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Full text of "Codice diplomatico Colombo-Americano, ossia, Raccolta di documenti originali ..."

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CODICE 



(j<fyÌ0UMOfoC0 



COLOMBO - AMERICANO. 



CRISTOFORO COLOMBO 



3ffA 



CODICE 

DIPLOMATICO 

COLOMBO-AMERICANO 

g&ia 

dX-CCCCCltcO Di/ (JJocu44icuti/ 

Unamalt e> tmeaUi, dàettamti. a- vynótowro 
aua <nxft0rta> eaal 'Governo- aeU tSVn 



. _ Jmenca 



Pubblicato per ordine degl' 111."' Decurioni 
della Città di Genova. 



GENO VA, 

DALLA STAMPERIA E FONDERIA PONTHENIER. 
?7t>ove«Mjie *%zS, 






Oi^h^Du^lou^^ 



V olendo gli Ateniesi onorar la memoria di quel Milziade , che 
avea sterminata 1' immensa moltitudine de' Persiani con un pugno 
di Greci , decretarono eh* e* venisse dipinto nel Pecile in atto di dare 
il segno per quella memoranda tenzone. E saggiamente pensarono, 
che tal pittura fosse da pregiar meglio , che qualunque altro più 
sontuoso monumento. Perciocché se alcun giovinetto dell'Attica, 
o se persona straniera, venuta a contemplare i dipinti del Pecile, 
avesse domandato , qual fosse colui , che piccola schiera movea con- 
tra un torrente di armati , rispondeano tosto i vecchj Ateniesi : egli 
è Milziade } e cotesto è il Campo di Maratona : i pochi , son greci j 
la turba senza numero è il fiore dell'Asia, raccoltosi a nostri danni, 
e dissipato per consiglio del Condottiero ateniese. Al pensiero di 
quell'Atene, ónde venne ogni gentil dottrina, e qualsivoglia ma- 
gnanimo esempio, analoga panni la deliberazione dell'amplissimo 



( vi ) 

Corpo Decurionale di questa Città di Genova , di mandare alla luce 
del pubblico il Codice diplomatico di Cristoforo Colombo, l'immor- 
tale scopritor dell' America, In fatti essendo questo Codice un dono 
spedito dall'Eroe medesimo ad amico genovese , perchè fosse 
serbato nella patria ; e pubblicandosi ora per decreto del Civico 
Magistrato di Genova \ e racchiudendo in se stesso notizie recondite 
sì dell'ignoto Emisfero scoperto, come del generoso Navigatore, 
che osò cercarlo in mezzo all'Oceano, chiunque prenderà in mano 
il presente volume dovrà dire a se stesso , e a coloro che per caso 
l'ascoltassero: ecco alla fine i documenti di quel grande, cui dob- 
biamo il nuovo Mondo: egli stesso ne fé' dono alla sua patria 5 e 
questa il presenta a tutta la civil società. Così la stampa del Codice 
ottiene riguardo a Colombo quell' intento medesimo , che la pittura 
del Pecile procurar doveva a riguardo di Milziade. Se non che a 
contemplare la pugna di Maratona, era forza andarne ad Atene \ 
nel caso nostro al contrario, è il volume stesso che diffondendosi 
nelle varie contrade dell'Orbe , vi reca la gloria del Colombo , e 
della patria} la quale , per sentenza dell'Autor francese di un poe- 
ma epico intitolato Crìstophe Colomba pareggiò nella gloria i più 
bei giorni d'Atene , culla di Milziade: 

• H naquit dans les murs de la superbe Génes, 

Dont la gioire égala les plus beaux jours d'Athènes. 

Di questo Codice incomparabile , delle cagioni , che mosser Co- 
lombo a mandarne copia a' suoi compatrioti ; delle vicende , cui fu 
sottoposto; perchè ora soltanto vegga la luce; qual cura siasi ado- 
perata sì nel testo per darne la vera lezione , sì nel recarlo fedel- 



( vii ) 

mente in lingua italiana; vuol render conto questa nostra introdu- 
zione. Ma prima di entrare in tal minuta disamina, darà in sue* 
cinto la storia dell'Eroe; lavoro necessario per due ragioni: la prima, 
perchè il costume de 9 più lodati editori vuole che all'opera si pon- 
gano innanzi le memorie dell' Autore ; la seconda , perchè non ab- 
biamo , a parlare ingenuamente , una vita esatta dello scopritor dell' 
America. Scrissela , bene il sappiamo , D. Ferdinando suo figlio ; 
ma questo lavoro non appaga in ogni sua parte i sensati leggitori ; 
oltreché vi mancano molte notizie , scoperte in appresso negli 
archi vj d'Italia. Ultimamente il signor Cav. Bossi ne compilò una 
vita , corredata di molte annotazioni , e di alcuni documenti : tutta- 
via fidatosi egli soverchiamente di certi scrittori , non potè dare ad 
alcune parti del suo lavoro quella esattezza , che è tanto necessaria 
in siffatte ricerche. 

Prima di entrare nel racconto delle azioni di Cristoforo, ci cre- 
diamo in dovere di accennare , a schiarimento del nostro scritto , 
esservi cinque opinioni intorno alla patria di questo Uom singolare. 
Una è quella de' Nobili Signori Colombo di Modena; i quali si 
credono della casa medesima dell'Eroe; ma tale opinione , né fu per 
anco raffermata da scrittore niuno , né può esser che recentissima ; 
avendola ignorata il Tiraboschi e il Muratori , cotanto solleciti delle 
glorie di Modena; e ch'ebbero a parlare della patria del Naviga- 
tore. Più recente è quella del medico signor Ravina; se è vera una 
voce diffusa l' anno scorso ; cioè essersi posto a lavorare una dis- 
sertazione per dimostrare che Cristoforo è di Cosseria , luogo posto 
tra le Carcere e Millesimo. Il can. Campi , piacentino , sì sforzò di 
provare , che l'umil villa di Pradello su quel di Piacenza , die la 



( vili) 

cuna all'Eroe. Le sue ragioni si posson vedere in una dissertazione 
inserita nel Tomo 3. della storia Ecclesiastica di Piacenza , la* 
voro poco felice dell'Autore medesimo. Questa ipotesi nacque dopo 
il 1 600 , come si rileva dallo scritto del Campi , e si conferma col 
poema del Cav. Stigliarli intitolato il Mondo Nuovo; perciocché il 
Poeta dedicando il suo libro al Sovrano di Piacenza Ranuccio , 
nella qual città fu eziandio pubblicato dal Bazachi nel 1617, nulla 
dice dell' opinione favorevole a' Piacentini \ anzi mette sempre in 
Genova la patria del Colombo : per figura nel Canto 1 M st. 1 6. fa 
parlare Cristoforo nella maniera seguente : 

Dimmel tu, perché in Genoa al nido mio 
Torni a vivermi in umile quiete. 

Una quarta ipotesi pone in Cuccaro castello del Monferrato 1 na- 
tali dell'Eroe , facendolo primogenito della Nobile Casa Colombo r 
allora per feudi e per aderenze ragguardevole, e doviziosa. E 
questa similmente non trova autorità di antichi scrittori : per 
contrario l' Asia del Barros , tradotta da Alfonso Ulloa e dedi- 
cata l'anno i562 al Duca di Mantova, Marchese in quei tempi 
del Monferrato , conferma chiaramente l' opinione quinta , che è 
l'universale, ed antica; e che in Genova riconosce l'origine, e la 
patria dello scopritore d'America. Le ragioni de' signori Colomba 
di Cuccaro si leggono in un libro stampato in Firenze nel *8o8 9 
ed in una dissertazione pubblicata negli atti della R. Accademia 
di Torino, voi. xxvii. I monumenti, e le argomentazioni de' Ge- 
novesi si veggono in Antonio Gallo , e negli Annali come anche 
nel Salterio del Giustiniani; nelle annotazioni di Giulio Sali nero 



(k) 

a Cornelio Tacito } negli Annali del Casoni} nell'Elogio del Co- 
lombo stampato dal Bodorii , in un dotto ragionamento pubblicato 
da' signori Accademici Genovesi nel voi. 3. degli Atti di essa Ac- 
cademia , nella mia opera dell'origine e della patria di Cristoforo 
Colombo , stampata nel 1819, nella vita sopraccennata scritta dal 
Cav. Bossi , nelle notizie della famiglia del Colombo raccolte dal 
Belloro , e fatte stampare in Genova dal Bar. Vernazza , Consi- 
gliere di S. M. e ristampate in Genova dal Frugoni. Premesse- 
queste notizie entriamo nella storia ; ch'ella scritta con la dovuta 
chiarezza troncherà colla sua evidenza le contese de' contendenti. 

Cristoforo Colombo nacque in Genova. Egli stesso ne fé' solenne 
dichiarazione, nel suo testamento del 1498, citato dal Satinerò, e 
dall' Herrera, ed ammesso come carta genuina da Baldassar Colombo 
di Cuccaro, non che dagli altri contendenti per l'eredità dell' Eroe 5 e 
finalmente pubblicato nella sua integrità dagli Accademici Genovesi, 
che in tal maniera fecero cessare tutte le obbiezioni pronunziate con- 
tro a quel documento , quando non se ne conosceva che una copia 
imperfetta, stampata nella Dissertazione del 1808. Ond'è, che i 
famosi giornalisti di Edimburgo (Review 1816) esaminate attenta- 
mente le opposizioni ^ e il testamento , secondo l' edizione migliore , 
conchiusero non doversi più dubitare di tal carta, quanto è della 
sua sincerità e integrità. Al testamento è conforme l'attestato di 
Ferdinando Colombo , che dichiara suo padre conterraneo di Mons. 
Agostino Giustiniani : il quale nacque senza dubbio in Genova nel 
1470. Questo Prelato dottissimo ed incorrotto, certifica nel suo Sai-* 
terio poliglotte la nascita di Cristoforo in detta città; e con esso 
lui si accordano e il Doge Fregoso, e gli storici gravissimi Gallo 



(i) 
e Senarega, con altri coetanei al Colombo. Avendo noi dunque la 
dichiarazione di Cristoforo , l' attestato di suo figlio , e degli storici 
contemporanei} sapendosi dagli atti della lite, che gli avvocati di 
Cuccaro dovettero ritrattare la temeraria proposizione, che l'Eroe 
nascesse nel Monferrato , con ragione il Cav. Bossi mar a vigli a va si 
di certo religioso, il quale non ebbe ribrezzo nel sec. xvi. di giura- 
re, che lo Scopritor dell'America nacque precisamente nel Castello 
di Cuccaro ( Vit. Col. face, ifi. ) 

Non è certo egualmente in qnal parte della città sortisse i natali. 
Un rogito di Giovanni de Canterano, fatto addì 3 Maggio 1 3 1 1 , del 
quale trovai l'estratto nel fogliazzo de'Notaj (Ms. Berto voi. 3 , part. 
2 , fol. 22 ) ne fa conoscere che Giacomo Colombo lanaiuolo figlio 
del q. m Guglielmo abitava extra portam S. Andreae. Una conven- 
zione pubblicata da'Sigg. Accademici, e conchiusa nel i4&9 ne am " 
maestra che Domenico Colombo possedeva una casa, con bottega, 
pozzo , e giardino nella contrada di Porta S. Andrea (in contrata 
portae S. Andreae )} lo che tanto vale come V extra portam , essen- 
doché anticamente il cerchio delle mura di Genova si terminava 
al piano di S. Andrea; ove tuttora si vede l'arco della porta. Ma 
sappiamo similmente, che Domenico aveva una casa nel vicolo di 
Mulcento , datagli a livello da' monaci di S. Stefano. In quale di 
queste due nascesse Cristoforo non si può decidere. Tuttavia , os- 
servando noi, che il vicolo di Mulcento dalla via di S. Andrea 
mette alla strada Giulia ; e che l' una e l' altra delle case di Dome- 
nico si trovavano in quella parte di Genova che giace tra V antico 
cerchio di S. Andrea e S. Domenico fino alla piazza di Ponticello , 
possiamo affermare con probabile fondamento, per non dire morale 



certezza , che il Colombo vide la luce nell' indicata porzione della 
città} e verisimilmente nella Parrocchia di S. Stefano , come porta 
l'antica tradizione, confermata dal P. Ferrari nella Liguria trion- 
fante, dallo Storico Casoni, e dall'erudito notajo Piaggio. 

Llanno della nascita, per quello che ne ho scritto altrove, non 
si può stabilire che nel i447> ovvero nel 1446* H nóme della ma- 
dre fu Susanna, ciò constando dall'atto della convenzione citata qui 
sopra. Il Casoni le dà il cognome , tuttavia noto in Genova , di Fon- 
tanarossa, facendola natia di Sauli (o Stori) villa della Riviera di 
Levante $ dove gli antichi Colombo possedevano una casa , secondo 
che risulta dall' inventario de' beni del fu Oberto Colombo fatto da 
Bensevega di lui vedova e tutrice de' figliuoli minori, con atto del 
1238 addì 9 gennajo. (Ms. Berio, Foliat. voi. L, fol. 108.) 

Il nostro Eroe fu il primogenito dei maschj , e forse prese il nome 
di Cristoforo da un Colombo di tal nome, che vivea in Genova 
nel 1 44° 9 come trovo notato in certe notizie manoscritte cavate dalle 
schede del celebre Senator Federici. Il secondogenito si chiamò 
Bartolommeo} e Giacomo il terzo, che nelle Spagne fu appellato 
Diego. Ignoto è il nome della sorella maritata col pizzicagnolo Già» 
corno Bavarello. 

Cristoforo ebbe una educazione, qual si poteva aspettare da un 
povero lanaiuolo. Imparò leggere e scrivere , e i primi elementi del 
conteggiare : e scardassando la lana col fratello Bartolommeo passava 
nell' oscurità i suoi giorni. Noi non abbiamo ribrezzo di notare 
schiettamente qual fosse la condizione del Colombo; e a coloro che 
ce ne fanno un rimprovero , rispondiamo francamente col nobile 
Giulio Salinero : questo cardatore sarà un giorno si chiaro e si gran- 



( «a ) 

de , che potrà disgradarne le più illustri famiglie di Europa. Giunto 
agli anni 1 4 si pose a navigare , e continuò in questo esercizio fino 
al termine de' suoi giorni mortali. Delle prime di lui navigazioni 
non è rimasta notizia. Ricavasi dalle sue lettere citate da Ferdinando 
(capi. iv. ) ch'egli corse tutto il Levante, che fu a Scio, isola dei 
Signori Giustiniani Genovesi, e in essa vide trarre il mastice dal 
lentisco. L'anno i47 2 andò a Savona, nella qual città due anni pri- 
ma avea staiblito il suo domicilio, e lanifizio Domenico di lui geni- 
tore. Non è vero per altro che il giovinetto Colombo soggiornasse 
in questa città:, che noi consente la cronologia, stantechè nato nel 
i447? e datosi tutto al mare nel 1461 non potè abitare in Savona, 
ove il padre di lui si stabilì non prima del 1469* Che poscia Cri- 
stoforo nell' anno sopraddetto approdasse in Savona , e soscrivesse 
come testimone ad un testamento, ne dobbiamo il cenno al Sig. 
Agostino Bianchi, autore dell'opera interessante, che si copre sotto 
al titolo troppo modesto di Osseivazioni sul clima ec. della Li- 
guria (tom. I., p. i43). 

Cristoforo era capitano di una nave da guerra, in servigio di 
Renato d' Angiò , Signor di Provenza , e Re di Napoli , che non seppe 
difendere il suo 1 regno dalle armi , e dall' accortezza di Alfonso d'Ara- 
gona , il quale insignoritosi del reame , aveane lasciato all' Angiò il 
solo titolo. Questo particolare è noto per una lettera scritta dal 
Colombo ai Re di Spagna l'anno i49&, della quale Ferdinando nel 
eap. iv , riferisce queste parole : » A me avvenne che il Re Reinel 
*> ( il quale Dio ha appresso di se ) mi mandò a Tunigi , perchè 
» io prendessi la galeazza Fernandina : e giunto presso all' isola di 
» S. Pietro in Sardegna , mi fu detto eh' erano con detta galeazza 



( *"i ) 

» due navi ed una carraca ; per la qual cosa si turbò la gente ch'era 
» meco , e deliberarono di non passar più innanzi , ma di tornare 
» indietro a Marsiglia per un' altra nave e più gente ; et io vedendo 
» che non poteva senza alcuna arte sforzar la loro volontà, concessi 
» loro quel che volevano } e mutando la punta del bussolo , feci spie- 
» gar le vele al vento , essendo già sera } et il dì seguente all' apparir 
» del Sole ci ritrovammo dentro al capo di Cartagena^ credendo 
» tutti per cosa certa, che a Marsiglia ne andassimo.» Dagli Annali 
di Genova e d' Italia impariamo che Renato fu a principio soccorso 
di navi e di genti da* Genovesi } che poscia fu ad essi nemico 5 e 
che infine veggendosi vecchio , é perduta ogni speranza di regnare in 
Italia, si ritirò l'anno i47$ nella sua Provenza 5 ove la morte non 
tardò molto a rapirlo. Forse la spedizione del Colombo a Tunisi 
appartiene all'anno citato i^j3. 

Verso il 1475 Cristoforo comandava un' armata di navi e galee 
genovesi, con la quale passato dinanzi alla squadra veneta posta a 
guardia dell' isola di Gpro , e gridando viva S. Giorgio , non solo 
non ebbe molestia dal nemico, ma questo credette prudenza la- 
sciarlo passare. 11 fatto si accenna in una lettera di due gentiluomini 
milanesi, che venivano dalla So ria} ed al cav. Bossi noi siam debitori 
di tal documento, ch'egli trasse dall'archivio di Milano. Così cade 
a terra il grande argomento dei difensori di Cuccaro; da Genova 
nulF altro avere avuto mai il Colombo , che il rifiuto della sua imr 4 
presa (Dissert. del 1808., face. 3o5): cosi al tutto si rende inutile* 
quella interrogazione : E quali erano i benefizj che Cristoforo avea 
ricevuti in Genova? (Diss. ciu 35 1.) Il figlio di un povero lana- 
iuolo , fatto Capitano di flotta , non è egli questo un singoiar be- 

c 



( ** ) 

nefizio? Tali sono le notizie sincere delle Navigazioni del Colombo 
nel Mediterraneo^ alle quali potrebbesi aggiungere una circostanza 
notata in uji Ms. presso il Signor Rogerone , incisor Genovese , cioè 
che il Colombo è registrato nel libro delle avarie sotto l'anno 1476* 

Or ci conviene abbandonare il Mediterraneo , per tener dietro al 
gran Navigatore nelP ampiezza dell' Oceano. Chiunque farassi a leg- 
gere gli Annali genovesi del Giustiniani, (ann. 1476) e quelli d'Ita* 
Ha del Muratori , potrà subito intendere qual motivo dovea spinger 
Cristoforo a lasciare il servigio della Patria. Galeazzo Duca dì Milano, 
principe di poco senno , facile a dar mano alle novità , timido nei 
pericoli, orgoglioso nella prospera sorte, travagliava i Genovesi in 
mille guise , spargendovi anco la divisione tra' nobili e popolari. 
La città era piena di timori , di sospetti , di amarezze : i saggi pa- 
ventavano di gravi disordini; i nobili non aveano forza di contenere 
il popolo , animato contro alla nobiltà da' segreti maneggi del Duca : 
l' una parte temeva dell' altra , entrambe di Galeazzo. Che dovea 
fare un grand' uomo in tanto ci vii turbamento? Egli recossi a Lisbo- 
na , dove Bartolommeo suo fratello , valente cosmografo , lavorava 
carte ai naviganti dell' Oceano. 11 Portogallo era famoso per l' ardire 
delle sue navi , per la scoperta di varie terre dell' Àfrica ; colà si 
riducevano tutti gì' Italiani bramosi di gloria , o avidi di tentare la 
sorte. I Genovesi vi abitavano in gran numero , e co' talenti , colla 
perizia , coli' ardir marinaresco e con le ricchezze , amplificavano la 
cognizione dell' orbe. 

Giunto Cristoforo in Lisbona, dove oltre il fratello, si ritrovavano 
molti della sva nazione genovese, parole chiarissime dello sto- 
rico suo figlio , non istette lungo tempo ozioso \ ma tosto partì per 



(XT) 

un viaggio arditissimo; essendosi spinto nel febbrajo del i477 & 10 a ' 
grado 73 di latitudine settentrionale , cioè , come egli stesso si espri- 
me , 1 00 leghe oltre la Tile di Tolommeo , detta in allora Frislanda > 
da' moderni Islanda. E facendone osservare il medesimo Colombo , 
che la terra cui giunse ce non giace dentro della linea che include 
» l'occidente di Tolommeo, ma è molto più occidentale » credono 
gli eruditi , eh' egli giugnesse ai lidi della Groenlandia : così senza 
avvedersene trovossi in quel nuovo mondo , che poi scoprì con tanto 
coraggio e tanta felicità. 

Molte altre navigazioni «gli intraprese , specialmente alla Guinea , 
all' Inghilterra , ed alle Isole dell' oceano possedute dalla . Spagna e 
dal Portogallo. E sì fatti viaggi furono per quell' uomo singolare una 
vera Accademia. Notava tutto ciò che vedeva, confrontavalo co' libri 
de' viaggi, e della cosmografia, ed anche colle opinioni volgari: prò- 
cacciossi ancora quella tenue dottrina di astronomia , e di matema- 
tica , che allora aver si poteva : volentieri studiava la storia , la filo-' 
sofia, e le materie di Religione. Disegnava carte, fabbricava sfere 5 e 
quanto era maggiore il numero delle sue cognizioni , tanto più si ac- 
cendeva nel desiderio di cose singolari} e pieno di entusiasmo sem- 
bravagli angusto l'antico emisfero , e paventosi troppo gli parvero i 
navigatori del suo secolo. 

In mezzo a sì alte cure^ incontrossi a vedere più volte in Lisbona 
nella Chiesa d'Ognissanti, dove usava di andare a Messa, una nobil 
donzella chiamata Donna Filippa, nata di Pietro Pelestrello , figlio o 
nipote, di quel Bartolommeo Pelestrello piacentino, gentiluomo della 
casa di Don Giovanni infante di Portogallo. Questo Pelestrello andò 
a popolare l'anno i4 20 > l'isola di Porto Santo, scoperta a caso dà 



( *vi ) 

due Portoghesi, cacciativi a loro malgrado dalla furia di una orribii 
tempesta jen' ebbe , come popolatore , il governo perpetuo per se ed 
i suoi discendenti. Queste notizie ci furono tramandate dal Cada* 
mosto, il quale fu in Porto Santo, e s'abboccò col détto Pelestrello, 
e dal Barros, gravissimo scrittore delle navigazioni portoghesi {A$ia y 
cap. 2 e 3 ) , che stendeva la sua storia intorno al 1 539 > e< ^ aveva 
sotto gli occhi le relazioni ms. delle scoperte fatte dalla sua nazione 
portoghese. Noi dunque fidando in testimonianze sì autorevoli, ter- 
remo per ingannatore , o ingannato , D. Ferdinando Colombo , per 
averne voluto dar ad intendere che Pietro Pelestrello fu grand' uomo 
di mare , e scopritore dell' isola di Porto Santo. Tornando a Filippa , 
ella aveva già perduto il padre all' epoca del suo matrimonio; ond'è 
che Cristoforo se n' andò ad abitare colla suocera , eh' era una gen- 
tildonna di casa Mogniz. Queste nozze furono al Colombo di notabil 
vantaggio. Cominciava con quel nodo a farsi quasi naturale di Lisbo- 
na; contraeva relazioni con nobili famiglie; potea vedere le scritture 
dell' avolo di Filippa , ed accrescere le sue cognizioni cosmografiche , 
e marinaresche. A tutto ciò si aggiunga, che Donna Filippa aveva 
una sorella maritata con Pietro Correa, dal quale Cristoforo attinse 
alcuni schiarimenti; come vedremo. 

Intanto volgeva nell'animo l'ammirabil disegno di tentare l'oceano 
per vedere se trovasse nuove terre , o se potesse giugnere circondando 
il globo ai lidi orientali dell' Asia. Nuovo non era questo progetto 
presso i Genovesi: due secoli prima Tedisio Doria ed Ugolino Vivaldi 
troppo animosi, perirono ne' flutti, o furono cacciati dai venti in 
parte , onde non poterono più mai ritornare. Anche le Canarie ebbero 
a scopritori nel sec. xiii. i Genovesi , attestandolo il Petrarca ed il 



( x ™ ) 

Boccaccio. Antonio Noli concivo del Colombo ( dice il Barros tra- 
dotto dall' Ulloa ) scoprì V isole di Capo verde. In petto generoso 
possente stimolo fu sempre Y emulazione. All' esempio de* navigatori 
genovesi si univano i ragionamenti e le istruzioni di Bartolommeo 
suo fratello , profondo cosmografo. Cristoforo consultò eziandio Paolo 
Toscanelli fisico fiorentino, e le risposte di questo letterato si posson 
leggere nella Storia di Ferdinando , ed in altri libri moderni. Molto 
si è scritto e disputato per sapere se il nuovo mondo fosse noto 
prima del Colombo ; se questi ne avesse raccolta l' idea o dalla voce , 
o dagli scritti di qualche pilota ; e quali ragioni lo potevano deter- 
minare al glorioso ardimento. A me pare che pochi principj chia- 
ramente esposti ci daranno il filo della gran tela ordita nella mente 
del Genovese. 

I. Egli era convinto esser la terra un globo di figura sferica j e ciò 
si rileva dalle opposizioni fattegli nel Consiglio di Spagna, ove ta- 
luno sostenne non darsi gli antipodi , e per questo essere una chi- 
mera il progetto di Cristoforo. Al qual errore seppe assai bene 
rispondere Alessandro Geraldini amico del Colombo , che a caso si 
trovò a quel congresso. Ora , conosciuta la figura sferica della terra , 
era invincibile l' argomento di Bartolommeo Colombo , rammentato 
dal Giustiniani nelle note al Salterio: spingendovi tra ponente e 
mezzogiorno addentro Y oceano , o troverete terre incognite , o arri- 
verete alle sponde dell'Asia. Dunque il frutto del tentativo era certo } 
se anche non si fossero trovati nuovi paesi. 

II. Cristoforo avendo cognizione de' geografi e de' viaggi fatti già 
dai navigatori più antichi , e sapendo quanti gradi fossero dalla Cina 
al meridiano di Groenlandia , poteva computare assai facilmente 



( xviii ) 

quanti gradi rimanevano a percorrere. Anzi non pure i gradi, ma 
le miglia^ sapendosi dalla sua lettera pubblicata dal Morelli, che 
egli avea calcolato il grado alla linea equinoziale di sole miglia 56 3 A 
Per conseguenza , tenendo egli per fermo che la terra avesse forma di 
sfera , ed avendo calcolato quante miglia restavano dal meridiano a lui 
noto di Groenlandia fin al Catai , non altro rimaneva che la sua 
vita commettere all' onde. E ciò quanto alla prima parte del disegno ; 
cioè al trovare la via marittima ai lidi estremi dell'Asia. 

IH. Venendo a parlar dell'altra parte, cioè de' nuovi paesi da 
trovare nell'emisfero ignoto, molte ragioni fortissime persuadevan 
Colombo a sperare di essere scopritore d' incognite regioni. Ne aveva 
quasi un preludio nelle isole di Madera, Portosanto, Canarie, Capo 
Verde, e nel Groenland; una volta divise affatto dal mondo cono- 
sciuto, e poscia aperte alla navigazione. 

IV. Seppe ancora da Pietro Correa , e da altri naviganti , che allor- 
quando soffiavano venti gagliardi da ponente, le acque dell' oceano 
spingevano al lido delle isole Azorie, di Madera, e di Porto Santo pro- 
duzioni , ed oggetti ignoti all' Europa; come pini di una specie diffe- 
rente , canne di grossezza straordinaria ; e quello che più faceva all' in- 
tento, legni lavorati con molta pazienza; ne' quali però si conosceva 
non essersi adoperati strumenti di ferro. Le quali cose attentamente 
ponderate, inducevano Cristoforo a tre conseguenze: spirano dall'oc- 
cidente venti gagliardi; dunque vi hanno delle terre : questi venti 
portano a Madera legni e canne di specie ignote; dunque le terre 
occidentali non possono essere ad una immensa distanza : tra' legni 
approdati alle isole se ne trovano di quelli lavorati a mano d'uomo; 
dunque le terre d'occidente sono popolate. 



(xix) 

Io credo d'avere con questa serie d'idee presentata la storia del 
gran disegno formato dal Colombo; storia sincera, perchè ricavata 
dal libro di D. Ferdinando, e dagli scritti di suo Padre. Quanto alla 
diceria sparsa nella Spagna , eh' egli avesse presa la notizia del nuovo 
mondo da un pilota, di cui si narrano molte favole, non mi fer- 
merò a confutarla. Allorquando l'Eroe proponeva il tentativo, egli 
era deriso , e riguardato qual cianciatore , e come un uòmo , cui fosse 
venuto meno il giudizio. Ma egli eseguisce ciò che avea proposto: 
eccoti allora mille voci che dicono non essere stato il primo a im- 
maginare la scoperta; né a porre il piede nelle contrade occidentali. 
In tutto questo si riconosce la malignità degli uomini , i quali trovan- 
dosi come umiliati da' grand' ingegni , cercano adombrare la propria 
piccolezza con deprimere la grandezza altrui. 

Formato il disegno di aprirsi nuovo sentiero nell' Oceano , pensò 
a cercare una Nazione che potesse dargli navi e genti , e favore. La 
prima che tornogli al pensiere , fu Genova sua patria ; di che ci 
assicura Pietro Martire amico suo , e storiografo dell'America. Venne 
adunque ài suolo natio } presentò al Senato la sua idea; ma non 
trovò disposta la Repubblica ad abbracciare i pensamenti di un 
uomo , 

Nudo nocchier, prometti tor di regni. 

( Chiabrula.. ) 

fe 

Grand' errore fu questo de' Genovesi e ne resta 1' acerbo rim- 
provero fatto loro da Mons. Giovio nell* Elogio del Colombo. Tuttavia 
nella Storia generale de* viaggi compilata dal Prévost (voi. xviii, 
lib. 1 . ) , si osserva , che il nocumento recato al commercio Ligure 



\ 



dalle scoperte de' Portoghesi , dovea naturalmente alienare i Genovesi 
dal pòrger mano a nuove intraprese nel mar d'occidente. Rifiutata 
da' suoi cittadini la memorabil proposta , che sembrò loro non cre- 
dibile , e forse favolosa , per quanto ne dicono il Ramusio ed il 
Benzone storici accreditati, si rivolse il Colombo a tentare la Signo- 
ria di Venezia , se è vera una tradizione accennata dal Cav. Bossi , 
e dal Cav. Stigliani rammentata in que' versi, ove dice che il Na- 
vigatore andò 

Richiedendo favor per tale acquisto 
A varj Re, e Repubbliche di Cristo. 

( M. N. e. i., st. 73.) 

Veggendosi deluso il nostro Eroe cosi da' suoi, come da' Vene- 
ziani, passò alla Corte di Francia 3 indi a quella d'Inghilterra j e non 
potendo né all'una né all'altra far approvare il disegno, si ricon- 
dusse alla fine in Portogallo, e ne trattò con quel Monarca. Prima 
di esporre quanto gli accadde colla corte di Lisbona , gioverà l'os- 
servare non potersi da noi porre in una serie indubitata i differenti 
governi , a 9 quali ricorse Colombo. Il Maffei scrittore pensionato dal 
Sovrano di Portogallo, per adulare chi pagavagli un pingue stipendio, 
lasciò scritto che il progetto di trovare il nuovo mondo fu presen- 
tato dal Genovese al Re Lusitano prima che ad ogni altra potenza, 
ante omnes. Questa circostanza non si legge nel Goes , e nel Barros 
scrittori portoghesi, e più antichi del Maffei: ed é poi combattuta dal 
consenso quasi unanime degli antichi, i quali mettono innanzi a 
qualunque governo la Rep. di Genova, e innanzi al Monarca Por- 
toghese il Re d'Inghilterra. Mons. Geraldini amico e protettore del 



( xxi ) 

Colombo, cosi dispone la serie de* principi oltramontani, Francia, 
Inghilterra, e Portogallo. E con lai egregiamente combina una lettera 
dell' Eroe , citata nella storia di Ferdinando , cap. xii. „ Per servir 
„ le Altezze Vostre ( parla a* Monarchi di Spagna ) io non ho coluto 
„ impacciarmi con Francia , né con Inghilterra , né con Portogallo. „ 
Incerto è similmente Panno in che venne a Genova a proporre la 
memoranda scoperta. Nelle opere del Martire si dice eh 9 egli aveva 
40 anni, e quest'epoca ne condurrebbe al 1487, e farebbe restar 
i Genovesi in ultimo luogo: imperciocché nel 1484 il Colombo 
disgustato del Portogallo', s'era già risoluto di trattarne cori la 
Spagna. Ma è da credere che nel Martire sia corso un errore} e 
che in luogo di 4° si debba legger 3o. Di tali errori molti s'in- 
contrano nelle scritture del sec. xv, ed anche nelle date de' libri 
allora impressi j perciocché Fuso delle cifre romane , e la imperizia 

o la fretta degli amanuensi , e degli stampatori , faceva sì che talora 

1 

ommettevasi, o s'aggiugnèva un X, con notabile alterazione nel 
computo. Di ciò abbiamo un esempio nella famosa lettera del Co* 
lombo ristampata dal Gav. Morelli e dal Bossi , nella quale é tra-* 
scorso un 28 in vece di 38. Conobbe il Morelli, che il primo 
numero era certamente errato, e il Gav. Bossi pensò che si avesse 
a sostituirvi il 38 , come f uole appunto la cronologia di Cristoforo} 
benché il Bossi s'inganni nel credere che la nuova lezione XXXVIII. 
farebbe risalire V epoca di sua nascita aW anno 1 44^* Ma io 
non posso trattenermi per ora nell' esame e nella - calcolazione delle 
minutezze cronologiche. Stimerei adunque che il Colombo, avendo 
già col viaggio di Groenlandia passato la meta prescritta da' Geo- 
grafi al nostro Emisfero, si risolvesse finalmente di tenere per certo 

d 



/ 



(ixii) 

che T altro emisfero si potea navigare per andarne a' lidi dell' Asia , 
o per trovare le terre, che l'oceano si chiudesse nel grembo: e 
che veggendo l'esperienza concorde a' suoi raziocin) , e alla dottrina 
di Bartolommeo suo fratello , e dì Paolo fiorentino , tornato a 
Lisbona nella primavera dell' anno i477* sen venisse direttamente 
a Genova a proporre alla patria quell' ammirabil suo pensamento. 
E mal conoscerebbe la navigazione , chiunque dicesse non esser pos- 
sibile che la proposta dell'Eroe alla sua patria si facesse nel i477> 
perchè egli trovatasi allora nella Fiislandia* Quivi era già nel Feb- 
brajo} e restavangli dieci mesi per venire a Genova. 

Ma i Genovesi non seppero trar profitto dall' ardore , e dall' af- 

r 

fetto patrio di Cristoforo; ed egli ebbe a volgere le sue proposi- 
zioni a' governi stranieri. Non parliamo di Venezia } perchè troppo 
incerte e scarse notizie ne sono pervenute. In Francia non pare che 
fosse né lodato né deriso il suo pensiere $ ma dagl' Inglesi fu tenuto 
risibile y per testimonianza del Benzone. Così tornatosi al Porto- 
gallo , provò di far gustare le sue idee a quella Corte , che tanto si 
era segnalata nelle navigazioni e nelle scoperte. Niuno potrà meglio 
del Barros dichiararne le trattative di Cristoforo co' portoghesi. Ecco 
le parole dello Storico , ( Asia y lib. 3. , cap. XI ) : " Sì come tutti 
, affermano, Cristoforo Colombo era di nazione Genovese, uomo 
, esperto, eloquente ec. Costui seguendo il costume della sua pa- 

, trià navigò per il mare di levante tanto tempo insino a che 

, venne in queste parti di Spagna , e si diede alta navigazione del 
, mar Oceano. E vedendo che il Re don Giovanni (IL) ordina- 
, riamente mandava a scoprire la eosta di Àfrica, venne a fantasti- 
, care che per questo mare oceano si poteva navigar tanto ec. 



5* 



99 
99 



( xxiii ) 

Venne a ricercare il Re Don Giovanni che gli desse alcuni na- 

viglj confidato.... nella esperienza che aveva in questi negozj.... 

Questa è adunque la più certa cosa della sua impresa , che alcune 

finzioni che dicono gli Scrittori di Castiglia . é . . . 

„ Il Re gli dava poca fede. E contuttociò per la forza delle sue 
importunazioni comandò che sopra ciò parlasse con Mons. Diego 
Ortiz Vescovo di Cepta , e con maestro Rodrigo , e maestro Giu- 
seppe . . . . e tutti stimarono sciocchezza le parole del Colombo. 
E con questo disinganno licenziato dal Re , se ne andò in Casti* 
glia* „ Il Barros tace una circostanza poco onorevole a' cortigiani 
del Re Giovanni} della quale ahbiam peraltro notizia nella stòria 
di Ferdinando; ed è questa , che il Monarca " benché ascoU 
„ tasse con attenzione quel che l'Ammiraglio gli proponeva, con- 

„ sigliato da un Dottor Calzadiglia con ogni brevità e secreto 

„ armata una caravella fingendo di voler mandarla con vettovaglie 
„ e soccorso a quelle eh' erano nelF isole di Capoverde , la mandò 
„ verso l'Ammiraglio s'era offerto d'andare. Ma perciocché a quelli 
„ che mandò , mancava il sapere e la costanza e la persona dell' Ara- 
„ miraglio , dopo essere andati per molti giorni vagando per mare.... 
„ se ne ritornarono ridendosi dell' impresa , e dicendo eh' era im~ 
„ possibile. „ In tal modo la maligna imprudenza del Calzadiglia, 
tolse a' Portoghesi la gloria , e il vantaggio della scoperta. Imper- 
ciocché il Colombo , informato del tentativo , s'accese di tanto sde* 
gno contro a' Portoghesi, che preso con se il picciolo suo figlio 
Diego, nel fine doli 9 anno 1484? celatamente sortì del Portogallo, 
ed entrò nelle terre di Spagna. Se il Cav. Bossi avesse fatto osser- 
vazione al racconto di Ferdinando, avrebbe conosciuto, che l'Eroe 



( *x»v ) 

non potè cominciare le sue pratiche alla Corte di Spagna, salvo se 
nel i485, e che per conseguenza i 20 anni di servigio ad essa 
Corte, rammemorati nella sua lettera de' 7 luglio i5o3, si debbono 
intendere appena cominciati} e però non esser lecito collocare 
nelP anno i44^ 1* nasc * ta del nostro Navigatore. 

Donna Filippa consorte del Colombo era già mancata di vita in 
Lisbona} né ad essolui tornava in acconcio di avere presso di se 
l'unico suo figlio Diego: per che ito a Palos, lo confidò a' Religiosi 
del Convento della Rabida } ed egli inviossi a Cordova, ov' era la 
Corte di Ferdinando , e d'Isabella Monarchi della Spagna. Né tardò 
molto ad esser conosciuto e pregiato da Mons. Antonio Geraldini 
d' Ameria, Nunzio Pontificio a quella Corte, e dal Cav. Luigi San* 
tangelo Maestro razionale di Valenza. Con la protezione di questi 
due soggetti , cominciò ad intavolare le trattative co' Sovrani Cat- 
tolici. Ma l'ignoranza, e la diffidenza ne impedivano la sospirata 
conclusione. La cosmografia e la matematica , poco note anche in 
Italia , s' ignoravan nella Spagna ; ove eziandio mancava la naviga- 
zione pratica de' grandi viaggi , che di que' tempi si coltivava e 
promoveva nel Portogallo con grandissimo ardore. E ciò che 
potrebbe sembrare più strano si è , che dichiaravano eresia il credere 
l'esistenza degli Antipodi} affermando che il Lirano e S. Agostino 
avean tenuto opinione contraria. Il Colombo poi , temendo di qual- 
che tratto pari a quello del Calzadiglia , non voleva spiegare al tutto 
il suo concetto ; come il Rrupellesco non osava presentare agli operai 
del Duomo di Firenze un esatto disegno della gran cupola, paven- 
tando l'invidia degli altri architetti suoi dichiarati avversar). Tanto 
è vero che i grand' ingegni e le grandi passioni son pur somiglianti 
in qualsiasi contrada del mondo. 



( xxv ) 

Là morte del Nunzio Gè ra Idi ni , le opposizioni del ministero Spa- 
gnuolo , le guerre contro a' Mori , nelle quali erano occupati i So- 
vrani, fecero cader affatto le speranze del Colombo. Nientedimeno, 
essendo invitato con lettere dai Re di Portogallo, di Francia, e 
{ d' Inghilterra ad esporre nuovamente il suo disegno , né potendo 
egli piegarsi a ritornare all' ingrata Lisbona , deliberò di passare in 
Francia , e di mandare a - Londra Bartolommeo suo fratello. Questi 
partì veramente per l'Inghilterra} ma caduto in mano de' corsari, 
e spogliato d'ogni avere, povero ed afflitto, ebbe a vivere non poco 
tempo nella oscurità, procacciandosi il vitto con lavorar carte da 
navigare ; fino a che ristorato alcun poco , presentò al Re Arrigo VII. 

a I 

un mappamondo con la data di Londra 1488, addì i3 febbrajo; 
ed alcuni versi latini , che spiegavano l 9 idea dell' artefice , come 
ancora la sua nazione, espressa ne' due seguenti: 

Janua cui patria est; nomen cui Bartolomaeus 
Columbus de Terrarubra opus edidit istud. 

Terrarossa è un villaggio, o casale, presso Quinto all'oriente di 
Genova 5 e Ferdinando ( cap. xi. ) ne assicura che anche l'Eroe suo 
padre, prima che fosse dichiarato Ammiraglio ce si sottoscriveva 
Columbus de Terra rubra. » I documenti dell' archivio di Savona 
non ricordano mai Giovanni Colombo, avolo del gran Cristoforo, 
senza aggiungervi de Quinto $ argomento evidentissimo , che lo 
Scopritor dell' America non può essere nipote di Lanza Colombo 
Signore de' castelli di Cuccaro , e di Conzano. Intanto Bartolommeo 
cominciava a guadagnarsi le grazie dell' inglese Monarca ye gli fu 
commesso di far venire a Londra il fratello. Ma l'occasione già s'era 



( ™ ) 

sottratta al tardo Britanno } e il Nuovo Mondo aveva accolte le 
navi spagnuole col Ligure condottiere. 

Perciocché il Colombo non seppe risolversi a lasciare la Spagna; 
sia che sperasse muovere al fine la Regina Isabella } sia che il trat- 
tenesse l'amore a Beatrice Enriquez, da lui conosciuta in Cordo- 
va , che il fé' padre .di Ferdinando , quel desso che scrisse la storia 
del suo Genitore. La Beatrice sopravvisse a Cristoforo , il quale nel 
suo ultimo codicillo la raccomanda al primogenito Diego con lo- 
cuzioni tali, che ben dimostrano e la povertà della femmina, e il 
dolore di Colombo per la pratica con lei tenuta: così il Naviga- 
tore cedendo alla passione mostrò d' esser uomo } chiamandosene in 
colpa , palesò la sincerità della sua religione. Ma intanto crescevano 
le sue angustie, e sembrava ornai che non rimanesse alcuna spe- 
ranza di conchiudere con la Corte di Spagna. Recossi adunque al 
convento della Rabida, per trarne Diego } e passare nella Francia. 
Ma il Guardiano fra Giovanni Per^z da Marcena , religioso di molta 
virtù , e noto alla Reina Isabella , della quale avea talvolta udite le 
confessioni , non sostenne che l'alta ventura venisse tolta alla Spagna : 
astrinse il Colombo a soprassedere : andò a Granata , favellò con la 
Regina, sponendole i vantaggi che poteano derivare e allo stato, 
e più alla Religione , se discoperto si fosse il nuovo emisfero. Isa- 
bella , principessa di mente virile , sentì il peso delle ragioni esposte 
dal Marcena , e pregatolo a ricondurre alla Corte Colombo , tenne 
consiglio di Stato sopra la proposta singolare di quel marinajo 
straniero. A favore della proposizione stavano e il Guardiano, e il 
Santangelo, e Alessandro Geraldini fratello del Nunzio. U primo 
potea molto sul cuore d' Isabella \ il terzo sopra l'intelletto , perchè 



/ 



( SXVÌÌ ) 

dotto, e precettore dell 9 Infanta. Il secondo, come ragioniere, giovava 
a spianare le difficoltà economiche, grandi sempre nella Spagna} e 
grandissime allora per la guerra contro a* Mori. Pertanto avendo il 
Geraldini fatto conoscere al Card. Mendoza non ostare l'opinione 
di S. Agostino, e del Lirano, che non erano stati né cosmografi, 
né navigatori; fu domandato Cristoforo, qual sarebbe la spesa, e 
quanti' gli apparecchj per quel tentativo; ed avendo egli risposto, 
bastare all' uopo tremila scudi e due bastimenti ; il Santangelo si 
offerì di prendere sopra di se la spesa dell'armamento; ma la Regina, 
cui la recente espugnazione di Granata rendea più disposta a nuove 
glorie , non volle , eh' altri s- avesse il vanto di tanta impresa. Il 
racconto di questa seduta del Consiglio di Castiglia si ha dallo stesso 
Geraldini; il quale così comincia la sua relazione: «— Cristoforo 
Colon di nazione italiano, fu di Genova, città della Liguria =. 

Risoluta finalmente la sospirata spedizione , che costò al Colombo 
quasi sette anni di suppliche, di raccomandazioni, e di maneggi 
alla Corte di Spagna, venne disteso l'atto di capitolazione, o sia 
la carta de' privilegj , che i Monarchi Cattolici concedevano al na- 
vigatore. In forza di questa capitolazione egli era dichiarato ( Cod. 
Doc. II. ) Ammiraglio , Viceré , Governatore , e Giudice delle isole 
e della terra ferma , che avesse scoperte nell' Oceano ; dovendo 
anche avere il decimo di tutte le produzioni di tali paesi; e facoltà 
di concorrere per l'ottava parte nella spesa , e nel profitto di tutte 
le navi, e squadre che si armassero e spedissero per i paesi da 
Ljii scoperti. Fu similmente costituito Ammiraglio dell' Oceano con 
tutte le grandi prerogative , delle <quali godeva l' Ammiraglio di Ca- 
stiglia ( Cod. Doc. I. ). E tutti ì diritti , onori e privilegj , onde i 



( xxv iii ) 

Monarchi investivano Colombo con gli atti citati , s' intendevano, 
e dichiaravano ereditarj ne' suoi figlj, nipoti, e discendenti ( Doc. 
IL ). La convenzione, infausta sorgente di terribili sventure ai 
nostro Eroe , fu sottoscritta da' due Monarchi nella villa di S. Fede 
nella pianura di Granata addì 17 aprile del i49 2 * Se altri si 
maravigliasse , come i Re di Spagna fosser sì larghi di conces- 
sioni al Colombo, rifletta, che quasi i privilegj medesimi accor- 
dava la Corte di Lisbona agli Scopritori delle Isole ; e che la di- 
gnità di Ammiraglio era necessaria ad un Capitano, che doveva 
condurre una squadra in mari ignoti ed immensi} così il Colombo 
stesso ( Do e, XLIII. ) la chiama il braccio del corpo della sua me- 
ravigliosa spedizione, e del suo governo. Ove anche si ha da notare, 
che la impresa non recò al regio tesoro aggravio di sorta ; percioc- 
ché le due caravelle date al Colombo, eran due legni, che il Co- 
mune di Palos dovea mantenere tre mesi ogni anno al regio servizio: 
la terza si armò a spese dell' Eroe. In tal modo la scoperta del 
nuovo mondo costò alla Spagna assai meno, che non costerebbe 
oggidì ad un marinajo la compra di una nave mercantile. 

Il venerdì giorno terzo di agosto i49 2 > salpò Colombo dal porto 
di Palos. Egli montò sulla capitana detta Santa Maria: alla Pinta 
comandava Martino Alonso Pinzon; e della terza, di vela latina, 
nominata la Nina, avea il comando Vincenzo Agnes Pinzon fratello 
di Martino^ ambedue nativi di Palos. L'equipaggio dei tre legni non 
era che di 90 persone, se crediamo a D. Ferdinando; ma Pietro 
Martire e Agostino Giustiniani dicono 120: probabilmente nel nu- 
mero minore non si comprendono che gli uomini delle regie cara- 
velle; essendo la terza una proprietà particolare di Cristoforo. Il dì 



(, xxix ) 

appresso si guastò il timone alla Pinta ; sventura rinnovatasi an- 
che il dì 7 , e che a' marina) superstiziosi avrà fatto immaginare 
un esito infelice di quella spedizione. Racconciato, come si potè 
meglio, il timone, giunsero alle Canarie:, e Cristoforo se ne andò 
alla Gomera, per cercare un naviglio migliore; e K non avendolo 
potuto acquistare, pose alla Pinta un timone nuovo; e ridusse la 
Nina a vela rotonda. Nel correre quella parte dell'Oceano, passando 
una notte presso Tenerif, videro dalla sommità del Pico escir gros- 
sissime fiamme : di che mostrandosi sopra modo attonite le ciurme * 
Colombo prese a dichiarare le cagioni di tal fenomeno, aggiungen- 
dovi 1' esempio del Vesuvio e dell' Etna. Finalmente assettati i na- 
viglj , e bene provveduti di acqua, legne, e carni, Colombo il di 
VI. settembre parti da Gomera per solcare 1' oceano occidentale. 
Giorno invero memorando, in cui videsi un nocchiero genovese, 
non punto atterrito dalla sorte infelice del Doria e del Vivaldi, 
dare il tergo al mondo antico per trovar nell'oceano un ijuovo 

« 

emisfero. Noi non abbiamo il giornale minutissimo di questo viag- 
gio, avendo creduto lo storico D. Ferdinando, che non fosse pre- 
gio dell'opera pubblicarlo nella sua integrità. E coloro, che prez- 
zano ogni menoma cosa degli uomini grandi, debbono esser paghi 
per ora di avere un cenno delle avventure più notabili di questa 
prima navigazione occidentale. Addì 9 settembre perdetter di vista 
l'isola del Ferro, non senza lagrime di molti, che timidamente 
misuravano la paventosa vastità dell'oceano. Già corso avevano presso 
a 200 leghe a ponente, quando a' i3 settembre . awidesi l'Eroe, 
che l'ago magnetico sulla prima notte declinava dalla stella polare 
per mezza quarta; ed all'alba poco più d'altra mezza quarta ( Ferd. 



9 



( XXX ) 

cap. XVII ). Questa scoperta importantissima., dovuta al Colombo} 
e l'aver egli il primo, come afferma l'Oviedo, adoperato l'astro- 
labio per la navigazione , sono invenzioni né pregevoli meno , e 
più vantaggiose della scoperta del nuovo mondo. 

Continuando il cammino vedeano uccelli, e gamberi, trovavano 
le acque meno salse, e ricoperte d'erba verdeggiante: e questi par- 
ticolari sostenevano il coraggio delle ciurme, le quali confidavano 
di toccar prestamente la terra. Undici giorni avean già navigato 
col vento in poppa, senza ammainar le vele di un palmo. I rozzi 
marina] se ne attristavano temendo che in que' mari non ci spirasse , 
che il solo ponente } e che però fosse impossibile il ritorno alla 
patria. Ma per grandissima sorte dell'Eroe i venti rinfrescarono} ed 
anzi il dì 22 si fecer contrarj. Cessato il dubbio riguardo' a' venti , 
non tardò molto a sorgere una grave tristezza a cagione de' molti 
Segnali di terra vicina , che avean veduti , sì di uccelli , come di 
pesci , senza trovar mai il lido ansiosamente bramato. Mormoravano 
gli Spagnuoli d'essersi lasciati condurre a tal termine da un Ge- 
novese ( dicono il Martire ed il Benzone ) che alla Corte non avea 
favore} la cui risoluzione era combattuta dalle persone più dotte 
ed autorevoli della Spagna: poscia con voci sediziose minacciavano 
volger le prore all' Europa } e crescendo con la disperazione l'auda- 
cia, proponevano alcuni di uccidere l'Ammiraglio, e gittatolo in 
mare , ritornarsi alla patria. Egli con ragioni , con preghi , con pro- 
mettere, che di corto vedrebbono terra, s'adoperava di cessare l'im- 
minente pericolo. Infine giunse il dì 1 1 d' ottobre , nel quale giuri-* 
chi verdi e frutte spiccate di fresco, e bastoni lavorati a mano, e 
pesci di scoglio annunziavano il lido vicino. Fu però ordinato che 



( xxxi ) 

stesser tutti sull'avviso, ritenendo il corso delle caravelle} ed an- 
nunziato il premio di trenta scudi annui stabilito da' Sovrani a chiun- 
que fosse il primo a veder la terra. Due ore avapti la mezza notte , 
l'Ammiraglio stando nel castello di poppa vide un lume, che pas- 
sava da un luogo ad un altro j chiamò due testimonj e fu conchiuso 
quello essere una facella da pescatori , o viandanti , e doversi a 
Cristoforo il premio de' trenta scudi. All'apparir della luce, a* 12 

ottobre, scende l'Eroe^ 

# 

E di grand' orma il nuovo Mondo imprime. 

( Chiabibka ). 

Discendono gli altri similmente , piegano le ginocchia a terra rin- 
graziando il Creatore , baciano quel suolo , che vorran poi contami- 
nare con ogni nefandità ; s' innalbera la Croce , spiegasi lo stendardo 
reale, ed alla presenza de' nudi ^ e attoniti Indiani, che pensavano 
veder uomini dal Cielo discesi, il Condottiere della grande impresa, 
prende possesso di quelle nuove regioni, e vien riconosciuto dagli 
equipaggi come Ammiraglio dell' Oceano , Viceré e Governatore 
delle isole , e terraferma scoperte , e da scoprire a nome de' Mo- 
narchi di Spagna. Questa prima isola , da' naturali detta Guana- 
hani , ebbe dal Colombo il nome di S. Salvatore. Trenta tré giorni , 
senza più , bastarono a giunger dalle Canarie alle isole dell'occidente. 

É cosa maravigliosa , che l' Eroe prima di lasciar le Canarie avea 
protestato a' socj del viaggio , che nulla si troverebbe , se non che 
dopo avere percorso almeno 700 leghe ; e così avvenne , come 
avea detto ^ né è meno a stupire > che senza deviare dalla primiera 
direzione, approdasse all'ignoto emisfero. Di questo primo viaggio 
abbiamo la descrizione in una lunga lettera del Colombo tradotta 



( xxxii ) 

in latino, e impressa nel 149^, e più volte negli anni seguenti} e 
dal Cav. Bossi posta per appendice alla Vita dell'Eroe. Epperò noi 
ci ristringeremo a toccar soltanto le cose principali. 

L'Ammiraglio abbandonò Guanahani il giorno 14 ottobre, por- 
tandone sette isolani, i quali potessero servirgli d' interpetri. Il di 
seguente , approdò ad altra isola , cui diede il nome di S. Maria 
della Concezione. Nel 1 6 riconobbe quella , eh' egli appellò Fer- 
nandina ad onore del Re Ferdinando } e tre giorni appresso ne 
visitò un'altra , che a riguardo della Regina di Castiglia volle chia- 
mare Isabella. A Cuba approdò il dì 28 ottobre } e mutolle il no- 
me in quello di Giovanna; perchè Giovanni era il Principe ere- 
ditario di Spagna. Tentò ancora di costeggiarla tutto all'intorno; 
ma avendone già percorsa gran parte , e crescendo le difficoltà , 
tornò addietro ; restandosi dubbioso , se fosse isola , o continente. 

Quindi navigò ad Haiti , ed entrato in un porto il giorno 6 di- 
cembre , piacquegli chiamarlo S. Nicolò ; come un altro , in cui 
si ridusse dopo due giorni , appellò Concezione ; e finalmente a tutta 
questa grand' isola die il nome di Spagnuola. x\ppresso a dieci giorni], 
un Cacique dell' isola venne alla Capitana con un suo figlio , e un 
fratello , accompagnati da più centinaja di persone ; si pose a mensa 
coli' Ammiraglio , cui ' donò una cintura e due Iaminette d' oro , ri- 
cevendone in cambio una corona d' ambra , ed altre gentilezze. Ma 
la vigilia di Natale, riposando Cristoforo con tutto l'equipaggio, ed 
avendo il timoniere contro al divieto espresso dell'Ammiraglio, af- 
fidato il timone ad un ragazzo , una corrente portò la capitana ad ur- 
tare in una secca. Era vicina la mezzanotte } la nave si scommet- 
teva , aprendo i fianchi all' onde. I marina) avviliti fuggivano sul 



( xxxiii ) 

battello; ma Cristoforo ajutato dalla gente dell'altra caravella, salvò 
gli uomini , e tutti gli arnesi : e in questo gli fu di grande e fedele 
soccorso il Cacique dianzi rammentato} perchè avuta notizia della 
sventura , venne con molti de' suoi ; allogò in tre case tutte le robe 
salvate dal naufragio , ponendovi guardie con ordini severissimi , 
che niuno fosse ardito toccarne una benché minima cosa} e pro- 
ferendosi all' Ammiraglio pronto ad ogni suo piacere , e bisogno. 
Ma questi dall'avversità trasse notabil vantaggio. Perciocché cono- 
sciuto l'animo leale di quel Principe, e sentendo disposti non pochi 
degli Spagnuoli a fermar il soggiorno in un' isola deliziosa , e d' oro 
abbondevole , formò colle tavole del naviglio una piccola fortezza , 
ponendovi dentro 36 persone , tre capitani che ne avesser governo , 
un medico , un bombardiere , alcuni marangoni , armi e vettovaglie 
per un anno e pili. A questo stabilimento diede il nome di Natale} 
o dir vogliamo , villa della Natività. 

Ordinate in tal modo le cose, si partì dalla Spagnuola addì 4 
gennajo del 14935 e due giorni appresso a lui si ricongiunse la Pinta , 
che da molto tempo se n'era scostata, per malvagità del suo Ca- 
pitano , andato a ricercare dell'oro. L' Ammiraglio mostrò di accet- 
tare le scuse del Pinzon , non volendo irritare gli equipaggi col 
castigo di un'uomo, che aveaci non pochi parenti, e gran numero 
di amici. Il giorno i3 sette Spagnuoli scesi in terra alla Samana, 
nell' isola d' Haiti , ebbero una scaramuccia con 55 Indiani , robusti 
di corpo , alteri , e arrischiati di natura , nudi in ogni lor parte , 
con capegli lunghi , e sciolti , armati d' archi e di forti bastoni. Fi- 
nalmente a' 16 gennajo drizzò la prora alla Spagna j e già s'appres- 
sava alle Azorie } ma il mare si turbò di tal maniera per la furia 



\ 



( xxxiv ) . 

de* venti, che la notte del 14 febbrajo si divisero le due caravelle, 
correndo ove erano portate dall'impeto della tempesta. I marinaj 
tenendosi già perduti , facean preghiere , e voti : l'Ammiraglio pen- 
soso di se e de'figlj, e del vedere tornare indarno la sua discoperta, 
scriveva sopra una pergamena la relazione del viaggio , e della strada 
da tenersi per andare alla Spaglinola; e come l'ebbe finita e suggel- 
lata , coli' indirizzo a' Monarchi di Spagna , e promessa di mille du- 
cati, a chi loro fedelmente la recasse, la involse in tela incerata, e 
poi la pose entro un pane di cera} e questo rinchiuse in un barile, 
che ben cerchiato e turato, gettò nel mare} legando però un ba- 
rile somigliante colla stessa relazione all'alto della poppa} acciocché 
sommergendosi il naviglio , restasse memoria della navigazione aperta 
al nuovo emisfero. Tre giorni passò il Colombo senza dormire , e 
con cibo scarso e cattivo, esposto all'aere ed a' venti} ond'è che 
il 18 quando giunse all'isola S. Maria, una delle Azorie, sentivasi 
le gambe attratte. Quivi era una Chiesuola in luogo romito, sotto 
il titolo della B. Vergine. E volendo Cristoforo che fosse sciolto 
il voto fatto nel tempo della procella, mandò la metà della gente 
a terra a visitare quella Chiesa} ma il Capitano Portoghese dell'isola, 
li fé' tutti prigioni , e tolse loro lo schifo : e già si preparava il 
barbaro ad assaltare la caravella stessa del Colombo, per ordine, 
com'egli diceva, avuto dalla Corte: ma veduta la costanza dell'Eroe, 
e udito, ch'egli tornava da mari ignoti, ed era Ammiraglio e Vi- 
ceré , e che minacciava , ove gli recassero insulto , di lasciar diserta 
queir isola ; e come non v' era modo di averlo nelle mani , sciolse i 
prigionieri, e lasciò che la caravella seguitasse il suo cammino* 
Né questo poteva esser più terribile : il mare gonfio oltre ogni ere- 



( XXXV ) 

dere } baleni che squarciavano i nembi j furor di vento cosi impe- 
tuoso , che il naviglio correva senza un palmo di vela j e fu 
portato alfine dentro il Tago, presso Lisbona il dì 4 di marzo. Nel 
giorno seguente ammesso alla pratica, vide numero incredibil di per- 
sone accorse a contemplare un legno, che tornava dal nuovo Mondo } 
leggendosi però, diversi affetti sul volto delle persone: taluni rin- 
graziavano l'Eterno del fortunato evento: e tali si rodevano di rab- 
bia, che tanta sorte fosse propria degli odiati Spagnuoli. Cristoforo 
non indugiò a spedire un corriere a* suoi Sovrani 5 ed uno al Re 
di Portogallo \ e invitato da quest'ultimo, se ne andò a Val di Pa- 
radiso 5 ove da' Cortigiani , e dal Monarca fu*ricevuto a grand' onore j 
benché non mancassero de' Cavalieri ( dice il Barros ) che si offeri- 
rono di ucciderlo , acciocché non andasse in Castiglia apportatore di 
notizia così fausta e gloriosa : il che non volle il Re , che si ese- 
guisse. Partito il Colombo dalla Corte 9 e visitata la Regina, che 
allora si trovava ad un Monastero sulla via di Lisbona , rientrò il 
i5 marzo nel porto di Palos; ond'era partito sette mesi e undici 
giorni avanti. 11 suo ricevimento in Palos , e il viaggio fino a Bar- 
cellona , dov' era la Corte , fu un continuo trionfo. U Pinzone , che 
dall'ultima procella era stato spinto nella Gallizia, voleva prevenir 
Y Ammiraglio \ ma un ordine del Governo , che Y intimava di non 
andarvi senonché unito al Colombo , lo condusse a morirsi pieno 
di livor dispettoso. I Monarchi ricevetter l'Eroe in pubblica udienza , 
seduti sul Trono : ali 9 avvicinarsi di Lui , si rizzarono in piedi , 
gli porser la mano} e voller che egli sedesse, e narrasse la storia 
della sua Navigazione. 

Posto fine alle liete accoglienze, ed alle pubbliche dimostrazioni 



( xxxvi ) 

di allegrezza, i Sovrani di Spagna confermarono a Cristoforo la ca- 
pitolazione precedente, aggiungendovi il privilegio sì a lui che a' suoi 
figlj e discendenti di usare il titolo di Don, e dichiarando che 
l' Ammiragliato , il Vicereame , e la giurisdizione civile e crimi- 
nale con mero e misto imperio conceduta al Colombo nell'Oceano 
e nelle isole e terra ferma scoperte e da scoprire cominciava da 
una linea condotta per le isole Àzorie e di Capo ver de dal setten- 
trione ali 9 austro da polo a polo } a tal che tutti i mari , le isole , 
e la terra ferma poste al di là di questa linea , tutte appartenevano 
alla giurisdizione dell'Ammiraglio (Cod. Doc. HL). Ma era da prov- 
vedere, al tempo stesso^ che non sorgesse guerra tra la Spagna e 
il Portogallo. Perciocché Martino V. ed altri Pontefici, spezial- 
mente Sisto IV. aveano con varie bolle donato alla Corona Porto- 
ghese tutti que' paesi che scoprissero dal Capo Bogiadore, e dal 
Capo Non fino all'Indie. La Corte di Lisbona pretendeva che la 
Spagna avesse violato il tenore del privilegio pontificio 5 e il Re Gio- 
vanni IL che ne avea fatto cenno al Colombo , allorché andò questi a 
visitarlo a Val di Paradiso, passando dalle parole ai fatti, ordi- 
nava che si apparecchiasse una squadra da spedire sotto il comando 
di Francesco d'Almeida alle isole nuovamente scoperte (Barros, III. 
il.). Ma Ferdinando, principe sommamente accorto, esortò il Re 
Giovanni a non romper guerra per tal cagione; offerendosi pronto 
ad una composizione amichevole. E mentre questo accordo si trat- 
tava da' Ministri , e gli Spagnuoli promòveano sempre nuòve sotti- 
gliezze, e difficoltà, giunsero tre Bolle di Papa Alessandro. VI. che 
imposer fine alle pretensioni della Corte di Lisbona. Nelle due pri- 
me , date il 3 maggio, il Pontefice concede alla Spagna per dona- 



( xxxvii ) 

zione assoluta tutte le isole e la terra ferma scoperte e da scoprire 
nell' Oceano occidentale con le stesse esenzioni , prerogative , e pri- 
vilegi con che i suoi predecessori aveano donato a* Portoghesi quanto 
scoprissero nell'Africa, e nell'Etiopia. Più famosa è la terza Bolla, 
data il giorno 4 d* maggio 149^9 perchè Alessandro, tirando, ossia 
marcando , una linea dal polo artico all' antartico , la qual linea sia 
distante 1 00 leghe dalle isole Azorie , e di Gapoverde , dona ed asse- 
gna tutti i paesi situati al di là di detta linea , ai Monarchi di Spa- 
gna, a condizione che vi mandino de' Sacerdoti ad ammaestrare i 
naturali di quelle regioni nella santa Fede di Cristo. Tale si è la 
famosa linea di marcazione, che diede alla Spagna un impero assai 
più vasto di quello che sette secoli di guerra diedero a Roma. La 
Bolla si troverà in questo Codice con alcune varianti non ispregevoli. 
L' Ammiraglio intanto , andato a Siviglia , sollecitava la nuova 
spedizione. Correvano a gara gli Spagnuoli per esservi ammessi , tirati 
dall'avidità di ammassare tesori. Ma fu di mestieri ammetter sol- 
tanto quel numero , che poteva capire nella squadra formata di 1 2 
caravelle , 2 caravelloni , e 3 navi di gabbia. Giovanni Fonseca 
Canonico Decano di Siviglia avea la cura dèli' armamento. Monta* 

* 

rono sui naviglj i5oo uomini d'ogni condizione: ed avean cavalle» 
pecore , giovenche per istabilirne la razza nel nuovo Mondo. 

Fatti questi preparamenti, l'Ammiraglio con Giacomo suo fra- 
tello , che da ora in appresso chiameremo Diego , perchè così era 
detto nella Spagna ; essendovi presenti i suoi due figlj , levò l' an- 
cora dal Canale di Cadice a' 25 settembre 149^? giunse a' 2 di ot- 
tobre alla gran Canaria ; a' 5 approdò a Gomera , e provveduto 
con somma prestezza de' rinfreschi necessarj , partì a' 7 dello stesso 

/ 



( xvxviii ) 

mese pel nuovo mondo , mettendo la prora più al Sudovest , che 
non aveà fatto nel primo viaggio. £ perchè deviando dalla prima 
direzione , poteva accadere , che i piloti , se le Navi fossero disperse 
dalla tempesta , non sapessero trovare la Spagnuola ; consegnò 
nell'atto della partenza ad ogni Capitano una istruzione sigillata > 
da non aprirsi se non in caso di estrema necessità. Felicissimo fu 
in vero questo secondo viaggio : all' alba della Domenica , giorno 
terzo di novembre , eran già in vista di un' isola montuosa , che ap- 
pellarono Domenica , dal giorno in che l'avevano scoperta. Ne però 
vi approdarono, non veggendo luogo acconcio a dar fondo } ma 
smontarono ad un' altra isola, che dal nome della Capitana, dis- 
' sero Mari-Galante. Breve fu la dimora } e venuto il dì 4 » andarono 
a S. Maria di Guadalupe; nome imposto dal Colombo ad un* isola, 
per averne data la parola a' Religiosi del Santuario della Madonna 
di Guadalupe in Ispagna , che l'aveano caldamente pregato di tal 
favore. In quest'isola avean lor sede i Caribi, o Cannibali, uomini 
feroci , che scorrendo per tutte le isole di queir immenso mvipelago 
( che tal nome gli die Colombo ) predavano i miseri Indiani ; e por* 
tandoli alla Guadalupe, lasciavano in vita le femmine, facendole ser- 
vire da schiave ; gli uomini , si divoravano barbaramente. Vedevasi 
sparso il terreno di ossame insepolto , e asperso di sangue. Afferma 
Pietro Martire di aver veduto in Medina alcuni Cannibali traspor- 
tati dai nuovo Mondo ; e che osservandone la fierezza del volto , 
la ferocia degli atti , il guardo crudele , sentivasi tutto inorridire 
di spavento , e di sdegno. L'isola di Guadalupe è selvosa, ha molti 
pappagalli, e vi cresce il cotone in gran copia. La squadra vi stan- 
ziò molti giorni ; ed alcuni Indiani dell' uno e dell' altro sesso fug- 



( xxxix ) 

gendo i Cannibali , trovarono ricovero sulle navi spagnuole. In que- 
sto, un certo Marco Capitano di Nave, con otto uomini dismontato 
in terra senza licenza, e correndo l'isola, erasi avviluppato nelle 
selve, né sapea come ritornare al lido* Temeva l' Ammiraglio, non 
forse i Cannibali l' avessero ucciso co 9 suoi compagni , essendoché 
molte persone spedite a cercarne, né l'avean potuto vedere, né 
udito mai che rispondesse agli spari degli archibugi. Alla fine tornò 
coi socj agli otto " novembre ; e Cristoforo per dare un esempio di 
severità , fece porre il Capitano ne* ceppi ; castigò gli altri , col di- 
minuir loro la porzione del vitto. Salpò da Guadalupe il io no- 
vembre: ad un'isola formata da un monte scosceso, e spopolata dai 
Cannibali, col divorarne gli abitanti, pose il nome di Monserrato$ 
un' altra per la sua forma , venne chiamata S. Maria Rotonda : la 
festa di S. Martino servì a nominare un'altra, dove trovaron corallo: 
quella che gì' Indiani , come i moderni , chiamavano Giamaica , fu 
denominata & Maria dell' Antigua , e l' isola di Ayay ebbe il no- 
me di S. Croce. Anche in questa eran Cannibali 3 e gli Spagnuoli 
liberarono da tali mostri alcuni Indiani ; ma non ebbero il piacere 
di far prigioniera una donna, che veniva sopra una Canoa accom- 
pagnata da un giovine robusto suo figlio , e da uomini e da donne ; 
i quali a lei ubbidivano , e parlandole, si alzavano in piedi con 
gran riverenza} per che fu giudicato costei esser la Regina dell'Isola; 
tanto più , che alcuni della sua comitiva si conobbe essere eunu- 
chi. I barbari avvicinandosi a' Cristiani lanciavano dardi avvelenati 
con tal forza che una donna passò la targa di un soldato da una 
parte all' altra. Investita la Canoa da un battello spagnuolo , si ro- 
vesciò ; il figlio vi perde la vita; alcuni furon presi prigioni , ma 



(xl) 

la Regina con gli altri uomini e donne , nuotando si ridussero al 
lido. Entrò poi la squadra in un gruppo di 5o isole, la maggiore 
fu intitolata S. Orsola; le altre comprese sotto il nome di Undici- 
mila Vergini. Lieto soggiorno presentò agli Europei l' isola di Bor- 
riquen ; piena di popolo , amena , con buone case , abbondante di 
pesci , fertile , e coltivata con diligenza non ancor veduta in quelle 
regioni. A questa il Colombo die il nome di S. Giovanni Battista, 
protettore della sua nazione Genovese. Il dì 2t fu a prender terra 
al settentrione della Spagnuola; e dipoi costeggiando quella grande 
Isola, in 6 giorni arrivò alla villa del Natale, dove lasciato aveva 
la Colonia Spagnuola. 

Quale spettacolo si offerì agli occhi ed al cuore del Colombo! 
La fortezza distrutta, le stoviglie e le robe de 9 Coloni sparse qua 
e là pel terreno: degli Spagnuoli niun vivo} ma tal già fetido ca- 
davere; tal altro pendente da un capestro di sparto , e con le brac- 
cia legate ad un albero stese in forma di Croce. Dalla relazione 
degl'isolani si rilevò, che gli Spagnuoli lasciati al Natale, partito il 
.Colombo, ruppero ogni freno all'avarizia ed alla libidine. Si spar- 
sero per l'isola in cerca dell'oro; rapivan le donne altrui; non si 
appagavano di quanto il Cacique amico facea loro somministrare: 
né altra legge più conoscevano , se non se le proprie passioni. Ven- 
nero poi a rissa per la divisione del tesoro, e pel godimento delle 
femmine; e nella contesa uccisero un Giacomo de 9 loro compagni. 
La morte di costui dissipò l' ignoranza degli Indiani ; che aveano 
creduto vedere negli stranieri altrettanti esseri celesti : tutti preser le 
armi: i coloni sparpagliati per l'Isola furono oppressi dal numero: 
e Caunaòoa il Cacique delle miniere, uomo valoroso venne con 



(xli) 

le sue truppe alla fortezza, ove non erano che dieci persone con 
Diego d'Àrana; appiccò il fuoco alle case de' Cristiani, otto fug- 
girono al mare , e vi trovaron la morte ; gli altri finirono sotto i 
colpi degl' Isolani. E dubbio se il Gacique amico di Cristoforo f 
avesse parte in questa rivoluzione. Egli protestava d'avere tenute 
le parti degli Spagnuoli; parlava di una ferita riportata nella pugna, 
per cui si teneva a letto: ma un certo Melchiorre di Siviglia spe- 
dito per visitarlo a nome dell'Ammiraglio, attestava quella essere 
una finzione; perchè avendo egli sfasciato la gamba del Cacique, 
non vide né ferita né cicatrice* Non parve al Colombo, che fosse 
da eccitar nuovi rumori, e diffidenze; e forse giudicò seco stesso, 
che i coloni se l'aveano assai bene meritata: rinnovò l'amicizia col 
Cacique ferito , e stabilita co' popoli delle miniere una specie di 
tregua , si dispose a stabilire nell' isola una nuova Colonia. 

Partitosi dunque dal Natale il dì 7 dicembre i4S)3, se ne andò 
al lato di Levante , sbarcando ad una popolazione d' Indiani vicina 
a quel lido. La- natura avea quivi formato un porto , assai capace 
e sicuro , benché scoperto al Nordest : lungi dal mare un tratto di 
balestra, scorreva un fiume, che bagnava una deliziosa pianura: 
soprastava al porto una balza, dove piantar la fortezza; e le mi- 
niere dell' oro non erano gran fatto lontane. Messe a terra le genti, 
le armi , e le macchine , si pose mano al lavoro agi' undici dicem- 
bre, e la città era già finita al principio di marzo i4.94- Cristoforo 
la chiamò Isabella ad onore della incòmparabil Regina di Castiglia. 
Frattanto spediva l'Hojeda a rintracciar le miniere; il quale riferì 
al suo ritorno aver passati varj fiumi, e aver trovato nelle arene 
loro de' pezzi d'oro; perciocché gì' Indiani scavavano colle mani 






(xlii) 

delle buche , e alla profondità di un braccio prendevano il metallo. 
Rimandò poi alla Spagna dodici caravelle , con molti saggi delle 
produzioni dell'isola; e con lettere e doni per Pietro Martire suo 
amico ; il quale attesta d' aver veduto un pezzo d'oro trovato dall' Ho- 
jeda, del peso di xi once. Capitano della squadra fu Antonio Tor- 
res fratello della Nutrice del Principe Reale; ed uomo non meno 
attivo, che intelligente e leale. La partenza de'naviglj, i lavori per 
lo stabilimento della Colonia, l'avere l'Ammiraglio ordinato che si 
attendesse a riconoscere il paese , non a raccoglier oro, gì' inco- 
modi del clima , la mancanza già sensibile delle vettovaglie euro- 
pee, cui male supplivano le patate, e il maiz di Haiti, comincia- 
rono a far nascere ne' coloni un principio di sedizione: minaccia- 
vano di prendere gli altri legni, e ricondursi in patria : accresceva 
gli spiriti di que' faziosi un Bernardo di Pisa, andato in quella spe- 
dizione con grado di ragioniere de' Sovrani; il quale avea già distesa 
una scrittura piena di accuse contro l'Eroe, da presentarsi alla Corte. 
Trovato questo scritto , l'Ammiraglio fé' imprigionare il malfattore 
nel fondo di ima nave; e deliberò di occupare quelle genti faziose 
nella ricognizione dell' Isola } quantunque egli fosse ancor debole 
per una malattia prodotta dalle fatiche tollerate nell' ordinare la 
Colonia. Adunque , lasciato Diego suo fratello al governo delle navi, 
delle munizioni, e delle ciurme, egli co' soldati, sì pedoni, che 
cavalieri, andò a' monti delle miniere, detti Cibao$ e vi fabbricò 
un Castello chiamato S. Tommaso , lasciandovi 56 uomini comandati 
da Pietro Margarita. Ma non sì tosto* fu egli partito , il Caci que 
Caunaboa padrone del Cibao, corse ad assaltare il nuovo castello: 
di che avvisato Cristoforo vi spedì nuova gente, con provvigioni, 



(lliii) 

e ne dichiarò Castellano l'Hojeda. I cavalli giovarono molto ai 
Spagnuoli, stantechè gl'Indiani, che oggimai poco temevano le 
spade, e gli archibugi, tremavano alla vista di quegli animali ge- 
nerosi. Quattrocento e più isolani che conducevano 5 Spagnuoli, 
si dileguarono ali 9 arrivo di un soldato a cavallo, che da S. Tom- 
maso andava ad Isabella. 

\J Ammiraglio pensava intanto a quella Cuba , che nel primo 
viaggio non avea potuto riconoscere da ogni lato, per decidere se 
fosse isola , o terra ferma. Volendo adunque satisfare a questa sua 
brama , istituì un consiglio di Reggenza , che governasse nel tempo 
della sua navigazione; e ne dichiarò presidente Diego suo fratello; 
e primo consigliere quel P. Boyl, del quale avremo a parlare con 
poca lode. Il 24 aprile fu il giorno della partenza. Navigò da pri- 
ma intorno all' isola di Cuba ; il 2 maggio visitò la Giamaica , che 
parvegli la più bella di tutte le isole occidentali; e ritornato il 14 
a Cuba , continuò a costeggiarla con somma difficoltà , a cagione 
di un numero incredibile d' isolette sparse in que' mari che rende- 
vano il cammino difficile , e pericoloso : in un giorno ne numeraron 
fino a 1 60, e Pietro Martire assicura che l'Ammiraglio diede il nome 
a 700 di queste isole, o scogli, che dir si vogliano» In questo viag- 
gio vide la prima volta indiani vestiti > con una specie di tonaca 
di bambagia , lunga fino al ginocchio. Seppe innoltre da uno di essi , 
che il paese era tutto circondato dal mare, e sotto il governo 
di un Cacìque tanto superbo, che a' suoi sudditi non si degnava 
favellare^ ma si faceva intendere a cenni, ed era ubbidito* Cristo» 
foro con le sue tre navi non ritornò ad Isabella , se non se a 9 29 
settembre, dopo incredibili patimenti non meno suoi che di tutto 



(xliv) 

l'equipaggio^ ma di lui specialmente; il quale non si spogliò quasi 
mai; si ridusse ad una scarsa porzione di biscotto già guasto, come 
il più vile de' marinai; e passò non poche notti dormendo appena 
tre ore ; a tal che giunse ad Isabella quasi cieco , ed oppresso dalla 
febbre , e da un terribil mazzucco ; da' quali incomodi fu liberato 
con la quiete , e co' cibi freschi della Colonia. 

A risanarlo avrà contribuito non poco V allegrezza di trovare 
nella Spagnuola il saggio suo fratello Bartolommeo. Questi parti- 
tosi di Londra colla convenzione accordata a Cristoforo dal Re 
d' Inghilterra , appena giunto a Parigi , intese dal Re di Francia , 
essere già scoperte le isole occidentali; e sovvenuto da questo So- 
vrano di 100 scudi, affrettò il viaggio quanto gli fu possibile; ma 
nientedimeno al suo arrivo nella Spagna trovò, che già Cristoforo 
se n' era partito per la seconda spedizione ; ed egli , Bartolommeo , 
da' Monarchi fu mandato con tre navi alla Spagnuola; dove l' Am- 
miraglio il costituì Adelantado , ossia Prefetto delle Indie. Dell'altro 
fratello dell' Eroe , cioè di Diego , abbiamo poche ed oscure notizie ; 
e sembra che l'Ammiraglio sentisse rossore di avere un tal germano; 
perciocché lo facea credere , quasi un giovine , eh' egli si fosse edu- 
cato in sua casa fino dagli anni più teneri; come si ritrae dalla storia 
di Pietro Martire, decade 1., libro 4* Racconta innoltre questo Sto- 
rico, che volendo Guarionex, uno de' Cacichi della Spagnuola, cat- 
tivarsi la benevolenza di Cristoforo , maritò uqa sua sorella con 
Diego. È da supporre che la principessa si fosse convertita jilla re- 
ligione di Cristo; acciocché potesse aver luogo il maritaggio; ma 
il Cacique suo padre non volle mai rinunziare all' idolatria ; ad onta 
delle istruzioni fattegli per ordine dell'Ammiraglio dal P. Romano 



( xlv ) 

Romito dell'ordine di S. Girolamo; religioso dabbene, e infatica- 
bile, che fu sempre amico e rispettoso a Cristoforo, per ordine 
del quale scrisse una operetta intitolata : Della credenza e ido- 
latria degli Indiani^ inserita da Don Ferdinando nella storia del 
padre. , 

Non ebbe la virtù del P. Romano, un altro Religioso, la cui 
condotta pò tea molto giovare alla felicità di tutta l'isola Spagnuola. 
Parlo di Fra Bernardo Boyl, Catalano ; dell'ordine de' Minori, che in 
vigore di un Breve di Alessandro VI, dato il giorno 25 giugno i49^, 
era capo di tutti gli Ecclesiastici inviati alle regioni nuovamente 
scoperte; ed aveva l'autorità di Vicario Apostolico, anche per fab- 
bricare nuovi conventi di mendicanti; benché ciò fosse vietato da 
una Costituzione di Papa Bonifacio VOI, alla quale derogò espres- 
samente Alessandro VI, affine di stabilir meglio la Fede nel nuovo 
Emisfero. Il Boyl voleva governare a suo senno tutta l'isola ; ascol- 
tava le querele de' sediziosi , ne approvava i torbidi consigi j , pre- 
tendeva che l'Ammiraglio dovesse chiuder gli occhi sopra gli orri- 
bili disordini degli Spagnuoli; e veggendo eh' egli non si lasciava 
muovere dal suo saldo proposito, ebbe la temerità di scommuni- 
carlo } come se il punire le ribalderie degli uomini fosse un delitto 
innanzi a Dio. Cristoforo commosso da tanto insulto non volle più 
corrispondere al suo nemico i consueti alimenti; e il P. Bernardo 
trovossi astretto a partirsene con la prima occasione , portando al 
trono molte lagnanze contro all' equità dell' Ammiraglio; il quale 
probabilmente supplicò il sommo Pontefice , perchè dichiarasse in- 
valida, e nulla la censura ingiustamenta fulminata contro di Lui 
dal Vicario Apostolico ; e in tal occasione si può credere che rice-. 



( xlvi ) 

vesse in dono da Alessandro VI, quell' uffizio della B. Vergine, che 
ora si conserva in Roma nella Biblioteca Corsini. 

Le iniquità degli Spagnuoli, spingevano alla disperazione gl'In- 
diani. Pensando costoro, che ove mancassero le ricolte, partirebbero 
gli ospiti novelli, lasciaron di seminare; di che venne orribil car*- 
stia , che più grave fu a' più deboli ; e non tolse , ma crebbe i di- 
sordini. I naturali si mettevano in aguato, per colpire di nascosto 
gli Europei : gli abitanti del Gbao , più valorosi degli altri , e più 
travagliati, perchè il paese loro abbondava di miniere, ed eglino 
eran frenati con due fortezze, S. Tommaso e la Concezione, pre- 
sero le armi a furore , e fu di mestieri combatterli in campo aperto j 
e il Re loro Caunaboa, fatto prigione, fu spedito nella Spagna. 

11 terrore adunque si diffuse per l'isola tutta } e niuno ebbe più 
l'imprudenza di sollevarsi contro agli Spagnuoli. E però il Colombo, 
lasciato il governo al Prefetto suo fratello, pensò di tornarsi in Ca- 
stiglia. Il giorno della partenza fu il io marzo i497- Conduceva in 
due caravelle 226 europei, 3o indiani 5 molti saggi d'oro, e le 
più notabili produzioni delle terre occidentali. Nell'isola di Guada- 
lupe si fermò parecchi giorni per fare il pane necessario al viaggio; 
ed avendo preso i suoi. esploratóri una donna arditissima, e scoper- 
tosi ch'ella era Caciqua la condusse nella Spagna, volendo presen- 
tarla ai Sovrani. Di Guadalupe partirono a' 20 del mese citato} eb- 
bero calma nojosa, e sentirono penuria di vettovaglie. Cristoforo 
faceva osservazioni sopra le calamite , o bussole di Fiandra e quelle 
di Genova , e trovò che queste notvestavanó assai meno delle fiam- 
minghe. Presero terra nella Spagna a' 1 4 giugno , ed essendo allora 
la Corte in Burgos a celebrar le nozze del Real Principe Giovanni 



( .xlvii ) 

con l'Arciduchessa Margherita d'Austria, andò l'Ammiraglio con 
gl'indiani, e le rarità delle isole a presentarsi a' Monarchi , dando 
ragguaglio di tutti gli eventi del secondo viaggio, e pregando d'es- 
sere spedito senza ritardo, acciocché i disordini del nuovo mondo 
non si facesser sempre maggiori. 

Al desiderio di Cristoforo , mal rispondeva la lentezza del governo 
spagnuolo, divenuta maggiore per le lagnanze di tanti sediziosi, i 
quali giunti in Castiglia senza que' tesori , che avevano immaginato , 
accusavano l'Ammiraglio e i suoi fratelli, come stranieri, che tratti 
dal nulla ad alto stato, tutto volevan per se, calpestando quella 
nazione che gli aveva accolti, e fatti grandi, e potenti. L'Eroe cercava 
un riparo dalle ingiurie de' malvagi nelle cedole regie, e ne' decreti, 
per mezzo de' quali faceva o confermare , o dichiarare con più minuta 
esattezza ir suoi privilegj. Ottenne perciò una dichiarazione (Doc. IV.) 
intorno al diritto dell' ottavo sopra gli armamenti , e del decimo so- 
pra il prodotto de' paesi nuovamente scoperti: si concertò che al 
negozio delle produzioni attendessero i deputati de' Sovrani unita- 
mente ai deputati del Colombo ( Doc. V. ) : fu consegnato all'Am- 
miraglio un regolamento sopra i coloni, l'eredità, i tributi, e la 
zecca da stabilire nella Spagnuola (Doc. VI.): pubblicossi un bando 
perchè niuno osasse pretendere un prezzo eccessivo delle merci e 
vettovaglie, che l'Ammiraglio comprava pel nuovo mondo (Doc. VII.) : 
si determinò d'inviare alle isole alcuni religiosi, medici, farmacisti, 
botanici, e suonatori di strumenti musicali. (Doc. Vili.) Riuscì 
ancora al Colombo di far rivocare una Regia Patente del io aprile 
i49&, in vigor della quale era lecito ad ogni suddito spagnuolo an- 
dare a scuoprire nuove isole , e terre ferme , stabilirsi nelle regioni 



( xlviii ) 

già trovate, pigliarsi quanto di terreno piacessegli; con altre clau- 
sole, che distruggevano intieramente l'Ammiragliato, e il governo 
del primo Scopritore (Doc. IX.). Furon pubblicati due bandi, che 
dichiarano esenti da ogni gabella e dogana le merci, gli arredi e 
le vettovaglie, caricate nella Spagna per servizio dell'armata e delle 
colonie, sì per ordine de' Sovrani, come per quello dell'Ammira- 
glio (Doc. X. e XI.). Ma il più fatai decreto che si promulgasse 
innanzi al terzo viaggio del Colombo, fu quello di spedire al nuovo 
mondo i malfattori condannati alla morte , ai pubblici lavori , o al- 
l' esilio } commutando, per esempio, la pena capitale in due anni 
di servitù nell'isola Spagnuola (Doc. XII., XIII. e XIV.). Quali 
indegnità non si doveano aspettare da una popolazione formata del 
rifiuto della società? Se le persone ingenue, eran cosi gravi agl'in- 
diani, così moleste al Colombo:, quali esser dovevano tanti ribaldi 
liberati dalla catena, dalla prigione, dal bando? Alcune altre de- 
liberazioni accenneremo brevemente, che dire dì tutte sarebbe noja. 
Accordasi all'Ammiraglio la facoltà di ripartire terreni, ed acque 
nella Spagnuola, a coloro, che promettessero di starvi per anni 4 
almeno, ed attendere alla coltivazione (Doc. XXII.). Si manda a 
Bartolommeo Colombo la patente di Prefetto {Adclantado) delle In- 
die, (Doc. XXJII. ): egli aveva ottenuta tal dignità dal fratello; 
ma la Corte sosteneva non aver facoltà l'Ammiraglio di concedere 
a suo arbitrio la Prefettura , ossia Governo , de' luoghi compresi nel 
suo Ammiragliato e Vicereame. Notabile si è il Doc. XXX. Aveva 
di già Cristoforo, come si è detto, ottenuto per se, suoi figli ed 
eredi il titolo di Don, acciocché non si vedesse la deformità 
che un Ammiraglio e Viceré mancasse di questo distintivo di no- 



(xlix) 

bilia. Ora i Monarchi di Spagna, con patente de 9 23 aprile i497> 
gli concedono il potere d 9 insti tuire uno , o più ma joraschi , cosi de* 
suoi beni , e giurisdizioni , come de' suoi uffizj e dignità , trasmissibile 
a' suoi figliuoli j e discendenti. Osserveremo in questo luogo , che 
nelle R. Patenti nulla si dice della nobiltà di Cristoforo e della sua 
famiglia} benché in tal sorta di documenti, ove si tratta di prero- 
gative e decorazioni, non si ommetta giammai di rammentare lo 
splendor de' maggiori* Indizio manifesto che i nobili Colombo di 
Cuccaro , Signori di alcuni feudi sul Monferrato , non avean che fare 
coli' Eroe genovese. 

Ritornando alle navigazioni; diremo che ad onta degl' indugi 
studiosamente procurati da Giovanni Fonseca , capo di tutti gli av- 
versar) del Colombo, questi addì 3o maggio 1498 potè far vela dal 
porto di S. Lucar di Barrameda per eseguire il terzo viaggio al nuovo 
mondo. Si provvide de' soliti rinfreschi nell'isola di Porto Santo 5 
passò alcuni giorni in Madera \ liberò presso Gomera una nave Spa- 
gnuola predata da un corsaro francese \ e giunto all' isola del Ferro , 
divise la sua piccola squadra in due parti : tre navigli mandò alla 
Spagnuola; e ad uno di questi die per Capitano Giovanni Antonio 
Colombo suo parente: egli con gli altri tre legni, andò alle isole 
di Capo Verde , e tenendosi verso l' Equatore , prese la via del nuo- 
vo emisfero. Una calma terribile sotto gli ardori della zona torrida , 
afflisse per otto giorni le sue genti : si corrompevano le carni , e le 
biade} le botti screpolavano} gli uomini cadevan di languore. Que- 
sta sventura consigliò il Colombo a volgersi alquanto più al setten- 
trione. Così navigando, avvenne che l'ultimo giorno di luglio, un 
marinajo dalla gabbia scoprì tre monti, che sorgevan da un'isola, 



(1) 

nominata dal Colombo la Trinità. Ma senza fermarvisi, andarono 
il dì vegnente a prender acqua ad un ruscello che vedevano sgor- 
gare da una punta , dall'Ammiraglio chiamata della Spiaggia. Adun- 
que nel primo giorno d' agosto 1 498 , gli europei condotti dal Ge- 
novese, posero piede la prima volta nella terra ferma del nuovo 
mondo: perchè al continente apparteneva la punta della Spiaggia; 
quantunque il Colombo non potesse ancor definire, se fosse un'isola, 
ovvero un vasto continuo tratto di terra. Che anzi partitosi da quel 
rivo, condusse i legni alla punta delP Arenale. Qui vennergli in- 
contro 25 indiani sopra una canoa} né volendo appressarsi a pren- 
dere i doni che loro si dimostravano dal bordo , pensò l' Ammira- 
glio di attirarli con la dolcezza della musica: ma coloro credendo 
che il suono fosse di guerra , lanciarono furiosamente un nembo . dì 
frecce ; alle quali risposero gli Spagnuoli con la balestra. Fuggì al- 
lora la canoa , e le navi andarono ad una foce , che parea vomitare 
nell' oceano un immenso volume d'acqua; ond' ebbe il nome di 
bocca del Dragone. Entrati in essa i naviglj , corsero per 1 04 miglia 
e trovando l'acqua vieppiù dolce, quanto più s'internavano, conob- 
bero quello essere un fiume , da' moderni detto Orenoco; e seppero 
dipoi dagl' Indiani , che il paese chiamavasi Paria *, lo trovarono ab- 
bondante d'oro e di perle \ e abitato da genti meno rozze degl'isolani* 
Ma il Colombo non potea lungamente restare in quelle contrade; 
perciocché troppo temeva degli Spagnuoli lasciati in Haiti. Per la 
qual cosa a' i3 di agosto, abbandonò i littorali di Paria; e dopo 
aver dato il nome a molte isole , e sofferti travaglj grandissimi , a' 
quali si aggiunse la gotta , ed una infiammazione agli occhi, ap- 
prodò a 9 3o del mese citato presso alla nuòva città di S. Domingo*. 



"< H > 

Ad intendere come sorgesse questa novella colonia , giova il narrare 
succintamente le operazioni del Prefetto delle Indie, Bartolommeo 
Colombo; cominciando dal giorni che l'Ammiraglio suo fratello 
partì alla volta di Spagna. Bartolommeo era uomo esperto nelle cose 
di mare, indurato ne 9 travagli, severo, inflessibile. D. Ferdinando 
suo nipote lo accusa di poco affetto riguardo al fratello Ammira- 
glio. Questo pensiero potrebbe parere troppo malizioso : \fk condi- 
zioni del Prefetto bastavano ad irritare que' vagabondi lanciati nel- 
l'isola^ i quali volevano aver tutto Toro della contrada, trastullarsi con 
le femmine , e i maschj ridurre in servitù. Dopo la partenza di Cri- 
stoforo , cominciò il fratello a fabbricare con lavoro di tre mesi un 
forte nella provincia più abbondante d' oro ; riscosse da due Cacichi 
il tributo e le vettovaglie: mandò nella Spagna incatenati per ordì- 
ne della Corte 3oo naturali d* Haiti co* loro capi , accusati di aver 
ucciso gli Spagnuoli; e fabbricò per comando de' IV^pnarchi la nuova 
città , chiamandola S. Domingo , scrive D. Ferdinando , per memoria 
di Domenico suo padre \ ma secondo che scrive il Martire, perchè 
il luogo in cui giace fu riconosciuto la prima volta in giorno di 
Domenica. Nella nuova colonia trasportò gli abitatori d'Isabella; 
in questa lasciò solo i malati, e i carpentieri necessarj alla costru- 
zione di due caravelle già cominciate. Aprì una strada da S. Do- 
mingo ad Isabella, assicurandola con fabbricarvi a varie distanze 
cinque forti, la Speranza , S. Caterina y S. Giacomo y la Conce- 
zione, e Sonavo. Indusse il potente Cacique di Xaragua a farsi 
tributario della Spagna: dissipò con improvviso assalto le forze 
di molti Cacichi congiurati contro de' Cristiani ; e rilasciò Guarioneg 
uno di essi fatto prigione j ma due degl'isolani condannò all'estremo 



( 1» ) 

supplizio a terrore degli altri. Il Cacique di Xaragua aveva una so- 
rella di nome Anacaona, già moglie di Caunaboa re del Gbao: 
costei donna vivace , accorta , e di grande autorità nel paese , faceva 
al Prefetto delle cortesie singolari} sperando forse eh' egli si risol- 
vesse a sposarla, come Diego avea menato in moglie un 9 altra 
Principessa Haitiana. 

Tutte le azioni accennate dimostrano qu'al fosse l'ingegno, e il vi- 
gore di Bartolommeo Colombo. Ma egli dovea lottare contro alla 
malvagità di Francesco Orlando da Ximenes, il quale di servo del- 
l'Ammiraglio divenuto capitano de' bagaglioni, e poi giudice supremo 
dell'Isola, alla qual dignità il nominò lo stesso Cristoforo, aggiunse 
un nuovo esempio a confermare che un uomo stato servo è pessimo 
padrone. Sarebbe cosa inutile descrivere tutte le piccole avventure 
de'sediziosi. Costoro per un anno, dopo la partenza dell'Ammiraglio, 
serbarono in qualche maniera l'ubbidienza e la moderazione ; ma noi 
veggendo ritornare, e immaginando che fosse o perito, o disgraziato 
alla Corte, presero a violare le leggi divine ed umane. Di tre cose 
specialmente si lagnavano ; che il Prefetto non volesse permettere, 
eh' eglino sposassero donne indiane} che non lasciasse i naturali 
alla discrezione degli Spagnuoli; e che sotto il pretesto del real 
servigio, e della giustizia, impedisse ai Coloni che ricavesser pro- 
fitto dalle ricchezze dell'isola. Crebbe il tumulto, all'arrivo di due 
caravelle, che il Colombo avea spedite un anno dopo il suo arrivo 
in Ispagna^ perciocché ne' sollevati s'aumentò il timore del castigo, 
che gli spinse ad altri eccessi. Ma peggio fu allorché giunsero a 

S. Domingo le tre navi, che l'Ammiraglio avea staccate dalla sua 
squadra presso l'isola del Ferro. Alfonso Sanchez di Caravajafuno 



( BK ) 
de' Capitani, uomo accorto, e di molta autorità, ìnostrando in ap- 
parenza di voler procurare la pace , soffiava nascostamente nell' in- 
cendio. Né la presenza di Cristoforo poteva metter freno a* disor- 
dini. Egli era odiato dal Vescovo Fonseca, che allora maneggiava 
la Corte di Spagna:, e perchè ciò si sapeva da tutti, ne prendevano i 
libelli maggior ardimento. Da' Cacichi non èra che sperare j tanto , e 
con tanto di ragione , abborrivano gli europei. Bartolommeo e Diego 
erano detestati, perchè aveano più volte dovuto punire que' dis- 
soluti.' E l'odio contro al nome Colombo era sì infiammato, che lo 
stesso Giovanni Antonio, che pure non avea parte nel governo, 
conducendo un giorno a S. Domingo 4° uomini della sua Cara- 
vella, si vide abbandonato da -36, che si unirono a' congiurati. Egli 
è vero , che ornai gli sciagurati aveano pagato il fio della loro ini- 
quità: 3oo erano morti miseramente; 160 ne struggeva il morbo 
gallico: e gl'isolani stavano in aguato, ammazzando quanti pote- 
van cogliere sprovveduti, o inermi. L'Ammiraglio commosso dà 
tanti mali, propose ai sollevati di mandarli in Ispagna, pagando loro 
il soldo arretrato , e promettendo attestare alla Corte il loro buono 
e leale servigio. Ma l' Orlando non ne fu pago \ e convenne alla fine 
nominarlo Giudice supremo di tutta la Spagnuolà, con facoltà di 
porre a suo piacimento i Giudici minori nelle varie parti dell'isola. 
In tal guisa il più iniquo diventò severo giudicatore, per conser- 
vare la sua autorità. 

E già l'isola pareva ridotta a pacifico stato; quando giunsevi a' 5 
settembre 1499 Alfonso d'Hojeda che tornava con 4 naviglj dai lidi 
del Brasile e voleva farsi capo de' faziosi nella Spagnuolà. Ma la 

fermezza del Balestrer Castellano della Concezione, e dello stesso 

h 



(HO 
Orlando , che voleva con buone arti conservare la dignità ottenuta 
con mezzi ingiusti, costrinsero l'Hojeda a partirsi da S. Domingo. Ma 
Ferdinando di Guevara irritato coulro al Giudice che non gli avea 
lasciato sposare una indiana principessa di Suragna , unitosi con 
un tal Adriano, uomo facinoroso, tentò levar di vita l'Orlando, 
Il disegno non sortì l'effetto: un laccio liberò l'isola dall'Adriano} 
e il Guevara andò a meditare nel fondo di una prigione. 

Ma più terribil congiura si formava nella Spagna da' malcontenti 
colà ritornati. I quali fermandosi per le vie , ove i Monarchi dòvean 
passare, gridavano ad alta voce contro V Ammiraglio ; e se s'incon- 
travano a vederne i due figlj Diego e Ferdinando, paggi della Re- 
gina , jgli caricavano di villanie con le più ignominiose parole del 
mondo. Per che i Monarchi commossi da tante voci , da' maneggi 
segreti del Fonseca, ed avendoli più volte supplicati lo stesso Cri- 
stoforo a mandare un Giudice nelle Indie, con autorità di provve- 
dere a' disordini , e punire i malvagj , nominarono a tal effetto Fran- 
cesco di Bovadiglia , Commendatore dell' ordine di Calatrava. Qu*- 
st' uomo indegno, giunse a S. Domingo sul cadere di agosto nel 
i5oo, portando molte lettere bianche sottoscritte dai Sovrani} ed 
una secreta istruzione , che se trovasse reo l'Ammiraglio , mandasselo 
prigione alla Corte ^jeà egli succedesse nel Governo* Ora , come po- 
teva lo scopritore del nuovo mondo apparire innocente, avendo ad 
essere giudicato da un povero gentiluomo, eletto a tal carico dal 
Fonseca nemico dell'accusato, e che dovea stabilire la sua fortuna 
sulle rovijie del Colombo? Le indegnità operate dal Bovadiglia si leg- 
gono nella lettera dell' Eroe alla nutrice del Principe Reale di Spagna , 
che si troverà in questo Codice. Noi diremo soltanto, che standosi 



(lv) 

allora l' Ammiraglio nel Castellò della Concezione , combattuto 
dagl' Indiani e da 9 perfidi Europei , il Commendatore dichiarò se stesso 
Prefetto del Governo, si adagiò nella casa di Cristoforo a S. Do- 
mingo; se ne appropriò tutti i beni, sequestrò le carte: favoriva 
tutti coloro , che più calunniosamente ne sparlavano : donava a' sedi- 
ziosi le terre, l'oro, e gì' isolani, distruggendo la Colonia per far- 
segli amici. L'Ammiraglio avuta la lettera de' Monarchi, inviatagli 
dal Bovadiglia, nella quale gli comandavano di ubbidire al Cora- 
mendatore, andò a porsi nelle sue mani; avendo prima ordinato 
a' suoi fratelli , che si^ sottomettessero al regio ministro : Così 1' Eroe , 
poi Diego, ed in ultimo Bartolommeo, furono posti in fondo di 
una nave , serrati ne' ceppi , con ordine che niuno potesse lor favel- 
lare. Al capitano del naviglio Andrea Martin comandò l'iniquo Com- 
mendatore che consegnasse i tre fratelli al Fonseca. Voleva il Mar 
tin, allontanati che furono da S. Domingo, sferrare il Colombo; ma 
l'Eroe rispose; che i ceppi postigli per volontà de' Sovrani, niun 
altro gli potea sciogliere, se non che i Sovrani medesimi: volerli 
serbare come reliquie, a perpetua testimonianza del premio che la 
Spagna dava a colui che le aveva aperto un nuovo mondo. Entrata 
la nave nel porto di Cadice, scrisse il Colombo una lettera ai Mo- 
narchi, datata il 20 novembre i5oo, esponendo in essa, ch'egli co' 
fratelli veniva in ceppi. Fernando ed Isabella n' ebber vergogna 5 
ordinarono che fosser posti in libertà; e che l'Ammiraglio andasse 
alla Corte in Granata, ove fu accolto dalle loro Altezze con lieto 
volto, e con dolci parole. 

Poco stette il Colómbo a conoscere, che l'accoglimento cortese 
non era che un velo , onde cuoprire agli occhi del mondo la mo- 



/ 



(Ivi) 

struosa ingratitudine , della quale egli esser dovea la vittima. I Mo- 
narchi di Spagna soscrissero nel i5oi, addì 27 settembre una de- 
claratoria intorno all'azienda dell'Eroe (Cod. face. 246) nella quale 
determinan quanto, e come, si debba restituire di ciò che il Bo- 
vadiglia aveva a lui rapito. E tal declaratoria è contraria a* privilegi 
e diritti del Colombo } il quale si difese con due scritture, che ora 
per la prima volta compariscono in questo Codice (Doc. 4 2 e 43)» 
Ma la Corte, mettendo in non cale le ragioni di lui, spedì la de- 
claratoria al Commendator di Lares, dato per successore all'infame 
Bovadiglia nel governo della Spagnuola; acciocché a norma della 
regia dichiarazione facesse restituire i beni usurpati all' Ammiraglio* 
Osservisi ancora, che nelle regie carte spedite dopo la prigionia di 
Cristoforo si ommette il titolo di nostro Viceré e Governatore dette 
Indie, quasi che le accuse de' sediziosi , e la violenza praticata dal 
Bovadiglia senza veruna forma legale, fosser motivi sufficienti a spo- 
gliare il Discopritore di quelle due prerogative cosà importanti. In- 
tanto quell'uomo che alla Spagna avea dato un nuovo emisfero, 
viveva miseramente in quel regno ; non aveva casa propria} e se vo- 
leva desinare , cenare y o dormire , come scrive egli stesso nella let- 
tera ristampata dal Bossi (face. 211) non aveva, salvo l'osteria, 
ultimo ref ugio $ e il più delle volte non sapea di che pagare lo 
scotto. L'ingratitudine della Corte, il disprezzo degli Spagnuoli, e la 
povertà , nella quale si trovava ravvolto con tutti i suoi , gli strap- 
parono dalla penna que* tratti alquanto amari, ma sinceri, che si 
leggono nella sua lettera alla nutrice del Principe Reale, e nell'al- 
tra dianzi citata. Allora fu eh' egli pensò nuovamente all' Italia , e a 
Genova sua patria. Coltivò l'amicizia di Nicolò (Merico, ambascia- 



C i«i ) 

tore de' genovesi nella Spagna, e di Angelo Trevisani ,* Segretario 
dell'Ambasciator veneziano alla stessa Corte. All'Oderico mandò due 
copie de'privilegj ottenuti da' Monarchi di Spagna , a perenne me- 
moria delle sue imprese , e probabilmente della triste mercede che 
ne aveva ottenuta : una copia somigliante aveane promessa in Gra- 
nata nel 1 5o 1 al Trevisani \ ma non sappiamo , se la cosa ricevesse 
esecuzione. \ 

Pareva oggimai, che l'Eroe più non pensasse al nuovo mondo 5 
e che il Ministero si compiacesse di lasciarlo confuso nell'avvili- 
mento, e nella povertà. Pur alla fine si deliberò di occuparlo in un 
quarto viaggio 5 con espressa condizione (Doc. XLI) che nell'an- 
dare all'Indie occidentali non toccasse la Spagnuola; e soltanto nel * 
ritorno potesse fermarvisi alcun poco in caso di necessità. Ottenne 
di potervi condurre Ferdinando suo figlio, allora in età di 12 anni, 
e che la razione (ragion) a lui spettante, come paggio della Regina, 
fosse data al primogenito D. Diego. Andò con lui anche il fratello 
Bartolommeo , e un gentiluomo genovese , personaggio di gran cuore, 
chiamato Bartolommeo Fieschi. La squadra formata di quattro navi- 
gli con i5o persone, partì dal canale di Cadice a' 9 maggio i5o2. La 
storia di questo viaggio si ha nella lettera del Colombo più volte cita- 
ta , riprodotta dal Bossi. Qual noi l'abbiamo * alle stampe , è in rozza 
lingua italiana , con molti idiotismi genovesi j e questa osservazione 
ne può far credere, che la traduzione sia lavoro del Fieschi. Vuoisi 
notare che nell' edizione si trovano queste parole ( face. 209 ) : c< Dùn- 
» que ogni fiata, Lettore, che troverai leghe, caverai per discre- 
» zione quanti miglia saranno. » È chiaro, non essere queste pa- 
role , se non che una postilla marginale , intrusa nel testo. Tornando 



( lviii ) 

al viaggio, il Colombo passò dalle Canarie alle isole occidentali in i6 
giorni. E perchè una Caravella veleggiava male , andò a S. Domingo 
per commutarla ; e per salvarsi nel porto da una orribile tempesta , 
che prevedeva assai vicina. Il Commendator di Lares non volle che 
entrasse; ed avvisato dall'Eroe a non lasciar salpare per otto giorni 
un convojo di 28 navigli, che ritornava in Europa, sprezzò l'avverti- 
mento. Venne la procella; delle 4 uav * del Colombo niuna si per- 
dette , quantunque sopportassero incredibil travaglio j ma di quelle 
28 se ne affonda ron 24, sopra le quali era il Bo va diglia con gli altri 
congiurati, e colla miglior parte de' tesori tolti all' Eroe, ed a' miseri 
indiani. Seguitando Cristoforo la sua navigazione toccò il porto del 
Brasile } le isole Pozze, e quella di Guanari; in questa sbarcò Barto- 
lommeo suo fratello per aver notizia di quegl' isolani , e pigliò una 
canoa, che aveva una coperta di foglie di palma; la guidavano 25 
uomini} e sotto la coperta stavano le donne, i fanciulli e le merci. Si 
maravigliarono gli europei di due cose; che le femmine si cuoprivano 
come le more di Granata con un lenzuolo di bambagia; e che gli 
uomini avean coltelli di rame. Continuando il viaggio con la spe- 
ranza di trovare uno stretto in fondo del gran golfo, che noi chia- 
miamo del Messico , costeggiavano la terra ferma ; della quale , a' 1 7 
agosto i5o2, Bartolommeo Colombo, Prefetto delle Indie, prese il 
possesso con le solite formalità. Ma una tempesta, delle più orri- 
bili che mai si vedessero, turbò il piacere de 9 naviganti : per molti 
giorni non viddero né sole, né stelle: le vele rotte, le ancore per- 
dute , i navigli aperti facevano palpitare i più audaci marina) : Cri- 
stoforo infermo di gotta, è di afflizioni, si attristava del piccolo 
figlio e del fratello ch'egli quasi per forza avea condotto , e affida- 



(lix) 

togli il più tristo naviglio} e da una cameretta fabbricata sul ca- 
stello di poppa dava gli opportuni provvedimenti. Scampato da tanto 
pericolo, racconciò le navi alla terra di Cariai ,/ toccò il lido di Ca- 
rambarù, dove le genti portano al collo uno specchio d'oro 5 andò 
a Beragua; ed a' 28 ottobre fu portato dal vento ad un porto ch'egli 
chiamò porto delle vettovaglie ( de los Bastimentos ) : un' altra tem- 
pesta l'aggirò per nove giorni così, ch'egli disperava della vita : le 
folgori erano sì tremende, e sì frequenti, che il cielo pareva ne ar- 
desse. 11 giorno dell'Epifania ritornò a Beragua, e si ricoverò nel 
fiume vicino: cadde pioggia senza mai cessare fino a* 14 di febbrajo; 
e i legni corsero grandissimo pericolo. Il fratello Bartolommeo con 
dite guide indiane, e 70 uomini, andò a riconoscere il paese, che fu 
trovato ricco d'oro : epperò il Colombo , accordatosi col Quibian , che 
tal nome danno quelle genti al Principe , fabbricowi alcune case co- 
perte di paglia, con disegno di fondarvi una colonia mercantile. Gl'in- 
diani assaltarono all'improvviso il nuovo stabilimento; ma furono 
rispinti, e il Quibian con la moglie e i figliuoli rimase prigione. 
Tuttavia ebbe maniera di fuggire co' figli , e far guerra più crudele 
agli europei , abbattuti da un' altra disavventura. I venti aveano chiusa 
la foce del fiume ; e in aprile , tutti i naviglj eran corrotti : scavossi 
un canale per trarli di quel luogo; e il mare^ingrossando impedì 
l'esecuzione del progetto. Alla fine dopo molte scaramucce co na- 
turali del paese , nelle quali il Prefetto riportò una ferita , dopo im- 
mensi travaglj , dopo aver dato al monte più alto il nome di S. Cri- 
stoforo , lasciando nel fiume una caravella tutta foracchiata , che non 
potea più navigare, si parti tutta la gente da quel luogo infelice. Iu 
Belporto abbandonò un altro legno; e con que' due che restavano, 



(k) 

privi di battelli , e di provvigioni , tentò andare alla Spagnuola: e 
contrastando al suo intendimento il mare e i venti, perdute tutte 
le ancore , fuori di una sola , approdò quasi per prodigio all' isola 
Giamaica sul cadere del mese di giugno i5o3. Quivi riposatisi al- 
quanto, spedirono sopra due Canoe fornite di vogatori indiani, 
Diego Mendez e Bartolommeo Fiesclii alla Spagnuola a chieder vet- 
tovaglie, e navi per sortire dalla Giamaica 5 stantechè le due cara- 
velle del Colombo non erano atte al navigare. Poco dopo tal par- 
tenza, due fratelli Porras, sollevando gli Spagnuoli contro all'Am- 
miraglio che giaceva infermo , presero alcune canoe , e seguitati da 
molte persone si partirono per Haiti, ma non potendo vincere i 
venti contrarj scannarono i vogatori indiani ; ed ebbero a ritornate 
nella Giamaica , ove commisero innumerevoli eccessi. In questo tempo 
i naturali dell'isola^ cominciarono a negare le vettovaglie; e il Co- 
lombo con annunziar loro che tal barbarie sarebbe punita dal Dio 
del Cielo, e che fra poche ore ne vedrebbero il segno nella Luna 
( e veramente quella notte seguì un eclissi lunare ) gì' indusse a 
provvedere in abbondanza le cose necessarie. Arrivò frattanto una 
caravella a visitare Cristoforo in nome del Lares Governatore della 
Spagnuola, e senza far altro che consegnargli un barile di vino, e 
alquanto di carne salata di majale , con una relazione del prospero 
viaggio dei due inviati , se ne partì sull' istante. Questo tratto inu- 
mano confermò i sediziosi nelP idea , che il Colombo fosse in odio 
alla Corte , e che perciò il governatore della Spagnuola lo abbando- 
nasse a morire nella Giamaica. Ritornarono adunque alla congiura , e 
si preparavano ad un assalto. Ma Bartolommeo armati i suoi fedeli 
fu addosso a que' vili, e con la morte di molti , calmò la sedizione. 



(hi) 

Era già per finire il maggio del 1 5o4 , quando approdò alla Gia- 
maica una nave comperata dal Mendez nella Spagnuola co* denari 
del Colombo. Sopra di questa s' imbarcarono a* 28 giugno amici e 
nemici; entrarono nella città di S. Domingo, dove il Governatore 
accolse con allegrezza menzognera l'Ammiraglio ; ma liberò il Porras , 
capo de' congiurati, che il Colombo conduceva prigione nella Spagna. 
Partirono da quella città a' 12 settembre. Il viaggio era contristato 
dalle tempeste , e dalla podagra che inchiodava nel letto l' Ammira- 
glio. Tuttavia ebbero la sorte di prender terra nel porto di S. Lucar 
di Barremeda ; ove il Colombo si fermò a riposare da tante vigilie , 
contraddizioni , ed infermità. La Regina Isabella , sua protettrice , 
avea cessato di vivere : Ferdinando continuava a contrariare 1' Eroe , 
e meditava annullarne i privilegj. E già gli aveva distrutti col fatto , 
concedendo a molti avventurieri il permesso di andare alla scoperta 
di nuovi paesi nelle Indie occidentali. 

Cristoforo vinto da tanta ingratitudine , oppresso dalla gotta , e 
dalle passate fatiche , abbattuto d'animo nel vedersi povero ed ab- 
bandonato , dopo aver aperto il nuovo emisfero alla nazione spa- 
gnuola; parti da questa vita con sentimenti di somma religione il 
giorno venti maggio dell'anno i5o 6. Accadde la sua morte in Va- 
gliadolid; ma il suo corpo trasportato in Siviglia, ebbe sepoltura 
con funebre pompa nella Chiesa maggiore} e fu onorato per ordine 
del Re Ferdinando, che non invidiava la virtù degli estinti, di un 
epitaffio in lingua spagnuola, scolpito io marmo, che dice così: 

A CASTILLA Y A LEON 
NVEVO MONDO DIO COLON 



(hii) 

La traduzione letterale , benché poco necessaria, sarebbe la se- 
guente : 

A Castiglia ed a Leon 
Nuovo Mondo die Colon. 

Questa è l'unica iscrizione , che sia degna dell' immortai discopri-* 
tore del nuovo Mondo. La gloria di questo Eroe Genovese sarà 
sempre impareggiabile. Un conquistatore potrà superare Alessan- 
dro; un poeta potrà scrivere meglio di Virgilio: niuno saprà mai 
emulare il Colombo; perchè più non rimane a scoprirsi un nuovo 
Emisfero. ( Bossi ). 

L'Eroe lasciò due figlj; Diego nato da Filippa Mogniz Pelestrello, 
e Ferdinando, non legittimo frutto di Beatrice Enriquez. Quest'ul- 
timo venuto a luce nel i49°> ° poco prima ; entrò nei Clero; pose 
l'animo nello studio delle lettere; viaggiò per l'Europa cercando li- 
bri da formare una insigne biblioteca; trasse di Fiandra due lette- 
rati, Nicolò Clenardo e Giovanni Vaseo, e gli ebbe a' suoi servigj: 
venne a Genova, patria del suo genitore, e morì nella città di Si- 
viglia l' anno 1 54o , o 4 l > lasciando a' PP. Domenicani di essa 
città la sua libreria copiosa di dodici mila volumi. 

Diego succedette nei diritti ed onori del padre. Ebbe un figlio 
nominato Luigi, che per via di compromesso con Carlo V, conservò 
il titolo di Ammiraglio delle Indie; ma cedette la dignità di Viceré 
ottenendone in permuta l'isola di Giamaica col titolo di Marche- 
sato; e rinunziò al diritto di Governatore, ricevendo in cambio Be- 
ragua col titolo di Ducato; ed una pensione di io mila doppie d'oro 
in luogo del 'decimo assegnato all'Eroe sulle produzioni delle Indie. 



( lxiii ) 

Luigi non ebbe che un figliuolo spurio chiamato Cristoforo; e per* 
ciò nelle sue ragioni gli fu successore D. Diego figlio legittimo di 
Cristoforo fratello cK Diego. Mancò D. Diego nel 1678 senza prole. 
Vuoisi notare in questo luogo , che Luigi Colombo , persona , di vita 
dissoluta, venuto a Genova intorno al i568, portò seco l'istoria 
MS. dell'Eroe, composta in lingua spagnuola da D. Ferdinando, la- 
sciandola in mano del Patrizio Fornari, dal quale passò ad un altro 
Patrizio Gio. Batt. de Marini. Questi andatosene a Venezia, fé' tra- 
durre in italiano da un letterato spagnuolo, detto Alfonso Ulloa, il 
testo a penna; il quale così tradotto venne pubblicato in quella città 
l'anno 1671, in 8.° L'originale spagnuolo si è perduto. Sarebbe dun- 
que una temerità manifesta l'affermare che il traduttore interpolò la 
storia di Ferdinando. Che se altri sospettasse d'interpolazione riguardo 
alla patria dell'Eroe, noi il pregheremo a recarsi in mano XAsia 
del Barros, fatta italiana dallo stesso Ulloa, ed impressa in Venezia 
nel i562 in 4*% ed a leggervi a carte 55 le parole seguenti: *« Sì 
come tutti affermano, Cristoforo Colombo era di natione genovese. «= 
Spentasi adunque la linea retta mascolina discendente da Cristo- 
foro^ destossi la più famosa lite civile, che mai vedesse l'Europa. 
Il Diego, defunto nel 1578, aveva una sorella di nome Francesca 
(probabilmente naturale) maritata col Licenziato Ortegon. L'altro 
Diego padre di Luigi, a vea lasciato tre figlie, Maria, monaca pro- 
fessa in un convento di Vagliadolid; Giovanna, entrata per matri- 
monio nella potente Casa di Toledo; Isabella, sposata al Conte Gior- 
gio di Gelves della famiglia di Portogallo. Anche lo spurio Cristo- 
foro faceva sentire le sue ragioni. Dal Genovesato non si mosse che 
Bernardo Colombo di Cogoleto, il quale pretendeva discendere in 



( 1*ÌY ) 

linea retta da Bartolommeo fratello dell' Eroe. In questi tempi viveva 
in Genova Baldassarre Colombo de'Signori di Cuccaro e di Conzano 
nel Monferrato, Costui aveva in moglie , secondo il mio MS, de' Do- 
cumenti Lomel/inij face, 77, n.° 126, anno ìfyS, la N. D. Livia 
figlia di Raffaele Usodimare Oliva e di Benedettina Lomellini, ed 
abbondava meglio di nobiltà che di ricchezze. E perchè nel leg- 
gere la Storia di Colombo scritta da Ferdinando, trovò che il pa- 
dre dell'Eroe si chiamava Domenico, ricordandosi che tra' suoi ascen- 
denti di Cuccaro si numerava similmente un Domenico, entrò in 
pensiero di concorrere all'eredità giacente del gran Cristoforo. A tal 
oggetto se ne andò nel Monferrato; mosse i congiunti e gli amici 
a dar favore al suo disegno; formò un albero genealogico, che nel 
sec. X aveva illustri radici; indusse alcuni terrazzani de' luoghi vi- 
cini a deporre che lo Scopritor dell'America era nato nel Castello, 
e da' Signori di Cuccaro; e fornito di tali presidj, passò nella Spa- 
gna} dove si ostinò a contendere fino al 2 dicembre 1608, nel qual 
giorno ebbe il possesso dell'eredità Don Nugno Gelves di Porto- 
gallo, per le ragioni d'Isabella Colombo. Baldassarre morì nella Spa- 
gna \ e suo figlio ritornato in Italia spargea voce, a ricoprire la con- 
fusione della meritata sentenza contraria, d'aver fatta una compo- 
sizione colla parte avversa, ricavandone dodici mila doppie d'oro: 
ma Ignazio De Giovanni, dotto Canonico di Casalmonferrato , non 
volle prestar fede a quella millanteria; perchè la casa de' Colombo 
di Cuccaro continuò ad essere^ involta nella povertà. Bernardo Co- 
lombo di Cogoleto non fu ammesso alla lite , stantechè Bartolom- 
meo, Prefetto delle Indie, dal quale pretendeva discendere, non 
aveva lasciato prole riconosciuta. Don Diego, altro fratello dell'Eroe 



(kv) 

morì similmente senza figlj. Cristoforo lo spurio, non potè reggere 
al paragone della discendenza legittima per linea femminile. 

Non imporremo il fine alle nostre ricerche istorìche, senza ricor- 
dare i testamenti ed i codicilli del Colombo. Egli avea dichiarato 
la sua volontà con testamento del 1498 noto all'Herrera, al Sali- 
nero -ed al Campi} pubblicato da una copia imperfetta nella disserta 
del 1 808 ^ e perciò criticato ; ed in fine impresso negli Atti dell' Ac- 
cademia di Genova con la dovuta esattezza. In questo documento 
l'Eroe dichiara d'esseT nato in Genova; e raccomanda a D. Diego 
suo figlio di onorare perciò quella città, e procurarne i vantaggi. 
Né Diego dimenticò l'avviso paterno, perchè avendo la Corte di 
Spagna con severissimo bando chiuso il nuovo mondo agli stranieri, 
egli' tanto si adoperò che ne fé' temperare alcun poco il rigore a van- 
taggio de 9 soli Genovesi. Il testamento citato non ebbe effetto , per 
aver dichiarato il testatore che si dovesse tener conto dell'altro fatto 
il 1/ di aprile i5o2, e depositato presso il P. Gasparo nella Cer- 
tosa di Siviglia. Ma questo secondo non è alla luce, e gli eredi 
amaron meglio di lasciarlo in dimenticanza; di che non sappiamo 
il motivo: né perciò sarebbe temerità il sospettare che l'Eroe vi 
avesse versata l'amarezza del suo cuore contro alla corte. Abbiamo 
alle stampe un codicillo scritto in Segovia da Cristoforo nell'ago- 
sto del i5o5; e rogato in Vagliadolid il 19 maggio i5o6. E rela- 
tivo al testamento del i5o2. Potrebbesi dubitare, se l'editore lo 
abbia tratto da un esemplare perfetto in ogni sua parte. Assai più 
famoso è il codicillo dell'Eroe fatto all'uso militare, e scritto in 
una pagina bianca di quell'uffizio, che già dicemmo a lui donato 
dal Pontefice Alessandro VI. Ha la data di Vagliadolid , 1 4 maggio 



/ 



( kvi ) 

i5o6. I difensori di Cuccaro , avendone sotto gli occhj una copia 
imperfetta , ci trovarono motivi , onde sospettare della sincerità di 
tal documento } che l'Andres, il Tiraboschi, e il dotto Mons. Gae- 
tani tenevano per genuino. Un illustre Patrizio genovese assistito 
da uji letterato oltramontano, ricopiandolo con esattissima diligen- 
za , dileguò quelle opposizioni fondate sopra una falsa lezione. A co- 
loro che dimandano se Alessandro IV pensava a' libri di devozione, 
rispondiamo che mal conoscono quel Pontefice } il quale usò non 
una volta verso de' fedeli di un zelo sacerdotale , che sventuratamente 
non seppe rivolgere a sé stesso, ed a' suoi. Indicheremo poi uno 
scritto del Sig. Ab. Cancellieri, pubblicato nelP Effemeridi Romane^ 
ove si dà notizia di molti effetti arrestati alla Dogana di Bologna*, 
i quali Cesare Borgia, appena spirato Alessandro, spediva alla Du- 
chessa di Ferrara sua sorella. Esaminate le casse si verificò essere 
piene di arredi proprj del Papa } e tra questi si registra un Uffizio 
della B. V. 

Nel Codicillo militare riconosce il Colombo per la sua patria la 
Rep. di Genova^ onde non è maraviglia che gli Avvocati de' Signori 
di (Uuccaro si sforzino di censurare un documento che si oppone 
a 9 loro disegni. Appiè di questo Codicillo, come anche nelle lettere 
a Nicolò Oderigo, che fanno parte del nostro Codice, Cristoforo si 
serve, nella soscrizione, di una cifra formata da sette sigle nella 

maniera seguente: 

S. 

S . A . S 

X,;M. Y. 

Ma queste sigle, dicono gli avversar),* sono inintelligibili; dunque 
la cifra, e però il Codicillo, sono imposture. Qui verrebbe in ac- 



s 



( Ixvii ) 

concio il cui' borio di Cassio. Queir Uffizio della B. V. fu scoperto 
sopra un muricciuolo di Roma, e comprato per pochi bajocchi. Un 
impostore capace di formare un documento che può far nascere con- 
tese tra gli eruditi, non si pone al lavoro per cinque bajocchi. Né 
tutto ciò, che altri non intende, si vuol dichiarare impostura. Han- 
no i Francesi la clausola legale Clameur de Haro^ ha l'Augusta Casa 
di Savoja il motto famoso FERT. In vano i letterati tentarono di 
spiegare questi arcani^ e del Fert in ispecie se ne dichiara ingenua- 
mente negli Atti della R. Accademia di Torino voi. 25 , S. E. il Sig. 
C. te Galeani Napione, e simil dichiarazione avea già fatta il dottissimo 
Bar. Vernazza. Che sarebbe poi se quelle sigle si potessero spiegare 
con somma facilità? Narra D. Ferdinando nel cap. 3 , che se l'Eroe 
suo padre alcuna cosa aveva da scrivere, non provava la penna 
senza prima scrivere queste parole: sa Jesus cum Maria sit nobis in 
via «■ Abbiamo già fatto avvertire , che Cristoforo , dopo le dignità 
ottenute mutò l'antica sua sottoscrizióne; e ragion voleva che mu- 
tasse similmente la cifra. Ora si osservi, che le lettere sovrapposte 
alle tre inferiori sono alquanto più piccole: e perciò si possono ri- 
guardare come le finali delle voci: con tal avvertenza così leggerem 
la cifra: Xristus, Sancta Maria, Yoseplms $ ovvero per accostarci 
di più al sit dell' antica soscrizione : Salva-ine Xristus , Maria , Yo- 
sephus. In fine, debbono esser giudici del Codicillo non gli Avvo- 
cati di Cuccare, ma coloro che non hanno interesse nella quistione; 
e tali sono l' Andres , il Tiraboschi , Mons. Gaetani , e il Cav. Bossi ; 
i quali tutti l'ebbero per genuino. Sono da scusare i nostri av- 
yersarj , se dubitarono della sincerità di uno scritto ricopiato 
con errori gravissimi : ma ora che lo abbiamo alle stampe in 



( lxviii ) 

maniera conforme all'originale, combatterebbe una fantasima, chi 

ripetesse le prime censure. 

A compier la storia del Colombo, faremo osservare, che sì nel 
testamento , come ne' due codicilli , non è memoria alcuna de* suoi 
genitori} ciò significa, ch'eglino avean già terminati i suoi giorni. 
Della madre Susanna, nulla si sa di certo \ ma ella viveva nel 14689 
perciocché in un rogito conservato nelP archivio di Savona, si ha 
che Giacomo ( nella Spagna Diego ) fratello di Cristoforo contava 
1 6 anni compiti a' 1 o settembre 1 484» nel qual giorno si pose ad 
imparare l'arte di tessitor di panni nel lanifizio di Luchino Cada- 
martori. Negli atti del citato archivio Domenico Colombo padre 
del gran Navigatore , è nominato come vivente fino all' anno 1 484 • 
nel pubblico archivio di Genova si vede il suo nome fino, al 1489* 
Ma eh' egli vivesse fino al 1 494 Sl raccoglie da un testamento 
del quale ho copia , rogato in Genova presso a S. Stefano , cui Do* 
menico Colombo olim textor pannorum è testimonio. Egli è dun- 
que evidentissimo , considerata l' età , che il nostro Domenico textor 
pannorum, e vivente nel i494> non ^ a punto che fare col Dome- 
nico Colombo de' Signori di Cuccaro e di Conzano, morto Panno 
i456. E acutamente disse il Tiraboschi, che la pretensione del Mon- 
ferrato sarà sempre una vanità, fino a che non si dimostri essere 
impossibile che nel secolo stesso vivessero due Domenico Colombo. 
La menzione fatta dall'archivio di Savona, m'invita a far osservare, 
che non sussistono punto due accuse date a Giulio Satinerò, che 
fu il primo a pubblicare i documenti sopraccitati. Dicono adun- 
que, ch'egli intendeva far credere che il Colombo fosse savonese; 
e quell' erudito (face. 333) dichiara doversi riguardare prò monstro 9 



( lxà ) 

chiunque negasse a Genova il vanto d'esser patria di quell'uomo 
incomparabile. Aggiungono che in quelle carte compajono come per- 
sone reali, un Sejo ed un Tizio. Ma se avessero dato una occhiata 
al margine del libro, ci avrebbono letto ficta nomina dignis de 
causisi e i veri nomi vennero palesati dall'Archivista Bell oro, e pub- 
blicati in Torino, dal Bar, Vernazza nel 18 io, allorquando questo 
dotto Consigliere di S. M. ebbe pentimento, benché natio d'Alba 
in Monferrato, d'avere in qualche maniera approvata la pretensione 
de' Signori di Guccaro: il qual pentimento ravviserebbe nel Sordi 
chiunque leggesse ad animo riposato la protesta , con cui quel chiaro 
giureconsulto monferrino termina la sua allegazione (Gons. 241) di- 
stesa in favore di Baldassarre Colombo. Desidero intanto che i leggi- 
tori di questa prefazione sieno informati, che dopo tanti contrasti, 
l'antica sentenza sulla patria del Colombo piace sempre più agli ama- 
tori del vero. Le ragioni de' genovesi , e gli argomenti contrarj degli 
Avvocati di Cuccaro furono freddamente e sagacemente discussi dal 
Cav. Bossi nelle Note alla Vita del Colombo*, da S. Em. il Sig. Card. 
Zurla nell'opera dottissima de' Navigatori Veneziani \ e dagl'illu-* 
Stri Giornalisti di Edimburgo nella loro Revista ^ sotto l'anno 1816. 
Chi vorrà contrastare a tanto senno? Chi vorrà chiuder la mente 
a'principj del retto discorso, e a 9 fondamenti della giurisprudenza? 
Attenghiamoci con saldo affetto alla verità} che Terrore quantun- 
que dolce, o vantaggioso, non è però meno deforme j e il prendersi 
diletto di spargere dubbj sulle cose certe, può condurre insensibil- 
mente ad un funesto pirronismo. 

Or, che abbiamo scorsa rapidamente, ma con esattezza, la vita 

dell' Eroe , dobbiam parlare del Codice Diplomatico , che viene 

k 



■ 



«•j 



(lxx) 

finalmente alla luce. E innanzi tratto, ne daremo una descrizione 
bibliografica , per coloro che non potessero aver la sorte di esami- 
Bare quel prezioso manoscritto. 

Il Codice è di pergamena, in forma di foglio piccolo-, legato in 
cordovano} con due mappette d'argento per parte 5 e chiuso in una 
sacca di cordovano, la quale aveva anticamente una serratura di 
argento citata nella 2/ Lettera autografa del Colombo ; ed ora è per- 
duta, restandovi soltanto il segno della sua primiera esistenza. 

A principio del Codice si trova una lettera originale di Filippo II 
Re di Spagna, al Doge di Genova Ottaviano Oderigo. 

Segue un foglio di pergamena j nel tergo del quale si legge un 
ricordo spettante a Lorenzo Oderigo, il quale nel 1670 (o 1669) 
donò questo Codice alla Repubblica. 

Appresso viene il frontespizio in lettere nere e rosse, con rabe- 
schi a penna: le lettere sono quasi gotiche. Nel tergo è lo stemma 
del Colombo 5 qual usavalo dopo avere scoperta V America, e otte- 
nuta la dignità di Ammiraglio, Viceré e Governatore delle Indie. 

Il foglio seguente contiene la tavola de' Documenti rapportati nel 
Codice. 

Cominciano poi i Documenti medesimi: ed occupano carte f\i 
numerate soltanto da una parte. Le iniziali sono miniate e rabescate: 
l' argomento si legge nel margine scritto di bel carattere con minio 
vivissimo. Rigorosamente parlando il Codice finisce a tergo della 
carta 4 2 > ove sono le soscrizioni de'Notaj e degli Alcaldi di Sivi- 
glia; davanti ai quali si trasse dagli originali la copia presente. 
Segue in otto facce di pergamena la Bolla di Alessandro VI per la 
famosa linea di mar e azione. Vengono appresso altre otto facce di 



( I«i ) 

documenti, scritti dopo que'primi, e legalizzati nelle forme consuete. 
Seguono cinque carte, o sia foglietti, in bianco. 

Viene poi una scrittura, nella quale Cristoforo commentando 
i suoi privilegj difende i suoi diritti} ed occupa tre facce, restando 
in bianco la quarta. 

Somigliante si è la scrittura, che si legge appresso; nella quale 
Colombo medesimo commenta la Capitolazione fatta coi Re Catto- 
lici al principio della spedizione per la scoperta; e difende i suoi 
diritti con molto calore, e forza di ragioni; occupando con essa 
9 facce, e piccola parte della decima. 

Poscia troviamo la lettera dell'Eroe alla Nutrice del Principe D. 
Giovanni: occupa io facce del Codice. 

Nell'ultima carta si notano le varie copie de' privilegj originali del 
Colombo; e con ci'ò termina la parte del MS., che è in pergamena. 

Vengono in seguito le due lettere autografe dell'Eroe all'amico 
Nicolò Oderigo, scritte in carta, ed incollate al Codice. 

Si trova similmente dopo le lettere una copia della risposta del 
Magistrato di S. Giorgio al Colombo: non sarà errore il dire che 
tal copia fu scritta ne' primi anni del sec. XVI, considerandone la 
forma de' caratteri , e confrontandola con altre antiche scritture. 

In fine si vede uno schizzo gettato sopra mezzo foglio di carta , rap- 
presentante una pittura simbolica del Colombo e della sua scoperta. 

Questo Codice, con altro affatto simile, fu mandato dal Colombo 
per mezzo di Francesco de Rivarolo al suo confidente Nicolò Ode- 
rigo, incaricandolo di riporli in tal luogo, ch'egli giudicasse più si- 
curo e darne avviso a D. Diego primogenito di Cristoforo. Questa 
cautela è un nuovo indizio, che l'Eroe non aveva deposto il pen- 



( Ludi ) 

siero di ricondurre nell'antica sua patria, o tutta, o in parte, la sua 
famiglia} e perciò voleva che il figlio sapesse in che luogo si cu- 
stodissero i documenti del genitore, L'Oderigo, qualunque ne fosse 
la cagione, ritenne in sua casa i due Codici} ad uno de 9 quali (ed 
è quello che ora vien pubblicato) unite furono le due lettere ori- 
ginali di Cristoforo a Nicolò \ e la lettera autentica di Filippo li 
ad Ottaviano Oderigo eletto a Doge della Repubblica. Lorenzo Ode- 
rigo pensò di ben meritare dalla patria, donandole ambedue i MS., 
e n'ebbe attestato e grazioso Decreto de' Seri* Collegf, li io Gen- 
najo 1670, come si legge in un ricordo scritto sulla parte retro 
della prima carta del nostro Codice. Ne' turbamenti civili e mili- 
tari degli ultimi tempi , gli archivj segreti del Governo di Genova , 
ebbero a soffrire molte vicende: uno dei due Codici venne tra- 
sportato da Genova a Parigi} e fino a 9 29 Gennajo 1821, non si era 
ancor potuto ricuperare dal Governo di S. M. l'Augusto nostro So- 
vrano; di che ci assicura una lettera di S. E. il Sig. G* Galeani 
Napione agi' IH."" Signori Sindaci di Genova. L' altro Codice , che 
si credeva perduto , ricomparve dopo la morte del Senatore Conte 
Michelangelo Cambiaso. Perciocché dovendosi vendere al pubblico 
incanto nel mese di luglio del 1816 la copiosa libreria di quel Pa- 
trizio, ed essendosi formato a tale oggetto il Catalogo, impresso dal 
Bolognesi (Genova 1816 in 8.*) vi si trovò registrato sotto il n. # 1922 
il Codice de' Privilegi del Colombo. Il Corpo Decurionale della città 
desiderava sommamente di farne l'acquisto trattandosi di un mo- 
numento così importante per la gloria de' genovesi, ed aveva otte- 
nuto dagli amministratori dell' Eredità Cambiaso , che ne sospender 
ser la vendita, fino a che fosse noto il volere di S. M., alla quale 



N 



9» 

99 



(kxiii) 

umiliarono il lor desiderio. L'intenzione Sovrana fu, che venisse 
spedito a Torino, e riposto negli archivj di Corte: ed a S. E, il Sig. 
Conte Carbonara primo Presidente del R. Senato di Genova, fu dato 
l'incarico di farla eseguire senza ritardo} come consta da una lettera 
del giorno 17 marzo 1817 , che il Sig. Conte Bor garelli, allora pri- 
mo Segretario di Stato per gli affari interni, diresse al Sig. Conte 
Carbonara: " Mi trovo nel caso, così la lettera, d'incaricare V. S. 
„ IlL"* ed Ecc."* di dare sollecitamente gli opportuni ordini, affin- 
„ che da chiunque possa ritenere i Privilegj ec. in un con le due 
„ lettere annesse dello stesso Colombo ed autentiche, ed una copia 
di lettera scritta dal Magistrato di S. Giorgio a Colombo, ec. ven- 
gano indilatamente rimessi ec. „ Tuttavia non restò senza effetto 
il desiderio del Corpo Decurionale di Genova} perchè S. M. si de- 
gnò di far mettere ne' suoi archivj di Corte una copia esattissima 
del Codice fatta eseguire in Torino, compiacendosi graziosamente di 
concedere ai voti de' genovesi l'originale} che nel giorno 29 gennajo 
1821 fu consegnato al Sig. Cav. Nicolò Solari, Consigliere di S. M., 
dal quale venne rimesso in Genova ai Sigg. March. Girolamo Cta- 
taneo , e Aw. Matteo Molfino , che di quel tempo eran Sindaci } ed 
a' quali fu poi affidata la cura di far innalzare il monumento} non 
che di far tradurre e pubblicare il Codice stesso, come ora si esegui- 
sce. Ottenuto il Codice, si deliberò nel Consiglio particolare de' 3i 
luglio 1821 , che fosse eretta una custodia, o monumento , nel quale 
si potesse conservare con la dovuta sicurezza , e decoro. Il Consiglio 
generale approvò la deliberazione il giorno 16 agosto 1821, e fu 
eretto il Monumento marmoreo disegnato dal Sig. Carlo Barrabbi- 
no, Architetto della Città, ed eseguito dallo Scultore Sig. Peschiera. 



\ 



( lxxiv ) 

Al monumento si volle, e con ogni ragione, che fosse sovrappo- 
sta 1' effigie dell' Eroe. Del quale molti sono i ritratti ; ma non 
awene uno che all'altro somigli. 1 Signori Colombo di Guccaro 
facevano vedere un busto dipinto in tavola, e il davano come ge- 
nuino ritratto di Cristoforo , per la ragione , che essendo il Colom- 
bo nato in Cuccaro, si dee presumere, che i veri lineamenti di 
Lui , si fossero gelosamente serbati in famiglia. Questo raziocinio 
eade a terra , sì perchè suppone ciò che non è , riguardo alla na- 
scita del gran Navigatore ; sì ancora , perchè nella ipotesi di que' 
Signori , essendo fuggito Cristoforo in età di 4 o 5 anni , senza che" 
pia si lasciasse vedere sul Monferrato , senza che parlasse giammai di 
Cuccaro, né mai scrivesse a* pretesi suoi congiunti, come poteasi 
avere in quel Castello il sembiante dello Scopritor dell' America ? 
E l'incisione di quella Tavola pubblicata nel 1808 fa toccar con 
mano , non aver punto di somiglianza con le fattezze dell' Eroe , 
minutamente descritte da Ferdinando suo figlio, come or ora ve- 
dremo ^ né i critici ammetteranno mai, che un dipinto eseguito da 
persona che non potè vedere l'originale, abbia conservate meno 
infedelmente le tracce del volto, che non la descrizione fatta dal 
figlio, e dal compagno stesso del Colombo. Alcune volte, scriveva 
il Conte Perticari al valente pittore Agricola, le parole dipingono 
quanto le linee de* disegnatori} e fondato sopra questo principio 
verissimo, non volle che il lodato artefice si limitasse a ricopiare 
l' effigie di Dante lavorata dall' Orcagna ; ma gli pose sotto gli occhi 
la descrizione delle sembianze del Poeta , lasciataci dal commenta- 
tore Benvenuto da Imola. Niuno poi si lusinghi che la Spagna possa 
mostrarne il vero ritratto di Cristoforo. Osservò l'erudito Baron 



(Llxv ) 

Vernazza, non sapersi ce che innanzi al i5o6 vivesse nelle Spagne 
i> né dipintor, né scultore veruno, fuor che Antonio di Rincon 
» Gastigliano ; il quale , secondo il Pai amino , dipinse i ritratti dei 
» Re Ferdinando ed Isabella per una Chiesa di Toledo , non nomi- 
>3 nati dal Conca. Se facesse il ritratto del Colombo non si dice. » 
Non vogliamo però dissimulare, aver preteso Teodoro de Bry di 
possedere il ritratto dell'Eroe, quello stesso che si vedeva in un$ 
sala del Consiglio delle Indie ; e che rubato da quel luogo , e portato 
a vendere ne' Paesi Bassi , venne finalmente alle mani del Bry , che 
ne die l'incisione nella sua Amei % ica$ incisione ripetuta nell'Elogio 
del Colombo scritto dal Marchese Durazzo, impresso dal Bodoni, 
e nella vita dello stesso Navigatore pubblicata in Milano dal Cav. 
Bossi. Alla pretensione del Bry troppi argomenti contrastano. Chi 
non ha rimorso di rubare , né rossore di protestarsi ladro , mentisce 
agevolmente per carpire ad un credulo ammiratore alcuni ducati. 
E la Storia Pittorica della Spagna, per quello che si è notato qui 
sopra, non è favorevole al detto di quel rubatore. Di più: confrontisi * 
l' intaglio del Bry colla descrizione di Ferdinando , e si vedrà che 
quello a questa si oppone manifestamente. E il Barone Vernazza y 
avendo raffrontato quello del Bry con uno pubblicato dal Bullart, 
e con quello datoci dal Mugnoz, come eziandio colla pittura di 
Cuccaro , trovò in ognuno di essi una discrepanza essenziale. Che 
dovremo noi dunque conchiudere? Diremo ciò, che affermava il 
Prof. Ab. Marsand , dopo aver notate le differenze de' molti ritratti 
creduti del Petrarca : niuno all' altro assomiglia ; perciò son tutti 
falsi. Ed in vero , se fossero tratti dalla vera effigie^ dovrebbero ser- 
bare , qual più qual meno , i caratteri dell' originale , come si vede 



(Invi) 

in quelli di Dante ; che tutti ne presentano i tratti del volto con 
tal evidenza y che basta averne contemplato un solo , per riconoscere 
r effigie dell' Alighieri in mezzo a mille altre sembianze. Per tanti 
e sì gravi motivi , lo scultore Signor Peschiera , non doveva espri- 
mere in marmo niuno de* ritratti fino ad ora divulgati. Né per que- 
sto si dirà, ch'egli modellasse a idea la testa dell' Eroe; ma sì, 
eh' egli avendone sotto gli occhi il vero sembiante , non dipinto 
con lineamenti di disegnatore , bensì vivamente espresso con parole 
di Scrittori accurati , e vivuti con quell' uomo incomparabile , for- 
ino la sincera effigie del Colombo ; alla quale dovranno assomigliarsi 
da ora in poi tutte quelle immagini; che ameranno di rappresen- 
tare non ideali fattezze, ma i veraci connotati dell'Eroe genovese. 
Ed ecco intanto la descrizione lasciata da Ferdinando Colombo; il 
quale non avea meno di 16 anni, allorquando si vide rapire dalla 
morte il suo Genitore : « Fu uomo di ben formata e più che me- 
» diocre statura; di volto lungo e di guancie un poco alte; senza- 
» che declinasse a grasso , o macilento : aveva il naso aquilino , e 
» gli occhi bianchi; bianco et acceso di vivo colore. Nella sua 
» gioventù ebbe i capelli biondi-; benché giunto che fu a trenta 
» anni, tutti gli divennero bianchi.» Nella antica raccolta col ti- 
tolo di Paesi nuovamente trovati ristampata in Milano nel 1 5 1 2 , 
si leggono tali parole , scritte in una relazione distesa da un com- 
pagno del Colombo : « Christophoro Colombo Zenovese , homo de 
» alta et procera statura , rosso , de grande ingegno , et faza longa.» 
Finalmente Girolamo Benzone, il quale, benché non vide il Co- 
lombo , come Benvenuto non conobbe Dante , tuttavia ne parla con 
tanta esattezza, che ben si vede lui aver copiato o da qualche re- 



( lxxvii ) 

lazione autentica ; o dalla voce degli spagnuoli che aveano navi- 
gato con Cristoforo , si esprime nella maniera seguente : « Fu uomo 
» di buona statura ragionevole, di sani e gagliardi membri, di buon 
» giudicio, d'alto ingegno, di gentile aspetto: aveva gli occhi vivi, 
» i capelli rossi, il naso aquilino, e la bocca un poco grande; e 
» sopra tutto era della giustizia amico; però iracondo quando si 
» sdegnava. » Questi caratteri, che comunicai allo scultore, ne dires- 
sero la mente e la mano; e il suo lavoro , abbia suo luogo il vero, riu- 
sci degno di lode distinta; e già 1' ottenne da' conoscitori dell'arte* 
E chiunque ha fior di senno , dopo veduta quella testa , che vive , e 
presenta i veri lineamenti , e le proporzioni dell' Eroe , rigetterà 
qualunque altro ritratto; e quello specialmente intagliato in legno, 
che si trova negli Elogj del Giovio , ove lo Scopritor dell' America 
è rappresentato con cappuccio e mozzetta, quasi fosse un religioso 
de' Conventuali , o de' Romitani di S. Agostino. 

Nel tronco di colonna che regge l'urna, nella quale è chiuso il 
MS., si vede, a lettere di bronzo dorato, la seguente iscrizione: 

QVAE • HEIC • SVNT • MEMBRANAS 

EPISTOLAS • Q • EXPENDITO 

HIS • PATRIA M • IPSE • HEMPE • SVAM 

COLVMBVS • APERIT 

EN • QVID • MIHI • CREDITVM • THESAVRI • SIET 

DECR. DECVRIONVM • GENVENS. 



M. DCCC. XXI, 



Non mi stenderò a dimostrare l'esattezza di quanto si afferma in 
questa epigrafe da me scritta per onorevol commissione del Corpo 



( lxxviii ) 

Decu rionale. Il Codice ha due parti ; pergamena, e lettere in carta. 
Ne' documenti scritti in pergamena si vede che il Colombo era uomo 
nuovo ; perchè ha bisogno di avere il privilegio del Don $ perchè i 
Sovrani , anche dove il vogliono onorare , non accennano mai che 
egli fosse nobile^ perchè nelle due Scritture, e nella Lettera alla 
Nutrice, egli stesso non osa mai ricordare l'antichità, lo splendore, 
e i feudi della sua famiglia; il che dovea fare per dimostrar in qual- 
che maniera agli Spagnuoli, eh' egli non era uomo da meritare il 
loro disprezzo. Dunque il Colombo de' privilegj non può essere il 
primogenito dell'illustre Prosapia di Cuccaro, signora di varie ca- 
stella nel Monferrato. Questa negazione porta seco l'affermativa, che 
sia di famiglia popolare genovese. Dùnque il Colombo in questo 
Codice indica, fa conoscere, manifesta (aperit) qual sia la sua 
patria. Se. anche volessimo concedere, per un capriccio, che si possa 
dubitare delle due Lettere, bastano le membrane a comprovare che 
Cristoforo non era di stirpe ricca ed illustre : e però in tal caso ancora 
egli aperit qual sia la sua Patria; perciocché la gran contesa si è 
ristretta ne' due contrarj; o è di Cuccaro, e nobile; o è di Genova, e 
povero lanajuolo. Innoltre, Baldassarre Colombo a provar il suo inten- 
to, adduceva, che l'Eroe portava de' colombi nello stemma, come li 
portavano i Colombo di Cuccaro; e dalla identità dell'arme conchiu- 
deva l'identità della famiglia. Ora il Codice ne fa toccar con mano, 
che lo stemma proprio del Colombo era una sbarra d'azzurro in campo 
d'oro. Ed è questo un altro particolare, che aperit la patria dell'Eroe. 
Ma le varie parti del Codice sono talmente connesse, che da tal 
corrispondenza e legame reciproco, sempre indarno cercato nelle 
carte de' falsar) , riluce ad evidenza la sincerità delle lèttere del 



( lxxix ) 

Colombo. Che la parte del Codice (1) scritta sulla pergamena sia ge- 
nuina, si ammette non meno da noi che da' nostri Avversar j. Questo 
Codice era in casa Oderico, come si ha dalle memorie genovesi 5 
e come si argomenta dalla lettera di Filippo II. al Doge Ottaviano 
Oderico. Le due lettere autografe del Colombo sono scritte ad un 
Nicolò Oderigo} personaggio non finto, ma noto nelle Storie, come 
si può vedere nel libro I. del Casoni. Qual maraviglia che o Nicolò, 
o i suoi , unissero al Codice di Colombo , le due lettere da lui rice- 
vute? Anzi, maraviglia sarebbe, se fatto non l'avessero. Il contenuto 
delle lettere è tale, che da se stesso manifesta la verità di ogni cosa. 
La data della prima, è del 21 marzo i5o2, e in essa dice d'essere 
di partenza. Ora si apra il Codice , e si troverà una lettera de' Mo- 
narchi di Spagna, de' 14 marzo i5o2 , nella quale esortano il Navi- 
gatore ad affrettare, il più che fosse possibile, la sua partenza per 
PA merica. Dice nella prefata lettera il Colombo, che i Sovrani gli 
promisero di dargli quanto gli spettava, e di mettere D. Diego suo 
figlio al possesso di tutte quelle cose, alle quali avea dritto, come 
primogenito. Ora si ascolti la lettera de' Monarchi dianzi citata: = Le 
grazie che vi abbiamo fatte, vi saran conservate interamente.... e co- 
manderemo che vostro Figlio sia posto in possesso di tutto questo.— 

(1) Scrìve D. Ferdinando, cap. 64» che tornato il Colombo dal secondo viaggio, « i Re Cattolici 
» gli concessero molte grazie e provvisioni, non solo appartenenti ai suoi negozj e stato, ma ancora 
» al buon governo e provvedimento delle cose dell' Indie. » Questo passo dello Storico dimostra 
la naturai divisione del nostro Codice in due parti , una riguardante Colombo , l'altra il paese da Lui 
scoperto; e però abbiam dato a questa collezione il titolo di Codice Diplomatico Colombo-Ame- 
ricano. Aggiungeremo che questo Codice tradotto in inglese è sotto il torebio in Londra presso 
i Sigg. Treiittel e Wurtz. Avvertasi in fine, ebe la iscrizione del monumento si trova di già 
impressa nel voi. xxvn. della R. Accademia di Torino. Noi rendiamo grazie all' illustre Accade- 
mico , che l'onorò del titolo di elegante ; ma dobbiamo far noto al pubblico , che per colpa dal- 
l'amanuense, o dell' impressore, la stampa torinese non è in tutto conforme air originale. 



( lxxx ) 

Simil confronto si potrebbe istituire riguardo alla seconda delle let- 
tere scritte di mano dell' Eroe. La risposta del Magistrato di S. Giorgio 
è conforme agli Annali del Giustiniani, e del Casoni, e corrisponde 
pienamente al contenuto della lettera 2. da di Cristoforo. Adunque, 
conchiudo, la risposta del Magistrato è relativa alla 2. d " delle lettere 
autografe} questa alla prima} ambedue al Codice di pergamena, ed 

alla Casa Oderico } e una lettera spettante a Casa Oderico si trova 
nel principio del Codice. Tutto è dunque unità: tutto si appoggia 

alla tradizione, alla storia, alla critica. 

Della mia traduzione non parlerò punto: dessa è letterale} e perciò 
priva di ornamenti: ma nelle carte di gabinetto, e negli atti de' Nota j 
non si vuol cercare eleganza : ornari res ipsa negat. Il testo fu da 
me ricopiato fedelmente, anzi scrupolosamente dal Codice, fuorché 
nella punteggiatura. " Nel pubblicare le memorie antiche , diceva il 
Muratori, antich. itaL, diss. 4° > e massimamente se tratte da qual- 
che singoiar Codice, meglio è non discostarsi dalla lezione del MS. 
eccettochè negli errori grossolani de' copisti. „ 

Da quanto, abbiam detto si può rilevare qual tesoro sia quello, 
che l'amplissimo Civico Magistrato di Genova vuol conservare in 
pubblico marmoreo monumento: tesoro fino ad ora sepolto tra la 
polve degli archivj, o agitato tra' pericoli delle private famiglie: teso* 
ro, che racchiude la storia diplomatica della scoperta dell'America, 
e di Cristoforo Colombo j cioè del maggior avvenimento, che abbian 
veduto i secoli trascorsi} e di un Eroe, che onora sommamente 
Genova, l'Italia, l'Europa. 



zD. < ffio- m Matùtu ynotortw. 



LETTERA 



DI 



FILIPPO SECONDO 



RE DI SPAGNA 



Rallegrandosi coli' 111."" Ottaviano Oderico , per essere stato 
creato Duce della Repubblica Serenissima.. 



Cod. Dip. F. i. 



(O 




óflUfyfr 



wi ìy newuie' 



7)# Qieuuv e& 



.Illustre y bien amato nuestro. Por a vi so del Embaxador Fh 
gueroa avemos ehtendido la election que se ha hecho de vuestra 
persona para Dux dessa illustre Republica >y holgado macho della ; 
porque con las buenas partes que nos ha scripto que en vos con- 
curren, es de esperar que la govemareis corno al bien della con- 
viene : el guai yo desseo tan de veras 3 que por este respecto , y 
por lo que a vos toca en particular, escrivo y embio a mandar 
al dicho mi Embaxador que se ale gre con vos de mi parte , y os 
visite j y diga lo demos que del oyreis ; y assi os ruego le deis 
éntera fee y creencia , temendo por cierto que en todo lo que oc- 
curri ere y tocare a essa Republica , Nos emplearemos siempre con 
la buena voluntad que por lo pass odo , porque tenemos de sus cosas 
el mismo cuydado que de las nuestras, corno basta aqui lo avreis 
podido conoscer , y os lo dira mas largo nuestro Embaxador, aquien 
nos remitimos. 

De Madrid a vi. de Noviembre M.DAXF1+ 

Yo bl Rby» 



G.* Perez* 



ffetla soprascritta si legge : — - Al HI.* Fiel y amado riro Ottaviano Gentil de 

Dut de Genova. 



(3) 
(j*)ow cFiuppo 



fier Ui annua, <u zDw Uve cu yfaa&iia, ckue c/ut ^laù, 

oc i&enufa/&nviK& ec. 



Illustre e amatissimo nostro. Per V avviso dell' Ambasciatore Fi* 
gueroa abbiamo inteso la elezione che si è fatta della vostra persona 
per Doge di questa illustre Repubblica; e ci è stata molto gradita: 
perciocché con le buone parti, che in Voi concorrono, com'Egli 
ne ha scritto, è da sperare che la governerete, secondo che al 
bene di essa conviene: il quale io desidero tanto efficacemente, 
che per tal rispetto, e per ciò che riguarda il particolare di Voi, 
scrivo, e invio ordine al detto mio Ambasciatore, che si rallegri 
con Voi da parte mia; e vi faccia visita, e dica quel di più che 
udirete da lui, pregandovi a prestargli intera fede e credenza; 
tenendo per fermo che in tutto che occorresse , e riguardasse cotesta 
Repubblica, e' impiegheremo sempre con la buona volontà medesima, 
come per lo passato; perchè delle sue cose abbiamo la stessa cura 
che delle nostre; siccome fino ad ora lo avrete potuto conoscere ; e vel 
dirà più distintamente il nostro Ambasciatore , al quale ci rimettiamo. 

Di Madrid a* vi di Novembre x 566. 

Io il Re. 



G. Perez. 



Nella soprascritta si legge: — AlV Illustre r fedele 9 e amato nostro , Ottaviano Gentile 

di Odorico, Doge di Genova. 



CODICE 



DIPLOMATICO 



« 

4 



CARTAS, 

PREVILEG\ QEDULAS 

Y OTRAS ESCRITURAS 

DE 

DON CHRISTOVAL COLON 

ALMIRANTE MAYOR DEL MAR OCEANO 

VISOREY Y GOVERNADOR 

DE LAS ISLAS Y TIERRA FIRME. 



LETTERE, 

PRIVILEGI, CEDOLE 

. ED ALTRE SCRITTURE 

DI 

DON CRISTOFORO COLON 

* 

ALMIRANTE MAGGIORE DEL MARE OCEANO 

VICERÉ E GOVERNATORE 

DELLE ISOLE E TERRA FERMA. 



(8) 




JOdìi la muy noble e muy leal cibdad de S evilla, miercoles pirico 
dias del mes de Geneix) , ano del nascimiento del nuestro Salvador 
Jhesu Xristo de mille e quinientos e dos ariosi Queste dicho dia 
a ora de bisperas dichas , poco mas o menos ; estando en la posada 
del Sehor dimirante de las Yndias^que es en està dicha qibdad en 
la collacion de Santa Maria, ante Estevan de la Roca e Christoval 
Ruys Monterò alcaldes ordinarios en està dicha cibdad de S evilla 
por el Rey e la Reyna nuestros Sehores ; e en presenzia de mi 
Martin Rodrigues escrivano publico d'està dicha cibdad de Se villa, e de 
los testi gos yuso escriptos , que a elio fueron presentes ; parelio en 
de presente el muy magnifico Sehor Don Christoval Colon dimirante 
mayor del mar oceano, viso rey e governador de las islas e tierra 
firme; e presento ante los dichos Alcaldes qiertas cartas e previ- 
legios e qedulas de los dichos Rey e Reyna nuestros Senores escrip- 
tas en papel e pargamino, efirmadas de sus reales nombres , e sei- 
ladas con sus sellos de plomo pendi entes en filos de seda a colores s 
e de cera colorada en las espaldas , e refrendadas de qiertos oficia- 
les de su real casa , segando por ellas , e por cadauna dellas pares- 
qia. El ihenor de las quales* una en pos de otra 9 es este que se sigue. 



\ 



*S>i <&*&. '* 



'X 



(9) 




Il ella nobilissima e fedelissima Città dì Siviglia , mercoledì , il 
giorno cinque del mese di g ernia jo, Fanno della natività del nostro 
Salvatore Gesù Cristo mille cinquecento e due: il detto giorno, 
circa F ora che sono terminati i vespri , stando nelT abitazione del 
Signor Ammiraglio delle Indie , posta in detta Città nella parrocchia 
di S. Maria , nanti Stefano della Bocca e Cristoforo Buis Monterò 
Alcaldi ordinar) in questa sopraddetta Città di Siviglia per il Be e 
la Regina nostri Signori; e in presenza di me Martino Bodriguez 
pubblico notajo di questa sopraddetta Città di Siviglia , e dei testi- 
monj sottoscritti che a ciò furon presenti; comparve e si presentò 
il molto Magnifico Signore Don Cristoforo Colon Ammiraglio mag- 
giore del mare oceano, Viceré e Governatore delle Isole e Terra 
ferma, e presentò avanti ai detti Alcaldi certe lettere e privilegj 
e cedole dei predetti Be e Regina nostri Signori, scrìtte in carta e 
pergamena, e firmate de'lor nomi reali, e sigillate co'lor sigilli dì 
piombo pendenti da fili di seta a colori, e nel tergo ( sigillate) 
con cera colorata, e da certi uffiziali di lor casa reale, secondochè 
per esse 9 e per ciascheduna di esse appariva* Il tenor delle quali, 
l' una dopo 1' altra , è quel ' che segue. 

Cod. Dip. F. %. 



(to> 



docum. ^ J\eu qj uxj J\emico 



Fernando de Soria lugar temente de nucstro Abiurante major 
de Casti Ila : JVos vos mandamos que dedes e fagades dar a Don 
Christoval Colon nuestro rimirante de la mar Ogeano un traslado 
attori zado en numera , que fagafee de quale s qui ercartas de merqed % 
e previlegio , e conjirmaqiones , que el dicho rimirante major de 
Castilla tiene del dicho cargo, e ofiqio de rimirante, por donde 
el, j otros por el 9 lieven e co Jan los derechos, e otras cosas a 
elio pertenescientes con el dicho cargo: por que avemos fecho merqed 
al dicho Don Chiistoval Colon que aja e gose de las mereedes, e 
Itonrras , e prerogatisms , e libertades , e derechos, e salarios en et 
Almirantadgo de las Yndias y que ha, e tiene* e gasa el dicho 
nuestro rimirante major en el Almirantadgo de Castilla. lo quel 
fased , e complid luego corno fuerdes requerido con està nuestra 
carta , sjn que en elio pongajs escusa ni dilaqion alguna. E sj 
ansi non lo fisierdes e cumplierdes , mandamos al nuestro asistente 
e otras justicias de la cibdad de Sesrilla que vos compelan e apre? 
vaie^TntVS^ mien a lo osj faser e complir : E non. fagades ni fagan en de ^ * 

Fecha en la qihdad de Burgos a veinte e tres dias del mes de 
abril de noventa e siex anos. 

c/o e% cfteu. c/0 lou oXeuiuv. 

* Por mandado del Rej e de la Bejna 9 Fernando Jlvares. 

Est e es traslado de una escriptura escripta en papel , e sj guada 
e firmada de escrìvano e notarlo publico, segando por ella par 
restia: su thenor de la qual dize en està guisa. 



fera. 



(•') 



J? tf&e e & (Meama. ™ TO 



Ferdinando di Soria luogotenente del nostro Ammiraglio maggiore 
di Castiglia; Noi vi comandiamo di dare e far dare a Don Cristo- 
foro Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano una copia legalmente 
autenticata di quaisi vogliano lettere di grazia, e privilegi , e con- 
ferme, le quali sono presso il detto Ammiraglio maggiore di Casti- 
glia relative a detto incarico ed uffizio di Ammiraglio; dalla quale 
( copia ) egli ed altri per lui conoscano , e traggano i diritti , ed 
altre cose a lui spettanti nel detto incarico: Perciochè abbiamo 
fatto grazia al detto Don Cristoforo Colon che abbia e si goda le 
grazie , e onori, e prerogative, e libertà, e diritti esalar] nell'Am- 
miragliato delle Indie , che ha e tiene e gode il detto nostro Ammi- 
raglio maggiore nelf Ammiragliato di Castiglia. £ ciò fate e adempite 
tosto che ne sarete richiesti con questa nostra lettera, senza porvi 
scusa, ne dilazione veruia. £ se così non farete e adempirete, co* 
mandiamo al nostro Governatore, e agli altri Magistrati della Città 
di Siviglia, che vi costringano e vi sforzino a ciò fare e adempiere. 
£ non fate, ne facciano altrimenti ec. Fatta nella Città di Burgos a 
dì a3 di Aprile dell'anno 96. 




iso io (/be'. *% ut i/&eama< 

Per comando del Re e della Regina, Ferdinando Alvarbs. 

La presente è copia di una scrittura scritta in carta, e segnata 
e sottoscritta da Scrivano e Notajo pubblicò , siccome per essa ap- 
pariva. Il cui tenore parla in tal guisa: 



Eri la villa de Valloclolìd estando ajr la corte e chancilleria del 
Rey nuestro Senor: martes ciuco dias del mes de jullio, ano del 
nasgimiento de nuestro Senor Jliu Xsto de miti e quatrocientos e 
treynta e ciuco anos ; ante los Seùores Oidores del dicho Seitor 
Rvy y estando faciendo relaciones , enlos palacios e casus del Senor 
Don Grre de Toledo Obispo de Valencia s Ojrdor de la di eh a 
abdiengia , en el palagio e logar acostunbrado , odo continuamente 
se su eie a faser e fasen ab di enei as publicas , e relacion : los dichos 
Senores Oydores en presenzia de nos Juan Nwies de Leon, e Pero 
Gare i a de Madri gal es cri vano s del dicho Senor Rey e de la su 
abdiengia, e sus notarios publicos en la su corte, e en todos los 
sus reynos , e senorios , e de los testigos yuso escriptos , parescio 
Gongolo Fernandes de Medina procurador a qui en la corte del 
dicho Sehor Rey en nombre e en hoz del Senor rimirante Don 
Fadrique > cuyo procurador se dixo; e presento ante los dichos 
Senores Oydores , que fizo leer por nos e ante nos los dichos esciiva* 
nos , una carta de previlegio del dicho Senor Rey, rodado , escripto en 
pergamino de cuero, ejirmado de su nonbre , e sellado con su sello de 
pio/no pcncBente en filos de seda, el tenor del qual es este que se syguez 

Don Juan por la gragia de Dios rey rie Castilla , de Leon , de 
Toledo , de Galizia 3 de S evilla, de Cordova, de Murgia 9 de Jahen y 
del Algarbe, de Algesira, e Sehor de Vìscaya e de Molina; A todos 
los pcrlados , maestros de las ordenes, duques, condes, ricos omes r 
e a los del mi conseyo e oydores de la mi abdiengia , e alcaldes , 
e Notarios, e Justigias,e otros Oficiales de la mi corte, e cliangilleria, 
e de la mi casa, e rostro, e adelantados, e merinos mayores, cavai 
leros , escuderos, e a todos los consejos , Regidores , e Alcaldes, e- 
alguasiles, merinos , e prestamos y prebostes , e otras justicias , e oficia- 
les qualesquier de la muy noble cibdad de Sevilla, e de todas las 
otras cìbdades , e villas ; e lugares de los mis reynos s e senorios, e a^los 
capitanos de la mar > e al mi armadorde la fiota , e patrones s e comites 
de las mis galeas ,e a los maestres de marineros 3 de mercantes e otras 
persùnas quales quier, que navegaren por la mar e rio, e todas las otras 



( i3 ) 

Nella villa di Vagli adolid standovi la corte e cancelleria del Re 
nostro Signore, martedì il giorno cinque del mese di luglio, l'anno 
della natività di nostro Signor Gesù Cristo mille quattrocento trenta- 
cinque, davanti a' Signori Uditori del detto Signor Re, sedenti a far 
relazioni ne'palagj e case del Signor Don Gire di Toledo Vescovo di 
Valenza, uditore della detta Udienza, nel palazzo e luogo usato, 
dove continuamente si soglion tenere, e dove tengono udienze pub- 
bliche, e fanno relazioni i predetti Signori Uditori, in presenza di 
Noi Giovanni Nugnes di Leon, e Pietro Garzi a di Madrigale scrivani 
del detto Signor Re e della sua udienza, e suoi pubblici notaj nella 
sua corte e in tutti i suoi regni e dominj , e de' testimonj sottoscritti , 
comparve Gonzalo Fernandes di Medina, procuratore presso la corte 
del detto Signor Re, in nome ed in voce del Signor Almirante Don 
Fadrique , del quale si disse procuratore , e presentò innanzi a' detti 
Signori Uditori , e fece leggere per noi e davanti a noi scrivani so* 
praddetti una carta di privilegio del detto Signor Re, piegato a guisa 
di rotolo, scritto in pergamena di cuojo, e firmato del suo nome, 
e sigillato col suo sigillo di piombo pendente da fili di seta ; il cui 
tenore egli è questo che seguita : 

Don Giovanni per grazia di Dio Re di Gastiglia , di Leon , di To- 
ledo, di Galizia, di Siviglia, di Cordova, di Murcia, dell' Algarve, 
di Algesira, e Signore di Biscaja e di Molina: a tutti i prelati, 
mastri degli ordini, duchi, conti, baroni, e a' membri del mio con- 
siglio e uditori della mia udienza, e alcaldi e notaj, e giustizieri 
e altri ufficiali della mia corte e cancelleria e della mia casa, e 
cancello, e adelantadi, bargelli, cavalieri, scudieri, e a tutti i con- 
sigi j . decurioni e alcaldi e birri, caporali, ajutanti, prevosti e altri 
giustizieri e ufficiali quaisivogliano della nobilissima Città di Siviglia, 
e di tutte le altre Città e Ville e luoghi de 9 miei regni e dominj, e 
a 9 capitani del mare, e al mio armatore della flotta, e padroni e co- 
miti delle mie galee, e a' maestri de' marina] e mercanti, e ad ogni 
altra persona che navigasse ne 9 mari o ne' fiumi, e a tutte le altre 
persone (piali esse sieno di qualsivoglia stato e condizione, premi- 



j 



1 



(>4) 

e qualesquier personas de qualquier estado , e condì cion 9 preheminengiay 
o dinitad , que sean , a quien alane 9 o ataner puede , lo y uso escripto, 
o a quien està mi carta de previlegio fuere mostrada , o el traslado 
della abtorizado e sy guado de escrivano publico , e a cada uno de 
<vos , salud e graqia : Sepades que vide una carta de previlegio ro- 
detelo, e sellada con mi sello de piamo pendiente , que por mi man- 
dato fue dado a Don Alfon Enrriques mi tio, mi rimirante fnayor 
de la mar j escripta en pergamino de cuero; su thenor del quale 
es este que se sigue. 

Nel nombre de Dios Padre e Fijo e Spiritu Sondo, que son tres 
personas , e un solo Dio verdadero , que rejrna por siempre Jamas ; 
e de la bien aventurada Virgen groliosa Santa Maria su madre , a 
quien yo tiengo por Sehora e por abogada en todos mis fechos; e 
a konrra 9 e servigio del bien aventurado Apostól S aneti ago luz e 
espejo de todas las Espahas , e patron e guiador de los Reyes de 
Castilla mis antecesores 9 e mio; e de todos los Santos eSantas de 
toda la corte celestini : e por que es naturai cosa todos los que 
bien sirven a los Reyes con limpia voluntad , en lo qual han grande 
trabajo y afan , que reciban por ende grande g alardo n dello , por 
que sea grande refrigerio e consolaqion de sus afanes; e otrosy, 
por que està bien a los Reyes de dar galardon a los que bien los 
sirven , lo uno porfaser lo que deven , lo otro por que sea en exemplo 
a los que lo superien e oyeren , porque de mejor miente lo sirvan; 
el Rey que lo fase ha de calar en elio tres cosas ; la primera que 
merced es aquella que hase ; la segunda quien es aquel a quien 
la Iiase , e corno se la mereqe 9 e la tergerà que es el peli grò o el 
daho que le puede venir sy la Jisiere ; e porende yo acatando e 
considerando todo esto e otro , / los muckos e Buenos servicios que 
<vos don Alfon Enrriques mi tio , y mi adelantado mayor de la 
mar 3 fesistes al Rey don Juan de esclarescida memoria my abuelo y 
que Dios de santo parayso, e al rey don Enrriques my padre e 
Se fior f que Dios perdon, e avedis fechos e fasedes a mi de cada 
dia y e el linaje donde vos venistes , e el debdo que con vosco he 



(«*■) 

nenza o dignità, alle quali appartengono, o possono appartenere le 
cose qui sotto espresse, o alle quali fosse presentata questa mia 
carta di privilegio, ovvero la còpia di essa legalizzata e segnata da 
scrivano pubblico; e a ciascheduno di voi, salute e grazia : Sappiate 
che ho veduta una carta di privilegio , piegata a guisa di rotolo ,• 
e suggellata col mio sigillo di piombo pendente, che per mio co- 
mando fu dato a Don Alfonso Enriques mio zio, mio Abiurante 
maggiore del mare, scritta in pergamena di cuojo; del tenore se- 
guente : 

Nel nome di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, che sono tre 
persone e un solo vero Iddio , che regna mai sempre ; e della bea* 
tissima Vergine gloriosa Santa Maria sua Madre, che io tengo per 
Signora ed avvocata in tutte le opere mie; e ad onore e servigio 
del beatissimo apostolo s. Giacomo luce e specchio di tutte le Spa- 
gne , e padrone e condottiere dei Re di Castiglia miei predecessori , 
e mio; e di tutti i santi e le sante di tutta la corte celestiale. Ella 
è naturai cosa , che tutti coloro , i quali servono ai Re con sin- 
cera volontà , tollerando gravi travaglj ed affanni , ne ricevano grande 
guiderdone , a refrigerio grande e consolazione de' loro affanni : bene 
pur anco s' addice ai Re di dar guiderdone a loro , che bene gli ser- 
vono , sì per fare ciò che debbono , e sì ancora perchè sia d' esempio 
a coloro che il sapessero , o l' udissero , acciocché servano con animo 
migliore. Nel che fare , à tre cose debbe avvertire il Monarca : 
primamente , qual sia la grazia eh' ei comparte ; di poi qual sia 
quegli cui la comparte, e come l'abbia meritata; in terzo luogo, 
qual pericolo o danno possa venire dal compartirla. Per che pon- 
derando Io e considerando tutte queste cose ed altre , e i molti e 
buoni servigj che voi Don Alfonso Enriques mio zio e mio prefetto 
maggiore del mare, faceste al Re Don Giovanni di chiara memoria, 
avolo mio, al quale conceda il Signore il santo paradiso, e al Re 
Don Enrico mio padre e Signore, cui Dio perdoni, e avete fatti e 
in ciaschedun giorno a me fate , e il lignaggio del quale aveste ori- 
gine, e il debito che ho con voi, e chi voi siete > e per darvene 






( i6) 

e quieti vos soys ; e por vos dar galardon dellos, quiero que separi 
por aste mi previ legio todos los ombres que agora son, o seran de 
aque addante , corno yo don Juan por la gracia de Dios rey de 
Castilla , de Leon , de Toledo , de Gali sia > de Sevi Ila , de Cordova , 
de Murcia , de Jahen , del Algdrbe , de Algesira , e sehor de Viscaya 
e de Molina, vi una carta del dicho senor rey don Enrriques mi 
padre , e mi senor, que Dios perdane , escripta en papel , e Jirmada de 
su nombre e sellada con su sello en las espaldas, fecha en està guisa* 

Don Enrriques por la gracia de Dios Rey de Castilla, de 
Leon , de Toledo , de Gcdisip, , de S evilla , de Cordova , de Murcia , 
de Jahen , del Algaròe , de Algesira ; e senor de Viscaya e de 
Molina : por faser bien e merced a Vos don Alfon Enrriques mi 
tio por los muchos , e leales, e senalados servicios , que fesistes al 
Rey don Juan mi padre e mi Senor , que Dios perdane , e avedes 
fechos e fasedes a mi de cada dia ; e por vos dar galardon del los, 
fago vos mi Almirante mayor de la mar , e quero , e es mi merced 
que sereis de aqui adelante mi Almirante mayor de la mar, se- 
gundo lo solia ser el Almirante don Diego Hurtado de Mendoca , 
que es Jinado ; e que ayades el dicho Almirantadgo con todas las 
rentas, e derechos, e jurisdiciones que le pertenecen, e perteneqer 
deven en qual quier numera , segando mejor e mas complidamente 
los avia el dicho don Diego Furtado , e los otrx>s Almirantes que 
fasta a qui han sydo. E por està mi carta mando a todos los per- 
lados, e maestres , condes , ricos omes , cavallerós , e escuderos , e a 
todos los conce] os , e al e al de s , e alguasiles , e merinos , e prestamos, 
e prebostes , e otras justicias quales quier de la muy noble cibdad 
de S evilla, e de todas las otras cibdades e villas e lugares de los 
nos reynos e senorios , e a los capitanos de la mar, e al mi armador 
de la Jlota, e patronos , e comites de las mis galeas, e a los mae- 
stres e marineros , e mercantes, e otras personas quales quier, que 
anduvieren e nave garen por la mar, e a qual quier e quales quier 
dello s, que Vos ayan eobedezean a Vos^el dicho don Alfon Enrriques, 
por mi Almirante mayor de la mar en todas' las cosas , e cada una 



(»7) 
guiderdone , vo' che sappiano per questo mio privilegio tutti gli 
uomini che ora sono , e saranno di poi , come io Don Giovanni per 
grazia di Dio Re di Castiglia, di Leon, di Toledo, di Galizia, di 
Siviglia, di Cordova, di Murcia, di Jahen, dell' Àlgarve, di Algesira, 
« Signore di Biscaja e di Molina, ho veduto una carta del detto 
Signor Re Don Enrico mio padre e mio Signore, che Dio abbia 
in grazia, scritta in carta, e firmata col suo nome , e suggellata nel 
tergo col suo sigillo, fatta in questa guisa. 

Don Enrico per grazia di Dio Re di Castiglia, di Leon, di To- 
ledo, di Galizia, di Siviglia, di Cordova, di Murcia , di Jahen, dell 9 
Àlgarve, di Algesira, e Signore di Biscaja e di Molina ; Per far be- 
neficio e grazia a voi Don Alfonso Enriques mio zio pei molti e 
leali e segnalati servigj , che faceste al Re Don Giovanni mio padre 
e mio Signore, al quale Dio perdoni, e avete fatti e ogni dì fate 
a me , e per darvene guiderdone , faccio voi mio Almirante maggiore 
-del mare, e voglio, ed è mio piacere, che siate da ora in avanti 
mio Almirante maggiore del mare, com* essere soleva l' Almirante 
Don Diego Hurtado di Mendoza, che è trapassato; e che abbiate 
il detto Ammiragliato con tutte le rendite, i dritti, e le giurisdi- 
zioni che ad esso appartengono , e deggiono appartenere , in quella 
miglior maniera e più compiuta, con che gli aveva il detto Don 
Diego Hurtado, e gli altri abiuranti che ci furono insino ad ora. 
E per questa mia carta comando a tutti i prelati e mastri, conti, 
baroni, cavalieri e scudieri, e a tutti i consiglj, e alcaldi e birri, 
caporali, ajutanti, prevosti, e agli altri giustizieri , qualunque sieno , 
della nobilissima Citta di Siviglia, e di tutte le altre Città e Ville, 
e luoghi de' nostri regni e dominj , ed a' capitani del mare , e al mio 
armatore della flotta, e a' padroni e corniti delle mie galere, ed 
a' maestri, marina), e mercanti, e ad ogni e qual si voglia persona, 
che andassero e navigassero per mare, e a qual si sia, e a quali 
si sien di loro , che v' abbiano e ubbidiscano a voi , sopraddetto Don 
Alfonso Enriques , per mio Almirante maggiore del mare in tutte le 
cose, e in ciascheduna di esse 9 che al detto uffizio dell' Ammira- 
Cod. Dip. F. 3. 



( *8) 

dellas , que al dicho ofigio del Almirantadgo pertenesgen , e que 
Vos recudan e fagan recudir, con todas las rentas e derechos que 
por razon del dicho ofigio pertenesgen e pertenesger vos deven, bien 
e complida mente en guisa que vos non mengue ende cosa alguna*, 
se guado que me/or e mas complidamente asrìan e obedegian, e recu- 
diart al dicho rimirante don Diego Furtado > e a los otros Almi** 
rantes que fasta a qui han sejrdo. E por està mi carta Vos do 
todo mi poder complida mente , para que podades usar , e usedes 
de la juredigion gerii e creminal , que al dicho ofigio de Almiran- 
tadgo pertenégen e pertenesger deven en qual quier numera en todos 
los derechos de la mar , -osi para dar carias de represarias , e judgar 
todos los pleitos que en ella acaescieren , corno en los puertos , e 
en los lugares dello s , fasta do entra el agua salada , e navegan 
los nasnos : e que Vos el dicho Almiranie ajrades poder de poner^ 
e pongadais vuestros alcaldes e alguasiles , e escrwanos , e ofiqialcs 
en todas las villas e logares de los mis reynos que son puertos de 

m 

mar ; e para que conozcan e librari todos los pleytos criminales , e 
ceviles , que acaesgieren en la mar , e en el rio donde Ile gare u 
las cregientes e menguaren: segando , e en la manetta, que mejor 
e mas complida mente los otros nuestros Almirantespasados lo pur 
sieron , e pusierdes en la dicha gibdad de S evilla. E por està mi 
carta mando a los del mi consejo, e a los ojrdores de la mi abdien- 
cia, e alcaldes de la mi corte, e a todas las otros Justicias de las 
dichas villas e logares de los puertos de la mar, e de los mis reynos > 
que se non entremetan de conoger ni librar los dichos pleytos , ni per- 
turbar a Vos , ni a los dichos vuestros oficiales de la dicha vuestra 
juredisgion, que pusierdes por vos para conozger de les dichos pleytos, 
enla manera que dicho es. E' sobre esto> mando al mi changellet- 
majror e notarios e escrivanoseotros ofigiales quales quier, que estan en 
la tabla de los mis sellos , que Vos den , elibren, e sellen mis carias de 
previlegio la masfuertes efirmas e bastante* , e con mayores firmesas, 
qpe fueren menestrer, e segando fuerondadas a los otros Almirantes 
iniestros antegesores, o a qual quier etellos, que mas complida menio 
h ovieron; e los unos, ni los otros nonfagades ende del por alguna ma* 



( *9 ) 

gliato appartengono , e che ri paghino e faccian pagare tutte le 
rendite, e dritti, che per ragione del detto ufficio appartengono , 
o appartener vi debbono, bene e compiutamente, in guisa che di 
cosa niuna venganvi scemate, in quella migliore e più compiuta ma* 
niera, con la quale riceveano, ubbidivano e pagavano il detto Ai- 
mirante Don Diego Hurtado, e gli altri almiranti, che furono insino 
ad ora. E per questa mia carta vi dò tutto il mio potere compiuta- 
mente, acciocché possiate usare ed usiate della giurisdizione civile, 
e criminale , che al detto ufficio dell' Ammiragliato appartengono , 
e debbono appartenere in qualsivoglia modo in tutti li dritti del 
mare, così per concedere carte di rappresaglie, e giudicare tutti i 
piati che in mare accadessero , come anche ne' porti e ne' liioghi 
tutti, dov' entra l'acqua salsa e havigan bastimenti^ e che Voi soprad- 
detto Almirante abbiate l'autorità di porre e porighiate i vostri giu- 
dici, e birri, e scrivani, e ufficiali in tutte le città e luoghi de' miei 
regni , che sono porti di mare , perchè conoscano e decidano tutte 
le liti criminali , e civili , che accadessero in mare o ne' fiumi , entro 
i quali giugrie il flusso e riflusso del mare; secondo, e nella migliore 
e più compiuta guisa che gli altri miei Almiranti passati li posero , 
e voi li porrete nella detta Città di Siviglia. E per questa mia carta 
ordino a quelli del mio consiglio e agli uditori della mia udienza 
e alcaldi della mia corte, e a tutti gli altri tribunali delle dette 
Città, e luoghi de' porti di mare, e de' miei regni, che non s'in- 
tromettano di conoscere ne di decidere le cause sopraddette, e non 
turbino la vòstra giurisdizione ne a voi, ne a 1 detti vostri ufficiali, 
the porrete in luogo vòstro a conoscer le dette Cause nella ma- 
niera di sopra espressa. E sopra quésto, ordino al mio Cancellier 
maggiore, e a' nota j, scrivani, e altri ufficiali qualunque sieno, che 
Stanno al banco de' miei sigilli, che vi dienO e spediscano e sigil- 
lino le mie carte di privilegio le più forti, e ferme, e sufficienti e 
Con le maggiori validità, che saran necessarie, secondo che furoh 
date agli altri almiranti vostri antecessori, o a qual si voglia di 
èssi, che più compitamente le ottennero. E gli ulti è gli altri non 
fate cosa contro a ciò pel* veruna maniera, sotto pena della mia 



( IO ) 

nera , sopena de la mi merced : e d' esto mando dar està mi carta 
firmada de mi nombre , e seUada con mi sello de la poridad. Dada en 
la cibdad de Toro a quatro dias de mes de abril , ano del nascimiento 
de nuestro Senor Jesu Xristo de mille e quatrocientos e ciuco anos. 

Yo Johan Nuiies Chanciller del Rey la fis escrivir por su man- 
dado. 

c/o *" ci\euf 

Registrada. 

E agora el dicho don Alfon Enrriques mi tio 9 e mi rimirante major 
de la mar, pidiome por merced que le confirmase la dicha carta del dicho 
Rey mi padre 9 e mi Senor 9 que Dios perdane^ e las mercedes en ella con- 
tenidas ; e gelas mandase guardar e compii r en lodo e por todo ^ segando 
que en la dicha carta se contiene, mandandole dar mi carta de previ" 
legio escìipta en pergamino de cuero e sellada con mi sello de piamo 
pendiente , para que mejor e mas complida mente el pudiese gozar m 
gozase del dicho ofiqio de Almirantadgo , e de las dichas merqedes 
en la dicha carta del dicho Senor Rey mi padre contenidas ; e otrosjr 
para que le recudites con todas las rentas e derechos T eie fuesen 
guardadas , e oviese todas las juridiqiones e franquezas e previle gios 
e libertades que le pertenescen e pertenecer deven en qualquier numera 
por rason del dicho Almirantadgo , seguitelo que mejor e mas complida 
mente lo ovieron los otros mis Àlmirantes sus anteqesores , o qualquier 
dellos en la dicha carta del dicho Senor Rey mi padre e mi Senor, 
que Dios perdane , se contienen* E yo el sobre dicho Rey don Juan 
porfaser bien e merced al dicho don Alfon Enrriques mi tóo e mi 
Almirante major de la mar, tovelo por bien , e confirmale la dicha 
carta del dicho Rey mi padre , e las mercedes en ella contenidas ; e 
mando que valan e que sean guardadas en todo e por todo bien e 
complida mente segando que en la dicha carta se contien. E por esto 
mi previle gio e por el traslado del, sygnado de escrivano publico, 
sacado con abtoridad de Jues o de alcalde, mando a todas los per- 
lados , maestres, priores de las ordenes, e condes, e ricos omes , e co- 
xnites esubcomites, chancelleros 9 escuderos, e a los de mi consejo f e 



grazia. Intorno a che, ordino che si dia questa mia carta, firmata 
del mio nome , e suggellata col mio sigillo secreto. Data nella Città 
di Toro a dì quattro del mese di Aprile, l'anno della natività di 
N. S. Gesù Cristo mille quattrocento cinque. 

Io Giovanni Nugnes Cancelliere del Re, l'ho fatta scrivere per 
suo comando. 

Registrata. 

E ora il sopraddetto Don Alfonso Enriques mio Zio , e mio Allib- 
rante maggiore del mare, supplicommi per grazia che gli confermassi 
la detta carta del detto Re mio Padre e mio Signore , cui Dio per- 
doni , e le grazie in essa contenute ; e comandassi che fossergli man- 
tenute, e poste ad effetto in tutto, e per tutto, secondo che si con- 
tiene nella carta predetta, comandando che gli sia data la mia carta 
di privilegio scritta in pergamena di cuojo, e sigillata col mio si- 
gillo di piombo pendente , affinchè meglio e più compiutamente egli 
possa godere e goda il detto uffizio dell'Ammiragliato, e le dette 
grazie nella detta carta del detto Signor Re mio Padre contenute; 
e altresì acciocché gli facciate corrispondere tutte le rendite e i dritti; 
e gli sien mantenute ed abbia tutte le giurisdizioni , franchigie , 
privilegj e libertà che gli appartengono e debbono appartenere in 
qualunque maniera per ragione del detto Ammiragliato, secondo che 
meglio e più compiutamemente F ebbero gli altri miei Almiranti suoi 
antecessori, o qualunque di loro; le quali x nella detta carta del ^l™J"££? tm 
detto Signor Re mio Padre e mio Signore si contengono. E io il 
sopraddetto Re Don Giovanni per far bene e grazia al sopraddetto 
Don Alfonso Enriques mio Zio e mio Ammiraglio maggiore del mare, 
l'ebbi per bene, e gli confermo la detta carta del detto Re mio 
Padre, e le grazie in quella contenute; e comando che abbian vi- 
gore e $ien conservate in tutto, e per tutto bene e compiutamente, 
secondo che nella detta carta si contiene. E per questo mio privi- 
legio , e per la copia di esso segnata da pubblicò scrivano, ricavata 
con autorità di un giudice o di mi alcalde, comando a tutti i 



(") 

a los ojrdores ile la mi abdiengia, alcaldes e alguasyles de la mi 
corte, e a todos los concejos e alcaldes e alguasyles e merinos e 
prestfimos e prébostes, alcaydes de los castillos e casas fuertes e 
llanas , e otras justicias e ofiqiales e aportellados quales quier de 
la muy noble cibdat de Se villa e de todas los otras gibdades e villas 
e logares de los nuestros reynos e senorios, e a los capitanos de la 
mar e patrones e comitres e navicheles e maestres de los naos e 
galeas, e al mi armador de la flota , e a los marineros e mercantes, 
e a todos los ombres de la mar e rio, e a los pescadores e bar- 
queros que navegaren por la mar e rio, e a todos los otros que 
andari sala mi flota e fuera della en qualquier numera , o en quales 
quier navjos que andovieren de aqtà addante de qualquier estado 
e condiqion que sean , que ajrades e ajran e recibades e regiban al 
dicho Alfonso Enrriques mi tio por mi rimirante major de la mar 
en todas las partes de los dichos mis reynos e senorios, e que usades 
con el en el dicho ofiqio del dicho Almirantadgo e juridiqion gevil 
e criminal , e vengays a sus llamamientos , o en plasamjos , e dellos 
que el por si pusiere , seguìido que mejor e mas complida mente 
usaron e usastes con los dichos Almirantes que fueron en tiempo 
de los Reyes donde jro vengo , o con qual quier dellos , e otrosi en 
la dicha carta de dicho Rey mi padre e mi Senor, que Dios per* 
done; e que recudades e fagades recudir con todas las rentas e 
derechos que al dicho ofiqio de Almirantadgo pertenescen e perte- 
necer des>en> en quelquier numera o por qual quier razon que sea; 
e otrosi que lo obedescades e fagades su mandado osi corno de mi 
Almirante majror de la mar, e corno fariades por mi cuerpo mesmo 
e por mi persona real. E otrosy tengo por bien e mando que sy alguno 
o algunos de la mar o de Ioé dichos rìos fisieren en la mar o en 
el rio o fuera por que menester sea faser derecho del , o j usti eia , 
eh el, o en ellos , o sy lesfueren disobedientes al diclio don Alfonso 
Enrriques mi tio o a sus ofiqiales que el por sy pusiere en la mar o 
en el rio o entierra, que et dicho Almirante pueda faser, o mandar 
fazer, e fuga la justiqia tn el, o en ellos, e dellos dar, o mandar 
dar ay la pena, o penas , que de derecho merescieren aver. E tengo 



(*3) 

prelati , mastri, priori degli ordini, conti e ricchi uomini, e corniti 
e vicecomiti , cancellieri , scudieri , e a quelli del mio Consiglio , e a 
gli uditori della mia udienza, alcaldi e birri della mia corte; e a 
tutti i consiglj, e alcaldi, e birri, e caporali, e a ju tanti, e prevosti, 
a 9 capitani de' castelli e case forti e piane, e altri magistrati e uffi- 
zi ali e apportellados di qualsivoglia sorte della nobilissima Città di 
Siviglia, e di tutte le altre Città e Ville e luoghi de' nostri regni e 
dominj, ed a' capitani di mare e padroni, e corniti, e navicellai, e 
maestri delle navi, e galere, e al mio armatore della flotta, ed ai 
marinai, a' mercanti, e a tutti gli uomini di mare e di fiume, ed ai 
pescatori e barcajuoli che navigan nel mare e ne'jfiupii, e a tutti 
gli altri che vanno sulla mia flotta e fuori di essa, in qualunque 
maniera o in naviglj di qualsivoglia sorta , che \\ andassero da ora 
in poi di qualunque stato e condizione che sieno, che abbiate ed 
abbiano, e riceviate e ricevano il detto Alfonso Enriques mio Zio 
per mio Almirante maggiore del mare in tutte, le parti de' predetti 
miei regni e dominj , e che usiate con esso lui nel detto ufficio del- 
l' Ammiragliato suddetto e della giurisdizione civile. e criminale, e 
che venghiate alle sue citazioni . ... e di coloro ch'ei mettesse 
in vece sua, secondo che meglio e più compiutamente usarono e 
usaste co' predetti Almiranti, che furono al tempo dei Re, ond'io 
discendo, o con qualunque di essi, e altresì nella detta carta del 
detto Re mio Padre, e. mio Signore, che Dio abbia in gloria; e che 
gli corrispondiate e facciate corrispondere tutte le rendite e i dritti 
che al prefato ufficio dall'Ammiragliato appartengono, e deggiono 
appartenere in qualunque maniera, e per qual si voglia ragione; 
6 sì ancora che 1' ubbidiate , e così ne facciate; a comandi com$ 
di mio Almirante maggiore del mare, e come, fareste pel mio. corpo 
stesso, e per la mia persona reale. E altresì panni bene, e comando 
che se taluno o taluni del mare o de' fiumi predetti» facessero nel 
mare o nel fiume o fuor a, alcuna cosa per cui fosse, d? uopo fame 
giudizio o giustizia sopra di lui o sopra di loro ; e s'eglino fossero 
disubbidienti al detto Don Alfonso Enriques mio Zio, o agli uffi- 
ciali da lui posti in mare o nel fiume o in terra, che il detta 



(«4') 

por virtud desto, P or bien que todos las ganancias que el dicho mi Abiurante major 

pertenefe al Al- -, . . . ^ . tr i _i - 

myrame de las oviere o fisi ere en La mi flota, o por La mar , que ara io las dos 

Yndias el terbio 

tniuasfe'haST V ar ^ es > e € ^ dicho rimirante la lercia parie; e yendo el por su 
%adZ' P cTm'o *aÌ cuerpo mesmo en la di cita flota , aunque la dicha flota o parte della 

myrante con la _ _ . _ _ 

armadades.A. se aparte por su mandado, o syn su mandano; e otrosjf que todas 

las galeas que yo mandare armar syn flota , para ganar, que de 
la ganancia que ostiere , que aya Yo las dos partes , y el dicho 
rimirante la tercia parte. Otrosy tengo por bien e mando que todas 
las galeas e naos e galeotas e lehos , o otras fustas quales quier, 
que armaren a otras partes , de que Yo aya de aver el quinto , que 
Yo aya las dos pai*tes de ese dicho quinto, e el dicho mi rimi- 
rante la tercia parte del. E otrosy tengo por bien, que cada que 
el dicho mi rimirante fisiere armar por mi mandado , que pueda 
sdcar, e saque quatro omes acusados de qual quier malefìcio, por 
que devan ser condenados de muerte , que esten presos , quales quier 
que fueren, o viniesen en la dicha cibdat de S 'evilla , o otros puertos 
quales quier de los mis reynos e Senorios , flotados, o por fiatar, que 
pueda el dicho mi rimirante cargar la terqia parte en el,o en ellos 
para si , segundo el pregio o precios que vinieren flotados o fiatare. 
« Nei tosto dopo Otrosy tengo por bien que el dicho mi Abiurante que aya el dicho 

l a i?Le C - e ~Àl mi Almirantadgo x e juridicion qivil e criminal bien 

M'cbl'^STiT e complida mente en todos los puertos, e lo gare s de todos los mis 

reynos, e senorios que sean puertos de mar osi, corno la dicha 
cibdat de S evilla, con todas las fuercas e derechos que al dicho 
qficio de Almirantadgo pertenesqen, e perteneqer deven en qual 
quier manera. E otrosy , que aya e pueda usar, e use El e los 
que por si pusiere , de la dicha juridigion qevil e criminal en qual 
quier numera, en todos los dichos puertos de la mar, e las villas , 
e logares dellos , osi para dar cartas de represarias , e judgar todos 
los pleitos, que en la dicha mar e rio acaescerieren , corno en los 
dichos puertos e villas e logares dellos, fasta donde entra agua sor 
loda, o navegan los navjos : e que el dicho rimirante ponga sus 
alcaldes, e alguasiles , e escrivanos e ofigiales en todas las villas , 
e logares de los mis reynos, e senorios, que son puertos de mar, 



lesa. 



(a5) 

» 

Abiurante possa fare, o comandar che sia fatta, e faccia giustizia 
di lui e di loro, e dargli o comandare che sia data sul luogo la 
pena o le pene che sì hanno meritate secondo il dritto. E piacemi 
che di tutti i guadagni che il detto mio Ammiraglio maggiore avesse 
o facesse nella mia flotta , o sul mare , Io ne abbia le due parti ; 
e il detto Ammiraglio la terza parte; e andando ' egli in persona 
su la detta flotta ancorché la detta flotta , o parte di essa si allon- 
tani per suo comando , o senza suo comando; ed oltre a ciò che 
tutte le galere, che si armeranno d'ordin mio per guadagnare; del 
guadagno che ne avrò, saranno mie le due parti; e del detto Am- 
miraglio la terza parte. Giudico bene ancora, e comando che tutte 
le galere e navi e galeotte e legni ed altre fuste qualunque sieno 9 
che armassero per altre parti, delle quali io debba avere il quinto; 
-di tal quinto io ne abbia le due parti , e sia la terza dell' Almirante. 
Piacemi ancora che ogni qual volta il detto mio Almirante facesse 
armare per mio comando , possa prendere e prenda quattro uomini 
accusati di alcun misfatto, per cui debbano esser dannati a morte, 
tra i carcerati qualunque sieno che si trovassero, o venisser con- 
dotti nella detta Città di Siviglia, o in altro porto qualunque de' 
miei regni e dominj , noleggiati , o da noleggiare , che possa il detto 
mio Ammiraglio caricare in quello o in quelli la terza parte per 
se a norma del prezzo o de' prezzi con che venisser noleggiati, o 
saran noleggiati. Similmente mi piace che il detto mio Ammiraglio 

abbia il detto mionAmmiragliato e giurisdizione civile e 

criminale bene e compiutamente in tutti i porti e luoghi di tutti 
i miei regni e dominj , che sien porti di mare , come la detta Città 
di Siviglia, con. tutti i poteri, e diritti che al predetto ufficio del- 
l'Ammiragliato appartengono, o debbono in qualsivoglia modo ap 
partenere. Ed oltre ciò che tanto egli , come coloro , eh' ei mettesse 
in sua vece, abbia, e possa usare, ed usi della detta giurisdizione 
civile e criminale in qualunque maniera, in tutti li detti porti di 
mare, e nelle Città e luoghi loro, così per concedere patenti di 
rappresaglie , e giudicare tutte le liti , che nel detto mare e nei 
fiumi accadessero, come ne' detti porti e ville e luoghi loro, fin 

Cod. Dip. F. 4. 



In fona di questo, 
appartiene all'Ai* 
mirante delle In- 
die il terso di et- 
te, e di ciò che in 
esse si trova, aven- 
dole egli conqui- 
state come Almi- 
rante con l'armata 
delle LL. AA. 

1 La copulativa e 
pare che soprab- 
bondi , dovendosi 
leggere: abbia la 
terza parte , <w- 
dando egli in per- 
sona. 



/ 



N 



(«6) 
para que conozcan e librari todos los pleitos criminales, o geviles 5 
que acaesqieren en la mar , o en el rio por donde llegare eresiente 
e menguare, segando , e en la numera que mejor e mas complida 
mente los otros Ahnirantes , o qual quier dellos , los pusieron en la 
dicha qibtat de S evilla. E mando a los sàbre dichos del mi consejo , 
e oydores de la mi abdiencia , e alcaldes de la dicha mi corte , e 
a todas los otras justicias de las dickas villas e logares de los dichos 
puertos de la mar de los dichos mis reynos , que se non entremetan 
de conosqer , ni librar los dichos pleitos , ni de perturbar ni per- 
turben al dicho mi rimirante , ni a los dichos sus oficiales qu el 
por si pusiere para conoqer de los dichos pleitos , en la numera que 
dicha es , la dicha jurediqion civil ni criminal , ni parte della. E 
defendo firmemente que ninguno, nin algunos, non sean osados de 
yr , nin posar contra la dicha carta del dicho senor Rejr mi padre 
el mi senor, que Dios perdone,ni contra as merqedes, nifranquesas , 
ni libertades en ella, e en esto dicho mi privilegio, contenidas , ni 
contra parte dellas , agora , nin de aqui a delante , paraglos que- 
brantar, o menguar ningunas , ni algunas dellas: e qualquier , o quales 
quier , que lo contrario fisieren , o contra elio , o contra parte dello 
fuesen o pasasen , avrian la mi jrra , e pechar fHejran en pena por cada 
vegada , que cantra elio fuesen , o pasasen , dos mill doblas costei- 
lanas de fino oro , e de justo peso ; e al dicho mi rimirante major, 
o a quien su bos toviese, todos los danos, e menos cabos, que pò- 
rende recibiesen, doblados , e de mas a los cuerpos e a lo que to- 
viesen me tornarla por elio. E mando a las dichos justigias , e a cada 
uno de vos en vuestros logares è juridiqiones , que prendades en 
bjenes de aquel , o aqueUos que contra elio , o contiti parte dello * 
fueren , o pasaren , o quisieren yr o posar, por la dicha peno de 
las dichas dos mill doblas a cada uno por cada vegada , e las 
guarde para faser de ellas lo que la mi merced fuere. E otros f 
emendades e fagades emendar al dicho mi rimirante major, o a 
qui en la dicha su bos toviere, de todos los dichos dahos e menos cabos , 
que por la dicha rason reqibiere , doblados ; corno dicho es. E de 
mas por qualquier o quales quier por quien fincare deh osi faser 



(»7) 
dove entra V acqua salsa , o navigan li navigli ; e che il detto Almi* 
rante metta i suoi alcaldi e birri e scrivani , e ufficiali in tutte le 
Città, e luoghi de' miei regni e dominj, che sono porti di mare* 
perchè conoscano e decidano tutte le liti criminali e civili che 
accadessero nel mare , o ne' fiumi , entro i quali penetra il flusso e 
riflusso , secondochè e in quella migliore e più compiuta guisa li 
posero in detta Città di Siviglia gli altri Aliniranti, o taluno di 
essi. £ comando ai sopraddetti del mio consiglio, e uditori della 
mia udienza, e alcaldi della detta mia corte, e a tutti gli altri 
magistrati delle dette ville e luoghi dei detti porti di mare de' pre- 
detti miei regni, che non s'intromettano a conoscere, né a deci- 
dere le dette liti , ne a turbare , né turbino il detto mio Almi rante , 
ne i detti suoi uffiziali eh' egli sostituisse in suo luogo a conoscer 
le dette liti nella maniera sopra indicata, nella predetta giurisdizione 
civile o criminale, ne in parte veruna di essa. E fermamente proi- 
bisco che niuno , ne alcuno sia ardito di andare , o ecceder contra 
la detta carta del detto Signor Re mio Padre e mio Signore, al 
quale Dio perdoni, ne contro alle grazie, franchigie, libertà in quella 
e in questo mio privilegio contenute, ne contra parte di esse; ora 
e di poi per violargliele, o diminuire niuna ne alcuna di esse. E 
qualsivoglia , o quali si vogliano , che il contrario facessero , o con- 
tro di esso , o di parte d' esso andassero o eccedessero , incorrereb- 
bero il mio sdegno, e pagherebbonmi in pena, per ogni volta che 
contro di esso facessero, o eccedessero, due mila doppie castigliane 
di oro fino e di giusto peso, e al detto mio Almirante maggiore, 
o a chi ne avesse procura, il doppio di tutti li danni e scapiti, che 
per ciò ricevesse ; e per esso lui io procederei contro alle persone 
e i beni loro. E comando ai detti magistrati e a ciascheduno di 
voi ne' vostri luoghi e giurisdizioni, che dei beni di colui, o di 
coloro, che contra di esso, o contro parte di esso, andassero, o 
eccedessero , o cercassero andare ed eccedere , prendiate per la 
detta pena delle indicate due mila doppie a ciascheduno per ogni 
volta; e le conserviate per farne quello che sarà di mio piacimento. 
Ed altresì che compensiate e facciate compensare al detto mio Al- 



(*8) 

e complir, mando al onte que este mi previlegio mostrare, o el 
traslado sy guado , corno dicho es , que vos enplase , que parescar 
des ante mi , do quier que yo sea , vos los dichos consejos por 
vuestros p?x>curadores e suficientes , e uno o dos de los oficicdes de 
cada cibdady o villa , do esto acaes fiere , personalmente , con prò- 
curation de los otros oficicdes vuestros compaAos, del dia que vos 
enplaseren en quinse dias primos syguentes , so la dicha pena , a 
dcsir por qual rason no complides mi mandado. E mando so la 
dicha pena a qualquier escrivano pub li co que para estofuese llamado 
que de ende ed que vos la monstrure 9 testimonio sy guado con su sygno, 
por que yo sepa en corno se cumple mi mandado. E desto le mando 
dar al dicho don Alfon Enrriques mi Tio e mi rimirante mayor de 
la mar este mi previlegio escripto en pergamino de cueroj rodadoj 
e sellado con mi sello de plomo colgado en filos de seda. Dada en 
la villa de Valladolid diez e syete dias de agosto , ano del nasci- 
miento de nuestro Senor Jesu Xristo de nuli e quatroqientos e diese 
e seys ahos. Yo el sàbre dicho Rey don Juan reynante en una con 
la Reyna dona Catalina mi madre , e mi Se fiora , e mi tuctora , e 
regidora de los mis reynos , e con la infanta dona Catalina mi hei*- 
mana , en Castilla , e en Leon , e en Toledo , en Galisia, e en Se- 
villa , e en Cordova , e en Mursia , e en Jahen , e en Baeca , e en 
Bada/ os , e en el Algarbe , e en Algesira , e en Viscaya , e en 
Molina , otargo este previlegio > e confirmolo. 



El ynfante don Juan primo del dicho Senor Rey , e su mayor 
domo mayor 9 confirma. 

Don Enrriquez su hermano, primo del dicho Senor Rey , maestre 
de Santiago , confirma. 

El ynfante Don Pedro su hermano, primo del dicho Senor Rey , 
confirma. 



( *9 ) 
mirante maggiore, o a chi ne avesse procura, il doppio di tutti i 
predetti danni , e scapiti , che ricevesse per la ragione indicata ; 
come si è detto. Ed innoltre per qualsivoglia o quali si vogliano, 
i quali trascurassero di così fare, ed eseguire, comando all'uomo 
che presenterà questo mio privilegio, o la copia d'esso, segnata 
come si è detto , che v' intimi di comparire al mio cospetto , dove 
che io sia, voi consiglieri predetti per mezzo de' vostri procuratori 

e mallevadori, e uno o due degli uffizi ali di ogni Città o Villa, V 

dove ciò accadesse , personalmente , con procura degli altri ufficiali 
vostri compagni , dal giorno della intimazione a quindici giorni pros- 
simi seguenti, sotto la pena sopra espressa, a dire per qual ragione 
non eseguiste il mio comandamento. E comando sotto la detta pena 
a qualsivoglia scrivano pubblico, chiamato a tale oggetto, che a 
colui che ve lo mostrerà , dia un certificato segnato col suo segno , 
perchè io sappia come si adempie l'ordin mio. E comando che 
sopra ciò sia dato al detto Don Alfonso Enriques mio Zio, e mio 
Ammiraglio maggiore del mare, questo mio privilegio scritto in per- 
gamena di cuojo piegato in forma di rotolo, e suggellato col mio 
sigillo di piombo attaccato a fili di seta. Data nella villa di Vaglia- 
dolid nel giorno diciassette di agosto, l'anno della natività di no- 
stro Signor Gesù Cristo mille quattrocento sedici. Io il sopraddetto 
Re Don Giovanni regnante insieme colla Regina Donna Caterina 
mia Madre e mia Signora, e mìa Tutrice e Reggente de' miei regni, 
e con la Infanta donna Caterina mia Sorella, in Castiglia, e in 
Leon, e in Toledo, e in Galizia, e in Siviglia, e in Cordova, e in 
Murcia, e in Jahen , e in Baeza, e in Badajoz, e nell'Algarve, e 
in Algesira, e in Biscaja, e in Molina, concedo questo privilegio, 
e lo confermo. 

L' infante Don Giovanni , Cugino del detto Signor Re e suo Mag- 
giordomo maggiore, conferma. 

Don Enrico suo fratello , Cugino del detto Signor Re , Mastro di 
Santo Jago, conferma. 

L' infante Don Pietro suo fratello , Cugino del detto Signor Re , 
conferma. 



(So) 

Don Luys de Gusman maestre de la orden de la cavalleria de 
Calcitrava , confinila* 

Don Pedro Sehor de Monte Alegre Vasallo del Rey , confirma* 

Don Luys de la Qerda Conde de Medina geli gasolio del Rey, 
confirma. 

Don Paolo Obispo de Burgos Chanciller mayor del Rey , confirma. 

Don Lope de Mendoca Arcóbispo de Santiago, confirma. 

Don Johan Obispo de Segovia , confirma. 

Don Diego Obispo de Cuenca, confirma. 

Don Gongolo de Curii ga Obispo de Plagencia, confirma. 

Don Diego Gomes de Sandoval Adelanlado mayor de Marcia, 
confirma. 

Don Johan Ramires de girellano Serìor de los Cameros vasallo 
del Rey, confirma. 

Don Gorgia Frns Monrriques Sehor de Àguilar vasallo del Rey, 
confirma. 

Ynigo Lopez de Mendoca Senor de la Vego vasallo del Rey, 
confiima. 

Yo Johan Frr-ns de Placengia escrivano del dicho Senor Rey ,fis 
escrivir por su mandado en el ano deseno que el dicho Sehor Rey 
reyno. 

Fernjndus Bach a laure us en le gibus. Jlfonsus. 

Registrada. 

E agora el dicho Don Jllfon Enrriques rimirante mayor de la 

mar pidiome por mercede que le confirmase el dicho previle gio de 

» q u «io segno merced aqui <?.° f e sele mandase guardar en todo bien, e complida 

vorrà dire escn- * / ***>- G O ' r 

P contlnido P % Ho» unente se guado que en el se contiene. E Yo el sobre dicho Rey don 

Juan por faser bien e merged al dicho Don Àlfon Enrriques mi Tio , e 
mi Jlmiiunte mayor de la mar, e acatando al debdo che comigo ha 
de los muchos , e buenos , e sehalados servicios, que fiso al Rey don 
Johan mi abuelo , e al Rey don Enrriques mi padre, e mi serìor, 
que Dios perdone , e fase a mi de cada dia , tovelo por bien. E pò- 
ì^ende de mi propio motuo e cierta sgiencia , es mi voluntad e 



cimile. 



(3.) 

Don Luigi di Gusman Mastro dell' ordine della Cavalleria di Ca- 
latila va, conferma. 

Don Pietro Signore di Monte Alegre, Vassallo del Re, conferma. 

Don Luigi della Gerda Conte di Medinaceli, Vassallo del Re, 
conferma. 

Don Paolo Vescovo di Burgos , Cancelliere maggiore del Re , 
conferma. 

Don Lope di Mendoza Arcivescovo di Santo Jago, conferma. 

Don Giovanni Vescovo di Segovia, conferma. 

Don Diego Vescovo di Cuenza, conferma. 

Don Gonzalo di Zuniga, Vescovo di Plasenzia, conferma. 

Don Diego Gomes di Sandoval Prefetto maggiore di Murcia, confer. 

Don Giovanni Ramires di Àrellano Signore de los Cameros, Vas- 
sallo del Re, conferma. 

Don Garzia Feraandes Manriques, Signore di Aguilar, Vassallo 
del Re, conferma. 

Ignazio Lopes di Mendoza, Signor de la Vega, Vassallo del Re, 
conferma. 

Io Giovanni Frrns di Plasenzia Scrivano del detto Signor Re , ho 
fatto scrivere per suo comando , nell' anno decimo del regno del 
detto Signor Re. 

Fernandus Bachalaureus in Legibus. Alfonsus. 

Registrata. 

E ora il detto Don Alfonso Enriques Ammiraglio maggiore del 
mare, hammi richiesto per grazia che gli confermassi il detto pri- 
vilegio di grazia qui contenuto, e comandassi che gli fosse conservato 
in tutto, bene e compiutamente, secondo che in esso si contiene. 
£ Io il sopraddetto Re Don Giovanni per far bene e grazia al detto 
Don Alfonso Enriques mio Zio e mio Ammiraglio maggiore del mare; 
e avuto riguardo al merito che ha meco pe' molti e buoni e segna- 
lati servigj., che fece al Re Don Giovanni mio Avolo, e al Re Don 
Enrico mio Padre e mio Signore, che Dio abbia in grazia, e fa 
ogni giorno a me , mi sono ' deliberato di compiacergli. E però di 



(3a) 

merqed de confirmar e confirmole el dicho previlegio , e todas las 
mercedes en el conterùdas , e dogelo agora de nuevo en todo , se- 
gando e en la manera , que en el dicho previlegio se contiene : e 
que pueda usar, e use del dicho ofiqio de Almirantadgq , contoda 
la justicia e juridiqion alta e baxa , ce vii e criminal ,z enei mero 
mixto imperio, e con todas las otras cosas , e cada una dellas, 
en la dicha carta de previlegio suso encorporada contenidas. E use 
dello, e de cada cosa dello, e los que por sy pusiere , a sy en la 
mi corte e chanqellaria e casa , e rostro , corno fuera della. E pueda 
faser, e faga el, o los que por sy pusiere, todas las otras cosas, e 
cada una dellas , contenidas en la dicha carta de previlegio suso 
encorporada ; las quales Yo agora do e otorgo con libre e ple- 
nario judicio , e poderio , e compii da abtoridad , segando que Yo 
la he : E dejiendo firme mente por està mi carta de previlegio , e 
por el traslado sy guado de escrivano publico , sacado con abtoridad 
de juez , o de alcalde , que de a qui adelante ninguno , ni alguno 9 
non sean osados de la yr, ni posar contro el dicho previlegio, ni 
contro parte del , para gelo quebrantar o amenguar en alguna cosa 
dello, que en el se contiene; que a qualquier o quales quier que 
lo fisieren, o contro el o contro parte del, fuesen o pasasen, avrian 
la mi ira e de mas pechor meyan las penas en la dicha carta de 
s\ riu'rZ^Tc^ previlegio suso encorporadas f contenidas; e al dicho Don Alfonso 

tal «■ perciò quan- 
tunque il t«to En/Tiques mi tio e mi Almirante mar or, o a quel que su boz tu* 

u ulna chiaramente ' » ' / 7 

ìiT^ionVdi'grl- vicsc , todos los doiios e menos cabos que por ende recebiese. E eso 

malici mole en- . I 1 »• -fi - ? w t J- T 

corsari*. mismo pagarle ha cuez mi IL mrs de pena , para su camera del meno 

Don Alfonso Emriques mi tio , e mi Almirante : en los quales dichos 
dies mill nirs de penaquero, e es mi merqed e voluntad, quecàya 
por ese mesmo fecho qualquier, que viniese , o tentase venir contro 
lo contenido en este mi previlegio, o contro cosa, o parte dello, ca 
Yo ne fogo merqed al dicho Alfon Enrriques mi tio e mi Almirante 
mayor, o a quien el quisiere, o por bien toviere ; e sobre esto mando 
a todos los sobre dichos perlados , maestres de las ordenes, e cometes, 
e subcometes, duques, e condes, e ricos omes , e a los del mi consejo , 
e oydores de la mi abdiengia, e alcaldes, e notarios, e alguaziles, 



(33) 

mio proprio moto e certa scienza , è mia volontà , e piacere di con- 
fermare e confermogli il detto privilegio, e tutte le grazie in esso 
contenute ; e ora gliel dò nuovamente , in tutto secondo e nella ma* 
niera che nel detto privilegio si contiene, e che possa usare ed 
usi del detto uffizio dell'Ammiragliato con tutta la giustizia e giu- 
risdizione alta e bassa, civile e criminale, col mero e misto impero, 
e con tutte le altre cose, e ciascheduna di esse contenute nella 
detta carta di privilegio incorporata qui sopra. E di esso, e di 
ogni cosa di esso usi egli , e coloro eh' e' porrà in sua , vece , 
così nella mia corte e cancelleria e casa e cancelli , come fuori di 
essa. E possa fare e faccia egli, e coloro che porrà in sua vece, 
tutte le altre oose, e ciascuna di esse, contenute nella surriferita 
carta di privilegio. Le quali Io ora dò e concedo con libero e 
pieno giudizio , e, potere , e perfetta autorità , secondo che io l' ho. 
E vieto fermamente per questa mia carta di privilegio, o per la 
copia segnata da scrivano pubblico, cavata con autorità di giudice 
o di alcalde , che da ora in poi niuno , ne alcuno , sieno arditi di 
andare ne di eccedere contro al detto privilegio, né contra parte 
di esso per violarlo, o diminuirgliele in cosa alcuna di ciò che 
vi si contiene ; che qualsivoglia o quaisivogliano che il facessero , 
o contra di esso, o parte di esso andassero o eccedessero, avrebbon 
l'ira mia, e di più pagherebbono a me le pene contenute nella 
predetta carta di privilegio dianzi riportata; e al detto Don Alfonso 
Enriques mio Zio e mio Ammiraglio maggiore , o a chi ne avesse 
il mandato , tutti li danni e discapiti , che indi ricevesse. E il 
medesimo ha da pagare dieci mila maravedis alla camera del sud- 
detto Don Alfonso Enriques mio Zio e mio Ammiraglio; nei quali 
detti dieci mila maravedis di pena voglio, ed è mio piacere e 
volontà, che incorra per questo fatto medesimo, chiunque ve- 
nisse, o venir tentasse, contro al contenuto di quésto mio pri- 
vilegio , o contro cosa , o parte di esso ; perciocché io ne fo 
grazia al prefato Don Alfonso Enriques mio Zio e mio Almirante 
maggiore, o cui egli vorrà, e giudicherà bene. E intorno a ciò 
comando a tutti li suddetti Prelati, Mastri degli ordini, corniti, 

Cod. Dip. F. 5. 



(34) 

e justiqias, e otros oficiales de la mi corte , e chanqelleria , e de la 
mi casaj e rostro, e a lo$ mis adelantados, e merinos majrores, 
cavalleros , e escuderos , e a todos los consejos e corre gidores , e 
alcaldes , e alguasjles , e merinos , e prestamos , e prebostes , e otras 
justicias , e oficiales quales quier de la muy noble gibdad de Sevilla, 
e de todas las qibdades e villas, e logares de los mis reynos, e 
seiiorios, e a los capitanios de la mar , e ed mi armador de la filata, 
e patrones , e comites de las mis galeas , e a los maestres , e mari- 
neros e mercantes, e otras personas quales quier, que andovieren e 
navegaren por la mar, e a todas las otras personas de qual quier 
estado , e condicion , e preheminenqia , o dignidad que sean , que 
està mi carta de previle gio vieron , o el traslado della, segundo corno 
dicho es , que guarden e cumplan , e fagan guardar , e complir al 
dicho don Alfon Enrriques mi tio e mi rimirante mar or de la mar, 
o al que lo ostiere de aver por el, este dicho previlegio, e todas 
las mercedes en el contenidas , en todo bien e complida mente , se- 
gando e en la manera, que en el se contiene; e que le fio vajran 
ni pasen, ni consientan yr ni posar contra el, ni contra parte del, 
en algun tiempo, ni por alguna rason que sea, so pena de la mi 
merced e de la pena contenida en la di e ha carta de previlegio suso 
encorporada, a cada uno por quien fincare dello asyfaser, e complir. 
E mando al mi chanciller major del mi sello de la poridad, e a 
los del mi consejo , e oydores de la mi abdienqia , e alcaldes , e 
nontios , e a los mis contadores mayores , e a los mis oficiales , e 
escrivanos que escrivan a la tabla de los mis sellos 9 que si sobre 
todas las cosas suso dichas, o sobre qual quier, o quales quier 
dellas, el dicho mi AlmircmZe, o los que el por sjr pusiere, les pi- 
dieren quales quier mis cartas e previlegios rodados, e otros quales 
quier , que gelos den , e libren , e pasen , e setten los mas firmes e 
bastantes e complidos que pudieren, e menester ovieren para todo 
lo suso dicho , e para cada cosa e parte dello , e para la exsecuqiort 
dello. E non fagades ni fagan ende el sola dicha penai e de mas 
por qualquier o quales quier de vos , o deltos por quien fincate 
detto osi faser e complir , mando al ome que vos està mi carta 



(35) 

sottocomiti, duchi , conti e baroni, e a quelli del mìo consiglio, 
agli uditori della mia udienza, agli alcaldi , nota] , birri , e magi* 
strati, e agli altri uffiziali della mia corte e cancelleria, e della 
mia casa e cancello, e a' miei prefetti, caporali maggiori, cavalieri, 
scudieri, e a tutti i consiglj, reggenti, alcaldi, birri, caporali 1 , 
ajutanti e prevosti e altri giustizieri, e uffiziali di ogni sorte della 
-nobilissima Città di Siviglia, e di tutte le Città, e Ville, e luoghi 
de 9 miei regni, e domini!, a' capitani del mare, e al mio armatore 
della flotta, a' padroni, a' corniti delle mie galere; ed a' maestri, 
marina j, mercanti, e ad ogni altra persona, che andasse, o navi- 
gasse in mare, e a tutte le altre persone di qualsiasi stato, condi- 
zione , preminenza , o dignità , le quali vedranno questa mia patente 
di privilegio, o la copia di essa, come si è detto, che osservino 
ed eseguiscano , e facciano osservare ed eseguire in favore del detto 
Don Alfonso Enriques mio Zio e mio Ammiraglio maggiore del mare, 
o di chi facesse per lui, il privilegio predetto e tutte le grazie ivi 
contenute, bene in tutto e compiutamente, secondo e nella maniera 
che in esso si contiene; e che non vadano ne eccedano, ne con- 
sentano altrui F andare ne V eccedere contro di quello , o di alcuna 
sua parte, in niun tempo, e per niuna ragione, sotto pena della 
mia grazia, e della pena contenuta nella carta di privilegio già di 
sopra inserita, a ciascheduno che trascurasse di così fare ed ese- 
guire. £ comando al mio cancellier maggiore del mio sigillo secreto, 
e a quelli del mio consiglio, e agli uditori della mia udienza, e 
agli alcaldi, nunzj, e a 9 miei tesorieri maggiori, e a' miei uffiziali 
e scrivani che scrivono al banco de' miei sigilli, che se sopra tutte 
le cose dianzi dette, o sopra qualsivoglia, o quali si voglian d'esse, 
il detto mio Ammiràglio, o coloro che ne faranno le veci, chie- 
desser loro quali si vogliano delle mie carte e privilegii piegati in 
forma di rotolo , o altri checché sieno , che gliele dieno , e rilascino , 
e spediscano, e sigillino con le forinole più forti e valevoli e com- 
piute che potranno, o che sarà di mestieri per tutto ciò che si è 
detto, e per ciascheduna cosa, e parte di esso, e perla sua esecu- 
zione; e non fate ne facciano contro al tenore di questo privilegio , 



r. 



(36) 

de previlegio mostrare , o el dicho su traslado sy guado , corno diche 
es , que vos enplaze que parescades ante mi en la mi corte , los 
consejos por vuestros procuradores , e los ofiqiales e les otras per- 
sonas syngulares , personalmente, del dia que vos enplasaren fasta 
quinse dias primos sjrguientes , cada uno a desir por qual rason non 
complides mi mandado , so la di e ha pena , e a qualquier escrivano , 
publico che para escriver fuere llamado , que de ende al que vos 
la mostrare .... testimonio sygnado con su sygno , por que jro 
sipa en corno se compie mi mandado. E desto le mando dar al dicho 
mi rimirante mi tio està mi carta , e previlegio , escripta en per- 
gamino de cuero 9 firmado de mi nombre, rodado, e sellado con mi 
sello de plomo pendiente en filos de seda. Dada en la cibdad de 
Segovia a seyÈ junio ano del nascimiento de nuestro Salvador Jhesu 
Xristo de miti e quatrocientos e diez e nueve ahos* 



c/o w cRw. 



Yo el sabre dicho Reydon Juan regnante en uno con la Reynadoiia 
Maria mi esposa, e con la jrnfante dona Catalina mi hermana, en 
Castilla , e en Leon , e en Galisia , e en Toledo , e en S evilla , e en 
Cordova , e en Marcia , e en Jahen , e en Baeqa , e en Badajos , 
e en V Algarbe , e in Algesira , e en Viscaya , e en Molina , otargo 
este previlegio e confiamolo. El ynfante don Juan primo del dicho 
Sehor Rejr , jrnfante de Aragon , maestre de Santiago , confirma. 
El jrnfante don Fedro primo del dicho Senor Rey, confirma. Don 
Alfon Enrriques tio del Rey 9 Almirante mayor de la mar, con- 
firma. Don Ruy Lopes de Avalos Conde estable de Castilla , adelan- 
tado mayor de Mùrqia , confirma. Don Luys de Gusman maestre de 
la orden de cavalleria de Calatrava^ confirma. Don Luys de la 
Qerda Conde de Medina celi, vasallo del Rey, confirma. Don Pedro 
Senor de Monte Alegre vasallo del Rey, confirma. Don Lope de 



\ 



(37) 
sotto la detta pena; e di più, qualsiasi, o quali si sieno di voi, o 
di loro, che mancasse di ciò fare ed eseguire, comando all'uomo 
che vi mostrerà questa mia carta di privilegio, o la copia segnata 
come si è detto, che v'intimi di comparire al mio cospetto nella 
mia corte; cioè i consiglii per mezzo de' vostri Procuratori, e gli 
uffiziali e le altre persone singolari ' personalmente , dal dì della < singola d» 
intimazione ai quindici primi giorni seguenti , ciascheduno a dire ° collegio. 
per qual ragione non eseguiste il mio comando , sotto la pena pre- 
detta; e a qualsivoglia scrivano pubblico che a scriver fosse chia- 
mato, che all'uomo che a voi la mostrerà dia un certificato segnato 
col suo segno; perchè io sappia come s'adempia il mio comando. 
Di che ordino che al detto Ammiraglio mio Zio sia data la carta , 
e il privilegio presente scritto in pergamena di cuojo, firmato col 
mio nome, piegato in forma di rotolo, e sigillato col mio sigillò di 
piombo pendente da fili di seta. Data nella Città di Segovia a dì 
sei giugno l' anno della natività del nostro Salvatore Gesù Cristo 
mille quattrocento diciannove. 

Io il sopraddetto Re Don Giovanni regnante insieme con la Regina 
Donna Maria mia Sposa , e con la Infanta Donna Caterina mia Sorella, 
in Ca&tiglia, e in Leon, in Galizia, in Toledo, in Siviglia, in Cordova, 
in Murcia, in Jahen, in Baeza, in Badajos, nell'Algarve, in Àlgesira, 
in Biscaja, e in Molina, concedo e confermo -questo privilegio. 
L' Infante Don Giovanni Cugino del detto Signor Re, Infante di 
Aragona, Mastro di S. Jago, conferma. L'Infante Don Pietro Cugino 
del detto Signor Re, conferma. Don Alfonso Enriques Zio del Re, 
Ammiraglio maggiore del mare , conferma. Don Ruy Lopes di Avalos 
Contestabile di Castiglia, Prefetto maggiore di Murcia, conferma. 
Don Luigi di Gusman Mastro dell'ordine de' Cavalieri di Calatrava, 
conferma. Don Luigi della Cerda conte di Medinaceli , Vassallo del 
Re, conferma. Don Pietro Signore di Monte Alegre Vassallo del Re, 
conferma. Don Lope di Mendoza Arcivescovo di S. Jago , Cappellano 



(38) 

Mendoga Argobìspo de Santiago, capellan mayor, confirma. Don 
Rodfigo de Velasco obispo de P alene ia , confirma. Don Alfon obispo 
<le Siguenga, confinna. Don Juan obispo de Segovia, confirma. Don 
Juan Obispo de Avita, confirma. Don Alvaro obispo de Cuenca, 
confirma. Don Fernando obispo de Cordova , confirma. Don Grre 
Gomes administrador de la iglesia de Palenqia, chanqiller major 
de la Reyna de Cast dia, confirma. Don Rodrigo obispo de Jahen, 
confirma. E yo Juan Fernandes de Guadala/ara la fis escrivir por 
su mandado del Rey nuestro Senor. Fernandus Bachalaureus in 
le gì bus. Registrada. La c/ual dicha carta de previlegio del di elio 
Senor Rey presentada> e leyda en la manera que dicha es, el 
dicho Gongolo Fernandes en nombre del dìcho Senor Almirante, 
dixo a los dicho s Senores oydores , que por quanto el dicho Senor 
Almirante entendia, e le era necesario de enbiar la dicha carta 
de previlegio , e la presentar en algunos logares , do complia a ser- 
vigio del dicho Senor Rey, e del bien comun de los sus reynos, e 
sehorios , e de los sus subditos e naturales dellos, e guarda e con- 
servagion del dicho Admirantadgo e del dicho Almirante, e que se 
regelava que la dicha carta de previlegio se prodria perder , o da- 
nificar, a sy por robo, corno porfuego, o por agua o por otra 
cabsa , o caso fortuito , o peli grò alguno , que podria acaescer; e 
dello se podria seguir deservigio al dicho Senor Rey,, e al dicho 
Senor Almirante recreger aquello dono: Porende dixo que jtedia, 
e pidio , a los dichos Senores Oydores en la mejor numera 9 e forma 
que podia e devia de derecho, que de su ofigio , ed qual ynplorava, 
mandasen e diesen licencia a nos los dichos Juan Nuhes e Pedro 
Gorgia escrivanos para que anbos a dos j untamente 3 corno personas 
publicas, sacasemos e fisiesemos sacar de la dicha carta e previlegio 
del dicho Senor Rey originai, un traslado o dos, o mas, quantos 
compliesen e fuesen menester al dicho Senor Almirante don Fadrique, 
e gè los diesemos sy guado s de cada uno de nos j 'untamente en mar 
nera que fisyesen fee , concertados en la dicha carta de previlegio 
originai; e que al tal traslado o traslados , que asi diesemos sy- 
gnados de nuestros sygnos , de la dicha carta de previlegio del dicho 



\ 



(39) 
maggiore, conferma. Doti Rodrigo di Velasco, VescoTO di Palenzis, 
conferma. Don Alfonso Vescovo di Siguenza, conferma. Don Giovanni 
Vescovo di Segovia , conferma. Don Giovanni Vescovo di Avila * 
conferma. Don Alvaro Vescovo di Cuenza, conferma. Don Fernando 
Vescovo di Cordova, conferma. Don Grre Gomes Amministratore 
della Chiesa di Palenzia, Cancellier maggiore della Regina di Casti gli a, 
conferma. Don Rodrigo Vescovo di Jahen, conferma. E io Giovanni 
Fernandes di Guadalajara V ho fatta scrìvere per comando del Re 
nostro Signore. Fernandus Bachalaureus in legibus. Registrata. La 
qual detta carta di privilegio del detto Signor Re, presentata e 
letta in quella guisa che si è esposto , il detto Gonzalo Fernandes 
in nome del prefato Signor Ammiraglio disse a' suddetti Signori Udi- 
tori, che volendo e dovendo il detto Signor Ammiraglio spedire 
la detta carta di privilegio, e presentarla in alcuni luoghi, dove 
conveniva pel servigio del detto Signor Re, e pel bene comune 
de' suoi regni , e dominii , e de 9 sudditi e naturali di essi , e per 
guardia e conservazione del detto Ammiragliato, e del detto Ammi- 
raglio, e che si temeva che la detta carta di privilegio si potesse 
perdere, o danneggiare così per furto, come per fuoco, o per 
acqua , o per altra cagione , o caso fortuito, o per alcun pericolo , 
che potria accadere ; di che potrebbe venire il disservizio del detto 
Signor Re; e al detto Signor Ammiraglio aumentarsi il danno; per 
ciò disse che domandava e domandò ai detti Signori Uditóri nella 
miglior maniera e forma che poteva, e doveva di dritto; come in 
ragione del loro uffizio, ch'egli implorava, ordinassero e permettes- 
sero a noi scrivani suddetti, Giovanni Nugnes e Pietro Garzia , che 
ambedue unitamente come persone pubbliche, cavassimo e facessimo 
cavare dalla detta carta e privilegio originale del detto Signor Re , 
una copia o due, o più, quante convenissero o fosser necessarie 
al detto Signor Ammiraglio Don Fadrique, e gliele dessimo segnate 
da ognuno di noi unitamente, in maniera che facesser fede, colla- 
zionate con la delta caria originale di privilegio; e che tal copia , o 
copie della detta carta di privilegio del detto Signor Re, così segnate 
de nostri segni, dessimo al detto Signor Almirante, o a chi per 



(4o) 

Senor Rey al dicho Senor rimirante, o al que lo oviese de aver 
por el. E por que fuisen mas firmes e valederos , pidio a los dichos 
senores Oydores , que diesen e interpusiesen a elio , e para elio , su 
decreto e abtoridad para que dellos tales traslado , o traslados, que 
nosotros dichos escrivanos asjr diesemos dello , sygnados , corno 
dicho es , valiesen e Jisiesen fee do quier que paresciesen en jujrsio 
«cosi ha ii codi, e fuera del, a sy corno valdieran e farian ' fee la dicha catta de 

ce eoa manifesto 

?"°cré d M/3?r" P re vM e gì° originai suso contenida paresciendo. E luego los dichos 
*drta. a la dlfha senores oydores visto el dicho pedimiento , tomaron la dicha carta 

de previlegio originai en sus manos, e vieron e cataronla e exse- 
minaronla, e por quanto al presente, no la fàllaron rota, ni casa, 
ni chancelada , ni sopuntada , ni en al g una parte della dubdosa , ni 
sospechosa , mas antes caresciente de todo vicio : Porende ac ai andò 
lo sobre dicho todo , dixeron che mandavan , e mandaron e dieron 
licencia a nosotros dichos Juan Nihes de Leon e Pedro Garzia de 
Madri gal escrivanos sobre dichos , para que amos a dos j untamente 
corno personas publicas , sacasemos , e fisiescmos sacar de la dicha 
carta de previlegio del dicho Sefior Rey originai, un traslado, o 
dos , o mas , quantos compliesen e fuesen menester al dicho Sehor 
rimirante , e gelos diesemos sygnados con nuestix>s sjrgnos y con- 
certados con la dicha carta de previlegio originai , en numera que 
fisjresen fé ; e al. traslado , o traslados , que nos otros asy diesemos 
della al dicho Sehor dimirante , corno dicho es , los dichos Senores 
Oydores dixeron que interponian e ynterpusieron su abtoridad, e 
decreto , sy e en quanto , e en la mejor manera , e forma que podian , 
e devian de derecho, para que los tales traslado , o traslados, que 
asy diesemos dello, sygnados, valiesen e Jisiesen fé do quier, que 
paresciesen en juysio , e fuera del , sy e asy e atan complida mente , 
corno valdria e faria fé la dicha carta de previlegio originai del 

■ Leggerei Man- ' m 

proviiria^cua 1 }!! d* c h° Senor Bey paresciendo. Testi gos que fueren presentes a todo 
raudo'ch'c peTgiI lo que dicho es : el licenciado Joan Lopes de Miranda e los bachil- 

altri testitnonii si 

esprime la patria; leres &<> m. . . . ios alcaldes de los fijos also , e Luys Rodrisues e 

la quale perciò non •* J O 7 J %J 

mViiTicata'^giiarl Femond Mancheos • e Alfonso Lopes de Se villa e Luys G°s s de 

■ do a Lui fi e Ftr- m 

•w/ufo. Cordova escrivanos del dicho Senor Rey, e des o en corno paso el 

» Forte Goes. J * ' 



C 4» )• 

hii aver la dovesse. Ed acciocché fossero pili ferme e valide, richiese 
i detti Signori Uditori, che dessero e interponessero in ciò e per 
«io, il decreto e. l'autorità loro, perchè tal copia, o copie, che 
noi scrivani predetti ne dessimo, segnate come si è detto, valessero 
e facesser fede, dove che fosser presentate, in giudizio e fuora; 
come varrebbe e faria fede la detta carta di privilegio originale, 
contenuta qui sopra, venendo presentata. E tosto i detti Signori 
Uditori veduta la detta petizione, si recarono nelle mani la detta 
carta originale di privilegio e la videro , riguardarono , ed esamina- 
rono; e avendola trovata di presente ne lacera, ne cassata, né 
cancellata, né interpolata, né in veruna parte dubbiosa, o tale che 
potesse destar sospetto; ma sì bene libera da ogni vizio ;. perciò 
considerate tutte queste cose, dissero che ordinavano, e ordinarono, 
e dieron licenza a noi suddetti Giovanni Nugnes di Leon, e Pietro 
Garzi a di Madrigal pubblici scrivani, che amendue unitamente come 
persone pubbliche , ricavassimo e facessimo ricavare dalla detta carta 
originale di privilegio del detto Signor Re , una copia o due o più, 
quante accomodassero, o fosser d'uopo al prefato Signor Ammiraglio, 
e gliele dessimo segnate de' nostri segni, collazionate con la detta 
carta originale di privilegio, in maniera che faccian fede; e per la 
copia o le copie, che noi così ne dessimo al detto Signor Ammiraglio, 
com'è detto, i suddetti Signori Uditori dissero che interponevano, 
e interposero 1' autorità e il decreto loro , così e in quanto , e nella 
miglior maniera, e forma, che potevano e dovevano di dritto, 
acciocché tal copia, o copie, che sì ne dessimo, da noi segnate, 
valessero e facesser fede, ovunque fosser presentate, in giudizio, 
e fuora, sì, e così, e tanto compiutamente come varrebbe, e faria 
fede la detta carta originale di privilegio del detto Signor Re, se 
venisse presentata. Testimonii che sono stati presenti a tutte le 
cose dianzi espresse: il licenziato Giovanni Lopes, di Miranda, e i 
baccellieri ..... alcaldi de' gentiluomini, e Luigi Rodrigues, e 
Fernando Mancheos, e Alonso Lopes di Siviglia, e Luigi G°s di 
Cordova Scrivani del detto Signor Re. E. . . . dipoi il detto Gon- 
zalo Fernandes in nove del detto Signor Ammiraglio, dimandò a 

Cod. Dip> F. 6 



(40 

dicho Gonsalo Frrs en nonbre del di e ho Senor Abiurante 9 pidio a 
nos los dichos escrivanos, que le diesemos este traslado de la dicha 
carta de* previlegio originai del dicho Senor Rey , con la dicha ab~ 
toridad e decreto , para guardia e conservaci on del dicho rimirante , 
e de las cabsas sobre dichas , que fue fecho e paso dia e mes e ano 
ante los testigos sobre dichos de suso escriptos. E nos los dichos 
Juan Nines de Leon e Pero Garqia de Madrigal escrivanos sobre 
dichos , por virtud de la dicha Vicenda, e mandamiento a nos fecho e 
dado por los dichos Senores Ojrdores de la dicha abtorìdad e decreto 
por ellos asy ynterpuesta, Jisjrmos escrivi r e sacar, e sacamos este 
translado de la dicha carta de previlegio originai del dicho Senor 
Rejr y amos a dos Junta mente , e lo concertamos con la dicha carta 
de previlegio originai de verbo ad verbo , en presencia de los testi gos > 
que jruso seran escritos , que fueron presentes al dicho conqertamento , 
e vieron, e oyeron leer, e concertar este dicho traslado con la dicha 
carta de previlegio originai: los quales dichos testi gos 3 que fueron 
presentes e llamadós al dicho concertamelo son estos que se syguen: 
Frnco ]yyz s de villa Anpando escrivano de la di dia abdiencia e 
* Abbiamo cbia« -dndres de Valladolid e Fernando de Medina fijo de Juan de Me* 
Z ^rTa^dil dina, criados del dicho Juan Nyns de Leon " ( Va escripto sobre 

ploma, perchè non 

"ìi^ridX^ ra jd° & 1 un lugar donde dise porende grande galerdon, e o dis e 
SiiJS "i escripta entre renglones, e o dis mi e escripta entre renglones, e o 

dis quelquier navio 9 e o dis en la dicha mar, e entre renglones o 
dis dicha, e sobre rey do o dis publico que para, e entre renglones 
ò dis de, e o dis de orgdz, e escripto sobre rejrdo o dis tenorio 
not!° , e entre renglones escripto o dis mi, e o dis Juan Lopes non le 
empezea ) E yo el dicho Juan Nyns de Leon escrivano e notorio 
publico sobre dicho, que a està que sobre dicho es, presente fuy 
con el dicho Pero Garqia de Madrigal escrivano ante los dichos 
senores Oydores, en uno con los dichos testi gos que a elio fueron 
presentes, e por el dicho mandamiento, e licencia de los dichos Se* 
nores Oydores, en uno con el dicho Pero Garqia escrivano , fts escrivir 
e sacar este traslado de la dicha carta de previlegio del dicho Senor 
Rey > con la dicha abtorìdad en estas tres/ofas e media de pergpr 



)*origiiulc. 



(43) 

noi scrivani predetti, che gli dessimo questa copia della detta carta 
originale di privilegio del detto Signor Re con l'enunciata autorità , 
e decreto per sicurezza e conservazione del detto Ammiraglio, e 
delle cagioni sopraddette ; che fu fatta e rilasciata davanti ai testimo- 
ne soprascritti il giorno mese ed anno sopraddetti. £ noi Giovanni 
Nines di Leon e Pietro Garzia di Madrigal scrivani sopraddetti, in 
vigore della detta licenza , e dell 9 ordine a noi fatto , e dato dai 
detti Signori Uditori , che la detta autorità ,e decreto V interposero, 
abbiamo fatto scrivere e ricavare, e ricaviamo questa copia, della 
detta carta originale di privilegio del detto Signor Re , ambedue 
unitamente , e Y abbiamo collazionata parola per parola con la detta 
carta originale di privilegio in presenza de' testimonj che saranno 
scritti qui sotto, i quali furono presenti alla detta collazione, e 
viddero e udiron leggere, e collazionare la detta copia con la pre- 
detta carta originale del privilegio; i quali testimonii che furono 
presenti e chiamati alla detta collazione, son coloro che seguono: 
Francesco Nyiis de Villa Anpando scrivano della detta udienza, e 
Andrea di Vagli adolid e Fernando di Medina figlio di Giovanni di 
Medina, familiari del detto Giovanni Nyiis di Leon, (a) 

E io il suddetto Giovanni di Leon scrivano e notajo pubblico so- 
praddetto, che a quanto si è detto fin ad ora, sono stato presente col 
detto Pietro Garzia di Madrigal scrivano , innanzi ai detti Signori Udi- 
tori insieme co 9 detti testimonj, che sonvi stati presenti , e pel detto 
comando e licenza dei detti Signori Uditori, insieme col detto Pietro 
Garzia scrivano, ho fatto scrivere ed estrarre questa copia della 
detta carta di privilegio del detto Signor Re con l'autorità suddetta, 
in questi tre fogl] e mezzo di pergamena di cuojo con questo nel 
quale esser deve il mio segno , e appiè d' ogni faccia va posto il mio 
nome; ed ho collazionato questa copia con la detta carta originale 
di privilegio del detto Signor Re , unitamente al detto Pietro Garzia 
scrivano, in presenza de* testimoni j ricordati in questa scrittura; i 
spiali sfila detta collazione si trovaron presenti. E perciò in testimonio 
della verità ha fatto qui il mio segno che è tale: Giovanni Nyiis. 
£ io il suddetto Pietro Garzia di Madrigal scrivano e notajo pub- 



(44) 

mino de cuero, con està en que va mi sygno e de boxo de cada 
plana va puesto mi nombre , e congertado este traslado con la dicha 
catta de previlegio ori gif tal del di e ho Senor Rey en uno con ti 
dicho Pero Gorgia escrivano , en presenzia de los testigos que en 
està escriptura fase mengion , que fueron presentes al dicho conger- 
tamiento. E por ende fis aqui este mio sygno , que es tal , en testi- 
monio de verdad: Juan Nyns. E yo el dicho Pero Gorgia de Madrigal 
escrivano e notaro publico 9 suso dicho, que a esto, que sabre dicho 
es , presente fuy con el dicho Juan Nyns de Leon escrivano ante 
los dichos Senores Oydores en uno con los dickos testigos , que a 
elio fueron presentes , e por el dicho mandamiento , e ligengia de 
los dichos Senores oydores, en uno con el dicho Juan Nyns estri- 
vano fis escrivir e sacar este traslado de la dicha carta de previ- 
legio del dicho Senor Rey 9 con la dicha abtoridad en estas tres 
fojas e media de per gemano de cuero, e mas este pedaco, en que 
va este mia sygtio; e debaxo de cada plana va puesto mi tumóre, e 
congertado este traslado con la dicha carta de previlegio originai 
del dicho Senor Rey en uno con el dicho Juan JVyns escrivano en 
presenzia de los testigos , que en està escriptura fase mencion, e 
fueron presentes al dicho concertamiento ; e este traslado f uè con- 
certado con la dicha escriptura originai, donde fue sacado ante los 
testigos que a ellos fueron presentes. En viernes treze dias del mes 
de novienbre; ano del nasgUmento de nueftro Salvador Jesu Xristo 
de nuli e quatrogientos e ochenta e nueve anos. Testigos que fueron 
presentes al leer e concertar deste dicho traslado sacado de la dicha 
escriptura, Alfon de Valle e Diego de Mesa alcaldes e Nuno de 
Mendoga 9 e Fernando <F Esquivel, e Juan de Montanos escrivano 
del Rey nuestro Senor e otros. E yo Gongolo Gorgia de Villa mayor 
escrivano del nuestro Senor el Rey, e su notorio pubtico en la su 
corte , e en todos los sus reynos e seHorios , presente fuy en uno con 
los dichos testigos a concertar este dicho traslado con la dicha 
escriptura, donde fue sacado; el qual fis escrivir 9 e porende fis 
aqui este mio sygno a tal en testimonio. 

Goncalo Giacu escrivano del Rey. 



(45) 

blìco sopraddetto , che a quanto di sopra è seri tto sono stato pre- 
sente col prefato Giovanni Nyiìs de Leon scrivano , innanzi ai detti 
Signori Uditori , unitamente ai detti testimonj , che vi sono stati 
presenti , e in vigore del detto comando e licenza dei detti Signori 
Uditori , insieme al detto Giovanni Nyiìs scrivano , ho fatto scrivere 
ed estrarre questa copia 'della detta carta di privilegio del sopran- 
nominato Signor Re» con la detta autorità, in questi tre foglj, e 
mezzo di pergamena di cuojo, e più questo pezzo , nel quale ha 
da essere il mio segno , ed appiè d'ogni pagina va posto il mio 
nome ; e ho collazionato questa copia con la suddetta carta originale 
di privilegio del detto Signor Re, unitamente al detto Giovanni Nyiìs 
scrivano in presenza de' testimonii registrati in questa scrittura, i 
quali sono stati presenti alla detta collazione; e questa copia fu 
collazionata con la detta scrittura originale, d'onde fu estratta 
davanti ai testimonii Stati presenti. In Venerdì , a' tredici del mese 
di novembre, V anno della natività del nostro Salvatore Gesù Cristo 
mille quattrocento ottanta nove. Testimonii che furon presenti alla 
lettura e collazione della copia suddetta ricavata dalla detta scrittura: 
Alfonso de Valle , e Diego de Mesa , Alcaldi , e Nugno di Mendoza , 
e Fernando di Esquivel, e Giovanni de Montanos scrivano del Ré 
nostro Signore, ed altri. 

£ io Gonzalo Garzia di Villa mayor scrivano di nostro Signore 
il Re, e suo notajo pubblico nella sua corte, e in tutti li suoi 
regni e domimi, sono stato presente insieme coi detti testimoni, a 
collazionare la detta copia con la detta scrittura , d' onde fu tratta; 
la quale ho fatta scrivere: in testimonianza di che ho fatto il mio 
segno in questo luogo : Gonzalo Garzia Scrivano del Re. 

(a) L' errata corrige del testo spaglinolo non potendo aver luogo nella versione italiana» 
si è da noi tralasciata; ma per non mancare alla integrità di monumenti cosi preziosi, ne 
riportiamo appiè di pagina la traduzione corrispondente. 

= È scritto sopra la raschiatura in un luogo» dove dice porende grande galardon. E 
ove dice» e scritta dentro* le linee. E dove dice qualquier navio, E dove dice en la dicha 
mar : e dentro le linee dove dice dicha , e sopra là raschiatura ove dice publico que para ; 
e dentro le linee dove dice de; e dove dice de or gaz; e scritto sopra la raschiatura dove 
dice tenorio not.** ; e scritto dentro le linee dove dice mi, e dove dice Juan Lopes. Gè* 
non sia d'impedimento, ss 



(46) 



documento JUjn el nombre de la Sancta Trenidad y eterna Unidad, Padre e 
li. Fijo 9 Spirita S aneto , tres perso nas realmente distintas en una 

esengia divina , que bive e reyno por siempre syn fin ; e de la bien 
aventurada Virgen gloriosa Sancta Maria nuestra Senora su Madre , 
a quien nos tenemos por Senora e por abogada en todos los nuestros 
fechos , e a honrra e reverencia suya , e del bien aventurado apostol 
Senor Sanctiago luz e espejo de las Espanas, patron e gtijadorde 
los Rejres de Castilla e de Leon ; y asjr mesmo a onory reverencia 
de todos los otros santos e santas de la corte celestiale Por que aunque 
segundo natura non puede el onte complida mente conogir que cosa 
es Dios por el mayor conoscimiento que del mando puede aver, puede 
lo conogir viendo e contemplando sus maravillosas obras e fechos 
que fiso e fase de cada dia, pues que todos las obras por su poder 
son fechas , e por su saber governadas , e por su bondad mantenidas; 
y asì el ome puede entender que Dios es comiengo e medio e fin de 
todos las cosas ; e que en el se encierra y el mantiene a cada uno 
en a quel estado, que las ordeno; y todos le han menester y jr el no 
ha menester a cllas; jr el las puede mandar cada que quesiere, se- 
gund su voluntad^jr non puede caber en el que se mude , nin se cambie 
en alguna manera : El es dicho Rey sàbre todos los Rejres , por que 
del han ellos nonbre , jr por el reynan , e el los govierna 3 y man- 
tiene : los quales son vicarios cada uno en su reyno , puestos por 
el sobre las gmtes para los mantener en j usti eia, y en virtud temporal 
mente ; lo qua! se maestra complida mente en dos maneras p la una 
dellas es spiritual , segund lo mostraron los prophetas , e los sanctos , 
a quien dio nuestro Senor gracia de sabir todos las cosas qierta- 
mente, e las faser estender : la otra manera es segund natura, asy 
corno lo mostraron los omes sabios , que fueron conosgedores de ~las 



(47) 



li el nome della Santa Trinità ed eterna Unita, Padre, Figlio e Spi- do cu Mi 
rito Santo, tre persone realmente distinte in una essenza divina che //, 

vive e regna per sempre senza fine; e della beata Vergine gloriola 
Santa Maria nostra Signora, Madre di Lui, la qual noi tenghiamo per 
Signora ed Avvocata in tutte le opere nostre; e ad onore e rive* 
renza di Lei, e del beato Apostolo SignorfrS. Giacomo, luce e spec- 
chio della Spagna, Protettore e Condottieri dei Re di Gastiglia e 
di Leon; e similmente ad onore e reverenza di tutti gli altri Santi 
e Sante della Corte Celestiale, Benché l'uomo, qualunque cognizione 
egli s'abbia del mondo, non possa perfettamente conoscere, secondo 
natura, che cosa è Dio, lo può conoscere vedendo e contemplando 
le opere maravigliose di Lui, e i fatti che fece e fa ogni dì; per- 
ciocché tutte le opere per suo potere son fatte , e per la sua sapienza 
governate, e per sua bontà mantenute; e così l'uomo può intendere 
che Dio è principio , mezzo e fine di tutte le cose, e che in Lui si 
rinchiude, e che Egli conserva ciascheduno in quello stato, in che lo 
pose; e tutte le cose han di Lui bisogno, ed Egli di niuna; ed Ei le può 
comandare ogni qual volta gli piace , a sua volontà; e in Lui non può 
cadere mutazione né cambiamento veruno : Egli è detto Re sopra 
tutti i Regi, perchè da Lui han nome, e per Lui regnano, ed Ei 
li regge e conserva; ognuno de' quali nel proprio Regno è Vicario 
posto daJDio sopra le genti a mantenerle in giustizia e in virtù; tem- 
poralmente. Tutto ciò si dimostra pienamente in due maniere: l'una 
è spirituale, come dimostrarono i profeti e i santi, a' quali nostro 
Signore die grazia di sapere tutte le cose . certamente , e farle inten- 
dere; l'altra maniera è da natura; siccome dimostrarono gli uomini 
savii, che naturalmente conobberle cose. Perciocché i Santi dissero 
esser posto il Re sulla terra in luogo di Dio per esercitar la giù- 



(4») 
cosas naturai mente. Ca los Sanctos dixeron que el Rey es puesto en 
la tenn en el lugar de Dios para complir la justiqia , e dar a cada uno 
su derecho : y porende lo llamaron coracon , y alma del pueblo , y asy 
corno el alma està en el coraqon del ome , e por el bive el cuerpo , y se 
mantiene , asy en el Rey està la justiqia , que es vida y mantenimiento 
del pueblo de su Senorio , y osi corno el coraqon es uno , y por el 
reciben todos los otros miehbros unidad , para ser un cuerpo ; bien osi 
todos los del Rey no , maguer sean muchos , son uno 3 por que el Rey 
deve ser 9 y es uno,y por eso deven ses todos uno con el, para lo seguir , 
y ayudar en las cosas que ha defaser : y naturai mente dixeron los 
sabios , que los Reyes son cabeca del rey no ; por que corno de la cabeca 
naqen los sentidos por que se mandan todos los miembros del cuerpo , 
bien asy por el mdndamiento , que noce del Rey , que es senor, y 
cabeca de todos los del Reyno , se deve mandar , y gufar y lo obe- 
descer; y tan grande es derecho del poder de los Reyes , que todos 
las leyes, y los derechos tienen lo so su poderio, por que a quel 
non lo han de los omes, ma de Dios, cuyo lugar tienen en las cosas 
temporales : al qual entre las otras cosas principal mente pertenesce 
amar) e honrrar , e guardar sus pueblos , y entre los otros sena* 
loda mente deve tornar e honrrar a los que lo meresqen por serviqios , 
que les ayan fecho : y por ende el Rey , o el Principe , entre los 
otros poderes que ha, non tan sola mente puede, mas deve faser 
gracias a los que la mereqen por servigio que le ayan fecho, y por' 
bondad che falle en ellos : y por que entre las otras virtudes anexas 
a los Reyes , segund dixeron los Sabios , es la justiqia , la qual es 
virtud e verdad de las cosas , por la qual mayor e mas endereqada 
mente se mantiene el mando , y es asy come fuente , donde manan 
todos^ los derechos , e dura por siempre en las voluntades de los 
omes justos , e nunca desfallece , e da e reparte a cada uno ygual 
mente su derecho; e comprehende en si todos las virtudes prinqi- 
pales, y naqen della muy grand utilidad, por que haze bivircuerda 
mente , y en paz a cada uno , segun su estado , syn culpa e syn 
yerro; e los buenos se hasen por ella mejores, recabiendo galar» 
dones por los bienes que fisieron; e los otros por ella se endereqan 



(49) 
stizia , e dare ad ognuno il suo dritto: e per questo lo dissero cuore 
ed anima del popolo; e come l'anima sta nel cuore dell'uomo, e 
per esso vive il corpo e si mantiene; così nel Re sta la giustizia, 
che è vita e conservazione del popolo de' suoi domimi; e siccome 
uno è il cuore, e per esso tutte le altre membra ricevon unità, per 
essere un corpo; similmente tutti quei del regno, quantunque molti, 
sono uno, perchè il Re debb' essere ed è imo; e per essolui tutti 
hanno da esser uno con Lui per seguirlo , e ajutarlo nelle cose che 
ha da fare. Naturalmente poi dissero i Savii, che i Re sono capo 
del Regno; essendoché, siccome dal capo derivano i sentimenti , pe' 
quali son governate tutte le membra del corpo; parimente pel co* 
mando che viene dal Re, Signore e capo di tutti quei del Regno, 
si debbon ordinare e reggere, e a Lui si vuol ubbidire. E tanto è 
grande il potere dei Re che tutte le leggi e i diritti tengono sotto 
della propria potenza; avendo questa non dagli uomini, ma da Dio, 
del quale tengono il luogo nelle cose temporali. Al Re, tra le altre 
cose, principalmente appartiensi, amare, onorare e conservare i suoi 
popoli; e tra gli altri dee segnatamente aver riguardo ed onorare 
coloro che lo meritano per servigii che gli abbian fatto: e perciò 
il Re o il Principe, tra gli altri poteri ch'egli ha, non può soltanto, 
ma dee, conceder grazie a coloro che le meritano per avergli fatto 
servizio , o per bontà che in essoloro si trova. E perchè tra le altre 
virtù proprie dei" Re, a detta de'Savii, è la giustizia, che è virtù 
e verità delle cose, per cui meglio e più dirittamente si mantiene 
il mondo; ed è pure quasi una fonte, da cui scaturiscono tutti i 
dritti; e per sempre mantiensi nella volontà degli uomini giusti, e 
non vi manca giammai; ella dà e ripete a ciascheduno suo dritto, 
ella comprende in sé tutte le virtù principali; da lei nasce grande 
utilità, perchè fa vivere ognuno saviamente, ed in pace secondo il 
proprio stato, senza colpa e senza errore; e i buoni per essa si fan 
migliori ricevendo guiderdone delle buone azioni da lor fatte; e gli 
altri si raddrizzano per lei e si emendano. La qual giustizia contiene 
in sé due parti principali; l'una è commutativa tra uomo ed uomo; 
e l'altra distributiva, nella quale consistono i guiderdoni e le rimu- 

Cod. Dtp. F. 7. 



(5o) 

e emiendàn . la qual justiqia tiene en si dos partes principales 9 la 
una es comutativa , que es entre un ome e otro ; e la otm es distri* 
butiva, en la qual consisten los galardones e renumeragiofies de los 
buenos e virtuosos trabajos e servicios, que los omes fasen a los 
Reyes e Principes, e a la cosa publica de sus rejrnos. y por que, 
segund disen las leyes, dar galardon a los que bien, e leal mente 
sirven , es cosa que conviene mucho a todos los omes , major mente 
a los Reyes, e Prinqipes, e grandes Senores que tienen poder de 
lo haser; e a ellos es cosa propia honrrar e sublimar a aquellos, 
que bien e leal mente les sirven , e sus virtudes e serviqios, los me- 
reqen. En galardonar los buenos fechos , los Reyes que lo fazen , 
muestran ser conocedores de la virtud , e otrosy justicieros : ca la 
justiqia no es tati sola mente en escarmetar los malos , mas aun es 
galardonar los buenos. E de mas desto noce della otm muy grande 
utilidad, por que da voluntad a los buenos para ser mas virtuosos, 
e a los malos para emendarsi e quando asy non se fase , podria acae- 
sqer por contrario. E por que entre los otros galardones , e renumera- 
ciones que las Reyes pueden faser a los , que bien e leal mente les sin- 
veri, es honrrarlos e sublimarios entre los otros de su linage e los enno- 
bleqer, e decorar », e honrrar ', e les faser otros muchos bienes e gra- 
cias e mercedes; porendè considerando e aeatando todo té suso di- 
cho, queremos que sepan por està nuestra carta de previle gio o por 
su traslado sy guado de escrivano publico , todos los que agora son , 
e seran de aqui addante, corno Nòs Don Fernando e Dona Ysabd 
por la gracia de Dios Rey e Reyna de Castilla, de Leon, de Ara- 
gon, de Secilia., de Qerdeiia, de Cordova, de Coree ga, de Mure ia, 
de Jahen, de los Algarbes, de Algesira, de Gibr aitar, e de las 
ystas de Canaria; Conde e Condesa de Barcelona, Senores de Vi- 
scaya e de Molina, Duques de Athenas e de Neopatria j Condes de 
Rosellon, e de Qerdania, Marqueses de Oristan e de Gociano, w- 
mos unos capitulos firmados de nuestros nonères e seUados con nue- 
stro sello fechos en està guisa: 

Las cosas suplicadas, e que jPìuestms Altèsas don, e otorgan a 
Don Ckristoval Colon en alguna satisfaqion de lo, que ha descubiertv 



(5,) 

iterazioni de' buoni e virtuosi travagli e servigli che gli uomini Canno 
ai Re o Principi, o alla cosa pubblica de' Regni loro» E perciocché, 
secondo il detto delle Leggi, dar guiderdone a coloro che bene e 
lealmente servono , è cosa che conviene molto a tutti gli uomini , 
maggiormente ai Re e Principi, e grande Signori, che hanno pote- 
re di farlo; ed è cosa lor propria l'onorare e sublimar coloro che 
bene e lealmente gli servono, e le virtù e i servigii de' quali meritan 
questo; nel premiare le buone azioni, i Re che ciò fanno, si dimos- 
trano conoscitori delle virtù, ed anche giusti; perchè la giustizia 
non isti solamente nella esemplare punizione de' malvagi; ma si 
ancora nel premiare i buoni. Ed oltreciò nasce da essa un'altra 
utilità grandissima ; perchè a' buoni accresce stimolo per essere più 
virtuosi , ed a' malvagi per emendarsi. E perchè tra gli altri gui- 
derdoni e rimunerazioni che i Re possono fare a coloro che bene 
e lealmente gli servono , havvi pur questa di onorarli e sublimarli 
tra gli altri della stirpe loro , e nobilitarli e decorarli e onorarli 
• e far loro molti altri beni e grazie e favori ; perciò considerando , e 
ponderando quanto di sopra si è detto, vogliamo che per questa 
nostra lettera di privilegio , o per la sua copia segnata da pubblico 
scrivano, sappiano tutti che ora sono, e saranno di poi, come Noi 
Don Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Reginq 
di Castiglia, di Leon, di Aragona, di Sicilia, di Sardegna, di Cor- 
dova, di Corsica, di Murcia, di Jahen, dell' Algarve, di Algesira, 
di Gibilterra e delle isole Canarie , Conte e Contessa di Barcellona , 
Signori di Biscaja e di Molina , duchi di Atene e di Neopatria , 
Conti di Rossiglione e di Cerdania , Marchesi di Oristano e di Go- 
ziano , abbiamo veduto certi capitoli firmati de' nostri nomi e sug- 
gellati col nostro sigillo, fatti in tal guisa. 



Le cose supplicate e che le Altezze vostre danno e concedono 
a Don Cristoforo Colon, per compensarlo in qualche maniera di ciò 



Cosas s npli ca- 
da ìj y que Sus 
Altesas le conce- 
di e ron en canfor- 
midad de lo con- 
I enido en los Pri* 
vifegios al Almi r. 
major de Cast il' 
la 9 corno Almi- 
raule mayor del 
mar oceano,-)' al' 
go mas, respecto 
a lo futuro en el 
aquisto de las Yn- 
dias. 



(5a) 

en las mares oceanas, e del viage que agora, con la ayuda de Dios, 
ha de faser por ellas en servigio de Vuestras Altesas, son las que 
se syguen. 

Prima mente, que Vuestras Altesas come Sehores que son de las 
di eh as mares oceanas y fasen deride agora al dicho Don Christoval 
Colon, su rimirante en todas aquellas yslas, e tierras firmes, que 
por su mano e industria se descubriran, o ganaran, en las dichas 
mares oceanas para durante su vi da; e despues del muerto, a sus 
herederos e subeesores de uno en otro perpetua mente, con todas 
aquellas preheminencias e perrogativas pertenecientes ed tal oficio, 
e se guado que Don Alonso Enrriques vuestro Almirante mayor de 
Castilla e los otros predecesores en el dicho ojiqio lo tenian en sus 
distritos. 

Plase a Sus Altesas. 
^ Juan de Colomju 



Otrosy, que Vuestras Altesas fasen al dicho Don Christoval su 
Viso Rey, e Governador general en todas las dichas yslas, e tierras 
firmes e yslas, que (corno dicho es) el descubriere, e ganare en las 
dichas mares ; e que para el regimiento de cada una , e qual quier 
dellas, faga eleqion de tres personas para cada oficio, e que Vue- 
stras Altesas tomen e escosen uno, el que mas fuere su servicio, e 
asi seran mejor regidas las tierras, que nuestro Senor le dexera 
fallar, e ganar a servicio de VS. Altesas. 

Plase a Sus Altesas. 

Juan db Coloma. 



Ytem que todas e quales quier mercaderias, si quier sean perlas, 
piedras preciosasj oro, piata, especieria, y otras quales quier co- 
sas, y mercadurias de qualquier esperie, nonbre e numera que sea, 
que se conpren, trocaren, f aliar eri y ganaren, e ovieren dentre de los 
limites del dicho Almirantadgo, que dende agora Vuestras Altesas 
fazen merced al dicho Don Christoval, y queren que aya e lieve 
para si la dezena parte de todo elio* quetadas las costas todas 3 aue 



le ìsole. 



(53) 

che ha scoperto nel mare Oceano , e del viaggio che ora, con 
l'ajuto di Dio, egli dee fare a .quelle parti in servigio delle vostre 
Altezze, sono le seguenti : 

Primieramente , che le Altezze Vostre , come Signori che sono, Coie tappiate, 
del detto mare Oceano , fanno da questo punto il detto Don Cri- te dalie loro aT- 

tette in conformi- 

stoforo Colon, loro Ammiraglio in tutte quelle isole e terre ferme jf e » de J ÌT ^ n a n "iJ! 
che per opera e industria di lui si scopriranno , o acquisteranno ^o^c^ugi»i 
nel detto mare oceano , sua vita naturale durante, e lui morto i maggioredei mare 

oceano, e più assai 

suoi eredi, e successori da uno in un altro perpetuamente, con 1 ffi£j^ t 5£ 
tutte quelle preminenze e prerogative , che spettano al detto uffizio, 
come le avevano ne' proprii distretti Don Alfonso Enriques vostro 
Almirante maggiore di Castiglia, e gli altri predecessori. . 

Piace alle Altezze Loro. 

Giovanni de Colo ma. 

Similmente, che le Altezze Vostre fanno il detto Don Cristoforo 
loro Viceré e Governator generale in tutte le dette isole e terre 
ferme , eh' egli , come detto è , scoprirà o acquisterà ne' mari pre- 
detti ; e che pel governo di ciascheduna , e di qualunque di esse , 
faccia scelta di tre persone per ogni uffizio; dalle quali le AA. LL. 
prendano ed eleggan uno , quello che sarà di loro maggior gradi- 
mento ; e così saranno meglio governate le terre , che nostro Si- 
gnore permetterà di trovare ed acquistare a servigio delle AA. LL. 
Piace alle loro Altezze. 

Giovanni de Co lo ma. 

Item, che di tutte e qualsivoglia merce, sien perle, pietre pre- 
ziose, oro, argento., droghe, ed altre cose, e merci qualunque, 
di qualsivoglia specie , nome , e maniere , che si compreranno , cam- 
beranno , troveranno , guadagneranno , o saranno dentro i limiti del 
detto Ammiragliato , le Altezze Vostre da questo punto fanno grazia 
al detto Don Cristoforo , e vogliono che ne abbia e prenda per se 
la decima parte ,. diffalcate tutte le spese che in ciò si facessero , 



(M) 

se Jlsieren en elio, por numera que de lo que quedare limpio, e li* 
bre, aya 9 e toma la decima parte para si mismo, e faga della a 
su voluntad, quedando las otras nueve partes para Vuestras AU 
tesas. Plase a sus Altesas. 

Johan de Colonia. 

Otrosy, que sy a cab sa de las mercadurias qu el traeva de las 
dichas yslas, e tierras que osi* corno dicho es 3 se ganare o discu- 
briere* o del las que entrvqué de aquellas se tornare aca de otros 
mercaderosy naciere pleito alguno en el lugar, donde el dicho co- 
rnerete e trato se terna e farà , que sy por la preheminencia de su 
òficio de rimirante le pertenecera conoqer del tal pleito , piega a 
Vuestras Altesas que el o su Theniente, e no otro Juez, conozea 
del tal pleito 9 e asjr lo provean dende agora. 

Plase a Sus Altesas sjr perteneqe al dicho oficio de Almirante, 
segando que lo tenia el rimirante Don Alfon Eniriques, y los otros 
sus antecesores en sus distritos 9 e sjrendo justo. 

Juan db Coloma. 

Ytem que en todos los navios que se armeren para el dicho trato 
e negociacion , cada e quando e quantas vezes se armeren , que pue- 
da el dicho Don Christoval Colon, sy quisiere, contribuir e pagar la 
ochena parte de todo lo que se gustare en el armason 9 e que tan- 
bien aya e lieve del provecho la ochena parte de lo que resultare 
de la tal armada* Plase a Sus Altesas. 

Juan de Coloma. 

Son otorgados e despechados con las respuestas de Vuestras Al- 
tesas en fin de cada un capitalo. En la villa de Sancta Fee de la 
Vega de Granada y a diez e siete dias de Abril del ano del nasci- 
miento de nuestro Salvador Jhu Xsto de nuli e quatrocientos e no- 
nenta e dos ahos. 

c/o eXi cAeu,. £To iou cReiuwc/. 

Por mandado del Rejr e de la Reyna, 
Registrada. Talcena. Johan de Coloma. 



(55) 

dì maniera che di quello che resterà libero e netto , abbia, e tolga 
perse medesimo la decima parte , e ne disponga a suo piacimento, 
dando le altre nove parti alle Altezze Vostre. 
Piace alle LL. Altezze. 

Giovanni de Coloma. 

Similmente , che se a motivo delle mercanzie eh' egli porterà nelle 
isole e terre predette , che si acquisteranno o si scopriranno , com' è 
detto, o che da altri mercanti in questo tempo si trasportassero da 
quelle parti alle nostre , nascesse alcuna differenza nel luogo dove 
si terrà e farà il detto commercio , egli prega le Altezze Vostre , 
che se per la preminenza del suo ufficio di Almirante gli spettasse 
la cognizione di tal causa, egli o il suo Tenente, e non altro Giu- 
dice, conosca simili cause; e così decidano fin d'ora. 

Piace alle Altezze loro, se ciò appartiene al detto uffizio di Ai- 
mirante, secondo che l'ebbe T Almirante Don Alfonso Enriques, e 
gli altri suoi antecessori ne' loro distretti, essendo giusto. 

Giovanni de Coloma. 

Item, che in tutte le navi che si armeranno per detto traffico e 
negoziò, sempre, e quando e qualunque volta si armeranno, possa 
il detto Don Cristoforo Colon, se il volesse, contribuire e pagare 
l'ottava parte di tutto quello che si spendesse nelF armarle; e che 
abbia a prender similmente l'ottava parte del profitto, che risultasse 
da tale armata. Piace alle Altezze loro. 

Giovanni de Coloma. 

Sono conceduti, e spediti con le risposte delle Altezze Vostre nel 
fine di ogni articolo. Nella villa di Santa Fé della pianura di Gra- 
nata il giorno diciassette Aprile, l'anno della natività di N. S. Gesù 
Cristo mille quattrocento novantadue. 

*jo io (/ha Jo co, C/oeama. 

Per comando del Re e della Regina, * Questo regio 

Secretorio è nomi- 

Registrata. Taljefia. Giovanni de Coloma. » ?£££££* 



(56) 

E agom por quanto vos el dicho Don Christoval Colon nuestro 
rimirante del mar oceano e nuestro Viso Rejr e Governador de la 
terra firme e yslas* nos suplicastes e pedistes por merqed que por 
que mejor e mas complida mente <vos fuese guardada la dicluz carta 
de merced a vos e a vuestros fijos e decendientes , que vos la con- 
firmasemos e aprovasemos e vos mandasemos dar nuestra carta de 
previlegio della, o corno la nuestra merced fuese, e nos acatando lo 
suso dicho e los muchos e Buenos e leales e grandes e continuos 
servicios que vos el dicho Don Christoval Colon nuestro rimirante 
e Viso Rey e Governador de las jrslas e terra firma descubiertas e 
por descobrìr en el mar oceano en la parte de las Yndas nos ave- 
des fecho e esperamos que nos fareys, especialmente en descobrìr e 
traer a nuestro poder e so nuestro Seiìorio a las dichas yslas e terra 
firme, mayor mente por que esperamos con ayuda de Dios nuestro 
Senor redundara en macho servigio suyo e honrra nuestra e prò e 
utilidad de nuestros rey nos e sehorios , por que esperamos con ayuda 
de Dios que los pobladores Yndìos de las dichas Yndias se conver- 
confirmaionde * im/l a nuestra s ancia fé catholica , tovimoslo por bien: e por està 
Jli££'tLck£m di dui nuestra carta de previlegio, e por el dicho su traslado sy- 

Don Christoval 

colon, con que guado, corno dicho es ; de nuestro propio motuo, e cierta sciencia, 
tush"\oT t nutosy e poderio rcal ab soluto, de que en està parte queremos usar, e usa- 
que ai g uno sea mos, conjirmamos e aprovamos para agora, e para siempre jamas a 

osado a contra- 
venir a io otor- jr os e i dicho Don Christoval Colon, e a los dichos vuestros fijos, 

gado por Sus Al- 7 . •/ J ? 

nietos, e desgendientes de vos e dellos, e a vuestros herederos, la 
sàbre di dui nuestra carta suso encorporada, e la merced en ella 
contenida: E queremos, e mandamos, e es nuestra merqed e volun- 
tad, que vos vola, e sea guardada a vos, e a vuestros fijos, e de- 
scendientes, agora e de aqui adelante inviolablemente para agora e 
para siempre jamas, en todo e por todo, bien e complida mente, se- 
gund e por la forma e manera, que en ella se contiene; y sy ne- 
Cesario es agora de nuevo vos fasemos la dicha merqed: E defen- 
demos firma mente que ninguna, ni algunas personas, non sean osa- 
das de vos yr ni venir contra ella , ni contra parte della , por vos 
la quebrantar, ni menguar en tiempo alguno, ni por alguna numem. 



tesa*. 



(57) 
Ora, essendoché voi suddetto Don Cristoforo Colon nostro Almì- 
rante del mare Oceano e nostro Viceré e Governatore della terra 
ferma ed isole , ci supplicaste , e chiedeste per grazia , che a meglio 
e più compiutamente conservare la detta carta di grazia a Voi, e 
a' vostri figli e discendenti, ve la confermassimo ed approvassimo, e 
comandassimo che ve ne fosse data la lettera di grazia, e come fosse 
di nostro piacere; Noi considerando le cose dette, e i molti e buoni 
e grandi e leali e continui servigii che voi suddetto Don Cristoforo 
Colon nostro Almirante e Viceré e Governatore delle isole e terra 
ferma scoperte, e da scuoprire nel mare oceano nella parte delle 
Indie, avete a Noi fatto, e speriamo che farete, specialmente nel 
discoprire e ridurre in nostro potere, e sotto il nostro dominio le 
dette isole e terra ferma, spezialmente perchè speriamo con l'ajuto 
di Dio nostro Signore, che ridonderà in molto di lui servigio, e no- 
stro onore, e prò ed utilità de' nostri regni e dominii, perciocché 
confidiamo nell'ajuto di Dio, che gl'indiani abitatori delle dette isole 
si convertiranno alla nostra santa Fede cattolica, N'è sembrato cosa 
ben fatta; e per questa nostra carta di privilegio, o per la sua confrrmuiooe 
copia , segnata come si è detto , di nostro moto proprio e certa ^cJiftoforo^c^ 
scienza , e real potere assoluto , del quale in questa parte voglia- ^JuSUTùdl 

ne'auoi figlj, nipo- 

mo usare ed usiamo , confermiamo ed approviamo per ora , e per tì » e «Radenti, 

7 JTr i 7 * sensa che mimo 

sempre mai a voi suddetto Don Cristoforo Colon, e ai detti vostri ^uTJiia^n^ 
figli, nipoti e discendenti da voi, e da essi, ed ai vostri eredi la ^une. 
sopraddetta nostra lettera di sopra incorporata, e la grazia in essa 
contenuta. E vogliamo e comandiamo , ed é nostro piacere , e vo- 
lontà , che vagliavi , e sia conservata a voi , e a' vostri figliuoli , 
e discendenti, ora, e da ora in poi, inviolabilmente per ora e per 
sempre mai in tutto e per tutto bene e compiutamente, secondo, 
e nella forma , e maniera che in essa si contiene ; e se è necessa- 
rio ora di nuovo vi facciamo la detta grazia. E vietiamo ferma- 
mente , che niuna né alcuna persona , sieno ardite di andare o 
Venire contro di essa, né contro parte di essa, per violarla o sce- 
marla in tempo veruno , e per veruna maniera. Sopra ciò coman- 
diamo al Principe Don Giovanni nostro carissimo, ed amatissimo 

Cod. Dip. F. 8. 



(58) 

Sobre lo qual mandamos al Principe Don Juan nuestro muy caro, 
e muy amado fijo, e los Ynfantes, duques, perlados, marqueses, 
condes, ricos omes, maestros de las ordenes, priores, comendadores, 
e subcometes, e a los del nuestro Consejo, oydores de la nuestra 
abdienqia, alcaldes, alguaziles, e otras justicias quales quier de nue- 
stra casa, e corte, e chancilleria, e alcajrdes de los casti llos, e ca- 
sas fuertes e llanas, e a todos los consejos, asistentes, corregidores , 
alcaldes, alguaziles, merinos, prebostes, e a otras justicias de todas 
las qibdades, e villas, e logares de los nuestros reynos, e sehorios, 
e a cada uno dellos, que vos guarden e fagan guardar està di e ha 
nuestra carta de previle gio , e confirmacion 3 e la carta de merced 
en ella contenida , e contra el thenor e forma della , no vos vajran, 
ni pasen, ni consientan yr ni posar en tempo alguno, ni por alguna 
manera 9 so las penas en ella contenidas: de lo qual vos mandamos 
dar està dicha nuestra carta de previle gio e confirmaqion, escripta 
en pergamino de cuero, e fiimada de nuestros nonbres, e sellada 
con nuestro sello de plomo pendiente en jilos de seda a colores. la 
qual mandamos al nuestro Qhanqiller, majordomo, e notorio 9 e a los 
otros oficiales, que estan a la tabla de los nuestros sellos, que sei- 
len, e, libren e pasen lo quel todo que dicho es en los diclios ca- 
pitulos suso encorporados , jr en està nuestra confirmacion conteni- 
dos. Queremos y es nuestra merqed e voluntad, que se guarde, e 
cumpla asy segando que en ellos se contiene; e los unos, ni los otros 
non fagades, ni fagan ende al por alguna manera, so pena de la 
nuestra merqed, e de diez nuli mrs para la nuestra camera a cada 
uno que lo contrario fisiere. E demos mandamos al ome que vos 
està nuestra carta mostrare, que vos emplase que pare se ade s ante 
Nos en la nuestra corte do quier que Nos seamos, del dia que vos 
emplasare fasta quinze dias primeros syguientes, so la dicha pena; 
so la qual mandamos a qualquier escrivano pub lì co, que para esto 
fuere llamado, que de ende al que gela mostrare testimonio sy gua- 
do con su sygno , por que nos sepamos en corno se cumple nuestro 
mandado. Dada en la cibdad de Burgos a veynte e tres dias del 
mes de Abril, ano del nascimiento de nuestro Seizor JKu Xsio de 
mill e quatroqientos e nonenta e syete anos. 

cTo ev oxcìl. c/o leu uìxwuxs. 



(59) 
figlio, ed agli Infanti, ai Duchi, Prelati, Marchesi, Conti, Baroni, 
Mastri degli Ordini , Priori , Commendatori e Vice-comiti , e a quelli 
del nostro Consiglio , agli uditori della nostra udienza , Alcaldi , 
birri , ed altri ministri della giustizia qualunque sieno , della nostra 
Casa, Corte e Cancelleria, e Alcaldi de' castelli e case forti e aperte, 
e a tutti i consiglieri, assistenti, corregitori , alcaldi , birri, ajutanti, 
prevosti, e agli altri magistrati di tutte le città, e terre, e luoghi 
de' nostri regni e domimi, e a ciaschedun di essi, che vi conser- 
vino , e faccian conservare questa nostra lettera di privilegio e con- 
fermazione , e la lettera di grazia in essa contenuta ; e contro al 
tenore e alla forma di essa non procedano ne eccedano , ne permet- 
tano che altri proceda o ecceda in tempo alcuno, ne per alcuna 
maniera sotto le pene in quella contenute. Intorno a che ordiniamo 
che sia data questa nostra lettera di privilegio e conferma , scritta 
in pergamena di cuojo , e firmata de' nostri nomi , è suggellata col 
nostro sigillo di piombo , pendente da fili di seta colorita. La quale 
comandiamo al nostro cancelliere, maggiordomo, e notajo e agli altri 
uffiziali che stanno al banco de' nostri sigilli , che suggellino , rila- 
scino e dien corso a tutto che detto è ne' capitoli predetti incor- 
porati qui sopra, e in questa nostra confermazione contenuti. Vo- 
gliamo ed è nostro piacere e volontà che sì venga osservato ed 
eseguito, come in quelli si contiene; e che ne gli uni ne gli altri 
facciate ne facciano altrimenti per alcuna maniera, sotto pena della 
nostra grazia e di diecimila mrs per la nostra camera a qualunque 
facesse in contrario : e di più comandiamo all'uomo che vi mostrerà 
questa nostra lettera, che v'intimi di presentarvi al nostro cospetto 
nella nostra Corte, ovunque noi siamo, dal giorno della intimazione 
fino a tutti i quindici giorni prossimi seguenti sotto la detta pena. 
Sotto la quale comandiamo a qualsivoglia scrivano pubblico, che 
fosse chiamato per tal effetto, che a colui il quale gliele mostrerà, 
rilasci poi uno scritto segnato col suo segno, acciocché Noi sappia- 
mo come il nostro comando s'adempie. Data nella città di Burgos 
a dì 23 del mese di Aprile l'anno del nascimento di nostro Signor 
Gesù Cristo mille quattrocento e novantasette. 

*jo io (/be'. iJO ut, ulpeama. 



(fio) 

Yo Fernand Ahares de Toledo segretario del Rejr e de la Reyna 
nuestros Serìores, la fis escrwir por su mandado. Antonius Doctor. 
R. g. da Doctor. Rodericus Doctor. Antonius Doctor. Fernand Al- 
vares. Juan Valesques. E en las espaldas de la dicha carta de pre- 
vile gio estava escripto lo sjrguieiite: sjrn chanci lleria, e sjrn derechos, 
por mandado de sus Altesas. 



(6i) 

Io Don Fernando Alvares di Toledo Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per ordin loro. An tonili s 
Doctor. R. g. da '. Doctor. Rodericus Doctor. Àntonius Doctor. Fer- daV™^\d<£ 

far, che wgae? 

nando Alvares. Giovanni Valesques. E nel tergo della detta lettera 
di privilegio stava scritto: Senza Cancelleria, e senza diritti, per co- 
mando delle Loro Altezze. 



1 Forse registra- 



(6a) 



DOCUMENTO 
III. 



±Ln el nombre de la sancta Trenidad y eterna Unitad Padre , e 

« Nei cod. man- Fijo l Spirita S aneto , tres personas realmente distìntas, e una esen- 
ta la copulativa. J ' ' 

eia divina, que bive e rejrna por siempre syn fin; e de la bien aven- 
turada Virgen gloriosa Santa Maria nuestra Sehora su madre, a 
quien nos tenemos por Senora e por abogada en todos los nuestros 
fechos; e a honrra e reverencia suya, e del bien aventurado apostol 
Senor Santiago lus e espejo de las Espanas, patron e gujador de 
los Reyes de Castilla e de Leon : e asy mismo a honrra e reveren- 
cia de todos los otros santos e santas de la corte celestiale Porque 
avnque segando natura no puede el ome complida mente conoqer que 
cosa se Dios por el major conoscimiento que del mando puede aver, 
puedelo conocer veyendo e contemplando sus maravillas, e obras e 
fechos, che fiso, e fase de cada dia, pues que todos las obras por 
su poder sonfechas, e por su saber governadas, e por su bondad 
mantenidas, y asy el ome puede entender, que Dios es comienqo, e 
medio, e fin de todas las cosas, e que en el se enqierran, y el man- 
tiene a cada uno en aquel estado, que las ordeno, y todas le han 
menester, y el no ha menester dellas, y el las puede mudar cada 
ves que quisiere, segando su voluntad, y non puede caber en el 
que se mude, ni que se canbie en alguna numera; y el es dicho 
Rey score todos los Rey sobre todos los Reyes , por que del han ellos 
nonbre, e por el rey non, y el los goviema, y mantiene: los quales 
son vicarios cada uno en su rey no, puestos por el sobre las gentes, 
para los mantener en j usti eia, y en verdad temporal mente: lo qual 
se maestra complida mente en dos maneras, la una della s es spiri- 
tual, segando lo mostraron los prophetas, y los santos, a quien dio 
nuestro Senor gracia de saber las cosas cierta mente e las faser es- 
tender: la otra numera es segundo natura, asy corno lo mostraron 



(65) 



N, 



el nome della Santa Trinità ed eterna Unità Padre , Figlio e Spi- 
rito Santo, tre persone realmente distinte, ed una essenza divina, 
che vive e regna per sempre senza fine; e della Beatissima Vergine 
gloriosa Santa Maria nostra Signora sua madre, che noi teniamo per 
Signora ed Avvocata in tutte le opere nostre; e ad onore e rive- 
renza di Lei, e del Beatissimo Apostolo Signore S. Giacomo luce 
e specchio delle Spagne, patrono e condottiere de' Re di Castiglia 
e di Leon; e sì pure ad onore e riverenza di tutti gli altri Santi 
e Sante della corte celeste: Essendo che l'uomo per quanta cogni- 
zione possa avere del mondo, non può, secondo natura, compiuta- 
mente conoscere che cosa è Dio; ma il può conoscere veggendo e 
contemplando le sue maraviglie , e opere e fatti , che fece e fa ogni 
giorno; perchè tutte le* opere sono effetto della sua potenza, e sono 
governate dal suo sapere, e mantenute dalla sua bontà: e così l'uo- 
mo può intendere che Dio è principio, mezzo e fine di tutte le cose; 
e che in Lui si racchiudono , ed egli mantiene ognuna in quello sta- 
to, in che la pose Dell'ordine {del mondo), e tutte hanno bisogno 
di lui, ed Egli di ni una; ed Ei le può mutare ogni volta che gli 
fosse a grado secondo la sua volontà; e non può Egli esser soggetto 
a mutarsi ne a cambiarsi in cosa veruna; ed Egli è chiamato Re 
dei Regi, perchè da Lui essi hanno il nome; e per Lui regnano, 
ed Ei li governa e conserva, i quali sono vicarj (ciascheduno nel 
proprio regno) posti per Lui sopra le genti a mantenerle tempo- 
ralmente nella giustizia e nella verità: il che si dimostra pienamente 
in due maniere; l'una spirituale, secondochè dimostrarono i Pro- 
feti e Santi, a' quali nostro Signore die grazia di saper le cose cer- 
tamente, e farle intendere altrui: l'altra naturale; come dimostra- 
rono gli uomini savj, che le cose naturalmente conobbero: percioc- 



DOCUM. 

m 



(64) 

los omes sabios 9 que Jueron conoqedores de las cosas naturai mente: 
ca los Santos dixeron que el Rejr es puesto en la tierra en el lur 
gar de Bios, para complir la justicia, e dar a cada uno su dere- 
cho; y porende lo llamaron coracon, y alma del pueblo; y asjr co- 
mo el alma està en el coracon del ome, y por e/ bive el cuerpo, y 
se mantiene; asjr en el Rey està la justicia, que es vida e mante" 
nimiento del pueblo de su senorio: y asy corno el coracon es uno, 
que por el reqiben todos los otros miembros unidad, para ser un 
cuerpo; bien asy todos los del Rey no, maguer sean muchos, son uno; 
por que el Rey deve ser, y es, uno; y por eso deven ser todos unos 
con el, para lo seguir e ayudar en las cosas, que ha de faser: 
y naturalmente dixeron los sabios, que los Reyes son cabeca del 
rey no , por que corno de la cabeca nacen los sentidos, por que se 
mandan todos los miembros del cuerpo; bien asy por el manda- 
mi e nto , que nace del Rey , que es Sehor, y cabeca de todos los del 
rey no, se deven mandar, y gujar, y lo obedeqer: y tan grande es 
el dcrecho del poder de los Reyes, que todas la leyes, y los de- 
rechos tienen su so poderio; por que a quel non lo kan de los 
omes, mas de Dios, cujo lugar tienen en las cosas temporales: al 
qual entre las otras cosas, principal mente perteneqe amar, y hon- 
rrar, y guardar sus pueblos; y entre los otros senalada mente deve 
tornar, y honrrar a los que lo merecen por serviqios, que le ayan 
fecho; y por bondad que falle en ellos: y por que entre las otras 
virtudes anexas a los Reyes, segund dixeron los sabios , es la ju- 
sticia, la qual es virtud, o vertad de las cosas, por la qual nu- 
jor e mas endereqada mente se mantien el mundo; y es asy corno 
faente donde manan todos los derechos, e dura por siempre en las 
voluntades de los omes justos e nunca desfallece; e da e reparte 
a cada uno yguahnente su derecho; e comprehende en si todas las 
virtudes prinqipales; y naqe della muy grande utilidad, por que base 
bivir cuerda mente, y en paz a cada uno segundo su estado, sjrn 
culpa, e syn yerro; e los buenos se hasen por ella mejores, regi- 
biendo galardones por los bienes que Jisieron, e los otros por ella 
se endereqan e emiendan; La qual justiqia tiene en sy dos partes 



(65) 
che dissero i Santi , esser collocato il Re sulla terra in luogo di Dio 
per render giustizia, e dare suo dritto a chicchessia; e per questo 
lo chiamarono cuore, ed anima del popolo: e come l'anima sta nel 
cuore dell'uomo, e per esso vive il corpo, e si conserva; così nel 
Re è riposta la giustizia, che è vita e conservazione del popolo de' 
suoi dominj. E siccome uno è il cuore, e per esso tutte le altre 
membra ricevono l'unità, ond' essere un corpo; similmente tutti gli 
abitanti del Regno, benché molti, sono uno; attesoché il Re deve 
essere, ed è uno; e per lui tutti hanno da esser uno con essolui, 
per seguitarlo e soccorrerlo nelle cose che ha da fare. I savj poi na- 
turalmente dissero che i Re sono capo del Regno, perocché nella 
maniera che dal capo nascono i sentimenti, che comandano a tutte 
le membra del corpo, similmente pel comando che parte dal Re, 
Signore e capo di tutti, gli abitatori del regno esser deggiono di- 
retti e governati, e a lui hanno da ubbidire. E si grande egli è il 
dritto della regia podestà, che tutte le leggi e i dritti, sono nel po- 
tere de' Re; i quali non dagli uomini lo riconoscono, ma da Dio, 
del quale tengono il luogo nelle cose temporali. Tra le altre cose, 
al Re specialmente appartiene amare, onorare, e conservare i suoi 
popoli; e fra questi dee singolarmente distinguere ed onorare le per- 
sone meritevoli sia per servigi a lui prestati, sia per essere adorni 
di bontà. E perchè a detta de'savii, tra le virtù proprie de 9 Re ewi 
la giustizia, che è virtù e verità delle cose; per la quale meglio e 
più dirittamente si conserva il mondo; essendo anche una fonte, d'on- 
de ogni diritto derivasi, e sta viva mai sempre nella volontà degli N 
uomini giusti; e non manca giammai, dando e compartendo ad ognu- 
no egualmente il suo diritto; e abbracciando in sé tutte le virtù 
principali; e di essa nasce utilità grandissima, perchè fa vivere con 
prudenza ed in pace ogni persona, secondo il proprio stato, senza 
colpa e senza errore; facendosi per lei migliori i buoni col ricevere 
guiderdone delle cose rettamente operate; e gli altri correggendosi, 
e mettendosi per essa nel buon sentiere. Della qual giustizia due 
sono le parti principali; l'una è commutativa tra uomo ed uomo: 
distributiva è l'altra; che seco porta i guiderdoni ed i premj de 9 

Cod. Dip. F. 9. 



(66) 

prinqipales; la una es cornatati va, que es entre un ome e ótix>: la 
otra es distributiva, en la guai consiguen los galardones e renarne- 
raqiones de los buenos e virtuosos travajos e serviqios, que los omes 
fasen a los Reyes, e Piinqipes, o a la cosa publica de sus reynos. 
E por que segando disen bas leyes, dar galardon a los que bien e 
leal mente syrven, es cosa que convien macho a todos los omes $ y 
mayor mente a los Reyes, e Prìnqipes, e grande s Senores, que tie* 
nen poder de lo faser; y a ellos es propia cosa honrrar e sublimar 
a aquelloSj que bien e leal mente los syrven, e sus virtudes e sei* 
vijos los merecen; y en galardonar los buenos fechos los Reyes, 
que lo fasen, muestran ser conogedores de la virtud, otrosjr justi- 
cieros; ca la justicia non està sola mente en escarmetar los malos , 
mas aun galardonar los buenos; y de mas desto, noce della otra 
grande utilidad, por que da voluntad a los buenos para ser mas 
virtuosos, y a los malos para emendarse: quando asy no se hase, 
podria acaescer por contrario: y por que entre los otros galardo» 
nes y renumeraqiones , que los Reyes pueden faser a los que bien 
e leal mente le sirven, es honrrarlos e sublimarlos entre los otros 
de su lina j e , e los ennobleqer e decorar e honrrar, e les faser otros 
muchos bienes, e gracias e merqedes: Porende considerando e aca- 
tando lo suso dicho, queremos que sepan por està nuestra Carta de 
previlegio, o por su traslado sygnado de escrivano publico, todos 
los que agora son e saran de aqui adelante, corno nos Don Fer- 
nando e Dona Ysabél por la gracia de Dios Rey e Reyna de Ca- 
stilla, de Leon, de Aragon, de Secilia, de Granada, de Toledo, 
de Valencia, de Gollista, de Mallorcas, de S evilla, de perderla, 
de Corcega, de Marcia, de Jahen, del Àlgarbe , de Algesira, de 
Gibraltar, e de los Yslas de Canaria; Conde e Condesa de Barge- 
Iona, Senores de Viscaya e de Molina; Duques de Aihenas e de 
Neopatria; Condes de Rosellon e de Cerdania; Marqueses de Ori- 
stan e de Gociano, vimos una carta de merqed firmada de nuestros 
nonbres e sellada con nuestro sello fecha en està guisa. 

Don Fernando e Dona Ysabel por la gracia de Dios Rey e Reyna 
de Casti Ila, de Leon, de Aragon, de Secilia, de Granada, de To- 



buoni e virtuosi travagli e servigi, che gli uomini prestano a' Regi, 
e Principi, o alla cosa pubblica de 9 Regni loro. E perchè il dar gui- 
derdone a loro che bene e lealmente servono, egli è cosa, come di- 
con le leggi , convenevol molto agli uomini tutti , e maggiormente 
a' Re, e Principi e grandi Signori, che hanno potere di farlo, de' 
quali è proprio uffizio onorare e sublimar coloro, che bene e leal- 
mente li servono, e che ne son degni per virtù e per servigi; ed 
i Re nel dar guiderdone alle opere degne, dimostran con ciò di 
conoscer la virtù, e di amar la giustizia, perciocché la giustizia 
non istà solamente nel dare esempio di punizione a terror de' mal- 
vagi, ma sì pure nel premiare i buoni; ed oltre questo ne deriva un 
segnalato vantaggio; perchè accende i buoni ad essere migliori, e i 
malvagi a correggersi: e ciò non si facendo, potrebbe accadere il 
contrario; e poiché tra gli altri guiderdoni e rimunerazioni che i 
Re possono dare a coloro, che bene e lealmente gli servono, ewi 
questo di onorarli e sublimarli sopra gli altri di loro stirpe, e no- 
bilitarli, e decorare e onorare, e far loro molti altri beni, favori, 
e grazie; considerando Noi, e ponderando le sopraddette cose, vo- 
gliamo che per questa nostra Carta di privilegio, o per la copia di 
essa segnata da Scrivano pubblico, sappiano tutti che ora sono e 
saranno in appresso, come Noi Don Ferdinando e Donna Isabella 
per grazia di Dio Re e Regina di Castiglia , di Leon , di Aragona , 
di Sicilia, di Granata, di Toledo, di Valenza, di Galizia, di Ma- 
jorca, di Siviglia, di Sardegna, di Corsica, di Murcia, di Jahen, 
dell' Algarve, di Àlgesira, di Gibilterra, delle Isole Canarie; Conte 
e Contessa di Barcellona; Signori di Biscaja e di Molina, Duchi di 
Atene e di Neopatria, Conti di Rossiglione e di Cerdania, Marchesi 
di Orestano e di Goziano , abbiamo veduta una lettera di grazia fir- 
mata co' nostri nomi , e suggellata col nostro sigillo , fatta in questa 
guisa. 



Don Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina 
di Castiglia, di Leon, di Aragona, di Sicilia, di Granata, di Tole- 



(68) 

ledo, de Valencia, de G alici a, de Mallo? vas, de Sevilla, de ger>- 
deità, de Cordova, de Corgega, de Marcia, de Jahen, del Algarbe, 
de Algesira, de Gibraltar , e de las yslas de Canaria; Conde e 
Condesa de Barcelona, e Sehores de Viscaya e de Molina; Duques 
de Athenas e de Neopatria; Condes de Rosellon e de Qerdania; 
qu* descubierta* Marqueses de Oristan e de Gociano: per quanto Vos Christoval 

las islas y tierra ' ' 

*™u deh hlila- Colon vades por nuestrv mandado a descobrir e ganar con qiertas 

do 9 y lo goùierne s* . . i ^ 

con mulo de ai- justos nuestms , e con nuestra gente , qiertas yslas e terra firme en 

mirante, Visorey 

q Gwemador & fa mar oceana , e se espera que con la aritela de Dìos, se descu- 

ias islas y tierra * ri •/ * 

{Tai^adeUnu brira e ganar a algunas de las dichas yslas e terra firme en la di- 

Itamar yinlilular _ • i • • 

V. chnstwai co- cna mar oqeana por vuestra mano e industria; e asy es cosa /usta, 

ìotiy y assy sus ' */ J 

en^dTcìVoTcYo e rasonable , que pues os ponès al di e ho peli grò. por nuestro servijo, 
Lt.ZfaryuTmZ seades dello remunerado; e quierendos honrrar e faser merced por 

Don y At mirante, 

risoreyy cover- [ suso dicho, es nuestra merced e voluntad que vos el dicho Chri- 

nador de las islas * * I 

VemasfJTa'n'p 1 ^ stoval Colon despues ayades descubierto , e ganado las dichas yslas 
minai para juc- e terra firme en la dicha mar oceana , o quales quier dellas , que 

gary determinar * * * 

tnqaaiquieracau- seades nuestro Almirante de las dichas yslas e terra firme, que asy 

descubrieides e ganar des; e seades nuestro Almirante e Viso Rey e 
Governador en ellas, e vos podades deride en addante Itamar e ynr 
titular Don Cirri sto vai Colon; e asy vuestros fijos e subqesores en 
dicho oficio e cargo se puedan yntititlar e llamar Don, e Almirante, 
e Viso Rey, e Governador dellas, e para que podades usar e exer- 
cer el dicho ofiqio de Almirantadgo con el dicho oficio de Viso Rey, 
e Governador de las dichas yslas, e terra firme, que osi descubrier- 
des e ganardes par vos, e par vuestros lugar tenientes, e oyr, e li- 
brar todos los pleitos , e cabsas ceviles e criminales tocantes al dicho 
oficio de Almirantadgo, e de Viso Rey, e Governador segando fed- 
lardes por derecho , e segundo lo acostumbran usar e exerqer los 
Almirantes de nuestros reynos; e podades punir e castigar los de- 

dJSZhofT*****- ti n( ? uente s; e usedes de los dichos oficios de Almirantadgo, e Visa 
r,!l^!uw Rey > e Governador vos, e vuestros dichos lugar tenientes en todo 

y perfenecienteSf ?_»•»/• 

comò ics iievay lo, que a los dichos oficios , e a cada uno dellos, es annexo e con- 

aeostHmbra l levar ' J * ' 

yotfiiTmiZn'- qerniente : e que ayades, e levedes los derechos e salari os a los di- 
ti g* t <» «/- ^^ oficios, e a cada uno dellos anexos, e concernientes , e perte- 



( % ) 

do, di Valenza, di Galizia, di Majorca, di Siviglia, di Sardegna, 
di Cordova, di Corsica, di Murcia, di Jahen, dell' Algarve, di Alge- 
sira, di Gibilterra, e delle Isole Canarie, Conte e Contessa di Bar- 
cellona, e Signori di Biscaja e di Molina; Duchi di Atene e di Neo- 
patria; Conti di Rossiglione e di Cerdania; Marchesi di Orestano e 
di Goziano : Andando voi Cristoforo Colon per nostro comando a che scoperte ie 

*■ isole e la terra fer- 

discoprire e conquistare con alcune nostre faste, e nostra gente certe JSó dìi iSrìSl 
isole e la terra ferma nel mare oceano, e sperandosi coll'ajuto di ^ rl ^L\uo1o V< di 

» Ammiraglio , Vi- 

Dio, che si scopriranno e acquisteranno alcune delle isole predette, JJ^J^fJJ^; 

la terra ferma nel detto mare oceano per opera e ingegno vostro; «"aUonis^ 

ed essendo cosa giusta e ragionevole ch'esponendovi a tal pericolo lare Don crutofo- 

per nostro servigio, ne siate rimunerato; e volendo Noi per ciò farvi cet»oìi fi nÌi e detto 

. \ _ • l ^\ i_ • li.. p • uffiaio e carico, si 

onore e grazia, e nostro piacere e volontà, che voi suddetto Lri* possano intitolare 

e chiamare Don, e 

stoforo Colon poiché avrete scoperte ed acquistate le dette isole e Ammiraglio e yi- 

l L x cere> e Governato- 

terra ferma nel detto mare oceano, o qualsivoglia di esse, siate no- tem^èrmaT 1 ^ óu 

stro Ammiraglio delle dette isole e terra ferma , che sì scoprirete tere civile « cri- 

° * minale per giudì- 

e conquisterete, e siate nostro Ammiraglio e Viceré e Governatore J^ e j£ e ^£} a *' 
in esse; e vi possiate da ora innanzi chiamare e intitolare Don Cri- 
stoforo Colon ; e similmente i vostri figlj , et successori nel detto uf- 
fizio e carico ; si possano intitolare e chiamare Don e ammiraglio 
e Viceré e Governatore di esse; e che possiate usare ed esercitare 
il detto uffizio dell'Ammiragliato col predetto uffizio di Viceré e Go- 
vernatore delle isole suddette, e della terra ferma, che scuoprirete 
e conquisterete, sì per voi medesimo, come per mezzo de' vostri luo- 
gotenenti, e udire e decidere tutte le liti, e cause civili, e crimi- 
nali riguardanti il detto uffizio dell'Ammiragliato e di Viceré e Go- 
vernatore, secondo che troverete per dritto, e nel modo che costu- 
mavano di usarne ed esercitarlo gli Ammiragli de'nostri Regni; e 
possiate punire e castigare i delinquenti; ed usiate. dei detti uffizj 
dell'Ammiragliato, Viceré e Governatóre , voi e i vostri luogotenenti 

Che goda dei di" 

suddetti , in tutto quello che ai detti uffizi , e a ciascheduno di ritti e saiarii an- 

7 * * nessi» convenienti 

essi, è annesso e concernente; e che abbiate e riceviate i dritti e gu£^; e c 8 °£I 

, . . , . g~%- . j j. . f . prrndere l'Ammi- 

salari ai detti ufhzj , e ad ognuno di questi annessi , e concernenti radio magg 

e 1 Ammirai 

e spettanti; secondo e come li riceve e suol riceverli il nostro Al- dciRc P L 



_ w iore , 
Ammiragliato 



cesar en subcesor 
por siempre ja- 
niAs. 



(70) 
Manda a todo nescientes segando 9 e corno los lievan e acostumbran llevar el 

genere de perso- ° 

Tcanj-obid^M nuestro dimirante major en el Almirantadgq de los nuestros rey- 
d7i «",!,* h'P'y a os. E por està nuestra carta , o por su traslado srgnado de cscri- 

subcesortfde sub- 

vano publìcoy mandamos al Principe Don Juan nuestro muy caro, 
e mujr amado fijo, e a los Ynfantes, Duques, Perlados, Marque- 
ses , Condes , Maestres de los ordenes , Prjrores , Cometes , e a los 
del nuestro Consejo, e Oydores de la nuestra abdiencia, Alcaldes, 
e otras justicias quales quier de la nuestra casa , e corte , e chan- 
c Meri a, e la los subcometes, alcaydes de los castillos, e casus fuer- 
tes, e planas, e a todos los consejos, e asystentes, corregidores , e 
alcaldes, e alguasyles, marinos, veynte e quatros cancilleros jura- 
dos 9 escuderos, oficicdes , e ontes buenos de todas los cibdades , e 
villas, e lugares de los nuestros reynos , e senorìos , e de los que 
vos conquestardes e ganardes, e a los capitanos, maestres, contro- 
maestres, o oficicdes, marineros, e gentes de la mar nuestros subdi- 
tos e naturales, que agora son, e seran de aqui adelante, e a cada 
uno e qùal quier déllos, que syendo por vos descubiertas , e gema- 
das las dichas yslas, e tierra firme en la dicha mar oqeana, e fé- 
cho por vos, e por qùien nuestro poder ovjere , el j ur amento y e so- 
lepnidad que en tal caso se requiere, vos ayan e tengan dende en 
adelante para en toda vuestra vida, e despues de vos a vuestro fijo 
e subcesor , e de subcesor en subcesor para siempre jamas, por nue- 
stro rimirante de la dicha mar oceana, e por Viso Rey e Gover- 
nador del dichas yslas e tierra firme, que vos el di cho Don Chri- 
stoval Colon descubrierdes e ganardes; e usen con vos , e con los 
dichos vuestros Lugar tenientes, que en los dichos oficios de Almi- 
rantadgo e Viso Rey e Governador pusierdes , en todo lo a ellos con- 
cernientes , e vos recudan, e fagan recudir con la quetaqion e de- 
reclios e otras cosas a los dichos oficios anexas, e pertenescientes ; 
e vos guarden e fagan guardar todas las honrras e gragias e mer* 
cedes e libertades, preheminencias , perrogativas , esenciones e immu- 
nidades, e todas las otras cosas, e cada una deUas, que por rason 
de los dichos ofiqios de rimirante e Viso Rey , e Governador deve- 
des aver e goser, e vos deven ser guardadas en todo bien e com- 



(7») 
mirante maggiore nell'Ammiragliato de' nostri regni. E per questa comanda ad ogni 
nostra lettera, o per la sua copia segnata da un pubblico Scrivano, ^o^^T^ 

i> i t% • » t\ r^* • . •• i • • Inducano per tale. 

comandiamo al Principe Don Giovanni nostro carissimo ed amatissimo e dopo ài e«o,i 

# suoi figlj,eil «ao- 

figlio, e asl Infanti, Duchi, Prelati, Marchesi, Conti, Mastri degli ceMore > .• dì ,UCp 

O 7 777 77 o cessorc in cucce*- 

ordini, Priori, Corniti, e a quelli del nostro Consiglio; e agli Udi- ££ ^ ,empr * 
tori della nostra udienza, Alcaldi, e alle altre giustizie quaisisieno 
della nostra casa e corte e cancellarla , e a' vice-comiti , castellani 
de' castelli e case forti e aperte; e a tutti i consigli , e assistenti 
correggidori e alcaldi , e birri , e bargelli , e a' ventiquattro can- 
cellieri giurati, scudieri, uffiziali e buoni uomini di tutte le città 
e ville e luoghi de' nostri regni e dominj , e di quelli che con- 
quisterete e acquisterete , ed a' capitani , maestri , contromastri e 
ufficiali , marina] e genti di mare nostri sudditi , e naturali , che 
ora sono, e saranno in appresso, e ad ognuno e a qualsivoglia di 
loro ; eh' essendo per voi scoperte e acquistate le dette isole e terra 
ferma nel mare oceano, e fatto da voi, o da chi avrà potere per 
voi, il giuramento e la solennità, che in tal caso si richiede, T'ab- 
biano e tengano in appresso per tutta la vostra vita , e dopo di voi 
il vostro figlio e successore , e di successore in successore per sem- 
pre mai, per nostro Ammiraglio del detto mare oceano, e per Vi- 
ceré e Governatore delle predette isole e terra ferma , che voi sud- 
detto Don Cristoforo Colon scoprirete , e acquisterete : e con voi , e 
co'vostrì luogotenenti sopraddetti , che voi porrete nei detti uffizj 
dell'Ammiragliato e di Viceré e Governatore, trattino di ciò che 
tali cose riguarda, e vi riscuotano, e faccia» riscuotere, con qui* 
tanza, i dritti e le altre cose a' detti uffizj annesse ed apparte- 
nenti ; e osservino e vi facciano osservare tutti gli onori e grazie 
e favori e libertà e preminenze , prerogative , esenzioni e immunità , 
e tutte le altre cose , ed ognuna di esse , che per ragione dei detti 
uffizii di Ammiraglio e Viceré e Governatore, dovete avere, e go- 
dere , e vi debbono essere mantenute in tutto bene e compiutamente , 
in tal guisa , che non ve le sminuiscano di cosa niuna , e che non 
pongano, né permettano che si ponga sopra di esse né sequestro, 
né opposizione veruna: perchè Noi con questa nostra lettera, ora 



£o concedidoes 



(7*) 

plida mente; en guisa que Vos non menguen ende cosa alguna; 

e que en elio , ni en parte dello , embargo , ne contrario alguno vos 

non pongan , ni consientan poner : Ca nos por està nuestra Carta , 

p^rjùroVderecbl desde agora pam entonces, Vos fasemos merced de los dichos ofi- 

hereditario para O r - J T J 

sempre jamas. gi os ^ Almirantadgo e Viso Rejr , e Governador por juro de ha- 

redad para siempre jamas : e vos damos la posesion e casi pose- 
Sion dellos , e de cada uno dellos ; e poder e abtoridad para lo 
usar e exerqer , e llevar los derechos e salarios a ellos e a cada- 
uno dellos anexos e pertenesqientes ; segund e corno di e ho es. Sobre 
lo qual todo , que dicho es , sy necesario vos fuere , e gelos vos 
pidierdes , mandamos al nuestro chanciller e notarios , e los otros 
oficiales que estan a la tabla de los nuestros sellos , que vos den 
e libren e sellen nuestra Carta de previlegio rodado , la masjuerte 
e firme e bastante, que Ics pidierdes , e ovierdes menester; e los unos, 
ni los otros non fagades ni fagan ende el por alguna numera, so 
pena de la dicka nuestra merced, e de diez miti mfs para la nue- 
stra Camera, a cada uno que lo contrario fisiere. E de mas man- 
damos al ome , que les està nuestra carta monstrare , quel os em- 
plaze que parescades ante nos en la nuestra corte , eloqui cr que Nos 
seamos, del dia que el os emplasare a quinze dias primeros sy- 
guientes , so la di e ha pena : so la qual mandamos a qualquier escri- 
vano publico, que para esto fuere llamado , que de ende al que 
gè la mostrare testimonio sygnado con su sygno , por que Nos se- 
pamos en corno se cumple nuestro man dado. Dada en la nuestra 
Qibdad de Granada , a treynta dias del mes de Abril , ano del 
nasgimiento de nuestro Senor Jesu Christo de mill e quatrocientos 
e nonenta e dos anos. 

c/O w ci leu* c/0 ux> cKetuux/- 

Yo John de Coloma Secretorio del Rey e de la Reyna rute- 
stros Sehores la fis escrivir por su mandado. Acordada. en forma. 
Rodericus Doctor. Registrada. Sebastean Dolano. Frrn* de Madrid 
Chanciller. 



(73) 

per allora, vi facciamo grazia de' suddetti uffizj dell'ammiragliato, 

e Viceré e Governatore per gius di eredità per sempre mai; e vi 

diamo il possesso , e quasi possesso di essi , e di ognuno di essi , -* conclone * 

e il potere e l'autorità di usarli ed esercitarli; e pigliare i diritti ££**«> ***■«»• 

e salarj ad essi, e ad ognuno di essi annessi e spettanti, secondo 

e come si è detto* E di quanto si è detto, se fosse necessario, e 

se voi lo chiederete, ordiniamo al nostro cancelliere e a' notaj e 

agli altri uffiziali, che stanno al banco de' nostri sigilli, che vi diano 

e spediscano, e sigillino nostra lettera di privilegio piegata in forma , 

di rotolo; la più forte e ferma, e sufficiente, che lor chiederete , e 

e vi farà mestieri ; e sì gli uni che gli altri non, fate , ne facciano 

altrimenti in niuna maniera , sotto pena della s detta nostra grazia , ' $««(» fermoi* 

7 L O 7 dalle parole sotto 

e di dieci mila maravedis per la nostra Camera, a qualunque si TiZ^oclTandX 
fosse il contravventore. £ di più ordiniamo all' uomo , che vi pre- mente in tatti i 

• J documenti nt*qu*- 

senterà questa nostra lettera , che v* intimi di comparire al nostro iì^^" *" u 
cospetto nella nostra Corte, ovunque Noi siamo, entro i quindici 
giorni prossimi seguenti dal giorno della intimazione ; sotto la pena 
suddetta: sotto la quale comandiamo a qualsivoglia pubblico Scri- 
vano , che per ciò sarà chiamato , che a colui , il quale vi avrà pre* 
senta ta questa lettera, egli dia un certificato segnato del suo se* 
gno, acciocché Noi sappiamo, come si eseguisca il nostro comando. 
Data nella nostra città di Granata, a di 3o del mese di aprile, 
Tanno dalla natività di nostro Signor Gesù Cristo i4d 2 « 



tso ìc V&& *so Co, uweavna* 

Io Giovanni di Colonia Secretano del Re e della Regina nostri 
Signori, l'ho fatta scrìvere per loro comando. Accordata in forma. 
Rodericus Doctor. Registrata. Sebastiano Dolano. Frrn.° di Madrid, 
Cancelliere. 

Cod. Dip. F* io. 



1 Fune e ; ma 
nel Cod. si legge 
chiaramente en. 



(74) 
E agora porque plugo a nuestro Senor que vos j alias tes muckas 
de las dichas yslas , e esperamos que con la ajuda suya, que fal- 
lar eys e descobrìreys otras jslas en l tierra firme en el dicho mar 
oceano a la dichas partes de las Indias, Nos suplicastes e pediftes 
por merqed, que vos confirmasemos la dì e ha nuestra carta > que de 
suso va encorporada, e la merqed en ella contenida, para que vos 
e vuestros fijos e descendientes e subqesores, uno en pos de otro, 
y despues de vuestros dias, podades tener y tengades los dichos 
oficios de dimirante e Viso Rey e Goverriador del dicho mar oceano , 
e yslas e tierra firme, que asy aveis descubierto e fallado , e des- 
tota*' ia f acuita- qubierdes e fallardes de aqui adelante, con todas aquellas f acuita- 

des prcheminen- * «/ * i ^ 

C t^as^e e han 8 sìi àes e preheminencias e perrogativas , de que han gozado e gosan 
AimiraTies'visl los nuestros Almirantes e Viso Reyes e Governadores > que han sydo 

reyes y Governa' 

dòrtsdeìQsìity- e son fe i os dichos nuestros Rernos de CastiUa e de Leon; e vos 

nos de Castina y ' J * 

d« Leon, $ea acudido con todos los derechos e salarios a los dichos ofir 

qios anexos e pertenesqientes , usados e guardados , a los dichos 
nuestros almirantes, Viso Reyes e Governadores , o vos mandemos 
proveer sobre elio; corno la nuestra merqed fuese: E Nos acatando 
el arisco e peligro , en que por nuestro servijo vos posistes en yr 
a calar e descobrir las dichas yslas , e en el que agora Vos por- 
neys en yr a buscar e descobrir las otras yslas e tierra firme; 
de que avemos sydo, e esperamos ser de vos muy servidos; e por 
vos faser bien e merced, por la presente vos confirmamos a Vos 
e a los dichos vuestros fijos e desqendientes e subqesores], uno en 
pos de otro, para agora e para siempre jamas , los dichos ofiqios 
de rimirante del dicho mar oceano, e de Viso Rey e Governador 
de las dichas yslas e tierra firme, que aveys fallado , e descubierto, 
e de las otras yslas e tierra firme , que por vos e por vuestra yn- 
dustria se failaren e descubrieren de aqui tutelante en la dicha 
parte de las Yndias. E es nuestra mercede voluntad, que ayades 
e tengades vos , e despues de vuestros dias , vuestros fijos e de- 
scendientes e subeesores, uno en pos de otro, el dicho ofiqio de nues- 
tro rimirante del dicho mar oceano, que es nuestro; que comienca 
por una raya y o linea, que nos avemos fecho marcar y que posa 



s 



\ 



(75) 

Ed ora , poiché piacque a nostro Signore , che fossero da voi tro- 
vate molte delle isole suddette , e confidiamo , che coir ajuto di Lui 
troverete e scoprirete altre isole , e la terra ferma nel detto mare 
oceano , nelle parti accennate delle Indie , ci avete supplicato e chie- 
sto per grazia, che vi confermassimo la detta nostra lettera , qui 
sopra incorporata , e la grazia in essa contenuta , perchè voi e i vo- 
stri figli 9 discendenti e successori, l'uno dopo l' altro, e come voi 
avrete chiusi i vostri giorni 9 possiate tenere 9 e tenghiate i detti uf- 
fizj di Ammiraglio e Viceré e Governatore del detto mare oceano, 
e isole, e terra ferma, che così avete scoperte, e trovate; e di- conferma co» tut- 

. . u gt i * te le facoltà, pre- 

SCOpnrete e troverete da ora in poi , con tutte quelle incolta e pre* n»"™ « p« ™- 

* * x A gative ) che sono 

minenze e prerogative, delle quali hanno goduto, e godono i no- w^iTvS 
stri Ammiragli e Viceré è Governatori , che furono e sono , dei detti r^oì ai canìgiù 



nostri regni di Gastiglia e di Leon; e di poter raccogliere tutti li 
dritti e salarj ai detti uffizj annessi e spettanti , come li godevano , 
e conservavano i detti nostri Àmmiraglj , Viceré e Governatori ; ov- 
vero facessimo dare intorno a ciò quelle provvidenze, che più ne 
fossero in grado : e Noi ponderando il risico e pericolo , nel quale 
per nostro servirlo vi poneste nell'andare a cercare e scoprire le 
isole predette; ed in quello nel quale ora vi porrete andando a 
rintracciare e scoprire le altre isole e la terra ferma; di che ab- 
biamo avuto , e speriamo avere da voi , segnalato servizio ; e per 
farvi bene e grazia, per la presente confermiamo a Voi, ed a' pre- 
fati vostri figli e discendenti e successori, l'uno dopo l'altro, 
per ora e per sempre mai , i detti uffizj di Ammiraglio del sud- 
detto mare oceano, e di Viceré e Governatore delle dette isole e 
terra ferma, che per voi e per vostra industria si troveranno e 
scopriranno da ora in poi nella detta parte delle Indie. Ed é no- 
stro piacere e volontà , che abbiate e tenghiate voi , e, terminati i 
vostri giorni , i vostri figli , e discendenti e successori , 1' uno dopo 
dell'altro, il predetto ufficio di nostro Ammiraglio del detto mare 
oceano , che é nostro ; il quale comincia per un limite , ossia linea , 
che noi abbiamo fatto marcare, che passa dalle isole degli Astori 
aUe isole di Capo Verde, dal settentrione all'austro, da polo a polo; 



e dì Leon. 



s 



rt: en Ims àia 
marti. 



(76) 

desde las jrslas de los Àqores a las jrslas de Cobo verde* de senten- 
trion (sic) en nòstro de polo a polo ; por manera que lodo lo que 
es allende de la dicha linea al ocidente es nuestro, e nos perte- 
nece: e ansi vos fasemos e criamos nuestro rimirante, e a vue-. 
stros fijos e subqesores > uno en pos de otio , de todo elio para 
siempre jamas : e osi mismo vos fasemos nuestro Viso JRejr e Co 
vernador; e despues de vuestros dias , a vucstros jijos e desqen- 
dientes e subgesores, uno en pos de otro, de las dichas jrslas, e 
tierra firme, descubiertas e por descobrir en el dicho mar ogeano, 
a la parte de las Yndias , cerno dicho es: e vos damos la posesion, 
e casi posesion de todos los dickos oficios de rimirante e Viso Rejr 
> siwaaiecg» e Governador para siempre Jamas; e poder e facultad para que * 

la dichas mares podades usar e usedes del dicho ofigio de nuestro 
rimirante con todas las cosas , e en la forma e manera , e con las 
perrogativas e preheminenqias e derechos e salarios , segami e come 
lo usaron e usan, gosaron e gosan los nuestros Almirantes de las 
dichas mares de Castilla e de Leon. E para en la terra de las 
dichas jrslas e tierra firme, que son discubiertas , e se deseubrieren 
de aqui addante en la dicha mar oceana en la (flkha parte de las 
Yndias , por que los pobladores de todo elio sean me/or governados, 
vos damos tal poder e facultad para que podades , corno nuestro 
Viso Rejr e Governador, usar por vos e por vuestros togar te- 
nientes, e alcaldes , e alguasiles, e otros ofiqiales r que para elio 
pusierdes, la jurisdiqion cevil e criminal alta e boxa mero mixto 
jmperio. Los quales dichos cfiqios podades amover e quitar e poner 
otros en su lugar, cada e quando quiserdes, e vierdes que cumr 
pie al nuestro servi/o : los quales puedan ojrr e librar e determi- 
nar todos los pleitos e cabsas ceviles e criminales, que en las di- 
chas jrslas e tierra firme acaesqieren, e se movieren: e aver e llevar 
los derechos e salarios acostumbrados en nuestros Rejrnos de Ca- 
stilla e de Leon, a los dichos ofiqios anexos e pertenecientes: e 
vos el dicho nuestro Viso Rejr e Governador podades ojrr e cono- 
qer de todas las dichas causas, e de cada una dellas, cada que vos 
quisierdes, de primera jrnstanqia, por via de apelaqion , o por simple 



(77) 
per maniera che tutto ciò che è di là della linea predetta all'oc* 
cidente , è nostro ed a noi appartiene; e di tutto questo facciamo, 
e creiamo nostro Ammiraglio voi , e i vostri figli è successori , uno 
dopo l'altro; e similmente vi facciamo nostro Viceré e Governa- 
tore; e terminati i vostri giorni, i vostri figli e discendenti e suc- 
cessori, l'uno dopo l'altro, delle dette isole e terra ferma, sco- 
perte e da scoprire nel detto mare oceano, alla parte delle Indie; 
come si è detto: e vi diamo il possesso, e quasi possesso di tutti 
gli uffizj suddetti di Ammiraglio e Viceré e Governatore per mai 
sempre; e potere e facoltà, che possiate usare e usiate ne' detti 
mari del prefato uffizio di nostro Ammiraglio con tutte le cose , e 
nella forma e maniera , e con le prerogative e preminenze e diritti 
e salar j, secondo e come l'usarono ed usano, godettero e godono 
i nostri Ammiraglj de' mari di Castiglia e di Leon. Ed affinchè nella 
terra delle dette isole e terra ferma , le quali sono scoperte , e si 
scopriranno appresso nel detto mar oceano nella parte accennata 
delle Indie , gli abitatori di tutto quel paese sien meglio governati , 
vi diamo tal potere e facoltà, che possiate come nostro Viceré e 
Governatore, usare per voi, e per mèzzo de' vostri luogotenenti e 
alcaldi , e birri, e altri affidali, che a tal oggetto porrete, la 
giurisdizione civile e criminale alta e bassa, mero mixto imperio. I 
quali detti uffizj possiate amuovere, e sopprimere, ed altri -sosti- 
tuirne in luogo loro , ogni qual volta vorrete , e conoscerete con- 
venire al nostro servigio : i quali possano sentire e spedire , e de- 
cidere tutti i piati e cause civili e criminali , che nelle dette isole 
e terra ferma accadessero e fossero mosse; e avere e prendere i 
dritti e salarj consueti ne' nostri Regni di Castiglia e di Leon , an- 
nessi e spettanti ai detti uffizj; e voi suddetto nostro Viceré e 
Governatore possiate sentire e conoscere tutte le dette cause , e ca- 
dauna di esse, qualunque volta vi piaccia, in prima istanza, per 
via di appello , o per semplice querela ; e conoscerle , e deciderle 
e spedirle , come nostro Viceré e Governatore ; e possiate fare e 
facciate voi, e i detti vostri uffiziali qualunque perquisizione, nei 
casi ov'è dal gius permessa, e tutte le altre cose spettanti a' detti 



(78) 

querelici; e las ver e determinar e librar* corno nuestro Viso Rey e 
Governador: e podades faser efagadesvos e los dichos vuestros ofi- 
fiales quales quier perquisas a los casos de derecho premisas ; e 
todas las otras cosas y a los dichos ofiqios de Viso Rey e Gover- 
nador pertenesgientes : e que vos e vuestros lugares tenientes e ofir 
ciales que para dio pusierdes , e entendierdes que cumple a nuestro 
servijo, e a exsecution de nuestra j usti eia: lo qual todo podades e pue- 
don haser e exsecutar e llevar a derida exsecution con efetto, bien 
asjr corno lafarian e podrian faser, sjr por nos mismos fuesen los 
dichos ofiqiales puestos. Pero es nuestra merqed e voluntad, que 
las cartas e provisiones , que dierdes , sean e se espidan e libren 
en nuestro nombre , diziendo : Don Fernando e Dona Ysabel , por 
la gracia de Dios Rey e Reyna de Castilla , de Leon ec. e sean 
selladas con nuestro sello > que nos vos mandamos dar para las 
dichos Yslas e tierra firme : e mandamos a todos los vesinos 9 e 
moradores , e a otras personas , que estan , o estovieren , en las di- 
chos Yslas , e tierra firme , que vos obedescan corno a nuestro Vi- 
so Rey e Governador dellas ; e a los que andovieren a las dichos 
mares suso declaradas , vos obedescan corno a nuestro rimirante del 
dicho mar oceano : e todos ellos cumplan vuestros cartas e manda- 
mientos , e se juntan con vos e con vuestros oficiales para exsecu- 
tar la nuestra j usti già ; e vos den efagan dar todo el favor e ayuda 
que les pidierdes e menester ovierdes , so las penas que les pusier- 
des ; las quales nos por la presente les ponemos * e avemos por 
puestas s e vos damos poder para las executar en sus personas e 
bienes. E otrosy es nuestra merced e voluntad que si vos enten- 
dir la entrada y dieraes ser compUaero a nuestro servilo , e a exsecution de nue- 

(tstar en las yslas 

ìulenlf a™**?* stra j ustl( ? ** > c l ue quales quier personas que estan > e estovieren en 
co n nst7ta a in ton c(Z h*s dichos Yndias e tierras firmes , Saigon dellas y e que non en- 

tren ni esten en Mas , e que vengan e se presenten ante Nos > que 
lo podays mandar de nuestra parte , e los fagays salir dellas : a 
los quales Nos por la presente mandamos que luego lo fagan e cum- 
plan, e pongan en obra , syn nos requerir ni consultar en etto* ni 
esperar , ni aver otra nuestra carta > ni mandamiento ; non enbar- 



(79) 
uffizj di Viceré e Governatore, voi e i vostri Luogotenenti, e uffi- 
ziali, che a ciò porrete; le quali cose conoscerete opportune al 
nostro servigio, ed alla esecuzione della nostra giustizia. £ tutto 
questo possiate e possano fare ed eseguire , e condurre alla debita 
esecuzione con effetto , così bene , come lo farebbero , e potrebbero 
fere i detti uffiziali , se vi fossero posti da Noi medesimi. Ma è no- 
stro piacere e volontà, che le lettere e provvisioni che darete, 
sieno , e si spediscano e rilascino in nostro nome, dicendo: •= Don 
Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di Ca- 
stiglia , di Leon etc. «= e sieno suggellati col nostro sigillo , che noi < 
ordiniamo vi sia dato per le dette isole e terra ferma ; e comandia- 
mo a tutti li terrazzani e abitatori , ed alle altre persone , che stan- 
no, e staranno nelle dette isole, e terra ferma, che vi ubbidiscano, 
come nostra Viceré e Governatore delle medesime ; e a quelli , che 
andassero ai detti mari di sopra dichiarati , che vi ubbidiscano come 
a nostro Ammiraglio del detto mare oceano ; ed essi tutti esegui- 
scano le vostre lettere e comandi ; e si uniscano con voi e co' vo- 
stri uffiziali per mettere ad esecuzione la nostra giustizia ; e vi dieno 
e faccian dare tutto il favore e ajuto , che loro domanderete , é vi 
sarà necessario , sotto le pene che ad essi imporrete : le quali Noi * 
per la presente , loro ponghiamo , ed abbiamo per imposte ; ed a 
voi diamo potere di effettuarle sulle loro persone e beni: ed è inol- 
tre nostro piacere, e volontà, che se voi conoscerete convenire al 
nostro servigio, ed alla esecuzione della nostra giustizia, che qual- 
siasi delle persone che stanno e staranno nelle Indie, e terra ferma 
suddette, ne partano, e che non vi entrino, né vi si fermino, e 
vengano e si presentino dinanzi a Noi, lo possiate comandare in 
nostro nome, e le facciate di colà partire: alle quali noi per la 
presente ordiniamo, che Io tacciano senza indugio, e lo eseguisca- r« v ingrao * u 

dimora nrlie itole, 

no , e pongano ad effetto , senza richiedere ne consultar Noi , ne 1^*™^'™ * 
sperare, né avere altra nostra lettera, ne comando; non ostante qual- S\23uffi»£ 
sivoglia appellazione , o supplica , che facessero e interponessero al 
vostro comando : per le quali cose tutte , che si sono dette , e per 
le altre dovute e spettanti a detti uffizj di nostro ammiraglio e .¥i- 



trario. 



(8o) 

gante qual quier appellaqion , o suplicacion , que del tal vuestro 
rnandamiento fisieren , e ynterpusieren : para lo qual todo , que 
dicho es 3 e para las otras cosas devidas e pertenescientes a los 
dichos ofiqios de nuestro Abiurante e Viso Rejr e Governador, vos 
damos todo poder complido; con todas sus yncidenqias , e depen- 
denqias > emergencias , anexidades e conexidades ; sóbre lo qual todo 
que dicho es , sy quisierdes , mandose al nuestro chanciller e no- 
tarios , e a los otros oficiales , que estan en la tabla de los nuestros 
sellos > que *vos den e libren , e pasen e sellen nuestra carta de pre- 
vilegio rodado , la mas fuerte e firme e bastante que les pidierdes, e 
menester ovierdes : e los unos , ni los otros non fagades ni fagan 
ende al por alguna manera, so pena de la nuestra merqed e de 
diez mill maravedis para la nuestra camera a cada uno que lo 
contrario fisiere. E de mas mandamos al ome que vos està nuestra 
carta mostrare , que vos enplase , que parescades ante Nos en la 
nuestra Corte , do quier que JVós seamos > del dia que él os enplar 
sere fasta quinze dies primeros syguientes , so la dicha pena : so la 
qual mandese a quelquier escrivano publico , que para esto fue Ila- 
modo, que de ende al que gè la mostrare, testimonio sy guado con 
su s yg no 9 por que Nos sepamos en corno se cumple nuestro man- 
dado. Dada en la qibdad de Barcelona a veynte e ocho dias del 
mes de mayo > ano del nascimi ento del nuestro Senor Jesu Christo 
de mill e quatrogientos e noventa e tres anos. 

c/o eXf oxeub. c/o leu UXeuiuv. 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretorio del Bey e de la Beynu 
nuestros Seriore s la fis escrivir por su mandado. Pro Grrs chan- 
giller. Derecho del sello e registro , ni chi l ( sic ). En las espaldas : 
acordada: Bodericus Doctor. Begistrada. Alonso Peres. 

E agora por quanto Vos él dicho Christoval Colon nuestro Àlmirante 
del mar oceano e nuestro Viso Bey e Governador de la tierra firme e 
Yslas 9 Nos suplicastes e pedistes por merqed, que por que mejor e 



( «o 

cere e Governatore) vi diamo ogni pieno potere, con tutte le sue 
incidenze e dipendenze , emergenze , annessi e connessi. Sopra tutto 
questo si è comandato al nostro cancelliere ed a 9 notaj ed agli altri 
uffiziali 9 che stanno al banco de' nostri sigilli , che , se il chiede- 
rete , vi diano , e rilascino , e spediscano , e sigillino nostra lettera 
di privilegio piegata in rotolo , la più forte , e valida e sufficiente , 
che voi chiederete, e vi sarà necessaria; e sì gli uni che gli altri 
non fate, ne facciano altrimenti, sotto pena della nostra grazia e 
di i o mila maravedis per la postra camera ad ognuno , che contrav- 
venisse. E di più comandiamo all' uomo , che vi presenterà questa 
nostra lettera , che v' intimi di comparire al nostro cospetto nella 
nostra Corte , dovechè noi siamo , entro i primi 1 5 giorni che scor- 
reranno dal giorno della intimazione , sotto la stessa pena : sotto 
la quale si comanda a qualunque Scrivano pubblico , che a tal og- 
getto fosse chiamato, che a colui il quale vi avrà consegnatala pre- 
sente , dia una testimonianza segnata del suo segno ; acciocché Noi 
sappiamo come si eseguisca il nostro comando. 

Data nella città di Barcellona a dì aS del mese di maggio l'anno 
dalla natiyità di nostro Signor Gesù Cristo *49^ 



Io Ferdinando Àlvares di Toledo Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. Pietro 
Grrs Cancelliere. Dritto del sigillo e registro, nihil. E nel tergo; 
accordata. Rodericus doctor. Registrata. Alonso Peres. 

E ora , stantechè Voi sopraddetto Don Cristoforo Colon nostro Am- 
miraglio del mare Oceano , e nostro Viceré e Governatore della 
terra ferma ed isole ci avete supplicato e chiesto per grazia ad og- 

Cod. Dip. JF. 11. 



mas complida mente vos fuese guardada la dicha carta de merqed 
a vos , e a vuestros hijos e descendientes , que vos la confirmase- 
rnos, e aprovasemos 9 e vos mandasemos dar nuestra carta de privi- 
legio della, o corno la nuestra merqed fuese; E Nos acatando lo 
suso dicho , e los muchos e buenos e leales e grandes e continubs 
servijos , que vos el dicho Don Christoval Colon nuestra Almir^unte 
e Viso Rey e Governador de las Yndias e tierra firme descubiertas 
e por descobrir en el mar oceano en las partes de las Yndias , Nos 
avedes fecho, e esperamos que Nos fareys especial mente en desco- 
brir e traer a nuestro poder e sehorio las dichas jrslas e tierra firme, 
major mente por que esperamos que, con ajruda de Dios nuestro 
Sehor , redundara en mucho servijo sujro ', e honrrji nuestra e prò 
e utilidad de nuestros Rejrnos , porque esperamos que los poblado- 
res yndios de las dichas Yndias se convertiran a nuestra santa Fé 
catholica , tovimoslo por bien : e por està dicha nuestra carta de 
previlegio 9 e por el dicho su traslado , sjrgnado corno dicho es $ de 
nuestro proprio motuo e cierta sciencia e poderio reni absoluto , de 
que en està parte queremos usar e usamos ; confirmamos e aprova- 
mos para agora e para siempre jamas a Vos el dicho Don Chri- 
stoval Colon , e a los dicho* vuestros fijos e nietos e desqendientes 
de vos e de vuestros keredcros, la sobre dicha nuestra Carta suso 
encorporada; e la merqed en ella contenida; e queremos e mandar 
mos , e es nuestra merqed e voluntad , que vos vaia e sea guar- 
darla a vos e a los dichos vuestros fijos e desqendientes agora e 
de aqui addante inviolable mente > para agora e para siempre ja- 
mas , en todo e per todo > bien e complida mente 9 segund e por la 
forma e manera que en ella se contiene : jr sjr neqesario es , agora 
de nuevo vos fasemos la dicha merqed, e defendemos firma mente 
que ninguna ni algunas personas non sean osadas de vos jrr ni 
venir contra ella , ni contra parte della , por vos la quebrantar , 
ni menguar en tiempo alguno , ni por alguna manera: sobre lo qual 
mandamos al Prinqipe Don Juan nuestro muy caro e mujr amado 
fijo , e a los ynfantes 9 duques 3 perlados, marqueses , e onde s , rìcos 
omes 9 maestres de las ordenes > priores > comites e a los del nue* 



/ 



(83) 

getto che meglio e più compiutamente sia osservata la detta lettera 
di grazia a Voi e a' vostri figli e discendenti , che Noi ve la con- 
fermassimo , ed approvassimo , ordinando che ve ne fosse data una 
lettera di privilegio, o come a Noi piacesse; e Noi considerando le 
cose sopraddette , e i molti e buoni e leali e grandi e continui ser- 
vigj, che Voi suddetto Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio e 
Viceré e Governatore delle Indie e terra ferma, scoperte e da sco- 
prire nel mare oceano nella parte delle Indie , ci avete fatti , e spe- 
riamo che ci farete , spezialmente nello scoprire , e ridurre in no- 
stro potere , e dominio le dette isole e terra ferma , maggiormente 
perchè speriamo , che con l' ajuto di Dio nostro Signore , ridonderà 
in molto di lui servigio, e onore nostro, e prò e vantaggio de' no- 
stri Regni ; essendoché speriamo che gli indiani abitatori delle Indie 
suddette si convertiranno alla nostra santa Fede cattolica, abbiamo 
accolta favorevolmente la vostra supplica ; e per questa nostra 
lettera di privilegio, e per la copia di essa segnata, come è detto; 
di nostro moto proprio, e certa scienza, e potere reale assoluto, 
del quale in questa parte vogliamo usare ed usiamo, confermiamo 
ed approviamo per ora e per sempre mai a Voi , suddetto Don Cri- 
stoforo Colon , e a 9 detti vostri figliuoli e nipoti, e discendenti da 
voi , e da' vostri eredi , la sopraddetta nostra lettera di sopra incor- 
porata , e la grazia in essa contenuta ; e vogliamo ed ordiniamo , 
ed è nostro piacere e volontà , che vaglia e sia osservata a Voi , 
ed a' predetti vostri figli, e discendenti ora, e dipoi inviolabilmente 
per ora e per mai sempre , in tutto e per tutto , bene e compiuta- 
mente , secondo e nella forma e maniera che in essa si contiene: 
e se è necessario, oj?«r di nuovo vi facciamo la detta grazia, vie- 
tando fermamente che niuna, né alcuna persona, sia ardita di an- 
dare o venire contro ad essa , né contro parte di essa , per in- 
frangerla, né diminuirvela in tempo veruno, né per maniera al- 
cuna : intorno a che ordiniamo al Principe Don Giovanni nostro ca- 
rissimo e amatissimo figlio , ed agli Infanti , Duchi , Prelati , Mar- 
chesi , Conti , Baroni , Mastri degli ordini , Priori , Corniti , e a quelli 
del .nostro Consiglio, uditori della nostra udienza, alcaldi, birri, 



/ 



C »4) 

stro consejo, oydores de la nuestra abdiencia, alcalde s s alguasiles 
e otras justicias quales quier de la nuestra easa e corte e cfiancille- 
ria , e alcaydes de los castillos e casas fuertes , e llanas , e a todos 
los consejos e assistentes e corregidores , alcaldes > alguasyles * me- 
rino*, prebostes, e otras justicias de todas los gibdades e villas e 
logares de los nuestros rejrnos e sehorios 9 e a cadauno dellos, que 
vos guarden e fagan guardar està dicha nuestra carta de previle- 
gio e confirmacion , e la carta de merced en ella contenida, e con- 
tra el thenor e forma della non vos vayan ni pasen , ni consientan 
yr ni posar en tiempo alguno y ni por alguna numera; so las penas 
en ellas contenidas: de lo qual vos mandamos dar està dicha nue- 
stra carta de previlegio e confirmacion, escripta en pergameno de 
cuero y e firmada de nuestros nonbres e setlada con nuestra sello 
de plomo pendiente en filos de seda a colores : la qual mandamos 
al nuestro chanqiller major e notorio e a los otros oficiales que 
estan a la tabla de los nuestros sellos , que seìlen e libren e pasen; 
e los unos , ni los otros non fagades ni fagan ende al por alguna 
numera; so pena de la nuestra merced, e de diez mill maravedis 
para la nuestra camera * a cada uno que lo contrario fisiere. E de 
mas mandamos al onte , que vos està nuestra carta mostrare , que 
vos emplase que parescades ante Nos en la nuestra corte do quier 
que Nos seamos 9 del dia que vos empldsare fasta quinse dias pri- 
meros syguientes , so la dicha pena. So la qual mandamos a qual- 
quier escrivano publico , que para esto fuere llamado , que de ende 
al que gè la mostrare, testimonio sy guado con su sygno, por que 
JVos sepamos en corno se compie nuestro mandado. Dada en la cibdact 
de Burgos a veynte e tres dias del mes de abrìl , ano del nasci- 
miento de nuestro Salvador Jesu Ckristo de nuli e quatrogientos e 
noventa e syete anos. 

c/o ev c)\eu- ^/o w o\&wlcu. 

Yo Fernand Alvares de Toledo secretorio del Rey e de la Reyna 
nuestros Senores la fis escrivir por su mandado. Rodericus Doctor. 
Jntonius Doctor. Fernand Mvares. Johan Velasques. Antoni us Dot- 
tar (sic)* Conqertado. Y en las espaldas del dicho previlegio desyaz 
Registrada. Doctor+ 



(85) 

ed altro magistrato qualunque della nostra casa, corte e cancelle- 
ria ; e castellani de' castelli e case forti e aperte , ed a tutti gli con- 
sigi j , governatori , reggenti , alcaldi , birri , caporali , prevosti , ed 
altri uffiziali di giustizia di tutte le città, ville , e luoghi de' nostri 
regni e dominj , e ad ogniuno di essi , che vi osservino e facciano 
osservare questa nostra lettera di privilegio e conferma e la lettera 
di grazia in esse contenuta , e contro al tenore e forma di essa non 
vadano , ne passino ; ne consentano che altri vada , o passi in tempo 
alcuno , ne in alcuna maniera , sotto le pene in essa contenute : ordi- 
nando che di ciò vi si dia questa suddetta carta di privilegio , e con- 
ferma scritta in pergamena di cuojo, e firmata co 9 nostri nomi, e sug- 
gellata col nostro sigillo di piombo pendente da' fili di seta a colori: la 
quale ordiniamo al nostro cancelliere maggiore e nolajo, e agli altri 
uffiziali, i quali stanno al banco de' nostri sigilli, che sigillino, e rila- 
scino , e passino; e gli uni e gli altri non fate, né facciano altrimenti in 
ni una maniera sotto pena della nostra grazia , e di dieci mila marave- 
dis per la nostra camera ad ogni contravventore. E di più comandiamo 
all'uomo, che vi presenterà questa nostra lettera, che v'intimi di 
comparire al nostro cospetto nella nostra Corte , ovunque Noi siamo, 
entro 1 5 giorni da decorrere immediatamente dal giorno dell' inti- 
mazione , sotto la pena suddetta : sotto la quale comandiamo a qua- 
lunque pubblico Scrivano, che a tale oggetto fosse chiamato, che 
a colui , il quale vi avrà presentata la lettera , dia una testimonianza 
segnata del suo segno, acciocché Noi sappiamo come si eseguisca 
il nostro comando. 

Data nella città di Burgos a dì a3 del mese di aprile, l'anno 
della natività di nostro Salvatore Gesù Cristo i497 



Io Ferdinando Alvares Segretario del Re, e della Regina nostri 
Signori l'ho fatta scrivere di lor comando. Rodericus Doctor. An- 
tonius Doctor. Ferdinando Alvares. Giovanni Velasques. Antonius 
Doctor. Collazionata. £ nel tergo di detto privilegio diceva: Regi- 
strata. Doctor. 



(86) 



Ca, J Le/u e> lou d\e/uuoo 



DOCUM. 

i y. jLor quanto en la capitulacion e asyento > que por nuestro man- 

' — -*" > ^ — - dado se hiso e tomo con vos Don Christoval Colon nuestro rimi- 
rante del mar oceano en las partes de las Yndias, se contiene que 
vos ayays de aver qierta parte de lo que se oviere e troxiere de 
las dichas Yndias , sacando primamente las costas e gastos que en 
elio se ovieren fecho o fisieren : e porque fasta agora vos aveys tra- 
bajado macho en descobrir tierra en la di eh a parte de las Yndias ; 
de cuya cabsa no se ha avido mucho jrnterese dellas, aunque se 
han fecho algunas costas y gastos ; y porque nuestra mercedy vo- 
luntad es de vos faser merced ; por la presente queremos y manda- 
mos que las costas y gastos que fasta aqui sa han fecho en los ne- 
gocios tocantes a las dichas Yndias , e se fisieren en este vi ose 9 que 
agora mandamos faser e armar para las dichas Yndias, fasta que 
sean llegados a la ysla Ysabella espahola , que non se os demande 
cosa alguna della , ni vos seays obli godo a contribuyr en ellas cosa 
alguna de mas dello que posistes al tiempo del printer vinse : con 
tanto que vos non pidays ni lleveys cosa alguna de lo que fasta 
aqui se ha traydo de las dichas yslas , por razon del diezmo, nin 
del ochavo , que vos el dicho rimirante aveys de aver de las cosas 
muebles de las dichas yslas, nin por otra rason alguna. De lo que 
aveis avido fasta a qui , vos fasemos merqed. E por que vos el di- 
cho rimirante desys que de lo que a qui addante se oviere de las 
tTJ£^t!Z dichas yslas , se ha de sacar primera mente el ochavo, e de lo que 
MmiwuXnco- resultare se han de sacar las costas, e despues el diezmo ; e por 

sta alguna\ydeM- 

%"/*'• ' a £u l " < i ue P or ^ a or ^ en e tltenor de la dicha capitulacion, pareqe que se 
r J*di"mo™27i deven sacar primero las costas , e despues el diezmo , e despues el 



jdlmirante. 



(»7) 



zffl i/òe' e ut/ Uveama. 



.Essendoché nella capitolazione ed accordo, che si fece e prese documento 
per nostro comando con voi Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio IV 

del mare oceano nelle parti delle Indie , si contiene che voi abbiate 
d'avere certa parte di quanto fosse, o si cambiasse nelle Indie me- 
desime, detratte primamente le spese, e i danni che in ciò si fosser 
fatti o si facessero, e stantechè sino ad ora voi vi siete travagliato 
di molto nello scoprir terra nella detta parte delle Indie, motivo 
per cui non si è da esse ricevuto molto vantaggio , benché siasi fatta 
alcuna spesa e sborso ; ed essendo nostro piacere e volontà il farvi 
grazia; per la presente vogliamo e ordiniamo, che delle spese, e sborsi 
fatti insino a qui relativi ai negozj delle Indie suddette, e che si 
facessero in questo viaggio, che ora, di nostro ordine , si fa e si 
arma per le Indie medesime, fino all'arrivo ad Isabella nell'isola Spa- 
gnuola, non vi sia domandata per tal oggetto cosa alcuna; ne voi siate 
obbligato a contribuirvi cosa veruna , più di quanto ci metteste nel 
primo viaggio ; a condizione che voi non chiediate ne prendiate cosa 
veruna di ciò che sino ad ora si è ricavato dalle isole predette, per 
ragione del decimo, né dell'ottavo, che voi Ammiraglio suddetto 
dovete avere, delle cose mobili delle isole stesse; né per altra ra- 
gione veruna. Di ciò che sino a quest'ora avete avuto, ve ne fac- 
ciamo grazia. E perchè Voi suddetto Ammiraglio , dite , che di ciò 
che da ora in appresso si ricaverà dalle isole suddette , si ha da che ^^^ 
separare primieramente l'ottavo; e da quanto risulterà, diffalcare «!on«T*prim!ci^ 

> mente dell'ottavo 

le spese, e poi il decimo; e perciocché secondo 1 ordine e tenore p« r K Ammiraglio* 

1 ' r ' l e poi te ne trag- 

della detta capitolazione, pare che si deggiano prima dedurre le JET riitST* a 

.... . ., x .« prenda il decimo 

spese , e poscia il decimo , e poi 1 ottavo ; e non e per ora verin- per rAmmiragikw 



(88) 

odiavo, e non està por agora averi guado, corno esto se ha dekaser; 
es nuestra merqed, por haser merced a vos el dicho dimirante > que 
por tres ahos se saque primeiv el ockavo para vos syn costa al- 
guna, e despues se saquen las costas , jr de lo que resultare se 
pague el diezmo para vos el dicho rimirante. Pero pasado el di- 
cho riempo, que se hajre de sacar el dicho diezmo e las costas e 
ochavo y segund en la dicha capitulacion se contiene. E que por 
està merced que vos fasemos por el dicho riempo 3 non se os de 9 ni 
quete mas derecho del que teneys por virtud de la dicha capitu- 
lacion ; antes aquella quede en su fuerza e vigor para addante, 
pasado el dicho riempo. Fecha en la villa de Medina del campo , 
a dose dias de funio, de noventa e siete ahos. 

e/o el ciieu. e/o leu J\euiux>* 

Por mandado elei Rejr e de la Reyna , Fernand Alvares. E en 
las espaldas desa carta desia: Acordada. 



( «9 ) 

tato, come si debba fare in proposito , è nostra volontà, per far 
grazia a voi suddetto Ammiraglio , che per tre anni si diffalchi pri- 
mieramente l' ottavo per voi , senza spesa alcuna ; e poscia vengano 
dedotte le spese, e del residuo si paghi il decimo per voi, Ammi- 
raglio suddetto. Ma scorso tal tempo , si debba dedurre il decimo 
suddetto, e le spese, e l'ottavo, come si contiene nell'anzidetta 
capitolazione. E per questa grazia che vi facciamo pel tempo sud- 
detto , non vi si dia , ne vi si tolga alcun dritto , che sopra ciò vi 
spetta , oltre quello che avete in vigore della predetta capitolazione; 
anzi questa rimanga nella sua forza e vigore , passato che sia il tempo 
dianzi fissato. Fatta nella villa di Medina del Campo a 12 di giu- 
gno , T anno del 97* 



& tf (The. & &t, tfhi 



wia* 



7 

Per comando del Re e della Regina, Ferdinando Alvares. E ne} 
tergo di questa lettera, diceva: accordata* 



Cod. Dip. F. ia. 



( 9° ) 



&OCUM. Don Fernando e Dona Ysabelporla gracia de Dios Rey e Rejrna 
V- de Castilla , de Leon > de Aragon , de Secilia , de Granada , de To- 

ledo , de Valencia , de Galisia , de Mallorcas , de Se villa , de Qer- 
dena, de Cordova, de Corgega, de Marcia, de John, de los Air 
garbes , de Algesìra , de Gibraltar e de las yslas de Canaria : Conde 
e Condesa de Barcelona, Senores de Viscaya e de Molina, Du- 
ques de Athenas e de Neopatria, Condes de Ròselton e de Qerda- 
nia 3 Marqueses de Oristan e de Goqiano : Por quanto al tiempo 
que Don Cristoval Colon nuestro A Imi r ante de la mar oceano , Jue 
a descobrir las jrslas e tierra firme , que por gracia de Dios nue* 
stro Senor el hallo, e se le descubrieron en el dicho mar oceano 
a la parte de las Yndias r se asento con el, que oviese e llavase 
para sy cierta parte de aquello que se hallase ; e agora por su parte 
Nos es suplicado , que por que mejor e mas complidamente lo susa 
dicho se guardase e cunpliese , que a nuestra merged plaguiese mandar 
que toda la negociagion e cosas que se oviesen de faser e proveer en 
estos nuestros Rejrnos tocantès a la dicha negociagion de las dichas 
Tndias , se oviesen de faser e se fisiesen por una persona, o personas 
nuestros, con poder nuestro, que en elio entendiese: e por el, o por 
quien su poder oviese , juntamente , por que asjr se poderia mejor 
saber lo que resultava de los gastos e prò e utilidad de la dicha 
negociagion , para que se le pudiese a el acudir con aquella parte, 

Que et Aimirm- 1 ue P or ^° s dichos asicntos le pertenege , e de que Nos le fesimos 

fé pueda nombrar _I f ?» » » /• 

per*™* ,o perso- merged , o sobre elio provejrsemos corno la nostra merged fuese: e 

nas 9 que enlien- ** 

Ìw£dl a u7rZ s tovìmoslo por bien y e por està nuestra carta mandamos a las 
JoV iJTpèZtol' personas que por nuestro mandadò tienen , o tovieren cargo de en- 
^r su, Jusas' tender en lo suso dicho de aqui adelante 9 que lo fagan e negogiei* 



< 9* ) 



Don Ferdinando e Donna Isabella, per grazia di Dio He e Re- documento 
gina di Castiglia, di Leon, di Aragona, di Sicilia, di Granata, di v * 

Toledo, di Valenza, di Gallizia, di Majorca, di Siviglia, di Sar- 
degna, di Cordova, di Corsica, di M'urcia, di Jaen, dell' Algarve , 
di Algesira , di Gibilterra , e delle isole Canarie : Conte e Contessa 
di Barcellona , Signori di Biscaja e di Molina , Duchi di Atene e di 
Neopatria, Conti del Rossiglione, e di Gerdania, Marchesi di Ore- 
stano e di Goziano: 

Essendoché nel tempo che Don Cristoforo Colon nostro Ammi- 
raglio del mare oceano , andò a scoprire le isole e terra ferma , che 
per grazia di Dio nostro Signore egli trovò , e furono scoperte nel 
detto mare oceano nella parte delle Indie , fu con esso lui conve- 
nuto, che avesse e prendesse per sé certa parte di quello che si 
trovasse; ed ora ci viene supplicato in nome di Lui, che piaccia 
-alla nostra grazia , acciocché le cose sopraddette gli sien conser- 
vate e poste ad effetto meglio , e più compitamente , di ordinare , 
che tutto il negozio , e le cose che si dovessero fare e provvedere 
in questi nostri regni spettanti al detto commercio delle Indie medesi- 
me , abbiansi a fare e si facciano da una persona, o persone nostre, 
con nostro potere , che attenda a quel negozio , unitamente ad esso 
{Ammiraglio), « a chi ne facesse le veci , perchè così potriasi saper 
meglio quanto risulterebbe di spesa, e di prò e vantaggio dal detto 
traffico; ond' egli ne possa ricevere quella parte, che gli spetta 
secondo la detta convenzione , e quella , di che Noi eli facem- posMmominarpep. 

x ° fona» o persone. 

mo grazia; e sopra ciò dessimo que' provvedimenti , che fossero di t^E^biL 
nostro piacere: ed avendo Noi accolta favorevolmente la supplica; perone postevi 

r m kL dalle Loro Aitee- 

per questa nostra lettera ordiniamo alle persone che per nostro co- ** 



(9») 
Junta mente con la persona, o personasj que et dicho rimirante, 
o quien su poder ostiere > pusiere 9 o nonbrare para elio, e non en 
otra numera. Lo qual se entienda temendo el dicho 4lmirante de 
las YncUas diputadas e nonbradas persona* e personas , que por 
su parte > o con su poder, en elio entiendan; e seyendo Nos fecho 
saber corno las tales personas estan diputadas e nonbradas por et 
dicho Almìrante , para entender por su parte en la dicha negocia- 
fion. Ve lo qual vos mandamos dar la presente firmada de nuestros 
nonbres, e sellada con nuestro sello. Dada en la mila de Medina 
del Campo a trienta dias del mes de majro , ano del nascimiento de 
nuestro Senor Jesu Christo de miti e quatroqientos e noventa e 
siete anos* 



e/o ev cJi0it m 



c/o leu cReutco/, 



Yo Fernand Alvares de Toledo Secretorio del Rey e de la Reput 
\estros Sehores la Jis escrivir por su mandàdo. E en las espaldas 
sta dicha carta desiai En la forma: acordada. Rodericus Doctor- 
'gì strada* Alonso Peres* Fernando Dias Chanciller* 



(93) 
mando hanno, ed avranno, l'incarico di attendere da ora in poi 
alle cose sopraddette , che ciò facciano e negoziino unitamente alla 
persona, o persone, che il detto Ammiraglio, o chi per esso Lui, 
porrà o nominerà a tal oggetto, e non in altra maniera* !Lo che 
s'intende, ove il detto Ammiraglio delle Indie vi tenga persona, a 
persone , deputate e nominate , che per parte sua , o col suo potere , 
attendano a questo ; e purché ci sia fatto sapere , come le tali per- 
sone sieno state deputate e nominate dal detto Ammiraglio, onde 
attendere in nome di Lui al detto negozio. Di che ordiniamo , che 
Vi sia data la presente firmata co' nostri nomi , e suggellata col no- 
stro sigillo. 

Data nella villa di Medina del Campo, a dì 3o del mese di mag- 
gio , l' anno dalla natività di N» S. Gesù Cristo 2497* 

So ic (T&& So ca (/beaùia. 

Io Ferdinando Alvares de Toledo Segretario del Re e della Re-* 
gina nostri Signori V ho fatta scrivere per loro comando. E nel tergo 
di essa lettera diceva: nella forma: accordata. Rodericus Doctor* 
Registrata. Alonso Peres. Fernando Dias Cancelliere» 



(94) 



vJL ci°Leii e ux d Leautoa 



docum. Don Christoval Colon nuestro dimirante Viso rey e Governador del 
VI - mar Oceano: Las cosas que nos parecen, que con ajruda de Dios 

nuestro Senor, se deven e han de haser e complir para la pobla- 
qion de las Yndias e tieiTa firme descubiertas e puestas so nuestro 
se/Iorio , e dellas que estan por descobrir a la parte de las Yndias 
en el mar Oceano, e de la gente que por nuestro mandado alla 
està, e ha de yr e estar de aquì addante, de mas e allende dello 
que por otra ynstrucion nuestra , vos y el Obispo de Badajos aveys 
de proveer, es lo siguyente. 

insirMfion de io Primamente , que corno seays en las dichas Yndias , Dios qui- 

que se deve hacer 

iìfrEumT" de r * en d°9 pvocureys con toda diligencia de animar e tmeer a los 

naturales de las dichas Yndias a toda paz e quetud; e que nos 
ayan de servir, e estar so nuestro Senorio e subjecion begnina 
mente; e principalmente que se conviertan a nuestra sonda Fee 
catholica ; y que a ellos , e a los que han de yr a estar en las 
dichas Yndias sean administrados los Sanctos Sacramento s por los 
Religi osos clerigos que alla estan e fueren, por manera que Dios 
nuestro Senor sea servido, y sus concienqias se seguren. 

Yten que por està ves , entanto que JYos mandamos proveer, ayan 
de yr e vayan con vos, el numero de las tresientas e treynta per- 
sonal > quales vos eligierdes de la calidad e ofigios, e segund se 
contien en la dicha ynstruqion : pero si a vos pareqe que algunos 
de aquellos se deven mudar, acreqentando o amenguando de unos 
oficios en otros, e de la calidad de unas personas en otras, que 
vos, o quien vuestro poder ostiere* lo podays faser, e fagays , se- 
gundo e en la manera e forma, e en el tiempo > o tiempos que 



(95) 



*jl (/òe e la C/òeatm>. 



i/on Cristoforo Colon , nostro ammiraglio , viceré e governatore del DutiuJtfENTO 
mare Oceano : Le cose che a nostro parere si debbono e si hanno u _ J^ 
a fare e compiere con l'ajuto di Dio nostro Signore, per la popo- 
lazione delle Indie e terra ferma, scoperte e poste sotto il nostro 
dominio, e di quelle che stanno per iscoprirsi nella parte delle 
Indie nel mare Oceano , e della gente , che per ordine nostro è colà 
stabilita, e vi ha d'andare e starci da ora in poi, per giunta e fuori 
di quello che in vigore di altra nostra istruzione, Voi e il Vescovo 
di Badajoz dovete provvedere, sono le seguenti: 

Primieramente : come sarete , a Dio piacendo, nelle Indie suddette, ., i»t«»}<»« «fr 

7 * 7 7 ciò che n dee fare 

procurate con ogni diligenza di animare e scorgere i naturali delle Jndi^* 110 deU# 
Indie medesime a viver quieti e pacifici, e a servir Noi, e stare 
sotto il nostro dominio e soggezione benignamente; e sopra tutto 
procurate che jsi convertano alla nostra Santa Fede cattolica ; e che 
ad essi , e a coloro che deggiono andare a star nelle Indie suddette, 
sieno amministrati i Santi Sacramenti da que' Religiosi cherici, che 
colà sono e saranno ; di maniera che Dio nostro Signore sia servito, 
ed eglino abbian le coscienze tranquille. 

Item; che per questa volta, intanto che Noi comandiamo che si 
provvegga, abbiano da venire e vengano con Voi quelle trecento 
e trenta persone, che Voi eleggerete, della qualità, e uffizj,e se- 
condo che si contiene nella suddetta instruzione l : ma se a Voi i^^Eti" d£ 

• i • 1* i' /y» • 9 i i • i sic tolto con sosti» 

paresse che alcuni di quegli uffizj s abbiano a mutare, accrescendo tuìrv.^r™,^, 

rom!è nel proemi* 

o diminuendo gli uni per gli altri, e la qualità di alcune persone di i uest0 Docum - 
mutare in altre, che Voi, o chi ne avrà da Voi il potere, lo pos- 
siate fare e facciate* secondo, e nella maniera e forma, e nel tempo, 



(96) 

vierdes e entendierdes que cumple a nuestro servi] o, e al bien e 
utilidad de la dicha governacion de las dichas Yndias. 

Yten , que quando seays en las dichas Yndias, Dios quiriendo, 
que ayays de mandar haser , y que se haga en la ysla espanda 
une otra poblacion , o fortaleza , allendc della que està fecha , de 
la otra parte de la ysla qcixana el minerò del oro, segui id, en el 
logar , e de la forma, que a vos bien visto fuere. 

Yten , que cerca de la dicha poblacion , o de la que agora està 

fecha , o en otra parte qual a vos os paresca dispuesto , se haya 

de haser e asentar alguna labranqa e crianqa, para que mejor, e 

a menos costa, se puedan sostener las personas que estan, o estar 

ran , en la dicha ysla ; e que por que esto se pueda me/or haser , 

■ Questa* non • c « se haya de dar* e de a los labradores que agora rran a las di* 

necessaria. J * v o . •/ 

chas Yndias, del pan que alla se enbiare , fasta cinquenta cahises 
de trigo e cevada prestados , parti los sembrar , e fasta veynte jun- 
tas de vacas e yeguas , o otras bestias para labrar ; e que los tales 
labradores que osi recibieren el dicho pan , lo labren , e syembren^ 
e se ayan de obligar de lo boher a la cosecha, e pagar el diesino 
de lo que cogieren ; e lo restante que lo puedan vender a los Chri- 
stianos , a corno mejor pudieren , tanto que los precios non exce- 
don en agrario de los que lo compraren ; por que en tal caso vos 
el dicho nuestro rimirante , o quien vuestro poder oviere , lo aveys 
de tosar, e moderar. 

Yten , que el dicho numero de las dichas tresientas e treynta per- 
sonas , que han de yr a las dichas Yndias , se les aya de pagar e 
pague el sueldo de los preqios, segundo que fasta aqui se les ha 
pagado, e en logar de mantenimiento , que se les suele dar, se les 
aya de dar, e, de, del pan, que mandose alla enbiar, a cada per- 
sona, una f anega de trigo cada mes , e dose maravedis cada dia, 
para que ellos compren los otros mautenimientos neqesarios , los quales 
se les ayan de librar por vos el dicho nuestro rimirante , e por 
vuestro logar. temente, e por los ofqiales de nuestros contadores 
mayores , que en las dichas Yndias estan, e estovieren; e por que 
por vuestras nominas, libramientos 9 e qedulas en la forma suso di- 



(97) 
e tempi, che vedrete, e riconoscerete opportuni al nostro servigio, 
e al bene e al vantaggio del detto Governo delle Indie medesime* 

Item ; quando sarete , a Dio piacendo , nelle dette Indie , date or- 
dine di fare, e si faccia, nell'isola Spagnuola un'altra colonia, o 
castello, oltre quella già fatta; dall'altra parte dell'isola, presso 
alle miniere dell'oro, secondochè, e nel luogo e nella forma, che 
sarà di vostro gradimento. 

Item; che presso alla detta Colonia, o presso a quella già sta- 
bilita, o in altra parte che vi sembrasse acconcia, s'abbia a fare, 
e disporre alcun campo , o podere; acciocché meglio , e con una spe- 
sa minore si possano sostentar le persone che sono e saranno in 
detta isola ; e ad oggetto di ciò fare più comodamente , ai lavora- 
tori , che ora anderanno alle Indie suddette , abbiasi a dare a 
prestito e si dia loro, fino a cinquanta moggia di grano e di biada, 
di quelle vettovaglie che colà spediremo, perchè sien da essi semina- 
te ; e fino a venti coppie di vacche e cavalle , e altre bestie per lavo- 
rare; e che tali lavoratori che riceveranno le biade suddette, le 
seminin e le lavorino , obbligandosi a restituirle alla messe , e a pa- 
gare il decimo del raccolto; con facoltà di vendere il rimanente a' cri- 
stiani , quanto meglio potranno , purché il prezzò non ecceda a tal 
segno da esser gravoso a' compratori ; perchè in questo caso , voi 
nostro Ammiraglio suddetto, o chi ne avrà da voi il potere, lo 
avete da tassare, e moderare. 

Item , che al numero suddetto di quelle ' 33o persone che hanno 
d'andare alle Indie, gli si debba pagare, e paghisi il soldo conve- 
nuto, come si è pagato fino ad ora; e in luogo del vitto, che si avea 
costume di dare , gli si debba dare , e diasi , delle vettovaglie, che 
colà si spediscono per nostro comando, ad ogni persona una fanega 
di grano al mese, e dodici maravedis al giorno, ond' essi comprino 
le altre cose necessarie; il mandato de' quali si debba rilasciar loro 
da voi nostro Ammiraglio suddetto, e dal vostro Luogotenente, e 
dagli uffiziali de' nostri Ragionieri maggiori , che stanno , e staranno 
nelle Indie suddette ; cosicché presentando i vostri ruoli , mandati 

Cod. Dip. < F. i3. 



(98) 
cha les aya de pagar e pague nuestro ihesorero que estoviere en 
las dichas Yndias. 

Yten , que si vos el dicho rimirante , vierdes e entendierdes que 
eumple al nuestro servijo, que allende de las dichas tresientas e 
treynta personas se deve crescer el numero dellas, lo podays faser y 
fasta llegar a numero de quinientas personas por todas ; con tanto 
que el sueldo e mantenimiento que las tales personas acrecentadas 
ovieren de aver, se pague de qualesquier mercaderias e cosas de 
valor , que se hallaren e ovieren en las dichas Yndias , syn que nos 
mandamos proveer para elio de otra parte. 

Yten 9 que a las personas que han estado y estan en las dichas 
Yndias se les aya de pagar e pague el sueldo , que les es e fuere 
devido por nominas 9 e segund e en là manera^ que de suso se con» 
tiene; e algunos que no llevaron sueldo, se les pague su servi/o , se- 
gundo que a Vos bien visto fuere; e a los que han servido por 
otros ansy mismo. 

Yten y que a los alcalde s> o otras personas principaleSj e qfiqia- 
les que alla han estado e servido , e syrven , se los aya de acregen- 
tar> e pagar, y acresqienten y paguen sus tenencias e salarios e suel- 
dos que ovieren de aver , segund que a vos el dicho nuestro Almi- 
tante paresciere que se deve faser; avida consideragion a la calidad 
de las personas , y a lo que cada uno ha servido e syrviere; por- 
que de mas desto , quando a Dios piega que aya de que haserles 
merqedes en las dichas Yndias r Nos avemos memoria para gelas 
faser : lo qual se aya de asentar ante los dichos nuestros ofigiales f 
e què se les aya de librar e pagar en la forma suso di cha. 

Yten 9 paresciendo herederos dèi Àbad Gallego , e Andres de Sa- 
lamanca , que murieron en las dichas Yndias , se les , deve pagar 
el valor de los toneles e pipas que se les gastaron e tomaron , por 
aver ydo a las dichas Yndias contra nuestro defendimi ento. 

Yten ,. en lo que toca el de s cargo de las cartas de los que *n las 
dichas Yndias han fallesqido e fallecieren , nos parece que se deve 
guardar la forma que està en el capitulo de vuestro memoria! , qu* 
sabre esto nos distes , que es el si giù ente i 



(99) 
e cedole , nella detta forma , gli abbia da pagare e paghi il nostro 
Tesoriere, che starà nelle Indie medesime. 

Item: se voi Ammiraglio suddetto vedrete e conoscerete di vantag- 
gio al nostro servigio , che si accresca il numero delle 33o persone, 
possiate farlo , portandole fino al numero di 5oo in tutto ; a con- 
dizione che il soldo, e il mantenimento da corrispondere alle perr 
sone accresciute , si paghi con quelle merci e cose di valore , che 
si troveranno, o saranno nelle Lidie suddette; senza che Noi co- 
mandiamo che a ciò si provvegga per altra parte. 

Item: alle persone che sono state o stanno nelle Indie medesime, 
si debba pagare e paghi il soldo , che è, o che fosse dovuto , stando 
ai ruoli ; e secondo -e nella maniera , che dianzi si è detta ; e a co- 
loro , che non prendessero soldo , si paghi il loro servigio , secondo 
che a voi parrà meglio; e così pure si faccia a coloro che hanno 
servito per altrui. 

Item: ai castellani, e altre persone principali, e uffizi ali, che 
hanno abitato colà, e servito, e servono, si abbian ad accrescere, 
e pagare, e si accrescano e si paghino i dritti, salarj, e soldi, che 
dovessero avere , secondo che si dovrà fare a giudizio di voi , nostro 
Ammiraglio suddetto; avuto riguardo alla qualità delle persone, e 
al come ognuno di essi ha servito , e servirà; perchè ( oltre a que- 
sto ) ove piaccia a Dio , che nelle Indie stesse v' abbia modo di far 
.grazia ad esso loro , ne avremo memoria per fargliele : lo che si 
dovrà combinare avanti i detti nostri uffiziali , e loro si dovrà deli- 
berare e pagare nella forma sopraddetta 

Item : comparendo eredi dell' Abate Gallego e di Andrea di Sa- 
lamanca, che morirono nelle dette Indie, si ha da pagare ad essi 
ti valore de' barili e delle botti , che lor furono mandate a male , e 
prese per essere andati alle Indie contro al nostro divieto. 

Item: quanto allo scarico delle polizze di coloro, che sono morti, 
o morranno nelle Indie predette, a Noi pare che si deggia osser- 
vare la forma che si trova nel capitolo del vostro memoriale, che 
sopra questo ci avete dato , ed è il seguente : 



( ro ° ) 

Muchos estrangeros y naturales son muertos en las Yndias ; e 
yo monde por virtuddelos poderes^ que de vuestras Àltesas tengo , 
que diesen Los testigos escriptos e se compliesen; e dellos di cargo 
a Escobar vesino de S evilla , e Juan de Leon vesino de la Ysabela , 
que bien e fielmente procurasen todo esto , asy en pagar lo que de- 
vian , si sus albaceas no lo oviesen pagado , corno en recebdar todos 
sus bienes e sueldo; e que esto todo pasase por ante j usti eia e escri- 
vano publico , y que todo lo que recebdasen fuese puesto en una 
arca que toviese tres llaves; e que ellos toviesen la una llave , e 
un Religioso otra , e yo otra , e que estos diclios sus dineros fuesen 
puestos en la di e ha arca ; e estoviesen alla fasta tres anos , por que 
entre tanto oviesen logar sus herederos de lo venir , o enbiar, re- 
querir; y sy en este tiempo* no requiresen, que se destribuisen en 
cosas por sus animas. 

Asy mismo nos paresqe que et oro que oviere en las dichas Yn- 
dias > se acuite, e faga dello moneda de exqelentes de la Granada f 
segundo nos avemos ordenado que se haya en estos nuestros Reynos, 
por que en esto se eviterà de haser Jraudes e cautelas del dicho 
oro en las dichas Yndias. E para labrar la dicha moneda r man* 
damos que lleveys las personas e cunos e aparejos , que ovierdes 
menester; ca para elio vos damos poder complido; con tanto que 
la moneda que se Jisiere en las dichas Yndias sea conforme a las 
ordenancas , que nos agora mandamos faser score la lavor de la 
moneda; e los ofiqicdes que lo ovieren de labrar guarden las dichas 
ordenanqas , so las penas en ellas contenidas. 

Yten , nos parece che los Yndios , con quien està conqertado que 
ayan de pagar el tributo or denoto^ se les aya da poner una pieqa 
e sinal de moneda de laton , o de plomo , que traygan al pescueco; 
y està tal moneda se la mude la figura , o senal, que toviere, cada 
vez que -pagare , por que se sepa el que no viniera pagar : e que 
queda e quando se hallaren por la ysla personas que truxieren la 
dicha senal al pascueqo , que sean presos > e se les de alguna pena 
Ustiona*. / 



( "» ) 
Molti stranieri e naturali sono morti nelle Indie ; e io in virtù 
de' poteri ricevuti dalle Altezze Vostre comandai, che presentassero 
le prove in iscritto, e fossero soddisfatti , incaricando Escobar cit- 
tadino di Siviglia, e Giovanni di Leon cittadino di Isabella, che 
bene e fedelmente a ciò intendessero, così nel pagare i debiti, caso, 
che gli esecutori non gli avesser pagati, come nel dare ricapito a 
tutti i lor beni , e soldo ; e che tutto ciò passasse per via giuri- 
dica in atti di pubblico scrivano ; e tutto quanto ricapitassero fosse 
posto in una cassa da tre chiavi ; delle quali essi tenesser una , V altra 
i Religiosi , e Fai tra io; e che i sopraddetti lor danari fossero posti 
nella cassa suddetta, e vi stessero tre anni, per lasciare spazio agli 
eredi di venire, o mandare, a riceverli; e se in tal tempo non gli 
domandassero, si distribuissero in suffragio delle anime loro. 

Similmente; ne sembra che Foro, il quale fosse nelle Indie me- 
desime, s'abbia a coniare, e farne monete di quelle eccellenti della 
Granata , come abbiamo ordinato che si faccia in questi nostri Re- 
gni; che in tal modo si cesserebbero le astuzie e le frodi nell'oro 
stesso delle Indie suddette. E per coniare la detta moneta, ordinia- 
mo che prendiate le persone, e conj, e macchine, che vi faranno 
mestieri; dandovi su ciò pieno potere; a condizione che la moneta, 
che si farà nelle Indie suddette sia conforme ai regolamenti, che 
d'ordine nostro si fanno attualmente sopra la Zeccai e gli zecchieri 
osservino i detti regolamenti sotto le pene in essi contenute. 

Item; Sembraci, che agl'Indiani, con li quali è concertato, che deb- 
bano pagare il tributo ordinato, si debba porre un pezzo, o segnale r 
di moneta di ottone, o di piombo, quale portino alla collotola; e 
la figura, o segnale di questa tal moneta si muti, ogni qual volta 
pagheranno, acciocché si sappia, chi non venisse a pagare; e che 
dove e quando si trovassero persone per l'isola, che cangiassero il 
detto segnale alla collotola, sien prese e castigate con alcuna pena 
leggera*. 



( 102 ) 

Yten, por que en el coger e recabdenca del dicho tributo sera 

menester proveer de persona diligente e fiable, que en elio entienda f 

■ 11 nome è ìb es nuestra merced e mandamos que * 

bianco. * ' 

tenga el dicho cargo , e que del tributo e mercadurias , que asy re? 
cabdere e cogiere , e fisiere , e pagare , aya e lieve para sy cingo 
pesoSj o medidaSy o libras par ciento^ que es la vejrentena parte de 
lo que asy re cab dare. 



(io5) 

Item: perciocché a raccogliere e dar recapito al detto tributo, 
si dovrà provvedere di persona diligente e fedele che vi attenda, 

è nostro volere e comandiamo che abbia il 

detto carico, e che del tributo e merci, che così radunerà e rac- 
coglierà e farà e pagherà, abbia e tolga per sé cinque pesi, o mi- 
sure, o libbre, per cento, che è la ventesima parte di ciò, che 
egli così raccoglierà. 



( »°4) 



doc um. LJon Fernando y Dona Ysabel por la gracia de Dios , Rey e Reyna 
v l 7 - de Castilla , de Leon , de Àragon , de Secilia , de Granada , de To- 

" ^~~*^-* ledo, de Valencia , de Galisia, de Mallorcas 9 de S e villa, de per- 
derla 9 de Cordova , de Corcega , de Murcia , Jahn , de los Algarbes , 
de Algesira , de Gibraltar , de las jrslas de Canaria ; Conde e Con- 
densa de Barcelona, Senores de Viscaya e de Molina; Duques de 
Aihenas e de Neopatria , Condes de Rosellon e de jQerdania , Mar- 
queses de Oristan e de Gociano ; al nuestro J usti eia mayor , e a los 
del nuestro Consejo 9 oydores de la nuestra abdencia , alcaldes e 
algùosiles e otìxis justicias quales quier de todas las cibdades e 
<villas e logares de los nuestros Reynos e sehorios 9 e a cada uno 
e qualquier de vos en vuestros logares e jurediqiones , a quien està 
nuestra carta Juere mostrada , o su traslado della sy guado de escri- 

%o e m S J""rfTs v ano publico, salud e gracia: Sepades que para la poblacion de 

mantenimienlos ,- . . * • T . ~ . 

previsione* rapa- las yslas y tierra firma descubiertas e puestas so nuestro senono a 

rejos que ha de 

€om P rar en tos fa p ar t e d e las Yndias en el mar oceano, sera menester comprar 

BejnoSf y quales r - * r 

Ton er se%7cuseTdè en estos dichos nuestros Reynos , para llevar a ellas , algunas mer- 

venderlas por e*- . ^ • • ^ •• •/••- 

eare^erias , te caderias e mantenimientos e vrovisiones e aparejos e ferramientos e 

vendati al Almi- ' r J J 

™Ón JJT, % e cJn°- toneles e vasijas e otras cosas ; lo qual ha de comprar la persona que 
pagar. M sue en por Nos e por Don Christoval Colon nuestro rimirante del dicho 

mar oceano, tiene o diere cargo dello. E porque Nos es fecha re- 
lacion, que las personas que tienen las dichos mercaderìas e otras 
cosas , se escusan de lo vender por lo encarear mas , lo qual seria 
en nuestro deservijo ; nuestra merced e voluntad es, que lo que de 
lo suso dicho se comprare , sea por los presqios e segund suele var 
ler: por ende Nos vos mandamos , que a las personas nuestros, e 



(»o5) 



Don Ferdinando e Donna Isabella, per grazia di Dio Re e Re- documento 
gina di Castiglia, di Leon*, di Aragona, di Sicilia, di Granata, di vii. 

Toledo, di Valenza, di Gallizia, di Majorca, di Siviglia, di Sar- % * * ' 
degna, di Cordova, di Corsica, di Murcia, di Jaen, dell' Àlgarve, 
di Àlgesira, di Gibilterra, e delle isole Canarie: Conte e Contessa 
di Barcellona, Signori di Biscaja e di Molina, Duchi di Atene e di 
Neopatria, Conti del Rossiglione, e di Cerdania, Marchesi di Ore- 
stano e di Goziano: Al nostro giustiziere maggiore, e a quelli del 
nostro consiglio, uditori della nostra udienza, alcaldi e birri della 
nostra casa e corte e cancelleria; e a tutti i podestà, governatori, 
alcaldi e birri, e altri uffiziali di giustizia qualunque sieno, di tutte 
le città e ville e luoghi de nostri regni, e dominj; e a ciascheduno 
e qualunque di voi ne' vostri luoghi e giurisdizioni, a' quali sarà pre- 
sentata questa nostra lettera, o la copia di essa, segnata da Seri- che ie cose, <*- 
vano pubblico, salute e grazia: Sappiate che per la popolazione delle *««!»«> prodigio- 
ìsole e terra ferma scoperte e poste sotto il nostro dominio nelle là R^^rjS 

• 1 11 t J» l 1 ^ .•• • -• lunque altra cosa, 

parti delle Indie del mar oceano, sarà mestieri comprare in questi non rifiutino di 

* * venderle per rin- 

nostri regni predetti, per colà trasportarle, alcune merci, e vetto- ^^^^nl™ 

1, ••• m m • /» _•' i_ • l • • • prezso ragione*©» 

o ie, e provvigioni, e attrezzi, e ferramenti, e bariglioni, e vasi f e , secondo u «o- 

ed altre cose, quali ha da comperare la persona, che per Noi, o 
per Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del detto mare ocea- 
no, ne ha, o ne avrà l'incarico. E perciocché ci vien riferito, che 
i proprie tarj di dette merci ed altre cose, si scusano di venderle 
per rincararle di più, lo che sarebbe in nostro disservigio; è nostro 
piacere e volontà , che le cose sopraddette si comprino a' prezzi , 
che sogliono valere. Perciò Noi vi comandiamo, che alle persone 

Cod. Dip. F. a 4- 



lite 



del dicho nuestro rimirante , que las cosas suso dichas , o otras 
quales quier, que compraren para la abitacion e proveymiento de 
las dichas Yndias, e para el navegar a ellas , gè lofagays dar por 
precios rasonables > e segund que suelen valer en esas dichas cib- 
dades e villas e logares entre losvesinos dellas, syn encarecer mas: 
e non fagades ende al por alguna manera , so pena de la nuestra 
mercedy e de diez mill nirs a cada uno de vos que lo contrario fi- 
sierdes para la nuestra camera, e de mas por qualquier, o quales 
quier de vos las dichas justicias por que en Jincare dello asy fa» 
ser e complir, mandamos al onte que està nuestra carta mostrare > 
que vos emplase que parescades ante Nos , en la nuestra Corte y 
doquier que IVos seamos , del dia que vos emplasare fasta quinse 
dias primeros sjrguientes , so la dicha penai so la qual manda* 
mos a qualquier escrisnino publico que para esto fuere llamado > 
que de ende ed que vos la mostrare , testimonio sygnado con su si- 
gno 9 por que Nos sepamos en corno se cumple nuestro mandado* 
Dada en la cibdad de Burgos, a vejrnte e tres dias del mes de 
abril, ano del nasci miento de nuestro Senor Jesu Christo de mill e 
quatroqientos e nonenta e siete aiios* 

c/o et/ o\cy c/0 ux> dx&uuw* 

Yo Fernandes Alvares de Toledo Secretorio del Rey e de la Reyna 
nuestros Senores, la Jis escrivir por su mandado. Àcordada. Rode- 
ricus Doctor. Registrada. A? p r s* Fer* Dias Chanciller* 



( 10 7 ) 

nostre , e del detto Ammiraglio , che compreranno le cose suddette , 
o altre quali che siano per gli abitanti e le provvigioni delle dette 
Indie e per navigare ad esse gliele facciate dare a prezzi ragione- 
voli, e secondo che sogliono valere in dette città e ville e luoghi 
tra gli abitatori di essi, senz'aumentare il prezzo, e non facciate in 
contrario per modo niuno, sotto pena della nostra grazia, e di die- 
ci mila maravedis a chiunque di voi contravvenisse, per la nostra 
camera: e di più per qualunque, o quali che sieno di voi soprad- 
detti nostri uffizi ali della giustizia, i quali trascurassero di così fare 
ed eseguire, ordiniamo all'uomo che vi presenterà questa nostra let- 
tera, che v'intimi di comparire dinanzi a Noi nella nostra corte, 
ovunque Noi siamo , dal dì della intimazione entro a' quindici giorni 
prossimi seguenti, sotto la pena enunziata: sotto la quale coman- 
diamo a qualunque scrìvano pubblico, che per ciò fosse chiamato, 
che a colui che ve la mostrerà , rilasci poi un certificato segnato 
col suo segno, acciocché Noi sappiamo, come si adempia il nostro 
comando. Data nella città di Burgos a dì s3 del mese di aprile, 
l'anno della natività di nostro Signor Gesù Cristo i497* 



fjo ce vha. $o ut, irveamci* 




Io Ferdinando Àlvares di Toledo Secretano del Re e della Regina 
nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. Accordata. Ro- 
dericus Doctor. Registrata. Alonso Peres. Ferdinando Dias Cancelliere. 



( »o8) 



Ot <J\eaj, 



e ice dXeaiuw. 



*y 



jdocum. ( a ) -Don Christoval Colon nuestro rimirante del mar oceano, Viso 
fui. Rey e Governador de la tierra firme, e yslas de las Yndias, e An- 

*' * n - — tonio de Totres Contino de nuestra Casa: Las cosas que nos pare» 

cen que con ayucla de nuestro Sehor Dios se deven proveer, e en- 
biar a las Yndias para la governaqion e mantenimientos de las per- 
sonas, que alla estan e han de jrr para las cosas que alla se han 
de haser conplideras a servi jo de Dios, y nuestro > son las siguientes. 

cedui* de memo- Primeramente ; en este primer viage> y en tanto que nos monda- 
ria de la* cosa* 

tue te deven ite- jjiqs proveer, ayan de yr a estar en las dichas Yndias numero de 

trecientas e treynta personas de la suerte, calidad, e ofiqios , que 
de yuso seran; contando el dicho numero de las dichas tresientas 
y treynta personas con las que agora estan e quedaron en las di- 
chas Yndias : las quales dichas tresientas y treynta personas han 
de ser elegidas por vos el dicho nuestro rimirante , o por quien 

privilegio de tu vuestro poder oview; e han de ser repartidas en està manera: qua- 

elefionde la* per- 

dWew st han ranta cscuderos, ci ent peones de guerra, treynta marineros, treynta 
d* V sZ\ueT** ia * grumetes, veynte làbradores de oro, cinquanta labradores, e ortela- 

°jas XXVIII en 

hL*' las esptU ' nos > veynte ojiciales de todos oficios e treynta mugeres; asy que son 

et numero de las dichas tresientas y treynta personas; tas quales 
ayan de yr a estar en las dichas Yndias quanto su votuntad fuere? 
por manera que sy algunas de las personas, que estan en las di- 
chas Yndias requisieren, e ovìeren de venir, aya de quedar e que- 
de en ellas asy de las que agora estan, corno de las que agora fue- 
ren, el dicho numero de las dichas tresientas e treynta personas: 
pero sy a vos el dicho dimirante pareciere que es bien e prowecha 



da*. 



( >°9) 



*yl C/òe e la (Jveama. 



D 



(a) J-/on Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare oceano, documento 
Viceré e Governatore della terra ferma e delle isole delle Indie, e VIIL 
Antonio de Torres, lanciaspe zzata della nostra Casa: Le cose che a 
nostro parere, con l'ajuto di nostro Signore Iddio, si debbono prov- 
vedére e spedire alle Indie per governo e sostentamento delle per- 
sone che sono colà, e che vi deggiono andare per le cose che colà, 
si hanno a fare attinenti al servigio di Dio e nostro, sono le se- 
guenti : 

Primieramente, in questo primo viaggio, e frattanto che noi or- ^dcufc^X 
diniamo altri provvedimenti , abbiano d' andare a starsi colà nu- £ JSnSSJT* 1 *' 
mero 33o persone, della sorte, qualità ed uffizj, che si diranno: 
qui appresso , contando nel detto numero delle prefate 33o persone , 
quelle che ora stanno e rimasero nelle Indie predette: le quali dette 
33o persone debbono essere scelte da voi, prefato nostro Ammira- 
glio, o da chi ne avrà il potere; e si debbono ripartire in questa 
maniera: quaranta scudieri (b); cento fanti da guerra; trenta mari- J^SSBI d "££ 
naj; trenta pruvieri; venti lavoratori d'oro; cinquanta agricoltori e ^UurX «S"i^ 
ortolani; venti uffiziali di ogni uffizio, e trenta femmine; che così vegs«ihiet- 

7 O 7 ' tera delle Loro 

formano il numero di 33o persone; le quali abbiano d'andar a stare xvwil tJ*?!3i 
nelle Indie suddette, quanto sarà di lor piacimento; così che, se prmupi °* 
alcune delle persone che stanno nelle Indie medesime, chiedessero, 
o dovessero venire, abbia da rimanere e rimanga in esse 9 così di 
quelle che ora vi sono, come di quelle che or ora vi saranno, il 
detto numero delle prefate 33o persone. Ma se a voi suddetto Am- 
miraglio, sembrasse, per bene e vantaggio del negozio, cangiare il 
detto numero di persone, tralasciando gli uni degli uffiziali, e so- 



(I.O) 

de la negociacion de mudar el dicho numero de personas, quetando 
de los unos ofiqiales e provenendo otros en su lugar, que lo poda- 
des faser, tanto que non pose el numero de las personas, que en las 
dichas Yndìas ha de estar, de las tresientas e treynta personas e 
nominas. 

Item y que para mantenimiento de vos el dicho rimirante e de 
vuestros hermanos e otros oficiales , personas principales , que con 
vos han de jrr a e star en las dichas Yndias, e para las dichas tre- 
zientas e trejnta personas, e para Librar e senbrar, e para el go~ 
vierno de las bestias que alla llevardes, se ayan de llevar e lleven 
quinientos e qinquenta cahises de trigo , e mas qinquenta cahises de 
qevada: los quales se ayan de proveer, e provean del pan a nos per- 
teneciente de las tercias del Àrqobispado de Se villa e Obispado de 
CadiSy del ano pasado de noventa e seys anos, segund se contien en 
las cartas de libramiento que sobre elio mandamos dar. 

Yten, que se ajren de enbiar a las dichas Yndias las hierramien- 
tas e aparejos, que paresciere a <vos el dicho rimirante, para Li- 
brar en las dichas Yndias, e osi mesmo aqadones e acades e picos 
y almadanas y palancas que convinieren para las dichas Yndias. 

E osi mesmo que sobre las vacas e yeguas que estan en las di* 
chas Yndias se ayan de complir numero de veynte juntas de vacas 
e yeguas e asnos, con que puedan labrar en las dicìias Yndias, se- 
gund a vos el dicho rimirante pareciere. 

E osi mesmo nos parece que sera bien que se compre una nao 
vieja, en que vayan los mantenimiento s e cosas suso dicìias, que 
capieren en ella; porque de la tablazon e madera e clavazon detta 
se podria aprovechar para la poblaqion que agora nuovamente se ha 
de haser en la otra parte de la ysla Espanda qerca de las minasi 
pero sy a vos el dicho rimirante paresciere que non es bien Ile- 
varse la dicha nao, que non se lieve. 

Otrosy, se deven llevar a las dichas Yndias cinquenta cahisas de 
harina, e fasta mill Sf. de viscocho, para entanto que se provee de 
haser moluios e atahonas; e para los haser se deven del llevar de 
oca algunas piedras y otros aparejos de molino s. 



( »' ) 

statuendovi in lor luogo degli altri, abbiate potere di farlo; purché 
il numero delle persone , che ha da stare nelle Indie suddette , non 
passi il ruolo di 33o. 



Item; per le vettovaglie di voi, Ammiraglio suddetto, e de 9 vostri 
fratelli , e altri uffiziali principali , che debbono venir con voi a sog- 
giornare nelle Indie predette, e per quelle 33o persone, e per la- 
vorare e seminare , e pel governo delle bestie, che colà condurrete, 
abbiansi da trasportare e trasportino 55o moggia di frumento, e di 
più cinquanta moggia di biada; le quali si deggiano provvedere e 
provvedano delle granaglie a Noi spettanti dalle terze (e) dell'Arci- 
vescovato di Siviglia e Vescovato di Cadice, dell'anno scorso no- 
vantasei; come si contiene nelle lettere di mandato, che sopra ciò 
comandiamo, che si diano. 

Item ; che si debbano spedire alle dette Indie i ferramenti ed ordi- 
gni, come sembrerà a voi nostro Ammiraglio prefato, per lavorare 
nelle Indie stesse; e similmente marre, vanghe, picconi, e martelli, 
e pali, convenienti alle Indie suddette. 

E parimente che oltre le vacche e cavalle che sono nelle dette 
Indie, si debba compiere il numero di venti coppie di vacche, e 
cavalle e asini, con che possano lavorare le Indie suddette, secondo 
che parrà a voi prefato Ammiraglio. 

Ed anche ne sembra, che sarà bene comperare una nave vecchia, 
entro la quale si portino le vettovaglie e cose sopraddette che ci 
potranno capire, perchè de' tavolati, legni, e chiodagione di essa si 
potria trar profitto per la colonia, che ora nuovamente si ha da 
fare nell'altra parte dell'isola spagnuola, presso alle miniere: per 
altro, se a voi detto Ammiraglio sembrasse non esser bene condurre 
essa nave, non sia condotta. 

Inoltre, si debbano condurre alle dette indie cinquanta moggia 
di farina, e fino a mille <£ di biscotto; intanto che si danno provve- 
dimenti per far mulini, e macine; per fare i quali si debbono di 
qua trasportare alcune pietre, ed altri ordigni da mulini» 



\i 



Yteii) se deven llevar a las dichas Yndias dos tiendas da campo, 
que cuesten fasta nefrite rnill mrs. 

Yten; para lo que toca a los otros mantenimientos e proveymien- 
tos, que sean necesarios llevarse a las dichas Yndias, para el man- 
tenimiento e vestido de los que alla han de yr e estar, Nos parece 
que se deve tenir la forma siguiente. 

Que busquen algunas personas llanas e abonadas, las quales dis 
que vos el dicho rimirante dis que tenejrs casi concertadas , que 
ayan de cargar e llevar a las diclias Yndias los dichos manteni- 
mientos e otras cosas alla neqesarias; para lo quel se les ajra de dar 
y de de los mrs, que nos mandamos librar para esto , lo que a vos 
paresqiere; y que ellos den seguridad por los mrs. que osi recibie- 
ren; los quales ayan de enplear en los dichos mantenimientos e car- 
garlos e llevarlos a su costa a las dichas Yndias, e que vayan a 
nuestro riesgo, e a ventura de la mar; e que llegando alla, Dios 
quiriendo, ayan de vender e vendan los dichos mantenimientos, el 
vino a quinse mrs. el acumbre; e la libra de tocino e carne salada 
a ocho mrs. e los otros mantenimientos e legumbres a los precios, 
que vos el dicho rimirante, o vuestro logar temente, les pusierdes; 
de manera que ellos ayan alguna gananqia, e non pierdan en elio, 
e a la gente no se les haga agrario: e que de los mrs. que la tal 
persona, o personas , recibieren de los dichos mantenimientos que 
asy vendieren, ayan de dar e pagar alla al nuestro thesorero, que 
es, o estoviere en las dichas Yndias, los dichos mrs. que les dier- 
des, que osi se les han de dar, para comprar los dichos manteni- 
mientos , para que dellos paguen el sueldo de la gente: pero si la 
dicha gente tomaren los dichos mantenimientos para encuenta de su 
sueldo, sean les recébidos en cuenta, mostrando conoscimi ento de 
• rroi»inimente lo que R " obìeron : por donde el dicho thesorero e los ojiciales de 

rtcebieron. 

cuenta se lo carguen en cuenta de su sueldo; e las dichas personas 
den seguridad; e obligandose de lo asy haser e compii r segund di- 
cho es, se les ayan de dar, e den las dichas contias de mrs. que 
asy vos parnsciere. 

Yten, se deve procurar que vayan a las dichas Yndias algunos 



( »3) 

Item; si debbono trasportare alle Indie suddette due tende da 
campo, che costino fino a som. maravedis. 

Item; riguardo alle altre vettovaglie e proviste, che di necessità 
si avessero a trasportare alle Indie pel vitto e vestito di coloro, 
che vi deggiono andare <e stare, ne sembra, che abbiasi a tenere 
la forma seguente. 

Si cerchino alcune persone dabbene e di credito; con le quali, 
è voce che voi suddetto Ammiraglio, vi siate quasi concertato; che 
debbano caricare e condurre alle Indie suddette le dette vettova- 
glie, ed altre cose colà necessarie, e a quest'oggetto debbasi dar 
loro e si dia di quelli maravedis, che di nostro ordine furono per 
ciò deliberati, quella porzione, che voi giudicherete, ed eglino dien 
sicurtà pei maravedis, che così riceveranno; i quali abbiano da im- 
piegare nelle dette vettovaglie, e caricarle, e condurle a spese loro 
nelle Indie medesime , e vadano a rischio nostro, e alla ventura del 
mare, e colà pervenuti, a Dio piacendo, abbiano da vendere e ven- 
dano le dette vettovaglie, il vino a quindici maravedis il boccale; , 
e la libbra di carne di ma j ale secca, e la carne salata, a otto ma- 
ravedis: le altre vettovaglie, e legumi, a' prezzi che fisserete voi 
suddetto Ammiraglio 9 e il vostro Luogotenente, a tal che abbian 
essi alcun guadagno, e non ci perdano, e la gente non sia aggra- 
vata. De' maravedis poi, che la tal persona, o persone, riceveranno 
per le dette vettovaglie, che venderanno in tal guisa, abbiano a dare 
e pagare, e diano e paghino colà al nostro Tesoriere, che è, o sarà 
nelle Indie medesime , quei maravedis , che avrete lor dati ; che a 
loro così dare si debbono per comprare le dette vettovaglie; accioc- 
ché con essi paghino il soldo della gente. Che se la detta gente 
pigliasse le dette vettovaglie a conto del suo soldo, le sian rice- 
vute in conto, mostrando la polizza di quanto avranno ricevuto: 
pertanto il suddetto tesoriere e gli uffiziali de* con ti, lo mettano in 
conto del loro saldo, e le dette persone dian mallevadore: e obbli- 
gandosi di così fare ed eseguire, com'è detto, si debbano dar loro, 
e si diano le dette partite di maravedis; se così a voi sembrerà. 

Item; si dee procurare che vengano alle Indie suddette alcuni 

Cod. Dip. F- i5. 



("4) 

Iteli giosos e clerìgos , buenas personas , para que alla administren 
los santo s Sacramentos a los que alla estaran; e procuren de con-' 
vertir a nuestra sonda Fee catolica a los dichos Yndios naturales 
de las dichos Yndios; e lleven para elio los aparejos e cosas que 
se requeran para el servijo del culto divino, e para la administra- 
cion de los sus Sacramentos. 

A si mesmo deve yr un fisico , e un boti cario e un ervolario, e al- 
gunos instrumentos e musicas para posa tiempo de las gentes que 
alla han de estar. 

Otrosjr agora mandamos librar cierta coritia de mfs. para este viage r 
que agora avejs de haser vos et dicho rimirante : Nos vos man- 
damos que aquettos se gasten segund va por una relation firmada 
del Comendator major de Leon, nuestro contador major ^ e del 
dottor Rodrigo Maldonado , del nuestro consejo , e de Fernand Al- 
vares nuestro Secretano. 
Por que vos mandamos que lo asj fagajs guardar e cumplir e 
. poner en obra segundó que de suso se contiene; en lo qual pia- 
ser e servijo nos farejs : ca para elio vos damos podèr tomplido 
con todas sus jnqidencias e dependencias , anexidades e conexidades* 
Fecha en la villa de Medina del Campo, a quinse dias del mes de 
junio, ano del nasgimiento de nuestro Senor Jesu Christo de miU e 
quatrocientos e noventa e sjete anos. 

c/o el cite<tt. c/o wc/ ci\e<uuxx/. 

Por mandado del Rejr e de la Rejna > Fernand Alvares. Àcor- 
dada. Rodericus doctov. 



(a) Nei margine si legge questa annotazione scritta in inchiostro nero-: „ Està earfm 
de instrucion no pare fio originai mente ante los alcalde*, que aqui dieron su abtoridad^ 
salvo ante mi el dicho escrivano. , que la vi, de lo qual day fe+ gft> n Ergs ( Martin 
Rodrigues \ 



(ii5) 

religiosi è cherici , persone dabbene; perchè colà amministrino ì santi 
Sacramenti a coloro, che staranno colà; e procurino di convertire 
alla nostra Santa Fede Cattolica i detti Indiani naturali delle Indie 
suddette; e portino con essoloro i paramenti e le cose che si ri- 
chieggono al servigio del culto divino, e all'amministrazione de'santi 
Sacramenti. 

Così ancora vi dee andare un medico, e uno speziale, e un er- 
bolajo, e alcuni istrumenti e musiche per passatempo della gente 
che ha da star colà. 

Altresì ancora, ordiniamo che vi sia rilasciata certa partita di 
maravedis per questo viaggio, che ora dovete intraprendere voi, 
prefato Ammiraglio: Noi vi comandi arilo, che sieno spesi a norma 
di una relazione firmata dal Commendator maggior di Leon, nostro 
Ragioniere maggiore, e dal Dottor Roderico Maldonado del nostro 
consiglio, e di Ferdinando Àlvares nostro Segretario. 

Pertanto vi comandiamo; che così facciate osservare, e com- 
piere, e mettere ad effetto, come di sopra si contiene; nel che ci 
farete piacere e servigio; dandovi a tale oggetto pieno potere con 
-tutte le sue incidenze e dipendenze , annessi e connessi. Fatta nella 
villa di Medina del Campo a dì i5 del mese di giugno, Fanno della 
natività di N. S. Gesù Cristo i497- 

<j& io (/he. 3& ta> Uweama» 

Per comando del Re e della Regina , Ferdinando Alvares. Accor- 
data. Rodericus Doctor. 



(a) Nota marginale del Codice. = Questa lettera d'istruzione non comparve original- 
mente innanzi agli alcaldi, che diedero l'autorità di far questa copia ( delle carte )-, ma 
soltanto innanzi a me notaro suddetto, il quale k vidi; e di questo io fede. Martin Ror 
drigues «=. 

(b) In questo luogo sarebbe forse meglio tradurre archibugieri. 

(e) „ Tercias reales. Questa fu una grazia, che Papa Gregorio x. fece al Re Don Al- 
fonso il savio, al quale concedè la terza parte dell'entrate delle fabbriche delle Chiese 
per ajuto e soccorso nel far guerra co' Mori. „ Franciosini, vocab. spagnuolo-ital. 



(»«) 



doc vm. Don Fernand e Dona Ysabel por la gragia de Dios Rey e Rejrna 
IX - de Cast Ma, de Leon, de Aragon, de Segilia, de Gr anuda ^ de To- 

""^ ledo, de Valengia^ de Galizia, de Mallorcas, de Sevilla, de Qer* 
delia y de Cordova*) ~de Corgega, de Murgia, de John, de los Al- 
garbes, de Algesira, de Gibraltar e de las yslas de Canaria; Conde 
e Condesa de Barcelona y e Senores de Viscaya, e de Molina; Du- 
ques de Aihenas e de Neopatria, Condes de Rosellon e de Qer- 
dania , Marqueses de Oristan e de Gogiano : Por quanta al tiempo 
que Don Christovcd Colon nuestro Almirante del mar oceano fue a 
descobrir tierra a la dieka mar ogeano por nuestro mandado , se 
tomo con el cierto asiento; e despues quando el primer viage vino 
de descobrir e fallar , segund que por la gragia e ayuda de Dios 
nuestro Senor fallo, las dichas Yndias e tierra firme, le confirma- 
mas e aprovamos el di e ho asiento e concierto con el por nuestro 
mandado tomo, e de nuevo le dimos e mandamos dar ciertos previ- 
te gios e mergedes, segund que en el dicho asiento e cartas e pre- 
vilegios se contiene: E agora et dicho Don Christoval nuestro Al* 
mirante del dicho mar ogeano nos fizo retagion, que despues aca 

» s» legga pr^f- nos mandamos dar una carta nuestra para promision ■ encorporadà 

Sion, come si vede ' * ' 

I^uSr?m^cdt^ e n e tta giertos capitulos, el thenor de la qual es esto que se sygue: 

temente a oneste •_«, 

kttera inserta. Don Fernando e Dona Ysabel por la gragia de Dios Rey e Reyna 

de Castitta , de Leon , ec : Por quanto a Nos es- 

fecha relation, que atgunas personas vesinos e moradores en algu- 
nas cihdades e vitlas e togares e puertos de nuestros Reynos e Se- 
norios, nuestros subditos e naturales, querrian yr a descobrir otras 
yslas y tierra firme a la parte de las Yndias en el mar ogeano , 
de mas de las yslas e tierra firme, que por nuestro mandado se ha 
descubierto en la dicha parte del mar ogeano; y osi mesmo otros 



(»7) 



Uon Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di documento 
Castiglia , di Leon , di Aragona , di Sicilia , di Granata , di Tole- IX 

do, di Valenza, di Gallizia , di Majorca, di Siviglia, di Sardegna, 
di Cordova , di Corsica ,~ di Murcia , di Jaen , dell' Algarve , di 
Àlgesira, di Gibilterra, e delle isole Canarie: Conte e Contessa di 
Barcellona, Signori di Biscaja e di Molina, Duchi di Atene e di 
Neopatria, Conti del Rossiglione, e di Cerdania, Marchesi di Oresta- 
no e di Goziano : Essendoché al tempo che Don Cristoforo Colon no- 
stro Ammiraglio del mare oceano fu, per ordine nostro, a scoprir 
terra nel detto mare oceano, si stabilì con lui una certa convenzione, 
e poscia quando tornò la prima volta da scoprire e trovare, come 
per grazia ed ajuto di Dio nostro Signore trovò, le dette Indie e 
terra ferma , gli confermammo ed approvammo la detta convenzione 
e accordo stabilito con lui per nostr ordine; e di nuovo gli demmo, 
e comandammo che gli fossero dati certi privilegi e grazie, secondo 
che nella detta convenzione e lettere e privilegi si contiene; ora il 
detto Don Cristoforo nostro Ammiraglio del mar oceano suddetto, 
Ci ha riferito; che d'allora in qua Noi ordinammo che fosse data 
una lettera nostra per provvisione con certi capitoli in essa incor- 
porati: il tenor della quale è questo che segue: 

Don Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di 
Castiglia ec. . . . Essendoci riferito che alcuni cittadini e abitatori di 
alcune citta e ville, e luoghi e porti de'nòstri regni e dominj , nostri RmaorMionc «tei. 
sudditi e naturali bramerebbero andare a scoprire altre isole e terra ^^^tZ^i 
ferma nella parte delle Indie nel mare oceano oltre le isole e terra ^ST^Voi^ 

andare a scoprii* 

ferma, che per nostro comando si scoprirono nel detto mare oceano: buot « te r* m - • »* 

' * J * mette qui, perchè 

e che similmente altri vorrebbono andare a vivere e soggiornare i* 7K*J«tòdJ 
nella isola Spagnuola, scoperta e trovata per nostro comando, se oputoforo caio*. 



atovtil Colon. 



(1,8) 

quenian yr a bivir e morar a la ysla espahola , que està desco* 
bierta e f alluda por nuestm mandado, sjr por nos les fuesse dada 
licencia para elio , e fuesen ayiUados con manteniniientos por cierto 
tiempo; e que dexan de haserlo por el vedamio que por nuestro 
mcuidado fue puesto, para que ninguna persona fuese a las Yndias 
syn nuestra licencia e mandado so ciertas penasi Lo qual por JYos 
visto 9 e acatando que sy descubrìesen las dichas tierras e yslas , e 
resgatar en ellas e poblar (sic) dexamos la di eh a ysla espanda 3 

ReHOVMfio* de la 

*/£« dinotai <J ue €Sta descubierta, que es servi] o de Dios nuestro Sehor, porque 

M mirante para • ? 11 j * . i 1 ». ri* 7 

que otms perso- la conversacion dellos poaria atraer a los que abitan en la dicha 

nas puedan yr a _ . m 

descuhrir nu<vas ti erra en conoscimiento de Dios nuestro Senor, e a reduzirlos a 

tierras. Y se pone 

leVÌFdaVquesl nuestra sancta Fee catholica; otrosy que es servi] o nuestro, e bien 
rame Don chn- e prò comuu de nuestros Rernos e Senorios, e de nuestros subditos, 

e naturaleSj acordamos de mandar dar, e por la presente damos 6 
concedemos la dicha licencia a los dichos nuestros subditos e natu- 
rales , para que vayan a las dichas yslas e tierra firme, e a desco- 
brirlas e contratar en ellas 3 con las condiqiones e segund, e en la 
manera que en està nuestra carta seran contenidas e declaradas en 
està guisa. 

Primera mente que todos los navios que ovieren de yr a la parte 
de las dichas yslas en qualquier de las maneras, que de yuso en 
està nuestra carta seran contenidas , ayan de partir desde la qibdad 
de Calis , y no de otra parte alguna: e que antes que partan se 
presenten ally ante los oficiales que estovieren puestos por nos, o 
por quien nuestro poder ostiere, para que sepan los que <van a las 
dichas Yndias; e ayan de conplir e guardar cada uno en su caso 
lo que de yuso en està nuestra carta sera contenido. 

Que quales quier personas que quisieren yr a bivir e morar en 
la dicha ysla espahola syn sueldo , puedan yr e vayan libre mente, 
e que alla seran francos e libres, e que non paguen derecho alguno, 
e ternan para si e por suyo propio, e para sus herederos* e para 
quien dellos oviere cabsa , las casus que hisieren, e las tierras que 
labraren, e las keredades que plantaren; segund que alla en la di- 
cha ysla les seran senaladas tierras e logares para elio, por las 



("9) 
gliene volessimo dar licenza , e se fossero soccorsi di vettovaglie per 
alcun tempo; e che lasciano di farlo pel divieto imposto di nostr or- 
dine, che niuna persona vada alle Indie senza licenza ed ordine 
nostro, sotto certe pene: lo che veduto per Noi; e considerando, che 
se scoprissero le dette terre ed isole ; e facesservi de' cambj , e le 
popolassero (lasciamo la isola Spagnuola suddetta che e scoperta) 
sarebbe servigio di Dio nostro Signore ; perchè la conversazion loro 
potrebbe attirare gli abitanti delle dette terre alla cognizione di 
Dio nostro Signore , e ridurli alla nostra Santa Fede Cattolica: con- 
siderando inoltre essere servigio nostro , e bene e prò comune de' na- 
stri regni e dominj , e de' nostri sudditi e naturali , Noi accordiamo 
di ordinare che si dia, e per la presente diamo e concediamo la 
detta licenza a' predetti nostri sudditi e naturali, per andare alle 
suddette isole e terra ferma, e a scoprirle, e a trafficare in esse, con 
le condizioni, e secondo, e nella maniera contenute in questa lettera 
nostra, e dichiarate in questa guisa: 



Primieramente: tutti i nayilj che avranno d'andare alla parte delle 
isole suddette, in qualsivoglia delle maniere, che saran contenute 
più sotto in questa nostra lettera, debbano partirsi dalla città di 
Cadice, e non d'altra parte niuna: e prima di partire si presentina 
quivi agli uffiziali postivi da Noi, o da chi ne avrà da Noi il pa- 
tere , acciocché sappiano quali vanno alle Indie suddette ; e debba 
ciascheduno nel suo particolare adempiere e osservare quello che 
appresso sarà contenuto in queste lettere nostre» 

Qualsivoglia persona, che bramasse andare a vivere e dimorare 
nella detta isola spagnuola , senza soldo , possa andare e vada li- 
beramente ; che colà fia libera e franca , e non pagherà diritta 
alcuna; e tenga per se, e per suo proprio, e per li suoi eredi, 
e per chi da essi ne avesse causa, le case che farà, e le terre che 
lavorerà , e i campi che pianterà ; secondo che colà nella detta 
isola le saranno assegnate terre e luoghi per quest' oggetto % dalle 



( J *°) 

personas que por Nos tienen e tovieren cargo: e que a las tales per- 
sonas, que àsi bivieren e moraren en la dicha ysla espafiola, e non 
llevaren sueldo nuestro, corno dicho es, se les dora mantenimiento 
por un ano. E de mas queremos , e és nuestra merced que yendo 
con liqenqia de los, que nuestro poder tovieren e ovieren para elio, 
a la dicha ysla espafiola, ayan para si la tenia parte del oro que 
hallaren e cogieren en la dicha ysla; tanto que non sea por res ga- 
te: e las otras dos tergi as partes sean para nos; con las quales re- 
cudan al ofiqial, que por Nos estoviere en la dicha ysla. E demos 
desto; yendo con licenzia, ayan para sy todas las mercaderias e 
otras quales quier cosas 9 que hallaren en la dicha ysla* dando el 
diezmo dello a Nos > o a quien nuestro poder oviere para lo rece- 
bir, ecebto el oro, de que Nos han de dar las dos partes* corno 
dicho es. Lo qual todo ayan de resgatar en la dicha ysla espafiola 
ante los nuestros ofiqiales* e pagar a nuestro Reqebtor, que por Nos 
lo oviere de aver, las dos terqias partes del oro, e la dicha diezma 
parte de todas las otras £osas, que hallaren, corno dicho es. 

Yten, que quales quier personas nuestros subditos e naturales 
que quisieren, puedan yr de aqui addante {en quanto nuestra mer- 
qed e voluntad fuere) a descobrir yslas e tierra firme en la dicha 
parte de las dichas Yndias , asy a las que estan descubiertas fasta 
aqui , corno a otras quales quier ; e resgatar en ellas , tanto que non 
sea en la dicha ysla espanola ; que puedan comprar de los christiar 
nos que en ella estan, o estovieren , quales quier cosas e mercade- 
rias, con tanto que non see oro. lo qual puedan faser y fagan con 
quales quier navios que quisieren, con tanto que al tiempo que par- 
tieren de nuestros reynos, partan desde la dicha cibdad de Calis, 
e olii se presenten ante nuestros ofiqiales. E porque desde olii han 
de llevar en cada uno de los tales navios una o dos personas que 
sean nonbradas por los nuestros ofiqiales, ante quien asy se presen- 
taren: e mas han de llevar la diezma parte de las toneladas del 
porte de los tales navios de cargason nuestra, syn que por elio les 
aya de ser pagado fiete alguno: e lo que asy llevaren nuestro, lo 



( «« ) 

persone , che da Noi tengono , o ne terranno Y incarico : e a tali 
persone , che così vireranno e soggiorneranno nella detta isola spa- 
gnuola, e non pigleranno il nostro soldo , come detto è, si darai 
vettovaglie per un anno. E di più vogliamo, ed è nostro piacere, 
che. andando con licenza di coloro , che terranno , o avranno sopra 
ciò il nostro potere, alla prefata isola spagnuola, purché non sia 
per riscatto * , abbiano per sé la terza parte dell' oro che trove- ■ *«**«<* rigai- 

fica propriamente 

ranno e raccoglieranno nell'isola stessa, a condizione che non sia « J » ta »"f"» 

° ce con un Mira: 

per riscatto, e le altre due terze parti sien nostre, da riscuotersi Xno^r^ru^ 
dall' uffiziale, che sarà per Noi nell'isola suddetta. Ed oltre ciò, gnuoio nei **#«* 

1 io italiano. 

andando con licenza, abbiano per sé tutte le merci ed ogni altra 
cosa , che troveranno nelT isola stessa , dandone il decimo a Noi , 
o a chi avrà il nostro potere per riceverlo ; eccettuato l' oro , del 
quale ci deggion dare le due parti, come si é detto. Le quali cose 
tutte debbono riscattare nella detta isola spagnuola, avanti li nostri 
ufBziali, e pagare al nostro ricevitore, che per Noi lo dovrà avere, 
le due terze parti . dell' oro , e la -predetta decima parte di tutte le 
altre cose, che troveranno, come si è detto. 

Item ; qualunque persona de' nostri sudditi e naturali , che vo- 
lesse , possa andare da ora ii poi (per quanto sarà di nostro pia- 
cere e volontà) a discoprire isole e terra ferma nella detta parte 
delle Indie suddette; così a quelle già scoperte sino ad ora, come 
ad altra qualunque ; e riscattare in esse , purché non sia nell' isola 
spagnuola suddetta : possa comperare dai Cristiani che sono , o sa- 
ranno cola , qualunque cosa e merce , purché non sia oro ; e ciò 
possa fare e faccia con qualsivoglia nave , che le sarà in grado ; 
purché al tempo che partiranno dai nostri regni, partano dalla 
città di Cadice ; e quivi si presentino avanti a' nostri uffiziali. E 
perchè debbono quindi trasportare sopra ognuno di tali naviglj 
una , o due persone nominate da' nostri uffiziali , dinanzi a' quali si 
presenteranno; e di più debbono portare la decima parte delle 
botti della portata di detti naviglj , di nostro carico , senza che per 
ciòlor si debba pagare alcun nolo; i nostri effetti che così traspor- 
teranno, gli scarichino nella detta isola spagnuola, e li consegnino 

Cod. Dip. F. 16. 



( 14* ) 

descargen en la di eh a jrsla e spari ola, e lo entregueh a la persona, 
o personas, que alla tori cren eargo de lo regebir por nuesttx> man- 
dado > de lo que de oca se enbie tornando conoscimiento sujro de 
corno lo regibe, E queremos e es nuestra merged, que de lo que las 
dichas personas faUaren en las dichas jrslas e tierra firme , ajran 
para si las nueve partes , e la otra dezena parte sea para nos; con 
la qual nos ajran de recudir al tiempo que bolvieren a estos nue- 
stros rejrnos, en la dicha cibdad de Colio :■, donde han de bolver pri* 
inamente, e lo pagar a la persona que olii toviere cargo por Nos 
de lo regebir. E despues de asjf pagado , se puedan jrr a sus casus , 
o donde quisieren; con lo que asj troxieren: .e al tiempo que par- 
ti eren de la dicha cibdad de Calis, ajan de dar seguridad que Za 
eompliran asjr. 

Yten , que quales quier personas que quisieren llevar quales quier 
mantenimientos para la dicha ysla espanda, o para otras quales 
quier jrslas , que por nuestro mandado éstovieren pobladàs de las 
dichas Yndias* lo puedan llevar e vender alla franca mente, e por 
los pregios que sejrgnalaren con los compradores: Los quales los 
paguen alla en marcàdUrìas, o en otro de lo que alla tovieren; e 
que si lodo el dicho mantenimiento , o parte dello, vendieren a nue* 
stros ofigiates que alla estovieren para los bastimentos da la gente 
que ajr nos sirven, lo ajran de pagar e paguen alla corno dicho es; 
o tes den gedulas para que oca se les paguen : con las quales g&* 
dulas Nos tes certificamos que les sera. pagado; con tanto que al 
tiempo que partieren los dichos navìos en que fueren los dichos man- 
tenimientos, ajran de partir de la dicha cibdad de Calis; para que 
olii se presenten antes tós dichos nuestros oficiales , e tteven sjrn fletè 
la diezgima del porte de los tales navios de la cargason que Nos 
mandicremos llevar para la dicha ysla segund de suso dize; e se 
obliguen de pagar la degima parte de lo dentro alla truxieren; res- 
gatandose segund la capitulagion que de suso se contiene; e a la 
buelta sean thenidos de venir a la dicha cibdad de Calis, para lo 
pagar, corno dicho es. Otrosjr por quanto Nos ovimos fecho merged 
a Don Christoval Colon nuestro rimirante de las dichas Yndias y 



( "3 ) 
alla persona, o persone, che per nostro comando saranno colà in- 
caricate di riceverli ; ritirando dal ricevitore la polizza di quello » 
che di qua gli viene spedito. £ vogliamo , ed è nostro piacere, che 
di quanto le dette persone troveranno nelle suddette isole e terra 
ferma , abbiano per se le nove parti , e la decima sia nostra ; la 
quale ci faranno avere , ritornati che sieno a questi nostri regni , 
nella detta città di Cadice, onde partir debbono primieramente; e 
la pagheranno alla persona che sarà quivi da Noi incaricata a ri** 
ce veri a« E fatto il pagamento , possano ire alle case proprie , o 
dove lor piace, con quello che avranno in tal modo cambiato : e 
nel tempo che partiranno dalla prefata città di Cadice abbiano a 
dar mallevadore per l'esecuzione di questo articolo. 

Itera : qualunque persona , che volesse condurre qualsivoglia sorta 
di vettovaglie alla detta isola spagnuola, o a qualunque altra isola 
delle Indie suddette , che fosse popolata per nostro comando , la 
possa condurre e vendere colà francamente , ed a que' prezzi che 
fisseranno coi compratori. I quali paghino colà in merci, o in altra 
cosa che ivi fosse. Che se tutte le vettovaglie , o parte di esse , * 
venderanno a' nostri uffiziali colà posti, per le provvigioni della 
gente , che ivi ci serve , le abbiano da pagare , e le paghino colà 
come si è detto , o dian delle cedole , perchè loro si paghino 
qua; purché al tempo nel quale partiranno i detti naviglj, ne' quali 
saranno le suddette vettovaglie , abbiano a partirsi dalla detta città 
di Cadice ; perchè in essa si presentino a' detti nostri uffizi ali , e 
portino senza nolo la decima della portata di tali naviglj del ca- 
rico, che per nostro comando si condurrà all'isola predetta, come 
dice qui sopra; e si obblighino di pagare la decima parte di ciò, 
che colà entro cambieranno , riscattandosi a norma deOa capitola* 
rione , che di sopra si contiene : e al ri tomo sieno tenuti di venirci 
alla suddetta città di Cadice, per pagarla come si è detto. Inoltre, 
avendo noi fatto grazia a Don Cristoforo Colon nostro ammiraglio 
delle Indie suddette, ch'egli potesse caricare in ognuno dèi detti' 
naviglj, che andassero alle Indie medesime, l'ottava parte della lor> 



que el pudiese cargar en cada uno de los dichos navios que fuesem 
a las dichos Fruii as, la ochava parte del porte dellos, es nuestra 
merced que con cada syete navios que fueren a las dichos Yndias , 
pueda el dicho rimirante, o quien su poder ostiere* cargar imo para 
faser el dicho resgato. 

Lo qual todo que dicho es e cada una cosa e parte della, man- 
domos que se guarde e cumpla en todo e por todo, ségund de suso 
en està nuestra carta se contien. E porque vengan a noticia de to- 
dos, segui id de suso se contien, mandàmos que sea aprogonadn por 
las placas e mercados , e otros lugares acostumbrados de todas las 
cibdades villas e logares e puertos del Andoluzia, e otras partes 
de nuestros Reynos , donde concimerei y dar el trastado della a 
quales quier personas que lo quesieren : de lo qual mandàmos dar 
e damos està nuestra carta jìrmada de nuestros nombres e sellada 
con nuestro sello. Dada en la mila de Madrid a diez del mes de 
Abril ano del nascimiento de nuestro Salvador JKu Xio de mille 
quatrogientos e nolente e cinco afios* 

C/O et/ cAet*. c/0 toc/ è\e\nuzr. 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretorio del Rey e de la Berna 
muestros Senores la fis escririr por su mandado. Acordada. Rode*- 
ricus Doctor. Registrnda. Dottor Frr* Dias ChanqilTer. 

La qual dicha nuestra carta de provision, e lo en ella contenido 
el dicho Almirante Don Christoval Colon dize que fue dada eh pre* 
juyzia de las dichos mergedes, que de nos tiene, e- de las faculta- 
des que por ellas le dimos ; e Nos suplico e pidio por merced , que 
ferca dello mandasemos proveer de remedio>, a corno la nuestra mer- 
ced fuere* E porque nuestra yntinqion ni voluntad non fue ni es 
prejudiar en cosa alguna al dicho> Don Christoval Colon nuestro Al- 
mirante del mar oqeano, ni que se vaya ne pose contro los dichos 
asjrentos e previlegios e merqedes que le f esimasi ante por los ser* 
vijos que Nos hafecho, le entendemos de haser mas merqedes; por 
osta nuestra carta, sjr necefario es,. confirmamos e aprovamos las. 



(»*5) 

portata , è nostra volontà , che di ogni sette naviglj , i quali parti- 
ranno per le Indie , possa il detto Ammiraglio , o . chi per lui ne 
avrà potere , caricarne uno per fare il detto riscatto» 



Quanto si è detto , ed ogni cosa e parte di esso , comandiamo 
che si osservi, e si adempisca in tutto e per tutto, come si con- 
tiene qui sopra in questa nostra lettera. E perché giunga a notizia 
di tutti , secondo che di sopra si contiene , ordiniamo che sia pub-, 
blicata per le piazze e mercati ed altri luoghi consueti di tutte le 
città e ville e luoghi e porti dell' Andaluzia, ed altre parti de' no-, 
stri regni , ove sarà conveniente ; e che se ne dia copia a chiunque 
la chiedesse : di che mandiamo dare e diamo questa nostra lettera 
firmata co' nostri nomi, e sigillata col nostro sigillo. Data nella villa 
di Madrid a* io del mese di aprile, l'anno della natività di nostra 
Salvatore Gesù Cristo i4<)5» 

<jo tf (/&&> <sù ut Umama, 

Io Ferdinando Ahrares di Toledo Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando* Accordata* 
Rodericus Doctor. Registrata: Dottor Fernando Dias Cancelliere. 

La qual detta nostra lettera di provvigione , e ciò che in essa 
si contiene, il prefato Ammiraglio Don Cristoforo Colon, dice che 
fu data in pregiudizio delle anzidette grazie avute da Noi, e delle 
facoltà che per esse gli abbiam conferito; e ci supplicò e chiese 
per grazia, che ordinassimo che a ciò si trovasse rimedio, come 
più ci fosse in grado. E perché nostra intenzione e volontà non fu, 
e non è, di pregiudicare in cosa veruna al detto Don Cristoforo 
Colon nostro Ammiraglio del mare oceano, ne che si oltrepassino r 
ne che sien violate le dette convenzioni, privilegj e grazie, che 
gli femmo; anzi a motivo de'servigj che ne ha fatto, intendiamo 
di fargli grazie maggiori ; con questa nostra lettera , se è necessario,. 



( »6) 

dichos asjrentos e previlegios e merqedes por Nos al dicho rimirante 
fechas: e es nuestra merqed, e mandamos, que en todo e por todo 
le sean guardadas e complidas segund que en ellas se contien. E 
defendemos firme mente, que alguna ni algunas personas non sean 
osadas de jrr ni posar contra ellas en tiempo alguno , ni por alguna 
numera; so las penas en ella contenidas; e sjr el thenor e forma 
della o parte della en algo prejudica la diclia provision que asjr man- 
damos dar, que de suso <va encorporada, por la presente la revo- 
camos; e queremos e mandamos que non aya fuerqa ni efecto algu- 
no en tiempo alguno ni por alguna numera , en quanto es en prejuy* 
ciò del dicho Almirante, e de lo que osi tenemos otorgado e con* 
firmado. 

De lo qual mandamos dar la presente firmada de nuestros nom- 
bres e sellada con nuestro sello. Dada en la villa de Medina del 
Campo a dos dias del mes de Junio, ano del nascimiento de nue- 
stro Salvador JKu Xio de mill e qualroqientos e noventa e sjrete 
ahos. 

e/o et cAeu. e/o leu cHctuiou 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretarlo del Rey e de la Reyna 
nuestros Senores la fis escrivir por su mandado. Acordada. Rode- 
ricus Doctor. Registrada. A.' prs. Frr. 9 Dias Chanqiller. 



( i*7 ) 
confermiamo , ed approviamo le dette convenzioni e privilegi e gra- 
zie fatte da Noi all'anzidetto Ammiraglio; ed è nostro volere, e 
comandiamo, che in tutto e per tutto gli sien conservate e poste 
ad effetto, secondo che in esse si contiene. E vietiamo fermamente 
che niuna persona sia ardita di violarle, e contraddire ad esse in 
tempo veruno , né per alcuna maniera ; sotto le pene in quelle con- 
tenute; e se al tenore e forma di una parte di quella, pregiudica 
in alcun modo la detta provvigione che ordinammo pubblicarsi e 
che è incorporata qui sopra, per la presente la rivochiamo; e va- 
gliamo e comandiamo che non abbia forza, né alcun effetto in 
tempo ni uno, ne per maniera veruna, in quanto é di pregiudizio 
al detto Ammiraglio , e di ciò che così gli abbiamo conceduto , e 
confermato. Di che mandiamo dar la presente, firmata co' nostri 
nomi e sigillata col nostro sigillo. Data nella villa di Medina del 
Campo a 2 del mese di giugno, Fanno della natività del nostro 
Salvatore Gesù Cristo i497> 

±/o io (/bei $0 ut, (/(Peama. 

Io Ferdinando Alvares di Toledo Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. Accor- 
data. Rodericus Doctor. Registrata. Alonso Peres. Frr.° Dias Can- 
celliere. 



aa***«- —ip ■ .. ! ...■ ■». 



(«8) 



dog UM. Don Fernando e Dona Ysabel por la gracia de Dios Rej e ReynA 

x. de Castilla, de Leon, ec : A vos los nuestros Almoxa- 

~~*^* ' rifes, e reqebdadores e arendadores e fieles e cogedores e otras per* 

sonas, que tenedes o tovierdes cargo de coger e de recebdar en renr 

para que ìms co- tas o en fieldad , o en otra guai quier manera las rentas e al- 

sax que U evera, el ** 

in7i™ria* !£ mox°s e alcavalas de las cibdades de S 'evilla e Calis, este pre- 
paguen "derl'cZ sente ano de la dotta (sic ) desta nuestra carta , e los anos veni- 

ny alcabala aìgu- 

na , tanto en u de ros tanto quanto nuestra voluntad fuere , e a cada uno e qualr 

targa corno en la ' •* * 

destar g*. quier de vos, salud e gracia: Sepades que nuestra merqed e volun- 

tad es, que todos los mantenimientos e otras cosas, que por nuestra 
mandado e de Don Christoval Colon nuestro Almirante del mar oqea- 
no en la parte de las Yndias, se cargaren para llevar a ellas; e 
otrosy dello que se truxiere de las dichas Yndias a esas dichas 
cibdades e sus puertos, non se ajran de pagar, ni paguen por la 
primera venta dello almoxo ni alcavala ni otro derecho alguno, este 
presente ano ni dende en addante quanto nuestra merced e volun- 
tad fuére. Por que vos mandamos a todos e a cada uno de vos, 
que asjr lo guardejs, e en guardandolo e cumpliendolo non pidays 
ni demanda ys ni llevejrs almoxo ni alcavala ni otros derechos al- 
gunos por la primera venta e carga e descarga de quales quier mer- 
e aderì as e mantenimientos , e otras cosas que pares fiere por fé de 
nuestros ojiqiales e del dicho Almirante e personas que tienen o to- 
vieren cargo de la dicha carga e descarga, que se descargan para 
las dichas Yndias e se descarga trayendólo dellas en las dichas cib- 
dades e puertos e cada una dellas, este dicho ano e de aqui ade* 
lante quanto nuestra merqed e voluntad fuere : e sjr asjr non lo fi- 
sierdes e cumplierdes , por està nuestra carta mandamos a quales 



( "9 ) 



JL/on Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina documento 

di Castiglia, ec A voi nostri Doganieri, e Ricevitori, e Àp- x. 

paltatori, e Grascini, e* Collettori, ed altre persone che avete, o ^— ^""^^ 

avrete carico di raccogliere e ricapitare in entrate, o in grasce, 

o in altra qualunque maniera le rendite, le dogane, e le gabelle *«*"*& u cose <*« 

OD l'Ammiraglio poi* 

delle città di Siviglia e Cadice in quest'anno presente della data ^'"cji^eii 
di questa lettera nostra, e gli anni venturi , per quanto ne piacerà; ™dritto°"e^£ 

j i veruno, così nel 

ed a ciascuno, e a qualunque di voi salute e grazia: Sappiate, che «"«*?«>*"■«*- 
è nostro piacere e volontà, che di tutte le vettovaglie ed altre cose, 
che per ordine nostro e di Don Cristoforo Colon nostro Ammira- 
glio del mare oceano nella parte delle Indie si caricheranno per 
trasportarle alle Indie stesse; e similmente di tuttociò che si por- 
tasse dalle Indie alle sopraddette città, e a' porti loro, non si deb- 
bano pagare , ne paghino , per la prima vendita, ne dogana , ne dazj, 
ne altro diritto veruno, nel V anno presente ; ne in appresso, quanto 
sarà il nostro piacere, e la nostra volontà. Pertanto ordiniamo a 
tutti, e ad ognuno di voi, che così l'osserviate, e osservandola, 
ed eseguendola, non chiediate, ne domandiate, ne prendiate do- 
gana, ne gabella, ne altro dritto veruno per la prima vendita, nel 
caricare, e scaricare di quai si vogliano merci e vettovaglie ed 
altre cose, che riconoscerete dall'attestato de' nostri uffiziali e del 
detto Ammiraglio , e persone che hanno , o avranno incombenza del 
suddetto caricamento , e scaricamento, essere caricate per le Indie 
suddette , e scaricate al ritorno da queste , nelle dette città e porti , 
e in ognuno di essi , nell' anno stante , e da ora in poi , per quanto 
durerà il nostro piacere , e la nostra volontà ; e se così non farete 
ed eseguirete, in vigore di questa nostra lettera,, comandiamo * 

Cod. Dip. F. 17- 



( »3o) 

quìer nuestras justicias que vos costringan e apremien a lo asjr ha- 
ser e cwnplir: e los unos ni los otrvs non fagades nin fcigan ende 

al por alguna manera so pena (come ne'Docum. preced.) 

Dada en la mujr noble qibdad de Burgos a veynte e tres dias del 
mes de A brìi , ano del nascimiento de nuestro Senor JKu Xto de mill 
e quatrocientos e noventa e siete ahos. 

c/o ei cKeti/* e/o ux oXemAux, 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretorio del Rejr e de la Bejrna 
nuestros Senores la fis escrivir por su man dado. Acordada. Rode- 
ricus Doctor. Registrada* A.° Peres* Frr? Dias Chanqiller* 



$ 

"Ali 



( >3i ) 

qualunque nostro tribunale 9 che vi costringa e vi sforzi a così fare 
ed eseguire : e gli uni e gli altri non fate e non facciano altrimenti 
per alcuna maniera , sotto pena , ec. • . • Data nella nobilissima cittì 
di Burgos a dì a3 del mese di aprile, l'anno dalla natività di no- 
stro Signore Gesù Cristo i497- 

$& io (/he. fsc ut Ulpeama,, 

Io Fernando Alvares di Toledo Secretano del Re e della Re- 
gina nostri Signori l'ho fatta scrivere. Accordata. Roderìcus Do» 
ctor. Registrata* Alonso Peres. Frr.° Dias Cancelliere. 



v 



( *3») 



DOC um* J_Jon Fernando e Dona Ysabel por la grafia de Dios Rey e Reyna 

de Costili a ec A los corregidores , alcaldes, alguaziles , regi- 

dores, cavalleros, escuderos, oficiales, omes buenos de las cibdades 
de S evilla e Calis; e de las villas e logares e puertos de su arco- 
bispado e obispado ; e a vos los arendadores e ficles , almox.* de 

rara quei a» ««r- portadgos e aducinos e dezmos, e a otras personas que teneys e to* 

enduri a* y cosas « _ _ /» i » 

ouedeìasYndias vieraes cargo de coger e recebdar en renta o en jielaas, o en otra 

se traxieren a los 

éencZ" a**™ qualquier manera las rentas de las alcavalas e almoxos e portadgos, 
Tibrement^y^e e atmirantadgo de las dichas cibdades e villas; e a cada uno de 

del deseargo del- 

dVrecL'J ™'d vos > sa ^ U( ^ e graqia: Sepades que para la poblagion de las yslas e 
naTni°^tadg"] tìerra firme descubiertas e puestas su nuestro seriorio, e por desco* 

ni almirantadgo, 

m otre derecho brir en el mar oceano en las partes de las Yndias, sera menester 

afflino , ni alca- * ' 

* fl/a * traer a vender dellas a estos nuestros Reynos algunas mercadiirias 

y otras cosas y y Itevar a etlas de aea mantenimqentos y otras prò- 
visione* e cosas , e para el resgate de las dichas Yndias e para otras 
cosas que alla son e seran menester para sustentacion e manteni- 
miento de las personas que alla estan, y avran de estar, y para 
sus bisriendàs y labrancas* E porque nuestra merqed e voluntad es 
que de las cosas que asy se traxieren a estos nuestros Reynos de 
las dichas Yndias non se pague derecho alguno y ante se descarguen 
libremente; e que del deseargo dellas non se pague derecho alguno 
ile almox* ni aduana, ni portadgo, ni atmirantadgo , ni otro dere- 
cho alguno, ni alcavala de la primera venta que dellas se fisieret 
e osi mismo que los que comprai^en quates quier cosas para enbiar 
e llevar a las dichas Yndias para proveymiento e sostenimiento del- 
las, e de las gentes que en ellas estovieren, no paguen derecho de 
almoxoy nin aduana x ni portadgo, ni almirantadgo , ni otro dere* 



(i33) 



J_Jon Ferdinando e Donna Isabella, per grazia di Dio Re e Regina di documento 

Castiglia, ec. . . . Ài Podestà, Alcaldi , Birri, Reggenti, Cavalieri, XI 

Scudieri, Uffizi ali, e buoni uomini delle Città di Siviglia e di Cadice, e 

delle ville, e luoghi, e porti del suo Arcivescovato e Vescovato, 

e a voi appaltatori , grascini , doganieri delle gabelle , dogane , e 

decime, e alle altre persone, che avete, o avrete incombenza p^hi i e merci • 



cose tratte dalle 



1 . i< • • • • "i . cose urne 

di raccogliere, e recapitare m entrate, o m grasce, o in altra indie » r«m, 

non paghino arit- 

qualunque maniera le rendite delle gabelle , dogane , dazii , e to r ^"°' ,T " 
ammiragliato delle dette città e ville, ed a ciascuno di voi, salute *&£(>£ toV^ 
e grazia : sappiate che per la popolazione delle isole e terra ferma r Uno di aw/o, 

*■* L *- x m x !£ d g ana>ll «; da- 

scoperte e poste sotto il nostro dominio , e da scoprire nel mare ZJSio 1 ? STS£ 
oceano nelle parti delle Indie, sarà mestieri condurre a vender di $i ilu^ umo> ^ 
colà a questi nostri Regni alcune merci ed altre cose; e di qua 
trasportare nelle Indie vettovaglie, ed altre provvisioni, e cose, e 
per il riscatto delle Indie stesse, e per altre cose, che colà sono 
o saranno necessarie per sostentare e vettovagliare le persone che 
stanno colà , o vi dovranno stare ; e per le abitazioni e i campi 
loro. E perchè nostro piacere e volontà si è che delle cose che 
così si trasportassero dalle Indie suddette a questi nostri Regni , 
non si paghi dritto veruno; anzi vengano scaricate liberamente, e 
di tale scaricamento non si paghi niun dritto di doganieri, né di 
dogana, ne dazio, ne ammiragliato, ne altro dritto nessuno, ne ga- 
bella della prima vendita, che se ne facesse; e similmente che co- 
loro i quali compreranno qualunque cosa per inviare e condurre 
alle Indie suddette , onde provvedere e sostentare sì esse come le 
genti che vi sono stabilite, non paghino dritto di almoxo,nè dogana, 
ne dazio, ne ammiragliato, ne altro dritto per caricarle: per que- 



(.34) 

cho por el cargar dellas. Mandamos dar està nuestra carta para 
vos en la dicha rason; por la guai vos mandamos a todos, e a ca- 
da uno de vos , cada e quando se truxieren e descargaren de las 
dichas Yndias quales quier cosas a estos nuestros Rejnos, que en 
quanto nuestra merqed e voluntad fuere , los dexeys e consintajs 
descargar las tales cosas, que osi truxieren, libre mente, sjn les 
I levar almoxo major ni menor, ni aduana, ni almirantadgo , ni por- 
tadgo, ni otros derechos algunos, ni alcavala de la primera venta 
que se fisiere de las tales cosas, que asjr traxieren de las dichas 
Yndias , mostrando vos carta Jirmada de Don Christoval Colon nue- 
stro rimirante de las dichas Yndias, o de la persona que toviere 
para elio su poder ; e de la persona , o personas , que por Nos , o por 
nuestros contadores majrores en nuestro nombre estovieren en las di- 
chas Yndias, corno a quellas cosas se cargaron en las dichas Yndias, 
para estos nuestros Rejnos. E osi mismo dexeys libre mente cargar 
en quanto nuestra merced e voluntad fuere quales quier cosas , que 
se llevaren a las dichas Yndias para provejmiento e sostenimiento 
dellas; e de las gentes que en ellas estovieren, sin les demandar 
ni llevar derechos algunos de almoxo major ni menor, ni aduana, 
nin almirantadgo, ni portadgo ni otros derechos algunos. Lo qual 
hascd e complid asj mostrando vos carta Jirmada dal dicho Don 
Christoval Colon rimirante de las dichas Yndias; o de quien su 
poder ovicre, e de la persona, o personas , que por Nos e por nue- 
stros Contadores majores en nuestro nombre estovieren en la cibdad 
de Calis para entender en las cosas de las dichas Yndias. E sj 
algunos personas descargaren las dichas cosas que vinieren de las 
dichas Yndias sin mostrar la dicha carta del dicho Almirante , o 
de quién su poder oviere, e de la persona, o personas , que por 
nos e por los nuestros Contadores majores estovieren en las dichas 
Yndias , corno a quellas cosas se cargaron en ellas para estós di' 
chos nuestros rejnos , o cargaren de estos nuestros Rejnos para 
las dichas Yndias sjn llevar carta del dicho Almirante , o de quien 
su poder oviere, e de la persona , o personas 9 que por Nos e por 
los dichos nuestros Contadores majores estovieren en la dicha cibdad 



( i5S) 

sta ragione ordiniamo che tì sia data questa nostra lettera , con la 
quale comandiamo a tutti e a ciascheduno di voi , che ogni qual 
volta si porteranno dalle Indie suddette , e si scaricheranno in que- 
sti nostri porti merci di qualsivoglia sorte , fino a che sia tale il nos- 
tro piacere e la volontà, lasciate e permettiate che tali cose, cosi 
portate, vengano scaricate liberamente, senza prender almoxo ne 
maggiore ne minore, ne dogana, ne ammiragliato, ne dazio, ne al- 
tro diritto di sorta ; ne gabella della prima vendita che si farà di 
tali cose, che saranno così trasportate dalle Indie; mostrandovi let- 
tera firmata da Don Cristoforo Colon nostro Àlmirante delle Indie 
suddette, o dalla persona, che ne avrà da esso lui il potere, e dalla 
persona, o persone, che da Noi, o da'nostri Ragionieri maggiori in 
nostro nome saranno nelle Indie, qualmente quelle cose furon ca- 
ricate nelle Indie medesime per questi nostri Regni. Ed anche la- 
scerete liberamente caricare, per quel tempo che sarà di nostro 
piacere e volere , qualsivoglia cosa che si trasportasse alle Indie 
suddette per provvigione e sostentamento di esse e delle genti , che 
colà saranno , senza chiederne , ne pigliare diritto veruno di almoxo 
maggiore, ne minore, né dogana, ne ammiragliato, ne dazio, ne 
altro diritto nessuno. E così fate ed eseguite , essendovi presentata 
lettera firmata dal detto Don Cristoforo Colon Ammiraglio delle In- 
die predette, o da chi ne avrà da Lui il potere; e dalla persona , 
o persone, che per Noi e pei nostri Ragionieri maggiori in nostro 
nome si troveranno nella città di Cadice per attendere alle cose 
delle Indie suddette. E se alcune persone, scaricheranno le dette 
cose provegnenti dalle Indie, senza presentare la detta lettera del 
citato Ammiraglio , o di chi ne farà le veci , e della persona , o per- 
sone, che per Noi e pei nostri Ragionieri maggiori staranno nelle 
Indie sopraddette, qualmente quelle cose furono caricate in esse 9 
per questi nostri Regni ; o da questi nostri Regni caricheranno per 
le Indie suddette, senza munirsi di lettere del detto Ammiraglio, 
o di chi ne farà le veci; e della persona, o persone, che per Noi 
e pei detti nostri Ragionieri maggiori si troveranno nell'anzidetta 
città di Cadice, qualmente quelle cose si caricano e trasportano 



(.36) 

de Calis , corno aquellas cosas se cargan e Uevan para las dichas 
Yndias , que las ajran perdido e pierdan : e por la presente da- 
mos poder e facultad a la persona , o personas , que por Nos , o por 
los dichos nuestros Contadores mayores , estan o estovieren nombra- 
das para lo suso dicho eri la dicha cibdad de Calis , o a la persona, 
que el dicho rimirante osi mismo olii tiene o toviere, que les to- 
man las tales mercaderias , e otras cosas que osi truxieren de las 
dichas Yndias , o cargaren para ellas , sjrn mostrar la dicha carta 
jirmada en la manera , que dicho es ; e las tengan en deposito fa- 
sta que nos mandamos faser dellas lo que fuere justicia , e nuestra 
merced e voluntad sea. E otrosy mandamos que los dichos tenien- 
tes e ojiciales tomen seguridad, que lo que osi se cargare para 
llevar a las dichas Yndias, se llevara a ellas, e non a otra parte 
alguna : e los ojiciales que estovieren en las dichas Yndias tomen 
asjr mesmo seguridad, que lo que osi cargaren en las dichas -Yn- 
dias se descargera en estos nuestros Rejrnos , e non en otra parte 
alguna ; e se presenteran con elio en la dicha cibdad de Calis ante 
los ojiciales, que alti estovieren por Nos, o por el dicho rimirante 
de las dichas Yndias , por que no pueda intervenir fraude ni caute- 
la alguna. E mandamos a vos las dichas nuestras justiqìas que asjr 
lo fagajrs e cumplays , e se faga e cumpla lo en està nuestra carta 
se pubitque por contenido , en quanto nuestra merced e voluntad fuere , corno dicho 

prtgon para no- 

tiiia de todo,. eSm E por que lo suso dicho venga a noticia de todos , e dello non 

pueda ninguno pretender jrnoruncia, mandamos que està nuestra 
carta sea pregonada por las placas e mercados e otros lugares aco- 
stumbrados desas dichas qìbdades de S evilla e Calis, e de los puer- 
tos desa comarca. E mandamos a los nuestros contadores majrores 
que tomen el traslado desta nuestra carta , e lo pongan e asyenian 
en los nuestros libros , e sàbre escrivan està carta originai en las 
espaldas , e la tomen al dicho Don Christoval Colon nuestro Ai- 
mirante de las Yndias : e que con los arendami entos que Jisieren 
de aqui addante en quanto nuestra merced e voluntad fuere de los 
nuestros almoxarifadgos e alcavalas e portadgos e aduanas , e otros 
nuestros derechos , pongan por salvado lo contenido en està nuestra 



(»*7) 
per le dette Indie , sien perdute, e le perdano: e in vigore della 
presente diamo potere e facoltà alla persona , o persone , che da 
Noi 9 e dai detti nostri Ragionieri maggiori, sono e saranno nomi* 
nati pel sopraddetto incarico nella detta città di Cadice, ovvero 
alla persona che il detto Ammiraglio similmente vi tiene , o vi te- 
nesse, che loro prendano tali merci ed altre cose, che portassero 
dalle Indie suddette , o caricassero per esse , senza mostrare la detta ' 

lettera firmata nella maniera , che si è detto ; e la tengano in de- 
posito , sino a che Noi ordiniamo , che si faccia di esse quello che 
sarà di giustizia e di nostro piacere e volontà. E comandiamo inol- 
tre che i detti Luogotenenti ed uffiziali si facciano dare sicurtà, 
che quanto si caricherà in tal modo per condurlo alle Indie, ivi 
sarà condotto , e non in altra parte veruna ; e gli uffiziali delle In- 
die suddette si facciano dare similmente una sicurtà, che le cose 
caricate nelle Indie , saranno scaricate in questi nostri Regni , e 
non altrove; e con esse si presenteranno nella detta città di Ca- 
dice avanti gli uffiziali , quivi collocati per Noi, o pel detto Ammi- 
raglio delle Indie, accìochè non vi possa intervenire ne frode ne 
malizia veruna. E comandiamo a voi , predetti nostri Tribunali , che 
cosi facciate, e adempiate, e il contenuto di questa nostra lettera 
si faccia e si eseguisca per quel tempo che sarà di nostro piacere 
e volere; come si è detto. Ed acciochè le cose sopraddétte ven- 
gano a notizia di tutti, e nessuno possa pretenderne ignoranza, or- £SJ2J^ÌÌ 
diniamo che questa nostra lettera sia pubblicata per le piazze e 
mercati ed altri luoghi consueti delle predette città di Siviglia e 
di Cadice , e de 9 porti di quella comarca. E comandiamo a' nostri 
ragionieri maggiori , che traggano copia di questa nostra lettera 
originale sul tergo; e la ritornino al detto Don Cristoforo Colon 
nostro Ammiraglio delle Indie; e che negli appalti che faranno da 
ora in apppresso, quanto sarà nostro piacere e volontà, de* nostri 
almo x ari fadgos , e dazii e gabelle e dogane, ed altri nostri diritti, 
mettano per eccezione il contenuto di questa nostra lettera, e si 
gli uni che gli altri non fate e non facciano altrimenti per niun 
modo, sotto pena ec. (come nelle carte pwcedenti). 

Cod. Vip. F. 18, 



( 1» ) 

carta ; e los unos ne lòs otros non fagades , ni fagan ende al por 
alguna manera so pena ec. (come nei documenti precedenti). 

Dada en la cibdad de Burgos , seys dias del mcs de mayo , aria 
del nascimiento de nuestro Salvador Jesu Christo de mill e qua- 
trocientos e noventa e siete anos* 

ufo eli cReu- e/ o Ut/ cAetuux/. 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretorio del Rey e de la 
Reyna nuestros Senores , la fis escrivir por su mandado : en la for- 
ma. Acordada. Rodericus Doctor. Registrxula. A.° p r s. Fer.° Dias 
Chanciller. 

Corre gidores y alcaldes , alguaziles 9 regidores , cavalleros > escude- 
ros y oficiales > omes buenos de las cibdades de S evilla e Calis, e de las 
villas e logares de los puertos de su Arcobispado e Obispado; e 
arendadores e recahdadores , almoxarifes , e portadgueros > aduaneros 
e dezmems , e las otras personas en està carta del Rey e de la Reyna 
nuestros Senores desta otra parte escripta contenidas: ved està di- 
cha carta de sus Altesas > e compilala en todo e por todo , segund 
e por la forma e manera que en élla se contiene , e sus Altesas 
por ella lo mandan; e sea entendidb y que todas las mercaderias que 
fueren del Andalusia , o de otros quates quier puertos gosando desta 
dicha franquese para las dichas Yndias , han de dar seguridad* 
que traeran testimonio e fé del dicho Almirante > e de quien su pò- 
der ostiere , e de la persona > que por sus Altesas > e los dickos sus 
contadòres mayores , para elio ovieren senalado ; e eso mesmo las 
ligencias e fees que se han de llevar a las Yndias , o traer dellas, 
de las cosas que se llevaren e traxicren , han de ser firmadas del 
dicho Almirante , o de quien su poder ostiere, e de la persona que 
sus Altesas , e sus eontadores mayores nonbraren; de ambos y e non? 
del uno syn el otro. E asy mismo se enUenda que por lo en està 
dicha carta contenidò no se ha de recebir en cuenta mrs ni otras 
cosas algunas a tos arendadores e reqebdadores mayores , e almox r s 9 
$ otras personas > que tienen otouieren cargo de coger e recabdar 



. ( «?9 ) 
Data nella città di Burgos, a dì 6 del mese di maggio, l'anno 
della natività del nostro Salvatore Gesù Cristo i497* 



*jo- a> Uve* *ja ta uweama,* 



Io Ferdinando Àlvares Secretano del Re e della Regina nostri Si- 
gnori, l'ho fatta scrivere per ordine loro nella forma: accordata. 
Rodericus Doctor. Registrata. Alonso Peres* Ferdinando Dias Can- 
celliere, 

Podestà , alcaldi , birri , reggenti , cavalieri , scudieri , uffiziali , 
buoni uomini delle città di Siviglia e di Cadice e delle ville e luo- 
ghi de 9 porti del suo Arcivescovado e Vescovado, e appaltatori, e 
ricevitori, e doganieri, e gabellieri, ed altre persone contenute in 
questa lettera del Re e della Regina nostri Signori, scritta da 
quest'altra parte: vedete questa lettera delle loro Altezze, ed ese- 
guitela in tutto e per tutto , secondo e nella forma e maniera , che 
in essa si contiene , e che le Altezze Loro per essa lo comandano ; 
e sia inteso , che tirtte le merci , che saranno dell' Andalusia , o di 
altro porto qualunque, godendo della sopraddetta franchigia per le 
Indie suddette, debbono dare mallevadoria, che porteranno un at- 
testato e fede del detto Ammiraglio, o di chi ne sosterrà le veci, 
e della persona, che le Loro Altezze, o i predetti loro Ragionieri 
maggiori, avranno a tal uffizio destinate, e similmente le licenze 
e fedi , che si hanno— da portare alle Indie , e riportare da queste 
delle cose che si porteranno o trarranno, debbono essere firmate 
dal detto Ammiraglio, o da chi ne farà le veci, e dalla persona no- 
minata dalle Loro Altezze , o da' loro ragionieri maggiori ; da am- 
bedue , e non da una senza V altra. E similmente s' intenda che per 
le cose contenute in questa lettera , non hanno da ricevere a 
conto né maravedis, né altra cosa veruna gli appaltatori, e ricevi- 
tori maggiori , doganieri , ed altre persone , le quali hanno o avranno 



( i4°) 

las rentas a nos pertenesgientes en el dicho Arqobispado de Sevilla 
e Obispado de Calis , este dicho ano > ni deride en adelante en nin- 
gund ano > quanto fuere la voluntad de sus Altesas que dure ; e 
se guarde lo en està dicha su carta contenido: e corno quera que 
dise que està dicha franque sa se ha de guardar desde este dicho 
presente ano , sea entendido que ita de ser guardada desde primero 
dia de Geno del ano venidero de noventa e ocho anos dende en 
adelante , se gund dicho es , e non antes • Major : Joan Lopes. 
Fernand Comes. Juan Hurtado. Montoro Luys Peres> Pedro de 
Arbolancha. 



r 



( *4» ) 

il carico di raccogliere e recapitare , le rendite a noi spettanti ttelT 
Arcivescovato di Siviglia e nel Vescovato di Cadice Tanno presente , 
ne da indi in poi in anno veruno, quanto sia per durare la volontà 
delle Loro Altezze ; e si osservi il contenuto di questa lor lettera : 
e quantunque dica che questa franchigia suddetta si ha da osser- 
vare nell'anno presente , s'intende che ha da essere osservata dal 
primo giorno di gennajo dell'anno vegnente del 98. e indi in poi, 
come si è detto , e non prima. Mayor Giovanni Lopes. Ferdinando 
Gomes. Giovani Hurtado* Montoro Luys Peres. Pietro de Arbolancha» 



(»40 



ri 

I 

I 



DOC UM. Don Fernando e Dona Ysabel por la gracia de Dios Rey e Reyna 
XII. de Castilla ec. ..... : a los del nuestro Consejo, oydores de la 

nuestra abdencia, alcaldes e alguasyles de la nuestra casa e corte 
e chanqilleria; e a todos los consejos e Justicias, regidores, caval- 
leros , escuderos , oficiales e omes buenos de todas los cibdades e 
<villas e logares de los nuestros Reynos e Sehorios asy realengos 
corno abadengos e serdenes e behetrias e otras quales quier perso- 
nal, nuestros vasallos, subdito s e naturales, a quien toca e atiene 
lo en està nuestra carta contenido; e a cadauno e qualquier de vos 
a quien està nuestra carta fuere mostrada , o el traslado della si- 
guado de escrivano publico , salud e graqia : Sepades que JYos ave- 
mos mandado a Don Christoval Colon nuestro rimirante de la mar 
oqeano que buelve a la ysla E spanala, e a las otras yslas e tierra 
firme que son en las dichas Yndias, e entienda en la conversion e 
poblacion dellas , yorque desto Dios nuestro Senor es servido, e su 
Santa Fé aci^qentada , e nuestros Reynos e Senorios ensanchados: 
e para elio avemos mandado armar qiertos navios e caravelas en 
que va qierta gente pagoda por cierto tiempo e basti mentos e man- 
tenimientos para ella. E por quanto a quella no puede bastar para 
que se faga la dicha poblacion y corno cumple a servi] o de Dios e 
nuestro, sy non van otrns gentes que en ella esten e bivan e sir- 
van a sus costas; e Nos quiriendo proveer sobre elio, asy por lo 
que cumple a la dicha conversion e poblacion, corno por usar de 
clemencia e piedad con nuestros subditos e naturales, mandamos 
dar està nuestra Carta en la dicha rason: Por la qual de nuestro 
propio motuo e qierta sciencia queremos e ordenamos, que todas e 
quales quier personas varones e mugeres nuestros subditos e natu- 



(»:43) 



Uon Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina documento 
di Castiglia ec. , . . .A quelli del nostro Consiglio, uditori della xu. 

nostra udienza, alcaldi, e birri della nostra casa e corte e cancel- 
leria, e a tutti i consiglii e tribunali, reggenti, cavalieri, scudieri, 
uffizi ali, e buoni uomini di tutte le città e ville e luoghi de' nostri 
Regni e domimi così regii come abbaziali, e serdenes e behetrias, e 
altre persone di qualsivoglia sorte, nostri vassalli, sudditi e naturali, 
a' quali spetta, ed appartiene il contenuto di questa nostra lettera; 
e a ciascuno e a qualunque di voi, al quale questa nostra lettera 
fosse presentata, o la copia di essa, segnata da scrivano pubblico > 
salute e grazia: Sappiate che noi abbiamo ordinato a Don Cristo- 
foro Colon nostro Ammiraglio del mare oceano , che ritorni all' isola 
spagnuola , e alle altre isole e terra ferma , che sonò nelle Indie 
suddette , e attenda alla conversione e popolazione delle medesime ; 
perchè ciò risulta in servigio del nostro Signor Iddio , e ad am- 
pliarne la Santa Fede , e a dilatare i nostri Regni . e dominii : e 
perciò abbiamo decretato l'armamento di certi navigli , e caravelle, 
ne' quali vanno* certa gente pagata per certo tempo, e provvigioni 
e vettovaglie per essa. £ perchè tal gente non basta a formare la 
colonia, come si conviene al servigio di Dio e al nostro, se non. 
vanno altre genti, che in essa dimorino e vivano, e servano a spese 
proprie; e volendo Noi a ciò- provvedere così per quello che con- 
cerne la detta conversione e popolazione , come per usare cle- 
menza e pietà verso . i nostri sudditi e naturali , comandiamo ,. che 
sopra ciò sia data questa nostra lettera: per la quale di nostro mota 
proprio , e certa scienza , vogliamo e ordiniamo che ogni e qua* 
lunque persona > .uomini e donne, nostri sudditi e naturali, che 



044) 

rales , que ovieren cometido fasta el dia de la publicaqion desta fine- 
stra carta , quales quier muertes e feridas , e otros quales quier 
delitos de qualquier natura e calidad que sea ( ecebto la eregia , 
o lege magestatis o perdulionis , o traycion , o aleve , o muerte se gu- 
ru, o fecha con fuego o con saeta , o crimen de falsa moneda , o 
de Sodomia, o ovieren sacado moneda , o oro , o piata , o otras 
cosas por nos vedadas fuera de nuestros Reynos) que fueren a ser- 
vir en persona a la ysla espanola, e servieren en ella a sus prò- 
pias costas , e sirvieren en las cosas que el dicko rimirante les 
dixere e mandare de nuestra parte, los que maresqieren pena de 
muerte , por dos anos , e los que merescieren otra pena menar que 
no sea muerte, aun que sea perdimiento de membro, por un ano, 
Fera** frenerai a sean perdonados de quales quier crimines e delitos de quales quier 
yujran « xer- natura e calidad e gravedad , que sean, que ovieren fecho e come" 
propria 'co*™ tid° fasta el dia de la publicaqion desta nuestra carta ; eqèbto los 
p q ue °mére7ieren casos suso dichos , presentados ante el dicho Don Christoval Colon 

muerte ,jr por uno 

los que merene- nuestro rimirante del mar oceano , ante escrivano publico 9 desde 

rem meno*. * r * 

oy de la dotta desta nuestra carta fasta en fin al mes de setienbre 
primero que vien , para que puedan yr con el dicho rimirante a 
la dicha ysla espanola, e a las otras jrslas e tierra firme de las 
di e ha s Yndias, e servir en ellas por todo el dicho tiempo , en lo 
que el dicho rimirante les mandare , complideras a nuestro servi] o , 
corno dicho es. E asjr presentados fueren a las dichas jrslas e tierra 
firme, e estovieren en el dicho servi jo continua mente por todo el 
dicho tiempo 3 trayendo carta patente firmada del dicho rimirante 
e sygnada de escrivano publico: en que den fé, corno syrvieron 
los tales delinquentes en las dichas yslas , o en qualquier dellas 
por todo el dicho tiempo, sean perdonados: E por la presente de 
nuestro proprio motuo e qierta sqienqia los perdonamos de todos los 
dichos delitos , que asy ovieren fecho e cometido fasta el dia de 
la publicaqion de està dicha nuestra carta, corno dicho es : e que 
dende en adelante non puedan ser acusados por los dichos delitos , 
nin por ninguno dellos, nin se proceda, ni pueda ser proqedido 
contro ellos, ni contra sus bienes por nuestros justiqias a crimen 



(*45) 

avessero commesso fino al giorno della pubblicazione di questa no- 
stra lettera, quali si vogliano morti e ferite, ed altri delitti di 
qual che sia natura e qualità (eccetto l'eresia, o laesae maje- 
statis o perduellianis , o tradimento , o dislealtà , o morte sicura , 
o fatta con fuoco, o con saetta, o misfatto di falsa moneta, o 
dì soddomia , o che avessero portato fuori de' nostri Regni mo- 
neta, od oro, o argento, o altre cose da noi vietate); le quali 
(persone} andassero a servire in persona all'isola £pagnuola r e ser- 
viranno in essa a proprie loro spese, e serviranno nelle cose, che ~ 
il detto Àlmirante ad esse dirà o comanderà per parte nostra; co- 
loro che meritassero pena di morte , per due anni ; e coloro che 
meritassero altra pena , che non sia morte , quantunque sia perdita 
di un membro, per un anno; abbiano il perdono di qualunque 
misfatto e delitto di qualunque natura e qualità e gravezza che perdono generai* 

ai delinquenti, che 

sia , che abbiano fatto e commesso sino al giorno della pubblica- "^"^ù s T 
zione di questa nostra lettera; eccettuati i casi sopradetti; presen- i^^^e^ìX 

_._ «li -rv r* • n r* • i* i i ni li rei di morte; 

tandosi dinanzi al detto Don Cristoforo Colon nostro ammiraglio del « p** uno <i aeU * 

° che mcritanmeno» 

mare Oceano , nanti pubblico scrivano , da oggi , data di questa 
nostra lettera, sino al termine del mese di settembre prossimo av- 
venire; perchè possano andare col detto ammiraglio alla predetta 
isola Spagnuola , e alle altre isole e terra ferma delle Indie sud- 
dette ; e servire in esse pel tempo sunnotato , in ciò che il detto 
ammiraglio comanderà loro per nostro servigio , come si è detto : 
e così presentati, andranno alle isole e terra ferma suddette, e vi 
staranno nel detto servigio continuamente, per tutto il tempo an- 
zidetto , abbiano il perdono. E per la presente , di nostro moto- 
proprio , e certa scienza , perdoniamo loro tutti gli accennati de- 
litti, che così avessero fatto e commesso fino al giorno della pub- 
blicazione di questa uostra lettera, come si è detto, e che da esso 
giorno in poi non possano essere accusati pei delitti suddetti, né 
per alcuno di essi , ne contro a loro si proceda , ne proceder si 
possa , ne contro a' beni de' medesimi da' nostri tribunali ad accusa 
né a pena alcuna civile né criminale, a richiesta delle parti, né 
del fisco , né in altra maniera nessuna; né sopra di essi , né sopra 

Cod. Dip. F. 19. 



( ,46 ) 

ni a pena algiina cevitl ni criminal a pedimiento de partes , ni de- 
ste oficio, ni de atra manera alguna; ni puedan ser exsccutadas 
en ellos ni en sus bicnes , Las sente ne ias que contro, ellos son o 
fueren dadas: las quales Nos por està nuestra carta , revocamos e 
damos por ningunas e de ningund efetto, e valor, complido el di- 
cho servi jo. E mandamos al dicho Almirante de las Yndias, e 
a otras quales quier personas , que por nos estovieren en las dichas 
Yndias, que dexen libre mente venir a las , que asy ovieren ser- 
vido al tiempo que son obligados de servir, segund el thenor desta 
nuestra carta, e que non los detengan en numera alguna. E por 
està nuestra carta mandase a los del nuestro Consejo, e oydores 
de la nuestra abdiencia, alcaldes de la nuestra corte e chancille- 
ria 9 e a todos los corregidores e otras justiqias quales quier de 
todas las gibdades e villas e logares de los nuestros Reynos e Se' 
norioS) que està nuestra carta de perdon e remission, e lo en ella 
contenido , e cada una cosa e parte dello , guarden e cumplan , e 
fagan guardar e cumplir en todo e por todo , segund que en ella se 
contiene : e en guardandola e cumpliendola , non procedan contra 
los tales que asy ovieren servido en las dichas Yndias, por ningund 
delito que ovieren fecho , ni cometido ; ecebto en las cosas suso di" 
chas , a pedimiento de parte , ni de su ofigio ni de otra manera al- 
guna, e ni las exsecuten en sus personas ni bienes, por rason de 
los tales delittos : e sjr algunos procesos contra ellos estan fechos, 
o sentenqias dadas , lo revoquen, o den por ningunas; que Nos 
por la presente, de la dicha nuestra qierta sqiencia, lo revocamos, 
cassamos e anullamos, e damos por ningunas , e restitujrmos a los 
dichos delinquentes en su bitena fama e en el primevo estado, cn 
que estavan antes que oviesen fecho , e cometidos los diqhos delit- 
tos. E porque lo suso diclto sea notorio , e ninguno dello pueda 
pretender ynorangia , mandamos que sea pregonado publica mente 
por las plaqas e mergados e otros lugares acostumbrados ; e los 
unos , ni los otros non fagays non fagan endè al por alguna ma- 
nera , so pena . . . ( come negli altri documenti )• Dada en la villa 
de Medina del Campo, a veynte e dos dias del mes de Junio , ano 



( >47 ) 
lor beni possano avere esecuzione le sentenze che sono, o saranno 
date contro de' medesimi : le quali Noi per questa lettera nostra ri- 
vochiamo, e diamo per nulle e di nuli' effetto e valore, terminato 
il detto servizio. E comandiamo al suddetto Ammiraglio delle Indie, 
e ad altra qualsivoglia persona, che per Noi si trovasse nelle Indie 
suddette , che lascino venire liberamente coloro , che cosi avranno 
servito pel tempo determinato col tenore di questa nostra lettera; 
e che non li trattengano in modo veruno. £ per questa nostra let- 
tera , si ordina a quelli del nostro Consiglio , e uditori della nostra 
udienza, alcaldi della nostra corte e cancelleria, e a tutti i Po- 
destà, ed altri magistrati di qualsivoglia sorte, di tutte le città, e 
ville, e luoghi de' nostri Regni e dominii, che questa nostra lettera 
di perdono e remissione , e il contenuto in essa, ed ogni parte 
del medesimo, osservino ed eseguiscano, e facciano osservare ed 
eseguire in tutto e per tutto, secondo che in essa si contiene; e 
nelT osservarla ed eseguirla , non procedano contra i tali , che aves- 
sero così servito nelle Indie suddette, per niun delitto, che avesser 
fatto e commesso, eccetto nelle cose dianzi enunziate; ne a peti- 
zione della parte, ne per ragione di uffizio, ne in altra paniera 
alcuna, ne facciano esecuzione sopra le dette persone, ne sopra i 
beni loro, a motivo di tali delitti; e se contro de' medesimi fosse 
già fatto alcun processo, o data sentenza, la revochino, e dien per 
nulla ; che Noi colla presente , di nostra certa scienza , come si è 
detto, li revochiamo, cassiamo, e annulliamo, e diamo per nulli; 
restituendo i detti delinquenti nella lor buona fama, e nel primo 
stato nel quale erano , prima che avessero fatto e commesso i de- 
litti suddetti. Ed acciocché le cose sopraddette sien notorie, e ni uno 
pretender possa ignoranza delle medesime , comandiamo , che ne sia 
fatto pubblico bando sulle piazze e mercati, ed altri luoghi con- 
sueti ; e sì gli uni che gli altri non contravvengano in modo nes- 
suno, sotto pena ec ( come negli altri documenti )• 



( '48 ) 

del nascimiento de nuestro Salvador JKu Xio de mill e quatrch 
gientos e noventa e syete anos. 

e/o el ciieu. c)o xau cHeuwo- 

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretano del Bey e de la Rejrna 
nuestros Sehores la Jis escrivir por su mandado. Acordada. Rode- 
ricus Doctor* Regi strada* Doctor Frr.° Dias Chanfiller. 



( «49) 

Data nella villa di Medina del Campo a dì aa del mese di giugno , 
Tanno dalla natività del nostro Salvatore Gesù Cristo i497* 

Io Ferdinando Àlvares di Toledo , Secretano del Re e della Re* 
gina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. Accordata. 
Rodericus Doctor. Registrata. Doctor Frr.° Dias Cancelliere. 



(,5o) 



*y+. 



DOQUM. Don Fernand e Dona Ysabel por la gracia de Dios Bey e Reyna de 

xin - Castilla, ec A todos los corregidores , asistentes , alcaldes, Ah 

guasyles , e otras justicias quales quier de todas Las qibades, e 
villas , e logares de los nuestros Reynos e senorios, a quien està 
nuestra carta fuere mostrada , o su traslado sygnado de escrivano 
publico ; saluti e gracia. Sepades que nos avemos mandado a Don 

carta* m la* }u- Christoval Colon nuestro Almirante de las Yndias del mar oceano, 

sticias para que 

l"nT£ TeTtH^a ( 1 ue buelve a la jrsla Espanola, e a las otras yslas e tierra firme, 
m %> loS ai*,mo's que es en las dichas Yndias , a entender en la poblacion dellas: 

delitos, o conde- »»»?»• i 

nndos a aigunas e para elio nos le mandamos dar qierta gente pagoda por cierto 

yslas > o para la- 

ioTmltauZs\dl tempo , e bastimentos , e mantenimiento para ella. E por que aquella 

stierren para la » ? „ y* t f • f 7 ? • 

ysu Espanoia. non puede bastar , para que se faga la dicha poblaqion , corno cun- 

ple a servigio de Dios e nuestro , sjr no van otras personas que 
en ellas ' estan, e bivan, e sirvan a sus costas > acordamos de man- 
dar està nuestra carta para vos, e para cada uno de vos en la 
dicha rason ; por que vos mandamos que cada e quando alguna, 
o algunas personas, osi varones corno mugeres, de nuestros rey- 
nos, ovieren cometido o cometerien qualquier delito o delitos por 
. que merezcan , o deven ser desterrados , segundo derecho e leyes de 
nuestros Reynos, para alguna ysla, o para latrar e servir en los 
metales , que los desteireys que vajran a estar e servir en la dicha 
ysla Espanola , en las cosas que el dicho nuestro Almirante de las 
Yndias les dixere, o mandare, por el tempo que avia de estar en 
la dicha ysla e labor de metales ; e asy mesmo todas las otras per- 
sonas que fueren culpantes en delitos, que non merescan pena de 
muerte , sey enfio tales los delitos , que j ustamente se les pueda dar 



( *5i) 



JJon Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di documento 

Castiglia, ec a tutti i reggenti, assistenti, alcaldi, birri ed altri XIIL 

giustizieri quali si vogliano di tutte le città e ville e luoghi de' no- 
stri regni e domimi, a' quali sarà presentata questa nostra lettera, 
o la sua copia segnata da pubblico scrivano , salute e grazia : Sap- 
piate che Noi abbiamo comandato a Don Cristoforo Colon nostro 
Almirante delle Indie del mare oceano , che torni all' isola Spagnuola ^"^w'^S^ 

e alle altre isole e alla terra ferma, che è nelle Indie predette ad ■aTMitTuB? 

gnìp«rqu«i'-jie de- 
attendere alla lor popolazione ; e a tale oggetto Noi comandiamo che "Jj Jj^SET 

gli sia data certa gente pagata per certo tempo, e vettovaglie e >ì?«muT^uì*^ 

. . . _ _ ni «eoo conBnati al* 

provvigioni per essa. Ma non potendo questa gente bastare alla detta i'*» 1 » sp**»»»!* 
popolazione, come al servigio divino e nostro conviensi, se non ci 
vanno altre persone, che stien colà, e vivano, e servano a spese 
proprie , ne piace ordinare che si dia questa nostra lettera per voi 
e per ciascheduno di voi in conformità della ragione predetta, per 
la quale vi comandiamo, che ogni volta e quando alcuna o alcune 
persone, così maschj, come femmine de' nostri regni, avesser com- 
messo, o commettessero qualche delitto o delitti; perchè meritino 
o debbano essere confinati secondo il dritto e leggi de' nostri Re- 
gni, in alcuna isola, o per lavorare e servire nelle miniere, li con- 
finiate ad andare a stare e servire nella detta isola Spagnuola , nelle 
eose che il nostro predetto Almirante delle Indie dirà o comanderà 
loro per quel tempo, che doveano stare nella detta isola e ne' la- 
vori delle miniere: e similmente, tutte le altre persone che fosser 
colpevoli di delitti non degni della pena di morte, ma tali che 
giustamente si possono punire col confine nelle Indie suddette, le 



(i5«) 

destierro para las dichas Yndias , segundo la cali da d de los de- 
litos, los condenejrs e desterreys para la dicha ysla Espaiiola > para 
que estean olii e fagan lo que por el dicho 4 Inumiti e les fuère 
mandado por el tempo que a vos otros parescieie; e a los que fa- 
sta aqui teneys condenados e condenardes de aqui addante para 
yr a las dichas jrslas ; e los tovierdes presos, los enbieys presos, 
e a buen recabdo a una de las nuestras caneles de las nuestras 
abdiencias de Valladolid , o Qibdad real, o a la carcel re al de Se- 
villa; e los enfreguen los que los llevaren a las dichas chancille- 
rias , a los nuestros alcaldes del las ; e los che se llevaren a la 
carcel de S evilla, se entreguen al nuestro asistente della, a costa de 
los tales condenados s sy tuvieren bienes ; e sjr bienes non tuvieren , 
se paguen a costa de los mfs de las penas de nuestra camera. E 
mandamos a las dichas nuestras justicias que asy lo fagan e cum- 
pian , segundo de suso se contiene; e a los consejos de todas las 
cibdades e villas e logares de nuestros rejrnos , que les den para 
elio todo el favor, e ayuda que menester ovieren: e sy otras algunas 
personas ovieren cometido o cometieren delitos, por que deven ser 
flntìtadTe/uem-. de sterra dos fucre de suso dichos nuestros rejrnos, los desterreys para 
^stTLsttrrados la dicha ysla en la manera syguente. Los que ovieren de ser de- 

sterrados perpetua mente de los dichos nuestros reynos, los dester- 
reys para la dicha ysla por diez anos ; e los que ovieren de ser 
desterrados por qierto tiempo fuere de los dichos nuestros reynos, 
que sean desterrados por la dicha ysla por la mitad del dicho 
tiempo que avian de ser fuere destos nuestros reynos. E los unos 
ni los otros non fagades ni fagan ende al por alguna manera so 
pena ec. . . . . . Dada en la villa de Medina del campo, a veynte e 

dos dias del mes de Junio ano del nascimiento de nuestro Salvador 
JKuXsto de mill e quatrogientos e nonenta e siete anos. 

e/o el cAeu,. e/o vcu c/ieotiux/. 

Yo Fernand Alvares de Toledo, Segretario del Rey e de la Rerna 
nuestros Senores la fis escrivir por su mandado. Don Alvaro. A 'cor- 
dada. Rodericus Dottor. Regida, Dottor Frr. a Dias Chancillen 



( i53 ) 

condanniate e confiniate secondo la qualità de' delitti nella detta 
isola Spagnuola , perchè stien quivi e faccian quello , che dal detto 
Ammiraglio sarà lor comandato per quel tempo che parrà a voi 
altri : e coloro che sino ad ora avete condannati , o -appresso con- 
dannerete per andare alle dette isole, e li troverete carcerati , in- 
viateli prigioni e bene custoditi a una delle nostre carceri delle 
nostre udienze di Vagliadolid o Città reale; o alla regia carcere 
di Siviglia ; e coloro che li condurranno alle dette cancellerie 
li consegnino ai nostri alcaldi delle medesime ; e coloro che 
^aran condotti alla carcere di Siviglia, sien consegnati al nostro 
Governatore della stessa, a spese di tali condannati, ove abbian dei 
beni ; e non avendone , si paghino col danaro delle multe della no- 
stra camera. £ comandiamo alle predette nostre giustizie, che fac- 
ciano ed eseguiscano così , come di sopra si contiene; ed a* consigli 
di tutte le città e ville e luoghi de' nostri Regni, che porgano a 
tal oggetto tutto il favore ed ajuto , di che avranno mestieri: e 
se altre persone avessero commesso o copimettesser delitti , pe' quali 
debbano esser confinati fuori de' regni nostri sopraddetti/ li confi- 
nino nella detta isola nella maniera seguente. Coloro che dovessero 
stare perpetuamente in bando dei detti nostri regni , confinateli alla 
•detta isola per anni dieci; e coloro che avessero da esser banditi 
fuori dei detti nostri regni per un tempo determinato , sien con- 
finati nella detta isola per la metà del tempo che dovrebbono stare 
fuori dei detti nostri regni. E gli uni e gli altri non fate né fac- 
ciano altramente da questo in modo veruno, sotto pena ec 

•Data nella villa di Medina del Campo a dì 22 del mese di giugno, 
l'anno dalla natività del nostro Salvatore Gesù Cristo j 497- 

*so &ù (/ve'. fM> ui L/oeamcL 

Io Fernando Alvares di Toledo Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori 1' ho fatta scrivere per loro comando. Don Al- 
varo. Concorda* Rodericus Doctor. Registrata. Doctor Frr.° Dias 
Cancelliere. 

Cod. Dip. F. so. 



(iS4) 



(La, u\&u e ice J\e^iuoc/. 



DOCUM. x^onde de Cifuentes nuestro Alferes major e asistente eri. la qibdad 

** v% de Serilla : Nos enbiamos mandar a las j listici as de nuestros Rey~ 

nos, que todas las personas, que orieren de desterrar e desterraren 

para yslas, o para f aere' de los dichos nuestros reynos , los destiti^ 

carta para que f^n para la ysla JE spanala, e que los enbien a esa nuestra carcel 

te tntreguen al ' •* ' ' 

ir l ?ns* n d,Mtrr°i de Serilla: Porende nos vos mandamos, que cada e quando vos 
Etpaaoi*. fueren enbiados los tales condehados por los nuestros presidentes, 

e oydores, e alcaldes de las nuestras chancillerias de Valladolidy 
e Qibdad real, e por quales quier otros Corregidores e Justicias 
de los dichos nuestros reynos, que los recibays , e los tengajrs pre- 
sos a buen recabdo fasta que los entregueys a nuestro rimirante 
de las Yndias del mar oceano , o en su absencia a la persona que 
por nos foriere cargo del proveymiento de las cosas de las dichos 
Yndias y e a la persona que para elio estoriere puesta por el dicho 
Almirante , los quales vos requeriran por etlos al tiempo que torie* 
ren prestos los narios para partir, e faser su viage a las dichos 
Yndias; al qual dicho tiempo vos getos dad e entregad dentro en 
los dichos narios en la dicfia cibdad de Sevilla > o en la cibdad de 
Calis , dónde quieran que los dichos narios esturieren prestos para 
partir, presos e a buen recabdo > por ante escrivano e testigos, re- 
cibiendo conosgimiento e seguridad de los maestres de los tales na- 
rios, que los llevaran asy presos, e a buen recabdo fasta los en- 
trsguar al dicho rimirante o a la persona que el nonbrare para 
los recibir dentro en la dicha ysla Espahola ; e que traeran fee e 
testimonio de corno los llevo, e entrego , e quedaron en la dicha 
ysla. E la costa que se fisiere fasta los entregar en Los dichos no- 



( > 55 ) 



J2 ' (%* e /a 




vwa>. 



->**• 



V^onle di Cifuentes nostro alfier maggiore e Governatore della documento 
€Ìttà di Siviglia; Noi spediamo un ordine ai tribunali de' nostri Regni, 3UY. 

che tutte le persone, le quali si dovessero confinare e si confine- 
ranno alle isole , o fuori de' nostri Regni predetti , gli confinino 
alla isola Spagnuola, e gli diriggano a questa nostra carcere di teucra, percUai 
Siviglia. Perchè noi vi ordiniamo, che ogni volta e quando saranvi ^E^S^'it 
spediti tali condannati dai nostri presidenti , uditori e alcaldi della "° * pa8auo 
nostra cancelleria di Vagliadolid e Città reale; e da qualunque altro 
reggente , e tribunale de' suddetti nostri regni , li riceviate tenen- 
dogli prigioni sotto buona guardia sino a che gli consegniate al 
nostro Ammiraglio delle Indie del mar oceano, o in assenza di lui, 
alla persona da noi incaricata di provvedere alle cose delle Indie 
predette ; ed alla persona che il detto Ammiraglio avesse posta a far 
sue veci , i quali vi richiederanno i condannati nel tempo che 
avranno preste le navi per partire , e far viaggio alle Indie so- 
praddette; al qual tempo voi dategli e consegnategli ad essi dentro le 
•dette navi nella detta città di Siviglia, o nella città di Cadice, in 
quella, ove i detti navigli saranno pronti alla partenza, legati e 
ben custoditi , avanti a scrivano e testinionj , ricevendo polizza e 
sigurtà da' padroni di tali navigli eh' essi li condurranno legati e 
bene custoditi fino a che gli consegnino al detto Almirante , o alla 
persona da lui nominata a riceverli dentro la detta isola Spagnuola; 
e che riporteranno una fede e testimonianza, che li portarono, 
consegnarono , e lasciarono nell'isola predetta. E la spesa che si farà 
fino al consegnarli nelle dette navi , fatela compire e pagare co' beni 
di tali condannati; e non avendone essi, fatela compire e pagare 



(>56) 
9Ìos fazed comptir e pagar de los bienes de los tates condenados; 
e sy no tovieren bienes fased lo conplir e pagar de los nuestros de 
las penas de la nuestra camera; e non fagades ende al. Fecha en 
la mila de Medina del Campo > a vejfnte e dos dias del mes de 
junio de noventa e syete afios. 

c/o el ciieu/, c/0 "& uij&iutcc,. 

Por mandada del Rey e de la Reyna , 

FbRNAND ÀLVARBflk 



('57) 
co ? beni nostri , con le multe cioè della nostra camera : e non fate 
altrimenti. Fatta nella villa di Medina del Campo , a* a a del mese 
di giugno, Tanno del novantasette. 

iSO- io (/w. ^/v ut, (/bearne^ 



Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares* 






(,5«) 



Oi v\vu e leu J\eapoo. 



DOCUM. ( a ) ifara la poblacion de las jrslas de tierra firme de- 

x ^' scubiertas en la mar oceano , e para llevar mantenimiento a las per- 

sonas que alla estan, e ovieren da estar, e para descobrir otras 

tierras e traer de alla quales quier mercadurias, que se falleren, 

^da ^omaT'y sera menester flejrtar algunas naos, e caravelas, e otros navios.; e 

predio VafZihu por que los maestres e duenos dellos por aventura se escusarian de 

sin que se le haga 

^Mwto ' """ ^os fl e y tar * ° demanderan mayores Jletos de los que acostumbran 

llevar, e deven aver justamente; lo qual seria en deservigio nuestro 
e dono e estorvo de los viages, que se han da faser a las dichas 
Yndias; por ende Nos vos encargamos e mandamos que quando el 
nuestro rimirante de las Yndias no hallare los navios, que oviere 
menesterj o hallamdlos non quisieren jrr con el 3 e vos demandere 
quales quier navios, e caravelas, e otras fustas para los tales via- 
ges, que vos veades los navios, e fustas que oviere menester, e de- 
des forma con los duenos dellos, que gelos Jleyten a preqios raso- 
nables, segando a vos pareciere, que justa mente gelos deven fley- 
tar , e tengais manera que los duenos e maestres dellos vayan con 
los dichos navios, lo mas syn alguno prejuysio de las partes que 
ser pueda: que por la presente vos damos para elio poder compii do. 
Fecha en la villa de Medina del Campo a veynte e dos dias del 
mes de junio de mill e quatrocientos e noventa e seyte anos. 

Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Fbrnand Alvares. 

<a) Il nome della persona, cui è diretta la lettera, non si trova espresso nel Codice. 



(»59) 



zjù (/&& e co/ Oveama. 



prorara 
i" 
peduncolo. 



IT er la popolazione delle isole e terra ferma documento 

scoperte nel mare oceano , e per condurre provvigioni alle persone xv * 

che quivi sono, o saranno, e per iscoprire altre terre, e quinci 
trarre alcune mercanzie che vi si troveranno, sarà d'uopo noleg- 
giare alcuni bastimenti , e caravelle ed altri navigli i e perchè i 
maestri e padroni di quelli si scuserebbero per avventura dal no- 
leggiarli, o domanderebbero un nolo maggiore del consueto, e del la^ rn**?*- 
giusto , cosa che sarebbe in nostro disservigio , e danno e sturbo «B^nlSSwH 
de' viaggi , che si hanno a fare alle Indie sopraddette ; per ciò dv&SkfSTS. 
Noi v 9 incarichiamo e comandiamo , che quando il nostro Ammira- 
glio delle Indie non troverà le navi necessarie, o trovandole non 
vorranno andar con lui, e vi domanderà alcune navi e caravelle, 
ed altre fuste per tali viaggi , voi osserviate quante navi e foste 
gli sarebbon di mestieri , e diate opera co' padroni di esse , che 
gliele noleggino a prezzi ragionevoli , secondochè a voi parerà , che 
debb angli giustamente noleggiare; e fate in modo che i padroni e 
i piloti vadano sopra i detti navigli : il tutto col minor pregiudizio 
possibile delle parti : che per le presente noi vi concediamo in ciò 
pieno potere. Fatta nella villa di Medina del Campo il giorno venr 
tidue del mese di giugno , l' anno mille quattrocento novantasette. 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares* 



( i6o ) 



N 



DOCUM. 

xrr. 



Carta para que 
pueda el Almi' 
rante libr emente 
proveherse y car- 
gar trigo e ceba- 
da para basti' 
mento y prover- 
miento de fa* 
ytlas de la* Tip- 
dita. 



kJI dk.eiJL e toc z)\.&ii\ACO. 



»■#■ « ■« 



j^Llcaldes de sacas, e cosas vedadas, dezmos , e portadgos , e guar- 
dai del A re obi spada de S evilla, e del obispado de Cadiz, e a ca- 
dauno de vos: JVos vos mandamos que del pan que Nos tenemos en 
ese die fio Arcobispado, de las terqias a Nos pestenesfientes dexe- 
des e consentides libre mente sacar, e cargar por la mar a Don 
Chnstoval Colon nuestro Almirante de las Yndias, ó a la persona 
que el embiare con su carta firmada de su nombre, quinjentos e 
e cinquenta cahisos de trigo e cinquenta cahisos de qevada para ba- 
stimento e proveymiento de las yslas de las Yndias. El qual dicho 
pan le dexad sacar dentro de cinco meses primos sjrgujentes con- 
tando desde oy dia de la fecha de està nuestra cedala , en quantos 
caminos el quesjrere dentro del dicho termino, tanto que en cada 
camino aya de registrar e registre por ante un alcalde e dos de vos 
otros e de un escrivano, en las espaldas de està nuestra qedula, lo 
que sacare, por que non puedan sacar mas de los dickos quinjen- 
tos e cinquenta cahisos de trigo e cinquenta de qevada: del qual 
dicho pan vos mandamos que non le demandades, ni llevedes dere- 
chos algunos de saca, por quanto nuestra merqed e voluntad es que 
los non pague; por que el dicho pan es nuestro, e lo mandamos 
llevar para cosas de nuestro servigio : lo qual vos mandamos que 
lo fagades e cumplades asjr , sjrn le poner embargo ni contrario al- 
guno; e non fagades ende al so pena de la nuestra merced, e de 
diez mill mrs para la nuestra camera, e fisco a cada uno que lo 
contrario fisiere. Feeha en la villa de Medina del Campo a vejrnte 
e dos dias del mes de junio de no venta e siete anos. 



e/o et/ cJxvub» 



e/o uf cAeiuidc/. 



Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Fernand Alvares. Acordada* 



(i6i ) 



zW l/w & ca> U&emna. 



Alcaldi delle tratte e delle cose vietate, decime, e gabelle, e documento 
guardie dell'Arcivescovato di Siviglia e del Vescovato di Cadice, xvi. 

e ciascheduno di voi : Noi vi comandiamo che delle granaglie che ^ *~ v ~*" 
noi tenghiamo in cotesto Arcivescovado delle terze ( parti ) a Noi 

appartenenti , lasciate e consentiate , che Don Cristoforo Colon Lettera , pcrcu 

nostro Ammiraglio delle Indie , o le persone eh' egli manderà con liberamente P rw- 

D • vedersi, e caricare 

sua lettera soscritta col suo nome, prenda liberamente e carichi gran© e biade per 

7 x vettovaglia e prov- 

per mare cinquecento cinquanta moggia di grano , e cinquanta JX n indie! e "^ 
moggia d'orzo per vettovagliare e provvedere le isole delle Indie. 
Le quali vettovaglie qui espresse, lasciate che le tragga dentro i 
cinque mesi prossimi seguenti , a contare da oggi , giorno della 
data di questa nostra cedola , in quante portate gli piacerà entro 
il detto termine; a condizione che ad ogni portata debba regi- 
strare , e registri davanti un alcalde , e due di voi altri , ed uno 
scrivano, nel tergo di questa nostra cedola, quanto egli prenderà; 
affinchè non possa prendere più delle dette cinquecento e cinquanta 
moggia di grano, e cinquanta di biade. Della qual vettovaglia noi 
comandiamo che non gli chiediate ne prendiate diritto alcuno di 
tratta; essendo nostro piacere e volontà che noi paghi; perchè 
dette vettovaglie son nostre, e le facciamo condurre per cose di 
nostro servigio ; il quale noi comandiamo che voi così facciate ed 
adempiate senza porvi sequestro ne opposizione veruna. E non fate 
altrimenti , sotto pena della nostra grazia e di diecimila iriirs per la 
nostra Camera e Fisco a ciascheduno che facesse il contrario. Fatta 
nella villa di Medina del Campo a dì ventidue del mese di giugno 
dell'anno 96. 

*ja u> Uve. Jla ut, (/beaùi/i. 

Per comando del Re e della Regina 

Fernando Alvares. Accordata. 
Cod. Dip. F. ai. 



(iSa) 



òi J Leu e leu d Lemtoo. 



docum. Fernando de Seria Lugar temente de nuestro Almirante major 

xm. de Castilla, Nos vos mandamos que dedes e fagades dar a Don 

***** Christoval Colon nuestro Almirante del mar oceano un treslado abto- 

risado en manera que faga fee de quedes quier cartas de merged e 

T*?n T7 #' P re vM e gì° e confirmacioìies que el dicho Almirante major de Ca- 

uita n parf e ^ a d'e stilla tien del dicho cargo e ofiqio de Almirante, por donde el,j otros 

autentico tratta- » »i •»?» i 

do del privilegio por el y lleven e se coian los derechos e otras cosas a el pertene- 

del Almirantad- ' J r 

é°e fa/rndias! e s Qi ente en el dicho cargo: por que avemos fecho merced al dicho 

Don Christoval Colon que aja e gose ile las merqedes e 

prerogativa^ e libertades e derechos e salarios en el Almirantadgo 
de las Yndias que ha e tiene e gosa el dicho nuestro Almirante 
major en el Almirantadgo de Castilla. Lo qual fased e complici 
luego corno fuerdes requerido con està nuestra carta , sjn que a 
quello pongajs escusa ni dilacion alguna: e sj osi non lo fisici* 
des e cumplierdesy mandamos al nuestro asistente e a otras j usti cias 
de la cibdad de Sevilla que vos compellen e apremien a lo a sj 
faser e complir; e non fagades ni fagan ende al. Fecha en la cibdad 
de Burgos a vejnte e tr*es dfas del mes de abril de noverila e sjete 
ari os. 

c/o el u\ew. c/o iax' cKoui toc/ ^ 

Por mandado del Rej e de la Rejna, 

Fernand Alvares. 
A cor dada. 



J 



(»«) 



<#(& 



w e 



A $> 



wma. 



F 



erdinando di Soria Luogotenente del nostro Ammiraglio maggiore documento 



di Castiglia : Noi tì comandiamo che diate e facciate dare a Don 
Cristoforo Colon nostro almirante del mare Oceano una copia lega- 
lizzata in maniera autentica di quaisivoglian carte di grazia , e privile- 
gio , e conferme , che tiene il detto ammiraglio maggiore di Castiglia 
relative al detto carico ed uffizio di ammiraglio; dalle quali egli ed 
altri per lui, conoscano e raccolgano i dritti e le altre cose ad esso 
spettanti nel detto carico ; perchè abbiamo fatto grazia al detto 

Don Cristoforo Colon che abbia e goda di quelle grazie 

e prerogative e libertà e dritti e salar] nel! 9 ammiragliato delle In- 
die, che ha e tiene e gode il detto nostro ammiraglio maggiore 
nell'ammiragliato dì Castiglia. Il che fate ed eseguite appena che 
ne sarete richiesto per la presente nostra lettera, senza frapporvi 
né scusa , né indugio veruno. E se cosi noi farete ed eseguirete , 
comandiamo al nostro Governatore e agli altri magistrati della città 
di Siviglia , che vi costringano e sforzino a cosi (are ed eseguire. 
Fatta nella città di Borgos , il giorno ventitré del mese di aprile , 
Tanno del novanta sette. 



XVII. 



Cedola diretta al 
Luogoteoente del* 
1' Ammiraglio di 
Cartiglia, perckt 
dia all' Ammira- 
glio delle India 
una copia auten- 
tica del privile- 
gio dell'Ammira- 
gliato. 



fjo lo i/i)ei 



\Jo éa Uveaw 



wia» n- 



Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares. 

Accordata. 



(.64) 



'•■«**. 



dJi zj\jvu v leu <J LeiJiioo. 



DOCUM. 
XVIII. 



Carta a D. Chri- 
stoval Colon para 
que pueda tornar 
y asentar a suel~ 
tio basta 33© per- 
sona*. 



Vease la Ynstru- 
fion a ojas Wt. 



jLor la presente damos licencia e facultad a vos Don Christoval 
Colon nuestro rimirante del mar oceano para que podays tornar e 
tomajrs a sueldo fasta en numero de trezientas e treynta personas > 
para que esten en las Yndias , de los ofiqios e forma si giù ente : qua- 
renta escuderos, cient personas de guerra e de trabajo, treynta ma- 
rineros, treynta grumetes, veynte labradores de oro, cinquenta la- 
bradores, diez ortolanos, veynte ojiciales de todos ofeios, treynta 
mugeres; que son todas las dichas tresientas e treynta personas: las 
quales hagays pagar sueldo segundo se contien en la ynstruqion 
que cerca dellos mandamos dar. e sy alguno de los dìchos oficios 
e gente fuera necesario mudarse 9 o crecer en numero de los unos 
abaxando en ellos otros, lo podays faser, segando vierdes e en- 
tendierdes ser conplido a nuestro previle gio 3 e con tanto que non sean 
mas por todos de las dichas tresientas e treynta personas. Fecha en 
la qibdad de Burgos, a veynte e tres dias del mes de abril de milt 
e quatrocientos e noventa e syete anos* 



c/o et cAeu. 



e/o leu cJieuiicfe. 



Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Fehnand Alvares* 
Acordada* 



\ 



(i65) 



*yl i/òe e /a Cr&eawia. 



A er la presente concediamo licenza e facoltà a Voi Don Cristoforo documento 
Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano, che possiate prendere xvm. 
e prendiate a soldo sino al numero di trecento trenta persone , ac- 
ciocché dimorino nelle Indie , negli uffizj , e nella forma seguenti : 
quaranta scudieri (moschettieri), cento persone da guerra e da ÌJU^E^ 
lavoro; trenta marina), trenta pruvieri, venti lavoratori dell'oro, ^c^caUoido 
cinquanta lavoratori, dieci ortolani, venti uffiziali di tutti gli uffi- 
zj , trenta donne : che formano in tutto le prefate trecento trenta 
persone ; alle quali facciate pagare il soldo , a nonna della istru- Y'«s a " la 
zione che intorno ad esse comandiamo che a voi si dia. E se al- 
cuno de' prefati uffizj , o gente , fosse d' uopo mutarlo , o crescere 
il numero degli uni , scemando quello degli altri , far lo possiate , 
come vedrete e intenderete esser consentaneo al nostro privilegio; 
a condizione però che fra tutti sien trecento trenta , senza più. 
Fatta nella città di Burgos addì a3 di aprile dell'anno i497* 



istm- 
csrte XVL 



\/o ic uve* So fa (svernila. 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares* 

Accordata* 



(i66) 



kJL v\e\i e uxuLeaiuco. 



docum. liuestro thesorero de la hasyenda e cosas a 

XIX. Nos pertenescientes de las yslas e ticrra firme descubiertas e pus- 
s ^ **>^**~^ stas so mie stro sehorio en el mar oceano en las partes de las Ynr 

diasi Nos <vos mandamos que del oro e mercaderias e otras cosas 

Qrden para que que se ovieren en las dichas Yndias dedes y paguedes a las perso- 

' kagiendavagneei nas que ovieren de aver de nos, qual quier salario e sueldos e otros 

sutl do a las per- ' ' ' 

'iShdat'q™ 1*1 m ™ q ue cifan de aver por fletos de navios e marineros e para las 

sentaran firma- . i 7 7 •„ • ii . j 

da* de Don chn- otras cosas que sean necesarias para la habitacion e poblacxon de 

stoval Colon Al- 

miraMt. i a gente que està e oviere de yr a las dichas Yndias por sueldo e 

salario j e la genie que nos oviere servido al tiempo pasado lo que 
asy oviere de aver e les fuere devido segundo se vos dier por no- 
minas e cedulas e libramientos firmados de sus nonbres de Don Ckri* 
stoval Colon nuestro rimirante, Viso Rey e Governador de 'las di- 
chas Yndias j o su Lugar temente, y los oficicdes de nuestros Con- 
tadores mayores que en las dichas Yndias estan o estovieren; con 
los quales recabdos e nominas e con cartas de pago de las prcsen- 
tes mandamos que vos sean recebidos en cuenta los dichos mrs que 
asy libraren el dicho rimirante e oficiales, e dierdes e pagardes 
corno dicho es; e non fagades ende al. Fecha en la cibdad de Bur- 
gas a veynte e tres dias del mes de abril de mill e quatrocientos e 
noventa e syete ahos. 



c7o 



et citali. c/0 *& cAeaMtcu 



Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Fernand Alvares. 
jicordada. 



<»«7) 



zsl U&e e /a t/òeama. 



W ostro Tesoriere defl' Azienda , e delle cose documento 

a Noi appartenenti delle isole e terra ferma nuovamente scoperte xix. 

e poste sotto il nostro dominio nel mare Oceano nelle parti delle ^-^^^-^ 
Indie : Noi vi comandiamo , che con l' oro , colle mercanzie ed altre 

cose che si avranno nelle Indie suddette, diate e paghiate alle per- ordine ai t**o- 

r ° L riere delle Indie, 

sone che aver dovessero da Noi alcun salario o soldo o altri de- *« h*|» u «°w<> 

eiie persone t te* 
• 1*1 • i».* 1 _!• a i* • • i condo le cedole 

nari , di che sien creditori per nolo di naviglj , e manna] e per le che prememmo 

1 - firmate da D. Cri- 

altre cose necessarie ali abitazione e popolazione della gente che -t ? fop ? Colon A «- 

ix o miraglio. 

sta , o dovrà andare alle Indie suddette , per soldo e salario alla 
gente che ci avesse servito al tempo passato, tutto ciò che è loro 
dovuto, secondochè vedrete da' ruoli, cedole e mandati firmati coi 
nomi di Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio, Viceré e Gover- 
natore delle Indie suddette, o del suo Luogotenente, e degli uffi- 
ziali de' nostri Ragionieri maggiori che sono o saranno nelle Indie 
suddette. Con le (fu ali ricevute, e ruoli, e con le presenti lettere 
di pagamento, comandiamo che vi sien ricevuti in conto i detti 
maravedis, che cosi rilasceranno il detto Ammiraglio, e uffiziali; 
e diate e paghiate come è detto, ne facciate altrimenti. Fatta nella 
città di Burgos addì a3 del mese di aprile dell'anno mille quattro- 
cento novanta sette. 

<jo U (Joe. $o lei Uveama. 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares* 

Accordata» 



(i68) 



Qji v\mi e Hoc dXenmcu. 



peti 



DOCUM. jyiuestros Contadores mayores e vuestros logar tenientes e oficior 

xx - les: Don Christoval Colon nuestro rimirante del mar oceano nos 

fise rélaqion que el ha prestado e presta a algunas de las perso- 

us^Jeud^ts 7*1 nas que estan en las Yndias algunas quantias de mrs; las quales 

giZ*i7<£t u ? L- dise que le han de ser pagadas del sueldo e mantenimiento que han 

de aver de nos las dichas personas. Nos suplico <vos mandasemos 
que gelas librasedes en los mrs que las tales personas ovieren de 
aver de Nos. Porende Nos vos mandamos que mostrando <vos el di- 
cho rimirante , o quien su poder ostiere en forma bastante de aere- 
cho, corno los tales mrs le son devidos por las tales personas, gelos 
librejrs en el nuestro thesorero, o en su Lugar temente de las di- 
chas Yndias, para que gelos paguen de lo que ovieren de dar^ e 
pagar a las tales personas que asjr las devieren al dicho 4lmirante. 
Fecha en Burgos a nueve dias de mayo de noventa e syete ahos. 



c7o 



et/ cJ\ew. e/o w ó\cmwu. 



Por mandado del Rejr e de la Reyna, 

Fernando Alvares. 
Acordada. 



(«%) 



*ffl C/ée e> /a (7è>eatm. 



li ostri Ragionieri maggiori , e i vostri Luogotenenti e uffìziali : DOCUMENTO 
Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano ne ha 
riferito eh' egli ha prestato e presta ad alcune persone che stanno 
nelle Indie alcune partite di maravedis ; le quali dice doverglisi 
pagare del soldo, e delle vettovaglie che hanno ad avere da Noi Y^''XS?Ì+> 
le dette persone; e ci ha supplicato che voi gliele rimetteste in ^S^^dJ^ÌS. 
altrettanti maravedis di quelli, che tali persone deggiono ricevere 
da Noi. Perciò Noi vi comandiamo che mostrandovi il detto Ammi- 
raglio , o chi ne avrà i poteri, in forma valida di dritto , come 
tali maravedis gli son dovuti dalle tali persone , Voi gliene fac- 
ciate il rimborso sul nostro Tesoriere delle Indie suddette , o sul 
Luogotenente di esso; acciocché gliele paghino di ciò che dovreb- 
bono dare e pagare a quelle tali persone , che così ne hanno il 
debito col detto Ammiraglio. Fatta in Burgos a dì nove -di maggio 

! anno del novantasette. 

I 

*ja co Uve* ^/a Co, L/beamtt, 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Altare*. Accordata. 



Cod. Dip. F. 22. 



( *7° ) 



(Li v\jm e leu J\e/uuoo. 



DOCUM. 
XXL 

JLor la presente damos licencia e facultad a vos Don Christovat 

Colon nuestro rimirante del mar oceano para que si vierdes que 

^Vratuluomas conrien a nuestro servigio que se tomen mas numero de personas de las 

rmi*e quitier* que agora mandamos yr a las Yndias a estar en ellas, podays tornar 

e tener fasta Uegar a numero de quinientas personas por todas, por 
et tiempo e segund que a vos bien visto fuere. contanto que el suet- 
do e mantenimiento que las tales personas que acreqentardes ovie- 
ren de aver, se les pague de qual quier mercadurias e otras cosas 
de valor que se onere en las dighas Yndias > sin que nos mande- 
mos proveer para elio de otra parte. Fecha en la qibdad de Bur* 
gos a vejrnte tres dias del mes de abril de miti e quatrogientos e 
noventa e syete aiios* 

c/O el cneu. c/o lou cAetutou 

Por mandado del Rey e de ta Reyna , 

Frrnand Àlvares. 
A cor dada. 



<»7>) 



*% tf&6 6 6* 




leamo?. 



DOCUMENTO 
XXI. 



Licenza per Mtol- 



LO TO« 



X er la presente diamo facoltà e licenza a voi Don Cristoforo 
Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano , perchè ove scorgiate 
convenevole al nostro servizio di prendere maggior numero di per* £r7^a£ìorTi£ 

° mero di gente, te 

sone , di quelle che ora comandiamo che vadano alle Indie a sta- {' e ^ mira8li( 
bilirvisi, le possiate prendere e tenere fino al numero di cinque- 
cento persone fra tutte , per quel tempo e in quel modo che a voi 
parrà il migliore; a condizione però che il soldo e i viveri che 
tali persone , le quali aggiungerete , dovessero avere , sia lor pagato 
con qualche mercanzia, o con altre cose di valore, che si trove- 
ranno nelle Indie suddette ; senza che Noi ordiniamo , che a ciò 
sia provveduto. Fatta nella città di Burgos il giorno *3 di aprile 
del 1497. 



*% a (JÌ)e+ *y# ut Uveama* 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares. 

Accordata. 



(»70 



òi <J Leii e toc v Xeoiiiw. 



DOCUM. 
XXI L 

JJon Fernanda e Donna (sic) Ysabel por la gracia de Dios jftey 

e Reyna de Castilla ec Por quanto por parte de algunas per- 

Facuitad ai au soTios que estan avezindadas en la ysla Esphhola e de otras que 

mirante para que ' 

r Zl"ren ir todos7ù se qui cren avezindar en ella, Nos fue suplicado les mandasemas dar 
ysu inoS Es^ou e senalar en la dicha ysla tierras , en que ellos pudiesen sembrar 

tierras a los mo- 

radores que r«n pan e otras semillas , e piantar huertas e alsqdones e linares e vi- 

y alla han ydo, * . 

^ym^iZslul nos e arboles e canaverales de acucar e otras pìantas, e faser e hedi- 

Jlcar casas e molinos e engenios para et dicha acucar , e otras hedi- 
ficios provechosos y necesarios para se bivir, lo qual es servijo nue~ 
stro e bien e utilidad, corno delos moradores de la dicha ysla ; por* 
ende por la presente damos licencia e facuitad a vos Don Christo* 
vai Colon nuestro rimirante de la mar aqeana e nuestro Viso Rey 
e governador en la dicha ysla , para que en todòs los tenninos del- 
la, podades dar e repartir e dedes e repartades a las tales perso- 
nas e a cada uno dellos que agora biven e moran en la dicha ysla r 
e a los que de aqui adelante fueren a bisnr e marar en ella, las 
tierras e mantes e aguas que vos vierdes que a cada uno dellos se 
deven dar e repartir segundo quìen fuere , e lo que Nos ostiere ser- 
vitila, a la condicion e calidad de su persona e bivir, e limitando e 
amajonando a cada uno lo que ansy le dierdes e repartierdes para 
que aquello aya e tenga e posea por suyo e corno suyo; e la use 
e piante e tabre e se aproveche dello, con facuitad de lo poder ven- 
der e dar e donar, e trocar e canbiar e enagenar e faser dello e 
en elio toda lo que quisiere e por bien tosnere coma de cosa suya 
propia a vida , de justo e derecho titulo , obligandbse las tales per- 
sonas de tener e mantener vezindad con su casa poblada en la di- 
cha ysla Espanola por quatro anos prìmeros syguientes, contados des- 
de el dia que les dierdes e entregardes las tales tierras e fasien- 






( '73 ) 



<S/ U&& e la/ Uveama. 



DOCUMENTO 
XXII. 



miliare. 



JL/on Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina 

di Castiglia , ec Essendoci state presentate delle suppliche 

per parte di alcune persone che si sono stabilite, e di altre che Facoltà conceda 
bramano stabilirsi nelT isola Sp a finitola, affinchè comandassimo che p*"** p°«» dL-e 

* v ' e ripartire in tut- 

si desser loro ed assegnassero nella detta isola delle terre, nelle £il e s {^ooiT£ 

•■. . i. . li. •• • terre agli abitatori 

quali potessero eglino seminar grano ed altre sementi, e piantarvi che vanno, o eoo» 
orti , cotone , lino , vigna , alberi , e canne da zucchero , e altre J? n ?^tiJ2£^ 
piante , e fare ed edificare case , molini , e macchine pel detto zuc- 
chero , ed altri edifizj utili e- necessarj per vivere ; cosa che è di 
nostro servizio , e di bene e dì utilità parimente degli abitatori 
dell'isola stessa; perciò con la presente diamo licenza e facoltà a 
voi Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano , e 
nostro Viceré e Governatore nella detta isola, che in tutte le parti 
di essa possiate dare e ripartire, e diate e ripartiate a quelle per- 
sone, e a ciascheduna di esse, che ora vivono e dimorano nell'isola 
suddetta , e a quelle che da ora in poi ci venissero a vivere e di- 
morare , le terre , i monti , e le acque , che voi vedrete doversi 
dare e ripartire ad ogniuno di loro , secondo eh' e' sarà , e quanto 
ci avrà servito , e la condizione e qualità della persona e del vivere , 
limitando e fissando i confini a ciascheduno, cui le darete e ri- 
partirete; acciocché le abbia e tenga e possegga per sue e come 
sue, e se ne giovi, e le pianti, lavori, e ne tragga profitto; con 
facoltà di poterle vendere, dare, donare, cambiare, alienare, e 
far di esse e con esse checché gli piaccia, e gli parrà bene , come 
di cosa sua propria, a vita, di giusto, e diritto titolo; obbligan- 
dosi però le tali persone di tenere e mantener domicilio con casa 
abitata nella detta isola Spagnuola per 4 ann i prossimi seguenti, a 
contare dal giorno in che darete e consegnerete loro Le accennate 



( «74 ) 

das, e que faran en la dicha ysla casas e plantaran las dichas vi- 
has e huertas en la manera e cantitad que a vos bien visto fuere: 
Con tanto que en las tales tierras e montes e aguas que asjr dier- 
de e repartierdes, las tales personas non puedan tener ni tengan jur 
ridicion alguna civil ni criminal, ni casa acontada nin dehesada, ni 
termino redondo , mas de aquello que tovieren cercado de una ta- 
pini en alto , e que todo lo otro desqercado , cogidos los frutos y esquii- 
mos dello, sea pasco comun e baldio a todos. A si mesmo reserva- 

Riservandosi: los 

Rem ei on> 9 pi*, mo^ pam Nos él Brcisil e qualquier metal de oro e piata e otro 

ti ,bresu 9 y otros * ' ' ' 

L7/«™ *f us metal que en las tales tierras se ballare: e asy mesmo que las tales 
<***. personas aquien dierdes e repartierdes las dìclias tierras, no pue- 

dan faser ni fagan en ellas ni en parte dellas cargo ni descargo 
afgano de metal ni de otra cosa alguna que a nos pertenescen, e 
de que por nuestro mandado se ha de haser cargo e descargo. E 
que solamente ellos puedan sembrar e coger e Vevar e gosar los 
frutos e pan e semillas e arboles e vinas e algodonales que en 
las dichas tierras sembraren e cogieren , conto di e ho es. E querernos 
e mandamos que las tierras que les vos dierdes e repartierdes en 
la manera que dicho es, ningunas ni algunas personas non gelas 
tomen ni occupen , ni les pongan en ellas ni en parte dellas embar- 
go ni empedimiento alguno; mas libre mente gelas dexen tener e pò- 
seer, e usar e gosar dellas* segando que en està nuestra carta se 
contien. E los unos ni los otros non fagan ende al por alguna ma* 
nera, so pena de la nuestra merqed e diez mill mfs a cada uno 
que lo contrario fisiere , para la nuestra camera. Dada en la villa 
de Medina del campo, a veynte e dos dias del mes de Jullio, ano 
del nasqimiento de nuestro Salvador Jesu Christo de mill e quatrv- 
qientos e noventa e sjrete anos. 

C/O et/ d lei». c/0 leu cJicuiux/. 

Yo Juan de la Parrà Segretario del Rey e de la Reyna nuesfros 
Senores la fis escrivir por su mandado. E en las espaldas de la di- 
cita carta desjra: acordada. Rodericus Dottor. Fernand Ortis por 
ehangiller. Re gy strada. Dottor. 



( '75 ) 

terre e rendite , e eh' eglino faran case nella detta isola , e pian- 
teranno le dette vigne ed orti, nella maniera e quantità che voi 
giudicherete opportuno. A condizione che nelle terre , monti , ed 
acque , che così darete e ripartirete , le dette persone non possano 
avere, né abbiano giurisdizione veruna civile, ne criminale, né casa 
a maniera di castello, né bandite, né confine ritondo , tranne quello 
che avranno cerchiato di un muro in altezza; e tutto il rimanente 
privo di mura, raccoltine i frutti e i prodotti, sia pascolo comune 
a tutti» Così ancora riserbiamo a Noi il brasile (verzino), e qua- 
lunque metallo d' oro e d' argento , ed ogni altro metallo che si J^I^^f^ 



T Re si risorta» 



mettili che si tro- 



• ». • «i . i_ fi soeraui eoe si tro- 

trovasse in esse terre ; e voghamo similmente che quelle persone % *«*»«> oeUe ter- 
re scoperte. 

cui darete e ripartirete le terre accennate , non possano in esse > 
ne* in parte di esse, caricare, né discaricare metalli, né verzi- 
no, ne altra cosa veruna a Noi appartenente, e che per nostro 
comando si ha da caricare e scaricare. E eh' eglino solamente 
possano seminare , raccogliere , ritrarre , e godere i fratti , il fru- 
mento, le sementi, gli alberi^ le vigne, e i cotoni, che nelle terre 
suddette semineranno e raccoglieranno, come si é detto. E vogliamo* 
e comandiamo che le terre , che voi lor darete e ripartirete nella 
maniera indicata , ninna , né alcuna persona , non le tolgano loro . 
né occupino , né sopra di esse , o di parte di esse pongano staggi- 
na, né impedimento veruno; ma lascino che liberamente le tengano 
e posseggano , e se ne giovino , e le godano , giusta il tenore di 
questa nostra lettera. E non facciano diversamente né gli uni, ne 
gli altri per modo veruno, sotto pena della nostra grazia, e di 
dieci mila maravedis per la nostra Camera ad ognuno , che ope- 
rasse in contrario. Data nella villa di Medina del Campo, il giorno 
22 del mese di luglio , l' anno della natività di nostro Salvatore 
Gesù Cristo mille quattrocento novanta sette. 

*jo lo (/b& iso ut (sbeama. 

Io Giovanni della Parrà, Segretario del Re e della Regina nostri 
Signori, l'ho fatta scrivere per ordine loro. E nel tergo della detta 
lettera si leggeva : Accordata. Rodericus Doctor* Fernando Ortis 
Pro-Cancelliere» Registrata. Dottor» 



(, 7 6) 



s*^******^^. 



kJL v\er\i e toc J Leoii/tcu 



DOCUM. 

xxiil Uon Fernando e Dona Ysabel por la gracia de Dios Rejr e Reyna 

de Castilla ec Porque a los Reyes e Principes es propia cosa 

Mcced dei Ad*- de honrrar e sublimar e faser mercedes e gracias a los sus subditos, 
loìome cofòfk^. * naturale s , especialmente a quellos que bien e leal mente lós sir- 
TanL * A m '~ ven : Lo qual por nos visto , e considerando los muchos buenos e lear 

les serviqios que vos Don Bartolome Colon hermano de Don Chri- 
stoval nuestro rimirante del mar oceano e Viso Rejr e Governador 
de las jrslas nueva mente halladas en las Yndias , Nos avedes fe- 
dito e fazedes de cada dia » e esp eramo s que nos fareys de aqui 
addante, tenemos por bien e es nuestra merced e voluntad que de 
aqui addante vos llamejrs e yntituleys Adelantado de las dichas 
Yndias* e podades usar e exercer e faser en las dichas jrslas e en 
fCada una dellas todas las cosas que los otros Adelantados de los 
dichos nuestros Rejrnos pueden faser; e que ayades e gosedes e vos 
sean guardadas todas las honìvas e gracias e mercedes e prehemir 

nencias e prerrogatiwis , que son devidas e se deven faser e 

segundo las leyes por Nos fechas en las cortes de Toledo, e las 
otras leyes de nuestros Reynos, a los otros nuestros Adelantados 
de los dichos nuestros Reynos, asy en sus Adélantamientos corno 
fuere dello s. E por està nuestra Carta, o por su traslado synado 
de escrivano publico, mandamos al yllustrissimo Principe Don Juan 
nuestro mny caro e muy amado Jijo, e a los ynfantes* perlados , 
duques, marqueses, condes, e adelantados, e ricos omes , maestres 
de las ordenes, priores, comendadores e subcomitesj e a los del nue- 
stro consejo, e oydores de la nuestra dbdiencia, alcaldes e algua- 
ziles e otras justicias quales quier de la nuestra casa e corte e chan- 
qilleria, e a todos los consejos, Justigias, regidores, cavalleros , esca- 
deros, ojigiales, e omes buenos de las qibdades e villas e lo gare s 
de los dichos nuestrrs Reynos e Sehorios, e al dicho nuestro Almi- 



( *77 ) 



*ffl Uve e> & (jée^m^. 



DOCUMENTO 

xxin. 



JLJon Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina ^^ *$£?£ 



die a Don Barto- 



di Castiglia ec. Essendo cosa propria de' Regi e de' Principi onorare ìommeocoic* rm- 
e sublimare , e. far grazie e favori a' loro sudditi e naturali, e spe- ngii* 
cialmente a quelli che bene e lealmente li servono , ed avendo Noi 
ciò veduto, e considerando i molti, buoni e leali servigj, che voi 
Don Bartolommeo Colon fratello di Don Cristoforo nostro Ammira- 
glio . del mare Oceano , e Viceré e Governatore delle isole nuova- 
mente scoperte nelle Indie , ci avete fatti e fate ogni giorno , « che 
speriamo ci farete da ora innanzi , Ci è sembrato bene , ed è no- 
stro piacere e volontà che da ora in avanti vi chiamiate e intito- 
liate Prefetto delle Indie predette ; e possiate usare , esercitare 
e fare -nelle dette isole e in ognuna di esse , <tutte le cose , che far 
possono gli altri Prefetti de' nostri regni suddetti; e che abbiate 
e godiate, e vi sien mantenuti tutti gli onori, grane, favori, pre- 
minenze e prerogative , che son dovute e si debbon fare «<••«, 
secondo le leggi da Noi fatte nelle Corti di Toledo , e le altre leggi _ 
de' nostri regni, agli altri Prefetti dei suddetti nostri regni, così 
nelle lor Prefetture , come fuori di esse. E per questa nostra 
lettera , o per la sua copia segnata da pubblico scrivano , coman- 
diamo all'Illustrissimo Principe Don Giovanni, nostro carissimo ed 
amatissimo figlio , e agli Infanti Duchi , Marchesi , Conti e Pre- 
fetti^ e ricchi uomini, Mastri degli Ordini, Priori, Commendatori, 
« Vicecomiti, e a quelli del nostro Consiglio, e agli Uditori della 
nostra Udienza , alcaldi , birri , ed altre giustizie qualunque sieno 
della nostra Casa , Corte e Cancelleria , e a tutti i Consigi j , Tribu- 
nali, Reggenti, cavalieri, scudieri, ufficiali, e buoni uomini delle 
città , ville e luoghi de' suddetti nostri regni e dominj , e al detto 
nostro Ammiraglio , Viceré e Governatore delle dette isole , ed ai 
coloni e abitatori, e all'altra gente che in quelle stanno o sta- 

Cod. Dip., F. a3. 



( »?8) 

rante , Viso Rey e governador de las dichas yslas 3 e a los vesinos 
e moradoresy e a la otra gente que en ellas estan e estovieren e de 
asiento, o en otra qualquier numera, que de aqui adelante vos yn- 
titulen e llamen e vos ayan e tengan por Adelantado de las dichas 
yslas e tierra firme s e vos guarden e fagan guardar todas las di- 
chas honrras e preheminencias 9 prerrogativas e immunidades , que 
segando las dichas leyes vos deven ser guardadas , e vos recudan 
e fagan recudir con los derechos e salarios al di elio oficio de mie- 
stro adelantado ahexos e pertenescientes , bien e complida mente en 
guisa que vos non mengue ende cose alguna: ca nos por està nue- 
stra carta vos criamos e fasemos Adelantado de las dichas yslas 
e tierra firme, que asy nueva mente se han fallado e descubierto 
en las Yndias 9 e vos reqebimos e avemos por reqebido al dicho ofi- 
cio e al uso e exercicio del. e mandamos que en elio ni en parte 
dello, embargo ni empedimiento alguno vos non pongan ni consien- 
tan poner. E sy de esto que dicho es quesierdes nuestra carta de 
previle gio 9 mandamos al nuestro chanciller e notarios e a los otros 
oficiales que estan a la tabla de los nuestros sellos, que vos lo 
den e pasen e sellen; e los unos ni los otros non fagan ende al por 
alguna numera, so pena de la nuestra merced e de diesmill mrs a 
cada uno que lo contrario fisiere para la nuestra camera. E de mas 
mandamos al ome que les està nuestra carta mostrare que los cm- 
plase que parescan ante nos en la nuestra corte do quier que nos 
seamos, del dia que los emplasare fasta quinse dias primeros syguien- 
tes so la dicha pena : so la qual mandamos a qual quier escrivano 
publico que para esto fuere llamado que de ende al que gelo mo- 
strare escripto sygnado con su sygno, por que Nos sepamos en co- 
rno se cumple nuestro mandado. Dada en la villa de Medina del 
Campo 3 a veynte e dos dias del mes de jullio > ano del nasqimiento 
de nuestro Salvador Jesu Christo de mill e quatrocientos e noventa 
e syete anos. 

c/o el dici*. c/o vcu cjx&uwcu. 

Yo Juan de la Parrà Segretario del Rey e de la Reyna nuestros 
sehores la fis escrivir por su mandado. Y en las espaldas de la di- 
cha carta desya: A cor dada. Rodericus Doctor. Ferdinando Ortix 
Por chanqiller. Registrada, Docton 



/ 



( '79 ) 

ranno stabilmente , o in altra maniera qualunque , che da ora in 
poi vi intitolino, e chiamino, ed abbianvi e tengan per Pre- 
fetto delle dette isole e terra ferma, e vi conservino e vi facciano 
conservare tutti li detti onori e preminenze, prerogative e immu- 
nità , che a norma delle citate leggi vi deggiono esser conservate ; 
e vi facciano riscuotere e riscuotano i dritti e salarj al detto uffizio 
di nostro Prefetto annessi e spettanti, così bene, e compiutamente, 
che non iscemino in parte veruna. Perciocché Noi per questa nostra 
lettera vi creiamo e facciamo Prefetto delle dette isole, e terra 
ferma, che di recente si sono trovate e scoperte nelle Indie, e vi 
riceviamo ed abbiamo per ricevuto al detto uffizio, e all'uso ed 
esercizio di quello. E comandiamo che ne in esso , ne in parte di 
esso non mettano, ne lascin mettere sequestro, ne impedimento 
veruno. E se di questo che si è detto, chiederete nostra lettera di 
privilegio, comandiamo al nostro Cancelliere, a' Notaj , è agli altri 
uffiziali che stanno al banco de' nostri sigilli, che ve la dieno, ri- 
lascino e sigillino. E non facciano altrimenti ne gli uni, ne gli altri, 
sotto pena della nostra grazia e di dieci mila maravedis per la 
nostra Camera a qualunque facesse in contrario. E di più coman- 
diamo all'uomo che mostrerà loro questa lettera, che gl'intimi di 
comparire davanti a Noi nella nostra Corte, ovunque Noi siamo, 
dal giorno della intimazione fino a' i5 giorni prossimi seguenti , 
sotto la pena predetta. Sotto la quale comandiamo a qualsivoglia 
pubblico scrivano, che fosse chiamato a questo oggetto, che dopo 
aver ad essi mostrata la intimazione, ci mandi uno scritto segnato 
col suo segno , perchè Noi sappiamo come si adempiano i nostri 
comandi. 

Data nella villa di Medina del Campo il giorno 22 di luglio, 
Tanno della natività di N. S. Gesù Cristo i497* 

t%- io L/he. tJ& ut, C/ioegùTia,* 

Io Giovanni della Parrà, Segretario del Re e della Regina nostri 
Signori , l' ho fatta scrivere per ordine loro. E nel tergo della detta 
lettera si leggeva : Accordata. Rodericus Doctor. Ferdinando Ortix 
Pro-Cancelliere, Registrata, Doctor. 



( i8o ) 



(Li J\eii e wg d Le/uuax 



DOCUM. 

tfor la presente damos licenzia e facilitaci a vos Don Christovaì 
5w2£« ^*i Colon nuestro rimirante del mar oqeano e del nuestro consejo, par 
tfne km estudo y ra que pododes pagar e pague a las personas que han estado e estan 
*as a siuid». e estovieren de aqui adèlànte, (conforme a la instraqion que de 

ffios teneys, dèi numero de la gente que ha de estar en las dichas 
Yndias) e a las personas e duenos de navios que han Itevado, e 
' Itevaren mantenimientos e otras cosas a las dichas Yndias y todos 

■ 

tos mrs que se tes deven e devieren de aqui adelante de qualès quier 
sueldòs e mantenimientos e fleytes de navios, sjrendo aquello pri- 
mamente averiguado lo que aca se osnere de pagar y por el obispo 
de Badàj os e por vos> e lo que oviere de pagar en las, Yndias por- 
vos, e por el Logar temente de nuestros contadores mayores , que 
alla residèn; dando a cada una lo que just a mente se te deve ,. e 
dèviere. Lo qual les ayays de pagar e pagueys de quales quier men* 
caderias, e otras cosas que en las dichas Yndias se ovieren; con 
tanto que la pagao libranqa que lesfisierdes sea sehabnda de dicho 
Logar temente de nuestros contadores mayores e asentada en los 
nuestros libros , para lo qual vos damos poder complidò. Fecha en 
la villa de dicala de Henares, a veynte e tres dias dèi mes de- 
disiembre de noventa e siete anos. 



&o et ci leu/, c/o ux J\eu4Kx* 

majxdàdo del Rey e de la Reyna r 

Fbrnand Àlvarbs. 
Acordada* 



( rfl ) 



ty/ C/w e /& (jvea^^ 



DOCUMENTO 

xxiv. 



Jter la presente diamo licenza a voi Don Cristoforo Colon no- 
stro Ammiraglio del mare Oceano, e del nostro Consiglio, perchè KIIII^K^ 



possiate pagare e paghiate alle persone che sono state e sono e SIT^dV^eiS 

Tadit, a soldo. 

stessero da ora in poi (conforme alla istruzione, che da Noi ave» 
ste intorno al numero della gente che ha da stare nelle dette In- 
die), e alle persone e a' padroni de' naviglj>, che hanno portato e 
porteranno vettovaglie e altre cose alle dette Indie, tutti lì danari 
che lor si debbono, e si dovranno da ora in appresso di qualsivo- 
glia soldo , e vettovaglia e nolo di naviglj ; verificandosi in prima 
dal Vescovo di Badajoz, e da voi quello, che si avrebbe da pa- 
gare qua \ e quello che si avrebbe da pagare nelle Indie , da voi 
e dal Luogotenente de' nostri Ragionieri maggiori , che colà risie- 
dono; dando a ciascuno ciò che giustamente gli si dee, e dovreb- 
be :. e tutto ciò dobbiate pagare e paghiate con qualunque mercan- 
zia , e con le altre cose , che si trovassero nelle Indie sopraddette , 
a condizione che il pagamento o il mandato che lor farete, sia fir- 
mato dal detto Luogotenente de' nostri Ragionieri maggiori > e por- 
tato su i nostri libri : di che vi diamo pieno potere» 

Fatta nella villa di Àlcalà de Henares a dì ventitré del mese dì 
decembre, Tanno del novantasette. 

<% ìc (/ha $o fa (fbeqma. 

Per comando del Re è della Regina y 

Ferrando Alvares. 

Accordata. 



( '«*) 



asi 



i 



e> 



LSI, 



QMAAOU. 



30CUM. 

xxr. 



Aatoridad para 
que en compania 
dtlObispodt Ba- 
da job puedatasar 
al predo de los 
mantenimientos , 
aue se han de 
llevar a la* Yn- 
dias. 



JLV.everendo yn Christo Padre Obispo de Badajos , e Don Christo* 
vai Colon rimirante del mar oceano arribos del nuestro consejo: 
Vimos una vuestra letra , y cerca de lo que desjrs que non se ha prò- 
veydo cosa alguna fasta agora en lo de los mantenimientos que han 
de yr a las Yndias , a cabsa que non hallays persona que los tome 
a cargo per los preqios que de aca fueron tasados en las ynsttu- 
qiones que vos el dicho Abiurante levastes, porque dis que valen 
los dichos mantenimientos a mayores precios que aca se tasaron, y 
pues asy es ; Nos vos mandamos y encargamos que amos a dos j un- 
ta mente lo veays , e busqueys personas fiables que lo tomen 9 y ta- 
seys el pregio que fusto fuere , e vos paresciere que se les deve dar* 
aviendo respetto al valor de los dichos mantenimientos : e sy no fai- 
lardes tales personas , lo proveays corno a vos otros me/or pare* 
sgiere por manera que no se detenga la partida de vos el dicho 
rimirante ; cara para elio vos damos poder complido. Fecho en la 
villa de Alcala de Henares a veynte e tres dias del mes de disiem- 
bre de noventa e syete anos. 



c/o et/ cKeu,. 



e/o leu Jieuitcc. 



mandado del Rey e de la Reyna, 

Fermano Alvarbs. 
las espaldas desya: Acordada. 



(.83) 



<l/ù C/òe e ui> (j&mma>. 



alle Indie. 



DOCUMENTO 
XXY. 

ALeverendo in Cristo Padre Vescovo di Badajoz, e Don Cristoforo S^iSfddvv 

* scoto di Badaìos 

Colon Ammiraglio del mare Oceano, ambidue del nostro Consi- p<>*« tassare a 

° presso delle vet- 

glio : Abbiamo veduta una vostra lettera ; e intorno a ciò che {^"di ^tarì 
dite non essersi dato fino ad ora provvedimento alcuno riguardo 
alle vettovaglie , che debbono andare alle Indie, a motivo che non 
trovate persona che le voglia caricare per quel prezzo, che furono 
qui tassate nelle istruzioni che voi e il detto Ammiraglio portate 
avete; perchè si dice che le dette vettovaglie abbiano un prezzo 
maggiore di quello, che fu qua stabilito; e così essendo, Noi vi 
comandiamo e incarichiamo che ambidue insieme ne prendiate co- 
gnizione, e cerchiate persone fidate, che le prendano; e fissiate il 
prezzo che sarà giusto, e che parravvi doversi lor dare, avendo 
rispetto al valore delle dette vettovaglie : e non trovando tali per- 
sone , date que' provvedimenti che vi sembreranno i migliori ; per 
tal maniera che non si ritardi la partenza di voi sopraddetto Ammi- 
raglio; essendoché a tal oggetto vi concediamo pieno potere. Fatta 
nella villa di Alcalà de Henares a dì ventitré del mese di decem- 
bre, Tanno del novantasette. 

fjo U Uve. $o la ulpeama. 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares. 
E nel tergo diceva : Accordala. 



( i84) 



DOCUM. 
XXVI. 



■Carta para que 
los de la* Yndias 
còedescan al Al- 
mirante corno Vi- 
so Rey y Gover* 
nador della*} y 
cumplan a sus 
mandado*. 



JL/on Fernando e Dona Ysabel por la gracia de Dios Rey e Rcj- 
na de Castilla ec..+ .+ .A vos los cavidleros e escuderos> ofiqiales 
e omes buenos e otras quales quier persona* de qualquier estado o 
condiqion que seajrs, que por nuestro mandado juestes e estays e 
estovierdes de aqui adelanie en las ydas por nuestro mandado de- 
scubiertas e por descobrir en el mar oceano en las partes de las 
Yndias , e a cadauno e qualquier de vos 9 salud e gracia. Bien 
sabejrs corno Don Christoval Colon nuestro rimirante ile las dichas 
Yndias del dicho mar oceano es nuestro Viso Rey e Governador 

■ 

dellas, por virtud de nuestras cartas de poderes que para elio le 
mandamos dar e dimos. E por que nuestra merced e voluntad es 3 
que el dicho rimirante tenga el dicho cargo de nuestro Viso Rey 
e Governadar, e que use e exercite en las dichas yslas, e que todos 
Jagays e cumplays todo lo que el de nuestra parte vos mandara y 
entendiera ser complidero de nuestro previlegio, Nos vos mandamos 
a todos e a cada uno de vos que asy lo cumplays y exsecuteys , 
e que todos vos conformes con el, e fagades e complades todo lo 
que el de nuestra parte vos mandare, corno sy JVos en persona vos 
lo mandasemos, so las penas que vos fusiere o mandare poner de 
nuestra parte > las quales por la presente vos ponemos e avemos por 
puestas: para las exsecutar en los que lo contrario jisieredes > dar 
mos poder conplido al dicho rimirante Don Christoval Colon o a 
quien su poder oviere: e los unos 3 ni los otros no fagades ni fagan 
ende al por alguna numera so pena de la nuestra merged e de diez 



(,85) 



se; e n eseguisca- 
no i comandi. 



■DOCUMENTO 
XXVI. 

Uon Ferdinando e Donna Isabella , per grazia dì Dio Re e Regina 

di Castiglia, ec. A voi Cavalieri e Scudieri, ufficiali , e buoni uo- roem^éiJek- 

" i • ■■• ubbidiscano 

mini, e qualunque altra persona di qualsivoglia stato e condizione * u ' ammiraglio, 
che siate, che per nostro comando foste , e state, e starete da ora Governatorcdie> 
tn poi nelle isole, per nostro comando scoperte e da scoprire nel 
mare Oceano nelle parti delle Indie , e a cadauno e qualunque di 
voi , salute e grazia. Ben sapete , come Don Cristoforo Colon 
nostro Ammiraglio delle dette Indie del detto mare Oceano è no- 
stro Viceré e Governatore di esse , in virtù delle nostre lettere di 
commissione , che per ciò comandammo gli fosser date , e date gli 
abbiamo. Ed essendo nostro piacere e volontà che il detto Ammi- 
raglio tenga il detto carico di nostro Viceré e Governatore, e che 
ne usi e F eserciti nelle dette isole , e che tutti facciate e adem- 
piate tutto , eh' egli da nostra parte vi comanderà , e giudicherà 
opportuno ai compimento del nostro privilegio ; Noi comandiamo 
a tutti e a cadauno di voi, che così lo facciate ed eseguiate, e 
che tutti voi conformandovi a lui y e facciate e adempiate quanto 
egli da parte nostra vi comanderà > come se Noi in persona vel 
comandassimo , sotto le pene ch'egli v'imporrà, o comanderà vi 
s'impongano da nostra parte : le quali per la presente v'imponiamo 
ed abbiamo per imposte : per metterle ad esecuzione contra co- 
loro che il contrario facessero , concediamo pieno potere al detto 
Ammiraglio Don Cristoforo Colon, o a chi ne avrà i poteri; e sì 
gli uni che gli altri non fate, né facciano contro a ciò per niuna 

Cod. Dip. F. 24 



( >«) 

mill mfs paru la nuestra camera a cada uno de tos que lo contra- 
rio fisierdes. Dada en la cibdad de Segovia a diez e sejrs dias del 
mes de agosto, ano del nasgimiento de nuestro Senor Jesu Christo 
de mill e quatrogientos e noventa e quatro arìos. 

e/o et cAeu. c/o wf ci leuita. 

Yo Fernand Alvares de Toledo Segretario del Rejr e de la Rejrna 
nuestros Senores la Jis escrivir por su mandado. E en las espaldas 
de la dicha carta estava escripto esto que sjrgue: Re gì strada. Alon- 
so Peres, Pero Grrs Chanqiller. 



(i87) 

maniera , sotto pena della nostra grazia , e di dieci mila maravedis 
per la nostra Camera a ciascheduno di loro , che il contrario fa- 
cessero. Data nella città di Segovia a dì sedici del mese di agosto, 
l'anno della natività di nostro Signore Gesù Cristo mille quattro* 
cento novantaquattro. 

tjo le Uve, tJO ùa ufae/u?iia. 

Io Fernando Alvares 9 Segretario del Re e della Regina nostri 
Signori , la feci scrivere per ordine loro. E nel tergo della detta 
lettera stava scritto ciò che segue : Accordata. Alonso Peres. Pero 
firrs Cancelliere. 



(«88) 



DOCUM. 
XXV II. 



Uon Fernando e Dona Ysabel por la grama de Dios Rej e Reyna 
de Castilla, ec. . . . a todos e quales quier capitanes maestros e pa- 
trones e coniramaestres e marineros de naos e caravelas e otras fu- 
stas , e a otras qualesquier personas de quatquier condìcìon que sean 
nuestros vasalos subditos e naturales, a quien lo de yuso en està 
nuestra carta contenido atane, o ataner pueda; e a cada uno e qual 
quier de <vos a quien està nuestra carta fucre mostra, o el traslado 
della sygnado de escrivano pubblico, salud e gracia. Sepades que 
nos avemos mandado a Don Christoval Colon nuestro rimirante del 
mar oceano e nuestro Viso Rejr e Governador de las jrslas e tierra 
caftan ^grnfrai firme del dicho mar oc e a no a la parte de las Yndias , que con qier» 

del Armada que 

se embia a in* tcis naos e caravelas e otras fustas, corno nuestro capitan y vaya a 

las dichas Yndias e tieiTa firme que son a la dicha parte de las 
Yndias descubiertas e por descobrir. Por ende por la presente man- 
damos a todos, e a cada uno de vos los dichos maestres e capitar 
nes e patrones e contramaestres e companas de las dichas naos e 
caravelas e otras fustas; e a todas las eomparìas que en ellas e en 
cada una dell a s navegaren, que tengades e tengan por nuestro Ca- 
pitan general de las dichas naos e fustas, e earavelas al dicho Don 
Christoval Colon nuestro Almirante, Viso Rey , e Governador del 
dicho mar oqeano; e le obedèscades, e tengades por nuestro Capi- 
tan general; e fagadès, e eumplades, e pongades en obra todo lo* 
que por el de nuestra parte vos fuese dicho, e mandado; e cada 
cosa e parte detto, segunde corno e en la forma e numera, e a los 
tiempos, e so las penas, que el de nuestra parte vos mandare; sjn 
poner a elio escusa ni dilaqion alguna; bien asy , e a tan eomplida 



<»«9> 



DOCUMENTO 
XXVII. 



JLron Ferdinando e Donna Isabella , per grazia di Dio Re e Regina 
di Castiglia, ec. A tutti e qualsivoglia, capitani, maestri, e padro- 
ni , e contromastri e marina] delle navi , caravelle , ed altre foste , 
e a qualunque altra persona di qualsivoglia condizione, che sien 
nostri vassalli , sudditi , e naturali , cui spetti , o spettar possa 
quanto è contenuto in questa nostra lettera ; e ad ognuno e qua- 
lunque di voi, al quale fosse presentata questa nostra lettera, o la 
copia di essa, segnata da scrivano pubblico, salute e grazia. Sap- 
piate che Noi abbiamo comandato a Don Cristoforo Colon no- 
stro Ammiraglio del mare Oceano , e nostro Viceré e Governatore 
delle isole e della terra ferma del detto mare Oceano nelle parti 
delle Indie, che vada come nostro Capitano, con c'erte navi e ca- J iena *H*T 

7 1 7 Capitan Generale 

ravelle ed altre fuste alle predette isole e terraferma, che nella ^JSSU^iA, 
detta parte delle Indie sono scoperte, e da scoprire. Ond'è, che 
per la presente comandiamo a tutti , e a ciascheduno di voi so- 
praddetti maestri e capitani e padroni e contromastri e compagnie 
delle dette navi, caravelle ed altre fuste, ed a tutte le compa- 
gnie, che in esse 9 e in cadauna di esse navigassero, che tenghiate 
e tengano per nostro Capitano generale delle dette navi e fuste 
e caravelle il prefato Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio , 
Viceré e Governatore del detto mare Oceano, e a lui ubbidiate, 
e il teniate per nostro Capitan generale, e facciate e adempiate, e 
ponghiate in opera tutto , che per lui da parte nostra vi sarà 
detto e comandato, ed ogni cosa e parte di essa, secondo, e come 
e nella forma e maniera , ed a' tempi e sotto le pene eh' egli vi 
ordinerà da parte nostra, senza porvi indugio, né dilazione veruna, 



( '9°) 
mente corno sy Nos en persona vos lo mandasemes; ca Nos por la 
presente le hasemos nuestro Capitan general de los dichos navios, 
e caravelas, e otras fustas, e le damos poder e facilitaci para los 
mandar e governar corno nuestro Capitan general, e para exsecutar 
en la compana dellas quales quier penas en que cayeren e yneur- 
rìeren por no complir e obedecer sus mandami entos , corno dicho es* 
Pero es nuestra merced e voluntad que el dicho nuestro -Capitan 
general Don Christoval Colon nuestro rimirante e Viso Rey e Go- 
vernador, ni vos otros, ni alguno de vos non vayades a la Mina ni 
al trato della que tien el Serenissimo Rey de Portogal nuestro her- 
manoy porque nuestra voluntad es de guardar e que se guarde por 
nuestros subditos e naturales lo que cerca de la dicha Mina tene- 
mos capitulado e asentado con el dicho Rey de Portogal. Lo qual 
i>os mandamos que asy fagays e cumplays so pena de la nuestra 
merced e de confiscation de vuestros bienes para la nuestra camara 
e fisco. Dada en la Qbdad de Barcelona a veynte e ocho dias del 
mes de majro, ano del nasci mi ento de nuestro Senor Jesu Christo 
de mill e quatrocientos e noventa e tres ahos~ 

c/o cv cKei*- c/0 leu ci letuuic/- 

Yo Fernand Alvares de Toledo Segretario del Rey e de la Rey- 
na nuestros Senores la fis escrivir por su mandado. E en la espai- 
das de la dicha carta estava escripto lo que se sygue: Jcordada. 
Rodericus Dottor* Regi strada. Alonso Peres. Pero Grrs Changiller. 



( *9 T ) 
Bene, così, e tanto eompiutamente , come se vel comandassimo 
Noi in persona; perchè Noi per la presente lo facciamo nostro 
Capitano generale dei detti navi gì j 9 caravelle ed altre fuste , e dia- 
mogli potere e facoltà per comandarle e governarle come nostro 
Capitano generale , e per dare esecuzione nelle compagnie di esse 
a qualunque pena in che cadessero e incorressero per non adem- 
piere ed ubbidire a' suoi comandi, come è detto- Per altro è nostro* 
piacere e volontà che il detto nostro Capitano generale Don Cri- 
stoforo Colon nostro Ammiraglio e Viceré e Governatore , ne voi 
altri, ne alcuno di voi, non andiate alle miniere, ne al tratto di 
esse , che tiene il Serenissimo Re di Portogallo nostro fratello ; 
essendo nostra volontà osservare , e fa* che si osservi da' nostri 
sudditi e naturali quanto circa la detta miniera abbiamo capitolato 
e convenuto col detto Re di Portogallo. Lo che vi comandiamo 
di così fare e adempiere sotto pena della nostra grazia , e della 
confisca de' vostri beni per la nostra Camera e Fisco. Data nella 
città di Barcellona a dì 28 di maggio, Tanno della natività di 
nostro Signor Gesù Cristo mille quattrocento novantatre» 

*jo lo (/ha 1% Co, Cweama, 

Io Fernando Àlvares di Toledo , Segretario del Re e della Re- 
gina nostri Signori , Y ho fatta scrivere per loro comando. E net 
tergo della detta carta era scritto : Accordata. Rodericus Doctor. Re- 
gistrata* Alonso Peres. Pero Gfrs Cancelliere- 



\ 



( l 3* ) 



DOCUM. 
XXVIIL 



Para que elMmi- 
rotte pueda de- 
xar persona qua 
ielle las carta* 
y trote en su nom- 
are las cosa* ès 
las Todia*. 



dji v\eu e Hoc J\e^uitc^^ 



Jl or quanto en el poder que mandamos dar e dimos a vos Don 
Christoval Colon nuestro rimirante de las Yndias e tiei*ra fiìme que 
se ha descubierto e se ha da descobrir en el mar ogeano a la parte 
de las Yndias e nuestro Viso Rey e Governador de las dichas yslas 
e tierra firme , se contien que vos ayays de librar las cartas e prò- 
visiones patentes que se ovieren de haser e espedir en las dichas 
Yndias e tierra firme en nuestro nombre por Don Fernando e Dona 
Ysabel ec. las quales han de jr selladas con nuestro sello que para 
elio vos mandamos que lleveserdes, e poderia acaescer que vos no 
estoviesedes en las dichas Yndias e tierra firme; porque convenia 
que fuesedes a descobrir otras yslas o tierra firme , o haser otras 
cosas complideras a nuestro servi jo, de cujra cabsa avreys de dexar 
en vuestro lugar alguna persona que entienda e provea en las co- 
sas de las dichas Yndias e tierra firme en vuestra àbsenqia, el qual 
no podria entender ni proveer en elio dando las dichas nuestras 
cartas e provisiones en nuestro nombre syn aver para elio nuestro 
poder e abtoridad; Porende por la presente damos poder e facultad 
a la persona que en vuestra absencia vos nombrardes para quedar 
en las dichas yslas e tierra firme, para que pueda librar e espedir 
los negoqios e cabsas que olii ocurriesen, dando las dichas provi- 
siones e cartas en nuestro nombre, e sellandolas con nuestro sello j 
segund que vos lo podriades haser seyendo presente en las dichas 
yslas e tierra firme, por virtud de los dichos nuestros poderes que 
tenes . de lo qual mandamos dar la presente firmada de nuestros 
nombres . Fecha en Barcelona a veynte e ocho dias de mayo, de 
noventa e tres anos. 

c/o \w cHeuiMP* 
Ferivano Àlvares. 



c/o et/ cKeu. 



Por mandado del Rey e de la Reyna, 
E en las espaldas desya: Acordada. 



('93) 



<&<%»e&(& 



ieama>. 



Vjonciossiachè nella facoltà che comandammo fosse data, e demmo 
a voi Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio delle Indie e terra 
ferma scoperte e da scoprire nel mare Oceano nelle parti delle 
Indie , . e nostro Viceré e Governatore delle suddette isole e terra 
ferma , si contenga che voi abbiate da concedere le lettere pa- 
tenti e le provvigioni , che fosser da fare e spedire nelle Indie e terra 
ferma sopraddette in nostro nome — per Don Ferdinando e Donna 
Isabella ec. — le quali hanno da esser suggellate col nostro sigillo, 
che perciò vi ordinammo di portar con voi ; e potendo accadere 
che voi non foste nelle predette Indie « terra ferma, per esservi 
convenuto di recarvi a discoprire altre isole e terra ferma, o fare 
altre cose proprie del nostro servigio, a tal che sarebbevi mestieri 
lasciare alcuna persona in luogo vostro, che in vostra assenza at- 
tenda e procuri le cose delle suddette Indie >e terra ferma, la 
quale a ciò ne attender potrebbe , ne provvedere con dare le dette 
nostre lettere e provvigioni in nostro nome, senz'averne a tal og- 
getto il potere e V autorità da Noi; quindi è che con la presente 
diamo potere e facoltà alla persona che in vostra assenza voi no- 
minerete a risiedere in dette isole e terra ferma , che possa conce- 
dere e spedire i negozj e le cause , che quivi occorressero , conce- 
dendo le dette provvisioni e lettere in nostro nome, e sigillandole 
col nostro sigillo ; come potreste fare voi medesimo essendo pre- 
sente nelle dette isole e terra ferma, m vigore dei prefati poteri 
che avete da Noi; di che mandiamo darvisi la presente firmata de' 
nostri nomi. Fatta in Barcellona a dì a8 di maggio, l'anno del no- 
vantatrè. 

& il (/he. 



Per comando del Re e della Regina, 

m 

Cod. Dip. 



$o la, Lrbeama,. 
Fernando Alvares* 



DOCUMENTO 
XXVIIL 



Che 1' Ammira- 
glio possa lasciar 
persona, che sigil- 
li le Ietterete trat- 
ti ia nome di lui 
le cose delle ladie. 



F. a5. 



( '94) 



(Li J Leu e> leu J\eij 



£1|110L>. 



DOCVM. 

XXIX. 

if or quanto segund et asiento que Nos mandamos faser con vos 

Facultad para ' 

aur et Mmiranu j) Qn christovtd Colon nuestro diminuite del mar oceano e nuestro 

ponpa toaas la * 

RegimUrto"' e Viso Rey e Governador de tas yslas e tierra firme del di cito mar 

oceano que son a la parte de las Yndias, entre otras se contien 
que para los ofiqios de governaqion que ostiere de aver en las di- 
chas yslas e tierra firme , vos ayays de nombrar tres personas para 
cada ofiqio, e que Nos nombremos e proveamos al uno dellos del 
tal ofiqio ^ r al presente no se puede guardar al dicko asiento por 
la brevedad de vuestm parti da para las dichas yslas; confiando de 
vos el dicho nuestro Almirante Viso Rey e Governailor, que los prò- 
veere fiablemente e corno cumpte a nuestro servigio e a la buena go- 
vernacion de las dichas yslas; por la presente vos darnos poder, e 
facultad para que en tanto , quanto fiiere nuestra voluntad podays 
proveer de los dichos ofiqios de governaqion de las dichas yslas , e 
tierra firme , a las personas, e por el tiempo e en la forma e ma- 
nera que a vos bien visto fuere: a los quale s, que asy por vos fue- 
ren proveydos , les damos poder e facultad para usar de los dichor 

oficios, segund e por la f orina e manera que en vuestras provisio 
neSy que de los dichos ofiqios les dierdes, sera contenido. Fecha en 
la cibdad de Barcelona a veynte e ocho cHas de mayo, de miti e 
quatrocientos e noventa e tres anos. 

e/o ti cKet*. e/o vcu J\eoiiux/» 

Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Fernand àlvares. Acordada. 



(«95) 



Jl (Tle e /a 




?M. 



-»*- 



DOCUMENTO 
XXIX. 

V^onciossiachè nella convenzione, che noi ordinammo si facesse 

Facoltà perchè 

con voi Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano, M^rflJTE 
e nostro Viceré e Governatore delle isole e terra ferma del detto wmT 
mare Oceano che sono nelle parti delle Indie , tra le altre cose si 
contenga, che per gli uffizj di governo che dovreste avere nelle 
dette isole e tefra ferma , voi abbiate da nominare tre persone per 
ogni uffizio; e che noi nomineremo e provvederemo di tal uffizio 
l'uno dei tre 9 e non potendosi al presente osservare la detta con- 
venzione, stante l'imminente vostra partenza per. le isole sopradet- 
te; confidando che voi, sopraddetto nostro Ammiraglio, Viceré e 
Governatore , ci provvederete lealmente , e come si conviene al 
nostro servizio e al buon governo delle dette isole, per la pre- 
sente vi concediamo potere e facoltà, acciocché possiate (per quel 
tempo che sarà di nostro volere ) provvedere de' prefati uffizj di 
governo delle dette isole e terra ferma, quelle persone, e per quel 
tempo , e in quella forma e maniera, che saranvi in grado : e a 
quelle persone che fossero così da voi provvedute, concediamo 
potere e facoltà di esercitare i detti uffizj secondo , e nella forma 
e maniera, che sarà contenuto nelle provvigioni che voi darete loro 
per detti uffizj. 

Fatta nella città di Barcellona a dì 28 di maggio Tanno mille 
quattrocento novantatre. 

$0 co (/he. iso la Uweama,, 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Jlvares. Accordata. 



(»9«) 



DOCUM. 
XXX 

Fa cult ad pam -Don Fernando y Dona Ysabel por la grada de Dios Rey e Rerna 

que puf da hacer 

y estabieeer de fa Casti Ila , ec Por que vos Don Christoval Colon nfo Al 

sns btenesy o a fi- ' » 

M^f^Jdgos'^ mirante, Viso Rey, e Governador del mar oceano nos suplicastes 
tu* mimo™ dei, e pedistes por merqed y que diesemos nuestro poder e facultad para 
m im*s* facer e estableeer de vuestros bienes , vasallos e feredamientos, oficios 

perpetuos, uno o dos mayoradgos por que quede perpetua memoria 
de vos e de vuestra casa e linage, e por que los que de vos vinie- 
ren sean honrrados: lo qual par nos visto, e considerado que a los 
Reyes e Principes es propia cosa honrrar e sublimar a sus subditos 
e naturales , e specialmente a aquellos que bien e lealmente los sii* 
ven, de por que en se faser los tales majoradgos , es honrra de la 
corona real de estos nuestros reynos, e prò e bien dellos; eacatan- 
do los muchos buenos e leales e grandes e continuos servicios qut 
vos ci dicho Don Christoval Colon nuestro rimirante nos avedes 
fechos e fasedes cada dia, e special mente en descobrir, e tirar a 
nuestro poder e sehorìo las yslas e tierra firma che descrubistes en 
el dicho mar oceano , mayor mente por que esperamos que, con ayu* 
da de Dios nuestro Senor, redundara en macho servigio suyo, e hon- 
rra nuestra e prò e utilidad de nuestros reynos, de por que se espe- 
rà que los pobladores de las cUchas Yndìas se convertiran a nue- 
stra santa fee catolica, tovimoslo por bien; e por està nuestra carta, 
de nuestro propio motuo, de qierta sciencia e poderio real absoUuo, 
de que en està parte queremas usar e usamos corno Rey e Reyna e 
Senores non reconosgientes superior en lo temporal, vos damos U- 
qengia e facultad para que cada e quando vos quisierdes, e por 



( *97 ) 



JJon Ferdinando e Donna Isabella , per grazia di Dio Re e Regina 
di Castiglia , ec. . . . . . Avendoci voi Don Cristoforo Colon nostro 

Ammiraglio, Yicerè e Governatore del mare Oceano, supplicato e 
richiesto per grazia, che vi concedessimo il nostro potere e facoltà 
per fare e stabilire de' vostri beni, vassalli, rendite, e uffizj per- 
petui, uno o due majoraschi, perchè rimanga perpetua memoria 
di voi e della vostra casa e stirpe , e per onore de' vostri discen- 
denti ; e tutto ciò avendo noi veduto; e considerando esser cosa 
propria ai Re ed a' Principi l' onorare e sublimare i suoi sudditi e 
naturali, e quelli . specialmente che bene e lealmente li servono; e 
perchè con fare di tali majoraschi si onora la real corona di que- 
sti nostri regni, che ne ritraggono profitto e bene; e ripensando 
a' molti buoni e leali e grandi e continui servigj che voi soprad- 
detto Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio ci avete fatti , e fate 
ogni giorno, e specialmente nello scoprire e ridurre in nostro po- 
tere e dominio le isole e la terra ferma che scopriste nel detto 
mare Oceano, tanto più che speriamo con l'ajuto di Dio nostro Si- 
gnore, che ridonderà in molto servigio di lui e onore nostro, e 
prò e utilità de' nostri regni , sperandosi che i popoli delle Indie 
prefate si convertiranno alla nostra santa Fede cattolica, abbiamo 
gradita la vostra supplicai e per questa nostra lettera di moto 
-proprio , di certa scienza , e real potere assoluto , del quale in 
questa parte vogliamo usare ed usiamo, come Re e Regina e Si- 
gnori, che nel temporale non conosciamo superiore, vi diamo li- 
cenza e facoltà, acciocché ogni volta, e quando vorrete, e bene 



DOCUMENTO 



Facoltà» perchè 

E ossa fare e slabi- 
re He' suoi beni, 
ed uffiaf perpetui, 
d uè ma jorasdii, ac- 
ciocché resti per- 
petua memoria di 
lui, della sua casa 
e del suo- legaaf - 
gì* 



( '9» ) 
bien tuvierdcs, asy en vuestra vi da por simple contrato e manda, 
corno por donaci on entre bivos, corno por vuestm testami ento , e po- 
strema voluntad, e por cobdicillo , o en otra manera qua! quier que 
quesierdes e por bien tovierdes, podades faser e fagades mayoradgo, 
o mayoradgos , por una, o dos, o tres escripturas, o por muchas, 
tantas quantas veses , y en la manera que quesirdes, e bien visto 
vos fuere; e que el dicho mayoradgo, o mayoradgos, podades faser 
e fagades en Don Diego Colon vuestro hi/o mayor legitimo, o en 
qualquier de vuestros fijos herederos que oydia teneys o tovierdes, 
» Questa ripeti- o tovierdes ' de aqui addante: E en dejecto e folta de hijos, en 

siane si e conser- ' J ' 

SlLwuta* ° el un0 ° dos de vuestros parientes , o otras personas que vos quiser- 

des, e bien visto vos fuere ; e que lo podays faser e lo fagays de 
quales quier vasallos, e juridiciones e casas e tierras e heredamien- 
tos e molinos e derechos, e otms quales quier heredamientos e bie* 
nes, e de quales quier oficios, que vos de Nos tengays , de juro e 
de heredad. e que de todo lo suso dicho e cada cosa e parte dello, 
que oydia tenedes e poseedes e vos pertenece aver e tener fasta a 
qui, e tovierdes e poseerdes de aqui addante; asy por merqed e do- 
nadios, corno por renonqiaqiones , e compras, e troques , e cambjos, 
e permutaqiones o por otros quales quier titulos onorosos, e lucra- 
ti vos, o en otra qualquier manera, o por qualquier cabsa o razon 
que sea; De qual dicho mayoradgo, o mayoradgos, podades faser 
e fagades a toda vuestra voluntad, e libre querer e disposicion; asy 
de los dichos vuestros bienes e cosas, entera e complida mente sin 
diminucion alguna, corno de qualquier parte o partes del los, pam 
que ynviolable mente que de los dichos vuestros bienes e qualquier 
cosa, e parte dellos por mayoradgo en el dicho Don Diego Colon 
vuestro hijo e en los dichos vuestros hijos e desgendientes , ewquien 
quesierdes faser o fisieixles el dicho mayoradgo, o mayoradgos, con 
los condiciones e limitaciones , cargos , vinculos e firmezas, institu- 
ciones e sostituciones , modos, reglas e penas e submisiones, que 
vos quisierdes e por bien tenierdes , e con quales quier Ivordenanqas 
e mandas 9 e pactos, e convenendo* , e segando, e por la forma e 
manera, que vos vinculardes e mandardes e dispusierdes e otorgar* 



( *99 ) 
vi sembrerà, tanto in vita vostra per semplice contratto e lasci- 
ta , come per donazione inter vivos, così per vostro testamento 
e ultima volontà , e per codicillo , o per altra maniera qualunque, 
che sarà di vostro desiderio e piacere, possiate fare e facciate 
majorasco o majoraschi, per mezzo di una, e due, o tre scritture, 
o per molte , tante volte quante e in quella maniera che bramere- 
te, o sarawi in grado; e che il detto majorasco, o majoraschi,. 
possiate farli e li facciate in Don Diego Colon vostro figlio mag- 
giore legittimo 9 o in qualunque de' vostri fi gì} eredi , che oggidì 
avete o avrete da ora innanzi; e irà difetto e in mancanza di figlj> 
in uno o due de' vostri parenti , o altra persona , che sarà di vo- 
stro volere e piacimento ; e che lo possiate fare e lo facciate di 
quaisivogliano vassalli e giurisdizioni e case e terre e rendite e 
mulini e diritti, e degli altri qualunque sieno redditi e beni, e di 
qualsivoglia uffizio, che avete da Noi di gius, o di eredità; e che 
di tutto il sopraddetto > e di ogni cosa e parte di esso , che oggidì 
tenete e possedete , e vi spetta di avere e tenere fino ad ora , ed 
avrete e possederete da ora in poi, così per grazia e donazione, 
come per rinunzie e compre e baratti e cambj e permutazioni , o 
per qual altro si voglia titolo oneroso a lucrativo , o in altra ma- 
niera qualunque, o per qualsiasi motivo o ragione; del qual detto 
majorasco e majoraschi possiate fare a tutta vostra volontà e libero 
volere e disposizione , sì dei suddetti vostri beni e cose , intera- 
mente e pienamente senza ninna diminuzione , come pure di qual- 
sivoglia parte o parti di essi, per majorasco nel detto Don Diego- 
Colon vostro figlio , e nei detti vostri figlj e discendenti , in cui 
vorrete fare e farete il detto majorasco o majoraschi , con le con- 
dizioni e limitazioni , pesi , vincoli e validità, insti tuzioni e sostitu- 
zioni , modi , regole e pene , e sommissioni che voi vorrete , ed 
avrete per bene , e con qualunque statuto e legato , patto e con* 
venienza , e secondò , e nella forma e maniera che voi vincole- 
rete, e comanderete e disporrete e concederete , per una o per 
molte scritture, com'è detto. Il che tutto, e ciascheduna cosa, e 
parte di esso avendolo in questo luogo per espresso e dichiarato r 



( 200 ) 

des, por una, o por muchas escripturas, corno dicho es. Lo qual 
todo, e cada cosa, e parte dello, adendolo aqui por expresado e 
declarado , comò si de palabra a palabra a quifuese puesto, e expe- 
cijicado, nos desde agora para entonces, de la dicha nuestra qierta 
sciencia, e propio motuo , e poderio real absolùto, de que en està 
parte queremos usar e usamos , lo loamos e aprovamos, confirma- 
mos , e interponemos a elio, e a cada cosa e parte dello, nuestro 
decreto e abtoridad real. E mandamos que vos vaia, e sea guar- 
dado todo, e cada cosa e parte dello, ynviolable mente K para agora 
e para siempre jamas; aunque a quello , e cada cosa e parte dello, 
sea contra ex presso derecho e contra toda forma , e oiden del, e 
sea tal, e de tal numera, que de neqesario se deviese haser expres- 
sa e especial mincion en està nuestra carta; e que no pudiese ser 
comprendici so la generalidad della; e que sea guai dada bien, asjr, 
e a tan complida mente, corno sjr sobre cada cosa, e parte, e arti- 
culo dello , oviese nuestra aprovanca, e licencia e mandado; corno, 
e segundo, e por la forma, que en la dicha vuestra disposicion, o 
disposiqiones , se conteniere. Lo qual todo es nuestra merced, que 
se faga asjr, non enbargante que los otros vuestros fijos herederos, 
e los otros nuestros parientes , e debdos e descendientes , e transfer- 
sales sean agraviados en su le giti ma, e alimentos, que les pertene- 
scen; e que el dicho Don Diego Colon Duestro fijo, e a quel, o a 
quelos en qui en fisierdes el dicho maforadgo , o majroradgos , o 
manda, o majoria, heven, o aya, mujr grande e notable demasia de 
lo , que segundo derecho o lejres del fuero les podeis dexar en vue- 
stro testamento e postrema voluntad , e dar por donadios entre bivos> 
o en otra qual quier numera : los quales dichos bienes que ansj yn- 
clujrerdes e pusierdes en el dicho vuestro majroradgo, o mayorad- 
gos, queremos, e es nuestra merqed, que sean ymprestibles ejrnpnr- 
tibles para siempre jamas, e que la persona, o personas, en que en 
fisierdes el dicho mayoradgo, o majroradgos, q que segundo vuestra 
disposicion le oviere, o los ovieren, no los puda vender* ni dar, m 
donar, ni enagenar, ni dividir, ni apartar, ni los pueda perder, ni 
perdan, por ninguna débda, que deva, ni por otra rason, ni cabsa, 



— ^ 



( aoi ) 

cóme se di parola a parola fossevi inserito e specificato , Noi ora 
per allora di detta certa nostra scienza e moto proprio e regio 
potere assoluto, del quale in questa parte vogliamo usare ed usia- 
mo $ lo lodiamo e approviamo, confermiamo, e interponghiamo in 
esso , e in ogni cosa e parte di esso , il nostro decreto e reale au- 
torità. E comandiamo che vagliavi e sia conservato in tutto , e in 
ciascheduna sua cosa e parte, inviolabilmente per ora e per sem- 
pre mai; quantunque esso e ciascheduna sua cosa e parte fosse con- 
tro F espresso dritto , e contra tutta la forma ed ordine di questo; 
e fosse tale e di tal maniera, che necessariamente se ne avesse a 
fare espressa e speciale menzione in questa nostra lettera , ne potesse 
comprendersi sotto formole generali; e che sia mantenuta così bene e 
tanto compiutamente, come se sopra ogni sua cosa, e parte, e articolo 
fossevi nostra approvazione e licenza e mandato; come, e secondo, 
e nella forma, che nella detta vostra disposizione, o disposizioni, sarà 
contenuto. Ed è nostra volontà che tutto ciò si faccia così, non ostante 
che gli altri vostri figlj , eredi , ' e gli altri vostri parenti e con- 
giunti, e discendenti, e trasversali, sieno aggravati nella loro le- 
gittima ed alimenti, che loro appartengono; e che il detto Don 
Diego Colon vostro figlio , e colui o coloro , ne' quali farete il detto 
majorasco, o majoraschi, o lascito, o aumento, abbiano,, od abbia 
molto grande e notabile accrescimento a ciò che, stando al dritto 
e alle leggi del foro, potevate lasciargli nel vostro testamento ed 
ultima volontà, e dargli per donazione inter vivos^ o in altra ma- 
niera qualunque. I quali beni che così inchiuderete e porrete nel 
detto vostro majorasco o majoraschi, vogliamo e ne piace che sieno 
inalienabili e indivisibili per sempre; e che la persona, o persone, 
nelle quali farete il detto majorasco o majoraschi , o che secondo 
la vostra disposizione gli avrà, o gli avranno, non li possa né ven- 
dere , ne dare ; ne donare , ne alienare , ne dividere , ne distrarre , 
ne V possa perdere, ne perdano per niun debito, né per altra ra- 
gione, né causa, né per delitto veruno, né misfatto, né eccesso, 
che commettano , salvo crimen laesae maj estati s , o percbiellionis y o 
tradimento, o delitto di eresia. E questo vogliamo, ed è nostro 

Cod. Dip. F. *6. 



dice 



( aoa ) 

ni por ninguno delitto, ni crimen, ni excesso, que cometan, salvo 
«così ha a co- crimen legi l magestatis o perduti ones o traycion o crimen de ere- 
gia; lo qual queremos e es nuestra merced que se guarde, non en- 
bargante las leyes, que se contienen, que los mayoradgos no ajan 
logar, aunque se fagan por virtud de quales quier cartas e rescrì- 
tos que sobre elio se den : e otmsy no enbar gante , quales quier lejres 
de fueros , e derechos, ordenamientos , usos e costumbres, e stilos, 
e fasahas , asjr conuines e municipale s de los Reyes nuestros ante- 
cesores, que en contrario dello suso dicho sean, o ser puedan, ni 
las leyes e derechos 3 que disen que cosa fecha en prejujrsio de ter 
gero, o contra los Buenos usos e costumbres, en que la parte en- 
tiende ser lepsa e danificada , que no vale; e la lejr que dize, que 
los derechos proybitivos non pueden ser revocados, e las lejres que 
disen que las cartas dadas contra lejr , fuero e derecho, deven ser 
obedescidas, e non complidas, aunque contengan en si quales quier 
cabsas derogativas e otras firmezas e nonobstancias ; e la lejr que 
dize que la defensa de la parte es prometida de derecho naturai, 
e que a quella non puede ser quetada ni revocada, e que las lejres f 
e fueros, e derechos valadems, non pueden ser revocados, salvo 
por Cortes, ni otra qual quier cosa, efetto, calidad, vigor, misterio, 
que encontra dello suso dicho sea, o ser pueda, aunque sea urgente 
o necesario o rtdxto, o en otra qualquier manera: Ca de la dicha 
nuestra cierta sciencia, e proprio motuo 3 e poderio real absoluto, 
de que en està parte queremos usar, e usamos , corno Reyes e so- 
beranos sehores non reconoscientes superior en lo temporal, avien- 
dolo aqui por expresado e declarado, corno sy de palabra a pala- 
bra a qui fuese puesto e expresado , dispensamos con elio e lo abrty 
gamos e derogamos e quetamos e admovemos en quanto a esto toca 
e atene e atener puede de està nuestra carta, e dello en ella con- 
tenido, todo obrregion e subrrecion, e todo otro ostaculo, o enpedi- 
miento, e suplimos quales quier defectos e otras quales quier cosas 
que defecho 9 o de derecho , de sustanqia , o de solempnidad sean ne- 
cesarias, o provechosas de suplir para validacion e corroboracion 
dello. E mandamos ed yllustrissimo principe Don Juan nucstro nuiy 



( ao3 ) 

piacere che si osservi , non ostanti le leggi che prescrivono , che i 
majoraschi non abbian luogo, quantunque si facciano per virtù di 
quali si sieno lettere e rescritti , che intorno a ciò si concedono ; 
e non ostante similmente qualunque legge di foro o di dritto , or- 
dine , uso , costume , stile , e pratica si comune che municipale , de' 
Re nostri antecessori , che sia , od esser possa contraria alle cose 
dette di sopra; ne le leggi e i diritti, i quali dicono che cosa fatta 
in pregiudizio del terzo, o con tra' buoni usi e costumi, in che la 
pòrte intende esser lesa e dannificata, non ha valore; e la legge , 
che dice, che i dritti proibitivi non possono essere rivocati; e le 
leggi ,. che dicono che le lettere date contro legge , foro , e gius , 
debbono aver ubbidienza, non' esecuzione, benché contengano in 
se quai si vogliano cause derogative, ed altre validità, e non ostarne; 
e la legge, che dice esser promessa di dritto naturale la difesa 
della parte , e che questa non può ne mancare , né rivocarsi , e 
che le leggi, e i fori, e i dritti validi non possono essere rivocati 
salvo che dalle Corti, né altra quale che siasi cosa, effetto, qua- 
lità , vigore , misterio , che sia o esser possa contro alle cose dette 
di sopra , per quanto sia urgente , o necessario , o misto , o in al- 
tra maniera qualunque. Perché con la detta nostra certa scienza, 
e moto proprio , e potere reale assoluto , di che vogliamo in que- 
sta parte usare ed usiamo, come Re e sovrani Signori, che non 
riconosciamo superiore nel temporale, avendolo in questo luogo per 
espresso e dichiarato, come se di parola a parola fosse qui posto 
ed espresso , dispensiamo con esso , e lo abroghiamo , e deroghia- 
mo, e irritiamo: e rimoviamo, in quanto riguarda questo, e attien- 
gli, o può attenere, da questa nostra lettera e dal suo contenuto, 
qualunque obrezione , e subrezione , ed ogni altro ostacolo , e 
impedimento; e suppliamo qualunque altro difetto, e qualsivoglia 
altra cosa, che di fatto o di dritto, di sostanza o di solennità, sia 
necessario , od utile di supplire , per validazione e corroborazione 
del presente. E comandiamo all'Illustrissimo Principe Don Giovanni 
nostro carissimo ed amatissimo figlio, ed agl'Infanti, Prelati, Du- 
chi , Conti , Marchesi , Baroni , Mastri degli Ordini , Priori , Com- 



( *°4 ; 

caro e mujr amculo hijo, e a los Ynfantes, prelados, duques, con- 
des, marqueses, ricos omòres, maestres de los hordenes, priores, co- 
mendadores e subcome ndadores , e a los alcaydes de los castillos, 
e casa fuertes è llanas, e a los del nuestro consejo, e ojrdores de 
la nuestra abdiencia, e chancilleria, alcaldes, alguaziles, merinos, 
prebostes, regidores, cavalleros, escuderos, oficiales, e omes buenos 
de todas las cibdades, e villas , e logares d J estos nuestros rejrnos e 
serìorìos, que agora son, o seran de aqui addante, que vos guar- 
den, e fagan guardar està merced, que vos fasemos, en lodo e por 
todo , segundo que en ella se contien , e que vos non vajran , ni par 
sen contra ella, ni contra parte della en tempo alguno, ni por al- 
guna manera , ni por qualquier cabsa , ni razon que sea , o ser pue- 
da; e que cumplan, e que exsecuten, elleven a devida exsecucion • 
con efetto la dispusicion e dispusiciones , que fisierdes del dicho ma- 
jroradgOj o majroradgos, manda o majorias, segundo, e por la for- 
ma e manera , que en ellas, e en cada una dellas se contenga, e 
contuniere, syn atender, ni esperar para elio otra nuestra carta, 
ni mandamiento, ni aun segunda, ni tergerà Jusion dello, qual todo 
mandamos al nuestro chanciller mayor, e notarios e otros oficiales, 
que estan a la tabla de los nuestros sello s, che vos libren, epasen, 
e sellen nuestra carta de privilegio, la mas firma e bastante que 
para elio menester ovierdes; e los unos ni los otros Jagades ni fa- 

jran ende al por cdgiina manera , so pena ec Dada en la cib- 

dad de Burgos a vejrnte e tres dias del mes de abril, ano del no- 
scimiento de nuestro SeOor Jhesu Xristo de mill e quatroqientos e 
noventa e syete anos. 

c/o et c/leu/, e/o Ex oxe^uut, 

Yo Fernando Alvares Segretario del Rey e de la Reyna nuestros 
Senores la fis escrivir por su mandado. Y en las espaldas de la 
dì e ha carta estava escripto lo siguiente: en forma , Rodericus Doctor. 
Re gì strada. Alfonsa Peres: e sMada. 



( ac5 ) 

mendatori e Vice-commendatori , ed a' Castellani de' castelli e case 
forti e aperte, ed a quelli del nostro Consiglio , e agli Uditori 
della nostra Udienza e Cancelleria, alcaldi e birri, bargelli, pre- 
vosti, reggenti, cavalieri, scudieri, uffiziali, e buoni uomini di tutte 
le città , e ville , e luoghi di questi nostri regni e dominj , che ora 
sono , o saranno appresso , che vi osservino e facciano osservare 
questa grazia che Noi vi facciamo , in tutto e per tutto , secondo 
che in essa si contiene ; e che non procedano, ne eccedano contro 
di essa , né contra parte di essa in tempo veruno , ne per alcuna 
maniera , ne per qualsivoglia causa , né ragione che sia , o possa 
essere , e che adempiano , e che eseguiscano , e alla debita esecu- 
zione con effetto conducano la disposizione , e disposizioni , che fa- 
rete del detto majorasco , o majoraschi , lascita , o aumento , se- 
condo e nella forma e maniera , che in esse , e in ognuna di esse 
si contiene, e conterrà, senza attendere, ne sperare perciò altra 
nostra lettera , ne comando , ne seconda , né terza jussione. E co- 
mandiamo al nostro Cancellier maggiore , a' notaj , e agli altri uffi- 
ciali che stanno al banco de' nostri sigilli , che vi rilascino e spe- 
discano, e suggellino la nostra lettera di privilegio, la più valida 
e sufficiente, che vi sia di mestieri a tal oggetto: e sì gli uni, che 
gli altri non fate , ne facciano altrimenti in modo veruno , sotto 

pena ec Data nella città di Burgos a dì ventitré del mese di 

aprile, l'anno della natività di nostro Signor Gesù Cristo i497* 

fjo io (/be'. 3o uc (J ve/ima, 

Io Fernando Àlvares di Toledo , Segretario del Re e della Regina 
nostri Signori, l'ho fatta scrivere per ordine loro. E nel tergo della 
detta lettera stava scritto ciò che segue : In forma. Rodericus Do* 
et or. Registrata, Alfonso Feres; e sigillata. 







(*o6) 



DOCUM. 
XXXt. 



<<Ji d\eai e ux diclino/. 



Ceduta mensage- 
ra en que S. A. le 
mandati venir. 



D 



4 ice. 



*Legg. refebiran. 



- coiom u a co- LJon Christoval Colom ■ nuestiv dimirante del mar oceano , e Fiso 

Bey, e Governador de las jrslas que se han descubierto en las Yn- 
dias: Vimos vuestras letras, y ovimos macho plaser, en saberlo que 
por ellas Nos escrevistes, y de aver os dado Dios tan buen fin en 
vuestro trabafo, y encaminado bien en lo que comengastes; en que 
el sera macho servido , y nosotros assi mismo , jr nuestros reynos re- 
cìbir * tanto provecho : plasera a Dios que , de mas dello que en esto 
le servis por elio , recibires de nos muchas merqedes : hz quales creed 
que se vos liaran corno vuestros seivijos e trabajos lo merescen. Y 
por que queremos que lo que aveys comenqado con el cuyuda de Dios 
se continue 9 y lieve adelante; y desseamos que vuestra venida fuesse 
luego; porende por servi] o nuestro que dedes la mayor priessa que 
pudierdes en vuestra venida, por que con tiempo se provea todo lo 
que es menester. Y por que, come vedes, el ver ano es entrado, y non 
se pose el tiempo para la jrda alla, ved sy algo se puede adere- 
qar en Sevilla o en otras partes para vuestra tornada a la tierra 
que aveis hallado; y escrevid nos luego con esse correo, que ha de 
bolver presto; por que luego se provea corno se haga en tanto que 
oca vos venis, y tornays, de numera que quando bolvierdes de aca 
este todo aparejado. De Barcelona a treynta dias de marqo de no- 
vente e tres anos. 

c/o et/ cJteu. £70 w vxemiia,. 

Por mandado del Bey e de la Beyna, Fernand Alvares: e en las 
espaldas desya: por el Bey e la Beyna; A Don Christoval Colon 
su rimirante de la mar oceano e Vis Bey e Governador de las yslas 
que se han descubierto en las Yndias. 



( »©7) 



jf DOCUMENTO 




aire. 



JL/on Cristoforo Colon nostro Abiurante del mare Oceano , e Viceré Lettera di m«- 

saggio: nella qua* 

e Governatore delle isole scoperte nelle Indie: Àbbiam vedute le lc lc A , A - L J- « u 
vostre lettere, e avuto piacere nello intendere ciò che in esse ci 
avete scritto ; e che Iddio abbia dato così buon fine a' vostri tra- 
vaglj , e bene incamminato quanto incominciaste ; cosa che sarà di 
molto servizio a Lui , ed a Noi similmente; e i nostri regni ne pro- 
veranno molto vantaggio. Piacerà a Dio , che oltre la ricompensa , 
che da Lui ne avrete, per quello che riguarda il suo servizio; ri- 
ceviate da Noi molte grazie : le quali vi si faranno , credete , con- 
formi al merito de' vostri servigj, e tra vaglj. E perchè desideriamo 
che F opera da voi principiata si continui , e col divino ajuto si 
promuova, bramiamo che non ritardiate la vostra venuta; perciò 
affrettate per servigio nostro , quanto più potete , il vostro ritorno, 
affinchè si provveda a tempo tutto il bisognevole. E siccome en- 
trata è già la primavera , come vedete , acciocché non passi la sta- 
gione di colà ritornare , badate se in Siviglia o in altre parti si 
potesse apprestare alcuna cosa pel vostro ritorno alla terra che 
avete scoperta; e scriveteci subito con questo corriere, che ha da 
ritornare speditamente : onde avuta la vostra risposta, si provvegga 
senza indugio , nel mentre che voi venite qua e ritornate ; a tal 
che al vostro ritorno di qua tutto sia apparecchiato. Di Barcellona 
a dì trenta di marzo dell'anno novantatrè. 

*jo co u%e, <jo la (/marna,* 

Per comando del Re e della Regina, Fernando Alvares. E nel 
tergo diceva : Per il Re e la Regina , a Don Cristoforo Colon loro 
Ammiraglio del mare Oceano , e Viceré e Governatore delle isole 
che si sono scoperte nelle Indie. 



( *°8 ) 



DOCUM. 
XXXIII. 



Xcu J\ 



C/W40O. 



Cedala de mensa' 

J^e sobre el tras- 
udo del libro qne 
le emhia S. A. 
para la partici- 
pation con los por- 
tugucses. 



Computo el Al mi- 
rante tuia carta 
de marear'j y la 
Reyna le escrìve 
gite si està aca- 
bada , la embie 
luego. 



Uon Christoval Colon mi rimirante del mar oceano. Viso Rejr e 
Governador de las yslas nueva mente falladas en Las Yndias : con 
esùe correo vos embio un traslado del libro que oca dexastes: el 
qual ha tardado tanto por que se escriviesse secretamente ; para que 
estos que estan aqui de Portogal , ni otro alguno, non supiesse del- 
lo: jr a cab sa desto por que mas presto se fisi esse , va de dos le- 
tras segando vereys. Qierta mente segando lo que en este negocio 
oca se ha platicado, y visto, cada dia se conosce ser mujr major, 
y de grande calidad, y sustancia; y que vos nos aveys en elio ma- 
cho servido; y tenemos de vos grande cargo: y assi esperamos en 
Dios, que demos dello asetado con vos (que se ha de faser e cum- 
plir muy enteixi mente) que vos recibireys de nos ime eh a mas hon- 
rra merqed y acregentamiento , corno es rason , y lo adendan *vue- 
stros servjcios e merescimientos. La qarta del mareàr que aviades 
de faser, sy es acabada, me embiad luego; y por servigio mio deys 
grande priessa en vuestra partida; para que a quella, con la gra- 
fia de nuestro Sehor, se ponga en opra syn dilacion alguna: pues 
vedes quanto compie al bien del negocio; y de todo de alla nos es- 
crivid, y fased siempre scribir; que de aca de todo lo que oviere 
vos avisaremos 9 e vos lo faremo saber . En el negoqio de Portogal 
no se ha tornado con estos que aqui estan, determinaqion , avwique 
yo creo que el Rey se llegara a rason en elio. Querria que pensa- 
sedes lo contrario, por que por elio no vos descuydeys ni dexeys 
de yr sobre aviso al recedo que cumple: para que en manera al- 
guna ne podays recibir erigano. De Barcelona a cinco dias del mes 
de setiembre de noventa e tres anos. 

e/o vou d\euiiAX/ é 

Por mandado de la Reyna, Juan de la Parrà. E en las espal- 
das desya: Por la Reyna, A Don Christoval Colon su rimirante 
del mar oqeano y Visorey y Governador de las yslas nueva mente 
halladas en las Yndias. 



( 2 °9 ) 





~>ea>ma>. 



-*K~ 



J_/on Cristoforo Colon mio Ammiraglio del mare Oceano , Viceré 
e Governatore delle isole nuovamente trovate nelle Indie : Con que- 
sto corriere v'invio una copia del libro, che avete qui lasciato. Si 
e tardato tanto a spedirlo, per farlo scrivere segretamente, accioc- 
ché né i Portoghesi, che qui sono, né alcun altro, ne sapesser 
nulla. £ per tal motivo , onde fosse terminato più tosto , é di due 
caratteri , come vedrete. Certamente* secondo quello che si é qui 
veduto e trattato intorno a questo affare , si riconosce ogni di più 
esser maggiore d' assai , e di grande qualità e sostanza ; e che voi 
ci avete in ciò prestato notabil servigio , e ci riconosciamo a voi 
molto obbligati; e cosi speriamo in Dio, che oltre quello che si e 
convenuto con voi (che si ha da fare e compiere esattissimamente), 
voi riceverete da Noi assai più di onore , di grazie, e di aumento, 
com' è ragione , e come i servigj e i meriti vostri attendono, La 
-carta del navigare, che dovevate fare, se è terminata, inviatemela 
tosto , e per mio servizio affrettate di molto la vostra partenza , 
perchè essa con la grazia del Signore si ponga ad effetto senza di- 
lazione veruna, poiché vedete quanto importi al bene della im- 
presa e di tutto. Di colà scriveteci , e fate sempre scrivere ; che 
Noi da canto nostro vi avviseremo di tutto, e ve lo faremo scri- 
vere. Del trattato col Portogallo non si é presa determinazione con 
coloro che son qua, benché io credo che il Re si ridurrà in que- 
sto affare al ragionevole. Vorrei che voi ne aveste opinione con- 
traria , poiché in tal modo non dareste luogo a trascuraggine , ne 
lascereste di stare bene avvertito a dar ricapito a quanto convie- 
ne , acciocché non possiate in verun modo ricevere inganno. Di 
Barcellona a dì 5 del mese di settembre , l'anno del novanta tre. 

njo ùi Uveama,, 

Per comando della Regina, Giovanni della Parrà. 

Nel tergo era scritto : Per la Regina, a Don Cristoforo Colon 
suo Ammiraglio del mare Oceano, e Viceré e Governatore delle 
isole nuovamente trovate nelle' Indie. 

Cod. Dip. F. 27 



DOCUMENTO 
XXXIII. 



Cedola misti va in- 
torno alla copia 
del libro die S. A. 
gli spedisce per le 
trattative co Por- 
toghesi. 



Compose 1* Ammi- 
raglio una Carta 
da navigare; e In 
Regina gli scrivo, 
che te ora finita la 
spediste subito. 



( aio ) 



DOCUM. 

xxxir. 



dJi J°Leii e toc dX&UUCO. 



conote s. a. u XJon Christoval Colom nuestro dimirante del mar oceano y nuestro 

grande ta de las * v 



D, 

*7j#/L^«'" Viso Rey y governador de las jrslas nueva mente falladas en las 
BmlFde Tis«. partes de la Yndias : Vimos las cartas que nos embiastes con Antonio 

de Torres, con las quales ovimos mucho plaser, y damos muchas 
gracias a nuestro Sehor Dios que tan bien lo ha fecho, y en aver 
os en todo tan bien gujado. En mucho cargo y servjqio vos tene- 
mos lo, que alla aveis fecho, y trabajado con tan buen orden, j 
proveymjento , que no puede ser mejor. Y a si mesmo oymos al à- 
cho Antonio de Torres; y reqibimos todo lo que con el nos embia- 
stes, y non se esperava menos de vos segundo la mucha voluntad, 
y afection, que de vos se ha conosqido, y conosqe, en las cosas de 
nuestro servigio. Sedcierto, que nos tenemos de vos por mucho ser- 
vidos y encargados en elio, pam vos faser mercedes* y honrra, f 
acreqentamìentos , corno vuestros grandes servjcios lo requieren, j 
adendan. Y .por que el di cho Antonio de Torres tardo en venir a 
qui fasta agora, y non avi amo s visto vuestras cartas, las quales 
non nos avia embiado por las toner el a mejor recabdo , y por la 
priessa de la partida destos navios, que agora van, los quales a la 
ora que lo aque supimos, los mandamos despachar con todo recabdo 
de las cosas que de alla embiastes por memori al; e quanto mas com- 
plida mente se pudiesse fazer syn detenerlos ; y assi se farà e con* 
plira en todo lo otro, quel traxo acargo, al tiempo , y corno el lo 
dixere: non ha lugarde vos responder corno quisieramos: pero quan- 
do el vaya plaziendo a Dios, vos responderemos y manderemo prò- 
veer en todo elio, come cumple. Nosavemos avido enojo de las co- 
sas que alla se ha fecho fuera de vùestra voluntad. las quales man- 



(*ll) 



J?(A 



V 6 



■à(& 



ieam&. 



DOCUMENTO 
XXXIV. 



JLJon Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano , e no- 
stro Viceré e Governatore delle isole nuovamente scoperte nelle 
Indie : Abbiamo vedute le lettere , che e' inviaste con * Antonio de 
Torres , dalle quali ebbimo molto piacere , e rendiamo assai grazie 
a nostro Signore Iddio, per avere ciò fatto così bene, e per avere 
guidato così bene voi in tutto. Molto obbligati , e serviti ci rico- 
nosciamo verso di voi di ciò , che avete colà operato , e disposto 
con sì bell'ordine e previdenza, ch'esser non può la maggiore. 
Abbiamo similmente ascoltato il detto Antonio de Torres, e rice- 
vuto tutto ciò che con lui c'inviaste; né punto meno si sperava 
da voi , secondo la molta volontà ed affezione che in voi si è co- 
nosciuta, e si conosce, nelle cose del nostro servizio. Siate certo che 
Noi ci riconosciamo ottimamente serviti da voi, e ci sentiamo in 
dovere di farvi grazia e onore , e darvi promozioni , come i vostri 
grandi servigj richieggono, ed attendono. E perciocché il detto 
Antonio de Torres tardò a venir qua fino ad ora, e non avevamo 
vedute le vostre lettere , eh' egli inviate non ci aveva , onde por- 
tarle egli stesso a ricapito migliore, e attesa la partenza affrettata 
di questi naviglj, che ora vanno; non sì tosto abbiamo ciò saputo, 
comandammo che le cose, delle quali ci mandaste il memoriale, 
fossero spedite con ogni diligenza, e quanto più compiutamente si 
potesse , senza trattenergli ( i naviglj ) ; e così pure si farà ed ese- 
guirà in tutto il rimanente di cui egli portò la commissione, nel 
tempo e nella maniera eh' egli dirà. Non possiamo rispondervi , 
com' era nostro desiderio : tuttavia quando egli parta , piacendo a 
Dio, vi risponderemo; e comanderemo che a tutto ciò si provveda 



Conotte 8. A. fi) 
la grandezza delle 
opere e i servìgi 
dell' Ammiraglio, 
e comanda che in- 
vìi Bernardo di 
Pira. 

(t) Baiaado «crina 
««e tu Iettar* ia a«- 
■m dei da* Moaarcai 
la poetili» marfiaal* 
dovrebbe dir* ' Cono» 

scotio io AA. LL. 



*A'it di febbra- 
io 0494) m neri* 
tornarono i a navi- 
gli dell'armata ia 
Gattiglia , con un 
Capit ano chiamalo 
Antonio De Tor- 
res, fratello della 
balia del Principe 
Don Giovanni, uo- 
mo di gran giudi- 
cio ed onore; e di 
cuti Re Cattolici, 
e 1' Ammiraglio 
molto si confida- 
vano. Questi co- 
piosamente porta- 
va scritto tatto 
quello ch'era suc- 
cesso, e le qualità 
del paese, e quel 
che bisognava che 
vi si faceste. ■ Don 
Ferdin., cap. So. 



( * 12 ) 

deremos bien remediar e castigar. En el primero viaze 9 que para 
aca se jìsiere* embiad a Bernal de Pisa, al qual nos embiamos man- 
dar que ponga en obra su venida, y en el cargo que el Ili èva en- 
tienda en elio la persona , que a vos , y al padre fvey Buyl pare- 
sciere; en tanto que de aca se provea: que por la priessa de la 
parti da de los dichos navios non se pudo agora prweer en elio; 
pero en el primeix* viaje> si plase a Dios> se proveera de tal per- 
sona, qual conviene para el dicho cargo. De Medina del Campo a 
tresè de abril de noventa e quatro* 

c/o et/ cRet*. e/O leu cJXemuv. 



Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Juan db la Parrà. 

E en las espaldas desia: por el Rey e por la Reyna y A Don Chi- 
stoval Colon su rimirante del mar oceano e su f^iso Rey y Go- 
vernador en las yslas nuovamente falladas en las partes de las Yndias* 



( «5 ) 

com' è dovere. Noi abbiamo sentito dispiacere delle cose fatte costi 
fuori della nostra volontà : alle quali comanderemo che si dia ri- 
medio e castigo. Nel primo viaggio, che sarà per farsi a queste 
parti, inviate ' Bernardo di Pisa, al quale Noi mandiamo l'ordine 
che metta ad esecuzione la sua venuta, e al carico ch'egli tiene, 
soprantenda la persona, che parrà a voi e al Padre * Fra Buyl; 
fino a che si provveda di qui , stantechè per la fretta della par- 
tenza dei detti naviglj , non si potè fino ad ora a ciò provvedere : 
ma nel primo viaggio, se piace a Dio, si prowederà di tal perso- 
na , qual si conviene al detto incarico. Di Medina del Campo , a 
tredici di aprile del novantaquattro. 

1J0 te Uve* ^/o la i/ipea^ias 

Per comando del Re e della Regina, 

Giovanni Della Parrà. 

E nel tergo diceva : = Per il Re e per la Regina : a Don Cristo- 
foro Colon loro Ammiraglio del mare Oceano , e loro Viceré e 
Governatore delle isole nuovamente scoperte nelle parti delle Indie. 



1 » Bernardo di Pisa era andato in quel viaggio con carico di Coniatore de' Re Cattolici.» 
D. Ferdin. cap. 5o, il quale racconta', che costai erasi fatto capo di sollevazione su) ca- 
dere del i49 3 - E questo esser dovette il motivo del richiamarlo in Castiglia. 

* Avendo dunque l'Ammiraglio deliberato di andare a scoprir terra ferma, institul un 
Consiglio, che rimanesse in suo luogo per governo dell'isola (Spagnuoia): e le persone 
furono, Don Diego Colon suo fratello con titolo di Presidente, ed il Padre Frate Buil, e 
Pietro Fernandes, ec. » D. Ferdin. cap. 53. 



(«4) 



DOCOM. 

xxxr. 



Muestran J". A. el 
gusto de leer las 
Cartms del Almi» 
rante, alaban su 
servicio,y te man- 
dan que de noti- 
eia de las condì' 
cionesde tostiem- 
pos del anOfj em~ 
bie las diferen- 
eias de las aves, 
destando verlas. 



Prometenle mu- 
chas mercedes y 
tantas que quede 
mui contento. 



asi 



*» 



e ux o \miucv. 



Que de noticia da 
los nombres de 
los Ingares i de 
lasdistancias que 
ay de una tierra 
« otr*. 



MSon Christoval Colon nuestro rimirante mayor de las jrslas de las 
Yndias: vimos vuestras letras e memoriales que nos enbiastes con 
Torres , y avemos avido mucho plaser de saber todo lo que por ellas 
nos escrivistes, y damos muchas graqias a nuestro Senor por todo 
elio, por que esperamos que con su ajruda esse negocio vuestro sera 
causa, que nuestra santa fee catholica sea mucho mas acreqentada; 
e una de las prinqìpales cosas por que esto nos ha plazido tanto, es 
por ser inventada principiarla e avida por vuestra mano, trabajo e 
industria; y parege nos que todo lo que al principio nos dexistes, 
que se podria alcancar, por la major parte todo ha salido gierto, 
corno sy lo ovierades visto antes que nos lo dixessedes: esperanqa 
tenemos en Dios que en lo que queda por saber assi se contiquara; 
de que por elio vos quedamos en mucho cargo para vos fazer mer- 
cedes, de numera que vos serais muy bien contento: y visto todo 
lo que nos escrivistes, corno quiera que assàz larga mente desis 
todas las cosas que es mucho gozo e alegria leerlas, pero alga mas 
querriamos, que nos escrivissedes assi en que sepamos quantas jrslas 
fasta aqui se han fallado, y a las que aveys puesto nonbres 9 que 
nonbre tiene cada una: por que adunque nonbrays algunas en vue- 
stras cartas, non son todas; y a las otras las nombres que les llar 
ma los Yndios, y quanto ay de una a otra, e todo lo que aveis 
hallado en cada una dellas; y lo que disen que ay en ellas; y en 
lo que se ha sembrado despues que alla Jìiestes, que se ha avido: 
pues ya es passado el tiempo que todas las cosas sembradas se han 
de coger; y principal mente desseamos saber todos los tiempos del 
ano que tales son alla en cada mes por sy; por que a nos parece 



(..5) 



<$ fà 



£ 6> 



& (A 




DOCUMENTO 
XXXV1U. 



\j on Cristoforo Colon nostro Ammiraglio maggiore delle isole delle 
Indie : Abbiamo veduto le vostre lettere e memorie spediteci col Tor- 
res, ed abbiamo avuto molto piacere di saper tutto quello, che in esse 
ci scriveste , e molte grazie rendiamo di tutto ciò a nostro Signore , 
sperando che col suo ajuto, questa vostra impresa sarà cagione, 
che la nostra santa Fede cattolica sia ampliata molto di più; ed 
una delle cose principali, onde ne piacque tanto questo affare , si 
è l'essere inventato, cominciato e ottenuto per vostra mano, tra- 
vaglio ed industria; e ne sembra che tutto ciò che a principio a 
Noi diceste che potrebbe accadere , la più parte , tutto siasi fatto 
certo , come se prima di dircelo , lo aveste veduto ; e confidiamo 
in Dio , che riguardo a ciò che rimane a sapere , si continuerà si- 
milmente (a verificare} : per le quali cose tutte a Noi resta l'ob- 
bligo di farvi grazie in maniera che voi ne sarete assai bene con- 
tento. E considerato quanto ci avete scritto, quantunque assai lar- 
gamente diciate tutte le cose , che a leggerle danno gusto ed alle- 
grezza, tuttavia abbiamo maggior desiderio che ne scriviate in modo 
da farci conoscere quante isole si Sono ritrovate fino ad ora, e 
qual nome s abbia ciascheduna di quelle , alle quali imposto lo 
avete ; perchè sebbene ne nominate alcune nelle vostre lettere , non 
sono tutte;' e delle altre (scriveteci) il nome ad esse dato dagl'In- 
diani , e quanto ha dall'una all'altra, e tutto ciò che avete tro- 
vato in ciascuna di esse , e quello che si dice essere nelle mede- 
sime , e quello che si è seminato dacché foste colà , e quello che 
si è avuto , essendo già trascorso il tempo , nel quale si hanno da 
raccogliere tutte le cose seminate. £ principalmente desideriamo 



Le AA. LL. mo- 
strano piacere di 
lessare le lettere 
dell' Ammiraglio; 
ne Tastano il ser- 
vigio je gli coman- 
dano che dia noli- 
aia delle stagioni 
dell'anno, e man- 
di le diverse spe- 
cie di uccelli, ae- 
siderando vederla. 



Gli promettono 



molti 



grasie; • 



tante, che resti ai* 
sai contento. 



Che dia notista 
del nome de'luo- 
gfai, e delle di- 
starne dall' una 
terra all'altra. 



<.i6) 

que eri lo que dezis que ay alla, ajr mucha diferencia en los tiemr 

pos a los de oca. Algunos quieren desir sy en un ano ajr alla dos 

ynviernos y dos veranos: todo nos lo escrevid por servicio nuestro, 

y embiad nos todos los mas halcones, que de alla se pudìeren em- 

biar, y de todas las aves que alla ay , y se pudicren aver; por que 

querriamos las ver todas. Y quanto a las cosas que nos embiastes 

por memorial, que se proveyesse, y ehbiasse de aca, todas las man- 

damos proveer , corno del dicho Torres sabreys, y verreys por lo que 

el Ile va; querriamos , sy os pance, que a sy para saber vos, y de 

toda la gente que alla està, corno para que cada dia pudiassedes 

ser proveydos de lo que fuesse menester, que cada mes vincesse una 

caravela de alla , y de aca fuesse otra ; puesque las cosas de Por- 

togal estan asentadas, y los navios podran yr, e venir segura mente. 

Vedio , y sy os paresciere que se deve haser, hasedlo vos, y escri- 

vid nos la manera que vos paresciere, que se deve embiar de aca: 

y en lo que toca a la forma, que alla teneys , bien nos paresce lo 

Nota la gran con- que fasta agora aveys principiado , y asy lo deveys continuar, dando- 

Jìanfa que los /le- 

*MmirX!tl en ei ^ es e ^ mas contentamiento que se pueda; pero no dandoles lugar 

que excedan en cosa alguna en las cosas, que devieren haser y vos 
les mandardes de nuestra parte : y quanto a la pobUiqion , que he- 
zistes, en a quello no ay que en pueda dar regia ci erta, ni emen- 
dar cosa alguna desde aca; por que alla estariamos preseiites, J 
tomariamo vuestro consejo y parecer en elio ; quanto mas en absen- 
qia: por eso a vos lo remi t imo s. A todas las otras cosas conterà- 
dos en el memorial que traxo el dicho Torres, en las margines del 
va respondido lo que convino que vos supiessedes la respuesta: & 
aquello nos remitimos, Y quanto a las cosas con Portogal , aca se 
tomo qierto assiento con sus embaxadores, que nos pareqìa que era 
mas syn inconviniente ; y por que detto serays bien informado lor- 
ga mente , vos enbjamos el traslado de los capitulos , que sobre elio 
se fisieron; y por esso a qui non conviene alargar en elio; si no 
que vos mandamos, y encargamos que a quello guardeys entera- 
mente, e hagays que por todos sea guardado asi, corno en los ca- 
pitulos se contien, K* en lo de la raya, o limite, que se ha de ha- 



( 21 7 ) 
sapere tutte le stagioni dell'anno , quali sono costì in ciaschedun 
mese separatamente , parendoci che in quello che voi dite accadere 
costi , sia molta differenza dalle stagioni , che qui abbiamo. Taluni 
chieggono, se costà in un anno v'abbiano due inverni e due stati: 
di tutto scriveteci per servigio nostro; e de' falconi mandatene 
quel maggior numero che potete; e di tutti gli uccelli, che sono 
costì , e che si possono avere : perciocché bramiamo vederli tutti. 
E quanto alle cose, di che ci avete inviato la memoria, perchè si 
provvedessero qui , e si spedissero , comandiamo che tutte sien prov- ; 
vedute, come saprete dal Torres suddetto, e vedrete da ciò ch'ei ' 
porta. Vorremmo , se pare a voi , che sì per sapere nuove di voi , 
e di tutta la gente che è costì , come perchè voi foste provveduto 
alla giornata delle cose necessarie , in ciaschedun mese venisse di 
costì una caravella, e di qua ne partisse un'altra, giacché le cose 
del Portogallo sono aggiustate , e i naviglj potranno andare e venire 
sicuramente. Pensateci , e parendovi che sia cosa da fare , fatela voi , 
e scriveteci la maniera , con la quale giudichereste che si dovesse 
fare la spedizione di qua. £ riguardo al modo, che dovete costì 
tenere con la gente che costì avete, a noi piace quello che avete 
cominciato fino ad ora, e così lo dovete continuare, contentan- 
dola (la gente) il più che si possa, senza però dar luogo ch'ec- HoUj la ^^ 
cedano in cosa niuna il loro dovere , e ciò che voi gli comande- ^ Re «vcano ud- 
rete in nostro nome. E quanto alla colonia , che avete stabilita , 
non è alcuno , che di qua possa darne una regola certa , né cor- 
reggere cosa veruna : perchè se Noi ci trovassimo . costì presenti , 
prenderemmo in ciò il vostro consiglio e parere; quanto più tro- 
vandoci assenti? per questo ce ne rimettiamo a voi. A tutte le al- 
tre cose contenute nel memoriale portato dal detto Torres , si è 
scritto nel margine del medesimo la risposta a quello ch'era con- 
venevole che fosse da voi saputo : ad esso ci rimettiamo. Riguardo 
agli affari col Portogallo , si è fatta qui una convenzione con gli 
ambasciatori di quel regno , la quale a noi parve meno soggetta 
agl'inconvenienti; ed acciocché ne siate bene e distintamente in- 
formato , vi mandiamo copia de' capitoli stabiliti ; così non è d'uopo 

Cod Dip. F. a8. 



l' Ammiraglio. 



(.i8) 

ser, por que nos parece cosa muy dificultosa, y de mucho saber, 
y confianqa, querriamos , sy ser pudiesse, que vos os hallassedes 
en elio, y la hisiessedes con los otros que por parte del Bey de Por- 
tugal en elio han de entender: y sy ay mucha dificultad en vuestra 
yda a esto, o podria traer algund ynconviniente en lo que ende estay$> 
ved sy vuestro kermano, o otro alguno teneys ende, que lo sepan, 
y ynformadlos muy bien por escripto, y por palabra, y aun por 
pintura, y por todas las maneras, que mejor pudieren ser informa- 
dos, y embiad nos los oca luego, con las primas caravclas que w- 
nieren; por que con ellos enbiaremos otros de oca, para el tempo 
que està asentado: y quier ayays vos de yr a esto o non s escrivid 
nos muy largamente todo lo que en esto supierdes, y a vos pare- 
giere que se deve haser para nuestra informacion, y para que en 
todo se provea corno cumple de nuestro servigio: y hased de numera 
que vuestras cartas, y los que aveys de embiar vengan presto; por- 
que puedan bolver a donde se ha de liaser la raya , antes que se 
cumpla el tempo que tenemos asentado con el Bey de Portugaly co- 
me vereys por la capitulaqion. De Segovia a diez e seys de agosto 
de noventa e quatro. 

c/o et/ Jieu. e/o leu cKeuitou 



Por mandado del Bey e de la Beyna, 

Fermano Àlvarbs. 

E en las espaldas desya: Por el Bey e la Beyna: À Don Ckri- 
stoval Colon su Alimmnte mayor de las yslas de las Yndias* 



( ai 9) 
che qui ci dilunghiamo in tal proposito, se non che vi ordiniamo 
e incarichiamo di osservarli . intieramente , e di farli osservare da 
tutti, secondo il contenuto degli stessi capitoli. Quanto è della li- 
nea, o limite, che si ha da determinare, parendoci cosa molto dif- 
ficoltosa , e di molto sapere e confidenza , vorremmo , se fosse pos- 
sibile , che vi ci trovaste voi , e la determinaste insieme a coloro , 
che vi hanno da intervenire per parte del Portogallo. E se l'andar voi 
a tal affare portasse molta difficoltà, o potesse produrre alcun incon- 
veniente nel tempo della vostra assenza, vedete se vostro fratello t 
o se alcun altro di coloro che sono costì, ne sia capace, e infor- 
matelo molto bene in iscritto e in voce, ed anche con pittura, e 
con tutte le maniere più atte ad istruirli; e prontamente spediteli 
qui con le prime caravelle che ritorneranno, perchè con esse noi 
spediremo alcuni altri di qua entro il termine convenuto. E sia 
che abbiate d'andar voi a tal negozio, o no, scrivete a Noi diffu- 
samente tutto quello che ne sapete , e che a voi sembrerà degno 
d'esser conosciuto per nostra informazione , ed acciocché in tutto 
si diano i provvedimenti convenevoli al nostro servigio; « fate in 
maniera che le vostre lettere , e coloro che avete da spedire , ven- 
gano presto , perchè possano andare colà , ove si ha da tirare la 
linea, innanzi che spiri il tempo concordato col Re di Portogallo, 
come vedrete per la capitolazione. Di Segovia, a dì 16 agosto del 
novantaquattro. 

tJO ce L/e>&. *so ta, L/ipeama. 

Per comando del Re e della Regina, 

Fernando Alvares. 

E nel tergo diceva : — Per il Re e la Regina , a Don Cristoforo 
Colon loro Ammiraglio maggiore delle isole dell' Indie. — 



( aao ) 



Fonsecft. 



DOCUM. 

xxxri. 

Carta de pcder y W "% 

mlrtfiosàiA^ L/on Fernando e Dona Ysabel, por la gracia de Dios Rey e Rej- 
spo a Do? ju.* L na de Castilla, ec A vos Don Christoval Colom nuestro Ai- 
mirante de las nuestras yslas e tierra firma, que por nuestro man- 
dado se kan descubierto e se han de descobrir en el mar oceano en 
la parte de las Yndias; e a vos Don Juan de Fonseca Attediano 
de & 'evilla, del nostro consejo; salud e gracia. . Sepades que nos ave* 
mos acordado de mandar que se haga qierta armada. de algos na- 
vios e fustas , para enbjar a las dichas Yndias > asy -para senorear, 
y poseer las dichas yslas e tierra firma , de que en nuestro nom- 
bre està tomada posesion , corno para descobrir otras : y por que para 

* Legg* pertrc m 

lì M'iD^umento f*ser y peltrochar f la di e ha armada y la proveer de todas las co- 
vo^ES^ * ac sas a ella necesarias e complideras, es menester que nos nonbriamos 

e diputemos personas que en elio entendan e lo pongan en ohm, 
confiando de vos otros, que soys tales que guardareys nuestro pri- 
vilegio, e bien e fiel e diligente mente fareys lo que por nos vos 
fuere mandado e encomendado , mandamos dar està nuestra carta 
para vos otros en la dicìia rason, por la qual vos mandamos que 
vades a las qibdades de Se villa e Cadis e otras qual quier cibda- 
des, e villas, e lugares* e puertos de mar de su arcobispadoy e 
obispado, donde eutendierdes que cumple, e fagays Jletar e com- 
prar, e compreys e fleteys quales quier navios, e naos, e carave* 
las, e fustas, que vierdes e eutendierdes que cumplen, e son con- 
vinientes para la dicha armada, de quales quier persona o perso- 
nas: e sy por està via non las pudierdes aver, las podades tornar 
e tomardes avunque estean Jletados a quales quier personas , lo mas 
syn dono que ser pudiere; e mandamos a los duenos de las dichas 






( aal ) 



DOCUMENTO 
XXXVI. 



Uon Ferdinando e Donna Isabella , per grazia di Dio Re e Regina Lette» di facoltà 

10 ° e liccDsa j>er ar- 
di Castiglia , ec A voi Don Cristoforo Colon nostro Ammi- ^Sm^'^Svt 

I-ili . • 1 - i» 1 - j «covo D. Giovanni 

raglio delle nostre isole e terra ferma, che per nostro comando di Fon»**. 
sono state scoperte, e si hanno a discoprire nel mare Oceano nelle 
parti delle Indie; e a voi Don Giovanni di Fonseca Arcidiacono di 
Siviglia , del nostro Consiglio , salute e grazia. Sappiate che Noi ab- 
biamo deliberato di comandare che si faccia un'armata di alquanti 
naviglj e fuste, da spedire alle Indie predette, così per signoreg- 
giare e possedere le dette isole e terra ferma , delle quali si è 
preso possesso nel nostro real nome , come per discoprirne delle 
altre. Ma perchè a fare e armare la detta armata , e fornirla di 
tutte le cose ad essa necessarie ed opportune, è mestieri che Noi 
nominiamo e deputiamo persone che a ciò attendano, e lo esegui- 
scano , confidando in voi altri , che siete tali da osservare il no- 
stro privilegio , e da far bene quello che da Noi vi fosse coman- 
dato e raccomandato , ordiniamo che per la sopraddetta ragione sia 
data a voi altri questa nostra lettera; per la quale vi comandiamo 
che andiate alle città di Siviglia, e Cadice, e ad ogni altra città, 
villa , e luogo , e porti marittimi del rispettivo Arcivescovato e 
Vescovato , dove intenderete esser opportuno (l'andare), e facciate 
noleggiare e comperare, e compriate e noleggiate qualsivoglia na- 
viglio , e nave , e caravella , e fusta , che vedrete essere a propo- 
sito e convenevoli all' armata predetta , da qualunque persona , o 
persone: e se per tal guisa non le poteste avere, le possiate pren- 
dere, e prendiate, benché fossero noleggiate da qualsivoglia per- 
sona, col minor danno possibile ; e comandiamo ai padroni delle 



( *".) 

naos, e navios, e fustas 9 e caravelas, que vos las den e entreguen, 
e vendati, o afleten, pagandolas el preci o, que por vos otros fue- 
ren comprados, o aflctados, e que ovieren de aver segundo los con- 
tratoSy e asientos que con vos otros fisieven o asentaren; e asy com- 
pradcis e fletadas las dichas naos e navios e caravelas e fustas, las 
podades armar e pcrtrechar, e bastecer de armas, e peltrechos, e 
bastesays de las armas e peltrechos, e bastìmentos e tiros de polvera 
e gentes de marinos e aparejos de marear e oficiales que menester 
fueren, e vos otros vierdes e entendierdes que cumple: los quales 
podades tornar e tomades de quales quier lugares, e partes , e navios , 
donde los fallardes , pagando a los duenos dellos los precios raso- 
nablesj que por ellos devan aver: e asy mismo podades costrenir e 
apremiar a quales quier oficiales de quales quier oficios , que son 
convinientes para yr en la dicha armada, e entendierdes que cum- 
ple que vayan en ella; a los quales sera pagoda el sueldò e sala- 
rio rasonable que por elio devan aver, e para que cerca dello po- 
dades otorgar, e otorguedes qual quier seguridad en nuestro nonbre, 
que convenga e menester sea: para lo qual todo que dicho es, e para 
que cerna dello podades faser e fagades todas las prendas, premiasi 

• ForiedeWw, prisiones , e esenciones, e remates e venciones de * que con- 

vengan e menester sean, con todas sus incidencias e dependencias , 
anexidades , e connexidades , vos damos poder complido por esa nue- 
stra carta: pero es nuestra merced, e mandamos que de todo lo su- 
so dicho se tenga rason e cuenta para quando nos la quesyeremos 
mandar ver, que se asiente en los nuestros Ubros, que tienen los 
nuestros contado res mayores; e que qual quier cosa de las sus di- 
chas tocante a la dicha armada, se haga e pose ante Juan de So- 
ria Segretario del Principe Don Juan nuestro muy caro e muy 
amado fijo, que va por lugar temente de los dichos nuestros con- 
tadores mayores, e que con su poder, e non en atra numera alguruu 
E otrosy es nuestra merqed, e mandamos, que todo lo que toca a 
las compras de armas, e pelthrechos, e mantenimiento , e otros co- 
sas, e fletè de navios, e otros gastos de la dicha armada, se haga 
e pase ante ci lugar temente de nuestro escrivano, que agora non- 



( aa3 ) 

dette navi e naviglj, e fuste e caravelle, che a voi le diano e 
consegnino , e vendano o diano a nolo , pagando loro il prezzo , 
al quale fossero da voi comprate o noleggiate , o che dovrebbono 
avere secondo i contratti e le convenzioni, che faranno e conver- 
ranno con voi altri : e così comprate e noleggiate le dette navi e 
naviglj , e caravelle e fuste , le possiate armare , e fornire di muni- 
zioni , e provvedere d' armi e strumenti , e le provvediate d' armi e 
strumenti , e vettovaglie , e tiri di polvere , e di uomini di mare , 
e di fornimenti per navigare , e degli uffiziali che saranno necessarj , 
e che voi altri vedrete e conoscerete opportuni : i quali possiate 
prendere e prendiate da qualsiasi luogo e parte , e naviglio , ove 
li troverete, pagando a' lor padroni que' prezzi ragionevoli, che ne 
debbono avere ; e similmente possiate costringere e sforzare qua- 
lunque uffiziale di qualsivoglia uffizio, che sia adattato ad ire nella 
detta armata , e che conoscerete esser vantaggioso che vada in essa ; 
a' quali sarà pagato il soldo, e salario ragionevole, che deggiono 
avere. Ed affinchè intorno a ciò possiate rogare e roghiate in no- 
stro nome qualunque sicurezza, che sia convenevole e necessaria a 
tutto che si è detto ; e perchè sopra ciò possiate fare e facciate 
tutte le staggine , costrizioni , catture , esenzioni , compre e ven- 
dite che convengano, e sien necessarie > con tutte le loro 

incidenze e dipendenze , annessi e connessi , vi diamo per questa 
nostra lettera pieno potere. Pertanto è nostra volontà, e coman- 
diamo che di tutte le cose predette si tenga ragione e conto, per 
quando Noi vorremo comandare di vederle ; che si registrino sui 
nostri libri tenuti dai nostri Tesorieri maggiori ; e che ogni cosa 
delle sopraddette, spettante alla detta armata, si faccia, e passi 
dinanzi a Giovanni di Soria , Segretario del Principe Don Giovanni 
nostro carissimo e dilettissimo Figlio , il quale va per Luogote- 
nente dei detti nostri Tesorieri maggiori , e con l' autorità di lui , e 
non in vermi' altra maniera. Ed è similmente nostro volere, e co- 
mandiamo, che tutto ciò che riguardala compra delle armi, e mu- 
nizioni, e vettovaglie, e altre cose, e il nolo de 9 naviglj, e altre 
spese dell'armata suddetta, si faccia e passi avanti il Luogotenente 



("4) 

bramos para està armarla, junta mente con el dicho Juan de So- 
ria temente de nuestros contadores majrores; jr asi mesmo por que 
en el sueldo que se oviere de pagar a la gente , que fuere a la di- 
cha armada, non ajra fraude , ni encubierta alguna, es nuestra mer- 
ced que las presentaciones e alardes de Ut dicha gente se faga ante 
el temente del dicho nuestro escrivano, e que por fé suja Jirmada 
de su nombre fagan la libranca de todo lo suso dicho los dichos 
rimirante e Don Juan de Fonseca . e el dicho temente de nuestros 
contadores majrores firme en los dichos libramientos , por que el 
tenga la rason, e cuenta dellos, por manera que el que lo ostiere 
de pagar, no pagere cosa alguna sjn carta, o nomina, de los di- 
chos rimirante e Don Juan de Fonseca, e Jirmada del dicho te- 
mente de nuestros contadores majrores. E sjr para haser e complir 
e poner en obra lo suso dicho, o qual quier parte dello, menestcr 
ovierdes favor, e ajrud, por està dicha nuestra carta mandamos a 
quales quier consejos, asjrstentes , corre gidores , alcaldes, alguasy- 
les, regidores, cavalleros, escuderos, oficiales, e omes Buenos, e 
maestres de navios , e fustas, e otras quales quier personas, que 
para elio fueren requeridos, que vos lo den e fagan dar por bien 
e complida mente; e que en elio ni en parte dello embargo ni con- 
trario al g uno vos no pongan, ni consjrentan poner, so pena de la 
nuestra merced e de privacion de los ofiqìos e de confìscaqion de 
todos sus bienes a cada uno del los que lo contrario fisiere. E de 
mas mandamos al ome que vos està nuestra carta monstrare, que 
vos emplase que parescades ante Nos en la nuestra corte, do quier 
que nos seamos, del dia que vos enplasare^ fasta qui n se dias prì* 
mos sjrguientes, so la dicha pena; so la qual mandamos a qual 
quier escrivano publico, que para esto fuere llamadoj que de ende 
al que vos la mostrare, testimonio sjrgnado con su sjrgno, por que 
nos sepamos en corno se cumple nuestro mandado. Dada en la ci- 
bdad de Barcelona a vejrnte e quatro dias del mes de majro, del 
nascimiento de nuestro Sehor Jhesu Christo de mill e quatrocien- 
tos e noventa e tres ahos. 



\ 



( 2a5 ) 

del nostro scrivano 9 che ora nominiamo per questa armata unita- 
mente al detto Giovanni di Soria , Sostituto de' nostri Tesorieri mag- 
giori. Parimente : acciocché nel pagare il soldo dovuto alla gente 
dell'armata sopraddetta non v'abbia frode, né raggiro niuno , vo- 
gliamo che le presentazioni e le rassegne della gente predetta si 
facciano avanti al Sostituto del detto nostro scrivano; e che sulla 
fede di lui firmata col suo nome facciano il mandato di quanto si 
è detto di sopra i prefati Ammiraglio, e Don Giovanni di Fonseca. 
E il predetto Sostituto de' nostri Tesorieri maggiori firmi li man- 
dati suddetti per tenerne ragione e conto; di maniera che colui, 
che avesse da pagare , non pagherà cosa alcuna senza lettera , o 
ruolo dei predetti Ammiraglio e Don Giovanni di Fonseca , e fir- 
mata dal detto Sostituto de' nostri Tesorieri maggiori. E se per 
fare , compiere , e mettere ad effetto le cose sopraddette , o parte di 
esse , vi fosse necessario favore ed ajuto, per questa lettera nostra 
suddetta comandiamo ad ognuno de' nostri Consiglj , Governatori , 
Podestà , alcaldi , birri , reggenti , cavalieri , scudieri , officiali , e 
buoni uomini , e maestri di naviglj , faste , e ad ogni altra persona 
qualunque , che di ciò fosse richiesta , che a voi lo dieno , e dar 
lo facciano, bene e compiutamente, e che in esso, né in parte di 
esso , mettano , ne consentano che sia messo sequestro , ne opposi- 
zione alcuna, sotto pena della nostra grazia, e della privazione 
degli uffizj , e della confisca di tutti i suoi beni a ciascheduno de' 
contravventori. Inno] tre comandiamo a colui, che vi mostrerà que- 
sta nostra lettera, che v'intimi di comparire davanti a Noi nella 
nostra corte , dovunque Noi siamo , nel termine de' quindici primi 
giorni seguenti, sotto la detta pena : sotto la quale comandiamo a 
qualsivoglia pubblico scrivano', il quale per questo fosse chiamato, 
che a colui che ve la mostrerà , dia un certificato segnato col suo 
segno, acciocché Noi sappiamo come si eseguisce il nostro coman- 
damento. Data nella città di Barcellona a di &4 del mese di mag- 
gio, della natività di nostro Signore Gesù Cristo l'anno i4<)3- 

$0 co vhe< */o la (sheawui, 

Cod. Dip. F. 29. 



( 2*6 ) 

Yo Fcrnand Alvares de Toledo Segretario del Rejr e de la Bey- 
na nuestros Sefiores la fise escrivir por su mandado. E en las es- 
paldas desia: Rcgistrada en forma. Rodericus Dottor. Pedro Gers 
Chanciller. e sellada. 

E asy presentadas ante los dichos Alcaldes en la manera que 
dicho es , dixo a los dichos alcaldes el dicho Senor rimirante sur 
so dicho , que por quanto el ha menester de llevar, e presentar los 
dichos p revile gios , e cedulas, e cartas originales de suso encarpo- 
rados, a muchas partes e lugares do a su derecho convenia; e que 
se tenda e regelava que llevandolas o presentandolas , que se le per» 
derian o rasgarian , o acaesceria en ellas, o en alguna dellas al- 
gund caso fortuito, e que por evitar los dichos jrnconvinientes , pe- 
dia e pidio a los dichos Alcaldes , e a cada uno dellos, que amos 
junta mente viesen e exsaminasen los dichos previlegios, e cartas, 
e qedulas, que ante ellos presentava, e mandasen a mi el dicho escri- 
vano, que sacase , o fisiese sacar, un traslado, o dos, o mas, los 
que menester oviese. En el qual dicho traslado, o traslados, ellos 
jrnterpusiesen su abtoridad, e decreto judicial, para que faga en- 
terafe, doquier que paresciesen, asjr corno valen e fasen fé los di- 
chos previle gios , e cartas e cedulas originales suso dichos, e firma- 
dos de sus nonbres, e otrosjr firmados e sygnados de mi el dicho 
escrivano , gè los mandasen dar para guarda de su derecho. Sabre 
lo qual dixo, que sjr necesario era, rmplorava, e jrmploro el noble 
ofiqio de los dichos jélcaldes. E luego los dichos Alcaldes visto el 
dicho pedinile rito, tomaron las dichos cartas, e previlegios, e qedu- 
las originales en sus manos, e lejreron por ellos e cada uno dellos* 
e por que las vieron sanas e non rotas, ni cancelladas ni en al- 
guna parte sospechosa, por que de derecho non veniessen valer, 
antes caresqentes de todo vicio, e suspiqion, dixeron amos junta 
mente que mandavan, e mandaron a mi el dicho escrivano, que sel- 
ciose, e fisiese sacar de las dichos cartas è previle gios e qedulas un 
traslado o dos o mas, los que el dicho Senor rimirante me pidiese 
e oviese menester; e gè los diese e entreguase firmados de sus non- 
bres, e firmados e signados de mi el dicho escrivano, a los quales 



( **7 ) 

Io Ferdinando Alvares , Segretario del Re e della Regina nostri., 
Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. £ nel tergo diceva: 
Registrata in forma. Rodericus Doctor. Pietro Guttieres Cancelliere; 
e sigillata. 

E così presentata nanti gli alcaldi predetti nella maniera surri- 
ferita, disse ai detti alcaldi il sopradetto Ammiraglio, che avendo 
egli mestieri di produrre e presentare i detti privilegi , e cedole , 
e carte originali incorporate qui sopra, in molte parti e luoghi, 
dove al suo dritto conveniva , si temeva e sospettava che produ- 
cendole o presentandole , si perderebbono , o sarebber lacerate , o 
avverrebbe ad esse , ovvero a taluna di esse alcun caso fortuito. 
E che ad evitare tali inconvenienti domandava e domandò ai detti 
alcaldi , e ad ognuno di essi , che ambidue insieme vedessero ed 
esaminassero i detti privilegj, e lettere, e cedole, che loro dinanzi 
presentava, e comandassero a me scrivano suddetto che ne rica- 
vassi , o facessi ricavare una copia , o due , o più , quante gli sa- 
rien necessarie. E in tal copia, o copie, eglino interponessero la 
loro autorità e decreto giudiziale, onde facciano intera fede, ovun- 
que appariscano ; come vagliono , e fanno fede i detti privilegj , e 
lettere, e cedole originali suddette; e che firmate de' nomi loro, 
ed altresì firmate e segnate da me scrivano suddetto, comandassero 
che a lui fosser date per conservazione del proprio dritto. E sopra 
ciò disse, che se era necessario, implorava, ed implorò il nobile 
uffizio de' prefati alcaldi. E tosto i detti alcaldi , conosciuta la sua 
petizione , presero in mano propria le dette lettere , e privilegj , e 
cedole originali , e lessero da sé stessi , e ciascheduno di essi ; e 
veggendole intatte , non lacere , ne cancellate , ne in parte veruna 
dubbiose , per tal maniera che di dritto non dovessero aver vigore, 
ma prive anzi d'ogni vizio e sospezione, dissero amendue unita- 
mente, che comandavano , e comandarono a me scrivano suddetto, di 
trarre , o far trarre dalle dette lettere , privilegj , e cedole , una 
copia , o due , o più , quante il predetto Signor Ammiraglio mi 
chiedesse , e ne avesse bisogno ; e gliele dessi e consegnassi firmate 
de' nomi di essoloro , e firmate e segnate da me suddetto scrivano, 



( 2*8 ) 

e a cada uno dellos , ellos e cada uno dellos , jrnterponian e jnter- 
pusieron su abtoridad e decreto , para que valiesen e Jisiesen fé en 
jujrzio, e fuera del en todo tempo, e lugar do paresqiesen; bien asj 
e atan compii da mente corno valdrian e farian fee las dichas can- 
tasy e previle gios , e cedulas originai mente paresciendo. E de todo 
esto en corno paso, el dicho Sehor rimirante dixo que gelo diesse 
por fé e testimonio, para guarda de su derecho; e yo dile ende este, 
el qual va firmado de los dichos alcaldes e de cada uno dellos, e 
firmado e sygnado de mi el dicho escrivano publico: e fue fechó e 
sacado e corregido e cnncertado con los dichos originales e con co* 
da uno dellos en la diclia cibdad de Sevilla e en el dicho dia e 
mes e ano suso dichos. (Va escripto sobre rajrado o dis: fago vos 
mi Rimirante major de la mar e quero e es mi merced que seades 
de aqui addante mi rimirante major de la mar, segundo que lo 
solia ser el rimirante Don Diego Hurtado de Menda e a que es fi- 
nodo e que ajrades el dicho Almirantadgo . e o dis , e otros e yo , 

e o dis e non llevaren sueldo nuestro corno dicho es Vale e 

non le empesca). 

if.^W S Stevan de£a 

Alld Roca alld. 

Yo Gomes Nieto e . de Sevilla fujr presente a là abtoridad 

e mandamiento de los dichos Alcaldes e sot.° 

Yo John Fbro. 

de Sevilla fujr presente a su abtoridad e mandamiento de 

los dichos Alcaldes e sojrt. 9 

E yo M escrivano publico de Sevilla subscripsi a la di- 

cha abturidad ..... 

(Luogo della cifra o abbreviatura del Kotajo.) 



N. B. Trattandosi di soscrizioni e cifre originali, riesce quasi impossibile il poterle in* 
tendere con esattezza. Le prime due sono più facili ; una è quella di Stefano della Rocca 
Alcalde; l'altra ne lascia ' scorgere nelle lettere RYS il nome Auys 9 e nelle lettere ALLD 
il titolo abbreviato di Alcalde. Nella terza dividerei le lettere sot.° in questa guisa: so 
(sono) testimonio: così nella quinta sojr t.°. L'ultima è la sottoscrizione del Nolajo Mar- 
tino: ma non si può diciferare interamente. 



-*À 



( **9 ) 
alle quali , e ad ognuna di esse , eglino , e ciascheduno di essi , in- 
terponevano ed interposero l'autorità e il decreto loro , perchè va- 
lessero , e facessero fede in giudizio e fuora , in qualsivoglia tempo 
e luogo , dove fossero presentate , così bene e sì compiutamente , 
come farebbero fede le prefate lettere, e privilegj, e cedole origi- 
nalmente presentate. E il detto Signor Almirante disse , che tutto 
ciò nel modo eh' erasi eseguito , il dessi a lui per fede e testimo- 
nio, a conservazione del suo dritto. E io perciò gli diedi questa 
copia , che è firmata dagli alcaldi sopraddetti , e da ognuno di essi, 
<e firmata e segnata da me notaro pubblico sopraddetto; e fu fatta, 
e ricavata , e corretta , e collazionata coi detti originali , e con 
ciascheduno di essi, nella detta città di Siviglia, nel dì,' mese ed 
anno detti di sopra *. 

R v M S Stefano della 

ALLD Rocca Alld. 

Io Gomes Nieto e di Siviglia sono stato presente all' auto- 
rizzazione e comando dei detti alcaldi, e sono testimonio. 

Giovanni Faro. • 

di Siviglia sono stato presente all' autorizzazione e co- 
mando dei detti alcaldi, e sono testimonio. 

E io M scrivano pubblico di Siviglia subscripsi alla detta 

autorizzazione. 

( Luogo dell' abbreviatura , o cifra del Notajo. ) 



' Ecco l' errata corrige collocala dal notajo appiè della sua. copia , e che non poteva aver 
luogo nella traduzione : = Va scritto sopra la raschiatura , dove dice : Fago vos mi Almi' 
rante mayor de là mar e quero e es mi merced que seades de qui adelante mi Almirante 
mayor de la mar segundo que, lo solia ser el Almirante Don Diego Hurtado de Men- 
doca que esjinado, e que ayades el dicho Almirantadgo. E dove dice e otros e jro. E 
dove dice e non Ueuaren sueldo nuestro corno dicho es ..... * Taglia ; e non le sian d'im- 
pedimento questi errori, = 

* Manca una sola parola da due sillabe, che bob t'intemde: pare geles, o **/#*) aia che lignificherebbe tal voce io 
tal luogo? 

* Probabilmente Ferrerò. 



( a3o ) 



BULLA 

ALE XANDRI PP. VI 



DOCUM. 



xxxru. Ow (idei cJ&ouwiie'. jtaiueuv 

JjéSte es traslado bien e fielmente sacado da una escriptura escrfc 
pta en pergamino de cuero en lengua latina , e seUada con un sello 
de qera colorada , metido en una caxa de madera pendiente en una 
cinta de seda verde , e sjrgnada e firmada de cierto Notorio Apo- 
stolico , segund por ella parescia. El thenor de la guai de verbo 
ad verbum es este que se sjrgue. 

X etrus Garsia, Dei et Àpostolicae Sedis grada Episcopus Bar- 
ckinon, Regius Audictor (sic) et Consiliarius : universis et singuìis 
praesentes literas sive praesens publicum instrumentum visuris, 
lecturis pariter et audituris, saluterà in Domino sempiternarti et 
Legg. mi «*i prosperos ad voca succesus * • Vobis et cuilibet vestrum noctum 
(sic) facimus per praesentes , quod Nos in nostrìs manibus habui- 
mus > tenuimus , palpavimus , vidimus , et diligenter inspeximus San- 
tissimi in Christo Patris et Domini nostri Alexandri diyina pro- 
videntia Papae Sexti literas apostolica^ ejus vera bulla plumbea 
» Le gs , jui* #«- * n fi^ s sericiis % rubei croceique coloris more Romanae Curia* im- 
pendente, sanas signif et integras, non viciatas, non ckancellatas, 
nec in aliqua sui parte suspectas , sed omnimoda suspetione caren- 
tes, ut in eis apparebat. Quorum quidem harum tenor et continen- 
tia de verbo ad verbum sequi tur, et est talis. 

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei , carissimo in Christo 
filio Fernando Regi, et diarissime in Christo filie Elisabeth Re- 



SUCCCSSU4. 



ricis. 



(.3.) 



BOLLA 

DI ALESSANDRO VI 



WS Wo»» 4 &« ^6* °°™ 



-niMl, xxxvn. 



yJuesta è copia ricavata bene e fedelmente da una scrittura scritta 
in pergamena di cuojo in lingua latina, e suggellata con un sigillo 
di cera colorita, riposta in una casse ttina pendente da un nastro 
di seta verde, e segnata e firmata da un certo Notajo Apostolico, 
secondochè per essa appariva. H cui tenore , parola per parola, è 
quello che segue. 

Jtietro Garsia, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo 
di Barcellona , Regio Uditore e Consigliere : a tutti e singoli , che 
vedranno, leggeranno, e similmente che udiranno le lettere presenti, 
ossia il presente pubblico instrumento , sempiterna salute nel Si- 
gnore, e perfetto adempimento de' lor desiderj. A voi e ad ognuno 
di voi facciam noto per le -presenti, che noi abbiamo avuto* nelle 
nostre mani , toccato , palpato , veduto , e diligentemente conside- 
rato le lettere apostoliche del Santissimo in Cristo Padre e Signor 
nostro Alessandro per divina Provvidenza Papa vi, dalle quali pèn- 
deva la vera di lui Bolla di piombo con fili di seta di color rosso 
e di croco, secondo lo stile della Curia romana 9 sane nei segni e 
intere, non viziate, non cancellate, né in parte veruna sospette, 
ma scevre da qualsivoglia sospesone, come in esse appariva. Il te- 
nore e la contenenza delle quali segue parola a parola, ed è tale. 
Alessandro Vescovo , Servo de' Servi di Dio , al carissimo figlio 
in Cristo Ferdinando Re , e alla carissima figlia in Cristo Elisabetta 



( a3a ) 

gine Castelle, Legionis , Aragonum, Sicilie, Granate illustribus, 

saluterà et apostolicam benedìctionem. Inter cetera Divinae mage- 

stati (sic) bene placita opera, et cordis nostri desiderabilia , illud 

*r* g g i '*r feet0 ri P ro ff eto * potissimum existit , ut Fides catholica et Christiana Re- 

^KHmendt ligio > nostris praesertim temporibus , exaltetur , et ubilibet amplie- 

indi^rii; «rven- t ur > et dilatetur , animarumque salus procuretur, ac barbarne na- 

doci dd Bollano 

Romano, edi*jone ii ones deprimantur > et ad Fidem ipsam reducantur. linde cum ad 
nardl hanc sacram Petri sedem , divina f avente clementia , meritis licei 

imparibus , evocati fuerimus , cognoscentes vos tamquam veros ca- 
tholicos Reges et Principes, quale s semper fuisse novimus , et a 
vobis praeclare gesta toti pene jam orbi notissime demonstrant , ne 
dum id exoptare > sed omni conatu , studio , et diligentia , nullis 
laboribus, nullis impensis, nullisque parcendo periculis, etiam prò- 
prium sanguinem effondendo , efficere , ac omnem animum vestrm 
omnesque conatus ad hoc jam dudum dedicasse 3 quemadmodum re* 
cuperatio regni Granatae a tyrannide Saracenorum hodiemis tem- 
poribus per vos cum tanta divini nominis gratia facta testatur; di- 
gne ducimus non immerito , et debemus illa vobis etiam sponte et 
favorabiliter concedere , per quae hujusmoai sanctwn et laudabile, 
ac immortali Deo acceptum propositum in dies ferventiori animo ad 
ipsius Dei honorem, et imperii Christian! propagationem proseqid 
valeatis. Sane accepimus quod vos, qui dudum animo proposueratis 
aliquas insulas et terras firmas remotas et incognitas , ac per alios 
hactenus non repertas , querere et invenire, ut illaiiim incolas et 
habitatores ad colendum Redemptorem nostrum et Fidem catholicam 
profitendam reduceretis, hactenus in expugnatione et recuperatane 
ipsius regni Granatae plurimum occupati, hujusmodi sanctum et 
laudabile propositum vestrum ad optatum finem perducere nequivi- 
stis ; sed tandem , sicut Domino placuit , regno praedicto recupera- 
to , volentes desiderium adimplere vestrum , dilectum filium Chri- 
» redi». Romana stoforum Colon * virum utique dignum et plurimum conùnendandwn, 

ac tanto negotio aptum cum navigiis et hominibus ad similia in- 
structis , non sine maximis laboribus et periculis , ac expensis > 
destinastis , ut terras firmas et insulas remotas et incognitas hujus 



j 



( a33 ) 

Regina, illustri di Castiglia, Leon, Aragona, Sicilia, Granata : salute 
ed apostolica benedizione. Tra le altre opere assai gradite alla 
maestà Divina , ed al cuor nostro desi dere voli , avvi questa princi- 
palmente senza dubbio, che la Fede cattolica, e la Religione Cri- 
stiana, specialmente a' nostri tempi, sia esaltata, e per ogni dove 
ampliata e dilatata; e che si procuri la salute delle anime, e sien 
depresse le barbare nazioni, e condotte alla Fede medesima. Ond'è 
eh' essendo Noi stati promossi , col favore della divina clemenza , 
benché a tanto grado inferiori di meriti , a questa sacra sede 
di Pietro , sapendo che voi , come veri cattolici Re e Principi , 
quali sempre v'abbiam conosciuto, e come le vostre preclare ge- 
sta , potissime oggimai a tutto l' orbe , dimostrano , non solamente 
ciò bramate, ma l'eseguite ancora con ogni vigore, premura e di- 
ligenza , non perdonando a niuna fatica , a niuna spesa , a pericolo 
niuno, spargendo anche il proprio sangue; e già è gran pezza che 
tutto l' animo vostro , e tutti gli sforzi avete a ciò dedicati , come 
il dimostra la ricuperazione del regno di Granata dalla tirannia de' 
Saraceni , fatta da voi ne' tempi presenti con tanta gloria del nome 
Divino 9 degno a ragione stimiamo , e dobbiamo concedervi anche 
spontaneamente e favorevolmente tutte le cose, per le quali pos- 
siate in appresso con animo più fervente proseguire in questo pro- 
posito santo e lodevole , ed accetto all' immortale Iddio , ad onore 
dello stesso Dio, e per la propagazione dell'impero cristiano. Ed 
in vero, è giunto a nostra notizia, che voi, i quali eravate delibe- 
rati nell' animo , già da molto tempo , di cercare e scoprire alcune 
isole e terre ferme remote ed incognite , e per niun altro fino ad 
ora scoperte, onde ridurre ad adorare il nostro Redentore, e a 
professar la Fede cattolica i naturali e gli abitatori delle medesi- 
me , non avevate fino a qui potuto condurre al bramato fine cotal 
santo e lodevole vostro proposito , trovandovi strettamente occu- 
pati nella espugnazione e ricupera del regno di Granata : ma final- 
mente, come piacque al Signore, ricuperato il regno suddetto, 
volendo compiere il vostro desiderio, destinaste non senza gravis- 
simi travaglj , pericoli , e spese , il diletto figlio Cristoforo Colombo, 

Cod. Dip. F. 3o. 



(.34) 

modi , per mare ubi hactenus navigatum non fuit , diligenfer inqui- 
reret. Qui tandem, divino auxilio , facta extrema diligenza, in 
mari Oceano navigantes , certas insulas remotissimas et etiam ter- 
iris firmas , quae per alios hactenus repertae non fuerant , invene» 
runt; in quibus quamplurimae gcntes paci fi ce viventes, et,utas- 
seritur, nudae incedentes , nec carnibus vescentes , inhabitant: et, 
ut praefati nuncii cestri possunt opinati , gentes ipsae in insulis et 
terris praedictis habitantes , credunt unum Deum creatorem in eoe- 
lis esse : oc ad Fidem catholicam amplexandum , et bonis moribus 
imbuendum satis apti videntur ; spesque habetur quod si erudiren- 
tur, nomen S aleatori s Domini nostri Jesu Christi in terris et insulis 
' v «fa. Rom. praedictis f facile induccretur. A e praefatus Cristophorus in una ex 

legge fateretw. 

principalibus insulis praedictis jam unum turrim satis munitemi, in 
qua certos Chrìstianos , qui secum iverunt , in custodiam , et ut 
alias insulas et terras firmas remotas et incognitas requirerent , pò* 
suit , construi et edijicari fecit. In quibus quidem insulis et terris 
jam repertis , aurum , aromata , et aliae quamplurimae res preciosae 
diversi gèneris, et diversae qualitatis reperiuntur. Urtde omnibus 
diligenter, et praesertim Fidci e x aitati one catholicae et dilatatio- 
ne, prout decet catholicos Reges et Principes, consideratisi mòre 
progenitorum vestrorum clarae memoriae Regum , terrtes firmas et 
insulas praedictas , illarumque incolas et habitatores vobis (divina 
/avente clementia ) subjicere , et ad Fidem catholicam reducere prò* 
positi stis. Nos igitur hujusmodi vestrum sanctum et laudabile prò- 
positum plurimum in Domino commendantes , ac cupientes ut illud 
ad debitum finem perducatur , et ipsum nomen Salvai or is nostri in 
parti bus illis inducatur , hortamur vos plurimum in Domino , et per 
sacri lavacri susceptionem , qua mandati s apostolici s obli goti estiS} 
et viscera misericordiae Domini nostri Jesu Christi , attente requi- 
'r Jetui. RoBMU " rimus , ut cum expeditionem hujusmodi omnino • persequi et assu- 
3 Edi». Romana mere / permanente orthodoxae fidei zelo , intendati s , populos in 

proba mente» 

hujusmodi insulis et terris degentes ad christi anam Refigionem su- 
scipiendam inducere velitis et debeati s , nec pericula , nec labores 
ullo unquam tempore vos deterreant , firma spe fiduciaque conce- 



( *35 ) 

veramente degno soggetto , e da commendarsi moltissimo , ed atto 
a tanto negozio , con navi gì j ed uomini usati a cose somiglianti , 
acciocché diligentemente cercasse quelle terre ferme, e le isole re- 
mote ed incognite nel mare, dove non si era navigato fino ad ora. 
I quali alla fine, ajutandogli Iddio, fatta estrema diligenza, navi- 
gando nel mare Oceano , scoprirono certe isole rimotissime , ed an- 
che terre ferme , che niuno avea peranco scoperte , abitate da 
moltissimi popoli, che vivono pacificamente, e, come viene affer- 
mato , vanno ignudi , uè si ciban di carni : e per quanto possono 
opinare i prefati vostri messi , que' popoli che abitano le isole e le 
terre predette , credono esser ne' cieli un Dio creatore , e pajono 
assai disposti ad abbracciar la Fede cattolica , e ad apprendere 
buoni costumi ; avendosi speranza , che se fossero ammaestrati , fa- 
cilmente s'introdurrebbe nelle terre ed isole sopraddette il nome 
del Salvatore Signor nostro Gesù Cristo. £ già il prefato Cristoforo 
ha fatto costrurre ed edificare in una tra le principali delle isole 
predette, una torre assai forte, nella quale pose certi Cristiani, 
ch'erano iti con essolui, acciocché ne abbian la guardia, ed anche 
discoprano altre isole e terre ferme rimote ed incognite. Nelle quali 
isole e terre già scoperte, si trovano oro, aromi, ed altre moltis- 
sime cose preziose di diverso genere , e diversa qualità. Per che 
diligentemente considerate tutte le cose , e specialmente l'esaltazione 
e il dilatamento della Fede cattolica , come s' addice a' Regi e Prin- 
cipi cattolici , imitando i Re vostri progenitori di chiara memoria , 
vi siete deliberati , col favore della Divina clemenza , di assogget- 
tarvi , e ridurre alla cattolica Fede le terre ferme ed isple predet- 
te, e i naturali e gli abitatori delle medesime. Noi dunque alta- 
mente commendando nel Signore sì fatto vostro santo e lodevol 
proposito , e bramando che sia condotto al debito fine , e che il 
nome del nostro Salvatore in quelle parti s'introduca, vi esortiamo 
caldamente nel Signore , e pel santo lavacro ricevuto , con che vi 
siete obbligati a' comandi apostolici , e per le viscere della miseri- 
cordia del Signor nostro Gesù Cristo premurosamente vi richie- 
diamo , che intendendo voi di assumere e proseguire al tutto tale 



( a36 ) 

ptis , qiiod Deus omnipotens conatus vestros feliciter prosequetur. 
Et ut tanti ne gotii provinciam , apostolicae gratiae largitale donati, 
liberius et audacius assumatis > motu proprio , non ad vestram vel 
alterius prò vobis super hoc nobis oblatae petitionis instantiam, sed 
de nostra mera liberiate et certa sci enti a , oc de apostolicae potè- 
statis plenitudine , omnes insulas et terras firmas inventas, et inve- 
niendas, detectas et detegendas versus occidentem et meridiem, fa- 
• Ed it. Rom. bricando et constituendo * unam lineam a polo arctico , scilicet se- 

eonxtrnendo. ' 

ptentrione , ad polurti antarcticum 9 scilicet meridiem * sive terrae 
finnae et insulae inventae et inveniendae sint versus Indiani, aut 
versus aliam quamcumque partem; quae linea distet a qualibet in- 

frf^wiJr 1 ' 7 sularum 9 quae vulgariter nuncupantur de los Acores * et Cabo verde, 

centum leucis versus occidentem et meridiem : ita quod omnes in- 
sulae et terrae Jìrmae repertae et reperìendae , detectae et detegen- 
dae 9 a praefata linea versus occidentem et meridiem, per alium 
Regem aut Principem christianum non fuerint actualiter possessae 
usque ad diem Nativitatis Domini nostri Jesu Christi proxime prae- 
terìtum , a quo incipit annus praesens mitlesimus qùadringentesimus 
nonagesimus tertius , quando fuerunt per nuncios et capitaneos ve- 
stms inventae ali quae praedictarum insularum , auctoritate omnipo* 
tentis Dei nobis in Beato Petro concessa, ac Vicariatus Jesu Christi, 
qua fungimur in tetris , cum omnibus illarum domini is , civitatibus, 
castrisi locis, et villis, juribusque, et jurisdictionibus , et pertinen- 
tiis universis , vobis , heredibusque et subcessoribus vestris Castella* 
et Legioni s Regibus, in perpetuum tenore praesentium donamus, 
concedi mus , et assignamus, vosque, et heredes ac subcessores prae- 
fatos illarum dominos cum piena, libera, et omnimoda potestate, 
auctoritate, et jurisdictione facimus , constituimus , et deputamus: 
decernentes nihilominus per hujusmodi donationem, concessionem , et 

4tr*m.' am "*~ assignationem * vestram nullo chri stiano Principi, qui actualiter 

praefatas insulas aut terras firmas possederit usque ad praedictum 
diem nativitatis Domini nostri Jesu Christi, jus quaesitum sublatim 

4 Edi/. Rom. in- 

irtiigi posse. inteUigi* aut auferri debere. Et insuper mandamus vobis in virtute 

sanctae obedientiae , ut (sicut pollicemini , et non dubitamus prò 



( *7 ) 

spedizione, continuando in voi lo zelo della Fede ortodossa, vo- 
gliate e dobbiate indurre i popoli, che abitan le isole e terre pre- 
dette , ad abbracciare la Religione cristiana , né i pericoli e ' trava- 
glj unquemai v 9 atterriscano ; imprimendovi nell' animo una ferma 
speranza e fiducia , che Dio onnipotente accompagnerà felicemente 
le vostre intraprese. Ed acciocché col dono liberale dell'apostolica 
grazia , più liberamente ed arditamente assumiate sì grande affare , 
di moto proprio, non ad istanza di voi, né per petizione a Noi 
presentata sopra ciò da altre persone a nome vostro, ma di nostra 
mera libertà e certa scienza , e con la pienezza dell' apostolica po- 
destà , con l' autorità dell' onnipotente Iddio a Noi concessa nel 
Beato Pietro, e del Vicariato di Gesù Cristo, che in terra eserci- 
tiamo , col tenore delle presenti doniamo , concediamo , ed asse- 
gniamo in perpetuo a voi, ed ai Re di Castiglia e Leon, vostri 
successori , tutte le isole e terre ferme trovate e da trovarsi , sco- 
perte e da scoprirsi verso l'occidente e il mezzodì, con tutti i do- 
minj , le città , i castelli , i luoghi e le ville di esse , e con tutti i 
diritti, le giurisdizioni, e le pertinenze loro; sia che le terre ed 
isole trovate e da trovarsi sien verso l' India , o verso qualsivoglia 
altra parte; e voi, e gli eredi e i successori prefati facciamo, co- 
stituiamo, e deputiamo Signori di esse con piena, libera e assoluta 
podestà, autorità, e giurisdizione : formando però e fissando una 
linea dal polo artico, cioè dal settentrione, al polo antartico, cioè 
al mezzogiorno; la qual linea sia distante da qualsivoglia delle isole 
volgarmente chiamate de los Acores e Cobo vierde cento leghe 
verso occidente e mezzogiorno ; a condizione che di tutte le isole 
e terre ferme trovate e da trovarsi , scoperte e da scoprirsi dalla 
prefata linea verso occidente e mezzogiorno, non abbia attuale 
possesso altro Re o Principe cristiano fino al giorno del natale del 
Signor nostro Gesù Cristo prossimo passato , dal quale comincia 
r anno presente del mille quattrocento novantatrè ; quando furono 
dai vostri nunzj e capitani ritrovate alcune delle isole predette : 
decretando nondimeno, che per questa donazione, concessione, ed 
assegnazione nostra , non s intenda tolto , o doversi togliere il jus 



ir 



( 238 ) 

vesttri maxima devotione, et regia magnanimitate vos esse factu* 
ros) ad terras firmas et insulas praedictas viros probos et Deum 
timentes, doctos, peritos , et expertos ad instruendum incolas et 
habitatores praefatos in Fide cattolica, et in bonis moribus imbuen- 
do* , destinare debeatis, omnem debitam di li genti am adhibentes. Ac 
quibuscumque personis cujuscumque dignitatis, etsi imperialis et re- 
galis , status, gradus, ordinis, vel conditionis , sub e x communi ca- 
tioni s latae sententiae poena, quam eo ipso, si contrafecerint, incur- 
rant, districtius inhibemus, ne ad insulas et teiTas firmas inventas 
et inveniendas, detectas et detegendas versus occidentem et meri- 
« Edii. Romana diem , fabricando et * constituendo lineam a polo arctico ad polum 

ccntlruendo* 

antarcticum, sive terrae firmae et insulae inventae et inveniendae 
sint versus Indiam, aut versus aliam quamcumque partem, quae 
linea distet a qualibct insularum , qua e vulgariter nuncupantur de 
los Afores et Cabo verde, centum leucis versus occidentem et me- 
ridiem , ut praefcrtur , prò mercibus habendis , vel qua vis alia de 
causa, accedere praesumant, absque vestra ac heredum et succes- 
sorum vestrorum praedictorum licentia speciali : non obstantibus 
constitutionibus et ordì nati onibus apostoli ci s , ceterisque contrariis 
quibuscumque : in ilio a quo imperia et dominationes , ac bona cun* 
età procedunt confidentes , quod, dirigente Domino actus vestros , si 
hujusmodi sanctum ac laudabile propositum prosequamini, bwvi tem- 
pore cum felicitate et gloria totius populi Chsistiani , vestii labores 
et conatus exitum felicissimum consequentur. Verum quia difficile 
foret praesentes literas ad sin gul a qua eque loca, in quibus expe- 
diens fuerit, deferri, volumus 9 ac motu et scientia similibus decer- 
nimus, quod illarum transumptis, manu publici Notarii inde rogati 
subscriptis , et sigillo alicujus personae in ecclesiastica dignitate 
constitutae, seu Curiae E cclesiasticae munitis , ea prorsus fides in 
judicio et extra , ac alias ubili bet adhibeatur, quae praesentilus 
adhiberetur, si essent exhibitae vel ostensae. Nulli ergo omnino ha- 
minum li cent hanc paginam nostrae commendati onis , hortationis, 
requisitionis , donationis, concessionis , assignationis , constitutionis , 
deputationis , decreti, mandati, inhibitionis , et voluntatis infrinr 



^J 



( *3 9 ) 

quaesitum a verini Principe cristiano , che le dette isole o terre 
ferme abbia possedute attualmente sino al prenotato giorno del na- 
tale del Sigtior nostro Gesù Cristo. E di più comandiamo a voi in 
virtù di santa ubbidienza che (siccome promettete, e non dubitiamo 
che siate per farlo, stante la grandissima vostra devozione e regale 
magnanimità) alle terre ferme ed isole predette dobbiate destinare 
uomini probi e tementi Iddio, dotti, periti, ed esperti ad istruire 
i naturali ed abitatori sopraddetti nella Fede cattolica, e ad ammae- 
strarli ne' buoni costumi ; adoperando in ciò quella miglior diligenza 
che si conviene. Ed a qualsivoglia persona di qualunque dignità , 
benché imperiale e reale , stato , grado , ordine , o condizione , 
sotto pena della scomunica latae sententiae, la quale incorrano col 
fatto stesso della trasgressione, strettissimamente inibiamo, che non 
presumano , sia per trafficare , sia per altra cagione qualunque , ac- 
costarsi , senza licenza speciale di «voi , e de' vostri eredi e succes- 
sori predetti , alle isole e terre ferme trovate e da trovarsi , sco- 
perte e da scoprirsi verso occidente e mezzogiorno, fabbricando e 
fissando una linea dal polo artico al polo antartico ; sia che le terre 
ferme ed isole trovate e da trovarsi sieno verso l'India, o verso 
qualunque altra parte ; la qual linea sia distante da qualsivoglia 
delle isole , che volgarmente si dicono de los Acores e Cobo vien- 
ile, cento leghe verso occidente e mezzogiorno, come si è detto : 
non ostanti le costituzioni ed ordinazioni apostoliche, e tutte le 
altre cose contrarie , qualunque sieno. Confidando in Lui , dal quale 
gì' imperi e i dominj e i beni tutti derivano , che dirigendo il Si- 
gnore le vostre azioni , se in tal santo e lodevol proposito conti- 
nuerete , in breve tempo , con felicità e gloria di tutto il popolo 
cristiano, le vostre fatiche, e gli sforzi conseguiranno felicissimo 
adempimento. Ma, perciocché diffidi cosa sarebbe portare le pre- 
senti lettere ad ognuno de' luoghi, ove si converrebbe, vogliamo, 
e di moto e scienza somiglianti decretiamo, che agli esemplari di 
esse, soscritti di mano di pubblico Notajo , di ciò pregato, e mu- 
niti del sigillo di alcuna persona in ecclesiastica dignità costituita, 
o della Curia ecclesiastica , abbiasi al tutto e in giudizio e fuora , 



(*4o) 

gere» vél ei ausu temerario contraire. Si quis antera hoc attentare 
praesumserit , indignationem omnipotentis Dei, oc beatorum Petri 
et Pauli Apostolorum ejus se noverit incursurum. Datum Romae 
apud S. Petrum, anno incarnationis Dominicae millesimo quadri- 
ngentesimo nonagesimo tertio, quarto nonas maii , Ponti ficatxis no- 
stri anno primo. Gratis, de mandato SS."* Domini nostri Papae. 
Pro Rev.™ A. de Mocciallis 3 Jo. Lur. A. Consenjno. L. Podo- 
chatharus. D. GaLlettus. Registrata in Camera Apostolica. 

Amerinus. 



Quibus quidem litteris diligenter, ut praefertur, per Nos inspe- 
ctis ad requisitionem honorabilis viri Alfonsi Alvares de Toledo 
domus Regiae Hispaniae continui familiaris 3 per Notarium publi- 
cum infrascriptum , in vim clausulae in fine praefatarum litterarm 
apostolicarum superius insertarum appositae , quae talis est : " V* 
rum quiajlìjficile foret praesentes litteras ad singula quaeque loca, 
in quibus expediens fuerit, deferri , volumus oc motu et scientia 
similibus decernimus, quod illarum transumptis manu publici No- 
tarii inde rogati subscriptis , et sigillo alicujus personae in eccle- 
»uuitu -/f ^ c,e siastica dignitate constitutae, seu Curiae E e desiasti e ae y immunità- 

tis ' ea prorsus fides in judicio et extra, oc alias ubilibet adhibea- 
tur, quae praesentibus adhiberetur si essent exhibitae vel ostensae» 
ipsas exemplari mandavimus, et transumi 9 ac in publicam forma» 
redigi, decernentes et volentes ut huic praesenti transumpto putii- 
co 9 sive ex empio 9 piena fides deinceps adhibeatur ubilibet in locis 
omnibus et singulis 9 quibus fuerit opportunum 9 ipsumque transunir 
ptum fidem faciat, et illi stetur 9 ac si originales ipsae litterae ap- 
parerent 9 producerentur 3 et praesentarentur. Quibus omnibus et sin- 
gulis auctoritatem nostrum ordinariam interposuimus , interponùnus- 
que par iter et decretum per praesentes, et ad ampliorem et clario- 
rem evidentiam praemissorum sigillum nostrum praesentibus una cwn 
infrascripti Notarli signo et subscriptione impendenti duximus ap* 
ponendum. A età fuerunt haec Barellinone in domo habitationis no- 



(«4» ) 

e altrove in qualsivoglia luogo, quella fede, che alle presenti si 
avrebbe , se fossero esibite , o dimostre. Adunque a ninno affatto 
degli uomini sia lecito violare , o con temerario ardire far contro 
a questa pagina di nostra commendazione , esortazione , requisizio- 
ne , donazione , concessione , assegnazione , constituzione , deputa- 
zione, decreto, mandato, inibizione, e volontà. Che se alcuno pre- 
sumesse di ciò attentare , sappia eh' egli incorrerà la indignazione 
dell'onnipotente Iddio , e de' beati Apostoli Pietro e Paolo. Data in 
Roma presso S. Pietro , l' anno della incarnazione del Signore mille 
quattrocento novantatrè , a dì 4 di maggio , del nostro pontificato 
l'anno primo. Gratis. (Seguono le firme!) 

Or avendo noi diligentemente esaminate, come si è detto, queste 
lettere, a petizione dell' onorevol uomo Alfonso Alvares di Toledo, 
della real casa di Spagna continuo familiare, per mezzo del pub- 
blico Notajo infrascritto, in vigor della clausola posta nel fine delle 
presenti lettere apostoliche inserite di sopra , la quale così dice : 
= Ma , perciocché difficil cosa sarebbe, ec. ...... = abbiam co- 
mandato che se ne faccia un esemplare ed una copia , che sia ri- 
dotta in forma pubblica , decretando e volendo che alla pubblica 
copia presente , ossia esemplare , piena fede si presti d' ora in poi r 
ove che sia, in tutti e singoli i luoghi, ne' quali sarà opportuno, 
e che il medesimo esemplare faccia fede , e ad esso si stia , come 
se apparissero , si producessero e presentassero le stesse lettere ori- 
ginali. A tutte e singole queste cose interponiamo l'autorità nostra 
ordinaria, interponiamo similmente il decreto per le presenti ; e a 
maggiore e più chiara evidenza delle cose premesse, abbiam deter- 
minato di porre alle presenti il nostro sigillo pendente insieme col 
segno e la soscrizione del Notajo infrascritto. Queste cose si sono 
eseguite in Barcellona nella casa della nostra abitazione , nella ca- 
mera nostra , in giorno di venerdì , diciannove del mese di luglio , 
l'anno della natività del Signore mille quattrocento novantatrè, del 
pontificato dello stesso Santissimo in Cristo Padre, Signor nostro 
Alessandro , per divina provvidenza Papa vi , l' anno primo ; essen- 
dovi presenti gli onorandi e providi uomini Nicolò Pillicer Cano- 

r 

Cod. Dip. F. 3i. 



s 



i*e?-«. 



(«4») 

strae, in camera nostra* die Venerìs* decima nona mensis julii sub 
anno a nativitate Domini millesimo quadri ngent esimo nona gè s imo 
tercio; pontificatus ejusdem Sanctissimi in Christo Patris Domini 
nostri Domini Alexandri , divina Providentia Papae Sexti , anno 
primo : praesentibuj ibidem venerabilìbus et providis viris Nicole® 
Pilli cer nostrae Ecclesiae Barchinon. Canonico, et Petro Joanne 
Vayo ac Michaele Ginous clericis, presbyteris > cappcllanis, et fa- 
miliaribus nostri s , testibus ad praemissa vocatis et rogatis. 
Forse ret™, o Et ego Alvarus i~s ■ del Villar Sanctae Ecclesiae Composteli^ 
nae Canoni cus 9 Notarius Apostolìcus , Reverendissimi D. Diduci 
Hispalen. episcopi sectarius, quia praemissis litteramm apostolicarum 
insertarum praesentationi , receptioni, requisitioni , visioni, dectusque 
interpositioni 9 exemplationi , omnibusque aliis et singulis* dum sic, 
ut praemittitur 9 Jierent, agerentur, et dicerentur, una cum praeno- 
minatis testibus praesens inteifui; eaque omnia et singula sic fieri 
vidi, audivi, et in nota superscripsi ; ex qua praesens instrumen- 
tum per alium, me aliis occupato negotiis , fideliter scriptum de 
mandato praefati Domini episcopi extraxi , praefatasque litteras 
apostolicas superius insertas exemplavi ac auscultavi cum propriis 
originalibus , et concordat de verbo ad verbum; signoque et nomine 
meis solitis et consuetis signavi in fidem et testimoni um omnium et 
singulorum praemissorum, rogatus et requisitus. 

El qua! dicho traslado fue corregido, et concertado por mi d 
Notario infra es cripto con la di eh a escript ara originali onde fue 
s acado; eh la mur noble e muy leal cibdad de Sevi Ila 9 jueves trejrnta 
dias del mes de disiembre alio de la nativi dad del nuestro Senor 

m 

Jesu Christo de milt e qujentos e dos anos. Testi gos que fueron pre- 
sentes a velia corregir con l'originai : los honrrados e discretos V& 
rones Comes Nieto escrivano e Nrh de A y amante, e Juan Gongaies 
Conterò vesinos de la dicha qibdat de Se villa para esto llamaàos 
e rogados. 

(Ruys Montana NotT) 



\ 



(*43) 

nico della nostra Chiesa Barcellonese , e Pietro Giovanni Vayo e 
Michele Gmous chierici , preti , preti , cappellani , e familiari nostri, 
testimonj alle cose prefate chiamati e pregati. 



E io Àlvares ITs del Villar , Canonico della santa Chiesa Compo- 
stellana , Notaro Apostolico , Segretario del Reverendissimo Don 
Diego Vescovo di Siviglia , stantechè mi trovai presente , co 9 testi- 
monj sopra nominati , alle predette presentazione , accettazione , re- 
quisizione , vedimento , e interposizione del decreto , e al trascri- 
vere delle lettere apostoliche inserite, e all'altre cose tutte e 
singole, mentre si facean così, come si è detto, e si operavano e 
dicevano ; e tali cose tutte e singole vidi e udii farsi così , e so- 
scrissi in cifra; dalla qual (Bolla) ho tratto il presente instromento 
scritto fedelmente da un altro, essendo io occupato in altri nego- 
zj , per comando del prefato Signor Vescovo ; e le prefate lettere 
apostoliche di sopra inserite collazionai, ed ascoltai; e concorda 
parola a parola co' proprj originali , e lo segnai co 9 miei soliti e 
consueti segno e nome , in fede e testimonianza di tutte e singole 
le cose premesse , pregato e richiesto. 

La qual detta copia fu corretta e collazionata per me Notajo 
infrascritto con la detta scrittura originale, onde fri ricavata; nella 
nobilissima e fedelissima città di Siviglia , giovedì , a dì trenta del 
mese di decembre , anno della natività di nostro Signore Gesù 
Cristo mille cinquecento e due. Testimonj che furono presenti a 
vederla correggere con V originale : gli onorati e discreti uomini 
Gomes Nieto scrìvano, e Nyn de Àyamonte e Giovanni Gonzales 
Conterò , abitanti della detta città di Siviglia , per tal oggetto chia- 
mati e pregati. 

QRur Montana JSot^ ) 



(>44) 

Yo P.° Rujrs Montana clerico de Cordova* Notano publico Apo- 
stolico, que a todo e cada cosa de lo contenido en està escriptura 
de pergamino del nuestro mujr Santo, Padre, en uno con los dichos 
testigos presente fui e lo *vy e Vojr : por otro fiel mente lo fis escri- 
vir, e deste mjr acostumbrado sino lo subscrive en fé e testimonio 
de verdady rogado e requerido* 



Yo Ruys 
Montana 



Not, 



(«45 ) 

■ 

Io £.* Ruys Montana , chierico di Cordova , Notajo pubblico 
apostolico, che a tutte e a ciascheduna cosa del contenuto in 
questa scrittura di pergamena del nostro Santissimo Padre , insieme 
co' detti testimonj fui presente , e le vidi e V udii , da un altro fe- 
delmente lo feci scrivere , e di questo mio solito segno V ho so- 
scritto in fede e testimonianza della verità, pregato e richiesto* 



Yo Ruis NoU 
Montana 



(*46) 



Muy mgraviado es tt-j 

\st^ deci anLrZ. Uà ste es traslado bien e fiél mente sacculo de tres cedulas del Rey 

la qual es muy 

*L C m!r a edes e ^ ^ a ^ e J na nuestros Senores > escriptas en papel, e firmadas de 

P A m uhVnfe e ch S o\ sus reales nombres ', segund por ellas paresqia. su thenor de las quar 

eonto se muestra 

en hs prepuzio* les , una en vos de otrci, son estas que se srguen. 

y carta* deste ti* r ' J ° 
bro. 



CX ci Leii e Hoc ci Le/uMdC/. 



vecfaratorim que 1-jo que Nos declaramos e mandamos que se faga en las cosas de 

Il evo Caravajales _ _ 

en qn* s. a. man- fasienda tocantes a Don Christoval Colon nuestro Almirante del mar 

dan voi ver stis J 

rZZ at Mmi ' oceano: 

Primeva mente , que en lo que toca a la contribucion de la odia- 
va parte de las mercaderias , que IVos agora mandamos enbiar a 
las di eh as yslas e ti erra firme, e las que yran de aqui addante* 
que el dicho Almirante poniendo la ochava parte de las tales mer- 
caderias y o dando la estimagion dellas , sacadas primem las costas, 
e gastos que en elio se fisieren, aya para si la odiava parte del 
provecho , que de las dichas mercaderias se oviere; cofiforme dia 
capitulacion que con el està fecha > que sobre esto dispone. 

Otrosy, por quanto el Comendador Bovadilla tomo en si fierto oro> 
e joyas, e otros bienes muebles, e rayses, e s emovi entes , que el di- 
cho Almirante tenia en la y sia Espahola, porque a quello es fructo 
e renta de las dichas Yndias, mandamos que ante de todas cosas $ 
se paguen de las dichas cosas que le jueron tomadas, las costas 
e gastos e sueldos, que fueren devidos, è se ovieren fechos desde 
que el dicho Almirante postrima vez fue a las Yndias el ano de 



^A 



(»47) 



i^uesta è copia bene e fedelmente tratta di tre, cedole del Re. e 
della Regina nostri Signori , scritte in carta , e firmate de' regj lor 
nomi , come per esse appariva : il tenor delle quali , Y iuta dopo 
l'altra* è quel che segue. 



Molto aggravato 
• l'Ammiraglio in 
questa declarato- 
ri*, la quale a 
molto al contrario 
delle grazie e pro- 
messe fattegli dal- 
le LL. A A. come 
si vede nei privi- 
legj e lettere di 
quatto libro. 



Jt 0k 



v la 



/a 




\J nello, che noi dichiariamo e comandiamo che si faccia nelle 
cose dell'Azienda spettanti a Don Cristoforo Colon nostro Ammira- 
glio del mare Oceano : 

Primamente, che riguardo alla contribuzione dell'ottava parte 
delle mercanzie , le quali Noi ora comandiamo che sieno spedite 
alle dette isole e terra ferma , e di quelle che vi anderanno da ora 
in poi, il detto Ammiraglio, mettendo l'ottava parte di dette mer- 
canzie , o sborsandone il prezzo , diffalcate prima le spese , che in 
esse accader potessero , abbia per sé 1' ottava parte del profitto , 
che si ricaverà dalle dette mercanzie ; conforme alla capitolazione 
fatta con lui , che dispone intorno a ciò. 

Innoltre , avendosi appropriato il Commendator Bodaviglia certo 
oro e gioje, ed altri beni mobili, e' stabili, e semoventi, che il 
detto Ammiraglio teneva nell' isola Spagnuola ; ed essendo queste 
cose frutto e rendita delle Indie medesime , comandiamo , che prima 
di tutto con le dette cose , che gli furono tolte , si paghino le spe- 
se, i danni, il soldo, che fosser dovuti, e fossero stati fatti, dap- 

a 

poiché il detto Ammiraglio fu all'Indie per l'ultima volta l'anno 



Declaratoria che 

porta Caravagiale* 
nella quale le AA. 
LL. comandano 
che restituisca al» 
1' Ammiraglio i 
tuoi beni. 



( 248) 

noventa e odio, des que fue llcgado eri la fòia Espahola; porque 
aunque aquello por la capitulaqion cs a cargo del dicho rimirante, 
perx> entiendese para que lo ajra de pagar de lo, que de las dichas 
Yndias se adqueriese; e de lo que restare, pagado lo suso dicho, 
se faga una surna, e fechas diez partes, las nueve seran para Nos, 
e la dezena parte para el dicho rimirante: e de f las dichas nueve 
partes nos paguemos los sueldoSj e costas, e gastos, que se hanfe- 
cho e se devieren fasta al dicho tóage, que se fiso el arto de no- 
henta e ocho, que el dimirante fue eri la di eh a jrsla Espahola; por 
quanto nos le fesimos merced de la parte, que le cabia de los di- 
chos gastos. E el dicho Abiurante de la dicha dezena parte paglie 
lo que se averi guare, que deviere parti cular mente a algunas per- 
sonas corno rimirante. 

Ytem que en quanto a los ganados que de aca se ha llevado a 
■ prolabilmente nuestra e uè sta corno l . que segund la dicha capitulacion se 

quivi a ; voi èva j 

brama**. avian de sacar las costas , e gastos, que en elio se ìianfecho; e de 

lo restante el dicho dimirante avia de aver la dezena parte; por 
le faser merced mandose , que syn sacar las dichas costas e gastos, 
le sea acudido con la dezena parte de los dichos ganados, e par- 
tos e pos partos, que dello se han avido: e las nueve partes que- 
den e finquen para nos. ( Vola o dis que escripto sobre rajdo en 
està plana.) 

Ytem mane/ose^ que le sean tornados e restituydos todos los aia- 
vios de su persona e casa, e basti mento s de pan e vino, que el di- 
cho Comendator Bovadilla le tomo, o su justa estimaqion, sin que 
nos ajramos de aver parte alguna dello. 

Ytem que por quanto el dicho Com. or Vobadilla entre otras cosas 
que tomo al dicho rimirante, le tomo ci erta cantitad de pietras, 
que eran del nasqimiento donde noce el oro, que tien parte de oro, 
mandamos al nuestro Governador de las dichas yslas, qué reciba 
declaracion del dicho Comendador Bovadilla con juramento quoti- 
tas e que tamanas emn, e gelas fagan restituir ■> para que se por- 
tan e devidan en la numera que dicho es. 

Ytem, mandamos que sean restituydas al dicho rimirante dos y* 



(*49) 

del novantotto, dopo esser giunto nell'isola Spagnuola; stantechè, 
quantunque in vigore della capitolazione ciò sia a carico dell' Am- 
miraglio , tuttavia s' intende che debba pagarlo di ciò che si acqui- 
stasse nelle Indie; e di quanto rimarrà, pagate le cose sopraddette, 
facciasi una somma , della quale fatte dieci parti , le nove saran 
nostre, e la decima del detto Ammiraglio : e delle prefate nove 
parti Noi paghiamo il soldo , le spese , i danni , che fatti furono , 
e che si avessero a pagare fino" al detto .viaggio , che si fé' nell'anno 
del novantotto, in cui V Ammiraglio 61 all'isola Spagnuola, avendo- 
gli Noi fatto grazia della decima parte, che gli spettava, dei danni 
predetti. E il detto Ammiraglio , della indicata decima parte paghi 
ciò che si verificasse lui dovere in particolare a chicchessia , come 
Ammiraglio. 

Item, riguardo a' bestiami, che di qua furono mandati a nostre 
spese, come egli bramava; essendoché, giusta la capitolazione sud- 
detta, se ne dovean detrarre le spese fatte e i danni , e del rima- 
nente il detto Ammiraglio aveva d'avere la decima parte; si co- 
mandò per fargli grazia, che senza detrarre le dette spese e danni, 
gli fosse dato il sussidio della decima parte dei detti bestiami, e 
parti , e pos partos , che da essi si sono avuti ; e le nove parti re- 
stino, e sieno ritenute per JN01 ( ). * ae ) tetto: v*- 

gliOfùve dice che, 
scritto sopra una 
raschiatura in. 

Item, si ordinò che gli sienò ritornati e restituiti tutti gli arredi *»"*p**™*- 
di sua persona e casa, e le provvigioni di pane e vino, che il 
detto Commendator Bovadiglia gli tolse, ovvero il prezzo equiva- 
lente , senza che Noi abbiamo di ciò parte veruna. 

Item : che tra le altre cose tolte dal Commendator Bovadiglia al 
detto Ammiraglio , essendovi certa quantità di pietre , ch'erano della 
miniera , onde si trae l' oro , che ha una parte d' oro , comandiamo 
al nostro Governatore delle dette isole , che dal predetto Com- 
mendator Bovadiglia riceva la dichiarazione con giuramento > quali 
e quante fossero, e gliele faccia restituire, onde partirle e divi- 
derle nella maniera che si è detto. 

Item ; comandiamo che sien restituite al detto Ammiraglio due 

Cod. Dip. F. 3a. 



( r ) Parentesi che 



( *5o ) 

guas con sus crias, que el dicho dimirante compro de un labrador 
en las Yndias, e dos cavallos que el dicho diminuite tema; uno 
que compro de gorvala, e otro que osto de sus yeguas, que le tomo 
el dicho ComS* Bovadilla, o su justa estimacion, syn que nos ara 
de dar parte alguna dello. 

Ytem, por quanto el dicho rimirante dise che reqibe agrario en 
no proveer el de capitanes e ofiqiales de los navios, que nos agora 
mandamos yr a la jrsla Espanola, que segund la dicha capitula- 
cicm el dise que avia de proveer, desjrmos que por que jra està prò- 
veydo por nuestro mandado los dichos Capitanes e ojiciales; que 
addante maìidaremos que se provea conforme alla dicha Capittdacion. 

Ytem declaramos y mandamos , que el dicho diminuite pueda tra- 
her de aqui adelante en cada ano de la ysla E spari ola dento e house 
quintales de Bresil por rason de la desena parte que ha de aver a 
respetto de los miti quintales de Brusii, que se ha de dar cada ano 
por nuestro mandado a los mercaderos con quien està fecho asiento 
sobre elio; porque por el asyento, que se tomo con los dichos mer- 
caderos, està ecebtada su parte detto, qua! gose el dicho rimirante 
por el tiempo contenido en el dicho asyento de los dichos mercade- 
ros, e despues de la dezena parte de lo que se sacase. 

Ytem, que por quanto el rimirante dise, que el Comandador Bo- 
vadilla ha pagoda algunas debdas de sueldo, e otras cosas en la 
dicha ysla Espanda a algunas personas, a quien no se devia sueldo 
ni otra casa alguna , segando parescera por los tibros de los dichos 
ojiciales , e se podra provar e mostrar: mandamos que si oliere por 
godo a personas a quien no se devia sueldo, ni cosa alguna, qu* 
el dicho Àlmirante non sea óbligado a pagar lo semejante. 

Yten, por quanto el dicho Comendador BovadiUa tomo a los her- 
manos dèi dicho Àlmirante cierta cantitad de oro e foyas, por qi# 
a quello jue adquirido por etlos, corno por quien tenia governacion 
de las dichos Yndias, de todo a quello se fagan diez partes, e fa 
dezena parte aya el rimirante > e las nueve queden e finquen pora 



(»5, ) 

cavalle con le razze loro , che il detto Ammiraglio comprò da un 
lavoratore nelle Indie; e due cavalli, ch'erano del detto Ammira- 
glio , uno de' quali comprò da Gorvala , ed ebbe l' altro dalle sue 
cavalle, che gli furori tolti dal detto Commendator Bovadiglia, o 
il prezzo convenevole, senza che di ciò deggia dare a Noi parte 
veruna. 

Item; essendoché il prefato Ammiraglio dice di ricevere aggravio 
in questo , eh' egli non nomina i capitani e uffizi ali delle navi , le 
quali Noi ora comandiamo che vadano all' isola Spagnuola , affer- 
mando che secondo la detta capitolazione egli ne aveva la nomina; 
diciamo , che già essendo nominati per nostro ordine i detti uffiziali 
e capitani, ordineremo in avvenire che si faccia la nomina con- 
forme alla citata capitolazione. 

Item, dichiariamo e comandiamo che il detto Ammiraglio possa 
trarre da ora in avanti in ogni anno dall'isola Spagnuola cento ed 
undici quintali di brasile, per ragione della decima parte che gli 
spetta sopra i mille quintali di brasile , che dar si debbono ogni 
anno per nostro comando a' mercanti , con i quali si è fatta con- 
venzione intorno a questo; stantechè per la convenzione stabilita 
co' predetti mercanti , si è eccettuata la parte , della quale gode il 
detto Ammiraglio pel tempo contenuto nella detta convenzione dei 
detti mercanti; e di poi {gli spetterà) la decima parte della tratta. 

Item; dicendo l'Ammiraglio, che il Commendator Bovadiglia ha 
pagato alcuni debiti di soldo, e altre cose nella detta isola Spa- 
gnuola ad alcune persone, cui ne soldo si doveva, né altra cosa 
veruna, come apparirà dai libri dei detti uffiziali, e si potrà pro- 
vare e mostrare; comandiamo che se avesse pagato a persone, alle 
quali non era dovuto soldo , ne cosa niuna , il detto Ammiraglio 
non sia obbligato a tal pagamento* 

Item; avendo tolto il prefato Commendator Bovadiglia ai fratelli 
del detto Ammiraglio certa quantità d'oro e di gioje; e queste cose 
essendosi da coloro acquistate come da persone, che avevano il 
governo dell'Indie, di tutte si facciano dieci parti, e la decima 
parte sia dell'Ammiraglio, e le nove altre restino e spettino a Noi: 



( a5a ) 

nos. e que en quanto a los atavios e mantenimientos e co...cos, e 
casas qne tenian, e el oro que ovieron de cosas que asnan vendido 
suyas, provandolo que fue desta condigion, que aunque aquello ten- 
gamos algund derecho , Nos les fazemos merced de lodo elio, para 
que fagan dello, corno de cosa sujra propia. 

Yten, es nuestra merced e voluntad que el dicho Almirante tenga 
en la dicha ysla Espanola persona que entienda \a las cosas de su 
fasienda; e reqiba lo que el oliere de aver, e que sea Alonso San- 
ches de Carvajal contino de nuestra casa; e que el dicho Alonso 
Sanckes de Carvajal por parte del dicho Almirante estea con 
nuestro Veedor a ver fundir, e marcar el oro, que en las dichas 
jrslas e tierra firme se oliere; e con nuestro factor entienda en las 
cosas de la negoqiacion de las dichas mercaderias. E mandamos al 
nuestro Governador, e Contador, e justicias, e oficiales que agora 
son, o fueren de las dichas jrslas, e tierra firme, che cumplan e 
fagan guardar lo suso dicho en quanto nuestra merqed e voluntad 
fuere; e que mostrando el dicho Alonso Sanches de Carvajal poder 
bastante del dicho Almirante, le acudan con la parte del oro que 
le pertenesqiere por rason del diezmo en la dicha ysla, sacadas la 
costas e guastos* e con el provecho de mercadurias por el odiava 
parte que mostrare el dicho Almirante aver puesto en la costa dello* 



Yten por quanto el dicho Almirante osx> arendado los oficios de 
Alguasiladgoy e escrivania de la dicha ysla Espanola por cierto 
tiempo , mandamos que los mrs y e lo qué las dichas ofiqios avran 
rentado e valido, se hagan diez partes : la nueve sean para Nos, 
e la una para el dicho Almirante, sacando primera mente las co- 
stas e gastos de los dichas ofiqiales: e por que el que tenia la di- 
cha escrivania no estava obli godo a dar por etfcx cosa cierta> man- 
damos que satisfecho de su trabajo , acuda con todo h que ha 
avido , para que se parta , corno dicho es. ( Vola o cùs por el qae 
va escripto sobre raydo en està plana.) 

Yten que le buelva los tiòros e eseripturas % que te fueron toma- 



j 



( *53 ) 

e quanto agli arredi e alle vettovaglie e ...... e alle case che 

avevano, e all'oro che ricavato avessero dalla vendita di cose pro- 
prie , provando che fosse di questa condizione , . benché sopra ciò 
abbiamo Noi alcun diritto, Noi gli facciamo grazia di tutto questo, 
perchè ne dispongano come di cosa lor propria. 

Item; è nostro piacere e volontà, che il detto Ammiraglio tenga 
nella sopraddetta isola Spagnuola una persona, che attenda alle cose 
dell' azienda di lui , e riceva quello eh' ei dovesse avere ; e che sia 
(destinato a tal uffizio) Alonso Sanchez de Carvajal Lancia-spezzata 
della nostra casa; e che il detto Alonso Sanchez de Carvajal per 
parte del predetto Ammiraglio sia (f. posto) col nostro Veditore a 
veder fondere e marcar Toro, che si troverà nelle dette isole e 
terra ferma, e col nostro Fattore attenda alle cose del negozio di 
dette mercanzie. E comandiamo al nostro Governatole e Tesoriere, 
e a' Tribunali e Uffiziali , che di presente sono o saranno nelle isole 
e terra ferma suddette , che eseguiscano e facciano osservare quello 
che di sopra si è detto , per quanto sarà di nostro piacere e vo- 
lontà; e che mostrando il detto Alonso Sanchez de Carvajal di es- 
sere in valida forma autorizzato dall'Ammiraglio, gli diano la parte 
dell'oro, che gli apparterrà nell'isole predette per ragione della 
decima, tratte le spese e i danni; e gli diano ancora il profitto 
delle merci per l' ottava parte , che l'Ammiraglio proverà di avere 
impiegata nella compra delle medesime. 

Item , avendo il detto Ammiraglio dati ad appalto gli uffizj del 
Bargellato , e del Notariato della detta isola Spagnuola per un tempo 
determinato , comandiamo che i maravedis , e la rendita e il valore 
ricavato da tali uifizj si dividano in dieci parti , nove per Noi , ed 
una per l'Ammiraglio, diffalcate prima le spese e i danni degli uf- 
fiziali suddetti. E siccome colui , che aveva il notariato > non era 
obbligato a dare per ciò una somma determinata, comandiamo che, 
soddisfatto delle sue fatiche, consegni quanto ne ha ricavato, ac- 
ciocché si divida, conforme si è detto (*). o p»renn*i dei 

testo: «Vaglia, ove 
dice por el 9 che è 
scrìtto sopra un* 

Item, che gli ritorni i libri e le scritture > che gli furono conse $t« r agmT" que ~ 



(»54) 

dos; e sjr de algunos dellos oviere neceqisad para la negoqiacion, 
se saque un traslado sjrgnado de escrivano publico, e se le entre- 
guen los originales , corno dicho es. 

Yten* que en lo que toca al fleto e mantenìmientos , gose el dicho 
Carvajal de todo elio, segando e corno gosaren los otros nuestros 
ojiciales. 

Lo qual todo que dicho es , e cada cosa, e parte dello, manda- 
mas a vos el nuestro Governador e nuestro Contattar, e otros oji- 
ciales , e justicias , e personas de las dichas jrslas e tierra firme* 
que asjr fagays e cumplays en todo e per todo , corno de suso se 
contiene. E en cumpliendolo , deys e entregueys al dicho rimiran- 
te i e sus hermanos , e a quien su poder oviere , las cosas suso di- 
chas 9 sjrn que en elio le sea puesto jrmpedimiento alguno , e non 
fagades ende al. 

Fecha en Granada a veynte e sjrete dias de settembre de miìl e 
quinientos e uno anos. 

c)o 01/ cKeu. c/o leu J\e4iiKC, 

Por mandado del Rey e della Reyna, 

Gaspar db Grizio. 



( *55 ) 

gnate; e se alcune di esse gli fossero necessarie pél commercio, se 
ne ricavi una copia segnata da pubblico Scrivano, ma si conse- 
gnino gli originali, come si è detto. 

Item; che riguardo al nolo e alle vettovaglie, ne abbia Finterò 
godimento il detto Garvajal, secondo e come ne godranno gli altri 
nostri uffiziali. 

Quanto si è detto, ed ogni cosa, e parte di ciò, comandiamo 
a voi nostro Governatore e nostro Tesoriere , e altri uffiziali e 
Tribunali, e persone delle isole e terra ferma suddetta, che così 
facciate il tutto, ed eseguiate in tutto e per tutto, come di sopra 
si contiene. E nelF eseguirlo , date e consegnate al detto Ammira- 
glio , e a' suoi fratelli , e a chi ne avesse il mandato da esso loro, 
le cose sopraddette , senza che in ciò sia posto impedimento veruno : 
e non fate altrimenti. 

Fatta in Granata a di 27 di settembre, Fanno i5oi. 

*jo io (site/, $0 ut Uweama, 



Per comando del Re e della Regina, 

Gaspare de Grizio. 



( *56 ) 



DOCUM. 
XXXIX. 



dJi d°Leii e toc J\caxuo/. 



wJnd%el7re!. Kyomendador de Lares , nuestro Governador de las Yndias. Nos 

avemos mandado , e declarado la orderi que se ha da tener en lo 
que se ha da faser a Don Christoval Colon nuestro dimirante del 
mar Oceano , e sus hermanos , cerca de las cosas que el Contenda- 
dor Bovadilla les tomo, e sobre la forma que se ha de tener en el 
acudir al dicho rimirante con la parte del diezmo e ochavo que 
han de aver de los muebles de las jrslas e tierra firme del dicho 
mar Oceano, e de las mercaderias, que Nos de oca embiaremos> 
se guado verejrs por la dicha nuestra declaraciom e mandamento 

firmado de nuestros nombres > que sobre elio les mandamos dar: 
por ende Nos vos mandamos che veajrs la dicha declaracion, e 
conforme a ellas les fagays entregar los dichos sus bienes , e acu- 
dir al dicho dimirante , e sus hermanos > o quien su poder oviere, 
sean de todo elio entregados ; e sjr el oro, e otras cosas , que asy 
el dicho Comendador Bovadilla les tomo , los oviere gastado o ven- 
dite* , vos mandamos que gelo fagays luego pagar : lo que fuere ga- 
stado en nuestro servijo , gè les paguen de nuestra fasienda , e lo 
que el dicho Comendador Bovadilla oviere gastado en sus cosas 
propias > geles pague de los bienes e fasienda del dicho Comenda- 
dor : e non fagades ende al., 

Fecha en Granada a veynte e ocho dias del mes de settembre <k 
mill e quinientos e uno ahos* 

c/o el cJieu. c/o \au uXeuitw, 

Por mandado del Bey e de la Reyna, 

Gaspar db Grizio. 



(a5 7 ) 



*W C/ve & la (j&émm>. 



DOCUMENTO 



ommendatore de Lares, nostro Governatore : Noi abbiamo co- C«dob pel Com- 
mendatore de La- 



C 

mandato e dichiarato l'ordine che si ha da tenere riguardo a quelle 
cose, che il Commendai or Bovadiglia tolse a Don Cristoforo Colon 
nostro Ammiraglio del mare Oceano , ed a' suoi fratelli , e riguardo 
alla forma che si ha da tenere nell' accudire alla parte del decimo 
e dell'ottavo, che l'Ammiraglio dee avere dei mobili delle isole e 
terra ferma del detto mare Oceano , e delle merci che Noi di qua 
spediremo , come vedrete per la nostra dichiarazione e comanda- 
mento firmato co' nostri nomi, che Noi comandiamo gli si dia so- 
pra questo oggetto : Noi pertanto vi comandiamo di vedere la detta 
dichiarazione, e di fargli consegnare*, secondo il tenore di essa, i 
detti suoi beni , e di assistere al detto Ammiraglio , e a' suoi fra- 
telli, o a colui, che ne farà le veci, perchè sia consegnato il tut- 
to : e se loro e le altre cose che il detto Commendator Bovadiglia 
si tolse, le avesse consumate o vendute, vi comandiamo che imme- 
diatamente gliele facciate pagare : quello che si fosse speso in no- 
stro servigio, gliel paghino della nostra azienda; e quello che il 
prefato Commendator Bovadiglia avesse consumato per le cose pro- 
prie , si paghi co' beni ed azienda del detto Commendatore , e non 
fate altrimenti. 

Fatta in Granata a dì 28 di settembre dell'anno i5oi. . 

t% cu (/ha k/o ut L/ocai?i.a. 

Per comando del Re e della Regina, 

Gaspare de Grizio. 
Cod Dip- F. 33. 



rea. 



( --:>a ) 



(Li ci\eii e ice cJ°Leaiua/. 



DOCUM. 
XL. 

» o jri/uejc* ..^L/meno fife Brisrìesca \ iV<w avemos mandado tornar ostento con 

Don Christoval Colon nuestro rimirante del mar Occeano (sic) r 
que en todas las mercaderias, que se Uevaren a las Yndias, ponga 
' la odiava parte > e gose de la odiava parte que se ganare en ellas, 
segundo verejrs por un assiemo que se ha tornado con el , frmado 
de nuestros nombres. Por ende Nos vos mandamos que le dejrs ro- 
son, e copia de todo lo que montan las mercaderias, que agora 
mandamos llevar a las dichas Yndias, para que, sjr quesiere, ponga 
en ellas la dicha ochava parte, la qual recebid vos en nuestro 
nombre del dicho rimirante , o de quien su poder osnere , e te dad 
carta de pago dello, e recebildo en dinero, o en las mercaderias, 
que a el, o a quien su poder oviere, te parecierej e sj en dinero 
lo pagare, tened en vos tos mfs que aquello montare, para que 
acudajrs con ellos a quien vos mandaremos; e asentad la raion de 
todo elio en los libros que vos tenejs > para que olii se averigue 
lo que oviere de aver de provecho : e non fagades ende ai. 

Fecha en Granarla a vejrnte e siete càos del mes de setìembre de 
mill e quinientos e uno anos. 



c/0 ef cAeu. $0 lou cfteuita- 

andado del Rejr e de la Reyna, 

Gaspar de Gmzjot 



(»%) 



fSc Uve e ut Oweama. 



À-imeno de Briviesca : Per nostro comandamento si è fatta conven- 
zione con Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano , 
che in tutte le merci, le quali si porteranno alle Indie, egli ponga 
r ottava parte , e goda dell' ottava parte del guadagno che si farà 
nelle medesime , secondochè vedrete in una convenzione fatta con 
esso lui , firmata dei nostri nomi. Noi pertanto vi ordiniamo , che 
gli diate ragione e minuta del valore delle merci , le quali ora co- 
mandiamo che sien portate alle Indie sopraddette , acciocché , se 
vorrà, vi ponga la detta ottava parte, che voi riceverete in nome 
nostro dal preiato Ammiraglio, o dal suo procuratore, dandogli di 
ciò ricevuta; e ricevetela (£ ottava) in denari o in merci, come 
parrà meglio a lui , o al suo procuratore : e se la pagasse in con- 
tanti, ritenete presso di voi i maravedis dell'ammontare, per farne 
quell'uso, che da Noi vi sarà comandato. E il computo di tutto 
questo registratelo ne' libri , che sono presso di voi , acciocché co- 
stì si verifichi quanto egli dovrà avere di profitto: e non mancate. 
Fatta in Granata a di 27 del mese di settembre, Tanno del i5oi. 

fjo- io Lrfae. *Jo- la JwcaMia,. 

Per comando del Re e della Regina, 

Gaspare w Grìzio. 



documento 

XL. 



( a&> ) 



BOCUM. 
XLI. 



(Li v\eu e/ uxj d LeauidO. 



Uon Christoval Colon nuestro rimirante de las yslas e tierra 
firme que son en el mar Occeano a las partes de las Yndias : Fi- 
mas vuestra tetra de veynte e seys de febraro, e las que con dia 
enbiastes , y los memoriales que nos distes; y a lo que desis que 
para este viage a que vays, querriades posar por la Espanda* ya 
vos deximos que porque no es rason > que para este viage , a qui 
agora vays > se pierda tiempo alguno , en lodo caso vays por este 
otro camino; que a la buelta, plasiendo a Dios > si os paresciere 
que sera necesario , podeys bolver por olii de pasada , para dete- 
ner os poco; porque, come vedes , converria que buelto vos dd 
viage que agora vays , seamos luego ynformados de vos en par- 
sona de todo lo que en el ovierdes f alludo ; y fecho, para que con 
vuestro pareqer y consejo proveamos sobra elio lo que mas cumpU 
a nuestro servigio , y las cosas necesarias para el resgato de oca 
se proveen. 

A qui vos enbiamos la ynstruction de lo que > plasiendo a nue- 
stro Seiior 9 aveys de faser en este viage; e a lo que desys de 
Portogal, Nos escrivimos sobre elio al Rey de Portogal, nuestro 
hijo , lo che conviene , y vos embiamos aqui la carta nuestra , que 
desys para su capitan y en que le fasemos saber vuestra yda hasta 
el poniente, y que avemos sabudo su yda hasta el levante; que sf 
en camino os topardes, vos trateys los unos a los otros corno ami- 
gos, e corno es rason eie se tratar capitanes y gente de Reyes } eli- 
tre quien ay tanto debdo amor y amistad, disiandole que lo mesmo 



(*6i) 



*!ff (7&e> e & (Meama. 



JL)on Cristoforo Colon nostro Ammiraglio delle isole e terra ferma 
che sono nel mare Oceano nelle parti delle Indie : Abbiamo veduta 
la yostra lettera del ventisei febbrajo, e le altre che con essa c'in- 
viaste , e i memoriali che ne deste. E quanto a ciò che ne dite , 
che per questo viaggio, al quale andate, bramereste passare per 
la Spagnuola , già detto vi abbiamo , come non essendovi ragione 
che in questo viaggio, che siete per intraprendere, si perda tempo 
alcuno, in ogni caso andiate per co test 9 altro cammino; perchè al 
ritorno, a Dio piacendo, se vi sembrerà necessario, potete ritor- 
nare per colà di passaggio , per trattenervici poco ; stantechè , co- 
me vedete, è convenevol cosa, che tornato voi dal viaggio, cui 
ora imprendete, Noi siamo tosto informati da voi in persona di 
tutto quello, che in esso avrete trovato, e fatto; perchè col vostro 
parere e consiglio provvediamo sopra ciò quanto meglio s'addice 
al nostro servigio ; e le cose necessarie pel riscatto si provvedono 
di qua. 

Vi acchiudiamo in questa la istruzione di ciò, che piacendo a 
Nostro Signore, avete a fare in questo viaggio. Intorno a quello 
che dite del Portogallo, ne abbiamo scritto quanto si conviene al 
Re di Portogallo, nostro figlio *, e con questa vi accompagniamo 
la nostra lettera da voi domandata pel suo {di Portogallo) capita- 
no, nella quale gli significhiamo la vostra gita fino al ponente, e 
che abbiamo saputo la sua gita fino al levante : che se in cammino vi 
incontrerete, trattatevi gli uni gli altri come amici, e com'è di ra- 
gione che si trattino capitani e gente di Re, tra quali è tanta pa- 



DOCUMENTO 
XLI. 



( a«* ) 

àvemos mandado a vos , y procuraremos que el Rèf zk PartUgd, 
nuestro Jijo , escriva otra tal carta al dicho su capitan* 

A lo que JYos suplìcays que ajramos por bien que lleveys con 
vos este viage a Don Fernando vuestro hijo, e la racion que se 
le da, que de a Don Diego vuestro hijo, a Nos place dello. 

A lo que desys , que querriades levar uno o doss (sic), que se- 
pan aravi go 9 a Nos plaqe dello > con tal que por elio no os detengajs. 

A lo que desys que que (sic) parte de la gananqia se dava a 
la gente que va con vos en esos navijos, desymos que vajran de la 
manera , que han jrdo los otros. 

Las diez mìl piecas de moneda que desjrs , se acordo que nò se 
fisase por este viage , fasta que mas se vea. 

De la polvora e artilleria que demandar s , vos avemos ya man- 
dado proveer, corno vereys. 

Lo que desys que no podistes fablar al dottor Angulo , e al li- 
cenciaio Qapata a cabsa de la partida , escrivid nos muy larga e 
particular mente. 

Quanto a lo otro contenido en vuestros memoriales* y letrns, lo- 
cante a vos 3 y a vuestros Jijos y hermanos, por que, corno vedes, 
a cabsa que Nos estamos en camino, y vos de partida, no se puede 
entender aquello, fasta que paremos de asiento en alguna parte, J 
sy csto oviesedes de espetar, se perderla el viage a que agora vays, 
por esto ès mejor que pues de todo es necesario para vuestro viage 
estays despachado , vos partays luego , syn detenimiento alguna; J 
que de a vuestro hijo el cargo de solcitar lo contenido a los di- 
chos memori ale s ; y tened por cierto , que de vuestra prision Nos 
peso macho, y bien lo vistes vos, y lo conocieron todos clava men- 
te; pues que luego que lo supimos, lo mandamos remediar; y sor 
beys el favor con que os avemos mandado tratar siempre : y agora 
estamos mucho mas en vos honrrar y trattar (sic) muy bieniy te 
merqedes que vos tenemos fechas , vos seran guaixtadas entera menr 



( — ; 

rantola, amore, ed amistà; avvisandolo che il medesimo abbiamo 
scritto a voi : e procureremo che il Re di Portogallo nostro figlio 
scriva un'altra lettera somigliante al suo capitano. 

Intorno alla supplica che ci fate, di prendere in grado che in 
questo viaggio portiate con voi Don Ferdinando vostro figlio, asse- 
gnando la sua pensione a Don Diego vostro figlio , questo ne piace. 

Quanto al desiderio , che manifestaste , di condurre uno o due „ 
che sappian l'arabico, questo ne piace, purché non vi sia di ri- 
tardo- 

Intorno a quello che dite , che parte del guadagno si darà alla 
gente , che viene con voi in cotesti naviglj , rispondiamo che ven- 
gano con quelle condizioni , con cui vennero gli altri. 

Riguardo ai dieci mila pezzi di moneta, che voi dite, si è accor- 
dato di non fissargli per questo viaggio, fino a che non si vegga 
meglio. 

Della provvigione ed artiglierìa , che dimandate , ne abbiamo già 
ordinata la provvigione, come vedrete. 

Sopra quello che dite, di non aver potuto parlare al dottor Ài»- 
gulo, e al licenziato Zapata a motivo della partenza, scriveteci più 
diffusamente e particolarmente. 

Quanto al rimanente contenuto ne' vostri memoriali e lettere, ri- 
guardante voi e i vostri fratelli; perciocché (come vedete) essendo 
Noi in viaggio, e voi di partenza, non vi si può attendere fino a 
che non ci fermiamo stabilmente in alcun luogo , lo che volendo x 
voi aspettare, perdereste il viaggio, che ora intraprendete; perciò 
egli è meglio che, essendo voi fornito di quanto è d'uopo pel vo- 
stro viaggio, partiate subito, senza ni un ritardo, lasciando a vostro 
figlio il carico di sollecitare quanto è contenuto ne' memoriali sud- 
detti * ; ed abbiate per certo che molto ne spiacque la vostra pri- J^tSLST^ 1 
gionia; e bene il vedeste voi, e tutti il conobbero chiaramente, Si\S££ede£ 
perciocché non si tosto il seppimo, che ne ordinammo u rimedio; portate a» d.f«* 
e sapete il favore, con che abbiamo comandato che vi trattino 
sempre; ed ora più che mai siamo sull' onorarvi , e trattarvi molto 
bene;, e le grazie, che vi abbiamo fatte, vi saranno conservate iar 



/ 



<*64) 

te > segando forma, y tenor de nuestros privilegios > que deìlas te- 
nes 9 syn yr en cosa contra ellas : y vos y vuestros fijos gosareyt 
dellas 9 corno es rasoiu E sy neqesario Juere confirmarias de mie- 
vo, las confirmaremos ; e a vuestro fijo mandaremos poner en la 
posesion de todo elio. Y en mas que esto tenemos voluntad de vos 
homrar y faser merqedes; y de vuestros fijos y hermanos Nos ter- 
nemos (sic) el cuydado que es rason : y todo esto se podra faser 

yendo vos en buen ora, y quedando el cargo a vuestro hijo, corno 
està dicho. Y osi vos rogamos que en vuestra partida non aya di- 
lacion. De Valenqia de la torre a quotar se dias de margo, de quir 
nientos e doss ahos. 

c/o el cReu- c/O uè cneuua/. 

Por mandado del Rey e de la Reyna, 

Miguel Peres de Alman^a. 

E en las espaldas ile la dicha carta estava escripto lo siguiente: 
— Por el Rey , e la Reyna > a Don Xval Colon su rimirante de 
las yslas e tierra firme que son en el mar Occeano (sic) a la parte 
de las Yndias. — 

Est e traslado fue concertado con las dichas declaratoria e cedu- 
las e carta originales onde fue sacado ante los escrivanos publicos 
de S evilla que lo signon e firmaron de sus nombres en pergcaidna 

en la dicha qibdad de S evilla a veynte e dos dias ilei mes 

de marqo y ano del nasgimiento de nuestro Salvador JKsu X° de 
mill e quinientos e doss ahos. 

Yo Gomes Nieto ....... de S evilla Yo Alonso Lucas escri- 
vano de Sevilla sot.° 

Yo escrivano pubblico de Sevilla 



( *65 ) 

teramente, secondo la forma e il tenore de 9 nostri privilegj, che di 
esse avete, senza contrariarle; e voi e i figliuoli vostri ne godrete, 
come vuol ragione. E se fosse necessario confermarle di nuovo, le 
confermeremmo : e comanderemo che vostro figlio sia posto in pos- 
sesso di tutto questo : e in maggior cosa , che questa non è , ab- 
biamo volontà di onorarvi , e farvi grazie ; e de' vostri figlj e fra- 
telli, Noi terremo quel conto, che la ragione ricerca : e tutto ciò 
si potrà fare , andando voi alla buon ora , e lasciando il carico a 
vostro figlio; come si è detto : e così vi preghiamo a non metter 
dilazione alla vostra partenza. Di Valenza della Torre a di i4 di 
marzo, del cinquecento due. 

fj& co i/w. Set Ca Uwegma,. 

Per comando del Re e della Regina, 

Michele Peres de Jlmjnzà. 

E nel tergo di essa lettera stava scritto come segue : — Per il 
Re e la Regina : a Don Cristoforo Colon loro Ammiraglio delle isole 
e terra ferma, che sono nel mare Oceano nella parte delle Indie. — : 

Questa copia fu collazionata con le suddette declaratoria, cedole 
e lettera, originali, onde fu tratta, dinanzi ai pubblici Scrivani di 
Siviglia, che la segnarono e firmarono coi nomi loro in pergame- 

na Nella detta città di Siviglia, a dì sa del mese 'di marzo, 

Tanno della natività del nostro Salvatore Gesù Cristo i5oa, 

Io Gomes Nieto di Siviglia. Io Alonso Lucas , Scrivano di 

Siviglia, sono testimonio. 
Io Scrivano pubblico di Siviglia 

(a) Cioè genero; perchè marito di Maria, figliuola quartogenita di Ferdinando e d'Isa- 
bella. 11 Re di Portogallo Emmanuele sposò la Infanta Maria il dì a 5 Agosto i5oo. 

Rocco Pirro ChronoL Regum Siciliae. 



Cod. Dip. F. 34. 



1 

il 



DOCUM. 
XLIl. 



( a66 ) 



f^S^^T^^***^ ***>+■ ***+-^*y 



'+*• 



l-jo que se declora que pertenece e pertenecer puede e deve al 
Senor rimirante Viso Rey y Govemador de las Yndias, por el Rej 
e la Reyna ituestros Senores, es le siguiente. 

Muy darò pareqe por la capitulacion fecha con Sus Jltesas, e 
firmada de sus reales nonbres, que S. d. otorgan e confederi al di- 
cho rimirante de las Yndias todas las preheminencias y e petrosa- 
tivas, que ha, e tiene el rimirante de C astilla: al qual por su pre- 
vile/o pareqe perteneqelle la tercia parte de todo lo que ganare: e 
por consigliente el diminuite de las Yndias deve aver, la tercia parte 
de todo lo que ha ganado de las yslas e tierra firme que ha de* 
scubierto, e queda por descobrìr: porque relatum me est in referen: 
y tanbien ha de aver el diezmo e ochavo, corno pareqe en el tersero 
e quinto capitalo de la dicha capitulacion. 

Y sy alguno quisiere arguir, que la terqia parte concedida al 
rimirante de Castilla se deve eniender de lo mueble que ganare 
por la mar, e que por ser las dichas yslas tierra firme , que dun- 
que sean ganadas por la mar no perteneqe el terqio dellas al dicho 
dimirante por ser cosa ynmutable; 

A esto responde el dicho dimirante, e dise, que se deve mirar 
que por la dicha capitulaqion el dicho dimirante de Castilla es non- 
brado dimirante de la mar: por la qual causa le es otorgada la 
terqia parte de lo que ganara por la mar; por que en etra parte 
no le es dado juridicion ni ofiqio : e fuera macho ynconveniente e 
cosa no resonable dalle parte fuera de su ofiqio, corno se dise 9 qw* 



(»6 7 ) 



Oi dichiara , che al Signor Ammiraglio , Viceré, e Governatore 
delle Indie per il Re e la Regina nostri Signori, appartiene, e può 
e deve appartenere quanto segue. 

Dalla capitolazione fatta con le Altezze Loro , e firmata co' regi 
lor nomi, assai chiaro si rileva che le Altezze Loro permettono e 
concedono al detto Ammiraglio delle Indie tutte le preminenze, e 
prerogative, che ha e tiene l'Ammiraglio di Castiglia, al quale, in 
vigore del suo privilegio > si conosce che appartiene la terza parte 
di tutto ciò che guadagnerà; e per conseguenza l'Ammiraglio delle 
Indie aver dee la terza parte di tutto ciò che ha acquistato delle 
isole e terra ferma, che ha scoperto, e che sta per discoprire, 
perchè relation me est in referen; e similmente ha d'avere il deci- 
mo , e r ottavo , come si rileva dal terzo e quinto articolo della 
suddetta capitolazione. 

E se alcuno volesse arguire che la terza parte conceduta all'Am- 
miraglio di Castiglia si deve intendere delle cose mobili, che gua- 
dagnerebbe sul mare; dove le dette isole essendo tèrra ferma, seb- 
bene acquistate nel mare, il terzo di esse non può spettare all'Am- 
miraglio, per essere cosa immutabile; 

A ciò risponde il detto Ammiraglio, dicendo doversi osservare 
che nella prefata capitolazione il detto Ammiraglio di Castiglia è 
nominato Ammiraglio del mare : e per tal cagione gli è conceduta 
la terza parte, di ciò che guadagnerà sul mare, non essendogli data 
né giurisdizione, ne uffizio in altra parte veruna; e sarebbe grande 
inconveniente e cosa irragionevole dargli parte fuori del suo uffi- 



DOCUMENTO 
XLII. 



( a 68) 

propter officium dactum benefitium; porque ci beneficio ha j deve 
aver rex poeto al oficio , e non fuera dello. Pero el rimirante de las 
Yndias ha sido constituido e nonbrado, segando el tenor de la di- 
cha capitulacion , por dimirante no de la mar, mas expressamente 
de las Yndias e tierra firme descubiertas , y por deseóbrir en el 
mar oceano : por lo qual mujr justa mente le perteneqe la tercia parte 
de las dichas yslas e tierra firme que ha ganado esercitando e 
usando de su oficio de rimirante , e asy se deve entender e jrnter- 
pretar el previllegio del dicho rimirante de Castilla, e al capitolo 
que a el se refiere : ca muy magnifiesto es , que toda cosa se deve 
entender secundum sub j edam materiam , et secundum qualitatem 
personarum, e dandole otra ynteligencia, no serviria nada el dicho 
privilegio e capitulo al dicho dimirante de tas Yndias; por que 
no llevando el telaio de las dichas Yndias , de donde el es Abiu- 
rante , e no seyendo constituydo rimirante de la mar, non podria 
tanpoco llevalle de lo que ganasse por la mar, por ser fuera de 
sa Jurisdicion e ofiqio; de numera que no aprovecheria nada el di- 
cho capitulo e consti tucion : y tal cosa no es de desyr, porque cada 
palabra puesta en un contratto deve obrar , e non deve ser ynterpe* 
trada super/la mente : quanto mas en este caso de tanta inportancia 
e utilidad e grolia de Sus Altesas , avida con muy poca costa e 
syn ninguìid peli grò de honrra, ni de personas, ni de bienes, e 
con grandissimo peli grò 9 corno era comun opinion, de la vida, e 
no syn mitcha costa del dicho rimirante? Por la qual rason seria 
reputado por muy poca cosa sola mente la decima parte (no ha- 
siendo minqion de la ochava , porque aquella le perteneqe por ver 
spetta de la costa de su ratta (rata) parte), e muy poca parte seria* 
para tan grande servìjo tan pequena mercede E bien viene a pro- 
posito lo que disen las sagradas leyes , quia beneficia Principum 
sunt latissime interpe trancia. E pues > les merqedes fechas por los 
Principes se devon entender amplissima* , e muy complidas; major 
mente de los^ Principes exqelentissimos e altos corno S. A., de 
quien mas que de otros mngunos se esperan amplissimas merqedes. 
E por esto la dicha terqia parte, adunque pareqe minima* le ptf* 



'N 



zio; dicendosi che propter offici um datur beneficium, Stan teche il 
beneficio ha e dee avere corrispondenza con l'uffizio, e non fuori 
di esso. Ma l'Ammiraglio delle Indie fu costituito e nominato, a 
tenore della capitolazione predetta, per Ammiraglio non del mare, 
ma espressamente delle Indie e terra ferma , che ha guadagnate e- 
serci tendo ed usando il suo uffizio di Ammiraglio : e così debbesi 
intendere e interpetrare il privilegio del detto Ammiraglio di Ca- 
stiglia, e l'articolo che ad esso si riferisce; essendo assai manifesto 
che ogni cosa si deve intendere secundum sub ject cera materiam, et 
secundum qualitatem personarwn; e dandole diversa intelligenza, a 
nulla servirebbe il detto privilegio ed articolo al prefato Ammira- 
glio delle Indie ; perciocché non pigliando il terzo delle Indie sud- 
dette, delle quali è Ammiraglio; e non essendo constituito Ammi- 
raglio del mare , ne dovrebbe tampoco prendere ciò ch'egli guada- 
gnasse sul mare, per essere fuori della sua giurisdizione ed uffizio: 
di maniera che nulla gioverebbegli il detto articolo, e costituzione: 
e tal cosa non è da dire, perchè qualsivoglia parola posta in un 
contratto deve operare, e non debb'essere interpetrata vanamente: 
quanto più in un caso , qual si è questo , di tanta importanza , e 
utilità e gloria delle Loro Altezze, ottenuta con pochissima spesa, 
e senza niun pericolo di onore, né di persona, né di beni, e con 
grandissimo pericolo, com'era comune opinione, della vita, e non 
senza molte spese dell'Ammiraglio? Per la qual cagione, la sola 
decima parte sarebbe riputata assai piccola cosa (non facendo men- 
zione della ottava, perchè questa gli appartiene per rispetto della 
sua rata parte), e pochissima parte sarebbe, per servigio sì gran- 
de, mercede sì piccola» E bene cade in acconcio quello che di- 
cono le sacre leggi, quia beneficia Principum sunt lettissime inter- 
petranda. E poi, le grazie fatte da' Prìncipi, si debbono intendere 
amplissime e molto compiute , maggiormente de' Principi eccellen- 
tissimi ed alti, come le Loro Altezze, dalle quali, più che da niura 
altro , si sperano amplissime grazie. E per ciò la detta terza parte, 
benché si conosca esser minima, appartiene al suddetto Ammira- 
glio : perchè vediamo nelle compagnie , che si fanno tra' mercanti % 



( *7° ) 

teneqe al dicho rimirante : ca veemos que en las companias que 
entre mercaderes se fasen , que en tanto grado es reputada e te- 
riidx la industria e aviso de un compano, e tanta parte le pene- 
neqe, corno al otro que puso dineros, sjr por cabsa de aquella, aun 
de los mesmos dineros del otro , resulta la ganancia: quanto mas en 
esto caso del rimirante , el qual ha obrado jrndustria admirable e 
yncreyble, e con grande costa e peligro de su persona e de sus 
hermanos e criados? Por lo qual tanto mas de rason ha de aver 
el terqio de todo, corno verdaderamente fue la yntincion de S. A* 
E que esto sea verdad , veemos que Sus Altesas don a los que van 
a las Yndias de las sejrs partes los qinco; e a los que menos de 
las qinco partes, las quatro, e govertuicion de tierra syn ningund 
peligro , abierto el camino , e asegurado , e aclarado a todos. E 
para confirmacion de lo que digo , corno se contien en muchos pre- 
vilejos del dicho rimirante de las Yndias, el dicho rimirante fue 
por mandado de Sus Altesas a ganar no naos, ni fustas, ni cosa 
alguna de la mar , mas expressa mente yslas e tierra firme , corno 
sehalada mente se dize en el previlegio , que mas se puede desjrr 
merqed, en XI fojas en fin de la f o/a de principio del privilegio, 
en que dise asy ; E por que vos Xpoval Colon <vades por nuestro 
mandado a déscóbrir e ganar yslas e tierra firme etc. Y pues sj 
la ganancia avia de ser yslas e tierra firme , necesidad es , que la 
terqia parte sea de la ganancia, e seyendo el terqio de la ganan- 
cia , notoria cosa es que el terqio de las yslas e tierra firme ga- 
nadas perteneqen al dicho Almirante; e syn dubda se deve creer$ 
que sy al principio oviere pedido el dicho Almirante mayor parte, 
le fuere otorgada , seyendo todo desa gananqia 9 e de cosa que no 
avia ninguna esperanca ni notiqia; e cosa que era fuera de la 
memoria e senorio de Sus Altesas. Asy que compida y darà mente 
se responde a los que contra estos dixieren; y justa e clara mente 
pareqe pertenecer la terqia parte de las dichas Yndias r tierra firme 
al dicho Almirante. 



( *7» ) 
che in pari grado è riputata e tenuta la industria e l'avvedutezza 
di un compagno , ed egual parte gli spetta , come all'altro , che pose 
danari , se da quella risulta il guadagno , quantunque fatto col de- 
naro dell'altro : quanto più in questo caso dell'Ammiraglio, il quale 
pose in opera industria ammirabile e incredibile, e con grande 
spesa e pericolo della sua persona , e de' suoi fratelli e familiari ? 
Per che con tanto più di ragione aver debbe il terzo di tutto , come 
fu veramente l'intenzione delle Loro Altezze. E che ciò sia vero, 
vediamo che le Altezze Loro accordano a quei, che vanno alle 
Indie, delle sei parti le cinque, e a quelli, cui meno delle cinque 
parti, le quattro; e amministrazione di terra senza nessun perico- 
lo , aperto già il cammino , e assicurato, e fatto palese ad ognuno. 
Ed in confermazione di quanto io dico, come si contiene in molti 
privilegj del detto Ammiraglio delle Indie, il detto Ammiraglio 
andò per comando delle Loro Altezze ad acquistare non navi, né 
fuste , ne cosa alcuna del mare , ma espressamente isole e terra 
ferma, come segnalatamente si dice nel privilegio, che meglio si 
chiamerebbe grazia, in XI pagine, nel fine della pagina, nel prin- 
cipio del privilegio , in cui dice così : = E perchè voi Cristoforo 
Colon andate per nostro comando a scoprire ed acquistare isole e 
terra ferma ec. = Che se l' acquisto esser doveva d' isole e terra 
ferma, egli è necessario che la tèrza parte sia dell'acquisto {cioè 
della cosa acquistata}; ed essendo il terzo dell'acquisto, è cosa 
notoria, che il terzo delle isole e terra ferma acquistate apparten- 
gono al detto Ammiraglio : e si ha da credere senza dubbio , che 
se al principio l'Ammiraglio suddetto avesse chiesta una parte mag- 
giore, gli sarebbe stata conceduta, essendo il tutto di tale acqui- 
sto, e di cosa, onde niuno aveva speranza o cognizione, e di co- 
sa, ch'era fuori della memoria e del dominio delle Loro Altezze. 
In tal maniera compiutamente e chiaramente si risponde a coloro, 
che parlassero in contrario; e giustamente e chiaramente si cono- 
sce appartenere la terza parte delle dette Indie e terra ferma 
all'Ammiraglio medesimo. 



( a 7 a ) 

Y por que el diezrno es clarissimo ; a cerca del ochavo, el qual 
avunque tanbien es darò, quero desyr; 

Si contro, el, se dixesse que no ha de aver el dicho ochavo de 
las mercaderias e cosas llevadas e trajrdas en los iiavios que han 
ydo a descobrir a los que fueron a las perlas, e a otfas partes de- 
ste Almirantadgo , entanto que el estava en la ysla Espahola en 
servijo de Sus A., diziendo que no contribuirò el dicho Almirante 
en el armazon dellas ; respondese que ael no se le notifico la yda 
de tales navios, ni al tiempo de la parti da fue requerido, nin airi- 
sodo : y por esto 3 corno de jure al y fiorante que pueda pretender 
ynorancia de algund fecho > no le corre tiempo y mas antes la jrho- 
rancia syn ninguna dubda da legitima escusaqion e antes restitu- 
cion por entero ; e asy se deve reduzir e desyr por este caso, qut 
el Almirante satisfece ofreciendose a contribuyr por su parte al 
presente : ni puede ser el culpado , mas antes los que no le han 
notificado lo que eran obligados etc. 



(a 7 3)- 

Cosa chiarissima è quella del decimo. Riguardo all'ottavo, benché 
sia chiaro egualmente, mi piace dire: 

^ Se contro 'a lui si dicesse , eh' ei non ha ad avere il detto ot- 
tavo delle merci e cose introdotte e tratte nei naviglj andati a 
scoprire le perle , e in altre parti di questo Ammiragliato, mentre 
ch'egli stava nell'isola Spagnuola in servigio delle Loro Altezze, 
dicendo che l'Ammiraglio non contribuì all'armamento di essi; ri- 
spondesi che a lui non fu notificata la spedizione di tai naviglj , 
ne al tempo della partenza fu ricercato , ne avvisato : e per qué- 
sto , siccome de jure all' ignorante , che possa pretendere ignoranza 
di alcun fatto , non corre tempo , ma anzi la ignoranza , senza ni un 
dubbio, dà legittima scusa, ed anzi restituzione per intero; cosi 
nel caso attuale si dee intendere e dire, che l'Ammiraglio satisfece 
offerendosi a contribuire per la sua parte al presente : ne può egli 
essere incolpato, ma piuttosto coloro, che non gli hanno notificato 
ciò, ch'erano obbligati ec. 



Cod Vip. jr. 35 



(»74) 



DOCUM. 
XLIIL 



l_ja declaracion de lo que pertenege e pertenecer puede e deve al 
Senor Almirante de las Yndias por virtud de la capitidacion e 
ostento que con Sus Altesas fiso, que es el titillo e derecho que 
tiene el dicho Almirante e sus desgendientes a las jrslas e tierra 
firme del mar Oceano , es està que se sigue. 

EL PRIMO CAPITULO. 

Primamente por el primero capitulo sus A. le fisieròn su Almi- 
rante de las jrslas e tierra firme descubiertas e por descóbrìr en el 

9 

mar Oqeano , con las preheminencias e segund e en la numera que 
el Almirante de la mar de CastiUa ha e tiene su almirantadgo en 
su distrito. 

Para declaracion desto es da notar que el Almirante de Ca- 
stiUa tiene por su privilegio la terqia parte de lo que se gema, o 
el ganare en la mar : por que por està rason el Almirante de las 
yndias deve aver la terqia parte dellas , y de todo lo que en ellas 
se gana. 

Ca questo que el Almirante de Castilla no ajra el , tergio , salvo 
de lo que se gana por la mar, de donde el es Almirante, el Ài- 
mirante de las Yndias deve aver el tergio dellas, jr de todo lo que 
par tierra en ellas se gana. 

La raion es por que Sus Altesas jrslas e tierra firme le man- 
daron ganar, y dellas senaladamente le titularon Almirante; j ad- 
las y en ellas deve aver el galardon , corno que en es Almirante 
dellas , jr con macho peli grò contra la opinion de todo d mwido 
las gano. 



( «7* ) 



J_ja dichiarazione di quello che appartiene, e può e debbe appar- 
tenere al Signor Ammiraglio delle Indie in virtù della capitolazione 
ed accordo, ch'egli fece con le Altezze Loro, che è il titolo e il 
dritto che ha l'Ammiraglio e suoi discendenti sopra le isole e terra 
ferma del mar Oceano, è questa che segue. 

CAPITOLO PRIMO. 

Primamente, per l'articolo primo le Altezze Loro il fecero loro 
Ammiraglio delle isole e terra ferma scoperte e da scoprire nel 
mare Oceano, con le preminenze, e secondo e nella maniera che 
ha e tiene l'Ammiraglio del mare di Castiglia nel suo distretto. 

Per dichiarazione di questo è da notare, che l'Ammiraglio di 
Castiglia, in vigore del suo privilegio, ha la terza parte di quanto 
si acquista , o egli acquisterebbe , nel mare : per la stessa ragione 
l'Ammiraglio delle Indie dee avere' la terza parte delle medesime, e 
di ciò che in esse si acquista. 

Perciocché, quantunque l'Ammiraglio di Castiglia non abbia il 
terzo se non che di ciò che si acquista su quel mare, di cui è Am- 
miraglio, l'Ammiraglio delle Indie dee avere il terzo delle stesse, 
e di tutto ciò che per terra in esse si acquista. 

La ragione si è, che le Loro Altezze gli imposero di acquistare 
isole e terra ferma, e di esse specialmente lo intitolarono Ammira- 
glio; e di esse e in esse ha da avere il guiderdone, essendone l'Am- 
miraglio, ed avendole acquistate con molto pericolo, contro l'opi- 
nione di tutto il mondo. 



DOCUMENTO 
XLIII. 



E 



( * 7 6 ) 

CAPITI] LO SEGUNDO. 

Por el segundo capitulo Sus A. le fisieron su Fiso rey y Gover- 
nador general de todas las dichas yslas y tierra firme , con facul* 
tad que oviese todos los oficios que perteneqen a la governacion; 
eqebto que de tres Sus A.pudiesen n ombrar el uno,y despues S.A 
le fisieron nueva merced de los dichos oficios en los ahos de XCIL 
* t Errore dei co- XXCIIL * por previle gio otorgadoi syn la dicha condì cion. 



CHI. 



La declaracion desto es, que al dicho Almirante pertenecen los 
dichos oficios de Visorey e Governador, con facultad de poner to- 
dos los oficiales en los oficios y magistratos de las dichos Yndias, 
por que Sus Altesas en galardon y casi pago de su trabajo, y co- 
sta 9 que el dicho Almirante fiso en descobrir y ganar las dichas 
Yndias , le fisieron merced de los dichos ofiqios y governaqion con 
la dicha facultad. 

Ca muy cierta cosa es que al principio el dicho Almirante no 
se dìspusiera , ni persona alguna se oviere dispuesto a tanto riesgo 
e aventura , sy en galardon y pago de tal empresa S.A. no le otor- 
garan los dichos ofiqios y governacion. 

Los quales Sus A. justa mente le otorgaron , por que fuese de 
aquello con que tan sehalado servijo les fasìa el dicho Almirante 
antes que otro aprovechado , honrrado e subii modo. 

Ca muy poca honrra, o casi ninguna , recebiera el dicho Almi- 
rante , aunque otro pago oviera , sy en aquella tierra por el con 
tanta pena ganada , S. A. pusieran otro superior : e pues por tan 
justas causas fue dellos proveydo : justa mente perteneqen al dicho 
Almirante los dichos oficios y governaqion. 

Y porque agora el dicho Almirante estando pacifica mente en 
servijo de S. A. exercitando los dichos oficios en las dichas Yn- 
dias , le desapoderaron de la posesion dellos ynjusta mente, y con- 
tra toda rason , y derecho > syn ser llamado , ni oydo * ni vencido; 



v 



( a 77 ) 

CAPITOLO SECONDO. 

In vigore del cap. a.° le Altezze Loro il fecero loro Viceré e 
Governator generale di tutte le dette isole e terra ferma , con fa- 
coltà di avere tutti gli uffizj che appartengono a governarle , eccetto 
che uno dei tre può essere nominato dalle Loro Altezze ; e di poi 
le Altezze Loro gli fecero nuova grazia dei detti uffizj negli anni 
92 e 93, per privilegio accordato, senza la detta condizione* 

La dichiarazione di questo si è, che all'Ammiraglio predetto ap- 
partengono i detti uffizj di Viceré e Governatore, con facoltà di 
metter tutti gli uffiziali negli uffizj , e i magistrati delle Indie sud- 
dette , stantechè le Altezze Loro , in guiderdone , e quasi pagamento 
del travaglio e spesa fatta dal detto Ammiraglio nel discoprire ed 
acquistare le dette Indie, gli fecero grazia dei detti uffizj e governo 
con la detta facoltà. 

Imperciocché ella è cosa certissima, che sul principio il detto 
Ammiraglio non era per accingersi, né persona veruna si sarebbe 
accinta a tanto rìsco e ventura, se in guiderdone e pagamento di 
tal impresa, le Altezze Loro non gli concedevano i detti uffizj e 
governo. 

I quali giustamente a lui concessero le Loro Altezze, acciocché 
il detto Ammiraglio fosse, innanzi ad ogni altro, avvantaggiato, 
onorato e sublimato con quella cosa medesima, con che avea lor 
fatto così segnalato servigio; 

Essendoché pochissimo onore, o quasi niuno, ne verrebbe all'Am- 
miraglio, benché ottenesse un altra ricompensa, se in quella terra 
per lui acquistata con tanta pena, le Altezze Loro mettessero un 
altro superiore; e perchè di quelli (uffizj) fu egli provveduto per 
cagioni sì giuste, giustamente appartengono al detto Ammiraglio i 
detti uffizj e governo. 

E perché standosi il detto Ammiraglio pacificamente al servigio 
delle Loro Altezze, esercitando i detti uffizj nelle dette Indie, di 

0- 

essi gli tolsero il possesso ingiustamente, e contra ogni ragione -e 
dritto, senza esser citato, né udito, né convinto; onde il detto 



de lo qual dise que recibio el dicho dimirante grandissimo agrario 
y grand desonor en su persona y meno s cobo en sus bienes : y se- 
gando el dicho capitulo clara mente pareqe por les razones siguientes. 
Por que el dicho rimirante no pudo ser despojado ni desapode- 
rado de los dichos sus oficios , pues nunca comedo ni fiso ningund 
caso contra S. A. por que de derecho deviese perder sus bienes :y 
puesto que cabsa oviera, lo que Dios non quera, que primero avia 
de ser el dicho rimirante gitado e llamado, oydo e vencido por 
derecho. 

Y en desapoderalle syn justa cabsa , grande agrario reqibio el 
dicho rimirante , y grand injustiqia se le fiso ; y aun de derecho 
Sus Altesas non lo podian faser. 

Porque S. A. le dieron los dichos oficios y governaqion de la 
dicha tierra en satisfacion del servi] o y costa , que el dicho Abiu- 
rante fiso en ganaUa : de donde censi guio justo ynterese y perpetua 
titulo a los dichos oficios; y pues ynjusta mente fue dellos desapo* 
derado, el dicho Almirante, ante de todas cosas, deve ser restituydo 
en los dichos oficios , y en su onor y estado. 

Y en quanto al darìo que ha recebido, que el dicho Almirante 
dise que es en gran cantitad, por que con su yndustria de cada 
dia fallava y descobria en las dichos Yndias macho oro , perlas e 
especierias , y otras cosas de grand valor , que el dicho Almirante 

faga jur amento , y declare la cantitad del ynterese 9 y aquello de 
derecho le deve ser satisfecho. 

La satisfacion desto le deve faser a quel que ynjusta mente le 
desapodero de todos sus bienes , por que a quel , segund ley di- 
vina e umana , corno quien traspaso los limites del poder de S. J*> 
es obli godo a elio. 

Y tanto mas presto le deve ser fecha la satisfacion e reyntegra- 
cion de los dichos oficios , bienes , y honrra al dicho Almirante, 
quanto menos j usti eia ovo para ser dellos despojado. 

Ca muy yncreyble cosa p y no digna de creer es , que ayan per 
bueno S. A. que un varon tan yndustrioso , que de tan longuissima 



( «79 ) 
Ammiraglio dice aver ricevuto grandissimo aggravio , e disonor 
grande nella sua persona, e scapito ne' suoi beni; e ciò chiaramente 
si deduce dal detto capitolo, per le ragioni seguenti: 

Perchè il prefato Ammiraglio non potè essere spogliato né dis- 
possessato de' predetti suoi uffizj, non avendo commesso, né fatto 
giammai cosa niuna contro alle Loro Altezze , ond' egli dovesse di 
dritto perdere i suoi beni : dato eziandio, che ve ne fosse motivo 
(lo che Dio non voglia), prima di tutto il detto Ammiraglio do- 
veva esser citato e chiamato , e udito e convinto in forma giuri- 
dica. 

E nel dispossessarlo senza giusta cagione , il detto Ammiraglio ri- 
cevette aggravio grande , e grande ingiustizia : e le Altezze Loro 
non avean diritto di farlo. 

Imperciocché le Loro Altezze gli diedero i detti uffizj e governo 
della terra suddetta in satisfazione del servigio e spesa, che il detto 
Ammiraglio fece in acquistarla , onde conseguì giusto interesse e 
perpetuo titolo a' prefati uffizj , de' quali essendo stato ingiustamente 
dispossessato, il detto Ammiraglio, innanzi ad ogni altra cosa, ha 
da essere ristabilito ne' detti uffizj , e nel suo onore, e stato. 

£ quanto al danno ricevuto, che a detta dell'Ammiraglio è dì 
gran quantità, essendoché colla sua indùstria ogni dì trovava e sco- 
pria nelle dette Indie molto oro , perle , e spezierie , e altre cose 
di gran valore; l'Ammiraglio stesso dichiari con giuramento la quan- 
tità dell'interesse, e di questa egli ha diritto di esserne soddisfatto. 

La qual satisfazione far la debbe colui, che ingiustamente lo di- 
spossessò di tutti i suoi beni ; essendo a ciò obbligato secondo la 
legge divina ed umana, per avere trapassato i limiti del potere 
delle Loro Altezze. 

E tal soddisfazione e reintegrazione ne' suddetti uffizj , beni , ed 
sonore, tanto più presto dev'essere data all'Ammiraglio stesso, quanto 
meno V ebbe di giustizia a spogliarlo de' medesimi. 

Imperciocché ella è cosa molto incredibile, né degna ch'altri la 
creda, che le Altezze Loro approvino che un soggetto così indù- 



( a8o ) 

terra vino a haser tan sehalado y alto servì jo a Sus A., corno fiso 
con su yndusiria y persona, por que merescio ser digno de mar 
major felicidad , fuesse por cabsa de enbidiosos y nudicias del Uh 

' Forse prometi- 

miento, prom«iia. OO l n, , . , . . tO deStrUYCU)* 

Deviendo estar de rason tan con/unto en amor de Sus A. j tan 
asentado en sus magnanimas entranas , que el dicho rimirante j 
todo el mundo creya que ningunos detractores le pudieran haser 
ageno del merescimiento de grandes mercedes : quanto mas yndignar 
el coracon de S. A. para le faser perder lo que tan servido y me- 
resqido tenia; con que de cada dia el dicho Almirante esperava 
macho sentir 9 y servia a S. A. procurando con su yndustria el 
provecho presente de las dichas Yndias 9 y governando con sus ofi- 
qios 9 para là poblaqion e abmentacion dellas* 

Lo qual otro alguno no hisiera ni hara , por que de mas de avella 
todos desemparadoj sy el no governava en el tiempo remoto $ los 
que agora governaren con cóbdicia de se aprovechar durante su go* 
vernacion , no proveeran en lo por venir 3 corno el dicho Almiran- 
te* a quien tocava el ynterese perpetuo , que con esperanqa de la 
honrra y provecho advenido depues de aver bien regido e conser- 
vaci) los Yndios, que es la riqueza delia y no tenia en nada lo dd 
tiempo de agora* 

TERSERO CAPITULO. 

Por el tergerò capitulo S. A. le fisieron merged de la dezena 
parte de todo lo que se comp rase y fallose , e oviese dentro de los 
limites del dicho almirantadgo , sacando las costas* 

E sto se entiende de numera que el dicho Almirante ha da aver 
el diezmo de lo que se oviere e fallare en las dichas Yndias * 
tierra firme del mar Oceano, por qualesquier person&s de todo fin- 
tamente* agora sea para provecho de Sus A. e de otras quales 
quìer personas por merqed dello • o de parte detto* les ayan fecho> 






( *8, ) 

strioso , che da paese lontanissimo venne a prestare -alle Loro Al- 
tezze un servigio così segnalato ed alto , come fé' colla sua indu- 
stria e persona, onde meritò esser degno di felicità molto maggiore, 
trovi, per cagione e per malignità degli invidiosi, annientate tutte 
quante le promesse (a lui fatte). 

Ragion voleva , che fosse così congiunto per affetto con le Altezze 
Loro, e sì bene collocato nelle Ior viscere l'Ammiraglio predetto, 
che tutto il mondo credea non esser possibile a verini detrattore 
di fargli perdere il merito di tante grazie; quanto più (si credeva 
impossibile) eccitare lo. sdegno nel cuore delle Altézze Loro, per 
fere a lui perdere tanti sèrvigj e tanti meriti, nel tempo. che ogni 
dì FAmmi ragliò suddetto si confidava di render molti servigj, e ren- 
deagli, alle Loro Altezze, procurando colla stia industria il vantag- 
gio presente delle détte isole, e rivolgendo i suoi uffizj alla popo- 
lazione e prosperità delle medesime. 

£ ciò niun altro avrebbe fatto, né farà; sì perchè tutti gli altri 
non se ne sarebbero dati pensiero, s'egli non governava nel tempo 
trascorso; e sì perchè coloro, che adesso ne avranno il governo, 
con avida brama di arricchire durante la loro amministrazione , non 
provvederanno all'avvenire, come il detto Ammiraglio, cui spettava 
l'interesse perpetuo; il quale colla speranza dell'onore e profitto, 
che ne verrebbe dopo di avere ben retti e conservati gl'Indiani 
(che ne sono la ricchezza principale), non curava punto il profitto 
del tempo presente. 

CAPITOLO TERZO. 

Pel terzo capitolo le Altezze Loro gli fecero grazia della decima 
parte di tutto ciò che sì comprasse, trovasse, e fosse dentro i li- 
miti del predetto Ammiragliato, diffalcandone le spese. 

Questo s'intende in tal maniera, che il prefato Ammiraglio abbia 
da avere il decimo di quanto fosse o si trovasse nelle dette Indie 
e terra ferma del mar Oceano , da qualunque persona , di tutto uni- 
tamente, benché fosse per vantaggio delle Loro Altezze, o di qua- 
lunque altra persona, per grazia, che di esso, o di parte di esso, 

Cod. Dip. F. 36. 



( a8a ) 
sacando les costas, que las tales persona*, o S. A» en elio Jisieren. 

Y Sus A. de j usti eia en prejuyzio del diche di e imo no pueden 
faser merced de lodo , ni de parte alguna del provecìto de las di* 

chas Yndias a ninguna persona , syn que prima mente aja de pa- 
gar e pague dello enteramente el diezmo al dicho Almirante. 

Ca por faser Sus A. las tales mercedes, desfasen, o menoscaban 
la que jra tienen fecha al dicho Almirante, y dexan mujr diminuì- 
da, o dismembrarla, sin derida satisfacion. 

Por que la merced fecha al dicho Almirante del dicho diezmo 

fue antes primera mente que las dichas Yndias descubriese; y dado 

y otorgado para ayuda , algalardon y pago que por tal setvijo me- 

resqia; y por elio el dicho diezmo es ramo prinqipcd de su liquido 

ynterese. 

Y aun sy S. A. por conqierto, o condicion, o en otra qualquier 
numera diesen la meytad, o otra qualquier parte , a qualesquier 
personas , que se dispusieren al trabajo , y costa de tal provecho, 
tanbien deve aver el dicho Almirante el diezmo de lo que resulta* 
re, y no se consumi ere de la parte de las tales personas, corno de 
la pringipal de Sus A. pues lo uno y lo otro es verdadera y prin- 
qipal ganancia, y resuite de las Yndias de su Alminantadgo. 

QUARTO CAPITULO. 

Por el quarto Capitato Sus A. conqedieron al dicho Almirante 
la juridicion cevill e criminal de qualesquier pleitos tocantes a las 
dichas Yndias % e que pudiese conoscer dellos oca en las partes e 
lugares > donde comprehende la furidiqion del Almirante de CastiUa 
(seyendo /usto). 

Para declaracion de la justiqia que tiene el dicho Almirante , dise 
que a el perteneqe el dicho judg.° por ser unas de las principale* 
preftèminencias , y easy braco del cuerpo de su Almirantamiento , 
syn el qual a gran pena se podria sehorear el dicho Almirantadgo, 
antes que daria yermo; por que el dicho judg.* es el principal es- 



-A 



( a83 ) 

gli abbiali fatto , diffalcate le spese , ehé in ciò avesser fatte le tali 
persone , o le Loro Altezze. 

E Te Altezze Loro , di giustizia non possono far grazia né di tut- 
to , ne di parte ninna del profitto delle Indie suddette , a persóna 
veruna, in pregiudizio del decimo sopraddetto, se primieramente 
non abbiano da pagare, e non ne paghino interamente il decimo 
al detto Ammiraglio. 

Perciocché le Altezze Loro, col fare tali grazie, disfanno, o di* 
minuiscono quella* che già fecero al detto Ammiraglio, lasciandola 
molto diminuita, o smembrata, senza la debita satisfazione ; 

Essendoché la grazia fatta al detto Ammiraglio del decimo sud- 
detto , gli venne fatta prima che discoprisse le Indie predétte , e 
dato (il decimo) e conceduto per ajuto, guiderdóne e ricompensa 
da esso lui meritata con quel servigio : e per questo il decimò pre- 
detto è il ramo principale del suo liquido interesse. 

E posto ancora che le Altezze Lóro, in forza di concordato o 
condizione , o in altra maniera qualunque , dessero la metà , o al- 
tra qualsiasi parte, a qualsivoglia persona, che A disponesse alle 
fatiche e spese di tal profitto , anche in tal caso il detto Ammira- 
glio dovrebbe avere però il decimo del prodotto, tolte le spese 
fatte da parte di tali persone, o dalla parte principale delle Altezze 
Loro; poiché l'uno e l'altro é vero e precipuo guadagno, e si trae 
dalle Indie del suo (di Colombo) Ammiragliato. 

CAPITOLO QUARTO. 

Coi tenore dèi capitolo quarto le Altezze Loro concedettero al 
prefato Ammiraglio la giurisdizione civile e criminale di qualsivoglia 
piato riguardante le Indie suddette; e la cognizione di esse liti 
qua, nelle parti e luoghi compresi nella giurisdizione dell'Ammira- 
glio di Castiglia (essendo giusto). 

Per dichiarazione del poter giudiziario appartenente all'Ammira- 
glio, questi dice che a lui spetta il giudicato suddetto, per essere 
una delle preminenze principali , e quasi il braccio del corpo del 
suo Ammiragliato, senza il quale a gran pena si potrebbe signoreg- 



(*84) 
fuerco que honrra, anima, y sostiene todas las otras partes del cuér- 
pò del dìcho A Imi rant ami e rito. 

Y que le pertenece et tal conoscimiento en los puertos y abras 
de oca, bien asy corno en las mesmas jrslas e tierra firme, de donde 
el es rimirante; por que sy en el tronco de alla solamente toviese 
al dìcho judgado, syn comprehender oca las cabsas emanatasi que 
por ser los contrayentes naturales desa tierra, y todo el trato, y 
negociaqion della, que su juridigion càsjr seria ninguna ; porque los 
que van a las dichas Yndias, <van para solamente negoqiar, y aca 
quedan las ligaturas de las compahias, y posturas, que de buelta 
engendra los pleitos, seyendo las cabsas de los tales pleitos de las 
que de svaran de la negoqiacion, y trato > que tovienon dentro en 
su Almirantamiento* 

Lo otro que aunque el dicho capitulo no oviera en que expre- 
samente se fisiere mincion del dicho judgado > que la ora que S. A. 
establecieron el dicho ofiqio de Abnirantadgq de Castilla , que con- 
/unta mente al dicho Almirantamiento le avran fecho merqed dd 
dicho judgado con la dicha comprehension 9 por que el Àlmirante 
de la mar de Castilla tiene por principal prekeminencia de su Air 
mirantadgo el judgado de todos los pleitos geviles e criimnales a d 
tocantes, que comprehende en todos los puertos y abras desta tierra, 
aunque son fuera de su AlmirantadgQ* 

Y en quanto a ser j ustamente del pix>veydo , dise et dicho Àlmi- 
rante que Sus A. j ustamente le pudieron del proveer, corno Rejres 
e Senores soberanos, que para todo tienen poder absoluto, a quien 
sola mente pertenescia la tal provision. 

Y Sus A. en proveer al dicho Àlmirante del dicho ojicio con la 
dicha comprekension 9 no hisieron agrario a persona alguna, ni les 
toca interesse, por ser el dicho su Almirantadgo , y judgado del, 
y las Yndias , y tierras donde es ynstituydo , nueva e milagrosa 
mente hatladas conjuntas y traydas al Senorio de Castilla. 



( *85 ) 

giare il de Ito Ammiragliato, o a. dir meglio, sarebbe diserto, per- 
chè il detto giudicato è il nerbo principale , che onora , anima , é 
sostiene tutte le altre parti del corpo del detto Ammiragliato. 

Dice ancora, che tal cognizione gli appartiene cosi nei porti e 
cale di qua, come nelle stesse isole e terra ferma, delle quali è 
Ammiraglio; perciocché s'egli avesse il giudicato predetto solamente 
nel tronco di colà, senza comprendervi le cause, che hanno di qua 
l'emanazione, essendo tutti i contraenti naturali di questa terra, 
e di quésta tutto il traffico e il negozio ; la giurisdizione di lui 
sarebbe quasi nulla , perché coloro , che passano alle Indie suddet- 
te, vanno solamente per negoziare, e qua restano le corrispon- 
denze , e i capitali delle compagnie , pe' quali al ritorno nascono 
le liti; e le cagioni di liti siffatte sono quelle, che fanno cadere il 
traffico e il negozio , che far si potrebbe dentro il di lui Ammira- 
gliato. 

Di più : se anche non vi fosse quel capitolo , nel quale si fa 
menzione espressa del detto giudicato, avendo però le Altezze Loro 
stabilito l'uffizio dell'Ammiragliato di Castiglia unitamente al detto 
Ammiragliato , gli avrebber fatta grazia del detto giudicato con la 
suddétta comprensione , essendoché V Ammiraglio del mar di Casti- 
glia tiene qual preminenza principale del suo Ammiragliato il giu- 
dicato di tutti i piati civili e criminali ad esso spettanti; il quale 
(giudicato) comprende tutti i porti e le cale di questa terra, ben- 
che sien fuori del suo Ammiragliato. 

E quanto al sapere se giustamente gli . fosse ciò conceduto , dice 
il suddetto Ammiraglio, che le Loro Altezze giustamente gliele pò- 
terono concedere , come Regi e Signori sovrani, che hanno il po- 
tere assoluto di tutto, a' quali soltanto apparteneva tal provvigione. 

E le Altezze Loro, nel provvedere il detto Ammiraglio dell' uffi- 
zio suddetto, con l'accennata comprensione, non fecero aggravio a 
persona, né debbono ricavarne vantaggio, perché l'Ammiragliato di 
lui, e il rispettivo giudicato, e le Indie, e le terre, per le quali 
fu istituito, furono nuòvamente e miracolosamente trovate, unite, 
e tratte al dominio di Castiglia. 



esatteasa. 



( 286 ) 

Lo otro que los plietos emanatos del dì e ho Almirantadgo a cabsa 
de la grand distartela e apartami ento de la tieira donde y ynstitur- 
do, y por ser muy alongada de do confluyen los mercantes desta 
tierra, seran nuiy agenos dividi dos y apartados de los plietos oca 
tocantes; y en apartar y dividir el conosgimiento dellos, ito st sy- 
< Noa ho sapu- gite a ninguna juridigion a * 

to riletare questa 

** rola - Y pues Sus A. syn agrario de persona alguna , y con poder so- 

brano justa mente proveyeron, es muy ci erto que en la tal provi- 
syon no yntroviene ynjusticia : ca dos contrarios naturalmente no 

» Questa roce dod pueden sehorear un subjeto : antes tanto ■ re y se enagenan 

de consistir en una cosa, que por la espegie del uno venimos en 
conosgimiento de la calidad del otro: de donde se concluye que la 
dicha provision es justa. 

Y aun de la persona del dicko rimirante progede ser justa la 
dicha provision: por que segund la calidad de los dichas Yndias 
ogidentales a todo el mando innotas , de negesidad se avia de poner 
oca jues de gierta experiencia para dar justa sentenzia : pues quieti 
los avia mas experimentado% ni tenda mas alto conosgimiento de la 
calidad de los pleitos della, que el tal Abiurante que continua 
mente en ellas ha recidydo y milagrosamente con su mucha suti* 
le za y qiencia de la mar, corriendo macho peligro del mesmo mar, 
los saco. 

QUINTO CAPITULO. 

Por el quinto capitalo Sus AUesas conceden al dicho Almirante 
que pueda contribuyr en la ochava parte de quales quier armadas 
que se fagan para el irato e negociacion de los yslas j tierra firme 
desto Almirantadgo; e que tanbien aya la ochava parte de lo que 
resultase de la tal armason. 

El verdadero contendimiento desto es, que el dicho Almirante 
deve aver el ochavo de quales quier cosas, que en qualquier ma- 
nera en los dichas Yndias se aya , agora sea para provecho de Sus 
A., o de otras quales quier personas, sacando el ochavo de la co- 
sta dello, por rata. 



(•87) 

Innoltre, le liti emanate dal detto Ammiragliato, a motivo della 
gran distanza e separazione della terra, ov'è istituito, e per essere 
molto lontane dal luogo , dove concorrono i mercanti di questa 
terra, starebbono troppo male divise e appartate dalle liti spettanti 
a questo paese; e nel dividerne e separarne la cognizione, non si 
seguirebbe niuna giurisdizione ....... 

Che se le Altezze Loro , senza gravar persona , e con poter so- 
vrano giustamente provvidero, egli è certissimo, che in tal provvi- 
sione non v'ha ingiustizia, perchè naturalmente due contrarj non 
possono dominare un soggetto; che anzi tanto sono alieni e . . . . .* ■ fo«« ripmg*m*tù 
dallo stare in una sola cosa , che dalla spezie dell'uno venghiamo in 
cognizione della qualità dell'altro: onde si conchiude che la detta 
provvisione è giusta. 

A giustificare la provvigione suddetta concorre la persona dell'Am- 
miraglio stesso ; perciocché , attesa la qualità delle dette Indie oc- 
cidentali , a tutto il mondo ignote , necessariamente vi si dovea 
porre un giudice di certa esperienza , per dare giusta sentenza : ora 
della qualità delle liti di esse (Indie) chi ne avea migliore espe- 
rienza, e conoscimento più profondo, di quell'Ammiraglio, che in 
esse ha risieduto continuamente > e miracolosamente le trasse a no- 
tizia con la molta sua sottigliezza, e scienza del mare, correndo 
molti pericoli sul mare medesimo? 

CAPITOLO QUINTO. 

In vigore del capitolo quinto le loro Altezze concedono al detto 
Ammiraglio, che possa contribuire l'ottava parte di qualunque ar- 
mata, che si faccia pel traffico e negozio delle isole e terra ferma 
di questo Ammiragliato; e che abbia perciò l'ottava parte del pro- 
fitto di tale armamento. 

La vera intelligenza di questo si è , che il detto Ammiraglio dee 
avere l'ottavo di qualsivoglia cosa, che in qualunque maniera si 
porti alle Indie predette, benché fosse in profitto delle Loro Al- 
tezze, o di qualsiasi altra pers#na, tranne l'ottavo della spesa, in 
rata porzione. 



( *88 ) 

Porque en la primera armada de que resulto la dichas Yndias % 
es a saber la ganancia que dellas procede , el dicho rimirante con- 
tribuyo en su ochava parte, y ava cerca de la mejrtad de la costa: 
de donde consiglilo perpetuo titolo al dicho odiavo , por ser el re- 
sulto de la dì e ha armada sempiterno. 

Lo otro que pues al principio sehalada mente yva a ganar jslas 
y tierra firme , que es cosa jrnmutàble , no se entendiera podertraer 
ganancia, para aver della el odiavo, si por lo mueble dellas , co- 
rno verdadero resulta, y sin della tal armason no fuera enteiidido. 

Y aunque el dicho rimirante de la primera armada no traxo lo 
muable de las dicìias Yndias , que era el resulto y ganancia della, 
que pues el metio las dichas yslas e tierra firme de boxo del pò- 
der de S. V. y alla pacificamente corno suyas las dexo, que asj 
mesmo se entende aver apode j odo y dado a S. A. todo lo mueble 
dellas que en ellas a la sason y en qualquier tiempo se oviese: pues 
quietamente dende en addante podian enbìar S. A. por todo elio, 
corno por cosa suya, a quien quesiesen. 

9 

Lo otro, que puesto que por contribuyr en la primera armada no 
oviem el dicho dimirante conseguido perpetuo derecho al dicho odia- 
vo , que pues Sus A. forcosamente han de armar para goser" de la 
ganancia de la$ dichas Yndias, que de j usti già no le pueden vedar 
que el no contribuya en la costa della , y llevar el ochavo del re- 
sulto; y porque las armadas han de ser continuai por ser el resulto 
de las Yndias continuo, que perpetuamente le pertenece el dicho 
ochavo. 

Y aun que se diga que solamente del resulto de mercaderia U 
perteneqe el tal ochavo, por que dise en el capitalo del trato e ne- 
goqiacion, que dise que se entiende mercaderia , la verdad es que 
siiial mente perteneqe al dicho Al mirante el dicho ochavo de todo 
el mueble de las dichas Yndias, porque los dichos vocablos trato, 
negoziamoti , comprehenden todo genero de cosa que en qualquier 
manera y tiempo se aya. 



<*9) 
Imperciocché si vuol sapere, che alla prima armata, con la quale 
si acquistarono le Indie , cioè al profitto che da esse proviene , il . 
detto Ammiraglio contribuì la sua parte ottava, ed anche la metà 
della spesa all' incirca : con che ottenne titolo perpetuo al detto 

ottavo, per essere sempiterno il prodotto dell'armata suddetta. 

» 

Ancora : siccome egli, spezialmente al principio , andava ad acqui- 
star isole e terra ferma, che è cosa immutabile, non si saprebbe 
spiegare in qual modo ne potesse trar vantaggio per averne l'ot- 
tavo , se non si intendeva che il fine di tale armamento erano i. 
beni mobili, come chiaro apparisce. 

£ quantunque il detto Ammiraglio con la prima armata non ri- 
portasse beni mobili, che ne formavano il prodotto e il lucro, egli 
poscia sottomise le dette isole e terra ferma al dominio delle Loro 
Altezze, e le lasciò pacificamente, come lor proprie : e perciò s'in- 
tende similmente ch'egli abbia consegnati e dati alle Loro Altezze 
tutti i mobili, che in esse e allora e in ogni altro tempo vi fos- 
sero : giacche da allora in poi le Altezze Loro potevano quietamente 
spedirvi per tali affari, come per cosa propria, chiunque ad esse 
loro piaceva* 

Innoltre : ponghiamo che il detto Àlmirante col contribuire alla 
prima armata non abbia conseguito perpetuo diritto all'ottavo sud- 
detto, tuttavia essendo costrette le Altezze Loro ad armare' per go- 
dere del profitto delle Indie suddette, non possono, secondo giu- 
stizia, vietare ch'egli concorra alla spesa medesima, e si tolga l'ot- 
tavo del prodotto : e dovendo esser continue le armate , perchè 
continuo è il prodotto delle Indie , perpetuamente gli appartiene 
l' ottavo suddetto. 

E quantunque si dica, che tal ottavo gli appartiene soltanto sul 
prodotto delle merci , perchè si dice che il capitolo del traffico e 
della negoziazione s'intende delle merci, le verità si è, che appar- 
tiene al prefato Ammiraglio specificamente il detto ottavo di tutti 
i mobili delle Indie; perchè i detti vocaboli traffico, negozio, com- 
prendono qualsivoglia genere di cose, che s'abbiano in qualunque 
maniera o tempo. 

Cod Dip- F. 3;. 



( a 9° ) 
Ca el dicho vocablo trato es astucia, o la deligencia, que se 
forte para conseguir el fin de la negociacìon : y final mente el trato, 
e modo , que el dicho Almirante avi a de tener con los possedores 
de las dichas Yndias que yva a ganar, para conseguir el fin, que 
era ganallas; y pues las gano, lo que dellas resulta, es lo que ju- 
st amente f se deve partir* corno verdadero resulto de la tal nego- 
qiacion. 

Y este otro vacablo (JL vocablo) negociaeion se deriba da negocìo, 
que se entiende nega ocio, quia negotium est quasi nega otiuro; de 
numera que su entendimiento es general para en qualquier genero 
de cosa; e por elio comprehende qualquier genero de cosa mueble, 
que en las dichas Yndias se falle* 

Y puesto que el dicho vocablo non fuera equivoco, e que tubiera 
liquida determinaqion de mercaderia, que que (sic) las dichas Yn- 
dias y tierra firme* especialmente la E spanala , avia ganado el dicho 
rimirante mas por dadivas de mercaderias, que por fuerca de or» 
mas > que justa mente las dichas Yndias y todas las cosas dellas se 
pueden desjrr mercadas, y por quello mercaderia; por que de mer- 
car se deriba el dicho vocablo mercaderia. 

Lo otro que aun que porfuerqa de armas oviera ganado el dicho 
Almimnte las dichas Yndias y y Sus A. expressa mente a mera* 
dear lo ovieran enbiado, que por eso no qesava de aver dellas el 
dicho su ochavo; por que lo mueble que en ellas se falla, asy co- 
rno oro, perlas, espeqieria, e otras cosas > pura e prinqipal merde 
es mercaderia: ca toda cosa mueble que se puede comprar (ecebto 
consagradd) se deve Itamar mercaderia, segund las lejres que disen, 
que omnia sunt in commertio nostro. 

Lo otro, que por qualquier forma que oviese consegui do el fin de 
la yntincion del armada (sic), que era la ganancia de las dichas 
Yndias, perteneqia al dicho Almirante el dicho su ochavo, porque 
las ganancias de la mar, y los casos dellas, san muy varìos, nfar- 
tunados, ynciertos e ynopinados: y lo que dellos resulta para por 
todos partirse, tanto monta aver sydo cortado por fuerca, corno de- 



( *9 l ) 

Perciocché il detto vocabolo traffico è l'astuzia o la diligenza, 
che si adopera a conseguire il fine del negozio ; e per finirla , è H 
traffico , o modo , che si dovea tenére dall'Ammiraglio stesso co' pos- 
sessori delle Indie suddette, ch'egli andava ad acquistare, per con- 
seguire il fine, ch'era di acquistartele avendole acquistate, quello 
che se ne ricava, è quello appunto che si dee dividere, come vero 
prodotto dì tal negoziazione. 

E quest' altro vocabolo negoziazione deriva da negozio , che si 
spiega nega ozio- y quia ne goti um est quasi nega otium ; a tal che 
s'intende generalmente per qualsivoglia genere di cosa, e perciò 
stesso comprende qualunque genere di cosa mobile, che si trovi 
nelle Indie suddette. 

- E dato ancora , che il predetto vocabolo non fosse equivoco , ed 
avesse la precisa significazione di merceria., essendo vero che le 
dette Indie e la terra ferma furono acquistate dall'Ammiraglio me- 
desimo piuttosto con dono di merci, che con forza d'armi, giusta- 
mente le Indie medesime con tutte le cose loro si possono dire* 
mercate, e perciò merceria, perchè da mercare deriva il detto vo- 
cabolo merceria. 

Di più : quantunque il detto Ammiraglio avesse acquistate per 
forza d'armi le Indie suddette, e le Altezze Loro lo avessero man- 
dato espressamente a mercanteggiare, non perciò lascerebbe di avere 
in esse il suddetto ottavo; perchè il mobile, che in quelle si tro- 
va, come oro, perle, spezierie, ed altre cose, è puramente e sem- 
plicemente mercanzia , essendoché qualsivoglia cosa mobile , che si 
può comperare (salvo le consecrate), si ha da chiamare mercanzia, 
a tenor delle leggi , che dicono : omnia sunt in commercio nostro. 

Innoltre : in qualunque forma F Ammiraglio fosse pervenuto alla 
intenzione finale dell' armata , eh' era Y acquisto delle Indie soprad- 
dette, apparteneva al detto Ammiraglio il suo ottavo; perciocché 
i guadagni del mare, e i casi loro sono molto varj, fortunosi, in- 
certi , e inopinati ; e quello che da essi risulta , onde essere com- 
partito fra tutti, nulla monta che sia piuttosto tagliato per forza, 



( *ì)* ) 

satado por arte. Ca este es ci cornuti estilo de todos los armadores, 
para lo qual ay ynfinitos exemplos. 

Ca muy cierto es, que sy algunos mercaderos armasen en com- 
pania para solo irato de mercaderia, e por ventura se concertaseli 
con el patron que el pudicse contribuir en alguna parte del arma- 
son, por que tanbien oviesse a quella parte del resulto, que dunque 
fuera de inercaderia ganase alguna cibdad, o sueldo, o navios de 
enemigos, que tanbien le peitenecia la parte de la tal ganancia, 
corno de derecho aria de aver de la mercaderia, porque aunquefue 
ganado fuera de mercaderia, es verdadero resulto avido a cabsa de 
la tal armada. 

Y sy por caso un Factor di alguna otra compahia negoziando 
en algund rey no, se jìsyese muy parcial del Rey de aquella tierra, 
syrviendole con enprestidos o con vendette mercaderias a menos pre- 
cio, e por caso despues desatada la compania, a quel Rey, por con- 
templai: ion del amistad le Jisiese a el merced de alguna cosa, es obli- 
gado a partir con sus compahos entera mente corno de verdadero 
resulto avido a cabsa de la tal compahia, aunque ya oviese grande 
tiempo que fuese desti gada, por que en todas partes asy se judga, 
y asy lo disponcn les leyes destos Reynos de S* A. 

Y en Portogal ha muy poco que acaescio lo semejante a un fio- 
rentin factor de una gruesa compahia de Florentia; que por aver 
mucho servido al Rey de aquella tierra con enprestidos y otras co* 
sas de sus mercaderias, fue constrevido a dar parte a sus compa- 
hos de una merced que el Rey le fiso por contemplagion del ami- 
stad a el propioy despues de dada cuenta y destigada la compahia y 
corno de verdadero resulto emanante della. 

Y aun a quel patron Lercar > a quien Sus A. fisieron merqed por 
contemplacion del servigio que les fiso en el pasage del Arciduquesa 

y en alguna satisfaqion de la carraca que perdio en lo bancos,fue 
en Genua por giusticia costreido a dar parte a sus companos, comò 
de resulto verdadero; y solamente le quedo lo que perteneqia corno 
patron por rata. 

Y aun sy por caso a un fijó se fase alguna donaqion por algund 



1 



■(»<£) 

che staccato per arte : tal essendo lo stile di tutti gli armatori; di 
che abbiamo infiniti esempj. 

Infatti : se alcuni mercanti armassero in compagnia , soltanto per 
trafficare merci , e per avventura accordassero al padrone , eh' ei 
potesse contribuire ad una parte dell' armamento , per avere la 
parte corrispondente del profitto ; se fuori del mejrcanteggiare , 
si guadagnasse alcuna città, o stipendio, o nave di nemici, egli è 
certissimo che a lui ancora apparterebbe la parte di tal guadagno, 
come per diritto la doveva avere delle merci; perchè, quantunque 
l'acquisto non proceda dalle merci, esso è per altro vero prodotto 
avuto per cagione di quell'armata. 

E se per caso un fattore di ale un'altra compagnia, negoziando in 
alcun regno , ottenesse il favore del re di quel paese , servendolo 
con prestiti , o con vendergli mercanzie a minor prezzo ; e acca- 
desse che quel re, sciolta già la compagnia , a riguardo dell'amistà, 
gli facesse grazia di alcuna cosa, colui sarebbe tenuto a partirla 
interamente co' socj suoi , come vero profitto avuto a motivo della 
società , benché già da molto tempo disciolta : e cosi vien giudicato 
in tutte le parti, e cosi dispongono le leggi di questi regni delle 
Loro Altezze. 

E in Portogallo avvenne ( non ha molto ) cosa somigliante a un 
Fiorentino , fattore di una grossa compagnia di Firenze , il quale , 
per avere fatti molti servigj a quel re con imprestiti , ed altre cose 
della sua mercanzia , fu costretto a dare parte a' suoi compagni di 
una grazia, che il re fece a lui particolarmente in contemplazione 
dell'amistà, benché già fossero dati i conti, e sciolta la società, 
perchè prodotto da essa emanato. 

E similmente quel padron Lercari, al quale le Altezze Loro fé* 
cero grazia in riguardo del servigio da lui prestato nel passaggio 
dell'Arciduchessa ', e per alcuna compensazione della caracca, che • Margherita «- 
perdette nelle secche , fu in Genova costretto per via giuridica a i>»no imperatore, 

1 D scoiata in Borgo», 

darne parte a' suoi socj, come di vero profitto; restandogli sola- Qk£|l5 ^^ 
mente la rata, che gli apparteneva come padrone. ìZc/™u!'a£ 

E parimente; se per caso ad un figlio fosse fatta alcuna dona- 



\ 



1 



(«94) 

grande amigo de su padre, aunque todas las otras dadinas se distri* 
buyan a peculio, no menos se deve asy gnor a peculio profetino, por 
que el fin procede del padre: y otras muchas cosas continuamente 
acaesgen, que al proposito se podrian desyr. Pero dexando aquello f 
baste que de todo lo suso dicho se coli gè, que al dicho dimirante 
pertenece /usta mente el tercio de las dichas Yndias y tierra firme, 
e ochavo e diezmo de todas las cosas mucbles que en ellas, y den- 
tro dese Almirantadgo en qualquier tiempo y por quales quier per- 
sonas , y en qualquier manera se halle, corno de verdadero resulto 
de la dicha su primera armada, aunque en las otras no aya con- 
« Hei Documento triburdo , por que tocante a esto farto se ha dicho en otro escripto \ 

precedente. s r i j r 

Quedava por desyr a S. A. que fisieron merged al Abiurante de 
todos los oficios, corno los tiene el rimirante de la mar de Castilla, 
y que el podria dar el alguasiladgo y escrivanias, o mandallo ser- 
vir en su nonbre : y pues esto es asy corno lleva un cavallero a quien 
Sus A. ayan fecho merged de una tenengia o de un oficio, corno 
se vee en muy muchos en Castilla, que ellas se llevan las rentas, 
y Jasen servir al dicho cargo a uno suyo, o se congiertan con una 
persona , y le don qierta patte de la renta; y asy lo suplica a S. 
A. que le desagravien y le dexen usar de sus ofigias, y regebir el 
benefigio ; puesque asy fue por capitulagion y merged. 



( *9 5 ) ' 
zione da un grande amico del padre , benché tulti gli altri pre- 
senti si dispensino per peculio privato , questo si dovrebbe con 
tuttociò assegnare al peculio fruttifero ; perchè Y oggetto era il pa- 
dre : ed altre molte cose continuamente avvengono , che dir si po- 
trebbono in questo proposito. Ma passandole in silenzio, basta che 
da tutto il detto qui sopra si raccolga , che al detto Ammiraglio 
appartiene giustamente il terzo delle dette Indie e terra ferma , e 
l'ottavo e il decimo di tutte le cose mobili, che in esse, e dentro 
di questo Ammiragliato in qualsiasi tempo , e per qualsivoglia per- 
sona, e in qualunque maniera si trovino; qual vero prodotto della 
predetta sua prima spedizione , benché non abbia contribuito alle 
altre : stantechè di questo si è parlato molto in altra scrittura. 

Terminerò con dire alle Loro Altezze , che fecero grazia 
all'Ammiraglio di tutti gli uffizj , come gli ha l'Ammiraglio del mare 
di Castiglia , e eh' egli potea dare il Bargella to e i notariati , o de- 
stinare altri a far ciò in suo nome : ed essendo ciò conforme 
all'uso di un cavaliere , al quale le AA. LL. abbiano fatta grazia di 
un governo, o di un uffizio, come si vede in molti nella Castiglia, 
ch'eglino si prendono Y entrata , e da un loto familiare fanno am- 
ministrare quel carico, o si convengono con una persona, dandole 
certa parte dell' entrata ; così egli ancora supplica le LL. AA. che 
lo traggano dagli aggrav j , e gli lascino usare de' suoi uffizj , e ri- 
cevere il benefizio; perchè così fu accordato per capitolazione e 
per grazia. 



TRESLADO 

De una Carta Mensagera qii el rimirante escrivio al 
Ama del Principe Don Juan (c/ue gloria ayd) el ano 
de i5oo viniendo preso de las Yndias. 



i 



COPIA 

Di una Lettera Missiva, che l'Ammiraglio scrisse alla 
Nutrice del Principe Don Giovanni (che sia in glo- 
ria) nell'anno i5oo, venendo prigione dalle Indie. 



Cod. Dip. F. 38. 



(*98) 



DOCUM. 
XLIV. 



Jl)bu/w Qvdwoòcc b 



"7 



eAkoxau f 



Òy mi quexa del mando es nuora , su uso de maltratar es de muf 
cintiglio. Mill combat es me ha dado , y a todos resisti > fasta agora 
que non me aprovecho armas ni avisos. con crueldad me tiene 
echado al fundo. La esperanza de aquel que aio a todos me so- 
stiene. Su socorro fue siempre mujr presto. Otra <vez, y non de le- 
xos, estando jro mas baxo , me levanto con su brago divino dixiendo: 
O ombre de poca fée , lesrantate 9 que jro soy ; non ayas miedo. 

Yo vine con amor tan entranable a servir a estos Pringipes, j 
he servido de servijo , de que jamas se oyo ni arido. 

Del nuevo cielo e terra que hasia nro Senor* escriviendo Sani 
Juan el Apocalis , despues de dicho por boca de Ysayas, me hjrso 
dello mensagero y amostro en qual parte* En todos ovo yncreduli- 
dad. y a la Reyna mi Sehora dio dello et spirita de ynteligenqia> 
y esfuerco grande y le hiso de todo crederà , corno a cara y muf 
amada fija. La posession de todo esto fue yo a tornar en su rea! 
nombre. La ynoranqia en que aviari estado todos , quisieron emen- 
dalle traspasando et poco saber a fablar en ynconvenientes y g& m 
stos. *S\. A. lo aprosrasra ed contrario* y to sostusro fasta que pudo. 

m 

Syete anos se pasaron en ta ptatica, y nuesre exsecutando. Cosas 
muy senatadas y dignas de memoria se pasaron en este tiempo : de 
todo non se hiso concepto. Ltegue yo , y estoy , que non ha nadie 
tan vii que no piense de ultra/arme : por virtud se contara en el 
mando a qiden puedè no consentitlo* 



( a 99> 



*yW?ouo wrtuoóa tf cimerà > 



uè la mia querela del mondo è nuova, antico è Fuso ch'egli ha di 
maltrattare. Mille combattimenti mi diede, ed a tutti resistetti, fino 
a quest'ora, in che non mi hanno giovato ne armi, né consigli* Ei 
mi tiene crudelmente colato al fondo. Sostienimi la speranza di chi 
ne creò tutti. Il soccorso di Lui fu prontissimo sempre. Un'altra 
volta, e non ha molto, trovandomi assai abbattuto, mi sollevò col 
suo braccio divino, dicendo: Levati, uomo di poca fede, che son Io; 
non aver timore, (a) 

Io venni con amore così sviscerato a servire questi Principi, e tal 
servigio ho prestato, quale noti si vide ne si udì giammai. 

Del nuovo cielo e terra, cui faceva nostro Signore, come scrive 
S. Giovanni nell'Apocalisse (dopo quel che ne fu detto per bocca 
d'Isaia) ei fece me nunzio, e mostrommene la via. In tutti trovai 
incredulità. E alla Regina mia Signora ne die spirito d'intelligenza, 
ed animo grande, facendole creder tutto, come a cara ed amatis- 
sima figlia. Di tutto questo io fui a pigliare il possesso nel real no- 
me di lei. Tutti s'ingegnavano di correggere la ignoranza, nella quale 
erano stati, volgendo il poco sapere a ragionare degl'inconvenienti, 
e delle spese. Sua Altezza per contrario lo approvava , e sostennelo 
quanto le fu possibile. 

Sette anni andarono in trattative, e nove Dell'eseguire. Cose se-* 
gnalatissime e degne di memoria accaddero in questo tempo: di 
nulla si fé' caso. Io sto mallevadore, che non è alcuno sì vile, il 
quale non pensi di oltraggiarmi. Viva il cielo; si troverà pure al 
mondo chi non vi possa acconsentire. 



DOCUMENTO 
XLIV. 



\ 



( 3co ) 

Sy yo robara las Yndias , o tierra que jaz base eltas degue 
agora es la fobia del aitar de Sani Pedix> («), y las diera a los mo 
ros, nopudieran en E spana amostrarme major enemiga. Quien crejem 
tal a donde osto siempre tanta nobleza ? 

Yo macho quesiera despedir del negozio > si fuera onesto para 
con mi Reyna. El esfuerco de nro Sehor y de su A. hjrso que jo 
continuase , y por aleviarle algo de los enojros , en que de causa 
de la muerte estava, cometi viage nuevo al nuevo cielo e mundo 
que fasta entonqes estava o culto. Y sy no es tenido olii en estima, 
asi corno los otros de las Yndias, no es maraviglia, por que saKo 
aparecer de mjr industria. 

A Sani Pedro abraso el Spiri tu Santo , j con el otros doze , j 
todos combatieron aca y y los trabajos y fati gas fueron muchas, en 
fin de todo llevaron la viteria. 

Est e viage de Parya crey que apaziguaria algo por las perlas, 
y la f alluda del oro en la Espanola. Las perlas monde yo ayun- 
tur e pescar a la gente, con quien quedo el concierto de mi buelta 
por ellas ; y a mi comprender, a medida de f anega : sy yo non lo 
escrivi a Sus Akesas >fue porque asy quesiera aver fecho del oro 
antes. 

E sto me salio corno otros cosas muchas: non las perdiera* ni mi 
honrray sy buscava yo mi bien propio , y dexara perder lo Esposto- 
la : o se guardaran mis prvvilegios y asiento; y otro tanto digo del 
or* y que yo tenia agora junto. que con tanias muertes y trabajos, 
por virtud divina Ihe llegado a perfetto* 

Quando yo fue de Paria halle quasi la mitad de la gente en Ia 
Espanola alqados > y me han guerreado fasta agora , corno a moroi 
y los Yndios por otro cobo gravemente. En esto vino Fojeda, j 
provo a echar el sello : dixo que S* A. le enbiavan con promesas 
de dadivas y franquezas y paga: alligo grande quadrilla, que en 
todo la Espanola muy pocos ay salvo vagamundos , y ninguno con 
muyer y fijos. Esto Fojeda me trabajo hajto. fuele necessario de 



-A 



(3oi ) 

Se io rubassi le Indie, o la terra che (b) ora è la favola 

dell'aitar di S. Pietro, e le dessi ai mori, non potrebbero in Ispa- 
gna dimostrarmi inimicizia maggiore. Chi ciò crederebbe di un paese 
dove fu sempre tanta generosità? 

Ayrei ben io sommamente bramato liberarmi da tal negozio , se 
fosse stata cosa onesta presso la mia Regina. Il coraggio ispiratomi 
da nostro Signore e da Sua Altezza fece che io continuassi; e per 
alleviarle alcuna parte dell'affanno in che si trovava per la morte (e), 
intrapresi nuovo viaggio al nuovo cielo e mondo, che sino allora 
stavasi occulto. E se costì non se ne fa quel conto che si fa degli 
altri viaggi delle Indie, non è maraviglia; perchè servì a far appa- 
rire la mia industria. 

Lo Spirito Santo (d) abbruciò S. Pietro, ed altri dodici (e) con 
lui : e tutti qui combatterono ; e i travagli e le fatiche furono molte : 
alfine poi ne conseguiron vittoria. 

Questo viaggio di Paria credo che placherebbe alquanto gli ani- 
mi , a motivo delle perle e dell'oro scoperto nella Spagnuola. Alla 
gente colla quale fermai il concerto di andare alla pesca delle perle, 
comandai che le pescassero, e mettessero insieme: a mìo giudizio 
ne avremo a misura di fanega. Se non lo scrissi alle Altezze Loro, 
egli fu, perchè prima io voleva aver fatto lo stesso riguardo all'oro. 

Questo mi riuscì come altre cose molte, le quali io non perderei, 
ne il mio onore con esse 9 se cercassi il mio ben proprio, e lasciassi 
disertar la Spagnuola; o se mi fosser mantenuti i miei privilegi ed 
accordi: e dico altrettanto dell'oro ch'io adesso teneva raccolto 7 
che con tante morti e travaglj per virtù divina ho condotto a per- 
fezione. 

Al ritorno da Paria trovai sollevata nella Spagnuola quasi la metà 
della gente; e mi hanno fatta la guerra fino ad ora, come ad un 
moro, e gl'Indiani gravemente (mi hanno afflitto) per un altro capo. 
In questo venne l'Hojeda (/), e si provò di mettervi il suggello. 
Disse che le A A. LL. lo spedivano con promessa di doni e franchi- 
gie e paghe; radunò una numerosa banda di briganti, perchè in 
tutta la Spagnuola, salvo pochissimi, sono tutti vagabondi; e niuno 



( 3oa ) 

se yr, y dexo dicho que luego seria de buelta con mas navios j 
gente; y que dexava la real persona de la Reyna nuestra Sehora 
a la muerte. En este llego Fingente Anes con quatro caravelas : ovo 
alboroto y sospecha, mas non daho. los Yndios dixeron de otras 
muchas a los Canibales y en Parya , y despues una nueva de seys 
otras caravelas que traya un hermano del Alcalde; mas Jue con 
malicia : esto fue ya a la postre quando ya estava ìnuy rota la 
esperanqa que Sus Altesas oviesen jamas de enbiar navios a las 
Yndios , ni nos esperarlos , y que vulgar mente desjran que S. A* 
era muerta. 

Un Adrian en este tiempo provo a alcarse otra *ves 9 corno de 
antes s mas N. S. non quiso que Uegase a efetto su mal proposito : 
yo tenia propuesto en mi de non tocar el cabello a nadie ; y a este 
por su ingratitud con lagrimas non se pudo guarrlar asy , corno yo 
lo tenia pensado : a mi hermano non hisiera menos , sy me quesiera 

m 

mutar y robar ci Senorio , que my Rey e Reyna me tenian dado 
en garda. 

Este Adrian, segando se muestra, tenia enbiado a Don Fernando 
a Xoragua, a allegar a algunos sus secaces, y alla ovo debole con 
el Alcalde > a donde naqio discordia de muerte; mas non llego a 
efecto. El Alcalde le prendio, y a parte de sa quadrilla; y el caso 
era que el los j usti dava y sy yo non proveyere : estovieron presos 
esperando caravela en que se fuesen : les nuevas de Fojeda , que 
yo dixe , fisieron perder la esperanca que ya no venia. 

Seys meses avian que yo estava despachado por venir a S. À. 
con las Buenos nuevas del oro 9 y fuyr de governar gente disoluta, 
que non teme a Dios, ni a su Rey* ni Reyna, llena de achaques 
y de maliqias. 

A la gente acabara yo de pagar con seysqientas mill ; y par* 
elio avia quatro cuentos de diezmos e alguno syn el tercio del oro. 

Antes de mi partida suplique tantas veses a S. A. que enbiasen 



( 3o3 ) 

con moglie e figliuoli* Questo Hojeda mi travagliò molto. Ebbe da 
partire; e lasciò detto che tosto saria di ritorno con più navi e 
gente; e che aveva lasciata la real persona della Regina nostra Si- 
gnora presso alla morte. Intanto giunse Vincenzo Agnes con quattro 
caravelle: fuvvi scompiglio e sospetto, ma non danno. Gl'indiani ne 
dissero molte altre ai Cannibali ed in Parìa; e poscia sparsero la 
nuova di sei altre caravelle che portavano un fratello dell'Alcalde» 
Ma fu con malizia. Questo si fé' sull'ultimo; quando già era quasi 
perduta la speranza che le Altezze Loro dovessero spedire ornai più 
de'naviglj nelle Indie, ne più si sperava da noi; e volgarmente di- 
cevano che S. Altezza era morta. 

In questo tempo un tal Adriano provò un' altra volta a levar ru- 
more, come dianzi; ma nostro Signore non sostenne che portasse 
ad effetto il suo malvagio proposito. Io mi era deliberato di non 
torcere un capello a nessuno: a costui però, attesa la sua ingrati- 
tudine, non fu possibile (Iagrimando) serbare quel proponimento» 
Non avrei trattato diversamente mio fratello, s'egli avesse voluto uc- 
cider me, e rapirmi il dominio, che il mio Re e la Regina m'avean 
dato in guardia, (g) 

Questo Adriano, come si vede, avea spedito a Xoragua Don Fer- 
dinando a radunare alcuni suoi seguaci ; e colà venne a contesa con 
l'Alcalde; di che nacque discordia di morte; ma non ebbe conse- 
guenza. L'Alcalde il prese con una parte della sua banda, ed avreb- 
belo fatto giustiziare, s'io non vi poneva riparo: stettero in prigio- 
ne, sperando F arrivo di qualche caravella, sopra cui partirsi. Le 
nuove delT Hojeda, ch'io pubblicai, fecero perdere la speranza, che 
egli venisse più» 

Già da sei mesi io era presto a venirmene alle LL. AA. con le 
buone novelle dell'oro; e per sottrarmi dal governare gente disso- 
luta, piena di acciacchi e di malizia, che non teme ne Dio, ne il 
suo Re, ne la Regina» 

Avrei terminato di pagar la gente con sècento mila; e a quest'og- 
getto aveva quattro milioni di decime, e più, senza il terzo dell'oro. 

Innanzi alla mia partenza supplicai tante volte le Altezze Loro , che 



(3o4) 

alla a mi costa a qui toriesse cargo de la justicia ; y despues que 
falle alqado el Alcalde, se lo supUque de nuevo o por alguna gen- 
te , o almenos un criado con cartas ; por que mi fama es tal que 
aunque yo foga iglesias y ospitatesi siempre seran dichas espdun- 
cas para ladrones. 

Proveyeron ya al fin , y fue muy al contrario dello que la ne- 
gociacion demandava, vaya en bien ora , pues que fue a su grado. 

Yo estuve alla dos ahos syn poder ganar una provision de fa- 
nega por mi , ni por los que alla fuesen ; y este llevo una arca 
llena: sy pararan todos a su servigio, Dios lo sabe. Ya por comjenco 
ay franquesas de veynte ahos , que es la hedad de un onore; y se 
coge el oro, que ovo personas, que de ciuco marcos en quatro oras: 
de que dire despues mas largo. 

Si pluguiese a S. À. de desfaser un vulgo de los que saben mis 
fati gas (que mayor dono me ha fecho el mal desir de la gente que 
no me ha aprovechado el mucho servir y guardar su fasienda j 
sehorio ) saria limosina , y yo restituido en mi honrra , y se fabia- 
na dello en todo el mundo; porque el negozio es de calidad, que 
cada dia ha de ser mas sonado , y en alta estima. 

En esto vino el Comendador Bovadilla a S. Domingo : yo esUwa 
en la Vega , y el Adelantado en Xoragua , adonde * este Adrian 
aria fecho cabeca ; mas ya todo era llano , y la tierra rica y en 
paz toda : el segando dia se crio governador, y fiso ojiciales y ex- 
secutiones , y apregono franquezas del oro , y diezmos , y general 
mente de toda otra cosa por veynte afios ; que, corno digo, es la he- 
dad de un ortbre ; y que venia para pagar todos , bien que non 
arian servido llena mente fasta ese dia, y publico que a mi im 
aria de cnbiar en fierros , y a mis hermanos asy, corno ha fecho; 
y que nunca mas bolveria yo olii , ni otrie de mi linage ; disiendo 
de mi mill desonestas y descorteses cosas : esto todo fue el segando 
dia que llego , corno dixe , y estando yo lexos absente , syn saber 
dello, ni de su veni da. 



( 3o5 ) 

spedissero qui persona incaricata dell'amministrazione della giustizia; 
e poiché trovai sollevato l'Alcalde, rinnovai le suppliche per avere 
o alcun poco di gente; o almeno un lor familiare con lettere; per- 
chè tale si è la mia fama, che quantunque io facessi Chiese e Spe- 
dali, sarebber sempre chiamate spelonche da ladri. 

Pur alla fine diedero un provvedimento; e fu contrario a quello che 
si richiedeva a tal negozio. In buon'ora sia; giaochè così lor piacque. 

Io stetti colà due anni, senza poter guadagnare una provvigione 
di fanega, né per me, né per coloro che colà erano, e costui si 
portò via una cassa piena. Dio sa, se tutto finirà in suo servizio. 
Già sul bel principio si danno esenzioni per venti anni, che è l'età 
d'un uomo; e la raccolta dell'oro è tale, che persona vi fu, che 
ne diede cinque marchi in quattro ore: di che dirò appresso più 
largamente. 

Avendo io ricevuto maggior danno dal misdire delle persone, che 
vantaggio del lungo servire e conservare l'azienda e il dominio del- 
le Loro Altezze , sarebbe una carità , se piacesse Loro di far esami- 
nare molti popolari di quelli che sanno le mie fatiche: io sarei re- 
stituito al mio onore; e se ne parlerebbe in tutto il mondo; per- 
chè l'impresa è di tal qualità, che ogni giorno ha da crescer di fa- 
ma e di stima. 

Venne frattanto a S. Domingo il Commendator Bovadiglia; io mi 
trovava nella \ega, e il Prefetto in Xoragua, dove quell'Adriano 
avea fatto capo: ma già tutto era cheto, ricca la terra, e tutta in 
pace. Il secondo giorno proclamò sé stesso governatore , e fece uffiziali , 
ed esecuzioni; e pubblicò franchigie dell'oro, e delle decime, e gene- 
ralmente di ogni altra cosa per anni venti, che, come dico, è l'età 
di un uomo; e che veniva per pagare tutti; benché non avessero 
servito pienamente . fino a quel giorno; e divulgò che dovea man- 
dare in ferri e me e i miei fratelli, come ha fatto; e che non ci 
sarei colà tornato giammai, né io, né altri del mio legnaggio, di- 
cendo di me mille cose disoneste e scortesi. Tutto questo si fece il 
dì secondo dopo il suo arrivo, come ho detto; trovandomi io lon- 
tano ed assente, senza sapere né di Lui né del suo arrivo. 

CodsDip. F. 39. 



( 3o6 ) 

Unas cartas de S. A. firmadas en bianco, de que el Uevava una 
carititad, escribio y enbio al Alcalde, y su conpana con favor y 
encomiendas : a mi nunca me enbio cartai ni mensa gero, ni me ha 
dado, fasta oy. Piense Vuestra Merqed, que pensaria quien toviera 
mi cargo : honrrar y favoreqer a quien provo a robar a S. A. el 
senorio , y ha fecho tanto mal y dano ; y a rastrar aquien con tari* 
tos peligros se lo sostuno. 

Quando yo supe esto crey que este seria corno lo de Hojeda> o 
uno de los otros : templome que supe de los frayles que S. A. le 
enbiava: escrivile yo que su venida fuesse en buena ora, y que jo 
estava despachado para yr a la corte , y fecho almoneda de quanto 
yo tenia : y que en esto de las franquezas , que no se acelerase ; 
que esto y el govierno > que yo se lo daria luego tan Uano corno la 
palma ; y osi lo escrivi a los Religiosos : ni el , ni ellos me dieron 
respuesta: antes se puso en el son de guerra, y apremiava a quan- 
tos alti yvan , que le jarasen par govemador ; dixeronme que por 
veynte anos: luego que yo supe destas franquezas pense de adobar 
un yerro tan grande y que el seria contento , las quales dio syn 
necesidad ni causa de cosa tan gruèsa , y a gente vagamunda que 
fuera demasiadó- para quien truxiera muger y fijos : pubUque por 
palabra y por cartas que el no podia usar de sus provisiones por 
que las rrùas eran las fuertes, y les mostre las franquezas que Uew 
Juan Aguado. 

Todo esto , que yo hise , era por dilatar , porque S. A. fuesen 
sàbidores del estado della tierra; y oviesen logar de tornar a man- 
dar aquello 3 lo que fuese su servigio. 

Tales franquezas escusado es de las apregonar en las Vndias. 
los vesynos que han tornado vezindad es logro, por que se les don 
las mejores tierras , y a poco veder, valeran dosientas mill. al calo 
de los quatro anos que la vezinidad se acaba , syn que den una 
acadonada en ellas. no dirla yo asy $ sy los vezinos fuesen casa- 
dos : mas no ay seys entre todos que no estean sobre el aviso de 
ay untar lo que pudieren , y se yr en buen ora : de CasiUla seria 



(3o 7 ) 

Avendo egli portata gran quantità di lettere in bianco, soscritte 
dalle. Loro Altezze, ne scrisse alcuna all'Alcalde e alla sua compa- 
gnia con favori e commendazioni: a me non inviò mai lettera, né 
messaggio; uè mi ha parlato sino ad ora. Pensi V. S. che pensereb- 
be qualunque avesse il mio carico: onorare e favorire chi si pro- 
vò a rubare alle Altezze Loro il dominio, ed ha fatto tanto male 
e danno; e invilire chi Io sostenne con tanti pericoli. 

Quando io seppi questo, credetti che sarebbe di lui come del- 
l' Ho jeda; o di tal altro. Mi calmai avendo saputo dai Frati, ch'egli 
era inviato dalle Loro Altezze. Io gli scrissi dandogli il benvenuto; 
e che io era apparecchiato d'irmene alla Corte, avendo posti tutti 
i miei averi all'incanto: che riguardo alle franchigie indugiasse un 
poco; che e questo e il governo io gli avrei dato bentosto, così 
piane come la palma della mano. E ne scrissi pure ai Religiosi. Né 
quegli né costoro mi diedero risposta. Anzi egli si mise in piede di 
guerra, e costringeva quanti capitavano quivi a dargli il giuramento 
come a governatore: dissermi per anni venti. Appena ch'io seppi di 
tali franchigie, pensai al riparo di errore sì grande, immaginando 
ch'ei sarebbe contento, avendo dato senza necessità né cagione, co- 
sa così importante e a gente vagabonda, quando sovrabbonderebbe 
a chi avesse moglie e figliuoli. Pubblicai in voce e in iscrìtto , che 
egli usar non poteva delle provvigioni, essendo più valide le mie; 
e mostrai le franchigie che portò Giovanni Aguado. 

Tutto ciò io feci per temporeggiare; acciocché le Altezze Loro 
fossero informate dello stato della terra; e avessero luogo di ordi- 
nar nuovamente quanto fosse di lor servigio. 

Pubblicar tali esenzioni nelle Indie è cosa vana. Riguardo ai Co- 
loni, che hanno già preso delle tenute, egli é un eccesso, perché 
loro si danno le terre migliori, che, a dir poco, varranno un du- 
gento mila. Al fine di quattro anni si termina la concessione della 
tenuta, senza che vabbian dato un colpo di marra. Io non direi così, 
se i coloni fossero ammogliati; ma non vi hanno sei fra tutti, che 
non istien sull'avviso di ragunare quanto è possibile, e irsene poi 



( 3o8 ) 

bien que fuesen , y aun saber quien y corno ; y se póblase de gente 
honrrada. 

Yo tenia asentado con estos vesinos que pagarian el tercio del 
oro , y los diezmos , y esto a su ruego ; y lo reqibieron en grande 
merqed de S. À* Reprendilos quando yo oy que se dexavan dello, 
y esperava que el comigo furia otro tanto : mas fue al contrario. 

Yndignolos contra mi disiendo que yo les queria quetar lo que 
S. A. les davan , y trabajo de me los echar a cuestas , y lo fuso ; 
y que escriviescn a S. A* que no me enbiase mas al cargo; y asy 
selo suplico yo por mi , e por toda cosa mia , en quanto non aya 
otro pueblo > y me ordeno el con ellos pesquisas de maldades , que 
al ynfierno nunca se supo de las semejantes. Atti està nuestro Se- 
nor que escapo a Daniel y a los tres mochachos con tanto saber y 
fuerca , corno tenia > y con tanto apare jo , sy le pluguyere , corno 
con su gana. 

Supiera yo remediar todo esto , y lo otro , que està dicho > y ha 
pasado despues que estoy en las Yndias, sy me consentiera la uo- 
luntad a procurar por mi bien propio , y me fuera onesto, mas el 
sostener de la justicia , y acrecentar el senorio de S. A. fasta agora 
me tiene al fondo. Oy endia que se falla tanto oro , ay division en 
que aya mas ganancia , yr robando , o yr a las minas : por una 
muger tan bien se falla dento castellanos , corno por una labtnn- 
cai y es mucho en uso y ay hartos mercaderos > que andan bu- 
scando muchachas de de IX. a x : san agora èn pregio de todas 
fedades : ha da tener un bueno. 

Digo que en desyr yo que el Comendador no podia dar franque- 
zas , que hise yo lo que el deseava ; bien que yo a el dixese que 
era para dilatar , fasta que S. A. toviesen el aviso de la tierra, y 
tomasen a ver 9 y mandar lo que fuese su servigio. 

Etiemistolos a elos todos con migo, y el parese, segando se ovo, 
y se guado sus formas, que ya lo venia y bien encendido : o es que 



( 3o 9 ) 

in buonora. Bene sarebbe, eh' e' fossero di Castiglia; e si pure che 
si sapesse chi e come, e che si popolasse di gente onorata. 

Io aveva accordato con questi coloni, che pagherebbero il terzo 
dell'oro, e le decime, così pregato da essi; e lo ricevettero per gra- 
zia grande delle Loro Altezze. Come seppi, che non eseguivano il 
patto, li ripresi; e sperava ch'egli meco si unirebbe a fare altret- 
tanto; ma fu al contrario. 

Irritolli contro di me, dicendo ch'io cercava di togliere a esso- 
loro quello, che le AA. LL. concedevano; e si affaticò di cacciar- 
megli a fianchi, e Io fece; e che scrivessero alle LL. AA. che non 
m'inviassero più mai al governo: e cosi supplicai io stesso per me 
e tutta la (h) casa mia, ove non abbia un popolo diverso; ed egli 
unito a loro ordinò una perquisizione di furfanteria, che somigliante 
non si seppe nell'inferno giammai. Ma sopra di noi è Nostro Signore, 
che scampò Daniele e i tre garzoni con tanta sapienza e forza sua 
propria; e con tanto apparecchio, se gli piacesse, come conia sua 
volontà. 

Saprei ben io rimediare a tutto questo, e a quanto ho detto, ed 
è avvenuto dappoiché io sono nelle Indie, se la volontà mi permet- 
tesse di procurare il mio proprio bene, e ciò fosse cosa onesta. 
Ma il sostenere la giustizia, e l'aumentare il dominio delle AA. LL. 
fino ad ora mi tiene in fondo. Oggidì che si trova tan t'oro, avvi 
discordia di pareri, se meglio convenga andare rubando, o andare 
alle miniere. Per una donna si trovano cento casigliani, come per 
una fanciullina (i): ed è molto in uso, e sonovi molti mercanti che 
vanno buscando fanciulle di nove in dieci anni: or sono in pregio 
di tutte l'età (k). 

Dico, come dicendo io che il Commendatore non poteva dar fran- 
chigie > io feci quanto egli bramava; benché a lui dicessi ciò essere 
ad oggetto di soprassedere, fino a che le AA. LL. risolvessero in- 
torno al paese, e tornassero ad esaminare ed ordinare ciò che fosse 
di loro servigio. 

Inimicommi tutti costoro, e pare, secondo che si vide, e secondo 
le sue maniere, ch'ei fosse venuto già bene acceso; o è vero ciò 



( 3.o ) 

se dize , que ha gastado macho por venir a este negozio : no se 
dello ; mas de lo que oygo , yo nitrica oy que el pesquisidor alle- 
gase los rebeldes , y los tomase por testi gos contro aquel que go- 
vierna , a ellos , ni a otros syn fé , ni dignos della. 

Sy S. A. mandasen faser una pesquisa general olii , Vos digo que 
se veria la maravilla , corno la jrsla no se funde. 

Yo creo que se acordara Vuestra Merqed, quando la tormenta 
syn velas me echo en Lisbona , que fuy acusado falsa mente > que 
avia yo ydo alla al Rey , para darle las Yndias : despues supie- 
ron S. A. el contrario , y que todo fue con malie ia. 

Bien que yo sepa poco, no so quien me tenga por tan turpe que 
yo non conozca,que aun que las Yndias fuesen mias , que yo no 
me pudiera sostener syn ayuda de Principe. 

Sy esto es asy 9 adonde pudiera tener yo mejor arrimo y seguri- 
dad de no ser echado dellas del todo, que en el Rey e Reyna noe- 
stros Sehores > que de nuda me han puesto en tanta honrra, y son 
los mas altos Principes por la mar y por la tierra del mando : los 
quales tienen que yo les aya servido , e me guardan mes previle gios 
y mercedes ; y sy al quien me los quebranta S. A. me los acrecien- 
tan con a vanta/ a (corno se vido en lo de Juan A guado) > y me 
mandan haser mucha honrra : y corno dixe ya , *S*. A. recibieron de 
mi servìgio 9 y tienen a mis fijos sus criados ; lo que en ninguna 
numera pudiera esto llegar con otro Prinqipe; porque adonde non 
ay amor 9 todo lo otra cesa* 

Dixe yo agora ansi esto contra un mal desir con rnaliqia , y con- 
tra mi voluntad ; por que es cosa que ni en sueho deviera llegar 
a memoria: por que las formas s y fechos del Comendator Bovadilla 
con malicia las quiere alumbrar en esto : mas yo le fare ver con 
el braco ysquerdo, que su poco saber y grand cobardia con desoi*- 
denada codiqia , le ha fecho caer en elio. 

Ya dixe corno yo le escrivi, y a los frayles, y Juego partii asy 
corno le dixe, muy solo, por que toda la genie estava con el Ade- 



(3., ) 

che si dice, che abbia speso molto, per venire a questa impresa: 
non ne so altro. So bensì di non avere mai sentito che un Inquisi- 
tore allegasse i ribelli, e li prendesse per testimonj contro a chi 
governa; né soltanto costoro , ma niuno che sia indegno di ottener 
fede. 

Se le AA. LL. comandassero che si facesse qui una perquisizione 
generale; io Vi dico che si vedrebbe una maraviglia, come l'isola 
non si sprofondi. 

Io credo che si ricorderà V. S. quando la burrasca mi spinse a 
Lisbona senza vele * come fui accusato falsamente , che io era andato 
còla a trattare col Re, per dargli le Indie. Seppero poi le A A. LL. 
il contrario; e che tutto erasi detto con malizia. 

Benché io sappia (>oco, non so chi mi tenga per .vigliacco a se- 
gno, ch'io non conosca, che anche se le Indie fosser mie, non po- 
trei sostenermi senza l'ajuto di un Principe. 

Se la cosa è così, dove trovar potrei io mai miglior appoggio e 
sicurezza di non esser da quelle al tutto discacciato , che nel Re e 
nella Regina nostri Signori, che dal nulla mi hanno posto in tanto 
onore, e in terra e in mare sono i più alti principi del mondo ? I 
quali si tengono da me serviti , e mi conservano i miei privilegj e 
grazie; e se taluno me li diminuisce, le AA. LL. me gli aumentano 
con avvantaggio (come si vide nel fatto di Giovanni Aguado), e 
comandano che siami fatto molto ohore ; e , còme ho già detto a V . S. 
riconoscono di aver da me ricevuto servigio; e tengono per fami- 
liari i miei figlj: cose tutte che non potrei incontrare presso altro 
Prìncipe; perchè ove non è amore, tutto il resto è nulla. 

Quanto or ora ho detto , egli è per ribattere la maldicenza mali- 
ziosa , e contro alla mia volontà; perchè il Gommendator Bovadi- 
glia procura con tale maldicenza di gettare con malizia un'ombra 
sopra le sue maniere, , e i suoi fatti : ma io gli farò vedere col 
braccio sinistro , che la sua ignoranza , e gran vigliaccherìa , e la 
sformata cupidigia , lo han fatto in ciò cadere. 

Già ho detto , eh' io scrissi a lui ed a' frati ; e tosto partii , come 
av eagli scritto , da me solo,' perchè la gente si trovava col Pre- 



/ 



(Si.) 

lantado , y tan' bien por le quetar de sospecha. El , quando lo su- 
po , echo a Don Diego preso en una caravela cargado de fierros , 
y a mi en llegando hiso otro tanto; y despues al Adelantado quando 
vino, ni le fobie, mas mi consintio que fasta oy nadie me aya fa- 
biado : y fago jur amento que no puedo pensar por que sea yo preso. 

La primera diligencia , que el fiso , fue a tornar el oro , el qual 
ovo syn medida ni peso» e yo absente , dixo que queria el pagar 
dello a la gente; y segundo oy, para sy hize la primera parte, y 
enbia por rescate rescatadores nuevos. deste oro tenia yo apaitado 
qiertas muestras , granos muy gruesos corno huevos de ansara de 
gallinas y de pollas y de otras muchas ■ que algunas perso- 
nal tenian cogido en breve espacìo , con que S. A. se alegrasen, y 
por elio comprendiesen el negocio , con una cantitad de piedras 
grandes llenas de oro. este fue el primo a se dar con malizia ; por 
que S. A. no tengan este negocio en algo, fasta que el tenga fecho 
el nido; de que se de buena presa. 

El oro que està por fundir menga al fuego. unas cadenas que 
pesarian fasta veynte marcos , nunca se han visto. Yo he seydo 
agraviado en esto del oro > mas que de las perlas , porque non lo 
he traido yo a S. A. 

El Comendator en todo lo que el le parelio que me danaria , 
luego fue puesto en obra. Ta dixe con seyscientas mill pagava a 
todos syn robar a nadie, y que astia mas de quatro cuentos de 
diezmos y alguaziladgo , syn tocar en el oro. hizo unas larguezas 
que son de risa; bien que creo que contengo en si la primera par- 
te: alla lo sabran S. A. quando le manderan tornar cuenta, en espe- 
gioì sy yo estoviese a ella. El no hase , sy no desyr que se deve 
grande suma; y es la que yo dixe', y non tanto: yo he sydo muy 
macho agraviado en que se aya enbiado pesquisidores sobre mi , 
que sepan, que sy la perquisa que el enbiare fuera muy grave, que 
el que darà en el govierno. 

Plugujera a Nuestro Senor que S. A. le enbiaran a el* o a otro, 



. ( 3i3 ) 

fetto ; ed anche per trarlo di sospetto. Com' egli . il seppe , preso 
Don Diego , il fé' porre in una caravella carico di ferri ; e a me , 
arrivato che fui, fece altrettanto; e poi al Prefetto, quando 
venne. Non gli ho parlato più; ne egli ha consentito insino ad ora 
che altri mi parli. E giuro che non posso sapere il perchè io sia 
imprigionato. 

La sua prima diligenza fu di pigliarsi Foro, che trovò, senza 
misura né peso ; e trovandomi io assente, disse che volea pagarne 
la gente; e secondo che ho udito, fece per se la prima parte; e 
manda nuovi riscattatori pei riscatti. Di quell'oro io aveva serbati 
a parte alcuni saggi; grani grossi come uova d'oca, di gallina, di 
pollastra, e di altre molte forme , raccolti da alcune persone in 
breve spazio, perchè le ÀA. LL. si rallegrassero, e da ciò cono- 
scesser l'impresa; con una quantità di pietre grosse piene d'oro. 
Queste cose furono le prime ad esser donate con malizia, accioc- 
ché le Altezze Loro non tengan da molto questo negozio, fino a 
che egli abbia fatto il nido ; nel che si dà molta premura. 

L'oro che sta per fondersi, scema al fuoco. Certe catene che pe- 
serebbero fino a venti marchi , non si sono più vedute. Nel parti- 
colare dell' oro mi si è fatto maggior aggravio che in quello delle 
perle ; perchè non Io ho portato io alle Loro Altezze. 

Il Commendatore pose tosto in opera quanto parvegli che sa- 
rebbe in mio danno. Ho già detto che con secentomila avrei pagato 
tutti , senza rubare a nessuno , e che aveva più di quattro milioni 
di decime senza il bargelluto, senza metter mano all'oro. Egli fece 
larghezze tali che muovon le risa ; quantunque cominciò (io credo) 
la prima parte da sé. II sapranno le LL. AA. se manderanno qua a 
domandargli i conti, e specialmente s'io vi fossi presente. Egli altro 
non fa se non che dire esservi un debito di somma assai grande; 
ma non è sì grande : è quella che io ho detto* Io sono stato mol- 
tissimo aggravato in questo, che siasi mandato un inquisitore sopra 
di me , il quale sapeva , che ove la relazione fosse di cose molto 
gravi , a lui sarebbe conferito il governo (/). 

Fosse piaciuto a Nostro Signore che le AA. LL. avessero inviato 

Cod Dip. F. 4o 



(3i4) 

dos afìos ha , por que yo fuera ya libre de escandelo y disfamici ; 
y no se me quetara mi honrra y la perdieru. Dios es justo , y ha 
de haser que se sepa por que y corno. Alli me judgan corno a Go- 
vernador que fue a Qiqilia y o a qibdad o villa puestajen regimienr 
to 9 y adonde les leyes se pueden guardar por entero , syn temor 
que se pierda todo. Yo reqibo grande agiuvio. 

Yo devo deser judgado corno capitan que fue de Espaha a con- 
questar fasta las Yndias 9 a gente belicosa, y muclia, y de costum- 
bres , y seta a nos muy contraria : los quale s biven por sierras y 
montes , syn plueblo asentado ni nosotros ; ya donde por voluntad 
divina he puesto so el serìorio del Rey e de la Reyna nuestros Se- 
hores otro mundo ; y por donde la E spana, que hera dicha pobre, 
es la mas richa. 

Yo devo ser judgado corno capitan que de tanto tiempo fasta oy M 
trae las armas a cuestas, syn las dexar una ora, y de cavalleros 
de conquestas y del uso y non de letras , salvo sy fuesen de Glie- 
gos o de Romanos , o otros modernos ; de que ay tantos y tan no- 
bles en Espaha. Ca de otra guisa recibo grande agravio; porque 
en las Yndias non ay pueblo ni asiento. 

Del oro y perlas ya està abierta la puerta ; y cantitad de todo> 
predras preqiosas , y especieria , y de otras miti cosas se puede e- 
sperar firmamente; y nunca mas mal me viniese, corno con el non* 
bre de Nuestro Sehor le darla el prime r viage, asy corno diera la 
negoqiaqion del Arabia felis fasta la Meca , corno yo escrivi a S. A. 
con Antonio de Torres en la respuesta de la repartiqion del mar e 
tierra con los Portogueses : y despues viniera a lo de colo aiti > 
asy corno lo dìxe, y di por escripto en el monesterio de la Me j oraria* 

Las nuevas del oro que yo dixe que diria 9 son que dia de Na- 
bidat estando yo muy aflegido, guerreado de los malos Ciistianos, 
y de Yndios, en termino de dexar todo y escapar, sy pudiese , la 
vida , me consolo Nuestro Sefior milagrosa mente , y dixo : Esfuer- 
cai no desmaytes% ni temasi yo proveere en todo: los syete anos del 



(3i5) 

o lui, o altra persona due anni fa; perchè io già sarei fuori di 
scandalo e d'infamia; ne mi si torrebbe il mio onore , né il perde- 
rei. Iddio è giusto , e ha da fare che si sappia il perchè e il come. 
Costì mi giudicano , com' io fossi un Governatore di Sicilia , o di 
città o terra posta sotto civil reggimento; ed ove le leggi si po- 
tessero osservare interamente, senza timore di perdere il tutto. Io 
ricevo un grande aggravio. 

Io debbo esser giudicato come un capitano , che dalla Spagna 
andò alle Indie a conquistare gente bellicosa, numerosa, di costu- 
mi e di credenza a noi molto contraria , che vivono per balze e 
monti , senza popolazione ordinata , né noi altri (pi); dove già per di- 
vino volere ho posto sotto il dominio del Re e della Regina nostri 
Signori un altro mondo; per cui la Spagna ch'era detta povera, è 
la più ricca. 

Io debbo esser giudicato come un capitano che da tanto tempo 
insino ad oggi porta le armi allato senza lasciarle un ora ; e comanda 
a cavalieri di conquista e di uso , non di lettere , salvo se fosser 
Greci o Romani , o altri moderni , de' quali hannovi tanti e sì nobili 
nella Spagna. Perchè in altra forma ricevo grande aggravio, stan- 
techè nelle Indie non sono né comuni, ne statuti. 

Aperta è già la porta dell'oro e delle perle, e quantità di tutto 
ciò, di pietre preziose, di spezierie e di altre cose mille si può 
sperare fermamente ; e mai di peggio non mi avvenga , come ciò 
darei col nome di Nostro Signore nel primo viaggio ; come anco 
darei il commercio dell'Arabia felice fino alla Mecca, come io scrissi 
alle Altezze Loro coli' occasione di Antonio de Torres nella risposta 
della partizione della terra e del mare co' Portoghesi ; e poscia ver- 
rei a quello di Coloarti (n), come pure Lor dissi , e diedi in iscritto 
nel Monastero della Mejorada. 

Le nuove dell'oro, le quali io dissi che date avrei, sono che il 
giorno della Natività , standomi afflitto di molto , combattuto da' 
mali Cristiani, e dagl'Indiani, in termine di abbandonar tutto per 
campare, se avessi potuto, la vita, Nostro Signore mi consolò mi- 
racolosamente, e disse : Fa cuore > non t'abbattere, né temere : io 



(3i6) 

termino del oro non son pasados ; y en elio y en lo otro te dare 

remedio. 

Ese dia sape que avia ochenta leguas de tierra , y en todo cobo 
dellas minasi el parecer agora es, que sea toda una. Algunos han 
cogido cxx. castellanos en un dia ; otros XC y se ha Ile godo fa- 
sta CCL. De cinquanta fasta lxx. otros muchos de xx. fasta L. y 
es t enido buen j ornai; y muchos lo continuan. El comun es de seys 
fasta dose , y quien de aqui abaxa , no es contento : parece tahbien 
que estas minas son corno las otros , que responden en los dias non 
ygual mente. Las minas son nuevas , y los cogedores. Al pareqer 
de todos es que aunque vaya alla toda Castilla, que por turpe que 
sea la persona , que non àbaxara de un Castellano , o dos cada 
dia : y agora es esto asy en fresco. Es verdad que tienen algund 
Yndio ; mas el negocio todo consiste a nel Cristiano. Ved que di- 
screcion fue de Bo^ adilla dar todo par ninguno , y quatrd cuentos 
de diezmos syn cabsa , ni ser requerido , syn primero lo notificar 
a S. A: y el daho non es este solo. Yo se que mis hierros non han 
seydo con fin de faser mal ; y creo que S. A. le creen asy $ corno 
yo lo digo : y se, y veo que usan misericordia con quien maìiciosa 
mente les desyrve , yo creo , y tengo por muy cierto , que muy me- 
f or > J mas piedad avran corrugo , que cay en elio con ynorancia y 
forcosa mente, corno sabran despues por entero ; y miraran a mis 
servijos , y conoceran de cada dia, que son muy avaittajados : todo 
pornan en una balancia asy corno nos cuenta la sacra E s cri p tura 
que sem el bien con el mal al dia del Juysio. 

Sy toda via mandan que otros me judgan , lo qual non espero , y 
que sea por pesquisas de las Yndias, muy humill mente les suplico 
que ehbien alla dos personas de conciengia y honrradas a mi co- 
sta 9 los quàles creo que fallaran de ligero agora que se falla el 
oro cinco marcos en quatro oras: con esto e syn elio es muy nece- 
sario que lo provean. 

El Comendator en llegando a Santo Domingo se aposento en mi 
casa, e asy corno la fallo dio todo por suyo : vaya en buen* ora que 



(3. 7 ) 

provvedere a tatto. I sette anni del termine dell'oro non sono pas- 
sati; e in ciò e nel resto darotti rimedio. 

In tal giorno seppi che v'erano ottanta leghe di terra; e miniere 
ad ogni capo : ora si crede che ne formino una sola. Taluni rac- 
colgono cxx. castigliani in un giorno ; altri ex. e ne fu trovato sino 
a ccl. Tali altri da l. fino a lxx. molti da xx. fino a cinquanta; 
lo che si tiene per buona giornata; e molti ci continuano. Il co- 
mune è di sei a dodici; e chi ne raccoglie meno, non è contento. 
Onde pare che queste miniere sien come le altre , che non danno 
in ciaschedun giorno un prodotto eguale. Le miniere e i raccogli- 
tori son nuovi. È opinione di tutti , che se vi andasse pure tutta 
Castiglia, per quanto la persona fosse neghittosa 9 non ribasserebbe 
di un casigliano , o due, al giorno. Ed ora così avviene in questi 
primi giorni. Egli è il vero che tengono alcuni Indiani ; ma il ne- 
gozio è tutto de' Cristiani. Veda qual fu la discrezione del Bovadi- 
glia , dar tutto per nulla ; e quattro milioni di decime senza moti- 
vo , senza esserne richiesto , senza prima notificarlo alle AA. LL. 
Né il danno è questo soltanto. Io so che i miei errori non furono 
ad oggetto di far male; e credo che cosi credano le Altezze Loro, 
com'io dico; e so è vedo che usano misericordia con chi malizio- 
samente le disserve; onde credo e tengo per certissimo che migliore 
e maggior pietà avranno con me , che caddi in essi con ignoranza 
e trattovi a forza, come poi sapranno pienamente; e riguarderanno 
a' miei servigj , e conosceranno ogni giorno che sono di molto van- 
taggio : tutto porranno in una bilancia , come ci racconta la S. Scrit- 
tura che si farà del bene e del male nel giorno del Giudizio. 

Se tuttavia comandano che altri mi giudichi, il che non i spero, 
e ciò sia per inquisirmi riguardo alle Indie, umilissimamente le sup- 
plico, che mandino qui a mie spese due persone di coscienza ed 
onorate; le quali troverannole , spero, assai agevolmente, adesso» 
che si trova dell'oro a cinque marchi in quattro ore. Con questo* 
e senza questo , è necessario v che ci provveggano. 

Il Commendatore al suo arrivo a S. Domingo albergò: in casa 
mia; e quanto ci trovò, tolse tutto per suo (p); sia in buon'ora; che 



(3,8) 

quiga lo avia menester. cosano mirica tal uso con mercaderos. De 
mis escripturas tengo yo major quexa, que asjr me las ajran to- 
madas , que jamas se le pudo sacar una : ya quellas que mas me 
aviari de aprovechar en mi desculpa , esas tenia mas ocultas. Ved 
que Justo y onesto pesquesydor. cosas de quanto el aya fecho me 
dizen que ha seydo con termino de justicia; salvo absoluta mente. 
Dios nuestro S efior està con sus fuercas y saber , corno solia 3 y 
castiga en todo cobo , en especial la yngratitud de ynjurias. 



Los originales destos previllegios y cartas y cedulas y otras mu- 
chas cartas de Sus Altezas e otras escripturas tocantes al Senor 
rimirante , estan en el Monasterio de Sancta Maria de las Cuevas 
de Sevilla. 

Otrosy està en el dicho Monasterio un libro traslado de los pre- 
vilegios e cartas susodichos , seme/ ante que esto. 

Otro traslado levo este ano de m.d.ii. y tiene Alonso Sanchez 
de Carvajal a las Yndias escripto en papel e abtorizado. 

Otro traslado en pergamino tal corno este. 

(1) Parole oscurìssime. Nella traduzione de' Sigg. Accademici Genovesi si legge: = Si 
lagnino essi ora eh' è favola quella dell' aitar di S. Pietro. = U nostro Codice non ha ve- 
stigio di tal lezione. 

(a) Nel Codice non si rileva con esattezza la parola che segue dopo muchas: pare fé- 
churas, che sarebbe sinonimo di echurms. 






( 3t 9 ) 

forse ne avea mestieri. Non mai corsaro cos\ adoperò contra* mercanti. 
Duolmi assai più delle mie scritture, che sì me le abbian prese: già 
quelle che mi doveano più giovare a scolparmi, queste teneva più 
occulte. Vedete che giusto ed onesto perquisitore! Quante cose egli 
ha fatte , mi dicono che sono state dentro i termini della giustizia; 

salvo assolutamente (p) Iddio Nostro Signore è presente con la 

sua forza e sapienza, secondo il suo costume; e punisce tutto, spe- 
cialmente la ingratitudine e le ingiurie. 



Gli originali di questi privilegi e lettere e cédole, ed altre molte 
carte delle loro Altezze * ed altre scritture riguardanti il Signor Ai- 
mirante stanno nel Monastero di S. Maria della Certosa di Siviglia. 

Nel detto Monastero trovasi pure una copia del libro de' privilegi 
e lettere sopraddette, somigliante a questo. 

Altra copia ne trasse quest'anno del mdii. e tiene Don Alonso 
Sanchez di Carvajal alle Indie, scritta in carta, e legalizzata. 

Altra copia in pergamena, somigliante a questa. 

JV. B. Nella traduzione de' Signori Accademici si trova il paragrafo seguente, 
che manca nel Codice : — ce Dico che lo sparlare di gente sregolata ha 
» avuto forza di recarmi più danno , di quello che mi abbian giovato i 
» miei lunghi servigi Cattivo esempio per lo passato e per l'avvenire t 
« Giuro che sono andati alle Indie moltissimi, che non meritavano pur 
» dell' acqua presso Dio , né presso gli uomini ; ed ora ritornano colà , 
» e si presta loro credenza ». — Questo paragrafo è collocato immedia* 
temente dopo quello che comincia : Supiera yo ec. 

(a) Queste parole sono riportate nella Storia di D. Ferdinando , cap. 84 » e lai visione si 
dice accaduta nel giorno di Natale i499- 

(b) Le parole del Codice tra che ed ora non presentano alcun senso intelligibile. 

(e) Cioè la morte del Principe D. Giovanni, erede delle Corone di Castiglia e di Ara- 
gona: morto in età di anni 19 nel i497» (Pirro, Chronol. Reg. SiciL 

(d) Nella versione de' Sigg. Àccad. di Genova : = Lo Spirito Santo mandò qui S. Pietro.= 

(e) Due non dodici leggono gli Accademici; aggiungendo in nota (ia), che si tratta 
» di tre naviglj indirizzati dall'Ammiraglio alla Spagnuola. » 

(/) „ Giunse ali* Isola un Alfonso di Ogieda. . . . procacciava di suscitare un altro nuovo 



( 3ao ) 

tumulto: pubblicando per cosa certa, che la Regina Donna Isabella stava per morire ec. „ 
Ferdin. cap. 84* 

(g) Questo ultimo periodo manca nella traduzione de' Sigg. Accademici. 

(h) Nel Codice veramente si legge Cosa, non Casa; ma il sentimento vuol Casa, come 
debbono aver letto anche gli Accademici, che tradussero famiglia. 

(i) Nel Codice, labranfa. 

(k) Le parole ha detener un bueno , non si possono spiegare, per colpa dell'amanuense; 
come si vuol credere. Nella traduz. degli Accademici mancano affatto, essendovi indicata 
la lacuna con varj puntini. Si potrebbe dire, che Colombo usò avvertitamente di una lo- 
cuzione oscura per non offendere la delicatezza della Matrona, cui scriveva; a motivo che 
la voce bueno riceve un significato metaforico, che si può vedere sui Dizionarj. 

(/) „ Il già detto Giudice (Bovadiglia) bramoso di rimaner nel governo, senz'altra dimora, 
né giuridica informazione, al principio di Ottobre dell'anno i5oo lo mandò prigione ec. „ 
Ferdin. cap. 86* 

(m) Queste parole ni nosotros guastano il senso, ma si leggono chiaramente nel Mano- 
scritto: mancano nella traduzione degli Accademici. 

(n) Così il Manoscritto. Nella copia di cui si servirono i Sigg. Accad. si legge Calicut ; e 
pare la vera lezione. Ne' viaggi del Roncinotto , che andò a Calicut sopra una nave di An- 
drea Colombo, nipote dell'Eroe (ann. i53a) è scritto Colocut. (V. Bibliot. ItaL Agosto 1819.) 

(0) „ E l'inquisitore che per tale effetto i Re mandarono , fu un Francesco di Bovadiglia 
povero Commendatore dell' Ordine di Calatrava ... La prima cosa eh' ei fece , fu alloggiar 
nel palazzo dello Ammiraglio, e servirsi e impadronirsi di tutto quello che vi era, come 
se per giusta successione ed eredita gli fosse toccato, ce D. Ferdin. cap. 85. 

(p) Cosi ha il Manoscritto. 



LETTERE AUTOGRAFE 



DI 



CRISTOFORO COLOMBO. 



Cod. Dip. .R 4»- 



( 3aa ) 

LETTERA PRIMA. 

Nella Soprascritta: 



Al Sehor Ebaxa 
dor Micer Nicolo 
(') ' rigò' 



è 



y 



JLja soledad en que nos habeys de- 
sado no se puede dezir. El libro de mis escrituras dì a Micer Fr. 00 
de Ribarol, para que os le enbie, con otro traslado de cartas men- 
sa] eros : del recabdo y el lugar que porneys en elio , os pido per 
merced que lo escrivays a Don Diego. Otro tal se acabara, y se 
os enbiara por la mesma guisa , y el miesmo Miqer Fr. co . En elio 
fallereys escritura nueba : S. A. me prometieron de me dar todo lo 
que me pertenece, y de poner en posesion de todo a Don Diego, 
corno veyreys. Al Sehor Miqer Juan Luys, y a la Sehora Madona 
Catalina escrivo : la carta va con està. Yo estoy de partida en 
nonbre de la Santa Trinidad con el printer buen tiempo , con mu- 
cho atabio. Se Geronimo de Santi Esteban viene, debeme espectar, 
y no se enbaracar con nuda ; porque tornar (a) del lo que pudieren > 
y despues lo deseran en bianco. Venga aca, e el Rey y la Reyna 
le recebiran, fasta que yo venga. Nuestro Sehor os aya en su 
santa guardia. Fecha a xxi de marco en Sibilla i5ca. 
A lo que mandares S. 

X M Y 
XpORENS 

(1) Le prime lettere del cognome Oderigo sono dileguate per l' attrito» restandovi sol- 
tanto un tratto tenuissirao, che pare un vestigio del d. 
(a) Cioè tomaran , o tornar ian. 



( 323 ) 

LETTERA PRIMA. 

Nella ' Soprascritta : 



Al Signor Ambascia- 
tore Messer Nicolò 
rigo 



Sé 



'canore, 

J_ja solitudine , in che ci avete la- 
sciato, non si può esprimere. Diedi il libro delle mie scritture a 
Messer (a) Fr. co di Rivarolo , perchè ve lo spedisca con altra copia 
delle lettere missive: del ricapito e del luogo che porrete m esso, 
vi prego per grazia , che lo scriviate a Don Diego. Altro simile si 
finirà, e vi si spedirà per la stessa guisa, e pel medesimo Messer 
Fr. co In esso troverete nuova scrittura. Le AA. LL. mi promisero 
di darmi tutto ciò che mi appartiene , e di mettere in possesso di 
tutto Don Diego , come vedrete. Al Signor Messer Gian Luigi , e 
alla Signora Caterina , scrivo : e la lettera viene con questa. Io sono 
di partenza in nome della Santa Trinità, col primo buon tempo, 
con molto corredo. Se Girolamo da Santo Stefano (6) viene, mi deb- 
bo aspettare, e non impicciarsi con veruno, perchè ricaveranno da 
lui quanto potranno, e poi lo lasceranno in bianco. Venga qua, e 
il Re e la Regina lo riceveranno sino a che io venga. Nostro Si- 
gnore vi tenga nella sua santa guardia. Fatta il ai di marzo in 
Siviglia i5o2. 

A' vostri comandi . .S. 

•S . A . 8. 

X M Y 
XpORENS 

(«) Frso ciofe Francesco. V. la lettera a. a 

(b) Di questo navigatore associato con Girolamo Adorno si ha la relazione nella rac- 
colta del Ramusio, voi. ì. cart. 38a. 



(3«4) 

LETTERA SECONDA. 



Netta Soprascritta: 



Al muy virtuoso Senor 

El dotor Miqer Nicolo 

Oderigo. 



v< 



& 



vduoòo e>eiiot< 



\Jciando yo parti por el viase de adonde jro vengo, os fobie lar- 
go : creo que de todo esto estobistes en buena memoria. Crehe que 

en [legando falleriayo vuestras cartas y(i) persona con pa- 

labra. Tanbien a ese tiempo dese a Francisco de Ribarol un libro 
de traslados de cartas y otro de mis privile gios en una bar jota de 
cordoban Colorado con su qerradura de piata , y dos cartas para 
el Oficio de S. Georgi , al qual atrebuya yo el diezmo de mi renta 
para en descuento de los derechos del trigo y otros bastimentos : 
de nuda de esto todo sey nuebas. Micer Francisco diz que todo 
llego alla en salvo. Si ansi es , descortesia fue cT estos Senores de 
S. Georgi de non kaber dado respuesta. ny por elio ha acresqen- 
tadò la hazienda: y esto es causa que se diga, que quien siive a 
comun non sirve a nigun. Otro libro de mys privile gios , corno lo 
sobre dicho , dese en Calis a Franco Catanio portador d'està, para 
que tanbien os enbiase ; el uno y el otro fuesen puestos en buen 
recabdo , adonde a vos fuese bien visto. Una carta reqéby del Rey 
y de la Reyna mys Senores a ese tiempo de la my partida : ala 
està esenta : vedela que vino muy buena : parende Don Diego non 
fue puesto en la posesion> ansi conio fue la promesa. 



(5a5 ) 

LETTERA SECONDA. 



Nella Soprascritta: 



Al molto Virtuoso Signore 
11 Dottor Messer Nicolò 



Oderigo. 



l/l^u<kU> tfumore>, 



V^uando io partii pel viaggio , dal quale io ritorno , vi parlai a 
lungo : credo che di tutto questo abbiate serbato buona memoria. 

Credetti che arrivando , io troverei vostre lettere , e persona 

a voce. A quel tempo ancora diedi a Francesco di Rivarolo un li- 
bro di copie delle lettere , ed altro de' miei privilegj in una sacca 
di cordovano colorato con la sua serratura di argento , e due let- 
tere per l'Uffizio di S. Giorgio, al quale io assegnava il decimo 
delle mie entrate a sconto dei dazj del grano e delle altre grasce: 
di tutto questo non ho notizia veruna. Messer Francesco dice, che 
tutto giunse colà in salvo. Se così è, fu discortesia di cotesti Si- 
gnori di S. Giorgio di non aver dato risposta: ne con ciò hanno 
accresciuta l'azienda: lo che dà cagione a dire, che chi serve il 
Comune non serve nessuno. Altro libro de' miei privilegj , come il 
sopraddetto , diedi in Cadice a Franco Cattaneo latore di questa , 
perchè similmente ve lo mandasse; e l'uno e l'altro fossero posti 
in buon ricapito , dove a voi meglio piacesse. Sul mio partire , ri- 
cevei una lettera del Re e della Regina miei Signori : è scritta colà 
{nel libro de privilegj '); vedetela, che venne molto opportunamen- 
te : per altro Don Diego non fu posto in possesso , com' era stato 
promesso. 



( 3*6 ) 

Al tiempo que yo estaba en las Yndias escrivy a Sus Altezas 

de my vinse por tres o quatro vias. una bolvio a mis manos ; y 

ansi cerrada con està os la enbio, y el suplimento delviase en otra 

tetra, para que le deys a Micer Juan Luis con la otra del abiso, 

al qual escrivo que sereys el lator y enterprete della, vorria carta 

de ser de veer y que fablen cabto del pivposito . en que quedamos. 

Yo llege aca muy enfermo : en ese tiempo falecio la Reyna my Se- 

fiora (que Dios tiene) syn verta. Fasta agora non os puedo dezir 

en que pareran mis fechos : creo que S. A. lo habra bien probeydo 

en su testarne y el Rey my Sehor muy bien responde. Franco 

Catanio os dira el resto largo. JVuestro Sehor os aya en su guardia. 

De Sibilla a xxvu de deziembre i5o4» *S. 

•S • jf • s. 
FI Almirante mayor del mar Oceano X M Y 

Viso rey y Gobernador general de las Yndias etc. XpOFERENS 



(1) Manca una sola parola di due sillabe, scritta in tal maniera che non mi è riuscito 
di rilevarla con esattezza. Probabilmente si ha da leggere aun, come si trova nelle note 
ali* Elogio del Colombo, ediz. Bodoni, face. 210. 



(5*7) 
Nel tempo che io stava nelle Indie , scrissi alle Altezze Loro del 
mio viaggio per tre o quattro volte: una (lettera) ritornò alle mie 
mani; e così ve la mando acchiusa in questa, col supplimento del 
viaggio in altra lettera , acciocché lo diate a Messer Gian Luigi 
con l'altra di avviso; al quale scrivo che voi ne sarete il lettore 
e l'interpetre. Vorrei (a) lettere ostensibili, e che parlino cauta- 
mente del proposito, nel quale ci trattenghiamo. Io giunsi qua 
molto infermo : nel tempo stesso mancò la Regina (b) mia Signora 
(che è con Dio) senza vederla. Fino ad ora non posso dire, ove 
anderanno a parare i fatti miei : credo che Sua Altezza ci avrà 
provveduto bene nel suo testamento : e il Re mio Signore corri- 
sponde assai bene. Franco Cattaneo vi dirà il resto diffusamente. 
Nostro Signore vi tenga nella sua guardia. Di Siviglia a' 27 di de- 
cembre 1604.. .S. 

•S • A • S« 

L'Ammiraglio maggiore del mare Oceano X M Y 

Viceré e Governatore Generale delle Indie ec. XpOFERENS 

(«) Ossia vorrebbe, riferendolo a Messer Gianluigi. 

(6) Questa Regina cessò di vivere in Medina del Campo a di 29 del mese di novem- 
bre i5o4, essendo ella in età di anni 53 e mesi 7. 

(Rocco Pirro nella Chronologia Regum Sicilia*.) 



\ 



(3>9) 



COPIA DI LETTERA 



donata 



tyow (MDobaiòbtccle ^v ò. (Piotato ed wouhuGo. 



JLll. Vir et clarissime amantissimeque Concivis et Domine 
memorandissime. Per lo spettabile (1) Jureconsulto Messer 
Nicolò de Oderigo ritornato de la Legatione per questa ex- 
celsa nostra Comunità apresso de quelli excellentissimi et 
gloriosissimi Re, N J è (2) stato dato una lettera de Vostra 
Claritudine , la quale ne ha data una consolatione singularis- 
sima , vedendo per quela Vostra Excelentia essere , comò è 
consentaneo a la natura sua, afectionato de questa sua ori- 
ginaria patria , a la (3) quale mostra portar singularissimo 
amore et carità, volendo che de le gratie, le quale la divi- 
na Bontà s 9 è (4) dignata fare a Vostra Excelentia , la Patria 
ante dieta et populi de quela debiano sentire bona commo- 
dità et fructo memorabile , habiando ordinato a lo preclaris- 
simo Don Diego vostro figliolo , che de la decima de ogni 
rendita soa ogni anno (5) debia in questa cita provedere (6) 
a desbitatione de le gabelle (7) grano et vino et altre vitua- 
lie : la qual cosa (8) non poteria essere più caritativa , nec 
edam più memorabile , nec tendere a major memoria de la 
groria vostra, la quale in le altre cose (9) est tanto grande 
et tanto singulare, quanto se habia per alchuna scriptura 

Cod. Dip. F. 4** 



( 33o ) 

homo del mondo mai haveire questo, habiando per vostra 
propia industria animosità et pmdentia ritrovato tanta parte 
de questa terra et globo del mondo inferiore , la quale per 
tutti li anni (io) passati seculi a li homini de la nostra ha- 
bitabile è stata incognita. Ma questa tanta excersità vostra 
de cossi singurarissima gloria a dire lo vero ne pare molto 
più memorabile et completa essendo condita de la homanità 
et benignità che demostra haveire a questa primogenia pa- 
tria : perchè laudemo cum infinite laude la vostra disposinone 
et preghemo lo onipotente Dio conservarvi longamente cum 
felicità. A lo pronominato don (11) Diego vostro precaris- 
simo figliolo saremo sempre tanto affezionati quanto inporta 
la condì tione sua per essere vostro figliolo , ac la excelentia 
de li facti e gloria vostra, de la quale questa nostra co- 
mune patria prende et ha avuto la parte sua. a lo quale 
don (12) Diego se siamo offerti per lettera, et cossi si offe* 
riamo a vostra Excelentia in tuto qnelo che sia in nostra 
mano poteire fare per honore e crescimento (i3) de la glo- 
riosissima Casa vostra. Lo pronominato Messire Nicolò ne ha 
narrato molte cose (14) de le gratie et privilegi) vostri, H 
quali ha portati qui traslati ; del che siamo consolatissimi y 
et ve refferimo immortale gratie de quelle ne ne habiati fa- 
eti partecipi- Ex Genua mdii die vili decemb. 



LEZIONI DELLA COPIA CHE SI TROVA NEL CODICE. 

(1) Sedabile, (a) Ne (3) la quale. (4) se. (5) ano. (fi) débia provedeire. (7) cabeBe, 
(8) cossa (9) cosse, (io) ani (11) Dum, (la) Bum (iS) cresimento. (i4) ct#se* 



INDICE. 



( 33a ) 

Ò6J 



T A BLA 



De las Cartas y previlegios y cedulas y otras escripturas 

que ay ea esie libro. 

FOGLJ 
del Codice MS. 

Pma %^/arta de previle jo del Almirantadgo major de Casti Ila . . f* L 

Segunda Carta de previlejo del Alniir* de las Indias , con confir- 

maqion de la capitulaqion fecha con sus Altesas f.° FUI* 

Teiera Carta de previlegio e confirmacion del dicho Almirantadgo e 

governaqion de las dichas Yndias f? X. 

Cedula de merced que por tres anos se saque primero el odiavo qu* el 

diezmo del provecho de las Yndias f? XF. 

Carta que el Almirante pueda nombrar ima persona que entienda 
en la negociaqion de las Yndias j untamente con los que estan 
por S. A - /.• XF. 

Cedula de ynstruqion de las cosas que se deven faser en las yslas. f* XFI. 

Carta xjuc las cosas que se compraren para las Yndias que las vendan 

a preqios rasonables f.° XFIIL 

Cedula de memori al de las cosas quo se deven llevar a las Yndias f? XFIIL 

Carta de revocacion de la liqenqia que *$. A. dieron para yr a descobrir 

en quanto es en dono del Almirante f.° XX- 

Carta para los afices y almoxios que no lleven derechos de la carga 

y descarga para las Yndias f* XXIL 

Carta para losdezmos e portadgos e otros afices que no lleven derecliosf? XXI IL 

Carta de perdon general a los delinquentes que fueren a servir a layslaf' XXIIIL 

Carta para las Justicias que destierren para la ysla Espanola. . . f. 9 XXFL 

Cedula parael asistente de Sevilla que entregue lospresos al Almirante fi* XXFII. 

Cedula paia que pueda tornar efieytar navios fS XXFIIL 



(333 ) 



TAVOLA 



Delle Lettere e Privilegi e Cedole , ed altre Scritture 

che sono in questo libro* 

NUMERO 
DOCUMENTI. di Pagiua. 

I. Lettera i .* JLrivilegio dell' Ammiragliato maggiore di Gastiglia .... 1 1 

II. Lettera a.* Privilegio dell'Ammiragliato delle Indie , con la conferma- 

zione della capitolazione . fatta con le Altezze Loro 47 

III. Lettera 3. a Privilegio e confermazione del detto Ammiragliato , e go- 

verno delle dette Indie . 63 

IV. Cedola di grazia; che dal profitto delle Indie per tre anni si cavi prima 

1' ottavo che il decimo 87 

V. Lettera ; che 1' Ammiraglio possa nominare jina persona che invigili al 

negozio delle Indie, unitamente a quelle postevi dalle LL. AA. . . 91 

VI. Cedola d'istruzione delle cose che si debbon fare nelle Isole 95 

"VII. Lettera; che le cose che si compreranno per le Indie si vendano a 

prezzi ragionevoli io5 

Vili. Ricordo delle cose che si debbono condurre alle Indie 109 

IX. Lettera di rivocaziònè della licenza data dalle Altezze Loro per andare a 

discoprire $ in quanto è di danno all' Ammiraglio 117 

X. Lettera ai Soprantendenti e Doganieri, che non esigano dritto di carico 

e discarico per. le Indie.. . 129 

XI. Lettera ai Decimatori e Gabellieri ed altri soprantendenti , che non esi- 
gano dritti : . . , . i33 

XII. Lettera di perdono generale ai delinquenti che anderanno a servire nel- 

l'Isola (jSpagnuola) . i33 

XIII. Lettera alle Corti di giustizia, perchè rileghino (1 rei) all'isola Spa- 

gnuola. .....;;;....;. 1 5 1 

XIV. Lettera al Governatore di Siviglia, acciocché consegni i carcerati al- 

l'Ammiraglio i55 

XV. Cedola perchè ( V ammiraglio ) possa pigliare e noleggiar navigli . . 1 5g 



(334) 



POTxU ' 
del Codice MS. 



Cedila ile saca de dar cahisos de pan para fas Yndias f? XXV III. 

Cedvla para el Temente del Abiurante de Casti Ila , gite de traslado el 

previle gio del Almirantadgo al Almirante de las Yndias. . . • f.° XXIX* 

Licencia al Almirante para tornar a sueido cierta gente f.° XXIX. 

Cedvla de libranca del dicho sueido en el tesoro de las Yndias. . . f.° XXIX. 

Cedvla que hagan pagar al Almirante lo que le deven algunas personas f.° XXX. 

Licerci a para tornar al sueido mas gente, si el Almirante quesiere f° XXX» 

Carta defacidtad al Almirante para dar y repartir tierras a los varonesf? XXX. 

Carta de merqed del Adelantado de las Yndias a Don Bartolome Colon f* XXXI. 

Cauta para que el Almirante pague la gente que tornare a sueido de lo 

que se oliere en las Yndias f.° XXXIL 

Cedvla que el Almirante y Ohispo tasen oca los mantenimientos que han 

de llevar a las Yndias corno pudieren f? XXXIL 

Carta para los de las Yndias que obedescan al Almirante corno a Viso 

Bey y Governador de S. A. e cumplan sus mandados f. n XXXIL 

Carta de la Capitania general al Almirante ./.' XXXIII: ' 

Cedvla que el Almirante pueda dexar persona que selle las cartas. . f.° XXXI III. 

Cedvla que el Almirante ponga todas las otras personas del Regimientof* XXXV. 

Carta defaculdad al Almirante para faser uno o dos mayoradgos. . f.° XXXV. . 

Cedvla mensagera al Almirante en que S. A* le mandan venir. . • . f* XXXV III. 

Otra Cedvla de mensage sobre el traslado del libro que le enbian S. A. 

para la participacion con los Porto gue se s f.° XXXFIIL 

Otra Cedvla de mensage , que el Almirante enbie a Bernal de Pisa. f.° XXXIX. 

Otra Cedvla de mensage en que S. A. profereqen y prometen grandes 

mcrcedes al Almirante por son trabajo f. y XXXIX. 

Carta de poder y licenzia para armar navios al Almirante y al Obispo 

Don Juan de Fonseca. f? XLI. 

Treslado de una buia del nostro muy Santo Padre f.° XLIIL 

La Declaratoria que llevo Carvajales, en que S. A* mandan bolver sus 

bicnes al Almirante y sus hermanos f.° XLVIL 

Una Cedvla para el Comendador de Lares que le acuda con ellos. . .f.° XLIX. 

Otra Cedvla para el Temente de ... . * que le de rason de la costa e 

ganancia de las mercaderias e resgates f.° XLIX. 



( 335 ) 

NUMERO 
DOCUMENTI. di Pagina. 

XVI. Cedola di tratta, perchè si dian moggia * di grano per le Indie. ... i6t 

XVII. Cedola pel Tenente dell' Ammiraglio di Castiglia, perchè dia in co- 
pia il privilegio dell'Ammiragliato delle Indie i63 

XVIII. Liceuza all'Ammiraglio per pigliare a soldo certa gente. . . i65 

XIX. Cedola di mandato del detto soldo nel tesoro delle Indie 167 

XX. Cedola ; che faccian pagare all' Ammiraglio ciò che alcune persone gli 

debbono 169 

XXI. Licenza per pigliare a soldo più gente, se piacerà all'Ammiraglio . . . 171 

XXII. Lettbba di facoltà all'Ammiraglio di dare e ripartir terreni agli nomini. 173 

XXIII. Lettera di grazia del governo delle Indie a Don Bartolommeo Colon . 1 77 

XXIV. Lettera, perchè l'Ammiraglio paghi la gente che assoldasse, ceni ciò 

che si troverà ad avere nelle Indie 181 

XXV* Cedola $ che Y Ammiraglio e il Vescovo tassino qui, come potranno, le 

provvigioni che si hanno a condurre nelle Indie i83 

XXVI. Cedola; perchè quei delle Indie ubbidiscano all'Ammiraglio come a Vi- 

cere e Governatore delle loro Altezze, ed eseguiscano i suoi comandi. i85 
XXVII. Lettera del Capitanato generale all'Ammiraglio 189 

XXVIII. Cedola. Che 1' Ammiraglio possa deputar persona che sigilli le lettere. 193 

XXIX. Cedola. Che 1' Ammiraglio ponga tutte e tre le persone del governo. . 195 

XXX. Lettera di facoltà all'Ammiraglio per fare uno o due Majoraschi . . . 197 

XXXL Cedola di messaggio all' Ammiraglio; nella quale le Altezze loro gli co* 

mandano di venire 207 

XXXH. Altra Cedola di messaggio sopra la copia del libro che le Altezze loro 

gì' inviano riguardo alla partizione co' Portoghesi 209 

XXXIII. Altra Cedola di messaggio. Che l'Ammiraglio invìi Bernardo di Pisa . 211 

XXXIV. Altra Cedola di messaggio , in cui le Altezze loro profferiscono e pro- 

mettono grazie grandi all' Ammiraglio per le sue fatiche a 1 5 

XXXV. Lettera all'Ammiraglio e al Vescovo Don Giovanni di Fonseca intorno 

all'armar navigli . .' • aai 

XXXVI. Copia di una Bolla del nostro Santissimo Padre a3i 

XXXVTL La Declaratoria che portò Carvajales , nella quale comandan le Altezze 

loro, che sieno restituiti i suoi beni all'Ammiraglio, e a' suoi fratelli. »47 
XXXVIII. Una Cedola pel Commend. di Lares; perchè si convenga con esso loro. 257 

XXXIX. Altra Cedola pel Luogotenente di ... . se, che dia conto della spesa e 

del guadagno delle merci e de' riscatti *Sg 



»l 



I 



( 336 ) 



FOGU 
dal Codice MS. 



Una Cauta mensagera del Rey y de la Reyna para el Almirante fecho 
( cosi ) en el ano de quinientos e do ss, por la qual le mandan que 
syn delacion se parta a descobrir f*° L. 

* Declabacion de lo que pertenece al Almirante por virtud de la Ca- 

pitulacion fecha con S. A» 

Un Escripto de declaracion de las partes que pertenecen al Almirante 

de las Yndias fecho contra la declaratoria de & A f.° UV* 

Tre sla do de una carta mensagera que enbio el Almirante al ama del 

Prencipe Don Juan viniendo preso de las Yndias f.* LXVh 

* Primera Carta del Almirante al Scnor Nicolò Oderigo. 

* Segunda Carta del Almirante al Senor Nicolò Oderigo. 

* La parola che seguita dopo il de non l'abbiam saputa rilevare, essendo abbreviata. 

N. B. I documenti notati eoli' asterisco non sono registrati nella tavola Spago uola del Codice MS. 



(33 7 ) 

NUMERO 
DOCUMENTI. di pagina. 

XL. Una Lettera di messaggio del Re e della Regina per l'Ammiraglio, fatta 
nel? anno cinquecento dne ; nella quale gli comandano che senza di- 
lazione parta per discoprire 261 

XLI. Uno Scritto di dichiarazione, delle parti che spettano all'Ammiraglio 

delle Indie , fatto contro alla Declaratoria delle Loro Altezze. . . . 267 
* XL1I. Dichiarazione di quello che appartiene all' Ammiraglio in virtù della 

Capitolazione fatta con le Altezze Loro 373 

XLffl. Coma di una lettera missiva , che 1' Ammiraglio inviò alla Nutrice del 

Principe Don Giovanni, venendo prigione dalle Indie 297 

* Lettera 1/ dell'Ammiraglio al Signor Nicolò Oderigo - . 3a3 

* Lettera 2.* dell'Ammiraglio al Signor Nicolò Oderigo 3a5 

* Risposta del Magistrato di S. Giorgio a Cristoforo Colombo 329 

* Cahiz è una misura di biade , che il Franciosini nel suo vocabolario espandi paragona al moggio 
ài Firenze. 



Cod. Dip. f: 43 



T»» 1 •-* 



( 338 ) 



ERRATA. 



Errori. Correzioni. 

Pag. vii. Carcere I^gg» Carcare 

» ix. Stampare in Genova » Stampare in Torino 

« 

» » contese de' contendenti .' » gare de 1 contendenti 

N. fi Nella traduzione, ove ai legge collotola, sarà meglio sostituire collo. 



CATALOGO 

(tei t/iaa. *si>i>uonatì 




cw \^oò\c& OJiptoiuatico &owwwo-J\9uiexMxxuo, 



NOMI 

K 

COGNOMI. 


DOMICILIO. 


Numero 


di Copie 

in carta reale 
sopraffina 
di Francia. 


in carta reale 

▼elina 
di Toscana. 


Il Corpo Decurionale della Città di 


Genova 


7 o 

• 


16 


M.' e D. Ettore Veuillet dTfenne de la Saunière, 
Governatore Generale del Ducato di 


Genova 

Weimar 
Genova 


1 

1 
l 


S. À. R. il Gran Duca di Saxe -Weymar e 


Mons. r Luigi Lambruschini, Arcivescovo di 


C. te Carbonara, Presidente del R. Senato 


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1 


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C. te Somis, Avvocato Generale di S. M 


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1 




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Lord Noé'l Byron, Pari d'Inghilterra 




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M. ,e Stefano Rivarola, Sindaco di 


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1 
1 

1 


Cav. r * Giovanni Ouartara. Sindaco di 


M.* e Gerolamo Cattaneo, Ciamb. di S. M 


Aw. to Matteo Molfino * 


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Savona 


1 


1 


Cav.* Calieri, Colonnello Comandante il i.° 
Battaci.* di Guernisione a 


w 

M. ,e A.M. Ghiglini Magg. Gen. nelle RR. Arm." 


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l 




Cav. e Vialardi,Intend. gen. della Div. e Prov. di 


Alessandria 


1 


— 


M. ,e Bagliani, Maggior generale nelle RR. Ann." 


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1 


— 




Genova 


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1- 


Cav. e Bava, Maggiore nella Brigata Savona 


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1 


— 


D. Frane. De Cardenas, Conte di Valleggio... 


Alessandria 


— 


1 

■ 




Genova 


1 


~ 


1 ^ ^ 



F. 43.* 



( 34o ) 



NOMI 



COGNOMI. 



M. w Gian Carlo Di Negro., 

M. f * Girolamo Serra q. Domenico 

Cav. e Gio. Cattaneo, Comm. te la Città e Prov. di 

C te Marco Lomellini Tabarca 

C. u Buraggi Senatore 

M. -e D. Giuseppe Luigi Arborio Grattinara di 
Brenne, Conte di Satinara, ec 

D. Luigi Sappa de' Milanesi 

Cav. e D. Giuseppe Agosti 

Cav. e Pietro Cavalieri 

M. -e Antonio Brignole Sale 

M." Luigi Lomellini 

Lorenzo De-Mari 

Cav. e Di S. 1 Real, Intendente della R. Marina.. 

M. M Bendinelli Ncgrone 

Marcello Francesco Durazzo 

Cav. e G. B. Burone Lercaris 

G. Luca Durazzo 

Marcello Durazzo q. Ippolito 

Cav. e Nicolò Grillo Cattaneo 

C. le Pietro Vivaldi Pasqua 

Wersent 

Huntlej Bacon 

Edward Rilbee 

Giovanni Walsh Neg. 1 * 

Bocca Libra jo 

Alessandro Fiers Neg. te 

J. Morgan Neg. te 

Fratelli Bodda, proprietarj 

Ab. ,e Dapino Bibliotecario 

Domenico Avanzino q. m Giuseppe 



DOMICILIO. 



Genova 

id. 
Chiavari 
Genova 

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Alessandria 

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id. 
Genova 

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Torino 
Genova 

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Vignale 
Alessandria 
Genova 



Numero di Copie 



In carta reale 

velina 
di Toscana. 



1 
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In carta reale 

sopraffina 
di Francia. 



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1 
1 
1 



( Hi ) 



NOMI 

E 

COGNOMI. 

Carlo Della -Cella 

Ernesto Acier 

Paolo Giuseppe Mollino Àw. t0 

Delmaino Stamp." 

M." Cesare Lucchesini .... 

Giuseppe Sannini Professore 

F. Edlmann 

H. Nolte 

Raffaele Pratolongo q. m G. B.. 

Giuseppe Morrò «... 

M. fe Deogratias Tesor. re della provincia di 

Gio. Frane. Lencisa Inten<L te della provincia di 

Gatti Àvv. t0 l. mo Assessore Giud.° 

Tommaso Perazzi q. m Giuseppe 

Castiglione Bendinelli Not.° 

Domenico Campantico 

Andrea Questa 

Giuseppe Demicheli 

Luigi Ghiara q. m Carlo Neg. ,e 

C. Francesco Camera Aw. t0 Insin. e 

Gio. Morasso di Luigi 

Francesco Parasole 

Antonio Dagnino Maestro di Ling. e Cali.*.... 

Giuseppe Panario 

Domenico Gkiglione Neg. te 

Domenico Antonio Scotto Neg." 

Carlo Ratto Neg." 

Bartolommeo Tarafib Neg. 1 * 

Francesco Boccardi 

Vieusseux Dir.* dell'Antologia» 

Brockwell Fratelli Neg. li 



DOMICILIO. 



Numero di Copie. 



Io carta reale 

velina 

di Toscana. 



In carta reale 

sopraffina 

di Francia. 



Genova 

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Piacenza 
Lucca 

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Genova 

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Novi 
Novi 

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Genova 
Novi 
Genova 
Firenze 
Genova 



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(340 



NOMI 

E 

COGNOMI. 

Francesco Sacttone 

Adriano Hill e r 

G. B. Parodi q. m Antonio 

Antonio Gazzo , Notaro 

Carlo De Giorgi s 

Benedetto Perazzo G. C 

A. G. Barchi , Cons. to Brit." 

Lorenzo Fornelli 

Antonio Pagano 

Antonio Baratta 

G. B. Albera, in Arcivescovato 

P. te G. R. per la Libreria dei RR. M. U 

Carlo Em. e Tassistro, Aw. tfl .'. 

Giulio Tortello 

Silvestro Alvigini , Senat. re 

Luigi Montebruno 

Luigi Molina ri... 

Luigi Rivara , Àw. to 

Stefano Rivarola 

P. re Manfredi , alla Lib.* Bcrio 

Alessandro Bosello 

Francesco Braida, Aw. t0 

Giovita Bertora, Caus.° Sos. to 

A. Delpino, Prevosto di S. Pietro di Banchi... 

Pietro Pittaluga , A.w. t0 

Rolando Mangiai, Aw.'° .'.. 

P.'* Antonio Pistone , per la libr.* Franzone... 

Agostino Rezzo, Avr." 

G. Bontà, Priore del Collegio di Legge 

Nicolò Raineri 

L. O 



DOMICILIO. 



Genova 
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Numero di Copie 



In carta reale 

velina 
di Toacana. 



In carta mie 

•opraffina 

di Francia. 



(343) 



NOMI 



COGNOMI. 



DOMICILIO. 



Pietro Maria Rivarola C. C 

Ignazio Benvenuto per Leveroni , 

Giacomo Àmadeo Deferrari , 

M. Sclapffer, Console Svizzero , 

Anna V.* Corvetto , 

P. M Nic. G. B. Pettinati 

Antonio Podestà , Prep. to 

P." Pasq. Giacomo Costa , 

D. Niccolino Elena, Prevosto 

Francesco M. Molfini Della- Cella .,. 

Giovanni Ghiglione 

Giuseppe Borzone v 

Canon. 1 * Domenico De Maestri 

G. M. Bianchi , Esatt.* delle Contrib.' 

P." Sebastiano Vicini 

P. e Figari, Seg. alla Madd 

Canon. Tommaso Saporiti 

Andrea Gabaldoni Aw. t0 

Orsatto Maghella 

Bartolommeo Piccardo 

Per Persona incognita 

N. Cazzo, Economo della Citta 

Francesco Àicardi , Medico ' 

C. B. Leveroni , Professore. 

Bossange Pére , Libra jo 

Vincenzo Giacchetti , Libra jo 

Società, Tipografica di 

Raffaele Pratolongo 

Filippo dirotti 

Gio. M.* Cambiaso 

Gaetano Cambiaso 



Genova 

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Parigi 
Prato 
Nizza 
Genova 

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Nume 

Io carta re 
retina 
di Toacan 



ro di' Copie 



le 



In carta reale 

•opraflSna 

«li Francia. 



6 

4 
4 

1 
1 
1 
1 



(344) 



K O M I 



C O G K O M I. 



Pietro Borrea 

Antonio Amoretti : 

Antonio Rossi 

Paolo Emilio Giusti 

Treuttel et Wurtz 

Gio. Battista Noce Senatore 

Andrea Alvigini Sost. 10 Avv. to de' Poveri 

P. le Bernardo Lanfranco q. m Carlo 

P. A. Lardito 

Felice Ricchini 

Roberto Campbell, Console Americano 

Antonio De Beramcndi Console Gcn. e di Spagna 

Domenico Questa Aw. to 

Gio. Battista Antola Senatore 

Gio. Battista Schiaffino , Console di Francia.... 

Girolamo Piana 

Vittorio Giobergia 

Angelo Chiarella 

Felice Farina 

E. Fort. Maria Maragliano 

G. Carlo Serra q. m Filippo 

P. te Giacomo Faregiana 

Angelo Lagorio 

Pietro Facchinetti 

Nob. Pietro Ricci controllore nella Tes. di Mar. 

Celle Commissario di Marina 

J. Peloso Neg. ,e 

G. A. P." , 

Paolo Se iaccal uga 

Antonio Repetto 

Luigi Boccardi 





Numero < 


ài Copie 


DOMICILIO. 


Io carta reale 

Tel ina 
di Toscana. 


In carta reale 

sopraffina 

di Francia. 


S. Remo 


1 


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1 


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Milano 


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Londra 


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Genova 




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(345) 



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NOMI 

£ 

COGNOMI. 



Thil Carlo Custode della Biblioteca Angelica.... 

Bernardino Bodda Avv. t0 

Giuseppe Bigatti Àw. to 

Santo Magnani Ingegnere 

Nicolò Palmerini 

Gio. e Cosmo Cini Fabbricanti 

Massone et Weight Neg." 

V,* Pomba e Figlio Libraj 

Yves Gravier Librajo , 

G. Àsseretb 

Castagna Sup. 6 del Collegio di 

R. d0 Belotti, Sup. re di RR. PP. Scolopj 

Antonio Rossi fu Paolo 7. 

Giuseppe Bandoni 

a n 

Andrea Magliano R. Console di Marina 

Accademia R. d'Istoria 

Deposito Idrografico della R. Marina 

Angelo Colombo q. m Bartolommeo 

Ferdinando Ricci Librajo 

Giovanni Silvestri....id 

Gaetano Balbino id 

Manfredini id 

Guglielmo Piatti id 

Luigi Migliami id 

Fratelli Vignozzi id „.; 

Francesco Bertini id t 

Sebastiano Nistri id 

Borei id 

Cav. re Domenico Spinola 

Girolamo Bottini ~ 

Romualdo Bracco ~ 



DOMICILIO. 



Roma 
Alessandria 

id. 

id. 
Firenze 
S. Marcello 
Genova 
Torino 
Genova 
Rapallo 
Savona 

id. 
Genova 
Lucca 
Chiavari 
Madrid 

id. 
Genova 

id. 
Milano 
Torino 
Pistoja 
Firenze 
Livorno 

id. 
Lucca 
Pisa 
Napoli 
S. Remo 

id. 

id. 



Numero di Copie 



In carta reale 

velina 
di Toscana. 



4 

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i3 
6 
6 

io 

24 

6 

4 

6 
6 
6 
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In carta reale 

sopraffina 
di Francia. 



(346) 



«BSB 



NOMI 



COGNOMI. 



D. Francesco Cocchi, Giusdicente 

G. B. De Valdeavellano 

Spinetti, Merciaro 

Cajo Marcitesi 

Giuseppe Ricolfi Doria 

Elia Giardini, Bibliotecario della R.* Univ. 1 * di. 

Orell Fussli e C.° 

Domenico Corte 

Nicolò Àrdizzoni, Àw. to 

Carlo D. Dongo 

Cesare Parodi, Avv. to 

Giacomo Mercante 

Carlo Nicolò Defranchi 

Bartolomeo Della Casa q. m Benedetto 

Francesco Moro q. m Stefano..... 

Lagomarsini Giuseppe 

G. Dodero, Console Generale de' Paesi Bassi.. 

Carlo Grendis, Neg. te 

B. Masenta, Causidico 

Gaetano Pienovi 

Riccardo Maurizio Tomas, Neg. te 

Ricci Gio. Francesco 

Edoardo Le Mesurier , Neg le 

Nicolò Burlando 

Seb. Gavino, Àvv. 10 

Domenico Casanuova, Avv.' 

Mad. Heath 

G. L. Gambaro, Seg. di Mons. Arcivescovo... 

Ettore Figari , Seg. del Senato • 

Ambrogio Sauli 

Giacomo Bosco 





Nomerò di Copie 1 


DOMICILIO. 


In carta reale 

velina 
di Toscana. 


In carta reale l 

sopraffina H 

di Francia, ■ 


Castelnuovo 




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Genova 




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Ma^MB 



(• **7 ) 



NOMI 



COGNOMI. 



Marco Ponte Not. ro 

Michele Giuseppe Morchio Aw. to ..~ 

Agostino Pinelli Gentile « 

Domenico Pizzorno 

Salvatore Bertolotto 

G. Luigi Pedeyilla .« 

Filippo Sambuceti q. m Antonio .... 

Felice De Barbieri „ 

Gio. Battista Crocco 

Filippo Olcese » 

Jacopo Graberg di Hemso , Console di S. M. 
il Re di Svezia e Norvegia 



DOMICILIO. 



Genova 
id. 
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Tripoli 
in Barbera. 



Numero di -Copie 



In carta reale 

Yelina 
di Toscana. 



In carta reale 

sopraffina 

di Francia. 



I 



(348) 



SUPPLÌ MENTO. 



NOMI 



COGNOMI. 



S. A. I. e R. il Gran -Duca di Toscana 

Treùttel e Wurtz , Librj 

Leonardo Ciardetti, Stampatore 

Carlos Mathias Pereira 

Carlo Timon» Stampatore- Libra jo 

Giacomo Blanchon , Libra jo 

Dott. Benedetto Mojon 

P. Atsarotti Dirett. del R. Insti t. de' Sordo-Muti. 



DOMICILIO. 



Firenze. 

Parigi. 
Firenze. 
Lisbona. 
Cagliali. 

Parma. 
Genova, 
id. 



Numero di Copie 



i 



In carta reale 

velina 
di Tofcana. 



13 
3 

3 

3 



In carta reale 

sopraffina 

di Francia. 



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