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Full text of "Dei cristalli quarzosi di Selvino : memoria chimico-mineralogica"

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K 


si 


5  4-6 


Rare  Book  &  Special 
CoHection*  Library 


DEI 

CRISTALLI  QUARZOSI 

DI  SELVINO 

MEMORIA 

CHIMICO-MINERALOGICA 

D  i 

GIO.  MAJRONI  DA   PONTE 

Professore  di  Chimica,  e  di  Storia    Naturale 
nel  Liceo  del  Dipartimento  del  Serio 


BERGAMO 

iJa    Luigi     Sonzognì 
i  8  i  o. 


Digitized  by  the  Internet  Archive 

in  2011  with  funding  from 

University  of  Illinois  Urbana-Champaign 


http://archive.org/details/deicristalliquarOOmair 


548 

(V\  7,.' 


AL  SIGNORE 

GIUS.  PALLAVICINI 

CONSIGLIERE  DI  STATO,  BARONE  DEL  REGNO, 

COMMENDATORE  DEL  REAL  ORDINE 

DELLA  CORONA  DI  FERRO , 

PREFETTO  DEL  DIPARTIMENTO  DEL  SERIO 


OJX  Voi  pili  pzejio  cne  ad  aiiut 
éiQ.  CoiiMQiieze  Q?iefetto ,  volta 
eùeze  aueHo  iivttcciuoio  tuiif o/aio, 
e  pezene  *i  fine  eoncsciioze    ^oi 


avete  ai  iutto  ciò,  cne  alfe  fetenze , 
eè  affé  lei  tele  *  appartiene ,  e  per— 
elle  quanto  concerne  i  prò  a  otti  oef 
uojfoo  (idi pattini enio  <v  intereùa 
ó\  aa  vicino,  e  pili  perchè  con 
mia  Gentilezza  tutta  a  voi  par- 
ticolare ,  V  ot  jofeie  tener  pur  ut 
q  natene  conio  te  eoa  e  mie ,  pei- 
quanto  aien  elleno  povere  ,  e  ine— 
écnìue. 

yoi  troverete  tn  questa  piccioia 
tuia   meni  ozia  alcune  ofjerv  azioni 


tui  Giutaiti  ai  oeiviiio  ,    capuc— 
cioja  ptoauzioue  aeita  uatuia  >  che 
occupa  peto  un  vanno  auiinto  fza 
te    pteaevoli    aet     fioatto     vaerei). 
Quefta  pettanio  f  è>iQ.  Gonfiai  lete 
(J^iefetto,  a  voi  àen  viene,  pecche 
aeanat    ta    voqtiate    ai   un  voglio 
àguatao   ni    tino   ai    que' momenti , 
cne  in  mezzo  aliene  atte  più  tette  e 
faàùòioae  occupazioni  tapete  put  ti- 
tiovate  pet  comectatti  a!  jtuat  mi— 
atioti.  o/lbe  foztuiiaio  4e  non  udeaua- 


le  ó  accoaiieua ,  menile  ove  a 
indi'  alito  na  vuoua ,  àeivizaj  al- 
meno a  oazvfi  im  peauo  della 
perfetta    mia  aùiua    e    divozione  ! 


Ifmìiiss.  Ossetjuiosiss.  Obbligatisi.  Swvitcre 
G.  Maironi  da  Ponte. 


(7) 


1  Cristalli  di  Servino,  de' quali  mi  fo 
a  ragionare ,  si  considerano  una  delle  natu- 
rali rarità  più  pregevoli  ,  che  vanti  il  nostro 
Dipartimento. 

Essi  sono  quarzosi ,  cioè  sono  una  cristal- 
lizzazione del  quarzo  :  Quarlz  Hyalin  limpide 
di  Haùj  :  Queir tzum  crystaUimtni  colore  a- 
aueo  ,  crystallus  montana  di  Wallerio  :  Cri- 
stai  de  roche  di  Destile  ;  che  è  lo  stesso  che 
dire  quarzo  lucido  figurato  in  forma  rego- 
lare, dagli  stessi  antichi  chiamato  Cristallo  , 
parola  derivataci  dal  Greco ,  e  che  ghiaccio 
significa  ,  od  acqua  gelata. 

Fuvvi  dilTalti  nelP  antichità  chi  pensò 
altro  non  essere  i  cristalli  di  questo  gene- 
re ,  che  un'  acqua  congelata  dalla  Natura  in. 
uno  stato  permanente.  E  tale  opinione  sem- 


(«) 

bra  arere  adottata  lo  stesso  Plinio  scrivendo  : 
Contraria  huic  (che  e  il  calore)  causa  cry- 

st alluni  J'ecit ,  gelu  vehementiore  concreto 

JVun  alìubi  certe  reperitur ,  qua  ni  ubi  maxi- 
me hybernaì  nives  rigeli t  ;  glaciemquc  esse  cer- 
umi est ,  unde  nomen  Graici  dedere 

Nascitur  in  slsia sed  laudala  in  Eu- 
ropea alpiuni  jugiis  (  Hist.  Nalur.  lib.  3^ , 
cap.  //.)(i> 

Anche  il  P.  Lana  rinomato  Fineo  Bre- 
sciano, che  fiorì  dopo  la  m<;là  del  secolo 
XVII.,  parlando  de' cristalli  della  Vallumez- 
zane ,  co' quali  hanno  tulta  la  somiglianza  i 
nostri  di  Selvino  ,  prevenendo  (  dice  il  chia- 
rissimo Brocchi  )  di  quasi  un  mezzo  secolo 
il  maggiore  de'  Naturalisti  delle  età  nostre  > 
riconobbe  in  essi  la  forma  esagona  delle 
cristallizzazioni  del  nitro  ;  quindi  spinse  egli 
più  oltre  l'analogìa,  ed  immaginò  che  sif- 
fatti cristalli  dal  nitro  la  propria  configura- 
zione effettivamente  avessero  ,  conghiettu- 
rando  poi  che  formati  vengono  colla  rugia- 
da dal  nitro  condensata,  nella  guisa  che  col 
mezzo  di  questo    sale    l'acqua   si   consolida 


t9) 

nelle  artificiali  cowgelazioni:  Magisterium  na- 
tura et  artis.  Tom.  III.  lib.  i3 ,  cap.  2.  (2). 

La  stessa  opinione  adottò  il  gran  Lin- 
neo dicendo  Nitrum ,  crystallus  montana  ex 
aqua  oetherea  nitro  fertili  in  crytpis  lapidosis 
diu  retenta  et  quiescente,  unde  a  locijrigidi- 
tate  subcrystallisat  atomos  innatantes  terre- 
stres.  (  Syst.  Nat.  Ediz.  XII.  pag.  85  ). 

Ma  nè4a  teoria  del  P.  Lana,  né  quella 
del  Naturalista  Svedese  s'appoggiano  al  vero. 
Si  sa  (  soggiunge  il  lodato  Brocchi  nel  Trat- 
tato Mineralogico  -  Chimico  sulle  miniere  del 
Ferro  ecc.  Tom.  I,  png.  XI.)  che  i  sali  non 
entrano  altrimenti  nella  composizione  de' cri- 
stalli petrosi ,  o  almeno  assai  di  rado  ,  e  sol- 
tanto come  ingrediente  accessorio  ed  acci- 
dentale ,  e  senza  iniluenza  riguardo  alla  fi- 
gura. 

La  conformazione  esagona  de'  cristalli 
quarzosi  eccitò  l'ammirazione  di  molti  altri 
vecchj  mineralogisti.  Gesnero,  Wormio  e 
Luidio  fra  questi  non  sapevano  nella  loro 
immaginazione  concepire,  come  i  cristalli  si 
fossero  potuti    conformare,    quali  li  veggia- 


(.0) 

mo  ,  senza  avere  almeno  V  appoggio  di  una 
base.  E  Linneo  stesso ,  inerendo  alla  loro 
opinione  ,  scrisse  che  rade  volte  interi  si 
trovano  i  cristalli  quarzosi ,  e  senza  un  se- 
gnale d'essere  stati  dalla  matrice  staccati, 
la  quale  alla  loro  formazione  servito  abbia 
d'appoggio;  e  preoccupato  egli  da  tale  idea 
pareagli  di  vedere  ne' cristalli  solitari! ,  quali 
sono  i  nostri  di  Sel\  ino  ,  sempre  in  un  lato 
del  prisma  la  cicatrice  lasciatavi  dalla  base , 
da  cui  dovevano  essere  stati  divelti.  (  Gene- 
rat,  crystallorum  ameenitates  s4ccademicce. 
Tom.   i ,  pag.  482  ). 

Convien  dire  che  siffatta  marca  si  ve- 
desse nella  maggior  parte  de'  cristalli ,  che 
per  avventura  alle  mani  capitarono  dello  Sve- 
dese Naturalista.  E  per  verità  nei  nostri  stessi 
di  Selvino  qualcuno  se  ne  trova  rotto  in 
qualche  punto  o  mal  terminato  ,  onde  so- 
spettare che  ad  altro  corpo  fosse  originai-, 
mente  attaccato. 

Ma  da  alcuni  fatti  particolari  non  de- 
vonsi  dedurre  teorie  generali.  Né  d'  alcuno 
de'  surriferiti  mezzi  avea  bisogno  la  maestrìa 


(") 

<feìla  Natura  in  questa    mirabile    sua    opera. 
Era  riservato   ai  luminosi  progressi  fatti  dalla 
nuova  Chimica  lo  sviluppo  di  questo  miste- 
ro,   il  quale  tutto  consiste  nella  sola  azione 
delle  affinità  proprie  delle  particelle   similari 
del  quarzo  nuotanti  in  un  fluido ,  sotto  certe 
determinate  condizioni.  «  Les  forces  attrac- 
«   tives  (  dice  l'Haùy  )  qui  sollicitent  les  mo- 
te lécules  d'un    minerai  suspendues  dans  un 
«  liquide,  ont  un  certain  rapport  avec  la  fi- 
«  gure  de  ces  molécules  ;    et    c'est  dans  ce 
«  rapport  que  consiste  la  tendanee,    qu'ont 
«   par  elles-mémes  les  molécules  à  se  réunir 
«   conformément   aux  lois  d'une    agrégation 
«   régulière.    Mais  pour  qu'elles  parviennent 
«   à  ce  but ,  il  faut  qu'elles  aient  le  loisir  de 
«   se  chercher,  de  s'appliquer  les  unes  con- 
te  tre  les  autres  par    les    faces    convenables , 
«   et  de  concourir  toutes  en  méme  temps  à 
«   l'harmonie ,    qui  doit    naìtre  de    leur  en- 
ee semble.  Il  faut    que  le  liquide    soit    dans 
«   un  état  de  repos ,  que  ses  propres  molé- 
«  cules  abandonnent  lentement  celles  du  mi- 
ct  néral  pour  les  mettre  dans  la  position  la 


U.  OF  !LL  L!B. 


("0 

«  plus  favorable  à  raffinile  ,  que  la  cavile  soit 
«  assez  spacieuse,  et  le  liquide  assez  abon- 
«  dant ,  pour  que  les  molécules  cristalline*  y 
a  nagent  à  l'aise ,  et  en  pleine  liberté.  « 
(  Traile  de  Mineralogie  etc.  Tom.  I.  pag.  9  ). 
Ma  i  nostri  cristalli  di  Selvino  si  tro- 
vano essi  tutti  isolati,  ossia  solitarii?  Que- 
sta fu  la  principale  osservazione ,  che  io  far 
volli  nell'ultimo  mio  viaggio  in  quella  parte. 
Prima  però  di  riportare  quanto  su  questo 
punto  mi  riuscì  di  osservare,  trovo  conve- 
niente di  compiere  il  rapporto  delle  pro- 
prietà essenziali  di  questo  nostro  fossile. 

Esso  appartiene  precisamente  alla  prima 
delle  cristallizzazioni  del  quarzo ,  riportate 
da  Brochant ,  della  specie  XVII.  Quarlzum  , 
Quartz  hyalin  H  (  Elementi  di  Mineralogia 
ecc.  ad  uso  de'  Licei  del  Regno  d'  Italia. 
Tom.  1,  pag.  124)  Consiste  questo  in  un 
prisma  esagono  ,  aguzzato  a  tutte  due  le 
estremità  da  sei  facie  a  guisa  di  piramide 
appoggiate  sopra  la  lacie  del  prisma ,  se  il 
cristallo  siasi  formato  liberamente:  oppure 
aguzzato  da  una  sola  parte,  se  è  cresciuto 
sopra  una  matrice. 


(.3) 

In  Selvino  6e  ne  trovano  di  una  sorta 
é  dell'altra;  mi  incomparabilmente  più  della 
prima  che  della  seconda.  E  in  vero  di  que- 
st'ultima io  non  ne  ho  trovato  che  alcuni  pez- 
zi piccolissimi,  racchiusi  in  cavità  fra  le  strati- 
ficazioni della  pietra  calcare,  di  cui  è  for- 
mata l'ossatura  del  gran  poggio  ,  su  cui  sta  il 
villaggio  (3).  Questa  pietra  è  il  calcarcus  rudis 
spec.  4.  (g),  e '1  caìcareus  polituram  admit- 
tcns  ,  JÌJarmur  (  B  )  Wall. 

Io  riconobbi  che  quelle  druse  erano 
una  vera  cristallizzazione  minuta  quarzo- 
sa non  completa ,  qualche  volta  non  esa- 
gona ,  confusissima  e  di  non  eguale  limpi- 
dezza ,  appoggiata  al  quarzo  amorfo  bianco 
non  trasparente. 

Parlando  in  particolare  dei  cristalli  so- 
litarii ,  ivi  se  ne  trovano  di  tutte  le  gran- 
dezze dal  grano  di  miglio  a  quella  di  un 
pollice  e  forse  più.  E  la  loro  lucentezza  è 
sempre  in  ragione  diretta  della  trasparenza , 
e  questa  in  ragione  inversa  del  loro  volume. 

In  alcuni  di  questi  cristalli  il  prisma  è 
eguale  in  lunghezza  alle  piramidi  sovraimpo- 


04) 

afe;  in  altri  queste  superano  quello,  e  In 
altri  quello  supera  queste.  In  alcuni  pochi 
i  lati  del  prisma  sono  eguali,  e  in  molti 
sono  disuguali.  In  alcuni  la  retta,  tirata  dal- 
la estremità  dell'  una  delle  piramidi  a  quella 
dell'altra,  passa  pel  centro  del  prisma;  in 
altri  no.  In  alcuni  la  piramide  da  una  parte 
insiste  rettamente  sul  prisma,  mentre  l'altra 
obbliquamente  vi  sta  dall'opposta.  E  in  ceri' 
altri  in  quest'ultima  g^uisa  le  piramidi  in- 
sistono sul  prisma  da  ambe  le  parli.  In  al- 
cuni pochissimi  le  facie  triangolari  della  pi- 
ramide sono  fra  loro  eguali,  e  in  moltissi- 
mi disuguali  si  veggono. 

Questa  varietà  di  proporzioni  tenuta 
dalla  Natura  ,  tanto  nelle  grandezze  delle  pi- 
ramidi rispetto  al  prisma  ,  quanto  nelle  stesse 
facie  costituenti  le  punte  piramidali  di  cia- 
scun pezzo,  del  pari  che  il  differente  volu- 
me de' medesimi .  fa  sì,  che  sovente  que'  cri- 
stalli a  prima  giunta  sembrino  di  genere  af- 
fatto diversi. 

Ma  tali  differenze  punto  non  alterano 
il  loro  ordine  geometrico ,  e  non  sono   che 


(.5) 

variate  modificazioni  delle  parti,  senza  can- 
giare giammai  l'essenza,  o  '1  carattere  clas- 
sico  del  pezzo.  Siffatta  varietà ,  che  è  stata 
messa  perfettamente  in  chiaro  da  Rome 
Delisle ,  proviene  massimamente  dall'essere 
nella  loro  forma  invariabili  le  mollccole  si- 
milari od  integranti  de' cristalli. 

Il  massiccio  de' medesimi ,  principal- 
mente ne'  pezzi  di  mezzana  grandezza,  ap- 
pare formato  a  fibbre  ed  a  scheggie  spesso 
divergenti  ,  atte  a  dare  una  refrazione  va- 
riata di  luce  ;  sicché  qualche  volta  direbbesi 
veramente  luccicare  iti  esse  delle  squame 
micacee  e  delle  lamine  metalliche.  Ed  è 
questa  singolare  sembianza,  che  appunto  dà 
a  sospettare,  che  tali  cristalli  alcuna  fiata 
contengano  della  dorile  (talco  terroso  dì 
HaùVy)  dell'asbesto,  della  mica  e  dello  scerlo 
radiato  :  sostanze,  che  dice  di  avere  scoper- 
ti in  vari  cristalli  Blumemback  ,  e  segnata- 
mente in  quelli  del  monte  San -Gottardo 
(  Manuale  di  Storia  Naturale.  Tom.  IL 
pag.   16G.  ) 

E  in  fatti  anche  molti  de'  nostri  si  tro> 


ratio  contenere  delle  sostanze  certamente  ete- 
rogenee, le  quali  ora  stemperate  ne  alterano 
il  colore,  ora  isolale  ed  aggruppate  a  guisa 
di  picciole  ramificazioni  dendritiche  o  radiate 
ci  producono  un  efifetto  vaghissimo. 

Non  è  molto  raro,  che  fra  i  cristalli  di 
Selvino  ,  principalmente  se  essi  sono  della 
maggior  grandezza,  si  trovino  delle  cavità 
interne,  nelle  quali,  come  in  alcuni  opali 
mover  si  veggano  gocce  d'acqua,  e  giuoca- 
re  terrei  corpicciuoli ,  ed  una  specie  di  polve- 
re nera,  la  quale  vi  debbe  essere  restala  im- 
prigionata all'  epoca  della  loro  formazione. 

lo  ho  diligentemente  esaminate  siffatte 
estranee  sostanze  in  questo  fossile  rinchiu- 
se; ed  ho  trovato  essere  per  lo  più  un  mi- 
scuglio di  calce  e  d'  argilla  ,  d'  ossido  di 
ferro  e  di  manganese. 

Non  di  rado  altresì  accade  fra  questi 
cristalli  isolali  di  rinvenirne  de'  composti  , 
osM*a  drusici,  vale  a  dire  così  conformati  da 
vederne  talora  un  piccolo  attaccato  ad  un 
maggiore  in  una  delle  facie  del  prisma ,  uno 
cresciuto  sopra  un  altro  a  sezione  retta,  un 


C*7) 

altro  insistervi  obbliquamente-,  uno  emerge- 
rli cibile  facie  piramidali ,  un  altro  dalia  pun- 
ta stessa  ,  uno  finalmente  sporgersi  in  fuori 
rolla  sola  punta  ,  ed  un  altro  colla  punta  , 
e  con  tutto   il  prisma. 

Tali  singolarità ,  die  considerarsi  po- 
trebbero deviazioni  dalla  conformaz  one  stret- 
to-regolare de' cristalli  quarzosi,  non  posso- 
no essere  che  le  conseguenze  di  qualche  per- 
turbazione, confusione  od  altra  vicenda  nel 
iluido  occorsa,  mentre  la  cristallizzazione  si 
l'ormava. 

Ed  a  questa  stessa  eventuale  circostan- 
za panni  doversi  richiamare  anche  la  cri- 
stallizzazione del  quarzo  raramente  perfetta, 
di  cui  ho  accennato  trovarsi  rivestite  alcune 
delle  screpolature  e  delle  cavità  interne  nel- 
la pietra  calcare  di  questo  poggio  ;  e  che  mi 
riuscì  d'osservare  anche  in  altri  luoghi,  nel- 
le medesime  circostanze    rispetto  alla  pietra. 

A  tale  riguardo  poi  io  soggiungerò  rin- 
venirsi siiì'atte  cav  ita,  alcuna  fiata  ripiene  di 
una  terra  sciolta  calcareo-argillosa,  e  in  que- 
sta sparsi  e  come  involti  alcuni  piccoli  cri- 
stalli solitarii.  \  2 


(i8) 

Questo  osserva/. ione,  che  sul  luogo  feci 
a  tutto  mio  agio  già  parecchi  anni  sono,  e 
che  io  potei  rettificare  nuovamente  ,  parmi 
essere  assai  istruttiva  per  indagare  F  origine 
di  questo  fossile,  la  quale  per  mio  avviso 
debb'essere  stata  in  tutti  i  casi  la  medesima. 

La  frattura  de'  nostri  cristalli  è  la  con- 
coide ,  che  passa  alla  scagliosa  grande  ,  poi 
alla  picciola,  quale  compete  alla  Silice.  Essa 
riesce  più  o  meno  facilmente  ;  ed  i  frantu- 
mi sono  sempre  acutangoli  indeterminati. 

Le  facie  del  prisma  compaiono  sovente 
rigate  attraverso  ,  e  per  Io  più  liscie  sono 
quelle  della  piramide.  I  nostri  cristalli  sono 
di  una  durezza  grande  ,  non  però  tale  da 
non  essere  attaccati  dalla  lima.  Al  latto  si 
fan  sentire  lisci  e  freddi. 

Ne  ho  esposti  indistintamente  de'  pic- 
coli e  de' grandi  al  fuoco  della  lampana  ;  e 
gli  ho  veduti  crepitare  ,  ed  appannarsi  del 
pari  e  cangiar  di  colore.  Da  se  soli  non 
sono  fusibili,  ma  perfettamente  si  fondono, 
ove  loro  si  aggiunga  il  borace. 

Io  ho    eseguita    co'  me/zi    suggeriti  da 


M 

93. 

il 

2. 

i» 

I. 

1* 

4- 

.'9) 

BergmaDU  V  analisi  di  a!cu:;i  pezzi  di  qu,-.- 
tù  nostri  cristalli  della  grandezza  minore,  ì 
quali  sempre  sono  i  più  limpidi  e  tersi;  e 
mi  riuscì  d'  averne  in  risultato. 

Selee 

Argilla ,     .     . 

Calce 

Acqua  di  cristallizzazione 

„  ioo. 
Ouest'aunlisi  somministrar  può  de' lu- 
mi,  onde  conghietturarne  l'origine.  Dacché 
Achard  è  riuscito  a  formare  de'  cristallini 
del  genere  del  cristallo  di  rocca  col  far  pas- 
sare a  traverso  d'  una  sabbia  quarzosa  del- 
l'acqua impregnata  d'aria  -  fissa  (  acido-  car- 
bonico )  può  ben  con  ragione  sospettarsi, 
che  nello  stesso  modo  formati  siansi  i  cri- 
stalli, de' quali  parliamo.  Se  non  che  quelli 
con  lentezza  a  foggia,  dirò  così,  di  stalat- 
titi si  sono  composti;  laddove  i  nostri,  per- 
fetti in  ogni  lato,  devono  essersi  formati  io 
un  iluido  tranquillo  ,  in  cui  le  silicee  mol- 
lacele similari  t>iansi  potute  regolarmente  al- 


li  acre    e    dispone,  come  li  veggiamo,  colia 
simmetria  loro  caratteristica. 

E  dir  conviene,  clic  originalmente  se 
ne  sia  formato  un  numero  immenso,  quan- 
do le  acque  soverchiavano  le  più  alle  vette 
de'  monti;  giacché  per  omettere  la  raccol- 
ta, clie  se  ne  fa  in  alti  paesi  ancora,  onde 
arricchirne  i  musei,  e  più  altresì  ad  uso 
delle  arti  ,  da  molti  secoli  sen  van  coglien- 
do a  Selvino  ,  come  dai  mentovati  documen- 
ti comprovasi. 

La  villa  di  Selvino  sta  sulla  grande  gio- 
gaja  destra  della  Valle  Seriana,  a  dieci  lun- 
ghe miglia  da  Bergamo,  quattro  delle  quali 
di  un  erto  e  faticosissimo  cammino.  Essa  è 
in  un  luogo  molto  elevato,  cioè  sul  vertice 
della  costiera  ,  che  questa  valle  separa  dal- 
l'altra  denominata  dal  Brembo ,  fiume  che 
la  bagna. 

II  suo  caseggiato  ,  che  consiste  per  lo 
più  in  rustici  casolari  ben  costruiti  ,  qua  e 
là  dispersi ,  in  mezzo  ad  amene  fioritissime 
piatene,  o  fra  ceppaje  ed  alberi  di  pitto- 
resco prospetto  ,    sebbene    posto   sopra  una 


-0 

specie  di  poggio,  è  dominato  dalle  eccelse  pun- 
te di  tre  montagne,  che  all' intorno  gli  stanno 
a  guisa  di  tiiangolo  ,  lasciandogli  tre  spa- 
zioso aperture  ,  al  sud  V  una  ,  al  sudovesl 
l'altra,  al  nord  V  ultima  ;  donde  si  ha  il 
maestoso  prospetto  di  una  parte  della  Val- 
Brembana ,  tutta  rinserrata  fra  verdeggianti 
montagne,  corredate  da  scoscese  nude  altis- 
sime roccie  di  pietra  calcare. 

E' sopra  ogni  dire  ridente  la  situazione 
di  Selvino,  segnatamente  in  certi  punti.  IMa 
principalmente  dà  all'  occhio  la  stranezza 
della  configurazione  del  suolo  per  certi  av- 
vallamenti ,  i  quali  veggonsi  qua  e  là,  di 
grandezza  raramente  eguale  ,  ma  sempre 
molto  considerabile,  siccome  grande,  è  il 
loro  numero,  che  mi  hi  detto  superare  li 
quaranta. 

Tali  cavità  sono  tutte  o  coniche  o  semi- 
coniche ,  profonde  col  declivio  laterale  dol- 
ce,  e  rivestilo  di  verdeggianti  prati.  Hanno 
quasi  tutte  nel  centro  una  specie  di  voragi- 
ne, o  pozzo  naturale  riempiuto  di  calcari 
rottami,  fra  i  quali  vanno  a  perdersi    rapi- 


02) 

oamente  1e  acque    piovane    nel    gran  citili 
cadute.  Si    terrebbero  alla  loro    figura  quasi 
veri  piccioli  crateri  d'antichissimi  estinti  vul- 
cani. 

Ed  è  in  vicinanza  di  alcune  di  que 
concavità,  che,  se  il  suolo  osservisi  spo- 
gliato della  crosta  vegetabile  ,  si  veggono 
rum  ose  ,  infrante  ,  confuse  ed  assai  rove- 
sciato le  stratificazioni  della  pietra  calcare, 
che  il  nucleo  della  giogaja  compone.  Ed  è 
qui  ,  dove  il  sasso  ha  una  finissima  grana 
marmorea ,    di  una  frattura  neroscura. 

Non  molto  lungi  jx>i  dal  sito ,  ove  al- 
cune di  queste  proiondità  si  veggono  ,  al 
sudest  del  promontorio  in  un  luogo  detto 
Vul  de  cornei  incominciansi  a  trovare  de' 
bandii  di  una  certa  terra  ,  volgarmente  fra 
noi  chiamata  Livezzern  ,  che  colà  ed  altro- 
ve, come  la  vera  identifica  Pozzolana,  s'ado- 
pera  nella  costruzione  delle  cisterne  o  de- 
gli acquedotti. 

Altri  bandii  di  questa  sostanza  più  co- 
piosi si  trovano  lungo  la  discesa  della  gran 
i  vendite    meridionale ,    die    porta    sul    basso 


03) 

della  Valeriana ,  al  borgo  d'  Albino  ,  ideile 
cui  adiacenze  grossi  banchi  e  cumuli  pur 
si  inconirano  della  sumenlovata  terra  ,  che 
io  sempre  siili'  appoggio  anche  dell'  autore- 
vole asserzione  del  chiarissimo  Arduino  ,  uno 
de'  più  valenti  mineralogisti  del  secolo  pas- 
sato ,  ho  riputata  una  sostanza  vulcanica  , 
quantunque  non  ignori,  die  altri  sentono 
diversamente;  e  che  ben  diflìcile  sia  il  de- 
terminare nell'esame  delle  terre  ciò,  che  al 
cuoco  ,  e  ciò  ,  che  all'  acqua  si  deve. 

E  [u  ai  mentovato  luo°;o  della  Val  c/è 
cornei,  che,  esaminando  io  in  quest'ultimo 
mio  viaggio  1'  accennata  terra  ,  in  osserva- 
zione mi  cadde  una  roccia  calcare  ,  confor- 
mata a  gran  masso,  la  quale  altro  non  era 
che  un  impasto  d1  un  infinito  numero  di 
minute  conchiglie  bivalve  ,  fra  le  quali  al- 
cune compresse ,  schiacciate  ed  infrante  ,  ed 
altre  con  ben  conservale  traccie  della  gene- 
rica loro  organizzazione. 

IVI  i  si  perdoni  questa  breve  digressione 
'logica  ,  e  torno  a1  cristalli  quarzosi. 
■Non  tutto    il    territorio    di  Selvino  ne 


(-0 

somministra.  Die  sole  sono  le  località ,  che 
uè  abbondano  :  il  così  dello  Roncùdtàmà  , 
e  la  Selva,  che  vi  sia  i  in  mediala  mei  ile  sot- 
to. Questo  non  picciolo  tratto  di  paese  ap- 
partiene alla  gran  fatda  settentrionale  ,  nel 
cui  seno  incomincia  la  Valle  di  Rigosa  f  adia- 
cenza della  Valbrembana  )  la  quale  è  solca- 
ta dall'  Ambria  fiumicello  Iributario  dei 
Brembo. 

Il  Roncodehrtei  è  una  specie  di  prato 
ripido,  ineguale,  ora  coperto  d*  èrba  ,  ed 
orti  da  ccppaje  e  da  cespuglj  ;  e  non  serve 
che  a  pascolo  del  bestiame  ,  che  i\i  è  co- 
piosissimo. Vi  si  veggono  tratto  trailo  del- 
le leggiere  tortuose  solcature,  "fattevi  dall'ac- 
ce * 

qua  di  pioggia  ;  e  ove  queste  sono  ili  qual- 
che profondità,  svelano  il  nucleo  della  mon- 
tagna di  pietra  calcare  contusamente  stratega 
giata,  siccome  altrove  si  è  osservalo,  o  co- 
perto di  una  terra  compattissima  argillaceo- 
cretosa  di  un  giallo  vivissime. 

La  crosta  vegetabile,  che  questa  o  quel- 
lo riveste,  è  ili    terra    fertile,  humus,   I 
dente  a!  color  oscuro  ,  la  quale  trovasi  ab- 
bondare di  principio  calcareo. 


(*5) 

Fd  è  in  questa  ,  che  sparsi  qua  e  là 
si  rii. vengono  i  cristalli  solltarii.  Le  solcatu- 
re di  fresco  impresse  ,  e  dall'  acqua  dilava- 
te ,  e  ancor  meglio  i  cumuli  di  terra  ele- 
vali dalie  talpe  nel  formare  le  loro  gallerie 
sotterranee  il  ritrovamento  facilitano  de'cri- 
stalli.  Voi  li  vedreste  vagamente  luccicare 
nelle  une  e  sugli  altri  ,  se  quella  falda  vi 
faceste  a  perlustrare  dopo  la  pioggia. 

Accade  non  di  rado  di  trovarvi  del- 
le sole  fcheggie  e  de'  pezzi  di  quarzo  lu- 
cido, ne' quali  appena  abbozzata  compare  o 
malamente  eseguita  la  esagona  cristallizza- 
zione. 

Nel  bosco  poi  aì  dissotto  del  Roncodel- 
mei  si  troiano  de' cristalli  della  maggiore 
grandezza,  ma  sono  essi  molto  inferiori  de 
precedenti  quanto  alla  purezza,  ed  alla  tra- 
sparenza (almeno  quelli  che  mi  capitarono 
alle  mani);  e  veggo n si  in  essi  le  ca\ità,  ed 
i  buchi  pieni  delle  accennate  terree  sostanze. 

In  una  piccola  gita,  che  da  ultimo  vi 
potei  fare,  e  che,  ove  l'amabile  compagnia 
del  dotto ,  egualmente  che  modestissimo  a- 


(26) 

mico  mio  il  Sig.  Can.  D.  Carlo  Morlacchi 
raddolcito  non  me  ne  avesse  il  fastidio  col- 
la   soavità    delle    sue    maniere,    mi    sarebbe 

Dolosissima  riuscita   per  le  continue  pio; 

dirotte  ,  mi  venne  latto  di  poterne  racco- 
gliere quasi  due  libbre;  fi  a  i  quali  però  as- 
sai  pochi  sono  quelli  di  una  fili  ita  simmetria 
e  bellezza. 

La  raccolta  ,  che  continuamente  ne  fan- 
no que'  custodi  delle  Diandre  ,  special- 
mente dopo  le  pioggie  ,  rende  allo  stra- 
niero, il  quale  non  sia  fornito  di  una  bu  - 
na  guida,  assai  difficile  il  coglierne,  e  Quasi 
vana  la  ricerca. 

So  non  essere  cosa  nuova  nò  rara  il 
trovare  di  siiTatti  cristalli  ;  giacche  non  solo 
ne  somministrano  altri  luoghi  delle  Alpi,  e 
specialmente  il  monte  San  -  Gottardo ,  ove, 
anni  sono  ,  pre3so  1'  albergatore  in  Airolo 
ne  viddi  una  copiosa  e  buona  raccolta;  ma 
ne  abbondano  pur  molli  tratti  degli  Apen- 
nini.  Anzi  mi  scrive  il  chiarissimo  mio  a- 
mico  Cav.  Amoretti  d'averne  veduta  gran 
copia    sì    nel    Dipartimento    di  Montenotte  . 


07) 

«cìie    in    quello  die  Taro  ,   e  alla  Tolfa  ,  ov' 
hanno  il  non  meritato    nome    di  Diamanti. 
Mi  è  pure  a  notizia    che    de1  bellissimi  sen 
colgono  sui  monti  Carpazj  in  Ungheria.  Ma 
poiché  non  ve  n'ha,  a  mia  notizia,  un  cir- 
costanziato ragguaglio  specialmente  per  le  lo- 
calità ,  mi  lusingo  che  possano  da'  Naturali- 
sti essere  aggradite  queste  mie  ricerche  ;  al- 
le quali  giova  soggiungere,  che  de'  cristalì1 
quarzosi    se   ne    rinvengono   anche    in    aiti1 
luoghi    del  Dipartimento  ,    ed    in  Brembilla 
segnatamente  ;    ma    quivi    sono    di    rado  m 
pezzi  lucidi  e  tersi.  Lo  stesso  va  detto  de- 
gli altri ,  che  noi    troviamo  nelle  montagne 
Metallifere,  ove  accade  di  averne  soventi  di 
drusici ,  sempre  però  ingombri,  se  non  al- 
tro d'ossido  di  ferro,    che  riuscir  li  fa  gial- 
licci e  di  brutto  aspetto. 


(28) 


ANNOTAZIONI 


(i)  Analoga  al  parere  di  Plinio  è  la  credenza  invalr 
sa  nel  nostro  volgo ,  e  eh?  viene  menzionata  an- 
che nel  diploma,  ossia  prjyilegio  di  cittadinanza 
conceduto  il  di  1 8  Gennaio  iiq3  dai  Consoli  del- 
la città  di  Bergamo  alla  famiglia  e  discendenti  di 
Salvino  Gritti  ritiratisi  ad  abitar  colà    duranti  le 
politiche  patrie  turbolenze  sotto  l'  impero  di  Ot- 
tone. Vi  si  trova  scritto.     Ubi  crystallus  ex  te   gelu 
concrcscit. 
Dei  cristalli  di  Selvino,  siccome  di  una  rarità  prege- 
volissima ,   fra  gli  altri    nostri    scrittori  ne  parlò 
Fra    Celestino    nostro    storico  nel    secolo    XV11. 
„  Trovasi  in  questo  monte   (Selvino  "ì  copia  gran- 
„  dissima  di  bellissimi  cristalli,  dalla  natura  la- 


(«9) 

„  vor»ti  con  pnnte  di  diamanti  ,  di  cui  il  Muzio 
,,  canta.  ,, 
„  Salvìni  rarus  vasti  inter  culmina  mundi 
„  Crystalla  emittit  lucida  raontis  apex. 
„  Non  illis  adamas  certet  se  lumine  ,  forma 

„  Cuspidibus  mira  fertilitate  parem.  „ 
(  Istoria    quadripartita    di  Bergamo  ec.    Tom.  I.  pag. 

164.) 
(2)  Questa  opinione  del  Padre  Lana  sulla  formazione 
de' cristalli  quarzosi  viene,  riportata  anche  dalle 
Transazioni  Filosofiche  di  Londra.  Tom.  VII.  e 
dalle  Méla/iges  <PHist.  Nat.  Tom.  II.  pag.  3i5. 
(ó)  La  stessa  cosa,  succede  riguardo  al  Marmo  di 
Carrara ,  siccome  .accenna  anche  il  lodato  Broc- 
chi (opera  precitata.  Tom.  IL  pag.  aio.) 


3' 


UNIVERSO*  OF  IUJNO»4JRBANA 


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