Librarp of the Museum
OF
COMPARATIVE ZOOLOGY,
AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS,
Founded bp pribate subscription, in 1861.
RD INITRENENINE
Deposited by ALEX. AGASSIZ.
BULLETTINO
DELLA
SOCIETÀ MALACOLOGICA
ITALIANA
VOLUME XVI
1891.
Co pi =
Nros SI
è.
JAN 90 1892
BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ MALAGOLOGIGA ITALIANA
Vol. XVI.
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
aaa a ai a a iI
Ufficio di presidenza
Cav. Pror. SEBASTIANO RICCHIARD! PRESIDENTE
Marcaesa MARIANNA PAULUCCI Vice PRESIDENTE
BARTOLOMEO CAIFASSI TESORIERE
Cav. Pror. DANTE PANTANELLI SEGRETARIO.
Elenco dei Socì per larnno 189f.
Allery di Monterosato March. Tommaso, Via Pietro Colletta
al giardino inglese, 1, Palermo.
Bagatti Dott. Odoardo, Via Cavour 109, Parma.
Boccaccini Prof. Corrado, R. Liceo, Cuneo.
Cafici Bar. Corrado (Sicilia), Vizzini.
Canavari Prof. Mario, Università, Pisa.
Caifassi Bartolommeo, Via S. Andrea 25. Pisa.
Caramagna Cav. Giovanni, Villa Trinita, Castello (Firenze).
Castelli Cav. Dott. Federigo S. Michele, Livorno.
Chigi-Zondadari March. Bonaventura Deputato al Parlamento,
Siena.
Ciofalo Prof. Saverio Direttore della Biblioteca Licignana (Si-
cilia) Termini Imerese.
Costa Cav. Prof. Achille, Via Orazio Costa, Naypol.
D'Ancona Cav. Prof. Cesare; Istituto di studi superiori, Y'-
PeNZE. >
De Boury Eugène, Zhemericourt par Vigny (Seine et Oise).
De Gregorio Brunaccini March. Antonio. Molo, Palermo.
Bere
Della Valle Prof. Antonio, Università, IModeno.
Del Prete Dott. Raimondo, Viareggio.
De Stefani Prof. Carlo, Istituto di studi superiori, Firenze.
Doderlein Comm. Prof. Pietro, Università, Palermo.
Foresti Dott. Lodovico, Bologna.
Fucini Dott. Alberto, Empoli.
Issel Cav. Prof. Arturo, Università, Genova.
Jago I. G., Via dei Preti. Livorno.
Meli Prof. Romolo, Scuola super. degli ingegneri, ftoma.
Mella Conte Carlo, Via del Duomo, 17, Vercelli.
Museo Civico di storia Naturale, Pavia.
Museo di Zoologia della R_ Università, foma
Ninni Conte Alessandro, S. Lorenzo, 3391, Venezia.
Pantanelli Cav. Prof. Dante, Università, Modena.
Parona Prof. Carlo Fabrizio, Università, Torno.
Paulucci Marchesa Marianna, Novoli Firenze.
Piccinelli Dott. Giovanni, Via Masone, Bergamo.
Pini Dott. Napoleone, Via del Crocefisso, 6, Mz/ano.
Platania Platania Gaetano, Acereale.
Pollonera Dott. Carlo, Museo Zoologico, Torino.
Portis Cav. Prof. Alessandro, Museo Geologico Università, f'oma.
Ricchiardi Cav: Prof. Sebastiano, Università, P?sa.
Scander De Levi Bar. Com. Adolfo (socio perpetuo ), Ferenze.
Simonelli Dott. Vittorio, Museo geologico, Bologna.
Statuti Cav. Ing. Augusto, Via dell’ Anima, 17, foma.
Strobel Cav. Prof. Pellegrino, Università, Parma.
Sulliotti Avv. Giorgio Roberto, Porto Maurizio.
Terracciano Cav. Nicola, Caserta.
PROCESSO VERBALE
dell'adunanza del 15 Novembre 1891 — Pisa
Sono presenti i soci Aicchiardi presidente, Caifassi Ca-
navari, Pantanelli.
Scusano la loro assenza Paulucci, Castelli, Del Prete.
Hanno rimesso la scheda per le elezioni i soci: Caramagna,
Castelli, Chigi, Costa, Della Valle, Del Prete, D’ Ancona, Fo-
resti, Jago, Monterosato, Ninni, Paulucci. Strobet, Statuti, Ter-
racciano.
Spogliate le schede, risulta: votanti 19
Presidente Ricchiardi Cav. Prof. Sebastiano con voti 18
Vice-Presidente March.* Marianna Paulucci » » 18
Tesoriere Bartolommeo Caifassi. . . . . >» » 18
Segretario Prof. Cav. Dante Pantanelli . . » >» 17
Viene approvato il resoconto nelle seguenti cifre, che si
estendono alla gestione compresa tra 1’ 11 novembre 1888 al
15 novembre 1891.
ENTRATE
Na ssefso cia liege A E ene era UL 14:65:00
Tassa di socio perpetuo del sig. Levi . . » 200,00
MenditaidieBullettiniMene Re 833,00
Brattiidi capital eee Po Ln 425,80
L. 2923,80
SPESE
Spese di pubblicazioni . . . rr calr201240
SPESeKdiSeSre tera tao NRE RISSA
L. 2200,58
Avanzo a pareggio . » 723,22
L. 2923,80
2 PATRIMONIO DELLA SOCIETÀ
In rendita cioè, una cartella di L. 100, N. 139234,
una di LU. 25, N-..167102 (ed. una di L. 5, N.
0521038 prezzo fd acquisto DRS SI0
Allafcassa fidi spam odia
Totale al 15 novembre 1891 . . . . L. 362941
Patrimonio all’11 novembre 1888... . . . .L 2906,19
Avanzo al il5novera bre Re 2322
ario e SEED
Alla qual somma va aggiunto il valore dei libri e del
fondo dei Bullettini già pubblicati.
Viene proclamato socio il sig. Dott. Alberto Fucini. Il
socio Canavari presenta un suo lavoro su nuovi lamellibran-
chi e gasteropodi liassici dell’ Apennino centrale.
Il Segretario
DANTE PANTANELLI.
A. FUCINI
MOLLUSCHI E BRACHIOPODI
DEI LIAS INFERIORE DI LONGOBUCCO ( Cosenza )
Già da qualche tempo ho presentato per la pubblicazione
nel bollettino della Società Geologica, una nota di fossili da
me trovati nei terreni liassici che, nella provincia di Cosenza,
stanno fra i paesi di Cropalati, di Longobucco e di Bocchigliero.
Tempo addietro il Canavari (1) aveva determinato per specie
retiche alcuni brachiopodi avuti dall’ Ing. Cortese il quale li
aveva ritrovati in quei terreni e precisamente rimpetto allo
sbocco del torrente Ortiano nel fiume Trionto. Tali brachiopodi
sarebbero stati, secondo il Canavari, Rhynconella subrimosa,
Schafh., Waldheimia norica, S. (forma ellittica), Speriferina,
specie intermedia tra la S. praecursor Zugm. e la S. rostrata,
Schlot. L'opinione del Canavari si modificò all’ epoca del con-
gresso tenuto dalla Società Geologica in Catanzaro nel Set-
tembre dell’anno 1889; in quell’ occasione egli, insieme con
l'Ing. Cortese, fece un’ escursione fino a Longobucco ed attribuì
al Lias medio quei terreni (2).
Nella suddetta nota io distinsi, nella formazione di Lon-
gobucco, il Lias inferiore ed il Lias superiore, dando per am-
bedue una nota di fossili e facendo notare l’ identità con il
(1) Canavari, Brachiopodi retici della Calabria Citeriore (Att. d. soc.
tosc. d. Sc. nat., Vol. IV, pag. 113).
(2) Relazione annuale dell’ Ispettore Capo al R. Comitato Geologico sul
lavoro della carta geologica (1889-90) Bull. d. R. Com. geol. d' Italia,
Vol. XXI. Parte ufficiale, pag. 21.
DEE SE
Lias di Taormina in Sicilia, scoperto dal Seguenza ed illustrato
da lui, dal Gemmellaro e dal Di Stefano.
In questa memoria non voglio occuparmi che del Lias
inferiore, de’ suoi fossili (alcuni dei quali avuti, dopo la pre-
sentazione della nota summenzionata, dal sig. Tommaso Mazza
di Longobucco al quale faccio quì i miei ringraziamenti) e
delle sue relazioni con altri terreni.
La formazione liassica, che chiamerò di Longobucco per
essere maggiormente estesa nel territorio di questo che in
quello degli altri paesi circostanti, è prevalentemente costituita
da calcari grigi, scuri, neri e cenerognoli. Essa riposa in parte
su filladi paleozoiche ed in parte maggiore sopra un’ anagenite
ora grossolana ora più minuta, costituita da numerosi ciottoli
di quarzo bianco, roseo e ceruleo, tenuti insieme fortemente
da un cemento color vinaccia, e sopporta poi qua e là lembi
di terreno eocenico. I calcari marnosi cenerognoli si trovano,
più specialmente, nella parte superiore e contengono una fauna
d’ammonitidi che li identifica a quelli di Taormina studiati
dal Prof. Gemmellaro (1) e da questi attribuiti alla parte
inferiore del Lias superiore.
Io vi rinvenni i seguenti fossili, che vi sono piuttosto nu-
merosi, ma poco ben conservati:
Fucoides, sp.
Belemnites, sp.
Harpoceras Paronai, Gemm.
H. Lottii, Gemm.
H. Canavarti, Gemm.
H. Timaei, Gemm.
Caeloceras Raquinianum, D'Orb.
Il Lias inferiore è costituito inferiormente da calcari grigio-
scuri, compatti, dai quali estrassi una specie di Aegoceratide
che per disgrazia non è determinabile, e nella parte superiore
da calcari neri, generalmente compatti e, nelle superfici esposte
(1) Gemmellaro, Sopra taluni Harpoceratidi del Lias superiore di Taor-
mina. Palermo, 1885.
ZO
agli agenti atmosferici, talvolta ricoperti da una patina di
limonite la quale si è, nei fossili, anche sostituita al calcare.
Questa roccia, buonissima per la fabbricazione della calce, in
alcuni strati resulta costituita da accumulazioni di foramini-
fere e di altri organismi il cui studio sarebbe importantissimo;
riscaldata e gettata nell'acqua, operazione che ho fatta per
estrarne più facilmente i fossili, tramanda un forte odore di
idrogeno solforato.
A Taormina il Lias inferiore presenta i medesimi caratteri
litologici e stratigrafici. Alla base, come a Longobucco, vi si
trovano le filladi paleozoiche che sopportano l’ anagenite rosso-
vinaccia, paragonata dal Seguenza (1) al grès rosso degli in-
glesi, Buntersandstein dei tedeschi, grès bigarre dei francesi
e riguardata come appartenente al Muschelkal dall’ ing. Cor-
tese (2). Il Di Stefano (3) pende per l’ opinione del Seguenza e
crede che quella roccia corrisponda al Servmno della Lombardia.
Per parte mia, considerando che in Calabria ed in Sicilia il
Muschelkalk è rappresentato da roccie calcari di ben diversa
natura, sarei, per ora, d’ opinione che essa non possa essere più
recente del Buntersandstein. Sopra a questo conglomerato ros-
sastro a Taormina si trovano dei calcari dolomitici ritenuti
triassici dal Seguenza, ma dal Di Stefano (4) riferiti al Lias
inferiore dietro un buon numero di fossili. Tali calcari dolo-
mitici che non ho ritrovato nella formazione di Longobucco,
sostengono i calcari grigi e neri ascritti dal Seguenza, in parte
al Retico in parte al Lias inferiore, e dal Di Stefano riportati
tutti alla parte superiore del Lias inferiore:
Basta dare uno sguardo all’ elenco quì unito dei fossili
trovati nel calcare di Longobucco, per rimanere più che per-
(1) Seguenza. Contribuzione alla geologia della provincia di Messina,
Boll. d. E. Comît. geol. dl’ Italia, 1871.
(2) Cortese. Brevi cenni sulla geologia della parte N. E. della Sicilia
(Boll. d. E. Comit. geol. d’ Italia, 1882).
(3) Di Stefano. Sul Lias inferiore di Taormina e de’ suoi dintorni, Gror.
d. Soc. d. sc. nat. ed econ. di Palermo, 1886.
(4) Di Stefano. L'età delle roccie credute triassiche del territorio di
Taormina. Palermo, 1887.
allegre
suasi che niente ci autorizza a ritenere triassici o retici i
terreni nei quali sono stati trovati e che quella formazione
va ascritta al periodo liassico.
Con i terreni d’ intorno Taormina i nostri, sopra 34 specie
note, ne hanno 31 a comune, cioè: Spiriferina rostrata, Schlot.
Sp. rethica, Seg. Ehynconella curviceps, Quenst. RA. plicatissima,
Quenst. RA. fissicostata, Sss. Rh. olivaensis, Di Stef. RA. Schopeni,
Di Stef. RA. Lua, Di Stef. RA. correcta, Di Stef. Terebratula
punctata, Sow. T. Proserpina, Di Stef. Waldheimia cornuta
Sow. W. perforata Piet. W. Phaedra, Di Stef. W. pentagona,
Seg. W. polymorpha, Seg. Chemmitzia rupestris, Seg. Lima
Choffati, Di Stef. Pecten Hehli, D'Orb. P. textorius, Schlot.
P. Thiollieri, Mart. Avicula sinemuriensis, D’'Orb. Modiolaria
Gemmellaroi, Di Stef. Pinna Hartmanni, Ziet. Cardium Phi-
lippianum, Dunk. Pholadomya Olivaensis. Di Stef. Ph. Idea,
D'Orb. Ph. corrugata, K. und D. Ph. congenita, Seg. Goniomya
antegenita, Seg. Pleuromya lauromenitana, Seg.
Con i terreni di Saltrio e di Arzo studiati dal Parona,
riferibili in parte al Lias inferiore ed in parte al Lias medio,
il calcare di Longobucco ha a comune queste specie: Spere-
ferina rostrata, Schlot. Terebratula punctata, Sow. Waldeimia
cornuta, Sow. W. Sarthacensis, D’ Orb. Pecten Hellii, D'Orb.
P. textorius, Schlot. Avicula sinemuriensis,: D'Orb. Cardium
submulticostatum, D’ Orb. i
Rimarchevoli sono anche le analogie con l’ Est della
Francia e col Luxemburgo, che presi insieme hanno a comune
con il nostro Lias ben 11 specie sopra le 17 conosciute e non
speciali a Taormina ed a Longobucco.
Di queste 17 specie note, sono state trovate in terreni del
Lias inferiore 15, cioè: Spiriferina rostrata, Schlot. Ahynco-
nella curviceps, Quenst. RA. plicatissima, Quenst. Eh. fissico-
stata, Sss. Terebratula punctata, Sow. Waldheimia perforata,
Piett. W. cornuta, Sow. Pecten Hehlii, D' Orb. P. textorius,
Schlot. Avicula sinemuriensis, D'Orb. Pinna Hartmanni, Ziet.
Cardium submulticostatum, D' Orb. C. Philippianum, Dunk.
Pholadomya Idea, D’ Orb. Ph. corrugata K.u. D. 11 sono indi-
cate nel Lias medio, cioè: Spiriferina rostrata, Schlot. RAhyn-
conella curviceps, Quenst. Rh. plicatissima, Quenst. Terebratula
— 13 —
punctata, Sow. Waldheimia cornuta, Sow. W. perforata, Piet.
W. Sarthacensis, D' Orb. Pecten Hehlii, D’ Orb. P. textorius,
Schlot. Cardium submulticostatum, D'Orb. Pholadomya corru-
gata, K. u. D.
_ Essendo superiore il numero delle specie del Lias inferiore,
ritengo che ad esso debba attribuirsi il deposito di Puntadura
(così vien chiamata la regione in faccia allo sbocco del tor-
rente Ortiano nel fiume Trionto). Vediamo ora a quale zona
sia da ascriversi.
Delle 15 specie del Lias inferiore 12, escluse cioè: Waldheimia
cornuta, Sow. Pholadomya Idea, D' Orb., Cardium submultico-
statum, D'Orb., sono indicate in terreni.riferiti alla zona ad
Angulati e 14, escluso Cardium Philippianum, Dunk., in quelli
della zona ad Arzeti; 10 cioè Speriferina rostrata, Schlot.
Ehynconella curviceps, Quenst. Rh. plicatissima, Quenst. Tere-
bratula punctata, Sow. Waldheimia perforata, Piett. W, cor-
nuta, Sow. Pecten Hehli, D'Orb. P. textorius, Schlot. Car-
dium submulticostatum, D' Orb. Pholadomya corrugata, K. u. D.,
passano al Lias medio, alcune però sotto forma di varietà, e
8 cioè: Ehynconella fissicostata, Sss. Eh. plicatissima, Quenst.
Waldheimia perforata, Piett. Pecten Hehlit, D'Orb. Pinna
Hartmanni, Ziet. Cardium Philippianum, Dunk. Pholadomya
corrugata, K. u. D., sono indicate in terreni infraliassici. Delle
due specie rimanenti, una, il Pecten Thollieri Mart, è infralias-
sica ed una, la Waldheimia Sarthacensis, D' Orb., del Lias
medio.
Ora è bene notare che delle 10 specie che passano al Lias
medio 6 appartengono a brachiopodi e 4 ai lamellibranchi, e
che delle 8 scendenti nell’ Infralias 3 appartengono ai primi
e 5 ai secondi, compreso il Pecten Thiollieri, Mart. noto per
ora solo in quest’ ultimo terreno. i
Per la loro vitalità i brachiopodi passano facilmente da
un terreno ad un altro e quindi non forniscono criterio sicuro
per giudicare la zona cui debbono ascriversi: danno più affi-
damento i lamellibranchi. i
Avendo il minor numero di specie della zona ad Angulati
che di quella ad Arzetî, sarei d’ opinione, col Di Stefano, che
i terreni di Puntadura dovessero essere ascritti alla seconda
00 | POSA
zona, senza escludere però in modo assoluto che il nostro Lias
possa corrispondere anche a quello della zona ad Angulati
dell’ Italia centrale e delle Prealpi lombarde, perchè è mag-
giore il numero dei lamellibranchi scendenti nell’Infralias di
quello dei passanti al Lias medio ed anche per i caratteri
litologici simili.
Le specie note altrove, citate dal Di Stefano a Taormina e
non trovate da me a Longobucco, sono: Spiriferina pinguis, Ziet.
Ehynconella rimosa, Buch. Kh. furcillata, Theod. Terebratula
Fotterlei, Bòckh. Plicatula intusstriata, Emm. Lima punctata,
Sow. L. Hettangensis, Terq. Pleurotomaria cfr. anglica, Sow.
Criptenia expansa, Sow.
Anche sulla distribuzione di queste si potrebbero ripetere
gran parte delle cose da me dette per le specie di Longobucco.
I fossili descritti in questa memoria fanno parte della mia
collezione particolare ed il loro studio è stato compiuto nel-
l’Istituto superiore di Firenze. ;
È mio obbligo ringraziare l’ egregio Prof. Carlo De Stefani
pel valevole aiuto datomi nonchè per aver messo a mia dispo-
sizione i libri del gabinetto e quelli suoi particolarmente.
Prima di finire avverto che ho creduto mio dovere con-
servarei nomi dati dal Seguenza ad alcune specie, facilmente
riconoscibili, benchè imperfettamente descritte, intendendo
anche dare con ciò tenue tributo d’ ammirazione al preclaris-
simo ed indimenticabile geologo il quale tanto contribuì ad
illustrare la sua terra nativa.
UA I
QUADRO COMPARATIVO
di del
di Lussemburgo
N. FOSSILI DI LONGOBUCCO Aa Saltrio e
Taormina E dell’ Est
della Francia
Polipaiî
1|| Montivaltia sp. = ca Nea
Anellidi
2|| Serpula sp. aff. filaria, Gold. _ - »
Echinodermi
3|| Echinus sp. = nu DEI,
Brachiopodi
4 Spiriferina rostrata, Schlot. . » Sy AU i, »
O) » rethica, Seg. » = 1a:
6 || Rhynconella curviceps, Quenst » — »
7 » plicatissima, Quenst. » _ =
8 » fissicostata, Sss. . » - DeS
9 » olivaensis, Di Stef... » — LE
10 » Schopeni, Di Stef. . » — =
11 » Lua, Di Stef. » = Se]
12 » correcta, Di Stef. » - E
18|| Terebratula punctata, Sow. » » L. m 5
14 » Proserpina, Di Stef. » pedi I
15 » Sestii, Fuc. = Li ARS
16|| Waldheimia cornuta, Sow. » >» L. m 3
17 » perforata, Piet. . » dari »
18 » Sarthacensis, D’Orb. = > L.m _
19 » Phaedra, Di Stef. . » eni o,
20 » Mazzai, Fuc.. = = ded
21 » Anconaeana, Fuc. = — le
22 » pentagona, Seg. . » li 5
23 » polymorpha, Seg. » 105 LAR
N.
rip =
FOSSILI DI LONGOBTOCO
Molluschi
Aegoceratide sp. .
Chemnitzia rupestris, Seg.? .
» Sp.
» Sp.
» Spie sof
Pleurotomaria sp.
Ostrea sp. SO
Lima Choffati, Di Stef.
Pecten Hehlii, D’Orb. ,
» textorius, Schlot
» Thiollieri, Mart.
» Ortianensis, Fuc.
» Meneghinianus, Fuc. .
DIMMASP.
Avicula sinemuriensis, D’Orb.
Modiola Stefanii, Fuc. .
Modiolaria Gemmellaroi, Di Stef
Pinna Hartmanni, Ziet.
Cardinia antelonga, Fuc. .
Cardita Georginae, Fuc.
Cardium submulticostatum, D’Orb.
» Philippianum, Dunk.
» Sp.
Pholadomya Olivaensis, Di Stef.
» Idea} DXOrb--
» corrugata, K. und D.
» congenita, Seg. .
Goniomya antegenita, Seg.
» Jacobii Fuc.
Pleuromya Longobucchensis, Fuc.
» Seguenzae, Fuc.
» tauromenitana, Seg. .
Cercomya Elisae, Fue. .
di
Taormina
di
Saltrio
ed Arzo
Dubai
del
Lussemburgo
e
dell’ Est
della Francia
SE
Brachiopodi.
Gen. Spiriferina D' Orbigny.
Spiriferina rostrata, (Schlot.) sp.
1822. Terebratulites rostratus .
1830. Delthyris rostrata .
1840. » rostratus
1851. Spirifer rostratus
1851. » »
1853. >, »
1854. » »
1858. » »
1862. Spiriferina rostrata .
1863. » »
ScuLortHEIM. Nachtrige zur Pe-
trefactenkunde. Pag. 95; tav.
XIVifiona:
. Zigeten. Die Versteinerungen
Wiirtembergs. Pag. 51; tav.
XXXVIII, fig. 3.
. V. BucH. Classification et descri-
ption des delthyris (Mém. soc.
géol. d. France. I Série; tom.
IV, tav. X, fig. 24).
«. Davipson. Oolitic and liassie
brachiopoda. Pag. 40; tav. II,
fig. 1-6, 13-21.
. Cuapurs et DewALQUE. Description
des fossiles des terrains sé-
condaires du Luxembourg.
Pag. 297; tav. XXXV, fig. 6:
. OppeL. Der mittlere Lias Schwa-
bens. Pag. 73; tav. IV, fig. 7.
. Suess. Ueber die Brachiopoden
d. Késsener Schichten. Pag. 19;
avo ADE si er
. Quenstent. Der Jura. Pag. 181;
tav. XXII, fig. 25.
. DesLonccHamps. Etudes critiques
sur des brachiopodes nouveaux
Qu peuWeonnus.i Bas aeli0e
ene Vie Te
. OosreR. Brachiopodes des Alpes
SWisses mea oso tav
fig. 13-20.
SIR
1867. Spiriferina rostrata. . . DumortibR. Dépòts jurassiques
du bassin du Rhòne. III.
Pag. 227; tav. XLIX, fig. 17.
1874. » » . +. GEMMELLARO. Sopra i fossili della
zona con 7. Aspasia, Mng.
nella provincia di Palermo e
di Trapani. Pag. 58; tav. X,
fio. 4.
1876. » » . + DAvIDSON. Suppl. to the brit.
Jurassic and triassic brachio-
poda. Pag. 95; tav. XI, fig. 6.
1880. » » . . Parona. Il calcare liassico di
Gozzano ed isuoi fossili. Pag.€,
tav. I, fig. 1-2.
1880. » » . + CANAVARI. I brachiopodi degli
strati a T. Aspasia, nell’ Ap-
pennino centrale. ( Att. d. Ac-
cad. d. Lincei) Pag. 8; t. INT,
fig. 10.
1882. » » . +. Haas und PerRI. Die Brachio-
poden der Juraformation von
Elsass-Lothringen. Pag. 298;
tav. XVI, fig. 4, 6-8, 10, L1l.
1883. » “o, . + Parona. Contributo allo studio
della fauna liassica dell’ Ap-
pennino centrale. ( Estratto d.
Mem. d. R. Acc. dei Lincei.
Serdo si vol Voi 896%
1884. » » . +. QuenstEDT. Handbuch der Petre-
factenkunde.3.° ediz. Pag. 734;
tav. LVII, fig. 5-7. |
1884. » » . + CAnAVARI. Contribuzione III alla
conoscenza dei brachiopodi
degli strati a 7. Aspasia, Mgh.
nell’Appenninocentrale.(Estr.
d. Atti d. Soc. tosc. d. Sc. nat. )
Pag. 8; tav. IX, fig. 1-2.
SUO
1884. Spiriferina rostrata -
1884.
1885.
1885.
1885.
1886.
1886.
1887.
1889.
»
»
rostratiformis .
rostrata .
»
»
. Haas. Beitrige zur Kenntniss
der liasischen Brachiopoden-
fauna von Stiidtyrol und Ve-
netien. Pag. 29.
. PARONA. I brachiopodi liassici di
Saltrio ed Arzo nelle Prealpi
Lombarde. Pag. 235; tav. 1,
fig. 1-2.
SEGUENZA. Le spiriferina dei varii
piani del Lias messinese. Bull.
dansocasaco Mita IVA
Pag. 303; tav. XIX, fig. 2.
. SEGUENZA. Ibidem. Pag. 406,
. SecuENZA. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina (Estr.
d. rendiconto della KR. Acc. d.
Sc. fisiche e matem. di Napoli |
Basco) eRaoiAaTeno:
. Dr Srerano. Sul Lias inferiore
di Taormina e de’ suoi dintorni.
( Estr. d. Giornale d. Soc. di
sc. nat. ed econ. di Palermo,
ACSXIVI) Pag 95 av E
fig. 1-8, 0-8.
. RorapLETZ. Geologisch - palaeon-
tologische Monographie der
Vilser Alpen. Palaeontogra-
phica. Bd. XXXIII, pag. 159
e 172.
. Haas. Etude monograf. et crit.
d. brachiopodes rhéètiens et
jurassiques des Alpes Vau-
doises. Abhandl. der schweiz.
pal. Gesel. Bd. XIV. Pag. 73;
tav. VII, fig. 27.
. GryER. Uber die liasiche Brachio-
podenfauna des Hierlatz bei
Hallstatt. Pag. 73; tav. VIII,
fig. 3.
SLI) VI
1891. Spiriferina rostrata . . . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I, pag. 90.
La Spiriferina rostrata, Schlot. è piuttosto scarsa nel
nostro calcare liassico. I quattro individui che posseggo somi-
gliano assai a quelli figurati dal Di Stefano (Op. cit. in sino-
nimia); hanno l'apice non tanto grande, nè tanto ricurvo e
l’area piuttosto ristretta. Le coste radianti, forti, poco nume-
rose, ravvicinano questa Spir:ferina alla Sp. pinguis, Ziet.
Si trova a Taormina, a Saltrio, a Gozzano, nell’ Appennino
centrale, nel Lussemburgo, ad Hierlatz, nell’ Alpi Svizzere,
ed in tante altre località del Lias inferiore, del Lias medio
ed anche del Lias superiore.
Spiriferina rethica, Seg.
1883. Spiriferina rethica . . . Secuenza. I minerali della pro-
vincia di Messina, I Le rocce.
Pa galioe
1883. » » . + SecuENZA. Intorno al sistema
giurassico nel territorio di
Taormina. (Il Naturalista Si-
ciliano. Pag. 253).
1885. » » . + Secuenza. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina. (Estr.
d. Rend. d. Acc. d. sc. fis. e
mat. di Napoli. Fasc. 9). Pag. 9.
1885. » » . - SEGUENZA. Le spiriferina dei varii
piani del Lias Messinese ( Boll.
degisoc:ì seol- gutal Vo RIVE
pago 01: Mtav ASINO E
pag. 424.
1885. » papilio . . . Secuenza. Ibidem. Pag. 420.
1885. » latissima . . Secuenza. Ibidem. Pag. 422.
1886. » rethica . . . SeGuENZzA. Il Retico di Taormina
( Estr. del Naturalista Siciliano
A. V.). Pag. 4.
1886. Spiriferina Handeli . . , Di SrrrAwo. Sul Lias inferiore
di Taormina etc. (Estr. dal
GiordalSocmd sc inat, ed
econ. di Palermo. A. XVIII).
Pag. 40; tav. I, fig. 11-17.
1891. » vethica . . . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. soc. geol. ital. Vol. X;
fasce. I; pag. 90.
I miei individui si riferiscono, in gran parte, alle forme
illustrate, col nome di Sp. Handeli, dal Di Stefano nel suo
lavoro citato in sincnimia, specialmente a quelle controsegnate
con i numeri 11 e 12 della I tavola ed anche a quelle che
col nome di Sp. rethica, il Seguenza figura nel suo lavoro: Le
spiriferina dei varii piani del Lias messinese. Tav. XIX, fig. 7.
Io ritengo che la Sp. omeomorpha, Seguenza (1), riferibile
forse alla Sp. rostrata, Schlot. non possa, come ha fatto il Di
Stefano, riunirsi a questa specie alla quale anderà forse riunita
la Sp. tauromenitana, Seg. che dal Di Stefano fu posta sino-
nima della Sp. rostrata, Schlot.
Il Rothpletz (2) riunisce questa alla specie precedente.
Si trova a Taormina.
Gen. Rrihyneonella, Fischer.
Rbkynconella curviceps, (Quenst.) sp.
1857. Terebratula curviceps. . QuensteDT. Der Jura. Pag. 138;
tav. XVII, fig. 13-15.
ISTE » » . QuenstEDT. Petrefactenkunde De-
utschlands. Brachiopoden. Pa.
57; tav. XXXVII, fig. 118, 120,
160.
(1) Seguenza. Le spiriferina dei varii piani del Lias messinese. Boll. d.
soc. geol. ital. Vol. IV, 1885. Pag. 397.
(2) Rothpletz, Geologische - palaeontologische Monographie der Vilser
Alpen. Palaeontographica. Bd. XXXIII. Pag. 172.
1882. Rhynconella curviceps. . Haas und Perri. Die Brachio-
poden der Juraformation von
Elsass-Lothringen. Pag. 118;
tav. I, fig. 24, 28, 30; tav. III,
fig. 32-36, 38-42.
1885. » » . Secuenza. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina. (Estr.
dal rendiconto della R. Acc.
di sc. fis. e mat. di Napoli,
Fasc. 9). Pag. 4, 7 e 8.
1886. » » . SecuENZA. Il Retico di Taormina
( Estr. del Naturalista Siciliano.
A. V). Pag. 4e 8.
1886. » » . Di Strrano. Sul Lias inferiore
di Taormina. (Estr. d. Gior.
d. Soc. d, sc. nat. ed econ. di
Palermo, A. XVIII). Pag. 59;
tav. II, fig. 25-29.
TRS, » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. soc. geol. ital. Vol. X;
fasci @liipao90:
Questa specie, che ben si distingue per la sua globosità
dovuta alla forte gonfiezza della piccola valva, è abbondante
nel calcare Liassico di Longobucco. È identica perfettamente
a quella di Taormina e solo alcuni esemplari sono più grossi
ed hanno la piccola valva più rigonfia sotto l’ apice.
Dalla zona ad Angulati (Haas e Petri) e da quella ad
Arieti ( Terquem e Piette ) sale fino al Lias medio ( Quenstedt. ).
Si trova a Taormina, ad Éteignères, a Metz, a Riederich,
a Niirtingen.
Rhynconella plicatissima, (Quenst.), sp.
1852. Terebratula plicatissima . QuensreDr. Handbuch der Pe-
trefactenkunde. Pag. 451;
tav. XXXVI, fig. 3.
1871. Terebratula plicatissima . QuenstEDT. Petrefactenkunde De-
1879.
1879.
1882.
1885.
1885.
1886.
1886.
utschlands. Brachiopoden Pa.
47; tav. XXXVII fig. 37-40,
i 54-57.
» Hungarica . Bòckn Die geologischen Verhàl-
tnisse des siidlichen Theiles
des Bakony. II Theil.Pag. 160;
tav. EV, 0, 6.
» cf. subdecussata . UnLIG. Ueber die liasische Bra-
chiopodenfauna von Sospirolo
bei Belluno. Pag. 37; Tav. IV,
fig. 5-8.
» plicatissima . Haas unp PETRI. Brachiodenfauna
des Juraformation von Elsass-
Lothringen. Pag, 151; Tav. I,
fig. 1-8 (non 7, 8).
» » . Haas. Etude monographique et
critique des brachiopodes rhé-
tiens et jurassiques des Alpes
Vaudoises (Mém. d. S. Soc.
pal. suisse. Vol. XI). Pag. 88;
avi o Rl6-21 tav E
fig. 1, 2, 4-6, 10-12, 14-16, 19,
26, 28, 29, 38-40, 43, 47-49,
51-54.
» » . SecuENZzA. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina. (Estr.
d. Rendic. d. Acc, d. Sc. fis.
emma ted Napoli MiHas: 9):
Rao:
» » . Di SteFrANO. Sul Lias inferiore
di Taormina (Est. d. Gior. d.
. Soc. d. sc. nat. ed econ. di
Palermo. A. XVIII). Pag. 61;
tav. II, fig. 30-35.
» » . RorapLETZ. Geologische-palaeon-
tologische Monographie der
Vilser Alpen. Palaeontogra-
phica. Bd. XXXIII. Pag. 139:
tav. XI, fig. 22-24, 26-29;
tav. XII; fig. 16-18, 36-38.
1889. Terebratula piicatioanao Gever. Uber die liasische Bra-
chiopoden des Hierlatz bei
Hallstatt. ( Abhandlungen der
k. k. geologischen Reichsan-
stalt. Band XV. Heft 1)
Pag. 57; tav. VI, fig. 33-86;
tav. VII; fig. 1-7,
1889. » » . De STEFANI. Le pieghe delle Alpi
Apuane (Pubbl. d. R. Ist. d.
Stud. sup. prat. e di perf. in
Firenze). Pag. 27.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X:
fasc. I; pag. 90.
Specie non molto comune. Le mie forme si riferiscono in
gran parte a quelle figurate dal Di Stefano (Op. cit. in sino-
nimia) ed alcune, larghe e con coste molto fitte, alla var
Hungarica, Béckh (Op. cit. in sinon.).
È citata nell’ Ettangiano (Haas); nella zona ad Angulati
(Haas e Petri, De Stefani) ed in quella ad Arset ( Uhlig.
Geyer etc); sale con alcune varietà al Lias medio. (Quenstedt).
In Italia, a quanto ne so, è citata a Taormina, a Sospirolo
e nelle Alpi Apuane; si trova poi ad Hierlatz ed in molte
località della Francia e della Svizzera.
Rhynconella fissicostata, Sss.
1886. Rhynconella fissicostata . . Surss. Ueber die Brachiopo-
den der Kissener Schichten.
Pag. 30; tav. IV, fig. 1-4.
1886. » fissicostata . . Secuenza. Il Retico di Taor-
mina. ( Estr. d. Naturalista
Siciliano, A. V). Pag. 4.
1886. Rhynconella cfr. fissicostata. Dr SrerANno. Sul Lias inferiore
di Taormina (Estr. del Gior.
d. Soc. d. sc. nat. ed econ.
d. Palermo. Ann. XVIII).
Pag. 65; tav. II, fig. 36-98.
1889. » cf. fissicostata . Gever. Uber die liasischen
Brachiopoden des Hierlatz
bei Hallstatt. ( Abhand. d. k.
k. geol. Reich. Band XV).
Pag. 55; tav. IV, fig. 32.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici cala-
bresi Boll. d. Soc. geol. ital.
Nol Ptfasc WE pa o 905
I miei non numerosi individui si riferiscono alla forma
illustrata dal Geyer (Op. cit. in sin.); nessuno è compresso
da somigliare agli individui di Taormina figurati dal Di
Stefano e che il Geyer non crede siano riferibili a questa specie.
È una chonchiglia più larga che lunga, con la piccola valva
più convessa della grande e con 22 o 26 coste rette, angolose
sopra, taglienti e riunite presso l’ apice. Il lobo della piccola
ed il seno della grande valva sono assai larghi, poco marcati,
cominciano a mostrarsi dal centro e portano da 4 a 7 coste,
L’apice è acuto, non tanto ricurvo e con due piccole depres-
sioni laterali.
È citata nel Retico (Suess) e nel Lias inferiore (zona ad
Ariete) (Geyer).
Sl trova a Taormina, a Hierlatz ed a Késsen.
Rhynconella olivaensis, Di Stef.
1886. Rhynconella olivaensis . Di Srrrano. Sul lias inferiore di
Taormina ( Estr. d. Gior. d. Soc.
di sc. nat. ed econ. di Palermo.
IPG VIT) pasta va E
MORANO 208
1891. » » . Fucini, Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. 1; pag. 90.
IO pae:
Posseggo un discreto numero di individui perfettamente
riferibili alla specie del Di Stefano la quale mostra affinità
di forma con altre Rhynconelle conosciute, come con la KH.
Alberti, Opp. e con la KA. quadreplicata, Liet.
Dubito che la RA. Jonica, Di Stefano sia tutt’ una con la
specie in discorso.
Si trova a Taormina.
Rhynconella Schopeni, Di Stef.
1886. Rhynconella Schopeni . Di Strrano. Sul Lias inferiore di
Taormina (Estr. d. Gior. d. Soc.
d. sc. nat. ed econ. di Palermo.
AREGVILI) ARa MS ta VAI
fio. 45, 46. 1
189.18 » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. Geol. ital. Vol. X;
fasci pag: 9085
Specie piuttosto numerosa.
È assai vicina alla KA. correcta, Di Stef. dalla quale dif-
ferisce per maggiore regolarità nell’ andamento e curvatura
delle valve e per l'apice meno alto e più piccolo.
Si trova a Taormina.
Rhynconella Lua, Di Stef.
1886. Rhynconella Lua . Di Strano. Sul Lias inferiore di Taor-
| IMimag ((Hste- gd A GiorNd. Soc Nddese
nat. ed econ. di Palermo. A. XVIII).
Pag. 57; tav. II, fig. 21-24.
1891. » » . FUCcINI. Fossili liassici calabresi. Boll
d'lSocceseolistital Vota
pag, 90.
Di questa specie ho raccolto pochi esemplari e non tutti
ben conservati. La R%. Lua, Di Stef. mostra delle affinità con
Ro “se
la RA. curviceps, Quenst., avvicinandosi anche alla specie pre-
cedente.
Si trova a Taormina.
Rhynconella correcta, Di Stef.
1886. Rhynconella correcta . Di Srrrano. Sul Lias inferiore di
Taormina. ( Estr. d. Gior, d. Soc.
d. sc. nat. ed econ. di Palermo.
ANEDSVALITO) Ra 60 tavE
fig. 39-44.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. soc. geol. ital. Vol, X;
fasc. I; pag. 90.
La Eh. correcta, Di Stef. è la più comune delle RAynconelle
del calcare liassico di Longobucco.
Anche questa specie è assai vicina alla A. curviceps,
Quenst. dalla quale differisce in special modo per essere meno
ventricosa. Tal carattere la ravvicina alla specie precedente
ed alla Eh. Schopeni, Di Stef.
È certo che fra le varie specie di RYynconelle create dal
Di Stefano e trovate da me nel Lias di Longobucco esistono
delle affinità sensibili, specialmente per la forma dell’ apice,
ed io credo che molte di esse anderanno riunite.
Si trova a Taormina.
Gen. Terebratula, (Lichwyd) Klein.
Terebratula punctata, Sow.
1812. Terebratula punctata . . . . SowerBy. Mineral conchio-
logy of Great.-Britain.
Vol. I. Pag. 46; tav. XV,
fig. 4.
1851. » » . + + + DaAvipson. British oolitic
and liasic brachiopoda.
Pag. 45; tav.. VI, fig. 1-6
SE TOR
1851. Terebratula Edwardsi
1855.
1858.
1861.
1863
1880.
1880.
1882.
»
DA
subpunctata
punctata
ovatissima.
sinemuriensis
Andieri.
punctata
cfr. punctata
cfr. sinemuriensis .
. Haas unD PETRI. Brachio-
punctata
. Davipson. Ibidem. Pag. 30;
tav Ni e Reno
. CHapuis et DewALQUE. Dé-
Scripyd: (fossid-btere:
Secondn#d. . l:provaNdi
Luxembourg. Pag. 259;
tav. XXXVI, fig, 1.
. QuenstenT. Der Jura.
Pag. 144; tav. XVIII,
fig. 5.
. QuenstEDT. Ibidem. Pa-
gina 75; tav.IX, fig.1,2;
o SIOE mao I18x
. OppeL. Brachiopoden des
unteren Lias. Pag. 534;
Da VENERE 082
. Oppen. Ibidem. Pag. 596;
tav. X, fig. 4,
. DesLonecHamps. Paléonto-
logie francaise. Brachio-
podes. Pag. 160; t. XII,
fig. 1-3; tav. XL. fig. 49;
tav Xredor 25
. OostER. Synopsis des bra-
chiopodes des Alpes
suisses. Pag. 8; tav. I,
flg. 13-16.
. CanAvaRI. I brachiopodi
degli strati a 7. Aspasia,
Mhg. nell’ Appennino
centrale. Pag. 19.
CANAVARI. Ibidem.
poden der Juraformation
von Elsass-Lothringen.
Pag. 247; tav. III fi-
gure 16-25; tav. IV.
1884, Terebratula punctata
1885.
1886.
1886.
1886.
1886.
1886.
1886.
1886.
1886.
1886.
»
Danae .
Baldaccil .
Ceres
Timaei
Enna
Sp.
. PARONA. I brachiopodi lias-
sici di Saltrio ed Arzo.
Pag.249;tav. III, fig. 16-
DO ENTI LUG
. SecuENZA. Il Lias inferiore
nella provincia di Mes-
sina. (Estr. dal Rend.
d. R. Acc. d. Sc. fis. e
mat. di Napoli. Fas. 9),
Paosomens:
. WinkLER. Neue Nachweise
iiber den unteren Lias
in den bairischen Alpen.
Neues Jarhbuch fiir Mi-
neralogie etc. Bd. II
Pag. 9; tav. II, fig. 3-9.
. SeGuENZA. Il Retico di
T'aormina. ( Estr. d. Na-
turalista siciliano). Pa-
gina 7.
. Dr StErANO. Sul Lias infe-
riore di Taormina (Estr.
Gli (ilo GhISOG GI Se
nat. ed econ. di Palermo.
ASRISSVILIO bag 82ì:
tav. III, fig. 21-30.
. Di StErANO. Ibidem. P. 77;
tavg JE fig, 14, Lo.
. Di STEFANO. Ibidem. P. 86;
tavegiDXe sie 0118;
. Dir SteFANO. Ibidem. P. 79*
tav. III, fig. 16-19.
. Di SteFANO. Ibidem. P, 85;
Lay. liVeg fiore zio,
. Di STEFANO. Ibidem. P. 87;
tav. IV, fig. 9.
, Di STEFANO. Ibidem. P. 89;
Lavis iViNzt ALOE
1886. Terebratula punctata
1887.
1889.
1889.
1890.
1891.
è
»
»
reogne
. RorapLETz. Geologische-
palaeontologische Mono-
graphie der Vilser Al-
pen. Palaeontographica.
Bd. XXXIII. Pag. 109.
. Haas. Etude mon. et crit.
del brachiopodes rbhét.
et. jurass. des Alpes Vau-
doises. (Mem. d. Soc.
pal iSuissen Volto:
Pag. 4, 7.
. Gerer. Uber die liasi-
schen Brachiopoden des
Hierlatz bei Hallstatt.
Pag.di; tav: Ifig. dello?
. De STEFANI. Le pieghe
delle Alpi Apuane. (Pub.
d. R. Ist. Sup. in Fi-
renze). Pag. 27.
. TAauscH. Zur Kenntnis der
Fauna der grauen Kalke
der Siid Alpen. Pag. 9;
tal. II, fig. 2-6. i
. Fucini, Fossili Liassici ca-
labresi. Boll. d. Soc.
geol. ital. Vol. X; fasc. I;
pag. 90.
Di questa diffusa e variabilissima specie posseggo innu-
merevoli esemplari. Fra questi, oltre a numerose forme di pas-
saggio, si trovano tutte le varietà che il Di Stefano distinse
con nomi nuovi, ma che, secondo quanto dubitava anche il
Geyer (1), non mi sembra che possano essere separate specifica-
mente dalla 7. punctata, Sow.
(1) Geyer. — Uber die liasischen Brachiopoden des Hierlatz bei Hallstatt.
(Abhandlungen des k. k. geologischen Reichsanstalt. Band. XV. Heft. I).
Pag. 6.
(D) Ì È
ZU
Per questa specie, attesa la sua grande variabilità, nno
può darsi una descrizione valevole e decisa. È una conchiglia
più lunga che larga, a contorno variabile, generalmente tron-
cata o subtroncata alla fronte, più o meno rigonfia. La grande
valva, almeno nella regione apiciale, è spesso più convessa
della piccola, la quale sotto l’ apice qualche volta è depressa
o pianeggiante. L'angolo determinato dall’ unione delle valve
è variabile, ma quasi sempre ottuso; la commessura è arcuata.
L’apice è in generale alto e ricurvo e con larghe ed ottuse
carene ai lati. Il forame è piuttosto ampio ed il deltidio è
nascosto dall’ apice appoggiato sulla piccola valva. Dai piani
più profondi del Lias inferiore, giunge fino al Lias superiore.
Var. Danae, Di Stef.
Conchiglia poco diversa dal tipo dal quale si distingue
in special modo per l’apice largo appiattito e non .molto
ricurvo.
Var. Baldaccii, Di Stef.
Anche questa varietà non si allontana molto dal tipo. E
arrotondata alla fronte; ha l'angolo di unione delle valve
acuto e l’ apice piccolo, acuto e non tanto ricurvo.
Var. Ceres, Di Stef.
Conchiglia molto alta e rigonfia, a contorno subpentagonale
e con la regione apiciale acuta. Il deltidio, a mala pena visi-
bile, è bassissimo. È forma vicina al tipo e quasi identica
alla var. Amdleri, Opp.
Var. Timaei, Di Stef.
Conchiglia piriforme, molto rigonfia e con l'apice robusto,
ricurvo, gibboso e compresso ai lati. Il deltidio basso è appena
visibile. i
CRON
Var. Enna, Di Stef.
Questa varietà differisce dalla precedente perchè la grande
valva si rialza, nella regione frontale, verso la piccola valva.
LI
La commessura, di conseguenza, è ai lati fortemente arcuata.
Var. Gemmetllaroi, mihi. Tav. I, fig. 1, a, b.
Conchiglia globulosa, a contorno rotondeggiante. Valva
piccola più convessa della grande. Commessura sinuosa. Apice
acuto e ricurvo. Forame piccolo. Deltidio basso e largo.
. La Terebratula punctata, Sow., si trova a Taormina, a
Saltrio, nell’ Appennino centrale, nelle Alpi Apuane, nel Canton
.Tieino, nel Luxemburgo, ad Hierlatz ed in molte altre località.
Terebratula Proserpina, Di Stef.
1886. Terebratula proserpina . Dr Srrrano. Sul Lias inferiore
di Taormina. ( Estr. d. Gior.
d. Soc. sc. nat. ed econ. di
Palermo. A. XVIII). Pag. 80;
tav. III, fig. 20.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Sebbene per molti caratteri questa specie si avvicini alla
T. punctata, Sow. ( Var. T. Ceres, Di Stef. e 7. Enna, Di Stef. )
credo che se ne distingua sufficientemente per le due depressioni
latero-frontali della piccola valva le quali isolano, compri-
mendolo un poco, il margine frontale, per la compressione ai
lati della regione cardinale e per avere la superficie ornata
di alcune linee longitudinali. Di questa specie io posseggo tre
individui giovani i quali, per avere già marcati i caratteri
loro, danno fiducia che essa sia bene distinta. I miei esemplari
sono proporzionatamente più alti dell'individuo figurato dal
Di Stef. (Op, cit. in sinon.), hanno più appariscenti le depressioni
latero-frontali e più troncata la fronte che è quasi cornuta.
AO e
Terebratula Sestii, sp. n. Tav. I; fig. 2 a, b, c.
Conchiglia di piccole dimensioni, molto più larga che alta,
poco rigonfia, quasi triangolare e con margine frontale appena
arrotondato. Valve ugualmente convesse, unite con un angolo
assai acuto e con margini taglienti. Apice largo, ma alto ed
acuto, poco ricurvo e con forti e distinti margini laterali.
Forame piccolo e rotondo. Deltidio alto e marcato.
Credo che debba escludersi la probabilità che questa
forma appartenga ad individui giovani della 7. punctata, Sow.
considerando anche che essi tendono sempre ad avere una
forma più allungata degli adulti.
Altezza mm 19, larghezza mm. 21, spessore mm. 10.
Gen. Wualdheimia, (King) Davidson.
Valdheimia cornuta, (Sow.) sp.
1825. Terebratula cornuta. . . . . SowerBy, Mineral conchio-
logy. Vol. V, Pag. 66;
tav. CCCXLVI, fig. 11.
1837. » vicinalis . . . . Bronn. Lethaea geogno-
stica. Pag. 300; tav.
XVIII: fo 0:
1858. » cornuta . . . . QuenstenT. Der Jura.
Pao 80/-ta vv SIE
fig. 15, 16
1878. Waldheimia quadrifida . . . . LAmxk. var cornuta Da-
vinpson. Supplement to
the British jurass. and
triassis. Brachiopoda.
Pag. 158; tav. XXI,
Mo 19
1884. Waldheima (Zeilleria) cornuta . Parona. Ibrachiopodi lias-
sici di Saltrio ed Arzo
nelle Prealpi lombarde.
Pag.80;tav. VI, fig, 1-3.
d
PO
1886. Zeilleria cornuta . . . . . . Di Sterano. Sul Lias in-
feriore di Taormina.
(Estr. d. Gior. d. Soc.
d. sc. nat. ed econ. di
Palermo. A. XVIII).
Pasto itay MI Vittorio
ars:
1891. Waldheimia cornuta . . . . . Fucini. Fossili liassici ca-
labresi. Boll. d. Soc.
geol. ital. Vol. X; fasc.I,
pag. 90.
Di questa specie posseggo tre individui, dei quali uno si
adatta benissimo alla figura presentata dal Di Stefano di un
esemplare del Lias inferiore di Taormina ove questa specie è
pure rara, e gli altri due per essere gibbosi e rigonfi si rife-
riscono alla forma che il Parona illustra, nel suo lavoro citato
in sinonimia, con la figura 3 della tavola VI.
È una conchiglia ben distinta dalle congeneri specialmente
per la forma dell’apice, alto, largo e con carene laterali mar-
cate e scendenti molto in basso. Ha le valve ugualmente con-
vesse, la commessura quasi diritta ed il deltidio ampio.
È specie comune nel Lias medio di molte località; il Di
Stefano dice che Choffat l’indica, però dubitamente, nella parte
superiore del Lias inferiore portoghese.
Si trova a Taormina, a Saltrio ed in molte località del-
l’ Inghilterra, della Francia e della Germania.
Waldheimia perforata, (Piette) sp. Tav. 1, fig. 3 a, b, c, d.
1856, Terebratula perforata . PiettE. Note sur le grès d’Aigle-
mont et de Jamoigne. Pag. 180;
yo DOG
1856, » psilonoti . QuenstEDT. Der Jura. Pag. 48;
tav DION o.8208
1860. » strangulata Martin. Paléontologie stratigra-
phique de l’ Infra-Lias de la
Bourgogne. Pag. 90; tav. VII,
io eh long LUI
DIET (QI
1861. Waldheimia perforata . OppeL. Uber die Brachiopoden der
unteren Lias. Pag. 531.
1874. » » . Davipson. Supplement to the Bri-
tish jurass. and triass. Brachio-
poda. Pag. 164; tav, XXIV,
fig. 1-3, 5.
1885. » » . Haas. Etude monograph. et crit.
des Brach. rét. et jurass. des
Alpes .Vaudoises etc. ( Mém. d.
1. soc. pal. suisse. Vol. XI. Pag. 53;
tav. IV, fig. 1-19).
1885. » » . Seguenza. Il Lias inferiore nella
prov. di Messina. ( Estr. d. Rend.
PERA ced Sci ste mati
Napoli. Fasc. 9). Pag. 6 e 8.
1886. » » . RorHPLETZ. Geologische-palaeonto-
logische Monographie der Vilser
Alpen. Palaeontographica. Bd.
XXXII Rag 0062 2A tav VIDI,
figo Lo.
TESE » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital, Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Conchiglia di medie dimensioni, allungata, discretamente
rigonfia, pentagonale e con il bordo frontale ben troncato,
anzi escavato. Valve ugualmente convesse, con evidenti strie
d’ accrescimento e con tre depressioni, una leggiera, mediana,
limitata alla regione frontale e due latero-frontali marcate
e dileguantesi sopra al centro. Le valve si uniscono con un
angolo appena ottuso, ma il margine è tagliente; la commes-
sura è arcuata all’ apice, diritta ai lati ed ondulata alla fronte.
L’ apice è sollevato, poco ricurvo e con margini larghi e piut-
tosto marcati. Il forame, mal conservato, pare ampio. Il del-
tidio non è tanto largo, nè tanto alto.
Credo fermamente che l’ individuo descritto appartenga
alla W. perforata, Piette, tanto più che questa è citata dal
Seguenza a Taormina.
oa
Si trova più specialmente nel Lias inferiore; ma è citata
(Davidson) anche nel Lias medio, e nell’ Infralias (Martin).
Si trova a Taormina, nel calcare ad Angulati di Jamoigne,
nelle Alpi Valdesi ed in molte altre località dell’ Est della
Francia.
Dimensioni: altezza mm. 25; larghezza mm. 19; spessore
mm. 12.
W'aldheimia Sarthacensis, (D'Orb.) sp. Tav. I, fig. 4 a, Db.
1850. Terebratula Sarthacensis. D'OrBIGNy. Prodrome. Etage toar-
cien. Pag. 258.
1863. Waldheimia Sarthacensis. DesLonccHAamPs. Paléont. Frane.
Brach. jurassi (Pag? (1305
tav. XXXI, fig. 1-8.
1881. » » . PARonA. I brachiopodi di Saltrio
e di Arzo nelle Prealpi Lom-
barde Pag N2574 ta vi ANZIE
fig. 4-21.
ISS » » . Fuorni. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Il D’Orbigny fece questa specie separando alcune forme
della W. (Terebratula) ornithocephala, Sow. To, non cono-
scendo la forma tipica, riferisco a questa la maggior parte
delle Waldheimie di Longobucco, stando alle illustrazioni ed
alla descrizione del Parona. Delle tante figure che questi pre-
senta, la 18.°, per gli individui adulti, e la 20.* per quelli gio-
vani, sono quelle che più si adattano ai miei individui. In
ambedue i casi le mie forme sono più alte e generalmente
più rigonfie. Sui lati della regione apicale sono osservabili,
più di quello che succede per gli individui del Parona, le due
depressioni laterali.
È specie del Lias medio.
Si trova a Saltrio ed in alcune località della Francia.
Dimensioni: altezza mm, 30-41; larghezza mm. 22-27; spes-
sore mm. 16-23.
NA
W'aldheimia Phaedra. Di Stef.
1886. Zeilleria Phaedra . . . . Di Sterano. Sul Lias inferiore
di Taormina etc. (Estr. d.
GiorWdWWSoc do ‘sc nati
ed econ. di Palermo. A.
XVI) Pag AL01-Ntav. SIVE
fig. 18-20.
1886. » Carapezzae . . . Di StErano. Ibidem. Pag. 90;
tav. IV, fig. 14.
1886. » sp. aff. numismalis Di Sterano. Ibidem. Pag. 100;
tav Ve caio Latta
1891. » Phaedra . . . . Fucixi.Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fascallis papi 190:
Questa conchiglia piuttosto comune nel calcare di Longo-
bucco, è discretamente rigonfia, più alta che larga, a contorno
seneralmente arrotondato, con le valve ugualmente convesse,
con il maggior spessore sopra al centro e con la commessura
arcuata. L’' apice è largo e molto ricurvo. Forame piccolo e
rotondo. Deltidio largo e basso.
Dubito che la Zeslleria Galathea, Di Stef., la Z. Mazzettii,
Di Stef. e forse anche la Z. Cortesez, Di Stef. debbano riunirsi
a questa specie, ma per non possedere forme a loro riferibili
non mi so decidere in proposito.
Il Geyer (1) vorrebbe riunire alcune delle forme di T'aor-
mina, quali Zeilleria Galathea, Di Stef. Z. Carapezzae, Di
Stef. e Z. Mazzetti, Di Stef. alla Waldheimia subnumismatis,
David. Io crederei che quelle forme non fossero altro che gio-
vani individui di questa specie piuttosto variabile, ma da non
confondersi, a mio parere, con la W. subnumismalis, David.
(1) Geyer. Uber die liasischen Brachiopoden des Hierlatz bei Hallstatt.
(Op- cit.) Pag. 29.
BIRHG ORALE
W'aldheimia Mazzai. sp. n, Tav. I, fig. 5 a, Db, c, d.
Conchiglia di medie dimensioni, poco variabile, quasi rom-
boidale, più lunga che larga, compressa e finissimamente pun-
teggiata. La piccola valva è meno convessa della grande ed è
leggermente depressa longitudinalmente sotto l’ apice. Il mar-
gine frontale è prolungato, linguiforme e compresso ai lati.
Nella grande valva in corrispondenza delle compressioni del
margine latero-frontale si vedono due leggerissime depressioni.
L’apice è piccolo, ma acuto e non troppo ricurvo. Forame
piccolo e rotondo. Il deltidio è nascosto dall’ apice schiacciato
sulla piccola valva. Le valve si uniscono con un angolo assai
ottuso e la commessura è leggermente sinuosa con l’ apertura
rivolta verso la grande valva nella parte superiore, in senso
opposto nella parte inferiore.
Senza dubbio questa specie è molto vicina alla W. due-
culenta, Sow., dell’ Oxfordiano e del Coralliano, e ad essa cer-
tamente l’ avrei riferita se non mi avessero trattenuto la di-
versità del terreno in cui è stata ritrovata e le differenze che
essa presenta con la specie del Sowerby. Tali differenze con-
sistono nell'avere minor gonfiezza, margine frontale più sottile,
apice più minuto e più schiacciato e la commessura sinuosa.
Dimensioni: altezza mm. 22-28; larghezza mm. 19-24;
spessore mm, 13-14.
Waldheimia Anconaéeana, sp. n. Tav. I, fig.7 a, b, c, d, e.
Conchiglia ovo-romboidale, molto più lunga che larga,
molto rigonfia e con il margine frontale prolungato. La valva
grande, molto più convessa della piccola, porta un forte carena
che dall’apice scende, allargandosi leggermente, alla fronte,
dando alla conchiglia una forma triangolare. La piccola valva,
appianata, ha sotto l’ apice una leggiera depressione longi-
tudinale. Le valve si uniscono quasi perfettamente sopra un
piano e la commessura è sinuosa, con l’apertura rivolta verso
la piccola valva superiormente, verso la grande nella parte
inferiore e concava alla fronte in corrispondenza dell’ espan-
SING
sione frontale. L’ apice è acuto, alto, moltissimo curvo, pro-
lungato sopra la piccola valva e con margini distintissimi,
angolosi ed avanescenti all’ altezza del centro. Il forame è
rotondo e piccolissimo. Il deltidio alto e non tanto largo.
Questa specie somiglia, stando alle figure che ne vengono
date dal Davidson, (A. Monograph of British oolitic and
liasic Brachiopoda. Pag. 40, tav. VII, fig. 6-8, 10-13, 23. Sup-
plement, etc. Pag. 167; tav. XXII, fig. 1, 2; tav. XXIV, fig. 27)
alla Waldheimia ornitocephala, Sow. dell’ Oolite, dalla quale
però differisce per la fronte più prolungata e più stretta, per
la commessura più sinuosa, alla fronte concava anzichè no,
per l'apice meno largo, più curvo, più acuto e a margini de-
cisamente angolosi e per la carena della grande valva.
Dimensioni: altezza mm. 27; larghezza mm. 18; spessore
mm. 18.
Waldheimia pentagona, Seg. Tav. I, fig. 8 a, b, c. d.
1885. Zeilleria pentagona. . . Secuenza. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina. (Estr.
d, Rend. d. R. Acc. d. Sc. fis.
o mat. di Napoli. Hasc. 9).
Pag. 6 e 8.
1886. » subpentagona . Secuenza. Il Retico di Taormina.
(Estr. dal Naturalista Sici-
lHano.CAZSVO)L Pane
1891. Waldheimia subpentagona. Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X.
Il Seguenza per la Zeilleria pentagona dà questa concisa
diagnosi « Piccola specie pentagona, valva grande molto con-
vessa, piccola, appianata; apice moltissimo ricurvo » e così de-
serive la sua Z. subpentagona « di forma quasi pentagonale,
compressa, coll’ apice prominente e con due spigoli acuti ai
lati ». Io credo si tratti della medesima specie e che il di-
verso nome sia stato loro imposto dal Seguenza per averle
trovate in terreni da lui creduti di età diversa.
È una conchiglia di piccole dimensioni, subpentagona, larga
CRA
quasi quanto alta. La grande valva è molto più convessa della
piccola che è appianata. Le valve si uniscono con angolo assai
acuto e la commessura è sinuosa. L’ apice è acuto, alto, molto
ricurvo e con margini laterali distinti. Il forame è piccolo e
rotondo. Deltidio ampio, alto e largo.
Si trova a Taormina.
Dimensioni: altezza mm. 16-19; larghezza mm. 15-18;
spessore mm. 8-10.
Waldhemia polimorpha, Seg.
1885. Tauromenia polimorpha . Securnza. Intorno al sistema giu-
rassico nel territorio di Taor-
mina. ( Naturalista Siciliano.
A IVifPag 253):
1885. » var. ovata . SeGuENZA. Il Lias inferiore nella
provincia di Messina. (Estr.
d. Rend. d. R. Acc. d.. Sc.
fis. e mat. d. Napoli). Pag. 6.
1885. » polimorpha . Secuenza. Le spiriferina dei vari
piani del Lias messinese. (Boll.
d. Soc. geol. ital. Vol. IV,
pag. 379 e 382).
1886. » » . SeGuENZA. Il Retico di Taormina.
(Estr. dal Naturalista Sici-
liano. A. V). Pag. 3 e 7.
1886. Zeilleria polrmorpha . . Di Srerano. Sul Lias inferiore
di Taormina (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. sc. nat. ed econ, di
Palermo. A. XVIII). Pag. 90;
tav. II; fig. 47-53, 56.
1891. Waldheimia polimorpha . Fucini, Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Questa forma è scarsamente rappresentata nel Lias in-
feriore di Longobucco. I miei individui si adattano benissimo
TS I
alla fig. 56 della tav. II del Di Stefano (Op. cit. in sinon.)
della quale sembrano appena più rigonfi.
Si trova a Taormina.
Cefalopodi.
fam. Aegoceratidae, Neumayr emend. Zittel.
Ho raccolto un individuo in cattivo stato di conservazione.
È di discrete dimensioni ed è fornito di giri crescenti piut-
tosto rapidamente. Dalle traccie dei lobi sembra appartenente
alla famiglia degli Aegoceratidae.
L’ ho trovato in un calcare meno cupo di quello che mi
ha fornito la fauna ora studiata e crederei di strati anche
più antichi.
Gasteropodi.
Gen. Chemnitzia, D' Orbigny.
Chemnitzia rupestris, Ses. ?.
1885. Chemnitzia rupestris . Secuenza. Il Retico di Taormina.
(Estr. dal Naturalista Siciliano.
AV) Pag, 5
Con dubbio riferisco a questa specie un individuo non
ben conservato che mostra d’avere sei anfratti scalariformi,
divisi da suture profonde e facenti un angolo di 35.° circa.
Si trova a Taormina.
Chemnitzia, sp.
Due ultimi anfratti di un individuo ed un esemplare ma-
lamente sezionato. È una specie ad anfratti convessi regolar-
mente e formanti un angolo di circa 24.°
af ((0) 228
Credo che sia la medesima specie che il Seguenza (1) dice
affine alla Chemmitzia nuda, Chapuis et Dewalque, della quale
però sarebbe più piccola.
Chemnitzia, sp.
Frammenti di una specie piccola, sottile e ad anfratti
rotondi e carenati inferiormente.
Chemnitzia, sp.
Un frammento di una specie cilindroide e ad. anfratti
strozzati in mezzo. E paragonabile alla Chemmnitzia ( Nerinea )
sp. ind. figurata dal Meneghini, a tav. £, fig. 7, nel suo la-
voro: Paleontologie de l' ile de Sardaigne.
Gen. Pleurotomaria, Defrance.
Pleurotomaria, sp.
Conchiglia piccola, a spira poco elevata, composta di 4
giri piani, leggermente scalariformi, lisci e carenati. Solco
poco visibile. Apertura subquadrangolare. Ombelico piuttosto
grande.
La mellibranchi.
Gen. Ostrea, Linneo.
‘ Ostrea, sp.
Frammento di una specie a grandi coste, alte, rotonde,
gibbose e solcate trasversalmente da grosse e irregolari strie
d’ accrescimento.
(1) Seguenza. Il Retico di Taormina. (Estr. d. Naturalista Siciliano.
A. V). Pag. ò.
SEA.
Gen. Lima, Bruguiere.
Lima Choffati, Di Stef.
1886. Lima Choffati. Dr SrerAno. Sul Lias inferiore di Taormina.
(RStERdSs Giors ds Socandis cn ate dì
econ. di Palermo. A. XVIII). Pag. 109;
tav. IV, fig, 26.
Ho estratto di questa specie un individuo mancante. del-
l’apice. La sua superficie in parte è conservatissima. La con-
chiglia apparisce inequilaterale, discretamente convessa, obliqua
ed allungata e arrotondata posteriormente. È ornata da nu-
merose coste raggianti, regolari, flessuose, marcate, arrotondate
sopra, strette fra loro e separate da solchi un poco più larghi.
Le coste longitudinali sono attraversate da strie concentriche,
non tanto fitte, che, senza lasciar traccia sopra le coste, comin-
ciando a vedersi ai loro lati, si manifestano nei solchi con delle
compressioni profonde a guisa d’embriciatura e sono fra loro
longitudinalmente distanti quasi quanto la larghezza delle coste.
Il Di Stefano distingue questa specie dalla Lima valoni-
ensis, Dum. per le sue minori dimensioni, per l’ angolo apiciale
più largo e per l'apice meno distinto e con lati più lunghi.
La ravvicina anche più alla L. Garlandica, Winkl. dalla quale
differisce per maggior gonfiezza, per essere più ovale, meno
obbliqua e non triangolare. Per parte mia, basandomi sopra-
tutto sugli ornamenti, la riscontro vicina alla L. semicircularis,
Gold. di terreni oolitici.
Si trova a Taormina.
Gen. Pecten, Klein.
Pecten Hehlii, D'Orb.
1850. Pecten Hehlii. . D'OrBIGNY. Prodrome. Utage Sinémurien.
NE al90.
1854. Pecten Hehlii
1858. glatter Pecten
1830. Pecten glaber
1834-40. »
1860-65. »
1867. »
1885. »
1886. »
1886. »
1890. »
1890. »
1881. »
calvus
Hehlii .
Di Blasii.
Hehlii.
Di Blasii.
Hehlii .
— 44 —
. Coquanp. Descrip. géol. d. 1. prov. d. Co-
stantine. (Mém, d. 1. Soc. géol. d.
France. 2.° Sér. Tom. V. Pag. 147).
. QuensteDT. Der Jura. Pag. 48; tav. 4,
fol.
. ZreteN. Die Versteinerungen Wiirtembergs.
Pap. V0-ttav LI, fio
. GoLpruss. Petrefacta Germaniae. IV. P. 69;
tav. XCIX, fig. 1.
. Stoppani. Géologie et Paléontologie des
couchesà Avicula contorta ete. Append.
Pag. 209; tav. XXXVI, fig.\7.
. Dumortier. Etudes paléon. s. les dépòts
jurass. du bass. du Rhòne. II. Lias
inférieur. Pag. 70; tav. XII, fig. 5, 6.
. Secuenza. Il Lias inferiore nella prov. d.
Messina. (Estr. d. Rend. d. R. Acc.
d. sc. fis. e mat. di Napoli. Fasc. 9).
Pasto 0088:
. Dir SterANO. Sul Lias inferiore di Taor-
mina. (Estr. d. Giors: d. Soc. disc
nat. ed econ. di Palermo. A. XVIII).
Pag ld: ktavs JV 930;
Di Strrano. Ibidem. Pag. 114; tav. IV,
fio. 28, 29.
. ParoNA. I fossili del Lias inferiore di
Saltrio. Pag. 20; tav. II, fig. 1.
Parona. Ibidem. Pag. 21; tav. II, fig. 2.
. Fucini. Fossili liassici calabresi. Boll. d.
Soc. geol. ital. Vol. X; fasc. I; pag. 39.
Il Pecten Hehli, D' Orb. è assai vicino al P. disciformis,
Schùb. dal quale si distingue per la forma più allungata ed
ovale, per l’ apice più acuto e con lati più lunghi e per avere
le orecchiette più piccole.
Non mi sembra che le differenze notate dal Di Stefano
sieno sufficienti per separare specificamente dal P. Hell,
- D'Orb. la forma che egli chiamò P. Di. Blast.
AN 03 PA
Sviluppatissimo nel Lias inferiore; dall’ Infralias sale fino
al Lias medio.
Si trova a Taormina, a Saltrio, nel calcare ad Angulati
di Jamoigne ed in moltissimi altri luoghi.
Pecten textorius, (Schlot.) sp.
1816. Pectinites textorius . ScnaLorzEIM. Die Petrefactekunde auf
ihrem jetzigen Standpuncte et.
Pag. 229,
1835. Pecten textorius . . GoLpruss. Petrefacta Germaniae. VI.
Pag. 42; tav. LXXXIX, fig. 9.
1850. » » . +. D’ OrBIGNY. Prodrome. T.I. Pag. 219.
1859. » » . . CHAPUIS. et DewaLque. Descript. d.
foss. d. terr. sécond. du Luxem-
bourg. Pag. 209; tav. XXXII, fig. 2.
1858. » » . . QuenstEDT. Der Jura. Pag. 78; tav. IX,
fig. 12 e pag. 147; tav. XVIII,
fio
1867. » » . +. Dumormer. Étud. paléont. s. les dép.
jurass. d. bass. du Rhòne. II. Lias
inférieur. Pag. 71 e 215, tav. XIII,
ao
1882. » » . . QuenstEDT. Hanbuch der Petrefacten-
kunde. Ed. 3. Pag. 771; tav. LIX,
fig. 28.
1885. » » . . SeGUENZA. Il Lias inferiore nella prov-
di IÎtessina. (Estr. d. Rend. d. R.
Acc. d. sc. fis. e mat. di Napoli.
HaseM9) Ea ogA6:
1886. » » . +. Dr Srerano. Sul Lias inferiore di
Taormina etc. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. sc. nat. ed econ. di Pa-
Jero: SVI) Raglio
1890. » » . + PARroNA. I fossili del Lias inferiore di
Saltrio: Pag. 17; tav. I fig. 14, 12
1891. » » ._ + Fucini. Fossili liassici calabresi. Boll.
d. Soc. geol. ital. Vol. X; fase. I;
pag. 90.
N/A
Posseggo una valva mancante delle orecchiette ed altri
frammenti.
Il Capellini (1) pone questa specie, secondo che è figurata
dal Goldfuss, sinonima del P. Falgeri, Mer. ma a me non
sembra che tale riunione possa farsi, specialmente per la dif-
ferenza nella forma generale della conchiglia e nella struttura
delle coste e per i caratteri diversi delle orecchiette.
In ogni piano del Lias, ma è citato (Goldfuss, Chapuis
e Dewalque) anche nell’ Oolite inferiore.
Si trova a Taormina, a Saltrio, a Metz ed in tante altre
località.
Pecten Thiollieri, Mart. Tav. II, fig. 1, 2 a, b.
1859. Pecten Thiollieri. . . Martin. Palgontologie stratigra-
phique de l’ Infra-Lias du dé-
partement de la Cote D’ Or.
Pao 1895Atav\AVICA e 2110825)
1886. » tauromenitanus. Secuenza. Il Retico di Taormina.
(Estr. d. Naturalista Siciliano.
AGNO) Ragno.
1886. » rarus . .-. . Secuenza. Ibidem. Pag. 7.
1886. » Seguenzae . . DI StEFrANO. Sul Lias inferiore di
Taormina. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. sc. nat. ed econ. di Pa-
lermo. A. XVIII). Pag. 115;
tav. IV, fig. 31-33.
1886. » amphiarotus. . Di Srerano. Ibidem. Pag. 135.
1887. » » . + DI SteFANO. L’ età delle rocce cre-
dute triassiche del territorio
di Taormina. Par. II. Pag. 7;
tavatlori o: M6 Ma Abe:
1891. » Thiollieri. . . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
(1) Capellini. Fossili infraliassici dei dintorni del Golfo della Spezia.
Bologna, 1866. Pag. 69.
— 47 —
Questa conchiglia, delle più frequenti, è quasi equilaterale,
piuttosto arrotondata, pochissimo inequivalve e discretamente
convessa. È ornata da 18 a 20 coste regolari. separate da solchi
di ugual larghezza, rilevate, ai lati maggiormente angolose,
percorse longitudinalmente da alcune linee poco marcate e
attraversate trasversalmente da sottili e fitte strie d’ accresci-
mento. Tali strie, più marcate entro i solchi che sulle coste,
fanno sopra queste un angolo volto verso l’ apice e nei solchi,
con angolo più rotondo, scendono verso il margine come
appunto è rappresentato nella figura dimostrativa data dal
Martin (Op. cit. in sinon.). Le orecchiette sono ineguali, es-
sendo la posteriore un poco più grande, e percorse da minu-
tissime strie longitudinali e da poche costicelle radianti.
L’ unica differenza che la forma calabrese e siciliana pre-
senta con quella francese di Saint-Germain ( Rhòne) e di Saint-
Fortunat ( Ardèche) è di essere meno rigonfia; però posseggo
alcuni esemplari che sono molto più rigonfi di quelli figurati da
me e dal Di Stefano. Tale differenza non può essere sufficiente
per separare le due forme.
Dubito che questa specie con tutte le forme che le sono
sinonime debba riferirsi al P. priscus Schlot., ma rimango
in sospeso per conoscere questo ultimo Peczen solo per la de-
scrizione non molto estesa e per la figura non eccellente datane
dal Goldfuss.
x
È specie finora infraliassica.
Ci trova a Taormina, a Saint-Gemain e a Saint-Fortunat.
Pecten Ortianensis, sp. n. Tav. II, fig. 3.
Conchiglia di mediocri dimensioni, un poco inequilaterale,
quasi punto convessa, più larga che alta, a contorno suborbi-
colare e con margini cardinali lunghi e diritti. La superficie
quasi piana è ondulata e ornata da circa 60 costicine sottili,
ben rilevate, irregolari, talvolta bifide e separate da solchi
ora più, ora meno larghi, ma sempre almeno il doppio della
larghezza delle coste In alcuni dei solchi più larghi e vicini
al margine si vede una leggera costicina abortita che mai
giunge all’apice e che sparisce a metà della conchiglia. Non
bs
vi si vedono strie d’accrescimento. Le orecchiette non le ho
potute osservare.
L’inequilateralità, le minori dimensioni, il maggior nu-
mero di coste e la mancanza delle strie concentriche differen-
ziano questa specie dal P. subalpinus, Par.; (1) dal P. Carnensts,
Stopp. (2) è diverso per non essere rigonfio, per l’ irregolarità
delle coste e per i margini cardinali più lunghi e diritti.
Dimensioni: attezza mm. 28; larghezza mm. 32.
Pecten Mene=shinianus, sp. n. Tav. I, fig. 9.
Di questa specie non posseggo che l’ individuo del quale
presento la figura. La conchiglia apparisce piuttosto grande,
equilaterale, più larga che alta, a contorno orbicolare, e discre-
tamente convessa. È ornata da circa 22 coste regolari, larghe,
appiattite, rotondeggianti, separate da solchi strettissimi, ma
profondi, e percorse trasversalmente da poco marcate, sottili,
e numerose strie d’ accrescimento. La regione apiciale non
sembra che debba essere tanto acuta ed i bordi laterali sono
leggermente concavi. Le orecchiette mancano.
Dimensioni: altezza mm. 47?; larghezza mm. 49?
Pecten, sp.
Un frammento appartenente ad un Pecten a piccole coste
rotonde, appiattite ma ben marcate, liscie e separate da solchi
larghi tre volte più e percorsi longitudinalmente da finissime
strie.
Gen. Avicula, Klein.
Avicula sinemuriensis, D'Orb.
1819. Avicula inaequivalvis . Sowersy. Mineral conchiology of
Great- Britain. Pag. 78; tav.
CCOXLIV, fig. 6; var. b. non
fig. 4, 5.
(1) Parona. I fossili del Lias inferiore di Saltrio in Lombardia. (Estr.
d. Att. d. Soc. tosc. d. sc. nat. Vol. XXXIII). Pag. 18; tav. I, fig. 19, 14.
(2) Stoppani. Monographie des fossiles de 1° Azzarola. Pag. 78; tav. XV,
fig. 2.
MORO
1829. Avicula inaequivalvis . PuruLipPrs. Geol. Yorekshire. Tav.
XIV, fig, 4.
1830. » » . ZieteNn. Die Versteinerungen Wiir-
tembergs. Pag. 73; tav. VL,
fig. 2.
1836. » » . RoemeR. Oolit. Pag. 86.
1838. » » . GoLpruss. Petrefacta Germaniae. IV.
Pag. 122; tav. CXVIII, fig. 1.
1846. Monotis inaequivalvis . ScamIpT. Petref. Buch. Tav. XXVIII,
x fio. 4.
1850. Avicula sinemuriensis . D’ OrBIGNY. Prodròme. Étage Siné-
murien. N. 125.
1853. » » . CHapuis et DewALQUE. Descrip. d.
foss. d. terr. sécond. du Luxem-
bourg. Pag. 205; tav. XXVI.
3 fio. 4.
1857. Avicula inaequivalvis . Stoppani. Studi paleontologici etc.
Pag. 237.
1858. Monotis inaequivalvis . QuensteDTt. Der Jura. Pag. 49:
tav.IV, fig. 20; Pag. 80; tav. IX,
it IO I 00) SAIDE
fig. 30.
1838. » interlevigata . QuensteDT. Ibidem. Pag. 149;
tav. XVIII, fig. 29 e pag. 259.
1861. Avicula inaequivalvis . SroLiczra. Ueber die Gastropoden
u. Acephalen. der Hierlatz-Schi-
chten. Pag. 193; tav. VI, fig. 9.
1867. >» sinemuriensis . Dumortier. Etud. palgont. s. les
dép. jurass. d. Rhòne. II. Lias
inférieur. Pag. 68; tav. XV.
fig. 8. Pag. 214; tav. XXVIII,
fig. 2, 9.
1874.» inaequivalvis . GexweLLaRo. Sopra i fossili della
zona con 7. Aspasia della pro-
vincia di Palermo e di Trapani.
Pao.90%
1875. » sinemuriensis . De SterANI. Geologia del M. Pisano.
(Att. d. R. comit. geologico).
4
el
1882. Monotis inaequivalvis . QuensreDr. Hanbuch der Petre-
factenkunde. Pag. 787; tav. LXI,
fig. 15.
1885. Avicula sinemuriensis . Secuenza. Il Lias inferiore nella
prov. di Messina. ( Estr. d. Rend.
d. R. Acc. d. Sc, fis. e mat. di
Napoli. Fas. 9). Pag. 5, 6, 8.
1886. » » . Dr Srerano. Sul Lias inferiore di
Taormina. (Estr. d' (Gior.#dî
Soesgdnnse. nat. iedMieconig oi
Palermo. A. XVIII). Pag. 118.
1886. » inaequivalvis . De Srerani. Lias inferiore ad Arieti
dell’ Appennino settentrionale.
Para VASI orlo:
1890. » sinemuriensis . Parona. I Fossili del Lias inferiore
dil'Saltrio: (Pag 922E av NE
sor LC
1891. » » —. Fucini. Fossili liassici calabresi
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fascogli span #90)
Di questa specie posseggo un solo esemplare. Esso è un
poco più grande di quelli di Saltrio e del Lussemburgo figurati
dal Parona e dal Chapuis, ed ha un numero maggiore di coste
(19 o 20). Per la cattiva conservazione non vi si vedono le
fitte strie d’ accrescimento.
Ho riconosciuto l'A. sine uriensis fra alcuni fossili rac-
colti dal Prof. De Stefani nel Lias inferiore, zona ad Angulati,
dei dintorni di Restì nell’ Appennino di Lunigiana. j
Dal Lias inferiore (zone ad Angulati e ad Arseti) giunge
fino al Lias medio.
Si trova a Taormina, a Saltrio, nel M. Pisano, in Val
Marianna, a Guirsch, a Strassen ed in molte altre località.
I
Gen. Modiola, Lamarck.
Modiola Stefanii, sp. n. Tav. II, fig. 4 a, b.
Piccola conchiglia ellittica, rigonfia, moltissimo inequila-
terale, allungata ed appuntita posteriormente. L’ orlo cardinale
è compresso sotto l’apice. ed il margine superiore e quello
inferiore sono leggermente arcuati. È munita, dall’ apice al
lato posteriore, di una carena arrotondata, diritta e non tanto
marcata. La superficie è ornata da numerose costicine d’ae-
crescimento, marcate, fitte, acute, soprammesse e più evidenti
al margini.
La Modiola Stefanii è vicina alla Modiola ( Mytilus)
Hillana, Gold., ma ne differisce per avere minori dimensioni,
la parte inferiore non compressa, il margine inferiore non in-
cavato e più prolungato in avanti, nonchè per la carena più
diritta e per il lato posteriore più appuntito.
Dimensioni: altezza mm. 8; larghezza mm. 22; spessore
mm. 8.
Gen. Modiolaria, Beck.
Modiolaria Gemmellaroi, (Di Stef. )
1886. Modiola Gemmellaroi . Dr SterANo. Sul Lias inferiore di
E Laormina: (Estr. (d-* Gior. di
Soc. d. se. mat. ed econ. di
Palermo. A. XVIII). Pag. 120;
tav. IV, fig. 22-25.
1891. Modiolaria Gemmellaroi. Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol, X;
fase. pag. 190%
Posseggo di questa specie due individui piuttosto in cat-
tivo stato, ma la forma e l’ ornamentazione caratteristica in
qualche parte ben conservata non lasciano dubbio sulla loro
determinazione.
La conchiglia è allungata, rigonfia e assai ristretta poste-
riormente. Il margine superiore è arcuato, quelle inferiore
escavato. Dall’ apice alla parte posteriore è ben evidente una
grossa carena, un poco curva e molto più marcata presso gli
apici che all’ estremità posteriore. La superficie è ornata da
numerose e profonde strie di accrescimento le quali posterior-
mente, ove la conchiglia si rigonfia a causa della larga carena,
si piegano fittissimamente a zig zag, lasciando fra ciascuna
piegatura un’ impressione triangolare, Le costicelle appariscono
allora seghettate e quella parte della conchiglia rugosa e pun-
teggiata. I lati della conchiglia sono ornati da strie radiali
e per queste appunto essa appartiene al genere Modzolarza.
Come al Di Stefano così a me pare che questa specie
non sia da confondersi con la Modiola Schaffhéiutli, Stur., di-
versa per forma ed ornamenti.
Si trova a Taormina.
Gen. Pinna, Linneo.
Pinna Hartmanni, Ziet.
O
1830. Pinna Hartmanni . . Zieren. Die Versteinerungen Wiir-
tembergs. Pag. 73; tav. LV, fig. è,
abi
1884-40. » » . GoLpruss. Petrefacta Germaniae. IV.
Pag. 156; tav. CXXVII, fig. 3 a, b.
oil 0 » . Cuapuis et DewALQUE. Descrip. d.
foss. d. terr. sécond. d. Luxem-
bourg. Pag. 182; tav. XXVI, fig. 7.
1860-65. » » . Stoppani. Géol. et Paléont. d. couches
à Avicula contorta. Foss. d. V Az-
zarola. Pag. 64; tav. IX, fig, 4.
IR » . SecuENZA. Intorno al sistema giuras-
sico nel territorio di Taormina.
(Il Naturalista Siciliano. A. IV,
Pag. 252).
1886.» » . Secuenza. ll Retico di Taormina.
( Estr. d. Naturalista Siciliano.
PASAVO) Ea gio:
e MORI
1886. Pinna Hartmanni. . Dr Srerano. Sul Lias inferiore di
Taormina. ( Estr. d. Gior. d. Soc.
d. sc. nat. ed econ. di Palermo.
A. XVIII). Pag. 122.
IIS. >» vai . Di Sterano. L’ età delle rocce credute
triassiche del territorio di Taor-
Mime ar onRa 88:
TECA » . Fucini. Fossili liassici calabresi. Boll.
d. Soc. geol. ital: Vol. X; fase. I;
pag. 90.
Di questa specie conservo tre individui incompleti in gran
parte decorticati. La trama delle coste longitudinali e trasver-
sali intersecantesi è visibile per piccolo tratto in un solo in-
dividuo; in tutti poi si vede il solco mediano tal quale si
osserva nella figura presentata dal Goldfuss, con la quale i
miei individui pienamente si accordano.
La P. Hartmanni è specie del Lias inferiore; però lo
Stoppani l’indica nei terreni dell’ Azzarola (Infralias).
Si trova a Taormina, all’ Azzarola, a Grange-au-Bois, nel
grès ad Angulati di Jamoigne ed in altre località.
Gen. Cardinia, Agassiz.
Cardinia antelonga, sp. n. Tav. II, fig. 5 a, b..
Fra le Cardinie del Lias inferiore non ne ho trovata al-
cuna che abbia, come il mio individuo, il margine posteriore
tanto prolungato, per cui stimo opportuno indicar questa come
specie nuova.
È una conchiglia con grandi apici, bassi, schiacciati, molto
ricurvi e spinti in avanti. La superficie è ornata da pieghe
d' accrescimento poco marcate. È del tipo della C. hybrida,
Sow.. ma se ne distingue per il lato anteriore molto più al-
lungato, per non essere tanto depressa alla metà delle valve
e per le strie d’ accrescimento meno marcate.
SA
È probabile che sia questa la specie che il Seguenza (1)
riferisce con dubbio alla C. Aybrida, Sow.
Gen. Cardita, Bruguière.
Cardita Georginae, sp, n. Tav. II, fig. 6, 7.
Conchiglia piccola, rigonfia, inequilaterale, arrotondata an-
teriormente, allungata posteriormente. Il margine inferiore è
poco arcuato e quello cardinale posteriore depresso. La super-
ficie è ornata da circa 40 coste, raggianti, forti, regolari, acute,
rugose, più fitte ai margini laterali, separate da ‘più grossi
intervalli solcati generalmente da due strie longitudinali.
L’apice è alto, robusto e molto ricurvo in avanti.
Dimensioni: altezza mm. 14-18; larghezza mm. 16-23; spes-
sore mm. 11-14.
Gen. Cardium, Linneo.
Cardium submulticostatum, D' Orb. Tav. II, fig. 8 a, b.
1829. Cardium multicostatum . . PuinLipps. Yorkshire. Tav. 13.
fig. 21 (non Brocchi, 1814).
1838. » » . GoLpruss. Petrefacta Germa-
niae. Pag. 218; tav. CXLIII,
inten (eh
1847. » submulticostatum . D’OrsIieny. Prodròme. Vol. I,
Pag. 235.
1858. » multicostatum . . QuensteDT. Der Jura. Tav.
XVIII, fig. 86.
1890.» cfr. multicostatum. Parona. I fossili del Lias in-
feriore di Saltrio. (Estr. d.
Att. d. Soc. tosc. d. sc.
nat. Vol. XXXIII). Pag, 32;
taysglcoi RE
(1) Seguenza. Il Retico di Taormina (Estr. d. Naturalista Siciliano.
AGSIVI) napo:
BERIO
1891. Cardium submulticostatum . Fucini. Fossili liassici cala-
bresi. Boll. d. Soc. geol. ital.
Volete scale: tipa o M090%
Posseggo un solo individuo piuttosto piccolo. È una con-
chiglia equivalve, poco inequilaterale, a contorno suborbicolare
quadrangolare e con il bordo anteriore più allungato del po-
steriore il quale è più arrotondato di quello. La superficie è
solcata da gran numero di coste radianti, minute e separate
da più larghi solchi. Gli umboni piuttosto acuti, sono piegati
in avanti e la lunula cordiforme è assai profonda.
L’ esemplare descritto, all'infuori delle minori dimensioni,
si adatta assai bene all'individuo illustrato dal Parona e
che io credo debba proprio riferirsi a questa specie. A questa
specie spetta il nome di submulticostatum impostole dal D’ Or-
bigny che, per non generare confusione con la specie pliocenica
del Brocchi, lo attribuì al C. multicostatum, Phillips.
Dalla zona ad Arzeti (Parona) sale fino al Lias medio.
In Italia si trova a Saltrio ed a Longobucco.
Dimensioni: altezza mm. 9%,,: larghezza mm. 9; spessore
mm. 6.
Cardium Philippianum, Dk. Tav. II, fig. 9, 10 a, Db.
1847. Cardium philippianum . Dunxer. Palaeontographica, 1.° Par.
PaesMbl6rstav Sb SVI:
1850. » » . D'OrBIGNY. Prodròme. Etage siné-
murien. Vol. I. Pag. 218.
1855. » » . Terquem. Paléontologie de la pro-
vince de Luxembourg et de
Hettange. ( Mém. d. 1. Soc. géol.
de France. 2.° Série. Tome ©.
Paog82 38 av VII eo:
1860-65. » » . . Stoppani. Monographie des fossiles
de 1’ Azzarola. Pag. 48; tav. IV,
fig. 18-25.
1886. » » . +. SeGuENZA. Il Retico di Taormina.
( Estr. d. Naturalista Siciliano.
IVI) Ragion
ei
1891. Cardium philippianum . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc., geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Conchiglia di mediocre grandezza, rigonfia, poco inequila-
terale, con il margine anteriore più basso, compresso e più
corto del posteriore e con quello inferiore arcuato. La super-
ficie è percorsa da sottilissime strie d’ accrescimento, serrate
e regolari e posteriormente è ornata da circa 10 costicelle
longitudinali scendenti dall’ apice al margine inferiore. Dal-
l’apice, molto robusto, alto e ricurvo, si parte una forte carena
che scendendo molto in basso abbraccia tutto il margine po-
steriore. Anche anteriormente si ha l’inizio di una simile
carena. L'area e la lunula ampie e assai profonde sono deli-
mitate da altre carene più leggere.
I miei individui sono più grandi di tutti quelli figurati
dagli autori notati in sinonimia, hanno l’apice più alto, il
margine anteriore più corto ed il posteriore più lungo. Tali
differenze non le ho credute sufficienti per distinguere la mia
forma con nome nuovo. L'individuo figurato dal Terquem è
quello che più si avvicina ai miei esemplari.
Dall’ Infralias sale al Lias inferiore, zona ad Angulati.
Si trova a Taormina, all’ Azzarola, nel calcare ad Angulati
di Jamoigne ed in altri luoghi dell’ est di Francia.
Dimensioni: altezza mm. 18-33; larghezza mm. 17-32;
spessore mm. 14-31.
Cardium. sp.
Specie più piccola della precedente, con gli umboni più
bassi, più inequilaterale, con carena posteriore più corta e
meno marcata, senza costicelle radianti. Superficie sciupatissima.
LA
Gen. Pholadomya, Sowerby.
Pholadomya Olivaensis, Di Stef. 'Tav. II, fig. 1 a, Db.
1886. Pholadomya Olivaensis. Di Srerawo. Sul Lias inferiore di
Taormina. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. Sc. nat. ed econ. di Pa-
lermo. A. XVIII). Pag. 128.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasconli: pas 90%
Giustamente il Di Stefano distinguendo questa forma l’ av-
vicinò alla Pholadomya ambigua, Sow.
La conchiglia è arrotondata, troncata e molto rigonfia
anteriormente, allungata posteriormente e depressa nella regione
cardinale posteriore, molto inequilaterale, con coste d’ accre-
scimento grandi e irregolari e con le pieghe radiali quasi
affatto invisibili. Gli umboni sono robusti, molto rilevati e
ricurvi.
Gli umboni più rialzati ed acuti, il lato anteriore più
corto, la maggiore inequilateralità e l’ essere meno slargata po-
steriormente, distinguono questa specie dalla P?. ambigua, Sow.
Si trova a Taormina.
Dimensioni: altezza mm. 67; larghezza mm. 110; spessore
mm. 60.
Pholadomya Idea, D'Orb.
1830. Pholadomya ambigua . Zieren (non Sow.). Die Versteine-
rungen Wiirtembergs. Pag. 86;
tav. LXV, fig. 1
1850. » Idea . . D'Orsieny. Prodròme. Etage siné-
murien. Pag. 215.
1853. » Deshayesi. Crapurs et DewaLQue. Descrip. d.
foss. d. terr. sécond. du Luxem-
bourg. Pag. 111; tav. XV, fig. 1.
Sa RE
1874. Pholadomya Idea . . Morsc®. Monographie der Phola-
domyen. (Abhandlungen der
scheveizerischen paliiontolologi-
gischen Gesellschaft. Vol. I).
Pag. 15: tav. III, fig. 3, 4;
tav.alViegtay.Nogtigt.
1886. » » . Di Sterano. Sul Lias inferiore di
Taormina. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. Sc. nat. ed econ. di
Palermo. A. XVIII). Pag. 128.
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasconliipaz:n90}
Posseggo due individui di questa specie; uno, mancante
della parte posteriore, riferibile alla forma tipica, (Moesch.
Op. cit. in sinon. Tav. III, fig. 3, 4) l’altro completo si ri-
porta alla var. Fraasi, Opp. ( Moesch. Op. cit. in sinon. Tav. IV,
fig. 24). :
È specie del Lias inferiore e specialmente della zona ad
Arieti.
Si trova a Taormina, ed in molte località della Francia,
della Germania e della Svizzera.
Pholadomya corrugata, K. und. D.
1837. Pholadomya corrugata . xXoct und Dunker. Beitrige zur
Kenntnis des N.-deutschen Ge-
bildes. Pag. 20; tav. 1, fig. 6.
1842. » glabra . . Acassiz. Etudes critiques sur les
mollusques fossiles. Pag. 69;
tav. III, fig. 12-14.
1853. » » . CHapurs et DewaLQuE. Descrip. d.
foss. d. terr. sécond. d. Luxem-
bourg. Pag. 114; tav. XVI, fig.2.
1854. » Héberti. . Terquem. Paléontologie de la prov.
d. Luxembourg e d. Hettange.
Pag. 285; tav. XVIII, fig. 10.
SII A
1854. Pholadomya arenacea . Terquew. Ibidem. Pag: 284;t.XVIII,
ioni
1858. » olabra . . QuensteDt. Der Jura. Pag. 81;
tav. X, fig. 2.
1858. » prima . . QuensreDT. Ibidem. Pag. 49; tav. V,
MooN2:
1864. » glabra . + DumortIer. Etud. paleont. s. 1.
dép. juras. d. bass. d. Rhòne,
IX. Infralias. Pag; 45; tav. VW,
me Vo CL
1874. » corrugata . Morsca. Monographie der Pholado-
myen. Pag. ll; tav. IE fig. 1;
tav. V, fig. 4-6; tav. VIII, fig. 1,
1886. » prima . . Secvenza. Il Retico di Taormina.
(Estr. d. Naturalista Siciliano.
ASINI Bazsto.
1886. » corrugata . Di Sterano. Sul Lias inferiore d.
Taormina. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. Sc. nat. ed econ. di Pa-
lermo. A. XVIII). Pa 125.
1891. » » . Fucrmi. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
È specie mediocremente abbondante, ma non sempre ben
conservata. I miei esemplari hanno una forma intermedia fra
l'individuo illustrato del Moesch (Op. cit. in sinon.) con la
fig. 1 della tav. II, e quello che col nome di PR. glabra Agass.
è figurato da Chapuis e Dewalque (Op. cit. in simon.) nella
tav. XVI, fig. 2.
Anche gli esemplari di Taormina sono dal Di Stefano av-
vicinati a queste forme.
Dall’ Infralias sale fino al Lias medio.
Si trova a Taormina, a Strassen, ad Hettange ed in molte
località della Francia, della Svizzera e della Germania.
= (0 —
Pholadomya congenita, Seg. Tav. II, fig. 11 a, Db.
1886. Pholadomya congenita . Secuenza. 11 Retico di Taormina.
(Estr. d. Naturalista Siciliano.
EVO:
1886. » sifonensis . Di SteFANO. Sul Lias inferiore di
Taormina. (Estr. d. Gior. d.
Soc. d. Sc. nat. ed econ. di Pa-
lermo. A. XVIII). Pag. 276
1891. » congenita . Fucini. Fossili liassici. calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fase. I pag. 190!
Il Seguenza ed il Di Stefano banno creduto di dover di-
stinguere questa forma dalla Ph. corrugata, K. und. D.; io
constatando la loro affinità, non posso, per avere un solo esem-
plare completo, fare in proposito un giudizio fondato.
La conchiglia è inequilaterale, poco rigonfia, con il lato
anteriore troncato e arrotondato e con quello posteriore molto
allungato, un poco saliente, compresso e quasi appuntito al-
l’ estremità. Il margine inferiore è leggermente arcuato. L’ apice
è poco alto e piuttosto schiacciato. La superficie è ornata da
strie d’ accrescimento forti ed irregolari e da coste radianti
in numero di circa otto, poco evidenti e più marcate presso
il margine inferiore che nella regione apiciale.
Questa forma differisce dalla PR. corrugata, K. und D,
per il lato anteriore più corto, per quello posteriore più lungo
e più ristretto all'estremità, per gli apici meno robusti e più
appiattiti e per avere minor gonfiezza.
Si trova a Taormina.
Dimensioni: altezza mm. 18; larghezza mm. 29; spessore
mm. 13.
&)
Pg
Gen. Goniomyab, Agassiz.
Goniomya antegenita, Seg. Tav. II, fig. 12.
1886. Goniomya antegenita. Secuenza. Il Retico di Taormina.
(Estr. d. Naturalista Siciliano.
NED Paso:
1891. » » . Fucini. Fossili liassici calabresi. Boll.
d. Soc. geol. ital. Vol. X; fasc. I;
pag. 90.
Di questa specie il Seguenza dà questa diagnosi « forma
trasversalmente ovato-oblungo-trigona, molto inequilaterale,
con gli apici prominenti, acuti ed incurvi, le costole con una
porzione trasversa breve ».
È una conchiglia molto inequilaterale, equivalve, molto
convessa e rigonfia superiormente, con il lato anteriore corto
e arrotondato, con l’inferiore diritto e leggermente incavato
e con quello posteriore allungatissimo e ristretto all’ estremità.
La parte superiore delle valve è ornata da coste piuttosto fitte
che s'incontrano ad angolo acuto sopra una linea diretta dal-
l’apice alla metà del margine inferiore e nella parte inferiore
la conchiglia è percorsa da poche coste d’accrescimento assai
larghe, regolarmente trasversali. Gli apici sono ravvicinati,
prominenti, acuti, molto ricurvi, e compressi ai lati. La lu-
nula è profonda, ma limitata. L’ area, poco visibile, sembra
lunga e ristretta.
Si trova a Taormina.
Dimensioni: altezza mm. 18; larghezza mm. 37; spessore
mm. 16.
Goniomya Jacobi, sp. n. Tag. III, fig. 2 a, b; 3.
Conchiglia inequilaterale, poco rigonfia, con il lato ante-
riore arrotondato, con l’ inferiore giustamente arcuato e con
quello posteriore allungato e ristretto all’ estremità. La super-
ficie è percorsa nella parte superiore da coste riunite ad angolo
ergo
un poco ottuso sopra due linee divergenti dall’ apice e scen-
denti al margine inferiore. Nella parte inferiore la conchiglia
è ornata da coste d’ accrescimento trasversali, grosse ma poco
marcate. Gli apici non molto prominenti sono piuttosto larghi
e ricurvi in avanti.
Questa specie non è da confondersi con la Goniomya na-
xensis, Di Stef., dalla quale differisce per minor gonfiezza e
inequilateralità, per il lato anteriore meno sporgente, per quello
inferiore non sinuoso ma arcuato e per il posteriore molto più
allungato. Si aggiungono poi differenze nell’ apice che è meno
acuto e nell’ ornamentazione meno semplice e non consistente,
come nella specie del Di Stefano, in coste incontrantesi in un
solo angolo nella parte media della conchiglia.
Dimensioni: altezza mm. 12-15; larghezza mm. 20-26;
spessore mm. 11-19.
Gen. Pleuromya, Agassiz emend. Terquem.
Pleuromya tauromenitana, Seg, Tav. III, fig. 4 a, b.
1886. Pleuromya tauromenitana. Secuenza. Il Retico di Taormina.
( Estr. d. Naturalista Siciliano.
A. V). Pag. 6.
ROS » . Fvorni. Fossili liassici calabresi.
Boll. d. Soc. geol. ital. Vol. X;
fasc. I; pag. 90.
Conchiglia equivalve, inequilaterale, trasversa, con il lato
anteriore corto e arrotondato, con l’ inferiore arcuato e con
quello posteriore allungato, saliente e compresso all’ estremità.
Gli apici robusti, acuti e ricurvi non sono tanto elevati. La
superficie è solcata da coste concentriche piuttosto larghe,
marcate e non tanto regolari.
Riconosco questa specie molto vicina alla Pleuromya Al-
duini, Brog., ma ritengo col Seguenza che ne debba essere
separata per la sua forma più allungata trasversalmente, per
il lato anteriore più lungo e per gli apici meno elevati.
Si trova a Taormina.
De ae a
Dimensioni: altezza mm. 23; larghezza mm. 40; spessore
mm. 19.
Pleuromya Longobucchensis, sp. n. Tav. III, fig. 5.
Conchiglia equivalve, poco inequilaterale, mediocremente
rigonfia, con il lato anteriore arrotondato, con l’ inferiore ar-
cuato e con quello pesteriore non tanto allungato, compresso
ed all’ estremità troncato obliquamente. Gli apici robusti sono
molto alti, ravvicinati e compressi ai lati. La superficie sciu-
patissima lascia poco vedere le ornamentazioni.
Pleuromya Seguenzae, sp. n. Tav. III, fig. 6 a, Db.
Conchiglia equivalve, molto inequilaterale, discretamente
rigonfia, con il lato anteriore depresso sotto l’ apice, corto e
arrotondato, con l’ inferiore quasi diritto e con quello poste-
riore allungato e compresso all’ estremità. Dagli apici, grossi,
rigonfi, non molto elevati, si parte posteriormente una carena
molto ottusa che si estingue, evanescendo, al margine poste-
riore. La conchiglia è solcata da coste poco marcate, rade e
irregolari ed alla metà, presso il margine inferiore, è legger-
mente depressa.
Dimensioni: altezza mm. 29; larghezza mm. 52; spessore
mm. 21.
Gen. Cercomya, Agassiz.
Cercomya Elisae, sp. n. Tav. III, fig. 7 a, Db.
Conchiglia compressa, equivalve, poco inequilaterale, allun-
gata e solcata da coste marcate, fitte, e piuttosto regolari. Ha
il lato anteriore assai lungo, compresso e troncato all’ estre-
mità; il margine inferiore è leggermente arcuato ed il poste-
riore scendente, allungato e arrotondato. L’apice non è tanto
elevato ma acuto, largo e curvo in avanti. La regione apiciale
nella parte posteriore è rigonfia, nell’anteriore depressa e con
una leggera carena.
RT
La Cercomya gibba, Seg. è certo altra specie perchè al-
lungata trasversalmente, rigonfia, con sottili solchi e con apici
ottusissimi.
Dimensioni; altezza mm. 14; larghezza mm. 25; spessore
mm 9.
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE
TAVOLA I.
Fig. 1a, b.. ..— Terebratula punctata, Sow. var. Gemmellaroi, mihi.
SA abeti — Terebratola Sestii, mihi.
» 3 a, b, cd. . — Waldheimia perforata, Piette.
VARIA ap a — Waldheimia Sarthacensis, D’ Orbigny.
» 5a, b, c, d 6. — Waldheimia Mazzai, mihi.
» 7 a, b, c, d, e. — Waldheimia Anconaeana, mihi.
» 8 a,b, c,d..— Waldheimia pentagona, Seguenza.
Dt O Ta pagnett — Pecten Meneghinianus, mihi.
TAVOLA II
Fig. 1, 2, a,b... — Pecten Thiollieri, Martin.
» DIE — Pecten Ortianensis, mihi. ‘
o iaezioa — Modiola Stefanii, mihi.
» DECRRIDI o ORO TONO — Cardinia antelonga, mihi.
DIZIONARI — Cardita Georginae, mihi.
Dalai 0a; Deo — Cardium submaulticostatum, D'Orbigny. -
» 9,10 a,b... — Cardium Philippianum, Dunker.
Peas oe — Pholadomya congenita, Seguenza.
DA AL ZIE — Goniomya antegenita, Seguenza.
TAVOLA III.
BPiossralfa ab oct — Pholadomya Olivaensis, Di Stefano.
» 2a, b.8...— Goniomya Jacobi, mihi.
DIGI TOLLE -— Pleuromya tauromenitana, Seguenza.
» 5........— Pleuromya Longobucchensis, mihi.
6 rasato — Pleuromya Seguenzae, mihi.
CADE — Cercomya Elisae, mihi.
BOLLETTINO DELLA SOGIETÀ MALAGOLOGIGA ITALIANA
Vol. XVI.
M. CANAVARI
NOTE DI MALACOLOGIA FOSSILE
7
JOE
Spirulirostrina Lovisatoi n. gen. et n. sp. di Cefalopodo
raccolto nel Terziario di Sardegna, spettante al gruppo
Phragmophora FIscHER.
Tav. IV, fig. 1-4.
Spirulirostrina n. gen.
S. testa interna polythalamica, antice conico-depressa, po-
stice concavo -convexa, spirata, externe subtiliter granulata,
duabus appendiculis auriculariis, in utroque latere posteriore,
tenuissime transversim striatis; siphone ventrali, medio.
Le relazioni che la nostra conchiglia presenta con alcuni
Cefalopodi viventi ed estinti, fanno giustamente supporre che
essa sia da riguardarsi come la conchiglia interna di un Cefa-
lopodo dibranchiato del sottordine dei Decapodi.
Tra i Decapodi, il nuovo genere si avvicina a quelli nei
quali la conchiglia è formata da una serie di logge aerifere
traversate dal sifone, che, secondo il FiscHER (1), si debbono
unire in un sol gruppo chiamato Phragmophora. Questo
(1) Manuel ds Conchyliologie, pag. 349. Paris, 1887,
gi
gruppo comprende le quattro famiglie: Belosepiidae, Be-
lopteridae, Belemnitidae e Spirulidae.
Il nuovo genere Spirulirostrina CANAV., insieme coi generi
Spirulirostra D’ ORB., Belemnosis F. Epw., Beloptera (DESA. )
BLaInv., Vasseuria Mun.-CHALM. e Bayanoteuthis MUN.-UHALM.,
spetterebbe alla famiglia Belopteridae FiscHER.
Nella classificazione dei Cefalopodi dibranchiati decapodi
adottata nel pregevole Manuale di Paleontologia dello ZITTEL (1)
i Fragmofori si considerano come costituenti una famiglia, la
quale poi viene divisa.nelle seguenti sottofamiglie: a) Belem-
nitidae, d) Belemnoteuthidae, c) Spirulidae. Si
esclude da essi le Belosepiidae che con le Sepiidae.
vengono riunite nella famiglia Sepiophora. Nella sottofa-
miglia delle Belemnitidae Zirr. sono gompresi tutti i ge-
neri delle Belopteridae FIscHER e inoltre i generi Aulaco-
ceras HAUER, Atractites GuEMB., Xiphoteuthis Hux1., Belemmates
(Aaric.) List., Belemnitella D'ORB.,? Heliceras DanA e Diplo-
conus Zitr., i quali insieme col genere Lelemnoteuthis PEARCE
costituiscono la famiglia Belemnitidae FiscHer. Cosicchè il
nuovo genere Sperulirostrina CANAV., seguendo la classificazione
dello ZittEL, dovrebbe considerarsi come ultimo termine della
sottofamiglia Belemnitidae.
Adottando poi la classificazione dello STEINMANN .-(2) la
quale si allontana moltissimo dalle precedenti, il genere Spe-
rulirostrina CANAv. dovrebbe riferirsi all’ ordine BELEMNOIDEA,
alla famiglia Belemnitidae e propriamente alla sottofa-
miglia Spirulinae, nella quale sono riuniti i generi Speru-
lirostra D’ ORB. e Spirula LMK.
Nei terreni terziari di Europa si conoscono solamente cin-
que generi di Cefalopodi decapodi fragmofori (ZittEL), dei
quali quattro eocenici e cioè Vasseuria Mun.-CHALWM. (3) dell’ Eo-
cene medio di Bois Goiiet (Francia) e di Roncà (Italia), Bayano-
(1) Handbuch der Palaeontologie, II Bd. Muenchen, 1881-85; — Traité
de Paléontologie, t. IT. Paris-Munich, 1887.
(2) Sreinmanyn u. DòpERLEIN, Elemente der Paliontologie. Leipzig, 1890.
(3) Munier-ChaLmas, Bull. Soc. géol. de France, trois. sér., t. VIII,
pag. 291. Paris, 1880.
IP
teuthis Mun.-CHALM. (1) pure dell’ Eocene medio di Bremier
(Francia) e di Roncà (Italia), Beloptera ( DESH.) BLAINv. (2) e
Belopterina Mun.-CHALM. (3) entrambi dell’ Eocene medio del
bacino anglo-parigino; uno solo, Spirulirostra D'ORB. (4), è
del Miocene delle colline di Torino.
Il nuovo genere Spiralirostrina CANAV. viene quindi ad
accrescere il limitato numero dei Cefalopodi terziari, a dimo-
strare la grande analogia che passa tra le Spirule e le Spiru-
lirostre e a collegare le due sottofamiglie Belemnitidae e
Spirulidae dello ZirtEL.
Se le due appendici a forma di orecchiette che si trovano
ai lati della parte posteriore della nostra conchiglia debbono
riguardarsi come il rostro, essa diversifica dalle Beloptere e
dalle Spirulirostre per la forma e la grande riduzione del ro-
stro stesso. Per questo carattere si avvicina invece grandemente
alle viventi Spirule. Lo STEINMANN aveva già fatto osservare
le relazioni filogenetiche che passano tra le Spirulirostre e le
Spirule; tali relazioni aumentano ora colla interposizione del
nuovo genere.
La Spirulirostrina ricorda anche le LBelosepie (5) e lon-
tanamente le Le/emmnosis (6) dell’ Eocene anglo -parigino. Per
le analogie che presenta col genere Belosepia VoLrz, sembra
giustificare la separazione di questo genere dalle Sepiopharae
(1) Munier-Cranmas, Ibid., deux. sér., t. XXIX, pag. 580. Paris, 1872.
(2) DesHaves, Description des coquilles_foss. des envir. de Paris, t. II,
pag. 759. Paris, 1824; — Epwarps, A. Monogr. of the Eocene Mollusca,
Part I, Cephalopoda, pag. 33 (nella Palaeont. Society, t. INT ). London, 1849.
(3) Munier-CHaLmas, Bull. Soc. géol. de France, deux. sér., t. XXIX,
-pag. 551. Paris, 1872.
(4) D'OgBIGnY, Comp. rend., t. XIV, pag. 754. Paris, 1842; — Micge-
LoTTI, Précis de la faune mioc. de la haute Italie ( Mem. de la Soc. Holl.
de Sc. à Harlem). Harlem, 1847; — BreLLARDI, I Molluschi dei terr. terz.
d. Piemonte ec. Parte I, pag. 19 ( Estr. dalle Mem. della r. Accad. d. Scienze
di Torino, ser. II, tom. XXVII). Torino, 1872.
(5) DesHaves, Descript. ecc. l. c., pag. 758; — Epwarps, A Monogr.
eceslico pag. 23.
(6) Epwarps, A Monogr. ecc. l. c., pag. 38.
EGR
e la riunione di esso alle Phragmophorae, secondo la
opinione del FiscHER (1).
Del genere Speirulirostrina CANAV. si conosce una sola
specie che fu trovata dal chiar.®° prof. D. Lovisato colla Aturia
Aturi BRONN nelle marne argillose di Bingia Fargeri al Fan-
gario presso Cagliari (Sardegna). Io sono ben lieto di chia-
marla Sperulirostrina Lovisatoi, dedicandola allo scopritore,
quale tenue attestato della mia gratitudine per la fiducia che
egli ha di mandare al Museo geologico di Pisa, in esame,
le rarità paleontologiche che va discovrendo con tanta intelli-
genza nella classica terra di Sardegna.
Spirulirostrina Lovisatoi n. sp.
Conchiglia interna composta di una parte concamerata
(fragmocono) e di due espansioni laterali a guisa di orec-
chiette limitate alla parte posteriore della conchiglia, spettanti
molto probabilmente al rostro.
Fragmocono coniforme, depresso, ad apertura trasversal-
mente ellittica, nella parte anteriore diritto come quello delle
Spirulirostre o meglio delle Atractitidae, nella parte po-
steriore concavo-convesso, arcuato e avvolto a spira con i giri endo-
gastrici. Angolo di divergenza 13°-15° nel diametro laterale o
maggiore, 5° -6° in quello ventro-dorsale o minore. Camere nume-
rose ( da 25 a 30), regolarmente decrescenti dall’ avanti all’ in-
dietro, molto basse, non arrivanti mai ad 14 e scendenti anche ad
1/4 del loro diametro maggiore, divise da suture lineari un poco
arcuate anteriormente sulla regione dorsale e posteriormente
su quella ventrale. Camera iniziale sconosciuta. Sifone ventrale,
mediano, indicato nel modello da una piccola inflessione po-
steriore delle suture, accompagnata talvolta da una piccola
impressione o cicatrice. Superficie esterna ornata da minutis-
sime granulazioni, appena discernibili ad occhio nudo, molto
spesse, disposte senza alcun ordine sulla parte dorsale e in
linee longitudinali, cioè trasversali all'andamento delle camere,
verso i fianchi della conchiglia.
(1) Man, de Conch. I. c., pag. 397.
E (o
Rostro (?) ridotto alle due espansioni laterali che a guisa
di ali od orecchiette si trovano nella parte posteriore del fra-
gmocono. Esse cominciano presso la sutura della quindicesima
o sedicesima camera e terminano nella terza o quarta camera,
e, mercè la loro leggera inflessione verso la regione ventrale,
non permettono di vedere la loggia iniziale. Queste espansioni,
semplicemente aderenti alla conchiglia concamerata, sono molto
sottili e sembrano costituite da un minuto tessuto vescicolare.
alla superficie presentano piccolissime costicine trasversali, re-
ticolate e in parte anastomizzate verso il margine esterno.
Di questo nuovo ed interessante Cefalopodo posseggo solo.
tre esemplari, dei quali il più completo è quello rappresentato
colla fig. 1(Tav. IV). La roccia che in parte ancora lo chiude è
una marna argillosa grigia, leggermente ferruginosa. Il fossile ri-
salta da essa pel colore giallo ocraceo dovuto ad ossidi di ferro e
per la colorazione pure giallastra risaltano gli altri fossili che si
trovano nella stessa roccia. Sono riuscito a porre allo scoperto
tutta la regione dorsale e la parte posteriore della conchiglia,
che misura mm. 11 di lunghezza, mm. 8 di larghezza massima
(diametro maggiore computato in vicinanza all'apertura ). Sulla
parte del fragmocono, non molto depresso, che si vede guar-
dando la conchiglia dalla parte dorsale (Tav. 1V, fig. 1) si
contano 12 camere molto basse e colle suture un poco arcuate
verso l’ apertura; 5 camere si vedono nella parte arcuata del
fragmocono (lav. IV, fig. 1°), cosicchè in tutto si hanno le
camere, escludendo le prime che sono coperte, come abbiam
detto, dalle orecchiette rostrali. Tutte le camere hanno 17
forma di un tronco di cono e sono leggermente convesse; la
loro convessità comincia in vicinanza della sutura con una
specie di costolina parallela alla sutura stessa, come è indi-
cato nella figura (Tav. IV, fig. 1° ). Trattandosi evidentemente
di modello, la granulazione esterna non si riconosce più. Le
alette laterali che, forse, rappresentano il rostro, sono sufficien-
temente ben conservate in questo solo esemplare. Quella de-
stra è quasi completa e comincia in punta presso la sutura
posteriore della terz’ ultima camera; quella sinistra è un poco
rotta anteriormente; ambedue sono quasi rettilinee lateralmente
e nella parte posteriore terminano con una leggera convessità
Si
esterna e in punta, ripiegando verso la parte spirale della con-
chiglia; nella maggiore larghezza misurano mm. 1,5 circa. Come
ho detto nella descrizione della specie, le orecchiette rostrali
sono semplicemente aderenti al fragmocono, dal quale (nel mo-
dello) sono divise da una incisione lineare, in vicinanza di
questa presentano una specie di rilievo o cordoncino, oltre il
quale gradatamente s’ inflettono verso la parte ventrale della
conchiglia a guisa di vere e proprie orecchiette, come fa la co-
sidetta forchetta (Gabel) nella conchiglia interna della Septa.
Ai margini laterali quelle orecchiette sono molto assottigliate
e nel loro spessore presentano indizio del tessuto vescicolare,
che alla superficie dorsale sembra collegarsi alla ornamenta-
zione menzionata di linee trasversali, reticolate e anastomizzate.
Anche il secondo esemplare (Tav. IV, fig..2) è incluso
nella roccia, e di esso, come nel precedente, è posta allo sco-
perto la sola parte dorsale della conchiglia. Il fragmocono,
molto depresso, misura mm. 42 di lunghezza; in vicinanza del-
l'apertura il diametro maggiore è di circa mm. 15, e di soli
mm. 5 quello minore, cosicchè l'apertura stessa ne risulta
trasversalmente ellittica; posteriormente il diametro maggiore
del fragmocono arriva appena ai due millimetri e mezzo. Nella
parte anteriore si distinguono nettamente 12 camere; le suture
invece che dividevano le camere posteriori non sono più rico-
noscibili a causa del cattivo stato di conservazione dell’ esem-
plare. Il diametro maggiore della penultima camera è di mm. 14
e la sua altezza di mm. 3,5 circa; perciò qui il rapporto tra
l'altezza delle camere e il loro maggiore diametro è come 1
a 4 circa. Queste camere sono leggermente convesse e in vici-
nanza della sutura presentano una specie di fasciola depressa.
Granulazione della superficie molto incerta. Indizio di spirale
nella parte posteriore del fragmocono e traccia dell’ orecchietta
rostrale sinistra là dove cominciano a vedersi nettamente le
suture delle camere. i
Il terzo esemplare era attaccato nella roccia come i pre-
cedenti, ma anzichè presentare all’ osservatore la regione dor-
sale, presentava quella ventrale; in esso poi non è punto con-
servata la parte posteriore e spirale del fragmocono. Mercè
LI
conveniente preparazione l’ esemplare è stato completamente
p
SE Ir ee
isolato. Esso misura mm. 45 di larghezza, mm. 14 o 15 di dia-
metro maggiore e mm. 4 di diametro minore in vicinanza
dell’ apertura; posteriormente, e dalla parte ventrale, il frag-
mocono è lesgermente concavo, la sezione ne risulta perciò
falciforme (Tav. IV, fig. 3° ). Da questa particolarità si po-
trebbe sospettare che i giri della spira non solo dovevano toc-
carsi, ma forse anche un poco ricoprirsi. In questo esemplare
le camere conservate sono 17-18. Verso il fianco destro della
parte ventrale della conchiglia le suture di tutte le camere
presentano una leggera e piccola inflessione posteriore (Tav.
IV, fig. 3). Con l’aiuto di una lente d'ingrandimento si
vede che ad ognuna di queste inflessioni corrisponde una
piccolissima depressione, e in qualche sutura ai margini
laterali della stessa inflessione sembra di vedere due li-
neette che attraversano tutta la camera e riuniscono le in-
flessioni di due suture contigue. Evidentemente tutte queste
particolarità sono dovute alla presenza e disposizione del sifone
e corrispondono alle consimili che si osservano, per esempio,
sui modelli interni del fragmocono delle Atractitidae.
L’impronta conservata sulla roccia ci dà mezzo di studiare
in senso inverso l’ ornamentazione dorsale esterna della con-
chiglia. Ad occhio nudo essa si presenta come una punteggia-
tura estremamente sottile; guardata con una lente d’ingran-
dimento si vede che i granuli o papille sono molto irregolari
e molto spessi nella parte mediana, in vicinanza delle parti
laterali invece sono disposti in linee longitudinali, trasversali
"cioè all'andamento delle camere (Tav. IV, fig. 8°). Io credo
che lo spostamento del sifone verso il fianco destro sia dovuto
a deformità dipendenti dal processo della fossilizzazione; di-
fatti nell’impronta si vede, verso la parte posteriore, un’ im-
pressione lanceolata in alto (indicata anche nel modello,
Tav. IV, fig. 8°), che, molto probabilmente, dipende da una
parte del rostro rimasto schiacciato e compresso nella roccia
stessa: questa impressione, ammesso che sia giustamente inter-
pretata, non poteva aversi se la conchiglia non fosse stata un
poco deformata e distorta lateralmente. Si noti poi che anche
alcuni altri fossili dello stesso giacimento, come per esempio
le Aturie, sono talvolta deformati.
LE,
I tre esemplari descritti appartengono certamente ad una
stessa specie, come lo dimostra l'angolo di divergenza del fra-
gmocono e la disposizione, grandezza e accrescimento delle
camere. Si è tentato, colla riunione conveniente di essi, di
ricostruire l’ esemplare schematicamente rappresentato nella
Tav. IV colle fig.re 4, 4% e 4».
La Spirulirostrina Lovisatoi CANAV. proviene, come è stato
detto nella discussione del genere, dalle marne argillose con
Aturia Aturi BRoNN dei dintorni di Cagliari in Sardegna, che
il prof. Lovisato non sarebbe alieno di riferire al Langhiano
senza decisamente escludere che siano Elveziane.
Pisa, dal Museo geologico e paleontologico, gennaio 1892.
Fig. 1-4.
HioE
»
»
»
»
dea
Spiegazione della Tavola IV.
Spirulirostrina Lovisatoi n. gen. et n. sp.
Veduta dalla parte dorsale, inclusa parzialmente nella roccia.
Veduta di fianco per mostrare l’ avvolgimento spirale del frag-
mocono.
1.b Ingrandimento della parte posteriore dello stesso esemplare per
Ie
porre in evidenza il tessuto vescicolare, l’ ornamentazione delle
orecchiette rostrali? e le sottili linee che si trovano anteriormente
alle suture.
Sezione posteriore falciforme del fragmocono (convessità dorsale )
tratta dall’ ingrandimento precedente.
Altro esemplare più grande del precedente incluso parzialmente
nella roccia, veduto dalla parte dorsale, colle suture posteriori
obliterate e mostrante l’ indizio dell’ orecchietta rostrale sinistra.
Sezione anteriore trasversalmente ellittica del fragmocono dello
stesso esemplare.
Altro esemplare isolato e deformato, veduto dalla parte ventrale
mostrante le inflessioni sifonali delle suture spostate a destra a
cagione dell’ accennata deformazione.
Sezione anteriore trasversalmente ellittica del fragmocono dello
stesso esemplare.
Let Ei
Fig. 3.b Sezione posteriore falciforme del fragmocono (convessità dorsale )
dello stesso esemplare.
» 3.0 Lo stesso esemplare veduto dalla parte dorsale.
» 3.4 Impronta dello stesso esemplare rimasta nella roccia dopo di es-
sere stato isolato. Nella parte posteriore essa presenta un’ impres-
sione lanceolata in alto, interpretata come la traccia di una parte
del rostro schiacciato nella deformazione subita dal fossile. Nella
fig. 3° è indicato il rilievo corrispondente a questa impressione.
» 3. Ingrandimento della metà di una loggia per mostrare la granu-
lazione superficiale, tratte dall’impronta precedente.
» 4, 4.°, 4 Ricostruzione schematica deila Sperulirostrina Lovisatoi
Canav. veduta dalla parte ventrale (fig. 4), dorsale (fig. 4% ) e
laterale (fig. 4b ).
L. FORESTI
DI ALCUNE VARIETÀ
DELLA MELANIA VERRII Dr SrEFr.
Il Tenente- Colonnello Antonio Verri assiduo e solerte
cultore delle scienze geologiche, nel 1889 mi mandava in co-
municazione diversi molluschi fossili da lui raccolti in alcune
sue escursioni scientifiche fatte nei dintorni di Città della
Pieve. Fra questi attirarono la mia attenzione i molti esem-
plari della Melania Verrii, i quali oltre essere abbondantissimi,
mi si presentavano ancora sotto aspetti diversi.
Oggi che di nuovo mi è stato dato di poter prendere in
esame i suddetti esemplari, mi è sembrato interessante, spe-
cialmente per il conchiologo, il far noto la varietà delle forme
sotto cui questa specie si presenta. (Queste varietà si riferiscono
alle dimensioni, all’ ornamentazione e al grado dell’ angolo
spirale, mantenendosi costante quel facies tutto particolare
che ad un'occhio bene esercitato fa subito conoscere l’im-
pronta tutta propria della specie. Questo fatto viene a mostrare
come sia facile ad una sola specie, anche in uno spazio di
habitat piuttosto ristretto, quale è quello accennato dal Verri
in un suo lavoro (1) presevtarsi proteiforme in modo, che per
chi non presta attenzione ai caratteri generali che la specie
costituiscono, può non essere difficile il credere avere sott’ oc-
chio degli esemplari appartenenti a specie affatto differenti.
Il maggior numero degli individui comunicatimi, cor-
risponde abbastanza per la forma, e perfettamente poi per le
(1) Verri A- La Melania Verri de Stef. nel delta del Tevere pliocenico.
) Bull. Soc. geol. ital. vol. IX, pag. 21). Roma, 1890.
=
SIR I
dimensioni e l’ ornamentazione colla descrizione e colle figure
date dal De Stefani (1). Ho detto abbastanza per la forma,
perchè in generale gli individui che ho preso a studiare si
mostrano un poco più slanciati e più svelti, come facilmente
si può verificare osservando le figure 1, a, è, c, d, della mia
tavola. Molti di questi esemplari rappresentano individui adulti,
molti altri individui giovani. Nella forma tipica, che tale tengo
quella descritta e figurata dal De Stefani, come quella degli
esemplari da me parimente figurati, anzi tutto mi preme no-
tare come variabilissimo sia il numero delle coste longitudi-
nali, la loro grossezza, il loro andamento, essendo esse ora più
ora meno obblique, ora più, ora meno sinuose; così pure di-
casi delle strie trasversali che si mostrano ora più, ora meno
profonde, ora più, ora meno numerose e ravvicinate; la bocca
in alcuni esemplari si presenta leggermente acuta alla por-
zione anteriore, in altri più tondeggiante; quanto agli anfratti
mantengono in generale la stessa convessità.
Fra tutti questi numerosi individui di età e di dimen-
sioni diverse, non mi è stato dato di trovare un solo esemplare
che perfettamente corrisponda a quella varietà descritta e fi-
gurata dal De Stefani (2). Stando alla descrizione e special-
mente alla figura, le dimensioni sarebbero minori, gli anfratti
si mostrerebbero quasi piani e colle coste longitudinali più
numerose e meno rilevate. Fra i moltissimi individui da me
osservati di dimensioni più piccole e con un maggior numero
di coste, tutti le presentano prominenti come nella specie tipo,
e gli anfratti sono sempre convessi, per. cui questa varietà
citata dal geologo toscano sembra dovere essere molto rara,
oppure estremamente localizzata.
Accennate queste osservazioni generali sulla specie tipica,
che ho creduto indispensabili per meglio apprezzare le diffe-
renze colle molte varietà che presenta, vengo ora a descrivere
queste, richiamando l’ attenzione del conchiologo sulle figure
in grandezza naturale che perfettamente corrispondono agli
esemplari.
(1) De Stefani C. Molluschi continentali pliocenici d’Italia. ( Atti Soc.
Tosc. sc. nat. vol. III, pag. 87, tav. XVIII, fig. 12, 13). Pisa 1876-84.
(2) De Stefani C. Op. cit. fig. 14.
COCA gn
Colgo ora questa occasione per rendere pubbliche grazie
al Dott. Simonelli, ora assistente al I. Istituto geologico e
paleontologico della nostra Università che gentilmente e con
quella esattezza che gli è propria volle i miei esemplari foto-
graficamente riprodurre.
var: obesa Foresti.
Ra vEti 2:
Si presenta di forma tozza, bucciniforme, coll’ angolo spi-
rale più aperto, con una maggiore depressione alla porzione
superiore degli anfratti, per cui questi assumono un’ aspetto
quasi angoloso; l’ultimo anfratto è proporzionatamente più
gonfio. L'unico esemplare che possiedo ha la bocca rotta, tutta-
volta si può arguire che non fosse differente da quella degli
individui appartenenti alla forma tipica. Le coste longitudi-
nali sono più numerose e più sottili; le strie trasversali nella
porzione superiore depressa degli anfratti sono sottili, nume-
rose e quasi equidistanti, nella porzione convessa sono disposte
in modo che se ne osservano due vicinissime e poscia uno
spazio molto più largo fra esse e le altre due strie susseguenti;
e questo spazio risultando alquanto rilevato prende l’ aspetto
di un cingolo grosso e ben apparente, ciò che in particolar
modo è bene espresso negli anfratti mediani e nel penultimo
come si vede ancora nella figura. La forma generale di questa
varietà è certamente ben diversa dalla forma tipica, ma per
molti altri caratteri non ne differisce punto, tale per esempio
la particolarità della disposizione delle strie trasversali che
alcune volte si vede anche accennata in alcuni individui della
forma tipo.
var: curta Foresti
Tav. V, fig. 3.
In questa seconda varietà le dimensioni poco differiscono
dalla var: obesa, sono sempre più piccole della forma tipica,
e sempre maggiori della var: acuta. Le coste longitudinali per
numero, per grossezza e per disposizione quasi per nulla diffe-
riscono dal tipo, ma sono più grosse e meno numerose della
| — 77 -
var: obesa; la spira è più corta, meno acuta e per conseguenza
l’angolo spirale più aperto. Nei due esemplari che ho fatto
fisurare notansi alcune differenze; in uno le coste longitudi-
nali sono più numerose, meno nell’altro; così pure osservasi
differente la disposizione delle strie trasversali, giacchè in uno
nella parte declive degli anfratti sono più numerose e più
ravvicinate, nella convessa in minor numero, disugualmente
spaziate ed accennanti alla disposizione indicata nella var:
obesa; nell’ altro sono più numerose, più profonde ed ugual-
mente distribuite. In questa varietà la depressione degli an-
fratti è molto minore di quella della varietà antecedente. —
La bocca è ovale ed un poco più acuta anteriormente.
var: acuta Foresti.
Tav. V, fig. 4.
Fra tutte le varietà della Melania Verrii, questa presenta
le minori dimensioni. Non è a credersi siano individui giovani
della var: curta colla quale hanno maggiore somiglianza, per-
chè tutti gli esemplari che tengo hanno un guscio alquanto
grosso, e contano un numero eguale di anfratti presentando
dimensioni minori quasi della metà. Hanno una spira più
stretta, più lunga, più acuta, la depressione superiore degli
anfratti è un poco più sentita, la bocca è ovale. Anche questa
varietà mostra le stesse differenze della var: curta cioè a dire
più o meno numerose le coste longitudinali; quante alle strie
trasversali, in alcuni individui si presentano ugualmente spaz-
ziate, in altri fitte e sottili nella porzione declive degli anfratti,
rade e profonde nella porzione convessa.
var: elegantula Foresti.
Tav. V, fig. 5
È di forma svelta ed allungata; gli anfratti ugualmente
convessi crescono gradatamente; le coste longitudinali sottili,
numerose si mostrano leggermente curve; nell'ultimo e nel
penultimo anfratto si presentano anche più sottili, qualchevolta
scomparendo in alcuni tratti; le strie trasversali sono più nu-
IO MQ
merose, meno profonde nei primi anfratti mentre nell’ ultimo
sono in minor numero, più larghe e più superficiali. Quasi
nulla è la depressione degli anfratti, e su di essa non si os-
servano correre numerose e sottili le strie trasversali, come in
alcuni individui delle varietà sopraccennate, ma invece nessuna
se ne osserva nei primi anfratti, mentre nei mediani e negli
ultimi si mantengono come nella porzione convessa. La bocca
è ovale, molto acuta posteriormente, tondeggiante anteriormente.
Per la finezza e la regolarità tanto delle strie, che delle coste,
la superficie di questa varietà si presenta con una elegante
ornamentazione.
var: elongata Foresti
May Vione
La differenza di questi esemplari colla forma tipica si ri-
ferisce specialmente alle dimensioni ed al modo di accrescersi
degli anfratti che è più graduato e meno rapico. Nel tipo ho
sempre notato che la larghezza dell’ ultimo anfratto oscilla dai
7 ai 9 mm. e la lunghezza della conchiglia dai 25 ai 29 mm.;
negli esemplari di questa varietà la larghezza di poco è su-
periore cioè dai 10 agli 11 mm. ma di molto poi sopravvanza
la lunghezza, essendo dai 35 ai 38 mm. percui è ben manifesta
anche la differenza nella proporzione delle due misure. Gli
anfratti non sono superiori in numero, ma invece più alti e
molto meno convessi; quasi nulla è la depressione alla por-
zione superiore e sovra essa o non si vedono strie, o queste
sono poche e spaziate. Le coste longitudinali variano per nu-
mero e per sporgenza nei diversi esemplari, e così pure dicasi
per le strie trasversali, che sono ora più, ora meno impresse
Nella figura a sinistra di questa varietà, si osservano le coste
quasi diritte, sporgenti e regolarmente attraversate da strie
profonde equidistanti, presentando per questa disposizione un
apparenza ben marcata di granulosità; nell’ altra figura invece
mentre le coste longitudinali mostrano la stessa direzione sono
meno sporgenti, e le strie che le attraversano sono molto meno
numerose, superficiali e non ugualmente distanti. Alcuni di
questi individui presentando l’ultimo anfratto ancora meno
RN
gonfio, meno prominenti e più sottili le coste longitudinali,
vengono a formare un graduato passaggio alla varietà susse-
guente.
var: ecostata Foresti
DA VARE
Presenta la forma della var: elongata, è un poco più
stretta e coll’ ultimo anfratto proporzionatamente un poco più
lungo; solo nei primi e qualche volta anche in alcuni degli
anfratti mediani si osservano le coste longitudinali grosse e
leggermente curve, l’ ultimo e il penultimo se ne mostrano
affatto privi e sovra essi invece sono benissimo apparenti le
linee di accrescimento, disuguali, numerose, inequidistanti. Le
strie trasversali sono generalmente quattro o cinque sugli an-
fratti superiori e mediani, ugualmente distanti e bene impresse;
nell’ ultimo e nel penultimo crescono di numero, sono più su-
perficiali, visibile quella vicino alla sutura posteriore, indi due
o tre scompaiono e restano bene impresse solo le più anteriori,
e specialmente quelle che circondano la base dell’ ultimo an-
fratto.
Da quanto ho esposto è ben manifesto che tutte le varietà
da me ora citate, mentre per alcuni caratteri si allontanano
dal tipo, per altri gli sono perfettamente uguali, e perciò
mantenendo l’ uguaglianza ora del numero e della forma degli
anfratti, ora della forma della bocca, ora di alcune particola-
rità della ornamentazione, come semplici varietà e non come
specie distinte debbonsi considerare. Ciò poi che è del mas-
simo interesse pel conchiologo si è il considerare la facilità
che ha presentato questa conchiglia di subire delle modifica-
zioni abbastanza rilevanti, in uno spazio molto limitato e in
un periodo di tempo relativamente non molto lungo, come
accenna il Verri; la causa poi delle suddette modificazioni
bisogna rintracciarla nella natura dei depositi entro cui oggi
sono sepolti i numerosi avanzi di questo mollusco.
L. FORESTI
DI UNA NUOVA SPECIE
DI
PHOLADOMYA PLIOCENICA
Essendo molto scarso nel pliocene italiano il numero delle
specie conosciute appartenenti a questo genere, la scoperta di
una specie nuova è sempre un fatto interessante per gli stu-
diosi di conchiologia fossile, e perciò ho creduto necessario il
far conoscere ai paleontologi ed ai geologi questa Pholadomya
che per molti caratteri si presenta differente da quelle del plio-
cene già descritte ed illustrate, come pure differente dalle specie
viventi e dall’ altre del miocene.
Or son quasi vent’ anni che nelle marne argillose della
valle del Savena presso Bologna veniva raccolto dal Dottor
Giovanni Berti un’ esemplare di Pholadomya; quest’ esemplare
giacque fino ad oggi incognito in mezzo alla non numerosa,
ma interessantissima fauna di questo piano geologico, fauna
con molta cura e pazienza raccolta dal suaccennato mio
amico.
Essendo ora mia intenzione di ripubblicare il catalogo dei
Molluschi pliocenici del Bolognese e cercando con tutta cura
di avere sott’ occhio tutto quanto può tornarmi interessante
per questo lavoro, così ho potuto esaminare il bell’ esemplare
di Pholadomya che ora prendo a descrivere e che per l’ ele-
ganza della forma e dell’ ornamentazione ho nominato
Pholadomya elegantula Foresti.
Tav. VI.
Questa conchiglia ha molta somiglianza colla P%. hesterna
Sow. (1) del Crag corallino d’ Inghilterra e colla vivente PR. can-
dida Sow. (2). Nulla poi ha di comune colla P%. alpina Math. (3)
colla PR. thyrrena Sim. (4) ne colla Ph. Bronni Dod. (in lit-
teris) perchè del tutto diversa per la forma e per l’ornamen-
tazione. La Ph. Bronni di cui l'esemplare conservasi nel Museo
di Modena e che ho potuto osservare mercè la gentilezza del
Prof. Pantanelli, credo non sia altro che una di quelle tante
forme della proteiforme P%. alpina. La nostra specie differisce
dalla Ph. hesterna, colla quale ha maggiore affinità per essere
di forma più stretta e più allungata, il margine dorsale è
meno curvo, meno convesso il margine ventrale; molta più
corta la porzione anteriore e formante una troncatura più
breve e un poco concava subito sotto gli umboni; la lunula
è appena accennata. Il numero delle coste è di molto. mag-
giore contandosene fino a sedici; sono sottilissime, filiformi e
non equidistanti, non si prolungano sopra tutta la valva, ma
scendono solamente fino circa a metà di essa lasciando libera
la porzione ventrale e posteriore; per la loro disposizione s’ ir-
radiano con una certa regolarità; verso i margini, da un lato
seguono l'andamento della linea esterna del margine dorsale
e l’ultima costicina lo segue parallela a 5 m.m. di distanza;
dall’altro lato la costa più esterna è un poco più distante e
non parallela al margine anteriore; queste piccole coste sono
leggermente ondulate, nell’intersecazione colle linee di accre-
(1) Wood. S. V. — Monogr. the Crag. Moll. pag. 266, tav. XXX, fig. 1
— (1855) Palaeont. Soc. vol. X.
(2) IMoesch C. — Mongr. der Pholadomyen, pag. 10 tav. I — (1875)
Abhandl. d. Schweizer. palàontol. Gesellsch. vol. I.
(3) Idem idem® idem pag. 121, tav. XXXVII, fig. 4-5,
tav. XXXVIII, fig. 6, tav. XXXIX, fig. 7-12, tav. XL, fig. 1-2 (1875)
idem idem idem vol. II.
(4) Simonelli V. — Terr. e foss. dell’isola di Pianosa n. mar Tirreno
pag. 214, tav. IV, fig. 3 (1889) Bull. r. Com. geol. d’Italia, ser. 2, vol. X.
6
SANNIO
scimento formano una piccolissima protuberanza, s' allungano
in linea retta senza descrivere curva alcuna. Gli umboni sono
prominenti e ricurvi; profonda e stretta la fossa esterna lega-
mentare. Per le linee di accrescimento e per la minutissima
ed irregolare granulazione corrisponde perfettamente colla
Pholadomya del Crag. Queste linee di accrescimento formano
una specie di cordoni irregolari e grossi verso gli umboni e
sulla metà superiore delle valve, verso i margini invece si pre-
sentano come semplici filetti sottilissimi, numerosi e molto
ravvicinati; le granulazioni sono minutissime e bene distinte
specialmente sul lato posteriore e verso il margine dorsale:
coll’ aiuto di una lente la superficie delle valve si mostra come
coperta da uno strato di sabbia finissima a granuli ineguali.
Differisce dalla PR. candida per avere molto più corto il
diametro umbono-ventrale, per essere posteriormente più stretta
più corta anteriormente, con troncatura più breve e meno obli-
qua; differisce ancora per avere le coste più sottili, meno nu-
merose e non prolungantesi fino al margine ventrale. |
Le due valve di questo esemplare sono turgide al terzo
anteriore e specialmente verso gli umboni, nelle altre parti
leggermente convesse. La valva destra è completa, l’altra in
parte rotta, sono fra loro unite ma spostate e perciò impossibile
il poter dire dove e come si presentavano oscitanti. Nulla posso
indicare riguardo le impronte paleale e muscolari, ne se la
cerniera era o no fornita del tubercolo dentiforme trasverso»
perchè il tutto coperto da una marna durissima ed impossibile
il toglierla senza rompere le valve, che sebbene presentino un
guscio abbastanza grosso, pure è fragilissimo.
Dimensioni.
Diametro umbono-ventrale . . . . 38 mill.
» antero-posteriore . . . 68 »
Spessore see 2200
Di questa specie non conosco che il solo esemplare rac-
colto nelle marne argillose della valle.del Savena presso Bo-
logna, marne che rappresentano la porzione più inferiore del
nostro pliocene, ossia la zona dei Brachiopodi e dei Coralli.
corrispondente secondo alcuni al Messiniano di Mayer o Zan-
cleano di Seguenza. L’' esemplare fa parte della collezione par-
ticolare del Dott. Giovanni Berti.
TERE CA GILET.
MOLLUSCHI TERRESTRI E FLUVIATILI
VIVENTI
NELLE PROVINCIE DI MODENA E REGGIO
CATALOGO SISTEMATICO
Nel 1869 il Dott. CarLo Boni pubblicava nelle Memorie
della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Modena un
« Catalogo dei Molluschi del Modenese, » nel quale sono indicate
40 specie: ogni specie è seguita da una noticina riguardante la,
sua maggiore o minor frequenza, ed i costumi: raramente è indi-
cata la località dove rinvengonsi, generalmente però sono specie
raccolte nei prati di S. Caterina, o nei fossati del suburbio.
Nel 1876 il sig. GiusePPE BoRsARI compilava come tesi di
Laurea un lavoro sui Molluschi del Modenese; questo lavoro
per la morte soppravenutagli poco dopo rimase incompleto, ma
le notizie raccolte da esso erano tanto importanti, che io cre-
detti opportuno di redigere sul manoscritto esistente agli Atti
della R. Università di Modena una nota riguardante « I Mol-
luschî del Modenese » che pubblicai nell’ Annuario della So-
cietà dei Naturalisti di Modena. Le specie notate dal BoRsARI
sono 7ò di cui 7 sono registrate sulla fede del Boni: le sin-
gole specie sono brevemente descritte, e sono seguite da una
noticina in cui si fa parola della sua frequenza, dei suoi co-
stumi e qualche volta è anche notata la località.
Nel 1877 il chiarissimo Prof. PELLEGRINO STROBEL dava in
luce nel Bullettino della Società Malacologica Italiana una
interessante nota « In/orno alla distribuzione oro-geografica dei
DE ARgiaoe
Molluschi viventi nel versante settentrionale dell’ Appennino dal
Tidone alla Secchia. » Il dotto Naturalista in questa bellissima
monografia dà conto di 111 specie viventi nell’ Emilia, specie
che egli diligentemente annota e discute.
Nel 1881 il Prof. PeLLEGRINO StROBEL nell’ Annuario della
Società dei Naturalisti di Modena stampava alcune « Osserva-
zioni all’ Opuscolo del Dott. Giuseppe Borsari sui Molluschi del
Modenese ». In queste osservazioni 1’ egregio Malacologo muove
alcuni appunti circa l’ habitat di qualche specie e corregge
alcune diagnosi evidentemente errate, così che il numero delle
specie date dal Borsari deve ridursi a sole 70.
Nello stesso anno veniva alla luce un « Primo Catalogo della
Collezione dei prodotti naturali della Provincia Modenese finora
raccolti, studiati e classificati nel Gabinetto di Storia Naturale
dell’ Istituto Tecnico Provinciale per cura del Prof. Paolo Bo-
nizzi, » nel quale sono registrate 30 specie di Molluschi del
Modenese senza alcuna indicazione di località. In questo elenco
figura il Limax agrestis Linn., che non è registrato nè dal
Borsari, nè dal Boni; le specie a cui questo catalogo si rife-
risce furono donate all’ Istituto dalla famiglia BORSARI.
Nel 1891 sotto il titolo di « Contributo alla fauna Malaco-
logica dell’ Emilia — Molluschi del Modenese e del Reggiano »
ho pubblicato una nota preventiva sui Molluschi del Modenese
e del Reggiano negli Atti della Società dei Naturalisti di
Modena.
In questo lavoro ho esposto sotto forma di un quadro com-
parativo l’ elenco puro e semplice dei Molluschi dell’ indicato
territorio ponendo a confronto le specie fino ad ora rinvenute
nel Modenese e Reggiano con quelle delle Provincie di Parma,
Piacenza, Bologna e Ferrara. Questo mio catalogo porta a 121,
le specie sin ora riscontrate nel Modenese, e a 73 quelle del
Reggiano; complessivamente poi per queste due provincie si
ha un numero di 129 specie, mentre per la regione Emiliana |
indico 152 specie.
Nel mio quadro comparativo ho anche data l’ indicazione
della distribuzione ipsografica delle singole specie.
Ecco i lavori più importanti che si riferiscono alla re-
gione da me studiata, della quale si sono incidentalmente occu-
pace
pati in diversi.lavori il MaRrteNs, il DE-STEFANI, la PAULUCCI,
il CarotI, il Pini, il LEssonA, il Drouft, il BOURGUIGNAT, ecc.
Questa regione occupa tutto il territorio formato dalle
valli del Panaro, della Secchia, del Crostolo, e da quella orien-
tale dell’ Enza, e quindi abbraccia le Provincie di Reggio e
Modena, esclusi alcuni tratti di esse situati nel versante me-
ridionale dell’ Appennino, i Distretti Mantovani al di quà del
Po, ed un piccolo lembo della Provincia di Ferrara.
Il territorio è vasto, ma le specie raccolte sono poche,
perchè la fauna malacologica del paese e sopratutto quella
della parte montuosa è assai povera almeno in confronto al
finitimo versante meridionale del nostro Appennino, dove l’in-
fluenze marittime esercitano un impero che al versante setten-
trionale punto o poco si estende, mentre invece la natura geo-
logica del suolo offre molti punti di contatto, e grande analogia.
Il materiale che ha servito alla redazione di questo mio
lavoro si trova in gran parte nel Museo Zoologico dell’ Univer-
sità di Modena; questo materiale nello scorso anno ho ordinato,
seguendo la classificazione adottata dal Westerlemd nell’ ul-
timo suo catalogo dei Molluschi terrestri fluviatili viventi nella
regione paleartica, in una delle sale destinate alla Collezione
Zoologica Provinciale.
Questa Collezione dei Molluschi viventi nella indicata re-
gione fu iniziata nel 1876 dal Dott. Borsari, il quale regalava
una completa raccolta delle specie da lui possedute; le etichette
da lui apposte alle singole specie mancano della indicazione
di località, sicchè poco interesse offrono allo studioso in ordine
alla distribuzione geografica: le specie però dal Borsari rega-
late appartengono tutte al Modenese e furono trovate dal Bor-
sari stesso, o per lui raccolte da me e dai colleghi ed amici suoi
Riccarpì, Testi, RAGAZZI, Bocca, FRIGNANI o da persone al suo
servizio. Le località dove principalmente sono state raccolte le
dette conchiglie sono oltre i contorni di Modena, il Finale, le
valli del Massese, Montegibbio ed anche Pavullo dove fece fare
ricerche il Riccardi per mezzo del suo zio materno Avv. PisroNI.
Queste specie furono tutte raccolte nella primavera del 1876,
e prima d’ allora il Borsari non aveva mai pensato a fare una
collezione di Molluschi del Modenese, e neppure possedeva
LO YOU
specie di altre località: questo ho voluto dire perchè non nasca
il dubbio che qualche specie che è citata per il Modenese sia
stata altrove rinvenuta.
In seguito la collezione Borsari fu aumentata pei doni
generosamente fatti dal Prof. Dante PAnTANELLI il quale in
diverse riprese regalò quanto aveva raccolto sia nei contorni
di Modena, che a Valestra sull’ Appennino Reggiano; dal Dott.
Vincenzo Ragazzi che raccolse a S. Anna, a Roteglia, a Va-
lestra, nelle valli di Rolo e Novi, nei dintorni di Modena ed
a Castelnuovo Rangone; il sig. Dott. ApErchi TireLLI regalò
specie di Carpi; il sig. Dott. Ranonpo Benzi raccolse nelle valli
di Novi; il Prof. Mario Maragoni donò specie dei dintorni di
Modena e da diversi luoghi della Provincia ebbi qualche specie
per il Museo dagli amici Dott. CarLo Boni, Abate GIUSEPPE
Mazzetti, Prof. Giovanni Soi, Prof. VencesLA0 SANTI, Marchese
AcHIiLLe BAGNESI, Avv. ARSENIO CRESPELLANI, Prof. ANDREA FIORI,
CesaRE Tonini, GHiponi Guino; qualche specie raccolse a Fiu-
malbo il Prof. Antonio CarRUccIo, ed io esplorai sui colli di
Campiglio e Vignola, sull’ Appennino a Guiglia, Zocca e Mon-
tese, nel Correggese, i dintorni di Suzzarra, Moteggiana, S. Be-
nedetto Po, Poggio Rusco, Sermide e Bondeno.
Infine nel 1890 il Direttore' dell’ Istituto Zoologico, Prof.
DeLLA VALLE, acquistò dal Dottore ApriaNo Fiori l’intera rac-
colta da lui posseduta dei Molluschi del Modenese e del Reg-
giano in cui erano rappresentate 80 specie, ciascuna delle quali
con esemplari provenienti da diverse località. Il sig. FIORI
cedette la sua bella collezione per un prezzo di favore non
solo, ma anche regalò parecchie specie della Sardegna e di
altre località, specialmente Italiane, che mancavano in colle-
zione, una raccoltina di specie del Bolognese, infine permise
di scegliere fra i duplicati della sua raccolta di specie Italiane
quanto poteva interessare il Museo, sia per la varietà delle
‘forme, che per la località dove gli esemplari furono raccolti.
La ricca Collezione del Museo, le pubblicazioni che sopra
ho ricordato, alcune note fornitemi dal Fiori mi hanno per-
messo di indicare per le singole specie un considerevole nu-
mero di località dove esse vivono, così il mio lavoro parmi
anche dal lato geografico non sia scevro di interesse.
MENggi >
Ho poi creduto conveniente di accennare se la specie fu
rinvenuta, oltrecchè nel Modenese o Reggiano, anche nel Bo-
lognese, Parmense, Piacentino o Ferrarese, come pure ho ri-
cordate le specie trovate nelle suddette Provincie e mancanti
nel Modenese e Reggiano perchè ho voluto che il mio lavoro
possa essere di giovamento a chi si occuperà di studiare la
Fauna Malacologica delle provincie Emiliane. Non ho creduto
anche di estendere i miei studi alla Provincia di Ravenna e
Forlì ed alla parte più orientale del Ferrarese, perchè questi
territori troppo risentono dell’influsso del vicino Adriatico.
Per l’enumerazione delle specie del Bolognese mi sono valso,
oltrecchè delle conchiglie regalate al nostro Museo dal FioRI,
anche dell’ elenco pubblicato dal Prof. GeRoLAMO Cocconi, e di
un altro gentilmente fornitomi dall’ Ing. AMILCARE LORENZINI
che possiede una Collezioncella di conchiglie della Porretta.
A Modena oltre la Collezione dei Molluschi del Modenese
dell’ Università, oltre quella dell’ Istituto Tecnico di cui più
sopra parlai, un’ altra ne esiste al ER. Liceo Muratori, al quale
pervenne dal Museo Civico di Modena. Tale collezione che fu
fatta dal Boxi non è determinata, nè porta indicazioni di
località.
A Bologna, a Reggio non esistono collezioni provinciali di
Molluschi: una ne esiste all’ Università di Parma, un altra in-
determinata in quella di Ferrara, ignoro se a Piacenza si abbia
una collezione locale di Molluschi.
Al Prof. DeLLrA VALLE, al Prof. PantanELLI, al Dott. FIORI
e a tutte quelle gentili persone che mi hanno aiutato nelle
ricerche io qui rendo i più vivi ringraziamenti.
GENERE Testacella Cuv.
Testacella pecchiolii Bgt., WesrerLunp Fauna Reg. Pal. I, p. 3, sp. 13.
Testacella haliotidea var. bisulcata SrrozeL Distribuzione p. 88. —
Testacella pecchioliò PavLucci Matériaux sp. 6; PicagLia Moll. Mod.,
Speagli:
Estensione geografica — Italia.
A questa specie probabilmente si devono riferire alcune
Testacelle viventi, che il Prof. Pantanelli ha osservate fram-
miste alla Crepedula unguiformis del nostro pliocene in una
collezione di conchiglie fossili.
Il Bourguignat la cita di Bologna; lo Strobel del Par-
mense.
GENERE Lehmania Less. et Poll.
Lehmania marginata Mill. — Limax ardorum KosrLr. Fauna Moll.
Nass. p. 78 — Lemacella arborum Josseaume Fauna Mal. Par. Art. II,
p. 101, T. IV, f. 7-9 — Lehmania marginata Lessona e PoLLonera Lim.
It. p. 61. i
Limax sylvaticus Boni Moll. Mod. p. 23; Borsari Moll. Mod. sp. 5.
— Limax agrestis StroBEL Osservazioni p. 223 — Lehmania marginata
Picagia Moll. Mod. sp. 2.
Estensione geografica. — Quasi tutta l’ Europa.
Il Borsari sulla fede del Boni cita questa specie come
propria del Modenese, lo Strobel crede invece si tratti del
Limax agrestis Linn.: Lessona e Pollonera nel loro lavoro sui
Limacidi Italiani suppongono che il Borsari sia nel vero e ci-
tano la breve diagnosi che di essa dà il Borsari. Or è bene
sapere che il Borsari ha tratte le diagnosi delle specie che
egli cita sulla fede del Boni o dal Moquin Tandon o da altro
autore, poichè egli non ha avuta fra le mani la raccolta del
Boni.
Nella privata collezione Boni del resto il Limax sylvaticus
più non esiste, quindi non si può affermare se la diagnosi della
specie in discorso sia esatta o meno.
TRANI
Lo Strobel nota questo Limax fra le specie raccolte nel
Parmense.
Genere Agriolimax Morch.
Agriolimax agrestis Linn. — Lima agrestis Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 26; Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 22; KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 77 — Limacella agrestis Josseaume Fauna Mal. Par. Art. II.
p. 105, T. IV, f. 10, 12 — Agriolimax .agrestis Lessona e PELLONERA
Lim. It. p. 94.
Agriolimax agrestis StroseL Distribuzione p. 84, 120 — Limax agrestis
Bonizzi Cat. I, T. sp. 20 — Lessona Moll. Piem. p. 836 — Agriolimax
agrestis PicacLia Moll. Mod. sp. 3.
Estensione geografica — Francia, Spagna, Portogallo, Italia
e le sue isole, Germania, Russia, Finlandia, Algeria, Madera,
le Azorre, Siberia, territorio d’ Amour, Massachussets, Canadà,
Groelandia.
Modenese (Bonizzi), Albinea [|259"| (Strobel).
Lo Strobel cita pel Parmense e Piacentino, oltre la specie,
anche le mutazioni filans Hoy. e reticulatus Mill.
GENERE Limax Linn.
Limax cellarius D'Argenville — Lima cinereus Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 24 — Limax macimus Moquin Tanpon. Hist. Moll. p. 28 (p. p.)
—- Limax cinereus KozeLt Fauna Moll. Nass, p. 74 — Limacella ma-
cima Josseaume Fauna Mal. Par. p. 97, T. IV, f. 1.38 — Limax
cellarius Lessona e PoLLoneRa Lim. It. p. 69.
Limax cinereus Boni Moll. Mod. p. 28; Borsari Moll. Mod. sp. 3;
StRoBEL Distribuzione p. 84, 120; Lessona Moll. Piem. p. 333 — Leimax
cellarius PicaGLia Moll. Mod. sp. 4.
Estensione geografica — Francia, Germania, Svizzera, Italia
e le sue isole, meno la Sicilia e le isole adiacenti, Finlandia,
Russia, Madera, le Azorre.
Comune nei giardini ( Borsari), territorio Pavullese [6007]
(Boni), Zocca |759"] (Picaglia), Fiumalbo [943" |, Lagosanto
[1501°] (Carruccio).
SR 7
Il Borsari ricorda le varietà cellarius M. T., Johnstoni M.
T., maculatus M. T., Aldrovandi M, T., fusciatus M. T.
Lo Strobel la cita del Parmense.
Limax cinereo-niger Wolf. — Limax maximus p. p. Moquin Tanpox
Hist. Moll. p. 29 — Limax cinereo-niger KozeLr Fauna Moll. Nass,
p. 74 — Limacella cinereo-niger Jossesume Fauna Mal. Par. Art. II.
p. 99, T. IV, f. 4, 6 — Limax cinereo-niger Lessona e PoLLoneRA
Lim. It. p. 74.
Limax lineatus (p. p.) StroseL Distribuzione p. 83 — Lima cinereo-
niger PicagLia Moll. Mod. sp. 6.
Estensione geografica. — Quasi tutta l’ Europa.
2 esemplari. Fiumalbo [943"] (Carruccio).
Questi esemplari sono neri, senza macchie, colla suola mar-
ginata di nero e coll’ apertura polmonare del pari marginata
di nero: sono perciò da attribuirsi alla var. maurus Held.
Lo Strobel la cita del Parmense.
Limax dacampi Menegazzi. Lessona e Porronera Lim. It. p. 76.
Limax cinereo niger Borsari Moll. Mod. sp. 2 — Limax lineatus var.
Da campi Stroset Distribuzione p. 84, 120 — Lrssona Moll. Piem. p. 385
— Limax dacampi Picacria Moll. Mod. sp. 6.
Estensione geografica. — Italia settentrionale: Gronda
(Alpi Apuane).
Il Borsari dice di aver rinvenuti parecchi individui di no-
tevole grandezza del L. c/nereo-niger in una casa lungo la riva
sinistra del Panaro, dove erano attaccati all’interno di una
galleria umida sotterranea, e soggiunge che in generale non è
molto comune.
Dopo un minuto esame degli esemplari io mi sono con-
vinto che non appartengono al L. cinereo-niger, ma al L. da-
campi. Nella descrizione poi che egli dà di questi esemplari
dice che « il corpo è di colore variabile; ma il mantello sem-
pre senza macchie ». Ciò non parmi sia vero; 3 degli esemplari
hanno la carena gialla, il 4° è giallo unicolore sui fianchi an-
teriormente, grigio scuro sul cappuccio e sui fianchi posterior-
mente, il resto del corpo è giallo con macchie nere formanti
quattro fascie longitudinali interrotte. I
Rinviensi anche nel Parmense ( Strobel).
EE] ase
Limax flavus Linn. — Limax variegatus Stein Lebend Schneck u. Musch.
p 24; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 25, T. III, f. 3-9; KoBseLt Fauna
Moll. Nass. p. 75 — Limacella variegata Josseaume Fauna Mal.
Par. Art. II, p. 105, T. III, f. 11, 13 — Limax flavus Lessona e
PoLLoneRa Lim. It. p. 89.
Limax variegatus Bonr Moll. Mod. p. 22; Borsari Mal. Mod. sp. 4;
StRoBEL Distribuzione p. 84, 120 — Limax flavus PicaeLia Moll. Mod. sp. 7.
Estensione geografica. — Francia, Germania, Italia, Porto-
gallo, Madera, Isole Azzorre.
Sotto i legni fradici, nei luoghi umidi, nell’ interno dei
pozzi, nelle cantine, in vicinanza degli abitati.
Comune al piano ed al colle ( Borsari ); Castelvetro { 100"] ©»
(Boni); Cantine di Modena (Picaglia).
Nel Parmense (Strobel).
GENERE Arion Fer.
Arion rufus Linn. — Miczaup Compl. p. 4 — Aron ater Stein Lebend.
Schneck. u. Musch. p. 22 — Arion empiricorum KosrLt Fauna Moll.
Nass. p. 68 — Arzon rufus Jossenume Fauna Mal. Par. Art. I, p. 26,
T. III, f. 5; Lessona e PoLronera Lim. It. p. 107.
Limax rufus Linn. Boni Moll. Mod. p. 22 — Borsari Moll. Mod. p. 22
— SrrogeL Distribuzione p. 87 — Arzon rufus PicagLia Moll. Mod. sp. 8.
Estensione geografica — Europa, Corsica, Sicilia, Africa
settentrionale, Madera, Azorre.
Il Boni dice che vive nei luoghi umidi e nelle cantine
della città, e parla anche di una varietà « corpore fusco nigri-
cante. » Il Borsari la cita sulla fede del Boni. Io non ho mai
vista questa specie ed ora più non esiste nella Collezione Boni.
Lo Strobel lo cita del Parmense, il Cocconi dell’ Appennino
Bolognese (nelle cantine).
* Arion hortensis Fér. ® — Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 23 —
Arion fuscus Moquin Tanpon Hist. Mell. p. 14 — Arton hortensis
(1) Nel Modenese e Reggiano a 100 metri sul livello del mare comincia
a trovarsi la collina.
(2) Le specie segnate con * non sono state sin ora rinvenute nel Mode-
nese e nel Reggiano.
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 70; Josseaume Fauna Moll. Par. Art. I,
p. 31, T. III, f. 8; Lessona e Portoxera Lim. It. p. 118.
Prolepis hortensis StroseL Distribuzione p. 87 — Prolepis fuscus
StRoBEL l. c. — Arion hortensis PicagLia Moll. Mod. sp. 8 (©.
Estensione geografica. — Gran parte dell’ Europa.
Il Josseaume, il Lessona ed altri riuniscono VA. fuscus
Mill. all A. hortensis Fér.; lo Strobel continua a tener distinte
le due specie: egli le cita dell’ Appennino parmense.
GeneRE Amalia Mog-Tand.
* Amalia marginata Drap. — Limax marginatus DraparnauD Hist.
Moll. p. 124, T. IX, f 7 — Amalia marginata KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 71; Lessona e Porronera Lim. It. p. 110.
Amalia marginata StroseL Distribuzione p. 84.
Estensione geografica. — Quasi tutta l’ Europa centrale e
meridionale; Inghilterra.
Lo Strobel lo cita del Parmense dove si rinviene sì al
piano che al monte.
GenERE Vitrina Drap.
SEZIONE Semilimax Stab.
ELoncata West.
* Vitrina elongata Drararnaup Hist. Moll. p. 120, T. VI, f. 40-42
— Vitrina semilimax Moguin Tanpoxn Hist. Moll. p. 45, T. VIII, f. 1-4
— Vetrina elongata KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 81, T. I, £ 3 —
Semilimax elongata WesterLUnD Fauna Reg. Pal. I, p. 17, sp. 6.
Vitrina elongata StroseL Distribuzione p. 85; PicaGLia Moll. Mod.
sp. 8. ]
Estensione geografica —- Germania, Baden, Slesia, Italia,
Francia Meridionale.
Ravarano (Strobel).
(1) Le specie segnate con = non hanno numero nel mio catalogo.
* Vitrina brevis Fér. — Semilimax brevis WesrerLunp Fauna Reg.
Pal. I, p. 17, sp. 7.
Semilimax' brevis SmroBeL Distribuzione p. 85; PacLucci Matériaux
sp. 20; PicaGLiA Moll. Mod. sp. 8.
Estensione geografica — Germania meridionale ed occi-
dentale, Tirolo, Carinzia, Italia superiore, Bosnia.
Lo Strobel la cita del Parmense.
Sezione Phenacolimax Stab.
* Vitrina pellucida Mull. — Srein Lebend. Schneck. u. Muschl; Moguin
Tanpon p. 52, T. 6, f. 33-36; KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 83, T. I,
f. 7 — Phenacolimaa pellucida WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. I, p. 20,
sp. 20 — Vetrina pellucida Josseavme Fauna Mal. Par. p. 188, T. I,
f. 2-3.
Helicolimax limacoides StroBEL Distribuzione — Phenacolimax pel-
lucida PauLucci Matériaux sp. 15 — Vitrina pellucida De SteFANi Moll.
Alpi Apuane; PicagLia Moll. Mod sp. 3.
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Norvegia, Da-
nimarca, Germania, Francia, Belgio, Italia settentrionale centrale
e meridionale (?), Sicilia, Sardegna, Spagna, Isole Jonie, Bosnia,
Siberia, territorio d’ Amour, Caucaso, America settentrionale.
Appennino Parmense (Strobel), Bosco lungo Pistojese [1380"]
(De Stefani).
Certamente le tre specie di Vitrina sopraindicate si tro-
veranno anche nel Modenese e nel Reggiano: nessuno però fino
ad ora, almeno per quanto mi consta, ve le ha raccolte.
GENERE Conulus Fitz.
SEZIONE Throchulus West.
Conulus fulvus (Miill.) Drap. — Helix fulva DrararnauD Hist. Moll.
p. 81, T. VIII, f. 12-13; Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 46,
T. I, f. 23 — Zonites fulvus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 67, T. VIII,
f. 14 — Hyalina fulva KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 99, T. I, f. 23
— Polita fulva Josseaume Fauna Mal. Par. Art. VI, p. 124, T. Il,
f. 9-10 — Throculus fulvus WesterLunp Fauna Reg. Pal. I, p. 26,
Spade
094 =
Zoonites fulvus IsseL Conch. Tab. sp. 1 — MHyalina fulva StroBEL
Distribuzione p. 87, 120 — Conulus fulvus PauLucci Matériaux sp. 24
— Trochulus fulvus PicaGLia Moll. Mod. sp. 9.
Estensione geografica — Tutta l’ Europa continentale, In-
ghilterra, Sicilia, Sardegna, Corsica, Africa settentrionale, Azorre
Kamatchatka, Siberia, Caucaso, Transcaucasia, Territorio d’ A-
mour, China settentrionale, Massachussets, Georgia, Canadà (?).
Sotto le foglie secche, fra i muschi — Valli di S. Anna,
Bosco Bertoni sul Secchia, Rio della Rocca (S. Valentino)
[313”] Rocca S. Maria [400"], Sega di Civago [800” | (Fiori),
Valle dell’ Enza (Strobel), Valestra [900%] (Pantanelli).
Trovasi anche nel Parmense ( Strobel ). î
GENERE Hyalinia Ag.
SEZIONE Vitrea Fitz.
AnomPHALA West.
Hyalinia diaphana Studer. — Helix erystallina (var. B) DrAPARNAUD
Hist. Moll. p. 118, T. VIII, f. 18-19. — Zooniîtes diaphanus Moquin
Tanpown Hist. Moll. p. 90, T. IX, f. 30-32 — Anomphala diaphana
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. Vol. 1, p. 30, sp. 4.
Vitrea diaphana PauLvcci Matèriaux sp. 43. — Anomphala diaphana
PicagLia Moll. Mod. sp. 10.
Estensione geografica —- Francia, Alpi, Pirenei, Germania,
Polonia, Austria, Dalmazia, Transilvania, Italia, Sicilia, Sar-
degna, Corsica, Algeria.
Fra i detriti di foglie nei luoghi freschi ed ombrosi —
Colli di Castelvetro [250"], Sega di Civago [800” |, Rocca Santa
S. Maria |400"] (Fiori).
CRYSTALLUS Lowe.
Hyalinia subrimata Reinah. — Orystallus subrimatus WeSstERLUND
Fauna Reg. Pal. I, p. 31, sp. ll.
Euhyalina diaphana var. subrimata SrroseL Distribuzione p. 86 —
Vitrea subrimata Pavrucci Matériaux sp. 44 — Crystallus subrimatus
PicaeLia Moll. Mod. sp. 11.
OO
Estensione geografica — Europa orientale e meridionale.
Secondo il Westerlund questa specie sarebbe distinta dalla
precedente tanto da appartenere ad un gruppo diverso; secondo
lo Strobel, la Paulucci ed altri malacologi invece non sarebbe
che una varietà della H. diaphana.
Valle dell’ Enza ed anche nel Parmense (Strobel).
Hyalinia crystallina Mill. — MHelia crystallina DraparnAuD Hist.
Moll. p 28, T. VIII, f. 18-17; Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 43,
T. I, f. 25 — Zoonîùtes erystallinus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 89,
T. IX, f. 26-29 — Hyalina cristallina Kobelt Fauna Moll. Nass. p. 91,
T. I, 13. — Oxychilus crystallinus Josseaume Fauna Mal. Par Art VI
p. 421, T. II, f. 8. 4 — Crystallus crystallinus WesrerLunp Fauna
Reg. Pal. Vol. I, p. 32, sp. 15.
Zoonites crystallinus IsseL Conch. Tab. sp.3 — Euhyalina crystallina
SrrogeL Distribuzione p. 86, 120 — Vetrea crystallina Paurucci Maté-
riaux sp. 45 — Crystallus crystallinus PicaGLia Moll. Mod. sp. 11.
Estensione geografica — Francia, Svezia, Inghilterra, Fin-
landia, Danimarca, Germania, Tirolo, Svizzera, Polonia, Italia,
Dalmazia, Sardegna, Sicilia, Spagna, Baleari, Algeria, Madera,
Azorre.
Vive come le altre Hyakne sotto le foglie secche, fra i
muschi, sotto le pietre nei luoghi umidi. — Dintorni di Mo-
dena, Detriti del Secchia, Rocca S. Maria [400" | (Fiori), Col-
legarola ( Mazzetti).
Sì rinviene nel Parmigiano (Strchel); a Monte Paderno
( Bolognese) [350" | ( Fiori).
HyDATINA West.
Hyalinia pseudohydatina Bgt. — Zoonites crystallinus var. hyda-
tinus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 89 — Hydatina pseudohydatina
WesrerLuNnD Moll. Pal. I, p. 87, sp. 43.
Loonites nitidosa (?), Z. crystallinus (?) Borsari Moll. Mod. sp. 10 —
Zoonites pseudohydatinus IsseL Conch. Tab. sp. 4 — Euhyalina hyda-
tina var. pseudohydatina SrroseL Distribuzione p. 86 —- Vitrea pseu-
dohydatina PavLucci Matériaux sp. 49 — Zoonites hydatinus StROBEL Os-
servazioni p. 224 -—— Hydatina pseudohydatina PicaGLia Moll. Mod. sp. 13.
Estensione geografica — Francia, Italia, Sicilia, Spagna,
Algeria, Dalmazia.
saggi
1 esemplare del modenese (Borsari ).
Concordo col Lessona © nel ritenere la specie del Borsari
essere la H. pseudohydatina Bgt.
Raccolta a Tabiano nel parmense (Strobel ).
SEZIONE Zonitoides Lehm.
* Hyalinia nitida Miilll — Helix lucida DraraRNAUD Hist. Moll. p. 103.
T. VIII, f. 11, 12 (non Helix lucida Tabl.) — Helix nitida Sven
Lebend. Schneck. u. Musch. p. 46, T. I, f. 22 — Zoonîites nitidus Mo-
quin Tanpoxn p. 72, T. VIII, f. 13-15 — Hyalina nitida KoseLt Fauna
Moll. Nass. p. 90, T. 12, f. 12 — Oxychilus cellarius Josseaume Fauna
Moll. Par. Art. VI, p. 416, T. I, f. 47-48 — Zonîùtoides nitidus
WesrerLunp Fauna Moll. Pal. I, p. 39, sp. 55.
Hyalina succinea (Stud ) StrogeL Distribuzione p. 120 — Hyalna nitida
Pavtucci Matériaux sp. 42 — Zonitoides nitidus PicaGLia Moll. Mod. sp. 17,
Estensione geografica -— Inghilterra, Irlanda, Danimarca,
Svezia, Germania, Svizzera, Francia, Italia settentrionale, Sar-
degna, Corsica, Spagna, Russia, Siberia, Caucasia, Tibet, Tur-
kestan, Algeria, America del Nord.
Piacenza (Strobel ).
SEZIONE Polita Held.
Hyalinia pura Alder. — Polita pura WesrerLunp Fauna Reg. Pal.
p. 48, sp. 59. |
Estensione geografica — Inghilterra, Germania, Francia
settentrionale, Alvernia, Svizzera, Vollinia, Russia, Siberia,
Caucasia, America settentrionale.
var. lenticularis Held. — Zoonites purus Moquin-Tanpon Hist Moll.
p. 87, T. IX, f. 23-25 — Hylina nitidosa KoseLt Fauna Moll. Nass.
p. 88, T.I, f. 11 — Polta pura var. lenticularis WesterLUnD Fauna
Reg. Pal. I, p. 43, sp. 59.
Euhyalina nitidosa StroseL Distribuzione p. 86 — Hyalina ammonis
Pau.ucci Matériaux sp. 40 — Polita pura var. lenticularis PicAGLIA
Moll. Mod. sp. 14.
(1) Lessona Moll Pi. pem. 324.
Liar
Estensione geogratica — Germania, Svezia, Danimarca,
Sardegna, Sicilia. 5
Fra i detriti delle foglie e dei legnami — Valle delle
Pozze [1000" ), Sega di Civago [800" | (Fiori); Valle dell’ Enza
(Strobel).
Si rinviene anche nel Parmense (Strobel).
* Hyalinia cellaria Miilll — Helix cellaria Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 44, T. I, f 4 — Zoonites cellarius Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 78, T. IX, f. 12 — Hyalina cellaria KoseLt Fauna Moll. Nass.
p. 89, T. I, f. 10 — Polita cellaria WesterLUND Fauna Reg. Pal. Vol. I,
p. 54, sp. 104 — Oxychilus cellarius Jousseaume Fauna Mal. Par.
Art. VI, p. 409, T. I, f. 39-40.
Hyalina cellaria PavLucci Matériaux sp. 25 — Polita cellaria PrcAGLIA
Moll. Mod. sp. 14.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Belgio, Da-
nimarca, Norvegia, Polonia, Germania, Austria, Italia, Tren-
tino, Dalmazia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Malta, Spagna, Sviz-
zera, Russia, America settentrionale e centrale, Canadà?, Al-
geria, Cabilia, Is. di S. Elena, Madera, Is. Canarie, Capo di
Buona Speranza, Nuova Zelanda, Caucaso, Siria, Palestina,
Il Cocconi la cita del Bolognese — (Probabilmente trat-
tasi della H. draparnaudi). i
Hyalinia blauneri Shutt. — Zoonites lucidus var. blauneri Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 76 — Polita blauneri WesterLunD Fauna Reg.
BalSlipx(607spil29:
Hyalinia obscurata (Porro) PavuLucci Moll. Sard. p. 159, t. 2, f. 2
— Polita blauneri PicaGLia Moll. Mod. sp. 15.
Estensione geografica — Gorizia, Italia, Corsica, Francia
Meridionale, Spagna.
Questa specie sembrami ben distinta dalla draparnaudiî
per una maggiore depressione della spira, per i giri più rego-
larmente crescenti, i quali sono anche in numero minore (5%),
e per la forma dell'apertura che è più ellittica nella drapar-
naudi, più tondeggiante nella blauners.
Il Locard, il Westerlund la separano dalla draparnaudi
sotto il nome di H. dlaumneri, ed il Locard dice che a ciò fare
lo consiglia anche la distribuzione geografica della specie, poi-
chè la blauneri e specie della regione mediterranea, mentre la
7
i luggica
draparnaudì si estende più a settentrione. La Paulucci ed il
De Stefani poi fanno della bdlauneri una varietà della drupar-
naudi seguendo in ciò il Kohelt ed il Moquin Tandon, da al-
cuni poi è confusa colla H. obscurata Porro.
La Paulucci nel suo studio sinonimico sulla Hyalinia
( Helix) obscurata Porro (Fauna Sard. l. c.) descrive e figura
le diverse specie che corrono sotto il nome di H. obscurata
Porro le quali sono le seguenti:
HyaLinia osscurata Porro p. 59, T. II f. 2 (hab. Corsica).
» ANTONINIANA Paul. p. 161 e 169, T. II, f.3 (hab. Sardegna ).
» porro1 Paul. p. 162, T. II, f. 4 (hab. Genova).
» rropipopHora Mabille, p. 163, T. II, f. 5 (hab. Corsica,
Isola Rossa).
» FuLGIDA ? Parr. p. 164 (hab. Sicilia).
» IsseLlana Paul. p. 165, T. IX, f. 13 (hab. Italia centrale
e meridionale).
» MERIDIONALIS Paul. p. 168, T. IX, f. 12 (hab. Italia cen-
trale e meridionale).
Il Westerlund non è dell'opinione della Paulucci e fa
della Hyalinia obscurata Porro le seguenti specie:
HyaLinia osscurata Porro ( H. porroî Paul.) — (bab. Italia [ Ge-
nova], Sardegna, Spagna meridionale).
» sLaUNERI Shutt. (.H. obscurata Paul) — (hab. Gorizia,
Italia, Corsica, Francia Meridionale, Spagna).
» ANTONINIANA ‘Paul. (hab. Sardegna).
» TtropIiporHora Mab. (hab. Corsica, Sardegna ).
» isseLtana Paul (hab. Sardegna).
» merIDIONaLIS Paul. (bab. Italia).
» FULGIDA (Parr.) Kob. (hab. Sicilia).
Gli aprezzamenti della Paulucci e del Westurlund sono
diversi sia per il valore attribuito alle diverse specie, sia per
la diffusione geografica: mentre il Westerlund accetta le specie
separate dalla Paulucci coi nomi di H. antoniniana, tropido-
phora, isseliana, meridionalis, fulgida, modificando solo il loro
habitat, non accetta poi le altre due specie H. porroi et obscu-
rata; la porroi identifica alla obscurata Porro, la obscurata
(Paul. non Porro) alla blaunerz.
gg
Il Westerlund concorda invece colle idee del Pini ©, il quale
è riuscito a districare meglio della Paulucci la questione della
H. obscurata Porro, avendo a sua disposizione i materiali tutti
del Porro depositati al Museo Civico di Milano, e le 3 specie
date dal Porro sotto il nome di obscurata egli- denomina:
HyaLina osscurata Porro ( H. porroî Paul.) — (hab. Genova,
Sardegna).
» oscurata var. shuttleworthiana Pini — (Corsica).
» ANTONINIANA Paul. — (hab. Sardegna).
» BLAUNERI Shutt. (H. obscurata Paul.) — (hab. Corsica).
La H. obscurata abiterebbe dunque la Liguria, la Sardegna,
la Toscana (fide Martens), la Romagna (fide Tassinari) e la
Spagna meridionale; l’antoniniana vivrebbe esclusivamente in
Sardegna; mentre la d'auneri si troverebbe in Corsica, e nelle
località più sopra accennate.
La blauneri della Toscana secondo il De Stefani sarebbe
uguale alla obscurata di Martens e Bonelli, e quindi secondo
il Pini alla vera obscurata del Porro, così probabilmente sarà
degli esemplari che hanno servito alla Paulucci per la sua
H. lucida var. blauneri (Matériaux sp. 36). Alla blauneri la
Paulucci fissa come dimora per l’Italia solo la parte centrale
e le isole, mentre il De Stefani la estende a tutta l’Italia set-
tentrionale e centrale, a parte della meridionale, ed ai paesi
posti al Nord d'’ Italia, discordando in ciò dal Locard, il quale
ne limita l’ estensione ai paesi circumediterranei.
Gli esemplari del Modenese sono 2, uno raccolto a (Gor-
zano [100" ] dal Coppi, l’altro a Fiumalbo ( 800" | dal Carruccio;
essi concordano perfettamente colla figura che dà la Paulucci
della H. obscurata Porro (1. c., T. II, f. 2), diversa dalla vera
obscurata di Porro di cui in Museo si ha un esemplare di Novi
Ligure proveniente dalla Collezione del Dott. Adriano Fiori,
il quale lo ebbe dal Pini.
Hyalinia draparnaudi Bechst. — Helx lucida DrararnauD Tabl.
Moll. p: 96 — Helix nitida Draparnavp: Hist. Moll. p. 117, T. VIII,
f. 23-25 —- Zoonites lucidus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 75, T. VIII,
(1) N. Pini. Un po’ di luce sulla Hyalina obscurata Porro: in Atti della
Società Italiana di Scienze Natur, Vol. XXVI, Anno 1863, p. 389. Milano 1883.
22700 =
f. 32, 33. — Oxychilus lucidus Joussenume Fauna Mal. Par. p. 405, T. I,
f. 30-32 — Polita draparnaudi WesterLunD Fauna Reg. Pal. I, p. 59,
sp. 127.
Zoonites cellarius Borsari Moll. Mod. sp. 9 — Zoonites lucidus IsseL
Conch. Tab. sp. 2 — Euhyalina draparnaldi StrogeL Distribuzione
p. 85, 120 — Zoonites draparnaldi StroseL Osservazioni p. 224 ---
Hyalina lucida Lessona Moll. Piem. p. 339; PauLucci Matériaux sp. 36
— Polita draparnaudi PicaeLia Moll. Mod. sp. 16.
Estensione geografica — Francia meridionale, il Giura,
Corsica, Sardegna Sicilia, Malta, Spagna, Italia, Europa centrale,
e settentrionale, Africa settentrionale.
Concordo collo Strobel che la H. cellaria Mull.. data dal
Borsari nel suo catalogo sia la H. draparnaudi; ma la determi-
nazione del Borsari non era errata, giacchè egli dà come
sinonimo della H. cellaria Mùll. la H. lucida Leach e la H.
nitida Drap., i quali sono sinonimi della H. draparnaudi e della
H. cellaria Rossm. n. Miill.; del resto il primo a sbagliare nel
dare la H. cellaria Mill. come sinonimo della draparnaudi è
stato il Draparnaud stesso.
Abbastanza comune fra i detriti delle foglie in decompo-
sizione nei luoghi umidi ed ombrosi; nelle cantine e nei bassi
fondi della città (Borsari), nei dintorni di Modena ( Pantanelli,
Fiori); Valli di S. Anna, Rocca S. Maria, [400"] Serpentini di
Varana [300" ], Borzano [ 200" | (Fiori), Valle dell’Enza ( Strobel).
Si trova anche nel Parmense e Piacentino (Strobel), sui
colli Bolognesi (Fiori), alla Porretta [300"] (Martens).
* Hyalinia isseliana Paul. — Polita isseliana WesteRLUND I, sp. 132,
paolo
Hyalina obscurata p. p. PauLucci Materiaux sp. 37 — Hyalinia lucida
(draparnaldi) var. isseltana De Srerani Moll. Ap. p. 31.
Estensione geografica — Liguria, Toscana, Calabria.
Chiesa di Boscolungo [1380" | (De Stefani).
SEZIONE Mesomphix Raf.
AEGOSPINA (Kob.) Bgt.
Hyalinia olivetorum (Herm.) Gm. — Aegospina olivetorum WestER-
Lunp Fauna Reg. Pal. I, p. 13, sp. 178.
— 101 —
Helix olivetorum Borsari Moll. Mod. sp. 27 — StroseL Distribuzione
p. 86 — Zoonîtes olivetorum StroseL Osservazioni p. 225 — Me-
somphix olivetorum PauLucci Matériaux sp. 53 — Hyalina olivetorum.
Lessona Moll. Piem. p. 342 — Hyalinia ( Retinella) leopoldiana Charp.
PoLLoneRa Moll. Piem. sp. 53 - Aegospina olivetorum PicagLia Moll.
Mod. sp. 17.
Estensione geografica — Baviera, Italia settentrionale e
centrale.
È questa specie comune nel nostro Appennino dove oltre
il Borsari l’ hanno anche rinvenuta il Prof. Pantanelli ed il
Dott. Ragazzi: posso citarla di Roteglia [200"] ed Albinea
[259”] (Strobel), di Pievepelago [|1061"] (Santi), di Rocca
S. Maria |400" |, Frassinoro [1097" |, Montegibbio [403 |, Guiglia
[470°] (Fiori).
Il Borsari dà come sinonimo della H. olivetorum Gm. la
H. incerta Drap., la quale come notano il Westerlund ed il
De Stefani è specie distinta e per caratteri zoologici e per ha-
bitat; la H. incerta sinonimo della H. olivetorum Fér. non Gm.
è propria della Francia meridionale e della Spagna.
I nostri esemplari come quelli della Toscana hanno le strie
spirali microscopiche.
E notata anche del Parmense e del Piacentino (Strobel),
della Porretta [300"] (Martens) e del Bolognese (Cocconi).
GENERE Helix Linn.
(A. Goniognathae Morch.).
SEZIONE Punetum Morse.
Helix pygmaea Draparnaup Hist. Moll. p. 114, T. VIII, f. 8-10. —
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 47, T. I, f. 24 — KoseLt Fauna
Moll. Nass. p. 99, T. I, f. 18 — Discus pygmaeus Josseaume Fauna
Mal. Par. Art. V, p. 428, T. II, f. 7-3 — Punctum pygmaeum
WersrerLuNnD Fauna Reg. Pal. II, p. 8, n.9.
Helix pygmaea, IsseL Conch. Tab. Patula pygmaea StrozeL Distribu-
zione p. 87 — Patula pygmaea Paviucci Matériaux sp. 70 — Punetum
pygmaeum Picagria Moll. Mod. sp. 18.
— 102 —
Estensione geografica — Europa continentale, Inghilterra,
Sicilia, Siberia, Lago Baical, Caucasia, Asia occidentale, Isole
Azorre, Madera, Stati Uniti d’ America ( Massachusset ).
Sotto le foglie fracide, fra i muschi. Bosco Bertoni sulla
Secchia, Rocca S. Maria [400" ] ( Fiori); Pietra di Bismantova
[1047"] (Strobel), Tresinaro vecchio ( Picaglia).
Trovata anche sulle colline Bolognesi (Fiori), e nel Par-
mense (Strobel). Rinviensi pure nella Lombardia e nel vicino
Appennino Toscano.
(Db. Aulocognathae Morch.).
SEZIONE Patula Held.
Discus Fit.
Helix rotundata Mill. DraparnauD Hist. Moll. p. 114, T. VIII, f. 4-7;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 39, T. I, f. 13 — Patula rotundata
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 99, T. I, f. 19 — Discus rotundatus
JosseAume Fauna Mal. Par. Art. VI, p. 426, T. II, f. 56; WesrTERLUND
Fauna Reg. Pal. II, p. 11, sp. 21.
Patula rotundata StroseL Distribuzione p. 87; PauLucci Matériaux
sp. 64 — Discus rotundatus PicAeLia Moll. Mod. sp. 19.
Estensione geografica — Tutta l’ Europa continentale, In-
ghilterra, Corsica, Sicilia, Sardegna, Africa settentrionale, Azorre.
Nelle faggete dell’ Appennino modenese e reggiano, Pozze
di Fiumalbo [ 1000" ], Fiumalbo [ 943" ], Frassinoro [1097" ], Sega
di Civago [800"], Cerreto dell’ Alpi [1158"], Ventasso [1727"],
Casola di Montefiorino [939 | (Fiori).
Lo Strobel la ricorda della Valle dell’ Enza e dell’ Appen-
nino Parmense; della Porretta il Lorenzini.
Pyramidula Fitz.
Helix rupestris Stud. DraparnauD Hist. Moll. p. 82, T. VII, f. 7-9;
SteIN Lebend. Schneck. u. Musch. p. 47; Moquin TanpoN ( var. trockhosdes )
p. 192, T. XV, f. 10-15 — Patula rupestris KoseLt Fauna Moll. Nass.
p. 98, T. I, f. 17 — Pyramidula rupestris WesterLuNnD Fauna Reg.
Pal. II, p. 13, sp. 83.
— 103 —
Patula rupestris StroseL Distribuzione p. 87; PauLucci Matériaux
sp. 69 — Pyramidula rupestris PicaGLia Moll. Mod. sp. 20.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Svizzera,
Germania, Iliria, Italia, Corsica, Sardegna, Sicilia, Portogallo
Spagna, Siria, Algeria, Tunisi, Dalmazia.
Vive sulle pietre, sui muri — Fiumalbo [943"] (Fiori),
Pietra di Bismantova [1047"] (Strobel).
Rinviensi anche sull’ Appennino Parmense (Strobel).
SEZIONE Vallonia Risso.
Helix pulchella Mill. DraprarnauD Hist. Moll. p. 112, T. VII, f. 30-32;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 39, T. I, f. 14 — Helix pulchella
Mill. var. laevigata Moquin Tanpon p. 140, T. XI, f. 34 — Vallonia pul-
chella KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 102, T. I, f. 22, JosseAume Fauna
Mal. Paris Art. VIII, p. 207, T. III, f. 34-37; WrsrerLunD Fauna Reg.
Pal. II, p. 15, sp. 38.
Helix pulchella Boni Moll. Mod. p. 23; IsseL Conch. Tab. n. 8; Bor-
saRI Moll. Mod. sp. 23 — Theda pulchella StrogeL Distribuzione p. 88
— Vallonia pulchella Pauucci Materiaux sp. 79; Lessona Moll. Piem.
p. 357 — Vallonia pulchella PicagLia Moll. Mod. sp. 21.
Estensione geografica — Tutta l’ Europa continentale ed
insulare, Caucasia, Siberia, Tibet, Amour, Stati uniti, Antille
regione del Capo, Isole Azorre, Madera, Africa settentrionale
Si rinviene tra le erbe, e i muschi, sotto le foglie fracide
nei luoghi umidi ed ombrosi (Boni, Borsari); dintorni di Mo-
dena, S. Anna, Casinalbo (Fiori).
La si deve però trovare anche al colle e per tutto 1° Ap-
pennino avendola trovata il Forsyth Major (De Stefani) a Bo-
scolungo [1300"] sul confine modenese, dove vive colla var. co-
stata Mull. |
Lo Strobel la cita del Piacentino, del Parmense e della
Valle dell’ Enza. Vive anche nel Piemonte, nella Lombardia e
nella finitima Toscana.
SEZIONE Lepinota West.
Helix ciliata (Venetz.) Stud. Micraup Compl. p. 23, T. XIV, f. 27-29;
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 217, T. XVII, f. 15 — Lepinota ciliata
WesterLunp, Fauna Reg. Pal. II, p. 16, n. 40.
— 104 —
Fruticicola ciliata StroseL Distribuzione p. 88 — Trichia ciliata Pav-
Lucci Matériaux p. 79 — Bradybaena ciliata Lessona Moll. Piem. p. 343,
Pollonera Moll. Piem. sp. 60 — Lepinota ciliata PicagLia Moll. Mod. sp. 22.
Estensione geografica — Svizzera, Tirolo, Francia, Italia
settentrionale, centrale ed anche negli Abruzzi.
Sui cespugli, fra i muschi, nelle faggete dell’ Appennino. —
Monte Modino Frassinoro |1559"| (Fiori), Valestra [934]
( Pantanelli), Monte della Rocca « Zocca » [794"], ( Picaglia).
Vive anche nell’ Appennino Parmense (Strobel), e la si
rinviene anche nel Piemonte, nella Lombardia e nel versante
meridionale del nostro Appennino.
(C. Pycnogognathae, Mbrch.).
*) Ataeniae.
SEZIONE Achantinula, Bk.
Euachanthinula, West.
Helix aculeata Mill. DraparnauD Hist. Moll. p. 82, T. VII, f. 10-11;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 41, T. I. f. 16; Moguin Tanpon
Hist. Moll. p. 189, T. XV, f. 5-0 — Hygromia laeta Jousseaume Fauna
Mal. Par. Art. VII, p. 158, T. III, p 46-47 — Euachantinula aculeata
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. II, p. 16, 43.
Helix aculeata IsseL Conch. Tab. sp. 13; Thedba aculeata StroBeL Di-
stribuzione p. 88 — Achantinula aculeata Paurucci Matériaux sp. 72
— Euachantinula aculeata PicaGLia Moll. Mod. sp. 23.
Estensione geografica — Tutta 1’ Europa tanto sul conti-
nente che nelle isole, Caucasia, Algeria, Marocco.
Sotto le foglie morte. — Montegibbio |403"] (Strobel ),
Rocca S. Maria [400"] (Fiori).
Si rinviene anche nel Parmense (Strobel) e nel Bolognese
(Fiori).
— 105 —
SEZIONE Gronostoma Held.
Caracolina Fitz.
Helix lenticula Fér. Micnaun Compl. p. 48, T. XV, f. 15-17; Moguin
Tanpon Hist. Moll. p. 109, T. X, f. 15-16 — Caracolina lenticola Wx-
stERLUND Fauna Reg. Pal. II, p. 22, sp. 57.
Helix lenticula Borsari Moll. Mod. sp. 29; StroBeL Osservazioni p.
— Trigonostoma lenticula PauLucci Matériaux sp. 73 — Caracolina
lenticula PicagGLia Moll. Mod. sp. 24.
Estensione geografica. — Spagna, Francia meridionale, ed
occidentale, Italia centrale e meridionale, Sardegna, Sicilia,
Corsica, Grecia, Malta, Siria, Palestina, Algeria, Marocco, Ba-
leari, Dalmazia.
Convengo collo Strobel che la specie in discorso poco si
scosti dalle spiagge del mare, e perciò sia da ritenersi acci-
dentale la sua presenza nel modenese. Escludo però in modo
assoluto che il Borsari possa aver confuso specie modenesi con
quelle di altre località, non avendo il Borsari collezione di
malacologia; tutte le specie che egli cita nel suo catalogo fu-
rono raccolte nella Primavera del 1877 da lui, da me, dal Kic-
cardi e da altre persone appositamente incaricate di racco-
glierle a Pavullo, a Montegibbio e nelle valli di Finale.
L’ esemplare di H. lenticula del Museo modenese corri-
sponde alla descrizione che di questa specie danno il Draparnaud
ed il Westerlund, solo però conviemmi avvertire che il nostro
esemplare ha 7 giri di spira, come gli esemplari descritti dal
Draparnaud, mentre a questa specie il Westerlund attribuisce
soli 4}, a 5 giri.
Il Borsari dice di aver rinvenuto l’ esemplare in discorso
sotto alcune pietre.
Un altro esemplare, raccolto pure dal Borsari, si trova
nella collezione dell’ Istituto Tecnico.
Trigonostoma Fitz.
Helix obvoluta Mill. DrararnauD Hist. Moll. p. 112, T. VII, f. 27-29;
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 114, T. X, f. 26-80 — Gonostoma ob-
— 106 —
voluta KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 102, T. I, f. 23 — Helicodonta
obvoluta Josseaume Fauna Mal. Par. Art. VII, p. 101, T. III, f. 3-4 —
Trigonostoma obvoluta WrsrterLuNnD Fauna Reg. Pal. 25, sp. 71.
Helix obvoluta IsseL Conch. Tab. sp. 7 — Anchistoma obvoluta
StroBeL Distribuzione p. 87; PauLucci Materiaux sp. 76 — Helix ob-
voluta Lessona Moll. Piem. p. 356 — Trigonostoma obvoluta PicagLia
Moll. Mod. sp. 25.
Estensione geografica — Francia, Belgio, Inghilterra, Da-
nimarca, Germania, Svizzera, Ungheria, Italia, Sicilia, Spagna,
Portogallo.
Il Ragazzi ed il Pantanelli l’ hanno rinvenuta sul nostro
Appennino dove vive sotto i sassi fra i dirupi. — Rocca. S. Maria
[400], Ventasso [1727"]., Montefiorino [797"], Tana della Mus-
sina [150"], Borzano [507"], Fiumalbo [943"] (Fiori), Sassi
della Rocca [420" ], Monte della Riva [794"] (Picaglia), Mon-
tese [841"] (Mazzetti), Valestra [ 934" | (Ragazzi e Pantanelli).
È stata rinvenuta anche sull’ Appennino Parmense e Pia-
centino (Strobel), su quello Bolognese (Cocconi) ed a Por-
retta (Lorenzini, Martens).
**) Leucozona.
SEZIONE EF'ruticicola Held.
Trichia Hn.
* Helix hispida Linn. DraparnauD Hist. Moll. p. 104, T. VII, f. 20-22;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 42, T. I, f. 18; Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 224, T. XVII, f. 14-16 — Fruticicola hisp:da KoBELT
Fauna Moll. Nass. p. 110, T. I, f. 23 — Hygromia hispida JossEAUME
Fauna Mal. Par. Art. VII, Tav. I, f. 27, 30, 31 — Trichia hispida
WesrerLunD Fauna Reg. Pal. II, p. 35, sp. 93.
Fruticicola hispida StrozeL Distribuzione p. 88 — Trichia hispida
PauLucci Matériaux sp. 81; PicagLIiA Moll. Mod. sp. 25.
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Norvegia, Da-
nimarca, Olanda, Belgio, Francia, Germania, Austria, Iliria,
Volinia, Italia, Svizzera, Corsica, Spagna, Russia, Siberia, Cau-
casia, Territorio d’ Amour, Baikal, Algeria.
Lo Strobel la cita del Parmense e del Piacentino.
L= TT TO E ET
— 107 —
* Helix rubiginosa (Zgh.) A. Schm. — Trichia rubiginosa WestER-
Lunp Fauna Moll. Pal. II, p. 59, sp. 59.
Helix rubiginosa StroseL Distribuzione p. 121 — Trichia rubiginosa
PicagLia Moll. Mod. sp. 25.
Estensione geografica — Germania, Transilvania, Svezia,
Russia, (Is. Oeland e Gotland), Albania.
Colorno (Strobel).
Theba (Risso) Stabile.
Helix anconae IsseL — Theda anconae WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. II,
p. 78, sp. 216.
Eulota cantiana var. cemenelea Paurucci Matériaux sp. 98 — Theba
anconae var. rubella Picaguia Moll. Mod. sp. 26.
Estensione geografica — Italia, Francia.
È così grande la confusione che regna fra i malacologi
nella sinonimia delle specie del gruppo dell’ H. cantiana e
dell’ H. carthusiana, che io non m’ azzardo a tentar di risolvere
la questione. Nella divisione delle diverse specie io seguo il
Westerlund più che mi è possibile; è quindi che, secondo anche
il mio modo di vedere, nella regione modenese e reggiana si
troverebbero soltanto le tre specie H. anconae Issel., H. cemene-
lea Risso, H. carthusiana Mill, mentre si deve escludere l’ H.
cantiana Mont, la cui estensione geografica è assai diversa
dall’ affine anconae: la cantiana è propria della Inghilterra,
del Belgio, della parte NE della Francia ed anche abita parte
della Germania (Brema).
L’ H. anconae è citata dallo Strobei dell’ Appennino par-
mense a S. Franca (Mutatio Da Campo Villa), ed il Fiori
l’ha raccolta a S. Luca [290%] nell’ Appennino presso Bologna;
tanto gli esemplari di S. Franca, quanto quelli di S. Luca
sono da ascriversi a mio credere alla forma rubella Risso
(H. Da Campo Villa). Il De Stefani ritiene la specie del
bolognese intermedia tra 1° H. cemenelea e V H. Da Campo:
ritiene poi anche l’ H. anconae corrisponda al tipo della can-
tiana vera. Io son certo che attente ricerche permetteranno di
trovare nel nostro Appennino tanto l’ Helix anconae, che la
var. rubella.
— 108 —
* Forma carfaniensis De Stefani, WesrerLunD Fauna Moll. Pal. II, p. 79
sp. 216*
Monacha carfaniensis De Srerani Moll. Ap. p. 53 (Vol. XIII)
Tr:
Estensione geografica — Appennino Toscano.
* S. var. minor De Stefani WesrerLUND l. c. — Helix cantiana var. minor
De SreranI Moll. Serchio p. 43 — Monacha carfaniensis s. var. minor
De Srerani Moll. Ap. p. 54 — Monacha anconae forma carfaniensis
s. var. minor PicaGLia Moll. Mod. sp. 26.
Il De Stefani ha rinvenuto questa varietà nell’ Appennino
Reggiano ma sul versante meridionale e precisamente a San
Pellegrino [1464" |: non sarà difficile che essa possa vivere an-
che nel versante settentrionale del nostro Appennino.
Helix cemenelea Risso — Helix cantiana var. galloprovincialis Moquin
Tanpon p. 202 — Theba cemenelea WesterLUND Fauna Reg. Pal. II,
PIRO NES poaziize
Helix cantiana var. galloprovincialis De Sterani Moll. Serch. sup.
p. 43 — Fruticicola cantiana StroseL Distribuzione p. 88-121 —
Eulota cantiana var. cemenelea PicagLia Matériaux sp. 98 — Carthu-
stana cemenelea Lessona Moll. Piem. p. 359 — Theba cemenelea Pi-
caGLia Moll. Mod. sp.
Estensione geografica. — Francia meridionale, Italia,
Trentino.
Il Prof. Adriano Fiori ha raccolto questa specie nel Bosco
Bertoni sul Secchia, il Prof. Santi a Pievepelago [750"® |. Io poi
l’ ho raccolta anche a Mantova.
Forma minor Mog. Tand. — Theba cemenelea forma minor WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. II, p. 79, sp. 217.
Fruticicola cantiana var. minor StroeL Distribuzione p. 88 — Theda
cemenelea forma minor PicaeLia Moll. Mod. sp. 27.
La forma minor sarebbe assegnata all’ H. cantiana tanto
dallo Strobel che dal De Stefani, mentre il Westerlund 1’ at-
tribuisce invece alla H. cemenelea. Secondo il Westerlund
l’H. cantiana e la cemenelea abitano un area ben distinta:
la prima vive nell’ Europa settentrionale (Inghilterra, Belgio,
e la parte nord-ovest della Francia, mentre l’ H. cemenelea
vive nella Europa meridionale; dello stesso parere è il Locard.
Per la differenza che riscontrasi nella forma della conchiglia
— 109 —
che nella cemenelea è più depressa e più larga, per la diversa
forma dell’ apertura che è più grande, quasi trasversalmente .
ovale, ed obliquamente inclinata, come pure pel diverso colore
del peristoma e per la loro distribuzione; io inclino a separare
l’ H. cemenelea dalla cantiana, e quindi la forma minor di cui
parla lo Strobel io l’attribuisco all’ H. cemenelea, piuttosto
che alla cantiana.
Questa forma lo Strobel l’ha rinvenuta a Montegibbio [403"]
nel modenese e in altre località del parmense e del piacentino.
Il Martens cita un H. cantiana del bolognese che io non
saprei se ascrivere alla cemenelea o all’ anconae.
Helix carthusiana Mull. — Helix carthusianella DraraRNAUD Hist.
Moll. p. 103, T. VI, f. 81-82, e T. VII, f. 34 — Helix carthusiana
DraparnauD l. c. pag. 101, T. VI, f. 33; Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 207, T. XVI, f. 20-26 — Hygromia carthustana Josseaume Fauna
Moll. Par. Art. VIII, p. 147, T. III, f. 12 — Zheba carthusiana
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. II, p. 81, sp. 213.
Helix carthusianella Boni Moll. Mod. p. 23 — Helix carthusiana IsseL
Moll. Tab. sp. 15 — Helix incarnata Borsari Moll. Mod. sp. 21
— Helix carthustanella Borsari ]. c. sp. 22 — Helix carthusiana
Borsart l. c. sp. 23 — Fruticicola carthusianella StroseL Distribuzione
p. 89, 121 — Helix carthusianella Bonizzi Cat. I. T. sp. 36; STROBEL
Osservazioni p. 225 — Monacha carthusiana Paurvoci Matériaux sp. 97;
De Sterani Moll. Ap. p. 59 — Helix carthusiana Lessona Moll. Piem.
p. 359 — Theba carthusiana PicagLia Moll. Mod. sp. 28.
Estensione geografica -— Francia, Inghilterra, Danimarca,
Svizzera, Germania, Austria, Carniola, Carinzia, Italia, Sicilia,
Corsica, Sardegna, Spagna, Portogallo, Caucasia, Asia Minore,
Siria, Siberia, Dalmazia.
Ho già dimostrato colla sinonimia sopra riportata la con-
fusione che i diversi malacologi modenesi hanno fatto intorno
a questa specie: l’ H. carthustana data dal Borsari non è la
H. carthusiana del Drap. (cantiana Mill.), ma invece una
varietà della carthusiana Mùll. (carthusianella Drap.). Il Bor-
sari del resto non era ben persuaso della sua diagnosi, giacchè
sospettava che la sua H. carthusiana non fosse che una varietà
della carthusianella: infatti egli parlando di essa scrive: « vive
colla precedente ( H. carthusianella) di cui forse non è che
una varietà ».
— 110 —
È comune nel Modenese e nel Reggiano nei prati, nei giar-
dini. Dintorni di Modena (Picaglia, Ragazzi, Fiori), Colli di
Sassuolo, [150"], Casinalbo (Fiori) Castelvetro |100" | (Ragazzi),
Montardone [506"] (De Stefani), Motegibbio [403"] Roteglia
[200"] (Strobel), Valli di Sermide, Poggio Rusco, Sermide, Mot-
teggiana, Suzzara, Prati di Correggio, Correggio, Campiglio [200""],
Le Barche presso Vignola [110®], Montalbano, Rio Saliceto,
Tresinaro vecchio (Picaglia), Acqua fredda (Crespellani),
Collegarola (Mazzetti), Rovereto (Benzi).
Mista al tipo rinviensi la forma minor Mog. Tand. e le
varietà lutescens, lactescens, alba Moq. Tand.
Lo Strobel la cita del Parmense e del Piacentino; Issel
di Tabiano.
Euomphalia West.
Helix strigella DrararnauD Hist. Moll. p. 84, T. VII, f. 1-2; SrEIN
Lebend. Schneck. u. Musch. p. 86, T. I, f. 10; Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 204, T. XVI, f. 14-17 — Fruticicola strigella KoseLt Fauna
Moll. Nass. p. 109, T. I, f. 27 — Hygromia cinerea (Poir.) JosseAuME
Fauna Mal. Par. Art. VI, p. 25, T. Il, f. 20, 21 — Euomphalia stri-
gella WesrerLunp Fauna Reg. Pal. II, 92, sp. 246. Helix strigella.
Boni Moll. Mod. p. 93; SrroseL Distribuzione p. 121 — Eulota
strigella Paurucci Matériaux sp. 105 — Euomphalia strigella PicaGLia
Moll. Mod. sp. 28.
Estensione geografica — Svezia, Norvegia, Finlandia, Da-
nimarca, Germania, Austria, Ungheria, Transilvania, Svizzera,
Francia, Italia settentrionale, Sicilia, Spagna, Grecia, Illiria, Bo-
snia, Russia meridionale, Caucasia, Siberia, Territorio di Amour.
Guastalla (Strobel).
Il Boni nel suo catalogo dà questa specie come abitante
nelle siepi: parmi però che nessuno degli esemplari del Boni
corrisponda alla strigella, ma invece alla profuga; il Borsari
non la cita nel suo catalogo. Lo Strobel cita l H. strigella
anche del Parmense e del Piacentino.
Helix orsinii (Porro) Villa — Tiseri Bull. Mal. it. An. II, 1869 p. 66,
T. III, fig. 9-11 — Ewomphalia orsiniù WesrerLunD Fauna Reg. Pal.
p. 95, sp. 249.
— 111 -
Borsari Moll. Mod. sp. 14; StroBeL Osservazioni p. 224 — Eulota
Orsinii PauLucci Matériaux sp. 108 — Euomphalia orsinit PicaGLia
Moll. Mod. sp. 29.
Estensione geografica — Abruzzo, Umbria, Emilia.
Montagne presso Pavullo [600"] (Borsari, Fiori), Guiglia
[400"] (Fiori, Picaglia), Sassi della Rocca [420"] (Picaglia),
Fiumalbo [943"] (Fiori).
Non è più il caso di mettere in dubbio l’esistenza di
questa specie nel Modenese, come faceva il Chiarissimo Pro-
fessore Strobel quando non si conosceva che l'esemplare rac-
colto dal Borsari. Vero è che l’averne raccolti soli 6 esemplari
dimostrerebbe la specie essere molto rara nei nostri monti: però
più ricerche attente, e fatte in stagioni più opportune potreb-
bero farla trovare in maggior copia ed anche in altre località.
Convengo collo Strobel che 1° Appennino modenese, per
quanto sino ad ora si conosce, sarebbe il limite più setten-
thionale della sua espansione.
Monacha Hn.
Helix incarnata Miill. -- DraparnauD Hist. Moll. p. 100, T. VI, f. 30;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 37, T. I, f. 11 (p. p.); Moguin
Tanpon Hist. Moll. p. 199, T. XVI, f. 5-8 — Zvuticicola incarnata
KoseLt Fauna Moll. Par. p. 107, T. I, f. 85 — MHygromia incarnata
Josseaume Fauna Mal. Par. Art. VI, p. 29, T. II, f. 24-25 — Mo-
nacha incarnata WesrerLunp Fauna Reg. Pal. II, p. 97, sp. 258.
Helix incarnata Borsari Moll. Mod. sp. 21; SrroseL Distribuzione p. 121
— Monacha incarnata PauLveci Matériaux sp. 92; PicaGLia Moll. Mod.
sp. 80.
Estensione geografica — Svezia, Danimarca, Belgio, Sviz-
zera, Tirolo, Dalmazia, Italia settentrionale, Sicilia, Spagna,
Germania, Carniola, Bosnia, Russia.
Il Borsari la cita del Modenese, ma gli esemplari da lui
attribuiti a questa specie appartengono invece all’ H. carthu-
siana Muùll.; come bene osserva lo Strobel essa si potrebbe rin-
venire facilmente anche nel Modenese, essendo stata già trovata
a Guastalla (Strobel).
Lo Strobel la cita anche di Parma e Piacenza. Il Cocconi
del Bolognese,
— 112 —
Hygromia Risso.
Helix cinctella DraparnauD Hist. Moll. p. 99, T. VI, f. 28; Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 215, T. XVI, f. 38-40 — Hygromia cinctella
WesrerLunD Fauna Reg. Pal. II, p. 100, sp. 259.
Helix cinetella Boni Moll. Mod. p. 23; Borsari Moll. Mod. sp. 20;
IsseL Conca. Tab. sp. 16 — Fruticicola cinetella StroBEL Distribuzione
p. 88, 121 — Helix cinetella Bonizzi Cat. I, T. sp. 10 — Trichia
cinctella Paurucci Matériaux sp. 89; Lessoxi Moll. Piem. p. 359 —
Hygromia cinctella PicacLia Moll. Mod. sp. 81.
Estensione geografica — Europa meridionale.
Comune nelle siepi, nelle erbe sulle rive dei fossati. Dintorni
di Modena (Picaglia, Fiori, Pantanelli, Ragazzi), S. Faustino,
Casinalbo, (Fiori), Campiglio [200®], Correggio, S. Benedetto
Po (Picaglia), Montegibbio [403® | (Srobel), Rovereto (Benzi).
Rinviensi anche nel Parmense e Piacentino (Strobel), a
Porretta ( Lorenzini, Martens), a Ferrara e Bondeno (Picaglia).
var. fasciata Paul.
Modenese ( Fiori, Pantanelli, Borsari), Correggio ( Picaglia).
Lo Strobel cita questa varietà anche del Parmense e Pia-
centino.
(D. Odontognathae Mérch.).
*) Paurotaentae.
SEZIONE Campylaea Bk.
FEucampylaea Wert.
Helix planospira Lamk. — Eucampylaca planospira WesteRLUND Fauna
Reg. Pal. II, p. 127, sp. 315.
Campylaea planospira StroseL Distribuzione p. 108; PauLveci Maté-
riaux sp. 107 — Ewucampylaea planospira PicagLia Moll. Mod. sp. 35.
Estensione geografica — Illiria, Italia.
Sennoner la indicò allo Strobel come specie raccolta nel-
l'Appennino modenese. Il Fiori l’ha rinvenuta nelle faggete
— 113 —
dell’ Appennino Modenese e Reggiano e cioè a Val di Riarbero
[900"], alla Madonna dell’ Acero a Monte Valestra [934"];
l'Abate Mazzetti a Montese [841"]; il Prof. Pantanelli a Se-
stola [1040" |.
Lo Strobel (sempre sulla fede di Sennoner) la indica del-
l'Appennino Parmense. Il Martens sotto il nome di H. seti-
pila Z. = H. planospira Lam. var. setulosa Brig. la cita della
Porretta [300"] nell’ Appennino bolognese, dove anche l’ ha rin-
venuta il Lorenzini.
*Helix cingulata Stud. — Eucampylaea cingulata WesterLUND Fauna
Reg. Pal. II, p. 140, sp. 347.
Campylaea cingulata PauLtoci Matériaux sp. 115; Studi sull’H. cin-
gulata p. ‘19, T. I, f. 1
Estensione geografica — Trentino, Italia settentr. e centr.
var. lucensis Paulucci — Eucampylaea cingulata var. lucensis WeSsTER-
LunD Fauna Reg. Pal. II, p. 141.
« Campylaea Presli var. lucensis PauLucci Materiaux, sp. 115, e p. 30
(note); Studii sull'H. cingulata p. 38, T. I, f. 6 — Eucampylaea
cingulata var. lucensis PicagLia Moll. Mod. sp. 36.
Estensione geografica.
Il Dott. Fiori Adriano ha rinvenuto sul Ventasso [1727"]
due spoglie di una Campylaea, che io giudico appartenere alla
var. lucensis Paul. della H. cingulata Stud.
Seguendo la classificazione del Westerlund io pongo l’ HA
lucensis come varietà della cingulata, parmi però che la varietà
lucensis per i caratteri generali e specialmente per la forma
dell’ombelico sia piuttosto una varietà dell’H. presti Rossm.
che dell’ H. congulata Stud.
* Helix preslii (F. Schm.) Rossm. — Eucampylaea presliî WesteERLUND
Fauna, Reg. Pal. II, p. 142, sp. 348.
Helix cingulata var. presliv Paurucci Matériaux sp. 115; Studi sull’ H.
cingulata p. 31.
Estensione geografica — Baviera, Carinzia, Sasnal, Fran-
cia meridionale, Italia, Tirolo.
var. anconae Gentiluomo — Eucampylaea preslit var. anconae, WeSTER-
LunD Fauna Moll. Pal. II, p. 14.
Helix cingulata mut. anconae GENTILUOMO Moll. Toscani p. 40, n. 2,
T. III, f. 2; Campylaca cingulata var. anconae PauLucci Matériaux
8
— 114 —
sp. 115 — Helix presti var. anconae Paurvcci studi sull'H. cingulata 1. c.
p- 40, T. II, f. 2 — Helix cingulata forma anconae De STEFANI Moll. Apuani
p. 83 — Eucampylaea presti var. anconae PicaGLia Moll. Mod. sp. 37.
Il De Stefani scrive nel suo lavoro sui Molluschi delle
Alpi Apuane che « a settentrione delle Alpi Apuane l’ H. cin-
gulata manca per gran tratto. Recentemente la marchesa Pau-
lucci me ne mostrava individui raccolti dal Pantanelli nel
Modenese a Monte Cusina ©, e forse dessa verrà trovata nel
versante orientale dell’ Appennino toscano, nell’ alto delle valli
dell’Enza, e del Secchia, dove si estendono piccoli lembi di
calcare simili a quelli della Val di Serchio. Quella forma del
Modenese mi parve prossima alla var. Anconae ».
Non mi è stato possibile vedere gli esemplari raccolti al
Monte Cusna [1500"?] nell’ Appennino Reggiano, che a quanto
mi ha. detto il Prof. Pantanelli erano di piccole dimensioni,
per poter verificare se essi appartenevano realmente alla va-
rietà in discorso.
Il Dott. Fiori Adriano ha raccolto l’ H. anconae sulla vetta
delle Alpi di Momio [1600"], che sono pure situate nell’ Appen-
nino reggiano. Resta quindi esclusa, fino a prova contraria,
l’esistenza di questa specie nell’ Appennino modenese, mentre
viene così confermata l'opinione del De Stefani che la specie
possa rinvenirsi nella valle del Secchia.
SEZIONE Arianta Leach.
* Helix arbustorum Linn. DrararNauD Hist. Moll. p. 88, T. V, f. 18;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 32, T. I, f. 6; Moquin Tanpox
Hist. Moll. p. 123, T. XI, f. 14 — Arztanta arbustorum KozeLt Fauna
Moll. Nass. p. 120, T. II, f 1 — Arzanta arbustorum JossEAUME
Fauna Mal. Par. Art. VI, p. 15, T. II, f. 19; WesrerLunD Fauna Reg.
Pal. II, p. 147, sp. 357.
Helix arbustorum StroseL Distribuzione p. 105 — Arianta arbustorum
PauLucci Matériaux sp. 130 — Arianta arbustorum PicagLia Moll.
Mod. sp. 31.
Estensione geografica — Inghilterra, Irlanda, Svezia, Nor-
vegia, Danimarca, Laponia, Francia, Svizzera, Germania, Au-
(1) Leggi Monte Cusna (Appennino reggiano).
— 115 —
stria, Carinzia, Dalmazia, Podolia, Italia, Sicilia, Nord Ame-
rica, Oregon, California.
Lo Strobel nega l’esistenza di questa specie alpina nella
regione emiliana; egli suppone che sia citata per esserne stata
trovata qualche spoglia « allo sbocco di qualche torrente del-
l'Appennino, trasportata giù dai fiumi che dalle Alpi discen-
dono pure nel Po ».
Il Cocconi la cita del Bolognese. È anche citata pel Pie-
monte nella regione subappennina.
SEZIONE Eulota Hn.
Helix fruticum Mill. DrararnavD Hist. Moll. p. 83, T. V, f. 16-17;
SteIN Lebend. Schneck. u. Musch. p. 35, T. I, f. 9; Moguin Tanpon
Hist. Moll. p. 196, T. XVI, f. 14 — Fruticicola fruticum KoBELT
Fauna Moll. Nass. p. 108, T. I, f. 26 — Higromia fruticum JosseAuME
Fauna Mal. Par. Art., IV, p. 23, T. II, f. 14-15 — ZEulota fruticum
WesterLunp Fauna Reg. Pal. II, p. 152, sp. 361.
Helix fruticum IsseL Conch. Tab. sp. 14; Borsari Moll. Mod. sp. 11 —
Fruticicola fruticum StRoBEL Distribuzione p. 89, 121 — Eulota fruticum
PauLucci Matériaux sp. 106 — Helix fruticum Bonizzi Catalogo sp. 35
— Eulota fruticum Lessona Moll. Piem. p. 360; PicagLia Moll. Mod.
sp. 88.
Estensione geografica -- Europa, Siberia, Caucasia.
Io pel primo e successivamente il Borsari raccogliemmo
questa specie nella siepe (ora distrutta), che dalla Barriera
Garibaldi va fino al ponte della Pradella, ed in quella pre-
cisamente che costeggiava la via Emilia dal lato di Nord; ivi
erano abbondantissime le spoglie, ma erano scarsi gli indi-
vidui viventi. Il Prof. Mario Malagoli più tardi la rinvenne
in un fossato lungo la via che dalla Crocetta conduce al ponte
di Navicello; ed infine l’ Abate Mazzetti l’ ha rinvenuta a
Montese [841"]. Lo Strobel poi la cita di Albinea [259"] e
di Guastalla.
Si trova anche nell'Appennino bolognese (Cocconi) e nel
Parmigiano, dove vive sì al piano che al monte (Strobel).
— 116 —
** Schizotaeniae.
SEZIONE Xerophila Held.
Heliomanes Fér.
* Helix virgata Da Costa — Heliomanes virgata WesterLUND Fauna
Reg. Pal. II, p. 165, sp. 371.
Estensione geografica — Inghilterra, Coste dell’ Atlantico,
Paesi circumediterranei.
* var. variabilis Drap. — Helix variabilis DraPARNAUD Hist. Moll. p. 84,
T. V, f. 21-26; Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 264, T. XIX, f. 21-26 —
Theba virgata Josseaume Fauna Mal. Par. Art. VIII, p. 211, T. III,
f. 7-8 — Heliomanes virgata var. variabilis WesteRLUND, Fauna Reg.
Pal. II. p. 165, sp. 371.
Xerophila variabilis Pavuucci Matériaux sp. 137 — Heliomanes vir-
gata var. variabilis Picaria Moll. Mod. sp. 81.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Germania,
Illiria, Dalmazia, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Malta, Spa-
gna, Portogallo, Baleari, Algeria, Cabilia, Transcaucasia.
Il Lorenzini l’ha raccolta a Porretta.
Non so perchè il Locard ® dia la Theba virgata di Jos-
seaume come sinonimo della pisana: egli cita però per la 7.
virgata la pag. 214, mentre invece a pag. 214 il Josseaume dà
la Theba pisana. Del resto cita anche, come sinonimo della
H. pisana, la Choclea virgata da Costa, mentre poi © dà la
H. virgata. Montagu come sinonimo della H. vartabilis. Drap.
Il Westerlund ed il Josseaume attribuiscono la virgata a
Da Costa e non a Montagu: anzi a questo proposito il Josseaume
scrive: « Comment se fait-il que tous les auteurs modernes
attribuent cette espèce à Montagu, alors que cet auteur renvoie
a la description et à la planche de Da Costa? »
* Helix introducta (Ziegl.) Bgt. — Heliomanes introducta WestERLUND
Fauna Reg. Pal. II, p. 225 sp. 590.
(1) Locarp, Prodròome de Malacologie francaise, p. 393.
(2) Locarp, l. c., p. 390.
— 117 —
Xerophila caespitum var. introducta SrroseL Distribuzione p. 91;
Paurucci Matériaux sp. 132 (29), p. 31 — Heliomanes introducta Pr-
cagLIA Moll. Mod. sp. 31.
Estensione geografica — Francia meridionale, Corsica, Sar-
degna, Baleari, Spagna meridionale, Piemonte, Emilia, Liguria,
Alpi Apuane, Toscana, Sicilia, Algeria, Dalmazia.
Lo Strobel la cita del Parmense, il Cocconi del Bolognese.
Striatella West.
Helix profuga A. Schm. — Striatella profuga WesterLunp Fauna Reg.
Pal. II, p. 288, sp. 577.
Helix intersecta Boni Moll. Mod. p. 23 — Helix strigella o striata
Boni Moll. Mod. p. 28 — Helix variabilis Boni Moll. Mod. p. 23 —
H. intersecta BorsArI Moll. Mod. sp. 25 — Helix fasciolata Borsari Moll.
Mod. sp. 24 — Xerophila profuga StroseL Distribuzione p. 93-122; Pav-
Lueci Matériaux sp. 145 — Helix fasciolata Bonizzi Cat. I. T. sp. 12 —
Helix profuga Stroset Osservazioni p. 225 — Helix candidula StROBEL
Osservazioni p. 225 — Xerophila profuga De Sterani Moll. Apuani
p. 115 — Xerophila ( Striatella) profuga PicacLia Moll. Mod. sp. 32..
Estensione geografica — Italia, Francia meridionale, Istria,
Dalmazia, Grecia, Sardegna, Corsica, Malta, Nord Africa.
Come si può vedere della sinonimia sopra citata i nostri
malacologi non avevano un idea ben chiara della H. profuga.
Il Borsari ed il Bonizzi danno questa specie sotto il nome
di H. fusciolata Poir. che secondo il Westerlund sarebbe forse
sinonimo dell’ H. cespitum, la quale non è specie Italiana.
Il Borsari poi dà come sinonimi della fasciolata due specie
ben distinte e cioè H. striata Drap. (che non è, come gene-
ralmente si crede, la H. profuga, mentre una varietà della
striata Drap. deve ritenersi sinonimo della H. un:fasciata
Poir.) ed H. costulata Ziegl., od H. striata Mill. che non è
specie italiana. Del resto la H. fasciolata era dal Borsari
stata posta nella collezione universitaria col nome di H.
striata Drap.; il Borsari poi colla sinonimia che egli dà ha
fatto cadere in errore anche lo Strobel: la H. fasciolata del
Borsari non è la candidula Studer, come suppone lo Strobel,
ma sibbene la H. profuga.
— 118 —
Comune nei luoghi erbosi e nei prati (Boni, Borsari, Fiori,
Ragazzi, Pantanelli), dintorni di Modena, Solara, Campiglio
[200"], Rio Saliceto, Correggio, Valli di Sermide, Moteggiana,
S. Benedetto (Picaglia), Pievepelago [1061®] (De Stefani),
Valle della Secchia, S. Ilario d'Enza (Strobel), Nonantola
(Mazzetti ), Rovereto ( Benzi).
Vive anche nel Parmense (Strobel), nell’ Appennino bo-
lognese (Cocconi), a Pistoia (Lorenzini), ed a Bondeno (Picaglia). -
Helix etrusca Issel — Striatella etrusca WesteRLUND Fauna Moll. Pal. II,
p. 239, sp. 66.*
Helix profuga var. etrusca IsseL Moll. Pis. p. 14 (extr.) — Xerophila
profuga var. estrusca De STEFANI Moll. Ap. p. 114 — Striatella etrusca
PicaeLia Moll. Mod. sp. 32. 3
Estensione geografica — Italia settentrionale, Toscana, Um-
bria. |
Ho rinvenuto questa forma a Bondeno nel Ferrarese.
Il Pollonera ® poi chiama la nostra Helix profuga col
nome di H. mediolanensis Fagot per le seguenti considerazioni :
« Il sig. Fagot » egli dice « ha dimostrato che Schmidt chiamò
H. profuga l’ H. striata Drap. per distinguerla dall’ H. striala
Muùll. Quindi l H. profuga è la forma francese figurata da
Draparnaud e diversa da tutte le forme italiane. In Piemonte
si trova la forma lombarda assai bene rappresentata dalla
figura di Rossmàssler. » Della specie dell’Italia settentrionale
egli da la seguente sinonimia :
Helix mediolanensis Fagot (Bull. Soc. Mal. France, 1884, p. 113)
= H. striata Rossm. (Icon., VI, f. 354a) = H. profuga auct. ital.
Secondo il Westerlund l’ H. mediolanensis sarebbe una
forma dell’ H. profuga propria dell’ Italia superiore dove esi-
sterebbe anche la specie. Il De Stefani dice che nel nostro
appennino vive la vera profuga; vero è che il lavoro di De
Stefani è anteriore a quello del Fagot.
Ho confrontato gli esemplari del Museo provenienti dai
(1) CarLo PoLLonera. Nuove aggiunte alla Malacologia terrestre del
Piemonte — in Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della
R. Università di Torino, Anno IV, N. 58, Torino 1884.
— 119 —
contorni di Modena con alcuni di Cremona: la striatura degli
esemplari nostrani è più grossolana, ma i nostri differiscono
per l’ elevatezza della spira dagli esemplari cremonesi: i nostri
hanno una forma generalmente più convessa, alcuni però sono
assai più depressi. Anche il cercine labiale dei nostri è, come
negli individui della val di Scriva, più sottile e più pallido.
Non possedendo il RossmAssler nè individui tipici di confronto
nom posso decidere se gli esemplari nostri appartengono alla
forma mediolanensis, o a quella cisalpina dello stesso Fagot
o alla vera profuga. Non sarei alieno dall’ ascrivere qualche
individuo del modenese alla var. dertoniensis di Pollonera.
Helix unifasciata Poir. — Helix striata var. DraparnauD Hist. Moll.
p. 106, T. VI, f. 21 — Helix unifasciata Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 234, T. XVII, f. 36-41 — Xerophila candidula KozeLt Fauna Moll.
Nass. p. 118, T. I, f 38 — Theba unifasciata Josseaume Fauna Mal.
Par. Art. VIII, p. 217, T. III, f. 19-20 — Striatella unifasciata We-
sreRLUND Fauna Reg. Pal. II, p. 271, sp. 667.
Helix unîfasciata IsseL Conch. Tabiano sp. 17 — Xerophila unifasciata
SrroseL Distribuzione p. 94 — Xerophila candidula PavLucci Maté-
riaux sp. 151 — Xerophila (Striatella) unifasciata Lessona Moll.
Piem. p. 365; PicacLia Moll. Mod. sp. 33.
Estensione geografica — Francia, Svizzera, Germania me-
ridionale, Tirolo, Italia settentrionale ed occidentale, Austria,
Sicilia, Corsica, Spagna, Portogallo, Caucasia, Russia.
Montegibbio [403" ], Roteglia [200®], S. Ilario (Strobel).
Lo Strobel la indica anche del Parmense e del Piacentino.
* Helix conspurcata Draparnaup Hist. Moll. p. 105, T. VII, f. 28-25;
Moquin Tanpon p. 237, T. XVIII, f. 2-3 — Stréatella conspurcata We-
stERLUND Fauna Reg. Pal. II, p. 302, n. 781.
Helix conspurcata StroseL Distribuzione p. 122 — Xerophila con-
spurcata PauLucci Matériaux sp. 1593 — Xerophila ( Helicella) con-
spurcata PicacLia Moll. Mod. sp. 83.
Estensione geografica — Francia, Portogallo, Baleari, Spa-
gna, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica. Malta, Dalmazia, Grecia,
Caucasia?, Algeria, Marocco, Tunisia.
Lo Strobel la cita dei Giardini di Parma, dove crede vi sia
stata importata, ma io non so capire il perchè: questa specie
infatti la si trova in tutta l’Italia superiore sì al piano che al
— 120 —
colle; delle pianure e colline Lombarde la cita lo Strobel; dei
colli piemontesi il Lessona ed il Pollonera; il Fiori l’ ha rinve-
nuta abbondante sotto le mura di Bologna e nei colli circostanti.
Helicella (Fér.) Hartm.
Helicella ammonis (A. Schmidt) Strobel — Helicella ammonis We-
sterLUuNnD Fauna Reg. Pal. II, p. 343, sp. 291. x
Helix ericetorum ® Boni Moll. Mod. p. 23 — MHelix neglecta IsseL
Moll. Tabiano sp. 18; BorsarI Moll. Mod. sp. 26 — Xerophila ammonis
StrogeL Distribuzione p. 91, 121 — Helix ericetorum (non Mill.)
Bonizza Cat. I, T. sp. 13 — Xerophila ammonis PauLucci Matériaux
sp. 133 — Helix ammonis StroBEL Osservazioni p. 225 — Xerophila
( Helicella) ammonis Lessona Moll. Piem. p. 365; PicagLia Moll. Mod.
sp. 34. i
Estensione geografica — Italia, Dalmazia.
Sotto il nome di H. ericetorum Mill. il Boni, il Borsari ed
il Bonizzi danno come propria del Modenese la H. ammonis
Strobel. Queste due specie hanno un area di distribuzione assai
diversa ed ho già detto più sopra dove viva la H. ammonis; la
H. ericetorum non abita l’Italia, ma si rinviene invece in Francia,
Inghilterra, Svezia, Danimarca, Germania, Croazia e Spagna.
È comune nel Modenese, e la si trova nei pendii soleggiati,
erbosi, selvatici, sugli sterpi secchi, lungo gli argini (Borsari);
secondo il Boni poi prediligerebbe i campi coltivati a trifoglio —
Dintorni di Modena, Argini di Secchia e Panaro, Colli di Sas-
suolo [137"] (Fiori); Pievepelago [1061"] (Santi); Orto Botanico
(Malagoli); Montegibbio [403® |, Roteglia [200" ], S. Polo [ 150" ]
(Strobel); Campiglio [200®|, Rio Saliceto, Budrione (Picaglia);
Acqua fredda [200" ] (Crespellani), Nonantola (Mazzetti); Carpi
( Tirelli).
La si rinviene anche nel Parmense e Piacentino (Strobel);
nell'Appennino bolognese (Bonelli, De Stefani, Cocconi) alla
Porretta [|300"| Lorenzini), a Ferrara (Picaglia).
(1) Nelle raccolte di alcuni collezionisti modenesi ed in quella del Museo
del Liceo di Correggio l’ H. ammonis si trova classificata col nome di
H. caespitum Drap.
— 121.
Oltrechè la forma tipica si rinviene la forma candida
Porro. Nessuno degli esemplari modenesi da me osservati ap-
parterebbe alla subvarietà dononiensis, che il De Stefani dice
rinvenirsi sull’ Appennino bolognese, benchè alcuni presentino
più degli altri la spira elevata.
Il Pollonera ‘d ha dimostrato che non v'ha dubbio che
la H. ammonis Strobel non è altra cosa dell’ H. umbilicaris
Olivi, e che quindi per legge di priorità si dovrebbe adottare
il nome di Olivi.
SEZIONE Macularia Alb.
* Helix vermiculata Mill. DrapsrnauD Hist. Moll. p. 96, T. VI, f. 7-8;
Moquin Tanpow Hist. Moll. p. 159, T. XII, f. 25-29 — Macularia ver-
miculata WesterLunD Fauna Reg. Pal. II, p. 411, sp. 1050.
Helix vermiculata Borsari Moll. Mod. sp. 19; SrroeL Distribuzione
p. 109 — Macularia vermiculata Paurvoci Matériaux sp. 177 — Helix
vermiculata StroBEL osservazioni p. 224 — Macularia vermiculata Moll
Mod. sp. 39.
Estensione geografica — Paesi circummediterranei.
Rara nei giardini e nelle vigne (Borsari), dintorni di Mo-
dena (Ragazzi), Tresinaro Vecchio (Picaglia).
Celestano nel Parmense (Strobel), Appennino Bolognese
(Cocconi).
Il De Stefani fissa per il limite settentrionale di questa
specie la pianura Pisana fino al Serchio: più a nord essa forma
delle colonie isolate, dove forse fu importata come a Celestano,
a Padova, a Viareggio ecc. Secondo lo Strobel anche pel Mo-
denese la H. vermiculata dovrebbe ritenersi come importata,
così pure io credo sia per il Bolognese. .
Il Borsari ha riscontrate le var. campestris, flammulata,
albida Moq. Tand.
(1) CarLò PoLLoneRA. Esame critico delle spese terrestri descritte come
nuovi dall’ Abate H. Olivi — in Bollettino della Società Malacologica Italiana,
Vol. XIII, p. 11, 1888.
— 122 —
Sezione Tachea (Leach) Gray.
* Helix nemoralis Mill. DrararnauD Hist. Moll. p. 94, T. VI, f6-5;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 34, T. I, f. 7; Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 162, T. XII, f. 3-5 — Tachea nemoralis KogeLt
Moll. Nass. p. 123, T. II, f. 3 — Cepaea nemoralis Josseaume Fauna
Mal. Pat. Art. VI, p. 18, T. II, f. 16-18 — Tachea nemoralis We-
srerLUND- Fauna Reg. Pal. 1I, p. 444, sp. 1133.
Helix nemoralis Boni Moll. Mod. p. 24; IsseL Conch. Tabiano sp. 9;
De Srerani Moll. Serch. sup. 48; Borsari Moll. Mod. sp. 17 — Pen-
tataenia nemoralis StroseL Distribuzione p. 89 — Tachaea nemoralis
PauLucci Matériaux sp. 113 — Helix nemoralis Bovizzi Cat. I. T. sp 9.
— Tachea nemoralis Lessona Moll. Piem. p. 363; De Srerani Moll.
Ap. p. 87; PicagLia Moll. Mod. sp. 40.
Estensione geografica — Europa occidentale e centrale, Por-
togallo, Spagna, Francia, Corsica, Italia settentrionale e cen-
trale, Svizzera, Austria, Germania, Svezia e Norvegia, Russia,
Danimarca, Inghilterra, Dalmazia.
forma etrusca auct. () — Tachea nemoralis var. lucifaga Hartm. ap. Zg.,
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. IT, p. 445, sp. 1183.
Pentataenia nemoralis var. estrusca StroseL Distribuzione p. 89, 121
— Tachea nemoralis var. etrusca De Srerani Moll. Ap. p. 87 — Ta-
chea nemoralis var. appennina Lessona Moll. Piem. p. 344 — Tachea
nemoralis var. etrusca, PoLLonera Moll. Piem. p. 26; PicaeLia Moll.
Mod. sp. 40.
Seguendo l'opinione del signor Dott. Raimondo Del Prete,
il quale crede che le maggiori o minori dimensioni degli esem-
plari Toscani, della H. nemoralis forma etrusca, dipendano
dal nutrimento più o meno abbondante, dalla natura ed ele-
vazione del terreno, e seguendo anche la diagnosi che egli
stabilisce per questa varietà, io sarei d’avviso che gran parte
degli esemplari Modenesi della H. nemoralis Mill. debbano
ascriversi alla var. etrusca, mentre non credo vi sia rappre-
sentata la forma tipica.
La collezione del Museo ha individui della bassa valle del
Po, del piano, del colle, della media e dell’elevata montagna:
(1) Appennina Stabile, genuensis Porro, montana (in schedis).
— 123 —
quelli della pianura e del colle hanno dimensioni medie ed
in generale corrispondono alle misure date dal Westerlund per
l’H. nemoralis tipo; alcuni però presentano dimensioni mag-
giori e precisamente quelle assegnate dal sopraindicato natura-
lista per la var. etrusca = lucifuga (Diametro 30 mm., Altezza
22 mm.) e questi io ascriverei alla forma maior Jan.
Quelli della montagna elevata hanno generalmente dimen-
sioni piccole, e cioè quelle date dal Westerlund per la H. ne-
moralis tipo ( diametro mm. 21, altezza mm. 15), questi a mio
parere potrebbero ascriversi alla varietà alphea De Stefani ©,
che è la forma minor Del Prete.
Gli individui poi della bassa valle del Po da me raccolti
hanno dimensioni più piccole e le forme a spira elevata sono
più comuni specialmente a Ferrara, dove ho anche notata che
la colorazione unicolore e predominante: infatti sopra 22 in-
dividui che ho raccolti 9 sono fasciati, 18 sono unicolori e
sopra altri 30 che ho osservati in una siepe 3 presentavano
delle fascie, mentre gli altri erano tutti unicolori (giallo-pal-
lidi). Questi individui più piccoli io li attribuisco alla var.
cisalpina ®© dello Stabile, e sono probabilmente la stessa cosa
dell’ Helix nemoralis tipica dello Strobel.
È più comune al piano che al colle ed al monte: posso
citarla dei dintorni di Modena [ Madonnina, Freto etc.] (Pi-
caglia, Malagoli ), di Casinalbo (Fiori), di Ganaceto (Bagnesi),
di Montese [841"], Campiglio [200° ], Correggio, Tresinaro vec-
.chio, Rio Saliceto, Budrione, Dragoncello, Sermide, Poggio
Rusco, S. Benedetto, Suzzara, Moteggiana, (Piccaglia), di Ca-
stelnuovo-Rangone [|100" | (Ragazzi), di Fiumalbo [943"] (Car-
ruccio), di Pievepelago [1061"] (Santi), di Carpi (Tirelli), di
Acqua fredda [200%] (Crespellani), di Pavullo [600"] (Soli),
di Sestola [1050"] (Pantanelli ).
Lo Strobel la cita di Canossa [380"] e Guastalla.
(1) Helix ( Tachea) nemoralis var. etrusca forma alphea
De SrerANI -— Helix nemoralis IsseL Moll. Pisa p. 11 — Helix nemoralis
forma minor DeL PrETE — Tachea nemoralis, forma etrusca var.
alphea De Sterani Moll. Ap. p. 91; PicagLia Moll. Mod. sp. 40.
(2) Helix (Tachea) nemoralis var. cisalpina SrasiLe Moll.
Piem. p. 65; Lessona Moll. Piem. p. 365; PicaeLia Moll. Mod. sp. 40.
— 124 —
La si rinviene anche dal Parmense (Strobel) e nel Bolo-
gnese (Cocconi): alla Porretta [300"] l’ha raccolta Lorenzini,
ed io l’ho raccolta a Ferrara ed al Bondeno.
Il De Stefani scrive che nella valle del Serchio perdomina
la colorazione gialla, mentre nella confinante valle della Scol-
tenna o Panaro vide molto frequente la colorazione rossa.
forma conoidea Cl. — Tachea nemoralis forma conoidea WestERLUND JI,
p. 445, sp. 1113 (2); PicaeLia Moll. Mod. sp. 40.
Un bell’esemplare di questa forma è stata trovata dal
Dott. Ragazzi a Castelnuovo Rangone; l’ altezza della Conchiglia
è di 22 mm,, la larghezza di 21, l'apertura ha un altezza di
13 mm. ed una larghezza di 12: per la colorazione poi appar-
tiene alla var. Cuvieria.
forma globulosa Baudon, Locarp Mal. Bac. Rhone. p. 755, T. II, f. 27;
PicagLia Moll. Mod. sp. 40.
Conchiglia piuttosto piccola, spessa, globuloso-conica, coi
giri fortemente convessi, l’ultimo anteriormente discendente,
fortemente striata, coll’apertura più raccorciata; bordo collu-
mellare più dritto. più ingrossato e più riflesso. Colore bianco
con 5 fascie, le 2 superiori si presentano come due linee lucide,
quà e là leggermente lavate di castagno; le 3 inferiori sono
di un bel castagno acceso; il peristoma e la callosità collu-
mellare sono bianche, solo sull’ombellico è tinta di rossiccio.
Altezza mm. 22, diametro mm. 23; apertura-altezza 12 mm.,
larghezza 13 mm.
Il Borsari cita del Modenese anche l’ Helix hortensis Mill;
l'esemplare però da lui raccolto, e che si conserva nel Museo
della notra università secondo il giudizio della Paulucci e dello
Strobel, i quali l’hanno esaminata, e secondo anche il mio
modo di vedere non sarebbe che una varietà albina della co-
mune H. nemoralis,
Io però ebbi occasione di studiare un Helix trovata dal
Signor Attilio Giovanardi, la quale presentava i caratteri della
H. hortensis Mill., e, benchè fosse albina, nulla aveva che
fare colla nemoralis albina del Borsari. i
Il Cocconi cita l’H. hortensis Mùll. dell'Appennino Bolognese.
Fra le molte varietà di colorazione degli esemplari della
collezione del Museo Zoologico della università di Modena ri-
cordo le seguenti:
— 125 —
Alba, argenwillea, bornea, cuvieria, duchampia, euthymea, gmelinia,
grisea, gronovia, guettardia, hermania, lartetia, libellula, listeria,
montfortia, nilsonia, olivia, petiveria, potretia, polia, quinquefasciata,
rissoa, rubella, rumphia, woodia.
Una singolare ed elegante colorazione presenta poi una
conchiglia raccolta dal Dott. Vincenzo Ragazzi a Castelnuovo
Rangone: le fascie 12345 fuse assieme occupano quasi tutta
la conchiglia. 1 314 giri superiori sono di un colore corneo
uniforme, gli altri sono screziati di castagno più o meno chiaro,
volgente in qualche punto al giallo od al rosso, con una fascia
lattea sotto la sutura; l’ultimo giro poi presenta un altra
fascia lattea interrotta la quale percorre il mezzo dell’anfratto,
oltre a quella situata sotto la sutura, di cui ho parlato. Il pe-
ristoma è bruniccio.
Devo poi anche accennare ad un esemplare sinistrorso
raccolto nel Correggese, del quale non ho potuto ottenere la
spoglia.
Sezione Pomatia (Leach) Becks.
Helix aspersa Mill. — Draprarnaup Hist. Moll. p. 89, T. V, f. 28;
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 174, T. XIII, f. 14-32; Josseaume Fauna
Mal. Par. Art. VI, p. 11, f. 13 — Pomatia aspersa WesterLUND Fauna
Reg. Pal. II, p. 450, sp. 1145.
Helix adspersa Boni Moll. Mod. p. 23 — Helix aspersa Borsari Moll.
Mod. sp. 15 — Helix adspersa StroseL Distribuzione p. 109-121 —
Helicogena aspersa PauLucci Matériaux sp. 199 — Helix aspersa Bo-
nizzi Cat. I. T. sp. 8; StroseL Osservazioni p. 224 — Pomatia aspersa
PicagLia Moll. Mod. sp. 41.
Estensione geografica — Versante meridionale delle Alpi,
paesi mediterranei, Francia, Belgio, Inghilterra meridionale,
Isole della Manica, Dalmazia.
Prati dei contorni di Modena, Sossolese (Boni), dintorni
di Modena (Borsari, Ragazzi ), Mura di Modena, Orto Botanico,
S. Faustino (Fiori), Correggio (Picaglia), Guastalla (Strobel ),
Carpi (Tirelli).
Questa specie, chè è abbastanza comune specialmente negli
orti e nei giardini, presenta una grande variabilità per rispetto
— 126 —
all’elevatezza della spira, la quale nei nostri esemplari varia
dai 19 ai 25 mm. con un diametro variante tra i 25 e 29 mm.
Gli individui da me osservati appartengono alla forma minor W,
meno un esemplare di Correggio, che devesi ascrivere alla
forma nana W.
La colorazione è assai variabile notandosi le variazioni 0bseu-
rata Menke (Modenese e Correggio), sonata M. T., fammea M. T.
Secondo lo Strobel questa specie sarebbe acclimatata da
noi fin da tempi remoti, come lo fu « nel Parmense, nel Pia-
centino ed a sinistra del Po sino a Cremona ».
Lo Strobel la cita del Parmense e del Piacentino; il Coc-
coni dell’ Appennino bolognese; il Lorenzini l’ha raccolta alla
Porretta [300”]; Martens a Bologna; io a Ferrara ed a Bon-
deno. Lo Strobel poi mi scrive che nell’ Appennino parmense
si rinviene anche la forma rana.
Dall’ elenco poi delle località sopracitate chiaramente si
vede che mentre la specie è abbastanza diffusa al piano, si fa
più rara al colle e, nel Modenese e Reggiano, manca al monte.
Helix lucorum Miill. — Pomatia lucorum WesterLunp Fauna Reg.
Pal. II, p. 468, sp. 1173.
Helix lucorum Boni Moll. Mod. p. 5; IsseL Conch. Tabiano sp. 10 —
Helix pomatia p. p. Borsari Moll. Mod. sp. 13 — Pentatenia lucorum
StroBEL Distribuzione p. 90-121 — Helicogena lucorum PauLucci Ma-
tériaux sp. 206 — Helix pomatia p. p. Bonizzi Cat. I. T. sp. 7 — Helix
lucorum StroseL Osservazioni p. 224 — Helicogena lucorum De Sre-
ran: Moll. Ap. p. 94 — Pomatia lucorum PicaeLia Moll. Mod. sp. 42.
Estensione geografica — Italia, Albania, Dalmazia.
Le differenze tra la H. pomatia L. e la H. lucorum Mill,
sono così evidenti che non può restar dubbio sulla loro dia-
gnosi, quindi mi fa caso che tanto il Borsari come il Bonizzi
l’abbiano confuse assieme: dei due esemplari di H. pomatia
dal Borsari donati al Museo uno appartiene all’ H. pomata,
l’altro all’ H. lucorum.
Io sono d’avviso che nel Modenese l’H. Zucorum sia molto
comune, mentre l’H. pomatia è estremamente rara. L’ H. lu-
corum si rinviene tanto al monte che al piano.
Dintorni di Modena (Senoner, Fiori, Borsari, Picaglia),
strada che dalla Crocetta conduce al Ponte di Navicello (Ra-
— 127 —
gazzi, Malagoli), Casinalbo, Sassuolo [137"] (Fiori), Pievepe-
lago [1061"] (De Stefani, Santi), Reggio, Correggio, Vignola
[125"] Rio Saliceto, Tresinaro Vecchio, Budrione, Massa Fina-
lese, Monte Albano [616"] (Picaglia), Fiumalbo [943"] (Car-
ruccio), Sestola [1100] (Pantanelli), Roteglia [200”], Canossa
[380%] Guastalla (Strobel), Carpi (Tirelli), Rovereto (Benzi).
Il De Stefani nel bel lavoro sui « Molluschi viventi nelle
Alpi Apuane nel Monte Pisano e nell’ Appennino adiacente »
parla diffusamente sulla distribuzione di questa specie in Italia.
L’egregio A. dice che la maggior diffusione comincia alla base
dell’Appennino, ed è frequentissima.nell’Appennino dell'Emilia.
Per conto mio posso assicurare che manca in alcuni luoghi
del nostro colle a Campiglio p. es., mentre è frequentissima
nei dintorni di Modena, a Correggio, a Bondeno, a Massa Fi-
nalese, al Bosco di S. Felice, a Castel d’ Argile (Bolognese).
Nessuno degli esemplari Modenesi da me osservati possiede
dimensioni molto considerevoli: quelli della pianura, presentano
dimensioni maggiori e raggiungono tutto al più un altezza di
30, con un diametro di 40 mm.; un esemplare di Correggio offre
dimensioni assai piccole (altezza mm. 24, diametro mm. 28),
e parmi possa ascriversi alla forma minor dello Strobel.
Quanto alla colorazione dirò che le fascie generalmente
sono larghe e fuse assieme, di modo che la conchiglia si pre-
senta bruno-castagna con una larga fascia bianca mediana e
altre due di cui l’una presso la sutura e l’altra presso l’om-
bellico; queste due ultime fascie sono talvolta poco evidenti;
solo nei giovani trovansi generalmente le fascie distinte.
Noto le seguenti variazioni rispetto alla fasciatura 12345,
. Î9345, 123 45, 193 45.
Un giovane esemplare presenta una colorazione assai pal-
lida (bianco sporco), colle fascie appena un poco più scure,
e così disposte 12345; queste fascie sono un poco più bruniccie
presso l'apertura.
Una singolare varietà è stata trovata dal Dott. Adriano
Fiori: la conchiglia ha una colorazione castagno pallida, la
quale si va rimbrunendo verso l’ apertura; presenta inoltre sul-
l’ultimo e penultimo giro parecchie zone obblique più scure:
la fascia mediana bianca caratteristica e pochissimo evidente,
— 128 —
essendo appena un poco più pallida della colorazione fonda-
mentale della conchiglia, anzi è interrotta dalle zone oblique
sopra indicate. Qnesta fascia si estende poco oltre alla metà
del 2.° giro: superiormente ad essa se ne vede una seconda di
colore castagno bruno (avanzo della 3.° fascia) della larghezza
di 1 mm. ® ,, la quale si estende fino al penultimo giro e di-
venta suturale dopo la metà del secondo giro. Questa sottile
fascia dà un aspetto singolare alla conchiglia, la quale vista
ad una certa distanza pare offra una sutura profonda come si
rinviene in certi Zureo.
La si rinviene anche nel Parmense, nel Piacentino (Strobel),
nel Bolognese (Kobelt, Cocconi, Filippi) alla Porretta [300" |
(Lorenzini), Martens a Bologna (Martens) io l’ho raccolta a
Ferrara, a Bondeno e a Castel d’ Argile ( Bolognese).
Helix cincta Mill. — Pomatia cincta WesterLunD Fauna Reg. Pal. II,
p. 458, sp. 1163.
Helix cincta Boni Moll. Mod. p. 23; Borsari Moll. Mod, sp. 16 —
Helicogena cincta StroseL Distribuzione p. 91-124; Paurucci Matériaux
sp. 208 — Pomatia cincta PicagLia Moll. Mod. sp. 43.
Estensione geografica — Trentino, Italia settentrionale e
centrale (Tredozio, S. Rossore), Illiria, Penisola Balcanica,
(Grecia ?), Asia Minore, Siria, Armenia, Dalmazia.
Speciale alla collina ed alla montagna (Borsari); Castel-
vetro [100" | (Boni), Sassuolo [150"] Scandiano [200] (Fiori ),
Montegibbio [403" | (Fiori, Strobel), Roteglia [200"] (Ragazzi,
Strobel), Castellarano |220"| (Strobel), Freto (Malagoli), Mu-
lino di Vignola [122"] « sulla provinciale Vignola-Marano »,
Campiglio [200°], Guiglia [470"], Montalbano [616"], (Pica-
glia), Acqua fredda [200] (Crespellani), Modena, Reggio .
(Mènard de la Groye).
Questa specie a mio credere vive specialmente al colle,
dove in alcuni luoghi e comunissima (Campiglio, Roteglia etc.),
ed è abbastanza comune sulla media montagna; manca sulla
montagna più elevata. Secondo me si trova anche al piano e
lo provano la citazione di Parma fatta da Menard de la Groye
e messa in dubbio dallo Strobel, ed un esemplare vivente rac-
colto a villa Freto presso Modena (in una siepe di fronte alla
villa Mazzoli) dal Prof. Mario Malagoli, esemplare che fa parte
della Collezione provinciale dei Molluschi. (Continua).
BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ MALAGOLOGIGA ITALIANA
Vol. XA VELI.
L. PicagLia. -—— Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle pro-
vincie de Modena e Reggio. - (Catalogo sistematico) (Contin.).
Secondo lo Strobel non si estenderebbe sul nostro Appen-
nino ad occidente oltre la vallata del Secchia; dell’ Appennino
bolognese è citata da Bonelli (in De Stefani); del Parmense
la ricorda Menard de la Groye, mentre lo Strobel afferma
non avervela mai trovata.
Gli individui del Modenese presentano quasi tutti la fa-
sciatura 123 45 o 123 45; spesso le fascie 45 sono fuse solo pel
davanti. Un individuo di Roteglia è quasi unifasciato (123 3),
giacchè sul davanti la fascia superiore (123) è separata dalla
inferiore (45) solo da una debolissima linea giallo-rossastra
che si va allargando man mano che si scosta dalla bocca.
var. alba. i
Campiglio | 200" | (Picaglia).
Helix pomatia Linn. DraparnAuD Hist. Moll. p. 87, T. V, fig. 20-22;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 31, T. I, f. 5; Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 179, T. XIV, f. 1-9 — Tachea pomatia KoseLt Fauna Moll. Nas.
p. 126, T. II, f. 5 — Helix pomatia Josseatme Fauna Mal. Par. Art. VI,
p. 7, Tav. XI, f. 11-12 — Pomatia pomatia WrsterLunp Fauna Reg.
Pal. II, p. 450, sp. 1143.
Helix pomatia Isser Conch. Tab. sp. 11 — Helix pomatia p. p. Bor-
saRI Moll. Mod. sp. 13 — Pentataenia pomatia StroseL Distribuzione
p. 90-121 — Helicogena pomatia Pavrucci Matériaux sp. 205 — Helix
pomatia Bonizzi Cat. I. T. sp. 7; StroBeL Osservazioni p. 224 — Pomatia
pomatia Lessona Moll. Piem. p. 364; PicaeLia Moll. Mod. sp. 44.
Estensione geografica — Quasi tutta l’ Europa.
Ho già detto come il Borsari ed il Bonizzi abbiano nei
loro cataloghi confuse le due specie H. lucorum e pomatia.
Mentre la H. lucorum è comunissima, invece la H. pomatia è
estremamente rara: in Museo si conservavano soli due esem-
plari modenesi e cioè uno della antica collezione del Museo
che si presenta assai scolorito, l’altro della Collezione Borsari
senza fascie distinte, più scuro superiormente, più pallido in-
9
— 130 —
feriormente. Quest'estate però ho potuto procurarmene alcuni
esemplari presi a Massa Finalese, che contenevano ancora
l’animale vivo dentro la conchiglia: forse quelli del Borsari
avevano la stessa provenienza. Lo Strobel la cita di Albinea
[259"]. Nelle collezioni dell'Istituto Tecnico si rinvengono
parecchi esemplari avuti dal Borsari.
Si rinviene anche nel Parmense e nel Piacentino ( Strobel)
nel Bolognese (Bonelli, Cocconi): in tutto il versante setten-
trionale dell’ Appennino (Lessona).
GENERE Buliminus (Ebrnb.) Bk.
SEZIONE Zebrinus Held.
* Buliminus detritus Mill. — Bulmus radiatus DraraRNaUD Hist.
Moll. p. 73, T. IV, f. 26 — Bulimus detritus Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 294, T. XXI, f. 21-24 — Buliminus detritus KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 130, T. II, f. 7 — Zebrina detritus WesterLUND Fauna Reg.
Pal. III, p. 5, sp. 94.
Zebrina detritus SrroseL Distribuzione p. 94; PavLucci Matériaux
sp. 207; PicagLia Moll. Mod. sp. 44.
Estensione geografica — Francia, Austria, Svizzera, Dal-
mazia, Istria, Turchia, Russia meridionale, Italia.
Lo Strobel che la indica della valle della Baganza ritiene
essere questo l’ estremo limite meridionale-occidentale della
valle del Po. Egli poi cita del Parmense la varietà sepium
Gav., che secondo il Locard ed il Westerlund è semplicemente
sinonimo della specie.
SEZIONE Napaeus Alb.
Buliminus obscurus Miilll — Bulimus obscurus DrararNnAUD Hist.
Moll. p. 74, T. IV, f. 23; Srrin Lebend. Schneck. u. Musch. p. 49, T. I,
f. 26; Moquin Tanpon p. 291, T. XXI, f. 9 — Buliminus obscurus
KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 133, T. II, f. 9 — Ena obscura Jos-
seaume Fauna Mal. Par. Art. VIII, p. 238, T. III, f. 38-39 — Napaeus
obscurus WesterLUND Fauna Reg. Pal. III, p. p. 31, sp. 92.
Bulimus obscurus IsseL Moll. Tab. sp. 18; Borsari Moll. Mod. sp. 31 —
Napaeus obscurus StroseL Distribuzione p. 94; PAvLucci Matériaux
— BIl —
sp. 214 — Ena obscura Lessona Moll. Piem. p. 343 — MNapaeus
obscurus PicagLia Moll. Mod. sp. 45.
Estensione geografica — Francia, Svezia, Inghilterra, Ger-
mania, Austria, Svizzera, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica,
Spagna, Russia, Siberia orientale, Territorio d’ Amour.
Fra i muschi, ai piedi delle roccie e dei muri. Sui muri
all'ombra comune (Borsari); dintorni di Modena (Ragazzi,
Pantanelli); Castello di S. Antonino |141" |, Varana [300],
colline Modenesi e Reggiane (Fiori); Montegibbio |403" |
(Strobel); Montalbano | 616" |, Montese |841"|(Picaglia ); Ar-
gini del Panaro a Nonantola (Mazzetti).
Rezzanello, Tabiano, Val del Taro, Berceto, Ravarano nel
Parmense Strobel; Porretta Lorenzini; Colli di Bologna Fiori.
Alla Chiesa di Boscolungo [1380"] si riscontrano anche le
sotto-varietà brevis e longa (De Stefani).
SEZIONE Chondrulus Bk.
Buliminus tridens Mill. — Bulmus tridens DrAarARNAUD Hist. Moll.
p. 67, T. III, f. 57; Moquin Taxpox Hist. Moll. p. 297, T. XXI, f. 28-30
Buliminus tridens KogeLt Fauna Moll. Nass. p. 130, T. II, f. 6 —
Chondrula tridens Josserume Fauna Mal. Par. Art. IX, p. 459, T. XII,
f. 25-28 — Chondrulus tridens WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 38,
sp. 115.
Bulimus tridens IsseL Chonc. Tab. sp. 20; Boni Moll. Mod p. 24 —
Pupa bidens 1 Boni l. c. — Bulimus tridens; Borsari Moll. Mod.
sp. 80 — Chondrula tridens StrogeL Distribuzione p. 94-122; Pautucci
Matériaux sp. 209; Lessona Moll. Piem. p. 344 — Chondrulus tridens
PicagLia Moll. Mod. sp. 44.
Estensione geografica — Russia, Svezia e Norvegia, Dani-
marca, Belgio, Inghilterra, Svizzera, Francia, Germania, Austria,
Carinzia, Carniola, Illiria, Italia, Sicilia, Sardegna ?, Caucasia,
Persia, Asia minore, Siria, Armenia.
Comune nei prati e nei campi (Boni, Borsari); dintorni
di Modena (Fiori, Ragazzi); Casinalbo, Carpi (Fiori); Tresi-
| (1) Fra gli esemplari della P. didens vi è anche qualche individuo della
comune P. frumentum var. dllyria.
— 132 —
naro vecchio, Monteggiana (Picaglia); Argini del Panaro a
Nonantola ( Mazzetti ).
Trovasi anche nel Parmense (Strobel); a Porretta [300],
(Lorenzini); nel Piacentino (Strobel, Lessona, Issel).
Buliminus quadridens Mill. — Bulimus quadridens DrAPARNAUD
Hist. Moll. p. 67, T. XIV, f. 3; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 299.
T. XXII, f. 4-6 — Chonadrula quadridens JosseAume Fauna Mal. Par.
Art. IX, p. 462, T. XII, f. 26-27 — Chondrulus quadridens WestERLUND
Fauna Reg. Pal. III, p. 51, sp. 156. Ì
Bulimus quadridens IsseL Moll. Tap. sp. 21 — Chondrula quadridens
StreseL Distribuzione p. 95; PauLucci Matériaux sp. 212; Lessona Moll.
Piem. p. 344 — Chondrulus quadridens Picaria Moll. Mod. sp. 4.
Estensione geografica — Francia, Svizzera, Germania me-
ridionale, Austria, Italia, Spagna, Sardegna, Sicilia? (e colle
varietà) Grecia, Russia meridionale ?, Asia minore.
var. prolixus Pini — Chondrulus quadridens var. prolixus WESsTERLUND
Fauna Moll. Pal. III, p. 51, sp. 156.
Chondrulus quadridens var. prolixus Pini Nuove sp. p. 624 — Chon-
drulus quadridens var. prolixus PicaGLia Moll. Mod. sp. 47.
Estensione geografica — Emilia, Mentone, Attica.
Il Chondrulus quadridens Mill. è specie molto variabile,
sia pel numero dei giri della spira, che per la dimensione del-
l’ultimo giro. Il Draparnaud dice che essa presenta da 8 a 9
giri, il Westerlund glie ne attribuisce 7 a 7 !/ soltanto, il Pini
infine 8 a 9; sonvi però individui che offrono persino 11 giri
di spira; per le forme che hanno 10 o 11 giri il Pini ha istituito
la varietà prolixus; il Westerlund accetta questa varietà ma
vi comprende anche quegli individui che presentano 9 giri
solamente.
Fra i CA. quadridens del Museo io considero esemplari ti-
pici quelli che presentano dai 7 giri }4 agli 8, e invece quelli
che hanno da 9 a 10 giri li ascrivo alla verietà prolixus: tanto
la specie quanto la varietà sono ugualmente rappresentati nelle
diverse località.
Si trova sulle erbe, sugli sterpi, sotto i sassi.
Appennino Modenese (Ragazzi), Modenese (Coll. Museo),
Varana [300%] (Fiori), Castellarano [180], Montegibbio [ 403" |,
. S. Polo [150"], Canossa [570"] (Strobel).
— 133 —
Si rinviene anche nel Parmense (Strobel), nei colli Bo-
ognesi (Fiori), alla Porretta |300"] (Lorenzini).
La var. prolixus oltre che dal Modenese è citata anche di
Castellarquato ( Pini).
GENERE Pupa Drap.
SEZIONE Lauria Gray.
* Pupa sempronii Charp. — Pupa cylindracea var. sempronit Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 390 — Lauria sempronti WesterLUND Fauna
Reg. Pal. III, p. 81, sp. 3.
Pupilla sempronii StroseL Distribuzione p. 96; PavLucci Matériaux
sp. 262 — Lauria sempronit PicaGLia Moll. Mod. sp. 47.
Estensione geografica -- Francia meridionale, Svizzera,
Tirolo, Italia, Sardegna, Morea, Caucasia.
Lo Strobel la cita di Ravarano nel Parmense.
Il De Stefani crede che la P. sempronii sia una semplice
varietà della P. cylindracea Da Costa; il Bourguignat dell’ um-
bilicata.
SEZIONE Orcula Held.
Pupa doliolum Brug. Draparwnaup Hist. Moll. p. 62, T. III, f. 41-42;
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 385, T. XXVII, f. 32-34 — Pupella
doliolum KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 142, T. II, f. 15 — Orcula
doliolum WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 85, sp. 14.
Sphyradium doliolum StrogeL Distribuzione p. 98; PauLucci Matériaux
sp. 284 — Orcula doliolum Picaeria Moll. Mod. sp. 48.
Estensione geografica — Belgio, Francia, Germania, Sviz-
zera, Austria, Italia, Sicilia, Grecia, Russia meridionale, Cau-
casia, Siria, Asia minore, Armenia.
Valestra [934" | (Pantanelli, Ragazzi).
Dei 4 esemplari che il Prof. Pantanelli ha raccolti tre
corrispondono al tipo ed hanno un altezza di 4 mm. *4 ed una
larghezza di 2 mm. L'altro esemplare si scosta dal tipo per
la forma più cilindrica, per una maggiore altezza (altezza
— 134 —
o mm. 4 larghezza mm. 3), e per avere 1 solo dente assai
profondamente internato.
Passo della Cisa e Ravarano nel Parmense (Strobel).
SEZIONE Coryna West.
Pupa biplicata Miczaup Complement p. 62, T. XV, f. 33-34 — Coryna
biplicata WesterLunD Fauna Reg. Pall. III, p. 89, sp. 18.
Estensione geografica — Alpi Francesi, Svizzera, Italia
Tirolo, Dalmazia.
var. toscaniae Bst. — Coryna biplicata var. toscaniae WestERLUND
Fauna Reg. Pal. sup. p. 43.
Spyradium biplicatum StrogeL Distribuzione p. 97 — Spyradium bi-
plicatum p. p. PauLucci Matériaux sp. 280 — Spyradium biplicatum
var. toscaniae PoLLoneRa Monog. Sphyrad. It. p. 212 — Coryna bi-
‘plicata sp. et var. excessiva PicagLia Moll. Mod. sp. 49.
Estensione geografica — Emilia, Toscana, Lazio, Marche,
Abruzzo.
La forma allungata e ristretta mi avevano fatto assegnare
alla var. ercessiva Gredl. della Pupa biplicata Mich. una parte
degli esemplari raccolti dal Pantanelli e dal Fiori sul nostro
Appennino, così che nel mio lavoro avevo notato tanto la forma
tipica del Michaud che la var del Gredler.
Più tardi mi è capitata fra le mani la Monografia degli
Sphyradium italiani che il Pollonera ha pubblicato nel 1887
in cui del gruppo della Pupa biplicata egli descrive la seguente
specie:
Pupa (Spyradium) zieLicatA Mich. p. 211, T. VI, f. 7-8 — (hab.
[ Lione] Francia).
» var. foscaniae Bgt. p. 212 — (hab. Toscana, Abruzzo).
» Excessiva Gredl. p 213, T. VI, f. 5-6 — (hab. Trentino,
Veronese, Friuli, Carinzia).
» neustica Poll. p. 214, T. VI, f. 9-10 — (hab. Contorni di
Genova e Val Scrivia in Piemonte).
» VALSABINA Spin. p. 215, T. VI, f. 11-12 — (hab. Val Sabbia
in Lombardia [prov. di Brescia ]).
e del gruppo della P. ferrars.
Cani o
Pupa (Spiradium) reRRARI Porro p. 217, 1. VI, f. 1-2 — (hab.
Alpi Lombarde e Piemontesi: Colline di Torino: Nizzardo
[Mentone e S. Martino di Lantosa]: Francia meridionale
[Piano di Nove]).
» BLANCI Bgt. var. niccensis Poll. p. 218, T. VI, f. 3-4 —
(hab. Nizzardo).
Il Westerlund nel 1.° supplemento alla sua « Fauna der
in der Pal&arctischen Region lebenden Binnenconchylien » ri-
porta sommariamente il lavoro del Pollonera ma non ne ac-
cetta completamente le conclusioni giacchè nel Catalogo che
fa seguito alla sopracitata opera egli da delle Coryna italiane
del gruppo della Viplicata la seguente divisione:
Pupa (Coryna) sieLicata Mich. -— (hab. Francia [Lione], Tirolo,
Italia).
» var. excessiva Gred. — (hab. Tirolo).
» var. foscaniae Bgt. — (hab. Italia [ Toscana]).
» var. valsabina Spin. — (hab. Tirolo, Italia superiore).
e del gruppo della ferrare per la specie italiana da:
Pupa (Coryna) srineLLi Gred. (hab. [Italia superiore] Val Sabbia).
> FERRARI Porro — (hab. Italia superiore, Tirolo meridionale).
» f elongata Porro — (hab. Tirolo meridionale).
» f. guttula Porro.
» BLANCI var. niciensis Polll — (hab. Nizza).
» LIgustica Poll. — (hab. Genova).
La var. toscaniae della biplicata « differisce dalla forma
« tipica per la conchiglia di colore leggermente più pallido,
« per l'apertura un po’ più verticale, per il callo che unisce
« le due estremità del peristoma più debole o meno acuto,
« per la mancanza del dentino supplementare parietale e per
« avere più sovente 3 o raramente 4 pliche palatali ».
« Le dimensioni e la forma generale della conchiglia sono
« le stesse che nel tipo ».
« L'altezza della spira è in questa come in tutte le altre
« di questo gruppo assai variabile, solamente notai che tra
« gli individui di Ceramanico sono in maggior numero che
« tra quelli di Firenze quelli a spira elevata ».
Così il Pollonera descrive la varietà foscaniae del Bour-
guignat alla quale dà come sinonimo la P. Viplicata (Issel)
— 136 —
del Pisano. Sta bene che la P. biplicata (Mich.) di Issel sia
la foscaniae Bgt., ma Issel l’aveva mal classificata, giacchè
egli la riteneva uguale alla P. ferrari Porro da cui separava
una var. elongata Porro raccolta in scarsa quantità fra gli
esemplari tipici.
Assai meglio sarebbe stato avessi posto fra i sinonimi la
P. biplicata (Mich.) di Bonelli ( Martens) che aveva ricono-
sciuto non essere la forma di Siena uguale al tipo di Michaud.
« Corrisponde » egli dice « agli esemplari ricevuti da Les-
« sona come provenienti da Genova, ma differisce dal tipo per
« essere meno allungata e per avere il dente del margine
« esterno dell'apertura assai distinto, mentre che nel tipo non
« è che un leggero incrassamento del margine detto. Gli esem-
« plari di Transilvania e di Bucovina © corrispondono meglio
« al tipo. Un esemplare delle alluvioni dell’Arbia è assai più
« piccolo, svelto nel resto simile. »
Ancor meglio aveva notato la differenza tra la forma to-
scana ed il tipo il De Stefani, sebbene egli ritenga non essere
tali differenze che « molto secondarie ».
I nostri esemplari corrispondono agli esemplari di Siena
avuti dal Pantanelli, a quelli del Piceno dell’antica collezione
del Museo ed a quelli di Civitavecchia della Collezione Zuccari;
hanno generalmente 4 pieghe palatali e differiscono dalla figura
data dal Pollonera per la forma di Lione per avere l’ apertura
più ristretta in basso, e per la posizione della lamella colu-
mellare, la quale è più vicina all’ angolo formato dal bordo
columellare col bordo superiore e più obliquamente situata,
sicchè invece di essere quasi perpendicolare come si mostra
nel disegno del Pollonera, è inclinata invece in basso: la forma
poi è generalmente più slanciata.
.Le dimensioni sono presso a poco quelle del tipo secondo il
Pollonera e cioè: Lunghezza mm. 434, larghezza mm. 1}, con
un numero di giro che varia da 8-10. Il Westerlund assegna
alla specie 8-9 giri ed una lunghezza di 5 mm. con un diametro
di 2 mm. infine il De Stefani per la forma della Toscana dà
una lunghezza che varia fra i mm. 44 a 5 ‘4 con una lar-
ghezza di mm. 1%.
(1) Pupa bielzi Rossm.
— 137 —
Ecco ora le dimensioni di alcuni esemplari del Museo di
Modena:
Esemplari di Civitavecchia: Giri 104: Lunch. mm. 4,6: Larch. mm. 1,8
» del Piceno » 9 » dea e 1,5
DRM» PARONA ATO 4,5. » 1,4
» di Siena » 9 » VAIO 1,4
» » Valestra >18 » 4,9 >» Tv,
» » » » 10 » SS MTARAOIS 1,7
» » CGivago DNS » 4,5 » 1,8
» » Rocca S. Maria » 10 » 5,9» 1,5
» » » » » » 5S —» 1,6
» » » DIALO NA » 5,6 » 1,6
Non ho esemplari tipici della biplicata per confrontarli
colla forma nostrana, ma questa e gli esemplari della Toscana,
del Lazio, e del Piceno differiscono alquanto dalla var. tosca-
niae a meno che non si corregga la diagnosi di questa aggiun-
gendovi il carattere tratto dalla forma e posizione della lamella
columellare e l’altro di una maggiore sveltezza della spira.
Io però preferirei lasciare tal quale la varietà foscanziae,
salvo la correzione relativa della posizione della lamella co-
lumellare e separare i più allungati e sottili costituendo con
questi una forma che si potrebbe chiamare col nome di gra-
. cilior. Nel modenese predominano gli esemplari a forma svelta
su quelli a forma obesa.
Vive sotto i sassi, fra i detriti del legname, fra i muschi
Valestra [934"] (Pantanelli), Rocca S. Maria [400"]. Sega di
Civago [800° | (Fiori).
Ravarano (Strohel).
SEZIONE Trorquilla (Faure Big.) Stud.
Pupa similis Brug. — Pupa cînerea DraparnauD Hist. Moll. p. 66,
T. III, f. 53 — Fupa quinquedentata Moquiyn Tanpow Hist. Moll. p. 352,
T. XXV, f. 20-21 — Abdida quinquedentata Josseaume Fauna Mal. Par.
Art. IX, p. 467, T. XII, f. 31-32 — Torquilla similis WesteRLUND Fauna
Reg. Pal. III, p. 94, sp. 25.
Torquilla quinquedentata PauLucci Matériaux sp. 242 — Torquilla
similis PicaGLia Moll. Mod. sp. 50.
— 138 —
Estensione geografica — Francia orientale e meridionale,
Italia, Sicilia, Corsica, (Germania ?).
Il Borsari al N.° 35 del suo catalogo cita questa specie
{ P. cinerea Drap.) e la dice comunissima; egli la trovò abbon-
dante in un prato nelle vicinanze di Modena, ma soggiunge poi
che è comunissima in tutti i campi di frumento. Gli esemplari
però da lui donati al Museo universitario, e sono 5, apparten-
gano tutti alla var. </lyrica Rosm. della P. frumentum Drap.
Nella vecchia collezione del Museo ho rinvenuto un esem-
plare di questa specie coll’indicazione P. cinerea Drap. Mode-
nese. Il Fiori l’ha rinvenuta a Sassuolo [137®] nei detriti del
Secchia.
Non è citata dallo Strobel pel Parmense, invece il Cocconi
la nota fra i Molluschi dell’ Appennino Bolognese.
Pupa avenacea Brug. — Pupa avena DrararnaUD Hist. Moll. p. 64,
T. III, f. 47-48 — Pupa avenacea Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 356,
T. XXV, f. 2-4 — Torquilla avenacea WesterLUNnD Fauna Reg. Pal. III,
PROT Sparole
Torquilla avenacea StrogeL Distribuzione p. 96; PauLucci Matériaux
sp. 249; Lessona Moll. Piem. p. 851; FPoLLonera Moll. Piem. p. 15;
PicaeLia Moll. Mod. sp. 51.
Estensione geografica — Tutta l'Europa continentale, In-
ghilterra?, Caucasia.
Abbastanza comune sulle pietre ed i muri dell’ Appennino.
Valestra [690"| (Pantanelli), Fiumalbo [943"] Castello
di Carpineti [550%] (Fiori), Bismantova [1047] (Strobel,
Fiori).
Lo Strobel distingue la varietà della P. avenacea che vive
sull'Appennino Parmense e Reggiano col nome di P. avenacea
var. major cornea, ed anche con tal nome l’ha distinta il Fiori.
Ignoro cosa sia questa varietà dello Strobel, perchè poco ca-
ratterizzata dalla frase « major cornea », ma la parola major
indica a mio credere una forma con dimensioni maggiori del
tipo, il quale secondo il Westerlund misura altezza 7, larghezza
2 mm.: ora le conchiglie raccolte dal Fiori anche a Bismantova
(dove pure le ha rinvenute lo Strobel) non arrivano a queste
misure raggiungendo appena i 6 mm. di altezza ed 1% di
larghezza. Forse meglio sarebbero da attribuirsi a questa varietà
— 139 —
gli esemplari di Valestra che oltrepassano 7 mm. di altezza e 2 .
di larghezza, ma ripeto che la diagnosi della varietà in discorso
è troppo poco caratterizzata, perchè mi risolva a classificarli
sotto tal nome.
Tanto gli esemplari raccolti dal Fiori come quelli raccolti
dal Pantanelli hanno 3 pieghe palatine anzichè 2 e sono di-
sposte appunto come nella varietà ferruginea West., e perciò
differiscono dalla forma tipica, della quale però hanno la forma,
il numero e disposizione delle lamelle spirali ed il numero
delle pieghe palatine. Nulla poi hanno che fare i nostri esem-
plari colle varietà apuana Issel ed oligodonta Del Prete, almeno
secondo il mio modo di vedere.
Rinviensi anche nel Parmense e Piacentino (Strobel); il
Lorenzini l’ha raccolta a Porretta |300" ].
Pupa frumentum DraparnauD Hist. Moll. p. 65, T. III, f. 51-52; Mo-
quin Tanpon Hist. Moll. p. 361, T. XXVI, f. 12-15 — Torquilla fru-
mentum KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 140, T. II, f. 13; WestERLUND
Fauna Reg. Pal. III, p. 107, sp. 63.
Torquilla frumentum PavLucci Matériaux sp. 243.
Estensione geografica — Belgio, Francia, Spagna, Germania,
Svizzera, Italia, Sicilia, Austria, Illiria, Dalmazia, Serbia.
La forma tipica di questa specie manca da noi, trovasi
invece la:
var. illyrica Rossm. — Pupa frumentum var. callosa (Zgl.) Moguin
Tanpon Hist. Moll. p. 361 — Torquilla frumentum var. illyrica Wer-
sreRLUND Fauna Moll. Pal. IIT, p. 107, sp. 63.
Pupa variabilis Boni Moll. Mod. sp. 24 — Pupa frumentum IsseL Conch.
Tab. sp. 26 — Pupa frumentum, P. cinerea, P. variabilis BoRrsARI
Moll. Mod. sp. 34, 35, 36 — Torquilla frumentum var. illyrica StrOBEL
Distribuzione p. 95-122; PauLucci Matériaux sp. 243 — Pupa frumentum
var. &Uyrica StroseL Osservazioni p. 225 — Pupa frumentum Bonizzi
Cat. I. T. sp. 17 — Torquilla frumentum var. illyrica Lessona Moll.
Piem. p. 851; PicacLia Moll Mod. sp. 52.
Estensione geografica — Illiria, Italia superiore, Transil-
vania, Lione ( Locard).
È comune in tutto il Modenese si al piano che al colle ed
al monte (Boni, Borsari, Ragazzi, Pantanelli), Montegibbio
[ 403" | ( Strobel), dintorni di Modena, Casinalbo, Colli di Sas-
— 140 —
suolo [ 137] (Fiori), Campig io | 200" | (Picaglia), Savignano
[200], Acqua fredda [|200"] (Crespellani).
Mista alla var. dllyrica (P. variabilis Boni, Borsari) si
rinvengono le mutazioni minor (curta Ziegl., P. frumentum
Borsari, Bonizzi) e major (cylindracea Ziegl, P. cinerea Borsari).
Lo Strobel cita questa specie del Parmense e Piacentino;
il Lorenzini l’ha raccolta a Porretta [300" |; il Pollonera (Moll.
piem. p. 16) cita la Zorquilla frumentum, colla var. triticum
Zgl. («llyrica Rossm.), elongata Rossm., minor Rossm., anche
della valle del Tidone.
Pupa boileusiana (Ch.) Kust. — Pupa secale var. boileusiana Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 367 — Torquilla boileustana WesteRLUND Fauna
Resta MII p AR eMsp. 70)
Pupa secale PauLucci Matériaux sp. 247 — Torquilla botleusiana Pi-
cacLia Moll. Mod. sp. 53.
Estensione geografica — Regione dei Pirenei, Italia, In-
ghilterra.
Fra le erbe della regione montuosa. S. Maria sul Ventasso
[1727=] (Fiori).
Pupa variabilis DraprarnAuD Hist. Moll. p. 66, T. III, f. 55-56 — Pupa
multidentata Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 374, T. XXVII, f. 7-9 —
Torquilla variabilis WesterLunD Fauna Reg. Pal. III, p. 117, sp. 93.
Pupa variaBiLIs Boni Moll. Mod. p. 24; Borsari Moll. Mod. sp. 36 —
Torquilla variabilis StroseL Distribuzione p. 96 — Torquilla mul
tidentata PauLucci Matériaux sp. 244 — Torquilla variabilis PrcAGLIA
Moll. Mod. sp. 54.
Estensione geografica — Francia centrale e meridionale.
Germania, Svizzera, Spagna, Sardegna, Italia settentrionale
(Emilia, Piemonte).
Detriti del Secchia (Fiori).
Nessuno degli esemplari dal Borsari donati al Museo ap-
partengano a questa specie, neanche parmi quelli del Boni;
siccome oltre il Fiori anche il chiarissimo Prof. Strobel cita
questa specie per la regione (Valle della Baganza e dell’ Enza)
Parmense, così può darsi che fra gli esemplari raccolti dal
Boni e dal Borsari sianvi anche individui della P. varzabilis.
Gli esemplari raccolti dal Fiori paionmi, come quelli ricordati
dallo Strobel, appartenere alla var. major (producta).
— 141 —
Sarebbe questa colonia del bacino della Secchia per la
P. variabilis, (la quale abita la parte. occidentale d’ Europa)
la stazione più orientale, mentre sarebbe lo stesso bacino della
Secchia l’ estremo limite dell'Italia superiore dove si spinge la
P. similis che è specie dell’ Europa meridionale.
SEZIONE Granopupa West.
* Pupa granum Drararnav Hist. Moll. p. 63, T. III, f. 45-46; Moquin
Tanponp Hist. Moll. p. 370, T. XXVI, f. 34-38 — Torquilla granum
WesterLUND Fauna, Reg. Pal. iII, p. 119, sp. 99. Granopupa granum
WesrerLunp Katal. Reg. Pal. p. 99.
Torquilla granum PavLucci Matériaux sp. 246; PicaGLiA Moll. Mod.
Sp. d4.
Estensione geografica — Francia, Spagna, Portogallo, Italia,
‘ Sicilia, Malta, Sardegna, Svizzera, Dalmazia, Grecia, Caucasia,
Siria, Palestina, Algeria, Isole Canarie ?
Monte Paderno [350 | presso Bologna (Fiori).
SEZIONE Pupilla Leach.
Pupa muscorum Miilll — Pupa marginata Draparnaun Hist. Moll.
p. 61, T. III, f. 36-38 — Pupa muscorum Stein Lebend. Schnek. u.
Musch. p. 52, T. I, f. 29; Moguix Tanpon Hist. Moll. p. 392, T. XXVII,
f. 911 — Pupilla muscorum KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 142, T. II,
n 105 Josseaume Fauna Mal. Par. Art. IX, p. 473, T. XII, f. 35-36;
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 121, n. 103.
Pupa muscorum Boni Moll. Mod. p. 24; IsseL Conch. Tab. sp. 27; Bor-
sarI Moll. Mod. sp. 23 — Pupilla marginata StroseL Distribuzione
p. 97-122 — Pupilla muscorum Pavrucci Matériaux sp. 263; Lessona
Moll. Piem. p. 852; PicaeLia Moll. Mod. sp. 55.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Svizzera, Ger-
mania, ltalia, Sicilia, Corsica, Russia, Siberia, Territorio d’A-
mour, Jarkand, Massachussetts.
Comune nei luoghi umidi e freschi, fra i muschi (Boni,
Borsari), dintorni di Modena (Ragazzi, Fiori), Rocca S. Maria
[400] Casinalbo (Fiori), Collegarola (D. Mazzetti), Suzzara
( Picaglia ).
— 142 —
Gli esemplari raccolti dal Borsari appartengono alla var.
unidentata Pfeif.
Lo Strobel la cita della valle dell’ Enza e del Parmense,
io l’ho raccolta a Ferrara e Bondeno.
La maggior parte degli autori che ho citati attribuiscono
la Pupa muscorum a Linneo anzicchè a Miller: ciò è secondo
il Westerlund un grave errore perchè la specie Linneana è in-
vece la P. avenacea Brug.
SEZIONE Isthmia Gray.
Pupa minutissima Hartm. -- Pupa muscorum DraparnavD Hist. Moll.
p. 59, T. III, f. 26-27 — Pupa minutissima Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 53, T. I, f. 28 — Vertigo muscorum Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 309, T. XXVIII, f. 21-23 — Pupilla minutissima KosELT
Fauna Moll. Nass. p. 145, T. II, f. 17 — Isthmia muscorum JosseaUME
Mal. Par. Art. IX, p. 185, T. XII, f. 37-58 — Jsthmia minutissima
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 128, sp. 122.
Pupa muscorum IsseL Conch. Tab. sp. 29 — Vertigo cylindrica Borsari
Moll. Mod. sp. 39 —- Pupilla minutissima StroseL Distribuzione p. 97;
PauLucci Matériaux sp. 266 — Pupa muscorum Lessona Mol. Piem.
p. 352. — Isthmia minutissima PicagLia Moll. Mod. sp. 56.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Svizzera, Ger-
mania, Austria, Corsica, Sardegna, Sicilia, Italia, Portogallo,
Caucasia, Nord Africa, Isole Baleari.
Fra i muschi, sotto le pietre, fra le erbe Iole nei luoghi
umidi ed ombrosi (Borsari), dintorni di Modena, Fiumalbo
[958%] (Fiori).
È notata dallo Strobel per il Parmense: nel versante me-
ridionale del nostro appennino è sostituita dalla P. strobelz
Gredl. ( Vertigo calliecratis Scacchi) colla varietà nodosaria De
Stefani e colle forme Marcucci e Simi De Stefani, di cui l’ ul-
tima si avvicina molto alla P. minutissima Hartm, ma è ben
distinta.
Il Locard nel Prodromus de Malacologie Francarse chiama
la Pupa muscorum Drap. col nome di P. muscorum Lin.: sarà
forse un errore di stampa, perchè invece nella Fauna Malaco-
logique du bassin du Rhone non ripete lo sbaglio. Egli poi negli
+
— 143 —
indicati lavori cita il Draparnaud ZT'ableaux, e non l’ Historre
naturelle des Mollusques, mentre poi cita il Michaud Complement
à Draparnaud. Il Locard ed il Jousseaume sono del parere di
conservare come nomi di specie sia la P. meuscorum Lin. ( cioè
Miill.), che la P. muscorum Drap. collocando la prima nel
genere Vertigo, la seconda nel genere Isthmia; il Pini, il Lessona
ed altri conservano entrambi i nomi soli ponendoli in generi
diversi. Giacchè non tutti sono concordi nel separare la Vertigo
e le altre sezioni o sotto generi del genere Pupa, così parmi
che il conservare le due specie col nome di muscorum possa
ingenerare confusione, perciò io ho distinto le due specie col
nome di muscorum Mull. e minulissima Hartm. seguendo in
ciò la Paulucci, il Westerlund, il Kobelt ed altri.
Vero è che a scanso di ogni possibile equivoco sarebbe forse
meglio non seguire la legge di priorità e chiamare la Pupa
muscorum Drap. col nome di P. marginata Drap.; la P. mu-
scorum Muùll. col nome di P. minutissima Hartm., e ciò per
quella benedetta P. mwuscorum Linn. che ripeto pare sia la
P. avenacea Drap.
» SEZIONE Sphyradium (Agass.) Charp.
Pupa edentula DrararnauD Hist. Moll. p. 52, T. II, f. 28-29; STEIN
Lebend. Schneck. u. Musch. p. 54 T. Il, f. 1 — Vertigo edentula
Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 402, T. XXVIII, f. 28-30 — Pupilla
edentula KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 148, T. II, f. 13 — Sphyradium
edentula WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 125, sp. 113.
Pupilla edentula PauLucci Matériaux sp. 271 — Sphyradium edentula
PicacLia Moll. Mod. sp. 57. È
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Svizzera, Italia, Sicilia, Russia, Svezia, Siberia, Caucasia, Ter-
ritorio d Amour, Turkestan, Massachussetts.
Rocca S. Maria |400®] Fiori.
Questo piccolo mollusco rinviensi come i congeneri fra i
detriti delle foglie e fra i muschi. La Paulucci nello specchio dei
molluschi italiani lo ricorda fra le specie della parte orientale
dell’Italia settentrionale: non è citata dallo Strobel fra i mol-
luschi del Parmense, nè dal De Stefani fra quelli delle Alpi
— 144 —
Apuane, del Monte Pisano e dell’ Appennino adiacente, nè dalla
Paulucci fra i molluschi della Calabria e della Sardegna: Pini
lo ricorda fra quelli di Esino e lo Statuti per la Provincia di
Roma: lo Stabile ed il Lessona del Piemonte; il Pollonera, la
da sotto il nome di Vertigo inornata Mich. ritenendo la P. eden-
tula Drap. come stato giovanile della inornata.
SEZIONE Alaea Jeffr.
Pupa moulinsiana Dup. — Vertigo moulinsiana ® Moquin TaAnpox
Hist. Moll. p. 403, T. XXVIII, f. 31-33; Jousseaume Fauna Mal. Par.
Art. IX, p. 482, T. XII, f. 29-30 — Alacea moulinsiana WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. III, p. 136, sp. 141.
Vertigo moulinsiana Paurucci Matériaux sp. 274 — Alaea moulinsiana
PicagLia Moll. Mod. sp. 58.
Estensione geografica — Danimarca, Germania, Inghilterra,
Baden, Tirolo, Svizzera, Francia, Italia settentrionale e cen-
trale, Sicilia, Sardegna Spagna, Caucaso presso Poti, Massa-
chussetts. i
Valli di S. Anna (Fiori). Come le congeneri fra i detriti
delle foglie, ed i muschi.
Pupa pygmaea Draparnaup Hist. Moll. p. 60, T. IIi, f. 30-31 — Ver-
tigo pygmaea Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 55; — Moguin Tanpon
Hist. Moll. p. 405, T. XXVIII, f. 1-3; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 145,
T. II, f. 20; Josseaume Fauna Mal. Par. Art. IX, p. 480, T. XII, f. 39-40
— Alaea pygmaeu WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 137, sp. 143.
Pupa pygmaea IsseL Conch. Tab. sp. 28 — Vertigo pygmaea PauLucci
Matériaux sp. 273; StroBeL Distribuzione p. 97 — Alaea pygmaea
PicagLia Moll. Mod. sp. 59.
Estensione geografica —- Inghilterra, Francia, Svizzera, Ger-
mania, Italia, Portogallo, Corsica, Sicilia, Svezia, Tirolo, Siberia,
Caucasia, Territorio d’ Amour, Algeria, Azorre, Massachussetts.
Valle dell’Enza Strobel, il quale la cita anche del Par-
mense.
Pupa antivertigo DraprarnauD Hist. Moll. p. 60, T. III, f. 32-33 —
Vertigo antivertigo Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 54, T. II, f. 2;
(1) Vertigo moulinsit nella spiegazione della Tavola XXVIII.
— 145 —
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 407, T. XXIX, f. 5-7 — Vertigo sep-
temdentata KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 144, T. II, f. 19 — Alaea
antivertigo WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 140, sp. 151.
Vertigo antivertigo PauLucci Matériaux sp. 272 — Alaea antivertigo
PicaguiA Moll. Mod. sp. 60.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Svezia, Belgio,
Germania, Svizzera, Italia settentrionale, Sicilia, Spagna, Por-
togallo, Russia, Transcaucasia, Armenia, Talysch, Turkestan,
Massachussetts.
Fra i muschi, i detriti delle foglie ecc. Frequente. Dintorni
di Modena, Bosco Bertoni, Nonantola, Valli di S. Anna (Fiori),
Suzzara (Picaglia).
Non è citata dallo Strobel nè pel paci: nè pel Pia-
centino.
SEZIONE Vertigo Mill.
Pupa angustior Jeffr. — Vertigo Venetzii Stern Lebend. Schneck u.
Musch. p. 57 — Vertigo plicata Moquin Tanpon p. 408, T. XXIX,
f. 8-11 — Vertigo Venetzii KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 147, T. II,
f. 24 — Vertigo plicata JosseAume Fauna Mal. Par. Art. IX, p. 473 —
Vertigo angustior WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. III, p. 142, n. 156.
Vertigo angustior StroseL Distribuzione p. 97; PauLucci Matériaux
sp. 278; PicagLia Moll. Mod. sp. 61.
Estensione geografica — Francia, Svezia, Belgio, Germania,
Sassonia, Austria, Svizzera, Italia, Inghilterra, Russia meridio-
nale, Caucasia, Talysch, Asia anteriore ecc.
Nelle stesse condizioni delle specie precedenti. Bosco Ber-
toni, Rocca S. Maria [400] (Fiori). Valle dell’ Enza (Strobel.)
Lo Strobel la cita anche pel Parmense.
i GENERE Balea Prid.
* Balea perversa Linn. — Pupa fragilis DrapArNAUD Hist. Moll. p. 68,
f. 4 — Pupa perversa Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 349, T. XXV,
f. 11-18 — Balea fragilis KogeLt Fauna Moll. Nass. p. 148, T. III, f. J
— Balea perversa Josseaume Fauna Mal. Par. Art. VARIE eZ 00]
f. 4445; WesrerLunD Fauna Reg. Pal. IV, p. 1, sp. 1.
10
— 146 —
Balea fragilis StrogeL Distribuzione p. 98 — Balea perversa PauLucci
Matériaux sp. 288; PicagLia Moll. Mod. sp. 64. i
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Svizzera,
Germania, Svezia, Norvegia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Italia
settentrionale e centrale, Spagna, Madera, Azorre.
Questa specie che lo Strobel cita dell’ Appennino Parmense,
deve certamente trovarsi anche nelle nostre montagne, ma fino
ad ora non fu rinvenuta.
GENERE Clausilia Drap.
SEZIONE Clausiliastra Mlldf.
Marpessa Gray.
CGlausilia laminata Mont. — Clausilia bidens DrararNAUD Hist. Moll.
| p. 68, T. IV, f. 56 — Clausilia laminata Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 59, T. II, f. 3; Moguin Tanpon Hist. Moll. Nass. p. 153,
T. III, f. 2 — Marpessa laminata JosseAume Fauna Mal. Par. Art. IX,
p. 452, T. XII, f. 1-4; WesrerLunD Fauna Reg. Pal. IV, p. 19, sp. 21.
Estensione geografica — Tutta l’ Europa continentale, In-
ghilterra, Scozia.
var. Targionii De Stefani — Marpessa laminata var. targionit. We-
sterLUNnD Fauna Reg. Pal. Ap. p. 51. sp. 21.
Clausilia laminata IsseL Conch. Tab. sp. 25 — Marpessa laminata
StroBEL Distribuzione p. 98; PauLucci Matériaux sp. 289 (p. p.) —
Marpessa incisa PauLucci |. c. sp. 290 (p. p.) nota 59, p. 37 — Clau-
siliastra laminata forma Targionii De SreranI Moll. Ap. p. 146, f. 27
— Marpessa laminata var. Targionit PicaGLia Moll. Mod. sp. 65.
Estensione geografica — Appennino emiliano, Alpi Apuane,
Verna, Monte Amiata.
Comune sull’alto Appennino nelle faggete. Pozze presso
Fiumalbo [948"], Sega di Civago [900"], Cerreto dell’Alpi
[1158"], Ventasso [1727"] (Fiori); Passo delle Radici [| 1528" |,
Alpe di S. Pellegrino [1700" ] (De Stefani).
Gli individui del Modenese concordano perfettamente colla
descrizione che dà il De Stefani della var. Targioni. Il Wester-
lund assegna alla /aminata queste dimensioni: Altezza mm. 17,
— 147 —
larghezza mm. 314-4; il De Stefani per la varietà Targioni
offre le seguenti dimensioni: Altezza mm. 13-17; larghezza
4-4,3; nei nostri l'altezza è di 16 mm., e la larghezza di 4,2;
l’apertura ha un altezza di mm. 3,7 una larghezza di 2,4. Al-
cuni esemplari di Montegibbio misurano: altezza mm. 19
larghezza mm. 5; l'apertura altezza mm. 4,5, larghezza mm. 3;
essi sono stati dal Fiori (in schedis) classificati come una var.
major.
La specie è citata anche da Strobel pel Parmense e Pia-
centino, ma secondo il De Stefani in tutto il nostro Appennino
la laminata tipica sarebbe sostituita dalla var. Targioni.
Strobel cita pure del Parmense la varietà (mutatio ) major
(A. Schm.?) la quale secondo il parere del De Stefani sarebbe
anche la var. Targioni.
Egli ricorda anche una var. cyanea Berté in schedis che
definisce « minor, gilva, fauce callosa ».
Clausilia lucensis GentiLvomo Bul. Mal. It. Vol. I, p. 6, T.I, ff. 13 —
Marpessa lucensis WesrerLunp Fauna Reg. Pal. IV, p. 26, sp. 84*.
Clausilia laminata Borsari Moll. Mod. sp. 30; Bonizzi Cat. I. T. sp. 18
— Marpessa lucensis Paunuoci Matériaux sp. 297; PicagLia Moll. Mod.
sp. 66 — Marpessa incisa PicagLia l. c. sp. 67.
Estensione geografica — Alpi Apuane, Appennino della
val del Serchio, Appennino emiliano.
Il Borsari dà nel suo catalogo dei « Molluschi del Mode-
nese » al n. 24 una Pupa bidens Drap. (?) riportandola sulla
fede di Boni; lo Strobel nelle osservazioni al lavoro di Borsari
a pag. 225 n. 38 dice « Pupa bidens Drap. (Boni) è la Clau-
silia bidens Drap postea, enumerata dal Borsari ». L’egregio
Prof. Strobel è stato tratto in errore dal nome sbagliato di
P. bidens dato dal Boni ad un Bwliminus ( che è come ho detto
sopra a pag. 131 il Buliminus tridens), ma fa anche commettere
un errore al Borsari che non ha fatto, giacchè il Borsari ha
fatto susseguire al nome di bidens Drap. un (?), il che vuol
dire che egli non sapeva cosa fosse la specie del Boni, e non la
identificava colla C7 bidens Drap., che egli dà come sinonimo
. della laminata.
La Clausilia laminata del Borsari è secondo me la lucensis
del Gentiluomo.
— 148 —
Lo Strobel, il De Stefani fanno della /ucensis una forma
della comensis Sh., il Westerlund invece ne fa una sottospecie
e a dire il vero, almeno dall'esame degli esemplari delle co-
mensiîs posseduti dal Museo, parmi la differenza tra le due
Clausilie sia tale da meritare di tenerle distinte.
Il De Stefani ricorda che la Paulucci a havuto dal Pro-
fessor Pantanelli una Clawselin intermedia tra la anterposita
e la lucensis: ignoro cosa sia questa specie. Il Museo dal Pan-
tanelli ha avuto la /ucensis di Valestra [934], dove l’ hanno
anche raccolta il Fiori ed il Ragazzi, la quale è uguale alle
altre raccolte dal Fiori a Montegibbio [403%] e.a S. Maria
[400].
Esaminati minutamente questi esemplari concordano per-
fettamente colla figura e descrizione che ne da il Gentiluomo,
e niuno di essi appartiene alla var. regnolî De Stefani. Il
numero delle pieghe interlamellari è ugualmente da 1 a 3, tut-
tavia ha osservato un individuo con 4 ed uno con 5 pieghe;
le dimensioni della nostra lucensis sono le seguenti:
Individui con pieghe interlamellari 1 - Gonch. A. 13,7; L. 3,4 - Apert. A. 2,5; 1.1,9
Id. » 2» » 12,9:»3,1 » »2,6;» 2,0
Id. » SEIT ZIO RL 2
Id. », dosi » 132821 00
Id. » Di di 28: pil a
Per la lucensis il Gentiluomo da le seguenti misure: al-
tezza 14-15; diam. 31; il Westerlud alt. mm. 12-15; dia-
metro 3 14.
Ho potuto constatare che la Clausilia incisa, già da me
notata come vivente nel Bolognese (vedi il mio lavoro sui
Molluschi del Modenese e Reggiano) è invece la lucensis, la
quale si mostra perfettamente uguale agli esemplari del Mo-
. denese; gli esemplari del bolognese sono stati raccolti alla
Porretta, dall’ Ing. Lorenzini.
* Glausilia interposita Strobel — De Srerani Moll. Ap. p. 154, f. 28
— Clausilia comensis var. interposita StroseL Distribuzione p. 98.
Estensione geografica — Val Taro, Val Baganza, e Val
Enza nel Parmense.
Lo Strobel ricorda questa Cluusika, già prima notata dal
Bertè col nome di CI. Cornea, ma il Westerlund non la riporta.
— 149 —-
Siccome non ho riferito alla comensis la CI lucensis, così neanche
vi riferisco la inferposita seguendo in ciò l'opinione del De Ste-
fani il quale dice che chi ritiene come specie distinta la lu-
censis dovrà fare altrettanto per la 2nterposita. Non conosco
questa specie del Modenese.
SEZIONE Delima Bts.
Itala Btg.
Clausilia itala Martens — Itala itala WrsterLunD Fauna Reg. Pal. IV,
p. 64, sp. 136.
Delima itala PauLucci Matériaux sp. 807.
Estensione geografica — Africa meridionale, Spagna set-
tentrionale, Francia meridionale, Italia.
var. rugata Ziegll — Delima alboguttulata var. itala sub-var. rugata
StroBeL Distribuzione p. 98 — Delima itala var. nigra PauLucci Ma-
tériaux sp. 507, nota 63 — Delima itala var. rugata De SteFANI Moll.
Ap. p. 154 -— Itala itala var. rugata PicaLia Moll. Mod. sp. 68.
Estensione geografica — Appennini dell’ Emilia e della
Toscana.
Castelnuovo Rangone [100], ( Pantanelli, Ragazzi); Mon-
tefiorino [797" |], Borzano. [507"], Carpineti [550], Rocca di
Fiumalbo [943"], Rocca S. Maria [400%] (Fiori); Serpentini
di Varana [300"] (Fiori, Pantanelli); Monti della Riva [794]
(Picaglia ).
È citata anche del Parmense (Strobel), dell'Appennino bo-
lognese (Cocconi), e della Porretta [100] ( Lorenzini, Martens).
Parmi che gli individui del nostro Appennino « debol-
mento costolati » debbano attribuirsi alla var. rugata, che fu
istituita per gli individui dell’ Appennino parmense dallo
Ziegler.
Lo Strobel, che secondo il De Stefani è 1’ Autore che meglio
d’ogni altro ha discorso del raggruppamento della CI. d/alu e
della distribuzione geografica della specie, così ripartisce le
varietà:
— 150 —
Var. I.° major, C7. itala C. ‘von-Martens — sensu latiori.
Susvar. 1. laevis, Itala Martens — sensu stricto, alboguttulata
W. var. L. Pfeiff.
Mur. ventricosa, draunit Charp.
2. subrugata Menke, Itala var. Vicentina Kob?
3. rugata Ziegl.
II. media, albopustalata De Crist. et Jan — sensu latiori; aldo»
guttulata var. Lombardica L. Pfeiff.; alboguttulata var.
Italica L. Pfeiff.; ornata Ziegl. var. major Rossm.
Susvar. 1. laevis, aldopustulata De Crist. et Jan — sensu stricto.
Mur. a. pallidior, Pfeiff. et. Rossm., diluta Zgl.
6. saturatius rufa, L. Pfeiff. crasstor Rossm., rubiginea
Ziegl.
2. striata, punctata Mich., alboguttulata var. Y. L. Pfeiff.
9. rugata, latestriata Charp.
4. costulata, daldensis Parr.
II.* minor, ornata Ziegl. — sensu latiori.
Mur. testa crassiore, detrita Stenz, bolcensis De Betta 2
Il Westerlund non mantiene le tre forme, o specie dello
Strobel, cioè alboguttulata, albopustulata e ornata, ma pur
serbando la ornata come specie distinta riunisce le altre due
sotto il nome di <tala, considerando le denominazioni del Wa-
gner e del Jan quali sinonimi dell’ifa/a; riunisce poi a questa
species la CI. leucensis Villa.
Ecco la divisione delle 2 specie ornata ed <tala secondo il
Westerlund.
Cl. ornata (Zg.) Rossm. — Slesia, Boemia, Austria, Alpi, Croazia.
FORMA l. minor.
» 2. producta A. S.
var. Callosa (Z.) A. S. — Stiria, Carinzia, Carniola.
>» humensis Isch. — Stiria.
Cl; itala Martens — Italia superiore, Austria, Francia meridionale,
Nord della Spagna.
var. punctata Mich. — Francia meridionale.
» saorgensis Bst. — Alpi Marittime (Francia).
» viriata Bgt. — Alpi Marittime (Francia).
» veranyi Bgt. — Val della Vesubia (Francia), Alpi Apuane.
» brauni (Ch.) Rm. — Brescia, Weinheim, Trento.
» bolcensis (De Betta) A. S. — Verona.
» ‘vicentina A. S. — Italia settentrionale.
— 151 —
vaR. tridentina Ad. — Italia settentrionale e centrale.
» plumbea De Betta — Lombardia.
» obesa Issel — Pisa.
» migra (Pecchioli) Issel — Italia centrale.
>» malcesinae A. S. — Malcesina, presso il Lago di Garda.
» elegans Gent. — Valombrosa.
» subornata -- Tirolo meridionale, Italia settentrionale.
» rubiginea (z.) A. S. Tirolo meridionale, Italia settentrionale.
» spreafici Pini, latestriata Charp. — Tirano (Valtellina),
Val d'Adda.
» baldensis (Parr.) Ch. — Verona.
» fortis Pini — Vicenza.
» lombardica Mff. — Lombardia.
» costifera W. — Italia settentrionale.
» corcyrensis W. — Corfù.
* Cl. leucensis Villa — Lecco, Como.
var. paroliniana De Betta — Oliero (Italia superiore).
Io non saprei davvero a quale delle varietà dell'ala date
dal Westerlund attribuire la nostra forma che il De Stefani,
e lo Strobel identificano colla rugata Ziegl., e che egli pro-
babilmente non ammette, giacchè non voglio credere che egli
non la conosca; a meno che anch'esso, seguendo l'esempio
della Paulucci non la identifichi colla var. nigra Issel, la qual
cosa secondo il De Stefani sarebbe un errore.
Non so poi perchè chiami la latestriata Ch. col nome di
spreafici Pini: la denominazione di latestriata, nel caso che
questa specie debba ritenersi identica alla spreaficî, dovrebbe
avere la precedenza, giacchè la specie non solo era descritta
molto tempo prima, ma il suo nome era già stato generalmente
adottato.
var. plumbea De Betta; WesrerLunDp Fauna Reg. Pal. IV, p. 65, sp. 136;
PicaGLia Moll. Mod. sp. 68.
Estensione geografica — Lombardia, Modenese.
Questa varietà fu rinvenuta a Fiumalbo [943"] dal Dott. Fiori.
* var. punctata Mich. — Clausilia puncetata Micnaun Comp. p: 55, T. XV,
f. 23; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 326, T. XXIII, f. 31-37 — Itala
itala var. punctata WesterLunp Fauna Reg. Pal. IV, p. 64, sp. 186.
Delima alboguttulata var. punetata StroseL Distribuzione p. 99 —
Delima itala var. punctata PicaeLia Moli. Mod. sp. 68.
— 152 —
Estensione geografica — Francia centrale e meridionale,
Italia settentrionale e centrale, Spagna.
Lo Strobel la cita del Parmense.
SEZIONE Kuzmicia © Brusina.
* Clausilia rugosa Drararnaup Hist. Moll. p. 73, T. IV, f. 19-20 (p. p.)
— Kuzmicia rugosa WesterLunDp Fauna Reg. Pal. IV, p. 188, sp. 481.
Pirostoma rugusa Pauvucci Matériaux sp. 361 — Kwuzmicia rugusa
PicagLia Moll. Mod. sp. 68.
Estensione geografica — Europa occidentale.
Il Cocconi la cita del Boloznese. Secondo il De Stefani la
CI. rugosa della Paulucci sarebbe la var. Pini West.
* var. Pinii WrsrerLunp Fauna Reg. Pal. IV, sp. 484, p. 189, App. p. 70.
Iphigenia crenulata sub. var. minor StRoBEL Distribuzione p. 111 —
Pirostoma rugosa var. minor PavLucci Matériaux sp. 899 — Pirostoma
Pini De SterAnI Moll. Ap. p. 165 — Kuzmicia rugosa var. Pini Pi-
cagLia Moll. Mod. sp. 68.
Estensione geografica — Alpi Apuane ed Appennino cir-
costante; Appennino emiliano, Monte Amiata.
Passo della Cisa (Strobel).
* Clausilia Delpretiana De Stefani N. sp. Moll. p. 41 — Kuzmicia
Delpretiana WesterLunD Fauna Reg. Pal. IV, p. 184, sp. 480.
Iphigenia rugosa var. crenulata StroseL Distribuzione p. 101 — Pe
rostoma rugosa var. crenulata PauLucci Matériaux sp. 359 — Piro-
stoma Delpretiana De SterANI Moll. Ap. p. 167.
Estensione geografica — Toscana, Emilia.
Cassio, Rigoso in Val d'Enza Strobel.
* Clausilia cruciata Stul. — Kwuzmicia cruciata WesrerLunp Fauna
Reg. Pal. IV, p. 190, sp. 483.
Iphigenia rugosa var. eruciata p. p. StroseL Distribuzione p. 101 —
Pirostoma cruciata PauLucci Matériaux sp. 361.
Estensione geografica — Dall'Italia settentrionale si estende
fino alla Finlandia ed alla Norvegia.
sub. var. minor — Pirostoma cruciata sub. var. minor De STEFANI Moll.
Ap. p. 162 — Kuemicia eruciata var. minor PicAgria Moll. Mod. sp. 70.
(1) Cusmicia nel catalogo p. 134.
— 153 —
Estensione geografica — Alpi Apuane, Appennino Toscano
ed Emiliano.
Comune nelle faggete dell’ alto Appennino; Passo delle
Radici [1528"] (De Stefani). Cito la var. minor sulla fede del
De Stefani.
var. apuana De Stefani — Kuemicia cruciata var. apuana WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. sup. p. 72, sp. 488.
Pirostoma cruciata var. apuana De Sterani Moll. Ap. p. 162.
Estensione geografica — Alpi Apuane, Appennino setten-
trionale.
Il De Stefani dice che questa varietà subentra nell’ Ap-
pennino settentrionale alla varietà triplicata e sulla sua fede la
cito delle nostre regioni non possedendone esemplari di sorta.
var. triplicata (Hartm.) A. S. — Kuzmicia cruciata var. triplicata We-
srerLunp Fauna Reg. Pal. IV, sp. 191, sp. 488.
Pirostoma cruciata var. triplicata PavLucci Matériaux sp. 361 —
Kuzmicia cruciata var. triplicata PicaeLia Moll. Mod. sp. 70.
Estensione geografica — Svizzera, Baden, Baviera meridio-
nale, Italia settentrionale.
Rara. Rocca S. Maria [400] (Fiori). Fra i muschi sul
Monte della Riva [794].
ll De Stefani non ammette la var. (replicata si estenda
fino all’ Appennino settentrionale: i nostri esemplari rispondono
a quelli di Milano avuti dal Prof. Pantanelli.
* var.... Iphigenia Bonelli (non Martens) StroBeL Distribuzione, p. 101.
Valle Baganza Strobel.
Il De Stefani dice che questa varietà non è attribuibile alla
CI. Bonelli Mart., ma è una varietà della cruciata affine forse
alla var. apuana De St. La var. cruciata ( Aut. toscani) poi della
CI. rugosa Strobel, sempre secondo il De Stefani, non è che
solo in parte la CI. cruciata Stud., De Stef., giacchè la CI. cru-
ciata Targ., Gent. non è la stessa cosa della CI. cruciata Stud.,
De Stef.
SEZIONE Pirostoma West.
Clausilia lineolata Held. — Clausilia ventricosa var. lineolata Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 844 — Clausilia lineolatà KoseLt Fauna Moll.
— 154 —
Nass. p. 156, T. III, f. 6 — ?zrostoma lineolata WesterLUND Fauna
Reg. Pal. IV, p. 202, sp. 495.
Iphigenia lincolata StroseL Distribuzione p. 101 — Pirostoma line-
olata PauLucci Matériaux sp. 365; PicaGLia Moll. Mod. sp. 72.
Estensione geografica — Francia, Svizzera, Germania me-
ridionale, Stiria, Carniola, Carinzia, Tirolo, Italia.
Il De Stefani non crede di poter tenere distinte per gli
esemplari Italiani le due specie lineolala e plicatula, ed attri-
buisce tutti gli esemplari Italiani a varietà della lineolata.
Il Westerlund non è dello stesso avviso ed io, l’ho detto
più volte, seguo il più che mi sia possibile la classificazione
del Westerlund.
Gli esemplari del Modenese sono identici a quelli della.
Clausilia lineolata del Cadore avuti dal Fiori e a quelli di
Milano donati al Museo del Prof. Pantanelli. ;
Sotto la corteccia degli alberi nelle Faggete dell’ Appennino
( Fiori), Valestra [934"], (Pantanelli ).
Strobel la cita del Parmense e del Piacentino.
Clausilia plicatula DraparnauD Hist. Moll. p. 72, T. IV, f. 17-18;
Moquinp Tanpon Hist. Moll. p. 340, T. XXIV, f. 29-31; KogeLt Fauna
Moll. Nass. p. 157, T. IV, f. 7 — Prrostoma plicatula WestERLUND
Fauna Reg. Pal. IV, p. 205, sp. 499.
Iphigenia plicatula StroseL Distribuzione p. 101 — Pirostoma pli-
catula PauLucci Matériaux sp. 362; PicaGLia Moll. Mod. sp. 71.
Estensione geografica — Francia, Svezia, Inghilterra, Belgio,
Svizzera, Germania, Russia, Austria, Italia, Sardegna, Corsica.
Monte della Riva Picaglia [794%]. Fra i muschi.
Questi esemplari presentano da 10-11 giri ed hanno una
lunghezza che varia. da 8-10}, mm., con una larghezza di
quasi 3 mm.: l’interlamellare presenta 3 o 4 piccole pieghe.
Per la sveltezza della conchiglia, per la sua densa ed ondulata
striatura, per la forma piriforme dell'apertura, per la forma
infine dell’interlamellare parmi la nostra specie possa riferirsi
alla var. appennina Issel, dalla quale tuttavia si diferenzia
per le minori dimensioni (14 mm.), e per il numero minore
dei giri (13).
Lo Strobel la cita dell’ Appennino Parmense dove ha rin-
venuto anche la var. minor, che io non conosco e che forse non
ilo
è altra cosa che la nostra forma, la quale come ha detto ha
un numero di giri e dimissioni minori del tipo.
var. superflua (Meg.) A. S. WesterLunp Fauna Reg. Pal. IV, p. 205,
sp. 499.
Clausilia plicatula var. inflata De SterANI Moll. Val. Serchio — Pt
rostoma plicatula var. superflua PauLucci Matériaux sp. 362 — Piro-
stoma lineolata var. superflua De Srerani Moll. Ap. p. 160 — Piro-
stoma plicatula var. superflua et vallombrosana PicagLia Moll. Mod.
sp. 71.
Estensione geografica — Carinzia, Tirolo.
Ventasso [300], Appennino Modenese, Alpe di Mommio
[1600©] (Fiori); Passo delle Radici [1528%|, S. Pellegrino
[1520] (De-Stefani).
I nostri esemplari corrispondono perfettamente a quelli di
Esino e di Belluno avuti dal Dott. Adriano Fiori il quale li ebbe
a sua volta dal Pini; corrispondono anche ad individui del-
l’Italia centrale avuti dal Zuccari.
Il Pini aveva altra volta (in schedis) separata una varietà
della pleatula che chiamò fenuistriata e quindi identificò colla
superflua Meg. ®.
Più tardi ® descrisse una clausilia tenuistriata del M.te
Amiata che nulla ha da fare come ben osserva anche il De
Stefani colla fenwistriata (olim.) di Esino: il Westerlund non
ostante le dichiarazioni di Pini identifica la var. superflua Meg.
colla CI. fenuistriata Pini, nell’ Appendice però egli corregge
l’errore descrivendola come varietà a se.
La var. vallombrosana da me citata nel mio lavoro più
sopra citata è idevtica alla superfiua e nulla ha fare colla
vallombrosana di Issel., almeno così mi pare dal confronto che
ho fatto dell'esemplare del museo, che proviene dalla Porretta,
colla figura e descrizione che ne da l’Issel, e cogli esemplari
della superflua del Modenese e Reggiano.
Del resto non so se la val/ombrosana di Issel sia una buona
varietà; il Westerlund non la cita nel suo lavoro sulle Clau-
(1) Pinr Naporeone Molluschi terrestri d’acqua dolce viventi nel
territorio di Esimo in Bull. Soc. Mal. It. Vol. II, 1876, p. 157.
(2) Bull. Soc. Mal. It. Vol. VII, 1882.
— 156 —
silia e neanche nell’ Appendice; la Paulucci ha esaminato pa-,
recchi centinaia di esemplari di Vallombrosa e niuno corri-
sponde al tipo datogli dal Issel; anch'essa non la cita nei suoi
« Matériaux ». Il De Stefani la ricorda invece nel suo lavoro
sui Molluschi delle Alpi Appuane e in quello sui Molluschi
della Val del Serchio citandola di parecchie località.
CGlausilia Brus. — ( Kuemicia) sp.
Clausilia rugosa Borsari Moll. Mod. sp. 41.
Il Borsari ha raccolto sui muri una Clawuszlia che egli dice
rara e che chiama (7. rugosa Drap. ed a cui da come sinonimi
CI. obtusa Pfeif., e CI. nigricans Turton, le quali seeondo il
Westerlund sarebbero invece sinonime della Cl. bidentata Stròm.
Ho confrontato attentamente questa Clausilia cogli esemplari
della CI. rugosa posseduti dal Museo e colle affini Cl. cruciata
Stud. e Zineolata Held. e non ho trovato che si possa riferire
ad alcuna di queste specie o delle numerose loro varietà:
neanche posso riferirla alla C7. Piné West. ne ad alcuna altra
specie fra quella indicata dallo Strobel e dal De Stefani come
viventi sia nel nostro Appennino, che nell’opposto versante
toscano e nelle Alpi Appuane.
GENERE Steno®ira Shuttl.
SEZIONE Rumina Risso.
StenodyTa decollata Linn. — Bulimus decollatus DrAPARNAUD Hist.
Moll. p. 74, T. VI, f. 27-28; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 311, T. XXII,
f. 36 — KRumina decollata WesrerLunD Fauna Reg. Pal. 1II, p. 144,
sp. l.
Stenogira decollata StrogeL Distribuzione p. 106; PavLucci Matériaux
sp. 240 — Kumina decollata PicagLia Moll. Mod. sp. 61.
Estensione geografica — Francia, Italia, Sicilia, Sardegna,
Corsica, Malta, Spagna, Baleari, Dalmazia, Asia minore, Algeria.
Lo Strobel la cita di Fragno in Val Baganza dove ne fu
trovata una spoglia; egli crede però che questa vi possa essere
stata importata. Il De Stefani però sarebbe tentato di credere
che vi si trovasse isolata, come nella valle del Lombricoso ed
a Bozzano nell’ Appennino Toscano. Io condivido l’ opinione del
I I TO
— 157 —
De Stefani, giacchè il Cocconi ed il Fiori la dicono comune
sotto le mure e nei colli presso Bologna.
Sarebbero le colonie di Bologna e di Fragno le uniche
fino ad ora trovate nella parte meridionale della valle del Po,
mentre a settentrione si trova nel Friuli e sui colli Euganei.
To sono indotto a credere che la Stenogyra decollata fosse
una volta più frequente nella nostra regione dal fatto che negli
scavi fatti per il trasporto della Fonte d’Abisso in Modena ne
furono rinvenuti parecchi esemplari, e che la specie stessa si
rinviene fossile nel quaternario antico di Pigneto sul Secchia,
al di sopra di Sassuolo.
GENERE Cionella Jeffr.
SEZIONE Zua Leach.
Cionella lubrica Miilll — Bulimus lubricus DrapARNAUD Hist. Moll.
p. 75, T. IV, f. 24 — Achectina lubrica Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 50, T. I, f. 27 — Bulmus subeylindricus Moquin TAnpon
Hist. Moll. p. 304, T. XXII, f. 18-19 — Cronella lubrica KoBeLT Fauna
Moll. Nass. p. 135, T. 1I, f. 10 — Cochlicopa lubrica Jousseaume Fauna
Mal. Par. Art. VII, p. 232, T. III, f. 40-41 — Zua lubrica WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. III, p. 147, sp. 1.
Bulimus lubricus Boni Moll. Mod. p. 24 — Ferussacia subcylindrica
IsseL Conch. Tab. sp. 22 — Cionella lubrica Borsari Moll. Mod. sp. 82
— Zua lubrica StroseL Distribuzione p. 95-122; Paurucci Matériaux
sp. 229 — Ferussacia subcylindrica Lessona Moll. Piem. p. 345 —
Zua lubrica De Srerani Moll. Ap. p. 120; PicagLia Moll. Mod. sp. 62.
Iistensione geografica — Europa continentale, Inghilterra,
Sicilia, Sardegna, Corsica, Isole Baleari, Caucasia, Siberia, Tibet,
Armenia, Territorio d’ Amour, Massachussetts, Azorre, Madera.
Nei prati, fra i muschi (Boni), dintorni di Modena, (Fiori).
var. exigua Menke — Achatina lubrica forma b ( Achatina lubricoides
Mich. ?) Srein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 51 — Cronella subcylin-
drica var € exigua Mogvin Tanpon Hist. Moll. p. 304 — Bulmus
lubricus forma lubricella KogeLt Fauna Moll. Nass. p. 135 — Zua
lubrica var. exigua WesterLunDp Fauna Reg. Pal. III, p. 148 sp. 1.
Zua lubrica mut. lubricella StroseL Distribuzione p. 93, 122 — Zua
lubrica var. exigua PicsgLia Moll, Mod. sp. 62.
— 158 —
Più comune della specie. Valle dell’ Enza (Strobel), din-
torni di Modena (Borsari), Ventasso [1727"], Rocca S. Maria.
[400"] Casinalbo, dintorni di Modena (Fiori).
Strobel la cita anche del Parmense, il De Stefani di San
Pellegrino [ 1520" |.
Bourguignat, Lessona, Moquin Tandon ed altri chiamano
le specie col nome Linneano di subeylindrica dandole poi come
sinonimo il nome di lubrica Mull.: ora se la subeylindrica Linn.
è veramente sinonimo di lubrica, il che secondo il Josseaume
ed il Westerlund non è ben certo, il nome di Miller deve aver
la precedenza.
SEZIONE Hohenwarthia Bourg.
* Cionella hohenwarti Rssm. — Bulimus acicula var. hohenwarti
Moquin Tanpon p. 310 — Hohenwarthia hohenwarti WesteRLUND Fauna
Reg. Pal. III, p. 170, sp. 84.
Ferussacia hohenwarti IsseL Conch. Tab. sp. 23 — Acicula hohenwarti
StroBeL Distribuzione p. 95 — Ferussacia hohenwarti Paurucci Ma-
tériaux sp. 223 — Hohenwarthia hohenwarti PicagLia Moll. Mod. sp. 62.
Estensione geografica — Carniola, Italia, Tirolo, Dalmazia. -
Lo Strobel l’indica del Parmense: non parmi che gl’indi-
vidui del Modenese classificati dal Fiori come C. hohenwarti
debbono essere attribuiti alla specie in discorso.
SEZIONE Caecilianella Bourg.
Aciculina West.
Cionella acicula Mill. — Bulimus acicula DraparnauD Hist. Moll.
p. 75, T. IV, f. 25-26; Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 309, T. XXII,
f. 32-34 — Cionella acicula KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 156, T. II, f. 12
— Acicula acicula Josseaume Fauna Mal. Par. p. 285, T. III, f. 84-35
— Aciculina acicula WesterLunp Fauna Reg. Pal. III, p. 176, sp. 194.
Achatina acicula Boni Moll. Mod. p. 95 — Caecelianella eburnea Isse
Conch. Tab. sp. 24 — Acicula acicula SrroseL Distribuzione p. 95-122;
PauLucci Matériaux sp. 229 -— Aciculina acicula Picagria Moll. Mod.
sp. 63.
— 159 —
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Norvegia, Da-
nimarca, Germania; Austria, Francia, Svizzera, Italia, Sicilia,
Corsica, Spagna, Portogallo, Russia, Finlandia, Grecia, Algeria,
Madera, Isole Azorre.
Fra i muschi, fra le radici, nelle siepi, nelle vecchie mu-
raglie (Boni), detriti di fiumi e torrenti, dintorni di Modena,
Rocca S. Maria [400%] (Fiori), Valle dell’ Enza (Strobel).
Lo Strobel identifica la C. acicula, colla C. eburnea di
Risso e di Issel: ciò secondo il Westerlund ed il De Stefani
non è esatto; la C. eburnea, Issel è sinonimo dell’ac:icula; la
C. eburnea Risso sarebbe invece una varietà dell’ aczeula, specie
propria della Francia meridionale e dell’Italia settentrionale.
La C. acicula è stata trovata anche nel Parmense (Strobel),
e a Tabiano (Issel).
Gionella jani De Betta — Achatina acicula De Berta Cat. Moll. Prov.
Venete p. 59 — Aciculina jani WesterLunD Fauna Reg. Pal. III, p. 178,
sp. 106.
Cionella acicula Borsari Moll. Mod. sp. 833 — Acicula acicula var.
veneta StroseL Distribuzione p. 95 — Acicula aciculoides PauLvCCI
Matériaux sp. 231 — Aciculina jani PicaeLia Moll. Mod. sp. 64.
Estensione geografica — Trentino, Italia settentrionale e
centrale, Istria, Dalmazia, Grecia presso al Monte Imetto.
Fra i muschi, nelle fessure dei vecchi muri ecc. (Borsari),
Ganaceto (Bagnesi), Campiglio |200"] (Picaglia), dintorni di
Modena, Casinalbo, Rocca S. Maria [400%] (Fiori), Valle del-
l’ Enza (Strobel).
È registrata dallo Strobel anche pel Parmense col nome
di C. acicula var” veneta Charp.} varietà che egli identifica
colla C. aciculoides Jan. Secondo il Westerlund la C. acsculoides
Jan. e la CU. jani De Betta (Glandina veneta Charp.) sono due
specie ben distinte anche per il loro habitat; la C. aciculoides
Jan si rinviene a Trieste e nel Piemonte, della C. janiî de Betta
ho dato più sopra l habitat. La Paulucci dà la yjanî come
sinonimo della ac:culoides, e della stessa opinione è il De
Stefani.
Secondo il mio modo di vedere la nostra specie è la C. janî
De Betta, e gli esemplari del Museo Universitario diferiscono
solo per le dimensioni alquanto maggiori da quelli di Siena
— 160 —
e Spoleto citati dal De Stefani nel suo lavoro Molluschi viventi
nelle Alpi Apuane nel Monte Pisano ecc. col nome di C. aci
culoides Jan. e donati dal Prof. Pantanelli al Museo predetto.
GENERE Succinea Drap.
Sezione Neritostoma Klein.
Succinea putris Linn. — Succinea amphibia DrAaparNAUD Hist. Moll.
—p. 58, T. III, f. 22.23 — Succinea putris Stein Lebend. Schenck. u.
Musch. p. 29, T. II, f. 1; Mogvin Tanpon Hist. Moll. p. 55, T. VII,
f. 34; KoseLt Fauna Moll. Nass. V, p. 162, T. IV, f. 1-3 — Neritostoma
putris WesterLun Fauna Reg. Pal. V, p. 2, n. 3.
Succinea putris Boni Moll. Mod. p. 26; Borsari Moll. Mod. sp. 6;
StRoBEL Distribuzione p. 101; PauLucci Matériaux sp. 363; STROBEL
Osservazioni p. 1; Lessona Moll. Piem. p. 366 — Neritostoma putris
PicagLia Moll. Mod. sp. 73.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Danimarca,
Russia, Germania, Austria, Svizzera, Istria, Sardegna, Italia,
Caucasia, Siberia, Altai, Territorio d’ Amour, Armenia, Algeria,
Stati Uniti d’ America.
Credo anch'io col Borsari e collo Strobel che la S. putrîs
del Boni non sia altro che la S. Pfeifferi; tuttavia siccome lo
Strobel la cita del Parmense e della valle dell’ Enza, così non
sono lontano dall’ammettere che questa specie possa vivere
nelle nostre valli, e per ciò la segno in questo mio catalogo.
Secondo il Boni vivrebbe sulle erbe delle acque stagnanti.
Il Cocconi la cita del Bolognese.
SEZIONE Amphibina Hartm.
Succinea megalonyxia Bourg. — Oxyloma megalonyzia WeSTERLUND
Fauna Reg. Pal. V, p; 8.
Succinea angustata (F. Schm.), S. megalonyria PauLucoi Matériaux
sp. 872-373 — Succinea megalonyxia PatLucci Note Mal. Sard. (2)
p. 300.
var. inconcinna Paul. — Succinea inconcinna PauLvcci Descrizione di
2 n. sp. di Succînea p. 175, T. V, f. 10 — Amphibina inconcinna
WesrerLunp Fauna Reg. Pal, V, p. 8, £. 9.
— 161 —-
Succinea levantina Boni Moll. Mod. p. 26; Borsari Moll. Mod. sp. 8;
Amphidina boni n. sp.? PicaLia Moll. Mod. sp. 75.
Quando pubblicai il lavoro sui Molluschi del Modenese e
del Reggiano non avevo visto il lavoro della Paulucci in cui
descrive la .S. inconcinna ed io colla diagnosi che ne dà il
Westerlund non avevo saputo ravvisarla; la pubblicai pertanto
nel mio elenco sotto il nome di .S. doni, riservandomi di darne
in queste note una descrizione dettagliata, descrizione che
io avevo già preparata nelle schede.
Allorchè poi mi capitò fra le mani il lavoro della Paulucci
fui sorpreso di vedere come le due descrizioni fossero perfet-
tamente conformi: senonchè riandando più tardi le descrizioni
delle specie Italiane del gen. Succinea date dal Westerlund mi
accorsi come la diagnosi della S. megalonyzia vi si attagliava essa
pure, onde mi venne il dubbio che le due specie non fossero
che la stessa cosa, o che tutt'al più l’enconcinna fosse una
varietà della megalonyzia. L'essere però le due forme collocate
in due sottogeneri differenti mi fece a prima vista una certa
impressione, ma le condizioni che verrò esponendo mi convin-
sero ben presto che le mie congetture non erano infondate,
sicchè ho deciso di dare la inconcinna come una varietà della
megalonyzia.
Per la S. megalonyzia il Westerlund assegna come habitat
la Sicilia, la Sardegna e l’Italia meridionale: a queste località
la Paulucci aggiunge ancora la Spezia e Novoli dove l’egregia
Signora ha anche trovata la 2nconcinna.
La Paulucci nella sua descrizione che non è perfettamente
uguale a quella del Westerlund ci afferma che l’ultimo giro
della conchiglia non raggiunge i ?/ della larghezza totale; il
Westerlund poi da come sinonimo della ,S. megalonyzia la
S. angustata F. Schm.
Ora parlando della S. angustata F. Schm. il Sig. Mousson
ci fa sapere (Vedi Paulucci l. c. p. 174) che essa « est plus
enroulée que la S. Pfeifferi, la spire ne formant que la sixieme
partie du dernier tour » la differenza quindi tra le due specie
per quanto riguarda le dimensioni delle proporzioni fra 1’ ul-
timo giro e la spira sono piccolissime, come piccolissime sono
le differenze tra le dimensioni delle 2 specie, giacchè propor-
phi
— 162 —
zion fatta della grandezza alquanto minore della inconcinna
si riduce ad essere questa di 14 mm. più stretta della mega-
lonyxia; e l’apertura di questa di '/} di mm. più larga della
prima.
Il Mousson poi soggiunge che sarebbe disposto a riunire
langusta F. Schm. alla levantina Desh. se quest’ ultima, secondo
il Bourguignat, il Kobelt ed altri malacologi, non dovesse ri-
tenersi come sinonimo della /S. Pfeifferi. Dopo ciò parmi venga
a sparire la difficoltà che mi si era affacciata appartenere cioè
la inconcinna e la megalonyzia a due sottogeneri differenti.
Westerlund nel Catalogo delle Conchiglie viventi nella Re-
gione Paleartica dà la S. Zevantina come varietà della S. (Am-
phibina) elegans Risso, mentre nella monografia del genere Suc-
cinea non faceva alcun cenno della specie di Deshayes: questo
fatto ravvicina ancor più la megalonyzia alla inconcinna, sicchè
non parmi di esser fuori di strada se ritengo essere la drconcinna
una semplice varietà della megalonyzia.
Quanto alla distribuzione geografica la megalonyzria sa-
rebbesi fin ora rinvenuta in Sicilia, Sardegna, nell'Italia me-
ridionale e centrale ( Novoli), alla Spezia e nell’ Austria me-
ridionale (Kobelt) se vi si include anche la angustata di
F. Schm. La v. inconcinna sarebbe stata trovata esclusivamente
a Novoli (Paulucci) e nelle valli di S. Anna presso Modena
(Boni).
Succinea pfeifferi Rossm. — Succinea amphibia var. f et Y. DrapaR-
nauD Hist. Moll. p. 58 — Succinea pfeifferi Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 30,*T. I, f. 3; Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 59, T. VII,
f. 23-24; KoseLT Fauna Moll. Nass. p. 162, T. IV, f. 2 — Neristoma
pfeifferi Jossexume Fauna Mal. Par. Art. V, p. 102, T. I, f. 15-16 —
Amphibina pfeifferi WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 11, sp. 13.
Succinea pfeifferi Borsari Moll. Mod. sp. 26; SrroseL Distribuzione
p. 102; Paucucci Matériaux sp. 370 -— Amphibina pfeifferi PicasLia
Moll. Mod. sp. 74.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Russia, Germania, Austria, Ungheria, Francia, Spagna, Tirolo.
Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Portogallo, Caucasia, Siberia,
Thibet, Armenia, Abissinia, Algeria, Jarkand.
— 163 —
Sulle erbe dei fossati d’acqua corrente, nelle erbe galleg-
gianti nei fiumi. Dintorni di Modena (Borsari, Pantanelli, Fiori,
Picaglia), S. Anna ( Boni, Fiori), Dragoncello, Suzzara, Moteg-
giana, S. Benedetto Po (Picaglia), Fossa Gambarara « Colle-
garola » (Mazzetti), S. Faustino (Pantanelli).
Il Borsari da per questa specie anche la varieta pallida
Mogq. Tand., ochracea De Betta; la var. ochracea poi è dal Jos-
seaume, dal Lessona e da altri considerata come specie a se.
Questa specie viene spesso confusa colla ,S. putris, ed anche
nell’antica collezione del Museo esistevano esemplari di S. pfeîf-
feri colla denominazione di S. putris.
Fra gli esemplari donati al Museo dal Borsari due hanno
dimensioni assai maggiori degli altri, ed hanno anche dimen-
sioni maggiori di quelle date dal Westerlund per la specie,
presentando le seguenti misure: lunghezza mm. 19, larghezza
mm. 9, apertura lunghezza mm. 13, larghezza mm. 7; appar-
tiene forse alla var. major Jouss ©,
Lo Strobel ricorda la S. Pfe:fferi del Parmense.
Nel lavoro sulla malacologia della Sardegna la Marchesa
Paulucci fa una dotta discussione sulla Succinea italica Villa
che figura poi anche nella Tavola VIII, figura 6, essa conclude
che questa specie non deve ritenersi sinonima della Pfeifferi*
Rossm. come ritiene lo Spinelli, che neanche deve ritenersi
affine alla S. elegans Risso o alla longiscata Morel, ma essere
tutt'altra cosa e doversi invece collocare nel gruppo della S£.
debilis (Morel) Pfeiff. :
Dello stesso avviso non è il Westerlund il quale fa della
S. italica (Jan.) Villa una forma della /ongiscata Morel., la
quale a sua volta è varietà della elegans Risso.
SEZIONE Lucena Oken.
Succinea oblonga Draparnaup Hist. Moll. p. 59, T. III, f. 24-25;
Srein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 30, T. I, f. 4; Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 61, T. 80, f. 4; KogeLt Fauna Moll. Nass. p. 162, T. IV,
f. 1; Josseaume Fauna Mal. Par. Art. V, p. 106, T. I, f. 22-23 — Lu-
cena oblonga WesterLUND Fauna Reg. Pal. V, p. 14, T. 14.
(1) Josseaume |. c. f. 17.
— 164 —
Succinea oblonga StrogeL Distribuzione p. 102; PauLtoci Matériaux
sp. 378 Lucena oblonga PicagLia Moll. Mod. sp. 75.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Svezia, Nor-
vegia, Germania, Austria, Italia, Ungheria, Russia, Siberia,
Caucasia, Armenia.
Fossa Gambarara (Mazzetti); Tresinaro vecchio ( Picaglia).
Lo Strobel la cita del Parmense.
GeneRE Carychium Mill.
Carychium minimum Mill. — Auricula minima DrarARNAUD Hist.
Moll. p. 57, T. III, f. 18-19; Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 62,
T. II, f 5 — Carichium minimum Moquin Tanpox Hist. Moll. p. 413,
T. XXIX, f. 24-26; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 164, T. II, f. 25;
Jossedume Fauna Mal. Par. Art. IX, p. 489, T. XII, f. 43-44; WestER-
Lunp Fauna Reg. Pal. V, p. 18, sp. 1.
Carichium minimum Borsari Moll. Mod. sp. 42; StroseL Distribuzione
p.. 102-122; PauLucci Matériaux sp. 380; PicaguiA Moll. Mod. sp. 76.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Belgio, Da-
nimarca, Germania, Svizzera, Austria, Russia, Italia, Sicilia,
Sardegna, Corsica, Spagna, Portogallo, Caucasia, Territorio
d’Amour, Algeria, Isole del Capo verde.
Nei luoghi umidi fra i muschi, sulle foglie, sui legni fra-
cidi, ed anche presso i corsi d’acqua.
Casinalbo, dintorni di Modena, S. Anna, Nonantola ( Fiori).
Gli esemplari avuti dal Fiori e dal Borsari corrispondono
alla descrizione ed alle dimensioni date per questa specie dal
Westerlund.
Lo Strobel lo cita del Parmense.
Carychium tridentatum Risso WesrerLUND Fauna Reg. Pal. V, p. 18,
sp. 2.
Carichium tridentatum IsseL Conch. Tab. sp. 30. — Carichium mini-
mum var. elongata StroseL Distribuzione p. 102 — Carichium tri-
dentatum PauLucci Matériaux sp. 382; PicagLia Moll. Mod. sp. 77.
Estensione geografica — Italia settentrionale e centrale,
Francia meridionale, Tirolo, Istria, Dalmazia, Algeria.
Questa specie che lo Strobel da come varietà della precedente
e da lui stata raccolta nella valle dell’ Enza, e nel Parmense.
— 165 —
GENERE Limnaea Brug.
SEZIONE Lymnus Montf.
Limnaea stagnalis (Mill. ) Linn. — Limmnaea stagnalis DrAPARNAUD
Hist. Moll. p. 51, T. II, f. 38-39 — Limmnaeus stagnalis SteIN Lebend.
Schneck. u. Musch. p. 66, T. II, f. 13 — Limnaea stagnalis Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 471, T. XXXIV, f. 20; KoseLt Fauna Moll. Nass.
p. 181, T. IV, f. 7 — Lymnus stagnalis WesterLUND Founa Reg. Pal.
Wefp:924-“sp. 1.
Limnaea stagnalis Boni Moll. Mod. p. 25; BorsarI Moll. Mod. sp. 50
— Limnaeus stagnalis StroseL Distribuzione p. 122 — Limnaea sta-
gnalis Paurucci Matériaux sp. 384; Bonizzi Cat. I. T. sp. 22 — Lymnus
stagnalis PicagLia Moll. Mod. sp. 78.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Italia, Sicilia, Dalmazia, Tirolo, Svizzera, Belgio, Da-
nimarca, Svezia, Russia, Ungheria, Turchia, Caucasia, Siberia,
Asia minore, Siria, Armenia, Persia.
Comunissima in tutti i fossati dei vallivi, e nelle acque
stagnanti. — Valli del Finale (Borsari), S. Anna, Nonantola,
Albareto ( Fiori), Reggiolo ( Fiori, Ragazzi ), Guastalla, Poviglio
(Strobel), Valli di Sermide, Suzzara, Moteggiana, S. Benedetto,
Prati di Correggio, dintorni di Modena, Tresinaro Vecchio,
Sermide, Rio Saliceto ( Picaglia), Novi, Rovereto (Benzi), Fossa
Gambarara ( Mazzetti).
Lo Strobel la dà del Parmense e del Piacentino, il Cocconi
pel Bolognese, io lho raccolta a Ferrara ed a Bondeno.
forma minor Kobelt; WesrerLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 25, sp. 1.
Ascrivo alla forma minor un esemplare della collezione
Borsari che presenta le seguenti dimensioni: altezza mm. 25,
diametro mm. 18, apertura altezza mm. 15, larghezza mm. 8.
Un individuo di Albereto ha i 2 ultimi giri fortemente
contusi e carenati, l’ultimo giro è meno rigonfio che negli
altri individui; anche un individuo delle Valli di Sermide
a un dipresso (benchè in grado minore) presenta le stesse
anomalie.
— 166 —
Limnaea auricularia Linn. — Limneus uuricularius DraPARNAUD Hist.
Moll. p. 49, T. II, f. 28-29 — Limnaeus auricularius Stein Lebend.
Schneck. u. Musch. p. 69, T. II, f. 12 — Limnaea auricularia Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 462, T. XXXIII, f. 30-31.
Limnaea auricularia Boni Moll. Mod. p. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 43
Gulnaria auricularia PauLucci Matériaux sp. 389; PicagLiA Moll. Mod.
SPARO:
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Russia, Ger-
mania, Francia, Svizzera, Italia, Sicilia, Sardegna?, Spagna,
Portogallo, Caucasia, Siberia, Territorio d’ Amour, il Tibet, Lago
del Cachemyr, Isole del Capo verde, Nord Africa.
Comunissima nelle acque stagnanti e correnti del 6Mode-
nese e sopratutto nei vallivi. Dintorni di Modena, Valli del
Finale (Borsari), Darsena di Modena, Fosse attorno a Carpi,
Valli di Reggiolo (Fiori), Fossato tra S. Caterina e Navicello
(Malagoli), Moteggiana ( Picaglia).
Lo Strobel non Ja cita pel Parmense; il Cocconi la dà invece
per il Bolognese.
Limnaea lagotis Schr. — Limnaeus auricularius var. { SteIN Lebend.
Schneck. u. Musch. — Limnaea limosa var. vulgaris Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 465 — Limnaca vulgaris KoseLt Fauna Moll. Nass.
poli VII, — Gulnaria lagotis WesrerLunp Fauna Reg.
EalMiVap is 2:8s pal i
Limnaca vulgaris Borsari Moll. Mod. sp. 44 -— Gulnaria lagotis Pau-
Lucci Matériaux sp. 392; PicaeLia Moll. Mod. sp. 80.
Estensione geografica — Svezia, Germania, Austria, Gal-
lizia, Ungheria, Dalmazia, Italia, Francia, Carinzia, Sicilia,
Portogallo, Spagna, Grecia, Siberia, Asia centrale, Siria, Ar-
menia.
Anche questa forma della L. auricularia si trova nel Mo-
denese ed il Borsari l’ha rinvenuta nelle colline e nelle mon-
tagne in piccoli fossati d’acqua stagnante, dove egli suppone
possa esservi stata trasportata dagli uccelli acquatici, i quali
vi abbiano lasciati cadere le ova.
Nè lo Strobel la indica pel Parmense, nè il Cocconi pel
Bolognese.
Limnaea ovata Drap. — Limneus ovatus DraPARNAUD Hist. Moll. p. 50,
T. II, f. 30-31 — Limmaeus auricularius var. B SteIN Lebend Schneck.
— 167 —
u. Musch. p. 70 — Limnaea limosa Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 50,
T. XXXIV, f. 11-12 — Limnaea ovata KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 173,
T. IV, £ 6 — Gulnaria ovata WesterLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 86,
Sp. 3.
Limnaea ovata Boni Moll. Mod. p. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 45 —
Limnaeus ovatus StroseL Distribuzione p. 122 -- Gulnaria ovata
PauLucci Matériaux sp. 390; PicaeLia Moll. Mod. sp. 81.
Estensione geografica — Islanda, Inghilterra, Francia, Bel-
gio, Danimarca, Svezia, Germania, Svizzera, Austria, Ungheria,
Slavonia, Serbia, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna, Por-
togallo, Russia, Siberia, Caucasia, Turchestan, Armenia, Persia,
Nord Africa.
Vive in tutte le acque del Modenese comprese le ferriginose
( Borsari, Boni ), S. Anna, Reggiolo (Fiori), Modenese (Ragazzi),
Guastalla (Strobel), Fossa Gambarara, Collegarola ( Mazzetti).
Lo Strobel la cita della pianura parmense e piacentina ed
il Cocconi del Bolognese.
Limnaea peregra Mill. — Limneus pereger DraraRNAUD Hist. Moll.
p. 50, T. II, f. 34-35 — Limnaeus pereger Srrin Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 72, T. II, f. 11 — Leimnaea peregra Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 468, T. XXXIV, f. 16; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 176,
T. IV, f. 12; Suppl. T. IX, f. 9 — Gulnaria peregra WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. V, p. 40, sp. 6.
Limnaea peregra Borsari Moll. Mod. sp. 46 — Limnaeus pereger
StroBEL Distribuzione p. 102-122 — Gulnaria peregra PauLvceci Ma-
tériaux; PicaGLia Moll. Mod. sp. 82.
Estensione geografica — Islanda, Inghilterra, Svezia, Ger-
mania, Austria, Ungheria, Carinzia, Carniola, Stiria, Gallizia,
Croazia, Tirolo, Svizzera, ltalia, Sicilia, Sardegna, Corsica,
Malta, Portogallo, Russia, Caucasia, Siberia, Siria, Thibet,
Africa settentrionale, Lago del Cachemyr, Territorio d'Amour.
Comune in tutti le acque del'piano e del monte e sopra-
tutto al colle ( Borsari, Picaglia, Fiori). Montegibbio | 403" |,
S. Faustino, Casinalbo, Lago Cerretano [1360] (Fiori), strada
tra Navicello e S. Catterina (Malagoli), Campiglio [200"],
Sassi della Rocca |420"|, Monte Albano [616"|, Tresinaro Vec-
chio (Picaglia), Fossa Gambarara a Collegarola (Mazzetti),
Sestola [ 1050" | (Pantanelli).
— 168 —
1l Lorenzini l’ha raccolta a Porretta |300"]; lo Strobel la
cita del Parmense e del Piacentino.
var. marginata Mich. — Limnea marginata Micnaun Complement p. 88,
T. XVI, f. 15-16 — Limnaea peregra var. marginata Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 438 — Gulnaria peregra var. marginata WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. V, p. 41, sp. 6.
Limnaeus pereger var. marginatus StrogEL Distribuzione p. 122 —
Gulnaria peregra var. ovata PicagLia Moll. Mod. sp. 32.
Parmi che gli esemplari donati dal Borsari al Museo ap-
partengono a questa varietà, che dallo Strobel è anche stata
trovata a Parma.
var. minor Locard.
Ascrivo a questa varietà alcuni esemplari di piccole di-
mensioni raccolte dal Fiori al Ventasso [ 1727” |, e al Lago Cer-
retano | 1360" |.
var. peregro-ovata Rossm. WesrerLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 40, sp. 6.
Estensione geografica — Tutta Italia.
Ascrivo a questa varietà alcuni esemplari colla spira breve
e coll’apertura più ampia che riscontransi quà e la in mezzo
alla peregra tipica.
SEZIONE Limnophysa Fitz.
Limnaea palustris Mill — Limnaeus palustris 8 Draparnavp Hist.
Moll. p. 52, T. II, f. 42; T. III, f. 1 — Leémmnaeus fragiîlis STEIN
Lebend. Schneck.u. Musch. p. 67, T. II, f. 14 — Limnaea palustris
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 475, T. XXXIV, f. 28; KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 284, T. IV, f. 11; Suppl. T. IX, f. 7, 8 — Lemnophysa pa-
lustris WesterLUND Fauna Reg. Pal. V, p. 45, sp. 7.
Limnaca palustris Boni Moll. Mod. sp. 25; BorsARI Moll. Mod. sp. 48
— Limnaeus palustris StrogeL Distribuzione p. 122 — Limnaea pa-
lustris PauLucci Matériaux sp. 885; Bonizzi Cat. I. T. sp. 41 — Limno-
physa palustris PicaGLia Moll. Mod. sp. 33.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svizzera,
Francia, Germania, Austria. Ungheria, Dalmazia, Istria, Tirolo,
Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Russia, Caucasia; Siberia,
Kamtchatka, Territorio d’ Amour, Armenia, Siberia, Africa set-
tentrionale, Canadà?
ittica nt
— 169 —
Comunissima nei paludi, negli stagni e ruscelli di tutta
la pianura Modenese. Dintorni di Modena, S. Faustino ( Fiori),
Modenese (Ragazzi), Fossato tra S. Caterina e Navicello (Ma-
lagoli), Valli di Sermide, Suzzara, Moteggiana, S. Benedetto
Po (Picaglia), Fossa Gambarara « Collegarola » (Mazzetti).
Dallo Strobel viene ricordata pel Piacentino e dal Cocconi
pel Bolognese; io l’ho rinvenuta a Ferrara e a Bondeno.
var. obscura ‘© Ziegl. StroseL Distribuzione p. 122 — Limnophysa
palustris var. obsura VicacLia Moll. Mod. sp. 83.
Guastalla (Strobel).
Lo Strobel la cita anche di Parma. A questa stessa varietà
forse si deve attribuire la L. obscura Linn. citata dal Cocconi
per il Bolognese.
var. Corvus Gm. — Limneus palustris var. a major DraparnAuD Hist.
Moll. p. 52, T.II, f. 40-41 — Limnaea palustris var. corvus Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 475, p. XXXIV, f. 29 — Limmnophysa palustris
var. corvus WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. V, p. 47, sp. 7.
Limnaea longiscata Borsari Moll. Mod. sp. 49 — Limnaea palustris
var. corvus Pavrucci Matériaux sp. 885 — Limnaea palustris var.
StrogeL Osservazioni p. 225 — Limnophysa palustris var. corvus Pi-
cagLia Moll. Mod. sp. 83.
Parmi che la L. longiscata Brug. che il Borsari dice meno
comune della palustris, ed affine tanto a questa che all’ elongata
sia la var. corvus Gm. della L. palustris.
Valli del Finale (Borsari), Fossa Gambarara a Collegarola
( Mazzetti).
L'ho rinvenuta anche a Ferrara.
SEZIONE F'ossarina CI.
Limnaea truncatula Mill. — Limneus. minutus DraPARNAUD Hist.
Moll. p. 538, T. III, f. 57 — Lemnaeus truncatulus Stein Lebend.
Schneck. u. Musch. p. 68, T. II, f. 10 — Limmnaea truncatula Moquin
Tanpon Hist. Moll. p. 473, T. XXXIV, f. 22 — Limnoea minuta ®
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 179, T. IV, f.9 — Zossarina truncatula
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 49, sp. 9.
(1) La L. obscura Zg. secondo il Locard (Faune Malacologique du
Basin du Rhone pag. 907) sarebbe una varietà della L. corvus.
(2) L. truncatula nella spiegazione delle tavole.
— 170 —
Limnaea minuta Borsari Moll. Mod. sp. 47 —- Limnaeus truncatulus
StroBeL Distribuzione p. 122 — Limnaea truncatula PauLucci Mate-
riaux sp. 387 — Limnophysa truncatula De STEFANI Moll. Ap. p. 173
Fossarina truncatula PicaGLia Moll. Mod. sp. 84.
Estensione geografica — Inghilterra, Belgio, Danimarca,
Svezia, Norvegia, Laponia, Germania, Austria, Ungheria, Croazia,
Francia, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna, Portogallo,
Malta, Grecia, Russia, Caucaso, Siberia, Thibet, Afganistan,
Armenia, Africa settentrionale, Azorre, Madera.
Nei fossati, fra le piante acquatiche ed anche fuori dal-
l’acqua. Dintorni di Modena (Borsari, Fiori), Carpi, Monteba-
ranzone |500" |, Ventasso [1727"] (Fiori).
Strobel la nota fra le specie del Parmense; il Cocconi del
del Bolognese; il Lorenzini l’ha raccolta a Porretta |300" |.
1l De Stefani l’ha raccolta a S. Pellegrino [1520" |.
GENERE Physa Drap.
SEZIONE Bulinus Adams.
Physa fontinalis Linn. — DraparnauD Hist. Moll. p. 54, T. III, f. 8-9;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch.; Mogcin Tanpon Hist. Moll. p. 451,
TT. XXXII, f. 12; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 184, T. IV, f. 15 —
Bulinus fontinalis WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. V, p. 54, sp. 1.
Physa fontinalis Boni Moll. Mod. sp. 26; Borsari Moll. Mod. sp. 51;
StroeL Distribuzione p. 122; PauLucci Matériaux sp. 396 — Bulinus
fontinalis PicaGLia Moll. Mod. sp. 85.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Belgio, Francia. Germania, Austria, Italia, Sicilia, Spagna,
Russia, Siberia, Territorio d’ Amour, Dauria, Mongolia, Ca-
narie.
Piuttosto comune nelle acque sorgive e nelle fontane dei
dintorni di Modena ( Borsari), S. Cataldo ( Fiori), Fossa Gam-
barara « Collegarola » ( Mazzetti).
Raccolta a Parma (Strobel), a Bondeno (Picaglia).
var. minor Moqg. Tand.
» lepida Moq. Tand.
» bulla Miill. ( :nflata Mod. Tand.).
— 171 —
Miste al tipo nei dintorni di Modena (Borsari).
Ho trovata la var. dulla anche nei dintorni di Mantova.
Sezione Nauta Leach.
Physa hypnorum Linn. Draparnaup Hist. Moll p. 55, T. III f. 12-13;
Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 63, T. II, f. 7; Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 455, T. XXXIII, f. 11-15; KoseLr Fauna Moll. Nass.
p. 184, T. III, f. 14 — Nauta hypnorum WesterLunDp Fauna Reg.
PalMMVApilor, isp. 6°
Physa hypnorum StroseL Distribuzione p. 122; PavLucci Matériaux
sp. 995 — Nauta hypnorum PicagLia Moll. Mod. sp. 86.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Hainaut, Germania, Austria, Francia, Italia, Sicilia, Corsica,
Siberia, Regioni nordiche dell'Asia, Altai, Mongolia, Nord
America.
Nelle acque sorgive | rara] S. Faustino (Fiori).
Parma (Strobel).
GENERE Planorbis Guett.
SezIone Coretus Adams.
Planorbis corneus Linn.; DraparnauD Hist. Moll. p. 48, T. 1, f. 42-44
Spirodiscus corneus Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 73, T. II,
f. 15 — Planorbis corneus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 445, T. XXXI,
f. 32-98; KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 188, T. V, f. 1 — Coretus
corneus WesrerLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 65, sp. 1.
Planorbis corneus Boni Moll. Mod. sp. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 52;
StRroBEL Distribuzione p. 123 — Coretus corneus PavLucci Matériaux
sp. 404 — Planorbis corneus Bonizzi Catal. I, T. sp. 24 — Coretus
corneus PicagLia Moll. Mod. sp. 87.
Estensione geografica. — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Ungheria, Svizzera, Italia, Corsica, Russia, Caucasia,
Siberia, Asia Minore.
Comune in tutte le acque stagnanti ( Borsari), dintorni di
Modena, S. Anna, Carpi, S. Cataldo, Reggiolo ( Fiori) Rolo e
Novi (Ragazzi), Finale ( Borsari), dintorni di Modena, S. Be-
— 172 —
nedetto, Dragoncello, Suzzara, Moteggiana (Picaglia), Fossato
lungo la strada da S. Caterina a Navicello (Malagoli), Gua-
stalla (Strobel), Fossa Gambarara a Collegarola (Mazzetti),
Carpi (Tirelli).
Il Cocconi lo ricorda del Bolognese; io l’ho raccolto a
Ferrara ed a Bondeno.
var. estruscus Bgt.; WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 66, sp. 1.
Planorbis corneus var. etrusus StroBEL Distribuzione p. 123 — Co-
retus corneus var. etruscus PauLucci Matériaux sp. 404; PicagLiA Moll.
Mod. sp. 87.
Estensione geografica — Parte orientale dell’ Europa me-
ridionale, Asia minore.
Nelle indicate località misto al tipo, ma più comune nei
vallivi. |
Lo Strobel lo cita di Parma; io l’ho raccolto a Ferrara ed
a Bondeno.
Lo Strobel, la Paulucci danno il Planorbis etruscus col
nome specifico di Zgl.: secondo il Westerlund il PI. corneus
var. etruscus Zgl. sarebbe sinonimo PI. elohpilus Bielz. var.
banaticus; la Paulucci dà poi come sinonimo del PI. corneus
var. nordenskioldi Bourg. il PI. similis Bielz. e l ammonoceras
West.; ora il nordenskioldi sarebbe secondo il Westerlund una
forma del corneus, il similis sarebbe sinonimo del banaticus
Lang. © o dello stenostoma Bilz. ® e l’ammonoceras sarebbe
una varietà dell’ elophilus.
SEZIONE Tropidiscus Stein.
Planorbis umbilicatus Mill. — Planordbîs marginatus DraPARNAUD
Hist. Moll. p. 45, T. II, f. 11, 12, 15 — Tropidiscus complanatus STEIN
Lebend. Schneck. u. Musch. p. 76, T. II, f. 18; Moquin Tawpon Hist.
Moll. p. 428, T. XXX, f. 21-24 — Planorbis marginatus KogeLt Fauna
Moll. Nass. p. 190, T. V, f. 2 — Tropidiscus umbilicatus WestERLUND
Fauna Reg. Pal. V, p. 69, sp. 8.
Planorbis complanatus Bonr Moll. Mod. p. 25 — Planorbis margi-
natus Borsari Moll. Mod. sp. 53; SrroseL Distribuzione p. 123 —
(1) WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p.
(2) WesrerLunD, Katalog. p. 157.
— 173 —
Tropidiscus umbilicatus PauLucci Matériaux sp. 405 — Planorbis
marginatus Bonizzi Cat. I, T. sp. 25 — Iropidiscus umbilicatus Pi-
caeLia Moll. Mod. sp. 88.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Danimarca,
Germania, Austria, Ungheria, Svezia, Danimarca, Italia, Sicilia,
Sardegna, Corsica, Spagna, Portogallo, Grecia, Russia, Serbia,
Siberia, Armenia, Caucasia, Persia, Nord Africa.
È comune nelle acque sorgive, in quelle correnti, ed anche
in quelle stagnanti. Rinviensi anche nelle acque ferruginose
(Borsari).
Dintorni di Modena, S. Anna (Fiori), Prati delle manovre,
Tresinaro Vecchio, Rio Saliceto (Picaglia), Guastalla (Strobel),
Fossa Gambarara « Collegarola » (Mazzetti).
Lo Strobel lo cita del Parmense e del Piacentino; il Coc-
coni del Bolognose: nel Parmense lo Strobel ha raccolto anche
la var. submarginatus Jan. .
Concordo col Westerlund e la Paulucci nel ritenere il Pl
marginatus Drap. come sinonimo dell’ PI. umbilicatus Mùll.,
di cui sarebbe anche sinonimo l’ Helix planorbis Linn. (p. p.).
Dello stesso parere non è il Locard, il quale © riferisce al
complanatus Linn. l’umbilicatus Mùll., o marginatus Drap.
Mostruosità — Il Borsari ha rinvenuto un individuo di
questa specie cogli ultimi giri della spira elevati, scalariformi.
Planorbis carinatus Mill; Draparnave Hist. Moll. p. 46, T. II,
f. 13, 14, 16 — Z7ropidiscus carinatus Srein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 77, T. II, f. 19 — Planorbis carinatus Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 481, T. XXX, f. 30-33; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 191, T. V,
f.3 — Tropidiscus carinatus WesrerLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 70,
Sp. Sì
Planorbis carinatus Boni Moll. Mod. p. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 54;
StroBEL Distribuzione p. 128 — Tropidiscus carinatus PauLucci Ma-
tériaux sp. 406 — Planorbis carinatus Bonizzi Cat. I, T. sp. 26 —
Tropidiscus carinatus PicagLia Moll. Mod. sp. 89.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Svezia, Ger-
mania, Italia, Sicilia, Corsica, Portogallo, Caucasia, Territorio
d’Amour, Dalmazia.
(1) Locarp Prodrome de Malacologie frangaise, p. 460,
— 174 —
Abbastanza frequente nelle acque correnti, nelle acque
stagnanti ed anche nelle fontane della pianura. Prati delle
manovre, Prati di Correggio, Dragoncello, Suzzara. (Picaglia),
dintorni di Modena (Pantanelli, Fiori, Borsari, Ragazzi), Fos-
sato tra S. Caterina e Ponte Navicello (Malagoli), S. Anna,
Reggiolo (Fiori), Fossa Gambarara « Collegarola » (Mazzetti).
Il Cocconi lo cita del Bolognese, lo Strobel del Parmense
dove ha anche rinvenuta la var. dubius Hartm. Io l’ ho trovato
a Ferrara ed a Bondeno.
A questa specie si deve riferire anche l’° Helix planorbis
Linn. (p. p.).
SEZIONE Gryrorbis Agass.
Planorbis vortex Linn.; Moquin Tawxpowx Hist. Moll. p. 483, T. XXX,
f. 35-37 — Gyrorbis vortex WesterLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 71,
sp. 10.
Planorbis vortex Borsari Moll. Mod. sp. 55; StrogEL Distribuzione p. 123
— Tropidiscus vortex Pavrucci Matériaux sp. 407 — Gyrorbis vortex
PicagLia Moll. Mod. sp. 90.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Germania, Dalmazia, Italia, Russia, Siberia, Algeria.
Dintorni di Modena [raro] (Borsari), S. Lazzaro (Fiori).
var. compressus Mich. — Planorbdis compressus Micuaun Compl. p. 81,
T. XVI, f. 6-38 — Tropiscus vortex Stein Lebend. Schneck. u. Musch.
p. 77, T. II, f. 20; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 192, T. V,), £. 4 —
Gyrorbis vortex var. compressus WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. V, p. 71,
sp. 10.
Planorbis vortex var. compressus StroseL Distribuzione p. 128 —
Gyrorbis vortex var. compressus PicagLia Moll. Mod. sp. 90.
Fossato interno della città, dintorni di Modena, Valli di
S. Anna (Fiori); Moteggiana (Picaglia).
Lo Strobel cita tanto la specie che la varietà pel Par-
mense; nel Bolognese il Fiori ha raccolto la varietà nelle valli
di Castelfranco e Beccastecco.
* Planorbis spirorbis Linn.; DrararnauD Hist. Moll. p. 45, -T. II
f. 8-9 — Sptrodiscus spirorbis Stein Lebend. Schneck u. Musch. p. 75,
T. II, f. 17; Moguin Tanpon Hist. Moll. p. 487, T. XXXI, f. 2-5‘
*
— 175 —
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 196, T. V, f. 10 — Gyrorbdis spirorbis
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 73, sp. 41.
Gyrorbis spirorbis PicagLia Moll. Mod. sp. 90.
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Norvegia, Da-
nimarca, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Italia setten-
trionale e centrale, Sardegna, Corsica, Spagna, Russia, Cau-
casia, Siberia, Algeria.
var. tiberi De St. — Planorbis spirorbis var. Tiberi De SterAni Moll.
Ap. p. 175 — Gyrorbis spirorbis var. tiberi WesterLuNnD Fauna, Reg.
Balivo. 079, sp. dl. È
Planorbis spirorbis StrogeL Distribuzione p. 103-123 — Gyrorbis spi-
rorbis var. Tiberi PicagLia Moll. Mod. sp. 90.
Estensione geografica — Toscana, Liguria, Emilia.
Il De Stefani crede che il P7. sperorbis citato dallo Strobel
della valle dell’ Enza e del Parmense si debba riferire al suo
PI. spirorbis var. Tiberi.
Planorbis leucostoma Mill. — Planorbdis vortea var. 8 DRAPARNAUD
Hist. Moll. p. 45, T. II f. 6-7 — Planorbis leucostoma Micnaun
Compl. p. 80 T. 16, f. 35 — Spirodiscus leucostoma Stein Lebend.
Schneck. u. Musch. p. 74, T. II, f. 16 — Planordis rotundatus Moquin
Tanpon Hist.: Moll. p. 435, T. XXX, f. 44-46 — Planorbis leucostoma
KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 195, T., V, f 9 — Gyrorbdis leucostoma
WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 73, sp. 14.
Planorbis rotundatus SrtroseL Distribuzione p. 123 — Tropidiscus
rotundatus PauLucci Matériaux sp. 410 — Gyrorbis leucostoma Pi-
caGLiA Moll. Mod. sp. sp. 91.
Estensione geografica — Irlanda, Inghilterra, Germania,
Francia, Italia, Corsica, Siberia, Algeria, Spagna.
Dintorni di Modena (Pantanelli, Fiori), Carpi, S. Anna,
Castelvetro | 100" | (Fiori). Valle dell’ Enza (Strobel).
Lo Strobel lo ricorda anche del Parmense e del Piacentino.
La Paulucci nota fra le specie Italiane il Plamorbis septem-
gyratus (Zieg.) Rossm., mentre invece il Westerlund lo indica
come vivente, nell’ Austria, nella Germania orientale, e nel
Banato; il Westerlund poi dà il P/. septemgyratus Moq. Tand.,
Dup., Bgt., come forma del PI. leucostoma, e questa forma egli
chiama major; il Locard invece ®© dà il PI. septemgyratus
(1) Locarp Prodròme de Malacologie Francaise, p. 463,
ì
— 176 —
Moq. Tand. | PI. rotundatus (var. septemgyratus) Moq. Tand.],
e Dup. come sinonimi del septemgyratus Ziegl.
Lo Statuti sotto il nome di Pl vorte® comprende diverse
specie cioè il /eucostoma ed il vortex var. compressus.
SEZIONE Bathyomphalus Agass.
* Planorbis contortus Linn.; Dkaparnaup Hist. Moll. p. 42, T. JI,
f. 39-41 — Discoîdina contorta Stein Lebend. Schenck. u. Musch.
p. 82, T. II, f. 25 — Planorbis contortus Moquin Tanpon Hist. Moll.
— p..433, T. XXXI, f. 24-31; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 193, T. V,
f. 5 — Bathyomphalus contortus WesrerLunp Fauna Reg. Pal. V,
p. 74, sp. 14. |
Planorbis contortus StrogeL Distribuzione p. 123 — Bathyomphalus
contortus Paurucci Matériaux sp. 413; PicaGLia Moll. Mod. sp. 91.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Italia, Spagna, Portogallo, Corsica, Svizzera, Svezia.
Strobel la cita di Parma.
SEZIONE Gyraulue Agass.
Planorbis albus Mill. — Planorbis hispidus DrAPARNAUD Hist. Moll.
p. 43, T. I, f. 45-48 — Nautilina alba Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 80, T. II, f. 23; Moquix Tanpow Hist. Moll. p. 440, T. XXXI,
f. 16-19; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 194, T. V, f. 7 — Gyraulus
albus WesrerLunD Fauna Reg. Pal. V, p. 76, sp. 17.
Gyraulus albus StrogeL Distribuzione p. 102-123; PauLucci Matériaux
sp. 102; PrcagLia Moll. Mod. sp. 92,
Distribuzione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Francia, Germania, Austria, Italia settentrionale e centrale,
Sardegna, Spagna, Portogallo, Siberia, Territorio d’ Amour,
Kamatchatka, Algeria.
Valli del Modenese, Valli di Reggiolo (Fiori).
Lo Strobel lo cita del Parmense.
SEZIONE Armiger Hartm.
Planorbis nautileus Linn. — Planordis cristatus DraAPARNAUD Hist.
Moll. p. 44, T. II, f, 13 — Planorbdis nautileus var. crista Moquin
— 177 —
Tanpon Hist. Moll. p. 438, T. XXXI, f. 9-10 — Planorbdis cristatus
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 196, T. V, f. 11 — Armiger crista We-
stERLUND Fauna Reg. Pal. V, p. 83, sp. 47.
Planorbis imbricatus Borsari Moll. Mod. sp. 57 — Armiger crista
var. nautileus PauLucci Matériaux sp. 419 — Armiger nautileus Pi-
caGLia Moll. Mod. sp. 93.
Estensione geografica — Inghilterra, Svezia, Danimarca,
Francia, Germania, Italia, Sicilia, Sardegna, Spagna, Russia,
Siberia, Algeria.
Rarissima fra le Alghe e le piante acquatiche (Borsari),
S. Lazzaro (Fiori).
Il Fiori l’ha raccolta anche nei dintorni di Bologna.
La sinonimia di questa specie è molto imbrogliata essendo
discordi i diversi naturalisti.
Il Borsari nel suo catalogo dei Molluschi Modenesi dà
Planorbis imbricatus Drap. = PI. cristatus Drap.
Il Westerlund considera le due specie del Draparnaud di-
stinte, giacchè stabilisce la seguente sinonimia:
Planorbis (Nautilus) crista Linn. () = PI. imbricatus Mill.
= PI. cristatus Drap. = PI. nautileus Dup., Moq. Tand.,
Bielz & = PI. (crista var.) cristatus West. ©.
Planorbis (Turbo) nautileus Linn. © = PI. eimbdricatus
Drap. = PI. (crista var.) nautileus West. A.
Il Locard nel Prodromus de Malacologie Frangaise dà:
Planorbis nautileus Linn. = Nautilus crista Linn. = Turbo
nautileus Linn. = PI. imbricatus (var. cristata) Gerstf, =
PI. nautileus Dup., Moq. Tand. ©) = PI. cristatus Drap.
Planorbis imbricatus Mill. = Turbo nautileus (pars) Linn.
= PI. imbricatus Mill. = Helix nautilea Walck. = PI.
nautileus Flemm., Dup. Moq. Tand. (6.
(1) Linneo Systema naturae, Ed. X, p. 709.
(2) WesterLUNnD Malakologische Blétter, vol. XXII, t. 4, f. 25-27.
(3) Linneo Systema naturae, Ed. XII, p. 1241, n. 654.
(4) WesterLunD MalaKologische Blcitter, vol. XXII, t. 4, f. 28-80.
(5) Moquin Tanpon Histoire naturelle des mollusques terrestres et
fluviatiles de la France, pl. XXXI, f. 9-10.
(6) Moquin Tanpov Il. c. pl. XXXI, 11. *
12
— 1788—
La Paulucci infine dà nelle Note sulla Fauna terrestre e
fluviale della Sardegna la seguente sinonimia per il Turbo nauti-
leus Linn.
Planorbis nautileus Linn. = Turbo nautileus Linn. = PI.
imbricatus Mill. = PI. nautileus B, imbricatus Moq. Tand.
= PI. imbricatus Bourguign. = PI. crista, B nautileus ©.
Siccome però il Linneo nella XII edizione dà il 7urbo
nautileus = al Nautileus crista, così la Paulucci giustamente
osserva doversi scartare la denominazione crista per sostituirvi
l’altra di nautileus.
Concludo che se per i Planorbis della forma del nautileus
si vogliono fare 2 forme o 2 specie distinte, queste devono es-
sere così chiamate:
Planorbis nautileus Linn. = P!. imbricatus Mill. Drap.,
Moq. Tand., Kobelt = PI. crista West.
Planorbis cristatus Drap., Moq. Tand., Kobelt = PI. nau-
tileus West.
SEZIONE Hippeutis Agass.
Planorbis complanatus DraparnauD Hist. Moll. p. 47, T. II, f. 20-22
Segmentina fontana Stein Lebend. Schneck u. Musch. p. 79, T. II,
f. 22 — Planorbis fontanus Moquin Taxpon Hist. Moll. p. 426, T. XXX,
f. 11-14 — Planorbis complanatus KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 197,
VEN Hippeutis complanatus WesterLUNnD Fauna Reg. Pal. V,
p. 84, sp. 48. %
Planorbis complanatus Borsari Moll. Mod. sp. 56 — Planorbis fon-
tanus StroseL Distribuzione p. 123 — MHippeutis complanatus Pav-
Lucci Matériaux sp. 420; PicagLia Moll. Mod. sp. 94.
Estensione geografica — Inghilterra, Germania, Austria,
Francia, Italia, Sicilia, Corsica, Russia, Siberia.
È specie rara; fra i filamenti di vaucheria ed altre piante
acquatiche (Borsari).
Lo Strobel lo cita di Parma.
(1) Mogrin Tanpon l. c.
(2) WesrerLUunD Malakologische Bliitter, vol. XXII, tav. 4, f. 38-80.
— 179 —
SEZIONE Segmentina Elem.
Planorbis nitidus Mill. — Segmentina nitida Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 78, T. II, f. 21 — Planorbis nitidus Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 124, T. XXX, f. 5-9; KoseLt Fauna Moll. Nass. p, 197,
T. V, f. 13 — Segmentina nitida WesrerLunp Fauna Moll. Nass. V,
p. 86, sp. 421.
Planorbis nitidus StroseL Distribuzione p. 128 — Segmentina nitida
PavLucci Matériaux sp. 421; Picagia Moll. Mod. sp. 96.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Olanda, Belgio, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Istria,
Dalmazia, Croazia, Gallizia, Italia, Russia, Siberia, Territorio
d’ Amour.
Sulla piante acquatiche. S. Lazzaro, Valli di Reggiolo (Fiori).
Lo Strobel lo cita del Parmense.
GENERE Ancylus Geof.
SRZIONE Ancylastrum Mog, Tand.
Ancylus costatus Villa, (Ancylus costulatus [Cust.] Bgt.) — Aneylus
costulatus Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 484, T. XXXV, f. 14 —
Ancylastrum costulatum WrsrerLunp Fauna Reg. Pal. V, p. 92, sp. 12.
Ancylus fluviatilis var. costatus StroseL Distribuzione p. 103-123 —
Ancylus capuloides StroBEL l. c. p. 132 — Ancylus costulatus Pav-
Lucci Matériaux sp. 429 — Ancylastrum costutum Picagnia Moll. Mod.
sp. 97.
Estensione geografica — Francia orientale, Italia, Corsica,
Sardegna, Sicilia, Baleari, Algeria.
Secondo il De Stefani e lo Strobel, l’ A. Aluviatilis del nostro
Appennino sarebbe il costulatus Bgt. o costatus Villa; il De
Stefani poi è d’avviso che anche l'A. capuloides Jan. (A. Janî
Bgt.) e lA. gibbosus Bourg. citati per 1’ Appennino dell’ Emilia
e della Toscana sieno o il costatus o tutto al più una forma
di esso. Entrambi poi chiamano l'A. costulatus Kust. col nome
di A. costatus Villa, perchè questa specie se fu prima figurata
dal Kuster, fu invece poco dopo descritta dal Villa.
Mulino sotto Culagna (Pantanelli, Ragazzi) —- Parmense
(Strobel).
— 180 —
SEZIONE Velletia Gray.
Ancylus lacustris Miill.; DrapArnauD Hist. Moll. p. 43, T. II, f. 25-27;
Stein Lebend. Schneck, u. Musch. p. 98, T. III, f. 8; Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 488, T. XXXVI, f. 50; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 200
T. V, f. 26 — Velletia lacustris WesrerLenD Fauna Reg. Pal. V.
p. 95, sp. 29.
Velletia lacustris PauLucci Matériaux sp. 484; PicagLia Moll. Mod.
sp. 98.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Germania,
Austria, Francia, Italia, Sicilia, Russia.
Valli di Reggiolo (Fiori).
GENERE Acme Hartm.
SEZIONE Acicula Hartm.
Acme lineata Drap. — Auricula lneata DraparnAUD Hist. Moll. p. 57,
T. III, f. 20-21 — Acicula fusca Stein Lebend. Schneck. u. Musch.
p. 83, T. II, f. 26 — Acme lineata Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 509,
T. XXXVIII, f. 4-7 — Acme fusca KozeLt Fauna Moll. Nass. p. 260,
T. V, f. 14 — Acicula linceata WesterLunD Fauna Reg. Pal, V, p. 100,
sp. 15.
Acme lineata var. polita StroseL Distribuzione p. 103 — Acme lineata
PauLucci Matériaux sp. 435; Comunicazioni Malacologiche ©); Art. VIII,
p. 244 — Acicula lineata PicacLia Moll. Modi sp. 99.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Svizzera, Italia.
Fra i detriti delle foglie e sotto i sassi. Rocca S. Maria
[400®] (Fiori).
Sotto il nome di A. lneata var. polita lo Strobel cita questa
specie di Ravarano nel Parmense.
11 Fiori l’ha raccolta alla buca della Spipola presso Bo-
logna.
(1) Bull. Soc. Mal. It. Anno VII, 1881.
— 181 —
Acme elegantissima Pini N. f. di Acme p. 521.
Un solo esemplare fu trovato dal Fiori a Rocca S. Maria
[400" ] assieme alla specie precedente; non so che sia stato
rinvenuto altrove nè dal Fiori, nè da altri naturalisti; la specie
non è citata“dal Westerlund.
GENERE Cyclostoma Drap.
Sesione Ericia Moq. Tand.
Cyclostoma elegans Mill. DrararnAuD Hist. Moll. p. 83, T. I, f. 3-3;
Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 496, T. XXXVII, f. 3, 22, 23; KosELT
Fauna Moll. Nass. p. 202, T. V, f. 15 — Ericia elegans WestERLUND
Fauna Reg. Pal. V, p. 105, sp. 6.
Cyclostoma elegans Boni Moll. Mod. p. 24; Borsari Moll. Mod. sp. 58;
StroBEL Distribuzione p. 103-123; PauLucci Matériaux sp. 461; Bonizzi
Cat. I. T. sp. 27 Cyclostomus elegans Lessona Moll. Piem, p. 372 —
Ericia elegans PicaGLia Moll. Mod. sp. 101.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna, Portogallo, Baleari,
Asia minore, Isola Sara (Mar Caspio), Siria, Canarie, Dalmazia.
S. Faustino, Casinalbo, Borzano [|160"| (Fiori); Baiso
[450], Valestra [|690" |, (Ragazzi); dintorni di Modena, Vi-
gnola [125%], Campiglio [200%], Guiglia [400"], Sassi della
Rocca [420"], Monte Albano [616" |, Monte della Riva [794" ],
Correggio ( Picaglia ); Montegibbio [403"] (Strobel); Montese
[841"] (Mazzetti), Pavullo [600 | (Soli).
Gli esemplari che io ho raccolti al Monte della Riva hanno
la spira assai corta, sono più panciuti, di color giallo-rossastro
con 1 o 2 fascie interrotte brune, e coll’apice violetto.
var. fasciata Picard.
Correggio (Picaglia),
var. maculosa Moq. Tand.
Sassi della Rocca [420"] (Picaglia),
var. violascens Moq. Tand.
Guiglia [470%], Monte Albano | 616" | (Picaglia),
var. ochroleuca Desm.
Sassi della Rocca [420"], Monte Albano [616"](Picaglia),
— 182 —.
var. alba Desm.
Guiglia [470®] ( Picaglia).
Queste varietà sono ricordate dal Borsari il quale dà
anche le varietà alba ed aurantiaca Moq. Tand.
Lo Strobel cita questa specie del Parmense, e del Pia-
centino; il Cocconi del Bolognese; il Lorenzini ed il Martens
della Porretta [|300®|;io lho raccolta a Ferrara.
GENERE Pomatias Stud.
SEZIONE Auritus West.
Pomatias montanus Issel — PFomatias patulam var. montanus IsseL
Moll. Pisa, p. 29 — Auritus montanus WesterLUND Fauna Reg. Pal. V,
p. 130, sp. 73.
Auritus montanus PrcagLia Moll. Mod. sp. 102.
Estensione geografica — Alpi Apuane, Appennino Reggiano.
Nell'antica Collezione del Museo ho rinvenute due con-
chigliette indeterminate incollate sopra cartoncino coll’ indica-
zione « Monti Reggiani »: mancando allora di libri inviai
queste con altre conchiglie del Museo alla gentilissima mar-
chesa Paulucci, la quale li rimandò colla indicazione Pomatias
montanus Issel. Ho ristudiato questi due Pomatias e mi sono
assicurato che la diagnosi vi sì attaglia perfettamente.
È la prima volta per quanto io mi sappia che nel nostro
Appennino viene citato il genere Pomatias. Il De Stefani nel
lavoro « Pomatias viventi nelle Alpi Apuane, nei Monti della
Spezia, e nell’Appennino circostante e fossili nel Monte Pi-
sano © » ricorda dell’ Appennino 4 sole specie e cioè P. gual-
finiense De Stefani, P. pinianum Bourg., P. lunense De Stefani,
P. elongatum Paulucci, le altre sono esclusive delle Alpi Apuane
dove si rinviene anche il P. elongatum. A queste specie del-
l'Appennino il Lessona aggiunge pel Piemonte P. verany Bgt.
(P. striolatus Porro var. verany Bgt.) e P. isselianus Bgt.
del quale anche si rinviene la var. arturi Bgt.; infine per lo
stesso Piemonte il Pollonera cita P. septemspiralis Raz.
»
(1) Bull. Soc. Mal. It. Vol. V, 1879, p. 92.
-— 183 —
GENERE Paludina Lamk.
Paludina contecta Mill. — Cyclostoma viviparum DraPARNAUD Hist.
Moll. p. 34, T. I, f. 16 — Paludina vivipara Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 89, T. III, f. 1; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 582, (?);
KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 205, T. V, f. 46; Suppl. T. IX, f. 10 —
Contectina contecta BoureuienaT Vivip. Europ. p. 7 — Paludina con-
tecta WesrerLunD Fauna Reg. Pal. VI, p. 3, sp. 1.
Paludina vivipara Boni Moll. Mod. sp. 25; BorsarI Moll. Mod. sp. 59
— Paludina contecta StroBEL Distribuzione p. 128; PAuLucci Matériaux
sp. 467. Paludina vivipara Bonizzi Cat. I. T. sp. 1 — Paludina
contecta; CaroTI Palud. It. sp. 275; PicaGLia Moll. Mod. sp. 103.
Estensione geografica — Inghilterra, Danimarca, Norvegia,
Germania, Belgio, Francia, Svizzera, ltalia, Carinzia, Sicilia,
Spagna, Ungheria, Russia.
Questa specie è assai comune nelle acque stagnanti e cor-
renti della nostra pianura, ma mentre abbondano le varietà
la forma tipica e assai scarsa, come afferma ‘il Caroti.
forma minutula Verany — Contectina contecta var. minutula BourguiGNnAT
Vivip. Europ. p. 9 — Paludina contecta forma minutula WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VI, p. 4, sp. 1.
Paludina contesta var. minutula Caroti Pal. It., p. 276; PicAGLIA
Moll. Mod. sp. 103.
Estensione geografica -— Friuli, Gorizia, Emilia, Toscana.
Il Caroti la cita delle valli di S. Anna.
var. brachya Let. ab Bgt. — Contectina brachya Boureuienat Palud.
Europ. p. 11 — Paludina contecta var. brachya WesrerLunp Fauna
Reg. Pal. VI, p. 4, sp. 1.
Paludina contecta var. brachya Caroti Palud. It. p. 277; PicAGLIA
Moll. Mod. sp. 103.
Estensione geografica — Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia,
Toscana, Slavonia, Carniola, Croazia.
Dintorni di Modena ( Caroti).
var. vulgaris Dupuy — Paludina conteeta ® Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 532, T. XL, f. 22 — Lacustrina communis Bourauienat Palud.
(1) Paludina communis Moquin Tanpon p. 582 nella sinonimia per
errore in luogo di P. vu/garis Dupuy.
— 184 —
Europ. p. 1. — Paludina contecta var. vulgaris WesterLunD Fauna
Reg. Pal. VI, p. 4, sp. l.
Paludina contecta var. communis CarotI Palud. It. p. 278 — Paludina
contecta var. vulgaris PicaGLia Moll. Mod. sp. 103.
Estensione geografica — Asia minore, Europa centrale.
Italia (Friuli, Emilia, Toscana).
Brescello, Valli di Novi (Caroti).
Per mancanza di esemplari di confronto e di figure non
mi è stato possibile separare le varietà della P. contecta e
delle specie seguenti. La P. contecta e var. nel Museo sono
rappresentate da individui delle seguenti località:
Dintorni di Modena (Borsari, Ragazzi), Cavo Cazzola (Boni),
S. Anna, Reggiolo, Albareto ( Fiori), Rolo ( Ragazzi), Novi (Ra-
gazzi, Benzi), Rio Saliceto, Tresinaro vecchio, Prati di Cor-
reggio, S. Benedetto Po, Dragoncello (Picaglia), Valli del Fi-
nalese (Borsari), Guastalla (Strobel).
Lo Strobel cita la specie del Parmense e del Piacentino;
il Cocconi del Bolognese; io l’ho raccolta a Ferrara ed a Bondeno.
Il Locard fa della contecta 2 specie, e cioè la Vwwipara
contecta = Cyclostoma viviparum Drap. (Hist. moll. p. 34, t. I,
f. 16) e V. comunis Moq. Tand. = Cuclostoma viviparum Drap.
(Tabl. p. 40) = Nerita vivipara Mùll. = Paludina contecta
var. vulgaris Dupuy.
Paludina pyramidalis Crist. et Jan. — asciatina pyramidalis
Boureuienat Palud. Europ. p. 136 — Paludina pyramidalis WesTER-
Lunp Fauna Reg. Pal. VI. p. 8, sp. 8.
Paludina achatina Borsari Moll. Mod. sp. 60 — Paludina vivipara
var. pyramidalis PauLucci Matériaux sp. 465; Caroti Palud. It. p. 273
— Paludina vivipara var. Kobeltiana 1. c. p. 272 — Paludina
pyramidalis PicagLia Moll. Mod. sp. 104.
Estensione Geografica -—- Lombardia, Veneto, Emilia, Lazio,
Illiria (Gorz).
Nessuno dei Malacologi della nostra regione ha distinto
nè come specie, nè come varietà la P. viwipara dalla P. pyra-
midalis; eppure tutti gli esemplari donati dal Borsari al Museo
dell’ Università di Modena appartengono a questa ultima spe-
cie, che credo più comune dell'altra. Il Borsari anzi suppone
che la P. vivipara Linn. (P. achatina Mull. ) altro non sia che
una varietà della P. contecta Mill. (P. vivipara Drap.).
— 185 —
La P. pyramidalis « a Castelgoffredo, a Pavia e nel Mode-
nese convive colla var. Kobelttana; in queste località le due
forme si confondono ed è difficile o per dire meglio impossibile
di separarle » CAROTI. — La cosa è evidente, giacchè secondo
ii Westerlund la var. Kobeltiana sarebbe = alla pyramidalis 9.
Valli di Reggiolo (Fiori), Valli di Rolo e Novi (Ragazzi,
Benzi), Tresinaro Vecchio ( Picaglia).
Io l’ho rinvenuta a Ferrara.
var. rossmàassleri Bgt. — Fasciatina fasciata var. rossméssleri Bovr-
cuisnar Palud. Europ. p. 40 — Paludina pyramidalis var. rossméssleri
WesrerLunD Fauna Reg. Pal. VI, p. 8, sp. 8.
Paludina vivipara var. rossmiissleri Caroti Palud. It. p. 273 — Pa-
ludina vivipara var. rossméssleri PicagLia Moll. Mod. sp. 104.
Estensione geografica — Lombardia, Emilia, Veneto.
Fiume Panaro (Caroti).
Paludina vivipara Linn. — Paludina achatina DrararnauD Hist.
Moll. p. 35, T. 1, f 18 — Paludina fasciata Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 90, T. III, f. 2 — Paludina vivipara Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 535, T. XL, f. 25; KoseLt Fauna Moll. Nass. 1, Suppl. p. 88,
T. IX, f. 11-13 — Fasciatina fasciata BovrevienaT Palud. Europ. p. 89
— Paludina vivipara WesterLunD Fauna Reg. Pal. VI, p. 9, sp. 10.
Paludina achatina Boni Moll. Mod. p. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 60
— Paludina fasciata StroseL Distribuzione p. 123 — Paludina vi-
vipara PauLucci Matériaux sp. 465 — Paludina achatina Bonizzi Cat.
I. T. sp. 2 — Paludina vivipara Caroti Palud. It. p. 271; PicAgGLIa
Moll. Mod. sp. 105.
Estensione geografica — Francia, Inghilterra, Hainaut,
Germania, Russia, Italia, Portogallo ?, Dalmazia.
Fossati della pianura Modenese, meno comune però delle
specie precedenti. Nonantola, Reggiolo, Albareto (Fiori), Villa
S. Caterina, Fuori Porta S.. Agostino, (Prati delle Manovre)
Brescello (Caroti), dintorni di Modena, S. Anna (Ragazzi,
Fiori), Rolo (Ragazzi), Fossato lungo la via tra S. Caterina e
Ponte Navicello (Malagoli), Guastalla ( Strobel), Novi ( Benzi)»
Tresinaro Vecchio (Picaglia), Cavo Cazzola (Boni).
Lo Strobel la cita del Parmense e del Piacentino, il Cocconi
del Bolognese.
var. alba
Dintorni di Modena (Caroti).
GENERE Bythinia Leach.
SEZIONE Elona Moq. Tand.
Bythinia tentaculata Linn. — Cyclostoma impurum DrapaRNAvD Hist.
Moll. p. 36, T. I, f. 19 — Bythinia tentaculata Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 92, T. III, f. 3; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 528,
T. XXXIX, f. 23-44 — Bythinia tentaculata KoseLt Moll. Nass. p. 208,
T. V, f. 17 — Elona tentaculata WesterLonD Fauna Reg. Pal. VI,
p. 14, sp. 1.
Paludina tentaculata Boni Moll. Mod. p. 25 — Bythinia. tentaculata
BorsarI Moll. Mod. sp. 61 — Bythinia tentaculata StROBEL Distribu-
zione p. 123 — Bythinia tentaculata PauLuoci Matériaux sp. 468 —
Elona tentaculata PicaeLia Moll. Mod. sp. 106.
Estensione geografica —- Inghilterra, Danimarca, Svezia,
Hainaut, Germania, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna,
Portogallo, Russia, Siberia, Africa settentrionale, Dalmazia.
Comune nei fossati del Modenese e Reggiano: il Boni af-
ferma che si rinviene negli stessi luoghi del Planorbis umbi-
licatus.
Dintorni di Modena (Pantanelli, Fiori), S. Anna, Nonan-
tola, S. Faustino ( Fiori), fossato lungo la via che da S. Cate-
rina conduce al Ponte di Navicello (Malagoli), Valli di Sermide,
Suzzara, Motteggiana, Sermide, Tresinaro vecchio, Rio Saliceto
(Picaglia), Fossa Gambarara « Collegarola » (Mazzetti), Ro-
vereto (Benzi).
Lo Strobel la cita del Parmense, e del Piacentino il Coc-
coni del Bolognese, io l’ho trovata a Ferrara ed a Bondeno.
GENERE Paludinella Rossm.
SEZIONE Bythinella Mog. Tand.
Paludinella opaca (Z.) Frfld. — Bythinella opaca WesterLunD Fauna
Reg. Pal. VI, p. 57, sp. 126.
Bythinella opaca PavLucci Matériaux sp. 448; PicAGLia Moll. Mod. sp. 107.
— 187 —
Estensione geografica — Galizia, Carniola, Carinzia, Austria,
Stiria, Italia, Bosnia, Monti Velebit.
Madonna dell’ Acero | 1119"], Ventasso [1727] nei ruscelli;
Paludi di Cerreto dell’Alpi [1158"], Lago Cerretano [1360]
(Fiori).
* var. abietina Caroti — Bythinella opaca var. abietina WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. p. 189.
Bythinella opaca var. abietina De SterAnI Moll. Ap. p. 192.
Estensione geografica — Italia (Appennino Toscano).
Il De Stefani ricorda questa varietà di Boscolungo [1380]
sola località dove fino ad ora è stata rinvenuta dal Forsyth
Mayor.
* var. siemoniana Targioni — Bythinella opaca var. siemoniana StROBEL
Distribuzione p. 104; De SrerAnI Moll. Ap. p. 196; PicaeLia Moll. Mod.
sp. 107.
Estensione geografica -—- Italia superiore, Appennino To-
scano, Alpi Apuane.
Lo Strobel la cita della valle Baganza « Ravarano » nel
Parmense.
Paludinella compressa Frfld. — Bythinella compressa WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VI, p. 68, sp. 74; Picagria Moll. Mod. sp. 108.
Estensione geografica — Germania occidentale, Dalmazia,
Emilia.
Nei fossati presso Modena, Fondo limaccioso di un fossato
presso Nonantola (Fiori).
Per quanto io so non è stata prima d'ora riscontrata in
Italia.
SEZIONE Pseudamnicola Paul.
* Paludinella macrostoma Kust. — Pseudamnicola macrostoma Wx-
stTERLUND Fauna Reg. Pal. p. 76, sp. 213.
Amnicola macrostoma StroBeL Distribuzione p. 103; PAuLuccI Matériaux
sp. 477 — Pseudamnicola macrostoma PicagLia Moll. Mod. sp. 108.
Estensione geografica — Grecia, Italia ( Milano, Lazio,
Livorno, Ascoli Piceno, Isola di Capri, Parmense), Mesopotamia.
Appennini Parmensi (Strobel).
— 188 —
Lo Strobel e lo Statuti riuniscono alla P. macrostona anche
la P. anatina Drap., Freunfid., Kust & che è specie ben distinta
secondo il Westerlund, anche per la estensione geografica.
GENERE Valvata Mill.
Sezione Cicinna Hiinb.
Valvata piscinalis Mill. DraparnauD Hist. Moll. p. A ESE PAL I:
— Valvata piscinalis Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 86, T. II,
f. 28; Mogquinp Tanpon Hist. Moll. p. 540, T. XLI, f. 16-19; KoBELT
Fauna Moll. Nass. p. 211, T. V, f. 20 Cicinna piscinalis WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. VI, p. 132, sp. 3.
Valvata piscinalis Boni Moll. Mod. sp. 25; Borsari Moll. Mod. sp. 62:
StroBEL Distribuzione p. 123; PauLucci Matériaux sp. 498; Bonizzi Ca-
talogo sp. 4 — Cicinna piscinalis PicaGLia Moll. Mod. sp. 109.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Italia, Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna ? Portogallo ?,
Russia, Siberia, Caucasia, Tibet, Cachemir, Territorio d’ Amour.
Comune nelle acque stagnanti e limacciose del suburbio
(Borsari), Castelvetro [1007 | (Boni), dintorni di Modena, San
Cataldo, Nonantola (Fiori), Modenese (Pantanelli), Monte
Albano [616"] Tresinaro vecchio (Picaglia), Fossa Gambarara
« Collegarola » (Ab. Mazzetti).
Porretta [300°] (Lorenzini), Parma (Strobel), Ferrara
( Picaglia).
Valvata depressa C. Pfeif.; Stein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 87,
T. II, f. 29 — Valvata piscinalis var. depressa Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 540, T. XLI, f. 24 — Valvata depressa KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 212, T. V, f. 21 — Cricinna depressa WesterLUnD Cat. Reg.
Palpaet9ie
Valvata depressa Paurucci Matériaux sp. 500 — Cicinna piscinalis
var. depressa PicagLia Moll. Mod. sp. 3.
Estensione geografica — Germania, Tirolo settentrionale,
Svizzera, Francia, Grecia, Italia.
Il Westerlund nel suo lavoro « Fauna der in der palàar-
ctischen Region Lebenden Binnenconchgylien, VI, p. 182 » afferma
che la v. depressa deve ritenersi come il giovane della v. pi-
— 189 —
scinalis; io non troppo convinto dell’affermazione del Wester-
lund ho nel mio « Quadro comparativo dei Molluschi viventi
nei Territorii Bolognese, Modenese ecc. » notato questa specie
come varietà della piscinalis.
Il Westerlund più tardi però si è ricreduto e nel « Ka-
talog der in der palàarctischen Region lebenden Binnencon-
chylien » ha dato come specie distinta la V. depressa. Anche
la Paulucci nei Matériaux aveva giustamente osservato come
la V. depressa dovesse tenersi distinta dalla V. piscinalis e
non attribuirla alla forma giovanile di questa specie.
La Paulucci nota la V. depressa della parte orientale del-
l’Italia superiore: io l’ho riscontrata a Suzzara e Mottegiana
nei larghi canali che costeggiano la via provinciale.
SEZIONE Gryrorbis Fitz.
Valvata cristata Mill. — Valvata planordis DraraRNAUD Hist. Moll.
p. 41, T. I, f. 34-85 — Valvata cristuta Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 88, T. II, f. 80; Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 544, T. XLI,
f. 33-36 — KoseLrt Fauna Moll. Nass. p. 242, T. V, f. 23 — Gyrorbis
cristata WesterLunp Fauna Reg. Pal. VI, p. 143, sp. 35.
Valvata cristata Borsari Moll. Mod. sp. 63 — Valvata minuta Bor-
sari Moll. Mod. sp. 64 — Valvata cristata StroseL Distribuzione
p. 123; PauLucci Matériaux sp. 502; Bonizzi Catalogo sp. 5 — Gy-
rorbis cristata PicaeLia Moll. Mod. sp. 110.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Svizzera, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Russia, Austria,
Italia, Sicilia, Corsica, Siberia, Kamtchatka.
Il Borsari nel suo catalogo dà come abbastanza comune
la V. minuta Drap.; non parmi che gli esemplari donati da
questi al Museo dell’ Università di Modena si possano ascrivere
a detta specie ma sieno invece o giovani della V. cristata o
la varietà minor ( Gyrorbis spirorbis Fitz) della stessa specie.
Il Westerlund dà la V. cristata nel sottogenere Gyrorbis
Fitz; questo nome non parmi accettabile essendo usata la
stessa denominazione ( Gyrorbis Agas.) per un sottogenere dei
Planorbis,
— 190 —
Comune fra le piante acquatiche, nei fondi limacciosi (Bor-
sari), dintorni di Modena, S. Lazzaro, Nonantola, Valli di Reg-
giolo, Carpi (Fiori).
Lo Strobel la cita di Parma.
GENERE Neritina Lamk.
SEZIONE Teodoxus Montf.
Neritina fluviatilis Linn. — Nerita fluviatilis DrarARNAvD Hist. Moll.
p. 31, T. I, f. 3-4 — Neritina fluviatilis Srein Lebend. Schenck. u.
Musch. p. 96, T. III, f 6 — Nerita fluviatilis Moquin Tanpon Hist.
Moll. p. 549, T. XLII, f. 21-25 — Neritina fluviatilis KoseLt Fauna
Moll. Nass. p. 213, T. V, f. 25 — Teodoxus fluviatilis WeSTERLUND
Fauna Reg. Pal. VI, p. 149, sp. 10.
Neritina fluviatilis Borsari Moll. Mod. sp. 63; StroBeL Distribuzione
p. 123; PauLucci Matériaux sp. 502 — Teodoxus fluviatilis PicaeLia
Moll. Mod. sp. 111.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Germania,
Austria, Italia, Dalmazia, Albania, Montenegro, Sicilia, Sar-
degna, Corsica, Spagna, Svezia, Gotland, Russia, Mingrelia, Persia,
Africa settentrionale.
Tagliati d’Albareto, Canale dell’ Archirola (Fiori), Cavo
Minutara « S. Caterina » (Boni, Borsari, Picaglia ).
Parma (Strobel), Bolognese (Cocconi).
var. lineata.
Fossa di Nonantola (Fiori).
Castelfranco (Fiori).
GENERE Sphaerium Scop.
SEZIONE Cyclas Brug.
Corneola Cless.
Sphaerium corneum Linn. — Cyclas rivalis DraparnauD Hist. Moll.
p. 129, T. X, f. 45 — Cyclas cornea Stein Lebend. Schneck. u.
Musch. p. 108, T. III, f. 11; Moquix Tanpon Hist. Moll. p. 591, T. LIII,
f. 18-19; KoBeLT Fauna Moll. Nass. p. 255, T. IX, f. 8 — Corneola
cornea WesteRrLUND Fauna Reg. Pal. VII, p. 8, n. 4.
— 191 —
Cyclas cornea Borsari Moll. Mod. sp. 73; StRosEL Distribuzione p. 124
— Sphaerium corneum PauLucci Matériaux sp. 528; Rivista Sphaer. &
p. 165 — Corneola cornea PicagLia Moll. Mod. sp. 112.
Estensione geografica — Inghilterra, Francia, Danimarca,
Austria, Germania, Italia, Sicilia, Russia, Siberia.
Abbastanza comune nei fondi limacciosi dei nostri fossati
(Borsari), S. Cataldo, Carpi, Valli di Reggiolo ( Fiori), Valli di
Rolo-Novi (Ragazzi).
Strobel la cita del Parmense e del Piacentino.
Sphaerium ovale Fér. — Cyclas lacustris DraprarnAuD Hist. Moll.
p. 130, T. X, f. 6,7. — Cyclas lacustris var. ovalis Moquin TANDON Hist.
Moll. p. 594, T. LIII, f. 33 — Cyclas lacustris KoseLt Fauna Moll.
Nass. p. 256, T. IX, f. 5 — Corneola ovalis WesterLunD Fauna Reg.
Pal MIBip.atl, sp: 9:
Sphaerium ovale PavLucci Rivista Sphaer. & p. 167 — Corneola ovalis
PicaGLiA Moll. Mod. sp. 113.
Estensione geografica — Europa, Algeria.
Per l’Italia è citato dal Piemonte della Lombardia, del
Veneto, della Toscana, della Calabria, il Prof. Pantanelli l’ha
raccolto nei dintorni di Modena.
Sphaerium mamillanum West. Corneola mamillana WeSsTERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 12, sp. 16.
Corneola mamillana PicaGLia Moll. Mod. sp. 114.
Estensione geografica — Russia e Norvegia fino oltre al
69° L. N., Svezia, Slesia, Annower, Italia.
Canale dell’ Archirola (Fiori). È la prima volta che questa
specie viene citata per l’Italia.
SEZIONE Calyculina Cless.
Sphaerium lacustre Mill. — Cyclas calyculata DrapARNAUD Hist.
Moll. p. 130, T. X, f. 13-14; Srein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 109,
T. III, f. 12 — Cyclas lacustris Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 503,
T. LIII, f. 34-35 — Cyelas calyculata KozeLt Fauna Moll. Nass.
p. 257, T. IX, f. 6 — Calyculina lacustris WesrterLunD Fauna Reg.
Pal. VII, p. 18, sp. 28.
Cyclas lacustris Boni Moll. Mod. p. 26; Borsari Moll. Mod. sp. 75 —
Cyclas calyculata StrogeL Distribuzione p. 104-124 — Sphaerium la-
custris PatLucci Matériaux sp. 529 — Calyculina lacustris PavLucci
Rivista Sphaer. & p. 168; PicagLia Moll. Mod. sp. 115.
— 192 —
Estensione geografica — Inghilterra, Belgio, Svezia, Ger-
mania, Austria, Francia, Italia settentrionale e centrale, Sicilia,
Sardegna, Corsica, Spagna, Portogallo, Russia, Siberia orientale,
Kamtchatka, territorio d’ Amour, Asia Minore, Africa setten-
trionale.
Nelle acque stagnanti (Boni). Il Borsari cita questa specie
sulla fede del Boni.
Lo Strobel la cita del Piacentino.
* Sphaerium brochonianum Bgt. — Cycelas lacustris var. brocho-
nianum Moquin Tanpon Hist. Moll. p. 594 — Calyculina brochoniana
WesrerLunD Fauna Reg. Pal. p. 15, sp. 21.
Calyculina brochoniana PicagLia Moll. Mod. sp. 115.
Estensione geografica — Tutta Europa.
* var. steini A. Schm. — Calyculina brochoniana var. steini WESTERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 15, sp. 21.
Cyclas calyculata var. steini StrogeL Distribuzione p. 124 — Caly-
culina lacustris var. steina PavLucci Rivista Sphaer. & p. 169 —
Calyculina brochoniana var. steini PicAGria Moll. Mod. sp. 115.
La Paulucci dice essere stata la prima a citare questa
varietà come abitatrice dell’Italia e la ricorda del Pistoiese e
di Sicilia: precedentemente però lo Strobel la notava come
raccolta nel Piacentino.
GENERE Pisidium C. Pf.
Sezione Flumina Cless.
Pisidium amnicum Miill. — Cyclas palustris DraPARNAUD Hist. Moll.
p. 131, T. X, f. 17-18 — Pisidium amnicum Stein Lebend. Schneck.
u. Musch. p. 110, T. III, f. 13; Mogcin Tanpon Hist. Moll. sp. 583,
T. LII, f. 12-14; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 260, T. IX, f£. 7 —
Flumina amnica WesrerLunD Fauna Reg. Pal. VII, p. 19, sp. 1.
Pisidium amnicum Borsari Moll. Mod. sp. 76 — Pisidium obliguum
SrroseL Distribuzione p. 105-125 — Pisidium amnicum PavLucci Ma-
tériaux sp. 581; Rivista Sphaer. & p. 170 — Flumina amnica PicaGLia
Moll. Mod. sp. 116.
Estensione geografica — Inghilterra, Belgio, Danimarca,
Germania, Austria, Svizzera, Italia, Dalmazia. Sicilia, Sardegna,
— 193 —
Corsica, Russia, Svezia, Ungheria, Caucasia, Asia settentrionale
e occidentale, Africa settentrionale.
Comune nei fossati dei dintorni di Modena dove quasi sta
sempre immersa nel limo (Borsari), fossati nei prati dell’ Ar-
chirola (Fiori).
Lo Strobel lo cita del Parmense; Lorenzini della Por-
retta [300"].
* forma inflata Meg. — Pisidium amnicum Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 573, T. LII, f. 15 — ossarina amnica forma inflata WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 19, sp. l.
Pisidium obliquum mutatio inflatum StroBeL Distribuzione p. 124 —
Pisidium amnicum var. inflatum PavLucci Rivista Sphaer. & p. 171
— Fossarina amnica mutatio inflata PicagLia Moll. Mod. sp. 116.
Estensione geografica — Francia, Tirolo meridionale, Italia
superiore.
Lo Strobel cita questa forma del Parmense.
SEZIONE H'ossarina Oless.
Pisidium casertanum Poli — Pisidium casertanum Moquin Tanpon
Hist. Moll. p. 584, T. LII, f. 17-19 — Pisidium casertanum KoBeLT
Fauna Moll. Nass. p. 261, T. IX, f. 10 — ZFossarina casertana Wes-
TERLUND Fauna Reg. Pal. VIT, p. 28, sp. 15.
Pisidium casertanum StrogeL Distribuzione p. 105, 124; PauLucci Ma-
tériaux sp. 592; Rivista Sphaer. & p. 175 — Fossarina casertana
PicaeLia Moll. Mod. sp. 117.
Estensione geografica — Italia, Sicilia, Candia, Siria, Fran-
cia, Inghilterra, Danimarca.
Dintorni di Modena (Ragazzi, Pantanelli), fossati presso
Modena « Archirola », Valli di S. Anna, Reggiolo, Albareto
( Fiori).
Pisidium intermedium Gass.. — Fossarina intermedia WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 30, sp. 16.
Pisidium intermedium PauLucci Rivista Sphaer. & p. 172 — Fossarina
intermedia PrcagLia Moll. Mod. sp. 118.
Estensione geografica — Germania centrale e meridionale,
Svizzera, Francia, Italia.
Dintorni di Modena (Pantanelli )
13
—- 194 —
Per l’Italia le prime e sole citazioni sono quelle di Ca-
scina vecchia |956" a 1108"] nell’ Appennino Vallombrosano e
presso il Monastero di Vallombrosa, fatte dalla Paulucci.
Pisidium obtusale (Lamk?) C. Pfeif.; Moguin Tanpow Hist. Moll. p. 588,
T. LII, f. 44-46; KoseLr Fauna Moll. Nass. p. 260, T. IX, f. 8 —
Fossarina obtusalis WesterLuNnD Fauna Reg. Pal. VII, p. 85, sp. 29.
Pisidium obtusale SrrogeL Distribuzione p. 185; PaAuLvcci Rivista
Sphaer. & p. 179. — Fossarina obtusalis PicaGLia Moll. Mod. sp. 119.
Estensione geografica — Svezia, Norvegia, Danimarca, Ger-
mania del Nord, Slesia, Svizzera, Francia, Italia settentrionale
e centrale.
Fossati presso di Modena, Canali dell’ Archirola (Fiori).
Lo Strobel lo cita del Parmense.
GENERE Unio Retz.
Unio requieni Miczaup i) Complement p. 106, T. XVI, f. 24; WestER-
Lunp Fauna Reg. Pal. VII, p. 121.
Unio requieni Drovér Unionidae Ital. p. 58; PicaGLia Moll. Mod.
sp. 125.
Estensione geografica — Francia meridionale, Penisola ibe-
rica, Francia settentrionale.
Non pare che Bourguignat ammetta l’esistenza di questa
specie nella nostra penisola, giacchè è d’avviso che i nostri
naturalisti hanno la cattiva abitudine di riferire senza con-
trollo le diverse specie all U. pictorum e all’ U. requieni. Il
Westerlund nel dare l'habitat dell’ U. requienî accenna anche
all’ Italia superiore con molta dubitazione.
Il Drouét invece ammette l’esistenza in Italia della specie
in discorso, benchè convenga che non sempre è esatta la de-
terminazione che di essa danno i diversi naturalisti: il Drouét
®
(1) Devo alla squisita cortesia del Sig. Drouét la determinazione delle
diverse specie di Unio del Modenese (exec. U. rhychetyinus), della Legumi-
naja depressa e delle Anodonta anatinella ed A. cygnea. Egli ha anche
avuto la bontà di mandarmi in dono il suo bellissimo lavoro sugli Uni0
d’Italia che non aveva potuto prima procurarmi. Per queste gentilezze io lo
ringrazio di tutto cuore.
, — 195 —
cita per l U. requieni in Italia località del Piemonte e della
Lombardia. Egli dice che il tipo italiano e perfettamente con-
forme a quello descritto dal Michaud, al quale anche s’atta-
gliano i nostri esemplari; il centro di diffusione della specie
sempre secondo il Drouét sarebbe il bacino del Rodano.
In un fossato lungo la strada che da S. Catterina conduce
a Navicello (Malagoli, Ragazzi), Prati delle manovre (Mala-
goli), Tresinaro vecchio (Picaglia) Montale (Pantanelli).
Unionitidus Drouét; WesrerLunp Fauna Reg. Pal. VII, p. 182.
Unio pictorum Borsari Moll. Mod. sp. 66 — Unio Requienii StROBEL
Osservazione p. 225 — Unio nitidus Drovir Unionidae Ital. p. 57 —
Unio rostratus PicagLia Moll. Mod. sp. 121.
Estensione geografica — Italia settentrionale.
Il Borsari scrive che questa specie è comune nelle nostre
riviere; S. Agnese (Fiori), in un canale tra la Crocetta e Na-
vicello (Ragazzi, Malagoli), Montale (Pantanelli), Casinalbo
( Drouwét).
Il Drouét la cita del Po a Torino.
L’' Unio pictorum di Linneo non è una buona specie secondo
il Westerlund, e molte forme si potrebbero far rientrare nella
specie Linneana; secondo il Locard ed il Bourguignat l’ U. pi-
ctorum di Linneo sarebbe la U. rostrata Lamk. che abita 1 Eu-
ropa settentrionale e centrale, e l’Italia settentrionale.
Il Drouét ammette come buona specie l’ U. pictorum, e
dice che in Italia può ricordarla esclusivamente dal Po a Torino
e di Rivarossa Canavese (Pollonera): gl’individui del Po sono
tipici e quelli di Rivarossa sono un più piccoli.
*#Unio strobelii Bst.; WesrerLunp Fauna Reg. Pal. VII, p. 137.
Unio strobelit BoureuIGnaT Unionidae Ital. p. 58.
Estensione geografica Emilia.
Il Bourguignat cita questa specie del canale di Gatacchio
presso Parma.
Unio rhynchetinus (Let.) Bgt.; WesrerLunp Fauna Reg. Pal. VII,
p. 155.
Unio sinuatus Borsari Moll. Mod. sp. 68 — Unio glaucinius StROBEL
Distribuzione p. 124; Osservazioni p. 225 — Unio rhynchetinus Bour-
GuIGNAT Unionidae Pen. Ital. p. 61 — Unio glaucinus PicagLia Moll.
Mod. sp. 120.
— 196 — i
Estensione geografica — Serbia, Piemonte, Emilia.
Il Bourguignat ricorda questa specie di Casinalbo; il Museo
ne possiede un esemplare della collezione Borsari.
In Piemonte è stata trovata nel lago d’ Alice presso Ivrea.
*Unio falsus (Bgt) Loc.; WesterLunp Fauna Reg. Pal. VII, p. 158.
Unio falsus Bourevienar Unionidae Pen. Ital. p. 58.
Estensione geografica. Francia, Svizzera, Italia setten-
trionale.
Il Bourguignat cita questa specie del canale di Gattachio
nei dintorni di Parma. Egli afferma che l’ U. falsus (scambiato
assai frequentemente coll’ U. requien? si trova nel Po a Torino,
nei laghi di Garda e di Como ed a Nosedole nel Mantovano.
Unio elongatulus (Mubif.) C. Pfeif; WrsrerLunp Fauna Reg. Pal. VII,
p. 163.
Unio Requieni Borsari Moll. Mod. sp. 67 — Unio pictorum var.
Deshayesii StroseL Distribuzione p. 123; Osservazioni p. 225 — Unio
elongatulus Drovir Unionidae Ital. p. 59 — Unio limosus var. de-
shayesii PicagLia Moll. Mod. sp.
Estensione geografica — Italia superiore, Carniola, Istria.
Abbastanza comune nelle riviere del Modenese (Borsari),
Comune al Montale (Pantanelli), fossati dei prati delle ma-
novre (Malagoli), vasca tra Reggio ed Albina (Strobel).
Lo Strobel cita del Parmense e del Piacentino l’ U. pectorum
var. Deshayesii ed una mutatio elongata, che non sono altra
cosa dell’ U. elongatulus. Dei canali irrigui di Gattatico presso
Parma la cita anche il Drouét (Uzielli ).
Unio veillanensis (Blanc) Locard; WesrerLunp Fauna Reg. Pal. VII,
p. 167.
Unio veillanicus Bovreuinar Unionidae Pen. Ital. p. 32 — Unio Veil-
lanensis Drovér Unionidae Ital. p. 24.
Estensione geografica — Montpellier (Francia), Lago di
Avigliana (Piemonte), Emilia.
Casinalbo (Pantanelli ).
GENERE Leguminaia Conrad.
Leguminaia moreleti Drouét. — Leguminaia bonelli WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 191.
Sor
Unio margaritiferus Borsaft Moll. Mod. sp. 69 — Margaritana Bo-
nelli SrroseL Distribuzione p. 124; PauLtcci Matériaux sp. 523 —
Unio margaritiferus StrogeL Osservazioni, p. 226 — Unio morelleti
BourcuienaTt Unionidae Pen. It. p. 72 — Unio bonelli BourguIGNAT
lc. p. 73 — Microcondylus bonelli Deovir Unionidae Ital. p. 73 —
Leguminata bonelli PrcaGLia Moll. Mod. sp. 126.
Estensione geografica — Piemonte, Lombardia, Emilia.
Modenese (Coll. Borsari).
Parma, Piacenza, Casaroldo, Castioni (Strobel), ruscelli
di Parma (Morelet [|Drouét]), la Parma (Paulucci [Drouét]),
la Parma, Piacenza ( Bourguignat).
Secondo il Pollonera (Elenco dei Molluschi fluviatili vi-
venti in Piemonte p. 13) l Unio Bonelli Fér fu stabilita sopra
esemplari raccolti da Bonelli nel Po a Torino, ma il Feerussac
non pubblicò la sua specie credendola uguale all’ U. depressa
C. Pfeif. Più tardi Rossmaessler pubblicò un U. donelli Fér.
dell’ Illiria che è una forma dell’ U. donelli Piemontese e che
deve portare perciò secondo la legge di priorità il nome di
bonelli. Alla U. bonelli Fér. (olim) spetta quindi il nome di
U, moreleti Drouét, perchè sotto questo nome Drouét pel primo
descrisse la specie del Piemonte.
Leguminaia depressa (Mihlf.) C. Pfeif.; WesterLunp Fauna Reg.
PIAVE pil91.
Leguminaia depressa Boureuienat Unionidae Pen. Ital. p. 73 — My-
crocondilus depressus Drovir Unionidae Ital. p. 80.
Estensione geografica — Illiria, Italia settentrionale.
S. Agnese (Fiori), fossato tra S. Caterina e Ponte Navi-
cello, fossati dei Prati delle manovre. (Malagoli ), Modenese
(Ragazzi).
GENERE Anodonta Cuv.
SEZIONE Euanodonta West.
Anodonta cygnea Linn.; DrararnauD Hist. Moll. p. 134; T. XI, f. 6;
Srein Lebend. Schneck. u. Musch. p. 100; Moquin Tanpon Hist. Moll.
p. 557, T. XLIII, XLIV; KoseLt Fauna Moll. Nass. p. 247, T. IX, f. 1
MORI
— Euanodonta cygnea WesrerLunp Fauna Reg. Pal. VII, p. 199.
Anodonta cygnea Borsari Moll. Mod. sp. 71; SrrogeL Distribuzione
p. 104; PauLucci Matériaux sp. 523; Bonizzi Catal. I, T. sp. 29;
Boureuienat Unionidae Pen. Ital. p. 837; Drovir Unionidae Ital. p. 86
— Euanodonta cygnea PicaGLia Moll. Mod. sp.
Estensione geografica — Europa settentrionale e centrale.
Valli del Modenese (Borsari), Valli di Rolo e Novi (Ra-
gazzi), Valli di Nonantola (Fiori).
Lo Strobel la cita del Parmense.
Anodonta stabilei Drouét — Euanodonta stabilei WesteRLUND Fauna
Reg. Pal. VII, p. 206.
Anodonta stabilei Drovit Unionidae Ital. p. 92.
Estensione geografica — Lombardia, Italia.
Il Drouét cita questa specie di Savignano sul Panaro (Pini)
nei nostri colli e di Castelgoffredo nel Mantovano dove la rac-
colse il Tommasi.
Anodonta oblonga Mill. — Exanodonta oblonga WesterLuNnD Fauna
Reg. Pal. VII, p. 215.
Anodonta oblonga Bovravienat Unionidae Pen. Ital. p. 90; DRovéT
Unionidae Ital. p. 87 — Zuanodonta oblonga PicaeLia Moll. Mod.
sp. 128.
Estensione geografica — Germania (Elba ed Alster), Fran-
cia, Italia settentrionale e centrale.
Valli di Reggiolo ( Ragazzi ).
Nel Mantovano ad Ostiglia sì rinviene una varietà più
piccola che il Bourguignat distingue col nome di var. mantuana.
Anodonta leprosa (Parr.) Drouét -- Euanodonta leprosa WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 231.
Anodonta complanata Borsari Moll. Mod. sp. 72 —. Anodonta pisci-
nalis var. leprosa StroseL Distribuzione p. 124 — Anodonta pisci-
nalis var. leprosa SrrozeL. Osservazioni p. 226 — Anodonta leprosa
BoureuIGnaT Unionidae Pen. Ital. p. 109; Drovir Unionidae Ital. p. 107
— Euanodonta leprosa PicagLia Moll. Mod. sp. 129.
Estensione geografica — Lombardia, Emilia.
Rara nei fiumi e nelle valli (Borsari), Rolo-Novi (Ra-
gazzi), Rolo-Fabbrico (Paulucci « Drouét »).
Anodonta anatinella ? Stab. — ZEuanodonta anatinella WestERLUND
Fauna Reg. Pal. VII, p. 293.
— 199 —
BoureuiGnat Unionidae Ital. p. 113; Amodonta anatinella DRovét
Unionidae Ital. p. 113.
Estensione geografica — Lombardia, Emilia, Svizzera, alta
Savoia.
Valli di Rolo e Novi (Ragazzi), Valli di Nonantola ( Fiori).
Il Westerlund non conosce questa specie ma per essa ri-
porta le frasi di cui si serve il Bourguignat per distinguere
questa specie dalla A. arturi Bgt.
Il Bourguignat dà per questa specie la seguente sinonimia:
Anodonta anatina (non Linnaeus) SrasiLe Fauna elvet., p. 57,
f. 67-68, 1846 — Anodonta piscinalis (non Nillson) var.
anatinella StaBILE Moll. Lug. p. 47, f. 67, 1859.
Nella sinonimia poi dell'A. glabra Villa egli dice che
lA. glabra Stab. è VA. anatinella Stab.
Il Drouét dà invece quest’ altra sinonimia:
Anodonta piscinalis var. anatinella StagiLe Moll Lug. p. 61 —
Anodonta idrina KoseLt Iconog. f. 1156 — Anodonta glabra
SrasiLe Conch. Lug. p. 58.
Il Drouét poi ci dice anche che lo Stabile aveva prima data
la sua anatinella per l’anatina Drap.
La Anodonta idrina Kob. f. 1156 è invece citata dal Bour-
guignat come sinonimo della A. sebiniensis (Adami) Bgt,
mentre come sinonimo della A. sebiniensis Adami il Drouét
dà lA. idrina Kob. f. 1157. Alla sua volta poi la fig. 1157 è
dal Westerlund citata in sinonimia della A. idrina Spinelli e
pare che egli riporti questa citazione dal Bourguignat, il quale
non solo non la dà, ma dice che l’A. :drina Spinelli non è
lA. idrina degli autori tedeschi.
Il Drouét poi e informa che le figure 1156 e 1157 del Kobelt
sono da lui ritenute, senza però che egli ne sia ben certo, come
riferentesi alle specie A. anatinella Stab. e A. sebiniensis Adami
e nel lavoro « Unionidae du bassin du Rhòne » pubblicato 6
anni dopo la monografia sulle « Unionidae de l’ Italie » rife-
risce invece la fig. 1157 del Kobelt, sempre dubitativamente
però, all’ A. anatinella Stab.
Quanto all’A. glabra Zg., alla quale aveva lo Stabile ri-
ferita erroneamente sulla conchigliologia di Lugano la sua
anatinella, il Drouét c' informa che essa non è stata trovata
— 200 —
in Italia, ma solo nella Carniola, e la ritiene come buona
specie, mentre il Bourguignat sulla fede dello Schmidt riporta
la specie di Ziegler alla depressa Schmidt.
Di quest’ opinione non è il Drouét il quale possiede i tipi
della A. glabra e della A. depressa etichettati dallo Ziegler
la prima, dallo Schmidt la seconda: lo stesso Drouét poi ri-
tiene la A. blanci Bgt. come sinonimo della depressa Schmidt,
della quale opinione non è nè il Bourguignat nè il Pollonera.
Spaerium solidum Nord. Il Borsari nel suo catalogo al N. 74 registra
come comune nel Modenese questa specie che vive assieme allo Sp. cor-
neum Linn. Non è specie italiana, e io non saprei a quale ‘delle nostre
riferirla.
Unio littoralis Lam. Il Boni ricorda questa specie come comune nelle
acque correnti e stagnanti, ed il Borsari la riporta nel suo catalogo al
N. 70. L'U. littoralis non è specie italiana, e anche questa non saprei
a quale delle forme nostrane attribuirla.
Il Boni ed il Borsari registrano nè loro cataloghi, la Cyclas lacustris
Drap.; va quindi aggiunto questo nome nella sinonimia dello Spaerium ovale
Fér. (Vedi pag. 91).
Quadro comparativo der molluschi viventi nei territori Bolo-
gnese, Modenese, Reggiano, Parmense e Piacentino colla
indicazione della loro distribuzione ipsografica.
Il numero d’ordine si riferisce alle specie viventi nel Modenese e Reg-
giano; le abbreviazioni p. c. m. ‘a. indicano piano, colle, monte,
alto monte, le lineette orizzontali denotano che la specie vive nell’ in-
dicata località, il punto che la specie tocca appena la regione, 1’ # signi.
fica che la specie non è stata trovata sin ad ora nè nel Modenese, nè
nel Reggiano, la { infine che la specie, secondo l’ opinione di Strobel e di
altri, sarebbe stata importata ed acclimatata.
(S1i FS (6) (0) pù N. d’ ordine
COL do
10
11
12
13
14
15
16
Tg)
18
19
20
21
22
23
— 201 —
NOMI DEI GENERI E DELLE SPECIE
Testacella pecchiolii Bgt.
Lehmania marginata Mull. .
Agriolimax agrestis L.
Limax cellarius D’ Arg. .
» cinereo-niger Wolf. .
» » v. maurus Hd.
» dacampi Meneg.
>» flavus L..
Arion rufus L.
» “*hortensis L..
*Amalia marginata .
*Vitrina elongata Drp.
» *brevis Fer.
» *pellucida MUll. .
Conulus fulvus Drp.
Hyalinia diaphana Std.
» subrimata Reinach.
» crystallina Mull.
> pseudohydatina Bgt. .
» *nitida Mull..
» pura Ald. è. lenticularis Held.
» *cellaria Mull.
» blauneri Shutl. .
» draparnaudi Bek. .
AMA IA ql LA
Emilia |pjstribuzione
ale 2 | Ipsografica
Sis l9|s|s
[el 0] BID) SL
SRG
oe p|e|mja
cq = IS 4 |
Paug 202 PERS »
È DEIEOLaA Distribuzione
2 | NOMI DEI GENERI B DALLE SPROB = ‘5zjs/a[S o
di a dA SHAN,
24 | Hyalinia *isseliana Paul. . . . . È aq
25 » OLIVE LORU N GI RT I A e i e a e A
261 E elixiipypnraea Dip. NSA SO NN IS E
27 » ‘rotundata Muli. la, Ae ee
28 > LUPESLrISES CAO SNO HH. ||.
29 >pulchellaS/ Ne eee ne e ee
30 IZ ICI RSI ZI RA ORE —|-|[] |||.
sl tfaculeata MW oi doo ce SS ng —|—
32 RCN CU MEM = Di
33 (obvoluta MRAZ
34 2" DISpidamzi ne o ap SALE —|—||-
940 e STUDI emo sa PARIS IO E PO = SI
5A) >anconaeplss.etrubella sesso e SI |
» > f. *carfaniensis D. S. s. v. È LE
( minor Strd.
>» Icemeneleat/ress: 8. lta e e SS St SE
36 » » v. minor Strb. i. . . Di eu
> icarthusiama Ml 00R e e a e DA 0A
37 » » AIN Or DOTE A ES i LA
= istrigella Dr p RR e. psi
38 a orsimil Velli SOR SI00 E o de —|—
39 > incarnata Muli RO MAR ?|—||HT
40 »; (cinctella Dip:tot. cr di MR
41 » » *. fasciata Paul. Di Sale sa |
— 203 —
E Emilia Distribuzione
S| NOMI DEI GENRI E DELLE SPERO (ala 28 S PD
cea MElelbctplanospina Zi Ro SÈ ci o
43 » cingulata Stud. v. lucensis Paul. | —| | —
44 » preslii sm. v. anconae Genth. . _ — —
45 SEA IPUSLOLMIMEIE, —|-
46 » fruticam MWll o. ..... +++]
47 » *virgata Da C. v. variabilis Drp. |— “i
48 >rintroducta®Bgt. n e = —|—
49 >» profuga Schm. . 0... ++ [||
90 MRO BRUSCARZSS NI Nn — =
ol Murutasciatà Por ||| È --|-|.
52 > *rconspurcata (rp. ln. e — |
D9 >» ammonis Strod. LL... +++] |—|—|-
» » v. bononiensis D. St. . |— =|-
54 » » vaicandida Mono —|— |
59) >» ‘jvermiculata M@&0l. . ....|+|-+| |P
» nemoralis M%wll. f. etrusca Auet.. |-|—|—|—|H|-|-|—
» > > >» _f. maior - ==
» » » » v. alphea — =
» » » ®. cisalpina Stad. "a a
» » >» f. conoidea CI. . - Tri
96 ? » » 7. globulosa Loc. = =
» taspersa Milli... |a [H-|-
» DMNRTAIDINOL AZ - =
» > ifnana. MW: —|— L n
n:
— 204 —
- Emilia |pistribuzione
S|. NOVI DAI GRNERI R DELLE SPROE - (ejsls].|E[POree
È sE 2iLlolemla
57 | Helix lucorum Mull.
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
C(0)
(a!
72
73
>»
» | fiimunoristr:
cinceta Mill. .
pomatia L.
Buliminus *detritus Mill.
>»
obscurus Mill.
tridens Mlil.
quadridens MUll. .
» v. prolixus Pinz
Pupa *sempronii Charp.
»
doliolum Brug. .
biplicata Mich. v. toscaniae Gredl.
similis Brug. .
avenacea Brug. (var.)
frumentum Drp. v. illyrica Asm.
» » » f. major
» » > JE minor
» » » f. elongata
boileausiana (Ch.) Kust.
variabilis Drp.
» v. major W.
*eranum Drp.
muscorum Mull..
» v. unidentata Pf..
(>)
d
oi
iS
pe
°
uo)
z
14
75
76
17
18
19
80
81
82
83
84
35
86
87
88
89
>
>»
»
»
»
— 205 —
NOMI DEI GENERI E DELLE SPECIE
Bologna
Distribnzione
ipsografica
pie im a
Pupa minutissima Hartm.
edentula Drp. .
moulinsiana Dup.. . ,
pygmaea Drp.
antivertigo Drp. .
angustior Jef. .
*Balea perversa L..
Clausilia laminata Mg. v. targionii D. St.
» v. major A. S. .
» v. cyanea? Berte.
lucensis Kust.
interposita Strd.
itala v. rugata Zyg.
DV Dina De Betta.
» v. *punctata Mich.
*rugosa Drp. v. pinii W.
*delpretiana D. St. .
eruciata Stud. v. minor
» v. apuana D. St.
» v. triplicata A. S.
» (Cl. bonelli Strd.).
lineolata Held.
plicatula Drp.
» v. minor Strb. .
» v. superflua A. S..
(1) Valestra nel Reggiano [934] (Strobel in litteris).
N. d’ ordine
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106 |
107
108
— 206 —
NOMI DEI GENERI E DELLE SPECIE
Clausilia sp.
*{Stenogyra decollata L.
Cionella lubrica Mill...)
» » v. exigua Mke. .
> *hohenwarti Bygt. .
» acicula Mill.
» Jani De Betta
Succinea putris L. .
> megalonyxia Bgt v.inconcinna Paul.
> pfeifferi Asm. .
>» oblonga Drp. .
Carychium minimum Mill, .
» #tridentatum isso .
Limnaea stagnalis L. .
» ’ f. minor Kob. .
» auricularia L.
» lacotis Sch RO
» ovata Drp.
» peregra Mill.
» > v. marginata Mich.
» » ®v. minor Loc.
» ) v. peregro-ovata Rsm.
» palustris Mull. .
» »> v. obsura Zg.
Emili
GS
È
telo]
de)
E)
QQ
Modena,
@ Distribuzione
ipsografica
—
p|elm/a
(o)
N
d
a)
9)
co)
Uleni
Au
—. Ae
È Emilia Distribuzione
3 |--I DEI GENERI R DELA SPRO = (elaTe[=[e| Merete
5 SSRSANGA,
Limnaea palustris v. corvus Gm... . | n =
109 » truncatula Miu ANSA n + J—-|.
Pol REnysaffontinalist/te ta ea a NOR av
ca » CRA ta AE, —_ is
» > ho PI = È
» » 5 onla, Alb It — ! —
111 SMI PNOLUDI ZA IA N. =
112| Planorbis corneus LL . . ..... ||| ==
» » v. etruscus Zg. . . SN
113 » umbilicatustV. RR e e
» » v. *submarginatus Jan. =
114 » cannatuseMe MORI RR e ee ea
» » v. dubius Martm. . . —| =
115 » VOLESSI DA gen nt Ci
» >» v. compressus Mick. . . ||| (+| |-
116 >» *spirorbis L. ». tiberii D. S. . ee
117 » leucostoma Mella a na ——|+|+j
118 IM COMLOLLUSILI ENO E I, |
119 » Abuse cu Se CEE
120 » nautilenstLo a nie —
121 » complanatusel: e o |a
122 » nitidustMa ia — | aa
193 Ancylus costatussWVialla . /./....(?(2 |H| [ET
124 » lacustris@Vi.! ARA = —
— 208 —
Emilia Distribuzione
NOMI DEI GENERI E DELLE SPECIE
®
i=
ri
=
=
©
Ue)
Zi
125 | Acme lineata Drp..
126 | » elegantissima Pin.
127| Cyclostoma elegans Mill.
128| Pomatias montanus ss. .
129| Paludina conteceta Mill. .
» » f. minutula Verany .
» » v. brachya (Let.) Bgt.
» » v. vulgaris Dup. .
130 » pyramidalis Crist et Jan. .
» » v. rossmissleri Bgt.
131 » vivipara L. .
» » v. alba Caroti.
132 | Bythinia tentaculata L. .
133| Paludinella opaca Zyg..
» » v. *abietina Caroti.
> » v. *siemoniana Targ.
154 . compressa Frfld. .
135 » #*macrostoma K.
136| Valvata piscinalis Mull. .
137 » depressa Pf. .
138 » cristata Mill..
» » v. minor? W..
139| Neritina fluviatilis L. .
» » v. lineata M. 7. .
EI ZI()I) VEE
Emilia Distribuzione
2
È NOMI DEI GENBRI È DELLE SPECIE ali lcls i i
D4 s|S|S|s|Ep|e|m|a
140! Sphaerium corneum L. Sua elle dulze ee,
141 » OVAlePreri ao — =
142 » manillanua Wi 0 = =
143 | » ]ucustieRMia eee e —| |||
144 , *brochonianum 2Bygt. v. steini |
(A. Sch.
145 | Pisidium amnicum Mull. . «e UE] ||
ì » ‘è #inflatum Mey. . ti
146 > esca serntanume Role nr eten. —|—|| ||
147 > intermediumiGass., (e. = =
148 IMI Opus alert en —| HH |||
149| Unio requieni ME E) —— _
150 AMENO n. - —_
loi siistrobeli Bg e 0 a 2A
152 >GLivncheinus Bg Gee — —
153 » elongatulus MWlf. . . .. .. TT! »
154 MISS TAG RI na —| |-
155 >mevelllanensis Wifi ea. _ —
156 | Leguminaia moreleti Drt. . . °°. +] ||
157 » depressa filie. nare = -
158 | Anodonta eygnea L. . dì MI e CES
159 » stabile Dit adi - |.
160 » oblonea Mali rl e —_ _
161 > leprosa DENTE eo —| |H|+|-
162 > anatinella Stab. —;— -
14
api)"
I. Confronto tra le specie della regione enviliana
e quelle delle Alpi Apuane e dell’ Appennino adiacente.
Parmi debba riuscire di grandissimo interesse il cono-
scere quali specie di Molluschi della regione emiliana man-
cano nelle finitime regioni della Toscana, del Piemonte e
della Lombardia e viceversa. quali si rinvengono nelle anzi-
dette regioni e mancano invece nella nostra.
I confronti più utili sono quelli che ponno farsi tra i due
versanti dell’ Appennino, ma non credo debbano \trascurarsi
quelli pure che riguardano le sottostanti pianure, vale a dire
delle località poste al di sotto di 100 metri sul livello del
mare; non ho voluto comprendere le pianure di Pisa, di Massa
e di altre che fiancheggiano il Mar Tirreno perchè da questo
sono troppo influenzate, e neanche ho creduto di scostarmi
troppo nello studio delle specie viventi nella Toscana dai con-
fini della nostra regione emiliana, perchè la Toscana non solo
per la natura del suolo e della vegetazione, ma anche per il
clima molto diferisce dall’ Emilia.
a) Specie comuni nei due versanti dell’ Appennino. ()
Testacella pecchiolii Polita * draparnaudi
Agriolimax agrestis Aegospina olivetorum
Limax cellarius Punctum pygmaeum
» dacampi Patula rotundata
Phenacolimax pellucida Pyramidula rupestris
Semilimax brevis Vallonia pulchella
Arion rufus Lepinota ciliata
» hortensis Gonostoma obvoluta
Anomphala diaphana * Fruticicola carthusiana
Crystallus subrimatus » * cinctella
Polita pura v. lenticularis Campylea planospira
» cellaria » cingulata v. lucensis
» blauneri » preSlii v. anconae
(1) Le specie segnate con * si trovano anche al piano; quelle invéce
segnate con * si trovano anche sulle montagne.
Xerophila virgata v. variabilis
» introducta
» unifasciata
» conspurcata
Tachea nemoralis v. * etrusca
Pomatia * aspersa
» * lucorum
Napaeus obscurus
Chondrulus * tridens
» quadridens sp. & v.
Lauria semproni
Orcula doliolum
Corina biplicata v. toscaniae
Torquilla * framentum è. illyrica
» similis
> boileausiana
Balea perversa
Clausiliastra laminata v. targionii
» lucensis
Delima itala v. rugata
Kuzmicia rugosa v. pinii
» delpretiana
Pirostoma cruciata v. minor
211 —
Pirostoma cruciata v. apuana
DI lineola tario Att
» plicatula
» » v. superflua
Rumina decollata
Zua * lubrica
Aciculina * acicula
» *jani
Hohenwarthia hohenwarti
Amphibina pfeifferi
» » v. ochracea
Carychium minimum .
» trildentatum
Gulnaria * peregra
» * peregroxovata
Fossarina * truncatula
Ancylastrum * costatum
Ericia * elegans
Auritius montanus
Bythinella opaca
» » v. siemoniana
Fossarina (Pisidium) obtusalis
6) Specie viventi nel versante settentrionale dell’ A pen-
nino e mancanti in quello meridionale.
x
Limax cinereo-niger
» *flavus
Semilimax elongatus
Trochulus * fulvus
Crystallus * crystallinus
Hydatina pseudohydatina
Achantinula aculeata
Fruticicola * hispida
» * anconae (?)
» » v. rubella
» * cemenelea
» » f. minor
» carthusiana 7. * minor
Euomphalia orsinii
Arianta arbustorum (?)
Xerophila *ammouis
» » v. *bononiensis
» profuga
Eulota * fruticum
Pomatia * cincta
» * pomatia
Torquilla avenacea
» variabilis
» granum E
Pupilla * muscorum
Isthmia * minutissima
Sphyradium edentula
Alaea * pygmaea
— 212 —
Vertigo * angustior È Gyraulus * albus
Clausiliastra laminata v. major Acicula lineata
Delima itala v. punctata » elegantissima
» » . plumbea Pseudamnicola macrostoma
Kuzmicia cruciata v. triplicata Calyculina * lacustris
Pirostoma plicatula » brochoniana v. * steini
» lineolata Flumina * amica
Succinea * oblonga Fossarina (Pisidium) * casertana
Gulnaria peregra v. minor
c) Specie viventi nel versante meridionale e mancati
in quello settentrionale.
Limax corsicus IM. 7°. v.isselii Less. Torquilla avenacca v. apuana ss.
» » v. bonelli Less. » » v. oligodonta D..
» _ater Rez. Pr
Trochulus bourguignati D. St. Pupilla triplicata Stud.
Polita cellaria Ill. Isthmia strobelii v. callicratis Scac.
» vuziellii Iss. » >» v. nodosaria D. St.
» guidonii D. St. » »i >» » /marcuccli
» isseliana Paul. D. St.
» paulucciae D. S. » vi.
Patula rotundata v. turtonii //em. St.
Fruticicola carfaniensis D. St. Alaca pygmaea v. * ausonia D. St.
» » sv. minor » antivertigo Drap.
D. St. Delima itala v. veranyi Bgt,
» spallanzani D. St. Papillifera bidens L.
Campylaea hermesiana Pini, v. fri- » » ®. virgata Jan.
gidescens D. Pr. Kuzmicia cruciata v. appuana D. St.
» * carrarensis Porr. » lunensis D. St.
» » v.montana Pl. » delpretiana D. St.
» » v.kolbetiana PI. Pirostoma lineolata v. vallombrosana
» preslii v. affinis Paul. Iss.
» » v. appelii Lod. » » ». sorcula D. St.
» >» v.agnata Paul. Ancylastrum costatum v. amnicola
Xerophila vincae Paul. D. St.
» * acuta Mull. Auritus pinianus Bgt.
» profuga v. etrusca » isselii D. St.
Pomatia * aperta Born. » sospes West.
Lauria cylindracea Da. C. » clongatus Paul.
>» sempronii v. gracilis ss. » gualfiniensis D. St.
— 213 —
Auritus elegantissimus Paul.
» »
» pauluccianus Bygt.
Hydrobia foxianiensis Paul.
Bythinella opaca v. isselii Gentil.
v. turricula
Paul.
Bythinella opaca v. abietina Car.
v. gracilior D. St.
» etrusca Paul.
Pseudamnicola lucensis Stab.
Fossarina * fontinalis C. Pf
» targioniana Paul.
» »
d) Specie comuni alla pianura deile due regioni.
Amalia marginata
Limax cinereo-niger
Limnophysa palustris
Bulinus fontinalis
e) Specie della pianura
Lehmania marginata ?
Agriolimax * agrestis
Limax cellarius
» dacampi
Polita cellaria ?
Zonitoides nitidus
Punctum pygmaeum
Vallonia pulchella
Fruticicola rubiginosa
» strigella
» incarnata
Xerophila etrusca
Napaeus # obscurus
Alaea moulinsiana
Amphibina * pfeifferi
» » v. * ochracea
Neritostoma putris
Carychium * minimum
» * tridentatum
Limnus stagnalis
Gulnaria auricularia
» lagotis
» ovata
» peregroxovata
Nauta hypnorum
Coretus corneus v. etruscus
Velletia lacustris
Teodoxus fluviatilis
emiliana.
Coretus corneus
Tropidiscus umbilicatus
» » v. submar-
ginatus
» carinatus
» » v. dubius®?
Gyrorbis vortex
» » V. COMpressus
» spirorbis v. tiberii
» leucostoma
Bathyomphalus contortus
Armiger nautileus
Hippeutis complanatus
Segmentina nitida
Paludina contecta
» » f. minutula
» » v. brachya
» » v. vulgaris
» pyramidalis
» » v. rossmiissleri
» vivipara
» » v. alba
Elona tentaculata
Bythinella compressa
Cicinna piscinalis
Cicinna depressa
Gyrorbis cristata
» » v. minor
Teodoxus fluviatilis v. lineata
Corneola cornea
» ovalis
» mamillana
Flumina amnica
» » v. inflata
Fossarina (Pisidium) * obtusalis
Unio requieni
» nitidus
f) Specie della pianura toscana sottostante alle Alpi
214 —
Unio strobelii
» rhbynchetinus
» elongatulus
» falsus
» veillanonsis
Leguminaia depressa
» moreleti
Euanodonta cygnea
» stabilei
» oblonga
» leprosa
» anatinella
Apuane ed all’ Appennino adiacente.
Testacella * pecchiolii
Punetam mycropleuros Pag.
Achantinula aculeata
Caracolina lenticula
Gonostoma obvoluta
Campylaea * planospira
» * lucensis
Fruticicola cantiana
Xerophila * virgata v. variabilis
» * caespitum v. indroducta
> pyramidata
Tachea nemoralis v. alphea
Coryna * biplicata v. toscaniae
Rumina decollata
Hohenwartia * hohenwarti
Clausiliastra laminata . targionii
Delima itala v. rugata
Papillifera bidens
» » ». virgata Jan.
Gyrorbis pauluccianus Car.
Acicula delpretei Paul.
» lineata
Bythinella opaca v. * siemoniana
v. * gracilior D. St.
Belgrandia controversa Paul.
Gyrorbis ( Valvata) cristata v. del-
pretiana Paul.
» »
II. Confronto fra la regione emiliana e la piemontese.
Come nello studio della regione emiliana non ho creduto
opportuno di estendermi a quelle provincie che troppo risen-
tivano l’ influenza dell’ Adriatico, così nello studio dei Mollu-
schi viventi nel Piemonte conviene che io mi limiti a quel
tratto di paese che col nostro ha maggiore affinità. Lo STABILE
ed il Lessona dividono, per rispetto all’ habitat dei Molluschi,
— 215 —
il Piemonte in due ben distinte regioni separate dal corso
del Po e cioè la Cispadana al Nord di esso fiume, la Traspa-
dana al Sud e ciascuna di esse suddividono in regione della
pianura, delle montagne e delle valli. Il Lessona non è però
ben convinto della divisione fatta dallo SraBILE, giacchè è
d’ avviso che il Po separerebbe due faune ben distinte nel
corso inferiore, ma non nel corso superiore.
Il PoLLoneRA invece accettando le proposte del LESSONA
ama meglio dividere il Piemonte in Regione alpina, R. subal-
piva, R. appennina e R. subappennina: a tale divisione io
preferisco attenermi, ed è colle due ultime di queste regioni
che parmi sia utile il confronto fra le specie nostre emiliane
e quelle del Piemonte. Qui poi torna opportuno definire il li-
mite delle zone subappennine ed appennine: la prima com-
prende la pianura di Alessandria e le colline del Monferrato
e di Torino, la seconda il versante settentrionale dell’ Appen-
nino dalla valle del Tanaro a quella della Trebbia. Così il
PoLLoNeRA limita i confini di queste regioni nel suo « Elenco
dei Molluschi terrestri viventi del Piemonte »; nell’ altro la-
voro « Elenco dei Molluschi fluviatili viventi del Piemonte »
modifica parmi i limiti della zona subappennina fissandola
cioè alle colline e pianure sottostante alla zona Appennina,
quindi non si comprenderebbero più nella regione sottoappen-
nina le colline del Monferrato e di Torino. Nel confronto
quindi della fauna Malacologica dell'Emilia e del Piemonte
i limiti per la regione Piemontese -sono a Nord il Po, ad occi-
dente il Tanaro, a mezzoggiorno il crinale dell’ Appennino,
ad oriente la Trebbia.
a) Specie comuni all’ Appennino delle due regioni.
Agriolimax * agrestis Polita draparnaudi
‘Limax * cellarius Zonitvides * nitidus
» *dacampi Aegospiva olivetorum
>» *flavus Patula rotundata
Amalia marginata Vallonia * pulchella
Semilimax brevis Lepinota ciliata
Phenacolimax pellucida Gonostoma obvoluta
Trochulus * falvus Fruticicola hispida
Vitrea pseudohydatina » * comenelea
— 216 —
Fruticicola * carthusiana
» * cinctella
Eulota fruticum
Xerophila introducta
» profuga
» unifasciata
» conspurcata
» * ammonis
Tachea nemoralis v. * etrusca
Pomatia * pomatia
Napaeus * obscurus
Chondrulus * tridens
» quadridens
Orcula doliolum
Coryna biplicata v. toscaniae
Torquilla avenacea
» * frumentum v. illyrica
Torquilla variabilis
» granum
Pupilla * muscorum
Alaea moulinsiana
Balea perversa
Delima itala v. punctata
Pirostoma lineolata
Zua lubrica
Hohenwartia hohenwarti
Aciculina * acicula
» jani
Neritostoma putris
Lucena oblonga
Gulnaria * peregra
Fossarina truncatula
Ericia * elegans
b) Specie viventi nell’ Appennino piemontese e mancanti
in quello emiliano.
Limax corsicus
Vitrea subhydatina Pol.
Crystallus bazzettae Pol.
» craverii Pol.
Polita obscurata Porro.
>» septentrionalis Bgt.
» cellaria Mull.
Fruticicola strigella
Xerophila subprofuga Stab.
» unifasciata v. iriann Poll.
» numidica M. T. v. sul-
liotti Poll.
Coryna blplicata v. ligustica Poll.
» ferrari Porro.
Torquilla pallida v. amicta Parr.
» frumentum v. apennina
Charp.
Pupilla triplicata Stud.
Aciculina pedemontana Poll.
Lucena arenaria Bouch.
Ericia subsulcata Pim.
Anotus striolatus v. veranyi Bygt.
» isselianus Byt.
» » v. arthuri Bgt.
Ancylastrum capuloides Jan.
» recurvrum Kust.
Bythinella ligurica Palad.
c) Specie viventi nell’ Appennino emiliano e mancano
in quello piemontese.
T'estacella pecchiolii
Limax * cinereo niger?
Arion rufus?
» hortensis
. — 217 —
Semilimax elongata Clausiliastra interposita
Vitrca diaphana Delima itala v. rugata
» subrimata » » v. plumbea
» crystallina Kuzmicia rugosa . pinii
Polita pura v. lenticularis » delpretiana
» blauneri » cruciata s. v. minor
Punctum * pygmaceum » » v. apuana
Patula rupestris » » . triplicata
Achantinula aculeata Pirostoma plicatula
Fruticicola ancone v. rubella » » v. superflua
» cemenelea 7. minor » » v. minor
» orsinii Rumina decollata
Campylea planospira Amphibina * pfeifferi
» cingulata v. lucensis Carychium * minimum
» preslii v. anconac » * tridentatum
Arianta arbustorum Planorbis * spirorbis v. tiberii
Xerophila virgata v. variabilis » * albus
» ammonis v. bononiensis Ancylastrum * costatum
Pomatia cincta Acicula lineata
Zebrinus detritus » clegantissima
Lauria sempronii Auritus montauus
Torquilla similis Bythinella opaca
» boauleisiana « » v. siemoniana
Isthmia * minutissima Pseudamnicola macrostoma
Sphyradium edentula Calycalina *lacustris
Alaea * pygm®ea » brochoniana v. steini
Vertigo * angustior Flumina * amnica
Clausiliastra laminata v. targionii Fossarina casertana
» » v. major » obtusalis
» » v. cyanea Euanodonta * cygnea
» lucensis ;
d) Specie comuni alla pianura delle due regioni.
Fruticicola strigella Gulnaria ovata
Pomatia lucorum Tropidiscus corneus v. etruscus?
Isthmia minutissima » umbilicatus
Gulnaria auricularia » » v.submarginatus.
e) Specie della pianura piemontese.
Aegospina * olivetorum Xerophila *introducta
Phenacolimax * pellucida Anodonta rossmàssleriana
— 218 — .
/) Specie della pianura emiliana.
Lehmania marginata ? Velletia lacustris
| Polita cellaria Paludina contecta sp. & v.
» *draparnaudi » pyramidalis sp. & v.
Patula * rotundata » vivipara sp. & v.
Fruticicola # hispida Elona tentaculata
» incarnata Bythinella compressa
Eulota * fruticum Cicinna piscinalis
Pomatia * aspersa » » v. depressa
Alaea moulinsiana i Gyrorbis cristata
» antivertigo » » v. minor
Amphibinamagalonyxia v.inconcinna —Teodoxus fluviatilis
Lucena * oblonga » » vv. lincata
Limnus stagnalis sp. & v. Corneola cornea
Gulnaria lagotis » » ovalis
» palustris » >» mamillana
» » v. obscura Pisidium amnicum è. inflatum
» » V. COrVUS Unio requieni
Bulinus fontinalis sp. & »v.. » nitidus
Nauta hypnorum » strobeli
Coretus corneus » rhynchetinus
Tropidiscus carinatus » clongatulus
» » v. dubius > falsus
Gyrorbis vortex » veillanensis
» » ®v. compressus Lesuminaia moreleti
» leucostoma » depressa
Bathyomphalus contortus Euanodonta stabilei
Armiger nautileus » oblonga
Hippeutis complanatus » leprosa
Segmentina nitida » anatinella
III. Confronto fra le specie della regione subappenminica
emiliana e piemontese e quella della pianura lombarda.
La pianura lombarda, nella quale ineludo anche piccolo
tratto della provincia di Vercelli, comprende quella regione
che va dalle prealpi al Po, dalla Sesia all’ Adige: di questo
vasto territorio solo una parte però deve esser presa in consi-
— 219 —
derazione per quelli che vogliono conoscere quali sono le diffe-
renze che si riscontrano tra la fauna Malacologica della nostra
regione traspadana e quella opposta cispadana. La zona più
elevata di questa pianura in cui s incontrano tutti quei laghi,
che rendono così pittoresca la regione subalpina, troppo risente
«la influenza delle Alpi: là il naturalista vi incontra molte
specie che proprie della regione alpina ivi trovano il loro li-
mite più meridionale di diffusione. Anche i laghi sono popo-
lati di specie numerose le quali o vi sono proprie o s' incon-
trano tutt’ al più nei fiumi che lì si scaricano e negli emissari
o canali che da essi mettano capo, ma solo per breve tratto
del loro percorso.
a) Specie comuni alle due regioni.
Agriolimax agresiis Xerophila ammonis
Limax cellarius Tachea nemoralis v. cisalpina
» cinereo niger Pomatia aspersa
» dacampi » lucorum
>» flavus > pomatia
Phaenacolimax pellucida Napaeus obscurus
Trochulus fulvus Chondrulus tridens
Crystallus crystallinus T'orquilla framentum ». illyrica
Zonitoides nitidus Pupilla muscorum
Polita draparnaudi » » v. unidentata
Punce!ium pygmaeum Isthmia mInutissima
Patula rotundata Alaea pygmaea
Vallonia pulchella . » antivertigo
Fruticicola hispida Zua lubrica
» rubiginosa Aciculina acicala
» anconae » jani
» cemenelea Neritostoma putris
» » v. minor Amphibina pfeifferi
» carthusiana » oblonga
» » v. minor Carychium minimum
» strigella Limnus stagnalis
» incarnata Gulnaria auricularia
» cinctella » ovata
Eulota fraticum » peregra
Xercphila profuga Limnophysa palustris
» unifasciata » » V. COPVUS
— 220 —
Fossarina truncatula Paludina pyramidalis v. rossmissleri
Bulinus fontinalis » vivipara
Nauta hypnorum Elona tentaculata
Coretus corneus Cicinna piscinalis
» » v. etruscus Gyrorbis cristata
Tropidiscos umbilicatus Teodoxus fluviatilis
» » v. submar- Corneola cornea
ginatus » — ovalis
» carinatus Calyculina lacustris
» » v. dubius Flumina amnica
Gyrorbis vortex Fossarina casertana
» leucostoma » intermedia
Gyraulus albus Unio elongatulus
Armiger nautileus » requieni
Hippeutis complanatus » falsus
Segmentina nitida Leguminaia moreleti
Velletia lacustris » depressa
Ericia elegans Euanodonta leprosa
Paludina contecta » oblonga
» » v. brachya » anatinella
» pyramidalis » stabilei
vb) Specie viventi nella pianura subappennina, mancanti
nella pianura lombarda.
Xerophila etrusca Ancylastrum costatum
Tachea nemoralis v. etrusca Bythinella compressa
» » v. alphea Gyrorbis cristata
Macularia vermiculata Corneola mamillana
Alaea moulinsiana Caliculina brochoniana v. steini
Vertigo angustior Fossarina obtusalis
Zua lubrica v. exigna? Unio rhynchetinus
Amphibina megalonyxia v. inconcinna » nitidus
Carychium tridentatum » strobeli
Gulnaria lagotis » veillanensis
» peregroxovata Euanodonta cygnea
Gyrorbis spirorbis v. tiberii » rossmisleriana
Bathyomphalus contortus
— 221 —
c) Specie viventi nella pianura lombarda mancanti nella
regione subappenninica.
Arion rufus Teodoxus fluviatilis v. rhodocolpos f.
Vitrea hydatina Rossm. ticinensis W22l.
» diaphana Stud. » » . rhodocolpos /.
Polita stoechadica Bygt. intexta Wall.
Patula solaria IM. Pisidium milium Zed.
Achantinula aculeata Unio auricularius Spr. (sinuatus)
Xerophila conspurcata » opidosartos? Ad.
» virgata v. variabilis » delpretei? Bygt.
Zebrinus detritus » brachyrbynochus Drt.
Torquilla granum » potamius Loc. (glaucinus Stad.)
Vertigo venetzii » longirostris Im.
Sphyradium edentula » graniger Schm.
Balea perversa » athesinus Ad.
Delima itala » subeylindricus Dré.
Papillifera bidens » lonsobardus Dré.
Pirostoma plicatula » callichrous Bygt.
» lineolata » magistri W.
» » .basilensis Gred. » gredleri Dré.
Amphibina elegans » moquinianus Dup.
» italica » larius? Dré.
» pfeifferi v. mediolanensis » pedemontanus Bygt.
Valla » philippei Dup.
Gyraulus deformis Hartm. v. cava Leguminaia crassula Drt
tus W. © » curvata Rsm.
Paludina atra Ch. et Jan. » squamosa Drt.
Lithogliphus fluminensis Schn. è. » servaini Dré.
DE clessinianus Paul. » doriae Bygt.
Bythinella exilis?® Paul. » gestroi Bygt.
» conica CI. i Euanodonta utricolosa Drt.
Cicinna aviliensis P. U. » blauneri Dr.
» minuta Drap. » cariosa Kust.
Teodoxus danubialis MMtf. » isselii Bygt.
» » v. serratilinea » antinoriana Bygt.
Zgl. » adamii Bgt.
» fluviatilis v. rhodocolpos » padana Dr.
Jan. » pinii Dr.
(1) 27. devians Porro.
Euanodonta subponderosa Dup.
» gestroi Bygt.
» limpida C4. f. italica Bgt
» longirostris Drt.
» aeschmopsis Bygt.
» anatina Linn.
» palustris Pini.
» glabra Bygt.
929 —
hl
Euanodonta exuleerata Porro.
» subarcalis? Byt.
» carotae Byt.
» tricassina Byt.
» arnouldi Bygt.
» arturi Bygt.
» beccariana Byt.
IV. Specie della regione emiliana, e delle regioni appennina e
subappennina piemontese che non oltrenvassuno «l crinale
dell’ Appennino.
Vitrea subhydatina
Crystallus bazzettae
» craveri
Polita scptentrionalis
Fruticicola hispida
» rubiginosa
Arianta arbustorum -
Kulota fruticum
Xerophila unifasciata v. iriana
» ammonis
p) »
» . numidica ». sulliotti
Coryna ferrari
» ligustica
Torquilla variabilis
Alaea moulinsiana
Vertigo angustior
Clausiliastra laminata v. major
Delima itala v. punctata
» » v. plumbea
Kuzmicia cruciata v. triplicata
Pirostoma plicatula v. minor
Aciculina pedemontana
Lucena oblonga
» arenaria
Gulnaria peregra v. minor
Tropidiscusumbilicatus 7. submarginatus »
v. bon.niensis
Tropidiscus carinatus v. dubius
Ancylastrum capuloides
» recurvumn
Acicula lineata
» elegantissima
Ericia subsulcata
Anotus striolatus v. veranyi
» isselianus
» » v. arthuri
Paludina pyramidalis v. rossmiissleir
Bythinella compressa
Calyculina brochoniana v. steini
Corneola mamillana
Flamina amnica v. inflata
Unio requieni
» nitidus
» strobeli
» rhynchetinus
» elongatulus
» falsus
» veillanensis
Leguminaia moreleti
» depressa
Euanodonta stabilei
» rossmiissleriana
» leprosa
anatinella
V. Specie emiliane e della regione appennina e subappennina
del Piemonte che non si estendono oltre il Tanaro.
Testacella pecchioli
Limax corsicus
Lehmania marginata
Arion rufus?
Semilimax elongata
Vitrea diaphana
Cristallus bazzettae
» craveri
» subrimata
» erystallina
Polita pura v. lenticularis
» obscurata
» blauneri
» draparnaudi
Puncium pygmaeum
Patula rupestris
Achantinala aculeata
Fruticicola incarnata
» anconae v. rubella
» cemenelea f. minor
» orsinii
Xerophila virgata v. variabilis
» subprofuga
» unifasciata ©. iriana
» numidia v. sullioti
» ammonis v. bononiensis
Campylaca preslii v. anconae
Eulota fruticum?
Pomatia cincta
Zebrinus detritus
Lauria sempronii
Torquilla similis
» boileausiana -
Sphyradium edentula
Alaea pygmaea
» antivertigo
Clausiliastra laminata v. targionii
» » v. major
» luceusis
» interposita
Delima itala v. rugata
» » . plumbea
Kuzmicia rugosa
»- » ‘. pinii
» cruciata s. v. minor
» » v. triplicata
Pirostoma plicatula v. superflua
do » v. minor
Rumina decollata
Aciculina pedemontana
Amphibina megalonyxia v. inconcinna
Carychium minimum
» tridentatum
Limnus lagotis
Bulinus fontinalis
Nauta hypnorum
Tropidiscus corneus v. etruscus
» umbilicatus
» » v. submargi-
natus.
» carinatus v. dubius
Gyrorbis vortex
? » V. COMpressus
» spirorbis ». tiberii
» leucostoma
Bathyomphalus contortus
Gyraulus albus
Armiger nautileus
Hippeutis complanatus
Segmentina nitida
Ancylastrum costatum
» capuloides
a
Velletia lacustris
Acicula lineata
» elegantissima
Auritus montanus
Anotus striolatus v. veranyi
» isselianus
» » v. arthari
Paludina vivipara
Elona tentaculata
Bythinella opaca
» » ». siemoniana
» compressa
» ligurica
Pseudamnicola macrostoma
Cicinna piscinalis
» » v. depressa
Gyrorbis cristata
» » v. minor
Sphaerium mamillanum
VI. Specie che vivono nel versante seltentrionale dell'Appennino
Plumina amica
» Do ali
Fossarina casertana
» obtusalis
Unio requieni
» nitidus
» strobeli
» rhynchetinus
» elongatulus
» falsus
» veillanensis
Leguminaia moreleti
» depressa
Euanodonta cygnea
» stabilei
» oblonga
» rosmissleriana
» leprosa
» anatinella.
e che non ottrepassano il Po.
Testacella pecchiolii
Limax corsicus
» callichrous?
» mater?
Arion rufus
Semilimax brevis
Crystallus bazzettae
» craveri
» pseudohydatinus
Polita pura v. lenticularis
» obscurata
>» blauneri
Gonostoma lenticula
Fruticicola anconae v. carfaniensis
» orsinii
Campylea lucensis
» preslii
» Xerophila subprofuga
» iriana
» numidica v. suliotti
Chondrulus quadridens v. prolixus
Coryna biplicata v. ligustica
» » v. toscaniae
Torquilla pallida v. amicta
» frumentum v. apennina
Rumina decol'ata
Hohenwartia hohenwarti
Clausiliastra laminata v. targionii
» lucensis
» interposita
Delima itala v. rugata
Kuzmicia rugosa?
Acicula elegantissima
Ericia subsulcata
— 225 —
+
Auritus monlanus Bythinella opaca
Anotus striolatus v. veranyi » » vv. siemoniana
» isselianus » ligurica
» » v. arthuri > Pseudamnicola macrostoma
Aneylus capuloides
IV. Confronto tra le specie viventi e le specie fossili nella re-
gione emiliana.
Termino questo lavoro dando l’ elenco delle specie che si
sono trovate fino ad ora fossili nella nostra regione emiliana.
Il numero delle specie è assai limitato se si pone a riscontro
con quelle enumerate dal DE STEFANI per il versante meridio-
nale del nostro Appennino, dal PoLLoNERA e dal Sacco pel Pie-
monte, dal Pini e da altri per la Lombardia.
In questi giorni ho pubblicato negli Atti della Società
dei Naturalisti di Modena un lavoro sui Molluschi terrestri e
fluviatili del Modenese e del Reggiano.
Le specie notate in questa monografia in parte sono state
studiate da me, in parte le ho ricordate citandole da altri la-
vori, e per alcune di esse non assumo alcuna responsabilità.
I lavori sin ad ora pubblicati su quest’ argomento per la
nostra regione, per quanto io mi sappia, sono i seguenti.
1864. — SrroseL P. e Pigorini L., le Terremare e le Pa-
lafitte del Parmense con una Tavola. In Atti della Società
Italiana di Scienze Naturali, Vol. VII. — Milano 1864.
1866. — CavnestRrINI G., Oggetti trovati nelle terremare
del Modenese. In Annuario della Società dei Naturalisti di
Modena. Anno I. — Modena 1866.
1875. — SANDBERGER, Die Land-und Siisswasser Conchilien
der Vorwelt, — Wiesbaden 1875.
(1) L. PicagLia. — Contributo alla Malacologia Fossile dell’ Emilia. —
Molluschi terrestri e fluviatili del modenese e del Resgiano. In Atti dellu
Società deî Naluralisti di Mo?ena. — Serie III, V. XI. —- Modena 1992.
-
15
— 226 —
1876-81. — De SteraniI, Molluschi continentali fino ad ora
notati in Italia nei terreni pliocenici. In Atti della Società
Toscana di Scienze Naturali residenti in Pisa. Vol. II, III, V.
— Pisa, 1876, 1878, 1881.
1873. — Cocconi, Enumerazione sistematica dei Molluschi
miocenici e pliocenici delle Provincie di Parma e di Piacenza
In Memorie dell’ Accademia delle Scienze dell’ Istituto di -DBo-
logna, Serie III, Vol. III. -- Bologna 1873.
1881. — Coppi, Paleontologia Modenese o Guida al Paleon-
tologo con nuove specie. —- Modena, Società Tipografica, 1881.
1876. — Copri, Frammenti di Paleontologia Modenese. 1w
bullettino del Comitato Geologico Italiano, Vol. VII, — Roma 1876.
1879. — PINI N,, Nuova contribuzione alla fauna fossile
post-pliocenica della Lombardia. In Atti della Società Italiana
di Scienze Naturali, Vol. XXVI. — Milano 1879.
188. MaracoLI, Minerali scavati a Baiso. In Atti della
Società dei Naturalisti di Modena. Rendiconti delle Adunanze,
Serie III, Vol. II. — Modena 1884-85.
1892. — Mazzetti G. Per lo scavo di un nuovo Pozzo in
Modena. Cenno intorno alla Fauna ed alla Flora del sottosuolo
di Modena dai 10 ai 21 m. di profondità. In Atti della So-
cietà dei Naturalisti di Modena. — Modena 1892.
Reputo inutile quì ripetere quanto io ho scritto nel lavoro
sopra indicato, e rimando a quello quanti si interessano di
molluschi fossili; solo da esso io tolgo il seguente Quadro
comparativo della distribuzione delle diverse specie nel mode-
nese e reggiano in confronto -con quello del bolognese, del
parmense e del piacentino.
QUATERNARIO
—T _-— "I ———6—Tm6_——P_P_,uueumu®=" © — —
NOMI DEI GENERI RECENTE
E
DELLE SPEGIE
Antico
Pozzi Terremare Tra- :
vertini
Miocene
Pliocene
Conulus
fulvus Mull. .
Hyalina
2) cellaria Mull_.|—- | — ||Pp. —_ - Li
3] draparnaudi
Becsth. . .|T-|— |Pg = Pa. G. _
4 biulea -.. . .{—-|— {Ca Sue porsi 2
5| olivetorum (Her-
nes) Gm.. .|{—-|—|Cq. —_ Pa. Rn.
Helix
6} pygmaea Drap..|— | — _ CI. —_ =
7 rotundata Milll.| — | — |Pg. LE pe Ped
8| *ruderata MuUl.| — | — ||Pg. HE) ct pi
9 pulchella Mull. .|—- | — L. Cm. — _
10) obvoluta Mu! .| — | — | Pg. — Pa. G. —
ll] hispida Linn. .|—- | |Pp. — Pa. —_
12) carthusiana Mu. | — | — |Pg.Pp. |Cm. Pa. G.Cb.| —
13| strigella Drap. .| — | — — — Pa. =
14| cinctella Drap. .j{ — | — = pf G. si
15) profuga A. Schm.| — | — ||Pg. — _ Bs.
16) unifasciata Poîr.| -- | — || Pg. Pp. _ = =
17) candidula Stud..|—- | — _ — Pa. —_
Helix
15) ammonis Strodel.| — | — || Pg. —_ Pa. M.G.| —
19 sp. (campylaea).{| — |— ||G. — — —_
NOMI DEI GENERI
E
DELLE SPEGIE
Miocene
Pliocene
228 —
ee--ees-teni
QUATERNARIO
——...._ rr tt WWE
Antico
Pozzi
RECENTE
Terremare
T_T
OTO NINO.
DO — (=)
sp. (campylaea).
fruticum Mill. .
** placentina De
Stef.
vermiculata Mill.
** bononiensis
Coppi .
nemoralis
Mill. .
» var. etrusca
aut. .
** brocchi Mayer.
pomatia Linn.
lucorum Mull.
** » var. plio-
cenica Coppi.
cineta Mill. .
aspersa Mull.
sp.
Sp.
Buliminus
tridens Mull..
quadridens Mill.
sp.
Pupa
frumentum Drap.
granum Drap. .
Cq.
SG.
bo.
Pa.
Tra-
vertini
NOMI DEI GENERI
E
DELLE SPECIE
Mionene
40| marginata Drap.
41 angustior Jefr..| —
Stenogyra
42| *decollata Linn. | —
Cionella
43 lubrica Mall. .| —
44 acicula Mull. .| —
4o| \jani De Botta. .| —
46 SPA n fe
Clausilia
471 lucensis Gentil. .| —
48| itala Martens. .| —
49 lineolata Held. .| —
Clausilia
DDBNSSpr iene
Succinea
91| oblonga Drap. .| -—
92! putris Linn. . .l —
SI MERPIE
Carichium
54| minimum Mill. .{ —
Limnaea
55| **stopaniana Coppi| —
56 stagnalis Linn. .| —
Pliocene
|
Mn.
QUATERNARIO
— ——_____35Bn _____
Antico
Pg. Pp.
N.
RECENTE
Pozzi
16, CH Co.
CI. L.
Cm.
= M.
= M.
L. Cm
— Pa.
Terremare
Tra-
vertini
NOMI DEI GENERI
E
DELLE SPECIE
Limnaea
peregra Mill.
truncatula Mill.
palustris Mull. .
» var. Corvus
Physa
61| fontinalis Linn. .
Planorbis
62] corneus Linn.
65] sp.
64| umbilicatus Mick.
65 » submar-
ginatus Jan..
66| spirorbis? Linn..
Ancylus
67| fluvialitis? Linn.
Cyclostoma
68| elegans MUull.
79| » subsulcatus Pini
Paludina
70| contecta Mill.
71| pyramidalis Crist.
et Jan.
72] vivipara Linn,
Bythinia
73] tentaculata Linn.
Miocene
— 230 —
QUATERNARIO |
--T__—auz—__—T€—€_—_____mmsms —
RECENTE
S Antico
2 Pozzi Terremare Tr di.
= vertini
— |Cq —_ Pa —_
—_ _ -_ Ba —_
SALITE a+ vo Per
DEIR N 3% "vu ca
— |IN. na SE Lo
= = Cm. A =
mei na Ora e 5A
220 |INÉ da fl ea
22 NÉ L ped =
ZESNÉ = = =
2 E = Pa. M.G _
A.
—#iPo- bp: _ — —
rs 5 = Pa —_
at 2s = IR0- —_
dI ge Di Pa. —
— |IN L. Cm — —
| NOMI DEI GENERI
QUATERNARIO
————r_ —=z______T—__
RECENTE
E a
DELLE SPROIB 5 = AntiCo | pozzi | Terremare | Ir@.
= | vertini
Valvata
74| cristata Mull. .|Mg.| — - — _ —
(5) **Mutmensis Coppi] — | — —. n =
Crelas
{oMWicorneatZzana. (eli - IU — -
Ul Aesse ee = a —_ Cm. a —_
SP sc e Legni SALA ee Pa —
Pisidium
SPSMME A — _ Pa. —
Unio
requieni Mich. .|-- | _ _ PaCo ie
SispinellitàVelia: alii _ _ Mt. _
nu dust0roueieli —DE_ —_ — Mt. Pr G _
rynchetinus
Bigoli a — —_ Mt. —
* villae Stabile .| — | — — — Mt. —
sinuatus? — | _ — G. —
sp. ( pictorum? |
Lime —_ — M. —
Sp. — {| = ea Mt MSSi
Sp. — | = = = Mt. =
Sp. — | — — JEre 2
Tezumina'a
depressa Mulhf. {— | — -- _ Pa. Mt _
Anofonta
Sposi ili
— 232 —
Da questo quadro comparativo risulta che sino ad ora si
conoscono:
Specie mmnioceniche SPERO I Gao RENE
DL PUOCCRI CIC
» dell’alluvionale antico. . . » 44
» dell’alluvionale recente . . » 16
»lidelletterremate o REA
> deliranti
Delle 91 specie del catalogo ne troviamo 5 che sono estinte
e 4 che più non vivano da noi, o che vi si trovano solo iso-
late e rare.
Nel quadro sopraindicato le specie estinte le ho segnate
con *, le altre *. Per indicare poi le località mi sono valso
delle seguenti abbreviazioni Castellarquato (CS), S. Ambrogio
(A), Baiso (B.), Bolognese (B.), Casinalbo (Cq.), Carmine
(Cm.), Cianca (C.), Collegarola (Cg.), Comacchio (Co. ), Fos-
setta (F.), Gorzano (G.), Modenese (M. nella colonna della
Terramara), Montale (Mt ), Montegibbio (Mg.), Munara (Mn.),
Nirano, (N.), Parmanse (Pa.), Pigneto ( Pg.) Pinerolo Po (Pp.),
Pragatto (Pr.), Redù (R.), Renno (Rn.), Sandonnino (Sd.),
San Giorgio bolognese (SG.), S. Lazzaro (L.), Tiepido (T.).
Istituto Anatomo Zoologico della R. Università di Modena — 1992.
= 939) a
RECTIFICATION
Depuis quelques jours seulement j'ai pris connaissance
d’ une notice sur M." Bourguignat (1885), dans laquelle 1’ auteur
anonyme, mais transparent, de ce factum m'impute d’avoir
publié mon étude sur les Unionidae de l Italie sous la date
inexacte de 1883, c’ est à dire, è l’époque où M." Bourguignat
faisait paraître, un écrit sur le méme sujet.
« L’ouvrage en question, ajoute-t-11, portant la fausse date
« de 1883, n'a paru qu’ en janvier 1884. L’antériorité appartient
« donc à M. Bourguignat. »
Je n'ai pas à examiner ici lequel des deux mémoires a vu
le jour le premier; mais ce que je tiens à établir c’ est que
mon opuscule ne porte pas une date fausse, et rien ne sera
plus facile.
J'ai entre les mains la facture qui m'a été adressée par
M. Darantière, imprimeur è Dijon, en méme temps qu'il me
faisait parvenir les exemplaires de Unzonidae de V Italie: or
cette facture porte la date du 31 aout 1883, jour de la remise
du tirage è mon domicile. Elle est revétue en outre de 1’ acquit
de l’imprimeur, daté du 26 décembre 1883. Ses livres de com-
merce font foi de ces deux circonstances.
Après avoir recu ces exemplaires le 81 aout 1883, j'en ai
immédiatement envoyé, dès le 1" septembre, à mes confrères
italiens, notamment à MM. Pini, Statuti, Pollonera, A M.me la
marquise Paulucci, etc. Tous m' ont accusé réception, peu après,
par des lettres que j’ ai conservées.
En voilà plus qu'il n’en faut pour établir d’ une fagon
péremptoire, que le mémoire en question, dùment daté du mois
d’aoîùt 1883, porte une date certaine, réelle, incontestable.
Dans l’ espèce, et par de telles imputations, M. Bourguignat
non seulement a méconnu les égards que l on se doit entre
collégues, mais encore, ce qui est plus grave, a franchi les
limites du respect dù à la vérité.
Ma rectification aurait paru à l heure voulue si j’avais
connu plus tòt l’ insinuation contenue dans la notice extraite
des publications de la Société malacologique de France.
Dijon, 1° Juillet 1892.
HENRI DROUET.
A. MASCARINI
APPUNTI PER LO STUDIO DELLA FAUNA MALACOLOGICA ITALIANA
{ MOLLUSCHI CONCHIGLIFERI
DELLE ADIACENZE DI ASCOLI-PICENO
Molti furono i naturalisti che si occuparono delle Conchi-
glie terrestri e d’acqua dolce del Piceno e dell’ Abruzzo e
segnatamente delle più importanti di esse. Il nostro concittadino
Senatore ANTONIO OrsINI, morto nel 1870, che con infaticabile
ardore percorse queste regioni in ogni loro più recondita e
difficile balza collo scopo precipuo d’illustrarne la Flora, rac-
colse ancora le conchiglie terrestri che furono comunicate ai
suoi amici e corrispondenti i distinti malacologi conte CARLO
Porro, i fratelli Anronio e G. B. Virna, Giorgio JAN e GIOVANNI
DE-CHARPENTIER, i quali le descrissero e determinarono nella
prima metà di questo secolo.
Più tardi le nostre Conchiglie terrestri, come quelle del
limitrofo Abruzzo formarono argomento di studio ed in parte
furono anche descritte dai signori Dott. L. PrEIFFER, Dott.
W. KoseLt, Dott. N. Trgeri, Marchesa M. PauLucci, G. B.
ApamI, Ep. von MartENs, M. BourcuienaT, Ing. E. VALENTINI
ed altri, fra alcuni dei quali scrittori sorse anche per esse
aspra polemica. Spesse fiate nei loro scritti viene portato in
ballo il mio nome; il che, quantunque naturale per aver io
dopo la morte di Orsini raccolto ed inviato le specie in qui-
stione al suddetti signori, eccettochè a PFEIFFER e a BouUR-
GUIGNAT, mi obbliga ora a fare sulle stesse alcune osser-
vazioni, le quali, specialmente dal lato storico, potranno riu-
— 235 —
scire proficue per la scienza. E a ciò maggiormente sono
indotto, inquantochè consultando con tutta 1’ accuratezza e la
calma possibile le collezioni lasciate dall’ ORSINI, come pure i
suoi autografi e le lettere a lui dirette in proposito dai suoi
contemporanei ho potuto rilevare, negli scritti dei sunnominati
distinti malacologi alcune o inesattezze o deficienze che non
sarà male di correggere.
E quì mi sia lecito di manifestare alcune mie idee. È
vero che dopo le teorie di Darwin sulle derivazioni da tipi
generali la definizione della specie è divenuta più difficile
di una volta e resta lasciato al giudizio individuale se ciò
che si chiama una specie, non sia piuttosto 'che una varietà,
almeno fino a tanto che una ben determinata quantità di
caratteri generali non l’abbia sanzionata per tale. Ma di
questa concessione non bisogna abusare, specialmente per
l'ambizione di essere ritenuti creatori di Specie nuove. Per le
nostre conchiglie alcuni scrittori, dando forse troppa impor-
tanza alle piccole differenze che spesso si riscontrano in esse,
provenienti da luoghi anche vicini ma diversi per la natura
chimico-geologica del terreno e pel clima, vollero innalzare
all’onore di specie distinte alcune forme o mutazioni mancanti
dei caratteri generali specifici necessari e perciò da doversi
considerare come semplici varietà; altri invece si ostinarono,
non so per qual ragione, a ritenere come varzetà alcune forme
che avevano tutti i ‘caratteri da farne specie distinte. E da
queste ragioni io credo essere derivate le inesattezze alle quali
sl è superiormente accennato.
Ai primi del 1877 pubblicai, a scopo di scambi, un sem-
plice elenco delle Conchiglie viventi da me raccolte nella pro-
vincia di Ascoli-Piceno. Quest’ elenco, in cui venivano enume-
rate soltanto 48 specie, fu dal Dott. KoBeLT gentilmente ri-
portato nel N. 6 del Notiziario della Società Malacologica
germanica (Nachrichtsblatt der deutschen Malakozoologischen
Gesellschaft) dell’ agosto dell’ anno suddetto con assennate
osservazioni dell’ illustre malacologo tedesco, sia sulla nostra
fauna in generale sia sulle specie più importanti ed esclusive
di essa.
— 236 —
Nel 1879 l'Ing. E. VarentINI di quì pubblicò pure un
elenco dei Molluschi conchigliferi viventi nel bacino del Tronto
che egli insieme a me aveva pur quivi raccolto e sui quali
avevamo spesso ragionato insieme. Ma l'una e l’altra pubbli-
cazione sono pur troppo incomplete! In seguito mi sono venute
alle mani non solo molte varietà che pur meritano di essere
conosciute, ma ancora specie importanti di generi di cui nei
suddetti lavori non si fa nemmeno parola. Enumererò pertanto
in questo lavoro tutte le specie e le varietà che ho potuto rac-
cogliere nei dintorni di Ascoli-Piceno, da me diligentemente
esplorati pel corso di circa 20 anni, come pure quelle poche
che non ho avuto la fortuna di rinvenire, ma che pure si con-
servano nella Collezione ORSINI coll’ habitat di questi luoghi.
Non terrò infine alcun conto di quelle specie che pur men-
zionate o in autografi dell’ Orsini, oppure in lettere a lui di-
rette dai malacologi suoi contemporanei, non ho potuto rinvenire
nè nella collezione da lui lasciata, nè nei luoghi ove sembre-
rebbe che fossero state raccolte.
La fauna malacologica delle adiacenze di Ascoli-Piceno,
benchè di una superficie assai ristretta, intendendo includervi
solo le specie della provincia e quelle del Monte dei Fiori e
Pizzo di Sivo dei limitrofi Abruzzi, è tuttavia assai interessante.
In essa si trovano i rappresentanti di quattro faune diverse:
dell’ alpina, della litorale adriatica, di quella speciale del
Piceno e dell’ Abruzzo e della fauna italica.
Sono specie alpine, anche se diffuse molto verso il sud
lungo gli Appennini, l’ Helix obvoluta, V H. pulchella, V_H. ne-
moralis, la Cionella lubrica, la C. acicula, la Pupa frumentum,
la P. doliolum, la Clausilia laminata, il Buliminus tridens, il
B. quadridens ed il B. detritus.
Alla fauna litorale appartengono la Glandina algira,
l’ Helix pisana, l H. vermiculata, 1 H. variabilis, la Stenogyra
decollata, e la Clausilia papillaris.
Specie italiane più estesamente diffuse sono l’ Helix cîn-
ctella, V H. carthusiana, V H. aspersa, V H. lucorum, V H. li-
gata, V H. Ammonis, la Cionella Hohemwariti, ed il Oyclostoma
elegans.
OO i
Come specie schiettamente picene ed abruzzesi restano
infine l’ Helix apennina, V H. tetrazona, Vl’ H. setulosa, V H.
Orsinti, V H. Parreyssi, V H. bathyomphala, Vl’ H. destituta, la
Clausilia candidilabris, la CI. piceata, la CI. Orsiniana, la
Villae, il Pomatias agriotes ed altre parecchie che appunto
per essere esclusive di queste regioni concorrono a rendere
importante la nostra fauna.
Osserverò finalmente che in quasi tutte le forme delle
nostre specie si riscontrano un peso ed una robustezza nella
Conchiglia difficili a rinvenire in esemplari di altre regioni
d’Italia; il che senza dubbio dipende dal predominio che nelle
nostre adiacenze hanno le roccie ca'caree in confronto delle silicee.
E quelle che in massimo grado presentano questi caratteri
sono le specie che vivono dove affiorano gli Schisti calcari
argillosi del Miocene (Scaglia cenerina, Orsini) dominanti
superiormente alla città di Ascoli, dalle falde del Monte dei
Fiori sopra Castel-Trosino sino ad Acquasanta, tanto alla
destra quanto alla sinistra del Tronto.
Ascoli- Piceno 1 Luglio 1892.
ELENCO DELLE SPECIE RACCOLTE.
GENERE Grlandina, Schumacher.
1. Glandina algira, Bruguiere. — Benoir, Moll. Sicilia, tav 5, fig. 24.
— Kosrtr- RossmarssLEr, Iconografie, fig. 1314.
Più o meno rara; può raccogliersi sotto le siepi ed i ce-
spugli ombrosi delle parti inferiori e medie della provincia.
GENERE Hyalina, Férussac.
2. Hyalina cellaria, Miller. — Forges et HanLey., Brit. Moll., tav. 120,
fig. 1-3.
3. Hyalina lucida, Draparnaud. — Moquin Tanpon, Moll. Fran. pl. 8,
fio. 32-33.
4. Hyalina glabra, Studer. — Moguin Tanpon. Moll. Fr. pl. 9, fig. 5.8.
Il genere Hyalina è scarsamente rappresentato nelle adia-
cenze di Ascoli-Piceno e non solo pel piccolo numero delle
specie, ma ancora per l’ esiguo numero degli esemplari che di
esse possono raccogliersi. La prima delle tre enumerate è ra-
rissima in tutta la provincia, della seconda ebbi il piacere di
raccogliere parecchi buoni esemplari, eseguendosi dei restauri
nei sotterranei di un vecchio fabbricato nei quali passavano
canali di acque immonde. La terza fu raccolta allo stato sub-
fossile, ma in abbondanza straordinaria a pochi cm. dal lastri-
cato di un cortile di una casa nell’interno della città,
GENERE Helix, Linneo.
5. Helix rupestris, Draparnaud. — RossmarsLER, Iconographie, fig. 534.
Di essa si trova qualche raro esemplare sui massi erratici
di Travertino del Colle S. Marco e di Castel Trosino a poca
— 239 —
distanza da Ascoli, mentre è comune a Monte Fortino nella
zona superiore della provincia (Orsini).
6. Helix rotundata, Miller. — RossmarsLER, Ic., fig. 454.
Rinvenuta morta e rotolata fra i detriti del Tronto e dei
torrenti Chifenti. Lama, Morrice e Fiobbo, suoi affluenti di
sinistra ad est di Ascoli. L’Orsini però in un elenco delle
Conchiglie del Piceno e dell’ Abruzzo che si conserva autografo
nel Museo da lui lasciato dice trovarsi sotto le corteccie degli
alberi freschi nei boschi dei monti.
7. Helix obvoluta, Miller. — Ferussac, Hist. tav. 51, fig. 4.
Abita il Colle S. Marco ed altre località boschive della
provincia.
8. Helix pulchella, Miller. -—- Frrussac, Hist. tav. 60 E, fig. 12-14.
Rinviensi nelle valli dei torrenti Arcione, Chifenti, Lama,
e Fiobbo inferiormente ad Ascoli.
9. Helix cinctella, Draparnaud. — Moquin Tanpon, Moll. Fr. pl. 16,
fio. 39-40.
Rinviensi abbondantemente nella parte media della regione
attaccata alle foglie degli arbusti nei luoghi umidi ed ombrosi.
IL’ Orsini chiama var. Itanzani Costa, gli esemplari di questa
specie di colorito oscuro.
10. Helix carthusiana, Miiller. — H. carthusianella, Draparnaud. —-
RossmaesLER, Iconographie fig. 866 d.
Frequente ovunque e variabilissima nelle dimensioni. Nella
valle del Tronto al disotto di Ascoli raggiunge il diametro
maggiore di mm. 18, mentre negli esemplari raccolti al disopra
della città il diametro maggiore è solo di mm. 9. Da questo
è forse derivato che l Orsini dava il nome di Muller alla var.
maggiore e quello del Draparnaud alla minore.
11. Helix apennina, Porro. — RossmarsLERr-KogeLt, fig. 1200.
È forse una delle specie più frequenti delle nostre chioc-
ciole terrestri e si estende dalla zona media alla superiore di
tutta la provincia e del limitrofo Abruzzo. In vicinanza di
Ascoli a Colle Mirteto raggiunge la massima robustezza e le
dimensioni maggiori (diam. mag. mm. 22, min. mm. 17), mentre
sulle falde del Monte dei Fiori è sempre più piccola (diam.
mag. mm. 14-12, min. mm. 12-10).
— 240 —
12. Helix Martensiana, Tiberi. — Tiseri, Boll. Mal. It. 1869, tav. 3,
fig. 3-5.
La specie del Tiberi, qui notata, è più lucente e meno
umbilicata dell’ Helix apennina, quantunque mostri di essere
con questa in istretto rapporto. Dei molti esemplari che di
questa specie io credeva inviare al Dott. Tiberi, egli ritenne
appartenere soltanto alla sua specie gli esemplari di Pozza,
Pito, Pomaro, località del comune di Acquasanta, mentre ascrisse
alla var. paNescens dell’ Helix Orsinii tutti gli altri esemplari
di località diverse, forse per non ammettere l’ Helix apenmina,
Porro che in certo qual modo poteva far ombra a che la sua
H. Martensiana acquistasse la sanzione di tutti i. naturalisti.
Di quest’ errore si corresse di poi, ma incorse in un altro e in
una lettera a me diretta il 5 dic. 1877 ritenne per MH. mar-
fensiana tutte le forme dell’ H. apennina che io gli avevo in-
viato ed escluse affatto l'ammissibilità di quest’ultima; parere
che confermò poi nel Bollettino della Società Mal. It., Vol. V,
1879, anche contro l’ opinione del Martens (lettera autografa
a me diretta il 24 aprile 1878), della Marchesa Paulucci e di
G. B. Adami, che ammettono l’ H. apennina.
13. Helix Orsinii, Porro. -- Porro in Vinta, Disp. System. pag. 54, n. 3.
14. Helix Parreyssi, Pfeiffer. — L. Preirrer, Mon. Helic. viv. IV,
pag. 173, n. 1076. — Preirrer, in Zeitschr. f. Malak. pag. 146.
Il tipo della prima di queste due specie, secondo il parere
dello stesso autore comunicato all’ Orsini e per il quale questi
scriveva le schede, che tuttora si conservono autografe nella
sua Collezione, sarebbe la Conchiglia a forma conoidea, ad
ombelico ristretto, a colorito fulvo, a svolgimento quasi sempre
‘ imperfetto che abita la Macéra della morte nel territorio del
Comune di Acquasanta presso la sommità del Pizzo di Sivo;
mentre della stessa sarebbe la var. major l’altra ad ombelico
alquanto più largo, a forma più depressa, a colorito quasi
sempre sbiadito, di dimensioni più variabili, ma sempre mag-
giori di quelle del tipo, che vive sul nostro Monte Sibilla a
oltre m. 2400 dal livello del mare, come pure un’ altra forma
abitante sul Gran Sasso d’Italia. E di questo parere fui an-
ch'io sino al 1885, in cui mi venne affidato l’ incarico di rior-
dinare la Collezione Orsini ed ebbi campo di rinvenire in essa
— 24 —
la suddetta var. major del M. Sibilla che per l’'innanzi non
avevo avuto occasione di vedere. Oggi peraltro, conosciuta la
diagnosi che dell’ H. Orsin:i diedero i fratelli Villa che la
dissero aperte umbiculata, depressa, non che il parere mani-
festato in proposito dalla signora marchesa Paulucci nel Bol-
lettino della Società Malacologica Italiana al Vol. VII, 1881,
e d'altra parte ritenuto che esaminando attentamente molti
esemplari di queste due Elici non si possa, come non si può
realmente non scorgere un complesso di caratteri specifici tali
da farne due specie autonome e distinte, anch'io ritengo che
si debba dare il nome di H. Orsini? alla conchiglia di forma
depressa, largamente ombelicata, alla quale corrispondono, quan-
tunque non bene, le figure 9-10-11 della tavola 3.° pubblicata
dal Tiberi nel Boll. Mal. Italiano 1869 e quella del Vol. V
dell’ Iconografia Kobelt al n. 1199 e chiamare invece Hel
Parreyssi V altra ad ombelico ristretto e di forma conoidea
alla quale corrispondono le figure 1630, 1631 e 1632 del Dottor
Kobelt riferite all’ Helix Orsini nel 6.° Volume della sua Ico-
nografia, piuttostochè le figure 1211-1212 dallo stesso e nel-
l’istessa opera riferite all’ Helix Parreyssi, la quale è stata
molto bene caratterizzata da Pfeiffer nel IV Volume della sua
Mon. Helic. viv. a pag. 173 n. 1076. Gli individui dell’ Helix
Orsinit da me raccolti sul Monte Sibilla hanno il diametro
maggiore di mm. 19-20 ed il minore di mm. 15-17, mentre
quelli dell’ Helix Parreyssi della Macéra della morte hanno
il diametro maggiore di mm. 13-14 ed il minore di mm. 11-12.
15. Helix setulosa, Briganti. — MH. setipila, Ziegl. — BriganTI sen.
Descrizione di due Elici: Atti della R. Ac. delle Scienze di Napoli,
Vol. 2.°, pag. 165 e seg., Tav. I, fig. 1-3. — RossmaessLERr Ic. II, pag. 2,
fig. 89.
È questa una delle più belle ed interessanti specie del
Piceno, della quale possono leggersi più o meno esatte diagnosi
ai luoghi citati dei menzionati Briganti e Rossmaesler, non
che in L. Pfeiffer, Mon. Hel. viv. 1 pag. 348 ed in Tiberi:
De quelques mollusques terrestres napolitains ecc. pag. 8-9.
Mi sembra che essa abbia tutti i caratteri necessari per farne
una specie distinta e perciò non posso convenire coll’ egregia
signora marchesa Paulucci che nei suoi Materiaua pour servir
x 16
— 242 —
a l’etude de la fuune malacologique terrestre et fluviatile de
l Italic et de ses îles, Paris 1875 ed in altri più recenti lavori
la ritiene come una varietà dell’ Helix planospira del Lamarck.
Anche il Dott. Kobelt è dello stesso mio parere e a proposito
di questa specie e della var. depilata così scrive nel citato n. 6
del Notiziario della Società malacologica tedesca: « Ambe le
« forme, mandate dal Mascarini, si presentano in esemplari
« veramente magnifici; anche la forma nuda ha completamente
« la forma tipica della vera setulosa, senza transizione a pla-
« nospira var. etrusca; il confine fra le due specie si trova
« dunque più al Nord. » È abbondantissima nelle nostre adia-
cenze e specialmente nei luoghi ombrosi del Colle S. Marco
e della località detta Albero del Piccione.
var. depilata, Orsini. — RossmarssLer-KoseLt, fig. 1060.
Questa var. senza peli dell’ Helix setulosa, chiamata poste-
riormente all’ Orsini col nome di var. calva, da Kobelt ed in
questi ultimi anni anche da Westerlund, è stata voluta innal-
zare al grado di specie distinta dal Tiberi, il quale nel citato
lavoro: De quelques mollusques terrestros napolitains la descrive
.assai bene e la figura col nome di Helix pubescens. Non posso
però convenire col lodato scrittore Abruzzese e seguito a
chiamarla col nome dell’ Orsini già pubblicato da Martens nel
Malakozoologische Blatter, XV, 1868, p. 80 e quindi di indiscu-
tibile anteriorità. Come la specie è. abbondante fra noi e spe-
cialmente a Sette Cerri sulle falde del M. dei Fiori e ad
Acquasanta.
16. Helix pisana, Miller. — Moguin Tanpon, Moll. Franc. pl. 19, f. 18-19.
È specie frequentissima nel litorale adriatico a S. Bene-
detto del Tronto ed in altri paesi della provincia, ma si estende
sino al ponte sul Lama nella strada provinciale Salaria infe-
riore dov’ io la raccolsi sulle ginestre insieme alla
var. albida, Masc.
che differisce dal tipo per avere la conchiglia più depressa e
di uniforme colorito bianco-latteo con righe diafane.
var. rosea, Costa.
Questa è di uniforme colorito roseo e si rinviene presso la
foce del Tronto, tanto alla destra che alla sinistra, quantunque
nella collezione Orsini abbia per habitat il litorale adriatico
di Monte Pagano nel limitrofo Abruzzo.
— 245 —
17. Helix variabilis, Drap. — Moquix Taypox, Moll. Fr, pl. 19, f. 22-23.
È specie edule ed assai comune nelle zone inferiore e media
di tutta la provincia fino ai dintorni di Ascoli, specialmente
alla sinistra del Tronto. È rimarchevole quella ornata di mol-
teplici fascie brune in esemplari della massima grandezza (diam.
mag. 26, min. 22, altezza 19 mm.) che ho raccolto a S. Elpidio
a mare ed a Monturano alla sinistra del fiume Tenna nel cir-
condario di Fermo.
18. Helix candicans, Ziegl. — CÒÙemnitz-KusteRr, pl. 88, fig. 10-12.
19. Hellix Ammonis, Ad. Schmidt. — RossmarssLer Kogstr, fig. 1425.
Queste due specie vivono insieme nelle vicinanze di Ascoli-
Piceno ed in molti luoghi della provincia, ma è piuttosto dif-
ficile determinare il passaggio tra l’una e l’altra, effettuandosi
sempre insensibilmente e con variabilità di caratteri. Solo al-
cuni esemplari raccolti alle falde del M. dei Fiori e ad Acqua-
santa ritengo che rappresentino una forma assai buona del-
l’ Helix candicans, Ziegl.
20. Helix discrepans, Tiberi. — Tiseri, De quelques mollasques terre-
stres etc. pl. 2, fig. 2.
Non ostante che questa specie sia stata abbastanza com-
battuta, e che anche il Westerlund la ritenga per una var. del-
VH. Ammonis, io credo che debba mantenersi come specie
distinta per le dimensioni maggiori dell’ Helix candica»rs e
dell’ Helix Ammonis, per essere di esse più lucente e più liscia
con appena qualche screpolatura (vir striolata) e per l’ombe-
lico più aperto e profondissimo che lascia vedere chiaramente
l'interno della spira; per il quale ultimo carattere fu già da
alcuni scrittori ritenuta erroneamente per 1 MH. bathyomphala.
L’ ho raccolta abbondantemente nei dintorni di Ascoli e spe-
cialmente al Ponte d’ Arli presso Acquasanta dove raggiunge
le massime dimensioni e da varii anni l'ho inviata ai miei
amici e corrispondenti con questo nome.
21. Helix bathyomphala, Charpentier. — Tiserr, De quelques moll.
terr. etc. pl. 2, fig. 3.
Fin dal 1877 feci conoscere questa specie interessante e
caratteristica, da me raccolta al Monte dei Fiori, ai miei amici
e corrispondenti Dott. Kobelt, Dott. Tiberi e Marchesa Paulzcci
e giustamente la inclusi nell'elenco delle Conchiglie delle
— 244 —
adiacenze di Ascoli pubblicato fin dai primi del 1878. Dal che
seguì che il Dott. Kobelt nel n. 6 del Notiziario dianzi citato
la riportasse colla seguente osservazione: « Questa è la forma
« menzionata da me nel Notiziario n. 3, fin ora non ancora
« riprodotta in alcuna pubblicazione; il nome di bathyomphala
« le può restare benissimo..... » ed il Tiberi nel lavoro citato
scrivesse: « Nous reclamons la decouverte de la veritable H. ba-
thyompala de Charpentier, dans la Marche d' Ancone, pour
M. A. Mascarini d’ Ascoli, le quel depuis qu il Va recoltee
sur le Monte dei Fiori, du limitrophe Abruzze, S' est trouve
dans ® heureuse situation de pouvoir la comparer. à des exem-
plaîres identiques conserves dans la collection de feu Orsini,
restee dan: le pays, et est precisement l’ espèce qu'il nous a
gentilement envoyée. » Invece la signora marchesa M. Paulucci
tanto nei suoi Matériaux superiormente citati, quanto nel Bull.
della Soc. Mal. Italiana al Vol. V, 1879 in uno studio sul-
l Helix instabilis Ziegler e le sue varietà ed in altri lavori
non ostante ne abbia donata una bella distinzione di tutte le
sue mutazioni, fatta dietro esemplari nella maggior parte da
me inviatile colle relative schede nominative, ha creduto ri-
tenere sempre questa specie come varietà dell’ Helix enstabelis
Ziegl., contro il parere di molti illustri malacologi, fra i quali
Orsini, Kobelt, Tiberi e G. B. Adami, il quale in una lettera
datata da Sciacca 1.° Agosto 1887 così mi scriveva: « L' Helix
« bathyomphala è la tipica, che già da 16 anni io conosco;
« sulla medesima invano tentai persuadere il povero Tiberi (1)
« e la marchesa Paulucci che non so. come la vuol ritenere
« per l’ ?nstabilis, Ziegl. dalla quale differisce come il giorno
« dalla notte. » La vera patria dell’Helix bathyomphala, è il
« Monte dei Fiori in Abruzzo, ma essa si abbassa anche alle
falde settentrionali di detto monte sopra il colle S. Marco nel
territorio del comune di Ascoli, dove oltre il tipo si possono
raccogliere più o meno rare anche le seguenti mutazioni: ma-
jor, marima, fasciata, unifasciata e subfasciata, alle quali
accenna la marchesa Paulucci e che esistono nella mia privata
(1) Questi riconobbe il suo errore dietro esemplari da me inviatigli nel
1877 come si vede dallo scritto superiormente riportato.
— 245 —
collezione. Vive anche negli altri monti della nostra provincia
( Vettore, Sibilla e Priore) ma in questi non raggiunge consi-
derevoli dimensioni, nè ha l'ombelico tanto aperto.
22. Helix destituta, Charp. — SraziLe, Rev. Zool. 1859, pl. 5, f. 6-10.
23. Helix nubila, Charp. — CHarpenTIER, Journ, Conch. 1853, pl. 3, f. 7.
Una assai grande confusione regna ancora a proposito di
queste due interessanti specie della nostra fauna. Primo il Dott.
Tiberi nel Bullettino mal. ital. anno II, 1869 ritiene che 1’ Helix
destituta, alla quale secondo lui per priorità si dovrebbe asse-
gnare il nome di Helix Spadae, Calcara sia identica all’H. nubila,
Charp. e perciò non sa spiegarsi come per una sola specie si
trovino impiegati due nomi diversi, ambedue appartenenti allo
stesso Charpentier. Segue la illustre malacologa di Novoli e nei
suoi più volte citati, Maferiaux ammette un’ Helix destiluta,
Charp., un’ H. nubigena, Charp., un’ H. ocellus Villa ed in
nota un’ H. nubila, tutte però come var. dell’ Helix instabilis,
Ziegl. e non come specie distinte. Finalmente l’ Ing. Valentini
nel Bullettino della Società Malacologica Italiana Vol. V, 1879
ammette l’ Helix destituta e l Helix ocellus come specie distinte
e dice che il Cav. Antonio Villa gli distinse gli esemplari del-
luna e dell'altra specie, fra i tanti che egli gli aveva inviato,
tutti appartenenti alle diverse località del bacino del Tronto.
Consultando però lo Stabile nella memoria anzi citata si ap-
prende che l’ Helix ocellus Villa è semplicemente sinonimo del-
l’ Helix destituta Charp. della quale oltre le citate figure si
ha una discreta diagnosi in L. Pfeiffer, Mon. Helic. viv. III,
1853, pag. 30. Questo si rileva pure dalle lettere autografe dei
fratelli Villa conservate nel Museo lasciato dall’ Orsini e fra
le altre da una in data 20 febbraio 1847 in cui si scrive al-
l’Orsini: « L' Helix destituta Charp. è la nostra H. ocellus e
« crediamo che Charpentier cui la diedimo per tale abbia adot-
« tato ora questo nome. Ne desideriamo un centinaio e più. »
E dallo Stabile più volte citato e dalla collezione Orsini e dalle
lettere dei fratelli Villa si rileva che l’ Helix destituta Charp.
(= H. ocellus, Villa) abita la sommità di Pizzo di Sivo in
Abruzzo e non nel M. Vettore e alla Sibilla, monti apparte-
nenti al Piceno, come vorrebbero la sig. marchesa Paulucci
ed il Valentini. Riguardo all’ Helix nubila Charp. del Monte
— 246 —
Vettore che molti vorrebbero doversi chiamare Helix nubigena,
Charp., ecco quello che lo stesso autore Jean de Charpentier
scriveva ad A. Orsini con lettera datata Devens presso Bex
(cantone di Vaud) 5 febbraio 1846.... » Eccellente specie nuova
Mi raccomando assai per altri esemplari. Ecco qui la sua frase
diagnostica: « Helix nubila, Charp. — Testa crasstuscula, glo-
boso-convexa, pervio-umbilicata, grisea, luteo-albo-remote radiata,
sublilissime striata: anfractibus rotundatis; sutura profunda;
apertura lunari-rotundata; peristomati simplici recto. L' ho
nominata nubila, non solo per cagione del suo colore e disegno,
ma anche in considerazione della sua abitazione sopra un
monte alto al modo dell’ Helix carascalensis.......
Se realmente il Calcara come dice il Tiberi ha figurato e
descritto questa specie fin dall’ anno 1845 col nome di Hel
Spadae, questo nome dovrebbe essere preferito. In ogni caso
riferendosi alla specie del M. Vettore, sarà sempre sinonimo
dell’ Helix nubila e non dell’ Helix destituta di Pizzo di Sivo.
24. Helix conspurcata, Drap. — Rossmaesster Ic., fig. 349.
L’ho raccolta abbondantemente varii anni addietro attac-
cata ai tronchi degli ipocastani della Via Nuova di Fermo. Non
mi è riuscito trovarla nel circondario di Ascoli.
25. Helix profuga, Ad. Schmidt. — Rossmaesster, Ic., fig. 354, d.
Come in altri luoghi d’Italia anche nella provincia di
Ascoli questa specie per la sua straordinaria abbondanza riesce
infesta alle praterie del piano e dei colli.
26. Helix trochoides, Poiret. — RossmaEssLER, Ic., fig. 347.
È specie frequente specialmente attaccata alle ginestre e
ad altre piante de’ luoghi incolti esposti a Sud presso Ascoli.
27. Helix acuta, Miller. — RossmarssLER, Ic., fig. 878.
È specie della zona bassa della provincia. L'ho raccolta
abbondantemente a Monturano nel circondario di Fermo ed
a Colli del Tronto nel circondario di Ascoli.
23. Helix nemoralis, Linneo. — Moquin Tanpon, Moll. Fr., pl. 13, fig. 3-5.
Vive nelle regioni boschive dei nostri monti e quantunque
un po’ rara vi si può raccogliere di tutte le forme possibili.
Meno rara è a Monte Fortino ed anche nel bosco dei Frati a
Monte Falcone Appennino dove ne ho raccolto alcuni esemplari
assai sviluppati di uniforme colorito roseo.
— 247 —
29. Helix vermiculata, Miller. — Moquin Tanpon, Moll. Fr., pl. 12,
f. 27-28. |
Questa specie dal litorale adriatico si estende sino alla
zona media di tutta la provincia dove dai buongustai si pre-
dilige per la delicatezza della sua carne in confronto di quella
delle altre specie eduli. L’ ho raccolta assai sviluppata alla
Montagnola di Fermo, a Monturano ed in altri molti luoghi
di entrambi i circondari. Superiormente ad Ascoli scompare
subito alla destra del Tronto e del Castellano, mentre invece
alla sinistra di essi, ossia nel terreni esposti a mezzogiorno e
dove dominano di preferenza roccie calcaree, come per es. a
Gimigliano, raggiunge il massimo grado di sviluppo, con una
spira meno elevata e l’ ultimo anfratto meno discendente, con
fasce più sbiadite ed un bianco più porcellanaceo ( Valentini).
Nel mio elenco pubblicato nel 1878 ho distinto la var. unicolor
col nome di var. expallescens, come il Cav. Ippolito Blanc ha
creduto opportuno distinguere dalla specie principale la var.
di Gimigliano e nominarla var. ponderosa. — Ritengo però che
l’uno e l’altro nome debbano sostituirsi con quello di var.
concolor, Moquin Tandon.
50. Helix tetrazona, Jan. — Jan, Mantissa, pag. 2,
Una delle più interessanti e caratteristiche specie del no-
stro Piceno si è certamente l’ Helix fetrazona la quale si può
ritenere sentinella del sottogenere Iberus la più avanzata verso
Nord-Est, anzi l’ unica che viva fra noi e che sul versante
orientale d’Italia vada tant’ oltre verso il Nord. Mi dispiace
di non poter convenire col Dott. Tiberi, come varie volte gli
scrissi per lettera, il quale forse per la solita ambizione di
creare nuove specie, descrive la nostra vera MHetix tetrazona
col nome di Helix picaena. E per sostenere questa inutile no-
menclatura si fonda su di alcuni errori incorsi nel Conspectus
methodicus Molluscorum dei signori De-Cristoforis e Jan, fasci-
colo I, Parma 1832, pag. 3, in cui riportandosi l’ Helix tetra-
zona che i suddetti Naturalisti ebbero dal nostro Orsini le si
dà per habitat Italia borea'is e per di più la si include nel
sottogenere Campylaca e precisamente fra le Helix insubrica
e Helix colubrina dei sullodati autori. È naturale che in se-
guito molti naturalisti copiarono questi errori, ma ciò non
— 248 —
significa che quando si è venuti a conoscenza di essi non si
debbano rettificare, piuttostochè servirsene per commetterne
altri. Il Dott. Kobelt fu il primo a riconoscere che la nostra
Helix tetrazona fosse un Iberus e non una Campylaca, lo che
oggi è ammesso da tutti i Malacologi. Il sig. A. Villa poi in
una lettera diretta allo stesso Dott. Tiberi e da lui riportata
nelle Note inlorno alle specie terrestri ecc. Bull. della Soc. Mal.
Ital., Vol. V, 1879, così scrive: « Milano 13 marzo 1879. L’ AH.
« picacna è la vera tetrazona Jan (Mantissa, pag. 2) Cata-
« logus pag. 3, per errore di stampa indicata per Italia boreale,
« corrige Italia meridionale. Jan ha creata la specie sugli
« esemplari avuti da Orsini del Pizzo di Sivo: dunque non è
« di Lombardia e non si trova nel nostro Catalogo de’ Mol-
« luschi di Lombardia, nè nelle Specie e varietà di Mollu-
« schi, etc. »
Ma questa lettera non persuade il Dott. Tiberi che non
vuol tener conto del corrige del Villa, obbiettando ancora che
i signori De-Cristoforis e Jan non dicono verbo che gli esem-
plari della loro Helix fetrazona erano a loro stati inviati da
Orsini e che questi fossero del Pizzo di Sivo o d’ altri luoghi
delle vicinanze di Ascoli. A questa obbiezione io risposi ancora
scrivendo al Dott. Tiberi che nella Collezione Orsini la specie
di cui si tratta era indicata col nome di Helix tetrazona Jan,
ma nemmeno questo valse a rimuovere il Tiberi che si ostinò
a volerla chiamare Helix picaena, e seguiterebbe forse a di-
scutere in proposito se l’avanzatissima età e finalmente la
morte non glie lo avessero impedito. Dunque è assolutamente
da rigettarsi il nome di Helix picaena del Tiberi e devesi se-
guitare a chiamare Helix tetrazona Jan la specie raccolta la
prima volta dal nostro Orsini sia sulla salita del Pizzo di Sivo,
sia in altri luoghi dell’ Ascolano e segnatamente a Ponte d'Arli
dove mostrasi in abbondanza colle sue quattro fascie fulve
caratteristiche.
var. alba, Mascariui.
Fin dal 1878 nel mio catalogo delle Conchiglie della pro-
vincia di Ascoli-Piceno, riportato con annotazioni del Dottor
Kobelt nel n. 6 del Notiziario della Società malacozoologica
germanica è elencata la var. alba dell’ Helix telrazona la quale
— 249 —
differisce dal tipo, oltrechè per 1’ essere perfettamente bianca,
pel volume e per altri caratteri e credo sia proprio la forma
che posteriormente il Bourguignat chiamava Helix Ascoliensis
(Vedasi lettera al Dott. Tiberi riportata nel Bullettino della
Società malacologica italiana al Vol. V, 1879). Le località dove
sl possono raccogliere i migliori esemplari di questa forma
sono Cervara e S. Gregorio, frazioni del Comune di Ascoli-
‘ Piceno.
31. Helix aspersa, Miller. — Moquin Tanpon, Moll. Fr., pl. 18, fig. 27-29.
Come in altri luoghi d'Italia è questa la specie più fre-
quente in tutte le tre zone della nostra provincia, eccettuati
i vertici degli alti monti. Varia in volume ed in colorito, tan-
tochè di quella di color giallo paglia uniforme qualcuno vor-
rebbe fare una var. unicolor. Nei boschetti della riva destra
del Tronto presso S. Salvatore di sopra, ne ho raccolto esem-
plari assai rimarchevoli per solidità e per il peristoma ingros-
sato e porcellanaceo.
32. Helix cincta, Miller. — RossmaessLER, Ic., fig. 287, d.
Quantunque questa specie non sia stata citata da alcun
autore come abitante dei nostri paesi, è fatto positivo che vi
esiste, avendola raccolta al Monte Vettore benchè in pochi
esemplari ed avendola avuta anche dal botanico Marzialetti di
Monte Fortino coll’ habitat del M. Sibilla.
38. Helix ligata, Miller. — RossmarssLER, Ic., V, VI, p. 3, fio. 290. —
RossmaessLer in Zeitschr. f, Malak., p. 163.
Il tipo della specie a cui si riferisce la citata figura del
Rossmaessler pare sia quella comune a Muro Lucano ed in altri
paesi della Basilicata; ciò non pertanto anche nella provincia
di Ascoli e precisamente a ponente della città in contrada
Pescara sino ad Arli nel territorio del comune di Acquasanta
si raccoglie un’ Helix ligata, colle caratteristiche cinque fascie
fulve, ma non mai eguali, ne’ fra loro egualmente distanti, la
quale al certo non può essere riferita ad altra specie. Di essa
pertanto si trovano nella nostra provincia alcune varietà im-
portanti che sarà pregio dell’opera riportare.
var. decussata. Mesgerle.
ritenuta dall’ Orsini come specie distinta e che lo Ziegler aveva
antecedentemente appellata Helix varzans. Raccogliesi, quan-
— 250 —
tunque non troppo frequente alla Macéra della morte nel ter-
ritorio di Acquasanta.
var. Truentina, Mascarini.
pubblicata da me con questo nome fin dal 1878 nel catalogo
dianzi citato e riportata nel Notiziario Kobelt colle seguenti
osservazioni: « La var. Truentina è la singolare forma inter-
« mediaria divenuta famosa dall'epoca di Philippi e Ros-
« smaesler, la quale così parimente è affine alla H. ligata, al-
« l H. lucorum ed all’ H. pomatia, che a mio parere è pura-
« mente quistione di gusti il classificarla colle une o colle
« altre. » Con tutto il rispetto però che io ho pel dotto mala-
cologo tedesco non posso convenire con lui, essendochè l’ _H. po-
matia dell’ Italia superiore non si estende sino a noi e dal-
l’ H. lucorum anche un profano di Malacologia la distingue-
rebbe ad occhi chiusi. Non rimane adunque che di considerarla
come varietà dell’ H. Zgata. Essa ha la conchiglia solidissima
rugoso-striata, di colore bianchiccio tendente alcune volte a
fare rilevare in essa alcune fascie fulve. La chiamai Zruentina
perchè si raccoglie abbondantemente alla riva destra e sinistra
del Tronto presso S. Salvatore di sopra a circa 1 Km. ad ovest
di Ascoli. Credo che il mio nome, copiato più tardi dal Blanc,
gli debba restare per l’anzi detta ragione, come pure per non
potersi confondere con l’ Helix praetutia Tiberi (Bull. Mal.
Ital. 1869, tav. 3, fig. 12-13.
var. senescens, Mascarini. i
Differisce dal tipo per avere le fascie sempre interrotte ed
un peso assai considerevole. Si raccoglie abbondantemente alla
riva sinistra del Tronto superiormente ad Ascoli nelta contrada
detta Valle Brecciara.
var. minor, Mascarini.
Quantunque prossima è pure un po’ diversa dall’ Helix
campana, Tiberi (Bull. Mal. It. 1869, tav. 3, fig. 1-2) e ciò
anche a giudizio dello stesso autore il quale avendo più volte
ricevuto da me esemplari di questa forma li ha sempre deter-
minati per var. minor dell’ Helix ligata, col qual nome pel
corso di circa 14 anni io l ho sempre inviata al miei amici.
— 251 —
84. Helix lucorum, Miille». — RosswarssLer-KoseLt, Ic. fig. 1024.
Conforme il parere dei più illustri malacologi deve rite-
nersi per tipo della specie la forma più piccola, la quale è
sempre più globulosa e quasi sempre rimata. È piuttosto rara
nel Piceno, ma fra gli innumerevoli esemplari che io ho avuto
fra le mani della var. seguente, ho potuto riscontrare anche
qualche esemplare della forma tipica, sempre proveniente dai
boschi elevati dei nostri monti.
var, straminea, Briganti. — BricantIi, Descrizione di due Elici, negli
Atti dell’ Accademia delle scienze di Napoli, Vol. 2.°, pag. 172, Tav. II,
anno 1825. — BourauignaT, Amén. mal. II, p. 171, PI 20, fig. 3-4.
È comunissima nella provincia di Ascoli ed anche nel li-
mitrofo Abruzzo. Nella mia collezione ne esistono ottimi esem-
plari provenienti da Comunanza, Amandola, Acquasanta, Monte
Falcone Appennino e dalle falde del Monte dei Fiori sopra
Castel Trosino, dove questa forma è notevole per la varietà
della sua colorazione e per la solidità della conchiglia.
var. candida, Mascarini.
È questa la più bella delle nostre conchiglie terrestri.
Grande come la varietà siraminea è perfettamente bianca e
levigata come porcellana. Ha l’ apertura ovato-lunare coi mar-
gini avvicinati ed il peristoma robusto un po’ rivoltato e calloso
specialmente in vicinanza della columella. Quantunque rara si
può raccogliere nel versante Nord-Ovest del Monte dei Fiori
e precisamente nella località detta Sette-Cerri, frazione del co-
mune di Valle Castellana, nell’ Abruzzo Teramano.
var. annosa, Mascarini.
Anche questa è a mio parere ottima varietà. Assal più pic-
cola della var. s'raminea si accosta per grandezza al tipo. Essa
però è di un peso relativamente enorme e bellissima per vi-
vacità di colorito e pel peristoma robustissimo e.con una cal-
losità senza lucido all’esterno. L'Adami mi scriveva nella
lettera anzi citata che egli non sapeva in che cosa differisse
dall’ Helix oniriomicra di Bourguignat, la quale, per vero dire,
io non ho mai avuto occasione di vedere. È rarissima e 1’ ho
solo raccolta sempre però in pochi esemplari, in Agelli, fra-
zione del comune di Rocca-Fluvione.
— 252 —
GENERE Buliminus (Ehrenberg) Beckstein.
35. Buliminus detritus, Miller. — Cnewnirz Kuster, pl. 17, fig. 15.
È specie propria delle regioni montuose, quindi non manca
nei monti del Piceno e specialmente al M. Vettore ed al M.
Sibilla, dove raggiunge il massimo sviluppo e dove non è dif-
ficile rinvenire qualche esemplare della
var. radiatus, Bruguiere.
36. Buliminus tridens, Miller. — DrapARNAUD, Hist., pl. 2 fig. 57.
Alquanto raro vive nella zona media della provincia. L'ho
raccolto vivente nei luoghi erbosi e nei prati di lupinella ad
ovest di Ascoli e morto fra i detriti del Tronto e di altri fiumi
e torrenti. j
var. eximia, Rossmaessler. — RossmaEsstEr, Ic. fig. 722.
Rarissima. Ne ho raccolto solo qualche esemplare a S. Sal-
vatore di sopra superiormente ad Ascoli.
37. Buliminus quadridens, Miiller. — RossmarssLer Ie. fig. 723.
È specie meno rara della precedente. La sua vera località
nelle adiecenze di Ascoli è a nord della città ove vive attac-
cata ai banchi di arenaria di S. Emidio alle grotte, dove vive
pure, benchè rarissima la var. prolixus, Pini.
GENERE Cionella, Jeffreiss.
38. Gionella lubrica, Miller. — Moquin Tanpon, Moll. Fr. pl. 22, fig. 18-19.
Ne ho raccolto qualche raro esemplare nella selva dei
Frati presso Monte Falcone Appennino nel circondario di
Fermo.
39. Cionella Hohenwarti, Rossmaessler. —- RossmarssLER Ic. fig. 657.
40. Cionella acicula, Miiller. — RossmaessteR Ic. fig. 658?
Quantunque io non abbia avuto occasione d’ incontrare
queste due specie allo stato vivente, tuttavia deve credersi che
vivano in tutta la provincia, poichè di esse sono molto comuni
sli esemplari privi dell’ animale fra i detriti dei nostri fiumi
e dei nostri torrenti anche superiormente ad Ascoli.
— 259 —
GENERE Stenogyra, Shuttlenworth.
41. Stenogyra decollata, Linneo. — Moguin Tanpow, Moll. Fr. pl. 22,
fio. 36-38.
È frequentissima nelle zone inferiore e media della pro-
vincia.
GenERE Pupa, Lamarck.
42. Pupa frumentum, Drap. — Draparnaup, Hist. pl. 3, fig. 51-52.
Prima del 1885 io credeva non esistere questa specie tipica
nel nostro Piceno, avendo sempre raccolto esemplari che per
caratteri più o meno pronunciati dovevono ritenersi per la
seguente var. apennina di Charpentier, molto per certo diffe-
rendo dalla vera Pupa frumentum dell’Italia superiore, Austria-
Ungheria e Baviera. Mi dovetti però ricredere quando nell’au-
tunno dell’anno suddetto ebbi l’ occasione di raccoglierne un
buon numero di esemplari nel giardino dell’ amena Villa Fonzi
a Colli del Tronto tra Ascoli e l’ Adriatico.
var. apennina, Charp.
Di questa varietà ecco quanto trovo scritto in un n
dello stesso Charpentier che si conserva nel Museo Orsini: Sud
nomine Pupa frumentum, Drap. a clarissimo et carissimo domino
Orsini mecum comunicata, sed a Pupa frumentum, Drap. ma-
gmnitudine, peristomate et plicis palatatibus satis distincta.
Per raccoglierla non occorre salire gli. Appennini, come
sembrerebbe indicare il suo nome ma basta uscire dalla città
e percorrere la via Salaria superiore, dove tanto sugli argini
erbosi della stessa, quanto sui tronchi degli alberi si può rac-
cogliere abbondantemente.
43. Pupa granum, Drap. — RossmaessLEr Ic., fig. 322-730.
È piuttosto rara. Vive nelle zone inferiore e media e si
può raccogliere fra i detriti di tutti i nostri fiumi e torrenti.
44. Pupa avenacea, Brug. — Cuemxitz Kuster, pl. 6. fig. 12-13.
Vive abbondantemente sui muri di Travertino delle strade
che conducono alle Piagge ed a Castel-Trosino, nè mancano
esemplari di essa anche sulle mura della città di Ascoli, anzi
-- 254 —
quì raggiungono maggiore sviluppo, tanto che il Dott. Kobelt
la prima volta che li ebbe da me, li giudicò appartenere ad
una var. della Pupa megacheilos, Jan.
45. Pupa doliolum, Bruguiere. — RosswarssLer, Ic., fig. 328-329.
È alquanto rara e forse per questo la Signora Marchesa
Paulucci, nei suoi Maferiaux non l’ indica come specie del-
l'est dell’Italia centrale. Senza avere avuto occasione d’ in-
contrarla vivente, l’ ho raccolta abbondante fra i detriti di
tutti i nostri fiumi e torrenti, lo che prova che debba vivere
anche nella nostra provincia.
46. Pupa muscorum, Mill. — Rossmarssier Ic., fig. 323.
È specie comune nelle zone inferiore e media, della pro-
vincia. L'ho raccolta viva nel territorio di Colli del Tronto
sulle rive del torrente Morrice e nell’orto della R. Scuola Nor-
male nell’interno della città e morta fra i detriti del Tronto
e dei suoi affluenti anche superiormente ad Ascoli.
47. Pupa biplicata, Michaud. — Cuemnrz Kusrer, pl. è, fig. 1-5.
var. Toscaniae, Bourguignat.
Devo ritenere che questa varietà della bella specie del
Michaud viva anche nella zona’ superiore della nostra provin-
cia, avendone raccolto qualche raro esemplare fra i detriti
del Tronto ad ovest di Ascoli.
GENERE Clausilia, Draparnaud.
48. Glausilia laminata, Montagu.
Ho raccolto pochi esemplari di questa specie nel bosco
dei frati di M. Falcone Appennino nel Circondario di Fermo
a circa 900 metri sul livello del mare. Quantunque io Char-
pentier nel suo: Essai d’ une classification naturelle des Clau-
stlies — In Journ. de Conchyl. III, 1852, p. 357 le dice per
habitat Ascoli di Roma, io non ho avuto occasione di rinvenirla
nel nostro circondario.
49. Clausilia incisa, Kuster, — Kusrer in Binnenconchilien Dalma-
tiens III, p. 20.
Nella collezione Orsini esiste una Clausilia fimbriata,
Muhlf. coll’ habitat Vallone dell’ Orso sul Pizzo di Sivo. A me
però sembra un po’ diversa dalla vera fimbriata di Dalmazia
— 2509 —
ed anche il maggiore Adami che da me la riceveva col nome
copiato dalla scheda di Orsini colla citata lettera 1 agosto 1887
così mi scriveva: « La Clausilia fimbriata è per mio giudizio
« la vera Clausilia incisa, essendo distinta dalla forma del-
« l Umbria che Clessin classificò col mio nome come Clausilia
Adami. La fimbriata ha due pliche palatali di meno, un
caratteristico callo palatale candidissimo e una coloritura
fulva sull’ ultimo giro e per di più è di color più chiaro,
A_A
A
« colla cervice meno compressa e striata ed ha minor numero
di giri. » Seguendo adunque il parere di Adami la includo
nel presente scritto col nome del Kiister.
var. compta, Ziegler.
Altri esemplari della specie del Kiister pure provenienti
dal Vallone dell’ Orso sul Pizzo di Sivo e poco diversi dagli
altri, esistono nella collezione Orsini come appartenenti a specie
autonoma e distinta col nome di Clausilta compta, Ziegler. E
in ciò certamente l’ Orsini avrà seguito il parere dell’ autore.
Io però non ostante la deferenza che si deve al distinto mala-
cologo tedesco mi permetto di osservare di non aver trovato
in essi caratteri tali da farne specie indipendente e perciò li
considero come semplice varietà. Tanto la specie, quanto questa
varietà dello Ziegler sono rarissime, nè io ho potuto raccogliere
nella località indicata da Orsini che qualche imperfetto esem-
plare.
50. Glausilia piceata, Ziegler. — RossmarssLER, Ic. fig. 266.
È questa una delle specie più comuni delle nostre Clau-
silie, vivendo ed in abbondanza in quasi tutti i nostri dintorni:
Superiormente ad Ascoli assume robustezza e colorito più oscuro,
a S. Marco dimensioni stragrandi, tantochè non è mancato chi
abbia voluto scorgere negli esemplari quivi raccolti una forma
speciale della Clausilia itala, Martens.
51. Glausilia Orsiniana. Villa. — Vira, Bull. Soc. Mal. Ital., p. 68.
È la più bella e credo anche la più interessante delle
nostre Clausilie. Vive abbondante sul vertice del M. Sibilla a
m. 2213 sul livello del mare e credo non foss' altro per la di-
versa località, che debba tenersi distinta dalla Clauselia pun-
ctuluta, Kister di Calabria.
A
— 256 —
52. Glausilia leucostigma, ZiraLer-RossmarssLer, Ic. fig. 166.
var. candidilabris, Porro. — Tiseri in Bull. Mal. Anno V 1872, Tav. IT,
fig. 12-13-14.
È comunissima alla destra del Castellano e specialmente
sui massi erratici di Travertino nella strada che conduce alle
Piagge sulle falde del Colle S. Marco, in quella di Castel-Trosino,
nè manca nelle stesse mura della città di Ascoli. Non credo
però che viva nelle zone inferiore e superiore della provincia,
non avendola mai raccolta in altri luoghi fuori dei menzionati.
53. Glausilia bidens, Linneo ( Clausilia papillaris, Miller) — CuemNITz-
Kusrer, pl. 5, fig. 28-31.
Al pari della Clausilia piceata questa è specie comunissima
in tutte le nostre adiacenze, come lo è pure in altri luoghi
d’ Italia.
54. Clausilia Villae, (Mihlfelder) A. Schm. — Scampr, Krit. Grupp.
p. 29, f. 61-64, 189.
Nei più volte ricordati Materiaux della sig. Marchesa Pau-
lucci viene citata una Clausilia Villae, Megerle, ma sembra che
questo sia errore di stampa od altro poichè la citata figura
corrisponde alla vera C/lausilia Villae Muhlf. la quale è ri-
portata nel Molluscorum Systema et Catalogus di Fr. Paetel
(1869) e nel Catalog der im curopdischen Faunengebiet lebenden
Binnenconchylien di Kobelt (1871). È piccola specie che nella
collezione Orsini esiste coll’ habitat Vallone dell’ Orso sul Pizzo
di Sivo e in una lettera dei fratelli Villa al detto Orsini datata
20 febbraio 1847 viene indicata cogli aggettivi striolata, at-
tenuata.
59. Clausilia exigua, Villa.
Piccolissima specie che io ritengo inedita e della quale
si parla pure nella citata lettera dei fratelli Villa ad Orsini.
In essa si dice nuova, di grande importanza e che si vorrebbe
chiamare Clausilia exigua. Intorno a questa specie il maggiore
G. B. Adami così mi scriveva nella citata lettera 1 agosto 1887:
« La Clausilia erigua mi era affatto ignota e sebbene presenti
« molta rassomiglianza con qualche forma della Clausilia pli-
« catula, io la ritengo specie distinta e nuova. » Il suo habitat
è Monte Acuto nel territorio del comune di Acquasanta, ove
sarebbe stata raccolta dall’Orsini medesimo fra i muschi umidi
dei luoghi ombrosi.
SE ene
56. Clausilia plicatula, Drap. — Scumpr, Krit. Grupp., fig. 43-46, 182.
Questa specie esiste nella collezione Orsini coll’ habitat
Boschi di Monte Acuto, ma per quanto io abbia cercato nel
detto luogo non mi fu dato rinvenirla. :
97. Glausilia onusta, Villa.
Benchè di questa specie si parli in alcune lettere dei fra-
telli Villa ad Orsini, tuttavia io la ritengo inedita al pari della
Clausilia crigua dello stesso autore. I pochi esemplari della
Collezione Orsini provengono da. Monte Acuto, ma io non ho
potuto mai trovarli viventi sul posto.
58. Clausilia lineolata, Held. — Scuwupr, Krit. Grupp.; fig. 15-18.
var. Balileensis, riTzINaER.
Questa varietà della Clauselia lineolata esiste pure nella
collezione Orsini coll’habitat Monte Acuto sotte le corteccie
degli alberi fradici.
GENERE Succinea, Draparnaud.
59. Succinea putris, Linneo. — Journ. Conch. 1877, pl. 6, fig. 1.
Vive, quantunque rara, nella gora del molino di Fiobbo
presso la Villa Marcatili, dove la raccolsi la prima volta nel-
l’aprile del 1877 in compagnia dell’ Ing. Valentini.
60. Succinea Pfeifferi. Rossmissler. — Journ. Conch. 1877, pl. 8,
fig. 1-1 a.
Rara al pari della specie precedente, ma se ne può rac-
cogliere qualche esemplare nelle acque paludose dei fossi lungo
il litorale adriatico, tanto nel circondario di Ascoli, quanto in
quello di Fermo.
GENERE Carychium, Miiller.
61. Carychium minimum, Miiller. — Bourevienat, Amén. 2, pl. 10
f. 15-16.
_ Nella collezione Orsini non esistevano esemplari di questa
specie provenienti dalle nostre vicinanze e dopo la morte del
naturalista ascolano ne’ io, ne’ l’ ing. Valentini avevamo avuto
occasione d’ incontrarla. Fu solo nel 1887, quando il Cav. Tran-
quilli, proprietario del Museo Orsini, comperò un vecchio Er-
10,
DDA
bario del botanico Marzialetti di Monte Fortino insieme ad
una Collezioncina di Conchiglie terrestri dal medesimo raccolte
ma senza essere nemmeno tutte classificate, che trovai fra que-
ste la specie in discorso coll’ habitat: AI Acquaviva presso
Monte Fortino sotto le pietre.
GENERE Limnaea, (Bruguiere) Rang.
62. Limnaea truncatula, Miiller. — Moquin Taxpon, Moll. Fr., pl. 34, f. 22.
L'ho raccolta abbondantissima e di diverse forme nei ri-
gagnoli della strada che da Ascoli conduce al Marino, in varii
maceratoi da canapa delle vicinanze della città, ‘non che in
diverse vasche e correnti di acqua, sempre però alla destra del
Tronto. Credo esista anche nel circondario di Fermo.
GENERE Ancylus, Geoffroy.
63. Ancylus fluviatilis, Miller. — Forses er Hasuey, B. M. pl. 122,
fig. 4.
Ripeto per questa specie ciò che ho detto pel Carychium
minimum. Nella collezioncina acquistata dal Marzialetti ha per
habitat: AI Acquaviva sotto le pietre delle pisciarelle, 20 lu-
glio 1854, e perciò va pure inclusa nel presente catalogo.
GENERE Pomatias, Studer.
64. Pomatias agriotes, Westerlund. — Boll. Soc. Mol. It. V, pag. 20,
Ni VII, tav Vi fig. 3.
A proposito di questa specie la Marchesa Paulucci mi
scriveva con lettera 19 gennaio 1880: « Ho ricevuto le conchi-
« glie che Ella ha avuto la gentilezza di mandarmi e per le
« quali la ringrazio moltissimo, particolarmente per il Pomatias
« Questo è il Pomatias agriotes, Westerlund, la cui descrizione
< è stata fatta sopra esemplari di Avellana (Marche) che però
« sono a questi identici. Mi rallegro di avere scoperto anche
« sul Monte Sibilla una specie di questo genere interes-
« sante ecc. » Infatti nella collezione Orsini non vi era alcuna
specie di Pomatias raccolta in provincia, nè io aveva avuto
— 259 —
l'occasione d’incontrarla prima del 1879. In un catalogo auto-
grafo di Orsini, rinvenuto da me nel riordinare le carte nel
museo da lui lasciato e nel quale si accenna a tutte le specie
del Piceno e dell’ Abruzzo colle rispettive località ove possono
raccogliersi, trovo menzionato un Pomatias maculatum, Drap.
come vivente sulle rupi neocomiane della vetta meridionale del
Monte dei Fiori a m. 1692, ma per quante ricerche io abbia
fatto sul posto non ho avuto la fortuna di rinvenirlo.
GENERE Cyclostoma, Draparnaud.
659. Giclostoma elegans, Miiller — Moquin Tawpon, Moll. Fr. pl. 37,
fig. 22-23.
Come in altri luoghi d’Italia è specie comunissima in
tutte le zone dei nostri dintorni e variabile per grandezza e
per essere più o meno fasciata.
GENERE Bythinia, Leach.
66. Bythinia rubens, Menke. — Cuemnitz-KusteRr, (Pal.) pl. 9, fig. 27-29.
Ho rinvenuta questa specie, determinata per tale dal Tiberi
e da altri, in varie fonti delle vicinanze di Ascoli.
67. Bythinia similis, Draparnaud. — Caewnirz-Kuster, ( Pal.) pl. 10,
fig. 25-26.
Questa specie trovasi nella collezione Orsini coll’ habitat
poco determinato di Abruzzo e Piceno. Devo però fare ancora
ulteriori studii per accertarmi se_sia veramente la specie del
Draparnaud.
GENERE Pseudamnicola, Paulucci.
68. Pseudomnicola Paulucciae, Clessin. — PavLucci march. MARIANNA
— Molluschi italiani inviati come saggio all’ esposizione internazionale
della pesca in Berlino nell’ anno 1830. — Specie e varietà nuove n. 45.
_ Questa specie che la signora Marchesa di Novoli ha rice-
vuto da me e dall’ Ing. Valentini, non abita propriamente il
Tronto com’ Ella asserisce ma i rigagnoli di acqua corrente e
stagnante in vicinanza di fontane e di altre sorgenti nelle adia-
— 260 —
cenze di Ascoli. Fra gli esemplari di questa specie qualcuno
avrebbe rinvenuto anche quelli della Pseudammnicola Praetu-
tiorum, Paladhile (1874).
GENERE Hydrobia, Hartman.
69. Hydrobia ventrosa, Montagu. — Kosetr, Catal. 1571, pag. 61.
Vive nel piccolo estuario del porto d’ Ascoli presso la foce
del Tronto. Non esisteva nella collezione Orsini prima che fosse
stata da me raccolta.
GENERE Pisidium, C. Pfeiffer.
70. Pisidium Casertanum, Poli. — Poni, Test. Utriusq. Sicil., tav. 16,
fogli
71. Pisidium italicum, Clessin. — In CHemnITZ, ed. IT, pag. 40, tav. 4
fio. 16-18.
Questo è il solo genere di Molluschi bivalvi che finora sia
stato rinvenuto nella nostra provincia, La prima specie si trova
in vicinanza del mare e la seconda ho raccolto in varie fonti
nei dintorni di Ascoli e specialmente in quella di S. Antonio
ad ovest dell’ Educatorio Principe di Napoli.
Oltre queste specie, nel Catalogo autografo di Orsini supe-
riormente citato ne sono enumerate altre parecchie apparte-.
nenti specialmente ai generi Limmnaea, Paludina, Planorbis,
Unio, Cyclas e quasi tutte come provenienti dai luoghi paludosi
alla foce del Tronto e di altri fiumi della nostra provincia. Ma
d’altra parte esse non esistono di queste località nella colle-
zione da lui lasciata. Come va adunque tal cosa? Mi propongo
perciò di fare più diligenti ricerche per la raccolta di molluschi
d’acqua dolce e se esse saranno coronate da buon esito non
mancherò di pubblicare l’ elenco delle specie raccolte per com-
pletare nel miglior modo che mi sarà possibile la Fauna mala-
cologica delle adiacenze di Ascoli- Piceno.
— 261 —
ARTHUR MORELET.
La conchyliologie vient de perdre un de ses doyens le plus
éminens: M." Morelet, chevalier de la Légion d’ honneur et de
l’ordre du Christ, président honoraire de l’ Accadémie de Dijon,
membre de plusieurs Sociétés savantes, et auteur de bon nombre
d’ouvrages marquants, s’ est éteint au chàteau de Velars près
Dijon, le 9 octobre 1892, dans sa 84.° année.
Né au Chateau de Lays (Saòne-et-Loire) le 26 aoùt 1809,
Pierre-Arthur Morelet eut de bonne heure le goùt de voyages.
C° est ainsi que dès 1834 il entreprit, è pied, un premier voyage
en Italie, puis un second en 1836. En 1837, il visita une pre-
mière foi l’ Algérie, en l'année suivante la Corse et la Sardaigne,
dessinant beaucoup et s’ occupant de malacologie. En 1839, il fit
partie, comme dessinateur, de la commission scientifique de 1’ Al-
gérie, où il resta pendant deux ans. En 1844, il explora l’ Es-
pagne et le Portugal, et en rapporta beaucoup de mollusques.
Mais son plus beau et son plus grand voyage fut celui qu’ il
entreprit en 1846 et 1847, au cours duquel il parcourut Cuba,
l’ île des Pins, le Yucatan, le Tabasco, le Péten, la Vera-Paz, le
Guatémala, c’ est è dire une grande partie de 1’ Amérique cen-
trale, fort peu connue ou mème inexplorée depuis la conquéte.
Il rapporta de ce voyage un grand nombre d’espèces rares et
nouvelles appartenant è toutes les branches de l’ histoire naturelle.
En 1857, il explora les îles Agores avec un de ses amis (H. Drouét).
A partir de cette époque, il renonca aux explorations loin-
taines mais il fit, chaque année, des ascensions sur les cimes des
hautes Alpes de la Suisse, où il mit à profit son goùt pour la
botanique.
Ses ouvrages, bien connus, des naturalistes sont nombreux.
Voici les principaux:
Description des mollusques du Portugal. 1845.
Testacea novissima America centralis. 1849-1851.
— 262 —
Voyage dans l’ Amérique centrale. 1857, 2 volumes.
Séries conchyliologiques. 1858-1875.
Notice sur l’ histoire naturelle des îles Agores. 1860.
Voyage du D." Welwitsch è Angola. Mollusques. 1868.
Voyage de la commission italienne en Abyssinie. 1872.
l'ous ces écrits, illustrés de belles planches, portent un cachet
spécial de clarté, de précision, de probité scientifique, et se distin-
guent par de grandes qualités de style et d’ observation.
Indépendamment d’ une fort belle bibliothéque, Morelet laisse
une riche collection de coquilles terrestres et d’ eau douce com-
prenant environ 28,000 individus, dont 26400 univalves et 1600
bivalves. Les espfces d’ Europe y sont représentées par 6,186 uni-
valves et 430 bivalves. Les espéces exotiques y sont donc au nombre
de 21400 échantillons environ, dont 3200 pour l’ Afrique, en dehors
de l’ Algérie. Cette belle collection comprend les mollusques que
Morelet a recueilli pendant le cours de ses voyages; elle renferme
tous les types de ses publications et ceux qui lui ont été donnés
par les auteurs avec lesquels il entretenait de relations depuis plus
de 40 années.
Lorsque l’on considére cette longue et noble existence, con-
sacrée aux sciences naturelles, aux lettres, aux arts, ou ne peut
s'empécher de louer, chez Morelet, son équité, sa droiture, la
surété de son commerce, sa philosophie. Il s° est éteint doucement,
comme un voyageur arrivé au terme de sa course, qui entrevoit
le repos final avec la résignation tranquille du sage.
H. PRovET.
INDICE
Wleneoddelgsociepestl fanno 89 e ee Paga 05
Processo verbale dell'adunanza tenuta in Pisa il 15 novembre 1891 » 7
A. Fucini. — Molluschi e Brachiopodi del lias inferiore di Lengo-
1100 (CERTO VA o RANE 9
M. Canavari. — Note di Malacologia fossile. Se CE)
L. Foresti. — Di alcune varietà della Melania Verrii De Stef... » 74
L. Foresti. — Di una nuova specie di Pholalomya Pliocenica. . » 80
L. PicaGLia. — Molluschi terrestri e fiuviatili viventi nelle pro-
vincie di Modena e Reggio (Catalogo sistematico) . . . . » 83
EleDe nine =YRectficationit o il. n ale e 288
A. MascarINnI. — Appunti per lo studio della Fauna Malacologica
Italiana. — I Molluschi Conchigliferi delle adiacenze di Ascoli-
IRTCCN OM e en n TIA
EL Drouta — Ariane None se eee o e
ind
ERRE VETO
gobucco.
(©
Li
=
(LS
fi
A
(00)
(go)
cn
sl
I &
a i
> 3 N
Uni iN
CERRO N
CÈ Ò
tL, S
»
Fucini - Lias inf. Longobucco. BIS RIG Vo ava
Cali ZZZ Aijasio:. 4A
TIRES EEreette:
ee ta
FETSI go ia MERANO PS SI, è
bi
39 4 na Ret j > x pr
Lias
4
pre
. Fucim
aa
3;
her)
a
DI
i
5
©)
Da
ii
el
(©)
°
wo)
G
WI
(©)
Q
D
cate
DI
>
Pe
<
i
si
®
È
dn
si
Pa
ROS CI ENO az
PALLI TE
+9
ata iii ri ii
E e En
TE FEMACIEI SII
“6
a i
E. Cristofani dis. e It. Lit. Ach. Paris -Firenze
Foresti- Melanie.
Bull Soc. Malac.ItVol.XVI.Tav.V.
Eliot! CALZOLARI £- FERRARIO-Milano
reame rtn einen iesanenazta
Pholadomya.
Foresti
Boll. Soc. Mol. ital. Vol.XVI. Tav.VI.
Lit. G.Wenk e Figli — Bologna.
E.Contoli, dis.
BULLETTINO
DELLA ANAL
DEC 3 1892
SOCIETA MALACOLOGICA
Ti Di
ITALIANA
VOLUME XVI
1892.
Fogli 5-8 con tre tavole pubblicati il 15 Agosto 1892.
PISA
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
1892.
SOMMARIO.
M. Canavari. — Note di Malacologia fossile ( contin. e fine). . Pag. 65
L. Foresti. — Di alcune varietà della Melania Verri (De Stefani) » 74
» — Di una nuova specie di Pholadomya pliocenica. . » 80
L. PicAgLia. — Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle pro-
vincie di Modena e Reggiu. (Catalogo sistematico) . . . . » 83
I signori Soci sono pregati inviare la loro
quota annua al Cassiere Signor BARTOLOMEO
CAIFASSI — PISA.
L'Archivio ei Libri della Società sono presso
la signora Marchesa Marianna Paulucci, Novoli
( Firenze).
I Signori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d'indirizzo, come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
Modena. Società ‘lipografica Modeneze
- BULLETTINO
7 Ù 2) DELLA DEC i, 1892
SOCIETÀ MALACOLOGICA
ITALIANA
VOLUME XVI
1892.
Fogli 9-16 1/, pubblicati il 20 Novembre 1892.
PISA
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
3:92”
Di
4
ISEE E
SOMMARIO.
L. Picacuia. — Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle pro-
| vincie di Modena e Reggio. (Catalogo sistematico) (Cont. e fine). pag. 129
H. Drovir. — Rectification. . . . . SUI LORIS ARRONE ia
A. MascarINi. — Appunti per lo studio della Lu, Malacologita
Italiana. — I Molluschi Conchigliferi delle adiacenze di Ascoli-
Piceno. . © ANTI SONAR N O EAT i)
H. Drovit. o Morelet. O A E O IR Vo
I signori Soci sono pregati di inviare la loro
quota annua al Cassiere Signor BARTOLOMEO
CAIFASSI — PISA.
L'Archivio e 1 Libri della Società sono presso
la signora Marchesa Marianna Paulucci, Novoli
(Firenze).
I Signori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d’ indirizzo, ‘come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
Modena. Società Tipografica Modenese.
EEN VIRA
DI
106 ii
i