885 a 88 1885. a 88 5
Ringraziamo 2205 abbonati che ci hanno inviato 1} importo - del loro dare C di
soprascritti a nai il saldo al più presto, rammentiamo loro che in caso assai
la presente pubblicazione dura un’ intiero anno, mentre verrà subito sospeso 1° in:
vio del giornale.
questo Mezzo.
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E disponibile una grande quantità di Ammoniti ) Sifone interno. È
indeterminate. per 25 a 30 uova di gallina. - Sistema assolu-
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Freccie, coltelli, raschiatoi ecc. “ecc. dell’ epoca
della pietra. Ve ne sono alcune ‘di ossidiana, e ‘di-
n verse di Sa o nefrite (Pietra polita).
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malisi del vino naturale. Metodi per
riconoscerne le alterazioni e. le adul-
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rito chimico al municipio . di Torino. ie Gabinetto di Storia Naturale di S. Brogi
Prezzo . È 050) + 7
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ista ing. agronomo. Santangelo - - Spoto Nuov Specie. Esemplar ; iLie
aa di Lane .. L. 3,00 | franchi :
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' del Cate oi I. Philippe fils, CR
a roudara Seine-et-Oise, Francia. Medaglie d'
Anno VII ù
T_T _<&«<--<-=-<-*-<"*-<>
Siena, settembre 1888
ww
N. 9-10
RI NARO
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE
PERIODICO
Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale,
MENSILE
L. 3 all'anno.
Prof. CIRO SENESI
IL POTENZIALE DELLA TERRA
>
(Continuaz ione vedi N. 8)
Ricordati così rapidamente i priucipii re-
lativi allavoro di una forza o di un sistema
di forze, entro addirittura nel soggetto della
presente memoria, intendo dunque PARIS
del potenziale della terra.
Il Pianeta su cui viviamo attrae tutti i
corpi che sono su di lui: dobbiamo alla
mente profonda e penetrativa di Newton la
dimostrazione che l'attrazione terrestre non
è che un caso particolare dell’ azione di una
.forza il cui dominio si estende a tutti i corpi
dell’ universo. Esso formulò la lese più ge-
nerale che ? corpi sî attraggono in ragione
diretta delle loro masse ed inversa (lei qua-
drati delle loro distanze.
Quindi anche la forza d’attrazione che la
massa terrestre eserciterà sui corpi posti al
di fuori di lei, andrà diminuendo col crescere
del quadrato delle distanze, contate fra i
centri di gravità di questi corpi e quello della
terra, e diverrà sempre più grande, cuanto
maggiore sarà la massa da attrarre.
E se indichiamo con M la massa della
terra e con m quella di un altro corpo il cui
centro di gravità dista da quello della terra
di una lunghezza d, la lesgé di Newton, si
esprime semplicemente così:
Mm
ae
D
L’ attrazione di una superficie sferica o |
come si dice volgarmente, di un inviluppo ,
| sferico sui punti materiali posti al di fuori,
ha la direzione dei respettivi centri e segue
la legge di Newton. — Considerando ora la
nostra terra come formata di un numero
stragrande di sottilissimi inviluppi sferici
omogenei, la forza con cui attrarrà un
punto situato fuori di lei, sarà uguale alla
somma delle forze d’attrazione degli invi-
luppi sferici; e siccome un inviluppo sferico
overa al di fuori come se tutta la sua massa
fosse concentrata nel suo centro, così pos-.
siamo considerare la gravità come una forza
proveniente dalla massa terrestre, concen-
trata nel suo centro.
Come un punto materiale situato al di
fuori di un inviluppo sferico è attratto da
una forza la cui grandezza è data dalla legge
di Newton, così se esso è posto nell’ interno,
pur verificandosi la legge di Newton, la ri-
sultante dell’ azioni dell'attrazione dell’ in-
viluppo è nulla. Infatti se questo punto è
situato nel centro, l° attrazione che esso ri-
sente da un punto qualunque della superficie
sferica verrà equilitrata da quella eguale e
contraria del punto equidistante, posto all’ al-
tra estremità del diametro. Se il punto consi-
derato, si troverà più vicino ad alcuni punti
| dell’ inviluppo sferico e più lontano da altri,
si dimostra facilmente che le azioni sul punto
sono uguali e contrarie. Infatti consideriamo
un punto dentro un sottilissimo guscio sferico
e prendiamo in considerazione le basi di due
conetti opposti pel vertice nel punto considera-
to. Allora posti simili questi coni, le loro basi
staranno fra loro o come i quadrati delle loro
distanze dal punto, o come i quadrati delle
altezze dei coni.
Se dunque consideriamo la base più grande
distante il triplo dal punto considerato , di
| quello che dista l’altra da questo stesso
| punto, allora la sua estensione sarà nove
| volte maggiore, per cui se nella più piccola
130
abbiamo una unità superficiale, in questa ne
avremo 9. Se l’ attrazione di quella umità
superficiale su quel punto è 4, | attra-
zione di ciascuna unità di : questa seconda
superficie, per la legge di Newton, sarà 3 ;
ma sono 9 le unità superficiali, dunque l’ at-
trazione delle basi dei due coni sul vertice co-
mune sono uguali e dirette in senso contrario.
Appoggiamo la mostra osservazione su
di un punto posto nell’ interno della nostra
terra. considerata come omogenea. Per il
punto passerà una superfice concentrica colla
terra, che dividerà questa in due parti, in
un inviluppo sferico ed in una sfera. Ora il
punto non risentirà nessuna azione dall’ in-
viluppo sferico. Non rimarra dunque efficace
su lui che l’ attrazione del nucleo sferico.
La terra dunque attrae i corpi verso il
suo centro, cioè come se tutta la sua massa
avesse sede nel suo centro, e questa sua
forza d’ attrazione si estrinseca lungo i suoi
raggi, per cui le rette secondo le quali si
esercita |’ attrazione terrestre, irraggiano
tutte dal suo centro, e sono quindi perpen-
dicolari alla sua superficie. Queste linee se-
Figura 3.
«condo le quali si estrinseca 1’ attrazione ter-
reslre, vengono delle linee di forza della
terra. Supponiamo che A B rappresenti la
ruperficie della terra e € D un’ altra superfi-
cie parallela a quella (fig. 3). La forza d’attra-
zione della terra agisce perpendicolarmente a
queste due superfici, per cui per la caduta di | superficie C D, prendiamo in considerazione
un corpo da M ad N verrà prodotto un certo
lavoro, che, come vedremo, è indipendente
dalla forma della traiettoria percorsa. Così
se cadra per la retta M N perpendicolare alle
due superfici si otterrà un lavoro che sarà
dato dal prodotto del peso P del corpo per
lo spazio percorso, cioè per M N, poichè in
questo caso la direzione della forza coincide
colla direzione dello spostamento. Quindi sa-
rà uguale a i
DI
PASPMENI
Se il corpo cade dalla superficie € D al-
l'altra A B, lungo un piano inclinato M G,
facente un angolo #8 colla direzione della
forza, il lavoro prodotto dalla terra sarà
P_X M G cos f.
Ma avvertendo che M G cos 8 = M N, il
lavoro prodotto viene di nuovo espresso colla
PXMN.
Facciamo ora il caso che il centro di gra-
vità del corpo, che va da M ad N, scenda per
la linea qualunque M s 7 N; io dico che
anche in questo caso il lavoro sarà quello SE
di prima. Infatti il lavoro eseguito dalla terra
nell isfànte che impiega il corpo a passare
da s al 7, è dato dalla
IR Rs Ue,
in cui 8, come prima, è I’ angolo che forma
l’elemento 7 s di traiettoria considerato colla
direzione della forza. Ova se ci immaginiamo
scomposta la traiettoria M 7 s N in un nu-
mero infinitamente erande di tali segmenti, e
per ciascuno di essi determiniamo il lavoro,
la somma di questi lavori parziali darà il la-
voro totale cercato. E siccome questo lavoro
totale sara formato di due parti, del peso P,
e della proiezione della traiettoria M » s N
sulla direzione della forza; cioè M N, così si
potrà di nuovo, come prima, esprimere il la-
voro colla
RISMINE
Se consideriamo un altro punto R della
131
la discesa di un corpo da R ad S e facciamo
tutte le considerazioni esposte di sopra, tro-
viamo sempre il lavoro uguale a quello di :
prima, avendo supposto le superficie A_B e
G Din ogni punto perpendicolari alla dire- |
zione della gravità. Quindi anche per il punto |
R il lavoro è
PXRS=PXMN,
come di sopra.
In conseguenza tutti i punti della super-
ficie € D, rispetto all’ altra A B, godono ugual. |
mente di una stessa proprietà, cioè che 7 /a-
voro che viene prodotto dalla terra per far
cadere un corpo da un punto di C D sul |
DI
VP altra A B è costante, qualunque sia la |
COLOMBICULTURA
Riproduzione vietata
CAPITOLO IV.
Dell’ ibridismo fra le specie — Fecondità di al-
cuni meticci domestici — Meticci allo stato
selvatico — La legge dell’ atavismo — Affi-_
nità fra le specie — Incrociamento reciproco
— Descrizione di alcuni meticci — Costumi
dei meticci domestici.
(Continuazione)
1.° IBRIDO MASCH. DI PROVENIENZA INCERTA (Gino
Cajani proprietario).
Statura dei produttori, non conosciuta; Livrea
idem.
STATURA DELL’ IBRIDO
traiettoria percorsa dal mobile. La superficie |
C D vien detta superficie di livello della
terra. Questa espressione di superficie di li- |
vello è scaturita dal modo di disporsi della
superficie libera di un liquido in un vaso,
Lunghezza totale Mm. 258; Ala chiusa 146;
Coda 133; Becco 23; Tarso 23; Detto medio senza
unghia 24: Unghia del dito medio 4.
DESCRIZIONE DELL' IBRIDO
cioè in ogni. suo punto perpendicolare alla |
direzione della gravità. Quindi il livello di un
liquido in un vaso apparentemente è un pia-
no, ma realmente è una parte di una super-
ficie chiusa, immensamente orande, che cir-
conda la terra, e che in ogni suo punto è
perpendicolare alla direzione della gravità;
mindi è una superficie approssimativamente
sferica. Ce ne dà una prova manifesta la su- |
perficie del mare.
Se dunque riuniamo con una superficie
tutti i punti posti al di fuori della terra pei
quali il lavoro è costante, si ottengono delle
superfici approssimativamente sferiche e con-
centriche — Dunque le superficie di livello
della terra sono superficie pressochè sferiche
e concentriche. Un corpo quindi trovandosi
su di una di tali superficie, si muoverà verso
quelle più interne, producendo sempre lo stes-
so lavoro fra due di queste, qualunque sia la
traiettoria percorsa da una superficie al- |
l’altra.
(continua)
Becco color corno scuro; iride rosso vivo; con-
torno degli occhi bigio ametistino; fronte e pileo
bianco leggermente carnicino ; schiena carnicina con
larshe macchie isabella; groppone carnicino con
piccole ma frequenti macchie isabelline; penne del
sopracoda, carnicine le mediane, le altre isabella
scuro con stelo chiaro; gola, lati del collo e petto
bianchi leggermente incarnati; collare nero intenso
di mm. 5 di altezza; penne anali e del sottocoda
bianche pure; fianchi cenerino chiarissimi e sfumati;
| scapolari carnicine cou larghe macchie isabella ;
cuopritrici, a sinistra isabella, a. destra le dne prime.
| isabella, le altre bianche con sfumatura isabellina;
| remiganti, cenerine ‘a sinistra, cenerine puntate di
bianco alla destra; coda rotonda colle timoniere di
mezzo isabella, le altre cenerine chiare con l’ apice
bianco, più intenso nelle ultime. Piedi rossi; unghie
color corno chiaro.
Quest uccello che è decisamente un’ ibrido pro-
veniente da due specie di tortore fu dal nostro dotto
' amico Cajani acquistato alla piazza. — Non fu pos-
sibile conoscerne la provenienza. — È fecondo, poi-
| chè accoppiatosi in voliera con una tortora bianca
che gli fu destinata a compagna, gli sono attual-
| mente nati i pulcini.
2.9 Isripo mascH. (CoLuma Turrur mascH. Co-
LumBA RisoriA v. p. rem.) Gino Cajani proprietario.
L:
o
132
STATURA DEI PRODUTTORI
(C. Turtur masch.) Lunghezza totale Mm. 275;
Ala chiusa 175; Coda 110; Becco 18; Tarso 21; Dito
medio senz' unghia 20; Unghia del dito medio 8.
(©. Risoria fem.) Lunghez:a totale: Mm. 260; Ala
chiusa 165; Coda 120; Becco 19; Tarso 19; Dito
medio senz’ unghia 21; Unghia del dito medio 7.
Livren dei produttori: Vedi descrizione al Ca-
pitolo 11.
STATURA. DELL' IBRIDO
Lunghezza totale’ Mm. 253; Ala chiusa 152;
Coda 101; Becco 20; Tarso 22; Dito medio senza
unghia 23; Unghia del dito medio 6
DESCRIZIONE DELL’ IBRIDO
Becco cenerino cupo; iride arancione vivo; con-
torno degli occhi cenerino chiaro; fronte e pileo
cenerino perlato; schiena e groppone marrone chiaro
coll’ apice più scuro; penne del sopracoda cenerine
chiare alla base, marrone chiare in cima con sfu-
mature bianche; gola bianca; lati del collo cenerini
chiari con sfumature marrone; petto cenerino con
‘ sfumature rossiccie ; collaretto bianco e nero come
il padre; penne anali e del sottocoda bianche; penne
dei fi»nchi cenerine scure: scapolari marrone chiaro
con stelo nero; cuopritrici, le primarie cenerino
chiare, le altre cenerino chiare con sfumature mar-
rone; remiganti, le prime quattro brune con sottile
margine lionato, le altre cenerine cupe; coda roton-
data colle due timoniere centrali eguali al padre e
le altre alla madre. — Piedi rossi; unghie color
corno scuro.
Quest” ibrido è il sesto o settimo figlio della cop-
pia, avendo il proprietario regalati gli altri fratelli.
Nacque nella seconda metà dell'anno 1887 ed è
stato accoppiato per esperimento eon una tortora
- bionda. Le due tortore che lo generarono hanno
altri due figli nati nel Maggio 1888. — È fecondo,
come lo furono gli altri ibridi nati da questa unione.
de IsRIDO MaScH. (CoLumBA TURTUR MASCH. XK
CoLumpa RisorIA v. D. FEM.) Conte Ettore Arrigoni
degli Oddi proprietario.
STATURA DEI PRODUTTORI
(C. Turtur masch. x identica a quelli dei produt-
(C. Risoria fem. è torì dell’ ibrido N.° 2.
Livrea dei produttori: Vedi descrizione al Ca-
pitolo n.
STATURA DELL’ IsRIDO.
Lunghezza totale Mm. 268; Ala chiusa 170;
Coda 120; Becco 20; Tarso 22; Dito medio senza
unghia 22; Unghia del dito medio 7.
DESCRIZIONE DELL’ IsRIDO
Becco nero; Iride rossa; Contorno degli occhi
rosso; Fronte bianca tendente al cinereo-azzurognolo;
Pileo, porzione alta della collottola cenerino cele-
stognolo con leggere sfumature nocciola chiaro;
Schiena nocciola assai carico con sfumature di un
bajo-vivace. Groppone cenerino scuriccio. Penne del
sopracola cenerino celestognole; Gola bianca legger-
mente tinta in carnicino, lati del collo vinati. Petto
e parte superiore dell' addome d' un color carnicino
fortemente vinato; Alla collottola una strisce a bianco-
cenerina, susseguita da altra più larga di un nero-
lucente, le di cui piume sono terminate all’ apice
in bianco sfumato di azzurrognolo; Penne anali e
del sottocoda candide, dei fianchi azzurrognole; Sca-
polari, cuopritrici superiori delle ali nocciola-carico
collo stelo nero, le prime cuopritrici celestognole ;
Remiganti scuriccie con sottil margine biancastro,
coda arrotondata; Timoniere; la prima fino alla
metà della base del vessillo interno nera, nel rima-
nente bianca, la seconda nella prima metà bianca
e nel resto nera; le altre inferiormente colla. parte
della base nera, superiormente scuriccie nella prima
metà, bianche nel resto; le medie interamente scure;
Piedi rossi; Unghie scuro-nere. ;
L' egregio Conte Arrigoni avendo accoppiato
ques’ ibrido con altra tortora lo riscontrò fecondo, e
di tal fatto compilò e passò alle stampe una detta-
gliata ed erudita memoria (1).
4.0 IBRIDO MASCH. (CoLumBa Livia v. D. MASCH. XK
CoLumsa RisorIa v. D. FEM.) Gino Cajani proprietario.
STATURA DEI PRODUTTORI
(C. Livia masch.) Lunghezza totale Mm. 355; Ala
chiusa 200; Coda 100: Becco 20; Tarso 30; Dito
medio senz’ unghia 30; Unghia del dito medio 8.
(C. Risoria fem.) identica a quella già notata in
precedenza.
Livrea dei produttori: Vedi descrizione ai Ca-
pitoli Ir e II. : b
STATURA DELL’ IBRIDO
Lunghezza totale Mm. 270; Ala chiusa 200; »
Coda 120; Becco 20; Tarso 30; Dito medio senza
unghia 39; Unghia del dito medio 6.
(1) E. Arrigoni degli Oddi — Op. cit.
DescRIZIONE DELL' IBRIDO
Becco color bruno, più chiaro alle narici; Iride
arancione; contorno degli occhi verde-chiaro; schiena
cenerino-- piombata; groppone cenerino- rossiccio ;
penne del sopracoda cenerino-chiare; gola cene-
rino-chiara quasi perlacea; penne del collare nere
alla base, cenerino-chiare in cima circondate da ri-
flessi color rame poco intenso ; petto cenerino-vinato;
penne anali e del sottocoda cenerino-chiare, dei
fianchi cenerino-perlate; scapolari lionato-accerite;
remiganti, le prime quattro brune, le altre brune
nella parte superiore, nell’ inferiore cenerine; coda
rotondata; timoniere, le due mediane cenerino-cupe;
le due più prossime cenerino-cupe fino ai due terzi
della lunghezza, nel rimanente cenerino-chiare sfu-
mate, le altre cenerino-cupe fino af due terzi col-
l’ apice bianco e col margine fissato in nero ; le due
estreme cenerino-cupe dal lato interno, all’ esterno
bianche; piedi vinatì ; unghie color corno chiaro.
Fù quest’ ibrido acquistato dall'amico Cajani in
Firenze da un negoziante di uccelli, il quale ne
aveva due perfettamente eguali nati alla stassa co-
vata. È stato fino adesso infecondo. L'altro fratello
generò una volta accoppiato con una Tortora bianca
l’ ibrido che qui appresso descriviamo.
GiuLio CESARE GIACHETTI
(continua)
Sulla Caccia dei Coleotteri
III.
I fiumi, i torrenti, i laghi, gli stagni e financo
i ruscelli e le pozzanghere richiamano in generale
l’attenzione del naturalista; ma è forse l' entomo-
logo quellò a cui interessano in modo speciale.
Ed in vero chi si occupa dello studio degl' in-
setti, potrà rinvenirne un numero prodigioso tanto
nelle acque; quanto nelle vicinanze delle medesime,
ed in tutte le stagioni dell’ anno, troverà sempre di
che arricchire la sua collezione e vedrà svolgersi
sotto i proprii occhi, non pochi fatti che rivelando
l’ intimo modo di vivere di questi animali, gli da-
ranno campo di. studiare profondamente la loro bio-
logia. L° entomologo che sappia trar profitto di
quanto può offrirgli qualunque dei luoghi anzidetti,
potrà rimanervi un'intera giornata, sicuro di ritor-
nare carico di bottino per la sua collezione e sodi»
sfatto di avere osservato sugl’ insetti che vi fanno
dimora, qualcuna di quelle artificiose operazioni che
destano la nostra meraviglia, mostrandoci fatti nuovi
i
per la Scienza, o confermandoci quanto abbiamo
studiato sulle opere d' egregi scienziati che ce li
hanno descritti.
Parlerò diffusamente, in questo e nei seguenti
articoli, dei mezzi che io preferisco per catturare in
buon numero quei Coleotteri che vivono sia nelle
acque stagnanti, sia in quelle dei fiumi, dei torrenti
e dei ruscelli, nonchè di quelle specie che dimorano
sulle piante aquatiche e sulle loro radici, o che
abitano piccole tane da esse scavate nel terreno ba-
gnato dalle acque o ad una certa distanza dalle me-
desime; riserbandomi anche di tenere discorso di
quei Coleotteri che sotto i sassi o sulle piante
che crescono sulle rive si rinvengono costantemente.
Tutti i luoghi attraversati dalle acque o gli al-
tri in cui queste rimangono chiuse e stagnanti, pos-
sono essere: sabbiosi, argillosi, sparsi di ghiaia, di
ciottoli, di sassi ecc. ecc. :La diversa natura del ter-
reno che trovasi in contatto coll’ acqua o ]’ essere
questa salmastra o potabile, dà luogo al rinveni-
mento di alcune specie piuttosto che di certe altre.
Mi limiterò adunque pel momento, a parlare delle
specie che costrette dal loro singolare modo di vi-
vere, fissano le loro abitazioni solamente sulle rive
sabbiose.
Per dare la caccia a simili Coleotteri, la mag=
gior parte degli entomologi sanno che il miglior
metodo si è quello di spruzzare con le mani, o con
qualsiasi altro mezzo, dell'acqua sulla spiaggia are-
nosa. Difatti chi usasse per la prima volta di questo
artifizio, rimarrebbe sorpreso accorgendosi che in un
tratto di quella riva, ove prima non si vedeva nep-
pure un insetto, al primo cadere delle gocce d’acqua
sul suolo, centinaia di Coleotteri si sparpagliano di
quà e di là con tale sveltezza che, se non sì è do-
tati di molta pratica ed agilità, pochissimi e anche
nessuno di essi rimane preda della cupida mano che
vuole ghermirli, giacchè quelle.bestiole sbucate così
all’ improvviso dalle loro sotterranee dimore se la
danno a gambe per andare a nascondersi fra i giun-
chi o altre piante riparie, nonchè sotto i sassi an-
che a considerevole distanza dal luogo da cui erano
state scacciate.
Se da una parte questo inaffiamento delle rive
sabbiose ci. mette sott’ occhio centinaia d’ insetti,
non è raro però il caso di rimanere scorbacchiati,
accorgendoci che di tante belle cose pochissime re-
stano prigioniere nelle nostre boccette, malgrado le
nostre corse infruttuose. Ad evitare in parte simili
spiacevolissime delusioni, trovo acconcio il seguente
sistema.
Appena mi accorgo che una piccola estensione
ci spiaggia sabbiosa, arida e spoglia di vegeta=
zione, offra di quei caratteri che all’ occhio esperto
dell’ entomologo, prometta di nascondere un certo
numero dei desiderati Coleotteri, prima di spruz-
zarvi dell’ acqua, mi do ‘a sollevare i sassi che
giacciono ad una certa distanza dal lido. Ciò mi
procura naturalmente delle belle e ricercate specie
di sabienus, ophonus, percus, pterostichus, poecilus,
cymindis, cymindoidea, suphium ecc. ece. fra i Ca-
rabidi, nonchè svariatissime specie di altre famiglie.
Dopo avere rovistati ben bene tutti î sassi di
cui ho parlato, li prendo e Ji colloco in modo da
formare un semicircolo del quale il limite dell’ acqua
formi il diametro, non eccedente però i due metri
o poco più. Costruito questa specie di muro ad an-
fiteatro, cominciò l’ inaffiamento. È naturale che i
fuggiaschi sì rimpiattino sotto quei sassi che ad
essi si parano innanzi e, paghi del loro nascondiglio,
non sì spargono per la campagna. sicchè dopo aver
chiappati tutti quelli che mi è riuscito, sorprenden-
done la fuga precipitosa, comincio a frugare con
tutto il mio comodo, sotto quelle pietre, ed è ben
raro il caso che qualche insetto possa scapparmi,
giacchè ognuna di esse ne alberga soltanto un nu-
mero limitato.
Con questo metodo sebbene un po’ faticoso, spe-
cialmente quando non si ha cura di farsi accompa-
gnare da qualche contadino, io riesco benissimo a
prendere centinaia di dembidion di molte e spesso
rarissime specie, senza fur conto di Staphylinidi,
Anthicidae e numerosi rappresentanti di altre fa-
miglie che trovansi nelle stesse condizioni dei men-
zionati Carabidi. ;
Augusto PaLumgo
Prof. AGOSTINO BONOMI
VULCANI E TERREMOTI
rooe“<Sti === aa
( Continuazione)
Dei Terremoti.
Appellasi Terremoto ogni scossasdata ad una
parte più o meno estesa della crosta terrestre.
Esso.è semplicissimo effetto meccanico prodotto
da un'urto contro la massa solida del globo. Il ter-
remoto è uno dei fenomeni pù comuni, giacchè
sì fanno ammontare da 3000 a 5900 le scosse
annue sensibili in un punto o nell’ altro della
superficie terrestre.
Le circostanze che accompagnano questo feno-
meno sono tuttavia così svariate, che quando la
|
scienza ne cerca una spiegazione sicura, quando
essa vuole la causa di questo flagello dell’uma-
nità, si smarrisce in un labirinto di forze interne
eù esterne, di efficacia variabile, che nel loro
complesso turbano l’ equilibrio del meccanismo
geodinamico, e mettono a soqquadro regioni tal-
volta estesissime. |
Sì, la causa vera dei terremoti sarà per la
scienza sempre un mistero, perchè essa sì sot-
trae troppo alla diretta osservazione. Al posto
del vero perchè essa nou può quindi che sostituire
ipotesi e teorie, le quali tanto più s° avvicine-
ranno alla verità, quanto meglio si basano su dati
meteorologici e geologici.
Secondo le località, dove succedono i terremoti,
questi vengono distinti in: 7
Vulcanici, quelli che annunziano od accompa-
gnano un’ erdzione. ‘
Perîmetrici, quelli che da secoli imperversano
nelle medesime regioni che sono di natura vnl-
canica come nell’ Italia centrale e meridionale,
nel Chilì, nel Perù ecc.
Telluricî, quelli i quali scuotono regioni, ta-
lora estesissime, lontane assai dai centri vulcanici.
Dal movimento che produce il terremoto ch'a-
masi :
Sussultorîo, quello che scuote il snolo di.l
basso all’ alto facendolo traballare come se si
urtasse al disotto d'una lamina coperta di sabbia,
che e costretta-a balzare in alto.
Onadulatorio, quello che solleva ed abbassa il
suolo come le onde del mare, trasportando il
moto successivamente da un luogo all’ altro.
Rotatorio, quando il terreno muovesi a cerchi
concentrici oppure a vortice.
È però diffici'e indicare con precisione i mol-
teplici movimenti prodotti da un terremoto, tanto
più che gli is‘rumenti a ciò destinati e che si di-
cono Sismoinetrî o Sismografi sono ben lungi
dal corrispondere perfettamente alla bisogna.
Il terremoto pnò esser prodotto da un' unica
scossa, o da una successione delle stesse, ed allora
dicesi contizuo.
Allorquando un vulcano sta per scoppiare, tra-
balla il suolo, sotterra odonsi muggiti e tuoni, i
quali raggiungono il loro massimo di forza al
momento dell’ esplosione, mentre vanno gradata-
mente indebolendosi durante l'eruzione, finchè
del tutto cessano.
Il rinvenire una causa a questi terremoti yul-
canici sembra più facile che negli altri casi. Ed
invero, quando una pentola comincia o bollire, i
vapori che si formano in seno al liquido, colla
loro tensione esercitano una pressione sulle pa-
reti del recipiente e lo fanno tremare. Chi si è
avvicinato alcuna volta alla macchina d' un treno
ferroviario si sarà facilmente convinto di questo
tremito convulsivo. Ebbene un vulcano rappresen-
135
ta una pentola enorme, una colossale macchina
a vapore. Qual meraviglia che lo sforzo dei va-
pori, affine di aprirsi uno sfogo, sia la causa del
traballamento delle regioni circostanti?
Anche i terremoti perimetrici sono in così
stretta relazione coi Vulcani, che non si può far
a meno di assegnar loro la medesima causa. È
sempre il vapor acqueo, che, chiuso come il gaz
entro una bottiglia, tenta di farne saltar in aria
il tappo. E questa reazione dura per anni ed
anni, devastando gli stessi paesi, ripetendo le
medesime stragi in quelle terre infelici, ove i po-
veri abitanti son sempre colla morte alla gola.
Come causa secondaria concorre immancabil-
mente la pressione atmosferica, perchè col variar
Sconscendimenti sotterranei potranno esser pure
prodotti dall’ erosione delle acque interve che cir-
colando così abbondanti nelle viscere della terra,
potranno dar origine a demolizioni, a fratture da
riguardarsi come altre canse d’un terremoto.
Certo che non essendo la crosta terrestre un si-
stema omogeneo di rocce, egualmente elastiche,
ma diverse per consistenza, interrotte da cavità
ripiene di liquidi e di gas, il moto trasmesso ar-
riverà alla superficie così modificato, che in luo-
ghi differenti la scossa avrà ‘intensità diversa, i
movimenti del suolo potranno riuscire svariatis-
| simi. Dunque le diverse forme di terremoto che
di questa, muta pure l' intensità delle emanazioni |
gazose e dei suoni sotteranei. Lo Stromboli per
esempio ed in altri paesi certi pozzi di acque
termali od anche fredde, segnano con fenomeni
speciali le mutazioni del tempo.
Ma ì terremoti dei quali è più difficile scosrire
abbiamo prima nominate dipendono dalla irrego-
lare compagine della terra. Alle cause pei terre-
moti già nominate, devesi aggiungere la seguente
teoria che ai giorni nostri è la più accetta agli
scienziati :
La temperatura terrestre va aumentando pro-
| gressivamente colla profondità, ma si arguisce
la causa sono i TeVlurici. Come ricercar quella |
i la cui influenza le sostanze più refrattarie devono
nei vulcani, se nelle regioni desolate non ne esi-
stono nè attivi, nè spenti? È egli possibile che
un centro vulcanico faccia sentire le sue scosse
per un' estensione di molti e molti miriametri
quadrati, come è avvenuto nel terremoto di Li- |
sbona ?
Probabilmente tali terremoti dipendono ron
da una sola causa, ma da un complesso di queste.
Anzi tutto dirò che la crosta terrestre è in con-
tinua oscillazione. Non si esagera, se si paragona. |
il globo ad una palla di cauciù che si schiaccia da
una parte. per gonfiarsi dall’ altra. Se è vero che
la solidificazione della terra va gradatamente
aumentando, per legge fisica la massa interna
deve perdere il volume; di quì pressioni, solle-
vamenti, dislocazioni della crosta terrestre in
mille sensi. Se queste oscillazioni sono rapide,
come ebbe a vedersi in molti terremoti, gli strati
rocciosi si rompono, ma se esse sono Zenze, allora
quelli potranno curvarsi, senza, spaccarsi, oppure |
formeranno delle screpolature longitudinali, le
quali, se esterne, daranno origìne alle vallate, se
interne, varranno per lo meno a far traballare
regioni anche molto estese. Di queste oscillazioni
lente della crosta terrestre fu tenutu conto sola-
mente dagli scienziati del nostro secolo, e furono |
così fortunati da poter rilevare mediante le os-
servazioni dei livelli
ed abbassamenti del suolo non solo continuano
anche al presente, ma che indiscutibilmente gli
attuali continenti emersero nel mare.
È cosa naturale quindi che col continuo oscil-
lare della crosta terrestre, impropriamente detta
terra ferma, si possano formare nell’ interno
delle rotture, il cui suono trasmesso alla super-
ficie, per quanto debole sarà sempre un terremoto.
marini, che i sollevamenti |
che questo calore a circa 14 del raggio terrestre,
raggiunga un massimo di circa 2000 grad, sotto
passare allo stato gazoso. Questa temperatura
dicesi purio pratico, perchè in essa i gas diven-
tano ?encoercibili, cioè non possono passare nè
allo stato liquido, nè al solido. Questi gas reagi-
scono meglio di qualunque sostanza solida com-
pattissima contro la crosta terrestre colla- ten-
sione di qualche migliaio di atmosfere. L’ acqua
circolante abbondantemente in seno alla terra,
impregna tutte le rotce attraverso cui passa, ma
ad una certa profondità dovrà risolversi in va-
pori, o disassociarsi in gas che riempiranno ca-
vità sotterranee, le quali verranuo facilmente
formandosi per la plasticità del'e rocce e per la
tensione dei vapori. Quindi a profondità enormi
dovranno esistere dei grandi serbatoi di masse
gazose, favoriti dall’ elevatissima temperatura e
dal diminuire della gravità dei corpi coll’ avvici-
narsì al centro della terra. Queste masse di ya-
pori quanto più sono vicine alla superficie do-
vranno impicciolirsi, perchè coll’ abbassarsi della
temperatura scema in pari tempo la tensione dei
gas e la plasticità dalle rocce. In quelle ime ca-
vità i vapori funzionano come potentissimi torchi
idrostatici sulle mater'e pastose che formano il
nucleo terrestre. Una quantità maggiore o minore
di acqua che passi in vapore basta a stornare
l'equilibrio di prima, e se per qualche meato ar-
riva acc dentalmente ad aprirsi una comunicazione
fra le grandi masse vaporose centrali, e le piccole
superficiali, istantaneamente potrà trasmettersì
da quelle a queste una pressione di migliaia di
atmosfere. Al poderoso urto la crosta terrestre
cederà saltando in alto come una gigantesca mina,
ed allora avrassi una eruzione vulcanica, oppure
essa resisterà, ed allora il suolo ne sarà scosso
per un largo circuito. In una parola, ammettendo
che l'interno della terra sotto l'influenza di tre
agenti acqua, calore, pressione, sia allo stato pa-
stoso, si viene ad attribuire la causa dei terre-
moti e del vulcanismo în generale aî gas ed ai
vapori contenuti nelle viscere della terra. Come:
agenti secondari potranno concorrere anche l’ at-
trazione della luna e del sole, nonchè la pressione
atmosferica. (continua)
—«e—_
Gonservazione degli esemplari di Mi-
neralogia, Geologia e Baleontologia.
La deliquescenza e l'effluorescenza, sono le prin-
cipali se non l’ uniche cause che non solo danneg-
giano ma distruggono i minerali ed i fossili.
La deliquescenza è la proprietà che posseggono
certi corpi specialmente salini, di attrarre l'umidità
dell'atmosfera, e di disciogliersi nell'acqua che
ne resulta. Non è difficile preservare gli esemplari
da questa dissoluzione, ponendoli in tubi o vasi di
vetro ben turati e procurando che 1’ aria la quale
rimane chiusa nel vaso, sia ben secca.
L’eflluorescenza è la facolta che certi minerali
e fossili hanno di disgregarsi fino a ridursi in pol-
vere. Alle volte anche per questi basta il chiuderli
in un vaso; ma in generale bisogna ricorrere ad
altri mezzi.
La conservazione di certi campioni molto in-
stabili si conseguirebbe bene introducendoli in un
tubo da assaggi ripieno di un gas o di un liquido
che non reagisse chimicamente sull’ esemplare e
quindi saldando i! tubo al cannello ferruminatorio;
ma oltre che questa operazione non è fattibile che
per piccoli oggetti, richiede varie operazioni che
non sempre si ha agio di fare, /sse/ consiglia di
immergerli in una leggiera soluzione di colla di
pesce, Granger nell'olio. Certi fossili piritrosi, 0
impregnati di salsedine, e non suscettibili di essere
lavati, bisogna farli ben seccare e quindi coprirli
con un sottile strato di una sostanza che non scre-
poli ne si scagli. Una lunga soluzione di gomma
arabica, con. poco zucchero perchè non screpoli
nel seccarsi, basta molte volte allo scopo, meglio
ancora è il vermiciarli con la soluzione di silicato
di soda o di potassa. Chalande raccomanda di far
subire agli esemplari un bagno da un'ora a venti-
quattro, secondo i pezzi e la loro fragilità, in una
soluzione a parti eguali di silicato di soda o di
potassa ed acqua; tolti dal bagno si lasciano asciu-
gare e dopo qualche tempo avranno acquistata una
durezza considerevole.
I fossili sono fra gli esemplari di Paleontologia |
i più difficili a conservare: Fanville li conserva |
nella paraffina, sostanza solida che fonde a 44
gradi ed è priva di ossigeno; ma questo metodo
‘non si può applicare che per campioni di piccola
mole.
Per consolidare le ossa fossili Lamberti indica
il processo seguente: Fondi del bianco di balena,
o spermaceti, in un vaso qualunque, al calore di
una lampada ad Alcool; quando il bianco e fuso
e ben caldo intonaca con esso gli ossami, la so-
stanza in ebollizione penetra attraverso i pori e
raffreddandosi li consolida e li dona la durata della
pietra; qualche volta resta alla superficie un leg-
gero strato di materia che è facile fare sparire
scorrendo su tutto l’ esemplare un pezzo di carta
accesa.
Anche la gelatina e la colla forte viene impie-
gata per lo stesso effetto ma non sempre con buoni
risultati.
Del resto altri metodi saranno certo stati pro-
vati e se i non pochi abbonati a. questo Bollettino
che si occupano di Mineralogia, Geologia e Pale-
ontologia ne conoscessero dei migliori a quelli qui
indicati, molto gradito sarebbe se li comunicassero.
a Si BÎ
I silicati di sola e di potassa e tutti gli altri peparati utili
per la conservazione dei minerali ecc., si possono acquistare
presso il Gabinetto di Storia naturale di S. Broci .Stena.
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte #
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi motizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Il FaZeo
peregrinus che già da lungo tempo andava in Praga
a caccia di colombi, fu finalmente preso vivo in nna
trappola, ed esposto al pubblico come rarità.
Un Pandion haliaetus fu ucciso nell'aprile scorso
sul Danubio presso Linz.
Il Signor Reiser osservò nello scorso Gennaio
nei dintorni di Sarajevo in Bosnia, un Pletrophanes
nivalis, nell’ Aprile un Antlus cervinus e più tardi:
Totanus glareola, Budites cinereocapillus, Gallinago
major ed altri uccelli interessanti.
A Bolzano un paio di rondini fecero il loro nido
nelle mani d' un Cristo che trovavasi nel vestibolo
d'una locanda; altro paio lo costruì in un angolo
d'una cella del convento di francescani, ridotta prov-
visoriamente a scuola. Ad onta del rumore é del via
vai di gente le rondinelle non sì. disturbarono.
Un' Cypselus melba fu veduto a Bolzano il 25.
Aprile, un Cyp. apus il 2 Maggio, un Oriolus gal
bula il 6 Maggio. (Soc. ornitolog. Vienna). —_
Il Signor Isehusi di Schmidhofen fà osservazioni
assai interessanti sul passaggio della Nwcifraga
caryocatactes nell’ anno 1885 per le diverse regioni
dell’ Europa (Italia, Francia, Germania, Inghilterra
ecc.) e dà la descrizione delle due varietà pachy-
rhynchus e leptorhynchus (Soc. botan. zoolog.
Vienna 1r 1888).
Negli scorsi Ottobre e Novembre apparve nella
provincia di Tromsò un branco della succitata Nuci-
fraga, che non era mai stata osservata nella Nor-
vegia settentrionale e meridionale. (The Nature
N. 250).
Detta Nucifraga trovasi da più anni stazionaria
nei boschi di pino nell’ Erzgrbirge della Boemia, ove
compare; qualche volta anche la Bombicilla garrula.
(Soc. ornitol. Vienna 1888).
Il prefetto di Tivnova riferì al governo di Sophia,
essersi veduto il 28 Giugno, di buon mattino, diri-
gersi verso i monti di Iantra un branco di ben 200
acquile e un paio d' ore dopo, venire da parte oppo-
sta ben 300 cicogne verso le dette aquile. Dopo
breve fermata, quasi per riconoscere la posizione e
il numero del nemico. cominciò l' attacco ; terribile
era la lotta, ogni momento cadevanno a terra morte
cicogne e, aquile; dopo un ora di zuffa sì ritirarono
ambedue le armate, forse per cercare rinforzo e ri-
cominciare la guerra. Si crede che ben 200 siano i
morti. Il governo . bulgaro ordinò che si facciano
ricerche per poter sapere quali siano i vincitori, se
le aquile o le cicogne.
Vienna SR.
Il Sig. Brocard presidente della Soc. ornit. de
Franche-Comte rende noto che negli. ultimi giorni
di agosto una grande quantità di crocieri o becchi
in croce (Loxia curvirostra) è apparsa nei dintorni
di Besancon. A. Mézières, un solo cacciatore ne ha
viccisi più di 100. Pop!
Per gli allevatori di uccelli. Il Dott. Russ at-
tiva I° attenzione degli allevatori di uccelli su di un
nuovo cibo da sostituirsi alle crisalidi di formica
presentemente in uso, le quali non si trovano in
ogni luogo e si vendono perciò anche a caro prezzo,
formando delicato cibo per gli uccelli insettivori,
come fagiani, giovani allodole della California ed altri
pregievoli uccelli che si tengono negli appartamenti
o per il loro canto o per il variato colore delle loro
piume; servono pure per i pesci che si conservano
vivi in acquari ecc.
Intorno a fiumi, ruscelli, paludi ece., svolazzano
in straordinario numero le Efimere e principalmente
ciò osservasi in vicinanza di acque in Ungheria.
Il r. governo ungherese ha deciso di far raccogliere
questi insetti, i quali molestano i viaggiatori e
‘487
gli animali, e cerca d'introdurli in commercio in-
vece delle sunnotate crisalidi di formiche. Detto
governo invita perciò gli interessati a voler rivol-
al Sig. Dott. G. de Hayek, i. r. consì-
gliere di governo a Vienna (Marokanergasse 3.), il
quale è autorizzato dal R. governo ungherese a dare
tutti i desiderati schiarimenti su questo argomento.
(Naturfr. di Pfeiffer. Vienna N. 7 1888) SR.
Raro uccello, nuovo per l’ Italia. La Prego di
annunciare nel riputatissimo Bollettino del Natura-
gersi
lista, che potei acquistare una Somateria spectt-
| dilis, L. maschio non perfettamente adulto, ucciso,
alle Pignatelle (Laguna Veneta) dal cacciatore Gio-
vanni Mirotto li 21 Agosto a c. Nel prepararla
trovai il ventricolo e l’esofago pieni di Carcinus mce-
nas. Seppi dal fortunato cacciatore che questo pal-
mipede non era punto diffidente e che per impos-
sessarsi della preda si tuffava nell’ acqua ricompa-
rendo a galla dopo lunghi intervalli, come usa fare
il quattrocchi.
Donai l’ esemplare al Civico Museo di Venezia.
È la prima volta che questo rarissimo uccello
comparisce in Italia. A. P. Ninni
Ancora sulla recente comparsa in Europa del
Syrraptes paradoxus. Il Syrraptes paradorus fu
veduto, secondo le annotazioni del Sig. Struk, nel
Mellemburgo in diversi siti, così il 18 Aprile a
Parchim (12-14 individui); il 20 Aprile (2 morti);
il 5 Maggio (2 femmine morte, 1 maschio vivo con
ala ferita); a Warren il 14 Maggio un branco di
circa 300 individui, i quali eccetto uno, fuggirono
tutti.
Un Sirraptes paradoxus dicesi, esser stato ucciso |
a Cavalese nella Val di Fieme. (Soc. ornit. Vienna).
Il ministero d’ agricoltura a Berlino esternò il
desiderio che si faccia ogni possibile per trattenere
in paese il detto Syrraptes, non ucciderlo e cercar
d’acclimatizzarlo. (die Natur. Halle N. 30).
Dott. Schaff dà una lista cronologica delle lo-
calità, nelle quali nei mesi d° Aprile e Maggio a. c.
furono osservati i Syrraptes; così in Germania (in
Slesia a Raunscha un branco di 100-150 ind.) a Ohlau
(20), in Sassonia (a Pirna 15-20), Prussia (Berlino
30-50, a Greifswali in Pomerania (100), a Brusselles
(20), nell’ Hannover (50-60), nel governo di Oyel in
Russia (100), poi in Inghilterra, Svezia etc. etc. Un
nido fù trovato presso Kiel. Schéff dà pure noti
zie sul cibo di cui si nutre detto uccello, sul Sito)
volo, sul suo carattere ete., ed esterna il desiderio
che non si voglia perseguitarlo, anzi aver cura di
poter acclimatarlo nei nostri paesi, il che sarebbe
ben facile, se detto Syrraptes paradoxus venisse la-
sciato in quiete. (Zool. Gart. N. 6). SR,
Il Vivaio di Vienna. Il, circa 20 anni fà, tanto
rinomato giardino zoologico a ‘Vienna, frequentato
luogo di riunioni del bel mondo ed anche come
soggiorno di istruzione e di curiosità, dopo non molti
anni in causa di infelice amministrazione, morì. Dopo
questo giardino zoologico, Vienna ebbe a godersi
un grandioso acquario; ma pur troppo, cangiata |
direzione, in pochi anni cominciò digià a difet-
tare di materiale per attirare il pubblico, e perciò
cadde di anno in anno in uno stato moribondo. Ora
questo acquario è stato acquistato da tre scienziati,
i quali lo hanno ingrandito, rinnuovato, riorganiz-
zato e lo hanno aperto al pubblico nello scorso Lu-
glio sotto il nome di Vivaio viennese. In questo
nuovo Istituto trovansi mammiferi, amfibi, uccelli,
pesci, insetti etc., in adattati recinti, terrari, acquari
etc. Direttore ne è il Sig. Knauer; Segretario della
societa ornitologica di Vienna.
In questo vivaio venne trasportata la biblioteca
e la collezione della società ornitologica. SR.
Note entomologiche. Isosoma orchidearum, è
un Imenottero il quale attacca le Orchidee, ma prin-
cipalmente le Cattleye; nelle serre del Rothschild
esso apportò grandissimi danni, come pure nel Bel-
gio e nell’ America. La larva si interna nelle gemme
del fiore e nello stelo. Per distruggerla si usa un
ago a tre canti, che sì introduce nella cavità sca-
vata dal detto insetto. (dll. Wien. Gart. Zig.
INFARTO
Nei dintorni di Perezek in Ungheria i campi ven-
nero danneggiati dal Coleoptenus maroccanus, che è
una varietà del Col. italicus, il quale venne dal-
l'Africa e fu osservato per la prima volta in Unghe- |
ria. Questa cavalletta però non è tanto dannosa come
il Col. italicus, nè come l' Acridivm migratorivm;
essa devastò le foglie del frumento, e le spighe | maschile, che può essere di molto valore; e non
-
dell’ orzo. (Wien. N. 29). > SR.
Cavalli striati. Hartwig dà notizia dei cavalli
con gambe e qualche volta con dorso striato, che
non di rado si trovano in Norvegia; assomigliano
all Equus hemionus (Zool. Gart. N. 6). SR.
Note botaniche. Nell’ Agosto dello scorso anno,
ebbi occasione di raccogliere sulia costa di Barce-
lona, parecchi esemplari di Meliotropium curassa- |
vicum, L. specie affatto marittima, che molto si al-
lontana da tutte ie altre congeneri. Non essendo
ancora. indicata per la Spagna, credo interessante
affermarne ancor ivi l’ esistenza, in aggiunta alle
altre località già note di tale pianta. Questo Helio-
tropiwm è originario delle Antille e dell’ America
meridionale, dai quali luoghi si estende fino alle
Isole Sandwich ed al Capo di Buona Speranza. Per
la regione mediterranea, ove certamente fu impor-
tato, si conosceva solo della costa africana (Algeria
ecc.) e della Francia meridionale (Narbona).
Bologna 22 Agosto 1888. G. E. MATTEI
In questi ultimi giorni ho colta nel mio coltile,
da una pianta normalmente sviluppata una spica di
Zea mays, presentante una singolare anomalia.
La spica, che non ha nulla di irregolare ed
anormale nel resto, termina alla sua sommità con
un rametto, lungo circa dieci decimetri, di fiori
maschi perfettamente conformati;gper di più su tale
rametto, l’ uno ai due terzi l’ altro più in sù, stanno
due chicchi di grano benissimo sviluppati e quasi
maturi come quelli della spica, dai quali però dif-
feriscono per la loro forma oblungo-schiacciata, per
essere più grossi alla base che alla sommità e, cosa
ben più importante, per esser protetti inferiormente
da una specie di scaglia consistente, concova, un
pò appuntita all’ estremità (dove concorrono, for-
mando una leggera prominenza, le esili di lei ner-
vature) e somigliante alle gZumette che proteggono
1 fiori ed i semi di tante altre graminacee.
L’ invoglio della spica non presenta molto di
notevole però, cosa del resto frequente anche in
piante normali, le brattee più esterne» sono termi-
nate da una perfetta sebben piccola foglia, avente
come le cauline la propria ligula, fogliola che va
man mano diminuendo sino a scomparire totalmente
nelle brattee più interne e così da mostrare ad
evidenza che le brattee dell'involucro corrispondono
nella loro maggiore o totale estensione alla guaina
delle foglie del fusto.
Le conclusioni che da una tale anomalia si pos-
sono trarre sono facili e non nuove, ne togli certo,
come ho fatto notare, la presenza della piccola sca-
glia nei due chicchi di grano attaccati sul rametto
avrei cercato descriverla se fosse a mia notizia che
è stato pubblicato un simile caso, e così perfetta-
mente determinato nella sua anomalia, come il
presente.
Rudimenti od embrioni (decidere il nome in tal
caso più proprio, è difficile) di rametto maschile
sopr'a spiche di zea mays ne ho osservati parecchi
nelle piante del mio cortile, le quali presentano
pure molto frequentemente la fogliola più sopra
descritta.
Quanto alle cause che hanno potuto produrre
l’ anomalia: le piante provengono da seme vecchio
e hanno vegetato in un’ terreno piuttosto grasso (1).
Rovigo Antonio De Bowrs
(1) Dopo inviataci la presente comunicazione, l'egregio Sig.
De Bonis ci scrive avvertendoci che in una piccola gita.in cam-
pagna ha raccolte 4 pannocchie terminali di Zea mays, portanti
Uovo mostruoso. M° è
amico, e tengo, un uovo di gallina comune grosso
stato regalato da un
quanto quello di una tacchina e che per maggiore
singolarità presenta due tuorli, come puossi accertar-
sene esaminandolo contro la luce. La gallina da cui
proviene ne ha già deposti altri e tutti a doppio
tuorlo. Non conosco la frequenza e l’importanza di
un tal fatto; ma mi pare sarebbe curioso il far fe-
condare la gallina che ha tale mostruosa tendenza.
Se potrò persuaderne il suo proprietario riferirò ai
lettori del Bollettino i risultati delle covate.
Rovigo 5 AntoNnIo De Bonis
Orthonectidae A. Giard e Dicyemidae £. è.
Ben. (1). Questi due gruppi di parassiti, molto vi-
cini l’ uno all’ altro, non hanno ancora trovato il
loro posto nel sistema: alcuni li tengono, in merito
alla loro gran somiglianza cogli embrioni dei distomi,
per vermi degenerati; altri, considerando che il
corpo loro consta di due soli strati cellulari (ento-
derma ed ectoderma), ne fanno un tipo speciale col
nome di Mesozoa, che verrebbe appunto a stare fra
i Metazoa ed i Protozoa. — Sono tutti parassiti di
‘avertebrati marini.
Gli Ortonectidi hanno un corpo allungato, com-
posto di diversi segmenti (anelli); lo strato assiale
Cirri;
consta di diverse cellule. anteriormente pa-
pille; le fem. ovipare.
Un solo senere: RAopalura Metschn. con due
1° Rh. Giardi Metschn.
(fem.= Intoshia gigas Giard; masch. = RA. ophioco-
mae Giard), parassita dell’
(= Ophiocoma neglecta !!), 2.2 Rh. Intoshii Metschn.,
parassita del Nemertes lacteus Grube (= Lineus
specie fin’ ora sicure:
Amphiura squamata
lacteus Montagu).
I Diciemidi hanno un corpo allungato, cilindrico
o,affusolato, non composto di anelli; una sola cel-
lula assiale; le fem. sono vivipare e compariscono in
due forme, di cuì le une producono solo masch. le
altre solo fem. Vivono parassiti nei reni di mollu-
schi dibranchiati (Octopus, Eledone, Sepia etc).
Quattro generi: Dicyema, Dicyemopsis, Dicyemi
na e Dicyemella, con 12 specie. Re
Lo Stachys (Sf. affinis, alias St. tubifera Naud.
St. Sieboldi), di cui fu parlato in
questo Bollettino A. vir, p. 139 e A. c. p. 14, viene
e forse anche =
quà e là, fra le spighette maschili alcuni chicchi di grano, ed
altre due intramezzate da vere spighe femminili coperte dalle
gialle cariossidi perfettamente mature. Egli si è perciò persuaso
che il fatto non sia tanto raro, e che era (gia noto ai contadini
con i quali ne ha parlato. Li D.
(1) Cfr. Levnis, Sinopsis der Thierkunde, 1886, S 1349 a.,
nonchè ì riassunti del Braun nel Centrbl f. Baet. ele. 1. A.
u. Vol., pag. 255 e 386. Per le diagnosi vedi pure il Prodra-
mus faunae mediterraneae del Carus, di cui in questo Bol
| lettino a c. pag. 107 nell’ art. Crustacea.
coltivato su vasta scala dal Paillicua a Crosnes e
portato in gran quantità al mercato di Parigi col
nome appunto di Crosnes. I tuberi, che nel gu-
sto ricordano quello delle castagne allesse, secondo
amido 17:80,
grasso 0:55, parte legnosa 1:34, sa-
l’analisi del Carriére conterrebbero:
albumina 4:31,
stanze minerali 1:81, acqua 74-19. Detti tuberi si
vendono presso M. €. Watelier, Rue de Pointoise in
Argentewil (Arrond. Versailles) (1). PI
Amphipoda. Diversi amfipodi hanno la proprietà
di fabbricarsi una casa, sia con oggetti estranei, sia
con secrezioni proprie, e vengono detti perciò widi
fica. Notorio è certo il fatto che la Phroninma se-
dentaria Forsk. (specie il masch.) abita 1° involuero
trasparente di Pirosome e. di DipAhyidae.
Un altro caso sarebbe quello del Cyrtophium
calamicola, trovato dal Giles nel golfo di Bengala
e da lui descritto nel 1885 (2). Il crostaceo, d’ un
giallo d’ oro a macchie brune, misura 3-5 mm. e
abita un tubetto (composto di pezzetti d’ erba e
d’ un secreto indurito) lungo 5-10 mm. e avente un
diametro di 0-5-1 Nell’ acqua mantiene una
posizione verticale e sì muove mediante le antenne
che uscendo dal tubetto gli servon da remi (3).
IBù
Piante amfibie (4). Così si appellano notoria-
mente quelle piante che possono vivere tanto in
mm.
acqua, che all’ asciutto; in ambedue i casi, queste
piante, cambiando le condizioni di nutrimento e di
traspirazione, vengono ad avere un' altra forma. La
forma acquatica ha di solito uno stelo molto allun-
gato e le foglie sono pure portate da un lungo
picciolo; la f. terrestre ha picciolo e stelo relat.
molto corti. Le foglie della f. terrestre portano peli
e stomi da ambo le parti, mentre quelle della
f. acq. di solito nella parte inferiore ne son prive.
Fra gli esempii i più noti
sono: Polygonum
amphibiwm, Nasturtivum amphibium, Limosella
aquatica, Salsola, Glavx, e Menyanthes trifoliata.
P.
circa un decennio, venne pi'0-
<
Domanda. Or? è
posta. la Datura Stramonium L. quale surrogato
del Tabacco (5). Si desidera ora sapere se detto
surrogato sia stato accettato e, in tal caso, quali
vantaggi si abbia sul Tabacco. Pi
(1) Vedi Humbotdi,
(Gardener).
(2) Nel: Iournal of the Asiatic Societv of Bengal V. 54,
Part. 11, N. 4, 1885.
(3) Cfr. Humboldt A. ni, p 199.
(4) Cfr. G. Kohl nella Deutsche Encyklopidie Leipzig, Gius
now, 1885, p. 342.
(3) Vedi: F. Cazzuola, Lo Stramonio succedaneo al ‘fa-
bacco — nel Bollettino della RR. Soc. Toscana d’ 0; licollura,
Iv. 2. Firenze 1879
A. vir, p. 197 con illustre. ex Chroniele
440
Spongiae. — Varia. In relazione alla ‘notizia
Cel Sig. B. sulla riproduzione delle spugne (questo
Bollettino a. c. p. 91), ci permettiamo di osservare
che le esperienze del Prof. 0. Schmidt devono esser |
state fatte alcuni anni or sono, poichè il celebre
. zoologo mancò ai vivi ancora ai 17 Gennaio 1886,
coprendo negli ultimi anni non più la cattedra del-
l’ Università di Graz, ma quella dell’ Università di
Strassburgo.
Dello Schmidt, fra i più importanti lavori. ci-
teremo :
a) Die Spongien des adriatischen Meeres, Lei-
pzig 1862, con 3 Supplem. 1864-68.
6) Die Spongien von der Kiiste von Algier,
Leipzig 1886.
c) Grundzige einer Spongienfauna des atlan-
tischen Gebietes, Leipzig 1870.
d) Die Spongienfauna des mexicanischen Me-
erbusens ù. des caraibischen Meeres. Iena, 1880.
e) Handbuch der vergl. Anatomie (8.3 edit.)
Iena, 1882.
A ciò aggiungiamo ancora che successore dello
Schmidt nella cattedra di Graz è il Prof. L. von
Graff, del quale abbiamo, fra gli altri molti, un
lodatissimo lavoro sui Rrabdocoelida (Leipzig. 1882).
E chiudiamo rivolgendo al Sig. B. ed agli altri
Signori Corrispondenti del Bollettino una calda pre- |
ghiera, di voler citar sempre le fonti coll’ anno,
ete., da cui ricavano le loro notizie. La pedanteria
non. à fatto mai male alla scienza ed à fatto sempre
evitare malintesi. Pi
Una farfalla rara nel Bolognese. La Dezlephila
nerti, L. una delle farfalle più belle d' Europe, si
trova ancora nel Bolognese, ove è facile prenderne
il bruco sugli Oleandri dei giardini. I giardinieri |
però, uccidendo questi bruchi, impediscono il suo
diffondersi da noi. Tutti gli autori sono concordi |
nel dire che detti bruchi si cihino esclusivamente
delle foglie di Nerium Oleander, ma ciò non è
esatto, mangiando essi ancora avidamente le foglie
di Pesco (Prunus Persica).
Bologna 22 Agosto 1888. G. E. MaTTEI
Le formiche e la disseminazione. Nel n. 5 di
questo Bollettino, si riporta dal Lùndstròn, come i
semi di Melampyrum pratense rassomigliando per-
fettamente a ninfe di formiche, sieno dalle formiche,
che visitano i nettarii estranunziali della pianta, |
portati nei loro nidi. Non conosco i semi di Me-
lampyrum, ma non credo che le formiche possano
così facilmente ingannarsi da confondere i semi colle
proprie ninfe, e forse è più verosimile che li tra-
sportino come farebbero di qualunque altro seme.
Ad ogni modo tale disseminazione è poco utile
alla pianta, venendo accumulati molti semi in uno”
spazio ristretto, la qual cosa danneggia la diffusione
della specie e la prosperità delle nuove piantine.
Rimane però il fatto che molti semi rassomi-
| gliano più o meno a larve od a ninfe d° insetti, ma
quando questi semi sono abbastanza duri, credo sieno
piuttosto in rapporto. cogli uccelli insettivori, che
| hanno buona vista e cattivo odorato, che non 'colle
formiche.
Riguardo poi all’ azione disseminatoria delle for-
miche, mi piace citare. quanto osservai parecchie
sere or sono. Crescevano in un campo, presso la mia
abitazione, due grosse piante di Amaranthus retro-
flexus, L. non molto lontano da un formicaio. Osser-
vandole per caso, verso sera, mi accorsi che una
grande quantità di formiche avevano invase queste
due piante, si che le loro spighe sembravano più
nere che verdi.
Ed avvicinatomi, vidi che tali formiche erano
intente a staccare i semi maturi, con tutto il pe-
rianzio, trasportandoli nel proprio nido. Calcolai che
su ciascuna pianta non erano meno di duecento
formiche, intente a tale lavoro.
Le sere successive pure rividi il medesimo sac-
cheggio, ma ogni sera in proporzioni minori, forse
per essere diminuito il numero dei semi maturi.
Ne certamente in tal modo le formiche agevo-
lavano la disseminazione di dette piante, accumulan-
do molti semi in uno spazio troppo ristretto. Forse
anzi ad impedire che le formiche facciano di tali
saccheggi
egi, più dannosi che utili, può servire il co-
lore rosso del perianzio di molti Amaranti, agendo.
come idiopatico.
Bologna 22 Agosto 1888. G. E. MATTEI
Il suicidio di un cane. Ogni giorno sì ha una
| prova della intelligenza degli animali non solo,
ma anche della loro tendenza ai vizì che si ma-
nifestano nell’ uomo. Il suicidio, per esempio, sì
riscontra spesso in varie specie di animali, e di que-
sto fatto, in apparenza strano, si hanno già avute
brillanti conferme. Recentemente poi si è verificato il
| caso di un cane che si è tolta volontariamente la vita,
per essere stato maltrattato da suoi padroni. Ecco,
\.come ho rilevato dai giornali di questi giorni. 1° im-
portante avvenimento. A. Montrichard nella Francia
un grosso cane da ferma, forte e bello, era stato
raccolto, accarezzato e nutrito in una casa ospitale.
Essendo poscia riuscite vane le pratiche opportune
per ritrovarne il padrone, il cane rimase in quella
| casa e fu, come suol dirsi, considerato della fami-
glia. Tuttavia la bestia non aveva accettata com-
pletamente l’ ospitalità offertagli ed ogni tanto si
allontanava dalla casa e rimaneva assente sei, sette
ed anche otto giorni. Cosa facesse nel periodo delle
sue prolungate assenze non si sa; il fatto è che i
suoi nuovi padroni lo vollero punire del suo troppo
frequente vagabondaggio, ed un bel giorno, mentre
il cane ritornava dal suo solito viaggio misterioso,
lo accolsero con una solenne scarica di bastonate.
Non l’ avessero mai fatto! La povera bestia ripartì
immediatamente ; corse difilata al fiume vicino, e lì,
in presenza di parecchie persone, si slanciò nel-
l’acqua e si lasciò affogare. M. CERM.
—e—
NOTE BIBLIOGRAFICHE
RECENTI PUBBLICAZIONI
L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di. procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle. altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzia
o presso la direzione.
=
Guida del R. istituto geologico di Bologna.
Questa suida è stata pubblicata in occasione delle
feste che in quest anno si son fatte in Bologna per
l' vi centenario dello Studio bolognese. Contiene
notizie storiche sul come incominciarono e progre-
dirono in Bologna le collezioni di storia naturale,
dalla metà del secolo xvr all'anno 1861, in cui le
collezioni stesse furono divise ed affidate separata-
mente ai diversi insegnanti. Così Je roccie ed i fos-
sili passarono sotto la direzione del prof. Capellini.
e furono il nucleo delle preziose collezioni che ora
sì ammirano nel nuovo locale ove è stato installato
il R. istituto geologico della università di Bologna,
istituto ricco e pregevolissimo, dovuto all’ intelligente
operosità del Comm. Cappellini che lo ha fondato
e lo diri:e con tanto amore e con la scienza che
lo rende uno fra i più illustri geologi viventi.
Stabilimenti scientifici della'R. Università di
Bologna in rapporto col piano regolatore della
città; secondo il progetto del rettore Capellini. Opu-
scolo corredato di una pianta planimetrica e di non
poche notizie relative al progetto di nuove costru-
zioni e riduzioni delle attuali, destinate al amplia-
mento e migliore assestamento degli stabilimenti
scientifici, secondo i nuovi progressi delle scienze e
per il decoro di quella celebre università. 3
G. Capellini. Per la solenne inaugurazione
degli studi nella R. Università di Bologna nel-
Vanno accademico 1887-88. Sono notizie int res-
santi la università, sempre intrecciate con parole
e frasi che dimostrano l' affetto che il comm. Capel-
linì porta a quella Università, nella quale insegna
da 28 anni. i i
— Bartalini Dott. Cesare. Legislazione mineraria
_ secondo gli statuti della repubblica di Siena (1544).
\ FI ®
144
Dalla pubblica discussione che si è fatta intorno
alla nuova legge sulle miriere e specialmente per
quanto riguarda il diritto di proprietà in relazione
con quello d’ invenzione, è resultato che i conten-
denti, quasi nella generalità, hanno affermato che
il principio di assoluta proprietà stabilito da
l'art. 440 del nostro Codice civile risalga ad anti-
chissima data, mentre l’idea di un giusto riguardo
ai diritti dello scopritore di una miniera sia cosa
assai moderna. A dimostrare l’ erroneità di queste
affermazioni, l’ egregio autore pubblica, con la tra-
duzione in italiano, i capitoli estratti dagli sta-
tuti della Repubblica di Siena, relativi alle miniere
e dai quali chiaro appare come anche a quel
l’ epoca (1544) siasi cercato con opportune disposi-
zioni d’ incoraggiare e ricompensare coloro che fos-
sero stati i primi a scoprire una qualunque miniera.
Poli Prof. Anser. Peronospora dei Grappoli,
Blank-Rot e Coniothyrium diplodiella, Sace. Parla
diffusamente di queste tre terribili malattie della
vite, e fà la Biologia e la descrizione botanica dei
tre funghi che le producono. Si occupa delle malat-
tie che ‘loro assomigliano e dei rimedi. Due belle
tavole colorate rendono sempre più pregevole questa
pubblicazione facilitando la ricognizione e distinzione
di un male dall’ altro. Prezzo L. 1,00.
Bertelli Dott. Dante. Il Solco intermediario
anteriore del midollo umano, nel primo anno di
vita. Essendo questo solco poco noto, l’egregio autore
ne ha preso a fare uno studio speciale, ed in questa
memoria lo esamina e descrive in 19 midolli appar-
tenenti a diversi periodi di età compresi fra la ‘na-
scita ed il termine di un’ anno.
Sappa Prof. Mercurino. I colombi dell’ espo-
sizione internazionale che ebbe luogo in Roma dal
16 al 30 aprile 1888 - Gustav Prittz, Muster
tauben-Buch - Le Blandinette. Sono articoli illu-
strati con molte figure ed interessanti in special
modo il colombicultore. |
Neviani Antonio. Le formazioni terziarie nella
volle di Mesima. Come annunziammo nel fasc. 9
pag. 140 anno scorso, il prof. Neviani aveva allora
pubblicato il resultato dei suoi studi nelle vallate
del Mesima e del Marepotamo. Detta memoria fu
seguita da alcune osservazioni critiche del prof. De
Stefani, e nell’ odierna nota 1’ egregio autore risponde
appunto a queste osservazioni.
Clerici Enrico. Sua Corbicula fluminalis dei
dintorni di Roma, e suì fossili che l’ accompa-
gnano. In questa nota adorna di due tavole con ol-
tre 100 figure, 1’ egregio ing. Clerici parla di tutti i
depositi dei dintorni di Roma nei quali la Cordicwla
fluminalis è stata trovata, aggiungendo non poche
notizie sui fossili che 1’ accompagnano. Le località
sono: Acquatraversa, Sedia del Diavolo, e Monte
verde. Vi si trovano, fra le altre, descritte tre nuove
specie stabilite dall’ autore e cioè: Hydrobia Meli,
Emmericia Pigorini, Neritina Isseli.
Cauestrini R. Una Talpa europea albina. Trat-
tasi di un individuo maschio preso nei dintorni di
Padova. Ha alcune parti color: ruggine ed il resto
del corpo a pelo lisciato è
lognolo con splendore di argento, a pelo arruffato
in avanti è color cannella.
Cavara Dott. Fridiano. Appunti di patologia
vegetale (Alcuni funghi parassiti di piante colti-
vate). E una interessante memoria pubblicata per
cura del laboratorio crittogamico itatiano dell’ Isti-
tuto botanico della R. Università di Pavia, nel quale
l’ egregio autore è assistente. Vi si trovano, fra le
altre, annoverate, descritte e figurate, 6 nuove specie
di funghi e cioè: Dendrophoma Marconi, parassita
bianco tendente al gial- |
della canapa. Phleospora Trifolii del trifoglio. Bo- |
trytis parasitica dei tulipani. Basiaschum n. 9. Brio-
bothryae delle foglie di nespolo del dii Ple- |
nodomus Oleae delle olive. Pestalozzia Banksiana
della Banksia..
Protozoî dello stomaco dei ruminanti. A.
Schuberg nel suo lavoro: Die Protozoen des Wieder-
kivermagens I (1) descrive i seguenti parassiti:
Buetschlia parva e B. neglecta nov. gen. et sp.
Isotricha prostoma Stein.
Isotricha ‘intestinalis Stein.
Dasytricha ruminantium nov. gen. et sp.
Entodinium bursa Stein.
Entodinium caudatum Stein.
Entodinium minimum n. sp. io
Malattie della vite. Nel Cenw2b0. f. Bact. etc.
VC II, Vol. IT, fasc. 23 il SoZZa relaziona sui se-
guenti lavori, pubblicati dall’ Istituto dot. della
R. Università di Pavia, Laboratorio crittogainico,
Milano 1888.
d) €. Claus, Lamark als Begriinder der De-
scendenzlehre. Vortrag. Wien, 1888
(M. 1.).
c) Lo stesso, Uber die Wertschitzung der nat.
Zuchtwahl als Erklirungsprincip. (id. id.). P.
Mollusea. Annunziamo il seguente lavoro: W.
Kobelt, Prodromus Faunae MoUluscorum Testa-
ceorum maria europea inhabitantiwn (Nurnbere,
Bauer u. Raspe, 1886-87, p. 550). Assieme alle
diagnosi latine si trovano le indicazioni delle migliori
fonti. DI
Memorie dell’ Accademia di agricoltura arti
e commercio di Verona. Ci è stato favorito il vo-
lume Lx della serie Im che contiene.
A. Holder,
Manganotti prof. Antonio, Osservazioni agrarie per eli
anni 1885-86 — Bruni dott. Felice, Osservazioni medico-ve-
terinario per gli anni 4884-85 nella provincia di Werona —
Bertoncelli dott. Bartolommeo, Osservazioni meteoriche per
l’anno 1885 — Garbini dott. cav. Adriano, Note istiologiche
sopra alcune parti dell’ apparecchio dirigente nella Cavia e
Gatto — Berloncelli dott. Bartolommeo, Rapporto per il trien-
nio 1884-85-86 — Goîran prof. cav. Agostino, Appendice e
note al catalogo dei terremoti veronesi. Sunto dei verbali,
statuto ecc.
Bollettino della Società veneto-trentina di
scîenze naturali redatto dal Segretario Prof. Rie-
| cardo Canestrini. Il fascicolo N. 2 anno corr., con-
1.0 /?. Cavarra, Intorno al disseccamento dei |
grappoli della vite, con 3 tav. (L' A. descrive alcune
nuove specie di funghi). -
2.0 G. Briosi, Esperienza per combattere la
Peronospora della vite, eseguite nel’ anno 1887.
Terza serie, Relazione. Con l tav. PI
Guglielmo Bergsde è un novelliere e naturalista
danese; nacque a Kopenhagen nel 1835, studiò me-
dicina e si occupò molto di storia naturale e di
estetica. Fu a lungo in Italia. Dei suoi lavori cite-
remo una monografia sul PiVichthys Xiphi ine (1864),
|WWolf vr ni I 25 Vola aio 2ì
l’opera sulla tarantola italiana e sul tarantismo |
(1865), dei quadri della vita degli insetti (1880); poi
i romanzi: Hra Piazza del Popolo, I monti Sabini:
Novelle italiane, ete. ete. Quas® tutte le sue opere
sono tradotte in Tedesco (2). P.
Trasformismo. Annunziamo i seguenti lavori :
a) A. Vianna de Lima, L*»homme selon le
Transformisme. Paris, F. Alcan, 1888 (fr. 2,50) (3).
(1) Zool. Tahrblicher Abt. f. System. ete (I. W. ppengel)
un V. f. 3, 1888. Recensione nel Gentrlbl. f. Bact. ete, A. 11.
V. II p. 723.
(2) Gfr. Deutsche Eneyhi.,
pae. 474.
(3) Dello stesso A. si à già un Zwposé sommaire des Théo-
ries trasfermistes, DA 1886.
Leipzig, Grunow® 1885 — Vol. 1r,
tiene, oltre gli atti della Società:
A. Pazzetto, Contributo alla ricerca nei vini delle materie
coloranti derivate dal catrame di carbon fossile — G. B. de
Tonì e G. Paoletti, Spigolature per la flora di Massaua e di
Suakin — G. B. de Toni, Notizie sopra un caso di fasciazione
caulina — E. de Toni, Osservazioni sopra alcuni animali ar-
ticolati del Bellunese, — E. de Toni, Sopra un easo teratolo-
gico riscontrato nella sogliola — . Canestrini, Una Talpa
europea albina.— YV. Vallerianî, Del Darvinismo in pedago-
gia e letteratura — G. B. Torossi, Il Gobius punctatissimus
Canestrini nel vicentino — AP. Ninni, La pesca ed il com-
mercio delle rane e delle tartarughe fluviatili nella prov. di
Venezia — A. N. Berlese, Lo sviluppo dei parassiti vegetali.
Memorie e bollettini del Comitato Geologico
di St. Pétershourg. Ci sono stati favoriti i seguenti
volumi pubblicati nel corrente anno e contenenti
interessantissime memorie corredate di belle tavole
e carte geologiche: Memorie: Vol. v, nì 2,, 3, 4:
Bullettini: Vol.
Vol. 1, 2, 3, 4, 5 e supplemento
vi, n° ]J], vI, ni
QUIUIE a,
E i gbLCi.iilFlffi )àòiij5lU50
dnsegnamenti pratici
—ccsopo——
Come mantenere umidi i vasì da fiori. Per
certe specie di piante occorre mantenere nel vaso
una costante umidità, per ottenere la quale troviamo
indicato il seguente mezzo: Pongasi un recipiente
qualunque pieno di acqua in modo che rimanga un
poco più in alte del vaso che si vuole innaffiare ;
prendasi quindi un grosso filo di cotone poco torto
_ 143
sì ponga l’ uno dei capi nei recipiente con l’ acqua,
e l’ altro si posi nella terra del vaso. Per mezzo di
questo filo 1’ acqua passa lentamente nella terra e la
mantiene umida. La quantità d’ acqua che cola è
proporzionata alla grossezza del filo, ma in generale
basta un filo della grossezza di un ferro da calze
Contro la peronospora. Il Sig. Francesco Man-
cini ha pubblicato un opuscolo nel quale rende conto
di molte prove fatte per combattere la Peronospora
e dichiara aver trovato migliore e più economico lo
zolfo al quale sia unito il 5 0fg di solfato di rame.
Spedizioni di fiori freschi a grandi distanze.
Il direttore del giardino botanico di Breslavia, in-
segna di porre in vasi di vetro chiusi con tappo di
sughero, i fiori recisi che si desidera mandare in
paesi. lontani, e dice che così si conservano bene
anche durante i più forti freddi. L’ aggiungere nel
vaso dell’ acqua, con l’idea di mantenere più freschi
i fiori sarebbe un’ errore e farebbe in vece marcire
i fiori stessi, Anche la carta incatramata, quella
che si adopra comunemente per involgere pacchi,
serve assai bene per spedire fiori e piccole piante,
specialmente alpine, purchè non vengono schiacciate
durante il viaggio.
Conservazione dei meloni. (Dal Villaggio). Si
prendono meloni tardivi non ancora arrivati a per-
fetta maturazione, si puliscono leggermente con una
tela e si pongono per 2 o 3 giorni in luogo molto |
secco. Si passa in seguito della cenere per staccio e
sì pone in un barile ben secco, dove si collocano i
meloni, avendo cura che non si tocchino gli uni con
gli altri, e che sieno perfettamente avviluppati di
cenere. Non bisogna tenere i barili in luoghi esposti
al. gelo.
Barbatelle di piante nell’ acqua. Traduciamo
dalla Crornique industrielle, questo curioso metodo |
di propagare le piante e che consiste»nel collocare
in un vaso pieno di acqua dei rami di. alberi o di ar-
busti, avanti che entrino in succo e di
luogo bene esposto alla luce, ma dove-la temperatura
non discenda mai sotto zero ne sopra i 25 gradi.
Quando si vedono le glandule corticali aprirsi un
passo attraverso l’ epidermide dei rami e formare
dei piccoli coni bianchi, che sono i rudimenti delle
radici, bisogna mettere della terra nell'acqua, aumen-
tandola tuiti i giorni in modo che in breve tempo
la terra rimpiazzi intieramente 1° acqua e formi un
corpo solido attorno le radici.
Allora si può rompere il vaso e mettere la terra
con la pianta nel giardino in terreno mantenuto
unsido, procurando che l’ umidità vada scemando :
mano mano che la pianta si fortifica.
_ Conservazione dei fiori. Ora che i giardini sono
pieni di fiori, pare interessante indicare il seguente
processo che è stato sperimentato con srande suc- | i i
{ il quale, sopra un’ antica ferita sul petto, portava
cesso per conservare ai fiori le loro forme, la loro bel-
lezza e freschezza: Si prepara un liquido sciogliendo
20 grm. di coppale chiara, mista in antecedenza con
tenerli in |
egual peso di sabbia o di vetro pestato, in 500 arm.
di celere. Si tufano i fiori nel liquido ritirandoli con
precauzione e si lasciano seccare per 10 minuti. Si
ripete questa operazione per 4 0 5 volte di seguito.
Numerosi altri processi sono stati raccomandati, ma
abbiamo ragione di credere che questo da noi indi-
cato sia molto migliore degli altri (Trad. Le na-
turaliste).
NE FIZKIFAREIC
Rammentiamo ai nostri egregi abbonati che nel
mese di ottobre non si pubblica il Bollettino.
La naftalina contro la fillossera. Stando a
quanto pubblicano alcuni giornali il Sig. E. Fischer
avrebbe con buon successo esperimentata in Francia,
Germania e Spagna, la naftalina per combattere la
fillossera. Occorrerebbe circa un chilog., di Nafta-
lina per ogni vite infetta e cosi le fillossere spari-
rebbero completamente senza che la pianta risentisse
alcun nocumento per la presenza della naftalina nelle
sue radici.
Allevamento di bachi da Seta con la Maelura
Aurantiaca. Leggiamo nel Bacologo italiano (N. 24)
che il distinto bacologo G. B. Monzino di Porto
d’ Adda, allevò una partita bachi, cominciando dalle
prima età fino all’ ultima, non con foglie del gelso
ma con quelle ‘della Maclura aurantiaca ed il re-
sultato fu constatò nel
confronto coi bachi alimentati col Gelso. Anche il
che nessuna differenza si
Sig. M. Bonafous fece già con buon resultato questo
esperimento e non è poca cosa poter dire che i ha-
chi possono essere nutriti durante l’intero ‘alleva-
mento con un surrogato del gelso il quale ha pure
il vantaggio di resistere molto alle brine
Intelligenza della beccaccia. Togliamo dal
Progresso: Il sig. Vietor Fatio ha narrati ultima-
mente alla Società di Storia naturale di Ginevra, dei
fatti molto interessanti riguardanti la beccaccia.
Nel cacciare questo longirostro (Scolopas rustico-
la) ha avuto occasione in diverse riprese di constatare
che quest’ uccello ferito, si fa lui stesso, con il suo
| becco ed a mezzo di sue piume, delle bendature
ingegnosissime ; che secondo il caso, sà benissimo
i applicarsi un empiastro su di una piaga sanguino-
lente, ovvero operare destramente una solida Jega-
tura attorno di uno dei suoi membri rotti.
Un giorno egli ha ucciso uno di questi volatili,
“un largo empiastro feltrato da piccole piume stae-
catesi da diverse parti del suo corpo, e solidamente.
144
< : i
fissato sulla piaga con del sangue disseccato. Un'al-
tra volta era sul dorso ferito, che l° empiastro fab-
bricato nello stesso modo, trovavasi applicato.
Due volte egli ha trovato delle beccaccie che ‘
portavano, ad una delle gambe, una legatura di
piume serrate ed avvolte tutte attorno ove l° osso
era stato precedentemente rotto. Appo l’ una, il
membro destro, sopra del tarso, era fortemente ed
affatto di recente bendato di piume provenienti dal
ventre e dal dorso; appo l' altra, il tarso stesso, in
buona via di guarigione, portava ancora il bendaggio |
che l' uccello aveva saputo mantenere in posizione.
Il caso, il più curioso ed il più disgraziato che
il sig. Fatio abbia incontrato, si è quello di una |
beccaccia che aveva avute le due gambe rotte da
un colpo di fucile, e che non fu ritrovata che il |
giorno dopo. La povera bestia era riucita a farsi
delle applicazioni e dei bendaggi ai due. membri,
anzi per uno sopra due differenti fratture; ma ob-
bligata di operare in una posizione molto difficile,
e priva del concorso delle sue zampe, non aveva
potuto sbarazzarsi di alcune piume, che collate ed
attorniate al suo becco verso l’ estremità, la con-
dannavano a morir di fame. Quantunque ammira-
bilmente bendata e capace di volare ancora, essa era |
di già dimagrita assai.
Gara razionale di colombi viaggiatori. Ad
iniziativa del Ministero della guerra la seconda do-
menica di giugno del prossimo anno sarà effettuata in
località da destinarsi la seconda gara nazionale di
colombi viaggiatori.
Congresso zoologico internazionale. La società.
zoologica di Francia si è fatta promotrice di un
congresso zoologico internazionale da tenersi a Pa- |
rigi nel prossimo anno durante la esposizione mon-
diale. Il governo francese ne ha accettato il pa-
tronato. i
Posti vacanti. A Cento (Ferrara) prof. di mate-
RICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DE CAMBI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi ha ammini-
strazione del Bollettino.
59 Offerta. Trovasi in vendita il tetaio di una
colombaia, asportabile e poco usata, ultimo sistema
| razionale modenese, costruito in abeto nuovo e filo
| di ferro, che contiene N. 40 paia di Colombi da
chiuderli anche a piacere; divisa in due scaffali
dell’ altezza di Mi 3,50 larghezza M.i 7,35 comples-
sivi; al prezzo di L. 100. Si cambierebbe anche con
qualche oggetto che potesse tornare utile. Per mag-
giori schiarimenti rivolgersi al Sig. F/ppo Malu-
sardi, Via Corso Porta Reno N. 69, Ferrara.
5i Giovanni Ettore Mattei (Bologna) desidera
| fare cambi di piante secche da erbario si italiahe
che esotiche. 5
55 La Società Apistica Abruzzese offre fogli cerei
faccettati con la macchina americana Vandervort a
L. 3,30 al Chilog. Lavora la cera spedita dagli api-
coltori a L. 0,90 il Kg. Dietro invio di L. 9,50. spe-
disce franco di porto in tutto il Regno un pacco
contenente Kg. 2,600 di fogli cerei, (peso netto). Chi
desidera un campione non ha che mandare il pro-
prio biglietto da visita all’ Agronomo Vincenzo de
Michetti - Teramo.
56 Si fa ricerca di Topo-ragni (Sorex) di qua-
| lunque specie sieno ben conservati in Alcool, o pre-
parati in pelle o montati; ma si preferirebbero vivi.
Si accettan» in cambio 0 contro pagamento.
57 AL Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi
Siena, si acquistano ed accettano per cambi, animali
| in carne anche di specie comuni. S' invia la nota
| dei desiderata a chì ne fa richiesta.
58 Augusto Palumbo di Castelvetrano (Sicilia)
offre Coleotteri siciliani freschi e ben determinati
in cambio di minerali, purchè siano esattamente de-
terminati. Il medesimo desidera entrare in corrispon-
denza di cambi con altri coleotterologi di Sicilia e
i con qualche ditterologo italiano.
59 Odoardo Ferragni di Cremona desidera avere
conigli neri, nocciola, e martora; offre in cambio -
conigli piombati pura razza ed altre varietà, nonchè
oggetti di Storia naturale.
=: ee“ ______n
matica e scienze naturali in quel. ginnasio; stipen-
dio L. 1500. Scade 15 ottobre.
A Chieri (Torino) proff. di fisica nel R. ‘Liceo.
Scade il 30 settembre.
A Livorno, due assistenti di Fisica e Chimica
- nella R. Accad. navale; stipendio L. 2000 ciascuno.
Scade 1 ottobre.
Una seconda esposizione italiana in Londra, |
. sarà tenuta nel prossimo anno, e ciò dopo gli splen-
didi resultati ottenuti da quella effettuatasi nei mesi
scorsi.
—— ——__———-____ n — _
CELLNINO
Solfato di Chinina Howards
GARANTITO PURISSIMO
L. 5 il vaso di 28 grammi
AVVISO AI COLLETTORI
rea ra
Emile Deschampe, membro corrispondente della
Società Geografica di Marsilia, sì propone di fare
un viaggio intorno al mondo per Ceilan, Giava,
Borneo, Timor, Taiti, Je Sandvisce l' America cen-
trale e le Antille. Si mette a disposizione dei col-
lettori, ed accetta sottoscrizioni per delle centurie
di prodotti naturali che saranno spediti dai luoghi
stessi delle raccolte. — Conchiglie, insetti, piante,
uccelli, pesci, rettili, mammiferi ece. ecc. — Siccome
| tutti questi prodotti richiedono speciali schiarimenti,
scrivere al suddetto indirizzo, Poste restante cen-
trale Marseille.
È ein een
iS Brogi Direttore tore responsabile.
4. VVERTENZE
Il giornale si pubblica dal 10 al 15 di ogni mese, ec-
« cettuato. l'ottobre, in 20 pagine compresa la copertina.
x L° abbonamento per tutti î paesi dell’ unione postale co-
Ct; “sta L. 3 all’ anno; per gli altri stati si pagano in più le
ur ostali.
li abbonamenti si ricevono presso l’amministrazione, e
da tutti gli uffici postali îralianî ed esteri, in qualunque epo-
ca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con
| diritto ai fascicoli arretrati,
si L’ abbonamento non disdetto nel Decembre si ritiene per
rinnuovato. . .
. Gli abbonati, onde potere eatrare in relazione gli uni con
gli altri, hanno diritto ad inserzioni gratuite per comunicazioni
| proposte domande ec. (esclusi glî avvisi commerciali) e per
| domande ed offerte di cambi di animali, semi, piante, minerali,
libri, macchine arnesi cc,, ec. La medesima inserzione non si/ha
diritto di pubblicarla gratis più di una volta; ma viene accor-
data la ristampa pagando un piccolo compenso per l’inserzione. risposta unisca i francobolli necessari.
perni; Ù si ie Faroe +
Sa FNOERIZAL GSPILI.
z Costo dell'inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi.
(Gli abbonamenti ai giornali sotto notati sì ricevono anche presso l'agenzia di uesto Bollettino).
q
La direzione può in casi eccezionali rifiutarsi di pubbli=
care qualsiasi. comunicazione senza bisogno di dare giustifica»
zioni in propc sito.
L’amministrazione s'incarica di rappresentare gli abbona-
ti che pubblicando avvisi desiderano non far conoscere il pro-
prio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare
all’ amministrazione le spese di corrispondenza, e per le vendite
od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi.
Inserzioni a pagamento. Quelle relative alla Storia Natu-
rale sì pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per
linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pagine costa=
no L. 1 ogni 5 centim. di spazio occupato in una colonna.
Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni,
Sî annunziano le pubblicazioni ricev=te in dono e in
cambio; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci perven-
gono due esemplari.
Tutti î pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera
(Seguito aî già pubblicati)
tafilimento hacologico dei Fili.
selezioni molteplici, estivazione ed ibernazione ra-
zionali. Campioni bozzoli gratis.
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Sbraccia mune di Teramo) premisto con
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s'invia gratis a chi ne fa domanda. Prezzi mo-
deratissimi.
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IN. 362 di protocollo
OGGETTO
. Circa} esperimento. fatto
del E'erro Chi na
Massaua 28 gennaio 1886.
Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 1'7 settembre nu-
mero 2658 questo Comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-GHINA-BISLERI
« esperimentato dal signor Tenente medico dottor Petti su due
« compagnie di fanteria stanziate in questo presidio ha dato sod=
« disfacentissimi risultati. » 5
Al Signor : Bra
FELICE BISLERI In Maggiore Generale
MILANO it firmato: GENE (8)
Si vende in tutte le Ra I caffè, bottiglierie e e
(RIONI WV 8 HT VUAO
rei
(I
sei vendono sl. i ‘ogni specie, scimmie, uh esotici, enne
co gli, polli esteri, piccioni, ecc.
L CE i galline a qualunque varietà T< ‘costano cent. 50
“im allaggio costa cent. 50 per ogni dozzina 0) Si di dozzina.
vili
di Storia Naturale ;
x Continuazione, nodi sciato? 7%6 NE )
do TARGIQe- #6 ine -
N B. Si prendono commissioni anche Der oggetti e prodotti. climi che non donreno i quest catelte 5
© Lenti d’ ingrandimento, semplici, doppie, KS diverse qualità da Cent. 50 al dite
triple, piano convesse, acromatiche, con dia- Assortimenti franchi da A Ci
framma ecc., da L. 1,80 a L. 20,00 1° Ola: Pic- | Pesechiere di vetro per tenervi anima i
i colo assortimento franco : 10,00‘; tici vivi, da. |. L
Lime da laboratorio per far la SU ai Pigmitoi per introdurre e collocari il
ferri, con 0 senza manico, da L. 0,30 a L. 1,00 gonna od altro nelle pelli degli anim
Assortimento franco. a i L. 2,00 | .2 l'uno - Assortimento franco dl
Liquido arsenicale per preparare da Pinzette piane e tonde per piegare
se e senza alcum pericolo e quasi | metallici - L.:0,5
messusa spesa, wr uccellente pe- Pinzette da Dicaize e tagli I
mata da tassidermia. tallici, modello speciale (fortissimo
Questo liquido preserva dalle tarme qua- Pinzette ricurve all estremii
lunque oggetto che con esso si bagni. Per ser- infilzare gli spilli portanti insetti |
vir sene bisogna diluirlo con più o meno ac- | Pimzette a tormalîma per mine
qua, secondo l'uso a cui vien destinato. Con s
un litro se ne fanno circa due. Per comporvi
la pomata basta unirvi una polvere adatta
Taso, arglla;: LS er Un; Soap DI sioni ove facilmente si possono perder
Martelli di acciaio, Cio speciali da geo- luna L. 2,00 la dozzina franche d
logi, per le raccolte di minerali e roccie, di 3 | Pinzette a DO fine da DEA
Pinzette a molla ordimarie pei Tacco co
gliere piccoli oggetti, e da portarsi nelle (
differenti forme! Con manico L 2,50.1° uno. li dissezioni
RMiartelli ordinari da laboratorio da L. 0,50 | Pinzette a molla. ordinarie da
a lu. 2,00 I° nno - Ass rtimento franco L. 3,50 a SS 7 % È 5
Matracci di eristallo, a fondo tono e piano, | Pinzette a molla con PESCE wu
tenuta da gr. i5 a 1U00 da L. 0,30 a L. 1,50 chè restino chiuse da se stesse. “dopo.
\ uno. Assortimenti franchi da L. 2,00.a L. 6,50 | i'ovgetto . ; ji
HO
Macchinetta premsile per poter ben tene-
re ed esaminare da ogni loro parte i piccoli.
cristalli der minerali, per tenerli isolati e ben
visìbili nelle collezioni ecc. L (3.50 la dozzina li È 3
franchi di porto. Uno cent. 50 franco. mali: ri F È
Riicroscopio per l'esame delle carni ed altri | Pinzette a molla curve e ben solic
generi alimentari con 3 lenti acromatiche in- | intilzare Sb Sela cne. CONENEGNO inseti
‘gradimento da 50 a 160 diamerri - L. 60,00 : .
Microscopio da Raccloghi, ingrandimento Pinzette a molla piccole da mili
SARO 700 diametri 5 L. 105,00 scopia . o SO 5
aicrescoplo da gabinetto per prepa-. Pinzette a molla e punta f
‘razioni ed osservazioni sc ent fiche, con 2 F
- aa e due DEL, Tasrandimenio ini Prendi RASO fatto z guisa.
Microscopio da seuola. con tre obiettivi SRO FEIEZTO de e
. d'ingrandimento di 50, 150 e 300 diametri. | SO pel pie Se di a
Utile per dimostrazioni scolastiche poichè le. FISSO Che monconi o AG
preparazioni vengono messe nel microscopio A rr O
dal professore e vi rimangono fisse in modo Role zo nie io SCACC]
che gli scolari possono osservarle passandosi | _ dere piccoli insetti -
il microscopio l'uno dopo l'altro, senza muo- ì
versi dal loro posto. Prezzo FOLIO l'astue-
cio. = L. 50,00
Naftalina o Carbolina sublimata IE 50 il
ROSESE-24:00)
Occhi artifiiciali di ogni genere p-r Poma
i alî, figure, caricature ece. Chie- | i
a il catalogo speriale.
Palloni di vetro a fondo tondo e “piano.
cono senza RIETI ‘e sifone da, L. 24°
Pimzette a TO lunghissia e ùi
Sidermia, DEE Introdurre SL estrar la S
î
SS ha P Ma Da il manico arti
| colato in mado da potersi rendere atto a rac-
| raccogliere gli insetti od altro
‘cadere dalle piante fece. i
BOLLETTINO
EL NATURALISTA
ia — Gollettore, Alievatore ‘Goltivatore ) ;
Periodico Mensile Abbonamento L. Ss ‘all'anno
‘Per facilitare le comunicazioni scientifiche tecniche e ‘commerciali, ifra i professori, preparatori
idiosi. di Scienze fisiche-naturali; direttori di musei e giardini; possidenti, agricoltori ; dilettanti
di ‘caccia, orticoltura e: giardinaggio; ‘allevatori ed' acclimatatori di animali e piante.
TOA
sr a Diretto da SIGISMONDO BROGI
; ‘con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente: dei Signori:
È ARRIGONI :degli.ODDI Conte ETTORE — Padova MaACCHIATI Prof. Luigi — Modena
BANDELLI Dott. G. BATTA: — Siena MATTEI Gio. ETTORE — Bologna
BARGELLINI Prof. MARIANO — Szena ‘(Morici MicheLE — Castelbuono (Sicilia)
«BARBERINI Cav. ASSUNTO — Marsilia ; ‘’MoscHELLA GIUSEPPE — Reggio Calabria
| BERTELLI Dott Dante — Pisa PALUMBO Aveusto =! Caseverrano (Sicilia) |
x | Bonomi Prof. AGOSTINO — | Rovereto Î PARODI DoMENICO di EMAN. — Portomaurizio |
3 CANESTRINI Prof. RiccaRpo — Padova PauLucc Mar. MARIANNA — Novol? (Firenze),
CERMENATI MARIO — Lecco PELACANI Prof. Luciano —. Siena
. CLERICI ENRICO — Roma È ||. | PETRONI Doit. Veter. Pasquale — Siena,
| Cori Chim. farm. ELIA — Siena ; ‘RaBAUD ETIENNE — Montauban. (Francia)
. De Bonis ANTONIO — Rovigo i RENAULT Cav. ARTURO — Ferenze
DEL PRETE Dott. RaAiMonDo — Viareggio . Rossi Prof. ToRQUATO — Stena i
DESMEURE IPPoLITO — Firenze SENONNER Dott. Cav. ApoLro — Vienna
FERRAGNI ODOARDO — Cremona SENESI. Prof. Ciro, — _Szena
- FicaLBI Dott. EUGENIO — Pisa 3 ‘TASSI Cav. Dott. FLAMINIO — Sze24
È. «GiacHETTI G. CESARE — Firenze TINcoLINI Dott. Veter. Tito — Siena
si GRossEAU Conte CARLO — Gernevra Touc®et I. Naturaliste — P2r7g?
— ——LenTiccHIA Prof. ATTILIO — Lugano . ; “
SOMMARIO
3 (ACIDI bicultrra (conti), :G..0. Giacheiiiei Vulcani e Terremoti, (cont. e fine) Prof. A. Bonomi —
‘Anomalie nelle ‘infiorescenze: di Zea mays, G. E. Mattei — I fossili. SEDE di Geolagia paleontologica
‘(cont.); M. Cermenati —-Il Gelso.e-le.sue varietà, S! Meneghini.
omunIcAZIONI : Metodo per far sezioni’ nei tessuti vegetali, A.P. — Vaneda xanthomelas, La Direz.
ote ‘botaniche, G. &. Mattei — Anophrys Maggii, P. — Cstritiom elegans, P. — ‘Entomologia, P.
auna delle tombe, (P.:— Helix: harpa, P..— Batterii ‘fotogeni, P. —' Note entomologiche, G.
| Nîmis © Descrizione di una nuova specie di Batyscia, E) Baldi —'L'‘acqua degli acquari, Sr..— Am-
fibi, Sy — Notizie di caccia e note CMIRIDRIRO, M. Cermenati, G. Maschelta, D: RANE, D: Pi —
anda, A. Bellini. ;
| BIBLIOGRAFICHE : Formazione della grandine — - Gabinetto ‘di, si della R. Univ. di Bo-
logna — Museo didattico. per 1» insegnamento. oggettivo — Analisi delle acque, del Pisano — ‘Tecnologia
chimica, del vino — “L’ uovo e le sue prime trasformazioni. — Epaticologia Toscana — Flora della Ver-
silia — Irrigazioni e laghi artificiali della Spagna — Concorso; a coadiutore—oculistica ‘a Napoli — Atlante
tanico — Lo. Spallanzani — Mitili velenosi — Micologia — Vermi parassiti.
“INSEGNAMENTI RATIO Per distruggere le malerbe.— Propagazione cana dei pelargoni - —_ Gaara i
chi e gli do == Contravveleno generale: — Ei economico — Mo «delle, La = - La
LI PIL)
(ape, del Bisonte Pet ‘Escursioni,; ssplorazioni. e missioni — Pesca del
108 — Concorsi - —_ 3 ARporizioni, + > Neerolgie È
‘Direzione presso S. +BROGI Via del
Casato: 51 — ia
di win Nani
Pomata per lavori ST cera. Con sol
pomata sì possono eseguire tutti i lavori per |
i quali si adopra la cera, @ coni molta. ‘meno.
x difficoltà ed-in brevissimo tempo. ©
ssa si conserva poco densa stando. chiusa
nel. Vaso;:maî esposta ‘all’. aria»va::mano mano
consolidandosi, escosì “si può :adoprare plasti-,
camente, a quel:grado di densità, che meglio
corrisponde per ciò che si vuol fare. Seccan-.|.
dosi diviene più dura e resistente ‘della cera |>
stessa; della SEE Conserva: Di precisa QUI RI
renza. is
Stendendone, con dee un n finissimo sfrato
sulla;zampe.e. becchi, degli, uccelli ecc.. ridona
ai medesimi Ja loro. freschezza naturale. Si for-
nisce;di qualunque colore ma si DUO ‘anche co-
lorirla- da: se stessi. Vasi da L. 1,50 a L.:5,00,
Raschiatdsio. a 3 Iramehie per smuovere
il terreno; sollevare e radunare le fuglie:î de-
triti vegetali ecc; per far'ricerca di molluschi,
<insetti fossili. ecèi Serve pure. per staccare ì
licheni ve» MraEchi ua scorza degli: ‘alberi
ecc. pate, est e-Lr2,30
Retino® per pretese insetti; con “cer-
chio da chiudersì ‘e portafsi în tasca mentre il
manico Serve. ‘da mazza da passaggio 1. 8,00)
Retino simile ma più semplice . | TL. 5,00.
HRubimetgi di varie forme e grandezze da’
L. la 3 l'uno. ;
Scalpelli di acciaie con taglio piano o a!
punta, per nso di Geologi ece., L. 2 l'uno.
Scatole di metallo per i colletiori
escursionisti. Sono scatolezdi metalloso=:|.
lidissime che stanno l'una dentro |’ altra tutte
minute del loro coperchio, di forma ovale piatta
“comode per. MELATRI nella: bisaccia (ON ele t8ra sii
‘tsehe dell'abito.
Si hanno così in un piccolo volume. je ‘do
«peso molte scatole delle quali:se ne possono.
; adoprare solo una o più, Timanendo, le altre
; l&.uria dentro, Vv ‘altra, “mentre. utilizzandole
‘tutte. possono. ‘contenere una grande, uaanità
di differenti: oggetti, NARRA
3 Serie di 12 scatole delle ‘quali la più grande
7 misura. centim. 20X10X6_ e la più piccola |.
Ù. ‘eentim.. ‘ORTI costano‘ L4,20 © = Serie di 10.
3 tole L: 3,30 - di 8.0.
co grandi b 3,80 delle più Ro Bo
. L. 1,20, franche. .di porto. ;
Scatoletta per la. raccolta’ di însett
vivi, ovale, in metallo bianco con fori per il
passaggio, dell aria e ‘apertura speciale che
( Contimmazione, vedi fascista TiBle 9-10 )
s LA: si > pae: ecs i
i | Silicaio di Potassa, il chilog. SA
Emiezioni ara ientati
: astuccio con 2 aghi inoculatori i. 3,00)
Lea da. imsetti. im metallo. biam ©,
delle migliori - fabbriche tedesche, di 12 diffe-.
renti gr'ossezze della lunghezza di 140 ‘millime-
. tri circa L. 3,50 il mille franchi di porto. As-o
'’sortimentò franco L. 4,00. - Prendendone molti
della’ medesima: grossezza, a da O,
Bisi. È
Sîrim ghe per
pei
con testa ISTAII SIATE ‘per SU
che producono îl verde rame. L. 4,00 l'mille.
franchi di porto. Askortimento franco”
Prendendone ‘molti della medesima ‘gr
prezzo da combinarsì ‘|
Spilli da muiiecro insetti in “hro! 1
o d'acciaio (questi ultimi ® verniciati) ;
punta affilatissima ‘L- 1001 mille
Spillî piccoli per etichette! a , ge 8 a
15 millimetri L: 150/11 mille. iS }
Spilli d accinîo. Servoro molto. ai ri
tori di animali e specialmente ai éollettori.
d’ insetti per stendere le farfalle! ‘mantenere
gli insetti in posizione durante il! diseccamento |
ecc., poichè la loro ‘punta ‘fina ‘di acciaio pe-
netrà bene nel ‘legno. Prezzo ‘da Li. #90 a LA
L. 2,00 il mille. di
Spini ivamghissismi iu metallo bianco. per RA
laboratori ‘assidermici, da L: 3,00 a L. ‘6,00 Mea; P
mille... Hol
SEI Iumginissimi di acciaio senza a i
7,00 il mille.
»I
= di!6 Salo rata :
Soluzione antisettica per pulire ei ani- —
“mali dalla*maffa e impedire che yì,
‘pino Je crittogame.»ta bottiglia)
SO per insetti, Servono I)
sin.buona, posizione le ali dei piena
1,80; per i grandi L.
«franco: di 19,50. Si, RO di. qual
o misura. È
Storte di vetro, da i 0,50. a Ji vs
i Assortimenti franchi da L. 3,00 a ©
SREDEEA in lastre e in grandi. pezzi, è
AGIVERSA FARGUCA le. dimensioni | È
‘delle più ‘Grandi 1. :2,60,. “delle ri piccole RA Lia &
t
A “permette ‘di potere introdurre nella cassetta, {ty
insetti vivi.senza che gli alini che già ‘contiene. TRTRREFOLI
possano scappare, ne possano opera: schiae | 2 o.
ciati richindendola L. 1,20
Scatoletta ovale simile, di metallo altro mo-
. dello a doppia apertura . 300
- Serratubi a molla. Servono per: sa siasi
ì tubi sp gomma ece,, sper impedire, 1° uscita
jd Gan 50, 55 e 60 l'uno.
INT
"ANO
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Siena, novembre 1888
N. 11
(Ty -_=<z"
COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE
PERIGDICO
MENSILE
Abbonamento per tutti i paesi dell' Unione postale, L. 3 all'anno.
DES
3” Si prega di leggere il PREAV-
VISO nel NOTIZIARIO a pag. 159.
COLOMBICULTURA
Riproduzione vietata
CAPITOLO IV.
Dell’ ibridismo fra le specie — Fecondità di al- |
cuni meticci domestici — Meticci allo stato
selvatico — La legge dell’ atavismo — Affi-
nità fra le specie — Incrociamento reciproco
— Descrizione di alcuni meticci — Costumi
dei meticci domestici.
(Continuazione)
5.° IBRIDO MASCH. (COLUMBA HIBRIDA MASCH. X
COLUMBA FRIGIDA v. D. FE.) Gino Cajani pro-
prietario.
STATURA DEI PRODUTTORI
(0. hibrida masch. proveniente. dall’ incrocio
della C. Livia v. d. masch. X C. risoria v. d. fem.)
Lunghezza totale Mm. 270; Ala chiusa 200; Coda
120; Becco 20; Tarso 30; Dito medio senz’ unghia
39; Unghia del dito medio 6.,
(C. frigida v. d. femm.) Lunghezza totale Mm.
275; Ala chiusa 171; Coda 160; Becco 22; Tarso
25; Dito medio senz’ unghia 25; Unghia del dito
medio 3.
LIVREA DEI PRODUTTORI
Quanto al maschio V.i descrizione dell’ ibrido
precedente, quanto alla femmina Vi Capitolo mm.
STATURA DELL’ IBRIDO
Lunghezza totale. Mm. 267; Ala chiusa 166;
Coda 120; Tarso; 16 Dito medio senz’ unghia 25;
© Unghia del dito medio 4.
DESCRIZIONE DELL’ IBRIDO
»
Becco rosa-salmonato pallido; iride arancione;
contorno degli occhi roseo; testa ovoidale. Tutto il
corpo di un bel bianco perlaceo con penne del collo
satinate. Nessuna macchia e nessuna traccia di col- |
i
TTT << F-Ty-TTyTyT<=<—-
_TTTTyTy_y7yT<<=y—T"<-<--<—-
laretto, tranne, appena accennata, una leggiera de-
pressione delle penne al posto del collare. Coda ro-
tondata; piedi color rosso-mattone; unghie bianche.
Quest’ ibrido, figlio d° ibrido, fu da me recente-
mente. ceduto a Cajani per un'attenta osservazione
sulla sua fencondità. — Una volta, accoppiato con
una tortora bianca, ne ebbi un figlio che appena
nato morì. Riaccoppiato nuovamente con altra fem-
| mina non mi dette mai verun prodotto : soltanto nel
| Giugno 1887, potei osservare un uovo nel quale
l’ embrione era perito nei primordi del suo sviluppo.
D' allora in poi ricambiato di femmina non ha più
fecondato le uova, e temo che in lui sia spenta la
facoltà della generazione, nonostante che non arrivi
a quattr’ anni di età.
abbia avuta una fecondità di breve durata, e dirò
Per quanto quest’ uccello
così transitoria, rimane però come esempio della
facoltà generativa di alcuni meticci.
Gl' ibridi delle tortore e dei colombi hanno man-
telli quasi sempre variati. Due coppie di produttori
appartenenti alle stesse specie generarono dei me-
ticci di differente livrea, ed alcune volte anche una
stessa coppia produce degl’ ibridi di varia colora-
zione. — Generalmente. gl’ ibridi hanno tinte sfu-
mate, un po vaghe e indecise, talora più marcate
sulle cuopritrici di un’ ala, e più sbiadite sull'altra.
La coda ha forma rotondata e puo essere divisa vi-
cino all’ estremità da una banda o verga di un co-
lore differente dalla livrea. Sul collo e sul petto le
tinte rispecchiano riflessi metallici. Il color più fa-
cile ad ottenersi nell’ accoppiamento della C. risoyia
colla 0. Livia è il violetto, il quale si ha appunto
dalla mescolanza dell’ isabella col turchino ceruleo.
Il Prof. Bonizzi nel suo pregievole libro da me più
| volte citato (1) dice che i colori degl’ ibridi possono
essere vari e che egli ne ha avuti dei biondi, dei la-
vagnini, dei grigi cupi, dei carnicini moschettati di
scuro e dei neri,
I caratteri dei meticci sono quelli della grande
famiglia colombina; però generalmente rassomigliano
più alle tortore, che ai veri e propri piccioni. Si
danno qualche volta delle ‘eccezioni: per esempio
(1) Pi Bonizzi — I Colombi Domestici — op. cit.
146
l’ibrido da me descritto sotto il N. 4, ricorda forse
più i piccioni che le tortore. Quest’ uccello fu per
poco tempo allevato in libertà e ritornò sempre al
suo nido. Scoppietta le ali come i piccioni, e nelle
movenze del corpo rassomiglia alla C. Livia da cui
è provenuto. Del resto anche la statura lo avvicina
molto al torraiolo, ma la lunga coda di 120 cent.,
un po ondeggiante e un po floscia scopre chi ne fu
la madre.
La vivacità degl’ ibridi è erandissima, e sono ve-
tamente curiosi a vedersi, svolazzanti di continuo
da un lato all’ altro della voliera. — Leggieri nel
volo, producono volando un ronzio come alcuni
grossi lepidotteri. Quelli provenienti dall’ incrocio
della Columba Livia con una della specie di tortore
sono diffidenti e selvaggi, ma quelli derivati da due
tortore non differiscono affatto dai genitori.
La voce dei meticci di colombo e tortora è rauca e
sgradevole. Quasi tutti hanno l'abitudine di chiamare
le femmine al nido come fanno i. piccioni, e le per-
seguitano accanitamente finchè non cedono al loro
| volere. — Sembrano gelosi delle proprie compagne
che non abbandonano mai, ed alle quali, se prossi-
me a deporre le uova, impediscono perfino di pren-
dere il cibo. — Se per caso le femmine estenuate
dalla fame abbandonano il nido e discendono nella
voliera, essi le inseguono, volano loro sul dorso, ed
a furia .di beccate le costringono a ritornare nel
nido.
Io non ho veduti che ibridi maschi ottenuti dal
connubio del colombo colla tortora, ne mai ho po-
tuto esperimentare 1° accoppiamento di quest’ ibridi
colle colombe. Però ‘ritengo sia verissimo quanto
scrive il Bonizzi circa la repugnanza delle colombe
ad appaiarsi coi meticci. Egli arrivò una sol volta
ad ottenerne l’ accoppiamento, chiudendo in una
‘ stanza il maschio ibrido e una colomba in calore:
n’ebbe due covate, ma sempre infeconde.
Gl° ibridi di colombo e tortora per quanto ri-
mangono quasi sempre infecondi, se a loro si pon-
gano nel nido delle uova fecondate in sostituzione
di quelle infeconde, allevano benissimo la prole: essi
amano di grande amore i figli e non gli lasciano
che allorquando principiano a volare. — Gino Cajani
ha più volte ripetuta la prova e sempre collo stesso
resultato. i
Nulla possiamo dire di certo circa l'età degl’ibri-
di: i più muoiono appena nati, taluni giungono a un
mese o due di età, pochi a tre anni, pochissimi a sei.
Noi abbiamo veduto come i meticci provenienti
da specie affini siano con più probabilità fecondi di
quelli che prevengono da specie delle stesso genere,
ma non direttamente affini. Molti ibridi di tortore
generarono, e le loro generazioni rientrarono grado
a grado nel tipo degli avi, mentre gl’ ibridi di co-
lombo e tortora non giunsero mai alla terza gene-
razione. — Però è prudente il non pronunziarsi
circa la Jegittima discendenza di alcune poche razze
di piccioni domestici che osservansi nelle nostre
voliere, e che apparentemente non sembrano origi-
nare dalla C. Livia. — Varie specie di colombi, la
di cui ‘affinità è indubitata, esistono allo stato sel-
vaggio su tutta quanta la terra; quasi tutte hanno
abitudini nomadi, e percorrono insieme immense
distanze. Chi potrà con certezza asserire o negare
la fecondità di clandestini maritaggi ?
La natura provvida che tutto regge e governa
è sovranamente sublime : ma come la pudica fanciulla
nasconde all’occhio profano nell’ ampio paludamento
le verginali bellezze, così essa avvolta nel velo del-
l'ignoto, stanca il paziente scienziato che tenta di
sviscerarne ì misteri. — Tu sola, o natura, sei bella,
tu sola sei grande: a te reverente io m° inchino, e col
vate di Padova non cesso mai dal ripeterti
(1) O bella, o grande, o verginal natura
muor come un nume fra l’ idalie rose
chi muor nel raggio della tua figura,
(continua) GiuLio CESARE GIACHETTI
Prof. AGOSTINO BONOMI;
VULCANI E TERREMOTI
( Continuazione e fine)
E qui sarebbe tempo che venissi a parlare dei
terribili effetti che può produrre un terremoto.
Ma prima non vosso esimermi dall’ esporre una
teoria nuova, nuovissima, la quale vuole che i
terremoti dipendano da una causa esterna. Uno
scienziato ignoto, che conosce assai bene il fatto
suo, la scorsa estate scrisse nella Civiltà Catto-
lica degli interessantissimi articoli per provare
che i terremoti tellurici non possono aver origine
endogena, ma che dipendono da cause esterne.
Tuttavia gii argomenti da lui adottati in prova
della sua asserzione sono così importanti, che mì
sembrerebbe di fare un torto a chi m' ascolta se
quì non ne esponessi almeno i più salienti. Intanto
l'anonimo comincia col negare che la terra sia
un globo incandescente circondato da una crosta
solida, la quale abbia poco più di 30 Km. di spes-
sore. A conferma di ciò adduce i seguenti motivi:
(1) G. Prati. — op. cit.
LAT
_rr——————____———m——m__—————+. }? -++—————1t_—1—1+—1lz@u—;:’°‘° lede
1. Il graduale aumento del calorico terrestre
ha troppo poche prove e si è giunti ad una pro-
fondità troppo meschina affine di poterlo ammet-
tere in via assoluta.
2. L’ equilibrio del globo saretba incerto, per-
chè l’ azione della luna e del sole dovrebbe far
cambiar continuamente di forma a questo glcb>
igneo;, producendo col suo flusso e rflusso una
nutazione tale. dell’ asse terrestre da far cam-
biare le stagioni.
3. La pressione che questa massa infuocata
gonfiandosi fa sentire contro la corteccia solida,
dovrebbe essere così grande, da tnandarla in fran- |
tumi se fosse più dura dell’ acciaio.
L’ articolista ammette bensì che nell’ interno
della terra vi sieno delle cavità occupate dalle
masse fluide al alta temperatuta, ma che queste
sieno piccolissime in confronto della intiera massa
solida terrestre. Per consecnenza, accettando come
probabile una causa endogena per i terremoti
vulcanici e forse anche pei perimetrici, il colto
anonimo rigetta assolutamente l’ipotesi che i ter-
remoti tellurici dipendano da forze ?n/erne, men-
tre in favore della causa esterna enumera molcis-
simi fatti di non picciol valore.
Eccone alcuni:
l. Nel terremoto della Carolina nel 1812 il
suolo sollevandosi, si ruppe riversando enormi
quantità di acqua fredda, di sabbia e di carbon
fossile.
2. In quello della Calabria (1878) sebbene la
scossa. fusse stata fortissima, nè l' Etna, nè lo
Stromboli segnarono alcuna agitazione.
3. In tutti i terremoti si ammette un centro
di urto dal quale si propaghi all’intorno la scossa
con una velocità dai 4 ai 5000 Km. al secondo.
Questo centro lo si determina, con falso criterio,
dai maggiori danneggiamenti. Ma questi possono
dipendere non già dalla violenza dell'urto, ma da
mille altre circostanze. La na‘ura del suolo, la
costruziore delle case, il numero dei luoghi abi-
tati, possono esser causa di gravi danni ‘anche
con scosse leggerissirme, mentre estese plaghe
poco popolate, se anche vengono sorprese da po-
tenti terremoti poco male ze vanno a risentire.
E poi è cgli possibile che da questo centro
la scossa sia capace di propagarsi in un attimo
a sì enormi distanze ? Il terremoto dei 23 febbr.
del'a Liguria, scosse pressochè nel medesimo istan-
te l’ Italia, la Svizzera e la massima parte della
Francia. Una velocità sì esagerata, urterebbe
troppo contro le leggi fis.che sulla propagazione
del suono.
4. La scossa traversando 30 mila metri di cro-
sta terrestre non potrebbe giungere alla supeficie
nello stesso istunte. perchè quella è troppo sva-
riata nella sua struttura.
5. L’ urto, facendosi nell’ interno dovrebbe es-
sere sempre perpendicolare e perciò il terremoto
sempre sussuZiorio, ma invece si osservò che per
luoghi vicinissimi o successivamente anche pel
medesimo luogo î moti sono differentissimi.
6. Nel maggior numero dei casi le scosse si
sentono alla superficie e non sono percepite nei
sotterranei come molte volte ne fecero fede i
minatori.
7. Durante il terremoto il mare d' ordinario
si ritira, per poi precipitarsi ripetutamente sopra
i continenti menandone stragi orrende.
8. IlÒterremoto è preceduto da un rombo aereo,
che si paragona a quello d'un carro pesante il
quale si muova sul selciato, oppure al rumore
d° un treno ferroviario ed al tuono che precede
un temporale. 5
9. Nelle chiese prima chs il suolo tremi, sen-
tonsi scricchiolare le cupole e le torri ed in mezzo
alle campagne farono visti alberi chinarsi fino a
terra e girare, su se stessi come gli indici d' un
orologio. I capitelli degli chelischi sono dislocati
in cima e non alla base, le tegole dei coperti e le
croci dei campanili smosse o distrutte.
10. Le navi in alto mare, quaado imperversa
il terremoto, sentono una scossa come se urtas-
sero co.tro uno scoglio, gli alberi si spezzano,
mentre il mare non dà alcun segno d'agitazione.
In generale il terremoto s' annunzia con un fe-
nomeno che fa l’ impressione d’ un vento impe-
tuoso il quale svelle dalle radici gli alberi e li
lancia a grandi distanze, piglia uomini ed animali
e li getta a terra.
Tuiti questi meravigliosi effetti, come potranno
succedere per un semplice urto interno? Ma quale
sarà dunque questa causa tanto misteriosa ?
Il bravo articolista è d’ opinione che il terre-
moto sia dovuto alla tenzione elettrica straordi
naria dell’ atmosfera e del suolo. E che questa
ne sia la causa, lo afferma perchè in moltissimi
terremoti si videro fenomeni elettrici, ma gli
scienziati ci prestarono poca attenzione, convinti
che l’ origine fosse sempre da.cercarsi nell'interno
del globo. A provare che nessun altro agente si
presta così bene a spiegare i terremoti come
l' elettricità, il distinto scrittore della Civiltà ad-
duce uumerosi fatti, uno più evidente dell’ altro.
Parla delle sensazioni che l'uomo ed i bruti pro-
vano ell’ avvicinarsi d' un terremoto.
I gallinacei gridano e saltano spaventati, i cani
latrano, i cavalli s’ agitano e tiran calci, l’ uomo
sente una oppressione, una nervosità più che al-
l’avvicin:rsi d'un tempora'e. Questi effetti spa-
riscono subito dopo la scossa. A dimostrare che
il suolo in certe circostanze può caricarsi di elet-
tricità, la quale è in continuo conflitto con quella
dell’ atmosfera, cita numerosi casi di fiammelle
viste sugli edifizii, sugli alberi, sulle rocce; di
scintille che scoccavano. da oggetti o dall’ uomo
148
stesso con un rumore simile a quello che fa la
grandine nel cadere.
Enumera fenomeni in cui colle nubi basse le |
scintille elettriche serpeggiavano sul suolo in nu-
mero spaventoso, di tuoni a ciel sereno, di per- |
sone gettate a terra e travolte, di altre tenute
sollevate qualche palmo dal suolo durante le |
scosse, del gonfiarsi del mare, dello sconvolgi-
mento generale della natura in mezzo ad un fra-
casso assordante. Adduce molti casi in cui i gal-
vanometri segnarono questa enorme tensione ele'-
trica del suolo e dell'atmosfera, tensione che, |
{
come accennai vuolsi ritenere quale causa dei |
terremoti. L’ anonimo articolista ha meritato as- |
sai col raccogliere sì copiosi fatti in appoggio
alla sua teoria e se anche il suo lavoro è scritto |
senza la pretesa d’ aver fatta una peregrina sco- |
perta, i veri scienziati non potranno fare a meno
di dargli tutta l' importanza che ben si merita.
Ma è già tempo che venga alla conclusione di
questa mia disadorna esposizione. Prima però
voglio parlare degli effetti. più importanti che
può podurre un terremoto.
All’imperversare di questo formidabile nemico
della umanità, fu visto squarciarsi il suolo inghiot-
tendo case el animali, altrove sollevarsi ed ab-
bassarsi riducendo gli edifizii ad un mucchio di
rovine. Qui si formano colline, là avvallamenti
che presto si trasformano in stagoi. I fiumi s’in-
torbidano, si gonfiano e mutano il loro corso el |
alle volte interrotti dai colli che s° ergono im- |
provvisi, riversano le loro acque sulle fertili cam- |
pagne.Si videro fiumi e sorgenti disseccarsi com-
parire sorgenti e fiumi in luoghi, ove prima mai
8’ eran visti. I monti scossi fin dalle loro radici,
squarciati e sbranati in mille parti, dalle scon-
volte masse rocciose fecero talora schizzare fan-
ghi, acque minerali e gaz diversi.
Il mare si ritira lasciando a secco le navi nei
porti, ma più spesso ritorna precipitosamente
internandosi nei continenti decine di chilometri, e
quando, le furiose onde si restituiscono al primi-
tivo bacino, trascinano seco campi, alberi, animali,
villaggi, città dopo avervi annegato ogni abitante.
L'atmosfera istessa durante ua terremoto pre-
senta fenomeni singolarissimi. Luci sinistre d' ori- |
gine elettrica, dense nebbie, che s' ignora in qual
modo siano prodotte. Che se il terremoto è, come
dissi sopra un fenomeno dei più comuni, possiamo
però esser lieti che le forti scosse si ripetono solo
a lunghi intervalli. Ad evitare od a menomare
ì funesti effetti
za non conosce segreto alcuno; nè avvi alcun
segno che indichi |’ avvicinarsi del temuto flagello,
se vuolsi far eccezione dagli animali che mostransi
qualche tempo prima assai inquieti e dan segni
d' inesplicabile terrore.
Cenchiuderò col dire che la seienza riguardo
del terribile mostro la scien- |
al Vulcanismo in generale ed ai terremoti in par-
ticolare, è ancora troppo bambina per rispondere
ai mille quesiti che tali portentosi avvenimenti
parano dinanzi. Ai naturalisti dell’ avvenire resta
perciò largo campo a nuove inquisizioni, mentre
noi pur cercando con ogni mezzo di conoscere il
segreto, faremo op:ra buona nel raccomandareci
a Chi tutto può, che ci scampi ognora dal formi-
dabile devastatore.
IATA III VARIATA PRESEIZEEE,
Anomalie nelle: infiorescenze: di ZEA MAYS
re
Nel precedente numero di questo Bollettino l’ e-
eregio Signor De Bonis descrive una interessante
anomalia da lui osservata nelle spighe di frumento-
ne. Ora avendo io stesso raccolto, negli scorsi mesi,
alcune anomalie simili od affini, credo opportuno
quì riferirne. È
Anzitutto conservo una spiga quasi identica a
quella descritta dal Sig. De Bonis, cioè terminante
all’ apice con un prolungamento di circa otto centi-
metri di lunghezza. Questo prolungamento porta da
una parte venticinque grani ben maturi, e dall’ al-
tra parte, molti fiori maschili perfetti, ma con le
glume. più appressate e consistenti, così che le antere
non hanno potuto uscirne, ;
Il fatto della comparsa di fiori maschili all'apice
delle spighe femminee, potrebbe significare che
in epoche lontane queste infiorescenze erano bises-
suali, e che ì fiori maschili ne occupavano l’' apice,
i femminili la base. Questo si osserva nelle infiore-
scenze libere e disgiunte del 7;ipsacum, supposto
antenato della Zea. $
Mi fu pure portato una spiga matura, alla cui
base si trovano tre altre spighe minori con grani
nella loro parte esterna. Furono tolte le brattee,
quindi non posso dire se fossero in qualche modo
diverse dalle normali. Dicesi pure che all'apice vi
fosse, come nel caso precedente, un rudimento di
rametto maschile, ma disgraziatamente fu troncato
e disperso. Alcuni anni or sono ebbi parimenti una
spiga composta, ma con maggior numero di spighette
laterali.
Ed ora passerò ad un caso più complicato. È una
breve spiga avvolta dalle sue brattee e divisa fino
alla base in tre parti, terminante ciascuna in una
tenue rachide di fiori maschili. Dal mezzo poi parte
una grossa e lunga rachide, assieme a parecchie
| altre minori, tutte maschili. Questa grossa rachide,
(SE: seta SE
ramificata alla base, termina con una nuova spiga
femminea, poco più lunga di tre centimetri. Come
causa che possa avere facilitato questa anomalia,
aggiungerò che la base dell’ infiorescenza è legger-
mente attaccata dalla Ustilago Maydis.
È poi interessante osservare che mentre i grani
delle spighe inferiori, avvolti dalle brattee, sono per-
fettamente sani e maturi, quelli superiori, scoperti,
furono dilicentemente vuotati da qualche animale,
non rimanendone che la buccia. Da questo si può
giudicare de wvisu della funzione protettiva valida-
mente esercitata dalle brattee. Mi rimane poi dubbio
quali animali possano aver vuotato così bene cia-
scun grano.
Un’ altra anomalia, che ha riscontro nella pre-
cedente, l’ ho trovata in due infiorescenze maschili,
raccolte nello stesso campo. Nella prima le divisioni
laterali sono normalissime, ma la rachide centrale
si è mutata fin dalla base in una piccola spiga
femminea lunga dieci centimetri, con otto fila di
grani, e terminante con un breve prolungamento
che porta due fiori maschili. La seconda infiorescenza
è quasi in tutto simile, solo i rami maschili sono in
maggior numero, e la spighetta femminea, che mi-
sura appena cinque centimetri di lunghezza, è situata
più in alto. In entrambe i grani, quasi maturi, fu
rono vuotati come nel precedente caso.
In un’ altra infiorescenza maschile la rachide dei
due rametti più bassi è verso la base alquanto ap-
piattita o fasciata, ed ivi porta parecchi fiori fem-
minei, non maturi per essere stata raccolta troppo
precocemente. Due anni or sono, raccolsi una ano-
malia simile, ma ancora più determinata: era una
infiorescenza maschile, in cui le rachidi dei rami
più bassi portavano, nella metà inferiore, molti grani
ben maturi, ì quali erano un terzo più piccoli dei
normali e ristretti all’ apice. Seminati presso di me |
nacquero tutti, ma rimasero piante assai gracili pa-
recchie coll’ infiorescenza maschile semplice, ed una
sola riprodusse, in modestissime proporzioni, l’ ano-
malia da cui proveniva. ;
Conservo pure una spiga, contornata dalle rela-
tive brattee, ove al posto dei grani, vi sono altret-
tanti gruppetti di glume che sembrano fiori maschili,
ma che però non contengono nulla. Forse è da as-
similarsi aì casi di infiorescenze vivipare, comuni in
altre piante. Una spiga simile, ma assai piccola per-
chè raccolta precocemente, fu prodotta da una pianta
di Zea cui era stata troncata assai per tempo l’'in-
fiorescenza terminale.
Infine, se pure sì può chiamare anomalia, ho os-
servato frequentissimo il caso di infiorescenze ma-
schili semplici, ad una sola rachide, specialmente in
piante rimaste gracili per aridità di terreno.
Bologna 10 Ottobre 1888.
G. E. MATTEI
Per mancanza di spazio non abbiamo po-
tuto pubblicare la continuazione degli arti-
coli Potenziale della terra e Caccia ai
coleotteri.
I FOSSILI
Appunti di geologia paleontologica
ose
SOMMARIO. — 1.° Doppia interpretazione del
vocabolo < fossile» — 2° Varî processi di
fossilizzazione — 3.° Distribuzione dei fossili
nei diversi terreni — 4.° Importanza geolo-
gica e biologica dei fossili — 5-° Modo di
raccogliere i fossili.
I.
(Continuazione al N. 8)
In conclusione di tutto questo, possiamo adunque
stabilire che esistono — in generale — due differenti
modi di interpretare la parola fossile, l' uno allargati
vo e l’ altro restrittivo. Secondo il primo modo si deve
definire il fossile quale un avanzo di origine organica
od inorganica testimonio di un fatto geologico. sia
cessato come in corso e cioè, sia riferentesi alle anti-
che epoche della terra, come verificantesi nei tempi
attuali o storici. Secondo l' altro modo sì deve dare
invece questa definizione: dicesi fossile una reliquia
od una vestigia organica che dipendono da esseri
vissuti nei tempi geologici, ossia in condizioni geo-
| logiche che oggidì più non esistono. I trattatisti sì
| attengono perciò all’ una od all’ altra di queste due
definizioni, salvo alcune lievi differenze nella forma
dell’ enunciato. Se apriamo, per esempio, il Corso dî
geologia dello Stoppani, ci avvediamo ben presto
come l’ autore sia completamente disposto ad accet-
tare la larga interpretazione. Al contrario, se diamo
un’ occhiata al buon volumetto del Rombicci, Corso
di geologia e fisica terrestre, troviamo preferita la
definizione restrittiva, eminentemente paleontologica.
Lo Stoppani osserva che il fossile non è un es-
sere antico, ma è semplicemente un essere conser-
vato; che la fossilizzazione non è solo un fenomeno
geologico, ma anche un fenomeno di dinamica ter-
restre; per lui sono fossili una freccia ed un ciot=
tolo al pari di un dente e di una conchiglia. Il
Bombicci invece richiede per il fossile l’ origine or-
ganica non solo, ma anche la posizione speciale, provo-
cata da un fenomeno geologico che attualmente non
è più in azione. Parimenti il De-Lapparent nel suo
Traité de Géologie — il più completo ed il più
esatto di tutti i moderni trattati di geologia — con-
viene che si debbano chiamar fossili soltanto i resti
organici contenuti nei terreni sedimentari, sia ch'essi
formino da soli veri strati, come i depositi di com=
bustibile minerale e certe accumulazioni di origine -
animale, sia ch' essi si riscontrino, allo stato più 9
150
meno sporadico, in mezzo ai sedimenti rocciosi.
D' altra parte il Baretti -- mio amatissimo mae-
stro — nelle sue belle lezioni di geologia dettate
nell’ Università di Torino, preferisce ancora il largo
significato. Alla domanda se si possa stabilire, nel
senso geologico, che fossile sia solamente ciò che è
resto organico, egli risponde negativamente, perchè,
a parer suo, devesi considerare come fossile qualun-
que oggetto contenuto nei terreni sedimentarî, che
possa funzionare da documento comprovante o la
presenza di certi esseri organici ed il verificarsi
d' un qualche fenomeno. — E bastino queste cita-
zioni, chè volendo ricordare tutti gli aliri trattati
inglesi, tedeschi ecc., anderei troppo per le lunghe.
Veduto con ciò quali siano le due opinioni dif-
ferenti dei geologi, non mi resta che dichiarare a |
quale di esse conviene attenersi. Osservo anzitutto
che ragiono sempre in lingua geologica. In paleon-
tologia — manco il dirlo — la parola fossile è con-
sacrata a significare esclusivamente resti o traccie
di esseri organici che hanno vissuto nei tempi gec-
logici. Il senso paleontologico va quindi lasciato in
disparte, non essendovi a questo riguardo divergenza
alcuna. Nel senso geologico invece io credo che non
convenga affatto limitare in alcun modo il signifi-
cato alla parola fossile. Mi spiego:
+ Ho sempre pensato che, nel campo della geolo-
gia, il voler condannare entro limiti fissi ed insu-
perabili i vocaboli della nomenclatura generica era
opera perfettamente vana. Il geologo — perdonatemi
l° epiteto — deve essere opportunista per eccellenza:
egli deve far tesoro di tutto quanto gli viene alla
mano e gli può servire a raggiungere i suoi intenti.
‘La classazione poi dei documenti che a lui tornano
opportuni. non va più fatta secondo la loro natura,
ma in vista dei varî scopi a cui i medesimi possono
servire. Onde in una sola categoria il geologo deve
raggruppare tutti quei fatti od oggetti, i quali, per
quanto diversi nella loro sostanza, gli sono però
tutti ugualmente utili a raggiungere un dato fine.
Per venire al concreto, a che servono al geologo i
Testi organici pietrificati che si riscontrano nelle
formazioni sedimentari? È ovvia la risposta. Gli
servono come documenti ineccepibili nel tracciare la
storia della terra, o meglio, il ciclo perenne delle |
roccie sedimentari e delle eruttive a loro subordinate.
E gli schisti colle traccie di pioggia e di ondate, i
Ciò che li distingue interessa solamente la loro na-
tura ed appartiene ad un altro ordine di idee, al
fatto cioè che i resti o traccie organiche servono
al paleontologo per ricostruire la catena non inter-
rotta dell’ evoluzione biologica. Preseindendo quindi
da tale considerazione, puramente paleontologica,
perchè non si debbono comprendere sotto un’ unica
denominazione due gruppi di cose che al geologo
servono nell’ istesso modo? Una scala, sia di ferro,
sia di legno, sia di pietra, sia di quel che si vuole,
sarà sempre una scala perchè il suo ufficio è sempre
il medesimo.
A me pare adunque — e sono certo di essere
in buona compagnia — che il vocabolo fossile stia
assai bene in entrambi i casi considerati. Non dico.
con questo di ritornare all’ antico modo di pensare:
accordo bensì un largo uso della parola, ma intendo
che questo uso sia prettamente geclogico. Fuori
della geologia si dica pur fossile a qualunque limi-
tata cosa, poco importa. In geologia invece è oppor=
tuno, è indispensabile sotto ogni riguardo, conside-
rare come fossile ogni oggetto, documento di un
fatto, di un fenomeno. Tutt' al più si potrà conce-
dere una divisione dei fossili in fossili di origine
organica, e fossili di origine inorganica, ma questa
divisione, se non errata, è però superflua, come è
anche inutile quell’ altra divisione in fossili e subfos-
sili, intesa a rispettare in geologia il termine di una
altra scienza, che, per quanto imparentata con essa
al primissimo grado, forma tuttavia un corpo a parte
e distinto di nozioni.
ra
(continua) Mario CERMENATI
TRREERREEZZE= DER
IL GELSO E LE SUE VARIETA
— = —
TRZ
Si conoscono due uniche specie di gelsi, il bianco
cioè (Morus alba) cd il nero (Morus nigra). Questo
ciottoli glaciali colla loro striatura o conformazione |
triquetra, le selci rozze o lavorate dei terreni ter- |
ziari e quaternari, le impronte di folgoriti, ece., a |
che servono? La risposta, come ognuno vede, è an»
cora la precedente, Ora, perchè non sì deve dare lo
‘Btesso valore tanto ai primi oggetti come ai secondi?
I
|
si distingue pella sua foglia larga, dura, ruvida, si-
mile a quella dell’ avellano; la sua mora è nera,
oblunga, più grossa e rugosa di quella del gelso
bianco. Ora il gelso nero lo si coltiva solo rara-
mente nei giardini e negli otti come albero frutti-
fero. I gelsi -che coltiviamo noi per usufruire la
. foglia, quantunque producano more di colore vario,
appartengono tutti alla specie del gelso bianco
(Morus alba). fica
La coltivazione del gelso in climi e terreni tanto
differenti e più ancora i seguiti. ibridismi, hanno ‘
prodotte alcune varietà e sotto varietà di esso, che
si distinguono dalla. varia figura e qualità della fo-
glia, dal colore e sapore dei frutti e da qualche
altra accidentalità. Tra le varieta del gelso bianco
coltivate per l’° alimentazione del filugello, meritano
speciale menzione.
1.° Il gelso morettiano, che ha le foglie ampie,
prive di lobi, di color verde non molto carico, nè
molto lucide e terminate all’ apice in una punta
acuta; esso è il prototipo del gelso bianco e può
essere propagato per taglioli, per propaggini e per
semi senza bisogno d’ innestarlo ulteriormente, per-
chè mantiene fermi i suoi caratteri, ossia non suc-
cedono mai in esso ibridismi e sì và conseguente-
mente ad ottenere sempre, anche per via di seme,
un identico soggetto: questo allo stato selvatico (1)
è il più forte e resistente di tutti; produce molta
foglia assai nutriente ed appetita dai.bachi. Per la
rigogliosa vegetazione e longevità, viene usato da
molti nel Lombardo, specialmente qual porta-irnesti,
quando si vogliano avere gelsi a fusto alto con vasta
corona. Nel nostro paese è pochissimo diffuso.
2.9 Il gelso moraiolo è quello che porta fiori
femminei e matura le sue more tendenti al color
giallastro, succose, di poco sapore, ma più volumi-
nose delle altre; ha foglie grandi, relativamente car-
nose, lisce e d'un color verde meno intenso di quelle
del morettiano.
3.° IT gelso arancino, così chiamato per la
rassomiglianza delle sue foglie a quelle dell’arancio,
ha come questo le foglie piccole, bislunghe, lisce,
doppie, di color verde chiaro, assai ricche di so-
stanze nutrienti pel baco ; esso costituisce un’ eccel-
lente varietà pel nostro paese perchè sterile, cioè a
dire non mena fiori nè frutti, ma una foglia molto
sostanziosa. La pianta resiste nei luoghi più aridi e
la foglia conserva molto a lungo la sua freschezza
dopo la brucatura.
4. Tl gelso romano ha la foglia piuttosto pic-
cola, tondeggiante, profondamente seghettata e si
carica annualmente di molte more bianche assai
piccine. Una sotto varietà di questo produce frutti
di color rosso ed un’ altra di color pavonazzo con
marcato sapor di moscatello, per la qual cosa da
molti sì confondono queste due ultime varietà col
gelso nero.
5.° II gelso spagnolo e una varietà a foglia
doppia ed incartata, lucida e profondamente lobata a
similitudine di. quella del fico e della vite; anch'esso
‘come il gelso romano, ha delle sotto varietà a frutto
rosso ed a frutto nero. Il gelso spagnolo è chiamato
giazzol dai nostri contadini e gRiaccivolo dai To-
scani. È abbastanza diffuso nelle valli d’ Adige e
(1) Pianta selvatica od allo stato selvatico qui intendesi
quella non innestata, quantunque la si coltivi per averne fo-
glie o frutta, 3
151
di Non, e la sua foglia offre il vantaggio di ba-
gnarsi meno d’ ogni altra nel caso di pioggia e di
rugiada, perchè liscia e quasi cerosa alla pagina su-
periore; è una foglia che conserva a lungo la pro-
pria freschezza quando è còlta; la brucatura n° è
facile e pronta ed a volume eguale, il peso della
foglia ghiacciuola supera quello d’ogni altra varietà
qui conosciuta. Il gelso spagnolo in terreni pingui
e forti produce molta foglia e di ottima qualità; la -
pianta è molto rustica, forte e resistente, e si de-
nomina ghiacciuola, perchè la pagina superiore delle
foglie appare lucente, quasi come fosse ghiacciata
od invetriata.
6.° Il gelso delle Filippine venne importato in
Europa dalle isole omonime al principio di questo
secolo e si diffuse alacremente in Italia quando
principiò ad infierire la flacidezza del filugello. Esso
viene riguardato come un frutice piuttosto che come
pianta arborea, e perciò i botanici lo denominarono
Morus multicaulis; sì distingue dalle altre varietà i
di gelso bianco per la corteccia bigiastra, sparsa di
piccole verruche bianche, pei rami lunghi, flessibili,
pendenti, per le foglie bollicose, scabre, d'un verde
ameno, finamente venose, floscie e sottili, per lo più
cuoriformi e collocate a molta. distanza sul ramo. Il
gelso filippino non va soggetto ad ibridismi, per cui
lo si può propagare per semi senza dover ricorrere
poi all’ innesto; e si presta eziandio egregiamente
bene alla sua moltiplicazione per taglioli e per pro-
paggini. È di natura nana e cresce a foggia di ce-
spuglio, onde in Lombardia viene preferito ad ognî
altra varietà, quando si tratti di piantare siepi 0
gelseti specializzati a .ceppaia. Molti si valgono del
gelso filippino come soggetto per innestarvi sopra
altre varietà di vegetazione forte, quando si vogliono
avere piante nane o ceppaie delle più raccomandate
per nutrire i bachi nelle prime età; al contrario
s'innesta il filippino sul morettiano per ottenerlo ad
alto fusto, essendo morettiano quello che mostra la.
maggior forza vegetativa.
La foglia di questa varietà di gelso è ormai ri-
‘tenuta eccellente per nutrire il baco in qualsiasi
età, sebbene a prima vista per la sua vasta esten-
sione e morbidezza lasci supporre il contrario. Dalla
semente del gelso filippino è uscita una nuova va-
rietà, che venne denominata ZRhow, e sotto tal nome
va molto diffondendosi in Italia, essendo creduta una
novità importata dalla China.
7.0 II gelso primitivo o Cattaneo. Allorchè la
pebrina e la flacidezza del filugello in Italia si mo-
stravano indomabili, vi fu chi attribuiva la causa
del malanno al seme e chi alla cattiva qualità della.
foglia, e conseguentemente l' uno andò in cerca di
migliori varietà di gelsi, per rinnovarne la specie,
l'altro di seme immune da malattie. Diffatto in
Italia furono portate piante e sementi di gelsi pro-
venienti da varie regioni dell’ Asia e vi si coltivano
tutt’ ora sotto varie denominazioni di gelsi primitivi
del Giappone, della China, della Polinesia, del
Caucaso, ecc. Il cav. G. Cattaneo di Milano fu
quello ch” ebbe, a quanto pare maggior fortuna in
quest’ opera di rigenerazione del gelso in Italia;
egli principiò nel 1864 ad importare dalla China
‘settentrionale dei semi d' una specie di gelso, che
vi cresce allo stato selvatico; lo coltivò a Milano e
tanto lo ha moltiplicato, mercè l’ incessante intro-
duzione di seme originario e fors’ anco di quella
delle piante adulte già acclimatate, che ora n° esi-
stono già parecchi milioni. Di tali gelsi a titolo
d' esperimento si provvidero il sig. G. A. Zecchini
bacologo in Molina, ed il sig. Dott. E. Sartorelli in
Borgo; due esemplari si vedono tutt’ ora anche nel
podere del sig. Barone Salvotti a S. Giorgio.
Il gelso Cattaneo si distingue per la ingente
produzione di foglia ampia, liscia, robusta, che
viene avidamente gustata dai bachi. La pianta è di
grande sviluppo, resiste ai cattivi influssi atmosferici
e non ha bisogno d' essere innestata.
8.0 II gelso selvatico è quello nato di seme e
che non ha ricevuto l’ innesto; le sue foglie sono
‘generalmente piccole. Non è possibile descrivere con
certa esattezza il gelso selvatico, giacchè esso pre-
senta caratteri molto diversi, sia in riguardo al suo
sviluppo, sia in riguardo al colore e sapore delle
more, nonchè alla forma e consistenza delia foglia.
I semi prodotti da una stessa pianta danno gelsi
spesse volte che neppur si assomigliano, e ciò per
effetto delle ibridazioni avvenute al momento della
fecondazione dei fiori; ed è per evitare questo in-
conveniente, questa irregolarità della specie d’ im-
pianti, che il gelsicultore stabilisce e fissa la qua-
lità voluta mercè l° innesto. Si conoscono soltanto
tre varietà di gelsi dal cui seme nascono costante-
mente gelseti identici nei loro caratteri alle piante
madri, dalle quali s° ebbe la semente, e queste sono
il gelso filippino, il Lhou cd il morettiano.
Scelta dei gelsi da propagarsi.
Nello stabilire quale varietà di gelsi convenga
preferire pei nuovi impianti è d’ uopo tener conto
‘delle diverse condizioni del clima e- del terreno, dove
wuolsi eseguire la piantagione e ricorrere a quelle
varietà molto vegete e resistenti, da cui si possa
ripromettersi un prodotto in foglia abbondante e di
ottima qualità, Il gelsicultore dovrebbe in proposito
psservare le seguenti norme;
einen
a) Si scielgano di vreferenza gelsi colla foglia
liscia e lucente, affinchè bagnata s' asciughi presto;
che sia bene incartata e consistente, onde riesca più
nutritiva; non molto costolata, grande ed intera; e
sopratutto sono da preferirsi le varietà aventi foglie
a piccole distanze fra loro, cioè î meritalli brevi. In
ogni caso poi è da evitarsi la propagazione di quei
gelsi che producono more in abbondanza, imperoechè
oltre d' essere il frutto dannoso ai bachi la pianta
che si carica di more dà meno foglia ed anche
questa poco nutriente, non potendo essa sostenere
senza spossarsi quella duplice produzione.
b) Sono da preferirsi sempre gelsi di rapido
sviluppo e presta maturità del legno. Si è ripetuta-
mente osservato che la somma dei gradi di calorico
occorrenti alla produzione d' un meritallo e quindi
d' una foglia, differisce moltissimo da varietà a va-
rietà di gelso. Il Prof. Cantoni ha trovato che il
. gelso ZZov emetteva una foglia con 420 ©. di ca-
lorico, mentre l° ovalis abbisognava di 1300 C.; e
tali marcate differenze nello sviluppo vegetativo ci
spiegano perchè certi gelsi vengono colti dall’autunno
colla parte superiore dei getti novelli ancora erba-
cea, la quale nell’ inverno dissecca e con essa va
perduta così una buona parte del prodotto in foglia.
dell’ anno seguente. 2
c) V° hanno delle varietà di gelsi che emettono
in primavera le foglioline assai per tempo, altre.
tardi; non tutte quelle di vegetazione precoce sop-
portano egualmente i freddi primaverili. Fra le va-
rietà più sensibili ai rapidi abbassamenti di tempe-
ratura, ve n° ha di quelle capaci di svolgere, dopo -
una brinata, con somma prontezza le gemme secon-
darie o latenti, rimpiazzando ben presto la foglia ab-
brustolita dal freddo. E questo fatto non dovrebbe
isfuggire nella scelta dei gelsi da propagarsi agli
agricoltori specialmente delle vallate, in cui sono
frequenti le brine primaverili.
d) Il peso della foglia, la quantità d’ acqua
percentuale contenuta, la robustezza e longevità
della pianta, la vegetazione precoce o serotina, l’ es-
sere la pianta più o meno sensibile alle influenze
delle brine e della nebbia, sono altrettanti indizii,
che dovrebbero servir di base al gelsicoltore per for-
marsi un giusto criterio su quelle varietà di gelsi,
che di preferenza meritano d' essere propagate nelle
singole valli del nostro paese, ove tanto dissimili
sono e clima e terreno, ;
Finalmente è da tenersi per fermo, che quando
si voglia moltiplicare una determinata varietà di
gelso, non si può giungervi a mezzo del suo seme,
perchè da questo nascerebbero moltissime varietà,
alcune delle quali forse muove ed apprezzabili, ma
=:
153
quasi certo diverse da quelle che si volevano otte-
nere. Prescelta la varietà di gelso che si voglia col-
tivare, non v' è altro modo che l’ innesto per fissarla
e moltiplicarla. Come già fu detto, una eccezione a'
questa regola l' abbiamo soltanto nel seme del gelso
filippino ed in quello del morettiano.
S. MENEGHINI.
(Dall Almanacco della Sezione di Trento
del Con. Prov. d’' Agr. pel Tirolo).
Comunicazioni - Proposte - Domande
i Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno ciritto ad fnserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi ro/izie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Metodo per far sezioni nei tessuti vegetali.
Il Sig. W. A. Husvell. (Proceedings linnean Soc. of.
New Sonth Wales, 1, 1886. p. 489), raccomanda per
far le sezioni di oggetti delicati (protalli *di felci,
fronde di alghe delicate, foglie sottili e flessibili di
piante erbacee, ecc.,) il metodo seguente :
Il pezzo da sezionare, se fresco, si pone per una
giornata in una soluzione densa di gomma arabica
se conservato in alcool, prima di passarlo alla gom-
ma sì tiene per alcune ore nell’ acqua. Dei pezzetti
di carota si tengono per altrettanto tempo nella
stessa soluzione di gomma. Si adopra poì questa
carota, imbevuta di gomma, come si suole adoperare
il midollo di sambuco ; vi si fanno cinè due tracce
e vi si colloca il pezzo da sezionare, avendo cura
di riempire colla gomma tutti gli enterstizi. Tutto
il pezzo così preparato si fa gelare e ‘si seziona con
apposito microtomo. La separazione dei preparati
dalla carota sì fa senza nessuna difficoltà nell’acqua,
dove il preparato vien pur lavato dalla gomma. (Dal
Journal. of. the. R. M. S. 1887, p. 338, e rivista
scientifica indust. N.° 13-16, 1888). ARGS
Vanessa xanthomelns. Il Sig. Moreschini, con
gentilissima sua 5 ottobre ci espone valide ragioni
per confermare che la Vanessa da lui catturata a
Macerata e della quale tenne parola nel N° 8
pag. 123 di questo Bollettino, sia veramente la
Vanessa ranthomelas. La DIREZIONE
Note botaniche. Il 7ibulus terrestris, L. ab-
bondantissimo nelle arene marittime, trovasi ancora
nel Bolognese: me ne fu portato un bell’ esemplare
con fiori e frutti, raccolto sui primi colli fuori porta
Castiglione. — L' Aster Amellus, L. esiste pure nel
Bolognese: cresce a Livergnano, e lungo il Torrente
Aposa, fra le boscaglie, ove è copioso: ora trovasi
ìn piena fioritura.
Bologna: 10 Ottobre 1888. G. E. MATTEI
Anophrys Maggii nov. spec. Il Prof. Cattaneo
descrive questo nuovo infusorio nel Centr/d/. f. Bact.
ete. 1v V. p. 193 e nello Zool. Ans. N.° 286, p. 456.
L’ Anophrys Maggit Gatt. appartiene all’ ordine
Holotricha ed alla fam. Enchelyidae Sav. K.; vive
parassita nel sangue del Carcinus maenas. Eccone
la diagnosi del Cattaneo, tolta dallo Zool. Ans. 1. c.:
« Corpo ovale allungato (7 35—45X10—12:, ar-
« rotondato posteriormente, con la parte anteriore
« appuntita e ricurva a guisa di rostro; cilia ante-
« riori più lunghe delle laterali e posteriori; nucleo
« mediano e vescicola contraltile posteriore; aper-
« tura boccale situata sotto il rostro, e munita di
« un cercine di' cilia; non visibili o poco distinte le
« striature traversali e longitudinali. » le,
Chytridium elegans nov. sp. Nel Ceneri. f.
Bact. etc. V. iv, p. 295 descrive il Prof. Perroncîto
questo nuovo PAycomiceta, parassita della PA ilodina
roseola Ehrb. e di altri rotatori (1). P.
Entomologia. Si sa già di due larve di ditteri
parassite della larva del Rhizotrogus solstitialis (2).
Ora poi da-un lavoro scritto in danese di Bergsòde
e Meinert (2) vien reso noto che la larva del coleot-
tero surriferito vien danneggiata anche da una Zarva
di vespa, probabilmente della Tiphia femorata.
IS
La fauna delle tombe (4). Essendosi praticate
lo scorso inverno nel cimitero di /vry (presso Pa-
rigi) diverse esumazioni, riescì al Sig. Megnin di
constatare la presenza di diversi stadî di sviluppo
delle seguenti specie: Calliphora vomitoria, Cyrto-
neura stabulans, Phora aterrima, Anthomyia
(specie ?), Rizophagus paralleli ollis, Achorutes ar=
matus e Templetonia nitida. Fu trovato pure un
Iulus. — Da ciò risulta che le larve di diversi in»
setti hanno una parte importante neila distruzione
dei cadaveri. EG
La Helix harpa Say nella Svizzera. 1J natura
lista A. Craven trovò sull’ alpe di Life! all' altez=
(1) Vedansi i lavori del Perroncio :
a) Osservazioni fatte alle Terme di Vinadie (Annali della
R. Ac. di Agric. Vol. 28, 1885) e
b) Perroncito e Varalda, Intorno alle così dette Muffe
delle Terme di Valdieri (Atti del Congr. naz. di bot. critt. in
Parma. Fasc. 2, Varese 1887).
(2) F. BraUER, Zucei Parasiten des Rhizotrogus solstitialis
aus der Ordnung der Dipteren. (R. Ac. d. Wiss. Wien, Be-
richte, mat.-nat. Classe, V. 88). >
(3) Un riassunto di questo lavoro sì trova nel Cenlibl. fe
Bact. etc. V. iv, pag. 275.
(4A) Ex Humboldt, A. vir, p. 313. Il lavoro del Mégnin
sì trova nei: Compt, rend, Ac. Sc, Paris, T. 105, N, 20,
p. 948-604,
,
za di 2100 m. la suddetta chiocciola, che sin° ora
si credeva limitata alle regioni nordiche (Humboldt,
A. vil, pag. 314). Ri
Batterii fotogeni (1). Nel Centribl. f. Bact.
(V. rm, p. 105 e 137) relaziona il Dott. B. Fischer
su di un nuovo bacillo fosforescente. Ora poi è
riescito allo stesso Fischex di ottenere fotogrammi
non solo di bacilli fosforescenti ma anche di oggetti
illuminati dai bacilli (Lo stesso giorrale centrale,
V. Iv, p. 89). Bi
Note entomologiche. Giornì fa gironzando pel
mio giardino ebbi occasione di trovare su una pianta
di Oleandro alcuni bruchi d’ esso. Occupandomi
d' Entomologia li raccolsi, ed allevatili, ebbi il pia-
cere di vederli trasformarsi e l5 giorni dopo nascere
le bellissime Deilefile.
Faccio notare questo, perchè non trovai accen-
nato nei testi di Entomologia che nel Friuli, o me-
glio nel Veneto sia stato visto questo lepidottero.
Bensì invece in Lombardia, come nota il traduttore
della Storia degli Animali del Figuer.
Sarei grato a quel cortese abbonato che volesse
render noto sul Bollettino del Naturalista se ha tro-
vato in qualche altra regione d' Italia questa Sfinge.
Udine 13 Settembre 1888. GrusePPE Nimis
Descrizione di una nuova Specie Ligure del
genere Bathyscia Schiodte. Bathysciwa Murialdii
n. Sp.
Corpo oblungo, bruno, coperto di finissima e rada
pubescenza bianca, solamente visibile per riflesso.
AxtENNE lunghe come il torace, i primi due ar-
ticoli riuniti sono lunghi un terzo di esse: ib se-
guenti molto più piccoli vanno gradatamente ingros-
sandosi tanto che il 7.0 è più grosso di tutti; se-
guono l’ 8.° 9.° 10.9 che sono transversi e l’ ultimo
che è fusiforme.
Torace convesso, finamente punteggiato, stretto
anteriormente, linea basale incavata e formante ai
lati due angoli acuti coi margini laterali.
ErirrE finamente striate a forma di reticolazione,
dove le maglie sono più grandi alla base che al-
l'apice; parte anteriore formante un angolo retto
colla sutura, gli angoli ai lati tronchi ed occupati
dagli angoli sporgenti del corsaletto ; il loro margine
esterno ripiegato sensibilmente. Angolo suturale cur-
vilineo.
Long. 1 12 -1 mm.
Questa Bathyscia la trovai in tre delle numerose
‘ grotte liguri il 2 Settembre 1888. (2)
All' ottimo mio amico Comm. Cav. Luigi Mu-
(4) Cfr. questo Bollettino, A. vu, p. 165.
. (2) Non posso citare il nome delle grotte ove trovai la
Batlyscia Murialdii essendomi affatto sconosciuto,
rialdo, amatore gentile, in segno di affetto e rico-
noscenza la dedico. i
Completo questa descrizione aggiungendo l'elenco
delle Bathyscie che trovai finora in Liguria.
BarHyscrA Dorrag, Fairm. Dintorni di Spezia —
B. DopErI, Fairm. Grotte Monte Fasce — B. Spa-
anoLI, Fairm. Grotta della Pigna — B. MurIALDI,
Balbi. n. sp Grotte dintorni di Pontedecimo — B.
FronpICOLA, Reitt. Voltri — B. Pumitio Reitt. Din-
torni di Genova.
Genova 10 Settembre 1888. E. BALEI
L’ acqua degli acquari. Per chi conserva in
vasi, acquari ece. i Cyprini (Cypr. auratus) ed. altri
animali acquatici, troviamo indicato nel siornale di
Pfeiffer (der Naturfreund N. 7) un modo semplice
per mantenere pura e chiara l’ acqua per ben 3 mesi
senza doverla rinnuovare; vi sì mettono, cioè, alcuni
gr. d' una soluzione di acido salicilico (1 gr. in 300
gr. d’ acqua.
Vienna i SR.
Amfibi. Il Sig. Vette» nelle sue notizie suglî
amfibi (Zool. Gart. N. 6) fà delle osservazioni sulla
Rana aftvalis relative alla lunghezza della gamba
posteriore, al tubercolo metatarsale, alla membrana
natatoria ete., e vi descrive il metodo per fare
una esatta misura. Vetter fa menzione anche dello
scheletro d' una Rana esculenta che mostrò solo
9 vertebre dorsali in vece di 10.
Vienna SR.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Dome-
nica sera — 9 settembre — mentre pioveva dirot-
tamente, arrivò dal Nord sul lago di Pescarenico
presso Lecco (punto in cui 1° Adda esce dal Lario)
una colonna migrante di rondini di mare (Sferra
fluviatilis, Naum). Saranno state circa un quattro-
cento. Lunedì alcuni cacciatori ne uccisero una ses-
santina. Martedì, malgrado la pioggia insistente, fui
anch’ îo sul luogo ed in poco tempo ne uccisi una
ventina. Se avessi avuto maggior numero di cartue-
cie le vittime sarebbero state più numerose. Altri
cacciatori ne uccisero nuovamente una cinquantina.
È curioso che questi uccelli poco o punto sì spa-
ventano per le fucilate. Quando uno di essi cade
morto o ferito tutti gli altri gli si avvicinano svo»
lazzandogli intorno, cosiechè è facile prenderne pa-
recchi in un sol colpo. Anche sventolando un fazzo»
letto bianco si avvicinano facilmente alla barca. In
cucina poi, se non figurano come selvaggina di pri-
mo ordine, non sono però da disprezzarsì tanto,
quantunque dicasi da taluno che non si possono as
solutamente mangiare.
Da sei anni non s'è verificata da noi tanta ab»
bondanza di sterne: nel 1882 = altra epoca d' in*
155
nondazioni come attualmente — se ne videro diversi
branchi ed anche allora molti furono uccisi. Io mi
ricordo di averne visti in quell'epoca più di cinquanta,
tutti posati sovra un tronco galleggiante. Del resto
ogni anno, nei mesi di agosto e di settembre, non
mancano da noi le sterne, le quali stanno di prefe-
renza ove l’ acqua scorre e si appoggiano sovente
sui pali che sporgono dall’ acqua ad indizio delle
così dette Zegraie, fascine immerse per provocare
in dati punti maggiore accentramento di pesci. Si
nutrono ordinariamente di moscerini e di tutti gli
altri insetti che abbondano alla superficie delle ac-
que: quando possono si cibano anche volentieri di
pesciolini. Da noi si chiamano in vernacolo: sgarin,
spolatreltt, sgolatrei ecc. Arrivano alla fine di luglio
e partono sul finire di settembre.
Quando partono le sterne, giunge una quantità |
di Ohroocephalus ridibundus Linn ex Briss. i
quali si fermano nel bacino di Lecco. Nel passato
mese di gennaio io ho ucciso parecchi individui di
quest’ ultima specie stando sulla spiaggia, poichè
essì sì appressavano a cibarsi dei pezzetti di pane,
delle buccie d’' arancio, delle crisalidi dei bachi
_ ecc. che colle immondizie della città si gettano
nel lago.
Lecco 13 Settembre 1888.
M. CERMENATI
Un’ annata come la presente — dicono i caccia-
tori — non s'è mai vista, tanta e poi tanta è la
scarsità degli uccelli. Questa asserzione è anche con--|
fermata dai venditori di selvaggina ed in fatti ho
constatata io stesso una quasi assoluta mancanza di
uccelli sul nostro mercato. Negli anni addietro, di
questi giorni, sulla piazza di Leeco si contavano a
centinaia le dozzine di pettirossi (picet), codirossi
(cuaross, morett), fringuelli, prispoloni (durdin),
prispole (sguiszzet), ballerine (Balerott), cutti (Bua-
rin), dordi e via dicendo. Adesso invece è miracolo
se sì può trovare una dozzina di pettirossi battendo
a tutte le botteghe e se per caso la si trova il
prezzo che bisogna sborsare è molto elevato. Non
parliamo poi della vera selvaggina, quali le pernici
e le coturnici: se qualcuna di esse .si vede appesa
in qualche negozio si può proprio esclamare: rari
nantes... con quel che segue. Le beccaccie ed i bec-
caccini non hanno ancor fatta la loro comparsa:
siamo però alla vigilia della caccia a questi due ri-
cercatissimi gibier, ma se la penuria si estende a
tutto il mondo ornitologico e’ è poco a sperare an-
che a questo riguardo. Il passo dei dordi è già
principiato da parecchio tempo, ma assai insignifi- |
canti sono le prese fatte di quest’ uccello. Malerado |
la stagione fredda e continuamente piovosa, gli
storni non sono a tutt’ oggi apparsi; però da un
giorno all’ altro possono capitare.
Lecco 8 Ottobre 1888. M. CERMENATI
Nella seconda quindicina d’ agosto ho preso parte
a qualche caccia sui monti valtellinesi. I galli di
montagna (Eyrurus tetrix) si fanno d' anno in anno
sempre più rari. Si può girare per giornate intiere
in posizioni dove pel passato abbondavano senza
trovarne una piuma. Gli alpigiani, che durante le
mie escursioni ho incontrato, erano tutti concordi
nel dirmi che le covate dei galli, per l° inclemenza
della stagione, avevano molto sofferto. Qualcuno mi
narrò persino di aver trovato parecchie uova gelate.
Se ai danni delle intemperie si aggiunge la strage.
immensa che si fa dei Lyrurus coi lacci e col fu-
cile, non è difficile comprendere il perchè questo
prezioso capo di selvaggina vada diminuendo.
In Valtellina la caccia si apre attualmente al
quindici d’ agosto. Quanto buon senso abbia presie-
duto in questa delibera io non so, per vero, misu-
rare. E dico ciò perchè anche quest’ anno, ho tro-
vato in Valtellina, verso il venti d’ agosto, dei nidi
coi piccini molto arretrati. Nutisi anche che in tal
mese i galli di monte sono ancora piccolissimi, nè
più ne meno di un pulcino; eppure gl’ impazienti
ed ingordi nembriotti non si fanno scrupolo alcuno
di.ammazzarli. In tal modo le nidiate dei Lyrurus,
prima della fine d’ agosto, sono già state distrutte. Se
sì considera ora che tali nidiate sono pochissime, tutte
conosciute dagli alpigiani che informano i diversi cac-
ciaitori, domando io quali speranze si debbono avere
per la conservazione di questa specie. Il Tetrao wro-
gallus è già scomparso da qualche tempo dai monti
valtellinesi : se non si prenderanno energici provve=
dimenti anche il Zyrurus tetrix farà la stessa fine.
Et nune cunsules videant.... et provideant.
Lecco 8 Ottobre 1888. M. CERMENATI
Nel decorso Settembre fu abbondante it passo
delle quaglie a Saline, Lazzàro e Bucale. Ho acqui-
stato le seguenti specie: Numenius tenutrostris,
Sylvia risoria, Monticola samatilis (giovane) Tha-
lassidroma pelagica, presa colle mani su di una
barca, oltre varii ralli, due Orea pratensis e una
Folaga atra. — Il giorno 25 fu ucciso a Terretti un
Gyps fulvus, questo uccello evidentemente stanco
s' era gettato in un precipizio; il ventriglio fu tro
vato vuoto del tutto. Un altro simile fu colto a
Capo d’ armi mentre stava posato sulle roccie della
spiaggia; chi l’ uccise lo aveva da lontano scambiato
con un tacchino solito ivi a vagare e gli si era av:
vicinato molto senza che l’avvoltoio s'alsasse a volo,
Reggio Calabria 10 Ottobre 1888.
Giuseppe MoscHELLA
Il 10 corrente comprai sul mercato un Syrraptes
paradoxus maschio morto, che era stato preso con le
reti da un contadino qualche mese addietro in comu-
ne di Cervarese. Lo misi in pelle e lo spedii a Fer-
rara ad un amico. Sembra da quanto ho potuto rac-
cogliere che in quelle vicinanze ve ne sia una fami-
glia di 8 o 10; raccomandai ad alcuni signori in-
fluenti in paese, perchè con i loro buoni uffici cer-
cassero di far rispettare quei cari ospiti per otte-
nere la loro moltiplicazione.
Padova 20 Ottobre 1888.
Albinismo di un passero nostrale. S° osserva in
D. STEFANONI
questa Città un passero che ha le remiganti bianche
.come pure le piume del corpo che stanno tra le ali
sono bianche e le cuopritrici della coda son pure
dello stesso colore; ha le timoniere di colore nor-
male.
Quest’ uccello è proprietà del Sig. Bertini liquo-
rista, che avutolo piccolo si diede attorno a farlo
pervenire adulto. È vispo, tutt’ il siorno saltella per
la gabbia cantando. Le piume e penne già erano
bianche quando incominciarono a spuntare prima
cioè della muta. i
Porto Maurizio Settembre 1888. DISP,
Dopo due mesi di sconsolante scarsezza d’ uccelli
finalmente — tutto ad un tratto — ebbimo un for-
tissimo passo di pettirossi, tordi e fringuelli. Nella
scorsa settimana, dal 14 al 20 corrente il passo di
tali uccelli è stato veramente prodigioso. Basti il
dire che sul mercato di Leeco ho calcolato intorno
alle duemila dozzine gli uccelli esposti alle vendite.
Anche le beccaccie non fanno difetto e più di un |
centinaio le ho viste nei varî negozi. — Fino ad
oggi il tempo si è mantenuto bellissimo e di una
temperatura piuttosto bassa. Non appena muterà lo
stato del cielo avremo gli storni e le allodole: Giova
sperare siano quest' ultime in abbondanza, per com-
pensare gli uccellatori dei due passati mesi di ca-
restia completa.
Lecco 22 Ottobre 1888.
Domanda. Si gradirebbe avere esatte indicazioni
M. CERMENATI
su quanti lavori speciali sì conoscono sui Kjiòkken-.
mòddings o avanzi di cucina di Danimarca ed altri
luoghi, onde poterseli procurare.
Montalto Augusto BELLINI
Per l° insegnamento della mi-
neralogia. Nuovo modello di forme cristalline
costruite in lastre di vetro, con gli assi interni ecc.
Modelli grandi da scuola, Per L. 3,60 se ne invia
uno franco di porto nel regno.
Rivolgersi a S. Bvogi naturalista » Stena,
RECENTI PUBBLICAZIONI
L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare
agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa
rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, se ne
permette gratuitamente la lettura, presso la sede dell’ Agenzia
o presso la direzione.
BOMBICCI Prof. LUIGI. Sulla formazione
della Grandine e sui fenomeni ad essa conco-
mitanti. L' illustre Comm. Bombicci in questa im»
portante memoria tratta i seguenti argomenti:
Correlazioni fra le sferoedrie della grandine e le analoghe
di moltissime altre specie minerali (con uno schema della tri-
plice morfologia delle cristallizzazioni). Cenno sulla configu-
razione ad aghi, a fiocchetti, a cirri, e a stellette nîviformi, a
grani e sferule di tipo grandinoide, del silicato di calcio nel
vetro comune. Vecchie e nuove teorie sulla formazione della
grandine. La teoria proposta nella presente memoria. ]l primo
dei fenomeni determinanti la grandinata. Considerazione sulla
costituzione micro-cristallina dei cirri e delle nubi, negli strati
dell’ atmosfera a 0. e sotto 0, data dal convertirsi dl vapore
acqueo in prismetti elementari di ghiaccio. Le osservazioni
direttamente istituite dal Tissandier. Sulla formazione di gra-.
nuli globulari, secchi, di acqua congelata, regli strati molto
freddi dell’ atmosfera. Spiegazioni, mercè la teoria proposta,
dei fenomeni inerenti ai temporali grandiniferi, ed insufficen-
temente spiegati fin ora. Indice di tali fenomeni. IL’ azione
delle foreste, sopra tutto montane, nel fenomeno delle gran-
dinate. Riassunto. Provvedimenti per attenuare î danni delle
grandinate. È
Per dare un' idea di questo studio riportiamo le
seguenti parole che ne formano la introduzione :
« Se coloro che fino ad oggi cercarono la vera spiegazione
< dell’ origine della grandine si fossero basati su questo concet-
« to: I grani di grandine direttamente dipendono da uno dei tre
tipi di cristallizzazione che la specie minerale acqua consegue,
al pari di moltissime altre specie minerali conosciute j se per
comprendere come possa cristallizzare sferoedricamente 1° a-
cqua nelle alt: e fredde regioni dell’ aria, oltre che in mi-
nimi prismetti o in piccole stellette esagonali, avessero pen»
sato ad investigare in qual modo tante altre sostanze cristal»
lizzino sferoedricamente nel suolo, colle due tipiche modalità
che vorrei poter chiamare grandinoide e nevoide, in ragione
delle disposizioni loro globose, sferoidali, discoidali e lamel-
lari; fibrosoraggiate e zonate concentricamente, io sono
convinto che la teoria della meteora sarebbe or mai for-
mulata esattamente, e fors’ anco sì sarebbe trovati dei mezzi
idonei a menomarne gli effetti, bene spesso disastrosissimi,
Scopo di questa Memoria della quale nove anni or sono, ac-
cennai il concetto in altra pubblicazione ( Nuovi studi sulla
Poligenesi, Bologna 1880) ed inviandone copia, in piego si»
gillato, all’ Accademia dei Lincei, nel Giugno 4883, si è il
dimostrare che la grandine deve riguordarsi siccome uno dei
« moltissimi casi di cristallizzazione sferoedrica; e che per
< la teoria della sua formazione possono giovar sommamente
« le nozioni delle circostanze che nel regno minerale deter-
« minano le sferoedrie propriamente dette ».
Illustrano la memoria . due tavole con molte
figure.
BOMBICCI LUIGI. Il gabinetto universitario
di Mineralogia in Bologna XXVII anni dopo la
sua fondazione. Relazione terza a S. E. il Mini
stro per 1’ istruzione pubblica, Quantunque sia que-
RUALA RO ALA ORA AA CA, A ARCA AA R
157
—_—_—_—___________——ÉÉ_a_eae”a”a”—”—”—“—rzkz- llll_—————————————————————————=€
sta, una molto rapida e sommaria enumerazione di
quanto contengono le pregevolissime collezioni di
detto Museo, pure occupa ben 80 grandi pagine;
ma ad aver voluto solo entrare in dettaglio per le
cose più importanti sarebbero, occorsi non pochi volu-
mi. Basti il dire che mentre nel 1861, epoca in cui
l’ illustre comm. Bombicci creò questo museo, l’uni-
versità di Bologna non possedeva che 9000: pezzi,
fra buoni e cattivi, tra minerali e rocce compresi
î duplicati e gli scarti, senza locali ne scanzie ove
collocarli, ora è ricco di oltre 37 mila esemplari
formanti importanti, rare ed anche uniche collezioni,
fra le quali interessantissima quella delle Meteoriti
contenente campioni di. 117 cadute. I locali sono
vasti e ben ordinati, avvi laboratorii e gabinetti da
studio nonchè molti apparecchi e strumenti neces-
sari per l’ insegnamento.
BOMBICCI LUIGI. Un museo diduttico per
l° insegnamento oggettivo elementare con mono-
grafie circolanti, fondato dalla società degli inse-.
gnanti in Bologna. A proposta e sotto la. dire-
- zione del prof. Bombicci, si è formato in Bologna
questo interessante museo didattico, che con saggio
pensiero e con oculati provvedimenti è stato possi- |
sibile rendere circolante e sarà così di grande uti-
lità ai maestri ed agli alunni per facilitare lo studio
diretto e rapido di tutti gli oggetti che più facil-
mente ci cadono sott’ occhio e dei quali occorre
tener parola ai fanciulli. In questa memoria si tro-
vano i dettagli relativi alla creazione ed alle norme
che regolano il museo in discorso. )
BRUTTINI Dott. ARTURO. Analisi di alcune
acque di sorgente di fiume e di canale della
provincia di Pisa. per il Dott. A. Bruttini, aiuto
alla cattedra di agraria nella R. Università di
Pisa. Contiene nozioni riguardanti le non poche
acque analizzate, i metodi di analisi seguiti, i resul-
tati ottenuti, ed una tavola con i resultati delle os-
servazioni sulla temperatura dell’ acqua potabile di
Pisa e sulla temperatura dell'aria, dal- 9 Aprile
al 30 Giugno scorsi.
BATTAGLIA Dott. VINCENZO. Nozioni di tec-
nologian chimica del vino, dettate a scuola e
messe alla comune intelligenza mediante apposite
note e figure dal dott. V. Battaglia prof. nella
R. Sc. pratica di agricoltura in Todi. Il titolo
spiega bene il contenuto del libro, che in questi
momenti di crisi vinicola e di risveglio generale
per provvedere con ogni me:zo alla buona fabbri
cazione del vino ed al suo smercio all’ estero, acqui-
sta un'importanza speciale, insegnando e dimostrando
come l'arte di fare il vino è riposta su principii
scientifici facili e sicuri, ai quali bisogna rivolgere
l’ attenzione per ottenere un prodotto buono, dure-
vole e di qualità costante. Il volume costa L. 1,00
ed ecco l' indice di ciò che tratta:
Uva e mosto. Determinazione dei principali composti dei
mosti. Correzione da farsi ai mosti difettosi. Fermentazione in
generale, Fermentazione alcoolica. Produzione del vino. Com-
posizione del vino. Determinazione quantitativa dei principali
componenti dei vini.
CERMENATI MARIO. L’ uovo e le sue prime
trasformazioni. Due parole alla buona come in-
troduzione agli studi embriologici. A pochissimi
sono certamente noti i maravigliosi processi con cui
sì compie lo sviluppo dell’ uovo dalla sua origine
fino allo stato gastreale, percui utile si presenta la
pubblicazione dell’ egregio nostro collaboratore sig.
Cermenati, nella quale appunto in modo semplice e
chiaro espone i processi stessi. Gli elementi dell'uovo,
lo spermatozoo, la maturazione e fecondazione, la
semmentazione e lo stadio gastreale sono i temi svi-
luppati; fermandosi allo stadio gastreale, essendoche
da questo punto le trasformazioni non seguono un
processo generale ma differenziano grandemente a
seconda, delle diverse specie. Il volume costa L. 1,00.
ROSSETTI C. Appunti di Epaticologia To-
scana. Contiene l’° elenco di 21 Epatiche non ancora
indicate in Toscana e fra le quali figurano alcune
specie nuove per l' Italia. -
ROSSETTI C. Contribuzione alla Flora della
Versilia. Premesse non poche notizie sulla Versilia
e sulla importanza della sua flora, fatto poi notare
come gli esploratori botanici che si occuparono di
quella interessante località, rivolsero specialmente le
loro ricerche alla regione montuosa della Versilla,
poco curandosi della sottostante pianura, riporta
l'elenco di 465 specie di piante vascolari nuove
per la Versilia e che l’ egregio autore ha potuto
raccogliere in alcuni anni di continue ricerche, fa-
cendo così salire. il numero delle piante ora cono-
sciute di quella località a ben 1200, ossia la metà
dell’ intiera flora toscana. *
MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA
E COMMERCIO. Annali di agricoltura 1888. Ir-
rigazioni e laghi artificiali della Spagna. Rela-
sione degli ing. Giuseppe Zoppi e' Giacomo Torri
celli, con 27 figure intercalate nel testo e con un
Atlante a parte di 11 tavole. Interessante pubbli-
cazione nella quale trovansi molte notizie agrarie
‘relative alla Spagna, nonchè tutto quanto si riferi-
sce alla irrigazione praticata in quella nazione. Il
volume di oltre 300 pagine costa L. 5,00 compreso
atlante di 11 tavole.
DE VINCENTIIS Prof. CARLO. Un pò di luce
sul concorso modello a coadiutore - oculistica
nell? ospedale degli incurabili, espletato nel set-
153
tembre 1888, del Prof. C. De Vincentiis direttore
della Clinica oculistica nella R. Università di Na-
poli. Il ben noto oculista prof. De Vincentiis, con
il solo scopo di giovare all’ insegnamento da lui
impattito in quella università, aveva concorso al
posto in testa segnato, ma la commissione esamina-
trice lo conferì invece ad un medico i cui titoli non
erano neppur da paragonarsi a quelli presentati
dal De Vincentiis, ed egli in questo opuscolo, espone
appunto come procederono le cose, e spiega il per-
chè egli si era deciso a concorrere.
GASPARINI Prof. Dott. VINCENZO. Piccolo
atlante botanico di 30 tavole con 235 figure in
cromoltografia preceduto da brevi nozioni di bo-
tanica descrittiva per le scuole secondarie. Prezzo
L. 3,75. Questo atlante uscirà alla luce in questi
giorni e ne riparleremo nel prossimo fascicolo dopo
aver ricevuto il volume.
LO SPALLANZANI. Giornale scientifico della
capitale. I fascicoli 7 e 8 contengono i seguenti
scritti relativi alle scienze naturali: Mariggia prof.
A: La frequenza cardiaca negli animali a sangue
freddo. Finlay dott. Charles: Il Culex mosquito e
la febbre gialla. SewaZ prof. H: Inoculazioni col ve=
lero del crotalo. Mitchell ed Reichert: Il veleno dei
serpenti. Guida del museo di zoologia della R. Uni-
‘versità di Roma: Fauna locale e Fauna generale.
Mitili velenosi (vedi questo BoZZ. a. e. p. 44).
Rimandiamo i lettori alle due seguenti pubblicazioni:
1.2 Linpwer, Uber giftige Miesmuscheln, nel
Centrbl. f. Bact. etc. V. 1, p. 352-358. (1).
2.2 Lusrie, I microrganismi del Mytilus edu-
lis, nell’ Arch. per le scienze med. V. xx, 1888,
fasc. 3, p. 323-331. E;
Micologia. Di grande utilità e comodità pei mi-
cologi e anche pei pratici deve riescire il seguente
lavoro: « P. Dietel, Verzeichniss sàmmtlicher Ure-
dineen ete. (in 89, 58 pae. Lipsia, 1888, Serig' sche
Buchh. — M. 1,50) ». L'A. registra tutte le Ure
dineae della Germania e dell’ estero e le dispone
secondo le famiglie delle piante su cui vivono.
P.
Vermi parassiti. Annunziamo la seguente con-
ferenza : « R. Blanchard, Les ennemis de l° espèce
humaine ; conference faite le 25 février 1888 A V’as-
sociation francaise pour l’ avancement des sciences.
(Paris, 1888, 8°, 23 p. e 1 Tav. — Estratto dalla
Revue scintifigue) ». Il Blanchard tratta in modo
interessantissimo dei vermi parassiti dell’ uomo e li
descrive in un ordine suo proprio, cioè basandosi sui
modi d'infezione : l'importo diretto; quello coi vege-
(1) Vedi un articolo sullo stesso. argomento, pure del Lin-
‘dner, nella Dentsche Medicinal-Zeitg. 1888, Num. 49 e 50.
tali e quello colla‘carne. — La tavola aggiuntavi è
la copia di un’ incisione in legno del Pigafetta del-
l’anno 1593, rappresentante un indigeno del Congo,
cui viene estratta la Filaria medinese (Cfr. Braun
in Centrbl. f: Bact. etc. V. iv; p. 271).
Gli articoli: Trichine e Trichinose, inseriti dallo
stesso Blanchard nel grande Dictionn. encyel. d.
Sc. médic. (3 S. T. 18, 1887 p. 113-170) furon
molto commendati dal Braun, che ne diede anche
un riassunto nel Centrbdl. f. Bact ete. V.m, p. 412.
In
dnsegnamenti pratici
Per distruggere le malerbe. Nella Revwe inter-
nationale, è indicato il seguente metodo : Si gettino
20 parti di calce viva e 2 di zolfo in polvere. fina
in 200 di acqua bollente. Se si annaffia il terreno
con questo liquido le erbe muoiono fino all’ ultima
radice e sono distrutte per lungo tempo.
Propagazione rupida dei pelargoni. Nella Gaz-
zetta delle Campagne troviamo il seguente metodo
per ottenere rapidamente e in grande quantità le
barbatelle di pelargoni, e che perciò sarebbe utilis-
simo per propagare varietà rare e di caro prezzo:
Basta un solo nodo e questo si divide ancora in due
parti in modo che sopra ciascun frammento sia una
foglia. Siffatti pezzetti di nodi gemmati si sotterrano
legoermente in un vaso con sabbia convenientemente
bagnata, e non tardano ‘a metteré in pochi giorni,
un germoglio in aria e la radicella in terra.
Contro i bruchi e gli insetti che danneggiano
gli alberi e le piante fiorifere dicesi sia efficacissima
una soluzione di 2 decagrammi di allume in 20 litri
d'acqua. Con questa soluzione sì innaffiano per più
volte le aiuole e per mezzo di schizzetti si spruzza
sulle foglie e sui fiori degli alberi.
Contravveleno generale. Quando non sì conosce
la qualità del Veleno che venne ingenerito, sì rac-
comanda la somministrazione di un’ antidotto della
composizione seguente :
Magnesia calcinata, carbone di legno e idrato
d’ ossido di ferro in parti uguali, stemperati in suf-
ficente quantità d’ acqua.
Barometro economico. I barometri sono tutt'ora
di un prezzo relativamente assai elevato, ed è per
questo che tutti i giardinieri non ne possono posse-
dere, mentre un tale istrumento sarebbe loro di
grandissima utilità. Per farne dei molto economici
si può mettere in pratica il procedimento seguente
159
che del resto, da lungo tempo è conosciuto, Sì faccia
sciogliere in 60 er., di alcool: canfora 8 gr., salni-
tro 2 gr., sale ammoniaco 2 gr., e si introduca il
miscuglio così ottenuto in un tubo di vetro che sì
possa chiudere alle estremità, o più semplicemente,
in una bottiglia. La purezza completa del liquido
indica il bello costante, piccole stelle bianche dispo-
ste qua e la annunziano un cambiamento del tempo,
e finalmente l’ intorbidamento completo della disso-
luzione indica tempo burrascoso.
(Dalla Revue Horticole)
Malattie delle patate. Assicurasi che per gua-
rire la malattia delle patate derivante dal Blach-
root è eccellente la così detta poltiglia bordolese,
la quale è composta di 6 chiloz. di solfato di rame,
6 di calce .ed un ettolitro d' acqua, il tutto ben
mischiato.
La calce per la pulizia delle cantine e delle
botti. Serive l° enologo Emilio Vincenti nel Journal
Vinicole, che nella stagione calda, in cui il calore
può cagionare alterazioni nei vini deboli, è più che
mai necessario tenere la più rigorosa pulizia nella
cantina e nei vasi vinarii. .
Tanto i grandi recipienti in legno quanto quelli
în muratura, possono essere infestati per la forma-
zione e successiva decomposizione di speciali orga-
nismi. Per rendere questi inoffensivi, bisogna ricor-
rere alla calce. La calce ha la proprietà di combi-
narsi con tutti gli acidi organici ed inorganici e di
formare con essi delle combinazioni, dei sali di
calce. Se questi sali: sono solubili, essi vengono fa-
cilmente tolti ; se sono insolubili, possono essere con-
siderati come inoffensivi. Inoltre la calce, essendo
fortemente alcalina e per consegueza caustica, ha la
proprietà di distruggere quei minuti organismi e di
impedire per qualche tempo che il legno e la mu-
ratura ne siano invasi. ;
Se l’ intonaco fatto con calce si lascia seccare,
succede, come ognun sa, assorbimento dell’ acido
carbonico dell’ aria e la calce caustica si converte
in carbonato di calce. In questo stato essa protegge
per qualche tempo gli oggetti intonacati contro gli
organismi detti più sopra.
Ma pei vasi di legno non è necessario lasciar di-
seccare il detto intonaco, e la calce si può togliere
dopo qualche ora per mezzo di una lavatura, ciò che
non impedisce di raggiungere lo scopo desiderato
della neutralizzazione.
L'uso della calce, osserva il Sig. Vincenti, ha
però i suoi limiti. Questa sostanza, ad esempio, non
purifica l' aria, e noi spesse volte abbiamo bisogno
di giungere a questo senza ventilar la cantina.
In tal caso si deve ricorrere ad un altro agente
4
conosciutissimo esso pure: lo zolfo, 0 piuttosto ]' a-
cido solforoso, che si produce bruciando lo Zolfo.
Ond' è che gli enologi più oculati solfano non
solo le botti ma anche la cantina e ciò allo ‘scopo
di purificare l’aria. Per questo di quando in quando
la sera accendono un pò di zolfo quà e là in piatti
collocati per terra e poi se ne vanno chiudendo
bere tutte le aperture.
In tal modo coll’ uso della calce e dello zolfo, la
prima per, la nettezza dei recipienti e dei muri,
l altra per la purezza dell’ aria, si combattono 1
fermenti e si riesce anche coi vini deboli a preve» ©
nire le alterazioni che sogliono manifestarsi nella
stagione calda, L’ Agricoltore
NE FIZIAREKO
Preavviso. Per aderire al consiglio favoritoci da
egregi abbonati e collaboratori, e con il desiderio di
rendere questo periodico sempre meglio corrispon-
dente al suo scopo, e perciò sempre più bene accetto
ai lettori, abbiamo deciso con il nuovo anno di raddop-
piarne la pubblicazione, stampandolo ogni 15 giorni,
invece che una volta al mese come sì è fatto fin'ora;
così ci sarà possibile pubblicare gli articoli scienti-
fici che sempre in maggior copia, ci vengano favo-
riti da dotti scrittori ed egregi studiosi. È
Siccome però da quanto abbiamo potuto appren-
dere negli 8 trascorsi anni di vita del Bollettino, gli
abbonati si dividono in due categorie, riguardo ai
loro desideri, cioè, parte hanno più volte espressa
l’ opinione che il giornale si dovesse occupare quasi
esclusivamente della parte pratica trascurando le
memorie e comunicazioni puramente scientifiche, le
copiose note bibliografiche ecc., mentre altri e non
pochi, visto che questo giornaletto è il periodico di
scienze naturali il più diffuso in Italia, con disereto
numero di abbonati anche all’ estero, ci hanno sti
molati a pubblicarlo più sovente perchè le notizie
sieno più fresche e vi sia spazio per l’ inserzione
lî maggior copia di memorie originali ecc., dispo-
stissimi a pagare un abbonamento più elevato. —
Nel desiderio di contentare gli uni e gli altri e
per evitare il caso che un' ardita innovazione potesse
farci perdere non pochi abbonati, mentre è e sara
sempre nostra prima cura che il giornale abbia la
massima diffusione, conservando perciò sempre mi-
tissimo il prezzo di abbonamento, ci siamo decisi di
adottare il sistema seguente: 3
Si pubblicheranno due edizioni, delle quali una
uscirà alla metà del mese e conterrà tutta quanta,
diremo così, la parte più popolare, cioè quanto può
servire d'istruzione, di utilità e di diletto alla ge-
neralità dei lettori; ossia gli abbonati riceveranno
il consueto Bollettino dal quale saranno tolti gli ar-
ticoli puramente scientifici, ed aumentate tutte le
altre rubriche, ammaestramenti, comunicazioni, no-
tiziari ecc., e pagheranno per abbonamento le con-
suete L. 3,00 ALL’ anno. Gli abbonati all’ edizione
quindicinale riceveranno il suddetto fascicolo, più
l’ altro che uscirà al 1° del mese e che conterrà
come si è detto la parte più scientifica; 1’ abbona-
mento a questa edizione viene fissato in sole L. 5,00
nìa tutti coloro che lo pagheranno entro l’ anno
corrente INVIERANNO SOLAMENTE L. 4,50. Coloro che
hanno già pagato l° abbonamento per il 1889 in
L. 3,00 invieranno L. 1,50 entro il corrente anno.
L’ impaginazione 1° indice ecc., saranno regolati
in modo che tanto gli abbonati dell’ una che del-
160
—————————————_—————_—_—— e ——
l'altra edizione abbiano a fin d'anno i.volumi re-
golari e completi, È
Con il nuovo anno daremo pure un certo numero
di copie di estratti gratis agli autori degli articoli
che verranno pubblicati.
Distruzione del Bisonte. Dice il Bulletin de la
Société d’acclimatation: E stato catturato, o meglio
massacrato, un branco di Bisonti (Bos americanus)
che possono essere considerati come gli ultimi
rappresentanti di questa specie di mammiferi, in al-
tri tempi così numerosi. I pochi individui che hanno
scampata la morte, saranno spediti ai diversi ser-
ragli ove finiranno i loro giorni in schiàvità. Le
pelli e gli scheletri degli individui scorticati, sono
stati raccolti con cura e saranno acquistati dai mu-
sei, essendo il loro valore quasi incalcolabile, poichè
la specie può essere considerata come estinta. Il
Bos americanus non è la sola forma zoologica del
Nuovo mondo, che vediamo scomparire.
Escursioni esplorazioni missioni. Da certe no-
tizie giunte, pareva si dovesse ritenere come certa
la morte del bravo esploratore Stanley; ma fortuna-
tamente le ultime notizie recano che egli è stato
ammalato ma ora gode buona salute e seguita il
suo viaggio.
Pesca del corallo..La commissione governativa
per la pesca ha emesso parere faworevole alla sospen-
sione temporanea della pesca del eorallo nel mare di
Sciacca, onde poter far subito nuove indagini su
quei banchi coralligeni che minacciano di essere
esauriti.
Rorse di studio. Il ministero di agr. ind. e com.
nell’ intendimento di agevolare il modo di applicarsi
allo studio di materie speciali attinenti all’ econo-
mia rurale ed all’ industrie agrarie ed acquistare
pratica per l' insegnamento, ha istituite borse di
studio di lire mille all’ anno per due anni a favore
dei giovani laureati nelle scuole superiori di agri-
coltura di Milano e Portici, scuole speciali di viti-
cultura ed enologia di Conegliano e Avellino, di zo-
otecnia e caseificio di Reggio Emilia e di frutticul-
tura e pomologia di Firenze.
Ogni anno il detto ministero determina il numero |
delle borse da mettere in concorso.
Le domande devono essere presentate entro il 15
novembre corrente.
Non è peronospora. Sotto questo titolo il Sig.
Camillo Massa pubblica nell’ Italia agricola un suo
studio dal quale erede poter rilevare che i danni
arrecati ai grappoli di uva anche nella scorsa cam-
pagna viticola ed attribuiti alla peronospora, sono in
vece da referirsi alla Greeneria fuliginosa.
Concorsi. L° associazione degli ingegneri tedeschi
in Berlino, ha bandito un concorso internazionale
con premio di 5000 marchi (6250 lire) al miglior
lavoro critico di tutte le ricerche sperimentali fatte
fin ora sulla trasmissione del calore. Tempo utile
fino al 31 decembre 1890.
Esposizioni. In occasione del quarto centennario
della scoperta dell' America avrà luogo nel 1892 a
New-Jork, una esposizione universale.
A Palermo si è costituito il comitato esecutivo,
ed ha già diramato il manifesto, per la esposizione
generale italiana da effettuarsi colà fra 1° autunno
1891 e la primavera 1892.
Dal 15 gennaio al 15 aprile 1889 si terrà in
Berlino una esposizione italiana come quella tenuta
poco fa a Londra. .
Una fiera di vini italiani si terrà in Roma
negli ultimi di novembre.
Necrologie. Il celebre astronomo Prof. I. C.
Houseau de la Haye è morto a Bruxelles,
| RICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DI CAMURI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v? è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino.
60 Si pregherebbe qualcuno che abiti in località
ove l’ Arwvicola arvalis o topo campagnolo si trova
frequente, a farne prendere vivi ed inviarli all’ am-
ministrazione di questo Bollettino. Se ne accettano
fino a 50 sia pagandole, sia dando ih cambio ani-
mali od oggetti di storia naturale. i
61 Offerta. Trovasi în vendita il tetaio di una
colombaia, asportabile e poco usata, ultimo sistema
razionale modenese, costruito in abeto nuovo e filo
di ferro, che contiene N. 40 paia di Colombi da
chiuderli anche a piacere; divisa in due scaffali
dell altezza di M.i 3,50 larchezza Mi 7,35 comples-
sivi; al prezzo di L. 100. Si cambierebbe anche con
qualche oggetto che potesse tornare utile. Per mag-
giori schiarimenti rivolgersi al Sig. Filippo Malu-
sardi, Via Corso Porta Reno N. 69, Ferrara.
62 Giovanni Ettore Mattei (Bologna) desidera
fare cambi di piante secche da erbario si italiane
che esotiche.
63 AZ Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi
Siena, si acquistano ed accettano per cambi, animali
in carne anche di specie comuni. S' invia la nota
dei desiderata a chi ne fa richiesta.
64 Si fa ricerca di Topo-ragni (Sorex) di qua-
lunque specie sieno ben conservati in Alcool, o pre-
parati in pelle o montati; ma sì preferirebbero vivi.
Si accettano in cambio o contro pagamento.
65 Il Sio. Emilio Balbi Naturalista (Genova) de-
sidera entrare in corrispondenza di cambi con coleot-
terologi Italiani. Inviare offerte disponibili.
.
e ____—ÒÒNULIÎÒ]OB&
AVVISO A COLLETTORI
Emile Deschampe, membro corrispondente della
Società Geografica di Marsilia, sì propene di fare
un viaggio intorno al mondo per Ceilan, Giava,
Borneo, Timor, Taiti, Je Sandvisce l’ America cen-
trale e le Antille. Si mette a disposizione dei col-
lettori, ed accetta sottoscrizioni per delle centurie
di prodotti naturali che saranno spediti dai luoghi
stessi delle raccolte. — Conchiglie, insetti, piante,
uccelli, pesci, rettili, mammiferi ecc. ece. — Siccome
tutti questi prodotti richiedono speciali schiarimenti,
scrivere al suddetto indirizzo, Poste restante cen-
trale Marseille.
Il Mimismo delregno animale
per il Prof. Costantino Socin. Un volume di 180 pag.
con 5 tavole e molte figure L. 3. Si vende all'agen-
zia del Bollettino.
Termometri clinici provati e garan-
titi con certificato. Servono per conoscere da se
stessi se sì ha o no la febbre ed a che grado essa
è. Indispensabili in ogni famiglia. Prezzo L. 3,50
l’ uno - Franchi e raccomandati L. 3,80.
S. Broci Direttore responsabile.
1345 - Siena 1888. Sras. Tip. CARLO Nava
ki
| scanzo di ‘ulteriori pratiche.
“De Joanna rag. Aurelio, £ apio 1886 a 88
Cirimbelli Emanuele, Quims zano Colo
1885288 -
Giuliotti Giulio, Ponte a Elsa 1883 a 88
Conti P. Alfonso, Spezia 1885 a 88
Ingoglia Insoglia Antonio, Montevago
1885 a 88
Angelini Luigi, Pisa 1885 a 88
ABBONATI MOROSI
«I seguenti signori. essendosi regolarmente. ‘abbonati e.non avendo mai disdetto
sO iii sono pregati di inviarci l’ importo per le annate
sotto. notate, a
Cateni Alessandro, Usigliano 1885 a 88 >
Cortesi; Decio, Roma 1385. a 88
. R. Scuola Agraria, Nulvi 1884 a: 88
Fozgini Luigi, Cerea 1885 a 88:
Antizo Prof. Pedro, Barcellona 1885 a 88
Velicogna Giuseppe, Gorizia 1885 a 88
De Siemackio Escel. Lo S. Petersbourg
1885 ‘a. 88
Ringraziamo gli abbonati che ci hanno inviato; importo del è loro dre e dei
- quali. E «stato ‘subito' tolto il nome dalla suesposta nota, e mentre preghiamo glivaltri
5 ‘Soprascritti a mandarci il saldo al più presto, rammentiamo loro che in caso negativo
la presente pubblicazione dura un’ intiero ‘anno, mentre verrà subito sospeso l’ in-
ia vio del giornale.
Vi sono anche altri abbonati morosi e speriamo ci faranno subito ? invio
del loro dare altrimenti saremmo costretti a richiedere i sl pa gamento Con
questo MEZZO.
di Giustino, in Colle S. Maria ((Co-
Sbraccia mune . di Teramo) ae e
.grah di iploma d’ onore ‘e ‘con medaglie & oro e
| d’argento. Allevamenti ‘speciali di rigenerazione
. della Vera razza Gran Sasso, sulla pianta’ del
‘gelso. .con meiodo » Brevettato.
gratis: .
A Bozzoli classicissimi ‘allevamenti. speciali,
IN DIRIZZI
Costo dell’ inserzione Baglo 00° per ogni avviso. si Jo» più Co 4 versi.
= > Programma
— Stabilimento bacologico dell’ Ing..
i di esercizio Razze: scieltissime -
‘tuita"- Piécoli “allevamenti
| rigorosissima - Selezione SL FEO € pilcrosa
‘piea a doppio! controllo. E) î
in Minerbe, (provincia ‘di Verona)
Bellinato XVII ‘anno. dì esercizio. :Bachi ro-
UWEikr,
sto ai già pubblicati)
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zionali. Campioni boszoli gratis. )
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da” Angelo Bevilacqua.orticoltore in Belsirate (Lago
maggiore). Ilr catalogo: e, prezzo corrente speciale
s’ invia gratis a chi, ne fa domanda. Prezzi mo-
deratissimi.. i É vec
pi, E Boselto Antoniuttii e-
Seme bachi \-xris0, S. Agostino, 19..xvni.anno
ibernazione gra-
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SANGUE.
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R: Pier ito Tealiho * stai
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‘DeGEttO! iI
i Circa” armato: fatto.
“ sue SS Ch ina "
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. MILANO — Via Savona, 16.— MILANO,
Brera Foe St Sue BALRUA:- IR SELLA B PE SOA |
SES — Ogni. biechietino ‘cantiene» 17° ‘centigrammi; ‘di ferro sciolto i
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Sciogliendo dat ‘riserva fatta ‘coi fogli. delli 17 a. nu- x
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Massara £ 28 gennaio 1886.
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Collezione I composta sh 15 niaale di Viti. È
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raccomandabili sia per bontà e precocità Li frutto che per abbondanza di vi
Imballate (e franche alla stazione di Milano...
‘Franche «di tutte:Je spese di trasporto ed imballaggio e ris în cualnagte Comune è? Talia.
ROSA T
Collezione M composta di 10 piante: ‘Rose. :
N./6 Rose In questa Collezione abbiamo. riunite. Rose a Tera distinti ed assrtit
> 4 » bianco, rosa, rosso, canarino, chamois e giallo ‘carico. © «eo
Tmballate 6 franche alla stazione di ‘Milano. —. n
—«Franche di tuîte le spese di tresporto ed imiallageio È res il qulstasi comi. CI tania
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formate con 25 qualità scelte fra. le migliori, le più usitate (C) maggiormente ecess
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Cassetta contenente. 20 qualità SEMENTI DI FIORI scelte fra! le più. b
i ‘ornamento di giardini e per coltivazione in vaso. Costa Lire ‘3,50 pel Gu ut
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SEMENTI da prato, Campo, Orto e Giardino, e di tutte le PIAN :
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ANNO VII
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| Periodico Mensile — Abbonamento L. 3 all’anno
Per facilitare le comunicazioni scientifiche tecniche e e. fra i professori, preparatori
e studiosi di Scienze fisiche-naturali; direttori di musei e giardini; possidenti, agricoltori , dilettanti
| di caccia, orticoltura e giardinaggio; allevatori ed acclimatatori di animali e piante.
Sia Diretto da SIGISMONDO BROGI
ARRE "i con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente dei Signori:
| ARRIGONI degli OppI Conte ETTORE — Padova | MaccHIATI Prof. Luiei — Modena
BANDELLI Dott. G. BATTA: — Séeza MATTEI Gio. ETTORE — Bologna
BARGELLINI Prof. MARIANO — Szena Morici MicHELE — Castelbuono (Sicilia)
BARBERINI Cav. ASSUNTO .— Marsilia MoscHELLA GIUSEPPE — Reggio Calabria
BERTELLI Dott. DANTE — £îsa PaLuMBo Augusto — Castelvetrano (Zicilia)
Bonomi Prof. AGostIiNo — Rovereto. - PARODI DoMENICO di EMAN. — Portomaurizio
(GANESTRINI Prof. RiccARDO — Padova PauLucci Mar. MARIANNA — Novoli SIFCOEO)
| °‘’—’!©ERMENATI MARIO — Lecco PELACANI Prof. Luciano — Siena x
| {©LERICI ENRICO — Rome PETRONI Doit. Veter. Pasquale — Siena
|. Coll Chim. farm. ELIA — Siena | RABAUD ETIENNE — Montauban (Francia)
| De Ronis ANTONIO — Rovigo RENAULT Cav. ARTURO — Firenze
DEL PRETE Dott. RAIMonDo — Viareggio Rossi Prof. TORQUATO — Stena
DESMEURE IPPOLITO — Firenze SENONNER Dott. Cav. ApoLFo — Vienna
_ —FERRAGNI ODoARDO — Cremona SENESI Prof. Ciro — Siena
| ’FicaLpi Dott. EUGENIO. — Pisa TASSI Cav. Dott. FLAMINIO — Séena
GIACHETTI G. CESARE — Firenze TincoLINI Dott. Veter. Tito — Szena
@GROSSEAU Conte CARLO — Ginevra ToucHeT i. Naturaliste — Parigi
-LENTICCHIA Prot. ATTILIO — Lugano i
————x__———-
SOMMARIO
Ai benevoli in La Direzione — Il potenziale della terra, (cont) Prof. G. Senesi — Sue caccia
leotteri, (cont.) A. Palumbo.
LG COMUNICAZIONI : Notizie di caccia e note: ornitologiche, A. Bonomi, E. Mettica, O. Ferragni — Ancora
sulla recente comparsa del Syrrhaptes paradoxus, Dal Nero; E. Mettica, P. 8iepi — Lucilia nobilis, P.
- o Insetti. ‘che danneggiano il Raphanus sativus ed il R. Radiola, P. — L’albinismo nei passeri, A. Longo,
} Brogi — Nottiluche, P_— Kjòkken Mbddings, P., Bram. — I nidi artificiali, P. — Note entomolo-
| giche, £. Mettica, Bmn, Mattei — Vertebrati della Valtellina, P. .— Alberi d’' ornamento, Manchè —
; Geodefaci ecc M. — Aceto, U. B.
INVENZIONI E: SCOPERTE ; dl Criptofono — Miniere di Nickel — Miniere di oro — va aerei.— _
; ui dinamite — | Nuovo, poppatoio per animali — Nuovo vino-alcoometro. i
i NOTERELLE stoRIcHE: La pietra Bolognese — Introduzione del Pesco in Europa.
INSEGNAMENTI PRATICI: Per avere un’ abbondante produzione d' uova — Mezzo di far rialzare un’ani-
ni male caduto a terra — Sfogliatura delle piante fruttifere — Apertura dei vasi a “nio smerigliato —
a Naftalina contro i Dermestes — Un legaccio per le viti.
NotiziARIO: Agli ‘abbonati «= Spedizioni, esplorazioni, missioni. — Nuova a —. Bourèau
rografico — Nuova stazione zoologica — ‘Stazione zoologica portatile — Un diamante fenomenale —
> di marmo di ‘Scem-tu — Gara di colombi viaggiatori — Circolo pese Bresciani — Cor
ongressi, Posti dì. ‘studio, Posti vacanti, Esposizioni. SER
e OFFERTE LI DOMANDE DI cANBIO — AVVISI DIVERSI.
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Anno VIII.
Siena, dicembre 1888
e__———mt _+*:="=-—"-TY_r---r-_--*---*—<*T>
N. 12
re
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
ERIODICO MEN
Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L.
AI BENEVOLI LETTORI
ii ==eea ==
Facendo seguito al preasriso pubblicata a
pag. 159 del fascicolo scorso, abbiamo il piacere
di annunziare che questo Bollettino, sostenuto
da un nuniero ‘di abbonati e di valenti collabo-
ratori che va sempre
crescendo, incoraggiato
|
da illustri naturalisti e dai ministeri della Istru- |
zione pubblica e dell’ Agricoltura, con il nuovo
anno valdoppierà le sue pubblicazioni, stam-
pandosi un fascicolo ogni 15
aggiungerà le parole:
ce naturali. x
Rivista italiana di scien-
Il fascicolo che uscirà il primo del mese con-
terrà gli articoli più scientifici, le memorie ori-
ginali, una copiosa rivista bibliografica ccc.,
mentre il fascicolo pubblicato alla metà del |
mese si occuperà specialmente della parte pra-
tica e di quella più popolare e dilettevole.
Di questo fascicolo ne faremo una edizione
a parte che corrisponderà al consueto Bollettino
tolto qualche articolo puramente scientifico ed
aumentando il contenuto delle consuete rubri-
che: Comunicazioni, Insegnamenti pratici, In-
venzioni e scoperte, Notiziario ecc. ecc.
modo da tenere gli abbonati al corrente di tutto
quanto può interessare non solo i naturalisti di
ogni genere compresi cioè, i preparatori, gli
agricoltori, orticoltori, giardinieri, allevatori di
animali, dilettanti di caccia pesca e via dicendo,
ma qualunque persona che desideri stare al
giorno dei progressi delle scienze fisiche-natu-
rali e di quanto esse offrono per istruzione
utilità e diletto.
Perchè gli abbonati possono stare in fre-
quente relazione fra loro, ed approfittare dei
molti vantaggi sia scientifici che materiali, che
offre questa mutualità, essi hanno diritto ad
inserzioni gratuite per scambiarsi comunica-
zioni, consigli, domande, combinare cambi di
animali, semi, piante, libri, macchine ece. ecc.,
e perchè sia sempre più facile il conoscersi
in |
giorni. Al titolo |
co ALLEVATORE, COLTIVATORE
SELE
3 all'anno.
E
Ru
RAI OR la TRETIAERERERITRZZER
e rendersi utili reciprocamente, pubblicheremo,
degli abbonati che lo desidereranno, un elenco
con il loro indirizzo, indicando la professione o gli
studi speciali ai quali son dedicati, o ì prodotti
principali dei loro possessi, dei loro alleva-
menti ecc.
Agli autori delle memorie pubblicate daremo
in dono 50 copie di estratti gratis.
L'abbonamento all'edizione mensile rimane in
L.3,00 come per il passato e quello all’ intera
pubblicazione quindicinale è di sole L. 5,00 al
l’anno per tutti gli stati dell’ unione postale.
Un numero separato costa cent. 25, se con
50.
Per i premi vedasi il Notiziario.
ficure cent.
LA DIREZIONE
‘Bri CIRO SENESI
IL POTENZIALE DELLA TERRA
sa
(Continuazione vedi num. ant.)
Per semplicizzare, del resto non ci allon-
taniamo molto dal vero, considereremo da ora
‘| innanzi la superficie della terra e le sue su-
perficie di livello, come superficie perfetta-
mente sferiche e concentriche fra loro e colla
terra, cd il corpo cadente dall’ una all’altra
‘percorrente la perpendicolare comune a que-
ste superficie livellari cioè la direzione di un
raggio della terra. E realmente è secondo
queste rette che l'attrazione della gravità
si estrinseca sui corpi: i raggi dunque della
terra sono Znee di forza di questa.
Supponiamo ora che un mobile trovandosi
ad una distanza infinitamente @rande dalla
terra, e da quel luogo venendo verso noi, si
muova in modo da conservare il suo centro
162
di gravità sul prolungamento di un raggio
della terra, che passa, sufficientemente pro-
lungato, per la sua posizione primiera. Ciò è
cosa affatto arbitraria, giacchè il lavoro non
cambia qualunque sia la traiettoria descritta
fra due superficie di livello considerate. È
chiaro che mobile da distanza
grandissima, la gravità produrrà tanto mag-
gior lavuro, quanto più quel corpo si avvi-
cinerà alla superficie della terra, sulla quale
sarà il massimo. Per cui se esiste questa va-
venendo il
riazione di lavoro da un punto ad un altro
dello spazio, corrisponderanno per parte della
gravità, su diverse superficie di livello della
terra, valori diversi del lavore. Quindi se
prendiamo in considerazione il lavoro che la
gravità eseguisce quando altrae il mobile
da distanza infinita fino in un punto prossimo
a noi, si considera quel che si chiama 77 po-
tenziale della terra în questo punto, e la su-
perficie di livello passante per quel punto sarà
una superficie equipotenziale, perchè le super-
ficie di livello essendo superficie di ugual
lavoro saranno pure di ugual potenziale. Per
una legge di Dinamica si rileva che il lavoro
che dovremo eseguire per portare quel corpo
da questo punto all’ infinito contro Je forze
della gravità, sarà perfettamente uguale al
potenziale della terra in quel punto; colla sola
differenza però che il potenziale, come si è:
definito, è un lavoro eseguito, 1’ altro è un
lavoro potenziale, una energia di posizione
rispetto alla terra.
Se consideriamo i potenziali di due punti
M ed Ne ne facciamo la differenza, otte-
niamo la differenza di potenziale di questi
punti. È dunque manifesto che le denomina-
zioni di potenziale o di differenza di poten-
ziale non presentano dubbiezze; in qualsiasi.
caso esse non stanno ad indicare che la mi-
sura di un lavoro da fursîì o da rétrarsi dai
corpi in' moto seguenti la legge d’ attrazione
di Newton.
Detto dunque come un corpo passando da
una ad un'altra superficie di livello più vi-
cina alla terra compia un lavoro, guardiamo
di rappresentarcelo graficamente.
Immaginiamoci che il punto T rappresenti
il centro della nostra terra e le due circon-
ferenze € D ed A B concentriche in T, ci
dieno l' immagine di due superficie di livello;
Figura 4,
(fis. 4\, inoltre M ed N rappresentino i punti
dove un raggio.della terra incontra le super-
ficie equipotenziali ‘considerate, e sul quale
raggio, che sappiamo essere ancora una linea
di. forza della terra, immaginiamo che da di-
stanza infinita venga sino in M un corpo di
massa uno e da M continui ancora e giunga in
un punto N assai prossimo al primo. Consideria-
mo solamente il lavoro prodotto dalla gravità
col passaggio del mobile da M ad N. Per la
legge di Newtonla forza che agirà nel punto
N sarà maggiore di quella in M; ma noi
prenderemo questi punti abbastanza vicini af-
finchè la forza di gravità in questi non ab-
bia valori molto differenti. Innalziamo ora
nei punti M ed N le perpendicolari M F ed
N E per modo che le loro lunghezze sieno
proporzionali all’ intensità della gravità in quei
punti. Avendo dunque supposte vicinissime
le due superficie livellari, la figura MNEF
può prossimamente essere un rettangolo e la
sua area ci rappresenterà la grandezza del
lavoro della gravità per lo spostamento M N.
Per cui dividendo la superficie del rettangolo
E FM N per la lunghezza della base, o
grandezza della spostamento M N, si avrà il
valore della forza della gravità operante se-
condo questa direzione. Ma la grandezza del
rettangolo M N E F non rappresenta che la
differenza di potenziale fra i punti M ed N;
per cui dividendo la differenza di potenziale
di due punli molto vicini per la loro distanza,
otteniamo il valore medio della forza ope-
168
a : . Ì Ì 3
rante fra i punti M ed N. Se la distanza fra -
i punti diviene una quantità infinitamente
piccola, il rapporto rappresenterà il valore
vero della forza nel punto M.
(continua)
x
Sulla Caccia dei Coleotteri
TAN
{Continuazione vedi num. ant.)
‘| Impadronitomi nel modo accennato, di tutti quei
Coleotteri che mi è riuscito chiappare sulle sponde
dei fiumi, torrenti ecc., mi dò alla ricerca di quelle
specie che vivono quasi esclusivamente sulle radici,
i fusti o le ascelle celle foglie di parecchie piante
aquatiche o sotto i sassi immersi nel fango o nella
sabbia e lambiti dalle acque. Tutti gli entomologi
sanno che per riuscire in questo scopo, sì sbarbi-
cano le piante e si sollevano i sassi vedendo così
galleggiare o nuotare sull’ acqua un buon numero
delie ricercate bestiole. Le reti però di cui sì ser-
vono in generale gli entomologi e di cui nelle prime
cacce mi serviva ancor io, sono di quelle costruite
a fitte maglie di spago con cerchio di canna d'india
ed un manico lungo circa trenta centimetri. Non
nego che con questo arnese sì riesca a pigliare
qualche coleottero, ma ho dovuto osservare che
molti individui dei generi: Laccobius, Hydraena
e specialmente Ochthebius, passano insieme all'acqua
dalle maglie del retino descritto e soltanto qualcuno
rimane per caso attaccato allo spago. Ad evitare
simile inconveniente, ho ideato un piccolissimo retino
di velo crespo a manico corto, in tutto simile a
quello che si usa pei Lepidotteri, ma del diametro
di dieci centimetri appena. Le piccole dimensioni
di quest' arnese, mi danno l’ agio di poterlo immer-
gere rapidamente nell’ acqua, appena svelta la pianta
o sollevato il sasso, introducendolo anche fra gli
steli e le foglie delle piante acquatiche; la com-
pattezza ‘poi del tessuto di questo mio piccolo
retino, mì assicura di prendere tutti i coleotteri an-
che piccolissimi che mi è riuscito di farvi entrare.
Ricordo anzi che parecchi anni fa, in una escur-
‘sione fatta in compagnia del mio rispettebile amico
e chiarissimo entomologo Signor Conte Baudi di
Selve, questo retino mi diede sì buoni risultati da
attirare l° attenzione del celebre coleotterologo al
quale mi reputai onorato di offrirne uno in dono.
(continua) Augusto PALUMBO
Comunicazioni - Proposte - Domande
Risposte
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni
gratuite per ogni numero, per scambiarsi nolizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc.
Notizie di caccia e note ornitologiche» Uccel-
lagione nel Trentino. Gli anni scorsi ero solito a
quest’ epoca di mandare al Bollettino un elenco delle
specie rare di uccelli presi nel Trentino. Quest'anno
invece siamo già in dicembre, nè ho finora una
specie sola che sia degna di nota. Gli uccellatori
son propriamente disperatati per la quasi assoluta
mancanza di uccelli. Il rocolî di montagna hanno
preso meno della metà del numero solito, quei di
pianura quasi niente.
Nei dintorni di questa città sul principio di otto-
bre si pigliarono molte Ballerino — MotacilZa alba
— (fra cui ne ebbi due mostranti il fenomeno del-
l’albinismo) poi in tutto I° autunno sospensione
completa d' ogni passaggio. Gli altri anni l'ottobre
ed il novembre, si vedeva il nostro mercato sempre
ben provvisto di Tordi susselli, di Cesene, di Petti-
rossi, di Pispole, di Lodole, di Fringuelli, di Pep-
pole, di Lucarini, di Fanelli di Beccaccie ecc.,
‘ quest’ anno invece rari i ringuelli e le Peppole e
solo più abbondanti del solito i Croczeri, catturati,
sui monti circostanti.
Quale può essere il motivo di questa scarsità di
uccelli ? Gii ucellatori sono unanimi nell’ ammettere
che, avendosi avuto durante i mesi di ottobre e no-
vembre un tempo quasi costantemente bello e mite
gli uccelli abbiano fatto il loro passaggio a grandi
altezze e ne adducono la prova che ì rocoZi ad una
elevazione maggiore di 1000 metri han fatto qual-
che cattura, gli altri pochissimo.
Rovereto 2 Dicembre 1888. A. Bonomi
Giorni sono presi col fucile un Ra/lus aquaticus L.
femmina, avente il Pileo bianco, il becco un pò ap-
piattito e lievemente rivolto in sù; la mandibola in-
feriore è più lunga della superiore; nel becco non
avvi alcuna cicatrice di ferita. Che sia qualche in-
erocio ?...... Nelle altre parti del corpo non presenta
variazioni.
Gambara, Decembre 1888. E. METTICA
Annunzio la cattura avvenuta nel cremonese di
un Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e l' altra di
un Tordo oscuro (Turdus fuscatus) avvenuta. nello
scorso ottobre nel bresciano; quest” ultimo esemplare
è di mia proprietà
Cremona FERRAGNI
164
Ancora sulla recente comparsa del Syrrhap-
tes paradoxus in Italia ed in altre parti del-
I° Europa. Mi pregio di comunicare al Bollettino
del Naturalista che il giorno 29 Novembre p. p.
fu ucciso un Syrrhaptes paradorus maschio nella
spianata a oveste della città di Verona, a un chi-
lometro circa da questa. Il cacciatore m' assicurò
che l’ individuo era solo. alla sua
preparazione, riscontrai che aveva il gozzo pieno di
sementi dei generi Setaria, Digitaria, e di grani di
Procedendo io
frumento in vegetazione, ch’ esso deve aver strap-
pati dal terreno; nello stomaco poi gli trovai dei
piccoli pezzi di quarzo, della sabbia, e dei sassolini.
Quest’ esemplare e in buonissimo stato di conserva-
zione, ed è, per quanto mi consta il primo Syrrkap-
tes che si sia veduto nel territorio veronese.
Ora è in possesso del Conte Francesco Cipolla
di Verona.
Verona 8 Dicembre 1888.
Il 25 dello scorso Ottobre venne preso dal Sis.
Fortunato
Dar NERO
Angelo, nel territorio di Montechiari
(prov. di Brescia) un Syrrhaptes paradorus; sem-
brava di passaggio e aveva volo rapido.
Mi fu donato e da me preparato; è una femmina
e aveva nel primo stomaco del frumento.
Gambara, Dicembre 1588 MenrTIca ETTORE
Syrrhaptes in Provence (Francia). Il Sig. Deydier
notaro a Cucuran (Vaucluse) ha arricchito il museo
di storia naturale di Marsilia, di un .Syryhaptes
paradorus femmina, che è stato ucciso il 28 agosto
scorso presso Cadenet (Vaueluse) lungo la Durance.
P. SIEPI
preparatore al museo di Marsiglia
Lucilia nobilis Mcig. — Fr. Meinert riferisce (1)
di un caso di parassitismo della Lucilia nobilis nel-
l’uomo; cioè la mosca era penetrata nell’ oreechio
di un individuo, producendogli erandi inconvenienti;
dopo 5 giorni uscirono dall’ orecchio mediante ablu-
zioni molte larve, che poi sviluppatesi, furono deter-
minate appartenenti alla succitata specie. Ri
Insetti, che danneggiano il Raphanus sativus
ed il R. radiola (2): j
Alle radici: le larve apode della Cystoneura
stabulans Fall, della Anthomyia radicum Meig.,
della A. drassicae Bonch., della A. floralis Fall.,
della Homalomyia canalicularis L., inoltre le larve
del Melolontha vulgaris L., (c di un millepiedi, il
Tulus guttulatus Fabr.).
(1) Nell’ Entomologishe Meddelelser, V.1,311. Kj5benhavn,
1888, Gfr, relazione nel Centralbl. f. Bact. ete. V. 1v p. 274.
x (2) Hess, \W. Tabelle zum Bestimmen der dem Rettig,
Raphanus sativus, und dem Radieschen, Raphanus radiola,
schèdlichen Insecten (31-37. JaMresber. d. Nathist. Ges. su
Hannover, 1888). — Gir. riassunto nel Centrtal. f. Bakt. cte.
Vol. 1v, p. 494.
Allo stelo: la larva del PsylWodes chrysocepha-
lus L.
Alle foglie: i bruchi della Pieriîs brassicae L.,
della P. rapae L., della P. napi L., della P. Dapli-
dice L., inoltre della A#halia spinarmm FAbr. Nelle
foglie stesse si scava canali la larva della Maltica
nemorum Fabr. È
Alle foglie ed agli steli dei fiori: I’ Aphis brass
cae L., e A. dianthus Schr.
Ai fiori: il Psylliodes chrysocephalus L. ed il
Ceuthorrhynehus assimilis Germ.
Ai frutti: le larve del CeuthorrAynchus suddetto
e dell’Orobena ewtimalis Scop. (= margaritalis Tr.).
lE,
IL’ albinismo dei passeri. Alle notizie, date dal
Sig. D. P. di Porto Maurizio sull’ albinismo dei pas-
‘seri, posso aggiungere quanto segue:
Ho quì, nel gabinetto di Storia naturale di que-
sto Liceo, un passero interamente bianco con qual-
che leggera tinta sfumata di color cannella chiaro,
specialmente sulla testa; i piedi ed il becco sono di
color giallo pallido. Esso. fu catturato nella provin-
cia di Novara, e mi fu donato nell’ anno scorso dal
Sig. Gusmani, alunno di quinta classe ginnasiale.
Un mio zio, medico nella provincia di Bari, mi
diceva che nell’ autunno dell’ anno 1884, se non
erro, vedeva quasi tutti i siorni una brigata di pas-
seri posarsi sopra una catasta di fascine presso la
sua villa. Fra essi ne vedeva uno interamente bian-
co, ma che nel modo di volare e nei movimenti era
identico agli altri; e poi, guardandolo col cannoe-
chiale, conobbe essere senza dubbio un passero al-
bino. Il mio zio, vecchio cacciatore di grossa selvag-
gina, si contentò di ammirarlo, non volendo con una
schioppettata turbare la festa di quegli allegri
uccelletti. è
Le cose dette inducono a credere, che i casì di
albinismo nei passeri non sieno molto rari presso
di noi.
Pavia, Novembre 1888.
Anche io ho avute non meno di 3 o 4 passere
S. BROGI
A. LoxG6o
in parte o totalmente albine.
Nottiluche. Le nottiluche, quei protozoi che ri-
schiarano i mari colla loro luce incostante, seintil-
lante (1), furono scoperte da Rigaud nel 1760.
(1) Sui varii modi di forforescenza marina fu già scritto in
questo Bollettino (A. p. 7° p. 17-19 e 41). Pure, come notizia sto-
rica, togliamo dal GiylioZi quanto segue: «... la fosforescenza
manifestata:da organismi viventi, e talora da pezzi staccati
« di essi, i quali ritengono ancora una particella di forza vi-
« tale, ... sì può pur anche distinguere in luminosità spontanea,
« ed in quella provocata sia per irvilabililà, dall'' urto con
«
«
CS
qualche corpo estraneo. sia per altre cause. La prima si
diffonde eradatamente e diventa più o meno continua, la se-
Ehrenberg diede loro il nome di Mammaria scin-
tillans, e Suriray quello di Noctiluca miliaris,
nome che conservano anche oggi.
La specie N. miliaris, è la sola sicura, che ap-
partenga all’ ordine Cystoflagellata (tipo Protozoa,
. classe Mastigophora); la N. punetuta Busch. sarebbe
uno stadio della prima. Le due specie omogenea e
pacifica, proposte dal Giglioli (1) sono studiate e
descritte troppo vagamente per venir accettate (2).
Si accetta invece, come appartenente ai Cysto/la-
gellata, la forma trovata da ‘I. Hertwig presso
- Messina e da lui denominata Leptodiscus medusoides.
La nottiluca abita il Mare del Nord, l’ Oceano
Atlantico settentrionale, il Mediterraneo, il Mar Nero
- e, come ultimamente fu constatato, anche il Mar
Rosso (3): Manca nel: Mar Baltico e, a nostro sa-
persi, non fu ancora trovata nell’ Adriatico.
Gli studi fatti sulla nottiluca sonò moltissimi ;
ci limitiamo qui solo a citare il Cierkowsi, Uber
Noct. iniliaris (Arch. f.. inikr. Anatonie 1871
e 1872)
Vienna IP.
Kjòkken-Mbddings, In risposta alla domanda
fatta in questo Bollettino, a. e. p. 156:
Una bibliografia molto esatta sui Xjòkken-Mòd-
dings (avanzi di cucina) (4) sì trova nel seguente
lavoro :
I. SteensTRUP, K)0kken-Mbddinger. Eine se-
dringte Darstellung ete. Kopenhagen, 1886, Hagerup
(4 tav. er. 8° p. 47, Marchi 1,50). Leo
Alla domanda «del Sig. Augusto Bellini, posso
« conda è vivissima, istantanea a comparire come pure a
spengersi. »
« Meyen. esimo viaggiatore e naturalista, distingue tre sor-
« genti di forforescenza pelagica; 1.* muco sciolto nell’ acqua;
«2.2 animali coperti da un muco luminoso; 3.* animali dotati
« di orgaui speciali fosforescenti. Per quanto mi venne fatto
« di osservare, la prima di queste tre cause manca affatto... ».. .
« Ilo potuto distinguere tre spec'e, dirò meglio, tre modi di
« fosforescenza marina, ben distinti che poi presentano un nu-
< mero grande di varietà; essi sono :
< a) Luce diffusa, omogenea, lattiginosa.
« b) Punti luminosi, scintillanti, incostanti.
< c) Dischi luminosi, con luce generalmente fissa, non
« scintillante ». î
(Da: E. Giglioli Hillyer, La fosforescenza del mare. Note
pelagiche ed osservazioni fatte durante un viaggio di cirecumna-
vigazione 1865-68 colla descrizione di due nuove Noctilnche.
In: Alli R. Accad. Se. Torino V. 5. 1869-70, p. 485-505; ed
in: Boll. Soc. geogr. ital. Fase. A 4S70. p. 105-128).
(1) Giglioli, 0. c.
(2) Kwukenberg, Vergi-Physiol. Studien, n. R. 1v. A. ITei
delbere 1887, p. 125-6.
(3) Awukewberg, ibid. — Il prof. Brandt non esclude però
la posibilità, che questa del Mar Rosso, invece della w7/iar%s,
sia un’ altra specie.
(4) Se a caso qualche lettore, non versato in materia, vo-
lesse sapere che mai sieno questi ar0n3? di cucina, ricorra p. e.
all'ottima Palcoemologia del Prof. Regazzoni Manuali Hoepli,
Milano, 1885).
rispondere coll’indicare i seguenti lavori sui Kjokken-
Mòddings:
Forchhammer, Steenstrup, Worsage -- Untersò-
gelser i geologisk-antiquarisk Retning (1847).
Steenstrup -- Sur le Kjòkkenméddings de 1° age
de pierre e sur la faune e la flore prehistorique du
Danemark (1872).
Steenstrup -- Comparaisons entre les ossements
des cavernes de la Belgique e les ossements des
Kjokk. du Danemark, du Groénland et de la Lapo-
nie (Briiss. (1873).
I nidi artificiali, anvunziati dal Sig. Sr. a
pag. 73 nell’ articolo, Gli uccelli e V agricoltura,
si vendono da Fritz Zeller (Vienna, u, Untere
Donaustrasse, 13) (1). IP.
Bxm.
Note entomologiche. Risposte alla domanda del
Sig. Nimis (Vedi fase. 1l pag. 154). Nel 1886 a
Varese Provincia di Como, ebbi occasione di racco-
gliere un bruco di Deilefile sopra una pianta di
Oleandro, l' allevai e dopo poco tempo ebbi la ma-
gnifica Sfinge: è l’unica ch’ io abbia potuto avere.
MermIica ETTORE
Il Sie. Giuseppe Nimis di Udine narra nell’ ul-
timo Bollettino di aver trovato nel suo giardino e
felicemente allevato il bruco della Sfinge dell'Olean-
dro. Egli vorrebbe sapere dagli abbonati se questa
sfinge sì trovi in qualche altra regione.
Rispondo col citare quanto sta scritto nella Sta-
tistica del Trentino: « Questa bellissima specie
esiste sul Roveretano e la sua larva soggiorna co-
stantemente sul Leandro (Nerium Oleander L.). Il
Sie. Zeni che usa particolar diligenza nella coltiva-
zione delle larve, ottiene annualmente degli ‘esem-
plari perfettissimi di questa Sfinge ».
To aggiungo che in un decennio i miei scolari
mi portarono ripetutamente tanto la larva che la
farfalla. Fui assicurato ancora che ad Arco ed a
Torbole (in riva al Garda), ove l’Oleandro raggiunge
statura arborea, questo insetto vi è molto diffuso.
Se dunque questo Lepidottero non è raro presso di
noi, sarebbe ben cosa strana, che esso non fosse
sparso non solo nel Veneto ma ben anco in tutti i
paesi ove cresce il Leandro.
Rovereto " Bxw.
Nell ultimo fascicolo del Bolletiino il Sio. Nimes
domanda se si e trovata in Italia Ja Deilephila del.
(1) A proposito dei quali nidi e di una. domanda (questo
Bollett. a. c. p. 79), nonchè dell’ articolo Wecelli, ad essa re-
lativo (74/0. p. 91), ci permettiamo di annunziare ìl sesuente
catalogo :
Wwrseiehnis sambtlicher Schriften ilber Geflùgelzucht ete.
Nutzen ù. Schaden der Viigel, Vocelzucht ete. u. Kaninchen-
zucht, welche in den Tahven 1$50-1880 im deutschen Buch=
handel ersshieneu sind. (Leipzie; Gracklaner; Marchi 0,60).
166.
I° Cleandro. Faccio nolare che nel precedente fasci
colo è un mio cenno « Farfalla rara nel Bolo-
gnese », che si riferisce appunto a tale specie.
MATTEI
Vertebrati della Valtellina. Domanda. Si desi
dera sapere dove e quando fu pubblicato il seguente
lavoro :
A. De-CarLIni, Vertebrati dello Valtellina.
Sarebbe pure molto accetta una piccola relazione
sul medesimo lavoro.
Vienna E,
Alberi d’ ornamento. Domanda. I sottoscritto
sarebbe obligatissimo a chiunque degli abbonati al
Bollettino, volesse favorirlo di una lista degli alberi
che sarebbero adatti ad ornamento delle Strade e
Giardini Pubblici in Malta, di cui il clima è pressa-
poco quello della Sicilia ed ove alignano bene
l Ailunthus glandulosus, la Sophora japonica, la
Melia Azederach, la Ceratonia siliqua.
Si desidera di preferenza il nome d'’alberi di
rapido sviluppo, di bel portamento, che siano sem-
pre verdi o che siano almeno ornati di feglie per
una buona parte dell’anno, che possano alignare
in suolo non troppo ricco, che non temano il vento
e che non richiedano gran copia d’ acqua. Riusci-
rebbe pure gradita l'indicazione di qualche specie
d’ alberi da piantarsi in riva al mare, oltre la Ta-
marix Gallica di cui già vi sono presso di noi dei
bellissimi esemplari, come pure 1’ indicazione di
qualche libro che tratti il suesposto argomento.
Malta 17 Novembre 1888... Dott L. MaxcHb
Geodefagi, 1drodefagi e Palpicorni. Domanda.
Sarei gratissimo allo zoologo che volesse indicarmi
i caratteri delle suddette famiglie. Occupandomi io
di un lavoro di questo genere, bramerei moltissimo
conoscere i caratteri che. differienziano queste fa-
miglie.
Udine -M.
Aceto. Domanda. Si desidera sapere se e come
possa riprodursi la madre, venuta a mancare in un
caratello di aceto bianco. U. B.
rr _——_——___—_—_—ztt——<=®=<<
’rTTTT-KYwTY-T-yT-y>ywywyv—=rTeTx<=-*--*
INVENZIONI E SCOPERTE
11 Criptofono è un apparecchio molto utile per
il servizio militare, poichè seppellito nel suolo, per-
mette di sentire alla distanza di non pochi chilo-
metri i rumori sottomarini prodotti. dai lancia-tor-
pedini.
Miniere di Nichel. L' American Manufucturer
annunzia essere stati scoperti a Kansas (Stati uniti)
importanti giacimenti di minerali che contengono
dal 5 al 25 per 0j0 di Nichel puro.
Lansfordite. Nel n. 21 del Progresso troviamo
annunziata la scoperta fatta dal Sig. Genth di que-
sto nuoyo minerale, che fu rinvenuto in una crepo-
latura del tetto di una gallerie, nella cava di antra-
cite di Lansfard presso Tamaqua in Pensilvania,
Il vaccino del colera. Il russo Dott. Gamaléia
ha scoperto un metodo per inoculare il Virus cole-
ricus, analogo a quello con il quale il Pasteur ino-
cula il Virus rabbicus a coloro che sono stati morsi
da animali idrofobi La scoperta del Gamaléia non
è stata provata che su animali, ma tutto induce a
credere che debba dare sicuri resultati per preser-
vare l’ uomo dal colera. Anche il Pasteur nel comu-
nicare il ritrovato del Dott. Gamaléia all’ accademia
delle scienze di Parigi dichiara di aver gran fiducia
nel medesimo. |
Miniere @’ oro. Si annunzia la scoperta di mi-
niere d'oro a Cuba presso Ingnay. i
Vinggi aerei. Il Figaro assicura che il coman-
dante Renard ha finalmente scoperto il modo di di-
rigere i palloni. L'° areostato che stà costruendo e
che sarà pronto fra un paio ‘di mesi, avrà una velo-
cità di cento chilometri all’ ora e potrà inalzarsi e
seguire la direzione stabilita con qualunque tempo, .
salvo il caso di vera tempesta.
Nuova dinamite insensibile all’acqua. Trattasi
di una dinamite che può, senza alterarsi, soggiornare
tanto 1n acqua fredda che calda, e l' esplosione può
essere prodotta direttamente sott’ acqua anche se la
dinamite vi è già stata immersa per qualche mese.
La Società del Zieselguhr di Lunebourg Grane e C,
a Unterliiss (Annover;) ha la privativa per la fab-
bricazione.
Nuovo poppatoio per 1’ allattamento degli
animali. Il Sig. Andrea Massonnet di Nerondes
(Francia) ha immaginate due forme di poppatoi
molto utili per l' allattamento artificiale di non
pochi animali. Una consiste in una cassetta da at-
taccarsi al muro a conveniente altezza secondo l’ani-
male che vi deve poppore; il latte vi si pone dal-
l’alto ed un capezzolo di gomma permette all'ani-
male di popparlo. L’ altra forma detta a mano è
più piccola, e composta di una bottiglia di vetro
posta in adatta cassetia di riparo, da una parte
della quale sporge il capezzolo.
Nuovo Vino-alcoometro. Il Prof. Andrieux ha
immaginato questo strumento semplicissimo, con il
quale si può con la massima facilità ed in soli 4
minuti conoscere il grado alcoolico non solo dei
vinî ‘ordinari ma anche dei liquori. Esso è foncato
sulla proprietà che ha il sale di sciogliersi bene —
nell” acqua ed essere insolubile nell’ Atcool. Se sì |- Inoltre le galline debbono essere bene nutrite
con cibi adatti, e debbono evitarsi assolutamente
getta una quantità determinata di sale in un liquido
formato di acqua ed alcool come è il vino, più il
grado alcoolico di questo miscuglio sarà elevato, più
grande sarà la quantità di sale non disciolto.
_NOTERELLE STORICHE
EI
La pietra bolognese (1). Un umile figlio della
dotta Bologna, Vincenzo Casciorolo, calzolaro ed
alchimista, nel 1630 trovò una notte ai piedi del
|
|
Paterno una massa bianca che nell’ oscurità ema- |
nava una luce bluastra. Lui credette aver trovato il |
| delle uova, e così agisce il latte dolce od acido
materiale adatto per fabbricar l' oro, invece aprì
un nuovo campo alla scìenza e il suo nome va sem- |
pre unito allo studio di quelle composizioni che,
come la pietra da lui raccolta, hanno la proprietà |
di assorbire la luce e di emanarla poi all'oscuro (2). |
Sulla quale pietra ben tosto il dotto Mortunio Li- |
ceto pubblicò lo scritto: « Litheophorus, sive de |
lapide Bononiense lucem. conservante (Ulini, per ;
$ IU : ; È 3 Î
Schirattum, 1640 in 4°) >; e a questa pubblicazione | tanto un poco di pepe od altre spezie, ma in quan
successero le seguenti: Mentzelius Cristianus, Lapis
Bononiensis in obscuro lucens cam Phosphoro Ger- |
i in abbondanza e si potrà anche giungere ad avere
metico (Bi/efeldiae 1675 in 12), e due /ettere, l'una
di Scipio Grandinonte e V° altta di Gabriele Nau-
daeus (Naudè) che stanno nei « Responsa Liceti
ad quaesita per epistolas (T. 1.) ». ES
Introduzione del pesco in Europa. Il padre De
La Croix, ha trovato in un pozzo chiuso da muro
romane, costruito certamente dal II°, al V.° secolo
dell’ era volgare e situato presso il villaggio di |
Sanxay nel Poiton, un piccolo nocciolo di pesca;
percuî non sarebbe esatto che il pesco fosse stato
importato dall’ Oriente in Europa verso il secolo
XIII.® come generalmente si ritiene.
dnsegnamenti pratici
——ceeore
Per avere un’ nbbondante produzione di uova.
ll Visconte Aramis nel Giornale dei pollicultori che | {jca eccellente e le fiutta rimanendo esposte al sole
sì stampa in Fermo, dà i seguenti consigli :
Per avere un buon prodotto in uova, occorre
primà di tutto possedere razze pure, mantenerle
sempre allo stato di purità e migliorarle continua-
mente con un accurata selezione.
(1) Cfr. Humboldt, A. 1. p. 107.
{2) Sono combinazioni di zolfo con bario, calcìo e strenelo,
| tutti i cibi che possono disturbare l’ apparato dige-
stivo delle galline, e tutto ciò che non invigorisce.
Frumento, grano saraceno, avena, sono grani da
somministrarsi, ma non diremo lo stesso del grano
turco, il quale è poco nutriente ed e più adatto per
il pollame che si vuole ingrassare che per le galline
da uova.
Fra le erbe il trifoglio fresco e |’ ortica, que-
st ultima somministrata calda, mescolata a crusca,
sono le migliori per eccitare la fecondità.
La carne di qualunque specie distribuita due ed
anche tre volte alla settimana in mediocre quantità
agisce straordinariamente sull' apparato produttore
mescolato con acqua o unito ai pastoni caldi.
Calce, ossa, smalto, gusci d’ ostrica, lumache, il
{utto ben pestato sono cibi necessari alle galline e
specialmente a quelle tenute in recinto, per formare
il guscio dell’ uova ed evitare il pericolo che sieno
deposte senza guscio come qnalche volta accade.
Sarà pur ben fatto somministrare di tanto in
tità da eccitare e non da riscaldare.
Insomma con ben adatto cibo sì avranno uova
la gallina fenomenale che deponga un uovo tutti i
giorni e magari due la domenica.
Mezzo di far rialzare un animale caduto a
terra. Così scrive un francese, conduttore di bestia-
me: Spesso î buoi esausti dalle fatiche o spedati ri-
fiutano di camminare e si coricano. Avevo esauriti
tutti i mezzi conosciuti per farlo rialzare, ma inutil-
mente. Mi venne l’idea di prendere un pugno -
d’ erba sottile e chiudere le narici degli animali,
in alto l’aria che
subito si alzarono, cercando
| mancava loro essendo coricati. Questo mezzo non
mi è mai fallito. È
Se non si ha erba sotto mano, si può prendere
‘| qualunque cosa, del fieno, degli stracci, della carta.
Sfogliatura delle piante fruttifere. Il Sig. G.
Jaci, in un articolo pubblicato nella Gazzetta agri.
cola, assicura che il togliere alle piante da frutto
le foglie che coprono o nascondono ì frutti è pra-
crescono più belle, più grosse più gustose. Occorre
però non togliere alla pianta tutte le foglie, ma so-
lamente quelle che coprono i frutti, e la sfogliatura
deve essere fatta a poco alla volta, cominciando da
quando il frutto è ben formato, e sempre nelle ore
meno calde. i
Per rendere facile 1° apertura dei vasi &°
x
‘468
$ : È - ra N
tappo smerigliato basta sfregare il tappo stesso |
con.della paraffina, dopo averlo ben asciugato. Con
ciò il tappo gira e si toglie facilmente mentre la
serratura diviene più ermetica. :
La Naftalina contro 1’ invasione del Der-
mestes lardarius. Abbiamo già insegnanti alenvi
mezzi per liberarsi dalle larve dei Dermostes (Tarme)
che tanto danno arrecano alle collezioni zoologiche e
specialmente ai confezionatori di seme di bachi da
- seta.
Il Sig. Ugo Maddalozzo racconta nel Bacologo
italiano di avare usata Ja Naftalina sparsa per la
stanza ove conservava le cellule e di aver così pre-
servate completamente le farfalle dai danni dei Der-
mestes senza recare al seme il minimo danno per il
susseguente allevamento.
Un legaccio per le viti che costa poco o per
dir meglio nulla è il tiglio del gelso. Quando .in
autunno si rimondano i gelsi e sì mettano a parte
i rami dell’ annata, e mentre sono ancora verdi, si
tolga loro la pelle il che riuscirà molto facile ed è
lavoro adatto per donne e per ragazzi.
Questa pelle si metta poi ad asciugare all'ombra
e quindi si conservi per la primavera. Per usarla
la si lasci prima per alcune ore nell’ acqua onde le
fibre si rammoliscano.
Questo tiglio è molto tenace e si suddivide in
striscie, le quali per quanto sottili, sono tuttavia,
alquanto resistenti. Durano molto ed usate per le
viti non ammaccano i tralci come fanno spesso i
vimini.
Per l' estrazione dei tigli si scelgano i rami più
diritti, senza nodosità. e, come si è detto dell'annata.
MEFIZFARIO
er
La pubblicazione dell’ indice avendo occupata
buona parte di questo fascicolo, non abbiamo potuto
pubblicare la contmeiazione di aleuni articoti, ne
le consuete Nole DWliografiche, e divesse altre Co-
mumnicazioni favoriteci dagli abbonati.
A tutti coloro che pagheranno 1° abbonamento
entro il prossimo gennaio daremo in dono un ele-
gante calendario con figure, oppure 3 calendari pic-
colì in colori, da portafoglio, oppure le annate ar-
retrate del Bollettino a L. 1,50 per annata a scelta
e per L. 10,50 tutte le 8 annate complete.
A chi procurerà nuovi abbonati daremo in
dono un libro di dilettevole ed istruttiva lettura.
Spedizioni, esplorazioni, missioni. La spedi-
zione tedesca di Cameron si propone d' intraprendere
Ì
una nuova esplorazione nel paese dei Balanea, fondan-
do una stazione scientifica sopra il fiume Sonnaga.
Il viaggiatore M. Von Kerekhone annuncia (Boll.
della Soc. africana) che un lago di una grande
estensione si trova fra la riva destra del Lulami,
poco discosto dal suo confluente, ed il Congo.
Nuova selvaggina. Si legge nell’ allevatore che
adriano Marx, reduce da un viaggio cinegetico in
Germania, racconta nella sua Vie en plein air — e
l' Eleveur riferisce il racconto — che i Bavaresi.
hanno pensato di rimediare allo spopolamento delle
loro foreste facendo tornare allo stato selvaggio la
faraona e la gallina comune.
I resultati cominciano ad essere brillanti, perchè
uno di questi ripopolatori uccide gia annualmente
un centinaio di faraone nel sno possesso. È troppo
presto per conoscere i resultati che si otterranno
dalla gallina comune.
Il metodo di inselvaticamento è semplicissimo :
basta portare le galline nel fitto del bosco, lontano
dalle case, ed alimentarvele per qualche mese. Molte
rimangono preda degli animali selvaggi, ma scam-
pano quelle che imparano a difendersi: dopo quattro
o cinque generazioni si oltiene un’ animale più pic-
colo del tipo d’ origine; di un tiro. difficile a causa
della sua brusca levata, e di un gusto superiore a
quello del fegiano. Questi polli selvaggi non hanno
la livrea a colori ricchi e svariati, come quella dei
loro antenati; me rivestono una uniforme grigia.
stra, come avviene per i discendenti di conigli do-
mestici abbandonati nelle foreste. 4
Bureau idrografico. In Wwriemberg fu istituito
| un Bureau ilrografico sotto la direzione del cons.
sup. v. Martens. Questo Bureau è lo scopo di stu-
diare tutti i fenomeni delle acque dei fiumi.
Nuova stazione zoologica. A Plymouth nel
I° Inghilterra venne aperta dalla Alarime- Biological
Association una Stazione zoologica, la quale servirà
' non solo per studî puramente scientifici, come quella
di Napoli, ma anche per esperimenti, ed investiga-
| zioni relativi a questioni d'importanza pratica (p. e.
sull’ esca).
Stazione zoologica portatile. Il Comitato per
lo studio del paese della Boemia possiede una sta-
zione zoologica che si può disfare e che sì lascia
facilmente trasportare, pesando poco più di 1000 Kg.
Viene adoperata per istudiar le faune dei varii laghi
della Boemia.
Un diamante fenomenale. Sotto questo titolo
leggiamo nel JZonde de Ia science et de l industrie
che M. Kuntz Now Jork è divenuto possessore
di un diamante la cui durezza è di una potenza
straordinaria. Posto sulla rota in cui ordinariamente
di
169
si lavorano i diamanti e fatto sfregare contro il disco
per 100 giorni dî seguito non si è ne lustrato ne
consumato minimamente. Anche altri potentissimi
mezzi sono stati inefficaci ad intaccarlo 0 romperlo.
Le cave di marmo di Scem-tu. Queste anti-
chissime cave che per lungo tempo fornirono il ma-
teriale ai superbi palazzi dei Cesari, dopo di essere ri-
maste dimenticate per molti secoli, stanno per essere
riattivate da una società industriale, ora costituitasi.
Fra le svariate quantità di marmo che queste
cave contengono, va notato ìl giallo antico, la ser-
pentina romana, i marmi rosei e verdi. La cubatura
delle cave si calcola a 10 milioni di metri cubi.
La
una gara di colombi viaggiatori il 20 gennaio pros-
simo, con partenza da Roma e sotto la direzione
della Società colombofila romana.
Il circolo cacciatori
sun utilissima attività e nella
bresciani prosegue nella
guerra contro i cac-
ciatori di contrabbando. Abbiamo da esso ricevuta
comunicazione di una lunga lista di contravvenzioni
constate dagli agenti, con i premi ed incoraggiamenti
.. che il circolo stesso continuamente elargisce agli
Scopritori delle contravvenzioni sulla caccia.
Concorsi a premi. La società d’incoraggiamento
per le arti e mestieri di Milano ha aperto il con-
4000;
sistema o di ‘un
‘corso al. premiò Gavazzi di L. di conferirsi
all’ inventore di un nuovo miglio-
ramento alla trattura o filatura della seta.
Presso il ministero di agricoltura è aperto un
- concorso. a 10 premi, uno. di L. 10 mila, due: di
L.5 mila, 3 di L. 4 mila e 4 di L. 2 mila, nonchè
medaglie d'oro, argento e rame; fra gli enti morali,
consorzi e privati che compiranno opere di bonifi-
cazione ed irrigazione. Tempo utile fino al 31 de-
cembre corrente.
-_ H Governo russo ha aperto un concorso interna-
ì (11,250 lire) per
la miglior memoria sulla natura del veleno dei pe-
zionale con premio di 5000 rùbli
sci. Le memorie devono essere spedite. a quel Mini-
stero del Demanio entro il 1892.
La società anonima per la fabbricazione di acido
L. Vogel Milano,
aperto un concorso. internazionale ‘con premio di
solforico ecc., dell’ ing. in ha
3000 marchi (4750 lire) per il miglior processo di
estrazione. dell’ oro e. dell'argento dalle piriti. Tempo
‘utile sino al 31 decembre corrente.
Concorsi. Sono ancora aperti i seguenti concorsi
banditi dalla R. Accad, dei
Mineralogia e Geologia, scadono con la fine del 1390
Fisiologia e Archeologia con il 1891. Chimica 1893.
Lincei: Astronomia,
Ad ogniuno di essi è assegnato il premio reale di
10 mila Lire. Vi sono poi i premi ministeriali di
vr
|
|
|
|
|
società cotombofila fiorentina effettuerà |
L. 3 mila ciascuno a favore dei soli inseenanti nelle
scuole secondarie, e cioè: Sei premi per le scienze
fisico e chimiche, scadono 3 il 30 aprile 1890 e 3
30. aprile 1891 — 3
Li; il 30 aprile 1889.
Concorso nazionale di apparecchi anticritto-
gamici ed insetticidi. Avrà in Asti
prossimo anno.
per le scienze naturali sca-
luogo nel
ll congresso geologico internazionale da poco
chiusosi a Londra, ha deliberato di riunirsi nuova-
mente nel 1891 a Filadelfia.
Posti di studio. Il Ministero di Agricoltura ha
aperto il concorso a 12 posti nell’ istituto Forestale
di Vallombrosa per 1° anno scolastico che comincia
col 5 Marzo prossimo, Sei di questi posti sono ri-
servati ai giovani che hanno la licenza liceale o
quella di Istituto Tecnico. Gli altri sei si conce-
dano per esame. Le domande saranno ricevute fino
al 10 febbraio prossimo. : 3
Posti vacanti. Professore di Economia rurale,
contabilità ed' estimo nella scuola superiore d’ agri-
coltura in Milano.
Prof. di viticultura pomologia ed orticultura nella
scuola suddetta.
Quattro posti di prof. di agraria nelle R. scuole
pratiche di agricoltura.
Quattro posti di aiuto direttore ed insegnante di
scienze fisiche naturali nelle scuole predette.
Rivolgersi al ministero di Agricoltura.
Anche a Calcutta va ad
campionaria di prodotti italiani. -
istituirsi una mostra
RICHIESTE E OFFERTE
DOMANDE DE CANIEI
(Gratis per gli abbonati)
Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini-
strazione del Bollettino.
66 Il Dott. Corrado Lopez (Prof. nel Licco di
Volterra, Toscana) disponendo di un buon numero
di coleotteri desidera ‘entrare in relazioni per cam-
bio. Cambierebbe poi volentieri buone specie con
monografie entomologiche.
67 Il Sig. Emilio Balbi Naturalista (Genova) de-
sidera entrare in corrispondenza di cambi con coleot-
‘terologi Italiani. Inviare offerte disponibili.
68 L’ istituto anatomico della R.. Università di
Siena, ha disponibile un buon numero di crani umani
della provincia senese, compresi alcuni di dementi,
che cambierebbe volentieri con altri crani di razze e.
popolazioni differenti. ;
170
69 Desidero far cambi di piante secche e clas- i
sincate. Vincenzo Manzini, Udine.
70 Desidererei vendere e far cambi di fossili
Pliocenici e Quaternari, Giuseppe Moschella. Reggio
Calabria.
71 Offerta. Trovasi in vendita il telaio di una ;
colombaia, asportabile e poco usata, ultimo sistema ‘
razionale modenese, costruito in abeto nuovo e filo :
di ferro. che contiene N. 40 paia di Colombi da ©
chiuderli anche a piacere; divisa in due scaffali |
dell’ altezza di M.! 3,50 larghezza M.i 7,35 comples- |
sivi; al prezzo di.L. 100. Si cambierebbe anche con i
Pag. 407, col. 1%, nota 2, in fine aggiungi: nonchè lo Zool.
Anzeiger. — Pag. 108 all’ articolo: Za scoperta deì microrga-
nismi, leggi: Leewwenhoek. — Pag. 135, 2® col., 1. 25 leggi:
| punto critico — Pag. 139, col. 28, nota 3, leggi: A. vr. —
| Pag. 140, 1% col., sub 5) leggi: 1866. — Pag 153, 22 col,
nota 2 leggi: IK. Ac. d. Wiss. —
S. Brogi naturalista in Siena
avvisa che col 1° di sennaio prossimo trasferi-
sce il suo laboratorio e gabinetto di storia na-
turale, nel proprio stabile
qualche oggetto che potesse tornare utile. Per mag- |
giori schiarimenti rivolgersi al Sig. Filippo Malu- :
sardi, Via Gorso Porta Reno N. 69, Ferrara.
72 Odoardo Ferragni di Cremona desidera avere |
conigli neri, nocciola, e martora; offre in cambio ;
Piazza del Carmine N. 28
Felix L. Dames
Libraire de Sciences Exactes et Naturelles
47 Faubenst.. Berlin W.
Les catologues suivantes sont envoyvés franco
a quiconque les demande:
Bibliotheca Palaeonto!ogica.
Bibliotheca Botanica microscopica: Diato-
| meae, Desmidieae, Characeae.
Bibliotheca Zoologica: Articulata.
conigli piombati pura razza ed altre varietà, nonchè ;
oggetti di Storia naturale.
73 St offrono uccelli mosca in pelle o montati in
cambio di oggetti di storia naturale qualsiansi. i
—— ——
CORRIGENDA.
| OVA, PULCINI, GALLINE e GALLI
Pag. 25, 28 colonna, linea 10 e 17 leggi: Lewchart. — Pag. Catalogo illustrato gratis e franco
5
43, 2* col., 1..31 leggi: dal? età. — Pag. 44, 1 col., 1. 1%
. leggi: noi ci. — 1bid., 1. 12 leggi: sé ovino. — Ibid., 1. 40-
leggi: servirgli. — Pag. 46, col. 1, 1. 39 leggi: Humboldt. —
Pag. 58, col 18, |. 15 leggi: Boulengeri e: Feylinia. — ]bid.,
l. 23 leggi: Tropidosaura. — Jbid., 1. 25 leggi: Bettaia e:
Delatandii. — Pag. 94, 22 col., l.
‘si spedisce dietro richiesta dallo Stabilimento
Pollicoltera
E. G. Avanzi
COLOGNOLA AI COLLI —
10 leggi: Fitopalogia. — Verona
dndice delle Materie trattate nell’ annata 1888
— — —csRSe
Agricoltura: G. €. — Piante foraggere da sperimentarsi, pagina 69.
Nuovo foraggio, pagina 31 — Viti americane, 31 — Resistenza delle viti americane in rapporto alla
fillossera, 44 — La cimatura delle viti in relazione colla qualità del vino ehe se ne ottiene, 46 — Fillos-
sera, 48, 77, 111, 128, 143 — Peronospora, 59, 95, 112, 143 — Per aumentare la durata dei pali ed
altri Jegnami che si infiggono nei terreni, 59 — I gelsi da preferirsi, 60 — Mastice per l’ innesti, 60 —
Cimatura delle fave, 60 — Solfato di rame contro la peronospora delle patate e dei pomodori, 60 —
Alghe marine come concime, 74 — Mal nero e gommosi, 75 — Le siepi nel Padovano, 76 — Nuovo
concime chimico, 77 — Mezzi per aumentare la produzione del grano, 92 — Olio contenuto nelle olive,
92 — Cenere di Coke da usarsi in agricoltura, 93 — Danni prodotti dalle passere, 108 — Grano Noè o
grano Rieti? 128 — Malattie della vite (P.), 142. — Non è Peronospora, 160 —- Un legaceio per le
viti, 168. ;
Animali inferiori diversi: Allantonema mirabile, pagina 7 — Sphaerularia bombi, 7
— Atractonema gibbosum, 7 — Nematoxys longicauda, 7 — (Gordius, 14, 64, 110 — Neoenchytraeus
bulbosus, l& -- Enchitreidi, 14 — La questione del Bothriocephalus latus,. (P) 25 — La teoria
dei fagociti, (P.) 26, 73 — Batteriocecidii, (Mattei) 28 — Microbi, 42, 45, 98 — Argyroneta aqua-
tica, 44 — Trichonympha agilis, 44 --- Tricodects latus, 44 — Entozoi della Terenide, (G. P. P.)
44 — La pulce dei Cani e la taenia cucumerina, (G. P. P.) 44 — Teredo navalis,-44 — I microbi della
grandine, (B.) 45 — Bacyllus janthinus, 45 — Flabellina affinis, 46 — Aleurobius farinae, 55 -- Tyrogly-
plus mycophagus, 55 -- Tyroglyphus siro, 55 -- T. longior, 55 -- T. spinitarsus, 55 -- Rizoglyphus Robisìi,
39 -- Phycobius Riccardi, 55 -- acari, 55 -- Tydeus foliorum, 56 -- Tetranychus telarius, 56 -- Hormo-
v
174
gaster, 58 -- Micrococcus amilivorus, 72 -- Coniothyrium diplodiella e Phoma diplodiella, 73 -- L'ospite
intermedio del Syngamus trachealis, 91 -- Riproduzione delle spugne, (B.) 91 (Sr.) 123 -- La scoperta dei
mierorganismi, 108 -- Nuovo parassita della farina, (B.) 124 -- Il microbo della tosse canina, (B.) 124
-- Classificazione delle Salpe, (B.) 124 -- Bacillus tussis convulsivae, 124 -- Orthorcctidae e Dicyemidae,
(B.) 139 -- Spongiae, (P.) 140 -- Protozoi, (P.) 142 -- Buetschlia parva, 142 -- Isotricha prostoma, 142 --
Isotricha intestinalis, 142 -- Dasytricha ruminantium, )42 -- Entodinium bursa, 142 -- Entodinium cauda-
tum, 142 -- Entodinium minimum, 142 -- Anophrys Maggii, 153 -- ©Chytridium elegans, (P.) 153 --
Batteri fotogeni, 154 --- Nottiluche, (P.) 164 — Mammaria seintillans, 165 --- Noctiluca miliaris, 165
— N. punctata, 165 -- N. omogenea, 165 -- N. pacifica, 165 -— Leptodiscus medusoides, 165.
Anfibi: MariacHer Prof. G. Osservazioni sull' epoca della riproduzione del Bufo viridis e del
Bombinator igneus, pagina 10.
Mariacter Prof. G. Influenza del mezzo ambiente sullo sviluppo del Bufo viridis, pagina 33.
Principali specie: Bombinator igneus, pagina 10 — Bufo viridis, 10 — Rana arvalis, 154 — R. esculenta,
154 — R. rubra, 46 — Pelobates latifron, 125 — P. fuscus, 125 — Triton alpestris, 7 — T. cristatus, 7.
Astronomia e Meteorologia: Nuovi piccoli pianeti, pagina 14 — 23 nuove specie di
stelle; 74 — Sulla formazione della grandine e sui fenomeni ad essa concomitanti, (Bombicci) 157.
Bachicultura: I Gelsi da preferirsi, pagina 60 — Nuova pestatrice delle farfalle, 61 — Ter-
mo-regolatore per i confezionatori di seme bachi da seta, 77 — Concorso fra gli al'evatori di bachi, 79
Sulla ‘rigenerazione del baco da seta, (Flli. Sbraccia) 109 — Allevamento di bachi da seta colla Maclura
aurantiaca, 143 — Il gelso e le sue varietà, (Meneghini) 150. — La naftalina contro i Dermestes, 168.
Bibliografia: Agraria pagina 29 — Bruttini, 79 — Passerini, 92, 93 — Ministero 94, 125 —
Mingioli, 108 — Manganotti, 142.
Anatomia e Zootomia — Albrecht, pagina 25 — Dei, 94 — Giacomini, 110 — Falchi, 110 — Oehl, 110
— Cattaneo e Monti, 110 — Sanfelice, 110 — Regalia, 125 — Bertelli, 141 — Garbini, 142 — Cerme-
nati, 157 — Marriggia, 158 — Sewal, 158.
Anfibi — Camerano, pagina 14, 58 — Bellonci, 48. — Mazzoni, 46 — Lepori, 75 — Peracca, 125
— Ninni, 142.
Antropologia — Morselli, pagina 29, 58, 74, 110 — Lima, 142 — Claus, 142.
Bachicultura — Flli, Sbraccia, pagina 109.
Botanica — Mattei, pagina 28, 29 — De Toni, 29 — Berlese, 46 — Paoletti, 46 — Cocconi, 46 —.
Del Pino, 46 — Solla, 94 — Cavara, 142 — P. 142 — De Tonì e Paoletti, 142 --- Rossetti, 157 — Ga-
sparrini, 158 — Dietel, 158,
Chimica — Bruttini, pagina 13, 157 — Passerini, 93 — Menozzi, 110.
Crostacei — Berlese, pagina 46 — P. 107 — Raimondi e Ressi, 109 — Cattaneo, 110.
Fisica e Meccanica — Baratta, pagina 13, 109 — Poli, 13, 29 — Canestrini, 46.
Geografia fisica — Bombicci, pagina 12 — Covial, 142.
Geologia — Toni, pagina 58 — Tuccimei, 125 — Capellini, 141 — Neviani, 141.
Giornali, pagine 22, 46, 58, 63, 75, 91, 94, 110, 142, 158.
Igiene e Medicina' domestica — Celli, pagina 110, — Pozzetto, 142.
Insetti — Canestrini, pagina 13 — Rabaud, 45 — Ciaccio, 46 — Cobelli, 53 — Riggio, 58 — Riggio
e De Stefani-Perez, 58 — Gibelli, 58 — Palumbo, 93. -- Mattei, 93 — Novak, 94 — Targioni, 94 — Lu-
ciani e Piutti, 110 — Palumbo, 124 — Halbherr, 125 — Finlai, 158.
Mammiferi — Bonis, pagina, 13 — Canestrini, 142.
Medicina e Veterinaria — Bruni, pagina 142.
Meteorologia — Bombicci, pagine 12, 156 — Canestrini, 93 — Ministero, 125 — Bertoncelli, 142.
Mineralogia — Lotti, pagina 29 — Miniere Albani, 30 — Bombicci, 156.
Molluschi — Pollonera, pagine 58, 94 — Koblt, 142 — Linduer, 158 — Lustig, 158.
Paleontologia — Simonelli, pagina 29 — Clerici, 29, 141. —- Desaporta, 92 — De Zigno, 93, 125
— Mascarini, 109 — Clerici, 109. “
Parassitologia — Mattei, pagina 28 — Canestrini, 46 — Comes, 75 — Poli, 141 — Berlese, 142:
Pesci — Mengarini, pagina 110 — Giacosa, 110 — De Toni, 142 — Torossi, 142.
Rettili — Sacchi, pagina, 110 — Camerano, 125 — Ninni, 142 — Mitchell e Reichert, 158.
Storia Naturale in genere — Cermenati, pagine 13, 58 — Brezzina, 29 — Humboldi, 46.
Uccelli — Picaglia, pagina 29 — Camusso, 29 — Salvadori, 29, 125 — Sicher e Arrigoni, 46. —
Bellonci, 46 — Trevisani, 75 — Martin, 91 — Russ, 91 — Isis, 91 — Diegefiederte Welt., 91 — Blat-.
ters F. Gefliigelzuchat, 91 — Giachetti, 125 — Sappa, l4l.
Varia — Poli, pagina 29 — Brezina, 29 — Brunetti, 93 — Capellini, 141 — Bartalini, 141 — Bom-
bicci, 157 -— Batlaglia, 157 — Zoppi e Torricelli, 157 — De Vincentis, 157,
Veterinaria — Barelli, pagina 14 — Rosa. 14. 94, 125 — Bertelli, 29 — Marchesini 75 — Cane-
strini, 94 — Blanchard, 158.
Viaggi, escursioni, ece. — Antinori, pagina 13 — D’ Amato, 109.
Zoologia — Socin, pagina 12 — Schumberg. 142 — De Toni, 142 — Pochettino. 158. I
Botanica: Tassr F. Del liquido secreto dai fiori del Rhododendron arborewn. I Redodendri.
Natura, analisi ed ‘azione: della secrezione dei fiori, pagina l.
PrLAcANI Prof. L. Fillotassi florale, pagine 6, 19, 39, 50.
MarreI G. E. Disseminazione delle piante, pagine 34, 49.
LoxGo A. Nuova specie di quercia, pagina 81 — Ancora sulla nuova specie di quercia, 101.
Cusoxi. Rassegna crittogamica, 104. Î
Marter G. E. /dracunculus vulyaris, Scot. pagina 115. )
MarreI G. E. Anomalie nelle infiorescenze di Zea Mays, pagina, 148.
MeNEGHINI S. Il Gelso e le sue varietà, pagina 150.
Stachys affinis nuovo legume, pagina 14 — Raro tulipano esistente nelle vicinanze di Bologna,
(Mattei) 28 —- Convolvulacee, 29 — Origine della Vicia faba, 29 — Eriocòoma cuspidata nuova pianta
foraggiera, 31 — La Sulla per uso di vitto, e Melanpyrum pratense, (P.) 73 — Note botaniche, (Mattei)
89, 106, 158, 145 (De Bonis) 138 — Astragalus baeticus, (P) 91 — La pianta dell’ inchiostro, 95 — Il
più srande albero dell’ africa tropicale, 127 — Lo stachys, (P.) 159 — Piante amfibie, (P.) 1399 — Da-
tura stramonium, (P.) 159 — Nuove specie di funghi, (Cavara) 142 — Barbatelle di piante nell’ acqua,
143 — ©Contribuzione alla flora della Versilia, (Bossetti) 157 — Non è Peronospora, 160 — Alberi d’orna-
mento, (Manche) 166 — Introduzione del pesco in Italia, 167.
Principali specie: (1) Acrocomia sclerocarpa, pagina 45 — Aegilops triticoides, 106 — Alcea rosea, 19
— Amaranthus retroflexus, 140 — Andromeda floribunda, 2 — Aster Amellus, 153 — Astragalus baeticns,
91 — Astrocaryum campestris, 45 — Basiaschum Eriobothryae, 142 — Blank-Rot, 141 — Boletus edu-
lis, 107 — Botrytis parasitica, 142 — Canarium edule, 127 — Centimorbia, 69 — Cocos flexuosa, 45
— Cocos oleracca, 45 — Cocos capitata, 45 — Coniothyrium diplodiella, 141 — Convolvulus (10 specie).
29 — Coriaria thymifolia, 95 — Datura stramonium, 139 — Dendrophoma Marconi, 142 — Diplothe-
mium campestris, 45 — Dracunculus vulgaris, 115 — Edysarum coronarium, 48 — Entomoptora: Grylli.
127 — Friocoma cuspidata, 31 — Greeneria fuliginosa, 160 — Heliotropium curassavicum, 138 — Ma-
- clura, aurantiaca, 145 — Melampyrum pratense, 73, 140 — Morus alba, 150 — Morus nigra, 150 —
Morus multicaulis, 150 — Orobus sparsiflorus, 106 — Orobus ochroleucus, 106 — Peronospora sparsa, 95
— Pestalozzia Banksiana, 142 — Phaseolus vulgaris, 110 — Philadelpus coronarius, 107 — Phleospora
Trifolii, 142 — Plenodomus Oleae, 142 — Quercus fragnus, 82, 101 — Quercus aegylops, 81 — Quercus
robur, 81 — Quercus macedonica, 101 — Rabarbaro commestibile, 69° — Rododendron arborenm, — Ro-
dodendron chrysanthum, 2 — Rododondren ferrugineum, 2 — Rododendron ponticum, 2 — Rododen-
dron hybridum, 2 — Raphanus sativus, 164 — R. radiola, 164 — Samolus Valerandi, 6 — Stachys
| affinis, 14, 139 — Teconia Sideroxylum, 45 — Tribulus terrestris, 153 — Tulipa connivens, 89 — Tulipa
passeriniana, S9 — Tulipa scabriscapa, 23 — Tulipa strangulata, 28, 89 — Tulipa Fransoniana, 28 —
Vicia faba, 29 — Vicia Narbonensis, 29 — Vicia sparsiflora. 106 — Vicia durantia, 106 — . Vicia
‘orobus, 106 — Zea mays, 138, 148..
Caccia e Pesca: Circolo cacciatori bresciani, pagina 48, 95, 169 — Congresso di cacciatori,
79 — Circolo cacciatori Pavesi, 9 — Sui licenzini scientifici, (Tosi e Direzione) 106. — Nuova selvag-
gina, 168.
Notizie di caccia — Da Reggio Calabria, (Moschella) pagine 10, 28, 155 — Dal Trentino (Bonomi)
11, 165 — Dal Ticino, (Pav.si) 28 — Da Bergamo, (Varisco) 28 — Da S. Marzano, (Paolucci) 42 — Dal-
1° Estero, (Sr.) 43, 136 — Dal Padovano, (Arrigoni degli Oddi) 56 — Da Napoli, (Costa) 57 — Da Spezia,
(Podenzana) 74 — Da Venezia e da Porto Maurizio, (Brogi) 74 — Da Vienna, (Sr) 74 — Da Verona,
(Dal Fiume), $9 — Da Fano e Faenza, (Gasparrini) 89 - Dal Bresciano, (Mettica) 90, 163, 164 — Da
Mantova, (Picaglia) 105 — Da Trieste (Valle) 105 — Da Badia Polesine, (Dal Fiume) 105 — Dalla
Romagna, (Gallarotti) 105 — Da Besangon (L. D.) 137'— Da Lecco, (Cermenati) 154, 155, 156 — Da
Padova, (Stefanoni) 156 — Da Cremona, (Ferragni) 163 — Da Verona, (Dal Nero) 164,
Chimica: Per rendere inodora la benzina, pagina 31 — Utilizzazione della calce viva come
agente esplosivo, 61 — Amarina; 77 — Ricerche chimiche sulla cenere di Cok, come concime, 93 —
Dinamite insensibile all’ acqua, 166. "
i (4) Di molti generi e specie di piante si parla negli articoli Disseminazione delle piante pagina 34 e seguenti — Fillorassi /10-
rale 6, 19, 39, 50 — Rassegna criltogamica, 104.
175
——————+_+<-+«-*-—- _—€rc&k
Colombicultura : Gregetti G. C. La Toîtora grigia, pagina 8,397 — La Tortora bionda,
52 — La Tortora bianca, 70, 99 — Ibridismo, Meticci, Atavismo, 121, 181, 145.
Guonerti G. C. L'esposizione di uccelli da cortile e da colombaia, pagine 65, 88, 103.
Per conoscere il sesso dei piccioncini, pagina 59 — Colombi viaggiatori, 7, 8, 95, 111, 144, 169 —
Consorzio di colombicoltori, 78
Comunicazioni, proposte, domande e risposte fra gli Abbonati
pagine 10, 25, 41, 56, 71, 89, 105, 123, 136, 153, 168.
Wonborsi scientifici, concorsi agrari, Lola di studio, cattedre e
impieghi vacanti, e simili: pagine 14, 31, 48, 62, 78, 79, 95, 112, 128, 144, 160, 169.
Congressi: pagine 48, 62, 79, 95, 128, 144, 169.
Crostacei : Cyclops daphnie, pagina 56 — Crustacea, (P.) 107 — Carcinologia e medicina le-
gale, 109 — Vivai di gamberi, (Rossi) 127.
Esposizioni, fiere, mostre Cee : pagine 14, 31, 48, 62, 9, 112, 128, 144, 160, 167.
Fisica e Meccanica: Sexssi Prof. C. Il potenziale della terra, pagina 116, 129, 161.
Nuovo dispersore da Pe, (Baratta) pagina 13 — La fotocronografia ed il volo degli uccelli, 47
— Il vento utilizzato per la luce elettrica, 47 — Vagone serbatoio per il trasporto del vino, d7T.—
Ebulliometro Vidul-Malli, 47 — Carrozze automatiche, 47 — Bersaglio elettrico con registratore auto-
matico, 48 — Anemometro elettrico, 60 — Una nuova pestatrice delle farfalle, 61 — Microscopio da
aquario, 62 — Termoregolatore per i confezionatori di seme bachi da seta, 77 — Nuovo controllore delle
ronde, 77 — Il Sismografo a pendolo, 108 — Telemetro Bozzi, 126 — Microfano avvisatore, 126 — Fo-
nogenografo, 126 — La elettricità applicata allo sparo dei fucili, 126 — Macchina per la tiratura delle
fotosrafie, 126 — Per camminare sull’ acqua, 126 -- Il criptofono, 166 — Viaggi aerei, 166 — Vino
alcoometro, 166.
Geologia e Paleontologia! Cervevati M. I fossili, pagine 113, 149.
il Castoro nei dintorni di Roma, pagina 29 — Gyande testuggine fossile, 31 — (teologia dell’ appen-
nîno Spoletino, (Toni) 58 — Origine paleontologica degli alberi coltivati o utilizzati dall’ uomo, 9 =
Nuove aggiunte alla Ittiofauna dell’ Epoca cocena, 93 — Vitis vinifera fossile nei dintorni di Roma,
(Clerici) 109 — Alcune specie di felini della caverna al Monte delle gioie, (Clerici) 109 — Amntracoter Vo)
di Monteviale, (De Zieno) 125 — Conservazione dei fossili, (S. B.) 136 — Sulla Corbicwla fluminaris dei
dintorni di Roma e sui fossili che l’ accompagnano 05 14l.
Principali specie: Acanthurus Gaudryi, pagina 93 — Amphistium, longipenne, 93 — Aulorhamphus
Bolcensis, 93. — Aulorhamphus Capellini, 93 — Antracotherium Monsvialense, 125 — Blochius maero-
pterus, 93 — Castor fiber, 29 — Crenilabrus Szainochae, 93. — Corbicula fluminalis, IH — Emmericia
Pisorinii, 14l1 — Felix spelaca, 109 — Felix minimus, 109 — F. catus, 109 — Histiocephalus Bassani,
98 — Hydrobia Meli, 141 — Hyperfelis Verneuili, 109 — Neritiva Isseli, 141 — Sygnathus Bolcensis,
93 — Testudo perpiniana, 31 —- Tetrodon pygmaeus, 93 — Vitis vinifera, 109.
Geografia fisica: Bowsicci Prof. L. Trasformazioni lente dei paesaggi terrestri, pagina IT.
Boxomr Prof. A. Vulcani e terremoti, pagine 67, 85, 134, 146.
Costituzione fisica del globo terrestre, origine della sua crosta litoide cause dei moti sismici, (Bom-
hicci, pagina 12 — Ipotesi dell’ azione e selezione magnetica del globo terrestre, sulle materie cosmische
interplanetarie contenenti ferro, (Bombicci) 12 — Il ia (POOR
Insegnamenti pratici: pagine 30, 46, 59, 75, 110, 126, 142, 158, 167.
Imsetti:; Rapaup E. Les abeilles Quelques iu de 1° histoire des sciences, pagina 38.
PiLumgo A. — Sulla caccia dei Coleotteri, pagine 82, 97, 133, 163.
Dei A. — L' Aphrophora spumaria, pagina 118.
Bari E. — Descrizione di una muova specie ligure del genere Bathyscia, pagina 154.
Grandi farfalle, (Sr.) pagina 12 - Le formiche e i loro inquilini, (Sr.) 26 — Za Stmatluis nemorana
dannosa al fico, (Mariacher) 26 — Gli insetti e le eruzioni vulcaniche, (G. P. P) 27 — Punture delle
zanzare, 30 — Per uccidere le vespe nei nidi, 31 — Iasetti nocivi al vino in bottiglie, (Bargagli) 4l —
Simactis nemorana, (Curò) 41 — Insetti dannosi e i insetti commestibili, «Sr.) 43 — La pulce dei cani,
44 — Phyllossera, (P.) 44, 48 — Le api del brasile, 45 — Haelioths armiger, (Curò) 57 — Durata della
vita di alcuni coleotteri, Sen) 57 — Imenotterì del Trentino, 58 — Ortotterologia Siciliana, (Riggio) 55
— Imenotteri dell’ Isola d’ Ustica, (Riggio e de Stefani-Perez) 58 — Conservazione delle libellule, 76 —
Per ridonare agli insetti la loro freschezza naturale, 76 — Bruco che danneggia i mandorli, 93 — I Lepi-
dotteri e la dicogamia, 93 — Nuove ‘specie, 947 - Invasione di cavallette in Algeria, 95 — Apis mellifica
in America, 108 — Le cavallette, 111, 127 — Vanessa Xanthomelas, (Moreschini) 123, 153 — Aphrophora
spumaria, domande (0. P.) 123 — Fumenes pomiformis, (Palumbo) 124 — Invasione di mosche bianche,
128 — Note entomologiche, (Sr., e Nimis) 188, 154 (Mettica, Bnm, Mattei) 165 — Farfalla rara nel
Bolognese (Mattei) 140 — Le formiche e la Fefnnoi (Mattei) 140 — Insetti parassiti, (P.). 153 —.
Contro i bruchi e 1° insetti, 158 — Lucilia nobilis, (P.: 162 — Insetti, (P-) 164 — La Naftalina e- ni Der
mestes, 168, Ì
Principali specie: (4) Aeridium dit 138 — Albina Wockiana, 56 — Aphrophora spumaria,
118, 123 — Apis mellifera, 38, 45, 108 — Asopia farinalis, 41 — Balaninus nuenm, 56. — Bathyscia
Murialdii, 154 — Bathyscia Doriae. 154 — Bathyscia Spagnoli, 154 — Bathyscia. Frondicola, 154 —
Bathyscia Pumilio 154 — Cochylis ambicuella, 56 — Calandra aryza, 43 — Calandra granaria, 43 —
Calandra palmarum, 43 — Calosoma auropunctatum, 74 — Carabus Famini, 97 - (Cetonia aurata, 26
— Cicindella var. nigrita, 74 — Cicindela littorea, 82 — Gicindela littoralis, 82 — Cicindela flexuosa,
92 — Cicindela campestris, 82 — Cicindela maura, 82 — Claviger testaceus, 26 — Coccinella septem-
punetata, 27 . - Coleoptenus maroccanus, 138 — Coleoptenus italicus, 138 — Calex mosquito, 158 —
Deilephila nerii, 140, 165 — Diloba coeruleocephala, 93 — Dermestes lardarius, 168 — Endrosis Lacete-
ella, 41 — Ephestia passulella, 41 — Ephestia Kuchnellia, 124 — Eumenes pomiformis, 124 — Formica
vufa, 26 — Formica fliva, 28 — Grillodes Brunneri, 58 —- Heliothys armiger, 43, 57 — Hxochus lucidus,
58 — Hydrophilus piceus, 57 — Isosoma orchidearum, 138 — Lagria hirta, 57 — Lucanus cervus, 57
— Lucilia nobilis, 164 — Melolonta vulgaris, 108 — Mellipona, 45 - - Mogoplistes Novaki, 94 -- Mono-
dontamerus usticensis, 58 — Morpho Hekuba, 12 — Morpho Mellua, 12 — Mosche, 13 — Necrophilus
vespillo, 57 — Oenophila V-flavom, 41 — Oniscus miriarus, 41 — Ortalis. cerasi, 56 — Oxyporus maxil
losus, 57 — Pilophilus granarius, 57 — Pulex serraticcps, 44 -- Pyralis pomana, 56 — Rhizohagus,
bipustulatus, 4l1 — Rhizotrogus solstitialis, 153 -— Sclerogibba crassifemorata, 58 — Simaethis nemorana,
26, 41 — Stenobathrus paralellus, 58 — Stenobathrus lesinensis, 94 — Stethophyma fuscum, 58 —
Tinea Cloacella, 41 -— Tortrix pilleriana, 56 — Trigona Iaty, 45 — Trigona Tataira, 45 — Vanessa xan-
thomelas, 123, 153 —- Vanessa polychloros, 123.
Invenzioni e scoperte: pagine 47, 48, 60, 77, 126, 166.
Igiene, Medicina ed economia domestica: Il gesso come disinfettante nelle
stalle, pagina 30 — Per somministrare i medicamenti liquidi di gusto sgradevole, 30 — Per le punture
delle zanzare, 30° — Diverse maniere di conservare le uova, 30 — Per rendere inodora la benzina, 31 —
Insetti nocivi al vino in bottiglie, (Bargagli) 41 — Mitili velenosi, 44 -— Acquavite di miele, 46 —
Verdura a buon mercato, 48 — Origine della difteria dagli uccelli, (B.) 57 — Cura della tubercolosi, (S.) 57
Animali morti e malattie contagiose, (G. P. P.) 74 — Le piante di platano nocive alla salute, (B.) 74
— Cura degli occhi nell’ osservazioni mieroscopiche, 76 — Per togliere l’odore di Zolfo dal vino, 76 — Con-
servazione delle frutta, 111 — Conservazione delle Carni per mezzo dello Zucchero, 111 — Latte e car-
ciofi veleno mortale, 111 — Nuovo anestetico, (B.) 124 — Anguille e murene velenose, (B.) 124 — Con-
servazione dei Meloni, 143 - Contravveleno generale 158 — La calce per la pulizia delle cantine e
delle botti, 159 — Il vaccino del colera, 166.
Mammiferi: Cermenati. Gli orsi, pagine 21, 100.
Distruzione di conigli selvatici, pagina 14 — Tigri nel Nord dell’ Asia, 14 — Sus Ahoenobarbus e
Sus Marchei, (B) 28 — Scimmie, 31 — Conigli nemici delle raccolte, (Minà) 41 — Distruzione dei Co-
nigli, (G. P. P.) 42 — Globicephalus melas, (Podenzana) 72 — La volpe, (Sr.) 73 — Tapiri, (P.) 91 — Orsi
nel Trentino, (Bonomi) 92 — Il cane Mastino dell’ Istria, (Sr.) 107 — Scoiattoli e tartufi, (Sr.) 107 —
Cavalli striati, (Sr.) 138 — Il suicidio di un cane (Cer.) 140 — Talpa europea albina, (Canestrini) 142
— Distruzione del Bisonte, 160.
Principali specie: Balene, pagina 24 — Bos americanus, 160 — Cinghiale, 45 — Conigli, 14, 41, 42.
— Elefanti, 5 — Equus hemionus, 138 — Globicephalus melas, 72 — Gyparchus papa, 73 — Orsi, 21,
92, 100 — Perodicticus pollo, 73 — Redunea eleotragus, 73 — Sus Ahoenobarbus n. s, 28 — Sus Mar-
chei n. s., 23 — Talpa europea, 142 — Tapiri, 91 — Tigri, 14 — Volpe, 73.
Mineralogia : Carbonio nelle meteoriti, Cliftorite, (G. P. P.) pagina 27 — Le acque minerali
e l° ultima eruzione dell’ Etna; 44 — Miniere d’ oro, 47, 166 — Cera minerale, 47 — Carbonato di soda
e sale, (G. P.) 74 — Giacimenti di cromo, 77 — Le lave, 85, 86 — Daunbrelite, 126 — Conservazione
dei minerali, (S. B.) 136 — Miniere di Nickel, 166 — Lansfordite, 166 — La pietra bolognese, (P.)
167 — Diamante fenomenale, 168 — Le cave di marmo Scem-tu, 169.
Molluschi : DeL Prere Dott. R. Strumenti utili per i collezionisti conchiliologhi, pagina 24.
SuLLiorti Avv. G. R. Osservazioni intorno, ai generi Meliconoides D' Orb, e Thapsia Monts, pa-
| gina, 66.
I mitili, (P.) 44 — Meleagrina margaritifera, (Sr.) 75 — Un tumore in un ostrica, (G. P. P,) 74 —
Helis harpa, (P.) 153.
(1) Di diverse specle di coleotteri sl parla negli articoli Cacoia dei eoleotteri, pagino 82, 97, 103, 163 — Insellî, 4164.
Principali specie: Buliminus Antinori, 58 — Buliminns Viganii, 53 — Buliminus Sacconii, 58 — Bu-
liminus seioanus, 58 — Buliminus Meneliki, 58 — Embolus rostralis, 66 — Fruticicola Scioana, 58 — F.
strigelloides, 58 — Gentileia rudis, 67 — Helicarion Ragazzii, 58 — Homorus Ragazzii, 58: — Limax agre-
stis, 30 —- Meleagrina margaritifera, 73 -- Mesolinis Brauni — Planorbis Ceechii, 58 — Protomedea
rostralis, 66 — Rissoa rudis, 67 — Subulina Chiarinii, 58 — Sitala troculus, 98 — Spirelis rostralis, 66 —
Tetacella dubia, 94 — Tet cella subtrigona, 94 — Thapsia rudis, 67 — Vitrina Licatae, 53 — Vitrina Ra--
pazzii, 58 — Vitrina Bianchii, 53 — Vitrina Giulietti, 58 — Vitrina Martinii, 58 — Vitrina Antonelli, 98
Necrologie: pagine 79, 112, 128. 160. i 3
Orticultura e giardinaggio: Contro i lumaconi pagina 30 — Per conservare i bulbi
dlelle dalie, 3I — Per aumentare Ja durata dei pali ed altri legnami che si infisgono nei terreni, 59 —
Mastice per gli innesti, 60 — Cimatura delle five, E0 — It solfato di rame contro la Peronospora delle
patate e dei pomodori, 60 — Coltivazione delle piante senza terra, 75 — Peronospora nelle rose. 9 —
Come mantenere umili i vasi da fiori, 142 — Spedizioni di fiori freschi a grandi distanze, 143 — Con-
servazione dei fiori, 1f8 — Per distruggere le malerbe, 158 — Propagazione rapida dei pelargonì, 1598—
Malattia delle patate, 159 — Sfogliatura delle piante fruttifere, 167.
Pesci: L'ermafroditismo (sic?) dell'anguilla, (P.) pagina 23 — Piscicultura 62, 79, 95 —, Te-
trodon, (Sr.) 73 — Diodon orbicularis, 75 — Grosso Inceio, (Sr.) 107 — Pesca del Touno, 112 — Il ve-
leno delle anguille e delle murene, (B.) 124.
Pollicultura: CaxestrIixi Prof R. Il Colera nei polli, pagina 97
Graczerti G. C. L'esposizione di uccelli da cortile e da colombaia in Roma, pagina 65, 88, 103.
Regole d' incubazione, (Chlers) pagina 110 — Il sesso dell’ uovo, 111 — Regole d' oro REL gli alle-
vatori, (Masson) 126 — Per avere un' abbondante produzione di'uova, 167. È
Raccolta, preparazione e conservazione di oggetti di storia
naturale: Der Prete Dott. R. Strumenti utili per i collezionisti conchigliologhi, pagina 24.
Parumpo A. Caccia ai coleotteri, pagine 82, 97, 133, 163.
S. B. Conservazione degli esemplari di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, pagina 136.
Strumenti utensili e specialità diverse utili per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli
oggetti di Storia Naturale, pagina 15 — Conservazione dei fiori allo stato naturale, 59 — Cura degli oc-
chi nell’ osservazioni microscopiche, 76.— Conservazione delle libellule, 76 — Per ridonare agli insetti
avariati la loro freschezza naturale, 76 — Microtecnica, (B) 91 -— Tannizzazione dei tessuti animali, 93
— Conservazione dei fiori, 143 — Metodo per far sezioni nei tessuti vegetali, 153.
TRiettili: Longevità delle tartuche, (Minà) pagina 26 — Testuggine fossile, 31 — Emigrazione di
serpenti, (Sr.) 43 — Nuovae species, (P.) 58, 91 — Rettili fitofagi, (P.) 72 — Rettili della russia asìa-
fica, (P.).
Principali specie: Crotalus rhombifer, pagina 73 — Cyelamosteus senegalensis, 73 — Elapsoidea
Hessei, 58 — Feilinia macrolepis, 58 — Hydraspis Wagleri, 73 — Lacerta ocellata, 72 — Lytorhynchùs
Ridgewayi. 92 — Monopeltis Boulengeri, 58 — Morelia argus, 73 — Naja tripudians, 91 — Onycho
cephalus, 53 — Phrynocephalus Raddei, 91 — Phyllodactylus europaeus, 125 — Plestiodon Aldrovandi,
72, — Pseudacyclophis Walteri, 91 — Ptyas mucosus, 92 — Sepsina Hessei, 18 — Stellio vulgaris, 72
— Testudio lutraria, 73 — Uromastix acanthinurus, 72 — U. Hardwicki, 72 — Contro ì Dermestes, 168.
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32, 48, 63, 79, 96, 112, 128, 144, 160, 169.
Uccelli: Virare G. Fagiana dorata che depone uova a varie riprese e in diverse stagioni,
pagina ll. i
MoscHeLLa G. I Gabbiani, pagina 22.
Graczerti G. C. L' Esposizione internazionale degli uecelli da Cortile e da colombaia pagine 65,
88, 103.
Gasparini Prof. V. Sul Syrrhaptes paradoxus notizie ornitologiche, pagina 83.
Buccnica G. — L’ orientamento degli animali, pagina 123.
Albinismo: degli uccelli, (Minà) pagina 26 — Gli uccelli e la luce elettrica, (Minà) 27 — Pele-
canus crispus in Italia, 29 — Aegialites asiatica in Italia, 29 — Malattie più comuni dei pappa-
galli, (Eletti) 41 — Enorme stuolo di filunguelli, (Paolucci) 42 — Impinmagione maschile dell' anitra
domestica, (P.) 43 — Alca impennis, (B.) 45 — La fotocronografia ed il volo degli uccelli, 47 — Origi.
ne della difteria negli uccelli, (B.) 57 — Avviso per gli ornitologi, (Bonomi) 71 — Albinismo della Me-
rula nigra, (Minà) 72 — Per la nutrizione degli uccelletti, (S. R.) 73 — Gli uccelli e 1° agricoltura,
(Sr.) 73 — Sal Syrrbaptes paradoxus, (Bonomi) 72, 89. (Direzione) 89, 105. (Taczanowki) 90. (Valle) 105.
(Dal Fiume) 105. (Gallarotti) 105. (L. D.) 124. (Sr.) 137. (Stefanoni) 156. (Dal Nero) 164. (Mettica) 164.
(Siepi) 164 — Nidi artificiali, (P.) 91,. 165 — Mostruosità doppia parassitaria, (Dei) 94 — Per avere nel
TIA
176 À ;
proprio giardino I° usienuolo, (Sr.) 107 — Danni prodotti dalle passere; (Sr.) 108 — Il sesso dell’ uovo,
111 — Allevamento delle pernici, 127 — Unghie ai diti della mano degli uccelli, (Regalia) 125 — Per eli
allevatori di uccelli, (Sr.) 137 — Raro uccello, nuovo per l’ Italia, (Ninni) 137 — Uovo mostrnoso, (De
Bonis) 139 — Intelligenza della beccaccia. 143 — Albinismo nei passeri, (D: P.) 156. (Longo) 164
(Brogi) 164. 3
Note ornitologiche — Moschella, 10, 28, 155 — Bonomi, Il — Pavesi, 28. 90. — Varisco, 28 —
Paulucci, 42 — ‘Sr. 43,74. 196 — Arrigoni, 56 — Costa, 57 — Podenzana. 74 — Brogi, 74 — .Dire-
zione, 89, 105 — Bonomi, 89 — Taczanowki, 90 — Mettica, 90 — Valle, 105 — Dal Fiume, 105 —
Gallarotti, 105 — Gragnani, 105 — L D. 137 — Cermenati, 154, 156 — Stefanoni, 156 — D. P. 156.
Principali specie : (4) Accentor alpinus, pagina 11 — Acredula candata, 11 — Aegialites asiatica, 29 —
Alauda alpestris, 28, 57 — Alca impennis, 45 — Alca torda, 48 — Anas, 43 — Anthus cer-
vinus, 136 — ‘Ardea alba, 74 — Bombicilla garrula, 197 — Budites cinereocapillus, 136 "— Bateo vul
garis, 11 — Buteo desertorum, 1l — Calcarius lapponicus, 11 — Carpodacus-erythrinus, 11 — Cettia
Cettii, 57 — Calidvis arenaria, 74 — Chloroptila Citrinella, 11 — Ciconia alba, 90 — Columba turtur, 8 —
Columba alba, 54 — Columba indica, 54 — Columba frizida. 70 — Coturnix communis, 90 — Colymbus
septentrionalis. 43, 74 — Colymbus areticus, 74 — Corvus cornix, 26 — Crex pratensis, 155 — Chro-
ocephalus ridibundus, 155 — Cyanecula Wolfi, 11, 57 — Cypselus melba, 136 — Cypselus apus, 136
— Emberiza pusilla, ll — Fagiana dorata, 11 — Falco peregrinus, 156 — Fregilus graculus, ll —
Fringilla coelebs, 43 -- Gvps fulvus, 155. — Gallinago major, 136 — Larus canus, 11 — Larux atri
cilla, 23 — Larux argentatus, 23 — Larux capistratus, 23 — Larux marinus, 23 — Loxia bifasciata,
43 — Luciniola melanopogon, 55 — Lyrurus tetrix, 155 — Merula nigra, 26. 72 — Monticola saxatilis,
155 — Motacilla lusubris, 74 — Muscicapa collaris. 74 — Numenius tenuirostris, 155 — Nucifraga
caryocatactes, 157. — Oidemia nigra, 28 — Oriolus galbula, 136 -- Pandion haliaetus, 136 =- Pappagalli,
41 — Parus ater, 11 — Pelecanus crispus, 29 — Pernis apivorus, 28, 163 -- Phoenicopterus roseus, 10 --
Pletrophanes nivalis, 136 -- Psittacus pulcherrimus, 73 -- Pterocles alcata, 83 =- Querquedula eircia, 90
— Rallus aquaticus, 163 -- Scolopas rusticola, 143 -- Somateria spectabilis, 137 -- Squatarola helve-
tica, 74 -- Sterna fluviatilis, 154 -- Struzzo, 9 —- Sylvia cinerea, 11 -- Sylvia risoria, 155 -= Syrrhaptes
paradoxus, 71, 83, 89, 90, 105, 196, 124, 125, 137, 156, 164 —- Syrrbaptes thibetanum, 85 -- Tadorna
cornuta, 43 -- Tetrao urogallus, 155 -- Thalassidroma pelagica, 155 -- Totanus glareola, 136 -- Turtur
senegalensis, 52 -- Turdus fuscatus, 163 — XNema melanocephalum, 23 — NXema ridibundum, 23 —
NXema minutum, 23.
Varietà: Cissagvac. Il rubino artificiale, pagina 70. S
Nuovo metodo di vaccinazione antirabbica, pagina 12, 27 — Scimmie contadine, 31:— Società di mi-
eroscopisti, 31, 62, 72 — Società botanica Italiana, 31 — Gli amici della natura, 32 — Seta Guzman. (B.)
45 —- Istituto agrario a Bari, 48 — Indicatore della pioggia e del bel tempo. 59 — Per far cambiare
di colore ai fiori, 59 — Pesca di corallo. 60 — Società Urania, 62 Società (reografica Maltese, 62 —
Sigari di carta, 77 — Come le sanguisughe indicano le variazioni del tempo,. 77 — Società botanica di
Francia, 78 — Un fenomeno straordinario, 78, — Balthasar de. Monconvys, (P.) 108 — La carta e la
stampa presso gli arabi, 108 — Per costruire un’ aquario da appartamento, 110 -- Estrazione del lino
dal gelso, 111 — Seta artificiale, 126 — Guglielmo Bergsée, (B.) 142 — L° acqua degli acquari, (Sr.) 154:
‘— Barometro economico; 158 — Preavviso. 159 — Aì benevoli lettori, 161. — Nuovo poppatoio per
allattament.» degli animali, 166 — Per far rialzare un’ animale caduto a terra, 167 — Per render facile
l’ apertura dei vasi a tappo smerigliato, 167 — Bureau idrografico, 168 — Stazione Zoologica portatile, 168.
Vermi : Photodrilus phosphoreus n. g., (B.) 28 — Hirudo medicinalis, 29 — Taenia cucumerina,
44 — Taenia argentina n. s. (P.) 58 — Lumbricus, terrestris, (P.) 91 — Syngamus trachealis, 91 —
Geoscolex maximus, 94 — Microscolex modestus, 94 -— Hormogaster Redii ‘n. s, 94 — Titanus brasi-
liensis, 9f — Allolobophora Tellinii, 125.
Viaggi, spedizioni, esplorazioni, missioni: Ficaui Dott E. Da (Genova a
Haiderabad del Dekan, pagine, 4, 23.
D. — Sciotel! Sciotel® pagina 9. ) "vara
Nei Bogos, pagina 13 — Isola Harvai, 31 — Spedizione per l° Irlanda, 48 — Missione scientifica per
Witalia, 48 Spedizione nell’ Oceano Pacifico, 48 — Nel Arrar, 95 —' A Suachim, 95 — Emin-Pascià
e Casati, 959 — Esplorazione nell’ africa australe, 95. — Esplorazione all’ Atlante ed al Marroeco Meri-
dionale, 127 — Nell’ africa centrale, 127 — Al Senegal, 128 — Stanley, 160 — Balanga, 168 — Nuovo
lago al Congo, 168.
Zoologia in genere: Cinesrrini. Viventi mangiati casualmente dall uomo, pagina DD. i
Il mimismo del regno animale, (Socini) pagina 12 — Hyperdactyiia e Hypodactylia, 25 — Animali
rari, (Sr.) 73 — Costo di alcuni animali vivi, (Sr.) 73 — Animale Sconosciuto, 78 — Stazione Zoologica,
79 — Scoperta dei microrganismi, (P.) 108 — Vivaio di Vienna, (Sr.) 158 — La fauna delle tombe, (P ) 143.
(1) Nella relazione sulla Isposizione di uccelli da cortile e colombaia, e nel cap. iv della Colombicuitura, pagine 121, 134
116 si parla di molte specie di Colombi ecc. h
S. Brogi Direttore responsabile. © © | 1621 - Strona 1888. Sras. Tre. CarLo Nava
1 TY TT.
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45 Gennaio 1889 f N. 1-2
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, CToltivatore
‘Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e. malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
Pubblica gratuitamente tutte le comunicazioni’, domande di cambi ece. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti. in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S'incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ece.
Si pubblicano 24 numeri all’ anno formanti un volume di non meno di 300 pagine oltre le
copertine e costa L. 5 all’ anno per tutti gli stati dell’ unione postale. È )
Il solo Bollettino del Naturalista che si stampa anche separatamente una volta al mese in non
meno di 150 pagine all'anno, oltre le foderine, e che contiene le notizie e la parte più pratica e
popolare delle scienze fisiche-naturali, costa L. 3: all'anno per tuttì gli stati dell’ unione postale.
(N. B. Per le altre avvertenze e condizioni, si vedano le Ayvertenze per gli abbonati e collabora-
tori che sì pubblicano spesso sulla copertina del giornale). 3
Direttore SIGISMONDO BROGI — Siena
Scienza e pratica
Istruzione e diletto
si Collaboratori principali
ARRIGONI degli Onpi Conte Errore — Padova | LenrIccHIA Prof. ArTILIO — Lugano
BanpeLLI Dott. G. Barra. — Stena MaccHiatI Prof. Lurer — Modena
BARGELLINI Prof. MarIANO — SSzena MartEI Giov. ErtrtorE — Bologna
BARRERINI Cav. Assunto — Marsiglia Morici MicaeLe — Castelbuono (Sicilia)
BerTtELLI Dott. DAntE — Pisa MoscHeLLA Giuseppe — Leggio Calabria
Bonomi Prof. AGostIno — Rovereto PaLumBo Aucusro — Castelvetrano (Sicilia)
CanesTRINI Prof. RrccarDo — Padova PauLucci March. Marianna — Novoli (Firenze)
CerMmENATI MARIO — Lecco ParopI Domenico di E. — Porto Maurizio
CLerIcI ENRICO — Roma | PeLacanI Prof. Lucrano — Sassari i
Coni Chimico farm. Enia —- Siena PerronI Dott. Veter. PasquaLe — Stena
De Bonis ALtonIo — Rovigo .| Rasaun Errenne — Montauban (Francia)
- Der PrETE Dott. Ralmonpo — Viareggio RenAULT Cav. ARTURO — Firenze
DesmeURE IppoLito — Firenze Rossi Prof: Torquato — Stena
Faure CharLes — La Preste (Francia) SENoNNER Dott. Cav. ApoLro — Vienna
FERRAGNI OpoARDO — Cremona ; SENESI Prof. Ciro — Sena
FicALBI Prof. EuGENIO — Szena Tassi Cav. Dott. FLaminio — Scena
GracHetTI G. Cesare — Firenze . Tincorini Dott. Veter. Tiro — Siena
GrosseaU. Conte Carro — Ginevra Toucanr I. Naturaliste — Parigi
SOMMARIO
March. Ant. de ‘Gregorio: Calcareo detritico postpliocenico di contrada Aspra. 1
Bruitini Dott. Arturo: Metodo per riconoscere le materie coloranti gialle del catrame, aggiunte
nelle paste da minestra. i i
Neviani Prof. Antonio: Avanzi di un Tursiops fossile rinvenuti presso Caraffa.
Giachetti G. Cesare: Colombicoltura (cont.)
Senesi prof: Ciro: Il Potenziale della terra (cont. e fine).
P. Anatomia. — P. Noterelle storiche sulla fosforescenza marina.
Comunicazioni: Syrrhaptes paradoxus Sy. — Vivaio di Vienna Sy. — Cibo per le trote Sr.
.— Entozoi P. — Alyophaga pyriformis P. — Fumo del tabacco e microrganismi P. — Mutua-
lismo P. — Notizie di caccia e note ornitologiche, Gianese — Perchè muoiono tanti Pulcini, Car-
not — Vertebrati della Valtellina Cermenati — Pelobates latifrons P. — Notizie dal Brasile B.
Rivista bibliografica da pag. 19 a pag. 23.- i î
Insegnamenti pratici: Previsione delle brinate — Conservazione dei semi — Ingrassamento
dei porci — Torba ed asparagi — Acido benzoico nelle sostanze alimentari — Disinfezione per
l’ esportazione delle piante.con terra — Per impedire il germoglio delle patate — Torba come di-
sinfettante e come concime. : (E :
Notiziario: Da pag. 24 a pag 27.— Richieste, offerte e domande di cambi. — Avvisi diversi.
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E
BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
(e)
NOTA INTORNO IL CALCAREO DETRITICO
POSTPLIOCENICO DI CONTRADA ASPRA (Frigidiano)
_____—-—..--*-==—E—
È un calcare giallastro di facile lavorazione che fornisce gran parte del
materiale che si adopera nelle costruzioni edilizie della nostra città. La forma-
zione geologica della roccia, che costituisce quasi per intero la distesa della
valle di Palermo, appartiene all’ epoca quaternaria e precisamente alla zona
fredda a Cyprina islandica, per cui io ho già proposto l’ orizzonte frigidiano
(Studi su taluni roditori e carnivori di Monte Pellegrino, prefazione). — In mas-
sima è un calcare detrico bianco più o meno fossilifero, il quale in talune con-
trade, come alle Falde di Monte Pellegrino, diventa estremamente ricco di fossili
soprattutto in conchiglie. Ciò avviene pure nei pressi di Ficarazzelli, ove la
detta formazione passa alle argille. Sino a pochi anni addietro in Palermo quasi
tutti gli edifici costruivansi con il calcare bianco e ciò da tempi remoti come
lo attestano le più vetuste costruzioni. Infatti da tutte le campagne limitrofe
alla città e specialmente da quelle interposte fra la città e Monte Pellegrino,
la roccia è stata asportata ovvero si mostra qua e là cavernosa; perocchè mentre
al dì di oggi si usa di aprir le cave in senso perpendicolare, togliendo via pre-
ventivamente il terreno vegetale, anticamente si usava di fare delle escavazioni
profonde in forma di lunghe spelonche, che si stendeano e ramificavano orizzon-
talmente, slargandosi ove la pietra si mostrava più atta ad esser lavorata e
restringendosi nel caso opposto. — Dicevo adunque che recentemente, soprattutto
da una diecina di anni in quà, si è abbandonato quasi completamente l’ uso di
fabbricare con il calcare bianco, e si è ricorso al calcare giallo (pure della
stessa formazione) il quale si trova in abbondanza al di là di Ficarazzi presso
il villaggio di Aspra, non lungi del capo Zafferana, a cavaliere del golfo di
Palermo. La ragione principale di ciò, non bisogna cercarla tanto nell’ esauri-
mento delle antiche cave quanto nel costume oggi invalso di fare delle costru-
zioni più solide di prima. Infatti il calcare giallo si mostra più resistente
all’ azione esterna dalla quale anzi acquista tenacità e durezza e se costa di
più del bianco, fa realizzare anche una certa economia nel minore spessore delle
mura. Si aggiunga a ciò che essendo molto elevato il censo con cui oggi si
concedono i terreni per fabbricare, si è indotti a costruire delle case più alte
e con maggior numero di piani che anticamente, per lo che si richiede ‘una
maggiore solidità di costruzione, tanto che il pian terreno si suole oggi fab-
bricare con frantumi di calcare compatto secondario e bitume.
Il villaggio di Aspra dista circa 15 chilometri da Palermo ed è a poca distanza
Va
del calcare bianco, sparutissimo è
di Bagheria. Vi si accede dalla stazione della ferrovia di quest’ ultima città.
Però il mezzo con cui la pietra vien trasportata in maggior copia a Palermo
è quello delle barche così dette savorriere, o dei carri tratti da muli. Si co-
mincia anche a vedere lungo la via ferrata Palermo-Trapani qualche casa
costruita con la detta pietra, nel qual caso tutto il materiale è stato traspor-
tato evidentemente dalla vaporiera.
È veramente uno spettacolo, visitare queste grandi. cave ove ni e tanti
operai indefessamente lavorano col tradizionale piccone e d’ onde giornalmente
si asporta una quantità così ingente di materiale !
La struttura di tale pietra è eminentemente detritica, grossolanamente
granulosa e frammentaria, tanto che da chi nol sappia difficilmente si potrebbe
indovinarne la resistenza e le qualità architettoniche. È un composto di fram-
menti infiniti di conchiglie uniti fra loro da un cemento calcareo.
È strano che mentre nel calcare bianco abbondano le specie e in ottimo
stato di conservazione, nel giallo invece raramente si trovano tali che si
possano determinare. Io ritengo che il mare, insenandosi nel golfo (ora valle)
di Palermo, dovea in generale mantenersi piuttosto tranquillo specialmente nella
regione a ridosso di Monte Pellegrino ove le specie si trovano in migliore stato
di conservazione, e invece dovea esser molto tumultuoso dalla parte di ASBI
ove era più esposto ai venti.
È per tale ragione che mentre a centinaia e centinaia ammontano le specie
è il numero di quelle del calcare di Aspra.
Io non ho fatto eseguire punto in quest’ultimo così accurate ricerche come in
quello bianco che è molto vicino alla mia dimora e si estende in vari fondi
di mia proprietà. Ad ogni modo il numero delle specie riconoscibili di contrada
Aspra resterà sempre molto sparuto; sparutissimo se si confronti a quello di
contrada Falde di Monte Pellegrino e di Ficarazzelli.
Le specie meglio conservate che io posseggo, provenienti da Aspra, sono
le seguenti:
Cardium oblongum Chemn
Pecten jacobeus Lamk
« opercularis L.
« peslutrae (L.) Ieffr. (septemradiatus auctorum)
Pectunculus glycimeris L. (in grandi esemplari)
Natica millepunctata Lamk. i i
Palermo . March. AnToNIO DE GREGORIO
METODO PER RICONOSCERE LE MATERIE COLORANTI GIALLE DEL CA-
TRAME, AGGIUNTE FRAUDOLENTEMENTE NELLE PASTE DA MINESTRA,
Le paste da minestra, come molte altre sostanze alimentari, vengono frau-
dolentemente colorate con materie coloranti gialle derivate dal catrame, in
l'abate
sostituzione del colore delle uova e dello zafferano, onde ottenere una forte
economia nella fabbricazione ed appagare il gusto di molti consumatori i quali
mal si adatterebbero a mangiare delle paste che non fossero colorate di un
bel giallo. =
La colorazione con queste sostanze non costituirebbe un gran male se esse
non fossero dannose all’ organismo, ma purtroppo non è così e spesso molti
consumatori imparano a loro spese che il voler mangiare delle paste da mine-
stra colorate intensamente non è, molte volte, una buona regola igienica.
Fra tutte le sostanze adoperate prevalgono in generale il Giallo di Martius
o Giallo di Manchester , conosciuto anche sotto il nome di Surrogato dello
zafferano (1), e il Giallo NS. (2). Il primo si adopera nella proporzione di 2
a 3 gr. per ogni 100 Kg. di paste; è tossico e produce seri disturbi in chi faccia.
uso continuato delle paste con. esso colorate. Il secondo invece non è tossico,
ma leggermente lassativo, ed è costituito da una polvere a struttura cristallina
di colore arancione; ha un potere colorante minore del Giallo di Martius e de-
tuona col calore.
‘Quando si hanno-delle paste con colorazione sospetta ecco come si procede
per determinare se essa è dovuta a materie coloranti artificiali: Si prendono
50 gr. di paste ben schiacciate al mortaio, o in qualsiasi altro modo, e si trat-
tano con alcool a 94° a bagno maria. Quando l’ alcool si è colorato in giallo
sì filtra su filtro d'amianto (3) e si continua il trattamento delle paste con
nuovo alcool, fino a che questo si colora debolmente. All’ alcool filtrato si ag-
giunge acqua stillata, si versa il miscuglio in una capsula e si scaccia l’alcool
a bagno maria; così si ottiene la isoluzione acquosa della materia colorante.
Questa soluzione si concentra fino a 40 o 50. cm'. e_ si fa quindi bollire con
ossido giallo di mercurio , nella proporzione di gr. 0, 2 di ossido per 10 cm
di soluzione. Dopo il raffreddamento si filtra e nel filtrato si ricerca la materia
colorante col metodo indicato dal Cazeneuve (4).
Siccome abbiamo detto che il Giallo di Martius e il Giallo NS. si riscon-
trano nelle paste da minestra a preferenza di altre materie coloranti, riportiamo
quì, togliendolo dall’ opera del Cazeneure, il metodo per caratterizzarli. 4
GraLLo DI MarmUS. Soluzione acquosa giallo d° oro; gli acidi vi producono
un precipitato biancastro.
GraLLo NS. Coll’ acido cloridrico diluito nulla; coll’ acido solforico con-.
centrato, precipitato giallo bruno, poco solubile; col cloruro di calcio, nulla,
(1) È il giallo di Binitronaftolo, ha per formula C!° H° (A? 0°) ?0; si prepara trattando il na-
ftolo a 100° con un miscuglio d’ acido solforieo e nitrico.
(2) È il Binitronaftolo solfoconiugatosodico.
(8) La filtrazione sull'amianto si fa per ottenere il filtrato limpido; se si facesse su carta non
si otterrebbe che più o meno lattiginoso e s' impiegherebbe molto tempo.
(4) P. Cazeneuve. La Coloration des vins par les couleurs de la Radici - Paris, 1886,
pag. 256 e ses.
colla polvere di zinco, decolorazione, se si aggiunge allora del percloruro di
ferro, precipitato bruno.
Detuona, non è amaro.
ARTURO BRUTTINI
Avanzi di un TURSIOPS fossile rinvenuti presso Caraffa in provincia di Catanzaro
Quando lo scorso anno in una mia contribuzione alla paleontologia della
provincia di Catanzaro (Boll. della Soc. Geol. italiana. Vol. VI. fasc. 1.9) davo
una breve relazione di importanti avanzi di Eudelphinus scoperti nelle argille
plioceniche presso Borgia, dissi eome non pochi altri avanzi di cetacei fossili sì
rinvenivano nella provincia e riportavo un elenco di tali ritrovamenti fatti nelle
varie regioni calabre, annoverando quattordici località diverse, dalle quali sì
ebbero cinque specie ben definite (Balaenoptera musculoides V. B; Heterocetus
Guiscardi Cap; Plesiocetus Goropii V.B; Dioplodon gibbus Ovv; Palacodelphis
meinutus Du Bus.); di cinque esemplari si riconobbero quattro generi (Heterocetus,
Metaxytherium, Eudelphinus, Delphinus); due rimasero del tutto dubbi. Nella
stessa mia relazione esprimevo la speranza che altre ossa di cetaceo venissero
scoperte ed a proposito dell’ Eudelphinus ricordai ancora come quel genere
accompagnava d’ ordinario il genere Tursiops.
L'elenco dei cetacei fossili calabresi si è venuto in questi giorni ad accre-
scere di importanti avanzi di un nuovo individuo.
In un fondo di proprietà del Sig. Andrea Cefaly, presso Caraffa, denominato
Serratonda, si rinvennero parecchie ossa, delle quali ne ebbi alcune per cura
del Sig. Miceli Alessandro studente nel Liceo-ginnasiale di questa città; rico-
nosciuto in esse delle vertebre di Delfino decisi di recarmi subito sul luogo, ove
potei ricuperare alcune altre ossa, ed altre ne ebbi gentilmente in dono dal
Sig. Colao Giuseppe già mio allievo del liceo.
— Le ossa scoperte appartengono tutte a corpi di vertebre di un grosso Del-
fino che Ono dal prof. Capellini riconosciute del genere Tursiops; siccome
poi non si è trovato alcun dente od altra parte caratteristica dello scheletro
così non è stato possibile dire alcun che di positivo circa la specie.
Le vertebre fan parte di tutte le regioni della colonna ed infatti: due sono
cervicali, otto dorso-lombari e cinque caudali; ho raccolto pure numerosi
frammenti di altre vertebre, di apofisi, di coste ed un frammento che ho giu-
dicato appartenere ad un osso delle pinne.
Ecco i dettagli delle vertebre meglio conservate. °
L’ atlante e l’asse sono saldati per anchilosi, di esse conservata la sola
metà destra; la faccia articolare anteriore, irregolarmente AO presenta
queste dimensioni :
massima lunghezza . . . .. mm. 85
« larehezza)iiatoriia ERA RR0..
la faccia articolare posteriore, molto più piccola, sensibilmente ellittica, dà
queste misure: —
; massima lunghezza . . . . . mm. 35
< Jarchezzatc io GAIiar ea
spessore delle due vertebre riunite « 50
Le vertebre dorso-lombari, in numero di otto, sono le più grandi fra quelle
rinvenute, le rispettive dimensioni, in millimetri, vengono qui segnate, ponendo
le vertebre in ordine di lunghezza.
Lunghezza diametro medio della faccia larghezza massima
della vertebra anteriore posteriore del canale midollare
91 80 RAS 20
88 84 79 15
88 83 76 15
87 80 de 20
S7 74 76 22
86 90 82 lò
85 o 70 2
84 68 07 22
piro >» OorLatoo
Le cinque vertebre caudali, appartengono alle due serie di questa regione,
le prime tre, hanno la forma simile alle dorso-lombari, le altre due cambiando
di forma divengono rettangolari.
Dimensioni delle tre vertebre .della prima serie.
Lunghezza diametre medio della faccia
della vertebra anteriore posteriore
a 82 mai 88
b ‘80 86 gent.
(6 42 60 55
Le prime due vertebre sono forse la 5. e la 6.8 della prima serie, con-
tando dall’ avanti all'indietro; la terza è l’ultima di detta serie che cambiando
di forma, fa passaggio a quelle dell’ ultima serie, che, come dicemmo, si fanno
decisamente rettangolari.
Dimensioni delle due vertebre della seconda serie
Lunghezza altezza della faccia larghezza della faccia
della vertebra anteriore posteriore anteriore posteriore
a 29 48 42 60 03
b 20 00 SQ 72 45
Ho creduto opportuno riportare le misure di tutti i corpi vertebrali rac-
colti, per rendere evidente la grandezza di questo animale, ed infatti le sole
quindici vertebre trovate misurano oltre un metro; tutto il' delfino dunque
doveva essere lungo certamente oltre quattro metri e mezzo.
Alla distanza di circa un centinajo di metri si rinvennero quattro piccole
vertebre caudali di Eudelphinus sp. simili in tutto a quelle trovate or sono
due anni presso Borgia.
Richiesti i coloni se per caso avessero. altra volta trovato delle ossa in
quel luogo, mi dissero che sì, e che molte erano state disperse, ma alcune,
qualche anno fa, erano state date al proprietario del fondo; fatte subito ricerche
in proposito seppi che un sol osso (vertebra essa pure) fu consegnato in Napoli.
a certo professore Raffaele Zarlenga; ma per quante ricerche abbia fatto , non
ho potuto sapere altro di più preciso.
Il giacimento del Tursiops di cui ora mi sono occupato, mo) le nicdenite (
condizioni dell’ Eudelphinus scoperto a Borgia. SERRATONDA, è un fondo fog-
giato, come lo dice il nome, a guisa di ampio anfiteatro, posto a 250 m. sul
mare, formato esclusivamente da argille turchine alquanto sabbiose; la parte
alta dei colli che circondano questa località è formata da piccoli lembi di sabbie
gialle plioceniche che spesso si confondono colle sabbie posterziarie rappresen-
tate da grandi banchi ricchissimi di fossili. Le argille ove rinvenni gli avanzi
di Tursiops sono povere di fossili, ed infatti vi ho rinvenuto solamente degli.
otoliti, poche pleurotome, nasse e natiche, qualche lamellibranco (nucule) e
frammenti di corallari; però le specie raccolte e la posizione stratigrafica delle
argille tolgono ogni dubbio circa l'esattezza del riferimento cronologico, e cioè .
all’ Astiano.
NEVIANI ANTONIO
COLOMBICULTURA
Riproduzione vietata
CAPITOLO V.
Dell albinismo nelle specie — Cause determinanti l’ albinismo — Albini domestici
e Fia — Albini selvatici,
(Continuazione)
L’albinismo riscontrasi negli uccelli, come nei mammiferi. — La parola al-
bino deriva dal vocabolo spagnuolo a/binos, applicato ad nomini, la di cui pelle
è di un color bianco slavato, coi capelli, cigli, sopraccigli, ed altri peli bianchi
e con la pupilla rosea, che non è capace di tollerare i vivi raggi del sole.
Nella classe degli uccelli 1’ albinismo si nota particolarmente nei corvi (cor-
vidae), negli storni (sturnidae,) nelle fringille (fringillidae), negli zigoli (em-
berizidae), nei tordi (turdidae), nelle colombe (columbidae), nelle pernici (per
dicidae) e negli scolapacidi (scolapacidae). — Con ciò non intendiamo però di
asserire che negli altri generi non si possano trovare degli albini.
L’albinismo può essere momentaneo o perenne, parziale 6 totale.
Dicesi albinismo momentaneo e transitorio, quando l’ uccello nato con segni
evidenti d’albinismo, riprende alla prima muta la livrea della sua specie, 0p-
pure allorquando sopraggiunta la vecchiaia addiviene parzialmente O) totalmente
albino.
Altro caso q’ albinismo momentaneo si riscontra facilmente in taluni cicala
PONS SR 7 Ag
(passeri, fringuelli, zigoli, peppole etc.) che sogliono andar chiusati in estate per
servirsene nelle tese autunnali. L’umido ed il buio delle cantine dove sono chiusi
imbianchisce loro le penne, che possono però ritornare alla prossima muta colla
colorazione della specie, quand’essi vengano tolti dal buio e collocati in areata
e spaziosa COMaro
L’albinismo è perenne se si mantiene nelle successive generazioni accop-
piando due individui albini di sesso diverso. Però, come saviamente mi osserva
il Caiani in una sua memoria, l’albinismo non può chiamarsi perenne nel senso
vero della parola, occorrendo alla formazione di una stabile razza albina, che
non nascessero mai figli colla livrea primitiva degli avi. Ma ciò, per verità, nes-
suno potrà mai asserire, vedendo che in taluni casi le generazioni si manten-
gono albine, mentre in altri di tanto in tanto ne sortono dei figli col mantello
del colore naturale, che generano alla lor volta dei nuovi albini. Sta in fatto,
che a me in sei anni, in una voliera di tortore bianche (varietà della colomba
isabellina) non nacquero mai figli colorati, mentre ad amici miei è successo
perfettamente il contrario. i
Chiamasi albinismo totalé, quando tutto il mantello è bianco puro, l’iride
rosea, il becco ed i piedi carnei; parziale, quando varie penne mantengono in-
tegro il color primitivo della specie, e le altre sono bianche: allora anche l’i-
ride, il becco ed i piedi conservano il colore naturale.
L’albinismo parziale è più facile a verificarsi dell’albinismo totale, poichè
molti uccelli domestici, o selvatici in schiavitù, vanno soggetti negli ultimi anni
di vita ad un’indebolimento di tutti i colori del mantello: però, sotto lo strato
trasparente perlaceo che ricuopre le piume si possono sempre osservare le vere
tinte dellà respettiva livrea.
L’albinismo parziale può molte volte essere un’albinismo accidentale. Gli
uccelli come tutti gli esseri viventi, e forse più degli altri, sono soggetti a pro-
dursi o a ricevere ferite, le quali possono originare una profonda alterazione
nell'organismo. Nonostante che tale alterazione non produca la morte, purtut-
tavia essi rimangono lungo tempo malesci, ed il più delle volte non ritornano
mai nello stato normale. Le lacerazioni dell'epidermide, per quanto rimarginate,
atrofizzano il pigmento colorante, sicchè le penne e le piume che spuntano dove
fù la ferita, si presentano in generale bianchiccie.
Se si prende un colombo e gli si strappa una remigante, e se dopo rispun-
tata si ritorna a svellergliela per cinque volte almeno di seguito, senza dar
tempo alla penna di giungere al suo completo sviluppo, si vedrà che alla sesta
volta la remigante crescerà stentamente, ma totalmente bianca.
Dobbiamo dunque concludere che l’albinismo è un’ affezione morbosa di tutta
l'economia, che viene a mostrarsi specialmente sull’ epidermide, e le sue dipen-
denze e passa sovente di generazione in generazione; la qual circostanza lo ha
fatto riguardare erroneamente come il carattere di razza distinta.
Non tutti gli uccelli bianchi sono albini: un vero albino deve avere sempre
il becco ed i piedi carnei, e l’iride rosea 0 rossa.
L’albinismo si riscontra nei volatili domestici, in quelli resi semidomestici
da una lunga schiavitù, e nei selvatici.
I polli, i piccioni, i tacchini, i pavoni, le faraone, i cli presentano casì
d’ albinismo totale o parziale, momentaneo o perenne.
Nelle voliere e nella collezione ornitologica di Gino Cajani ho potuto vedere
degli albini, vivi 0 impagliati, assai rari, fra i quali degni veramente di nota,
una pica rustica, un turdus viscivorus, un passer Italiae; e nella collezione Bardi,
ora dispersa, uno slurnus, vulgaris, una fringilla montifringilla e una merula
nigra.
Io ho posseduto parzialmente albina una /ringilla coelebs ed il marchese
Niccolini un /urdus musticus.
Una piccola famiglia di passeri bianchi ha abitato per molti anni nel parco
di Spicchio, e nel celebre giardino dei marchesi Torrigiani è tradizione dei vecchi
fiorentini che siano sempre esistiti alcuni merli totalmente bianchi. Nel giardino
Cajani ho osservato all’epoca degli amori diversi maschi di gambette (machetes
pugnax) nello splendido abito di nozze, colla testa circondata da un'aureola di
candidissime piume simili alla peluria del cigno.
Ma venendo ai colombi, dei quali soltanto ci dobbiamo occupare, piacemi di
qui sotto descrivere taluni casi d’albinismo piuttosto rari e pochissimo noti.
I. II, Albini maschio e femmina di tortora grigia (albinismo totale)
Fratelli Alinari proprietari
Statura del maschio. Lunghezza totale Mm. 222. Ala chiusa 154. Coda 104
Becco 21. Tarso 19,1]2. Dito medio senz’ unghia 22. Unghia del dito medio 4.
DESCRIZIONE DEI DUE ALBINI
Maschio. Colore dominante bianco; becco roseo cupo alle narici, salmonato
alla punta; iride rosso chiaro, groppone leggermente incarnato; penne anali e del
sottocoda candide; collare incarnato alto Mm. 46, simile nella forma a quello
della tortora dei boschi; remiganti e cuopritrici bianche: coda rotondata; timo-
niere, per due terzi isabella (chiaro nelle due mediane, scuro nelle ultime), l'al
tro terzo bianco. Piedi rossi; unghie nere.
Femmina. Perfettamente eguale nelle forme al maschio, soltanto di corpo-
ratura più snella e di collo più sottile. In quanto alla livrea, eccetto le timo-
niere meno accerite nella parte isabella ed il becco incarnato unicolore, non
differisce dal maschio.
Nacquero i due albini sopradescritti in una voliera dei signori fratelli Ali-
nari fotografi in Firenze, da una coppia di tortore boschereccie prese da pic-
cole ed allevate in domesticità. — I due rari soggetti non sono della stessa
covata, ma provengono da due covate; nella prima nacque il maschio in unione
ad una femmina avente il mantello dei genitori, e nell'altra la femmina in-
fu rette ili DL
4
i
sieme ad un maschio dalla grigia livrea. Per la squisita cortesia di quei distin-
tissimi artisti noi potemmo a nostro agio osservare il doppio fenomeno d’albi-
nismo totale, e prendere le misure del maschio. — Questi Gue uecelli sono vi-
vacissimi, ben pennati, e molto domestici. I signori Alinuri ci narrarono che
alcune volte fuggirono dalla voliera e si posarono sugli alti alberi del giardino,
facendo alla sera ritorno alla loro dimora come tutti i coiombi Gomestici. Non
hanno ancora prolificato, ma sono accoppiati.
INI, Albino maschio di tortora vinata (Albinismo parziale)
Gino Cajani proprietario
Statura dell’ albino. Lunghezza totale Mm. 223. Ala chiusa 130. Coda 90.
Becco 21. Tarso 20. Dito medio senz’unghia 19. Unghia del dito medio 6.
Quest’albino di Turtur vinaceus (Geoff) presenta soltanto l’occipite consparso
di piume bianche; ci riserviamo di dare la descrizione della livrea, simile del
resto a quella della sua specie, allorquando si tratterà dei colombi esotici.
L’intelligente ornitologo Caiani acquistò questa tortcra insieme ad altre di
differenti specie da un’ufficiale italiano reduce dali’ Africa. Quando questi
uccelli giunsero in Firenze, causa forse il lungo viaggio di mare, erano in cat-
tivo arnese, assai spennacchiati e malesci. Adesso si sono resi domestici, hanno
ultimata la muta, e caratterizzano benissimo le respettive specie.
IV. Albino maschio di colombaccio (albinismo parziale)
R. Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze proprietario
Statura dell’ Albino. Lunghezza totale Mm. 360. Aia chiusa 210. Coda 111.
Becco 10,1j2. Tarso 22. Dito medio senz’ unghia 20,173. Unghia del dito medio 6.
DESCRIZIONE DELL’ ALBINO i
Becco color di corno; iride gialla ocracea; fronte, gote, gola, e pileo cenerino
biancastro; schiena cenerina chiara con macchie isabella e scure; groppone
cenerino cupo; petto vinato cupo; penne anali del sottocoda cenerine chiare;
lati del collo isabella; scapolari e cuopritrici cenerine cupe con macchie isabella;
remiganti cenerine biancastre; coda rotondata con timoniere cenerine chiare
unicolori; piedi vinati; unghie color di corno.
Quest’uccello che abbiamo descritto si conserva impagliato nella collezione or-
nitologica italiana. Fù ucciso a Palaja il 7 Agosto 1888. Per la squisita cortesia
del comm. Enrico H Giglioli membro onorario della società coiombofila fioren-
tina noi potemmo prenderne le misure e trascriverne i connotati.
Però, se dobbiamo esprimere il nostro modesto parere diremo che questo
caso d’albinismo parziale non ci sembra originario, cioè a dire proveniente
dalla nascita, ma piuttosto dubitiamo che provenga da un’indebolimento gene-
rale ed uniforme delle tinte della livrea per condizioni fisiche eccezionali del-
l’animale ucciso. di
Tralascio dal citare come un albinismo totale o perenne la varietà bianca
della tortora bionda che si alleva nelle nostre voliere; ma non posso tacermi, per
10
quanto mi manchi adesso sott’ occhio l'esemplare, che si sono raramente verificati
casi d’albinismo totale sul piccione ‘selvaggio delle roccie (c. livia rupicola
Latham), e nel piccione semiselvaggio delle torri (c. livia turricola - Bonaparte). -
I pochi albini di questa specie uccisi o catturati avevano costantemente il becco
salmonato, l’iride di un rosso chiaro, il mantello bianco più 0 meno lucido, i
tarsi rosei con unghie nere.
Coi CESARE GIACHETTI
Prof, CIRO SENESI
IL POTENZIALE DELLA TERRA
(Continuazione e fine).
Ecco dunque tn mezzo per determinare la :grandezza della forza che una
massa ‘esercita in un punto. Conosciuto il potenziale di una massa in un punto
dato sull’ unità di massa, se ne determina la grandezza della: forza operante
quando preso nella direzione della forza un secondo punto vicinissimo a quello
e fatta la differenza fra i potenziali di questi due punti, si divide ‘tale differenza
per la distanza dei punti.
Noi commetteremo un errore, che si potrà mediato però più piccolo di qua-
lunque quantità assegnabile.
Figura 5.
Valendoci dei principii ora esposti pos-
siamo determinare il valore del poten-
ziale della terra in un certo punto dello
spazio. Sia M la massa terrestre e suppo-
niamo che un corpo di massa 1, sì muo-
va da distanza infinita verso la terra,
mantenendo per semplicità, il suo centro
di gravità su di un raggio della terra 0
su di una linea di forza di questa (Fig.
6 o). Sia Til centro della terra e T $ una
sua linea di forza. calo il DE massa verrà da S, che dista infinitamente da
T, verso T, la gravità produrrà in un punto un lavoro od un potenziale che
sarà dato dalla forza che opera per lo spostamento , quando questo, come nel
caso attuale, coincida colla direzione della forza. Supponiamo di considerare le
intersezioni di un infinito numero di superficie di livello della terra ‘colla linea
di forza T S e cerchiamo il valore della gravità in ciascuno di quei punti. Fac-
ciamo la convenzione di indicare con lettere minuscole le distanze delle rela-
tive intersezioni delle superficie di livello colla linea di forza della terra dal
centro di questa. Allora se in S la forza d'attrazione della terra agente se-
À ° M M M
condo T S sarà, per la legge di Newton, x — in R sarà 7a in M sarà SITÀ. ed in
1l
_N sarà = per cui per la distanza fra le due superficie di livello, o per lo spo-
stamento s—r la grandezza della forza, per quello che si è detto, sarà data da
i Vr—Vs i
i s—r
nella quale espressione Vr e Vs rappresentano i potenziali della terra sulle
superficie di livello che passano pei punti R ed S. i
Se ora la superficie equipotenziale R la supponiamo infinitamente vicina
all’ altra S, per modo cioè che la differenza s—r divenga piccolissima, una va-
riazione consimile si manifesterà in Vr—Vs ed il limite verso cui tenderà la
a
Pi ; Ss. IE
frazione vERENSI rappresenterà il valore vero della forza operante nel punto S.
Se dunque Vs, Vr, Vg, Vh.... rappresentano i valori dei potenziali nei punti
S, R, G, H,.... allora la forza operante per lo spazio R S piccolissimo o per
i i . Ve—Vs ARA i
lo spostamento s—r, sarà data dall’ espressione pr ricordiamoci che
supposto in T la massa della terra ed R ed S infinitamente vicini, possiamo
considerare che la forza agente per lo spazio infinitesimo R S sia
M
per cui porrò
Vi VE
str Ss
Analogamente ottengo
NITNITAOAM Vn—Vm_. M
SE I go “man mi
e così di seguito. Da queste otteniamo le altre
Ao Via pia Vi-Vm=(m_n)Ta:
Sommando otteniamo
i M «M M
VulVs=(sar)g + (rg) ga parrot (men
Dalla quale si ottiene
dog mMm_n
Vu—vsadi Cin mi |
Da cui si ha pure
SA preig ZA TERAMO : SR
Ora i rapporti Mus, sono tutti minori di uno; ma quando consideriamo
le superficie di livello infinitamente vicine, quei rapporti hanno per limite uno.
Per cui considerato questo limite come raggiunto ottengo
Dalla quale si ottiene finalmente
Va—VseMj} — 2.
CORE
Per «ottenere ora il valore del potenziale in N, rifletto che il potenziale della
terra in questo punto non è altro che il lavoro fatto dalla massa M terrestre
per portare l’ unità di massa da distanza infinita fino in quel punto. Se imma-
giniamo ora che la superficie livellare che passa per S si trovi a distanza in-
finitamente grande, il potenziale su questa superficie sarà zero ed in S sarà zero,
1
in conseguenza la frazione —sarà nulla e l’ espressione del potenziale in N sarà
M
W= —.
n
Ne concludo che il valore numerico del potenziale della terra sull'unità di
massa în un punto posto ad una distanza n dal centro terrestre, è uguale al
rapporto fra la massa della terra e questa distanza.
Parlando del lavoro della gravità ho detto che quanto più un corpo, ve-
nendo da distanza grandissima, si avvicina alla terra tanto maggiore è il la-
voro prodotto, e sulla superficie della terra è il massimo; vediamo ora come
varierà questo lavoro, quando questo corpo continui a muoversi nell'interno
della massa terrestre. Ho avvertito precedentemente che l’ unità di massa in-
trodotta nell'interno di un inviluppo sferico risente uguali azioni da tutte le parti
di quello, percui se questo mobile verrà introdotto nell’interno, le forze d'attra-
zione.non produrranno lavoro, e sarà come se il punto si movesse sur una su- .
perficie di livello. Quindi il potenziale dell’ inviluppo sferico crescerà, quando il
punto verrà da distanza infinita verso questo inviluppo e sarà il massimo sulla
superficie di questo; ma trapassando questa superficie ed inoltrandosi nell’ in-
terno, il potenziale non cambia più perchè le forze d'attrazione è come se non
vi fossero. Dunque nell'interno del guscio sferico il potenziale non ha soltanto
la stessa grandezza, ma ha la massima.
Prendiamo ora in considerazione un punto introdotto nell'interno della
terra e la superficie sferica concentrica alla terra, passante per questo punto.
Con ciò la terra viene divisa in due parti in un inviluppo sferico e in un nu-
cleo sferico. Il mobile risentirà dall’inviluppo sferico delle azioni che si faranno
equilibrio, qnindi agirà su lui soltanto il nucleo. Le superficie di livello di que-
sto nocciolo, supposto omogeneo, sono superficie sferiche concentriche colla terra,
le linee di forza sono quelle stesse della terra. Il corpo considerato risentirà nel
punto stabilito una forza d'attrazione minore di quella che .risentirebbe se fosse
sulla superficie, e diverrà sempre più piccola, quanto più questo si avvicinerà
al centro della terra, dove scomparirà completamente. Ma siccome la gravità
svanisce solo in questo punto, così il potenziale della gravità dalla superficie
nell'interno crescerà continuamente e nel centro sarà il massimo. Così la terra
13
“avrà compiuto il più gran lavoro possibile, quando avrà attratto il mobile da
distanza infinitamente grande fino nel suo centro.
Trovato il valore del potenziale della terra in un punto qualunque N posto
al di fuori di lei, sarà facile trovarlo per uno qualunque della sua superficie.
Infatti se per un punto N qualunque l’ abbiamo espresso con
M
’
n
per un punto della sua superficie, che dista del raggio 7 dal centro’, si potrà
esprimere con
M
mi
Queste espressioni rappresentano il potenziale della terra supposta omoge-
nea, io dico però che se ne ottengono delle identiche anche nel caso, in cui la
sfera non sia omogenea; ma che la densità cambi in maniera da possedere lo
stesso valore in tutti i punti ugualmente distanti dal centro; così supposto po-
tremo considerare la terra come composta di innumerevoli e sottilissimi invi-
luppi sferici concentrici omogenei di densità diverse.
Per tutto quello che si è esposto è ben facile intendere come tutti i punti
dello spazio che circonda la nostra terra, godano di una proprietà, che vien
detta potenziale, e che non avrebbero se si togliesse questa terra; vale a dire
tutti quei punti godono di quella proprietà per la quale l’unità di massa posta
in uno qualsiasi di essi vi guadagna una certa energia di posizione, determi
nata per ciascun punto, ma variabile da uno ad un altro.
NOTERELLE STORICHE
SULLA FOSFORESCENZA MARINA
La scienza progredisce a passi di gigante, nè è possibile nemmeno citare
i tanti autori che scrissero sulla fosforescenza, non che parlare delle loro os-
servazioni e scoperte (1). Ai dì nostri, quantunque resti ancora molto a studiarsi,
si è giunti a sapere che in base alla feoria chimica, la fosforescenza del pro-
toplasma vivo è una ossidazione, in cui invece di calore si sviluppa luce (2);
gioverà però l’ osservare il cammino fatto dallo spirito umano, ricordando i
varii errori e le strane ipotesi dei vecchi scienziati, e nel far ciò ci serva di
guida, almeno in parte, il Mobius (3).
(1) Uno degli ultimi studî, molto importante si è quello del Xrukenderg: « Neue Fhatsachen
fir eine vergleichende Physiologie der Phosphorenzerscheinung bei Thieren w. bei Pflaugen » [222:
Vergl.-Phystol. Studien, II. R. IV. A., Heidelbero 1887, p. 77-142, con l tav. colorata rappresentante
il porto di Massaua illuminato dalla fosfor.]. Il lavoro è diviso in quattro parti: nella I.* 1° A. studia
il fenomeno della fosforescenza del Ptervides griseum L., nella IL* idem dell’ Agaricus olearius
DC., nella III.* tratta della fosforescenza del Mar Rosso e nella IV.* ci dà un Resume, corredato
di tre tabelle.
(2) Cfr. Jiger, Leuchtende Thiere (articolo nel: Handwòrterbuch der Zool. Anthrop. ù. Ethnol.,
herausgeg. von Reîchenow, V. Vol. p. 95-100.:- Breslau, E. Trewendt, 1888).
(3) K. Mobius, Das Meerleuchten, Vorirag (Hamburg, 1861).
LI
14
Già presso gli antichi era conosciuta la fosforescenza; Plinio îl vecchio
parla della fosforescenza delle foladi e delle meduse ed Aristotile dice che il
fungo, il corno, le teste dei pesci e le squame e gli occhi (loro) (1) pajon di
fuoco e splendono. E gli è molto strano però, che presso gli autori antichi non si tro-.
vino altre osservazioni o descrizioni di un fenomeno tanto interessante: a pro-
posito di che ci piace riportare dal Lioy (2) quanto segue:
« Avevano ragione i biografi di Omero dipingendolo cieco. Cieco d’ occhi
« e divin raggio di mente! Non ebbe un verso per salutare le spume lucenti
« dalle quali è nata la divina Afrodite!.. O, a quei tempi, il mare non era
« popolato da miriadi di viventi fosforici! Derivò la infinita moltiplicazione dalla
« guerra che in epoche moderne distrusse i grossi cetacei? ... Fino a cinque
< o sei secoli fa le balene si propagavano in tutti i mari; ciascuna poteva con-
« sumarvi, mille volte il proprio peso in moluschi, infusorij meduse; e ormai
« l’oceano ne é libero;.i balenieri ne uccisero tante da poter formare vaste
«< isole cogli smisurati carcami. La fosforescenza marina sarebbe una luminaria
« di trionfo ; vinta l’ aristocrazia della statura e dello stomaco, le plebi pigmee
« accenderebbero falò come intorno all’ albero della libertà i giacobini ?... ».
Ed ora dall'antichità ci è giocoforza far un gran salto fino al sec. XVT°,
nella metà del quale il celebre nocchiero portoghese «don Joao de Castro,
facendo un viaggio nel Mar Rosso, ebbe a spaventarsi per lo strano fenomeno
che di notte grandi tratti della superficie del mare splendevano e mandavano
scintille come le stelle (3). — Poco dopo il Carteszo, il padre della nuova filo-.
sofia, spiegava la fosforescenza marina con un'ipotesi meccanica: esser cioè il
sale del mare composto di atomi insolubili e produr questi, qualora vadano a
cozzare sulle roccie o si urtino fra loro, o vengano cacciati fuor d’ acqua, scin-
tille nell’ istessa guisa che esse nascono dalla pietra focaja. Il filosofo e natu-
ralista inglese Boyle suppone che lo strofinamento dell’ atmosfera colla superficie
del mare abbia molta parte nel render quest’ultimo fosforescente. Franklin
dà agli atomi del sale marino la proprietà di produr per mezzo di strofinamento
scintille elettriche. KR. Forster, il compagno di Cook, quantunque conoscesse
molti animali marini fosforescenti, considera pure come una causa del fenomeno
l’ elettricità, che secondo lui dovea nascer dallo sfregamento delle parti resinose,
e catramate del naviglio coll’ acqua del mare. E ancora nel 1823 gli eruditi
viaggiatori Spia e Martius erano dell’ opinione che si dovesse riferire all’elet-
tricità la fosforescenza marina. 1 sha
Le scoperte di nuovi fenomeni e di nuove leggi della natura facevano
nascer nuove ipotesi; così la scoperta della. pietra bolognese (4) fè supporre
(1) Il testo è: puxns, xipas, repeat ixSduy xaî Nemdes zati dpSuduoè » [Nepi puxis. Lib. II. Capo 7].
Il Ludwig vorrebbe legger xeé4s (carni) invece di x&pxs, che è molto oscuro e così verrebbe dimo-
strato che anche ‘agli antichi era conosciuta la fosf. delle. carni (Cer. fi Bact. V. Il, p. 373. —
Sulla fosf. delle carni vedi questo Bollettino A. VII, p. 165). Rimandiamo la questione ai filologi.
2) P. Lioy, Nell’ombra. Bologna, Zanichelli, 1886, $ 58. [Vedi pure il $ 56, ove parla delle lucciole].
3) Krukenberg, o. c. p. 119. La descrizione del viaggio fu stampata a Parigi nel 1833 Sorta
OXO,
il titolo: « Roteiro de dom Joao de Castro da viagem que fizeram os Portuguezes ao mar
no anno do l54l. » î
(4) Vedi questo Bollettino, anno VIII pag. 167.
15
che il mare avesse la proprietà di assorbir di giorno la luce e di emanarla di
notte. Scoperto dall’ alchimista Brand (1670) il fosforo, si venne subito all’idea
‘che animali marini morti ed andati in decomposizione producessero essi pure
fosforo e questo si divulgasse fra l’ acqua e la rendesse fosforescente (1). E in
fine si ricorse ad ammettere qual sostanza fotogena il muco che riveste i pesci
e gli altri animali marini -e che dovea formarsi dalla decomposizione di cetacei
e pesci etc. morti.
| Che tutte queste ipotesi e strane deduzioni sieno punto «gione non 0c-
corre certo dimostrare; diremo però col Mobius, che esse furono del tutto
i abbattute per mezzo del microscopio, di quell’ istrumento che sa analizzare
anche la goccia lucente. SUO RSSRE COD
dA
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-In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Ancora sulla comparsa del Syrrhaptes paradoxus in Europa. Il Sig. Chernel in-
dica negli scritti della Società ornitologica di Vienna (N.!1. 1888) delle località in Ungheria, nelle
quali nello scorso anno furono veduti individui del Syrrhaptes paradowus. I primi 10 arrivarono
il 25 Aprile, il grosso giunse in Maggio, e gli ultimi nel Giugno; di questi ne furono presi circa 25.
Nel 1863 se ne viddero in maggior numero e mostrarono anche volontà di fermarsi e passarvi l’in-
verno, ma nel 1888 pare che questi Syrrhaptes fossero solamoute di passaggio. — A Simund ne fu
preso vivo un individuo nel Maggio e tenuto in gabbia, ove si mostrò tranquillo, ma dopo pochi
giorni fuggì. Il 12 Maggio ne furono veduti circa 20 su un campo; sembravano esser spossati e
lasciavano sentire un particolare suono; altri 18 furono veduti ai primi di Giugno ecc. i
— Oltre questi veduti in Ungheria ne troviamo menzionati altri: il 18 settembre nell'Assia
superiore, il 20 Ottobre, a Sterde, un branco a Stralsund il 28 Ottobre, uno a Emden il 27 Ottobre.
Il signor Eiffe scrive (Zool. Gart. N. 10) essere stati veduti il l. di Settembre una quarantina
di Syrrhaptes tra Nienport e le. Paune (Belgio) volavano ad una altezza di 20 m. e lasciavano .
sentire un suono gorgheggiante. £ ;
Anche nel Helsoland, scrive Reimers, furono yedutì il 5 Settembre circa 40 Syrrhaptes.
Secondo alcuni imbalsamatori, furono veduti nell'Europa centrale anche dei Syrrhaptes giovani.
| Il Dr. Raver da sul Syrrhaptes che vive nel Vivaio di Vienna poche notizie, esso non ha vivacità, ©
sembra morto, mangia sementi, la sua voce ha qualche somiglianza con quella del Pelobates fu- i
SCUS, ecc. i
Vienna i Sr.
Il Vivaio di Vienna, del quale abbiamo fatto parola in questo pregiato periodico N. 9-(0
p. 138, và facendo progressi,e numerosi sono i doni e gli acquisti; per comodo del pubblico che vi
accorre, sì è stampata anche una guida provvisoria, dalla quale togliamo qualche dettaglio per dare
una idea, come la direzione di questo istituto non tema fatica ed ostacoli, per raggiungere lo scopo
prefissosi. ; ù
Fra gli uccelli abbiamo a menzionar 3 individui di Tichodroma muraria che non sì trovano
in altra collezione, il tanto raro Dr yocopus martius, e poi Upupa epops, Gyps fulvus, Muscicapa
luctuosa, Nycticorax griseus, Coccothraustes vulgaris, Luscicapa minor, Acrocephalus turtoides,
uccelli da cortile, pappagalli ecc. ecc.
.
(1) Da qui la falsissima denominazione di fosforescenza data al fenomeno!
16
Poi bella collezione di pesci fluviatili. Polipi, echini ed altri animali marini sono risparmiati
per la stagione invernale.
Rettili, Tartarughe, Lucerte, Camaleonti, Salamandre ecc. rari e belli Crostacei e Mammiferi
di ogni paese, in esemplari sani, in locali sani, adattati al loro modo di vita. Sr.
Il miglior cibo per le trote viene ritenuto un misto di carne minuzzata, 60%, farina di
frumento, 30 °%,, sale 10°. Queste sostanze si mescolano con acqua in una poltiglia tenace con la
quale si formano piccoli vermicelli che si somministrano in quantità conveniente, due volte al giorno.
Questo cibo è molto più adattato che pesci, vermi, lombrici ecc. Sr.
Anatomia. Tabella delie faccie articolari dei coRPORA VERTEBRAE, colla
nomenclatura del Brin e dell'OweN (1):
I CORPI SI DENOMINANO
LE FACCIE ARTICOLARI SONO SRRRORI ESEMPII
Briihl | Owen
biconcavi amficeli la maggior parte dei pesci; gli
amfibii perennibranchiati.
bipiani —_ la maggtor parte delle vertebre
dei mammiferi.
biconvessi idem la 1.* vertebra caudale dei coeco-
drilli; aleune vertebre del collo
nei chelonii :
3 < e < convesse
concavo-conv.| proceli la maggior parte delle vertebre
degli uccelli (2) e dei rettili
convesse
concave «
concavo-piani —_ la 1.8 vertebra sacrale dei cocco-
5 « concave. « piane
drilli (BriAl).
conv.-concavi| opistoceli | alcune vertebre nei pesci; urodeli;
alcune vertebre nei chelonii,
uccelli e mammiferi.
6 « convesse € concave
7 « convesse « piane conves.-piani _
SE “dc ?; esempi fin’ ora mancano.
8 « piane «. convesselpiano-conves. —_
9 <« piane «concave |piano-concavi —_ la 2.* vertebra sacrale dei cocco-
drilli (Br.)
(1) Questa tabella la traduciamo dal Br&//, Zootomie aller Thierklassen etc., Atlas, Taf.xxxix. Atlaserklérung.
(2) Il Brihl, ibid. ibid., « Né le faccie prossimali, nè le distalî (negli uccelli) mostrano una perfetta concavità, ri-
« spettivamente convessità. Esse sono un composito, che già da lungo e molto giustamente si denominò faccie a sella,
« ognuna delle quali, com'è noto, possiede una convessità e una concavità. Solo il senso di ognuna delle due faccie
« a Sella, della prossima]e e della distale, è diverso e precisamente sono ambedue così disposte che congiungendo
« le vertebre ed osservandole dal disotto (aspetto gastrale), sì ottiene apparentemente duvanti corpi vertebrali concari,
« di dietro convessi ». ; E
17
Entozoi. Dal matoriale raccolto dalla celebre spedizione del Callengher, descrisse il Linstow (1)
î qui sotto riportati entozoi. Se il loro numero è relativamente piccolo, devesi ciò attribuire , come
dice il Braun (2), al fatto che la spedizione si occupò specialmente della fauna d' alto mare, mentre
l’esistenza degli elminti è in maggior modo legata agli animali delle coste.
1) Ascaris simplex Rud., nella Otaria jubata; questa forma, che si trova pure nei delfini d' Europa, non è identica
alla omonima del Dujarden. i
2) Ascaris spiculigera Rud., nello stomaco del Phalacrocorar verrucosus.
3) Ascaris biloba n. sp. Ospite ignoto.
4) Ascaris Diomedae n. sp., nella Diomedea brachyura.
5) Ascaris macruri n. sp, nel Macrurus rudis.
6) Ascaris macruroidei n. sp., stesso ospite, ma in esemplari pescati a maggiori profondità.
7) Filaria (spiroptera) cirrohamata n. sp. Ospite ut sub 2).
8) Filaria flabellata n. sp., sotto la pelle e nel cavo addominale della Paradisea apola.
9) Hilaria Paradiseac n. sp stesso ospite.
10) Prothelmins profundissima n. gen. n. sp. Vive libero a grandissime profondità. È vicino al Gordius ed al Mermis.
11) Zaenia clavulus n. sp, nel Philorhis Alberti.
12) Taenia increscens n. sp, nel Haematopus unicolor.
13) Paenia Dromedeae n. sp. (2); ut sub 4). Probabilmente identica colla 7. sulciceps Baird.
14) Taemia Trichaglossi n. sp., nel Trichoglossis Swainsoni.
15) Tetrabotrium torulosum n. sp, Ospite ut sub 4).
16) Tetrabotium auriculatam n. sp., nella Thalassoeca glacialoides e nel Daption capensis.
Altri scenziati descrivono pure dallo stesso materiale.
17) Echinorrhynchus corrugatus Sars. Forma larvale nell’ Euphasia pellucila.
18) Distomum filiferum Sats. Larva in più crostacei.
19) Distomum glauci Bergh. Larva in diversi gastropodi marini nudi. È p.
Algophaga pyriformis (gen. et spec. n.). Questo nuovo interessantissimo organismo (Mora-
dina), viene descritto dal Prof. N. Sorokrin (Kasan) nel Centribi. f. Bakt. ect. V. iv, p. 419-427
(ltav.). ; Ie
11 fumo del tabacco ed i microrganismi. Il D* V. Tassinari (Pisa) ha fatto delle
esperienze in proposito ed è venuto alla conclusione, che il fumo del tabacco ha la proprietà non
solo di rallentare lo sviluppo in alcune specie di batterii, ma di impedirlo del tutto in alcune altre
(Cfr. Centlbl. fi Bakt. ecc. N. rv, 449-453). Bi
Mutualismo. Il Sig. Sluzter (Batavia) descrive nello Zool. Anz. A. xr, N. 278 i due seguenti
casi di mutualismo. fra due specie del genere Trachichthys (Shaw, Ginter) e due grandi attinie dei
tropici. i
T. In una specie di Actinz4 molto grande si trovano da 2 a 4 esemplari del Tranchichthys
(Amphiprion Bleeker) tunicatus Cuv. I. pesciolini. (che misurano al più 5 em) vivono fra i tentacoli
dell’ attinia al sicuro dal cader vittima di pesci più grandi e ben di rado si azzardano d’ uscire dal
rifugio loro; si nutrono della preda fatta dall’ attinia.
Di II, Il Tr. Clarki Cuv. (Anthias Cl. Bennett) ci da un altro caso simile, soltanto che essendo
più grande (fino a $ cm.) vivo in una grandissima specie di Bwnodes, i cui tentacoli arrivano alla
lunghezza di 7 cm. Il pesciolino è sempre solo nel Bwrodes e s'arrischia talvolta ad allontanarsi
un po' più dal suo rifugio per pigliar qualche preda, che poi divide col suo ospite.
Come si vede în tutti e duo i casi quelli che hanno maggiori vantaggi sono i pesci; anche le
attinie però ritrasgono qualche utile da questa simbiosi: in primo luogo i pesciolini col loro nuotare
a destra ed a sinistra producono un cambiamento d’ acqua, che certo è vantaggioso alle attinie, ed
in secondo luogo essi provvedono (nel II caso) l'ospite loro di pasto. PA
- Notizie di caccia e noie ornitologiche. Il giorno 3 del mese in corso potei avere una
| Emberiza leucocephala. Gml. maschio presa con le reti sui colli presso Lonigo. Disgraziatamente
mi fu portata morta per cui non ebbi occasione di fare alcuna osservazione su tale uccello abba-
(1) O. VON LINSTOW, Report on the Entozoa (Report on the scientific results of the voyage H.M.S. Sieanazi
| during the years 1873-76 etc. Zoology Vol 23. Part. 71) ol. 20 pg. plat. London 1888.
; (2) Cfr. sua relazione sul surriferito lavoro nel Cenl0, fur Bakt. ecc. V. 1v, p. 659.
fp
stanza raro anche da noi, perchè mai visto dai più vecchi uccellatori di quì. Nella 1% quindicina
d'Ottobre uccisi l’ Anthus cervinus maschio che da noi si trova quasi ogni anno nelle risaie e
praterie. Il Maggio p. p: uccisi Glareola pratineola maschio, Totanus stagnatilis Bechst maschio,
Silvia Nisoria Bechst maschio, Gelochelidon Anglica Bp. maschio tutti adulti in abito da nozze.
Il primo Novembre ebbi due Melanocorypha calandra Boie maschio e femmina uccello quì non
tanto comune, ma che è di passaggio ogni anno insieme ai branchi tardivi della Alauda arvensis.
Il.21 p. p. ebbi un bell’ esemplare di Mergus albellus Linn. mas. ad. ucciso nelle valli a pochi
clm. di quì. Tutti gli uccelli sopracitati furono da me preparati e li tengo nella mia raccolta in-
sieme a molti altri di qualche importanza predati quest’ anno.
Lonigo (Veneto) Marco GIANESE
Perché muoiono tanti pulcini? (Giornale dei Pollicoltori). — A questo proposito mando
nna piccola osservazione che potrà interessare i lettori del giornale e che sarebbe utile esperimen-
tare prima d’ affermarla in modo assoluto.
Le massaio pretendono che la cagione per la quale muoiono tanti pulcini, sia perchè essi na-
scono in ore diverse; alcuni al mattino, altri la sera, altri durante la notte.
Ora esse dicono che vi è un mezzo per riparare a questo inconveniente, ed è il seguente:
Mettere le uova in incubazione sia sotto una gallina sia in una incubatrice a mezzogiorno preciso,
e possibilmente al mezzogiorno vero.
In principio questo mi parve un racconto di Comare, ma pregai una massaia di farne l’ espe-
rimento.
Dopo 21 giorni questa venne tutta meravigliata ad annunziarmi che i suoi pulcini invece di
schiudere in tutta la mattinata erano nati tutti insieme a mezzogiorno preciso. Di questa covata non
si è perduto nessun pulcino e mai avevo veduto pulcini così robusti.
La stagione troppo avanzata non mi permette di rifare l’esperienza ma come essa non può
recar danno, consiglio gli amatori a tentarla e li prego di tenermi al corrrente dei resultati.
E Carnot.
Vertebrati della Valtellina Risposta: Vedo nell’ ultimo fascicolo del Bo/lettiz0 pag. 166
che il sig. P. di Vienna, domanda dove e quando fu pubblicato il lavoro del prof. De Carlini dal
titolo Vertebrati della Valtellina e mi atiretto rispondere che detto lavoro fù inserto negli At
della Società Italiana di Scienze naturali; sede Milano, volume XXI fascicolo 1.° aprile 1888.
Una estesa relazione critica di detto lavoro si legge nella parte Zoologica (che verrà alla luce
nella corrente settimana) della mia memoria bibliografica La Valtellina ed î Naturalisti.
M. CERMENATI
La questione del Pelobates latifrons. La letteratura è la seguente (1):
1) F[éron-Etoyer, Description du Pelobates latifrons des environs de Turin et d'une conformation particulière
de l’ethmoide chez les Batraciens. Avec 10 fig. in: Bull. Soc. Zool. Franc. T. 13 N.3 p. 85-91.
2) (Io stesso), Note complémentaire sur le Pel. Zaf., ibid. N. 4 p. 108. N. 5 p 109.
3) (lo stesso) Nouvelles recherches sur le Pel. lat., en réponse à la note de 3. Boulenger su le Pélobate brun È
ibid. N. 5, p. 117-121. 9
4) Bouienger G. A., Note sur le Pélobate, brun, a propos de Ia récente communication ne M. Heron-Royer
sur le Pel. lat. in: Bull. Soc. Zool. France, T. 13, N. 5. p. 115-116. 5
5) (lo stesso), Encore un mot sur les prétendus caractères différentiels du Pel. d'Italie, ibid. N. 6 p 103.
6) Peracca M. G., Sul valore specifico del Pel. lat. dei dintorni di Torino recentemente descritte dal Sig.
Hévron-Royer. in: Boll. Musei Zool. Anat. comp. Torino. Vol. 3. N. 46. (6 p.).
7) WValterstoriF W. Uber Pelebates fuscus Laur. subsp. insubricus Corn, (latifrans Héron-Reyer), in: Zool. Anz.
A. xx. N. 294, p. 672-679. E
Notizie dal Brasile. L'impero del Brasile annovera molte piante, di cui le frutta, le fibre,
le radici, le resine ecc. potrebbero essere utilizzate con grande vantaggio di quelle popolazioni, ma
che invece non ne viene tenuto alcun conto. Ora quel ministero di agricoltura ha ordinati accurati
studi ed esperimenti in proposito.
(1) Zool. Anz, A. xI (1888) N. 294, p. 664,
19
‘Lo stesso ministero ha incaricato il prof. Michter di studiare la leguminosa Macuna glabra,
abbondantissima lungo tutte le strade del Cearà e che oltre alle proprietà nutritive, che sarebbero
utilissime senza la presenza del principio tossico che contiene, racchiude acqua in abondanza, con
la quale le persone si dissetano nei luoghi in cui manca altra acqua.
La Società operaia Umberto I stà fondando in S. Peolo una scuola primaria diurna e serale.
Nello scorso mese di ottobre nei soli due porti di Rio Janeiro e di Santos, sbarcarono 14,686
immigranti fra i quali 11,855 italiani. B.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L’ amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
DELPIN®O Prof. FEDERICO. — Applicazione di nuovi criterii per la ‘Classi-
ficazione delle Piante — Prima memoria — Bologna, Tip. Gamberini e Parmeggiani, 1888.
L’ illustre Autore, che gentilmente ci ha promesso qualche suo scritto per il Bollettino, tratta
in questa memoria della classificazione delle piante secondo i tre criterii : morfologico, biologico
e filogenetico, facendo notare come la debolezza di tutte le classificazioni fin quì proposte derivi
dall’ essere esclusivamente formate secondo il solo criterio morfologico.
Mentre la biologia, indicando lo scopo di ogni modificazione organica, assegna a ciascun carat-
tere il suo vero valore, e la filogenesi utilizzando tanto i caratteri morfologici che quelli biologici,
rivela le affinità od i gradi di parentela che passano fra le varie specie: indica cioè quali sono
di più antica e quali di più recente formazione; quali gli antenati e quali i discendenti.
Adoperando quindi' questi tre criterii ad un tempo, si riesce a disporre le piante secondo clas-
sific azioni o meglio alberi genealogici razionali e naturalissimi, avvicinando le forme affini, dando
la precedenza alle più antiche. Risulta infatti che tutte le classificazioni fin quì proposte dagli
autori debbono essere modificate secondo i detti tre criteri riuniti.
Dopo molte considerazioni di tale sorta l’ Autore passa a parlare dei diversi gruppi vegetali,
notando le inesattezze e gli errori che si trovano in altre classificazioni.
Nel primo paragrafo, sulle Divisioni primarie del Regno Vegetale, preferisce alla teoria mo-
nofiletica l’altra più razionale polifiletica. Nel secondo tratta dell’ Origine delle monocotiledoni,
facendole derivare da un tipo dicotiledone, e non viceversa, come tutti gli autori fin quì ammisero.
Quindi alla formula
monocotiledoni
Fanerogame angiosperme
ò dicotiledoni
ginnosperme
sostituisce l’ altra
\ ginnosperme
Panerogame | dicotiledoni
angiosperme
| monocotiledoni
che ha anche valore storico; ossia, per maggior concisione
Ginnosperme
Angiosperme dicotiledoni
®
Monocotiledoni
Nel paragrafo 3.° tratta della Classificazione dei tallofiti proponendone un dettagliato albero
genealogico, e nel 4° Posizione dei briofiti e dei pteridofiti indica le divergenze che passano fra
questi due gruppi di piante, per dimostrare che è impossibile abbiano avuta una origine comune.
Nel paragrafo 5.° parla della Classificazione dei briofiti e nel 6.9 insiste sulla Classificazione dei
*
pteridofiti, trattandone assai dettagliatamente, e dandone un razionale albero genealogico: cita le i
classificazioni di altri autori, rilevandone le inesattezze. Nel paragrafo 7.° infine tratta dei Preri-
dofiti dei tempi paleozoici per ‘dimostraro con validi argomenti come le lalamariee (Annularia,
Asterophyllites, Calamites) che fin quì furono ritenute per Epuisetacee fossili, sieno invece Lico-
podine, affini ai viventi Psilotum e Tmesipteris. Così pure gli Sphenophyiium, dagli autori assi-
milati alle Salyiniacee, si dovranno ritenere per Licopodine eterosporee.
Qui termina questa interessante memoria del Prof. Delpino: ci auguriamo di vederne presto
pubblicato il seguito, e non mancheremo di tenerne informati i lettori. ;
MORSELLI Prof. ENRICO. Antropologia generale. Lesioni sull'uomo secondo la
teoria dell’ evoluzione, dettate nella R. Università di Torino. Le dispense 10 a 13 di questa im-
portante pubblicazione dell’ Unione tipografica editrice torinese, contenzono il seguito delle lezioni
su L'uomo nella serie degli esseri viventi. Moltissime figure sono intercalate nel testo. Le dispense
costano cent. 50-1’ una.
GIROD et MASSENAT. Les stations de l’age du Renne dans les vallees de la
Vezére et de la Corrèze. Documentes publies par D. Paul Girod et Etien Massenat. Splen-
dida pubblicazione della libreria J. B. Bazlliere et Fils, 19 rue Hautefeuille Paris. L’opera si com-
porrà di 10 fascicoli con Cento tavole fuori testo. È pubblicato il primo fascicolo che contiene la
refazione, l’ introduzione e 10 tavole con molte figure ed il testo esplicativo.
| MARINI A. La Sericoltura italiana nel 1888. Annotazioni raccolte del Cav. Geom.
Alessandro Marini, condirettore del Museo nazionale di sericoltura in Torino. E un volume di 190
pagine nelle quali sono ampiamente svolti i seguenti capitoli: Commercio del seme serico. — An-
damento della Campagoa — Malattie dominanti — Ultime età dei filugelli — Rapporti Goyernativi -
sulla campagna — Raccolti e rendite — Mercati e prezzi — Riproduzioni — Congresso bacologico
1888 — Cenni Bibliografici — Commercio delle Sete — Varietà. — Il volume costa L. 2, 50.
BERTOLONI Prof. ANTONIO. L’orticoltura razionale. L’orticoltura nel senso lato,
ossia comprendendovi non solo la coltivazione degli erbaggi ma anche la frutticultura e la floricol-
‘ tura, è pur troppo molto trascurata nell’ Italia in generale; mentre il nostro suolo il nostro clima
sono dei più adatti per questa industria, noi siamo ancora ben addietro a quanto si produce nelle altre
nazioni, perchè non ci prendiamo, quasi diremmo, nessuna cura dei nostri prodotti orticoli, dei nostri
fiori. La memoria dell’ egregio Bertoloni facendo un po'di storia del passato, notando ì grandi van-
taggi che si potrebbero ritrarre da sì ricca industria e dando saggi ammaestramenti e consigli, tende
a far rinascere fra noi la passione per i fiori e por i frutti ed erbaggi.
BOZZI Cap. ENRICO. La moralità nella istruzione. Sono 22 discorsi dedicati ai
militari, e nei quali si trovano trattati soggetti opportunissimi, ammaestramenti e consigli atti ‘ad
istruire ed inventilire l’animo dei militari sotto le armi ed a renderli buoni cittadini quando ritor-
nano alle loro case. Prezzo L. i, 00.
MINOGLIO GIOVANNI. Scoperta di un fossile (Mastodon longirostris) in Valle
Andona (Asti) Agosto 1888. Nella Valle Andona in comune di Asti nel poggio detto dei Nespoli
e su terreno pliocenico di proprietà del Cap. Bussone, è stato rinvenuto lo scheletro di un Mastodon
longirostris. In questa memoria sono diverse notizie e dettagli sul medesimo, nonchè due belle fotografie.
La solenne commemorazione di Giovanni Antonio Scapoli, celebrata nel 1.°
centenario della sua morte in Cavalese 1’ 8 settembre 1888. La direzione del Museo
civico di Rovereto (Trentino) ci ha favorito questo opuscolo, nel quale sono riportate le notizie sullo
Scapoli, i discorsi pronunziati per il centenario, e le adesioni al centenario stesso. i
Bollettino del museo di Zoologia della R. Università di Roma. Le prime dispense
pubblicate, contengono: Guida del museo di zoologia, parte I Mammiferi ed Uccelli, fauna locale.
Delle principali collezioni pervenute durante il quinquennio 1883-88. Fauna generale.
SALVADORI TOMMASO. Altre notizie intorno al Sirratte in Italia nel 1888.
È il seguito alla memoria che già annunziammo nol fase. 8 pag. 125. In questa sì riportano le ulteriori
or
VaR Ore
notizie sui sìrratti veduti ed uccisi in Italia e dei quali il nostro giornale sì è molto occupato. Ecco
il quadro che l’ egregio ornitologo riporta, compendiando tutte le notizie ricevute (1).
Aprile, 24 Montagnana (Padova) . . . . . individui veduti 8,catturati 2, conserv. (vivo) l
} \ « 28 Palmanova (Udine). . . . + « Il « l, « (vivo) l
3 «Maggio, al principio. Mercato Saraceno (Forlì) « 3, « 1, « (vivo) 1
) « IFanoX(Resaro) pk ta « 6, « 2
È FEST MERA INI MONA E Ri RSI SPIE NA A AI « 1, < I EUERRA l
4 « 3 Villabartolomea Verona . . . . « l, « 1h <« )
% «Morano BA AS I CITI « DE « I, « \
«6 Schio ii SUSINO RUNE Fal d « 3, G 1
« CASCIO STA ie et «circa 20
SASChiaearsant SEE, « 2
13 Solarolo (presso DA Sento « 16, « o « 1
‘ « 13 Casanola (presso Faenza). . . . « 3, « 2
13 Bellaria (presso Cesenatico). . G Sa RC 2
15 S.* Severa (fra Palo e Civitavecchia) « Io « l, « 1
alla metà. Mantovano. . +... + « I « I; « 1
Ollarfgmeta@sirieste eni e « JA « Ile « 1
<« 23 Camposampiero (Padova). . . . « IS « l
l < 26 0 27. Sarzana (Liguria or.) . . « 4, « 2
ur. « 27 Cavannella Po (Riovizo)eeanoo « l, « Ue « (vivo) 1
2 0a no echay((P261002) RSS MEI « I6 « Îla « l
« 28 Orvieto (Perugia) . . . . .. « 26 « Le < 1
Se 291SS- Rossore! (152) 0 « CRT RNC 2
cgegralla fine SHaenzas() e i e « T(0) « 1 (2)
Luglio, alla metà. Lanischie (Istria). . . . « l, « 16 « Ì
Settembre, 9 Budrio (Bologna) . . . . . + « 16 « 5 « l
Totale individui veduti circa 102, catturati 43, conservati 18
E. PAVANI. La Vite. Appunti storici. Cinque conferenze popolari tenute nell’ inverno
1887-1888, presso la Società Adriatica di Scienze naturali. (Stab. art. Tip. G. Caprin. Trie-
ste, 1888).
Bilharzia haematobia Gobb. (Distomum haematobium Bilh , v. Siob., Gynecophorus haema-
tobius Dies) (2). Sulla anatomia di questo parassita scrissero negli ultimi SAN
1) Z Chatin, Sur l’anatomie de la Bilharzia (Compt. rend hedm. Acad. Paris, T. civ. 1887.
pi 595-597).
2) G. Fr ctsch, zur Anatomie der Bilh. haem. (ice f. mikrosk. Anatomie, V. xxxI 1883. Pio
192 -223 con I incis. e 2 tav.)
| Sulle quali due contribuzioni relazionò il Braun Centribi f. Bact. ete., al 1 (Vol. 1. p. 539,
ad 2) V. mm, pag. 503.
x Osservazioni mediche fatte in Bomba: si trovano in: B. W. Hatch, Bilhazia haemat. (The Lan-
i cet. 1887 V. l, p. 875. — Breve relazione nel citato Centr/04. V. x p. 760). i P.
ve Teoria dei fagociti. Ritorniamo volentieri su questo deo nio da noi altre volte toccato (3)
î coll’ annunziare due nuovi lavori: ,
i : 1) GOLGI. Il fagocitismo nell’ infezione malarica (Riforma medica, A_rv, 1888, maggio).
(1) In questo quadro mancane le ultime catture comunicateci dai nostri egregi abbonati e pubblicate negli ultimi
due fascicoli di questo Bollettino. : i i La Direzione
N (2) N. B. L’ ospite intermedio della Bi/harzia è ancora ignoto! i
(1) V. questo Bolleztino, A. vi. pp. 26 e 73. ;
Dalla relazione fatta su questo lavoro dal Bordoni-Uffreduzzi nel Centrbl. f. Bakt. ete. V. 1v. p. 585, traduciamo
quanto segue: I
« Quanto riguarda la questione sorta fra il Weigert ed il Metchnikoff sul fagocitismo — se cioè i corpuscoli bianchi
« del sangue possano ingoiare solo gli elementi parassitici morti e morienti, oppure anche quelli vivi ed attivi, —
< riguardo a ciò la scoperta del Golgi di corpuscoli bianchi che contenevano plasmodii in segmentazione, potrebbe
« riescire in favore dell’opinione del Metschnikoff. — Pure aggiunge l’A. stesso (il Go/gi) che Sa questione teleolo-
« gica, per ora almeno, non può avere nessuna spiegazione oggettiva sicura. »
2) BITTER, Kritische Bemerkungen zu Metschnikoff's Phagocitenlehre (Zeztschrifl f. Higiene,
B. Iv. p. 318).
Cfr. la relazìone fatta dal Prausritz nel sullodato Giornale di batteriologia ece. vol. iv, p. 603. Il Bi/ter passa in
rivista i lavori del Metschnikoff e dei varii autori, sia favorevoli (Hess, Ribbert, Lubarsch, Pawlowsky), sia contrarii
(Baumgarten, Weifert, Ghristmas-Dirkink-Holmfeld, Emmerich) alla, teoria dei fagociti. Da
L’albumina dell’ uovo di pavoncella quale fondo di coltura di microrganismi.
Annunziamo la seguente pubblicazione : : è
-D. dal POZZO, Das Eiweis der Kiebitzeier al Nihrboden fiir Mikroorganismen. (Medicinische
Jahrbicher, 1887, p. 623-529) [Cfr. il CenMibl. fi Bakt. ecc. V. iv p 151]. È.
Anguillula. Nel Cent0!. f. Bakt ece. V..1v, p. 660 il Braun relazione sul seguente lavoro :
G. ROVELLI. Ricerche sugli organi genitali degli Strongyloides (Anguillula, Rhabdonema).
Fol. 12 pag. 1 tav. Como, 1888. E
SPEGAZZINI CARLO. Fungi fuegiani. Boletin de la Ac. nacional de Co en Cor-
doba. 1888 Tom. XI Ent. 2.
BRIOSI e CAVARA. I funghi parassiti delle piante coltivate od utili, essiccati,
delineati e descritti per cura di Giovanni Briosi professore di botanica all’ Università di Pavia e
direttore del Laboratorio crittogamico italiano e Fridriano Cavara primo assistente dell’ Istituto
botanico della universita medesima.
Gran parte delle malattie che colpiscono le piante utili all’ uomo, sono dovute al parassitismo
di piccoli esseri che i botanici ascrivono alla classe de’ Funghi. I danni arrecati da ‘questi minuti
organismi hanno richiamato spesso, e da tempo, l’attenzione dell’ agricoltore e dello ‘scienziato.
Interi raccolti vengono deteriorati e deprezzati in seguito all’ infierire di questo o di quel parassita,
causa non a; vertita alle volte, di malattie anche negli animali domestici. Preziose collezioni pure
di belle piante ornamentali vedonsi sovente deturpate per l’ opera di queste dannose crittogame.
Di non pochi di tali parassiti si è arrivati a conoscere il ciclo di sviluppo ed i loro rapporti
biologici colle piante ospiti, il che ha agevolata la ricerca di mezzi atti a combatterli e ad impedire
il loro diffondersi, ed è noto con quanto profitto vengono applicati in senso profilattico, ad esempio,
i sali di rame, di ferro, di zolfo, la calce', ecc., contro infezioni dannosissime, quali il carbone
dei cereali, 1’ oidio, la peronospora, l'antracnosi della vite e così via.
Ma quante volte l’ agricoltore ignora la causa di mali che affliggono le piante ch’ egli coltiva
con solerte cura, o quelle pur sempre utili che a lui appresta natura o l’ attribuisce a fenomeni
generali meteorici, rugiade, influssi di venti, ecc., spesso estranei o solo concomitanti? Ciò è dovuto,
non vi ha dubbio, in gran parte al non potere egli rendersi conto esatto della vera natura dei fatti,
attese le non lievi difficolta che si oppongono ad osservazioni di tal genere per la mancanza di libri,
d’opere costose e rare e di materiale di confronto.
È opera perciò commendevolissima quella a cui si accingono questi egregi botanici presentando
gli elementi necessari per una facile determinazione e conoscenza delle crittogame infestanti le
nostre piante. È
Tale pubblicazione, consterà: 1. di esemplari di piante, o parti di piante, attaccate da fungilli,
essicate secondo gli ordinari sistemi; 2. di un disegno del parassita coi suoi organi di riproduzione;
3. di una breve ed accurata descrizione dei caratteri del fungo accompagnata dall’ indicazione dei re-
lativi rimedi, in quanto essi sieno noti e sanzionati dall' esperienza.
Gli esemplari usciranno in n.° di 25 per volta racchiusi in una apposita cartella che costerà
L. 5 per il regno e L. 6 per l'estero. — Stà per uscire il primo fascicolo.
23
Sanquirico, Prof. C. Valore della lavatura dell’ organismo negli avvelenamenti acuti. 0s-
servazioni sperimentali (Rivista clanica, A. 27.° [1888] Part. II.*® pag. 203-242).
INSEGNAMENTI PRATICI
Previsione delle brinate. Leggiamo nella Gazzetta Agricola :
In base all’ osservazione, che la temperatura inferiore di una notte qualunque, è di 4 gradi e
2 centigr. più bassa di quella segnata da un termometro ad umido nelle ore pomer. del. giorno
precedente, l’ astronomo di Ginevra, A. Kammerman, ha trovato un metodo di prevedere le brinate,
metodo che può riuscire di grande valore pei viticultori, orticultori, ecc.
Con un termometro si stabilisce la temperatura delle ore pomeridiane del giorno precedente,
’ avvolsendo il bulbo del termometro stesso. con tela o mussolina, e mettendo in comunicazione
questo involucro mediante un fascetto di bambagia con un recipiente d'acqua; cosiechè, il termo-
metro, che si colloca in luogo riparato dai raggi del sole, vien sempre tenuto all'umido. I gradi
segnati dal termometro, ridotti di 4, segnano la temperatura più bassa della notte seguente. Se la
differenza porta una temperatura sotto zero, devesi temere la brina nella prossima notte.
Conservazione dei semi alimentari. (Italia Agricola) — Dal dott. Torquato Gigli, assi-
siente alla cattedra di chimica farmaceutica all’ Università di Pavia, riceviamo la seguente nota:
Come è noto la lenticchia, che da Esaù in poi, e anco prima di lui, parve sempre all’ uomo un
gradito e sano alimento, è dissraziatamente un seme di difficile conservazione. E invero i semi di
lentiechia poco tempo dopo la raccolta vengono votati dalle larve di certi gorgoglioni noti volgar-
mente col nome di tornch).
I) riporre le lenticchie entro fiaschi è un modo noto e volgare di preservarle, non però tanto
efficace quanto sì vorrebbe. Si riesce a preservarle riempiendo il fiasco di un'atmosfera di gas car-
bonico; ovvero ricorrendo al modo semplicissimo e comodo proposto recentemente, e recentemente
praticato da mio padre Giuseppe Gigli, che consiste nel porre entro i vasi che contengono le len-
tiechie qualche pezzeito di carbonato ammonico del commercio. L° atmosfera ammoniacale, che così
sì forma, osta perfettamente allo sviluppo dei gorgoglioni. È ovvio che l’ odore ammoniacale, che
acquistano i semi, sparisce interamente con la cottura.
Faccio noto questo modo di conservazione, perchè lo ritengo praticabile anche in grande, e in
generale per la preservazione di tutti i cereali, e anche del frumento, che si serba nelle buche dei 3
granai o in altro limitato spazio. Ì Ò
Ingrassamento dei Porci. Il Journal d’ Agricolture Suisse, propone il seguente processo
per l’ingrassamento dei porci:
Si prenda un pugno di lievito ordinario e lo sì faccia sciogliere in ‘un vaso contenente del-
l’acqua calda, poscia si aggiungano alcuni pugni di erusca o di farina grossolana insieme ad una
certa quantità di patate cotte o schiacciate, si agiti questa miscela accuratamente e si lasci: in
riposo una notte. All'indomani, allorquando la fermentazione ha avuto luogo, si mescolano alcuni
pugni di questa miscela a ciascuna delle razioni ordinarie dei porci. Bisogna aver cura di lasciarne
nel fondo del recipiente una piccola quantità che deve servire da lievito, e ad essa si aggiungerà
poi di nuovo dell’ acqua calda, un po'di farina e delle patate. Il giorno seguente si procederà come
or ora sì è indicato e così di seguito negli altri giorni. Dopo sei od anche tre mesi, i porci così alimen-
tati pervengono, con una quantità di nutrimento relativamente piccola, ad un alto grado di grassezza.
La torba e gli asparagi. L’ economia rurale scrive: La torba nelle asparagiaje fa veri
miracoli. Abbiamo visto asparagi nello scorso Aprile di una bellezza maravigliosa per grossezza,
lunghezza ed ubertosità. Agisce la torba, dopo aver servito da lettiera, come concime ed impedisce
poi che si sviluppino le male erbe, che per ordinario invadono e succhiano tutte le nostre aspara-
: giaie. Il Comm. Cirio, che pose a disposizione degli orticoltori la torba a prezzi convenientissimi,
si è reso benemerito di uno dei prodotti orticoli più pregiati e ricercati. «T
R4
Proscrizione dell’ acido benzoico per la conservazione delle sostanze alimen-
tari: In conformità allo conclusioni di un rapporto presentato dal Prof. Pouchet sull’ uso dell'acido
benzoico per la conservazione delle sostanze alimentari, il Comitato d’igiene di Francia, conside-
rando che le sostanze alimentari le quali hanno proprietà antisettiche, sono nocevoli alla normale
evoluzione degli atti digestivi, e che l'aggiunta alle sostanze alimentari di prodotti antifermenta-
tivi, di qualsiasi natura, è irrazionale in riguardo alla nutrizione, e può arrecare più o meno gravi
pregiudizi all’ apparecchio digestivo, emette avviso che l’uso dell'acido benzoico non deve essere
tollerato per la conservazione della birra o di altre sostanze alimentari.
(Arcurves 1 DE Posta)
Disinfezione delle piante con terra destinate alla esportazione. Vi sono certe
piante che non si possono trasportare che unite a della terra, ed essendo necessario disinfet
tare questa terra, il prof. Konig direttore della Stazione agraria di Torino, in un rapporto presen-
tato al ministero di agricoltura, referisce come; da esperienze fatte, abbia ottenuti i migliori resul-
tati adoprando una soluzione acquosa di cianuro potassico alla concentrazione di 1 a 4000.
Per impedire il germoglio delle patate. (Dalla Gazzetta del Contadino) Le patate ger-
mogliano facilmente e ciò fa sì che il prezioso tubercolo prenda cattivo gusto e si svolga la so/o-
mina che è un veleno possente. Per impedire il gormogliamento si empie un paniere di patate e
s'immerge nell’acqua bollente per alcuni minuti, quindi si stendono le patate sopra un gratiecio al
sole per farle asciugare. Così il germe è distrutto senza alterare il frutto.
La torba come disinfettante e come concime. Alla stazione ferroviaria di Roma, in
presenza di una Commissione composta dei rappresentanti delle tra Società ferroviarie, del Consiglio
sanitario di Roma e delle rappresentanze dei Ministri dei lavori pubblici e dell agricoltura, si ese
guirono esperimenti per l' applicazione della torba come disinfettante nei vagoni pel trasporto del
bestiame. La torba viene somministrata dall’ industriale Comm. Cirio, il quale la ricava dalle tor-
biere ferraresi. Si erano rinchiusi da due giorni 8 buoi entro un vagone ed in seguito, apertosi il
vagone, si vide che il pavimento del carro era perfettamente asciutto; nessun cattivo odore ne
emanava, poichè la torba aveva assorbito intieramente gli escrementi.
La Commissione stese un verbale dichiarandosi pienamente soddisfatta per la riuscita dell’espe-
rimento. Il Comm. Cirio offre alle Società ferroviarie la torba gratuitamente, alla condizione di.
poterla ritirare dopo usata come disinfettante, per impiegarla come concime agrario. Con tale torba
per concime si oitengono coltivazioni stupende. Il Comm. Cirio mostrava ai presonti parecchi pro-
dotti dalle ‘proporzioni colossali avuti con tal sistema di concimazione.
NOTIZIARIO
— ron
Atteso il cambiamento di TIRORESRA il primo fascicolo di quest’ anno ha subìto un po)
di ritardo e perciò lo abbiamo unito al N.° 2
Auguri e felicitazioni inviamo di cuore a tutti i collaboratori ed abbonati, che con il loro
valido appoggio hanno fatto sì che questo periodico entra pieno di vita e di speranze nel suo IX
anno di esistenza; e ringraziamenti speciali a tutti coloro che in occasione del nuovo anno ci
sono stati benevoli di consigli ed auguri. 1
Avvertiamo i benevoli associati che con la fine dello scorso decembre sono scaduti
tutti gli abbonamenti e li preghiamo perciò favorirei l'importo per. il nuovo anno al più presto
possibile dovendo sistemare i nuovi registri, e dovendosi l’ abbonamento pagare anticipato.
Una preghiera speciale la rivolgiamo agli abbonati che hanno ancora “ saldare l’ annata
scorsa o qualcuna delle antecedenti, onde abbiano la compiacenza di rimetterci il loro dare.
Rammentiamo, come del resto è seritto nelle avvertenze che si pubblicano quasi in ogni
fascicolo, che l'abbonamento non disdetto nel DECEMBRE sè ritiene come rinnuovato.
25
Agli associati che pagheranno l’ abbonamento per il 1389 entro il mese corrente, in-
vieremo un’ elegante calendario in cartone o 3 calendari piccoli da portafoglio, oppure daremo le
annate arretrate del giornale a L. 1,50 per annata a scelta, o inseriremo gratuitamente per 5 volte
la medesima domanda od offerta di cambi.
Rivolgiamo calda preghiera a tutti gli abbonati che desiderano ricevere la sola edizione
mensile (Abb. L. 3 all’anno) di darcene avviso appena ricevuto, il prosente fascicolo. Tutti coloro
che hanno già pagate L. 3 e che desiderano ricevere il giornale ogni 15 giorni invieranno altre
L. 2 ed avranno diritto ai Premi. :
Dovendosi presto far ristampare gli indirizzi per l' invio del giornale, sì pregano gli
abbonati che volessero farvi cambiamenti o correzioni a darne avviso con sollecitudine. i
Abbiamo appresa con vero piacere la ben meritata promozione del nostro attivissimo
collaboratore il bravo giovane Sig. Giovanni Muttei, che è stato nominato primo assistente alla
cattedra di Botanica nella R.* Università di Bologna ove è titolare l'illustre prof. Delpino.
Nuovi parassiti della vite — Il dottor Berlese ha rinvenuto in alcuni vigneti dei dintorni
‘di Conegliano due nuovi parassiti vegetali delle viti. — Il primo di questi, denominato. Greemeria
fuliginea è originario dell'america, dove fu rinvenuto per la prima volta dal Viala. Il secondo
denominato Ascochyta rufo-maculans ci proviene dall’ Inghilterra.
Il sienor Massa Camillo della R. Stazione sperimentale di caseificio in Toti dichiara di aver
pure rinvenuta la Greemeria fuliginea in alcune vigne del territorio mantovano. Alcuni campioni
di uva provenienti da ceppi colpiti da questo parassita furono inviati per studio alla R. Stazione
di patologia vesetale di Roma. L'aspetto degli acini è quasi grinzoso, e da fenditure ne esce fuori
una materia di color nerastro, nella quale, ad occhio nudo, si distinguono nettamente dei granellini
dello stesso color nero, che sono le spore del fungo.
Alcuni ritengono che a questi parassiti si debbono attribuire, almeno in gran parte, i danni
causati da altre malattie crittogamiche, le quali in quest ultimi anni ebbero uno sviluppo più
notevole.
Nulla si conosce di preciso intorno ai rimedii. È vero ‘che i danni direttamente prodotti da tali
parassiti furong poco rilevanti; però, se la malattia si diffondesse maggiormente potrebbero essere
ben più gravi. )
Gli innesti del virus carbonchioso, cho il professore Edoardo Perroncito era stato in-
caricato di praticare come misura profilattica, negli animali appartenenti alla Colonia penale del-
l’ Asinara, sono stati compiuti ed estesi altresì a 100 bovini del cav. Pintus di Sassari, a 80 del
signor Diez di Uri, a 80 del signor Docco Salis di Ozieri e ad altri 120 capi del cav. Filippi di
Bittù, senza inconvenienti di sorta.
Lo stesso professore ha tenuto tre conferenze in Ozieri e Sassari, sui morbi dominanti nel be-
stiame sardo e modi di combatterlì e curarli, con numeroso concorso di professori, proprietari e
‘medici voterinari, i quali ultimi dopo le istruzioni teorico-pratiche loro impartite, si trovano ora
perfettamente in grado di compiere da sè stessi la vaccinazione preventiva.
Viticoltura. — La Gazzetta ufficiale pubblica il seguente regio decreto 8 novembre :
Art. 1. Le Commissioni ampelografiche provinciali sono soppresse.
Art. 2. sono invece istituite in ciascuna provincia del Regno altrettante Commissioni di viti-
coltura e di enologia che avranno per scopo:
a) apprestare i lavori occorrenti e dare opera efficace, insieme alla Commissione di viticoltura
ed enologia, per condurre a termine l’ ampelografia italiana;
È b) indicare. i provvedimenti meglio oppurtuni, a favorire il progresso della viticoltura e della
enologia ed il commercio dei relativi prodotti ;
c) raccogliere e fornire al Ministero dell’ agricoltura tutte le-notizie che sotto l'aspetto agrario,
come nei riguardi economici, concernono la viticoltura e l’ enologia nelle rispettive provincie.
Art. 3. Con, speciali decreti verrà stabilito per ogni provincia il numero dei componenti le
Commissioni di viticoltura e di enologia, ed il modo di provvedere alla loro ‘nomina.
26
Ammonite gigante. La Revue de la Societé geologique annunzia la recente scoperta nel
cretaceo superiore dei dintorni di Monster della più grande ammonite conosciuta fin quì. Quantunque
incompleta essa misura metri 1, 50 di diametro e pesa 25 quintali.
Spedizioni esplorazioni missioni. Il Dott. G. Schwesnfurt, come da sua lettera al Dott.
Abbate Bascha, partì ai dieci novembre dello scorso anno (88) da Porto Said alla volta di Aden,
‘da dove è intenzionato di dirigersi a Hodezida, ai monti di Menathe, che visiterà per parecchi mesi,
ed a Saraa. Scopo principale di questo viaggio è lo studio della flora di quei paesi. | |.
Gaschen ha comunicato alla Camera dei Comuni in Londra la lieta novella che Emin pacha e
Stanley, dei quali ci siamo spesso occupati sono salvi, avendo ricovuta da fonte sicura la notizia cho
essì si trovano sull’ Aravvini.
‘Cavalli dei pampas. Ecco qualche notizia su questi cavalli riferita dal Signor Solveyra di
Buenos Airés, al giornale La Nature e riportata dall’ Allevatore.
La repubblica Argentina ha nelle sue praterie tre milioni di Cavalli d’ origine araba, perchè
sono stati importati dall’ Andalusia. be loro condizioni speciali di bellezza, di forza e di resistenza
sono ben conosciute. Ora ha avuto luogo una corsa di resistenza ad Ayacucho. 1 cavalli dovevano
camminare per 10 ore, i cavalieri potevano andare al passo, al galoppo, fermarsi, scendere. Fra
dieci concorrenti la corsa fu vinta da Recluta appartenente al Sig. Baudrix. Questo cavallo ha fatto
143 chilometri e mezzo dalle 7 della mattina alle 5 della sera.
Il centenario del Crisantemo. Secondo autorevoli documenti sembra certo che î erisan-
‘temi a grandi fiori furono importati dalla China nel 1789, perciò la Società botanica inglese che
porta appunto il nome del crisantemo stà studiando il modo di solennizzare nel corrente anno il
centenario di questa introduzione. ] 1
Il 70.° anniversario del celebre professore d’ igiene della università di Monaco di Baviera,
Max von Pettenkofer, fu festeggiato solennemente, il 3 decombre scorso.
'T fiori appassiti della convalaria majalis sono un forte veleno pel pollame. Di dieci
giovani polli, che ne mangiarono, nove perirono (Itevwe Rorticole, i888).
°Il color verde, che ha in certi punti il mare, dipende secondo il Porchl della pre-
senza di numerose Diatomee, Peridinee, Radiolarie ete. Questi organismi microscopici contengono
notoriamente la Diatomina, una sostanza giallo-oscura. Ora questo giallo sì compensa col bleu na-
turale del mare e dà il verde. (Compt. rend).
Istituto Pasteur. Il 14 novembre scorso fu inaugurato a Parigi 1° io antirabbico Pa-
steur. Dai discorsi pronunziati nella solenne festa togliamo i seguenti dati: Vi sono stati în Francia
più di 6 mila inoculati e la mortalità è stata inferiore all’ 1 per 0g, mentre la media della mor-
talità delle persone morse e non inoculate è del 7 O]o. La sottoscrizione aperta per fondare questo
istituto ha fruttati 2,586,680 franchi e pagate tutte le spese, resterà sempre più di un milione per
la dotazione dello stabilimento.
‘Un’ olmo gigantesco trovasi a S. Giov. in Triario ed è stato acquistato da un negoziante
di legname di Budrio (Bologna): Misura oltre 20 metri di altezza e 4,50 di circonferenza. Dai rami
o dalle radiche (escluso il fusto da lavoro) si ricaveranno circa 20 carri di legna da ardere.
Alberi da frutta lungo le vie. Parlammo già altra volta di questa buona idea di pian-
tare gli alberi fruttiferi lungo le strade pubbliche, in luogo degli attuali alberi di ornamento.
Abbiamo ora letto che tale deliberazione è stata presa per i dipartimenti dell’ Oise e della Somme
in Francia.
Produzione del caviale in Russia. Il caviale che sì prepara con le uova di storione,
forma un' articolo importante nel commereio di esportazione di parecchie località della Russia sul
corso inferiore del Volga e suoi affluenti. Da 500 a 650 mila chilog. di questo prodotto vengono
spediti dal mezzogiorno della Russia e principalmente da Taganro, per essere consumato soprattutto
in Turchia, in Grocia, in Germania ed in Italia. L'Inghilterra non ne consuma che poco e la Francia
anche meno.
ZI,
N. Gall è un puledro da corsa gia tanto famoso che il suo proprietario, barone di Soubeyron,
non ha voluto venderlo per 300,000 franchi che le venivano offerti.
Una esposizione cavallina si terrà a Parigi dal l al 10 settembre p. f.
Stalloni orientali. Fra giorni giungeranno in Italia 25 stalloni orientali acquistati per
conto del Governo nella Siria e nella Mesopotamia, da dove nè arrivarono già altri 13.
All’ Esposizione universale di Parigi nel 1889. — Il Ministero di Agricoltura Fran-
cese ha pubblicato il regolamento generale por i concorsi di animali che si terranno all’ esposizione
universale del 1889. Saranno date in premio le somme seguenti: Per gli animali Bovini Lire 188270;
per gli ovini Lire 48900; per i porcini Lire 16875; per gli animali da cortile Lire 2300 e N. 240 medaglie.
Inoltre vi saranno premi di onore consistenti in oggetti d’ arte del valore di Lire 500; 1000;
1500 e-2000; e questi premi saranno accordati agli animali più belli.
Le domande dovranno giungere al ministero di agricoltura francese non più tardi del primo
Gennaio 11839. Le varie esposizioni di animali si terranno dall’ 11 al 23 luglio 1889.
Congresso di navigazione aerea. Si riunirà a Parigi nel corrente anno e fra gli altri
temi si occuperà della Misura del potenziale dell’aria a differenti altezze; impiego della bussola
per la rotta dei palloni, telefonia aerostatica; illuminazione elettrica dei palloni. ecc.
Un congresso internazionale di colombicoltori sarà tenuto a Parigi durante la pros-
sima esposizione.
Il congresso internazionale di agricoltori da effettuarsi a Parigi, avrà luogo dal 12 al
20 settembre p. f.
Una mostra orticola internazionale sì teròà in Ginevra dal 16 al 20 maggio prossimo.
Una grande esposizione galleggiante, si stà organizzando da una associazione germa-
nica. Si dispone di un capitale di 5 milioni e sì stà facendo costruire un apposito piroscafo. Il
viaggio durerà due anni partendosi da Amburgo.
La fiera-esposizione di vini da pasto e spiritosi che si terrà in Roma, avrà effetto
dal 26 febbraio al 5 marzo prossimo.
Un mercato di piante e di fiori sarà con molta probabilità istituito in Firenze.
Raccomandiamo ai nostri abbonati che si occupano dell’ allevamento dei polli, il nuovo
catologo dello stabilimento di pollicultura del Sig. G. Avanzi, in Colognola ai Colli; vi troveranno
stupende e rare razze di galline.
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
l. Si prega la cortesia di qualche Signor Ittiologo di voler favorire all’ amministrazione di
questo giornale, la figura del Trachittero ritorto quale ci è data dal Professor Costa nella Fn.
nap. Pesci Tav. 9 ter. c. e la fisura del Trachittero filicauda dello stesso Prof. Costa che trovasi
nell’ Annuario del museo zoologico di Napoli anno 1. pag. 51 tav. l fig. 3; verso l'esibizione di una
fotografia, e, desiderando, della diagnosi di un Trachittero di recente pescato e, che, probabilmente,
conferma la specie dubia « Tr. filicauda » del Costa. Si farebbe anche acquisto delle suddette tavole.
2 Offro dei mollusthi de La Preste, in cambio di piante, coleotteri, e lepidotteri. Scrivere al
al sig. Charles Haure La Preste (Pyr. On!) Francia.
3. Si desidera fare acquisto di Gabbiani (Larus) e di Barbagianni (Strix flammea) fre ch in
carne, od in pelli ben preparate; si accettano anche in cambio di altri oggetti di storia naturale.
Rivolgersi al Gabinetto di storia naturale di .S. Brogi - Siena.
4. St? acquista un bel gallo della razza Maggi per la riproduzione. Chi lo avesse di almeno 2
anni di età o senza difetti, può offrirlo all’ amministrazione del giornale, indicandone il costo,
o. Sé vendono serpi vivi (Zamenis viridiflavus) innocui non velenosi al prezzo di L. 2 l’uno.
3 RT
RIMINI St
Avvertenze per gli abbonati e collaboratori e per le inserzioni a pagamento.
La Rivista italiana di Scienze naturali
sipubblicain 24 numeri formanti ogni anno un volume di
non meno di 300 pagine, oltre le copertine.
Il Bollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
ogni mese, in non meno di l50 pagine all'anno oltre le
copertine.
L'abbonamento alla Etivista e Bollettino riu-
niti costa L.. 5 e quello al solo Bollettino IL. 3
all’ anno, per tutti gli stati dell’ unione postale; pef gli
altri paesi si pagano in più le spese postali.
Un numero separato costa cent.25 senza figure, cent.
50 se con figure.
Gli abbonamenti si ricevono in Siena presso l’ ammi-
nistratore CASIMIRRO COLI, Via di Città 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed‘esteri, in qualunque epoca del-
l’anno; ma decorre dal principio di ogni anno con diritto
ai fascicoli arretrati.
L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri-
tiene come rinnuovato.
| Agli Autori delle memorie originali pubblicate, si dan-
no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti.
Perché gli abbonati- possano stare in continua rela-
zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-
reca questa mutualità, essi hanno diritto ad inserzioni
gratuite per scambiarsi comunicazioni, proposte , consi-
gli, domande ecc. fare offerte e ricerche per cambi di
animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, arnesi,
ecc. ecc.; e per rendere sempre più facile il conoscersi
reciprocamente si pubblica ogni anno, degli abbonati che
lo desiderano, un’ elenco con il loro indirizzo indicando
la professione o gli studi speciali ai quali son dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin-
pali dei loro possessi, e dei loro allevamenti.
La medesima inserzione non sì ha diritto di pubbli-
carla gratis più di una volta; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l'inserzione.
Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli avvisi commer-
ciali di compra e vendita, o di reclame.
- . La direzione può in casi eccezionali rifiutarsi di pub-
blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
di dare giustificazioni in proposito. È
L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab-
bonati: che pubblicando avvisi desiderano non far co-
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato
dovrà rimborsare all’ ammiristrazione le spese di corri-
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare
un compenso da combinarsi.
Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na-
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L.1
per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pa-
gine costano L. l ogni 3 centim. di spazio occupato in
una colonna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in
cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci
pervengono due esemplari,
Tutti î pagamenti devono essere anticipati, Chi desidera
risposta nnisca i francobolli necessari.
Tutti i collaboratori anche per semplici comunigazioni
potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono iloro
scritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare o L..6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi, purché li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
Giardino d'Acclimatazione d' Ippolito Desmeure - Firenze
Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uccelli esotici, pappagalli, co-
nigli, polli esteri, piccioni, ecc.
Le uova di galline a qualunque varietà appartengano costano cent. 50
l'uno; l'imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
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Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu-
mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
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Si imbalsamano animali di qualunoue genere per conto di chiunque li invii vivi
o freschi appena morti, o già messi in. pelle,
Acido borico
Acerdesio.
Actinoto .
Adularia .
"Agata . 3
Albitoclorite
Alabastro.
Almandino -.
Alberese .
Allalite .
Allume. .
Allunite .
Amazzonite .
Anagenite
*Anfibolo .
Anfigeno ..
Antracite.
Anidride .
Anglesite.
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Anortite .
Apatite
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Asfalto
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*Amianto . -.
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Andalusite .
Anthophyllite
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Arseniosiderite.
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5,00| Axinite
1,00| Azzurrite.
1,00 |*Baritina .
2,00 | Basalto
3,00 | Bardiglio .
00 | Bevola.
î,00 | Berillo.
0,50.| Binnite
1,00 Biotite.
2,00 | Bitume
0,50 | Blenda.
1,00] Boghean .
0,50 | Borace.
1,00 | Bogherite.
4,00 | Brucite
330 | Braunite .
5,00 | Brunispalto .
1,00 | Breislakite .
Brauntormalina
1,00 | Buratite .
1,00 | Bustamite
2,00| Calamita.
10,00 |*Calcare . ,
5,00} Calcosina. .
2,00 | Calcopirite .
4,00) Carbonfossile
3,00 | *Calcite
2,00 | Calcedonia .
5,00 | Calamina.
5,00 | *Caolino‘..
5,00 | Caporcianite.
2,00 | Cabasia
5, 00 | Calcischisto .
1,00| Cannel-Coal
1,00 | Castor. .
1,00] Cerussa .
1,50 | *Celestina. -.
Ciottolo d’ Egitto
1,00 | Cimofano.
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Hausmannite
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Hauyna
Heulandité .
Humboldite .
Humboltina..
Tamesonite .
Ialite .
*Idrocrasia
Ilmenite .
Ilvaite.
Ipersteno .
Kalinite .
Kermes
Kenebelite
Lagonite .
Larderellite.
Lapislazzuli .
Labradorite .
Lavagna .
Lepidocrocrite .
Lepidolite
Legni pietrificati
Leadillite.
Leucite
Liebenerite »
*Limonite .
Litantrace
Lignite
Lumachella .
‘Marmo
Marcassita .
Magnetite
*Malachite
Manganite
Manganoidrocrasio«
Magnesite
Marmatite
Menilito .
Meneghinite.
Menaccanite.
Melanterite .
Mesitina .
Mesolite .
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3, 00
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10, 00
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1,00
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2,00
2,00
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*Melamite.
Meroxeno
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Millerite. . .
Molassa .
Miemite .
Molibdenite.
Montecatinite. .
Moscovite
Natrolite .
Nafta .
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Nichelgimnite .
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*Ofiolite. +. + è
*Qligisto +. +»
*Opale . . . è
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Orpimento
Orneblenda .
Ossidiana .
Otrelite
Ozocherite
Perlite
Petalite .
Perofskite
Pherschellite.
Piombo spatico.
Pietra serena .
Picroanalcime .
Pistazzite
Picrosmina .
Picnite
Pirosseno.
Piromorfite .
Pirolusite
Pirrottina
Piligno
*Pirite..
Plasma
Porfido
Prehnite. .
Pseudonofelina .
Psilomelano .
Puddinga. . +
*Quarzo
Quarzite .
*Ranocchiaia.
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= « paonazzo
Realgar .
Retinite . .
Rodonite .
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*Ortose.
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«0,50 1,00
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« 0,50 2,00
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« 0,25 3,00
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«0,15 1,00
« 0,50. 3,00
«0,50 2,00
«0,50 2,00
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«0,50 1,00
«0,50. 3,00
« 1,00. 5, 00
. da L. 1,002 4,00
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Rutilo. + «0,50. 3,00
*Salgemma « 0,25 1,00
Sabite . . < 0,50 3,00
Sanidina . +. «0,50. 2,00
Sardonica. . . «0,25 1,00
*Schisto E RER0, 2500
Schramfite . « 0,50 1,00
Scorie «0,15 1,00
Selice +. «0,25 1,00
Selenio . . + «1,00 10,00
*Serpentino . +. «0,15 1,00
“Selenite . +. «0,25 5,00
Sericolite. + «0,25 1,00:
Semiopale . < 0,25 1,00
*Siderite . «0,50 3,00
Silicizzazioni . «0,25 5,00
Siderocromo. . «1,00 2,00
Smaltina. +. +. «0,50 1,00
Smeraldo . . « 1,00 10,00
*Solfo . . «0,25 5,00
Sodalite . + .<4 0,50 2,00
Spessartina . - «0,50 2,00
Spato d’ Islanda « 0,50 2,00
Stibina «0,25 3,00
Steatite «+ «0,10 1,00
Svambergite . < 0,50 1,00
Szaboite . . < 0,50 2,00
Talco . «050 1,00
Techrmigite. « 0,50 1,00
Tefrina . . « 0,15 0,50
Tenorite . « 0,50. 2,00
Terra bolare « 0,15 0,50
*Terre coltivabili :« 0, 19 0,50
Topazzolite . « 0,50 3,00
Torba . «0,15 1,00
Topazio ._ <« 0,25 15,00
*Tormalina‘. . « 0,25 5,00
*Travertino . +. « 0,15 0,50
*Trachite . «0,15 1,00
Tremolite « 0,50. 3,00
Tripoli «0,15 0,50
Tufo «0,15 0:50
T'urchesia «1,00. 2,00
Uranite . « 0,50. 2,00
Uralite « 1,00 2,00
Vesuviana . . <« 3,00 10,00
Vivianite. « 3,00 10,00
Volpinite. è. . «0,50 1,00
«Wagnerite «1,00 3,00
Witerite. . +. «0,50 2,00
Wollastonite . «1,00 2,00
Zaffiro . x « 1,00 5,00
Zinwaldite .. ..« 0,25 2,00
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* Delle specie segnate con
forma, struttura, colore ecc. ecc.
* sì possono fornire molti esemplari differenti per cristallizzazione,
A richiesta s'inviano i dettagli, prezzi e località dei singoli esemplari, e di altre specie non o)
notate in questo catalogo.
Collezioni già formate per l'insegnamento : i La
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25 minerali . .L. 6 | 100 minerali e rocce da L.
50 « 5 < 15 | 200 « e « 70 RI 20053:
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« 15 | 590 « «
DOS ICAO A A Na nn < 300° ‘« 1000
Anno IX 31 Gennaio 1889 i N. 8
J RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI :
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
d Collettore, Allevatore, Coltivatore è
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
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Si pubblicano 24 numeri all’ anno formanti un volume di non meno di 300 pagine oltre le
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(IN. 5. Per le altre avvertenze e condizioni, si vedano te Avvertenze per gli abbonati e callabora-
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BanpELLI Dott. G. Bartta. — Stîena MaccHIaTI Prof. Lurer — Modena
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BARRERINI Cav. Assunto — Marsiglia Morici MicaeLE — Castelbuono (Sicilia)
BrrtELLI Dott. DANTE — Pisa MoscHELLA Giuseppa — Reggio Calabria
Bonomi Prof. Agostino — Rovereto ParLumBo AuGusto — Castelvetrano (Sicilia)
CaccramaLi Prof. G. BartIsta — Arpino PauLuccir March. MARIANNA — Novoli (Firenze)
CanESTRINI Prof. RiccarDo — Padova ParopIi DomenIcO di E. — Porto Maurizio
CERMENATI MARIO — Lecco PeLAcANI Prof. Dott. Luoranos, — Sassari
«_ Crerici EnrICO — Roma PetRonI Dott. Veter. PasquaLe — Sfena la
‘ Corr Chimico farm. ELia — Siena RasauD ETrenne — Montauban (Francia)
T ‘Dr Bonis AnTonIO — Ltovigu RenAULT Cav. ARTURO — Nirenze
DeL PreTE Dott. Rarmonnpo — Viareggio Rossr Prof. Torquato —. Siena
| DesmeuRrE Ipporito — Firenze SENONNER Dott. Cav. Aporro — Vienna
FaurE CHARLES — La Preste (Francia) SenESI Prof. Ciro — Stena
FERRAGNI OpoARDO — Cremona ; Tassi Cav. Dott. FraminIio — Siena
| FicaLgi Prof. Dott. Eugenio — Sena Tincorini Dott. Veter. Tiro — Szena
GracaetTI G. CesARe — Firenze Touc®et I. Naturaliste — Parigi
Me GG OMMARIO
È Mariacher prof. Giovanni. Riproduzione del Bufo viridis. Note Biologiche.
De-Bonis Antonio. Anomalie nelle inflorescenze di Zea mays.
Bargioni dott. Guido. Preparazione, proprietà, reazioni, metodi di ricerca nelle sostanze lali-
3 mentari ecc. delia Saccarina. È
di: Comunicazioni: Il Nitarso delle cisterne di Venezia A. P. Ninni. — Note entomologiche N.
| Camusso. — Quattro Orsi uccisi nel Trentino A. Bonomi. — Ancora sulla comparsa dei Sirratti V.
a i Dal-Nero. — Notizie di caccia e note ornitologiche Sr.} L. N°; Moschella. — Anatomia compara-
ta 8. — Notizie di botanica A. Longo. — Elmis Volkmari P. B.
Rivista bibliografica: da pagina 39 a pagina 4l.
Li; Notiziario: La più numerosa collezione di Farfalle. — I voti del congresso internazionale per
4 lo studio della tubercolosi. — Escursioni, esplorazioni, missioni. — Gara di colombi — Concorsi.
di Richieste, Offerte e domande di cambio — Avvisi diversi.
e;
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- La Rivista italiana di Scienze naturali
sipubblicain 24 tumeri formanti ogni anno un volume di
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Il Bollettino del naturalista collettore,
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altri paesi si pagano in più le spese postali.
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sta inviando i manoscritti,
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reca questa mutualità, essi hanno diritto ad inserzioni
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potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono iloro
seritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare o L_.6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi, purché li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
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nigli, polli esteri, piccioni, ecc.
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appartengano costano cent. 50
l’uno; l'imballaggio costa cent. 50. per ogni dozzina o frazione di dozzina.
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(Vendesi all’ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze)
ATTESTATO RIE
Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu- |
Massaua ‘28 Gennaio 1886. ca
DEL SANGUE
CURA DEL SANGUE
Ufficio del Comanto mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V. | A
N. 362 di protocollo che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore | n
era Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI | g|l
Circal'esperimento fatto « ©esperimentato dal Sig. Tenente medico dottor Petti su duéè fon
del Elerro China « compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod-.
È « disfacentissimi risultati. » È i 1)
Al Signor 3 i uffi « lO)
FELICE BISLERI Il Maggiore Generale — “an
Mirano firmato: GENE — (1)
. Ù . . . N 0 CI x . LI
Si vende in tutte le farmacie, pasticcerie, caffè, bottiglierie e drogherie si
Me
ET
fisso x RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALE | 31 gennaio
E
(o)
BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
LA RIPRODUZIONE DEL BUFO VIRIDIS
Note biologiche di GIOVANNI MARIACHER
Il Bufo viridis come tutti i suoi congeneri, sente imperiosamente il natu-
rale bisogno dell’ amplesso. È noto che nel suo delirio amoroso abbraccia tal-
volta per brevi istanti, altri maschi, o, come dissemi l'illustre erpetologo De
Betta, le femmine della Rana esculenta. Alle volte agisce ciecamente ed in
modo da farci meravigliare.
Nel mattino del 7 aprile 1887, mentre osservavo l’ affaccendarsi di questi
animaletti nella loro opera di riproduzione in una fossa, ove di solito straor-
dinariamente abbondano, vidi galleggiare una femmina che portava tre maschi.
Colla mia reticella tirai a riva il gruppo per esaminarlo da vicino. La femmina
era gonfia pei gas dovuti alla decomposizione, quindi moria da qualche tempo,
era strettamente tenuta dai tre maschi.
Il 25 aprile dell’anno stesso morì una femmina accoppiata che tenevo in
acquario del mio laboratorio: il maschio non l’' abbandonò che nel mattino
del 26.
La durata dell’ accoppiamento è assai varia: cito alcune osservazioni fatte
su individui non liberi. i
Il 27 aprile 1887 presi una coppia di B. viridis, la posi nell'acquario e solo
il 23 cioè 16 giorni dopo, la femmina depose le uova.
Una seconda coppia presa nell’ istessa epoca rimase accoppiata sino al 24,
cioè 17 giorni, ed il maschio abbandonò la femmina che non si sgravò del-
le uova.
L’'11 aprile 1888, un maschio abbracciò una femmina e la tenne avvinta
sino al 27, nè essa depose uova.
Queste osservazioni sembrano provare nello stesso tempo, che allo stato di
schiavitù ha luogo di rado la deposizione delle uova. È questa infatti una dif-
ficoltà colla quale hanno dovuto lottare gli studiosi di questa specie e lo stesso
Héron-Royer, che se ne occupò di proposito, lo confessa (1).
Anche a me è accaduto questo, ma volli indagarne la causa esaminando
gli organi genitali di tutti gli individui che dopo essersi accoppiati si staccavano.
Le ovaie contenevano uova non mature del diametro di 30-45-60- di Sao al
microm. ocul. 3. DDL 1 del Microscopio Seiberf.
- (0) Héron-Rover - L’ accouplement du Bufo viridis-Meulau 1888.
30 AR
I testicoli sviluppati ma flosci, contenevano pochi spermatozoidi, con qualche
globulo grasso. i
Ciò proverebbe non già che in schiavitù non può aver luogo la riprodu-
‘ zione, ma bensì:
1.° Che le uova nelle ovaie non giungono a maturazione in tutte le femine
nell’ epoca stessa nella quale ha principio la riproduzione;
2.° Che il maschio spossato, dopo aver invano atteso che la femina si
sgravi, secerne il liquido prolifico, come la femina depone le uova anche quando
il maschio non è pronto a fecondarle. In fatto i maschi di cui è parola, posti
‘in presenza di altre femine pronte a deporre le uova, rifiutarono l’ accoppia-
mento.
Ma a vieppiù confermare queste osservazioni e quelle . già da me fatte
‘intorno alla durata degli amori di questa specie, che il Cont. A. P. Ninni dal
20 maggio al 20 giugno (1) vuol limitare, mentre dura dai primi di aprile a
luglio incluso, come provai colla mia Nota « Osservazioni intorno all’ epoca.
degli amori del B. viridis e del Bombinator igneus (2); » aggiungo che l’esame
‘delle ovaie di femine che, o liberamente o negli acquari, aveano deposto uova,
‘mi diede 10 volte su 10 questo risultato: ovaie contenenti ancora delle uova
‘a vari stadi di sviluppo. Ciò fa pensare alla deposizione successiva di uova,
fenomeno che il Lataste verificò accadere anche nel Bufo calamita e nell’ Hyla
viridis.
Non intendo però escludere che la deposizione delle uova non avvenga
senza ritardo, quando gli individui non sono completamente viventi all’ aperto.
I fatti sopra accennati ci spiegano come l’ intervallo fra 1’ accoppiamento
e la deposizione delle uova, possa essere più o meno lungo; quando questa
incomincia, la fecondazione ha luogo. |
To ho potuto accertarmi che la fecondazione avviene anche fuori d’ acqua,
ed ecco come.
Presi delle femine nell’ atto che deponevano le uova e ÎO posi sotto a va-
sche rettangolari a pareti di vetro per meglio esaminarle. Dopo qualche tempo
‘cessato il iimore da cui maschi e femmine erano presi, timore che è reso sen-
sibile da un acceleramento della respirazione, ricominciava la deposizione delle
‘uova. I cordoni colle uova, posti, dopo intervalli di 1-6-12 ore, negli acquari,
mi hanno dato i seguenti risultati medi percentuali :
Intervalli Uova chiare p. ° Uova fecondate p. *
1 ora 20,0 80,0 i È
6 ore . 30,8 69,2
12 ore 60,0 + 40,0
NB. Risultati che non possono essere assoluti.
(1) A. P. NINNI - Sui tempi nei quali gli anfibi anuri del veneto entrano in Amore - Ve-
nezia 1886. Ést. Atti R. Istituto Veneto.
(2) G. Mariacher — Osservazioni ‘sull’ epoca della riproduzione del B. viridis Siena 1887.
sl
L’ acqua certamente favorisce la fecondazione, permettendo agli sperma-
tozoidi vitali e mobili, di facilmente dirigersi sulle uova, mentre come si vede
dallo specchietto sopra dato, all’ asciutto ciò avviene con maggiore difficoltà.
A rendere molto più evidente il fatto che la fecondazione può verificarsi
anche fuori d’ acqua, noto che le uova uscite dalla cloaca entro i cordoni,
vengono sostenute dal maschio colle estremità posteriori, avvicinate alla parte
anale e fecondate. Dopo, la femina distende i cordoni utilizzando i ciottoli , le
radici e le piante acquatiche delle pozze e dei fossati.
ANTONIO DE’ BONIS
SULLE ANOMALIE NELLE INFLORESCENZE DI ZEA MAYS
Im una noticina abborracciata in fretta e in furia, ho fatto parola nel N. 9
del Bollettino dello scorso anno, di una singolare anomalia da me osservata in
una spiga di grano-turco. In seguito, scrivendo al ch®°, sig. Brogi d' una gita
fra i campi, accennavo a vari altri casi affini al descritto. Ora quel benemerito
studioso di botanica che è il sig. G. E. Mattei, ha nel penultimo numero de-
scritte le anomalie di alcune inflorescenze da lui possedute; ciò che mi invoglia
di ritornare su tale argomento e descrivere con qualche diligenza le infiore-
scenze da me raccolte, siccome prodromo a più completo studio sulle origini
dell’ interessante sraminacea.
Ecco i singoli casi :
IL Spiga [uiinlo sormontata da un rametto maschile lungo circa 10
centimetri, in prossimità al di cui apice stanno due cariossidi difese alla base
dalla gluma eccezionalmente sviluppata e consistente (V. N. 9 del Bollettino).
2. Cinque spighe raccolte su quattro piante, cresciute nel mio cortile,
presentanti un accenno verso un’ eguale anomalia, cioè portanti superiormente
un rametto più o meno lungo (cm. 3 a 4) ma privo di fiori.
8. Due infiorescenze terminali lunghe cm. 20 non ramificate: portano due
chicchi alla base perfettamente maturi e involucrati come nel caso n. 1.
4. Due altre infiorescenze uguali ma con tre cariossidi.
5. Stesso caso ma con 10 cariossidi sempre alla base.
6. Infiorescenza terminale con quattro ramificazioni, le laterali lunghe
dai 6 ai 7 cm., la centrale 11. Tali ramificazioni sono mutate in altrettante vere
spighe femminili portanti fra tutte un duecento semi, nella parte superiore però
vanno gradatamente (i fiori maschili frammettendosi ai femminili) terminando
in una rachide maschile. L’ asse della ramificazione centrale ingrossato, come
gli altri, il tutolo presenta alla sua metà una strozzatura nella quale sonosi
sviluppati alcuni fiori femminili.
7. Stesso caso, senza però che la ramificazione centrale porti la strozza-
32
tura descritta, in una pannocchia molto più bella e a cinque ramificazioni. —
La spiga centrale è lunga 11 centimetri ed ha otto file di grani, che non di-
fesi dalle brattee, sono un po’ maltrattati dal sole e dagli insetti. (1)
8. Sommità di pianta ravvolta da brattee e somiglianie esternamente a
una spiga normale. Aperta presenta un’ inflorescenza a pannocchia — Non con-
servo l’ esemplare perchè, guasto dalle crittogame, m’ andò in frantumi mentre
l’osservavo; ma per caratteri, che dirò più appresso, non ostante che le rami-
.ficazioni fossero prive di fiori, si scorgeva che siano delle locuste inferiori
dovevano esser femminili. ;
9. Casi di inflorescenze terminali semplici in xi. gracili e non por-
tanti spighe laterali, ne ho osservati, come il sio. Mattei, moltissimi alla mia
volta e Il’ aridità do scorsa annata deve aver moltiplicato gli esempi.
Comune ai n. 1. 3. 4. 5 è, non solo lo straordinario sviluppo della eluma
in due valve da leggermente appuntite e tali da formare un riparo ai
grani anomali; ma una speciale modificazione della rachide: Le spighette si sono
allontanate, la rachide si è più o meno. notevolmente ingrossata e appiattita
contorcendosi così da formare ai semi delle escavazioni alquanto simili a quelle
che osservansi nel genere Triticum — Nel N. 8 non si presentavano, nel luogo
dove avrebbero dovuto trovarsi i fiori maschili, che le sole ingrossature e i
contorcimenti. — Nel n. 5 però la rachide si è ingrossata e, presentando i detti
caratteri, accenna di cambiarsi in un piccolo tutulo. — Comune ai numeri dal
3 al 9 è la mancanza di spighe laterali.
Notevole è poi che quando uno dei due fiori formanti la spighetta maschile
normale si trasformò in femminile, fu sempre quello sessìle, non mai il pedi-
cellato.
Tanto i casi da me citati come i descritti dal sig. Mattei si possono divi-
dere in due categorie; nella prima delle quali vanno collocate le inflorescenze
femminili. con tendenza maschile, nella seconda le maschili con opposta ten-
denza; e dalla vigoria delle piante della prima categoria, come dalla debolezza
di quelle della seconda, è facile, anche senza osservazioni dirette, giudicare della
natura, più o meno propizia, del terreno in cui sono cresciute.
Quì però se l’ eccesso e il difetto di nutrimento hanno, come in ogni altra.
pianta, modificati gli organi della fruttificazione; la natura di tale modificazione
ben esaminata è la stessa; perchè se la debolezza ha nociuto allo sviluppo delle
spighe laterali, la pianta ribellandosi a questo attentato alle leggi specifiche
della moltiplicazione, ha sviluppato i fiori femminei nelle locuste dove normal-
(1) Le brattee non solo difendono le. spighe dagli insetti; come ha fatto notare il sig. Mattei,
ma hanno tina azione proteggitrice ben più importante: quella di difendere i semi dai raggi del sole
troppo cocenti, ciò che compensa la pianta del nocumento che esse le fanno impedendo la disper-
sione dei semi. Affermo ciò perchè le cariossidi della infiorescenza 6 o 7 sono bensì mature ma
molto annerite e altre serepolate come se avessero subito l’ azione del fuoco. Molti ovuli, certo im-
poditi*dal soverchio calore, dopo fecondati hanno abortito a metà del loro sviluppo.
pu : b° 35
mente l’ organo femminile abbortisce; d’ altra parte l’ eccesso di vigorìa ha svi-
luppato così le spighe femminili da mutarle in qualche maniera in ramificazioni
(1) (nella mia precedente nota ho fatto presente come le brattee fossero termi-
nate da piccole e vere foglie) indebolendone il potere prolifico.
Queste modificazioni poi devono considerarsi, non quali mostruosità, ma
come sintomi di regressione 0, per esprimermi più scientificamente, come casi
di atavismo.
A quale altra forma, dunque, si riporta lo Zea mays?
Affermarlo con vera sicurezza non so, ma: Lo sviluppo straordinario della
gluma dà motivo a ricordare lo Zea criptosperma di Bonafus (Zea mais tuni-
cata, di Saint Hilaire) 2 Questo stesso sviluppo, le modificazioni descritte della
rachide, i fiori femminili alla base, maschili alla sommità, devono far pensare
ai Tripsacum? o, ammettendo la forma primitiva molto lussureggiante, non
lo scrivo senza molta esitazione, lo stesso De Caudolle ponendolo presso allo
Zea lo dichiara genere affatto particolare . e senza transazione con esso, si può
riportarla al genere Euclena ?
SULLA SACCARINA — Preparazione, Proprietà, Reazioni, Metodi di ricerca nelle
sostanze alimentari, proprietà fisiologiche — pel Dr. Gumo BargIonI di Firenze.
Di questa sostanza, che è stata da poco introdotta in commercio , e contro
il cui uso ha emanato recentemente come dirò in appresso, una circolare la
Direzione Sanitaria al Ministero dell’ interno, mi piace riassumere le notizie più
interessanti specialmente pel modo di riconoscerla, giacchè pur troppo si pre-
para e si vende su vasta scala, come sostanza edulcorante per la confezione
dei sciroppi, rosoli, confetture e' via discorrendo.
Ocorre intano premettere che la Saccarina in parola non ha niente che fare
con la saccarina preparata da Peligot e da Schreibler per l’ azione della calce
sul slucosio od il levulosio. La sostanza che da poco tempo è stata messa in
commercio col nome improprio di saccarina, fu per la prima volta ottenuta da
Falhberg e Remsen. Più tardi (1884) C. Fahlberg ne prese il brevetto di pre-
parazione, dandole il nome di saccarina a causa del suo sapore dolce, quasi
stucchevole, tanto che basta una frazione di milligrammo per lasciare in bocca
il sapore dolce per parecchie ore.
Preparazione. — Il punto di partenza è il toluene. Si fa agire sul toluene
o metilbenzina (C°H."CH°) l'acido solforico ad una temperatura di circa 100°, ed
il prodotto si versa nell'acqua fredda, neutralizzandolo con creta, filtrando e
(1) Non è rarissimo il caso che il culmo nel posto delle spighe presenti delle ramificazioni
laterali che i nostri contadini chiamano figliolè. so
trattando il filtrato con carbonato sodico. In tal modo si ottiene un miscuglio dite
orto e paratoluensolfonato sodico, (C'H.CH°.So°Na), che si evapora a secco, si
mescola con tricloruro di fosforo, per far poi passare su un tal miscuglio una
corrente di cloro. Come prodotto della reazione si ha dell’ossicloruro di fosforo,
CH
001
para cristallizza, mentre l'altro orto, è liquido e può esser separato per fil-
trazione. — Se ora il cloruro ortotoluensolfonico si scalda a bagno maria
con carbonato ammonico, si ottiene la corrispondente amide ortotoluensolfo-
2/00
NS0?.NE?,
quest’ ultimo e rimane indietro l’ amide quasi pura.
L’amide ortotoluensolfonica si tratta di ossidarla, per trasformare il srup-
po CH° in COOH, e questo si ottiene introducendola a poco a poco in una solu-
ed i due cloruri (orto e para) toluensolfonici C°H* dei quali l’ isomero
nica C°H e del cloruro ammonico ; se si tratta con acqua, si scioglie
. zione diluita di permanganato potassico, avendo l’ avvertenza, a misura che nel-.
l’ossidazione si produce dell’ alcali libero o del carbonato, di saturarli conve-
nientemente con un acido. -- Per altro il prodotto finale della reazione non è l’acido
7 COOK
solfaminbenzoico ma il suo sale potassico CH ge O-NE?,
il quale si tratta con
/ C00H
NSo?NH?,
potendo esistere ‘allo stato libero, per eliminazione di una molecola di acqua si
/00N
X.80 /
un acido per mettere in libertà l’acido solfaminbenzoico C°*H* il quale, non
trasforma subito nella sua anidride C°H° NH la quale è l'imide solfo-
benzoica, così detta Saccarina.
Proprietà e Reazioni. — La saccarina è una polvere bianca, molto leggera,
di sapore dolce stucchevole, cristallizza in piccoli prismi fusibili verso 200°, su-
blimandosi; è poco solubile nell’acqua fredda, più solubile nell’acqua bollente,
nell’alcool od in acqua alcoolizzata, nell’etere e nella glicerina. Si scioglie be-
nissimo nell’ammoniaca, negli idrati di soda e di potassa, dando, dei sali a sa-
pore dolce. — Fusa in tubo da saggio con potassa caustica. svolge ammoniaca
e dà acido salicilico. Facendo bollire in una piccola capsula di porcellana la sua
soluzione acquosa. si sente un odore simile a quello dell'acido benzoico.
Metodi di ricerca della Saccarina nelle sostanze alimentari. — L. Fromm;
nello Zei/s. f. Riibenzucker-Industrie, 1888, XX, pagine 238-239, consiglia quel
metodo stesso che è stato recentemente raccomandato nella circolare ministe-
riale diramata dal prof. Pagliani, e che è il seguente: « Si tratta la sostanza
con po’ di acido solforico diluito, e quindi si agita con una miscela a parti e-
guali di etere di petrolio e di etere ordinario. Raccolto il solvente in vetro da
orologio o capsula, si evapora ed il residuo si scioglie in un po’ di acqua calda.
In una parte si ricerca l'acido salicilico; l’altra viene assaggiata; l'intenso sapore
dolce svelerà la presenza della saccarina. » Ù
39
Herzfeld e Reischauer agitano la sostanza, in cui sospettano esser contenuta
saccarina, con etere, previa saturazione dell’acidità, raccolgono l'etere, e lo di-
stillano, e nel residuo fuso con soda e nitro cercano la presenza dell’ acido sol-
forico come indizio della preesistenza della saccarina.
Trattandosi di riconoscere la saccarina nel vino, si consiglia di estrarlo con
etere, evaporando a secchezza l’ estratto etereo e ripigliando con acqua calda,
in seguito trattando la soluzione acquosa con acetato basico di piombo, elimi-
nando il piombo coll’acido solforico e questo col carbonato di bario. Si ottiene
così la soluzione della saccarina baritica che si riconosce.
Questo metodo peraltro è insufficiente come sono insuffieienti quelli che si
fondano sullo svolgimento di ammoniaca o sulla formazione*di acido solforico
(vedi sopra), perchè altri elementi del vino possono produrre tali reazioni.
Anche secondo C. Schmidt (Mon. Scient. 1888) è meglio servirsi della pro-
prietà che ha la saccarina di dare acido salicilico quando viene fusa con un
alcali. Bisogna peraltro riscontrare precedentemente se esista acido salicilico
nel vino o nella sostanza: in esame. Egli consiglia di sbattere 100 cc. di vino
fortemente acidulato con acido solforico, con 50 cc. di una miscela a parti u-
guali di etere ordinario e di etere di petrolio; di ripetere quest’estrazione per
tre volte e di riunire i liquidi filtrando; di distillare l’ etere e di fondere il re-
siduo o in capsula di argento 0 in capsula di porcellana con idrato sodico per
mezz’ ora a 250°. Il prodotto della fusione riprenderlo con acqua acidulata con
acido solforico, e quindi trattarlo con etere per estrarre l’acido salicilico, il
quale per l’evaporazione dell’ etere, darà con cloruro ferrico la colorazione vio-
lacea caratteristica.
Ira Remsen ha trovato che riscaldando la saccarina con resorcina ed alcune
goccie di acido solforico concentrato, e ripigliando il prodotto con acqua, dopo
aver saturato l'eccesso di acidità con un alcali, si ottiene un liquido fiuorescente
‘ che appare rosso per trasparenza e verde intenso colla luce riflessa, analogo a
quello che si ottiene fondendo l'anidride ftalica con resorcina (resorcinftaleina)
insieme a potassa caustica.
Quando si tratti di ricercare la saccarina in vini 0 sciroppi, od in altri li-
Quidi la si separa prima dai medesimi con ripetuti trattamenti con etere; quindi
sul residuo che si ottiene dall’evaporazione del solvente, si opera la fusione con
resorcina nel modo indicato sopra.
E. Alessandri, che si è dato premura di studiare alcune reazioni sensibili
della saccarina, ha trovato che lo azotato mercurioso e più specialmente 7’ azo-
tato mercurico, anche in soluzioni diluitissime di saccarina, danno dei precipi-
tati, che spogliati convenientemente per mezzo dell’acqua, di ogni piccolo ec-
cesso di sale di mercurio, si sciolgono in alcool. Se il soluto alcoolico diluito si
tratta con idrogeno solforato, per separare il sale mercurico che può tenere in
soluzione, il mercurio si separa allo stato di solfuro ed il liquido, filtrato ed
evaporato, lascia intatta la saccarina con tutti i suoi caratterri fisico-chimici.
36
— Lo azotato mercurico precipita la saccarina anche in soluzioni che ne con-
tengono un centomillesimo, mentre soluzioni di saccarosio puro, glucosio, miele,
maltoso, levuloso puri, dietro esperimenti dell’A., con l’azotato mercurico non
precipitano affatto.
L’Alessandri basandosi su queste reazioni, qnando abbiasi da ricercare la
saccarina nei vini, consiglia di privarli per distillazione del loro alcool, e di de-
corarli perfettamente con biossido di piombo o di manganese, o con carbone
animale puro; di evaporare, se occorre, il filtrato fino a riduzione della metà,
e di trattarlo con nitrato mercurico, finchè questo non vi produca più intorbi-
damento. Il precipitato bianco giallognolo, raccolto sul filtro, si lava con acqua
stillata, e quindi si tratta sul filtro stesso con 3 4 cc. di alcool etilico rettifi-
cato o di quello migliore del commercio bollente. Per la presenza nel vino
anche di piccole quantità di saccarina, l'alcool passerà dal filtro sciogliendola,
e assumerà il sapore dolce caratteristico, stucchevole della saccarina. Il soluto
alcoolico, in cui potrebbe esser sciolto un po’ di sale mercurico, si può trattare
con idrogeno solforato, filtrare ed evaporare, ed ottener così la saccarina pura
da riconoscersi ai caratteri organolettici e chimici sopra indicati.
(continua)
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per:scambiarsi nolizie, schia-
vimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Il Nitargo delle cisterne di Venezia. Alcuni giornali cittadini si occuparono più volté
di quelli animaletti che abbondano nelle cisterne di Venezia, dopo l' introduzione dell’ acqua per
mezzo dei condotti lagunari. î
Non si tratta qui di quegli entomostracei illustrati per la prima volta dal nostro Zueconi nel
secolo scorso, ma di esseri grandicelli che misurano persino 22 o 24 millimetri di lunghezza.
Procuratimi un centinaio. di esemplari, dopo un attento esame, trovai che appartengono al
Niphargus aquilex, Schiodte e che quindi sono affatto ciechi; ma questi ospiti si associano spesso
con altre due specie che hanno occhi cospicui e precisamonte coll’ Orchestia mediterranea e col-
l’ Orchestia Deshayesi.
Tutti questi gamborelli e pulci acquatiche, non sono nocizi alla salute dell’ uomo e sì possono
introdurre impunemente nello stomaco senza provare alcun disturbo, anzi ritengo che se fossero
dotati dî maggior volume sarebbero commestibili.
È un fatto mirabile, come gli abitanti delle spelonche e dei luoghi oscuri perdano, pel non uso,
l'organo della vista, perciò numerosissimi sono i casì di *cecità che presentano gli animali caver-
nicoli, non soltanto quelli che occupano un umile gradino nella scala zoolggica, ma anche ì ver-
tebrati.
Adunque si può ammettere con fondamento che î tubi adoperati per fornire d’ acqua Venezia,
abbiano artificialmente preparato un ottimo ambiente pel Nifargo (già da me precedentemente
trovato nel Veneto in luoghi propizi) per cui esso sì introdusse nei condotti diffondendosi rapida-
mente por ogni dove in città, con sorpresa degli abitanti alcuni dei quali si allarmarono per l'in-
solito caso.
Questo è un nuovo futto che comprova l’ azione che esercita l' uomo sulle faune locali, azione
dittico
S7
troppo spesso dimenticata, ma che genera molte volte un perturbamento nell’ equilibrio dei viventi
e fenomeni inaspettati. ì
Il Nifargo fu scoperto nel 1835 da Paolo Gervaia nei pozzi dei dintorni di Parigi; nei pozzi
pure fu osservato: da Kock a Ratisbona, da Westvood in Inghilterra e da Humbert a Ginevra.
Nelle profondità dei laghi e nelle caverne fu pescato da Forel nel lago di Ginevra, da Schiodte e
da Toseph ad Adersberg ed in Carniola, dal Fries a Falkestoin nel Giura, dal marchese Giacomo
Doria alla Spezia, dal Parona a Fenera ecc.
Questo interessantissimo crostaceo cieco, non presenta sempre un identica forma, ma noù vo-
lendo tener conto delle lievi differenze, già notate nei Cataloghi della scienza, può ritenersi che
la sua distribuzione geografica sia dbbastanza estesa.
Nessuno trovò il Nifargso in tanta abbondanza come lo osservai io nelle cisterne di Venezia
e nei tubi che in essa distribuiscono 1’ acqua.
Venezia Dott A. P. NixnI
Note Entomologiche. Il sig. Giuseppe Nimis avendo rinvenuto un bruco di Dezlefila Nerti
presso Udine, domandò nel Bollettino dello scorso Novembre, in quali regioni d’Italia sì incontri questa
farfalla. Alcune risposte furono già date nel numero di Dicembre, ed ora, abbenchè un po’ in ritardo, io
mi permetto rispondere a tale domanda, dicendo quel poco ch'io so al riguardo. Fin dall’ anno
1873 rinvenni uno di tali bruchi su una pianta di Neriwm Oleander a Serravalle Scrivia
(prov. d’ Alessandria) Tale bruco isolato e solo, proveniva certamente da qualche uovo deposto. da
una femmina fecondata, portatavi dai venti dalla non lontana. Riviera Ligure. Lungo tutta questa
riviera, e segnatamente nella sua parte occidentale, cresce spontaneo e rigoglioso 1° Oleandro, e
sulle moltissime piante durante l’ Agosto i bruchi della Deilefila sono abbondantissimi.
Difficili a vedersi quando nel giorno stanno immobili sulle foglie delle quali hanno il colore,
sì scuoprono facilmente pei numerosi sterchi che cuoprono il terreno sottostante. To ricordo averne
Viste centinaia di questi bruchi sulle piante di Oleandro che numerose crescono lungo la ferrovia
fra Arenzano e Cogoleto; e mio cognato il Dottor Luciani, distinto Naturalista, che abita a Aren-
zano ha una bellissima raccolta di Sfingi dell’ Oleandro ottenute appunto da bruchi colà raccolti
e fatti metamorfosare in casa.
Voltaggio 11 Gennaio 1889. Dott. N. CAmusso
Quattro Orsi uccisi nel Trentino. Nella parte meridionale dell’ampia e spaziosa Anaunia,
s'apre verso ponente nel conosciutissimo gruppo di Brenta un’ angusta valletta, che porta il nome di
Valle dî Tovel. Lontana da cittadi e da villaggi, essa è'una delle poche valli trentino ove la natura si
presenta ancora nel suo vergine aspetto. Sopra i ricchi boschi di abeti, ond’ essa è vestita, s° inal-
zano guglie gigantesche di Dolomia, il cui candore fa vivo contrasto coll’ opaco delle selve e. col
terso cristallo azzurro del Lago di Tovel, Il bacino di quest’ ultimo è lungo oltre un chilometro,
largo la metà, con circa 20 m. di profondità, In questo ridente laghetto abbondano i Salmarzini (Salmo
salvelinus) ricercatissimi per la squisitezza delle loro carni, dichiarate dai buongustai, migliori
di quelle della Zrota. Vi si pescano individui talora d’ un pese superiore ai 3 chilogrammi.
Tali bellezze naturali, rendono la Valle di Toveluna delle più interessanti per l’alpinista, un
vero « luogo romantico » per chi ama la natura. Pochi luoghi presentano una scena più pittoresca
della regione descritta.
Ma fra tanto bello c' è anche il suo punto nero. Nella Valle di Tovel ha stabile dimora l’Orso.
Ad onta della continua guerra che l’uomo gli fa, il temuto Carnivoro, protetto dagli inaccessibili
dirupi e dalle folte selve, vi si mantiene a dispetto dei pochi frequentatori della valle.
Lo scorso dicembre la inospite Valle di Tovel fu teatro di due caccie all’ Orso, una delle quali
minacciava di finire in tragedia.
Un bravo cacciatore, con un buon colpo di fucile abbattè un grosso Orso. Credutolo morto, si
appressò per esaminarlo, ma la ferita belva addentò il cacciatore al polpaccio di una gamba e ne
nacque una lotta corpo a corpo. Gli sforzi erculei dell’ infelice avrebbero ben poco giovato, se alle
‘grida disperate dello stesso, non fosse accorso prontamente un compagno, che con un ben aggiustato
colpo di fucile finì la bestiaccia.
38
Ed. or vengo all’ altro caso: Durante la scorsa estate un’ orsa accompagnata da due orsacchiotti,
era stata varie volte veduta percorrere le balze della valle anzidetta. Sei esperti ed arditi caccia-
tori ne mossero sulle orme e con indicibile fatica arrivarono fino al covo della stessa. Destramente
appostati, quando la feroce belva si precipitò fuor dell’ antro, sei palle le si piantavano nei fianchi
Cade la bestia, ma tosto si rialza e benchè grondante di sangue essa arriva a fuggirsene inseguita
dai cacciatori, i quali, pur troppo, perdettero le vestigia, ne mì consta che finora ne sia stato ritro-
vato il cadavere. ì
I figli si slanciano fuor della caverna per raggiungere la madre, ma uno dei coraggiosi in-
tanto che gli altri iuseguono la bestia ferita, adoperando il fucile vuoto a mò di clava, li fa rin-
tanare (sebbene abbiano avuto la grandezza dei più grossi cani), avendosi l’ intenzione di pigliarli
vivi. Ma la tana troppo bassa non lo permise ; furon quindi uccisi là dentro -e di la condotti al
Capitanato di Cles per averne la meritata taglia legale. 3 È
Rovereto, nel gennaio 1889. ‘AG. BonoMI
Ancora sulla comparsa dei Sirratti. Rendo noto, che il 6 del corrente «gennaio venne
ucciso un Syrrhapte paradoeus (Pall) femmina a circa 100 metri dal Vallese, paese del Territorio
Veronese. È questo il terzo Syrrhapte, che vien preso nella Provincia di Verona; contando l'in-
dividuo maschio. di cui io ho parlato nel Bol. del Natural. del dicembre 1883, e l’ individuo cat-
turato a Villabartolomea, che trovo indicato nell’ Elenco di Tomaso Salvadori in questa Rw. Ital.
di Scienza Nat. 15 gennaio corrente. Io ho fatta la preparazione del suddetto Sirratte femm., e
ho trovato che nello stomaco aveva poca sabbia e qualche sassolino ; 1° ovaia era molto sviluppata.
e cinque uova presentayano la grossezza ci un granello di veccia. L’ individuo fu colto mentre pa-
scolava in un campo seminato a frumento. Ora è in possesso del conte Francesco Cipolla di Verona.
Verona 27 Gennaio 1389. V. DaL NERO
Notizie di caccia e note ornitologiche : Negli scritti della Società ornitologica di Vienna
troviamo fra altri articoli di non poco interesse, anche quello del Sig. Michel, nel quale egli nota
tre uccelli rari, stati veduti nei monti dell’ Iser e Lomnile in Sassonia, e cioè due Colymbus septen=
trionalis, stati presi nello scorso Novembre 1888 ed un Colymbus arcticus; più il Mergus mer-
ganser in circa 16-20 individui, dei quali ne fu ucciso uno. Il Sig. Michel fa poi menzione della
Nucifraga coryocatactes di passaggio in piccoli branchi nei monti dell’ Iser.
Un altro fascicolo ci porta l'articolo, in cui il Sig. Talsky dà la notizia che lo scorso anno 1888
furono veduti in Moravia alcuni individui del :SyrrRaptes paradorus, nel Maggio, Luglio, Agosto e
Settembre. Anche la Nucifraga caryocatactes fu veduta in Moravia.
Il Sig. Neweklawsky nota 1° importanza del Larus ridibundus come insettivoro e principal
mente come distruttore degli scarafaggi, mentre invece viene pur troppo perseguitato a tutta oltranza.
- Il Sig. Hodeckjun fa menzione di due uccelli stati presi presso Wittingau (Boemia) nello
scorso Novembre 1888; uccelli che vengono ben di rado in queste parti, e cioè Tadorna vwpanser
e Cygnus minor.
Vienna SR.
Viene segnalato un Sirratte ucciso il 10 decembre scorso a Melun (Seine et Marne- Francia).
A proposito dei Sirratti noto che la Società botanica di Magdebourg ha fatto fare apposite ri-
cerche per assicurarsì quale era il loro nutrimento preterito ed ha trovato che il Sirratte fra molti
semi ha preferiti quelli del panico Panicum filiforme, e di due specie di setaria Setaria vinidis e
glauca, piante che è facile coltivare in tutti i paesi di Europa. L. N.
Nei monti sopra Cordeto è stata uccisa una magnifica Aquila reale (Falco fulvus Lin)
Reggio Calabria ; MoscHELLA.
Anatomia comparata. L’intestino del casoar è marcatamente corto: intestino tenue, m. 194,
grasso m. 0, 25. I ciechi hanno m, 0, 20 di lunghezza. Nello struzzo la lunghezza dell’ intestino è
circa m. 18. 50. E curioso di constatare una differenza così considerevole fra due specie molto af-
fini. Ciò deriva dalla differenza di regime; lo struzzo si nutre con alimenti vegetali ed il casoar
ricerca gli insetti ed i rettili. a i
39
Generalmente non si ammette la presenza dei denti nell’ Ornitorinco (Ornithorhyneus para-
doxus) ritenendosi che essì vengono rimpiazzati dalle lamine munite di punte, che si trovano in
due serie ai lati della mascella. Secondo Pow/tor, questi animali possederebbero, durante la giovi-
nezza dei veri denti sotto le lamine, e queste penetrando insensibilmente negli alveoli dei veri denti,
cercano d' arrivare alla superficie e finiscono per assorbirli. (Le naturaliste de Paris N. 43 p. 287).
Notizie di botanica. L’ Antirrhinum tortuosum Bosc. si trova nell’ Isola di Pantellaria, a
Siracusa ed a Roma. Io 1’ ho raccolto sui muri vecchi di Teramo, e siccome classificai l'esemplare
dopo essere andato via da quella città, così non posso dire se si trova solo, 0 insieme con l’ Antir-
rhinum majus L., nè se si trova anche nei luoghi vicini.
Alla spiaggia di Giulianova, nella sabbia vicino al mare, ho raccolto il Solanum Sodomaeum
L., che è pianta delle nostre grandi isole, e si trova anche in Calabria ed a Terracina.
Per quel ch'io sappia, queste due piante non erano state ancora raccolte nell’ Abruzzo, e perciò
credo utile darne l’ avviso. È
Pavia, Gennaio 1889 A. Longo.
Elmis Volkmari. In quasi tutti i trattati scientifici leggesi intorno a questo coleottero der-
mestide: « Sta nelle acque correnti sotto le pietre sommerse. » Non avendolo io mai raccolto in questi
luoghi (il che può benissimo attribuirsi alla mia imperizia) ma sempre lungi da ogni corso d’acqua,
e generalmente nei Lycopendon bovista; ho creduto questo fatto degno di nota. Probabilmente
già altri avrà fetta questa osservazione, ma mon avendone avuto io alcun sentore gradirò molto le
notizie di coloro che potessero rendermi più conosciuto questo coleottero abbastanza raro
Genova IERUIBE
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
Società degli Alpinisti Tridentini — XIII Annuario. Anno sociale 4886-87. Dalla
importante società degli Alpinisti tridentini, che conta nel suo seno ben 882 soci, ci è stato favo-
rito questo interessante volume, che oltre la Cronaca sociale, una copiosa Bibliografia ecc., contiene
pregievoli scritti fra i quali:
‘Riccabona: Il XV convegno estivo in Rabbi — Malfatti: SUenio di Toponomastica trentina — D' Anna: Ampezzo e
la Croda da Lago — De Campi: I campi nerì presso Cies nell’ Anaunia — Busin:i La Meteorologia nel Trentino —
C. Sforza: Da Rabbi alla Cima Venezia — D.:'11 Gruppo del Cevedale e la salita ufficiale del XVI ritrovo estivo —
Rodegher: La Valle di Bresimo — Nescio: Usi e costumi nel Trentino — Bolognini: Le leggende nel Trentino — Tam-
bosi: Di Rifugio in Rifugio.
Esperienze ed applicazioni del metodo curativo col solfuro di carbonio nei
vigneti fillosserati in Italia. Pubblicazione del ministero di agricoltura industria e commercio,
che forma parte degli Annali di agricoltura del 1888. Contiene i seguenti scritti: I campi speri-
mentali per la cura dei vigneti filosserati in Sicilia, Calabria e Sardegna. Applicazione del Solfuro
di carbonio nei vigneti filosserati nelle suddette località. Prezzo del volume L. 0,, 80.
Almanacco per i campagnoli, compilato a cura della direzione dell’ Amico del Contadino.
L’ amico del contadino è un eccellente periodico che si occupa di agricoltura e che si stampa in
Firenze. Da tre anni la direzione di questo periodico pubblica un almanacco che viene dato in dono
agli abbonati e che è ripieno di buoni ammaestramenti per i campagnoli. Quello po il 1389 è un
volume di circa 200 pagine e si vende al prezzo di L. 1,00.
GIACHETTI G. C. L'esposizione internazionale di uccelli da cortile e da co-
lombaja, conigli. cani ecc. tenutasi in Roma nell'aprile 1888. — Rivista delle divisioni
IV e V. Il nostro solerte collaboratore G. C. Giachetti pubblicò gia in questo periodico la suddetta
relazione, ed'ora la ha riunita in un fascicolo, apportandovi poche variazioni.
C. Cantù. Mranklin. È un elegante librettino che il sig. Angelo Colombo di Milano ha pub-
40
blicato e con gentile pensiero, ha donato alla Fratellanza fra i tipografi ed esercenti arti affini în
Stena, della quale è presidente onorario, perchè lo vendano a benerizio del fondo pensioni.
Bollettino del R. Osservatorio ed Istituto bacologico di Vittorio. Sono pubblicati
2 numeri di questo periodico destinato ad avvantaggiare gli interessi dei Bachicoltori delle provingie
Venete.
GASPARINI prof. dott. VINCENZO: Piccolo atlante botanico, di 30 tavole
con 225 figure in comolitografia, preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per
le scuole secondarie. Demmo già nel N. ll anno scorso, un preavviso su questa pubblicazione, ed
ora che abbiamo ricevuto il libro e trovatolo molto utile per l'insegnamento, non possiamo che
raccomandarlo ai sigg. professori o studenti. Il prezzo è di sole L. 3,75 mentre contiene 275 figure
bene eseguite in colori. Si può acquistarlo presso l’ agenzia di questa Rivista e. presso 1’ autore
in Fano.
CERMENATI MARIO: La Valtellina ed i Naturalisti. È pubblicato il secondo fa-
scicolo di questa Memoria bibliografica. Si occupa della Zoologia (1) e passa accuratamente in ri
vista tutti gli scritti nei quali, anche per incidenza, è fatto cenno di animali valtellinesi. In apposita
appendice vengono poi trattati i seguenti temi: Importanza scientifico-pratica delle ricerche fau-
nistiche della Valtellina — Appunti critici al catalogo « Vertebrati della Valtellina » del profi
De Carlini — I problemi principali dell'inchiesta ornitologica italiana — Cause principali del-
Varretramento degli studi geologici in Valtellina — Studi geologici nelle provincie lombarde,
anteriori alle ricerche valtellinesi. Prezzo del volume L. 1, 00.
CLERICI E. e S. SQINABOL. La Duna quaternaria al Capo delle mele in Li-
guria. Comunicazione fatta alla Società geologica italiana. Gli egregi autori, essendo stati av-
vertiti dal Prof. Issel che al Capo delle mele tra Laigueglia e Marina d’ Andora esisteva una for-
mazione quaternaria non ancora studiata, si portarono sul luogo, ed in questa memoria, rendono
conto delle loro osservazioni e dei fossili rinvenutivi, fra i quali una nuova specie di mollusco ter-
restre alla quale danno nome Helix melensis.
DE TONI dott. ETTORE: Nota sulla flora del bellunese. Premessa una rivista bi-
bliografica, l’egregio autore da l'elenco di 24 piante terrestri non ancora notate fra le bellunesi; a
questa nota ne fa seguire un’ altra comprendente una grande quantità di specie e varietà di piante
che hanno richiamata la sua attenzione, ed il suo studio, per le ragioni che indica per ognuna di
esse. Notiamo che fra queste sono comprese anche parecchie Alghe.
MASSA CAMILLO. Entomologia Agraria ad uso degli agricoltori pratici e degli
agronomi. Questa pubblicazione promossa dal Comizio agrario di Modena, ha un interesse speciale
per i coltivatori pratici di piante, poichè è scritta in modo popolare e vi è notato non solo il nome
scientifico degli insetti ma anche il loro nome volgare italiano e quello vernacolo del Modenese.
NINNI A. P.: La pesca ed il commercio delle rane e delle tartarughe fluvia-
tili, nella provincia di Venezia. Parla dei diversi modi ùsati per far la caccia alle rane ed
alle tartuche d’acqua dolce, nonchè del commercio di questi animali, che assume una certa impor-
tanza nella provincia di Venezia.
BONIZZI prof. PAOLO: Osservazioni intorno agli infusori ciliati, Ecco l' elenco
degli infusori ciliati che l’ egregio autore ha osservati nei dintorni di Modena.
OLOTRICHI.
l. Paramecium Aurelia Ehr. 10. Lacrymaria olor Ehr.
pi « Bursaria Focke ll. Amphileptus Cygnus Clap. et. Lach.
3. Colpoda Ehr. 12. Loxophylum fasciola Clap. et Lach.
È Trachelophyllun pusillum Clap. et Lach. 13. « meleagris Duj.
apiculatum Clap. et Lach. 14. Cyelidium glaucoma EnTea
6. NA fractus Clap et Lach. 15. Glaucoma margaritacium Clap. et Lach.
7. Coleps hirtus Ehr. 16. « scintillans Ehr.
$. Enchelis fracimen Ehr, 17, Opalina ranarum Duj.
9. Colpoda cucullus Ehr.
(1) Il fascicolo 1.° Generalità ed il 3. Btunica sono già pubblicati, come annunziammo a suo tempo. Il 4° Geologia
é in corso di stampa. Il prezzo di ogni fascicolo è di L, 1, 00,
41
ETEROTRICHI. IPOTRICHI.
18. Balantidium entozoon Clap. et Lach. 27. Chilodon cucullus Ehr.
19. Plasiotoma lumbrici Duj. 28. Aspidisca cicada Clap. et Lach.
20. Plasiotoma blattarium Clap. et Lach. ZL « Iynceus Ehr.
21. Stentor polymorphus Ehr. 30. Euplotes patella Ehr.
SIE « charon Ehr.
PERITRICHI. 32. Stylonychia mytilus Ebr.
22 Halteria srandinella Duj 33. « pustulata Ehr.
23. Cothurmia cristallina Ehr. 34. Oxytricha urostila Clap. et Lach.
24. Vorticella microstoma Ehr. SPE « gibba Clap. et Lach.
207 « convallaria Ehr. 36. « pellionella Ehr.
26. « ‘ nebulifera Ehr. 37. « caudata Ehr.
Per tutti questi protisti, l’ egregio autore, espone nella memoria interessanti osservazioni e
dettagli.
LEPORI dott. CESARE. Ancora del Fillodattilo europeo (Spallanzani fasc. X-1888).
CIACCIO comm. prof. G. V. Sulla terminazione dei nervi nelle piastre elettriche delle
torpedini eec. (idem fasc. 1-1889)
PERRONCITO prof. E. Sul modo di diffondersi dei Cercomonas intestinalis (Protozoi)
(Accad. med. di Torino 24 febbraio 1388)
TSCHIRCH prof. A. Anatomia vegetale applicata. Manuale per lo studio della struttura
anatomica delle piante che riguardano la farmacia, le arti, l'agricoltura e l'economia domestica. —
E questo il titolo, tradotto in italiano, di un opera tedesca in due volumi che stanno pubblicando
gli editori Urban e Schwarzenberg di Vienna e Lipsia. È uscito il primo volume che comprende
la parte generale.
NOTIZIARIO
Gli abbonati che non hanno ancora dichiarato se desiderano ricevere /’ iniiera pubblica—
zione quindicinale cd il solo Bollettino mensile, sono avvertiti che non rifiutando il presente fa-
scicolo, saranno considerati come abbonati alla edizione che esce ogni 15 giorni e dovranno in-
viare L. 5,00 per abbonamento dell’ annata corrente.
La più numerosa collezione di farfalle, crediamo sia quella dell’ Eden. Musée di New
Jork, che conta ben 100 mila esemplari, fra î quali l'Ageroma, unica farfalla che faccia uso delle
zampe per correre; la grandissima Erebus strîx del Brasile ecc. i
I voti del Congresso internazionale per lo studio della tuhercolosi. Ecco i voti
formulati dai membri del Congresso internazionale per lo studio della tubercolosi :
1° È necessario inserivere la-tubercolosi nelle leggi sanitario di tutti i paesi del mondo, fra
le malattie contagiose che richiedono misure profilattiche speciali, entrando nelle leggi e regola-
. menti di polizia sanitaria degli animali. }
2° E necessario di sollecitare, con tutti i mezzi possibili, compresa l’ indennità agli interes-
sati, l’ applicazione generale del principio del sequestro e della distruzione totale di tutte le carni
provenienti da animali tubercolotici, qualungne sia la gravità delle lesioni specifiche riscontrate
negli animali.
3° È necessario di sottoporre ad una speciale sorveglianza le vaccherie destinate alla pro-
duzione del latte che si vende in natura, per assicurarsi che le vacche non sieno affette da malat-
tie contagiose, specialmente la tubercolosi, suscettibili di trasmettersi all’ uomo.
4° È necessario di compilare delle istruzioni semplici, da diffondersi a profusione nelle città.
e nelle campagne, indicanti i mezzi atti ad evitare i pericoli d’ infezione tubercolare coll'alimen-
tazione, particolarmente per mezzo del latte, ed a distruggere i germi virulenti contenuti negli
sputi, nella biancheria, nella lettiera, ece., dei tubercolotici. *
i da ASTI du
LTT, IE vr Dr Lal
‘42 ; È
5° È necessario di porre nelle attribuzioni dei Consigli di Igiene tutte le quistioni relative
alle malattie contagiose degli animali domestici, comprese quelle che presentemente non sembrano
trasmissibili all'uomo: alla vaccina, alla morva, alla rabbia, al carbonchio, alla tubercolosi, potranno
infatti aggiungersi più tardi tutte quelle altre malattie infettive comuni, sue Ed parimenti
una protezione comune.
6° Il Comitato permanente organizzatore del Congresso sarà a disposizione dei diversi Governi
per fornir loro tutti quei dati atti a facilitare l’ attuazione dei voti espressi nelle suesposte pro-
posizioni.
Escursioni, esplorazioni, missioni. ]l naturalista Chaffanjon stà per intraprendere una
esplorazione alle Cordilliere delle Ande fra la Colombia e Venezuela, ed all’ isola e lago Maracaibo.
F. Grehant è stato incaricato dal governo francese di una missione al Chilì, per raccogliere
collezioni scientifiche destinate allo Stato. ;
La gara di colombi viaggiatori che ebbe luogo a Roma il 20 gennaio corrente riuscì
veramente disastrosa. I colombi inscritti furono 38, appartenenti alle seguenti razze: 1 Belga mes-
saggero d’ Anversa; 35 Belgi messaggeri di Liegi; 1 Dragone d' Inghilterra; 1 Bagadese, Di questi
4 furono ritirati, 32 perduti e uccisi nel trenaggio e soli 2 inviati a Roma per la lanciata ; di
questi due, il solo N.° 26 tex di proprietà del Sig. Pietro Rossi, ritornò a Firenze.
Concorso nazionale bacologico. Presso la direzione del Museo nazionale di bacologia
in Torino è aperto il consueto annuo concorso fra i produttori ed allevatori di semi da bachi. Le
domande devono essere presentate non più tardi del 10 febbraio. a
Concorsi aperti dall’ Accademia delle scienze di Parigi per gli anni 1889,
1890 e 91.
1889 - Premio Delesse, destinato all’ autore di un lavoro concernente le scienze geologiche 0
in mancanza di esse, le scienze mineralogiche. — Premio Barbieri, per colui che farà una scoperta
preziosa sulla botanica, avente rapporto all’ arte di guarire. — Premio Desmazieres per 1’ autore
dell’ opera la più utile su tutta o parte della criptogamia — Premio Montagne, all’ autore di la-
vorì importanti sull’ Anatomia, la fisiologia, lo sviluppo o la descrizione delle crittogame inferiori
— Premio della fondazione Melicop, destinato alla migliore opera di botanica sul Nord! della Francia
— Premio Vaillant, per lo studio delle malattie dei cereali nella loro generalità — Premio Thoer,
da concedersi. alternativamente ai lavori sulle criptogame cellulari d’ Europa e alle ricerche sulla
‘ vita o l’ anatomia di una specie d’ insetti europei. — Gran premio delle.scienze fisiche, per lo studio
completo sull’ Embriologia e sull’ Evoluzione di un’ animale, a scelta del concorrente. — Premio
Bordin, per lo studio comparativo dell'apparato auditivo negli animali vertebrati a sangue caldo
(Mammiferi e uccelli) — Premio Savigny, destinato a dei giovani Zoologi viaggiatori — Premio
Lallemand destinato a ricompensare e incoraggiare i lavori relativi al sistema nervoso nel senso il
più lato — Premio Purrat, per le ricerche esperimentali sulla contrazione muscolare — Premio
Gai, per il miglior lavoro sul tema: Determinare con lo studio comparativo delle faune e delle
flore, lo relazioni che hanno esistito fra le isole della Polinesia e le terre vicine.
1890. — Premio Fontane, destinato all’ autore della migliore pubblicazione paleontologica —
Premio Senes, sulla embriologia generale applicata per quanto è possibile alla fisiologia e alla medi-
cina — Premio Vaillant, per lo-studio sulla crosta terreste — Premio Burrat. Tema: Delle proprietà o
delle funzioni delle cellule nervose annesse agli organi de’ sensi o a uno di questi organi.
1891. — Premio Cuvier, destinato all’ opera più rimarchevole, sia sul regime animale, sia ‘sulla
geologia — Premio Gama Macchado. Tema: sulle parti colorate del sistema tegumentario degli
animali o sulla materia fecondante degli esseri animati.
———_—__—_—_—_—_—___@G0ou___—_—_—_—_—tm
Richieste e Offerte --
(cratis per gli abbonati)
43
Domande di Cambi
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
6. Desidero far cambio di vova da covare di Galline Houdan, con quelle di Galline Creve-
cour, tazza pura. Agronomo V. de Michetti.
Teramo.
7. Cambierei, coppie di piccioni viaggiatori liegesi puri, con coppie di viaggiatori anversesi.
Agronomo V. de Michetti. Teramo.
8. Si vendono serpi vivi (Zamenis viridifavus) innocui non velenosi, al prezzo di L. 2
l’uno.
9. Sé acquista un bel gallo della razza Maggi per la riproduzione. Chi lo avesse di almeno 2
anni di età e senza difetti, può offrirlo all’ amministrazione del giornale, indicandone il costo.
10. Offro molluschi de La Preste, in cambio di piante, coleotteri, e lepidotteri. Scrivere al sig.
Charles Faure La Presto (Pyr. On!) Francia
11. Si desidera fare acquisto di Gabbiani (Larus) e di Barbagianni (Strix flammea) freschi in
carne, od in pelli ben preparate; si accettano anche in cambio di altri oggetti di storia naturale.
Rivolsersi al Gabinetto di storia naturale di .S. Brogi - Siena.
12. Si vendano piante di Ramodia pyrenaica, Rich., tanto preparate secche per erbario, che
fresche vive per la cultura. Rivolgersi al Sig. C. Faure a La Preste Francia.
Strumenti, Utensili e bpecialità diverse
utili per la raccolta
studio, preparazione e conservazione degli oggetti di Storia naturale,
NB, si prendono commissioni anche per ogcetti e prodotti chimici, che non ficurano in questo cataloco.
Acido fenico (1) puro, buon antisettico, la
boccia L. 1,00
Acido fenico preparato per ripulire e pre-
Servare insetti, piante ecc, dalle muffe e crit-
togame. Boccia di 109 gr. L. 0,60 di 200
DPS È : . o È ò L. 1,00
Alcool rettificato (1) Una boccia. TL. 1:00
Alcool preparato per bagnarvi le piante da
erbario onde preservarle dai danni delle tarme.
Questo alcool quantunque misto a sostanze ve-
nefiche è dosato in modo da preservare le
piante senza recar danno a chi dovrà poi ma-
nesgiare gli erbari. Una boccia (1) L. 1,00
Ammoniaca: utile per neutralizzare 1° azione
venefica del morso di certi animali, togliere il
dolore di certe punture, il prurito prodotto da
certe piante ecc. L. 1,50 il litro. Una boccia
di sr. 200 ARIE c L. 0,50
Ammoniaca in piccola boccetta. con porta gocce
e tappo smerigliato, in astuccio di legno lucido
(tascabile) , 5 L. 1,00
Ammoniaca in boccetta” più elegante, sfaccet-
tata, in astuccio di pelle (tascabile)
Anelli di gomma. Servono molto meglio delle
ordinarie legature, e con grande risparmio di
tempo. por tener chiuse le scatole, riuniti in-
sieme diversi oggetti, fogli, schede, le diverse
L. 2,00.
parti di un esemplare, le valve delle conchiglie
ecc, ecc., Utilissimi per chi fa collezioni. Un
chilog. L. 33 franco di Lea to. 40 gr. (500 anelli
circa). È Ti. 150
Archetti per segare, con assortimento di 12°
seche L. 3.00
il chilo-
Bacchette agitatori di cristallo.
grammo È 6 L. 4,00
Basi tonde tornite, eloganti con cornice, al-
tezza 3 cent. di diametro assortito da cent. 6
a 9 In legno bianco L. 16 il cento ; verniciate
in nero lucido : L. 20.00
Basi tonde con posatoio a cruccetta
delte suddette dimensioni e qualità. n legno
bianco L. 22 il cento; verniciate in nero lucido
il cento L. 30,00.
Desiderando basi tonde con o senza posatoi
tutte della medesima grandezza, o di dimen-
sioni più grandi delle suddette o verniciate
in altri colori, o di noce ecc., prozzi da conve-
nirsi,
Basi quadre e rettangolari a prezzi vari
secondo la qualità e grandezza.
Benzina rettificata (1) É la miglior sostanza
per digrassare le pelli di mammiferi , uccelli
ecc. gli insetti e qualunque altro oggetto, senza
che ne alteri i colori. Occorre però ‘che sia
pre Vr
RT et n
vago pata
44
veramente rettificata. Una boccia di 100 gr.
L. 0,35 di gr. 200 . . î . L. 0,60
Benzina preparata con antisettici per
digrassare pulire e preservare gli esemplari
dalle muffe ece. Una boccia di 100 gr. L. 0,60
di gr. 200 3 i 5 . - L. 1,00
Bicchieri con piede, con e senza beccuccio
per analisi, ece., da L. 0,30 a L. 1,20 I uno.
Assortimento franco È È £ L. 3,50
Bisturì o coltelli da dissezioni, lama di acciaio
per spellare gli animali mezzani e piccoli, fare
preparati e ricerche anatomiche ece., quantità
garantita, da L. 1 a 3. Assortimento fran-
co. i È : È 6 L. 4,00
Boccette contagocce di vetro a tappo sme-
rigliato . 5 ; - . L. 0,590
Boccette per cacciatori escursionisti ece.
Sono di cristallo smerigliato ed utensile per
applicare il caustico nelle ferite; chiuse in
elesante astuccio, da portarsi comodamente in
qualunque piccola tasca dell’ abito. Servono
per portare seco odori, antiseitici od ammo-
niaca per cauterizzare i morsi e le punture di
animali velenosi, e toglierne il dolore. L. 1,00
luna; {0 franche di porto . . L. 7,00
Boccette di cristallo arrotato e smerigliate
per il suddetto uso, elegantissima e chiuse in
astuccio di pelle L. 2,00 - 6 franche di
porto - > x - - L. 10,00
Boccie a tappo smerigliato che contengono
da gram. 50 (L. 0,20) a chil. 3 (L:3 1’ una)
Assortimento franco i ; Sera 0100
Bottiglia del raccoglitore modello speciale
comoda per portarsi in tasca, vetro fortissimo,
tappo forato e munito di tubo in metallo. In-
dispensabile per la raccolta dei piccoli oggetti
ed animali L. 0,65 - 10 franche di porto L. 6,00
La medesima con tubo in vetro L. 0,55 - 10
franche di porto. 2 0 L. 5,00
Campane di vetro grosso con bottone, per co-
prirè preparazioni, piante ece, da L. 1,00 a
L. 5,00 1’ una. Assortimento franco L. 10,00
Canne di vetro assortite fino a 3 centim. di dia-
metro L. 4,50 il chilog. Per più chilogrammi
e per maggiori diametri, prezzi diversi
Canfora, buon antisettico L. 4,50 il chilog. un
vaso di gr. 200 ; - c L. 1,00
Gapsule o vaschette di vetro a fondo iondo
e piano con o senza beccuccio; serie di 5 da
gram. 50 a 250 L. 500 a 6,00. Assortimenti
franchi . 5 3 da L. 5,00 a L. 22,00
Carta da erbari bianca a mano senza colla
cent. 32% 45 I.. 3,00 ogni 100 fogli - cent.
- 324 22 L. 1,50 ogui 100 fogli.
Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia
cent. 20 45, L. 2,40 ogni 100 fogli. Foglio
doppio L. 3,80 ogni 100 fogli.
Carta bianca a mano fortissima con colla, per
erbari e preparazioni diverse, centim. 39}< 47
L. 5,00 ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi
vari.
Cassette per collezioni d’ insetti, solida-
mente costruite in noce a lustro, fondo di su-
ghero, coperchio a cristallo, serratura ermetica
papcale, grandezza cent. 334 444 6, ognu-
Cassette (Cartoni) per collezioni d’insetti,
in legno, fondo di sughero, coperchio a eristal-
lo, doppia chiusura ermetica speciale. Si costrui-
scono a piacere del committente. Di centimetri
207 264 6 ì : 2 - L. 3,00
Cassette per raccolte d’insetti simili alle
suddetto, ma con chiusura più semplice e sen-
za cristallo Centim 209}4 2646 . L. 2,25
Cassette da portarsi a tracolla nelle escursioni,
Con divisione per gli animali infilati con spilli,
ed altra per animali vivi, od altri oggetti.
Grande centim. 274 124 10. ;L. 4,00 e 5,00.
Cianuro di potassio raccomandato per ucci-
dere prontamente gli insetti senza alterarne i
colori ece. L. 7,00 al chilo. Un vaso L. 1,00
Cemento liquido, per riattaccare solidamente
pietro, vetri, ossi, terraglie ece, per rostau-
rare fossili e ricoprirli di uno strato finissimo
trasparente incoloro, che li preserva dai danni
dell’azione atmosferica. Volendosene servire co-
me vernice da darsi alla superficie dei mine-
rali e fossili occorre allungarlo con più o meno
acqua secondo l’ effetto che sì vuole ottenere.
La boccia L. 0,50 - 10 boccie franche di
porto : > iso È 5 L. 4,50
Cilindri e provette di cristallo. Vasi con
beccuccio ecc., da L 0,70 a L. 3,00 1’ uno. As-
sortimenti franchi da L 2,00 a L. 30,00.
Coltelli per spellare î grandi animali (perì più
piccoli vedi Bisturì) L. 0,50 a L. 1,50
Conciatore istantaneo. Questo liquido ar-
resta immediatamente la putrefazione, impedi-
sce la caduta del pelo, e, contenendo degli an-
tisettici, preserva le polli dalle tarme; è perciò
utilissimo per la tassidermia.
Basta bagnare due o tre volte il rovescio
di una pelle di media grandezza per ottenere
l'intento; le pelli dei piccoli mammiferi si
conciano anche con un solo bagno.
Conserva benissimo gli animali che yi si
tengono immersi.
Un litro L. 4. — {2 litro L. 2,20 — Una
boccia. vigore È - Bn RI.
Draghe per raccogliere in fondo delle
acque conchiglie coralli ecc. Se ne fanno co-
struire di qualunque grandezza e forma, dietro
commissione.
(continua)
(1) 11 prezzo ristretto allitro e al chilogrammo si par-
tecipa dietro richiesta, essendo variabile.
——<=z6<=_12z2À=———=— ————==tb.
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N° 4 Albicocchi .- Belle piante ad alto fusto, forti N.° 4 Susini =
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Le copie ottenute non scoloriscono come con i poligrafi. Garanzie complete.
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devono essere indirizzate a Mariano Ticci - Siena,
o all'Agenzia di questo giornale. I prezzi da con-
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samare animali —
ANNO IX
20 Febbraio 1889
(Bollettino N, 3-4) N. 4-5
Scienza e pratica
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
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coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
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Bonomi Prof. Agostino — Rovereto
BorpI Prof. Dott. Luigi — Osamo
CaccraMaLI Prof. G. BartIstA — Arpino
CANESTRINI Prof. Riccarpo — Padova
CERMENATI MarIO — Lecco
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DeL Prete Dott. Rarmonno — Viareggio
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FERRAGNI OpoarDo — Cremona
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GiacHertI G. Cesare — Firenze
GrosseAu Conte CarLo — Ginevra
Longo Prof. Dott. AnpreA — Pavia
LentICCHIA Prof. ATTILIO — Lugano
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SOMMARIO
Direzione. Comm. prof. G. Meneghini.
Badanelli prof. Dott. Dante. I diamanti di Pistoia.
Dott. G. S. Il tabacco e il suo avvenire.
Giachetti G. C. Colombicultura (cont.)
V. I corpuscoli.... invisibili.
Ottavi prof. Ottavio. Crittogama (Oidio) e Matonna
Spigolature apistiche.
Comunicazioni: Albinismo e siileilicio nei passeri C. Bonalda — Starna che densa uova
nel novembre P. T. R. — Pesci e cetacei fossili nel terziario della Nuova Zelanda B. — Chytridium.
elesans B. — Bothriocephalus latus P. — Rettili fitofagi P. — Pseudophoenix sargenti P. — Echi-
nococchi P. — Soluzione di nucina P. — Due nuovi batterii fotogeni P. — Notizie di Caccia e
note ornitologiche Brogi; G. A.; E. Mettica — Pollicultura Sy. — Il canto dell’usignuolo Sr.
Invenzioni e scoperte: Kanaff — Seminatoio automatico — Potenza, dell’ odorato — La gua-
fina — Il tubo di vetro pei lumi — Fucile automatico — Montagna di ferro in Birmania —
Gymnote — Nuovo albero del caffè — Tavolino acustico — Psicrometro a ventilatore — Idrofono
— Litoleina — Un nuovo sale di sodio — Meucci inventore del Telefono — Creolina e bacilli —
Imperialina — Nuova sacchetta per confezione seme bachi. :
Insegnamenti pratici: Frutta gelate — Nuovo metodo per avere barbatelle — Ingrassamento
dei colombi giovani — Ingrasso per i rosai — Per conoscere l’ età degli animali bovini.
Notiziario: da pagina 66 a pagina 70.
Richieste, Offerte e domande di cambio — Ricevute — Avvisi diversi.
HANNO PAGATO L’ ABBONAMENTO PER L’ ANNO 1889.
Alla rivista italiana di Scienze naturali e Bollettino del Naturalista i Sigg:
Altadonna Romedio — Arcangioli Luigi — Angelini prof. Giovanni — Barbieri Leopoldo —
Barbiconi dott. Marino — Borromeo conte Carlo — Badanelli prof. Dante — prof. Bolzoni —
Bardi maestro Annibale — Balbi cav. Emilio — Bensa prof. Enrico — Bruttini dott. Arturo —
Botti comm. Ulderigo — Bo%aiuti dott. Carlo — Bucchich Gregorio — Berti Giuseppe — Bizzarri
Alessandro — Boggiani ten. Oliviero — Camusso dott. Niccolò — Circolo cacciatori Bresciani. —
Crippa prof. Giovanni — Cacciamali prof. G. B. — Cajani Gino — Castagnola Filippo — Chiodi
prof. Ettore — Cappelletti Oreste — Clerici ing. Enrico — Cappelli prof. don Luigi — Cinughî Carlo
— Carnana De Conti Gatto Michelangelo — Colonia Agricola, Andria — Charrel cav. prof. Luciano |
— Direzione R. Caccie, Monza — Del Prete dott. Raimondo — Del Sore Atteo — Dal Borgo Ne-
tolitzky Pio — De Bonis Antonio — Dulau et. C.° — Federici Zaccaria — Folchi Pros Fanny Rospi-
gliosi S. E. Prince. D. — Failla Tedaldi L. — Fontana Alessandro — Gradi dott. Spartaco —
Gualtieri Carlo Raffaele — Guglielmi Giulio — Gabinetto di Geologia e Paleontologia Firenze —
Galassi Cammillo — Grillo dott. Ruggero — Gallarotti Elia — Graziadei Damiano — Gaggino P.
— Guiducci dott. Antonio — Incontri Pericle — Istituto Industriale e professionale Sondrio —
Lodi prof. dott. Cesare — Lodi prof. Achille — Lenzi G. B. Parroco — Lucciolli Achille —
Longo prof. Andrea — Ministero istruzione pubblica — Minucci Francesco -—— Marinî Antonio
— Meli prof. Romolo — Mennuti Giuseppe — Mens prof. Giovanni — Moreschini dott. Alessandro
— Mattei Giovanni Ettore — Mettica Ettore — Moschella Giuseppe — Monaco dott. Luigi —
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DE
Anso IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 00 rata
N° 4-5 loi
(Boll. N.° 3-4) BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
Comm. Pror. GIUSEPPE MENEGHINI
Il 29 gennaio 1889 cessò di vivere in Pisa l’ illustre naturalista GIUSEPPE
MENEGHINI.
Nato in Padova il 30 luglio 1811 studiò medicina nel patrio ateneo, ove a
soli 28 anni fù nominato professore di Fisica, Chimica e Botanica. Morto il
prof. Pilla e rimasta così vacante la cattedra di Geologia e Mineralogia nella
università di Pisa, vi fù chiamato il MENEGHINI, ed in quell’ ateneo è rimasto
all’ insegnamento fino al termine della sua vita.
Quanto illustrasse quella cattedra e quanto vi si rendesse GE hrei è troppo
noto per doverlo ripetere. Innumerevoli, e pregevolissime sono le sue pubbli-
cazioni: prima scrisse di Botanica, poi di Mineralogia, Geologia e Paleontologia.
I suoi studi sulle Alghe in Botanica, e sugli invertebrati in Paleontologia,
l’opera sulle Diatomee, che pubblicò nel 1846, le sue lezioni di Geografia fisica
(1851), la « Paleontologie de l’île de Sardaigne » (1857), il grandioso lavoro
« Fauma Cambriana » pubblicato solo 4 mesi fà, ecc. ecc. sono di tale. impor-
tanza da averlo meritamente fatto salire all’ apice della gloria fra i suoi con-
temporanei.
Noi avemmo la fortuna di averlo per maestro insieme al sommo natura
lista e di lui grande amico Paolo Savi e ben rammentiamo queste simpatiche
fisure egualmente pregevoli come scienziati e come uomini.
Questi due grandi naturalisti studiarono e pubblicarono insieme, gettando le
fondamenta di una scuola che sarà immortale come è immortale la gloria dei
suoi fondatori. Ora riposano vicini, sotto le stupende volte del cimitero monu-
mentale pisano. ;
LA DIREZIONE
Prof, Dott. DANTE BADANELLI
I DIAMANTI DI ESATTO
Per quanto io abbia cercato in moltissimi trattati e lavori di Mineralogia,
in nessuno si parla del così detto — Diamante di Pistoia — e solo in uno
o due si accenna di volo. Per questo e perchè consigliato ed incitato da alcuni
( id x <
Se ZO) pit
RO ORI
SRO RR Ia STIA Ln
ra
46 (Bollettino pag. 30).
miei amici e colleghi e perchè potrebbe avere forse anche una certa impor-
tanza industriale, mi venne in mente di dirne qualche cosa. Lo faccio oggi
anche più volentieri poichè sono arrivato a possederne molti, parte dei quali
donatimi dal Sig. Arrigo Rossi Cassigoli, studente di questo liceo e parte rac-
colti insieme con i miei studenti nelle frequenti escursioni scientifiche, che
facciamo.
È detto « Diamante di Pistoia » una varietà di Quarzo, o Tarzo o eri-
stallo di rocca; di quel minerale insomma comunissimo e diffusissimo, conosciuto
dalla più remota antichità forse ancora perchè è il minerale che più facilmente
si trova cristallizzato. La composizione chimica del quarzo è (Si O?) ossia ani-
dride silicea o biossido di silicio. Cristallizza nel sistema dimetrico esagonale
ed in ogni tempo si è parlato dei suoi cristalli per la loro perfetta cristalliz-
zazione, che in generale si presenta in forme di prismi esagoni terminati da
una parte e dall’ altra da una piramide pure a sei faccie. — Talora viene a
mancare il prisma e si ha la forma di due piramidi esagone unite per la base,
può mancare la piramide e si ha il solo prisma e più spesso anche per man-
canza di libertà di cristallizzazione si ha il prisma terminato da una sola
parte dalla piramide esagona, restando la parte inferiore inclusa dentro la
roccia. Ancora per le svariate e bellissime colorazioni che presenta nelle sue
varietà, in ogni tempo si parlò del quarzo. Dipendono le diverse colorazioni
dalle sostanze che lo inquinano e che ne fanno di esso minerale anche vere
gemme assai pregiate dai gioiellieri. Così 1’ Ametista deve il suo colore roseo
a sostanze organiche, il falso topazio il color giallo a ossido di ferro, a degli
idrocarburi d’ idrogeno il quarzo affumicato, a due carburi di idrogeno il
quarzo aeroidro della Porretta ecc. Si parlò sempre di questo quarzo anche
per la enorme grandezza presentata spesso dai suoi cristalli, e per farci una
idea della grossezza alla quale talvolta arrivano, basta ricordare la piramide
esagona di un metro di altezza ed uno di larghezza e del peso di 400 Kilo-
grammi che si trova nel museo di Parigi, e il cristallo del museo. di Roma
del peso di 300 Kilogrammi.
Tralascio tutte le varietà e forme di quarzo descritte così bene in alcuni
fra i migliori trattati di Mineralogia italiani ed esteri, non essendo mio com-
pito qui di occuparmene e mi fermerò solo a parlare di una varietà meno co-
nosciuta e di cui nulla o quasi nulla fino ad ora si è detto, chiamata « Dia-
mante di Pistoia ». i ;
Sono dunque i « Diamanti di Pistoia » cristalli di quarzo tanto più lucidi
‘e limpidi quanto più sono piccoli. Domina in generale anche in queste forme,
il prisma esagono terminato dalle due piramidi formate ciascuna dal romboedro
diretto ed inverso. Rassomigliano un poco a quelli, che si trovano nelle geodi
del marmo di Carrara, però sono assai più belli. Hanno le due piramidi più
ravvicinate essendo il prisma esagono molto ridotto, e ciò accresce loro bellezza.
E di più in generale si presentano in forme più arrotondate, essendo il prisma
(Boll. pag. 31) 47
oltrechè come si è detto raccorciato, anche assai slargato. Raro è infatti tro- fi
vare quelle forme bislunghe comunissime in tutti i quarzi, io ne ho degli
esemplari in cui il prisma manca affatto ed allora si ha il caso di due pira-
midi esagone unite per la base ossia la forma detta « bipiramide esagona. » —
Sebbene alcuni esemplari sembra a prima vista, che si allontanino molto dalle
forme dominanti, studiati attentamente si riportano sempre al prisma esagono
ed alle due piramidi, almeno per i molti esemplari da me studiati. Ho visto
frequenti esempi in questi « Diamanti di Pistoia » di distorsione e di gemi-
nazione, mai però mi capitò l’ occasione di rinvenire faccie di plagiedrìa de-
strorsa o sinistrorsa. — Fra le forme che più sembrano strane, ricorderò una H
che ci presenta sviluppatissime due facce del prisma, mentre altre due non
esistono quasi affatto e così pure è svariatissimo lo sviluppo delle facce delle 3 i
| piramidi. Insieme ai più lucidi e limpidi cristallini trovai sempre altre forme i
che si presentavano con le facce della . piramide e del prisma, vuote, scavate
in forma di tremie e fra uno strato e l’ altro, che ben si vedono sovrapposti ,
trovasi uno strato argilloso. Provai ad applicare a questi esemplari dei colpi
bene assestati di martello ed ho visto che si sfaldano con molta facilità e che
si alternano sempre gli strati del quarzo con uno strato, con un velo di ar-
‘gilla. In tali esemplari è appena accennato e spesso non esiste il romboedro
inverso della piramide, cosicchè si hanno delle piramidi con tre facce ed il
prisma è affusato e poco limpido.
Sono poi questi « Diamanti di Pistoia » di una limpidezza tale da ugua- Di
gliare gocce di rugiada e di più ripercuotono e riflettono vivacemente la luce.
— E specialmente in quelle forme di cuì ora parlavo, a tramoggia, cariate,
siamo certi trovar sempre iridescenza vera, da darci i più bei colori dell’ arco- 1
baleno, mentre internamente ci si presentano molto irregolari nella loro strut-
tura. Ho studiato un altro esemplare della grossezza di una nocciola che sì
presenta quasi completo, il prisma è tanto ridotto che il cristallo ha una forma
come sferica, nell'interno si presenta quasi come frantumato irregolarissimo e
ci offre una bellissima e vivacissima iridescenza da sembrare addirittura un si
diamante lavorato, rifranige in una parola vivacemente la luce. E di questi esem- i
plari ne posseggo varii e molti pure ne ho visti, tutti trovati nel pistoiese.
Nè posso tacere delle varietà affumicate che con questi « Diamanti di
Pistoia » si trovano. In essi è da notarsi che la tinta non sì presenta unifor- ;
me come nel comune quarzo affumicato, ma sì osservano nell'interno ber di-
stinte le particelle di carbone che gli danno un aspetto assai speciale. È naturale
che i più belli sono quelli trasparentissimi e lucidissimi e di questi, quelli che
hanno le dimensioni di piccoli semi di pisello e quasi rotondi per lo slarga-
‘mento e riduzione del prisma. Sono essi i più graziosi e che si prestano benis-
simo alla brillantazione. Dico si prestano molto bene, giacchè io stesso ne ho
visti dei brillantati. — Mi ricordo di uno incassato in argento per spillo che
sebbene non molto grosso avendo sette millimetri di diametro, è di un acqua
48. (Boll. pag. 32)
x
bellissima ed è lavorato a brillante. La faccetta mediana superiore è un otta-
gono regolare, le altre triangolari e pentagonali. La piramide inferiore è a
pentagoni allungati e rombi. — Ne ho visti ancora altri sempre però fatti la-
vorare per conto proprio da alcuni dilettanti ed amanti di mineralogia. Forse
poco se ne occupano gli industriali, chè se a tutte le proprietà citate, si ag-
giunga il grado di durezza del quarzo che occupa il settimo termine della scala
di Mohs, che non si lascia scalfire neppure da una punta d’ acciaio e l’ altro
carattere di essere inattacabile da tutti gli acidi fuorchè dal fluoridrico, io sono
di avviso che verrebbe più stimato e pregiato dai gioiellieri e certamente do-
vrebbe essere una pietra abbastanza ricercata, molto più che anche il suo va-
lore non è molto elevato, trovandosi in gran quantità disseminata. nell’appen-
nino pistoiese.
Se ne trovano infatti al Lago scaffaiolo, a s. Marcello specialmente nella
valle della Zima sotto il Crocicchio, a Lizzano ed io ne ho esemplari di tutte
queste località. I più belli poi, che sono quelli donatimi dallo studente Gastisoli,
sono quasi tutti di Gavinana. Ne trovammo però in quantità, anche giorni sono,
in una escursione scientifica fatta con i miei scolari. nel monte detto Poggio
rotondo a pochi metri di distanza dalla Collina.
Si trovano sempre nell’ arenaria macigno, che del resto è uno dei terreni
che caratterizzano l’appennino pistoiese, ed io ho sempre infatti trovato questo
terreno eocenico in tutte le mie escursioni, solo qua e là, tratto tratto, appa-
risce il cretaceo dell’ epoca secondaria. Sono essi terreni di arenaria macigno
attraversati da dei filoni di puro quarzo, che contengono delle bellissime eri-
stallizzazioni. Spesso questi filoni sono disgregati, sgretolati ed i cristallini lim-
pidi, lucidi e luccicanti si trovano sparsi qua e là per l’ arenaria. — Le lueciche
le chiamano infatti quei montanini, giacchè, specialmente quando è piovuto, si
vedono benissimo brillare, luccicare, là fra la terra, ed è appunto allora che
sì raccolgono con molta facilità ed in gran copia.
Intorno poi alla loro origine io credo esser nel vero ritenendo che si sieno
formati per via idrica. Molte sono le ragioni che mi hanno indotto a creder ciò
ea me pare che basti l’ osservare tutti quegli strati sovrapposti, di alcuni esem-
plari, quel presentarsi mancante qualche strato, le inclusioni e l’ alternarsi tal-
volta gli strati delle facce cristalline con strati o laminette di fango, per per-
suaderci sempre più di una tale origine.
IL TABACCO E IL SUO AVVENIRE
Il Tabacco, sconosciuto fino a che fù scoperta l’ America, acquistata poi la
predilezione di Caterina dei Medici, versatissima nelle Scienze Naturali, fù chia-
mato Erba della Regina ed anche Erba santa; perchè medici fanatici scopri
rono in lui, o crederono di scoprire, tante prodigiose virtù da farne la panacea
universale.
(Boll. pag. 33) 49
Per altro, ad onta che nel campo medico queste celebrate virtù formas-
sero soggetto di ampie discussioni, la sua vantata efficacia in tante malattie,
andò assottigliandosi al segno che, tutto sommato, apparvero più manifesti i
danni dei vantaggi e tanta virtù se ne andò ..... in fumo.
Di fatto, la esperienza provò che, come medicamento, non possedeva pro-
prietà speciali tanto importanti da occupare un posto distinto nella materia
medica.
Bandito dalla medicina, restò pur sempre e di tal fatta esteso l’uso del
Tabacco, presso tutti i popoli conosciuti, da esser doventato un bisogno univer=
sale « per un'inesplicabile e impetuoso istinto che sembra fatalmente spingere
« gente d'ogni paese e d'ogni razza, verso gli agenti modificatori della inner-
« vazione . . . » ai quali il Tabacco appartiene usato moderatamente.
Oltrepassato questo limite il passeggero godimento che apporta, le scarse
ore di calma, di pace e di gioia che arreca, come calmante, in certe lotte fisi-
che e morali, in quello stato che, con una parola nuova di zecca si chiama
nervosismo, è indubbiamente seguito da interminabili guai. — La voluttuosa
sensazione che provasi aspirando un tabacco ricco di profumo, si cambia e tra-
sforma in avvelenamento per nicotina, e il Tabacco « adoperato per nascondere
« o mitigare molte forme di nervosismo, le accresce e genera nuovi mali. »
Ebbene! Il Tabacco, che nei primi tempi era alla portata di pochi, tro-
vando adulatori fanatici dei suoi pregi, per amore della novità e per quella
tendenza, innata nell'uomo, a desiderare quello che difficilmente può avere, o
proibito gli viene, doventò di uso generale e tuttii gusti e tutti i popoli resta-
rono sedotti dal delizioso profumo del tabacco . .. buono, e una volta contratta
l abitudine, seguitarono e seguitano a fumare anche quello . .. cattivo.
Invano a cento, a cento, sorsero a denigrarne le virtù, a farne risaltare
le proprietà deleterie, che via via si resero sempre più manifeste per il modo
di fabbricazione, la quale se è «.una delle industrie più importanti che servono
« a distinguere l’ attività di una nazione » lascia tanto a desiderare perchè si
possa dire una di quelle di cui i prodotti offrano le qualità volute onde non
doventi veleno più potente di quello che da molti è riconosciuto.
Frattanto, come si è trasmodato nell’ attribuirgli pregi e virtù e nel farne
una delle delizie e delle gioie della vita, così si è trasmodato nel bandir la
‘crociata contro di esso e come ha avuti validi campioni a difesa, non meno va-
lorosi hanno brandita la penna per porlo in discredito. Immensa la turba degli
offensori e dei difensori e un mare d'inchiostro ha alimentate centinaja e cen-
tinaja di penne; per scrivere pro e contro, in prosa e in versi, in tutte le lingue
e in tutti i toni. i
Intanto nè dotte, lunghe e vive discussioni, nè satire, nè epigrammi, nè
leggi, nè bolle e perfino scomuniche, furono sufficienti a far renunziare al pia-
cere di fumare, annusare, ciccare o masticare il tabacco 0, come diremmo noi
toscani, la cicca: e i più intrepidi ciccatori del Nord America, alla guisa stessa
50 (Boll. pag. 34)
dei giovani di studio che, riposandosi dallo scrivere, mettono dietro il padi-
glione dell’ orecchio la penna, vi mettono la cieca per ricominciare la grata
masticazione, come i predicatori, la predica, dopo . . . un breve riposo.
Nè contenti degl’ indicati modi di usar tabacco si è anche bevuto a sorsi,
si è centellinato, come il più squisito liquore, facendone infusione ed aggiun-
gendovi il carbonato di soda, e le Signore, pur repudiando la cicca, vollero col
tabacco in polvere e col mezzo di uno spazzolino, soffregando le gengive e i denti,
provare pur esse il gusto del suo sapore.
Così, non solo nei bassi fondi, ma dappertutto, dai selvaggi e dagli uomini
civili, dal sesso forte e da quello debole, in mille e diversi modi, e anche spre-
gevoli e ributtanti, il Tabacco ha avuto ed ha il suo culto; prima come medi-
cina, più tardi come voluttuoso godimento.
Non medici soltanto e igienisti, studiandone e spiegandone le sue diverse
azioni sulla Economia animale e mettendone in rilievo i danni, sia pure esa-
gerandoli, ma con buon’ intendimento, gettarono il grido d’ allarme contro l’uso
del tabacco, del quale il minor danno, ma non il modo più pulito, è certamente
quello di annusarlo. Di fatto, così adoperato, scuote la mente torpida col bene-.
fizio dello starnuto, sgrava la testa e non la fà girare e per questo appunto
« perchè l’ usa ben poco il gentil sesso, .
« però gli gira il capo spesso spesso.
Ad onta frattanto dei benefizi che porta l’ annusar tabacco, reca però
sempre un grave sfregio all’ estetica sciupando a lungo andare il naso, che
« +... . la comun madre amorosa
< quando lo fece, fece una gran cosa. |
secondo il Guadagnoli, del quale le poesie hanno per carattere distintivo fer-
tilità di concetto, naturalezza di stile e una tal quale causticità di satira, tem-
perata di molta festività; a sentimento di chi ha giudicato il Guadagnoli e le
opere sue.
Ma tornando a Cam, come dieeva un predicatore, più arrabbiati dei me-
dici nello scagliare le loro frecce contro il Tabacco, moralisti e teologi ne
stigmatizzarono talmente l’uso da infliggere pene gravissime, come a Berna,
nel 1661, a chi trasgrediva ad un undecimo comandamento « Tu non fumerai ».
Pur nondimeno, nè le ragionate paure destate dai medici e dagl'’igienisti,
nè le pene infamanti e crudeli, nè le tasse, “riuscirono a bandire il tabacco e
da oltre tre secoli, ad onta'di un cancro speciale, quello dei fumatori, il mondo
civile e quello . . . poco civile, se Ja fuma, se la pipa e se ne impipa, e mi
liardi di lire se ne vanno in fumo, trovando la privazione del fumare superiore
ad ogni altra privazione; tanto vero che non molti anni fà, privati i detenuti
delle prigioui d’ Epinal del tabacco, sì rivoltarono al grido « Tabacco o morte ».
Di tal maniera medici argomenti, leggi, bolle e tasse, nulla più poterono,
e volle inoltre il destino che, per quanto pianta tropicale, il tabacco si arren-
desse ad esser trapiantato e coltivato in climi disparatissimi; al segno che non
(Boll. pag. 35) 51
vi è quasi parte del mondo dove non si coltivi, ragion per cui l’uso e l'abuso
non hanno avuto più limiti.
. Im questo.stato di cose e finchè spunti l’ aurora, invocata da Michel Levy,
per cui il livello della intelligenza e del senso morale sì elevi, ed abbassi in-
fallibilmente quello degli eccessi, e la Igiene passi realmente nella pratica
generale e i suoi precetti non restino lettera morta, merita somma lode chi si
è studiato e si studia, in mezzo ai danni che il Tabacco arreca, di trarne alcun
profitto a vantaggio della umana salute.
E il Dott. Vincenzo Tassinari, assistente alla Cattedra d' Igiene nella Uni-
versità di Pisa, pensando dice il Cronista, che se Tiberio ridiventa un’ onest'uomo,
Nerone un filantropo, Cesare Borgia un mecenate e Lucrezia una santarella,
era pur giusto che il Tabacco non rimanesse sempre e solamente un veleno;
provando e riprovando, sarebbe arrivato a dimostrare che il fumo del tabacco
ha la proprietà di ritardare lo sviluppo di alcune specie di bacterii e d’ impe-
dire lo sviluppo di alcune altre. I bacilli del colera asiatico, del tifo addominale,
della polmonite, esposti al fumo del tabacco, dopo cinque ore, non si erano
riprodotti.
Così, mercè le esperienze del Prof. Tassinari, tornerebbe in onore l’azione
purificatrice del tabacco, attribuitagli da Diemerbroeck, contradetta poi da Mer-
tens e da Muray.
Che se le prove in altri tempi fatte fallirono, è da riferirsi alla mancanza
di precise cognizioni, relative alla natura delle malattie, ed alle preparazioni
che si fanno subire al tabacco nella manifattura, per le quali acquista qualità
che naturalmente non ha o, ha viceversa, ne perde di quelle che naturalmente
possiede. Sappiamo di fatto che i fabbricatori di sigari e di tabacco, da fumo
o da naso, posseggono salse diverse e metodi svariati per conciare la Nicoziana,
non solo; ma che i sigari si fabbricano con qualità o varietà diverse di Tabacco
e tutti sanno che, mentre al di fuori il sigaro sembra buono, vi è riposto dentro
d'ogni ben di Dio. È ma
I tabacchi poi offrono qualità diverse, secondo il clima dove sono nati e
cresciuti; per cui ora prevale la parte aromatica, ora il principio acre o la nico-
tina; secondo il terreno e secondo il metodo di concimazione, circostanze tutte
che influiscono potentemente e cambiano di tanto la qualità e il valore del
Tabacco. ;
Il fumo poi del Tabacco è cosa ben diversa, dice Mantegazza, dal tabacco
stesso ed è quello che dovrebb’ essere studiato, come ha ben pensato, a quanto
sembra, il Dott. Tassinari; nè sarebbe da attribuirgli scarso merito quand’ egli
avesse rifatte le analisi incomplete di Zeise, di Vogel, Reischauer, Mausen ed
altri ed arrivasse, se pur non vi è già arrivato, a dimostrare la sua azione
sopra i bacterii e bacilli, facendo isuoi esperimenti a diversa temperatura, di-
versi essendo i prodotti della combustione del Tabacco, secondo il grado di
calore a cui è sottoposto e diversi, per conseguenza, gli effetti che ne derivano.
Lg PETVA VO A A IE RIE I
52. (Boll. pag. 36)
È intanto meritevole di lode un tale studio sperimentale; dappoichè dopo
il male che del Tabacco si è detto e si và pur sempre dicendo, verrebbe ‘ad
acquistare nel campo della medicina un posto eminente, se valesse ad impedire
lo sviluppo e il riprodursi di bacterii e bacilli, sorgente di molte non lievi in-.
fermità, e se, come scriveva il Cronista degli Annali Universali di Medicina e
Chirurgia « quel birbone di sigaro doventasse un coso buono. »
Ma?... e in questo ma stà la questione, cioè: che il tabacco dev’ essere
di ottima qualità, e non la robaccia che ci tocca a fumare, perchè dal suo fumo
derivar ne possano gli effetti salutari notati. i
Con tutto questo non verranno a scemare i fumatori, nè sarà dato di estir-
pare, almeno dalla gioventù, un vizio per il quale il Tabacco ha una brutta .e
vergognosa pagina nella Storia dell’ odierno Nervosismo, causa al tempo stesso
ed effetto della irritazione, del disordine e della debolezza del nostro sistema
nervoso; non si avrà un tabacco migliore, non si pagherà meno; ma avremo
almeno il conforto di sapere che, se l’uso e consumo del tabacco, rispondeva
fin quì solamente ad un bisogno capriccioso, ad un artificiale bisogno, rispon-
derebbe, quindi innanzi, ogni qualvolta restasse veramente Iene anche ad
un vero e reale bisogno.
DEE Ge
COLOMBIA
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CAPITOLO VI.
Origine delle razze dei piccioni domestici — Teoria di Buffon e di Darwin —
Teoria di Pallas — Teoria di Temminck e di Dumont — Considerazioni generali
— Cause determinanti la variabilità nelle razze — Variabilità delle forme
— Variabilità dei colori — Tavola delle Vel LI ottenute col miscuglio
delle razze da A. E. Brehm.
Secondo l’ opinione adottata dalla maggioranza dei naturalisti, non possono
ammettersi nei piccioni domestici diverse specie; imperocchè tutti questi uccelli
appajati fra loro danno vita a generazioni feconde. Fino a che non ci potremo
formare una differente idea della specie, non è ‘assennato il combattere la teoria
di Buffon e di Darwin circa la discendenza di parecchie razze di piccioni addo-
mesticati dal piccione selvaggio. i
È ben vero che desta una certa impressione l’ ammettere come discendenti
di una sola specie, un numero rilevantissimo di uccelli che mostrano differenze
così appariscenti, quali, un becco cortissimo e grosso, ossivvero lungo ed adunco;
un’ apparato fibroso capace di erigere ed arrovesciare sul dorso le penne cau-
dali: un numero saltuario di timoniere a seconda delle razze;.e finalmente quelle
(Boll. pag. 37) 53
protuberanze carnose che ricuoprono le narici o circondano gli occhi di alcuni
colombi. O
Buffon, nella sua opera magistrale (1), spiega la trasformazione e molti
plicazione delle razze colle seguenti parole.
« Supponendo una volta stabilite e popolate le nostre colombaje, lo che era
il primo punto ed il più arduo a conseguirsi per ottenere qualche dominio so-
pra una specie tanto fuggiasca, sì incostante, ci avvedremo ben presto, che
nel gran numero di piccioncelli prodotti in ogri stagione da questi stabilimenti,
se ne trovano alcuni i quali variano per la grandezza, per la forma e per i
colori. Si saranno adunque scelti i più grossi, i più singolari, i più belli; si sa-
ranno separati dal branco comune, per allevarli a parte con più assidue cure
ed in una schiavitù più rigorosa: i discendenti di questi eletti schiavi avranno
eziandio presentate nuove varietà, che si saranno distinte, separate dalle altre,
unendo costantemente e mettendo insieme quelli che sono sembrati più belli e
più utili. Il numeroso prodotto è la prima sorgente delle varietà nelle specie ;
ma la conservazione di tali varietà ed anco la loro moltiplicazione, dipende
dalla mano dell’uomo, e mediante queste continue attenzioni si può col tempo
creare ai nostri occhi, porre cioè alla luce, un’ infinità d’ esseri. nuovi, che la
sola natura non avrebbe mai da se prodotti. I semi di qualunque materia vi-
vente appartengono a lei, essa ne compone tutti i germi degli esseri organiz-
zati: ma la combinazione, la successione, la distribuzione, la riunione e la sepa-
razione di ognuno di questi esseri, dipendono spesso dalla volontà dell’ uomo:
fin d'allora è padrone di forzare la natura con le di lui combinazioni, e di
fissarla colla sua industria: di due individui singolari ch’ essa avrà prodotti
come per caso, egli ne farà una razza costante e perpetua, e dalla quale trarrà
parecchie altre razze, le quali, senza le sue cure, non avrebbero mai vista la
luce. » È
Riccardo Darwin che oltre ad essere naturalista sommo, era puranco ap-
passionato colombicultore, concorda pienamente con Buffon circa la discendenza
delle razze dei piccioni domestici dalla Columba livia (2). Egli nota con molto
acume che se le razze dei piccioni domestici non discendessero direttamente
| dalla C. l2via, cioè a dire non fossero il resultato delle variazioni di una sola specie,
dovrebbero provenire da sette od otto tipi originari, non potendo da un nu-
mero inferiore di tipi essere derivate tante razze e varietà. — Ma una tale
supposizione non ha solida base, imperocchè su tutta la faccia del globo non
si osservano colombi selvaggi che abbiano le caratteristiche dei piccioni mo-
naci, dei pavoncelli, dei cravattati etc.; nè d’ altra parte può credersi alla to-
tale distruzione di talune specie aventi abitudini simili al piccione torraiolo. —
La riproduzione degli animali selvaggi ridotti allo stato domestico fù ed è sempre
(1) Buffon, Storia naturale ordinata a'cura del Conte di Lacépede.
(2) Darwin R. — Variazioni degli animali e delle piante allo. stato domestico.
A
]
54 (Boll. pag. 38)
lenta e difficile: occorrono molteplici cure e ripetute prove per rendere una
specie selvaggia regolare riproduttrice in domesticità. Quindi se si ammettesse
l’esistenza delle origini multiple, sarebbe occorso che le sette o otto specie ori-
ginarie fossero addomesticate fino dagli antichi tempi, essendochè le © razze
principali dei piccioni domestici erano già conosciute avanti il 17° secolo. —
Ma, quasi tutti gli animali domestici, o per accidentalità, o per espresso volere
dell’uomo, sono ritornati selvaggi: le specie gallo, fagiano, faraona, tacchino,
pavone, vivino rinselvatichite in varie parti del mondo; e vive pure rinselvati- i
chito il piccione torraiolo. — Per qual ragione, osserva Darwin, degli altri
pretesi tipi originarj, che avrebbero dovuto avere le stesse abitudini della €. liv7a,
non se ne riscontra più traccia ?
Il Professore Paolo Bonizzi che riporta gli argomenti Darwiniani contro
l’esistenza delle origini multiple, nel suo bel libro dei Colombi domestici, con-
clude dicendo « che non vi sarà certo persona, la quale non riconosca almeno,
che avvi il più alto grado d’improbabilità nel credere alla moltiplicità delle
specie originarie dei colombi domestici. » (3)
Ma se i più professarono l’ opinione che non deva. accettarsi 1’ esistenza
delle origini multiple per nessuna delle razze di piccioni domestici, vi furono
però taluni naturalisti che l’ ammisero, ed altri che elevarono riserve per ta-
lune razze. i i
Pallas, patrocinatore delle origini multiple, tenta spiegare che 1° incrocia-
mento delle specie, per una forza incognita all'uomo, produsse la variabilità
dei caratteri, cioè a dire formò nuovi tipi, i di cui caratteri non somigliarono
più a quelli dei due primi genitori. Egli ritiene che sarebbe cosa più facile
l’ottenere un piccione pavoncello, incrociando insieme due razze che non ab-
biano i caratteri di questo piccione, piuttostochè il crearlo dalla variabilità di
una sola razza. — Ma una tale teoria egli non può e non sa convalidare con
alcuno esempio. i
L'olandese Temminck che non era meno appassionato, nè meno dotto co-
lombicultore di Darwin, concorda con Buffon che dalla €. Zivia discendano i
piccioni delle colombaje d’ alto volo, tutti i piccioni da carne, e moltissime razze
da serbatojo e voliera; ma eleva dei dubbi circa la provenienza dei cravattati
e dei pavoncelli, avendo notato che i primi propagano difficilmente e solo per
la volontà dell’uomo cogli altri ‘piccioni domestici, e che i secondi hanno la
coda composta di trenta o trentasei timoniere, mentre la C. “via ne ha sole
quattordici. ; 4
Finalmente Dumont, pur confessando che l'illustre suo concittadino (Buf-
fon) chiarisce con ammirabile talento la moltiplicazione delle razze, prendendo
come punto di partenza la sola specie del piccione selvaggio, gli. sembra che
si deva tener conto delle riserve di Temminck, e che sia prudente il non pro-
(1) P. Bonizzi — opera citata.
(Boll. pag. 39) 55
nunziarsi circa la vera origine di alcune poche razze, quali i cravattati, i mo-
naci, i pavoncelli, e forse i caruncolati, che mostrano tali alterazioni di carat-
teri, da non potere in essi più riconoscere la diretta discendenza dal piccione
torraiolo.
(Continua) GIULIO CESARE GIACHETTI
I CORPUSCOLI.... INVISIBILI
Da molto tempo volevamo pubblicare questo interessante articolo comparso
nel Bollettino di Bachicoltura di Padova, ma la mancanza di spazio ci aveva
fino ad ora impedito di farlo : X
Sono innumerevoli i periodici dedicati alla pubblicazione di ricerche scien-
tifiche che hanno condotto a effetti positivi; ma nessuno ha mai sognato d'isti-
tuirne uno con questa esclusiva destinazione di raccogliere, facendone breve
cenno, tutte le indagini finite in risultati negativi, o rimaste sterili affatto di
un frutto qualunque, a malgrado della loro contraria apparenza. Eppure non
y ha dubbio che la scienza stessa attingerebbe inestimabile vantaggio da una
consimile impresa, diretta a prevenire smarrimenti, a distruggere fallaci illu-
sioni, a far risparmiare tesori sprecatì di lavoro e di tempo! s
Queste riflessioni si affacciarono vivissime alla nostra mente, in occasione
di una presunta scoperta che veniva comunicata a quest’ ufficio, con invito di
cavarne utile applicazione per la pratica. E in omaggio alle medesime rifles-
sioni noi vogliamo narrare ai lettori del Bolleltino la breve. storia del fatto
abbastanza strano che, se non fosse ormai provato frutto di una ottica illu-
sione, sarebbe certamente capace di destar sogni dorati e ohimè! anche assai
fugaci, nella mente di chi per avventura vi s' imbattesse.
Il fatto dunque è questo: A trattare una preparazione umida eminente-
mente corpuscolosa (p. e. di farfalla) con acido fenico, in breve ora o anche
| subito, i corpuscoli vi sono interamente scomparsi! Il fenomeno è incontesta-
bile: si divida la farfalla in due porzioni; se ne accerti la corpuscolosità in una
delle due frazioni; si schiacci l’altra in mortarino di porcellana con poca acqua
ed aggiunta di acido fenico liquido o cristallizzato, e i corpuscoli. scompari-
scono presto ed inviariabilmente. i A
A parte i nuovi orizzonti che ciò possa dischiudere a fantasie per poco ela-
stiche, anche dal punto di vista fisiologico sarebbe stato assai rimarchevole
questo portamento dei corpuscoli ovoidali a fronte di un acido debole qual’ è il
fenico, mentre coi più violenti acidi minerali non si riesce di ottenervi altret-
tanto effetto. Parve conveniente quindi il Broadete la cosa in esatta disamina,
CHIARO mons peperit murem!
56. (Boll. pag. 40)
L'acido fenico cioè, si scioglie pochissimo in acqua, come da tatti i chimici
è risaputo; ma sbattuto ed agitato con la medesima, esso si converte in densa
emulsione bianchiccia, le di cui goccioline al microscopio mostrano di possedere
un grado di rifrazione pressochè eguale, se non eguale affatto, a quella dei cor-
puscoli ovoidali.
Ora, emulsionando l’acido fenico in presenza di mimutissimi corpiccioli ton-
deggianti quali sono appunto i corpuscoli del bombice, questi servono in certa
guisa di altrettanti centri di attrazione alle goccioline di emulsione: le quali li
investono, li circondano e li sottraggono affatto alla vista dell’ osservatore; i
corpuscoli sono allora affatto scomparsi e non v' ha acutezza d’ occhio che li
possa scorgere, nè ingrandimento microscopico a renderne palesi i contorni.
Sarebbe inutile il riferire quì estesamente le varie ricerche le quali hanno
condotto al risultato surriferito. Ma per chi mettesse in dubbio la attendibilità
della nostra interpretazione, io propongo il seguente ed anche elegante expe-
rimentum crucis.
Si prepari una soluzione magari al 40 o 50 per cento, di acido fenico, in
glicerina concentrata; purchè non vi si aggiunga acqua, la glicerina fenicata
resta perfettamente limpida. Si pesti con aggiunta di tale glicerina fenicata
(dunque punto acqua!) un pezzetto di farfalla corpuscolosa secca, e si guardi
al microscopio : malgrado l'acido fenico che vi è presente in. abbondanza, i
corpuscoli appariscono assai pallidi, ma netti e precisi come in condizioni ordi-
narie. Ora si versino nel moriaino sulla farfalla pestata con glicerina fenicata
poche goccie di acqua, si rimescoli, e sì prelevi dal liquido divenuto /orbidiecio,
un’altra preparazione microscopica: i corpuscoli sono dileguati senza lasciar trac-
cia di se! Per ultimo si abbandoni quel mortaino in luogo ben ventilato per
circa 24 ore o più: l’ acido fenico è svaporato, il liquido (glicerina) è ritornato
limpido, e i corpuscoli sono ricomparsi in tutta la loro primitiva nitidezza !
E poi? domanderanno gli utilitari a oltranza: ma tutto ciò non cava un
ragno dal buco. i
E sarà vero: ma io penso che una qualche morale non dispregevole debba
scaturire anche questa volta, quando si abbiano occhi per vedere ed orecchi
per udire. Perchè in una letteratura la quale ha sulla coscienza tanti parti e
tanti aborti di fantasia, come la nostra bacologica, io penso, che la riserva non
può essere mai eccessiva; e'il casetto a noi toceato si presta forse meglio di
ogni altro a persuadere gli inesperti, che
la prudenza è madre di ogni virtù.
(Boll. pag. 41) 57
Crittogama (oidio) e peronospora
I. Vantaggi diversi dell'uso dello zolfo — II. Zolfi sublimati e ‘macinati — II. riore dello zolfo
col solfato di rame — IV. I prodotti delle Miniere sulfuree Albani.
Abbiamo più volte raccomandato ai nostri abbonati viticultori, l’uso degli zolfi delle miniere
Albani, perchè li riteniamo ottimi sotto ogni riguardo, ci piace ora riportare il seguente assenna-
tissimo articolo pubblicato in proposito nel Giornale vinicolo italiano di Casalmonferrato, dal di-
stinto prof. Ottavio Ottavi.
I. — Lo zolfo è altamente benemerito della viticultura! — Non solo de-
bella l’ oidio e coopera a vincere la peronospora, ma conferisce maggior vita-
lità alle foglie della vite, favorisce.la stagionatura del legno, è benefico ai
grappoli in fioritura, infine dà vigore alla pianta; mentre quella parte di esso
che cade sul suolo ne accresce la fertilità, comportandosi analogamente al sol-
fato di calce, ma in modo più energico. — Onore dunque a Kyle, il giardiniere
che pel primo lo adoperò nel 1846 a Leyton!
Se non che per ottenere da questo prezioso metalloide il massimo di effetto
utile, è necessario che si trovi nel massimo stato possibile di divisione; perchè
non bisogna dimenticare che lo zolfo agisce sull’ oidio anche, e forse sovratutto,
per contatto, e che ad ogni modo la maggior tenuità delle sue particelle fa-
vorisce notevolmente quelle trasformazioni le quali darebbero origine (secondo
Pollacci, Mach, Basarow e Moritz) a prodotti gazosi micidiali per gli organi
della crittogama.
Invece la maggioranza dei viticultori suole adoperare zolfi-macinati grosso-
lanamente, pur di spender poco. Ma in questo caso l'economia è solo apparente,
sia perchè occorre una maggior quantità di zolfo, sia perchè l’ oidio, vinto solo
in parte, cagiona una perdita di prodotto. Che il viticultore adunque scelga zolfi
macinati finissimamente, e non sì lasci adescare dai bassi prezzi, che sempre
nascondono la merce cattiva.
II. — Tutti sanno che in commercio abbiamo gli zolfi macinati e quelli
sublimati. Le rinomate Miniere Sulfuree Albani di Pesaro preparano appunto
questi due tipi, che oramai, dopo parecchi anni di esperienze fatte su vasta scala,
sono i più accreditati presso i viticultori.
Lo zolfo macinato e setacciato, è puro e portato ad un notevole grado di
finezza, così da segnare sino a 70 gradi al tubo di Chancel: i suoi cristallini
angolosi ed irregolarmente spezzati aderiscono assai bene alle foglie ed agli
altri organi della vite ed agiscono con energia sulle crittogame.
Lo zolfo sublimato, detto comunemente fiore di zolfo 0 zolfo acido, diffe-
risce dal precedente; esso proviene dalla distillazione dello zolfo raffinato in
grandi camere, le cui pareti si coprono allora d’ una polvere estremamente fina
che costituisce appunto il sublizato. Esaminandolo al microscopio si scorge che è
58° (Boll. pag. 42)
costituito da particelle tondeggianti a superficie ruvida. È detto anche zolfo acido
perchè contiene naturalmente circa 0,20 per cento d'acido solforico libero, pro-
veniente dalla combustione di una certa quantità di zolfo mentre questo vien
distillato, onde si ha prima:acido solforoso e poi acido solforico.
Questo zolfo, perchè più fino e perchè leggermente acido, agisce con mag-
gior energia contro la crittogama (oidio) e talvolta contro la peronospora: è
vero che costa più caro dello zolfo macinato, ma in compenso se ne richiede
una quantità minore per ottenere lo stesso effetto. Di qui il grande favore che
gode presso i viticultori, massime perchè la Casa Albani ne ha fatto una spe-
cialità veramente lodevole sotto ogni rapporto. Basti il dire che il titolo di
finezza al tubo Chancel oscilla fra 90 e 100 sradi, onde un sacchetto di 50
chilogr. ha quasi il volume di un sacchetto da 100 chili di zolfo usuale. —
Di ciò debbono prendere nota i viticultori, perchè abbiamo visto in commercio
dello zolfo macinato, acidulato artificialmente con acido solforico e gabellato
per zolfo sublimato col pretesto che accusava sapore acido al palato! Bisogna
invece badare anche al volume. |
HI. — Ma le Miniere Albani non potevano rimanere indifferenti di fronte
ai successi del solfato di rame nella lotta contro la peronospora; per questo
da alcuni anni mettono in commercio zolfi macinati e sublimati misti a solfato
di rame purissimo. Abbiamo spesso esaminato queste miscele e sempre le ab-
biamo trovate perfette, cioè a titolo esatto ed uniformi. Insistiamo su questa
uniformità, perchè essa è indispensabile per riuscire a prevenire l’ invasione
peronosporica, massime sui grappoli.
È cioè indispensabile che prelevando da dieci, venti sacchi di zolfo , dieci,
venti campioni, tutti contengano quel dato per cento di solfato di rame. Ciò
non accade sempre cogli zolfi da buon mercato che si trovano in commercio ,
nei quali è accaduto, ad esempio, in una partita garantita al 3 p. 0[0, di tro-
vare campioni che segnavano il 10 p. O{o ed altri il 0,50 p. Oto. — Il mescolare
bene, perfettamentè ed uniformemente, il solfato di rame collo zolfo è cosa molto
difficile, e crediamo che ben pochi stabilimenti vi siano riusciti com’ è riuscito
quello della Società Albani. — di questa Casa raccomandiamo specialmente i tipi
(macinato o sublimato) al 3 p. Oro ed al 5 p. 010 che a noi ed ai nostri amici
hanno dati ottimi risultati, impedendo la peronospora dei grappoli, da qualche
anno tanto temibile.
IV. — I prodotti di questa importante e benemerita Casa pesarese sono
adunque tali, e per varietà di tipi e per diligenza di fabbricazione, da appagare
tutte le esigenze dei viticultori.
Oltre i risultati che da varii anni noi otteniamo al nostro podere viticolo
Cardella, ove nè la crittogama nè la peronospora non ci fanno più alcuna pau-
ra, possiamo citare quelli di numerosissimi colleghi viticultori, che sono una-
nimi nel dichiararsi pienamente soddisfatti degli zolfi Albani; i quali (cosa non
tanto facile) hanno anche saputo entrare nelle grazie dei contadini!
(Boll. pag. 43) 59
Fra i viticulori suddetti amiamo citare ad esempio l’on. Casimiro Favale di
Piverone (Torino) che coll’ uso dello zolfo sublimato Albani al 3.p. 010 di sol-
fato di rame da due anni mantiene le sue vigne « affatto esenti da oidio e da
peronospora, nonostante la contraria stagione ». Citeremo pure il Sig. Cesare Ca-
sati di Tortona che ottenne risultati completi contro entrambe le malattie mercè
gli zolfi sublimati e macinati al 5 0]o di solfato di rame; « tali zolfi, soggiunge
« il sig. Casati, sono bensì un po’ cari, ma essendo assai bene raffinati si ri-
<« sparmia sulla quantità. » E l’ egregio Comm. Antonio Scala di Alessandria
ci scrive: « gli zolfi acidi Albani per la loro macinazione aderiscono meglio
< degli altri ai grappoli ed alle foglie; nell’adoperarli lo spreco è molto minore;
« la qualità dello zolfo è ottima, per cui infine la loro efficacia è massima. »
Anche il sig. Marino Belloni di Donada 0 afferma che sin dal 1887
ebbe ottimi risultati dagli zolfi acidi Albani, al 5 Oo di solfato di rame, i quali
« oltre i grandi vantaggi come anti-peronosporici hanno pure anglo di per-
« mettere una economia nella quantità che si adopera. »
In Monferrato poi la maggioranza dei viticultori è o*mai conquistata agli
zolfi Albani; i decani della locale viticultura_ (L. Vallegia da Terrugia, G. Pa-
gliano e P. Arditi di Cellamonte) ne hanno constatata a lor volta la superiorità;
il primo per gli zolfi macinati, i secondi per quelli sublimati.
La Società delle Miniere Albani quindi, mentre fa onore a sè ed ‘al suo
paese rende importanti servigi alla viticultura patria; offrendole prodotti puri
e di lavorazione perfetta. — Ad essa i nostri vivi elogii.
Prof. OTTAVIO OTTAVI.
Leggiamo pure nel giornale è coltivatore « che a molti viticultori gli 20/f acidi delle miniere
Albani hanno dati nel 1586-87 e 88 ottimi resultati contro la peronospora: a tutti poi hanno dati
resultati completi ed indiscutibili le miscele contenenti solfato di rame. »
SPIGOLATURE APISTIGHE
È meglio adoperare arnie non verniciate per non togliere al legno la sua porosità che favo-
risce l’ uscita dell’ umido dall’ interno delle arnie. Se mai si può verniciare il fondo ed il davanzalino
come consiglia. il Dott. Dubini, poichè in essi colano le socciole che fanno presto marcire il legname.
Ulteriori studii di Millenhoff mostrano che la forma esagona delle celle è dovuta alla mutua
pressione. I piselli che Buffon fece gonfiare, colla cottura, in una bottiglia, prenderono ‘una forma
rombododecaedra ‘e, ai lati, 1’ esagono era identico a quello delle celle che hanno angoli di 120°.
Le celle si adattano le une alle altre come le bolle di sapone e risultano isoperimetriche, Non la
i destrezza artistica per parte delle ‘api, non l’effetto diretto della forma dei loro corpi, ma la pres--
| sione statica, in accordo colle leggi sull’ equilibrio, produce adunque il magnifico risultamento.
Il Dott. Angelo Dubini allo scopo di evitare le scosse indispensabili per togliere le api dagli
ordinari prendisciami, scosse cho specialmente so trattasi di sciami secondi con regina vergine,
possono esser causa che la regina stessa prenda il volo e così tutto lo sciame vada a ricongiun-
60 (Boll. pag. 44)
gersi ad essa in altra località, ha immaginato un prendisciami scomponibile (1) cioè una cassetta
le cui pareti sono tenute a posto da degli uncinetti ed articolate con il fondo. -Raccolto lo sciame |
in questa cassetta e portata presso l’ arnia ove sì yuol fare entrare, si scangiano gli uncinetti e tolto
il coperchio sì fanno cadere a basso le 4 pareti della cassa in modo che questa viene. ad essere
convertita in un piano e trovandosi le api in piena luce, ciò che non amano, si avviano subito a
rifugiarsi nell’ arnia posta li presso. Una cassa da petrolio può essere facilmente ridotta per tale
uso. Nel coperchio deve essere una discreta apertura munita di fitta rete perchè nella cassa vi pe-
netri l’aria ma non possano uscirne le api. ;
Per trovare le diverse regine di uno sciame doppio o triplo, Lawmozier, getta lo sciame a
terra presso una cassa vuota senza coperchio e posta capovolta, tenendola con qualche cosa solle-
vata un poco dal terreno. Le api entrano dentro e si radunano nel fondo, ed allora egli rovescia
lentamente la cassa cosicchè la sua bocca vien rivolta in alto; le api si sparpagliano salendo sulle
4 pareti. È difficile che in questo modo non si vedano le regine, che, nel salire, scavalcano le operaie,
e così con qualche gabbietta se ne impossessa. Se a caso non le riesce, ciò che avviene di rado,
ripete l'operazione del rivolgimento della cassa, prima con la bocca a terra, e quindi nuovamente
in alto.
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi molizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Albinismo e isabellismo nei passeri. A proposito d' un cenno pubblicato nell’ ultimo
N. 12, sopra i non rari casi d’ albinismo che si osservano nel passero, dò comunicazione di alcune
mie osservazioni : ì
Sebbene non mi occupi direttamente d’ ornitologia, nei soli mesi di novembre e dicembre scorsi
mi sì presentarono due casi di perfetto albinismo e due d’ isebellismo nella passera mattugia
« Passer montanus ».
Altri simili casi mi si offersero per l’ addietro, ma sempre in questa specie, mentre nel Passer
Italiae non ebbi mai occasione di vedere un individuo perfettamente albino. Anni sono però, avendo
catturato un passero di quest’ ultima specie, dopo d’ esser stato il medesimo in gabbia per alcuni
mesi, ed aver sciupata la coda, io gli strappai i mozziconi e con mia vivissima sorpresa, spuntaroro
le nuove penne perfettamente bianche. Volendo vedere fino a che punto si verificasse questo mu-
tamento, gli strappai anche le penne di un’ ala e lasciai libero l’ uccello in una cameretta apposita
mente allestita per gli uccelli; le penne di questa ala spuntarono perfettamente bianche ed il pas-
sero divenne assai domestico. Ero deciso a spingere l’ esperimento fino a far cambiar d’ abito
completamente l’ uccello, quando un malaugurato giorno per mia trascuranza, il passero, trovato
aperto un vano, se ne fuggi. Per qualche giorno potei distinguerlo perfettamente in mezzo ad un
piccolo stormo di passeri (stessa specie) che frequentavano i tetti della mia casa, poi non sì vide
più. Come spiegare questo curioso fenomeno di parziale mutazione d’ abito? È
Uno dei casi d’ isabellismo in un Passer montanus, molto interessante a mio giudizio, è quello
che sì offre in un individuo catturato 7 o 8 giorni or sono da un contadino mio conoscente. Questo
passero dall’ abito isabella, assai grazioso per le macchie più cariche sulla testa, sulla gola+e sulle
"K i penne delle ali, ha penne d' una fragilità e d’ una delicatezza estrema, zampe e becco altrettanto
delicati, ed a mio avviso proporzioni generali più piccole del tipo comune. Ciò che colpisce inoltre
in questo passero è il suo canto così tenue e sottile da parere quello d'un uccello da nido, o lontano.
(1) Per la descrizione più dettagliata e la figura vedi L' Apicoltore giornale dell'associazione centrale d' incorag- 4
giamento per l’ apicoltura in Italia. (Milano 1888 fasc. 4). ei
a DES n Mr ” e
(Boll. pag. 45) . 61
L'individuo fù da me acquistato e trovasi vivente in una gabbietta di legno, ha perduta la coda
in breve ora, ma è vivacissimo e cinguetta allegramente.
Brescia 20 gennaio 1889. Rag. CARLO BoNALDA
Starna che deponeva le uova nel Novembre. Dopo letto il titolo non rimane altro
da sapere e potrei benissimo risparmiare la noia ai lettori di leggere ciò che segue; però, unica-
mente per coloro a cui può interessare darò un breve cenno di questo fatto fisiologico.
Il giorno 29 Novembre dell’ anno scorso il Sig. Luciano Tognazzi comperò una Starna presa
ad un laccio nei pressi di Castel di. notte (senese); nell’ ovario di questo volatile fù trovato un
uovo (che il Sig. Tognazzi gentilmente m' inviò) di dimensioni normali e con il guscio già indu-
rito, e per quanto non fossevi sviluppato il pulcino, pure, giudicando dalle: condizioni nelle quali
l’ uovo si trovava, non se ne poteva escludere la fecondazione; sembra che la Starna fosse. assai
vecchia e ciò si rilevava non solo dalla sua livrea ma ancora dai tendini che aveva quasi ossificati.
Non essendo il fatto troppo comune volli segnalarlo ai competenti in materia.
Siena. BAN:
Pesci e cetacei fossili nel terziario della Nuova Zelanda. Nelle Transactions of.
royal Dublin Society, David descrive una grande quantità di avanzi fossili di pesci, trovati nei
terreni terziari della Nuova Zelanda. Questi esemplari appartengono a 35 specie, delle quali 28 sono
nuove. Vi si contano 28 pesci cani, 4 razze 2 chimeris ed un solo pesce osseo. L° autore descrive
pure una nuova specie di cetaceo, lo Squalodon serratus. B.
Chytridium elegans n. ps. Singolare fatto di una chitridinea parassita di specte rotifere
pel Prof. E. Perroncito (1). Esaminando le così dette muffe alle terme di Vinadio (2) e di Valdieri (3),
il Prof. Perroncito trovò, fra i rotiferi maggiori, comunissima la Philodina roseola Erh. alla quale
lo scopritore ha assegnati i seguenti caratteri: « Philodina roseola aut cornea, laevis, ocellis ovatis,
pedis corniculis brevibus. » Il Perroncito studiando certe malattie alle quali vanno soggetti questi
rotiferi vide che alcune eran dovute a parassiti vegetali e vi rinvenne una nuova forma di miero-
micete, elegante stellata, molti-loggiata, la quale anche per il modo'di sviluppo ha grande analogia
con la vita di alcune chitridinee. Per questo nuovo parassita propone il nome di Chytridium elegans.
B.
Il Bothriocephalus latus ed i suoi ospiti intermedî (4). Il Dott. F. Zschokke (5) constatò
esser anche la Trutta lacustris un ospite intermedio del botriocefalo. La lista (che del resto non
si può considerare ancora come chiusa) degli ospiti intermedî del cestode in argomento è: Esox
lucius, lota vulgaris, perca fluviatilis, onchorhynchus Perryi [nel Giappone (6)], salmo nba,
thymallus vulgaris, trutta vulgaris, eui ora si aggiunge la tr. lacustris.
E una piccola ironia del destino; dice lepidamente il Dott. Zscho&kze, che mentre viene ognora
constatato essere diversi salmonidi gli ospiti intermedî del botriocefalo, per lo appunto il salmone
(salmo salar) che a priori con grand’ enfasi, veniva tenuto quale principal mezzo d’infezione, abbia
ad esserne sempre assolto. SIE PI
Rettili fitofagi. Alle specie già citate (7) possiamo ora aggiungere le seguenti, tratte da
una nuova notizia del Fischer (8): Iguana tubercolata, I. nudicollis, Cyclura acanthura, Lophiura
amboinensis, Amblyrhynchus cristatus, Conolophus subcristatus, Trachysaurus rugosus, Tr. asper
ed Katteria unctata. Queste specie, oltre l’animale, prendono anche cibo vegetale. 155
(1) Giornale Il medico veterinario di Torino n. 4. 5 1888. 3
(2) E. Perroncito Osservazioni futte alle terme di Vinadio. Annali R. ace. di Agricol. anno 1885.
(3) Prof. E. Perroncito e Dott. L. Varalda: Intorno alle così dette muffe delle terme di Valdieri. Atti cong. naz. bota-
nica crittog, in Parma fasc. 2. 1887.
(4) Cfr. in questo Bollelt. A. vini, p. 25 il nostro articolo: la questione del Bothrioc. l.
(5) Centrbi. f. Bakt. etc. V. 1v. p. 417 e segg.
(6) Dr. Jima nel: Journal of the College of Science, Imp. University, Japon (Vol, ir, P_I, Tokyo, 1888).
(7) Questo Bollettino, A. vu, p. 72.
(8) Humboldt, A. vir, p- 425. ; IC)
62 (Boll. pag. 46)
Pseudophoenix Sargenti Wexd., è una nuova specie di palma, che vive sulle isole della
Florida (Gardeners Cronicle 1888, con fig.) Pi
Echinococchi. Negli annali dell’ ospitale Ujirdon in Warschau (Varsavia) d. a. 1888, fase.
3, descrive A. Wiegandt (in lingua russa) un caso di echinococchi nel canale vertebrale. La ma-
lattia durò 10 mesi ed ebbe fine letale per esaurimento (Cfr. il Centrbl. fi Baht. ete. N. 1v, p. 592).
"ES
Soluzione di Nucina. È questi un nuovo colorante istologico introdotto dal Prof. N. Léon
(Jassy); Esso ha la proprietà di differenziare fortemente le parti di cui compongonsi le cellule
(V. Zool. Anz. Ann. rx, 1888; p. 624). P.
Due nuovi batterii fotogeni (1):
1) Bacelus Pholas. Il Dubois lo trovò nei sifoni della folade (Pholas dactylus.)
2) Bacterium Pelagia. Fu scoperto dallo scienziato francese nel muco che secerne il mantello
della Pelagia noctiluca [Villafranca].
Questi due casi vengono considerati dal Dobois come simbiosi. si
Notizie di caccia e note ornitologiche. Il l. novembre scorso fù ucciso nel torrente Rosia
sotto Montarrenti (dintorni di Siena) un Merlo acquajolo (Cinelus aquaticus Bech.) Apparterrebbe
alla forma melanogaster di C. L. Brech. È piuttosto raro fra noi; tantovero che in 16 anni che mi
occupo di ornitologia non me ne sono capitati che 3 0 4. Fu ucciso dal Sig. Angiolo Petri che lo
conserva nella sua collezione.
Un’ altro di questi merli lo acquistai sul mercato la mattina del 9 novembre. Era un maschio
secchissimo, con ingluvie assolutamente vuoto. Per i colori similissimo al precedente e soltanto il
color caffè del capo e del petto era un poco più scuro. Fù ucciso presso a poco dove l’ altro notato
di sopra.
Una strologa mezzana (Colimbus arcticus Linn.) fù da un colono del Sig. Cav. Giuseppe Pal-
mieri, uccisa con un colpo di bastone, nel piano di Sovicille alle falde della Montagnola senese, il
30 ottobre scorso. Il sig. Palmieri 1° ha fatta imbalsamare per conservarla presso di se. È rara da noi.
Dal Sig. Luigi Cappelli ricevei il 31 ottobre un Nibbio reale (Mvus Ietinus Sov.) ancora vivo,
ma fortemente ferito, preso nei pressi di Poggibonsi. È raro per i Mie sorni di Siena.
Il primo di novembre furono veduti su di un cipresso della villa S. Martino del sig. Frati
presso Siena due crocieri (Loxza curvirostra Lin.) dei quali uno fù ucciso e mi yenne donato dal |.
sig. cap. Lotti. Sono molti anni che questa specie non si vede fra ‘noi.
Un piviere tortolino (Eudromias morinellus Lin.) preso nei dintorni di Siena, lo acquistai quì
al mercato l’ undici novembre. Anch'esso è raro nelle vicinanzo di Siena.
Una varietà di fringuello maschio (Fringilla coelebs Lin.) avente le piccole copritrici e le
‘ macchie bianche delle grandi copritrici delle ali, color rossiccio come il petto; il sottocoda pure mar-
ginato del detto colore; fu ucciso dal sig. avv. C. Cambi alla sua villa presso Siena il 2 novembre,
e me ne fece dono. Tengo un’ altra varietà simile ma anche più marcata che comprai a questo
mercato nel decembre del 1883. È
Cotile rupestris (scop.) o Rondine montana. Non avevo mai avuta questa specie quì nel senese
e ne comprai un’individuo giovane il 21 ottobre, sul nostro mercato, dal sig. Porri il quale mi disse
averlo avuto da un tordaio che fa i suoi acquisti a Rosia e dintorni.
Siena Decembre 1888 S. BRoGI
Il primo febbraio fù uccisa nella vallata dell’Idice presso a Molinella, una Ottarda (Otis tarda Lin.)
G. A.
Nel mese di Gennaio scorso, a Canneto sull’ Oglio (provincia di Mantova) venne preso un Co-
lymbus arcticus L. : ErtoRE METTICA
(1) R. Dubois, Sur le ròlè de la symbiose chez certains animaux niarins luminetx (Compt. rend. T. 57, 1888. p.
502). Cfr. relazione nel Centrbl. fi Backt. ete. V. 1v, pag. 580. — [Sui baîterii fotogeni, vedi i nostri articoli in questo
Bollettino a. vi, pago 165 ed a, vii, pag. 154].
(Boll. pag. 47) 63
Pollicoltura. La Baronessa Ulm Erbach, intenta sempre a introdurre in campagna delle
razze nuove ed utili di galline, parla negli scritti della Soc. ornit. di Vienna (N. 11 1888)
della gallina italiana, loda ia sua produzione, la grandezza delle uova (75 gr.) ecc. Nota poi do-
versi introdurre la vendita delle uova per peso, come si usa nel Giappone e si potrebbe regolare
ciò in dettaglio in modo che: se l libbra d’uova avesse a. costare 50 cent. 10 grammi verreb-
bero a costare l cent. e se l uovo pesasse 54 gr.. questo verrebbe a costare 6 cent. Un uovo pel ‘
solito pesa 35-40 sr. mentre quelli di gallina italiana pesano 70-80 gr. ed il tuorlo è anche più
saporito. D'estate le uova sono a minor prezzo, 12-14 gr. per l cent. l'inverno 6-8 gr. per l cent.
La Baronessa Erbaeh è ben certa che sul principio questo metodo troverebbe molta opposizione,
ma introducendo galline nuove, di razza migliore si troverebbero uova più grandi, migliori di sa-
pore e il guadagno sarebbe maggiore e si potrebbe poi anche stabilire un prezzo preciso per uovo.
Vienna . Sr.
Il canto dell’usignuolo tradotto da Dupont de Nemurs.
Dors, dors, dors, dors, dors, dors, Mon amie,
Ma douce amie, ; Ma belle amie,
Amie, amie, A l'amour
Si belle et sì chérie, A l’amour'ils doivent la vie;
Dors en aimant A ses soins, ils doivent le jour,
Dors en couvant, Dors, dors, dors, dors, dors, dors
Ma belle amie, Ma douce amie,
Nos jolis enfants Auprès .de toi veille l'amour,
Nos jolis, jolis, jolis, jolis, joliîs, L’amour,
Si jolis, si jolis, si jolis Auprés de toi veille l'amour.
Petits enfants,
Vienna (Zool. Gart. Francoforte N. 9) Sr.
FNVENZIONI CE SCOPERTE
Kanaff. È una pianta che cresce. abbondante nel littorale del Caspio, ed il cui stelo, secondo
le esperienze eseguite dal sig. O. Blakenbourg, fornisce una materia tessile ottima per la sua
morbidezza ed elasticità. Le stoffe con essa tessute vengono a costare un prezzo mitissimo, mentre
presentano buona apparenza e non poca resistenza.
Seminatoio e spargitoio automatico immaginato dal sig. Strawson di Newbury (In-
ghilterra). Questo apparecchio montato su due ruote e tirato da un cavallo, mette automaticamente
in moto un ventilatore che fa circa 3660 giri al minuto, e così lancia. sul suolo, a forma di ven-
taglio e per la larghezza di circa 6 metri, le semente, gli ingrassi, i liquidi insetticidi e qualunque
altra sostanza che si voglia spandere uniformemente.
Potenza dell’ odorato. M. Z. prof. a Utrecht, ha inventato un apparecchio per la misura-
zione della acutezza oftalmica.
La Guafina di L. Bertvand: — L. A. ha esaminate le foglie e la corteccia del Psidivm
pyriferum, albero molto diffuso nelle Indie Occidentali e nell’ America del Sud, appartenente alla
famiglia delle mirtacee. Vi riscontrò il 12°, di tannino, 30‘, d’ ossalato di calce, e circa 2°, d'una
resina particolare la quale dimostrò azione energica contro la febbre intermittente. Questa resina,
cho l’ A. chiama Guafina, viene amministrata sotto forma di pillole, e riuscì efficace anche quando
il chinino risultò inerte. Un infuso di foglie e di corteccia di questa pianta è un buon digestivo.
(Zeitsch. all. - 2esterr. Apot. Ver.)
64 (Boll. pag. 48).
Come fù inventato il tubo di vetro pei lumi. Si sa che Argande, un povero operaio
svizzero, è l’ inventore del becco di lampada, conosciutissimo e molto usato, al quale si diede il
suo nome. | ì
Ciò che forse è meno conosciuto, è che a lui pure si deve attribuire 1° invenzione, dovuta pu-
ramente al caso, del tubo da lampada:
; Un giorno Argande lavorava nel suo lavoratorio, innanzi ad una lampada con fiamma scoperta;
presso di lui si trovava il suo piccolo fratello che giuocherellava con una bottiglia dì vetro, di cui
il fondo era rotto. Il piccino si divertiva a collocare la bottiglia sopra vari oggetti ed alla fine la
posò sulla fiamma della lampada :
Argande s’ accorse immediatamente del cambiamento d’ aspetto che assumeva la fiamma, e del-
l’ aumento notevole del suo potere illuminante, onde trasse subito partito di quell’ esperimento
causale, per inventare il tubo di vetro che oggi si colloca sopra tutte le lampade. A
(DAL. PROGRESSO)
Fucile automatico a , ripetizione. Lo ha inventato il sig. Enrico H. Graham di Chicago,
ed ha la prerogativa di fare agire il colpo di esplosione sopra una leva che a sua volta espelle la
cartuccia esplosa, ne aggiusta una nuova nella canna ela spara. Questa operazione si ripete quante
volte si desidera e così dopo il primo colpo il fucile esplode da se automaticamente.
Scoperta di una montagna di ferro in Birmania. Il dott. Noelling, della commissione
geologica dell’ India, fa una relazione sulle roccie magnetiche delle montagne Shan in Birmania, e
descrive la montagna Singaung che consiste in una massa immensa di perossido di ferro.
Il Gymnote, è un battello inventato dal sig. Zèdè direttore delle costruzioni navali in
Francia. Questo battello può viaggiare sommerso o a fior d’acqua e passare rapidamente, dalla superficie
ad una profondità stabilita; colà mantenervisi a piacere, cambiar direzione, e tornare a galla a
volontà. Nella prova fatta, l’ equipaggio era composto di 5 persone e la respirazione vi. sì effettuò
benissimo, mentre anche la luce vi si mantenne egregiamente.
Nuovo albero del caffè. È stata scoperta di recente nella costa occidentale africana, una
varietà di caffè che, a quanto pare, ha molto rapporto col caffè d° Arabia.
Tavolino acustico, sistema Franck VaLéry fréres. — I sigg. fratelli Valéry, che io
fatto uno studio speciale sulla sordità e sulle diverse cure per rimediare a questa dolorosa infer-
mità, hanno inventato un nuovo apparecchio, destinato a rinforzare il suono in proporzioni consi=
derevoli, e hanno avuta la felice idea di collocare l’apparato in un piccolo ed elegante mobile avente
la forma di un tavolino da sala. y
I piedi del tavolino portano nella loro parte superiore un pezzo metallico, avente la forma
d’ una paraboloide di rivoluzione di cui la parte concava è girata verso l’alto, ed assai analoga alla
parte metallica delle timballe delle nostre orchestre. Il metallo è battuto a freddo in maniera da
fornire il massinio della sua risonanza. Al fondo della paraboloide è disposto un ripercussore in
forma di tromba, e tutta questa parte dell’ apparecchio è mascherata dal coperchio del tavolino.
Un tubo conico e flessibile si adatta dalla sua base alla tromba e dall’ altra parte ad un imbuto
auricolare. Quando sì parla vicino al tavolino, così disposto, anche senza aumentare la voce, met-
tendosi quest’imbuto nell’ orecchio si è meravigliati dell’intensità che acquista il suono, e sì ca-
pisce facilmente come una persona, affetta da sordità, per mezzo di questo ingegnoso apparecchio
possa prendere parte ad una conversazione, ascoltare la lettura d'un libro, ece.; cosicchè questo
mobile così utile, la metterà in comunicazione colla società, dalla quale la sua malattia l'aveva fino
allora allontanata. (Dal Progresso).
Perfezionamento. al Psicrometro a oo L’ egregio Sig. Mario Baratta,
del quale abbiamo già registrate diverse invenzioni, conoscendo come il Psicrometro ventilatore ge-
neralmente usato nelle stazioni meteorologiche per la misura della umidità dell’aria, vada soggetto
a frequenti guasti specialmente per la facile rottura della molla che comunica il moto al ventilatore
a palette, ha pensato di sopprimere l’intero meccanismo d'orologeria, facendo muovere il mulinello-
ventilatore per mezzo di uno speciale motorino elettrico, molto semplice e di poco costo, talchè il
(Boll. pag. 49) 65
psicrometro così modificato, mentre presenta molta più stabilità, costa anche assai meno di quelli in
uso fin quì. i
Idrofono di A. Banare. L' inventore ha dato questo nome ad un apparecchio a segnali acu-
stici molto utile nei viaggi in mare, rendendo più difficili gli incontri ed i disastri. ll Banaré erede
poter assicurare che con il suo Idrofono si possono percepire dei suoni prodotti alla distanza di
15 chilometri. i
La Litoleina di Noel, è un prodotto nuovo che partecipa della vaselina e del petrolio; è
un liquido giallastro, che si ottiene per distillazione a temperatura e pressioni speciali.
Un nuovo sale di Sodio venne brevettato in Inghilterra. Esso è rivale al Bicarbonato di
soda e rappresentato dalla formola Na? CO?, Na HGO? + 2Aq. Si prepara mescolando insieme due
soluzioni una di Carbonato e l’ altra di Bicarbonato di soda e mantenendo a circa 35° la tempera-
tura, fino a cristallizzazione.
Meucci inventore del Telefono. La corte suprema degli Stati Uniti di America ha deciso
in favore del nostro connazionale Sig. Meucci, nella causa contro la compagnia telefonica Bell. La
corte ritiene il Mewcci il vero inventore del telefono e ciò essendo una vittoria italiana ha de-
stato un: vero entusiasmo fra gli italiani residenti a Nuova-York. ,
La Creolina e i bacilli. Leggiamo in alcuni giornali che il chimico Santi Sirena di Pa-
lermo, comunicherà fra breve, all’ accademia delle scienze, i suoi studi sulla Creoliza, un’ alcaloide
che avrebbe il potere di distruggere i bacilli delle malattie infettive.
L’Imperialina, di Fragner: L'A. ha estratto dalla Fritillaria imperialis, un alcaloide a
cui ha dato il nome di imperialina. Per ottenerlo tritura il bulbo con della calce, dissecca la me-
scolanza a bagno-maria, l’ esaurisce a caldo col cloroformio, 6 separa la soluzione cloroformica.
‘| Questa viene agitata con una soluzione d’ acido tartarico che esporta la base; la si precipita col
carbonato di scda e la si cristallizza coll’ alcool. — L’alcaloide che si ottiene, in proporzione di
0:08 a 0,12 per 100, è in cristalli ad aghi corti, incolori, poco solubili nell’ acqua, solubili nel-
l'etere, nel benzol, nell’ etere di petrolio, nell’ alcool amilico, nel cloroformio e nell'alcool a caldo;
le soluzioni hanno sapore amaro. ll cloridrato è cristallino e si discioglie facilmente nell’ acqua e
nell’ alcool. La sua composizione è rappresentata dalla formula C* H° Az O!. Secondo l'A. è un
medicamento cardiaco, ma in proposito occorrono nuove esperienze.
! (The Farm. Joun, Union Pharm.)
Nuova sacchetta uso pergamena per la confezione del.seme da Bachi a siste-
ma cellulare. Il sig. E. Marconi di Cremona, ha immaginata questa sacchetta fabbricata con carta
uso pergamena preventivamente sottoposta ad un bagno speciale. Dicesi che queste sacchette quan- |
tunque abbiano una chiusura semplicissima difendono il seme dai danni dei Dermestes, e la stacca-
tura del seme stesso rimane molto facìle.
INSEGNAMENTI PRATICI
x
Frutta gelate; Succede sovente nell'inverno che si debban buttar via frutta, perchè gelate.
Ecco il mezzo di evitare tale perdita e di restituirle in buono stato: si pongono i frutti nell’ acqua
molto fredda, ove sì lasciano un pezzo. Allora formasi intorno al frutto una crosta di ghiaccio che,
poscia liquefacendosi grado a srado, rende il frutto così bello ed integro come prima di essere inti-
rizzito. Questo procedimento adoprasi sopratutto per le pere; le quali, senza ciò, non tornerebbero
mai al primitivo loro stato. È semplice ed usitato fra gli ortolani. Occorre badar bene di non av-
vicinare al fuoco le frutta gelate, perchè perderebbero il loro sapore e sì guasterebbero prontamente.
Un nuovo metodo per avere barbatelle. Si prende una cassa senza fondo, delle dimen-
sioni di 80 per 60 cent. di lato e dall’ altezza di 40 cent. — Si seppellisce nella terra estraendola
R-
66 (Boll. pag. 50)
dalla cassetta, e fino a quando i bordi superiori delle pareti siano a livello della superficie del ter-.
reno circostante. La cassa deve essere munita di un coperchio di legno in cui sieno praticati fori
circolari di 10 a 20 cent. di diametro; lo si ripone sopra di essa, quindi si legano talee a mazzetti
che devono essere dello stesso diametro dei fori, si capovolgono e si introducono nella cassa, pro-
curando che il tallone delle talee sporga dal coperchio per 10 cent. Si copre con terra fina questa
parte superiore e si tiene umida.
In tal modo i talloni emettono presto belle radici, e dopo 40 giorni si tolgono, si piantano a_
dimora nei: modi soliti a praticarsi in simili piantagioni, e 1’ operazione è finita. Con tale processo
le barbatelle già dotate di radici emettono pure presto un robusto tralcio, il quale talvolta anche
nel primo anno di sua esistenza produce frutti, e bellissimi tralci a legno per l’ anno venturo.
Ingrassamento dei colombi giovani. Appena i colombi hanno raggiunta l’ età di tre
settimane e incominciano a coprirsi di penne, si pongono in un canestro allo scuro, procurando però
che 1’ aria non abbia mai da mancare ad essi. La dentro si nutriscono con grani di frumentone
cotto e tiepido che verrà somministrato tre volte al giorno coll’ intervallo di 5 ore, aprendo ad essi
il becco e introducendovi nel gozzo da 30 a 40 grani ogni volta; con questo mezzo in 19 o 12
giornìi si ottengono dei capi, che nulla lasciano a-desiderare riguardo alla morbidezza e sapore.
Un buon ingrasso pei rosai è l’ acqua proveniente dalle lavature in cui entra il sapone.
Contenendo essa potassa, aumenta non solo il vigore delle piante, ma gettata sulle foglie, distrugge
puranco i pidocchi che le infestano. Tale ingrasso si può usare eziandio per tutte le altre piante
fiorifere, a base di potassa, come ad esempio i pelargonii. )
Per conoscere l’ età degli animali bovini. Ecco un mezzo eccellente per conoscere
l’ età degli animali bovini. Tutti i buoi sono ordinariamente venduti come aventi l età di tre a
quattro anni, cinque a sei, o da sei a sette ; raramente si annuncia un’ età maggiore. Da tre a
quattro ed anche fino a cinque anni, è difficile cadere in errore. I piccoli denti da latte ‘e le forme
ancora fresche e poco elevate del dente adulto forniscono delle indicazioni sufficenti per conoscere
la vera età: ma al disopra di cinque anni l’ uso dei denti che non si adoperano uniformemente
non danno più che indicazioni senza valore. Di ciò i sensali traggono abilmente profitto. Fino a tre
anni le corna del bue e della vacca non portano nessuna depressione alla superficie: ma a partire
da questa età, e quando il bue ha quattro anni compiuti, una depressione circolare si presenta sulle
corna palese alla vista ed al tatto, e segna il punto di partenza del quarto anno di età. Dopo questa
sì forma una seconda depressione, e così di seguito sino all’ estrema età di vecchiaia dell'animale.
Qeste differenti specie di depressioni sono sempre apprezzabili al tatto, quando non lo siano
alla vista. Per fare sparire queste prove incomode, il mediatore pulisce le corna del bue colla lima
e col vetro : ma un occhio esercitato conosce ancora le tracce delle depressioni scomparse; in ogni
caso se non vi resta più traccia alcuna, sì conoscerà facilmente che la pulitura è artificiale e che
per conseguenza il venditore aveva qualche cosa da nascondere.
(Dal giornale il Villaggio)
NOTIZIARIO
. Avvertiamo gli abbonati al solo Bollettino, che per essi questo fascicolo fa seguito
all’ 1-2 pubblicato il 15 Gennaio, e la numerazione delle pagine e dei fascicoli è per Joro quella
.chiusa fra parentesi. i :
Coloro che riceverono anche il fascicolo 3 del 31 gennaio e che non intendono sottoscrivere
l'abbonamento da L. 5 sono pregati di rimandarlo. :
Per abbondanza di materia abbiamo pubblicato il presente FaSci6olo* AD Di cui sarà
un po’ ritardata la pubblicazione del prossimo numero.
n (Bolli pag. 51) 67
| Raccomandiamo'vivamente a tutti coloro che ci favoriscono articoli e comunicazioni da
pubblicarsi in questo periodico, di scriverli nel modo il più breve possibile, tralasciando tutto quanto
non è strettamente necessario per la chiara esposizione’ del soggetto. Solamente con la brevità degli
articoli si può ottenere che ogni fascicolo tratti in buon numero soggetti variati.
Essendoci rimaste scomplete alcune annate di questo periodico 1881 e 1882 preghiamo
coloro che avessero fascicoli sciolti di dette annate od anche le annate complete, e che non gli di-
spiacesse disfarsene, a darcene avviso indicandoci ciò che desidererebbero in compenso.
Istituto geografico internazionale. — Quindici giorni prima che abbia principio l’Espo-
sizione Universale di Parigi in quest’ anno, s' aprirà a Parigi medesimo un Istituto Geografico In-
ternazionale, il di cui fondatore è il dotto geografico Kaltbrunner.
Questo Istituto comprenderà : ;
1° Una sala di lettura, ove si troveranno le riviste ed i Giornali geografici e stranieri; ed
in seguito pure delle Pubblicazioni novelle che si rapportano alla Geografia (Viaggi, Statistica,
Carte ecc: ecc:). i n)
2° Una esposizione permanente d'Istrementi ed apparecchi. Materiale da campo ecc: ecc:
ad uso degli esploratori; od almeno gl’ Indirizzi e i. Prezzi correnti dei Fabbricanti di questi articoli.
3.° Una Scuola di preparazione ai viaggi, dove dei Corsi gratuiti saranno dati da specia-
listi (Esploratori, Topografi, Botanici, Geologi ecc:) come pure dei Corsi particolari a condizioni e
prezzo da determinarsi.
Il signor Kaltbrunner, fondatore dell’ Istituto Geografico Internazionale, si propone di dare,
nelle principali città, delle conferenze sull’ Arte del Viaggiatore.
Il prodotto di queste Conferenze, deduzione fatta delle spese, sarà versato ad una Banca pub-
blica, e constituirà il primo fondo di cassa per un Fondo d’ incoraggiamento per gli Esploratori,
a qualsiasi nazionalità dessi s’ appartengono. Un Comitato verrà constituito per amministrare questo
fondo, che, può darsi, altri Conferenzieri concorreranno ad aumentare.
Fiori nuovi. Una nuova varietà di Rosa Tea a petali striati di. bianco e verde, si è ottenuta
dalla varietà Niphetos ed è stata chiamata Rosa Tea Niphelos striata. i
Il giardiniere Bleu, di Parigi, ha ottenuta ‘una bellissima Orchidea, i cui fiori sono bianchi
con il centro lilla-violaceo. ;
Viaggi, escursioni, esplorazioni, missioni : Il viaggiatore tedesco Hesse Wartegsg rac-
conta di aver veduto nel suo viaggio da Cormero a Maracay nel Venezuela, il Samag del Guayre
. che è il più celebre albero del mondo. Esso esisteva prima ancora della scoperta dell’ America; è
sempre verde e bellissimo, ha il tronco di due metri di diametro e rami orizzontali lunghi 32 métri
ciascuno; la corona dell’ albero ha un diametro di quasi 70 metri. Humbold referisce che glì indiani
avevano una speciale venerazione per quest’ albero, che è stato pure protetto da un cancello di
ferro che lo circonda.
Il viaggiatore Carlo Soller partirà fra giorni per il Senegal, incaricato di una nuova missione
al Sahara occidentale e per studiare specialmente la regione situata al Nord di S. Louis nei pressi
dell’isola Arguin. i ;
Il viaggiatore affricano Arnot descrisse testè, in un suo discorso tenuto alla società geografica di
Londra, i suoi viaggi nell’ Africa meridionale. Egli penetrò nel territorio finora inesplorato dei Garen-
gazi, abitatori di grotte. È poi intenzionato d’ intraprendere questo marzo, un viaggio fra lo Zambesi
ed il lago Bangweolo.
| Il volo di alcuni insetti. Al modo di volare a ziz-zag che, hanno certi insetti (libellule,
efimere ecc.) viene data dal Prof. Gruber (Freiburg i. Br.) grand’ importanza, dacchè essi insetti
volando vicino alla superficie di laghi o di dui col repente mutar di direzione si salvano: dal ca-
der preda dei pesci. i,
Piscicoltura — Il Ministro di Agricoltura, in seguito ai brillanti resultati finora ottenuti,
ha preso il proponimento dî continuare nella imminente campagna ittiogenica, l'opera di ripopo-
lamento delle nostre acque dolci, da esso intrapresa fin dal 1884.
68 (Boll. pag. 52)
Saranno immessi in notevole numero: avannotti di Coregoni nel lago di Como. di Carpioni nel
lago di Garda, di Trote nelle acque del Trevigiano e del Bellunese, e giovani anguille (cieche) nei
laghi di Bolsena, di Chiusi e di Montepulciano.
In appositi baracconi sui luoghi d' immissione verrà eseguita la incubazione delle uova. fecondate
Il ripopolamento di che sopra, verrà affidato agli egregi signori: prof. Enrico H. Giglioli del-
l’Istituto di studi superiori in Firenze e membro della commissione consultiva della pesca; dottor
Bettoni direttore della stazione di Piscicoltura in Brescia e dottor Vinciguerra direttore dell’ acqua-
rio di Roma. 3
La spesa ‘occorrente a questo ripopolamento, e che sarà sostenuta dal Ministero di Agricoltura
viene prevista nella somma di oltre lire 12 mila.
Distruzione dei Lupi in Francia. Il ministero francese di agricoltura, ha pubblicata la
statistica dei lupi uccisi in Francia nello scorso anno. Il numero si eleva a 701, dei quali 16 lupe
con i loro lupacchiotti; 315 lupi ordinari e 370 piccoli lupi. Per le prime è stato pagato un premio
di L. 150 ognuna, per i secondi L. 100 e per gli ultimi L. 40 ognuno. In totale sono state distri
buite in premi 47 mila lire. I dipartimenti nei quali ne sono stati uccisi di più sono: Borgogne
109; Charente 68; Vienne 50; Haute Vienne 47.
Il valore dei metalli più rari. Ecco quanto costano attualmente al Chilog. î metalli rari
suscettibili di applicazioni pratiche: Varadio L. 123,900 Zirconio 79,295 Litio, il più leggero dei
metalli conosciuti, 77,090, Glucizio 59,470, Calcio 49,560, Stronzio 47,710. Ittrio 45,045, Erbio
37,465, Certo pesantissimo, 37,449, Didimio 35,240, Rutenio, molto duro e molto tragile 26,430,
Rodio durissimo e fragile, non fonde che a temperature elevatissime, che si ottengono nei fornelli
a riverbero 25,320, Nzobio, prima chiamato Colombio ‘25,330, Barzio 19,825, Palladio 15,420, Osmio
fragilissimo 14,315, Zredio il corpo più pesante conosciuto 12,005.
L'oro fino valendo attualmente L. 3,640 e l’ argento circa 219, si vede che i metalli i quali co-
munemente sono detti preziosi, realmente non sono tali.
Alpinisti tridentini. La società degli alpinisti tridentini che annovera nel suo seno oltre
800 soci, ha trasferita la sua sede a Trento per il biennio 1889-90. Fra le deliberazioni ultimamente
prese troviamo le seguenti: Far migliorare i sentieri e continuare il collocamento di segnavie nelle
valli di Genova, di Noa, di Fassa, di Primiero e nel Gruppo di Brenta. Tenere a disposizione degli
alpinisti 14 guide. Tenere a Pieve di Tesino il prossimo convegno estivo.
Un grosso diamante è stato raccolto dei terreni diamantiferi del Capo di Buona Speranza;
pesa 240 carati, e gli è stato posto nome Pain Danison. A
‘ Produzione di vino in Europa: Francia 35, Italia 30, Spagna 21, Austria-Ungheria 10,
Germania 3, Grecia 1 e 172 milioni di ettolitri all’ anno. — Secondo le pubblicazioni del ministero
di fimanza, la Francia produsse nel 1887 25 milioni e nell’ 88, 30,102000 ettolitri di vino.
Danni prodotti dalla filossera in Ungheria. Mentre nel 1881 esistevano 30 focolari
d’ infezione, crebbe il numero nel 1882 a 79, nell’ 83 a 127, nell’ 84 a 237, nell’ 85 a 388, nell’ 86
a 582 e nell’87'a 811. Nell’ 86 erano già infetti 12750 ettari francesi, nell 87 circa 33750. Il ter-
reno coltivato a viti in Ungheria conta presentemente 188700 ettari fr.
Congresso Geografico internazionale a Parigi. ll congresso avrà luogo dal 5 al 10
agosto anno corrente. Oltre le francesi, hanno promesso di prendervi parte, le società geografiche
di Lipsia, Berlino, Londra, Manchester, Edimburgo, Nuova Jork, Melburne, Lisbona, Anversa, Mi-
lano ed altre.
La canna di zucchero. Il prof. Harrison ottenne nei giardini di Kew (Londra) sementi da
diverse specie di canna da zucchero (Kew Bulletin, Decembre 88).
Orchidee. Il duca di Mo/borough possiede nei suoi giardini in Blenheim presso Londra
più di 30,000 esemplari di questo genere, alcuni dei quali gli costarono fino a 100 guinee. Questa
è senz’ altro una delle più rare collezioni di orchidee. 2
Circolo cacciatori torinesi. Anche a Torino si stà formando una società. fra ì cacciatori
piemontesi,
(Boll. pag. 53) 69
Gran tiro di gara a Monte Carlo. È per ora in progetto e penserebbesi di stanziarvi un
gran premio di oltre lire 25 mila, di cui 10 mila sono offerte dal famoso Casino di Monte Carlo.
Gran tiro internazionale a San Remo. Avrà luogo nei giorni 10 e 12 marzo.
Per le corse che si stanno preparando a Milano sì è stabilito un premio di.50 mila
lire detto Gran premio del Commercio. ;
Si parla di effettuare una esposizione equina durante le feste che avranno luogo a
Milano nel prossimo ‘maggio.
_ La Società geologica italiana pare voglia tenere la sua adunanza estiva in Catanzaro.
Diamo con piacere questa notizia perchè la provincia di Catanzaro è una delle meno studiate, e che
in compenso presenta tanto interesse per i naturalisti.
Congresso apicolo del 1889. La società centrale d’ apicoltura e d’ insettologia (67 rue
Monge Paris) ci comunica la nota seguente :
Questioni che saranno trattate al congresso apicolo del 4889: 1.° quali sono le basi dell'api-
coltura razionale? 2.° Le api devono essere trattate nella medesima maniera in tutte le località?
3.0 Le api sono obbligate di lavorare la cera? Provare l’affermativa o la negativa con dei fatti con-
vincenti. 4° Quali sono i mezzi per prevenire la /ogue ? Quale influenza hanno certi ingrassi, sullo
sviluppo o la neutralizzazione del nettare nei fiori? 6.° si può in Francia produrre il miele ad un
prezzo così basso come in America? 7." In mancanza di statistica officiale, determinare approssima-
tivamente in quale proporzioni il mobilismo e il fissismo producono miele e cera per la consumazione.
La Societa ha stabilito delle medaglie per gli autori delle memorie che avranno meglio delu-
cidate queste questioni, Il congresso sì terrà il 14 e il 15 luglio prossimo.
Congresso chimico internazionale, sarà tenuto a Parigi nella seconda metà dell’ anno
corrente.
Concorso per un rimedio contro il Brusone del riso. Il Comizio agrario di Abbia-
tegrasso (Milano) ha aperto un concorso a premii fra coloro che giungono alla scoperta di un rimedio
efficace contro il così detto brusone del riso, che reca sempre maggiori danni alla coltivazione di
tale pianta alimentare.
L’ apertura della esposizione italiana a Berlino è stata rimandata al 21 decembre.
futuro. }
Una mostra internazionale di pastorizia e di agricoltura sarà tenuta a Buenos-
Ayres, nell’ aprile 1890.
Società colombofila napoletana. Sotto la presidenza dell’ egregio cav. Vincenzo Altamura,
si è costituita questa associazione, che ha per scopo di promuovere ed incoraggiare 1’ allevamento e
la propagazione del colorabo viaggiatore belga, in Napoli.
Posti vacanti. Professore straordinario di Anatomia comparata nella R. Università di Ge.
nova scade il 25 aprile p, -- Preside dell’ Istituto tecnico provinciale e direttore della scuola tecnica
comunale in Catanzaro, scade il 18 febbraio corr.
Concorsi a premi del Reale Istituto Lombardo di scienze e lettere in Milano
— Sunto dei programmi :
— Fare una completa esposizione storica e critica delle ricerche sino ad oggi eseguite per met-
tere in luce la natura e l'intensità delle variazioni che i climi e le temperature terrestri hanno
subite durante il corso dell’ età geologiche. Discutere il grado di probabilità delle diverse ipotesi
che sono state immaginate per render conto di quelle variazioni. — Tempo utile per concorrere,
fino alle 3 pom. del 30 aprile 1889. Premio di ZL. 1200.
— Storia dell’ Ipnotismo. Esame critico di quanto gli si riferisce, adducendo esperienze proprie.
— Tempo utile a presentare le Memorie, fino alle 3 pom. del 30 aprile 1889. Premio di Z. 4500
e una medaglia d’ oro del valore di L. 500. i
— Completare qualcuna delle serie sinora poco numerose dei derivati trisostituiti della benzina;
studiarne i rapporti reciproci e quelli coi derivati bisostituti da cui si ottengono, onde procurare
un insieme di fatti che serva a riconoscere le eventuali regolarità di proprietà e di costituzione. —
70 (Boll. pag. 54)
Tempo utile a presentare le Memorie, fino alle 3 pom. del 30 aprile 1890. Premio di ZL. 2500 e
una medaglia d’oro del valore di L. 500. .
— Monografia fisico-biologica di uno dei maggiori laghi insubrici — Tempo utile a presentare
le Memorie, fino alle 3 pomer. del 1.° maggio 1890. Premio di ZL. 2500 e una medaglia d'oro del
valore di L. 500. $
— Una scoperta ben provata sulla cura della pellagra, o sulla natura dei miasmi e contagi,
o sulla direzione dei palloni volanti, o sui modi di impedire la contraffazione d’ uno seritto. —
Tempo utile a presentare le Memorie, fino alle 3 pom. del 31 dicembre 1389. Premio di L. 2500
ed una medaglia d’oro del valore di L. 500.
— Per chi abbia inventato o introdotto in Lombardia qualche nuova macchina o qualsiasi pro-
cesso industriale o altro miglioramento, da cui la popolazione ottenga un vantaggio reale e provato.
— Tempo utile per concorrere, fino alle 3 pom. del 30 aprile 1889. Il premio sarà proporzionato
all’ importanza dei titoli che si presenteranno al concorso, e potrà raggiungere, im caso di merito
eccezionale, la somma di L. 4000.
— Nlustrare un punto di anatomia macro o microscopica dell’ encefalo umano. — Tempo utile
per concorrere, fino alle 4 pom. del 1.° giugno 1889. Premio di L. 2000.
— Illustrare con ricerche originali l’ embriogenia del sistema nervoso o di qualche sua parte
nei mammiferi. — Tempo utile per concorrere, fino alle 3 pom. del 30 aprile 1890. Premzo di L..2000.
— Illustrare con osservazioni ed esperienze proprie qualche punto della fisiologia del sistema
nervoso e preferibilmente del centro encefalico. — Tempo utile per concorrere, fino alle 3 pom.
del 1.° maggio 1891. Premio di L. 2000.
— Studio analitico e sperimentale del problema della trasformazione delle correnti elettriche
continue. Tempo utile per concorrere, fino alle 3 pom. del 31 ‘dicembre 1890. Premio di L. 4000.
— Studio e proposte sul migliore ordinamento dell’ istruzione superiore nel nostro Stato, per
rispetto alle esigenze della scienza e-delle professioni. — Tempo utile per concorrere, fino alle 3
pom. del 30 aprile 1890. Premio di L. 1000.
Esposizione generale di caccia, pesca e sport in genere. Avrà luogo dal giugno
all’agosto prossimi, a Cassel in Germania. È appoggiata da oltre $ mila membri dell’ Associazione
generale della caccia sparsi in tutta la Germania.
Il nostro raccolto vinicolo nel 1888. Ecco, ripartite per regioni, le cifre dal raccolto
vinicolo 1888, confrontate col 1887.
1888 1887
Piemonte . È . c ; . Ettol. 3,139,400 3,475,300
Lombardia 5 È . 4 R « 960.900 1,152,000
Veneto . ò 5 5 STRAGI « 1,144,000 551,100
Liguria . ESCE È : ° « 300,400 339,800
Emilia. ; È ; È : « — 1,501,800 2,068,800
Marche ed Umbria . È " E « 2,857,200. 2,462,500
Toscana . È . 3 COCA, « 3,472,200 2,928,200
Lazio 9 3 : È - ‘ « 1,630,100 2,109,600
Meridionale Adriatico . 5 ; « 4,017,700 4,170,500
« Mediterraneo 3 È « —4,212,900 4,489,300
Sicilia. RETTO Ta E « —5,710,300 6,500,500
Sardegna . È È c a : « 1,840,700 777,900
__ Totale Ettolitri 30,217,600 31,425,000
Anche a Buenos Ayres si sta organizzando una esposizione italiana.
© SES E ET
Necrologia. Ci giunge ora la dolorosa notizia della morte dell’ illustre naturalista-geologo
cav. prof Giuseppe Seguenza avvenuta in Messina il 3 corrente.
rc
eat TI UE E A
Ù ) 7
(Boll. pag. 55) 71
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
13. O. Cappelletti Corso Vittorio Emanuele 28 Mantova, desidera fare acquisto di piccioni Pol-
lonesi tipici, con grandi occhi e becco cortissimo.
14. Il sig. Nicola Protani desidera acquistare seme o bozzoli dei lepidotteri: Saturnia cynthia,
S. Pernyi e S. Jama-mai, sia comprandoli, sia scambiandoli con insetti ben preparati. Inviare
offerte e condizioni al più presto possibile in Monte S. Giovanni Campano (Provincia di Roma).
15. Si offrono-pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi: Gazzi modenesi (neri, scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bigi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, tringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc.), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini.
Presentemente disponibili un paio gazzi caldani ed un paio gazzi pietra chiara con verghe
gialle. Prezzi da convenirsi dirigendo le richieste all’ing. Scola Gaetano in Cremona.
16. Si vendono piante di Ramodia pyrenaica, Rich.; tanto preparate secche per erbario, che
fresche vive per la cultura. Rivolgersi al Sig. C. Faure a La Preste Francia.
17. Desidero far cambio di uova da covare di Galline Houdan, con quelle di Galline Creve-
cour, razza pura. Agronomo V. de Michetti. Teramo.
18. Cambierei, coppie di piccioni viaggiatori liegesi puri, con coppie di viaggiatori anversesti.
Agronomo V. de Michetti. Teramo.
19. .S7 vendono serpi vivi (Zamenis viridiflavus) innocui non velenosi, al prezzo di L. 2 l'uno.
CORRIGENDA
— Pag. 13 nota 1, linea 1, leggi: Tha/sachen. — Ibid. ibid., linea 2, leggi: P/anzen — Ib, ib., linea 5, leggi: Pteroides.
—: Pag. 14, linea 19 e nota 3 leggi: Jodo. — Pag. 17, linea 36, leggi: Trachichthys.— Pag. 26, linea 27, leggi: Povche.
NUOVE PUBBLICAZIONI
In vendita presso l’ Agenzia del giornale
Elementi di botanica, di M. Del Lupo per servire agli alunni degli Istituti tecnici. È un
libro che contiene esattamente svolto il programma degli Istituti tecnici, e numerose illustrazioni,
utilissime per una retta intellisenza della botanica. Prezzo L. 2.
I tesori sotterranei dell’ Italia, di G. Jervis Parte 4.* Geologia economica dell’ Italia.
I lusinghieri giudizi della stampa italiana ed estera sulle altre parti dei Tesori sotterranei, inco-
raggiarono il chiarissimo Autore a pubblicare questa 4.* parte con la quale si chiude l’opera. A
preferenza degli altri, questo volume riesce di indiscutibile utilità per la coscienziosa esattezza delle
informazioni che si presentano al pubblico sulla quantità di eccellenti materiali da costruzioni di
cuì è ricca l’Italia, sulla straordinaria varietà e bellezza dei marmi di ogni colore, come pure sulle
svariate pietre atte per la decorazione o per molteplici usi artistici. Prezzo L. 15.
Conferenze di meteorologia e di fisica terrestre, tenute in Venezia nel settembre
1388, da M. Del Gaizo, G. Giovannozzi, 0. Zanotti Bianco, con prefazione del P. F. Denza. Il
favore ed il plauso con cui vennero accolte da numeroso e colto uditorio le tre Conferenze tenute
in Venezia in occasione della terza Assemblea generale della Società Meteorologica, nello scorso
settembre, affidate a ire insigni cultori della fisica terrestre ed atmosferica, destò in molti il desi-
derio di averne contezza, ed il Comitato Direttivo divisò di darle alle stampe. Prezzo L. 1,50.
Manuale di Geografia Storica, compilato ad uso delle scuole classiche secondo le ultime
modificazioni ai programmi dei Ginnasi e dei Licei, per il prof. dott. Ercole Bonardi con prefa-
zione di Cosimo Bertacchi. Due volumi L. 2,00. i
= pallanto
72. (Boll. pag. 56)
Strumenti, Utensili e Specialità diverse
utili per la raccolta
studio, preparazione e conservazione degli oggetti di Storia naturale,
(Continvazione; vedi fasc. 3).
N. B. Si prendono commissioni anche per oscett e prodotti chimici, che non ficurano in questo catalozo.
Draghe tascabili (Modello Del Prete) per pe- Ordinariamente si forniscono in carta bianca
scare molluschi ed altro che si trova nelle forte, con punteggiature per lo scritto ed in
acque o nei fanghi, dei laghi, fonti, fossi ecc. colore o nero, o dorati, o bronzati. Incisi in
Sono specie di palette di metallo bucato, da litografia.
potersi unire alla mazza da passeggio od altro Si prendono commissioni per qualunque al-
bastone qualunque. N.° 1 cent 154 10L. 0,70 tro genere di Etichette e cartelli tanto in li-
- N° 2 cent. 1lp48 L. 0,60 - N° 3 cent. tografia che a stampa.
TX 6 : c L. 0,50 Fuora uova. Piccolo trapano in acciaio per fare
Essenza antisettica. Specialità per go- i buchi nelle uoya, senza romperle, onde shoe
rantire la conservazione delle collezioni 300- terle vuotare . î L 1,00
logiche, botaniche, ecc., e di tutti i generi | Forbici ordinarie da laboratorio. di diverse
di piume, pelliccerie ed abiti di lana forme e grandezze L. 0,50 a L. 3,00. Assorti-
Si usa o per mezzo di un vaporizzatore, 0 mento franco . È L. 5,00
collocandone un piccole vaso o della'carta ba- | Forbici fine da dissezioni ; dritte L. %,00
gnata ecc. negli armadi ove sono gli oggetti curve + L. 3,20
da preservare. Gomma arabica antisettica. ‘Serve a in-
Il suo odore non è nè nocivo, nè sgradevole collare gli insetti sui cartoncini, riattaccarne
all'uomo, ma uccide con sollecitudine le ti- le parti rotte, fissare le pass degli uccelli
gnole e tutti gli altri insetti esistenti nelle ecc. La boccia. 3 S L. 1,00
case, magazzini egranai, nei letti, sulle piante | Imbuti di vetro da L. 020 è a L. 1,00 I uno
sul fiori ecc. Assortimento franco ; Ni Bi 2.50.
Se ne fa uso in generale due o' tre volte Lampade a spirito con tappo e. controtappo
all’ anno dall’ aprile al settembre. smerigliati da L. 1,00 a 1,50 l’ una.
Un litro L. 7 — 1]2 litro L. 4 — Una| Lenti d’ ingrandimento, semplici, doppie,
boccia... ._ L. 0,80 triple, piano. convesse, acromatiche, con. dia-
Essenza di Mirban, buono antisettico. Il framma ecc., da L. 1,80 a L. 20,00 l’una. Pie- .
chilog. L. 6 - Una boccia... — IL. 1,00 colo assortimento franco . —». — L. 10500
Etichette o cartellini per scrivervi el nome Lime da laboratorio per far la punta al
e le altre indicazioni che devono accompagna- ferri, con o senza manico, da L. 0,30 a L. 1,00
re ogni esemplare. Assortimento franco. 5 2 L. 2,00
Con cornice semplice Liquido arsenicale per preparare da se
ola I SORENATI “0 ; ANA STO e senza alcun pericolo e quasi nes-
90X15. L. 1,80 ‘L: 0,25 - L. 1,60 L. 0,20 suna spesa, una eccellente pomata da
43X26 > 200 » 0,30 - »1,80 »025| tassidermia.
60x26 » 4:00 S 0.50 MIO ZIZIO0 SIVAA Questo liquido preserva dalle tarme qua-
93X27 >» SUE SG N00 0.50 lunque ogge!to che con esso sì bagni. Per ser-
80X40 >» FM SUO SI 0,60 virseno bisogna diluirlo con più o meno ac-
C ? i) h)
qua, secondo l’ uso a cui vien destinato. Con
un litro se ne fanno circa due. Per comporvi
la pomata basta unirvi una polvere adatta
Con cornice ornata, e con il nome del col-
lettore od altra indicazione a piacere del com-
MLMETIe Millim, 5,000 10,000 come argilla, farina ecc. Un litro L. 2 com-
23X30 L 2,00 L. 20,00 preso il vaso. di
20x34 » 15,00 » 25,00 Martelli di acciaio, forme speciali da. geo-
6 X26 » 20,00 » 30,00 logi, per le raccolte di minerali e roccie, di 3
9ZX27 » 25,00 » 40,00 differenti forme. Con manico L. 2,90 1’ uno.
80X40 » 30,00 » 50,00 (continua)
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CURA DEL SANGUE
Mainenti Luigi — Museo Civico, Rovereto — Neviani prof. dott. Antonio — Nini Alessandro —
Nalato dott. prof. Giuseppe — Piatti prof. Angelo — Protani Niccola — Pero prof. Paolo — Pao-
lucci march. Marianna — Podio prof. Giuseppe — Parisi F. F. — Rossi Pietro — Spada conte
cav. prof. Leonello — Sinimberghi Augusto — Salvatori conte prof. Tommaso — Scola ing. Gae-
‘iano — Speranza maestro Daniele — Santini prof. Eugenio — Sulliotti avv. Giorgio — Savini dott.
Ferdinando — Tamburini Ugo — Tuccimei prof. Giuseppe — Tellini prof. Achille — Vicini EL
vira — Vercelloni rag. Carlo — Zoccola prof. Carlo — Carluni cav. prof. Osvaldo — Boni Dome-
nico — Carabelli Angelo — Ferragni Odoardo — Lench Ernesto.
Al solo Bollettino del Naturalista Collettore Allevatore Coltivatore i Sigg. (1)
Angelini Gennaro — Antoniutti Bosello Elena — Baldini Umberto — Battelli don Nemesio —
Brusotti Marina — Berlier M. — Bevilacqua Angelo — Bonalda rag. Carlo — Baldini Ugo —
Boccaccini prof. Corrado — Benigno Filippo — Cittadella Vigodarzere conte Antonio — Craveri
prof. Federico — Coppi Francesco — Comizio Agrario di Saluzzo — Cassini Fruttuoso — Cambi
Elvidio — Corte prof. Lorenzo — Calderini prof. Pietro — Canestrini prof. G. — Carminati prof.
dott. Giuseppe — Caifassi Bartolommeo — Clementini Piccolomini conte Giuseppe — Cantamessa
avv. Filippo'— Congregazione armena Venezia —. Costa prof. Achille — D'amato prof. Federico
— De Marchi Leopoldo — De Pizzini Antonio — Fiori prof. Andrea — Ferrari dott. Riccardo —
— Filippi dott. Demostene — Gigli dott. Torquato — Istituto Tecnico Forlì — Ingegnatti prof.
Annibale — Inghirami Iacopo — Losi Giuseppe — Lancellotti Francesco — R. Liceo, Urbino —
Mariani Domenico — Mugnaini cav. dott. Ugo — Malpeli Aminta — Marrone Gennaro — Mere-
«ghi dott. Carlo — Nencini Ermenegildo — Nerucci conte Giovanni — Pincherle Edmondo — Pan-
nilini Phobe — Platania P. Gaetano — Pinelli Gentile — Pozzi Luigi — Piroia sacer. Pietro —
Spigai prof. Raffaello — Sborgì Oreste — Stefanoni Demetrio — Salini Antonio — Senesi avv. Ra-
nieri — Ticci Bernardino — Vallon Graziano — Zonghi Lotti Niccolò.
(continua)
N. B. I nomi di coloro ai quali è stata fatta una ricevuta particolare non fisurano in queste note.
Con la suesposta nota sono pubblicati i nomi di tutti coloro il cui abbonamento giunse, prima
del 15 febbraio corrente, preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca, ed il cui
nome non fosse stato ancora pubblicato, e che non avessero avuta una ricevuta particolar ©; ad essere
compiacenti di darcene avviso per fare i necessari riscontri e reclami.
(1) Chi ha inviate solamente L. 3 e desidera ricevere l’ intiera Rivzsta che costa L. 5 all’ anno,
può inviare altre L 2.0d anche darne solamente avviso all’amministrazione ed inviare il saldo
con qualche occasione.
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Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto
(ends all'ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze)
ISS
R. Esercito Italiano s x Fo te
RO ione Massaua 28 Gennaio 1886.
Ufficio del Comando Sciogliendo la riserva fatta coi foglì delli 17 settembre nu-
mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
N. 362 dé protocollo ‘che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
OGGETTO Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
Circal'esperimento fatto « esperimentato dal Sig. Tenente medico dottor Petti su due
del E'erro China « compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod-
« disfacentissimi risultati. »
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Mirano i ; firmato: GENE (1)
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oli altri suoi congeneri; esso mentre porge una semplicità massima nol modo d’impiesarlo, sì rende
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indispensabile per la grande economia di tempo e di danaro che. offre. per
Chiunque possa aver bisugno di diramare una circolare anche se in numero limitatissimo di
cepie, o di riprodurre più volte uno scritto qualunque, una figura, un disegno, una tabella statistica,
un piano topografico, musica ecc. deve provvedersi del Cyelostyle,: perchè più pratico, più spiccio,
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La tiratura delle copie si può fare adagio o in fretta, ad intervalli di ore, di giorni, settimane
mesì ed anni, durante i quali l'originale, è sempre buono ed atto alla riproduzione.
Le copie ottenute non scoloriscono come con i poligrafi. Garanzie complete.
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...In risposta il prelodato Ministero con dispaccio del 18 corrente mese pur dichiarando
come l’ apparecchio in parola abbia fatto buona prova presso qualche Intendenza e la possi
bilità di nuove commissioni da dare a questa Casa ha autorizzata questa Mmtendenza ad
acquistare due apparecchi.
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Costo dell’ Inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi. 3
(Glî abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’ agenzia di questo Bollettino).
(Seguito ai già pubblicati) ù
Vini fini e da pasto ed oli eccellenti
il oliva sì possono acquistare al possesso del sig.
Mariano Ticci presso la stazione di Ca-
stellina in Chianti. T prodotti sono garantiti sia
per la bontà come per la resistenza. Le domande
devono essere indirizzate a Mariano Ticci - Siena,
o all’Acenzia di questo giornale. I prezzi da con-
venirsi a seconda del modo di spedizione, se in
casse, damigiane o in botti, contro assegno per
quantità non inferiore a mezzo ettolitro.
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Caccia fi Corse È un elegante periodico di
3 I grande formato, con belle in-
cisioni; organo ufficiale del Kennel club italiano,
della Società lombarda e della Società dell’ Eupili
per le corse di cavalli; ricco di notizie e corri-
spondenze. Si pubblica in Milano ogni giovedì,
sotto la direzione del Sig. . Delor e dott. G.
Pessina. L'abbonamento costa L. 20 all’ anno,
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La Scienza. italiana; meriotice i nom
turali, pubblicato dall'Accademia filosofica medica
di S. Tommaso d'Aquino in Bologna. Esce una
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L. 12 all'anno. i adr
È Agrico tore, Giornale per gli interessi della
classe rurale, organo del con-
sorzio agrario trentino, della soc. agraria rovere-
tana, dei comizi di Condino, Cles, Lovis ecc. delle
banche cooperative e di tutti i consorzi economici
del Trentino. Periodico mensile che si pubblica
a Trento e costa fiorini 2 all'anno (L. 5,00). ©
Bulettino di Agricolura, agronomia e
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chimica d aria E un nuovo periodico men
1 sile che fa seguito alla Agri
coltura pratica, diretto dal Prof. Conte Napoleone.
Passerini, e pubblicato a cura della Scuola agra-
ria di Scandicci e del Comizio agrario di Firen-
ze. Sono usciti due fascicoli con interessanti ar.
ticoli. Le associazioni sì ricevono dal rag. |
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Cei
Li
ANNO IX
20 Marzo 1889
N. 6-7
Scienza e pratica
__ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, Coltivatore
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
Istruzione e diletto
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
A oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
ARRIGONI degli Oppi Conte Errore — Padova
5 BADANELLI Prof. Dott. DAanTtE — Pestora
; BanpeELLI Dott. G. BatTA. — Siena
È BarcELLINI Prof. Mariano — Siena
È BARRERINI Cav. Assunto — Marsiglia
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3 Bonomi Prof. AGostIino — Rovereto
BorpI Prof. Dott. Lurci — Osio
E CAociaMaLI Prof. G. BatTISsTA — Arpino
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FERRAGNI OpoARDO — Cremona
- Ficani Prof. Dott. EugENIo — Sena
GracHETTI G. CESARE — Firenze
Grosseay Conte Carro — Ginevra
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CerMmENATI MarIO — Lecco
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Pubblica gratuitamente tutte le comunicazioni”, domande di cambi ecc. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli cggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S' incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ecc.
* i Direttore SIGISMONDO BROGI — Siena
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TLenTICcHIA Prof. ATTILIO — Lugano
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PeLACANI Prof. Dott. Luciano — Sassarz
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Tassi Cav. Dott. FLaminio — Szena
Tincorini Dott. Veter: Tiro — Siena
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La Rivista italiana di Scienze naturali
sìpubblica in 24 numeri formanti ogni anno un volume di
non meno di 300 pagine, oltre le copertine.
Il Bollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
‘ogoì mese, in non meno di 150 pagine all'anno oltre le
copertine.
. L'abbonamento alla Etivista.e Bollettino riu-
nitì costa Lu. 5 e quello al solo Bollettino IL. 3
all’ anno, per tutti gli stati dell’ unione postale ; per gli
altri paesi si pagano in più le spese postali.
Un numero separato costa cent. 25 senza figure, cent.
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pofranno fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro
scritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare o L. 6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi), purchè li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
Agli Autori delle memorie originali pubblicate, si dan-
| ‘no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
_ sta inviando i manoscritti. ;
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nistratore CASIMIRRO COLI, Via di Città 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-
l’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto
ai fascicoli arretrati. È
L’ abbonamento non disdetto entro il decembre sì ri-
| tiene come rinnuovato. î
Perché gli abbonati possano stare in continua rela-
zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-
reca questa mutualità, essi hanno divitto ad inserzioni
Tutti è collaboratori anche per semplici comunicazioni
Avvertenze per gli abbonati e collaboratori e per le inserzioni a pagamento.
gratuite per scambiarsi comunicazioni, proposte, consi-
gli, domande ecc. fare offerte e ricerche per cambi di
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ecc, ecc.; e per rendere sempre più facile il conoscersi
reciprocamente si pubblica ogni anno, degli abbonati che
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la professione o gli studi speciali al quali son dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin-
cipali dei loro possessi, e dei loro allevamenti.
La medesima inserzione non si ha diritto di pubbli-
carla gratis più di una volta; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l'inserzione.
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ciali di compra e vendita, o di reclame.
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blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
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bonati che pubblicando avvisi desiderano non far co-
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‘| turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1
per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pa-
| gine costano L. l egni 3 centim. di spazio occupato in
una colonna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in
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pervengono due esemplari.
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risposta unisca i francobolli necessari.
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Cacciamali prof. G. B.: Petroli e Bitumi di Valle Latina.
Un Turista e Naturalista: L° alto Vallespir.
Cermenati Mario. I fossili (contin.)
Bargioni dott. Guido: Preparazione, proprietà, reazioni, metodi di ricerca nelle sostanze ali-
mentari ecc. della Saccarina.
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di melanismo nei passeri A. Cremaschi. — Microbi ed alcaloidi B. — Nematodi B. — Sbaglio in
un erbario A. Longo. — Distruzione d' insetti nocivi per mezzo di parassiti vegetali P. Bargagli.
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Rivista Bibliografica: Da pag. 90 a pag. 94.
Notiziario. Da pag. 94 a pag. 95 — Richieste, offerte, domande di cambi. — Avvisi diversi.
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La Campana: degli Student
caricature ma che contiene pure articoli serî,
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Popolo Roveretan Giornale: di istruzione
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HU mercio, istituti di credito,
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a Montegiorgio e costa L. 2,80 1° anno. Pubblica
avvisi. e posti vacanti; si occupa del movimento
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vede, senza ‘alcun compenso, ai corpi morali il
personale idoneo; contiene notizie politiche, am-
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Giornale di Anat. Fisioh e Patok: degli
animali compilato da L. Lombardini, S. Rival-
J ia, G. Baraldi, A. Silvestrini, G. B.
Camardi, G. Fogliata, I. Micellane e D. Vigezzi.
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coli di 64 pagine e costa L. 8 all’ anno.
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coloro che sì associeranno perl’ anno 1889 al
« ProGrEsso », Rivista quindicinale @lustrata
delle Nuove Invenzioni e Scoperte, aggiungendo
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Il prezzo d' Abbonamento annuo è di L. 8
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“Anmo IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 20 Mari
E
BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
o
Prof. G. B. CACCIAMALI
PETROLI E BITUMI DI VALLE LATINA
I contigui circondarî di Frosinone, in provincia di Roma, e di Sora, in pro-
vincia di Caserta, costituiscono il distretto petroleifero ed asfaltifero più rinomato
‘e produttivo d’ Italia.
Mandato ad insegnare la storia naturale in questo Liceo di Arpino, mi son
trovato nel centro di questo distretto, e per conseguenza, ne’ miei studi geolo-
gici, non trascurai di occuparmi dei varî giacimenti di petrolî e di asfalti che
circondano la mia residenza, giacimenti per altro già da tempo coltivati dal-
l’ industria e descritti dalla scienza. Ricordo, fra le altre, le seguenti principali
pubblicazioni, delle quali io non potei finora avere tra le mani che qualche
appunto bibliografico :
Ponzi G. e CARPI P. — Rapporto sull’ asfalto di Veroli (Atti dell’ Acc. Pont.
dei Nuovi Lincei — Roma — 1853).
Costa G. 0. — Sul’ asfalto di Roccasecca (Atti del R. Ist. d’ Incoragg. alle
Scienze ec. e nat. — Napoli — 1865).
StoPPANI A. — I petroli în Italia (Giornale Il Politecnico — Milano — 1866).
FoRTTERLE F. — Vorkommen von Asphalt am Colle della Pece bei Pofi —
Castro in Mittel — Italien (Verhandlungen der k. k. geolog. Reichsanstalt
— Wien — 1872). >
Bipou L. — Gisements des bitimes, petroles et de divers mineraua dans les
provinces de Chieti et de Frosinone (Sienne — 1877).
Tuttavia colla scorta di quante notizie potei, con un mezzo o coll’ altro,
raccogliere in proposito, e più che tutto con quella delle dirette osservazioni
che ebbi campo di fare nelle varie mie escursioni, credo di poter, non. inutil-
mente, parlare su questo argomento, e fors' anco aggiungerci del nuovo.
Dividerò il presente mio studio in tre capitoli, nel primo dei quali, per in-
telligenza del lettore, darò un'idea topografica e geologica della regione,
descrivendo nel secondo le varie località petroleifere ed asfaltifere che in essa
regione s'incontrano, e riservandomi nell’ ultimo di esporre l” opinione che mi
son formata circa l’ origine di questi idrocarburi naturali.
ST
La regione che ci interessa è tutta compresa nel bacino idrografico del
Liri, ed occupa una superficie di più centinaja di Cmq.
A IAT E ap
4 2 s
74
Volgarmente si crede che la nostra penisola sia stata determinata unica-
mente dall’ emersione di quella catena ‘che, quasi spina dorsale, la percorre
dalla Liguria alla Calabria, segnando il partiacque tra il Tirreno e l’Adriatico,
e che tutte le altre montagne che rendono irta l’ Italia peninsulare altro non
sieno se non contrafforti di quella catena; onde i fiumi che da ambi i versanti
scendono al mare, scorrerebbero tra l'uno e l’altro di questi contrafforti.
Siffatta erronea interpretazione della nostra orografia è forse dovuta ad
un principio falsissimo, riconosciuto e proclamato per vero dalla generalità dei
geografi, al principio cioè che vi sia così stretto rapporto tra il sistema idro-
grafico ed il sistema orografico, da potere, col semplice tracciato dei corsi d’acqua
di una data regione, giudicare dell’ andamento in essa dei rilievi montagnosi.
Se invece noi ci facciamo a studiare l’ orografia, prescindendo affatto dal
criterio dei partiacque, dei versanti e dei bacini fiuviali, ci accorgeremo come
spesso la direzione delle catene, la loro tettonica o morfologia o fisionomia este-
riore, nonchè la loro petrografia e la loro stratigrafia, ci inducano a ripartire
i gruppi. montuosi in modo che, anzichè concordare, contrasta decisamente col-
l'andamento delle linee idrografiche. i
Un esempio l’ abbiamo appunto quì nei nostri Apennini, i quali, anzichè
una sola catena, sono un sistema di catene tra loro sensibilmente parallele :
nella regione centrale della penisola si mostrano evidentissime, per esempio,
tre catene principali, e cioè: la mediana, da M. Velino a M. Meta, segnante la
linea di displuvio tra i due mari — un'altra, comprendente il Gran Sasso e la
Majella, tutta nel versante adriatico — ed una terza, dei Monti Lepini, tutta
nel versante tirreno.
Tra la catena mediana od Apennina p. d. e la catena Lepina, distendesi,
tra Roma e Napoli, una depressione considerevole, costituente la così detta
Valle Latina.
Chiamai principali le catene Apennina e Lepina; con ciò intesi dire che
altre catene secondarie possono individuarsi: io, per esempio, addossata ai veri
Apennini e formante con questi una stretta valle longitudinale, vedo un’ altra
catena, quella dei Monti Ernici, i quali dalla massima elevazione, con M. Piz-
zodeta, sembrano perdersi a Sora, quantunque M. Cairo e M. Cassino, per me
ne formino la continuazione di S. E., onde la citata Valle Latina viene a tro-
varsi tra la catena Ernica e di M. Cairo da un lato, e quella Lepina o litorale
dall’ altro.
Vediamo ora l’idrografia di questa plaga: a Nord, tra gli Apennini e gli
Ernici, scorre — dai pressi del prosciugato lago Fucino fino a Sora, ed entro
angusta valle — il Liri; e più sotto, tra gli Ernici ed.i Lepini, scorre — nella.
Valle Latina, e parallelamente al Liri — il Sacco. Ora il Liri, giunto a Sora, invece
di proseguire la sua strada verso S-E tra gli Apennini ed il gruppo di M. Cairo,
‘approfitta della interruzione della catena Ernica, per volgere a Sud ed unirsi
al Sacco; e questi due. fiumi riuniti proseguono, sotto il nome di Liri, in Valle
75
Latina, cioè tra. il gruppo di M. Cairo ed i Lepini. Più oltre il Liri fa un se-
condo gomito, ed attraversata anche la catena litorale, col nome di Garigliano
si getta in mare. i
Queste catene erano già emerse nell’ epoca pliocenica, nella quale però il
mare occupava ancora, in forma di bracci, le attuali valli longitudinali inter-
correnti. Queste montagne sono infatti prevalentemente costituite da calcaree
bianche ippuritiche (cretacee) e nummolitiche (eoceniche), cui si addossano lembi
di arenarie mioceniche.
Il mare pliocenico vi depose, con stratificazione discordante, le sue argille
azzurre, le sue arenarie e le sue puddinghe, fino a quando, alla fine del plio-
cene, un ulteriore sollevamento del suolo lo scacciò quasi totalmente da questa
regione; tale sollevamento deve aver accentuate le fratture e le dislocazioni
corrispondenti alle citate valli longitudinali, ed in ispecial modo lungo la Valle
Latina, per modo da determinarvi all’ azione il vulcanismo, come ne fan fede
i vulcani spenti di Tiechiena e Pofi in provincia di Roma, e di Roccamonfina
in provincia di Caserta, i quali formano una non interrotta continuazione tra
i vulcani laziali a Nord, e quelli Flegrei ed il Vesuvio a Sud.
Con questa regione vulcanica, dal convento di Ticchiena (tra Alatri, Feren-
tino e Frosinone), a Roccamonfina, coincide la regione petroleifera ed asfalti-
fera che ora verrò descrivendo.
SUI
Ja primo giacimento d’ asfalto incontrasi per vero dire fuori del bacino
del Liri, essendo situato nella valle dell’ Aniene, che appartiene al bacino del
Tevere: è il giacimento degli Orti di S. Raimondo in Comune di Filettino, a
Nord di Guarcino.
Entrando poi nel bacino del Liri, un’altra importante miniera d’ asfalto ci
è dato incontrare presso la certosa di Trisulti, in Comune di Collepardo, a Nord
di Veroli, sulla sinistra del Sacco.
Io non visitai nè luna nè l’altra di queste località; e di quei giacimenti
posso solo dire — colla scorta della Rivista del Servizio Minerario nel 1886 (1)
— che in quell’anno ambe le miniere erano tuttavia in esercizio.
Ancora in territorio romano e sulla sinistra del Sacco (destra del Liri) esi-
stono considerevoli depositi di bitume naturale, nei Comuni di Banco e M. S.
Giovanni Campano, ad Est di Frosinone, e precisamente lungo il torrente Ama-
sena. La coltivazione di questi giacimenti fu concessa nel 1886 al Sig. G. B.
Serpieri, che vi eresse un'officina pel trattamento del materiale bituminoso me-
diante il solfuro di carbonio.
Visitai nello scorso anno, in compagnia del mio allievo Giuseppe Zumpetta
di Arpino, due volte la località, dove vi sarà almeno una trentina tra cave e
(1) Pubblicazione del Ministero d' Agr. Ind. e Commer. Roma — 1888.
‘76
tentativi di cave; ma trovai i lavori di escavazione sospesi e lo stabilimento
inattivo. L' asfalto impregna quivi tanto il calcare, ch'io non potei accertare
se ippuritico o nummolitico, quanto l’ argilla, le arenarie e le puddinghe plio-
ceniche, e d’ estate cola tra i frammenti rocciosi formando come tante stalla-
‘ titl picee.
Debbo quì ricordare due fatti che richiamerò più avanti: l’uno si è Gn in
alcuni campioni di asfalto da me raccolti rinvenni qualche traccia di zolfo cri-
stallizzato; l’altro fatto è questo, che in una di quelle cave notai la presenza
d’una specie di fango bruno-rossastro, però secco e scaglioso, incassato, come
un filone, entro una spaccatura della roccia.
Più a Sud di questa località, e cioè nei Comuni di Ripi e Strangolagalli,
mi fu poi riferito esservi sorgenti di petrolio.
Secondo il Bidou — come ho potuto rilevare da una recensione della sua
memoria del 1877, più sopra ricordata, recensione che si trova nella Bibliogra-
fia geologica e paleontologica della Provincia di Roma (1) ch' io ebbi dall’egre-
gio Ing. Pietro Zezi — erano allora attive nel Circondario di Frosinone le quat-
tro seguenti coltivazioni: Banco, S. Giovanni Campano, Ripi e Castro de'Volsci.
Quest’ ultimo comune trovasi sulla destra del Sacco, e la località asfaltifera
è precisamente al Colle della pece: nel 1886 — secondo la già citata pubbli-
cazione del Ministero d’ Agricoltura — la cava era ancora in attività, al pari
di quella di S. Giovanni Campano.
Cosicechè in quell’anno pure quattro erano le miniere attive d’ asfalto nel
‘Circondario di Frosinone: a Filettino, a Collepardo, a M. S. Giovanni ed a Castro;
la cui complessiva produzione fu di 500 tonnellate, pel valore di 20 mila lire.
Il ricordato Bidou asserisce essere la roccia bituminosa essenzialmente cal-
carea, talvolta metamorfosata da eruzioni basaltiche — forse alludendo alla
dicca basaltica attraversante l’ eocene tra Ferentino e Frosinone — e la for-
mazione geologica che la include costituita da argilla turchina ed arenaria
conchiglifere, come io ho potuto confermare per M. S. Giovanni.
Parlando poi in ispecial modo del giacimento di Castro, già descritto fin
dal 1802 dallo Spadoni (2), il Foetterle nel 1872 (8) dice essere il deposito
costituito da breccia calcarea bituminosa, cementata d’asfalto ed incassata tra
il terreno quadernario e le-marne ed arenarie eoceniche; ma io non avendo
visitata questa località, non posso aggiunger altro.
Passiamo ora alla provincia di Caserta: quando io visitai nel 1888, a scopi
geologici, i dintorni di Arce — a cui arriva ora la ferrovia che da Roccasecca
per Arpino dovrà andare a Sora — l'on. deputato Federico Grossi mi disse
come sulle pendici meridionali di Monte Grande, a Sud di Arce, fosse stata pure
(1) Pubblicata per cura del R. Ufficio Geologico — Roma — 1886.
(2) Osservazioni mineralo-vulcaniche fatte in un viaggio per l’antico Lazio (Macerata — 1802).
(3) V. sua op. cit. — e Bibliografia pure cit.
77
tentatà la escavazione di un calcare asfaltifero; ora però quella località è co-
perta da detriti di frana. Tuttavia, avendomi il Sig. Prof. Luigi Ottavio Ferrero,
Preside dell’ Istituto Tecnico di Caserta, gentilmente inviata la sua Contribu-
zione allo studio dei materiali litologici della provincia di Terra di Lavoro (1),
da questo lavoro ho potuto attingere le seguenti notizie, essere cioè la roccia
asfaltifera di M. Grande di Arce una calcarea magnesifera d’ epoca cretacea,
dove compatta ed dove brecciforme, e tutta imbevuta di asfalto; ed avervi l’ana-
lisi chimica rinvenuto in alcuni saggi il 13 per Oo d’ asfalto, in. altri solo il
7 per Org. L’' egregio prof. Ferrero, dal fatto che un esemplare presentava le
traccie delle striature prodottesi all’ atto dell’ emersione della roccia, crede che
la formazione dell’ asfalto abbia preceduto il sollevamento, e non essere però
impossibile che le materie organiche depostesi nel calcare all’ epoca della sua
normale formazione, sieno state decomposte nell’atto emersorio, ed abbiano pro-
dotti gli asfalti.
Ma ben più importanti sono i giacimenti di asfalto in Comune di Colle
S. Magno (mandamento di Roccasecca): io visitai l’ anno scorso, in compagnia
del mio allievo Pasquale Pellegrini di Roccasecca, quelle cave abbandonate, e
dirò quì quanto ho potuto osservarvi, e le notizie raccolte sul luogo.
Le cave son due ed a mezz’ ora circa di cammino a N-E del paese: la più
vicina all'abitato, detta Pietra Orlando, trovasi allo scoperto, si inoltra a destra
della strada mulattiera per circa 70 metri, ed è poco ricca d' asfalto; 1’ altra
trovasi più oltre a sinistra, è detta Monticelli, e presenta uno sviluppo ed una
ricchezza ben più grandi della prima: a me è sembrata come un grosso filone
diretto da Nord a Sud, messo allo scoperto per oltre 10 metri di spessore, pre-
sentandone assal più in lunghezza ed in altezza.
L’ asfalto impregna e cementa una specie di minuta breccia calcarea in-
coerente, detta quì arena, e passante spesso a calcarea terrosa detta sfucco ;
arena e stucco derivanti dallo sgretolamento del calcare compatto ippuritico,
come si osserva specialmente ad Arpino, ad Atina, ad Alvito, a S. Donato, a
Roccasecca, ed altrove, ed usati come materiali edilizi.
Questi depositi di breccia asfaltifera, già stati esaminati dal Tenore, dal
Montano, dal Cassola, dal Costa e dalla Scuola d’ applicazione degli ingegneri
di Torino, sono di proprietà del Comune, e furono usufruiti per 15 anni, cioè
fino al 1871, da un appaltatore, fruttando al Comune circa L. 600 annue, e fu-
rono ancora studiati sul luogo ed analizzati chimicamente nel 1872 dal Prof.
Ferrero, per incarico avutone dall’ Autorità Provinciale. I saggi chimici istituiti
dal prof. Ferrero diedero per i campioni della prima cava da 8 ad 8 per 010
d' asfalto, e per quelli della seconda da 3 a 10 per 070.
Poco dopo questa ispezione e questa analisi, al Municipio di Colle S. Magno
venne fatta da una società francese l’ offerta di L. 1 a L. 1,50 ogni tonnellata
(1) Pubblicata in Caserta in occasione di quella Esposizione Regionale del 1879.
di tale minerale, con impegno di scavarne per cento anni da 12 a 13 mila ton-
nellate annue; ma il Comune vi sì rifiutò. i
Più ampie notizie in proposito possono ricavarsi dalla pubblicazione del
Prof. Ferrero da me citata. In essa è detto inoltre essere quella breccia asfal-
tifera suscettibile di lavorazione, dando uno siupendo marmo nero meacchietiato
di bianco, che reggerebbe benissimo, anche in estate, nei paesi del Nord: oggetti
lavorati con tale breccia figuravano all’ Esposizione Regionale di Caserta del
1879, e si ponno osservare oggi nell’ Istituto Agrario della stessa città, nonchè
‘nell’ Istituto Tecnico di Napoli e nel Museo del materiale edilizio nazionale di
Roma. .
Da ulteriori informazioni mi risulta poi, come la roccia asfaltifera di Colle
S. Magno sia tutt'ora coltivata, ma solo per circa un mese all’ anno, per quanto
cioè è necessario onde fornire la ditta Querino de Cola del materiale che con-
suma durante l’intera annata per la fabbricazione dell’ asfalto. La statistica
ufficiale infatti (1) accenna ad una produzione nel 1886 di 2500 tonnellate di
materiale asfaltifero, del valore di 13 mila lire, dovuta ad una miniera della
provincia di Caserta, che è precisamente questa di Colle S. Magno.
Nella carta geologica della Terra di Lavoro, pubblicata nel 1872 dall’Ing.
Gaetano Tenore; trovo indicate due altre località asfaltifere, l’ una cioè ad Est
di Terelle e l’altra ad Est di Atina, sul versante N-E del sruppo di M. Gairo
— e nella citata illustrazione del materiale litologico della provincia di Caserta
del Prof. Ferrero, trovo accennato ancora un materiale asfaltifero a Cervaro
presso Cassino.
Ma passando ora per la provincia di Caserta, come abbiamo fatto per quella
di Roma, dalla sinistra alla destra del Liri, eccoci nel classico giacimento pe-
troleifero di S. Giovanni Incarico. Esso trovasi entro a formazioni mioceniche,
le quali, appoggiate sui calcari ippuritici, si mostrano a Ceprano ed a Falva-
terya in provincia di Roma, ed a S. Giovanni Incarico e Pico in provincia di
Caserta, e constano di argille schistose turchine alternanti con calcari arenosi,
e più in basso di arenarie e brecciole compatte, come rivelano i pozzi escavati
fino oltre 400 metri di profondità; ed il petrolio di cui sono imbevute è nera-
stro e bituminoso: secondo il Ferrero esso non sarebbe forse estraneo alla de-
gradazione delle roccie asfaltifere più sopra ricordate. (2) n
Per la coltivazione di questo petrolio si costituiva nel 1871 in Milano la
Società Sacchetti e C., approvata poi nel 1876 sotto il nome di Società italiana
delle miniere petroleifere in Terra di Lavoro, ora rappresentata dal Sig. Fran-
cesco Compagnoni. Essa acquistò il diritto all’ estrazione del petrolio non solo
su tutto il territorio di S. Giovanni Incarico e Pico, ma altresì su buona parte
di quelli dei Comuni limitrofi: Arce, Roccasecca, Aquino, Pontecorvo e Pastena.
(1) V. Rivista del Servizio Minerario, cit.
(2) Ferrero — Op. cit.
79
I primi pozzi — tra cui il pozzo Stoppani, escavato nel 1872 — diedero un
prodotto immenso; e nel 1877 si riprodussero per la prima volta in Italia i por-
tenti dei pozzi americani, elevandosi il petrolio nei tubi fino all'altezza di 4
metri sopra la superficie del suolo: e la società presumeva un prodotto annuo
di oltre 24 mila quintali di petrolio (1); l’ aspettativa fu però delusa, perchè il
prodotto andò sempre diminuendo. Nel 1886 per esempio, secondo la statistica
ufficiale più volte ricordata, il prodotto non fu che di 46 tonnellate del valore
di 10 mila lire — e l’anno scorso, quando io visitai la località, non vidi ad-
detti ai lavori che pochissimi operai, attorno ad un nuovo pozzo, sotto la sem-
plice direzione d’un « chef sondeur » belga.
(continua)
L'ALTO VALLESPIR
NOTE DI WNTURISTA\E: NA FPURALISTA
I° Escursione alla sorgente del Ter. Il Tetrao lagopus Linn. — II° Prats-de-Mollo. L' ere-
mitaggio di Notre Dame del Coral. La torre di Mi. — II° Escursione a Cowstouges; I fossili di
Coustouges. — IV.® Da Coustouses a Sant-Aniol. Il Lithospermum oloefolium, Lapegr. — V.° Le
caverne dei dintorni di La Preste. Paleontologia. Mineralogia. — VI. Il Canigou, Saint-Martin
del Conigou. VII La foce di La Fò.
Nel mese di Luglio 1882 era andato a passare qualche tempo a La Preste,
stazione termale del dipartimento dei Pirenei Orientali. Oltrechè le sue acque
ancora troppo poco conosciute ma molto salutari, sapeva che il mio soggiorno
a La Preste, mi permetterebbe di arricchire considerevolmente le mie collezioni.
Questa stazione è davvero una di quelle che offrono, in un piccolo spazio, le
più grandi risorse al naturalista. Lo stabilimento dei bagni è situato a 1130 m.
sul livello del mare e a circa un' ora di cammino dalla Spagna: è dunque in
piena montagna; il masso di Canigou e la frontiera franco-spagnola, tra i quali
è situato, lo proteggono contro i venti e lo riparano perfettamente. Il calore €.
l'umidità che le acque minerali, abbondantissime, spandono nei dintorni dello
stabilimento, vi attirano una grande quantità di molluschi, fra i quali s'in-
contrano delle buonissime specie. Ora, la malacologia mi ha sempre più atti-
rato delle altre branche di scienze naturali e mi proponevo di fare a La Preste
una copiosa raccolta di conchiglie.
Ma l’uomo propone e Dio dispone. Le circostanze non permisero che il mio
progetto si realizzasse in quell’anno. Fortunatamente non persi niente per ciò
(1) Stoppani — Il Bel Paese.
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e se non potei quella volta occuparmi in special modo di Malacologia, mi fù
dato il mezzo, come si vedrà, di studiare una delle » contrade dei Pirenei che
offrono insieme grande interesse per un Turista e molte ricchezze al Naturalista.
*
Ko*
Escursione alla sorgente del Ter. Il Tetrao Lagopus Linn.
Non erano che pochi giorni da che mi trovavo nello stabilimento, quando
incontrai uno dei miei buoni amici, che non avevo veduto da lunghissimo tempo.
Egli non era venuto per passare le acque, ma per sfuggire i grandi calori delle
pianure. Camminatore intrepido, cacciatore appassionato, aveva portato il suo
fucile, e pensava cacciare una ventina di giorni. Mi disse che contava bene che
lo accompagnerei nelle sue caccie. Questa proposizione sconvolgeva completa-
mente il mio progetto; ma era così contento di ritrovarmi con lui, che accon-
senti volentieri. Seduta stante progettammo per il domani una caccia all’Isard
(è così, che si nomina nei Pirenei /° Anzilope rupicapra, (Pallas,) quantunque
questo ruminante non differisca in niente dal Camoscio delle Alpi). Gli avevano
fatta una bella descrizione della pittoresca contrada che abitano questi animali
e dei piaceri di questa caccia e mi assicurava che avremmo passato molto
bene il nostro tempo. ‘
Partimmo una notte con un magnifico chiaro di luna, accompagnati da una
guida e portando viveri per più giorni. Rimontando il Tech, (1) torrente dei bagni,
fino alla sua origine e appena che l’ avemmo passato ci trovammo, al sorgere
del giorno, in un vasto piano, il Campo Magre, (2200 metri). Da questo piano
la vista è bella, ma noi non possiamo goderla che il giorno appresso, poichè le
nebbie cominciano ad addensarsi oscurandoci in parte l'orizzonte. Il Campo
Magre misura più di dieci chilometri di lunghezza con parecchie centinaia di
metri di larghezza. Impiegammo molte ore per attraversarlo nel senso della
sua lunghezza e durante questo tragitto non vedemmo neppure un solo animale.
La nostra guida ci disse tuttavia che vi si rincontra assai sovente un uccello
chiamato Perdiu blanca (Pernice bianca). Come si vedrà potei constatare l’in-
domani che si trattava bene del Tetrao lagopus Linn., che appunto volgarmente
viene quì chiamato Perdiu blanca.
Arrivati all’ estremità del piano, discendemmo in una immensa foresta di
pini, situata sul versante spagnolo della frontiera, per un terreno accidentalis-
simo. La nostra guida ci disse che è in questo bosco che si trovano più sovente
i camosci. Ma la sera essendo avanzata, e tutto facendo presentire una prossi-
ma perturbazione atmosferica, ci decidemmo di andare in una specie di capanna,
abbandonata e ridotta in cattivo stato, situata non lontano dalla sorgente del
Ter; sulla riva di questo corso d’acqua che non è ancora, qui, che un picco-
(1) La vallata che bagna il Tech si chiama Vallespi» (Vallis Pyria, secondo gli uni, o, più
verosimilmente, Vallis aspera, secondo altri). ;
gl
lissimo torrente; colà passammo malamente la notte fra il vento, la pioggia ed
il fumo del fuoco che fummò costretti a fare per non gelarci completamente.
Perdurando il vento e la nebbia, solo verso le 5 potemmo partire decisi di
ritornare al più presto donde eravamo venuti. Alla fine un colpo di vento dis-
_ sipa la nebbia, ma troppo tardi perchè possiamo metterci in caccia, e al levare
del sole uno stupendo spettacolo viene a farci obliare tutte le nostre sofferenze
della notte. In faccia di noi una montagna puntuta, caccia ancora nelle nubi
la sua cima nevosa. Alla nostra dritta, delle grandi rocce tutte umide riflet-
tono da ogni parte i raggi del sole come lo potrebbero fare altrettanti
specchi; esse prendevano nel medesimo tempo delle tinte argentee e sembrava che
una infinità di fuochi si accendessero istantaneamente intorno a noi. A misura
che l’ astro veniva a rischiarare il fondo della vallata, le acque del Ter che
scorrevano al di sotto di noi, prendevano anch’ esse il vero riflesso dell’argento,
e scintillavano serpeggiando in mezzo ai pascoli. L’ occhio avrebbe sostenuto
con pena tutto questo scintillio se non avesse potuto riposarsi a sinistra sulle
oscure foreste di pini che si estendono a perdita di vista per tutta la lunghezza
della vallata e che i raggi del sole non rischiaravano ancora. Questo quadro
che si era presentato a noi sì inaspettatamente e per così dire a traverso lo
squarcio delle nebbie, era veramente incantevole.
Mentre che ci arrampichiamo per la erta costa che ci separa ancora dal
Campo Magre posso raccogliere un certo numero di piante. Quella che mi pare
la più abbondante in questo luogo è la Molopospermum cicutarium, (Decandol)
della quale gli abitanti della contrada mangiano i giovani germogli in insalata.
Se ne vedono nelle fessure di tutte le rocce. Quasi tutti gli abitanti del Rous-
sillon confondono questa pianta con /° Angelica Sylvestris, Linn.
Nel piano il vento di Spagna soffiava violentemente. Più volte i colpi di
vento furono così impetuosi che fummo costretti stenderci al suolo per non
essere sollevati. È durante uno di questi momenti che avemmo occasione di
vedere alcune delle Pernici bianche (Tetrao lagopus, Linn.) e che lottavano
come noi per non essere trasportate dal vento. Sette od otto di questi gallina-
cei vennero a pochi passi da noi. Impauriti alla nostra vista cercarono di al-
lontanarsi; ma la forza del vento glie lo impediva ed erano sempre rimandati
vicino a noi e così prossimi che io credo bene che, con un poca più di audacia,
ne avrei potuto prendere uno vivo. Esausti di forze finirono per nascondersi in
una piccola depressione del suolo dove non presentavano più presa per il vento.
Il mio amico potè ucciderne uno: era piuttosto grigio che bianco con mac-
chie giallastre sulle ali. \
Questi uccelli si tengono ad un’altezza superiore a 2000 metri e bisogna
che il freddo sia ben forte perchè discendano qualche centinaio di metri al di-
sotto di questo limite. Si vedono sovente rivoltolarsi nella neve. Il cacciatore
gli si può avvicinare facilmente e quando ne ha fatto levare un branco è or-
dinariamente sicuro dî ritrovarlo, posandosi essi. sempre molto vicini dal luogo
luo allego i
ove sono partiti. Vanno a branchi numerosi; sono ordinariamente magri e la
loro carne è coriacea. Così sono poco disturbati dai cacciatori, quantunque la
loro abbondanza e la lentezza del loro volo permettano di ucciderli facilmente.
Gli ornitologhi possono possedere il Tetrao lagopus con tre abiti differenti.
In primavera e in autunno le sue piume sono sparse di diverse macchie su
fondo bianco; in estate sono grigi con delle macchie giallastre; in inverno, meno
le remiganti delle ali e le timoniere della coda che sono nere, quest’ uccello è
di un bianco perfetto.
Sia che noi volgiamo a sinistra o a dritta del piano; il io sguardo ab-
braccia un panorama estesissimo. Sul versante francese vedesi nettamente il
masso del Canigou ed una grande parte dei dintorni di Prades; sul versante
spagnolo vediamo da ‘una parte il mare mediterraneo nella direzione del posto
di. Rosas, dall'altra le catene di montagne che circondano Barcellona.
Ritraversando la valle del Tech potei raccogliere un gran numero di piante.
e specialmente delle genzianacee, xasifraghe e valerianacee.
Al sopraggiungere della notte, eravamo di ritorno allo stabilimento
(continua)
PFEoSSIAE
(Continuazione al N.° 11 anno 1888)
| i II.
VARI PROCESSI DI FOSSILIZZAZIONE
‘Una volta accettata la larga interpretazione del vocabolo fossile, è ovvio
che anche alla parola fossilizzazione, ‘che ne deriva, si debba attribuire una.
definizione parimenti allargata. Un errore volgarissimo è quello di ritenere la
fossilizzazione quale omonimo di pietrificazione, poichè questa non è semplice-
mente uno dei varî momenti di quella. In senso paleontologico dicesi fossiliz-
zazione il processo naturale per cui un ente organico o le sue forme, possono
| venire conservate per un tempo indefinitamente lungo. Nel senso geologico in-
vece, devesi aggiungere al fatto della conservazione di un organismo, tutte
quelle altre condizioni che possono rendere fossile anche un corpo inorganico
qualunque. Onde mi pare che convenga definire la fossilizzazione siccome il
complesso delle cause, di conservazione per gli organismi e di situazione per
gli anorganismi, che rendono testimonio un oggetto naturale qualsiasi di un
fatto geologico, intendendosi per fatto geologico un fenomeno tanto del passato
quanto dell'attualità. In questo secondo capitolo, vedremo: perciò le diverse
. maniere con cui un corpo può rendersi fossile; in altri termini, esamineremo
le varie circostanze che favoriscono la fossilizzazione di un corpo, e, per seguire
un certo qual filo, tratteremo in prima linea della fossilizzazione dei corpi or-
ganici, che è la più ricca di fatti differenti e la più importante, riservandoci
di dare poscia anche un’ occhiata alle forme principali di fossili inorganici.
Il fenomeno della conservazione naturale dei corpi organici è fenomeno
eccezionale. Fenomeno normale è che un organismo, morto che sia, viene com-
pletamente distrutto. Niuno ignora cosa succeda di un corpo organico che abbia
cessato di vivere e rimanga sotto l'influenza degli agenti atmosterici. Esso si
decompone (più o meno lentamente secondo i casi) per quel processo. che dicesi
di putrefazione, in varî prodotti gazosi e solidi, i quali si disperdono per l’aria
e sul terreno. È questo un fenomeno comunissimo; la putrefazione di un ani-
male, accompagnata dall’ odore caratteristico dei gaz che da esso si sprigionano,
la decomposizione di un residuo vegetale qualsiasi, abbandonato alla superficie
del suolo, in acqua, acido carbonico, ammoniaca, azoto, idrogeno protocarbo-
nato,... sono fatti che si possono quotidianamente verificare. L' ossigeno del-
l’aria, il calore e l’ umidità sono i tre fattori principali di siffatto processo, ma
non sono unici, chè assai contribuisce anche il mondo organico nell’ opera di-
struggitrice, essendovi un'infinità di piccoli esseri che vivono alle spese dei
corpi morti.
Tale è la lesge inesorabile di natura che colpisce tutti gli organismi morti,
ed è una legge necessaria per il sicuro mantenimento della circolazione perenne
della materia. Tuttavia l’ attuazione di questa legge può essere ritardata per
quegli organismi che vengono a trovarsi casualmente nelle opportune condi-
zioni. Certe spoglie animali o vegetali, anzichè consumarsi tosto come sarebbe
loro destino, conservano la loro sostanza e la loro fisionomia, o l’ una o l’altra
soltanto, per un tempo indefinito. Quando succede ciò ? È ovvio che questo debba
succedere allorchè l’ agente precipuo della decomposizione dei corpi organici,
‘non possa più esercitare su essi il suo potere. In altri termini, perchè una
spoglia organica abbia a fossilizzarsi, è-indispensabile anzitutto ch’ essa venga
sottratta all'influenza atmosferica. Tale sottrazione può essere determinata da
due fenomeni principali: o per inumazione, ossia per seppellimento entro un
deposito qualunque, o per incrostazione, ossia per avvolgimento di sostanze
minerali generalmente calcaree o silicee, portate da acque speciali. ;
Non bisogna però credere che un corpo organico, il quale venga a trovarsi
nelle citate condizioni, abbia a conservarsi in perfetto stato, come all’ istante
della sua morte. La ragione di ciò stà nel fatto che non esiste in natura un
terreno così rigorosamente impermeabile, da esercitare un’ intera protezione
sul corpo in esso inglobato. Qualche eccezione tuttavia si può trovare nei casi
speciali di organismi entro depositi ghiacciati — come i mammonth della Si-
beria — e entro resine come gli insetti nell’ ambra — od altri prodotti vege-
tali di elevato potere antisettico. Tolti questi casi veramente eccezionali, qual-
s4
siasi spoglia organica, abbenchè riparata dagli agenti atmosferici, è soggetta
durante il corso della sua fossilizzazione, a certe trasformazioni, che possono
derivare semplicemente dalle trasformazioni molecolari della spoglia medesima;
oppure essere prodotta dalle acque, più o meno cariche di principî minerali,
che si infiltrano e circolano in tutti i terreni. Si capisce con-ciò, che si veri
ficherà maggiore trasformazione nella spoglia sepolta entro terreni permeabili
in confronto a quella che trovasi in terreni relativamente impermeabili, locchè
ci mostra già fin d’ ora una duplice divisione nei processi di fossilizzazione per
seppellimento in un deposito, e cioè: fossilizzazione in roccie impermeabili, e
fossilizzazione in roccie permeabili.
V’ha ancora di più. La trasformazione di una spoglia organica sarà tanto
meno pronunciata quanto più la spoglia contiene, nella propria composizione
chimica, sostanze lapidee. È questa la legge che si può dire di Hugard, dal
nome dello scienziato che fece al riguardo numerose ed importanti esperienze.
Essendo poi evidente che la trasformazione a cui una parte organica va sog-
getta è in ragione inversa della sua conservazione, ne risulta che dalla legge
citata si può dedurre, come da un calcolo algebrico, la probabilità di fossiliz=
zazione di un dato organismo. Tale legge però deve ritenersi come applicabile
ai soli prodotti animali, dei quali, in base a quella, si. potrebbero stabilire va-
rie categorie, a seconda dei differenti valori della probabilità di fossilizzazione.
(Continua) MARIO CERMENATI
2
SULLA SACCARINA — Preparazioni, Proprietà, Reazioni, Metodi di ricerca nelle
sostanze alimentari, proprietà fisiologiche — pel Dr. Guipo BaRGIONI di Firenze.
(Continuazione e fine, vedi N. 3)
Guando si tratti di ricercare la saccarina nel vino decolorato che contenga
contemporaneamente saccaroso 0 glucosio, o nello zucchero, tanto greggio che
raffinato, o nei glucosi commerciali, o nel miele, o nei sciroppi, l’ Alessandri
consiglia di lavar bene ripetutamente con acqua stillata il precipitato ottenuto
con nitrato mercurico, finchè l’acqua stessa non riveli il benchè minimo sapore
dolce, e di trattare quindi il solo precipitato con alcool bollente, per sciogliere
la saccarina.
Siccome poi la saccarina è perfettamente dializzabile dalle membrane ani
mali ed in tempo relativamente breve, così lo stesso autore, quando abbiasi a
ricercare la saccarina in sciroppi composti, nei rosolii, nei pastigliaggi, nelle
confetture, nella cioccolata, ece., consiglia di procedere alla dialisi, per ricer-
care, coi modi soliti la saccarina nel liquido esterno al dializzatore.
Trattandosi di ricercarla nella orina, questa si tratta con acqua di barite in
eccesso, si filtra, dal filtrato si toglie mediante corrente di acido carbonico l’ ec-
cesso della barite, si filtra nuovamente e sì concentra, se occorre; indi si tratta
85
secondo il solito con nitrato mercurico ed il precipitato ben lavato si tratta con
alcool caldo, per ricercare nel residuo dell’evaporazione dell'alcool la saccarina
coi metodi già noti.
Fra i diversi metodi proposti, io ho voluto provare quelli dello Semidt e
dell’ Alessandri. In 100 c.c. di vino rosso ho sciolto gr. 0,05 di saccarina, quan-
tità sufficiente per renderlo dolce, e ho diviso il soluto in due parti uguali. Una
parte, dopo averla acidulata con acido solforico, ho sbattuta ripetutamente con
un misto di etere di petrolio e di etere solforico; separata la soluzione eterea
ed evaporatala, ho fuso il residuo che ha sapore dolcissimo in capsula di por-
cellana con soda caustica; ho ripreso il residuo con acqua acidulata con acido
solforico, ho sbattuto questa soluzione in tubo da saggio con etere solforico
per sciogliere l’ acido salicilico formatosi, il quale dopo l’ evaporazione dell’ e-
tere mi ha dato con cloruro ferrico la caratteristica colorazione violetta. — Gli
altri 50 c.c. di vino, dopo averli fatti bollire, gli ho decolorati con carbone ani-
male, e precipitata quindi la soluzione con nitrato mercurico, ho versato sul
filtro su cui aveva raccolto il precipitato dall'alcool bollente, evaporando il so-
luto alcoolico a bagno maria. Il residuo aveva un sapore dolce, ma, non tanto
marcato, essendo forse mascherato dal sapore di quel po’ di sale mercurico che
si era disciolto. Ripresolo con acqua alcoolizzata, precipitato il sale mercu-
rico con idrogeno solforato, filtrato ed evaporato nuovamente, e fuso il residuo
con soda, non potei peraltro avere con cloruro ferrico la reazione dell'acido
salicilico. — Ripetuto il saggio con 50 c.c. di vino contenente gr. 0,05 di sac-
carina, ho potuto avere da ultimo un soluto alcoolico marcatamente più dolce,
e dopo precipitazione con idrogeno solforato, dal residuo fuso con soda la rea-
zione dell’ acido salicilico. — Forse con questo metodo un poca di perdita è ine-
vitabile per le diverse operazioni di decolorazione, precipitazione e filtrazione
che occorre fare su un soluto che contiene piccola quantità di saccarina. Ed
anche la fusione in una capsulina con soda caustica del residuo. per trasformare
la saccarina in acido salicilico, và fatta con molta cautela, senza alzar troppo
la temperatura: convien piuttosto prolungarla di più, aggiungendo di tanto in
tanto qualche goccia di acqua, in modo che si abbia più che una vera fusione,
una prolungata ebollizione. i
Il metodo dello Semidt specialmente quando abbiasi da ricercare la sacca-
rina nei vini dolci, è il più sbrigativo; ma ‘anche quello dell’ Alessandri può
esser messo in pratica, tutto al più concentrando il vino per evaporazione come
consiglia l'Autore, e così l'uno può servire di utile controllo all’altro. — Quando
da ambedue Je prove si abbiano dei residui di un sapore dolce stucchevole, e
dopo fusione con soda ed estrazione con etere, la colorazione violacea con clo-
ruro ferrico, si può esser sicuri di aver che fare con saccarina.
Proprietà fisiologiche della Saccarina — Suo uso in Terapia. — Secondo
Stutzer, Aducco e Mosso (Arch. per le Sc. Mediche, TX, 22) essa non avrebbe .
influenza sulla digestione gastrica e sarebbe del tutto innocua per l’ organismo;
86
viene rapidamente assorbita e compare nelle orine in meno di mezz’ ora; non
passa nella saliva e nel latte; non ha alcuna azione sul ricambio materiale, non
modifica la composizione dell’orina; sembrerebbe cioè che potesse essere usata
senza danno alcuno e che fosse del tutto innocua per l’ organismo. Secondo al-
cuni medici, tra i quali il dott. Pallatschek di Carlsbad (v. la Deutsche Medi-
cinal Zeitung) essa sarebbe un eccellente sostituto dello zucchero nell’ alimen-
tazione dei diabetici o di quelli individui nei quali furono riscontrate delle gli
cosiure transitorie, consecutive all’ uso di grandi quantità delle diverse. specie
di zucchero od a seguito di disordini delle funzioni digestive e via discorrendo.
‘In tali casì secondo l’A., bisogna somministrarne sempre delle dosi piccolis-
sime, sufficienti a solleticare il gusto o a mascherare il sapore dei medicamenti.
Il dott. Vorms al contrario ha visto sopraggiungere in molti diabetici, dopo
8 o 15 giorni che prendevano giornalmente 10 cent. di saccarina, un disgusto,
delle nausee, una anorresia, una sensazione penosa all’ epigastrio, tale da con-
sigliarlo ad andar cauto nel prescriverla come medicamento, sopratutto perchè
può accumularsi e produrre degli accidenti, quando i reni non funzionano bene.
La proibizione dell'uso della Saccarina. — Intanto in questo momento la
saecarina richiama l’ attenzione delle diverse accademie scientifiche e dei governi
e si fanno degli esperimenti per risolvere la questione se l’uso industriale di
essa, presenti degli inconvenienti dal punto di vista dell'igiene e della salute
pubblica.
In Francia il Segretario generale della Prefettura di polizia di Parigi, ha
invitato, dietro rapporti del direttore del Laboratorio chimico, il Consiglio di
igiene e di salute pubblica del dipartimento della Senna ad occuparsi della
questione, ed il Prof. Dujardin-Beaumetz, membro della Commissione, ha pre-
sentato un rapporto, di cui ecco le conclusioni;
« Tenuto conto dei disturbi digestivi che può provocare la saccarina e basan- .
« dosi sul fatto che la saccarina non è un alimento, poichè non subisce nell’e-
« conomia nessuna modificazione, la Commissione, è unanime nel considerarla
« siccome un medicinale. Ù i
« Inoltre convinta che la saccarina non servirebbe ad altro che ad aumen-
< tare le falsificazioni già tanto numerose delle sostanze alimentari, la Commis-
« sione crede che si debba respingere la saccarina dall’ alimentazione generale,
« perchè pericolosa alla salute pubblica. » i
Parimente da noi la Direzione di Sanità al Ministero dell'Interno ha ema-
nato una circolare con la quale « richiama l’attenzione del pubblico e più spe-
« cialmente dei laboratorii chimici di indagini igieniche, sopra questo nuovo
« mezzo di sofisticazione, che toglie sempre valore nutritivo ai prodotti con
« esso ottenuti ed eventualmente può nascondere pericoli gravi alla salute di
« chi ne usa ». ©
Intanto in Francia si è trovato dello Champagne confezionato con saccarina;
e non vi sarà da meravigliarsi se la troveremo nei rosoli, negli sciroppi, nelle.
87
conserve, nelle confetture e via discorrendo, o se sarà usata per render più dolce
il glucosio commerciale. — Le circolari che l’accompagnano, citando le espe-
rienze dei Signori Aducco e Mosso di Torino, la dichiarano innocua, ma an-
corchè fosse tale, il sostituirla tacitamente allo zucchero è sempre una frode
ed una sofisticazione. TS
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia-
vimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Notizie di caccia e note ornitologiche. Recente comparsa di cigni nella laguna di Ve-
nesia. 22 Novembre 1888: In Bottenico (di fianco al ponte della ferrovia) furono osservati due cigni
che rimasero in quelle acque soltanto alcune ore, poi fecero partenza.
ll Gennaio i889. Nella cosidetta Paluda di Dragoiesolo, da quanto mi comunica gentilmente
il Sis. P. Ellero, si son messi cinque cigni e un cacciatore potè ferirne uno con.un colpo di fucile:
‘ questo cigno era giovine e fu da me acquistato.
30 Gennaio, 1889. Seppi dall’ egregio Sig. G. Rocca che dieci cigni si posarono in Val de Bon
e che si fermarono colà sino al 3 di febbraio. Il Cav. De Blaas sull’ imbrunire tentò con una bar-
chetta di avvicinarsi ad essi, ma i cigni accortisi. a tempo, presero il volo e disparvero.
8 Febbraio 1889. Ne furono veduti altri sette o nove in Valle Dragotesolo
21 Febbraio 1839. Ne fu portato un individuo adulto ferito ma vivente. Apparteneva alla specie
Cygnus musicus.
21 Febbraio 1889. In Dragoresolo ne furono osservati altri tre
Venezia 5 Marzo 1889. A. P. NINNI
Nella scorsa estate furono presi un merlo (Turdus merula) ed un darbagianni (Strix flammea)
completamente albini, il primo presso Radicondoli prov. di Siena, il secondo presso Castelnuovo di
Val di Cecina. Il merlo è ora nel museo di questo Istituto tecnico, ed il Barbagianni è, per quanto
ne so, ancor vivo presso un signore di mia conoscenza.
Livorno 8 Marzo o P. MANTOVANI
Caso di melanismo parziale fra i Passeri. I passeri più frequentemente di. altri
uccelli vanno soggetti a mostruosità, imperocchè in essi facilmente si trovano casì di Albini-
smo, Isabellismo o melanismo, e precisamente quest’ ultimo, mi fu dato osservare su una Passera
mattugia (Passer montanus) che mi fu donata ancora implume. L’ allevai , e quando ebbe messe
e penne e piume, vidi che differentemente dagli altri consimili, aveva la gola, il gozzo, il petto,
l'addome e il sotiocoda di un. bel nero lucido, quà e là punteggiato di caffè. La tenevo in gabbia col
l'intenzione d’ imbalsamarla, ma mutando le piume Berte il color nero e ripigliò quello che è pro-
prio della passera mattugia.
Sondrio 12 Marzo 89 i 2 ALBINO CREMASCHI,
Microbi ed alcaloidi. IZ Journal de micrographie pubblica una lezione fatta all’ ospedale
Nenker dal prof. Peter e che potrebbe aver per titolo « Grandezza e decadenza dei microbi. » L'au-
tore mostra l'evoluzione della dottrina microbiana. Sono 2 anni si accusavano i microbi di esser la
causa delle lesioni ; attualmente il mierobo non è più dannoso per sé stesso, ma per gli alcaloidi
che' secrete. i
Passando all’ attenuazione per le colture successive dice: «i bacteri della seconda coltura sono
morfologicamente identici a quelli della prima e non hanno cessato di essere patologicamente iden-
MOLARE VT,
VOOR
tici: essi sono dunque spogliati di qualche cosa ed è precisamente questo qualche cosa di cui essi
erano impregnati che li rendeva nocivi. »
L’oratore termina con una critica delle vaccinazioni antirabbiche del Pasteur, dicendo che la
innocuità è sopratutto praticamente valida per la sua durata; ciò che non ha luoso in questi casi,
poichè individui che hanno subìto il trattamento sono morti di rabbia paralitica 20 mesi dopo (Soc.
sce. nat. phi. Montpelier N. 13 1889). B.
Nematodi. M. Michel ha presentata all’ Acc. delle scienze di Parigi (31 dec. 1888) una nota
sulla esistenza di una vera epidermide cellulare nei Nematodi e specialmente nei Gordius. Con la
fissazione per il liquido cromonitrico (liquore di Perenyi) e la colorazione a l’ ermatossilina, 1° au-
tore ha potuto convincersi che la membrana suscuticulare, è veramente in questi animali una mem-
brana cellulare, una epidermide con spesse cuticule, formata dalla membrana esteriore di queste
cellule, e non come si era preteso, una membrana protoplasmatica, o ancor meno un sistema ner-
voso periferico. i B.
Sbaglio in un erbario. Nel 1881 il Ministero mandò in dono un piccolo erbario a ciascun
Liceo, e quello toccato a questo di Pavia fu messo in una scatola ed abbandonato allo studio dei
tarli, i quali fecero il loro dovere: -
Mi son messo a pulirlo per utilizzare gli esemplari non interamente guasti, ed unirli alle mie
raccolte, facendone così un solo erbario; e vi ho trovati due esemplari classificati col nome di Ostrya
carpinifolia Scop.
Nell'anno scorso determinai alcune piante, che aveva raccolto pochi anni prima presso il Gran
Sasso, e fra queste vi è una specie che classificai col nome di Ostrya carpinifolia, ma è diversa da
«quella esistente nell’ erbario del Ministero. :
A principio ho creduto di aver sbagliato nel determinare i miei esemplari, ma consultando le
flore, ho visto che non è così; e che invece l’ esemplare dell’ erbario del Ministero è il Carpinus
Betulus L. Infatti esso ha le spighe fruttifere molto lunghe con le brattee trilobe, ed il lobo me-
diano più del-doppio più lungo dei lobi laterali: e perciò non può essere l’ Ostrya carpinifolia, che
ha le spighe frattifere corte, ovate, con le brattee biancastre, e chiuse a modo di vesciche, che in-
cludono il frutto, com' è la specie da me raccolta. Per abbondare in cautela, ho mandato gli esem
plari ad un egregio botanico, mio amico, che ha confermate le mie idee. r
Facilmente lo sbaglio avvenne per uno scambio di cartellini con altre piante che restarono a
Roma, perchè nell’ erbario mandato al Liceo non vi è il Carpinus Betulus. Ma, se ben mi ricordo,
anche nell’ erbario mandato al Liceo di Teramo vi è l’ Ostrya carpinifolia, come in questo di Pa-
via; è facile quindi che vi sia lo stesso sbaglio in tutti gli altri erbarii Mandati ai Licei, e credo
perciò cosa utile avvisarne i colleghi. A. LonGo
Distruzione d’insetti nocivi per mezzo di parassiti vegetali. (Riv. scient. îndust.)
Nelle adunanze della Società Entomologica di Francia dell’ 11 e 25 Luglio e del 22 Agosto 1888,
sì è molto parlato dell'argomento, gia noto, del parassitismo di alcune crittogame riguardo agli in-
setti; e si sono recati in campo nuovi fatti per dimostrare come da questo ordine di cose possa de-
rivare qualche utilissima applicazione.
Il celebre entomologo Dott. Alessandro Laboulbàne, richiamando i casì di parassitismo della
Botrytis Bassiana sul baco da seta e sulle larve di altri insetti che ne subiscono talvolta delle
vere stragi, e ricordando come la Entomophthora si propaghi sulla mosca domestica che ne rimane
deformata, avvolta ed imprigionata sui cristalli delle finestre in autunno, e citando pure come le
Isaria ed altre crittozame vivano a spese di diversi insetti, crede alla possibilità di procurare ar-
tificialmente colle crittogame la morte di molti insetti distruttori delle nostre culture e delle no+
stre raccolte, ispirandosi ai risultati delle ammirabili ricerche di Pasteur sulla cultura dei miero-
organismi.
Il Dottor Laboulbène narra che il Professor Metschnikoff, professore di biologia all' Università
di Odessa, ha voluto coltivare i parasiti vegetali per la distruzione degli insetti nocivì.
A Sméla, nel distretto di Kieff. vicino ad Orlovetz, sotto la direzione del signor A. Kraseltschik,
89
esiste un piccolo stabilimento sperimentale dove si producono le crittogame insetticide, e nel quale
in quattro mesì di estate nel 1888 si sono ottenuti 55 chilogrammi di spore assolutamente pure
della Isaria destructor Metchinikoff, che uccide diverse specie di insetti e specialmente il Cleonus
punctiventris, notissimo danneggiatore delle culture di barbebietole.
Otto chilosrammi di spore costano 10 lire, e bastano per essere disseminate in un ettaro, me-
scolate ai concimi od alla sabbia, e per ottenere una mortalità del 50 all'80 per cento negli insetti,
per effetto del vegetale parassita che si sviluppa da quelle sporule.
A questo prodotto è dato il nome di « Muscardine » e se ne distinguono tre qualità: la bianca,
che è la vera causa della malattia dei bachi da seta e di altri bruci; la verde, che è la più attiva
sui coleotteri nocivi al grano ed alle barbebietole; infine una rossa, che non agisce altro che sulle
larve del Cleonus punctiventris, ma che è di una efficacia straordinaria. La Muscardine verde è
quella che sì prepara in maggior quantità; le sporule vengono seminate alla superficie di un liquido
nutritivo costituito principalmente da una infusione di orzo pestato. Il liquido è tenuto in recipienti
piani e coperti, in modo da impedire che vi giungano, alri fermenti.
Dopo dodici o quindici giorni si è formato alla superficie del liquido uno strato denso di Mu-
scardine verde, che si raccoglie e si lascia seccare. Dopo un egual periodo di tempo può farsi una
nuova raccolta, o così di seguito fino ad esaurimento del liquido nutritivo; cosicchè in quindici
giorni si possono raccogliere 200 grammi di Muscardine verde, in un metro quadro di liquido.
P. BARGAGLI.
La colorazione delle fibre elastiche coll’acido cromico e colla safranina. Nota
del Dott. L. FERRIA.
Nella Zeîtschrift fur wissenschaftliche der Mikroscopie, vol. IV, 1887, pag. 31 e seg., il dott.
G. Martinotti ha fatto conoscere un metodo di colorazione delle fibre elastiche, fondato sulla affinità
che l’acido cromico ha da una parte per le fibre elastiche, dall’ altra per la safranina.
Pertanto io mi sono proposto di cercare come si comportassero le varie safranine sotto questo
aspetto, ed ho fatte esperienze di confronto sopra 18 qualità di esse, che erano in laboratorio e
provenivano da diverse fabbriche.
Queste differivano assai fra loro nel colore, nel peso specifico, nella solubilità nell’ alcool e
nell'acqua, e specialmente nel modo di comportarsi coll’ acido eromico.
Il Martinotti, per tentare una spiegazione dei resultati ottenuti, aveva ricordato il fatto che
una. soluzione acquosa di acido cromico precipita abbondantemente una soluzione acquosa di
safranina (loc. cit., pag. 34). Ora, con tutte le suddette specie, io ho ottenuto questo pre-
cipitato, differente però nella quantità e nel tono del colore, essendo abbondante e rosso più
o meno intenso (quasi nero) con alcune, scarso e rosso-mattone o rosso-giallastro con altre; e
sempre ebbi ad osservare che queste ultime erano quelle appunto che davano una colorazione
delle fibre elastiche meno soddisfacente, talora affatto negativa. Di più constatai che Griesbach
non colpì nel segno supponenco che la riuscita della colorazione dipenda dalla purezza della sostanza
colorante adoperata, cioè che, quanto più questa è pura, tanto più si abbia uma colorazione netta e
distinta. Infatti le safranine che davano un precipitato relativamente scarso coll’ acido cromico, e
che poco o nulla tingevano le fibra elastiche, erano precisamente quelle che ci erano state mandate
dalle migliori fabbriche come più pure, mentre le altre appartenevano alle qualità inferiori. Noto
ancora di passaggio che in generale le safranine che si mostravano più adatte per la colorazione
delle fibre elastiche erano le meno acconcie per tingere i nuclei e specialmente le mitosi nucleari.
Sarebbe quindi molto utile poter determinare il grado di purezza delle varie safranine, e rico-
noscere a quali prodotti le meno pure debbano la loro azione più manifesta sulle fibre elastiche:
ma sappiamo quanto siano ancora oseure le intime cause di molti processi di colorazione, e come
certi prodotti accessorii che si ottengono nella fabbricazione delle sostanze coloranti, e che variano
secondo le circostanze, abbiano soventi una grande influenza sull’ esito di un processo. Io non ho
potuto stabilire quali siano questi prodotti, queste cause modificatrici, nè ho potuto desumerlo dalle
opera di chimica e dalle pubblicazioni speciali.
ser
‘LEA LI nin PR ire Mi dle
90
Ho però verificato ciò che ha asserito Griesbach, vale a dire che il calore accelera la colorazione;
con certe safranine ho ottenuta una tinta nera intensissima delle fibre elastiche, lasciando le sezioni
- microscopiche nel bagno colorante soltanto per cinque ore, ad una temperatura di 3738% risultato
che, a vero dire, va molto al di là di quanto indica Griesbach stesso.
Inoltre, credo di poter aggiungere che le soluzioni idroalcooliche di safranina, adoperate per
questo scopo, guadagnano in potenza di colorazione col tempo, il qual fatio è comune a pareechie
altre sostanze adoperate in microscopia, ma si presta difficilmente ad una soddisfacente spiegazione.
Ho osservato che la colorazione riesce bene non soltanto nei preparati fissati coll’acido eromico,
ma anche in quelli fissati coll’aleool assoluto, purchè le sezioni si tengano almeno per cinque ore
in una soluzione acquosa di acido eromico 1 : 1000 alla temperatura di 37° circa, poi siano ri-
sciacquate nell'acqua distillata e portate nella soluzione di safranina.
Un inconveniente che si verificava non infrequentemente, seguendo il metodo primitivo del
Martinotti, era questo, che mentre le fibre elastiche erano tinte intensamente in nero, il fondo del
preparato assumeva una colorazione rossastra diffusa, che scemava 1’ elesanza dell’ immasine mi.
eroscopica.
Cercai di togliere questo difetto, cioè di dfn il fondo del preparato senza diminuire l’in-
tensità del colore acquistato dalle fibre, e vi riuscii in due modi, sia trattando per breve tempo le
sezioni con una soluzione alcoolica diluitissima di potassa caustica, sia lasciandole a lungo, anche
per 24 ore, nell’alcool assoluto. In tal modo solo i nuclei del tessuto pigliano un colore rosso che
fa bel contrasto col nero brillante delle fibre elastiche, il che, lungi dal nuocere alla chiarezza dell
preparato, rende più evidenti le particolarità di struttura del tessuto che si esamina.
Dirò infine che contribuisce alla maggior chiarezza dell’ immagine il rendere trasparenti le
sezioni nell'olio di bergamotto e la conservazione nella gomma damar (1).
(Giorn, della R. Accad. di Med, di Torino 1888). i Tod
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L’ amministrazione s' incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo. î
MASSA C. Una nuova specie di sanguisuga nel codeursti Clepsine inar VIE
Mutt (Estratto Soc. nat. Modena serie III. Vol. 3.)
MASSA CAMILLO. Parto verginale nella Sphinx atrops (Estratto Soc. entom. ita-
liana Anno XX). :
COBELLI Dr. RUGGERO. Note biologiche sugli apidi: Chalicodoma muroria. L.
Chalicodoma Lefebvrei Gerst., Osmia cornuta Latr., e Xylocopa violacea Poda. Questa-interessante
pubblicazione fatta a cura del Museo civico di Rovereto, contiene una serie di minute osservazioni,
fatte dall’ egregio autore e riguardanti la biologia dei suddetti apici, specialmente in quanta sì re-
ferisce alla nidificazione. 1
MALAGOLI cap.:GIUSEPPE. Colombaie militari. Esperimenti di viaggi di cadi
ritorno e di Iischietti chinesi, contro gli uccelli di rapina. (Estratto Riv. milit. italiana 1859).
ANTONELLI GIUSEPPE. Contributo alla flora fossile del suolo di Roma.
(Estratto Soc. Geologica italiana, Vol. VII. fase. 3.) L' egregio autore si trattiene in prima a deseri=
vere i tufi vulcanici della tenuta denominata Due Case o Valchetta; indica i fossili animali rin-
venutivi e studiati già dal Prof. Meli e quindi entra a parlare dei resti vegetali. che consistono
(1) Preparati fatti con queste modificazioni furono presentati dal dottore G. Martinotti all'Esposizione scientifica -
che accompagnò il Congresso della Società Anatomica tedesca di Wurzburg, nel maggio dell'anno scorso.
91
principalmente in foglie, tronchi e rami di alberi, quantunque non manchino anche le frutta, de-
scrivendo 18 specie di piante. La memoria contiene pure due appendici, nella prima delle quali sono
notate altre filliti trovate nel travertino dei Monti Parioli, e nella seconda elenca le piante tossili
riscontrate nelle diverse parti della campagna di Roma, con la indicazione delle varie località. ove
furono rinvenute. Da queste piante, che appartengono quasi. tutte al quaternario, l’ autore erede
poter dedurre che: 1.° Durante il quaternario la flora dei dintorni di Roma era rappresentata da
un buon numero di piante terrestri e d’acqua dolce; 2.° La flora quaternaria romana aveva presso
a poco le stesse piante che vivono oggi nella campagna di Roma o in altre parti. d’ Italia; 3.° Il
clima doveva essere poco diverso dall'attuale.
SANTANGELO-SPOTO dott. FILIPPO. Sviluppo ed importanza della Ana
tomia comparata e sue relazioni con la Medicina in genere. È una buona dissertazione
che l’esregio autore presentò por la sua laurea in scienze naturali. Contiene pure un. indice bi.
bliografico.
SANTANGELO-SPOTO dott. F. Il cromatismo vegetale e la caduta delle
foglie. (Estratto gior. del Comizio agr. Palermo anno XX. n. 3-6). Indica e studia le non poche.
cause sieno fisiche, sieno chimiche o locali che determinano o modificano la colorazione dei vegetali,
e quindi sì occupa del come le piante si svestano o perdono le foglie.
Bollettino dei musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università
di Torino, I n.i 40 al 52 contengono: CameRrANo dott. L. Monografia degli Ofidi italiani, Parte
I. Viperidi — Rosa dott. D. Lombrichi della Birmania, del Tenasserim e dello Scioa — PoLLoNERA
C. Appunti di Malacologia. Intorno ad'alcuni Limax italiani. — SaLvapori T.. Altre notizie in-
torno al Sirrate in Italia nel 1888.
BRUTTINI dott. ARTURO. Piliniiono colorimetrica della Fuosina nei
vini e del ferro nelle acque. Questa pubblicazione, fatta dall’ istituto agrario della R. Univer-
sità di Pisa, ‘contiene chiaramente svolti i metodi da seguirsi per le importanti ricerche indicate
nel suesposto titolo.
RIGGIO dott. G. Appunti e note di ortotterologia Siciliana. In questa IV parte
del suo lavoro, l’esregio autore si occupa di due Locustarii muovi per la Sicilia e cioe : Ephippigera
latipennis Risch., e Leptophyes puctatissuna, Bose.
RIGGIO dott. G. Materiali per una fauna entomologica dell’ isola: d’ Ustica.
(Estr. Nat. Siciliano an. VIII. 1889). Questa memoria contiene la seconda contribuzione al sog
getto, ossia il seguito ad altra già da noi ‘annunziata a suo tempo. Vi si trovano menzionate 86
specie di Coleotteri; 57 di Imenotteri fra cui il nuovo genere e specie Sclerogebba crassifemorata,
e le nuove specie Monodontomerus usticensis e Erochus lucidus; 11 Lepidotteri; 15 Ditteri; 35
Rincoti; 2 Neurotteri; 3 Pseudoneurotteri; 16 Ortotteri.
BERTELLI dott. DANTE. Il Muscolo Temporale superficiale. (Est. Soc. toscana
di Se. Nat. Vol. X) L° egregio autore, dissettore nell’ istituto anatomico di Pisa, espone dettagliata
mente la morfologia del detto muscolo, constatando che non esiste veramente un muscolo temporale
superficiale, e che le fibre muscolari descritte con questo nome, appartengono al muscolo auricolare
anteriore. Descrive pure il metodo seguito per la preparazione ed illustra la memoria con 3 figure.
MORSELLI prof. ENRICO. Antropologia generale. Lezioni sull'uomo secondo la:
teoria della evoluzione. Le dispense l4, 15 e 16 di questa importante pubblicazione della Unione
tipografica editrice Torinese, contengono il seguito del «L'uomo e le scimmie Antropoidi, e L'uomo
< durante le età della Terra. » Prezzo di ogni dispensa riccamente illustrata L. 0,50.
GARELLI cav. avv. ALESSANDRO. Sindacati Agricoli. Relazione presentata al
Comizio Agrario di Torino. L' egregio autore considerando i notevoli progressi fatti dai Sindacati
agricoli in Francia, ove furono istituiti quattro anni fà, e le grandi speranze che colà si nutrono su
di essì, fino al punto che nell’ assemblea senerale tenuta nello scorso febbraio dalla grande soczetà
degli agricoltori in Francia, fu asserito che tutto induce a credere che. i sindacati agricoli sa-
ranno i grandi redentori, i grandi emancipatori dell’ agricoltura francese, ha .pensato che buona
cosa sarebbe fondare anche in Italia questi sindacati e ne presenta la proposta al Comizio agrario
di Torino. In questo opuscolo parla dei vantaggi, dell’ordinamento e della storia dei sindacati. Quindi
= hd È, . . " . -
riporta lo statuto ed il regolamento proposti per il sindacato di Torino, e lo statuto dell’ unione ge-
nerale dei sindacati agricoli.
Rivista di mineralogia e cristallografia italiana, di etta da R. Panebianco. Vol.
IV. fasc. I. II. III, 1889.
Contiene tre note del Prof: G. B. Negri e cioè:
1.° Studio cristallografico dell'etere metilico dell’ acido «-carbopirrolico C'H3 (000 CH?) NH.
I cristalli tabulari di questa sostanza sono monoclini e presentano le seguenti forme, che si rin-
vennero riunite in quattro combinazioni: (001), (110), (120), (100), (101).
2° Studio cristallografico dell’ acido pirroglutamico C*'H'NO3. Piccoli cristalli monoelini emi-
morfi; dominano le forme (119), (011); in un cristallo si rinvennero pure le seguenti: (451),
(671), (121).
3. Studio cristallografico dell’ etere tetrametilpirroilpirrotmonocarbonico N C* H (CH)? c00CH*
cocn (CH*)? NH
Cristalli monoclini, ove furono osservate le seguenti forme: (010); (116), (111); (121), (103).
ll volumetto contiene ancora la recensione di quattro memorie :
1.° L. BruenaTELLI — Sw alcuni cristalli di Magnetite ricchi di faccie , delle Alpi; memo-
ria pubblicata nei Zeitychrift fiir Krystallographie und Mineralogie. Vol. XIV. p. 327.
2.° G. StRUEVER — Sulle leggi di Geminazione e le superfici di scorrimento nelia Ema .
tite dell’ Elba. Vedi: Rendiconti della R. Acc. dei Lincei Vol. IV. pag. 347.
3° F. De MemME — Studio sulle forme cristalline tetraternarie. Genova 1888.
4.° E. ARTINI — Epidoto dell’ Elba. Atti della R. Acc. dei Lincei. Vol. 14,
° H. Cesìro — Sulle figure inverse di durezza di alcuni corpi che cristalliszano nel si-
stema monometrico e della calcite. Ann. de la Soc. Geol. de Belw. t. XV. 1888.
6.° AseR Port — Notizia sul Vulture. ;
Bollettino della Soc. Geol. Italiana. Vol. VII. fasc. 3.° — Il fascicolo ricco di memo-
rie originali è preceduto da una lunga relazione dell’ Adunanza generale tenuta dalla Società in
Rimini nel settembre dello scorso anno; relazione corredata da cenni sulle escursioni tenute in
quella occasione. Il prof. C. De Stefani parla delle escursioni fatte fra Rimini e Sogliano il 7 set-
tembre; E. Niccoli, riferisce di quelle dell’8. settembre da Sogliano a Pennabilli, e finalmente
E. Clerici, da Pennabilli a S. Marino nel 9 settembre.
Seguono 10 memorie originali delle quali eccone un cenno:
F. Bassani — Sopra una nuova‘ specie di Ephippus scoperta nell'Eocene medio di Val Sor-
dina presso Lonigo (Veronese). — Trattasi di un Squammipennidae, cui il Bassani diede il nome È
di Ephippus Nicolisi; proviene dalle assise superiori dell’ Eocene medio. Il lavoro è corredato di
una tavola.
E. Mariani — Foraminiferi del calcare cretaceo del Costone di Gavarno in Val Seriana. —
L'A. dà l'elenco ragionato di 17 sp. di foraminiferi, osservati nel calcare cretaceo di Gavarno, e
correda il lavoro con una tavola ove sono figurate 14 specie di foraminiferi che presentarono buoni
caratteri per una sicura determinazione.
G. AntoneLLI — Contributo alla fora fossile del suolo di Roma — (Vedasi l’ annunzio pub-
blicato a pag. 90).
C. Fornasini — Di alcune Textularie plioceniche del Senese —Il Fornasini, ricordate le Tex-
tularie illustrate e citate da vari autori, e provenienti dalle argille del Senese; descrive e figura
le seguenti tre specie. Tewtularia Soldanii Forn.; Tex. cordata Mengh. Tew. Meneghini Porn.
E. CLegici e S. SquinaBoL — La duna quaternoria al capo delle Mele in Liguria — Di que-
sta comunicazione fu già tenuta parola nella nostra rivista, al N. 3, pag. 40.
V. Ramporti e A. Neviani — L'ing. Rambotti Vincenzo, morì giovanissimo, nella eta di 33
93
O
anni, nel dicembre 1878, lasciando un pregevole lavoro geologico che rimase inedito sino ad oggi;
esso porta per titolo: Cenni sulla costituzione geologica del littorale jonico da Cariati a Mona-
| steraee. Il prof. Neviani, pubblica ora quella memoria facendola seguire da alcune note, che ren-
dono specialmente conto degli studi fatti dal 1878 in poi, e correda il lavoro con due tavole, una
geologica ed una di sezioni, tolte dai manoscritti del Biambotti stesso.
M. MaraAgoLi — Moraminiferi pliocenici di Ca di Reggio nello Scandianese (Reggio-Emilia)
— Della località indicata nel titolo, 1° Autore da un elenco ragionato di. 62 sp. di foraminiferi;
correda il lavoro di una tavola ove figurano ire specie di Boltvina, e cioè. B. punctata D'Orb; B.
dilatata Rssj B. aenariensis Costa.
G. RistorI — Crostacei piemontesi del miocene inferiore — Alla memoria è unita una tavola,
ove sono disegnate 8 sp. fra le quali un nuovo genere, il Murszopsis, e tre specie parimente nuove:
Neptunus convexus, Mursiopsis pustulosus, Callionassa Canavarti. L
E. CLERICI — Contribuzione alla fiora dei sufi vulcanici della provincia di Roma. È una co-
municazione, ove dopo di aver accennato ad ll ‘sp. dei tufi di Peperino, Valchetta ed Anagni, da
un quadro comprendente 38 sp provenienti dalla prov. di Roma, poste in confronto con altre loca-
lità italiane.
E. Cortese — Sulla origine del porto di Messina e sui movimenti del mare nello stretto —
È una vivace critica fatta dall’Au. ad un articolo del prof. C. De Stefani comparso nel 2." fascicolo
del Boll. della Soc. Geol. (1888), in esso si indicano le ragioni scientifiche plausibili, dei fenomeni
che hanno potuto produrre il porto di Messina; ed anche sull’ azione delle acque del maro sul fondo
dello stretto. A. N.
Boll. del R. Comitato Geologico - 1888 - N.: 11 e 12 - Solamente ora è uscito l’ul-
timo fascicolo del Boll. del R. Comitato geologico per l’anno 1888; contiene due memorie origi-
nali e cioè:
B. LortI. Nuove osservazioni sulla geologia della Montagnola Senese; In essa si parla suc-
cessivamonte dei vari terreni di questa importantissima regione d’ Italia, che dal Permico, Trias e
Itetico passano all’ Focene, Mwcene e Pliocene, SINnECnLO al Quaternario ; una tavola di sezioni
illustra questa memoria.
K. A. WeirHorer — Alcune osservazioni sulla fauna delle ligniti di Casteani e di Monte-
bamboli (Toscana). È una dotta rassegna dei ‘mammiferi fossili rinvenuti nelle citate località, dove
ricaviamo che 6 sono le specie conosciute a Casteani e 9 a Montebamboli, essendovene solamente
due specie a comune nei luoghi nominati.
Il Bollettino contiene poi la continuazione della BIBLIOGRAFIA IEON0ACG italiana per l'anno
1887; in essa sono passate in rassegna ben 49 memorie.
Fra le NotIZiE DIVERSE notiamo le Nuove osservazioni fatte in Napoli e dintorni, tolte da una
relazione del dott. Johnston-Lavis pubblicata a Londra nello scorso anno. N. A.
P. Baccarini, Appunti per la biologia del Coniothyrium Diplodiella (Ma/pighia, Fasc. 7-8).
E. Laurent, Recerches sur le palymorphisme du Cladosporium herbarum (Anzal. de Ist
tut Pasteur, 1888, N.° 10).
C. Roumeguére, Le remède du Black-rot, Phoma uvicola, decouvert par M. Prilliewua
(ibid. ibid)
A. Borzi, Eremothecium Cymbalariae, nuovo Ascomicete (Nuovo giorn. bot. ital. Vol. xx,
1888, N. 4).
Kelsch et Kiener, Les poison palustre; sa nature et ses propriétés (Annal. d'hygiene publ.
et de med. legale, 1888, p. 510-522).
Giaxa, Del quantitativo di batteri nel contenuto del tubo gastro-enterico di alcuni animali
(Giorn. interna. di scienze med. 1888, N. 10).
J. A. Nunn, The Bilharzia haematobia (Veterinary Journal, Dec. 1888).
Reuther, Erkrankung eines Hundes an Filaria immitis (Wochenschsifl. fi. Dhierheilk. v.
Vichsucht. 1888, N. 49).
.A. Celli, Le nostre sostanze alimentari considerate come terreno di coltura di germi patoveni
(Bullettino della r.: Accad. med. di Roma, 1888).
A. M. Desmoulins, Les anguillules du vinaigre (Moniteur vinicole 1888 N. 100). ©
A. Giard, Sur le peroderma cylindricum Heller, Copépode de la sardine (Compt. rend.
T. 57, 1888).
D. A. Rosenthal, Synopsis Plantarum diaphoricarum (T. Enke, Stutghard, M. 18:80).
E. Stahl, Pfianzen und Schnecken. Eine biologische Studie iber die Schutzmittel der PAanzen
gegen Schneckenfrass (Jenaische Zewtschrift. N. 22 — Estratto M. 2,50), ;
Verson. Contribuzioni alla spermatogenesi (Bu. Backhico. Padova (N. 10 - 1889).
Vitali prof. Diomede. Della ricerca Chimica tossicologica nell’Ammoniaca. (Bo. Warmac.
Roma, N. 1, 1889). i
Bertoni e Fritsch. Sulla Tecnica della preparazione dell’Idrossilamina dal Fulminato di
mercurio (idem).
Gigli dott. Torquato. Sulla presenza dell’ acqua ossigenata nell’ etere solforico (Zdem).
Franceschi dott. G. B. Azioni dell’ acido solfidrico sul sublimato corrosivo (Zdem e seg.)
Alessandri P. E. Nuovo processo analitico per valutare la quantità di glucosio contenuto in
liquidi zuccherini diversi (Zdem N. 2).
Marchi Ezio. Un caso di Eczema generale in una vitella (Giorn. Anat. Fissol. CRANE, deg)
animali, Pisa, fasc. I. 1889.)
Rivolta prof. E. Sulla tubercolosi degli uccelli (Zdem).
Alessandri P. E. Studi sull’ azione Fisica, Chimica e Fisiologica delle sostanze solubili e
insolubili applicate come rimedi antiperonosporici sulle foglie della Vite. (Zialia® Agric. Milano
N. 1 e seg. 1889). °
Massa C. Le principali malattie della vite e i migliori metodi di cura (Zdem N. d e seg.) .
Massa C. La Greeneria fuliginea sulle viti (Zdem N. 3).
Savorgnan prof. M. A. Del Lino (Idem).
Canevari A. Parassiti vegetali del frumento (Idem N. 4).
Acroldi P. Le vaccinazioni carbonchiose (Zdem N. 5).
Marzon D. Razze pure incrociate e rincrociate (Bacologo Ital. Casale Monfer. N. 4d8 è
seg. 1889).
Berlese e Voglino. Funghi Anconitani (Soc. Veneto-Trent. di Sc. Nat. Padova fase.
2. 1889). i i
Berlese A. N. Pugillo di Funghi fiorentini (Z4em).
Berlese A. N. Studi ‘Anatomici sul. gelso (Idem).
Meschinelli L. Studio sulla Flora fossile del Monte-Piano (Zdem).
Berlese A. N. Acari Africani tres illustrati (Z4em).
Lapouge (De) G. L’enchainement des espèces du genre Carabus (Bull. Soc. Seien. NAk et
Ph. Montpellier N. 13 1889). È
Hicher I. Sur la présence du Buccinum Undatum L. dans le Mediterirannée (4dem)..
Fossati dott. Ercole. Caloricità e poteri conduttori termico ed elettrico del ferro:sottoposto
a magnetizzazione (Riv. sc. ind. Firenze N. 2 e segi 1889).
NOTIZIARIO
m— reuor_—_
Viaggi, escursioni, esplorazioni, missioni. Ricevo ora notizie di £doa:do Zator
. Baulmont, gia impiegato al museo di storia naturale di ‘Parigi, allievo dell’ Ecole pratique des
Hautes Etudes, Questo ardito esploratore, erpetologo ed entomologo distinto, è attualmente al Cam-
po e Oasi di Faum Tataouim. prov. d'Arad, estremità sud della Tunisia alla frontiera tripolitana.
La.Preste 1. marzo 89. i C. FAURE
LI
95
La Frankfurter Zeitung, narra che Davide Lindray è tornato felicemente ad Adelaide dal suo
viaggio nell’ Australia meridionale ove ha esplorata la catena dei monti Mac Dannel.
Egli ha visitati i campi di rubini ed ha constatata la esistenza di un nuovo vulcano in attività,
che si trova a circa 200 miglia inglesi da Alice Springs.
Il dott. Nerazzini, giunse in perfetta salute all’ Harar il 3 gennaio scorso.
Il conte Pannazzi è partito a capo di una spedizione commerciale per Harar e pel paese dei Galla.
La fecondazione artificiale nei pesci. I sigg. Bouchan-Bandeley e Honnesny del col-
legio di Francia, stanno intraprendendo, sotto il patronato di quel ministero della marina, delle
esperienze sulla fecondazione artificiale e la moltiplicazione dei pesci di mare. Hanno scelto per
queste esperienze il laboratorio marittimo d’Arcachon. Si spera, con la fecondazione artificiale , ri-
popolare le coste e migliorare così le sorti di quelle popolazioni marittime.
Concorsi a premi dell’ Accademia reale di scienze mediche e naturali di
Bruxelles. La reale Accademia di scienze mediche e naturali di Bruxelles ha pubblicati i temi
riflettenti i concorsi a premi per l’anno in corso. Essi sono:
1. Si determini, espresso in unità elettriche, il valore delle correnti normali esistenti nei
tessuti vivi, come nervi, muscoli, ghiandole.
2. Si determini la conducibilità dei liquidi organici (linfa, plasma, siero) per correnti elet-
triche a debole tensione e, se possibile, si determini la conducibilità dei tessuti.
3. Riassumere i lavori fino ad ora'esistenti, sull’endosmosi elettrica e sulle ricerche fatte in
vista di possibili applicazioni della teoria delle endosmosi elettriche sui fenomeni dell’assorbimento
e secrezione dell'organismo vivente.
4. Determinare se la struttura del protoplasma sia la stessa nelle serie degli organismi.
Il premio per ognuno di questi lavori è di'300 franchi.
Le Memorie, accompagnate da uno scritto contenente il nome, carica ed dio del concor-
rente, dovranno inoltre essere distinte da un moito e spedite sino al 1.° gennaio 1890 al segretario
della Società, D.* StieNon, rue de Hornes, 3, Bruxelles.
Concorso a premio Pierd’ Hovy di mille lire. La R. Soc. italiana d’igiene ha stabi-
lito di conferire questo premio alla migliore memoria originale su un’argomento d’igiene indu-
striale. Tempo utile per la presentazione delle memorie, fino all'ultimo giorno del febbraio 1359.
Congresso internazionale geologico. I geologi viennesi stanno promovendo un congres-
so geologico internazionale da tenersi in Vienna nel 1894.
Posti vacanti. Prof. straordinario di Anatomia comparata nella R. Università di Genova.
Scade il 25 aprile. -
‘Prof. di Chimica nella R. Accad. Navale di Livorno. Stipendio L. 3000; scade il 1. aprile.
prrccsc rane ei
James Howard, il celebre inventore e perfezionatore di macchine agricole, il bravo scerit-
tore, allevatore di animali ecc. è morto a Londra lo scorso febbraio.
3 III
Cav. prof. Carlo Pavesi, il dotto chimico, autore di molte pregevoli pubblicazioni morì il
4 febbraio scorso a Mortara nella età di 87 anni.
ft eau
Corrispondenza con gli abbonati. Agli abbonati che non ci hanno ancora fatto sapere
se desidorano ricevere il completo Bellettino che costa L. 3 o l° intiera Rivista che costa L. 5, con-
tinuiamo ad inviare l'edizione completa, ed abbiamo voluto dar loro anche questo nuovo avviso, onde
poi non debbano lamentarsi se dovranno pagare L. 5 invece di L. 3 all’amno.
Essendoci mancate alcune copie del fascicolo 4-5, se qualcuno ne avesse ricevuto un doppio
esemplare ci farà cosa gradita rimandarcelo. S } i
Chi avesse le annate 1881 e 82 di questo periodico tanto complete che scomplete od anche solo
qualche fascicolo, e non gli dispiacesse disfarsene, è pregato darcene avviso indicando ciò che de-
sidererebbe in compenso. 3
96
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
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20. P. Bensa di Genova, Via Giulia 31, desidera far cambio di coleotteri italiani.
21. Desidero fare acquisto delle seguenti due opere del Rossi: Fauna etrusca Livorno 1790:
con 10 tav. colorate. — Mantissa j792-94. 2.° vol. con 8 tav. col. Ing. Ant. Curò: Bergamo,
22. Sî vendono serpi vivi (Zamenis viridiflavus) innocui non velenosi, al prezzo di L.2 l'uno.
23. Si vendono piante di Ramodia pyrenaica, Rich., tanto preparate secche per erbario, che
fresche vive. per la cultura. Rivolgersi al Sig. C. Faure a La Preste Francia.
24. Offro molluschi de Za Preste, in cambio di piante, coleotteri, e lepidotteri. Scrivere al sig.
Charles Faure La Preste (Pyr. Or!) Francia.
vol.
25. Il sig. Nicola Protani desidera acquistare seme o bozzoli dei lepidotteri: Saturnia eynthia,
S. Pernyi e S. Jema-mai, sia comprandoli, sia scambiandoli con insetti ben preparati. Inviare
offerte e condizioni al più presto possibile in Monte S. Giovanni Campano (Provincia di Roma).
26. Si offrono pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi: Gazzi modenesi (neri, scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bigi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, iringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc.), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini.
Presentemente disponibili un paio gazzi caldani ed un paio gazzi pietra chiara con verghe
gialle. Prezzi da convenirsi dirigendo le richieste all’ing. Scola Gaetano in Cremona.
27. 0. Cappelletti Corso Vittorio Emanuele 28 Mantova, desidera fare acquisto di piccioni Pol-
lonesi tipici, con grandi occhi e becco cortissimo.
ptrumenti, Utensili e Specialità diverse
utili per la raccolta
studio, preparazione e conservazione degli oggetti di Storia naturale,
(Continuazione; vedi fasc. antecedenti).
N. B. Si prendono commissioni anche per oggetti e prodotti chimici, che non figurano in questo cataloso.
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tenuta da gr. 15 a 1000 da L. 0,30 a L. 1,50
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re ed esaminare da ogni loro parte, i piccoli
cristalli dei minerali, per tonerlì isolati e ben
visibili nelle collezioni ecc. L. 3,50 la dozzina
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ed osservazioni scientifiche, con 2 obiettivi e due
oculari, Ingrandimento da 60 a 720 . L. 170,00
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grandimento di 50, 150 e 200 diametri. Utile
per dimostrazioni scolastiche poichè le prepa-
razioni vengono messe nel microscopio dal
professore e vi rimangono fisse in modo che
gli scolari possono osservarle passandosi il
microscopio l’ uno dopo l’ altro, senza muo>
versi dal loro posto. Prezzo compreso l’ astus-
cio. o 3 È 3 ; . L. 50,00
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Palloni di vetro a fondo tondo e piano con
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l'una. Assortimenti franchì da L. 10 a 50.
(Continua)
S. BROGI direttore responsabile
Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri
Giardino d' Acclimatazione d' Ippolito. Desmeure - Firenze
Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uccelli esotici, pappagalli, co-
nigli, polli esteri, piccioni, ecc.
. Le uova di galline a qualunque varietà appartengano costano cent. 50
l'uno; l'imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
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(Vendesi all’ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze)
ATTESTATO
R. Esercito Italiano
RR AFRICA - Massaua 28 Gennaio 1886.
uppe in AF V.
Ufficio del Comando Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu-
mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
N. 362 di protocollo ‘che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
OGGETTO Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
Gircal'esperimento fatto. « esperimentato dal Sis. Tenente medico dottor Petti su due
del H'erro China « compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod-
« disfacentissimi risultati. »
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Al Signor
FELICE BISLERI I Maggiore Generale
Mirano : firmato : GENE (1)
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d © diretti dal Cav, SIGISMONDO BROGI‘ E
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oggetti di storia naturale — Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. — Microscopi e acces-
sori — Lenti d’ ingrandimento — Spilli da insetti - Tubi da saggi e Tubetti di vetro con tappo di sughe-
ro, tappo smerigliato, e con piede - Pomate per imbalsamare — Antisettici e preservativi - Lastre di su-
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30 Aprile 1889
neo Pai, Ri "I TRIS * ROLO È; 1}
(Bollettmo N. 5-6) N. 8-9
a RIVISTA ITALIANA DI
È E
î QGolleitore, A
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Ilevatore, Coltivaiore
SCIENZE NATURALI
Istruzione e diletto
fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo ; Raccolta, pr
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ece.
x Pubblica sratuitamente tutte le comunicazioni
eparazione e conservazione degli animali ed altri
, domande di cambi ecc. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S' incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ecc.
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Pautuccr March, MarIANNA — Novoli (Firenze)
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RENAULT Cav. Arturo — Mirenze
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SANCASCIANI Cav. Dott. Giuseppe — Sena
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SENESI Prof. Ciro — Siena
Tassi Cav. Dott. Framinio — Siena
T'incorini Dott. Veter. Tiro — Siena
Toucnet I. Naturaliste — Parigi
Avvertenze per gli
La Etivista italiana di
si pubblica in 24 pumeri formanti ogni anno un volume di
non meno di 300 pagine, oltre le copertine.
Il Bollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
Tivista e si pubblica anche separatamente alla metà. di
ognì mese, in non meno: dì 150 pagine all'anno oltre le
copertine.
L'abbonamento alla Ftivista e Bollettino riu-
niti costa I. 5 e quello al solo Bollettino IL. 3
all'anno, per tutti gli stati dell'unione postale ; per gli
altri paesi si pagano in più le spese postali. ;
Un numero separato costa cent. 25 senza figure, cent.
50 se con figure,
Tutti i collaboratori anche per semplici comunicazioni
potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono'i loro
scritti, pagandoli solamente 10, cent. per esemplare o 1.. 6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi), purchè li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
_ Agli Autori delle memorie originali pubblicate, si dan-
no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti.
Gli abbonamenti si ricevono in Siena presso l’ammi-
| nistratore CASIMIRRO COLI, Via di Gittà 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-
| l'anno; ma decorrono dal principio di ognì anno con diritto
| ai fascicoli arretrati. 3 ;
L’ abbonamento non disdetto entro il decembre sì ri-.
tiene come rinnuovato.
Perchè gli abbonati possano stare in continua rela-
zione fra loro, ed approfittare deì molti vantaggi che ar-
reca questa mutualità, essi hanno divitto ad inserzioni
IE 0)
Scienze naturali
abbonati e.collaboratori e per le inserzioni a pagamento.
gratuite per scambiarsi comunicazioni, proposte, consi-
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animali, semi, piaute, minerali, libri, macchine, arnesi,
ecc. ecc.; e per rendere sempre più facile il conoscersi
reciprocamente si pubblica ogni anno, degli abbonati che
lo desiderano, un? elenco con il loro indivizzo indicando
la professione o gli studi speciali aì quali son dedicati;
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin=
cipali dei loro possessi, e dei loro allevamenti. -
La medesima inserzione non sì ha diritto di pubbli-
carla gratis più di una volta; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l’inserzione.
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ciali di compra e vendita, o di reclame.
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blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
di dare giustificazioni in proposito.
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bonati che pubblicando avvisi desiderano non far co-
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato
dovrà rimborsare all’amministrazione le spese di corri-
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare
un compenso da combinarsi.
Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na-
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L.1
per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pa-
gine costano L. l ogni 3 centim. di spazio occupato in
una colovna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in
cambio ; sì fa speciale menzione di quelle delle quali ci
pervengono due esemplari.
Dutti è pagamenti devono esserne anticipati. Chi desidera
risposta unisca i francobolli necessari. Da
SOMMARIO 0 E
Giachetti G. C. Colombicultura (contiz.) 3
Morici-Minà M. Gli uccelli utilizzati. per 1° agricoltura.
Cuboni G. Rassegna crittogamica.
Ole di caccia e note zoologiche: Arrigoni degli Oddi — Morici-Mind — Dal Nero — (ci B.
— Sr. — R.
Comunicazioni: La forma delle celle delle api, Neviani — Nuovo fungo P..—Il bombice della
quercia, P. — Luffa, B. — Note botaniche, .Sw. — Cani delle praterie, Sy. — Syrraptes paradoxus
Sr. — Conservazione degli animali in carne, S7. — Pollicultura Sr. — Domanda. Moreschini. |
Invenzioni e scoperte, da pag. 112 a pag. 113.
Insegnamenti pratici, da pag. 113 a pag. U4.
Notiziario: da pag. 114 a pag. 119 — Richieste, offerte e domande di cambi — Ricevute —
Morosi — Avvisi diversi. G
SOMMARIO dell’ ultimo fascicolo della Rivista italiana di Scienze naturali
Cacciamali prof. G. B.: Petroli e Bitumi di Valle Latina.
Un Turista e Naturalista: L' alto Vallespir.
Cermenati Mario. I fossili (contin.)
Bargioni doit. Guido: Preparazione, proprietà, reazioni, metodi di ricerca nelle sostanze ali-
mentari ecc. della Saccarina.
Comunicazioni. Notizie di caccia e note ornitologiche. A. P. Ninni. e P. Mantovani. — Caso
di melanismo nei passeri A. Cremaschi. — Microbi ed alcaloidi B. — Nematodi B. — Sbaglio in
un erbario A. Longo. — Distruzione d’insetti nocivi per mezzo di parassiti vegetali P. Bargagli.
— Colorazione delle fibre elastiche L. 7.
Rivista Bibliografica: Da pag. 90 a pag. 94.
Notiziario. Da pag. 94 a pag. 95 — Richieste, offerte, domande di cambi. — Avvisi diversi.
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Pochettino prof. Giovanni, Roma
Cahen Rodolfo, Roma
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Hinrichsen prof. F. Trapani
Vianelli prof. Cesare, Conegliano
Rimini Francesco, Venezia
Foggini Luigi, Sanquinetto
Benazzato Agostino, Camisano
De Fischer lean, Montpellier
Antigo prof. Pedro, Salonicco
De Siemachko Eccell 1,, Sf. Petersbourg
Velicogna Giuseppe, Gorizia
Siebeneck M., Mounhein
Noè Henri, Brumwelles
Anso ix RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ir
No 8-9 E
(Boll. N.°5-6) BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
(LOVES URA
Riproduzione vietata
CAPITOLO VI.
Origine delle razze dei piccioni domestici — Teoria di Buffon e di Darwin —
Teoria di Pallas — Teoria di Temminck e di Dumont — Considerazioni generali
— Cause determinanti la variabilità nelle razze — Variabilità delle forme
— Variabilità dei colori — Tavola delle variabilità ottenute col miscuglio
delle razze da A. E, Brehm,
Noi abbiamo voluto esporre le diverse teorie dei più dotti naturalisti circa
la discendenza dei piccioni domestici, senza farvi restrizioni nè aggiunte : pri-
ma però di lasciare quest’ importante argomento cì sembra utile di fare alcune
considerazioni.
Nel 1868 si tennero in Firenze alcune esposizioni di piccioni, per le quali
il Ministero di agricoltura, industria e commercio ordinò una dettagliata rela-
zione che fu poi data alle stampe e trasmessa ai comizi agrari del regno. In
questa relazione si. parla dei colombi esposti dal Dott. Fulvio Martinelli prove-
nienti dall’ incrociamento dei colombi di Modena: coi colombi tedeschi.
Sorpassando i paragrafi che trattano della moltiplicazione, dell’ allevamento
‘e dell’accoppiamento, ci preme riportare testualmente 1’ opinione dell’estensore
del rapporto circa la discendenza dei piccioni del Dott. Martinelli. « Quanto
alla razza di colombi coltivati dal sig. Martinelli, rassegno all’ E. V. che per
me ho in essa ravvisato i caratteri spettanti a tre specie di colombi indigeni,
cioè al colombaccio (columba palumbus), cui appartiene la macchia bianca so-
pra ciascuna delle ali e la coda nera; al piccione torraiolo (columba Livia), di
cui è propria la statura mingherlina ed il colore plumbeo scereziato del collo ;
ed alla tortora (columba turtur), di cui il colore bruno variegato del resto
delle ali. In generale opinerei che il colombo domestico, comune in Germania,
sia un rampollo del colombaccio, quello d’ Italia sia discendente dal torraiolo,
incrociato ora col primo, ora colla tortora, ora colla colombella (columba oenas)
che sono le quattro nostre specie indigene. »
« In Inghilterra poi, e così pure in Francia ed in Germania, si coltivano
ancora il messaggere inglese (col. tabellaria), il cretino (col. gutturosa), il cra-
vattato (col. turbita), il tamburino (col. timpanizans) il singolare tombolatore
DE
98 (Bollettino pag. 58)
(col. giratrix), la graziosa colomba derisoria (col. risoria) e la bella colomba’
coronata (col. coronata); ma queste due ultime razze essendo venute dall’Oriente,
sono più delicate e soggette a risentire le influenze del clima. Ciò nullameno
sarebbero, al pari della c. migratoria, della c. cianovirens, della c. oceanica
e di altre specie simili, acconcie all’ incrociamento, essendo pur esse, come tutti
i colombi in genere, d’indole molto inclinata agli amori e facili ad essere ad-
domesticate, massime nei climi meridionali. E forse da taluno di questi discen-
dono le varietà o razze del nostro colombo domenicano (vol. cucullata), del
romano (col. campana) del pollonese (col. barbarica), del pavoncello (col. la-
ticauda) del colombo monaco col ciuffo, del trigano, del becco d’ oro ec. »
Ora io ho la prova che la razza triganina di Modena, portata nel parco
di Spicchio nel 1876, dopo alcuni anni, forse per l'isolamento, o per la lonta-
nanza delle fabbriche, principiò a frequentare esclusivamente gli alti alberi
dei boschi. Quei colombi passano la vita sui lecci e sui pini, non fermandosi
che a malincuore sul tetto della loro colombaja, alla quale non fanno ritorno
che al sopravvenire della sera; nonostante però che i giovani, avanti l’ epoca
degli amori, ed alcuni maschi adulti preferiscano di pernottare sugli alberi.
Di un maschio che fu ucciso nel Decembre 1888 mentre corteggiava la
femmina fra i rami di un leccio, tolsi memoria delle misure, del peso e della
livrea.
Mantello rosso-bruno a riflessi metallici
Peso grammi. , 5 - È 3 350. —
Ala chiusa . Y ; ì : TIZIO
<« aperta . < 5 3 7 « 280
Coda . ; i } 5 È « 103
Becco lunghezza . 3 > 5 CI 28
«larghezza alla base . È « 10
MA SONE - 7 , ; « 35
Dito medio senz’ SE i : Eta 35
Unghia del dito medio. È 5 TR 5
Nè la c. livia selvaggia, nè quella semi-selvaggia furono mai vedute po-
sarsi sugli alberi o sugli arbusti del basso letto dei boschi: la selvaggia abita
le roccie e le scogliere marittime dove riposa e nidifica, l’altra le torri e le
fabbriche altissime. — Come dunque si spiega che alcuni piccioni domestici da
poco rinselvatichiti preferiscano di abitare sugli alberi ?
Da queste considerazioni ne viene che val meglio tenersi in riserva e la-
sciare insoluto il difficile problema, piuttostochè ingolfarsi in un mare di con-
getture sbagliate, ricordando quanto sentenziava saggiamente Terenzio : Homo
sum; humani a me nihil alienum puto. »
*
Ma se non si può nulla decidere circa la discendenza delle razze dei pic-
cioni domestici, possiamo però ben ricercare le cause che hanno prodotto 0
RARA RR E RUTICOA
(Boll. pag. 59) 99
concorso a produrre modificazioni importanti e durevoli nella loro tribù, cioè
a dire la variabilità delle forme, e la variabilità dei colori.
Queste cause possono originare dai climi, dagli alimenti, e più specialmente
dall’ acque.
Le condizioni climateriche di una data regione, come le differenti . specie
del vitto, la sua abbondanza o la sua scarsità, le acque, talora fredde, talora
calde, ora melmose, ora alcalirie, ora ferruginose, ora arseniose, ora sulfuree,
devono indubitatamente avere avuto una grande influenza sulla costituzione di
questi uccelli.
Da quì le notabili differenze anatomiche, e la statura gigantesca o pigmea,
il corpo breve o lungo, i tarsi nudi o impennati, la testa calva o curuncolata,
le ali forti e potenti o cotonose e sericee. l
Esistono alcune razze domestiche la di cui moltiplicazione è così lenta e
difficile, che è il caso di riconoscere nell’ organismo un vizio di conformazione,
uno stato, diremo così, morboso, specialmente contrario alla conservazione di
quelle tali razze. Da ciò è derivato che alcune varietà si sono perdute, e ne
deriverà che in avvenire altre si perderanno certamente. Fra queste deve no-
tarsi la razza polacca, che va adesso spengendosi, e della quale non trovansi
più che in Germania ed in Inghilterra alcuni pochi veri esemplari.
Ma la moltiplicazione delle varietà nelle razze devesi sicuramente attribuire
all’ incrocio.
Con questo mezzo sì moltiplicano le livree, si aggiunge o si toglie a qual-
che varietà il ciuffo, le penne del tarso, si accorcia o si allunga la coda, si
varia la colorazione dell’ iride, la pelle nuda, rossastra, violacea o caruncolata
attorno agli occhi ed al becco; ossivero si ottengono certe proporzioni nell’ali
nei tarsi, nel becco, nella statura e nella forma del corpo, riguardo alla lun-
ghezza, alla grossezza, alla larghezza, alla grazia. i
Nel miscuglio delle razze dominano due caratteri, quello della razza e
quello del maschio. — È il maschio che trasmette nei figli i caratteri salienti
e le forme generali del corpo. Da ciò ne deriva che dando ad un maschio pa-
recchie volte di seguito femmine derivate da lui, i figli dopo qualche genera-
zione rientrano nella razza. — Però, havvi una condizione comune dell’ orga-
nismo, cioè la costituzione debole o robusta dei due piccioni appajati. Se si da
il caso, non facile del resto, che la femmina sia più forte del maschio, allora
essa potrà comunicare alla prole i distintivi della sua razza, ed il maschio non
fornirà che i colori del suo mantello e qualche cosa della sua statura.
Devesi però aggiungere che per la variabilità delle forme si prestano con
più facilità le razze di recente creazione; imperocchè nelle unioni miste la razza
più antica ha sempre la prevalenza sulla razza recentemente creata: così un
torrajolo domestico malgrado ripetuti incrociamenti si riprodurrà più facilmente
di tutte le altre razze.
stabilisce i seguenti resultati d’ incroin BE
turchino e rosso dorato, terra d’ ombra, nero
TOsso e nero = sanguigno, piombato
rosso e lionato — rosso vivo, rosso fuoco
turchino e giallo miscela dei due colori a gradazioni diver
giallo e nero = maltinto, color di notte e Salo: marezzato.
bricanti di colori, ottengono dall’ incrociamento i seguenti : = (2)
Bigio e munaro Scurofosso
Dorato e tringhen covro Smagliato
Nero e argentato - Uccello
Nero e pietrabianca Solfanino
Nero e solfanino Varazo
Magnano e colori diversi Zarzanello
Nero e bianco = Solfanino
Bigio e covro Brod-zez
Caldano e covro Dorato
Munaro e pietrabianca Pennafurba
Munaro e caldano = Pietrabianca
Munaro e pietrascura = Pietramarmo
Covro e pieirascura = Pietrascura spalla rossa
Dorato e pietrascura = Pietrascura spalla gialla
Nero e dorato Ramato
Varazo e covro Rospo
Sauro e munaro = Sanguigno.
Un becco I nero annunzia sempre piumaggio analogo; un becco plumbeo. am
ziato di Da tutti i i misti.
(Continua)
In questi tempi in cui tutte le coltivazioni sono bersagliate da migliaia di parass
da Lepio lo scoraggiamento nell’ animo dh coltivatori, l’attenzione di tutti è
(1) A. E. Brebm — ui oiseaux — edition francaise par L. Gerbe: «
a» Li
\ Si trascrivono i no convenzionali del dialetto.
(Boll. pag. 61) 101
Si consigliano liquidi e polveri insetticide per la distruzione dei parassiti; però in gran parte
sono di difficile attuazione, ed altri di poco profitto. S 4
I danni dei bruchi, delle larve, degl’ insetti perfetti, sono noti a tutti; essi fanno strage negli
orti e nelle campagne.
L’ utilità degli uccelli è pur nota, tanto che sono chiamati gli agenti di polizia delle nostre
campagne, gli ausiliari dell’agricoltore.
Però e le lessi proibitive della caccia, e i mezzi proposti per attirare gli uccelli nelle foreste
e nei campi coltivati, stabilendo nidi artificiali e macchieti, onde offrire loro comodo asilo, lasciano
sempre a desiderare; i modi ordinari proposti per la distruzione dei parassiti spesso sono impotenti
o di difficile attuazione.
Il sig. Dybowski in un suo articolo (Oiseaux utiles) nel Journal de l agriculture N. 974, fa
conoscere un mezzo per liberare i giardini, orti e campi, dai parassiti, che è raramenté messo in
pratica; ma cho può dare risultati eccellenti.
Il metodo consiste nel mettere, in quei giardini dove si osservano dei danni, certi uccelli in-
settivori che servono a dar la caccia ai parassiti animali.
Nei ciardini con. piantagioni importanti, propone di mettere le Cicogne bianche (Ciconia alba)
i Gabbiani, Larus cinereus ed Larus rissa, i quali si abituano a far guerra accanita a tutti i
parassiti animali, dei vegetali.
Dice che questi uccelli si familiarizzano facilmente, al punto di venire a prendersi il nutri-
mento dalla mano, e si sa come le cicogne abitando sulle torri e sulle case di non poche città e
villaggi, vi son divenute quasi domestiche.
In quanto al Larus cinereus il Dybowski racconta, che da un anno e mezzo una coppia di
questa specie gli rende grandi servigi in un giardino, senza raspare il suolo, ed entrando raramente
in mezzo a piante coltivate.
Tutti gli animaletti costituiscono la base del loro nutrimento, e li preferiscono a qualunque
altro cibo che gli si voglia dare, giacchè per essi è il cibo naturale.
Il Kolambatovie® dice, che questo gabbiano rende notevoli vantaggi all’ agricoltura nella Dalma-
zia, distruggendo le cavallette nei campi dal maggio all’ agosto.
Il metodo descritto dal Dybowski per addomesticare tali uccelli, consiste nel nutrirli sul princi-
pio, per alcuni giorni, con resti di vivande o di pesce, e quindi a poco a poco sì abituano a man-
giare tutti i residui della tavola; questo nutrimento gli si diminuisce gradatamente, ed allora
cominciano a procurarselo da se, e vermi ed insetti di ogni sorta divengono loro esclusivo nutri-
mento. Con questo semplice mezzo si possono in poco tempo addomesticare specialmente le cicogue,
che per se stesse sono familiarizzabili. Il Dybowski dice ancora, che nutrendoli con le vivande, se
no mangiano un mezzo chilo al giorno; da ciò si può dedurre la quantità d’ insetti che divorano.
quando sono in grado di procacciarsi il cibo da loro stessi.
Raccomanda lo stesso di dare un poco di nutrimento nei grandi freddi, come pure nella siccità
estiva, ma non eccessivamente per non abituarli ad una vita troppo facile; consiglia pure, perchè
non volino via, gli si tagliano le estremità delle remiganti di una sola ala, oppure gli si recida
l'estremità dell’ ala, che del resto è.una operazione semplicissima e senza pericolo.
Nei piccoli giardini consiglia di mettere il Larws rissa invece del cinereus; è più agile e più
grazioso, divora vermi più piccoli e ne distrugge abbondantemente e di ogni sorta. Nei grandi pos-
sono mettersi le due specie invece delle cicogne.
Narra lo stesso che nel parco di Ferriéres in Brie del Barone di Rotschild, vi si trovano molte
coppie di tali uccelli, che vivono quasi esclusivamente della loro caccia.
Questi uccelli secondo il suddetto autore possono aversi al Giardino Zoologico di Acclimatazione
di Parigi, ed a prezzi convenientissimi.
I gabbiani dovrebbero perciò essere protetti anche allo stato libero, come è rispettata la cicogna
in alcune parti, sia per superstizione, come ai tempi antichi, sia pure per la caccia che danno ai
rettili anche velenosi.
102 (Boll. pag. 62)
Fra noi in quegli anni che i falsi-bruchi della Blemnocampa melanopygia, Costa, divorava le
foglie dei frassini, recando seri danni, vi fù chi fece 1° esperimento, tra tanti che sì tentarono, di
portare tutte le sue galline nel frassineto, e poi agitando con forza gli alberi, i bruchi cadevano e
le galline se ne cibavano; il risultato sarebbe stato felice, ma le galline non erano in proporzione
dei bruchi, e poi per avere risultati più soddisfacenti tutti i proprietari dovevano associarsi a pro-
muovere simile distruzione. 7
Le galline però non possono utilizzarsi generalmente, perchè razzolano e perchè sono granivore.
Il sig. De Fonscolombe parlando dei rimedi pel Dacws oleae, raccomanda di tenere netti i ma-
gazzini dove si pongono le olive, di bruciare le spazzature ed i rifiuti, aggiunge di ‘tenere degli
uccelli come ausiliari e scegliere quelle specie facili ad addomesticarsi.
Nell’ Algeria si usa portare le galline coi pulcini nei vigneti dove la Graptodera ampelophaga
. danneggia e rode le foglie di vite.
Dal fin qui detto chiaro emerge |’ utile che potrebbe recarsi dall’ allevamento di alcuni uccelli,
e le tre specie designate dal Dybowski sono le più adatte; perocchè deve anzitutto badarsi alla scelta.
deile specie da addomesticarsi, perchè da alcune inwece di vantaggi si possono avere dei danni, ma
ogni contrada può offrire per la scelta specie utilizzabili.
Il mezzo proposto, sebbene non nuovo, può dare quindi vantaggi migliori dei rimedi che ordi= ©
nariamente si usano con dispendio e spesso di poco effetto. —
Castelbuono, Gennaro 1889 M. Morici-Minà
MINISTERO DI AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO
Rassegna crittogamica,
Nota dei casi di malattre dei vegetali presentati alla R. Stazione di patologia vegetale
di Roma, durante i mesi di ottobre e novembre 1888. (1)
Malattie della vite.
Melanconium fuligineum (Viala), Cavara: Ottobre 31. Sopra acini di uva,
dal sig. L. Celotti, raccolti a Conegliano. Nov. 11. Dal sig. C. Massa, Lodi.
Questa specie è stata trovata per la prima volta l’anno scorso dai profes-
sori Scribner e Viala nei vigneti della Carolina del Nord (Stati Uniti d' Ame-
rica), dove la malattia che produce viene chiamata Ber Rot. Tale fungo fu
studiato e descritto dagli autori sopraddetti sotto il nome di Greeneria fuli-
ginea. Questo nome è stato in seguito cambiato in quello di Melanconium fu-
ligineum dietro proposta del dott. Cavara, che, avendo avuto occasione di
studiare esemplari di questa specie mandatigli dallo Scribner dall'America, ri-
conobbe che il fungo doveva essere ascritto al genere Melancorium.
Fino a qualche tempo fà fu creduto che questo fungo non esistesse in
Europa. Ora è accertato che il parassita si trova in diversi punti d’Italia. Il
primo a scoprirlo è stato il dott. N. A. Berlese, che lo ha rinvenuto a Capersica
presso Conegliano nel mese di Agosto, e ne ha dato comunicazione alla riunione
generale della Società botanica italiana, tenutasi in Firenze nei giorni 10, 11,
12 settembre.
(1) Di questa Rassegna riportiamo solamente quanto ci sembra possa interessare di più, ai no- E
stri lettori.
NIRIA RAT
I Di
(Boll. pag. 63) 103
Gli esemplari raccolti dal sig. Celotti e dal sig. Massa, corrispondono per-
fettamente alle descrizioni di questa specie fatte dai dottori Cavara e Berlese.
Finora i danni prodotti sono stati molto limitati.
| Ascochyta rufo-maculans Berk.: Nov. 28. Sui grappoli, dal dott. N. A. Ber-
lese, Padova.
on specie finora era stata trovata solamente in Inghilterra da Berkeley.
Il dott. N. A. Berlese l’ha raccolta a Capersica nello scorso agosto, insieme agli
acini di dal Melanconium fuligineum.
Lo scarso materiale pervenuto a questa Stazione non ci ha permesso di
fare esperienze di inoculazione, per determinare se questa specie sia un vero
parassita dannoso all’ uva
Oospora sp. : Ottobre 10. Sopra gli acini, dal prof. A. Fonseca, Barletta.
Le bacche d'uva inviateci dal pròf. Fonseca presentavano numerose macchie
gialle, che esaminate al microscopio si riconobbero essere costituite da un ifo-
micete appartenente al genere Oospora. Le specie di questo genere, per quanto
sì sa finora, sono saprofitiche, e quindi sembra doversi considerare come acci-
dentale il loro sviluppo sugli acini d’ uva.
I tentativi fatti in laboratorio per la riproduzione artificiale del fungo non
hanno dato resultati.
Secondo le notizie inviateci dal prof. Fonseca, le dette macchie gialle com-
parvero sull’uva in una zona lunga da 10 a 11 chilometri e larga pochi chi-
lometri. Evidentemente si tratta di un caso che merita ulteriori studi.
Malattie delle Olive.
Cladosporiuvm sp.? Ottobre 24: Sui frutti, dal prof. ValvasSori, Firenze. Ot-
tobre 26: Dal prof. Targioni-Tozzetti, Firenze. Nov. 27: Dal Comizio agrario di
Firenze.
In tutti i tre casi le olive provengono dai poderi del march. Carlo Ridolfi
a Meleto presso Castelfiorentino. Le olive in via di maturazione presentano delle
macchie circolari, infossate, del diametro di 4-6 millimetri, di color ruggine, a
contorno ben distinto. Nei punti corrispondenti alle macchie l’ epidermide è dis-
seccata e la polpa sottostante, fino all’ endocarpo, è colpita da marciume: col
tempo la polpa guasta si dissecca e consuma, per cui. al disotto della macchia
si forma una cavità.
L'esame fatto dall’ illustre prof. Targioni-Tozzetti esclude che la malattia
provenga da insetti.
Sulle olive spedite nel mese di ottobre non mi fu possibile rinvenire alcuna
traccia di crittogame. Invece sulle olive pervenutemi in novembre, ho riscon-
trato che sopra tutte le macchie si sviluppa un fungillo riconoscibile anche ad
occhio nudo sotto forma di punti neri che perforano l’ epidermide. Tale fungillo
appartiene al gruppo degli Ifomiceti: ha un micelino ialino ben distinto che
serpeggia fra le cellule del mesocarpo, ed emette delle catene di conidi bruno-
olivacei, che rassomigliano a quelli del Cladosporium.
104 (Boll. pag. 64)
Confido di poter far breve pubblicare i resultati delle osservazioni in corso,
onde determinare la natura di questo fungo, che pare non sia finora mai stato
osservato nelle olive.
La malattia ha prodotto danni rilevanti a Meleto dove il male si è mani-
festato quest’ anno la prima volta.
Malattia del tabacco.
Mal gel ferro: Ottobre 2. Dal sig. Andrea Secco, Solagna (Bassano). Otto-.
bre 18. Dal Laboratorio dei tabacchi in Trastevere, Roma.
Questa malattia ha prodotto danni assai gravi quest'anno in Val di Brenta.
Ecco come il sig. Andrea Secco descrive la malattia :
« Questa malattia che comunemente è detta mal del ferro, pel colore di
ossido di ferro che assumono le macchie prodotte sulle foglie, si sviluppa di
solito quando, dopo una lunga siccità, su@cedono abbondanti pioggie con sen-
sibili sbalzi nella temperatura, e specialmente se dopo i detti sbalzi si stabilisce
un’atmosfera caldo-umida, come accadde quest'anno dopo le pioggie in settembre.
La malattia procede in certo qual modo come la filossera quanto all’estendersi.
Incomincia a manifestarsi con qualche punto giallognolo sulle foglie di una
pianta in mezzo ad una coltivazione, e da quel punto s’' irradia con una rapi-
dità incantevole, tanto cioè che nel corso di un giorno e di una notte a me
andarono distrutte circa 10 mila piante. Il processo di distruzione è assai strano:
le macchie arsiccie delle foglie aumentano sempre più di numero e in gran-
dezza e finiscono col divenire confiuenti, la foglia si dissecca completamente e
finisce col cadere in frantumi, restando aderente allo stelo la sola costola me-
diana, la quale "finisce poi col marcire. Nè raccogliere il tabacco ai primi sin-
tomi della malattia giova gran fatto, imperocchè questa si sviluppa poi nei
locali di cura e rode il parenchima delle foglie come farebbe il cancro. »
Questa malattia assai probabilmente è identica a quella ben nota ai colti
vatori di tabacco, e chiamata coi nomi di ruggine, ammannatura, bianco,
farfara, ecc., e corrisponde a quella descritta da A. Mayer sotto il nome di
Mosaikkrankheit che danneggia fortemente le colture di tabacco in Olanda. Il
Mayer sostiene che la malattia è prodotta da bacteri; però finora mancano
esperienze decisive in proposito.
Il direttore: G. CUBONI.
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Comunico alcune catture di uccelli fatte durante l’anno decorso, e che formano già parte
della mia Collezione Ornitologica Italiana :
(1) Passer Italiae femmina melanica — 2 Gennaio — Colle di Montericco (Padova)
(2) Otis tetrar maschio adulto — 3 Gennaio — Vigonza (Padova)
(3) Otzs tetrax maschio giovane — 4 Gennaio — Pianiga (Venezia)
(4) Cyanecula suecica maschio giovane — 27 Gennaio — Valle Inferno (Padova)
@
(Boll. pag. 65) 105
(0) Bradypterus Cetti maschio adulto — 27 Gennaio — Valle Inferno (Padova)
(6) Amnicola melanopogon maschio e femmina — 27 Gennaio — Valle Inferno in numero di
È 50 esemplari, dei quali 12 preparati.
(7) Egretta alba femmina adulta — 28 Gennaio — Valle Morosina (Padova)
(8) Cyanecula suecica maschio adulto — 28 Gennaio — Valle Inferno (Padova)
(0)
(9) Petronia stulta maschio adulto — 5 Febbraio — Monselice (Padova)
(10) Pyrrhocorax alpinus maschio adulto — 3 Marzo — Vigodarzere (Padova)
(11) Pyrrhocoraa graculus maschio adulto — 5 Marzo — Padova sulle mura
(12) Eudromias morinellus maschio giovano — 15 Marzo — Valle Zappa (Venezia)
(13) Loxia curvirostra maschio adulto — 18 Marzo — Monselice in n. di 3 individui
(14) Hydrochelidon leucoptera maschio adulto. — 12. Aprile — Valli di Monselice (Padova)
(15) Charadrius pluvialis maschio adulto — 15 Maggio — Valli di Monselice (Padova)
è un maschio adulto in perfetta livrea di nozze.
(N°)
(16) Astur palumbarivs maschio: adulto — 2 Giugno — Valli di Monselice (Padova)
(17) Amnicola melanopogon maschio adulto — 2 Giugno — Monselice (Padova)
(18) Miliaria projer maschio adulto melanico —— 5 Agosto — Monselice (Padova)
(19) Agrodroma campestis maschio adulto — 15 Settembre — Ca'Oddo (Monselice)
|
do
(>)
(20) Milzaria projer maschio ad. leucocrostico Settembre — Monselice (Padova)
(21) Zichodroma muraria maschio adulto — 25 Settembre — Monselice (Padova)
(22) Motacilla alba maschio giov. allocrostico — 15 Ottobre — Bovolenta (Padova)
(23) Erythacus rubecula maschio ad. isabellino — 18 Ottobre — Marendole (Monselice)
(24) Falco peregrinus maschio quasi adulto — 22 Ottobre — Valle Figheri (Venezia)
(25) Accentor alpinus maschio adulto — 29 Ottobre — Monselice (Padova)
(26) Passer Italiae femmina adulta allocrostica — 3 Novembre — Monselice (Padova)
(27) Passer Italice femmina adulta allocrostica — 3 Novembre — Monselice (Padova)
(28) Harelda glacialis femmina adulta — 25 Novembre — Valle Zappa (Venezia)
(29) Galerida cristata maschio adulto melanico — 26 Novembre — Ca'Oddo (Monselice)
(30) Fringilla coelebs maschio ad. clorocrostico — 26 Novembre — Monselice (Padova)
(31) Passer Italiae femmina ad. isabellina — 4 Dicembre — Monselice (Padova)
(32) Anthus pratensis maschio ad. allocrostico — 22 Dicembre — Ca’0ddo (Padova)
(33) Pyrrhocorax alpinus maschio adulto — 31 Dicembre — Corte (Padova)
Il n. (1) è una Passera reale affetta da melanismo parziale. Essa presenta questa descrizione: —
Becco, mandicola superiore quasi nera, la inferiore giallastra. Iride nera. Tutte le parti superiori
bruno di fuliggine più intenso sul pileo, tratteggiato di nero-cupo sul tergo, fascia sopracigliare
bianco sudicio. Parti inferiori bruno-fuliggine col centro. dell’ addome più chiaro, le cuopritrici in-
feriori della coda collo stelo nero. L’ ala conserva il disegno, ma le tinte sono intensamente colo-
rite apparendo qua e là nera. La coda nera coi margini e l’ apice più chiaro. Zampe ed unghie
bruno scure. Relativamente ai N. (2) e (3) è singolare come nel Veneto si prendano le Galline
Pratajole con maggiore frequenza nell’ inverno, tale cosa mi è confermata dai due esemplari presi
nel Gennaio 1888 e dagli altri due uccisi nell’ autunno avanzato, che pure appartengono alla mia
Collezione. Sulle catture dei due Pettàzzurri [N.ì (4) e (8)], dell’ Usignolo di fiume [N. (5)] e dei
Forapaglie castagnòli [N. (6)) mi intrattenni nel N. 4 anno 1888 di questo accreditato periodico, ed
è perciò che mi sembra inutile ritornare sull’ argomento. L° Airone bianco maggiore [N. (17)] e la
Passera lagia [N. (9)] sono uccelli qui poco comuni. L° Airone bianco maggiore si mostra con più
frequenza durante l'inverno nelle valli sopra Murano. Meravigliai per la presa dei tre Pyrrhocorax
[N (10), (11) e (33)] del P. Alpinus o Gracchio ebbi esemplari anche negli anni decorsi, mai mi
consta abbiano ucciso il Gracchio corallino; è un bellissimo esemplare. Il Piviere tortolino (12); il
Crociere (13) il Mignattino ali-bianche (14) ed il Calandro maggiore (19) si mostrano con poca
frequenza. Il Piviere dorato (15) in abito di nozze è sconosciuto ai nostri cacciatori e rarissimo,
tanto esso quanto l’ Astore (16) sono esemplari stupendi; anche il Sordone (25) è da registrare tra
a
106 (Boll. pag. 66)
le eminenti rarità non ebbi che un secondo esemplare ai 5 Gennaio 1881 a Monselice. Le due
Miliaria projer o Strillozzi sono due soggetti splendidi brillantemente coloriti; entrambi maschi
adulti; uno (18) ha il colorito del piumaggio che tende molto al bruno, in alcuni siti quasi nero.
Tl groppone e le sopracaudali candide, molte penne bianche sulle cuopritrici alari, sulle remiganti,
sul dorso, sulla nuca e sulle varie parti della testa. Becco e zampe brunastre, iride nera; 1’ altro
(20) è perfettamente bianco, tranne alcune remiganti secondarie ed aleune cuopritrici dell’ ala sini-
stra che: sono di un brunastro sbiadito. La cattura di un Picchio murajolo (21) sulla Rocca di Mon-
selice non è cosa molto rara, pure la notai perchè una volta .vi era comune. Uccellatori vecchi si
ricordano questo gaio uccelletto dalle splendidissime ali rosse nidificante sui Torrioni della Rocca
che ora sono rovinati e cadenti. Il commercio delle pietre lo ha scacciato ed ora non è che di pas-
saggio primaverile ed autunnale, più o meno scarso secondo gli anni, nidificando ben raramente.
La Ballerina (22) porta questa descrizione: — « Parti inferiori e coda normali. Testa con spazii
irregolari cenerino-olivastri o bianchi ovvero bianco-giallognoli, il dorso, il groppone ed il sopra-
coda a spazii bianchi o cenerini molto scoloriti. Alcune cuopritrici e remiganti secondarie hanno
spazii bianchi oltre i normali. Io stesso ebbi la fortuna di uccidere il Pettirosso al N° (23). Questo
esemplare magnifico offre la seguente descrizione: — Becco giallastro; iride nera; parti superiori
cannellino-rossiccie, ali e coda di una tinta più chiara e tendente al biancastro sulle ali. Fronte,
redini, gola, e petto di un rosso-arancione vivace predominando 1’ arancione. Addome bianco. Fianchi
e sottocoda bianco-rossigni. Zampe ed unghie giallastre. Il Falco pellegrino [N.° (24)] splendidis-
simo maschio quasi adulto lo devo alla gentilezza dell’ egregio sig. conte Leonardo Labia di Venezia.
Quantunque raro è abbastanza conosciuto. Ho veduto varii anni sono un bell’individuo preso qui,
deve essere nel Museo di Desenzano. I N.i (26) e (27) ci offrono due casì di allocroismo brillante
per la disposizione del bianco. Ecco la diagnosi del N.° (26). Si notano varie penne bianche can-
dide sulla schiéna e sul dorso specialmente laddove termina col groppone. In ambedue le ali tutte
le remiganti eccettuate la prima e la quinta nella destra, la prima e la terza nella sinistra sono
bianco-candide. Timoniere normali, tranne la quarta a sinistra e le tre prime a destra che sono
bianco-candide. Nel rimanente questa Passera è normale. La mantenni viva cinque anni nell’ ue-
celliera con altri volatili, era dotata di molta intelligenza, quando vedeva mia madre, me, o altre
persone ad essa note cicalava vivacemente, svolazzava dappresso e posata sulla tela metallica pren-
deva dalla mano la briciola di pane o l’ insetto. Nell’ altro individuo (27) la fronte e la parte su-
periore della testa sono candide. Si notano molte penne bianche alla nuca, alla collottola, sull’alto dorso,
sulle cuopritrici superiori della coda e dell’ ala sinistra, nel resto anche questo bellissimo esemplare
è normale. Visse parecchio in ischiavitù. La Moretta pezzata (28) è un bel maschio giovane nel
quale cominciano ad imbianchire le scapolari. Assieme ad altro, individuo della medesima età da
una settimana abitava il canale che separa Valle Zappa da Valle Sora nel Veneziano. Quando ci
avvicinavamo colla barca essi si tuffavano, poi prendevano il volo per portarsi poche diecine di metri
più in la. Erano: punto timidi. Nella Galerida (29) o Cappelluta abbiamo un caso di mela-
nismo quasi completo. In essa troviamo il becco -color di corno tranne alla base della man-
dibola inferiore dove è biancastro. Iride nera. Testa, ciuffo, gola e petto nero-fuliggine. Parti
superiori rossigno-cuojo pallido: col centro delle penne e degli spazii neri. Parti inferiori nere
ceciato-rugginose. Ali bruno-scure col margine esterno rossigno. Coda nera col margine esterno ros-
siccio nelle prime laterali zampe ed unghie biancastre. Il Fringuello (30) è scolorito a spazii deter-
minati nelle ali e sulla coda, sarebbe un individuo uropterofasciato. La Passera reale isabellina (31)
presenta questa descrizione: — Le parti superiori rossigne, più scure sul pileo, foltamente macchiate
di bruno al tergo sul centro delle penne. Gastreo bianco debolmente rossigno, i fianchi ed i lati
del petto più vivamente coloriti. Sopraciglio bianco-rossigno. L'ala conserva il disegno quantunque.
sia molto scolorito in rossigno. Alcune remiganti e cuopritrici normali. Timoniere rossigne. Iride
nera. Becco, zampe ed unghie color di corno. La Pispola (32) è di uno scolorimento marcatissimo
in cui conservasi il disegno quasi per ogni dove, le due timoniere mediane sono quasi bianche, il
becco, le zampe e le unghie gialle, l’ iride nera: Il sig. Natale Voltan di Albignasego aveva gen
(Boll. pag. 67) 107
tilmente accaparata: per me un’individuo di un bianco perfetto preso nell’ autunno a Bovolenta,
quando esso venne a morire e l’ uccellatore non conoscendone il pregio lo gettò via. Finalmente al
31 Dicembre ebbi il Gracchio (33) maschio adulto, il più bello fra i consimili della mia Collezione.
Fu notevole l’anno décorso per le ricomparse dei Sirratti (Syrrhaptes paradoxus) per cui al-
l'esemplare del 1871 della mia Collezione vanno aggiunte le seguenti comparse:
24 Aprile, a Montagnane, 8 individui, 2 catturati, 1 conservato vivo. 23 Maggio a Camposam-
piero, 1 maschio adulto fatalmente perduto. Altri non ne furono presi che io sappia nel Padovano,
però ne vennero segnalati tre nel Gennaio e Febbraio 1589.
Un esemplare di Aquila clanga quasi adulto venne celto nel Gennajo e preparato per uso pri-
vato dall’ Inserviente del R. Museo Zoologico, e pure nel Gennaio il sig. Camillo Dal Fiume com-
però con me sul mercato una Acredula caudata specie forse rara, della quale i due soli esemplari
del Museo Universitario finora la segnavano come specie Padovana. Segnalo come rarità per la sta-
gione una Porzana fulicula che acquistai sulla Piazza addi 2 Febbraio. Poche ma però sempre ne
svernano in estesi paludi, nè viddi anche ai 18 Dicembre presso le peschiere di Valle Pierimpiè
(Venezia). Il 22 Gennaio mentre mi trovavo in Valle Zappa comparvero quattro magnifici Cigni
(Cygnus olor) verso il tocco. Si posarono sul canale che conduce al Tombolo detto il Bottino lon-
tani dalla abitazione dei cacciatori circa 300 metri, in una situazione sgelata ma tutta circondata
da ghiaccio forte. I selvatici al loro vederli emettendo grida spaventati fuggirono. Essi mangia-
vano tranquillamente alzando il loro magnifico collo ad arco e gridavano ogni qual tratto. Furono
avvicinati colla spingarda dal sig. Vittorio Florian, il quale tirò loro, ma pel calibro del piombo e
per la lontananza, il colpo andò a vuoto. Essi si levarono alla detonazione e si portavane nel vicino
laso detto della Padovana, rimanendo in Valle. Ivi, posati sul ghiaccio, si fermarono tutto il giorno
e la notte successiva, la mattina del 23 alle 7 ant. partirono, sostando nella vicina confinante Valle
‘Figheri, poi furono veduti nelle Valli Pierimpié, Prime Poste, Millecampi e Morosina. Il Cygnus
olor è rarissimo e fu la prima volta che io lo viddi nelle nostre Valli. Un bellissimo ibrido fem-
mina Dafila acuta XK Querquedula erecca venne ucciso in Valle Morosina. dal sig, Bernardo Duse
nel verno. Mi riprometto di studiare questo interessante soggetto. Per ora ne constato la rarità os-
servando che si erede questo il. primo caso di una unione del Codone coll’ Alzavola. Notevoli le due
catture di Cicoria alba, la prima nei Giugno a Giarabassa, notizia comunicatami dall’ amico Eugenio
Busetto; il secondo individuo donatomi in carne ai 7 settembre dal compianto ing. A. Prosdocimi,
uomo di rare doti e di non comune ingegno. Venne colta presso Este 0 passava sola. Ebbimo varie
Loziae curvirosirae nell'autunno, tra le altre noto quella uccisa dal figlio del Barone De Kunkler ai
25 Ottobre nella sua Villa di Este; altre cinque comparvero sul mercato ai 5 Novembre, due al
giorno 23.
Chiudo, sperando che il presente anno mi sia largo di maggiori osservazioni.
Padova, Febbraio 1889. ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI
Notizie cinegetiche. Essendo stati avvertiti, nei mesi scorsi, dei danni di lupi che aveano
mangiati dei porci in una mandria del Bosco di Castelbuono (800-1300 m. sul mare); il giorno 13
Marzo u. s. sì organizzò una caccia a quei voraci animali, e difatti riuscì molto fortunata , poichè
sbucarono. da quella foresta cinque grossi lupi, che prendendo la stessa direzione comparirono ad
un solo cacciatore. Questi prese di mira il più grosso ed avendolo mortalmente ferito, diresse l’ar-
ma ad un altro lupo, ma a causa di una falsa capsula il colpo falli e non potè fare il doppietto,
tuttavia due altri furono uccisi da altri cacciatori e due, più fortunati, si salvarono.
Dei tre uccisi, il primo è un bellissimo maschio, di proporzioni gigantesche; le altre due sono
femmine; una delle quali fu trovata pregna con nove lupicini in embrione.
Come di solito questi lupi furono portati in trionfo pel paese, accompagnati dagli stessi caccia-
tori e da pastori con tamburi, con grande” entusiasmo.
ll giorno seguente, ingrossatasi la stessa comitiva, in numero di 62 persone tra cacciatori e
108. (Boll. pag. 68)
pastori, ripartirono per un’ altra macchia in contrada Zurrica; questa però fu meno fortunata, poi-
chè, si uccise un solo lupo ed una-volpe.
La cattura di questi lupi è stata accolta con gran piacere da tutti, e specialmente dalla classe
dei pastori perchè sono loro che ricevono seri danni dal vorace carnivoro.
La uccisione dei lupi, poco tempo addietro, era premiata dal Governo con premi proporzionali
a seconda del sesso e dell’ età del lupo, ora però è del tutto abolita. Il premio sarebbe molto giusto,
poichè in certe annate fanno strage immensa di capre, pecore, vitellini, piccoli puledri ed altri ani-
mali compresi i più grossi, che il lupo non potendoli afferrare, li insegue sino a portarli in qual
che precipizio ; profittando in tal modo della caduta di qualcuno in quei dirupi per avere agio a
cibarsone; quindi dovrebbero di nuovo istituirsi dei premi onde tutelaro l’ afflitta pastorizia che
è in molta decadenza, specialmente nelle nostre contrade. y
Castelbuono 17 Marzo 1889. M. Mogrcr Minà
Cattura d'un Pett' azzurro, a macchia rossa, in albinismo: (Cyanecula suecica. L. ma-
schio). Becco nero: iride bruno-scura: gola d’ un bianco argento sparso di piccole goccie d'un
azzurro lucente: gozzo e parti anteriori del petto d’un azzurro lucente con goccie bianche, e al cen-
tro con una grande macchia d’ un rosso mattone un po pallido; una stretta fascia nero-turchinîecia
passa sotto 1’ azzurro del petto, sotto questa segue un’ altra fascia più larga d’ un rosso: mattone: le
penne che partono dalla mandibola superiore, il pileo, la cervice, e le guance, sono d’ un bianco
argento, e tutt' insieme danno figura d’ una cuffia; sopra ciascun occhio, un po in alto, trovasi una
penna d’ un cinereo bruno molto carico: gli altri caratteri non hanno niente di particolare, che
meriti d’ essere rilevato.
Questo uccello fu preso a Campalto Veronese il 21 marzo anno corr.
Verona 2 Aprile 89. V. Dar NERO
Il farmacista sig. Girardi di Brescia possiede da due anni un maschio Cannabina linota e
sanguinea (Fanello o montonello) che ha mutato il colore dell’ abito due volte, diventando sempre
più intenso. Ora ha coda e penne del capo nerissime, gola e dorso bruno intenso, ventre e parte
posteriore del dorso come il merlo femmina, becco giallo chiaro con linea mediana superiore ed
inferiore bruna, ciuffo giallo chiaro mentre negli individui normali è rosso. È un soggetto in-
teressantissimo. C. B.
Protezione della selvaggina. In tompo di primavera e d'autunno leggonsi nei giornali i
massacri che incontrano gli uccelli nel loro passaggio per 1’ Italia. Su questo argomento vogliamo
riferire che la signora Guttemberg, appartenente alla Società per la protezione degli animali a Vienna,
ha proposto che questa Società presenti a S. M. il Re Umberto di Italia, una petizione onde venga
emanata una legge la quale proibisca la micidialo caccia a questi uccelli di passaggio. La detta
Società ha deciso di far parola di questa proposta in' occasione del 10.9 congresso internazionale che
sl terra a Dresda nel venturo giugno, onde il congresso stesso abbia a rivolgere al governo d' Ita-
lia la detta preghiera.
La Società por la protezione degli animali a Vienna, è intenta a ciffondere il più possibile »
per mezzo di scritti, di premi, di adunanze pubbliche ecc, i vantaggi che risultano dalla protezio-
ne degli animali ed essa può vantarsi di aver di gia ottenuti non pochi risultati felici. E quanto
sia stimata e riconosciuta importante l’ attività di questa associazione, sì può comprendere da una
eredità di 50,000 fior. che essa ebbe poco tempo fa da un cittadino di Vienna. Sv.
Togliamo dal Cuccia e corse che a sua volta lo riporta dal Diana, il prezzo delle licenze di
caccia nei vari cantoni della Svizzera:
Zurich fr. 125, — Zoug fr 20, lo Thurgovie fr. 50, —
Berne « 146,20 Fribourg « 126, — Ticino « 17,T°
Lucerne « 40,— Soleure < è 50, — Vaud € 4
Uri « 7° Schaff house «| 30 Valais « 27,
(Boll. pag. 69) 109
Schwitz « 50, Appenzell R. I. « 15,— NeufchaAtel «40,
Obwald « 49, Appenzell R. E. «30, — Genéve <« 21,
Nidwald « 10, S. Gall « 61,
Glain « 10, Grisons « 16,
Ne risulta che un cittadino svizzero che volesse cacciare con un cane in tutto il territorio
della sua patria, 41,390 chilometri quadrati, dovrebbe pagare la somma di fr. 978,35!! mentre che,
comprese le tasse, bollo ecc., si può per la tenue moneta di L. 14 e centesimi, cacciare liberamente
in tutta Italia.
Dedichiamo queste cifre eloquenti ai sostenitori della libera caccia in libero paese. Altro che
uguaglianza, altro che ves nullius! . R.
Scrivono al Corriere della sera, da Bergamo :
Strana caccia ad un orso. Il giorno 22 dello scorso mese, ad Ardesio corsa voce che nei din-
torni della contrada Valcanale fosse apparso un orsacchiotto, e la voce ebbe conferma dall’ essersi
trovati in un bosco gli avanzi di una capra sbranata.
Tosto si organizza per dargli la caccia, e si mefte insieme una comitiva di nove montanari,
armati di scoppio, i quali si pongono sulle traccie della mala bestia.
Dopo un bel girare, finalmente trovano l’ orso accovaceiato sotto un dirupo.
Tutti vogliono essere i primi a tirare; ma... — è proprio da ridere — soltanto allora s'avve-
dono che uno solo ha lo scoppio carico ed anche quello a pallini.
Inutile aggiungere che l’ orso ebbe perciò tutto l’ agio di svignarsela R.
La tassa sui permessi da caccia, nell’ ultimo esercizio ha dato un totale di L. 3,986,820.20.
Nell’ esercizio precedente era stato di L. 3,691,425.82.
La Provincia di Roma vi figura per lire 191,244.60. Le altre Provincie che dettero maggiore
introito furono: Palermo L. 198,968.40, Firenze 168,20, Napoli 135,474.80, Genova 116,122.10, Pe-
rugia 105,354.20, Catania 104,490, Brescia 104,049. R.
La caccia alle quaglie. Sì fanno grandi preparativi per la caccia all'arrivo delle quaglie, caccia
che dovrebbe invece essere rigorosamente proibita. Presso Roma nei paesi di Anzio, Fiumicino e
Volo si pagano perfino 150 lire al mese per fitto di una camera nel tempo di questa caccia.
La Chasse illustrée riferisce che giorni sono giunsero a Parigi 4 grandi vagoni di quaglie
vive che non ne potevano contenere meno di 42 mila; esse provenivano dall’Egitto, ed aggiunge: fra
poco cominceranno le spedizioni dall’ Italia! : B.
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi nolivie, schia-
vimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
La forma delle celle delle api. Nel Bollettino N.° 4-5:di quest'anno, a pag. 59, fra le
Spigolature apistiche, trovo riportato che «lteriori studi di Mullenhoff hanno dimostiato che la
forma esagona delle celle dei fuvi è dovuta alla mutua pressione, talchè non la destrezza delle
api, ma l’effetto della pressione statica, produrrebbe il magnifico risultato.
Non mi sono occupato di studi apistici, nè conosco quelli del Miillenhoff; non voglio quindi
pretendere di infirmare le di lui conclusioni, però mi perme tto di ritenerle per lo: meno esa-
gerate : e per asserire questo, mi baso principalmente su di una osservazione fatta sul nido della
Polistes gallica. Quest insetto fabbrica dei nidi con un numero ristretto di cellette esagonali, giac-
chè di rado superano la trentina; orbene, le celle pariferiche raramente sono rotondeggianti, esse
sono invece esagonali come le centrali, mentre non sì tfovano a contatto con queste se non per
quattro facce; come dunque la parte libera si adatta a formare due altro facce che servono a com-
È $ -
110 (Boll. pag. 70)
piere il prisma esagonale? La stessa cosa notiamo nei nidi dei caladroni; nè mi sembra che per
i nidi di Vespi sì abbia da cercare interpretazione diversa da quella delle Api, per quanto le une
sieno costruite di cera e le altre di una sostanza tigliosa. D'altronde-io noto come i nidi delle Apî
muratrici, abbiano le celle di forme irregolari tondeggianti; è bensì vero che questi nidi sono fatti
di terra, e mi si può obbiettare che sono durissimi; ma osservo alla mia volta che, prima di di-.
ventare dura, la terra è molle e plastica e che per la mutua pressione le celle dovrebbero prendere
una forma esagonale, il che non avviene. i
Nel nido delle Polistes, mi è poi avvenuto di osservare anche un’ altra cosa; qualche volta
alcune delle celle centrali della colonia, sono più lunghe delle laterali e risultano per un certo
tratto del tutto libere, orbene queste cellette sono esagonali senza essere compresse da nessuna parte.
Venendo poi alla formazione dei favi di cera, sappiamo che le Api, cominciano col deporre
sull’ arnia delle piccole masse informi di cera, nelle quali scavano delle scodellette che sono il fondo
delle prime celle; queste scodellette hanno contorno esagonale e terminano nel fondo con ire rombi;
per queste cavità, scavate nella cera, credo di dovere negare del tutto la mutua pressione ; mutua
pressione che nego parimenti per le celle laterali delle fiale. Sappiamo poi che le Api, terminata
la celletta esagonale, ne rinforzano l’ apertura con un anello circolare di cera; possono dungue le
Api a loro volontà determinare tanto la forma esagonale, che la circolare!
Leggerò volentieri una risposta a queste mie osservazioni. Ant. NEVIANI.
Un nuovo fungo, che si sviluppa sulle foglie e sulle frutta dell’ olivo, quando marciscono,
viene descritto da H. ZuZal col nome di Hymenoconidium petasatum (n. g. et sp.) nel Brologisches
Centralblatt, 1888 N.° 17. PI
Il bombice della quercia (Attacus A) Secondo esperienze fatte per incarico del
governo prussiano da un allevatore, il bombice della quercia resiste molto a’ mutamenti meteoro-
logici e climatici e dà una seta di qualità non inferiore alla milanese (Hwmboldt, A, p.. 393).
i DI
Luffa pianta succedanea alla spugna. La Luffa Egiptiana Mill pianta appartenente
alla famiglia naturale delle cucurbitacee, che aligna in tutti i paesi meridionali di Europa, pro-
mette di diventare una potente rivale della spugna.
Il suo frutto maturo contiene un midollo abbondante e tenero, che, quando è ben seccato e trat-
tato con una soluzione di permansanato di potassa, dà un eccellente materiale che possiede in alto
grado il potere assorbente. (Progresso). San B.
Note botaniche, Ai primi di gennaio 1889 furono trovati in piena fioritura sul Gaisberg
presso Salisburgo. Anemone hepatica, Gentiona verna, Bellis perenis ed altre, con una tempera-
tura assai mite, da poter fare l’ escursione in abito leggiero.
Vienna Sr.
Nel giardino zoologico di Francoforte trovasi una colonia dei cosidetti cani delle pra-
terie dell'America seltentrionale (Cynomys ludovicianus), i quali attirano gran numero di pubblico
che va ad ammirare la loro vivacità, e continua attività nello scavare le loro abitazioni sotterranee,
i loro giuochi ece.
Il Dott. Haacke dà anche nel a Zool. Gart. del Prof. Nall n. II. i risultati delle sue os-
servazioni fatte su questi Cynomys, sulla loro vita e quella dello SpermopliWus citillus e qui ri-
marca di quanta importanza siano i giardini zoologici potendosi in questi studiare a fondo la vita
degli animali, poichè solo qui questi sì mostrano nella loro vita naturale ; i Cynomys p. e. tenuti
in cattività sono pigri, dormono tutto il giorno e non danno a riconoscere la loro vivacità.
Come sarebbe ora di grande importanza un giardino zoologico in Italia !. In ogni città ne vengono
aperti, e adesso anche a Boston, Shanghai, Bombay !
Vienna Sr.
Syrraptes paradoxus. Il Dr. Harz:ébbe occasione di esaminare lo stomaco d'un Syrraptes
paradoxus (ucciso nello scorso decembre nei dintorni di Amburgo) per vedere di quali semi questo
uccello si nutrisce nei paesi dell’ Europa e vi trovò :
de A Ra
(Boll. pag. 71) 111
Semi e frutti di Selaria viridis 297 — Atriplex angustifolia 195 — Chenopedium murale 668
— Silene noctiflora e inflata 237 — Trifolium pratense (frutti con semi) 951 — Polygonum lapa-
thifolium 21 — Polyg. convolyulus 201 — Hordeum distichum 21 ecc. ecc.
Da ciò si rileva che il Syrraptes. trova anche nei nostri paesi abbastanza quantità di semi
per nutrirsi e che le su notate piante trovansi in forme affini nella patria di questi uccelli. (Botan.
Centrbl. n. 10).
Il Dr Wurm è d’ opinione che il Syrraptes paradoxus per la struttura dei suoi piedi, non sia
adattato per i nostri paesi e non sia da acclimatarsi come uccello da caccia.
Le dita piumate di esso servono solo nella sabbia sciolta e sono di ostacolo in terreni coltivati;
esso corre come le galline e vola assai raramente. (Zool. Gart. 1889).
Verso la fine del Maggio 1888 furono veduti una ventina di Syrraptes sui campi nei dintorni
di Talsen (Curlandia) ne fu ucciso uno e mandato al Museo di Mitau. Ai primi di Luglio ne fu
veduto un paio (maschio e femmina) nei dintorni di Bobruisck (Curlaridia) morti per letale urto
contro il filo dei telegrafi. (Soc. d’ arti e letteratura. Mitau 1888).
Li 6 Dicembre 1888 fu ucciso in vicinanza di Olmiiz (Moravia) un Syrraptes paradoxus, il quale
attirò l’ attenzione col suo « tik-tik-tik » e col suo strisciare a zik-zak sul terreno. Esso era un
maschio vecchio e l’unico esemplare veduto in queste parti (Soc. ornit. Vienna genn. 1889). Sr.
Conservazione degli animali in carne. Il sig. Dr. Frenzel di Cordova (Argentina) de-
scrive un metodo per la conservazione provvisoria degli uccelli ed altri oggetti zoologici, poichè molti
viaggiatori (entomologi, botanici, mineralologi ecc.) hanno bene spesso‘occasione e volontà di tirare
a qualche uccello, ma non il tempo bastante di prepararlo a dovere. Frenzel dunque lascia l’ uccello
del tutto intiero, lo netta con aceto e poi con una piccola siringa di vetro inietta per l’ano una
soluzione concentrata (90 0jo) di sublimato e poi lo mette in una simile soluzione più debole
(60 Oro), dopo circa 24 ore lo asciuga con un panno, lo appende colla testa in basso in un luogo
arioso e ombroso, finchè le penne siano del tutto asciugate, e se occorre si asciugano ancora con
sabbia fina, e lo si involge in bambagia, e poi in carta sugante per esser trasportato al suo destino
onde prepararlo per la collezione. In caso l'uccello avesse sofferto, lo si mette in sabbia umida, o
in spirito di vino per prepararlo in tutta regola; si lisciano le penne ecc. Se le penne fossero assai
delicate: e non si potesse far uso del detto metodo , si prende della bambagia imbevuta della solu-
zione di sublimato e si introduce per l’ ano nel ventre, allontanate che siano dapprima le inte-
stina, e sulle penne si sparge del gesso finamente polverizzato o della sabbia fina, alla quale sia
mista qualche siasi sostanza velenosa. (Dal Zool. Anz. N. 25 nella Natar. di Halle N. 9). Sr.
Pollicoltura. Nel bollettino del gennaio 1889 della Società ornitologica di Vienna trovansi de-
scritte e figurate alcune nuove razze di galline, così una Larghan introdotta in Inghilterra dalla
China, arriva ad un peso di 3-4 ch. dà una carne assai saporita; nel suo portamento e nella sua,
grandezza ha qualche somiglianza con il Dork:ng. Un paio di Sky focols, pure della China;
queste galline hanno penne morbide come seta fioretto, cresta nera. I tanto ricercati DorZking, che
hanno una carne assai saporita, tenera, all’età di 7 mesi arrivano di già & 4 e più ch. di peso;
amano terreno calcareo e siliceo, ed evitano luoghi umidi. Troviamo poi descrizione e figura dei
galli da lotta, questi hanno una del tutto singolare forma, sono di incredibile coraggio, di porta-
mento superbo, e sempre pronti alle lotte.
All’esposizione di Anversa si videro le suaccennate Langhan allevate dal. sig. Moucalt a
Guines-lez-Calais. Le £m0vs con barba, ciuffo, penne morbide, come seta, con 5 dita e di parti-
colare colorito (testa e coda a strisce bianche, collo a strie d’oro, petto e becco del maschio rosso,
della femmina bruno); poi anche un paio di Nangasakte col corpo superiormente di color nero e
al di sotto bruno con macchie gialle, penne brune, coda nera. Sr.
Domanda. Sarò grato a chi potrà indicarmi la temperatura che si sviluppa durante l’ incu-
bazione delle uova degli uccelletti, specialmente dei canarini, se tale studio è stato fatto. Mî sa-
rebbe pure grata l’indicazione di un’ opera in proposito.
Sinigaglia. | A. MorescHINI.
112 (Boll. pag. 72)
INVENZIONI SCORRERO
Nuovo ponte portatile. Il maggiore del genio svizzero Paul! Pfund, dice il giornale Le
monde de la science, ha immaginato un cavalletto articolato nel quale è fissato il piano del ponte
per una estremità; bastano due uomini per far allontanare od avvicinare a volonta il cavalletto che
porta il piano fino al luogo ove deve arrivare il ponte. In una parola con due soli ordegni sempli-
cissimiì senza bisogno di sondagi ne di barche, sì colloca il ponte con celerità e con due soli uomini; per
il trasporto ha pure il vantaggio di occupare poco volume ed avere poco peso in modo che può
essere aggiunto a qualunque carro anche già carico.
Nuovo giacimento di asbesto in California. Dicesi sia il più vasto ed importante del
mondo. Si è scoperto a Oro-Grande; lo strato ha da 7 ad 8 metri di spessore e già sì è trovato con
certezza estendersi su una superficie di 450 metri, ma non pochi indizi fanno ritenere che si
estenda fino a oltre 1200 metri. È
Nuovo apparecchio per determinare le densità dei liquidi, di Luigi Zambelli. Ne
troviamo la descrizione e la figura negli atti del R. Istituto veneto (Tom. VII, serie 6.8, disp. 2.4)
Resulta composto di due tubi di vetro di diametro interno eguale, e di due provini d' assaggio, che
hanno un pezzo di tubo di vetro attaccato al fondo e ricurvato lungo la parete del provino stesso
‘con il quale è in comunicazione: La semplicità della sua costruzione e la facilità e precisione delle
determinazioni, lo renderanno certo bene accetto e: preferito da chi fa uso di questi strumenti.
Il telefono e gli orologi. A Berlino, a quanto dice-la Lumére electrique, gli elettricisti si
occupano a trovare il modo di utilizzare la rete telefonica per registrare gli orologi degli abbonati.
Ad una certa ora, che sarà probabilmente verso le 5 pomeridiane, ad un segnale dato, tutte le linee
degli abbonati che hanno aderito al nuovo sistema, si troveranno automaticamente collegate ad un
centro orario. Da questo centro verrà allora lanciata una corrente, che rimetterà tutti gli orologi
e ne regolarizzerà l’ andamento. Tutto questo si farà in un tempo assai breve: dopo di che, sempre
automaticamente, le cose si ristabiliranno come lo erano prima.
Nuovi minerali. Sperrylite. Trattasi di un’ arseniuro di platino che si presenta in minu-
tissimi cristalli colo? grigio di stagno alquanto bruno; densità 6, 60. Proviene dalla miniera di
Vermillon in Ontario (Catania) ed è stato scoperto dal sig. F. L. Sperry.
Aurelite. Fu scoperto nella cava di Freeman al fiume Verde nella Carolina. Si trova nel granito
e nel gneis intimamente misto al zirconio; contiene del torio; il colore varia dal giallo limone al.
rosso bruno; la forma è tetrasonale.
Mazapillite. Il Sig. G. A. Koenig ha trovato questo minerale nelle vicinanze delle miniere di
Zacatecas presso Mazapil. È un arseniato di calcio e ferro che cristallizza nel sistema rombico; il
colore varia dal rosso al nero; la durezza è eguale al quarzo peso specifico 3. 567.
Nuovo zucchero estratto dai funghi. Nell’ ultima seduta della Società micologica di
Francia il sig. Bourgnelot ha fatta una interessante comunicazione sulla Mannite, che è uno zue-
chero speciale contenuto in diverse specie di funghi comuni, e ne ha mostrati superbi campioni.
Paleontologia. Il prof. Burmeister di Buenos Aires, ha comunicata all’ accademia delle scienze
di Berlino, la scoperta di uno scheletro di Megatheriwm. È il primo scheletro di questa specie che
abbia la testa completa.
Uno scheletro di Eubalaena Svedembergii è stato trovato a Hallaud in Scandinavia. Non si
conosce che un altro scheletro di questa specie scoperto al principio dell’ ultimo secolo.
Chimica. Partenicina, è un nuovo alcaloide scoperto da C. Ulrici di Cuba nella pianta Par-
tenium hysterophorus.
Nell' American Chem. Journ, trovasi descritta una nuova s@ccarina preparata dal dott. Noyes.
Miniere. A Ubatuba provincia di S. Paolo nel Brasile, sono state trovate tracce di ricche
miniere di Carbon fossile, ferro, zinco e piombo.
e ET PON n MMI ES ATI anta atti at
(Boll. pag. 63) 113
Nuovo igrometro a condensazione del sig. Dwfowr. Lo troviamo descritto e figurato nel
giornale Le monde de la science et de l’ industrie di Losanna. È
L’ inventore dell’elice. Un dispaccio da Nuova Yorck annunziante la morte dell’ing. Erikson
inventore dell’ elice è stato pubblicato in quasi tutti i giornali quotidiani.
Ma non è punto vero che la invenzione dell’elice si debba all’ Erikson, poichè il primo ad ideare
e ad applicare l° elice come propulsore ai battelli a vapore fu l° ingegnere Giuseppe Bessel di Chru-
dim in Boemia.
Una polvere che non produce fumo è stata inventata dal sig. A. Novel inventore della
dinamite. Dicesi che con essa viene diminuita la pressione esercitata nelle canne da fucile ed au-
mentata la velocità del proiettile.
4
INSEGNAMENTI PRATICI
Per conservare durante l’inverno i pomi, si raccomanda il Gesso, questo attira l'umi-
dità, conserva l'aroma e l'odore. I pomi sì mettono in una botte, vi sì sparge il gesso e si scuote
lessermente la botte onde il gesso penetri fra gli interstizi; piena la botte vi si mette al di sopra
uno strato di gesso e poi il coperchio, e la botte si porta in luogo fresco. Invece del gesso si può usare
anche sabbia secca o cenere di legno e metter la botte sotto terra ad una profondità di 80 centimetri,
Nuovi metodi per conservare il colore dei fiori e delle erbe nelle collezioni.
In una recente riunione della società botanica tedesca il dott. Iscirsch di Berlino ha riferito che si
| possono conservare alle erbe, ai fiori ed alle piante i loro colori, immergendole dapprima in una
soluzione di acetato di piombo (Sale di Satrurno) e poi tenendole nello spirito.
Allora lo spirito diventa di, color giallo chiaro, ed i fiori e le foglie conservano i loro colori.
Altro metodo viene insegnato dal sig. Stoelze nella Revue de Botanique ed è il seguente:
Una soluzione di l gr. di acido salicilico in 600 gr. d'alcool, si fa bollire in una capzuola a
bagnomaria, e vi si immerge per un istante la pianta (una immersione prolungata scolora le foglie
violette), poi la si mette a seccare tra la carta sugante.
Inchiostro indelebile per cartellini. Per preparare un inchiostro del tutto indelebile,
(dice la Scienza pratica) ecco in qual modo si procede :
Si fa una soluzione di 3 parti di prussiato giallo (ferrocianuro di potassio), e 2 parti d° acido
tartarico in 240 parti d’acqua, e di più vi si mescolano 2 parti d’ ammoniaca liquida concentrata.
Ora si filtra, e quindi al liquido aggiungonsi 160 parti d’ una soluzione di citrato di ferro ammo-
niacale, 40. parti d ammoniaca liquida, 8 parti di dlex d' anilina e 70 parti di gomma arabica.
Quest inchiostro ha, in sul principio, un color porpora giallognolo, ma piglia ben presto il
color turchino carico. Ha la doppia qualità di conservarsi molto bene e di non corroder le penne
. d’acciaio.
Chi volesse avere un inchiostro nero, dovrebbe aggiungere alla dose suindicata, 20 parti d’acido
pirogallico. ;
Se caso mai venisse a formarsi nell’ inchiostro un leggero deposito, si potrebbe far sparire,
mediante l’ assiunta d’ un poco d’ ammoniaca.
Modo di riconoscere rapidamente i poli d’ ima macchina quando non si pos-
È siede ago magnetico. Si attaccano a due poli due fili di piombo, e si immerge questo volta-
metro elementare nell’ acqua acidulata solforica. Dopo alcuni secondi, il polo positivo si copre di
uno strato di perossido di piombo bruno-scuro, mentre il polo negativo assume un aspetto bianco
e metallico.
Modo di ottener patate nuove nel mese di marzo. Nei mesi di giugno e luglio, si
fa una piantata di patate a circa otto o dieci centimetri di profondità, messe molto vicine fra loro,
Mr Re no e
in una buona terra ben triturata,
114 (Boll pag. 74)
Si usan loro le solite cure, fino al momento in cui v'è a temer le gelate; si. tagliano allora
gli steli, e sì ricopre la piantata con ginestre, erica o grossa paglia, e se ne fa uno strato per
circa 30 centimetri di spessore, in modo da non intercettare l’ aria, appunto per non dare origine
all’ infracidamento, chè del resto uno strato di tale spessore è bastevole perchè la gelata non giunga
fino a terra. Si può ancora, in mancanza delle materie da ricoprire, fare una fortissima rincalzatura.
La paglia, la ginestra e l’erica coll’andar del tempo si decompongono a poco a poco, e quando
giungono i mesì di marzo e aprile, si toglie la copertura pian piano e si sradicano i tubercoli, che
sonosi venuti formando dall’ estate all’ autunno, e che sono teneri e freschi. (Scierza pratica)
Polvere per chiarificare i liquidi: Pr. albume d'uovo secco p. 40; zucchero di latte p. 40;
amido p. 20. Da usarsi gr. 5 per litro di liquore, vino, estratti ecc. (Rundschow. Boll. farmaceutico).
Tonico per i capelli: Pr. acido fenico gr. 2 - tintura di noce vomica gr. 75 - id. di China
rossa gr. 30 - id. di cantaridi gr. 2 - acqua di Colonia gr. 120, - olio di coco gr. 120.
Da applicarsi sul capo due volte al giorno a mezzo d’ una piccola spugna. (Med. Class. - Bull.
Pharm. d’ Anvers). ;
L’ uso della Torba nell’ allevamento degli uccelli. Il sig. X pubblica nel N.° 5 anno
corrente del giornale dei pollicoltori, un’.articolo nel quale, esponendo le prove fatte, dichiara che
con lo spandere uno strato di 8 mill. di torba in polvere sul fondo delle gabbie con uccelli, ha ot-
tenuto massima pulizia, assenza completa di cattivi odori e risparmio. grandissimo dil tempo non
avendo mutata la torba stessa che dopo 45 giorni, mentre era tuttavia asciutta ed inodora. Crede
che la torba come cattivo conduttore del calorico possa con gran vantaggio della pulizia sostituirsi
al letto di fieno che si suol mantenere sotto i nidiacei; sotto gli usignoli ed altri uccelletti delicati
nella stagione invernale, e formare il suolo dei canarini-ed altri uccelli che nel periodo della ni-
dificazione importa assai disturbare quanto meno è possibile.
Per avere uova dalle galline durante l’ inverno, dice il sig. Roullier nella Gazzette
du Village occorre avere galline dell’ ultima primavera nate da marzo a maggio, poichè quelle del
l'annata antecedente si trovano esaurite al principio della cattiva stagione ed hanno bisogno di
Tiposo.
NOTIZIARIO
_— reco
Riunione viticola. A cura del consorzio antifillosserico toscano fu tenuto in Firenze un
congresso di viticultori, le cui adunanze ebbero luogo dal 13 al 17 del mese corrente. I viticultori ed
agronomi più distinti d’Italia presero parte a questa riunione per studiare e discutere sui più temi-
bili nemici della vite la Fillossera e la Peronospora.
Presiedeva 1’ illustre marchese Luigi Ridolfi.
Il 1° tema: Sommaria esposizione delle istituzioni di vigilanza contro la fillossera, formate
nei diversi paesi e in particolare di quelle in Italia. Origine, costituzione e scopo del Consorzio .
antifillosserico toscano, fu trattato dal profi G. Cavanna.
Il 2° tema: Le attuali condizioni fillosseriche della Toscana e l'applicazione dei metodi di=
struttivi e curativi, venne svolto dal prof. L. Danesi.
Del 3.° tema: Le specie e le varietà di viti americane resistenti alla fillossera ed. il loro sante
tamento ai diversi terreni, ne fu relatore il prof. V. Alpe. i
Il 4° tema: La pratica dell’ innesto delle viti americane, fu svolto dal prof. V. Valvassori.
Sul 5.° tema: La coltivazione delle viti americane specialmente in rapporto ai sistemt t0-
scani, parlò il prof. Vannuccini. è i
Troppo lungo sarebbe il render conto delle dotte ed applaudite memorie lette dai sunnominati
professori e delle discussioni avvenute sui temi stessi, tanto più che nel prossimo Maggio saranno
(Boll. pag. 53) 115
pubblicati gli Atti di questa riunione e chi desidera farne acquisto può inviare lire tre al Comitato
direttivo del consorzio antifillosserico toscano in Firenze.
Il tema del quale ci piace riportare le conclusioni proposte dal relatore ed adottate dall’as-
semblea è il 6.° che tratta:
6.° I resultati della campagna peronosporica negli ultimi anni, e consigli per l' avvenire,
di cui ne era relatore il prof. D. Cavazza.
Ecco ciò che fu approvato:
1), La Peronospora invade le nostre vigne, con diversa intensità al succedersi di. annate
umide o secche, e secondo le località ed i vitigni, con manifesta tendenza ad anticipare la sua
comparsa e ad'allargare i suoi malefici, anche colla diretta infezione dei grappoli.
2) La cura antiperonosporica, deve, soprattutto nell’ Italia superiore e media, diventare una
pratica viticola ordinaria.
Tale cura deve essere essenzialmente preventiva.
3) Il.solfato di rame costituisce oggidì il più sicuro, efficace, economico rimedio che si possegga.
4) Esso può applicarsi. sotto forma solida (in polvere), ovvero in soluzione nell’ acqua: in
questo caso si può aggiungere alla soluzione una certa quantità di calce.
5) Le polveri migliori sono quelle che risultano dalla intima e perfetta mescolanza di solfato
di rame con solfo puro e finissimo, preferibilmente con fiori di solfo, di recente preparate, e nelle
proporzioni di 3 a 5 kg. di solfato di rame in ogni quintale di miscela. (1)
6) I liquidi più raccomandabili sono i seguenti :
a) Solfato di rame 400 ad 800 grammi sciolti in due o tre litri di acqua bollente infusi in un
ettolitro di acqua di calce limpida;
b) Solfato di rame kil. uno e mezzo a due, sciolti in un ettolitro di acqua, coll'aggiunta di 500
grammi a un chilogrammo di calce grassa spenta, purgata, stemperata ;
c) Solfato di rame 300 grammi. sciolti nell’ acqua, senz’ altra aggiunta.
7) Nella generalità dei casi conviene adottare il sistema misto trattando prima colle polveri,
poscia coi liquidi.
8) La vite, l’ uva, il vino e così gli operatori come i consumatori non risentono danno alcuno
da tali trattamenti a base di solfato di rame.
Popolazioni nane al Marocco. Sembra fuori di dubbio l’ esistenza di nani nelle pendici
dell’ Atlante meridionale, nella provincia di Draah, e precisamente nel distretto sterile di Akka. La
statura degli Aklka, che così appunto è chiamata quella razza, non oltrepassa i 4 piedi. Sono detti
anche Neezeegan dal nome di un abitato col quale gli Akka avrebbero frequenti rapporti. È da
notare la corrispondenza del nome con quello delle razze nane, anch’esse dette Akka, viventi nel- ‘
l'Africa! equatoriale e conosciute pei viaggi del Miani e dello Schweinfurth, non che per gl’individui
vissuti in Italia, i quali vener raccolti dal compianto Miani nel viaggio che gli costò la vita.
In tutti i mesi dell’anno si raccoglie il frumento. La raccolta del frumento nelle
diverse parti della terra avviene nelle seguenti epoche:
Gennaio. — Australia — Nuova Zelanda — Chilì — Repubblica Argentina.
Hebbraio e Marzo. — Indie Inglesi — Alto Esitto.
Aprile. — Messico — Egitto — Turchia Asiatica — Persia — Siria — Asia Minore — Cuba,
Maggio. — Africa Settentrionale — Asia Centrale — China — Giappone — Texas e Florida.
| Giugno. — California — Spagna — Portogallo — Italia, in parte, — Grecia — Oregon —
Luigiana — Alabama — Georgia — Kansas — Colorado — Missouri.
Luglio. — Rumenia — Bulgaria — Ungheria — Austria — Francia — Italia, in parte, —
Russia Meridionale — Nebraska — Minnesota — Nuova Inghilterra — Alto Canadà.
(1) Ci piace per la verità e perchè questo periodico ha sempre raccomandati i prodotti delle miniere Albani,
far notare come solamente da queste miniere, in Italia, vengono preparati Solfi sublimati acidi con solfato di rame in
proporzioni garantite, ossia la polvere consigliata in questo paragrafo. ;
116 (Boll. pag. 76)
Agosto. — Inghilterra — Belgio — Olanda — Germania — Danimarca — Polonia — Basso
Canada — Manitoba — Colombia. i
Settembre. — Canada Settentrionale — Scozia — Svezia — Norvegia. ‘
Ottobre. — Russia Settentrionale.
Novembre. — Perù — Africa Meridionale.
Dicembre. — Birmania.
Energia di sviluppo. Sono noti alla botanica dei casi di piante che per svilupparsi vinsero
pressioni non indifferenti riuscendo a smuovere ed a sollevare pietre e selciati, ma un caso anche
più singolare è quello comunicato da Garden and forest: Trattasi di un trottatoio in asfalto di un
villaggio del New. Hampshire il quale in un determinato punto andava man mano sollevandosi.
Praticata quivi un’ apertura attraverso l’ asfalto per vedere di che sì trattava, si trovò che l'asfalto
veniva smosso e sollevato da un fungo che andava sviluppandosi al disotto.
Patate primitive. È questa una nuova prova delle notevoli influenze culturali sulla natura:
— Da disegni eseguiti dal distinto botanico De l° Escluse nel 1534 risulta che le patate importate
primitivamente dal Perù non avevano sia nel tubero che nel fiore, i colori di cui noi oggi vedia-
mo dotate queste parti. — Il tubero poi era di forma e sviluppo ben diversi. i
Il tubero era piuttosto piccolo e rotondo — il suo colore bleu intenso; — anche il fiore
era di un bel colore bleu. — Man mano che la coltivazione andò inveterandosi il colore del tubero
come del fiore passò dal bleu al rosso, al roseo, al lilla, ed infine al bianco. >
Circolo cacciatori bresciani. Nella adunanza tenuta nella seconda metà di febbraio oltre
le approvazioni di provvedimenti amministrativi fu proceduto alle elezioni del nuovo consiglio e gli
adunati confermarono tutti gli scaduti di ufficio. Fu pure constatato come le guardie di finanza che
in quella provincia sono 395 scoprirono solamente 6 contravvenzioni alle leggi di caccia mentre le
guardie forestali in numero di sole 8 ne constatarono 40. -
Circolo cacciatori bergamaschi. Questo circolo ha stanziato un premio di L. 4 per ogni
volpe uccisa in quella Provincia.
Il più bravo tiratore al piccione era fino ad ora il sig. Bogardus, ma nel recente tiro
di Cincinnati, è stato vinto dal Band/e; questi uccise 100 piccioni di seguito senza sbagliarne uno,
mentre Bogardus ne uccise 95.
Le perle del mar rosso. Pare che i tentativi fatti nei possedimenti italiani del Mar Rosso,
per la pesca delle perle non albiano dati sodisfacenti resulfati.
Escavazione del carbon fossile. Ecco la quantità di carbonfossile, che si estrae annual
mente dalle cave dei diversi paesi: Inghilterra 156 milioni di tonnellate; Stati Uniti 72; Alema-
gna 53; Francia 20; Belgio 17.
Pescicultura. Nel fiume Volturno sono state immesse, per ordine del Ministero, cento mila
cieche di anguilla.
— Per cura del ministero di agricoltura sono stati immessi 500 mila avanotti di Carpione a
Peschiera sul lago di Garda; 50 mila trotelline nel fiume Livenza; 250 chilog. di cieche (giovani
anguille), equivalenti a circa 8GO mila, nei laghi Superiore e di Mezzo del mantovano,
Anche nel Chiese sopra Creto (Trentino) vennero immessi per cura di quel Consiglio prov. di
agricoltura, 40 mila avanotti di trota.
Speriamo che questi provvedimenti riescano a popolare dette acque di buon pesce, con grande
utile delle popolazioni limitrofe. Tutto sta però che queste sentano il dovere di non esercitarvi la
pesca innanzi tempo o con modi proibiti.
‘La pianta meteorologica, di cui in questi ultimi tempi tanto sì parlò, è la notissima pa-
pilionacea Abrus precatorius.
Un acquario per istudî scientifici, simile alla stazione zoologica di Napoli, ma più piccolo,
verrà quanto prima aperto in Algeri sotto la direzione del Prof. M. Vignier. i
Meteoriti. La meteorite di Berdago, che ultimamente fu trasportata dalla provincia di Bahia
5 | (Boll. pag. 77) 117
a Rio de Janeiro, pesa 5343 Kg. e contiene 91,9 di ferro, 5,7 di nichelio ecc. 010. Frammenti della
medesima si trovano nei musei di Londra, Vienna, Monaco e Berlino.
La più pesante delle meteoriti puramente metalliche è quella caduta nel 1863 nella valle di
Kalede (Arabia centrale) e che passò poi in possesso degli inglesi. È di forma tetraedrica, composta
di 91,04 ferro, 7,40 nichelio , 0,66 cobalto , ecc. Org e pesa Kg. 59,4. Il suo peso specifico, a 23° è
7,863 (Humbolds, A. vir). i
Seta vegetale del Paraguay. Il ministero di agricoltura ha inviati a diversi istituti agrari
e botanici,i semi di questa pianta, appartenente alla fam. delle Bombacee, a fine di sperimentarne
la coltivazione.
La longevità degli animali. Spesse volte si domanda quale è il massimo della longevità
degli animali. Ora la Revue des Sciences naturalees appligues, da su questo argomento le infor-
mazioni che seguono: S
È stato constatato che gli erbivori, quelli soprattutto che sono obbligati al lavoro (esempio agli
uomini !) vivono generalmente più lungo tempo dei carnivori. Così un’ Asino nato. a Cromartay
(America) è morto qualche anno fa in età di 106 anni; esso apparteneva alla stessa famiglia fino
dal 1779.
Si citano non pochi esempi di Cavalli che sono giunti a 40 0 50 anni ed anche più: un cavallo
da tiro morto a Warringlan in età di 62 anni, un’ altro cavallo è morto a New Jorck in età di 38
anni e lavorò fino all’ ultimo momento della sua vita. Una mula raggiunse a Filadelfia l’ età già
rispettabile di 42 anni e un’ altra mula, nominata Pwss, vecchia di 40 a 45 anni, lavora ancora a
Meacon presso S. Francisco. Delle mucche sono morte a 20 e 25 anni. Una pecora nata nel 1829
a Kalinowitz restò feconda durante 20 anni e mori nel 1850.
Quanto ai carnivori, un cane spagnolo è morto testè in America vecchio di 28 anni, ed un
gatto raggiunse l’età di 22 anni e 2 mesi.
La provincia di S. Paolo nel Brasile ha tuttora un buon terzo del suo territorio sco-
nosciuto; è perciò di somma importanza la nomina fatta da quel governo di una commissione inca-
ricata di formare una buona carta geografica, geologica, botanica e mineralogica di quella provincia.
Le piante ed i gatti. Chi coltiva le piante avrà avuto occasione di conoscere la singolare
attrazione che alcune piante esercitano sui gatti. Tali sono la Valeriana officinale la Nepeta ca-
taria ed il Teucrium marum che vengono adoperate in Germania dai guardaboschi per attirare i
Gatti selvatici e dar la caccia così a quei distruttori di nidi e di selvaggina. Ma vi sono anche
altre piante che presentano la medesima proprietà. Tutti coloro che coltivano la Nemophila insignis
sanno per propria esperienza, quanto sia difficile difenderla dalle carezze feline. Una pianta ram-
picante del Giappone L° Actinidia Kolomkta è di una cultura quasi impossibile per il medesinio
motivo, e per essa non vi ha la risorsa di preservarla come abbiamo veduto fare nell’ Orto Botanico
fiorentino per il Z'ancrium marum, che vien tenuto entro una gabbia di filo di ferro per preservarlo
dai gatti del vicinato.
Colombi viaggiatori. Dice l'a/evatore che si stà organizzando a Parigi un concorso inter-
nazionale di piccioni viaggiatori sperando di metterne insieme centomila. Il volo simultaneo di tutti
questi animali oscurerà la luce come una grande nube, e sarà una delle più belle attrattive che offri-
rà Parigi.
Una malattia dell’ olivo che si crede nuova si è sviluppata nella Maremma toscana. Pri-
mì ad occuparsene furono i nostri egregi proff. Tassi ed ora il ministero ha inviato sul posto il Prof.
Cuboni. Nel prossimo fascicolo pubblicheremo un articolo in proposito, favoritoci dal Cav. F. Tassi.
Duecento specie e varietà di bachi da seta in China. In seguito ad una speciale
inchiesta, si son trovate in China 200 specie o varietà di bachi da seta, domestici, semidomestici o
selvatici. È
Duecentocinquantacinquemila lire per un cavallo. Leggesi nella Frankfurte Zeit.
che a Lexington (Amzrica) il sig. Clark acquistò all’ asta pubblica il celebre cavallo Bel Boy per
ol mila dollari pari a 255 mila lire italiane.
118 (Boll. pag. 78)
Una pioggia singolare. Ultimamente sulle coste di Sumatra, si vide cadere dal cielo una
vera pioggia di tele di ragno. Questi fili, di una bianchezza abbagliante e di una solidità straor-
dinaria, misuravano cinque o seì metri di lunghezza. Nell’aria formavano una nuvola vaporosa ,
leggera e fluttante.
Questo fenomeno, quantunque estremamente raro non è nuovo.
Nel 1881 a Milwanke ne avvenne uno ‘simile; e le pioggie così dette di FX della Vergine
era no gia state constatate su diversi punti del globo. Darwin fu il primo a scuoprirne la natura,
avendo trovato un ragno all’ estremità di uno dei fili.
Allevamento dei bachi da seta con la Maclura aurantiaca. Alle notizie pubbli i
cate nel fasc. 9-10 dello scorso anno aggiungiamo che la stazione di Padova ha ricevuti dal go-
verno di Washington bellissimi bozzoli ottenuti da bachi alimentati esclusivamente con Maclura.
Gara .fra Api e Piccioni viaggiatori. Leggesi nel Mesager de Pr bourg che un tal R.
di Hamm, amatore di piccioni ed apicoltore, in seguito ad una scommessa avuta, prese 12 piccioni
viaggiatori e 12 api 4 maschi e 8 operaie impolverate con farina per riconoscerle e li portò tutti
a Rhyneru, e di la diede loro la libertà contemporaneamente. Un maschio delle api giumse 4 se-
condi avanti l’arrivo del primo piccione; con il secondo piccione giunsero insieme gli altri 3 maschi,
e le api operaie arrivarono nel medesimo tempo degli ultimi piccioni.
Congresso internazionale di Zoologia. La società Zoologica di Francia sì è fatta ini-
ziatrice di un congresso internazionale di Zoologia da tenersi in Parigi dal 5 al i0 agosto prossimo.
Fra i temi che saranno posti in discussione notiamo: Regole da adottarsi per la nomenclatura degli
esseri organizzati; adozione di una lingua scientifica internazionale. Determinazione delle regioni
del globo delle quali la fauna è insufficientemente conosciuta e dove si dovrebbero fare delle
esplorazioni; indicazioni dei metodi di ricerca, preparazione e conservazione degli animali. Servigi
resi dall’ embriologia alla classificazione degli animali. Relazioni che esistono fra la fauna attuale
e quella fossile. i
Secondo congresso nazionale d’Idrologia e Climatologia in Napoli, nell’Otto-
bre 1890. Il 9 dicembre p. p. si costituiva in Napoli il Comitato promotore di questo congresso
nominando Presidente il comm. N. Amore, sindaco di Napoli e Vice-Presidenti i prof. P. Pepere
ed E. Fazio.
Questo Comitato ha di gia diramato una circolare agli interessati, formulando un programma,
nel quale sono particolareggiati gli obbiettivi di ordine scientifico, pratico ed industriale, ai quali
esso mira, ed espone altresì i mezzi atti a raggiungerli. Così fra i problemi a studiare delinea i
seguenti: Terapia idrologica, balneologica e climatologica. — Importanza della temperatura e della
pressione in Idroterapia — Mineralizzazione, elettricità e magnetismo delle acque minerali — As-
sorbimento cutaneo — Inalazioni di gas — Stufe — Docce — Massaggio — Studii climatici delle
diverse stazioni balneari — Importanza morale della bontà del soggiorno e degli svaghi — Indu-
stria meccanica — Piani, quadri statistici, grafici, demografici, fotografie degli stabilimenti e cose
simili. — Finalmente si occuperà in modo speciale della parte chimica, pregando sin da ora î pro-
prietari a completare le analisi delle acque. — Il Congresso sarà diviso in cinque sezioni : Zarologia
— Balneologia — Climatologia ed Aeroterapia — Ingegneria e Chimica — Bibliografia.
Dirigersi per qualunque schiarimento al prof. E. Fazio Vice-Presidento dell’Associazione Italiana,
ovvero al cav. dott. E. Villani, segretario del Comitato di Napoli, Gradini S. Liborio. 16.
Concorsi. Accad. R. delle Scienze di Torino: Premio internazionale Bressa di L. 12,000 a
favore dello scienziato che nel quadriennio 87-90, avrà fatta la più insigne ed utile scoperta, o pro-
dotto l’opera più celebre in fatto di scienze fisiche sperimentali, storia naturale ece. Il concorso si
chiude con la fine del 1890. i
Accad. R. delle scienze dell’ ist. di Bologna: Un premio di L. 1000 sarà conferito all’ autore
di quella memoria sul Galvanismo (Elettricità animale) che sarà giudicata: la più meritevole per
l’intrinseco valore sperimentale e scientifico. Tempo utile fino a tutto il 10 aprile 1889.
Corsi per l’ insegnamento della Bachicoltura. Presso la stazione bacologica di Padova
| sì spedisce dietro richiesta dallo Stabilimento
iii fai e pit i
®
(Boll. pag. 79) 119.
saranno aperti anche în quest) anno ì due consueti corsi d'insegnamento. Quello per gli uomini
comincerà con il 20 corrente e quello per le donne, ai primi di luglio prossimo.
Posti vacanti. Nella R. Scuola di sootecnia e caseificio di Lucera: Prof. di zootecnia e
caseificio, stipendio L. 000. Prof. di chimica e nozioni di fisica, L. 3000. Prof. di anatomia ed
igiene e medico veterinario, L. 2400. Prof. di agraria e storia naturale, L. 2000. Inviare le domande
non più tardi del 15 agosto prossimo.
Prof. di fisica nella R. Università di Cagliari, scade il 31 luglio.
Prof. di Scienze fisico-matematiche nel Ginnasio di Cassano all’ Ionio, scade il 30 aprile.
Esposizione nazionale di rose. La società orticola romana ha organizzata questa espo-
sizione da tenersi nell’ Acquario romano dall’ 11 al 16 maggio prossimo.
Esposizione universale di Geografia Botanica. Si aprirà ad Anversa durante il 1890.
Il sie. Carlo de Bosschére è il presidente della commissione organizzatrice. Questa esposizione com-
prenderà: i.° Esposizione permanente (prodotti vegetali, piante vive e fossili, studi di botanica)
2° esposizione temporanea (fiori e concorsi) 3.° conferenze popolari, 4.° congressi.
e << el
Il celebre chimico Michele Eugenio Chevreuil è morto a Parigi in età di centotre anni.
pro
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
28. Si vendono uova per riproduzione di Galline della Cocincina gialla, di Galline Cocin-
cina incrociate con le comuni e di Gallina di Faraone a L. 0,30 l’ una. Per spese di Pacco postale
e imballaggio asgiungere L. 1, 50 in più. Dirigere commissioni e vaglia a Sperandio Valacchi, Via
Pellecrini 4 Siena.
29. Desidererei dalla sentilezza di qualche abbonato una o più inflorescenze di Eudoena (Rea-
na) lusssurians. Rifusione di ogni spesa. Spedire a Bonis Antonio in Badia Polesine.
30. Offro, molluschi viventi del Jura, e serie di bei fossili dell’ Osfordiano del Jura (ben de-
terminati), in cambio di molluschi terrestri dell'Italia del sud, della Sicilia e della Sardegna.
T. Berlier. Chatillon par Mirebel. (Jura). Francia.
31. Si offrono pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi: Gazzi modenesi (neri, scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bisi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, tringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc.), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini.
32. Si vendono piante di Ramodia pyrenaica, Rich., tanto preparate secche per erbario, che
fresche vive per la cultura. Rivolgersi al Sig. C. Faure a La Preste Francia.
33. Desidero fare acquisto delle seguenti due opere del Rossi: Fauna etrusca Livorno 1790; 2
vol. con 10 tav. colorate. — Mantissa 1792-94. 2.° vol. con 8 tav. col. Zng. Ant. Curò: Bergamo.
34. P. Bensa di Genova, Via Giulia 31, desidera far cambio di coleotteri italiani.
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ce que vous devez manger et boire, comment il faut vous vétir, l’exercice que
vous devez prendre, la facon d’user avec profit et sans danger des bains, dou- i
ches et autres pratiques d’hydrothérapie, la manière d'orienter, de distribuer,
d’aménager, de chauffer, d'éclairer, de ventiler votre habitation, de faire servir
à la prolongation de votre existence tous les agents du monde extérieur et de
fuir tout ce qui peut vous nuire? Ouvrez le DICTIONNAIRE DE LA SANTE, La
maladie a-t-elle fait son apparition? Un accident s'est-il produit? Etes-vous en
présence d'un empoisonné, d'un asphyxié, d'un noyé, d'un blessée? Consultez
encore le DICTIONNAIRE DE LA SANTE. Il vous indiquera les causes, les signes
et le traitement des maladies.
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le texte, comprenant la médecine usuelle, l’hygiene journalière, la pharmacie
domestique et les applications des nouvelles conquétes de la science è l'art de
guérir, par le D" Paul BonamI, médecin en chef de l’hospice de la Bienfaisance,
formera un volume grand in-8 jésus à deux colonnes de 960 pages, illustré de
fivures, choisies avec discernement, d'une exécution parfaite, et semées avec
profusion dans le texte. Il se publie en 30 sERIES à 50 CENTIMES, paraissant
tous les jeudis. 15 séries ont déjà paru. s
On peut souscrire à l’ouvrage complet, qui sera envoyé franco chaque se-
maine, en adressant aux éditeurs, MM. J.-B. BAILLIERE ET Frs, 19, rue Hau-
tefeuille, à Paris, un mandat postal de QUINZE FRANS.
Le DICTIONNAIRE DE LA SANTE n'a pas la prétention de se substituer
partout et toujours à l’ assistance du médecin; mais il permettra certainement
à ses lecteurs de suivre les règles les plus sages de l’hygiène, de traiter les
malaises et indispositions sans le secours de l'homme de l’art, et, en cas de
maladie véritable ou de blessure grave, de donner dans les premiers momenis
des soins utiles ou éclairés.
S. BROGI direttore responsabile | Siena, Tip. e Lit, Sordo-muti di L. Lazzeri
ANEDERIZZE WB
Costo dell’ Inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi.
(Glì abbonamenti ai giornali sotto notati sì ricevono anche presso l’ agenzia di questo Bollettino).
(Seguito ai già pubblicati)
coli di 20 pagine. Gli abbonamenti costano L. 6
f campagne Periodico di agri- | all’anno e si ricevono alla tipografia Cellini, Via
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Gazzetta del coltura, arti ed in- | Faenza 72 Firenze. ‘
essi rurali che si pubblica da XVII anni i I I I I
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Si pubblica il ì.° ed il lo di ognì mese în fasci- | seppe Maggiore, 25.
Chi avesse le annate 1881 e 1882 di questo periodico tanto complete che scomplete od
anche solo qualche fascicolo, e non gli dìspiacesse disfarsene, è pregato darcene avviso indicando
ciò che desidererebbe in compenso o in cambio. L' Amministratore
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Legali compilato dal Dott. Max Barth, con
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re e dell'atmosfera. Conferenze di Anto-
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Antropologia di G. Cunestri ini, ill.to L. 1,50
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Lo spettroscopio e le sue applicazioni di
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indispensabile per la grande economia di tempo e di danaro che offre..
Chiunque possa aver bisogno di diramare una circolare anche se in numero limitatissimo di
copie, o di riprodurra più volte uno scritto qualunque, una figura, un disegno, una-tabella statistica,
un piano topografico, musica ecc. deve provvedersi del Cyelostyle, perchè più pratico, più spiceio,
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mesìi ed anni, durante i quali l’ originale, è sempre buono ed atto alla riproduzione.
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si pubblica in 24 numeri formanti ogni anno un volume di
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Il Eollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito-alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
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nitì costa Lu. 5 e quello al solo ESollettino L..3
all anno, per tutti eli stati dell’ unione postale; per gli
altri paesi sì pagano in più le spese postali.
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potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono iloro
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Agli Autori delle memorie originali pubblicate, si dan-
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— nistratore CASIMIRRO COLI, Via di Città 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-
l’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto
ai fascicoli arretrati. SRO
tiene come rinnuovato. 1 È MER
Perchè gli abbonati possano stare in continua rela-
ne fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-.
lità,
essi hanno diritto ad inserzioni.
Lg
15 Giugno 1889
© RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Gollettore, Allevatore, Coltivatore
Giornale per glî studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri- >
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viassi, escursioni, alpinismo ; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
Collaboratori principali
| TixcoLini Dott. Veter. Tito — Siena
— Avvertenze per gli abbonati e collaboratori e per le inserzioni a pagamento.
L* abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- |. L €
; : cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ei
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Istruzione e diletto
Loxno Prof. Dott. Anprea — Pavia
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gratuite per scambiarsi comunicazioni, proposte, consi-.
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ecc. ece.; e per rendere sempre più facile il conoscersi |
reciprocamente si pubblica ogni anno, degli abbonati che
lo desiderano, un’ elenco con il loro indirizzo indicando +
la professione o gli studi speciali ai quali son dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin-
cipali dei loro possessi, e dei loro allevamenti. :
La medesima inserzione non si ha diritto di pubbli-
carla gratis più dî una volta; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l'inserzione.
Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli avvisi commer-
ciali di compra e vendita, o di reclame, s
La. direzione può iu casi eccezionali rifiutarsi di pub-
blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
di dare giustificazioni in proposito. Ù
L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab-
bonati che pubblicando avvisi desiderano non far co-
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato
dovrà rimborsare all amministrazione le spese di corri-
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare
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turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L.1
per lineu; gli altri avvisi da stamparsi relle apposite pa-
gine costano L. l ogni 3 centim. di spazio occupato i
una colouna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazio
> Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono ein
Tutti i pagamenti devono essere ‘anticipati. Chi desidera
SOMMARIO.
Lenticchia prof. A. l primi fiori nel Cantone Ticino.
Terrenzi prof. Giuseppe. Il fenomeno del Carso osservato nei Monti di Narni.
Tassi dott. Flaminio, Malattia degli Olivi.
Cacciamali prof. C. B. Petroli e Bitumi di Valle Latina. (cont. e fine).
Un turista e naturalista. L' Alto Vallespir. (cont.)
Baldacci Antonio. Sguardo sulla flora di Corfù.
Comunicazioni: Note botaniche G. E. Mattei, e A. De Bonis. — Latte e carciofi, Ni P. e
Red. — Pioggia di Sabbia, P. XF. Denza — Domanda, N. P. — Avviso agli ornitologi, Bozomi.
Itivista bibliografica: da pag. 138 a pag. 149. D. — A. Ni — Mattei — Sennoner.
Notiziario: da pag. 149 a pag. ll. — Richieste, offerte e domande di cambi. — Varietà.
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i generi di piume, pelliccerie ed abiti di lana.
Si usa o per mezzo di un vaporizzatore o collocandone un piccolo vaso o. della carta bagnata
ecc. negli armadi ove sono gli oggetti da preservare.
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tutti gli altri insetti esistenti nelle case, masazzini e granai, nei letti, sulle piante, sui fiori ece.
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più volte sono stati invitati con privato avviso.
Ricevuto l'importo si toglie subito il nome da questa nota, altrimenti la
pubblicazione seguita fin a che non crederemo di ricorrere ad altri mezzi per
ottenere il pagamento cui abbiamo diritto.
Baratta Mario, Voghera
De Joanna rag. Aurelio, Lapio
Pirotta Pietro, Predore
Bertoloni cav. prof. Antonio, Bologna
Biagi dott. Giuseppe, Casalmaggiore
Rabitti Francesco, Merrara
Niccolini G. B., Incisa
Fucini Domenico, Empoli
Conti P. Alfonso, Spezia
Castelli Emilio, Livorno
Reali prof. dott. Ranieri, Camerino
Squassoni Eugenio, Quistello Mantovano
Macchiati prof, Luigi, Modena
Redaelli maestra Marietta, Monza
Bazzetta cav. prof. Giulio, Domodossola
Rebaudi Sestilio, Castelvittorio
Siri ing. Vincenzo, Ravenna
Pochettino prof. Giovanni, Roma
Cahen Rodolfo, Roma
R. Scuola pratica di agricoltura, Nulvi
Bianchi Egidio, Petroio
Gibelli Camillo, Torino
Cabrini prof. G. B., Menaggio
Hinrichsen prof. F. Trapani
Vianelli prof. Cesare, Conegliano
Rimini Francesco, Venezia
Benazzato Agostino, Camisano
De Fischer lean, Montpellier
Antigo prof. Pedro, Barcellona
De Siemachko Eccell I, St. Petersbourg
Velicogna Giuseppe, Gorizia
Noè Henri, Bruxelles
Ano ix RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ua
N 10-12 È 1889
BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
Prof, A. LENTICCHIA
I PRIMI FIORI NEL CANTONE TICINO
__—__—_m_—T——-
Il senso di tristezza, che proviamo all’ approssimarsi dell'inverno, non de-
vesi ricercare intieramente nei rigori della stagione, che ci attendono; ma
eziandio in un mutamento nella scena della Natura, il quale, sebbene non suc-
ceda rapidamente e lo vediamo ogni anno ripetersi, finisce pur sempre a riem-
pirci l'animo di una tale mestizia, che ci fà pensare ogni volta al tramonto
della nostra vita.
Il sorriso del cielo, la purezza dell’ aere tepido, la luce intensa e vivifica-
trice. più non vi sono a rallegrare la numerosa famiglia d’augelletti, tanto
cari all'uomo, che se n° è ita verso lidi più miti; più non vi sono per adornare
di variopinti fiori i fertili prati, le amene pendici, le ridenti sponde dei laghi.
Le piante sfrondate ed ischeletrite hanno assunto l’aspetto di paurosi fantasmi,
mentre un manto di neve ha sepolto gli avanzi di una vegetazione rigogliosa
e di umili erbette e sembra agghiacciarli e soffocarli col suo peso.
Tale però non è che un'illusione passeggera. Nella seguente primavera, ai
primi tepori, vedremo rinascere, per così dire dalla morte, quella infinita va-
rietà di vegetali, come sorge più vivace e bella l’immagine dell’insetto, che,
inerte ed informe, si è rinchiuso nel hozzolo.
Lo strato di neve, sotto cui rimasero sepolti nella stagione iemale, ha
reso loro il beneficio di un soprabito, per la stessa ragione che la copertura
di ghiaccio di un lago conserva nell’ acqua il calore necessario per mantenere
la vita ai pesci ed agli altri animali acquatici. Infatti, l’azione refrigerante della
neve si limita allo strato superficiale del suolo che ricopre, mentre esso è preser-
vato dalla soverchia irradiazione del calore e quindi da più forti e funesti geli,
senza poi contare la benefica influenza, ch’ esercita sui vegetali 1’ acqua di fusione
filtrante nel terreno.
Sopratutto le piante a radici vivaci e profonde, che sono in maggior nu-
mero delle annuali nella vegetazione spontanea, non soffrono gli effetti del gelo,
anzi continuano lentamente ad assorbite umori dal terreno, preparandosi così
in condizioni favorevoli per soddisfare alle prime esigenze del risveglio ve-
getativo.
Anche le sementi, confidate al suolo dalla mano dell’uomo o. per sponta-
122
nea disseminazione, vi si conservano nell'inverno e si predispongono alla ger-
minazione.
- "Fe :
Il freddo può riuscire funesto non tanto per la sua intensità quanto per
la sua durata e sopratutto secondo l’organizzazione speciale delle piante.
Generalmente il primo effetto dell’ abbassamento della temperatura dell’aria
è di rallentare ed anche d’ arrestare, ove la diminuzione della temperatura sia
considerevole e prolungata, il movimento dei succhi della pianta, senza com-
prometterne, il più delle volte, l’ esistenza.
La prova di tale asserzione, non che dell’ influenza della struttura spesi
del vegetale, devesi riconoscere nel fatto, che nel nostro clima aleune piante
fioriscono all'aperto nell'inverno, parecchie maturano i loro frutti ed altre in-
fine conservano le foglie e producono gemme.
Che dire poi di quelle che vivono sulle somme alture alpine, sulle rupi
che emergono dai ghiacciai; di quelle che vegetano nelle contrade settentrionali,
coperte quasi intieramente di ghiacci perpetui, come lo Spitzbere e la Groen-
landia, ove la temperatura scende talvolta a-40° e la stagione utile alla vege-
tazione si riduce a qualche mese?
De Saussoure raccolse al M. Bianco (3469 m.) e al Colle dei Giganti (3485 m.)
la Silene acaulîs; Lindt al Finsterarhorn (4000 m.) la Sacifraga bryoides e
l’Achillea atrata; e Calberla sulla cima di quest’ ultima montagna (4270 m.) un
esemplare di Ranunculus glacialis a petali, è vero, un po’ rudimentali, essendo
però il resto della pianta allo stato normale. Non è raro incontrare sulle alpi
ad altezze di 2200 a 2800 m. graminacee in macchie folte ed anche delle
erbe a larghe foglie (Adenostyles) e dei vegetali a stelo rigido (Gentiana pur-
purea, Senecio Doronicum).
Anche delle regioni più settentrionali fu esplorata la flora; quella dello
Spitzberg, p. es. comprenderebbe 108 RBSgIe di fanerogame e quella della Groen-
landia 344.
Come possono vivere e propagarsi questi vegetali, la cui. esistenza è an-
cora un mistero pel naturalista ? Essi ci riempiono d’ ammirazione e di simpatia
per la lotta accanita che devono sostenere per la vita. Sono esseri insensibili,
è vero, ma fors’ anche per ciò possono magg giormente resistere a subire questa
legge.
SC
Essendomi proposto di far conoscere i vegetali, che fioriscono pei primi
nel Cantone Ticino, e volendo generalizzare questa rivista, comprenderò colle
specie del piano, dei colli e dei monti quelle delle alte alpi e della regione nî
vale, dove soltanto in Maggio, Giugno od anche più tardi, cominciano ad ap-
parire i primi fiori a misura che la neve si fonde.
Non devo fare altrimenti, perchè il suolo di questa regione è molto e
variamente accidentato e sopra una superficie di sole 832 miglia quadrate ita-
123
liane (1) raduna magici laghi e laghetti (Ceresio, Verbano, Muzzano, Origlio ecc.),
monotone pianure (Magadino, Mendrisiotto), poggi e monti e severi ghiacciai
(Basodino, Lucendro, Rheinwaldhorn, Zapport).
Prima di far luogo all’ enumerazione delle specie, ci domanderemo se vi
sieno dei tratti caratteristici comuni, che distinguano quelle del piano da quelle
delle elevate regioni alpine; se 1 caratteri delle singole specie sieno innati ed
invariabili o se furono in esse scolpiti dalle condizioni dell’ ambiente, nel quale
vivono da tempo remotissimo, per modo che vi sieno specie del piano, le quali
derivano da forme alpine, o viceversa.
Per rispondere a questi punti, dobbiamo vedere come siansi formate e di'
quali elementi si compongono la flora alpina e la fiora del piano.
< ; St
All epoca terziaria, in cui il clima d'Europa era molto caldo, seguì un
periodo d’intenso freddo e di grande umidità. Immensi ghiacciai coprivano buona
parte dell’ Europa settentrionale e centrale e scendevano sino ad invadere i
piani confinanti colle Prealpi meridionali.
Questo profondo cambiamento di clima fece, com’ è naturale, scomparire la
flora che rivestiva quelle regioni, surrogandola con specie settentrionali ed ar-
tiche, sopratutto del nord d’ America; sebbene sia presumibile, che i ghiac-
ciali, non avendo invaso l’intiero paese, abbiano lasciato in alcuni luoghi ancora
posto specialmente agli arbusti indigeni.
Allora tanto la regione montuosa che il piano dovevano presentare la stes-
sa flora.
Ritiratisi in seguito i ghiacciai nei limiti, che hanno press’ a poco ancora
attualmente, il maggior numero delle specie settentrionali ed artiche scomparve,
alcune sì adattarono alle stazioni più fredde e umide ed altre si mantennero
nella regione nivale. Il clima delle Alpi, divenuto relativamente mite, almeno
nell’ estate , attraeva bentosto dal mezzogiorno , sopratutto dal sud dell’ Asia,
nuove specie; mentre in alcune stazioni, eccezionalmente favorite dalla natura
del clima, del suolo e da altre circostanze ancora sconosciute, erano sorti dei
focolai di specie endemiche, da cui irradiarono, nella direzione delle correnti
dominanti, in vari punti della catena e fuori.
Come la. popolazione delle nostre alpi si compone di una razza indigena
. celtica, una razza germanica più fredda e una razza romana più viva; così la
flora alpina si compone essa pure di un miscuglio simile, cioè di un elemento
endemico, un elemento artico e un elemento mediterraneo.
Nell’ alta e bassa regione alpina della catena delle Alpi, dal M. Ventonx
alle Alpi di Vienna, si annoverano approssimativamente 230 specie che sono nello
stesso tempo artiche e alpine, 48 forme mediterranee e 182 endemiche.
La distinzione di queste tre categorie di piante alpine, nonchè la ricerca
"i
(1) Vedi Lavizzari « Escursioni nel Cantone Ticino » 1863 p. 5.
124
della loro origine, venne abilmente e con grande copia di fatti messa in eyvi-
denza dal D* H. Christ nella sua pregevolissima opera « Flore de la Suisse et
ses origines (1). » (continua)
IL FENOMENO DEL CARSO
OSSERVATO NEI MONTI DI NARNI
Nota di GIUSEPPE TERRENZI
Colui che percorra la via provinciale che da Narni conduce a Terni, a
mezzo chilometro circa dalla prima città, incontra a destra la strada comunale
(conosciuta generalmente col nome di Santa Lucia) la quale, serpesgiando sui
calcarei fianchi dei monti narnesi, conduce sino alla villa Calvino. Giunto alla
salita detta di Vittore volti a sinistra, e dopo aver camminato un chilometro
circa, per viuzze più o meno praticabili, si porti alla palombara Sacripanti. Sa-
lendo a sinistra sul monte, che gli si para dinanzi, troverà un cavo conosciuto,
in quei dintorni, col nome di Pizzo Corvo.
L'orlo di questo cavo, seguendo la pendenza del monte, sì presenta non
solo molto inclinato, ma bensì sprofondato dalla parte che si volge verso la
pianura del Nera, sicchè da questa parte le pareti interne del cavo mostransi
necessariamente più basse.
Il cavo non ha che grossolanamente la figura cilindrica, ed il suo contorno
è talmente irregolare, che rassomiglia più ad una ellissi che ad un circolo.
La parte interna più alta (osservata in luogo opportuno) lascia vedere la cal-
caria liasica che cade giù a picco sino al fondo, come la parte più bassa, la
quale per altro, nell’ estremo limite del cavo mostrasi molto rientrante, imitan-
do la forma di una caverna.
L’acqua caduta nell’ interno del cavo mai ristagna, ma viene e con pre-
stezza tutta assorbita. Il fondo, ricoperto da grosso materiale detritico, è rive-
stito da una vegetazione abbondante (anche l'orlo delle pareti è in parte
ricoperto da vegetazione boschiva) che impedisce di osservare l'interno del
cavo in ogni sua particolarità.
Del resto è impossibile (a meno che non si voglia fare uso di lunghissime
funi) l’accesso nell’ interno della cavità (2).
(1) V. p. 319. Composition de la Flore alpine envisagée au point de vue de ses ternitoires
propres et de ses lieux d'origine.
(2) Mi riserbo di dare le misure del cavo (profondità e perimetro) allorchè parlerò in una
prossima nota di alcuni strati a Terebratula Aspasia Meneghini, i quali sì trovano poco lungi
da Pizzo Corvo, tanto più che mi occorre verificare l’asserzione di un vecchio contadino, che mi
assicurava dell’esistenza di un cunicolo scavato (dall acqua) nell'interno del monte, cunicolo il
quale portava al basso della valle le acque di pioggia, cadute entro il cavo col quale comunicava.
Detto cunicolo dovrebbe trovarsi presso la casa colonica distinta col nome di Palombara Sacripanti.
125
L'incontro di tali cavi (mai da me sino ad ora osservati nella catena mon-
tuosa narnese) non è raro, ma piuttosto comune nei monti calcarei, e moltissimi
esempi ce ne porge l’ appennino centrale.
Difatti ne troviamo in Sabina (1) altri ne abbiamo sui monti cornicolani, di-
stinti col nome di Merri; ad Arsoli abbiamo la chiavica; ad Alatri il pozzo
Santullo ; al Subasio, presso Assisi, il AMortaro.
Tale fenomeno distinto presso di noi con sì svariate appellazioni, neppure
in geologia ha. un nome proprio accettato dagli scienziati delle diverse nazioni.
Difatti il nostro Stoppani chiama emposieua i cavi del Giura Svizzero stu-
diati dal Desor (2); il de Lapparent chiama invece Dduis-tout, anselmoir, em-
bues quelli della Francia (3). In Grecia si chiamano catabotra; ponor nella Bo-
snia, sinks negli Stati Uniti d’ America.
E senza passare in rassegna gli altri nomi coi quali vengono indicate tali
cavità, noto che pel mio caso ho stimato opportuno di usar quello di fenomeno
del Carso (4), perchè in questa regione, come vedremo, abbiamo tali cavità
frequenti, caratteristiche e dottamente illustrate da distintissimi scienziati.
L’ illustre geografo Eliseo Reclus, nella sua geografia universale, bellamente
ci descrisse nel 1878 le cavità dei monti del Carso (5), e nel 1880 due chiari
geologi tedeschi il Tielze (6) ed il Von Moisisovics (7) resero celebri quelle ca-
vità, mediante i loro studi e le loro controversie.
Difatti, mentre il primo attribuiva la loro formazione allo sprofondamento
di cavità sotterranee, cagionato dalla erosione delle acque che circolano nell’in-
(1) Tuccimei Prof. A. G. Considerazioni sopra il Karst-Phénomen dei Monti Sabini. Estratto dal
periodico la Rassegna Italiana 15 Aprile 1886, Roma Tipografia Befani 1886.
(2) Stoppani Prof. Antonio. Corso di Geologia. Vol. I pag. 261 e seg. G. Bernardoni e G. Bri-
gola editori, Milano 1871.
(3) De Lapparent. Traité de Géologie pag. 246. Paris 1383.
(4) Alla voce italiana Carso corrisponde la croata Xrs, la slavena Kras, la tedesca Karst. Vedi
a questo proposito la Geografia del Marinelli (in corso di pubblicazione) edita dal Vallardi pag. 4b1.
Vol. 2.° Milano.
(5) Quantunque meno celebri, sono per altro interessanti le cavità che si osservano alla som-
mità ed ai piedi di quei due altipiani del Veneto noti col nome di Cansiglio e di Sette Comuni.
Una delle più note cavità chiamasi Bus de la Lum., posta presso il Regio palazzo Forestale del
Cansiglio. Misura circa 200 metri di circonferenza, e sì sprofonda (in forma cilindrica) per circa
70 metri; indi prosegue obliquamente per un abisso inesplorato. Fu notato che il rumore dei sassi,
gettati nel cavo, cessano solo 17 secondi dopo lanciati.
(6) Tielze Zur geologie der Karsterscheinungen. Jahrb. d. K. K. geol. Reischs n. 4. Wien 1880.
Idem Mittheilungen der section fir Hohlenkun der éster. Jour. Club. Wien 1883.
(7) Von Moisisovies. West Bosnien und Tirchist Croatien. Wien 1880,
Idem Zur geologie der Karsterscheinungen ecc. 1880.
Oltre questi autori, parlano del fenomeno del Carso, il Taramelli nella descrizione geologica
del Margraviato d' Istria. Vallardi. 1878. Milano, il Reyer nel suo lavoro — Studien iber des Kar-
streliefrin Mitth. der Geogr. Gesellsch. Wien 1881, il Marinelli nel 2.° volume della sua geogra-
fia edita dal Vallardi di Milano ed altri. ;
126
terno del nostro globo , il secondo invece le credeva formate per sola azione.
chimica delle acque superficiali. i
Giova per altro avvertire che quest’ ultima ipotesi non è sufficiente a spie-
gare il fenomeno in discorso, poichè comunemente si osserva che la sola ero-
sione superficiale, piuttosto che scavare delle cavità chiuse da tutte le parti,
scava invece delle gole più o meno profonde. Inoltre per ammettere la giu-
stezza di questa ipotesi bisognerebbe che lungo il cammino di tutti i torrenti
si trovassero cavità chiuse. Ma ciò non si manifesta. + i
L'ipotesi più giusta è quella di Tielze, ammessa oggi giorno dalla mag-
gior parte dei geologi, ‘ed abbracciata ancora dal Cortese e Canavari (1) e dal
Tuccimei (2) per ispiegare le cavità del monte Gargano e dei monti Sabini.
Difatti a tutti è nota la potenza di erosione esercitata nell interno del no-
stro globo dalle acque d' infiltrazione. Queste possono certo produrre una ca-
vità che, ingrandendosi a mano a mano, può infine produrre lo sprofondamento
degli strati soprastanti. Ciò si può dire ancora ,nel nostro caso per spiegare la
cavità di Pizzo Corvo (3), ove anco le acque esterne avranno contribuito cer-
tamente (come si verifica in altri luoghi) ad allargare il cavo e a dargli la
forma che oggi ancora conserva.
Quando si sarà formato il cavo ? i
Le analogie che presenta con altre cavità, che non hanno antica data, la
mancanza di sedimenti marini o lacustri, la presenza di soli materiali detritici
ci forniscono prove abbastanza sicure per credere che il cavo di Pizzo Corvo
non appartenga ad un’ epoca geologica antica, ma siasi formato negli ultimi
periodi dell’ era neozoica, dopo quegli avvenimenti geologici che costituiscono
Ja separazione dell’ epoca attuale dalle precedenti. Difatti anche oggi giorno si
verificano tali fenomeni (prodotti dall’ erosione delle acque interne) ed il Cor-
tese ed il Canavari, nell’ enunciata pubblicazione sul monte Gargano, citano un
lavoro geologico del Marenzi, il qualé fu testimonio nelle campagne, presso
Trieste, allo sprofondamento della volta di una grotta, seguito dalla formazione
di una dolina (4).
Narni 20 Aprile 1889.
_
MALATTIA DEGLI OLIVI
Richiesto di dare qualche notizia intorno alla malattia che ha danneggiato
parecchi olivi nella Maremma toscana, faccio noto quant’ appresso :
(1) Cortese e Canavari — Nuovi appunti geologici sul Gargano; Bollettino del Regio comitato
geologico anno XV. n. 7-8 Roma 1884.
(2) Tuccimei — Opora citata pag. lo.
(3) Giova notare che le molte sorgenti minerali, che scaturiscono ai piedi delle nostre montagne
ei provano come, nel nostro territorio, non faccia difetto la circolazione interna delle acque.
(4) Dolina in lingua slava significa valle, bassura ece.
127
« La detta malattia sembra analoga, se non identica, a quella conosciuta
col nome di Rogna, colla differenza che mentre questa. suole comparire sui
rami dell’ olivo, quella invece produce alla base del caule, e precisamente tra
le due terre, delle escrescenze soveroso-legnose, brune, irregolarmente annu-
lari, fornite di noduli, di screpolature o fenditure, con rilievi marginali come
di cicatrizzazioni, in conseguenza di che la vegetazione illanguidisce, cadono le
foglie, seceano i rami e da ultimo la pianta muore. »
Il primo annunzio del male ci pervenne dal Sig. Raffaello Barabesi di Roc-
castrada, provincia di Grosseto, il quale ci presentò in pari tempo alcuni pezzi
patologici di olivo, con preghiera di esaminarili.
Il medesimo ci espose altresì:
Che è possessore di circa ottomila piante d' olivo :
« Che di queste, più di cento, dell’età dai due agli otto anni, provenienti
da ovoli di olivi di sua proprietà, sono stati colpiti dal male;
« Che ne ha distrutti più di trenta col fuoco, e che pur troppo ne dovrà
distruggere molti altri ;
« Che la malattia si manifestò nella primavera del 1888, dapprima in po-
chi olivi e dopo un temporale che imperversò a Montemassi, località la più dan-
neggiata che nei paesi circonvicini, e dove gli olivi erano stati troppo presto
‘privati dei loro sostegni ;
« Che la potatura riuscì inefficace, anzi il male si estese durante la estate,
ed al presente sono cento trenta gli olivi colpiti;
« Che infine le iperplasie si sono formate sui pedoni di olivi Morajoli co-
me su quelli Correggioli, sia concimati con stallatico o non affatto concimati,
e coltivati in terreni di natura differente. »
Quantunque non si facciano in questo laboratorio studii speciali di Pato-
logia vegetale, anco perchè mancano i mezzi di poterli fare, pure trattandosi
di malattia di pianta preziosa, ed avendo il caso un’ interesse scientifico di at-
tualità, ho fatto l’ esame istologico delle dette iperplasie, al fine anco di vedere
se esistevano nei loro tessuti organismi parassitari, intorno all’ esistenza dei
quali fervono vivaci controversie.
Innanzi tutto osservo che le macchiette nere fulioginose, sparse quà e là
alla superficie o all’ intorno dei rigonfiamenti, sono costituite da numerose co-
lonie di un fungillo « Antennaria elacophila Mont, » conosciuto col “nome di
fumaggine o mal nero.
I tumori poi hanno un certo spessore, e si estendono quasi circolarmente
per un'altezza dai 5 ai 20 cent. a seconda dell’ età e della grossezza della
pianta, e sono formati, nella parte più vivente e meno legnosa, di cellule, pa-
renchimatiche ripiene di sranuli d’ amido. Per quanto però abbia fatte diverse
sezioni, non mi è stato possibile, col debole microscopio del gabinetto, scorgere
traccia di Batteri o Bacilli, quali invece sono stati: rinvenuti, anco di recente,
128
da Prillieux nelle iperplasie. « Rogna » dei rami d’olivo (1) e da Vuillemin
in quelle del Pinus halepensis Mill (2).
Non soddisfatti del resultato delle suddette ricerche microscopiche, ci siamo
rivolti alla Direzione della Stazione di Patologia vegetale di Roma, ma nem-
meno il Prof. Cuboni è ancora riuscito, per quanto sappiamo, a trovare Bacilli
nei pezzi infetti che gli abbiamo mandati.
Frattanto il Ministero d’ Agricoltura informato della comparsa di questa
malattia, ha con premurosa sollecitudine inviato il prelodato Prof. Cuboni a
fare un'ispezione sul luogo, e dal responso di Lui ci sarà dato di conoscere
la vera natura del male, e possibilmente il rimedio da apportarvisi.
Del resto Prillisux ha trovato nelle lacune dei tessuti una sostanza bianca
opaca, costituita da masse di Bacilli, come pure qua e là colonie di Bacilli
sottilissimi occupanti il posto di fitocisti, le cui membrane, divenute preda da
parassiti, sono state corrose e disfatte.
Che di più i fitocisti che si trovano al di là del tessuto morto circoscri-
venti le lacune, divengono molto attivi e rapidamente si proliferano, e ne deriva
una formazione a mo’ d’ orliccio, suscettibile di ulteriore espansione, che dipoi
si lignifica: oltre che può nascere del sopralegno più o meno lobato, ed il ra-
mo coperto di tali escrescenze perisce tutto o in parte.
A dir breve l’ opera dei Bacilli dell’ olivo è, secondo Prillieux, affatto di-
‘struttiva, esercitando essi la loro azione specifica sulle membrane cellulosiche,
originando delle cavità « nidi mucillagginosi » dove si moltiplicano, e le nuove
colonie diffondendosi portano più lungi la distruzione, mentre che, come è detto,
il tessuto vivente eccitato produce, nei punti più favorevoli, rilievi, formazioni
anormali, cicatrizzazioni ecc.
Frattanto senza escludere l’ intervento di cause traumatiche, la malattia
degli olivi maremmani, sia pei caratteri esterni e per analogie strutturali non
appare diversa dalla rogna dei rami, della quale però è più dannosa, perchè
colpisce la base del fusto.
Siccome poi questi tumori possono avere qualche rapporto con altri più
piccoli, che nascono sulle radici di altre piante, sull’ origine e la natura dei .
quali si fa ancora della polemica, non sarà del tutto. inutile accennare che in-
grossamenti radicali contenenti microrganismi sono stati osservati, or sono più
di 20 anni, da Schacht e Voronin sulle radici di Ontano e di Lupinus muta-
bilis, (3), e ancora da altri sulle radici di Leguminose, attribuiti all’ azione di
Micocecidii, mentre secondo Brunchorst, Benecke, Tschirch, Mattirolo ecc. (4)
i detti tubercoli non sarebbero formazioni patologiche, dovute, come: credono
il Mattei e il Del Pino (5) a Batteriocecidi, ma produzioni normali, cioè ma-
(1) Prillieux Compt. rend. - Paris 1839 p. 249.
(2) Vuillemin Compt. rend. — Paris 1888 p. 1184. 4
(3) Bull. de la Soc. bot. de France — Paris 1865.
(4) Pirotta, Mattirolo, Buscalionî, in Ma)pighia. Messina. 1837 p. 290, 420, 464, 536.
(5) Malpighia 1888 p. 335. i
129
gazzini di sostanza alimentare e di riserva, ed i supposti Batteri non sarebbero
altro che frammenti plasmatici somiglianti a Batteri, senza però averne le pro-
prietà, ed ai quali è stato dato il nome di Batterioidi.
Siena dal Gabinetto Botanico - Li 1 Maggio 1889.
FL. TASSI.
Prof. G. B. CACCIAMALI
PETROLI E BITUMI DI VALLE LATINA
(Continuazione e fine vedi fascicolo N" 6-7) (1)
$ IL
Il petrolio, come si sa, è un miscuglio di idrocarburi liquidi che l’ industria
separa l'un dopo l’altro colla distillazione (nei gaz, negli olî leggeri o benzina,
negli olî pesanti o lucilina, nel catrame): talvolta esso è limpido e leggermente
tinto d'un color ambra pallido (nafta), talaltra denso e nerastro, e talaltra an-
cora vischioso e passante al bitume. Il bitume od asfalto, o pece minerale poi
altro non è che petrolio solidificato per processo di evaporazione e lenta ossi-
dazione. L’americano Sterry-Hunt per primo mise in campo questa ipotesi,
sostenendola con valide ragioni: data la facilità del petrolio di penetrare le
roccie, niente di più naturale che queste formino con esso — solidificato ed
ossidato — una cosa sola, cioè le roccie bituminose, le quali si trovano quindi
nelle stesse condizioni nelle quali si troverebbe un calcare, un’ arenaria od
uno scisto imbevuti di petrolio liquido. (2) Non è dunque il petrolio che deriva
dall’ asfalto, ma è I asfalto che deriva dal petrolio.
Ammesso ciò, la questione dell’ origine degli idrocarburi minerali si riduce
a quella dell’ origine del petrolio: varie ipotesi son state messe in campo a
questo proposito.
Storicamente ha la precedenza l'ipotesi che fa derivare il petrolio dalla
alterazione e distillazione naturale dei combustibili fossili. A sostegno di questa
(1) Nella prima parte di questo articolo pubblicato nel fase. 6-7 occorrono le seguenti correzioni:
Nel S I. è detto che il M. Pizzodeta sia la massima elevazione degli Ernici; questa invece è rap-
presentata da M. del Passeggio.
Nel $ IL fu stampato due volte Banco per Bauco.
Devesì poi aggiungere che un altro calcare bituminoso e schistoso si trova nel vallone del Lacerno,
sopra Campoli appennino, presso Sora. Secondo il Ferrero, questo sarebbe stato corroso in quell'epoca
nella quale si formarono i depositi miocenici di S. Giovan Juncarico.
(2) Stoppani — Corso di Geologia — Vol, II.
130
ipotesi stanno i seguenti fatti: che la putrefazione delle sostanze vegetali ci dà
il gaz delle paludi — che l'idrogeno carburato è presente nelle miniere di
carbon fossile — e che la distillazione artificiale dei vegetali e dei combustibili
fossili dà prodotti omologhi ai componenti del petrolio. Ma vi contraddicano
quest’ altri fatti: che dubbi e rari sono i casi nei quali si vide gemere petrolio
dai letti di carbon fossile —- che per quanto enormi gli strati carboniferi, non
sarebbero sufficienti ad alimentare certe sorgenti di petrolio che sgorgano da
epoca remotissima — e che non vi sono rapporti immediati tra i carboni fos-
sili ed i petrolî, anzi sembrano escludersi.
Onde questa teoria è oggidì alquanto scossa, e restano di fronte altre due:
quella cioè dello Stoppani, sostenuta anche dal Berthelot, e quella di Wall, so-
stenuta dallo Sterry-Hunt e da un’ altro eminente geologo, lombardo, il com-
pianto Curioni.
Lo Stoppani (1) fece, primo nel 1864, osservare essere il petrolio costantemente
associato al gaz infiammabile delle fontane ardenti e delle salse ed a tutte le mani
festazioni del vulcanismo, che nelle eruzioni vulcaniche abbiamo produzione di ve-
re fiamme dovute alla combustione di idrocarburi, e che, secondo i dati raccolti
dal Breislack, sarebbero esistite a’ suoi tempi sorgenti petroleifere alla base del
Vesuvio — ed il Berthelot, nel 1866, ottenne colla corrente elettrica la sintesi ar-
tificiale di tutti gli idrocarburi contenuti nel petrolio; onde l'ipotesi che i petrolî
si formino, in seguito alle azioni fisico-chimiche dell’ attività interna del globo,
per diretta combinazione dei due elementi: idrogeno e carbonio. Lo Stoppani
non esclude che le sostanze organiche vegetali od animali possano prestare
questi elementi al laboratorio della natura; ma fa notare come essi si trovino
in vasta proporzione anche nel mondo minerale. Del resto, per la sua teoria
non importa il modo con cui son forniti l'idrogeno ed il carbonio; quel che
importa si è che tali corpi, aventi tra loro grande affinità chimica, sì combi
nino direttamente sotto l’azione di quelle forze endogene i cui effetti I
costituiscono il vulcanismo.
Il Wall, lo Sterry-Hunt ed il Curioni per contro sostengono che la materia
organica dei fossili, sottratta dal contatto dell’ atmosfera, e quindi alla spon-
tanea decomposizione, fornisca direttamente gli idrocarburi, senza invocare l’in-
tervento del vulcanismo.
I calcari specialmente, noi sappiamo, più che per incrostazione o per pre-
cipitazione chimica, sono interamente costituiti da gusci o secrezioni di mollu-
schi, di corallari e di protozoi; ora il materiale organico di quegli esseri, questa
mole, diremo così, di materia animale seppellita nelle viscere della terra, do-
vette certo lentamente decomporsi e fornire nuovi composti; e questi sarebbero
gli idrocarburi del petrolio.
Una giusta osservazione del Curioni è questa che i calcari fossiliferi ,
(1) V. op. cit. Vol. I. e III,
131
quando vengano confricati, mandano odor di petrolio. La presenza di asfalto
nelle calcaree apennino è del resto un fenomeno frequente. .
Lo stesso Stoppani cita le calcaree del Canadà, spesso disseminate di druse,
le quali sono altrettanti recipienti di petrolio, e le calcaree di Lombardia (To-
riggia sul lago di Como e Pilzone sul lago d’ Iseo) offrenti identici fenomeni.
E se tutte le roccie indifferentemente ponno essere pregne di petrolio o d’asfalto,
‘ammette che le calcaree lo sono assai più delle arenarie e degli scisti.
Sono fatti questi che si possono bensì invocare contro la ,vecchia teoria
della distillazione dei carboni fossili, perocchè — dice bene lo Stoppani —
« come mai i depositi generanti forniscono tanta quantità di petrolio da rima-
nerne impregnati non solo essi medesimi, ma da impregnarne gli altri e da
abbandonarne da tanti secoli enormi quantità all’ atmosfera ed ai fiumi? »; ma
non già possono invocarsi contro la teoria Sterry-Huntiana, perchè le forma-
zioni calcaree sono di gran lunga più imponenti, ed occupano estensioni assai
più considerevoli che non quelle carbonifere.
Il mio amico e collega prof. Angelo Piatti del Liceo di Desenzano sul
Lago (1) senza negare affatto che altre cause possano produrre petrolio, si ai-
tiene a quest’ ultima ipotesi, e conclude: 1.° avere la materia organica animale
«accumulatasi sui fondi dei mari geologici fornito il materiale. — 2.° essersi tale
materia, dopo cessato di formare fondi marini, alterata così, in contatto del-
l’acqua salata, fuori del contatto dell’ aria e sotto notevoli pressioni, da pro-
durre i petrolìi. — 3.° avere probabilmente il vulcanismo contribuito a tale
trasformazione, e certo segnate spesso le vie per le quali i petrolî sgorgano
all’ esterno.
Ed in questa opinione mì son venuto in fondo confermando anch'io, dietro
lo studio specialmente dei classici giacimenti petroleiferi ed asfaltiferi di Valle
Latina. i
Il Tenore, nei profili geognostici accompagnanti la sua carta geologica di
Terra di Lavoro del 1872 accenna ad emanazioni di bitume e petrolio nelle
calcaree cretacee. Del resto anche fin dal 1848 il Ponzi nel suo lavoro geolo-
gico di Valle Latina accenna del pari ad emanazioni d' asfalto nelle calcaree
e nel macigno di Castro e nelle calcaree di M. S. Giovanni; e nel 1853 Ponzi
e Carpi, commissarii governativi, nel rispondere se in territorio di Veroli esi-
stesse asfalto, oltre indicare la località e le roccie che nel circondario di Fro-
sinone ne contengono (2), emisero l'opinione che la sua origine fosse dovuta ad eru-
zioni vaporose posteriori alla deposizione dei calcari ippuritici e nummolitici, e che
detta emanazione, disgregando la tessitura delle roccie, s’ introducesse nelle
loro screpolature, e riempiendone i vani, le riducesse ad un impasto di fram-
(1) V. la sua memoria sui Petroli (della quale io feci una recensione sul giornale il So/e di
Milano del 22 agosto 1878), ed il suo Compendio di Storia Naturale (edito da Paravia).
(2) V. Op. cit., e Bibliografia pure cit.
.
132
menti, ossia ad una specie di conglomerato bituminoso. Ma non si espressero
poi circa l'origine prima di detti vapori, mentre avrebbero potuto cercarla nei
calcari stessi.
Il nostro calcare, come dissi, è qui spesso frammentato, e forma la così
detta arena ed il così detto stucco. La disaggregazione di questi calcari non è
semplicemente causata da azione meteorica esterna, perchè l’azione ossidante,
solvente, ecc. degli agenti atmosferici limitasi a trasformare solo per lieve
spessore un calcare compatto in terroso, un’ arenaria pesante e compatta in
leggiera e friabile, ecc., mentre l’ arena e lo stucco si estendono a considerevoli
profondità, e sembrano indipendenti da quell’ azione — non è nemmeno, se-
condo me, causata direttamente da azioni sismiche; ma credo debbasi piuttosto
riferire alla natura stessa del calcare: un’idea m’è venuta, e cioè che le azioni
sismiche non abbiano che provocato, o per meglio dire occasionato lo sgreto-
lamento del calcare, ma che la causa prima, iniziale, debba riferirsi alla decom-
posizione della materia organica dei fossili; onde gaz che, sprigionati, si dispersero
nell’ atmosfera, onde petroli che quà e là hanno avuto occasione di adunarsi,
ed anche, per ossidazione, convertirsi in asfalti. La frequenza quivi del calcare
brecciato e ricementato, frammezzo al calcare omogeneo normale, confermerebbe
questa opinione. \
L’ intervento del vulcanismo è poi manifesto dalla coincidenza dei giaci-
menti petroleiferi ed asfaltiferi colle formazioni vulcaniche della nostra zona, la
quale corrisponde alla massima depressione sinclinale designatesi tra Roma e
Napoli — ed è manifesto altresì dai fatti da me constatati a M. S. Giovanni
Campano : la presenza cioè in questa località di un filone fangoso, accennante
a sorgenti termo-minerali, e di traccie di zolfo cristallizzato nel bitume.
E siccome il vulcanismo in questa plaga ebbe a manifestarsi in conse-
guenza dell’ ultimo sollevamento postpliocenico, e gli idrocarburi minerali im-
pregnano non solo i calcari generanti, ma altresì le arenarie mioceniche, e le
argille, le arenarie e le puddinghe plioceniche, così puossi per certo ritenere
essere questi petrolî posteriori e non anteriori all’ ultimo sollevamento.
Queste mie conclusioni sono in parte conformi agli asserti di quell’emi-
nente e benemerito cultore della litologia di Terra di Lavoro che è il prof.
Ferrero. Convengo per esempio con lui nel ritenere che le materie organiche
dei calcari abbiano dato origine agli attuali idrocarburi; ma non posso dar va-
lore, in questo argomento, alle striature ed alle pareti di lisciatura; secondo me
è molto più probabile che i petrolî fossero bensì già stati precedentemente ela-
borati in seno ai calcari per la lenta decomposizione della. materia organica,
ed adunati seguendo le lessi della circolazione interna delle acque; ma che
solo l’ emersione del suolo ne abbia determinato l’ affioramento, lo sgorgo e la
trasformazione in asfalto. i
Quanto poi alla voluta dipendenza del petrolio di S. Giovanni Jnearico dalle
roccie asfaltifere poste più a Nord, ritengo anch'io che dipendenza vi possa
133
essere, ma in questo senso, che — se il petrolio di S. Giovanni Incarico non
ha origine autonoma, non deriva cioè dalle calcaree della catena Lepina —
sia venuto, circolando sotterraneamente, da quelle superiori roccie; solo che
al Lacerno, ad Arce e Colle S. Magno si sarebbe convertito in asfalto, mentre
a S. Giovanni Incarico, infiltratosi profondamente nelle arenarie mioceniche,
per mancato contatto coll’atmosfera, sarebbe rimasto allo stato liquido.
L'ALTO VALLESPIE
NOE DEI UNVEURISTA (E NATURALISTA
(Continuazione, vedi fasc. 6-7)
Il.° Prats-de-Mollo. L' eremitaggio. Notre dame du Coral. La Torre di Mir.
Avevamo visitati i paesi a l’ovest dello stabilimento e volevamo andare
all’ est, discendere per conseguenza. Convenimmo di andare a Coustouges.
Partimmo la domenica mattina. In questo giorno aveva luogo la festa pa-
tronale di Prafs de Mollo (3300 a.) capo luogo del cantone che noi dovevamo
attraversare, e fummo ben contenti di poterci fare una idea di questa festa.
La strada termale che conduce da La Preste a Prats de Mollo, è assolu-
tamente una delle più belle strade di montagna di Francia. Tutta nuova, è
tagliata in parte nello schisto micaceo (passante allo schisto argilloso) ed in
parte nel marmo. Serpeggia sul fianco della montagna a sinistra del Tech e
parallelamente ad esso.
|A ciascuno dei mille rigiri di questa via, il paesaggio cambia, e ci si pre-
sentano successivamente enornì banchi di marmo bianco; magnifici gruppi di
querci, di faggi, di castagni; casupole pittorescamente appariscenti fra gli al-
beri ed altre poste sopra rocce di granito; praterie verdeggianti di quel bel
verde che non si vede che nei Pirenei....
L’entomologo non perde il suo tempo nell’ alto Vallespir. Nel corto tra-
gitto da La Preste a Prats-de-Mollo, cercando sotto le pietre lungo la via, trovai
un gran numero di insetti la più parte appartenenti a buone specie, ed in parti
colare dei magnifici carabi, fra cui il rutilans Fab. (aragonensis Lin.) e l’ au-
ratus Fab. che da soli bastavano a compensarmi la fatica.
Prats-de-Mollo, ove arrivammo di buon ora presenta poco di rimarchevole,
solo la chiesa, e sopra a tutto l’ altare, che rammenta quelli delle chiese spa-
gnole, meritano di essere veduti. Nelle ore pomeridiane ebbe luogo una corsa di
tori ben poco interessante per noi.
Facemmo ivi conoscenza con un appassionato cacciatore, il quale sentito come
noi pensavamo di andare a passare la notte all’ eremitaggio del Coral, si offrì
134
di venirci gentilmente ad accompagnare , così partimmo in tre, portando pure
due cani da caccia (1).
Passando dalla Rocca Gallinera,, a due chilom. da Prats, trovai qualche
conchiglia fossile, ma solamente di specie identiche a quelle che vivono attual-
mente in questa regione; erano specialmente delle helix, ben conservate. Raccolsi
cammin facendo, anche qualche pianta interessante: Erigeron acris, Lin.; An-
dropogon distochyan, Lin.; Euphorbia niceensis, All.; Orobranche speciosa, Dec.;
Dianthus deltoides, Lin. D. sylvaticus, Hop.; Carlina ecathifolia, All.; ece. ecc.
Dopo due ore di cammino, i calcari, gli schisti, i graniti, fanno posto al
\grès rosso. |
Giungiamo all’ eremitaggio :
Raramente ho incontrato nelle mie escursioni un luogo così pittoresco, così
propizio al riposo ed al raccoglimento, come questo piccolo cantuecio di terra
perduto in mezzo alle montagne. L’ eremitaggio, composto solamente di una
cappella e di una fabbrica vicina, dove si alloggiano e nutriscono i pellegrini,
è situato in uno stretto piano alla sommità di una piccola montagna. Davanti
al fabbricato è una specie di larga passeggiata fiancheggiata da maestose querci
verdi, che in qualche minuto conduce ad una bella fontana la quale dà acqua fre-
sca, limpida ed abbondante; al disopra si‘estende un folto bosco di frassini, olmi
e pioppi; e come cornice a questo paesaggio, una natura salvatica ed acci-
dentata racchiusa da alte montagne dai fianchi di roccie scoscese con piccoli
torrenti e cascatelle di acqua. i
Non parlerò dei prodotti naturali dei dintorni dell’eremitaggio di N. D. du
Coral; vi ho soggiornato troppo poco tempo per poter precisare le specie che
il naturalista vi può raccogliere ; dirò solo:che un areolite assai voluminoso yi
cadde molto vicino verso il 1840. Ho veduto questo areolite a Perpignan; è del
peso di 12 chilog.
Il lunedì mattina di buon ora, mentre che gli altri cacciatori vanno in
cerca di selvaggina, mi reco a la Torre di Mir che dista un'ora di cammino
e dove sapevo doversi trovare buone specie di molluschi. Viene attribuita la
costruzione di questa torre ai Saraceni, essa si avvicina alla forma di un tronco
di cono ed è assai ben conservata. Fra le altre conchiglie vi trovai assai ab-
bondante l’ Helix lapicida L. var. alba , che è rarissima quasi, ovunque; vi
raccolsi pure qualche pianta. L’ Anemone nemorosa L. vi è sopra a tutte ab-
bondante. o NUTI
.I miei compagni cacciatori erano di ritorno prima di me e quando arrivai .
mi mostrarono due belle lepri uccise in poco tempo. Ci separammo quindi: il
cacciatore che si era unito a noi a Prats-de-Mollo prese il sentiero che lo ri-
conduceva a casa e noi prendemmo quello che sì dirige verso Coustouges.
(1) Non voglio lasciare Prats-de-Mollo senza segnalare ai conchigliologi, la grande abbondanza
in questa località e dintorni, fra le altre conchiglie doll’ Helix pyrenaica, Drap. e della bella va=
rietà squammatina dell’ H. cornea Drap. (H. squammatina di Marcel de Serres).
X
135
SGUAROO SULLA FLORA DI COREÙ
ESTE:
Le varie regioni de’ Balcani non furono ancora fatte segno all’ attenzione
dei botanici e i pochi illustri viaggiatori che le percorsero si fermarono ben di
rado ad osservarle minutamente. Nè solo le grandi e pittoresche catene di monti
che adornano questo sventurato paese furono dimenticate, ma anche le isole
dell’ Egeo e del Jonio splendide di vegetazione e di vita non si studiarono mai
e sebbene a poca distanza dall’ Europa colta e civile è pur forza asserire che
le immense ricchezze delle fertili terre che dalla Sava e dal Danubio scendono
fino al Mediterraneo non sono note alla universalità dei botanici. Le monogra-
fie di flore di codeste provincie sono scarse ed incompiute; e se un genio serbo,
Giuseppe Pancic’, non avesse investigato, esplorato il suo paese e tutto il set-
tentrione della penisola Slavo-ellenica noi saremmo ancora nella più grande
ignoranza. È noto che il vecchio e studioso Pancic’ fece sforzi sublimi per far
conoscere al mondo illustre le piante balcaniche, ma le sue opere, frutto di
lunghe fatiche non valsero a trascmare i dotti nelle catene del Pindo, del Rha-
dape e in tutta la vasta penisola. Eppure è fuor di dubbio che le flore dei di-
versi paesi slavi ed ellenici nell’omai'cadente impero di Turchia offrono delle
particolarità immensamente grandi che, conosciute, tornerebbero di grande uti-
lità per la scienza. In questi ultimi anni l’ Haldreich di Atene si è meritato il
plauso dei botanici ed a ragione; e chi meglio di lui, con quella sagacia che
lo distingue tanto, si è dato d’ attorno per ottenere splendidi risultati dai lavori
fatti in Grecia, in Tessaglia e în gran parte dell’ Epiro ?
Io ho visitato una parte di questa ultima regione europea «e ne sono stato
oltremodo soddisfatto. Riserbandomi di parlare più ampiamente sulla Dalmazia,
Erzegovina, Montenegro, Albania, oggi vorrei sforzarmi di delineare alla meglio
la vegetazione dell’isola di Corfù, che quantunque a brevissima distanza dall’Ita-
lia, è quasi del tutto ignota a noi ed agli altri.
Come ognun sa l'isola di Corfù, l’ antica Keckyra, è a poche ore dall’Epiro
e solo a cento Km. dall’ Italia. Essa si eleva maestosa dai flutti del Jonio e un
poco più a mezzogiorno dell’ imboccatura dello stretto di Otranto. Al viaggia-
tore che le naviga intorno essa si mostra superba di vegetazione e colle sue
cime bianche per calcare offre un aspetto incantevole; ed al botanico che an-
sioso la guarda dalle sponde del bastimento dà immensamente a sperare. Nè <
la speranza s' inganna. Essa è coperta per intiero di estesissimi oliveti piantati SE
già dalla fiorente repubblica di Venezia or sono omai trecento anni; e i giar- gi
dini, gli orti e gli innumerevoli vigneti ben tenuti e coltivati mostrano che il x
paese è fertile sopra ogni modo. Qui le fatiche dell’arte la vinsero di gran
lunga contro gli avversi elementi. — Ma vi è un’altra ricchezza, la ricchezza
della natura, che l’uomo non seppe mai ammirare in ogni tempo ed in ogni
luogo con quell’ entusiasmo profondo che invita allo studio. — Ricca com'è di
136
boschi, di rupi, di valli, di paludi e, oso dire, anche di innumerevoli rigagnoli
asciutti però nella state qui cocentissima, essa dà ricetto a molte, buone e rare
specie di piante.
Tutte le isole posseggono un determinato numero di specie sia animali, sia
vegetali, proprie a loro, frutti di lotte intestine e clandestine fra usurpatori e
vinti. Noi non studieremo per certo in questo paese le leggi più belle della bio-
logia, come non potremmo mai studiarle a dovere in nessun altro luogo del
settentrione; ma di altre branche della botanica ci sarà dato usufruire, della
morfologia e della geografia per paragonare poi i doni naturali dell’isola con
gli altri quasi ignoti delle finitime provincie.
L'isola di Corfù ha una flora speciale, ma speciale nel vero modo di dire.
Io oserei asserire tanto, poichè la sua posizione e la sua struttura geologica
vogliono così. Se non garbasse supporre che la sua flora sia speciale, diciamo
almeno che è di passaggio fra quella di Candia e sue isole e quella del con-
tinente. Qui noi troviamo un certo numero di specie italiane, e il dilicente os-
servatore che studierà le vicinanze della città, della fortezza e della costa se
ne avvedrà subitamente: oltre alle specie d’ Italia troveremo un numero distinto
di piante Joniche e dell’opposto Epiro. Ma togliamoci dal piano e dal mare ed
andiamo sulle montagne: ai S. Deka, a S. Mattia, al Pantokrator. Quest’ ulti-
mo, quantunque il più importante, non è tanto elevato: appena 908 metri: ciò
nondimeno per un’isola quale è Corfù tanto vicina al continente, non possiamo
pretendere maggiore altezza. E il Pantokrator colla sua cima brulla e bruciata
dal sole ci mostrerà i suoi iesori. Buon numero di Graminaceae, Crocifere, Le-
guminose, Composite, e tante e tante altre famiglie vi allignano abbondanti e
le classi anche meno numerose hanno pur tuttavia quassù i loro rappresentanti,
i quali indarno si riscontrerebbero in altro luogo. Per ora non darò un catalogo
delle specie rare 0, sotto diverso aspetto, buone: questo non è qui compito mio;
mi limiterò solo a dire che i botanici, e vorrei fossero italiani, percorrendo que-
sta illustre ed antichissima colonia greca, penetrassero in ogni recinto, salissero
in ogni rupe, investigassero ovunque. Non bisogna conoscere pel bene della
scienza solamente i paesi lontani, ma anco quelli che son di faccia alle nostre
porte. È triste, lo ripeto, vedere luoghi tanto fecondi, abbandonati !
ANT. BALDACCI
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In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, sehia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
-
Note botaniche. Il Narcissus albulus, Lev., bella specie a fiori completamente bianchi e
con ogni probabilità sfuggita dai giardini, già nota dei dintorni di Firenze, trovasi abbondante nelle
vicinanze di Asolo (Prov. di Treviso), ove la raccolse il Signor Pio Bolzoni.
La Viola arenaria D. C. (V. Allioni, R. Sch) esiste nell’ alto Appennino modenese, presso ‘|
137
il Passo del Saltello, ove la trovai fiorita, nel Luglio dello scorso anno. Non è indicata nella Flora
Modenese dei Professori Gibelli e Pirotta.
Il Iuncus monanthos, Iacq. (I. Hostii, Tausch.) vegeta sulle rupi che sovrastano il Lago
Santo (Appennino Modenese - 1500 m. alt.) assieme alla Viola hReterophylla, Bert., alla Globularia
Incanescens, Vis., alla Pinguicula vulgaris, L., alla Saxîfraga aspera, L. ecc.
Bologna 1 Maggio 1889 G. E. MATTEI
Località nuova nella flora italiana: L'undici Maggio p. p., erborizzando a Legnago, su un terreno
tutto arenoso portatovi da una rotta dell’ Adige, ho raccolti due esemplari di Orobanche variegata.
Walbr (0. superba D. Nrs.) Non trovai però, forse perchè distrutte dal parassita, le piante alle cui
spese la specie cresceva. Ecco una località da aggiungersi alle tre citate dall’ Arcangeli nel suo
compendio della flora italiana.
Badia Pol. 23 maggio 89. Antonio Dr Bonis
Latte e carciofi. Nel notiziario del n. 7 anno 1888 di questo Bollettino lessi che una Si-
gnora era morta per aver bevuto latte dopo mangiati carciofi. Questo fatto mi sovvenne dopo che
per combinazione mi era accaduto di mangiare 3 o 4 carciofi e bevere quindi quasi mezzo litro
di latte di capra. Me ne impressionai, chiamai un medico, ma questi mi rassicurò e difatti non ebbi
a soffrire alcun disturbo. Desidererei quindi sapere se è vero che i carciofi uniti al latte formino un
veleno, quale ne sia la ragione chimica, quale la dose ece. per produrre 1’ effeito letale.
Monte S. Giov. Campano, Maggio 89. N. P.
Dopo pubblicata la notizia sull’ avvelenamento in parola, sentimmo anche noi che un nostro
amico aveva più volte mangiati carciofi e bevuto latte quasi contemporaneamente, senza risentirne
alcun disturbo. La redazione.
Pioggia di sabbia. La Rivista scient. indust. riceve dal chiaris. P. Denza la seguente co-
municazione :
Il fenomeno meteorico della pioggia di sabbia, che suole riprodursi nelle nostre regioni, soprat-
tutto nella stagione di primavera, e che da qualche tempo più non si avverava, si è rinnovato fra
noi nei giorni passati.
Gia in molte occasioni ho fatto rilevare quale sia l’ origine di codeste pioggie che un tempo
sì riguardavano siccome al tutto insolite, mentre non sono che un avvenimento quasi periodico; ed
ho dimostrato che esse ci provengono dai deserti africani, trasportatevi dalle bufere che da quelle
inospiti regioni si avanzano verso l’ Italia, giungendo sino alle Alpi ed oltrepassandole ancora.
Il fatto ripetutosi nei giorni scorsi ha confermato questa sentenza.
In vero sin quasi dal principio di maggio, delle ondate atmosferiche di basse pressioni sì avan-
zavano dall’ occidente dell’ Africa verso il Mediterraneo; ed altre giungevano sul continente Europeo
nei paraggi dell’ arcipelago Britannico, in quella che le pressioni si tenevano elevate sul Nord-Est i
della Russia. Ù
Fu per ciò che le pioggie addivennero, nei giorni suddetti, generali, non solo in Italia, ma in
tutta l° Europa occidentale, nella Francia, nel Belgio, nei Paesi Bassi, nelle Isole inglesi, nell’Au-
stria e nella Germania.
Il movimento burascoso proveniente dall’ Africa toccò un primo massimo d’ intensità dall’ 8 al 5
10, e pioggia mista a sabbia cadde in Sicilia ed in Piemonte dal 9 al 10: ed in alcuni luoghi le
foglie degli alberi rimasero ricoperte di uno strato abbastanza notevole, come lo dimostrano gli esem-
plari inviatimi da egregi miei corrispondenti.
Nei giorni appresso vi fu un po’ di tregua nella nostra Penisola, mentre però il tempo conti-
nuava piovoso e temporalesco oltre Alpi, e persisteva il dominio dei venti sciroccali, quando nel 12
una nuova e più intensa tempesta infuriò sul deserto Africano, secondo i telegrammi pervenuti
da Biskra.
Questa, avanzandosi verso di noi, apportò di nuovo pioggie dirotte e forti temporali sovrattutto
nell’ Alta Italia, ed un’ altra caduta di sabbia, assai più intensa della prima, avvenne nella notte
dal 14 al 15 sul tratto che dall’ Appennino Ligure si estende per Novi, Tortona sino a Milano ed
10
RE OTEVE SITE SEI CORPI INCI MS RE TOIEAEOT Re;
ì
198
anche oltre, per modo che in parecchi luoghi non solo ne furono ricoperte le foglie degli alberi,
ma persino i tetti delle case, i terrazzi ed i monumenti di marmo, come a Torino e a Milano; se-
condochè mi annunziarono i Direttori di parecchi Osservatorii ed altri corrispondenti, che trovansi
su questo tratto di paese; alcuni dei quali mi favorirono dei saggi della polvere raccolta. Ora la
burrasca si è avanzata verso l’ Est e pare volerci lasciare alcun po’ di calma.
Il volgo dirà forse che codesti avvenimenti meteorici sono effetto della Luna rossa di aprile,
confermato in ciò dalle pretese predizioni dei soliti almanacchi; ma credo affatto superfluo occuparmi
di ciò, su cui tante volte ho insistito: lasciando a chi vuole il farsi ingannare da coloro che non sanno. -
Dall’ Osservatorio di Moncalieri, 18 maggio 1889. | P. F. Denza
Domanda. Si prega qualche entomologo o conservatore di gabinetti zoologici d’ indicare un
liquido di provata efficacia, per conservara larve e crisalidi di lepidotteri, poichè quelli indi-
cati nei comuni trattati non hanno dati resultati sodisfacenti. NS:
Avviso agli ornitologi. Il distinto ornitologo Vittore de Fschusi-Schmidhoffen mi rende
oggi avvertito che nella Bulgaria e nella Croazia ha luogo uno straordinario passaggio di Pastor
roseus (Storno roseo). Siccome questo magnifico uccello si presenterà di certo anche in Italia, sa-
rebbe desiderabile che di tutte le relative osservazioni, si rendesse informato questo Bollettino del
Naturalista.
Rovereto 13 giugno 1889. A. BoxomI.
. RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
° brica e delle quali è segnato il costo.
HIRT'S. FERDINAND e Geographische Bildertafeln. Tavole figurative Geografiche di
Ferdinando Hirt, illustrative dei trattati geografici, in special modo di quelli di Ernesto Seydlitz.
Questa splendida e importantissima opera che ci viene dalla dotta Germania, ove hanno così
largo e profondo sviluppo gli studi geografici, pubblicata dal D.r ALwino OppEL e ArNoLDO LupwIG
con la cooperazione di molti altri e dei più insigni cultori delle discipline geografiche, ha per in-
tento principale di porre sott’ occhio per mezzo di oltre 1,400 bellissime incisioni in legno tutto
ciò che di più importante ci presenta il nostro pianeta, sia rispetto alla sua geologica struttura, alla
conformazione fisica, ai fenomeni più grandiosi della natura, ai paesaggi più caratteristici di ogni
regione, alla operosità industriale e commerciale, alle forme tipiche dei divo popoli, ai loro co-
stumi, monumenti architettonici ecc. ecc.
Quest’ opera in cui, come notammo, ‘appare così viva e parlante la rappresentazione figurata
della vita della natura in generale e dell’uomo in particolare, come è indispensabile a tutti quelli
che attendono agli studi geografici, storici ed etnografici, così crediamo possa riuscire grandemente
utile ai cultori delle belle arti, agli industriali, ai commercianti, ai viaggiatori, infine a qualunque
persona colta a cui giovi con poca fatica e molto diletto allargare il cerchio delle sue cognizioni.
Come il suo concetto e valore dottrinale le assegnano un posto distinto nei gabinetti e nelle bi-
blioteche di ogni istituto d’educazione e di istruzione, così la bellezza e la varietà delle incisioni
la destinano a figurare nelle sale dei ricchi e dei mondani.
Tutta l'opera è divisa in tre parti e comprende cinque volumi ciascuno deì quali è preceduto
da poche pagine di testo esplicative del concetto e dell’ ordine dei disegni; essendo, come abbiamo
detto, composta quasi esclusivamente di figure, può essere utilmente scorsa anche da chi non cono-
sce la lingua tedesca.
Ci proponiamo fare particolare rassegna di ogni volume nei numeri successivi di questa rivista.
L'opera costa Marchi 27,60 pari a L. 34,50. Riccamente rilegata M. 34,75 a L. 43, 50 e sì
può acquistare dagli editori Ferdinando Hirt et Sohn Leipzig; (Germania).
RR PENATI
139
BERNER, PIERRAT, MOUGEL, LOMONT ecc. Zoologia. (Epinal Francia. 1888).
Questo volume di oltre 300 pagine è estratto dall’ ‘opera Le departement des Vosges pubblicato
da Léon Louis. Contiene il catalogo degli animali vertebrati e invertebrati esistonti nei Vosgi.
GIANNETTI prof. C. Analisi dei Vini premiati nel concorso agrario regionale
di Siena. (Est. gior. Stazioni speriment. agr. italiane, Vol XV. 1888).
GIANNETTI prof. C. Sul concime di Torba. (Idem Vol. XVI). Pare ormai accertato
che la torba presenta importanti vantaggi usata come lettiera per le stalle e quindi come concime; riesce
adunque di vera utilità pratica questa pubblicazione del prof. Giannetti, direttore del Laboratorio
chimico agrario di Siena, nella quale parla appunto sul concàme di Torba dimostrandone la con-
venienza economica, indicandone il potere assorbente, le analisi speciali fatte su torba prove-
niente da Ferrara e già usata come lettiera dal cav. Giovannelli di quì, confrontandoli con le
analisi già fatte dal Determann, ecc. ecc. ì
FUNARO A. Intorno alla Senegina, glucoside della Poligola virginiana. (Estr.
Gazz. medica italiana T. XIX 1889). Mentre l uso della Poligola virginiana (radice della Polygola
senega) è molto diffuso in medicina, questa pianta non è ancora troppo bene studiata. L' egregio
autore ha incominciato questo studio e nella presente memoria espone i resultati delle sue ricerche
sul glucoside senegina e sul prodotto della sua scomposizione, concludendo che la senegina è vici-
. nissima alla Saponina di Rochledr, ma non identica.
TOROSSI prof. GIOV. BATTISTA. Il Barbus plebejus Val. nel vicentino. De-
plorando la rapida distruzione dei migliori pesci d’ acqua dolce che pur tanto utile potrebbero recare
all’ uomo, parla dell’ ittiofauna nella provincia di Vicenza e sopra a tutto si trattiene sul Barbo,
dandone anche alcune figure, e notando le differenze che si riscontrano tra quello. nel Vicentino
ed altre di diverse località.
SULLIOTTI avv. GIORGIO ROBERTO. Comunicazioni malacologiche. (Estr.
Boll. soc. malac. italiana vol. XIV). Contiene indicazioni interessanti per diverse specie nuove per
i nostri mari, e la descrizione delle seguenti nuove specie: .Styliola Gentileana, Hyalaea Straffo-
relliana, Jujubinus Delpreteanus, Philbertia AUleryana, Tapes Pollonerianus, Helix Faudensis,
° H. Messanensis; nonchè la sostituzione di nome all’ Helîx rufolabris del. Benoit chiamandola
H. eritprocheila, e la istituzione del nuovo genere Putseysia per il Trochus clathratus itrads,
chiamandolo perciò Putseysia clathratus. ;
FUNARO A. Sulla composizione chimica di alcune rocce calcaree della Mon-
tagnola senese. (Livorno, gennaio 89). Trattasi delle seguenti rocce: Scisto coticolare calcareo
argilloso talcoso che si trova presso Pietra Lata. Calcare retico cavernoso e le terre bianche che
stanno fra questo calcare e gli scisti suddetti, provenienti da Fungaia, Campo alla Pania e S. Co-
lomba, Calceari dolomitici retici di Cetunala.
_ MATTEI GIOV. ETTORE. Monografia della Vicia Faba. I nostri lettori conoscono
gia altri lavori sulla origine della fava dell’ egregio Sig. Mattei primo assistente al R. Orto Botanico.
di Bologna. (Vedi bollettino anno 1888 fasc. 2). In questa memoria egli completa i suoi studi e le
sue osservazioni. La coltivazione, gli usi, la storia, le affinità, la composizione chimica, nemici ecc.
di questa pianta, sono temi maestrevolmente svolti. L’ origine della Vicia faba occupa la seconda ‘
parte del volume, che termina con un quadro Genealogico del genere Vicia e con l’ indicazione del
come l’autore disporrebbe queste piante in alcune sezioni e per quali caratteri. Come conclusione
egli espone che la Vicia narbonensis si debba ritenere per l’ antenato spontaneo della fava.
BRUTTINI dott. ARTURO. Il luppolo, sue varietà, sua coltivazione. (Estr.
Agricolt. italiana an. XIV fase. 168). L’egregio autore ha tradotto dal giornale Los Vinos y los
Aceîtes (Madrid 1888) questo articolo corredandolo di numerose note.
PECORI rag. RAFFAELLO. La coltura dell’ olivo in Italia. Notizie storiche
scientifiche, agrarie e industriali. Sono uscite è dispense di questa importante pubblicazione. Ad
ogni fascicolo è unita una bella figura in colori rappresentante le diverse varietà di olive. Si pub-
blicano 2 dispense al mese e l’opera intiera, di 25 dispense, costa L. 18,00. Dirigersi all’ autore
in Firenze via dei Serragli N.° 46. È
Si
de
IGEA RU, EL MIT
140
VERSON E. Relazione sull'operato della R. Stazione bacologica sperimentale,
nell’anno 1887-88. (Padova 1889). h
MINISTERO DI AGRICOLTURA ECC. Bollettino di Notizie agrarie. I primi 26
fascicoli. di quest’ anno contengono oltre la parte «fficiale, il consueto stato del Bestiame,
‘ e le informazioni sull’ agricoltura italiana ed estera: Notizie statistiche relative all’ annata 1888
sull’ allevamento dei bachi da seta; sul raccolto dell’ avena, lino, segale, orzo, canapa, riso; sui
mezzi per diffondere la cultura del Iamzé, Campagna serica 1889. Rassegna crittogamica. Conelu-
sioni intorno agli esperimenti fatti per combattere la Peronospora nel 1888 ece.
BRUTTINI dr. ARTURO. Descrizione di un fotometro. Il fotometro che si trova
descritto e figurato in questa memoria è d’ invenzione dell’ egregio autore, e sì rende pregevole
per la semplice costruzione ed il facile uso. Costa L. 125,00 (Pubblic. Ist. agr. r. Univer. Pisa). ‘
BRUTTINI dr. ARTURO. Descrizione di un colorimetro. Anche questo apparecchio
immaginato dall’egregio autore, presenta facilità nell’ adoprarlo ed esattezza nei resultati che si ot-
tengono. Alla memoria è unita la figura, costa L. 60 (Pubblic. Ist. agr. R. Univ. Pisa). i
PERO dr. PAOLO. Studio sulla struttura e funzione degli organi di aderenza
nei tarsi dei coleotteri. Questa memoria che l’ egregio dott. Pero, prof. di st. nat. al R. Liceo
di Sondrio, ha letta alla società italiana di sc. nat., nei cui atti è stata pubblicata, contiene un mi-
nuto, paziente, interessante studio sulle microscopiche appendici dette organi di adesione che si tro-
vano nei tarsi dei coleotteri. Egli conclude il suo lavoro ritenendo che questi organi adesivi minutis-
simi si debbono considerare quale portato della selezione naturale nei Coleotteri inferiori (Crisomelidi,
Corculioni e Longicorni) e quali organ? rudimentali ereditari nei Coleotteri superiori (Carabici e
Idrocantari), organi che scomparvero del tutto nei Lamellicorni. Solo i maschi dei suddetti eruppi
avrebbero conservati e trasmetterebbero ancora questi organi, mentre li avrebbero del tutto perduti
le femmine. 3
Quattro tavole con molte fisure sono unite alla memoria.
Atti della R. Accademia dei Fisiocritici di Siena. I fascicoli 1-2 e 3 del corrente anno
contengono i seguenti lavori di scienze fisiche-naturali.
SrADERINI RurILIO. Ricerche anatomo-comparative sulla distribuzione delle arterie nella super-
ficie encefalica di alcuni mammiferi (con una tavola).
Caiaruei GiuLio. Nuove osservazioni sulle ossa interparietali e preinterparietali (con figura).
FrcaLpi EucenIo. Osservazioni sulla istologia della pelle dei rettili cheloniani (con una tavola).
Rarmonpi CarLo E Rossi Ugo. Perizia su parte del cadavere di un feto.
Borponi Luier. Sulla utilità della dialisi nella ricerca dell’ acido cloridrico nei succhi gastrici.
Informazioni e dati statistici sull’ America del Sud. Rivista ital. IZ Brasile, Rio
Janeiro N.° 2, 1889.
Ministero di Agricoltura ecc. Rivista meteorico-agraria dal 1.° gennaio a tutto maggio
(Boll. N. 1 a 13).
Ministero di Agricoltura ecc. Atti della commissione consultiva per la fillossera. (Ro-
ma 1889).
Istituto (R.) veneto di Scienze, lettere ed arti. Nelle dispense 1 a 5 degli Att7 1888-89
troviamo le seguenti memorie relative alle scienze fisiche-naturali :
: KazzanpeR DoTT. G. Sulle connessioni nervose e sui rapporti morfologici del nervo cigliare
pag. 29.
Tono AB. M. Bollettino meteorologico $ pag. I-VII — LXI-LXVII — LXXXI-LXXXIV.
ZamgeLLI L. Nuovo apparecchio per determinare la densità dei liquidi; pag. 147.
RieHi Pror. A. Sui fenomeni elettrici provocati dalle radiazioni; pag. 253.
Fa port. G. Delle cause che, all'infuori delle variazioni di temperatura, possono influire sulla
resistenza elettrica dei conduttori solidi; pag. 279.
CarrARA G. Sui derivati solfonici del parapropilmetaclorotoluene; pag. 427.
CANESTRINI G. Prospetto dell’ Acarofauna italiana (con 4 tavole) pag. 491.
141
Castracane cont. Ab. Diatomee fossili d'Assab. Vi figurano specie interessanti e rare come
la Terpsinoe musica Eh. e la Epithemia clavata Dickie, nonchè la nuova specie Cymbella Assa-
bensis. (Ace. pont. Nuovi Lincei, tornata 27 febbraio).
Mozzetti D. G. Echini fossili dei dintorni di Schio (idem tornata del 17 febb.)
Boule M. L’epoque glaciatre et l'antiquité de Vhomme dans l'Amerique du Nord (Le Natu-
raliste N.° 47, Paris).
Meunier S. Descriction d'une varieté remarquable d'ozocèrite (idem)
Canevari. Statistica agraria. (Italia agricola N.° 9 e seg.)
Terrenzi. Fossili pliocenici di Grottammare. Aggiunte (Riv. scient. indust. N.° 4, Firense).
Maddalozzo prof. Giuseppe. Relazione della giuria sulla degustazione dei vini e degli oli
esposti nella mostra di Catanzaro dal 30 ottobre al 15 nov. 1888.
Ministero di agricoltura ecc. Monografia statistica ed agraria sulla Coltivazione del riso
in Italia (Roma 1889)
MrinisTERO DI AGRICOLTURA @ce. Sull'industria dell'alcool, del cremore, dell'acido tartarico nei
rapporti coll’ agricoltura. Monografia del prof. E. Comboni (Roma 1889. Prezzo L. 3, 00).
MrixIstERO DI AGRICOLTURA ecc. Atti della commissione consultiva per la pesca. Sessione Otto-
bre 1888. (Roma 1589. Prezzo L. 2, 00).
MINISTERO DI AGRICOLTURA ecc. Atti del concorso nazionale di Fontine e della esposizione in-
ternazionale di utensili ed ingredienti destinati alla fabbricazione di questi formaggi. (Roma 1889,
Prezzo L. 0, 60).
Baraldi G. Linguaggio del cavallo (Giorn. d' Ippologia n. 2 e seg.)
Melchiorri L. Classificazioni dei Cavalli (idem, n 6 e seg.)
Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università
di Torino. I N. dal 53 al 61 contengono:
CamerANO, Peracca, Rosa : Il laboratorio privato di Zoologia Marina a Rapallo (con 2 fig.) —
Camerano port. L. Sull'integumento dei Gordius — Testa E. Di una colorazione anormale del
Triton cristatus — Camerano DoTT. L. Ulteriori osservazioni intorno alla Neoterza negli anfibi —
Porconera C. Osservazioni intorno ad alcune specie di Testacella (con una tavola) — PoLLonERA
C. — Nuove aggiunte e correzioni alla Macologia terrestre del Piemonte — MiczeL A. Sur l’epi-
derme des Gordius — Rosa port. D. Descrizione dell’ A//olobophora imima. È una nuova specie
italiana di Lombrico — Camerano port. L. I primi momenti dell’ evoluzione dei Gordii.
Bollettino della Soc. adriatica di Scienze naturali in Trieste. Il volume undecimo
ora pubblicato e redatto dal Prof. A. Vierthaler contiene : i
MarcnesertI port. CarLo. Ricerche preistoriche nelle caverne di S. Canziano (illustrato):
ViERTHALER PROF. Aucusto. Analisi di alcuni bronzi preistorici.
Srossica Pror. MicgeLE. — Brani di Elmintologia tergestina — Sopra alcuni lavori carcinolo-
gici del dott. A. Girard — Il genere Physaloptera Rudolphi — I distomi degli anfibi.
PerzAUz PROF. GrovannI. Determinazione del Glucosio nelle urine diabetiche ed in altri liquidi
colorati. D.
Bollettino del R. Comitato geologico d’ Italia. N.° 1-2, 1889. Questa prima puntata,
porta tre memorie originali, e cioè:
V. SIimonELLI. Appunti geologici sull’isola di Giannutri (arcipelago toscano); da questa me-
moria rileviamo che l'isola è costituita in basso da Schzsti permici che sopportano direttamente
alcune varietà di Calcare ‘Retico con Manganite ed Alabastrite; e sopra, o fra fenditure di detti
calcari sonvi terreni quaternari e breccie ossifere. i >
P. MopernI. La trachite e il tufo di Rispampani presso Toscanella. È questo uno studio cro-
nologico e litologico di alcuni prodotti dei vulcani vulsini.
G. StEINMANN. Su//a età del calcare appenninico di Capri. L’ A. sostiene l’età giurassica (Te
fonico) del calcare dell’ Isola di Capri, e conseguentemente di tutti i calcari ad idrozoi (Epsacti
niae, Sphaeractiniae, Cyathophorae ecc.) del bacino mediterraneo.
PERA
PI TI RE VT POPECTT OTO
142
Segue un lungo estratto di una memoria di C. KLemm. Analisi petrografica di una serie di
rocce dei dintorni del lago di Bolsena. 51018
Nelle NoTIZIE DIVERSE, troviamo: Osservazioni geologiche sulle Alpi; Le folgoriti del Mon-
te Viso.
Termina il fascicolo con due necrologie dei compianti professori MENEGHINI e SEGUENZA.
Rivista di mineralogia e cristallografia italiana. Fasc. IV, V, VI, (15 Marzo 1889).
Questi tre fascicoli che formano la seconda ed ultima parte del vol. IV, contengono 3 pubblicazioni
e 4 recensioni.
1. Pubbl. G. B. NecRI. Cerussite di Auronzo. È un diligente e pazientissimo lavoro di misu-
razione di 19 cristalli di Cerussite, dai quali si riscontrano 3 basi, 8 prismi e 5 piramidi; di 3
cristalli poi l’ A. da tutti i risultati delle numerose misurazioni fatte, seguiti dalle osservazioni
sulle proprietà ottiche. ;
2. Pubbl. G. Luzzatto. Analisi della Natrolite del Monte Baldo. L'A. dà un breve cenno
sull’ analisi eseguita con alcuni cristallini di Natrolite; analisi che riconferma la nota formola
Na? AI? Si? 01° + 2 H°O.
3.3 Pubbl. G. Dr Boccarp. Su di un ossido di Manganese idrato degli Euganei. È la prima
volta che si parla di Ossido di Manganese nelle trachiti e nei calcari dei colli Euganei, si trova
sotto forma di dentriti e di incrostazioni; l’ A. da 1’ analisi chimica di due varietà.
1.» Recensione del prof. Panebianco. G. StruEvER, La. Vesuvianite (Idocrasio) del banco di
Vesuvianite. Il prof. Panebianco fa una lunga recensione di questo lavoro dello Struever, che venne
pubblicato negli atti della R. Accad. dei Lincei Vol. V; sono riportate due tavole con disegni sul
l'aspetto fisico di varie faccie dei cristalli.
2.* Rec. c. s. La VarLe Sul Diopside delle Borne de’ Brous presso Ala in val d'Ala, Pie-
monte. Anche questa recensione è corredata di una tavola con cinque, figure di cristalli semplici
e geminati. ; i
3.2 Rec. c. s. E. Scaccni. Sulla forma cristallina della Neocrisolite.
4.» Rec. c. s. Siamo dispiacenti che il recensionista, che pure nelle varie opere sue mostra di
avere non comune ingegno, si sia abbassato a scrivere un vero Zde/lo (in una rivista scientifica!)
contro uno dei più distinti mineralogisti italiani; non potendo in alcun modo approvare quello seritto,
non aggiungiamo parola su di esso.
Il Vol. V, fasc. I-II. Padova 1889. Contiene:
PusBLIcAZIONI. — A. Cathrein, forme cristalline della baritite di. Valsugana — G. B. Negri.
Studio cristallografico della baritina di Levico.
Dalla prima rileviamo che le forme osservate sono 18, delle quali la forma 1. 1.20 rarissima,
e la forma 1. l. 10 nuova del tutto per la Barite.
Nella 2.* pubblicazione l’ A. dopo aver dato i risultati dei proprii studi, per i quali la Barite
di Levico dà 14 forme in 15 combinazioni, fa noto i dettagli cristallografici di ben 12 cristalli di
detta località.
Recensioni — M. Zennoni. Sull’'ex-benzobisolfato potassico — E. Artini, Sulla natrolite di
Bombiano nel Bolognese — 0. Lwuedecke. Sulla datolite.
Le tre recensioni sono fatte tutte dal Prof. R. Panebianco. Anche in queste notiamo che detto
professore cerca la più piccola occasione per stampare parole di fuoco contro uno dei più dotti e stimati
professori italiani di Mineralogia. Siamo dolenti di non potere approvare tale sistema di critica, giac-
chè diremo col Meneghini: Le discussioni sîeno trattate con quella dignità che è necessaria a
dimostrare î cultori della scienza primi maestri di civiltà. di A. N.
Nuovo giornale botanico Italiano diretto da T. Caruel. — Vol. XXI. N.° 2, 15 Aprile
1839. — Contiene le seguenti memorie :
MassaLonco C. — Nuovi Miceti dell’ agro veronese.
Piccone A. — Alghe della crociera del « Corsaro » alle Azzorre.
143
Ross H. — Contribuzione alla conoscenza del tessuto assimilatore e dello sviluppo del peri-
derma nei fusti delle piante povere di foglie o afille. — Con tavola.
MricaeLerti L. — Index schelularum eriticarum in Lichenes exsiccatos Italiae. (autore A. B.
Massalongo).
MarreLLI U. — Caso teratologico nella Magnolia anonoefolia, Salisb. — Con tavola.
Bullettino della Società botanica italiana unito al Nuovo Giornale Botanico ecc.
contiene le seguenti memorie :
Maccniati L. — La Synedra pulchella, Kuts var abnormis, M. ed altre Diatomacee della
sorgente di Ponte Nuovo (Sassuolo).
Cicroni G. — Sopra una varietà della Myosotis intermedia e del Polygonum dumetorum.
Gorran A. — Alcune notizie sulla flora veronese.
ArcancELI G. — Sulla funzione trofilegica delle foglie.
Maccniari L. — Le diatomacee della fortezza di Castelfranco Bolognese.
ArcancELI G. — Sulla struttura dei semi della Victoria regia, Lind.
MartELLI U. — Una nuova specie di Riccia.
MartELLI U. — Sul Polyporus gelsorum, Fr.
CeLorTI L. — Contribuzione alla micologia romana. 4
Averta C. — Seconda contribuzione alla flora dello Scioa. i
Pirorta R. — Osservazioni sopra alcuni funghi.
Lumia €. — Del miscuglio gassoso nel sicono del Fico (Ficus Carica).
Terracciano A. — Le Viole italiane spettanti alla sezione Melanium D. C. Appunti di studii
filogenetico-sistematici. n
Averta C. — Terza contribuzione alla flora dello Scioa.
Cusoni C. — Esperienze per la diffusione della Extomophthora gryMli, Fries. contro le cavallette.
+ Averta C. — Prima contribuzione alla flora dello Scioa. ;
Briosi G. e Cavara F. — I funghi parassiti delle piante coltivate od utili — Fascic. 1,
Pavia 1888.
Abbiamo ricevuto il primo fascicolo di questa nuova pubblicazione e lo abbiamo trovato in- si
teressantissimo. Contiene 25 specie, parecchie delle quali bene interessanti e due nuove, cioè la
Botrytis parasitica, Cavara, che attacca i Tulipani, e la Dendrophoma Marconii, Cavara, che
molesta la Canapa. i 3
Ciascuna specie è rappresentata da uno o più esemplari benissimo preparati, da alcuni disegni
litografici che ne illustrano le particolarità microscopiche, da una esatta descrizione, e da alcune
notizie intorno al modo di combatterla, se è specie dannosa.
In ciò differisce questa pubblicazione da tutte le precedenti, che erano solo composte di esem-
plari secchi, spesso ancora poco riconoscibili. Essa raggiunge completamente lo scopo di rendere
popolare ed alla portata di tutti la conoscenza delle crittogame che infestano i nostri campi ed i
nostri giardini. Raccomandarla quindi è superfluo, imperocchè da sè stessa sì raccomanda. Sappia-
mo poi che nei prossimi fascicoli saranno rappresentati parecchi parassiti esotici, di somma im-
portanza. ;
Bologna 1 Maggio 1889 G. E. MATTEI
K. Mbibus, Bericht iiber Untersuchungen des Zustandes der GeschlechIsdriisen weibl. i. mann.
(Aale) [Wwnft. Ber. Komm. wiss Untersuch. deutsch. Meere]. ;
W. Marscall, Spaziergànge eines Naturforschers. [ Fig. — Leipzig 88, M. 10 —].
(lo stesso), Die Tiefsee und hir Leben [Fig. Leipzig, Hird. M. 7, 50].
H. ed E. Lambotte, Synopsis de la faune des animaux vertébrés (Bruxelles, Blondiau 1887).
Daday de Deés, Crustacea cladocera faunae hungaricae (Budapest, Kilian). :
H. de Saussure, Additamenta ad prodromum Oedipodiorum insectorum ex ordine Orthopte-
rorum (Basel, Geog. N. 9, 60). ;
Martius, Eichler et Urban, Flora Brasiliensis Enumeratio plantarum in Brasilia chatenus
detectarum. Fasc. CII. Fol. (Leipzig, Fleischer, M. 60).
W. Voigl, Entocolax Lodwigii, cin neuer Parasit aus einer Holothurie (Ze&tschrift f. w. Z.
Vol. 470 fasc. 4). Î
I. L. Rhone-Converset, La vigne: ses maladies, ses ennemis, sa défense en Bourgogne et
Champagne, [89, 123 p. fig. Paris, Nichelet, 1889; M. 2, 501].
C. Massa, Non è peronospora; esperienze originali sulla nuova malattia dei grappoli d' uva,
Greeneria fuliginosa? [Italia Agricola, 1888 Milano, Tip. degli Operai].
C. Roumegnére, La maladie des chataigniers [ Rev. mycol. 1888, p. 34 ].
S. Nawaschin, Ueber das auf Sphagnum squarrosum Pers. parasitirende Helotium [Hedwigia,
1888 £f. 11-12]. 3
S. Miliakaris, Tylogunus Agavao. Ein Beitrag zur Kentniss der niederen endophytischen
Pilze. [Atene, 1388; 14 pag. in 4° con Il tav.].
F. Bonizzardi, La palude ed i varii sistemi di coltivazione del riso in rapporto alla febbre
intermittente ed alla eziologia delle febbri tifoidiche [ Geornale della r. soc. ital. d’ igiene, 1888, |
N. 11-12].
G. E. Mazzarelli, Gli organi del volo e le cause che li originarono nell’ evoluzione animale
[ Estr. dalla Rivista di Filosofia scientifica, A. VII. Vol. VII. 1888]. E.
Parker dà la notizia (dai Proc. della R. Soc. di Londra nella Naturw. Rundsch. N. 29) d'aver
osservato nel cranio degli uccelli, dei rudimenti dell’ organo di Jacobson, come. pure dei resti del
Parasfenoides e di un arco pterygopalatino cartilaginoso, — organi i quali congiungono gli uccelli
vieppiù ai vertebrati. i
Della Torre fa menzione d’ una Fringilla montifringilla con gola nera, veduta nella colle-
zione d’ uccelli del Barone Lazzarini a Innsbruck, per la quale detto Professore propone; per distin-
guerla dalla forma tipica, il nome di var. atrocap?llaris. Questa venne osservata a Norfolk, fu de-
scritta per il primo da Gurney, la si trova in Inghilterra, Helgoland e nel Tirolo (Soc. ornit.
Vienna 678 88). i
Halbherr pubblica (Mus. civico. Rovereto 1888) la 3.* dispensa del suo « Elenco sistematico
dei coleotteri della Valle Lagarina Staphylinidae. » Sono rappresentate 372 specie, fra le quali una
Autalia puncticollis, la quale differisce da altri individui di questa specie per aver la punteggia-
tura del corsaletto molto rugosa man mano che si avvicina alla base, poi la rara Leptusa Remor-
rhoidolis, la Dimetrota levana con zampe brune (v. setigera) ecc. >
Bergroth da la lista di alcune Tipulidi raccolte dal Prof. Palmen in Austria; fra queste trovansi:
Limnophila tetrasticta n. sp. di Lubiana e che appartiene allo stesso gruppo della L. Zuteipennis,
contenta e inornata dell’ America settentrionale; Tipula alpium n. sp. del Grossglocker, que-
sta specie ha la « lamina terminalia supera » di molto più stretta dei segmenti antecedenti, quasi
semplice, e solo nel mezzo un po’ incavata ; poi Tipula bidens n. sp. delle Alpi Giulie ece (Soc.
zool. bot. Vienna III, 1888). ;
| Brunner de Wattenwyll nella sua monografia delle Stenopelmativee e Gryllocridee (dee;
Il Q. con 5 tav.) da notizie biologiche d’ambo i gruppi, poi la disposizione dei generi e delle specie,
poi la diagnosi ecc. Fra i molti troviamo Stenopelmatas Guatomale n. sp. Oryclopus Bolivari n.
g. n. sp., Onosandrus fasciatus n. sp. Aistus gracilis n. g. D. SP, Diastrammina unicolor n. &»
n. Sp. ecc.
Erauss nelle sue « contribuzioni alla fauna degli ortotteri della Krimea e del Caucaso » de-
scrive Aphlebia polita n. sp.; affine alla Aph. adusta; ed anche alla Aph. marginata, alle quali due
ultime specie vi assomiglia anche l’ Aph. Itetorwskit n. Sp; poi un nuovo Sterobothrus Sanleyiî n.
sp. dei Pirenei, affine allo St. binotatus e per ultimo tratta sulla stridolazione della Cyrtaspis scu-
tata (1. c. III 1888). TRE
Handlirsch dà (1. c. IL quart. 1888, 1 tav.) un lavoro critico sul genere Nomiodes, È di cui
rappresentanti trovansi” nella regione palearctica e che appartengono alle più piccole e graziose api
Lal
145 :
Troviamo descritte fra le molte la Nom. pulchella, fallax n. sp. simile di molto alla antecedente ;
pulverosa n. sp. rotundiceps n. sp. facilmente a confondersi colla pulchella ecc. ecc.
Lòw, Fr. descrive (I. c.) alcune Cecidonomye nuove, come Cec. floriperda e Diplopsis quin
quenale dell’ Austria superiore ed alcune altre ; poi osserva trovarsi la Cec. Bechiana anche in
Dalmazia sulla Znula conysa, la Cec. Salivis formare un gonfiamento sui rami del Saliw helvetica
nel Tirolo ad un'altezza di 2100 m. sopra il livello del mare — poi dà la lista di alcune galle,
delle quali non sì conoscono i loro produttori — ed un’ altra enumerazione di Phytopt? ed Ento-
mocecidee della Norvegia.
Stossich Mich. nella sua « Appendice ai Distomi dei pesci marini e d’ acqua dolce » inse-
rita nel Progr. del Ginnasio comunale sup. di Trieste 1888, dà la descrizione delle specie (38) rin-
venute dal 1886 in poi. Fra diverse altre specie trovansi anche varie nuove e rarissime, come
Distomum pedicellatum (nella cloaca della Crysophrys aurata), D. Polyorchis (nel muco intestinale
della Corvina nigra), col nuovo sottogenere Polyorchis caratterizzato per il gran numero dei te-
sticoli, — D. Tergestorum (nelle appendici piloriche dell’ Oblata melanura) ecc.
Hallez nel suo lavoro sullo sviluppo delle Turbellarie dendrocoele dell’ acque dolci (Parigi sta
1888, Ref. Nat. Rundsch. 35.) descrive queste in generale e poi in speciale: Dendrocoelum lacteum,
Planaria polychroa ; fa menzione poi della loro rigenerazione, e discendenza. Egli è d’ opinione che i ;
queste Turbellarie derivano da animali simili alle Ctezophore, nominatamente dal tipo delle Coe-
lenteratee, così le forme dei Microstomi dagli Hydropolypi, e le forme con intestini ramosi da es-
seri simili ai coralli. |
Kafka — Per cura del Comitato per l'esplorazione scientifica della Boemia a Praga fu
pubblicato un prospetto dei Briozoi d' acqua dolce della Boemia del sig. Kafka. Nella prima parte É
troviamo dei dati storici come pure una lista delle opere più importanti che trattano di Briozoi. di
Nella seconda parte l’ autore da uno schizzo sulla vita dei Briozoi che vivono nelle acque della
Boemia, esso descrive l’ organismo, il Zoarium, il Cistide, la Pilypide, i tentacoli, il sistema mu- Pi
scolare, gli organi sessuali, lo sviluppo dell’ embrione, gli Stenoblasti e il loro sviluppo e quello
dei Zoarii, il processo delle gemme ecc.
Il sistema dei Briozoi seguito dall’ autore è quello di Jullien, differisce però nel trovarvisi 3 specie
di più, cioè la Plumatella fungosa, che Jullien riunisce alla Plum. repens, la PI. hyalina e il
Lophopus Lendenfeldri; altre differenze riguardano la distribuzione geografica, poi il 1.° ordine
contiene le Endopractee, il 2° ordine e la 2.* classe le Ectopractee distinte in famiglie, così la Hya-
linella forma il passaggio della Plumatella ai Lophonidi e la Rhabdopleura dai Lophopodi ai a
Briozoi infundibulati, ai quali seguono i Briozoi marini.
Im questa enumerazione sistematica troviamo descritte le specie appartenenti ai seguenti generi:
Plumatella, Hyalinella, Lophopus, Cristatella, Paludicella. Le rispettive e numerose figure sono
tutte interposte nel testo.
Quanto alla distribuzione geografica, Kafka nota trovarsi nella fauna boema tutti i generi eu-
ropei, eccetto la Pectinatella importata dall’ America ad Amburgo.
Quanto alle specie vi manca la Cristatella mucedo, invece di questa trovasi la Crist. ophioidea
e la Hyanella vitrea. Propria alla Boemia è la Plumatella hyalina Kafka ritenuta da Schmidt
anche questa per una varietà della repons e vi si distingue per l’ organizzazione della Polypide.
Le specie più numerose: Plum. repens, Plum. fungosa e Cristat. ophioidea vegetano più ri-
gogliose sino ad un’ altezza di 500-600 m. al di sopra del mare, poi esse trovansi più rare e sola-
mente in acque abbastantemente riscaldate dal sole. (1)
Thun nell’ adunanza dalla società fis. econ. di Konigsberg nel marzo 1887, parlò sulla esistenza
di una fauna pelagica profonda (2). Egli fece menzione d’aver pescato alla costa occidentale ita-
(1) Fra le diverse opere zoologiche pubblicate dal dotto Comitato trovansi: I crostacei della Boemia, i vertebrati
della Boemia del Prof. Fric, i miriapodi della Boemia di Rosicki, i Cladoceri della Boemia di Hellich,
(2) Die pelagische Tierwelt in gràsserer Meerestiefe un ihre Bezichung zu der Ober-und Flaechenfauna, Cassel
1887 in 4.0 con 5 tav. i
dr > dica
146
liana nel mediterraneo a una profondità di 1500 m. protozoi, vermi, molluschi, crostacei, tunica-
ti ecc. tutti rappresentanti caratteristici d’ una fauna profonda pelagica. Osserva poi essere la tem-
peratura dell’ acqua ad una profondità da 150 a 4000 m. di 14-18°; così pure esser gli Anellidi
(Tomopteris, Alcîopa) e gli altri animali tutti molto più grandi di quelli viventi alla super-
ficie ecc.
Toula descrive'nei Rendic. della Imp. Accad. di sc. Vienna, 1887, una Aspidura Raibiliana
n. sp., affine di molto alla Asp. scutellata Blum., alla quale ultima è anche affine la Aspidura di
Schio, ritenuta dal Dr Bitner per una Acroura Granulata Ben. la tavola annessa porta le figure
della Asp. Ra:biliana, della Asp. putellata. della Asp: Ludeni, della Ophioderma squamosa, della
Acroura granulata, della ophiura Doro ecc.
Rzehak parla della fauna bartonico-ligure dei foraminiferi della zona della Arenaria carpatica
nella Moravia e ne da la lista delle specie che trovansi nell'argilla marnosa di Zborowity (RRabdamina
nodosa n. sp., Discorbina Haueri n. sp., Cuneolina elegans n. sp.) unitamente a questa trovasi
una forma, della quale l’ autore è ancor in dubbio, se questa sia una mostruosità, della Cuzeolina,
ovvero possa appartenere ad un genere del tutto proprio, del quale propone il nome di Psewdotextu-
laria; Pulvinulana ornata ece.: Nell’ argilla di Zdaunek trovansi: Discorbina Waznesi n. sp,
Cristellaria vaginuloides n. sp., Reophax Waznesi n. sp., ece. (Istit. geolog. Vienna Verh. 9 1888).
Il detto professore Rzehak dà poi anche (1. e. 10) la lista dei foraminiferi degli strati num-
mulitici dei dintorni di Stockerau (Austria inferiore), rinvenuti parte in una roccia giallo-grigia |
(arenaria quarzifera) e parte in una roccia calcarea giallo ruggine. Le Truncatuline, le Discor-
bine, e le Pulvinuline sono abbondanti in specie ed in individui, le Orditoidee e la Nummulite
Ooferi sono abbondanti in numero , ma non in specie, mentre che le Nodosarie e le Cristellarie
abbondano in specie e sono povere di individui; le Milione mancano quasi del tutto. Sono circa
100 specie e fra queste 29 sp. nuove, le quali appartengono quasi. tutte alle TruncatuZine (Tr.
Hantheni, indifferens, sphoroides Mevone, Selene ecc) cd alle Discorbine (Disc. Kittli, Euchsi,
Michaelis, Thyone, subrugosa ecc.) e sono di forma particolare caratteristica. Questa fauna è affine
a quella degli strati ad Orbitoidi di Bruderndorf (Austria inferiore) e le forme più importanti sono
tanto identiche, che le si possono ascrivere all’etage dbartiniana.
Wettstein descrive (Soc. bot. Zool. II, Q. 1888) Pulmunaria Kerneri n. sp. della Stiria, la |
quale trovasi in società colla P. officinalis e P. styriaca, sul terreno calcare. Questa specie appar
tiene alla sezione « strigosa » ed affine alla longifolia. Poi vi descrive anche due Seslerze , delle
quali una S° cerulea e una S. varia (Cynosurus coeruleus, Aira varia, questa fu confusa colla
S. cerulea.) E
Zimmeter dà la notizia (Bot. Zeit. Vienna N. 6, 1888) essere stata trovata nella Valle Gon-
perdona (Tirolo) l° Aquileia alpina, così pure presso Steyr (Austria inferiore) l Azemone pulsatilla
con fiori di color bianco e color roseo.
Fritsch studiando i Verbascum nel Museo imperiale di Vienna, vi trovò (1. c. N. 8) un esem-
plare sotto il nome specifico di Verb. thapsus raccolto nella Stiria nol 1846; ma osservato bene si
trovò assomigliare piuttosto ad un .Verd. thapsiforme, dal quale però si distingue per i petioli lun-
ghi delle foglie inferiori, per le ali dello stelo straordinariamente lunghe, per la scarsa inflorescen-
za ecc., e perciò Fritsch lo nomina provvisoriamente Verd. styracum sinchè sì abbia a trovàrne
un altro esemplare. È
Bernmiller (l. c.) descrive anche un nuovo Verbascwn — Verb. Pancicà — ibrido di ma-
lacotricum Boiss. (heteromallum Pane.) e di Jankeanum Pane. — scoperto dal def. Prof. Paneie
anni fa nelle regioni alpine della Bulgaria e coltivato poi nell’ Orto botanico di Belgrado; ora è
perduto anche questo esemplare in causa d’ inondazione nell’ orto. Lo stesso fa menzione poi della
Sorbus florentina scoperta presso Nisch, del tutto identica a quella che trovasi presso Firenze e
nuova per la flora della Serbia, come pure nuova la Potentilla apennina, che trovasi nella Erze-
gowina unitamente alla . speczosa nella regione alpina a 1900 m. s. m. e qui trovata anche a
1400-1590 m. s. m. il Zeontopodium alpinum. ì
147
Kerner descrive due nuove specie di piante dell’ Austria inferiore cioè Campanula solstitialis
K. del Monte Janerling, Arnica montuna, Thesium pratense ecc. su roccia cretacea; Gentiana
precorx K. della stessa località, che assomiglia in parte alla G. obtusifolia; fa menzione poi della
Scabiosa banatica nuova per la flora dell'Austria inferiore (Soc. zool. bot. Vienna III. 1888).
Sennhotz descrisse nella seduta del giugno 1888 della or menzionata società, un Symphitum
Wettsteini n. sp., un ibrido del S. officinale e del tuberosum, che fu trovato tra le dette due spe-
cie lungo un ruscello presso Kalksburgo (Vienna).
Stalaczky diede la descrizione (1. c. sed. giugno) della Glechoma serbica Hal. et Wettst. n.
sp. di Belgrado, affine alla G. hederacea (1. c.).
Blocke descrive (l. c.) un Hieracium subauriculoides n. sp. della Galizia, che Hppartiono al
gruppo Hieracia proealta, che è affine al H. proaltum Uechtr. e al H. auriculoides Lanz. e che sì
distingue da quest’ ultimo principalmente per avere i suoi polloni distesi. Egli osserva poi esser la
Potentilla pratensis Herb. della Transilvania, differente dalla P. delphinensis Gr. et Goodr., come
pure dalla P. chrysantha Sink, essere essa una specie collettiva di due specie ben distinte (P. co-
ronensis Schur) = (permirta Schur) e subalpina Schur, e trovata sino ad ora solo nella Transil-
vania. Lo stesso poi descrive anche un Hieracium gypsicola n. sp. rinvenuto su pascoli gessosi
nella Galizia unitamente a Gypsophila altissima, Cephalaria corniculata, Potentilla Skhofitzti ecc.
Questo Hieracium appartiene al sruppo in cui trovansi l’ Hieracium auriculoides, pontico-panno-
nicum, il Hieracium Sapiehe, cinaerescens, atricapillare.
Wolaszezak descrive (Giorn. botan. Vienna N. 7) una Satix difax (IS. appendiculataYKMîe-
lichoferî), raccolta nel Tirolo dal sig. Troffer e da esso ritenuta. per .S. gradifoliaXhastata), poi
una Sal. Mariana (S. cinereaXdaphnoides), la quale quanto alla sua forma e pilosità delle foglie
. fra tutti i bastardi prodotti da una Rugosa con una daphnotdes 0 purpurea , li alla Sal.
sordida (Sal. cinereaXpurpur ca).
‘Formanek — contribuzione alla Flora della Bosnia e della Erzegovina (1. c.). Nella lista
delle piante troviamo descritto l’ Aspidium bosniacum n. sp., e una nuova varietà « IPER è » del
Juniperus comunis.
Staph nella sua « Contribuzione alla flora della Persia » (Soc. bot. zool. II quart. 1888) de-
scrive un Thalictrum Sultanubodense, il quale differisce dal Th. trinornatun per < per filamentis
filiformibus ex pellis curvatis et stigmatis forma » poi una Fritillaria zagrica (Frit. Pinardù) la
quale differisce dalla Tubipifora armena per « maculis flavis, phyllo infero magis sociato » così
pure descrive una Narthea Polakii della Persia, coltivata nell’ I. R. Orto botanico. i
Palla descrisse (1. c.) due specie-di Carex. non ancor osservate nell’ Austria inferiore — Una
Carex curvata Knaf e unà C. Nordmanni Kern = (C. tomontosa et spiculis femminis omnibus
longo pedunculatis erectis Lev.), la quale si distingue dalla C. tomentosa per le spighe feminili
pedicellate.
Coliméè descrive (Bot. Monatsch N. 45 1888) una Carea stellulata ‘Good. var. oligantha della
Svezia e poi una forma speciale, causata dal freddo e dalla poca luce, che si distingue per le spi-
ghe compatte, delle quali l’ ultima viene sostenuta da una brattea che sormonta le spighe; poi de-
descrive Calime una C. Mithala n. hybr. (C. canescensXoliacca), pure della Svezia; — l’ autore fa
menzione anche d’una ©. Pinnewitziana, descritta da Pigert per un nuovo ibrido, mentre che que-
sta è di già descritta dal Hartman come €. ampullaceaXfesicaria, dal Blyt come un ibrido di
C. Triest. 5
Knoblauch. Nell’ adunanza della società botanica prussiana, tenuta nell’ ottobre 1886 a In-
sterburg il sig. Knoblauch descrisse la Carex vaginata Tausch, nuova per la flora della Prussia e
di tutta la pianura bassa della Germania, e, della quale la Car. sparsiflora della Svezia deve esser
presa come sinonimo. In questa adunanza i socii di detta società riferirono sulle escursioni bota-
niche fatte in diversi luoghi. (Soc fis. econ. Kònigsberg 1588).
Degen fa parola (Giorn. botan. Vienna, N. 7) del Botrychiwm virginianum scoperto da esso
sul così detto « Baronerfelsen » presso Karlsdorf nell’ Ungheria. Questa pianta, l’ unico rappresen-
Rae 1 TI
148
tante della Osmundopteris, è nuova per la flora dell’ Ungheria, ma fu trovata già sullo Schnecherg
(Austria inferiore) e presso Lemberg. In società con essa trovansi: Campanula Welandii, Dianthus
banaticus, Scabiosa banatica, Schleranthus dichotomus, Erysimum vomatum e altre rare specie.
Hansgirg pubblicò il 1.° volume della flora delle alghe della Boemia (Archiv. f. naturwis.
Durchforsch von Bòhmen, Prag. V. 6 e VI. 6, 1886 e 1888)—questo contiene le Rhodophycee, le
Phorcophycee e le Chlorophycee delle quali ne dà una enumerazione sistematica, descrittiva ed il-
lustrata da numerose figure con osservazioni critiche, con una lista di opere algoologiche, con una
descrizione per preparare le alghe ecc. ecc. — Abbenchè, come dice l’ autore stesso, non sia stato
possibile perlustrare minutamente tutte: le località, pure questa flora conta già adesso più di
1000 specie di alghe montane, stagnofile, termali, di acque correnti, di acque stagnanti ece. fra le
quali alcune di sommo interesse, molte nuove; di queste ultime ne vogliamo menzionare alcune po-
che come Chantransia chalybea v. thermalis, (qui osserva l’ autore aver esso trovato una certa
connessione genetica tra le forme di Chantransia e la specie di Batrachospermum), Stegeoclonium
pygmenm (affine all’ Endoclonium chroolepiforme e all’ Endr. polymorphum epifitica e endofitica
su Lemna gibba) Trenthepolia Willeana (affine alla, Lepodesira mediciuna e al Chroolopus), Ino-
derma majus (per lo più in regioni montane unitamente alla UWlotrx focida, al Mesotonium mi
crococcum) — Acanthococcus minor (in acque stagnanti fra altre alghe) Mongeotia corniculata
(in stagni salini fra altre Zygmenacee) ecc. ecc. L' autore descrive anche una nuova famiglia My-
| coidea (colla specie Myc. parasitica nelle serre calde su Bibergia, Stanophea la quale forma la
subspecie « Oogonece delle Confervoidee » e sì distingue dalle Coleochelacee, per la particolare
forma degli organi sessuali delle setole ecc. (1).
Reinsch descrive (Flora N. 12 Ratisbona 1833) due specie di Dermastia della Giorgia, cioè
Derm. pteridioides, affine alla Desm. Rassi, Derm. Willii, un po’ somigliante alla D. v@ridis e
D. aculeata var. compressa. )
Zukal descrive un Hymeneconidium petasatum, n. sp. un rappresentante d’ un nuovo fungo
di una nuova famiglia, che vive su foglie e frutti dell’ olivo e che a primo aspetto si potrebbe pren-
dere per un Marasmus androsacesus (Soc. zool. bot. Vienna III 1888).
Massalongo descrive (Botan, Centr. BI. 1888, N. 26) una Taphrina Ostryce n. sp., la quale
vive sulla pagina inferiore delle foglio dell’ Ostrya carpinofolia. Questa specie, trovata nella Valle
di Tregnago (prov. Verona), si distingue per la grandezza delle spore e per il non accagionare de-
formazione alcuna sulla foglia infestata, come ciò succede per altri parassiti dello stesso genere.
Caspary (2) tratta (Soc. fis. econom. Konigsberg 1888) dei legni fossili della Prussia con os-
servazioni critiche sull’ anatomia del legno. Troviamo descritti: Schinus primevum Casp. assai
somigliante allo Sch. molle, Ptatanus Klebsti Casp. al quale si assomiglia il legno del P/. occ
dentalis — Iuglane Triebelii Casp. affine alla Pterocarya caucasica vivente; Laurus bizeriata
Casp. simile al legno del Dicypellium caryophyllatum e al Laurus sassafras ecc.
Scharitzer da i risultati cristallografici ed ottici del Bertrandite, un idrosilicato del Bery-
lium nella Pegmatile di Pisck in Boemia (Giorn. di cristallogr. di Groth 1888). "
Jerofeieff Latischinoff fanno parola del Meteorite caduto nel settembre 1886 presso Novo
Urei in Russia (Compt. rend. T. 106, 1888 Ref. Nat. Rundsch. N. 35). Questo meteorite è di frat-
tura nera con punti metallici bianchi; consta di Olivius granulare e di Augite, di ferro nativo
nickelifero, e di ferro cromato e d’ una sostanza carbonosa, quest’ ultima consta di carbone umoso
e di diamanti in piccoli grani microscopici. Nel ferro meteorico di Arva (Ungheria), fu trovata gran
quantità di Schreibersite e di grafite in forma di diamante. Il sig. Daubrée osserva su questo pro-
posito (1. c.) essersi il diamante o trasformato dalla sostanza carbonosa, ovvero presentare esso una
trasformazione in grafite e che rinchiuso il diamante in una massa di ferro di alta temperatura il
(1) Per cura del succitato comitato furono pubblicate anche le seguenti opere botaniche: Flora della Boemia
del Prof. Celakowski, Flora del territorio della Cidlina e della Medlina del Prof. Pospichal, le Epatiche della Boemia
del Pruf. Dedecek.
(2) Morto nel settembre 1887, la sua necrologia è negli scritti della detta società
149
diamante abbia perduto la sua forma primitiva e sia passato in una modificazione allotropica del
grafite. $
I Fletscher fa menzione (Naturwist. Rundtsch. N. 30) d'un ferro meteorico che fu veduto cadere
dal Sheik Kolaph Ben nella Valle Wadee Danee Khaled in Nageda (Arabia centrale) nell’anno
1280 (1863). Questo ferro meteorico pesa 584 Kil., è lungo 41 cent., largo 28 cent. ed ha una forma
grigia tetraedrica, è coperto d’ uno strato nero di ossido di ferro magnetico.
Vienna SENONER.
NOTIZIARIO
— ressa
L'insegnamento della Storia naturale nelle scuole secondarie del regno. Che
l’ insegnamento della storia naturale nelle scuole secondarie ed elementari d' Italia, quantunque da
molto tempo istituito, non abbia dati in generale sodisfacenti resultati è cosa verissima, ma da
ciò al poter ritenere che l'insegnamento stesso sia inutile fino al punto dal vederlo quasi abolito
nel disegno di legge di cui più sotto si parla, corre un’ abisso. Se î resultati non sono stati buoni
se ne ricerchino le cause che si troveranno ben facilmente e che sono conosciute da chiunque sia
davvero intelligente in questa materia. Buoni insegnanti che abbiano fatti appositi studi e copiose
collezioni perchè l’ insegnamento sia il più possibile aggettivo. Ecco ìl gran segreto!
Convinti di ciò abbiamo appreso con vero piacere e ci associamo completamente alla seguente
deliberazione presa dal dotto consesso che è la Società Veneto-trentina di scienze naturali, della
quale fanno parte molti illustri naturalisti, il cui parere in materia è davvero indiscutibile.
Ecco la lettera ché gentilmerite è stata comunicata anche a noi:
Padova 18 Maggio 1889.
A sua Eccellenza
Paolo Boselli
Ministro della pubblica istruzione
Roma
La Società Veneto-Trentina di Scienze naturali, residente in Padova,
convocata în seduta straordinaria lì 9 maggio 1889,
avuta cognizione del disegno di legge della Commissione parlamentare, relatore on. Ferdinando
Martini, sull’ istruzione secondaria, nel qual disegno l’ insesnamento della Storia naturale, ristretto
al Ginnasio ed affidato ad un professore che non vi sia abilitato, viene, nel fatto, se non nella pa-
rola, ad essere abolito,
ha espresso, dopo matura discussione, l'avviso che l’ insegnamento scientifico non possa essere
diminuito nei licei, senza incorrere nel pericolo di dare alla gioventù italiana una coltura incom-
plota ed un indirizzo contrario allo spirito dei nostri tempi, nei quali il movimento scientifico ha
raggiunto una importanza capitale ;
in particolare poi ha ritenuto, che la soppressione dell’ insegnamento della Storia naturale nei
licei sarebbe opera illiberale, che, con grave danno della Nazione, priverebbe la gioventù dell’ in-
fluenza educatrice intellettuale e morale delle scienze naturali; ed abbasserebbe il livello dell' in-
segnamento universitario, il quale dovrebbe essere impartito a studenti venuti dal liceo digiuni di
ogni preparazione allo studio della biologia. sit
Per queste ragioni la Società è di ‘avviso, che l° insegnamento della Storia naturale debba non
soltanto esser mantenuto nei licei, ma eziandio che 1’ ufficio d’ impartirlo venga assegnato soltanto
a coloro che hanno conseguito da una Scuola di Magistero il corrispondente diploma di abilitazione.
Ed ha incaricato la presidenza di far conoscere questi suoi voti a S. E. il signor Ministro della
150
Pubblica Istruzione, affinchè ne tenga conto quando il predetto disegno di legge sarà discusso nei .
due rami del Parlamento; ed alle società sorelle, perchè, si associno a lei a vantaggio della coltura
nazionale.
Il Presidente
Pror. GIOVANNI CANESTRINI
Seguono le firme di tutti i soci.
La coltura dell’ Olivo in Italia. Raccomandiamo ai nostri lettori la bella ed interessante
opera che sotto questo titolo stà pubblicando l’ egregio sig. rag. Raffaello Pecori di Firenze (Via
dei Serragli 46). Contiene notizie storiche, scientifiche, agrarie ed industriali. Sono usciti 7 fascicoli
con 7 bellissime figure rappresentanti in colori al naturale le diverse varietà di piante di olive.
L'intiera opera si comporrà di 25 dispense con altrettante figure che saranno pubblicate 2 al
mese. Prezzo per ogni dispensa L. 0, 80 e dell’ intiera pubblicazione L. 20 a rate di L. 5 o L. 18
anticipate. ;
Laboratorio privato di Zoologia marina. I distinti naturalisti Torinesi sigg. £. Ca-
merano, M. G. Peracca e D. Rosa hanno impiantato a proprie spese in Rapallo un laboratorio
di Zoologia marina che siamo certi sarà molto utile per gli studiosi della zoologia, per cui non pos-
siamo che tributare elogi aì sunnominati signori e fare auguri per l'incremento di questa piccola
stazione zoologica. ——
Potenza antisettica di varie sostanze. Per provare la potenza antisettica di varie so-
stanze il Miguel ha fatto esperienze e calcoli per verificare la quantità minima delle medesime,
necessaria ad impedire la putrefazione nel lesso neutralizzato, e ottenne i seguenti numeri percentmali.
Ioduro di mercurio 0,025 - Sublimato corrosivo 0,070 - Acido cromico 0,20 - Cloro 0,25 -
Todio 0,25 - Bromo 0,60 - Iodoformio 0,60 - Cloroformio 0,80 - Solfato di rame 0,90 — Acido car-
bonico 3,00 - Tannino 4,80 - Acido arsenioso 6,00 - Acido «borico 7,50 - Idrato di cloralio 9,30 -
Acido salicilico 10,00 - Solfato di ferro 11,00 - Alcool amilico 14,00 - Etere 22,00 - Alcool 95,00
- Sale comune 163,00 - Glicerina 200,00. RI i
Si vede con ciò che la combinazione mercuriale è quella che possiede la maggior potenza
antisettica. i n
Antisettico Rotter. Il prof. Rotter ha proposto, al ‘Congresso dei naturalisti e dei medici
tedeschi tenuto a Cologna, il liquido antisettico seguente, che, secondo lui, sarebbe esente di pro-
prietà tossiche inerenti agli antisettici comunemente in uso.
SUDIIMALORCONTOSIVO RO RO O 9
Cloruro dì sodio È a 3 È s A Ù 5 3 « RD
Acido fenico . ° 5 A 1 x y E É Ù « 200,
Cloruro di zinco
Solfofenato di’ sodio Ì Si e E O
Acido borico —. 5 5 5 S 2 È à O 4 « 300
« salicilico . 5 È È 5 7 ; h 5 , « 60
Fimolo
Acido ica) È 2 SRO I; } di 3 È h « 10
Acqua... : È : 5 - ; Eolo « 100,000
Questa è la soluzione forte dell’ Autore.
Per ottenere la soluzione debole si lascia da parte il sublimato e l' acido fenico. La soluzione
è limpida e trasparente. Gli istrumenti di acciaio non sono intaccati da essa.
Fauna del duomo di Strasburgo. Di grande interesse è il conoscere la fauna del Duomo
(il Miinster) di Strasburgo sul quale passeggia la Ciconia alba, vi nidifica il Falco tinnunculus, e
il Corvus monedula. Vi sì trovano pure, la Wringilla domestica, la Hirundo rustica, la Silvia
tithys; il Gypselus murarius viene ai primi di maggio e vi resta fino alla fine di agosto, facen- +
dò il suo nido nei luoghi più inaccessibili dell’ edificio. A'hche colombi e vespertilii non vi man- .
cano. Tutti questi animali vivono insieme in santa pace. Poi sono a notarsi grandi Epeira, le
quali coprono colle loro reti tutte le colonne, statue ece. Merita esser menzionata la PolyphyMWa frul-
la e la Vanessa cardui, la quale scaccia tutti gli altri lepidotteri, meno la BryophyWa muralis ,
RATg 0 eo
ERRE REST a TR RATTO, sia
MERO OSTIA REIT IE
he
TA
151
.
la'quale resiste a tutti i suoi ‘attacchi (Bull. de la Soc. d'hist. nat. Colmar — Die Natur. Halle
N. 7, 1889). Sr.
Il secondo congresso internazionale di antropologia sarà tenuto a Parigi dal 10
al 17 agosto p. ’
Gli allevatori di animali da cortile e da colombaia di tutto il regno sono ammessi
a prender parte al concorso agrario regionale veneto che si terrà in Verona dall’ 8 al 29 settembre. p.
Un congresso antischiavista avrà luogo a Lucerna nei primi del prossimo agosto.
Esposizioni internazionali di Geografia botanica commerciale e industriale,
e retrospettiva del Microscopio saranno tenute in Anversa nel prossimo anno.
Esposizione nazionale d’ igiene a Padova, avrà luogo nel settembre p. contempora-
neamente al congresso delle Sogietà italiane d’ igiene .
Posti vacanti: Prof. Anatomia patologica, Ist. sup. Firenze — Prof. Chimica farmaceutica,
Università Messina — Prof. Geologia, Università Pisa — Prof. Patologia generale ed anatomia pa-
tologica veterinaria, Università Bolosna — Prof. Anatomia e fisiologia comparata, Università Sassari
— Tutti questi concorsi scadono il 21 Settembre.
Direttore del Ginnasio e. Rettore del convitto civico di Fermo. Stipendio L. 2500, alloggio e
vitto. Scade 30 giugno. Domande al Sindaco.
Prof. di materia medica e farmacologia, Università Cagliari — Idem, a Messina — Prof. di Fi-
sica, Università Cagliari — Scadono il 31 luglio.
Presso il ministero della p. i. sono aperti a tutto il 30 giugno, concorsi per titoli ai posti va-
canti o che potranno vacare, nelle scuole normali governative, per proff. di scienze naturali ecc.
Porre ene
Il 12 aprile p. p. moriva a Pavia nella età dì 83 anni il dott. Angelo Maestri primo il-
lustratore dell’ Embriogenia nel filugello, autore dei celebri Frammenti anatomici fisiologici e pa-
tologici sul baco da seta. ecc. ecc.
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all' amministrazione del giornale.
35. Giuseppe Terrenzi di Narni, offre in cambio di fossili o minerali; Ammoniti del Lias
superiore, radioli di Cidaris del Lias medio e molluschi viventi dell’ Umbria e dell’ Oceano indiano.
36. Si offrono pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi : Gazzi modenesi (neri, scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bigi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, tringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc.), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini. ;
Presentemente disponibili. un paio gazzi caldani ed un paio gazzi pietra chiara con verghe
gialle. Prezzi da convenirsi dirigendo le richieste all’ ing. Scola Gaetano in Cremona.
37. Desidererei dalla gentilezza di qualche abbonato una o più inflorescenze di Eudoena (Rea-
na) lusssurians. Rifusione di ogni spesa. Spedire a Bonis Antonio in Badia Polesine. Di
38. Offro, molluschi viventi del Jura, e serie di bei fossili dell’ Osfordiano del Jura (ben de-
terminati), in cambio di molluschi terrestri dell’Italia del sud, della Sicilia e della Sardegna.
T. Berlier. Chatillon par Mirebel. (Jura). Francia.
39. .S7 vendono uova per riproduzione di Galline della Cocincina gialla, di Galline Cocin-
cina incrociate con le comuni e di Gallina di Faraone a L. 0,30 l'una. Per spese di Pacco postale
e imballaggio aggiungere L. 1,50 in più. Dirigere commissioni e vaglia a Sperandio Valacchi, Via
| Pellegrini 4 Szena.
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ì 4 ; ua "TASA pu E:
152
VARIATA
LA CALVIZIE E LA SCIENZA!
Alcuni medici credono che caduto il Capello, sia impossibile ottenere una nuova capigliatura. Il Dott. Clarck
— uno fra i pochi che abbia fatte esperienze speciali sui fenomeni fisiologici del sistema piloso — ha proyato chia-
ramente coi suoi scritti e coi miracoli ottenuti colla Eucrinite — mediante la quale un numero infinito di calvi hanno
riacquistata la loro capigliatura — che questa credenza è erronea.
« Non vi è persona, scrive il Clarck, che pettinandosi non lasci dei capelli col relativo bulbo nel pettine, e
« non v'è capo per quanto ben guarnito, che in pochi anni non resterebbe calvo ove quei capelli non si riproducessero.
« Che prova ciò? Che i capelli rinascono da se stessi, obbedendo alla legge naturale di riproduzione, ovvero col
« soccorso dell’arte, allorchè in seguito a fenomeni accaduti nel sistema piloso, la natura indebolita non è più atta
« a compiere l’opera sua. —
< Alla rigermogliazione capigliare concorrono fo?licolo, bulbo e capello. Il bulbo é isolato dal follicolo: strap-
< pasi il primo senza danneggiare affatto il secondo: il bulbo disseccato cade, ma il follicolo resta intatto e idoneo
« a riprodurre un nuovo bulbo: su questo principio scientifico è basata la rinascita del capello.
< Altra prova della facoltà rigeneratrice del follicolo l’abbiamo in tanti individui che strappansi i peli del
« naso, degli orecchi e quelli sovrabbondanti dell> sopracciglia e sempre invano, poichè la natura riproduce in-
« cessantemente l’opera che vorrebbero distrutta! Resta dunque chiaramente provato che il capello che cade o che
« é strappato non implica la impossibilità di una rigenerazione.
< Coll'Eucrinite (che riposa sulla conoscenza fisiologica della pelle e del capello sulla conoscenza delle affe-
« zioni che colpiscono questi organi e delle sostanze teraupetiche atte a combatterle) i capelli rinascono in breve
«< prima fini, poco visibili, poi divengono folti e robusti; le spuntate o fiorite succedonsi, seguonsi, finchè il capo
« torna a riguarnirsi di capelli: la parte denudata gradatamente diminuisce, la piazz4 si restringe e scompare
« circuita dall’invadente rigenerazione capigliare delle parti laterali. »
Così parla il Dott. Clark in un suo trattàto, e quanto valgano le di lui parole lo prova il numero straordinario
di attestati, comprovanti l'efficacia miracolosa della sua Eucrinite, che pure in Italia ha sollevato grande rumore
mercé gli splendidissimi resultati ottenutì anche su persone la cui calvizie rimontava a venti e trenta anni indietro ?
L’Eucrinite vendesi presso G. Milani e C., Fuorì Porta S. Miniato 6, Firenze, costa L. 6,50 il facon e spediscesi
ovungue dietro domanda unita all'importo.
LE MONDE VU PAR LES SAVANTS
Au moment où la France célèbre le glorieux anniversaire qui marque le souvenir d'une ère
nouvelle dans l’Histoire des peuples, nous avons pensé qu'il y aurait intérét a jeter un coup d'eeil
d’ensemble sur les conquétes que la science a réalisées pendant le siècle qui s'achève, et qui est
vraiment le Siecle de la Science.
Le monde que nous habitons offre è nos yeux un merveilleux spectacle: de jour en jour plus
étudié et mieux connu, il se présente è nous avec ses tableaux variés qui provoquent notre admi-
ration et dont les savants modernes ont surpris les secrets jusqu'alors impénétrables, grace aux
admirables instruments de travail qui ont décuplé leur puissance d'investigation.
Nous avons pensé qu'il fallait donner la parole aux maîtres eux-mémes et les laisser exposer
leurs découvertes dans ce magnifique langage qui leur est propre et qui porte avec lui le cachet
de leur puissante individualité en méme temps que de leur lumineuse et persuasive conviction.
è L’ouvrage complet formera un beau volume de 1000 pages grand in-8 à deux colonnes, ayee
800 figures intercalées dans le texte représentant des tableaux de la nature, des scènes pittoresques
de science, de géographie physique, de eéologie, de botanique, de zoologie, etc. Il se publie en 30
séries. On recevra franco, chaque semaine; une série, en adressant aux éditeurs MM. J.-B. Bar
LiéRE ET Fis, 19, rue Hautefeuille, un mandat postal de Quinze FRANCS.
Pour recevoir, à titre de spécimem, une série de 32 pages, il suffit de joindre à la lettre de
demande 3 timbres-poste de 15 cent.
S. BROGI direttore responsabile i Siena, Tip. e Lit, Sordo-muti di L. Lazzeri
Mardino l lelimatzine d' Ippolito Desmeure - Firenze >
Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uccelli esotici, pappagalli, co-
nigli, polli esteri, piccioni, ecc.
Le uova di galline a qualunque varietà appartengano costano cent. 50
l'uno; l'imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
2000 COPIE 590 Copie
me To Cyelostglo Leni,
pro SSA
Questo apparecchio autolitografico-celere a ragione è stato ovunque riconosciuto superiore a tutti
gli altri suoi congeneri; esso mentre porge una semplicità massima nel modo d’impiegarlo, si rende
indispensabile per la grande economia di tempo e di danaro che offre.
Chiunque possa aver bisogno di diramare una circolare anche se in numero limitatissimo di
copie, o di riprodurre più volte uno seritto qualunque, una figura, un disegno, una tabella statistica,
un piano topografico, musica ecc. deve provvedersi del Cyclostyle, perchè più pratico, più spiccio,
e più economico degli altri apparecchi copiativi
La tiratura delle copie si può fare adagio o in fretta, ad intervalli di ore, di giorni, settimane
mesi ed anni, durante i quali l'originale, è sempre buono ed atto alla riproduzione.
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mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. VW.
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ANNO IX
15 Luglio 1889
(Bollettino N. 7) N. 13-14
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RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
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Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio ; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
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Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
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Parumpo Augusto — QCustelvetrano (Sicilia)
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La Etivista italiana di Scienze naturali
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Il Etollettino del naturalista collettore,
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rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
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niti costa Lu. S e quello al solo T*ollettino IL. 3
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altri paesi.si pagano in più le spese postali.
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no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti. ,
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Tutiè è pagamenti devono essere anticipati, Chi desidera
risposta unisca i francobolli necessari.
VAR
Un nostro amico — scrive la 7ribura di Roma — ci racconta un fatto assai curioso, di cui ieri è stato
testimone presso l’Utficio d'una grande amministrazione.
Uno di quelli impiegati, quantunque ancor giovane, era quasi interamente calvo. La di lui calvizie era oggetto,
per parte de’ suoi colleghi, di continui scherzi. Mesi or sono chiese ed ottenne un permesso illimitato per sistemare
alcuni affari di fainiglia e partì per Bergamo sua città natale.
Tornato in Roma si presentava ieri all'ufficio e reclamava il proprio posto. Ma al primo momento nè î suoi
superiori né i suoi colleghi lo riconobbero poiché egli aveva una folta capigliatura nera che lo trasformava com-
pletamente. Si. pensò che egli portasse una parrucca. Ma ei fece ricredere tutti spiegando la sua felice trasforma-
zione. Egli raccontò che al suo arrivo a Bergamo la di lui sorella gli aveva consigliato l’uso dell’Eucrinite del Dott.
W. Clark per far sparire la deturpante calvizie.
Egli aveva seguito questo consiglio e n'era rimasto mirabilmente soddisfatto, poichè, GIAzio al Times im-
piegato, era riuscito a riacquistare la sua superba capigliatura d'una volta.
Sorpresi da tali risultati — ai quali pel passato mai avevamo prestato fede — ci prese vaghezza di consultare
uno studio del Dott. Clark sulla Calvizie, sue specie, sue cause, sua guarigione, ed ecco il principio scientifico sul quale
egli basa il processo della, rigermogliazione capigliare, principio — è forza convenirne — logico e convincente.
Riproduciamo testualmente.
< Alla rigermogliazione capigliare concorrono follicolo, bulbo, e capello. 11 bulbo è isolato affatto dal follicolo:
« Si può quindi strappare il primo senza danneggiare il secondo: il bulbo disseccato cade, ma il follicolo resta in-
« tatto e idoneo a riprodurre un nuovo bulbo: su questo principio scientifico è basata la rinascita del capello,
« Mediante l'Eucrmile, i capelli rinascono in breve, dalla circonferenza al centro, fini come lanugine, poi divengono
« fitti e robusti: le spentate o fiorite succedonsi, seguonsi finchè il capo torna a riguarnirsi; la parte denudata gra=
« datamente diminuisce, la piazza si restringe e scompare circuita dall’invadente rigenerazione capigliare. L' Eucri-
<« nife mostra anche in pochi giorni, mediante il microscopio, la soluzione dell’arduo problema!
E aggiungiamo, nell'interesse dei nostri lettori calvi o che stanno per divenirlo .... che l’Eucrinite vendesi
presso la Ditta G. Milani e C., fuori Porta S. Miniato 6, Firenze, costa L.6,50.il fiacon e viene spedita ovunque
dietro domanda accompagnata da vaglia postale.
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Mattioli Luigi. La solforatrice automatica Beccari. (Con una figura).
Giachetti G. C. Colombicultura (cont.)
Comunicazioni: Determinazione dello spessore del vetrino copri-oggetti. nei preparati micro=
scopici A. P. — Malattia nel pollame Dr. U. Beccarini — Parassiti del tabacco Sy. — Il Meru-
lius lacrimans ed i legnami Sr.
Notizie di caccia e note zoologiche: Red. — Moschella — Gasparrini — Brogt.
Invenzioni e scoperte: Da pag. 160 a pag. 162.
Insegnamenti pratici : pag. 162.
Notiziario da pag. 163 a pag. 164. — Richieste offerte e domande di cambi pag. 164.
SOMMARIO DEL:IN..14
Longo Prof. A. Ancora sulla quercia fragno.
Maitei G. E. Ricerche intorno alla nuova quercia italiana. (Con una tavola).
Palumbo A. Sulla caccia dei coleotteri (cont.)
Rivista bibliografica da pag. 179 a pag. 180.
MANUALE PER LA TECNICA MODERNA DEL ‘MICROSCOPIO
nelle osservazioni istiologiche, embriologiche, anatomiche e zoologiche
del Prof. A. GARBINI
Un volume riccamente illustrato L. 4. (Per i nostri abbonati L. 3,80, franco)
rilegato L. 6. (Per i nostri abbonati L. 5, 80, franco).
N213:
(Bul. N° 7) BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
Anno IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
E
10 Luglio
1889
LA SOLFORATRICE AUTONOMA
del Dottor BECCARI
Fra le varie solforatrici che sperimentai in un buon numero di anni, quella
che mi fece ottenere maggiori e migliori risultati, più presto e con più econo-
mia nel tempo stesso, che mi parve a ragione la più razionale, è senza dubbio
la Solforatrice autonoma del Dott. Beccari Prof. Giuseppe di Montaione (Firenze),
che raccomando caldamente a tutti coloro che hanno vasi vinari vuoti o scemi
in cui vogliono preservare il vino.
Ciò premesso, e poi perchè non
vi è alcuno che non sappia a quali
pericoli corrono i vasi ove vengano
trascurati, trovo affatto superfluo
spendere parole intorno all’ utilità.
delle solforatrici in generale ed in
specie di quelle che soddisfano me-
glio alle esigenze per cui son fatte;
procurerò invece di dare una idea,
la più esatta possibile, della solfo-
ratrice autonoma menzionata.
Chi ne ha usato ancora, sa quanti
inconvenienti presentano le solfora-
trici fin qui costruite, malgrado i
moltissimi miglioramenti introdottisi
e perciò, dopo avere adoperata quel-
la che m’accingo a descrivere, deve .
subito convenire con parecchie per-
sone degne di fede che la conoscono,
tra cui vanno ricordati, Rossi Mar-
cello e Rossi Cesare di Piove di Sac-
co (Padova) (1) che le solforatrici
finalmente hanno raggiunto la loro
perfezione. È la seconda edizione -
della solforatrice Neszler quanto alla -
(1) Anche all’ Illmo. Sig. Prof. Sestini piacque questo piccolo apparecchio, come da sua lettera
in data 18 Ottobre 1888.
154 (Bollettino pag. 82)
maniera di funzionare; ma di gran lunga migliorata, presentando essa tutti i
vantaggi della prima e nessuno dei suoi inconvenienti. Come vedesi nell’annessa
figura, questa solforatrice è formata di due cassette in latta, una dentro l’altra,
che hanno in comune il fondo ed una parete sulla quale è praticata un’ aper-
tura a. Nella cassetta interna havvi una bacinella con del solfo in combu-
stione da cui si sviluppa dell’ anidride solforosa che viene tosto introdotta, grazie
questo processo, nella botte sottostante, messa in comunicazione da un tubo
colla cassetta medesima: per il calore dovuto alla combustione già accennata,
l’aria compresa tra le due cassette si rarefà ed esce dal caminetto al di sopra
dell’ apparato, e l’aria della botte allora che ha accesso mediante un secondo
tubo nello spazio tra le due. cassette , va subito ad occupare il posto lasciato
libero da quella già uscita ed in tal modo viene pur essa a rarefarsi. Ne segue
per tanto che l’aria esterna, penetrata nella cassetta in cui c’è il solfo in com-
bustione, entra nella botte dopo essersi mescolata coll’ anidride solforosa.
Spero che il lettore a quest’ ora sia a conoscenza dei vantaggi che essa
presenta, che non sono del resto di lieve momento: infatti non è cosa dappoco
che uno strumento agisca da sè e compia l’ opera sua con la spesa piccolis-
sima di una manata di solfo, a differenza di qualche altro per il quale occorre
l'alcool costosissimo, e che inoltre non fornisca al recipiente, come non avviene
in nessun altro sistema, materiali che gli possono tornar di danno, le ceneri
dello stoppino, per non dir che di questi due, ed i prodotti solfo-carbonici che
si sviluppano dalla combustione.
Se tutto ciò che ho detto di questa solforatrice, costretto dalle esperienze
fatte, valesse a raccomandarla e tornasse come di incoraggiamento presso il
suo inventore, ne sarei ben lieto, rendendogli così la miglior prova della stima
in cui a buon conto lo tengo.
MATTIOLI LUIGI
' P. S. Chi desiderasse far acquisto di questa solforatrice, deve rivolgersi’ all’ inventore Dott. G.
Beccari a Montaione (Firenze) da dove la riceverà per sole 5 lire franca di porto.
Rien 13
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CAPITOLO VI.
(Continuazione)
QUADRO DEI RESULTATI OTTENUTI CON L' INCROCIAMENTO DI DIVERSE RAZZE.
da A. E. BREHM
RAZZE 0 VARIETÀ INCROCIATE PRODOTTI
I. Goszuto e Mondano . . . . . +. . + Retato di color noce, Coor fuoso e giacinto.
Il. Gossuto e Romano . . . . . + + Cavaliere.
III. Gossvto e Monaco... ... +4. Maurino.
(Boll. pag. 88) 155
RAZZE O VARIETÀ INCROCIATE PRODOTTI
IV. Gozzuto color camoscio e Goszuto scuro. Goszuto color camoscio brinato o la varietà co-
lor di notte.
V. Gozzuto e Mondano grosso . . +. . . Cavaliere.
VI. Retato di color giacinto e Retato scuro . . Retato di color noce.
VII. Retato di color giacinto e Retato di color noce Retato di color pesca.
VIII. Gozzuto turchino e Goszuto scuro . . . Gozzuto grigio brinato.
IX. Goasuto grigio di ferro e Goszuto scuro . Gozzuto grigio picchettato.
X. Gozzuto color camoscio e Goszuto turchino Gozzvto color ardesia.
XI. Goszuto scuro e Gozzuto turchino . . . Gozzuto rosso.
XII Lillese e Calzato +. . . . . + + + + Calzato tombolante o Ze//ese piccolo.
XII Tamburo e Pavone . . . .%. . . +» Tombolante a coda stretta.
XIV. Tamburo e Volante . . . ò . Volante calzato color rospo.
XV. Bagadese batavo e Mondano coll’ occhio . Bagadese batavo con l' occhio rosso.
XVI. Bagadese bianco e Bagadese batavo nero, Bagadese color pietra.
XVII Bagadese mondano con l'occhio e Cavaliere Cavaliere misto.
XVII. Romano e Bagadese batavo +. . . . . Romano misto,
XIX. Romano nero e Romano grigio . . * + Romano grigio picchettato.
XX. Tremolante sericeo con altre razze . . . Colombi sericei di tutte le forme e colori.
XXI. Monaco scuro e Monaco rosso. . +. . +. Monaco scuro brinato.
XVII, Monacorosso brinato e Mon.° color camoscio Monaco camoscio brinato.
XXIII Monaco cappuccino e Mondano . . . . Incappucciato.
XXIV. Capitombolante inglese e Mondano piccolo. Sviszero dal collare dorato.
XXV. Volante e Pavone. . . . . + +. . + + Volante nero a coda bianca.
XXVI. Pollacco e Cravattato. +. «. . + + . . Pollacco scherzoso.
CAPITOLO VII.
I piccioni domestici — Delle razze e varietà osservate e descritte dagli antichi
— Preesistenza delle razze principali all’ era medioevale — Enumerazione e
classificazione delle razze dei piccioni domestici secondo diversi autori, |
Lasciata insoluta la questione circa la discendenza dei piccioni domestici,
vediamo adesso quali sono state le classificazioni adottate dai più grandi natu-
ralisti, da Aristotele fino ai contemporanei. È
Conviene premettere che non tutti gli autori hanno seguito nella nomen-
clatura e nella classificazione uno stesso sistema: taluni presero a considerare
i diversi gradi di domesticità, altri la colorazione del mantello, altri la dispo-
sizione delle piume, altri le forme generali del corpo, altri la conformazione
anatomica della testa, alcuni l’ altezza del tarso o la lunghezza dell’ ali. — Vi
fù chi classificò tutti i piccioni domestici per gruppi; chi per gruppi, per sot-
togruppi e per razze; chi per divisioni sezioni e famiglie; chi per sezioni, per
specie. e per varietà; chi per razze e sottorazze; chi semplicemente per razze.
Sembra che gli antichi avessero osservate poche razze o varietà di piccioni,
imperocchè nei loro scritti non si accenna che a pochissime delle razze attual-
mente esistenti. — Taluni obiettano a questo proposito che in allora non tutte
È
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|
i
1
156 (Boll. pag. 84)
le razze dei piccioni domestici potevano conoscersi, perchè non peranco fabbri-
cate dall’ uomo: ma noi non ci appaghiamo di tale spiegazione, e pure ammettendo
che alcune varietà secondarie inglesi e tedesche siano state ottenute dopo il
1500, riteniamo con alcuni autori che almeno le razze principali dovevano cer-
tamente esistere.
Un Belga dottissimo, il La Perre de Roo, nella sua bella monografia. dei
piccioni domestici, (1) combatte saggiamente la teoria dell’ inesistenza delle
razze principali avanti l’ era medioevale, colle seguenti parole :
« Pour moi éleveur et praticien, quì ne me crois pas obligé d’ accepter
comme paroles d’evangile tout ce que les theoriciens avancent avec une im-
pardonnable légèreté, la plupart de nos races de pigeons domestiques comme
le pigeon cravaté, le quene de paon,le tambour, le capucin, etc., sont des races
primitives que la nature a créeés,-et, a mon sentiment, l’ homme n'a jamais
rien fait que détruire les races en les mélangeant.
« Depuis trente-cinq ans j'ai essayé avec diverses chances de succés, un
grand nombre de races de pigeons, et mes tambours m’ont toujours reproduit
des tambours, de méme que mes pigeons queue de paon m' ont toujours repro-
duit queue de paon, sans jamais me fournir des variétés accidentelles qui élevées
avec soin, auraient pu engendrer de nouvelles races.
« Jai cru devoir faire ici cette observation sur les. prétendues nouvelles
races qua chaque instant l’ homme, dan son incommensurable orgueil, pré-
tend avoir créés; tandis que le plus souvent ce ne sont que des représentants.
d’anciennes races démodées, abandonnées par les amateurs et oubliées par les
auteurs modernes, qu'il retire de l’oubli et introduit de nouveau dans les col-
lections sous une nouvelle étiquette. »
Aristotele, il grande storico degli animali, ha collocato il piccione dome-
stico nel quarto ed ultimo posto del suo genere Peristeroeide, che non si
compone che del piccione selvaggio, del colombaccio, della tortora dei boschi,
e del piccione domestico. Però, quel sommo autore indica come varietà distinte:
1.° il piccione di Grecia
2.° il piccione d’ Egitto
: Varrone distingue tre razze principali di piccioni :
1.° il piccione domestico Î
2° il piccione torraiolo — | Dell’'Agricoltura - Libro. 83.
3.° il piccione misto
L'ultima razza che egli dice frutto delle prime due, doveva comprendere
i moltissimi tipi che si osservano nelle razze di lusso o da amatore. I piccioni
Storia. degli Animali - Libro 6.
(1) Monographie des pigeons domestiques par V. La Perre de Roo — Paris — Deyrolle 1883.
(Boll. pag. 85). 157
della sua razza mista erano sicuramente quelli che per la splendidezza delle
tinte o per una particolare disposizione delle penne raggiungevano prezzi ele-
vatissimi e addirittura favolosi, tanto da mandare in rovina parecchi collezionisti.
_ Poco si apprende da Columella e da Plinio circa il numero delle razze dei
piccioni esistenti nei loro tempi. Il primo non nota altra differenza che quella
che passa fra i colombi Alessandrini (forse i cravattati di Tunisi) ed i colombi
di Campania - Dell’ Agricoltura - Libro 8 -; ed il secondo si attiene comple-
tamente a Varrone, indicando però come due varietà distinte il piccione romano
o di Campania, ed il piccione di Modena (certamente il triganino) - Storia na-
turale - Libro 10.
Eliano - Degli Animali - Libro 4- cita il sassaiolo del Monte S. Giuliano
in Sicilia (l’ Erice degli antichi), e ne descrive l’ emigrazione annuale, origine
delle feste della partenza (anagogie) e di quelle del ritorno (catagogie). Quanto
alla colomba color porpora ed oro che riconduce al tempio di Venere le co-
lombe viaggiatrici, esser potrebbe la rustica colomba dorata ossillirica che forse
viveva in quei tempi semiselvaggia nella Libia come i sassaioli in Sicilia e
probabilmente alcune volte s' imbrancava con essi.
Sta in fatto però che gli antichi più che occuparsi di descrivere le razze
e varietà dei piccioni domestici e semidomestici, hanno nei loro scritti quasi
esclusivamente descritti i costumi e le abitudini del piccione di colombaja in
generale.
Se Ulisse Aldrovandi non ha arricchito la sua opera di osservazioni proprie,
ha però il vanto di essere stato il primo a trattare con qualche ampiezza dei
colombi, raccogliendo con rara pazienza e con estrema diligenza tutto quanto
era stato scritto dai greci e dai latini su tale argomento. Del resto, devesi ag-
giungere per amore di giustizia, che per tre secoli, cioè quasi fino alla fine del
1700, tutti gli autori che trattarono dei colombi copiarono, chi più chi meno,
l’ ornitologia dell’ insigne naturalista italiano.
Con vivace ingegno, ma forse con prolissità eccessiva egli si occupò di rac-
cogliere e trascrivere un'infinità di variate notizie sulla storia naturale dei
piccioni, alcune, se vogliamo, poco verosimili, ma la maggior parte interes-
santi e curiose. Così egli parla saltuariamente dell’ anatomia, del sesso, dei
sensi, della colombaja, del volo, dell’ età, della voce, della natura, dei costumi,
dello spirito, della copula, del parto, dell’ incubazione, delle pugne, delle sim-
patie ed antipatie, delle malattie, della storia, dei nomi e soprannomi, dei pre-
sagi e degli.auguri che gli antichi desumevano dal loro volo o dall’ esame delle
loro viscere; dei pregiudizi sacri a loro riguardo; dei geroglifici dei quali for-
mavano parte; del loro uso nei sacrifizi ebraici e nei funerali; delle allusioni
morali, delle allegorie, degli emblemi, degli enimmi, dei proverbi, degli apo-
loghi ai quali hanno dato motivo; del loro uso in medicina e negli alimenti.
- Ornitologia —, Libro 150 i
(continua) GiuLio CESARE GIACHETTI.
( Di
158 (Boll. pag. 86)
COMUNICAZIONI ; PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a <rnserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi nolizie, scha- |
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Determinazione dello spessore del vetrino copri-oggetti nei preparati micro-
scopici già montati. Si prendono prima dei vetrini copri-oggetti di grossezza nota, per averla
misurata coi soliti mezzi. Si osservano col microscopio successivamente la faccia superiore e l' in-
feriore (che saranno cosparse di un po’ di polvere), e si notano gli spostamenti che a tale scopo si
sono dovuti imprimere alla vite micrometrica, avendo adoprato un dato oculare, un dato obbiettivo,
una data lunghezza di tubo, ed anche un dato modo di illuminazione. Dividendo le grossezze, espresse
in %, dei vetrini, ‘per i numeri delle divisioni indicanti gli spostamenti della vite micrometrica, si
ottiene un coefficiente, che servirà poi nelle successive misure. ni
Quando si vorranno misurare dei vetrini di preparati già montati, si osservano le que facce,
sì nota lo spostamento della vite micrometrica, e questo, moltiplicato per il coefficiente prima, de-
terminato, darà la grossezza, in 4, del vetrino. S' intende che in questa operazione, l’ oculare, l’og-
gettivo, la lunghezza del tubo ed il modo di illuminazione, dovranno essere gli stessi di prima.
Perchè l’ occhio sia in tutte le osservazioni accomodato per la stessa distanza, sara opportuno
mettere nell’ oculare un oggetto fisso, p. es. il micrometro. _
Supponiamo, p. es., di avere operato coll’ oggettivo DD di Zeiss, lunghezza del tubo 15503, e
apparato d'illuminazione con diaframma di 8Mm di foro, e sopra lastrine della grossezza di 023,146;
0,168; 0,187; 0,220 e di aver trovato per gli spostamenti della vite micrometrica 35 divisioni, 40,45, 52.
Sì avra ]
D)
146 I _ _187 To 220
5355 ; 55 = 4,23;
e sì potrà ritenersi per coefficiente medio 4,20.
(Czapsti Dr. S., Die Bestimmung von Deckglasdichen an fertigen Priparaten, Zeitscher. fur
wiss. Mikroskopie, Bd. V, 1888, p. 482 e Riv. scient. indust. p. 82.) AREA
Malattia nel pollame. Per l’ incostanza della Stagione qua si è verificata nei mesi di aprile
e maggio trascorsi, una grave malattia nei giovani figli di Chioccie. Tanto nei pulcini, che nelle
piccole anitro selvagge, una malattia, per me di genesi del sistema nervoso, miete vittime a centi
naia. L'animale è colto di soprassalto da una convulsione violentissima; per alcuni secondi resta
irrigidito, privo affatto di movimenti attivi; di lì a breve cessa la paralisi completa per estrinse-
carsi fenomeni convulsivi più miti ma più duraturi dei primi, consistenti in forti flessioni del collo
dell’ animale ed in un tremolio irregolare ‘affliggente gli arti tutti. L' occhio generalmente non più
guidato da regolare movimento dei muscoli si agita pazzamente nell’orbita, la pupilla quasi costan-
temente è miotica. 9
Questa malattia è la prima volta, che l’ osservo ed ha molti punti di contatto coll’ Eclaurpsia
facile ad affliggere in questi climi i piccoli bambini.
M. Falcone Appennino 17 Giugno 89 D. UGoLINO BECCARINI CRESCENZI.
Parassiti del tabacco. Il Prof. Lindemann, tratta della malattia della pianta del tabacco
nella Bessarabia prodotta da insetti e principalmente dall’ Opatrum intermedium, il quale cor-
Tode superficialmente le parti sotterranee dello stelo e la radice, e apporta una malattia che Lind.
denomina « tisi ». Questo Opatrum si nutre anche doll’ Atrzplea arvensis, del Convolvulus agrestis,
del mais del grano, ma più d'ogni altro del tabacco. Poi troviamo notato il T%rps tabaci, Pedinus
femoralis, Platyscelis gages cd Op. pusillum, Haltica sinuata, Batys' sticticalis, i quali corrodono
le foglie; la Melolontha vulgaris la radice l’Agrotis segetum lo stelo. Glì insetti depongono le loro
uova nella primavera seguente in campi e praterie soleggiate; le larve che si sviluppano nei campi
di mais, vengono importate in quelle del Tabacco molto prima che questo vi venga piantato. (Bol.
Soc. Nat. Mosca 1888). 5 3 SR.
(Boll. pag. 87) 159
+
i
Il Merulius lacrimans ed i legnami da costruzione. Questo ‘fungo che nelle abita
zioni, nelle serre ecc. fa enormi devastazioni, distruggendo i legnami, trovAsi anche nei boschi sugli
alberi, e perciò è ben necessario che gli architetti, nello scegliere il legname per costruzioni di
fabbricati, sieno assai guardinghi e non prendano di quello attaccato da detto fungo, poichè que-
sto per mezzo delle spore si propaga facilmente e porta grandi guasti. Per impedire la diffusione di
tale fungo non si devono trasportare in nuovi fabbricati i legnami e neanche il calcinaccio delle
abitazioni vecchie per lo più infetti, come pure si raccomanda impregnare il legname nuovo da
costruzione, con creosoto, o con petrolio. È SEO
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
S. E. l'on. Miceli, nella seduta parlamentare del 20 maggio dichiarò di riconoscere la neces-
sità di una legislazione per la caccia e promise di presentare un progetto, che, spera, si potrà di-
scutere in novembre. Sarebbe tempo che questa magna nuova legge sulla caccia andasse in vigore.
L’on. Fazio ha invitato il ministero a studiare se sia il caso di tornare alla concessione dei
licenzini scientifici. Non potremmo che approvare questa concessione per le ragioni che già ampia-
mente abbiamo dette in questo periodico, ma a patto però che fosse ben regolata a profitto della sola
scienza e non per dare sfogo alla manìa di cacciare tutto l’anno, di certi signori.
A sodisfazione di tutti i reclami che si fanno, di tutti gli articoli che si scrivono su per i gior-
nali, contro la micidiale caccia esercitata sul littorale all’ arrivo delle quaglie, il consiglio provin-
ciale di Roma ne ha prolungato il permesso sino al 15 giugno mentre era solo a tutto maggio.
Leggiamo nel Caccia e corse: A Pinzolo di Valle Rendena nel Trentino, in una cacciata fatta
I Il maggio venne ucciso un magnifico orso dal sig. Edoardo Ferrari. i
Il sig. Eremita di Alassio partecipa che nelia Val Merula (comune di Andora) fu nei primi di
maggio, ucciso un giovane beccaccino (.Scolopa gallinago) il quale appariva da poco tempo uscito
dal nido; ciò confermerebbe che il beccaccino nidifica in Italia. Egli aggiunse che negli anni scorsi
furono uccisi nella medesima località un Porphirio antiquorum o Pollo sultano, una Emberiza
leucocephala o Zigolo gola rossa ed un Plectrophanes nivalis o Zigolo della neve.
Il 23 maggio, il conte Pietro Sormani sindaco di Rollale, potè accertarsi che a quella stazione
ferroviaria un bracconiere s' incaminava a Milano per consegnare della cacciagione. Il bravo sindaco
lo seguì fino a Milano e fattolo quindi arrestare le furono trovate indosso 29 quaglie. Mentre tri-
butiamo sinceri elogi all’ egregio conte Sormani siamo certi che il contravventore sarà punito come
di giustizia.
In parecchie località della Spagna è riescito egregiamente il tentativo di popolare i boschi di
polli domestici ridotti allo stato selvaggio. Onde raggiungere lo scopo si continua a nutrirli per
alcune settimane, avendo però l’ avvertenza di deporre il cibo il più lontano possibile dall’ antico
pollaio. Passato un certo lasso di tempo, galli e galline si avvezzano allo stato selvaggio ed im-
parano a difendersi, e dopo qualche generazione sì ha una magnifica selvaggina. Si osserva che i
polli nati allo stato selvaggio sono più piccoli di quelli da cortile, sono assai selvaggi e difficili da
cacciare essendo il loro volo rapidissimo. Si accerta che questa selvaggina ha carne saporitissima,
preferibile a quella del fagiano.
Sul benemerito circolo dei cacciatori bresciani, del quale abbiamo più volte elogiati gli atti,
è negli scorsi giorni passata un piccola nube; ma siamo lieti che siasi subito dileguata: Alcuni
pochi soci inviarono alla presidenza una domanda protesta con la quale si chiedevano riforme ra-
dicali allo statuto e, velatamente, lo scioglimento del circolo. La Presidenza rispose per le rime ai
protestanti e crediamo sia ora tutto finito e così questo circolo che è certo addìtato fra i migliori
potrà ancora rendere utili servigi. i Red.
160 (Boll. pag. 88)
Nello scorso Marzo ho avuto: un bel maschio di Charadrius pluvialis; questo è il terzo. che
io mi abbia; in esso il giallo dell'abito è vivacissimo e la differenza appare anche maggiore se si
confronta con un altro individuo speditomi dall’alta Italia; in quest’ ultimo, i colori sono assai smorti.
— Ho acquistato in aprile una Sylvia stapazina, e 2 Codirossoni in perfetto abito, questa specie è
assai rara a Reggio, nella livrea degli adulti partircolarmente. — Nello stesso mese annovero un
Circus Swainsoni e parecchi C. aeruginosus, oltre un Falco grillaio e una Sterna cantiaca in
abito nuziale. — Nel maggio si uccisero alquante Cicogne nere alle Saline, ho potuto averne un
individuo non perfettamente adulto. Di 2 Pernici di mare recatemi, una ne conservo che vive
bene in compagnia di un’ Occhione. Per ultimo accenno a 2 Tringa subarquata, uno dei quali
veste la livrea ruginosa dei vecchi, secondo il Savi. G. MoscHELLA
Il giorno 27 maggio scorso, dopo che per alcuni giorni di seguito sì era avuto un quotidiano
temporale proveniente quasi sempre da Sud-ovest, nelle ore antimeridiane si videro presso le rive
del vicino Metauro alcuni branchi di Pastor roseus. Quì mi assicurano che non tutti gli anni sì
vedono. Il giorno dopo qualche branchetto ne restava ancora. Ne furono uccisi due, di un bran-
chetto di tre, che si trovavano in un campo di frumentone, ed uno di un branco di circa una cin-
quantina, che si levarono pure da un campo di frumentone.
I tre uccisi mi furono gentilmente offerti dal signor Gustavo Petrolati per questo Gabinetto
liceale. Sono due giovani, un maschio ed una femmina, ed una femmina adulta.
Qui lì chiamano Storni delle more, perchè si crede che si cibino dei frutti del gelso. Io ho
però visitato il contenuto dei loro ventrigli e vi ho trovato molti insetti, specialmente coleotteri,
moltissime piccole chiocciolette e parecchi piccoli crostacei della famiglia degli Oniscidi.
Fano o VINCENZO GASPARRINI.
Il 13 maggio furono presi nel padule di Pisa due Voltapietre (Strepsilas interpres Lin.) adulti
e mi furono subito inviati vivi. Questi due belli uccellini, messi in una piccola stanza si mostra-
rono tranquillissimi e domestici tanto da lasciarsi facilmente prendere con le mani, mangiavano e
bevevano tranquillamente alla mia presenza, facendo spesso ruzzolare i sassarelli e le zollette di
terra come è loro costume. Però dopo 12 giorni ne morì uno e dopo 15 l’ altro. Ora li conservo nella
mia collezione. È 3
Il medesimo giorno ricevei pure viva una bellissima Pernice di mare (Glareola Pratincola Lin.)
che ancora vive vispa e domestica con alcuni Piovanelli (Pelzdna subarquata Guld.) ed una pette-
gola (Totanus calidris Lin.).
Siena giugno 89. S. BroGI
INMENZIONI E. SCORE Rea
Carta di canna da zucchero. L’ enorme consumo di carta che sì fa ora, ha costretto l’in-
dustria a tentarne la fabbricazione con una infinità di materie differenti. Alla esposizione della
Nuova Orleans vi figurava della bella carta fabbricata con i residui della canna da zucchero dopo
estrattone il succo. i
Olio di mais. Gli Stati Uniti producono tale quantità di grano turco che in alcune pro-
vincie se ne servono da combustibile senza neppure togliere i chicchi. Ora si è trovato il modo di
utilizzarlo estraendovi l’ olio. Una fabbrica è gia in azione a S. Louis .e dicesi che da un ettolitro
di grano turco, si estraggono più di 12 litri d' un olio limpido, di buon gusto e di un bel colore
d’ambra, mentre î residui costituiscono un buon nutrimento per il bestiame. i
Un estesissimo banco di spugne di ottima qualità è stato scoperto alla distanza di 20
o 30 miglia a sud di Lampedusa.
(Boll. pag. 89) 161.
Sulfonal. È un nuovo narcotico, dice la Pharm. Zeitung, scoperto da un operaio della fab-
brica di prodotti chimici J. Riedel di Berlino. L’ inventore volendolo sperimentare su sè stesso, ne
prese circa 30 Grammi e dormì 90 ore di seguito, quindi dopo essere rimasto sveglio per un buon
tratto di tempo, dormì altre 24 ore, senza aver provato il minimo disturbo fisico. i
_ Cresile. È un nuovo prodotto assai complesso ma soprattutto ricco di acido crisalico (30 010)
e di naftalina (20 0]o). È eminentemente antisettico. Siccome si mescola in ogni proporzione col-
l’acqua, costa meno dell’ acido fenico e non è tossico, così pare destinato a sostituire il maggior
numero degli antisettici finora usati in Medicina e Chirurgia. (Recueil de Med. Vet. pag. 643).
Un fucile da caccia riducibile istantaneamente in carabina di precisione, dice
il Diana, è stato posto in commercio da un armaiolo di Basilea. :
Apicoltura. Quinby fu l'inventore dell'affumicatore a soffietto, che ora è tanto conosciuto
ed in voga sotto il nome di Bingham, e fu da lui liberamente offerto al pubblico fino dal 1874. E
stato più di recente migliorato da Bingam e da altri nelle sue particolarità meccaniche, ma il prin-
cipio è sostanzialmente lo stesso, come appare dalla figura 20 della sua opera.
Quinby aveva ‘anche potuto già approfittare della mobilità dei favi, scoperta che il Lang-
stroth, in America ebbe a fare verso il 1850, contemporaneameute a quella Dezerzon, senza
che il primo conoscesse quanto scopriva il secondo. Solamente il Langstroth inventò , insieme alla
sua arnia, anche il telaino 6 ciò molti anni prima che il Berlepsch convertisse i listelli di Dzier-
zon in veri telaini, per rendere più facile il maneggio. Noi erroneamente attribuiamo a Berlepsch
ciò che è dovuto a Langstroth.
Denso-Vinimetro Abella. Il valente agronomo spagnuolo D. Edoardo Abella ha ideato e
fatto costruire dalla casa Salleron di Parigi, un nuovo Denso-Vinimetro che serve a determinare
con molta esattezza la densità del vino ed anche l’estratto secco del vino stesso. Sî trova descritto
e figurato nel N.° 11 del giornale L’ agricoltore Calabro Siculo di Catania.
Carte enoscopiche. I Signori Cavedoni e Caselli hanno composte certe carte con le quali
sì può facilmente ed alla svelta assicurarsi se il vino è genuino non solo, ma anche sapere con
- quali sostanze fu adulterato. Non
x
è adunque di piccolo interesse questa scoperta e chi vorrà da
ora in avanti assicurarsi della bontà del vino che deve bevere, non ha che ad acquistare un libretto
di queste Carte enoscopiche, che già si trovano in commercio, e quando vorrà fare la prova, getterà
in un foglio di esse una gocciola di vino; se esso è legittimo la macchia prenderà dopo 2 0 3 mi-
nuti un color verde naturale, se vi è dell’acqua; il verde sarà più scuros se conterrà vinolina la
macchia sarà rosa; se della eosina sarà rossa; se il rosso tende al giallo vi sarà della tropeolina,
se invece tende al cinereo è indizio della fucsina ecc.
Nuovo fotometro. Il dott. Bruttini aiuto alla cattedra di agraria della università di Pisa,
ha immaginato un fotometro di semplice costruzione e di facile uso, che senza pretendere, come egli
dica, di raggiungere con esso la stessa precisione che si ottiene con altri fotometri più complicati
e di uso più delicato, può però servire abbastanza bene nella maggior parte dei casi. Costa L. 125, 00.
Colorimetro Bruttini. Altro apparecchio del prelodato dott. Bruttini, e che si trova descritto
e figurato in una memoria pubblicata dall’ Istituto agrario della università di Pisa. Costa L. 60, 00.
Amphisboena, nuovo barometro. Il sig. Blakesberg ha dato il nome di Amphisboena ad
uno strumento di costruzione semplicissima, il quale permette di determinare la pressione atmo-
sferica. La descrizione ed il modo di usarlo trovansi nel N.° 9 del giornale 7 Progresso di Torino,
Primulina e rodamina sono due nuove materie coloranti poste in commercio dalla ditta
Brooke, Simpsone, Spiller di Londra. Con la prima si ottiene il color giallo senza bisogno di mor-
denti e serve di materia prima per aver altre tinte ; la seconda fornisce le gradazioni del color
resa di una grande vivacità.
| Nuova cartuccia per fucile. La Riv. Mar. dice che il Sig. Biennait ha inventata una
cartuccia sostituendo all’ attuale bossolo metallico o di carta, uno ‘di materia organica che oltre ad
essere più leggero e di costo quasi nullo, si consuma completamente nell’ arma al momento dello
162 (Boll. pag. 90)
sparo. Dai resultati di esperimenti che il suddetto giornale riporta, parrebbe che questa cartuccia
fosse per ogni ragione da preferirsi alle attuali. pi
Giacimento di cera minerale. La New Yor. Houdels Zeitung, annunzia essere arrivato
a N. Yorck un carico di cera minerale (Ozcherite) proveniente dalla regione est di Salt Dake City.
E la prima volta che questo minerale viene trovato negli Stati Uniti.
Seminatoi a mano. Il Sig. Duncan ha posto in commercio un apparecchio di dimensioni
limitate, semplice, robusto e di poco valore, che chiunque senza difficoltà può far funzionare con |
perfetta regolarità, spargendo ognì specie di semi. Lo si porta a tracolla e spande i semi su di una
superficie superiore ai 10 metri di larghezza (Cosmos).
Locomotive che parlano. L'ultima invenzione di Edison per applicare il suo fonografo, è
il linguografo, apparecchio destinato a mettere în rivoluzione il sistema dei segnali sulle ferrovie.
È di piccole dimensioni e sembra un giocattolo da bambino. Consiste in un organo in minia-
tura composto di un certo numero di tubi, di fili di bronzo e di una tastiera,
All’ interno sono disposti i fonogrammi e al di fuori una specie di tromba corona 1’ istrumento,
attraverso il quale i suoni sono emessi dal passaggio del vapore.
I fonogrammi, veri dispacci stampati o piuttosto incisi dai fonografi ordinari, sono introdotti
nel linguografo. In questi fonogrammi sono state trascritte tutte le indicazioni necessarie al servizio.
L’ apparecchio, manovrato sulle locomotive, permette di far pronunziare a queste tutte le sil-
labe, tutte le parole, tutte le frasi desiderabili, e ciò con una sonorità e un tono di voce da far
invidia al fu Tamberlick.
La locomotiva può così gridare i nomi delle stazioni e tutte le indicazioni, la cui annunziazione
è ora affidata agl’ impiegati.
Gli esperimenti del nuovo apparecchio avranno luogo in questi giorni sulle linee del Vest-End.
(Dal Progresso).
INSEGNAMENTI PRATICI
Per scoprire l’olio di cotone nell’ olio d’ oliva. Si aggiungano a 3-5 e. e. d'olio
che si vuole esaminare, 6 a 10 c. c. di una soluzione all’ 1 per 0j0 di cloruro d’oro cristallizzato
in 200 c..c. di cloroformio. Se l’olio di oliva contiene anche 1° 1 per Oro di olio di cotone , in 15
a 20 minuti si colorirà in violetto chiaro, altrimenti rimarrà inalterato.
Per uccidere rapidamente le farfalle destinate per le collezioni entomologiche, dice
Dourand, basta porre in un angolo libero della cassetta nella quale si riportano infilate le farfalle
dalla caccia un carbone ardente e mettere su questo dei fiori di solfo. Occorre che la cassetta chiuda
bene e per le più grosse specie è qualche volta necessario ripetere l’ operazione.
Impiego dell’ acido osmico in istologia. Onde aumentare 1’ azione penetrante di questo
reattivo, si è provato a combinarlo con differenti altri acidi. Kultschitzky impiega l'acido formico,
Cybulsky l'acido acetico, Cattaneo 1° acido arsenioso; ma l’impiego di questi acidi produce certe de-
formazioni nei tessuti. A. Kolossor si serve dei soli acidi di nitrato o di acetato di uranio e la
‘composizione che raccomanda è la seguente: Ad una soluzione di 2 o 3 Oro di nitrato o acetato di
‘uranio si aggiunge 1j2 Oo di acido osmico. Dei pezzi un po’ grandi come dei polmoni di rane, sono
tagliati trasversalmente in due o tre pezzi e messi nella suddetta soluzione nella quale sì lasciano
per un tempo più o meno lungo secondo il grado di penetrazione che sì vuole ottenere, cioè
16, 24 o 48 ore. Questa composizione non rende i tessuti fragili. Dc
Per attaccare le etichette sul metallo, si soffreghi prima il pezzo di UE con una
cipolla e quindi si incolli sopra la etichetta con pasta o gomma.
(Boll. pag. 91) 163
Nuovo metodo per fermare le orecchie dei cani nella cura della così detta
« formica esterna » od ulcera della cartilagine conca del padiglione.
Conosciuta la vera natura di questo male, la esperienza ha dimostrato che basta mettere i cani
nella impossibilità di ledere l'orecchio, per ottenerne in breve tempo la guarigione.
A tale uopo sì sono usate delle cuffie che però presentano difficoltà e inconvenienti non pochi,
ad evitare i qualîi il prof. Bassi ideò una maniera di fermare le orecchie che messa in pratica nella
clinica chirurgica della R. Se. Veterinaria di Torino dette i migliori resultati.
Ecco come la descrive il dott. V. Delpiano nel giornale il Medico Veterinario :
Tale maniera di fermare le orecchie consiste nell’ accostare, drizzandole sopra il capo, le due
orecchie fra di esse e nel fissarle in tal posizione mediante un doppio punto di sutura, o di un'ansa
di cordoncino di seta, che sì voglia dire, ma avvertendo di non metterle ad immediato contatto
tra di esse. È
Occorrono per la piccola e semplice operazione tre dischi di sughero che si possono facilmente
apprestare, tagliandoli con un coltello da un tappo da bottiglia, un ago dritto da sutura ed una spanna
di cordoncino di seta.
Drizzate le orecchie sopra il capo, si accostano l’ una all’ altra, ma per impedirne il contatto,
vi si frappone uno dei dischi; i due rimanenti si collocano in corrispondenza del primo, l' uno da
una parte, l’altro dall’ altra dei padiglioni.
Indi, per mantenere in tale posizione î padiglioni ed i dischi, si pratica coll’ ago e col refe un
doppio punto di sutura che, come è chiaro, deve attraversare i dischi ed i padiglioni delle orecchie.
Si legano in seguito i due capi, badando che il punto non sia troppo stretto.
Con questo mezzo le orecchie, non risentendo-degli scuotimenti del capo, e trovandosi in po-
sizione in cui è facilitata la circolazione sanguigna, sono nella condizione migliore per la guarigione,
che quasi sempre si ottiene senza bisogno di cura ulteriore.
_ NOTIZIARIO
Sevo vegetale. Si estrae dall’ Ucuiba (Myristica sebifera) albero comunissimo in tutto il
Brasile e serve alla fabbricazione delle candele dette appunto di Ucuùba.
Con la compressione di questo corpo grasso si ottengono: acidi grassi bianchi con i quali si
possono fabbricare candele che rappresentano il peso del 58, 60 0g; un acido grasso ‘cenerognolo
che può facilmente essere trasformato in sapone e che rappresenta il 34, 36 Oxo; Glicerina 4 010;
perdita 2 010.
Introduzione delle Vigogne in Europa. Il dott. Soec, che trovasi a Lima, suggerisce di
introdurre le Vigogne in Europa e crede che vivrebbero bene non solo in domesticità ma anche
allo stato selvaggio in tutte quelle località dove vive o viveva il Camoscio. Le Vigogne forniscono
carne di buona qualità, pelo e pelli molto stimati in commercio. Esse vanno ordinariamente in
piccoli branchi composti di un maschio con 6 a 9 femmine.
Nuovi malanni per l'agricoltura. Dalla stazione di Patologia vegetale di Roma si è
trovato un nuovo parassita che infesta i pampani delle viti ed è la Cecidomya verrophila.
Un insetto, fin ora ignoto, và recando gravi danni nei gelsi in diverse regioni dell’ alta Brianza
estendendosi in tutta la valle superiore del Lambro. È
A Toro in provincia di Zamora (Spagna) è comparso un insetto dannosissimo per la vite. Esso
s’ introduce nel ceppo e produce alterazioni tali che la pianta si secca completamente.
Due balenottere nel canale di Piombino. Scrivono da Portoferraio alla Gazzetta agri-
cola: « Sulla punta del capo che prospetta il canale di Piombino, furono ieri veduti due enormi,
cetacei, che si calcolarono della lunghezza di oltre 17 metri. Era una coppia di balenottere smar-
rite nei nostri mari. »
Le cavallette e le melolonte sono apparse in diverse località italiane e specialmente
nel Romano e in quel di Cuneo dove hanno recato e recano gravi danni.
164 (Boll. pag. 92)
Le foglie di rose e di vite per la nutrizione dei bachi da seta. Il sig. C. Massa
di Pavia, ha pubblicato nella Rivista di Bachicultura un articolo rendendo conto dei resultati ot-
tenuti alimentando alcuni bachi da seta con foglie di rose e di vite, sia esclusivamente, sia miste
o alternate con foglie di gelso.
Viaggi, escursioni, esplorazioni, missioni. Il governo francese ha incaricato il sig.
Strauss di una missione a S. Domingo ed a Haiti, con lo scopo di raccogliere collezioni scientifi-
che destinate allo stato e proseguire le ricerche relative ai giacimenti di minerali scoperti da Cri-
stoforo Colombo e dai suoi compagni e primi successori. 3
STEFANO SzoLE si è proposto di continuare le sue esplorazioni sul versante Nord di Cameron e
di andare alla ricerca di quel famoso Liba, segnalato dagli indigeni, sulle sponde del quale vivrebbe
una popolazione di piccolissima taglia che potrebbe essere la razza Pigmea di cui parla Erodoto.,
EgLers ha fatta l’ ascensione per il lato Nord del Chilimangiaro arrivando ad una elevazione
di più che 6000 metri. Egli ha potuto constatare le tracce di elefanti, bufali ed antilopi fin’ oltre
4000 metri di altezza.
Ancora sul progetto di legge sulla riforma dell’ istruzione secondaria in ri-
guardo all’ insegnamento della Storia naturale. Facendo seguito a quanto pubblicammo
in proposito nello scorso fascicolo, siamo lieti poter constatare che da ogni parte del regno si sono
sporti reclami e proteste contro le proposte contenute nel progetto in parola. Non pochi hanno fatto
adesione ai reclami avanzati dalla Società veneto-trentina di scienze naturali, da noi già pubblicati
o da altri enti morali. Molti professori della università di Torino e la facoltà di scienze matema-
tiche e naturali della Università di Pavia, hanno inviate apposite petizioni proteste a S. E. il mi-
nistro Boselli nelle quali si fanno chiaramente risaltare i danni morali e materiali che arrechereb-
bero le proposte del progetto in parola, e facendo voti perchè l’ insegnamento della storia naturale
venga mantenuto ed ampliato. Reclami sono stati pure avanzati dagli studenti dell’ istituto superiore
di Firenze, :delle Università di Padova, Palermo, Pavia, Torino; di laureati in scienze naturali di
Roma ecc. Anche non pochi abbonati ci hanno espresso il loro parere contrario al detto progetto.
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
*» Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
40. Avendo collezioni di marmi ornamentali antichi, di minerali e di fossili, desidero far cambi.
Dirigersi a Giuseppe Raschi — Spello.
41. M> de Mauroy, Ing* civil des Mines, a Wassy (Haute Marne - France) offre d’échanger
des Minéraux rares de France, Suéde, Norwége Groenland, Etats Unis d’ Amèrique, et des Météorites
authentiques, contre des Minéraux rares d’Italie et des Meétéorites authentiques. Il offre au prix
trés-avantageux de 1000 francs, une collection de 2000 echantillons de premier choix, mineraux
rares de Suéde et Norwege pour la plus grande partie, quelques uns de Finlande, du Groenlande,
Islande, Etats Unis d'Amerique; si on le demande, quelques uns pourront étre remplacés par des
minéraux francais rares ou spécialement intéressants.
Il offre aussi de fournir pour 200 fr. ou plus, une collection de 20 Météorites (pierres et fers).
Les minéraux offeris sont analogues à ceus que M." de Mauroy a fourni l'année derniére à l’Ecole
des Mines de Paris et peuvent convenir aux plus grands Musées.
42. Si offrono pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi: Gazzi modenesi (nerì scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bigi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, tringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini.
Presentemente disponibili un paio gazzi caldani ed un paio gazzi pietra chiara con verghe gialle.
Prezzi da convenirsi dirigendo le richieste all’ ing. Scola Gaetano in Cremona.
S. BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri —
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Moore RIVISTA ITALIANA DI SCIBNZE NATURALI © jcrasio
N° 14 E 1889
BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
ANCORA SULLA QUERCIA FRAGNO ()
TZZIISREZ<
Nel mese di marzo un amico mi fece leggere sulla. Malpighia (vol. II,
pag. 379) una quarta pubblicazione del prof. Borzì sulla nuova quercia delle
Puglie.
In essa mi accusa di avere io offeso delle egregie persone, dubitando della
loro lealtà ed armeggiando ‘intrighi orditi a mio danno, quasi volendo dire
che io abbia attribuito l’ equivoco della scoperta della quercia, ad uno di quei
tali affari delle così dette società di mutuo innalzamento. Debbo far notare che
5 non vi è alcuna parola del mio scritto che faccia ciò supporre, nè io lo poteva
pensare per la ragione che vi sono per mezzo persone rispettabilissime, e re-
spingo perciò l’ accusa; e se egli vuol indovinare i miei pensieri, cercando di
sapere se certe cose io le abbia dette maliziosamente, gli risponderò col Cantù,
che sono felici coloro dei quali non si possono calunniare che le intenzioni.
Figli si domanda perchè io non abbia chiesti gli schiarimenti al Comm.
Siemoni. Ma la risposta è semplicissima: perchè io non ho il bene di conoscere
il Comm., e perchè dai primi due scritti del prof. Borzì pareva che il Siemoni
gli avesse procurato, dopo sua richiesta, le notizie e gli esemplari per lo studio «M
più esatto. Infatti, incomincia la seconda pubblicazione, dicendo che a pag. 358
si annunziava la scoperta della quercia « dovuta ad alcuni agenti forestali È
« residenti nelle Puglie. L’ Illmo. Sig. Comm. G. C. Siemoni, Ispettore superiore
«-dei boschi, ebbe la cortesia di raccogliere per me varie interessanti notizie
< in quelle provincie ecc. ». E solo nella quarta pubblicazione dice che ebbe
i primi esemplari dal Comm. Siemoni, « e che ha dritto di credere che il Sig.
« Comm. Siemoni poteva benissimo possedere saggi di quella pianta per averli £
« lui medesimo raccolti o fatti raccogliere dai suoi impiegati, senza neppure Si
« conoscere che già al mondo vi fosse un certo Sig. Longo ».
Invece io mi domando: perchè il prof. Borzì non ha fatto alcun cenno
dell’ esemplare portato dal Passerini a Roma?
Non ricordando in qual mese ciò avvenne, scrissi al Passerini, il quale
gentilmente mi rispose che portò il mio esemplare a Roma nel mese di aprile
del 1887; insieme coi prof" Pirotta, Caruel ed altri, lo confrontò con gli esemplari
dell’ erbario di quell’ orto botanico, ma non fu possibile conoscerlo; e nell’ au-
tunno parlò col prof. Borzì, il quale gli disse che se ne stava occupando.
Quest’ ultimo sapeva dunque di quell’ esemplare e non ne fece cenno, e quando
pers
Pe
ISRARE ARIA RI 1 I VENE SIBARI
(1) Vedi gli articoli pubblicati in questo periodico, nei fasc. 6 e 7 dello scorso anno.
166.
x
si nomina, dice che è una storia oziosa, che il Passerini non ci entra, ecc.
"Per qual motivo ?
Se la Malpighia fosse stata pubblicata con la data dell’ articolo, cioè in
febbraio, e non in giugno, io non avrei detto parola, come hanno fatto altri.
che si sono trovati in. simili condizioni; ma il mio articolo era già stampato,
ed era mio dovere di giustificare quella pubblicazione superflua, e perciò narrai
quella storia.
Il prof. Borzì, fra gli altri complimenti, dice che io la narrai per l'eccessivo
sentire di me stesso, ed affermai delle cose sconvenienti; ma quei lettori che
hanno avuto la pazienza di leggere tutti gli articoli, potranno giudicare se ciò
sia vero. Chiudeva infatti il primo articolo, dicendo che se realmente è specie.
nuova, si potrebbe chiamare Quercus Fragnus, mi son servito sempre del nome
volgare, e non ho asserito mai nulla assolutamente; e lo stesso prof. Borzì
nella sua terza pubblicazione (vol. II, pag. 267) segna le parole nelle quali io.
ho mostrato la mia incertezza, e quindi la poca pretensione.
In quello stesso articolo mi accusa di non aver saputo trovare Li quercia
in discorso nel Prodromo di De Candolle; ma credo che se egli non avesse
mandato 1’ esemplare al Buser, come quest’ ultimo scrisse, nè lui nè altri
.rrebbero trovata nel Prodromo.
{redeva poi che la storia da me narrata fosse la vera della scopri della
vcia delle Puglie. Infatti, il primo avviso della Malpighia comparve molto
o dopo che il mio esemplare fu portato a Roma, perchè, se fosse comparso
va, i citati professori l’ avrebbero saputo; e quando il Passerini tornò a
Parma, invece di dirmi che era pianta sconosciuta, mi avrebbe detto che un.
certo ‘professore crede che sia la Q. macedonica; e con la stessa cortesia con
la quale mi aveva mostrato altre volte piante e libri, mi avrebbe mostrato
anche l’ articolo della Malpighia. E ciò si rileva anche dalla Malpighia stessa,
perchè la notizia è portata a pag. 338 del vol. I, e siccome tutto il volume è
di 563 pagine, così l’ annunzio dey’ essere comparso molto dopo la metà del-
l’anno; senza contare i varii mesi di ritardo, coi quali si pubblica spesso il
giornale. i
Sembrava quindi probabile che un ramoscello, staccato dal mio esemplare
all’ insaputa del Passerini (perchè questi mi dice che non ne ha dato parte ad
alcuno) fosse giunto nelle mani del prof. Borzì, e questi l’ avesse mandato al
Buser, conservatore dell’ erbario De Candolle, il quale, confrontandolo con gli
esemplari di Orphanides e di Grisebach, dell’ erbario Boissier, lo trovò simile
ad essi. È
Ma il prof. Borzì dice che la faccenda è andata diversamente, ed io credo
a ciò che egli dice.
Ho fatto chiedere notizie al Ministero di Agricoltura, ed ho saputo in
risposta che nell’ autunno del 1886 l’ Ispezione forestale di Foggia mandò al
Ministero una raccolta di ramoscelli di querci, fra i quali si videro quelli del ©
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167
fragno, che appartenevano a specie sconosciuta, e ne furono dati esemplari al
prof. Borzì, e forse ad altri botanici, i quali dissero che è la Quercus mace-
donica di D.C. Detta quercia era conosciuta dai botanici napoletani, i quali la
.confusero con la Q. Pseudo-suber del Santi. i
= Questa seconda notizia non è esatta, perchè si parla certo della quercia a
foglie caduche, trovata dal Gussone nel bosco della Ficuzza, e dal Parlatore
creduta la Q. Pseudo-suber. Non so se la quercia del bosco della Ficuzza sia
la stessa specie di quella delle Puglie, ma so che l’ esistenza di questa era
ignorata dal Gussone e dal Tenore, nè so che altri ne abbia parlato.
Notizie più esatte ho avuto dalla Vice-Ispezione forestale di Bari, dai re-
gistri della quale risulta che alla fine di gennaio 1887 il Ministero chiedeva,
per mezzo dell’ Ispezione di Foggia, esemplari di querci, e specialmente di una
specie chiamata volgarmente fragno, e domandava altre notizie.
A 5 febbraio furono date le notizie.
A 17 maggio fu chiesto un campione di legname di fragno, che fu spedito i
li 3 luglio. RE:
A 21 maggio furono spediti rami fioriferi. i
A 19 novembre furono chiesti 3 chilogrammi di frutto, che furono spediti
li 27 detto mese. Hi
A 10 settembre 1888 fu chiesto altro frutto per tentarne l’ allevamento in
varii luoghi.
Della raccolta spedita nell’ autunno 86 non vi è alcuna notizia; e perciò
questi dati così esatti mostrano la possibilità dell’ equivoco, come dissi nell’altro
articolo; perchè il Passerini va spesso a Roma, ed è possibile che abbia con-
fusa una gita con un’ altra, ed abbia portato in gennaio, invece che in aprile
il mio esemplare a Roma.
Ma per metter fine a questa noiosa polemica, prendiamo ciò che è accettato
da tutti, cioè che gli agenti forestali raccolsero gli esemplari nell’ autunno del
1886; ma dissi che i miei esemplari, conservati presso il R. Liceo di Teramo,
furono raccolti nell’ agosto del 1885, e perciò essi hanno la priorità di un
anno e più.
Ed ora basta. perchè le cose dette sono più che sufficienti per far cono-
scere come è andata la cosa, ed ognuno quindi potrà giudicare come meglio
crederà.
Resta la seconda parte, cioè se il fragno sia realmente la Q. macedonica
descritta da A. De Candolle; ma dissi nell’ altro articolo che « dopo accurati
« studii, fatti sopra molti esemplari e sulle piante vive, si potrà dire con sicu-
« rezza ecc. »; e siccome non ho potuto fare tali studii, così lascio la parola
a chi ha potuto occuparsene.
Però, il prof. Borzì, dopo aver detto che il fragno e la Q. macedonica sono
la stessa cosa, esamina il mio scritto, interpretandolo a modo suo, e dichiaran-
«168
dolo da cima a fondo un ammasso di spropositi e di madornali contradizioni ;
ed è perciò necessario fare alcune osservazioni. ;
Egli indirettamente dice che io non ho sufficienti cognizioni in fatto di
querci, ed in ciò non sbaglia, ed aggiungerò francamente che me ne sono
occupato solo in occasione del fragno. Non credo però che abbia egualmente .
ragione, quando dice che ho scelta una falsa strada, prendendo per base delle
mie argomentazioni le brevi frasi diagnostiche contenute nel Prodromo di De
Candolle e nella Flora orientale di Boissier, e così credo di aver raggiunto
la meta.
Che io non creda di aver raggiunta alcuna meta lo mostrano chiaro le
‘ parole ora citate del mio articolo, dove non ho sentenziato nulla, ma ho sem-
plicemente proposto un quesito. Non comprendo poi da quali mie parole il
prof. Borzì argomenta che io creda preferibile lo studio fatto sulle descrizioni
delle fiore all’ esame accurato degli esemplari e delle piante vive, mentre dalle
parole citate e da tutto il resto dello scritto appare il contrario. aa
So bene che il modo più spedito sarebbe stato quello di andare nella Ma-
cedonia, raccogliere e studiare molti esemplari -nel luogo dove Grisebach
raccolse il suo, e così notare con certezza le somiglianze e le differenze. Ma
non potendo far ciò, ho fatto notare le differenze che vi sono tra la descrizione
della Q. macedonica ed il fragno; e siccome credo di aver letta tutta la deseri-
zione, così non era, e non sono persuaso, come si possa stabilire 1’ identità fra
due piante arboree, quando di una fra esse si possiede solo uno o due esemplari
incompleti, con frutto appena formato.
Il prof. Borzì dice che gli esemplari raccolti dal Pancic, che egli ha esa-
minati, sono completi ed identici al fragno. Ma è egli sicuro che la quercia
trovata dal Pancic al Montenegro sia proprio la specie raccolta dal Grisebach
nella Macedonia ?
Non comprendo perchè dice di ordine secondario certi caratteri desunti dal
frutto e dal fiore, come la grandezza, la forma, la tomentosità della ghianda,
della cupola, delle antere, ecc. Ma allora dove si fonda la classificazione delle
querci? Forse sulle sole foglie, come pare si voglia fare da qualcuno ?
Il prof. Borzì mi accusa di aver io detto, che dallo studio degli esemplari
secchi di piante arboree spesso si può essere tratti in errore. Ma se mi nota
questo per uno sproposito, deve notarlo prima al Parlatore, dal quale io 1’ ho
copiato, citandone le parole, e poi a se stesso, che nella Malpighia, a pag. 334;
del vol. I, esaminando il lavoro di Wenzig sulle querci del bacino del Medi-
terraneo, dice: « Secondo noi 1’ errore trae dal fatto che l’ A. ha interamente
« concentrato le sue indagini sopra saggi disseccati da erbario ». E si contradice
anche nello stesso scritto, nel quale mi nota per errore ciò che egli stesso poi
ammette.
Io dissi « considerando che spesso gli esemplari secchi sono alterati, e non
« presentano chiari certi caratteri, non mi pare impossibile che 1° egregio
169
< professore si possa essere ingannato » e tra le sue parole citate prima e
queste mie, credo che non vi sia altra differenza, che la forma più modesta e
rispettosa di queste ultime; e quindi non so vedere in esse alcun rimprovero
al suo indirizzo, com’ egli dice.
Mi accusa di madornale contradizione per avere io detto che il fragno
porta i frutti maturi sul legno dell’ anno antecedente, ma li matura in un
anno solo.
La differenza notevole che io trovava tra la descrizione della Q. macedo-
nica ed il fragno era per le parole di De Candolle: fructus (initio secundi anni
nondum maturi) 4-5 lin. lati ecc., il che, se non erro, significa che in febbraio
o marzo il frutto immaturo è largo 4 a 5 linee, ciò che non è affatto vero pel
fragno. Questa differenza egli doveva cercare di spiegare, ma preferisce di
passarvi su con un salto, come se non vi fosse, e si ferma sulla maturazione
annua o biennale. Invece l'esemplare di Orphanides, nell’erbario Boissier, porta
la data del febbraio, ed i frutti immaturi hanno appunto tali dimensioni, ed ha
le foglie sviluppate, come si vedono nel fragno in agosto inoltrato. Come si
spiega questa differenza? Non certo con la precoce maturazione, perchè la
Macedonia è forse più fredda delle Puglie; e perciò bisogna ammettere o uno
sbaglio di data, come opina il Mattei, o una reale differenza di specie.
Non credo che il prof. Borzì abbia trovato la madornale contradizione
nell’ asserzione. che vi sia una pianta che porti i frutti sul legno dell’ anno
antecedente, e che li maturi in un anno solo; perchè egli sa bene. che l’ulivo,
il ciliegio, il pesco ecc. sono in questa categoria. Volendo stiracchiare, si po-
trebbe dire che nelle citate piante il frutto è attaccato al ramo per mezzo di
un peduncolo più o meno lungo, il quale, essendosi formato insieme al fiore,
appartiene all’ anno in corso; ma vi è una notevole differenza tra queste piante
ed il biancospino e la quercia rovere, che portano fiore e frutto maturo sopra
un vero ramo giovane formatosi nello stesso anno. E perciò non so proprio
vedere dove sia questa madornale contradizione.
Per dimostrare il mio errore, e per spiegare la maturazione dei frutti del
fragno, il prof. Borzì ragiona in questo modo: « i primi ramoscelli che si svol-
« gono in primavera portano quasi esclusivamente dei fiori ed anche in parte
« delle foglie, più tardi nello stesso periodo vegetativo, a estate inoltrata o nel
« principio dell’ autunno sullo stesso ramoscello nascono nuovi getti, i quali
< sono per regola generale soltanto fogliferi. Essi svolgonsi normalmente, si
« allungano, non opponendo alcun ostacolo il sopraggiungere del mite inverno.
< Se si svelle quindi un ramoscello fruttifero le ghiande avranno l’ apparenza
« di essere attaccate sopra una porzione di ramo, la quale non appartiene alla
< vegetazione in corso; per cui l’ esame di siffatti esemplari staccati, disseccati.
< e conservati in erbario potrà facilmente indurre nell’ errore e far giudicare
« la durata del periodo di maturazione come biennale ».
Dalle ultime parole citate si vede, come dissi innanzi, che egli ammette la
170 i 1
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possibilità d’ ingannarsi, giudicando dai soli rami secchi di erbario, ciò che
poco prima notava a me per errore.
Inoltre, esaminando un esemplare di fragno, si vedrà che su quella por-
zione di ramo, sulla quale sono attaccati i frutti, non vi sono mai foglie.
Di più, verso la cima dei rami si veggono spesso all’ ascella delle foglie
alcuni corpicciuoli sferoidali, grossi quanto un srano di miglio o meno, e che
i periti di campagna del luogo chiamano fiori femminei, e che hanno la stessa
grandezza negli esemplari raccolti in agosto ed in quelli raccolti in ottobre
e novembre.
Se poi si osservano in primavera-i rami in fiore, se ne troveranno parecchi,
nei quali alla base del ramoscello tenero che si sta formando, sulla porzione
del legno vecchio e senza foglie, che senza dubbio appartiene all’ anno antece-
dente, vi sono quei così detti fiori femminei, che sono restati sul ramo nudo,
ed in quel tempo incominciano a crescere e diventano poi frutti.
Il prof. Borzì non ha visto, o non ha badato a tutto ciò, perchè questi
fatti rendono assurda la sua opinione.
Egli mi fa l’ alto onore di ammettere che con le mie contradizioni mador-
nali, e senza saperlo, io ho il merito di avere scoperto che la Q. macedonica
matura i frutti in un anno solo, e perciò sbagliò De Candolle, che disse essere
a maturazione biennale.
Lo ringrazio della sua gentile liberalità, ma essa non mi giova; perchè i
fatti credo che dicano il contrario.
Ho domandato più volte a me stesso se quei così detti fiori femminei, che
sì veggono per circa un anno, prima all’ ascella delle foglie e poi sul ramo
nudo, sono realmente fiori, o frutti immaturi. Nel primo caso non sapeva per-
suadermi come poteva succedere la fecondazione nell’ anno seguente con gli
stimmi disseccati; e nel secondo caso non mi pareva ammissibile che, incomin-
ciata la maturazione del frutto, questo potesse restare quasi stazionario per
circa un anno.
Se si considera una pianta a maturazione biennale, come per esempio il
corbezzolo, si vedrà che nell’ epoca della fioritura essa porta sui rami i fiori,
ed i frutti tanto grossi che incominciano a maturarsi. Paragonato con tali
piante il fragno ha una maturazione ben diversa, e perciò, senza poter dare
una risposta conveniente ai miei dubbii, credetti che quei corpicciuoli fossero
realmente fiori, e dissi che la maturazione del frutto del fragno è annua.
In questo mese di aprile sono stato nelle Puglie, ho potuto osservare sulle
piante vive lo svolgimento dei fiori, e perciò credo di poter dire qualche cosa
di più esatto.
Osservati verso la metà di aprile, quei creduti fiori femminei presentavano
un certo sviluppo ed ingrossamento nelle squamette rudimentali da cui sono
circondati; esse s' ingrossano sempre più, e nei primi giorni di maggio ho po-
tuto vederne alcune molto sviluppate, staccate e distinte l’ una dall’ altra; e
TEA
che nell’ assieme coprivano interamente la punta dello stimma, che prima era
molto sporgente, e presentavano in piccolo la forma del frutto immaturo, come
si vede negli esemplari raccolti in agosto. 1
Tagliando longitudinalmente uno di quei corpicciuoli, quando s’ incomin-
ciano a svolsere, si veggono, con la lente, attaccate al piccolo peduncolo, le
squamette ammassate e confuse insieme, e sono quelle che formeranno poi la
cupola; ed in mezzo sì vede un corpicciuolo ovoidale, che sarà la futura ghianda,
e che per mezzo di un peduncoletto è attaccato sul fondo della futura cupola.
Se non mi sono ingannato nell’ osservare, quel peduncoletto in seguito dovrà
scomparire, e così la ghianda resta attaccata direttamente sul fondo della cupola.
Se si osservano poi i giovani rami, essi mostrano all’ ascella delle tenere
foglioline gli amenti dei fiori staminiferi, e verso l' estremità degli stessi ra-
moscelli, anche ‘all’ ascella delle foglioline, guardando con la lente, si veggono
dei peduncoletti terminati alla punta da un ingrossamento, quasi a forma di
clava, peloso e con una piccola macchia di color rosso cupo, che potrebbe es-
sere forse un nettario. Lateralmente al peduncoletto vi sono attaccati 1, 2 0 3
fiori pistilliferi che hanno delle brattee lineari bianche traenti al rosso o al
giallognolo, un perigonio dello stesso colore, ed in mezzo tre stimmi molto svi-
luppati, sporgenti dal perigonio, e che hanno lo stesso colore, cioè bianco
traente al rosso ‘o al giallognolo. i
Questi fiori si schiudono contemporaneamente ai fiori staminiferi, e perciò
vi sono tutte le probabilità che siano fecondati da questi ultimi; mentre quei
corpicciuoli, che si trasformano in frutto, furono fecondati nell’anno antecedente,
perchè incominciano a svilupparsi prima della maturazione delle nuove antere,
ed i loro stimmi sono sempre disseccati.
Se dunque all’ ovario coi suoi invogli spetta il nome di frutto dal momento
dopo la fecondazione, quei corpicciuoli sono certo frutti immaturi e non fiori.
Resta però sempre il fatto non comune, che l’ ovario fecondato resta quasi
inerte per un anno, ed incomincia a svolgersi nell’anno seguente. Forse tutta
l’attività vegetativa s' impiega nel primo anno a dare sviluppo e solidità, al
ramo per potersi meglio sviluppare i frutti nell’anno seguente. Il fatto è che
il fragno ha una maturazione diversa da quella delle piante a vera matura-
zione biennale, ma più ancora da quelle a maturazione annua, e perciò si deve
considerare come vera maturazione biennale. i
Mi son trattenuto alquanto su questo fatto, perchè, oltre all’ importanza
che ha per la specie in parola, credo che esso spieghi il dubbio del Parlatore
sulla maturazione dei frutti delle querci. Egli crede che tutte le querci, almeno
nostrane, maturino i frutti in un anno solo; e si fonda sul fatto di aver osser-
vato che nel cerro, nella Quercus coccifera e nella Pseudo-suber le ghiande
«cadono tutte in novembre; mentre altri botanici dicono che tali querci maturano
1 frutti in due anni.
Il Mattei ha osservato sul cerro gli stessi fatti da me osservati sul fragno,
sl deo
172
ed è perciò desiderabile che altri faccia le stesse osservazioni sulla Q. coccifera
e sulla Q. Pseudo-suber, che probabilmente hanno anche le stesse fasi vegeta-
tive del fragno; e si potrà così risolvere meglio la quistione proposta dal Parlatore.
Dirò in uliimo di un fatto che ho potuto ultimamente osservare. I nostri
contadini distinguono due varietà di fragno, quello cioè a foglia riccia, e quello
a foglia liscia. Esaminando i vari esemplari in fiore, presi da piante diverse,
ho notato che alcuni avevano rami più lisci e relativamente più sottili, inter-
nodii più lunghi, foglie più sviluppate, e brattee, perigonio e stimmi con un
predominio di colore rosso; altri invece avevano rami più ruvidi, nodosi e re-
lativamente più grossi, internodii più corti, foglie meno sviluppate ed i fiori di
colore bianco giallognolo. Perchè poco sviluppate, non si poteva osservare bene
la forma delle foglie; però quelle dei primi esemplari sembravano alquanto più
lisce e col margine meno ondulato, e quelle dei secondi più rugose e col mar-
gine più ondulato.
Pare dunque che le due varietà indicate dai nostri contadini esistano real-
mente, ed i caratteri citati potrebbero servire per distinguerle. Però non intendo
asserire nulla di assoluto; ho voluto solo far conoscere il risultato di poche os-.
servazioni preliminari, le quali hanno bisogno di essere confermate da altre
- più lunghe e più accurate, fatte sopra piante in pieno sviluppo di vegetazione
e con frutti molto sviluppati.
Pavia Giugno 1889 A. Longo.
I RICERCHE ,
INTORNO ALLA NUOVA QUERCIA ITALIANA
Quando nello scorso anno più autori parlavano della nuova specie di Quer-
cia (nuova almeno per l' Italia) raccolta dal Prof. Longo e da altri nelle Puglie,
venne a me pure desiderio di occuparmene per farmene un concetto più esatto.
Ed avutone dal Longo numerosi e perfetti esemplari, intrapresi alcune ricerche,
i cui risultati saranno argomento di questa nota preliminare.
Appena scoperta questa Quercia, si disse che era la Quercus Macedonica,
Alph. D. C., ed il Borzì, ed il Martelli che ne trattarono a lungo, la ritennero
per tale.
Ora la Quercus Macedonica fu descritta da Alfonso de Candolle solo in
presenza di un misero esemplare, con poche foglie ed a frutto giovanissimo,
raccolto da Grisebach nel 1842 in Macedonia, il quale esemplare conservasi
tuttora nell’ Erbario Boissier. Anzi nel medesimo Erbario fu aggiunto dal Bois-
sier stesso un secondo esemplare, che egli credette della medesima specie, e
come tale lo cita nella Flora Orientalis; questo secondo esemplare era stato
173
raccolto da. Orphanides nel 1862, pure in Macedonia, ma in altra località: tro-
vasi in migliore stato di quello del Grisebach e con frutti alquanto più grossi.
Presenta però notevoli differenze col primo nella grandezza e nella consistenza
delle foglie: pare poi che Orphanides ne raccogliesse solo quell’ esemplare, im-
perocchè nella collezione più completa delle sue piante, in quella cioè che si
conserva da Heldreich ad Atene, non ne esiste alcuno.
Mandai per i debiti confronti un esemplare della specie Italiana a Barbey,
erede dell’ Erbario Boissier, ed egli mi rispose tosto, informandomi che la no-
stra Quercia corrispondeva esattamente coll’ esemplare di Orphanides (N. 444)
classificato per Quercus Macedonica, senza nulla aggiungere se corrispondesse
o no coll’altro esemplare realmente autentico di Grisebach.
Mandai pure altri saggi da esaminare a Buser, conservatore dell’ Erbario
De Candolle; egli mi scrisse che si era già occupato altra volta di tale que-
stione dietro richiesta del Prof. Borzì, avvertendomi come nell’ Erbario De Can-
dolle questa specie facesse difetto, ma che confrontati gli esemplari Italiani con
quelli dell’ Erbario Boissier, l’ identità fosse perfetta col solito esemplare di
Orphanides, mentre esistevano in realtà differenze apprezzabili coll’ esemplare
di Grisebach, vale a dire coll’ unico che ebbe presente Alfonso de Candolle
nello stabilire la nuova specie Quercus Macedonica.
To non vidi tali esemplari, ma bensì ne ebbi due accurati disegni, eseguiti
dal Conte Ugolino Martelli di Firenze, che colla sua abituale gentilezza me li
comunicò: ho, come Buser, riscontrato identità perfetta coll’ esemplare di Orpha-
nides, rilevando io pure parecchie differenze in quello di Grisebach.
Pancic’ raccolse nel Montenegro una Quercia, che dapprima ritenne fosse
la Quercus castaneifolia (specie diversissima!), e con tale nome la citò nel
suo Hlenchus plantarum crnaegorae: dappoi (in schedulis), la riportò alla Quer-
cus Macedonica, Alph. D. C. — Di questa Quercia ne ebbi un esemplare, cor-
tesemente inviatomi dal Prof. Jakchitch di Belgrado, e lo trovai uguale ai
nostri, come pure uguale al più volte citato esemplare di Orphs nides.
Secondo la Flora Orientalis, Grisebach avrebbe raccolto la Quercus Ma-
cedonica, Alph. D. C. ancora in Albania: io non ne ho veduto gli esemplari
autentici che conservansi a Gottinga, ma credo si tratti piuttosto della specie
che cresce anche in Italia. Infaiti il Prof. Borzì ne ebbe alcuni saggi comuni-
catigli dal Conte Solms-Laubach, e li trovò perfettamente identici alla nostra
specie. i è
Baldacci poi scrivendomi da Cetinje nello scorso anno, mi informava di
avere incontrato la medesima Quercia presso Vutzindrò in Albania, ma disgra-
ziatamente non ne potè conservare alcun esemplare: pochi giorni or sono, tor-
nandomi a scrivere, mi avvertiva di avere egli ritrovato la stessa specie sul
monte Rumia presso i confini turchi: in appoggio al suo asserto mi mandava
alcune foglie, appartenenti certamente alla medesima specie che cresce in
Italia. Ricevetti pure dal sempre cortese Prot. Heldreich alcune foglie (e ramo
174
juniori sine fructu) di una Quercia raccolta in Epiro, e forse o a
questa stessa specie. i
Martelli (nel Bull. della Soc. Bot. It.) disse che la Quercus Macedo-
nica, Alph. D. C. era identica o quasi alla Quercus Trojana, Webb. dell'Asia
Minore, e di molto anteriore: esaminai quindi, con premura comunicatomi dal
Caruel, l’ esemplare autentico. di questa specie che conservasi nell’ Erbario
Webbiano a Firenze. Come avrò occasione di dire in altro articolo questa è |
specie diversa, benissimo caratterizzata per la forma del frutto, ed a torto di-
| sconosciuta dagli autori: noto però che dei vari frustuli conservati nell’ Erbario
Webbiano, solo quello fruttifero può dirsi con sicurezza attendibile, imperocchè
gli altri, di sole foglie, differendone alquanto, potrebbero ancora appartenere
a specie diverse. La Quercus Trojana Webb. è specie in sè distinta, ma ram-
menta molto da vicino l’ esemplare di Grisebach della Quercus Macedonica,
Alph. D. C., mentre al contrario poco somiglia alla nostra delle Puglie.
Mentre adunque appariva frequente la specie rappresentata dall’ esemplare
di Orphanides, la vera Quercus Macedonica di Alfonso de Candolle non era
più stata raccolta da nessuno, dopo Grisebach. Quando nel 1886 Bornmiller la
rinvenne in località molto lontana, cioè in Erzegovina: di questa località ne
conservo una foglia, gentilmente donatami da Borbàs di Budapest, dalla quale
sono manifeste le differenze colla specie Italiana. i
Della vera Quercus Macedonica, Alph. D. C. non si conosce il frutto ma-
turo, nè fu mai pubblicato alcun disegno: ne esiste solo uno fin quì inedito di
Kotschy nella Biblioteca Haynaldiana, una copia del quale mi fu parimenti in-
viata da Borbàs. Kotschy poi aveva chiamato questa specie Quercus Grisebachii,
pubblicandola con tale nome (Eichen Europ. ecc.), senza diagnosi però, nel 1862,
mentre le Cupolifere del Prodromus, contenenti la nuova Quercus Macedonica,
videro la luce nel Novembre 1864, cioè due anni dopo. Adunque, se le leggi
di anteriorità valgono anche quando’ fu pubblicato il solo nome di una muova
specie, come ne abbiamo esempii, al nome di Quercus Macedonica, Alph. D. €.
si dovrà sostituire l'altro anteriore di Quercus Grisebachii, Ky., altresì più
conveniente essendo un giusto omaggio a chi la raccolse, mentre il primo fa
sembrare speciale della Macedonia una specie che cresce anche in Erze-
govina.
Messa così a posto la Quercus Macedonica, Alph. D. C. resta a vedersi
quale specie sia l’ altra, esistente anche in Italia, descritta e figurata dal Longo
col nome di Quercus Fragnus. Credetti dapprima che fosse. una specie real-
mente inosservata, ma ciò non era esatto, essendo questa pure già stata descritta.
Infatti Borbàs nel 1887 studiandone un esemplare ricevuto dal -Pancie’ e
confrontandolo col disegno di Kotschy (@. Grisebachii) lo trovò differente, quindi
lo descrisse come specie nuova, chiamandola, per la forma particolare delle
foglie, Quercus ostryaefolia (in Erdeszeti Lapok. 1887 p. 932). Ma abbiamo
veduto che la Quercia di Pancic’ non differisce in nulla dalla nostra italiana,
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177
quindi con tale nome si dovrà distinguere ancora questa, ed altresì quella rac-
colta da Orphanides che dicemmo essere uguali.
Questo nome comparve nel 1887, mentre quello di Longo ((Q. Fragnus) solo
nel 1888, quindi è anteriore: inoltre è preferibile perchè ci indica tosto la for-
ma delle foglie, mentre l’altro dice soltanto il nome volgare con cui viene
conosciuta la specie in una sola regione.
Ecco le frasi diagnostiche che per le due specie propose Borbàs :
« Quercus MaceponIca, ALpH. D. €. foliis oblongis vel ovato-oblongis utrinque acutis vel obtusis,
crispis, dentatis vel crenatis, supra subtusque sparse pilosis: squamis cupulae sericeis inferioribus
late ovatis, adpressis, mediis lanceolatis, uncinato recurvis, apice macula:violacea notatis. »
« QuERCUS ostRYAEFOLIA, Borg. foliis illis Ostryae aut illis Carpini duinensis similibus, levi-
bus, e basi cordata, subcordataque lanceolatis vel ovato-lanceolatis, sensim acutis, demum acumi-
natis, mueronato-serratis, supra glabris nitidisque, subtus flavescenti-pubescentibus: cupulae squamis
planis pilis brevibus adpressisque inferioribus ovato-triangularibus, mediis superioribusque falcato-
adscendentibus, haud reflexis, sensim acutis, apice immaculato. »
Noto tuttavia che questa frase diagnostica è suscettibile di qualche leggera.
ammenda, conoscendosi ora molti e perfetti esemplari di tale specie, e non un
semplice frustulo, come quello di Pancic' che ebbe presente Borbàs nel descri-
verla: per più sicurezza mandai pure a Borbàs alcuni dei nostri esemplari, ed
egli infatti mi scrive di avervi tosto riconosciuto la sua Quercus ostryaefolia.
A queste due specie poi si può assegnare la seguente sinonimia e la se-
guente area geografica :
Quercus MaceponIca, ALPH. D. C. 1864 — @. Grisebachii, Kotschy. 1862 (absque diagnosim)
= @. Aegilops, Gris. in sched. non L. — Icones: Kotschy adhue ined. in biblioteca Haynaldi; Mar-
telli. ined. e specimine authentico Grisebachii. Y:
Hab. — In sylvis Macedoniae supra Vodena (1842, Gris.! in herb. Boiss. cum fructu juniore),
in Hercegovina ad Mostar (1886, Bornmùll! sine fructu).
QueRcUS ostRYAEFOLIA, BorB. 1887 = Q. Fragnus, Longo. 1888 = @. Macedonica, auct non
Alph. D. C.= Q. castaneîfolia, Pane. olim in El. pl. Crnaeg non C. A. Mey. — Icones: Longo
in Bollettino del Naturatista, anno VIII. n. 6; Borzì in Malpighia, anno II. f. 4; Martelli ined.
e specimine Orphanideo. d
Hab. — In Macedonia prope Vima (1862, Orph.! in herb. Boiss. cum fructu nondum maturo),
in Albania loco non notato (Gris. cum fructu), in Albania ad pagum « Vutzindrò » (1888, Bald.
in lit.)?, prope Kestoration Epiri (1881, Heldr.! e ramo juniori sine fructu), in monte Rumia, ad
fines Turcarum (1889, Bald! sine fructu), in Montenegro prope « Pisine strane » (1873. Panc.! cum
fructu nondum maturo) in Italia merid. (Long.! ete. cum fructu maturo). ;
Come vedesi queste due specie sono abbastanza distinte fra loro per pa-
recchi caratteri bene riconoscibili e non dal più al meno. Non sono quindi mi-
nute forme quali dai « micromorfomani » ci vengono spesso dispensate, ma
bensì di valore almeno uguale alle altre specie affini come la Quercus Libani,
Oliv, la Quercus Trojana, Webb. ecc., le quali tutte male si presterebbero a
riunirsi in una specie unica, per le diversità presentate dal frutto.
Vorrei ancora rilevare alcune particolarità intorno alla loro distribuzione
geografica, ma, non avendo sufficente materiale, lo farò in un ulteriore arti-
colo, ove pure tratterò più diffusamente delle altre specie appartenenti al gruppo
(stirps, Gib.) Aegilops. Per ora mi è bastato di fare conoscere come sotto il
nome di Quercus Macedonica Alph.'D. C. si confondessero due specie distinte,
dandosi così luogo a discrepanze fra gli autori.
Bologna 27 Maggio 1889 G. E. MATTEI.
178
SULLA CACCIA DRI COLEOTTERI
Continuazione» (vedi N. 12, anno VIII)
- - DPEGIAEE="<<—- DT -
Questo arnese però sebbene riesca utilissimo a catturare i Coleotteri che
si trovano nelle esposte condizioni, pure richiede che s’ impieghi non poco tempo
per avere in buon numero le specie che stanno nascoste fra le minutissime erbe
‘aquatiche. Per risparmiare adunque il mio tempo soglio agire nel modo seguente.
Sbarbico parecchie manciate di tutte quelle pianticelle già da me conosciute
come nascondigli di numerosi Coleotteri, e dopo averle ben bene strizzate , le
ripongo in un apposito sacchetto legandone fortemente la bocca. Questo sacco
è d’ una tela forte e fitta ed al suo fondo v'è cucito un disco metalliéo con un
foro circolare nel centro al quale sta saldato un tubo lungo appena sei milli-
metri, messo in comunicazione coll’ interno del sacco. Il tubetto termina alla
parte esterna in una vite maschio a cui si avvita un coperchio metallico De:
impedire la fuga degli insetti.
Giunto in gabinetto, avvito al tubetto, di cui ho parlato, un altro tubetto
o meglio una ghiera la cui estremità finisce all’interno con una vite femina
ed è attaccata alla bocca del collo di una storta, di un matraccio o di qual-
siasi altro recipiente di vetro. Gl’insetti, vedendo la luce non tardano ad affol-
larsi sulle pareti del tubo da cui passano in quelle del vaso, il quale ad age-
volare questo passaggio, si colloca orizzontalmente insieme al sacchetto, su di
un.tavolino. Lasciando questo apparecchio per un paio di giorni nelle condi-
zioni anzidette, si è quasi sicuri di trovare nel recipiente, se non tutti, almeno
la maggior parte degl’ insetti.
Del resto poi dopo alcuni giorni si cavano dal sacchetto i vegetali e allar-
gandoli convenientemente con una pinza sopra un foglio di carta bianca, si
vede se ve ne sia rimasto qualcuno. A me però non è mai accaduto di tro-
varne dei vivi, ma solo pochissimi morti. Ciò fa comprendere che gli anima-
letti non ritornano più nel sacco dopo esserne usciti, preferendo di stare nel
vaso di vetro, alle pareti del quale si arrampicano incessantemente senza dar
mostra però di voler entrare nel tubo. Con questo mezzo mi è riuscito, pochi
anni or sono, di prendere più di trecento individui del genere Octebius, Hydrae-
na, Laceobius ecc. fra cui trovai bellissime specie, che stavano nascosti in tre
o quattro manciate d’ erba che sbarbicai dal fiume Belice, il quale dovetti gua-
dare in un’ occasione che non mi permetteva di fermarmi altro che per due 0
tre minuti.
Non vi è entomologo che ignori come nei fiumi, nei laghi ecc. oltre agli
insetti che vivono fra le piante aquatiche ve ne siano moltissimi che stanno fra
la melma, dalla quale spesso escono per venire a galla, ma ove ritornano ben
presto. Per procacciarmi una gran quantità d’ individui di queste specie soglio
usare il seguente metodo.
d:
Ò
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a
179
Mando un contadino in un luogo ove altre volte ho pescato di quest’ in-
setti o anche in luoghi che mai ho espiorati. Riesce facile a costui, per mezzo
di una casseruola o altro arnese acconcio, di prendere una quantità di melma
dal letto del fiume, torrente e simili, e poscia vuotarla insieme all’ acqua ed
alle erbe aquatiche in alcune brocche che porta poi al mio gabinetto.
Avuti questi recipienti li lascio riposare per un giorno perchè l’ acqua ri-
manga sopra quasi limpida e la verso poi in un catino, avendo cura di non E
farla intorbidare, ma facendola passare a poco a poco per uno staccio ben fitto. 7
I pochi insetti che si trovano nell’ acqua rimangono nello staccio e perciò mi
riesce facile il pigliarli. Verso poi il resto del materiale rimasto nelle brocche, | SS
in un gran sacco come quello di cui sopra ho tenuto parola e con questo mezzo / ;
-m’impadronisco.di un numero prodigioso. d’ insetti. È !
AUGUSTO PALUMBO 58
RIVISTA BIBLIOGRAFICA 4
L’amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo. ;
NINNI dott. A. P. Le acredule venete. Fatto notare, con un'accurata bibliografia, come
sieno state assai confuse le tre specie italiane di Acredulae e come resti ancora molto da sapersi
sulla loro distribuzione geografica nel nostro regno, l’ A. si diffonde su quanto ha potuto osservare
nel veneto e ritenendo di una certa importanza il valore specifico delle tre Acredulae, poichè la
Irbyi è distinta dalle congeneri e la caudata pare sia la sola che si trovi con capo bianco, conclude
che nel veneto si trovano la Zrdy? stazionaria e nidificante, la caudata pure nidificate, ma ‘molte
vi giunsono in autunno e ripartono in febbraio, la rosea vi manca. Alla memoria è unita una ta-
vola con 4 figure. (Venezia, 1884). : o
NINNI dott. A. P. Sulle recentissime opinioni intorno alle specie venete del
genere Acredula. In questa breve nota l’ A. riportando quanto ha letto nel primo resoconto ora
pubblicato, dell’ inchiesta Ornitologica in Italia, intorno alle specie Venete del genere Acredula, e
sorpreso di trovarvi indicazioni tanto differenti a quelle da lui esposte nella sopranotata memoria,
pur mantenendo quanto disse nella medesima, fa voti che per il vero progresso della scienza i col-
laboratori della inchiesta procurino di inviare notizie sicure, non trascurando di indicare quando esse
sieno dubbiose. Aggiunge anche alcuni caratteri che possono giovare per il riconoscimento delle
specie europee del genere Acredula. | i i
GIGLIOLI H. dott. prof. ENRICO. Primo resoconto dei resultati della inchie-
sta ornitologica in Italia. Parte prima, AVIFAUNA ITALICA, elenco sistematico delle specie di
uccelli stazionarie 0 di passaggio in Italia, con nuovi nomi volgari e colle notizie sin qui for-
niîte dai collaboratori nella inchiesta ornitologica. È un grosso volume pubblicato per cura del
Ministero di agricoltura ind. e com., ufficio ornitologico, del quale è direttore 1’ autore. Contiene
l Elenco dei collaboratori per la inchiesta ornitologica italiana, e l'elenco in ordine scientifico .
degli uccelli italiani , intercalandovi alcune nuove specie per l’ Italia, nuovi nomi volgari e le
notizie più interessanti come resultano dalle osservazioni raccolte per l’ inchiesta. Vi è unita una
carta delle stazioni ornitologiche in Italia.
180
PASSERINI N. Apparecchio economico per conservare il vino nelle botti
sceme. Trattasi di un apparecchio molto semplice con il quale, quasi senza spesa, si può con-
servare inalterato il vino delle botti che si hanno a mano e dalle quali si toglie il vino spesso
lasciando il vaso scemo. Ne riparleremo nella rubrica Invenzioni e scoperte.
PASSERINI NAPOLEONE. Sulla concimazione iri copertura del grano, me-
diante concimi chimici e con cenere di Coke. Questa memoria letta dall'A. alla R. Accad.
dei Georgofili, contiene i resultati ‘di esperienze istituite. nel podere sperimentale della Scuola
agraria di Scandicci, diretta dall’ A. stesso. Il conte Passerini aveva precedentemente fatte delle ri-
cerche chimiche sulla cenere di Coke (vedi questo periodico annata 1388 pas. 93) e trovato che
questa sostanza per la sua composizione non era da disprezzarsi come concime, specialmente per il
grano, stabilì di fare apposite esperienze ed in questa memoria ne indica i buoni resultati, dando
anche preziosi consigli ed insegnamenti agli agricoltori,
CACCIAMALI prof. G. B. In Valle del Liri. Osservazioni geografiche e geognostiche
ed indicazioni turistiche. Pubblicazione fatta per cura del Club alpino italiano (sede centrale). Con-.
tiene dettagliati cenni oroidrografici; indicazioni sulla struttura geologica generale ed anche parti-
colare; indicazioni turistiche per chi voglia percorrere questa bella regione; una copiosa bibliografia
ed una carta con lo schizzo particolareggiato dei bacini del Liri e del Sacco. di
MARSELLI prof. ENRICO. Antropologia generale. Sono uscite le dispense 17 i8 19
delle Lesioni sull'uomo secondo la teoria dell’ evoluzione dettate nella R. Università di Torino
dal prof. Marselli. Contengono il seguito delle lezioni sull’ uomo durante l'età della terra — Ter-
ziario e quaternario — (Pubb. dell’ Unione tipog. editrice torinese. Prezzo L. 0, 50 la dispensa
adorna di molte figure).
Société R. Malacologique de Belgique. Abbiamo ricevute le prime 6 dispense dei pro-
cessi verbali dell’ annata 1888, che oltre le notizie relative alla società, contengono:
G. Vincent. Note sur deux crustacés brachyures nouveaux pour la faune du Pays. Trattasi dei
fossili. Xanthilites Bowerbankii Bell. e Plagiolaphus ‘Wetherellii Bell. — C. Mararse. A propos
de schistes siluriens de Huy. — D. RarymarkERs. Note sur. la presence de blocs landeniés
dans le quaternaire des environs de Louvain — M, MaurLon Sur le Ledien de Lede, prés d’Alost —
G. Vincent. Decouverte de Cyrena fleuminalis, Mull., dans les alluvions de l’escaut — D. Raey-
MAEKERS, sur la presence de blocs non roulés de srès tongriens fluvio-marins a la base du qua-
ternaire — G. Vincent. Nouvelle liste de la faune conchygliologique de l’argile rupelienne — P.
PeLsenEER. Sur la classification des gastropodes d’après le systéme nerveux — A. DammeRIERS. No-
tes ichthyologiques (Système landenien et heersien) — J. pe GueRNE. Dexcription d’un Pisidium
nouveau des Acores — M. Mourton. Sur une coupe de quaternaire a Lede, près d'Alort-Sur le le-
dien a l’ouest de Bruxelles. I
Annali di agricoltura. (Pubblicaz. del Ministero di agricolt. ind. e comm. Roma 1889).
(153) SacHeRI Inc. Giovanni. Relazione sul concorso internazionale di essicatoi da cereali in
Milano.
(160) Professori CeLLi E GuarNERI. Memoria sull’ etiologia dell’ infezione malarica.
R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti. La dispensa sesta degli Att 1838-89
contiene le seguenti memorie di scienze fisiche naturali :-
KeLLER A. Alcuni alimenti suppletori per il bestiame bovino — NeGRI G. B. Studio ceristallo-
grafico della cerussite di Auronzo (con 1 tav.) ;
Terrenzi G. Il mare nell’ interno della concu di Terni. (Riv. scient. indust. N.° 10-11).
www. rw.
S. BROGI direttore responsabile
ABBONATI MOROSI
I seguenti signori essendosi regolarmente abbonati e non avendo mai disdetto 1’ abbonamento
o avendo degli arretrati antecedenti, sono pregati d' inviarci l’importo delle annate scadute come
più volte sono stati invitati con privato avviso.
Ricevuto l'importo si toglie subito il nome da questa nota, altrimenti la
pubblicazione seguita fin a che non crederemo di ricorrere ad altri mezzi per
Ottenere il pagamento cui abbiamo diritto.
Baratta Mario, Voghera Siri ing. Vincenzo, Ravenna
De Joanna rag. Aurelio, Lapio Pocheitino prof. Giovanni, Roma
Pirotta Pietro, Predore — Cahen Rodolfo, Roma — ;
Bertoloni cav. prof. Antonio, Bologna R. Scuola pratica di agricoltura, Nw/vi
Biagi dott. Giuseppe, Casalmaggiore Bianchi Egidio, Petroio
Rabitti Francesco, Ferrara Gibelli Camillo, Zorino
Niccolini G. B., Incisa i Cabrini prof. G. B., Menaggio
Fucini Domenico, Empoli Hinrichsen prof. F. Trapani
cento lose pesta PENALE Ou Conegliano
astelli Emilio, Livorno imini Francesco, Venezia
Reali prof. dott. Ranieri, Camerino Benazzato Agostino, Camisano
Squassoni Eugenio, Quistello Mantovano | De Fischer lean, Montpellier
Macchiati prof, Luigi, Modena Antigo prof. Pedro, Barcellona
Redaelli maestra Marietta, Monza De Siemachko Eccell I, St. Petersbourg
Bazzetta cav. prof. Giulio, Domodossola | Velicogna Giuseppe, Gorizia
Rebaudi Sestilio, Castelvittorio Noè Henri, Bruxelles
E UNE C ACERRA SD BLESS NGU. E
FERRO - CHINA - BISLERI
5 MILANO — Vra Savona, 16 — MILANO È
ro, BIBITA ALL'ACQUA DI SELTZ E DI SODA ©)
PAN Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto 7
< (Vendesi all’ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze) <
09) ATTESTATO (09)
R, Esercito Italiano
COMANDO SUPERIORE > Massaua 28 Gennaio 1886.
4 delle truppe in AFRICA H
E A Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu- E
Ufficio del Comando
A ; mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V. |A
N. 362 di protocollo ‘che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
p
< OGGETTO Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI <
Circa l'esperimento fatto « esperimentato dal Sig. Tenente medico. dottor Petti su due
(| ‘del Ferro China < compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod- G
3) AL Sì « disfacentissimi risultati. » a)
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15 Agosto 1889
(Bollettino N. 8) N. 15. 16
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- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
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piante $ Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
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Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
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sipubblicain 24 numeri formanti ogni anno un volume di
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allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
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niti costa Lu. 5 e quello al solo Eollettino IL. 3
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blicazione del giornale.
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no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti.
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nìstratore CASIMIRRO COLI, Via di Città /4, e da. tutti
gli utficìi postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-
l’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto
ai fascicolì arretrati.
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tiene come rinnuovato.
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zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-
| reca questa mutualità, essì hanno diritto ad inserzioni
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animali, semì, piante, minerali, libri, macchine, arnesi,
ecc, ecc,; e per rendere sempre più facile il conoscersi”
reciprocamente si pubblica ogni anno, degli abbonati che
lo desiderano, un’ elenco con il loro indirizzo indicando
la professione o gli studi speciali ai quali som dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin-
cipali dei loro possessi, e dei loro ‘allevamenti.
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carla gratis più di una volta; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l'inserzione.
Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli avvisi. commer-
ciali di compra e vendita, o di reclame.
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blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
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bonati che pubblicando avvisi desiderano nou far co-
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato
dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese dì corri-
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare
un compenso da combinarsi. ì
Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storìa Na-
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano, L. 1
per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pa-
gine costano L. l ogni 3 centim. di spazio occupato in
una colonna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in
cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci
pervengono due esemplari. A È
Tutti i pagamenti devono essere anticipati, Chi desidera
risposta unisca i francoballi necessari. RE,
Dei Apelle. I Rincoti in Sigle e gli Afroforidi o Cicadelle: in o studiati. nell' in 3
teresse della Scienza e dell’ Agricoltura. © - fi
Pelacani prof. Luciano. Appunti intorno alla miniera « dell’ Arsentiera. »
Un turista e naturalista. L' Alto vallespir (cont)
Lenitechia prof. A. I primi fiori nel Cantone ticino. (cont.) ERI
Rivista bibliografica da pag. 192 a pag. 196 i È a :
SOMMABIO DEL N. 16
Giachetti G. C. Colombicultura (cont.) :
Comunicazioni: Allevamento dei canarini, 0. Calliani — Simulia columbacensis, Sr. — Syr-
rhaptes paradoxus, Sw. — Edelweiss, Sr. È |
Notizie di caccia e note zoologiche: Ninni — Isola — Arimondi — Red. — Sr.
Spigolature apistiche: da pag. 99 a pag. 100. 1 t Lee
Noterelle storiche: da pag. 100 a pag. 101.
Insegnamenti pratici: a pag. 101.
Notiziario: da pag. 102 a pag. 103. i i ;
Richieste, offerte e domande di combi fra gli abbonati — Ayvisi diversi, 5 A
LE CENTENAIRE DE LA SCIENCE
TERI
Le Monde vu par les Savants s'adresse à tous ceux, petits ou grands, qui sont curienx des :
choses de la nature, qui cherchent dans le lectures sérieuses des j joies douces et des émotions. vraies,
a ceux méme qui ne possèdent sur l'histoire de notre globe aucune notion positive; il apportera
| profit et plaisir, une instruetion amusante et un amusement instructif; il exercera l'actiye curio-
sité de l’enfance; il sera un sujet de méditation pour l’àge mir; mis è la portée de tous, il répan- i
dra partout, au foyer de la famile comme dans l’atelier, les salutaires lecon de la science. t
Les ficures, semés à profusion et, pour ainsi dire, 4 chaque page, sont dues & nos ‘meillewrs
artistes; elles sont le commentaire-vivant de ces tableaux qui se déroulent devant lè lecteur.
Cette eneyclopédie, où le vrai luxe de l’exécution est uni à un bon mar.ao inusité, constitue
a la fois un riche album et un livre intéressanti, qui parle è la fois a l’esprit et aux Sai assez
sérieux pour instruire, assez original pous chamer.
Le Monde vu par le Savants formera un beau volume de 1000 pages grand in-8 & deux co-
lonnes, avec 800 figures intercalées dans le texte représentant de tableaux de la nature, des seènes
pittoresques de science, de géographie physique, de géologie, de botanique, de zoologie, ete. Il se
publie en 30 séries. On recevra franco, chaque semaine, une série, en adressant aux, cditeure. pr "
J.-B. Baruiere ET Firs, 19 rue ‘Hautefeuille, un mandat postal de quinze FRANS. :
Pour recevoir, à titre de spécimen, une série de 32 pages, il suffit de joindre a la ian de de
mando 3 timbres-poste de 15 cent. ene) # Si no
Giardino d'Acclimlazione d tp Desmeue - Frenee
I ____T-
| Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uecelli esotici, pappagalli,
nigli, polli esteri, piccioni, ecc. — ° RE
Le uova di galline a qualunque varietà appartengano costano ©
di uno; l'imballaggio costa. cent. 50 per ogni Morrina: o) frazione dic
‘axwolx = RIVISTA IPALIANA DI SCIENZE NATURALI na
vi 10)
A BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 0
APELEESDEI
# I RINCOTI IN GENERALE
E GLI AFROFORIDI, 0 CICADELLE, IN PARTICOLARE
studiati nell'interesse della Scienza e dell’ Agricoltura
—_y——rtaosi-ec-=oom-
i Se, letto il titolo, si pensa al numero erandissimo delle pubblicazioni sulla
Entomologia, sì pura che applicata, — e di esse ve ne sono ancora delle mie —
potrà, a prima vista, apparire ozioso questo mio scritto. Ma se per altro si pone
‘ mente alle contradizioni, alle disparità di opinione, che fra gli Entomologi esi-
stono, ed alle non poche inesattezze che gli uni hanno copiate dagli altri; se
sì riflette poi, che anche le opere migliori, uscite dalla penna d’ illustri ento-
mologi, anco se immuni, più o meno, dai lamentati difetti, possono essere, e
sono, in qualche parte mancanti; se finalmente, a me riuscirà, come sperar
vorrei, non dirò di correggere tutte le inesattezze, e di colmar tutte le lacune,
perchè sarebbe un troppo presumere, ma di far conoscere qualche fatto per lo
meno, non ancor bene accertato, o non troppo esattamente, o almeno troppo .
leg:vermente spiegato; mi lusingo che, l’ apparente inutilità, verrà a sparire, ed
un qualche lume, in prò della scienza e della pratica, potrà resultarne.
Intanto, che esistano realmente disparità d’ opinioni fra i diversi Autori
che hanno trattati, più o meno scientificamente, soggetti’di Entomologia, lo può
provare, fra le molte altre, la ormai vieta questione, se gli Anobidi attacchino
le piante, o le parti di piante, verdi e rigogliose, e, mediante le loro gallerie
scavatevi, le facciano perire, o se attacchino invece le piante, o le parti di
piante già perite, o in via di deperimento per altre cause antecedenti: e per.
tutte poi, basterebbe a provarlo I’ eterna questione degli uccelli insettivori, e
degli insetti parassiti. Nella quale, mentre gli uni vorrebbero dar tutto il me-
rito agli uccelli, se gli insetti fitofagi non invadono tutto e tutto distruogono;
pretenderebbero gli altri, che riguardar si dovessero invece i parassiti, come i.
veri, i soli, o quasi i soli, protettori dell’ agricoltura; e considerare si dovessero.
pray uccelli più come dannosi che veramente utili, perchè distruttori, a loro dire, .
non solo d’ insetti fitofagi, ma ancora di quegli entomofagi, e specialmente dei
5 così deiti parassiti. :
a
182
Ma, sebbene io ritenga — e l’ ho dimostrato altra volta (1) — che gli Ano-
bidi sono tutt’ altro che la causa prima del danno delle piante; sebbene io ri-
guardi come due esagerazioni le due opposte opinioni riguardo all’ azione de-
gli uccelli, ed a quella degli insetii parassiti, ed abbia anche maggior fede
nell’ opera più continua, più attiva e più risoluta dei primi, piuttosto che in
quella più lenta, ed a periodi, dei parassiti — la quale per altro non è poi da
disprezzare affatto; — pure, non è di tall questioni che io intendo ora occu-
parmi, le quali d’ altronde non si confarebbero al titolo posto in testa a que-
sto lavoro. £
Lo scopo mio attuale dunque sì è quello, di dare una rapida, anzi una
rapidissima, occhiata ai Rincoti in generale, ed in specie, ad alcuni di quelli.
che non sono stati, fin qui, troppo accuratamente osservati, e il genere dei loro
danni non troppo ben conosciuto; e di rivolger poi la mia attenzione, in modo
speciale, al gruppo delle Cicadelle. i
La morfologia degli Emitteri di Linneo, o Rincoti di Fabricio, forma la di-
sperazione degli Entomologi sistematici: giacchè presenta una serie di modifi-
cazioni tali, da rendere assai difficile lo assegnare dei caratteri generali precisi
a quest’ ordine non troppo naturale d’ insetti. Qual non piccola differenza di
forme, infatti esiste fra una Cimice di campo ed una Cicala? qual’ altra anche
più grande — per non parlar di altre — fra questa e un Coccide ?
Ciò che, si può dire, abbiano di comune, è la bocca, modificata in modo da
formare, con il labbro inferiore, molto sviluppato ed allungato, una specie di
rostro, o tubo, ora uniarticolato , ora triarticolato, entro al quale passano le
mandibole e le mascelle convertite in quattro stiletti sottili e rigidi, ed alla
base anteriore del quale è il labbro superiore, che lo cuopre per circa un
quarto della sua lunghezza. Insomma una bocca in forma, in certo modo, di
becco lungo e sottile, architettato per pungere e succhiare.
Ora dunque: siccome l’ organismo è un tutto individuale, determinato nelle
sue parti, e ciascuna parte, è dipendente dall’ altra; così ogni specie di lavoro,
presuppone una serie di altri lavori: e quindi ciascun organo deve avere intimi
rapporti con gli altri.
E da ciò ne viene, che la bocca di questi insetti, adatta a prendere non
altro che un nutrimento liquido, fa presupporre un apparecchio nutritivo piut-
tosto semplice.
Ed infatti, l esofago dei Rincoti, è in generale molto stretto, lo stomaco
muscoloso, o ventriglio — che è relativamente sviluppato e robusto negli in-
setti che si nutrono di sostanze solide — è invece, in essi, quasi si direbbe ru-
dimentale, ed anche il loro intestino tenue, è molto breve ed angusto.
Per lo stesso principio poi, anche una data funzione, deve entrare in pros-
(1) Il Sinowylon sex dentatum oliv. nel Senese ecc. (Estratto dal Bollettino della Società En-
tomologica Italiana, Anno XIII, Fase. III-IV, Firenze 1881).
183
simi rapporti e presupporne un’altra: e perciò, la funzione digestiva, determi-
nata da un nutrimento più o meno solido, o da un nutrimento solido e liquido
alternativamente ; fa presupporre un prodotto escrementizio solido, o poltaceo,
unito a dei gatz, sviluppati in conseguenza della digestione medesima, e alter-
nativamente, anche liquido. Mentre la funzione digestiva, derivante da un nu-
trimento esclusivamente liquido, fa presupporre che, il prodotto della funzione
escrementizia, non possa essere, necessariamente che liquido esso pure.
Ed infatti: limitando l’ osservazione agli insetti, mentre vediamo emettere
degli escrementi più o meno solidi, e per esempio, dal baco da seta, che si
ciba, masticando esclusivamente le foglie del gelso ; e lo stesso, in generale,
anco dagli altri bruchi, ed altri insetti, che masticano , foglie, erbe, frutti, ed
anco legnami; vediamo emettere poi in generale, non altro che del liquido, da
tutti gli insetti che pungono, e succiano dalla puntura il loro alimento: come
per esempio, da tutti i Rincoti — e la Cicala, che è il più grosso, può servire
di facile esempio — e perfino dalle stesse farfalle, derivate da quella stessa
specie di bruchi mastieatori già ricordati.
Ed anzi, su tal rapporto, mi piace osservare , sul conto dei Rincoti, che Be
mentre, quelli che attingono il loro nutrimento dal succo delle piante, non la-
sciano quasi traccia della loro presenza per i loro escrementi, che presto quasi
totalmente evaporano, tanto son liquidi ed incolori, o quasi incolori; altrettanto
non accade ai Rincoti suggitori del sangue dei diversi animali, compreso l’uomo:
perchè i loro escrementi, per quanto liquidi, son per altro colorati, alquanto più
densi, e lasciano sempre delle piccole macchie.
Se ci accade, infatti, di potere osservare, qualche letto molto trascurato,
facile è il riconoscervi — magari, anche a primo colpo d’occhio — le macchiuzze
escrementizie della Acanthia (Cimes) lectularia: mentre se osserviamo qual-
che pianta invasa da numerose Cimici di campo, e per esempio, uno 0 più
cavoli, sui quali varie coppie della Strachia ornata, o della Strachia oleracea
— cd anche ambedue le. specie ad un tempo — abbiano procreata una prole
numerosa abbastanza; nulla vediamo, a primo aspetto, che ad escrementi so-
migli, e quasi saremmo indotti a sospettare, che questi insetti, avendo l’ appa-
rato digerente molto ridotto, come ho già accennato, non emettano escrementi,
e che, la linfa vegetale succhiata, serva, nella totalità sua, e senza nessun ri-
getto, alla nutrizione. Il che per altro non è naturale.
Ma se esaminiamo più attentamente le cose — e meglio con l’aiuto di una
lente — non è difficile scuoprire qua e là sulle grosse nervature delle foglie,
e sulle foglie medesime, delle minutissime goccioline di liquido incoloro, o quasi,
che presto evaporano. ; i
Ebbene: quelle goccioline, sono appunto gli escrementi delle cimici sud-
dette: e portando l’ attenzione su di esse — giovini, o adulte che sieno — nom
è difficile il vederne, prima o poi, alcuna, emettere dall’ ano la gocciolina ac-
cennata; ed osservando più attentamente, ed a lungo, non è difficile puranco,
184
il notare, che talvolta, invece della gocciolina, vien fuori dall’ ano di aleun’al-
tra — e specialmente di qualche cimice più giovine — una bollicina d’aria,
che subito si disfà, non lasciando sulla foglia che un piccolissimo punto appena
bagnato.
Se poi si seguita a tener dietro alla evoluzione delle giovini cimici, e gior-
nalmente si tornano ad osservare le piante da esse invase; si vedono, queste,
sempre più intristire, le loro foglie, apparire come macchiuzzate da numerosi
puntini bianchi, che giornalmente si fanno sempre più fitti, e come confluenti
fra loro. fino a rendere finalmente le foglie stesse quasi bianche affattto, e, per
di più, quasi coperte dalle numerosissime spoglie dalle giovani cimici lasciatevi,
nel compiere le loro mute. 7
Come si sa, i puntini bianchi, corrispondono alle numerose punture del loro
becco, che ha quivi distrutto il parenchima della foglia, la quale, non venendo
più nutrita, intristisce, si acccartoccia e muore. È
Osservando anche più accuratamente queste piante, quando le cimici hanno
compiuta, o sono per compiere, la loro ‘evoluzione, o come si dice, l’ ultima
muta; si può notare, che le grosse nervature delle foglie, non che gli steli
della infiorazione abortita, sono come coperti da un leggerissimo strato di so-
stanza bianca e quasi lucente, che, a piccolissime e sottilissime faldelle si stacca,
ed è portata via anche dalla più leggera agitazione deli’ aria.
Ciò avviene peraltro, se la stagione si è mantenuta calda ed asciutta: men-
tre, se, come in quest’ anno 1889, nella primavera e principio d’ estate, cade .
spesso la pioggia; per lo più, nulla, o quasi nulla sì vede: perchè, essendo pro-
dotta, quella specie d’incamiciatura bianca — mi si condoni l’ espressione —
dal residuo, o materiale fisso di tutte quelle infinitamente numerose goccioline
escrementizie , in una parola, degli escrementi, ripetutamente emessi su quelli
steli e nervature, dalle numerosissime cimici, a cominciare dalla loro nascita,
fino allo stato adulto, od alato; esso prodotto, vien lavato e RERENO via dalla
pioggia, ogni volta che cade.
Ho voluto far rilevare questi fatti, e perchè poco o niente dagli Entomo-
logi è stato di essi parlato, e perchè ancora mi occorrerà di ritornarvi sopra,
per altra specie, nel seguito di questo lavoro.
E giacchè sono a parlare delle Cimici di campo, dannose più specialmente
all’ orticoltura, trascurar non voglio, prima di proceder oltre, di ricordare, anco
una volta, che le cimici verdi, e specificatamente la Pentatoma dissimilis, Fab.
— delle quali poco, o niente è stato parlato nelle opere di Entomologia applicata
all’ Agricoltura — non solo sono moleste, nell’ ottobre, allorchè, alle prime fre-
scure, entrano nelle abitazioni per passarvi l'inverno; come in alcune di esse opere
è detto, ma, come feci osservare per la prima volta in una comunicazione alla
Società Entomologica Italiana (1) sono anche dannose, dapprima, ai gelsi, dei quali
(1) V. Resoconti delle adunanze della Società Entomologica Italiana — Adunanza del 2 Di-
cembre 1887. ;
quando sono molto in numero, deteriorano le foglie, ed in seguito ai frutti dei
peri, producendovi, con le punture del loro becco quelle nodosità che tutti co-
noscono, e che sono, in generale, ritenute, a torto, come produzioni difettose, ed
anomale dei frutti medesimi. (continua)
EIA]
INTORNO ALLA MINIPRA. < DELL'ARGENTIERA >
La località da me visitata in una recente escursione si trova all’ estremo
N-0. della Sardegna: si chiama il Capo dell’ Argentiera.
Una valle deliziosa vi s' apre e si continua nell’ immensa distesa del mare,
il quale si insinua fra tre rilievi montuosi - uno alquanto più a nord - for-
mando una rada che prende il nome di S. Niccolò. Quei monti di piccola al-
tezza sono quasi esclusivamente formati di micaschisti aventi un’ inclinazione
media di 45° in direzione opposta al mare. I micaschisti di questa regione, lu-
centi e di varia gradazione di colore, poggiano direttamente sulle formazioni
granitiche e non v’ ha dubbio che debbano attribuirsi al periodo silurico del-
l'epoca paleozcica, come ce lo attesta la presenza di fossili proprii dell’ epoca
stessa. In Italia è l’ unica formazione silurica ben determinata che, con quella
di Iglesias, Gennargentu, Monte Alvo, ed Ozieri, fa riscontro coi terreni silu-
rici della provincia di Galles in Inghilterra. i
Questi micaschisti sono qua e là attraversati da grossi filoni di granito
porfiroide e di quarzo, associati a solfuri metallici che formano oggetto di una
importante industria mineraria. Nella catena più a nord fra le tre indicate si
riscontra un filone di baritina mista a blenda e galena, avente la direzione ap-
prossimativa N-S.
Più a sud, verso Monte Doglia e Monteforte e nella stessa rada di S. Nic-
colò, trovasi una limitatissima formazione cretacea di pochissima importanza.
I terreni di questa regione sono dunque da attribuire a due distinti periodi: al
| silurico ed al cretaceo.
. Devesi quindi ammettere che la regione della NO sia stata durante il
lunghissimo periodo silurico sommersa: che successivamente rimase fuori del-
l’acque del mare durante i periodi devoniano, carbonifero, permiano e triassico
- poichè di essi non si riscontrano traccie: - che poi subì un nuovo abbassa-
mento, a cui è dovuta la formazione giurassica e cretacea: che infine emerse
per presentarsi presso a poco come si trova oggidì. - Osservo però che talune
formazioni calcari e dolomitiche del periodo giurassico fanno assolutamente di-
fetto nella regione da me visitata; mentre al dire del Lamarmora e del Sella,
per quanto scarse, si riscontrano in alcune .località della Nurra.
Gli abbassamenti ed i successivi sollevamenti di questa regione - dovuti
186
alle eruzioni porfiriche e granitiche - hanno dato luogo a dislocazioni, fessure
e spaccature, le quali furono poi riempite da filoni di quarzo metallifero in se-
guito ad emanazioni o sorgenti termali. I metalli, di cui è matrice specialmente
il quarzo, sono la galena, più o meno argentifera, e la blenda: sonvi traccie
di fahlerz e di minio. Gli schisti intersecati sono talora leggermente inclinati,
tal altra raddrizzati ed anche rovesciati.
Un filone di una certa importanza a matrice di quarzo e fahlerz (rame
grigio) attraversa gli schistì dell’ Argentiera con una inclinazione media di
circa 45° in direzione E-0. Esso risulta fatto da due zone a direzione presso-
chè parallele, ben distinte e separate da una zona sterile fatta di schisto più
o meno compatto o decomposto e da argilla. Una di queste zone, detta di
S. Rocco e corrispondente al tetto o muro di altre miniere, è fatta specialmente
da blenda con piccole vene di galena: l’altra, il riposo o cadente e chiamata
sotto l acqua, risulta di un miscuglio di blenda e galena con fahlerz. Da questa
zona si ottengono blocchi voluminosi di blenda e galena a strati esilissimi al-
ternantisi. Quando la galena è argentifera la quantità in .argento che se ne
ricava oscilla fra i 300-350 grammi per ogni quintale di minerale.
Gli antichi la coltivarone per estrarne il minerale argentifero donde pro-
babilmente il nome di Argentiera. Tutto il filone di una potenza di circa 10
metri - compresa la zona sterile di circa 5 metri - è diviso in tre zone in
senso longitudinale : Zona levante, centrale e ponente.
Le gallerie si trovano a cinque diversi livelli, denominati: Cantiere supe-
riore - abbandonato perchè esaurito o mal coltivato - Cantiere Calabronis, Can-
tiere Rietto, Ribasso a mare, Livello a mare. Dalla galleria principale Cala-
bronis, coltivata dagli antichi e lunga circa settecento metri, si accede alle
altre di minore lunghezza e situate a diverso livello.
I lavori sono attualmente indirizzati alla coltivazione dei cantieri più bassi
- eccettuato l’ ultimo che si trova sotto il livello del mare. — Il minerale per
tre pozzi viene portato nella Galleria Calabronis donde per mezzo di vagoncini
Decauville, trainati a mano, si trasporta alla laveria.
In questa una macchina a vapore di 560 cavalli, mette in movimento un
frantoio, due cilindri divisori, un: molino tritolatore, due tamburi classificatori,
un trommel, diciotto crivelli continui, una tavola a scossa, tre tavole rotonde
giranti ed un piano inclinato. L' acqua occorrente per la laveria e per la mac-
china viene estratta dal mare per mezzo di una pompa a vapore.
Il minerale lavato e polverizzato, dalla laveria è trasportato in sacchetti
su vagoncini a mano nella rada di S. Niccolò, donde con barche a vela a Porto
Conte e di là su piroscafi ad Anversa.
Questa miniera, concessa nel 1867 alla marchesa Caterina Tola di S. Sa-
turnino, passò a diverse società ed ora è amministrata da una società geno-
vese, detta - delle miniere di Correboi e dell’ Argentiera.
La direzione è affidata al valentissimo ing, Ghigliotti. Attualmente sonvi
ni
impiegati circa cento operai, in parte continentali, in parte sardi. La produzione
giornaliera media è di 14-15 tonnellate.
L’ altro fifone a matrice di baritina fu abbandonato per la difficoltà di se-
parazione del metallo dalla ganga e per gli abbondanti scoli di acqua, che
stagna nella galleria ed in cui si sviluppano dei microrganismi morbigeni. Il
nome di Plata dato a questa galleria ne indica che fu coltivata durante la
dominazione spagnola, per l’ estrazione del minerale argentifero.
Da taluno si è creduto che questo filone faccia seguito a quello presente-
mente coltivato; ma a me non sembra molto probabile, per la diversa direzione
del filone stesso e per la diversa ganga a cui è associato il metallo.
La miniera dell’ Argentiera, che è ben piccola cosa in confronto di altre
dell’ isola che impiegano migliaia di operai, non è certo priva di interesse per
le speranze che lascia concepire per l’ avvenire e per essere l’ unica a matrice
di quarzo e fahlerz. La potenza del filone, che si spera non venga meno in
profondità, e la presenza del fahlerz, che basta a farne sospettare la ricchezza
in argento, ci dicono che le speranze concepite non falliranno,
LUCIANO PELACANI..
L'ALTO VALLESPIR
NOTE DI UN TURISTA E NATURALISTA
(Continuazione, vedi fasc. 6-7 10-12)
NI Escursione a Coustouges — Mygale pyrenaica — I fossili di Coustouges.
Dopo un’ ora di cammino per un sentiero molto accidentato, arrivammo al
villaggio di Za Manère. Là trovammo una buona strada che in due ore ci
condusse a S. Lorenzo di Cerdans passando per Serralunga (900 m. s. m.) Que-
sta regione mentre non presenta grande interesse al naturalista, è piena di at
trattive per il viaggiatore, con la bellezza e la diversità del paesaggio. La
vallata dapprima molto ristretta e seminata di alberi di diversa natura, si al-.
larga e si copre di più in più di castagneti a misura che ci si avanza. Le tre
torri di Cabrens, che si vedono a una grande altezza durante il tragitto, sono
della medesima origine della torre di Mir.
A S. Lorenzo di Cerdans, una persona mi mostrò, conservato nell’ alcool,
un Mygale pirenaica, Geof. preso da poco. Questo piccolo mammifero insetti.
voro, il solo che abita la Francia, non è stato ancora trovato, per quanto sap-
pia, che in questa località e nei dintorni di Tarbes, Bagnères di Bigorre, e
Bagnères di Luchon. La sua presenza nei Pirenei orientali, viene ad affermare
una volta di più l'analogia che esiste tra la fauna delle due estremità dei
| Pirenei, Il Mygale pirenaica è più piccolo del M. moscovita Cuv. che abita la
188
Russia. La sua lunghezza media è di 20 a 25 cent. dei quali 10 circa appar-
tengono alla coda; questa è scagliosa ed appiattita ‘sui lati, l’ estremità porta
qualche pelo; il muso è allungato in forma di proboscide; la parte anteriore
della testa è suarnita di lunghi peli, lateralmente ed inferiormente; l’ orecchio
esterno, privo del padiglione, si riduce a un condotto auditivo esterno; l’ occhio
piccolissimo ; il pelame, ordinariamente bruno scuro, nel M. moscovita è bruno
chiaro, nel pyrenaica , ma mentre sotto il ventre è bianco nel primo, è grigio
argenteo nel secondo; gli arti posteriori sono palmati. Con l’ aiuto delle zampe
anteriori, che sono armate di potenti unghie, scavano nel suolo lunghe gallerie
il più sovente presso i corsi d’acqua. Si nutrono di larve e d' insetti terrestri
ed acquatici.
Ancora un ora di marcia ed arrivammo a Coustouges. È un villaggio di
cinque a sei cento anime, rimarcabile solamente per la sua chiesa antichissima,
collocata su di un’ altura pittoresca a meno di un chilometro dalla frontiera
spagnola.
Mentre il mio amico cercava invano, in questi dintorni, della selvag-
gina, raccolsi piante appartenenti ai generi Teucrium, Coris, Laserpitium ,
Leucanthemum ecc. ma sopra a tutto trovai dei fossili: non molte specie, ma
numerosi esemplari: Yyppurites rugosa Lmk., H. curva Lmk., Cyclolistes el-
liptica Lmk. (questa in special modo abbondante) ecc. Meno fortunato del
dott. L. Companyo di Perpignano, non vi ho potuto trovare ammoniti.
Si sono notate presso Coustouges miniere di rame; vi si trova anche del
gesso e della lignite. (continua)
Prof, A. LENTICCHIA
I PRIMI FIORI NEL CANTONE TICINO
(Continuazione vedi fascicolo 10-12)
__——_—*<T----——-
E la flora della pianura, dopo queste vicende telluriche, si mantenne an-
cora uguale a quella delle Alpi? No. Scomparse le specie nordiche, quelle in-
digene preglaciali si svilupparono grandemente e riacquistarono il primitivo
impero, solo contrastato da una moltitudine di altri vegetali che immigravano
specialmente dalla regione mediterranea, dall’ est, dall’ovest, con mezzi diversi,
come le correnti, i bastimenti, le ferrovie, gli uccelli migratori, le lane delle
pecore.
A questo miscuglio di specie si aggiunga quelle che l’uomo ha involonta-
riamente importato dall Oriente coi cereali e co’ semi di foraggio, quelle che
sono sfuggite dai giardini, da lui stesso creati con piante esotiche e che ora
sì propagano come vere piante spontanee.
ie | | Fo 80
Prescindiamo dalla flora dei campi, dei prati e di altri luoghi coltivati ,
poichè essa è profondamente alterata e, si può dire, una flora artificiale , cer-
cando l’uomo di propagare quei vegetali che gli sono di maggiore tornaconto.
Prescindiamo, ripeto, da questi luoghi e consideriamo lè vergini stazioni, dove
la vegetazione si è conservata nella sua primitiva e multiforme veste, per do-
mandarci, se in questa flora, oltre gli elementi suaccennati, non sia da ricer-
carsi anche un elemento alpino.
Se l’ emigrazione di piante da paesi lontanissimi non incontra ostacoli di
sorta, più agevole dev’ essere il passaggio delle piante dalla regione mon-
tuosa al piano. Infatti, oltre le correnti atmosferiche, vi sono i torrenti, che
trasportano in basso semi e rizomi, le valanghe e le frane, che trascinano tal-
volta al fondo delle valli cuscini di piante alpine da formarne dei giardini.
At.
Vista la possibilità, anzi l’ estrema facilità di questa discesa, la quale deve
risalire a tempi remotissimi, qualora si ammetta la teoria dell’ evoluzione, si
dovrebbe riscontrare il fatto, che alcune specie del piano sono il risultato della
trasformazione dei loro antenati alpini e che altre sono in via di trasforma-
zione.
Attualmente non è più lecito accettare nel campo della scienza un prin-
cipio, una lesge, che non porti il suggello della prova sperimentale o dell’os-
servazione. I giuochi d’ immaginazione, le facili e seducenti ipotesi non giovano,
talvolta anzi incagliano il sano e regolare sviluppo del pensiero scientifico,
come già scrisse il paziente e abilissimo sperimentatore botanico Bornet: « Senza
< numerose esperienze, seminagione, incrociamenti ecc. una moltitudine di punti
« della storia delle Rose (dei vegetali tutti) non usciranno dal dominio delle
ipotesi e delle opinioni individuali. Dovesse un esperienza durare 20 anni,
« essa sarebbe più utile alla scienza, se fissa un dettaglio, che dissertazioni
« prolungate per mille anni (1). »
Specie alpine, in corso di trasformazione, credo che nessuno le abbia finora
constatate al piano. In quella vece si hanno specie decisamente alpine che, da
tempo immemorabile, crescono al piano o sul fondo delle valli e specie che
vegetano tanto bene in pianura come nella regione alpina, senza avere su-
bìta ancora alcuna modificazione. Nè si obbietti che tali specie alpine tro-
vino in basso uguali condizioni di esistenza. Se questo può esser vero per
alcune poche, che si trovano in stazioni eccezionali; per molte altre si verifica
il contrario, cioè che specie alpine sono discese quasi a livello dei laghi insu-
brici e usufruiscono di un clima quasi meridionale. Basteranno alcuni esempi
per convincersene. La Rosa delle Alpi (Rhododendron ferrugineum) è pianta
essenzialmente alpina, vegeta in gran copia su quasi tutte le montagne schi-
stose e granitiche e raramente scende oltre i 1300 m.; eppure cresce benissi-
N
(1) Nota di Burnat, pag. 37 dell’ opuscolo « Le genre Rosa » del DI H. Christ,
190
mo a Lugano nella valletta del Tazzino (a circa 100 m. sul livello del Cere-
sio, dove fiorisce due volte all'anno) e nella valletta del Rebissale presso Lo-
carno (a un centinaio di metri sul livello del Verbano). E vero che il genere
Rhododendron è originario dell’ Hymalaia, però la specie ferrugineum è pret-
tamente alpina.
La Biscutella laevigata è comune al piede del S. Salvatore, del M. Brè e
di altri monti circostanti a Lugano, del pari che a Campolongo in Leventina
(2680 m.) e al Lucomagno (1900 m.)
Nessuna differenza si trova negli esemplari delle diverse stazioni tanto del
Rhododendron come della Biscutella. Tuttavia il botanico Franzoni di Locarno
rinvenne all’ alpe di S. Maria una forma di Biscutella (la varietà lucida DC),
la quale, contrariamente a quanto sì osserva nella generale delle specie de
pine, ha le foglie glabre e levigate.
Ecco una lista di piante, che crescono a diverse altitudini, dal piano alle
regioni montuose più elevate.
Saxifraga Cotyledon L. M. Garzirolo, M. S. Bernardo presso Lugano e Ponte
Brolla presso Locarno.
Crocus vernus All. Comune nella regione alpina non meno che al piano e alle
colline, come a Piano Scairolo, Massagno, Crespera, Sorengo ecc.
Linaria alpina Mill. Greto della Maggia presso Cevio e nelle alpi di, V. Ba-
vona e al Pizzo di Claro (2600 m.)
Calluna vulgaris Salisb. M. della V. Maggia e comune al piano,
Centaurea transalpina Schl. Comunissima in tutto il Cantone tanto in pianura
che in montagna.
Capsella Bursa pastoris Mònch. Comune in pianura e montagna.
Sarothamnus scoparius Limm. idem.
Anagallis arvensis L. idem.
Parnassia palustris L. Luoghi umidi, p. es. a Cevio e nella regione montana sup.!*
Hieracium Pilosella L. Dalla riva del lago, come a Gandria, sale fino a 2600 m.
(var. velutinum Heg.)
Salix purpurea L. Dal piano fino a 2000 m.
Pimpinella magna L. Al piano e al Pizzo di Claro (var. rubra).
Helleborus niger L. Piede del S. Sàlvatore, del M. Caprino, del M. Bolia e di
altri monti e sulle loro cime.
Doronicum Pardalianches L. M. Generoso e Valletta di Ponte Cassarina pres-
so Lugano.
Viola biflora L. Rivera, M. Tamar e Pizzo di Claro (2600 m.)
V. palustris L. Mappo presso Locarno e @ S. Bernardino.
Aquilegia vulgaris L. Comune al piano e nella regione montuosa.
Anemone nemorosa L. Frequente nei dintorni di Lugano, sul Generoso ed al-
tri monti.
A. ranuncoloides L. M. Generoso e nei prati al Paradiso presso Lugano,
191
Ranunculus acris L. Campo alla Torba e comune nei prati di pianura.
R. repens L. Cimalmotto e comunissimo in pianura.
R. bulbosus L. idem.
Caltha palustris L. Casòro, Muzzano e a S. Bernardino e alla Nufnen.
Sempervivum tectorum. L. Comune a Gandria, nell’ alveo della Maggia a Cevio
ecc; trovato pure al Pizzo di Claro (2600 m.)
Thymus serpyllum L. Comunissimo nei luoghi soleggiati di pianura e dei colli,
trovato anche al Pizzo di Claro (var. angustifolia subglabra).
Arabis alpina L. Dal piano fino alla regione subnivale, come in V. Tremola e
a Campo alla Torba.
Kernera saxatilis Rb. Piede S. Salvatore e Alpe Bolla in V. Bavona.
Bellis perennis L. Comunissima al piano, sui colli e non rara nella regione
alpina.
Queste specie e molte altre, che si taciono per brevità, conservano tanto
al piano che nella regione alpina, e nella nivale per alcune, i loro caratteri
fondamentali; nè accennano a modificarsi, astrazione fatta delle leggere e su-
perficiali variazioni, che presentano le loro forme alpine e che consistono in
una taglia più piccola e nel fiore più grande, come ne mostra la varietà al
pina Heer, del Bellis perennis. L.
At.
Fu tentata la coltura di specie di pianura nelle regioni montuose elevate,
ma il più delle volte senza successo. Siccome più agevole, si praticò da molti
la coltura di piante alpine al piano (1). Ma quante cautele, quante cure non
dovettero prodigare per conservarle vive! E quali mutamenti di forma e di
struttura subirono dopo molti anni di vegetazione ? Salvo qualche lieve e so-
(1) Nel'i852 Boissier, distinto quanto modesto botanico, stabiliva un giardino di piante alpine
a Valeyres, al piede del Giura vodese (510 M.i d' altitudine), Egli stesso amava trasportarvi le pian-
ticelle viventi e il desiderio d’ arricchire questo giardino d’ acclimatazione fu lo scopo dominante
de’ suoi numerosi viaggi. Ù
Credo opportuno di riferire alcune notizie in proposito, che tolgo da un recente opuscolo del
Dr. H. Christ. « Notices sur la vie et les travaur botaniques d' Edmond Boissier (pag. X). Il
« giardino di Valeyres era la sua residenza ‘d’ estate. Boissier ha fatto costruire sulla terrazza dei
« prismi di frammenti rocciosi, nel cui centro v'è della ghiaia pel drenaggio e i di cui frammenti,
ES
< ora calcari, ora cristallini, sono cementati insieme. Nei vacui di queste pietre egli installava
« piante di montagna e questo metodo, adottato generalmente dopo lui, ebbe un grande successo. Egli
« chiamava questi pilastri le sue montagne. Vi erano degli anni in cui il numero delle specie e va-
« rietà di Sawifraghe in fiore, per non parlare che di esse, era più di 100; l’ aspetto era incantevole
< e l'interesse scientifico enorme, poichè nulla vi mancava, sopratutto di ciò che era raro, nuovo,
« irreperibile. Boissier aveva messo a contribuzione tutti i collettori, tutti i paesi e ciò che gli altri
« non trovavano, lo cercava egli stesso in una delle sue corse sfrenate che intraprendeva sì facil-
« menie. Chi ha veduto quegli immensi cespugli serrati di un’ azzurro cupo, formati dall’ Erinacea,
< quelle penzolanti Linarie, quei graziosi Erodium, quel miscuglio di piante dall’ Himalaga ai
« Rochy Montains, non dimenticherà mai quella creazione unica, quella meraviglia di giar-
« dinaggio. »
LA
stebirZao SAI [i aet,
192
vente passeggera modificazione, esse conservarono nettamente il loro tipo pri-
‘mitivo. Parlatore dice: « la struttura fondamentale delle specie non cambia. e
« sono soltanto differenze di statura, di consistenza, di villosità, di colore ecc.,
« che si mostrano negli individui di queste specie, secondo la natura del suolo,
« del clima etc. » (1)
Si potrà forse osservare che in tali colture si cercò d imitare le condizioni,
nelle quali si sviluppano spontaneamente i vegetali alpini. Tuttavia nè l’aria,
nè il calore, nè la luce, che sono i fattori principali della vegetazione, non
potevano essere modificati. Si provi pure a coltivarli in piena terra, senza nem-
meno procurare e mantenere nel terreno la temperatura e Il umidità che tro-
vano nella regione alpina, e si vedranno allungarsi rapidamente e poi disseccare.
Pùò avvenire che qualcuno fiorisca il primo anno e fors’ anche il secondo dal
suo trapiantamento; ma ciò devesi attribuire ai succhi accumulati dal suo sizoma
sulla montagna. Esaurito bentosto per questo sforzo, avvizzisce e muore.
Si ritiene che la trasformazione debba avvenire gradatamente col progres-
sivo adattarsi della pianta alle nuove condizioni di vita, operandosi in questa
lotta, fra 1’ organismo vegetale e le forze dell’ ambiente, una selezione naturale
delle specie più resistenti e meglio conformate a subire profonde modificazioni.
Ma chi vorrebbe negare che questa non sia ancora una mera supposizione?
Nè basta addurre il fatto dell’ esistenza di forme intermedie quale prova sto-
rica dell’ evoluzione di una specie all’ altra, inquantochè non sì conosce ancora
la vera origine e non è sempre facile il distinguerle dalle semplici varietà e
dagli ibridi (2), alcuni dei quali possono acquistare la stabilità dei caratteri e
moltiplicarsi (3).
(1) Consideraz. ‘sul met. nat.; Firenze, Le Monnier, 1863 p. 71.
(2) Nous oroyons qu'on ne peut se refuser a admettre l’existence do ces formes ia es
systématiques et historiques; lur distinetion d’avec les Rybrides actwels est souvent fort difficile
et ne pourra étre véritablement élucidée que par des experiences de croisements artificiols longues
et difficiles, mais nullemement impossibles. Quant à la tàche de séparer ces formes intermediaires
des anciennes races hybrides, elle nous parait bien autrement compliquee. (Nota di Emilio Bwr-
nat nell'’opuscolo « Le genre Rosa » del Dr. Christ, 1885 p. 38).
BE O des hybrides, d’ abord trés-variables, pourraient bien so transformer en
espèces constantes (D* H. Christ. « Le genre Rosa > pag. 28).
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L’amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
CAPELLINI prof. GIOVANNI. Sul primo uovo di Aepyornis maximus, arri-
vato in Italia. (Est. Ser. IV Tomo X. Memorie R. Accad. di Scienze di Bologna). In questa me-
moria l’autore rende conto delle grandi difficoltà incontrate per potere ottenere tale interessan-
193
tissimo e rarissimo fossile e come debba il prezioso dono alle intelligenti ed assidue cure del
dott. Eliseo Félagand che per S anni, se ne era occupato e che solo nello scorso 88 potè averne
uno, Parla quindi delle uova ed altri resti di Aepyornis finora conosciuti, passando in rivista
quanto è già stato pubblicato in proposito e si occupa poi specialmente dell’ esemplare ricevuto.
Questo uovo gigantesco, di un colossale uccello che visse già nel Madagascar e di cui i Mal-
gascì non conservano alcuna tradizione, quantunque non molto antica sia la sua scomparsa dalla
terra, fu trovato nei dintorni di Nas-Vey sulla costa S. O. della grande isola, ed ha le seguenti
dimensioni : Diam. mas. m. 0,300; diam. min. m. 0,220; circonf. mag. m. 0,810; circonf. min. 0,682;
volume me. 0,0097602 e cioè eguale a circa 115 uova di gallina e 38370 uova di uccello-mosca. Ca-
pacità poco meno di 7 litri; peso gr. 1705,5.
Fu Goffroy Saint-Hilaire che per primo studiò i resti di questo uccello-a cui dette nome Aepy-
ornis maximus, classificandolo fra gli struzionidi. Le prime 2 uova furono portate in Europa nel
1850 quindi furono trovate altre uova ed avanzi di scheletro nel 1853 o 54, ma il primo ed
unico esemplare giunto in Italia è quello che si deve alle premure dell’ illustre comm. Capellini.
CAPELLINI GIOVANNI. Commemorazione di Giuseppe Meneghini. Questa bella
necrologia fu letta dall’ A. alla Società Geologica italiana di cui 1° A. stesso è presidente. Contiene
la nota di 115 pubblicazioni fatte dall’ illustre e compianto comm. Meneghini. È
BOMBICCI comm. prof. LUIGI. Sui franamenti nel territorio montuoso Bolo-
gnese e specialmente su quello delle Pioppe di Salvaro. Questa memoria letta dall’ A.
alla Società agraria di Bologna, tratta delle frane, delle principali cause che le producono, delle
fratture e dislocamenti che attraversano il territorio montano bolognese, della {rana delle Pioppe
di Salvaro ecc. Due figure sono intercalate nel testo.
BOMBICCI prof. LUIGI. Sul giacimento e sul tipo litologico della Roccia oli-
goclasite di Monte Cavaloro (Bolognese). Memoria letta alla R. Accad. delle scienze del-
l’ist. di Bologna. Contiene osservazioni ed appunti sulla memoria dell’ ing. Carlo Viola intitolata
Hisiografia dell Oligoclasite (Bombicci), con i quali I infaticabile autore giustifica e conferma an-
che oggi, quanto ebbe a dire 20 anni or sono, su questa roccia da lui per la prima volta studiata,
nè crede debba confondersi con la Norzte. Una tavola con 7 figure è unita alla memoria.
BOMBICCI LUIGI. Le scuole elementari d’ Italia, i loro maestri e i loro pro-
grammi. Conferenza tenuta in Budrio, il 21 aprile scorso. È un libro che raccomandiamo indi-
stintamente a tutti coloro che in qualunque modo si occupano, od avrebbero il dovere di occuparsi
delle scuole elementari. Si può acquistare al prezzo di L. 1,00.
BOMBICCI LUIGI. Errata-Corrige per un manuale di mineralogia e per la
recensione di questo, fatta da un prof. di università. È una splendida giustificazione
del comm. Bombicci contro le accuse che il prof. Panebianco aveva mosse alla sua Mineralogia de-
serittiva (Manuali Hoepli).
MELI R. Castor fiber Lin., Ursus spelaeus B/um., Canis lupus Lin. fossili nelle
ghiaie quaternarie della valle del Tevere. (Est. V. VIII fase. 1.° Soc. geolog. ital.). Trat-
tasi di un mascellare inferiore destro di Castor fiber, di un canino di Ursus spelaeus e di un ma-
scellare inferiore destro di Canis lupus.
TUCCIMEI dott. GIUSEPPE. Il Villafranchiano nelle Valli Sabine edi suoi fos-
sili caratteristici. (Est. Vol. VIII fasc. 1.° Soc. geolog. ital.). Spiegato il perchè egli riguardi come
spettanti al v2/lafranchiano i depositi fossilliferi che sì rinvengono addossati alle rocce liassiche del-
l’ Appennino Sabino dalla parte che guarda la vallata del -Tevere, si occupa della formazione
lacustre della, valle del Farfa e della formazione salmastra della valle del Galantina (con una figura),
quindi dà l’ elenco di 83 specie di fossili rinvenutivi. Fra questi troviamo le seguenti muove specie
di molluschi: Helix SE H. sabina. Hydrobia coarctata. Una tavola con 15 figure è unita
al. testo. 3
PICAGLIA dott, LUIGI. Elenco degli uccelli del Modenese. Il volume è pubbli-
cato dall’ Istituto zoologico della R. Università di Modena, ed oltre all’ elenco di 283 specie di ue-
194
celli con dettagliate notizie sul passo, nidificazione, varietà ece. ecc. e con la divisione in specie
stazionarie, estive, invernali avventizie, di passo regolare e irregolare ecc. ecc.; contiene î calen-
dari ornitologici modenesi per le migrazioni, e nidificazioni; cenni intorno alle opere sull’ ornito-
logia Modenese; cenni sul museo di S. N. dell’ università di Modena, e delle pubblicazioni riguar
danti il medesimo ece. Il volume si trova in vendita al prezzo di L. 2,50.
PAVESI dott. PIETRO. Quadro sinottico delle Tenie umane. (Est. Boll. scient.
An. XI n. 2). Premesso alcune notizie preliminari, con dotte riflessioni, sulla parassitologia e suo
insegnamento, presenta in questo opuscolo un’ utilissimo quadro sinottico di tutte le specie umane
di tenie, percui rimane grandemente facilitata la determinazione delle medesime.
Annalen des k. k. naturhistorischen hofmuseums. I fascicoli l e 2 dell’anno cor-
rente contengono:
Dr. F. AucHENTHALER. Ueber den Bau der Rinde von Stelletta grubii O. S. (Mit 1 Tafel).
Dr. E v. MarenzELLER. Ueber die adriatischen Arten der Schmidi’schen Gattungen Stelletta
und Axcorina. (Mit 2 Tafeln).
Dr. A_Wrisszacd. Binige Schadel aus Ostafrika. (Mit 2 Tafeln). i
Dr. K. FkrIrscH. Beitràge zur Kenntniss der Chrysobalanaceen. I. Conspectus generis Licazzae.
Pror. G. v. Niess. Ueber das Meteor vom 22 April 1888.
Dr. Fr. BerweRtH, Vesuvian-Pyroxen-Fels vom Piz Longhin.
Si v. Haver. Notizen.
. WrinscHENK. Ueber einige Bestandtheile des Meteoreisens von Maura,
n AR. BREZINA. Cliftonit aus dem Meteoreisen von Magura.
A. ScHLETTERER. I. Abtheilung. Die Hymonopteren-Gruppe der Evaniiden, monographisch bear-
beitet. (Mit. 2 Tafeln).
A. CatEREIN. Neue Krystallformen am Pinzgauer Pyroxen.
Dr. Fr. Krasser. Ueber den Kohlegehalt der Flyschalgen.
Dr. Fr. Konr. Neue Gattungen aus der Hymenopteren-Familie der Sphegiden. (Mit. 1 tafeln.)
Accademia degli Agiati di Rovereto. Fra le memorie pubblicate nell’ anno VI (1888)
degli Att di questa accademia notiamo:
PortA Don PiETRO. Sulle distinzioni dei generi e delle specie nel regno vegetale.
PiscaL. Notizie geologiche del Trentino.
Bollettino dei musei di zoologia ed Anatomia comparata della R. Dei
di Torino. Gli ultimi numeri (62 a 66) di questo Bollettino contengono :
Peracca Dott. M. G. (62) Intorno all’ acclimamento di alcune specie di Batraci Urodeli ed
Anuri in Italia.
Rosa port. DANIELE. (63) Note sui Lombrichi iberici.
Camerano DOTT. Lorenzo. (64) Di alcuni Girini albini e delle cause dell’ albinismo.
Camerano DOTT. LorENZo. (65) Note zoologiche - I. Di un caso di ovum in' ovo - II. Anomalia
nelle zampe di un Coccothraustes vulgaris Pall. = II. Di alcuni parassiti del 7rzton erzistatus,
sub. sp. Karelinii.
Camerano DoTT. Lorenzo. (6) Nuove osservazioni intorno ai Gordii italiani.
Freda G. Sulle masse trachitiche rinvenute nei recenti trafori delle colline di Napoli (Rend.
Accad. S. f. e m. Napoli Vol. III. fasc. 2.0).
Dr. Hulh ci dà negli scritti della soc. di se. nat. Francoforte all’ Oder (N. 1 del 1889) una
enumerazione delle piante, i di cui semi vengono trasportati per mezzo degli escrementi, degli ue-
celli così la Vitis vinifera diffusa dal Picus viridis per la Frantia e la Germania e nella valle del
Danubio nei dintorni di Vienna; i semi della Ceratonia siligua per mezzo del Cyonyete S Gooffroy ece.
Ministero di agricoltura ecc. Bollettino di notizie agrarie. I fascicoli dal 27 al 45 con-
tengono le comunicazioni ufficiali, il seguito delle notizie sulla campagna serica 1889. Notizie sul-
l’ Agricoltura italiana ed estera. Stato sanitario del bestiame. Notizie sul raccolto del frumento, e del
granturco nel 1883 ecc.
195
__ Ministero di Agricoltura ecc. Rivista meteorico-agraria dal 1.° Giugno a tutto Luglio
(Bollett. N. 10 a 21).
Ministero di Agricoltura ecc. Annali di Agricoltura (Vol. 160). CeLLt E GuarNnERI Sul-
1° Etiologia dell’ infezione malarica. $ :
Messea dott. Alessandro. Primo contributo allo studio dell’ ambiente in rapporto alla
vita degli infusori ciliati (Spallanzani, Roma Fase. 4, 1889).
Lepori dott. Cesare. Studio sulle emigrazioni degli uccelli (idem fase. V.)
Cattaneo dott. Giacomo. Sulla morfologia delle cellule ameboidi dei Molluschi e Artro-
podi. (Boll. scientifico Pavia n. 1 e sez. 1889).
Cravenna dott. Santo. Carbonchio batteridiano e carbonchio batteriano (Medico veterina-
rio. Torino, n. 6 e seg.). D.
Boll. d. R. Com. Geologico d’Italia. N.° 3, 4 - 1889. - Ecco un cenno brevissimo
delle tre memorie contenute in questo fascicolo :
Di Srerano G. Il Pliocene ed il Postpliocene di Sciacca. L’A. dopo aver dato un cenno storico
sugli studi di questa regione, illustra minutamente 5 sezioni condotte per le colline di Sciacca,
della Crocchiola, per contrada S. Giorgio, Vallone bella pietra e Torre di Mahanda. Dà in seguito
un importante elenco di 241 specie e termina il lavoro con una assennata discussione sui terreni
precedentemente descritti, giungendo alla seguente conclusione, che il Pliocene di Sciacca è formato
da marne bianche a foraminiferi ed argille turchine di mare profondo; e superiormente da un cal-
care bianco-giallastro di formazione litorale; che il Postpliocene comprende in basso delle sabbie a
Cyprina istandica; da tufi calcarei con lenti argillose, sabbioni cementati, brecce conchigliari e
conglomerati.
Travagnia R. Contributo agli studi sulla genesi dei giacimenti di solfo. È un breve ed inte-
ressante lavoro, ove si passano in rivista alcune delle varie opinioni emesse sulla origine dello
solfo; sostenendo l'A. quella che lo solfo debba la sua formazione ad idrocarburi di origine animale
esistenti nel fondo delle lagune gessifere, o poco sotto di esse.
NiccoLi E. La frana di Casola Valsenio (Circondario di Faenza). Questa memoria corredata
da una tavola, è una descrizione attenta e minuta della frana sopra indicata.
Il fascicolo comprende poi delle Note bibliografiche e delle Notizie diverse. A. N.
Boll. d. Soc. Geologica Italiana. A. VIII. 1889, fasc. 1
Il fascicolo comincia con una dettagliata relazione dell’ Adunanza generale tenuta in Bologna
il 14 Aprile 1889; in essa pur troppo primeggiano le necrologie; ed infatti ne contiamo quattro e
cioè quella del non mai abbastanza compianto prof. Meneghini, maestrevolmente scritta dal prof.
Capellini; quella del prof. Seguenza, di D. Perrando Deo Gratias e di Mariano Corini. i
Sonvi poi tre memorie, e cioè:
Sacco F. I colli Monregalesi. In questo studio l’A. passa in rassegna tutti i terreni delle colline
dei dintorni di Mondovì; ove trovansi rocce appartenenti all’ Alluvium, Terraziano, Sahariano,
Astiano, Piacenziano, Messiniano, Tortoniano, Elveziano, Tongriano ; il paziente lavoro è corredato
da una carta geologica, nella quale però i colori sono troppo esagerati, non solo, ma traggono pure
in errore, giacchè specialmente i rossi, si sogliono usare per le rocce eruttive.
Tuccimer G. IZ Villafranchiano nelle valli Sabine e i suoi fossili caratteristici. La memoria,
premesse alcune considerazioni generali, è divisa in quattro parti, e cioè : 1.° formazione lacustre
della valle del Farfa; 2.° formazione salmastra della valle del Galantina; 3.° Elenco dei fossili; 4.9 De-
duzioni generali. La terza parte comprende la citazione e la illustrazione di 88 specie di fossili, fra
le quali tre nuove, l’ Helix (Campylanea) fabarensis Tuc; l’ Helis (Tachea) Sabina Tuc; 1’ Hydro-
bia coartata Tuc. Queste forme sono figurate in una tavola unitamente ad un premolare inferiore
di Rhinoceros etruscus Falc; alla Vivipara ampullacea.: (Bronn.) var. conica e var. globosa; alla
Planorbis Rosmissleri Aners, e l’ Aydrobia slavonica Brus.
NevianI A. Contribuzioni alla geologia del Catanzarese 3a parte. — Il terziario nel versante
ionico da Stalletti al fiume Stilaro. L'A, fa una rassegna di tutti i terreni compresi nella citata
Î
196
regione della provincia, concordando le proprie osservazioni con tutto quanto fu scritto da altri
geologi; tiene conto principale dei fossili raccolti in quei luoghi e correda il lavoro con una tavola
di sezioni. A. N.
Rivista di Mineralogia e Cristallografia italiana. Vol. V. fase. III a. VI. - Giu-
gno-Luglio 1889.
Dopo una breve dimostrazione elementare della relazione fra gli indici di 4 facce in una
stessa sona e gli angoli di queste, dimostrazione di G. CesARO, il fascicolo è occupato in eran parte.
nelle seguenti due recensioni, fatte dal Prof. Panebianco:
1.x A. Scaccui. Catalogo dei minerali vesuviani.
2.* G. StRUENER. Aftitalite di Racalmuto in Sicilia.
Seguono pochi cenni necrologici dei compianti professori Meneghini e Seguenza.
È cosa dolorosa il dover ripetere spesso le stesse cose, specialmente quando suonano rimpro-
vero; ma non possiamo tralasciare sotto silenzio, anche una volta, come il P. b. continui con la
sua guerra, veramente indecente, contro chi può dargli molti punti per ingegno, dottrina e genti-
lezza d'animo; del resto il Sig. P. b. si giudica da sè scrivendo parole più che irriverenti verso i
professori Meneghini e Seguenza, nello stesso tempo che tesse un'cenno necrologico ai due scien-
ziati (V. Rivista pag. 61 riga ]l.2 e seg.; pag. 94, riga 7.2). î
Credo che sarà gradito dai lettori della Rivista, che noi riportiamo il catalogo dei Minerali
raccolti al Vesuvio, e citati nella sopra ricordata memoria del prof. Scacchi.
Corpi sEMPLICI — Solfo, Grafite. . i
Ossini — Ematite, Magnesioferrite, Magnetite, Melaconite, Croprite, Hausmannite, Poricla=
site, Calce, Quarzo. i
CLorurI — Alite, Clorammonio, Cloracalcite, Cotunnite, Pseudocotunnite, Eritrosiderite, Ate-
linite, Atacamite, Eriochalcite, Melanotallite.
FLuoruRI — Mluorite, Criptoalite, Fluoruri misti.
SoLruri — Galena, Blenda, Pirrotite, Pirite, Covellite, Miliddenite.
SoLrati — Anidrite, Gesso, Aftitalite, Idrocianite , Chalcantite , Dolerofanite, Encelorinite,
Clorotiontite. i
Fosrati — Apatite, Criofilite.
MoLipDATI — Belonestte.
VANADATI -- Vesbinite. i
CarBonaTI — Calcite, Aragonite, Idrodolomite, Termonatrite, Natron.
ALLuMINITI — Spinello.
FerrITI — Lomonite.
SiLicati. — Pirossene, Anfibolo, Wollastonite, Peridoto, Humite, Leucite, Ortoclasio, Plagio
clasio, Anortite, Sommite, Microformite, Mionite, Mizzonite, Sarcolite, Sodalite, Hauynite, La-
pislazuli, Cuspidina, Facellite, Vesuvianite, Granato, Melilite, Mica, Zircone, Titanite, Guart
nite, Analcime, Comptonite, Phillipsite, Scolezite, Litidionite, Neocianite. AN
Brusasco prof. L. Trattato di Materia medica e Terapeutica veterinaria, (farmacologia chi-
mica) Torino tip. Bruno 1889. Prezzo L. 10, 00.
Ottavi prof. cav. Ottavio. Trattato di enologia teorico-pratica. Un volume di 853 pagine
in 8.0 grande L. 10,50 È uscita la 2.2 edizione di questo pregevole volume che costitusce il più
completo trattato di enotecnia che sì conosca.
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S. BROGI direttore responsabile | i Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri
Ano IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © Jp ug
i Si 1889
Bul. N.8 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
CE LL0VN\BICUEIORA
Riproduzione vietata
CAPITOLO VII.
I piccioni domestici — Delle razze e varietà osservate e descritte dagli antichi
— Preesistenza delle razze principali all’ era medioevale — Enumerazione e
classificazione delle razze dei piccioni domestici secondo diversi autori.
(Continuazione)
Quanto alle razze ne enumera tredici, e sono le seguenti :
Il piccione domestico, il piccione dai tarsi impennati, il piccione col ciuffo,
il piccione a piume frisate, il piccione col cappuccio, (tre varietà) il piccione
indiano, il piccione cretese, il piccione persiano o turco, il piccione indiano a
becco d’ anitra, il piccione sassaiolo o torraiolo.
Giovanni Johnston, il celebre medico e naturalista polacco, che scriveva
circa centocinquant anni dopo l' Aldrovandi (1667), divise i colombi in due
grandi sezioni, i selvatici ed i domestici, osservando fra quest'ultimi ben otto
razze principali, oltre alcune varietà: — Storia naturale — Degli Uccelli - Libro 2.°
Il piccione gozzuto, il piccione monaco, il piccione turco e persiano, il pic-
cione indiano, il piccione volante dei Belgi, il piccione volteggiatore, il piccione |
dal cimiero, il piccione grifone o mostruoso.
Un suo dotto contemporaneo , il Willughby, pochi anni appresso (1676)
insegnava a distinguere diciassette razze di piccioni domestici, numero mai
raggiunto dagli autori che lo precedettero: — Ornitologia - Libro 2°
Il piccione grosso (domestico), il piccione gozzuto, il piccione tremolante di
coda larga (pavoncello), il piccione tremolante di coda stretta (forse il triga-
nino e il maltese), il piccione messaggiero, il piccione col cappuccio (domenicano),
il piccione dalla gola frisata o arricciata (cravattato), il piccione di Barberia o
di Numidia, il piccione battitore, il piccione capitombolante (inglese), il piccione
armato o dal casco, il piccione cavaliere, il piccione becco-bastardo, il piccione
girante, il piccione tombolino, il piccione maomettano, il piccione mascherato.
Per quanto le descrizioni di Willughby non siano sempre esatte, purtut-
tavia dobbiamo osservare come molti autori, vissuti dopo di lui, hanno accettate
con poca modificazione la maggior parte delle razze citate da quest’ornitologo,
non esclusi Buffon, Latham e Temminck, imperiture glorie delle scuole di Francia,
d’ Inghilterra e di Olanda.
pr
198 (Bollettino pag. 94)
Brisson, osservatore accorto quanto coscienzioso, perfeziona le descrizioni
dell’ Aldrovandi e di Willughby, dividendo il suo genere piccione in dieci specie, -
alcune delle quali comprendenti un certo numero di razze. — Ornitologia.
Nella specie seconda « piccione romano » egli comprende le sedici razze
seguenti : | |
Il piccione calzato, il piccione col ciuffo, il piccione di Norvegia, il piccione
di Barberia, il piccione monaco, il piccione dalla gola arricciata, il piccione
fresco, il piccione turco, il piccione messaggiero, il piccione gozzuto, il piccione
cavaliere, il piccione battitore, il piccione capitombolante, il piccione corazzato
il piccione pavoncello, il piccione tremolante (forse il triganino e il maltese).
L' illustre Buffon dopo di avere spiegata la suna teoria circa la discendenza
del piccione domestico da una specie unica, cioè dalla c. licia, ne enumera
dodici razze principali e cinque secondarie — Storia naturale - Gli uccelli.
Razze principali
Il piccione gozzuto, il piccione addomesticato (con sette varietà), il piccione
pavone, il piccione polacco, il piccione a cravatta, il piccione dal casco (olan-
dese), il piccione rondine, il piccione carmelitano, il piccione mascherato, il
piccione svizzero, il piccione capitombolante, il piccione girante o battitore.
Razze secondarie i
Il piccione di Norvegia, il piccione di Creta, il piccione a penne frisate, il
piccione messaggiero, il piccione cavaliere.
Di poche nuove cognizioni sui piccioni domestici la scienza va debitrice a
Latham uno dei più grandi ornitologi inglesi. Egli accetta tutte le razze già
descritte da Brisson e da Willughby, unendo però i tremolanti di coda larga
ai tremolanti di coda stretta, e facendo osservare che quantunque separi il
turco dal messaggiero, gli resta il dubbio che l’ uno e l' altro abbiano una
stessa origine. — Tutti i piccioni in numero di venti famiglie, fra le quali oc-
cupano i primi due posti il torraiolo ed il piccione di monte, sono da lui col-
locati nella seconda specie della sezione dei colombi a coda eguale. = Siste-
ma ornitologico. ì
L’ olandese Temminck nella sua Storia naturale generale dei colombi e
gallinacei, dopo di aver divisi tutti quanti i colombi, selvaggi e domestici, no-
strani ed esotici, in tre grandi divisioni e queste in diverse sezioni, colloca ì
piccioni domestici nella prima sezione della seconda divisione (colombi a coda
quadrata). La sezione comprende otto gruppi, in ciascuno dei quali figurano
più razze o varietà:
Addomesticati (torrajoli, grossi da carne, volanti etc.), romani, gozzuti,
turchi e bagadesi, monaci (parrucchi e tutti i piccioni dal casco), cravattati,
pavoncelli (tutti i tremolanti, anche di coda stretta), volteggiatori (capitombo-
lanti, giranti e tumbler). è
Vieillot di cui nessuno può disconoscere il versatile ingegno e le profonde
cognizioni ornitologiche, assegna il piccione domestico alla prima sezione del
(Boll. pag. 95) 199
suo genere « piccione > nel quale comprende le dodici razze pure di Buffon,
aggregando ad alcune diverse sottorazze distinte. — Nuovo Diz. di Sc. Naturali.
Alla razza prima « Gozzuti » unisce :
Il piccione lillese, il piccione tuffatore, il piccione battitore.
Alla razza seconda « Addomesticati » unisce :
Il piccione bastardello o batavo, il piccione grosso di Berlino, il piccione
volante, il piccione maurino.
Alla terza razza « Pavoncelli » unisce:
Il piccione pavoncello di Scozia dalla piuma di seta.
E finalmente alla razza undecima « Capitombolanti » unisce :.
Il volteggiatore inglese o tumbler.
Dumont pone i piccioni domestici, propriamente detti, nella terza specie
delle quattro da lui ammesse e riconosciute, cioè la tortora domestica, il pic-
cione a macchie, il piccione torraioio, e il piccione coronato = Diz. di
Scienze Naturali.
Forma quattro grandi sezioni, collocando nella prima oltre la tortora do-
mestica ed il piccione a macchie, le seguenti nove razze di piccioni domestici:
1. Il piccione torraiolo o di colombaja con una sottorazza (il piccione bruno
del Messico). 2.* Il piccione addomesticato con tredici sottorazze : piccion grosso
propriamente detto, piccion grosso di Berlino, piccion grosso calzato ordinario,
piccion grosso calzato col ciuffo, piccion grosso calzato tuffatore, piccion grosso
friseo, piccion grosso incappucciato, piccione dal casco (olandese), piccione vo-
lante, piccione volante messaggiero, piccione volante di seta, piccione svizzero,
piccione retato. 3* Il piccione a specchietti. 4% Il piccione gozzuto con due sottorazze:
il piccione lillese, il piccione scoppiettatore. 5.* Il piccione capitombolante con una
sottorazza (il piccione tumbler). 6.° Il piccione girante. 72 Il piccione pavone con una
sottorazza (il piccione tremolante della Guiana). 8.* Il piccione rondine con due
sottorazze : il piccione carmelitano, il piccione mascherato. 9.2 Il piccione tam-
buro con due soitorazze : il piccione di Norvegia, il piccione calzato rospo-
volante.
Nella seconda sezione colloca sole tre razze 1.* Il piccione monaco con due
sottorazze: il piccione maurino, il piecione monaco incappucciato. 2.8 Il piccione a
cravatta. 3.* Il piccione polacco con due sottorazze: il piccione polacco mansueto,
il piccione di Barberia o di Creta.
E nella terza sezione ne colloca parimente tre: 1.* Il piccione romano con sei
sottorazze: il piccione romano ordinario, il piecione romano color caffè e latte,
il piccione romano misto, il piccione messaggiero, il piccione cavaliere, il pic-
cione cavaliere battagliero (forse il dragone). 2. Il piccione turco con due sotto-
razze: il piccione turco ordinario, il piccione turco degli autori (col ciuffo). 2.2 Il
piccione bagadese con sette sottorazze : il piccione bagadese batavo (forse il
grifone o mostruoso di Iohnston), il piccione bagadese capocchione, il piccione
bagadese dalla testa grigia, il piccione bagadese piccolo batavo, il piccione
4
ri
FUNE La
VIBRATA TI MANARA ON NEL
%
200 (Boll. pag. 96)
bagadese smaltato, il piccione bagadese a grandi spugnosità (forse il Carrier),
il piccione bagadese friseo.
La quarta sezione è riservata ai Goura.
GIULIO CESARE GIACHETTI.
D)
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a ènserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi nofizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. ci
Dell’ allevamento dei Canarini. In un Camerino alto metri tre, larso e fondo metri due
nella parte Sud-Ovest prospiciente 1’ Adige, munito di quattro ramate opportunamente collocate. Nel
mezzo del Camerino un’ albero di Pino verde, che sorge da grande vaso di terra riempito di sabbia,
sul pavimento strato di sabbia asciutta dello spessore di quattro centimetri, negli angoli e nell’ al-
bero di mezzo, trertasei cestini collocati nei migliori punti e seminascosti.
Attraverso il Camerino sei traversi stabili, ai quali stanno legate dodici palle di cotone in
falda del peso di circa Ett. uno ciascheduna. All'altezza d’un metro, una cassetta suddivisa în tre se-
zioni, una per miglio, una per pasta con tuorlo d’ uovo cotto, 1° altra per verdura.
Sul pavimento una larga e poco profonda baccinella d’ Acqua la quale oltre che per bere,
serve di bagno che ripetutamente amano fare durante il giorno, specialmente quando sia caldo. Tem-
peratura dell’ ambiente da gradi 18 a 20 in primavera, e 24 a 26 in estate.
| Vifurone collocati verso la metà di Marzo tre Canarini maschi, e nove femmine, tutti dell'età
d'un anno e sì ottennero ottimi risultati. Tutte e nove le femmine deposero tre e quattro uova; nel
mese di Aprile l’ incubazione durò come sempre giorni diciotto e nei successivi soltanto quindici;
nacquero in alcuni nidi due, in altri tre, e porfino tutte e quattro le uova, rare volte cinque : in
capo a quindici giorni sortirono dal nido, facendosi alimentare specialmente dal respettivo padre,
e dopo quindici giorni mangiavano da se stessi. Frattanto le femmine in altri cestini guerniti di
nuovo cotone, deponevano le seconde uova ed in capo a quindici giorni uscivano i pulcini, ciò
che generalmente si ripetè per quattro volte. i
I primi nati, ormai adulti si prestavano ad alimentare i secondi in aiuto del padre e della
madre, e così via per tutto il mese di Agosto.
Giova ricordare la necessità di cambiare l’ acqua ogni mattina, lavando bene la catinella che
la contiene, ed a stagione avanzata anche fra il giorno, avvertendo di tenervi sul mezzo un grosso
ciottolo perchè addentrandovisi i piccini non sì anneghino, Del resto è pure importante la massima
nettezza quotidiana in tutto, congiunta a tutti i riguardi per non disturbare le femmine nell’ in-
cubazione.
Verso la metà di Settembre, non appena cioè la temperatura, specialmente di notte, sì renda
più fredda, si ritirano dal Camerino, e si tengono in gabbioni da dodici cadauno, in una stanza ven-
tilata e temperata da gradi 14 a 16. Si fa poi la scelta per il successivo anno dei più vispi, più
nutriti e sempre nei nuovi allievi.
Il Canarino maschio tenuto con attenzione può vivere diciotto anni circa, ma quando sia sugli
undici incomincia a deperire, gli va diminuendo la vista e presto diviene cieco. È suscettibile
alla riproduzione anche quando abbia: sei o sette anni, ma dopo ì tre primi, le uova non sono tutte
fecondate e molte non nascono. Le femmine dopo il terzo anno non corrispondono più alle cure
necessarie. :
Si alimentano sempre con miglio - poca farina gialla - pane bagnato in acqua - qualche dolce
che non contenga mandorle - foglie di radicchio d° orto, ed insalata: - non usando mai dei pignoli
che si trovarono sempre micidiali.
VALENTINO CALIANI,
ter Cdl È) (I ga
(Boll. pag. 97) 201
La Simulia columbaccensis è un dittero il quale fin ad ora fu osservato solo nei paesi
inferiori del Danubio, nei dintorni della grotta Columbaes presso Passerowitz (Ungheria) — esso
attacca bovini, cavalli, suini e anche l’uomo e apporta tumori dolorosi e alle-volte la morte. — Ora
accaddero molte morti per punture d'insetti, anche nel circondario di Julich sul Reno e il direttore della
scuola agraria, Bar. Brachel, crede riconoscere nell’ insetto che apporta tali punture letali, la detta
Simulia. Se ciò si avverasse sarebbe interessante conoscere la sua distribuzione geografica e il danno
che arreca in altri paesi. — Ora leggesi nel Zool. Garl. di Francoforte sul Meno (N. 5) trovarsi una
Simulia (S. pecuarum. The Souterne Buffalo Guat.) principalmente nella Valle del Mississippì, ove
in primavera quando il Mississippì ‘comincia ad innondare le sue rive paludose, ascendono dalle
paludi in grandiose masse ed attaccano i bovini, cavalli, suini e pecore apportando loro la morte.
Penetra nella bocca, naso, orecchie, e sotto le ali del volatile, e anche dell’ uomo. — Questi insetti
dopo aver abbastantemente succhiato il sangue, cadono a terra e muoiono. — Il goverrio americano
ha fatto fare delle ricerche per trovare in qual modo fosse possibile difendersi da questi insetti che
apportano immense stragi; ma sino ad ora non si pervenne ancora a qualche risultato. Sr.
Otaria Stelleri. Abbiamo presentemente nel Vivaio di Vienna una grande rarità, cioè un
paio, maschio e femmina dell’ Otaria Stelleri; ciascuuo di essi ha una lunghezza di 5 metri ed un
peso di 500 chilogr.; sono animali assai vivaci, intelligenti , con bellissima chioma; essi abbiso-
gnano ogni giorno 40-50 chilogr. di pesci. Sr.
A proposito del Syrrhaptes paradoxus, il Sion. Tscusi dà negli scritti della Società
ornitologica (Vienna N. 14. 1889) un prospetto del suo passaggio nella Monarchia Austro-Ungarica
nel 1888 e anche nei primi mesi del 1889, così nel gennaio se ne videro presso Beckenhain in
Boemia, presso Zaton in Dalmazia e presso Gerasdorf nell’ Austria inferiore; in febbraio a Bodrog-
kòz e nel marzo presso Pola nel littorale.
Anche il Sign. Struck dà una lista (Soc. di amici di st: nat. Gustrow 1889) delle località presso
le quali lo scorso anno 1888 furono veduti dei Syrrahptes, ed aggiunge essersi osservato nel 6 mag-
gio 1863 il primo branco da Bridy nella Gallizia fino a Narau alla costa occidentale dell’Irlanda e
da Biscarolla nella Francia meridionale fino a Thorhàen alle isole Teroe.
Radde a Tiflis è ben certo che il Syrraptes non possa acclimatarsi nei nostri paesi (Zool. Gart.
N. 5) per servir di selvaggiume; esso predilige deserti e non terreni coltivati, si nutre di semi di
Chenopediacee, di graminee, ma preferisce semi di piante saline. Sr.
L’ Edelweiss. (Leontepodium alpinum) fu lo scorso estate 1888 piantato in gran numero nel
Riesengebirge; in siti poco accessibili, onde i Touristi non avessero già al bel principio a sradicarli.
Queste piante tanto ricercate furono trovate in quest’ anno quasi tutte in pieno vigore. Sr.
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Comparsa di Cigni nella Laguna veneta. Dai signori Minotto e Florian ai 18 Lugli»
anno corrente, furono veduti otto cigni perfettamente bianchi (quindi adulti) nel Dosso dî Canal di
Piove ai Tagli. Ai 19 due schiopponanti tentarono di avvicinarsi ad essi, ma inutilmente perchè
ì cigni si trovavano in mezzo al dosso. Poco dopo questi uccelli presero il volo e si diressero verso
i millecampi.
È questa la terza volta che in estate si osserva il Cigno nella laguna di Venezia. Le altre
due epoche sono: Luglio 1872 e Luglio 1880, come ebbi già a riferire a suo tempo al R. Istituto di
Scienze. È strana assai la comparsa di una specie invernale nel bel mezzo dei calori estivi! Deploro
di non aver potuto constatare se si trattava del mwsicus oppure dell’ Olor. ;
i Venezia 6 Agosto 1889. 4. P. Ninnr
Nel mese di Aprile si prese un nido di Strix Budo o gufo reale rarissimo in queste parti.
sulla montagna ad occidente della pianura d’ Albenga; v' erano due piccoli che mi furono portati ;
li allevo e li conservo vivi,
*
“i
202 (Boll. pag. 98)
Anche in questa pianura e in qualche altro paese della Liguria occidentale, ebbe luogo il 16
Giugno il passaggio del Pastor rosews (storno rosso). Essendc tempo di caccia proibita non potei
averne alcuno; ma a Loano dove se ne fermò un branenetto di 12, il Chiarissimo Naturalista Dott.
Morelli potè averne tre, due dei quali volle regalarmi e conservo imbalsamati nella raccolta di
questo ginnasio vescovile, uno lo-tenne per sè è lo scheletrizzo.
Albenga 14 Luglio ; i Sac. F. IsoLa
Pregiomi significare che anche qui a Mondovì fuvvi passaggio del Pastor Itoseus (storno rosso)
Se ne videro una dozzina e ne venne catturato uno che è di mia proprietà. Questo passaggio ebbe
luogo lo scorso Maggio precisamente nella Regione RoLac. î
Mondovì Carassone li Luglio 1889. . EuG. ARIMONDI
È morto nel Cantone dei Grigioni, in età di 82 anni, certo Pietro Tenner, intrepido cacciatore
che nella lunga sua carriera avea ucciso; 3 orsi, circa 800 camosci, 500 marmotte, 12 martore ed
una quantità innumerevole di lepri, volpi, tassi e selvaggina da penna di ogni genere. In una sola
stagione aveva uccisi una trentina di camosci, di cui cinque in un giorno, sul Muzaun. RED.
Stante la non poca difficoltà che s° incontra nel distinguere le diverse specie europee del senere
Acredula (codibugnoli) riportiamo dalla recentissima pubblicazione del Conte Ninni di Venezia {vedi
Riv. bibl. fase. 14) alcuni caratteri che possono giovare pel riconoscimento in parola.
A) Nessuna macchia distinta sulla gola.
a) Dorso nero nel centro.
Nella parte posteriore del dorso domina il nero.
Anello oftalmico giallo. Esemplari tipici col capo bianco. A. caudata :(L.)
Parte posteriore del dorso macchiata parcamente di nero. Anello oftalmico giallo-rosso.
A. rosea (Bly).
6) Dorso cenerino nel centro
Dorso tutto cenerino. Anello oftalmico giallo-rosso. A. Irbyi (Sh. et Dr.)
B) Gola con macchia cospicua. A. tephronota (Giinth )
Rep.
Notizie ornitologiche (soc. ornit. Vienna 1889) MricHer descrive un Corvus cornix maschio, al-
bino parziale, ma con caratteri d’albinismo totale, romiganti, becco e piedi bianchi, che Giachetti
indica come caratteri di totale albinismo.:
Lanius Homeyeri Cab. nidifica a Nagy-Enyed (Ungheria); — Phyllopneuste Bonelli sedentario nel
bacino di Ginevra, fu veduto in Boemia. — Aquila pennata, la prima constatata nella Carniola.
Un caso ben raro è l'aver trovato nel bosco « Steinwald al confine dell’ Austria superiore
_ colla Boemia, durante forte nevicata nello scorso marzo a. c., una Fulica atra del tutto spossata e
già moribonda. ) ;
In questo accreditato periodico « Riv. ital. di sc. nat. » del 30 aprile 1889 (p. 114) trovasi una
piccola nota sull'uso della torba nell’ allevamento degli uccelli del sig. X. il quale dichiara che
spargendo della torba in polvere sul fondo delle gabbie di uccelli sì ottiene gran pulizia, assenza
di cattivi odori ecc. — Questo articolo fu comunicato al signor direttore del vivario di Vien-
na, dott. Knauer ed inserito negli scritti della soc. ornitolog. di Vienna (N. 20) — Il detto direttore
ha trovato questa torba in alcuni parchi zoologici della Germania, del Belgio e dell’Olanda, ma esso
stesso non è convinto dell’ utilità di questo metodo e dice « è ben vero essere assolutamente ne-
cessaria massima pulizia nelle gabbie di uccelli e principalmente di' uccelli carnivori, ma dover
preferirsi sempre la sabbia, poichè eli uccelli in cattività frugano in questa e trangugiano volentieri
i granelli di quarzo, e se frugassero nella torba potrebbero ingollare di essa, il che ‘sarebbe assai
pericoloso agli uccelli.
Radds dice che le Gralle e i Palmipedi si riempiono il loro stomaco al tempo del'loro viag-
gio con sassolini e solo arrivati al loro destino cercano il solito alimento. — Bar. Kriidenar (Zool.
Gart. N. 6 1889) assiunge che anche i gallinacci trangugiano sassolini -ma per spegnere la fame,
come dice il Dott. Wurm. IN ITA Sr.
_—_ nn — -
- (Boll. pag. 99) 203
SPIGOLATURE APISTIGHE
Api senza aculeo. Si sà che nelle nostre api non vi sono che i maschi mancanti deli’acu-
leo o pungiglione; ma nell’ America a Santa Cruz ed in tutta la Bolivia, trovansi molte specie di
api mellifiche senza pungiglione. Nel n. 7 del Bulletin de la Soc. nat. d'aclimat. de France, è la
descrizione di queste api che vengono allevate entro grandi giarre di terra cotta, a collo stretto,
che si chiudono con un mattone, al disotto del quale si pratica un foro per la uscita delle api. Le
api costruiscono all’ entrata un tubo orizzontale di materia fibrosa bruna ed elastica per impedire
l’entrata alle formiche ed altri insetti. La estrazione del miele e della cera si fa nel modo il più
primitivo. Le api sono nere, grosse come una mosca e sciamano in estate.
La puntura delle api in servizio della medicina. Il Sig. de la Vingeanne racconta
nel Bwlletin d'insectologie agricole il fatto d’ un agente ruralo che a causa di un reumatismo non
poteva continuare il suo servizio, nè aiutare la sua povera famiglia.
Un apicultore del vicinato gli suggerì, come mezzo di guarigione, di farsi pungere la gamba
da qualche ape. Siccome egli aveva provati invano tutti gli specifici immaginabili, perciò si sotto-
mise anco a questa prova, e si fece: punger la gamba da 7 o 8 api. Due giorni dopo aveva ottenuto
un miglioramento, e al termine di otto giorni la guarigione era completa.
Il Sig. De la Vingeanne aggiunge che egli stesso è stato guarito in tal maniera de' reumatismi
acuti contratti durante il servizio militare nella campagna 1870-71. Dal 1873 egli si occupa di api-
coltura, e spesso è stato punto dalle api. Egli non dubita che la sua guarigione non sia il risultato
di queste punture.
Per sapere se ha da uscire uno sciame naturale, bisogna aprire. 1’ alveare. Le altre
indicazioni sono tutte fallaci.
Se non vi sono celle reali con uova o larve, per molti giorni non si avrà uno sciame. Se in-
vece qualche cella reale è gia operculata, lo sciame uscirà probabilmente il giorno dopo. Se, &
stagione più avanzata, le celle reali vengono distrutte, la sciamatura è finita.
Per tener lontana la peste dalle covate sottoporre tutte le arnie infette, o no, ad una
buona bollitura, distruggere e seppellire i favi con covata che segnino il minimo dubbio d’ infe-
zione, e non tenere famiglie deboli. Viene anche raccomandato, come mezzo provato efficace a
prevenire l'infezione, di porre in ogni alveare un pezzo di panno inzuppato nell’ acido fenico me-
‘ scolato ‘a catrame liquido. Si mette fra due assicelle e si pone poi sotto i telaini presso il diafram
ma. Sono cose semplici che diedero buonissimi risultati e che giova ricordare.
Per rinnovare i vecchi favi, dice il Dubini, sì comincia col restringere in primavera la
colonia per modo che le api occupino densamente tutti i favi. I favi più vecchi si portano allo in-
dietro finchè siensi liberati delle covate, e intanto si aggiungono i telaini con fogli cerei faccettati,
uno alla volta, collocandoli subito dopo i favi che hanno ancora covate. I vecchi favi, liberati delle
covate si estrassono di mano in mano o si gettano frantumati nella sceratrice solare. Nè con ciò
intendo di dir vecchi i favi che abbiano 4 o 5 anni. Io ne ho che mi ‘servono per il nido e che
‘ contano non meno di. l5 anni di età. Scarto come vecchi quelli. solo che presentano all’ orlo delle
celle un grosso cercine ch'io suppongo, e forse a torto, che possa. portare ostacolo alla regina
nell’insinuare fino al fondo la punta del suo addome.
Per togliere dalle mani e dagli abiti le macchie di propoli si adopra la benzina.
Trasporto degli alveari entro il raggio del volo delle api. Quando non sia possi-
bile eseguire lo spostamento gradatamente come consigliano tutti i trattati, si pone davanti alla
porticina degli alveari un oggetto qualunque che nasconda per buona parte l'apertura di uscita
delle api. Queste, facendo osservazione a tale novità, si accorgono così anche del cambiato domicilio
alla prima loro uscita. i
Che si fa per salvare una colonia trovata orfana, per esempio in giugno o
in luglio ? Se nel paese non mancano fioriture autunnali, si può far accettare dall’ orfana colonia
\
204 (Boll. pag. 100) ?
una Regina oviìficante di un alveare prosperissimo. L’ orfana col diventare ben popolata in agosto,
sì dispone per la raccolta tardiva, e il prosperoso, reso orfano, si riempie di miele intanto che le
uova creano la nuova Regina. Al fecondarsi di questa e in seguito alle nuove covate , molte volte
sì dispone a sciamare nel colmo della fioritura dell’ erica, se l’ accorto apicoltore non pensa ad
escindere in tempo tutte le celle reali.
È codesto un metodo eccellente, suggerito alla chetichella anche dall’esimio Cav. De Rauschen
fels, per chi sa il mestiere, ma che non mi troverei disposto a consigliare ai novizi, che tante volte
non sanno rendersi conto della forza dello popolazioni e del momento più opportuno per. 1’ opera—
zione. (DUBINI).
Per dare una nuova regina ad un alveare, il sig. Paud suggerisce di remuovere da
vecchia regina subito dopo il mezzogiorno intanto che il volo delle api è ben nutrito; sull’ imbru-
mire dello stesso giorno, dopo cessato il volo, affumica dalla porticina la colonia, poi lascia passare
30 4 minuti, subito dopo depone la nuova regina presso l’ entrata, e per 4 o © giorni non apre
l’alveare. In caso di scarsità nutrisce la colonia per metterla di buon umore.
Per riunire due colonie deboli, \Warde insegna il seguente nuovo metodo: avvicina da
prima i due alveari A e B, poi, verso sera, porta A in un punto distante e colloca B sulla sede, che
aveva A. Dopo passati alcuni minuti, apre l’ alveare A e lo tambussa, così che molte delle apî escono
a volo ed entrano in B, credendo di entrare neila propria abitazione ed emettendo una nota di gio-
ia. Egli allora estrae i favi di A e ne spazzola le residue apî sul davanzalino di B. La riunione.
avviene senza contrasto. L' espressione di gioia delle api che tornano alla loro sede, è quella che
le salva. i L’ APICOLTORE
NOTERELLE STORICHE
La Bacteriologia 2000 anni avanti la nostra era. I microbii non sono un ritrovato
della scienza moderna. Varron ne parlò già l’anno 68 avanti Gesù Cristo, nel suo trattato sull’agri-
coltura, dal cui libro I cap.- XII traduciamo i seguenti periodi: « Guardate bene che il terreno non
sia paludoso, perchè in questi luoghi si generano certi animalucci che l’occhio non può distinguere
ma che penetrano con l’aria nel nostro corpo dalla bocca e dal naso, e cagionano gravi malattie. »
E più sotto: Bisogna evitare con cura che l' abitazione sia esposta continuamente ai venti violenti,
scegliere un luogo elevato e non una vallata stretta e rinserrata, ove nemmeno le correnti contrarie
smuovono l’aria e la purificano di tuttociò che l’ atmosfera contiene di nocivo. Inoltre si ha il van-
taggio di godersi il sole tutto il giorno. Una bella esposizione è egualmente sana, perchè i piccoli
animaletti che possono generarsi nei dintorni e voltesgiano nell’ aria sono cacciati dal vento e di-
strutti rapidamente dall’ aria secca.
Il Re delle api. Butler nella sua Feminine Monarchy, fu il primo ad affermare, fino dal
1609 che il così detto dagli antichi Re delle api. non era invece che una Regina, alla quale egli
vide deporre uova. Swammerdam non fece che provarne il sesso con la dissezione.
Origine delle parole Telefono e Microfono. Resulta da uno studio storico fatto da
Thomas D. Lockwood e pubblicato nel The Electricien and Electrical Eugineer di Nuova Yorck,
che la parola microfono è stata impiegata per la prima volta nel 1827 ed applicata ad un istru-
mento meccanico immaginato da Wheatstone e da lui descritto nel Quarterly Journal de Science.
Il microfono aveva per scopo di rendere apprezzabili i suoni più leggeri.
La parola telefono rimonta al 1845 poichè fu il Cap. John Taylor che la dette ad un suo ap-
parecchio destinato alla trasmissione dì certi segnali. Nel 1854 il medesimo nome fu applicato al
sistema di linguaggio musicale immaginato da Sundre.
La peronospora esisteva nel 1602 ? Nel libro di agricoltura di Carlo Stefano, genti
luomo francese, tradotto dal cav. Ercole Cota, stampato in Torino per Giovanni Domenico, Torino
(Boll. pag. 101) 205
nel 1609, a carte 518 si legge: « La vite è alcune volte in tanta decadenza che lascia cadere
l'uva. I segni sono, quando le foglie prima biancheggiano e poi si seccano, et i sarmenti sono con-
trattili e mobili. A questo bisogna rimediare con cenere crivellata e mischiata con aceto forte, fre-
gandone il piede della vite e irrorando tutta la pianta all’ intorno. »
INSEGNAMENTI PRATICI
Coltura industriale della patata. In certe parti della Germania, dice il Progresso di
Torino, la coltura di questa pianta e stata oggetto di studi profondi, i cui effetti sono tali che si:
ha ora un rendimento di 20 ed anche 25 mila Kg. per ettaro, colla ricchezza in fecula anidra dal
17 al 18 0/0:
In Francia si è molto al disotto di questo raccolto; è gia eccezionale un raccolto da 10 mila
ad Il mila Kg. con una ricchezza dal 14 al 15 per Og. da ciò si capisce come la Germania possa
produrre quella enorme quantità di alcool valutato a circa 4 milioni di ettolitri all’ anno.
I tre quarti di esso si ottiene dalla fecola di patate. i
L’ inferiorità del rendimento in Francia non deve attribuirsi nè al suolo, nè al clima, ma
come risulta dalle ricerche fatte dal sig. Aimè Girard, durante 4 annate, cioè dal 1885 al 1888,
semplicemente al modo proficuo di coltivazione.
Le cause che determinano l° abbondanza del raccolto e la ricchezza in fecola sono numerose e
sì possono riassumere in queste: Impiego per questa coltura delle terre di buona qualità, arature
profonde, aggiunta di concimi appropriati, fare i piantamenti per tempo, in linea, a spazio ben
regolare. i
Però l'importanza di tutte queste cause è di gran lunga inferiore a quella della scelta dei tu-
bercoli. Da numerosissime ed attente ricerche fatte, l’ A. ha potuto stabilire, senza alcun dubbio,
il potere nei diversi trapianti di qualità produttive e trasmissibili ai loro discendenti. Il coltivatore
‘ non deve impiegare i tubercoli piccoli, ma solo quelli di media grossezza, che si sviluppano sui
soggetti di una grande energia produttiva. ;
Un mezzo pratico per riconoscere questi soggetti è poggiato sul principio riconosciuto speri-
mentale dall’ A., che la ricchezza del raccolto prossimo è in rapporto diretto col vigore delle parti
aeree che lo preparano; al piede d’ ogni soggetto a ricca vegetazione si forma un raccolto abbon-
dante. Quindi per operare la selezione vi ha un mezzo molto semplice; esso consiste nel marcare
sul campo le piante deboli che si vogliono rigettare, se l'insieme della cultura è bella; al contra
rio le piante rigogliose, che si vogliono conservare; se queste fanno 1’ eccezione. i
Dal complesso di tutte queste condizioni dipende la soluzione del problema, consistente nell’ot-.
tenere normalmente un rendimento di 20 a 25 mila Kg. di patate ricche dal 16 al 17 O[g di fe-
cola anidra.
Il gusto di zolfo e di miccia nei vini. Il gusto di zolfo e di miccia, scrive il Vizicolo,
quando è leggero, scompare in seguito ad un semplice travasamento. Ma se questo cattivo gusto
persiste, si introducono nel fusto da 50 a 100 gr. di carbone di legno in pezzi, assicurati a fili sot-
tili di spago per poterli poi togliere facilmente. Si lascia questo carbone 48 ore nel vino, e dopo
questo tempo, se il cattivo sapore non è scomparso, si ricomincia l'operazione sempre con carbone
nuovo e ben secco, fino a che il gusto dello zolfo sia affatto scomparso.
Questo mezzo riesce sempre.
Quando poi si opera sopra vini bianchi e non si ha timore di decolorarli, si può affrettare l’esito
finale adoperando una quantità molto maggiore di carbone.
206 (Boll. pag. 102)
NOTIZIARIO
— reso
Utilizzazione della tela dei ragni. (Le mond de la Science.) Si è spesso cercato di uti
lizzare le tele, bozzoli e altri prodotti analoghi secreti da diverse specie di animali come gli
aracnidi ecc. È
Di già nel XVII secolo, Luigi IV si fa fare un abito con un tessuto fatto di seta di colore
brillante che de’ viaggiatori avevano portato dai Tropici e che si attribuiva a dogli aracnidi. Il re
voleva introdurre l'industria di questo tessuto in Francia, ma le prime prove non riuscirono, poi-
chè il suo abito si rompeva in tutte le direzioni, quando se lo mise.
Dopo si è provato a fare dei guanti e delle calze con i sacchi serigeni nei quali le femmine
dei ragni domestici depongono le loro uova. La difficoltà di ottenere questi sacchi in gran quantità
e la poca solidità degli articoli prodotti, ne hanno arrestata la fabbricazione.
A Dumarest racconta, che si sono fatti degli sciallini rimarchevoli per la loro leggerezza e so-
lidità con il prodotto della tignuola delle pelli (Heypomomenta cognatilla).
Durante che l'Isola maurizio era amministrata dal generale Decae i creoli inviarono all’ im-
peratrice francese un paio di guanti tessuti con la seta proveniente da tele di ragno. Un missionario
al Madagascar, M. Camboni, attira di nuovo l’ attenzione su questo soggetto, spedendo alla società
d’acclimatazione di Parigi un certo numero di grossi ragni colle loro uova, i loro bozzoli ed i fili
setosi che gl'indigeni ne tirano per fabbricare dei tessuti.
Questo grosso ragno (Epezra madagascarensis) appartiene alla medesima famiglia dei nostri
ragni dei giardini e vive in numerose tribù sulle alture d° Imnira a circa 1400 metri sul livello
del mare. La specie resiste benissimo al freddo e potrebbe forse acclimatarsi al mezzodì della Fran-
cia e in Algeria. Gl'indigoni del Madagascar si servono dei prodotti di tre specie affini (1° Epeira
nera, l’ Epeira dorata e la grande Epeira) per formare le trame dei loro tessuti di seta. Si dice che
un solo filo può sopportare un peso di 200 grammi.
Se le tele ottenute sono così solide come si dice, sarebbe bene che si tentasse di acclimatare
questa specie in Europa, perchè questi animali ‘sono fecondissimi e la quantità di seta fornita da
uno di questi ragni e suoi discendenti, può essere considerevole.
Nelle provincie del Nord dell’ India si ottiene una seta di ragno dal Nephilengys malabarensis.
La '‘Gasterocanta madagascarensis fornisce una materia tessile in piccoli bozzoli di colore
Verde.
Si è annunziato ultimamente che un industriale inglese, il signor Stettlbers, fabbrica con i
fili di ragno un tessuto che i medici possono impiegare contro le ferito, come emostatico.
L'altezza del Chilimangiaro. Secondo Kersten, questo gigante dei monti africani sì al-
zerebbe fino a 5700 metri. Johnston nel 1884 e Teéléki nel 1887 si formarono a circa 4300 metri.
Ora Meyer è giunto a 5450 metri, ed Otto Ehlers finalmente è arrivato alla sommita che sarebbe
di 6000 metri.
L’oro nel Transwaal. Le scoperte delle miniere d’oro nel Transwaal hanno considere-
volmente accresciuta la popolazione ed il movimento commerciale nell’ Africa del Sud.
Johannisburg, centro aurifero principale, non più tardi di 3 anni addietro, era un vero deserto;
oggi conta una popolazione di 40,000 abitanti, e vi sì nota un'attività fenomenale. Le miniere di
oro si aumentano di giorno in giorno per delle nuove scoperte, ed è fuori di dubbio che il Witma=
tesrand è per divenire una delle regioni più rinomate del mondo per la produzione dell’ oro.
Del pari, nel Matabeleland, nuovi filoni di oro vi sono stati recentemente scoperti.
La vita in quelle contrade non è punto felice, nè comoda e tanto meno sicura: i conflitti con
gl’ indigeni sono, diremo, giornalieri: ciò non ostante il prospero avvenire di quelle regioni è ormai
assicurato in grazia delle miniere di oro.
I faggi ed fulmini. Il prof. Wickert a Bischofscherm (Assia) nota essere il faggio, meno.
(Boll. pag. 103) 207
che qualunque altro albero toccato dal fulmine e ciò in causa delle foglie le quali al loro margine
sono coperte abbondantemente di peli, mentre che le foglie per esempio della quercia ne sono prive.
Questi peli, dice Wichert non permettono una tensione elettrica, essi disperdono per la maggior
parte l’ elettricità, la quale durante un temporale sì sia per caso raccolta nell’ albero.
Fillossera. La fillossera và estendendosi in Calabria; anche il comune di Oppido Mamertina
ne è stato invaso.
Ostreicultura. Il prof. Cavazzi, direttore del Museo civico della Spezia, ha ottenuti buoni
resultati da esperimenti fatti sull’ allevamento artificiale delle ostriche nel golfo della Spezia, per
cui è da sperarsi se ne tenti l'allevamento in grande.
Parassitologia. Abbiamo veduto con piacere come gli studenti della università di Roma,
abbiano diretto all’ egregio prof. cav. Carruccio, un affettuoso indirizzo per ringraziarlo delle splen-
dide lezioni impartite sulla Parassztologia.
Comizio agrario in Orvieto. Si è nuovamente costituito in Orvieto il Comizio agrario per
quel circondario. Il 13 dello scorso Luglio fu tenuta l’ adunanza inaugurale e pronunziarono belle
parole il sottoprefetto cav. Valerzo che presiedeva l’ adunanza, ed il conte Faina che meritamente
fu eletto a presiedere questo comizio, unitamente ai signori cav. O. Ravizza — V. Zampi — Orelli
— Paolo de Simone — Ing. L. Rossi ed M. Benedetti.
Esposizioni. Dall" 8 al 29 Settembre prossimo si terranno in Verona due esposizioni, una di
fioricoltura e l’ altra di frutticultura ed in entrambe vi sono categorie nelle quali possono concor-
rere tutti gli Italiani. i
La società orticola napoletana ha bandito un concorso nazionale per strumenti da giardino e
vasi da fiori, che sarà tenuto in Napoli nell’ Aprile 1890.
Il circolo enofilo italiano sedente in Roma stà organizzando un concorso di macchine, apparec-
chi ecc. per la viticultura, vinificazione e distillazione, ed una esposizione internazionale di vini.
Una mostra internazionale di geografia botanica, si stà preparando per il prossimo anno ad
Anversa.
A Tiflis nel Caucaso avrà luogo dal Settembre al Novembre prossimi una esposizione agricola-
industriale, alla quale sono ammessi i produttori di tutte le nazioni.
Il quinto congresso internazionale di medicina veterinaria si terrà a Parigi dal.
2 all’ 8 Settembre prossimo, contemporaneamente all’ esposizione universale di cavalli riproduttori.
Cattedre vacanti. Prof. ordinario di Zoologia ed Anatomia comparata, nell’ Università di Ca-
gliari. Prof. straordinario di Igiene, Università di Catania. Prof. straordinario di Zoologia ed Ana-
tomia comparata, Università di Sassari. — Le domande al ministero della istruzione pubblica entro
il corrente Agosto.
Professori nella scuola agraria di Portici: Mineralogia e Geologia, stipendio L. 1500. Chimica
agraria, stipendio L. 3500. Zoologia generale ed agraria L. 3000. Meteorologia, Fisica e Meccanica
stipendio L. 3000. — Le domande al Ministero di agricoltura entro il 14 Ottobre prossimo.
Concorsi. L'accademia di agricoltura arti e commercio di Verona ha bandito un concorso per
un Manuale delle malattie delle piante, applicato all'agricoltura, orticoltura, e silvicultura della
provincia di Verona. Premio L. 1000 ed una medaglia d’ oro del valore di L. 300. Termine del
concorso 31 Decembre 1891.
Fra i concorsi banditi dalla Società promotrice dell'industria nazionale a Torino notiamo i
seguenti: Concorsi biennali: A chi avrà trovato e posto in pratica, con buon successo, una nuova
ed utile applicazione delle materie prime minerali o fossili, abbondanti nel paese, quali il talco,
l’ amianto, la grafite, l’ ossido di manganese, il solfuro d’ antimonio. — Ad un nuovo processo che
raggiunga un notevole miglioramento su quelli conosciuti per la estrazione del tiglio dalle materie
tessili, quali la canapa, l’ortica, la juta ed il lino. — Concorsi triennali: Per chi avrà procurata
l'introduzione e l’acclimatazione di piante utili all’ industria nazionale. — Per la esportazione con-
siderevole di prodotti naturali o loro derivati più immediati, come frutta, vino, cognac, acido citrico,
sommaco, olio d’ oliva, tonno,
208 (Boll. pag. 104)
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
43. Oblata: Molluschi e insetti di Malta — Desederata : Memorie e Monografie botaniche, en-
tomologiche e malacologiche. Alfredo Carnana Gatto. 59 Str. Levante, Valletta Malta.
44. Si offrono pel prossimo autunno le seguenti razze di colombi: Gazzi modenesi (neri scuri,
caldani, pietra chiara con verghe gialle, bigi con verghe rosse, bistoni con verghe bianche, tringani
di pietra chiara e tringani di bigio, dorati, corvi, ecc), Gazzi inglesi, e colombi grossi da carne
pura razza piacentini. (a
Presentemente disponibili un paio gazzi caldani ed un paio gazzi pietra chiara con verghe gialle.
Prezzi da convenirsi dirigendo le richieste all’ ing. Scola Gaetano in Cremona.
4o. Avendo collezioni di marmi ornamentali antichi, di minerali e di fossili, desidero far cambi.
Dirigersi a Giuseppe Raschi — Spello.
46. S7 offrono scorpioni d'Africa (Buthus afer Ie e Gongylus pure d'Africa di diverse specie,
in cambio di minerali cristallizzati.
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Clausilia Pinchinati, Bourg. c . «0,15 | Lymnea minuta, Drap. 5 6 + < 0,20
Ferussacia lubrica, Mull. . È . «0,20 | Physa acuta, Drap. v. gibbosa . 0a
Helix lapicida Lin, v. radiata. . «0,20 | Acme fusca Beck. È 4 s A RR00.
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H. Rotundata Mull. . 7 5 .« 0,15 | Pupa cylindrica, Mich. - 3 A A0NZO
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diamo quì l'elenco ed i prezzi delle preparazioni più utili all’ insegnamento ;
avvertendo che esistono nel nostro gabinetto molti altri oggetti e preparazioni,
e se ne eseguiscono di ogni genere dietro richiesta. Per dar commissioni di
parecchi oggetti richiedere i cataloghi speciali di quelle classi nelle quali si
desiderano fare gli acquisti.
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questo segno s' intende che le preparazioni sono a secco.
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Scimmie: Cercopithecus, Cynocephalas; Cebus, Hapale, Macaus, Somnopithecus da L. 20 a 50: - LS
Proscimie: Lemur; Indri, Propithecus, da L. 40 a 150 - Pipistrelli: Rhinolophus, Plecotus, Ve-
spertilio, Vesperugo, Vesperus da L.3 a 6 - Riccio (Erinaceus) da L. 5 a lù - Toporagni (Sorex).
L. 5 (L) L. 2 - Talpe da L. 5a 8 - Tasso (M. taxus) da L.35 a 40 - Martora (M. abietum)
da L. 35 a 45 - Faina (M. foina) da L: 25 a 50 - Puzzola (P. communis) da L. 10 a 20 -
Donnola (P. vulgaris) da L. 6 a 10 - Lontra (Lutra) da L. 25 a 45 - Cane (Canis) da L. 15
a 39 - Volpe (Vulpes) da L. 20 a 35 - Gatto (F. catus) da L. 20 a 25 - Scojattolo (Sciurus)
da L. 8 a 12 - Marmotta (A. marmotta) da L. 25 a 40 - Ghiro (M. glis) da L. 5 a 8 - Mo-
scardino (M. avellanarius) da L. 4a 6 - Topo delle chiaviche (M. decumanus) da L.4 a 6-
Topolino di casa (M. musculus) da L. 3 a 4 - Topo d’acqua (Arvicola) da L. 6 a 12:-
Istrice (Hystrix) da L. 35 a 40 - Porcellino d’ India (Cavia) da L. 4a 10 - Lepre (L. timidus)
da L. 20 a 30 - Coniglio (L. cuniculus) da L. 10 a 30 - Armadillo (Dasypus) L. 20 a 50 -
Daino (C. dama) da L. 80 a 100 - Capriolo (C. capreolus) da L. 60 a 80 - Camoscio (0. ru-
picapra) da L. 80 a 100 — Gazzella (A. dorcas) da L. 80 a 100 - Capra da L. 25 'a 70 - Pecora. i
(Ovis) da L. 25 a 70 - Cinghiale e Majale (Sus) da L. 50 a 120 - Foca (Phoca) da L. 35 a
100 — Grnitorinco (Hornythorinchus) L.. 70 a_90 - Delfino (Delphinus) da L. 100 a 150.
Esemplari per la nomenclatura della livrea, lana, setole, peli, spine, sR0e0 unghie eco.
10 esemplari L. 2. È
Albinismi ed altre varietà, mostruosità cce.
Collezione composta di 8 mammiferi imbalsamati e montati su u elegante base,
appartenenti ai seguenti ordini: I Quadramano - 1 Chirottero - l Insettivoro - 2 Carnivori - 2 Ro-
ditori - - 1 Ruminante-L. 150.
è
; Preparazioni anatomiche e NINE
Scheletri completi montati: Homo L. 50 a 100 - Quadrumana L 30 a 50 - Chiroptera
L..5 a 8 — Insettivora L. 8 a 20 - Carnivora L. 10 a 100 - Rodentia L. 10 a 30 - Ruminantix L. i
a 100 - Pachidermata L. 100 a 200 - Pinnipedia L. 50 a 100 - Cetacea L. 50 a 200.
St cedono anche separatamente le diverse ossa componenti lo Schelcito, 0 Nerd di schelei
tanto “sciolte che rilegate 0 sistemato in ampasiti quadri ; si x
Crani: Uomo L. 2,50 a 7 - Scimmie L. 5 a 10 - Proscimie L. 10.a 25 - Pipistrelli L_1a2-
Riecio L. 1 a 2,50 - Talpa L. 1 a 2 - Tasso L. 5.a 6 - Martora L. 10 a 12 - Faina L.8 a 10-
Donnola L. 3 a 4 — Puzzola L. 5 a 6 - Lontra L. 6 a 10 - Cane L. 3 a 10 - Volpe L. 3a 6 -
Gatto L. 3 a 5 — Scojattolo L. 2 - Ghiro L. 1,50 a 2 - Topi L.0, 50 a2- Istrice L. 5 a 10 — Cavia
. L. 2 a 3 - Lepre L. 1,50 a 3 - Conigli L. 1 a 3 - Cervo L 13a 30 - Daino L. 10 a 29 - Capriolo
L. 10 — Capra L. 8 a 10 - Pecora L. 6 a 10 - Bove L. 20 a 40 - Cinghiale L. 10 a 20 - Cavallo
L. 15 a 30 - Asino L. 15 a 20 - Foca L. 5 a 20 - Delfino L. 20 a 50 - ece. :
Crani segati e con ossa separate, collezioni di denti ecc.
Integumenti: Cute con iniezioni, da L. 4 a 10.
D Sistema muscolare: Preparazioni da L. 3 a 50.
de SISTEMA NERVOSO. — Cervelli dei diversi ordini di mammiferi; Preparati a secco
da L. 10 a 25; conservati in liquidi da L. 2 a 10.
SISTEMA DIGERENTE. — Tubi digerenti: Homo L. 25 a 30- Quadrumana L.4a 0
— Chiroptera L. 2 a 3 — Inscttivora L. 2a 3 - Carnivora, Canis, Catus, Mustela, Putorius, Vulpes,
* L.4a 6; Lupus L. 10 - Rodentia, Cavia, Mus, L. 2 a 3; Lepus, Myosus, Sciurus, L. 3,50 a 5
- - Ruminantia, Ovis, Capra, (stomaco) L. 15 a 25.
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ORO SUE ono Massaua 28 Gennaio 1886.
elle TUPpe n 1;
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mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
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OGGETTO © Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI
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1 Settembre 1889
(Bollettino N. 9) N. 17-18
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RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, CToltivatore
Tetruzione e diletto
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante ; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ece.
Pubblica gratuitamente tutte le comunicazioni, domande di cambi ece. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S' incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ecc.
Direttore SIGISMONDO BROGI — Siena
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BADANELLI Prof. Dott. Dante — Pistoza
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BARRERINI Cav. Assunto — Marsiglia
BeRrTtELLI Dott. DANTE — Pisa
Bonomi Prof. AGostINo — Rovereto
Borpi Prof. Dott. Lurci — Osimo
CacciamaLI Prof. G. BarTIsta — Arpino
CanESTRINI Prof. Riccarpo — Padova
CerMENATI Mario — Lecco
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DownatI Dott. GueRrRINO — Stena
Faure CharLeSs — La Preste (Francia)
FERRAGNI OpoarRDo — Cremona
FrcaLBi Prof. Dott. Eugenio — Szena
GracHETTI G. Cesare — Firenze
Grosseau Conte CarLo — Ginevra
Avvertenze per gli
La Eèivista italiana di Scienze naturali
si pubblica in 24 numeri formanti ogni anno un volume di
non meno di 300 pagine, oltre le copertine.
Il Bollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà. di
ogaì mese, in non meno di 150 pagine all'anno oltre le
geopertiue.
L'abbonamento alla Rivista e Bollettino riu-
niti costa Lu. 5 e quello al solo Bollettino L. 8
all’ anno, per tutti gli stati dell’ unione postale ; per gli
altri paesi si pagano in più le spese postali.
Un numero separato costa cent.25 senza figure, cent.
50 se con figure.
Tutti i collaboratori anche per semplici comunicazioni
potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro
serìtti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare o L. 6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi), purchè li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
Agli Autori delle memorie originali pubblicate, si dan-
no iu dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti.
Gli abbonamenti si ricevono in Siena presso ll’ ammi-
nistratore CASIMIRRO COLI, Via di Città 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-,
l’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto
‘ai fascicoli arretrati. -
L’ abbonamento non disdetto entro il decembre sì ri-
tiene come rinnuovato.
Perchè gli abbonati possano stare in continua rela-
zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-
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SOMMARIO DEL N. 17
Poli prof. so 004 vegetale. agitano ol Tuono di Ae
teresse della, TA e dell’ i
Lenticchia prof. A. I primi fiori nel Cantone Ada (cont.)
Irivista, bibliografica da pag. 218 a pag. 220.!
SOMMARIO oss Essi KSl. 18
Cogulhai: Sacrifizi umani nei riti funebri e cannibalismo sul Congo. È
Comunicazioni: Sul modo di conservare le larve e le crisalidi di 1opidotint i A. Del Sere _.
Sull’ origine del Petrolio, R. i SR a
Notizie di caccia e note zoologiche: Brogi — Moschella — Red. 2 DE LR
Insegnamenti pratici: da pag. 227 a pag. Di i.
Varietà: I barometri naturali, j
Notiziario: a pag. 232. : # PIRO:
Richieste, offerte e domande di cambi fra gli abbonati. CIA
Gabinetto di Storia Naturale di 5 Brogi — Semi
COLLEZIONI PER L' INSEGNAMENTO DELLA STORIA NATURALE
“SECONDO I PROGRAMMI GOVERNATIVI
(continuazione vedi copertina del fascicolo antecedente. GIA
x
SISTEMA CIRCOLATORIO. — Cuori iniettati in cera a diversi colori, delle Sade Classi
di mammiferi, da L. 5 a 50.
Capillari sanguigni, preparazioni da L. 2 a 10.
Polmone con arterie, vene, e vasi bronchiali, iniettati a diversi colori L. 10 a 50.
__ SISTEMA RESPIRATORIO. — Laringe trachea e vasi bronchiali, soa suddette Do
da L.3 a 15.
Polmoni iniettati in cera idem da L. 10 a 30. $
Sezioni di polmoni per dimostrare le cellule polmonali da L. la 3. Lio, co o
Apparati respiratori conservati in liquidi da L. 1 a 10. pae. |
Organi della eo e SAIECRIIO dell’ ‘rina: A np io senno urinario
Vessiche orinarie da L. 1 a 3.
Collezione composta di 2 scheletri - 5 crani, un ug digerente, uno stoma
nante, ed un apparato respiratorio L, 100. IOMllE eri
UCCELLI
Preparazioni zoologiche (Animali imbalsamati)
Pappagalli da L. 5 a 15- Cacatua e avare L. 15 a 50 - Avvoltoi L. 40a 50 - ‘Aquile. Le
- Falchi L. 3 a 5 - Barbagianni, allocchi e gufi L. © a 9 - Assioli e civetto L..3.a
L.2 a 3 - Torcicollo L. 2 - Cucculo L. 5 - Grottaione, Uccel S. Maria, Upupa L. 3
. mosca L. 2 a 10 - Rondone L. di ua Nottolone L. 3 - Rana C) ceglie 2; 50
ANNO IX
ISTOLOGIA VEGETALE ;
INCLUSIONE NEL SAPONE DI GLICERINA-
—_—_ ==—————@—&
Per quanto modificati e perfezionati, i sistemi d’ inclusione nella paraffina
presentano: sempre tali inconvenienti da renderli poco pratici nelle ricerche
botaniche. Prima di tutto è difficile una inclusione perfetta, cioè tale che la
paraffina riempia totalmente tutte le cavità, e si immedesimi, per così dire, col
pezzo da sezionare. Poi essa è troppo dura. Finalmente richiede tali e tante
operazioni, prima per l'inclusione, poi per liberare il preparato dalla paraffina,
che il preparato stesso corre pericolo d’ esserne danneggiato, e la perdita di
tempo è immensa. Oltre di che i pezzi in paraffina vanno sezionati col micro-
tomo meccanico che, tra altro, non tutti i botanici hanno sempre a disposizione.
Il metodo, del-quale ci stiamo per occupare, sì applica è vero, anch'esso, al
microtomo meccanico, ma, come vedremo dopo, è applicabile anche al micro-
tomo a mano, o microtomo Ranvier.
Esso è dovuto al prof. E. PsIrzER, (Veber eine Eimbettungsmethode fur
entwicklungsgeschichtliche Untersuchungen — Berichte der deutsch. Bot. Gesel-
‘lsch., Bd. V, 1887, Generalversammlungs-Heft, pp. LXV-LXVII — Cfr. anche
Zeitschr. f. wiss. Mikr., Bd. V, 1888, pp. 113-4, e Journ. of the R. Micr. Soc.
1888, pp. 316-7), il quale lo ha trovato molto utile nelle ricerche sui pezzi ve-
getali piccoli e delicati, come per esempio i fiori di orchidee nei primi stadi
del loro sviluppo.
La sostanza includente da lui adoperata è il sapone di glicerina, il quale
oltre ad ovviare agli inconvenienti sopra rammentati della paraffina, possiede
due qualità preziosissime, la solubilità nell’acqua e la trasparenza.
Ecco come si procede per fare l’ inclusione:
Si scalda a bagno-maria, alla temperatura di 60-70° C. un miscuglio a vo-
lumi eguali di glicerina e di alcool a 96° (alcohol rectificatissimus del com-
mercio) con tanti piccoli pezzetti di sapone di glicerina giallo, trasparente,
quanti vi se ne possono sciogliere. Ciò si può fare in un recipiente cilindrico
(o anche in un matraccino) che si chiuderà coi fiocchi di cotone, per impedire
la troppa evaporazione dell’ alcool. Il liquido che se ne ottiene, giallo e perfet-
. tamente trasparente, o appena leggermente torbido, si versa in una capsula
piatta, o in un recipiente che si può improvvisare avvolgendo una striscia di
carta attorno ad un sughero e fissandovela con degli spilli. Mentre il miscuglio
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. 1 setinor
E
N.°17 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
210
è ancora caldo e sì sta consolidando, vi si colloca il pezzo da sezionare, pre-
viamente immerso nell’ alcool concentrato, e, mentre il sapone si consolida, con
un ago si orienta l'oggetto in modo ch' esso si trovi poi nella posizione più
opportuna per essere sezionato, il che si può fare grazie alla trasparenza della
sostanza includente.
Per i pezzi un po’ grossi è necessario tenerli un po’ di tempo in una solu-
zione fredda e satura di sapone, prima di trasportarli nel miscuglio caldo, at-
finchè il sapone penetri in tutte le cavità dell’ oggetto e si immedesimi con
esso. Un soggiorno troppo lungo nel miscuglio caldo è pericoloso, a causa della
sua alcalinità.
Il miscuglio per l'inclusione si conserva freddo in vasi chiusi con sughero,
e fonde poi con facilità alla temperatura di circa 40° C.
Con questo metodo si ottengono inclusioni perfettamente chiare e, traspa-
renti, che possono essere sezionate colla massima facilità dopo averle indurite
col raffreddamento, e si possono anche conservare a lungo e inalterate, in un
vaso contenente cloruro di calcio fuso, che le rende anche un po’ più dure (a
causa della disidratazione), e quindi migliori.
Gli oggetti molto piccoli possono essere inclusi più prontamente mettendo
una goccia della soluzione calda di sapone sopra un sughero, aggiustandovi
l’ oggetto, e poi coprendolo con un’ altra goccia di sapone. Queste piccole quan-
tità di sapone induriscono completamente in un quarto d’ ora. i
Per fare le sezioni l’ A. adopera il microtomo THoma. Le sezioni sì liberano
facilmente dal sapone, lavandole in acqua tepida, od anche, meno prontamente,
coll’ acqua fredda. L’ alcalinità del sapone contribuisce nello stesso tempo a
schiarire il preparato.
L’ inclusione nel sapone è già da lungo tempo adottata nella microtecnica
zoologica (Cfr. FRANcOTTE, Manuel de technique microscopique, pag. 287) e lo
stesso PFITZER cita (Berichte ecc., pag. LXVII) i procedimenti di FLEMMING
(Arch. f. mikroskop. Anat., Bd. V. 1875, pag. 123) e di KADYI (Ze0log. Anzeiger,
Bd. II, 1879, pag. 476) per l’uso dei saponi trasparenti. Questi due metodi of-
frono però il grave inconveniente che il sapone resta, dopo l’ inclusione, molto
ricco di alcool, che bisogna fare evaporare in seguito. Ciò ha per conseguenza
una gran perdita di tempo, ed anche un raggrinzamento del pezzo, in causa
del diseccamento, mentre poi di fuori diventa duro, restando sempre troppo
tenero all’ interno. s
Anche il FRANCOTTE (op. cit., p. 288) consiglia l’ uso del sapone di glice-
rina, ma lo scioglie in solo alcool.
Il metodo, di Pfitzer l’ abbiamo sperimentato anche noi, e lo troviamo rac-
comandabilissimo. Qualunque pezzo delicato si include benissimo e sì ha il van-
taggio importantissimo di vedere il pezzo quando si include ed orientarlo a
piacere, e vederlo quando si seziona, a causa della trasparenza del sapone.
V
211
Abbiamo fatto due soluzioni, una nelle proporzioni seguelte
Alcool 90°. ; i : ; È : ST
Glicermaipura o Se. Rent. (UNO
Sapone ag e) IT cor.
e l’altra con soli 32 gr. di sapone. Il: primo miscuglio riesce, naturalmente,
più duro; l’ altro, più tenero, si presta di più per oggetti molto delicati.
Ciò che importa specialmente di avvertire è che, almeno col primo dei due
miscugli da noi sperimentati, si può benissimo usare il Microtomo RANVIER.
Dal punto di vista pratico ciò è molto importante, perchè facilita Il’ uso
dell’ inclusione, e potrà rendere grandi servigi nelle ricerche botaniche le più
delicate.
Ecco come si procede :
In fondo al foro del microtomo, a contrasto col cilindro a vite che deve
essere spinto in su, si mette un turacciolo di sughero che chiuda ermeticamente
il foro, ma possa scorrere con una certa facilità sotto la pressione della vite.
Esso deve servire a trattenere il liquido che si colerà dentro al foro, e ad im-
pedire che il cilindro a vite tocchi direttamente il sapone. Si coli il miscuglio
fuso nel foro del microtomo così preparato, e vi si collochi l’ oggetto da sezio-
nare, aggiustandovelo con un ago, mentre il sapone sta consolidandosi, come
sì è detto sopra. Quando il sapone sarà tutto consolidato, sì potranno comin-
ciare le sezioni nel modo usuale. Il cilindretto di sapone aderirà inferiormente
al sughero, ma scorrerà bene lungo la parete metallica laterale del microtomo.
Il sapone non si contrae nel raffreddarsi, nè forma cavità come la paraffina; e
formando una pasta abbastanza consistente ed omogenea, con un buon rasoio
piatto si fanno benissimo le sezioni più delicate, purchè si abbia l’ avvertenza
di bagnare ogni volta le due faccie del rasoio con alcool, il che si fa comoda-
mente con un pennello. Bagnandolo con acqua o con glicerina non scorre così
bene come coll’ alcool. Le sezioni si passano nell’ acqua, dove lasceranno il
sapone, e poi si montano.
Se il pezzo incluso non sì vuole sezionare subito, si levi la prima fetta di
sapone, per ottenervi una superficie piana a livello con quella del microtomo,
e poi vi sì faccia aderire un vetrino copri-oggetti sufficientemente grande da
coprire tutto il foro del microtomo. Il vetrino impedirà il prosciugamento del
pezzo, od ii suo rammollimento se l’ ambiente fosse umido.
I Botanici esperimentino questo metodo .d’ inclusione, e lo troveranno sem-
plice, comodo e molto utile pei preparati delicati. (Malpighia Vol. III. 1889).
Prof. ASER POLI
212
APELLE DEI.
I RINCOTI IN GENERALE
E GLI AFROFORIDI, 0 CICADELLE, IN PARTICOLARE
studiati nell'interesse della Scienza e dell’ Agricoltura ù
(Continuazione e fine, vedi fasc. 15)
x
Ma tempo è omai che io lasci i Pentatomidi in pace, e, tanto più, che, fino
dall’ anno decorso, sono in certo modo, in debito di tornarne a parlare; passi
a trattare degli
AFROFORIDI, O CICADELLE.
Nel Bollettino del Naturalista — anno VIII, fasc. 9. 1888 — io prendeva in
esame quella sostanza bianca spumosa, chiamata volgarmente Sputi di Cueule,
in mezzo alla quale, vivono, e compiono il processo evolutivo, le giovini Cica-
delle, a cominciare da poco dopo la loro uscita dall’ ovo, fino a che non hanno
acquistata definitivamente la forma a loro propria: cioè, finchè non si sono in
loro sviluppati, insieme alle ali, anco gli organi della generazione.
In quello scritto, dopo aver notato che gli autori, sì antichi che moderni,
se ne stavano troppo sulle generali, riguardo a questi così detti spufî, e non
avevano espresso un'idea ben chiara ed esatta sulla vera qualità e natura loro;
venivo finalmente a concludere — dopo averne addotte le ragioni, s' intende —
che questi fiocchi bianchi spumosi, altro non erano che gli escrementi emessi
dalle giovini Cicadelle, sotto ai quali esse vivevano, al modo stesso che i gio=
vini Crioceris — C. asparagi, C. merdigera ed altri — vivono sotto i proprii,
con la differenza peraltro, — d'altronde naturale e necessaria — che, mentre gli
escrementi dei Crioceris, che per loro nutrimento masticano le foglie, le ner-
vature comprese, ed anco gli steli, degli asparagi, dei gigli ecc. sono solidi, 0
dirò meglio poltacei e pochissimo gassosi; quelli delle Cicadelle, che suggono
per loro nutrimento, il succo delle piante, sono liquidi e al tempo stesso gassosi.
Peraltro: per quanto a me sembrasse, che, le ragioni addotte non potes-
sero lasciar dubbio, che quella sostanza spumosa, emessa dalle Cicadelle, altro
esser non potesse che un prodotto escrementizio di quegli insetti; pure vi man-
cava il controllo deli’ analisi chimica, che allora non fu possibile eseguire,
essendo passato il tempo nel quale questi così detti sputi si possono trovare.
A questo dunque ho provveduto in quest’ anno : e a tal proposito, debbo rin-
graziare vivamente l’ egregio giovine Sig. Siro Grimaldi aiuto alla Cattedra di
Chimica Generale nella R. Università di Siena: il quale si assunse volenterosa-
mente l’incarico di eseguire, e di fatto diligentemente eseguì questa analisi.
TRE
Conviene peraltro avvertire che la pioggia straordinaria e quasi giornal-
mente ripetuta nella decorsa primavera — e purtroppo non cessata ancora —
hanno in gran parte impedito, per quest’ anno, la raccolta della detta spuma,
e con mio dispiacere, non potei perciò fornirne al Sig. Grimaldi, tutta quella
quantità che sarebbe stata necessaria per un’ analisi veramente completa: la
quale perciò, conviene rimettere alla primavera dell’ anno venturo.
Intanto ecco il lavoro del suddetto distinto giovine, che testualmente
riporto. )
« Liquido incoloro, non completamente limpido, spumeggiante, e sormontato
da una abbondante spuma bianca di odore leggero non definibile, di azione
alcalina. i
« Sottoposto all’ azione di un semplice riscaldamento svolge vapori capaci
di imbluire la carta di laccamuffa, di aumentare i fumi dell’ acido cloridrico ,
ed aventi un odore urinoso.
< Il reattivo del Nessler provoca sul liquido esibito una colorazione gialla-
stra accompagnata da un leggero precipitato. Questa colorazione aumenta di
intensità adoperando il liquido rimasto a sè stesso per qualche tempo.
« Il reattivo del Millon non vi svela presenza di albuminoidi.
« E completamente solubile nell’ alcool assoluto.
« Non riduce il liquore cupro-potassico di Fekling, e neppure offre al-
cuna deviazione al Polarimetro di Hoppe-Seyler; presenta perciò un potere
assorbente per alcuni raggi luminosi: difatti, facendo l’ osservazione con una
luce verde, si osserva che il campo rimane colorato in rosso.
« Non presenta le reazioni generali degli alcaloidi neppure dietro salifica-
zione con acido cloridrico. i di i
« Precipita l’ acetato basico di piombo.
« 100 grammi del liquido esibito restano costituiti di
Grammi 0,2563 di residuo fisso
Grammi 99,7437 di materie volatili.
< Il residuo fisso ottenuto sul percentuale del liquido è composto di
Grammi 0,03383 di materie minerali (ceneri)
Grammi 0,2230 di materie organiche.
« Le ceneri contengono tracce di cloruri, di solfati e più abbondantemente
di solfati di potassio e di sodio.
« Il gas che accompagna il liquido in discorso, sotto forma di spuma bianca,
avendo riportata l osservazione analitica alla pressione barometrica ordinaria di
760 millimetri ed a 0°, resulta costituito sopra 100 centimetri cubici di
c.c. 15,861 di anidride carbonica
c.c. 11,536 di ossigeno
c.c. 73,072 di azoto.
rali sibi e
214
« La deficenza di ossigeno e l’ eccesso di anidride carbonica verificatesi
nella composizione del gas raccolto, in rapporto della composizione media del-
l’aria atmosferica, farebbe supporre che il liquido esibito sia un prodotto ani
male, in cui, parte dell’ ossigeno è stato impiegato per l’ ossidazione, è aumen-
tata la quantità di anidride carbonica. Il fatto poi che il liquido ammoniacale
non aumenta la sua reazione alcalina per azione della calce, dimostrerebbe che
il liquido è esente da sali ammoniacali, e che probabilmente vi esiste una mo-
nammina primaria. Per tale conferma perciò manca il carattere della infiam-
mabilità dei vapori, cosa che potrebbe trovare spiegazione nella eccessiva di-
luzione del liquido.
« Non avendo potuto disporre di più di 20 o 25 grammi di materiale primo
si rimette la conferma decisiva alla più prossima occasione.
SIRO GRIMALDI
Aiuto alla Cattedra di Chimica generale
nella R. Università di Siena
Il liquido spumoso ricuoprente le giovini cicadelle, lo raccolsi, per circa
due terzi, sui salci, e lo tenni e consegnai in vaso separato; l’ altro terzo lo
raccolsi sui Dianthus, o viole garofanate, sui Crysanthemum, e sulle Achillee.
Ciò, come discarico dell’ operazione: quanto al risultato dell’ analisi chimica,
eseguita dal Sig. Grimaldi, mi sembra che essa pure, se non definitivamente,
perchè non completissima per mancanza di quantità di materiale, pure, in certo
modo confermi, che, il detto liquido SPUILOSO: sia un prodotto animale; cioè so-
stanza escrementizia.
Di più, anche per parte mia, oltre alle ragioni addotte nel ricordato mio
scritto dell’anno decorso, per le quali si giungeva alla stessa conclusione, e
che in parte ho succintamente ricordate di sopra; posso aggiungere in propo-
sito, un’ altra osservazione comparativa, già fatta in addietro, e ripetuta in
quest’ anno, che adesso così riassumo.
Io, ho notato, parlando delle Pentatome, o cimici dei cavoli, — e meglio
direi, delle Crucifere — che quando, in gran numero sono esse vissute, e si
sono sviluppate in qualche pianta, e che perciò vi hanno deposte sopra, repli-
catamente, numerosissime goccioline escrementizie; queste, evaporando, lasciano
sulle diverse parti della pianta stessa un residuo bianco e lucente, che vi forma
una specie di sottilissima incamiciatura bianca, che altro non è che la esi-
guissima parte solida, se pure si può dire così, contenuta nell’ escremento li-
quido emesso da quegli animaletti.
Ebbene, quando le giovini Cicadelle hanno terminata Ja loro evoluzione, ed
hanno abbandonato il globo di spuma entro al. quale vissero; la parte liquida
di esso, si prosciuga, o scola, in parte almeno, sul terreno, la parte gassosa sì
espande nell’ aria, ed i lievi, leggerissimi e trasparenti frammenti residuali della
massa spumosa, acquistano, presso a poco, la stessa apparenza bianca, quasi
vitrea, o talcosa, delle esigue e sottilissime faldelle che ho detto staccarsi da-
bi hi MORE ci
RA Ra
215
per più o meno lungo tempo da numerosissime pentatome.
Di più: nello spazio da essi fiocchi spumosi occupato sulle foglie, o steli ecc.
rimane quasi sempre un sottilissimo strato di sostanza bianca e lucente, uguale
al residuo che lasciano gli escrementi emessi dalle pentatome suddette: di modo
che, anche questa concordanza di fatti, risultante dal confronto di due funzioni
simili in due sorte d’insetti appartenenti allo stesso ordine, ed aventi lo stesso
modo di nutrirsi, mi pare che abbia un valore e non picgolo, e stia, esso pure,
a confermare la realtà della mia opinione: che cioè, le dette masse spumose
bianche, altro non sono che il derivato degli escrementi, emessi dalle giovini
cicadelle, in modo, da ravvolgervisi dentro, e così nascondersi, e mettersi in
qualche modo a riparo dalle offese dei loro nemici, e fors’ anco per, difendersi
dai raggi talvolta troppo ardenti del sole, e così mantener sempre fresca ed
.umettata la pelle. Cose, delle quali non hanno più bisogno da adulte: perchè,
agili saltatrici, ed anco volatrici, come sono in quest’ ultimo stato , facilmente
sfuggono i pericoli; e perchè la loro pelle indurita, e le non piccole ali — in
proporzione alle loro dimensioni, s'intende — e disposte come a tettoia lungo
il loro addome, ben difendono il loro piccolo corpo.
Prof. A. LENTICCHIA
I PRIMI FIORI NEL CANTONE TICINO
(continuazione)
—_T—__ r—P—-__T__
Io non intendo già di escludere l’ influenza del clima, del terreno, del nu-
trimento ecc. sopra i vegetali; anzi a questi fattori devesi la comparsa di certi
caratteri comuni nelle specie, che hanno una stessa abitazione. Onde si produ-
cono per alcune specie di montagna forme rimpiazzanti o climatiche di
pianura e viceversa, come si danno forme del settentrione rimpiazzanti quelle
del sud, o viceversa, per una data regione. i
Frequenti sono queste forme; p. es. nel genere Rosa, quelle del piano si
distinguono dalle corrispondenti climatiche di montagna pei peduncoli e l’in-
florescenza più allungati, per gli stili glabri o vellutati, non lanuti, pei sepali
riflessi, non diritti sopra l’ urciolo, per la corolla di tinte chiare e la matura-
zione dei frutti tardiva.
Come si vede questi non sono caratteri tali d’ assumere un valore specifico,
nonostante la loro stabilità, la quale venne sperimentalmente dimostrata per
le suddette forme rimpiazzanti del genere Rosa, e che nel portamento e nell’in-
sieme della pianta, a primo acchito, si distinguono le forme del piano da quelle
rimpiazzanti della montagna.
Colle cose dette io non faccio che esprimere modestamente un dubbio sul-
l'ipotesi dell’ evoluzione, intesa nel suo più largo senso, contro la quale sono
schierati del resto non pochi naturalisti di profonda coltura. Onde non esito
gli steli e dal disopra delle nervature delle foglie delle crucifere, state invase
-
216
ad ammettere nelle regioni inferiori e nella pianura una flora propria e ben
distinta, nelle sue origini, da quella della regione alpina.
Vediamo ora quali condizioni di clima e di terreno offrano ai vegetali le
alte regioni montane e se, prescindendo dall’ intima loro natura, possiamo darci
ragione della comunanza di alcuni caratteri e di alcune loro tendenze.
Grazie alle osservazioni meteorologiche fatte in diversi punti della regione
alpina, ci possiamo formare un’ idea del suo clima. Limitiamoci a due stazioni
alpine, l’ Ospizio del S. Bernardo (2478 M.) e il passo di Théodule (3338 M.),
‘che è una specie d’ intaglio fra la catena del M. Rosa e del M. Cervino. Il clima
vi è molto rigido, anche d’ estate vi cade molta neve e nondimeno questi passi
danno asilo ad una ricca fiora. Dallo specchio seguente si scorge che soltanto
=
MEDIE
SRI 2,SsS|s|s |a =
=|s/5)8|8 S| a|3|3|3|S
b|Aa]|= |a =|5 a|alz2|S]j=z|f
S. Bernardo || -8,3| -7,1| -8,0| -2,3| 2,1) 3,9 | 7,3 | 5,9 | 5,10] -1,3] -5,1| -7,8|-1,33 mi
|
Théodu!e -10,2|-10,6/-12,6| -7,3] -6,4f 0 | 10|1,1| 1,1 -5,4| -7,6| -9,8|-5,59/-21,1|-15,1
nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre (Maggio e Giugno pel S: Ber-
nardo) la temperatura è superiore a 0.° e può salire fino a 17° in Luglio e
Agosto. Però la temperatura maggiore di 0.° non regna sempre nei suddetti
mesi, ma soltanto per 91 giorni in media sopra 122. Si può ritenere quindi che
il periodo di vegetazione duri da tre a quattro mesi. Senza una grande inso-
lazione, che compensi il rigore del clima, non vi sarebbe vita vegetale; e per
insolazione s’ intende il calore che la pianta riceve direttamente dal sole e in-
direttamente dal terreno.
È vero che l’aria, a misura che si rarefa nelle crescenti altitudini, tanto
meno è riscaldata dal sole; tuttavia i suoi raggi l’ attraversano più facilmente
e vi arrivano inoltre in linea perpendicolare; onde esercitano ancora una si-
gnificante influenza calorifera sulla vegetazione.
In quanto al calore riflesso dal terreno esso è più notevole di quello che i |
vegetali ricevono direttamente. Fu già confrontata la temperatura dell’ aria
sulle alte alpi, durante i giorni di sole, con quella della superficie della terra.
Calberta il 138 settembre, a 11 ore, sulla cima del Finsterarhorn a 4275 M. ha
osservato una differenza di 19.° in più pel calore riverberato e a Hugisathel : a
4000 M. a mezz’ ora dopo mezzo giorno una di 29.0 5. +
217
I _ —_@m_—_nmnkmme
Questa riverberazione non può a meno ch’ esercitare un’ azione potente sulla
vita delle piante e loro permette di prosperare a grandissime altitudini.
Ma un’altra circostanza concorre ad aumentare il calore nell’ estate in
quelle regioni elevate. Mentre le regioni basse non sono d'estate visitate da
nebbie, le montagne sono ordinariamente circondate da una corona di nubi
(el fiim de montagna, come dicono i montanari), che resta confinata nella re-
gione alpina al disopra di 1950 M., dove ad intervalli alterna coi caldi raggi
del sole. Mihry ha constatato per Berna 66 giorni nebulosi nell’ anno, di cui
16 in estate, e pel S. Gottardo 278 giorni nebulosi, di cui 79 nell’estate. Tale
copertura di nubi diminuisce gli effetti della dispersione del calore nella notte
e ne favorisce una maggiore concentrazione di giorno. i
I vegetali alpini reclamano inoltre una umidità dell’ aria e del suolo molto
maggiore e più costante che quelli del piano. Infatti, per la grande rarefazione
dell’aria, che provoca un’ attiva evaporazione, sarebbero esposti al pericolo di
essere disseccati, se mancasse loro la necessaria umidità. A diminuire tale eva-
porazione giovano però le frequenti pioggie e nebbie d'estate, di cui ho poc'anzi
parlato, che rendono l’aria quasi satura di umidità. Come si vede, questo feno-
meno caratteristico del clima delle nostre alpi è un elemento indispensabile
alla vita delle specie alpine.
Inoltre il suolo, in cui immergono le loro radici, è sempre abbastanza umido,
vuoi per le pioggie frequenti, vuoi pei numerosi fili d’ acqua, che scaturiscono
dalle macchie di neve.
La natura speciale del clima non ha mancato d’imprimere alla forma e
struttura dei vegetali alpini un suggello particolare.
Essi hanno in generale foglie di una tessitura serrata e'l’ epidermide assai
solida; onde possono resistere al disseccamento cui sono esposti dal calore so-
lare e dalla rarefazione dell’ aria. Talvolta sono protetti da una pubescenza
spessa o da una sorta di folto feltro. Le cellule ed i vasi, di cui risultano for-
mati, sono più piccoli, a pareti spesse, elastiche ed a contenuto più concentrato |
che nelle piante di pianura. Ciò spiegherebbe la resistenza dei vegetali alpini
ai forti geli (poichè anche in Luglio ed in Agosto, per l’ irradiazione notturna,
. la temperatura sulle alte alpi scende fino a -10.°) e all’azione funesta del
disgelo assai rapido, prodotto dal riverbero dei raggi solari.
Le gelate notturne spiegano il loro portamento basso. In vero, essi non
possono crescere che di giorno nelle ore in cui il sole è molto caldo; da ciò
la brevità degli internodi.
Non solo hanno steli bassi e rigidi, ma tendono ad estendersi in forma di
cuscini 0 tappeti, disposizione per la quale avrebbero influenza, secondo Wha-
lemberg, le pioggie e le nevi del clima alpino. Tuttavia tale tendenza può avere
la sua ragione nel fatto, che le piante alpine si propagano generalmente per
gemme e per rami, il gran numero dei quali è una compensazione alla scar-
oto ra een irta e TRE it
VA
218
sità dei semi maturi. In fatti quasi tutti i vegetali alpini sono vivaci e gli an-
nuali non sono che rare eccezioni e crescono quasi sempre nella sabbia umida,
come ad es. la Gentiana tenella.
SL
Le piante alpine sono organizzate in modo da svilupparsi assai rapidamente
sotto l'influenza di un sole caldo (16°) e d'una luce vivissima, compiendo tutte
le loro fasi, in uno spazio di 3 a 4 mesi. Se questo periodo si prolunga con-
siderevolmente, la pianta si esaurisce e muore, come avviene di molti vegetali
alpini trapiantati in pianura.
L’accelerazione di sviluppo, prodotta dal clima alpino, è provata dal fatto,
che molte specie di regioni inferiori, dove fioriscono tardi, elevandosi sino alle
alture alpine, vi anticipano la fioritura. La Parnassia palustris, Y Erica vul-
garis, la Gentiana germanica, il Gnaphalium dioicum che sulle colline non
fioriscono che in agosto, sono sulle alpi già in giugno e luglio in piena fiori-
tura. Il Dott. Crist scrive nella sua F/ore de la Suisse et ses origines (pag.
808): « la potenza dell’ azione del sole accelera a tal punto lo sviluppo delle
« piante di pianura che trasforma piante d'autunno in piante d’ estate. » Io
credo che lo sviluppo sia accelerato anche per la tendenza che hanno le radici
di molte specie alpine d’ immergersi a grandi profondità e di continuare nel-
l’ inverno ad accumulare sostanze nutritizie. Analogo fenomeno succede in molte
altre specie, le cui foglie, resistenti nell'inverno, continuano sotto la neve ad
accumulare abbondantemente nei loro tessuti le sostanze, di cui i rami e i fiori
sì nutrono in primavera. Tale ufficio sarebbe esercitato secondo Kerner, dalle
foglie rigide e persistenti delle Sassifraghe, dell’ Azalea, in piccole specie di
Genziane e di molte altre. Nella So/danella la rosetta di foglie persiste fino alla
comparsa dei nuovi steli, alla cui formazione contribuiscono i loro succhi.
Heer ritiene che le piccole piante delle somme regioni alpine, pur restando
coperte dalla neve, pompano già l'acqua contenuta nel suolo e cominciano a
germogliare dal momento della fusione della neve. Si direbbe come dice il
dott. Christ, che spiano il primo giorno di luce e di sole per non essere in
ritardo.
> St
Ora vediamo quali siano queste specie, che, sfidando i rigori dell’ inverno
e delle nevi alpine, mostrano per le prime i loro fiori, quale avanguardia della
ricca e svariata legione di Flora e che tanto rallegrano l’ animo dell’uomo,
cui inviano co’ soavi profumi l’ annuncio gradito che la bella stagione sta per
ischiudersi.
Naturalmente la fioritura è tanto più ritardata quanto maggiore è l’ alti-
tudine. Mentre nei pascoli della regione inferiore e nei prati del piano compa-
iono i primi fiori già in febbraio e qualcuno in gennaio, nella regione alpina,
che ha il suo limite inferiore a circa 1600 m., non si hanno prima della metà
di maggio e nella regione nivale, che ha il suo limite inferiore a circa 2600 m.,
219
soltanto nel forte dell’ estate. Ma in questa regione, siecome il periodo di ve-
getazione si riduce a poche settimane, la flora primaverile non si distingue da
quella estiva e si può dire che i primi fiori siano anche gli ultimi.
Per seguire l’ ordine delle successive fioriture, menzioneremo dapprima le
specie primaticcie spontanee della regione inferiore e del piano, poi quelle della
regione montana, compgesa fra 600 m. e 1600 m., indi quelle della regione
alpina e da ultimo le specie della regione nivale. - (continua)
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
È L' amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
PASSERINI N. Sulla composizione chimica del frutto, degli steli e delle foglie
del pomodoro. (Estr. dal Bol. di agricoltura anno l fasc. 8). La coltura del pomodoro è divenuta
da qualche tempo, una delle più importanti fra le piante ortive, e si è straordinariamente estesa
specialmente nelle pianure presso Firenze. L’ egregio conte prof. Paperini si è dato cura di intra-
prendere dettagliata analisi per conoscere bene la composizione chimica del frutto e della pianta
del pomodoro, ed in questa memoria rende conto dei resultati ottenuti.
BOMBICCI LUIGI. Le scienze naturali e gli studi classici nelle scuole secon-
darie in Italia. Se lo spazio non ci facesse difetto pubblicheremmo molto volentieri questa prege-
vole memoria del comm. Bombicci, sicuri che interesserebbe non pochi dei nostri lettori. Essa fu
il soggetto di una conferenza che l’egregio autore tenne il 26 maggio 1889, nella R. Università di
Bologna e che faceva seguito ad altra sulla soppressione dell’ insegnamento della Storia naturale
nei licei del Regno.
Alla memoria è unito un dettagliato schema di programma per sette anni d' insegnamento
di Storia naturale e fisica terrestre nelle scuole secondarie d’ Italia.
Non essendo facile riassumere questo lavoro ci limitiamo a consigliarne la lettura atutti colore
cui può interessare, potendosi fare acquisto dell’ opuscolo con L. 1,75.
Società veneto trentina di scienze naturali. Il n.° 3 (Tomo IV) del Bollettino redatto
dal prof. R. Canestrini contiene oltre la parte ufficiale :
AmBrosI F. Naturalisti Trentini — Ricordi bibliografici.
CanESTRINI G. e SienoRINI G. Osservazioni sopra un cranio Indiano Augaité.
De Tonr E. Note su alcuni artropodi frintanisi.
ALESSANDRI P. E. Studio fisico-chimico delle principali materie coloranti
derivate dal catrame, usate per colorire artificialmente i vini. — Milano — Fratelli
Dumolard 1889,
È questa una interessante memoria dell’ Alessandri, giustamente prescelta al concorso a premio
bandito dalla R. Accademia di scienze fisiche e matematiche di Napoli (1888). f
L' autore espone il risultato dello sue esperienze fatte sopra 22 materie coloranti derivate dal
catrame, che sono le più comunemente adoperate per colorire artificialmente i vini.
Esamina i metodi generali proposti per conoscere nei vini la presenza di tutti i derivati dal
catrame, e li dimostra tutti difettosi.
Esamina poi ì metodi speciali, che sono applicabili solo ad alcune delle materie coloranti in-
dicate; ed espone alcuni suoi metodi i quali si applicano benissimo a tutte le 22 materie indicate,
e perciò sì possono considerare come metodi generali.
Con l’ immoralità sempre crescente dei mercanti di vino, è cosa preziosa avere dei metodi fa-
cili, come sono quelli proposti dall’ Alessandri, per scoprirne le sofisticazioni.
A. Lonco.
220
Perroncito prof. E. Il Proteus virulentissimus e la proteosi nel bestiame. (R. Accad. di
Medicina, seduta 1.° maggio 89).
Società italiana dei Microscopisti. Il primo fascicolo (ni 1 e 2)di questa nuova società
che ha la sua sede ad Acireale, contiene le seguenti memorie originali : È
Mirto G. Sulla costanza morfologica dei micrococchi. i
Ionnsron-Lavis H. I. Su una roccia contenente leucite trovata sull’ Etna (c. 1. tav.)
ALBERTI A. L’ ossolato di calcio nelle foglie. &
ScHiavuzzi B. Esperimenti microfitici sopra un caso letale di cholera nostras. (c. 1. bar)
SiLvestrI 0. Su due nuovi generi di Rizopodi (Foraminifere) appartenenti al pliocene inferiore
d' Italia. — Meneghinia nautiliformis Silv. e Seguenza anomala Silv. (con l tav.).
Borzi A. .Botrydiopsis, nuovo genere di Alghe verdi.
Contiene inoltre: gli atti della Società, un cenno necrologico del prof. Seguenza e Meneghini,
Appunti e riviste. Il volume costa L. 20. :
Heurck dr. Henri. Le derniers progres de l’eclarage eletrique appliqué a la micrographie
et a la photomicrographie (Soc. Belge de microscopie, Boll. n. VII. 1889).
Picard Théodore. Résumé descriptif de la Geologie du Gard. (Soc. scien. natur. Nimes
© 1-2 1889).
Acqua dott. C. Nuova contribuzione allo studio dei cristalli di ossolato di calcio nelle di
(Genova tipi di A. Ciminago 1889).
Fayod V. Sopra un nuovo genere di imenomiceti. (Genova tip. di A. Ciminago 1889).
Gestro R. Primo studio delle Cicindele. (Genova tip. dell’ Istit. Sordo-mutì 1889).
Morini dott. F. La sessualità nel regno vegetale: prelezione al corso di botanica letta il
22 sennaio 1889. (Sassari stab. tip. G. Bessi 1889).
Poli prof. A. Note di microtecnica.' (Genova, tip. di A. Ciminago 1889).
Squinabol dott. S. Cenno preliminare sulla flora fossile di Santa Giustina. (Genova tip. del-
1’ Istit. Sordo-muti 1889).
Parona ©. F. Note paleontologiche sul Lias inferiore nelle prealpi lombarde. (Rend. del
R. Ist. lomb., Vol XIII fasc. 8).
Amighetti A. Osservazioni geologiche sul terreno glaciale dei dintorni di Lovere (Atti della
Soc. It. di Sc. nat. vol. XXVI fasc. 3.° e 4.9).
Sacco F. Il bacino terziario del piemonte. (Ibidem).
Bozzi L. Sulle filliti eretacee di Vermasso nel Friuli. (Ibidem).
Mercalli G. L'Isola Vulcano e lo Stromboli dal 1886 al 1888. (Ibidem).
Pantanelli D. Pleurotomidi del miocene superiore di Montegibio. (Boll. della Soc. maine
logica ital. Vol. XIV.)
Amighetti A. Nuove ricerche sui terreni glaciali dei dintorni del lago d’ Iseo. (Lovere, 1889).
Franco P. Quale fu la causa che demolì la parte meridionale del cratere del Somma (Atti
della Soc. It. di Sc. Nat. Vol. XXXII, fase. I).
Sruever G. Dell’aftalosio di Racalmuto in Sicilia. (Rend. della R. Ace. deì Lincei vol. va 2.9)
Sacco F. Il seno terziario di Moncalvo. (Atti della R. Acc. delle Sc. di Torino, Vol. XXIV, disp. 12).
Toldo G. Mitridae del Miocene superiore di Montegibio. (Boll. della soc. malac. ital. vol. XIV.)
Gemmellaro G. G. La fauna dei calcari con Fusulina della valle del fiume Sosio nella pro-
vincia di Palermo (fasc. 2.9) (Palermo 1889).
Sacco G. I-Cheloni astiani del Piemonte. (Torino 1889).
Bassani F. Ricerche sui pesci fossili di Chiavon. (Napoli 1889).
Busatti L. Sulla Chersgolite di Rocca di Sillano e Rosignano (Pisa 1889).
S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri
Avo IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1 setenbr
N. 18 E
Roll. N. 9 . BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
© SACRIFIZI UMANI NEI RITI FUNEBRI E CANNIBALISMO SUL CONGO ©
tree ==---=-«—"—
Dal libro del Capitano Coquilhat, traduciamo alcune scene relative ai sa-
crifizî umani funerari ed al cannibalismo, ancora in vigore presso molti popoli
che abitano le sponde del gran fiume. Quando di quelle regioni , ora appena
note, avremo copiose notizie , si potranno studiare le varie particolarità di sì
orribili pratiche e dal confronto derivarne il processo generale di sviluppo del
cannibalismo, le sue connessioni con i riti funebri, la graduale disparizione di
quello prima, di questi poi; processo che da quanto pare, non sarà forse molto
diverso da quello verificatosi altrove, e nella stessa Europa.
L’ influenza della civiltà si fa presto sentire, e non correrà probabilmente
moltissim’ acqua pel Congo prima che dalle sue sponde il costume cruento
scompaia, e non ci vorranno secoli perchè le popolazioni dell’ interno depon-
gano, almeno in parte , la feroce barbarie primitiva. A buon conto, non tutti
i Congolesi sono cannibali; e poi i cannibali stessi cominciano a vergognarsi
innanzi all’ europeo, e si celano o si allontanano da lui per soddisfare le loro
brame.
Ma lasciamo senz’ altro parlare il Capitano Coquilhat.
(Tra i Wangata, alla Stazione dell’ Equatore )
Il 30 ottobre avemmo l’ occasione d’ assistere allo spaventevole spettacolo
delle sanguinose cerimonie che si compiono pei funebri di un capo.
Nel mattino antecedente avevamo sentito all’ improvviso manifestarsi vio-
lenti rumori nelle abitazioni del gran Capo di Wangata ; erano canti e grida
di desolazione per la morte di Soha-Toungi, il Re pazzo. Subito fu organizzata
una processione delle sue concubine, che spogliate delle loro corte vesti ave-
vano sostituito ad esse alcuni lembi di foglie di banano, disposti in modo biz-
zarro. Quelle donne portavano gli oggetti che appartennero al defunto (bottiglie,
bicchieri, verghe d’ ottone ecc.) e percorrevano l’ unica strada del villaggio con
un via vai continuo, accompagnando i loro canti lamentosi con lascive ondula-
zioni cadenzate dei fianchi.
Intanto i principali del villaggio impadronitisi della polvere del defunto ,
caricano i fucili, e comincia uno sparare continuo e disordinato. La sera tutti
(1) Boll. Società affricana d' Italia sez. fiorentina.
222 (Bollettino pag. 106)
i gong ed i tamburi sono riuniti presso l’ abitazione del morto. Si canta, si
danza e si spara fino a notte inoltrata. All’ alba una deputazione viene a chie-
dere a Vangele di fare eseguire dalla guarnigione alcune salve, ed egli accon-
sente. Gli vien indicato un srande albero di banano in frutto da abbattere: la
sua caduta è il segnale di una gioia delirante. Pare che i cattivi spiriti siano
stati vinti. Il Capo*della Stazione viene vivamente ringraziato, e siamo tutti ‘
invitati alle cerimonie ulteriori.
Ma tuttociò non è che la prefazione del dramma. Infatti, sappiamo tosto
che la famiglia in lutto compera nei vicini luoghi degli schiavi maschi per sa-
crificarli. Sei tra le donne del defunto debbono completare 1° ecatombe.
Le rimostranze di Vangele, molto commosso per i preparativi dell’ esecu-
zione, sono accolte con la maggior meraviglia. « Nel vostro paese i Capi sono
assal più ricchi dei nostri, e certamente ucciderete molti schiavi ». Tale è la
risposta di quei barbari.
Potevamo forse pensare, appena giunti nel paese, ad impiegar la forza per
impedire la celebrazione dei riti sanguinosi, che costituiscono. Ì’ unica religione
di quei popoli ignoranti ? I nostri cinquanta fucili a tiro rapido avrebbero ben
presto disperse le poche centinaia di abitanti intervenuti alla festa : ma tutto
il paese sarebbe insorto contro di noi, facendo causa comune contro lo stra-
niero sacrilego. Anche ammettendo di vincere e di poterci procurare dei viveri,
il maggior resultato sarebbe stato l’ abbandono dei villaggi vicini e 1’ emigra-
zione dei fuggitivi a molte leghe di distanza, nelle foreste protettrici, dove,
senza alcun dubbio, essi avrebbero nuovamente seguìte le loro costumanze
feroci. i
Noi isolati del tutto, avremmo perduta ogni probabilità di acquistare a
poco a poco influenza sui costumi degli indigeni. Per quanto grande sia ]’ orrore
che c’ ispira il barbaro uso dei sacrifizî umani, non ci credemmo in diritto di
compromettere l’ avvenire della nostra opera con un intervento intempestivo:
tuttavia dichiarammo altamente il nostro profondo disgusto.
Ma non avremmo potuto salvare le vittime riscattandole ?
La compra è il giuoco dell’ offerta e della richiesta. Gl' indigeni (le nostre
informazioni lo provano), ci avrebbero chiesto pel riscatto un prezzo alto e
molto superiore al valore mercantile. L’ acconsentire a pagarlo sarebbe stato lo
stesso che fornire i mezzi per comperare un numero almeno doppio di schiavi
destinati al supplizio. Perciò il Capo della Stazione dell’ Equatore, soffocando la
rabbia nel suo animo d’ uomo civilizzato, rinunziò ad opporsi.
La prima esecuzione deve aver luogo il 80 ottobre a mezzo giorno. Van-
gele non ha creduto di poter declinare il penoso onore d’ assistervi. Egli desi-
dera di rendersi conto de visu della realtà delle descrizioni che ci sono state
fatte, per poi narrare questi orrori, con piena cognizione, al mondo civile.
Io l’ accompagno al luogo del supplizio. Un malessere indefinibile ci oppri-
me, e facciamo veri sforzi per dissimularlo sotto 1’ espressione della pietà che
(Boll. pag. 107) 223
proviamo per quei selvaggi. Dopo 15 minuti di cammino attraverso i primi gruppi
i di capanne del villaggio, allo svoltare del sentiero, la scena ci si presenta nel suo
insieme. Vi è una strada larga 20 metri innanzi alla casa del defunto. A sinistra
sono riuniti i tamburi di legno, tutti verticali salvo uno, i gong di ferro e le»
trombe d’ avorio : i suoni variati di tutti questi strumenti si confondono in una
stessa cacofonia. A destra s’ affollano in file multiple, frementi di gioia , gli
spettatori adorni dei loro più belli ornamenti (pennacchi, berretti di pelle di
scimmia ), dipinti a festa e coi pagnes di gran gala. I suonatori e la folla li-
mitano un’ elisse, che è il luogo del sacrifizio.
I gruppi di banani e di palme oleifere fanno cornice poetica al quadro. In
mezzo all’ elisse sta il disgraziato destinato alla morte, completamente nudo e
tinto di nero, seduto su tre pezzi di legno a dieci centimetri dal suolo, e con
le gambe distese. Pare abbia vent’ anni, è grasso e pieno di salute. Non es-
sendo ancora completamente legato può muoversi, ed il suo sguardo volgesi
tranquillo sugli spettatori. Dai movimenti del suo petto si vede che «respira
regolarmente.
I preparativi sono lunghi e mentre alcuni uomini attendono ad essi con
calma metodica, le masse deliranti si agitano, ballano, ed 1 tamburini battono
frenetici sui loro strumenti. Vien piantato dietro il dorso del paziente un piolo
che gli arriva fino alle spalle, e al quale vengono legati il torso e le spalle.
Le mani, un po’ dietro al corpo, sono legate al suolo mediante piccoli pioli.
Ub' altro piolo è piantato in terra lungo il petto, ed i piedi vengono fermati
come le mani. Poi a quattro metri innanzi, una gran pertica flessibile lunga
quattro metri appunto è piantata nel terreno rimpeito al disgraziato. Un uomo
si arrampica ad essa, vi si attacca e si lascia pendere poi in modo da piegarla
verso la testa che deve essere tagliata, e che vien chiusa in una rete di fibre
di giunchi, terminata in alto da un gancio per il quale passa l’ estremità della
pertica curvata. Liberata per la decollazione , la pertica si raddirizzerà come
una molla, e lancierà lontana la testa.
i L’ innocente condannato segue senza batter ciglio tutti i particolari di que-
sti lenti preparativi. Di tratto in tratto uno dei danzatori si stacca dai compa-
gni e viene a sgambettare innanzi a lui. Il carnefice, che non è altro che il
pacifico Ipambi, percorre la piazza e brandisce il suo enorme coltello balgalese
a lama ricurva, che si direbbe modellata sul collo umano. Parecchie volte, po-
stosi al fianco del disgraziato, fa sembiante di provare l’ arma. Venti volte la
testa è chiusa nella rete ed alcune mani toccano il punto scelto per il colpo
fatale. Finalmente vien tracciata sul collo una linea bianca. La vittima si
mostra intanto impassibile. Il momento decisivo si avvicina; il carnefice scambia |
alcune parole con uno dei suoi aiuti; la vittima, resa inerte dagli stretti vincoli,
vien bendata, ed il suo corpo impolverato di sabbia bianca.
I vassalli e gli schiavi del Capo defunto, sfilano molte volte in apparecchio
guerresco, con la lancia e lo scudo alzati ed il coltello in aria. Questo corteggio
224 (Boll. pag. 108)
è seguìto da una processione di donne danzanti. Finalmente il carnefice, ve-
stitosi di una. grande sottana turchina e d’ un mantello porporino, la testa
ornata d’ una magnifica acconciatura di penne nere, si avanza, preceduto dalla
«moglie e circondato da numerosa truppa di uomini e di donne, che eseguiscono
intorno una specie di danza. Il figlio del defunto, Lossala-Djoum, rivolge a
mezza voce al paziente brevi formule nelle quali s'intende pronunciare il nome
del morto, e per due volte il carnefice gli passa fra le sambe.
La gente torna in rango all’ intorno. Il carnefice, lasciato il mantello,
s'incurva sul fianco sinistro dello schiavo, rimpetto a questo e colla mano
dritta appoggiata a terra, poi si frega la guancia con un poco d’ argilla, si
raddirizza, fa un movimento di prova, e poi rapidamente colpisce. La testa,
alzata con violenza dalla pertica, descrive una curva sanguinosa e vola lontano.
Subito il popolo si slancia coi coltelli alzati sul tronco decapitato, dal quale
il sangue sgorga, e la carne ancora palpitante è tagliuzzata per ogni verso.
Pieni d’ orrore noi lasciamo precipitosamente il luogo dell’ esecuzione.
Raccogliemmo due versioni diverse intorno alla sorte del cadavere. Secondo
alcuni le viscere, il fegato ed il cuore furono portati in un villaggio a monte,
e gli abitanti li mangiarono. Se ciò è vero, è questa forse la frontiera del
cannibalismo. Secondo la maggior parte degl’ indigeni, invece, il corpo fu gettato
nel fiume. Quanto al cranio, vien sempre vuotato e posto sulla casa del defunto
Capo, ove deve rimanere.
La nostra partenza, è inutile dirlo, non arrestò menomamente la festa;
danze e libazioni continuarono.
All'indomani un’ altro uomo fu sacrificato. Al settimo giorno la bara fu
portata pel villaggio a processione. Qui i cadaveri non sono seccati ed affumicati
come fra i Bayanzi. La bara assomiglia molto alle nostre, ma è terminata con
delle appendici a modo-.di corna, striate di rosso e macchiate di bianco, e con
diversi ornamenti; alle pareti sono fissi dei pezzi di legno Sole che imitano
la forma dei fucili.
Quando il defunto Capo fu posto nella bara, venne decapitata una donna ‘
che pare non siasi rassegnata 2A triste sorte. Neppure il suo sesso fu
rispettato !
Il seppellimento definitivo ebbe luogo nella mattina susseguente, in un
angolo misterioso della foresta, e quattro vittime, tutte di sesso femminile
furono strangolate sulla tomba; una bimba di quattro anni, un fanciulla di 12,
una giovinetta ed una donna matura. La loro tristezza era desolante; ma non
tentarono rivoltarsi. I cadaveri, messi in fondo alla fossa, servirono di letto
alla cassa, insieme a stoffe, a fili di ottone e ad altri oggetti.
Nè le stragi a questo punto finirono. In una festa di giunta, consacrata
ad un simulacro di battaglia, tutti i Wangata eseguirono un ballo Suerresco ,
gettandosi sopra il nemico rappresentato da una donna. Ma la festa non presentò
grande interesse, imperocchè la vittima non usò del suo diritto di tentare la
(Boll. pag. 109) 225
fuga. Non vi fu caccia; la povera donna si lasciò colpire dalle zagaglie senza
muoversi. Infine, per chiudere la serie dei riti, un’ altra donna fu decapitata.
Nove vittime per la morte di un Capo! Ecco una gran causa di spo-
polamento.
Quando gl’ indiceni furono persuasi che il nostro orrore pei sacrifizî umani
era reale, ci compatirono ; però in segreto le donne dissero a Vangele : « Ma-bdî »
(E male!) (continua)
P)
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia-
vimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Sul modo di conservare le larve e le crisalidi dei Lepidotteri. Risposta alla do-
manda del sig. N P. vedi fasc. 12 pag. 138. Dopo aver provati i diversi liquidi indicati dai trat-
tati più noti, come atti a conservare lungamente inalterate e larve e crisalidi di Lepidotteri ed anche
di altri insetti; dopo aver veduto che se pure un certo tempo si potevano conservare riconoscibili,
perdevano in seguito î loro colori naturali e la loro primitiva grandezza; ricorsi ad altri mezzi e
trovai un miscuglio solido che mi ha dati degli eccellenti risultati.
Si prendono quattro parti di paraffina pura, e ci si aggiunge una parte di vasilina pura bianca;
sciolta che sia col calore questa miscela si procede all’ operazione.
Si prende la larva o la crisalide che si vuol conservare e con delle piccole forbici si fa, se
si opera sulla larva, un piccolo tagliettino, nell’ ultimo segmento addominale fra i piedi spingitori,
alla parte inferiore centrale dell’ apertura anale, ma in modo da tagliare anche 1’ ultima parte del- ‘
l’ intestino, e con un ferruzzo sì sciolgono delicatamente i visceri nell’ interno in modo che escano
più facilmente; se operiamo su di una crisalide, si pratica un piccolo taglio tra anello e anello,
meglio verso la parie superiore di essa, poi premendo con molta cura col dito fasciato da un pez-
zetto di tela molto fine, si fa uscire a poco a poco tutta la parte interna, senza che la piccola apertura
che abbiamo fatta abbia ad allargarsi.
Quando siamo ben sicuri che non sia restata che la sola pelle, essendo questa molto raccor-
ciata per effetto dell’ antecedente operazione, se ne stendono gli anelli tirandoli leggermente, in
modo però naturalmente che la congiunzione dei due anelli, che si cerca di allungare, rimanga
-libera in mezzo alle dita. Fatto questo s’ introduce un cannello di vetro più o meno lungo e che
vada a terminare molto in punta « un millimetro poco più di diametro all’ apertura » nell’ aper-
tura fatta; e ci si spinge un poca d’ aria in modo che la pelle gonfiandosi si distenda maggiormente,
Tolto il cannello si aggiunge a questo un pezzetto « un venti centimetri » di tubo di gomma;
si prende allora la miscela che deve essere ben calda e attraverso: al tubo si aspira in :miodo da
empirne il cannello di vetro e coi diti stringendo il tubetto di somma si fa si che essa rimanga
sospesa senza gocciolare. )
Si introduce rapidamente l’° estremità nel piccolo foro e soffiando dentro il tubo, si spinge con
forza la miscela nell’ interno in modo che vada a. riempire tutte le parti, comprese le false zampe,
nella larva. Più rapidamente ancora si pone la preparazione in un recipiente d’ acqua che va tenutò
pronto; la miscela si consolida istantaneamente e la preparazione si può dir compiuta. Ma se îl
contenute del tubetto non è bastato a riempire il vuoto interno, oppure se qualche parte è rimasta
meno gonfia causa la diminuzione di volume che subisce la miscela passando allo stato solido, allora |
sì ripete l’ operazione cercando di mandare il liquido in quella parte che occorre riempir meglio.
Terminata l’ operazione sì toglie con uno spillo quella poca di miscela che si potrebbe esser con-
*
ag
226 (Boll. pag. 110)
solidata alla parte esterna e si mette la preparazione in un tubetto con dell’ alcool almeno a 32
gradi ove si conserverà benissimo sia nel colore che nella grandezza.
Vi è da osservare in ultimo che la miscela consolidandosi diventa bianca e trasparendo attra-
verso la pelle ammortizza il vero colore di questa, perciò volendosi conservare alle larve il loro.
colore naturale, si tinge leggermente la miscela con andina corrispondente al colore della pelle
della larva, avendo cura che esso sia bene immedesimato nella miscela, altrimenti potrebbe pro-
durre delle macchie interne che guasterebbero la preparazione.
Firenze 8 Agosto 1889 i DeL-SeRE Armo.
Sulla origine del petrolio. (1) È noto che si cercò di spiegare I’ origine del petrolio con
due diverse teorie: secondo l’ una essa risiede nella decomposizione chimica di sostanze inorganiche
nell’ interno della terra ad elevata temperatura; secondo l’ altra, il petrolio è formatu dalla decom-
posizione di materia animale o vegetale. In appoggio della prima teoria (detta dell’ emanazione) si
fecero parecchie ipotesi: fra cui la più importante è quella di Mendelejeff, il quale crede che l’acqua,
passando attraverso le fessure terrestri, venga in contatto di carburi di ferro e d’ altri metalli ad
elevatissima temperatura nella pirosfera, e formi degli ossidi metallici e degli idrocarburi gassosi,
i quali ultimi sì condensano sotto forma di petrolio nelle parti più fredde della crosta terrestre.
Benchè Mendelejeff, ed altri prima di lui, sieno riusciti ad ottenere miscele di idrocarburi simili
al petrolio con reazioni analoghe alle supposte, pur tuttavia i dati geologici e paleontologici sono
contrari ad’ un’ origine inorganica del petrolio, ed indicano la vita animale marina, come sua pro-
babile sorgente.
Di recente i professori Kramer e Béottger (2) in uno studio sugli idrocarburi contenuti nel pe-
trolio brutto, emisero l’ opinione che alcuni di essi siensi formati per la distillazione di materia
organica ad una temperatura relativamente bassa e ad alta pressione.
Da ultimo il Prof. Engler di Carlsruhe, diede una ulteriore prova dell’origine animale del petrolio.
:« Egli ebbe occasione di potersi servire d’° un apparecchio industriale nel quale distillare una grande
quantità di liquido sotto la pressione di due atmosfere. Indottivi dalle considerazioni di Kramer,
egli distillò mille libbre inglesi di olio di pesce ad una temperatura di 350°-400° Farenheit e sotto
una pressione di 2 atmosfere: ed ottenne dei gas combustibili, dell’ acqua e 600 libbre di un olio.
simile per apparenza e reazione al petrolio brutto. Il #6 0]0 di quest’ olio bolle al di sotto di 1509,
il 58 070 fra 150° e 300° ed il 16 070 al.di sopra di 300%; ed in complesso pare identico a quella.
parte del petrolio brutto che bolle al disotto di 150°. I
Per spiegare poi il fatto che il petrolio brutto non contiene che traccie di azoto, Engler suppone
che nella decomposizione dei resti animali sotto pressione continuata a lungo, l’ azoto si svolga allo
stato di ammoniaca.
Un’ obbiezione che si fece all’ origine organica del petrolio, si è che esso non contiene carbonio
libero. Engler mostrò che se tutto I° ossigeno primitivo fosse combinato con parte dell’ idrogeno per
formare acqua, resterebbero liberi 87 00 di carbonio e 13 010 di idrogeno. Orbene le analisi dei
petrolj americani, europei e caucasici fatte da St. Clair Deville, Markowrikoff e Oglobin, provano
che il petrolio brutto contiene in media 87 0/0 di carbonio e 13 0]0 di idrogeno; il che costituisce
certo una coincidenza assai rimarchevole. B.
(1) Da un articolo di E. Renouf inserito nell’ American Chenical Journal, 1889, N. 2. — R. Comit. Geolog. d'Italia
Boll. N. 5-6.
(2) Ber. d. Chem, Gesell., N. 20595.
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Il 20 agosto, 1.° giorno di apertura di caccia nella nostra provincia, ebbi 2 eroceri (Loria cur
virostra Lin) uccisi con fucile qui, presso le mura di Siena. Erano maschio e femmina.
Il 27 detto me ne fu portato un’ altro ucciso a Monteroni d’ Arbia presso Siena.
(Boll. pag. 111) 227
Noto queste catture perchè vedo che nel 1.° resoconto della inchiesta ornitologica in Italia è
detto solamente che il crocere è nel senese, accidentale in ottobre e novembre.
S. BROGI.
Nello scorso luglio ebbi un Ya/co peregrinus preso di nido a Buonconvento e ringrazio il Sig.
Achille Grimaldi che impedì che quell’ uccello andasse perduto per gli studi locali.
Reggio Calabria - 26 Agosto GiuseppE MoscHELLA
La selvaggina in Stiria. — In Stiria, nei fondi della Corona, vennero uccisi nel 1888 i
seguenti capi di selvaggina, 2654 cervi, 85 daini, 7533 caprioli, 2001 camosci, 1368 galli cedrone
(erande tetrao), 825 galli cedrone (piccoli tetrao), 2982 francolini, 12,272 fagiani, 27 aquile, 59
Gran-duc, 60,072 lepri, 75 conigli, 20 coturnici, 158 lagopi (arbenne), 21,591 starne, 8600 qualie,
102 oche selvatiche, 3470 anitre, 4506 beccaccie, 588 beccaccini, 365 tassi, 2791 volpi, 129 lontre,
996 martore, 728 gatti selvaggi, 853 puzzole, 7914 uccelli di rapina e 3798 civette. — Totale
156,962 capi di selvaggina,
Un Orso presso Brescia. — Cì è giunta la notizia che a Castelmella a 8 chilom. da Brescia
sia stato veduto un orsacchiotto.
Trecentocinquanta mila lire all'anno, sono state offerte da un americano al duca di Hamilton
proprietario dell’ isola di Aram, per aver il diritto di esercitare la caccia in quell’ isola. Rep.
INSEGNAMENTI PRATICI
A che si riducono i principali fattori per avere, in un grande apiario, un forte
prodotto, in miele. (Dott. A Dubini — Apicultore).
1.0 Arnie ingrandibili senza limite, oppure che possano almeno contenere fino a 45 favi, e non
meno. Se poi dette arnie sono a fondo e soffitta mobili ed a casse sovrapponibili, il cui ingrandi-
mento non ha limiti, si abbrevieranno e faciliteranno di molto tutte le operazioni. Chi ha tempo da
perdere tenga le arnie a tre piani, ma le approfondi con un'aggiunta allo indietro che le renda ca-
paci di 15 favi in ciascuno dei due piani del nido e 15 altri nel melario.
2.° Avere Regine che non abbiano oltrepassato il secondo anno di vita, a meno che sul prin-
cipiare del terzo anno, non dieno subito prove di straordinaria fecondità.
3.° Non dico che le famiglie sieno tutte forti, perchè ciò è presto detto, e non così presto fatto,
ma dico che si rendano tutte forti all’ aprirsi della stagione, nutrendole, ciascuna’e tutte le sere,
per un buon mese fino all’ aprirsi della fioritura, con un etto di ottimo miele sciolto in due etti di
acqua tiepida, mediante un nutritore dal basso, che entri o dalla porticina oppure dalla parte poste-
riore, purchè venga fatto avanzare sul fondo fin sotto al glomere delle api. 5
4.0 Avere degli alvearetti, popolati con sciami secondi dell'anno prima, coi quali provvedere di
Regine le famiglie orfane, e rinforzare gradatamente quelle che non rigurgitano di api, coi favi di
covate mature, tolte dagli alvearetti stessi, piuttosto che dalle colonie forti. Sono queste famigliuole
che destinate a portare la croce per le colonie a miele, vengono dai signori Metelli chiamate Cireneù.
9.° Avere una buona scorta di fogli cerei nel forte della raccolta, sì che si possa ingrandire a
poco a poco lo spazio, col disporre uno o due fogli alla volta subito all’indietro dell’ ultimo favo
con covate, tra questo e il primo favo colmo. Coll’ ingrandire a tempo e poco alla volta lo spazio,
sì eviterà quasi affatto la sciamatura, se lo scopo è quello di aver molto miele.
6.° Tenere in serbo un numero sufficiente di favi vuoti a celle piccole, ed altrettanti favi colmi
di miele operculato, ma tutti a celle piccole.
7.° Anche nel melario non sospendere che favi a celle piccole, fossero anche vecchi, affinchè, se
avviene che la Regina vi salga a inquinare uno o due favi colle sue covate, queste sieno femminili,
e si possa quindi farne lo scambio con favi a miele non compiuti del nido.
8.° Convertire a poco a poco tutti i favi a celle maschili a cera, gettandoli a pezzi nella sce-
ratrice, ed impedire con quelli a celle piccole la nascita di troppi fuchi, incentivo alla sciamatura.
228 (Boll. pag. 112)
9.° Sarebbe da aggiungersi l’escisione, ogni 7 ad 8 giorni di tutte le celle reali, ma, prescin-
dendo dalla difficoltà che s'incontra di tutte vederle e tutte esciderle, il lavoro sarebbe enorme in
un grande apiario di un centinaio e più di famiglie. Si potrà invece esciderne alcune, le più appa
riscenti, per innestarle nei nuclei, che ci somministrino più tardi giovani Regine gia fecondate, da
far poi accettare, sul finire della grande fioritura, da quelle famiglie la cui madre non mantenne
alla voluta altezza la forza della popolazione, o che raggiunse il suo terzo anno di vita.
Tali sono le norme ch'io vidi seguite a Berlingo, in maggio, dai fratelli Metelli, espertissimi
e pratici apicultori che fanno, dell’ apicultura in grande, un oggetto di compiacimento e insieme di
lucro rilevante, salendo il prodotto del loro apiario di 150 tra alveari a miele e nuclei, a circa 3000
chili di miele.
Per fare accettore un’ estranea Regina ovificante i signori Metelli a Berlingo seguono un
metodo che mì riuscì affatto nuovo e che parmi, tra tutti, il più sicuro. Essi estraggono dall’orfano
od orfanizzato alveare alcuni favi coperti dalle api e li sospendono sul cavalletto. A questi ayvici-
nano*la gabbietta che contiene la Regina e lasciano che si incammini su uno dei favi. Se le api
la corteggiano e la nutrono, non sì ha più che a introdurre nell’ alveare il favo, sul quale fu ac-
cettata la Regina, insieme agli altri. Se invece l’aggomitolano, la si libera gettando il glomere
nell’ acqua e sì tenta di farla accettare da un’ altra colonia. L’ assomitolamento è sempre così ay-
vertito dall’ operatore senza dover aprire l’ alveare dopo l’ introduzione, e lo si avverte prima che
le api nemiche abbiano lesa comunque la Regina che si intende di dar loro.
La cimatura fresca del granturco e l’alimentazione con essa del bestiame.
Altra volta abbiamo fatto conoscere come l’ uso del tagliare le cime ancor fresche del frumentone
‘arreca non poco danno alla completa granigione delle spighe, ora lesgiamo che il dott. Forna-
letto ha osservato che in quelle località in cui si costuma somministrare ai buoi le cime fresche
del frumentone in quantità, avvengono in essi diverse malattie delle vie orinarie, ed alcune volte
mortali. Secondo esso, queste dipendono dal passaggio nelle vie orinarie di quella poly ere irritante
più o meno sottile, di color giallo-pagliarino (ma non il polline) che i così detti pennacchi del
frumentone contengono: sostanza proveniente dal fiore fresco e che, entrata nell’ organismo, si
trasforma in liturato di magnesia. È
Queste affezioni delle vie orinarie per l' uso di tale alimento verde sono frequenti nell’ alta
pianura, nei terreni asciutti ed argillosi, mentre sono affatto sconosciute nei paesi bassi, umidi e
palustri: ad esse vanno più soggetti i buoi da lavoro che i manzi e le vacche; alcuni vi sono più
predisposti che altri, ed in certe ubicazioni esse sono frequentemente più osservabili che in altre.
Le cime secche del frumentone in fioritura non producono mai conseguenze funeste.
Precetti sulla coltivazione delle piante fruttifere (dalla Gassetta Agricola).
I. Ad allontanare le pecore e le lepri dagli alberi posti in luoghi da pascolo o comuni, gran
riparo fanno le spine intorno al pedale. Lo stesso scopo si raggiunge però e più semplicemente
imbrattando sino all’ altezza di metri 1. 20 il ironco con caccherelli di pecora diluiti nell? acqua.
2. Giovani arboscelli, che stentano a venir su, od anche altri già più avanzati, e che furono
trapiantati di recente, si rianno a meraviglia coprendone il tronco con muschio legatovi intorno
intorno, coll’ avvertenza-di venirlo bagnando nel tempo asciutto, specialmente l° estate. In mancanza
di muschio sì possono adoperare o fèlci o erba medica od anche paglia.
3. Si distrugge il verme bianco ed altri, spandendo sul terreno in primavera cenerì di carbon
fossile, e sotterrandole colla zappa o coll’ aratro.
4. Gli alberi grandi che non vogliono per troppo rigoglio rendere il frutto, diverranno. feraci
se tu cavi la terra alle radici intorno al pedale, ne spacchi una delle maggiori, e tienì aperta la
ferita con una pietra. È
5. Nelle terre sabbiose e magre, ove i ciliegi sovente ammalano, potranno riuvere le forze, ad-
ducendovi e sotterrandovi terra di selva o polvere di concia fornita di tanvino.
6. I noci si faranno tanto più fruttiferi quanto più si abbacchieranno i rami al tempo del rac-
colto, e quanto meno il terreno che circonda l’ albero verrà smosso.
(Boll. pag. 113) 229
7. Otterrai una costante salute ai tuoi alberi da spalliera posti al mezzodì, se li difendi dal
sole con una tavola, e copri il terreno con pagliaccia od altro strame. -
8. Riparasi al melume degli alberi nani, se, appena comparisce, tu mozzi le vette di tutti i rami.
9. Il pesco riuscirà molto più fruttifero, se, immediatamente prima della piena fioritura sarà potato.
10. Tutti gli alberi da frutto più delicati resgeranno più facilmente l° inverno, se nel corso di
esso si terranno sciolti dalla tutela del palo, e potranno muoversi liberamente.
ll. Ad ottenere che gli alberi fruttiferi conservino il tronco sano, bisogna astenersi dal dibru-
carne i getti estivi al loro apparire, ma contentarsi di mozzarli, o tenerli indietro, non recidendoli
prima dell’ altro anno.
12. Non ti lagnare di aver alberi malati, se lascerai che 1’ aratro li tocchi, o il giardiniere li
percuota per far cadere la terra che aderisce alla zappa.
13. I tuoi alberi non saranno mai perfettamente sani fin che avranno muschio od altro fastidio
addosso. Il miglior modo di tenerli netti si è una mano di latte di calce.
14. Un albero fruttifero si fa più sano, se nel coglierne il frutto si rompono un po' i giovani
rami; ma un albero rigoglioso diverrà più ferace se al tempo del raccolto sì risparmieranno i suoi
minimi ramoscelli..
lò. L’ albero storto vuol essere coperto di paglia dalla parte superiore e concava del pedale, ov-
veramente inchiodarvi sopra un’ assicella per ripararlo dall’ umidità; trascurando questa cautela
potremo aspettarci la fracidezza del tronco.
16. I vecchi alberi che stanno in luoghi freschi, conservansi in salute e fertilità se il loro
tronco è stretto dall’ edera o da una vite selvaggia.
17. Per riavere vecchi alberi e renderli più feraci, devonsi forte abbassare i vecchi rami e
lasciar svolgere i così detti rami ghiottoni, innestandoli al secondo anno con altre qualità più frut-
tifere od anche coll’ istessa sorto.
18. Se un tronco è troppo alto, esso non sarà mai per menar tanti frutti come uno più basso
di tronco.
19. Un albero che ha molti figlioli, sì può liberare da questi ed ingagliardire, cimandone le
vette superiori, e scopertene quindi le radici, svellere da esse tutte le nocche e rampolli.
20. I veri alberi nani non potranno vegetare o si faranno sterili, ove siano piantati sì fondi
che le radici difficilmente possano far getti. Ad impedire tal cosa, bisognerà o lasciare una fossa
aperta intorno all’ albero, che in tempo d’ inverno si vuol chiudere di nuovo; ovvero tagliare ogni
anno, in primavera, le radici che sono fra due terre un venti centimetri rasente il pedale.
21. Gli alberi piantati molto a galla si conservano più sani e feraci che i troppo fondi; questi
periscono in breve tempo.
22. L° annaffiamento dei vecchi alberi dopo S. Giovanni, non ha altro risultato che di rinforzarli.
Per avere buon aceto. — Il Sig. Chiaroviglio insegna nella Gazzetta della campagne il
seguente modo che dichiara semplice e di sicura riuscita.
Appena torchiati i graspi dell'uva, questi si smotano e si dividono per liberarli dai semi e dalle
bucce che: si rigettano, i graspi rimasti, si mettono ad asciugare all’ aria sopra pavimenti puliti o
sopra tele qualunque, avendo cura di non lasciarli cogliere dalla minima goccia di pioggia e riti
randoli la sera al coperto.
Nel ritirarli si abbia cura di sempre rimestarli per liberarli il più completamente dalle
‘restanti bucce e semi. ;
In men di 3 o 4 giorni questi graspi saranno perfettamente essiccati da. frantumarsi fra le
mani, Presi questi graspi ben mondi e secchi si pongono in una botticina ad un sol fondo fino a
riempirla ad un terzo o alla metà, e pigiati ben bene vi si versa sopra all’ incirca un litro di
vino, di quello di fondo delle botti, gia prossimo ad inacidirsi, e così si seguita ad aggiungere vino
tutti giorni fino a che lo si vede a spittare dalla cannula inferiore. Allora si spilla questo vino o
tutto od in parte e lo si riversa di muovo sopra i graspî, aggiungendovene dell’ altro se occorre
per avere sempre i graspi immersi. Ciò fatto in un po’ di giorni si potrà. avere un’ eccellente aceto
IS
230 (Boll. pag. 114)
limpido come cristallo, di profumo gradevolissimo che si ,potrà spillare tutto 1’ anno colla sola .
avvertenza di rimpiazzare con vino l’ aceto spillato. )
Per le punture di zanzare. — Il dott. Gerard ha provato che il cloroformio è un eccel-
lente mezzo per guarire le punture delle zanzare. Una bagnatura superficiale eseguita il più presto
possibile sulle parti punte toglie l’ enfiagione e fa subito cessare l' irritante prurito.
Conservazione dei sacchi. — Per rendere duraturi i sacchi da granaglie, 1° O8stTGERTEN
raccomanda di porre un chilog. di concia di ferro in 13 litri d'acqua bollente e di lasciarvi in
mollo 24 ore i sacchi suddetti lavandoli poscia con acqua pura stendendoli a rasciugare. Si calcola
che un chilog. di concia di ferro può bastare per 8 metri di lino. La concia penetra tra i fili
tessuti della canapa o del lino, e rende i sacchi resistenti come la pelle.
VARIIZOIA
I barometri naturali. Il sistema nervoso degli uccelli è dotato di una sensibilità tale, che
essi sentono molto tempo innanzi il più piccolo cangiamento atmosferico. Così, per esempio, quando
la tempesta, dopo un bel giorno, arriva, rapida come il baleno, e sorprende il pilota, i gabbiani ed
i corvi l’ avevano segnalata. Essi erano là, sugli scogli, coll’ aspetto inquieto, agitandosi, sbattendo
le ali, ed emettendo gridi lamentevoti.
Il barometro non si è abbassato, tutto è calmo nella natura, il cielo è puro, tutto al più un
piccolo punto nero fa macchia sull’ orizzonte, e tuttavia la nera procellaria, la sinistra messaggera
di morte, l’ amica delle tempeste — che non si scorge presso le navi che allorquando il pericolo
è imminente — è uscita dalla sua tetra dimora, e sfiora le onde colle sue rapide ali, per vedere se
1 flutti gli apportano qualche vittima.
Infatti, tutto ad un tratto, nere nubi solcano l’ orizzonte, i marosi agitati s° infrangono con vio-
lenza sugli scogli, la folgore scoppia. L' uccello aveva preveduta la tempesta.
All’ avvicinarsi della pioggia, i rondoni e le rondini sfiorano la terra.
Il fringuello dei nostri giardini ha una nota triste e lamentevole.
L’oca dell'aia va, viene, corre, apre le ali vola, si getta nell'acqua e manifesta una viva agitazione.
Il pavone emette dei gridi frequenti.
Il picchio verde, geme.
Il pappagallo, squittisce.
La gallina faraona va ad appollaiarsi.
La rana, tace.
Il rospo, saltella.
I fiori hanno un’ odore forte e penetrante; molti di essi si schiudono.
Al contrario, quando fa bel tempo, gli uccelli cinguettano.
Il pettirosso canta sulla cima degli alberi.
La rondinella si eleva nelle nubi.
Le allodole partono dal solco e volano nell’ aria cantando.
Il grillo fa sentire il suo cri-cri.
La raganella si arrampica agli alberi.
Il profumo degli alberi è più dolce.
I fiori si schiudono.
Il convolyus Arvensis e l’ anagallis arvensis (erba pimpinella) distendono le loro foglie all’'av-
vicinarsi dol tempo piovoso, mentre le differenti specie di trifoglio lo contraggono.
La stellaria media (la Centoccio), a nove ore del mattino raddrizza i suoi fiori, distende le foglie
e sta piegata fino a mezzogiorno; se però vi è prospettiva di pioggia, la pianta appassisce ed i
suoi fiori non si aprono. Se si schiudono alquanto, la vicina pioggia sara di corta durata.
(Boll. pag. 115) 231
Similmente la Pimpinella saxifraga.
La Calendula pluvialis (fiorrancio) si apre tra le 6 e le 7 del mattino, e sì mantiene aperta fino
alle 4 pom. In tal caso, il tempo sarà costante: se invece non è aperta per le sette del mattino,
sì può attendere pioggia in quel giorno.
Il Sonchus arvensis et oleraceus (carvone porcino) indica bel tempo nel domani, se ila testa dei
fiorì si chiude; come pure se il Cardus acaulis (il cardo senza stelo) si chiude; se il trifoglio ed affini
lasciano cadere le foglie penzoloni.
E così se la Lampsana communis non chiude i suoi fiori avanti notte: se 1’ erba panereccia
lascia cadere penzoloni le sue foglie ; il Gallium verum si gonfia ed esala fortemente, e anco se le
Betulle profumano 1’ aria.
L’Anemone ranuncoloides (l’ anemone piede di corvo) pure predice la avvicinantesi pioggia col
chiudersi dei suoi fiori; mentre 1’ Anomone nemorosa, porta ritti i propri fiori, quando il tempo è
bello, e cadenti quando è annuvolato.
Dal modo con cui l’ Abrus peregrinus, piega o stende le sue foglie, si possono presagire le va-
riazioni del tempo, la pioggia, il vento, l’ umidità ecc. Questa pianta appartiene alle leguminacee,
vive in Corsica ed a Tunisi ed è il sig. Nowack di Vienna che ne ha scoperte le proprietà igro-
scopiche. Ì
Ho sulla mia finestra un fiore di semprevivo fissato nel muro per mezzo di una spilla. Esso sì
apre nel bel tempo e si schiude all’ appressarsi della pioggia.
Allorquando il ragno cessa di lavorare alla sua tela, è segno di pioggia; se esso continua, o rico-
mincia il suo lavoro durante la notte è segno che il bel tempo non è lontano.
All’ avvicinarsi della pioggia o del vento, esso raccorcia considerevolmente i fili che sospendono
la sua tela e li lascia così fino al ritorno del bel tempo. La lunghezza di questi fili può servire
d’ indizio per riconoscere la durata del bello e del cattivo tempo.
Il ragno fà dei cangiamenti ogni giorno alla sua tela, se esso li fa prima del tramonto del sole
è perchè la notte sarà bella e chiara.
I fili della vergine volteggiano. nell’ aria; bel tempo.
Quando cade la pioggia, se le galline non si nascondono e continuano a cercare il loro pasto,
è perchè essa non deve cessare nella giornata. Se esse si mettono al riparo alle prime goccie, è
perchè essa non deve durare.
Quando una sola gazza lascia il suo nido, segno di pioggia. Se il padre e la madre lo lasciano
5 » Ses p1035 P È
entrambi, segno di bel tempo.
Quando un cerchio attorna il sole o la luna, quando le nubi sono giallastre all’ occidente, quando
vi è nebbia folta e scura, ciò è segno di pioggia. Invece quando vi è la luna in un cielo puro,
l’ arcobaleno di sera, la nebbia bianca,Fsono segno di bel tempo.
In inverno, se il cielo è azzurro e le stelle scintillanti, segno certo di una serie di bei giorni.
In estate, collo stesso tempo, è segno di nebbia, che rende la volta celeste più offuscata.
In inverno ancora, se il cielo diviene limpido, se esso sì copre di una tinta biancastra, se le
stelle impallidiscono, segno di pioggia per la domane.
Se tre o quattro giorni dopo il principio della lunazione, la luna è ben netta, è segno di bel
tempo, che durerà. Se nel secondo o terzo giorno della luna nuova, le corna sono smussate, è segno
d’ una prossima pioggia. Se il disco è molto rosso segno di cattivo tempo. Al primo quarto, se essa
sì mostra senza macchie nere, segno di bel tempo. Quando la luna piena è chiara, senza macchie
e senza cerchio rosso all’ intorno, è indizio di bel tempo. ;
Se, al contrario sì scorge qualche macchia nera nel suo disco, e due o tre circoli attorno alla
luna, circoli neri e folti, cadrà una grande quantità d’ acqua, e seguirà un cattivissimo tempo. In
estate, la luna che appare rossa al suo levare, pronostica forti calori.
Allorguando si mostra cliiara levandosi, non si può attendere che un bel tempo.
Un cielo sereno da ogni parte, quando la luna éè nuova, è segno di bel tempo.
Rep.
232 (Boll. pag. 116)
NOTIZIARIO
Avviso agli abbonati. Dovendosi assentare il Direttore di questo periodico, è stata anticipata
la pubblicazione dei fascicoli 17 e 18 ma il 19 non uscirà che in ottobre prossimo. î
Un enorme olmo fu abbattuto, per far legna, nella Gloucestersirhe, l'interno mostrava 15
anelli concentrici e quindi la sua crescita era di cinquanta anni. Nel cuore dell’ albero si trovò
. una liscia cavità senza uscita, di otto piedi di altezza e di pollici sette e mezzo di larghezza. Era
piena di favi a miele, senz’ api, e in basso giaceva lo scheletro di uno scoiattolo. Pare che un tempo.
la cavità, comunicante all’ esterno, con un foro, sia stata occupata dallo scoiattolo che vi morì. Le
api vi subentrarono, ma poi l’entrata si chiuse. La cavità così chiusa preservò i favi per mezzo
secolo. Non è detto, nel periodico inglese, Zhe pubblic Opinion, se i favi contenessero miele,
Colombi viaggiatori. — Il ministero della guerra volendo incoraggiare 1’ allevamento dei
colombi viaggiatori presso i privati, onde all’ occorrenza possano essere utilizzati in sussidio delle
colombaie militari, ha disposto perchè nel mese di giugno 1890 abbia luogo una corsa di gara
nazionale di colombi viaggiatori. 1 ì
Microbi dello stomaco umano. — Il Sig. Abelous ha scoperti 16 specie di microbi nello
stomaco umano in stato di salute normale, di essi 9 appartengono a nuove specie. Egli assicura che
questi microbi esercitano un” azione sul processo della digestione; alcuni attaccano I° albumina ed
altre sostanze che esistono negli alimenti (The American Microscop. pour).
La peronospora nei tralci è stata constatata dai professori Beccarini e Cuboni in diversi
vigneti dell’ Italia meridionale. La malattia sotto questa nuova forma si manifesta nel tralcio con
pustole livide e rilevate ora lunghe e quasi lineari, ora più o meno larghe circondanti il tralcio.
Una esposizione di crisantemi sarà tenuta in Firenze nella seconda quindicina di
novembre p. ;
Concorsi. — È aperto il concorso per titoli e per esame a 8 borse di studio per î giovani
licenziati dagli istituti tecnici e nautici. Ad ogni borsa sono assegnate L. 1000. Le domande al
Ministero della istruzione pubblica entro il 15 corrente.
Cattedre vacanti. — Prof. di viticoltura, pomologia ed orticoltura nella R. Scuola super.
di agricoltura in Milano; stipendio L. 3000. Scade il 15 ottobre.
Presso il ministero di agricoltura ec. è aperto il concorso per esame pei posti di aiuto-direttore
ed insegnante di Scienze fisiche e naturali nelle scuole pratiche di agricoltura, con il grado di
prof. reg. di 1.2 classe, e stipendio di L. 2000 oltre 1’ alloggio. Domande al detto ministero entro
il l5 ottobre prossimo.
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
47. Si offrono scorpioni d'Africa (Buthus afer Lin.) e Gongylus pure d'Africa di diverse specie,
in cambio di minerali cristallizzati. dial
48. Giuseppe Terrenzi di Narni, offre in cambo di fossili o minerali; Ammoniti del Lias su-
periore, radioli di Cidaris del Lias medio e molluschi viventi dell’ Umbria e dell’ Oceauo indiano.
49. Offro molluschi de Za Preste, in cambio di piante; coleotteri, e lepidotteri. Scrivere al sig,
Charles Faure La Prest (Pyr. Or!) Francia.
50. Oblata: Molluschi e insetti di Malta — Desiderata : Memorie e Monografie botaniche, en-
tomologiche e malacologiche. Alfredo Carnana Gatto. 59 Str. Levante, Valletta. Malta.
S. BROGLI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit, Sordo-muti di L. Lazzeri
Idra (Hydra) (1) L lado ‘»— Fungo di mare (Mongia) L. 1 a 5.
Attinia (Actinia) (L) L.la3. = Madrepore (Madrepora ecc.) L. 0,25 a L. 5
Corallo (CoraZlum) L. 0,50 a L. 10. - Cariofilla (Cariophilla ecc.) L. 0,25 a L. 4,
Gorgonia (Gorgonia) L. 0,590 a 7. - Alcioni (Alcyionium) L. 1 23.
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pubblicazione seguita fin a che non crederemo di ricorrere ad altri mezzi per
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Pirotta Pietro, Predore Siri ing. Vincenzo, Ravenna
Bertoloni cav. prof. Antonio, Bologna Pochettino prof. Giovanni, Roma
Biagi dott. Giuseppe, Casalmaggiore Cahen Rodolfo, Roma
Rabitti Francesco, Ferrara Bianchi Egidio, Petroio
Niccolini G. B., Incisa Gibelli Camillo, Zorino
Fucini Domenico, Empoli Cabrini prof. G. B., Menaggio
Castelli Emilio, Livorno Hinrichsen prof. F. Trapani
Reali prof. dott. Ranieri, Camerino Vianelli prof. Cesare, Conegliano
Squassoni Eugenio, Quistello Mantovano | Rimini Francesco, Venezia
Macchiati prof, Luigi, Modena Benazzato Agostino, Camisano
Redaelli maestra Marietta, Monza De Fischer iean, Monspellier
Bazzetta cav. prof. Giulio, Domodossola } Noè Henri, Bruxelles
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O) BEBI TA: AELEKACOUA: DE SBLDIZ8E DI SQ lO)
7 Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto 7
4 (Vendesi all'ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze) <
(09) ATTESTATO [09]
R. Esercito Italiano
| COMANDO SUPERIORE Massaua 28 Gennaio 1886.
H]| delle truppe in AFRICA Si
fa] Uficio del Comando Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu- a
A i mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V. | 2
N. 362 dî protocollo che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore. 6;
4 OGGETTO Cav. Guerriero mi referisce che: « il FERRO-CHINA-BiSLERI <d
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O FELICE BISLERI Il Maggiore Generali 0,
Mirano firmato: GENI (1)
Si vende in tutte le farmacie, pasticcerie, caffè, bottiglierie e drogherie
Anno IX
tica
cienza e pra
Ss
20 Ottobre 1889
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, Coltivatore
(Bollettino N. 10) N. 19-20.
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo ; Raccolta,
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
preparazione e conservazione degli animali ed altri
Pubblica gratuitamente tutte le comunicazioni, domande di cambi ece. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S' incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ece.
Direttore SIGISMONDO BROGI — Siena
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ARRIGONI degli Oppi Conte ErtToRE — Padova
BADANELLI Prof. Dott. DANTE — Pistoia
BanpELLI Dott. G. BaTtTA. — Siena
BARGELLINI Prof. Mariano — Sena
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BeRtELLI Dott. Dante — Pisa
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BorpI Prof. Dott. Lurcr — Osimo
Caccramari Prof. G. BatTISstA — Arpino
CANESTRINI Prof. Riccarpo — Padova
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CLERICI EnrICO — Roma
Cori Chimico farm. ELIA — Szena
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DeL PrETE Dott. Rartmonnpo — Viareggio
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Faure CÒÙarLes — La Preste (Francia)
FeRRAGNI OpoARDO — Cremona
FicaLpi E. — Siena
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" Grosseau Conte Carro — Ginevra
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Moricer MicneLE — Castelbuono (Sicilia)
MoscHeLLA Giuseppe — Reggio Calabria
PaLumo Augusto — Castelvetrano (Sicilia)
PauLuccir March. MARIANNA — Novoli (Firenze)
ParopI DomEnIco di E. —- Porto Maurizio
PELACANI Prof. Dott. Lucrano — Sassari
Perosino Dott. Prof. Gruseppe — Bricherasio
PerRronI Dott. Veter. PasquaLe — Siena
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RenAULT Cav. Arturo — Firenze
Rossi Prof. Torquato — Szena
SancasciANI Cav. Dott. Gruseppe — Stena
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TincoLini Dott. Veter. Trro — Siena
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Il Bollettino del naturalista collettore,
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| scritti, pagandolì solamente 10 cent. per esemplare o L. 6
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è da concordarsi), purchè li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
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| no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
| sta inviando i manoscritti.
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x
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| gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca del-
l’anno; ma decorrono dal principio di ognì anno con diritto
| ai fascicoli arretrati.
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reca questa mutualità, essi hanno diritto ad inserzioni
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gli, domande ecc. fare offerte e ricerche per cambì di
animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, arnesi,
ecc. ecc.; e per rendere sempre più facile il conoscersi
reciprocamente sì pubblica ogni anno, degli abbonati che
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la professione o glì studi speciali ai quali sou dedicati,
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cipali dei loro possessi, e dei loro allevamenti.
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carla gratis più di una volta; ma ne viene accordata la
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pervengono due esemplari. 1 o “
Tutli è pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera
risposta unisca i francobolli necessari. î
Istruzione e diletto
SOMMARIO DEL N. 19
Un Turista e naturalista. L’ alto Vallespir (cont.)
Lenticchia prof. A. I primi fiori nel Cantone ticino. (conts)
Rivista bibliografica da pag. 236 a pag. 243.
G. E Mattei. Ultimi congressi.
SOMMARIO .BER NE =
Giachetti G. C. Colombicultura. (cont.)
C. C. La pollicultura.
Comunicazioni: Note botaniche G. E. Mattei. Il veleno dei rospi .S. B. La riunione della so-
cietà elvetica di scienze Naturali a Lugano, L.
Notizie di caccia e note zoologiche : Ninni — Bonomi — Siepiî — Brogi — Red.
Invenzioni e scoperte: da pag. 125 a pag. 127.
Notiziario: da pag. 127 a pag. 128.
Richieste, offerte e domande di cambi.
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Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto
(Vendesi all'ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze)
> ATTESTAT
R. Esercito Italiano O
CIO rRSSe Ario Massaua 28: Gennaio 1886.
Ufficio del Comando Sciogliendo la riserva fatta coi fogli delli 17 settembre nu-
| DEL SANGUE
mero, 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
N. 362 di protocollo ‘che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore |
CURA DEL SANGUE
OGGETTO Cav. Guerriero mì referisce che: « il FERRO-CHINA-BISLERI | 4
Circa l'esperimento fatto « esperimentato dal Sig. Tenente medico dottor Petti su due
del E'erro China —« compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod- Gi
È « disfacentissimi risultati. » D
Al Signor O
FELICE BISLERI Il Maggiore Generale
Mrcano firmato: GENE (1)
Si vende in tutte le farmacie, pasticcerie, caffè, bottiglierie e drogherie
Chi avesse le annate 1801 p 188 di questo periodico tanto complete che scomplete o anche
solo qualche fascicolo, e non gli dispiacesse disfarsene, è
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N-°19 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
L'ALTO VALLESPIR
NOTE CDI UN EBUORISTATE NABURALBISIRNA
(continuazione)
IV.° Da Coustouges a St. Aniol — Il Lithospermum oleefolivm, Lapeyr — L’ Anthylis eri-
nacea L.
Quantungue abbia dato per titolo a queste note « L'Alto Vallespir » e che
il Vallespir sia tutto francese, mi sono già permesso nel primo capitolo di al-
lontanarmene un poco, narrando una escursione in Spagna, e ciò si è perchè,
mentre ordinariamente non si trovano i Camosci ed il Z'eatro lagopus nel Val-
lespir, essi si incontrano precisamente ai confini e vi si inoltrano anche un
poco nelle cattive giornate; perciò io non poteva trascurare di parlarne, e per
la medesima ragione dirò ora qualche cosa di una escursione che, trovandoci
a Coustouges a due passi da una pianta tanto interessante quanto rara nelle
nostre contrade, ci decidemmo a fare nell’ altra parte della frontiera, a Saint
Aniol, per poterla raccogliere.
Là, come in quasi tutta la lunghezza della catena, il versante Spagnolo
della frontiera è molto più brutto e selvatico del versante francese ; il sentiero
che conduce a S. Aniol non è per tutto facilmente praticabile.
Traversammo per tre o quattro ore una contrada ove i Trabucayres hanno
lasciate tristi memorie; non una casa isolata, non un bosco, che non abbiano
servito di riparo a questa celebre banda di briganti, o di teatro per qualcuno
dei loro spaventosi misfatti.
Avremmo potuto fare questo tragitto in meno tempo; ma io mi occupavo a
raccogliere qualche pianta, qualche minerale e sopra a tutto insetti, mentre il
mio amico uccideva degli uccelli rapaci, soli abitatori di questa solitudine ; di
più non trascurammo di ammirare la contrada che è di un aspetto veramente
grandioso.
Arrivammo a S. Aniol per una discesa lunga e rapidissima che sovrasta
a un profondo precipizio. S. Aniol è uno dei numerosi eremitaggi, dei quali è
seminata tutta la regione montagnosa dei Pirenei orientali, che ha conservato
fino ai nostri giorni un carattere eminentemente religioso.
Vicino all’ eremitaggio trovammo il bell’ arbusto che cercavamo, il Litho-
spermum oleafolium Lopeyrons. A Coustouges, alcuni ci avevano detto che esso
era molto comune a S. Aniol, altri che doveva esservi raro poichè molti bota-
234
nici venuti a cercarlo erano sovente tornati senza averlo trovato. La verità è
fra queste due versioni. Noi non fatigammo per trovar questa borraginea nelle
fessure delle rocce calcaree vicine all’ eremitaggio, ma come prevedevo, questa
pianta, originaria di altro clima, non è molto abbondante in questa località ;
essa non passa i 40 a 50 centim. d’ altezza, il fusto essendo delicato e sottile,
e le foglie tutte vicine alla sommità; l’ arbusto non cresce diritto che finchè è
giovane, ma giunto dai 15 ai 20 centim. di lunghezza, inclina sul fianco delle
roccie. Questa specie non è segnalata in Europa che in questa località.
Dopo aver raccolta una certa quantità di questo Lithospermum, ci dirigemmo
nuovamente verso La Preste, non rifacendo per quanto fu possibile la strada
‘ seguita al venire, onde potemmo raccogliere nuove piante. È così che a due
ore circa dopo Coustouges ebbi la buona fortuna di incontrare una papilionacea
che non è, credo, meno rara nelle nostre contrade, del Lithospermum oleoefo-
lium stesso, l’Anzhylis erinacea Lin. (Erinacea pungens Bois). Avrei ben voluto
prenderne parecchie piante, ma la natura di esse, senza parlare del loro vo-
lume, non lo permise e dovei contentarmi di un solo individuo.
(continua)
Prof, A. LENTICCHIA
I PRIMI FIORI NEL CANTONE TICINO
(continuazione)
—-——-#<T=>=__——
Generalmente le specie del piano si distinguono dalle alpine per gli steli
più allungati e diritti. Se talvolta somigliano nel fiore, il portamento della
pianta è però assolutamente differente. Le specie primiticcie del piano sono
quelle che, per la loro fisonomia e statura, si avvicinano maggiormente a quelle
delle Alpi, come le Primule, le Anemoni, le Drabe, alcune Veroniche, la Po-
tentilla verna, il Tussilago, 1 Cerasti.
Sono basse, a fiori relativamente grandi, in cui predominano il color bianco
o giallo pallido. Hanno per lo più foglie persistenti e radici vivaci, rizomi
o bulbi. Ù
REGIONE DEL PIANO E DEI COLLI.
Helleborus niger L. È un magnifico fiore a coppa grande, candida o rosea,
lucente. L'influenza della luce riflessa dalla neve, da cui si erge sovente il lun-
go ed acquoso suo scapo, non credo sia estranea alla colorazione del fiore. In
vero esso assume una tinta rosea ne’ luoghi soleggiati, dove la neve soggiorna
per poco tempo ed è già scomparsa quando la pianta fiorisce.
‘Già alla seconda metà di dicembre si può dire in piena fioritura ed allora
235
la si vede ‘adornare la mensa del ricco e intrecciare corone mortuarie. Perciò
è anche coltivata in molti giardini.
Questa ranuncolacea cresce soltanto nella parte meridionale del Cantone
Ticino, sopratutto ai piedi e sulle pendici dei colli e dei monti del Luganese,
continuando la fioritura dal dicembre a tutto marzo, secondo l’ altitudine. Se ne
trova a dovizia ne’ luoghi selvosi sul M. S. Salvatore, M. Caprino, M. Brè, M.
‘Bolia, M. Generoso ecc. Ne ho colto anche in V. Colla. sotto il Pizzo Noresso
nello stretto lembo dolomitico, che divide questa Valle dalla V. Solda. Non un
esemplare mi fu dato di rinvenire nel terreno siliceo circostante, essendo una
pianta essenzialmente calcicola. Fu colta già da Reuter nel 1854 sulle Grione
di Mandello nella regione del faggio.
AI infuori del Ticino non si trova in nessun altro luogo della Svizzera, ma
ricompare in Baviera nelle basse Alpi. 1
Galanthus nivalis. Il fiore è una campanella bianca, inclinata, coi tre lobi
interni del perigonio striati longitudinalmente di verde e più corti dei tre esterni.
Questa specie è poco frequente e trovasi in alcuni luoghi erbosi del Mendri-
siotto, p. es. tra Riva S. Vitale e Roncate, e nel Luganese, come nella collina
di Moncucco, Figino. Comincia a fiorire al principio di febbraio, quando il suolo
è talvolta ancora coperto di neve.
Leucojum vernum L. Si prende dal volgo pel Bucaneve (Galanthus), dal
quale si distingue pei lobi del perigonio della stessa lunghezza e segnati alla
cima da una macchia verde. Frequente nei prati e boschi umidi nei dintorni di
Lugano, come lungo il fiume di Cassarate, nella valletta del Tazzino, nei prati
di Vezia, a Corteglia presso Mendrisio. Fiorisce in Febbraio.
Primula vulgaris Huds. Fiorisce già al principio di febbraio nei luoghi più
esposti al sole, come a Castagnola, Gandria; più tardi dappertutto. i
Anemone Hepatica L. I primi fiori in principio di febbraio a Castagnola,
Gandria e piede del S. Salvatore.
Viola odorata L. e V. alba Bess. var. ScotophylIa Jord. Al principio di feb-
braio ambedue queste specie a Castagnola e a Gandria,
Vinca minor L. Alla metà di febbraio a Castagnola, Gandria ecc.
Ruscus aculeatus L. Alla metà di febbraio trovansi ancora dei cespugli con
fiorellini sulla nervatura mediana dei cladodi, ma la maggior parte portano già
le rosse bacche.
Bellis perennis L. I primi fiori alla metà di febbraio sui prati declivi di
Castagnola, continuando la fioritura quasi tutto l’anno dappertutto.
Lithospermum purpureo-coerulevm L. Verso la fine di febbraio a Castagnola.
Crocus vernus All. Alla fine di febbraio ne’ prati umidi di collina, p. es. nei
dintorni di Lugano a Moncucco, Crespera, Sorengo, Piano Scairolo. i
Corylus avellana L. Febbraio; nei boschi e siepi.
Alnus Glutinosa Gàrtn. Febbraio.
Almus incana DC. Febbraio : V. Maggia.
E
236
Anemone nemorosa L. Principio di marzo; comune a Casiagnola, Sorenee)
Porza ecc. |
Draba verna L. Principio di marzo; muricciuoli presso il cimitero di Lu-
gano (var. majuscula Jord.) i
Potentilla verna L: Principio di marzo a Gandria ; più tardi a Crespera;
S. Zeno ecc.
Veronica hederifolia L. Principio di marzo; margine span muricciuoli presso
il cimitero di Lugano, Besso ec. insieme alla specie seguente.
Veronica persica Poir.
Cardamine hirsuta L. Principio di marzo; comune nei dintorni di Lugano.
e frequente la varietà a 4 stami.
Oxalis corniculata L. Principio di marzo; sui muri presso Castagnola.
Glechoma hederacea L. Principio di marzo a Castagnola e Gandria.
Lamium purpureum L. Principio di marzo nei dintorni di Lugano.
Stellaria media Cirill. principio marzo ; dintorni di Lugano.
Viola hirta L. Principio marzo a Gandria.
Erica carnea L. principio di marzo; a Gandria e al piede del S. Salvatore.
Mercurialis annua L. Principio di marzo; tra Castagnola e Gandria sopra
un muro vicino alla fornace e a Ponte Cassarina presso Lugano, pure sui muri.
Taraxcacum laevigatum DC. Principio di Marzo; trovato da me quest’ anno
sopra una roccia lungo il sentiero verso Gandria. Non fu indicato finora in nes-
suna Flora come appartenente al Ticino.
Hieracium Pxilosella L. Principio di marzo; a Gandria (var. nigrescens).
Carea humilis Leyss. Principio di marzo; a Gandria sulla roccia.
Stenophragma Thalianum Celak. Metà di marzo; sulla roccia a Ponte Cas-
sarina presso Lugano.
Capsella Bursa pastoris Mònch. Metà di marzo; dappertutto.
Sesleria coerulea Ard. Principio di marzo; abbondante al piede del M. S.
Salvatore presso S. Martino e a Gandria.
Tararacum officinale Web. Metà marzo; comune.
Buxus sempervirens L. Metà marzo; dintorni di Lugano.
Luzula campestris DC. Metà di marzo; Moncucco, Valletta del Tazzino
presso Lugano ecc.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L' amministrazione s'incarica di procurare agli SII le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
SG
BONOMI AGOSTINO. Nuove contribuzioni alla Avifauna Tridentina. L'egregio
autore pubblicò nel 1884 la sua Av:fuuna tridentina ed in questo volume, partecipa tutte le nuove
osservazioni fatte e le notizie raccolte da quell’ epoca ad ora. Ve ne sono delle molto interessanti, e |
si referiscono a ben 323 specie di uccelli: Il volume costa'L..1,50 ed è estratto dal programma
dell’I, R. Ginnasio sup. di Rovereto. Anno scolastico 1888-89.
287
FOREST AINE J. La question de l’elevage des autruches d’Algerie en-1889.
L' egregio autore pubblicò cià nel 1887 e lo riporta quì, un progetto di allevamento di struzzi per
il 1887 e 88 nel sud-est algerino, dimostrandone l’ulilità pratica; ed ora, per la comparazione che
ha pututo fare fra i diversi prodotti di struzzo ammessi alla esposizione universale, conferma che
quelli proverienti dall’Algeria sono superiori a tutti gli altri. L’opuscolo contiene pure altri articoli
relativi all'allevamento degli struzzi.
GOBIN A. La Pisciculture en Eaux douces. La interessante Bioliotheque des connais-
sances utiles, edita dalla libreria I. B. Baillière et Fils. (Rue Hautefeuilles 17, Paris) si è arric-
chita di questo nuovo volume, che acquista attualmente maggiore interesse, stante i tentativi che
ovunque sì fanno per ripopolare di pesci le nostre acque dolci. L° egregio A. Gobin, professore di
agricoltura de l' Yonne, tratta con molta competenza e chiarezza i seguenti capitoli: Les caua dou-
ces - Les poissons - Reproduction naturelle - Les procédes de la piscicolture - Exploitation des
étangs - Exploîtation des Lacs - Les eaux saumatres - Acclimatation des poissons de mer en eaua
douces et inversement - Faunule des poissons d'eau douce de la France.
Il volume di oltre 350 pagine, ben rilegato ed adorno di 93 figure, costa 4 frs.
HOUSSAY, prof. FEDERIC. Les industries des animaux. Istruzione e diletto: ©
Questo motto si appropria perfettamente all’ interessante opera che qui annunziamo e che è uscita
ora dalla prelodata libreria editrice J. B. Badliere et Fils (Rue Hautefeuille 19 Paris). Un volume
di oltre 300 pagine; nelle quali sono descritte le abitudini più interessanti e curiose di molti animali,
ì loro modi di cacciare, pescare, difendersi, far la guerra, far provvisioni per sè e per i figli, costruirsi
le abitazioni, difenderle, fortificarle ecc. ecc. Il volume, adorno di molte figure, costa L. 3,50.
COMBES PAUL. L’art d’empailler les petits animaux simplifiè, suivi d'une
liste des petits animaux que l’on peut facilement se procurer en France. A l’usa-
ge des naturalistes-amateurs ex des collectionneurs. Questo volume illustrato ed il cui
titolo spiega bene il contenuto, è stato pubblicato dalla libreria della scienza in famiglia, CA. Men-
del 118, rue d’Assas a Paris, si trova in vendita al prezzo di sole L. l.
GRIVEAU MAURICE. Le Bléè, caractere botaniques, culture, meunerie, bou-
langerie. Interessante volume edito dalla suddetta libreria Ch. Mendel (118 Rue d’Assas - Paris)
Illustrato da 15 figure e che non costa che 50 cent. 3
PAVESI prof. PIETRO. Calendario ornitologico per la provincia di Pavia,
dall’ estate 1886 alla primavera 1889. L’ illustre comm. Pavesi, della università di Pavia,
ha riunite in questa memoria interessanti osservazioni ornitologiche e descritti importanti. casì te-
ratologici, modificando alcuni erronei dati sulla Avifauna Pavese e facendo salire il numero delle
specie accertate per quella provincia da 245 (Avifauna del Prada) a 265. Vi è pure unito un elenco
delle specie tenute d’ occhio dal 1886 all’ 89, con il nome scientifico, AuetO volgare italiano e quello
usato nei diversi dialetti della prov. pavese.
MINÀ-PALUMBO dott. FRANCESCO e FAILLA-TUDALDI LUIGI. Materiali
per la fauna Lepidotterologica della Sicilia. (Est. nat. siciliano An. VI-VII). In questo
volume di 150 grandi pagine, trovasi maestrevolmente riunito ed illustrato tutto quanto è stato sco-
perto e pubblicato intorno alla fauna Lepidotterologica della Sicilia, per cui d’incontestabile utilità
sì rende per coloro che volessero intraprendere studi sui lepidotteri siciliani. Dopo una assennata
introduzione, ed un'accurata bibliografia, gli egregi autori vengono alla indicazione delle singole
specie, aggiungendo per ognuna di esse i dati e notizie più interessanti, e per le specie nuove
esclusive di quell’isola, havvi le relative descrizioni. Il volume trovasi- in vendita al prezzo di
L. 3,00 presso il Sig. L. Failla Tedaldi in Castelbuono, Sicilia.
DE TONI dott. ETTORE. Note sulla Flora Friulana. (Est. Cronaca soc. alpina Friu- -
lana. An. VII e VIII). Questa seconda serie di accurate note, fanno seguito ad altre pubblicate
dall’ egregio autore nel 1887. Premesse notizie e considerazioni generali, passa alle citazioni di un
buon numero di piante, fermandosi più Fpocialzionio su quelle che presentano un interesse parti-
colare o sono nuove per il Friuli.
*
288
GIACHETTI GIULIO CESARE. Monografia dei piccioni domestici. I nostri let-
tori conoscono già troppo bene, con quanta cura e con quanta competenza il nostro egregio e solertis-
simo collaboratore G. C. Giachetti, scrive in cose relative alla colombicultura; resta perciò inutile
che tessiamo gli elogi di questa nuova sua pubblicazione che è ancora in corso di stampa, nell’Al-
levatore. i
FICALBI dott. EUGENIO. Notizie preventive sulie zanzare italiane. Il nostro
egregio collaboratore prof. Ficalbi stà da qualche tempo occupandosi del difficile studio delle zan-
zare italiane, è già ha apportato un largo contributo alla conoscenza delle medesime. Nelle memorie
finora pubblicate, dopo elcune generalità, descrive 4 specie del tutto nuove e cioè Cleo hortensis -
C. Richiardii — C. modestus - C. elegans. Nella memoria 3. si occupa del Culex spathipalpis che
il Rondani aveva già notato nel suo lavoretto sulle zanzare, senza però darne una descrizione che
servisse per riconoscerla dalle altre specie; il Ficalbi riempie maestrevolmente questa lacuna, la-
sciando al Rondani la priorità della scoperta; però è chiaro che se il Rondani la scoprì è il Ficalbi
che per il primo la ha descritta e fatta conoscere.
MINISTERO DI AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO. Annali di
Agricoltura 1889. Il 166.° vol. di questi annali si occupa di Zootecnica e dei provvedimenti
presi a vantaggio della produzione equina negli anni 1388-89.
PECORI ing. RAFFAELLO. La coltura dell’olivo in Italia. Notizie storiche, scien
tifiche, agrarie, industriali. Sono uscite altre 5 dispense (9-13) di questa importante pubblicazione
e sono corredate di 5 belle tavole in colori. Rammentiamo che quest’ opera si comporrà di 25. di-
spense; le associazioni costano L. 18, e si ricevono dall’ autore Via deî Serragli 64. Firenze.
C. Golgi. Ueber den angeblichen Bacillus malariae von Klebs, Tommasi-Crudeli u. Schiavuzzi
[Bettriige Z. path. Anat. u. Z. allgem. Pathologie. Herausg. v. Ziegler ù. Nauwerk. Vol. IV. 1878,
pag. 419]. i
G. Tizzoni e G. Cattani. Recherches sur le Choléra asiatique. [Ibid. Vol. IMI, 1888 p. 189.
— NB. Una estesa relazione in questo lavoro ci dà il Dittrich nel Centrbl. f. Baht. ete. Vol. N;
pag. 572 e seg.].
R. Moniez. Les parasites de l° homme (animaux et végétaux) in 8.° di pag. 307 con 72 fig.
Parigi, 1888.
S. Aradas. Esame ii dell’ acqua della Reitana [At dell’ Ac. Gioenia di se. nat.
in Catania. S. II, Ti XX, 1888, p. 1-11).
(lo stesso). Ricerche chimico-batteroscopiche sopra TOI acque potabili della città di Catania
UDid. p. 13-27].
J. Karlinscki. Em neuer pashogener Spaltpilz (Bacillus Ria pleomorphus). l tav. lit.
[Centralbl. f. Bakl. ete. Vol. V, p. 193-207].
B. Grassi e G. Rovelli. Embryologische Forschungen an Cestoden. Con fig. [/bid. bid.
p. 370-377 e 401-416. — NB. Il lavoro in esteso deve uscire, se non è già uscito nelle Memorie
dell’ Ac. deî Lincei]. i
Banti. Sopra quattro muove specie di protei o bacilli capsulati [Lo Sperimentale, 1888, agosto].
Viala, Pierre et Ravaz. Recherches expérimentales sur les maladies de la vigne. [Compt.
rend. T. CVI,.1888, p. 1711 e seg.].
G. Gasperini. Sopra un nuovo morbo che attacca i limoni e sopra alcuni ifomiceti. [Ricerche
e lavori eseguiti dell’ Istituto bot. della R. Univ. di Pisa, 1886-87. Fase. 2, 1888).
P. Pichi. Poche parole sull’ infezione peronosporica della vite, [Zbid. 70%4.].
Bouchard. Sur les hématozoaires observés par M. Laveran dans le sang des paludiques.
[Compt. rend. T. CVII 1889, N.° 3).
A. Di Vestea. Sull’ assenza de’ microbi nei tessuti vegetali. [Giorz, ?nternas. di scienze
med. 1889, N° 1, p. 41-43]: i
239
G. Cuboni. Sull’erinosi neî grappoli della vite. [Nuovo giorn. dot. ital. 1889, N° 1, p- 143-146].
(lo stesso). Sulla cosìdetta uva infavata dei colli laziani. [/bid. «bid. p. 158-160].
W. S. Gottheil. Pentastoma moniliforme, a rare parasite, with remarks on the pentastomidae.
[Journ. of Comparative Med. and. Surg. 1889, N.9 1 p. 42-46].
N. A. Cobb. Beitrige z. Anat. u. Ontg. der Nematoden. [Jenaische Zeitschr. f. Natumo.
Vol. 23, 1859, fasc. I. p. 41-76].
I. Danysz. Recherches sur un taenia fenétre. [Jorn de l’anat. et de la physiol. 1888, N.° 5,
pag. 518-524].
P. Malerba e G. Sanna Salaris. Su di un mieroorganismo trovato nell’ orina umana
alla quale compartisce una consistenza vischiosa. [Accad.-di scienze fisiche e nat. Napoli, 1889).
G. Pescione. La malaria in Capitanata. Foggia, M. Pistocchi, 1889.
.L. Valc&rcel Vargas. La difteria y su tratamiento. Obra laureada. 8.° p. 883, Barcelona,
J. Seix, 1888. i
P. Gueit. Le Kakké japonais. [Arch. de med. navale, 1888, p. 401-429).
E. Di Mattei ed A. Scala. Azione antisettica dello jodoformio e dello jodolo. [Bw2lettino
della R. Accad. medica di Roma. Anno XIV. 1888, pag. 387-388).
Gli insetti che danneggiano il tabacco in Bessarabia. Dell’ interessante lavoro del
Lindeman, di cui ‘tenne parola in questa Rivista (a. c. p. 108) il Sigr. .Sr., e che fu stampata nel
Bulletin de la Societé Imperiale des noturalistes de Moscou. (Année 1888, N.° 1, p. 10-77), tro-
vasi un’ estesa relazione nel Centralblatt fi Bact. ete. (Vol. IV, p. 305-3ì3), scritta da 0. E. A.
Zimmermann (Chemnitz).
Il Centralblatt fur Bacteriologie un Parasitenkunde, di cui noi abbiamo gia parlato
a pag. 43 dell’ annata VII® e a pag. 75 dell’ annata VII, e dal quale noi sì spesso si riporta no-
tizie, osservazioni, riassunti; è divenuto, si può dirlo senza timore d°’ esser taceiati di esagerazione,
una pubblicazione indispensabile a chiunque di proposito si occupi sia di batteriologia, sia di pa-
rassitologia.
Speciale importanza poi esso riceve dalla diligente raccolta e divisione per materie di tutte le
pubblicazioni scientifiche riguardanti batterii e parassiti in genere, fatta dal Dr. A. Wurzburg, e
dalla quale noi spesso attingiamo fonti per offrirli ai lettori del Bollettino e della Rivista.
Il giornale centrale è diretto dal Dr. 0. Uflworm (Cassel), il quale è coadiuvato poi dal Lewekart
e dal Loeffer. Editore ne è Gustav Fischer di Jena. Ogni settimana esce un fascicolo di pagine .
32 in 8.° grande, all’ occorrenza con figure e con tavole. Formando 26 fascicoli un volume, si viene
ad avere annualmente due volumi corredati di ottimi indici. Finora sono usciti 5 volumi (ognuno ‘
costa l4 marchi) ed il 6° sarà completo alla fine dell’ anno in corso.
Enciclopedia Medica Italiana diretta per le singole specialità dai Professori Alberti, Al
bini, ete. ete. con tavole e figure. Antica Casa editrice Dr. Francesco Vallardi.
Questa enciclopedia, che ben a diritto può star a paro con le migliori delle altre nazioni, sarà
in breve compiuta. Non occorre accentuare la sua importanza per gli studî medici, non la sua utilità
per ì cultori di quelli; diremo piuttosto che anche le scienze affini o che colla medicina in qualche
attinenza si stanno, vengono con diligenza lodevolissima trattate. Dopo la medicina veterinaria, le
scienze storiche: la storia dei grandi uomini, delle grandi teorie; poi la chimica, la zoologia, la
botanica e via di seguito,
Quì a mo? d’ esempio, ci sia concesso indicare l’ articolo: Albinismo, scritto dal Mind-Palumbo.
L'A. divide l’ albinismo in vero ed in accidentale. Non solo, come si credeva una volta, possono esser
albini animali sottoposti alla schiavitù, « ma anche, dice l’ A., talune specie di vita libera hanno
una singolare tendenza all° albinismo, come si vede nel topo campagnolo; nella puzzola, nella don-
nola, nell’ orso, nello scojattolo; e tra gli uccelli nella beccaccia, nella pernice, nella quaglia, nel
merlo, nel tordo comune, ecc. secondo studi fatti in Sicilia, dove sono conosciute sin’ ora 19 specie
di uccelli con la tendenza all’ albinismo ».
Bilharzia. Ai lavori già indicati (questa Rzv/sta, a. c. p. 21 e 93) aggiungiamo ancora i se-
guenti, tratti dallo Zool. Ansezger.:
CIA
Zi) Ò
240
1) Z Chatin. De l' appareil exeréteur et des organes génitaux chez la Bilharzie [Comp. rend. i
Tom. 104, N.° 14, p. 1003-1096]. ;
2) Bomford. Note on eggs of Distoma haem. found in transpors cattle. With. 1 pl. [Scient
Mem. Medic. Officers Army of India. P. II: 1886. Calcutta 1887).
3) A. Grassi e G. Rovelli. La Bilharzia in Sicilia. [Att? R. Accad. Lincei, Rendie. Vol. IV°
I° Sem. Fase. 13, p. 799). Pa
BlOcEASN LOzA
Nuovo giornale botanico italiano. Vol. XXI. N. 3-1 Luglio 1889. Contiene le seguenti
memorie : 4
MueLLER I. Lichenes Sebastianopolitani lecti a cl. Dr. Glazion. Contiene la deserizione di 30
specie di Licheni raccolte presso Kio Janeiro, nuove o controverse: segue un elenco di altre 30
specie o varietà non prima indicate per tale regione.
Carver T. L'orto ed il Museo botanico di Firenze nell'anno scolastico 1887-88. È una
relazione del direttore, Prof. Caruel, sull’ andamento dell’ Orto in detto anno: vi sono notati gli
acquisti fatti sia in piante per l’Erbario Centrale, che in libri perla Biblioteca, i lavori pubblicati ece.
BortINI A. Sulla struttura dell’ Oliva. Con due tavole. È un accurato lavoro istologico, cuì -
segue un breve cenno intorno ad una nuova malattia delle olive recentemente comparsa nelle col-
line Pisane.
Farneti R. Enumerazione dei muschi del Bolognese. Prima Centuria. Interessante è questa
pubblicazione, non essendo fin quì stato compilato nessun elenco di muschi bolognesi: riesce quindi
assai utile per lo studio più completo della briologia italiana. È a sperarsi che segua presto la
continuazione. ;
Bullettino della Società botanica italiana unito al Nuovo Giornale Botanico ecc.
contiene le seguenti memorie:
Gorran A. Sulla estrazione del vischio 0 paniu da « Viburnum Lantana, Ilex Aquifolium »
e da altre piante In questa dettagliata memoria sono esposte molte considerazioni sul modo usato
nel Veronese per confezionare la pania, sapendosi che da secoli questa era per Verona ‘una vera
industria, i cui prodotti venivano ancora esportati,
ARCANGELI G. Sullo sviluppo di calore dovuto alla respirazione nei ricettacoli dei funghi.
Con appropriate esperienze l’ autore ha dimostrato che anche nei funghi ha luogo uno sviluppo di
calore per opera della respirazione.
MartELLI U. Sulla « Chamaerops humilis var. dactylocarpa. > Con tale nome fu distinta una
varietà di Chamaerops coltivata nel R. Orto Botanico Fiorentino, e ritenuta ibrida fra la Chama-
erops humilis e la Phoenix dactylifera, avendo i frutti assai grossi ed allungati. L’ egregio autore.
di questa nota, nega con validi argomenti tale supposto ibridismo, facendo notare, oltre alla poca
affinità dei due generi, come la forma in questione non rammenti in nessun carattere, nè vegeta
tivo, nè fiorale, un Phoenix, montre combina in tutto coì Chamaerops. Inoltre rileva come esista
in Spagna una varietà di Chamaerops intermedia fra la specie tipica e la varietà in questione.
Gorran A. Di una singolare esperienza praticata sopra le corolle di « Cyclamen persicum. »
Gorran A. Sulla presenza di « Melittis albida » nel Veronese.
MassaLonco C. Nova species e genere « Taphrina ». T. Oreoselini, Mass.: trovasi nel Ve-
ronese sul Peucedanum Orcoselinum.
MIICED L. Le sostanze coloranti degli strobili dell’ « Abies ewcelsa ». Accurata nota pre-
ventiva ove è dimostrato come in detti strobili si trovino tre sostanze coloranti ben diverse,
Baroni E. Sopre alcuni Licheni raccolti nel Piceno e nello Abruzzo. Sono notate d4 specie
alcune bene interessanti, appartenenti all’ Herbarium Osinianum che conservasi ad Ascoli Piceno,
ArcaneeLI G. Sopra due funghi raccolti nel Pisano. Trattasi di una varietà nuova della Cl |
tocybe spinulosa, St. Lm., e della Clavaria flaccida, Fr. cui corrisponde la Clavaria pruinellta, Ces.
i
:
|
;
241
io N RR
Massaronco C. Osservazioni intorno alla « Taphrina Umbelliferarum e T. Oreoselini ». In
questa ulteriore nota l’ autore dimostra come la sua 7. Oreoselini corrisponda alla T. Umbellife-
EE
rarum già indicata, ma non descritta, dal Rostrup.
e DI, |
TanFani E. « Viscum album e Viscum laxum. » È un interessante lavoro intorno a queste
due specie, col quale l’ autore viene a dimostrare come il Viscum laxum, Boiss. debbasi piuttosto
ritenere per una semplice forma esile del V. album, L. dovuta alla natura dell’ autofità. E;
GeLMi E. Coniribuzione alla flora dell’ isola Corfù. L' amico Baldacci può essere contento ! Egli È
infatti sì lamentava in un precedente numero di questa « R/vista » come la flora di Corfù fosse . 1
poco studiata, ed ecco un Italiano, il Signor Gelmi, che tosto pubblica ur lungo elenco delle piante i
da lui raccolte in tale isola. Ne indica oltre duecento specie, fra cui parecchie bene interessanti
ed endemiche dell’ isola: vi è descritta una YritiMaria nuova.
Tanrani E. Sopra una mostruosità di « Ophrys aranifera. »
ARCANGELI G. Sopra un caso di sinanzia osservato nella « Saxrifraga (Bergeria) crassifolia. è
Tanrani E. Sopra alcune specie e varietà di « Dianthus » istituite sopra anomalie di sviluppo.
e EIA
Importante riesce questa nota, permettendoci di discernere alcune false specie, dagli autori con
troppa generosità stabilite, e basate solo sopra esemplari teratologici.
* di
ArcanerLI G. Elenco delle Muscinee fino ad ora raccolte al Monte Amiata. Anche questa
memoria è una interessante contribuzione allo studio più completo della briologia italiana.
Panizzi F. Descrizione della « Moehringia frutescens. » Questa nota tratta minutamente di detta
ei AE pri rc a
specie, scoperta dall’ autore parecchi anni addietro in Liguria, ed assai ragguardevole per la grande
quantità di Ossalato di calce che contiene.
Gorran A. Sulla presenza di « Bellevalia romana » nel Veronese. Questa specie non cono-
scevasi aneora nel Veronese, quindi la sua presenza in tale provincia interessa assai, essendo uno
dei punti più settentrionali ove fu raccolta.
MicgeLETTI L. Sulla subspontaneità del « Lepidium virginicum » in Italia. Questa specie,
propria dell’ America del Nord, è comparsa da parecchi anni in Francia, forse importata con semi
VATI Ea TE
di foraggi. In Italia non era ancora stata segnalata, quindi è importante l’ essersi trovata piuttosto
frequente presso Cassano d’ Adda.
Sommier S. Erborazioni fuori di stagione. L’ egregio autore rileva l’ importanza scientifica delle
erborizzazioni fuori di stagione, potendosi in tal modo sorprendere parecchie specie, di cui più tardi
non rimane traccia. A conferma di ciò nota le specie interessanti da lui rinvenute in una gita pri-
maverile sulle Alpi Apuane.
MassaLonco C. Nuova specie di « Lejeunea » scoperta dal Dr. C. Rossetti in Toscana. È
stata distinta col nome di Z. Rossettiana, Mass. :
Bulletin de l’association pour la protection des plantes en Genéve. N.° 7, 1889.
Contiene parecchie interessanti memorie, fra cui citeremo le seguenti:
FiscHER-SiGwART. Beitràge zur Ausbreitung der Pflanzenschutzidee in der Schweiz.
WesssrER A. The protection of ovr rarer British plants.
Daveau I Promenades botaniques aux environs de Lisbonne.
Rosran E. Promenades botaniques dans les Alpes cottiennes.
FroEBEL N. Les variétés du Papaver alpinum. È
È Delpino Federico. Applicazione di nuovi criterii per la Classificazione delle Piante. Se-
conda memoria. Bologna, Tip. Gamberini Parmeggiani 1889. In questa seconda parte l’ illustre
autore tratta a lungo della classificazione delle gimnosperme proponendone razionali schemi classi- .
ficatorii. Per dare un’ idea dell'importanza di questa pubblicazione occorrerebbe riportarla per in-
tero, essendo la materia svolta colla massima concisione: non vi è una parola di superfluo. Ci li-
miteremo quindi, come facemmo, per la prima parte, a riportare il titolo dei singoli paragrafi: S 8.
Classificazione delle gimnosperme e loro unità d’origine. $ 9. Divisione delle gimnosperme in quattro
famiglie: S 10. Natura morfologica delle squame ovulifere delle abietinee e di altre conifere. S Il.
Teoria, generale del carpidio. $ 12. Fondazione della famiglia delle salisburiee. $ 13. Singolarità
242
del genere Sczadopitys. S 14. Circoscrizione e dipendenza della tribù delle Araucariee. S 15. Circo-
scrizione e dipendenza delle podocarpee. S. 16. Ordinazione delle tassinee e loro dipendenza. S 17.
Ordinazione delle Cupressinee. $ 18. Ordinazione delle abietinee. S$ 19. Importanza delle cicadee nella
Storia Naturale e nella classificazione. S 20. Ordinazione e dipendenza delle gnetacee. $ 21. Schemi
classificatorii delle ginnosperme. ù
Gibelli G. Belli S. Rivista critica e descrittiva delle specie di TRIFOLIUM italiane e affini
comprese nella Sez. Lagopus, Koch, Torino, Ermanno Loescher, 1889. in foglio di pag. 168
con IX tavole. Importantissima memoria pubblicata come saggio della monografia dei Trifogli ita-
liani, cui già da tempo gli ‘illustri autori, attendono. In quest'opera viene adottata una nomenela-
tura nuova, conforme alle esigenze della Scienza attuale, cioè vengono divise le forme in stirpes,
species, sub-species, et varietates, corrispondendo il titolo di st7:pes (che indica un fatto atavico)
quasi per intero al titolo di speczes in senso Linneano, troppo ampio per conservarsi al presente,
ed il titolo di subspeczes al titolo di speczes di moltissimi moderni, troppo ristretto e limitato. La
vera species per gli autori rimane giustamente intermedia fra questi due estremi. Nella presente
memoria, che tratta di una sola sezione del genere, sono dettagliatamente descritte tutte le specie
e varietà appartenenti a detta sezione, con minute ricerche letterarie e. critiche intorno ad ogni
forma: vi sono aggiunte per ognuna, le località italiane e la distribuzione geografica: inoltre chia-
rissimi disegni aggiunti in apposite tavole permettono di riconoscere subito ciascuna specie. Dopo
tanto accurato saggio è vivo il desiderio di vedere presto pubblicata l’intera monografia dei Tri-
fogli italiani.
Acqua dott. Camillo. Nuova contribuzione allo studio dei cristalli di ossalato di calcio
nelle piante. Dalla Malpighia. Con una tavola.
Acqua dott. Camillo. Alcune osservazioni sul luogo di origine Teti asso) calcico nelle
piante. Dalla Malpighia.
L’ autore di queste due memorie ha istituito dilicenti ricerche istologiche, che gli permisero
di appurare alcuni fatti ancora controversi, specialmente per quanto riguarda la formazione del-
l’ossalato calcico nelle piante, che crede potere asserire abbia luogo nelle stesse cellule nelle quali
si riscontra il sale depositato. .
Borbàs Dr. Vinc. Dianthi Hungarici (transsilvanici) Schuriani, in herbario universita-
tis Leopolitanae asservati. Budapest, 1889. Interessante rivista critica di una ventina di specie
del genere Dianthus esistenti in detto erbario, con accurate descrizioni delle specie e forme più
interessanti o controverse.
i Cavara dott. F. Meteriaur de goa Lombarde, dalla Revue micologique, n. 41, 1889.
È un primo elenco di funghi della Lombardia comprendente quasi duecento specie, fra cui molte
interessantissime. Vi sono descritte ancora una ventina di specie nuove diligentemente studiate
dall’ egregio autore: e di queste sono aggiunti ancora i disegni in apposite tavole.
Briosi prof. G. e Cavara dott. F. / funghi parassiti delle piante coltivate od utili; fa-
scicolo 2.9; Pavia Agosto 1889. Questo secondo fascicolo è ancora più riuscito del primo; essendosi
completamente provveduto a quelle lievi lacune che nel primo notavansi. Contiene le seguenti spe-.
cie: Phytophthora infestans, De Bary; Plasmopura viticola, Berl. (sui grappoli); Ustilago Sorghi,
Pass; Uromyces Trifolti, Wint.; Uromyces caryofhyllinus, -Schròt.; Melampsora betulina, Dul. ;
Melampsora farinosa, Schròt.; Puccinia graminis, Pers. (forma ecidiosp.); Puecinia Phragmitis,
Korn. Puccinia Cerasi, Cast; Puccinia Iridis, Wallrch.; Puccinia Buwi, D. 0.5 Puccinia Mal-
vacearum, Mand. Gymnosporangium clavarwaeformis. Jacq.; Microsphaera penicillata, Lev; Oi-
dium erysiphoi des, Fries.; Passalora bacilligera, Pries.; Fusicladium pirinum, Puck. 3 Cerco-
spora microsora, Sao; Cercospora rosaecola, Pass. Septoria Populi, Desm.; Septoria castanae-
cola, Desm.; Coniothyrium Diplodiella, Sace.; Lephothyrium acerinum, Corda; Colletotrichum Lin-
demuthianum, Br. e Cav. Presto sarà pubblicato il terzo fascicolo che conterrà, a POLLO mi con-
sta, importanti spegie fornite dal Passerini e dal Saccardo.
Bologna 25 Agosto 1889. I G. E. MATTEI
243
TAZILE<
Dal giorno 30 agosto al 5 settembre scorso, ebbe luogo in Ascoli Piceno
il XXI Congresso degli Alpinisti Italiani. Meglio non poteva riuscire e gli al-
pinisti intervenuti ricevettero tali entusiastiche accoglienze che certamente non
dimenticheranno mai. Ebbero luogo in loro onore apposite gare di tiro a segno,
sontuosi ricevimenti nel palazzo di città e nel Casino di Ascoli, fuochi d'arti
fizio ecc.
. Il Congresso, rallegrato dalla presenza di gentili Signore, fu cordialissimo.
Dopo uno splendido e vibrato discorso del Dott. Cav. Mazzoni, presidente della
| Sezione Picena, meritatamente applauditissimo, parlarono il Sindaco di Ascoli,
il rappresentante della Sede Centrale, Onor. Brunialti, che pure fu felicissimo,
il distinto Prof. Joseph Partsch di Breslavia, rappresentante del Club Alpino
Tedesco Austriaco, Tambosi rappresentante degli Alpinisti Trentini ed altri.
Furono inviati, fra vivissime acclamazioni, telegrammi al Re ed alla Reg'na.
Dappoi, entrando in argomenti scientifici, il Prof. Camerano di Biella ebbe calde
parole per richiamare l’attenzione degli alpinisti intorno alla efficace collabo-
razione , che essi potrebbero prestare per l'incremento degli studi scientifici,
specialmente in quanto concerne le raccolte locali. Seguì una lunga discussione
sulla bontà delle carte geografiche pubblicate dal R. Istituto Militare Italiano.
Infine il rappresentante di Roma, Duca di Sermoneta, invitò con gentili parole
gli alpinisti italiani a volere tenere il prossimo Congresso in Roma, invito ac-
colto con grande entusiasmo.
Alla sera dello stesso giorno ebbe luogo il banchetto sociale nel Teatro
Ventidio Basso, trasformato con molto buon gusto, in elegante regione alpina.
Il pranzo fu animatissimo, rallegrato da suoni patriottici e seguito da numerosi
brindisi : tutti i palchi erano occupati dalla più scelta Società Ascolana, che
faceva eco ai Congressisti con fraterni applausi, e che dappoi scese ad animare
le danze.
Il ricevimento dato dal Municipio fu veramente ia più che in onore
di alpinisti lo si sarebbe detto preparato per qualche re od imperatore.
Agli alpinisti tutti intervenuti al Congresso, fu presentata in dono la
Guida della Provincia di Ascoli Piceno, grosso volume di quasi 500 pagine,.
che riuscì a tutti graditissimo, più una grande Carta topografica della mede-
sima provincia e parecchi opuscoli , illustrativi della storia e dei monumenti
ascolani, pubblicati dai Signori Castelli, Compagnoni, Mascarini ecc. Il Sindaco
di Ascoli, Cav. Erasmo Mari, con squisito pensiero fece distribuire a tutti gli
alpinisti un album Azcordo di Ascoli Piceno contenente numerose e Dale Vve-
dute della città, stampate appositamente per la circostanza.
Esaurite le feste in Ascoli gli alpinisti partirono per una lunga gita, che
244
riuscì veramente trionfale, al Monte Sibilla (2327 m.) con visita alla relativa
grotta, a Faleria ed a Fermo ove si sciolse il Congresso.
n SE
Dal giorno 26 al giorno 30 settembre scorso, ebbe luogo in Roma il se-
condo Congresso promosso dalla Società Botanica Italiana. Le adunanze furono
tenute nei nuovi locali dell’ Istituto Botanico in via Panisperna, e riuscirono
assai interessanti.
Numerosi furono gli intervenuti, ascendendo a più di quaranta, fra i quali
noterò, oltre al Prof. Caruel che presiedeva, il Generale Ricasoli, ed i Profes-
sori Arcangeli di Pisa, Passerini di Parma, Pirotta e Cuboni di Roma; più i
Dottori Loiacono e Ross di Palermo, Celotti, Terracciano ed Avetta di Roma,
Tanfani di Firenze, Macchiati di Modena, Severino di Napoli; il Marchese Bot-
tini di Pisa, il Conte Martelli di Firenze, Don Cicioni di Perugia, il Cav. Ber-
toloni di Bologna, il lichenologo Iatta, il microscopista Poli ed altri parecchi,
cui chiedo venia se ora me ne sfugge il nome. Vi assisteva pure il distinto
Dott. Alfred Méller di Berlino.
Quasi ognuno lesse qualche memoria di vario argomento, dando spesso
luogo ad interessanti discussioni. Quì sarebbe troppo lungo il volerne parlare
anche sommariamente , tanto più che saranno presto pubblicate nel Bollettino
della Società Botanica Italiana. Mandarono pure memorie il Prof. Massalongo
di Ferrara, il Capitano Micheletti di Firenze ed il Prof. Goiran di Verona seb-
bene non intervenuti. Furono presentate varie piante secche ed un arnese par-
ticolare, uso vascolo, di dubbia utilità pratica. Infine fu accettata la proposta di
tenere il terzo Congresso Botanico in Verona.
. Esaurite le adunanze i botanici eseguirono una escursione sui colli Albani,
colla quale si dichiarò sciolto il Congresso.
Bologna 6 Ottobre 1889. G. E. MATTEI.
FORNITURA DI GABINETTI DI STORIA NATURALE — S. BROGI — SIENA
(cataloghi gratis)
—— ——ae-<
CONCHIGLIE RACCOLTE A LA PRESTE - PIRENEI - (FRANCIA)
Ancylus fluviatilis; Mill. v. riparius . L. 0,15 | H. limbata, Drap L. 0,20
Balea fragilis, Drap. . . 5 +. < 0,15 | H. pyrenaica Drap. < 0, 20
Clausilia Pinchinati, Bourg. 9 . «0,15 | Lymnoea minuta, Drap. o « 0,20
Ferussacia lubrica, Mull. . - . « 0,20 | Physa acuta, Drap. v. gibbosa < 0,15
Helix lapicida Lin, v. radiata. . «0,20 | Acme fusca Beck. : < 2, 00
« v. alba 5 . «0,40 | Pupa affinis, Rossm. < 0, 20
H. pulchella Miill, ; E È SRO, « var. elongatissima « 1,50
H. rotundata Mill + è . +. «0, 15 | Pupa cylindrica, Mich. « 0, 30
H. rupestris, Drap. S 3 5 . «0,05 | P. Farinesi, Desm. <0 10
H. hortensis, Mill. . È 5 . «0,15 | P. leptocheilos, Fag. : < 0, 20
H. nemoralis, L. . i . > . «0,15 | P. polyodon, Drap. + Saga e CAOENO
H. aspersa, Mill. . 3 n . «0,10 | P. minutissima, Fer. < 0, 20
H. cornea, Drap. v. squammatina . «0,35 | Vertigo antivertigo, Drap. « 0, 20
S. BROGI direftore responsabile . Siena, Tip. e Lit, Sordo-muti di L. Lazzeri
Aso IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI op oi
N. 20 E
Bol. N. 1] BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
Cozza Vv pie uvimoirA
Riproduzione vietata
CAPITOLO VII.
I piccioni domestici — Delle razze e varietà osservate e descritte dagli antichi
— Preesistenza delle razze principali all’ era medioevale — Enumerazione e
classificazione delle razze dei piccioni domestici secondo diversi autori,
(Continuazione)
Lullin accetta la classificazione Buffoniana delle dodici razze pure, o per
dir meglio delle dodici grandi famiglie nelle quali Buffon comprende tutti i
piccioni domestici. (Monografia dei piccioni domestici).
Alla prima razza « Gozzuti » nota tre sottorazze distinte: i grandi gozzuti
(ventidue varietà), i gozzuti di Lilla (tre varietà), i piccoli gozzuti (sette varietà).
Nella seconda razza « Mondani » distingue otto sottorazze : i piccioni grossì
propriamente detti (due varietà), i bagadesi (nove varietà) gli spagnoli, i turchi
(due varietà), i romani (nove varietà), i cavalieri (due varietà), i volanti (sei
varietà), i calzati (sei varietà).
La terza razza è composta da quattro tipi differenti: i tamburi (otto varietà),
ì cappuccini (tre varietà), i piccioni a specchietti (tre varietà), i pavoncelli
(quattro varietà).
La quarta razza « Polacchi » ha quattro varietà; la quinta « Cravattati »
ha cinque varietà; la sesta « Conchiglie » ha sei varietà; la settima « Rondi-
nelle » ha tre varietà; l’ ottava « Carmelitani » ha due varietà; la nona « Ma-
scherati » ha due varietà; la decima « Svizzeri » ha sette varietà; l'undicesima
« Volteggiatori » ha tre varietà; la dodicesima « Giranti » ha una’ sola
varietà.
Pelletan non: riconosce nella sua monografia che sedici razze cioè: i tor-
raioli, 1 mondani, i romani, i turchi e bagadesi, i polacchi, i gozzuti, i cavalieri,
î parrucchi e cappuccini, le conchiglie, i cravattati, i volanti, i volteggiatori, i
tremolanti, i pavoncelli, i calzati e i tamburi. (Monografia dei piccioni domestici).
Boitard, Corbié e La Perre de Roo,notano come tante razze separate tutte
quante le varietà dei colombi domestici conosciuti in Europa. Essi non fanno
una classificazione vera e propria, ma piuttosto una semplice descrizione, senza
un’ ordine stabilito. — Dobbiamo però confessare che il lavoro di La Perre de
Roo, (Monografia dei piccioni domestici) è di una rigorosa esattezza, e che può
servire benissimo per gli studiosi e per gli amatori. I primi ci troveranno i
246 (Bollettino pag. 118)
materiali occorrenti per gettare le basi di una nuova e logica classificazione
dei colombi domestici, ed i secondi potranno sulla scorta del libro del dottis=
simo avicultore belga, scegliere le razze più belle e più produttive, apprendendo |
a difendersi dalla scaltrezza e dagli inganni dei mercanti.
Carlo Darwin classifica i piccioni domestici in quattro gruppi, occupandosi
dettagliatamente della loro variabilità. (Variazioni degli Animali etc... — Il
primo gruppo non ha che una razza « Gozzuti » divisa in quattro sottorazze :
gozzuto inglese, gozzuto olandese, gozzuto francese, gozzuto tedesco.
Il secondo gruppo ha tre razze. La prima « Messaggieri » presenta quattro
sottorazze: messaggiero inglese, messaggiero persiano, bagadese di Neumeister,
messaggiero di Bassorah. La seconda « Giganti » è divisa in cinque sottorazze:
bagadese d’ Inghilterra a grandi spugnosità, bagadese di Boitard e Corbiè o
a collo di cigno, spagnolo o romano, tonfo d’Aldrovandi, murassa di Madras..La
terza razza è formata dai « Turchi e Polacchi. »
Nel terzo gruppo (artificiale) vengono comprese cinque razze: i « Pavon-
celli, » i « Cravattati, » i « Volteggiatori, » i « Ricciuti, » ei « Parrucchi. »
— Nella razza dei pavoncelli egli distingue due sottorazze: i pavoncelli di Eu-
ropa e i pavoncelli di Giava. — Nella razza dei volteggiatori nota quattro sot-
torazze : i volteggiatori persiani, quelli di Lotan, gl’inglesi a lunga faccia, e
gl’ inglesi a faccia corta.
Finalmente nel. quarto gruppo comprende due razze: i Trombettieri, e ì-
Torrajoli domestici. Questi ultimi presentano cinque sottorazze: i borbottoni 0
riditori, i frisei, le monache o conchiglie d’ Olanda, i mascherati, e le rondinelle.
Anche il Fulton non fa propriamente una classificazione, ma nel suo trat-
tato parla di circa cinquanta razze e varietà di piccioni domestici, arricchendolo
di tavole colorate disegnate dal Ludlow. Devo però osservare che sotto il nome
di germann toys egli riunisce diciassette varietà di colombi pitturati tedeschi,
costituendo con questi colombi un gran gruppo separato. (Book of Pigeons).
Le diciassette razze tedesche che compongono questo gruppo importante
della monografia di Riccardo Fulton sono le seguenti: i
Piccione giacinto, di Vittoria, di Svevia, porcellana, stornello, retato, diac-
ciato, prete, di Brunswick, dal doppio ciuffo, dallo scudo, lunato, rondinella,
mascherato, cicogna, dall’ elmo, e il ricciuto. (continua).
LA POLLICOLTURA(|
In Italia, e nella Toscana per quanto vediamo noi - s'è data sino ad
oggi un’ importanza presso che minima alla coltivazione del pollame, che pure
è un capitale .rilevante della ricchezza del paese, e potreb’essere anco infinita
mente maggiore. Come si credette sufficientissimo a produrre buon vino, il buttar
giù a capriccio le uve nei tinì e pestarle quindi coi piedi, all’usanza di Noè,
(Boll. pag. 119) 247
così fu giudicato 7 non plus ultra della sapienza, il porre le uova, qualunque
: fossero, sotto la chioccia ed il far crescere i pulcini beccando bacherozzoli ed
ogni ben di Dio, senza alcuna special cura del loro allevamento. Cosi è acca-
duto che la razza dei nostri polli peggiorasse man mano, per ridursi nelle condi
zioni sciagurate, in cui la vediamo oggi. Così, l'ignoranza e i pregiudizi dei
nostri contadini non soltanto hanno impedito che si desse un ragionevole av-
viamento alla pollicoltura, ma han fatto sì che la nostra razza indigena venisse
mantenuta in quello stato di decadenza nella quale fu ridotta per l’avversione
invincibile che si ebbe ad ogni disciplina.
E la nostra razza indigena, non, meritava davvero una sorte così infelice,
mentre avrebbe avuto ottime prerogative sopratutto per la robustezza, fecondità
ed il precoce sviluppo. C'era, come famigliarmente si direbbe, tanta stoffa, da
trarne da quella risultati invidiabili, laddove si avesse avuto l’animo di sbandire
lì pregiudizi e di fare onore a quei progressi, che una premurosa osservazione
ed una pratica illuminata, hanno generalizzato in altri luoghi.
Oggi il male è lungi dall'essere irreparabile, ma occorrono fatiche e costanza
in dose non lieve per ritemprare la razza indigena e per dar luogo a quegli
utili risultati che sì ottengono cogl’incrociamenti nella produzione e poi con
un allevamento razionale guidato dalle esperienze ed illuminato da quei criteri
scientifici, che nei nostri tempi han fatto guerra all’empirismo ed hanno aperte
tante nuove vie in ogni ramo d'’industria.
Prima dunque di metter mano al rimedio, è necessario, anzi indispensabile,
il farsi un'idea esatta delle cattive condizioni della pollicoltura in Italia e spe-
cialmente in Toscana. E, in primo luogo dobbiamo persuaderci che il pollo comune
qui dei nostri Coloni, è inferiore di gran lunga, sia per il volume della carne
sia per la qualità ed il gusto della medesima, alle altre Razze. Si tratta perciò
di « rifare » il nostro pollo; nè paia esagerato questo proposito. E a questo risul-
tato giungeremo senza dubbio, quando all'attività dei privati sia di sprone il
governo, il quale promette già di prestare all'industria privata tutto quel con-
corso di aiuti e di lumi e d’incoraggiamenti, che da esso possono aspettarsi e
. renderanno così più facile e più sicura l'impresa, e speriamo che non si resti
alle parole, ma con i fatti si raggiunga l'intento.
Se abbiamo avuto i poderi modello, i caseifici, le cantine normali ecc. non
sarà davvero inutile uno stabilimento di pollicoltura dove, in vicinanza delle
scuole agricole, si rendano nopolari i metodi e la disciplina che si ravvisano
migliori all’ allevamento del pollame inteso come deve intendersi. È opportuno
anzi tutto il romperla colla tradizione, che è quanto dire col pregiudizio, dimo-
strando coll’ esempio pratico la differenza che corre tra quel che facevano
i nonni e quel che han da fare i. nipoti. Migliorate le diverse razze indigene
delle singole regioni del Regno, s'ha da vedere qual sia da preferirsi a tutte e
da scegliersi come razza nazionale, e da proclamarsi come vera razza italiana,
come vero e inalterabile tipo.
/
248 (Boll. pag. 120)
Intanto mentre si attende che il governo continui in proporzioni maggiori
l’incoraggiamento alla pollicoltura, non sembri inutile il far menzione dello
stabilimento fondato di recente a tal uopo, dai Sigg. F.li Luxardo di Livorno.
Lo Stabilimento sorge in vicinanza del villaggio ameno d’ Ardenza a tre
kilometri da Livorno, sopra una collinetta benissimo esposta ed arieggiata, cor-
redato di quanto è necessario all'uopo, cioè di terreno rinchiuso molto vasto,
in cui il pollame trova spazio sufficientissimo alla libertà che ci vuole pel suo
sviluppo. i
I Sigg. Luxardo hanno fatto già parecchi esperimenti per migliorare la
razza indigena, nell’ intendimento di ottenere il maggior peso e la migliore
squisitezza della carne. Così nel loro stabilimento oltre bei tipi di razza indi-
gena ed oltre i prodotti ottenuti dagl’'incrociamenti, vediamo stupendi capi di pro-
duttori originali di diverse razze, come i Dorching, la Cocincina, la Brahma, la
Langskan, la Fléche, la Houdan, la Polverara, l’ Ardenza, la Gigante Padovana,
Padovani dorati, e Combattenti inglesi e quindi con cura speciale, la. bellissima
razza Maggi ottenuta dopo lunghe e pazienti esperienze dall’egregio pollicoltore
di questo ncme e che si può davvero riputare come una delle migliori nostre
razze sotto ogni rapporto.
Chi visiti questo stabilimento, vedrà quali resultati abbian saputo produrre
gli studi e le osservazioni che fecero, e le applicazioni susseguenti, per cui sì
pose in sodo la ridicola e funesta vanità dell’ empirismo che abbandonò per sì
lungo tempo la pollicoltura in balìa dei pregiudizi.
I prodotti dello stabilimento Luxardo sono molteplici e vari. Lavorando
essi specialmente per l'esportazione producono animali da cortile, i più ricercati;
cioè oltre i polli, anche i fagiani, i tacchini, oche ‘ed anatre ecc. occupandosi dell’in-
grassamento in specialissima cura, e ottenendo capponi e poulardes da non
avere invidia ai più celebrati delle masserie francesi.
Lo stabilimento Luxardo è serbato a rendere grandi e preziosi servigi,
giacchè oltre il buon esempio darà copiosi produttori ai nostri possidenti e ai
coloni e farà vedere come sia tempo di finirla coll’ empirismo e col pregiudizio
per seguire una buona volta i savi precetti dell'esperienza e dello studio, e
per promuovere una fonte di guadagno, tanto sciaguratamente negletta sin quì.
C. C.
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi molizie, schia-
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Note Botaniche. Ho recentemente ricevuto dall’ Appennino Bolognese (Frassineto in Val di
Sillaro) la Quercus cerris var. cycloloba, Borb. (in Botanisches Centralblatt 1389, N. 5), forma
non ancora indicata per l’Italia. Differisce dal tipo per le foglie più coriacee, tomentose nella
pagina inferiore, appena lobate, e non lirato-pennate, coi lobi rotondati’, e per le cuspidi delle
squame cupolino più grosse e più irte.
Bologna 6 Ottobre 1889. G. E. MATTEI
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(Boll. pag. 121) 249
Il Veleno dei Rospi. Il Dott. Carlo Staderini, libero docente dell’università di Siena, e spe-
cialista per le malattie degli occhi, ha pubblicato un suo studio « Sugli effetti anestetici del ve-
leno del rospo nell’ occhio. » In questa memoria non solo egli rende conto delle esperienze che lo
hanno portato alla scoperta delle proprietà anestetiche del veleno dei rospi, ma vi troviamo impor-
tanti notizie su questo umore tossico secreto dalla cute e particolarmente da certe glandule cutanee
(impropriamente dette parotidi) che il rospo ha, specialmente ai lati della parte posteriore della testa.
Quantunque il rospo non abbia la possibilità di schizzare e inoculare direttamente il suo ve-
leno nel corpo dell’uomo o di altri animali, non è però men vero che il veleno esiste e che può
essere letale.
Persona che volle mangiare un rospo senza spellarlo morì in breve tempo.
Il dott. Staderini iniettando sotto la pelle di vari cani,un centisrammo di veleno per ogni chi-
logramma del peso di ciascuno animale, ha veduto che i cani sono morti in capo a 30 o 40 minuti.
Il Vulpin, il Fornara ed ultimamente il prof. Aìbertoni, hanno constatato che il veleno del rospo
agisce potentemente sul cuore arrestandone i movimenti.
Se adunque è vero che buona parte delle genti attribuiscono al rospo una potenza velenosa
esagerata, non è da ammettersi, come non pochi hanno scritto e propagato, che il rospo è assolu-
tamente innocuo, e noi abbiamo voluto avvertirne i nostri lettori, poichè questa seconda credenza
potrebbe arrecare fatali conseguenze. S. B.
La Riunione della Società elvetica di scienze naturali a Lugano. Il giorno 8
del corr. mese aveva luogo nell’ aula maggiore delle scuole comunali di Lugano la prima riunione
generale della società elvetica di scienze naturali.
Letti i rapporti del Comitato centrale, del Comitato annuale e delle varie Commissioni, il
Ch.m° seologo Prof. T. Taramelli, che fu uno dei collaboratori della Carta geologica del Ticino Me-
ridionale, veniva ad unanimità eletto membro onorario.
Indi il Prof. Schroeter del Politecnico di Zurigo teneva una conferenza molto interessante dal
titolo « influenza del clima alpino sulla vegetazione. »
La mattina del giorno seguente le varie sezioni tennero le loro sedute nelle aule del Liceo
Cantonale. Fu la sezione di Botanica quella che diede il maggior contributo di memorie e di note,
alcuno delle quali di non poco interesse e attualità. Eccono la lista :
Dr. P. Pavesi. — Sulla fauna pelagica dei laghi insubrici.
Dr. A. LenriccHia. — Sull’ intorbidamento delle acque del lago di Lugano. — Specie e varietà
di fanerogame nuove pel Cantone Ticino. A
Dr. Fiscner. — Sur quelques selerotium. — - Observations au sujéi de l’Accidium maghellani-
cum ‘et de Puccinia graminis. — Initiative pour la fondation d'une societé botanique suisse.
Dr. ScaRverER. — Sur l’anthèse de quelques Ombelliféres. — Rapport sur l’excursion botani-
que du 4 au 7 septembre à la Grigna de Mandello.
Dr. Chopat. — Sur les Polygalées. — Sur la fleur des Sempervivum. — Sur l’ Aecidium
nymphoides.
Rainer — L’ exploration botanique des Cantons primitifs depuis 1884.
Dr. CaLconi. — Cleistogamie du Viola cucullata. — Notes morphologiques et systématiques des
Berberidacées. — Su di una nota del Dr. Fridriano Cavara intorno ad una Brassica rara del-
l Apennino centrale.
Dr. BonarpI. — Sulle diatomee dei laghi di Delio e del Piano.
Lucio MARI. — . Catalogo dei Muschi del bacino di Lugano.
Nelle altre sezioni non so quello che si è fatto. Mi si dice che il Prof. Forel dell Accademia
di Losanna espose una, nuova teoria sui ghiacciai.
Il giorno 10 si teneva la seconda ed ultima riunione generale, in cui ebbero luogo due confe-
renze. La prima del Prof. Vilanuova di Madrid sulle « ricerche dell’ uomo terziario » in cui volle
dimostrare che l’ epoca della pietra e l’ epoca del ferro si confondono in una sola. La seconda con-
ferenza fu data dal Dr. S. Calloni intorno ai naturalisti svizzeri e stranieri, che studiarono il Canton
i *
250 (Boll. pag. 122)
Ticino. Il dopo pranzo venne, nei tre giorni, impiegato in escursioni e gite sul lago. La società geo-
logica, che si era pure riunita a Lugano in questa circostanza, visitò il terreno carbonifero di Manno,
il trias del S. Salvatore, il lias.d’ Arzo, Galtrio. |
Alla riunione della Società elvetica accorsero molti naturalisti dell’ estero. Vi erano rappresen-
tanti di società scientifiche della Germania, della Francia, della Spagna, dell’ Italia. Fra gli italiani
oltre al Prof. Pavesi, che rappresentava l’ Istituto Lombardo di Milano, ho notato il Prof. Caruel di
Firenze e il Prof. Omboni.
L'accoglienza a Lugano fu festevole, cordiale; eccitò lì entusiasmo ne’ suoi ospiti, i quali i
tarono scolpita nel cuore la più grata memoria di questo incantevole paese.
Lugano 19 Settembre Tr
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Sulla distinzione delle due specie di Cutrettole comuni nel Veneto. Ben a ra-
gione il Prof. Giglioli si sorprende che i cacciatori veneti sappiano distinguere il Bwdytes favus
dal B. cinereocapillus. Posso assicurare che non vi è persona che usi le reti aperte, che dal solo
canto non riconosca le due cutrettole. Possessore di parecchie uccellaie ebbi occasione di accer-
farmi di sovente della cosa. Il Bwdites Aavus ha un grido che si può esprimere colle sillabe &r2
br) mentre il cinercocapillus pare dica. assai. distintamente trze, trie, facendo ben sentire l° e fi-
nale. Di più quando passano le Cutrettole capocenerino, cantano soltanto le compagne prigioniere e
tacciono i richiami della Cutrettola gialla. All’ inverso succede quando transitano le cutrettole gialle.
Anche nelle vicinanze di Venezia e specialmente a Chirignago dove vi sono espertissimi uecella—
tori, le due specie hanno nomi volgari diversi, chiamandosi .8oarina il B. flavus; Boarinato il
B. cinereocapillus, usando colà il nome di Scdssola per la Motacilla alba e di Scassolin per la
Pallenura sulphurea. Ho trovato nidificanti nel Veneto tutte queste specie tranne il B. teo 5 che
invano cercai ogni anno d'estate, ne’ luoghi adatti.
Nello stesso paese di Chirignago sanno con molta precisione esprimere il canto di parecchi
uccelli con sillabe e mi piace di riportare quì soltanto quelli dell’ Ortolano e del Zigolo giallo che
molto si somigliano:
i Ortolano: Tira, tira Bepì
Tira, tira Be.
Zigolo giallo: Dira, Dira Digari
Venezia 30 Agosto 1889. A. P. NInnI.
Il mercato dei richiami in Provincia di Treviso. In Provincia di Treviso hanno ri-
nomanza i due mercati dei richiami che hanno luogo annualmente in Oderzo ed in Vittorio. In queste
piazze vengono portati in quantità uccelli canori chiusi in gabbie ed i possessori di uccellaje non
mancano di intervenire per acquistare le varie specie che son necessarie per 1’ esercizio della loro
geniale industria.
Il primo si tiene il giorno di S, Maria Maddalena (22 Luglio) il secondo il giorno dedicato a
S. Augusta (22 Agosto).
Da un calcolo approssimativo si può ritenere che in tali due giornate siano esposti in vendita
circa un migliaio di uccelli.
Nel mercato di S. Augusta, nel presente mese, osservai di notevole un tordo ed un Prispolone
melanici, una passera lagia presa in quei dintorni, nonchè numerosissimi Crocieri tanto giovani
d'anno che adulti.
Le specie però che alimentano il commercio sono le soguenti, alle quali aggiungo di contro il
prezzo corrente :
(Boll. pag. 123) 251
Fringuelli . ° : . da L. 3,50 a 4,00 | Merli di ultima covata . da L. 0,70 a 0,830
detti giovani |. |. « 1,00« — | Tordi vecchi . o « 14,00 « e più,
Peppole i « 0,70 « 0,80 | detti nidiacei . c d « 1L25« —
Zigoli gialli e Verdoni . « 1,25 «. — | Prispoloni . È c « 2,00 « 4,00
Frosoni vecchi . ò x « 1,590 — Passere solitarie novelle ; « 7,004 —
Crocieri . 6 3 i <« 0,20 « 0,25 | Codirossoni novelli o «2,60 «
Merli vecchi . è È « 6,00 « e più | Civette ammaestrate . È «4,00 « 6, 00
detti giovani . ò « 2,204 —
Venezia 31 Agosto 1889 A. P. Ninni.
Specie appartenenti ‘alla famiglia Hirudinea raccolte nelle acque dolci del
Veneto. Le specie ch'io sino ad ora raccolsi sono le seguenti:
l. Nephelis octoculata, (Bergm). Assai comune nelle acque correnti.
2. Aulastoma gulo (Braun). Comunissima e nota sotto il nome di Sanguetta cavallina: fu
scambiata sino ad ora coll’ Haemopis san quisuga, (Bergm) ch° io non ho ancora raccolta in Italia
sebbene il Polonio la annoveri.
3. Hirudo medicinalis, (Ra). La sola medicinalis descritta dal M. T. na ediz., non quella
forma nota sotto il nome di H. officinalis. Si usa in medicina.
4. Glossiphonia sexoculata (Bergm). Comune attaccata alle pietre ci alle erbe.
5. Glossiphonia carenae, (M. T.) — Hirudo trioculata, Car. Poco comune negli stessi luoghi
della precedente.
6. Glossiphonia bioculata, (Bergm). Comune in alcune acque.
7. Glossiphonia paludosa, (Car). Questa bellissima specie vive abbastanza copiosa soltanto in
alcune località.
Venezia 31 Agosto 1889 A. P. Ninni.
Ancora sulla comparsa di Cigni nella Laguna di Venezia. Il giorno 2 del corr.
mese, non lungi dal Manicomio di S. Clemente, furono veduti due cigni. Rimasero alcune ore sulle
sponde di un profondo canale, poscia presero il volo nè si fecero più vedere.
Venezia 6 Settembre 1889 A. P. Ninni.
Comparsa di numerosi esemplari di Seriola dumerilii (Risso) ‘sul mercato di
Venezia. La Seriola dumerilii è un pesce raro per l’ alto Adriatico e pochissime volte potei ve-
derlo sul mercato di Venezia. Oggi però ne capitarono numerosissimi individui tutti della 1. t. di
circa 25 centimetri.
Superiormente hanno un colorito giallo verdastro con riflessi argentei e dorati, che diviene più
chiaro ai lati e bianco al ventre. Molte macchie giallo dorate si osservano specialmente sotto la
l. i. Una linea dello stesso colore parte dall’ angolo posteriore dell’ orbita e finisce alla base
della C, ma è poco ben definita. L° occhio è argenteo ma in alcuni esemplari ha macchie giallo
dorate. Le due D. con margine oscuro. A. più o meno gialla coll’ estremo lembo bianco; la porzione
compresa tra gli ultimi tre raggi bianco-lattea. V. coi raggi nella parte esterna della pinna lattei
tinti legsermente di giallo e verdastro verso la cima: parte interna della pinna gialla quasi aran-
ciato colle macchie verdastre più estese. €. cenerina con riflessi gialli verso la cima e l'estremo
‘lembo oscuro
Altezza corpo SONO)
Lungh. capo Rlcotianesanloe -Saedpolto)
Diam. occhio : lungh. capo :: 1 : 4375
M. B. 7. i
Spazio preorbitale quasi uguale all’ interorbitale.
Venezia 3 Settembre 1889 4 ; A. P. NInnI
Sul passo nel Veneto delle specie del gen. Calamodus. Nel mese di Aprile e nel
principio del Maggio passano per le vicinanze di Venezia numerosissimi Calamodus schoenobenus,
(L.) in compagnia di €. acquaticus, ma mentre i primi si fermano di estate a nidificare nei nostri
paludi, la maggior parte dei secondi abbandona la nostra Provincia. Come è naturale tutti i Cal.
252 (Boll. pag. 124)
acquaticus sì presentano in primayera col basso della gola striato di fosco, in una parola coi ea-
ratteri del €. Cariceti che non è altro che l' acquatieus in abito di nozze.
Nell” Agosto e nel Settembre si apre nuovamente il passaggio e sul mercato di Venezia vengono.
portati a centinaia i schoenobenus ma pochi pagliaroli.
Nel passo primaverile di queste due specie ho trovato degno di nota che i primi a comparire -
sono i mascbi, cosa questa che d’ altronde si ripete per qualche altra specie.
In questi ultimi anni nei quali più particolarmente rivolsi la mia attenzione sui Calamodus
ho veduto che quasi per tutto Aprile non si trovano che maschi (raramente esemplari di sesso
diverso), mentre soltanto alla fine del mese compariscono le femmine in notevoli proporzioni.
Sarebbe interessante che si facessero simili osservazioni anche in altre parti d’ Italia per con-
trollare le mie asserzioni.
Venezia 4 Settembre 1889 A, P. Ninni.
Alca torda, L. Ai 14 di Settembre ebbi un individuo in muta ucciso in vicinanza della
città di Chioggia. Eccone la descrizione: Base del becco, fronte, pileo, occipite, parte posteriore del
collo e dorso bruno-neri; l’' occipite con macchie bianche. Gola bianca con macchie nere. Un
collare formato di penne bianche e nere sul collo. Lati del collo in basso dello stesso colore del
dorso. Tutte le parti inferiori bianche. Dal becco: parte una stretta linea bianca che va all’ angolo
anteriore dell’ occhio. Il becco è nero con due linee trasversali bianco-cenerognole e dinnanzi un
solco verticale evidentissimo su entrambe le mascelle. Piedi neri. Lo stomaco non conteneva che
due piume della stessa alca. L.t 0,® 380; ala 0,® 160; tarso 02 032; becco 072 034. Sesso: femmina.
Sulle spiagge Adriatiche furono veduti i seguenti individui: i
Esemplare 1.° — 7 Giugno 1884. Un giovine maschio non lungi dal Castello di Miramare
(Schiavuzzi).
« po — Data stessa. Stessa località. (Schiavuzzi). È
« 3.0 6 4,0 — 13 Giugno ‘1884. Due maschi giovani a S. Sabba presso Trieste. (Valle).
« 5.° e 6.° — | Luglio 1884. Un maschio adulto ed una femmina giovine presi nel me-
desimo luogo. (Valle).
« 79 — 19 Dicembre 1886. Porto di Lesina. (Kolombatovie?).
« 8. — 20 Luglio 1887. Malamocco. (Trois).
« 9 — 14 Settembre 1889. Chioggia. (Ninni).
Venezia 16 Settembre 1839 A. P. Ninmi.
Orsi nel Trentino. Passando accidentalmente per Tione il 18 agosto a. c. ebbi occasione di
vedervi un’ orsa, la quale era stata'uccisa il giorno precedente nella valle di S. Giuliano in Ren-
dena. Era un individuo adulto, ma non di gran mole, giacchè poteva pesare poco più di un quintale.
L’ abile cacciatore, di cui non potei sapere il nome, vistala passare sotto di sè alla distanza di circa
venti metri, la colpì sul dorso traforando colla palla il polmone e forse il cuore, talchè la fiera
rimase morta sul colpo. Sentii vociferare dai popolani presenti, che per tale uccisione l’ erario paga
al fortunato cacciatore fiorini 4l di taglia.
Un mese prima un altro orso era stato veduto ed inseguito ma inutilmente sui monti di Condino.
Mi vien poi riferito che nella prima settimana di settembre ne fu ucciso uno sulla malga di
Valàgol (gruppo di Brenta, non lungi da Campiglio); non conosco nessun particolare di tale cattura.
In generale gli Orsi non sono del tutto rari nel Trentino; ma da molti anni a questa parte non
sì uccidono che individui nani, conosciuti sotto il nome di formigaroi (var. formicarius).
A. Bonomi.
Note ornitologiche tridentine. Ai 9 luglio di quest'anno furono uccisi due Aguilotti sul
versante settentrionale del Monte S. Martino in Giudicarie e precisamente sullo rupi sovrastanti
al paese di Saone. Erano stati scoperti da due cacciatori, che videro un adulto portare in quel luogo
una lepre intiera. Si fece il tentativo di ascendere la rupo per pigliarli vivi, ma quando i cacciatori
erano prossimi a ghermirli, gli Aquilotti presero il volo, in modo che si dovette ucciderli col fucile.
(Boll. pag. 125) 253
Dall’ essere tali uccelli già atti al volo, e dall’ averli trovati in un luogo non molto elevato,
(circa 1000 m. sul livello del mare) i cacciatori arguirono che colà non c° era il nido, ma dovevano
esservi discesi da qualcuna delle non poche alte cime circostanti. Furono spediti a Trento per essere
imbalsamati, ma sgraziate circostanze ne ritardarono la preparazione, la quale quindi non potè aver ù
riuscita, a segno, che quando ai primi d’ agosto potei vederli io a S. Croce, erano mezzo consunti
dalle tignole, tanto da non poter conservare che il cranio e le zampe. Per alcuni giorni, dopo la
cattura dei giovani, furono veduti i genitori andar vagando pei monti vicini.
Ai primi di agosto so che è stata presa un’ Aquila nella valle dei Concez (Val di Ledro) e,
cosa da me mai udita, fu spennata e mangiata dai poco delicati cacciatori.
Pare che le Aquile sui monti trentini invece che menomarsi, vadano di anno in anno aumen-
tando, il che non sarebbe cosa gran che gradita. j
Loxia curvirostra. Il luglio e l’ agosto di quest anno abbiamo avuto una vera invasione di
Crocieri. Non si ricorda da anni un’ abbondanza tale. Credo che non pochi abbiano nidificato sui
nostri monti,, ma la massa è di /ento passaggio dal Nord al Sud.
Anche ai primi di settembre ne ho veduto qualche branchetto, e quel che è singolare li vidi
fermarsi nella bassa campagna sui gelsi, sui noci e sugli altri alberi da frutto.
A. BonomI.
Prego annunziare la cattura del Nyctimomus Cestonii, avvenuta nella piazza di S. Martino in
Marsiglia. Dei fanciulli hanno trovato un maschio di questo chirottero non ancora segnalato in
Francia, e rne lo hanno portato il 7 ottobre corrente. Conservo questo interessante pipistrello vivo
con altri di diverse specie. k;
Marsiglia 10 ottobre 1889. P. Step
A confermare che non è solamente in autunno che capita nel senese il crociere (Loxza curvirostra
Lin.) e che forse ha ragione il Savi nel dire che vi capita nella primavera e riparte in autunno ,
noto l'acquisto su questo mercato di altri due croceri uccisi nei dintorni di Siena il 10 settem-
bre scorso.
Oggi stesso ricevo dal Sig. dott. Orsino Orsini una Platalea o Spatola (Platolea leucorodia Lin.)
uccisa a Castiglion della Pescaia. Credo sia l’ unica cattura di tale uccello accertata in Toscana, in
questa stagione.
Siena l4 ottobre 1889. S. BROGI.
Il re del Belgio ha provvidamente vietata la caccia all’ elefante in tutte le provincie del Congo
poste sotto la sua protezione, poichè altrimenti la completa distruzione di questo colossale mammi-
fero sarebbe stata prossima.
Al congresso internazionale di agricoltura tenutosi a Parigi, sì sono confermate all’ unanimità
le conclusioni del Congresso ornitologico internazionale di Vienna, che cioè sia permessa la caccia
in primavera con le armi da fuoco, condannando tutti gli altri mezzi in uso per catturare gli
uccelli. Rep.
INVENZIONI: E: SCOPRE
Ferri di carta per cavalli. Giulio Galdberg di Weissensee, presso Berlino, ha inventate
certe ferrature per cavalli composte in massima parte di carta. Questa composizione dicesi aderisce
meglio del ferro all’ unghia del cavallo, resta compatta éd insensibile all’ azione dell’ acqua per ef-
feito di un bagno speciale a cui viene sottoposta; non sono necessari i chiodi per fissarla all’ un-
ghia e con l’uso diviene scabrosa e così impedisce al cavallo di scivolare.
Stenografia a macchina. Troviamo annunziata la invenzione di una macchina ne steno-
grafare, costruita sul genere delle macchine per scrivere. Con questa macchina, una persona pratica
può riprodurre da 700 a 760 lettere al minuto, cioè può seguire la parola di un oratore rapidissimo.
254 (Boll. pag. 126)
Bacillus enteridis, è un nuovo bacillo scoperto dal' dott. Gartrer dell’ istituto igienico di
lena. Dicesi che produce effetti gravissimi e fulminanti, mentre resiste molto al calore in modo che
ne sono stati rinvenuti dei viventi sulla carne cotta.
Nuovo giacimento di apatite. Nelle miniere di ferro di Gellivare (Lapponia svedese) sono
stati scoperti alcuni ricchi filoni di apatite, minerale molto utile come fondente e come materia
prima nella fabbricazione di alcuni perfosfati impiegati come concimi in agricoltura.
Sulfiamide d’acido metilo-benzoico. È una nuova sostanza anche più dolce della dolcis-
sima saccarina. Un piccolo ago di essa, di 2 a 3 millimetri di lunghezza e sottile quanto il più fino
ago da cucire, basta a rendere eccessivamente dolce un bicchier d° acqua.
Per arrestare i cavalli che siensi dati alla fuga. R. Kiechle di Lipsia ha inventato
un congegno molto semplice, da applicarsi sul sellino dei finimenti. Con esso si obbliga il cavallo a
portare l'estremità del muso verso il petto e rimanere così anche se il guidatore vuole scendere per
prendere il caxallo a mano. L'apparecchio trovasi descritto e figurato nel n.° 25 dell’Italia Agricola.
Un nuovo materiale da costruzione fu messo in commercio dalla ditta Cohnfeld e
Comp. a Dresda. Questo Xy/olite consta di segatura mista a diverse sostanze minerali, è talmente
compatto da resistere al fuoco ed essere insolubile:
Nella R. Stazione di prova a Berlino si trovò in questo Hylolte: peso specifico = 1,553 gradi
di durezza = 6,76 feldispato fino al quarzo, scala di Mohs, coesione eguale, uniforme, assai com-
patta, struttura granulare, di colore giallastro, tenacità = 854 Kil. per centimetro quadrato, = gra-
nito = 700 a 900 Kil. per centim. quadr., = coniferi impregnati = 450 Kil. per centim. quad. ccc.
(Polit. Berlino).
Il cobalto ed il nikelio non sono corpi semplici. — Sembra che i Sigg. Kriss e
Schmidt siano giunti a decomporre i metalli cobalto e nilkelio, ed abbiano trovato in ambedue un
costituente comune che altera i colori dei sali di questi due metalli, il colore dei sali del cobalto
puro, essendo violetto e quello dei sali del puro nikelio, verde cupo. Ad un’ adunanza della Società
chimica di Munich il dott. Kriss descrisse le ricerche che lo hanno condotto a tali risultati
Apparecchio per le ricerche zoologiche e biologiche a profondità determinate
del mare. — Il principe Alberto di Monaco ha inventato e presentato all’ accademia delle scienze,
nella seduta del 1.° luglio scorso, questo apparecchio che consiste in un recipiente di bronzo che
porta una reticella di seta e in cui sta chiusa una tela mobile; lo si fa discendere lungo un canapo
che porta alla profondità desiderata una sbarra di ferro nella quale urta 1’ apparecchio facendo sì
che si apra il recipiente; allora la tela si stende poco a poco, e, quando è completamente distesa,
si lascia cadere lungo il canapo un pesante anello metallico, che chiude la rete principale dello
apparecchio. Fatto questo sì può tirar su il congegno senza che vi sia alcun pericolo di deteriora-
mento o di perdita dei prodotti raccolti.
Sorgente di petrolio a Montachino (Piacenza). Nello scorso agosto, nelle proprietà del
conte Marazzani a Montachino, comune di Gropparello, nella provincia di Piacenza, venne scoperta
una sorgente di petrolio.
I pozzi scavati sono tre e la loro profondità è di m. 270. La profondità del liquido minerale è
di m, 1,13.
Tutti e tre i pozzi un circa seimila litri al giorno.
Questo non essendo atto alla combustione stante la troppa forza di cui è dotato, viene spedito
a Parma per la separazione della benzina dall’ olio minerale.
Con questa sorgente la Società inglese appaltatrice dei lavori, ha una rendita assicurata di
7 mila lire al giorno, mentre il canone che essa paga ai Marazzani, proprietari dei terreni, è ap-
pena di 8 mila lire annue.
Il contratto di appalto fu stipulato nel 1835 per la durata di 99 anni, In questi 54 anni tra-
‘ scorsi la società appaltatrice spese oltre 890 mila lire in lavori di scandaglio senza trovare mai nulla.
Ora se la sorgente, come si assicura, manterrà sempre la stessa intensità, in quattro solì mesi
la società potra venire al coperto di tutte le spese sostenute în mezzo secolo,
(Boll. pag. 127) 255
La grotta di Aletsch. Nel ghiacciaio di Alestch, in Svizzera, è stata scoperta una grotta
di ghiaccio, la quale ha un'apertura simile a quella d’un tunnel ferroviario.
Internamente è formata a cupola; ha una larghezza di 30 metri, ed è altrettanto lunga ed alta.
Le pareti trasparenti sembrano di colore azzurro, Mose una cascata d’ acqua, che si trova nel
fondo, sembra di color rosa.
L'effetto di questa grotta naturale di nes è magnifico.
Meteorite trovato a cinque metri sotto il suolo. Una scoperta di questa sorte è assai
rara, sebbene non nuova. Infatti nel 1886 Gurlt, di Bonn, indicò la scoperta di un meteorite olo-
siderio nella lignite, detta terziaria, di Wolfsegg a Salzboùrg; e tale scoperta diede luogo a molte
discussioni. Ora il fatto seguente, narrato da Daubrée, di competenza indiscutibile, è degno di nota.
Scavando un pozzo ad Haniel-el-Baguel nel deserto al ‘sud dell’ Algeria, è stato trovato un
meteorite a cinque metri sotto il suolo fra ghiaia e sassi. Questo è del pari olosiderio, coperto dì
una crosta, e mostra molte cupole. Ha caratteri tutti dei meteoriti e la sua caduta deve essere di
data molto antica. Daubrée lo ritiene dell’ epoca quaternaria. (Progresso di Torino),
NOTIZIARIO
N
Uno dei più colossali alberi dovrebb’ esser certo una Wellingtonia (Sequoia) gigantea
scoperta negli ultimi tempi in California presso le sorgenti del Kameah R. Essa misura, all'altezza
di 15 m. da terra, 53 m. di circonferenza. [Humboldt].
Lo Zool. Anz. (1), la chiave scientifica e bibliografica della zoologia recente, anche quest'anno
citò la nostra Rivista (N.° 31 p. 351) e alcuni lavori in essa stampati, p. e. le note su L'alto |
Vallespir (N.° 313, pag. 396). i 0,
Tre milioni di lire sono stati lasciati dal principe Valsavoia a Catania sua città natale, per i
la fondazione di istituti destinati al miglioramento dell’ agricoltura nella provincia catanese.
Tartuca colossale. Dicesi che da alcuni pescatori italiani sia stata presa a circa 2 miglia
dalle spiagge di Spanishtown (New York) una tartaruga del peso di duemila libbre, e delle dimen- ‘
‘sioni di 9 piedi in lunghezza e 5 în larshezza.
Mostra agraria e concorso circondariale agrario e d’ industrie, arti e me-
stieri in Orvieto. Abbiamo ricevuto il programma regolamento di questa mostra e concorso, che
avranno luogo in Orvieto nel Maggio-Giugno 1890, in occasione del VI centenario della fondazione
del magnifico duomo locale. Gli interessati possono richiedere detto Programma ‘alla presidenza della
commissione ordinatrice, in Orvieto.
Piscicultura. Nella prima notte di pesca a Comacchio, si pescarono 75 mila chilogrammi di
anguille. i ;
Cattedre vacanti. Professore straord. d' Igiene nelle RR. Università di Genova e lens
Scade il 21 decembre. ;
Professore straord. di Patologia speciale e chimica medica veterinaria, nella R. Università di
Modena. Scade il 15 Novembre.
Professore straordinario di agricoltura nella R. scuola superiore di agricoltura in Milano. Sti-
pendio L. 3,500. Scade il 15 Novembre. .
Nespolo gigantesco. In un podere del Sig. Cav. Antonelli Mon presso Catania, esiste un
nespolo del Giappone alto 15 metri, con 14 metri di diametro della chioma, il tronco ha 85 centim.
‘di circonferenza. La pianta ha 45 anni di età ed ha prodotto fino a 12 quintali di nespole all'anno.
(1) Zoologischer Anzeige» (Anno XII), redatto dal Prof. 7. Vietorus Carus in Lipsia, Editore W. Engelmann, Lipsia.
Rivista bimensile. Annualmente Marchi 15,
O
to Cha Li x 3 Di
256 (Boll. pag. 128) "RA
Esposizioni. Una esposizione internazionale di agricoltura ed economia forestale avrà luogo
in Vienna dal 15 maggio al lo ottobre 1890.
A Milano si prepara una esposizione nazionale di orticoltura e fioricoltura pereil prossimo
maggio.
Scuola agraria di Scandicci presso Firenze. Il 7 novembre. p. v. avrà luogo la se-
conda sessione degli esami di ammissione a detta scuola. Le domande dovranno essere inviate alla
direzione entro il 81 ottobre.
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Catalogo N.° 36
GABINETTO DI STORIA NATURALE
LABORATORIO ZOOLOGICO-ZO0TOMICO TASSIDERMICO
diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI
Naturalista preparatore, premiato con 17 medaglie ‘e 19 diplomi
© SIENA — Piazza del Carmine, 28 (Via Baldassarre Peruzzi) — SIENA
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15 Novembre 1889
Anno IX
(Bollettito N. 12) N. 21-22
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, CToltivatore
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Lee
SOMMARTOGOEAEN2:50
Badanelli dott. prof. Dante: La Lignite del Termine (con fig.) pag. 257. È
Arrigoni degli Oddi E.: Notizie sopra un Ligurinus chloris ed una Alauda aryensis anomali
nel rostro (con fig.) pag. 260.
Cacciamali prof. G. B.: Il fenomeno del Carso a Fontana Liri, pag. 262. i
Un Turista e naturalista. L° alto Vallespir (cont.) pag. 265. i
Rivista bibliografica da pag. 266 a pag. 268. ;
SOMMARIO DEL N 2266468605
Coguilhat: Sacrifizi umani nei riti funebri e cannibalismo sul Congo (cont.) pag. 269.
Giachetti G. C. Colombicultura. (cont.) pag. 270.
Brogîi S. Tordo dorato, pag. 272.
Comunicazioni: Vivarium di Vienna Sen. Domanda M. Morici, pag. 274.
Notizie di caccia e note zoologiche: G. Arrighi — G. Moschella — Ninni — Brogî — Red.
pag. 276. 5
Insegnamenti pratici:
da pag. 276 a pag. 278.
Notiziario; da pag. 138 a pag. 280.’
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RIVISTA ITALTANA DI SCIENZE NATURALI 15 Norenlte
i 1889
ANNO IX
N.°21 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
Prof. Dott. DANTE BADANELLI
EPAbIGNERE DEL :TERMENE
NEL COMUNE DI CHIANNI (Pisa). ©
A cinque chilometri da Chianni, ridente paese delle Colline pisane, dalla
parte di mezzogiorno vi è il torrente Sferza che si getta nell’ Era affluente
, dell’ Arno. A pochi metri di distanza dalla via provinciale e precisamente dove
ha origine la così detta Val di Sterza si trova un deposito di lignite che è
stato in questi giorni soggetto dei miei studi.
Sulla sinistra della Sterza si ha una estensione di terreno assai grande
che s'innalza isolata a forma di collina, e dico isolata perchè mentre a sud è
bagnata dalla Sferza, a est scorre un torrentello detto il dotro di Lavaiano,
che sì continua a nord ed ovest col nome di dotro de Gulfi che girando dunque
tutto attorno va a gettarsi nella Sterza. Podere di Rivellino dicesi questa esten-
sione di terreno dalla parte di ponente ed è di proprietà del Sig. Falcher; dalla
parte di levante è detta Podere del Termine estesa zona di terreno di proprietà
del Sig. Francesco Rossi Ciampolini di Chianni. Vedi fig. annessa.
Dal lato geologico il terreno dove trovasi la lignite si riconosce facilmente
per un conglomerato miocenico e questo terreno trovandosi di nuovo ad ap-
parire nella opposta Val di Cecina fino a M. Guidi e Casale per Val di Trossa,
io credo col Savi, che vada a congiungersi col deposito pure miocenico ove
sono le escavazioni del celebre carbon fossile di M. Bamboli.
Nel letto di tutti i citati torrenti che circondano la località di cui parlo sì
trovano in quantità dei srossi blocchi di lignite, ma è specialmente nel letto
del botro di Lavaiano, che se ne trova in tanta quantità strappata dalle acque,
|. che io potei calcolare potersene caricare addirittura delle carra. È sulla riva
destra di esso botro, che il giacimento lienitifero affiora con una potenza assai
rilevante e dalla parte opposta ossia di est sotto il Termine nelle località del
Ghiaccio al domo, ghiaccio al domìno ecc. o per meglio farci intendere sulla
riva destra del botro de’ Gulfi che si vede di nuovo affiorare per escavazione
operata dal torrente, e da questa parte la qualità è assai migliore da stare a
| confronto senza esagerare col vero litantrace. — Benchè munito di un semplice
martello da Geologo potei osservare che ad ogni colpo sì poneva allo scoperto
| sempre lignite nei due punti opposti di affioramento, tantochè fui indotto a cre-
268.
dere e per questo e per l'enorme quantità che si trova in quei torrenti, che si
debba trattare di uno strato abbastanza potente. E tale lo credette nel 1873
la Società di Miniere del Manganese a Rivalto col mandarvi il De Marini per
trattar di comprare dette località, come pure il Vecchietti, il Catelani ed altri
molti ingegneri di miniere e professori di mineralogia. — E a dimostrare l’ab-
bondanza che ne abbiamo anche alla sola testata del filone-strato, all’ affiora-
mento, basta il dire che certo Quirino Fabbri operaio di Chianni ne levò col
solo piccone e ne portò a Pontedera più di 80 tonnellate, che servì in un molino
a vapore dando ottimi risultati. — Non dappertutto si presenta della stessa
qualità, ma in media ecco i risultati di antiche analisi che non ricordo da chi
e quando furono fatte, ma che certo risalgono ai tempi del Prof. Savi:
Carbone dal 38 al 40 070
Cenere 4, 10
Oggi però io posso assicurare averne trovate ‘qualità assai migliori spe-
cialmente dalla parte del Termine e che certo, come mi prometto di riparlarne
mancandomi qua i mezzi per fare una scrupolosa analisi, deve contenere mag-
gior quantità di carbone. — Quello che ho potuto constatare è che contiene
una gran quantità di bitume e quindi ha fiamma lunga. Non so capire come
mai i proprietarii non abbiano mai fatto dei saggi, delle trivellazioni per cono-
scere la potenza di questo filone strato, che dai due punti di affioramento ha
una direzione est-ovest; sembra però che il Sig. Ciampolini cominci ora ad
esser disposto che si facciano detti esperimenti.
Ripeto che dalle ultime analisi non solo, ma ancora dalle ottime qualità
in questi ultimi tempi trovate, la lignite del Termine non ha nulla da cedere,
almeno una buona parte del deposito, a qualunque altra lignite che sì trovi in
Italia, anzi ve ne sono dei blocchi che rappresentano un elevato grado di car-
bonizzazione, e lo ripeto rassomigliano un vero litantrace. Per lo chè quando
anche il deposito non avesse una grande potenza, io sostengo che sarebbe
sempre di una importanza molto ragguardevole e che ne converrebbe la estra=
zione. Tutto questo per la bontà della lignite specialmente dalla parte del ter-
mine, per la vicinanza alla via provinciale non distando che pochi metri, per
il terreno di facile lavorazione e finalmente per un. altro minerale importan=
tissimo, che sebbene possiamo dire per ora quasi sconosciuto, potrebbe avere in
seguito delle applicazioni: la Branchite. i
Nel 1847 il proprietario di M.!@ Vaso Salvatore Arevolo spagnolo, che aveva
anche il podere del Rivellino, per accertarsi sempre più della qualità e quan-
tità della lignite, faceva fare continue escavazioni. — Un giorno osservò nella
lignite dei filoncelli o meglio delle venuzze di un minerale bianco, ialino, a
frattura vitrea che inquinava in molti punti la lignite. Egli, il Sig. Arevolo, che
si dilettava anche a fare delle esperienze, ne raccolse una certa quantità, chè
tuttora facilmente si può separare dalla lignite, e portatolo a casa vide alla
fucina che si infiammava con la massima facilità. Lo mandò allora al Prof. Savì,
259
che datolo ad analizzare al Prof. Branchi, gli dette il nome di Branchite. È un
minerale che all'aspetto, così come anche oggi si trova, rassomiglia alla can-
fora e sì volatilizza al calore poco più alto dell’ atmosfera.
Nessuno poi se ne è più occupato, nè so che ne sia stato, di un pacco do-
nato dal Sig. Arevolo a Leopoldo II
So da buona fonte che il Prof. Orioli i nagnolo ne chiese un pacco al
Sie. Arevolo per portarla in Francia e là farla analizzare, che nulla o quasi
nulla disse la prima analisi e che il Sig. Arevolo gliela. negò non permettendo
che fosse portata via dalla Toscana.
Prima di terminare, un altra cosa degna di nota io ho ritrovato in quelle.
località. Dalla parte del botro di Lavaiano, del podere dunque del Rivellino si
trovano in grandissima quantità legni pietrificati ed in alcuni punti si vede
propriamente un passaggio di questi legni silicizzati alla conversione in lignite.
Si partono questi legni silicizzati come da un centro irradiante, che è in una
specie di acquastrino formato dallo stillare di una polla d’ acqua. E quì pure io
credo che si potrebbero fare degli studi interessanti, giacchè sempre il Sig. Are-
volo credendo che quell’ acqua avesse influenza sulla pietrificazione di quei legni
in compagnia dell’amico mio, l’ ottimo Sig. Federigo Bruni, volle fare una espe-
rienza, che lo stesso Sig. Bruni giorni sono mi raccontò.
Presero una testa col collo, di un galletto e la posero in quell’ acquastrinio
avendo cura di coprirla con dei sassi perchè le bestie non la danneggiassero.
Dopo circa un mese tornarono a rivederla e trovarono che il collo non solo
non si era decomposto, ma era intatto conservato e fresco come quando ve
lo posero, e che di più parte del becco e la cresta si erano addirittura pie-
trificati.
Per ora non mando che questi cenni riservandomi quanto prima a dare
più precisi ragguagli sulla lignite e sulla Branchite rendendo conto di nuove
analisi, come pure di quell'acqua alla quale sembra in gran parte doversi la
silicizzazione, la pietrificazione di quei legni che fanno passaggio alla lignite.
Podere del termine Podere del rivellino 5
I TI 0
ti
== a
PIIIICISIIRIAR
Botro de’ gulfi Botro di Lavaiano
L. L. L. Deposito di lisnite 5 M. M. Conglomerato miocenico.
Chianni (Pisa) 22 Agosto 1889 - BADANELLI,
OTT
IEEE n PRE RSI ARA SRO DI |
260
ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI
NO IZ:
sopra un LIGURINUS CHLORIS (L) ed una ALAUDA ARVENSIS (L)
ANOMALI NEL ROSTRO
(con cinque figure)
NDISNDLI
L’anomalia stranissima della quale vengo a discorrere si riscontra nel
rostro di un Ligurinus chloris colto nell'autunno 1886 nel Trentino e gentil-
mente donatomi dal mio amico Sîg. Enrico Sicher.
È un maschio perfettamente conservato e sviluppato che di certo oltrepassò
l’anno di età. i
All’ atto dell’ uccisione era molto grasso e nel suo ventricolo si Teli
semi di canape e di girasole nè ben triti, nè sminuzzati, ciò che devesi evi-
dentemente attribuire alla imperfetta conformazione del becco. La sua forma
è infatti irregolare ed assimetrica. La mascella tronca quasi dalla sua origine
si stende poco oltre l'apertura delle narici e misura in lunghezza 4 mm. (18 nel
normale); del dorso o colmo non esiste che il solo mesorinio, il quale è spicca-
tissimo ed alquanto rialzato. La ranfoteca è cornea e finisce in sostanza leg-
.germente cartilaginea, che occupa però uno spazio ristrettissimo. La mascella
termina troncata.
Ma ben più strana la forma della mandibola. Misura 15 mm., in ciò quasi
normale, mentre le gnatidi sono molto più ingrossate dell’ ordinario.
La gnatide destra ha il tomio molto rialzato per 7 mm. circa, ed è come
al solito discendente, dove però che verso l’ apice si dovrebbe troncare seguita
sempre eguale fino a 3 mm. da esso, e la si spezza ‘e finisce in un pungolo
dalla punta acutissima. Tale pungolo assume una forma più che saettiforme ,
bifida e, come si comprende, và del tutto perdendosi verso Ì' apice, riuscendo
iormato da tomî delle due gnatidi.
La gnatide sinistra quantunque un po' ingrossata s’ avvicina al normale, ìl
tomio è intero e discende gradatamente come al solito finchè termina nel pun-
golo. Il tomio in ambe le parti presenta il margine un po’ rientrante. La posi-
tura della intiera mandibola è alquanto sbilanciata perchè non è impiantata
giustamente. i
Investigare la causa di questa anomalia, lo credo inutile; la riterrei provocata
da un complesso di sfaldature o di rotture fattesi probabilmente quando il Ver-
done era ancora nidiaceo, giàcchè è presumibile che sarebbe morto se ciò fosse
avvenuto nello stato adulto o semi-adulto e secondariamente il becco non avreb-
be certo avuto nelle sue parti anomale uno sviluppo così deciso e così mar-.
cato. In ogni modo se questa anomalia non ha che poca importanza speciale in
ilo iti
MR SOA
ica)
261
riguardo a cause concrete, è curiosissima e straordinaria per segnalarla ed a
maggiore chiarezza vi unisco le figure.
Questo individuo si conserva nella mia collezione Crnitologica Italiana.
Da un branco di una ventina di individui, il 25 ottobre 1887 io uccisi que-
st’ Alauda arvensis. Linn. anomala, in una spianata davanti alla nostra Villa di
Cà Oddo presso Monselice. Ferita ad un’ ala essa mi visse in ischiavitù parec-
chi giorni, e osservai che per mangiare, s' appoggiava colla parte laterale della
testa sulla tavoletta prendendovi il cibo col bordo délle mascelle. In onta a
questa grave difficoltà era grassa e cicalava allegramente. L’anomalia si ri-
scontra nel becco. Quando se lo confronti con un becco normale si osserva la
lunghezza straordinaria della mandibola superiore e la piccolezza della inferiore.
La prima dalla sua base superiore misura 14 mm. mentre è di 9 nel normale,
è giustamente impiantata, alla metà della sua lunghezza si inarca leggermente
a sinistra. Colà, cioè nel punto ove avviene la diversione, vi è una piccola in-
taccatura biancastra che occupa la parte esterna ma che si estende anche nella
interna; ed è quì che sarebbe avvenuta la frattura. Verso all’ apice è più svi-
luppata la gnatide destra della sinistra, la punta si presenta ottusa. La man-
dibola inferiore misurata alla base è 0"010; mentre la normale è 0"015, non
è bene impiantata e termina all’ apice ottusa con una intaccatura alquanto
rialzata. Non pongo in dubbio che questa anomalia sia stata provocata da una
rottura del becco avvenuta durante l’ età giovanile dell’ allodola.
Quest’ individuo fa parte della mia collezione Ornitologica Italiana.
e
lid
i]
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE
Fis. 1. Ligurinus chloris (Linn.) maschio ad. (15 ottobre 1886 Trentino num. 438 del Cat.) becco
x veduto dal lato sinistro. Gr. nat.
Fi. 2. Id. becco veduto dal lato destro. sr. nat.
. Fre. 3. Id. becco veduto dalla parte superiore. ;
Fic 4, Alauda arvensis, Linn. maschio ad. (25 ottobre ì887 Monselice num. 711 del Cat.) becco
veduto in isbieco per vedere ambi i margini. Grandezza alquanto maggiore del vero.
Fig. 5. Id. becco visto per disotto per vedere lo spostamento della mandibola.
262
IL FENOMENO DEL CARSO
A
FONTANA LIRI
e,
Da Roccasecca - a metà circa della linea ferroviaria Napoli Roma - si.
stacca un breve tronco di ferrovia, non giungente che ad Arce, ma che tra
breve continuerà per Fontana, Arpino, Isola e Sora, per poi proseguire - sem-
pre risalendo il corso del Liri - fino ad Avezzano.
Chi dalla stazione di Arce percorre la strada carrozzabile per Arpino, dopo
due chilometri e mezzo circa, giunge in vista del paesello di Fontana: volgendo
allora a destra il suo sguardo, vedrà ergersi, a Sud del nominato paesello e
parallelamente alla strada - che quì va da S. a N., col Liri a sinistra - una
collina di nuda roccia calcarea ed alta 430 m. sul livello del mare (280 m. sulla
strada). Questa elevazione è chiamata « Colle Le Cese, » ed è, come dissi, spo-
glia di vegetazione e costituita interamente dalla solita calcarea ippuritica (epoca
cretacea) frequentissima nell’ Appennino. A metà circa della lunghezza di questa
collina, ed a due terzi della sua altezza dalla strada, si scorge distintamente un
cavo circolare, che dai semplici abitanti di quei dintorni è nomato « la fossa
del monte », mentre da chi crede saperne di più, viene gabellato per il cratere
di un vulcano spento (1).
Ricordo quì per incidenza come io abbia dovuto sostener discussioni con
molte persone, le quali, convinte si trattasse proprio d’ un vulcano, con vero
rammarico dovettero, o mostrarono ricredersi dalla loro fallace persuasione.
Un vulcano avrebbe forma conica - il suo cratere sarebbe sulla vetta e non
sul pendio - la roccia sarebbe vulcanica e non calcarea - ecc. ece.: tutto que-
sto è chiaro per chi possiede i primi rudimenti della geologia, ma non per chi
si ostina in un pregiudizio; a generare il quale, oltre alla naturale tendenza
dell’uomo a vedere il meraviglioso anche nei fatti più semplici, avrà pure
(1) A proposito di ciò, mi sovviene come Eliseo Reclus nella sua « Storia di un ruscello »
parlando di un supposto terremoto avvenuto in un ipotetico villaggio, dica: « I danni di quel ter-
remoto furono per molto tempo il tema di lunghi discorsi fra î sapienti e fra gli ignoranti del —
villaggio. Gli uni parlavano vagamente di un gran mare di fuoco che riempie la terra, e sapevano
di sicuro che una tempesta ne aveva agitate le onde; altri la pretendevano ‘addirittura a profeti,
annunziavano che un vulcano doveva comparire fra poco, nelle vicinanze e che si sarebbe veduto
spalancarsi un enorme cratere; coloro poi, ed erano molti, che nulla sapevano del fuoco centrale
e non avevano mai veduto nè crateri, nè fiumi di lava, nè altro fenomeno consimile, supponevano
non so quale relazione fra il terremoto e un gruppo di sorgenti saline e gessose che scaturiscono
in una valletta al piede di una costa sassosa, avendo notato che, dopo l'imponente fenomeno che
li avea atterriti tutti, quelle fonti aveano data un’ acqua fangosa e gialliccia; e questi villici avevano
per avventura ragione. » "
265
contribuito la fortuita coincidenza d'una sorgente d’acqua sulfurea alla base,
e precisamente a S O del colle, vicinissimo alla strada. Evvi infatti colà un
piccolo laghetto, formato da numerose ed abbondanti sorgenti, di cui una fer-
ruginosa, ed un’ altra sulfurea, che tramanda, talvolta anche a discreta distan-
za, l'odore caratteristico dell'acido solfidrico. Questo laghetto versa le sue acque
nel Rio Ermucci, il quale sbocca nel Liri poco sopra Arce.
Ma, vedi caso, nel mentre le altre sorgenti possono avere una relazione
col preteso vulcano - ed infatti mi si assicura che dei galleggianti gettati in
‘quel foro si videro uscire al laghetto -la sorgente sulfurea non vi ha proprio
relazione di sorta, sgorgando essa dalla parte opposta alla montagna, attra-
verso ghiaia alluvionale, sui cui ciottoli lascia un deposito bianco-giallognolo
di zolfo (1).
La nostra « fossa del monte » è un bellissimo esempio di quel fatto geo-
fisico noto ai geologi sotto il nome tedesco di Xarstphdinomen, ossia fenomeno
del Carso, perchè incontrasi di sovente nelle montagne del Carso, dove fu dot-
tamente illustrato da distinti scienziati.
Oggi dalla generalità del geologi si ritiene che queste buche, così frequenti
nei calcari e nelle dolomie, si sieno originate per crollamento della volta di
grotte sotterranee preesistenti, opinione già emessa dal Savi per le cavità dei
Monti Pisani, e validamente sostenuta dal Tietze (2) per quelle dei Monti del
Carso, e dal Tuccimei (3) per quelle dei Monti Sabini. i
Ed un'ispezione alla « fossa del monte » di Fontana Liri viene a dare una
splendida conferma a tale ipotesi: è dessa infatti un foro pressochè circolare,
del diametro di circa 10 metri, sotto al quale si apre una cavità di diametro
assai maggiore. i
Il labbro di questa bocca, alquanto ricoperto da vegetazione, è piuttosto
assottigliato anteriormente e posteriormente (per chi si affaccia alla fossa ve-
nendo dal piede della montagna); mentre ai due lati destro e sinistro esso si
mostra dello spessore di circa 5 metri, e come se fosse stato tagliato a picco
in epoca recente. i
La sottostante caverna presenta sulla sua volta numerose stallatiti, sarà .
profonda circa 25 metri, ed il suo fondo è ingombro di materiale detritico; mi
si assicura che gli abitanti del luogo, coll’aiuto di corde, vi discendano per dar
la caccia ai colombi selvatici che ivi nidificano, e che dal basso guardando in
sù si prova l'impressione che s’ avrebbe stando in un gran camerone avente
una sola piccola apertura al sommo della sua volta.
Ma non è qui tutto: in questo fondo si aprono, con forte inclinazione, due
(1) Se queste sorgenti si trovassero in tutt’ altro paese, qui sarebbe già da tempo sorto uno
stabilimento idroterapico.
(2) Zur geologie der Karserscheinungen. Jahrb. der k. & geol. Reichs., N. 4, Wien, 1880.
(3) Considerazioni sopra il Karstphéinomen dei ‘Monti Sabini. La Rassegna Italiana, Roma,
aprile, 1886.
264.
gallerie, una delle quali scende ad ovest, cioè verso la base del monte, e l’al-
tra scende a nord, cioè sotto la montagna stessa; gettando dei sassi nell’ una
o nell’ altra di queste diramazioni, se ne ode il rumore per circa 10 minuti
secondi.
Questa sommaria descrizione basta per farci comprendere quale sia stata
la genesi della « fossa del monte » di Fontana Liri: primitivamente le acque
circolanti nel sottosuolo hanno, colla loro azione meccanica, fisica e chimica,
asportato il calcare producendo delle cavità sotterranee, incrostate poscia di
stallatiti; e ne fan prova le sorgenti che tutt'ora spicciano alla base del mon-
te; - indi una causa qualunque, per esempio un terremoto, ha fatto serepolare
e quindi cadere il piccolo diaframma roccioso che costituiva la volta di quelle
cavità; e ne fa prova lo stato dell’ orlo che, come dissi, DEE. ancora a de-
stra ed a sinistra la freschezza della frattura.
Se poi il: masso, o meglio i massi caduti dall’ alto più non si mostrano sul
fondo della caverna, ciò altro non significa se non che essi furono trascinati
nelle più profonde sue diramazioni, o furono ricoperti dai detriti della monta-
gna, che le acque piovane travolsero nel foro.
AGPIRIERNCDIIGIE
Dalle pubblicazioni che ho potuto consultare su analoghi fenomeni geofisici
che si osservano in Italia e fuori, credo che questi si possano ridurre ai se-
guenti tre tipi, tutti riscontrabili nel bacino del Liri:
1° Tipo a caverna, come sarebbe la « fossa del monte » di Fontana Liri,
da me ora fatta nota e descritta.
2° Tipo a cilindro, come sarebbe, nel bacino del Liri, il « pozzo Santullo »
di Collepardo, sopra Alatri, in circondario di Frosinone, del quale hanno scritto
l’abate Domenico Santucci, il Ponzi (1), l'ing. Giuseppe Verzili (2), Filippo Apol-
loni (3) ed il prof. Tuccimei (4).
3.0 Tipo ad imbuto, il più frequente, come sarebbero , pel nostro bacino,
quelle conche od avvallamenti circolari che si trovano nel territorio di Alvito,
‘in circondario di Sora, e che furono ricordati, credo, dal solo Marinoni (5):
sono dessi vasti imbuti, smaltitoi d’ acqua, simili a crateri scavati nella calca-
rea cretacea, e chiamati Fossa lisa, Fossa majura e Fossa livora.
Arpino, Settembre 1889.
Prof. G. B. CACCIAMALI.
(1) Sopra la grotta di Collepardo. Atti dell’ Acc. pontif. dei N. Lincei, Roma, 1855.
(2) Miniera d'oro presso Collepardo. Giornale IZ Buonarroti, Roma, 1877.
(3) Ascensione del M. Passeggio, ed escursione alle abazie di Trisulti e Casamari. Annuario
1887 della sez. di Roma del C. A. I
(4) Sopra le cavità naturali dei Monti Sabini. Att? del?" Acc. Pontif. dei N. Lincei, Roma 1886.
(5) Il terremoto del circondario Sorano nel luglio 1873. Annali Stas. agr., Caserta, 1873.
265
L'ALTO VALLESPIR
NOTE DI UN TURISTA E NATURALISTA
(continuazione)
V.° Le caverne dei dintorni de La Preste - Paleontologia - Mineralogia.
L’incostanza del tempo non permettendoci di intraprendere lunghe escur-
sioni, ci occupammo a visitare i dintorni de La Preste, e le sue caverne.
Tre roccie dominano nella costituzione geologica di questa regione: un
granito povero di mica, ricco in feldispato e quarzo, con filoni metalliferi; e
due roccie sedimentarie: il calcare, che senza dubbio sotto le azioni delle roc-
cie eruttive e dei terremoti, ha subìte numerose dislocazioni, producendo delle
fenditure e crepacci, dal che il cambiamento di struttura di questa roccia, cam-
biamento rimarcatissimo in più punti (metamorfosi del calcare composto in cal-
care saccaroide....) e la formazione delle numerose caverne di questo deposito;
infine lo schisto, di vario colore e consistenza, che forma dei banchi importanti
all’est ed al sud dello stabilimento.
La prima caverna che visitammo, la grotta di S. Marie, a qualche minuto
dalle terme, fù scoperta da dei minatori che esploravano un filone di rame. Si
percorre prima la galleria fatta dai minatori stessi e dove un minerale molto
ricco si mostra in più punti. Questa galleria si arresta ben presto e brusca-
mente, limitata da un abisso nel quale si scende con delle scale. Seguendo
ancora uno stretto passo naturale, dove la direzione generale è orientata, come
avviene il più sovente, seguendo quella del meridiano magnetico, si giunge
nella principale escavazione. L'insieme bizzarro delle stallattiti e stallammiti
danno a questa grotta un certo aspetto di chiesa: là sembra vedere delle
canne d’ organo; qui giganteschi arazzi che fissati all’ alto della chiesa discen-
dono fino ai piedi dell’ osservatore, interrotti quà e là da dei colonnati e raf-
figuranti con le loro capricciose riprese a festoni, delle nicchie che sembrano
attendere un busto o una statua. Vi raccolsi qualche bel campione di calce
carbonata lamellare.
Molto vicino a questa grotta, e forse comunicante con essa, se ne trova
un’ altra meno spaziosa, formata da molte piccole sale, comunicanti fra loro per
delle strette fessure, e. dove si possono vedere pure belle stallattiti.
Citerò infine una caverna ove non vengono mai condotti i curiosi e che
credo insufficientemente esplorata, non avendomi nessuno potuto dare su di essa
notizie precise. È situata a 300 m. appena al sud dello stabilimento; mi ei
sono qualche poco avventurato ma vi era tropp acqua e tutto quello che posso
dire si è che mi è sembrata molto spaziosa. L'esame delle gallerie di parecchie
266
altre caverne di questi dintorni, mi ha condotto a pensare che esse si frovino
in comunicazione con la prima, in modo che un vasto laberinto esisterebbe nel
seno del banco di calcare che contiene tutti questi crepacci.
All’ entrata di quest’ ultima caverna trovai qualche piccolo osso fossile che
sembra della faccia di un animale del genere Canis o Meles. Nessun dubbio
per me che accurate ricerche porterebbero alla scoperta di altri fossili nel suolo
di questa entrata.
Per la parte mineraria ho visitate parecchie gallerie abbandonate, da dove
è stato estratto del ferro, e soprattutto del rame, ed un poco anche oro misto
al rame nella miniera di Costabona, e mi sono convinto che in nessun luogo
l’escavazione è cessata per causa della estinzione dei filoni, ma solo per la dif-
ficoltà dei trasporti, per cui ritengo che ora che la strada ferrata è prossima, che
buone strade vi sono costruite, niente si oppone alla ripresa del lavoro.
Per terminare l’ esposizione sommaria della natura di questo suolo, non mi
resta più che enumerare i principali minerali che vi ho raccolti nelle diverse
escursioni.
Essi sono: Mispichel, su di una montagna in faccia alle terme; Bismuto
presso la strada termale nelle vicinanze immediate dello stabilimento; qualche
esemplare di Solfuro di ferro, Solfuro di rame e Azurrite , nei giacimenti.
di ferro e di rame; Granati gialli e rossi, presso la miniera di Costabona;
Spato d’Isanda disseminato quà e là; Calcare saccaroidro nel granito e qualche
volta fra due lamine di schisto; Agata bianca e bluastra; Serpentina, Gneis,
Stîenite ecc. ecc.
(Continua)
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L’amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
STADERINI dott. CARLO. Sugli effetti anestetici del veleno del rospo nel-
l'occhio (Est. Annali di Ottalmologia anno XVII fase. 5). Per quanto sia molto antica la cono-
scenza che la secrezione di alcune glandule cutanee del rospo, avesse un potere tossico, pure poco
sì è studiato su questo veleno e sui suoi effetti. L’ egregio dottore Staderini, specialista per le ma-
| lattie degli occhi, capitatogli il caso di una donna che, per aver preso con un paio di forbici un
rospo, gli aveva spremute le glandole velenose e una parte del veleno le era schizzato nell'occhio
sinistro producendogli inconvenienti per i quali era ricorsa dal medico, si diede a studiare ] azione
e gli effetti prodotti da questa sostanza tossica negli occhi, prima di alcuni animali e poi su que-
gli dell’uomo. Ciò che sopra a tutto fermò la sua attenzione e che non era ancora stato notato da
altri, fu l’effetto anestetico potente e di lunga durata (4 a 5 ore) che produceva nella cornea, LIU
modo che essa poteva essere traforata a tutto spessore da uno spillo, o incisa da uno strumento
tagliente senza che l’ animale accennasse di provare il più piccolo dolore; anche la congiuntiva sì
dimostrava insensibile ma meno completamente che la cornea. Nò qui si arrestarono le esperienze
dell’ egregio autore, poichè volle pure accertarsi se questo veleno produceva gli stessi effetti in altre di
MARS Lo. SPP, N!
267
muccose e lo provò con effetto nella propria lingua. Anche facendone una iniezione sottucutanea
in vari cani l'anestesia fu-completa per un raggio di circa 2 centimetri e mezzo.
Con un centig. di veleno essiccato, per ogni chilog. di peso dell’animale, iniettato sotto la cute
di alcuni cani, ottenne fenomeni così gravi di avvelenamento da determinare la morte in 20 minuti.
In questa memoria fa pure la storia di quanto è stato pubblicato su questo argomento, dà
minuti ragguagli delle esperienze proprie, e fa il paragone di questo anestetico con altri già
conosciuti.
RIGGIO dott. G. Alcune notizie sui progressi attuali dell’ entomologia in Si-
cilia; considerazioni sull’ ordine degli Ortotteri e scoperta di alquante specie
nuove di questo ordine in Sicilia. Da alcuni anni si è destato in Sicilia l’amore alle
studio della fauna locale e specialmente giovani abili e volenterosi come l’ egregio autore e non
pochi altri, si son dedicati allo studio degli insetti dell’isola. Bastano a far fede di ciò i pregevo-
lissimi lavori pubblicati nel periodico Il Naturalista Siciliano. L'autore divide questa sua memo-
ria, letta alla R. accademia di scienze e lettere di Palermo, in 3 parti: Nella prima parla dell'En-
tomologia siciliana in generale, nella seconda tratta degli Ortotteri in particolare, e nella terza.
passa in rassegna le ben 15 nuove specie di questo ordine, scoperte ultimamente dall’autore stesso
în Sicilia, e delle quali una completamente nuova per la scienza; la GryModes Brunneri, Riggio.
RIGGIO dott. G. Appunti e note di ortotterologia siciliana. IV. Sopra due Lo-
custarii nuovi per la Sicilia. Trattasi dell’ Ephippigera latipennis. Fischer e Leptophyes
punctatissima, Basc.
RIGGIO dott. G. Materiali per una fauna entomologica dell isola d' Ustica.
Seconda contribuzione. Annunziammo la prima contribuzione nel fase. 2 del 1886. In questa
seconda contribuzione figurano 86 specie di coleotteri : 57 di Imenotteri fra cuiil n. gen e n. sp.
Sclerogibba crassifermorata e le n. sp. Menodontomerus usticensis, e Exocus lucidus; 11 di Lepi-
dotteri; 15 di Ditteri; 75 di Rincoti; 2 di Neurotteri; 3 di Pseudoneurotteri; 16 di Ortotteri.
PALUMBO AUGUSTO. Entomologia agraria. Antocophora signata Kirsch. Descritto
questo coleottero speciale della Sicilia e che colà arreca gravi danni ai cocomeried ai poponi, in-
dica il modo di allontanarlo dalle piante e che consiste nello spargere sul terreno e anche sotto i
rami delle piante infeste una grande quantità di strisce di carta bene inbevute di quel bleck o bi-
tume o catrame che a ben mite prezzo si può avere alle officine di gaz illuminante.
GADEAU DE KERVILLE HENRI. Les animaux et les végétaux lumineux. È
un libro molto interessante tanto per gli studiosi che per gli amatori. I molti animali ed i pochi
vegetali dotati di proprietà luminose hanno fin dall’ antico attirata 1° attenzione dei curiosi e degli
scienziati ed un gran numero di ricerche e di notizie sono state pubblicate in proposito, ma sparse
principalmente in una grande quantità di memorie e di note.
x
Un utile servigio per la scienza e per la sua volgarizzazione è stato adunque la pubblicazione
di questo libro il cui autore, in oltre 300 pagine svolge maestrevolmente i seguenti capitoli:
I Introduction. - II. Résumé historique. - III. Thallophytes, Muscinées et Phanérogames. - IV. Protozoaires. -
V. Coelentérés. - VI, Èchinodermes. - VII. Vers. - VIII. Articulés, - IX, Mollusques. - X. Molluscoides. - XI. Tuni-
ciers. - X1I. Vertébrés. - XIII. Anatomie et physiologie des parties phatogènes, et phénomène de la luminosité en
elle-méme, chez les végétaux et les animaux. - XIV. Philosophie naturelle, - XV. Usages de la. lumière emise par.
le étres vivants. - XVI. Conclusions principales.
Questo volume forma parte della presevole Bibliothèque scientifique contemporaine che va pub-
blicando la stimata libreria editrice J. B. Badlliére et fils di Parigi (Rue Hautefeuille 19). È adorno
di molte figure e costa L. 3, 50.
Parona C. F. Studio silonozganc della fauna raibliana di onbatia Pavia 1889 con a
tavole).
Johnston-Lavis H. I. Il pozzo artesiano di Ponticelli (Napoli) (Rend. Ace. Sc. fi e m. Na- A
poli. L. 2.* vol. III fasc. 6.° 1889).
SAPPA prof. MERCURINO. I Colombi Reggiani - Le Piche Danesi. L’ appassio-
J
268
nato colombicultore Barone Sappa di Mondovi, ha pubblicato un elegantissimo fascicolo nel quale
ha descritto il piccione Cravattato italiano o Reggianino (C. Laciniosa o C. Turbita), tanto bello
ed altrettanto trascurato dai nostri allevatori, e le sue varietà: Il Rondone, il Petto d’oro, il Pe-
stellino, il Lattato.
Si occupa quindi e descrive altri colombi che egli chiama a ragione Piche danesi e che più
comunemente sono noti con il nome di Gazz inglesi. Una tavola con 5 figure in colori è unita
al fascicolo.
MASCARINI prof. ALESSANDRO. Antonio Orsini e le raccolte da lui la-
sciate. Parlato della vita e delle opere dell’ illustre naturalista senatore prof. Antonio Orsini,
l’ egregio autore si intrattiene sulle pregevoli collezioni di storia naturale dall’ Orsini lasciate în
Ascoli Piceno sua città natale, collezioni che ora a cura e spese del nipote cav. dott. Tranquilli,
formano il Museo Antonio Orsini, che è sotto la direzione del prof. Mascarini stesso.
MINUCCI FRANCESCO. Contabilità farmaceutica per gli ospedali civili. Il
sig. Minucci chimico-farmacista al manicomio di Siena, conoscendo essere la maggior parte delle
farmacie degli ospedali civili, priva di una regolare e ben tenuta contabilità, espone in questo
fascicolo un progetto d'impianto di tale contabilità, corredandolo dei diversi prospetti di registri,
quaderni da movimenti, amministrazioni ecc.
SALVADORI TOMMASO. Le ultime notizie intorno al Sirrattein Italia negli
anni 18883 e 39. Contiene le notizie conosciute dall’ egregio autore dopo la pubblicazione delle
altre sue due memorie su questo soggetto e che annunziammo a suo tempo. Buona parte di
queste notizie sono state ricavate da questo periodico, per cui son già conosciute dai nostri let-
tori, restano perciò per noi a notarsi solamente le seguenti: un Sirratte fu veduto a Campiglio
(Modenese) dal Sig. E. Amici il 4 o 5 maggio 88. Pure nel maggio 88 ne furono veduti 3 o 4 dal
sig. Tonini a Casinalbo (Modenese) e 4 nel distretto di Merano lungo il corso superiore dell’Adige.
Il 17 gennaio 1889, nel territorio di S. Stino di Livenza (prov. Venezia) fu da uh cane preso vivo
un Sirratte che tuttora è vivente presso il sig. Giulio A. Vascellari di detto luogo. 5 o 6 Sirratti
furono veduti presso Pola nell’ Istria nel marzo scorso.
L' egregio autore riporta l’ elenco generale dei Sirratti che a lui consta essere stati veduti in
Italia nel 1888 e 89. Essi sono 143 - 147 veduti, 51 catturati, e 17 conservati.
R. Accademia dei Fisiocritici di Siena. Atti Serie IV, v. I. fasc. 6-7, contiene, fra le
altre, le seguenti memorie :
CattANEO prof. CarLo. Sulla caloricità specifica delle soluzioni acquose dell’ acido solforoso
(con figura).
SrapERINI dott. RurILIo. Osservazioni anatomiche. Varietà anatomiche osservate in crani umani.
FicaLsi dott. EucENIo. Contribuzione alla conoscenza della Angeologia delle Scimmie.
SANARELLI dott. Giuseppe. Sull’infezione morvosa.
Ministero di agricoltura industria e commercio. Direzione generale dell'agricoltura.
Annali di agricoltura 1889. Il volume 168 contiene i resoconti delle tornate del maggio e
giugno 1889, del Consiglio di agricoltura. Nel volume 169 sono gli attî della commissione per lo
studio delle malattie degli animali rurali.
Ministero di agricoltura industria e commercio. Bollettino di notizie agrarie.
I fasc. dal 46 al 69 contengono oltre le comunicazioni ufficiali, le notizie sull'agricoltura italiana |
ed estera e lo stato sanitario del bestiame: Notizie approssimative sui raccolti delle leguminose, patate,
uva, castagne, fagioli, piselli, lenticchie, fave, veccie e agrumi, nel 1888. Notizie intorno ai prodotti
dei prati naturali nel 1887-88. Relazione sui forni economici, essiccatoi del granturco e cucine
economiche, nelle provincie colpite dalla pellagra. La vinificazione in Sicilia, rapporti.
Ministero di agricoltura ecc. Rivista meteorico agraria, dal 1.° agosto a tutto ok
tobre (Bollettini Ni 22 a 30).
S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri
3 EZOI
RR TE LT RT RT e, TE N E E
Avo IX RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 15 Novembre
N° 22 u
Boll. N. 12 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
SACRIFIZI UMANI NEI RITI FUNEBRI E CANNIBALISMO: SUL: CONGO
(continuazione)
—______—-=—o——__
(Tra i Bangala).
ll 17 giugno all’albeggiare, udimmo sull’altra riva il rumore della battaglia.
Mobunga veniva assalito. A mezzogiorno cominciarono a tornare le piroghe.
La battaglia era stata una sorpresa vittoriosa, e i morti edi prigionieri erano
a bordo. In un canotto, che toccò terra in molta prossimità della Stazione, vidi
un corpo decapitato e in altri parti mutilato. In quello stesso momento un’altra
imbarcazione si accostò al canotto, ed un uomo che stava in essa saltò in quello,
rapidamente troncò un braccio al cadavere e lo portò via ridendo. Alle due il
morto ed i prigionieri catturati durante la lotta furono macellati sulla riva e
divisi trà i Bangala. Vedemmo alcuni di questi passare innanzi a noi col loro
pezzo di carne bene involtato in una foglia di banano, ed i miei uomini non
poterono astenersi dall’emettere grida di orrore.
Nella serata vi fù gran danza e festino.
La prova del cannibalismo dei nostri vicini è oramai certa; ma sarebbe
inefficace e inopportuno il tentare di distoglierli da tali pratiche in questo pe-
riodo iniziale.
Mongonga, Capo di Mongwélé, ha comperato a Bolambo un nativo dell’Trebu,
ch’era stato sorpreso in flagrante colpa con una donna maritata del luogo. A
colpi di clava gli ha rotto le braccia e le gambe per mangiarlo domani. Questo
disgraziato è oramai perduto, ed è inutile il salvarlo. Tuttavia siccome Mongonga
ha un trattato con me, gli ho fatto sapere che se egli ucciderà lo schiavo gli
toglierò la pensione mensile. S
Mongonga ha tenuta immersa tuita la notte la vittima, ancor viva, nel
fiume, con la sola testa fuori dell’acqua, allo scopo di levare poi più facilmente
l'epidermide nera; il che ha fatto al levare del sole, dopo la decapitazione.
Quanto al corpo, lo hanno macellato e messo in marmitta insieme ad alcuni
. quarti di capra, olio di palma e sale. Furono cotte grandi quantità di chikewanga
e provvedute venti giare di birra di canna. Alcuni amici erano stati invitati,
e tra questi Longenga, Capo dei Mokolengila. i
"À
270 (Bollettino pag. 130)
-
Il festino è stato magnifico. Verso le cinque i convitati s'imbarcano sopra
una grande piroga, al centro della quale era stato posto un enorme vaso con
‘entro la restante metà dell’uomo cucinato. Si tratta di recarsi a continuare la
festa presso Longenga, che ha raccolta molta birra. La piroga passa davanti
alla Stazione, e tutti a bordo cantano al suono del tamburo. Mongonga, che
desidera di parlare con qualcuno, dirige l'imbarcazione verso il mio molo. Ma
ciò superando ogni tollerabile limite, io gli intimo di allontanarsi; esprimendo
tutto il mio orrore pel suo cannibalismo. Il Capo di Mongwélé, ingenuamente
sorpreso, continua ad avvicinarsi e grida: « Voi scherzate, non è vero? » « Io
chiamo gli Aussa (gli replico) e ti faccio prendere di mira coi fucili. » Allora
soltanto il negro crede alla mia repugnanza, ma non riesce a comprenderla.
— « Perchè (egli dice ai suoi amici) l’uomo bianco se la prende con me? Quando
egli uccide una capra, io non me ne immischio. Quest'uomo che ho ucciso, era
mio: non l’ho nè rubato, nè catturato, ma l’ho comprato in cambio di bella stoffa! »
La piroga s’allontana: i canti sono cessati. Impiegare adesso tra i Bangala
la forza contro il cannibalismo, sarebbe inefficace ed assurdo quanto il servirsene
all’ Equatore ed altrove contro la pratica dei sacrifizi umani e contro tutto ciò
che è nel fondo stesso dei costumi del paese. Forse potremmo in un raggio di
cinque leghe al massimo allontanare gli antropofagi, ma allora la Stazione,
restando isolata, non avrebbe più sopra di essi veruna azione. Soltanto una lenta
e graduale educazione potrà far dimenticare -questi costumi, dei quali i negri .
neppure sospettano la enorme mostruosità. I Bangala che serviranno sotto i
nostri ordini rinunzieranno da loro stessi a tali abitudini, e a poco a poco la
conversione si estenderà.
Il cannibalismo regna presso tutti i popoli Bangala e presso i N° Gombé.
Mi assicurarono che è in uso sul Mantoumba, il Loulongo, l'Oubangi, (1) il N' Ghiri
il Mongala, e lungo il Congo al disopra dell’ Equatore. Binnie mi ha detto che
si pratica pure alle Stanley Falss.
(continua).
Cap. COQUILHAT.
(1) Per l’Oubangi lo conferma il Vangele che. ne ha esplorato il corso, e che scrive: « Il canni-
balismo esiste al più alto grado su tutto il fiume ed i suoi affluenti. Ho visto case circondate da file
di crani per la lunghezza di 25 metri. — Durante tutto il viaggio non mi è stato possibile liberare
neppur uno dei disgraziati destinati a servire di pasto, e ciò nonostante ricche offerte, — È carne,
mi si rispondeva, e noi non la vendiamo — È caratteristica la somiglianza dei nomi per designare
l’uomo destinato alla macelleria e la capra. Moboli è l’uomo Mboli la capra. I viveri sono cari ..
+ + | talvolta non si vendono che i polli; le capre, mi dissero, sono carze, ed una volta come prezzo
di una capra mi chiesero uno dei miei uomini. » (Ved. VANGELE, L’ Exploration de l’ Qubangi-Doua
Koyou, in Bull. Societé Royale Belge de Geographie, 1889. i
(Boll. pag. 131) 271
COPOMBIEUETURA" 3
Riproduzione vietata
CAPITOLO VII. ul
I piccioni domestici — Delle razze e varietà osservate e descritte dagli antichi
— Preesistenza delle razze principali all’ era medioevale — Enumerazione e
classificazione delle razze dei piccioni domestici secondo diversi autori.
(Continuazione)
Una classificazione che ha veramente del buono è quella del Dott. Edoardo
Baldamus. ‘(Zustrirtes Handbuch der Federviehzucht IL Band : Die Tauben
und das tbrige Ziergefligel).
Egli forma due grandi divisioni; i colombi che distinguonsi per la colora-
zione della livrea, ed i colombi in cui prevalgono le qualità delle forme. i
La prima divisione è suddivisa in due sezioni; i colombi a colorazione uni- Pa
forme e i colombi a colorazione variegata.
Nella prima sezione figurano due gruppi; il gruppo dei colombi di un sol
colore, ed il gruppo dei colombi a più colori. Nella seconda sezione figurano
otto gruppi cioè : colombi dal collare, dalla maschera, dalla chierica, monaci,
.dal petto colorato, alati, clipeati, dimezzati.
La seconda divisione ha una sola sezione suddivisa in dieci gruppi, cioè:
colombi erestati o col ciuffo, chiomati o cappuccini, increspati o cravattati, ar-
ricciati, sericei, pavoni, brevicodati, a dorso concavo, gozzuti, e verrucosi.
Il gruppo ottavo viene nuovamente diviso in due sottogruppi, cioè in tri-
ganini e volteggiatori; ed il gruppo decimo in tre sottogruppi: fortirostri,
| conirostri e curvirostri.
Alla classificazione del Dott. Baldamus si associa l’ esregio Prof. Paolo Bo-
nizzi, adottandola nel suo manuale di colombicultura. — (7 colombi domestici
e la colombicultura).
La classificazione di Gustavo Priitz è senza dubbio la più razionale e la
| più scientifica. La bellissima opera (Mustertauben-Buch) venne pubblicata ad
Amburgo nell’anno 1887 dal Richter ed è arricchita da stupende tavole cro-
molitografiche disegnate dal vero, dal pittore Cristiano Fòrster uno dei migliori
artisti tedeschi.
Tutti i colombi domestici vengono dal Priitz divisi in cinque grandi gruppi.
Il primo gruppo « colombi pitturati » comprende venticinque razze ed al-
cune varietà. Il secondo gruppo « colombi cantori » non ha che tre razze. Il
terzo gruppo « colombi decorati » è diviso in cinque sezioni: 1.8 colombi cri-
nuti, 2.* colombi ricciuti, 3.2 colombi pavoni, 4.3 colombi parrucchi, 5.* colombi
cravattati. Ogni sezione ha un certo numero di razze e varietà.
Però, come ben si vede, il gruppo terzo è
è artificiale, avendovi l’ autore
272 (Boll. pag. 132)
compresa una collezione eterogenea di forme distinte, che non potevano trovar
posto in nessun altro sruppo.
Nel quarto gruppo « colombi caratterizzati dalla particolare struttura del
corpo » figurano tre sezioni: 1.* colombi brevicaudati con sette razze, 2.2 co-
lombi caruncolati con nove razze, 3.* colombi gozzuti con otto razze.
Il quinto gruppo « colombi volteggiatori o coditremoli » è diviso in sei
sezioni; 1.* volteggiatori longirostri a fronte piatta (tarso nudo) con sette razze,
2.2 volteggiatori longirostri a fronte piatta (tarso lanuginoso) 3. volteggiatori
conirostri a fronte piatta (tarso nudo) con otto razze, 4.4 volteggiatori conirostri
a fronte alta (tarso lanuginoso), 5.* volteggiatori brevirostri verrucosi a fronte
alta (tarso nudo o lanuginoso) con tre razze, 6.2 volteggiatori brevirostri-tenwi-
rostri a fronte alta (tarso nudo) con cinque razze.
*
Noi pure seguendo i consigli dell’ egregio amico Barone Mercurino Sappa
di Torino abbiamo tentato di classificare con un nuovo sistema tutte le razze
dei piccioni domestici conosciuti in Europa. Il lavoro è stato arduo e lungo,
imperocchè si trattava di fare una classificazione pratica e nello stesso tempo
scientifica, utile per gli studiosi, facile per i colombicultori, schiettamente ed
esclusivamente d/altana. i
Ci saremo riusciti? Lo giudicherà il lettore nel successivo capitolo.
(continua) ©.
TORDO DORATO O TORDO A SQUAME
CAPITATO NEI DINTORNI DI SIENA
SinonIMIA : = Oreocincla varia Gigl. — Turdus varius Pall. — Turdus aureus Hol. — Turdus
squamatus Boze. -- Oreoncincla aurea Bp.
Presso la Villa di Frosini, (1) in un bosco nel quale sono parecchi albatrelli
o corbezzoli (Arhitus Unedo Lin) fù la mattina dell’ 8 novembre corrente tro-
vato, preso al laccio ed ancora vivo, questo bel tordo. Il Contadino che lo
prese lo uccise e lo vendè al treccolone Agostino Carapelli, il quale me lo mandò
per sua moglie, la mattina del 9 in stato ancora freschissimo. (2)
È un bellissimo maschio adulto ed essendo raro non solo in Italia ma
in tutta Europa e presentando alcune differenze con le descrizioni che ne ho
lette, credo bene descriverlo :
(1) Frosini rimane poco distante da Siena, sulla stessa catena di monti (Montagnola senese)
dove nel 1877 trovai un’ altro rarissimo tordo, il V'urdus obscurus Gmel. annunziato in questo pe-
riodico nel 2.° fasc. del 188L.
(2) Il Carapelli uomo molto vecchio nel suo mestiere, mi assicura che l' anno scorso nel me-
desimo luogo ne fu preso un’altro di questi tordi, e che fu mangiato; ma parmi poco probabile questo
fatto.
(Boll. pag. 133) 273
L’insieme di questo uccello si presenta a squamme ben distinte, meno le
ali, la coda, la gola, l' addome ed il sottocoda. Becco bruno, un po’ giallastro
alla base della mandibola inferiore e lungo il margine della superiore. Iride nera.
Le penne delle parti superiori del capo e del collo hanno l’ apice nero a
guisa di fascia, quindi una fascia giallo olivastro chiaro, ed il resto olivastro ;
ai lati del capo e del collo l’ olivastro va gradatamente cenvertendosi in bianco
e le macchie si fanno più piccole finchè la gola e la parte antero-superiore
del collo sono completamente bianche. Nel petto le penne hanno alla estremità
la solita macchia nera, quindi un po’ di giallognolo che sfuma in bianchiccio e la
base olivastra. Ai lati superiori del petto le penne sono gradatamente più scure
fino ad esservene alcune intieramente olivastre. Ai lati del petto e sui fianchi
le macchie sono più distinte ed appariscenti specialmente il nero, mentre al
centro e verso l'addome si fanno sempre più piccole, in modo che l’addome stesso
resulta bianco. Sottocoda bianco, un po’ gialliccio alla base. Schiena, scapolari,
groppone e sopraccoda con le solite macchie, nera, gialla ed olivastra, ma l’ oli
vastro è nella schiena molto più deciso. i
Remiganti brune, con il margine esterno gialliccio; verso la metà del ves-
sillo interno e dalla seconda remigante comincia una macchia, che si ripete in
tutte le altre, da prima gialliccia, passando gradatamente al bianco deciso
nelle remiganti secondarie, e formando uno specchio o fascia che ad ala chiusa
si vede solamente dalla pagina inferiore dell’ ala stessa.
Alla estremità delle cuopritrici medie superiori delle ali, nella 2.2 e 3.2
penna dell’ aletta e nel centro del vessillo esterno delle grandi cuopritrici, avvi
una grande macchia di un bel giallo d’ ocra dorato; più intenso di tutto l’altro
giallo della livrea; il resto di queste penne è bruno e nero.
Le copritrici inferiori deile ali, sono: le maggiori per 213 apicali bianche,
ed il resto nere; le minori hanno la metà apicale nera e la base bianca.
Prima remigante piccolissima (2 cent.), 2.* più lunga della 5. e più corta
della 4.2
Coda troncata con quattordici timoniere: Le 4 centrali olivastre chiare, le
2 che seguono da ogni parte nerastre verso l’ estremità, e olivastre alla base,
la 5.* ha una macchia olivastra verso l’estremità, macchia che si fa più estesa nella
6. ed anche più e più chiara nella .7.* Una macchia bianca è alla estremità di ogni
timoniera, più grande ed estesa nel lato interno, in quelle esterne, piccolissima
ed apicale nelle centrali.
Piedi giallo, carnicino chiaro.
Lunghezza totale cent. 32; Coda 11 172; Ala 16; Tarso mm. 33; Becco mm. 30. -
L’ animale era. abbastanza grasso ma trovai l’ esofago ed il ventricolo mu-
scoloso completamente vuoti, ossia nel ventricolo non vi erano che 4 o 5 picco-
lissimi frammenti di sabbia. (1)
(1) Conservo in Alcool il busto con i visceri.
274 (Boll. pag. 134)
Questo uccello proprio della Cina settentrionale, della Siberia orientale e
dell’ Asia centrale è raro, come ho detto, ed accidentale, in tutta Europa.
In Italia ne sono stati presi solamente sei: Il 1.° si conserva nel Museo di Ro-
vereto (Trentino); il 2.° nella collezione Turati di Milano; il 3.° nel museo civico
di Genova; il 4° nel museo di Firenze; il 5.° in quello di Roma ed il 6.° è quello
sopra descritto e che ho inbalsamato per la mia collezione.
Siena 10 novembre 1889 : S. BROGI.
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi Roio: schia-.
rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Il Vivarium a Vienna. All’ energica attività del Direttore Dott. Knauer devesi il merito
che questo Vivarium nel Prater di Vienna, possa di già esser messo in paragone con qualche altro
dei parchi zoologici istituiti gia da qualche tempo, sì per il numero di animali (298 specie), quanto ,
per le specie non possedute altrove, come pure per i locali spaziosi, ariosi convenienti ai bisogni
e alla vita dei rispettivi individui.
Il Vivarium copre un area di 1140 met. q. parte in giardino, parte in sale adi e piccole,
in acquari, laboratori ece. Il Dott. Knauer da nel giornale della Soc. ornitologica di Vienna {1889
N. 25-29) una enumerazione sistematica degli animali che si trovano in questo Vivaio con osser-
vazioni sulla vita, mantenimento ecc. d’ essi, e quì vogliamo menzionarne solamente alcuni per
darne un idea.
Simia troglodites, di rara bellezza, ama lasciarsi portare in Jracsa come un bambino, dorme
in un letto grande e si copre regolarmente con una coperta.
Incus sinicus, 10 individui, fra cui avvi una femmina, la quale fa da madre, li accarezza, li
castiga ecc. Questa scimmia ha un viso assai assomigliante a quello dell’ uomo. x
Cynocephalus silenus, trovasi di rado nei giardini zoologici.
Hamadrias in 14 individui, assai vivaci, il direttore vuole assuefarli a vivere all' aria aperta,
Felis domesticus, un individuo con un occhio ceruleo e 1° altro verde.
Putorius furo, - 3 bianchi ed 1 bastardo con Put. foetidus — non si deve dar carne per nutri-
mento, questa loro apporta male d’ occhi.
Ereoleples candivolvulus - assai addomesticato, sì lascia portar volentieri in braccio.
Ursus maritimus - non va in acqua d'estate e deve esser bagnato con inaffiatoio.
Ursus malayicus - anche un po’ raro in giardini zoologici.
Otaria Stalleri, un paio di rara grandezza con bellissima chioma folta; ciascheduno pesa 8 chilog.
- vengono nutriti con pesci aselli (silurus) che vengono da Gestemiinde bene impacchettati in
ghiaccio e che devono essere assai freschi. i
Erinaceus europeus - quasi del tutto bianco.
Dypus aegyptiius — in 30 individui; anche questi si vedono in pochissimi giardini zoologici,
non con fieno e paglia si devono conservarli nella loro gabbia ma con sabbia.
Rupicapra rupicapra - questi sono molto sensibili al cambiamento di temperatura, più che
animali di pianura.
Cervus elephus, una femmina vecchia alla quale sulla fronte sporgono degli ingrossamenti, ini
quali, secondo l’ opinione del dott. Knauer, indicano caratteri maschili in individui femmine. |
Mampuas Benetii — per tutto l'inverno trovavansi esposti all'aria umida.
Fra gli 80 papagalli trovansi: Plssolophus molluensiss Chrysotis aestivus, Chrys, formosus,
i quali parlano alcune parole, Plectolophus rossicollis, Sittace chloropterus dotati di stupenda forza,
(Boll. pag. 135) 275
Platyurcecus flaviventris, il quale da un - momento all’altro, anche durante il mangiare, cade
morto a terra, Domicilla lori e garrulus, ricevono esclusivamente pane bianco e latte.
Cuculus canorus - assai difficile a mantenersi in cattività.
Jyna torquilla, - si mantiene assai difficilmente per lungo tempo in cattività.
Dryocopus martius, è sempre circondato dal pubblico che stà a vedere come esso va scheg-
giando il legname e la latta. Il dott. Knauer ha sentito due volte il suono di tamburo.
Eupilectdes franciscanus in 30 individui, Vidua paradisea in 25, ed altri, hanno passato l' in-
verno assai bene e costruiti numerosi nidi.
Emberiza melanocephala, già da 18 anni in cattività.
Carpodacus erythrina, ha perduto in cattività il suo colorito rosso carminio.
Spermestes, Aegyntha, in più centinaja.
Pringilla batyracea vr. Hartlaubii.
Tanagrea; lataò, viene nutrita con riso cotto, pan bianco ammollito in latte, uva e altri frutti.
Tichodroma muraria - passarono l'inverno assai bene per due volte.
Prosthemadera Nove Zelandie - distinto per il suo fiocco al collo, e pel suo canto assai me-
lodioso; assai vorace.
Turdus obscurus, raro, preso nel Prater.
Pastor roseur, canta assai diligentemente. »
I Raptatores nel Vivarium, sono tenuti in uno stato sì perfetto di salute, e di nettezza, che at-
tirano l’attenzione di tutti gli ornitologi e ciò devesi ai locali ariosi, così spaziosi che possono
stendere le loro ali e al nutrimento, cioè non sempre carne, ma ben spesso anche ossa, piume, ani-
mali vivi ete. Fra i raptatores troviamo:
Nyctale Tengmalmi di bellissimo colorito chiaro.
Gypaetus barbatus - un vecchio di somma bellezza e salute.
Accipiter nisus - assai difficile a tenersi in cattività per lungo tempo; di apparenza ben sani,
ben nutriti, con buon appetito, cadono morti a terra. Knauer, nel suo viaggio, in nessun parco
zoologico ne ha veduto uno; esso si prende ogni possibile cura per censorvarlo; cambiando nutri-
mento, locale etc.
Aquila naevia è difficile mantenere in perfetto stato, appena vede il sole, diviene furioso e urta
ovunque per cui si guasta le ali, il becco etc.
Syrrhaptes paradoxus, un bell’ SSR OO preso in Svizzera; vive quieto e sempre seduto sullo
stesso luogo.
Phalacrocorax pygmaeus - alcuni chili di pesce non bastano per saziare il suo appetito.
Spheniscus demersa = una delle più grandi raretà per parchi zoologici; fu comperato dal
direttore Knauer în Amburgo; era assuefatto ad esser nutrito con anguille, ma quì a Vienna fu
assuefatto a Siluri, che furono tagliati a pezzi e introdottigli nel becco dal servo perchè non voleva
prenderli da se; presentemente sono di bell’ aspetto, alla superficie di colore nero splendente’ e
_ bianco giallastro, bianco intorno all’ occhio ed hanno la grandezza di una anitra.
Trovansi anche dei pesci d’acqua dolce, e alcuni Salamandrini, Sauri, Batraci, Seprenti e final=
mente piccole collezioni di insetti, molluschi ed animali inferiori della propria morarchia, le quali
saranno quanto possibile completate per offrire ricco materiale ai Professori, docenti e studiosi di
storia naturale.
Per ultimo troviamo data una lista di uccelli, i quali mancano al Museo e che la direzione
desidera acquistare o contro pagamento o contro cambio di altri scel esotici o altri animali.
Vienna, Ottobre 1889. SEN.
Preghiera agli ornitologi. Michele Morici prega Di ornitologi e dilettanti a volergli co-
municare notizie sopra uccelli italiani affetti da albinismo; ed indicargli opere che ne parlano, av-
vertendoli che se occorre di pubblicare qualcuna di dette notizie, non tralascerà di citare il nome
di colui che lo favorì: Scrivere a Michele Morici, Castelbuono (Sicilia).
276 (Boll. pag. 136)
| NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Il giorno l3 corrente ebbi un magnifico Cursorius Gallicus (Corriere biondo) ucciso presso Fo-
iano nel giorno 13 scorso. È un maschio adulto in abito autunnale e risponde in tutto alla detta-
gliata descrizione che ne daà:il Savi. Solo debbo notare come caratteristica di questa specie (e che
il Savi non nota forse perchè la sua descrizione fu fatta da un individuo già da assai tempo ucciso)
il colore specialissimo bianco latteo del piede che sull’individuo fresco appariva come di porcellana
e gli dava un aspetto elegantissimo.
Lucignano, 21 Ottobre 89. : G. ARRIGHI-GRIFFOLI.
Nell’ ultima metà dello scorso settembre vi fu il passo di grossi branchi di erocieri (Loxia
curvirostra) verso Melito. Ne ho potuto avere due soltanto ed erano in abito giovanile. Questi è un
giovane Capovaccaio, oltre un Falcinello avuto ieri, sono le sole cose degne di nota che ebbi sinora.
Reggio Calabria, 21 Ottobre 89. Gius. MoSscHELLA.
Harelda glacialis Negli scorsi giorni cominciarono a farsi vedere le Morette codone. Ieri ne
ebbi tre individui, due giovani ed un maschio semiadulto.
L’H. glacialis capita tutti gli anni nel Veneto estuario e qualche volta iguci in abbondanza;
ama assai le acque salmastre:e comparisce soltanto nella fredda stagione: ne ebbi però un maschio
semi adulto ai 6 di Marzo del 1882.
A Venezia si conosce sotto i nomi di Orchéto. Orchéto picolo, poichè si chiama Orco marta,
Orco, la Oidemia fusca. L' 0. Nigra, per la sua rarità, può dirsi sconosciuta ai cacciatori.
Venezia 16 Novembre 1889. .. A. P. Ninni.
Il 12 corr. ebbi 2 merli acquaioli (Cinclus aquaticus Bec.) maschio e femmina presi nel piano
di Rosia (senese) ed oggi ne ho ricevuto un’ altro ucciso presso Siena. Questo uccello è raro in
questi dintorni ed in molti anni non se ne vede alcuno. Pochissimi sono î cacciatori che lo co-
noscono.
In quest'anno ho acquistate sul mercato di Siena diverse Cincie more (Pars ater Lin.) Prima
del 1885 ne avevo avute parecchie da queste parti ma poi per alcuni anni non ne vidi più; l'anno
scorso potei averne solamente due. La cincia bigia o Paeczle palustris è alquanto più comune sul
nostro mercato. a
Siena, 14 Novembre 1889. S. BROGI.
Nei primi di ottobre il sig. Rambò uccise nel porto interno di Brindisi un bellissimo pellicano
.che ad ali aperte misura metri 2,80 ed il cui becco è lungo 46 cent. (Caccia e corse N. 105).
I cacciatori Cremonesi speravano fare in quest’ anno buone cacciate alla lepre, ma le acque
del Po:allagando i boschi circonvicini ne hanno uccise qualche centinaio. Trenta lepri si erano ri-
fugiate in un piccolo isolotto e vennero uccise 12 a colpi di bastone da diversi piacentini e 18 col
fucile dal dott. Donelli.
Si legge nel Caccia e Corse che un certo sig. Puricelli, proprietario di estesi latifondi nella
Hesse-Renana, ha ucciso quattro starne bianche appartenenti tutte ad uno stesso branco.
Si calcola che in Inghilterra nel corrente mese sieno stati uccisi 400 mila fagiani, in modo che.
il prezzo medio è stato di L. 1,25 l’ uno. Rep.
INSEGNAMENTI PRATICI
x
Raccolto perenne di cardi. (Dal Villaggio). Si lasciano ì cardi, in terra fino ai primi geli
secondo la pratica ordinaria. Al principio di novembre si estirpano, senza spogliarli totalmente della
terra, e sì ripiantano, alla distanza di circa 30 centimetri l’uno dall'altro, in forì praticati nel suolo:
CRRARE dp (Boll. pag. 137) 277.
di una cantina ad una profondità bastante perchè possano stare ben impiantati come se fossero nel-
l'orto. La cantina dev'essere oscura, sana e,riparata dai geli.
Piantati i cardi, si adacquino abbondantemente, operazione che sì ripete ogni 10 o 15 giorni
per mantenere il terreno sempre umido. Le prime foglie imputridiscono, ma subito ne sortono dal
mezzo della pianta delle altre bianche che crescono rapidamente. Quando sono abbastanza grosse e
lunghe sì levano al piede senza tagliarle per evitare il pericolo di danneggiare il fusto. Allora ger-
mogliano altre muove foglie, e così di seguito per quattro o cinque mesi. Le prime foglie poi che.
marciscono sì levano subito perchè non guastino le altre sane. Con questo processo, applicandolo a
l5 o 20 piante di cardi, sì possono fare varie raccolte ognì settimana fino al mese di aprile.
Per ottenere buona insalata d’inverno si estraggono dal terreno le radici di cicoria
o barba di cappuccino, si lasciano asciugare, si ripuliscono dalla terra, si legano in mazzi scegliendo
le diverse grossezze, e si portano in cantina coprendole fino al colletto con sabbia asciutta. In breve,
favorite dalla temperatura di detto ambiente, le piante emettono lunghi getti i quali sono anche
molto teneri.per la mancanza di luce. I getti si tagliano man mano se ne ha bisogno, non tra-
seurando di ripulire spesso le radici dalle foglie che marciscono e che deteriorerebbero le altre.
L'olio contro gl’ insetti che deteriorano le viti. Il giornale dei Pollicoltori narra che
un viticoltore della Valle di Andorra, liberò i germogli delle sue viti :dai diversi insetti che li dan-
neggiano, lasciando cadere sui germogli stessi una gocciola d’ olio d' oliva. Dicesi che l’ anno scorso
curò in questo modo 70 mila viti.
Peronospora e potatura delle viti. Essendo stato constatato nel corrente anno la for-
mazione delle spore ibernanti della Peronospora entro i tralci della vite, resulta evidente l’oppor-
tunità di distruggere i tralci peronosporati al più presto possibile, mediante una sollecita potatura
da praticarsi nell'ottobre e novembre.
Conservazione delle frutta. I frutticultori francesi dice la Gazzetta del Contadino, usano
raggiungere per le mele dei prezzi altissimi, conservandole fino alla primavera e all’ estate.
Ecco in qual modo: Si scelga una cassa o meglio una botte, e si distenda sul fondo uno strato
di sei centimetri di gesso; sul gesso sì distribuisce uno strato di mele, involte prima nella carta,
in modo che non sieno a contatto l’ una dall’ altra. Su questo si dispone un’ altro strato di gesso,
quindi di mele, e così alternativamente fino a che la botte non è ripiena, avendo l° avvertenza che
superiormente si trovi uno strato di gesso.
In questo modo le mele si mantengono sane, gustose e succose, fino al prossimo settembre.
Le 12 regole fondamentali della pomicoltura. Nel fasc. 18 pubblicammo i precetti
sulla coltivazione delle piante fruttifere, ed ora facciamo posto a queste 12 regole dell’ egregio
prof. Ohlsen perchè i due articoli sì completano a vicenda.
1. Se hai un posto libero nel tuo terreno non tardare a piantarvi un bell’albero da frutto, poi-
chè esso è per certo un capitale che porterà buona rendita quasi ogni anno.
2. Proponiti per dovere di fare un’ ottima scelta de’ tuoi piantoni, e perciò non piantar mai
albero contorto, o brutto. ZI tronco sia di bella e buona. conformazione , forte e grosso al basso,
sano come mortella in tutto, con radice e corona in florido stato. Sia altresì tua cura di piantarne
molti della stessa specie, e non ti prenda vaghezza di formare un campionario.
3. Non fare la tua piantagione troppo fitta, poichè l'utile non si riscontra nella quantità.
Non invidiare al tuo albero nè luce nè spazio, se vuoi ottenere buone piante da frutto, epperò,
pensando all’avvenire, ponili a dieci metri di distanza 1’ uno dall’ altro, con bella resolarità e sim-
metria, il che è segno manifesto di buon senno nell’ agricoltore.
4. Ricordati di fare è/ fossato profondo un metro e di mettervi sul fondo piota e sasso, ma
abbi cura di non porre il tronco troppo in basso, e ritieni l'innesto fuori di terra. Ti sia pur nor-
ma di piantare diritto e di non legare forte l’ alberetto al suo sostegno, perchè il terreno smosso
facilmente avvalla, e la tua piantà potrebbe soffrire. Affinchè poi essa non patisca seccura, fa che
all’intorno si scenda dolcemente a mo’ di conca verso la pianticella.
o. Poi che la radice avrà molto sofferto mossa la corona, tagliandone i ‘rami per un terzo
278 (Boll. pag. 138)
della lunghezza, ma del rametto di mezzo che servirà di guida, troncane solo un poco. Dopo sei
anni di tale educazione avrai piante eccellenti, ed il premio del frutto non sarà lontano.
6. Pulisci i vecchi alberi, se non vuoi che ne diminuisca il frutto. Non tardare a toglier vi-
schio, muschio e rami secchi, e se la ramaglia è troppo folla, procura aria e luce, tagliando e
mozzando.
Il tuo buon senno però ti freni.la mano nel far tutto questo, se vuoi che la cosa riesca a Bene.
7. Intonaca nell’ autunno con /atte di calce gli alberi tuoi, poichè esso forma sulla scorza una
crosta liscia e dura, e distrugge presto gl’ insetti nocivi.
8. Se vuoi che l’ albero ti rimuneri, dando abbondante frutto, rinvigoriscilo con adatto ingrasso
e rifletti bene che le radici si internano sotterra come sì estendono in aria ì rami. Concima tu per-
tanto non solo superficialmente, bensì in tal modo che il terreno se ne imbeva per alto strato ed
intorno al ceppo, tanto quanto si allarga all'infuori la ramaglia della pianta tua.
9. Quando un albero ti si mostra ingrato e rimane infruttifero anno dopo anno, qualora tu il
veda bello e vigoroso, non lo troncare per disdegnoso gusto, ma conservalo tuttavia e rz2rnestalo
ai rami; ove poi fosse troppo grande fa l’ operazione in più anni. È
10. Se un albero vecchio è poco produttivo, ma tu lo conosci di qualità bene sperimentata ed
apprezzata, lascialo al suo posto , mozzagli però î rami lunghi troppo sporgenti; quelli storti ed i
morenti togli per intero. Ringiovanito per tal maniera gli rimarrà la forza per riprodurre frutti.
ll. Abbi ognora occhio attento al tuo pometo, e se in esso scorgi qualche sintomo di malattia.
non tardare di investigarne e scoprirne la cagione, onde preservarti dal danno.
Taglia con diligenza ed arte le parti infette fino a che non trovi il sano, e fa che la ferita
riesca netta. Sia tua pronta cura poi di bene impiastrarla come è di regola. £
12. Osservando tu bene questi avvertimenti 7 valore degli alberi si paleserà quando, sopraca=
richi di frutti, piegheranno sotto il peso.
Rifulgerà così sul tuo podere la prosperità, e i dolci pomi ti daranno gradito cibo e gustosi
succhi. Opera in tal modo e grande ne riceverai profitto, oltre all’ esser pur di modello al tuo vicino.
Dott. CARLO OHLSEN.
NOTIZIARIO
/ .
Una rosa con 6000 fiori, Scrive 1° American Garden, che in Roosten (Olanda) vi è una
pianta gigantesca di rose che in una volta sola ha portato 6000 fiori. È di proprietà di certo Regnen,
il quale, naturalmente , ritiene la sua pianta siccome una delle meraviglie del mondo nel ao
vegetale.
Viaggi, escursioni, esplorazioni, missioni. La Baronessa Cantoni di Milano con altra
dama Viennese stanno per fare un viaggio nell'interno dell’ Affrica e partiranno per Aden, Assab,
Massaua donde poi s' interneranno.
| Tre commercianti francesi che si sono inoltrati per ben 200 chilometri dalla foce del Weme,
hanno riferito intorno a questo fiume, il quale per quanto dal punto di vista economico è conosciu-
tissimo, costituendo il suo corso il transito principale del: commercio a Porto-Novo e Lagos, da
quello geografico e scientifico può dirsi ignoto; i summentovati commercianti dicono che è raro di
poter ritrovare dei siti più belli di quelli che si veggono sulle rive di questo fiume lungo il suo
corso nell'interno, che si svolge in modo davvero pittoresco, formando un’ incantevole panorama;
per di più la sponda sinistra del Vémé è popolatissima.
L'oro nell’ Africa del sud. Secondo le ultime statistiche 1’ ammontare dell’ esportazione
dell’ oro greggio durante il mese di aprile u. p, è stato di L. 1,960,000 dai porti della Colonia del
Capo e di L. 1,900,000 da quelli di Natale; che fanno un totale di 3,260,000. Finora una tale cifra
non era stata mai raggiunta.
(Boll. pag. 139) 279.
Malattia dei polli dovuta ad un bacillo. Il dott. T. Klein ha studiata questa malattia.
Essa somiglia al colera dei polli; comincia con diarrea di materie giallastre; gli uccelli muoiono in,
24 a 26 ore dopo la comparsa dei primi sintomi. Inoculata ai polli, questi restano in salute per 5
giorni, quindi compare la diarrea che gli uccide al 7.° od 8.° giorno. I piccioni e i conigli vi sono
refrattari.
La fillossera in Russia. La fillossera ha fatta Ja sua comparsa anche nei vigneti del go-
verno di Rutais nel Caucaso che ne era rimasto finora immune.
Un vitigno italiano resistente alla peronospora. Il prof. Origene Cinelli narra nella
Rassegna di Viticultura ed enologia di Conegliano, di aver trovato nei vigneti del cav. A. Alpi di
Imola, un vitigno a frutto nero, simile ma non identico al Sangioveto, che resiste completamente .0
non viene attaccato dalla Peronospora. Il Sig. Alpi ebbe questo vitigno dalla Toscana, insieme a
tallee di Sangioveto, ma per ora non se ne conosce il nome. .
La pesca delle conchiglie perlifere all’isola di Ceylan è stata in quest’ anno abbondan-
tissima. In soli 22 giorni si sono pescate dal fondo del mare undici milioni di conchiglie dalle
quali, dopo putrefatto il mollusco, si estraggono le perle.
Esposizioni. Ad iniziativa del Ministero di agricoltura avrà luogo in Roma una esposizione
ippica nazionale nella primavera del 1890. La direzione è affidata a quel Comizio agrario.
Il 20 aprile 1390 la Soc. rurale Afgentina, sotto gli auspici, e la cooperazione dei Governi na-
zionale e provinciale, inaugurerà una esposizione internazionale di bestiame e di agricoltura che
sì chiuderà l’ 1l maggio.
Dal 14 gennaio al 15 febbraio 1890 avrà luogo a Nizza Marittima una esposizione - concorso
internazionale di prodotti igienici ed alimentari.
È stato prorogato al 1.° sennaio prossimo il tempo utile per presentare le domande di locali
per la esposizione internazionale agricola e zootecnica, che avrà luogo a Buenos-Ayros nell’ aprile
e maggio del prossimo anno.
Concorsi a premi per cantine. È aperto un concorso a premi fra le aziende vinarie pri-
vate delle provincie di Cuneo, Udine, Porto Maurizio, Piacenza, Siena, Bari, Lecce, Napoli, Reggio
Calabria e Caltanisetta.
I premi assegnati a ciascuna provincia consistono in una medaglia d’ oro con L. 1000 e due
medaglie d’argento con L. 500 ciascuua, pei proprietarii, nonchè in una medaglia d'argento con
L. 200 e due medaglie di bronzo con L. 100 ciascuna, pei cantinieri. |
Le domande d’ ammissione al concorso dovranno essere presentate al Ministero di agricoltura
(Divisione generale dell’ agricoltura) non più tardi del 31 marzo 1890, e dovranno indicare il nome
e cognome del concorrerte e del suo capo cantiniere, il rispettivo domicilio ed il comune dove è la
cantina per la quale si concorre. L’ aggiudicazione dei premi sarà fatta nel primo semestre del 1891.
Cattedre vacanti. Professori d’ igiene nelle RR. Università di Genova e di Palermo. Scade
il 27 decembre.
PER GLI ABBONATI
Avvicinandosi alla fine dell’anno e perciò alla scadenza di tutti indistinta-
mente gli abbuonamenti, preghiamo gli abbonati in ritardo ai pagamenti a mettersi in regola
prima che il nuovo anno incominci, e in special modo preghiamo coloro che sono arretrati di più
annate, onde risparmiare a noi il dispiacere ed a loro stessi la vergogna, di essere pubblicati fra
gli abbonati morosi. i i
Avvertiamo fin d’ora che con il nuovo anno saranno portate modificazioni sul modo di di-
stinguere la Rivista dal Bollettino non avendo ben corrisposto il sistema usato in quest'anno. Por-
remo pure ogni cura a chè il periodico, che entra ora nel suo 10.° anno di vita, vada sempre mi-
gliorando e progredendo come per il passato, 6 ciò faremo più facilmente se il numero degli abbonati
continuerà ad aumentare come speriamo; preghiamo perciò i vecchi abbonati a far conoscere questo
280 (Boll. pag. 140)
periodico ai loro amici cui possa interessare ed a favorirci indirizzi di persone alle quali si possano
inviare fascicoli di saggio. )
Si pregano gli abbonati di farci conoscere, nell’ occasione che rinnuovano l’ abbonamento
o inviandoci anche un biglietto da visita, la professione o gli studi speciali ai quali sono dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari i prodotti principali dei loro allevamenti o dei loro possessi,
onde incominciare la pubblicazione dell’ elenco, come è detto nelle avvertenze che trovansi nella
prima pagina della copertina. ;
A tutti coloro che pagheranno l’ abbonamento del 1890 entro il corrente an-
no, daremo uno dei seguenti premi a scelta:
ò Specie di Minerali cioè: Fiorite, Quarzo in XX, Oligisto in XX, Calcite in XX. Augìte in XX.
5 Specie di roccie cioè: Manganese, Giallo di Siena, Granito, Dolonnite, Schisto (1).
5 Specie di fossili pliocenici. i
Le annate arretrate di questo periodico dal 1883 al 1888 (3.2. serie completa) a L. 1,50 per an-
nata a scelta, l'annata 1889 per L. 2,50. Tutte e 5 le annate per L. 7,50 franche di porto.
A tutti coloro che pagando l’ abbonamento del 1890 entro l’ anno corrente non domande-
ranno alcun premio, invieremo delle elegantissime e finissime figure in colori, di storia naturale,
unendovi pure qualche calendario.
(1) Per avere queste rocce franche di purto occorre inviare 50 cent. per il pacco postale.
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
59. Sî desidera fare acquisto di qualche paio di conigli maschio e femmina da razza, pregevoli
per carne o pelliccia.
of. Erbario da vendere di circa 700 piante ben classificate con cartellini indicanti località ece.
Individui specialmente friulani Italiani ed esteri. Per trattative ed informazioni rivolgersi a V. M
fermo posta Udine.
- 57. G. Podenzana, conservatore del Museo Civico Spezia, offre fossili (Lias inf.) dei dintorni di
Spezia, conchiglie marine fluviatili e terrestri, pesci e crostacei, tutti di Spezia, in cambio dî ‘Con-
chiglie fluviatili e terrestri ben classificate e opere di malacologia.
58. St offrono in vendita e în cambio di oggetti di storia naturale ll paia corna di Stambeceo
- Capra ibex L. -
59. Desidero galline di razza forestiera, ed anche italiana come la razza Maggi, e covatrice
per schiudere non più di 25 o 30 uova. Offro colombi viaggiatori di pura razza anversese, liegese
e mista — Umberto Cantani, Fuori Porta Medina 23. Napoli.
60. .Sî desidera fare acquisto o avere per cambio Mammiferi in carne freschi o in pelli ben
fatte. Barbagianni e Gabbiani in carne freschi — Gabinetto di storia naturale di S. Brogi, Stena.
Giardino d'Acclimatazione d' Ippolito Desmeure - Firenze
Si vendono fagiani di ogni specie, scimmie, uccelli esotici, pappagalli, co-
nigli, polli esteri, piccioni, ecc.
Le uova di galline a qualunque varietà appartengano costano cent. 50.
l’uno; l'imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina.
—
S. BROGI direitore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri
OPERE DEL TAROHESE ANTONIO DE GREGORIO
Dott. in Scienze naturali
SULLA FAUNA DELLE ARGILLE SCAGLIOSE DI SICILIA (Oligocene Eocene) e NEL MIOCE-
NE DI NICOSIA. Con tre tavole e molte figure L. 12, 50
FOSSILI DEI DINTORNI DI PACHINO Cretacei dell’ orizzonte a Hippurites Cornucopiae Dfr. e
Terziari dell'orizzonte a Carcharodon Megalodon Ag. Con 4 tavole e molte figure L. 6, 00
STUDI SU TALUNE CONCHIGLIE MEDITERRANEE VIVENTI E FOSSILI; con una rivista del
gen. volucella ‘e del gen. ficula, e con dei raffronti con specie di altre regioni e di altri bacini.
Volume di 430 pag. con 5 tavole L. 20, 00
ICONOGRAFIA DELLA FAUNA DELL'ORIZZONTE ALPINIANO (Giura, inf. Lias sup.) Volume
grande con 30 tavole e circa 800 figure L. 60, 00
INTORNO AD UN DEPOSITO DI RODITORI E DI CARNIVORI SULLA VETTA DI MONTE
PELLEGRINO, con uno schizzo singronografico del calcare postpliocenico della vallata di Palermo.
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FOSSILI DI MONTE ERICE DI SICILIA, del piano alpiniano de Greg. (— Giura — Lias Aucto-
rum) e precisamente del Sottorizzonte Grappino de Greg. (— zona a Harpoe marchiosonae sovv. H.
Brifons Brug.) Con due tavole L. 6, 00
STUDI SUL GENERE SCALARIA. Con una tavola e 40 figure L. 5, 00
ABBONATI MOROSI
I seguenti signori essendosi regolarmente abbonati e non avendo mai disdetto l' abbonamento
o avendo degli arretrati antecedenti, sono pregati d’ inviarci l’ importo delle annate scadute come
più volte sono stati invitati con privato avviso.
Ricevuto l'importo si toglie subito il nome da questa nota, altrimenti la
pubblicazione seguita fin a che non crederemo di ricorrere ad altri mezzi per
ottenere il pagamento cui abbiamo diritto.
Baratta Mario, Voghera Siri ing. Vincenzo, Ravenna
Pirotta Pietro, Predore Pochettino prof. Giovanni, Roma
Bertoloni cav. prof. Antonio, Bologna Cahen Rodolfo, Roma
Biagi dott. Giuseppe, Casalmaggiore Bianchi Egidio, Petroio
Rabitti Francesco, Ferrara -Gibelli Camillo, Torno
Niccolini G. B., Incisa Cabrini prof. G. B., Menaggio
Fucini Domenico, Empoli Hinrichsen prof. F. Trapani
Castelli Emilio, Livorno Vianelli prof. Cesare, Conegliano
Reali prof. dott. Ranieri, Camerino Rimini Francesco, Venezia
Squassoni Eugenio, Quistello Mantovano | Benazzato Agostino, Camisano
Redaelli maestra Marietta, Monza De Fischer lean, Montpellier
Bazzetta cav. prof. Giulio, Domodossola | Noè Henri, Bruxelles
Rebaudi Sestilio, Castelvittorio Simoncelli Luigi, Macerata
LUO NECANCU RA DELSSANGUE
FERRO - CHINA - BISLERI
% mero 2658 questo comando ha il pregio di partecipare alla S. V.
N. 362 di protocollo che il direttore dell servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
OGGETTO Cav. Guerriero mi. referisce che: « il FERRO- CHINA-BISLERI
Circal'esperimento fatto ‘« esperimentato dal Sig. Tenente medico dottor Petti su due
del P'erro China < compagnie di fanteria stanziate in questo Presidio ha dato sod-
« disfacentissimi risultati. »
3 MILANO — Via Savona, 16 — MILANO 5
O) BIBITA ALL'ACQUA DI SELTZ E DI SODA O)
7 Ogni bicchierino contiene 17 centigrammi di ferro sciolto 7
< (Vendesi all’ingrosso presso il Sig. Cesare Pegna e figli — Firenze) <
DO R. Esercito Italiano ATTESTA TO (Cp)
d) CO ina Massaua 28 Gennaio 1886. J
E Ufficio del Comando Sciogliendo la riserva fatta coì fogli delli 17 settembre nu- [Ka]
Q A
<“ <
e G
D D
O 0)
AI Signor
FELICE BISLERI Il Maggiore Generale
MILANO ; ; firmato: GENE (1)
Si vende in tutte le farmacie, pasticcerie, caffè, bottiglierie e drogherie
Hanno pagato 1’ Abbonamento per Vl attno 1889
5. Nota
Alla rivista Italiana di scienze naturali e Bollettino del Naturalista, i Sigg.
Accattatis cav. Antonio — Aldovrandini prince. don Giùseppe — Avogadro Degli Azzonîi cav.
Rizzolino — Bedini prof. Alessandro — Bartali canonico Luigi — Beccari prof. dott. Giuseppe _
Bercigli Enrico — Bechelli Sabatini cav. avv. Niccolò — Baldacci Antonio — Bentivoglio conte |
Tito — Bellucci prof. Giuseppe — Buzzi dott. Erasmo — Bellini Augusto — Bagatti avy. Odoardo —
Bussi Pietro — Busatti dott. Luigi — Cipriani Henry — Conti Luigi — Cansella Euszenio — Costa
prof. Achille — De Luca prof. Giuseppe — De Gregorio march. Antonio — Di Sulmona S. E. Prin- ©
cipessa — Del Testa prof. Alberto — De Toffoli Domenico — De Saumoy — Franzoi prof. Enrico —
Ghersi ing. Italo — Gianese Marco — Isola sac. prof. don C. Federico — Jannaci cav. dott. France-
sco — Istituto Tecnico, Girgenti — Istituto Tecnico Paolo Sarpi, Venezia — Lenzi Enrico — Lu-
xardo Alberto — Lepri march. Giuseppe — Maggi cav. Ubaldo — Mazzoli cav. Luigi — Magni-
Griffi march. prof. cav. Francesco — Melocchi Fortunato — Moravetz prof. Enrico — Morì prof. Tom-
maso — Mugnaini cav. dott. Ugo — Museo di: Storia naturale università, Parma — Moschen prof. L —
Morici Michele — Miniere sulfuree Albani — Moretti Alfonso — Picchi Cecilia — Patrizi march,
Filippo — Piccinelli dott. Giovanni — Pallaverì prof. Angelo — Platania P. Gaetano — Piccone
cav. Enrico — Paris Vittorio — Pozzolini cav. Eugenio — Ricchini cav. Alberto — Roccella prof.
Domenico — Rodegher prof. dott. Emilio — Serughi conte Ettore — Signorini Giuseppe — Stiattesi
cav. Andrea — Salvadori don Giovanni — Schinas-Curmi dott. L. — Terrenzi dott. Giuseppe —
Tremoleras dott. Juan — Venturi Luigi — Velardita-Caldacera prof. Giacomo — Zaccaria dott.
Niccolò.
Al solo Bollettino del Naturalista (1).
Beltrami Pietro — Bevilacqua Angelo — Caifassi Bartolommeo — Desaymoz Francesco — Giardi
Tito — Gabinetto di storia Naturale R. Liceo, Teramo — Moris Carlo.
N. B. La presente pubblicazione tien luogo di ricevuta. I nomi di coloro ai quali è stata fatta
una ricevuta particolare non figurano in queste note. i
Con la suesposta nota sono pubblicati i nomi di tntti coloro il cui abbonamento ci è giunto,
prima del 15 novembre corrente, preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca. che
non avessero avuta una ricevuta particolare, e che il loro nome non fosse stato ancora pubblicato,
ad essere compiacenti di darcene avviso per fare i necessari riscontri e reclami.
(1) Chi ha inviate solamente L. 3 e desidera ricevere l’ intiera Rivista che costa L. 5 all’ anno,
può inviare altre L 2 od anche darne solamente avviso all'amministrazione ed inviare il saldo
con qualche occasione.
CONCHIGLIE RACcoLTE A LA PRESTE - PIRENEI - (FRANCIA)
. aspersa, Mill...
7 0, i0 | P. minutissima, Fer.
. cornea, Drap. v. squammatina
0, 35 | Vertigo antivertigo, Drap.
| Anceylus fluviatilis; Mùll. v. riparius . L. 0,15, H. limbata, Drap. L. 0,
Balea fragilis, Drap. : n IERI 0, 15 | H. pyrenaica Drap. } s GSS SAGA
Clausilia Pinchinati, Bourg. î CENE 0. 15 | Lymnca minuta, Drap. 5 o 3 REGA
Ferussacia lubrica, Muùll. . 5 .. «0,20 | Physa acuta, Drap. v. gibbosa . < 0,
Helix lapicida Lin, v. radiata . . «0,20 | Acme fusca Beck. «2,
v. alba ; . «0,40 | Pupa affinis, Rossm. « 0,
. pulchella Mull. È i di . «€ 0,10 «var. elongatissima CH
. rotundata Miill... <« 0, 15 | Pupa cylindrica, Mich, « 0;
. rupestris, Drap. < 0, 05 | P. Farinesi, Desm. <0
. hortensis, Mull. d .. « 0,15 | P. leptocheilos, Fas. c Funa” li)
. nemoralis, L. . Ì : i . < 0,15 | P. polyodon, Drap. —. Ie + VG
« <
« «
DS
Di
NESS ESSA
MST pteteeteniei
———_-=m9000<
ANNO IX
15 Dicembre 1889
(Bolettino N, 19) N. 23-24
Scienza e pratica
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI
BOLLETTINO DEL NATURALISTA
Collettore, Allevatore, Coltivaiore
Istruzione e diletto
Giornale per gli studiosi ed amatori di Scienze fisiche-naturali compresa la Caccia, Pesca, Agri-
coltura, Orticoltura, Giardinaggio; Allevamento, acelimatazione e malattie degli animali e delle
piante; Viaggi, escursioni, alpinismo; Raccolta, preparazione e conservazione degli animali ed altri
oggetti di storia naturale; Museologia, ecc. ecc.
Pubblica gratuitamente tutte le comunicazioni, domande di cambi ecc. ecc. dei suoi abbonati.
Annunzia le pubblicazioni e gli oggetti di storia naturale offerti in vendita dai negozianti e dagli
amatori. — S'incarica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ece.
Direttore SIGISMONDO BROGI — Siena
Collaboratori principali
ARRIGONI degli Oppi Conte Ettore — Padova
BapANELLI Prof. Dott. DAntE — Pistoza
BanpELLI Dott. G. BatTA. — Sena
BarGELLINI Prof. MarIANO — Siena
BARRERINI Cav. Assunto — Marsiglia
BertELLI Dott. DANTE — Pisa
BonomI Prof. Agostino — Rovereto
Borpi Prof. Dott. Lurer — Osàno
Caccramati Prof. G. BaTTISTA — Arpino
CANESTRINI Prof. RiccaRrpo — Padova
CermenaTI MARIO — Lecco
CLERICI EnrIco — Roma
Cori Chimico farm. ELiA — Szena
De Bonis AntonIO — Rovigo
DeL PretE Dott. Rarmonno — Viareggio
DesmeuRE IppoLITo — Firenze
DoxwatI Dott. GuerRINO — Szena
Faure CharLes — La Preste (Francia)
FERRAGNI OnoarDO — Cremona
FicaLBi E. — Scena
GracnertI G. Cesare — Firenze
Grosseau Conte Carro — Ginevra
Longo Prof. Dott. nprEA — Salerno
Lopez Prof. Dott. Corrapo — Teramo
TLenticcHIA Prof. ATTILIO — Lugano
MaccHIATI Prof. Lurci — Modena
MartEI Giov. ErtoRE — Bologna
Morici MicneLe — Castelbuono (Sicilia)
MoscHEeLLA GrusepPE — Reggio Calabria
PaLumBo Augusto — Castelvetrano (Sicilia)
PauLuccr March. MARIANNA — Novoli (Firenze)
ParoDI DomeNIcO di E. — Porto Maurizio
PeLACANI Prof. Dott. Luciano — Sassari
PrRosino Dott. Prof. Gruserpe — Bricherasio
PetRonI Dott. Veter. PasquaLe — Siena
RaBAUD ETtIiENNE — Montauban (Francia)
ReNAULT Cav. ARTURO — Firenze
Rossi Prof. Torquato — Sena
SANCASCIANI Cav. Dott. Gruseppe — Siena
SENONNER Dott. Cav. ApoLrro — Vienna
SENESI Prof. Ciro — Siena
Tassi Cav. Dott. FLaminio — Siena
TincoLini Dott. Veter. Tiro — Siena
TovcHet I. Naturaliste — Parigi
Avvertenze per gli abbonati e collaboratori e per le inserzioni a pagamento.
La Etivista italiana di Scienze naturali
sipubblicain 24 numeri formanti ogni anno un volume di
non meno di 300 pagine, oltre le copertine.
Il Bollettino del naturalista collettore,
allevatore e coltivatore, va unito alla suddetta
rivista e si pubblica anche separatamente alla metà di
ogoì mese, in non meno di 150 pagine all'anno oltre le
copertine.
L'abbonamento alla Etivista e Bollettino riu-
nìti costa Lu. 5 e quello al solo Bollettino L.3
all’ anno, per tutti gli stati dell’ unione postale ; per gli
altri paesi sì pagano in più le spese postali.
Un numero separato costa cent.25 senza figure, cent.
50 se con figure.
Tutti i collaboratori anche per semplici comunicazioni
potranno fare acquisto dei fascicoli che contengono iloro
scritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare o L. 6
il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo
è da concordarsi), purchè li richiedano prima della pub-
blicazione del giornale.
Agli Autori delle memorie ‘originali pubblicate, si dan-
no in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richie-
sta inviando i manoscritti.
Gli abbonamenti sì ricevono in Sîena presso l’ ammi-
nistratore CASIMIRRO COLI, Via dì Città 14, e da tutti
gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque.epoca del-
l’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno.con diritto
ai fascicoli arretrati.
L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri-
tiene come rinnuovato.
Perchè gli abbonati possano stare in continua rela-
ione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar-
zeca questa mutualità, essi hanno diritto ad inserzioni
FASI
gratuite per scambiarsi comunicazioni, proposte, consi-
gli, domande ecc. fare offerte e ricerche per cambi di
animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, arnesi,
ecc. ecc.; e per rendere sempre più facile il conoscersi
reciprocamente sì pubblica ogni anno, degli abbonatì che
lo desiderano, un’ elenco con il loro indirizzo indicando
la professione o gli studî speciali ai quali son dedicati,
e per gli allevatori e possidenti agrari, i prodotti prin-
cipali dei loro possessi, e dei loro allevamenti.
T.a medesima inserzione non si ha diritto di pubbli-
carla gratis più di una volta ; ma ne viene accordata la
ristampa, pagando un piccolo compenso per l'inserzione,
Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli avvisi commer-
ciali di compra e vendita, o di reclame.
La direzione può in casi eccezionali rifiutarsi di pub-
blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno
di dare giustificazioni in proposito.
L? amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab-
bonati che pubblicando avvisi desiderano non far co-
noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato
dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese dì corri-
spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare
un compenso da combinarsi.
Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na-
turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L, 1
per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pa-
gine costano L. l ogni 3 centim. di spazio occupato in .
una colouna. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni.
Sì annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in
cambio ; si fa speciale menzione di (quelle delle quali ci
pervengono due esemplari.
Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chì desidera,
risposta unisca i francobolli necessari.
SOMMARIO ADE Eee
Mottei G. E: Due nuove quercie orientali, pag. 281.
Cermenati Mario: Geologia paleontologica, 282.
Lenticchia prof. A.: I primi fiori nel Cantone Ticino (cont.) pag. 284.
Maoriacher Giovanni e Dal Nero Vittorio: Due tetraonidi veronesi che scompaiono, pag. 288.
Comunicazioni: Per i dilettanti e collettori d'insetti S. B. — Il fungo Hymenoconidium pe-
tasatum P. — I Rotiferi Sy. — Limnetes brachyurus Sr. da pag. 289 a pag. 290.
Itivista ‘bibliografica da pag. 290 a pag. 292.
SOVVA=0
Notizie di caccia e note zoologiche: Sr. — Moschella — Picchi -— Brogi — Red. pag. 293.
Insegnamenti pratici: da pag. 294 a pas. 295
Invenzioni e scoperte: da pag. 295 a pag. 296.
Notiziario: da pag. 296 a pag. 298.
Richieste, offerte e domande di cambi per gli abbonati, pag. 298.
Indice delle materie trattate nella precedente annata, da pag. 298 a pag. 304.
ANDARSZZE
W'WAE.H
Costo dell’ Inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi.
(Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche. presso l’agenzia di questo Bollettino).
(Seguito ai già pubblicati)
I | inn conforme alle lezioni del prof. Mede-
olanica rigo Delpino. Redatta da Giovanni
Ettore Mattei primo assistente presso il R. Orto
Botanico di Bologna. Esce a fascicoli di 16 pagine,
formato in-8, con tavole litografiche staccate e
figure in legno intercalato nel testo. Abboramen-
to all'opera completa L. 10. Per abbonarsi in-
viare vaglia alla tip, editrice Zamorani e Alber-
tozzi in Bologna.
G Il \ 1 | settimanale diretta da Zeon
alle d STICOla Augusto Perassia. Abbo-
namento per tutta italia L. 3 all'anno. La
Gazzetta agricola esce ogni domenica in Milano,
È il giornale più economico, più indipendente ,
più pratico, più popolare, più ricco di notizie,
mercati ecc. che si pubblica per gli agricoltori.
Chi manda vaglia di L. 3,50 resta abbonato, per
tutto il 1890 0 riceve un premio in libri per
l'importo di L. 3. Dirigersi all'amministrazione
in Milano, Nuova via Sempione.
Vini fini e da pasto ed oli eccellenti
dl Î n Sì possono acquistare al possesso del sig.
0 IVA Mariano T'icci presso la stazione di Ca-
stellina in Chianti. I prodotti sono garantiti sia
per la bontà come per la resistenza, Le domande
devono essere indirizzate a Mariano Ticci - Sie-
na, o all'Agenzia di questo giornale. I prezzi da
convenirsi a seconda del modo di spedizione, s0
in casse, damigiano o in botti, contro assegno
per quantità non inferiore a mezzo ettolitro.
Chi desidera fare imbalsamare animali
di qualunque: genere, può inviarli al Laboratorio
soologico di S. Brogi,in Siena. Per la prepara
zione di un uccello della grossezza di. un Cana-
rino o Fringuello la spesa è di L. 1,50; un Tordo
e simili L. 2,00 ecc. Nuovi processi speciali per
assicurare la conservazione.
El numero 17 del
LI LI '
Industria: E. ÎNVENCIONOS: tomo ‘o este
teresante revista semanal ilustrada que ve la luz
en. Barcelona, publica los siguientes notables
articulos : y
Ordenanzas municipales de Barcelona. VI. —
Fabricacion de azucar en terrin (con grabados).
Los faros eléctricos en. la Exposicion Universal
de Paris. — Desfibradora « Batista Brunet. »
— Timbre eléectrico Snelgrove (con grabados). —
Crisis algodonera en Inglaterra. — Bibliografia.
Asimismo contiene numerosos. é importantes
datos sobre las patentes de invencion y marcas
de fiibrica concodida en Espana y en el extra-
njero. ;
Ista revista, cuya. suscripcion solo cuesta 18
pesetas al allo en Espana y 30 en el extra-
njero y Ultramar, es indispensable para todos
los industriales, y para los que tengan patentes
de invencion d desean solicitarlas.
RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1 Doni
ANNO IX x
MIRI .0123. > i 1889
i BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
DI DUE NUOVE QUERCIE ORIENTALI
_ ===
Quando mesi or sono mi occupava dello studio della Quercus Macedonica,
ricorsi. al benemerito Prof. Heldreich di Atene per avere esemplari delle spe-
cie affini che crescono in Grecia. Egli, sempre pronto ad aiutare chi curasi
delle botaniche discipline, cortesemente mi inviò numerosi esemplari di specie
Greche interessantissime, e fra queste ancora i rappresentanti di due forme che,
essendo tuttora inedite, credo conveniente farne oggetto di apposita nota, quale
è la presente. Crescono entrambe in Arcadia ed appartengono alla medesima
‘stirpe delle Aegi/ops.
La prima fu raccolta nel novembre 1888 da agenti forestali appositamente ’
incaricati dallo stesso Heldreich di simili ricerche. È affinissima alla vera @Q.
Macedonica, Alph D. C. (Q. Grisebachii, Ky.) ed anzi credo difficile potersi
distinguere specificamente. Però differendone per varii caratteri, sarei d’' avviso
di conservarla come notevole varietà, e proporrei di chiamarla var. Heldrei-
chiana dal nome del suo illustre scopritore. Questa forma riesce poi assai in-
teressante portando frutti perfettamente maturi, imperocchè, a quanto mi con-
sta, non si conoscevano ancora frutti del tutto sviluppati, della vera Q. JMZa-
cedonica.
Eccone quindi la diagnosi:
Quercus MaceEDoNICA, ALpH. D. C. non Auct. (Q.Grisedbachii. Ky. vedasi
questa Rivista anno IX fasc. 14)...... var. HELDREICHIANA, MIHI, ramis junio-
ribus fiavescentibus, puberulis: foliis petiolatis, coriaceis, verae speciei dimidio
minoribus, ovato oblongis, nonnullis subtriangularibus, basi plana vel fere cor-
data, apice acutiusculo, obscure serrato- repandis nec dentatis, supra nitidis, gla-
berrimis, subtus pallidioribus sub lente pilosis, nervis lateralibus paucioribus
utrinque 7-8 diversentibus; fioribus masculis...., foemineis hinis, primo ses-
sili, altero pedunculato, pedunculo brevi crasso, parvis, valde tomentosis, ellip-
soideo-acutiusculis , stigmatibus obtusis, refiexis; fructibus e mediis, cupula
constricta, squamis brevissimis, cinereo-hirtis, apice obscure maculato, imis ovatis
‘cuspide libera fere nulla, mediis triangularibus cuspide libera brevissima, parce
| reflexa, supremis linearibus, adpressis vel subconnatis : glande summum trun-
cato-depressa, dimidio cupulam superante, minutissime scabra, in vivo (an
semper?) hinc hinde albo puberula, apice velutina. i i
Hab. in montosis Arcadiae septentrionalis prope pagum Chovòlis in demo
282
Aroania, ubi vulgari nomine Huse& nota: novembri 1888 (Ea herb. De Hel- È
dreich). A È
L'altra specie che ebbi dal Prof. Hole fu raccolta fino dal 1861 da d
certo Balsamaki, che la battezzò Quercus Muzaura dal suo nome volgare: ma
rimase sempre inedita. Credo conveniente conservarle dusto nome, quindi col
medesimo la descrivo.
Quercus MUzAURA, BALSAMAKI, 7red (absque diagn.), ramis junioribus fer-
rugineo-tomentosis : foliis levibus, ovatis basi rotundatis latioribus, apice acn-
tiusculis, mucronato-serratis, utrinque viridibus, glabrescentibus, utrinque 8-10-
nervis; floribus masculis........ foemineis saepius bini, subsessilibus, hirtulis,
ellipsoideis ; fructibus e minoribus, cupulae squamis subtomentosis , infimis
triangularibus erectiusculis, mediis cuspide libera longa, angusta, crassa, semi-
cilindrica, fortissime uncinato-recurva, supremis linearibus: glande acuminata,
subconica, forma fere idem ut in fructu Coryli Avellanae, tertio cupulam su-
perante, nitidissima, apice tantum hirtula.
Hab. in silvis Arcadiae prope pagum Sapotò, ubi legit cl. Balsamaki ma-
gister rei saltuariae, autunno 1861: deinde nondum reperta. Vulgo MowzizX (ex
herb. De Heldreich).
Questa specie è ben distinta da tutte le altre, particolarmente per la forma ;
delle squame cupoline e della ghianda. Le sue affinità mi sono assai dubbie,
però ì caratteri fogliari l'avvicinerebbero molto alla Q. ostriaefolia , Borb. ed
alla Q. Libani, Oliv. ma il frutto ne è diversissimo. Credo si tratti, come per
la precedente, di una specie locale, endemica, propria dell’ Arcadia.
Bologna 6 Ottobre 1889.
G. E. MATTEL
LA GEOLOGIA PALEONTOLOGICA
Oggigiorno la geologia e la paleontologia si sogliono considerare come due >
scienze distinte fra di loro, abbenchè reciprocamente subordinate, e sono appunto
coltivate separatamente da studiosi speciali. La geologia costituisce un corpo a
parte di scienze generali, comprensive, sintetiche dirò meglio, che hanno per
oggetto lo studio dei cambiamenti successivi che si sono verificati e sì verifi
cano tuttodì sulla faccia del nostro pianeta. La paleontologia invece è lo studio
speciale, analitico, degli organismi che hanno vissuto per il passato; in altri
termini non è che un ramo della biotassia — altrimenti detta biologia speciale,
o descrittiva, o sistematica, o.tassonomica — e precisamente il ramo che dir
sì potrebbe della « paleobiotassia » in confronto alla branca che studia gli or- °°
ganismi attuali, « neobiotassia », la quale si divide, come tutti sanno, in
zoologia, fitologia e protistologia. Ma la vera distinzione fra geologia e pa-
283
leontologia non s' è accentuata che nel secolo presente, dopo che il grande
Cuvier, col fondare l'anatomia comparata, diede agio agli scienziati di studiare
uno per uno, ossia tassonomicamente, tutti i fossili che gli scavi nella terra
vanno ogni giorno mettendo alla luce. Infatti, prima di questo secolo, la paleon-
tologia rientrava completamente nella geologia, perchè constava solo di alcuni
principî che formano parte integrante della geologia istessa. Occorre però quì
fare una piccola osservazione, che suppongo ben fondata.
Ho detto che la paleontologia deve ritenersi, allo stato attuale dello svi-
luppo scientifico, come una scienza distinta dalla geologia, ma non ho inteso
indicarla come una scienza isolata, costituita, completa per sè stessa, insomma
facente cosa a sè. Per essere giusti, bisogna invece considerare la paleontolo-
gia come una scienza intermediaria, l’ anello di congiunzione fra la geologia e
la biologia. Ed invero, se noi pensassimo un po’ bene, ci convinceremmo tosto
quanto sia illogico il separaregla paleontologia dalla zoologia e dalla botanica,
delle quali scienze è la naturale continuazione , dilucidazione e complemento.
D' altra parte, volgendo il pensiero alla geologia, non saremmo meno convinti
che questa scienza vastissima senza la paleontologia non potrebbe sussistere ;
si ridurrebbe ad uno scheletro senza muscoli, ad una casa senza fondamenta.
La paleontologia illumina alla sua volta la biologia e la geologia, ed io credo
sia questione di lana caprina e semplicemente oziosa il voler cercare a quali
di questi due gruppi di scienze naturali essa torni più necessaria, più efficace.
Si capisce che lo zoologo ed il botanico vogliano per sè stessi soltanto, tutta
la paleontologia, e gridino all’ usurpatore se il geologo accoglie nel suo museo
il materiale fossile; parimenti non si può dar torto a quest’ ultimo se sui resti
fossili pretende il diritto di possessione e di studio, e reclami per sè tutte le
importanti scoperte paleontologiche che aumentano sempre più nelle varie
parti del globo. È questa una lotta scientifica perennemente in vigore e nel
suo genere assolutamente unica, poichè in essa si dà il caso eccezionale che
entrambi le parti contendenti hanno la stessa misura di ragione. Il biologo
parla a questo modo: La paleontologia è parte integrante del mio compito,
perchè la paleontologia non può svilupparsi senza aver bisogno ad ogni istan-
te di quelle nozioni che ‘sono di mia esclusiva proprietà; la scienza dei fossili
sarebbe condannata ad una semplice definizione, ad una parola vuota di senso,
se non fosse coadiuvata e sorretta dalla scienza dei viventi, ed invero qual’ è
quel paleontologo che può proseguire le sue ricerche se non pensa dapprima
a farsi un buon zoologo, un buon fitologo ?
Lo studioso della geologia ci sciorina invece quest'altro discorso: poi due
ragioni la paleontologia è di mia competenza: per ragione scientifica e per ragione
storica. La ragione storica sta nel fatto che la paleontologia è nata colla geo-
logia, entrambe nate simultaneamente come due sorelle gemelle: la ragione
scientifica sta nel legame indissolubile che unisce le due scienze, ciascuna delle
quali vive dell’ esistenza dell’ altra, fornendosi a vicenda i criteri classificativi.
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MAO PIREO ATA e SEITE I
PERTELEEA TE
R84
In fatti la specie a, studiata dalla paleontologia, ci dice che lo strato d
che la contiene, studiato dalla geologia, è della tale epoca, periodo o piano
e s'è formato nelle tali e tal’ altre condizioni; a sua volta lo strato d colla sua
disposizione e costituzione ci spiega i caratteri ed i costumi della specie 4. —
Ecco adunque i proiettili incruenti che si slanciano l’ un contro l’altro gli zo0-
logi ed i botanici da una parte ed i geologi dall’ altra, per riuscire vittoriosi
nella lotta di conquista di quella vezzosa e giovanissima donzella che si chiama
« paleontologia » (Continua)
MARIO CERMENATI
Prof, A. LENTICCHIA
I PRIMI FIORI NEL CANTONE TICINO
(Continuazione)
RT
Petasites albus Gàrtn. Fine di marzo; tra la valletta del Tazzino, e Sorengo,
valletta presso il paese Cassarate.
Tussilago farfara L. Fine di marzo; S. Martino presso Lugano ecc.
Carex verna Vill. Fine di marzo; comune nei dintorni di Lugano.
Helleborus virdis L. Fine di marzo; dintorni di Lugano come al Paradiso
e a Sorengo. i :
Ajuga rèptans L. Fine marzo; muri, margini, prati.
Senecio vulgaris L. Fine marzo; sulla roccia a Ponte Cassarina presso
Lugano, S. Martino ecc.
Narcissus Pseudo-Narcissus L. Fine marzo; colline di Sorengo.
Adoxa Moschatellina L. Fine marzo; Mondrisio.
Ficaria verna Huds. Fine marzo: lungo fiume Cassarate ecc.
Gagea arvensis Schult. Fine marzo; prati a Mendrisio.
Cornus mas L. Marzo; Castagnola, S. Martino alla fornace ecc.
Populus alba L., nigra L., tremula L. Marzo; comune.
Celtis australis L. Marzo; collina di Sorengo, Gandria.
Persica vulgaris —-Mill. Prunus domestica L., spinosa L., Cerasus L. —
Pyrus Malus L., communis L. Fine marzo; Castagnola, Gandria.
Scilla bifolia L. Fine marzo; valletta presso la stazione ferroviaria. — Ma-
gliaso ecc.
REGIONE MONTANA,
Erica carnea L. Fine marzo ; cima del Monte S. Salvatore.
Polygola Chamaebuxus L. Fine marzo; cima del M. S. Salvatore; più tardi
la var. rodoptera.
Helleborus niger L. Fine marzo; cima S. Salvatore, Brè ecc,
pt 8 FSB e ENEA RARO SOA SR a
Cares humilis Leyss. Fine marzo; cima S. Salvatore.
Amelanchier vulgaris Monch. Aprile; Generoso, S. Salvatore (anche al piede).
Rhamnus pumila L. Aprile, Generoso, S. Salvatore.
Sorbus aria Crantz. Aprile ; S. Salvatore.
Convallaria majalis L. Fine di aprile; Generoso, Mi di Locarno.
Majanthemuwm bifolum DO. Fine aprile; Generoso, M.' di Lugano (scende.
anche nei colli).
Paphne Laureola L. Principio d’ Aprile; Generoso, S. Giorgio.
Daphe Mezereum L. Fine aprile; M. Generoso, M. Bolia, M. Caprino, M.
S. Giorgio.
Daphne alpina L. Fine aprile; M. S. Giorgio.
Daphne Cneorum Whlb. Fine aprile; sulla cima del S. Salvatore.
Primula viscosa Vill. non All. Fine aprile; M.t di Bellinzona e della V. Colla.
Euphorbia dulcis L. Fine aprile; M. Brè (scende anche a Castagnola), M.
S. Giorgio. i
Dentaria pinnata Lam. Fine aprile; S. Salvatore, S. Giorgio.
Arabis alpestris Rchb. Fine aprile; S. Giorgio.
Prunus spinosa L. Fine aprile; M. S. Giorgio. i
Primula officinalis Scop. Fine Aprile; M. Brè, M.* di Bellinzona. È
Viola canina L. Fine aprile; M.f di Bellinzona. ;
Potentilla micrantha Ram. Aprile; Generoso, M.' del Malcantone. i
Cytisus hirsutus L. Fine aprile; M. S. Salvatore, M.'i di Bellinzona. È
Crocus vernus L. Aprile; comune nei luoghi erbosi, umidi. |
Cytisus Laburnum L. Fine aprile; M. S. Salvatore, M. Brè (anche al loro piede).
Orchis sambucina L. Aprile; Generoso, Brè ecc. ,
Quercus Cerris L. Aprile; boschi, fino a 1800 m. i
Ostrya carpinifolia Scop. Aprile; Generoso, S. Salvatore, Brè (anche a Gandria).
Pagus sylvatica L. Aprile; Fino a 1800 m. i
Empetrum nigrum L. Aprile; S. Gottardo.
Actaca spicata L. Fine di aprile ; Generoso.
Saxifraga Cotyledon L. Fine aprile; M." di Losone Que ai colli), S. Ber-
nardo presso Lugano.
Draba aizoides L. Fine di aprile; S. Gottardo.
Valeriana tripteris L. Principio Maggio; M. S. Salvatore, M. Generoso,
M. Caprino.
Euphorbia amygdaloides L. Metà maggio; M. S. Giorgio sopra Riva.
Euphorbia verrucosa Lam. Metà maggio; M. S. Giorgio, sotto la cima.
Orchis mascula L. Metà maggio; M. S. Giorgio, sotto la cima.
Potentilla alba L. Metà maggio; M. S. Giorgio, sotto la cima.
Orobus vernus Bernh. var. gracilis Gaud. Metà maggio; cima del S. Salvatore.
Carex montana L. Metà maggio; M. Generoso.
Orchis ustulata L. Metà maggio; M. Generoso, M. del Malcantore (scende
anche al Diano come a Tenero presso Locarno).
.*
286
Senecio spathulaefolius DCO. Metà maggio; M. Generoso.
Scorzonera austriaca Willd. Metà maggio; M. S. Salvadore.
Opkrys aranifera Huds. Maggio; M. S. Giorgio.
Cephalanthera ensifolia Rich. Maggio; M. S. Salvatore, M. Brè.
Iris graminea L. Maggio ; S. Giorgio, Generoso. i
Vaccinium Vitis idoea L. Maggio; M. Camoghe, S. Gottardo.
Geranium sylvaticum L. Maggio; M. Generoso sopra la Cascina.
Lilium Martagon L. Maggio; M. S. Salvatore, M. Brè, M. Generoso.
Thesium alpinum L. Maggio; M. S. Salvatore
Asparagus tenuifolius Lam. Maggio; M. S. Giorgio.
Phalangium liliago Schreb. Maggio; S. Salvatore, Generoso, Brè (anche
a Castagnola).
Rosa alpina L. Maggio; M. Generoso.
Moeheringia muscosa L. Maggio; M. Ceneri, M. Camoghé.
Lonicera alpigena L. Maggio; M: Generoso.
Globularia cordifoglia L. Maggio; M. Generoso.
Calamintha alpina Lam. Maggio; Generoso, Airolo (principio di Giugno).
Antennaria dioica Gaertn. Maggio; Generoso, Camoghé.
Rubus saxatilis L. Maggio; Generoso, Camoghé.
Tnlaspi alpestre L. Maggio; S. Gottardo.
I EL
REGIONE ALPINA.
Nella regione alpina superiore la neve è appena scomparsa e il suolo non
ancora svegliato dal suo torpore, che già vi sorgono, quasi per incanto, gra-
ziosi e delicati fiori, formando splendide corone attorno alle macchie di neve
fondente.
Quando il Dott. Lavizzari, naturalista ticinese, fece, ancora giovane, la sua.
prima escursione alpina ai magici laghetti di Naret (2240 m.), appena potè espri-:
mere colle seguenti parole il fascino che ne provò: « Il suolo era qua e là.
< sparso di neve, ma ove queste si scioglievano, le sponde dei laghetti vesti- |
« vano ghirlande di fiori alpini, che per la forma insolita, pel colorito e la
« soavità eccitarono in noi la più grata meraviglia. (1) »
Ed ora ecco la lista dei primi fiori alpini:
Soldanella alpina L. Fine Maggio; Generoso, M. Bolia, Piora.
Primula Auricula L. Fine Maggio, M. Bolia.
Primula farinosa L. Fine Maggio; M. di Bellinzona.
Anemone vernalis L. Fine Maggio; Generoso, Camoghé, S. Gottardo.
Anemone alpina L. colla var. sulphurea L. Fine Maggio; Generoso, Garzirola..
Ranuneulus montanus Willd. Fine Maggio; Generoso, S. Gottardo.
Alnus viridis DC. Fine Maggio; Generoso, M. della V. Colla ece.
Arabis ‘alpina L. Fine Maggio; Generoso, Camoghé ecc.
(1) Escursioni nel Cantone Ticino, 1865, pag. 436.
ea
287
Globularia nudicaulis L. Fine Maggio ; Generoso, Camoghé.
Gentiana excisa Presl. var. alpina Vill. Fine Maggio; cima Bolia, Camoghé etc.
Gentiana verna L. Fine Maggio; Generoso, Alpi della V. Colla.
Rhododendron ferrugineum L. Fine Maggio; M. del Malcantone, della V.
Colla, Generoso, S. Gottardo ecc.
Saxifraga cuneifolia L. Fine Maggio; Generoso, Camoghé, S. Gottardo.
Orchis odoratissima L. Fine Maggio; Generoso, Camoghé.
Azalea procumbens Desv. Giugno; Camoghé.
Androsace helvetica Gand. Giugno; S. Gottardo.
Pingnicula alpina L. Principio di Giugno; Piora, Camoghé, Generoso.
Ranunculus platanifolius L. Principio di Giugno; Generoso.
Anemone narcissiflora L. Giugno; Generoso.
Ranunculus alpestris L. Giugno; S. Gottardo.
Alchemilla alpina L. Giugno; Camoghé, S. Gottardo.
Androsace Charpentieri Heer. Giugno; Cime del Camoghé e del Garzirolo.
Silene acaulis L. Giugno; Camoghé, Ss. Gottardo ecc.
Pulmonaria azurea Bess. Giugno; M. Generoso.
Gentiana bavarica L. Giugno; M. Generoso ecc.
Veronica bellidioides L. Giugno; Generoso ece.
Campanula rhomboidalis L. Giugno; M. Camoghe.
Saxifraga rotundifolia L. Giugno; M. Generoso.
Cerastium alpinum L. Giugno; Generoso ecc.
Rosa alpina L. Giugno; Generoso, Cimalmotto ece.
Daphne striata Trat. Giugno; M. Camoghé.
Potentilla aurea L. Giugno; Generoso. M. Tamar, S. Gottardo ecc.
Geum montanum L. Giueno; M. Garzirolo, S. Gottardo ecc.
Dryas octopetala L. Giugno; Camoghé, Campolungo, Campo V. Maggìa ecc.
Pedicularis verticillata L. Giugno; Generoso, Camoghe.
Bartsia alpina L. Giugno; Camoghé, S. Gottardo.
Trifolium alpinum L. Giugno; M. Tamar, Camoghé, Cimalmotto ecc.
Senecio aurantiacus DC. Giugno ; Generoso. i
Senecio Doroniaum L. Giugno; M. Generoso, S. Gottardo.
Viola biflora L. Giugno; Camoghé, M. Tamar, S. Gottardo, ecc.
Nigritella angustifolia Rich. Giugno; Generoso, Camoghé.
Nigritella suaveolens Koch. (Orchis odoratissima + Nigritella angustifolia).
Giugno; Camoghe.
Carex ferruginea Scop. Giugno; M. Generoso.
Salix reticulata L. Giugno; S. Gottardo. ;
Salix Myrsinites L. Giugno; M. Generoso, Forca di Bosco V. Maggia.
Thesium alpinum L. ‘Giugno; M. Camoghé; trovasi anche più in basso.
come al S. Salvatore. : | (Continua)
288
Giovanni Mariacher e Vittorio Dal Nero
DUE TETRAONIDI VERONESI CHE SCOMPAIONO
Il Tetrao tetrix, Lin. o Lyrurus Tetrix, Lin., trovavasi frequente e sedentario nella Provin.
di Verona sul Baldo, al principio del secolo. Dal 1834 in poi si notò la sua graduale scarsezza. Il
Perrini lo dice raro (1); il De Betta confermando questa notizia, ci fa sapere anche che nidificava
a Malcesine (2); il Pellegrini scrive al Giglioli che questa specie è « rara se non scomparsa dal
Baldo » (3). Il Bonomi però lo crede frequente in alcune località del Trentino (4) e ciò spieghe-
rebbe la sua comparsa accidentale sui monti della valle dell’ Adige e quindi sul Baldo. Da parecchi
anni non si avevano notizie certe della sua cattura in Provincia, ma il 23 novembre p. p. nei din-
torni di Belluno Veronese, venne ucciso un maschio che conservava ancora le tracce dell’abito gio-
vanile. L' analisi dell’ apparato digestivo diede il seguente risultato:
Rhododendro hirsutum, Lin. . È , 5 . Gemme e foglie in grande quantità.
Fragaria collina, Lin. . à ò E ò . Una ventina di foglioline.
Oxalis acetosella, Lin. . 5 c ? È . Sette foglie.
Polygomum aviculare. Lin. . . 5 5 . Pezzettini di caule e foglie.
Asplenium Ruta-muraria, Lin... s c . Undici piccole fronde sporificate.
Crataegus Oxyacantha, Lin. + . o : . Due drupe.
Fagopyrum esculentum, Moench. . . . . Un achenio.
Il Tetrao Urogallus, Lin. doveva trovarsi anch’ esso frequente nol Veronese sul Baldo, se il
Savi lo dice (5). Da quell’ epoca però questo Tetraonide si rese sempre più scarso sino a scompa-
rire‘ quasi del tutto, essendo già parecchi anni che non avvengono catture. Infatti il Perrini serive
che dal 1834 al 1858 furono presi soltanto tre individui (1). Il De Betta asserisce che passano vari
anni senza trovarsene mai alcuno (2). Il Pellegrini nelle note mandate al Giglioli per l’inchiesta,
non ne fa menzione (3). Il Bonomi lo crede estinto nel Trentino (Tirolo meridionale) (4). Tuttavia
è notevole l’ esistenza, per la prima volta nel Veronese verificata, dell’ ibrido di questa specie colla
precedente. Il 23 novembre p. p. nei dintorni di Belluno Veronese venne catturato un individuo
ibrido. Questi ibridi che già si vollero innalzare alla dignità di specie col nome di T'etrao medius.
. Meyer, sebbene, secondo il Bonomi, s' incontrino forse frequenti nel Tirolo settentrionale, non fu-
rono mai dagli Autori indicati del Veronese. La cattura di quest’ individuo, confermerebbe, anche
secondo Giglioli, che la specie va scomparendo (6).
L’ esemplare preso è un maschio, eccone le note caratteristiche :
Becco nero, Pileo nerastro. Parte dorsale e sopraccoda di color bruno a punti grigi. Sottocoda
con copritrici nere a largo margine bianco. Addome nero lucente a riflessi bluastri: nel mezzo @
longitudinalmente una macchia irregolare formata da copritrici con margine bianco. Petto blù ca-
rico lucente che volge all’ indaco. Gola nera con ciuffo a guisa di barba. Remiganti scuro nere con
‘margine bianco. Timoniere eguali nere marmorizzate di bianco nel mezzo. Tibia bianca. Tarso ce-
nerino. Diti nudi cenerognoli. Unghie nere.
Dimensioni: Lunghezza totale cm. 77, coda 25, tarso 7, becco ©.
L' esame dell’ apparato digerente diede per risultato:
Crataegus Oxyacantha, Lin... È RIINA o A Amupe: i
Alnus glutinosa, Lin. . ò = E % . Due spighe (amenti) staminifere.
Gli individui di cui sopra, fanno ora parte della bella collezione di uccelli veronesi del Co, Cipolla.
Verona il Dicembre 1889.
(1) .Perrini — Uccelli Veronesi — Verona 1885.
(2) De Betta — Materiali per una fauna Veronese — Verona 1862.
(3) E. I. Giglioli — Primo resoconto dei risultati dell'inchiesta ornitologica in Italia — Firenze 1889.
(4) A. Bonomi — Nuove contribuzioni alla Avifauna Tridentina — Rovereto 1829.
(5) Savi — Ornitologia Toscana — Pisa 1829.
(6) E. H. Giglioli — Avifauna italica — Firenze 1886.
COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE
In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia-
wimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc.
Per i dilettanti e collettori d’ insetti. Nel legsere alcuni scritti sugli insetti abbiamo
presi i seguenti appunti che crediamo possano interessare non pochi abbonati entomologhi:
Per togliere il verderame che si è formato sugli spilli che portano gli insetti, basta immergere
spilli ed insetti nella benzina lasciandovelì per qualche ora. Questo bagno serve pure benissimo
| per ripulire i coleotteri che hanno trasudato del grasso e vi si possono immergere anche quelli in-
gommati sulla carta, poichè la gomma non è solubile nella benzina.
Per evitare di avere nelle collezioni spilli ossidati, basta fare uso di quelli verniciati che ap-
punto si chiamano inossidabili e che in commercio sì trovano presso a poco al medesimo prezzo
degli altri. ;
Per rimettere le zampe antenne ecc. che tanto facilmente si rompono agli insetti secchi, si
pone una goccia di gomma arabica liquida nel punto della rottura e sì riapplica al suo posto la
parte staccata, sostenendola con una pinzetta finchè si abbia avuto il tempo di versare nel medesimo
posto un goccia di Alcool; questo fà subito coagulare la gomma e così l’organo rotto vi rimane aderente.
Per conservare il bel colore dorato alle Cassidi, al congresso dei naturalisti alemanni del
1878, fu proposto di bagnarle per qualche ora nella glicerina. 3
Caccia ai Lepidotteri notturni. Il Sig. Bellier de la Chavignerio, insegna nel (HewzNe des jeunes
naturalistes) i seguenti metodi che una lunga pratica li ha fatti riconoscere per i migliori.
l.° La caccia con il Mazzapicchio: Muniti di un martello guarnito di piombo e di cuoio per
non danneggiare gli alberi, si và al mattino di buon ora nei boschi a percuotere gli alberi, sotto
ì quali sì sarà steso un lenzuolo e non poche farfalle e specialmente i Bombici, ancora addormen-
tati e sovente accoppiati, si lasceranno cadere senza fare uso delle ali.
2.0 Caccia alla melata: Sì stende durante il giorno con un pennello un liquido composto
d’acqua e di miele ordinario, sui tronchi d'alberi disposti in viali, e si va a visitarli la notte con
una lanterna. Quando la località ed il tempo sono favorevoli la raccolta è sovente abbondantissima.
Se nei luoghi ove si vuol far:la caccia mancano gli alberi, vi si tendono delle forti corde e sì spal-
mano con il suddetto miele; le specie provviste di tromba si lasciano attirare da questa tesa.
3.0 La caccia colla lanterna che si fa in diverse maniere, sia tenendo la: lanterna fissa su di
un panno bianco steso a terra, sia portandola in mano ed avvicinandola ai fiori. Questa caccia è
adattatissima per-tutti gli insetti notturni.
Per uccidere rapidamente le farfalle senza danneggiarle, D. Pierral propone di bucarle
con uno strumento qualunque bagnato nella nicotina del commercio o nel sugo di tabacco, ottenuto
facendo macerare degli avanzi di sigaro, cicche, in un poca di acqua e conservando il liquido con
il tabacco, in boccia ‘ben chiusa.
Il fungo Hymenoconidium petasatum. Zukal, di cui si discorre in questa Rivista a. c.
p. IlU e 148, sarebbe secondo V. FYayod uno stadio giovanile -del Marasmius hygrometricus Brig.
(ET A. VIII p. 232). IP
I Rotiferi, per quanto ci dà a conoscere il Dott. Tessin di Butzow nell’ « Archiv. » della soc.
degli amici di st. nat. a Birzow nel Meklenburgo (2 tav. 1889) non sono ancor abbastanza
studiati, così p. e. l'organizzazione dell'apparato genitale e nominatamente la formazione delle uova,
| non è ancor del tutto definita, così pure non è ancor ben ordinata la sistematica. Il Sig. Tessin
in questo suo lavoro sui Rotiferi lascia a parte le Asplacknee e le Polyarthree, non conoscendo
‘animali, i quali possano appartenere a queste famiglie ; le Prilodince e le Tubicolarie sono fami-
i ro ben caratterizzate. Le ricerche intraprese dal Tessin si limitano quasi esclusivamente alle
| Hydalinee, Macrodactylee, o alle Loricate, e ci da la descrizione di diverse specie di Rotiferi dei
1 lintorni di Rostock, e nominatamente dei generi: Melicerta, Hydatinea, Synchacta, Notommata, Eo>
290
phora, Theora, Plagiognatha. Monommata colla n. sp. M. grandis e che si distingue dalla M. longi-
sela per sorprendente grandezza, e dalla M. acquatis per aver diti di disuguale lunghezza; poi Acan-. ©
thodactylus n. g. (riunito dai generi Monocerca e Diurella, non essendovi nella forma del piede o delle
dita, differenza essenziale, e trovandosi nell’Acantho gracilis, quanto alle dita, i caratteri d'ambi i
generi), Stephanops, Pterodina ecc. ecc. ; SR
Limnetes brachyurus, questo sommamente raro crostaceo, fu raccolto dal Sig. Hartwis lo
scorso maggio 1889 nei dintorni di Berlino (Nat. Wochschr. Berlino 1889. N. 17). SR.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa ru-
brica e delle quali è segnato il costo.
ROHAUT CH. A. Du Transformisme et de la Génération spontanée. Studio
scientifico e filosofico, preceduto da una prefazione del Dott. Prof. Michel Peter. Tanto il Rohaut
che il Peter sostengono in questo libro la Generazione spontanea, sia per le piante che per gli ani-
mali inferiori e ne citano e commentano moltissime prove pro e contro. Essi partono dal principio
che tutta la creazione degli esseri viventi è dovuta a una forza creatrice della natura, che è inerente.
al nostro globo, che questa forza si esercita sui corpi terrestri o sulle sostanze seguendone lo stato
e le modificazioni che ha fatto loro subire precedentemente questa stessa forza. i gt
La teoria dei Virus attenuanti, non è per gli egregi autori solamente chimerica, ma anche
if Lisi sal ri
dannosa. 34
Quanto agli animali superiori, ritengono, con i transformisti, che essi hanno subìte confil tempo
delle variazioni tali, che ne sono resultate muove specie per trasformazione.
L’ interessante volume è uscito ora dalla libreria editrice I. B. Bailiere ct fils, Rue Haute- s
feuille 19 — Paris.
DODERLEIN prof. P. Manuale ittiologico del mediterraneo, ossia: Sinossi metodica
delle varie specie di pesci riscontrate sin quì nel mediterraneo ed in particolare nei muri di St
cilia. Al ricevere il IV fascicolo di questa importante opera dell’ illustre prof. Doderlein, abbiamo
provata molta sodisfazione, vedendo con ciò come la pubblicazione di questo dotto studio sui nostri
pesci, interrotta da alcuni anni (per cause indipendenti dal buon volere dell’ autore, come lo di-
chiara l’autore stesso), veniva ora ripresa e potrà presto essere condotta a termine. I giusti encomi
che facemmo per i primi 3 volumi, non possiamo che ripeterli ed aumentarli per il presente 4.0
volume, il quale è formato di ben 188 grandi pagine di fitta stampa e contiene la rivista partico- 3R
lareggiata delle prime famiglie dei pesci Teleostei od Ossez e precisamente di quelle famiglie e specie si
appartenenti alla divisione degli Acantotterigi Perciformi che tengono dietro ai Selaciani e Batoidei, P
dei quali 1° egregio Autore si è occupato nei fase. II. III $
MANZINI VINCENZO. Su alcuni fiori alpini.(est. cronaca soc. Alp. Friul. 1889). È
piacevole ed istruttiva la lettura di questo fascicoletto, nel quale sono fatte conoscere le leggende
che i nostri alpigiani attribuiscono ai fiori e le proprietà mediche ad essì ascritte dall’ esperienza :
o dalla superstizione del popolo, proprietà che 1° egregio A. pone a confronto con quelle citate da
antichi medici e semplicisti. Riportiamo uno dei paragrafi, quello sul Cielamino :
Il grazioso ciclamino (Cyclamen europeum L.), vegeta all’ombra dei boschetti delle nostre Alpi, o schiude il suo
profumato fiorellino tra le fessure delle rocce, da agosto e settembre; fiore tanto amato dagli alpinisti prudenti,
offre al nostro alpigiano le sue rotonde foglioline per medicare le ferite e per sedare il dolor di capo (1). Queste —
foglie vengono tritate, con del lardo e del burro, ed a guisa di cataplasma sono applicate alla ferita. Dagli Slavi
questi fiorellini vengono detti cucchiaini della Madonna. Su questo nome ho potuto raccogliere la seguente leggenda O) 4
(1) Della seconda proprietà ne parla anche Dioscoride (Mar. Diosc. 1, 64). Egli dice infatti che il succo esta era
dalle foglie trite « /init diuturnus capitis dolores ac etiam hemicranias, » Non so quanto valga questa asserzione, ini
però dimostrato che la credenza dei nostri alpigiani non è un mero pregiudizio.
(2) Narrata a Clabuzzar (sorgenti dell’ Isonzo).
291
Nei bei tempi in cui gli dei non disdegnavano visitare i poveri mortali, la Madonna, col suo bambino, scese
dal cielo e venne a vedere i tugurii dei nostri alpigiani. È
Nel cielo si vive d’aria e di gloria, ma in terra, pur troppo, non si può fare altrettanto, senza correre il ri-
schio di tirar le cuoia prima del tempo; quindi il divino rampollo doveva aver bisogno di nutrimento. La povera
madre non poteva trovare, lì per lì, un cucchiaino per dar la pappa al bambino e, pensatoci sopra un momento,
ereò il grazioso fiore porporino: col quale potè servire il cibo al figlio. D’ allora in poii ciclamini furono chiamati
cucchiaini della Madonna.
DE TONI E. Note su alcuni artropodi friulani. Trovandosi l’ egregio autore nel
1887-88 di residenza a Udine, fece colà raccolta di animali articolati, ed in questo fascicolo,
estratto dal T. IV n. 3 del Boll. soc. Veneto-Trentina di S. N., trascrive le osservazioni fatte sopra
diverse specie di Insetti, Aracnidi e Miriapodi.
BRUTTINI ARTURO. Azione della elettricità sui vegetali. La discordanza che
riscontrasi fra i resultati ottenuti dai diversi esperimentatori dell’ azione della elettricità sui vegetali,
fu la ragione per la quale l’egrezio autore, assistente presso l’ istituto agrario della R. Università
di Pisa, sotto i cui auspici è fatta la pubblicazione, vollè fare per proprio conto nuove osservazioni
în proposito. Le esperienze dall’autore eseguite sono: su 12 piante di fava all’ aria libera, su 4 piante
di fava sotto campana di vetro, su 2 piante di granturco all’ aria libera, su altre 14 piante di fava
all’ aria libera, e finalmente su 4 piante di granturco due all’ aria, libera e due sotto gabbia iso-
lante; i resultati ottenuti sono: I
E 1.0 L'elettricità non ha accelerata la iniozione
; 2. Quando l’effluvio elettrico non era molto forte la sua azione sulle piante non è stata apprezzabile; quando
invece era intenso tanto da rendere le piante della corona luminose nell’ oscurità, Je piante elettrizzate si sono
sviluppate meno di quelle non elettrizzate. :
30 L'elettricità atmosferica non ha avuto nessun effetto nell'accrescimento delle piante sottoposte alla sua
azione. »_ ;
In questo opuscolo, corredato di diverse figure, l’ autore fa pure la rassegna delle principali
esperienze ed osservazioni eseguite fino ad oggi intorno all’ azione della elettricità nelle piante.
HIRT'S FERDINAND Geographische Bildertafeln — Breslan. In uno dei numeri
precedenti (pag. 138) abbiam dati alcuni cenni, lodaridola come essa veramente si merita, di questa
opera ricchissima di splendide incisioni (1400) rappresentanti con singolare evidenza le caratteri-
stiche più eminenti topografiche e antropologiche di tutte le regioni e popoli della terra. i
Notammo allora, e gioveraà ripeterlo, come l’ opera summentovata, pubblicata dall’ Hirt sotto la
direzione di due eminenti geografi tedeschi, il dott. Alwino Oppel e Arnoldo Ludwig, con l’ intento
precipuo di completare e illustrare i manuali di geografia e specialmente quelli di Ernesto Leydlitz,
per la natura sua e la perfetta esecuzione, era riuscita tale da interessare ogni ceto di persone
istruite e in special modo i cultori dell’Arte e gli studiosi della Natura, della Geografia, della Storia,
dell’ Antropologia e delle discipline ad esse attinenti. Alla promessa allora fatta di fornire più par-
ticolari notizie su queste Tavole Figurate Geografiche (promessa che tanto abbiamo tardato a man-
tenere per motivi indipendenti dal buon volere della direzione) procuriamo ora di sodisfare:
Nelle molte figure che trovansi nei 24 quadri del 1.° volume è rappresentata la terra con tutte
le sue accidentalità, epoche geologiche, tipi di monti, colline e pianure, vulcani, sorgenti, miniere,
isole, coste, porti, commercio marittimo, mare e sue profondità, arte nautica, idraulica, industrie
fluviatili, carte metereologiche, fenomeni metereologici, vegetazione tipica delle diverse zone, ctno-
grafia, viaggi, caccie ecc. i
| Nel secondo volume sono 28 tavole rappresentanti i paesaggi tipici e più straordinari dell’ Ar-
cipelago brittanico, della Scandinavia, Danimarca, Belgio, Olanda, Impero germanico, Svizzera, Austria-
. Ungheria, Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Penisola balcanica, Russia. Quindi havvi ]’ Asia in
tutti i suoi aspetti; poi l’ Africa, l’ Australia, le isole del Grande Oceano, l’ America, terminando
con la riproduzione delle terre polari nordiche.
JaVL volume terzo ha 32 quadri, nelle cui numerose figure sono illustrati i tipi umani, i co=
stumi, le industrie, l'architettura, le vedute più tipiche, Je scene più caratteristiche di tutte le,
i bj
MPA ISEE RS
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292
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Il volume quarto (27 quadri) illustra 1’ Asia in tutti i suoi aspetti e vi si osservano gli indi-
geni della Siberia, i nomadi delle steppie dell’ Asia centrale, gli abitanti dell’ Asia centrale, del
Caucaso, Armenia, Asia minore, Siria, Palestina, Iran, India, Imalaia, Giappone; i Melanesi,
Polinesi, Australiani, ecc. ece. con le loro abitazioni, i loro costumi le loro campagne ece.
Nel quinto ed ultimo volume sono rappresentate in 31 quadri, con grandi quantità di figure,
l’Africa e 1° America in tutte le loro principali apparenze e con tutti i tipi delle loro popolazioni.
L’opera trovasi in vendita presso gli editori Ferdinand Hirt et Sohn in Leipzig (Germania) e
costa Marchi 27, 60 pari a L. 35 italiane; riccamente rilegata, M. 34, 75 pari a L. 44. I nostri ab-
bonati possono averla pure ordinandola all’ Amministrazione di questa Rivista. |
Torosi Giov. Battista. La collezione zoologica del dott. Giuseppe Scarpa in Treviso
(Estr. Gaz. di Treviso). L’esregio autore da non pochi ragguagli e fa meritati elogi, delle collezioni
zoologiche che lo Scarpa conserva presso di se e che sono dovute alla sua operosità ed intellicenza.
Società degli Alpinisti tridentini. Abbiamo ricevuto il XIV annuario (anno sociale 1888)
di questa importante società che conta circa mille Soci. Contiene le ‘seguenti memorie:
Dr. Riccabona: Il XV1 congresso estivo in Cles. Vitt. Ricci: Sullo studio della geografia in montagna e in pia-
_ nura. Fr. Ambrosi: L’istinto degli insetti. P. Orsi: Episodi di guerra alpina del 1847. F. Ambrosi: Le piante crittoga-
miche vascolari nel trentino. L. Cesarini Sforza: Su e giù per il gruppo di Brenta. Nescio: Usi e costumi nel tren- —
tino, Le leggende nel Trentino. G. d' Anna: Nel gruppo delle Pale di S. Martino. G Pedrotti: Da Cles alla Presarella,
Altezze di monti e passi del Trentino ecc. G. Brurel: Contie della Valle di Fassa. A Colmano: Materiali per una sta- | |
tistica del Trentino. Dr. A. Berlese ed Ab. G. Bresadola: Micromycetes tridentini.. | i
Contiene inoltre una copiosa Bibliografia, la Cronaca sociale e 1’ elenco dei Soci, delle Guide, ecc.
Società dei naturalisti di Kiew (Russia). Traduciamo il sommario del Tom. X Vol. 1
delle Memorie ricevute da questa spettabile società
Processi verbali. Lonatchewski-Petrnniaka T.: Depurazione dell'acqua potabile con processi domestici (ron una
tavola). Koublî M.: Analisi chimica dell’ acqua de Dniepr. Sowinski B.: Sulle Spongillidae trovate a Dniepr (con 2
tavole.) Saveljew R.: Sullo stato attuale delle stazioni meteorologiche in Russia (con una tavola). Cserkounow N.
Lista dei coleotteri di Kiew e dei-suoi dintorni. Braslawski e Dobryi: Analisi chimica di alcune acque di Kiew.
R. Istituto Veneto di scienze lettere ed arti. Le dispense 7.2 8.2 9.2 degli At? di
questo R. Istituto, contengono tra le altre le seguenti memorie di Scienze naturali:
G. Lorenzoni: Sulla deviazione dal piede della verticale di un grave liberamente caduto dalla superficie della
terra sul fondo di una cava (con l tav.). A. Abettî: Osservazioni astronomiche fatte a Paaova nel 1888. T° Marti:
Figure di diffusione nei liquidi (con 2 tav.). A. P. Ninni: Le ..credule nel veneto (con 1 tav.). Panebianco prof. R. Ap-
punti statistici sui produttori dello zolfo in Italia. G. Carrare: Sulla formazione dei cloruri acidi per azione della
cloridrina solforica. Bellati e dott. Lussana: Sui valori specifici e di trasformazione dei solfori e seleniuri di argento
e di rame. Bonome dott. A. Sulla eziologia della meningite cevebro-spinale epidemica. Contributo batteriologico (con
2 tav.). Righi prof. A. Sui fenomeni elettrici provocati dalle radiazioni (con 1 tav.). De Toni dott. G. B. Sopra un alga
nuova per la Flora italiana. Bellati e dott. Lussana: Sulla densità e sulla tensione superficiale delle soluzioni di ani- -
dride carbonica e di protossido di azoto, nell’ acqua e nell’ alcool .
Ministero di agricoltura ecc. Il volume 165 degli Annali di agricoltura contiene la Re-
lazione sullo Zuecheraggio dei mosti.
CONCHIGLIE RACccoLTE A LA PRESTE - PIRENEI - (FRANCIA)
Ancylus fluviatilis; Mull. v. riparius . L. 0,15
Balea fragilis, Drap. . c .
Clausilia Pinchinati, Bourg. 5
Ferussacia lubrica, Mill. . È
Helix lapicida Lin, v. radiata.
H,
< v. alba "
pulchella Mill. , : S
rotundata Mull. È È "
rupestris, Drap. 3 - °
hortensis, Mull. 9 È z
nemoralis, L. . g 5 3
aspersa, Miill. . . ATL
cornea, Drap. v. squammatina
< 0, 15
<« 0.15
« 0, 20
<« 0, 20
0
H. limbata, Drap. - ‘ È
H, pyrenaica Drap. + 6 z
Lymncoa minuta, Drap. - ò
Physa ‘acuta, Drap. v. gibbosa .
Acme fusca Beck. z C -
Pupa affinis, Rossm. . . a
« var. elongatissima + 0
Pupa cylindrica, Mich. : :
P. Farinesi, Desm. : ; 5
P. leptocheilos, Fag. + 5 :
P. polyodon, Drap. + eta
P. minutissima, Fer. . 7 o
Vertigo antivertigo, Drap. . n
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ug BROGI direftore responsabile
Siena, Tip. e Lit, Sordo-muti
di L. Lazzeri
RINCERO ACRI ETRE AMENO,
ANNO IX RIVISTA [ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i 15 Decembre
_NO°24 V 1889
Boll, , 1g BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE
NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE
Pastor roseus 0 storno rosec: Fu veduto in grandi branchi lo scorso mese di giugno nei din-
torni di Sofia; il principe Ferdinando di Bulsaria ne uccise quattro bellissimi maschi di intenso
color persico ; nella Bulcaria ne furono veduti gli ultimi nel 1876. In Baviera ne furono veduti
nel 1884 e nel i886: in Germania fu veduto il Pastor roseus nel periodo di 100 anni (1774-1875)
per 31 volte e in Svizzera nello stesso periodo, pero volte. Nello scorso giugno 1889 fu veduto ed "
ucciso uno anche a Gorlitz. (Natur. N. 29). )
Un esempio di forza vitale ci da il seguente caso: Una famiglia aristocratica a Gmunden
(Austria Sup.) ricevette da Milano una trentina di allodole, erano bene impacchettate fra fieno in
| ‘’‘uma cassetta, avevano di già il tanto pregiato « haut got » ma con sommo stupore una di quelle
allodole credute morte, viveva ancora e fu lasciata viva.
Vienna, Ottobre 89. SR.
Il freddo sì fa sentire assai sensibilmente. Furono uccisi molti tordi e beccaccie. Il 24 dello
‘scorso novembre una Lupa seguita da un figlio, fecesìi vedere nella borgata di Ravagnese. La ho
avuta appena uccisa e l’ ho preparata. Il lupacchiotto, dicono essere stato ucciso il giorno dopo.
Reggio Cal. 5 Dicembre 89. G. MoscHELLA. p
Dagli ultimi di settembre alla fine di ottobre vi fu in Val di Chiana un abbondante ‘passo di
Parus ater. Questa graziosa Cincia, non tutti gli anni sì mostra abbondante in detta località. In Ì
primavera però è sempre assai più scarsa che in autunno, come lo nota anche il Nobil Signore ha
Arrighi-Griffoli di Lucignano nel Primo resoconto dei resultati dell’ Inchiesta ornitologica în N
Italia. di;
Quest anno le folte nebbie che vi furono alla fine di ottobre e primi di novembre alla Foce di "
Lignano, in Val di Chiana, trattennero molti Colombacci (C. Palumbus) di passo, che produssero
rilevanti danni nei boschi dì quercie ove si fermarono, ed ancho dopo cessate le nebbie vi rima-
sero a finire le poche ghiande rimaste.
TRI Firenze, 10 dicembre 89. CeciLia Piccni
Colymbus areticus Lìn. Il 23 nov. mi furono favorite, fresche in carne, due di queste strolaghe
dal distinto naturalista Conte Ninni di Venezia e che erano state uccise in quella laguna. Il 24
| nov. ne ricevei una viva stata presa sulla spiaggia del lago Trasimeno, era docilissima ma non
volle mangiare, per cui dovei ucciderla. Tutti e tre questi individui sono giovani.
Il passo delle beccaccie è stato abbondantissimo in molte partì della provincia senese.
Siena 10 Decem. 89. i S. Brogi.
. Leggesi nel Caccia e corse: In certi vasti tenimenti inglesi, il reddito che il proprietario ri-
"E cava dalla caccia, è superiore a quello del fondo stesso. Il dominio di Merton Hall nel Norfolk,
‘proprietà di lord Walsingham, dà un reddito medio annuo di 100,000 lire, ed il diritto di caccia,
i per soli quattro mesi, è stato ceduto al barone Hirsch per 100,000. lire. Si cita pure la tenuta
del lord Randlesham, nella quale sì possono ogni anno uccidere 4 mila fagiani, il cui diritto di
caccia trovò acquirente per 200,000 lire. Come si vede l’ allevamento della SOSEGIAA I è una discreta.
Sere nlione n i
294 (Bollettino pag. 142)
Gli orsi sono, a quanto pare, molto abbondanti quest'anno in Transilvania. Nove caceiatori un-
gheresi ne hanno uccisi venti in dieci giorni; uno di questi pesava 250. chilos.
Il capitano Collinson del 58.° fanteria inglese, ha uccise, vicino a Hong-Kong, in una mezz'ora
tre tigri: una femmina e due maschi. ? ‘
Nel Belgio fu lo scorso luglio emanato un decreto che stabiliva un premio agli uccisori di lon-
tre, perchè dannose alla piscicultura, e già più di cento sono i premi pagati. L'Aviculteur deplora |
questa disposizione, non solo nell'interesse dei cacciatori, ma anche, dice, perchè le lontre si pre-_
stano bene all' addomesticamento, e , dopo il cane, sarebbero gli animali più- intelligenti, docili e
affezionati che si possano desiderare. Rep.
INSEGNAMENTI PRATICI
Buone regole per la coltivazione delle rose. Trattamento delle rose rifiorenti. Qua-
lunque varietà si coltivi, la parte che rifiorisce essendo un nuovo getto, occorre provocare, e quindi
Ù favorire questo, per avere una seconda fioritura. 5
Per ciò, non solo occorre non lasciar mai fruttificare il rosaio, ma devesi non appena la fioti-
tura è terminata sopprimere l’ estremità dei rami che hanno fiorito, per determinare così lo sviluppo
dei bottoni, i quali, alla loro volta, daranno i fiori.
Se si vogliono moltiplicare questi rosai ed avere varietà a fiori ben freschi, si dovranno pren=
dere per innesti (o per talee) questi rami della seconda stagione, i quali, se lasciano qualche volta
desiderare pel vigore, saranno tuttavia più fioriferi di quelli che non sono fioriti.
Per ottenere due fioriture di rose all'anno. Una Rivista americana consiglia, dietro propria
esperienza, di tagliare i fiori durante la fioritura prima che essi appassiscano. Piante che non ave-
vano mai rifiorito diedero ottimo risultato, usando di questo mezzo.
Per far sbocciare în pochi giorni le rose. Il signor Lindner pone le. rose in un vaso pieno dî
sabbia di fiume, e le spruzza di acqua, copre quindi il vaso con una campana di vetro e lo ripone
in terra tiepida. In pochi giorni le piante emettono i bottoni, i quali entrano presto in fioritura.
Si i Rimedio contro il bianco dei rosaî. Per combattere questo terribile nemico della resina deì
fiori, viene proposto il seguente rimedio: Si sciolgono 15 grammi di calce viva in 10. grammi di
acqua, vi si mescolano 30 grammi di fiore di zolfo aggiungendo a poco a poco 90 grammi di acqua;
sì maneggia il tutto continuamente facendo bollire il liquido fino a ridurre la soluzione acquosa
al peso di 80 grammi. Si versa quindi una cucchiaiata o una mezza di tale miscuglio in un litro
di acqua, oppure 12 a 15 cucchiaiate in un grande inaffiatoio. Si schizzettano le piante malate con
questa soluzione, e l'indomani si aspergono di acqua fresca.
Con due inaffiature si guariscono î rosai dal così detto bianco. i
Moltiplicazione delle Fuchsie. Un nuovo forse o certamente poco comune, sistema di mol
tiplicare le Fuchsie, è quello che raccontano i giornali orticoli d’ Inghilterra. In autunno quando i
primi freddi cominciano a far cadere le foglie, vengono tagliate rasente terra tutte le parti legnose
e si collocano, a fasci, in fossette di circa 80 cent. di profondità, coprendole con un po'di terra;
così restano fino alla primavera, dopo di che emettono una quantità di getti che si tagliano a nodi,
con coltello ben affilato, questi in breve tempo emettono radice, e si ha così subito una bella quan= —
tità di piantine. Le piante vecchie, tagliate, vegetano con maggior vigore ed in autunno sì ripete
SH l’operazione con rami molto più robusti. é
i Distruzione dei punteruoli. Si calcolano a più di 200,000,000: di franchi i guasti che i
punteruoli cagionano annualmente nei granai d’ Europa. Per un caso fortuito sì scoprì il mezzo di I
liberarsene.
In un granaio dove 200 ettolitri di frumento erano devastati dai punteruoli, si collocò canapa
non disseccata e non battuta. All'indomani non fu poca la sorpresa nel vedere i travicelli del tetto
coperti di punteruoli, che fuggivano verso il comignolo. |
AI it a
: (Boll. pag. 143) 295
Si rimescolò il frumento per facilitare loro la ritirata che durò sei o sette giorni di seguito.
D'allora in poi non si videro più nel granaio questi insetti devastatori. L’ esperimento della
canapa lo si rinnuova ogni anno. Quando sì fa il raccolto della Canapa femmina, bisogna scopare
il granaio e collocarvi in diversi luoghi quattro o cinque pugni di canapa che abbia ancora il seme.
Si può avere della canapa prima della mosse, seminandola non in giugno ma alla fine di marzo.
Un poco prima della messe esala abbastanza odore da poterla collocare nel granaio prima del
raccolto, colla certezza di ritrarre il migliore resultato per la completa distruzione dei punteruoli.
INVENZIONI E SCOPERTE
ce LZ
Nuovo Microscopio. Il prof. Eihard Schulze (Berlino) ideò un microscopio orizzontale, în
cuì il tavolo è sostituito da un acquario di vetro. Quanto questa invenzione potrà servire agli studî
biologici non è necessario a dirsi. La firma berlinese Al0nne und Muller s'è incaricata di costrui-
re l’istrumento (Lezps. dl. Zettg.) i
Azione dell'alcool sui pesci carpioni. Secondo quanto narra il Bulletin de la Soc.
d'Acclim. de Paris, 1° alcool possederebbe la proprietà di richiamare alla vita certi pesci asfissiati
per un lungo soggiorno fuori dell’ acqua: Due carpioni dell’acquario di Sant-Rensington, tenuti
all’ asciutto in una cassa, quattro ore, parevano assolutamente morti quando furono rimessi nel loro
elemento, ma avendo posta qualche socciola d’ alcool nella bocca di uno di essi, questi riprese imme-
diatamente i.sensi e sì mise a nuotare; quattro ore più tardi ancora, il medesimo processo permise di
ridonare la vita al secondo carpione. L'esperienza fù ripetuta con altri pesci, ma mentre riuscì con
le trote, l’ alcool fu senza azione sui salmoni.
Un pezzetto di pane o di spugna impregnata di spirito di vino e collocata nella bocca delle
trote da spedirsi a lunghe distanze, pare adunque possa permettere ad esse di arrivare vive a de-
stinazione. È
Nuova vite da vino. Il Bollettino del Comizio Agrario di Roma, riferisce ‘che un missio-
nario ha inviato dalla China in Europa, alcuni esemplari di una nuova vite scoperta in quel paese,
È una pianta vigorosa a rami esili, copiosamente fruttifera, con aculei intermittenti diritti e forti,
le foglie lunghe, appuntite, coriacee, lucenti, striate di sottili venature; il grappolo è lungo da 15
a 20 centim. l'uva matura da settembre all’ ottobre. La pianta sembra rosistere alle malattie pa-
rassitarie.
Torbiera a Campotosto. La Tribuna annunzia che nel paese di Campotosto (Abruzzi) fra
Mascioni e Poggio Cancelli, è stato scoperto un grande deposito di buonissima torba, che si estende
per circa 10 chilom. con una potenza che in alcuni punti giunge a 15 metri.
Fabbriche in zucchero. Un ricchissimo americano di Washinten, il più grande fabbri-
cante di zucchero degli Stati Uniti, dice La Science en famille, ha proso un brevetto por la fab-
bricazione di zucchero destinato a rimpiazzare il marmo bianco nella costruzione di fabbriche e di
monumenti. Questo industriale avrebbe trovato un modo di rendere lo zucchero più duro e più bianco
del miglior marmo; la resistenza di questo zucchero compresso, contro l’ influenze atmosferiche sa-
rebbe superiore a quella di tutti i materiali da costruzione conosciuti. L° inventore ha proposto di
costruire a sue spese, in zucchero bianco, un’ annesso alla casa bianca di Washinton.
Tela greggia di luppolo. Gli steli del luppolo erano, fino ad ora, usati solo come combusti-
bile. Un coltivatore di Bogorodll li ha fatti seccare e macerare come si usa per la canapa, ed ha
potuto estrarne una fibra tessile di una solidità, a quanto si dice, superiore a quella della canapa
Stessa. La tela di luppolo è di un giallo più carico della tela greggia ordinaria, ma sembra imbian-
chi facilmente.
Nuovo erpice. La Gazzetta delle campagne annunzia l'invenzione di un nuovo erpice, chia-
| mato Acme dal suo inventore, capace di frantumare minutamente il terreno. Consiste in un telaio
isola potrà fornire È
tanto forte e La che si possono pr udire da CA persone riunite in un locale. st
porzioni ordinarie. -
rovia lungo la quale i viaggiatori vengono presi e Sora a tutte 108 Pa intermedie,s senz che
ML La
il treno rallenti il suo rapido cammino. Heco come ciò avviene :
Nel percorso, il conduttore fà passare nell’ ultimo vagone i passeggieri che debbono fermarsi. ;
alla prossima SE
sati]
lo sganciamento voluto, ed il vagone è staccato dal treno e, sviato a tempo, è (oli in vo, della
velocità acquistata, su d'una piattaforma ove sì arresta da sè ed ove i viaggiatori scendono 2) loro
comodo, senza essere scossi od affrettati. i io.
Pei viaggiatori da prendersi si opera così: all’ estremità della medesima piattaforma è. pro
un vagone, in cui sono tutti i viaggiatori partenti. La macchina del treno in cammino opera,
‘sando, lo ssanciamento dol vagone, che, discendendo un’ inclinazione rapida, viene da sè ad atta
carsi al treno che prosegue, senza arrestarsi, la sua via.
Gelso del Tonchino. Il giornale Le Jardin segnala questo nuovo gelso che cresce a form
todi cespuglio, come tutte le varietà giapponesi, ed è di una vegetazione così rapida e vigorosa c
nel nostro clima permetterebbe 5 tagli in un ‘annata, rendendo così possibile 1° allevamento 1
tino del filugello. —
La criptopina è una nuova base enerzica che neutralizza gli acidi, ottenuta dall’
quasi insolubile nei solventi ordinari.
NOTIZIA 0
bei a
fine di un altro anno di esistenza di questa E ringraziamo i o associat 1
dili collaboratori e corrispondenti per il valido appoggio prestatoci, augurando loro vita lunga e fe
Nel prossimo anno, che è il decimo di vita, non mancheremo di procurare che questo. ‘di rio
dio VANIREIA in fu Deo ma SONAR progresso de lo ha portato dl stato PIESbAe
(Boll. pag. 145) 297
corrente annata, e pure modificazioni e miglioramenti sarano introdotti nella redazione della Rivista
bibliografica in modo da renderla il più possibile completa, per quanto riguarda le pubblicazioni italiane.
Si pregano gli abbonati di farci conoscere, nell’ occasione che rinnuovano l’ abbonamento
o inviandoci anche un biglietto da visita, la professione o gli studi speciali ai quali sono dedicati,
f e per gli allevatori e possidenti agrari i prodotti principali dei loro allevamenti o dei loro possessi, i
onde incominciare la pubblicazione dell’ elenco, come è detto nelle avvertenze che trovansi nella
prima pagina della copertina. i
A tutti coloro che pagheranno l' abbonamento del 1890 entro il corrente an-
no, daremo uno dei seguenti premi a scelta:
; 3 5 Specie di Minerali cioè: Fiorite, Quarzo in XX, Oligisto in XX, Calcite in XX. Augìte in XX.
È oo Specie di roccie cioè: Manganese, Giallo di Siena, Granito, Dolonnite, Schisto (1). 13
5 Specie di fossili pliocenici. SSG
Le annate arretrate di questo periodico dal 1883 al 1888 (3.2 serie completa) a L. 1,50 per an-
nata a scelta, l'annata 1889 per L. 2, 50. Tutte e 5 le annate per L. 7,50 franche di porto.
A tutti coloro che pagando l' abbonamento del 1890 entro l’anno corrente non domande-
ranno alcun premio, invieremo delle elegantissime e finissime figure in colori, di storia naturale,
unendovi pure qualche calendario.
Per causa del molto spazio occupato dall’ indice, abbiamo dovuto rimandare al prossimo fa-
scicolo la continuazione di diversi articoli e parecchie comunicazioni e notizie.
Posti di studio. Il ministero di agricoltura ha stabilito di accogliere nell’ Istituto forestale
di Vallombrosa, sedici alunni per un corso di 4 anni, terminato il quale avranno diritto alla no-
mina di sottoispettori forestali aggiunti. Otto dei suddetti posti sono riservati a giovani che hanno
di la licenza liceale o di istituto tecnico, e gli altri otto vengono concessi per esame. Le domande si
ricevono fino al 9 febbraio 1890.
Gli allevatori di bachi da seta che desiderano prender parte al concorso a premi ban-
2a dito dal Museo di bacologia di Torino per il 1890, possono rivolgerne domanda alla direzione del
detto museo non più tardi del 3ìÌ decembre corr.
Concorsi. Presso il Ministero di agricoltura è aperto il concorso a 4 posti di aiuto direttore
ed insegnante di scienze fisiche naturali nelle RR. Scuole pratiche di agricoltura. Stipendio L. 2000
e alloggio. Le domande devono iuviarsi entro il 20 decembre corr.
st
Richieste e Offerte -- Domande di Cambi
(gratis per gli abbonati)
— Quando non vi è speciale indirizzo rivolgersi all’ amministrazione del giornale.
i 6l. Desidero galline di razza forestiera, ed anche italiana come la razza Maggi, e covatrice
per schiudere non più di 25 o 30 uova. Offro colombi viaggiatori di pura razza anversese, liegese
e mista — Umberto Cantani, Fuori Porta Medina 23. Napoli.
62. St offrono delle Desoria glacialis o pulce dei diacciai, raccolte sul Monte Rosa, in cambio
di altri oggetti di storia naturale.
PIGZIA metà prezzo di costo si cedono 15 volumi dell’ opera in corso di pubblicazione, Hncicioe Sh
pedia popolare illustrata diretta dal prof. F. Sabatini edita da E. Perino. Roma. Il costo è di L.3
al volume e si cede per L. 1,50 il volume. i SS
64. 87 offrono in Soldi e in cambio di 09; ggetti di storia naturalo 8 paia corna di Stambecco
Capra ibex L.-
\ Per avere queste rocce franche di purto occorre inviare 50 cent. per il pacco postale,
298. (Boll. pag. 146)
65 Offro molluschi de Za Preste, in cambio di piante, coleotteri, e lepidoiteri. Scrivere al Sig.
Charles Faure La Prest (Pyr. Or!s) Francia.
66. Odlata: Molluschi e insetti di Malta — Deszderata: Memorie e Monografie ‘botaniche, en-
tomologiche e malacologiche. Alfredo Carnana Gatio. 59 Str. Levante, Valletta Malta.
67. Domanda. Si desidera sapere in qual modo vengano disinfettati i libri vecchi da parassiti sia
micro, sia macroscopici. In ispecial modo poi si desidererebbe sapere il metodo per impedire la dif-
fusione mediante i libri (biblioteche circolanti) di malattie contagiose. Infine si vorrebbe sapere se
e come la Acanthia (cimice) si sviluppa fra i libri e quai mezzi sieno i più adatti per distruggerla.
COREIGENDA
(Continuazione. Vedi pag. 71):
A proposito della Meteorite di Kaledo (Arabia) a pag. 117 lin. 5 fu detto che essa pe-
sava chilog. 59, 4 riportandolo dall’ Humboldt, mentre poi a pag. 149 lin. 5 per errore di stampa
è detto che nella Naturw. Rundschau è valutata ad un peso di 584 chilog. La verità precisa si è
che nel Museo Britanico, questo meteorite è indicato a catalogo, con un peso di chilog. 59,420.
Pas. 71, linea 24, Pouchè. — Pag. 100, linea 24, leggi: Humboldt, A. VII, p. 393). — Pag. 117,
linea 6, leggi: (Humboldt, A. VII, p. 477) — Pag. 143, leggi: M6Brus; 2 linee più sotto leggi:
MarscHaLL, e nella linea seg. leggi Ar Leben. — Pag. 238, linea 23 leggi: (Beztrige =. path. Anat.
u. 2. ete. — Ibid., linea 34, leggi. Ex neuer pathogener ete. — Pag. 239, linea 31 leggi: Loe/fler. —
Pag. 255, linea penultima, leggi: T. Victor Carus.
INDICE DELLE MATERIE TRATTATE NELL'ANNATA 1889
non sono compresi net fascicoli
»
(I numeri indicano le pagine — Gli articoli controsegnati con
degli abbonati al solo BOLLETTINO).
AGRICOLTURA: Ottavi prof. 0. Crittogama (Oidio) e peronospora, 37.
Minà-Morici M. Gli uccelli utilizzati per l'agricoltura, 100
Cuboni G. Malattie della vite, dell’ olive, del Tabacco, 102.
Concimi di torba, 24, 139 — Nuovi parassiti della vite, 25 — Viticultura, 25 —- Congresso in-
ternazionale, 27 — Seminatoio e spargitoio automatico, 63. — Riunione viticola, 114 — * Malattia
deli olivi 126, — Seminatori a mano, 163 — Nuovi malanni per 1’ agricoltura, 163 — La cima-
vura fresca del granturco e l'alimentazione con essa del Bestiame, 238 — La peronospora nei
tralci, 232 — L'olio contro gli insetti che deteriorano le viti, 277 — Peronospora e potatura delle
viti, 277 — Vitigno italiano resistente alla fillossera, 279 Nuova vite, 295 — Nuovo erpice, 299 —
Nuova vite resistente alla fillossera, 296.
AMFIBI: * Mariacher G. Riproduzione del Bufo viridis, 29.
La questione del Pelobates latifrons, 13 — Il veleno dei Rospi, 249, 266.
ANATOMIA : Tabella delle faccie articolari dei corpora vertebrae, colla nomenclatura del Bruhl
e dell’ Owen, 16 — * Intestini di casoar e di struzzo, 38 — * Denti nell’ ornitorinco, 39.
ANIMALI INFERIORI DIVERSI: Entozoi (con nota di 19 sp.) 17 — Algophaga pyriformis, l7
— Il fumo del Tabacco ed i microrganismi, 17 — Mutualismo (attinie) 17 — Bilharzia haematobia,
21 — Teoria dei fagociti 21 — Il color verde del mare, 26 — * Elenco di infusori ciliati dei din-
torni di Modena, 40 — Chytridium elegans, 61 — Philodena roseola, 61 — Echinococchi, 62 —
Nuovi Batterii fotogeni, 62 — * Microbi ed alcaloidi, 87 — * Nematodi 88, — * Briozoi d' acqua
dolce della Boemia, 145 — Banco di spugne, 160 — Microbi dello stomaco umano, 232 — Bacillus
enteridis, 204 —Malattia dei polli dovuta ad un bacillo, 279 — I Rotiferi, 289.
. APICULTURA: Arnie non verniciate, 59 — Causa della forma esagonale delle celle, 59 —
Prendisciame scomponibile, 60 — Per trovare le diverse regine di uno sciame doppio o triplo, 60
5 _ Congresso apicolo, 69 — La forma delle celle delle api, 109 — Gara fra api e piccioni viaggia- —
tori, 118 — Affumicatore, 161 — Favo mobile e telaini, 161 — Api senza aculeo, 203 — La pun-
tura delle api in servizio délla medicina, 203 — Per sapere se, ha da uscire uno sciame naturale, pe
203 — Per tenere lontana la peste dalle covate, 203 — Per rinnovare i vecchi favi, 203 — Per togliere
dalle mani e dagli abiti le macchie di propoli, 203 — Trasporto degli alveari entro il raggio del:
volo delle api, 203 — Che sì fa per salvare una aaa trovata orfana, per esempio in giugno .0
in luglio? 203 — Per dare una nuova regina ad un alveare, 204 — Per riunire due colonie de-
boli, 204 — Il Re delle api, 204 — A che si riducono i principali fattori per avere, in un grande.
apiario, un forte prodotto, in miele, 227.
BACHICULTURA: * Concorso nazionale, 42 — Nuovo sacchetto per la confezione del semo da
bachi, 66 — Il bombice della quercia, 110 — 200 specie e varietà di bachi da seta in China, 117
| — Allevamento dei bachi da seta con la Maclura aurantiaca, 118 — Le foglie di rose e di vite ber
; nutrizione dei bachi da seta, 164 — Gelso del Tonchino, 296.
* BIBLIOGRAFIA. (Note e rivista).
Antropologia: 20, 91, 141, 180.
Agricoltura: 21, 39, 91, 94, 139, 140, 141, 144, 150, 180, 194, 238, 239, 263, 292.
Alpinismo: 39, 150, 292.
Amfibi: 40, 41, 141, 194, 266.
Anatomia: 91, 140, 219, 268.
Animali inferiori: 40, 41, 140. 144, 145, 146. 194, 220, 238, 239, 291, 992. di
Botanica: 19, 22, 40, 41, 71, 91, 93, 94, 139, 142, 143, 144, 146, 147, 148, 149, 194, 220, 237
238, 240, 241, 267, 290, 292.
Bachicultura: 20, 40, 140.
Chimica: 91, 94, 139, 140, 141, 219, 292.
Crostacei: 143.
Entomologia: 40, 90, 94, 220, 2390267, 291,292.
Fisica e Meccanica: 94, 140, 183, 220, 268, 292.
Geografia fisica: 71, 138, 291, 292.
Geologia: 40, 71, 90, 92, 93, 141, 142, 193, 194, 195, 229, 267.
Insetti: 9), 140, 144, 144, 237.
Mammiferi: 20, 141, 180. i
|. Medicina e Veterinaria: 23, 94, 195, 196, 220, 238, 239.
‘Meteorologia : 71, 140, 195, 268.
Mineralogia: 92, 139, 141, 142, 148, 180, 193, 194, 196, 220, 292.
| Malacologia: 91, 94. 139, 141, 180, 195.
Orticoltura: 20.
Ornitologia : 20, 90, 91, 144, 179, 193, 135, 236, 237, 238, 267, 268, 292.
Paleontologia: 20, 21, 22, 40, 90, 92, 94, 140, 141, 148, 180, 192, 193, 195, 220.
Parassitologia: 21, 93, 94.
| Pesci: 41, 93, 139, 141, 237, 290.
Rettili - 91 3
Vermi : 90, 91, 94, 441, 194,
Vertebrati : 143. ' ; ; i)
Zoologia : 18, 20, 39) 40, 93, 139, 141, 144, 194, 237, 238, 267, 290, 201 1 292.
BOTANICA : " De Bonis A. Anomalie nelle inflorescenze di Zea mays, 3
Cuboni G. ‘Rassegna erittogamica, 102,
Ss Lenticchia prof. A. I primi fiori nel Cantone Ticino, 121, 188, 215, 234, 284
Malattia degli CIRCE Ro:
300 (Boll. pag. 148)
* Longo A. Ancora sulla Quercia fragno, 166.
* Mattei G. E. Ricerche intorno alla nuova quercia italiana (con fig.) 172.
Poli prof. A.: Istologia vegetale, 209.
* Mottei G. E.: Due nuove quercie Orientali, 281.
* Applicazione di nuovi criterii per la classificazione delle piante, i9, 241 —I funghi parassiti
delle piante coltivate ed utili, 22 — Centennario del Crisantemo, 26 — Olmo gigantesco, 26, 232 —
Note botaniche, 39, 110, 136, 137, 243 — Kanaff, 63 — Nuovo albero del Caffè, 64 — Fiori nuovi,
67 — Il Samay del Guayre, 67 — Canna di zuechero a Londra, 68 — Orchidee, 68 — * Sbaglio in .
un erbario, 88 — Nuovo fungo, Hymenoconidium petasatum, 110 — Energia di sviluppo, 116 —
* Alghe della Boemia, 143 — Parassiti del tabacco, 158 — Merulius lacrimans, 159 — Edelweis, 201
— * Istologia vegetale, 209 — * Congresso Botanico a Roma, 244 — Uno dei più colossali alberi
209, — Nespolo gigantesco, 255 — Nuovo gelso 296 — Piante raccolte a grandi altezze.
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: (1) Macuna glabra, 19 — * Antirrhinum tortuosum,
A. majus, Solanum sodomaeum, 39 — Pseudophoenix Sargenti, 62 — Psidium pyreferum, 63 — Rosa
Tea, Niphelos striata, 67 — Melanconium fuligineum, 25, 102 — Ascochyta rufo-maculans, 25, 103
— “Lufla gitiana, 10 — Abrus precatorius, 116 — * Narcisuss albulus, 136 — * Viola arena-
ria, 136 — *Juncus monanthos, 137 — * Orobanche variegata. 137 — * Entomophthora grylli, Bo-
trytis parasitica, Dendrophoma Marconii, 148 — * Verbascum Pancica, 146 — * Campanula olssti-
tialis, Gentiana precox, Synphitum Wettsteini, Glechoma serbica, Hieracium subauriculoides, H.
gypsicola, Satix bifax, Aspidium bosniacum, Thalictrum sultanubodense, Fritillaria zagrica, Tubipiflora
armena, Narthea Polakii, 147 —* Hyvmeneconidium petasatum, 110, 148, 239 — Taphrina ostryae, 148
— Botrydiopsis, 220 — * Taphrina Oreoselini, 240 — * Moehringia frutescens, 241 — *Lejeunea
Rossettiana, 241 — Quercus cerris var. cycloloba, 248 — Marasmius hygrometricus, 289 — Quer-
cus Macedonica var. Heldreichiana, 281 — Quercus Muzaura, 282 — Cyclamen europeum, 290.
CACCIA : Circolo cacciatori Torinesi, 68 — Tiri di gara, 69 — Esposizione di caccia, 70 —
Protezione della selvaggina, 108 — Le licenze di caccia nei vari cantoni della Svizzera, 108 —
Strana caccia di un orso, 109 — La tassa sui permessi di caccia 109 — Caccia alle qualie, 109 —
Circolo cacciatori Bresciani, 116, 159 — Circolo cacciatori Bergamaschi, 116 — Il più bravo tiratore
al piccione, 116 — Notizie varie di caccia, 17, 38, 62, 87, 104, 159, 201, 226, 250, 276, 293, 294 —
Polli domestici inselvatichiti, 159 — Fucile da caccia, 161 — Il cacciatore Pietro Tenner, 202 —
La selvaggina in Stiria, 227 — La caccia all'isola di Aram, 227 — Il mercato dei richiami in
prov. di Treviso, 250 — Caccia all’ elefante, 253 — Lupi in Calabria, 293.
Notizie di Caccia: Da Lonigo (Gianese), 17 — Da Rovereto (Bonomi), 37, 253, 254 — Da Verona
(Dal Nero), 38, 108 — Da Vienna (Sr.) 38 108, 202, 293 — Reggio Calabria (Moschella), 38, 160, 227,
276, 293 — Da Siena (Brogi) 62, 160, 226, 253, 276, 293 — Da Molinella (G. A.) 62 — Canneto sull'Oglio
(Mettica) 62 — Da Venezia (A. P. Ninni) 87, 201, 251, 252, 276 — Da Livorno (Mantovani) 87 —
Da Padova (Arrigoni) 104 — Da Castelbuono (Morici Minà) 108 — Da Fano (Gasparrini) 160 — Da
Albenga (Isola) 202 — Da Mondovi (Arimondi) 202 — Da Marsilia ‘(Siepi) 253 — Da Lucignano
(Arrighi G.) 276 — Da Firenze (Picchi) 293.
CHIMICA: Bruttini A. Metodo per riconoscere le materie coloranti gialle del Gasno aggiunte
fraudolentemente nelle paste da minestra 2.
*-Bargioni dott. G. Preparazioni, proprietà, reazioni, metodi di ricerca della Saccarina, 33, 84.
La Guafina, 63 — Litoleina, 65 — Nuovo sale di Sodio, 65 — Imperialina, 65 — Creolina, 65
— Congresso internazionale, 69 — Nuovo apparecchio per determinare la densità dei liquidi, 112
— Partenicina, 112 — * Potenza antisettica di varie sostanze, 150 — *Antisettico Rotter, 150 —
Sulfonal, 161 — Cresile, 161 — Carte enoscopiche, 161 — Primulina e Rodamina, 161 —- Per sco-
prire l'olio di cotone ‘nell'olio di oliva, 162 — Sulfiamide d’ acido metilo-benzoico, 254 — Il co-
balto ed il nichelio non, sono corpi semplici, 254 — La Criptopina, 296.
(1) Molte specie di piante sono rammentate nell’ articolo; I primi lori del Cantone Ticino,
IVO
(Boll. Li 149) 301
COLOMBICULTURA : Giachetti G. O. Dell albinismo nelle specie — Cause determinanti l’al-
binismo — Albini domestici e semi-domestici — Albini selvatici, 6 — Origine delle razze dei pic-
cioni domestici — Teoria di Buffon e di Darwin — Teoria di Pallas — Teoria di Temminck e di
Dumont — Considerazioni generali — Cause determinanti la variabilità nelle razze — Variabilità
dello forme — Variabilità di colori — Tavola delle variabilità ottenute col miscuglio delle razze da
|A. E. Brehm, 52, 97, 154. I piccioni domestici — Delle razze e varietà osservate e descritte dagli
antichi — Preesistenza delle razze principali all’ era medioevale — Enumerazione e classificazione
155 È
delle razze dei piccioni domestici secondo diversi autori, 155, 197, 245. 271.
* Colombi viaggiatori, 42, 117, 232 — Congresso internazionale, 27 — Ingrassamento dei Co-
lombi giovani, 66 — Società colombofila napoletana, 69 — Gara fra api e piccioni viaggiatori, 118
— *Le piche danesi, 267.
) COMUNICAZIONI, PROPOSTE, DOMANDE E RISPOSTE FRA GLI ABBONATI — 15, 36, 60,
87, 109, 136, 158, 200, 225, 248, 274, 289.
CONCORSI SCIENTIFICI, CONCORSI AGRARI, POSTI DI STUDIO, CATTEDRE E IMPIEGHI
VACANTI E SIMILI, 42, 69, 70, 95, 118, 119, 151, 207, 232, 255, 279, 297.
CONGRESSI, 27, 41, 63, 69, So, 114, 118, 151. 207.
— CROSTACEI: © Il Nifarso delle cisterne di Venezia, 36 — Linnetes brachyurus,
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: Niphargus aquilex, Orchestia mediterranea, O. De-
stayesi, 36.
ESPOSIZIONI, FIERE, MOSTRE, ECC. 27, 69, 70, 119, 151, 207, 232, 255, 256, 279.
RISICA E MECCANICA : Senesi Prof C. Il potenziale della terra, (con fig.) 10.
Mattioli L. La solforatrice automatica del dott. Beccari, 153. ;
Seminatoio e spargitoio automatico, 63 — Fucile automatico a ripetizione, 64 — Il Gimnot, 64—
Tavolino acustico, 64 — Perfezionamento al Psierometro a ventilatore, 64 — Idrofono, 659 — Meucci
inventore del Telefono, 65 — Nuovo ponte portatile, 112 — Il Telefono e gli orologi, 12 — Nuovo
igrometro a condensazione, 113 — Inventore dell’ Elice, 113 —- Una polvere che non produce fumo,
—_— 113 — Per riconoscere rapidamente i poli d’ una macchina quando non si possiede ago magnetico,
pi; 113 — Fucile da caccia riducibile, istantaneamente in carabina di precisione, 161° — Densovini-
metro Albella, 161 — Nuovo fotometro, 161 — Colorimetro Bruttini, 161 — Nuovo barometro, 16l
— Nuova cartuccia per fucile, 161 — Seminatoi a mano, 162 — Locomotive che parlano, 162, — Ste-
nografia a macchina, 253 — Apparecchio per le ricerche zoologiche e biologiche a profondità de- ri
| terminante del mare, 254 — Nuovo erpice, 295 — Aereostatica, 296 — Nuovo fonografo, 296 —
nat . Nuovo sistema di ferrovie, 296 -— Nuovo microscopio, 295.
IGIENE, MEDICINA ED ECONOMIA DOMESTICA: S. dott. G. Il tabacco ed il suo avvenire, 48.
Adulterazioni nelle paste da minestra, 2 — Il fumo del Tabacco ed i microrganismi, 17 —
Conservazione dei semi alimentari, 23 — Ingrassamento dei porci, 23 — Proscrizione dell’ acido
benzoico per la conservazione delie sostanze alimentari, 2& — La torba come disinfettante e come
concime, 24 — * Istituto antirabbico Pasteur, 26 — Tubercolosi, 41 — Frutta gelate, 65 — La pun
tura delle Api nei dolori reumatici, 203 — Conservazione dei frutti durante l'inverno, 113 —
Polvere per chiarificare liquidi, 114 -— Tonico per i capelli, 114 — Per assicurarsi della sincerità
del vino, 161 — Olio di cotone ed olio di oliva, 162 — Il gusto di zolfo nei vini, 205 — Per avere ,
buon aceto, 229 — Per le punture di pitone 230 — Conservazione dei sacchi, 230 — Conser- si
vazione dello frutta, 2T7. RR:
_ INSEGNAMENTI PRATICI: 23, 65,66, 113, 114, 162, (63, 205, 227, 228, 229, 230, 276, 277, 278, 29.
INSETTI: * Dei A. I Rincoti in generale e gli Afroforidi o Cicadelle in DI 181, 21:
Patumbo A. Caccia dei Coleotteri, 178. i
* Note entomologiche, 37 — La più numerosa collezione di farfalle, 41 — La forma esago |
lello celle delle Api, 59, 109 — Il volo di alcuni insetti, 67 — * Distruzione d’ insetti nocivi per
nezzo di parassiti vesetali, 88 — Per uccidere le farfalle, 162 — Cavallette e melalonte, 163 —
i Simulia e 5 201. — Di senza I palle 203 —_ Pillessera 206, 279 — Conservazione —
302 (Boll. pag. 150)
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: * Deilefila Nerii, 37 — * Elmis Volkmari, 39 —
Attacus Jama-maii, 110 — * Limmophila tetrasticta, Tipula alpium, T. bidens, Stenopelmatas Gua-
teemalze, Oryclopus Bolivari, Onosandrus fasciatus, Aistus gracilis, Diastrammina unicolor, Aphlebia
polita, Aph. Retowskii, Stenobothrus Sanleyi, 144 — Nomiodes pulchella, fallax, N. pulverosa, N. rotun-
diceps, Cecidonomye floriperda, Diplopsis quinquenale, Cecidonomye Bechiana, Cec. Salivis.Inula conyza, |
Salix helvetica, 145 — * Culex hortensis, C. Richiardii, O. modestus, C. elegans, C. spathipalpis,
238 — * Gryllodes Brunneri, 267 — * Ephippigera latipennis, 267 — * Leptophiges punctatissima,
267 — * Sclerogibba crasifermorata, Menodontomerus usticensis, Exocus lucidus, 267 — * Antoco-
phora signata, 267. 5
INVENZIONI E SCOPERTE: 63, 64, 65, 112, 113, 160, 161, 162, 253, 204, 255, 295.
MAMMIFERI: Cavalli dei pampas, 26 — Puledro Gall, 27 — Stalloni orientali, 27 — * Orsi
nel Trentino, 37, 252 — Per conoscere l’ età degli animali bovini, 66 — Distruzione dei lupi in
Francia, 67 —- Lupi in Sicilia, 107 — Cani delle praterie, 110 — Longevità degli animali, 117 —
Il Cavallo Bell Bov, 117 — Uccisione di un Orso, 159 — Introduzione delle vigogne in E,
163 — Balenottere a Piombino. 163 — Un' orso presso Brescia, 227.
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE. (1) Cynomys ludovicianus, 110 — Nyctinomus Ce-
stonii, 253. ;
| MINERALOGIA E GEOLOGIA: De Gregorio March. A.1l calcare detritico pospliocenico di
contrada Aspra, l È
Badanelli Prof. Dott: D. I diamanti di Pistoia, 45.
* Cacciamali G. B. Petrolî e Bitumi di Valle Latina, 73, 129.
* Terrenzi Giuseppe. Il fenomeno del Carso osservato nei monti di Narni, 124.
* Pelacani L. Miniera dell’ Argenteria, 185.
* Badanelli Prof. Dott. D. La lignite del termine nel Comune di Chianni (Pisa) (con fig.). 257,
* Cacciamali Prof. G. B. Il fenomeno del Carso a Fontana Liri, 262.
Montagna di ferro in Birmania, 64 — Valore dei metalli più rari, 67 — Un grosso diamante,
68 — * Congresso internazionale geologico, 95 — Giacimento di asbesto in California, 112. — Sper-
rylite, Aurelite, Mazapillite, 112 — Miniere di carbon fossile, ferro, zinco e piombo, 112 — Esca-
vazione del Carbon fossile, 116 -- Meteoriti, 116, 117, * 148, 149, 255 — Cera minerale, 162
* Minerali raccolti al Vesuvio, 196 — L'oro nel Transwal, 206 — Sull’ origine del Petrolio, 224 226
— Giacimento di Apatite, 254 — Cobalto e Nichelio, 254 — Sorgente di petrolio a Montachino,
254 — La Grotta di Aletsch, 255 — L' oro nell’ Africa del Sud, 278 — Torbiora a Campotosto, 295
— Giacimento di sale, 296.
MOLLUSCHI: Le perle del Mar Rosso, 116 — * Styliola CARLI Hyalaea Strafforelliana,
Jujubinus Delpretanus, Philbertia Alleryana, Tapes Pollonerianus, Helix Faudensis, H. Messanen-
sis, H. eritprocheila, Putzeysia clathratus, 139 — Ostreicultura, 207 — La pesca delle conchiglie
perlifere, 279.
NOTIZIARI, 24, 41, 66, 94, 114, 149, 163, 206, 232, 255, 278, 206.
ORTICULTURA E GIARDINAGGIO: La torba e gli asparagi, 23 — Concime dî torta 24 —
Alberi da frutta lungo le vie, 26 — Mostra internazionale, 27 — Nuovo metodo per avere barba
| telle, 69 — Un buono ingrasso per i rosai, 66 — Fiori nuovi, 67 — Modo di ottenere patate nuove
nel mese di Marzo, 113 — Esposizioni di rose, 119 — Coltura industriale della patata, 205 — Pre-
cetti per la coltivazione delle piante fruttifere, 228 — Raccolta perenne di cardi, 276 — Per otte- su
nere buona insalata d’ inverno, 277 — Le 12 regole fondamentali della pomicultura, 277 — Una
rosa con 6000 fiori, 273 — Buone regole per la coltivazione delle rose, 294 — Molnpleaz e dell
Fuchsie, 294. 1a
PALEONTOLOGIA : Neviani A. Avanzi di un Tursiops fossile rinvenuti prerso Caraffa, 4. so
* Cermenati M. Vari processi di fossilizzazione, 82. N
Cermenati M. Goologia Paleontologica 282.
(1) Molte specie di mammiferi sono notate nell'articolo il Vivarium a Vienna a pag. 274.
(Boll. pag. 151) 303
Ammonite gigante, 26 — Pesci e cetacei fossili nel terziario della Nuova Zelanda, 61 — * Pri-
mo uovo di Aepyornis maximus arrivato in Italia 192.
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: Cardium oblongum, Pecten jacobeus, opercularis,
‘peslutrae , septemradiatus, Pectunculus glycimeris, Natica millepunctata, 2 — Balaenopiera,
Heterocetus, Plesiocetus, Dioplodon, Palaeodelphis, Metaxytherium, Eudelphinus, Delphinus, Tursiops,
4,56 Mastodon longirostris, 20 — Helix melensis, 40 — Squalodon serratus, 61 — * Ephippus.
Nicolisi, 92 — * Textularia Soldanii, T. cordata, T. Meneghini, 92 — * Bolivina punctata, B. dila-
tata, B. aneariensis, 93 — * Neptunus convexus, Mursiopsis pustulosus, Callionassa Canavarii, 93
— Megatherium, Eubalaena Svedembergii, 112 — * Cymbella Assabensis, 141 — Xanthilites Bower-
bankii, Plagiolapus Wetherelli, 180, 193 — * Castor fiber, Ursus spelaeus, Canis lupus, 193 —
Helix fabarensis, H. sabina, Kydrobia coartata, 195 — * Meneghinia nautiliformis, Seguenza ano-
mala, 280.
È PESCI: Il Miglior cibo per le trote, 16 — Mutualismo con attinie, 17 — * Salmo salvelinus,
37 — Piscicultura, 67, 116, 255 — * Fecondazione artificiale dei pesci, 99 — Comparsa di numerosi
esemplari di Seriola Dumerilii sul mercato di Venezià, 251 — Azione dell’ Alcool sulla vita dei
pesci, 295.
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: Tranchichhys .tunicatus e Tr. Clarkii, 17 —
* Barbus plebejus, 139.
POLLICULTURA: C. ©. La pollicultura, 246.
Perchè muojono tanti pulcini ? 18 — Convalaria, veleno pel pollame, 26 — Gallina italiana, 63
— Sulla vendita delle uova, 63 — Nuove razze di Galline, 1ll — Per avere uova dalle Galline
durante l’inverno, 114 — Malattia del Pollame, 158, 279.
RACCOLTA, PREPARAZIONI E CONSERVAZIONI DEGLI OGGETTI DI STORIA NATURALE:
V. I Corpuscoli . . . . invisibili, 55.
* LZ. T. La colorazione delle fibre elastiche coll’ acido cromico e colla safranina, 89.
* Palumbo A. Sulla caccia dei coleotteri, 178.
* Poli Prof. A. Istologia Vegetale. Inclusione nel sapone di glicerina, 209.
Soluzione di nucina, 62 — Conservazione degli Animali in carne, 111 — Nuovi metodi per
conservare il colore dei fiori e delle erbe nelle collezioni, 113 -- Determinazione dello spessore
del vetrino copri-oggetti nei preparati microscopici, 158 — Per uccidere rapidamente le farfalle,
162 — Impiego dell’ acido osmico in Istologia, 162 — Sul modo di conservare le larve e le crisalidi
dei Lepidotteri, 225, — Per i dilettanti e collettori d’ insetti, 289.
RETTILI: Rettili fitofagi, 61 — Tartuca colossale, 255.
PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: Isuana tubercolata, I. nudicollis, Cyclura acanthura,
Lophiura amboinensis, Amblyrhynchus cristatus, Conolophus suberistatus, Trachysaurus TUgOSUS,
Tr. asper, Katteria unctata, 61.
RICHIESTE, OFFERTE, E DOMANDE DI CAMBI FRA GLI ABBONATI: 27, 43. 71, 96, 119,
151, 164, 208, 232, 280, 297.
STORIA NATURALE IN GENERE: P. Fosforescenza marina, 13.
. * Un Turista e Naturalista. L' Alto Vallespir, 79, 133, 187, 233, 265.
si Il vivaio di Vienna, 15,274 — Congresso internazionale, 118 — * L'insegnamento della Storia
naturale, 141, 164 —* Laboratorio di zoologia marina, 150 — * Fauna del Duomo di Strasburgo, 150
— Parassiti del tabacco, 158 — La bacteriologia 200 anni avanti la DASDE era, 204 — Riunione
della Soc. elvetica di Sc. Nat. a Lugano, 249.
UCCELLI : Arrigoni degli Oddi E. Catture di uccelli nell’ anno 1888, 104.
* Arrigoni degli Oddi E. Notizie sopra un Ligurinus chloris (L) ed una Alauda arvensis (L)
Anomali nel rostro, (con fig.) 260.
| Brogi S. Tordo dorato o tordo a squame nei dintorni di Siena, 272.
Mariacher e Dal Nero: Due tetraonidi veronesi che scompaiono, 288.
Syrrhaptes paradoxus in Europa, 15 — Sirratti veduti ed uccisi in Italia nel 1888 e 89. 21, 268
= Syrrhaptes paradoxus, 36, 110, 201 — Albinismo e isabellismo nei passeri, 60 — Starna che de-
304 (Boll. pag. 152)
poneva le uova nel Novembre, 61 — Canto dell’ usignolo, 63 — Cigni nella laguna di Venezia, 87,
201, 251 — Uccelli utilizzati per l’ agricoltura, 100 — L'uso della torba nell’ allevamento degli
uccelli, 114, 208 — * Avviso agli ornitologi, 138 — * Le acredule venete, 179 — Scolopax galli
nago di nido, 159 — Allevamento dei Canarini, 200 — Caratteri per distinguere le diverse specie
Europse del genere Acredula, 202 — Sulla distinzione delle due specie di Cutrettole comuni nel |
Veneto, 250 — Alca torda, 252 — Note ornitologiche tridentina, 252 — Loxia curvirostra, 203. —
Platalea leucorodia, 253 — Starna perdix var. 276. RTS
{1) PRINCIPALI SPECIE RAMMENTATE 0 DESCRITTE: Emberizia leucocephala, 17 — Anthus cervinus,
Glareola pratincola, Totanus stagnatilis, Silvia nisoria, Gelochelidon anglica, Melanocorypha calandra,
Mergus albellus, 15 — *Falco fulyus, 38 — Cinclus aquaticus, 62, 276 — Colimbus arcticus, Milvus Ieti-
nus, Loxia curvirostra, Eudromias morinellus, Fringilla coelebes varietà, Cotile rupestris, Otis tarda, 62 j
* Turdus merula var. 87 — * Strix flammea var. 8? —* Passer montanus var. 87 — Cyanecula 3
suecica, Cannabina linota, C. sanguinea, 103 — * Fringilla montifringilla var., atrocapillaris, 144 — i
Porphirio autiquorum, Embheriza leucocephala, Plectrophanes nivalis, 159— Strix Bubo, 201 — Pa-
stor roseus, 202, 293 — Corvus cornix, 202 — Loxia curvirostra, 162, 226, 276 — Falco peregrinus, 227
Calamodus schoenobenus, C. acqaticus, 251 * Ligurinus chloris. Alauda arvensis anomali, 260 —
Oreocinela varia, 272 — Cursorius Gallicus, 276 — Harelda glacialis, 276 - Parus ater, 276, 293
;
|
— Tetrao tetris e Tetrao urogallus, 288. ; i È
VARIETÀ: Coquilhat. Sacrifizi umani nei riti funebri e cannibalismo sul Congo, 221, 269. c
Notizie del Brasile, 18 — Previsione delle brinate, 23 — Produzione del Caviale in Russia, 2@
— Necrologie, 45, 70, 99 — Nuova pianta tessile, 63 — Come fu inventato il tubo di vetro pei £
lumi, 64 — Istituto geografico internazionale, 67 — Produzione del vino in Europa, 68 — Danni.
prodotti dalla fillossera in Ungheria, 68 — Società alpinisti tridentini, 68 — Luffa succedanea alla
spugna, 110 — Zucchero estratto dai funghi, 112 — chiostro indelebile per cartellini, 113 — Po-
polazioni nane al Marroco, 115 — In tutti i mesi dell’anno si raccoglie frumento, 115 — Patate
primitive, 116 — Le piante ed i gatti, 117 — Seta vegetale del Paraguay, 117 — Una pioggia.
singolare, 118 — * Latte e Carciofi, 137 — * Pioggia di sabbia, 137 —. Merulius lacrimans ed i
Jesnami da costruzione, 159 — Carta di canna di zucchero, 160.— Olio di Mais, 160 — Per attac-
care le etichette sul metallo, 162 — Seyo vegetale, 163 — Origine delle parole Telefono e Miero-
fono, 204 — La peronospora esisteva mel 1602? 204 — Utilizzazione della tela di ragni, 206 —
L' altezza del Chilimangiaro, 206 — I fasci ed i fulmini, 206 — Parassitologia, 207 — I barometri
naturali, 230 — Congresso alpinisti italiani ad Ascoli Piceno, 243 — Ferri di carta per Cavalli, 253
— Per arrestare i cavalli che siansi dati alla fuga, 254 — Nuovo materiale da costruzione; 254, —
Fabbriche in zucchero, 299 — Tela di luppolo, 295 — Nuovo succedaneo al caffè, 296 — Ferrovia
Ce
originale, 296. Ar
VERMI: Il Bothriocephalus latus ed i suoi ospiti intermedi, 61 — * Allolobophora mima, LAI Y
Specie appartenenti alla famiglia Hirudineo, raccolte nelle acque dolci del Veneto, 251. dr i
VETERINARIA : Gli innesti del virus carbonchioso, 25 — Nuovo metodo per fermare le orecchie “E VE jd
dei cani nella cura della formica, od ulcora della cartilagine concava del padiglione, 163 Cora
gresso internazionale, 207. ;
VIAGGI, SPEDIZIONI, ESPLORAZIONI, MISSIONI: Aden Hoderd. ccc., 26 — Emin Pacha e.
Stanley, 26 — *Esplorazioni alle cordigliero, 42 — *Missione al Chilì, 42 — Il più celebre albero
del mondo in Venezuela, 67 — Missioni al Sahara occidentale. 67 — Nell’ Africa meridionale, 67
— * Al Campo e oasi di Faum Tataonim, 91 — * Ai monti Mac Dannel, 9 — * Ad Harar, 95 Ds
Missione a S. Domingo ed a Haiti, 164 — Ricerca del Liba, 164 — Ascensione del Chilimangiaro, |
164 — Nell’interno dell’ Affrica, 278 — Sulle rive del Vémé, 278. i
(1) Molte specie di uccelli sono notate negli articoli: Catture di uccelli pag. 104 — e Vivarium di Vienna
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che il direttore del servizio Sanitario Militare Locale, Maggiore
Cav. Guerriero mi referisce che:
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