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W TUTTI I POEMI
IN LINGUA NAPOLITANA
rOirO VENTESIMOTTAVO
DEL DIALETTO NAPOLITA.NO
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SigHd ^' milltfidem \ e non ofko .
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Per me fatal ^ • . De^ mifi pensieri it nutm,-
S.empre sarai , comejtnor to fostjv^
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JTX s#o&i <3^' iSImrrori ^Ifatrio Vio/^
Ja prima ^none , la qu^le infontri tofh^
^ ufffm^^ J( ^bem ^l^m^ ^Unerati V
riH^MMTip ^M^iMfa ^ rid^e .} ^he in 6r<^
M €opie ^jf^sd d$rjife ^It^^m ^M<nte
1780* mna fsecanJa ^dizione ^igkarsta
it mrit^f r« ^^icvrettM,, 4S^ fffak W ^i^
r4rcii0 mm mtn *^hc "Hj^fogh ^ m(i per,
to/cior sirfo^oBza wspes^e ^dlcra in fri^
0im la utampaf ^ ppssi^ t aufore stui/etto
Dialw Nap. m ^ma-^
ma^ ■• pi guesta setonda editUne ^ fuet^
lunfut si /os^e , ay^atkdn ^'peitk^l^ntii^
tnentt comum^t^ci dal Jotto S lui mpc^
te Sig» AvMkt& P.'^JPrakcejiS Azzariti ^
Miamo dtdA of A fiesta terxa impression
M€ ^ m^ €ui aibiamo Aggiunti alcutie note |
jiuppierhenti tc. per €ui 'hsm pur Mssisiito
^H alcuwt nan in£ffereHti notizie ^mmim^
strgteei il noto letterato Dm Carlo Mor^
nnte , il K Gregri6 talvAsnionfUnkni-
rtfuo y e 7 Liir&fo Gmetano AltoielR ^ ie
fudU predette si mm posit m rispttti^i
tuoghi , patte tome supplemento in fine ^
the per ess^r -helle , ed .a propotito , wd-
'^liam Insingarci noti ii&t^ dispiacert ad
alcunoj nnzi avercHiea skper iuon graJo
il datto pubblito , spezialmente per la ret^
tificazione fatta, di molte tost , the per
invohnturit sviste , ixme stt^e atcadert ^
sopraiutto a chi i impiegMo ne^grandi af^
fari^ eram torse nel tttto deiT antttedenti
tdizionik *— ^ ^
^ E tofnecc/ti Fauton di fuesia^'e^a^
fine ^f£ essa voile dor utt fuSfi Cattth^go
degli Autori , -e di loro scritturt t£te ,
ed inedite di qnesio Saktto ^ ^ di i9M#tf
tm avevM Mwto mtizia alwna^^ tome egii
111
ingenuamhtte confessd^ e dalla detta list a
si veck J ed in conseguenza son passate^
sotto silenzio , ^0^2 noi avtndole felict--
mtntt dissQturratt ^ ed alt ohlio involatt
€0H pubtflUarle iu questa edizione , ^he se
dir non possiam compita i pocB almtn 'vi
resta a desiderate , niiiamo stimatp dar^
Sit in fim <U fttesto volume un eompitis*
simo Elenco y eke molto piu d*ogni altrx
€osa dcvra piacere ad sigmnc «
i a PKE^
t •
*. ;
t *
IPRa tHiil glf umpri fericfu ni^t\$ cptt^r
y n^pif ^{^^ IcMifvple , piOi onesio »
^4^»nK9 q^$Vdella f^ii^^pl: (H^aQtunipue f
iQ» r ^ 9pU 9cn^ i\ymr - "• ' "
^aestl doverosL amori^ far narallelo « njuQ^
^airta g. qoiQ&p^rc^tantfymeriuvitl^iCM^n-
ir«ggUmo^, ciirprediJjggfMi i: g^nuoricM
pift gtustft' lagione' di teoonMiaw' <tiifl ^Hlr
ciullOf cfaii kelia% nrotpct » ». saoo > vavar
ct « dociU topsar gfi alisi air pabii t «Hi
aeglMrfti> a^ Napoib luiaf aioptvda bctiwNi
di timaaioiit' , b aakhskik d^ ati» % T
^tnici del'Cialo*^ la dokrcsta^ quis^ |Mh
piiua dellriugtoiii't una atafctaaaa ud a n
It , Mft -^fiaai dbciUii^' Mgli dMMMf « agl^
eMoMi ? A tant» dxtm di balkaxr tiJaggiaft*
ga la ftccHkUti daBr tanas ii Micato at-*
foit Mr iite , # A'Aim t Jf ahboiMaMi
pi diss! iM e saluberrime ac({ue, hi piit pes-
i^tta^ qoalit^ di materiaU per gli edifiz} sia
de* muri ,. a dfJUe. xoltc 9.0 de' iastrichi t
b dispesitione loftie id' iii skalisdHno pot-
to, d'un nobilijssimp cratere 9 di variad tt
tiitti vaghissknfr cemormi E quasi di taiH
H doai Qon fi)sse stata sazia la natura >
violando incredibilmente h sue leggi ster-
ile I e i^tevvert^dOi gli ordmi suoi » vede^
ai non per odio ed^ ivt pena » ma per eo^
ino de'suoi Gtvoil avei3e dotiato oti Vol-^
€kpo pe^ 6e\h\^,H fiaimtieggiiitici eruato»>
%f Ptt vago s^ettacote 9 te mofete per direr^ii
ITmentitv dejtlr obmini; col $plo^ liechto » oi
apaventp de' caoi '.
' iA^ stccome tralla ntrmarol^a , e dileica
)pr(Ae tiaturaim^Rte i teneri genitorf acce»
^eiisp di: hiatggioF passione Vierse q^Mo »
iAit tra tmtiiadsUft pii^ occiipate* le lore
lAide CM' luiD^ev • Aon. meritate^ malatiie
le soiagure* i 'ondr la di liii febec natural
^cfetiiu^ione- sii^ smtst Mrmeatata :^ e* graa
teeapo afflltta ; coslrctescer deVe* in tKxi la
'prermiya pe» queeta nostra beUksima ^ Par
*iria , laqiiaie per due secoli? intiert fa
*tim«a suo deoneriffOKi^, s^aa siio falb t • per
•ol» coQCatenazioiie del- Fato poktica dett'
'fiuropa' costattte. bersaglid deli' ai^verta fos-
HKia • Spogliata d^'sudi namrali Re ; ^spo-
PV siiperstwosi dsttMaiflttt al rtfiuto
; ' d'ogni
4^ ognf pace $ e quitidt t!te |>erimtue' ottl-
Ynk de' Maomettani , metitr^ refitavft sproY*
yediita dr forze da difendersene « vide ie
irae marine tutte-saccheggiate 9 brucittr v
^ gF indifesi abitatori condotYi' in servitft* r
Vide le interiori Provlncie as$»s$tiidte 6m
endrmi sqvadre di fuoras<iiti ; i popoli op^
pressi da' Baronl f ne''^ronr aUmentatrcon
Insidioso artifizio dr sctagurata poituca' to
discordie 1 e i rancori ; F iiniversaiiti te^*
litka'coti egiiai perfida arte tietla poverti*!
iieil'igQoranza , e neiU tvupentkH^tsc ;>nc^
•gl^tti i pubbliti edifizj ;a'iiriver^t6ii€Oiii^
tii^rcio / ^ersegiihtite le tenure ; pfemma 9
B-tratia in triofifo P ipoctHia chierictfia V
^h hiM'imn nefi^^a; soreila mi» ¥ ip%^
p'iA^^ t(igata i vm gormttir Vkerqp^r ne^
igligeftte V e mmuKuario , sempre mnto'da
teciecanti tifrgente) noa mai regokto' dii
ttvveduta Icfntatia provvidenza $ ordini da
Mpettarai tardi e da lomanio^ d».una Qon^
te- scorieertatar' ; conto^ dt tonAma-oon mai
fd^ €011^ ahra 9 cbe col ft tt^ ^cfdcr: < riton*
tiato alhl Cbrte*; una ' cacena* dr-^alamitJirt
^egueh ti 'qgesia orribiloL situaziofte. ; h
]fi& ttoMtf^anticrbe ftiniglirspo|liaie; ersbam
^ile per i^oapettl di aflfezi^fte ai loro^ aofi*
chi MttHali Sovraiii i la JNle/e l6 memo^
t!s verso' ^ es9t taceiata W p<^i pfi
feitonkri ailfibuiM: a cH>irbie{| , d g^tito
«lbiiil«»M4»^dtS'|oJ^K^ tt Miuralft' mopfim
sotta U ra^cltli' « crudeki 4e' iOMrMm^,
il SstniiidS^ia toiitato stabiltr^ col aortcggia
dt** SUM orrorl nbtk pen ztla dk. rsli^GjO^ ^
lKi% per ftau^e^ di peticica^ soiptftG»» ; IT
estravmia^nct di. quasi tutu* bt moneu f
i) tosiiiMiiio^a4'^akerii(ioii^ legale del vi^
hts Hi qucjln po(}a f cbe «estd^:; deiemti i
campi) pefpcilue^ carcvtie net; piilb f^ondo di
tuttb i $u^i ; (^NTzata alia ribeliione^ i^ pii^
gajo » il piiL placido* % ik piii? safl^rdate di
tuttt iv pppoli ; t pef corona di^ tutto^'la*
acia^O'. dtstm^em ^tk criuleUssiiiia peitt il
f>G^Obik^ piO^. bi«»io> ^ il piitiivnocetit^,
ceo. 4! Of ribjJa « e pui^ troppo^ verac^ ij^
Iranp ct con^B^iadid!^ di tiuui^ la^noftca ki^\^t^
ta , e. dorlefttd* i»iori2^a<^dK»in#i#F dat;,! Si6fa^.
^ ter]i|i«HtfO!> ailrr9i34.^(^l:49r^ itost^ Umm-f^
latiK Citiadjtio «. cpe noa* aaaMk. lacemrtf tt^
cvoret ||er. kiteroa pietic vaifsa una^ Patrni ^.
fita8iemeL.tmKwaia ?^
^'Ti^uk^. veto t eha aUteHi lioMcek^
4 of^toab i^manm- 1^ aiietto.^ urtrteh^ueUi.^
Salt t. char "tofferae diigraait « i(iia«AaN ^mr-
ist% eke k> Maturati Ibrse eMKmn4# flv-^
fliatii|iieResde*'morbt'« ^r9iMttciM»iad tipi».
tatni^ dokei fidiieia di pai^Hft^rgMrJipM ^
^ iiiOf Aair alia piiatinaijBofMf%i»ic#rffril^ii.
ipaUtHMii^ovii.asaai^ p|(!k[>.^a^ pNea^^miip
aa.le^nazibairt il patrioiMO- tiBto ^ in* 4mk%^
«M«iiil0h iK^iutt0t it dw)9i tenor MXtk tor*^
te ? Ricufteratl i suol So^vianl beQ<ifici » e
fiM^ cqt^i Qtoamanai i te$9kr legg^ di sut^
dM' Simiufi&ii^*;; ei^pulsa. t ipacrisia^ ;; risto^
aiH^ ik 90fniMrjCi4^ Jh 4>nda.(^ omv^ciiti >
mHt^ »i ll€$a<feaa|e i,. i;lfatfr. 1^: piibbHcKe
VHt viaperii^ g)oi;i0«a0Mnip i cefebri poni^.
miilo mnunwirc; U t):<isp»rit9r » la^ calma ».
C^ulaaa^r talkijpia^ S):». Abbiasiil cmk-
B^TtUffcn^^ m ab't ;^ nan? ccdiaoM^
liMU^IfiCi^j..^ rftfii kccearA^nuBnte negleu^»,
jtd M«if^c« fi^ 4» rictoro ^ %t Hi fertuiub
tt08tro> volgar idiaietto Napoletanp •X^oftl-^
ik mm» ^»£»ttt PHgfmt f^ chfr pruMg^
>MltMfliagg^QPi CbdiCL 4\Ib|U V 4cHmatQ ^ayi
4MeP; r^flnio^ 4e' BpoiiedckiBii^ vivaci !«-
.pgiM f >9iu)»blic ^eft%ni|ni^ cwW M lingua ^
j^fMU"^ Ap^a « cbft la> ftoikificvo^ e T a|<^
|N«POMistrr^sf»r% u^umm fnali pilmftf
%.«#•; i|^<ii#n«^ A It f ilk <)fiv«;Htte deUi.
3f '
le ^ue tame Httimre i una'lneitkigutl^ild
ailegria , e qttati me more d' esser dkcesa
ihgK Osei n \o ha destifiato e conaecrata
imtto alia lepidezza y t lahrolta' aUa ecwr-
^e oscenit^: e tanto si s6na incarnate le
id^e coUe voci; ehe i^re ortn^iche par-^
far ;Napoleti|iie' , e buiFoneggiafv sta ttttH
Sie^sa cosa • AHe menti filosoficlle i^'laa^
ntfesto^ cbe sV fiuta confnession^ cT i^i
pon e irglia delia Raium y »a d^ sola
tbitudine ; e quando anclie non fesse 4bo^
^,i e fdss^r de! sixmo d<rl diat^ta Na|iio^
%tanb qvurTche ooctilc^ difettov che ^Ae^iot*
'gii^st^e U djj^nM ft'^tis grttvkl , ijy^l ' t6%^
gfo d^tto di OratM rtiinHem' JRiHte vtnn^
fUid ¥ttdt basterebbiB a'cdnvince^ , efreiin*
che in un dialects scherzeso si possatf pro^
nunziare le pit sertet e le piift ia^pofutili
•verki. ^ ^- ' • .•
' .<Koi non disperlamd adunq^ aii^ofe;%
se'l^amor delta Patria non ^f atctMaS %
ci craspoTta ^ andnm dicenda tira fM v eht
sa che un giorno it nostra dialetto tml
abbi^ ad inaharsi alia piA Inaspettata top*
tuna ; dtfendersi m esso* ie cause : pronm^
ciarvisi i decreti: promulgarvisi It leggi ;
sertversi dr anhaK ; e fitrsr in fine ttitte
^ipeilo ^ cm al patriatka aeto^ ikf Vetsefia^
ni sul loro nience pi& ariiil>nWser dialaefr
< riuscito di Are* Mamo hon ebt^nl ire^
Ana inmile oftiii it eMIiMiirfiii ia*Wl
a dtre un nfgio Mft nmm% pnitwtti*
ca, nn l^eve raccofi^ delta onftna ^ •
Taria formna del noitro dialetto 9 a 4t*
migltori scrhtori « che prineipalmante m
poesta rhan iiianeg|ialo , • nil tevfe ¥«p»
eabolarto di queRe noitie ¥Oct\f 'Che fik
si discostano dal coaMiiie Iialiaiio « a daUi
quail 1' intell%enza rktce oscura non
agli stranjertt ma talvoka a|^ stassi
atri condtts^difti . Abbiamo speuo accom^
pagnata la spiegiainone di ciatcnna vooi
e soscenufala coif autdrki , e eolia cica^
ftidhe di qualche paase degli acrittori > cfaa
possoii rigQardarsi per Ctassict del nMtio
^Jatett^ i n%^ qaali la voce s' incomsava t
e nelb l»cejf a di fuaiti pass! abbiamo mar
ra quetla laiaag^ aTT«fte»za e aritcriot
the da B(» ai ^ pomta t sibnandoei di pr»«
acegliere i^ p^ spiritosi , (^tbsi » alksivi
dttti , cbsicchi^* veniaie ad aTersi anche pat
'questa via ui^ saggia' delie belloxe de* no^
ficrt seiittori , pochisdmo fiaora dal resia
dille Mtioai coae«ci«ul.-
' Util eoaa ia fiiio ci i pana Raggtuii9»>
la a ciasciiaat voce , o - firaae « o modo pre*
yarbiale » cba rapp<vtiaiRa i.qyalcfaa riceiH
aa ettmdopca aoll* ontgifl^.. di esse : wi
ahe &ra abbiamo oaaio^ qii«lla «od^a2t9«
ae e riteauteaza 9 cba aagti iodngamasiii
attmoIo|ici f^caiae trasparire il inibH aaiv»
ao, e €1. lifaewsia daM» yi«<9a.4Ji Ti»im»-
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MB
iiim» , chtt h viafg^ jMte 4li)te v^ci cU
wigiu tMMi IudUn%, lit (^rnVTiClp «' iiter
#Mttmft^ iidir iiDstw 4i|lMI^ hImkv h ih>|
«iM kw pochft ct^ M rfttin^ da' FraoMli^f
foi daL Grc€0 C inalgrji49 ln^cootrarUepir
fuo«e)\ giacchi^ I B^anK^eJ pgfoli $eir
ntntrioBall Ae ci^atCQ qiMWi Umi^am^^
ii lac^uaggio V dft qimto^ soli Uts^^ abMf'
rsno traue ]e-^timok>gir 9 ckr cV sp|i\pv^
-iittire, e sulk tqcart» tbbiai^ B^ftmo j/jt
ftUtmia. Cb& a& mai Ibaat. vcafy t cciMe 1^
^irianc asaicuraia^ cfer apn a#l9 daU* VVMr
'CO Oscav Etm^ai 8ani|tiic(» , iMajM ^^
ma anclie dall! Sti6ptcA.t dftl lifeUbai&<K j.
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steito fi Mfe -W^MBir Itafn |^«i»v<lM iie*
^ ^pinnfo .^^ « nds fiamo nwr^lfii .
^iiitm (fi ildi hft. detto «oti <&nxi» ««f^
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ilW ttdirttti MiUi Ik lOiiaiU i i H il ^ 4»<I<tbi^
mam«nt« 1« f doi* ^mm #^ ttmA 4af|f»':
iliiiti^WtiMi 4'teMaMe « vnMai taifMN
sa /i MlfKlt ,4 jWuiMKe * i f«gohu« ; 4
ntiito ^ |M^Mi«i^i^ 4ta«o ft uiUto «e<
4Mll^tt|Mu -^kVlk dcdM)^«Ma JeHa ftwiUi
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^pcete^non^^'fiaa Han|»o, ^apito uno «
alamo, ridoui: a .quaura^ cog j^ofa apj^area-
za di accfesGi9e;i%>. di numerb d' altri t
che si uai9€iui0 a noi • Won per pubblica
amorkik^t .ma 4i nosua sponvtoea. yolonti
aasoctatki in ainichevole aodo abHaiRo as-^
suaio tl jiome di A^cademia'iLmici della,
Pacfia pei^ ^u^irfuxtichissimodritco'tchere-*
gna tra: j^ Italiani di potersi denominare
AcademJKi ^ W^Jt^P. Kf^^^^ ^ s^udj t
o 4' arte libfrali»:i iww fo^rpi ^ c\a
ViQta in pmsleire .* ^ : ,
.1.44i$curUi9^>iib^vci ^am 4i9Mwiftat| ^a,
tWMHre , 1)00.:^ iin;.^^iB»QLidi loodesiia $ n^
ttoi vorremraa: ifar ^ p^mpa d' ima vir*-.
td.t ohe confina colla fep^ta ioerua* Narv
9ce 6q1o 6 4a timi^iji. , i^ da ^ ^;ieces«arii^
eeoiomb . Prinyieraiiienie ^qn .^pfndo^
^wler aci^Umwta iaf> W I^bbli^ V. iort
iOYl%9«krta«o,a <iiie«K..996tra| i^ttaprjva.r
e.temiii^ui r^More « e mcmifi^oi^ in
»eee di apphuatQ ;»jMft. abiyamo aymQco^
raggto di nominarci t finche P e^ito felice
Mil M fe ifpW^.}iM)pftif ffV^a jl^,at»ca
immmk .9hm^ , ci»f rtgi^ «» 419) h^ yj^
#uH kr
ler tiitti aver in done i Vhti dagli autori :
abuto crescmto. a segno , che quello scrit-,
tore « che commecte V imprudenza di no-
minarsi f pii6 ben esser certo « che donan-
do perde un libro , niegandolo perde un
4iinico. Or siccome la nostra society noti
ha altro fondo a continuar I' edizioni de*
pi& gustosi apstri scrictori diveouti rari t
€ di motel inedidf che ct siam prefissi di
piibblicare 9 se non che la speranza d* una
coptosa vendita 9 era necessario tenerci
nell - oscuritik per poter negare a tutci d' es-«
ser gli aatori , e cosl salvare gli esempla-*
ri 1 e gli amici • Okreacchk dalla sola co<-
piosa 9 o scarsa vendita si pu6 ritrarre 1*
imparziale e sincero gtudizio del PubblU
CO, e non pijk dalle iodi 9 da* cotnpltmenti ,
o dalle importune richieste di chi lo hra-
nii donate . £d h cosa sicura » che quel la
edizione di libro , che siasi tutta venduta^
avrebbe potuto egualmente bene esser tut-
ta donala 9 come per contrario non h mat
sicuro 9 cte quella, che si h tutta donata t
si sard)be trovata tutta a ven^dere $ ed a
smalttre*
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R I F L E S S I O N I
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$TICH£' OSL QiALfiTTO NAPOi,fi^ :>
' ' NO , ''ifc -«utLA Grammatica
. DI ESSO. /
_ DtUdt PronuHzia . *
NOii c fembrata. a molti ftrana opinibnc! fl
credere, che fiavi nella ciiverfa organizzi-* ~
jKione de' corpi deile raize tunane' ( che icerta*
mente dipenoe al&I dal fuoio , e dal climaj^xj;^
abatano ) qualche intrinfeca , c natural zotit^^^-^
fione tol linguaggio , che parlano . Quindi han-
no xfnma^inato^ che i- nervt , e i mufcoli de((e
.naziotu abitanti i dimi 0gidi , ' trovaridofj pi]Di
Ufi , e, intirizxiti dal freJdo , j^roduceflero ftioAi
afpri ,* e di^amionici , e iiblli quafi non dlverfi
da qijeUi, che ciafcuno fa , aliorchi trema pec
ibverchio freddo . Obe per cqntrarlo i ]K>pol!
delle nazioni adtifU dal Ibverchio caldo incB-
cafTero ai fupni gutturaii , e mat ^Q^/e^ y ^ fi-
mill all' anfaute » ^c grave anefito di chi laffo
datia npja , ^ cJjU cfildo , ccrchi rinfrefcsir V in*
terna arhrra • ' ' .^ .
jCbecc.h^ ficfi di quefte ingegti#fe tcorilr , che
non Tola, van noeccan4o P origins* del foono de*
2 D I A L E T T O
dt%iitii ) fna,.$' iooltrano a voter ;itcov^ qotlle
ie credenze reiigiore negli efTetti delia diverfa
latitndine , e neila varietal de' terreni , e conver*
totio la MoraU in Geo^fia ,( tearie oggi at*
triboite al Pitfidente di Montefquteu da coioro ,
che ^tioii 1« hanno ;fapute fcorgere nclle opere
iA iSegretario ,l^iotetinno » che pare efl^rne itato
il ^ili£*'^tnagit3tere ) % cerra eoft > rigiiardo
al uninacgio ci^ ptii gran parte de' jMnpoIi
,cmri Sntanti il Regno di Napoli , d' efleru in
em confervata feni]pre la fleda catatteriHieiL da
«qtte1la piu'rimota zmichiti ^ di cui G ha 4Sti-
zia fino ad oja • Il diaiettQ Greco , che quefii
popoli generalniente parlarono , fa il Donco ,
^dial^to ^ cbe fi diAitigue dal? Attico ,, « dal ]•-
niccper Je ifocali j)ih aperte , Je .voci pronun-
zlate con maggioT^^rpreflionc , le eonfonanri btc-
•lute cgn.'maggiorimpuKione. E quefte fono le
caratteriftiche appunto del jicsftro dialetto , ri-
fpetto alia lingua generate Italiana .; coficdi^ il
.Napoletarto potrebbe ben cfirfi il Dorico della
.feyella Italiana . Lo paria il noflro volgo fenzi
;gth;^uraii afTattOt e feika dlittoiighi , ai' quali
,an'4i 4 (cosl avverft) , e rilutrante 1* orgairo , che
votcndo aOpi^ndere a proimnziatgli ndl France-
•^,,> Heir Inglefe ^ vi 4!:enta molttflimo , e
; peri6j;^1:U iion vi grange iifai , a differenza dc'
jf . Lombardi , Getjovefi J Piemonrefi , die nel loro
,£aIettQ., bench^ d'-oHglne italiana, hanno mt-
ti i dittonghi de' Francefi . I Napoletani danno
il xnasglor fuono, ed il pili pleno , ch6- pofTo-
.oq, alle^ocali del m^zxo delle. parole*; fpHe-
.nenadle benclil fenza^gorga .'* Delte vocaK itii-
/iali ri^kUdbnO mbhe*daile-V6ti, t dkk In gra-
n.
i
%
N A PrO L.E X A N O; |
iia- dl quelle altre /^be fof&guono , e che con
f^rz^ pronuiizlano . Talvolta elidono le iillabe
intiere » e coDYertpno tptta- la G\hb9, in un fi^m-
plice rinforzo ^etla confonante. fufleguence i f
EiHniente allora 1' elifion^ <klla voca1« fi &
mire p«r la magg>ior ibr^a , con, cui fl pro-
nui^zia pol la ,«^name ^ cbe .percie jpare xact-
j^pppiata*
Geh^ralmtnte la finale e delle voci Q. elide ^
o 4 lafcia fenfire appena , come lanno i Pran-
cefi •; Sfccb]^ tuttil h ibrza^ ^ riAf iqge at -mes-
Slo db^b parola .. In ^(Ta non ripugna tl Sii^
letta, anzi inclina a rlnfefzar le coqfonanti ^
piincipalmente le liquide, rdddoppiandole . Co«
SI per efempio dicono ^mmorf in iuogo d^ amo*
le , ftztemnif ,j^^r infiet^e ^ arrobkate pero-u-
bare , arroico per <eroic6 , niftriwa per nutrice,
MeqftientT elequie , rnus^o pjer jnufo yfemme'
^na ,per .^n^la^.^ iotmio per uonu) , ct^nme f^t
come &c^ • : .
Quefto^ufto a rinforzar le cop&nantl llqulde
Bel n^ezzb 4elif parole fi Qende ai^cbe talvolra,
allorchi fono iniziaFi • Coil per efempio prbnuo-
ziandofi^ Nafple ii dsl un poco piu di ^rza all*
N Iniziale.a iegno ^ cbe niohl fcchtoti noftri
turn Han dubitato fcriverla con due n^fJHafoie:
naa'quefla maggiar forza pei^prei^unziare h pd^
CO Xenfibil^^ ie non guando.fprecfde sUtn pa«
t^h, , che finifca con yocale. plena ; e iiqn »e-
ritava palTar nell' ortografia • AdaL pili chiaro
fi ia'feHtire qnedo Cuono diiioppia confonante,
allorcbV la paroia fi ti<ov4 precedut^ -da alt^
. locale 9 come allorcbi fi.-dice >? N^pole , che
pionunzidfi a Jinfpohx ]|ia,j^.doVefle. fcrivierfi
" A i ' "cosl,
T *
4 ^ D I A L E T T O
cos^, ne ^ra^ipD^r^mo <m p«rf(remo4eliaiioftra
brtojgrafia .
Per efTetto <j,elb fteflfa tncliijazion^ filP efpan-
Tiot)fi deile vocali , aiforchb , s' incontf^nb nell^
Ttatiapo le ^ vocaK if # , ts^ pe , m^ , 1 Na-
jioletani ri^ e'fpDdono il faono , ed eVitano la
^uafi cacofoma (delta quale fono immiciflimi ^
coir interpofizioiie ^elia ieniivQcaie /* |unga. Co-
$VdicoD6 . * 'h'
iSdajesti per Mae(Hl« ' Crijato pel: Creato .
fajese Pacfe . Voje Bue .
'Majestra Maeftra . Tbje Tne .
Vejatfi &ate,. j'o/e Sue,&e*
Se1)bene fia v.ero., che inclinano i Napoletaiti
ft rinforzar il ftiono deite confonitnti , che in.
contrano In mezto die pafole , e delle liqtfide ,
che fan prlnclpio aHe voci,')i moflto piii irero,
cne abborrono mortalmcnte V incontro , e JI
fuono di confonanti afpre tra kro . Cos) la / ,
che fia fufleguita o dalla d^ o dalla r , o daU
la 2 ) fi eonverte fempre in qualche altra ietta-
la, o fi elide in tntto • Spefliffimo fi cambia
ill ^ I come mfiuz0 per milza , auzare per al-
^re, camzare per cinzare, j^if^^c^r^ pet ^4^1>
zare , caudp pir caldo > eMudsra per caldaja ,
autQ per a9r6 , ^muto per falto , sciouio per
fciolto. Talvotta fi eKde com^ at a vo^^periil-
tra volta &c. '
Ancbe dallo AefTo genio del Dialetto deriva
1* aggtuoMpne delfo vpcale finale # , cbe re*
fla poi ^i(I oniUi a certe voci , che in Ita*
ili^no tenatnano im i • Cosl dicefi maje per
* , mai,
I
^i %g*^^ pti^ §^^ 3 ^f^ifi per. ftai , maj9 fH' '
vai &c.
r£ DOR foki alloncU^ fi. traita di raddolcka
iin incontro di due vocaltv md| ^nche in i»oI«<
^(5rn» yoci Itaiiaoe » oalle quadi s' infioatra 1'
0. foia ^ quefla. da^ Napo^tani fi eijpaQ4<»>poU' s^ ' x
giunzione deU'altca voc^e.i\,.cIie Ja preceda,er
jOi allao^i » e mfbm ii fuono •- Cosl dice&
frwto per prefta^ Jtar;»/>«^p^' per torment )^«^
^fJ^/^iP^ cappeJIo , ag/iientap^ iiqguenra^,.
viento per vento, /^^rJ!?. per ^perdi >^ cauielU:
per caftello &c.
Abbiame abbaAat»a>detto ^)ar forza.,^ coil
cai ^ pronuQzianfl le <;onronaptt . raddopi^ando*
fe » 6^ delP efpanfione-, coi;,<:;#..jyO^»CQIi& 1%
A^vertifeqiO' perb. ^ cbe^ <ic^#ine? nel proni^.
ztar P'tf-aperto ( da' Greet detto O giUnde ) i
MMoietari ne mforxano P afpat^ne* piii chi^
ilVcani, co$) per coAtrariaoet prooMOztar 1'
tr chiufo ( da' iSreci dettOf Ot ptcc<Mo ) n«- rfcij
flriagpnO;U ffioiio a fegn^, die alle- jQeQ.; deSs
care orecchie pare iib <» • Non giungt prb po^r
« d:\,ymx^ • $e^ vi fi %?eae: jgiaif|^e.j il 4tai#t*
t<v nojlfo fi' cQiivertiirelibe- in; Sic4iana*) a ii^
Calabce^-^'giacc]^ appunio vt^>f^i^- yner^If-
converfionc dqgli (p^in ^ fi^ piib nietCBff T ef*
ftazial« camterifiica., « U' qiftintiy^ . dr quefti
due IXaletfl^. Percib.qiiel GU^zetrieify c)ie b^^
ciedufo ^r^be ^ : Napoletano . fi dov^df ra fari v«x
i^^^i^^^^i^k CjffiM€%n7^ ,y*fnHgll9f0'i,,fA\ air
ne, fi f in^^nnato aflai, cd ha £0^0 i^iefiratai
il pend)i^/ f P t&pto ,, cbe avea da ^apo}eia|ir.
-I .'•■' ' ^'. • A-. 3.. ; •... . no;
tif^ chttffii'i\i a /irW, ancte nette ^IMt!iek''y
Calayrese: •. ^ . , . ' \
Ora. paflefetiid k jiredeifnfe pafti€olir6 4el-
UA tiel noflri. ^letto^ fi aggludg^ TpeR pei^
fi)f)trab]:>6i^anza f fe.,^ iniiRjife afle pat^ie^ cfae"
flellde luigua comuriie non P hannii w Simile tit
Ah all^-Alephdegfi Ebrei , ail'^^EHphAsgH Ara-
bt , alio Sj^rito. forte o. knt^ de* Gred y e Ifbrfe
dal genio dl taliina di qdefte Hngue b 'a^ \Doi
l^alfeta • • Cosl pet efempb: £ dtee;
JgiSasta per bafl*». AHdma d6tto.-
Ah^allo- * *baUo . ^ Afptacatr placatV ♦> ^
4tblnusei9rt. briicidw.. Arnnn&e 'rendete-.
Accossl cosl. jlir/ oj//Vre fcipgli^dre*. ',
Mdlei gtaR'viKJr^ ed' iiir attH^^ mcftft(itit^- iSi^
11 pilb. oAerv^rfi , cfte noti 4bTo> pet' ftfptAbb6n«
^^zaftaggidnge 1'^*^^. ma fi rtttfopza' In ffil^
figiiente. t^Qofoiuater^ tt^^afpra , d Uqrfdd » dte
> AVveitafi:Mr»,:cilt^^'mb^flMr0^^
tA IX>alt^ pialetto >/ c&mt. del cditiarie^It«H(ttf6'
d' altro ipamtm non Y , cfae ^ elrfian^' def f^
|l!Mofnitnie #V de^^latfniS t^ 1^ letter gP'h!^«^
hi&v fitlCiikapm #>mblt^V6ct^ : efSKot^V eb^
in i9tT[» uHH. foik psl^da^con^ (MAht^ , k eur ^^
ftt infieme > ma aiicbe'ailorchi; refta. parola di*
jfiiitfLfi Gtik^Boi ^dkiamo m^jf m,.wftjii^ i^fm\
cia in faecia : aazi pofliam dire , ch^- .goneraL
i^Mnttt in opit parola , c^t • cop^kicia 4ff /n» u
tUde P #.t e ft pronunzia £qIdi la »i rjHit «^^v
•ft-ptft tnoenfif ,. ngiutU per kigiiMiia v* Ahbiagio
a|btiMi0,«' -gU ftraiii$» piMKi^ piati^i .<W(^ 9oftriP
^iakno l^v^vem^^ v allqrcii^vincopti^Q «^
^rtncipi^ cl' {ma p^rolar j';?^ a cat fuijixegu^ atv
trft o0iifoQaDt»> di'fifppfrvt eli^i lai« ,. ^y-e !#
fuq^ifcano, e Aibuo>(^{iar.v<K:» , ciie.avea.iqt
ro una fifionomia bari3ara4e'fl<a9a ,* la jicooor
Iperanno per gesoiea,, e ^piua haiiaiia. . Co^
si vedemfo' «^i^##e ,: ««««M*e ^ , e riippilen4ovi
l^r ^ fiQeB0A:efat)iUi^ cCer . le {itisolr. inf}ii8b i iiv
Nioft .fok> delta prapefiziofie in fi elide la.5^
cd».y » fi d^f foi^M. maggittiv alia confonsinie n *
pfomvntandola come dopf^ia, raa fi rinformaik*
che qiielll altra cpnftinante ^ cfce^ foffiegue^ . la- 9
fi> CDnverte i|iiaii femprr in is. C09I qoanliuiqiie
i NapoLetanf pfani»zian<i?le vioci /^fi) x^W
u^ conic i Tcifeai^V IMir& aU(»;cbV debb^no dir^
in famtii , in (alme , prommztano nn^fivra^ , pi^^it*
/iM , e-co^ ««iMfgNM pe«i w&im^^nml^^^^ pec
infeltto ftc.'
Alt fi» wMwiie 4i fiffOiui«zto fiigM , fe la^
|mpQfi»one/«pirceiIe paroJe , <^e coqiiacii^
da V cooliMiante 9 o da ^ . i> da m • All^ea 1^
afpro incentro del nb:^ del »iif.i o^ del ;7V X
eonverte in at» doppio mm . Cevslrdtorfi iw»f^
Jirer^ per inve4l>re > wMunr^ine^r' per toibar^d 1
amfiffve pec iovano V o in mano:, mme^iht^ pm
iiivedoirata , miitMitmf^ pec imbaitere^y mms$sf4f
M per imbilfinata » mme9c6tuit^ per- jnabiifedm*
t WfALETTO •
m^i ieimikenit^ {MT benvetiMc^, mmiti$$$ fori
Flnahnente noil Riaticatt ptT^te MHe quseirP
IV \ pu t iWhf i tf t lia faeao , ed una fpesit ii fpi.
^tp fevrabboH^EMe , « prodmto dali« fi»lft fpck
za^'e fiato (Mto prdtnutma r il ehe fiemi fol'>«
tamo in aknfii parole^ che cdtmRcino «a B^yQ
4a ^^ o 4a % . Oos) dkefi # ;i»M , e faece ^
utor^M, doccM.' Ed > tanco natttfak, e qiofi
d^H^toto qoed^eniait , e nicdo^ dl pronvin^iare y
iriie i f>i^ teneri noibd. bambltii, altordi^ cemm^
ci'aflo a legger P Abiccl, non lo polbtio d^aieca
jnaniera {iroiianzta^ fe mm dkenda , A^ ^mie ^
#r, We, nge-^umta' ',' E' Mi aUriam^ ▼edotto
taivolta maeftri accaniti a sfegar con atreetittl
l^ture la h>ro 'fiedahtefca emdeit^ 'sh qnalfe^ te-
siefe t& infelki' vittftne deHa- pregiodicat* eteoE^
«2otie, e ^(er eorreggOFo qiiefta piXMiQiizia fini>
aa poterlie' venir.a capo ;^ quafitch^ fcfle un dJk«
meriro ad un nato in Napoti il non Taper piiO'»
iran^iar Fioitmtnamente , 6< non 4bft qoAo
tuipegno tamo jidtcolo eel aiTottlo , qaatm> ^fis
im Fioratitino s* afffiggefla , ch« i ioKM-m-
gazzi wxt facciam^ femiff bf«e kV^tosato ;Napo<»^
letano • - *- -.»••'.
" Delia tetfeeia T pub iHrfi' ad on di preflbcfoc-
eh> ddPiv, e delP M- abbiam deito^d^ fofjra.S?
IncoQCia tanio fpeffo queffci iettei^ utt^he^inkialr
lelle parole iioftFe, die quafl un ^fto dl taiee
fo TTOci'-noftre tw conrinciano^* In meitiiftiNo
pattAe^alrrd non t^, *fe son la« pirepafi^iiCKie'. nr
itftatioi, dalia ^e fi^ eiifa^^ia voeales 6«.
A sp^item per effaaive. Alne^uvkt* % per asotm
^ftttHQ'^delP/, ciocchl^ avviene In -quafi ttitte
ki' filiabe Fis Ti% FMt deil' Italxano : coslf di^
* " • - cefi.
0gdi'^seUf0 pier fiato , stUte'ipK fiote , schc^a^t
per fioeoacr)«fc»»im9»xptr fame-. Talvola poi
e letteta fovnd>boixiaRte , e cacciatavt d^
film deHa {Mnwizui , coxiie sc^htput per com-
-pkue t sfHnisiar^^ per ftenHicare^ > ij^^^^ p«
MIt flnttRzion^defth altre* ltttere>diremo^pii-
^jflbierMBBiate y ehe U ^^, t 'la v confooeuiee lono
oiiaftfiinipte fcambiatt oon liberti 1' wia coU''
mmf fem^ altoiiregoia ^ cJie im cerfet difocto '
ideil^ OMccbio; ^ieoM^godr-drila' piii aTpca >
Ml dclb p^i iiqni^ • Pac» ^^ <^ift q«e(l0 j|eiup
A^mmax ^ !<; confooante in-^, o> U ^- fa.v
.tMga a> noi dal Girco modemo pinftefio 9 cfar
lion daila*&pagno9t». Ne farebbero iniiniti gU
«feapi?. oittb-ci-aflemnio dal tcdtanie i lecto*
ri ; »a per kegola geaenlawdifeiBO.,^clie egoal.
Anin» «ae exoapQiiti dl diideHie & prppuiv
'usLihi^^^ la t»'coaiaiiaiite;*iQa U fapn. qn^Or
do ci6» albia^ a farir^ qb' ef&tto di pratica , e
'di delicato gufto aelt^organo- dell' otecchia|.che -
inal pub (bfjgettarfi a^iegoia venma> Nel ver*
ho nf^liU'^ perefempiO) pnb dbd /> tog/io ^
t»iuof9 i cifJU bwe ^iegoaknente che; /V^ v^
gihytur^nfit^^hilioifohi Ida fi deve 4ifie
itt^wfglioi, m- 4 p«& dt0e «Q. iogUo-, ^ di;^ /f '
iogiioi^9*yf»vkii diee iU^ ^<i>f//o »;j)en;li^ alle
nofili' inttqehte .'faiebbe tDgnttiffiino mono i> ' io*
iglio^ Mffdwre , Jm i9giJa>>vMii ,*.e noa %^. riiicr^^
fcevole^fuoilia^il'dir l^t-Mgii^ f^»e ^.lo^ itgUa
ve^e . Qttefio bafti pet comprendero^ V impolH-
-iMlitlk.di-dar rcfoleiivana cofii> ch?^ttitto e&
fetto di feB&zione dtlicati^nina neU' udito., > f '
xU I iiia^ credutQ poternri fiflare ima regola , h^ detr
fia. una ibitepiagmc dopo i)q -gmnde apf^ne^h^a ;
A $. &
I
I
t# D X 4 & B T T O ,^
^ fnCmziovM fondau ftilU ^lalk^. iwyniti .di
Lamro. del: Mefcato?^ cbe. fi ]^ VioxMokgli AtT*
ir P\ qiiaiMla fufHe^no due voeaU;, fi om^
^' Napirietani in ci ^ coimi ciiftt per piit, iPi6^#»
liTf^^ per ptove , chiano> per piano ,, ^iferVt^pfefpf per
piangere. &ۥ jGiiJ ^. ttoto*^ comuae.cr^miltefini-
'^a^detnoftro ^ate«tb> cte ipeflb^avvi^Oft, che
taIttn»)^''ho&riitifneffando U- Torcafvr\^ ^: vo*
l^do por. farfi prtgio di parlarl« ( cbe- modi
Iiini}o« qnet^. ftnttnk, qoaliccli^ in&To&ii«3Mi«
ci.folfe.'-volga y iQcappano per^^ tfl^gptoaH' a 4m
ehe a pfdfetk iMaVe, cbtado, cbiavka, j^iiuui^
oemmeue 1m.ne&ndo>Nap•Iecantflflna•.'
Avvtrttfcnl(^> per ultimo'^. rifjgeak>i alle fnttt)»-
viwaLdk^. iettete lecondA il %^ii. AtV dialetto ^.
^h'le fod^; ttiierefceire ^gluorecchci hkpoktam aoii
nteno la (4^\mrchia - afpieatda.* deile^: Got^feannti «
die^ta f^yerchm dolceeta lorn. .. GoelTi ficconSe
Teddnfi fpeffb^ mutate- le 'due n in « per raddoK
citic , come drct- per- dette ,, /ff^e per jette, cost
del pari le dotci^me due // ,; o /f fijtra&auca-
aa- in x /. vo^rper voHe , jr?««f -penfcrifc:, re^-
%e'-per colfe &e. Egtffhneme laificonverre-nei-
Jl; |ii!f' aipsa^ r « colkie C9mctuier$ per xonqUidere,
gUtfo pet ^Uay ^wuu^-a "pef- fionMta , j^mir
per^felVe^ ^fdatd perribUiato^.^La:«:'j^i&fIimo
it; fofHtutTce^nn* Jr per la ^fsH^ {kincifm «« come
pfZofiA' per peifiiaa , -«««7n)9M- per: iiifoimiuL.>,
j^wsto . per ponb ♦. .
I%i tntto il detto fiti qur,.che Csibbracl: ba*^
Ita^td a- dare, tn abboziBo una idea, del genio del-
{^'^nttnaa;de(tdiiie¥tov> fi'potti') Q|na|[]ditre
f m filorcizef , cte ^it fuo«(e;4eya. jisftiA .«&Teth
^ '^^ ha
* K A » lb 1 g V A K O. tx
Miiattti i$f|N«lte**<lfli?fM|iftm ^^ de^filot dialftft
-'Bolognefe , Lftmbjirdj^ , Senoirere , c M laiigtiide
ddAc^it^ 4^1 Vftokcttt . I fiiofti lie&dkio pf&ant-
tobti ^r t^^iifoae di molte Vocali , eke kifei«-
no eMi ijlegfto fjiiccate )e CDniboanti ^ ntttncHt-
fOhgd cblnfo, Binmar'fimiiraie ,,ai«n' contord-
laa^nto di kbbrft* ^ pmRmiziar#tt}itan0, it (>arta-
ie pieno ) fpffriofo, /criroro. Outiqaede^Napdle-
tMii ai parVy ch«^ de? lora» antenati, avrebbe ca«.
tsio Omzto
Gratis ingeni^m y Grant d$dii #r» rotufHh.'
Mstsa i'ofui- • • ; »
Qaena* eat«tterii!fcst > fiatacostfenwHea^Mu'
tHsqoe h^ ifiiprefe da due fecoU'in c(it^ a^coffV*
porce in quefto^dtaletto ,, che tuttiN 1* haniio»ccwi<-
cordefitente avvibrttta , rcelctirstaf coins jir^gto^fuo ;
pai>ctc(rfafev> II Gortefe'fb definl' nn p^nar^^/^f^
t4«^o , *e iinsttipon cbn'^Michlitta mtikfor^ c<mu
f)ara»dol6 a^qtieHe piame^ ^ Irafta pof»ore , e-
bcctttentt , che 'rieft»(Kono la^ bocca , e wfinganv^
gratamenff: il palata.-
Pdccii ^- Dio*'grazta ^^ avttnmo- tant^ ium^-i^
J^ TMnnadHi^ifZtS'dintO'ass^coitftHtti &cJ
xsAaxb i\ G«pa(lb. Tutti inflm^iiiavliavd^ ftmi^
ca , # conteHata queOa pienezza dt- fiKino - . Ms
ptti dl qciB^ 3£omtiti\ chir pot^efabiBto/^aedcrri^
tion imp^rMaU; , l<9^<i^*DoA^'i^'^i^^ *'^i' ^
civdib^le nattsrale inelina^zboe. dti* popolt ^ ch#*
iKano quefl^ ^letto ^ al' poemu , ^d ftl' catlta^
!«• It Naf^letaito^ c il l^ugtMev-fWchi qfues
fie doe 0321(^1 parkno a nn dfpraifo I»^ iieflit
dialetto ( a* ^tgipenia' de'' €aW?refi'i eii&'f
LecOi >'pafe^chev fmrpT^ pbereggi'S o' canti w'
likiia cIk fie(i ^.cb« pir fo |^«fli .fleffii fit , ;•
leirfijfifiiji , « rnmyncc^ztaiuir^ parflrfe* %dlb fensa
feofo, efeiizii'feptr <|irI eke fi dka mabCq ^
m^cemKmo 4* iftmtoin tei il potti9»% Lq flei^
^ (a^Parrigi^o, fe ii ftiiiiQi«tiaiil lavorv ; lafti^
/o il fabbrkcawe^fe bine ua laAriei»« U> fi^<Hil
y^ttartno. ^ fe il pigro paffo de^CnA' voxAt fcne*
iWKloJ^'4^* fotmo ^ glmie indka t€«Kpfiimffiitc
la tnifura • Voga il naviceilajo , e ai'^ntem
^0niai mmcam, nmita- proimtMS'V-appa nanta •
Kon vi % feHa di contado « dove npn^cbiamin*
. ft'improvvifatsirl , e otm^ri • Tuho in fomma
cantb > e poacb ,.i& mtta »cm p^etf^ta .tm
Delia - paflione • gtim^e * de^ ttellfft • ift detbr d t%
'%o(iiionf .ailaMUttiiea che-giovatragionare ? No
abbuMDo il primatQv l0'abbiaiBO>ca<.p& lecoli ;
\p abbtamo noofcontrarftato, ii^Jo4)«rdi6reino > («
aan^ fe qiialch<t» t«|ro fofiio di^ oUf amontaoa cal-
colarrice filofofi^i, e ia fmanta^di miglicMrarci mo*
^andoci , h»a yerr^ .^ tucbaie ia«ii0ftra. ingemea
Uatit^^^ I' «fpanf]«ina. liberie de^naftii pdnsdni , il
■oftio m%\iiktoio*sa»alaii»\ Stane^i^ftt^fl* 1^ aa%
. )Chr} fer a ^ahmoH rtfialfe aiKor- dobkio dtlU
fiagdjar* , e diflitua atunKiin«> del' <Aat^to. a4
^ccordarfi alle Bftoduiaziom muficho^ noi ne ap^
paiterenm alia teAimonianza: di tantiJUiiflri , 4k
pEimi comf^itori amor vtv^air , che abbi^oa
B«pdotii . Tntti ed i Pkciiini'^, ei.Paffiftlliv
riSacfbiai/^igU' A;nf6ffi , i Gogiltlqii ,, i XatiU
* #. ' i it
Nr^Ai?*©: J-. JR« ib N O- f J
h U¥mns9k, xmm W i u H^t^tkuno piti
d«U' ItatbHM^ UMb . Mk you t b bt io dtr altnmen.
te , perchiil le occccbUt- di ^uilitii|iie 'iionio , an*
phe le pill d«w-, r difaFmoaicha ; gli finehtinb^
jhere^ fe- vaMEim iHKarlo • Ptgiifi pet ftrnt' fag-
gto (raefto v^fo , j^ (c^gfiamd-a cafo « » ^^fo
pfehV ioeomcafi. ki hm amtiift^ efa» poco 6 fa
Softitmfcaavig c^ilU fl:<(&*matob2ioiir ^ canto
jRoltvi dal graii'Paiifielto^ If eorcifpofiJentt I'ta-
liana : ei Signor } mi me f0ss0> irt Dteidafida
cbtttnqf»#'
Se quefto eicmpio come di?erfo/oirercfiiobm-
W' noti Cv ctcdtilTs badaote a &r il cotifcontb , e
la-dectfiont , fappof^tfreoip/qweftt verfid'no^iM-
ufTimo • di}#tio, im^ la mo^K^ daUf tni««iile
Picdiim • '♦
N^n farms, ipfrtfii,
Siccome ttt«r«« le fftcole foiio d'^rigme rtalt»
ii», jioita^la feaiplice mtfftztpsrdellMiifleffioiie ,
cbe rkevofi^ dat dtaitccQ'*^ «c<;o die vi ooatro||!>on^
wma U pxtoilk: baiiMe iioa. badando a cOttftf^
VAS -la rima. .
^W^ S w$Uar h tmf^a ^
.1 ¥^d%*m. tt^u^r gU ammi. *"
:»4 • 'V^Xih^'^r'^^Ci^
Per 4to r che qpitefto^ ItitlhM' cdiifrdtfta^feo ' ai
Dfr'.sl' fatte coiifidtcazUmb traggafi qndftt g«M-
rale teoria-, che nuocetf^almeftteall' effttto dril'
armonta mufica la.* fenterehia^ sifpretzn , e la fp<^''
in&^di^hsKeiM.dtl^:pjKAzi ^iptrai^ U Tedeic^,
•d. U Fi»nt:i(i^akiffafHK«guaKi36n€e^lU'«^
ca , qadio peit fGOsflS:) 4i ^hire^za di- cmifonnntt ,
queflo perch^ foverchio fnervato , e dinnd qiuifi>
fniTofiieo di ffle • *
Bailkf cib aver idetto ddtP indote , e d^j>fer-
prietk dei dtah^m Niipiffletano' rifpelto alia pro-
mamUj^, & alle. alciem:^Hi , die fa< alia i!nfe>iia co-
mune ; giacch^' noftra ihteozioine non ^ gt% tnfe^
gnar. afondo o U gmfnfnMfca' ~&.^ la piOfiHRzia
del noftro dialtfto agU ilHamett «'Soverchta ge-
me it fapere umatio liMfo i( pefo delta varietal
delle lingue dottf- dii^mite iDRredlitie adappren-
dere : i1^ : le. prodoipttni'^ritte tiet noAro dtatef-
to #no finDra;taiime 'tail )4 die '^i' fbrzino a
flttdiarb . Abbkm;feItimio>V)aMK^ dame loro
unatal quale. i^e»v <Keifo'>Ittv ^oale non' far^
forfe tanto^tKflkifle'iieht^si^^tie^l' 'itattand ,
iiidovioar it fenfo 4illr noftfe^T^i V leqitAfiAe-
to Ja fcorza^d^im^iftrana'pro^fittnda, e dVonfia
aocfae- pUi ftraM»*0rt0gr«lM^fembvMO* k^ .
una fpaventevole dlOanza dal tinguaggtd genera*
le , dond^ . in - fMbm^ pel 4) (ttfcoOano pocfaiiTt*
mo.^ Pa0atno om 9'dsvfie<qtpaicfie%quzia Gnunr'
Biatkale,' "-^ .^ ^ i . ♦'**
/"V
HiiAf ^ a. S T flO^ o.
*^v
Dtiikmi , «» 4b<^. ;^f rAt' *
C[l^^ n^i^' aoh' abbta» ccCi« imi^ air.
vnttre v La. lofa decliaaudne) k Gkx6\% atla .
.XfTjliilro 4i^l«lili mn/^atBmmOi che la itng.
pktte dsTixmt tiia£^aiiBt ^ die abbiano tie!
«^gobn ia dtfitHBnaob i^ n^'f a^in5«%» o m>f i
q[iiall*' mUf Ralnaoif; jnttndoav- IvibCiMiia in i iftl
pfanale V nt^ i^bpoiMiife^la* pmndlffiiniii ^ -^ 1^
!iratatt^4^^,elM^fei&iiein»^^ ladt^
P»ifeta &c; II iow pbralr fttspdl^tatiio^ tinifce
'inca^.Mne: ; t .
t i
I -w
i"»
Ri^iafd4» agir aidcolt ayv^rriamb r Ni^
ttotetarti^^oit liaana *i' amobw /^ ^ *im felt^m)
ftttfir qiiehftioAadudfi«tett0':Tt>feMi:, cCe mal
ita t^pttta*i%»eiilifiOv^il^Ca)abrefi^^ « S^
portaft^ pa ricmm cw if TOttL gir atert!^ tm f^n*
vaUbitt'9 ni^ pok&na^tmtemtib-4lttl&(i^tmr^
« i>e«g9t«rjt cO(l«olGicetid(»«fdilto'i> Fidrenttm
ciol oh'ohi y ei Calabrefi colle definen^e-^n >«
r^r vutgo , qttod ntmnM winorum edit ttfHfiae^
io9^Hs * Avv8Ctiirefh» amcht^, '-^kik 3 NapoletanO'
fpefso elide la / cbll' ardodo , e dice Bfiffre , «
mankm^ ^ o M^^ji ftgiW^yOOcoftaa d a iciri l ^^-^
pHi aVaitic»i«6Mco.
S«i' prononai ci contenteteuHr anrehi»v^<>i^i
JM fogimo»c0iciiiffiv prapmnMiogii alftffaMi^
. v.a , di^oeiidft « per e(tmpb4 H nsfo nbtiH^ ti tito
HMvaib, tft NipoittKoa MbMo coftrnkfi tm«
fn$eBhiiiaMiie:|M»l^eMiog&>^ e dire: /' i«ii9M9
0^ &av0ih , farebbe una meflrnonti , no^^r-
uxti • Un Napoletand ^ .die lentifie dir mia m^rtm*
MM avrebbe tal (Mnra , cfae^ grtdei^ttr fiilmo
mammd mi a !
NtVgeneri s' kieolktra qoaldba v«riedb^4ld To-
feato* Bf22aii»(^e'idmaisiM«(rf^ Voe^MiiideU
le frntta • Lo»j^W ^ in. geiieM mafcoliiid dicefi
la pern frttrta*^ ^aon^inefi £be Palbem ; nd pla-
lale poi diconfi U pera ; /o m/Vo nel (ingolare,
lifri plimie Umtta ; U prtmoy h pfuns i\ /«
crisuommehj le opisomm^a \ h peumoco i h
•f^om^ Js/st smrve^^ te leff^ ;^*h-mnp9U , Jc
Iff j-/^«|(i ». Moo k p«rt)^enl>rdi litiguai^^ fe nel
.difirale it'dafie ai oonHr dt qnefii fnnti ht 4i^
Hoenta in m ife«e|b^ fo: .oreno. ufi^tttt * - dltor
il rnddeeti nom ^. ll^^ anche qoaldie alarQ*.
Ml quale ai^vletie^ quefW* AMitaitloii dii geaaBC
pafiTatidQ i^j»hiralet<^oiiie. i».'«iM^o»jK)da% clis
iiiii ptaraicv^/f i9$dees. Per altro noii'^intii»>
f^ eU{i««?ill coawwe ItaU^o^^daiiaeftaaiioinaiiav
igtacchi it brafiski^f ^ tei^bcfieciA , il dkall dl>.
i|a' '&C.* . »* ;> ; * ;* • . ., >• t .. ■
V,
oeiillfllm^^ A« 1» f«Gtnda^pti^(o»d|k del fiogsbu
xe^del pnfeote, delP imptiativp , ci del fij§>
^imttvo , e .d«U'^«tt«iiya , cbe oeli* Italitoft
ltrgq{«aiio>ii>>9 n«I iiofUo dUIerto pigiiaao b
ttrminazione in « > iba 4' »a ^ mau .^.e taiii»
cUnfii'v Q *fUteotui 9 «be oiiafi ^oiufi aiilinguft^
ft fi« «a <r.,.o ua.i.X'balianp dice to luiia. ^
tn tioi ». qiMUo ^Ma f ed U Napoletsuio dice # e
sme y iu ame , ehilU ama^» P«riineiite dice in
smave ftf ama¥i ; M> 4tmfrrius per to ametv*
S^'f-^Ut^smanafe aer tu amerai^. InfoamuaQO
vi ^ ki iM((«iip verbo dtl^ dialetto v«(run teocipQ.^
a picfo«%» iRh« abbi^ i^i de&n^ma^ in # • Ma me-
^Ho s' intenderlL con met^erfi per diftefo la coq«
jugazione d' uir ^ualchc verbo , non men c|w
Suella degli aufittarj jnnQRfavta alia a^BJugazioiit
ii tatti gli altri .
*. * ■
(i) Colofo V ciw fanDo co&fiftere nella b&>
da caricamra tvua la bei^ZKa del iiofiro diale«>i
t04'aiNiaoo;frQni»zt%f)e, a fisnvere con diat
Wfffquefiqi «e^bOv9*<iaaGc<:h% i Napoletani met-
tefsero pib foc^aiis^'loro .amm. ^ofimandQ ^. #•
jMUi an^ndoi. Ma^aM ci coBlfKeino d' amare il
no(b-o Dtatetto , e lafcereQiA*^. altri 1' ammsre
la propria caricatura .
Wnf. perft f? avevs Mms0o^ <^9.^
Itnper;- Anht fm^^awmmmB^ mbmh f 4I^mm*
" Jbnarrimifm ,r kmamitm^ f; -amal^
Ott^t; Jbmasse ^ tmrns^t^^sriMS^ ^
AmM^ema^ mmmstn^^ nmoisero*^
^ . '•m
AvMtV*
PreCi^
AvtvMm0f: avtvM€ ,. a^ivevo | iivt^
Pert • • Ife i<%>*ri^ i e ^ft^vumsk : ^rnM^^'
P^. P. /# ajtfeiH^' Mvmiiyf &e,
' A^tfarrinnHir'y^inHirfite , 07fMrram$m
' Aggf^^fMrvai^ej $ sggiafw :. n^
Ott.
N i^fxhLr'B.T'A'iro. i#;
: lid immrtti^yj amm ttty avanim •
nurtm ^ mf4»$tm'i^
PerCr fit i^lpb^ MWM O'rit/
Flit* ' jii iHWigfflo^ mmtpjlSii^t ■
Inf. A;^', e /wtivJii. o .. *
Ger*. Aif0n»d> .••, ^•.
Sttp» ^vi^« Cbr..
..T"
>. . ♦
PV^f »<^ y dNM|»9 mr 1/^1 ^V/# ^ ^, €m^ Hi-
To SMg^ S$0t9- t^Ci^
P, P*,^' to tra^Ham^^t^
Fut. Sarraggio y^sarra/tf sank*
S.iat9 y^ m m tK -e: m^igaoo ^
<H%
V0%f 9 smtriMt$w^^ smrriano ^ ^
Pert* "^i^J^ sim staio*
P. P. Cif^Jfg^m , e *0m0f$0^9»
Fut* S^rraggh mriv^i ^
Int- Essere^ «iv-,,
Essere stat^m ^ •<: ■ .: '
G«R Mssendo Jtaiff^^- ^'^l^ (..■:\
Stlmiamo^ rapport»riT».dlftero' la c0njtigazi<N
ne del verbo itf^</invr ii quale fe neli'.Itaiiano
>: "phnla tl* trregolsttit^ per .mffimdt Ibrmato. ^'
due verH ambi iisipariatti , «Afliaacii€voli , ciob
dal verbo vado , • cfail yetbo andare , nel ,Vlki
^letMi i^ ^in^% pefch^ v^ 4a parte. 9^
che it verbo Jr^ ancht' eflb* .di origiae lathui
comtnbvad^^ e'fion dipaiideiiie drf verbo. ^41^.
nfivFf ^ del qmkr I'orijpot^ ^ iurftr dalle liagpr fct^
eentrionali*
A]adair#.- - '
N A ?> O 1- E ^ A N O. '*^
Imp. • Jroa , ^ /**, *^ •»»^vw ; //Wr , ^ *«-
ndvate j fe»ino^ r anmgvaHo .
Pcrf. - Annaje ,' e /^«Vi e- fft^i amHa$jft , #
Anndjemo\, e jntHn^ , >e />fcf »w ••;
Plllf. Perf. S) ffiT annmtoy na juto y^e ^V
■TO CS^-f .
FVC. AnjUirtJtggi9 , ^ f^tT^igg*^ ; annate
raff J e JartM/f. j smiarr^ 9 «
Jimnanifftrnp^ , » fSrvtwnw ; Mttnatrim
#r , > farfit0 ; au»arrsnna , r /iir-
OfCat. Anmtrti^ y 9 fonriit^ mmamuw y e
jmrrisii0\ mtmami^ ^ jsfris •
Atmafthamo^ e ^dHlamo ; aun4$mss^
vo J farri^S9po i^ jm00riaifo ^ #
fMrritmo •
Mnnafse , e /^mt . • -
• AnnaSifm^y 9 J9S»9mO\ 4tH9ifSS9m0f:9
/iss9vo ; amnm9$9T0 « t jfrntrt^^
Ifllfi jKf f » • K^« y «^ t;4M rAft//» • ...
jiiriMi9ifi}0| « fmmm0 \ annat9 9 »e
/«r# %mi9'^ yadaw 1 ^ vamm .| #. /
Iii£ Am$af9 , # //Vv ^ e in •
Sup. Annato , r /n/o , # fhiut^^
Wm€m : Amiant9 , # /#»n^« «
a
1
non f^r^bbe tf«BC« dalU^.^accU il- "una nojofa af*
.fclttzioRe > e infioida Cj|rLpat^ia|.S6 ^'aihor del-
la f^ma HOB ci !a tfSMvdfiie, lai conofcenza deU
Ja IHigtta £«ii«iale. ItalkBia ^ ^ip^tettflima ajh
ptena. itttolligeiKia d'»n dialett^, che pocMfii-
tno in fuftaiua (ifte <iK^0fla 5^4#ka P efterio*
j^ ap^eiiza'4eU»-dtve;&i:.jiT0^zia , e del-
la kggiera alt«i«a4me> ^,44 a.'tjuafi tutte k
famJe.. ' -^ . , , * . < • - .i.:'^
.SELLA Slfi^TA^I.
. ■ ,
SUHa fintafli |^o o tmUji'iabbiain cbc dire ,
oofi difliagnliiripfi i)aU«v\C«iviw Italiana :
1^ aitpa ib^.^vf^aer. oofft^ l^ ^^mv^la diflPerenza
tra i dialetti , e le lingue .,( ie .non cbe per
tf}i]anco 4itR6x^ ^ i » «^l^a«fi««^aiente diiSwIi
poffaii. pftf«r U firoie 4i ^«t fauelie , <}ualoni
'la finiafll % 3a mUb^j^gximjBi. fi ^bbon rigiiar.
dare. aifiir«4tiigiie|vdi^»frfe ,. nsia I'lino ii deve dir
diatetto dell' alrra • Sc pc^ h •fiot>a0i i diveifa ,
«dbra fi jjidimmo fiei liogae diMcftfe » e i^fUft*
te quantunqne abUau^ o "^^l^ilaBza , o deriva*
-'4ooo i' WM daUs^lii^at Pc ^1 NapQletano non
ba ponco'diverffitaicAk^ifiotiiffi dal comune ita*
liano. SiilaW £ !oSei:vii#o>..^e f¥^4a coAq|9^
*^iie. {nil natonda Uv«bbor;:ir&«.. 4aUe <:ontorte' co«
ilruzkxiivde^p^mdi^ ch» jli^Qii^ro ai Latini\e
che i dotti ItalianL fecero inf re<^li della rina-
fcenza delle tetters emrar ^ijafi per forza ne)^
blime aulico letterftca }taliaiNi>,> € {peiialwm»
neila poefia* , ^ / ^
Merita ancbe siSefiipiir ^ <>be «c^ TonQ x^t^r
mente i (jlapotetani ne' i piu logoaci , n^ i piu
n
^i
■i
(t
N«l>blFTANO. t%i
fiMndf ^naile iMnUiiit • Qotl Jipidaufslto cIq^-
]f iicm tdtf^ FcfcMtn quel joii ^si(ft0ei. in^ Fr^a-
g cdt *i ignoto at tsaftyi » * Jl* pfttiar ooii ftlkita-.,
}(> r COR cofatda ^pena <ii >pi(ok ^ ic^r<| na im-
dido di flMiu di^e 4lt ddicafesKa di IbtrifQ , e
^i fearfa feitlibilisi Mitl cii^e.* Le paffiooi noti
toi-mefitMKlo la* iiiente> mAi qusttst cltiacai ,< fe-
retia, tranquil la , t tmv^*-ktictment!^ , • tm-
ttianda agli organi le farok^^e le frafr. Ma ii
•Napoletaii» , J'cfftt <ieUa» natnia^ xhe forfe fca
i nervi piu delicati , e la pih proota irritabilita
neile fibre j ft ift>Q .% ?tocco da feofiEUfttoni , tace:
(e lo V, e ^an qoefte o tti fde|Do , o di tetie-
rcz^a, o-di ginfailo, o f& meftizia , o di gu-
flo , o di mnHiuiko '{'Che &h nenvfii gran dif-
^reina ) , fnfaitd i' infianutta > :fi cMwinuKfe ,«e
<m(! fi cetwdle:. AUqca .eetm Ja Ivkitrntto de-
j m di maniiefiar ie foe idee • Le paxote ift gji
J -t^liano, « fiumor-groppo fnlla Itn^Da.. S'sima
{. co'i^efli 9^ eeVcooni, ««! inoti* Ogni imiDbrof ;,
ii ogm parte % in conmiozioae f e voEitbbfr. efpta-
tmre . Cos^ fefiiEa e0er. tKOflda i eloquent^
I mo. Senza ben efpiiineifi fi fa comprender. a^-
^ pieno , e fovente intenerifce ^ .compunge , per*
, luade . In qisello ftato Jd'accenfibne ^ ^ cii con-
vulfione, in cm allora"^ II 'Napoletano, lepiti
impenfate mecafeie ; i pib. arditi «ttaslaii* (4 g(i
paran davanti , e ne & fuo jptcfyio . Fonioa
quindi ufn dHcoffOy e una fintafli^ ^ ciMi fewbm
Sidlio de' facrt Profeti , e degli orieotalt^ Poeti.
elP tmpeto d» propabr le Iiie iiiftiezJbnU aMiI-
ftado%be-al Napsfetano noB manchi a^lenfol,
<e V€Vogemo-^ mavea o nen ii >pi:;e£ecta (vhito
la patola V Qnindi ba inwBiiiite v^ « drf/-
^to^ffieiietv, qualissoy quaUssa ^ mn sacctQ
#■■
4 •
t4 D I A L I T TO <
€Jbe J 1f0mmi u tAmmma ycomtne s^ 4dJ0mm0*-
M y im fMf€ Jkttoff ,3 :4d- altie molt^ Mr oon
trkttevkti in i^izottlU camera de( <iiu:or(b,*e
della ragion 4iithaffr^ «dandM:<rinyenQido it pvo-
f)rio«i e givfto cennintf ^ die ^^vKbke irfa^e •
- Frtxto dt qiiefla AeMai oflUcfttite accenfione
i il fupfdememo ^ A« & ai noml {»oprj , 4i
cni Bon a fovvtenr ia ipeil' ifiante . Vuol ne-
tnitiar on iiotno cooiifiA^Bbv e c«n difprezzo?
lo chianm^yo si D, €u<^ms ^ AJ<nsL deima ^ /di
L'energkbe iirfprtcaabni , tilvoira {eabotm-
nevoli eltcrsLziom SLceompigmxko\ ^ iigaraiao in
oneflo mmuko di penfieri , -e dt futntatiee ^fpref-
BOni . Qttai £nttfli vttol alpettarfi aiiora ^ Fn-
'-W vffr^i aiMVlV/rtff . Ma ft L' antnip accefi^ da
^vbtente paiAiaiti dei NapciLficano y cb^ ^rototn-
'pe in gefii^ in paiole', in krHi|^iiU i)m ofler*
'Va rettortcke regok, nfon fimaffii aongramma-
.tica, BOn vocab>iarin talvolu, ^ tale re^tto
Hi fciiotimento , die ft negit afianri ^ cbe gli
'tlftmsza tutti a- &gno , che (acondia TofcaiK^
iM>a v^iycht a tanto axdvi*
DEQU E&koRI DI LINGUA .
«
Skcenfie 11 noftio volgo paaia^nelb g^fem-
plicit:^ aflai correttaAente il fno natlo dia-
letro , cosl tutti i nofid fcrittori , ecceno i due
il Lombardo, e il. Capaflb^ hanno ct^ piil^cbi
mcffio commeflb inblti , e intollera^itt errori £
KngiM y e bsBfaarifoii^ e talaa^ vi i , «cbe pafla
'per cli^Hko^ quale ii Fafano, e il Valentino ,
tW ne iMK> piewilBwi • XMe %^ cbe non (kr
N A pat ETA NO. ic
; f emQi6 dire C^ i molti fcrhtori ci abtonD piu
i^vaio , o nocioto •
A rrt font! principali ppiTiaizi riditiTe queflo
iannenfo ftuolo di crrori •
PiiflQQ ailt parole, che {ono comuni cos) ja!
nofiro.dtaleftOt corne ai Tofcanp,0 4I gecerak
ItaUaiiQ , «d aile qualt fi ^ p^r ^ooran^a cbta
Una inflefliDne znoltriiora, e barbara^ cr^ndo dar
nel gm& detla pro^ozia noflra .
Sec^ndo .all« parole Italian^ , chi! oon ^fletido
noOfe fi foEio volme ndpolifc$nizzarc ^ Con a|['
giotigere ad efle una capriccipfa proniinzia fe-
ipwdo. ii genio del dialetto . Quefle due fopo Ic
plx cotnuaiy noii men che le piu odiofe clafli
f errprl ; giaccli> confiflono di parole , che bea
4ih dirfi^ che non Caap in rerum namra p Noii
;)n Italiane^ dapoich^ hanno mutazione d'in&ef*
iooe: Qoi;i fon nolkej niano ufandole tra nqii
4iinque foti, moftri , sfinjgi , 9 chimere • ^
La cerza claff^ i deUe parole nodre adoprate
pr ignoniiiza in fenfo » o cx)Ilra2iQne , che nou
locomiticiattdQ a/piegane la prima. claiTe con
JQalche wmpto . I Napoktani hanno la voce~
Wiv pronttnmt^ coU' lileOb fugno ,. che ufa 'd
lefto degl' Italian! « Or n^n maocano autorl , che;
credendo fcrivere con^ elegariza % ^ ^^^ ^g&ot
Erit^ il Kbipoietano I hannoidetto Pojtta. Que«
non ^ voce noflra ; \ voce barbara , moftrua*
£1 ; % an cofspie^fo d' ignoranji^ , di prefunzionfi
£ Ihipiditik ••£' nn parrtcidio, giacchb vtii ve-
de qnelP ifleflS> indegno figlio delta Patria» cht
6 inofiia voleme onecarfi il dialetto , impiegaiw
dpvi i fiioi fudori^ tentaie ffi detnparlot f H^
decio laido., • naafeolb. . ,
: Dial.Naf. B •§»
2* ©I A tJE tTO -i
' PdHineme s^ idccfntrer^ iti fifiatti amori fo fdce
S^mett: II NapoleUno dice Simiftf^^ CKAt i Tio*.
fcfani, n^ dice mai Sownta nel fingolitre ; iiel
plurale pub dire S^niettt ^ t Somtn , \
Cotefti fcemptati 4ian detto ' iiv^n^ ^ ti^-livrs
ptt voift dire H Fibto : lian detto vtBstia fo^Tfe*
^credendo , cbe i Napobtani tKm av^ffisro la pa*
^roia h^tra . L' hanno beniffkno , e T at^rebbeiift*
loro data per ej^reto, fe fuflero vivi qoeftt ictit*
torij che fono <^gt tincitleiunti. HiMideCCo^/^rr-
/inir, in &hro*di pre|;are, quannrnque not 4icia*
mo eguatanente , xrne iTofcam^r^^#. Handecw
tb ncatinan ^^ scatinare , in loogo ^^ incmunmp$^
Ascannai'tl Han. deft o cin^fnon* in Htom "(B
coihmune'&c. tfifommafono moldjlBineTe^vo-
CL , che hahno fvifate , ci^ehdo flolM«n)ente>fcrt«
yittt Con elegan^a . ,
Ayvtttiremo adutique , die 4bno miAilflime le
parole del hodro dialettd,cbe non fi fcoftano
punto ^ poco dal getief aie ItaHano ; wA dive*
Aio dippiiii , the hon^ mai xfeUtto , pariando' ii"^
^letto , fervirfi di qualche paroia , che oMa^*
'ikXi%z al foio gaietafe Iti|}i^6 , poTci^ fi lafci
flare qdale ella \ , e princlpalnaenfe , fe <fniMne^
iiel diatetto la voce equlvalente'lili'lmliiuia: tna^
^tisviflimo fallo % lo ftorjlfatla , elkr con ftndki
J6na gofaggine^^ ^ ' -^
' JUfpetto alia -fl^onKb claffe , die^ tmn \ tffdMi
j^r dffgraria copiofa di moftroofi eftfmpj ,' ife dfw
^-eiTfo qaalclieciarib de' pH!k frequenri •
^ DiH* ItalianO uwcc9 fi i Voluta 4rc il Kfti
»t)ietano ^liiuouo . Qclefk Veiefe ifeJn i ^no(ka -•
Kieabbiamo in6nite per dmotatb gU fci^cchi.-,
tHie ifoR ^niancano ^a-'noi, tnarnoii^abbiaind^ae-
fta.. Siccfa^ Htuacco non^'effindo iftlralktTo.nk
N A P.O L E T A 1^ O. 2^,
Na&bl^t^nQ ^ un ippflro . L' ifieno fi pib dire
di^lfa voce giredar^ Iktta ^aHa voce Italjana^r/-.'
i/^rrf , Nol non I' a^bJamo ; diciamo' strillare ^
yifl^Ob della voct prunto fatta dalP Italiano
promo • ]6Joi diciamo' /^/ro , ed ufiamo anco taU
volta la vocje projito in fenfo di cofa , c}ie non|
fia ancor flantla, Lq flcflb dflla voce accuort^'
htX^ dair Italiano accorio i noi diciamo ^d4ona-
to .,T}^\\^ vozQj^atvQ S\ \ fatta la NapQletan^^
sicrvo y ^che pon efifte : noi diciamo schiavo .'
Dalla voce Italiapa dirimpetto hanno farto^^^-
rtmpf'etfo ; obi diciamo faccefront^ ,
Pair Italiaao ) giunto \\ portefe trafle la vp«'
c« c juyito , che noh ^bbiamo ; noi diciamo iff •
Tcvato : dalPItali^ano addosso fece ^ddupsso ; do-^ ■
vea dire ncuolio^. Si % volotb dalla voce Ifalia-;^
nat /ifArfi fexQe^uoa.wel ngftro.e fi c d^tto/^«-
ro , v6ce fcoi^cia , e capricciofa* II dia^etto nc^
ne ha ^veruna/ jche comfponda a cj^uella Ita|iana..
Ula' dirt o vprr^ , o rnusso^ ^ fe vuot ingenti*
lirfc,, ii^fi voccM/m ^ mussiilp, Fotii i noftri
padrl olTervando, che IMtaliano labro apparttent
alia Tola fpezie umaoa, con filofofico acumjc tro7 •
yaix)no orgo^ioik' q.^{1:a difpiariU •
pi^mo oia d^ una parola, chj^ febb^oe ufata
(la tiottl gli fcrittori a jQomiij^iar dal J^aiSle find
9I CapallQ\, Dure % b^barjfmo da non.ammet- .
tcrli • jE' qdelta la voce 7»m^o fat^a dall' Italiaoa
mo/to • Noi ficur;imente non P abtHamo , u^ {i
trov^r^ vejruno , cbe V abbia mai.iotefa ptonuni-
c;ament* ^^ila parola ass/rjf. . Sicch^ te pari^Ie
Jfiiir# lltiftre 2 ff»fr9 T,§vtrendo fono barbarifmi
B 2 om*
- .'..^
crndeli, come lo i 11 dircon nnit6 ^uff %ymM%
$0 spaxspy mMo hene &c*
DalU terza claffe fono un poco tncno.ntune-
r^ git ^fempj • Ne citeremo uno del Fafanoj^
9 quale al Qanu>V. st.64, dice ..la ioiifajci^tC'
.t^ , volendo dir la bdtta tiacca . Eva^i b voq»
rsciacca iti Napoletai^ , ma ^ 1ji terza perfo-
^ del prtfeiil^ del >erbo sciaceare , e oinota
percuotere il capo • In fenfa ,di debole fi 4ice
'fi^ccoy come nelt* ltaliano.« I0 /# sfiactio y iio
tl ammaccO il capo » io sto fiasco ^ to Ton 6ac-
co^ € iH>n fi dice lo 4(0 sct4CCQ . Abbiam 4a«
cphtrato atreventart , in fenfo di di ventace • Ar*-
f event are ;^i3o1 dir faticare aflai ^ creparjt . Addt^
;t;f;7r/ir#^^ la pa]:ola^ clue jcoaifponde al diven«
4are ItaHanp.
;:Mefiterel3be.qaefla materia una ben m^ 1im*
j^.difcttfiioQe.^ ft la timidU^coIIa juale abbta-
tno intraprefo qneflo noflso javoro , non ce ne
4tr^$ire. Cfai sa fe fin orarfian molti coloro ,
a cut iacdian jpena gti i^rrori di lingua degfi
fcrittorl del dialetlo Patrio ? <X\ sa , che molti
non 'fianvi , at qu;tii iembri » die ognt vooe
fcpncia , gaflSi , jdiflbnante fia per fe ^lelTa J$«»
ptfletana? Se la fortuDa del noOro.di^tletto .mo*
terk fembianza.y fatl tS^x^^ ^tempo , ctie da ndi
a IungO;fi difcorra full* efattezza , efuil'elegan*
'jsa <Ur mcaboti , e fenza afpirare ad epiular (e
!|lorie deil' Accademia della Crufca / cbe dt
eggi all* tntera nazione Icaliana , not le dare,
^mo nel riflretto coofiae deHa Campaaia^i e dellf
Apulia%
DEL.
BELLAS ORTOGRAHA DEL DI;A^
LETTa NA-POLETANO .
CLedefi' nentmlmeiHie » cht il folo pregl»'
dtlla, oTffKgmfia abbfar a coDfiftene- in- que-
fto, che coHr coDvcniitt figure^ e fnoiju delte
laitere ifidichi perfettamente il fuono del la pro*
* Dunzia delle jiarole. La qifal cofii qaanruaque
in gtan paxte fia vera, noolafcia per6 d' avet
anolte, e gravllfifn^ ^cezioai ; perchi nen mi*
aior cma hk.ist aver queda fcieoea , cbe cbia-
nafi- ortoerafia , di far shy che* inecUants> le let*
fere & dimagiia.il m^glia' cfafe fi pc^a T origi-
ne , la derivaiione , il fenfo^ delle parol^, e* #'
diimmaifcano le ambiguita:, • gU equivocl': ef*
.ftndo. cbiaro I che quanro iinpDrtano ptii'Ie c«-
&:, che Don le parole, tantO' pi^ deve^ pjEeb-
jricfi il lafciar compitnder beoe^ i^ feilfi^ » ed^ i
^eofieri d' noo (crittore da chi ia'^ legg^ , id- .
«orch^ male lo j»rot|un?iafle , che' non inpi^ta *
.]*iftradarIo a beo^ promuizidre le voci,«elaicia«-
16 nella perpleflit^ del^ iigni&ato • Q^i4ld^^,
the aveiiao tune ie lij^iie erieittalii e priocU
aalmente TEbraica una imperfettiflima ortQgc»
My.come q^lla^i db* non kArm v^rilna voca*
it r t fcrive moUr coufonaatt mxt&knik , che
Aon fi fentOQO affiitto,.o fidilHiigHoiid appcoai
Ei Maforecid , che' tauto ; fi fono oqcopfOi
icrkrura dl queUa lingua^ fi fono teligiora-
Qiciit^ afleniiti dal iinirar» P antica Oiisogmay
mvcctendovche cambtftadola avrebtero &tta
mianrir ia traccia diUe radtcaK, trefo con cih
bicerto il fenfo <S molu/noie paroU, Lo fiefso
ft 1^^ dttt; de' ipodHoi Fiaoceft y^^e d^l' Ingle*
B i Qr
/.. t
1^ ^ llf A t fiTTift V
ii , t qtialijivendo infimtamente radddlciU U
prontmciiEi del loro antlco afpriffiinb Kngoag-
gto, AOn kail perb voluto Imutame , fe non Te
lef^iermenre ) r ortografia , cmiofeetuSo ia necef*
v£ti di cmkttztB' mediance V cfiftenza in ifcrk'^
to : di tettire 4pffttrftnceiii«nte foperflutf la tradi*
Vione , l^ofigiae » c ^tali i' knitolUgeatSL xbilt
ytfole •
FoTtunatiflimo I tlaco T luHatio » che fin dat
rfiio iiafcer« ba aivuto una ortdgrafia la pitr; ac«
codanre at veto fiionio delia pronaazki,e qticik^
di P ha potuNi feNza Infogup tit ma^zione ca^
jfervave • A^ non dobbiam defraudare* delta gbi-
fia lode git Aecadctnki dtita Crtirea , i 4^11^1
-beA nmkevoli tiWser Aiaanri del Itngiiaggio ^•
iwrale foncrfl afle^mi dai forzar i*^ ortogtafia ad
#(piio)tr» i fuotft aricati , i^ gottofrati , fe
ftfpiftzze dell' idiotifmo loro FipfentiilOt ei Jtiih
jcmantenieiite foAentito^ t foil fifoat deiia Itbgila
•ftnera]^.. C6$> per efempio tl volgp Picffta-
* tMo proBstiiM ,u vooe c^f// in mode , cbt
:fer renders per appiftito U fuOnO dovrei^ (crt-
^erfi ^9ggAi J tita non fr fix)ver^ , chr i Signo-
M deiia Crttfea abbkui peft&to mai a ikria fcrft-
•wre cosl»«
- Tntto it eoRfiarto t' a^t0nii«» n^T ffOfltt)'cM-
ktto . I primi ftrittori d! efsO ii Bafile , ed< ft
Gorter#> lo comtnciardno a fcriv^f^ c6ti una ^
tografia te»faar» , « mO(>ntora ^ e qtiai(iMii i
pi^ d#l dtidetkr noti fafsefo Ea dovtzia* de'Hi
parole piMoria , ta v^hettk ^h{\e ittlnftagihl'/ f
Meq;la deue efpreffion^, Ilia cOnfiaefi^erD tfitiS
Mlk earieaflitt,.e nella goflSlg^ne , e d^kbTiM
di akun* phMiHizfe , mifem ife t^rprlii^r quefid
V ^ ^ un(
«.
N ft 9 O E B T A HI O. ft
^ inc^ chivftre , e Vwa par Ittiia'co^ U' ^tm
^psttet goS at re^i dell^mlU , « cktl' £tir#pa-^
^on qneOa ftomacofft ostografia )ioq Ytno« 'H
Qc6nf^tttrfi F iiReato, cJiorgM ftranttii- Icggeo-
docl potefsero fubito profitinziare i fmmy coam
-n6i\ giacdt^ qt(i«ftff ^ u np e fl B bile ; ma.' ne Ugul
'II cotiti^rio lerikfo di fpaventar tntti ^ e ftn g^i
ftefn Napotetanl dal ieggere Ir oefe fcmte 4nfi!
&ra artogra6a ; psrchV af^ ttttti* panre mm rt-
^4!oiie&ere fettp qaefie Ivifait (jnrotanx^ nn "dofr
ce dialettp ,.e*un non indegno figib deila ^^
'Velli Iialiana ^ ma ian qiulche barbaio > e inn'
^afo lingnaggio .^ £* cofa cenofisiotiflliina eT-
/jervi- ancibe (in infiniti N«q^oleeatii , cfae rraii'
^ttvendovt P oochio avvezzo^, noa- &timi leg**
E^iie^ L« v/iaro 4^ // cjttfu f e t poemi deP
Mtefe, jmi folo efTetto: dtlP orrof^fia , br^m
^mo feritt?.
^ 11 male* coininciato da coftoro in, r(tet di (ft-
ynumirfi andiv crefcehdo ne' fors^gaenH ferictorl
fiso af Fafano , it quale lo portb aH' cecefto*.*
^N«lia fva oiagnMrca edizione del.Tafso entr^' iff
im imp^Qo fhano di tfprimen coil' oftogtafc-
tntttf atiche le fih infenfibUi fmfsct date iiik
coiifonami) tune le eirlbni djetie vocatt-, fatti
I Taddotemienti , a fuofii iocerti di iillabe, ebr
1* Qomo pii^ gtobohmi dli volgo noftfi^ «nek^
be &ttt , Te fa(^ ftato obbligato a psdminziar
qae'fuoi veid. Ne rifukb uti con) fpa«venteveie
acco'Zzamento di confonanci lAddoppiate , di apiau
firofe^v iy accent!' circonfltdt , e di lettere^ fo<
vrabbondatiti ,, cfae quafi- non- rtifflb parola ^ cte
parefse Italiana*.- Fo^a fegno^, ete Ivfofi' qnM^
Don Ifgibile <, allorch^ qaatrordici anili dopo-il-
niUmpO) lie <ti muuta t'ortogtafiai e^Mot^M**
B 4. qy»k
it ^ DtlLETtO
^ncila M CfMtefe . Negit antoft , die
j^atfi d^o , tahmos come il Loiiibaido^ ha fegmt*
^^ onografia del Fafamy ; ^i wtoA detie pMte
del CapaTtio ban Tegutta una ortografia totnzMaa^
^ sncerta,. : .
Quefta parte adonqne a pmr noftro merita fai
ioaggior rifertna, k 6 vmI nmmer in p^io
M ndtto dialmo . .
Venkmo ad indtearne i piincTpaAt dtfettt , • ii
Hoftro fetitimento m fjnella curtografia , AAjcon^
yerrebbe adottare «
Primieminente neile vocr > che Rmtano le sit*
Hibe Itaikme fia ^ fio^ fiu in set a ^ ni^^
stHi y venoe in tefta al Basile , ed at Cortefe^
fcrfver{e sAia^ sbio ^ sbiu , e qutndi fcrifsefa
shiatf> y sbiof^ ^ shioshUt9 \ Quafto accoi*
Mnnrnto fhano del s al b venue a not dallo
Spagnolifmo allor regnante y giacch^ 1* oito|p»»
fia Ii quella' Ungua nfa afsai 1^ ^ , e fen>pre per
indicate il faddolcimento dl qnalche confonan*
* te . Msk il genio dell* cNtograna ItaKana ripti«
^gna a qiiello ; onde % cbe qualcmque haltann
i^redp^ itritta qvefia parola sbiat9 , non com>>
-piender^ , che egli aeve leggerU , come fe (^
ie knitk sfiaf^yCcA fotaavvemtnentodt4>fqnttxi«
•xiar lo sc coll ^^aalcbe dolcezza. Noi crediam^
i^igim fi aboiim in tmto, come feceroil Fafa-
-4K> » e U Lombardo , quefla mamera flrana di
faiv^re^ e rtdurlaval coofiieto sc > che henifK-
no efprune U faono*
IL A quasi tone le paro^» if Fafano, imita-
i^-dal Lombardo, raddoi^^ la prima contbnaiv-
It • II Lombaido per erempto fcrive ccabhdiv^
mbiam^^na^ &c. Cbe capricgia fti^aao^ia fttto
. • .. qw
^^pK(b, DM si oomprende. £*V§tDyxihe<ta)voIta
St prononm con qiulche fbrzaqnefta prima coik
fotuuite: ma oltreach^ quefto aamcmo dt fotiM
i'€jjBi9Sv ifnpercetrii»l6 , pob dtrsr con sincerid f
cbe ^ i Tofcani , e tmti gl' italiam l^abbian»
anche efli nel proniinziam qiialitnqae * voce » cho^
sia preceduta da vocale • Ognono oonfefsec) foT*
la tofiimooianea d^' foot orecchi ^ obt proniin*
»andd le voci.^ canfoy^si profertlcoao ^iccauiai
mir m &ttt cosV si fcrivono, ailorch^ U fegnacafo-
«. coogtunge aSa parolan. Mk non- % vennto i»
icfta ai maeflri^della* nbflra^ ortogi^fia onUson
qnefio' iasspido, « siigpiato taddopptamento dv
Gonfonanti » e farci fcriyer a^ ccata^ • Stimiamo*
dttoque^ not* doversi> io mtto aboliro qikCto hac«
baro ilile.. ... i
Lafcejvmo' fol^iito radcfb|)ptate fe m-^ o^ Ir W
allorcb^^ l4 {Nimt dt quede ladica- P apocope iti
.^ una intiera sillaba* Alcimi- noftri antorit si foa^
* ietvirf' deirapoflcofe in tal' cafo^altti dVon ac-^
oento' circonBe&> . AmbedUe fdocciie r ^ lnal^
Imaginate cofe , come quelle , die ripognanda
alloftile Mi^ ortogiafia Itali^a^ in vece. di dar
ehiacez;til 9 dateo otburiti, e fjpavenfo aglj fira^
.ftieii •!«' Italia non oonbfce ^ accent! ctrcon^
fjuttfk'i L^ Italia^ noii^ nfa- F app^ofe , fiior ch«k
dla. fiiie delie parole » e np^ mat prifna^^ che^
ecnntncino..: Danqo^ ^ jier efempio ,^ dit>vendqrir . '
alia vdco^ Napoletana* Jim^p^ir4ii# (,- favijEftrito >
per €&tto di« raddolcimeitfp* di> piooiiosBa tVyii^
ft iii Oarte^ la propoittstone. iii >. not ftimiamQ.
^rrinforia. mtnfpnmfti o^ jBpn^ ij^ ^mfperHnt , co*j
me fcfifse il Basilr , ' ni mmeperut§ ^> co^gj
«^n> ( litiiklzato ) , e mm gil ^namcmo^ /
Lsifcerttiio fe (he rr nelfa? folk voce ^cM
( qui ):, e ie A^e x/ mIIa fda roee /j/ ( que*
9a Yi p^Fcfa^ efl^ttivatheate in q«eAe dutf 7ocr
M^ proftUiKEia' di(Hniamefir« fbrte , e raddopfiiaca. *
M. cdnfoBante..
3 IL £*^ nota h conti hva , M at bkratili mtt»>
ftei del noAio diaietto tralla ^ ^ aiiorchk po»
^ Tufsiegi^m da altsa tsonfonante. • la n\ Sitnu
k' iR cih^ alio' Spagntiolo^^ e al Grea^ modetnoh
(^ da quaidbqiift cfil ({uefti doe Kiiguags;! io abbW
• f ratto )• dke W Mapoletafto a fuo arbitrio , e
> quasi a .caprkcio «;o^« e /ro/^ y -vesta^ e i#x/4^ ,.
viV^^f e i»fn^ &c* Se vi V quilcht regola per
laper quando abbia ad ufat^l nella pronutiiia V^
«Rav O' 1' iitcYa 4i queft^ due letcere-, ^ ca(b ^a-
m,, td '^ tanto^ difficile ad infegnarlo^, chi Mo-
iaz-pitRica df> maitt- antii» poiFebbe iftruime chi !#<
desiderafse, e ne vaiefte la pena. per uit« dfaiet<- '
iOfi che sinova 1^ nell' at>tHf^ione , e nel difprez^
20 • Ne abbil^ni parlato di (^pia aita fag^ g^ ^
• tectftpfte un efempio uatto dai verbor vo/^r^ •
€S St condeni retarUe lii^^aitlo ^u)* tratfo* datlat
Yoee ti%)m, che corrifodhcb^ all^italiatia' ^alm <^
^ iih'^ece • Si devt d!re"il?y<^••0(?l<»', «W/V va/r J,
iMmn3i^^> ma^^' du^ta trh:[^ dice-^^oak.
^nte bent^' f)^ <^> f^^r^vdir^^ SimtltBeote
ifev^e difsi ferii^raiiieme ^istarvota^, ^e- '^jfte/A^
tf«»^rf ; mil' pub^ d^fsl q-seaeffi^'^Mfiit^: e^h4ik ^t$^i.
fM noh codftfsek^ J'^ifl^ioatbiKU^di daiv K^
ia--<|^fto ?'-""■ '*^ ^" "-^^ / •'■-'-S: ..' i.-*'^ .r:
^ ced k s, oca: col V ^uera CQnfusiQa£.ag]t flra-
N/f POLSTA « O. jf
illefi • Per efempio Tcrivendb c'^/Z/b f/^ir;}# , 99 xb
^nufo si fienM< a riconoTceiie , cH^ le dutf vod
i/^^vff^ , e benuto appartengoRO alio fte(so vttbb
V0mr0\ quamuhque una sia. fctUta cell^v^^ftl*'
tra col ^/
Noi abbiam credoto ftinqiie ^ cfie convcnga ^
|K)C6 cnrando qnefta btzzarria, c cMicatezza <k
STOttiT^ia, ftabilir per regola ferm«, cifialterti
tie €[?6rtogrft6ft, CD€ qtieTi^ parole , le qpali nel-
la loro comfpo^ntc Italiana hanno- la letteia
t> debbano nel noftro dialetto fifsamente fcrirem
anche eel 'v>t per contrario quelle , cbeiiati*
no la 6 , fcrivcrsi- colla- i .' Cosl accoftando Ifr
noftro dialetto' all' ortografia Italianii lo reindeta*
mo pill inteilisibile ai poco efpertr !n efso . Co-
s] {cnwtremty'Pattagfiae tionvattagUa\ kascti^\
€ xnon 'UMscU y e per confrariQ fcriveremo veni-
rr t noid f^l 'hmre^t vedere'^ noa gi^ Mtrr
ftc. Ctb fatemb \h tuttT casi, che if prorttinzia'-
*e ..coine' ^ j come v sU arbtrrariO) e libero^
ma alior crnandd V for2ofa r ia pforttintir delf *
tiha , dell*atfra ci; atte'rHMrio alia pronati7ia%
jCosl ftrivefeffio Wc^ , t fton barca^ ptrch^ U
Napoletan6 diet foltamo^iUtfrri^^.ed tia lataatu^
Hi Tbfeam tl dlt l^ai^a^.
< IV; Geeieralmente in ttifri t^cafi dobr fegial*'
lemo P cfrtografia , cbe pih $'acc6ftia alja comu^
tie Italiana • ConViene -, cfie^ ogHi fi^Ho ft isc^
cia ptegi6>di moftnif nfpettO) ed' attaceamet«l(i
ilia madre comime., « ben limgi dall' Itinalza^
\q ilendardo detla ribellidne , e delta difcordiii
tra 'i Napoletatio y e l^Italiano , not credfsMtib^
noh ppterfi fiir liiegKo , quanto- tl ctrcai!e'dl raA>
dolcire il noftro cTtalettoy d^ ttaIiaiiiZ2ar)o-<}uafH
• ^ B i cfcr
^ 1 A L*E T T O
jche.t nofiii nlttmi Re g^i Ars^adS nan 9(!8^»p>
xono uTare neil^.lofo titieve, e dij>linni,e ii«Uft
kigislaziofie »
Qqefti fopo i noflrt penfieri cifca V oftogEsu-
fia f e ne daremo an primo faggio net Vocabe^
laria, cbe ora pubbtichiaiiM , oei qvaie pncib
iu>n nferemo T ortr^Tafia degK autort ^ mft qu^
fla nofira ; « fp^riam cosl fas prafkamente co*
tofcere, e toccar con mano^ chr fenza fcnfibtfe
alteiazione del la jproniiAzia, & lende ii diaiett<»
afffti pill agcvoJe, e chhio agU ftsanieri , cfae
Jo Iffj^anno -
&RIGINE, E VARTA FORTUI«A D£I»
BIALETTO N AP04iETANO •
s
^Oto^ le Bienti fupeFfictaR poiTona pttfiiada^
^ cbe qoella Iin(oa latina ^ cbe a aoi baa
tran^ndaia k immimali' opere de^CtceroBt, d^
y^&ili de' Ltvj; , degU Orazf, 'e di altri ,- fia
Kara la genenile ,, e tola Ungna di tutto I* In^
pro Romano , o deii'^ Italia almvno ,. fiprendft
f peHa R<epubbltca y, e % ueL Piiacipato. CUvaqna
inedita, vecte ptr cootnrto ^ coe la lingiu.idf
4|i»egli Scfittoii altra non I , cbe ana Bagaa, cbf
^icoifiinc^ara a fcrivtifi per inteliisen^a del Uh
popoh) di Roma da?" Plaosi ,r e da** Tefensi t aOf
dq mutando^i a poc^* a popo y,^ t divenne noa
HagMa cn&if&tna , oggefto de^'naag^rl fiodi^ t
delTb ptii feffie appJicazioni de^ Ramani > nella
raJe- & perosb' at popolot -A fcriAto le l^gt f
free ogni atto pobbUco, fi compoferai vtrfi^
cfcr qaite liagiia fii pimtofto fcritta » cha
farfata / e cbe pe^ upprenden a- fcriv^Ia , ed
N A9d&B t AMO. $7
wrte^occafiom . G confomava dalU. geotr cnka.
molto tempo (otto la cura di Celebris gratntnatw
At che P mfegpavana . Ma IntaQto- non folo
mlk lontanft , e di frefco foggtogare provincie.^
am neir ItaUa (lefla era iu parte diverfo il lin-
gausffo* nasiuale. de-' popoli fucehlato col latte..
M ngtoni r, che ora^ fonnano . il ll^ap dt Pm
glia , malamente de^to di I^lapollf eraao ftate
abiute da popoli AborigaQi ,. qiiali &ixmo^ i
Lellri^nt>*i Liicani ,. ed t SaUot. Qttal lia>
gnaggio avefleto elfi^ \ igooto;. mfi verifioiilmeiv
te comr enno popoli Wrnui pe» le vie dal Set-
tentrione^, c fempre per terra fcnza traveriaf
4ibace a popoUr i* Italia, trae^ano iiloi^ Hn^nas*
gio da quelle regioni » . Occiqparon I Sabim gu
Al^ruzzi ,. er il Prtacipato Ultra fiiijO a Veoou^
mentre \ Lucaoi occttparono if Priocipato Ukra^
• la 6afiUcata,»< e qiuilch&partrdella Calabria
Citerlore ^e i Xjeftrigom^ la terra- di Lasctf^ $<^
pravvenaero per mare dalP Orlente. gll £tm(ci|
•he Qccupato il fuezzo delP Itdia s'a^idaraQO
poi dtftendendO'^ e dilat^do fino alia Campai-
j|ia» ed in (jualcfif^ altra noika.reglone • &U
grande, e diftefa plii dt tutti .fu la domtnazioa
i£ Gteei tx9L not ,. giapob^ non. . fialo' jpi^ta 1«
doe PugUc,. e. plana v e ppW)^, ti Pridci|MW '
d'OtrantQ , e- le CalaoHe. ,^ tna.Ie marme inters
djella Laicania ^e.dejla. GJanipamafuroooiagoia* <
Brate da celebri > . e. pot^ti(T»Qa, coioma Iomi »
Che il linguaggio degli £trolf:l cootenetfe rooK
to di Samacitaop ^ o (ia Tina , (en^ra^ coia . tiir^^
Biai me$i ,tii cl^aro . U Greeo {u^ ^ jdie ,tr^
■oi parloHi', ci i- noto e idafle^ i&rkiopi 1 ei
lU^&meciaglie^,. ajbtfi^a^ddgil. JN^t<HRu4l^<v<mey
^JT* ' T)i A L fitf>
^•andfi antichtti , ch€ rifacquero tia ftOi , € 'dH*
d Ton pcrvenmr,-
^ Eceo lo ftato dc* finguaggt di quefli popoli' ,.
quando pt^arono il coTio noh tiiremo al gn^o, .
lina ad una difegual focierl cd' Romani • Riem^
pliitt dl colonw di cffi, dovette farfi uti mifti^,-
'id nn^ mefcnglia di qued^ quattro o x^que
*foni "tdMlnguaggr* Orazio ci ha confervato. ,
k\\e $A Cat^oHni (bvafi per fcherno il fopranno-
ine di iiUrtgtfe'fs pef lo mtfcugtb de?^ d^e lin-
-guaggt Greco ^ Latinp , che ftcevano ne| pai%
lare* Egli (leflb^ quanttmq^ue di famiglia origr-
\iariamente Romana^ebbe btfogno di fludiarfot-
td un iUtiftfe grammatico Benevenrano la cutta^
'Htigtia Latina , e dtr6z2arla da quetla miflqm
«K Sartnltico ; e di Greco ,. che ihfiend col latte
4tvea facchiata:. L^efiftenza d*im Ilngiiagglb d!-
*verfiffimo dal Latina' tragll Ofci fino' ^i pilt
l^fTi tefnpi delta Rebublica. b indubitabile pjjAr'
la tenitnotiianza^ degli fcrhtori ,,e per 1> avan^cK*
tf^jualdie ifcri'zione Campana i it quati maK
gjCacio la difficold di leggette , baftano ad indi-
tarcL la Jbmix^a direrfitC e ne* fodhi , e- nelle-
^ A: (^fla j^itia y »^ indt^irata* dunoRrazioh^
flelik vaoet3 ,. che haw dovata' avere* anche nelP'
Cta cK Angara i: Aafettn hollrl/dal dotto Lam
ff6 , aggpNingc*^^ ora 1' altr4 non meti^ c^rta ,' che
d^Wa. ffefB Itfigba Latina' folo * una piccb^a oar-
te ¥" a- ftoi 'jjetvenuta if^ quefle fcarfe , e sfran^
tmr.anjHcrpere.di fcrittori ,. the dalle ingiurie
fwm \id.ij?ftjpb'dJ'v<^aeore, ina deHo zclo ren^
gia|b^'C;tttento' a diftmg^er in efli le tracce del
ASajgandftiTdv^ i^ empie filofofie > fof^ po^
tiM falrare ^,c giunger • noi .^ Soao qoefte o-
4
\
jCPOLET A N a if
pbfc mtfi turn fK fog^tta croico . e fiibHine ,
€d ^ Gen' oato , che in s) &tta g[tneK di pro^
^Q'/toiii* pochUfiim partt del eomtlne linguaggte
£ fiioF CQiit«nere> Apranfi t Ltflici : offenreraffi,
c<i« qm(t an terco dclit pa^rofii latint non -^
^rvenuto a noi^ ie non che per fbrtunato iir-
<ontTo in un (ol paflb iH ferittore antico , e
srioltidimt ^par coslt* , mi perchi trovate rft
fanamentt refbtict A Varrcme , dt Fefio, e d^
akri grat^maticr ». St tin f^l Ibglio dt pi& fe
fie fofs^ finarritos Tgnorerenfind quelle Vect •
O^nl giomfr eoi difottecrarfii auovt tfcmioni
s^ tifcontrait «teet nuovis *. Se avverri^ > cbe m<
qualche* biblTotec^ s' incontrino I fnimmentf
peidtKf Ae^foddetii',* o di altri gramtnafict , nu<K
^rv* voci latiine acq«^iili»rem(H« Ol ftelb ignorati«
f^^ itr ctii fiaine^ d^Il2i iitxitf^ lingner l^atina^V-
cbl sa qQafitee ^oc^\^ dt- cut ci' lambkchiame
om H <}erveiIo si troyM; l^etimt^lof^iar ^ fe ia f«*
peffiino' tutta, ti aacoiKetemmo effir puree pref-
te lafdnt f Si fEmtimifb flranamertte il Menagi^^
a tta^ c^gH aigani h tt^ci #//>««' da fjM«r9 \
m dette luoga a qtief^graj:k)(L 1rerfi^ iattt contr^
til Ibi-. "i
^ Jff/li^a 'viefK^ d^e flips' snnr d^te ,: 1
• Mm iifaiit ^erivenh MUfsi ^.'^ .\
QMaittf^ fKii faggi<^ (kAfbbr l^atd^ p«r liA It diM;
<^ (brft^ ine quatehcu'dlatetifo^ antfco^ ItafkfM^
fbvvi te*v«Cr AlfMa*^ cbrrfe- fttv4 Pdtta Cit*
hMHur^ p(»r dhotar fo lldfl<& cfce ttfukf ^,\ ;
^ Ma'vtVdippiit'.-Ejfore &»8^e*ll credere IJ
eht i-'R^dMlrti pfdtitn#a^f>o fe irot^; deHa IM
'*<»:
T^^ij
4» ©fjrtmtvi^Of ^
pttoff^^ temhrsk uuficare. La vatrttt^'iJ^Mifi^
^A trail' pncigrafiat. con ciii -.folio feritti i fcaai:^
m^mi d* Ennio* LugUIo ,* Pacavia »« aueHa^
6oa cui troviar&o fcriita Oazio , Virgttio,iLM
«ano^ la^ vari^4 cmlle ^tografie deife ptti u%
ttche ifcrizioni y. e delle pofterion i tadtflSsien'za
iufine, che ii fccMgd 0jeile iettene, aUorobV'^ UA
aome latiao^fc nelleopere degU ftrittori Grect-^
o un Greco trapada^ ne* Latint ^ tutta mfine ci
i^dich^T^^ ch^ mote lettett finalise iprincipaU
ment« P ^»^ e I' 97^ fi fcctdT^ro ,. ma^ fi elidevate
Afiil pariare . Moiti dittoti^hi fcritti^ iciolti fi-
pfontHiziAVano fegati. Si kttfft ^mrum^ e fi pio«
ttunzib ofHm ; £• fcriflfe ptuusirum ^ ma fi pco^
lum^ib fii^ttmm\ fi forift auricula^ e & pmQHSk
9U> •rifuUiGk feti(re;^4fi««fi%inafi|Mfoaiinztb r^?*
/#x; e qudia pioattBzia in fatU'C^li oenfenrat»
fino a noi 9Ache> dicUoKi^ oro ., orecc^a-, cotie »
Oi ^tiakhe fetteia H inarii) v ii footiai fi fcriflii
ro^ir# t fi pipnonssib r^«tf > fi fcrifiet v^uvius^
pronttiuib v&iWMs^ , e v^^Hmh ; fi fccUfe C^^
^iM» ^, £ pitmttazib. Q^mpm- • Fo^ iofee casl . rU
siarcKevot^ la dif9br«axa trajiia rcrittoia 6 bi
pronuDzta , cfa« all' Jmpexsuor Claudto ven^e in
penfiera ^m^w»t, %a^ MNive loltmi air oito-
S;rafia per ar , clc ip fcritto megUd carrifpon-
filngneva la v C9(if<^na»ie daU'M^ vocals Ai tro-
1^ q»l*ragioaav9ie ^ ciip« toctt le ortMiafo
if^odeair i'baom adottafa>.aiicorch%. nok abbiao^
iyittata %ii«lla &pira*F, cM Claudb ayea tova*
ginata ^ ma fitofi coatfnwi- dLiggumget wmi
|aa)ba ati2|tf,a0Qroaant«.9*a rcriy^r-tf^ I^TiSHnma
fi)i ^^vx pec direi , /^ka ft feifa poiS^(^.i(ar ats
»( JI f«i!i d41a .I9i9l«e ti M^AK^tko 909 <^
^ t
V 1
'c
« AfOtftTANO. 4I .
,„,,, Jlrif etl d* Augufttf^ e &rto pariare, iuh
tfelieremfno ben ibrprtfi dt fentirfo parfaic a(l^
Ipik ItaltanO). ch^. non imtnagiQlaino •
, L' origine dunque nel dialetto tfetie , cioA-
cothe qu»lla di ta(te lis moderae IingiK ^la fia f
ibnte afcofa. tralle. tencbre dl q^eHa rimotJi. aa^-
tichit^ •.
Accorderemo fiicUmeiUe per& , cbe 'da ^;^
^tiltimo foggibgatore di quelle regioflf find a
^ Teodorico per fei fecoli intieri, noneflendovt ffat^
nuovo arrivQ dl efkanie ^nti , ma un gerpenio
dominio della (lelTa hazione ^ faranno andate
indebotendofi fempre ^^ e difperdendofi* Te varietl
de' liiiguaggi V accc^andpfi tuttt a quel Latino >|
^Ke la nazion fignoreggiante fi facea Dtegio cGl
nnlicamenre fcrivere, e ben parlare • TeoddricQ
colla fua picciola arn^ta de'Goti pot¥ ptuttofto
figooreg^ar V Italia , ch« mm mutarne la lin-
§ua V e 1' coflumi » e come la dominaziane de;^
^edefchi tra noi dal 1707- fino al 17J4. n% (S
yeruna paroTa. Tedefca arriccK! xl nolq^ Kngjiag*
gio ^ n)!; in altro lo varib , cosi negpttre avrsSl
pbttito 1 Gotl da Teodonco fina a Tejaftrfen-
fibile mutazione nil linguagg}0 delle noftre re-
giotu • Maggiore ne fecero c«rtamente I Longok
bardi da Al&oino in poi , s¥ perch^ ii Ibro~ do-
minio fa lungo dt molto,sl perchi naturalizza-
TonQ^ tb certd m6da con noi ,e divennero nofidi
inticCMnente,. . ^
lAa fk mutaaione^. clie queffi popolt produf-
feo alia noflra Lattna' Rngua non fn gta prin*
cipalmente qpella di trafmirchiarvt irocf dell^
loro, ma conHftette qua^ tuttft nellb fiorpta*
xnejito , e corruzioQ \ cfae ^geir sgnoianza y, e per
i^
^4\ . -'hllii'tfb
1st (dtnm dlfiicolti iQContrata ad ipptttiSSti \
Vaufarooo m qiafcun^ parole • .
/,;A niuna coTa megko potremnio comparare
% fcdncio caiifato nel Latmo da'^atbart , qnan-
tb atla lingiia Franca parl^a da' Tarchi ogd
tfi tutte ie Scafc del Levame . 'AndiiUtnola
tta poqo ^ p vedad fe andiam lontani dkl vera »
taie cofau'Ji la: Rngoa Franca f E* una fiiperfc
Viate nozione di termini Italiani , che gR Ari-
% ^ e 1 Turchi fanno fenva atcuna cdnofcenza
*dl grarhmatica / e per pura pratica adoperano «
cuanto bafU loroi a farfl alia meglio capire* B
tevantino giunge per pratica ad apprenderr
I'infinito di qualcke verbo nolho, come fareb^
Be- il verbo sure : ma icnza grammatica « t
fenza (ludia, e niieait . ajutaro odil* tmltazioi*
della fua. naturale , e matema lingua tgnora Ip
^onjugazione,.ticchl di ^jaefta fola voce fi fer>re
f far tutta il verbo , e id. viece dl faper dir^ h
'jtOy tH^ Stat y fueHo sti'^ not stiamo , &C. vi
dlcendo , e ripetehdo fempre io star a , tu sta*
ra , queilo star 4^^ not stato'- ,. voi stara &€.
Cosi fa t modi ,^e i tempf^ e colPajufo degli
^uHIiari efce come meglio pub^ d' inMgo • Gli
bafta elTerfi fatto intendere^. Queffo perapfmnfO'
avvcnne del Latino in bocca.aiLongobardt. Ginn*
!;eva il Longobardb per efempib ^i apprenderr
a voce fatminai'mx quella naziooe feroce, e ne^
mica deQe letter fdegnava darfi ta pena di ap*
'])rend^re ^ variazioni deUa declinazione nel ge«
nitivo^ e neil* accufativo*,. t dir fotmin^^ fit*
'tninari^ y e nel plucale fatminarumy foeminas j
'/oemi?]ts.» Andava dicendo fempre femina al'fin-
jgoUre yjfsminc al pmraie « ' ed ecco it noftro
vol'
fitfgM .Par mt i^e^W fytrskrfi Ik^mo^ ite-
^(ua Tarfkofo indied i csrtii. ^
Qtiaft !o A^o avtf^niffe nc' Verb! • Ne igab^
. ri#6fto ' b ^nfuigli2li(^t^ iti graft part« : non dt
iSnf^riv r paf^tVl : ddvCtt^rd fetfvirfi motto^ it^
t^rbt «i6iil(ari re col ftf]iin^, ir 1^ Infinim Ik
xdhliiftatd ^Oaft dgftt CMSaflft ^ «t nffA fliocfo.'v
In breve ( giacch^ non \ noflto iflitato P^ifc.
flat fn ({tiefta ricmia^ ) ptomft a patlaift ti Xa^
ttno fill gofte d^Ma mgiia FraiKSit feti^a gtati*
matf'ea,. a cin poc^t comfeentsade^te Inifilioiiiy.
'« con qtie'^iAiMoft^efiii oatleraaidni di pm-
Dfifi^ia ^ eke ftptthmd fr faniHi da ehi apar^n^
it p^r abi# affia tlUg^ IMMlfro^^iii, e fi vi-
da f^bkb^^ ; dW ti iiafTSn^ 4 a»ivert€^ in les^
Sicrffl! P'^epdei rdette nkfctmst^ dd ti«)fifo^ vor*
gare dfilsetto i^H ^n6k itfimB fiir rifaflfe ht
al mom^to M' arriirisr de^ Loogo&atdi ^ cHt
Idrvikt^no il IXh^HI^ BIfttveniatio • Cbe (e a tft.
lano j^ttl' eccefRfA mitz smMMl , giaccMr
ari^ TecMl intleti pftArncr {Rrionr , cto ft tmri in.
^iHrihcr al(^m ihMiate dM'n«fti!b( v«flgar iKa-
klftd^^ fo ptdgRitflbo a ti§&m^ , c^ aodir
defla Kngoa Friiintk 4h«Qirat nM eiMIe nltme per
4<etittb i^e rib tuHk lilip«ii/et eiif naRn-siam tri^.
a quatt^ofkoif, di«i aiiefta si pa^l».;
^ L»~ iiitefrirS rifpetlaMw • di* - Maraf Hit , ^a cfit
'thnandiaiito cbt v$rrii pt& dKltfat^liie fen^ir
Tigionar di ci& , e le irrefraigalun pruove ^ ctie'
^l ackiiK^e , c^ttAriManttif h 'l)6fh« oftfhione ,"ci
€ifptkf(^ dalP a^negir qur ali^oi. P«(fereftf^
aittn^^itig a^dife , thk m\ fecc^ tkdttmereo em
di'gia ftrtoaw tutft)<, fe pJerferionattf tl noHto-
tlhi^ttl^ ^KMi^'iBiui <?iur4( it^IiairtaiUitt^'a ltgfi#^
che
44 llfftlBTTd
eke h lint) ir kjpvoft di INm A&Mtfi |»
manof^l on refto quad purtflimo m e|b , 9!
Iav fihumfeioiie. (U i^o». iii.^i ^ piceiolifliBia ,
# folo' comflegte in (|>a|fiiie parola aptiqjiata ,
una noR* i^i nrlle forme f rammaticali , che. co>
llimilbmio 1! eflen^ cUlt linipe ^ le qiiail ilal
d^cimoieiio Smila Ui poi aoft- si fim pittite mih
. Dusts AligUffMrnn^ffimo tng^KVi fommo
Jbfeb , sonio .di mifitndd, td iticrediUle fape-
U fop&mtm atttndendo^ T kifeltcd del fao^ b-
mio ^ % a paifr iioftro il pylmo bgi$Iatore ^ e
«eia«flro delta noiba voiga^ favella* . EgU* mI
iiio librodeUa vo^pie Ml^q^^uz^ (lab9l i raidi
^ineiph fu' qvaii la eomune Uogita dov^ re-
colarsi . Conobbe coa avvedutezza filofofica non
wviTsi pModem per lingiia igeiMcale verano de|
idiaktti aUo^ Imrrenii r che trano diftttosUCmi
lUtti. Vollt, che tt'creaflb la Ikigua de.'dotti; e
«tiie fafle legaia a^ivgoie g^aaunati^ali siciue ,
^ fille , e piH!gata da' viscj dl qualuaqua idioti-
fino • ' Si mmb iiv £itd una lingiUi ^uasi noo-
va, ^ da nfamo abitualcdeoia patiata; ed V pc4
«Mlv<:odb 4i qiwtri>> fecoti avvenn^o * che ^ii*
4la lingtm fluoiaipBr dr c»Ii:a si I comiaciata adn-
KialmeiHe a patfar^ .da t^rtl gl' baliaoi delb
piu polita ctofle , ed % dtvenuta loro q|iasi' na-
^larale y e fc 4ioii fiicchiata cqI latce dclla baliaf
ap{Ke& dagli' fiefll geniton fia da'pr^
Vero Vs clie ti» tiitte If^pcovincie d* Italia
j|0eUa^ che-mit^foilecitainentr s^apprqmb^ la
vJiasna taietaie , e lai fece faa,, fii la^TpfeaoaLy
#>.,q^k^e pant deUo dato della <}liiera' j coma
Vielte ^ cte ^oMm Mo dialac^ man <fi tqiti* dl^
N A POX ETA NO. 4f
fcoftante dalla lingua' j>r.efcelta , e formata pet
e(ser la generate *e comiine. Ma ftmpre t ftat(9,
ed % ancora diver fo il volgare , e vik diaiette
dt auefle provincie dalla lin^ getterale ; e
quel Tofcano goffb, caricaio, Afettofo, che si
legge nelle comniedie Tofcane, cotitf parlar moi-
ptio <Id loro Ciapo , cto^^ de! contadttio Fioi>
xentkio « '(b fempre an dialefCo diversMimo &alU ^
liagna Italiaita , ed in effo i ridicoio fcrivere >
e le :ne fono aflbenuti tucti i tioni lealiam , ft
si eceettui qnadclfe vanerelfo woitmo 'foceniir
Napoietano.
-^ Per iftabilire con fitofofico , t fae^ta fqmttU ^
mo il fuo fentimento fitHa ve^^ar angoa Dantt
Aii|bieri enti^ a ttcercare ogm dialetrV d' Itah
lia tn quel fno libto delia volgare eioqueniea ^
Dei di»etto Tofcano , e del R<hnano parlb con
aittflinio difpfez^o ; fiia % rimaTcbevoie , che
delie parole , cfae dite incontrarsi ia eflV e die
eglt rknprovera-sd fuoi concitradint , e aiRo-
mani ., mcrtte ( e tertamente p0r effetto delta
creazione della lingua cnlta ) /lono ftarfe abban^
donate . I Fiorentini non dioono pill introfue ,
lai -i f^ifadi andtmia , ni \ Locchesil ingassafia^
nfe gli Aretini welte , h^ i Romani dico-n^
mezt*re quintQie^i\ fii i Bi^rciiegia^i cingna**
mente >seateicia.te • Atizi nepf^ur si ia ch« vo4ef.*
&ro ^igni&ar qtiefte vod rtmpreKrerafe ai ^«
cktti dialetti da Dante , « forge fofpetto ehe
siano ^fe liate da' coptilt alterare .
Ecco come qnefto insigne poeia , e fiMMa^
pai4a 4fldi del diatetto Pnglie^ , ehe dtreyasi
atvhe SicHtaifo , percht par^c^ nella cottr 4t^
Ke di Sic^iUa Federica, ^M^iolMf .
P I A LETT O
^ Df lo IdiiKDa Sldllano , e Pugliele • *
Cap. XII..
^ pe i criyellatti. ( per ix^tdo di dire ) ynt*
^ gaii d' Italia , facendocotnpaifaziotie traqucl»
^ U, che nsl crivello fqno nmasiv brievemen-
n t« fcegliatno U piu pnor^vjolie. m efli • E
^ primieramenie eiaminiaaao lo iag^£iK> pirca
„ il Siciiiahd , pcrdocbV pate che .0 votgare
^ Skiliano. aWa a^aoto Ja iawa 'fcipfa ^ aU
„ tri, con clb £a che tutti i poem! ^ cf» fiuiH
,9 no gl' Italiani , fi xbMfmw in StciiUno « JC
21 con cib fia ciue tfovUioo toolxi douoii 4i
M cofl^ av^ ^ca¥«iai«lM captato ,/c(we ia
» quelk canzpni .
n Anodr che l^Aiguajier la foco lafli •
n Amor che Jea^fsy^nte .xp^hai m^nato^
; ,, Ma qupfh faxna de la terra di Sictl^ ^
,> fe dirittanstieiHe rifguardiaQio , 4pi^re , che
„ folamente per OKirobrio de* I^riocipi Italiani
y fia riiiufa ; i qoaii oon con modo jeroico ^
„ ma coQ pt^eo fqgfueno la &iperbia . Ma^qael-
91 li iltuftri Eroi F^qrico Cefare t e il faea sa-
« to fuo iigliuQio Manfredl dioioOxandQ: U no-
yf bilta , e direceezza deUa fua iym^f xoeqtse
)»-che 4a faituna gi^i fu^iavorevple^ fe^iuiron^
n ht-c^Ce uottM^ , e U >befUa^ fde^^jutwa. U
>i perobi coioro , clie eranb di ^Ito cmve , e
>i di grazie dotati , Ci s&rzavaao dt aderirfi al|a
3»}iiiaefii di si gran Principi ; talchb in qmei
h tempo tttuo quello, cHt jgli eccellenti Italia-^
ff ill .companevano , n^Ua ,CQtte di si ffM R«
iy primieraipfj^ ufciva. £ pcrcl^ MJorp %gi<»
9y regale 9ra in Sicilia , V avveiiaro , che tutto
f,'!
yy qnelta » c\» i noftii pred^c^flpri contpofero uT
n v«rlg9ff 9 ii cbiama. Stciliaao . ii cbe jfitenemo
yf «ficoj» not ; & i pofteri nouri nan lo po«,
^ frantto s^fttart • Aacba , Hacha : che, fuona
,,.ojra la fm^ba de Pslnma Fedeiico j^^^che. it
.. fonaeSo del fecondo Carlo , che i corn! di
yy Gaenefiai, vmte ^Utipiici , v«riite feuatoa
,, di avarizia* Ma. megh^ % tornare al prop9-
,, fico » che il parlare indarno • Or dicemo, che
n fe vogUamo i^iar« tl volpare SicillanOi cipl^.
,, fia agit aUri ; petcib clie 1 non fi^proferxfe^
„ jbaea qualcbe tempo , coiae % io ,
' 99 Tragemi defle focora ^ fe t' e$te a hQlQAn
„•. tate> '" ^ . •
^ Se queflo poi non vogliaoio f^gliare y insif
^ quello cbe e(ce dalla bocca de'prmcij^aU Ski-
,, liani y cotne neUe preallegate Caai&^i fi pu2>
,, vedere , non h ih nuiladifiereitfe da queild
», cbe % kadabiiifltmo^came di &tto dlmgftre-*
yy ttmo • I P^litfi, p»i o vero pejr la 4^rt^ti
^ bro , o verp per la pcopim^mt^ 4ei fuoi vi^
)9 cini, fenno bnttti barbarifini, e dicono^
' *yf Volscera cbe cbiangeire la quatcacp • . *
,) Ma quantunque comimeniente i paefapi Pu^
, , gliefi parliho brnttamente, alcuiu pecb ecoeU ,
yy lenti tia loro , hanno politaoietite paYlata«^
yy e podo ne le loro canaoni viicaboU moltol
^ conigiani , come manifenamente appare a cl^^.
^ i loro ficritti confidera., coiiKy^;) ^ ; . I
yy Madamia^iir vigUoi., . .^JBfi./^. ,
• •' " « Per
y
f "
B rA LETTO
,9 Pinr firto atndre vh ^ lietftifitatc #
,f li perch% a qoelTt , die noterafflio
91 ctie a h'^xto di fopra , dee-eflletie tnanMeAOf
,^ die ijfc U Sidltaao 9 ift il H^iefe -ib quel
19 voisare, che in Italia t beiliflMo/ cosdo-
„ fi^b^ abbiamo iiioftrato , die gK elo^aentt
. 9> narivi dK' quel paefe fiano da eflb paititi ».
Su qtiedo luogo deU' Aligbteri rifleuerefflo
priimeramente , cbe febbene eglierdttfe 41 Pii«
gliefe, altrimentl dett« Sidltano, dal prioiattii
eome ne efdufe ogni altro particolar diak'Ro ^
Gioirfe(sb perb il concetto gtande , in cui exa
qveflo mma . Nc di cib ci tnaravi^Uaoio* giiK;-
ch^ la Ittigva^taHana culta cominctataadiifiurfi
da* poett prima di Dante , e da- liai promoffii a
maggtar pertesione fi difeoftava inQhti meno
dal noflro voigar dia^etto y che rion fe ne'di*
fcoAa o^i quella lingua , che git Accadeinid
delia Crafca hanao canonizzata, come' di qui a
poco dimoikeremo . '
Rtfletf^remo in kcotiAo In^^ 9 che dsHe lie
Ktile rimpmverate come gol^ &i Pogli^fi , ab«
mo oenamente ta ^eei^' ^iagmnf , -tA ab*
bfaiiio iiactie i^ ^rz fitoiraro ; ma -motz^rm \
Vfia voce ^ che atfittto nbn .idrfxamo , e verifi.
mtimeme Hon ri)biafn mai avuta, <Mick o ileve
dir$ alterata &'copiAi , o, «ome i; pib factk»
Dante avendk» poca ^onvfcenza de' noftri idiofi*
fmi la credette per errote noftra »
Rifletteremo in ter/o luogo , eflere fltta (ag»
gio accotoimento Tuo lo ftabilir per le^e ^ che
friun particolar diakttoddve(!einfialar(f air oao*
ve di tki^a fieiiefale , poicfai tuitt fono fecipre
piem di quelle .^gofiagglni , *aa0maii« , ermr^
gratsuEiMfiaitl , Ibleci^i ^ die il iveig^ commet-^
• • ' te : *
N A P O L E T A M O., 4f
V6^ ma iovtffs tffev la lingua generate , cbe
perctb eglr cbiama il Volgare llittOre Aulico
Caidioaie Cortigiano , fe tion una lingua mor^
ta , alneno una lingua fempre tbelta , purgata ,
e ^fla* Non i difpreggia adunque. del noilro
dialetto , fe non ha I'onor di lingua generate ,
giacch^ fitktto onore ^eppure al Tofcano com-
pete • Sao difpreggio in oggi^ i io fcoftarfi moU
to dairitaliano comune, tl che son e avvenu-
to gisfc, perch^ il noftro Pogliefe da' tempi di
Dante in qui fiefi mdico altemto , ma e avye-
imto, peichi agli fcrittori Tofcani , cha ci fupe-
rarono nello zelo di fcriver in volgare , ed indt
at Signori Accademici della Crurca i piaciuto
rifecare dalla lingua comune moltiflinie voci ^
e moitiflime innelTioni di pronnnzia , cbe at
tempi di Dante erano ufate e da' noHri , e da*
Tofcani ( che incontranfi in quegii fledi fcritto-
ri padri della lingua da efTi fceiti per legislator
ri), e lafciarvi foltanto quelle parole, e quelle
inflefiioni , che s* accoflavano al dialfetto Tofica^
no . Con quefta deflrezza » e , fe ci ^ lecito il
dirlo J con un poco di foverchieria avvenne , che
^V idiotifnu delle Tofcane provtnclis divennero
)a lingua | e il nofltro fe ne trovb didante afiaiy
f ^aiKiito • ^
Ora continuando la (toria del noftro diaUtto,
venUmo- a dire ^ cbe foitunatamente fon perve-
nuti fino a noi alcuni framttTeott de' Diurnalt di
Matteo Spineilo da Giovenazzo per opera di
Gio: B^rardjQfi T^furi comunicati al Muratortt
eke gli pubblic^ la prima volta nella fua raccol-
tn degti Scrtttori de|ie cofe d'ltalia al torn. VIL
Qnefto fciittore % indubitatamecite il pt»to ^
Diai N0f. C cd
"N
^o ^ D I A L E T T O
ed il pib intko %, che abbta fcritto iL volgare
tale quale fi partava , giacch^ tutH gli altri
proiatort fcelti j)er Tefti liagU Accademici deila
Crufca, come iono le lettere di Guittone d'A*
Tttto ) il Teforetto di £ninetto^ Laiini , t tantt
altri pr«fatori per lo pih di ^garizzamenti rit
fono <tanto antichi , itii fcrifTero que) volgare ,
^he (i parlava , rxna pinttof^o ;tina lingua (la-
diata , ;'£ dotta ,' e plena .di <:o(huztoni latinia-
^anti .
^i Diumali di Matteo Spinello ci fanno cono-
feere primieramenre , che tn Gioyinazzo , e nel-
la Puglia parlofH allera quel dialetro , che oggi
% pa^sato alia capitale , e dal quale i Pagliefi
fi fono ora a]<^uanto fcoftati • In fatti quefti
Diurnali fono in "Napoietano purifllimo , ed i
snirabile , xhe in tanri fecoli abbia 11 dialctto
noftro /oflTerta ^osl poca ^mutazione, che ^ quafi
hnpercettibile .
Per maggior foddisfazione de' noftri Lettpri
inferiremo qui due hinghi , e cuiiafi fquarcidi
c^ueda preziofa Cronica , chi^ meglxo daranno
idea del noftro linguaggio /I'allora • La foia iet-
tura di eflTi Tnoflrando 4a natiiralezza , e la (aci-
lita ddlo ,lHle fcmpHce , e niente Ticercato , ft-
r^ pruova , ^cbe io Spinello fcrifse per appunti
come parlava,
AlPanno iiyj. In Cuglio itrovandosi lo fcrit-
tore venuto da Barletta a Napfoli a veder il Pa-
p^ , e la f lent rata in Regno de'Signori di pr-
te Guet£i, de*quali era Capo Mefser Ruggiero
Sanfeverino, siegue a dire (i) • . *
■ ■ . ■ . -^ ■ . - . i.
(0 JC^on pofliam tndafchuv di avvenhe ,
••• ' '* cie
N A P O L E T A N O. 5*
„ Me vene a proposito di notare ftsf una
i^j delle gran cofe fucQ^se in vka mia io fatto
„ de quifio Mefser Rifgiero de S«nfeveui¥»)Co-
,) me me lo-contaje (i) Donatielio di Stasio
,, (k Matera 6rvitore fuo. Me difse /cfae qoan-
,^ do fela rolta de Cafa S^nft veriao allo.Ciiiano
yy iti Canofa , Aimario dt Saofeverino cercaje
jy de ialvarft , '& fugle in verf« BHibeglia pei:
,, trovate qiulche vafctello de mare , *per afcir"
„ fetie da Regno • Et fe arricoidaje di <fA(to
„ Rvgiero , che era ^ccirillo idi iiave .ajaoi « &
„ fe vokaje a Donatkllo , cbe veoia cm i^$o ,
„ & le di(se: i€ me abi^/isfano quiiii dviitc^mm
^, /?/f^iJ/ : va Dwtatitllo , CJ^* farzaH di: satva*
che !n certa colbzione di fcrittori nofhri , <1^
ne' pafsati anni tnttupisefe di pubbiieas^ ii liiira^
jo Giovanni <Gravier at Tomo XL db 'hnfyscix^
qoefia Cfonica ;gi2t pubbiicata ;da1 .Mmratort* , e
all* editore venne in capo di mutarne il Jin*
guaggio, e I'ortografk, Chi sa quanto merito
avrik creduto acquiilaisi prefso Dio , o pre4so*4l
tnonda per. aver gratnuumente linegata » patria,
e ia veritii ^ . ^ , . • i . r:
(1) QneSa dennenza* tfi pafola e ttitte le
Ale consimSi'ne' tihri ameriori at xybot* troVasi
iempre fcritta coll' aio -contao , cerffuo , \iarricQt'
siao e&T^.Queda fcda mntazione 'd^*onogncfia
abbiam noi'creduta necefsaria difare'daH^izitsn
del Moratort , perch^ stam perfuasif che* la tlM>-
derna manieta cti ieriver aJB tende megUa tl
Itiono della pronnnzia , ia quale andie in q[u4'
tempi era simtle' aH' satnoie'. ' /'
i « » »,
52 D I A L E T T O
^ rf f «#7/0 jigliuh » Et Donatiello fe voltajt
^ a fcd|>i2z«60Uo (i') fc 4niyaf€ a Venofa alle
y^ ocfo" ore , fc parlaje a lo CafltUano :; & a
^, ouille p«ato proprio ptgliaiQ lo figltulo^ &
li tno a qnaianta AuguOdi , & un poco-de
^, certa altra moneta, & ufcio dalla Porta ffiui-
^y rvLy fftiza che b fapefse •auflo de~li compa-
„ gnf ; & mBtaie fobitoJi vaAiti a lo figliiriQ,
^ & ad I&o , .& €on uii cavailo de vettara cqa
4, tin facco di amaadole fopn pigiiaro la via
^, larga , ftlkMitanandofe iempre da dove pptea
,i^y efsere canofdmo • JEt in cinque jorni amvaro
yy alia Valle 3eneventana a Gefualdo , dove
^ (tava Mefe/ Dolfo de Gefualdo Zio camaie
,yy di quillo figliulo ; & come lo vidde, difse a
^ Ponattello : Vatte con Dio : s»tito Jevmnil-
iy lo dt •/« Ct^sa .; che nin^ iMgiio perdere la
^ robba mia ffr "Casa Saft^ivepino* Et Dbna-
jfy tiello ft avviaje fubtto per porurloa Celano^
y 9 dove era la ConteiTa Maria Polifena foroK
^ lie lo. ditto Jyleir* Aimario ile Sanfeverino ;
d(2) 11 bravo ^P. PapebrocUo , che ^ il
primo a pubblicare quefti Diurnali , ma da fai
tradotti in latino ,410q intendendo troppo il no- i
^ro lingaaggio, piglib qui im granchto a .fisogot* )
Credette ScapiczacuolIOtUn nome di luogo ^ €
tradafse Dons^tUus ivit Spezzaroluin . Rin^-
r^eiamoio d' aver acricchtta la >aQllra Geografia ,
«ia avvertiamolo , che fe ScapizziacnoHo ^ae
4in luqgQ^ non (aiel^ \pxi oTcurer. vUlaggio ; .
lasefabe jm Cutadone , tanta i la gente , che /
cQntinuamente vi t cotfa y e vt corre^ ' <
N i! PO'LET A N O* yr
i^ & facea poeo viaggto lo jorho pef non Hrac*
,, qmre lb fignuld% £t come ft ^ea notte ,.
„ lo ponieva fopra To Cavallo*. Et come fo a-
jy ]a:*Tavernia de MbrconeiHe (^i), venne ad aU
^ foggiare P Aitiprete i^ Benevento i e ftmpre
,, t<?f)ne menft , quando- lo figiiulo mangiava aU
y, la tavola delli feitfigli , che pare^' , che lo
^ sfidaiTe; £^ mangiava aflai delkato r & con'
jy ditto, che andava con vefiiti triftr, & flrac-
^, cfati > parea fern pre , che lo figliuto moHrafa^
,y fe gentilit^. Et domandaje a Dbnariello^'che
^ I'^er^ quillb iigliolo , & I>onstieir0- re(pofe ,
•,) che P erd figlio . Et T Arci^rete rifpofe s
,^ Noft t^ assomtglia niente^ Et'effo repHcb':
y, I^orze mog/ierema vm ovarii gabbato-. El
hy poi le fece granne mterrogazioni ; & qultido
,) andaje a la camera'* a dbrmire^intefe Odna-
,1 tiello che I'Arciprere trar f^ pariavS( di quifto
y^.^Bgliulo. Et DonatieHd'appe paiira^, eke- -non
^, lo facefle pigliare . Et cosl a Dio « & alia
yy vtntura entraje niella Camera , & fe li ingi-
,y nocch'iaje a pede a 16 l^to , 4ldve ftava coiv
^ cato PArdprete, & le diff^ in^oonfeffe tifttto
,, To fattos epr^ielo per amor dl IXd ^ cbc
,, volefle ponere in (alva ipiillo poveA>*i^liulo.
,, £' Arciprete fe diiTe : N&n dic&re' nhmt m
yy nullo c bitty e sti di baono miimo\ Et 16
yj fece ponere ftpra lo carriaggio , & venne
^ iflb ala via de Celano , & lo appfefentaie
yy falvo alia ^etta Conftfiay &^os> K^pai&*«
2^ Et %tiando la Conte(& lb vedde coil nnccia^
e i „ to
(x) Oggi la Tav«nia di £|moiio.
J4 p I A L E T T O
„ to, fcappaje a chlagnere , cha lo faavea (k*
,) puto otto JG^ni innante de la rotta- ^ & lo
^ tece recreare » & ponere fiibito in ordme • Ec
f% perch^ era una fagace fen^na , lo maiidb fu-
^ oita con auattordki' cavalli a trovare lo Pa*
» pa y perche Cafa Sanfeverino era data ftrntta
„ pes tenere U parte de la Santa Eccl^a • Et
^ nee lo mandaje aflat raccomandato j & lo
9, Papa ne haveya afsai piatate- , & ordinaje ,.
9, che fe defsero mille Fiorini lo anno a Do-
), natiella per lo governo fuo. Pol da 1^ a dui
), annl morl la Contefsa di Celano ^ & lafsaje
iy ventiquattro roilia Fierint- alio dettot Mefs*
fy Rugiera • £t poi Ja Papa dui annt innante j
« che motifseL l^ Imperatore Federico , H <fette
)} per mogliere la Socore del Conte 61 Fiefco »
19b & alloia le dette mille ofize d^ oro per fulv
jy^ venztonrt e- per maoteQere 11 forafclti di Na*
polt, & de lo Regno, che tutti iecero capo
^ a Mefs«. Rugiero , che era fatto «no bello.
i» gio.?ane , e defpuoflo •. E tutta queilo ,. come
n- ? aggio fcritto , me T avea contata DonatieU
^ lo de Stafio de'Matera , che a Id pcefente-
^ Rl coa lo detta Mef& Ungiero. de Sanfeve-
„ rino ^ *'- ; -
Sogg$Hng*rim(^ a^ fuesto. cttrioso pasfo^ u^ al*
tto fratso. ddiP amia 11^8:
J, La notte de li if* dt Marzo a lUrletta
9, nee iotravenne uno grande cafo . Fu' trovato
i^dali. frati dcL unaZitetta (i> cosi bella ^,
,^ quan-
(i) Zittila^ dinotava^ allora una donna
giovane , opgt; diactfa pfecifamente una donzel-
& non manta^ ..
N A P'O L'E t^ A K Q. jy
^ c}iiinto fia in tutta Barietta , Mefs. Aihelie
,, de MoJifiO Cameriere «de Re Manfredo , che
^y (lava a lo lietto coti ciiella.* Zitella , & era
^ vacanda (i); & fo* retenitto ;- & a chella
„ pra ciiiamar0 jo juQmercr, & fe^ portata pre-
„ fone. Et la mattinal' venente Jo patre% t U
yj fiati ieroa fare querela a lo- RV ',- & lo Rb
^, ordenaie,^ che Mefs. Amelio fe^ pigliafse per
„ tn<^tere l» Zirella : -Et Meftw AaieKo man-
',, <bje a &reIo fapere a lo- Cottte de Nfoli/io ,.
„ die 1* erar^a ; & lo Conte li mandaje a di*
,, cere ^ che^ per nulla itianera la pigliafse • £t
„ M^fs^ Amelio fe cotltentaje de darele ducento
J, onze de dote ,. & altretante ne le pag&va lo
yy C(mt&« £c lo patrev& li frati de la Zirella
„ fe di fariano contedUti , percbi eratio de li
J, diik poverl , & bafcta'^ conditfon<i de tdtta
',, Bartecta*. Ma fo Rb difse , cba noii^ volea 6^
„ re perdere la venturii a chelh Zitella /^Ml'
'„ per la bellezza^ foa fe l'ha\^a procaccfalar t
„ Et cosi: Mefe. Anaelio' per non ftare ch\h
^ prefone , poich^ Tidd^ lo animo dellbefato de
„ lo.Ri j^fela fpofaje ; & lo Rt fece fare la
,, fbfta , & difse a^ Mefs; Amelio , che era cosi
^ btton Givikifero mhy coming ptlm^ ; & cha
„ le femmene fongo fa^chi' ; & c4^^ tnttr H figii,
„ che naftentf per amore ^rtefcOno homfni gran-
,, di. Et li' donaje Alvarpne in Capitanata. Ma^-
„ eon tutta queilo <e difse , cbe lo Conte d^
C 4/ „ Mo-'
Irgtii'i' 11 - I 11 • ■<»
(i) y^amid t voce' propria dtel dialetto
f ugliefe , n% la ufano i Napoletani • DIaota
ina dOAoa aoh marltata •-
N
S* 1^1 ALETTO
^ Moltfo , ne (lette forte cornicciato. Ee b K^
y, per chiflo atto giufifieo , ne fb afsat ben vd-
- ^ luio,/& jmadiiaamente da ie fcmmene • Et
„ da r oia innant^ tniti li Cortjgtanl de Ip
\, R^ tennero la bcacbetu kgata a fette no-
M de€be«
Da oiieftt faggi pub argotncntarfi qsanto fJu
lebbe da defiderarfi, cfae d difotterraue dal fim>-
do di qtialche biblioteca akun tAftnuTcnlto xne*
na danneggiato y e mancheyole di cosl prezioro
jnoDumeato » Intanto n^ il Muratoti yiA vema
altia erudko ha mefso in dubbia d^ efser qnefta
la pill ajEitica cionka ItaTtana , e (ode li ^iit
antica profa.
Or prima dl pa^r inaanzi a eontlniiac la
ftoria del noHro dialetto ei fia kcita il dire ^
chf^ febbeae I'averlo noi aCserito. ceme il priraa-
^genixo^-e il (uit andca tragli Italiani fia co(a
^0mtQ chiara per fe flefsa e tanta evidente , che
.dtt niuno cbe ha fior dl fenno dovrebbe efsercl
contraflata , pure dubitlame tanto delta gentralr
preyenzione. conrraria al iioAfo dialetto^ y in cui
jnoki vivoQo , cfae non vogUanao in tQt;^ tra»
pafsarlo fenza addurae alcunapiuova. Ed ^fsen-
do r- imprefa iacUe , folo cL contemeremo acr
c^nname le princ^paU ^
Niona cofa & piti ficuca quanto»cIie efsendosT
tttcra la lingua nioderna Iraliaoa generata d^lla
corruzione deli' antica Latina , quel diaJetta ha
- da tenerfi per il piu antico « che fi ofserverl
difcoftarfi meno dalla fua maidfe lingua Ga per
h maggibr ^uantiti^ di voci ^. che ne ritenga^ ,
fia per la minoc alterazione neUa inf!e(]^one ,
a pronunzia di quelle , ciie dal latipp fon deri>
vaic r « che inconuandoJS: egjy^lmenta nel Nap
N A P d t E r A N O. if
pblit^QO, e nel Tofcano , veggotiO net T^fcsL^
ho difcoflatfi pih dalla loto originarfft voce •
Percidcch^ e&endd^ natural cofa ,>« coftante , che^
tdtt^ le alter&zioni yadanfi gradatamente e qiiast^
impercettibiloaentc facendo', qifamo ^ minore la^
corruztone ^r tantcv indubiutamente lA da efser
Utaggibre rantichirS. Ot> chi noft fente'coYllo^
ftefn'orecchi^ cbe k parole Napoletane €his$9
e cj(i7/0 fi Kollario nietio delie Lactne /x/^, oi
iV/f, che non fe ne fcoftano le Toftane quesBP
c quegUT Dunque indubitatamente 'lur dovuto
prima* diffi chisto^ chitlo ( che fecondp I*brtbM
grafia di tre o qnattm fecolt & trofafi^'jrciillp^
quisttr^ quifto\^ poi cre&iuta Ri|IterazlNie (i"^'
vennto a dlr questi ^ qUffgli ,' €hi non ^ede ,"
che tl n^€^ irerbo Napoletano diatre' non' ha^
xnuta^ione dal Latino s^con»e io ha-ii Y^cfcaiio*
dire? Chi negberd , c6e' I& noffre vocvpatrt ,<
if»/Yf i'r , /rif r^ , • sore , nepote; cr>nsobfino> uioaano *
afsat: piii if Latino , clve non> Ih Tofcant padre^*
madre , fratelld, (breit^a , nipotev cugino* Nor-
Aciamo s^crm quelia , che t Totcanl dicono fuo-
cera ^ (jiiaiito I la noftra idlefliohe |^it victda^
alia latina locrusl Facci0\ saccio^j ^ig'^ ^* ^^
cpftafio alie latlne /iir;o* , sapio-', haheo- a6ai>
«i^, che noK* leTofcane voci ft , sa , ho •.-
Noi dieiamo simiko ; i> Tofcanl dicono fiaffu> v»
il Latino i sii^s. Diciansd rent^ veni^ com^-
ne^ accoftandoci al Latino unet , venh^j c^tw^'-
nhy e non gtl rteifr , ^ viene^convlene.' Di'eiam*'
fiie-yimiejCQtm'i iMti fiUy niwi, r^noftdU*
eiamX!!, oome i Tofcani , iiele , miele. I^iBi^d^^
hofti^smA^\ rd)»i9'C0iifertandd ifi'tmto la pro*-
nonzta ' atittca Latina , * e non alteranddia , comt«^
|«Tofi:a&if)isi bttoaai fi^>nav tiioaa. Sitfiuno^
y8 DLA L1S,VT Q
ditto^ y sstrhtOf &c* come i Lattni diSuij stri*
Sus ^ m^Btre i< Tofcani dicoha detto , ftretta
&c. Anderemma air iQfinita a voler enumeirarer
tutte le w^tjoXt no(lre,.che confervana infl^flioiiBf
pill accoUaate sila Latina «.
Egu^mente ahbUm confervatl fciolti alcisol
fUttonght , chr ji Tofcani han riflrettt ad una.
tocaje . Diciaav> lahdare ^ e aon lodare, frau^
S^Ke- , .e n<»iT frodare , ed ia ul gutfa coBfi^rvia*^
BX) pill U LattnlAno •• ^
In fine della continaa permiitazione fatta pri--
^mi da' Greet » indi da' Latin! ,, e finalmente da^
'i^tr^lla k-y trhu vi fono tanti efempi nelle
tiPziook latine a cominciar fin dai.l|uarto feco-
lov chr o^ni aoma leggitrmente ini^ata in que*
ftt ftudi ci: difp^nleri daii^addurne lunghe pruo-
ve.» Ci> bailer^ rinxandare i noflri lettori alia
Diffettaztone XXXIX. deil' origine detia lingua
Italiana det Muraton ^ che rapporta Tequivoca
curibfa prefo dalP Andrea Alciaro fulla P^ola
BJBO, cbeegtl non f^ppe riconofcere efler^ ia
Scoia larina VU^O in una ifcrizioneefiflente in
ilano* il Muratori avverte ,. cbe^ quefta mu-
tazion di lettere- provveniva dal pronuo^arfi giL
atcnne p4rolie sec<mdo^ il costume Nat o let am ^
E piire quell' ircrizione.y.ed alcre moid^me fi«
mili y chft ft fbna incontnate^ e falle iapidt , e
fi^verri delid Qitecombe. non--fopo pofterioti al
V.'ftGolo-.
' Clie ft alia pni0T» In- &vor AAV antichiti
Mt tioftro diaktto nafcente dal la maggioc coo^
femiitS coUa pronunzia hthia , fi o^unger^ i^
ahra df fion: mino» pcfo dolla noaggiot quantiti
tK parolie Urine tra noi confervate ^ .ciie nel no-
itoor Vocabokiia fi oi&cvesaiuMl ^ ctBTceri la
N AP 6XET A fJO. . jr
ftrza ddla dimoftrazidiie IP tffert qdsfio cofnr
il meno conott^, cos)'tl pi]!t am!co'de*dUletti.
• - Ma fa fAU forte pruova%:^a (^^i^^ noftro , fi
tiarrSL daila graiKlilJitna quantita di parole / che
nei- nafcete^ daiia^ noflra- lingua* fr ufarono da
^e' fcrittotr d' ogni provincia d' Italia , che fo-
no ftatt canonizzati' per te(H' delta- lingua gene«
rale, e ch& jtian (riatio,- e deftraniente^ efputft
da*To(cani ( che miravano a convertir il hto
iHaletto ia lingua generalej'fona reflate foltan^
to tra noi'. "-
II teiler tiir catalogo dfttttterfarebbe immen*
foy e riflucchevole ia^oro ;- tna ba(li>'darne attf"
faggio in nrr brcve cataloga d1 uii" centinajo di*
voci ufatc nelle opefe dt Fra Gulttone d'Arez-
EO » di Ser Bfufietto^ Latini, deb Volgarizzamen-
to della Tavola de?Gradi-di S. Gregorio , nel-
h Rime amichd publicate dall' Atlacci , ^^ ^'
altri antichi Scrlttorl.'
Abbisognosoi ihcontrafi nef Vblgarizzamento de*'
Gradi di S. Girolamo . '
Ace at t aire, in fcnfo di cotnprare. nelle novelle*
antiche /^.izp* : Maestri Alberto gli /* aveu
0ccattato\
Afiiggere, nelle novellc*^ anticBe p; 65; . '
Ahate . per etade\ in» Fra. Gulttoae d*. Arezio-^
Ictt. 2- ' \ . '
AUtfo. per eletto'S In, Dante da Majano Rime
ant. p. '72. AUtto Imperatore*
Alifante. nelle Ilettere di Fra Gulttone;
A^osffav/t, nello fteflS ••
Aisenigpiff. iirt Volg^ de' Gftdf di' S. Gir.
Astufare • per fmorzare / in Tonfmafo de'Sftxa^
<di MefTm^ Race., deir Allacci c; 527;
C 6 C)6^
s'
^ BI A-^LJST TO?
'Cosi J9nza feut^'um gr^m focu •
^cidere».. f^tllt rime di CiuIO'cU Camo if piii-
autico de' poettf luliani, che ai credare dell^
AUacci! fibrl neL i^ip^v ed U 6ui*iioine cgli
avrebbe fcritto piti conettam«nte chiamandola
Ciulo> d? Alcamo ^ chet era la fua patria •
4uciei/Q « in Fia Guittone. lett ^
Autare • per AJtaie .. Francefco^ die Butt com*
mento fopfa. DanU Puig. Saefi^io. dell^Aa^
iate .
Autez%a ^ In- Fia- Gvlttona ltttv6«. dove il dot*
tiflinio fuo commentatore Monf. Giovanni
Bottarl alla» nora 149* non Udegnb dear due
Ittogbi. d^ giaziofo poema della* Ciuccride di
Nicolb Lombardi in con&i&a di quaft^ voci
Mutezs^a , e autQ .
4tuxo, lu. Fra Guiuone. :. Af^resta^i l^ sttirMi
Auzare. Nellb fteflb .
Bate . per vale. Ciofa da Camo Rimt antichr
Cart. 4i h, Nientv m^^ u kalt-^
Bascio • In Puciantone Martciio canzone ^yi
Bvgih* per> voglio.in Ctulo da Camo**
S^jfru^ per far votOv.. Im turn, gli^intichi fcriti^
tori f e padri della lingoa , neila qual voce-
fi fcorg^ la murazionc: della u in ^« ^
BUiffa. per bueia:. m* Foigore, da S*.Geinuiia»
no Race deJr'AIIacci c. jzo^.
Fratj fMft. v*'sttia mM€^ nk Monsstur^ r
Lajjau predicar ai Frati pazzi
Cbl Aaanoi^ tfoppo bmseiifj t poca vero^ ••
r net Volg. della. Tav« de' Gradi dc. &. Gti^
€amp^rt^-. per fivefer. in Cii^'da^Pific^JLao:^'
Ml! AUacci^ c. a.79>.
y
N A P O t fi T A N Q. «
On^V^. per cambfatrc . lii BacciaroM diMef^
fer Bacoae da* PIfa .
€jmgh'. frafib Io*flto(R>'. Jb c*ngh' d^ essa •
Gsftpfcenza . in Me(fer Caecia* da Caftello nel
Cod; Vatic* ^14. Catt. top* Cie ds 4$ vit'
th s^mnta csn^scenza »
9/i • Gil anticht accorgendofi ,. che la voce*
_. JRaiianaqa^, pronnncfavafi con una cerca
forza ttia^iore , ne mutarono T ortografia »
«i alemu' (' corne- Fra Gutrtone ) fcriflera
Cik , altri (cnXkxot Z^. 1^ niodemrNapoieta-
ni^ fertVafno rri*. Mk« It prominzia fi ?ede^
efler data fitniie •
Chiang '. per planer^* iw Tommafo de^ SaxO' da^^
Meflxha «
C^/j^. Ciulo da Camo Rim. Antic, c, 4ir«
piSf Sells donnm dl me tr^verai -
Como. per come, in Guido Giodice Riine an-
ticbe., e in^Ctido da Canid c. 40^. Come tJ
J9pp9' &ona la veriutie .
Creo. per credo. Pietro; diblle Vigne cod: V«^
tic. J 259. E^ ^sndo to creo fosMre .
DUc/prina . in Fra Guittone .
Ensemora . pefi ihfieme ^ Fra- Jacoj^ne^ da' Todi. '
Aitne ^**
Chi ensemora faltuH
Nsemors ha da f9mart\
Ba)t . per. &i . in R Giirtfone',
Faite • per fate , che i Napolelaiii dicono fkci-
tej colle fteffe letrere- de^ Latioiv ma con di-
verfa^- profotiia • nelte fleflb' Fra* Guittone.,
Vaglia. in Ciub da Camo c. 415^. farncafa-'
tlia. Dal Franc^fe Sanz Faul$t , che G|[(i
Toicani^dkoiiafenxa &l]p^
^' \ Dl hL ETTO ; ^
F€7HUoSia FolciaUliteri deVFolcalchlerttSftttriS^.
Ae fiorl nel i2«»; fecoade 1*. AUa«ctc. 9iz^
Ben i^eda^ cb* ^~ fff^j^jor^t i^^mf(timiK9mit^
E' lo meo mslm nen pi^ik contjtrwm
Farnuto . p«f finito « in CtulJo ds Catno • ' '
Bel/a da quilU jorno S9n9 fanmta •
' TjtageHar4\ In Fra Gmttone «-
Ireve. per febre •- iti. Fca Jacopone^ da Todl'
Rime ^u-
Tmf^ per fu • Ufi^tUfina 4k tutti gtr aittichi'
fcri'ttor^ y I quail nfillai toco oriogr;i&i tion:
\^ cfpreiTero la / ,(<:lie fi iftHmezlava* in qpelH dit-
tonghi' ae y of , ue • O^gi i Mapoi^anji fcri-
von0 fuje I perch^ cosl pronunziano .^
Gov ho. per gomito . Francelco Bati>Ihf. Ct 4*'
Crqli'a. Hi Bfa GmttOde «-
Imprometf. per pcometto* m Cialo' daXamo^
c. 455; ^ *
Qu4si9 b^ $* imprvmstt&i t sanzd fagiia;
introppecare . ber inciampare • m Gilio LellL
Race- dell' Allacei . c« J54»
Pf rbi // ptego\ cht pi^ n^n c* intt^ppecte •-
Inviz^are^ in- Fra. Guittone *
/f^an^o.. per/apfkndovin Fra Guittone«
J^r^ . per eri^.. in^ Fra^ Giordano da ^ipalta •-
Jodice . in Fra Jacopc^ FaffiLvaoci mt
Jodicio . in Franco 'Sacchettr.'
J^ja. in fenfo di jpiaicer fi^yolo. tiLFnt Gniii^
rone^
DL vsne iec>olarf /•/# .
Jorntf, in Set Vaani d'Arezzor '^ /» travaglU'
V^' siia^oitie ,1 r ^or^o • Ed oflervafono il
Taflbni , iL Redi , e il Mtna^io , clie cosl
'iuxSQii} quefta floce^ i piil tnttcbi pwti Ita-
lia-
N A f Ol, 9 T A N O. -6i
liatn>€OBii Cui^a d^Camo/y. Fra^.Giuttaxie ,
, td akri, .,
Joshra . in Franco Sacchettw-
Juramenta,/m Fra Goittoxie.
Loceo • per fciocco, ignorante. Rim« ant* delP'
AUac* c« 141* Lo^ra saresfi-^, e foi i* alhu
tsraro. -
L/ocA\ jxt qxxm. in* Fra GuittcM piu volte ^
Nel Teforetto di Se&JIkuiytia Latini •
Ci mistii legpali-
Per moJirare alia gtnU'
Che lacm si^ fijtato;
La. Terra ^ 4 terminata.
l^ Boccaccio nella Piftola N>apol«4. ttalle Pr^-
fe anrictifi c. ^05^- Loco^. tti Abkat^. Janm
Boccaccio .-
Mdlestra ^ ia Fra. Guittone %, ^ In «ltri autori
amichi*. , ,
Mog/der^-. nAW Tav. de' ^radL di. S»^ Gir. , e
• in altri ^
Mulpiplicl^* neira^Storla diBarlaauo e Giofafat-
Nabijskt^ • per innabifsato • 4^ .Meo Abhraccia^
vacca Caaz. a c* 77. deUe sip»«. a|3f idle •
V^te . pei; .tttaaptl . in^ Fra I:acap»^ da.Tudi
ICinre •- ^
Nantl^osto « nello flefso «. Nat9tiffost9 il m% va^
NegrigMttr. m Fm GiiittOflSe:^
Notrict ^ nelle novtUe Anticlie,
D6br$g^iif ^ nel Vol^xisEU de* $crmM& di S^
Patremo » ^ PairftQ « in Ciolp. da CaiB» .
PiHrijai9^ in Daotft da llAajMQO iUxne aor«.Ptf ;•
«4 D tAEETTd
CAf ntflt* momtni ne pvtt parefMre •
fep* in Fra }acopone daTodi. Ma ctm^ftH''
PiatQso . i^> Gnido ' Civateantl Softttt! •
Prerjar-'. per fttgio, fir Mazzeo-da Mtflftna Race;
Aliacci'c* 4S5;
Preife • per Prete • Nm dkiamo^ PrtveH • ia*
Pr. GmttOHe .
Pubrico'. in-Pta^Guikane'.'
Quisto. la Ctnlo da Camd.
Redutto • nd Petrarca , e in Fra Gtthtone;
Refentere* in Ciul6 da Catno Rime Ant. c.40j^
Gknrditi bells pur dt repenttrt^.
Resposto . in Fra Gmttone left; 2;
Rftrinf^\ ist\l6 (it{h\
Riscua • per rinfciu • m Franoefcd' da' Batbet-
rin^ •
" O^attnosa rhtii's '•
Sajetta* in Fra Guittone lett. a;
Sarraggio. neile Rinre Ant. det Cod. Vattai;«
579J.
Sisnoscente , in Meo Abbtacciavd6c|i''Ritne •
S^e Is^gih^te^ villain , e ttsn^seentt'.
SStara-, nef Volg: deNli Tar. de*Gr. di S. Gift
Semontart • In Fra Guittcme lett. ^
SemmofNh^-in^Voiffft^ da & Geniniafio Rime-'
Ant.
//* Lamtdi pan tspo de stmrnana-^
Simprice . ntel Vol|. delta Tav. de* Gn
5%>f/r»0 .'per fefttonb; in'' Fra* Guilt, lett. }•
'Sp¥^dH^\ iiell^'(le(ftl
i'lfo//. nel Vdg. della Tav. de'Gradi; Le SU0J^
immfkfay e coti'moice altt« volte*
i'^^^^'t-iavLnigi-Pdtci MQ4|;ante maggiofe*
Tt4h
NAPOLETANO. ^
Ttadttt^^ 1A( Bbodo Boi»dii • Race. AUacc. o.
Trwamhmi tfndut^i^
Trairt. p«r trarre. xn Fm Gaktcmr.
Fko « in Giovanni Gindice Rim. Ant*All'Aiha
C. 421.
VkstJ^. per baila .^ in Fra*Gio^no Pred. fim^
lamtme vasta. Mi die ^ ed IB Franc. Bud
Inf. c. 11^
N9H' vasta nser fartiu da €9ttoTo •
V$^. nell* Impcrator Federico Rime mckiie . t
tfeo If stmbianti , e nelle rime del Re Enfi0
fuo figlio. Del nuo senuT' new t«e»
Knciun • in Fra Guitt. 1. ia«
Voleno ^ per vogliona .. neUa Tay; <fe*'Gr«< <& SL
Gir;
V^he-* per voIIc-. % nfitatiflimo dah Pfiiarcr ,^
da Fazio degli Uberti^e da tntti gli antichV
ancorch^ oggi fi riguardi come ercor di litt^ .
goa.
Zoi. per qul^ • ifr^ Ceccor tli Mefl^. Angioiieri ^
e in Francefco Barberini cos), troyafirfcrino*
in zJt ^ e in l^ . Vedafi cipcchi & ixa/pk ab^
Uiam. detto alla^ voce vi*
AU)iamd ractolte dal vaflo finolo' di tamf^
£:rittori antichi guefte voci , non per altra ca^
gione-, chepepmr cono&ere qaanto erano ge*
neraii y e fpafi in tatta Italia., e da tntti i poe-
ti ,.e profaiori adoperati ii nofirt* idiorifflu > e^
non )b gtsk- che. per raccoglier cosi poclie^ vod- *
avelfimodoviito fndare a crivellare tutteie poet>
fie di coftoro-, Del che fe taluno- aocor dutxti^
fit ^ potrL difingannarfene vedendo quanta Ire-
foea*
m • il) rut ETT q
qoenttmente ^ e in chv^tgian cdpiadxTctiho <fi
quefll antichi le adopera. Diatnone un efempio
edraendo foltanto queife i cht V ifioontrano nel-
k poche rime vftrk di fonettt , e canzoni cR
Dante Alighieri ^ il quale iodabttatamente nctt
tMV fra nmv •*
Ufa" Dante fpeflb P articoto /i iff veoer d^/Y,
4rcendo /o mtndo , /n mnpio ,. /d V/io ^. /d j^^
ftitcerr^ id cme C^r^ U& vene^ c<mro»n9 y av-
vene\ tene\ sostene ^ per vie'ne ^. convieoe |. av-
viene y ttcne -, fbOiene ; crrjtrr , cridtutM , Ao-
'%i0y.k99€^^ maitroy saccio , sacciott ,. fac^i^ ,
f2i, vertH$^ y-fttuts'^ fertm^^ canc/puto y v^
stutry benegna ,. iaudvre' ^ proveJvnza' , r#wi-
JVMt^\ \fhaa ^penta ^ def^ntSy. C07iduce¥e , iff-
ferf, corcare\f lassare\y.inforcare^ ^c: Ufa r/*
imitfnt^.y di^ientk per rihicoho y^dioonO'^ ^irr^ ,
impif pei^ ineffo\ impiccatd'. Ufa- infine v«^«
yer iredav Msnmlnra per raflbtnigiio « jfi^ pec
J[ueftav appojatff per appoggiare ,. stutarr per
imrtare > ^Mpmre \n wnfo di vivere , #» r/V^
j)er ca ridi% ^ter per Totev chiama m voi per
•diiaiiia tol, n/i/Za per niuno , cers per ciem , ed
alt re infleflioni a parole oggi ttmenoftre^eche
i Tofcant sfiiggonp dk ufare.-
' fiaftina qneAi faggi per qutete dell' antmk dt
^e' noftri coneittadim , che 6 nunmaricano t
rngona fuUa Kngua, cbe parlano . Diajfi ioro
gnatar imova', ch' eflTparbno afllai miglior ha-
^ Jiatio J cbe per ventafa noa $>' Vmagtiiavano • Veg«
flMo , che pomano iir certomodoancheeflfidire
pnmus Troes , fntntxio Italiani • Erano i noflri
modi di pronimmie nos difdegnati allora , anzi
NAPOtS^TANO. *f
vesvrati eome t prtmi > « i piii antichi ^ Se ora
non lo fdne pitt^
Peccaco e noftro ^ e oom naturaf cofa •
L' aver noi negtena di> fcrivcre nei noflro duk
letto ; P efferci umcameptft: <H:cupau dal decimo*
terzo fecolo fino al decimofefh) a a* fcrivere ift
latino , o %A imitare i Tefcani , ct ha fatti de-
guiere da quel primato ^ at quale^ ae' tempi di
Dante ( come di fopr» abbiam rapportato ) fen*-
tKavamo fffere i piii viciof. Onda veniie avcrif*
ficarfi intieramente cioccb^ di noi prefaggendo ^
e guafi profetizzanda caoti> il Pet^aica^ allorcMii
dUfe:^
• •••••• .E i SiciliaaiV '
Che fiiroa^ priroiyeqHivi ^ran da fezzo* (i)>
...Ora coatiauando ia. narrazione. delta varia fosr
tuna, del nodra dialf tea diremo , die dopo Mat>
teo Spinello n^a troviatno altro fcrittor noftto.
in e(fo fino al cteditto Gtovamri Villaoi aittoce
4tlh CrQmica. di P arieno^t f^cbt^ axtiysL fine al
pfincipj: del> ij^^a^
Ma chi ci potreU>e perdonare ,. e qoali olo*
canlti y & vittime ei ^potrebbero efpiare agli oa«
cki di mokr, fe noi trapadbflimo, fenza ram-
QiedcarU>, b Pifbla iii lioguar Napoletana dell*'
ionmettale Giovanni- Boccaccio ?' Tutti' i Cm*
icaoti , de^ q|iiali ( cbi ii' ciederia ) Napoli ha:
abbondato piii y che Firente ifle(& ».^vfan per fer«
'¥ " ■
*(i)r Qnalchot altro efempia di parole , che.
fiitotio un^ tempo generali Italiane , ed ora fono*
ndotM a (blr idioti&nL aoftri ^ s' i&contrer^ net^
Vocabotatio «.
it D I A L E T T O ;
no, eke Penore fatto da nn Bocc^cio at n0itro
ilialetto fia tale e tanto , che laifomigli alia fa<^
V0I0& preghieia di* S. Gregorio per F antma del
Atfinato Ttajano v e fdlo fufftaghi a liberar dall'
sbomimo tt iiofhra dtaletto , ed innalMrlO' ftHe
ftcJfe,
Dirancr adonqoe , cbe H Boccaccio: dhnorandb
Jn^NapoIi) meiitre sn^ di not tegnava Giovannar
I. y verfo V anno f^49* toII^ per ptacevole2»i
itrivere a nome di Giaonetto di Pkrife a- Frait^
eefco de' Bardi in quel volgar dtaiette noftro- $
del .IjQale per efieno^ dd my lungo foggiorno
qjAy e di qnello, che prima avea fat^o in Si-
itilia, dove and5 a fltidiAr la' lingua Greca ,• ave-
va apptefe molte voei , r ffKrfte- ftafi . Ma fic-
come anche oggi avvenebbe a qtialanque To-
icano, cbe d^orando< rr» not* sr voleffse mettef*
te a fcriver in Napoietano C dlalettc^* tamo dif-
&4le'} che-gU Qiem no^lri" qoasi mat non has
iaputo fcrivere correttametite" ) , avveime^ ehe
egli ingannato dalle analogie coAimife inninne^
rabili piteioK error! sia neli^ inMflione , che det-
te alle noftre voci^ earicandola^foverchio , ^
jid]^ aver traveftite in Naproietmid motte vocf ,
e frasr non noftre^, o-fioa!mente nefl* AVer era*
duro do^/^rsi fcoflar fempre dal (m Tofcanaav>
cbe quando non si d6vevat. In oltre confiife le
pronunzie de' due dtaletti Sictliano , e noftro ^
e volendo fcrivere in caricatura sfbrzb foverchio'
1 fuoni dcMe parole . Ni si cieda , che forfe i
Kapoletani in qiiet^ temper pxrhrseTb con qoelfai
caricatura , che egliufa in quefla lettera*, per-
ch^ oltre at confrontp con altri fcritti^ vtcini a
^el tempo de' vert nasionali j ogni piccola pra-
tica y cbe si abbU d^li abbagji , in curiociam-
N A POL ETA MO. 69
pano anclie o^gi gli ftraiueri, fe voglioti icrive.
le h parlare in Napoletano^ palefa fnbito quali
•iaao in qnefta lectera gli errori delk flraniero
Icrittore , e xpalk le variety , ctie veraroence in
quattro fecoli ha potato fofirire il dialetto . Mol-
to pib cUari fono poi per not moltiffimi errori
ejc* copifti y e ferfe dell' ^itore , come avviene
fenpre;, ailorchk ^ copia o si flampa in una liA*
gtia ignota .
I^ot per venerazione al aomt di tanto fcrit-
tore , e perch^ tn fe fteilb considerate i qnefto
«n preziofo monnmento per noi , abbiatn ere*
4litto pregio dell' opera primieramemie rapportar-
lo tale <;^e si tiova ibofrettamente ^oipato
nell' edksione di Fireoze , ed in confriNVD met-
teve la. correzione non fdo di tntti gli errori di
fcrittora y cbe indobitatamente vi fono fcorsi per
abbaglto de^ co{Mi , o ciell'^ditore , ma anche
la cortezioae «li tutte quelle .caricature 4i ^pro.
nanzia , e lii lingua , che vi commife M ooc'
«accio per inefpertezza del vero dialetto . Ma
lafcereigp esillere quelle maniere di dire , e quel-
le parole non mat (late noftre , ma tutte To-
fcane > che vl si vaggono intrufa • Avrenima
ibverchio alterato il Teflo , fe anche auefle avef-
»mo volute corriggete « Ben peri> jomt note le
avvertiretno , ed inoltie rifchiareremo ciocchib per
h mutaziooa Atf tesioi 9 # de' coitwni e u^^^cstt*
to ofciiro • Indi j>er far comprendere quale sia la
mutazione t di ortogNifia , ,e di lingua > che ia
quefti quatrro fecoii na avuta il dialetto , la ri-
Mrremo nel Napoietanp oggi corrente to^lien-
done qnalirnqoe oaibaafQio , e. si vedr4 tubito
qoutto dtvif Hi. chitai » «d itttelligibile a ciafcuho
•• /
7d U I A L E TT O .
una epiAoIa ftata fimnra quasi iDdlfclGrabUe
fkfli noilri nazionali •
Ad Francifco deU! Basde •
Secondo si legge fteli^
edizione di Fii«nze
del 172J. per Tarti-
ni , e Franchi in 4.
Taccimote adiaiqiia ^
caro frattello » a tape-
f i , cba lo primo inor-
1)0 de ^o tneCe de De^
ciembflr Machinti fil>
liaa 5 e appc ano (1)
biello figuo niafciilo ,
cha Dio nee lo garde ,
« ti dea (2) bita a
tiempo s e a biegli a»»i*
Correzione fecondo V
ortografia, c b vera
lingua di quel tem^
po«
rr I r^^ /o primo fUBt^
no dt S4Q mese ^ De^
cembro Mace hint i fil'^
iiaQ f oppe uno Ml'^
figlio tnascolo ^ chd
Dio me- lo guMnde , e
U dia vita a tiempo.^
t 4r bM^ annt • JE per
^ ni.
\
-«*•
■^. f i>. *»■
Boccaccio . I Napoleytani £c6tio €4ippiiil6 yohiil'-
U , cerwilo &c« »ef^ Csq^pello', . Aneiio ^ Cer*
veilo ; dunque cre&ue , €he> dicefsei^ biello per
belJo , e r Wa&t^ . ila^ ^Keat^ .fino a xxk
¥olte ^ueA^alxMgiip'iieIl*atto^^ chle diie:aitt)tf
volte ia qodlla Fett^i^iui decte i^/^fenzaj ser-
rate-. . . • • •
' • (a) SirVir. Ancoffcb^ i Napoiftaiii ptnmid-
Ao fpeflTiflimo iV in ^, aome^abblam ptii voit»
detto dt fopra 3,cib*^i la ^ei^4nt«arti-"Casi fo-
N ) e con certe regoie y conrro le quxlt ha pec-
cato
N A PO L B T A 1* p. ft
hi . E per chillo , cha ^AeUo eJbjf W« dhe la
'nde dice la ttiitnma^ mammana^ cha lo le*
na » cha lo levao (3) , n)ao , mll^ ancucciatut^
fietP aticoccta (4) nitto to s* assom'tglia aUq
s^ afsomiglia aDu pate • patre . E per Dio ere-
^^% V^.* .11*1 \f* > J *•
ca-
pa.
£ par DiO credamolil- 4imoio , ris »^^ <
lo ; cha 'iKfe dice lu h patino , cha la
cato almeno fino a diect volte il Boccaccio in
qaefta Epiflola. Qo) dovea fcrlver iftta , non
bita. AI vcrfo j6. dovea {cnvtx venire scaja ,
e non. benire. h\ verfo 4^. dovea fcriver voglio
dicere^ e non buoglio .dicere. Al verfo 72. do-
vea fcriver avissevQ rueSutOj e non aptfsovi be^
dnto • Al verfo loj. ^vea fcriver 'scrrvfte , e
non fcribere. AI verfo ija. <lovea fcriver scri*
vece/Ioy e non fcribelillo ; ^1 tverfo ig6. dovea
fcriver vedere , e ;non bedere . Al verfo 146.
dovea fcriver tveamoti ^ e non beamoti .Al verfo
147. dovea fcriver Vernacchia , e non Bernsic*
cbia • Per contrario ha mefso I' u dove dovea
metter W h. Cosl .nel verfo 12?* ha detto /ht
in vece di dir abbe •
* {5) fiv^f , iievare > afato da* Tofcani in
fenfo del raccoglier il bambino : noi diciamo
Eigllare . Ma attempt cH Giovanna L \ pofH^
lie , che ufaflimo la ftefsa voce de' ' ofcani : e
perb anche pili facile , che sia un Tofcanifmo
del Boccacio . *
(4) Aneucvta • E' voce oggi tanto difofa-
te', cne caderebbe dubbio fe mat Fabbiamoavu-
ta« Vedesi, che il Boccaccio Ptifa in fenfo 4x
fsfttlbzze •
7*, DIALIITTO
patino I cha k ^aoo- »0Jice ,. r4^ ifi t '^^^
Ice , cha d'> l>onajf>ar> perzi^^* Ob biva^io^
zona ^ O biro Dio , ck4i nde j»b/tf$9 jtbtao
cha 'nde apifse (5) apii- un4> Madama ia Reu
to UDO Madama (fi) la na nostra ! Acca fw^td
Xeina (7) nuoflra .! Ac- eha nde faceriam tut^
CO fefta , cha 'nde 61- // t^r P /mtore sujo \
^eramo tutti per I* amo- \Ah macart Dio stat%
re fuojo ! Ah macari jice foui tando ^^ch^
Dio Aato 'nci fofli ki- abusevo aiuto cbiilo
tanto , ch' apifsovo apu-
(5) ApUsi ^uto . G>ndinili rancatuce di
pronunzia non le ^bianu) mai avute, Solamen-
te negli Sciittori veramente noftri di queltem*
po si trova Mbuto in. vec^ di avuto •
(6) Madama . Dal momento , che gli An-
gioini peryennero al Trono di Pugila, e di Si*
cilia, alie Regine , ed alie fpie Principefse del
fangue Reale d dette coftantemente il titolo di
Madama, r\\ niai gli fcritlori jdi quel tempo qa*
/oirarono di idarlo ad cifse .
(7) Nuostra . L' analogia 'induce fiempre in
tmovi abbagii il Boccaccio . Nuostro in vece di
nodro dicono i Napatetani nel maficolino , soa
poi nel femminino dicono nostra \ A buonron-
to quattro volte in CQsi coita lettera ha com«
mefso qaedo fallo^ a jcui ba iggiunto d* aver
fcritto ciAosa in vece di c^fa , tuQtcia in vece
di torcia , pruoprio in vece di proprlo , fuocm*
$e in vece di jocate ^^hupgltQ in vece di voglio »
credendo accofiam al fvono della ixoftrapionua-
sta,
N A* P O L E T A N O. n
Uk chiUo (8) chUCfte pi^tre i'nchieita , c^n?,
in chiocia I «oin' av' io sfbii* io^ mtdem^ ! E
mo4^veinmQ J £ (acci , sacce ^ cba quando ap^
cha jqaalk appe fiUiata /^^ filliaso Machimt »
NIaciunti (9) , a cuor- a cuorpo li compart U
po li compari lie puin- maadaro Id chit* bilh
daro .lo chiu,beIIo puor- puorco^ ebu bedissev
ca , cha btdifsovo iiigi- ingimai , ^. manduc^O'
mai , e mandichaosillo jf/o ^«r/o , eJka nee U
tiuta ; cha 'ocelle puoz« /n^ii , j/. buoje su ,
za, (i buoi tti 9 benire ventre scajs^ cha schit*
Ccaja (to) , cha fduuo
taa-
:^
ala , dalla qnale. (i % anzi fcoftato , ed e cadut<|
nell' acci^mo SicUiano , o Calabrefe •
(8) Chiacere* Aache qui fii iDgatHiatp dalP
analogia • Siccome i Napoletani dicona c/&/^ ,
cito^ere J chianu in. vece di piii t piovere^l pia-
jom^ cosi egU fcr^dette daver dtr^^/tfC^r^i'i cam-
bio 4x piacere , • fiiia a fei volte feplicb quefta
grofTo crtcre. . *
\^) A cuorpQ • Conffpondcva at Tofcana
di .battiD • Era una mauicia di dire prefa dat
France^, ^Horcbi i Sovraot di quetla nazione
jQfgnaado tra aat aveanci introaottt ael lioi
guag^ nM>lte parole di quella Ungita , t7fan6
ai&i I Ifvuicefi la vpat ecmp^ « aioendo beak
9^p , d* $m €9Mp J a C9UP 4Mr <^r. Qgg1 % at
ferio dirufaco queAo moao di dire ^ cuorpo pet
dtnour (iibito.
(icQ ScaJM^ Corrotto dal latioa scabies •
O^ voce^ difafata a&ttQ. . Ma non ^ mutata
' iropreca 2}one gtocofa . che qui vJk U Boccaccio.
Dial.Nsf. ^ gja^.
V
74 ti ALurrty
tanfUlo non ce de tnan- tt tamitlo -non tt ndit
i!ao « '£ dat>poi iti) ikandao • B dmppBi "aU
arquanCi iilomi le&ci* quMni fttvmf h* fm^
ihobatiggtare^ porta va-' 7)*9 iaftiggiare^^ e pM^
Job fnammana tncom-\ rWo la mtunmana /«.
bogliato hi deOo {^tij ccmhogUato indeio C^
Ciprefe JSl Btdatfainti 3^ ptett di Mackinfi im
giacch^ \ uftratiflimo ancor 0^1 it dire u
g4f la zella 'y e prende ortgfne s> fatta impiecth
jslone fin ia^KomsLm. Occupet exnemtim scaiies^
Kliflc Orazio.
(11) Arquarai ^ ^rcuna^ levao , bi^n mi
ciene , tin ml poterana , ^#V» se^ ft "ekiaet ^ r«»
iiihyhtio txttti Tofcanifmt pretti , che foap*
f»ano at Boccaccb ^ « trafpalono <K fetto a que-
ifta vefte sforzata di pronanzia Napolccami ^ did
,egli fi ftudlb d' imitare • Bfogaa conlefiMo «
ftvea appVefa taluna voce, e frafe miftra , «a
iapeva pochiflimo il dialetto tiktto • 11 faperben
lioa lingua non natla , \, una imprefa all&t pi&
^ dara , cne non pare. Tito Livio ifteflb peccb^ al
tfr drPoiIione, ail^atavinitl.' Rouflean, r^Idqiien^
ttflimp Rouflfeati peceiai <B GinevritJi , c it gdm
Boo^cio j|)eccb* di Tdfc^df^, quandb' voile kiSv
y^r m NapoJetano/
.4 fa) JQipresr: Pkrd1a*oggi ig&o!HK^ar. Ve^
^^fi aver mnotato cioccfi^ (fhtamafi 'tfa not rdi-
trhllo^ e 434* Tdfcani coltriCella ^ ftelia quaite fi
«avvQigono i bambini di fopra le firfce • Pare
crediSue^effer derivata quefta Voce* dk Cipro ifo-
Ij>^ in qoel tempo nobitiflitna -^ ^'dovtzio^ , trat-
u i|ttale, e Napoii ecCvi grandtdtma.corrifpoii-^
• - "V * • • den*'
N A P O.L EX A.N O. 75
IK 9hiI(o. deUo. (ij) chillo de €amMiot9
*iiitellofo inforrato di inforraio de varo^' non
iraro : noh X^co , f€ saccl4i se te s* atrecot^
te €* arrecoida , qual da fuallsso vogUx> di*
ifTo buogllo dkere co • <evt to , E J a. Squat"
E Ja.^Squarciotie yot* <'tone pwttaa la totcU:
tao la tuorcia allqiiiata allumata chUna cbiena
chieqa c.hiena de carii- de carline y e foronci
i^ (14) i ^ forononci
COiQ*
dcnza di commercio . Setto quefia Regina Gio«
Tanna L ^ilorch^ nel i^4j. iiivvi una gran tem«
l^a defcrUta dal Petrarca , .e pot da Angelo di
uo&a,n^, perirono nel porto di Napoli tre ga«
l^e^ cbe erano venute da Cipro , e (tavano fol
pudto di toruarvL, e nel IJ72. arrivb in Na-
poli lo fte^To Re cG Cipro, e fu dalla fuddetta
^eaina a 1ml congiunta di fangue , di nazione ,
e (u alleanza amprevolmente accoltp • Sicch^
dfil lavorarfi forfe si fatta HofTa di fera in' Ci-<
pro^ paefe abboQdaatilTiiiio di ottim# (ete, pot^
formarfi la voce Ciprese . L' ufo confervato fino
al dJ d' oggi i , cbe quefto cotriello , in cui fi
mandanO i bambini ravvoiti a bactezzare , fia
ricchidlmo , oQde i chc, alia gente povera gfi
fornifce la Heffa levatrice^ che ne tiene a ta|
$&,wy 0^' fijpetbaniente nj^ainati , e gallonati • -
(12) Dell^ ^maelloso ,[ Non formando al«
cun fcnto si fatte voci, le crediamo error d} co«
plljii , e che dobba leggerH de Camhelioto ,
\i^) Chtena de carline* In que' fecoU dt
fervocofa divpzigne per. render pfli prezioG 1 ce*
tei. o&ru 9i{^ Cbkie jS.ioIev.anQ arriccbiie a)a
■ ^ ^ : moi:
7t ^ DI AI-.E TTO
coxUpari (t j) J^nnello c»mpari jMnnefto tat"
Borzaro , Colia S(?oh- /iro, CotaScmtgiari^
giario,, Turcijle Parce- Turcllth * Varcetano ,
tano ^EranziilQ Scbioc- Tt^vnMlo Schioccmftt-
caprete , (i 6) Sei:ilIo u ^ ,$am(1o 'Scp»z*4^*
Sponz^oco , e Martjjc- co ; jp MartMceeUo Or-
cf Ho Orcano perzl j e rano pefzl} e non sac-
Don faceio ^pianta delli cio quanta He It mcttta
ic^llio mfUib de Na- melno de j^apoU p E
pole 1 E ghironci in jgiieronci inciieua^cn
;clu€ita ^n ;ipfi (17) ^
Ma-
mioht mOnete inzeppate ilelb cera* Ora die 1a
pietk jt raflfrecUata di molto , altrq non % refb-
to , fe . non che la memoria di tal nfo ridotto
i^lld ini^inatiire , e inargentatore de'cerei , che
ff ofTrono alf altare , e fu* quali £ latino va-
ti ornamenti d* mtagli , ove potrd^bero affig-
gerfiviDonete ;.ma i cariini non ^ ii veggonA
piu • ♦
(15) Tutfi queftl nomi , e eognotni 6att ,
e {Irani gli ha accozzati il ^ccacdo per dat
&ggio deile carijpature del dialetio; ma non fond
^ognomi di famiglie nobili , che abbiano efiftito
in veruoa deRe npQte Piazze • Eiano cognonn
.popplari • . . .
(^ 6) 'SefriMo. 'Tkit leggerfi Sarfi!Io . San9
^ abtn-eviatura del nome di Baldafiarto confenrata
a'ncor oggi in taluna famtgiia • Non fopo mohi
anni, che ^ motto D. Sarro d^Afflitto'.'^mage-
neralmente \ dffofata .
(17) Parimente n^nomi di (\pMe donne
vrite moltcar la caricatura . Catelh k nome del
Satt«
Mar^b- Cacdapulce^ , ifjJ MtnUm Caccis*
Oitella. Saccati ^ Zita fuLce^QateiUSaccoti^
Ciibuof^ ,. e Rudetola Zits CuUiess^ e^Rn*
de Puona nuova ,. c- detola de Potim^wyoa-^
tutte chille zittelle del- •# tutn citlUrzinlU de
ja.chiazza nuoflm(i8)« la citazza^ n^rtrtu. ST
£ . piioforool i DCHiw Aai- fosoiumli nwm Anto^
, Uvuello. ^ ad onore de ^nUlh W enwfe de Santa
Santo Antuono ,, cha AnuumocianetUgHor^
'iice lo garde .. £ s' <& . F x/ svwovl V9*
apiflbvi bedt^o quanta duta ^a^ta b^lh' de
^Ua de Nido ,^ e de Nido.^. e>^ d^ Qapi^anm
Capovana perzl^ e del- perzX , e d&llr c&iaz^
le chiazzt beaoDoo a viswim akesetaetia^
befetare la feta (i^) , gHatuii y pe cUrtB fi
. pe ciertQ' ti Appevtina- ,^pive~ maravilUati^ .
lavUUato • Bi^a n^i te- ^ Bene me tent ^ wa^nt^' m
M , quant* a>> menit » . nteme ^^ chiH 3e ciem6
fAih de ciento cteo , eeee^ che fgis^eeo e^lh.
' ■ " ■ ■ a I ■ ' I » | >| ^ 11 II ii m III {\'
Salim TiiMlare (fa* Caikllama» di Seabia , ed V
ancour Qfttaliflimd • Z/V^ % la a{)bre\dMiira del
some di Brtgida-^ dtfii&ta^iii tstto-. Qo^ di ^^
(i 8) eilazU . Cbiazza ^ e Sedlle fono fi. '
Mouni tra ner, cosi^ x^nvm sa .
(19) Feta\ latimrmo, che fleatiamo^icm-
4«« eflcse Qoat mxo ruA nofiro dialetta.
(ao) Zeppe erfai^eUau , Nome di cofa^ilDii
Mitiip^nte aU' acconciatma dcile te{!e di allota .
Pare che abbia dinouto q^eUafeezied'orQameR*
» di tofta fciuacciMo cbe fi v4e efptcOb 001)5
y
i% ©t A tittd
^ppe^rttffMife,,ecot- 2:epte ert imitate , ^
«le maneeangiane (21) cvilemdnecaHgiMnecbh*
thkfte *c peme , e tf w rff /?f r»r , r </* w
attro fDedlefnniO ^ cha medemo , Ci&tf «f^^ ^m
'hde fia taucfeita ditIM iaadato chithDio ^ci^
©CO , . clla le ctead . fo rrr/^o • Acca stav^"
Acco' fta^Mio biellc ! »a ir//e f Uno^arstvho
Ufio paravtfe pmoprTo ptoprio parze cAiih
parze crhltlo jnotDo ia [fU9rn6 la chtazta nsh
chia?2a niiodra . Qnant' stri. Qjtan^ 4 Machine'
a Machititi bona fta , ti b^na sta , & aik^
ft laUetafi iiK>ko tiello ^rdse ypolt^ ik lofigtf^
Cglio : fton p6 ^nanto »•« /y<^ tanta ^mco jaee
/awco jac^ alio hctto , ulU tietto , tomofigliig^
tom« feta cid* i • Apinf ht tha'd^ ^ . AvimnMe^
'ZQQtje atscera a diccrc aneota a Jk$re arcun^
•ETCtma CUO& ,' ft 'chh- 'casa , sf pta^e a ttm •
€c a ten(i(ll.) * Loca Loco da Abiat$ fot,
An At>tate Ja; Bdtcac- BoUactio ctmo^ saitUf
C1O) como fai tu : e r nttf fvfdrnD n^' nntte-
wksi joiirno , nl aottt perz^fascbittockascfi*
perzl fa fchitto cha. vrrci • Aggiodilh din^-
fcribeit* AgHnlitte tfit* . ^
4ipi'ntu!e ^egli abiri di qwd tciBpo^; Vtdi alWi-
taWllarid la yoifce gf/fa/e .
(21) Maffttangiam . Mimchie gfindi' ^ip^lh
t^ , come allora- te tifevanti fe dontie ,. c-^reftau^
in ufo lict veftimefltb dillte tloftre cotitadind ije-
(i2? le^ro ^ frcr inrijperteizA ctel (Raf^ttb^ It'
Bbccaccfo i»6 ia voce toco^ che clxnotacKvlB'pef
•ta«ca^^... ' ' -
N 4k^ PfO L,
%p, (U\JbLtt. y _Jk . foot
Wfii^ bolnto iacagnane
Qcx iflb buono uomo •
ChlHo fe Ja ude >. c
4icei];i^ : iiglia meo i
ha (JHcdate », Sa (i^)
]4i0Gcate alia fcHoIa c(^
li zitelli, clu eo iac*
^o chi^ pe vokr^
adUceid (24) • E chU-
lo ^ me dice Judice Ba-
lUlo (2$) y c^a iffo fa-
pe t quanta la dema-
|i^ , e cbib cha non
frppe (%£)^ Scacciiiopa*
le <U ^ttsriento . Ngn
laccia pecchene fe la
ynlut% in^ffy^re Cft
chisso , buqno uomo •
Cail^ se ia tjde edll
2iceiate , ^4; JAcatf aU
seals C9 li Ziteilt^
eba 90 facet c$esso Pf
voUu adiscere . l£ chU
hy mi dicejufiice Bkr
rilla y cha issp sapw
tj^anf la dimmlo , r
^hi^ chm nomseffff Sca^
^InofoU di S^»rrientd v
iba saceio-'J^ccheniU
.1
4^:
"«■<!•*■
tttmm^>
(^) /W4|t • Doyea dir iocA^t c non iiOK^a.
li^, mft I'tnganab U y^deccine fi diise dii^ertlu,,
<a4) A4isuu » Altro latyiUi^a 1 cSe pop
yafc abbia mat pototo «l!er ^rol^ noftra*. \
(25) Judict Bi^rriUo* Qigvannt Barite d%ui'
nobile femiglia noilra vcnaca con gli Aogioni^.
.«d. afcciita alia Piazza di CapuanamgrandliSlipd
anptico del Petrarca , e del BDccaccie , e fuqua^
gU ^cbe il Re Rpbesio oiaoidb come fuo Atn-
pafciaiDre iti Roma ad ailiiiere alia coffoaazioa-
P0»(ipi det Petrasca. ^,
(ft6> 5«4^ia<»^i«^ • Nohw fiivolofi'^d^^im
Mdco i^M^ ctbbra im^ Somadi^ al {/am daL
Harliari n Jf^^Sfllfrilimit ■ .
V
i
ti .^ DI A LETT O
h cMh 1 -na pe t« fa eherro ; mm ft id
(27) Dottna da pede Madcnna defedogrvtm
IQtto pefamende. Non »a peramtnde non pozz^
pil02zo chiti J ma , ma- cAth : ma male me *nd€
tt* me 'tide fape . Ben^ sape • Bene^ le perz^me
mi le |$0fonc potteri me pctej^riano dicete |
ilicerey tape elia 'kicta tum che ^ncr arcBefm*
cbefikre a chefto h Di- re a desto > Drcotridoz
cotillo : (ai ,. ca l*amo sat cm /** ^iwo amtnt'de
qiiant^ a patre : oon patte* Nonw^ewtmin
Dolferfe in de V abenif> de P abbenisre ar€unm
k arcana ctiofa , cha cosa , cha spiacesse sd
Ibhiac6fie ad i(fo y tied* r/;r« , lietP a me mede^
a mene medtemmo . Se mo • Se pfitce a tefm
chiace a tenc , fctjbe- sctivelilh , r riM««*
uBo , e laccovuuulace^ m^andace se nr ^/tfrr «
■•
(27) La Donna da pede ror^o • L** igiiofauv^
m de* copifti ha frffate qoefte pMok . Deve I^eg-
.j^rH la Madonna de Pedegrotta- . Quefta ioiav
sine efidente a pii.delki tamofa Giotn^di Poz^-
zuolt'onqiratar iinr dal duodecimo fecolo d? ana
CappeKuccia con un benefiziat^^ che la • fervb'
vii , era andata in dimenttcansa , aHorcbb^attem«
pi apputtto di Gioiranna (. fe ne rtaccefe {a de-
"vozione, e net 1J52. fi terminb la eoHruzione
jSf ana Gbiefa , e d' una Ganonica di Latevan^n-
fi , che la fervono anche ora » St comincift
adunqae a giurar per cffa .* il' che ora tfien fi
fr pill > perch^ 11 popolo glurar per la Madoti*
isa de to Otrmine, (Vanie* fa devK>'£ionfr femma-
menfe ^tefeiutia^ wtfi^ quefta -ahr» im^gineyche^^^
pd qjoacttere popolaz^ del MeicaCQ ^ * .
#
Sk H cUac^ f a niio(iia' tmosf^a ' compare P/V*
cooipatfe Pttttrd da Lu-- ito ^u LMag»aMo\ ^hm
canaian^fXha llii>piioa&- ilo fossfi:,0im9 %fedefe at*
»4taino bed^rt alia bo^^ /» vof^ia sojs ^Volinf^
glU fiiott «,' IblioHnoci* m^eif sftuMtt cba^ nam"
ftiifare-, cha trnon'po- te fotiemo chiU .tos$9
tiwno thXii tofto (cri^ scrtv^tt^ ebl**appemQ 0^
bere , cb' appimisd a fart f$no foco de chil^
fate iinav(28) pieca d*-, U fafto j cir iais' turn.
chillo fatt^ ^(ajetll-' Bent st tt. piaee coxa'
ne • Bkttjx it tt cbia^ sctivencelto^ t veammo^-
09 (^9)> GotiUe (^) a ins^rum 4 Im chiaz*
fcrivinccUo « e beatno*
ti iti£i^»ta 9lla<:hkuaia:
fr fiMO^i
(iS) P/^^^; Voce totta Sici(iana , p Cak-
br«^ ditiotant€ poco • Moitiflkai idtotirmt Sict--
liaoi faairrttiiii mqoefia letrera ilBoccaoGio, cch
»€ U pottery li^ puGZziMrtm y.to , pfccs^y Utor*
€iay cuosa&c*
, (tp) Se-ii cHaee, Fino a cihque volte ha^
seplicate in poche rigbe- ie- irafi, x^ n pJaet ^.si'
%(Hof9 tw Crc: il Boccacio . Quelle maniere gen*
till di'dire 1^ avevamo alfora nol contracte da''
J^ce(r, cbe d dominaiiano • 0.iiella Na^ione^
natHcalMiente obbligaoie mettr il si vous pjsii-
•a qualanqoe propofito* ,..e fino ad m cariie*
Itct y che averse ad impiccar taluno, gli direbbe:
Mn.isUitr' /A fauiy qnt /ttV9HS p/tn4t , ^ if voitS'
(^) CMli^ . Svifatttra della voce Tolcaar
,#»vir//^, che noii^fii^maL ooftca-: coififooode al-
a4sqf$i4^m
titt^ftm (ji). Loco #i •ftn «wfr<t * £d^«^ jfiS^
Zita fiemaefait , cbsi ftl ^r^ Wemac&tia.^ tUmr
trifta (|^) pe r«n«> E '5ifid ttispa p9/^i^\\lB"
a fia SediU , che repHcartunente fi noniinai^cr^.
diamo che abbia aa ititcnderfi "R tiofh^ SaEfflr
di Porto .* M^rf recjnto diefsorera il qaattiere ,
c;b« aUbitt diceyafi I^ggi» de' Piorei^diil , e T"
antica loro Cliiefa d^ea^ a S^ Ghnranni tx^
poco difcofta' dalla C^iefa , e- Convento die' Do-
yenicani di S. Pietro Martire. Oggt % diflnir.
' ta> dofiovche dalla generofitl detia famigH^ dc*'
Medid fr fabricata- qii^Ua che oggi efifli , ccfc
i' anche efta fotto* I' mvoeaziorie di S. Gtevan-
ni . In' quel quarter* di K)rto aWtb.Jf BOccac^
do .. 1! -Petrarca avea aiteggiato d^ntro lo ftefso^
GonvejRto di- S. Pietco Martire 4^^
(it!) St^ trista.; E*'mani*ra' nofira^ di: dire-
• p«r (Hnotaire lo fer 'grai^emente faifermo , ^ vi-
cino a mortre. Qiii. pare che indicbi to (l^kr radt*
a per amore ..
' (Jolf Anciie il gibrfio cR quefta data pare ^
•dire abbia- due alfafioni di fcher'zo ; P irnb ftif
'ttome d' Atii^Ho , o AgrieHd, the a fentifhi*
dar ad aomo ragionevole, per di! non vi \ abr^
tuatb, di taiap.^3^ rid^re <^ttto fe fi fentilR ^tt:
il noii>e d' ahrb ammal bruta • L*^ altro i , che
qucfto Santo i particolarmentettirelaredelledon*
fte grkvide , tHt*\attiQmi n^tl^ aceioccht !|aa
Ub«mi dalla gjobba.. ^ ^ ^ -
CeiUtM. - I X>tUi4ini
nfe (fs) itlh KaoC' Roec'*., {Ai^
(J<5).
& Oat
if^) Jmmttm.. E^ cosi cHaro , che U i^-
•ttia^e fcritu a liome d'lin nomo^.e. i^n §i^
^ifiiai^ donaa^y che non pub duUcarfi dell^ crspr
4t'coptiii., i^accbV replicjitaBiente.' fi dice /'«'
m04hn»\ t it (ots% iktD l6 fcriverste donors
jrfavea dirfi^^ f« ms^^hm ; fi & dal Boccaccicn 4^-
fe silo icrivcnse figfio rmo %^s aUk xfit^/v ,^«
.liii.cW ram fK>fi6a^ dirfi ad una dooiui * v £ purt
ii Biioiont erudito diUgtotiflimo: us6 «uit» o(ipi«
fsmzi ail Mby icdf ^Ua letcera: , cbe ktfsfi^
'inamc4a (nee icrttu a name d''ttaa|;fitfUdoa{ia''
afnka 4el Boccaccio , e del Bs^rdK ^
(^5) PW#r^ cogRoine d^iHia <dMiigUa^QP-<
-•ffra noMiffima, dells^qnale & tfova mwnont-
. fin dai tempos deiie Cracfate neiia perfotiiMdi'
M. Rogyeco dt Parifr Signore di CafMludie
delli Scbiavi »^ delk Piem di Nfiiote CorxU
- -kifx, clmretfrl fefvkia>d' wmfn»^4' arme tOTiKA^
Givcitfut ift»;apii0ra Rana^ 118^4^ Oj^t no^ V
• afcril^ «l(o Sia^«r dt Napoli,aveiidoiafoi^l#4di^
- foffiioriat aelbr C^pttab ^ ma cib neii ntditiil*
> iMttKe^piiBtaila^gibria, d lanobtHt.. :
< (26) Qoantinique qn^la Pii^Ia mm p^n^
diU'ca amo> latettera^xron dii il Boocftoci<»,l^'
aeeonpagiib', tndirizzata a Fiaoeefe* di- MeAer
Alttemdro ;de^ Bacdi Mereacicie fbrniliao -aU^
. ^tkt a Gaeta , puUicau per da* ;p9itiia irolta ^an '
,- ilft«saiUiiMi> l]|f«^ flMitotatfi^: £i4sg^smi§&m di^
Dsbttmo^ 9tfL la traduzione di QV^A^ nMnomnr-
*da Eptftjola nd liagidiggio , e ncu' mogcafiitcoD-
SBnte.
iti k^BiU ,. «• vhtuM ihgtgm mtfOvamsfmh rac»
fioM ( in FldteiVzft ^pfefso U' Dom it$mi - m
4.) fi rrevft fegmta:- Di Na|»<^ alii XV* Ma^ggifk
MGCCXLIX. In> efsa ecco ^uel che fe at di.
«e . ^ peVth^ fovse <U qufsty emt lifti rfpvi$d:^
ei(j^ ckie »i aUegrimoy e noft QJfendomo , nom s^
' h y t^ n^nsiimtno' leggitri , ma pure p^ u«m:
w/td 4ttto^s- pQtete date iu(ig» agli mmtripem*
4ifm , ptr U pfestnte deftera^ $t me mandiamoi
iV ^uale n^fernUni pllk- asu^ $ «08v«Mr»iir ti'
freghiamo ton fueUo oftime leggiUy.cJhe iw pv
miperto di nod ntedesimi Pi scnmHone •. "
(A) Aiiton Maria Bi Bool 9. che fii. H pri«
'mm a pub! tear quefla PU!oia Napoiefana> ^ dicr
41 e^r5 f ejrvito di txt cocKci Mane&nttt: y iioo>
sella Lattronziana Bkaco 42^ ood, ro» , ifaitro
- M^ ft«fta Banco 4^ cod. ad., il wum, ddi' A-
' biite An^r Maria ."^alvini , U: Goace kfattcoo-
'«iielli^, oltm^ ajl. dne^ eodici' dWhk LaAi»im|ffa, ct-
ta^^Ache i docHci deli» Rkcvdiaaa BancQ O*
If. num. k6 m 4* H. IIL aum. ^xw in foU^..
Ill; iimi. 4$^ , a 416^ in fbi. A noi > maocato^
il tempo 'di^' p8e|;ar quaicli0» amico emdlto.taFi«
, ie»et di> far il confconro delk varianii )ir40m.di
fliefli'c^odki y «d^ «mend^ cosl> i molti ecciaride^
xaDy{iBI\ Ma non maqcJier^^ chi. potrl <va* ^^d ».
^ Wuk Micfli fiicc aiko^ «»a«QdQk guic^ daUa .«iwr.
A. Ftmiioi de. U. B«nl«^
•^ «
rr- Cii l^'primo* ittotn^ di sto most iU Dfcem"
ire. MaciJfrtf p^is^e f 0fpi na Mlo figliV
f$n0'jike Jm mmmMna j che I0 pigU^^ 1 nelia
wpattzii^^ ^M0tQ J? assvmigUa m li psirf • M p0
LUo' credimm^U , €M nee dicf U pmiino , ehe
nziom> die iioi fiilia pr«tica, die abbiamodel .
noftm natural dialetto a&unp qui imprersa . la-
taiita fe a ttitno pUceri iniprender quefta ri-
eerea, Jo pceghiai»» 4' oAerspar fe 11 nome dell'
•imna« della'^ l^aEH. Mafibinti non contenefse*
qiialdie eiror de^copifif > CertatnenKe qoefta vo«
Oe 11011 mat ititefii non (ecma fenib in niunalin.
goa . Noi fofpettbmo, che debba leg:*ei& hit*
cAmtt ». parola FmnOBfe , ed. eptieto, cbe aocite
€mi d4i qveli» Mazkuie. pes: vrzzo. (i di aile
fitficinUe hirhetre ,.-:«., amabiiaie^ie difpettofe •
%AblMMiclBwaOo If France^ ne'tetnpi dti Bocaiccto
frftnoi-aUor quanib Ja. Pfc^ren^a erafottopi^
ai nedvi Soyrani ^ ed. il ^tiacttere^ incui abitava*
^D» yit^\%xm aUa Loggia da' Ftorentioi ^ oeii*
ilerva ancar aggt ii nocns di Chia^za Franaefe .
fiedilS^ a£sat oicdibile , ohe il Boccaccio e il
Sigk FranMco dt'. Bardi s' totendeisero di %iaal
ttBibU ^00114 wlateo folto que (to fopraoooaie*
ckit Tp^gvnst snmto mo ifsdama ts Ktgiim^
nostral Atetkt fm^'-ci^ wim fidkniamn itu^
te pe P ammart sujo- I Ai mscsra Di9 sts^9
-'mce ftisse tm fami9^ tie -4n>Mfit$€im 4m9itm'€kil'
io ptMcere ne^tttrm , $ 9 um^ ^9 h mtdenmm V
- 'E sacse cu quamnr dppe figtiMio MacJUnti^ tie
' tona It ccmparf i^ mamtar^tf^ h ciik Mfff-'
^fk^rcoy €bt bf^istt^f^ matt ^ e S9 k mj^fmmt'
- fHHo y €w net U potza y ai vmf0 Mi-v tMtriir ^'
^zeHai tu scintt tantHh vn et ne
E doj» wnt-'jUfimt U fettmi^ vst$efmr^ , r'
tfirtmfeh U'mammartiig twtM^gUmm inf m 4q^
Ciprefe dt Machinti , inu a no cMU de esm*
\mellono nfotato de pelh de vari»* A'p» succi^
si te P Mlhcuvrde , fumk ^ elnti^^ -tie i^gHo
dietre io • Efiuhfire Sfetai^ciwie fonafeid Mr-
furonce comprre''CiKmmeUo^ Bkfzmro,, QeiM.
Sconciario y TmrcMo '' Fsneemto ^ frmetillo
Schiocc^ptete , SarriUe Scond^jttoeo , e Mkr^-
Uiccietio Orcuno y e g&ermece*nciiefe$M eo i$si
MartelU CaeciapmUeee , Caeelim S^c0s , 2S^
tM QuhitosMy e Ritdeeolw^de Fottm Neftfs , #
• tjme eke lie EueUe de 'Iit44fia9»e mstne , . r
' ie poiero mmme AmomeHo^ oneve de Sioto^
. Amtetonotf do mg0 h mnaede * M n suuse^o
veduto qMtm$M Mh de- Nfdo^ e CafAmim p^^
^ Zt 1 '^'deh eki^aesisk vonme^ 4e boset*re is fi*
^liaeM rpe cierf^ «* aV4flrri^e mmravi^mtm •
.'Mbi me.'feitey yMJM* m inem ^ viA de^ceemo^^
creo tcd^ fpjseeo coite Zappe' Ettivelfatr , # rW/e
. M^necatsgiane cHeene de perm ^ e e^'aeo mde*
\ u/k/nacnee^ ebe no sis. iasidMo MUo^ Bio ,
«rif Je criofo. AeteUa soeetmno teitoi No fim^
f4§^iso ^rofrie parze ehillo ju^mo^ In t^m$L\f
no-
ftnc^ m h Kim , cmmuf'tf f^frmA cie JT ^ ,
«/o, eommo safe tu , me h jt^m<>jni ianot^
^1^ fkrxlfa^ itchhkty'f9if9'i ^*r serivtre . Nee ./•*
* tiggk> dift^: ihPh" v^t^y e me sh-vofufo ncagna*
ft C6 citfT9^ iti'skchm. Isf& H'lof Tide , c me
JH^ j%f^ **^^ *^ ^^ctitf^ , v^ focs a U SC0'
' ht r^Jt'fi^l^uie\ed h fa€cio chesso pe voli'
imp or ah \ & h'J^de^ BarrHe^fme dice ^ ca
CwrSff'sape /i'ili de h dirmmmio , e ch'tt r«-
no^^veppt fbatcintpoh df Sarrrento . Non sac*
' ch fectM f2 acctrnf'^' fna p^ la< Ma Joan a dt
^^Mtgrtma\ ,m€'^ d^sfiac^ nm po^cAdicSiUx
ina Wrale^'mt-rme-hepei ¥ h vtro ^ci'e quae*
*** el^e ptfl^ma ine tdttkrrit ditere tu the nc'' 'a}e
' tJSefair d. ct^ssM mi $t fo dico . Taje ca T
•* ^^mrhv c^mtUr fktre . ^^ vtma ycBe te ntra^
•' WTferte qftart1tf9' ^^ , cht tpiacesse ' d isso ^ e
' 4: me medem^ . Si frtgct- a ttm , scrivenceilo \
* e ¥dC9mkrmmey si U fiacty a t§ ,c9inpare nno-
' j9r&'Piftro^d4r L»ca^a7^9^ eht ihpozza'mmo
'^^tfdhip tnmm dfsidera. ifsoi- • S^cusatence pa
'^(fff'^pi^fm strivm ftimd , ich'^ebiemo da
^^fkte^m focff' dw chilf^ faftp^ycie saje tu. , 57
^lf'tfCto¥¥t ifuaccihi^^ayscrivtnn
mo» 'dedere niiwrnto 'a- ia cbiazza nostra ;
* f!ek sfa Hit a y^Ynaeeifiay che ha tristape te.
^B gbv^rnate . A fiapoi^ li^ ju^rnadf S'afit^\
^ jf^ielhf ^ ' r . ,
^l^ti fifolt Ciannett9 de Far/se de fa Rocca .^
AlMamo refp qi^Ji triViifo At gfak».MM^ ,
'di^tivertnza , - <4ie do^jGevaoii^^ wP^ B^^ccaifid^
fcrtvent« ia.Ntpoiti&JUNiO^.ina (m&L abrf li jia(-
~ ztalit^ • Ora ripiglieiieiw ,1 yioterrotfe^- ££cmf6'
detla^Crookavft-Paittnqg^ art noftm GiavAniu'
ViHani, .. ..:... v
II Tafim al'Tom..3^jfifig. t$i, ttrithcom oobY
W>ca eratter^a <ii critica r articola^cfi' quffto
f^ritf6re ^ cli& ci-obbligd-a. nofO wnfaHbLtlo^fexxiaL
CDrreg^eme gll afahagli<; EgliVcredttte e&ce fti«
ta fcritta. quefla . Cronica verfa I* warn - 1 ^6m» , e
ixoa avverti-, cbe al'cap. v^:^ M tib. !• » ael
ouale (^aefto credulb, e iayoiorc^'CcQatAa^ifbn-
chtdreil |)peta Viigliiock URvgiiMco di.^ftni
alfora atfai ceiebre , xbe &cevafi in usa ampliA
fima ftfadi enHente ancor «fgl non IbnUiui^al'
Caftello di Capiiaa&> e detta a- Carbonara , di-
ce cOslV Eibebie prhtcipiQ -io *^i&o jpcq da/9
iHenare di Is citrangolt^ , . 4 U^ e^U da fh
smcMss^ U m$n0re it le preu » ^ /^ ^ mae^
ff y ma stavan9 eoi' capo- C9pef$6^ con- iseimt^
ti , & ermi di cotta • E/ rfr p\ fiUnmwi V9n»
ne al ttmpb di anni MCCCLXXX y €&r fuil*
li ^ chenze jocSlv^no noH'Okitmnfw^ c6a, Jt or*
mav^no de tutie armi ^ infimiti C9 m mmrriuh
no, &'^ €Aiama0o Qa^mara-^.in mi f^kti U»
fiv'se soUyaiH^ ggnare U bfs^h ffmn9'yji w&m^
dnzjt. Non ayy^tl parimente al capa^qoaMi-
nfimo di^ likj; , . Ret quale i|, leggr Pircb^ h*
nanci y c^c scampisse- »no mase di ffb^ dMa
m^rte di /i-Ri- Lovisey^mori^ /o^'£Fo Atfr J*
sfr L&visi y h qaaU fr aMrrato in 119 lii Mc*
clisia de SamBa Croee dt Nap^li dt li Otii-
ni de U Minwri yOs- remas$ di- ip9 MesHf
%QWsi U' spettabilt M»suu Car^U df D'f-
N AFOl:ETi|ltO. te
Siciiim^.Hon ariKftrtliii fine , cht in. qneftt
Crookhe no*, fi pitfia 4elb mojte cWla RegiM
GiavMioa L , ch« icgul^ io iBaggio dell^ aaao
SfSit V A^ ^' np|Mna j*. vtnnta dl Loigi df
Aofi^b in foceocio di leL,. cbt. frguV at pi&a*
dpidi^qoelP anno ifteflb 1^82. , anao id c«l
Caria IIL <&. Duiazao avara. aflfuatft^^ tl titol^
Cba dirono pcu dblF^ incifdibik cootiadizia*
jw-9 coUa ysule » dopo avei docta » die qnefia
Crooica fiaifcc. nel x^6o. «. ae. fit aacoie Gio-
vaitni R«cnbo> ^ detto ViUaoi V che moil oA
i^iiUf hamdo appase da una ilcrizione Upfai*
arale ^ clie mm. nuIa Ciiiefii dt Sr DosMiikf
Ma§|^oie7
NcM ioclititaiiio af Aadnitii^ d^ P. AgaeUt
Rugriero dt Sakrno , e di altri fcrittoii rappoi*
tatrdal Topp » t quali ^citdono autora di qne-
fta Cronica on BurtolonMO Caiacciolp ,. o p^
flMglio cfice CMa&, Ginrcconfalo , fentfati fall^
•wnoriti d^ ua aiiaiiofciitto di qcKfia Cronica .,
nal ^nala fLkggiva: LmsopradiAa hrevginf^t^
m^ione tnaSa Jm div€PJ9 ttmscbe , chf pvt^n^
w nostra Sigmor§ \{tft L«|/j« Av n^^stro /erfelism
rrfa 9 Csivaliere de NapoU • Crediamo adiin<]||^
che ignoraodofi il vero-nome dello fcmtore , fii
quaffii Croaica chiamal^ di* Giovanni Viliani ^
giacch^ U anioce di e/Ta akm non ftise , che co«
E'are (^uanto>paA datl'tiUucia di.Giovanni> VU^
ni Fiorentttio-
c(.ChecchV (Mi del vtfra home dMia. icritl^M »
^ueQa- 6coaica^;'Che rido^ia pxtma volu la In*
<$ dfllarftampe neK js^4« accaviju^wM 4^«na
k qm\^ fotft Jb 4if 4h;«rfo, « pSi aattco fcfit^
lert y cerm > chr lo ffik dtUa awk&aa noa
t 4i rania fow ftki ti ^ e pmdi- 1 qiuuito ^Mtto
jklld SpifiAo . Il* ctoniQa. (moaio il gi^o- ai
Ci6niindat<y i^^ foo teo^ ^ focaBaisdo& & ^aruK
«M ci^|»tiai , e dkfctametnt , i4 iiiefcfaiar itum*
tfieratbilr Idiifiifmi , i <piali •videnitnaeflte . boa
erano ufuali a4 volgar dtaletto , ma (onmvsam
^fla Kng^a mbite v « coitA ^ in* oil fi icrive*
M • Rimarcfaevaie ifh cfae vi $* iaconttiao- joem.
pocht FfancefifiBl o^i iBfvrfati afl&tto , e clit
itiora il ttoOrotr ttngoaggia a?ta , coorratit daik
#ettiienti2Sone co* Franceft, ivgnaiMb tra nd^ la
fkiea d* An^ 4e' Gemi dr PsovenM • CosJh vi
fi vede ufata la v<K:e osiifri per dinefin: abitfti>
ftione ; (bl Kanceit Jh^si^t^ dke oggt icdvefi
^$i»et f le vod neptests , refiUu per* dinotarri*
tefica y ricer6aiit y di^ Ftaacefi r^mite , r#jiw%.
fd altrei.
l^er dare im &Mio deUa ftila £ «e(b ei»
jiMla , nan meii.^ cte drtia tm iBCfedifaile cnto*
«lillr*3^ fcempiaggtm , td igiMfmiiardella.ftm»a •».
•tfea ) fapporteremo fnl i capitoU 17. , iS« ,
l|p#^ t ao. 4ei iibro primofdovt fi defcrivoiiQ i
Hhonefiz) ^ ciie per Aitr JBagica \kffi» Stok $1
Mi^etaid.
»••
Come PhgiU^' f&f i^ pisesn^kKKM dtfi
»
fithiHan' ih ttati U 9uti »w p^ $Mert , »»>
* tff de la Gfrgka. ht ntl $empo fUMndo OB^
^wmo mrdhtMo MmretfU9 Diu:4 (i&' It ffap^htm^
ni , in net $emp4 M ipuU Hf «r^//» , usend^
Coifsitisrit^ • & quasi ReSore stt^ , • v#ra
Mmstrmj {\yi9ki tiaH& f^ate , O Stftifmi^
lit h Mute ctiamato Wit^itio Maft tMom , jr
fsnm^ ftA9 h ehiavithe s$tf» tetra , awJu^i
rsvrf# W M4P9 • £ // j^msx pHtfM c^ ii rwit
WWiff i^ tfctfHf'per diifftse wr ; f^ tm icttih
smijicin c^ngngMt in $m9 ah^nfmHtfiU^ti^^
jmi9B £•' Fi9if0 it QSmwliafta , -twfrfim w It
fmume jmili€0 faSt , & 'HiifintN in w Is di*
A# <2ink ptr U SMfacit^ dil anal MatCfih ,
e per prigarie del diSo l^irgiti^ , OOawan^'
Tiiamb Ni^oH Bmnm de Wftmm CM^ ^ff^
\ CMr
t*iHm^m>mmi I ■ ill, jM II
(i) t fordttsatfiA (tenet, fia i|«afi qwfl»
«tm!^t« feggiomMo Vff|^It« iitf^ twiipo ior
llapctl^ « FiVMci eattpete foiSeoi|[iM^ Pit
iM llaM III Adgttito ia<C9fidMa d«IP^chicazioiiC(
'dl' iftr«»!tofle iel gio«atit MavctMo figUo ddl»
4ul figfift, e datPanr# deftsmto alf Impcfo , le^
fcHmMn-a inortt b0a PaVtIfe itpifo; e PcOati^
in6iie a gam preg^te^ le CkA amiebe , e te
'^lonle <fe^Rd^aiii di iititt gU cmofL Alle lo-
*«() magiftratiire^ Men ni^oDF t, ^a% etovatte
Matc6lk>/ i^he isA CeiWri Cafo , • -Loeio pttr
.ftr biacere ad Aaguftb ; t^tm pottk Iftgger^
ft fie''C%MtaO^ nfiim dcH' €f<NKtM3ki Cardinat;
(z). La fcoacia t %sefBoQe di <tueAor Iiidgp.*
. ■ • • ••,... . ■
Cum VSmitf* fitjme m^igiea Irvt Ia^mm^
it iff ifmi unnpo ci ^ra grUu^ Jkaiundams^ 4p
^ il.W C^usdim y,se fo pet 4»u dr PG-
gromattzia Mts tmscm 4^ oro ^ & fHla futgiu^
90 ffot^n. qu^m^- sma. tana sono- ctrti pon£U
• • • • • , - .
fion ^ tutta colpA del Mvero. Mftfio oooiftik-*
•Striva da qu^ir oicttrimmo non men , che &-
siofO' pafTo di $aiiao at Ub. xi. in cot (v i^[gB:
Sutth^mfmm^ • V • • qf$4im^ .Auguuus Ne^^oJiii^
ftse nH»m90 : paffi>i m- qiMk-Maftno* i. noAd era"
.did^ fudato laq(p^neflte invaiio a ttovarvi na
/4»ni9 ri^onevole , feoaa avvtde.rfi > che tutli 1
. «ntipil«roii di gr^ndi opeve. , di Lt(^ ^ <fiL
^Trattati Unive^t inciaiiMiitQo in anQti^ ed^r
;fli acfaallf EncieiopediAi ^^cbe- a paier wil»
.'vaglion piik di Soltao > nm^ baa potoco ei^n-
^ d^ ineiansfNUf^a dire, eke Paleriao ora^ hbs
citt^ didrutca^ e pnnder akri abhagU non im*
jBori. QuefWImpecoabili^ degli amichr , dbe
gratuitanremre ci abWain> ficcau. m capo » qh
.fttatico ii|ehV>firo 'ci ha. &ttQ raalameoce l^fionu
«^ iChe fm ILaf^ft? a^^tflfe. coau&^ko a 6r
iira» la noftte nmra S.«n iitco ^ d^ ntev^
da. una aatica ifcxiaKiooa iij^goKtata^iU* mAa
N A POLE T A KO. ^5
de stelU , cbe fer la effiejtcia , O i/htli ds la
SHUU mosca ^^Sufie It ^osciat create in he la
ilita fiiggevano , secbndo cbe Aiexandro dice in
n» la sua apera^ che egli vide la prediSla in
una fmeftra del Canello de Capuana ^^if Cer^
vast in ne la sfta Cremca,, 'ta auale seimitO"
la li Misponii 'fmperiali ^ proia ^uesta c^sa
futs^ kfata cost , Qa pTr la'diSa mosca levata
da qnilh ioco.^ ^ port at a al Cattfih di Ci^
csla ^ :U jp{sfdh ia virtHte (i).
t^) Efifte ancor oggi «n loogo nel Regno
detto Caflel Cicada : ma che fofseu quefU nib*
fca d'oro efiftente nel Caftel Capinno , e chi
&no quefli antori dal cronlfta dtati, Alffsanitro,
• Gervafio abtore de* Refponfi Imperi^tli , meri-
terebbe ^efser ricercam dagK annattort delle cofc
Boftre. Noi fai crediamo qnalche fibula d' oro
aritica, alia quale erafi data si fttta figura/ap-
partefiiBt^ a ricco peifbna^o , etrovata jfca*
;raEnd<^ 1 che di* noftri Re Ci confervava ^some
l^gevole monumento • L' nfo di dar k iigara
di a^4 di mofche. di efcale alte fibole » du-
nto anche «e^bam- tempi , fi rifeva-daila torn*
ba di Chilpetico difottcttata non *b gran . tern*
po ndle Piandre, aeiia qivile meM ornamenti
d'oro in fonna di api fi trovarono , che oggi
tionfervanfi nd Miifeo dri Re <CrtftianiiIimo : e
non k mancato un entdito'^rancefe , che ha
•reduYOs che i fimofi Ftemrt de Lis , cbe oggi
co(^nit&ono/!a gtofioia atnte df qne' Sovrahi «
Ibrono dappf^a figUfe d* aai , o di cicala , cbe
wdamcmie 1mo»» 4i «mflini aitefict , omeflb
a ro-
^4 I ilLJEX.T a
Come per incanto levh le sanf^utsugUe dc Pmc-
qi4a dc Napoli^ Cap. ^IX%
Fi eziandui f^9 una tixt4 - sanginasugA di
9X0 formats sjui cert a consteUatiom ^ l4 ^uh
U f^ gtSata in del pr^undo de Pozzo Mtam*
CO , per l4t e^cacii$ ^ & vinU df La ^tuiie le
eanguesuche futons Qoc^iate de t^ Qiti de Na*
poli y le yuale ce t^bfu^avam iV S^^^ fumn-"
tJlJife , & come mo mawjestamente net vidimo^
operante la divina gratia ^ senza la quale note
4e pV fare nii^na cm a perfeffa ^ lapreaiSagra^
tia , O* yirtU dmra p$r fino al di d" hog^i^ dr'
durera in eterno . ,
Come fi urn QgiuUlo ^i cetfa cosulUtione^
cbe sanava ie i^firmiti ie tiCaval^ .
Anehe fl foi^i4re un Cavallo de met^ll^
eub certa coiutell4tione de itelle ^ ^he per /«.
lUr
•«^
a rovefcio hanop. prefa ^|cui-<bttnA'fisu£a di fiar«
poco per alti» raflbrpigliaate alU ve{:9^ forma d||.
f iglio • Cdsl v^, ichfic^andb. iJL tempo con V uo^
mo ^ e 1' Qomo colla fa^ poQerit^ »
(i) Di ^oefto Cok^aie Civallo efifte a^.
^he ora la &iperba teila infieme con altxe pre*
Sfvoli annchitk oel oataxzo ^fiq^to a' tempi^
i Feniiiiaiid(^ h daDioqi^e CaQiia Comn di
MadaUmi i o|gi dipf^m^^^ 9A Parutcfpi 4i Co^
1 . le
N ik FOLBT AM O.
< . ii 'iiwn Jitria dil qi»Mlt QavaJU ie'%i99firmitatg,
^baoiaum fimtdi^ di wankta :. U fm^U CavaJ-
im k hUnistMYchi de la Qkd de Napoii i^'
nftndQ di eib gramde da 1^9 ^ the nan ha-uian\
gHad>agm^ -s U cm9 dc li Qavulli infirmi , si
andjiro HUM no9e , O perfurar6i9 in v^^ntr^ ,
da ^ dit fM^le fttcmsi^m j ^ r^Sura ^ U
Ic 4t NeRme trecta ds* Naptltttm a queflo Ini-
KfttlMe , cha tante fi Mmo sieiia Qampsm^
iee i che poi o per kigiuria del tempo , .^
piiutoOo per odiofidt flel nome di eos) fcUg^
mto Principe battata gill giacque molti fecoli a
piedi del fuo piediflallo in oael liiogo , ove o^
^ i b pteeela piasfM-laferaie al Ducmo, nella
q^te evvi efttta na' aneica cohmna gnailata da
laftoreggiaad Innanientt dal Cavalier Cofim^
Faazaga . La ftvoletta de^ inamfcalcki , che per
^ft nigger -I* tacattfafime i' avtfsero rot ta , e ona
copia di ^aell^ aitra par no^ favaia , cha i
medici delia Scaola Salemitana avefsero rotte I#
ifciiaiont dt' bagni di HBaja , medtante- le qoali
ogni •malato leggeva I^el&cadia de' bagni , gH
piwiideva , e tifpamtaiia di pagar il medico . . I
mdAfi'frannHBi di taoto metalio tavoaiiaron^
Carlos 1.9 cha edi6c2> I'atdtaie oofiio Duomo ^
a vi leeeil Catnpamle) a tenrttfentper le cani*
pana^'e caii rifparmiaf Ja cotnpcad* altrobron*
10 • Are^che sia Aato uaa fpe/ie di fa to di
afpiadane, clia ii metalio ^lle ilanie del pri^
AM> perfectttei; dc^Ctifliaai abUa per locre ieivi^
t» atf osi- teri criftiani* Andke a dl noOrimolr.
to aaetallo della (|ttMlri§i ^ Hfaomc, fehiaqriat
ta.
«i
9t Of A LETTO
tmo a la t^sttu$tMnf de U camftaiu de /«
mafOKff Ecc/esia ^df Napoii in tteiJ^ dnm9
1^22. { I ). , // qnaie cav^U 41 sta^a guar*
dato tt la Com d0 Im ftediS^ l^celnim Wr
Nap^h .
Gli atKii , eke fci>ffCai« .^Ua mofte di Cail4i
di Durazzo a qiielU delta Regina Giovanna II.
non ct prefenrano altri monntnenri del dialetto,
fe non quaicbe Cronka, che ancor glace quad
fepolta , e tnamifcfitta , come.Jb queUa di Notat
Rugg'tero Pappatif^i^, o qnakkeci^tsi fcmta ia
volgare da rinventrfi per cafo traUe ptuastioiie
fchede di a^cbivj , « iie'f»eMOGoiU dioataj, o
^^mf4m
ta , e bfrtntiitnam , ehe era fai Teatro
tienfe, fu convertho a far la fianf^ delia CoDce-
done;^ e i candeiabri delU Cappella dcUa Real
Villa di Portici : e paiimeiue di fMiiaqnadfiga
fi fon falvati Hn fat cava(k>, h telle -^^^li ahit
tre , ed alcuni framtnenri del ceccfaio .
<[) Bfl^tohmieo Gkioccarello , che dopo il
T4>ppi 9 -e il Nicodrmi d^ftefis an affid f^ ac*
oirato catalog^ .degii illirflri fcrittori tio&A^ par-
kndo di quefta Cronica » fiiTa beBifiiiDO it tem^
poy in cut ferniiiia y noi falPaatCMPe di efla non
entra in vera&a difettfllioDe crttica , e I* atf ribtti*
fee ad ufi Giovanni Viliani. EfiQe ongi I'aiKCN
grafo Manafcricto di queft'opera del Chi«cparelli»
cbe ia morce delPaittote fegmt« nella faovoia pe>
ile del 1647. impedl ik pwblicare » in pocere del
Sig. Duca delta Tont Filomarim 1 dalia Oil gea-
tilexKa d \ ftiio comanicalo*
NilPOLETAMo/ ^
in ^uakhe (tfpctffio . Ma ancor regnava ^nto
in tntd gii atti pflblkt di legiskzione , xioa
lBi«] cbe iiagli atti ciMli , e giuridici ii iatioo»
cfae fi f^nta moltifGmfli a lincontiar ik^auneiito
di /crtttiira Tolgare ; ^
Pervetifie finalmente al Tiono per too k! t tut is
I^tiim dritti di ^uitica Aiccefflbne da Codanza
Sveva , dVadorione delU Regina Giovanoa 11^
edi conquifla contro ^It Aogioinivilma^gnanimo
Alfonk) d' Aragona y prindpe it piu detto , il
piii, faggio , il piu glortoib di quanti awano fm
a .quel tempo regnato tra noi . EgLi fu il rtfto-
satoro di quefto Regno ilato Cesipre tnfelicemea-
te feodb^ e ^battulo per plii^ d'ua fecolo dalle
pallioni , e'.dalia ambizione ^eile due Regine ^
e 'de* ntsmerofi Reatr d'Angib^ totti egnal^ente
fuperftizioB , intriganti^ irrequieti , e difToIttti «.
21 'fifteiQa''dieIia legfsiaztone deHe finanze , che
dtica aocor tea noi , prende' la fua .orifuoe da
qoeAo iaggio Monarca. TralJe magnanim* fue
cuie convieo contare la .regpiar convoTazione
de' Parlamf nti , augoila afsembiea xappref titante
}a Ngzioqe , e degno orgaoo per efpriinere , e
conteftare i' amore , la fede , la volontaria con*
corrocza di efsa( ai bift>gAtr deilo fiato ^ ed ai
iM>Iert del Monarca^
.Pieno Alfonfo di grandiofe idee ,^ conofcen*
dD quanto 1' ufo d* un proprio , e particoi^r Um-
guaggio gtovi a tricar ne' nofhi caori^uel no-
bble ienttmento di onor. oazigoale ., e dVattacca-
tnento alia patria^ da cui ptovieae 4>gfii virtk
terteoa, deliberb^ che meila da pane la corrot*
ta , e (Iraziata iatina lingua , di cui fitio allora
eraJS ^tto ufo , ed abbandotiaro del pari il To«
fcaao dialatto t comt non aoflcc^ s' .inoalzafse it
Dial.Viif. E vol-
f% DI ALE T T O
volgaor Puglitfe ( oggi c&iamato Napidet«na )
ad cffer k lin^a nobile dellk Niiaiiont. Lt kg*
gi J It grazie, e i ftiyik^iyh arrloght del So-*
vfaao aUvt'Naztoiie, .cgti ^^Knagj^* (Ula Nazto*
h^ al Sovrano y i giurametitl; di iedeit^, gli on
Atii , j Yifcrkti y .e que' , die oggi chiamiiino
difpacdi 9 -tntco in &ie c^ntl fik gramledeile co^
fc nrnane , a coi le parole fi adoF{>eRmo , vtlit
che nel voigare Napoietano -^oSe <concepifa , e
diflefo ; e cos) >^ fatto . iBen ^ ver6 per6 , cbai
awvezzi infipitafliente 'gli wmini At iette» , t
^^iirifperiti/, € i inagiftmi a quel X^uiato cotren-
te , che iino altera vntcamente aveajio vbto , fi
ritroYb quefto nuord tinguaggio .enomiemctiw
xipieDO, e intarfiato di tadni6ni .
IlprH»o e^empio di quefto Hnndilzaiadnto del
noftro voigare H lia dagu attt del fempre memo-
labile Parlamento celebrato iiella 'Chiefa di S.
Loreazo.di ^apoli .<iiel Febbra;o del 1442. Pe-
tri cfafcimo •pflervatgli nella cQliezione de'nofht
privitegi , capiurii , e grazie , dove "feno tuttt a
difliro infeiitf. Noi per iii^ie delb lliic' di effi
ci conttfnteretno rapportar qu) la conclufionedei
giuramento dr fed^ita preftato in quel Parlamen*
fo al jliglio laaturale cfel Re., clie fn chiefto per
Duca di Calabria, e fuccellbr ^lel ^rono dalia
Nazi^ne*- jAd voi ^urtcie Illuurhsimo Signor
D^n ^errand$ Duca de Qaiabria^ & geffersU
Locoh^enfe da m7> como ad Signor nartro j &
frimogenito 6ered0 sucusswe , ^^ future Rt
da kora fer tandm ^ c$oe daph de; li felici d^
dei diSU S<efenissimo Signer R^ vnsno Pstre 1
jdnto vmmalli , & 'hnomini digii^ aha fidedit^i
iigio J ^ homagio from&Himo ad vai co*tra
^gni fHtsma ; £e parole f^, ml^ tmido , te Ik
•' . * * . i in*
MAPOLETA^NO* fp
2)^$[e^oni ,de* verbi sJmo , promett:mq palef^tid
^uel dialetto fteffp , che pggi comunemente *tra'
1:191 fi parla.' nt copviene arreftaffi aila di^^fa
of^ografia y eflendo noto ai dotti V che gti fteHt
pante • Petrarca , e Boccaccio ^ padri delfa^ ele«
s^n^ Ifaliana . n^ ufarono una diveriifHina dai
luono yer^Q d^llc parole , « plena di htmifmi ,
iiriyendo es^perientia^ f^Bo ^ dpSo^ p* , cd in-
^nice altre parofe fcritte con una durezza ^ €h«
poi tutta difpariva nella pronunzia .
Semplicita grande far^bbe il creJ'ere , c|ie que.
t) lingjuag^lo ufato negll atti pubblici della
azione, e del Re, jion Ip tuffe^ftato i)ef al*
tro , che per ignoranza della buona linsua Ita^*
liana . Chi pub ignorare la vaQa erudizTone del
Re Aifonfo , e del fuo mimflro Antonio Secca-
delli Panoraiita , e dl tanpi ijobiliffimi inge^i ,
che cohivarono il Latino, e ? elegante Italiano
nella corte di Jul , e di Ferrante fuo figlio i
Jerafino Acjuilano',, e Antonio Tibaldeo fioriro-
ao in quel tempo tra noi . Ma pet termirjarc
fl difinganno , Tappdrtercmq un' ordinanza , cht
Joi diremmo oggi Dlfpaccio , del Re Aifonfo
L deir anno 1494. ' *
„ Xa ditu JVlajefti per comodifl tanto,pil-
^ blifa, qpanto particolare , bsneficio de la fa*
J,, Cif^ , &Xritatini dp Napoli , & anco pefc
„ commociitX d^ majore ppportu,nita de 11 con-
j, fjuenti , jtermettc , ordina ^ ■& ^difpone !e: iff-
.„ fra ferine cofe, cio^ . ' .
* „ In piimis , che fia lecito ad ognfe perfona^
41 quale tene , & poflede terrltorlj in Ip thnto-
^^ yio de la diaa Cita de Napo^jS in le co-
^, .ftere-:, & valuni de Chiaiiup ,'*& "iri'li val-
;*,'luni dji .Duarto , & in k felve de Marigia*
I ' ^' ■ ' ^ ■ T? ^■' * ■ ' .:riel.
4
*
too DIAXETTO
,, sella, Maiano, & de Santo ]tiliano^ .&1ti
^ aualfevole altfojoco .it 1o territorio deia
>,, oitta Citi de NapoU fe poflb tagliare, coUU
,,, YSLXt , & pafcnlare cum aQimali ad arbitrio ^
.4, bei;ie|iIa(4to , & volunti de 11 patroni de dint
^„ terreni,, p.erch^ dttta MajeA^ vole, .& dona
.„ licentia , & omne Derfona fe pofta gaudere
„.valei£ de lo fuo, reiervando , & exceptnandd
), folamente , che nulla perfo^a , Ac ^ualfevo-
,, glU fiato, grado, & condirione fe fia, pofsa^.
^ n% debbia ire ad cacza de antmali fatvagine ^
tfi pigHare flame , nh fafani in io territorio die
P la Cit^ de N.apoIi .« a la pena de flare in
^ gal^ia ad atbitrio de diAa MajeftI ; impeit^
J, fia i^ito ad ciafcui^o andare ad cacza de le-
^, paif , & de .Yolpe ,. Refenrafe etianfi di£fai
4, M^jell^,, ^he^ulhi perfona pofsa , tA debbin
4, andajre ad -tagliare , ni pafcniare foy ammalit
4, n^ colttvare in li monfi de li Stroni con K
«, Talliioif &. pendente de la Sulfatara j ne K
9, monti de ^H Se^pi 9 ^uali fotio refervati , tf,
^,, fe rifervano per lo piacere, folaczo de lacac^
^ de la dida Majefl^ , a la pena de dece on^e
jg, per jpno per volta da applicarfe a lo Regto
^, Fifco • Guard#fe gwalfevogUa petfona de ure
^ lo contrario de quanto fe contene in lo pre-.
jf fente ,bando • I>at. in Caftello Vqvo Neapod
^, XV« Febma^i 14^4. "Jo. Pont.
Chi potr^ perfuftderfiy che Piliuftre , il dotttC
.fimo^J' elegandflimo Giovanni Poiitano , die
Xcrifse.,.^ firmb quefto <Sfpacdo,«on iapelTefcri^
vere Jtaliano megtio che cod? Chi potri cre«
^derlo.di un amico, e d* un conipagno di ]ace«
CO ^AfHiazzaro , ed in quegli aniit appotitx>,die
coOtti icii^eva qwtW incomparabik AfcacKa , le
cri
N ik P O L 6 T A If O. ixa
eA fKN>reL. noB^ hao tro vato poi fca tottr gl' in-^
g^ni ToTcaoi , t Italhwi cbl^ potefl«. ttgiugHar*
)t neU^elegnnza , melle grazie , n6lia>mvita?
Ccedast adunqae , che if dialetto Napoletano -
fb confecrata da^ noftri Re Acagonefi agli atti
pnbUkt y e allalegislazicMie ttnicamenle per d«»
,«ero della Nazione , e perch^ non fi credeva
allora , cl^e davefse. antepor&gli il TofcaQO ;
.jn» noiv gia percb^ mancafse ohi potefTe-fcHve^
re net dialetto Tofcano . Cib. Ha conferma dal
Yederfi , che-coflaatj&mente (Tfofliene il- noflso
4}aletto per eeato , e dodici anni « quant i m'
fcorfero dal i442« iiiio alij^ in tmtl i fe*
Kenti ani«- . ' , ^
rlamento celebrate in S. Ijoifenso nelf anii0'
> H^' fotto AHonJfa I.
.Gr«2ie cbiefie dalla Citti^-di Napolf nfel i4ff.i
anoo delta coronazione di Fecdinando 1*
Giazie cbiefte dalla Ctui-di Nagpit all> idefia.
Re nel i^'
GtaiEie ctiieAe dalla CuA di Napolf alt' Ifleffo
IC# oel 1466.
Grazie-cMeOi dalla Cittl dirKapofi^neU' anriii
Grazie cidelte dafla Citt4 di Napoli ariUFw.
diQando 11; d^/AragjHia.nel li^pj.
Gra/ie ^hiefte dalla Cin^di Napoli , nnita-al
fiaronaggio del FLegiio, al Re Fedefico d'Aca-
gona nel i4p6.
€ra2ie €biefte al Graa^pitanp daUa-Citt^dl
Napoiivnel 150^.
firazte ohiefta dalla .Citt^ di I^apaU aURa Fec<»
iKoando il Oktdlico nel 1 505.
Bariaaaento celebrato in Napoli nel if^f^.
SttibiiMttto cekiM^o in NappU nel 1508^
1^ Dt A tEf f O
apitoli del Ben viverfe publtcati nel- 150^. '^
razft chiefte dalla Citt^ di Napoli nel i^iiH
irlamenio convocato in Napoli dal Carchnal
Colonna. ncl 15^2.
onativo fatto da* Birohi ncl i5jj»
arffimento deilo flefso anno, nti quale is hottit
deir Imperator Carlo V. , che vi ftt ptefetit*,
fi^ parl^ alia Nazione in lingua Napoletana.
arlafmenTb celebrata in Napoli *dal Ytc^r)^ 41
Toledo nel ij^8.
arlamento convocato in Napoli nel i$40b
razie chiefte all' Imperatot Carlo V. in Bra^^
xelles nef if5«^^ *
la tutti i quail atti non fi (copre la minfnlft.
tterazione dHittguaggio. ' ' ^
Cbe la libgqa^ che ush la CanceUenH'^ 4^ Rei
ragpneii in qtiel tempa y fafse egnafthentir nit
)Igare cfialetto , ne fannd chlar^ t^imodHnza
fette^ dl oorrifpondenza poiitica » & to iftiii*
oni pubbltcate da Qttavio' Ail^ina dtetrt^-aile
lorie di Gtov^nm- Albino, iri Na{)6!r tfS^.
refso it Cacchio «. Ne fanno fe& ^gtn^mente I
apitdli de^ Beit vtve^e ( fpt^iit dl leggi" iftWdl*
pall ) fatti in que* tempi diflendere- '^foi inoU
(tihil^ irtiiy^rri^^ ctel Kegno , ed apptt)V«ti fltt'
•ro Baront V di6 fi davan ark di SbvraHf^ exhe
iflbfto mlEinofcriiti ife*^noftrl archivr, « fiqfll
itichl proc^^- •
Se iL coragioTo atto del Re Alfonfe d*J<lnaU'
[f^ iV itofko dililelto ad^elser II linguaggio ^t
)vrano , e dell^ afsernblee- detta Naziorn© Vofse-
ttfi^TejCOniJsddk'da* pfiif nobilL ingegnl M ila
nipo, certamente ne avt^be cft^iata la ibrta^
L : dappotcb% > foot di^ dttbUO) che fono i %-
imi f gii cfeganti, I deHctti tercet ri<«pM^Ai;,.
V ' che.
•bt A^4umlimi9aKia od? taoti dtlU; %ooL cu
%Qii»iiaut liagua.^ le ^U pec l6ro natora , e
Mr* ic Kefls- non. fofio tnai ne belie ^ ni brotteii
nb ^ci, liii aSpsttamto (da* non potet' efser
viiile datt' abimcliiae 9. che ce le renda fjmte,^ e
- Mft PAccadAma celebre fohdatv da Giovaniti
ifcntaao , in cttl 1 piii dotti uomini d'^allora fi
ase^agaroRO , non fecondb le mir^di quel So*
vrano , e del' fuo figlib Ferdkando • II Sannasi-
sar^ , Gio: Francefco Caracciolo, autore df de*
Jfeast^me rime ^ U Cariteo fe^etario- di^Fedt-
.»ca d' Aragona^ ed altrl coltivaroifoutticanieii-
le tspktl dialettoc flefso , che enr natc^*^ pei^ ceisL
4m fotto la penna del Petrarca , e del Boccae*
do; e quindi avvefme , 'che ^ ARgtio di Gdu
ifiaMo , n% il Brittonio , il Tanfilio , TEpicuro,
il vSummontev il Rota,*il Meo y V Eqmcola ,
tit altri , the poi nella^ foflegnente eti fiorirona
< ft} gran copla, coltivafsero ii noflro dtaletto . So*
'\o Francefco dehTii'ppOyGiureconfulfa Napol^-
tano, osb ^iver in e^a^^Ia^ £ivolofa' vita d'£ft«
po larirta y ed italiana , yiU quale fufHegiiOiK)
le tradozioni? tft pro& , e^ alcuni ^commenrarj
indraii , e iftorict fotnra fefsantafei fatole , ed
«pologbi di Efopo> aa toi mefli in verfi tatini-
€on baftante elegacza (x) • «
E 4. la--
"f^H^umm^mm^mtt^mmmm^m
(i) Qutfl'^opeta divenutai^ 'rara'a fegtio ,
the forfe non altro* efemplare ne efifte , cfle
qjiello della fcelra^ e copiofa Ubrerta det Mat-
Aefe di Salza Berfo , per efietto della gentikz-
ta di Itti « che ce 1' haxomnnfc^U ,. t* vemita
ji#4 BIAL^TTO
Lo ttiW 6i Im. > da cbumarfi jpimtoOo on
comone , e culta Italiana , qinte da' doeti fi
nariava ib Napoli , che noin im fMiro. e precf a
idtotifmo • M fi fcorgono percib m^ti laenufmi
si nelfe vecl, come ioMt coAioziom drfic tmtk
Rimarchevoie pot % il vedere y che noa pcv
ifcherza, c per afiettar lepidrz^a ufa ti paitico-
kri voci i ed efpreffioni del fna dialeito , nm
folo perchi non credeva > cbs fefsero da abboffb-
tiffi , e pofjpoiG, alle Toftane •
Dafemo pev faggto dello ftUe di qneJlo lerit-
tore la breve (jpnegazione , che ia deiia Favofia
XXVIL , Delia quale fi defcrive la nafcka del
fbrcto dat parto deila montagna efprefla 4eHot«
nente daOrazio col fbio vefToc FartmiaiSmmm*
^*B* •HM»ai«ia
alia, noftrar conofcenza'. W dedicata- aJ Onoratm^
Caetano- Conte di- Fondi, Gcan Protonotario del
Kegno . £' imprefea* ti> fogHo piccolo di beiltA
£nia carta , e di afsai bet caractere-, Dia con in*
nunaerabiU error! d' impreffiooe , arricchita dt
fiampe la legno curiofilfinie , e nel 6ne vi &
i^g^e- ' 'Ersmcisici Tnppi Papihcnopei utriusque
furts dJsertissimt , studtosiuimiqifUf in vitam
^snpifabulatori*^ lapidissIrajphilosopiiq\ cla»
risstmi traduSiio ntaterno sermone fiaelissima ^
. & in f abut as alhgori^: cum* exswpiis. aetiquit
modem isque finiuftt fe lie iter, hj^rosstt Neapo^
li suk Ftrdiiyindc Ili^strisslmo Sapientissimo
atqne fiistissimo in SHciliaRsgno. Ti^iumphst^
Ure . Sub anno Domini MQCCQLXXW. Die
Xm^mtmii Ffbtuuxii ..
»^A P'O LE t AN a Ids
"Efa td^^fe¥fa intotz^a^ (j) & coff gran ro*
f/^re geme\ & queilo gt?mifO donu gtande stu*
f^ore 4td^ masctHi ^ O' ^femeifeipensanOd ^ che Im
terra havf^se adparPurht quahbe eosa de sm*
fore y& cmst crescendo la terra mostr\ im^-
$erriblU'mostro\ la geme teme \ &' cen groft-^
disitmap^aura se dertassaao (2) dial loca per
Umore y cbe horoeam de stare vtcino : tey^^ ^in
riso ^uil/9 ppande timore , ferch^^welU hco
c»is^ (y) ab^Btato part del ^taeo sorecs- • Pawze'
eUla gente uno^ joa^^vedendo Upiczolor animate f..
dove prime- facea allaro granae timore {^ ^
Or mnalzato a^qneil'auge il noftfo dialetto,
cbe neU'jepererdi erwltzidne , e di maiiale ^
rt^^v:i adaperato, nmi^far^>GertaiiMat^ pot me-
xavtglia ,-cln uon&ini defiderofi di wSmfervare . la-
istmoria dis' ntti a^^yenuti alP cti"^ loro ft -fofte*
ftt mtflt-fa ierivev i»^ riso per pitcer l#ri> ^- e
Ki \x . fea*
\ -
(x) Imorxata , goiifialsi b^ ventre ;
(2) Derrass4m9 , (ccAaiio : Of^i direiiimo
mfassaW9*,
(j) A6o€tat» » gQnfiMo d»4 vinta .
(4) II fopracitato CiiioccareiU nel (w»4U
Iva de^ »o(hJ lUuftri* ferhtofi: d4 notim dp
foeft'dpeia de^ Tttpp9.< Ecc^.h^fiMi parott:^-
^epi fnefoe- faiuUe^ Tmfpm ir-e Latfna^ i>^
Italiean^i matemmn lingmam vertiP' ^ de SM
efuoque adfiden*^ Trvpo^igm , Allegotiam ^
JiHagogem^ atfue- esOmpla ^ see^exemphs confirm-
mationemem* vetttstis' ^ ac recemior(t$$3 9empfe^
fibus desampra^ qaa o$nma ememsa sunt two*
ffili Ai^a^ u^jg^ s^ emdem^iM^mn Riassen*
• ie($v > p:t A t E T T O •
. &iKea: DMifiero di pubUearie^alcase Ccibmetette..
Ne. efide wait tii qaafclie bibifoteca di Nocar
t Ril^ierOi PappanCogn^r^ delU quale non ci fiam^
fOt4Kr preewaR ^lenimeno. ia vedata ^ poich^ i
' cuflbdtdt efse, (ioiilr ag{i* eunucbl de^ferragli
witi toc£aiT6 i libri' , n^ vogiiona^ ebe attri gitt
tciscfal.. Di doe alt re Cconiche L* una di Liicio>
Qurdamo^ i^altra di Antonio Gbniger, ambedue
Leec^^<< /critte nei diatettb' di qjueilk proviiH
1 'Cta^, fiam ibbftsri aiWdiHgeDza,,.erfidizione, e*
. 'Hero amW deila {latrta: del^ fit Giambetardtfio-
Tafuri , ti^averle il prima pabWicate..
. ' Lncib Gkidamo di Galiipoli. nacque neli' anno*
" ^4.^9; Scnfse delle cefe accadute ml f^o tempo^
<no aliranno 1484. I fuM. Dtarii foiona pabbli.
' catr .per bi prim» volta; dar Bernardino Tafiirl
in finetiel Tomo Jli.^ deikifaBL Scotia Iett«ra-
: ria ^.^a '»ef& <ipprendiatiio ^ che 76t' in: Roma in
• Jtempo diel Giubifeo /del- 1-450* » e nel' 14^5. fi.
portb in Lecce in qwalita di Sihdaco a^ preftare-
4n-noane 4t quel pubblieo tieiuramento di fe-
delt^ af Re Fetdinando L d' Afagifna' . Nel
'. ' )'48i. ificervenitt al campo deglL Aragonefi con.
• tro i Turchi fotto k citta d"^ Otraino^ Fisal-
mente ctf^ dt-v£wr^> cotne* fr rcputar , dopO'
• 'i'mibnnsatd^AUsiifo. IS. Re di NapoU.
- b * AntoneUb Gon^gier autoire* d' una Cronicar *1-
-^ai^^fttr^pv^Iidaai ptr i^yiinia volb da Bmmr-*
^^dmo^^iTafui^ in tee tfeilo Tcftap VIIL delia ^ua
^•^^tona.^on alcune annotazioni . La Cronica co-
: mnd^d^i ^^yfd' il Padre AnCQiiiiob SeariilO'
*^<ddiki Compa^iijv di-GesHt ti&>ft patoia^ nelP in-
*»^c# degK* fcrif^corr citatt> fte4k>: ¥ita.xii S. Irene "
'^m'k\ kf^mi^' viod^^L „ -A^roncsilo Confer gen-
*%^ H)ii(MM»'Uu^0Nfc<4ii» wm^JZmkstfChk fa. dall^
»* •• ^f Jill*'
ii.%P 6lit A NO; , id!f'
V'^ffO del Signore ij75». fino af lyii* SI coflr-
„ iMva ms- pt^feo^ del Signor Cotite D» Vitto-
,} rio l>rfoHi
• * Dr quefte due Gronfehe' nort" rapoorteremb\
luogfai per dar idea.^ dell© ftile , eflendo cffe
•fcritie^nel dialettO' Leccefc , die in quel tempo-
raffdnJTgHava aflat pih al Sirflian^, e al Cata-
brefe ^^cfae- tion al dialetto PugHtffe , o fidr Ni-
^poieKLnd. ' • • /r
• Giuliaho Paffero SetaJQ:lb avendo, come eglii
iiaita', trovatoda'fuol antenati tiotato fcrevt-
inente qualche avvenimento de* foro tempi , 'i**
iflvogl5b di cominuarne la^uartaLzione' pHi diffii-
faijfiehte , fcriverjdo'ctocc^e avvenne* alPct^t hi;-
tmief tenne a 4are tina Cromca* curfbra^chc^^Sjfc*
gtl ultiaii anni dtl''Regfif>' drFertantei' it^Vfct-
chio' arrlVft; ali?'-anha 1 5 16. Riraane ancota mi-
liofcritta , t' nol ne abbfamo^'avuto iti* mittio m-
efehWHfte Affii accuratamehte' trafcrftto',.^ ^t^.
flniTO- da Ihndcen^cr Fuidoro- pm di cenfo ai^
ia y e^ confrontato coll'^briginale , che^ cbnfetva^
^aff'pfcflroG&tnbattifla fiolvito.- E^wege^le-
la Templicit^ , eveiftctti i^ quefto Cronifta . *
Kifectm^ al'lingirnggraj ^egli? ufa qaeUd , dit'h
^Tirt/f cdhiJfetrtWi duiti* ^nor* u^Ti^no^ co^Vfea:*i
a0ettaz!on* ^'come^reh'ia:f5hj&efcen«a. Seg\iendfi
^'"rtWlta*«&'<li*'dai^ un (aggto" delte^^ ftile di
•QBeRF ifoM jSriiin' - fcrJttoff' ,^ rapportefefnd-' trti^
•paffb tratri da quefta Cronica^ ^ \ e Fedelmfeate
tr^fWIttO'Cbte ftfffa ortOfflrafii dei'manofcritto • ^
' 'Afir^^i' (^^A^(mo>-\^to\ dr Dbmenica in /#•
jSf&^/rx/^iVo''- di''Shi0n MaVtd- 'de' h QmmhM
hnt^'anditva ykmfo" dM^^tiitSho^ dVSaniM
Mtrr^ ^ U dratiff, Id"' iu'^f^ -vtnrk'liA^'tif^
• • E 6 '^^t:-
Messa ^J2h djettO' MiHsa durava tr9 hof0, d^Ath-
VJologtB , che ft ante se dic^va set Mtssr da af.^
tri Fratl ,« cb^ non.^ In si$a ^ & dapo deHa
Messa s^ sfOfUay^ ^ & ^ n^- tntr^wa-nell^
Capitoh , & al, Claustro , . O U- ixsnev^am
,tanti infermi de mall Fr^aaz^si ^ ^ de piU ^
& divetsi maliiy &, la , d^tt^k^ Mf^tea Tton face^
%^ altro io iiccttva con * la Ungua UtntQ de
Aomlm y come derdontte in qmlsivfiglia pmrtt
de la persona ; in fine era tanto fofoncorMk
de le genti tapto HapoletaniyComo Fi^astieri^
che era co^a st upend a ^ (2t certfi* chv nm vedeh'
va fuel la, che detto Ffote Ikeava con la hn>^
^ff 'y Wkn U pHt^ credere y, Oi'fufto Lo su9- tner
f scare- era. con Iji. lengua tanto ferite^^ com^
fiagke de male Franzjese-^ coma.piaighe d* oc^^
-eJ^^ .comosde membri deshonesti ^^uito cwnpet*
iiava. con, la. bocca^ Qx> lingua;, 'mat sfne^a ^
3t. »o» ekis se la ijtghJotteva ., . la ^afe eda ae^
e^s molte. aborrevole a vedexe : dicA , che ve*
dendo qsiello che leccu in secreto.' ^ -non ci c
€0re f cht l^pQtesee comport are <^ che- non se
centurbasse yO' de, non %HUassefer la^ bocca*
£lue^p asto nm. se rieoe4a< mar essen tdetmr
tatftOLtn, Crisis anita.^ come in, Pitganha.,
. Air i(Ursa^Cpoica de' lU Angqg^. caoviffr
Jiportart Lfirimi cotnponiiBemi in. veriL nd so-
ilrodidlettQ, che (lefWi ^nfervail fioQ a not.
rnundiamoxdn-e degU Epici',,.e dt* DramiBatid;
l^rchK riguardo aLLivkl % aSai VAriiunile., cIm.
fiulche caos^oQeita^ finr dall^h j^h. remoca.anticfai-
Minmanga ancai:a< tra^^n^^^ che H volfj^ cao-
tA,,oornt inapprefsQ' diriiDo* Ma rifpetta ai'
IkaonnaiEidk fitfoiia ISovrani. Aiagpo^fi imgli .
x-
N A P O t E T A K O; p»^
tfo rprimi m tutta I'Europa, e ntbha btun*
- zl lA qtiel tempo, f che volgarmente fi<cred« dft
ooloro 9 die dal Mt> Sig. die Voltaire fi lafcia-
^ no iftrulre ^ e. giiicUre ,< pertfarono di dare nelh
lofo Cone fpettacoU Teatra^r, ed« itr muiica^ »
che chianuroqG' Rirfe ». Sotto qne(b nome noa
ibk>s* ititefero i. DFaiaori giocofi ,. ma aixihe
'qiieglt:di argomento ewco^ Tale ^ la Farfa ,
chei'dovV comporre il SamMiAzafo perrapprefen-
tarfi.nella Sala di Caftel Capwno ai? 4.* Marao
del 1492^ folieonizscaiidofi dal Doca di Calabria
Alfenlb lav vtttoria onenitta d^'CaAigliani con*
tt-o Tv Mori <fi Granara . Fu qiie&a Faria fciitaa
in parifstmo baliano » e rimeggtata d' una ina-
fiiera auova .(i)*' - ^ . ;
Ad imiu^ioiie > <K^ e&'a Alitonlo Casacciolo
IP^a^^.di.ctti.non. .(apptama altfo the queflo
mdo nome^ compofe* per div«rcin»ento di quel-
la. oiagnifica Corte. altre Farfe .comiche , e gio-
•ofe nel diaietto Napoi«^ano corr^nte allora .
lEsb. la flefsa hizarriflima foggia dt rkxuire del
San-
■ '■ ^ »
« • - ^ * *
(1) £<so CAme comincia la.Saf& dll Saa-
inzzaro .
Fugf^is fiiggl d^Ientd y
Non veder 7a fuagepte • foggiogam; '
Npn veder mb pr^ata, - faggt lafTo ^
A che pur lermi iI|>afso ? - il Ciel ti cacciay
Eortoru tl imnaccia.,:. • Ahl fvennimro, •
Iia&a.correre.y fiuo * - Un tempo aveftb
Tuno quel' che voiefii, - e con diletto ^
Ti chiamafti A^ametto '. - or t^^iafegmp
£attii;a>a tl» veiyogpa
• »-• • w»-
e«io Dr<ALETT.6 '
.Samidzsflaro , la ouale pub inrvteriri^ rtftsaTdafS'^
^tcne una .primma di ijtiel' cnKfeliflimo verfo^
Marreliiana, cbe i^etlt noftra tia vidtito nafcc*
. '!« per aumento delle Te^mvIl^afiflSzioni , e delie
f erecchie deglt uditori . • II tnanofcrirta- anioo ,
«cbe^ct ha cpnArvate quefte Kar(e' del Catftcclo-
^Jo, ^^ ^ i)€i piibMlcfttchne*'voIiiinlS che ci
, prep^B'tamd a. far fegitivt ai'pre^tite,^ fe 6 pd-
ftr^ efeaginte^4a ntm^a. Hel p^isef^i&re v <^b« A-
KtawOi. nm\9(irseigtieG(rhK> di <omiinicarlo . lR«r
I tattto raf^rrettme q«i fok^pociii vetfi d* una
fcena per dar iiea fton meno del Ihguaggie ^^
>^« diihi mameta dl rimare in efsa. ttfata*-
Matalena . Sera me dhse^ Rosk m/u vkina ^'
* >r -O* tu dA UtrP wfatina te sposastc r ^
< \ ^ Pmrci^non mv 9Mff9iastirif etmvrtafty *
•Qa te ve*evs-'a'ferer c^i^pagnia^* '
■La Zita»*' Aii swte'tdrd Tkia\ non ?, ;x«» i?^r^
' Cride' Qa 'teifz,^^ te maje h faces svj \ •
C<fe »;9^MM^^ wf kfenesse la qi»arfann ; ' '
.,^ , Tuna quest a- semmana- ^ b^ lo vero y.
Ca nee tengo fencer o ds lofare ;
- Ma nojt ^orria -pigiraf^ pe marito
Se ny'fhmrrVWti^'4e^Bmin4i ^
Incitatov come S-c»<ibilr ^att''efetm»o dr
AnfcmioCara^cto)o ,~ Jo Aefeb graii Sanimzzaro-
( 1^' maggbr^ gk>m d«Ua »ne(lrft patriaO »o*n:
, i degn& impiegar \a fva penna xmA dial^o na-
tio . .ItD €00' fcri&e' una^ fpezla di farfa fntitoiara
4i <^//o»i«!« V vocr Napelefaffi y^-cfec' cori|irpon-
<Ie «ila TofcRna-GkimhoIoY del qoa"R; Ciovan'
Ai^iAa, Qrifpo aeHa ttta^^dt Sarm^zlarp paria
#0^1:. „, Ni jjur ^)ft^ fitt#r^a»ttto"«%t1Sfap(rti
fra
V
N A T»-« L 1 r AN O. tit
^^ fra gK altti (wh emufkonimefm «iii» \ Aetso
•.), dftl volg6 dt efsft: Citti^ >. GlionMco > non^
.i> c^fiveniente aU' opera* ,. in «« fi tactoigoiio
^ ttttfe fei>tenzj^ , e voei #ofife cM^ parIaT« anti^
„ CO Nkpote^^hio^, eon xtigrefliom mofto ridico-
- y, 1« ,, fegni noil ofewl tiella fetHitk ileUHnge-
y» gwovitlefsoAPoeta' „• Oolle qasii parole b.
fcU-tmckibbtail Orii^i fettoriv;^ lo-GKotrie-
, 10 d^l^ Sanimzzidfb. avefir «dv tosomarfi tra 1e
'Mefie. liricfaV, •« Diriniiiibiche^', t>vvW3( tvalle
Drannnaticfit^ Ma U ChioccanUo nella. fopr«c^
eit^tfa epc^a^ msnoferina fn& chtacaimiMsparlan.
' donr >. ^ togBr -dartigni ftabWeiar ,^ fcf ivendo
coslr Clgrminm ^ua^et munWTnk iingim^ t^c tiuii
|w//w*f/>, iSr ebww//^* hco: mient Mggi , Ikc
Dattna.»ta, ciii OS>«aflllirtilRiC9hi<l Volpe*
appofe alia tarfa Tofcana del Sannazzaroy part ,
' i^iie^ fi irada kr oaitipfindvcif v -^^ > 'M fofsero
fiatjt: cM'^'chiaEtliaHa- tioArcy Matter lEgVzi^ liiAe-
jBi0f dmif<ijBriIa fktfk manilate^ copte imnoTcrit-
te;aatbe d^ihi^CiK^itftm^, tf <<te^l«r «|tre *<>M:e
. Dfttnimancfe d^r Saiifws^m ! rmtt dgU ere<fette'
h^fkfkhmnoo ^utiMcarlev ^tega^^fiv che a.
im^pateva,^ che tA iitiicomponimtntt rrefboncr
,,. poed-^«iorevx>it air '\br0 aiftoft', - i ^aJF certa-
in #^cnte- tioh gli fectfro>pert^afglr lodr, o per
f^ pubblieaf^tt' f tiia ad iftan^^a A fignort > tf di
^ Rxnkl. > dettaiidoglh in ifttte 'ttmiJe, e j)opaia-
» .^ trv C' nijtt^'djtafiddfi'molh) 4fi lirftargH , o di
• ,, ripAiWrgli*. ©i falmanlera rtt '^bMamo aktmi
,^»alm'd8l'a8d#gmo iMKoref {>r^0ii'<li noi^s **>a
• « I
i« / tii KtETTO
y^-ffmiaino bene di fopprimergli; per noif &r
l„ tDrto con (bverchia dlligen'^a' alia fama ill
yr {K>eta si grande ycliememre vtveva , > em ces*
I, fore feverifSmo delte foe cofe,.. cmn^^ €a(l»-
^ me degli umitifriyefaaientr dotti v
010 gliel perdbm, fejmr lo meritav -d^avtr
oredntoy clie on^Napoletane^ commetteise lift de*.
Ibto inef^mbile a fciiver nA foo lingiiaggio •
Q.iiant0 .ptb gioAanientei'ain'efabc opiuaco if Gb:
Aarofria V^lpe a cmder degno 4^ efserct confer*,
vato ii {»li anrieo monumento deUa coimnedla
bafia rimeta*,.e melSa in moficsr^. rhtanto con
^uefta fua omlI Unnaag^ntta • ritroik' fiamo eta
Hoi neila* cmdele incevrezza ) e nel palpho, che
.ftu'fe lo GlieaMft> delSanoazcaro fiafi fotalmen-
:«r pcrdato • Ger^ Ib^che-per meAte tkmck^4M
hoi fiiHtne, aon* ci i^fitiora^riafetiito dVotttr-
jarlo • Se avrtmo tafi^> Tone j ' ficnmitfiiev If
pubbliclieremo , e l^illuflrereiiia* Nonjmb
c6ciiie imoA , eteadd patto £ yie^ 61k*
, iagegno.
Perd||ri ropfoprj.Re, atidb eccIifsaadoS ogat
fioflra gforia, coffieeia^natitrale H immaglotr-
. to*. Gl» ameai ftudi itidivifibith oompagyii delt'
opuUnsai^ e c^Ua* feliett^ decadd^ro , e^ ibtto il
ef|Klele,.e». lingo governor* di D. Pittro *df Tole*
dO) la naaione pionibb nel lanmore^ dtli' 4vvi-
9 Umento, e<d* nnaibrzattflapilKti »« Atmaftro
felo alciifli'poreati- Baroni , che^ contifraaroiio
. ad ifpiracqaalcbe debole-fofiie dt^Tiia alk Ift-
ttre, ed ei^me mecenati % Tra tfR fi dtiVinfaro
f|I Avalos' Marcbefi del Vafto^i^ e di Pafeora.^
Il^Cont^ Mazxnccbelli nel1» ^rand* opera *
che i^H»Lprefe,<della notiz'ia di tarn gU Scrittorl
kaliaoi '^xs^gffmik^ -, che Gitoianio firittomo .da
\
Sd^ftim Poeitft illuftte liorito del i^o., •
dir fc§nir»^ indliriribiie del' gni«i Marcktie <B
Pdctra. Fcaacefco- Ftrraate* d^Avalot , k>« mobm^
fo^hf «nclie naglt efeKiti » € in tutte It fiit
imrefe^appsurecciitaco noo mcnQ at coabatteic^
che^ftlld KliircM, e all' adubur^,. avrfw in Mt
.dak fnide&no compofto m- P^emctte^ to^IXatel^
to .Ni^etRn^\ del qiisiie d^ la ftgHaBt& noti»*
lia : ,v U Ttiunfo d^ lo Britonid, ae lo qoab
,ys Panbenope Strena narra*, e canta gli gbriofi
^. gefti de to gs an Marchafe du Pefcara^ ^ terzU
,^ne ki Dial^to Ns^litanp^^* Quefto Triqiafa
^ fi coolervavik mss. in FicMza m1 cod« pay.
yi num. ri« delta libreria Gaddi ; i oodi m^
^.deUa'<}«i!c conrperati dal^Gmn-Dttca^Fnutice*
,, fee I^Imperatote fonp pafkti )' armor 17^5*
y, par regsrio dl aTsa Sayjraao neIia.Libreria taa^
1^,. reiiztana>.|9 •-
Noiabbiaino Imptagata P'oparsi' y^ e & dilU
gciite cnra d' ano cb'piii dotti aomini diTofcsh
aa 9. delta mil' amiclzia ci gtoriamo*, per rtn*
venife quefto Pbemetto del Brittomo ,. ehe. fa-
rebb# a vei0» dice pregevoliffifno per net. : nia
•gtii dtiigHiza,.ed egni ricerca i. ilata^ vana*
II Codie^' citaiodal Conte Mazzuccbelll efifle,
• contiena. Poefie Italiaue ^ ma feno^ rime de'
9o^i:del fecolo XIV. , c iM>n<^dei X^VI. giac«
ahV.in tefta^'detla pag. 2. vi< liJegge a chiut
He terzlne : ma la co(a d rende. pocd. credibile ^
percll^ 1-' idtimo raccoglicore de' manofcrUtt
deIJa Gaddiana fu Angelo GaJdi. aateriore. all*
cri d^ Bristotii4«» Le riccrchc; fi fon frice no»
tn W) t A E « T f o :
ibid nt\l$L Migiiabecdiiafla , dove orm «M#u4
Coditt eifato ilxl MnvzoechelH pafsato od d»
fH iieUa claftB VIL (#IM tt num. 7»j*^) am f
Ch^ iiiciit fttte ntlla LxmmznM y # non-^rif
«^'«t)<tfo(criifii, wm ne^voMn mmpfttidi ash
ibeA]« qvcAt 4r>B|^ Ufaicfie r fwto i ttam f»-
Ym ^ Mm ntmip^tLmm fitb iikhrrci ^ esteem ^
cte il cii%Kiiridid9e Miizzucchellr fi alMi ioi-
tnagtnftto tin poenrwtta noil imi efiftiid . Ct«4ia-
IDO Mtaatcr, obe «qiiivocaiNb «el ottare U top-
go i- deve dinrrenticato gtace ,. cr n' a^a &tta
^marrrre la nacck «. Invitiam^ dHiiqiie tiittt gli
•uyintitielic afnet)^ lettere ( fcpposis «fifioM
«tm(k)ra in quefta etl , in en! la nKxfe fi ^ rl«
'^«lfa verfe cettr. ihidi credit ]»i& villi ^, pcr-
»tb£ fono pill ofeuri »'« piil tedioifr):'a ciceicar-
not penfiero di pubblicarlo , ed iilufttarl^ •
Dal "Trioai^ dbl SrinoBro^ fina alle po^fie
'ifet Baiilr, e ^l CotteTe , per lb fpascio qasii
di uA' fecolO) tioi -non troviatnO' aim poefifi tid
* diaj^lto patriot ft non ft qiialche breve canvK
^ii^tta^ delie qaaii ci han .conlemtn^ vtwrtKoaz ,
' aeoennaftidotie i foR teHl ir^zialiV il itAlt ^ H
il^Qotteky cb9 le amnwatiimQ\ cotne rigtntthte
' per molto anticbe all';«t^ Iofo .^ Not p*r nuUa
ort^afciar^ cKquantor concerns I'lftoria oel noftro
< iliatetro tion le: trapalseremo del tucto • Ectone:
bk'irili. deikara^/e la ptU ing«|^fa«^
't* VorrUy che fi>ss* $0 csa^fa , <W velitsi^
^^ A St a ftnesta a dirft nu pmroia ,
Ma mm eke me mettisse w nM gaj^lsm
E tu da dinto sub bet cbiammMssty
¥iene. Mamttn mitt > dek viem^ C^/m > .
'-' Ms
N«f •&! T AN O. tif
Ma If on che me mettisse a na gajola •
lEd /a veftesse y ihomm^ t^twmansst ,
Commi* era primmc ^ m te, Prory^^e sola ^
Ma non c(>^m^ mmiss^^^i^ gaioia .
IE po tornasse a lo> iMM.siwia ^ga^ta ,
Che me ne scesse pe. la. caf^arjiu^^ >
Ma cbe na cos a- me venesse^-Jaua ^ r
Delia feguente non ^i ^haeno:. lafciaxa notizia.
it Bafile, ed il Ck>rtefe,f« a^n^chft dcUar^inuL
flro& • »
IL A la rota , a la r^a.
Mastr* ,A»geiB ete foea^^
Nee joe a J a 2ha ,
E Madanftna Mavgath^u «
I verff;i cbe. fu^^cgntvano ^ jnanoano » . ma ci;
fembra canzone antica afsai , - e fatta ne' tempi
tkl- fte Ckcfo IlL -di Diirazsso ^ e della Ra^na
•I rfa g yl ter i t a f 4' ha%i^* &i cantava* hftliando- oael*
ia Ipezte di 'daiisEe m giro ^ che i Fmocefi. <uc0<
fiO' Jlimrjfejf-) e Branh^y LTofcani caTQle\ ^i
k c\al8aatnmm'Ba»^e, Atlcbe* gli- aofticbi Fcaa*
ttk drpan^.de^l aatkfai. ItaliaDfr ufitf 000 oantar
qualchfr canzonetta nelP' att<^ dr fer quefla dan«
za ailegra , e femplicr , e di cosl xemota anti*
chit^ V che ufiilr at piiflnl tenifH; de'Grec}^ e-
de' Romani » £' celebMa .la- casvoiie; fra efli per
accompagnar ^uefll Br^T^ks- , ciie covnincia ^
Quandi Mir.on voult^t dancer ^^^
Parimente hanno- fervid le due fuSegoenti
canzonetta ad^ accompagnat C9\ caom^ le lietei
carole ,. , .
%i6 ©lltETT^
Hf. Jejte ftsce 5^/r,
YcajentM Mpera$9fti
CAe vuU' qHMitoeitnt^ >
Citnto cmfftanta^
Tmtnt Jm nvttt csma^,
Csnta viols ,
Lo masto de scoia-i.
Ca scetme Mssto Thst9
Co lanZe^ e co Jf^r
Dm P aucielU^aeeompMgrm^im'
fona sona ztnnpogneUa^ ^
€a t* MCCdtf^ h$ goftneUm^
Ls gonneila de scarlaio ;
Si non XKOIHL) te rmnfo Ar. tap^
Malgfadd cHelh qoefta can»>tiettai , dbe «ii^
mxt oggi i fkncinlli-cantaiiai vi s' incontri fill
riniia , cbe ragtone ,. Ti cmfpavt t>trb qodP to-
nodente ailigfia, che- ffefp»va m ^ at^ ftcoit ^osxi,
ma non (kt tone tnfeiicL La cradkmo d«5tenipi
di Federica 11. Impamtovrv Eecoa^ mi aUia
dello ftefib calibn^ .^'
Vf . Non eSiovert mmcBivmH^f.
Qayoglio ite a m9%t9f9^
A movere lo-gran9>
D9 Masfo GiKiiano'^m
Mast& Gimliano
Preitame na lanzSj
Qm vogiio in Nfrafni»yt
1^ A^OLBT AfjIO. ur
Dove uta Madsmms Lmcia..
-ti femfara cfier del tempo de' Re Ati«
gioim , ai viaggi de' qnali in Proveaza^, ed k
Lotnbardta par chc ii ailiida^
V. Frusie t€M Mafg^rhMa^
da u troppo samnalosa^
Che fit fgni foca c^sm
Tu vuofe nnanxie la gwmeUa^
Trusie ee^ Margafitelia •
Di qiiefla % diffieiltffiino a fiftur V epoca ^
giaccii^ -le Maraarittlle , die fnbito chieggan
eonnelle , fooo .mte in ogni jeti €|pialm«fiu ab^
bondand • '
VI. Simmo ti foveti felUgrini ee*
Qodla canzone la tradizione coftante tra not
r attrByntfce alio fteffo Sannazzaro , volendo^ ,
che in efsa abbia &na allniione alle fventurt
della naztone d' aver perdnti i fnoi.Sovrani . A
tempo ddh'Corftfe fegstva a cantarfi da^ragazzi
del vol go ) e vi ^ qoalch^ vecckio am:6r vi-^
venre , che fi ricorda averia neila fna glavinez-
za inrefa cantare • J^^ not non.i rtnfeiro fin^ra
dtfocterrarla dalP obblio.
VIL Dwna pocca me lasse ta
S'iat in vita mtn vogii^ ciih H»
VIIL Apfitt sprite p9r$$'
A pevep^ WmeemM
lit ' B I A tE^TTQ r
' Queda canzooe (i caiMi^. ^Q(Nf .Aggl fi|cendo
un giuoco, in cui tutii ^. t^ilg^BO g^r ifiano
girando in cerchio , e lafciando uno in mezzo ,
il quale deve tentar di foftppsMfc s paff^aiMk) f<tfto
fe btaccia di uluna d4 queite c^pie .. Dopo
cantaxi i fopraddeai \%i^ (la.4:sali4. | ^be fi^ in
mezzo , il coro aha ^nanto piu pub le brac«
cia , ma fenza difgiao^^r le mani ^ e |fi^|tfa^
Jjt forte stannp dfpertt
Si Fafcans vqU fntr^rc » ^
Se in quel momento a chi (la in mezzo rie-
Ice ibggire per uv di i^W' v^rp^i pR9Ci^ clie lo
•rrelHno Ic oraccia GonginQ^e , e^ pri;i$icf<»^ente
4i abbaflaoo ad attrayeriacgHflJQi^ vince , ^tri-
^menti torna dentro , e fi continoa il ^g^ioco •
Ci pare giuoco antichiflimo • 11 nome di FaU
cone fi da a. que) ili soef z^ »: ^q^ .A^ l^efee io*
^bittfo in una gabbia •
JX. Crnnpa Basih , xh /f/V Aftff e 1^^ ?
Saiutame ne />oce /^ cpmmi^f •
Perns Bjejale ee*
<X. J? /e braeie de h mi$ ieff0
Se vonno ve , • xv/fveiy t
E boiiteveIi£ .ascA$$st^
A. . 0:belU fe., . femmeng ^^
Quefla fi canta ancor oggi .
XL Auza mamz^m, e dd la mm^ a-O^m ,
Cola se ncticca , M 49n0 ia wpls eCm .
XII, Parzonar^lia mia. p^wmmnliif *f>
XIIL
N Jl 7 L e T A 9 O. M9
XilT. Revttfioh ktis Rtn^innlo ^ '*' * '
XIV. Aggto raputo €a si miiatella $c. " '•
XV» ^uanno p0mco a h tiempo pass4to ft*
XVI. Dirnm* anfore t qtuinn^ maje «A
XVII. La fpimma mota ti^ io w* ^
XVIII. Tu s} df T^9cchia^ ed U d^ Pstitarvltk
XIX. Tanto me dist» €o sto aasci ncnio
Pe^-nfi ea m^ f^istt starnufare f^.
Ecco mtti i verfi miztali dvlk canzone ant u
the ra^imentate dal Bafiie , o dal CorteTe ia
iiiift &» lettera gteccfa , cbe porta la ckta del
1614. Di nitLm, \ ilato pofljbile a noi ritrovar
la copta iotiera , tanto ]b la ^fopina ioddlen-za ,
the verfo ognt mtmoria patria )t data , e dura
fp^'^fioi. E pel ofiamo comparard ai Tofcani i
Avremo eguale Ingegno , eguale fptrito , s^ accor-
di ; ma eiTi hanno maggior zelo per la gloria
della patria, >e maggior cura a £ir vaiere, edar
rilflko a qaahiique coSz lofo •
Ora riptgiiando H dtftorfo de* motiiimenti in
pr&fa del ^eciitiofefld ^fecoio reftatid , abbiam
detto di fopra a^lla pag. ici. , che fin ali^ anno
1554. confervb la Nazlone il coHame di richie-
der le grazle de^ Par lamenti al ftfo Sovtano nel
fttO d^^ett&'Correme , che era on Napoietano ^
jna pntgato daltt patolt laide , e goffe , e 4all«
ftafi detia ^leba^ia .
In qaelP anno Frate Hteronimo firipanno
Agoffiniano nato GentiiuoiBO Napofetano , pot
divennto flmofe Cardinale, ed ancbe pili famo*
ib legato '^er'l%ntefic« al Concilio dl Trento ,
troyandofl deAtnato AmbafeiatOra deHl Citti A
NifpAit ad andare ^ Britfelles per negoziaire , %
con-
ftM 91 A LET''*®
^u^fgAnfi coflse fotcvftnfi, qtwlle trnfin^j^ cd la-
fi^ Giadle y 4:ht o&vanfi date in compeoTo de-
fli tm^afi , e fempie leplkaft d^saiivi , pmsb
M ahkandonare it dialetto nofiro , je dlfteocterfe
in un a&i mediocie ^ • fcorretto Tofcano . Noa
attriy ciie nn Frate poc^v* eCfere tamo fconofeeate
Sglio dell* pattia , che pcefefifle aU^ oqor di eflla
la fua mefcaitia gloaiioia . -
Intaotd Quefta mutaxious operb , cbe icom-
parve per lempre il dialetto noAro dagli attt
publici della Nazione • Gi^ pociii anni pnma
erafi flbandito dalla Caiicellaria d^ un Sovrans
firanieDO , cfae vi fofHtul la fua lingi^ Spagnao*
la , volendo per maiHina di fua politica render-
la ia Ikigua ttniverfale deli' ioimeafa fua domU
nazione • Da quefto temio in. poi xadde 11 dia.
jetto nofiro Defi'oblio dejl' ahjezione , equtlcyii
fii peggio aflaio irovoiH confinato aila (eU ofce*
aa fcnrrilit^.
In xano ii cerckcrebbero aduoque dalta meti
del decimofefto fecolo finp at jprtfenee componi*
ittentt ui in profa , v!h in verio dt foggetto o
ferto, o altnino indififerente (criut nel diaietto
Napoletano. Tutti non 1' hanno ngnaidato ,
che come unitamente atto a promnovexs il rifo
(CoUe bufianefche , e baHUffime lefMdezze «
Eccoci di^qu£ all' epoca della maggiore alte-
razione del softra dialetto avvemifa ne' priocipj
del decimofettimo fecolo . Alcea^ooe ule , e
tanta, che turn S^marsL V hanno confnb colla #ia-
fcenza di eflb , e degU fcrittori ,fuoi i ccedendofi
generalffientc eflere uari i pilv anticht fcrUtori
nel i^lgare Napoletana GiaaabMifta JSafile , e
Giiilio CeAce Coctele^
N A P O L JE T A N O. ux
Giovan* Baitiih Bafile Cavaliere , Conte^ di
TorrOQe, e Conte Palartno , e Gentiluosno al
fetvizio di Ferdinando' Duca di Mantova fu uo-
mo di qualche Ictteratura , e .mediocre poeta
Italiano (i) , di cui parlaiwrll Toppi nella Bi-
blioteca N^poleuoa a carte i|*. , il Nicodemt
quelle addizioni a carte iix., il Cwfcimbeni nel
sjoL V, della Storla defla volgar poefia a carte
1.45. ,.il P. Quadrio nel vol. I. a carte i ;^. ,
il Mazzpcchelli , cd altri . A coflui difgraziara;
xnente pec noi (r€nne ilcapriccJo di contraffare
i' incomparabile Decamerone di Giovanqi Boc-
cac-
(1) II Cavalier Bafile oltre ie fopraddette
SnalkSL 9 ebbe Tonore d*efler afcrltto all' Acca-
emia degl' lacogniti di Venezia . Pubblicb pur
•il Teagenf , Poenia in 8. rima Itali^oa (lampa-
to in Roma Jie{ 16^7, in 4. Le» time del Bem-
bo , Cafa, e Guidiccioni rifcontcate , « rlcorret*
te fn de'migliori orbinali, in 8. Napoli 1617.
Kit CoAaatino Vitale ; e fiaalmente it. odi
apoli z4a7. per Gio: Domenico Roncagltob*^
B' da fupponT,. che ful di con^i Pentamerone
avelb mod^Iato, e layorato- it fuo fatnoTo Mal«
. ooantile racquiftato ]U>renzo lappi : a tal lavo*
ro fe k note Paolo Minacci ; ppexa oggi rar^
la di ciii edizionc fn £itta nel ^6JS. in 4* in
Fitenze*. Di qnefto Hoilro Patrio Scrittore leg-
lefi I'Elogio, e ritrattp nel I ^ opera intitolata :
£fogf degli Aecademhi Incogniti pubblicclta in
Venezia in 4. II Crefcimbenej e U Mazzucchelli
ne fan pur onorata meozioue fr^* fcrit'tori Ita-
liaiii • Ah^Mli*
DiaLNap^ ' F
m DIALETTO
iaccio , e coinpofe on Pentamerone , da lot !n-
titolato lb Cunto dt It Cunte net dtaletto Na-
poletano , e cos) di venire tl Boccaccio, o iia il
Tefto di eflb • A tanta imprefa mancavangli in-
tieraiAente i talenti per e^airla • Priyo vaxau
to e di gcnio elevate, e di filofbfia y e dt' hYu
cttl d'invenzione^ e di ricchezza di cogoiztoni
a potere immagitiare , o adornare novelfe gia^
^iofe , o interenanti , o tragiche , ^ lepide , O
morafi , a!tro non feppe penfare , che d' accoz*
zare Raccoati di Fate^ e delP Oreo cosl infijpr*
di , moftniofi^ e {bond , die gU ftefli Arabi
londatori di queAo depravatiflSmo gnflo fi fareb-
;bero arrofliti fd^ avetgli immaginati^
Alia ftupidit^ deli' invenzione corrifponde ti
moftruofiti delio fiile • Prefifl^ di contraffiire
il Boccaccio , non 6>lo ne ioiita fervilmente fe
introduzioni ,- e le concladoni delte nOvelle , t
delle gioraate J ma ne imita 'fpeflb il contenio
de^periodi , e talvotta la fintaffi • Or «n Mrio*
do fullo fiile dd Boccacio meflb in .ba(&1uno
Napoletano , ed agginntavi ad arte la pili lai-
da , e forzata caricatnra , diviene eofa cosl nan-
^eofa , che ^ impoflibile leggerlo anclie a Aoma-
'CO digitino^ e non vomitare • Ma outdo non
gli bafta : volendo effer gra^ofo, t nr xidere'^
« non avendo alcnn talento a cib fere ^ in iub-
*fo deil« vere lepidezze , fi avvale umcamentt
ai quelle metaforacc^, di 'que^ traslati ,* <ll ^uc'
bifticci, e contrapoilij de* quali fl fuo infelice
fecolo eflendb ftato tutto inondaro , pub perb
dirfi con veriti , ctie venin fcrirrore ne facefle
xnaggiore fcempio di !ni . Per dir* che appaiVe
11 giorno , ecco per efempio' Ja faa ihaniera tral-
le xBo^e di defcjiverlo. La ncHf ^n, 4Fyi[ttfat»
$4
- N A P O L E T A^N O, tt|
fit jjutiid'a U ma^fJMoiey mt P m^ih, e b^
tm€VogliHt»o It M^ nctnah tie' ii 'Crepusciyii da h
OWo • Oppor qu%' altn . Subeto ehe lo Soh
cvmrn^ a Miedec^ kcenzisfe da io spetaU d§
lo Chlo tutte le sttlU • Vuol indicar ia notte*
Esstndo la terf^ copert0 dc lutto pe PasseqtU^
de /« SoU» Vooi defcriv«re «n nobil fonte. Nm
font ana , cAfi pe vederese dinto a no 'cwmmenak
U Je porftdo^ ciiagneva a la^rems de eristaU
lo, 0{^r qudl' alt ro ancfae {Nu infoftribiie con'*
eetto • Na gran fomana Mono de seoia de li
ter^euume , cAe le mmes^ava ogne fhiuomo df
mwrnonfare % Vuoi efprimere una malartia mor-
tale » Steite mpizz^ a sAailare li fan gone del^
arma a la doana de la mone • Vuoi indicare
wi afflizidne da tnorite. Dare tmoh a lo farcont
dell* arma dereto a la quaglia de lo dolore •
Ma chi ^ fida rapportarne di piil? Tufto U lU
bro ^ cos) : D^ ii dl mai il cafo , che* egU fi
fappla contend^; a dir q»aianqiae cofa in ana^
matiiera femplke , e^ vera . Dove git mancano
le metafote , comiDciano i biflicci , e tr contrap"
pofti tali da rivoltare io flomaco piii aggiierrit»
al guflo ;cattiYO •
II feio pDegio danque del Bafiie fi rtftiinge
atr aver e^li avottt h pih incredibile , e tninuta
contezza dt tutre le voci , de' provetbj , de^ mo**
di di dire , e delie efprefTiom itrane , e bizzarr*
niate dal vbif^ • $e avefTe confiitriara tutta la
vita ne' chiafli, e nelle^ taverne, non ne poteva
apprendere dippiti . II Aio Cunto de ii Cunts
bafla folo a iormarne il con^iuto vocaboiario •
Ma egU ira tantsa brama di odentare filfatta
fcienza , che cbn una riflucchevotc afiafica repe-
tiziofie fn£ka^uame parole maij o lifptiifRaA
F i ' gli
%t^ 11) I A L E T T O .
git fembrino finoitimc i' wia dopo Pahriit ad
^ ogni paflo : ondearvtene , che voiendo' moftrar
b -ficchezza del dia]etn>^ fpefliflElaio cc^lioca &or
di luogo •f>arok , c frafi ^ die mm hanno •qud
fenfov^n cm q^ii h iraptcgarSicchVinalgtaaoil
fno iapere U Itbro ^ fczitta in un dial^tfio caato
. achilterato « e ^kno d'iercori ^ die fpefib ipQ(reb>
ke rinegarn da noi •
In&tti i ^ande il nnmera drile^ par^ Te-
fcane ^ che egH ha ftirzate, e contotte &IIa{>ro«
Mnzia^Boftra^ q«ani»nqiie, da noi noti maiado-
rate . IncrcdilHle jb p<H a veder io fiudto y e
6ttca y che & a son uijir mai quelle voci
pmre Icaliane , ch^ ii^ gran copia abbiamo , ed
vfuatmente adoperuumo , e foihtuirci o le pih
tancide , o le fM bide della in&na plebe , fo-
. lo peicii% vii fcofiano datb lingua generab Ita-
Chi mm avdse mai avuto per le mani tl
Pentamerone del Bafile^ fbrmifi un' idea di che
'vUbna'', e "fcoucia cofa po^ rifuitare dall' ac-
xozzameftto di mbflmouti , e ne far^ una tal
^ab idea . Ma non la fari compiuta , poichfc
per iflancbezza abbiam trabfciato di aggilingere
dtTY bbfimi dell' opera • h/U non tacerenio , che
I* antore per renderfi lepida non s' afteKne dalb
pitl grofsobne ofceniti , rib dalb imiDagini pik
Icfaifob •
Quefia k la giufta idea ^ che. cimvien forflnacfi
del fatab libro , cagi<m primatia non folo delb
^eturpasioniK del Dofiro aiaJetto , ma della to*
JUtb corruztone d<t'no(lri eoAumi * Ni vi (ia
chi s' irtiuca a credere » che gU sotnini prepoiU
allora at gofemo politico, ir religiofe, per fa-
i# €&m di fii|iina:,Aegl|genca io la&iaksero cor-
^ re-
N A F O L E T A N a isf
ten , e cdte* coftaiitr ApfviMfariow n^ ahbtan^
autorizaace Je nmnetofe rtftampe ,» e frttole fcif-
vire fotto Ijpazic didtventmenta ^d una oacok
ta , ma potewifRna iofluenza fuU^ edncazioDt
delUr gieventU :* ma tengall p» ftrma, ciie una
aboimnevole political l^ me rigvardare come
tftruncnto attifliiiio a cendvnt la Naiuooa all'
a^Tviitniciito » e alia (faipidki ^ Coo il &tto coa^
ctme fi pifparava quel tec reoo , ovc f%^ ^^
£ir forfieie ie veknofe pUiKe'<lef dcfpocifmoT^r
della »perftmone :. e quindi i fiadrt Cafaliccht ,
ed aitri non meno venerati Midioiiavi delta Com-
pa;gisiaL ii Gesk non isdegoarono paldarfi ceufori,
cd appiopvacori dl opeie oos^ piene di fckifezze
ftomacole.** .
Nel ftto Pentanneroiie avea il Barley contrary
frceodo il Bocca^io, tenninata ogni gioniata con
pocfie.in ibrma di dialoghi da^ id' denominase
fegloghe. Ad imitazione di quelle, ne^ compofe
«lnt Qove, che mibUcb fbtto ii titolo di Mm-
^# Nspelefotie. Di etse fonnifi a qn dtprefso lo
ttebo concetto , cbe^ delle fiie pr<^e abbiam da.
to t' ft Boneh^ Jo- ible* ( fttfomeno maraviglio.
to 9 na eofliaate in tmtt gK fetittori* del aoflm
diiJetto . V beaclA ftretto dal^ami del^ vetfo^^e
deUa rima> % infiitftaineate )Ak natmale ^ e fi.
anile al patlar orcfinario , cW nan lo\ neUe
foe piofe •
Centempoianeo del Ba£le , qiiantHiiq«e al«
qpianto pib-^vaiig., e fno gnode- amico , «
eompagpo adle aceadeime i e net gtaece dt ap^
AUouaotti J 6k Gittlio Cdave Coitefe . Ma deii*
kigegno 9 e delle pr(idi»ioni di eiio . debbiam ,
fer aon &r oiita»at veto, pronmmac tntt^ al«
HEO f^ndiUio. dir^lHl ftyeco (tea ouim «i Bafi^
ii4 • t>I Al/BT-P^O
it . Pal\ Conefe vomo di McifCimo taieam «
delicato po0ta « dorato dt fififfHnsa gafto fianna^
k a fegna, che nt quetlo dfpravaio del fiiofe-^
coio V tii 11 cattivo efetnpio del f«o compagno^
n^ P tnfettce flat^ delle lett^te ndlla foa Ihitdil
pofettero conomptirlo in tutlo'. Solo gli nocmft
il cotttaaito dd Baiile a fargK foeglieie perdi*-
fctm noftro tl plii caricaro, e hafiMi « e mtiib^
che nfa P infima pfebe ; «1 a nod hm aAeneray
^llStnro fi farebbe convenuto » dal voler trarre 3
jifo ctelie iotznre dt cofe o flottiachevoli , i^
iKfonefte • Ebbe perb afsad maggjor eotitinenza
anche in cib : «d inoltve > cccacto akime tai
kttire fimtafiieke , r bariefche , gIm fiell» j»f-
na gtoventii indirizzb al Bafile , e iieti«^ qw>
Indefameiite Mmicb ^ ogli fi fbrmb «no fitte n^
Yerfi nmo ftto , «d orifpiiale « e, generatitte^
parlando^afsai coffibntie al pretto^eptfo <Daht«
to (ielf volgo Qofko <a^ ^
■*— i— <Wiihi1W— *fc>i—.^lfaw«i 1 ii<w II1**M»»>M— i
« (»> It Cbltffe neHa (aa {;tt»<f«iifl!r onom^*
'tamente fti impi^gato nblla Coree di Fardiii^l^
diy. dtf'lyftNiM Gran D«ea dtTofemi , dal fMlfr
»1 par dte da tttnf i b*teratt Fiot^ntint fa m^
to ftimcto V • p» i nod fitoi tiaUnci 4u afCFitib
air Accaoemia deUa Crafta • In occaficme deNr
ttozae d|l Gran Doca c0tt Matla Maddaiena
^ Avftiia^ cmafuk varia fcfitt ri«aer S' in^a^l
in tal ftatitnipD d^wia dama di <ona, cm ma-
'niMaaa la Cm rndhNueione , a mal 4 mn(m ^
.m^ iHmb ritkarfr in quafla ffta pairia, dkb^nt
c#b rincrvlcimento dal detro Gran Doca , it
fpade vcdttw U di M iiibl|||l<me §ii «i lim-
za
• N A P a L E T A N O. iij
-D^pprima fcrifse la Rasa , Favola bofcherec-
cla, iniUando P Aminta def Tafso > ecf altre dS
Quel tempo i e (ebbene fi fcorgano anclit in que*
Ita i viz) , e |^in[|erfezioni regnan(t fal Ttfa^
tro Italtano der decitnofefto fecolo » non ^ dU
rpreggevole Dramma , ni inferior^ ai pili faml*
^rati di queir et#L • >
Ma i quattro PoemettI fuoi tn ottava rima fo-
lio di |;ran lunga faperiori al I^amma , e tra
'^ffi i due intitolati la Vajasseide ^ e il Micca
Fasxato^ abbiaxn il cor^ggio di comparargli alia
Sccchia Rapita , non che al Malmaxitile , ed
E 4a a
tm**
*2Ea ricolmandolo di onori, eJairivato ip Na-
.poll , «1 dir dl Bartplomeo Zitq ^ o fia il Tar-
.oacbo nelle not^ alia ^aja^&ide' y^^/^9%' <it*
venne il gran confidcnte del Vicer^ di^ quel
^Uloca in H^Rtova • OfiopertiHra rifco(re deal!
JttOD t com^ rikvdili da* di fiii noemi . II Bafik
ja una deUc fur odi pag. $7, 0tce cWaranientc,
"die '1 Comfe fta il p^ caro- ed ononis fua
4unico , c con maraviglu di tntci niollf6 grao'^
Aizssa df in^ epio nelk piccioiezza del corpo ,
•rkdnaaa di vircb nelle poverc^ di fortima., 1^
amnKinaiid cK lamto nella brevid ddla vita •
. Nel ViaggfQ di VmnassQi ctn feiice defcrizio-
tit enttncia i\ dotto alitor e i fiivori rifcoflS dal
Gian Dtica di Tolcana , dal Onca di Maotova ^
fbl Vicerk Conte di Lemoe ^ • dal fiBateUci dl
A CoDU in IX^mxk. 4i
' ut ^ t) t A L K T T O
^ quatnl altri Poemettl barlefchi oetebri abKa*
]io e la. Italia ^ e.la Francla, e 1* Inghilterra •
$omma naturale2za negU avvenupeiiti , e neHe
defcdzioni , facezie ingegnofe , jfktiz , e vjuiet^
-41 Hil^ y feRcit^ di cl^reffioni , e di tnetafore ,
tutto m fine quekhi ift s! fatti Pocmi fi rrchie-
d« ( all' mfuori deU'eccefUva bafsezza del lin*
goaggio , e d«I foggetto ^ che abbiam cK fopm
gia, bia(imat6 ), afficurano al Cortefe la gloria
di pritSo Poeta noflro , gluftificano le nnrne-
lofe nftamt)e \ e gli prefaggtfcono I* immor*
taliti . . -
Non corrifpondd alia betlezza, e I^Udria de'
Foemi un fuo toman^tto in prof a intitblatoLf
- Travagliuse Amure de Ci»tpo , e Fema , *clle
egU fecc ad imkazwwft de* rotmnzi Gred. cH
AchilleJTatio , Scnofonte Efefia, Longa Sofi-
iU , Eliftazio , ^ di altri j da* qtiaH tdlfe ancl»
qualclie avvenim«nto i QttanttitMjuc lo ftile deU
ia fua prola non aUna tutti i nzj dd Ventame*
^ofie , ha .perb fempi* qu<^ dl non efsere i^
p«r 1c parole', nb per lo. 11116 fafsdrntgtianM al
uaturale HagQaggkK noAro i -e d' efsere nieat»
meno del- fuo coetaneo ftifite • forzatd ^ affi(ttsi>*
tiffiino > e ftiFacchitto per ma) inim iifipe-
gno^^i faflo parer iein|^ dmrfo dal cofswie
fesliana .
Ftt breviflfinla la vita di quefta eleirato - lage-
gQOr, rilevandofi dal alcum verfi ^ cbe pr^c«dot^
j» fraduzione del Paflor Fido in Napoferatio filt*
ta da I>)iiiemco Bkfite, che al i6z9. tl Cottefe
en %\^ morto . Ogni attra circ^anzadelb vita
& lui ^ reftata fi^oita ndlle tenebre deit* oUio.
Uoe^iBQka dopo V«t^ del Bafile, e del Corttft
f-
If*A POL E t A M a n^
fioiT trk ool Filippo Sgratt^illio , d eui veniilh
mo a radtmafe (j*) • ,
Se H matetto bafso Plapoletano riconofce nel
Bs^Sfe il foQ Boccaccio ; 0* nef Cofttefe- ii ftfo
Dante, con }a fiefta dHpro|X>rziDnt po^ ricono-
icere in FiEppo Sgnitten<!io U fno Pettanrs*,
* Scvunci 1' ombre onorae« di^ ^fli gian iumi
deila poefia Tofcana , che colle ioTo pradnzioiit
feceio gloria alP intelletto umano ; nb credano ,<
elie noi gi'itrfuktsmq con oosl fconci<r- paralle-
to • Gil ognun vedfe tbtto- qnal afpetro tioi gii
compariamo . FilippaSgAiftendia'fiactjveiaSGa-
tkto piccolo Inogo uto , ove fi fcafava* il fiooie
Sanio da- cM veieva ai^ir ^ Nocera • Intiera-
« melife ^t igneta ognt alna* circofianza dt Ivn* |
'aiizi egli V ikiifo ^ dte qnefio cOgiiama Sgmt-
' I Jj ' Ml.-
*■
mgrd^m^mt^i^it0i^tam^H^tm^m^^^^ti^mtmmmmtmmAm0^mi^mAtmmilb^^
0) Francefce Brizatio 4% a^fe fofto ir
iiome di Fliippo'Sgmttendio , mcum pabbiicb
• In Tioxba a taccone , e fa 1 primo a' dar faott
Qn graziofo Ditsrambo , che % I'ttldma* dt M
atoipofi2^&, ctoV ia^corda pi che' incomiacia:
Chi wdlfT V to si^we^^
^Qaeila opera fii ilSlffipatt tii q«efb CSapitalo' nel
•^1646. rfirtal modelto il »||not Redi imM
anni dopo^ archftat^ il* fnd 0^1 fanto rindmatb
-Bmcc^ sn Td^amtyCota$ da|le proprie note itiv
'appone . Tiaddrfse pufs I'Oilflea d^ OHiero ri^I
aoRro patrfe i^lenb Napoletano , e-'ptibbKc2i
^ftia opfcrif itttitolktk VanncM Srcuiaw>\ Na%
poli 96«9« In 4. rt tOfUi Memorie degii ScdXk
«»i NajpM^M^a.fiiagio AkiaMtti acr A^ ^ ^
«^ D. I A L E T T O
temfid i.^ntot < capricctofa , cd ^noriavio iF
vero Y ch' egli portb* • PubUico I fnor verfi nst
%^4^ Se fi% nelk fanguinore livoloztom det
. AiflfguaiM anno rtmaro cfiinto^ ^ o aveft pit>-
faitigata la vka fiW ^^ diflracgkrict peftitenea-
. del 1^5 6«u, ei > ignetet ^ ifoQn ▼eoftrlo jriu
Bomihata dloye la puMJ i caziont del Aia Can^o^.
niatv c' Hiduct- ft,.«iedw«: , c1m» ahbt} avatsk bre*^
. f ifltsna vita «.
L» Sgmtltodio €b^ Ta fttfla biwia dt gIort»
del Bafile ,, vale a dife di yoler divtfiire t( poeu
Xtrtco del cTiatetto^i in» wk liiico; foaimamcnte
hilkLf e bttrlefca^' ^
Scfife .f>fF Eieii» d»r, fue CamMtew tatit^
bt« /i» Ti9r^» a Taccwf. ( coiaa la Laiica de^
9etrarc» > «oa doima^ clMt chiainb Cepca ; e-
Mi^ fole in rime I4 ceiebrb* vivent^ ^ ma la.
pianle defunta. .. Scopreft perb cfaiaramence tfkr
m tatte fiata^ e<-cbimerica queflo (bggttta, Kh
lei Tola,/ ma vftrie- danne ancora fntte imagi*
itttie ebbe pet rpggetta d'altri fMeffti • Molfe
altftt Hme |iot cosl di ^netti:, coii»d>caiizoii&
motb fooo* di Soggett(>«.amaK>ra»
Non v^% mal Att<^ forfe poet». piii difigoate-
dL -cofhil... Sola^^^ caftatjite* ,. ed • upifpnne net
pregia delta purit^ y. ed eiatte2Z» M dUletto y
Bella quala ha, Aipeiata tiiiii» po|MKfofi. ficwa-^
■SMiice pHndeB pee il vVtro; tefto» d^ eflb • Umf
•giam pane delle^ rimer foe V^ non> dii^n&^H nM*
diocre,. ma cattivar; 4»olce ve ne fooD ii^ette
dal; corrotto. ^ ^ &1A gullo del fua fec^la^ cbr
corfe dieiro a^gnioclii di. pwole , tf^lHfHecitai
c^aceetl btaucartameiite l^rmif » ij(nMppalatl »
MoltyRmt iono deturpaiit dl^ {Ioq»qo&, e febU
fife itaagjai dl tfccewiHi , q dt.j0Hj0fi> nr-
or
JT A 1^ O 1- E /r A N O. 'i}i
tt aflki (Mil a naufett-e , cHt a &r tidere. Que-
Ao abominevole gpflo introdofto dal Bafile , e
peipemata in tuttl gli fcrittori pofteriori , ^n-
ha 6naiiB«Dtt iaoiidata , e ioggtogau in* tutto-
ill eggi la fceoa del Teama comicqf' naicionale*
Vediaiao mA lappiiefeiltarfi Drainoit f. cht ^o^
la ogai. (cena ana bm interrotla fine di fayU^
dczair -di fterquilinio , di fcherzi di cloadit 9 e
di (all efcitmentizj : r la .nfttione mtera t ^ '^^
frill .fieria e coflomata gtnte n fi -^^ avvez-za^
tanto , cb« non ne fence pi& la fchifezz^^ Sk**
cb^ jKMi ^ rimprovero quefto da iax& partico*
larmente BllO'Sf^teoiia ;>miiimn^ 9^temporiif^
Mtm kwmkis. ... '
Mr in mrzzo- a lanti diftctv e tanta ^fisgua-
glianzr s^mnaiza ^ueAo poata iinprov?ifM)&nte~
talvqlta con tale'o (ublitQici, o grazia , o e*^
nergia dt«oticeliiy.« felicUi d'afjprefltoni', che
ibrprende*, e & conofcere, cKa s' ogir avefle a-
VQta pib' contmenaa , e fienr ndTcam^M ,.
avrdbbe egitagliatr \ mag|pbri paeii ilVsgnl eti)
e d' Qgni nazione • Parri ardita ^^ e mfpottata
da cieca neftra jiaffione -^pefta Ibde, cbe -ool qui
diamo^ alio Sgrurtehdio ; onde aifincbii poflk^il
lettpre da pcr^ fe giodicarne , ^flbndii 1', opeta*
deUa TUf^' a T^^««^' div^siuca mddSbaa t, e
da pocbi(!ui^ conolctnoir} rappontrtmo diiitrfo-
fittti di itti tra quegli , ne' qoali- piangeTa 1#
morte di Ceccas cif una od^ Saffica snua daa-
Aa tktta P Intncciata , e eiaficnao poctL
'It* fc naApe todt. fona«<agi»at(^«
F «
ij2? D 1 A L E T T O
In mom dl Qtccsu
' ' De m^rtt ^ 4v9 ann$gf0cMo^ • mamt ^
La sgtafa «e sotci^je- da Vi» fignatMm
La- grazMj U- kettevcm , * h sinumn^l:.
^ 'Ma 'fnceia quawto vVy ca da s$o. cort^
N93 nf ha scranatra maje ssa cecafa*
Suh na 4ota Ht mortt fuofi fiaw
Pe *JCacJt ebilh nomme^j r datie- io^tm
Sta sfmrtunata wta ncsrfeccioH* (ft) .
tda che } A dispietio fufc int9^ a la fiufm
'La' Mia f^mma loja mom «r Pb> ihttM.
Tn ^mm* a eanai spclUcaag t osis ^
»
* ^ Alir» fullo ilrib* IbggcttOk
< Ab' Ml7i C9€cm mia^y dove^ si gbiuia^f
E comme seifza. me tt /' a ft stignaUkt .
Vi St* arma^ ca f^ascwtu- i .sfenua.f,
E ' de- veaipe a t9 siaee aliamafa •
E'^mS a^U Qamf Alise- st^ft' sedutOj,
Jtecordate da ms : n^ essers. sgr^tOAm
V Ma Jtimb ca si ps Lste xr poiiafa ^^
' ' 3^ atma da Ia vttmofia t* i i^f$(ta •
*<r»—i ^ —III* I I ^**—*i^i I iiiii^— ii^i^ ■ ^ ^■■■■■■■■p II n ,■ MM 1^
<r) Spremmentata^ iprcfmifat, diflPe^Gftta..
(2) Nr^rraoirifrr:^ nixyolg^rc^/iflgarbqglia^
tr- Qui dlnota , che la morte di Cecca avca
lefo tormentofo ,, cd. infelke la: ftam« detta. yni^
^ p6cta^
N A ro t B T A N O. ljs:
Vide Ho tifiantQ mio ciommi e a sMuziio ; «
£ vids ogif uocchio mio cb* ^ fat to puzZBt
Ma tu de sse MP arme co la irubba
Sfftza penzarf m me , che paro snttZfiio^
Tee lia'ff tf. piiliisgasso.^ e f^ cstniia.. (a)
Se cfit Fntencfe a fotido il £aI«tto^ e non fi*
bfcia fediKredaila pfevenKioDecoiitro i faont
flal aoAro. lingnawo « non trova in quefU doe
iboettl tanraf ¥mS. dl penHeri , tanta^ tenere^za
d? a^ti ,. taneo adore dx pafli^ni j qiianto ne'
ptti belli del Petraica; not ci confeflercuno inca^^
paci di giodicare di venma poefia . .
Pafltanio^all'ode Saffica compofla dalloSyut-
t'^ndio per accompagiuurr cdT canto qnella fpczie
dl anti<uufliiaa. dansa Ffrrtcacpafe^vau. daloo-
ftro popoto , che la balla anche oggi colle fpa«
de nude, in mamo , ov.^Mrd^ in;* ^^^ ^^^ €^« con
alcarn baibni iDghiitandati, di, fiatv (o(lttuiti» ak
la. fpade ,. per evitar qoalche (iniflro cafo , onde
ha prefo il noma d' Imperucata . Comunemen*
ta perb dicefi. Inirezs^afa.^ ed uTa* It. popolo nei
Carnevale mafcherarfi fbrmando qualcbe cooip^
1^: di/pexiboe. , cd andarla a ballare fotto le
fine*-
■kni«Mataiii«^H«*«k»Mia*««MM*»,>^
T"
(i) Strui&0 \ ia vece^di Ji^r^^,. a, coti
aq>pfeiro nuktu )u in vece dl £f<c^4k.
refca aiTai ufitau in qu^l lempo • Ad e£» im
Itt^t^nte. ft oiqderne* coati^dfuwe. xec^ecTdagS
Iflgiefr ina cq\ npore'^xhe 4ffl^ iM Jkeya •^
i?4 Dl ALETT«r
fineilre 4dk amaad , e pb conrnonneiile lbr»
fo qocUe cie'Sigioori, che qaiadi gtctitio qaal»
die deiuro per maocui at daoztfori , e ai* khuu
ten. .
Qoeft* ode lu il pr^b d*elerr k mb aan-
ca (xto Safiea « che fiafi compoda nelie fingqe
volgari , per quanto ^ a noi noip • Ha I' altio
di ffiBiaftmre , ch<$ il netra-Saifico, fi quale nel
Tbfcanb non da qaai Ahmid-^ fi eadenza , ne
tende net dialetto Napobtano t^itto qoaato nel
Larido. Ha in 6at M iiregio«d* averci &tti av-
vedeie , cbe talvpe delfe odl Saffiche d'Oraaio f,
qiiali foio quefle tcr
Fautte Kfmpkannn fiigifntum mmnor &c-
Monfrum CHstos nemorumqHe virga ^c^
Q Venus. Regina Gnidi Faptique &.c^.
biafitnate da* antic! dl qnefto gcandifnmo poeti,
come fbvercbio bievi ,, infipide , e quafi fenza
U>g^%etto , ad aitro bor" (ervirono , cbe ad eiTer
cantace come acconpagnamisfHo di GueHe dan-^y
che fecero una parte eilettdale deidi antkbi 6^
ACEC*
(i)> 1-^Ode jdi del Lib. L t> Vtnvr ©r.
fii fiifta peraccotnpa^rla eafitandola col Je dan-
ze in atto di ibUenmzjsad! con Iteti faerife) la
Dedica^idoe. deila. cafiu novaioente edincoa d&
Gticem • ' « :
UOde aa. del Lihr III. * Mmfiium tMst^i
^. ^^ininente«4ttta per le daiue^ , e facrifi^
aiebaa doqufti^afliem; '4k' QmsAb > aUoicM
£09-
Jsi-0 f O *. By AN Ot ijs
A CECCA '
La Ntrecciata*.
Or a su MMStf Vfccocf allestute ^
E ffea vp/immo conere^ 9 f^ Janz^ t
. Vuje mi sonanna cefolh^ « liufe
C^cca mia eara'^affactiatc ds 4/oeo ^
E st{i THrecciata tinnneM^JU btlla.
Vidk '^0 poc9h
Mk fuecca comm& zompo , r cwnme sau$^-
De chisfo csl'dscion^ ad ognt tnllo ^ .
Qfo^ faccio zump$ miezo rni^iio ad aupc^
CJbii d$ f99 gri/U ^
• 0^
•m
^^t
cdnftgrSi ui> Plnor accapto alUu . foa Villa , clir
&Gcva ombra all^ mcdefima^ed imulzavri fotta^
mv. ni{tic(> aUarf V
Fmalhiente V Ode. j S^ itlUx (Ufsa Lib. III..
iTaiMe sihjafum 0*^. fijrcertazoentft cantata «.c^
danzata Jiet; fon^nqizzare Ok-a^ipvcoa iagre , e
nsftiche: ftRt i£ j^ofleflbf prefo dell^^ big^ Vilja ^
r coiife|rarIk> ar SilveffrL Kunu ,.i;ooier tutelar! ^
Pare , che itiima fihora abbia-. ve<futo cork pre*
ctfione 1' oggettior, a c& fiiroa ftii&ihat^ le fiad-
4^te Odi', delfe aoali J)r diir paioe: j>m^ i^
yunt9* fona breviiutne ,. pexcl^ ..ripatevanit pi|^
yoltt da capov comt^oaiido ji t^^ fulia 0^
j4|f;f^Mrile!Fran9e&^ . ^
-^•*»» ».'#*. .• *4 ft.
-.5
rf6 Bf T A t 1 T T <r
Oi che gran, sante Jdtneco mo facets
Ciardsttto Mttu&mo rociola ^ e se sv9tky^
L9 moccati^ro Tanrara me dac9
Pe fa la rota .
Cie scAiassii de ZHWcole fa Finfa ;
Comme se meve teseca Justina^
Ma chtlSt ^e ceme , ^ cetola sta Nsrjfi^
Dico 'M^srffZf ,
StUnne sta mane \ scetoVa sta ^ gamma ;
Fa repobine ^ e wirate a /i mpteisa
Wna a te dicer fienteme Mudamma '
Voccra de sguessa'. . ' ' "
9rA lassammofettole^ rtwaglh^
Giuvene , e Ninfe ,' e nzemm6ra pfgli/rt^ '
Co /i cH^iftiSetfe ^ scistiele y e-'sonagfie-
Kude H' spadk'y '
Gh brave affe ! ie truono cd Vrfo jommo :
Passa tH'priesto Mineco da setta ;
Shane stf piede Tentaro , e naie ntrammie
Tutt^a na traftH.' ' "
©i Mia cJh'ermal^secohi fn& atttiorno^, *
Priesto Ciarduih vetMfte^da ccane ;:
Et^d mevuoje rompere tfo cfforno^, '
Ana siemahe%
0nf'su Sasti ^ stemvate^ sn juoco y * '
* Sta tutto ciesse i gloria de CeceM^
Cecca/di sii^'armu )^iaccela de fuec^^ ' * '
•
Scmbrscf, cfie poclfe 6oe(le in qualunqitt Hff*
gin pofllino ^ditarfi, iteita qoali il granprecer-
*o ut piBitrapxfesiS'trir vt^igaLCi adempiuW Jl
jJkrr, clle'*ir^qHeflli ^cMfma Ote . •
Mx baftt quaiito finota ne-aBMam^ dmd'jfA:
sm fiua foaofttttt- no qjv^ ignono noftvo fcrit-
tortu
- N A >*t ET A up. f}y
fore « Le driSHnhi itlip popolari rlvohniMi
del z($47. , e P altra fiolto ptfa ttrribik delts
peftilenza del 16^6. tmpofero fUeaeio aHe niN
le , e cktuflero at psilpiti delP ^gonU quefia^
fvenmrato paefe • Ma la fbnsa della ^ faa feltoa
natvfa lb itchiamb', a difptteo d^uno feiopeiif
to Viceregnate g^vtrno, e lo fdftenne i» vita.
Anzt ( quel che rinfd a> totti portnci^ ) eoo^
pavve do|30 la peftilenza tants- inafocttaio iiii^
10 , (ftrvtzia , e feflo-^ die ne fit fcoffo Itogegoo
mecKocre <U Giambattifta Valentino (4> a. kA
vere sir quefto fo^getto monele' iia breve poo*
metto/'cfte imitolb- Napch scmtntfkm^ dopm
la- ftstt ^ ed indi aim jxMsmetti intitolati U
MezZ0 Qanha ^ to VaschlU diW Arbmuia p
U'CfCMla Napohtana &c. tntti biafimand r
org ogRo' , k poiiipe y. la lepttitina gaarigiofie
della fna patna , che ^gK ^ftglltndo tl lingOMfg^
gto'de'GoUitortl dri- fuo tempo, ri goyd b cmm
un mak da predicarvi , ed inVeirvi contro »
Ma nelle foe compofizuHU nlente altro di pots
ticD- fi ravvtia, tmHt la- fimo^^ e il naatro • Sor
no ficnnunente* le pih tofelici 4et iMffaro dialeN
CO • Molco divemmeote dobbiam parlar^ dal
lOfeOietto V Agnano iigknjMto , del . qpah
* Ao-
C4) GtambattfOa VareDtino> fcriyatio di
piofefiione fti iigiio di Andtto. dodor di L^gp^
aKtava alia Dachefca : ftanspb h Ceca/4 nt I
i^/^.. prefso Lucaiitlonio Ftttoo 9 e la dedic6 a!
Prlneipe d' AjtrelHno di loi Mecenote ^ e fe t*
rioeto degli* lUuftfL noftri Nlt{ii»lttam dl allor^.
aeUa GaUena. li" AfoUo ^Af .
f jt » I A L B T T Q
Anink PctfEnccio ($) , e Far<U)Ia SicHiatui vlp
tente tra noi ci ariicchl , e che quamtiiD*
fae nen fia. un j)e{fttto layoro ^ ^ pterb pk*
fto di molti pregl ^ t cU aoa v^dgiri pocucbe
'- Tunanaib Pcrrone i il folo^* cha nal 1684*
imitando t Cirnti del Bafila, ne pabltcb eiaqua
flim (noi in piafa, us jchko meno fciapin di
^«egb, ma ne^iaf degni at graiida a(>pUBio ^4)*
f CofiTomava qaafi nello ftelsa tempo Gabnele
JFaiamx h foa vita a coRd|ii:re a perfin:ione la
tiaduzieiie delU Cemfalemme Lifaemfa , che
•imaio.daila liberaftt^^ t dal mio tievato M
fran Fraacerco d' Andrea ptibiii«> oe) i69f. con
^iiaiita magntficanaa «ta capace h s»ttn arte
TiiH^nifica alioia,~e.fa qmadi U {Kimo Ubn^
4ef noftro dialctfo , cbe CQtMati(se noa, viUaoa-
IpMitte fbunpato • Usb il FaiaoQ ^goi sf^no dd
«te> talofllo per prodiirie im cupo d'opeiai) aa^
a ti9^
<5^ Andrea Femipd^ fa GnuaeoaTvltf^
fMermitano : di hii formb alto elo^ GiactW»
*dianu ne^i elegi 'digli Accademici dt IbsA-
-«o dettl gli Spmsier^ti , de' qaaii egli fa uqa
Veggafi Mongitore della Biblioteca Scola toin*.
|. if.
{6) Ld VosillHttsits fa opera di M011&*
'gaor Pompeo Samellt VefiwiKi di Kiceglks ; co-
me dal GraMna Bedi Eiogj accademki , giacl^
ancbe egH (a anoUata aifa Accademia di RoC.
fano) V. ilSofia fopiacceimatD, ed aitri da qaefto
€ltat( , eflendo il SaroelU baa noco pet le te
aon peclie opera # A^
N A POLE T a NO. ff^
mtWfBfe perteiom xxmmt«tt afpifstiid »r«
Temw , cfae riguardattdb la fua fadqa CQm« una
leMe tntdozione , rima» (pperata da ^olla d«iP
Eoeide dal Padie Mkda Stcgit«ta ', ehe iodi m
nan molro comparv« ; ..rignftrdandola come, bi^
Sana, e bptdo traveflinm^to ^ hi gran Iimgii.
Ttato da quello de'^fei (iritifti liihrl d' Omera dl
Kiedb Capa&o . La fifem&Iraune Liberara ri*.
asana in qoeiJa Itivsa di merza ^ che ptidt i
yngft deiPana co&y e deli'altfa. la altrc mas*-
ca di jpurir^ U Kagtiaggto , e.quella oftentazi^
lie ddilo nccheaaM di vocaboli mopri al dialea*
to , che fpete vi fi vonsfabe mtit nafee ftmpm
IHraccfasata, cd alffittaas »
Con qiM^ fcrittM fr gsuofii^'alla fine del ft.
;jeola- XV tL U ^\k meiaoiabile nella ftpna deljb
noftre fcUgsit/^Conparvt al find B«f cainincu|«i
ft ahi dido^efimo qtiri pril^ albofe dl rifor-
gioiciito » c&e pm indimmo feUccxnente a graft
INiHt svanzarfi ,. • che ^a o ft foftiene flabik i
. o mm delP imotto £' afcitf a^.^
' DBmemco AloWa fXSftgaeio Caroprefe , Fratt<»
cefea Vatktta, Gregono tMine^Bi»gh Tioi*
ft» Biagto Garafaio ,- Carta Majelfo , ^tcaib*
Awnta f Ckniihiio Falcone , «1 indt a pochi
«fHn Mattco Egi^ia^ Nicoib Capafio, Aleffio*
Ma^ezodcU, Francefca PratiUd « Antonio di Fli-
Ico y Fiante(co GalAippa , Ntcotb Ardoino ri-^
IbrarcMio gli Audi deilo dottd liagve , dell' etiu
dtauooe « c delt' antichiii • Bartolotneo Intteri,
ttm qnantuBcpie nato iA Tofcana conteremo tra^
noBSi^ giacA^ con boi fismpvavlfie , Giactnta
di Critb&ra, Vitafir Giordana , • qiialche al-
aeo a(pnisEmo H vaceoitata fina aliotti dhittfov
alle icienae geometrichei^e matamatiche. Gianv
^ bat.
I4« t> r A L E T T O '
battifli Vica usb tentaie it gvado del bi^'O' ne^
taMci^ y e febbene vt cadefse d^ticra y fervl dt
polite a ptii felice fm&tare fnllo fpirito delle
fepgi deik Naziom. Alefsandto. Rtccatdi , e
Pi€tr0 Gianoone fotticr gti anfpici dell' itamof*
tale GaAtano Argento nvenAkatono* i dritd
delta fmembraca' regalia. Gtfflanttno Grinalcfi
€omba^y e dtbeilb (ott0 nooie delL'AlednD^S
<PtKpa(«tifiiio» e i fuot faoatici ^ e ancor p^
tenti feguaci. Fiod la fag^a teorU mffuca
colfivata dal Capoa ^ dal Toszi , ^^ CirUIo^
t dal Criieeimo • Tam. gU ameni ft«di di poe-
Aft t « d* eloqomiza parvcro riforger na ii^i foi-
tb le penne di Serafino Hkml , AgoiHno
ArianO) Agnello Spagouob , KiooRi Fidco ,
Savmo: RanxQti , Gieacchiiia Paeu , Antonb
Muftettofti t GioHo Acdaacr, Aatmkr Morlaa-
do , • degii altri di hpm lamineBCatt ^ oeott
nel tempo medtfimoi GkwvviceiixQ Gravtiia ,
CeIe<Hno'Galiam,il Padre de BArOyMonfigiior
Majello , Bernardo Lama ^ Idavcello Cufano t
Francefco Garacctolo Ibflenevaao nelie Univerfi-
ik di Roma, di Piia» « d^ Torino la glocia di
qoefia patrta. .. ' -
Alle sbiendote di qat^ tmova loce dL feiiii-
7ty% Jii fiipere la Nadooe vtda coir altr'oEchio
fe nef&, e n' arrafii- .. Per la conneiHont gU
formata nelle idee ^ e dtvetiuta impoffibile a
fiaccave , fii il /ao ftdffo linguai^ie qaello , che
ma^toimente la percof&., e la ricoprl.d' omi«
liazione , e d^ loCfore. Qiiafi fi veigognb d' zvn
parkto • Msk non fagul a sV &tto* rincreTclmci-
to la nataral riiblazione d'emendafe, e pirgaie
il: (iio dialetts » Ha & p^ m altn. noa tne-
K A P O L E T A N a ^41"
fttana , cbt dUpenta. Si rifolv^ untiiifli^
ntt di rinegark), abbonirlo , deridcrlo : e co*
si per flimolo d' onore ( cofa incredibile ) -ytth
x» la Nazione tutta a metttrfi a fchernite , e
viUpeodcre fe ftdTa • Ako mancb , che Aon re-
Haflb xnutola in tntto ^ Ma per non perder U
maf^or cofitrafli^o ^ll^nomo, qnal'^ la favcl-
la , fa rifolulo abbracciar con fervore non gU
il comutie Italsano , ma U pretto iliin^ato tdio- ^
ti(mo Tofcano • Si ^ero venk a 4uria di Tx>*
fcatiia I'^dizioni dtgli aatori fcfi facri nelU
lifigna dalla indeclinabila fenteiwa della Crafea,
{% ne riftaniparoQo qui moIttAhni ; s' apprdero
qnafi a mentc • Tmti £ 4ectero a rivoitar vo*
cabolarj , grammatich^ ^ r^ie di ben parlar
.Tofcano* Miccolb Amenta uifiem conaitripob*
blicarono volumi sn qualunique minnzia grand-
nurticaie Toftana , I noftri dotti non s* occti-
pasona^nafi in altra. Divenncro argmifTimi , e
iinuHizzantiflfimi parolai « E quafi in efpiazioae
del Bo(bo IiiTigo ptccato , & avidamente tmprc-
fo a parlac , e fcriver nel pib ricercato fevellar ^
Fiorencino « Come fnonaffero bene dentro U
bocclu^ Dorichc Napoletane i motti , le c^lie ,
i xibobolt t le face^ne , i gorgheggi , e tutti •{
vezzt di Mercato Vccchio, pSb ciafcuno imagi-
mrfelo • Ma non fin) qnl- la faccenda . Tutte
ie voci rancido , dif uiate , e morte di Danc^ ,
del Pafbvanti , de' due Guidi , e di Ftme Ca-
▼aica ritornarono in vipt , e yennero come om-
bre 4i Vairipirx a fpaventarci . Mifie, « confafe
inGeme colle grazie del Burdiielio , e de^ Ganti
di Cecco da Varlungo , aggtuntovt il latinizzan*
tc, e dlfti&co giso 4t peciodo Boaaccefto> ft»-
«4ft Dl A LET TO
aiarono tm accoz2ametitxi> ^ til ilrano « c
Aruofo affici di quahinque note «imca 9^(^^
gine • Le orecchxe ne futono prefibch^ inipia*
gate. AlefTaQclro Riccaixii , Niccotb Ainentm,
« \o fteflb doltD Mmao Eguoo detvrparono
con si cnidele ftile le ioro operr ^ 11 RiccarcB
ginnfe fino* a tUvenirne lidicQio « Ma tatd gli
ttomihi dt lettere noflri aei pinctpki ilei oorreOi>
te fecoio , quale pib ^ q«ale meno , fiiad tinti
iietla ftefla macohia , e iopratntto ae ceftaiono ,
« oe cefiano ancora (porcate le Aiiegacioot 6k
leitfi con in&mia dd noftsoFcMfO tanto nuisgio*-
R y qoantocbi ne^ (critti , da' oiiali dtpeade or
la vita , or la iomtna de* oittaatai ii dovrdibe
hr pompadl Ragian l^ffJky e non di tancidt
parole • Ecoo a d|t ci coodofle U nollfo tanto
rawedimento • ^ -
Intanta il ivolgar Napbktano vefib qval era
prima ntetiie fih fcoktvato ^ nietite mmrgajto o
dalle laidesece,o. dalle. goAggini • Soto avvcii-
oe per effetto generale 'del migliocato gaflo ^
che compartflero in 4fo nel 1724. il pOenoetto
delta Cincceidd di Nicoib Loaibardo Javoro cp-
si graziofo y e iinito in ogni foa parre , che
.{ tolti i difetti genemli del dialetto di ibpra
4iccennati ) pub riguaidarfi come ]a plii b^ia-
tiroduzioae tralle noflte 9 ^ compatai^ ^Ite piii
epide di qoalimque Nazione ; e le poefie Na^
•poletane del Capaflb , fcrttte teal i^zq, , e il
17^4. con quanta m^n^or vivacitJt cr ingegno ,
fale acutiflimo , e tepioezza vera fi po0a in fo-
i^iglianri opere d^fiderare ,
Dopo la morte del Capaflb non altfO , cha
4m mefcldnifliflii jbo&A Fi^renfi Bia^ Valenti.
no
N A POLET AlU O. i^
i%D (8) > e Nnnzkoite Pagano fec«ro companiv ,
certi inmlfi pocmt moiali , i' uno nei* 1746. , t'
altro nel 'X749* N^ dopo qoefto altro poema fc
vfcito in luce.
Ma tl dialetto ii h ftpcrta nn ah a vafia por- -
ta in qoefto corrente fecoto • Itiusndi^mo parki-
re deiia ^cena Comica , deUa ^nale fii pr^fTo^
ch% impadronito • ^ v
Fin da! prindpio dd didaffettefimo fecotd
GiatnbattSla deila Piorta avaa ntlU foe Cofnme*
die comkiciata ad bttrodorre ia IHute del Na-
poletano* II Coiteft (*) il ptkno avea fctitta ona
Fa-
^) ' Bia^o Valenttee fii «n feite laico de*
Minori 0(iservanti , per lo fpa^ dt tnbtti anrfi
iinptegato da* fooi foperiori a far la qoaftoa pel
fuo Moniilero dt Monte Calvafio con tal occa- ,
fione trattando con ogni forta di perfene , e
iiotando i coftomi M foo tempo compofe la
FuorfeceyOf^TZ di molta critica ripiena,ma da'
Revifori di allora mutitata di iholto. Compoft
anche on pte^iofo poemetto detto ie Rffettorh
de 4i Muonece J' ch% con altre foe conipo(]Ztoni
leftb MSw Fo afcritto alia Accademia <lcl Por-
dco defla Stadera , e pobbiicb il Mai etnsigUa*
to owero il Conte if^, Giroi4mo opeti tragrcO-
eroica in li. Napoli ly^-o. dedicara a D. Gior
Colombo ; preceaono quefla opera aicune aln^e *
fue coinpofizioni poeticiie in iingoa Napoietitna;
e itiorl in eti moko avanzata in NapoH foa
patria . if . • '
-(•) Nota la xrontra^zloile : II Coftese H
frimo avejg scrmo Hffa Vhv^Im 4Ht$0t Nafoh- .
t44 DIALETTO
Favola totta f^apoletaiia , Pochifimi anni dopo
Domeaico Bafile cl avea dato U Paftor Fido
Cradotto in bafso Napaletano : . Otta\io d' Ifa
feguttando I'cfempio della Porta avea iatta ea-
trare anche ^so nelle - foe commedie qiiakhe
Parte Btiffii in Napoletaoo • Su qudlt e&mpj
totte le coounedie ^ e i dramml «aon folo di
fo^gctto pro&no , ma anche i (agri non sneno
in profa , cbe in verfo, de'quali abbopdb im-
tDenfamenCe quel fecolo , fr trovarono iotarCati
di parti Mapolitane mifie coUe Tofcane • Le
commedie del Of(oa , e A^ Amenta fiirouo
parimente fcritte con quefio mefcolame^to di-
venuto tanto grato alia Nazione , che non fe
ne potette difcoftate.ni Domeaico Bacone Mar-
chefe di Livtri (ojadatore d* un nuoyo, «d in*
gegnofiflSoio gu(lo di fcene, e d' aziom comtcai
ti^ qoa^tl dopo lui tra noi fono ilati , ciie ab»
i>ian fcritte commedie in profa »
.t>alla profa fi pafsb al verfo, ed alia mn(ica«
Sono ormai ptU di feftanta anni , che in due i^")
Teatci cti NapoU s' introdofserQ i Dramtni in
mnHca buffi • Qaefli dapprima furon uitieramen-
le N3poIetani , gi^ccii^ il foggetto £ traeya
Urn*
% m "« ■»
fana : gt^ fi sa y cbe xA ^\^ola ^ in vecfo •
Siegus i' Aotore : Dalla frosm si passb al
Vffrja, LavazxMlin
(^) Efand tre , ciob yi era quello delU
f-acn \^ O'del vicolo delta Lava: antu nel gra(i
Teatro di S. Bartolomeo fi rapprefentavano gl*
interHiezzi' buffi per mu^ ; un cil Teuio lfai«
▼a in piedi selt ijj j« L*
«*
N A POLE T A U O. 145
fempre da perronaggt dell'hifiiiia pkbe • Ma <iiv
pocKi vi $' introdufse la coinmedia cittadlaefca^'
fono mM de' due dialetti ^, rifervandon perik
fempre al Napoletano le parti J)ufie, ,je tidicote
cosl d^ uotnini., conDe di donne . Pli^ centitiaja
di Commedie «d in profa^ ed in verfe abbiamo
fin ora fcrUee in Qoedo fliie billngue . Le Tcrit-
te in profa , tralTe quali Ii didinguono i}uelle
di Giufepjpie Cinll<) , fono gencraliftente jmlan-
do pieiie di vivaclffimi concetti , e iR aig^te
iepidezze ; ma peccano ttute -nslf intrtgo ., che
% iempre ecceflivamente forzato^ «d invefffimt*
le • Quefto dlfetto introdotto tra .noi da&^'Ameti-
ta , e dal Coo emulo Andcea Sdv^dere ,^ fu ac^'
frefciuro , e nrni corrette dal Marchefe di liive'*
iri , c dagli aHieui lii efso ., ed ^ora; "% crfefctuto. /
4ul un eccefso infopportabile . T o f(e&a, e forfe
.peggio h avvenutD ne' Drammi cohfecrati atla
mufica. In pochlflfimi di effi , clie furono pro-
^luzioni degP ingegni dd Trincfeera^ del Federi-
ci y e di Antonio Calotdba trovatifi pfsefvate te
regole Drammatiche almeno nel pih efsenziale^.
ma in tatti g'U airri in mezzo ad mi continiu«
to ddiranre difordine d^ intceccio , di finzion\
inverifimili ^ d* afsarditl ^ « del catpeAamenta
di tutte h Tegdie dell' arte , nncontranfi qnk t'"
U bizzarne^ e b^Hezze di fefici efprefSonl fpar^
fe o in qualc%e fcena , o in quatclre Arietta ^
che meriterebbero perci^ efser falvate dall' obli^
too eftrarle^ e ftaccarle filall' infelice-, e fconci^
'Dramma, in cai trovarrii tncadrate.
Noi non daretno ora ii catalpgd di quefl'*al«
tia vaftlflima jparte d^ opere appATtenenti al no*
llro dtaletto y si perch^ uoi^ ryt' abWanfio- &rma*
-fA perancfbe tantai raccoita ^ia poterjw publicjff
DimkN^. ii una
ii i i^^
•w^
i4« . DIAL ET TcO
una hotizia prefsoch^ compita ; $1 p^rch^ fap<
pjamo efferfine da pili annl occupaito il. Sig.
Pietfo di Napoli Signorelll , .a ciii non ^voglia-
mo preoQcu^re la gi^ forf& : fatta fatica , e la
gloria di pfubblicare la ftprla del Teatro Napo-
letano. .
EgiMlmente ci aTlerremo per ora d*il dkt qui
"la notizia d'una valla clafTe. di no'ftrepoefie u-
- riche, quali.fono i noftri Caati Carnefcialefchi.
Qgntin tra npi $a^ che in occafibne .di quelle
pQpolari fefie.,. ch^ chiamanfi Cpcca^ne , e the
per molt^ anni furono date in iorma dt akiffi-
.41U Carri giiarniti di comeftiblti di varie fard
^da faccheggi^rfi y (i jnfa dar alle Qampe com^o-
i^imenti lirici.di vafia fpezte efprtmenti la p«-
blica allegrezza^.e felicita, e dedinati ad oifere
prcfentati ua tempo ai Vicerb , ora ai SavranL
-T ra quefti j?oji pub .i^egarfi efferfene piii Volte
incQQtrdti (aluql fingo.iarjiieiite grazioH , e pieni
di poetico c4priccio. La collezione, e la fpelta
di efn avrebbe meritata la cnra di chi folle Jbi-
to arnanje dcTfe.memorie patrie affai piii., chc*
non 1' ban . meritata quegli Infipi^i Cahti.Carne-
{cialefchi .da' Tofcani con tanto zelofalv^ti dalt^
oblio. Ma il cercheri forfe invano nomo tia
noi I che tn quefta par|e abbia emuUti i Tofa*
.ni«. Forfe ja fatiga di quelle poetiche produzio*
ai ; i ormsd ^perdma ;per fempte . . Se ' a quefta
^pflra voce , e fgtido ^'rifvegliera taliino , ctui
pofTegga qualclie colleziQfle^ di s\ fatte pcefie ,
o .ci pofla indicar chi t^abbja > non mancnereme
noi di tramandarqe la notizia alia pofleriti., -&-
C^ndpiie ^na fcelta ^ e pubj^licandble .unite in
W yoluci^tto jcoji.^qualcne. tifchrarimento do-
ricp . ■ ;. ' , ^ ..\. •
Po-
N A P O LE T A NO. 147
Potri ciafctmo tfferfi gi^ avvifto, che noi ci
£amo retigioTamente &(lem2t'r , dai notfitnare ve-
runo degli fcritton net noflro Ciialetto cosl dram-
maticl come lirici ancor viventi . Sonovene opii
pocht . D' efli ^iudichera la pofterita palefemexi*
te , come ne hi gt^ giudicato fotto voce V et^
xrorrente • Parlar di viventi ancorcK^ in lode
fenza avernegU prevenutired ottenutone il con-
fenfo % fern pre un mancar al dovere piu facro
^eiia fociet^ ) qual*^ quetlo di rifpetrare falrrui
Ubetra. Impeto d' una orgo^Uofa flupidit^ ka
fola potuto c(&r^ I' erlggerfi da per fe fkfTo in
pefatcrre d^' fiioi ^oncittadlni , e coetanet > e U
metterfi a defcrivergli, difirtirgli, e valiitafgUj
come un apprezzatore farebbe d' una razza d£
cav.alU , o d' u«i earov^na' di oaifi .
i" , .
' I
/
Q % ^^ CA-'
xnt 13 I A LET TO
C i^ T A f, O <i O
De^li JC/htorl del' boJfSO diaietto Nappittj^^
no'i^) inprnfa^ ed in rima «
L PENTAMERONE del CavdUr Qrum.
battista BasiU , ^ovvero lo Cunta de M
Cuniey Tratteaemiemt^ de.li pHcefilh dt Cut'
-nalesi^ AkiatUith ( \ nome anagfamjOMtko
M GiamJiattifta Bafile }»
1
(*) Dal March. Salviati fi Klftgna il ter*
zo Ittogo tra' Dialctti Italian! al Napoleratio ,^
tio% dopo il Fiorentino , ed il Romano • L.
(«*) Vedi 1^. G. S. de Jm Porta ^ cfce
qui manca :
Paiiniiotfo Na]ioIitaDO j nella Comedia del
B^RO dt G. S. de la Porta . Viteibo
per Girolaino' Difcepoio 1607.
Scarfuoglk) Nap^Utaoo , net CLEOMENE
ili CTaudio OttaveUo • Nap. 1708 nelU
Stamp, di Gio; Francie&o Faci •
IPtttte ik]« in proGi •
LO FUNNACO REVOTAT© Comriiea.
dea pe. mufeca • A Napolt 1720 ^e ven-
ne da ii Abri a S. Biife a U LHirare.
LO CASTIELLOSACCHEATO. liapo-
le i7%6m come (bpra •
: LA
II Nifcodeml cita , comt prima edMone^ dl
qDeil' OpLera, una del 1627. per Ottavio Behiae*
uo 111 12. , ma qH6fta c la fecondr , c forf^^
ancHe fa teraa , poichJr iti quell** aitno eta di"
gii* morta il fuo^ autdte . It Sffe^zilccheirt nr
cita due abre pofteriori del 1644., r dei>645*
pfer Camiiro Cajvallo ; ma quefta e iina fol*
ediziooe. Ne cita fiijalmente uaa del 167^^, in
Roxiia', chi5' tron Ba mai cfiftito'.
FuHHampatu qucft' Opera da A^ttmio Br
Rfbn' nel 1674. in 12. , r dedicata a! Dottor
PLetro EiTiilio Guafchi aHora Eletto delPopo-
lb , che pm: morl ConfigKere ; £hbe ctira dt
'qwefta- edtzipne Tomafo Petrone aatdre ' del I a
yoselteci^ejata^yydntviptemik urt' avvifo ai
Tettort ifi profa Napcfletana, in ctii vanta avet
corretti gl*infimti errori , cfeP erafio "neUe pr*.
redenri edbioni^ . Ma matgrado ci^ i fcorfet-
ttflima anche qoefla edSiant . VI fr-Vede ag-
fiiaot^ uh aflal cattiyo fonetto , iV cui a^tore
LA MBROGLIA SCOPEilTAi Ns^e .
1732; come fopra. i
"fiitte tfe fenta notne delP Aatore , fe nbti
che neila 1>dica fsttat delU - p:mi al
Caidinaleve VictfrJi^ Woffango Aniifoalifc j
de Schrarrettitech , leggefi fottqffcjiiro F<?- /
IA'MAl«r?A^ OE CHIAJA- de Bemsftloj
^addumene* Napoli appreflp D. Nicotaj ^
Barritio 1731. £•
(*) yautofe i PompiJO^ JraroelK . V«U
f^ x^« e carr^, L.
I
■ 1
i|^ D I A L E T Tip .
iG( nafooad^ fotto quefte ' imziali M. R* S« 'P«
p^r efortare i I^ttort a guilar il Kbro .
Nei 1714. > e di nuovo nel I7?2. loftampa-
tore Micbele Lulgl Muzio riftampb due volte
Jiiefl^ Opera fuir ^dizlone del 1^4. , e que-^
e eai?;ici}i del k7i4. , C; del 1722. fono Ic:
mono fcocretie di tDtt« 1 e le piU facili a tro.
,11 foggetto di queflo tibro fono cinqnatita
Kicconti , cAe in cinque giornate Q.fingononar-
x^ti pet divertire una fcliiava irota divecoc^.
per inganno Reglna , e piena di capncci , Cf
voglie, e; coti' ultioiQ racconto (i foopre t' iiv
ganno di ef{a , e ne riceve. il gaAigo • Le nar«
ratrici.foDO Zeza icioffata ^ (Secca stwta^ Afii-
mca vfizsoolfijfa , Tolla nasuta , Vopa scarlet^
Ijita,^ Antonella v/rusir^ ) CinUa mouu^ ^
IPaoIa s^argiata , Ciomm^ella ze^io'sa , e /4-
cfiva jquac^uar^ifa . QueQi fpli nomi ^ ^ io-
pranno.fni q fen^l^ranp baflanrifntl^i a oar idea
del gu,fto , cte.. regna \$i tutta 1* Opera , oade
Q aftemmo..dAl dirae di Diitr«
L£ MUSE NAPQLEfTANE Epoche^ ^
CiAnrfo/esfO 4^a$tHtis : ( Giambajtriiui BaiCiltj*..
La prima edizione Vdei ii^^j-> ^ ^^^^^ P^^-
^ione ir dke ,.: cht da piii anm era morfb ilr
Cartel, di cui ir citano akuoi'verfl'ia^U'egloga>«
fefta . Fu rifiampata nel i^j547. P^^ C^iHo Ca^
'valli : di nuove dehij(^69. per 610: Francefcou
t^aci : per la terza volta net 1^78. per Fran-
cefco Mafsaro ht-s. , che t men btottji delle
prece^ilenti • Fu dedicate al' Sig. Francefco Mor^-
tiecorvino . Awene due altte ia i£» del 170^
per Gi^ioto Mttlkq^o , & del 17x5^. per Gio«
i^anni Patmicxo..^
NAFOLETANO. iji
~^ QueOe egt^e , giacchi c«sl all' antoie siac-
que chkfnark> non fon ftltra^ che nove dialog
ghi in verfi di difegiule mifiHa . L' E^loga
t^rima i Clio, ovvero if Smargiasst y cd intei>
oquifcono Cienzo ,. Mafe , e Ciullo » cbe rifsr-
no tra loro , e fi sfklano a duello per cagtott
La leconda Euterpe , ovvew) la Cortisclana^.
\ dialogQ tra Antoniello' , e Giangrazio , a cut
Antoniello^ vuol periuadeie a diilaccarli dalle
donne di cattiva vita .
La terza Talia , ovvero lo Cerpiglio . Rien-
.zo interloeoiore' efagera a Peppo j pregi dtl*
il% in quel te«i£p cekberrima taverna del Cer*
rigHo%
La quaita Melpomene^' oTvero U Tonnachl^
tv^ dtalogo tra Pafcado^a^Cdofpizia, e Mai?*
chionoe , che riflano eome fogliooo far tra Idro
le dbnne viliflitBe de'.chiail!;
La qmnfa Tcrpficore, -ovvero la Ztt^f Koft*
ifialbgo tra MafiUo ,. Petriiloi e Lell0| che-c*
faltano i pregi d' una giovatfie fpofa •
La/efta Eralo .,. otVetd to Giovane Nzoroi
tiro- \ queila voce . iniDtto barbara , e cteata^
'ftdl' analbgia latina dal Bkfiiei e dovea dipotare
chi ^ deflinato ad ammogliarfii ) . E' dialoflo
tra Pacrone , e Cuofenio fo' placm , c fii' (bf^
guftt <lel matrimonion
La fettima Polinnia, ovvero lo Vi^c^iio^B^
nammotatQ , dialogo tm Millo , Pizo 9 e Am*
bruofo, nel nqpde-Millo , e Pizo VlHrflebbera^
difTuadere il vecchio Ambniofo dal penfare piti
aUe nozze^. ed' a^U amorti.
L' ottava Urania « owero lo Sfuorgio . Par*
lano NardtUoi e Mkcantonio biafinumdoii luflb*
G 4; L»
V
"*"f^
tji DI AL E Tt d
La 9ona Callk>{>e , ovibera U M^ica • Si
^faltaoo i pregt dtHa Tnu(ica< tra< f^'^ifiterlocoto*
ri MiGco , Tirta ^ e Ciullo .
Di GIULIO CESARrE COR.TESE (»), map.
gtado che in lul riconofciamo 11 maggior poet»
del dialetta noftro , ci' b- tgnoto ogni avvem-
ii^€LntQ.deHa vita,.. p4re.dalk fteogcrc^ che
j • - -
I (») Edizioni ddler opeie dt Gitilib eeCue^
• Cortefe:
LA ROSA. N^poK per Domtntco di Feiu.
mtite Maccarano f4zi» e-di uuovd rUtampata*
per Ottavio Beitrano I^JS*
Vf AGGIO* EH PMtl^ASOn In Venezia ^
a NiapoU per Ottavio Beltrand i^j5. ^ro^ni*.
i;/iv rLo'Potta'a^li Leietnre • 'Nor ^ pofTibile-,
che auarche travo ruttO' . . • t finisce dfcendo^
che aovea^rkornaTe da Smirnt , e • da* MuDtora*.
Seguita b dedka. a« D. Dieg6 di^N&adoza hi
lingua Tofcana..
CIULLO«, e PBRNA.. la^ NapoU- U;/^
H appreflb Ottavto^ Beltrand.
MICCOi PASSARO^. hi NapoU- per Ot-
tavio- Beitrano^ r6^8.
LA VA^JASSmoe di'G. G. Cortefe: IL
PASTOR SEBETD, coii gli afgomenti,ed ai-
mne pn^fe dh Gian* Alefio' Abbattttti&.* NappM^
ger Ottavio Beitrano^ 1^7. .r
Lo. Stampatore alK Leggetitfe.-
L' Auror6 aUl L^ggetnre •
Aile Damme Sctorefitine.': Smett^ ., Aggb
^ora. ca (le Damecelie ec.
iL $ie(U edizione del i^^7»- fono umiede-
.•
WA^PO^LE:t A N^O* If}
egll vcrfo Pknno i6i^,^C^ andato a^Cbfenzft*
a t^ntar faa forcaaa, e «♦' difgunatofie Irgji at
pQcO ne ritoraaffl . Neita traduzione* del Pa**
ftor Fidp di Doitienico Baffle al prindpio fi^
leggeruiY hreviflfirao madrigale a nome di l^t-
tia Bftsfte Tpaiite diefsoDomenica ,^ in- cut A^
dkc cosi r •
' ' - <• .
Cama' Bltsili figUoj-
XSif stngbe bfniditto a braccia st^StV
Qantacasuhr'^^y ne »c*^ Corttse.
Eflenddf' pofebltcari qtteftk trarfa^iond tiel Gett^*
najo del i62S< dovrebbr ctedersi ; cfae ner 1627/
feffe g^ tnaocatd di^vtta il Cerc^fe • Ma' cih"
comrafU ^ coil quel yciid it Topp dice > ctre it
Rocnanz6 degK Amort dt CiuIIo^^ e Perna ira
ftato ia' prima voltsk pvMicAto^-^edimpvtffontl^
16^2., ed i4 po^meno H Mieca Pafaro fia (bt-
to imprefso Fa prima vblta nd'i-ftjJr'PcrifcioA
^{hi^revil-Bodo <X)Tr»bbe ditfij octi« qMfte noa*
- ■■ . • .. .I?.-*-, A :itn ••■.,.. ti *■ I I*'; ■• la-r^^ ji ■ Tn 111 I'll "■'•
Itrtcre j cioi a Nbtaro'CoU Mw^ Zara*^ 11. a/-
MefTer Uhecoin verfo , ed in prafa ^ III. all**
Uneccr-'ftijHntoeggiante^, chtf^pb-'rooipere n&b&i^
chiero co k Mufe , e a-lo fettem^ gnaDeto c^
McffetiB ^ - ***
E' falfa Jiinqae* , chli xiel" 16^^^ Ortavio'
Beltranp rkbimpb egjidthetit^s tittte le Opere del
Corttfe-, ficcoiTic fraacameiit* fi afserifce alU
160, La lett^ra (et^ulUt aMeiser Uneco V
\2<^ tion gl^ di cata 5^.iicl7acck)Ii , comt'
vuolc r Atttor^P' piig,; I j## Liie' :
154^ DI A LETTta
fiana h prime* adl^btii , o che fiaao optte poi.
ftasar ^ BM i^ priHia*^ pi& vcfifimiit . Nieme.
dufiqiie poieado noi- dire delb <fi l9t vtU, p^U**
fiftinO' aUe openr <M afiedefiaia .,
Ahbuuno dei'Coitefe aicnae letfieie ia pfoia^
od in verfi deiriaiiDO i/Sio. , e dd i^44«) cher
fembrano efsere ie prime produzioai di qnti ft^
- Qondo ) ft inzzarro tt]ge§no »^
La prima h rndirizzata a Misur Uhsco jfoU
to il qml ntbmt ( ferfe Accademico ) incemfej;
i4: Cavsaticx GiamlMtiila Bafile fua giande ami-
eo • Porta qiiefla compofnaone dt- circa cinquai>«
ta (^) sdroceioti U^data diTrocchi^(fQQgodove.
forfe ihCowefe viHeggiaiya:)' de*ij. Oti(rf>re*
del ifis^, PtDge raitegrarfi coII'amiGO delJa ri<«
felvzione di liiir di prtnder mogjUe^^ e d^a^imr
fcelta Cecea y dtWe teHrzzc , e pre^ d^lla ^ua«
k'faittaa defcrizione iroaic^^^ & per-contrappo-
fit. /Vcfibfi , cite. il'Cortcfe imit^var allora iU
fuo amtco fiafile , non facendo aUro^ eke fnoc-
ciolareprovvrbi , epiceti., 1e fr^fi da diinofiraif
' Pimmenra* abbondanza del dialeito , come il
Bafiie aveva fairo .^ In (piefla epiftok fi deno-
minsL JtkCJbUfepj e ferfe era il fuo nome Ac-
eadeaoico i^*).. Allo.ftli(&> tndirizzb una tettera vat*
profa dall^ CalabrievcHe porta ll datadiMar^
za t>i6%4n.i e- coniiene una bei'M&a deicrizioae-
fkdit fua poea fbittuja.!.
Alio Qt&o ,. deDominandpIo M i/he^ seisms
meg- '
' i^) • l\ luntie Accademico 4elCdrte(e emr
N A P O t E T A tr O. n^$^
M$$ggii$9ite , cie p^ rempei/^ no becihimto ra /r
«MM^ ,..ed aUu4endo forfe aile Mufe Napotett-
ne «ol]^>ofte did BIfile , indinz^b un' altra liau-*
S2« , e gi^fa lettera coUa daU de'' ao, Mag-
gjo ]:^i4j^<ialle CaUbtie . Itreflla fi finge na^
bizaacio racconto^ del poco ftlice accoglimento
iiicootsato €(^b una donna , a cuf avca (jpiegato
il! fuo anu»:€ • In qoefta fi iirnii col nome dtl--
Abbiatno «iq' altra Uttera df eflb'paria3eiil(r
fcritu net Marzo del tii^ in prpfa con . «r'
iiofiietto , e ua madcigaie inferitoyi , la quale V*
iodrizzata^ /o S'enimv g/fnet^ de S^sero^z^
fruttmo CfitnaU y Jo ccbih stfitto pafent^ che
-:s^iue a CojtnZ4f-\ A cbi fia indirifiata non fa-^
.pscitono ipdovinarlo .^ if foggetta fono le era-
.-delt^ d9l& ftia atname y che 1q ban ridotto ar
vo&rfi^per ^idirperazione uccidor^ . I0 efla toirQa;'
a' diiSms^i lo Qhiaft0\^
FiAalmipnte abtMamo una lettera ta yerfo fcfiut^
eielo a ft2t>r. Cola Maria 2ar^ in lifpoila ad*
una del medeffn^o |^.ctie>iacomincitfva: Quann9^
mm^no^. mt tuenne eMla^ eh&Ueta &^. Qvefta-
Breve oompofizione di foil quaranu ferft por^a
Ift^data^delr^ultiniO'^^deU' anno tti^?^} ,.
Turte le fopraddette lettete non fiirono iikte
alle Aampe aliora , ma foltanto quando fuiFOi^^
pobbMcati t fuoi ppemi . ^
— ^MM-^f I* III! m m ' tm ■ * ii I ■— ' ■■iti i i i ■ ■ i m i ■ iiy i i i ■ i , ,p>m
^y (Joefta lettera nelia ediztone^della Fa-
)ass9id^ 6tta in N^yoli per Otravio BeUrana^
v$^jk km U i^ino htofj^ y (efaitt dalle fo|«u^
%^4 D r A t E T t a
LA* ROSA, QMfeta.' FcselUcl^sfif'irKibqws
«tti , e con fette interloccKori'. II Cort^fe- net
pubblicarla dedicollaa D: Tiberie Glfaia Prin-
cipe di' BKigfiana , «'de SciRa • La^ dedlca -i
fie' ^5. Otrobre i62>. Qodfto poema , che-dt
moiro non c0de*al fue DiodelFe. il^Mlor Fido
del Guarifti; V la prima cofa tratte prodozioni
del diatetto- pat-rW^ cht- moftib qottnte ial^befi '
potuta innalzarlo a miglior fenilnaBaa . Vi fooQ-
Jeene tenere<>, e^dftlfcafie :vi fdno peazt di dia—
iigo ^decenti- , e^natuniK ;-ina«la maledetca vo^
g\h dt renderk bernefea , e lepkla* a di(pett»
del foggettd ptuftoHo mgieo , gaafta iii<tot
blslleicze-, e4e fa fpefib cadere nel <atti?D ^^iip
fk) . Soaovi ancke noa pocbe ofeenkik ^. ( cie—
dure ill' quek tcnifH) kpidezzt ) dalle -anidi^y.
iCOiih' 'V note , non h neppup efeatft il mnofo*
P^(K>r Fid#. Malgfado quef^t diftttt^ la RofJu
dbbd grande applaufo. neU:t> RepubMica deUe^
tettere. Giinviticeiizo Gcavina tieUa fiia Ragion«
Poetica aJ iibro it* cap. XVII.. parlando di.-.
' queflb ., :{h fa-^a dire • ,, .M4 niuso* megito , cbe :
,) il Co«tere 'it)ella.Napoletaiia.Ro(av^ il Bu*-
^ i^arFQiir itella Tancia ban vfaputO' rapprefemare -
,^ icaiacreri donudinefcbi , « leitdew al viu0
' )^ i tdftoitiL dt» fimit^ gen«; .neli' 'otdktina^ d-' im-:
Conf^rvkndo cosV vamaggipHi epinioDe^ nan.
Vmeraviglia,,.. ch^ Gi Hata pih volte ncttata:
da compagnie&r di dilettaiHtr •. Dopa> la- primat
"edizionetn izr peisDomenico^t-lWaiite Mae-
carano-nei i62it fe nei- fece • altra iaxNapoli}
piinrnenfe in ' 1 2.^ per Occavio • Bditrano < cal
^^i%*'9v % cKiWovo. ptt Camlk Gavalla n^l
N A^PO^L ETA n O. 1^7
MICCO MSSARO * NnammdratQ poems E^
roico in d!e«i*Ca<iti In pttsrva rima • Ha que^
Ho genrtUlItmo pdemetto per fuo Eroe un^uofc
mo delU' plebe gran fpackcdno ,- masr piittt(»fto
poltrone , cht frarralla per foUatO' volontaria
in occafione , che fi fe leva di poche truppe
controa banditif cbe infedavano gli Abruzzi ,
e fiirono .ana deile noftre inaggiori calamity in
quel tempo « • Abbandona percib Micco IX fua
innamoKiUk Nom , h qml» fptnta da cfcca pa&
fione io^fi^iue fino air Aquila , nel qaal luogo
dopo vari accidetiri fiegnon le lora ne2%e •
LA^ VAJASSEIDE (*)'poemeno m cinque
eanti in ottava rfma , in .cm (i~ defcrivono i cc^
ftumt , e- gL' intrighi amorofi deile fantefche
Napolerane gf^ndifmni , e genera U in quel tenv
fo y in tm unita aduna grofTolana , e fpe(f«
matcherata di^razlone regnb ' tra^* not : una feni-
ma rilafciatezia^ di coftumt . A* quefto^ genttit
poemetto mife gti lrgome«ti , e una premionc
I' amk^ del Cortefe Gitmbattina BaiUe , e pa-
isxnente s> anoga la*^ dcdica'di elTb fatra A h
Mte d^U, vUntf- in pm£r y »a <]alla ftHe di.
Ycrfiffimo darqueUadel Ba&U / ed URiforme-a
.. 'iiueUo deile profe del^Gorrelefr riconoftr effe-
te egl< ftefso ftatO' I' sutore^ di qmetiia dedica^^,
ehe i^piena di graziofe^allafiem.^
Precedoiio al poema due fenettt , e. trr m;|L
dhrigati',. cbe.fi nngono compofti da aicuni A<n
oadenucL in lode delV. a«toie ». L nomi . de^ nie-
^— TTT* . " ' ' -■ - - - I - ■ lit T '•; a
. (*) Vcdi la jHiova. edizione a>n ' le ag-
g^te -xli fiaaolomeo ZUa^ detcdil Tardacintii
•^•^mm^mrmm
WW^
deftaii (6ns> Lo Smttfla Aecsdemico PMeiShu-
no y Lo Sgutita Accddemieo SmMtrtcnlmo^ £#>
CMtammsrQ Accadimic^ CSkirff • Not noir
avTerttamo eib ^ fe noo pec HmoSmit miamo
in-i^l ten^ fi fofk gii comiaciato ao afans
£ire de'fopouiiioiiii accadenrici , cd a mettete
in deri&ne owlle tante Academic , ch' cfsuao^
pullulate in itaiia.
LI TRAVAGUUSE AAAJJIE D£ CIUL*
LO , £ PERNA RomanzD.in paofa dsvtfo itt-
otw btevt IBiri , ne^qnali'fi defcriyooo le fiia-
ne dt(avventare di qaetK' due amami , .eke ^»
oalmente gtuagooo a Heto fine per efietto della
ciemenza i* un Gran Daca di Toftam •-
LO CERRIGLIO INGANTATO Pomim
Erotco in fette canC in <Miava riina • - Qoefto
poemetto a <^&renza degli* altri c* pierto di tiaa-
tomaazioni , lucantefinii , ed altii avvenimentt<
jmpoflibili ; xna 1' astore fe ne &r9e iDgegnOi>^
' i^mente per tlaie con cib una fav^atoia 4>nffifle
cd aticune anticfale (bktue , e monumenti celebir
fTal noftro popolo., quali erano le- quattro fia-
tue del Molo , ana Uataa dt donna alia fptag*
^ta di S. Lucia ^ la Coccovaia dt Puorto , l**
Atlaate della fontana del Penmno , il Nertna^
delU ibntana Medina , ed alcnne altre .
VIAGGIO DE PARNASO. £' anehe ^.
fid unrpoemettD di Mte oaatt in €>ttava nma
iimo fondato fo qoell'alleforia , della qnahe
Trajano Boccalim pacbi. anni prihia avea dato
Fefenrpio , e la moda • In una prefazione in
profa , che precede a qneftb poenretco } nella
Guale il Coftefe fi giiamiica d' eflerfi dato^-a
icrivere nel'dialetto Ni^poletano, accenna, cfie
afea gii cgaipiAo il CerngUo, anaidie avea
dig-
,N A P O L E T AN O. ifj^
diggi^ icritte cinque opere . Skcbh queAa % ia
quinta f|ia produzione in v«rfo« Not pofledia-
mo la pcima edl^tons: di efTa dedicata a D.
Die^ de Mtnde^za , a cut dic€ aver pen&to
dedicate queflo qntnto (cherzo del la fua tnufa-.
Napolitana. La. dedica porta la data de'z.Set*
tembrc 1-621. , e da quefta data riman dectfo ,.
clve in quell' anniivavea gi^L ii Cortefe compo«
flo qjuantodt lui ci ^ reuato in verfo > e (olo
\l romanzetto depit Atpori di Clullo ^ e Perna-
potidabe efsete di au^lche anno pofleriore •
II Toqptpi ixiette U (egnenti date all^ prime
edlxioni dife* poemi del Cortefe • La Rofa per>
Ferrante Miiccaiano i^ai; in^ 12. Viaggio di
Paroafo per Nicola Mifucim ]n52ipv in 12. La
Vaiaflfeide per Ottavio Beltrano 1623. iniA.(^
Li TravajHttfe Anunure de Ciullo e Perna per
lo ftefl^^ i^^J7* in^X2« U Micco PaiTarc per Id-
&«r$o xil?f« iii<i2^. U'Cerri^lio ihcantato ii*
u> in }uce ptr U> A^ademico Nipotecano det«
to to Sviato per CamiDo Cavailo 1.645. ^
12. E' fiior di dubbiQ ^, che di qiieAo poemetto
quefla & la pirinia edioDEiie , perch^ moiti atini
tra corlb manofcritia ^cbe dopo la morte dell''
amore • Hfognerthbe^ dtmqne peniiire , ^he ie
ttiimm degU aitri ppenf^jtti; poHeriori al i6ii2>.
o non fono le pfime^^ o, i^inp anuche efTe pa>
ftume • Ma la uoftra x^ione (Jl , tche jiel (ud^
dette anno i4tL P^rmnte 'KfucsLx^LXio le 4m^
^^{k ttttte eccetto il Cc^ri|;}io ; cbft oel 1675;
(^ FotCb dal X'^Sipi '^ OS vijije va? ftHr»
t66^ '. • iri ACgrTor
Ottavlb EeltraDo le riftatnpb egualmente ttxnt*;
e cBe fiano ^rronee le dare mefle dal 7\>p{>i :
cbe .finaitnente anche tuae le (lampb CamiHo'
Cavall0 net 1644., e i.^45* nnitamente al Cec--
riglio, e not p^crediamo auefSterza^edtzione •
La quaru fembr^ ^(ler ftata qlleiU* fitta da-
Tluvello^de Bonis ipl i666»j4 iftanza d'Acirts^
no Sctiltore all' infegna di % Marco- , ed % la
piu bellii , ed elegante di tntte , tna b^ refa
lomnumente rara . Una contrafkzione* di efla
portante la ft^ffa data d'lanno, ma fenza nome
di namparore, V ftata fitta ne'principj dt qnefto
(ecoto , e VI fi legge nel frontifpizto P enorme'
.efagerazlone , che fiar Ea dechnaquinta edizio-
ne . Fu fiitta da*'ftatclK Mirzio .ftaroparori .
Non V tnolto rara\ ed'% afsai corretta , ma di
gran lunga meno beifa* ^\Ti venr , cb^ net
it66. d avea datsf it de Bonis . . « «
IL PASTOR FIDO iv lingua Napoiefana
eft Domenico Rasih\- In Napoli* per £|^dio*
Eongd 162 J, iff 111; "
Queft'^unica edizibne hi avotaquefFa tradoJ
•zione, o per m^gito dire tfaveftiniento del Pa-
ffor t\ia\ QWndi V ditenuta* rariffinia . FiT
dall'Autorre dedicata'^' // ^uatto di h Muohj
famofe ftatue d* mia noftfa fontana por trafpor-
tata in I^agna sf^fervire aitt deli/ic deHa* villas
JPtfeale dtlfa Oafa d^rCaftipo^pf^flb Midrid.
L* AuYote annanzia di tener pronirfier iflsutt''
ipareje-fegaenti-altse Opere:
JoDottote-Mli spir^pqtiUl'
/' Ospitale di li pazze •
4«r" Citsa de la gnorimzik . ' ^
UDeffnziont 4c-ii^Vi9$9 fiipoHtMHt ' ^6^^
m
in 'Titafan^ 9occaUjto , f Gin 170 CeMff C^f-
fa^M^e itnanze ad' Apolh • Noi fin' oa noA
abbiamo avata fotc6 gli occhi vemna di effe-^
•d ignoriama fe fiirono pubblicatt*
XI trairefttmento del Pador Ftdo \ poco ftl|»
ee^^ e peeca fovercUo d'efcnritjk • Vis'incaiK
tnt' nccnezza di frafi , e vocaboK nofki , ma
fcoiiciamente iaipiegatt. L'edkione ^ fcerret*
tiflima • Pn tatfo non ct oiaravigliamo , che a
jiiuxio fia venuta in ment^ \\ riftamparlo (r)<»
LA TIORBA A TACCONE iU Telipf
SgrHttendi9^ di ScafaPo^m
II Nicodemt ne cita , come prima edizione ,
una det 1646* per Camillo Cavallo in $• Ev-
¥ene un altra del X7«|* per Giacinto Mufitana
in 8. fcorrdttiffima , e ormtifniDa qjaanto fi pof-
& immagitiait^. Foife non vene tono altrepo-
fleriori y t>Dde i j che V libro divenuto raro •
Quefla Canzomere- ^ diviib in dieci parti dall*
autore cbiamate Corde feguitando la naetafora
diella Tiorbi • Le fef priiike dl eflb fono di fo«
netti ; le quattro faffiegnenti di cabzoni di varia
matra. I <jiiattro prkni 13>ri« di fonetti* fono*
eer la ms^ggior parte ful fuo amoit per Cecca^
3ncb% ve ne fiano indirizzati ad altre donne t
Nel quinto fono i pianti per la morte di Cec«
CL. II feftoJibro (i. compone di fonetti ,. che
fi
- —■ — _ ■- . ■ — ^ —
^i)< Nella nofira prefente riftampa % (lata
una ^ opera corretta at molto dal nodlpo cok
to cittadino ^ e B. Profe&ore di Greco F»M.F*
H quale- vi h% ancbchaggmnto-U Prologo, pie»
iizien^y.&c*.
1^1 » I A t E f T O
Si fifigono fcriiti air autore Aslt va^i Aceademlct
fuoi amici in: lode fua y e fe jrifpofte. di lui per
. U OeiTe rime o iK>ci » Sa]:d>be difiicile il deci-
dere fe trairinfinlto ftuolo 4ell& Accacfemie tot-
4e eBmereVcfae feno. nate , « morte raptdamen*
.te tra noi, ve ne fiano Qafe q^ nq talune di
quelle qui nomlhate • Ad ogni modo per q^x^
iunqae ufo potefse occorrerne^. non.farst iounfe
lapportav qui t noioi e degti Accademici ,. e
delld Accadetnie , che fmo I fegaentif
<
fo Smenchia Accademeco Cest^ne-m
, ^ lo Sfecbieebia Accademeco Sciauratx>'.
to Qatafchio Accademeco SparnocclHa^*-
io ^iozzo Accademeco- Marfuso •
Jo Sgfitessa Accademeco Vofmno ..
' lo Smorfis Accademeco Sd^Uemcato •
h ¥ri43ciainponta Accademeco SperdutO'^
lo Nasercbia Accademeco Mocatso •
/' Anciiow Accademeco X^etrui^.
to Sciacfuettd Accademeco Trincie Tnmh
che-', «
lo S^menciieiechia Accademeco Bestiatt:^
lo Caeammaro Accademoco C^sffnera •
[o Caccialapascere Accademeco Borciiacc^
lo Pantacvita Accademeco Sgargiaso •
lo ScMdeo Acc4dp»eco Maccatjane^
i\.
GIAMBATTISTA VALENTINO fa attt»
fe di yarj poemettt*.
N A Pole SCONXflAFATTO DOPO LA
PEST£ Poemetco in ottava rima di circa dV'
gento ottava dedkato a D. Di^o da Soria Mar-
cbefe di CrifjjMnOy e Reggente di Vicaria. L;^
prima edizione i del 1665. in 8. Ve n'b wu
ft-
N A * O li E T A N O. i6i
feconda del ^75^. prefsa Oinoiaio. Migliaccio
La MEZZA CANNA poema parlmente in
Qttava rkia, dWifo In qoattro canti , da tei
chiaixiati Palmi per (ontinuare la n^et^fora Mr
la ikf^^:^^ canna^ di 14S. ftanse ognt canto t
eccetto I'^ nbimo , che \ dt 1$^. in forma di
diatoco y ' tra yh0o , e Titta ; /' *
JLO V ASCIEttO DE L' ARBASCIA poc-
metto, che ferve di PfQemia alia Mezzacatu
na (K 19 ». ftaQze .^ ConiDarve in luce la^ pri-
ma vofta in NapoU per XiUcantonio di Fsfto
»el i,665j> in- 8. , dedicate a D. Gabriefe d' A-
cugna Teiierite Generale dell^'Artiglierla . Vi V
Una'prefazione ai lectori in profa Napoletana ,/
e {^\ fonetti padmente in dialetto NapaktanOy.
.conipofti da Doniet^ico Notamicvla , Antonia
Mariconda , Giufeppe Panzera , e Donienic(h
Manfrella • Efsendo divenuto raro qaefto poe>
xn^, fa rilVaippatc njel 1752. pnefso valiero ia
12. di bruttiflTima edizieine , e fenza i fuddetti
LA CECALA NAPOLETANA Poema m
ottava ritna contenente LA DEFESA JDELLiW
MEZZA CANNA » di ffanze 101.
LO COMMANNO D' APOLLO di (law*
LA^GALLERIA SECRETA D' APOLLQr
$ /lanze :^ei«
Bella Q^tcaU QQn pof$iatp dir icon certezza
quate fia iUta la prima edizione , non avendoia
fnai pomu inconnaise > ma \ anteriore air an-
no 1673. \ glacch^ il Perracci0 nel fuo poema
ne fa menzipne, come alParticpIo dAV Agn^m^
^ffmmf^ piU. fotto r^pport^mo. La feconda
edU
j^4 . DlAtETTO
cdi/ione ^ fatta per GianlMfr, e Ketro Bito-
t^o nfrl 1^97* in S. . Fv dt naovo riftampata
poi ^ Domenico Raillarj-net 172a. in rzm
Ke^la prima fian'/a del poema intitolato h
Fascielh de P Arffaseis il Vafentino dice d*
aver compoHo in verfi fdmccioii la' d'eferizione
deIla*P£j/£.. Quefio poemetto;, ekeiarebbe il
piu ctiriofo di mtti, non ci iT fin ora capitato
IbttO'gli occiii' pet qoalunqiie ricetcafe iirfia
potuta fare*
Fit 11 Valentino di quel^ ceto' dT perfbne ,
die'^'altsra dicevanfi Cappe*nere , che cooiprett-
ficvsc gli Scrivani , e Maefht d'atti 9 i Notari ,
e i 'ft^coratori . Pare che egii fitfse Scriva-
' no% tna non fiippiattso di qufid Tribunalir. £'
perb verifimile, che lo firfse delta Vicati^.
Il'foggetto di tntti qtiefti ftioi poemi %f fenf*
i>Te lb flefso y cibl H voler bianmare Haccre*
cinTento del Inf^o , e fii rifa(ciatez2a det c(h
r {Imne deli'et^ fua^r folito fc^getto d^li nomini
di ntediocre'' eleva^ione d'*ingegno > cfie cos!
, cavano qoakbe. ^omM^ ^alT* loro edificante
mordacita •
NeNa ftanza 100 delfii difefa d'elTa Mezzi
* Canna s' incontrano i feguemi verfi ^
LU Qtra lo- Ceruse , e Cicco Gfusto
Vidiette pUro Tittd Sreazzano y
Cie devano ad Apollo spasso , r gmsto
Ca lo hello parla Napotetuna'.
Di qucfti due noflri ferittori' Francefca Gio-
ftov r Giambattifia Brcaz/ano non abhSamo po-
tuto rihtracciare nfe le Opere, ni ventna noti-
'^a-/ f non ce ne mcravigUamo,.ft fi confiders
WAPQLETANO, t6i
il dtfpteztzo, e Tabbimdono , in cm 6a.ora.^
llato il nofkto dialeno. (i)
L' AGNANO ZEFFONNATO /x^iw^r^w-
ifo Mt Andftia Verruccio dedccoPQ a hLiustriS'
sen9» S^egnort D. Pietro V'aloimmera , 9 V^Ia-
s€^ 9 Vtdeton de U Galere de NapoU, la
Napoli per Gunfrancefeo Paci 1673. Ad iflon-
2UI di Francefco Mafearo in 8o, .,
Andrea Perniccio e Fardelln erafi fatto .co«
nofcere 6n dalla fna prima ^ioventu per potta , •
fcrivendo IxSf^liJd^ura Vendtcata^ Melodramma
pofto in x¥>te dal Sig. Francefco Provenzale
maeftro di Cappella ddia Citt^ di Napoli per
Cadio Porfile 1.674. e cantata nel la Sala de^VI-
cer^. , dove comlQclarono i jsof^ri l^ettacdt ma-
fici prima \ii cpftrairfi il TeatJfo detto iii $•
l^arrolbdimeo..
Di qo^fto Andrea Percuccto attro non fap-
pUmo ) & nOB che nacqne in Sicilia , come
u ricava ^a «n ibnetto in lode del medefinio,
in cui (i leggono i feguenti ver(i : A
E A Tinacria al patrio tno confine
Per tt s' accrefceranno aurei fplendori •
Vifse pieib qualche tempo in Napoli j ji feb*
be-
(2) Tina Breazzano in occafione del ter-
tlbile incendio del Vefuvio pubblicb tin poema
,intitolatO Baceo Mrraggiaio contra {Korean ,
11 Vesmiio fulmltumtt , ed. / prieghi di P*^jp-
ttnott dursmtt ^P Jncmfdh .deii^ju tiUti i»^
«. Nap. i6iM. , . .
x«6 D 1 A L E t t O
bene tsoii fappiamo con certez-^a quarprofefeio-
ne efercttafse y dalla perfona ^ a cui dedica il
feo poema, andiamo a fofptttare , che avefse
qualche picciolo impiego nella marinA} %anto
piu , che nelia prefaziont^ egli (Kc^ , che abfta-
va prefTo al Porto. *
Quefto poema V in ottava rifna, divtfo in fei
canti , preceduro da un-dffcorfo alLettore in
profa parimente in diitletto Napoletano .Tn ol-
tre vi s' incontrano al prinCtpio otto fonetti ,
fette de* qaali in dialetto f^apbfetaiio^ in lode
delt' autore conipoftt da^ feguenti fiioi amici A<
tiello Giannino , 1' Abbate Lodovico di Tora-
tnafo , Brnno di Brnnb , Francefco Balzano ,
Giulio Guerra, Domenico Pijnataro, i^ Abbate
Fiiippo Gammardella .
Comparve in luce la prima volria nel fuddeN
to anno 167s. colfe debitt approvaifoni ,. ed i
notabile , che tino de' revritbrf fu ii ?• Carlo
CafaliccHlo Gefuita famofo tia noi per fama di
vera 9 o di creduta fantita .
L' edizlone i tanto fcorretta , quanto brutta •
P verifiniile , che la povertl , in cui viffe 1*
autore, hon gli permife pobblicare il fuO poe-
ma in miglior forma • Ignortamo fe dopo que-
fta edizione ,' che abbramo avora fotto glioc-
chi , fe ne fiano fatre altre i ma crediamo che
nb , ftante 1' effer divemito rariffimo . Noi ci
preBggiamo di riftamparto , fe dal pubblico , da
cui folo rafpettiamo , ce ne verri dato V in-
coraggimento , e la forza . Certamente non me-
rita cjuefto graziofd poema di cader\netr obliov
^anzi ^ da annoveraffi tra ppiti diftinti , c pTC-
gevoli del noftro SBi£'etto , o ik rignardi la ric-
chezza della fantafia, o la felice iffvenzione del-
r
N A P O t E t A N O. , i^t
r Artofto , del Tafko ,, e fopfattutto dellk Sec-
chia Kapha del Tafsooe, che fernbra efser quel-
le , che piii d' Qgn* altro ^a prefo ad imitare .
II foggetto % fondato fopra un' anticliif-
(ima tradizione del hoOrp volgo , it qifate %
perfuafo, che nel Inogo, ove oggi i i\ fudd^tto
Lago d'Agnauio, vi fofse (lata una citta ingo-
jata poi da una fubitanea eruzione t tfadi7ione,
che qoantunque non appoggiata fopra verun £•
euro nionumento (^orico j non itierita un afso-
lura difprezzo* Ma .d! quefto non % qui luog9
da ragionare.
Net Canto quarto 1' autore finge efsier il fuo
Eroe Tartarone capitato alP ifola delta Virrii ,
dove vede le ombre de' grandr , e vtrtubfi uo-
mini defunti . Con qudlA occafione dbpo enu-
meratt molti illufhi poeti Tofcani , e Iraiiani ,
s' Introduce a parlare de* poeti del fioilro dia-
latto\ Crediamo tibn inutne rapportar qu) qitan-
to.ne dice, come confacente ad illuflrare la'fto-
ria letteraria di efso .
P* ogne ienguaggto poete' nce stani^Oy
Ch^hanno'avutocommefcid co te mus&^
Disse la Fata ; ma chisie sarranno
Da lo bell^ uovo de Napote schiuse ,
Ot^ CO la propria lenguH patldraYino'y
E sarranno co essa prole! ule .
Chisto primmb sarrk Ciullo Cortefe',
Qh* onorrard de foglid ' lo pajese •
Chisto cantahnd co no doce caff to
De Micco , Ciullo , e Kaft It trommisnte y
^ De lo Cerriglio Wfiitnuso ncaJitOj
' E //r Parnaib tajgroleia sbren9fente\
' ' De fe Bajafte pb'sonamo 't^ntQ\ "*
De
ii» 01 A I. ETT O
Dt Marrtme sarra Luocoteaente «>.
Dice /© scritto : pe ^sfo Gtulio e bona
E dt lautQ , e 1^ f^g^^^ ^^ corona ^
f /' Ahbattmo .tf cJkillo t tempo stisso
E nprxtsa^ e a rimma cs^x^xxi gran cose^
Tjinto , ci^ Apollo restatinone ammissOf
No chirchiq ncapo le {am a de rose,
E pe groleja sgja vaita ca is so
C*intanno co le. Miife ieUe xosfi ,-
Vjutrj^ fare , cJ>e sia co muodo xjtro
^' Alecqna porzt h Lavenaro .
E n^ Auto naegno da Scafato asciuto
SoHarra na Tiorba cccossi do^e ^
Che Napole restantio ascevoluto
U ciiammarrJ gr^nn^himrmM biva yoet.
Ma »' ai^to , da ia morie oimmi fernt^
A lo nteslio canxJ .moreut jrf^ce^
Tamo coe le P^dak leberate
MoratKanno nfegUanza , ma seccafe •
CJhiUo f cSe V/i tu vide ^ Valentino ,
Che de li tiempe SHoie dice grit niAlt »
Scontrafatta la pktnafpe desttno
Derr^ da p\ , (b* ^ sta$a fi9 Speiah*
, Da ph d^arraggiay e de despiette cbin^
' Vencjsnno a Jo cant are le Cec^le ,
Co c hell a Mfzzacanna , ch* ha zeccata
J a a U Baggianaria ;»# mazxejat^
Non mancarranna nciegne fmo apprWsso ,
Che non facenno chtU It pappagalle
A chi Febo la cetola .ia^ conciesio,
Mmitarranno le Muse a nuove abbalU*
Net St a ^uarcuno , che morerr^ cicsso
Sulc contra Doana hav'enno batle^
Masts ta jffi , che durano le tr^pcle
Non manc4rranno maje Potte s tiapole*
Dal
N A P O L E T A N O. %6p
Dal qoal luoge rjtfagg^iiamo la notim d'effer-
vi flaur nel noftro diaktto un poema intltolato
h VaduU Liberate , <:he I' autore prevenato
da immatura . morte non giunfe /a campirc • Chi
iia poi qoeli' altro poeta del fuo teinpo' y che
compoffii icrittr fatinci , ed opere ofcene , che
il Perniccio percib chiama Balle contra Doatts
'£on poiTiam dirlo accertatamente •
LA MALA TI A D' APOLLO Idillio dellp.
ilefso « Va imprefso dieiro al poema^eirAgna-
no ZefTonnato \ E' nn ingegaofo Idillio ,' in cA
ii 6|ig8 Apollo divenuto emiofo pec efTetto de^
uncori, che gli cagionano non meno i cattlvi
poeti , che la cattiva forte toro •
LA POSILLECtLEATA Je Masilh^ReppM^
-ffe de^Gnanipale ( nel 1634. ). Tommafo Per-
rone di Polignano (*) e il vero nome di qiieflo
icrittpre . Fu, egli un avvocato di qualche mfe-
xito • Ainb il; dialetto patrio > e per cura di
lot &Tono ri{Vampati il CorteTe ., if Eafile , ^
qualche ^Itco jioitro iibro ., a' qnall aggtunfe-
dediche , o piefazioni fue , .Finalmente voile
anch'.egli fcrivere , e produce queft' opercjtta ^m
profa , della quale ecco il foggetto . Finge , \
che ai 26. LugUo deir.amio 1684. epll We
andato la mattlna.a tiovar un fuo amiQo., che
dfiUziavafi a Pofilipo . Defcriv* il pranzo in
magro;, che vi ebl)e , .ed k, rimarchevole , the
4n niente trovafi fiuora mutato quello , che la
^noRra cittadinanza ufa al prefente . Defcrive
ia ftrana voracid^ e ioquacici d' ^n medico^
DiaU Nap* H . a cut -
<*} V^dl^pag. ij8. not. (6).*
170 O t A tETTC
a cui dl nome M^rchionne , -che fcMJvftvvetihe .
Dopo definate efcbno fuori d'* una toggia ^ ed
ivi qnsrttro fanckflle della cohtadina del luo-
go , chiamatc Cecca , ToHa , Popa , <c CialLe-
tetia, e la lor ?madre Ciannii, jdopa aver canm-
re alcYine eanzonette ^ per pstfisar il tempo^con-
tano cinque Novelle fulto ftite di quelle delld
Cunto de U Cunte ^ o fia deile Novelle An*
be ) e Perfiane • I titoli delfe Novelle foAo U
-Vi'et^ remunerata ^ Ja Yajassa fedele , Ja
Ngaftnatrice ngannata , Ja Gailengtla , la Ca-
po ^ e la Coda . Indi termtna la giomata coUa
Dreve defcrrzione della ufdta folienne per ma-
re, e del fuoco d*artifizio ,xclie 11 Viceii ven-
ule a godereln ^uella fpiaggia*
La prima edizione , <:he i dello ftefso anno
1684., efsendt^ <iivenuta Tarifllma, ne! 1751 Cii-
fto&ro Migiiaccio tie <fece iun* altra in octavo
di pagine 226. , vcd t: quetla , che afabiam ibtto
gl; occfai , non efsendoci duf^to ( tanto > l*ab-
bandono tra npi delle ccfe patrie ) poter ofser-
var la prima « In efsa precede an avvifo ai let-
tori parimente in Napoletaho , ed una lettera
nello (lefso dialetto , che aj Perrone icrive
Eugenio Defviati ( tiome veriiimilmcnte ana-
grammatico \ 9 e cne fi. qualifica Accademeco
Sgargiato • tVolentieri daremmo ai lioftri Ictto-
ri qualche notizia jdi quelK antichi Accademici
Sgargiati , fe pur efifletteto ; ma nulla «e ab-
biam poturo rinvenrre • Non ci xincrefce in-
;ranro,<he \ina Accademia di cosl itial auguriofo
nome lia andara a dJ^unirfi , ^ ^deremmoi che
non f] facefse riforgere a tiuova vita .
Q^eHe cinque novelle , phe coflitulfcono mt-
ta ia fuddetu fosiihcheata'^'Vitn folo banna
qittl-
H A P O E T A N O. ,71
^ualdie meritp per ia felicit^ delU ramanzeK:iie
Invenziani , ma fono ^pregevoli , perclalb ia «&e
<:etc6 raatore4i confervare la memoria d' iU
Qini antichi monnmenti della noftra Citt^ 4ii-
venmi quafi facq ^er jioi ., quali iboo il Gi-
gante di Pal^^^o. « io C^vallo d' Avriirxto d^l
Palazzo di Colubrapo , 'I9, Coccovaja de PufK-
to , la Venere glactnte della Fontanel ^el largo
del Caftello , cbe ii dice ekct vna infclice co«
pia di quella , <he di li rapica Ta majidata'ia
irpagna,., h flajtua d' Atiante alia F(^mana,djeU
ia Sellaiia , le due Aatue delta prima Fontana
di Chisu^ <mi diAniKe , ii Quatto de lo Muo-
lo iioblliflime ^fciilture di Giovanni di Nola^
che r{|pprel«otavaQo 'quamo Tritoui buttaati
tcque ., am di 1^ Tapite^ « trafporrate /in ICp^-
gna daf Viceri 6. Pietfo d' Aragona , dove
il Gemelii ne' -fuoi 'viaggi <i' £uiepa V ani)o
i6]{S. dice averle ^edme fituate \n un fbnte
della villa &eale detta la Cafa 4d Canipa ,
perdita che ha lafciata sterna 'ncordaa^a , e
famoaarico^e'cnori de' ^Naijoletani « Infine >vi
fi rammenuno ie ftatue Sella Facciata, de' Re;^;;
fludj , la flatwt del l^ettimo di Foiua^a .IVfe-
dina « ed altre ^ ^le qiiali tvtte fi d^. una' &.
voIo£i origtne tratia da' fatti della novella id^f-
^a^^r I'eleganza del dialetto ^ d;v aonovei»r«
fl'flPniiglion noflri fcriftori .
•40 TASSO4NAPOLEIA1^0 ,^oeia Ce^
^Milemme ILihberdta 4ie io siq Tor qua fo Tas^
'0 votata a llengua nosta id a Crabi$le Tasan%
^f St a Cetate j e dda io stisso 4f^resentata »
ria hlosirissema Noie/f^ Nnapoietkna . ^NapoJ^
^9 i^j^ jifriJ9 x6^fi. a la stamparia deJscovQ
< y III ■■
•f 71 D I A L E T T O
Raillardo co llecierrzia de It SofffeiMfi j e
ypTtvckgio in fclk) .
Comparve la prima Vdltai in luce quefta pre-
gevole , e <:elArata versione dd Tateo eel le-
4lo « frontt anicchka di belli -lami , «d;^ I'e-
^izione magDifica , c fonmofa at fommo , per
/iqnanto 1* iimlickk dell* arte tipografka in quel
tempo tim net lo potetfe permetteie •
IV d 170^. tyfkhele Lutgi Muzio k riihm-
^h in 12. feoza' tl tefto Itatiano , e con 'inata-
zione d'ortografia (1) Kiglienddquella caricatiffi-
ins^, e qoafi mofinidfa , che avea vc^ta inyen-
tare il Fafano per fovefdiia liceiaeatezza . De-
^dicb qvefla edinone alia bmob, Awora Sanfe-
merino Dnchefla di Laurenzano con dadica aa-
ch^ eflafcritta , ma affid infipidamente , nei
-dialetto noftro . -L'tdlzionQ i bfntta , bencift
^ffabiliisente corretta .
£bbe H Fafano intrinfeca , e non mai inter-
focta amieilia colt'illunre-noflfo oiatore Ciccio
d' Andrea • Con kit ebbe occafione dt frr «n
Ttaggie per Italia , e t:osl avvetme , ohe (ufse
ccnofetnto dal cdebre FraiKefeo Redi , -che ne
ftce fcherzofa , ed amidievole inenzione-n^I fno
' Ditirambo , iritroducendo Bacco a biaHmare , e
"^en a loito^ i' afprinio d' Avc^ y del q^al ti-
^«o dice cosi : m^
•E &bbert Ciccio d' Andrea ^
*Con amabile ^rezza ,
<i) V\ ^ancbe iiiuta;£Tene di< alcune'Otta-
te , /pe^iaioMnte nei priino Canto . ^
W A P O L E r A N a 171
Con terribtledoltezza
Qriebrarmi i|n d^ voted*
Quel d'Averfa acido afprino,
Che non sb s^l ac«to , o vinot,
HEgIt a. NapoH fel bcva
Bti fup«rbo Fafano m compagiria «^
Qiitllo* epitetb , che fembra ingiuriofo, noti in
altra cagione , fe ooo che Teflere flata U Fai»
fiiOO nataiiralftieiKe aftemno dal xriao , oode m
ibetto a Bacco eia un foperbd difprezzatore dcF
doni fuoi. Non fu ii Fafano ingi^o air amo»
levolezza delP liiuQre amico Redi , e trovb oc«
cafione d' inferirne ' il nome . nella fua tradm
aione delL' ottaya 3.-1.. del Canto 14* y che co-
vineiar
Ei molto per fe vede, 9 tmltc vMk^-
Del pr^veduta voflro alto viag^io ' .
eb» tradtiA coeir
S neparUjemo 0na}9 dt ito v^gggh-
Na'vota^ nziirm
« • •
N^ del folo Hffdr, mn d' airrf ?ft|siit* tiominC
fuoi amici o protettori trovb con poetica de>
ftrezza il Fmno-^aiodd da^ iar. mep/ioni id
qoella fua traduzione , auali furono il gii no»
minato Franeefco d' Andrea , il Byfarcnefe di
Tonecdfo Carlo Andrea Caracciolo , Gerommo
della Cortv celebre neUa fdMcma, Emanuel
Cara& , Qttavlor Caracciolo y Ifr.Oiicheffle tK
IfaddaJom^ e d' Andria , i neficl GktTep^
G 2 D(«.
174: , D I ALE TTO ^
DonzelU ^ e, Mazio Froiida ^^ Loca Giofdano
ccjebre dipimore-, ed akrr..
Per. render pb comptttta la^ fo^ £itiga » e^
render, ta^ ^tiSMittizton^- piil intelligibtle. al poco
verfati nel dialetto imagmbt andar metteodo la
fplega dl-takuMb vocl y o frafi: jnli; dif&ili in
bafso a> fornix di note »^ Ma fti;. cosl infelice ,
cBei fpei&S f{He^ le v^l piit facUt ad ilKtovi-
«afe> e tcapa^. le^ piir ofcvre ; vsort: du radQ>
Ihimbib la giulk} fpiega ^. din c^iia& vemna .fia
fcife , o voce, indagb. V etimotogia- , o T origt*-
ne ,. e infine - fui iHmato^ cosX inutite si (atto
eommento-, che. neila*. edizidne^- del* M&zio ne^
Al lotto , e 6^re0b^ (i)
' Daefi^ per]^ rigiwrdarev que(l6 . qiumtunqne iiii><-
periettiflimo. commento > a fpiegaziOne^ cte. vo*
glia cliiamarfi-^. come- il^ pritno> tentarivo dt:
2uel ^Vlxcaboiano- del^ dtatetto-,. cbe^ oatr aSbiam
oi intrapreib a^ pii^ cotApimsameote' piAblicare.
De' pregi , e de^di^ettt della tnduzione det
Fafano •, e delll. ortograGa^ ufata-. inr,,efl^ awft*
da di fopnix ragiOnata^ non* (hren% qvl a> repK*
c|ido>. Cii baftk cib:. cheL iier abbta»v dktto , e-
fold ^aj^i^ogeiem^ f . cher trafpare- iiu tltto il>
fuo lavoro' averlov eglt: £0»rgw» (mco^ prodot^
to , e coa. immenfa. cura f^ e> faftidio. Iinwto ,..
11^ ?i(Mtitt^ 1^ qukot(l^ §iieIo< p^naiireta I ttitnti
filoiv^ *
i . y £N£ID££ DE VIRGILIOi MARONE:
* . *
( t ) Bifo^sBir; vedM^ r ^ ieggarto per- tt*
ikr» ft. 1^ Autorcb dkr. iL vera*^, a pLtttt^ ^oU'pe^
ilii^Jba.ia;,bocGk» «
/
N Af POLET-A'N»0. i;j,
tmUpiOfttMz in ottaim rima Napoletawi del Sig.
Giancola Sitillo . In Napoir i6p^ preflb Do-
totaico Antonio- Pairinb/ tomi' 2. in ii. col
tcAo latina ar fronte ,, e con* belle figpie ia ra»
me al principio d'cq^oi libro.
Sotto qnelto nome anagvammattco fi narcofe
y P* Nkota Stigliola. Gefuita « it quaU negll
asm* flier (;bveniU' intraprefe qurda- fiitica in*
coeaggUovt ( iQomc ci fa fapere V e£rore Pai<^
lino ) da Gabrie(e Fafano , cbe vide it maoo*
fcritto^ piioia dt morire . II J^iro h dedicato ^'
SignoFi' Eletti della Cmi di quell' anna ;
Alia fine deU'^opera (i trova> aggtunto' un ca*
triogo dt circa qnattroceatO' pacole del dialetto
Ks^letano- f{riegate in^ Italiano , tMt I coslmal.
fatto e per la fceita delie voci' , e pec- la m^-
Mra di fpicgarle , e -pet lo* fcarfo^ nntnera rap^
rrtlrosir, dhe noo (e ne pub lodar altto ,Hiht
buona tntenzione , Quefio catalogo > e qiteli*
noorelle della prima; edizion del Fafano » fono
i foil due tetttadyl fatti finoia -deboliaente per
4kcilitar* L* tmelligraaa deLnofira^ diaktta agli
Qoefia eradmione ntit - Ik avvia^ pttflnbEiDi
^iztofie.^ e peidb I dtvenma afti raea.,.^ Hi
mm: iajpicflnna iecUere k mentis :«im; nftamM ,
• nb^efliRido nel gmi»-<li qneltrc^ mtwi-
.^iri ^ che folevano ufciit^ dalle fcuoir de'Gefni-
ti , nelie (juatfancbe Tpib grandting^ni era
no annodati da faafe^ (afee , e legatme v cbe
ferdeiranofl:bckr^1a.*rubtimtti, rori^nalia ,
b fi manierairatio^ tuftr < A» M. D. G. lobMi
Cimofe di quelR Ififhttcr ,. che peicib «mae
%i«iU )Mft Mocb de* GdUtt, qwmftttnqm efE
t76 DIALETTO
dtCeflero cKe doveamo Imerpnurfi AJ Maj&Mn
Dei Glorianf^
Pub dirfi m lode delC opera , che la tradn-
wone ^ ledete , e cbe vi b ^fsem on' a^nen**
za daila deriflone-, e dal nenreiUmento per qoaa*>
to pub permettefia T infrafirera di trafportart
tin noUufGino e qaafii dmno brinore in m
dialetto bafso e ftnmmelco. In htafimo p«b di&>
£ efsenri peca. ricchezza dh Inigaa y ntmia eaer-
g'^a, ninoa bizzarria d'ingegno , e cbe in fo*
in2a queftft tra4pmone nb tnaalza la meatt
del lettore co)t« ruUtmiti , nt la diTerte coUt
tepidezze . (i)
DELLE CENTURIE POETICHE di F«r»
dinando Boctofi. Centuria piacevole • NapoK
X7i4i piefso* Paolo^ Sevemir iti s.
S* incontmno' in qnefia-nccolta di potfienPt»
IDtto fonettl. e fei nMdrigali in Mngna Napc^
fctana piecednd da. un prelodia tn^proTa • Soo^
C^fii. ionetci dt vana argomenco « ed appari*
no cominciati a- fare fin dal ri^o.
Nion» ttotim poflSam dsuee^ di qnefto knw>
re*. Rifpecto al nierito delie poeGe francameolt
iditufBa e&er mttti cattive^ eodatto due. fonenl ,
the fono il 51. , e il 75. ; cbe avendo-qvalche
nerito abbiam rifoluto^ ftMr dairobli»,ed.iii^
fmA* nCL jwCboo fpicilepo ^ taaro>ptb t-cbe qui*
(i) L'^aftio dtirAkooe conno rKfimio
Lo]^ita gli fa dire untse cofe , na V opinion
coRMmcr de' dotti , e vemaieiite intellignui di
qoefto dndecto ^ tiitia diyeifiL5.a bUognaicgges-
w per perfva^erfi^lbiVera »
. N ik P^OLE T AW a. trr
far' t p gfa h divemiu cq6^ rara* cfe (orftnottoft
efitte. ora. altro efeiipUirp cbe queftci y cbe alh^
i^A SPdRCHlA DE LO-BSNE, #^j^^',
Napoli 171^. , « dt Duova nel i72o..pcefl(l'
Muyio lA i^. iK j^af.' ^6^
Santo^ VilUna (che to ariagramrnfi oecviv
tk ) ^ P autore cU cpiefto ziim medtocie fO%m
metiQ ift oct^rvit rina, dtvlib in pnqfie caati y
«t cb» alcie iioit ^^ontUn^ t cJie ooa perpatiMii
deotama'/iDaa contro^ tl lii^ crefdnto u^ Hvffih
U V <^^ Av#a a dir deli^'ftiirore diArutt« •// -gn^
Me 4/W^ picciitz»f , cloccti);. nrt diaietto fNi<
tftio ^It lia* cndnto je^rimect colIepa<oleX/>4fV
rfr^ ^li^ iW ire^. £^ il ^ma pcaeadoco 'd%
Sfia introdazipne parment^ in ¥«r&9^ a. da ii«ia^
fiooettt^ ia locU dell' atitogre r i^di Fian^ft^
Mct2'zacapQ^^x;be fi qnaltftea/rri* H S.iJni^lffti'
dm l^ Mamtr^fhio diu^, l\A9^ifT4t ^. I'TalllO'
£^ libr^^- larifJifBO acMi anpeada avunr poflccio!
ri' rtfiampa , t^ ineriiav^ simple eflendQ povai^
*di penfiert-yd' oro^ineBtl po^ici- , d^loagiai ^r
dt ai^vaniine^l , a di j^aiiro cdftiiinfc^ una yi^
19 belies^ pofiica « ; S* ancb^ . aff^ figorEitIt'
H^Ila iingv^^ e'd jin bnmifft , e per la itt^iK^ria^^
fip^r (osi^Me; 4a iQ^itarfi iofieiaa .foMfK open
deVValeatlDi .. ^ . ,
. LA CmCCElDEy pnn USfiggUdt li
Qh*0€9' cimsafvata Faemmn Ai^t^fe^s •< Napoll'
I7a6» par GenmKa Mario in quarter pafj. a^
iL.'a«tore piende: il noma d' Arnoldo Colom-
bLoalla dedica fatca di que(to potma al Prin-
H- 1 c£>
178^ frP/fLE'TTO *
d^ di' Britedere. D^. FVMe«fto^ M*ri& Cin&««.
Fu qiRftt* an dotto-,.r*virtilofo^ilVv<8ic»Rx», ^ft-
pjDuavviatofi'netft «nagM!liitftre<^previteialtiiHi-
rfwil «74y«> Ca^h dt> RMta> nelP'Udienn Iti
Ilipoema ^'precedotb?* di^ Uttv^ mftsHdne iii
vkrfocfcifti<ic!«to ^, ift cui racCotMir P'oecftfione
aMtavsdi- c68i(lorlo . Siigue- ifidt il poatna mt^
%o«R#tdkt> Canri, da)i* '4im6te« cfiSftm^n - sMfrif
mmr^ in* cma^^vimau Vttun&ibm' itteompor*
l»ftfia'€<pK.^€|}6l ^ * N^a prhnairara* ^dl' «tiM
1714.* vai^*^ iWrtict' uc^mtnlr di>^ let tcfrtwilteggia*
¥tii(>. Ml^ -Aretmila> ed ^ddii«v»<iri 4A; £m «eMa
¥ilht; di^ GaKMifSy . da.« Atfirriis telebl^e* «D«fiao • dt .
^htttnpo^^ e^ fmdre.' di;cCifimiixr>de Al^eiia
aoli men- de^iMdur^ fi wi afe nk-^ medidiia ^ , e « dt :
^Mma^aftef;^: ai^V«fed«ata^d^fA^fm',. «bN«'
nW^ Yr gsftft- htH|io- , . cte > '*i^ ina»c«!«»-'£ vita ♦. .
Vtmift aHqflailii'd<om^ '^a^MgHi'icdmiJMgiiia It
pcRfitgre di ; fri khtf»< >i ia->Atca<fefft!a^, . e^di^noiDK
iMitk l^>«^rMl«miGd^. U^li^Aiini, petdkttfStikto-
Alidftfneiiit&ift dl 'Cfl^a- doveaAtlT^iie il- edebirar - k
I^Yie^di-qtiefto fem}>re^trttll v> <<^nipTtt^iHp^^
HBtiirmle.^ Ne> cna^mr; il^ Prefid^tei o fi^ Pri»'
^H^y iLScgf<et«fe>; i Sbcr ,. |jK>Oiiorar; 4 . II
camineidreno^'it^ feg^llht*wd#iafi^ 4 ^"riufciromi^
i40d^ ^ '>K>^ -^iMr infiftT; . I«ivftilt<r ad '>fli^
tnembro d'efla il^LombkrddAaildrgtdVane^coill^
jioftr in* bt^vinffmo tempo-, .e i^tto- Ifrvari^ ada^
«tanze i canH^deilk dueceides eh'eHrivifdti'ap^
ftkMditMntr Aftmo alie* prbnHire di-tiitri datil
'AM' fiaxzi^ji . Noil altta , .. che qitefta edizione
« s.
Il A* KO L E TAW O. ifp
$SSt h^UtLioB. efifte , . nm* ma-4 ftnc4f diyeaiit
fbpta alia pag.. 141. Ma wm^jam abbiaaio ab*-
wftajQ«|l« dhttte • Nk abbaftansa'pocctbbeft'loda-
fe , 4mde ' mtsii^ ^ taotr > cha^ dime pooa • -
POeSI E' DIVERSE ^- GtaCbno' Antonio
Paknieii- Ai liapafi Accadcmico" SttHato: divifii
inquaitto>*{iam.' Ia^l)la|K>liU7;i^« piraflb S&(r
4kiio«tiyMia€e.ki-t*« > k..;
Nelia - ttrzr fUriee dt jqutfia colTafiaiiD dt poefii
^InaaviciaM d«ltd.*fefwrti v utv^ madtigalefy iwi
tott^ia in varfi) e:qiiWro<cartrili petU'Quatri^'
flit 4e^' Garaavak dttt^aaoo^ ^714 • -vtoi- in ii»
f«a> N applet anar. - . 1
' Po^^|»fAo^ibittore>Ca|»Ma-di Stfada d^Ua/
fciftmXIto^ , .Stt w a M'ic <*^taauiia daU* Am de^
fliiOrdki: ', «Wie ^ia: Afta^ coa^ figHo-^ . - Noi «
fflfr^dbiD ^dgQatdarfi-^come 4^<M|p^ ^ <> .ad it
4iililift<F!vi''fi'tr(il»aimiai»^oaa; haraulte^'^piricV^
fibiio I'ifapttiii dlivavb^Mu^ ed indini^r
zati a' ftiot amlcl, qaali' farono-' Ntcoia'Coor
cer^ffa :likltlciiani di' l^hMi ', Ignaaia Maaci-
hi: liiorto GbniigMene ; Ftlippo * Gugliehaaccii « ^
T ormm i fo iR^bkmv^ GUnibatttfla^ Pairaoe , al^
«^^ NICOLO> CAPASSa'^nacque in Grumo' nel*
1671.' Mori in Napoll^ Prinaario* Profeflbre di
Leg^^-ntlfft Unnrermi Rei^-i745.'f coffieft-^-Ma-
iM(^ta'*dallaiyfta.dr*hu V clie>iMi> fuo ' grainde e
ben^dagno^ avMco^inMi nair.'edtietoQe - delle ^ ri^ -
rte-^poeliedi'eflb^cbe neLi76i; ftiono pabUifk
Hne<fnr^un«:vokiqfie'tn 4Apre(lb SinMie;.Inqiia>-
ftiiectt^i^ » «lie4r beUc per Ja aartil ^. a i cak^
H ^ rat.
.1
N.
i«o v I ALE irro •
ratteri , gii editori tenMvoao dar i» fpiofl dfalh
ptii difficiii parole o frafi del dialetto , ma pfeft^
ft nc /vogKareno Ij^emeotm datk fapghe^za, e
^alla dUficolid' daH' imprefa. . .
Quete- fltopendo , t eievaclfnnae> n^efso coK
tivb con- parttcolar* genio ii fiia tiatliiaie dialed
fo Nemic<^ d'egnt .oelebrit^. noa volte, in vita
fea nu]4%i pubiicate n2 dl feiiai jA iS gtocoTo*,.
1^ di (atffioKHr'fe il ec€tttyiiio. ^i|iik jMMUOSi^
mi fonem Tofcani , ch« qaafi t&a .isal gmcto
Wfetiron^ m lace> nent- vadiotte %!» m^l ttm^
&. Ma dopot'la fiia tnorta & Emi (MWacati:. nai
ckuo votiiiTie una catnpofizpM attl€ai4»
'wfoldhiertolo c^ntro Giao VinoaottO^ Qravtna^
per confutare le idee del Gravina Mh- Tts^
AsL ItaRaaa , &i fimetti ^ e: tie compofiyioti i&
»accar6n]co Lnitm Napntomc V ^ finalawace
a fat priiiit iikrty • parr a ddb &iyina^ilell^//i>r
^dEf' i/''0»9i#ra«rTivoltad io fingoi^^ Ndipolar^pA •
Hitnangofio^ ampra maaiorcrku. Guea cwa yen^
ms d'aitrr 'fbdtfd , jckgsUIkmr^^ vedier I%}«ee ».
e die nc& d pvopoiiklmo* od^oHAm^ffiales^^
pvbblitate. (i) '
La compafizfone ooMfo Qtmiam Hi fefticanei
»7#;> anfio/iiT csi^venfie ik Craving m Napo*
la. 11 hlboCtromco df Ci^i«^is^Jfhti J bw iiif 2f
ieU'anna 17x^9 e I'aluo d» Disgrmiu 3Ufmi
^M*— > * 'I r I n , . .If. I I iii i ii i»^i|i n il II wi<ri >■ ■ iM— If
(i> I foMttr, ei aftrr cMtpafiaMH i«a»
Ate di tal aiitotr , a ^praUmettie ia |KICd ca^
^ fono moitiflmie , e mm fold a«v ^coi^e fi
«a<ln\ dr baava' dsfP edi;eione .^ eoouticaataiie
^ Carlos ifMnife ^ altuo^vc 4a «»L Mm^j <\
N A Pro L E:T^A NO. ^9^
i/t fritO' veiib V axiiio 17^0. Tra qne^ aijpo , e^
a mitura , eke avanzava , andsva Kautore a leg^.
ff la ia ktk oeUa G0nv«rfaftone, di IX M^f to
Maia, CoaBglt^ Cafpruata dolLa JVicatia ,
che fii6cni0 c^^ pocHr fcelUdimi ^amici fe nf de*
U'/tarono.' I f9fietti baaop varia epoca dl tem*
lie. Tigtt perb^tra. iL 17X^.0 ti 17^0*, etvttl
fa^Ao.taamd.f, &b^qe m^iti di q^eftt farono (&
M^la (atka fel^r^wole , die.noii.AiQl ,||iiaaarft
t^^a9iiici2ia .- : . ' •-. ;, .. » , .
jU traveftbnenfa ^' pmera j^i^ A^^o^f^ d^
fbperiore a qaanti m Smil genere di fcherzt ^
LA VIQILEIDA SPARTUTA. tr* BuJ^.a^
r£* queffai^ qh Ubi:iccuia in 12, di xeiv paf^oe
fenyii oaa^^di luoga, 1^ <^ /t^po>, (ebbetieuQi^
y % <4a dut^as»}Che Q^ iWi|fK^ ia Napoli- ^ a
pi^ ouanto De po^md pong^tttirare ,. )^ ameria-
2^ all* anno ftjijo*. Cofuitiui ,, cjopo quattro Tch
atttl preKmin^ri, 4^. (M^til dcnomlnati Butfi vi?
j^. aitri denomuiatL Ver^iac^hi (^ vedaii al V(it
cabotarto il significato di queAa due voci ) . Tut'^
ir i feneui4piM ^ilWi f vttJipeiaye na poeta ,
^ n» r autore^ eon altrt Giai amici ii ^redevaf
j^ efa^e^ iku kmltatl jcoa ou jTonettax ^,, co;
TIhm' Mhs%^ h f$fm ^/i Mm scU^ , . ^
die ia -^u^a libretto % rapportata alia pag. f r
Dal tttalp di Viol^idft dato a. quefia raccoU
ta di iba^i. fatirid f;i(uLu i die colut , ^oatcc^
cat &rQiJO.^i|ti^ft>rsc oijCOgBome Viola-; ma
k c<»Ki)M>iHi ua Comfedu pet erser tiMfft iiic
* fhm crcdiirmo , ctntvi sfe j^M altfa «<ii£to«^
«e*^dt^qiie(to Canzooieit^ fat Wbo , i»t veramcff-
tt la^ meritava, ' cfsendo* aftat* m^atocr? q^efii fii-
^fi per ngnardcrai' ^jemi^rF , o- alia* nortti
itik fmnMgim '. Maifteilte si- pttb" dire,, che
fctic* TcrlAr coh baftaftte'pimtS: #1 dtyhtd-, c con
Accherifo ^K^^n^fe'^taie' da fttptfMft 'k* dilKcota
%l delle ftrane,.e;difficiU riifie, chc «it^ ailto^
k piacfaoe'dt 4r. cidcrc itii qixfte Tvie/cdm
LA. FUORFECE ', ' oitver^ ^ Omrne^pnfMt^
HJiditcfquMtre de in Ga/l&rra i^* Ap^fU .
Op^rr de traib Vahmhid'/f^dll^fer ¥rti9^
Moscai I74». /» . 8. . df>frtgy4^\).* - ' ^' ''^ "* '
• •QaWd* !irittore'cl-T»feiri''ftdrs6 Ta6e« ',- ^h^
Aasque'^ner i^«t. ; e feBbcne-Hrffa ci-iBbadtfla
pro4i(R6ti« c*e ^t*Wifh&\ jjart^i cfe-'Sra'/fti^^
deginhnitoietablirtibfW jStwist^i'^a'ftjtuhai
e poco 'grid6 * Era. figKo dt^ ufraltroviBBgi6 Vi*
fcntiiK) nipotc dcrGiamfiattHfc'Valerrtfno'attt^i
re> della.Mezzacanna'; dLcuL^M>iam pattato tf
fdpra .i - '•:;..»■»■?.
/ Gomicrie jriibro tinr^e^ca tt WfncdoH 'alP'
%vocaM> D.* Ginfeppcr^Cctcfe Lucerino ,^lfe*«gf?
fmta-quaI'|n'andfflh^o^effctraggt6V^<* ^Wa oil
prowzionc. si raccomaiida:^ Ondc^feijrprep^ «^
v^fstT^e^qtieTlo *fcfitfotc\ cic nori' la *fe- riicnt«
mtgHbre iir Parnafsio ;.Iij ;fttti pofl&m frahcsmtcn-
le dire <fser qnefti t! pcsgiofpacta^^ Hoftrr,
mrfncando ■ nonch^' d* bgnr arte*; elefeirik , fepta-
«a:S ractwnc poetic , i&ateiilthe<p#fflMRfR6wHI
*- mi'
f9^!mz* tf e'^^tti ^ tielU' {fhi(ti^za« deUc : ritne , t
nriii «r:itr0t^ 4d' liii^*ggtd ; Solo <Uiiioftra una
vnTfeggiare*..
I%p»^ 4ar di^^* viifl» uQi .fpeift d* av^tfti at?
lettotes.ncte ia veili . ^g» Ibdi «n tttgaa*.'
tiiB^ . epij^mma* htlnfi del tivmte* Abasie D;
Fiilpp^dl Mtottf(»4<iio«amic^ ,- che- ^Id foio^
pteochif m«i» ^)'- libm V . fncotmsA tni^ vxi f(K
mfltoi d^ D^ccr P;> lPa%ahr loeebelir in ' -lade
M^|Kitt^, e tvr aftri ^otMffli .,« clie- e^: iingff
tttti^ Itti. dai fiK)' frftttello^ ^ «lal a^^oft . /iSuc*
ceft-im^af«^4lE«vt'f^«i0^diipoefia imitelato/^'
Spii^ie dl ?<««r(i: ^inegual^ mKm-. Fmalmenttf -
<npa mr'^roeiim m^ t«rA^» Mlliariido vicne ilf
Taglio'primo^delU Fuorfece in pag/ 17a.' totto*
m,rdfucctoliS che non- V altto fe non una infiw
|^ifnmav«^o«(Snnt3&4didbi«Mao^^ K^mtta. i^.
ir Taglio 4ebeiidb 4(lii dtt»rrniha^ ^«d' in:<
dia4«ffi»^titt^ilni«0eKf4r£%^«Ot^ {>.« 3^1^ 9 e;
D.' Mdsoftey o fia D^^ Tammafo fdo amico , ed'
¥. 4Wife tn ffiSefci'eantf V cte ftmo* i 's£cci^Quadci
delta GalUria d'A^Ib , ted^ hMso i liegurntl
i'^^tit^ce- in^qv^Ai ^condM |>arte^ ai»gridBir rontra
l^maiti e'cRfetffi del'^ feoMir^. Reftaicciti€luia
i^^m cofi^ite pveitiM^t i»'i!«rfo^riicdol6',^^^^
Salt ii pnmo) ciKi «gti'^ ha 40ifMbiroiXbtP^r;?o^
//« FM^ffr^:v led ^^^I'tnena'^opiro'^di tun^^
4<lferive (»n 8aip«imi6:p«irtlco^^te in«^
>QWittMa:4ituttiwfcKchhliillii Mf tag. 4i». dadk»
daiie:
»»4 »>AtEYTO^ ^
delle fue poefie . L' srttrO' ttititplat* Ulnmsit 4
Vita -y e D&fgrmzif dk BtMSt Vahtffifi* ^ in fi*
iliicchevcrie wimftflb dt fftvoMe. awtntnre § € ^
favventure •
' Sebbene quefto libco noii' abbia amta attra
eJiztOQa , oon t de' pifa ran ; e forfe perc^cbV
b^ poco ftDaltimenco . Not itialgrado if male ).
die dt queflo infelice poeta abbUtixi' doviilo di*
w ) (iamo ftati «bbii|^ad a tlttne qvakhe vef*
to per fare aatoiit^ m qpSklAe paLXcim « o moda*
|KOverbialt y e noin pwiam riegaif , cheio mea-
ae all' intinira bonra , ^i- fia fcappattf^ befich^ A
laro qualche vttfo^ a qoakha iooncetto non In-
frlice . RitnarcbectRMi tra ^ akri qiiefta gtu*
ftinRma critka , ebi; feipt- della softra ftsada dl
Tpkto^
0^;>?<f Palazzo stM mmiezo juitfit chi4l%»cify
LE BBJNTE ROTOLA DE LO VALAK-
ZONE, azz^ Commiento ne^a a te bimt
n^^armfi. 4^ la^ CAiazza jh h €ampifont • d
NapoU 17461 P^ Qiifwfrmtasic Pau in 8.
. Qa^ffat. conpoii^oae poaiica 'di venra bievif'
Cmi Canci ^.QMtcal»'X* /a ¥amin»i^ > ^ .^<*
Zelicntr SoppM§rW9 4^ l^ StaUt^ dm Jkiiu^
%io ArzMra^. Donato Coabo^ki im fii^ arvife
al bttore ci ft fapera eflkfi niiiaoAo ^fetto i^iie-
fio noine ,Accadeiiiico I'^^niiicaii Napoletaaa
Nunziante^rPagana. Fn quadi na aoftro Farcn-
U <ii poca fiMTtuna, e poco gfido »> ciw 6 datta
a ^Qkkvm |i imAio i&»ltfto> tJkMf i» iKt».«%*
.'■v.. tie
N A P tfLET A N O. ^ 1S5
Tie poifie , cd accioccb^ 4k pofTa ca|»re tl titolo
delU chiatza raiBtneatata di fopn coavieQ iaperet
che iior) r^aH i7;o«, e i) 17^0. in Napoiinna
Accademia di amene lenere, che fi adwiava in
cafa deli^ avvocato Girelamb Moran^ • IXventie
casl numerofa , cht f<ttt» tl Sindicato di Unfrt-
do { nome Accademico del : P. Gaetano Cape**
ee , oggi ArcivefiM>vo di Ttxm ) g^onfe ad tU
fere dt 450. fori; c aon pub di&urfi eflcnri
ftad c»mprefi qnafi imti t pHt cuiti iiomtiii »
che ibflero allora^tm noi • Ma n^ il vailo nu*'
meto , lit ia fcelta qoalit^ de' ibggettt potetcer0
feftftere a quella natocale, e quafi iisitale avver-
£one ds'^apoletani verfo le Accademie , \%
Biodada renderia o utile, 4) conTiftente • Inp»>
cbi anni fi disiece a fegno , che noti ne ttfXb
nemorfa , nl trac^ia ; e talunt de' membri' di
elTa ancoc vivemt fi rtcordaiw come per fogn^
d^cflervi ftati aggr^ti. Aveaso affiinto il4ioiiii
di Cavalieri del Portico delia Statera ^ e Portico
ad imitazione delPantica Stoa fi cbianiava que*
fla Accademia • Eranfi git ftefS Soc j fiormite
venti leggi Accademiche non fi te a qnak ogv
gettOy perch^ in'verttiir altfo efle nonconteng^
no, che le g^oerali maflum del la booiia mora-
le; code non- paievaf cii«& avefsevo a conirerti^
in particoUuri Aatuti d^ una Acca<k»ia dt lettera-
ti . Checchefiafi dt cib » il I^tgano alludeodo ail*
embiema.dell' Accademia^ cb' era * la Stateta \
chiamb qnefle venti regok vinteR^o4»y^xk9Sic.
t\it in quefte fiifse diviTa tutta 1' aAa delta Sta.
dera» QueAa \ T outline di eo^ btz2arro>«ftm-
00 titolo.
Avea U Pagaoo jma^ cosl grott«fca., e lepida
%ira^ la voce tanto caricaUi la decUoM^ioae
x«6 ^ DIVILETTO^ /
unta pticinrileica', che eta. impofl^ile ittttirli*
reciiare > e aon^ riderev Giafl»',> pafftto , cea
fopraccigiia ntre y bocca^ larga , picuccaaul pet*
tifiata, e florta, abit<y!' mal concia ^ chiiui^ar
ft Iq rtcorda pfob' cmiteftare ^ che portava fcntm
io vsfo P ilartd,, e la buibncria • QoitxiLavveqh
Bt 9 che ae^ recitar e^l in dafcuna^ AcGa^mioa
adunaitza^ im& di qvefii lirevi canti' di Iin deno-
mmmt Rmtoli incontr& ^-andiflSmo awlanfo , e'
ftt ia delizia di* tmtt ^If &oItatorr • Ma^ fpar-
,veTO tvxV t: pcegt.' delle fae^ pdefie- , alloarche fi
ttdcTOt trnptefle >. €-43cm pitr da^ loi^ reci'tate •
Infatti^fona da ooiitar& nalle piu debolr prodv*
sieni del noftftb dialett0 e rifpetto at penfieii «
€ riguaida alto flite. egoalffiente. faervaia , €
fcofrettcr.* v
: BATRACOMIOifACHIAI>'CHd£Ra,ii^
0i€9 df Jo sfisso autft * Jt- Nnaftoli 1747. fi
^CianfrMnfeit/^ Pact •'
Qoefta traduziooe divifa mr tir brevi caittL
t«ar dadicatftf u^i^/ Quatta jk t^ Muolar^ e^o»-
Mrv# accompMi^aca dar* varie - compdfoiom di
Mf«ra«t noftrl in. lode delPautort, trailer qu-
it Ti fimo diift fontttf wb^ iL Gtovaaink CaniH*
•gnav t' altffr detlo.. fteAa avtont iti^ dialitm Ifa-
{»^ltftiiio ;> Vw incibto iP Pa^piio , ed:>^ ancA«. in
tirtw ajtttatO' daU^ iUoftre^ 00^10^ Proltlsor di
tttftt Gteclitr. Giacono* Ifiurtoreltt' a< fiur qi»>
Aa tracNisfone » che pttdUti non ^ in mttO' pd*
-Aft di' t>regio» Pfcfaicipaliiitate' vtr fi putt Ma-
f«. i^ Mkitll , €on tm' fon tra^KMtatt' net hd*
firo'dkletto i iiotni; proprj ingegnofamente di^
li al* fesci^^ ad: A- nmoecM. <tatl* antiot^i poet?i
N A POL E T A If O. i9f
%A FENIZIA ckeUeta, VtMggecoimts dtlh
siesso .HwgoM ij^pi. peer FfftnCefea Ricciardi.
ia 8.. . -
Qiiefla tragicomedia % timr imttazHine' della*.
Rolk del Cottdfe^ tna con caiailrafe tragtca , e
funeOanrc . £^ dedicata Alia C9p4. tk Ndpolt
fraxnmenta di .f6it«a coio&ale atittca &tiani fopm
m piedeftalio troti^^ tcingi dalla Chiola dt & EU*
gio , e* fdggeft^ df varie Teppidczze del noflro ?cri«
go . SuiTiegixmo bJAx tragiconxedia^ noi^e foneitL
pariimin& ixi dialetto NapoIetaiiQ mtti in Icxle
dUlP ai]tor& campofir da' fegnniti faoi amiciGiaim
tatttfta dilla. Spina ^ Maria Viveftrzio di liiiiiiot
Site-, Satnrniiio della Spina ^ Vlnceiizo' Pka^ i
Satfee delll; Franciy Giovamit; Ldciiia, e GltK
▼auniClTBlpaignau '
Nerpoema di fopra rammentato de U Bin$§-
9mt9l4 ii^t9 Vdijmzohf\ tl Pagano alcanrnpn-
flw , « ar cttntiy iecondo ci fa fapete , che aveft^
di fii coiftfNrflOL wr pOemettO"^ ^ufU- Antichitim
diila C094^ iA im> altra ihtitoiHto LA MOR«
TELLto iy3dR20LONE $ m4 noi . non abi»am*
pbtmo rinvenife* n^ i^ uno^ , nl!^ T altro , anzi
dfibitiama fe qaeUo delie antic4itti^ del la Cava.
iMiia iBat7?ediit».1^4tt€ek4etU Aampe ^ e per-
cib: fldiif poffiink dame:. ^«nti^.. £.«► Morulas d^'
OfsA/o^^.ci^VteneratktBMrato eiseor.data^ impref-
fit', Rfa qvantila^ut cosf brevt tempOi.fiafcoEfo^
tt&i fioQ ittL iMiiain^ fHmtei inoMttkLveeao^reiii^
Pe^
(1) £''pcir oMavijiKa:;^ e6ettd«» ma* tJil-
ogera. cosl. ovvia >. che appena. ch yMpc^ia Mi*
x89 1> I A L E T T C>
Per naila tralafciare ii ({iianto r^ttftrda Isl Hot
ria del.fiofhp dialetto imuaaio a aire , che fiilla
fine dello fcorfo fecolo comparve la luce an It-
briccina eel fegoente^titoto
L' ECCELLENZA DELLA LINGDA NA-
POLETANA eon la maggioranza aHtf Tosca*
na . Frohlema del Signor Vartenis' Ti>sc9 Ac*
cademico Lunatica . Qoetto libriccino dtvenu-
ta raro (r), e vcnctido rtcercato da clii ne cono«
fceva t{ folo tttelo , ebe motto promette, it lu
brajo Raffitele Gefsari petisb ne^ 1754*^ ^rlo ri-
flampare da Catello Longobardo , e Felice dc
Santis iir la. di pag. i/\f9. , e dedicarto al
Preiidente Matteo di Sama uomo , di cai con«
ferviamo grat» raemoria per 1' amore , <lie dt-
Coftrb verfo i Ubri , e verip gli i;M>a3tui di lec*
re . ; -
• Non poteva una cattiva caafa • into ni w i ti a vn
peggior cUfenfore • Non b &^e knagfattcfr , c«*
ine non % poflibUe con parole ofpnnieia wo a
che grado di feempiag^me gianga faefto fcrit-
torey che fi nufcbec^ lotta U lum tffiant dl
tmammmmmm^mmmiiltmmmmkmmmi0t0wm^'mim^
Ana di riftamparla, che ce ne fiaon ptafeoiatt
aUl cope • La prima cdi-zione h (atu da Agno-
10 Vocol» nel 1748. ia S. « dedicata a lo Gia-
gante de Maaaa : ed ebke per Re?Mbii Barto-
lomeo Amorofo , e Giacomo MarroiaUt ..
(1) Niente a8atto taro , aitri forfe peccbi **
non yeoduto daUo Stampatore> o daH'aiicose ,
pel dUai Boco merito , fi trova furihaeme ^ e
queOa vofta eldie la ccWca dtH'aatota aaa I
- NAFOLETANO. i8p
Fftrtenio Tofco alktdehdo a Partenope , e alia
Tofcana . Egualmente tgnaro e del la lingua To-
fcana, che impwk a degradare, e dellci (leffdruo
diaktro , ch< eercava innalzaie , ignor^intrfRmo
poi di t«tto, &Ifi» na* raziocihj ^ infiptdo ne'
concetti , arfifa a ggdo tale di fconcezza , e
d'^nitl ) che ferfe per quefto folo merita I'sd-
trui curiofit^ « Not per dame ana breve idea ne
raoptfrtereHio nna cofa Ibia traile mirile , cheaf-
fitneila. Ceiebra alcuni provetbi dlel nofiro dia-
• lettOf come argvti^mi . Tra efli rapporta il k-
guecite alia pag. -iw. Non ic# pb ofuere griecs ,
t cafptcca \ (i^etto proverbio, cbe indica non
pot^n aver d«e cofe nel tempo (leflb, trae la
fita ori^ine dalta cultura nfata nelle paludi 4a*
ccRitorm di Napeii ^ nelle quaH coltivandofi oon
iMko cdnciine ad ufo d*'orti i ca?di cappucci,
. vfiratiffima ^ e ^raditiffiina mineftra de' Napole-
tani , quelle viti , che anitamence vi fi alleva-
DO, pirodiicono peflimo vino , laddove quelle ter-
re non motto di Ul lontane , cbe producono il
generofo , e celebrato vin greco, fi lafciano fee-
che i e noQ it^afsate , ti^ vi fi coltivano di
iotto piante orteafi • X^nttf h ehtaro' , tamo i
poco ingegoofo «) teto provtfbio • ^Or .t^miA
che nt dice tl Partenio • Primieramenie egii
fvifa H ivroverbio rappottaildolo cos): nM leph
tpuere gthco ^ e capfuccio ; poi eccone il fuo
^commenio ,, ikl &ec vin generefo bifogna efser
,) temperato , peichi c<^ bar troppo greco ii ac«
„ cende U fangae , ed fa vemr la iebre bHbgna
„ veader tap ora ancke il capjMiccio at medic^^
i^«d a medicine par curarfi ^
^. • • • Quis ttUia fanda
i:emter» m lactyHh }
Tut-
^fd t) f A L E T T
Tiitt4i il fetlo> cosl , t ferfe f^gio 7 che ccSL
Per Qon racere la Aoftia ^ptrnmie AtU' argb-
memo del libro dkuRko , icbe -fe il Parttnio
avefTe mprt(o ad timateare iJ baflo Noj^Ietabo
fal goflfor, e contadmeico Fiosootino , avreUbc
fopn piti «ftnt^^i<i(0 temcio orimbattuto , ^
ftvrebbe avuto {>«r ^ft gH mS jpadi:! della lisg^
Tofcana y ehe tutti eonccMrdetof n^e io fcherniro.
tio « Ma ofare , t^ome edi ia , # eAoUti? U Udo
Napoietaoo fiiUa ^efla degas te, e nobile lingiia
Totcana % itn delirio di {)reliBn9UiOiie A<xnacofo .
Meglio avrdbb» egji fitto « contenradi d^ a¥ver-
tire, che pe£ folo deAuio dipropizlefWlieiiie*-
tre godette la Tofomia V knmofiale ^amigUa de^
Medici , e .le Aceadcmie deila Crufca, e dePCi*
jnento da effi fiixidate , iiQi in gnel -tempa m^
defimo per traverfia id' avverfo Mo avevaiM a
fopportara Vker^ » e i^efniti . CompiafigivtfMy^
.a»a iioa infuldAflia*
Non & pub fiur a^ena di aggtvi>8^^ ^ ^ve-
fK aim rbiamati Autoci, g)k hanao Hlufliafia
ilNapoielanocKalcttOye rwita li ptifBO loogf^
H gran Fildbib, # Poeta Toirquato TaCsb, gia-
cb^ eglinon ehbt rmile di fcriVefe l^)M)letaao
Delia foa Ct»)e4ia inmokta Vi* imrighi d^ a*
more J nella ^usde tntrodaee wi attare detto
Gialloile ^ the paria nel dtaietto Napoletano •
£ bencb^ tal opara da aknnt fi negld ^ >cbe Ha
del ^aQo ; pur 11 Signa#eUi lo mrina conuo
di loro ; vcdt la Storia de' Ftatri ^o>tiiȣ, pag-ass*
ella fu ftampata in Viteiba per Girolamo Difce-
polo nel i($o4. '
■Ca-
X N A 1^ O L E T A N O. «»s
Camifio Pofzio rinomixe J Homo oompt^c
va Poemetto in lingm Napbl^ana dctto gii
bagni d^lsca^ quale non per anche % ihto pttb^
btic&to J vcdi il fuo eUigio preffo il Sor^a •
Frsncefco Seraaedo Cdenthio traduife in #•
lima Napoktaoa il 4. libro delle Eneide di
Virgilio troi tefto latino a fronts 8, Napoli
i64io. ff t^ Inandio Ml Mon$€ Vestintio^. N2^.
1632.
Giulio Cefare Capaccto nel fvo libro intttoli-
to il Torastivre impie^b le prtme pagine dt
tal opera net tilevare 1 pregi del Jiodro dia«
ktto , t di^ 1' ettfliblogia sdi moltUTtoii voea-
bdi derivanti dal Greco i febbene mm molco
feliceoieiite : yedi Sork nelle AibmotiedqglU^o-
fici «c.
. Giacomo Caftelli piM^Ikib le ori^i ^lla
lingua Napoletana 4. Nap. vedi Vt^ cimo Sorla
nelle fue Memorie ,. e Giuftiniano Memorie dc*
Saittori Legal! • "^
II Cavalier Lionardo Salvitti neglt Avverti-
menti della lingua^ -traduflb una Novella del
Boccaccio kitiftti i (Kaletri d'Icalia,ov< aiTegna
il fecondo luogo aUa tiaduzione fiutia nel ^•
letio Napoletano da lui Iflefso;
Fenice Giotgio Napoletano piibblicb h Struf*
pio della m9ntag9$a de Somma 4. Nap. i^^^'i
tficctola opera ma ben ifcrifta in iingoa Napo-
etaua , ea in verfo dt vario metrp •
La Cronica di Ruggicro Pappiinfogna , ed i
notatneiiti di fNonino di Sar^o Icrittt nel dia«
Into Napoleranb fntono pubblicati da Sigifmon-
^ Skola nella t. parte drib Vita di S. Afpre-
no 4. Nap. i6pp. •
La Cvoaica 4i Giuiiaiio Pafsaro « corred^ta
di
tfi /DI A L 1 T TO ;
ik BMfazkme , t note del Sig. D. MicMe Vec«
citiont oggt degtio Prefidente di. Camera, fa pab-
Ukata nel 17S5. da Vincipnzo Akobelli .
D« AMTio Pelliccia publicii nel pcimo tomo
altfe Cronlche la tingua Naj^oiefuna > e pioptia-
mente nella raccolta de' Diari 5 e Croniche ao*
^he Oampate, In :NapoU da Bernatdo Perget •
Vedi la Prefaziooe d^ve 4^ ^j^gio degli Auto-
Xt da lui pubUicati , « del DiiSetto NappIetaQO
^la pag. a^. e (eguentt, ,
Giovanni Albino riRomato Autort compofe
an opera int. D« Gfs$is R^gum Neapoiitanoruw
ah Aragotfia , pfefso la quale vi foEO molfe
fue lettere , come anphe di Gioviniaoo Ik>mano
cekberaoio fcritooce y .tufte nel qo(Ik;o dialette^
vedi il Topbii^^e Nicodemi nella Biblioteca Na-
• poletana: , 41 TAkOii ne'Scrhton tJaf^Ietani, f
'1 Soria, cNe di queiU due fi&Ilmi ingegni &
4>norata nMHizwne.
Le rinomate ottave di Bernardino Mofico ,
tanto «ncoaiiate dfti Conefe con akre anticbe ,
e modeme fc^te pdefie , itltimameiite dal Sig.
Porcelli fono flate jHiblicate > carnVmche ieope-
re di Giovanni di Antonio : e D. Carlo Mdr-
mile nel 1784 p^blicb a. librtideUe F ovale di
Fedro , tradotto con r^itn di pregio i|el noftro
dialetto : opera nel /uo genere fiogolare ; «d
attualmente ^ impegato nel dare alia lace tut-
ti i fonerti ed altte compdizioni del celebre
Nicola Capafsi jcon fue note . ,
LatMorteila d^ Orzoloae j ckt mainoiicad-
de fotto gli occhi del Signor Gfliani , ii ti»va
"Si gi^ riflampate nella piefeace raccolta ana
colla Fenizia tragtcomedia dello flefso autore*
Ma cbi vorrem aamerare tutti gU Saitto-
xi
if
knno , o- ftuipiK^ debe amMf- loi _ ^
•trfi Vincenxv OMp* ; GIsniMiV GiddT; U fi»v
AUuc^ Gillbmi; il dkoftnl Nbait O? FnaM>
feo Muxardla FaruvfKaad*' feVMbUkaiD ta
tn(}B£i6netdiB4'BKracDiiiioiMcU»- la «.' iAm»
■one- Mtt /ttttr4m'ia'lati
liMM c9lb»v(c(iM*'.l4ti
a' wt ^JKtivm^ Pimm •
h^mn^ meiti. vmnf . «
pena di inslU' cmdizion
»«.»»^ I' **■
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Alt A vn jre^ $ M
*?'♦ » Af3 « :>.r, A ."i^f^i
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"fed^vicHutit TJitk i4»t» i^*t»- imUlU :W»^
WauJentem pttTvhffif iodMliHf-^ fi^^tmrtum^
ttosft. fib. I. ^Mlt« 1^
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CiiMCciil* , o euro I« ReggUii die li
TO^ldO VLint
Jla-l\Mdlict «v o vcio l^Ommo prattNO^
.f m- &i<Nsm va»w d« la GalU|i^ IT
i^ioUio de liMd VAUMTINtf^. ' _
life pitvfc Tifpaifc l^jalpMliUb «i <?!«•*-
CQtAk SitiUO ..
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XOkMO^ JHl;«t!Rf.
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TO MO> XV;:
acherdikllieoLorCAfAisOi
la. Malaria d^ Apdltd^ I^o^^ d' ANOAlAi
Pkrhuccio*. ' ' ^
-1 Kte-
Ih^ Chiitiakde lot Cimpejonew e^
bu B^tracoQiiiipiMcliiiH ^ C>|Kr<>> azzoft-
k. Vttttfilia^ ntra^ lee Rinonchie f t Hi
' c
Hi Moflfibh 4f OiK»l«Nit« l^fflima- Anr^ira^^
•li^ Faibia^ Tfaggedia. del fli^csimo • .
• • • *
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« « V . f ^
t^.- >' . . X^il.0? *<fc'.-'- '/; fi' »I
11 • •
* '. •
aacchiet peti chi se P ha>.- tnmeretate | f o^
S L pwij i i i U - ' frtit ift b^ 4& fcagn lib.
poietaiiMie UOOY* Amtonio PAmttRo.
tft toNlKcheijitt'dv ilA«iLL9 fMnfioM
a t' -
TOMO xm
• *
^ lo MaaeBtediio AP^^hko^ Asitefato •
R€patriato*vib^ilMnmomo^]MKim eroH
ci . La Scola CaykvoQi , e U Scoki OX'^
' iiaI6sca. I^ Sbiatftmdm M|Ma>«o'v^^ '
« ti.
i -. . L%
Txmo IBS*, xnv^
./ A. n •-.*. w f
^'^Alluccatte'de CdtA^<^MHl»»«. Sbnmta
ncopp' a lo Veitiacchio « ef akfe- {KMia
4i NfCOLO' (^F4tt6 . Poetie dr Autori
SRceni . Lo^Calatcfo^ i'Khromo Vil-
AANi. Lo Caolstiale A Tmh Gafas-
iK> . Caiiiientd 'dR^* fiklofcfiio i lwaiuiil
Poesie dF varj^Adtoriu'tiiiifc tt^gi^a-
fia , la Canibba , Soniette t Ga«iMfeI^
Kt f*'allr9.
JBa Batraconmibfiiactila* d^dobro • attana
h gutrra^ntni le Ranonchie^ a* U So*
me di'7aAf«C£Sta'^ MJ^lUAESticstt^'Eilk
•«*»
ta 'n ImtM' NapolMaaa del iBadttiMO'
TQMa xscvL xjnrit
VooAoItricr deBe farel* del dialetto^ 1h^
£dIeutio f cha- |uft: si- tcostano dal dii-^
tto Toscaoo't aon alcuna ricerche ati->
mologicbe 5ulie medesime, opera pottm**
ma dal Contigi D. FfiaoiKANOO Gaua^
M t atimemac^ nombilmente da Fram-
eiscot MAuaaELLA»rFAiubo f ad agp
giuntOTii TEccelleiiza cfella linffaa Mafo»»
ktaaa dl PAaT£Mra Tosco ••
T Q M. ti^ SXVHE
BiMHatetto I^poleiaBO (kimtiniiao Cbir^
ugUere Gauanl^ cdbioae accrwciuta
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>.uie che cq la %iwiw" voftji j|«c«
da ii Na&tnuQ^ a, lo culo de^lo
HQunno* Yri»dr,.<hs JBte'jaqcofs^ do-
^e -^ ai«epcttft) f, che , tvei^^jpotitij
chifttnm^ ia icaoie||icQo 4^ l&coin«
mercaziaoe : vi^je.^ 4 S»ijfQ;|ijJ£l
mio , ch? ao^hite la Vocca; 4e ?>^tr
te U letterommeche'.de §0|>aj^il8^
vui« che avice. no qgi^gQo taiW
j^mmufo^ : e na tiiarn|j;>n!i «c^prsV
A 2 graa-
gMane, che ccierto avarritq coii-
tate yy U mmofche 'n Puglia ^ e U
vruoccole a Puerto ^ , date prc-
viu vpfta n' occhlatella afta chel-
Jeta^ che v* arrec^mmanno ; pocca
^ aggio fatca pe io hbene de lo
Dialetto naefto flropphto da quat-
to (ciaddeje . Chide (e fo ppuofte
^igoamafcioDe > e credeho de fa li
iDafte :; ma h mettarriflfe no pa-
narieUo fhino de Iciofcele a la
Jtn^no maneit , e pe T autiaim-
tifella* Je iFarrifse portk da la Ta-
;^% a h fcola go k capo fatta a
4:rezzelle , co k) cauzon^ ipaccato
arretp^, ^ co !a pettolella da fora.
Nfr utta io-'fongo no Cottiaeore ,
ma faccio lo Dottore Boldgaefe lo
Carneyale, € po trattapnofe de ia
lerigua iiapoletiiiaf , uoe poz2o me*
glio parlk io , <:a fti quarto caca*
puronette , die bonno roettcrc Y
alTila a le €cetfole « Scu&teme > fe
non vt f aggia manntfra prittaib
ft9 jo ja ^ pocca nc' a ve corpa np
cierto Annettapuorto ^ che mme
decette ^ da parte vofh ^^ ca vuje
non ce avivevo sfizio ; ma . tno ^,
ch'aggio faputo lo ccootrafio y F
aggto ilampata nnitto nfatm^v er
ve oe faccid no rialo > e (i^a ^
cofa da paro vuofto , ptgliatene
lo -bttod aaemo ) e deeite- cofiim^a:
tdiillo: V \ ,/
Iio mafiB ^ che iilmr A oto ii^«alicella «t
No juonio me darvi cchH^ de- us^^vd^
ki
ft t PRS
*4)H4^1«^IHIJ^»-
BtE;5AvZ:IiOiN.E.
\j[ . mpraa^ de-NapoU. lujSgarirajtf t^t^
'^ut^derpallm, ;; poGcct^nc\aveya:da^^jneftere -
HO, peegrMtf cO . ccienfo^ pecoMle : apppt^so^ ,
<- scriPerece* stxk^ mutto^ ntosccmtse • ^
E : quel ;che.faia, prima.; t^ltrejanno*.
Sijvaje, fuiBota^pe.-Ndpoley,, pudlvtJi
la, vereti y^ chet t\aggip^ ditto • . N^o.pitto^
Tfi^Jeir Aria. Cat alanUi mettistnra' no quatro -
mmifzoi a- iat viojiCo. no^mellone/pittato*
Tusso^ russo . . Vent: uno.y ^ e se - ncantct, p ^
tfippftcrn^'autro^: se> metter a^ tenl *meaterf ,
^,^ ntra - miezoi quarto i <f' era ^ s\ accoectuano »
€glUit\ dcj miller <o. la^ vocca^ aptrta^^ nfacda^
^f^ Ifi ^af^ifff ifmm ^^i^\- Si guar^,
^W qfitm ^(9^ fj .^ n^pripfff^ <r nant^q^
mimfaHcM^:Wieirifyiarri malfi^ di/\t9^ a af
^!0^\ih ft^ik^er^i^' ^f^^'v A lo\d4r
ce a la Signora-y. Ia;^9(i^:.^o^j^^^^
dintp a:l6i barchetto^ la: sera^\, U *^ patute
se* taggliotteno y & beccote^ lit^Mbrossirio^
gnato yrsenza' jy cht" ti'avesseno^ lettanOr
virgola : Si ^ po: se ne dice • bene ' a lo prin-
cipio , terratienete ', se fanno na faccia de
p>unia> pe: lo^ defennere j, e' fosse perzT na
scommoneca^.* Luposesto^ irfraveca : laDia-^
ietto Napoletana i no libro y . che^ addon-^
cAi vaie: sienter di \ jesce - beltezzetutene \ e '
tomme fosse la^ cartella de pasca ', t^ad^
demmanneno' subbetOy, si- te F haie ' piglia^
to .^ lo mo T ag^o: letto , e fuorze sarri
no^ librae curiuso ' > * ^ ' fati apposta pe th
mmlede h' gente ;> ma pe^ lo^ Dialetto'
fuiosto i no libro y che • non ba na cufece , .
e: noH^ sacdo pecchy V hannQ^ d^? porta
Ai 4- S^ro^
_ <
Wtprotiinme i Puorze Hahri fe €ciirik
ferzune , cht^ trattamtese di (A malt Je
' to pros^wio y ogne cacaiH^ adiUventa zuc^
euro a Uengua loro^- maio-agipo^vobtto
vejy se mme poteva mpetz^ mmiezo a
lb follhy e mme party tk nee aggio asath
to lo htoco mio. PeSte* vuje' mo , leg*'
geture^ mieje-^ se co sti searr^une ^ ag^
gio serine pozzo ghi echiit' nmmze-z e d-
mme Jeeite^ Am ^ h suihi^. me^ nig^
tfa^chh^^f: s^agii^\:
r
J
CA-
V
^H^4f5C**?eift^^5f5^'
PAP O I»
S? A^NANO PAMPUGEIE •^
A Venno pigliitd fa piittetie^ d^ laftf
/j9( pe ccardt sto Dialetto aggio ac--
•*^*^*'^ commcnzato da la pxc&ziotfe \ ^
m* aggib fatto fi& riso* a s^biattariello ^
qiianno aggio letto , ca sto libro h stat^
ftitio^da cinco ff^rz^itie'f e nio so relate
quatto , pocca uno se n^'h muono • Lo'^
Sigxiore V a]{gia ngroh'a 9
Mmrtt cor miioruy t bhe co^H vihv
So mmeglib mo ^ che so quatto ^ pbc^a?
Ussanno sea H quatto de I6 mtfolo; quatto -
soli piede de To ciuccioV qnatto p^rtano*
16 tadto , a If quatto de jenitaro ,- t At
settembre se paga* lo pesone s a^ li cjuattO
d&' maggto se paga e'sesfratta : a h pec-
cerille proffidiuse 9 a ?i ncoccieise', e ^\i'^
bVuttune , se le daitho^ quatto s^oppole ' v
l^ianb catict) e quano paccare*; si itft<
A S- W*-
10, La%VERyACCHIO.
cosa,. fton. ba . tucntc v sc : dice. ca. va quat—
to prubbsLche ; . e.-HtitannpseL dje. t»bbaria
no-,caf^ne.se^^ce^o.quatto^ cbiacdTiere a.
la pa jes^no : niomuia^ si va je troy anno « .
no nc! &>tio^nuinipera'Cchiil..scomfivuj}eca-
to di chiuP 1 Ora^ sti : qusitto > che; l^inno
scritto Jq. Diaktio se fann. a^chiamm^ Ac-
cadem^TijMse,^amink:e^ d^Ja,P.a|ria:'> e;.ayeiino-»
pupsio.- l\ aurecchie! pele ppeftose^aggio .
f^pplo li nQmrne- Iqco. .Eccple. cck,.
JmnfrfemmenicUo •
Notdspuiolvne.lo.;CidQfQ\
;, ^ VMva^:Vt9ttU/i-ommo,
H I I m ■ I J II I ' l Bfi II I , -
•I ■fW^y— *»»wHP»i»»^»»— <»IHi^»iWi*»-
c: A- P' o*i p.:.
J-«'^A lo > Dialetto>D6rico ',. Aliffe' uicco ,
^leffe^f abbr^JQ statmo ;dinto<>^ a la Capitolp *
ide tia ..pi:aiumsiavjnQsta.'t- eomme.li liiui{«-'
ttellen. e. li pfsidle^ditito ■.- a 1q paaUccio t •
cbe sobuone ad' a^gjtuogiierele..' graiia t
> pa^i son »8e fa4uip . tivsustaoza ^ • < Lo- ffbrte .
, st|^ a If ^ r F^oie^ pe prpiiJODtia ' : e . cca . nee
^.ao Cias%d9.^ui>w>^/e aizd:VS.. Aon &-
/ «
lo Vehnacchio;- ir
CJ«idV0iItfr6ca i smvo>^rtmmo46 pgila:ofe
voste \ e pe le- ghiarrimmo pesa^no*'
La l\ 4he sta^siisi^guha' o'd4U4 i' s o
ddlla i t^ 0rd4lIa'i:si€otfV€fte' sempre in
u f iwwe rntux^ pcrtnil^a -, auian per al^
X^tv a^ csu^iW par- caliare , sbauiar£. per
sbal^are "^^ caudo * ptr caldo * ^ caudara - per
caUaJ€^ smuio^^ p£risdalto ec. Vuje mo
site j^'omihai^grajim^ sapite la leccase la
mecca ; ma'computkemei si ve iko chel--
lo 9 cbe^ diceva.^ chiRc^-xift.rO'^GiQto > > .
jCM sjtennert sc vMe^
ikhyt 4e chiUo fk*i luongo 16- Un^^e » *
Mosia ipnmmo - li fjede « ; e po lo^i cuUy '^'
VS.^ noo^^uld non; sapitA ; la') ttngtia^f ■ tua^
cot^pqo. nae vaiiie^di le rrcgofe; v e sea- -
tite m6 ^bc'T^ mravcne^. Nuie declmmo''
sduouto^^ h nosdouto ; : e si ^ fosse* vera
Ul^ pegak' vosta^ no ^ppvero frostiero volen-
no-dicere a lengua-^nosta^^^'/i^ifo; iniul^^'
€oltre^ sepeliura %'Volta'^ tenenno nnana*
avlt'ttoeciue £he1U regola: vosia'che sem*«
pro^ la I}sms£^ua:tdalld d^ f ,- ^'jji?^*-
perttst id' u ; dicialri^ g0udaif>; eputre , f»r
nuuto 5 sepoueura ; ^(Tarj , « de sta mane-
rat fairrj ridcre lt'ra\M>rte'i pocca's'^ba da^
dicere*: surdata\ coutra; nnurdo ; sehetura,'
wrjV^cientQ; autreicose simmele , chetye *
A> <• '^ fati--
/
i
fenfiov a^ bed! ca^ ^ eccenidne f cchfA de
h rcgola. ^ >
No pfiWTiHo- ccliiu ^nnante dccite : si
ilct Itf'toglio ^ e nan si dicida bogticf*; mai
ti masto^ nchiastp mto ; nc9 vo \o jodizio
a ste ccose-* Sidnie a me: si- uno dicesstt
no passa* 1' Abbate Strunrille s' ha^da r&-
aponnere Is - kogUo • vedi : si< nantro dtce^ ^
mo passa no mieco co lo' cantuscio<» pu&*
xise. responm lo^vof^io^ vedi; ma sr quar-
auno dece«st I'^Abbate Surunti*lib< am pigik
ao mntommero , tanno s'ha da responner&
h voglio vedi\ chc- segnifeca- vogiio v.edi:
ata co9«k . Addonca viije sK>ti» sapHe la Jea'^
gua «. e.. lo* fTaciie ppral abtdi co^chellai
fran senteniia cbe stace a la fine de lo^
. p^cafreoo^tr. Qiiesio bam- percompfiniirc
t impo^sihiiitd di inr regole in una cosa>y
ihli t\Hta^^ftttO' a stma^ne deUcatissh
ma neU\ udko s St«nnite n* autro « paroAO'
l; aurecchie » e sentat rite subbaio la ra-
^ola ; e lieccola^ eoi. i
Qiianno l^anioobio. se- refercscc a Ja»
aosa nt>min6nata nnanze ^ comme a di«r
StruBzUIo i scignOi o ^a mtcco', s%a: da. |
A\lo vQglioi qixBkwao lo stisao articulo $•«
Snifeca negqzio , o^ la cosa ncennerale;t
tonna s& dke la bogiio^* comme' avimmO'
fihro de StrunziUo > cbe piglia lo ramooH
tnWp.. L' ariiculc pjrularo quaniu)'^ so aa-
^ciisatiye. acippe fanno addevejiii i lo a
Aitrl
AccossI decimmo sempe lo hoglio vtdi .
Qu!knnb -li'-Verb* fc^te ; vc6 •, >tf#^ ve^9
^c. vkimo^ solfT ,' rfcsta: setfepfe l^li j^rpa 'se
se le mette nnante na cosella , sempe V u
addel^ehta i. A^d'ssi decimn^ i e itfgSoni
lay ^e ie^Uynon beriga $ p^'Beii t a 6»i
fcgola 4icer sti fi'a(^ctzdone9 ^d^'^i'Cfoamitt
nft»B^ * a^* sti ver^e se metteod le - ppscti^
4elle''if{ t <> #€r'cMim^*a dicece ^^^iScwsit^
tiUte' 4e6ke : cost 'S(^lvcuma var^ y ^ m0i%
harta 9 ferehi it Nafolaatio dite. st>ltanta^
var€a ^ id ha Id^iac^ m* Toacani'il dir bar^.
ca . Lo 'Napoleutno ^lanno h ;ima la. chian^
mtf Vilirrtfs ma qnaniio^sbiigo^cciii^ d-iiua,
e i\c^ uleue tm^nte - 1^ Buiccrlo ^ dicei k
^Jdr^^'-'^c; "Stmhiilb) caso^rinio > pe^^r^
f ^ • la letifda ^aosta n^e ^trdiTooc .lazx^ffe 1 df
i& mercato , ^evnoh ^fijosce ^ <^fe.'bwin^
f>« li Ikrichelte allttf^Qiio sorbeitei e gbid(-t
tanno ledchiette fe ffa rtdefe k «bri£e<« »
^ ji^-'tiedi ck^siie ':juto a Chkmzo: padl«a>
mo -d^^te^^ccoiMl iiosie j, vieut i/;^di lakhio^
M cbe faolte alo Cbftesei chei cfajs^mmft
4o f^parli niiottar 4f2^27imx> > 1< xhiantufo x
%C€0*c^ duello, ^ihe decite^vuie iroiii/rfir
^ssima metdf&m Mmparandph a qudyfrutr
4A folfUitt €^' succuUntly ihc riempiono 2^
1^ M ViR}IA<QBi9b
. Trippa 4s u»»: sapaie .e iche m^ ?
jmm ila It foitie ; fQC» ^^^MO U irr^oc-.
.^iTM V «i jchiaAwnatto Jiiajaiach^ re;«^.UiH>
tttte^ Onne §so. j&a&fo da ;li ^CMitn f(i«L ftQ
jcapetote dd aejc ^rotola* a « u«p dtcaeat
fifxoea ^imtma % «da jtiapQletaAOt^e^ )^
pole , e no de Pug^ia « fecaeimola aa sgiiaa*
4» Id pigfiarria pe faeohcskcQct a le^ d€«
atmia^^ hk^ aii bl^ 4iifc J^t sii rbar^ara^
Avite fi(tta tta iialla acopecta pa^ U poar»
Id mio^e.9 pQcca^ tucte cantano ^ ^n> nona
Viane I aia ne aice scutdato jo omi^gUo >
abafe m tultea iiapok sinuQP pa nnatuw
j>o]tca]ielle* O^^^uagUonexitianiio^o pu«
iH ^ sa .matte sa camaiisa 4ai^^4oBga «
e faceimo 4o)a pertosa ^ .410 schiacco da
aartat CO aa poco de aputazaa aa Faaatec-
.ca tifronte ^ a< dke ca fa pokoeaitUa.: . ff
$fimjt^ HO 4>ecaeriilo xha icbiagna $ h
^ajassa. > o Jo xsaiato figne da pl^i. 00
achiliacQlo » e diiUa le £1 nmtio nfittta
;na' crepata .da J^isa : ognuno 9 ^e ta vd
Ulcere tia rCQsa 9 aocosuneoia decanno ^ mo
te faccio ridere : ae vadiiamo. V omaab
a^o , lo chiammammo luango ciavano ,
fteitaca 9 scala <de yenuegna * o tcinne da
aa-
ssvaib 9\^\9i; la Tedimmai oufU) e'sioto: >
filuzKoiie tte fescena' 9 ^i pichilla, StrutntUci^
o fcisfcamaurieUo 9 e si ^^ curto e tfaianov
liltov'tftppero'^^ votta» vMtaueiki d'alict
ealatet o ciccillo ncoppa a ia;vbiiaf t-M
t^iB^ Jo acatttdb > I9 chiftminammo strum-
«Bol0 n tre sppizie , sconciglio > ^ poda lo
S*»imDt^.; Ktomma si vaje ^bflBino l»ioiHi.
: eisitgr^ nuie aocre^. paipoiecaiie . simmd
cbhiA fortate a £a Ji biTflFune ^^ica 11 paeM»
'•• Avite ditto |»enl H 'Nip^^ktano ^ e U
Jk^lKffe paflan9 a un M pr€S3o lostmso
fHatettc ^ la siesse tanto lontano^ ia' capo
^6m> lb .iQiiollo > ca atarrisse frisco da vero \
OrtJI fa na cosa, si Stramillo mto : vat<f
sarnie ailo matttraschio ^ parlpi pugliese »
a i^ei'dh ca si napoletano^ e bl cha t«suc<-
€6d8^ Te bietcono lo vicalU per HT arma
. Voleimo mettere a V aonore & lo mun*
*mo 4a lengua nosta nee facite tecet^ fi*^
w^rbe air^usonapoleeam ^ e senza fa no
tot6< labbrecaa&o tutro chelld 9 ch^ avite
actiftOf) line ^ceglio lo' cchi^ faudeante^
io amo 1 tu ame , chHlo ama
Amavo \ amafe , amdva 9
' Amavamo y amav4te , dmav^ino • - ^
Oui^to C€hi(^ beo ,' ^h4A m^addoiio^> «i
k . AS pe
pr to'^DIatettc nuosio • $rate pvopid- jiicio.1
ddecimmo iiu}^? iq^mmoj ta ammci^AiUo
mmma^ io MmmMv4 , ui Mimmave , diiUo am^
mav^y Vujt ammavitno , ^uje ammav^fm y
tkilk '^mmav0fio.4C. V • o ^:. .
Si leggsssevo li^fibpe mi08Ceve^BfaiKatt<r
tiie k TiOibQi a taeconen^'che c^niw f^bond
.b cbrammacckfda^89ro ./irjfa. d^IofiQiaktf
CO Bu^sta^ ^jtooi* pig^tards$€vo^ tanto opisso
;«ka)aop.. ^fiiifrutto . ye' volite 'fa- tosst^ &b\^
ecose no9t& xo « li ' librette ^eti! iiaspens «* Jtofs
&'; ma cheste. so tta&ta. loatassQ mpe^ce^*
cate; sensa potereoe trogKi io capo y. e da
jquarGbe tieitipo »m cci sua' hamu> ^^itto
fesdere la mammoria ile k> • lielb parli asi-^
|)olstatt0 , .pocf a na> mmi^ca f esca .de «»*
-poietatio %' e de tosco Jtrrobaio ; e ai'ane
iiev^ le pportane « comm' a ddicei'e i^tfii/-
Ura , pesciaija , e mmerda , mmocca a !<»•
ro n6 oce truove nieate cchid . ^ Ogtie re-
(gola tMe. i'accezione *' Tftui Lorenzo f e
Peppo Palofloma so Isoiiue assaie keae da
Febo * No. ve dico nie«te de lo Vef bo^iia*
n^ir; pocca £ b ve^o <» ^ .(iem n#]io^»
tane lo ddlceno ; ma vu6 sap^ chi so sti
qualisse ? -ChHle cbe la fo^ta .se mett^^no
la perucca ^ pie par^ galati|ttgoininen^ , e
diceno io /ni mangi^ » V^i l>enutQ Qcapo
de fa Io retratto de Io Napoletato che
fwria ii£Ki«»>« ^v<t^ dim -^^o^&l ij 4U0t4
4ii€ ii%e • Le fartle'stj^ nffSllimo , V fafb^
no gfupfo^ sulUiilngua • S* a/ura c^^^esti r
cif <xnni% co^^mon.Ogrti nfembw% ogni pd9^
t$ i in- t^mm&ni^he , e worreUi^ effriintre r
Ma 8V"U#cieiljtia Vi»sta'«bkt6 '&^td retrat*^
il^ spei^ecatb/de Tari&gife* , ^^^A^ re me^
tite la lenta, -(^nosciatilt^' ;<Ni}ft'^rzl > C8<
Avke ditto- , ca fo Nafjcrfefahd pe fi
»t€S§a caysa htr Uventitti It ^ti chilUto ,
^€lUu -i jiPfi sa-ccio che , comnit' se chtafrt^
•ar^ )' autre TaKsite hatino ir dtisse terMcf^
it« 'a muod^ ;lloF0* *; e 1i VetieaMt- nfirb^ 17
%\Kre Jbanno pforzi lar5jr«i»^tV.-'^^'' • *
•Parlanno de; T-^^rUtfii de lt»gtft\Ie ddei
citb gridi»^ f dgn&^ jFf&rt: iwo ftefiire qUasl
ntm 4i^mtm0 noi^ Vffarola pngdre \ : 'A%^
Mhk • ' Avimiiio pHgafiU c f^JMH- > m
fre{iiY»^gtitftca faeinltno^^fkstt ^ dte'ttti*^
Veske pigliate coller^ co \o Fkfeanis^^
c lo Lommardo « ch'hanno scritto cc4
Ibeiivcy eche cehmmmanno ee« La ttroppo
k troppo ; ma vujjb 9 che bolite lev^ de
peccato lo dialetto nuosto , patice de le^^
sena, a^rrassosia • Li Taliane parlano' cosn«*
toe scriveRO , e perx6' s^ have ' da dare
%Q4ccosa ft la suono de le ^parole • Lo
A 9 To^
£. i )E(^i 1 M ^ i^o^a^iia < d** uaa njinera T f ^.
dc^erenwi T avMiii»o .da .& , vtAh . pure co^
te .8€^>paiia Ittorw, qiii> mmoU f ^iuuum^
tddoppejanQ; le ccoflzoQante ^,
Facenno no prociesso a la Fasano, c^h#
iveva scrhto bima sciacca , y^^nio iir^
la twa Jlac^ ^ avite * ditto uUcca : ^ Icr
M|4^ ftnpM M vift^ sdaccart > < iiaioi-
<4 pera4f^ . Sa . Ah)>ate Struniillo iiU9 t . ia
]MR. 8ac€iQ comprenvere conme 9vit€ ii4
i»lUti$ a^cpsslL ^09t$i ^ :che ve mcttite ^
Barl^r4«fi9Mlo » cho^ non sapice • Iio ver*
w^ $dU€can siji pe irompet e la caijpa » «^
(fame ifc^. sAQgo t e^ so p6 f4fainerc %
|K)ocar to poercuotere po eue- pimio # 6^
MRU » po^sct^ te&ga»da # iMif€caM:»
9M:arAf i^imenKi , •GoppoJ*.* are€aMM»>
•if Qtiifto^ % tkuteimot t ^oln. « vaaiaia^.
vmogiiola >flidigMM.f huiMir aUVuM^
9
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£0 ^^MMciBtiec I*.
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C A F< O DLf
^H*^ at^s^tto f Kf& ctiiaccfaiaitiansajf • e ()^
* • » ' • J
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*« fei«e stafoh^rzrSiiUwaMffldia^k^tse^
^ tip dfe tictf vd^ Mco fft Mpa|»«dxR*it
^ieit^r^wmecfie &t m pajear «lM•l<l^ ;^ iaiiiti^
mo qiiaae tuM tett«mmib«efi0 derganmt>
e d*t0nace de libit « A U ihiu Casltoie
'|ta»tatiB «vfi|iteio ife^to> ca1^&%ate1^rua^
aHlo se have cfrltoMda' Hl k ^ainnUUka
Nafpbieiank « weini cht m§ wptsm tpi^
^occii ; itta a sM tapii^fo edt iV ve ttlw
taj^gior «^ fceai > ti fiiifHi lir MVHa d» >b
'«iarvixz6 ^ pocc^ isst) Stfttd k4te "catiklo^^
lo ]»sco« aad6 i ntai^plto; e taitokSahf^
le inulto e preautto ch'% to Vero Ai^tb^t
th^aggb ditto Ae la itipreaa 'St l^H^pi^J
' I>o si Sthiniflld ava din6 ca^ lo fX^dA*
to tluosto « nato da^ R Ldngd¥s^'m
da quanmr fbntur|end b l>u^af o di& 'V^tl-
Viafato: e a ^' autra 'tnrrte difc* ta » Wt
Im6^^ Qooito^ e cfiilio d« Pt^rilsy^
una cost • Ma quanno U Longoyarde fim^
ftisLJeno \^ ^cato de VenevitsM , l*«|!0^
/ le e Ik Piiglia restajeno pe n' autra piez-
i _ xo ^ e che^ |iieiiof* )\sot|o %li Girece ;
! addoaca k> Dialeuo nuosto nascetto. da
ciarte gemte V die. tiMi ^icec^oscevan^
f Btatico pe prossemo • Have dkta Id si
- SiftmiUfo >peitt ta Uo: S^lfOHo woato ^
I 4b cebfi^ arnica 4e nitte ll' autre dialeue
I ^liam r «» & LoQgpvapde. primo d^ VW|I
<a BMcvitoiqfietif ra |t jLomimcdlar « . e U
; ficmgCMfiirder ia€etter4» wsceie. la^ Iel»ga.Ypr^
'fatie t^^ adtaica R- aiilfie dukue fcre^primr
««e lie iDi>«iaQst%/ . 1^ & %.bedt eji kr
v£aieito owosto . i . cipfii^ fmicp-db mue
' lldre*. fatta. I9 * si >ScrHii^la »a lista de p^
•irola t chc se «as$otnin«gHana a le. Uatine^ t
4di{7{<>t $ j^ttpf ytm >, i«iie» #0194 , ^r£r/^ |.
MWHtfi^Mo^. s^ma ec. ini U'a(Ure^,xlialet-
te, ^,^4|iik 4e Wtcj kx tosco have ^:a'\
i.mfOt^ Pico§,r- ^^' r jed ave ^er^ |£a<:c/>.t
rip^V/vWwf , ywj, .wwwr , epn^ £c. J. ad-
4oaca a4*^surgti|iiiieiftOr (j|e $irunzillp nob
.ba^iia Ctt&c^^ o U'^auue sa cchiii am>-:
che. de la impsto r All* luemo (a a' autu
list^ ^ pl^;o|| » che. i$«a dtce^ ca $a Je
.|Mi€|s;^ ^/ ^. c;|. M* futre^ aaturf s^.T. aana
iftfoib^^i ;: i?jn^r£* caiwjnW ., ci lalpft-
.jyai^.ti^ta na ^Qopa ^e|u ..&(ejpati. da.ltiui(e
.B\ a We. Jfaliiwie> Qra , parlaoiiQse* d* amuce
{l|4ii9Aa ;tt jraoiiiie &m^ , cteiuane f e to
rtlilS ^^iflco : lb Citflfo- a^ Af^mirV^cfle :
efeiorttte ^-lo r 197 t^ !c pptimtn^ camutie
ftlrno' s^rtt^e tii GecMfa, t $i: fora de chflib
jmfBse scrcvevanaH' aiirt-c' r^ dicevat ct^
fmni; screvevatio % cecHiaho; llattaimose
|«>*dc froitiere ♦ che dfcevand te |)parofe*
i3fb«fer;b s6 have da ci^edefe, crli haj>o* *
letai^tg fijttera' a 1o pakse ffenr, o, cfiilfer'
ywtttdro' tci , t> fi liBre ntiostc st jpar-^ '
gJKfte^o*primra^/dfel^aulVe^ pe lofrtunno v
Vz vfa cAWi secura so tr libre; e comtae
II dciciHine fufno cchiJ^ ptieste a ^re)6 }^
ptnb avimtiio' da- dkere;«ar'ehiilb^ staco*'^
!b' pialeitb lo cchiiV ahtrccr, e dfe sroseti-*
tBih^entb '4^ te Daut^- , ♦ e'tutte ¥ anttt c*'
Mn'h^ UrcHtta \k storia '4^ ^ k^j^uar talia^^
Da*. Ora immc pare, a me'^ ^he^iia pec-*'-
C^iWo ¥criytr\t\6' fSjH 'sprcpuoietej', p«n^ rO"^
ftrriamy ghh a* caValW 1 pocca* lo siopie**-.
c!iid rompfe la copierchib ; e Ac'aYimtacr^
da sti zitte avehnole dhte TAbbate Sityni-**
2f!!o f^ AiTlhiice mieje chfstfe so capctfttie ;
so-cciffaVe , to tunrie ,Sb ballfene-, so ^*^'
pcnnuglfc * V e*^ p^'^nort- fiarfi soita** mkfa-'
rt>*, so bi^stiirfetfete , i^e'pele ddkere^ fV*
^i*mpa%' ntr vofintf ehelle^ doje cose ^ cbe^
v^*aggib ditto*, lofc^ fiiiatecWatc^ti^aj^ , S^
pi5ca- vregogna* Marammo cchifinne nan-'
tt". A lo tiempo" de H tongovarde' tr
paiffa var gi3 napoletano : Matt&o Spenietlo'
scre*ietto^kiOtti> f fegua tit>mi P Aragu-
**^ A' XI ni-
ktio nuostfif • Lo, ^utt^iuUo, h W ye^^.
pvplq ^ if sUo Ugfslat^ dc Ungua^i ^
Cjb^^te sp warole de T Abbate. Scrutkiiilo »-.
ie si a. li urfkllunet< nee fosse gabbeHa V
SC9 s^varnanp volute. terecchette j^a.C^^:
epsiro Rermulo pc la pag^ • Ma', tepiow^cv
pede a k) sioRO . Tra ttaonose^ de IW leii««<
gua. taliana «, la puopolo no nc^emrai poc«^
ca. nee Yi h conseose deiruonuwne ad*
dotie: ttauannose de dialettet lo puopoFo^
n^i'lapattoaf. Mar qualisso la puopola
'inuorto 1 o 16 vivo? , Si k lo miiorto ; i<^
iQrno addeimnann^: e Torpuopoto de Fe-^
derico, aecunno.* e de f<4an(rede $ o de lit/
b^aedeu^arma de l^oiua i Sarria ciwuao,
00 Napoletano* » cbe soieVciine a k> |ttoi>
apt d' oje decesse co Maueo %)eiuello t,
i;^ C4iii Sanstfeiino ua^ staU'^mua jjer^
K/i^^ It ftart4 it la Santa Ecdcsia • Sar«%.
cia ciuiuso pqxzl se screvesse ca Axbtxn-
eecunpo ; Ma IkiiA ^i omaa pnitmta u»
nijiila fwonA ie ^iifitsepof^ia uam at siat
pqssa 9 ni itbbia Mi^rt a fooffi u* I»
aeo mo % si Sirutiiillo ibio f cbe lo piUK
pola tig^^ior it^ Ung/^asK ^ lo paopola,
v.lvo,, e tio lo iimoito.. ^ gU ck' I che^
tt^ 9 ammafara co Fedeticp « e co Fonze «,
ci atodeamQio lo puopolo napijta . Ma aia .
tCQgo. u^^mQ^0ilifi.^ 1.4 «I|:)bq1o. II99^
cfci
•0* VklMMSdllOii ^
d^* k T Htm iO" N snercance > nfl 1r ^otciH
re 4 ttS fi prievet^ « tiS^ fi mredece t n& li
coiare r e mmance V afteKiane ; pocc»
tiitte cftisre ftimtf nat'^ romescli' pesca de
MapoletanOy e ie ta$GO, eh' i no strev^
n^h deciiao,* c^e non te ^ica hfami^ir
Wt ftnlUb urt frita/Hb^ « ^ m^ St>dt r e 'IT
fiO Vofinte va a i» pochiareHa^ sojia ^'IH^
aSkt c^ V Kate poitita »a xfevdia^ ml ^
Men to RHn^nco if surdate^ pocca^sa ogn#
iotdti ^ letignt IT dtctao 4r^r^#' t i«a1^
fettirik famtrio- feeemio ii cof^e/^cpM^
|iolo mio^o teraici a^ fi ferenar^if t ilaga
genar^^ « li piiciavinole » Ir n[iercia)i»Dto>f
It clif^thcHi^re^ i « ti latxiwlie • Vh chJate
t^arliiiio aAcor* I» lengfoa de H^ ^ave^ Ikn^
i«^9 zb€ <ti To ^nipa d^ Id Sgrutieadib y
tfdd^^a I» meglfo cosftvtli' aje ditto if €i
l(f ^^^ttftdSo t a ft^ ttsto M Oiakttd
Nipofet^# . Ma dieroki adiisi)^^ ca li vit
I^^^tr6s^ •' SI lo Sgrmtcttdio>^ Id tieato t
^ Cprttse ^ e- k> K^ile hon so copercit^
# |«rz6 AeceAno tu bferie de «(no', e dts*
aemio peste deiraiilri^ duje «' fa]e a^ Uedl
ea' per la^ kn^aa nosta vu6 fmsnk pe Cd-*
miiio f to^ si no beftb Cetatiiio db Sdr<^
damot i^' iiMf itnto h lo tiempo tttio>*
*>i ; l ili Jii i ! fc H » ^ II m i l ■ wl H i.li i i r i i^i. ' i a 4 W— JU^-— — i^
X. • ■ * * • ' '••■*>.
r . .CAP' Q^ ♦ly'. '•
. dbi k> m^i^uio h Ja. miila Jetigua • Che^
aUv5pefiOi^.f$>ium*a^ suglia ^ acippa coiaia-'
• ten^lia^,. ,tdgU» comiti' a ftuoilece »^ e
)lia€ca. «09ifli^a. ra&ulo'4 a pe bbed^ si k
\p yoitl* aiftb0^c>§nt'ie)prQ k>. mmale , cha;
d^. f ^A]s4»i»^ Str^azillo da. lo Ba^Ue ^
•; lo i|p4^9FT# i«ha 0a ildlR amra S^ritturr
; i^ QiTali^^ Sfsile aA^^ ;kcd^, b manif
sta^ ^< TAbbat^' StfiMHilto ,: |K>cca. non ac*^
malet Qhe noa'aiggia &uo lo Basile. , ita
iianefa tal»» ehf oie pefa^t ^ uoq ad^
4W!Mlii3M^e,^hh ha- &tto da^y^etor ^ h^
fO; tg^to> 4a vocca r^iponnaria^ubb^ovr
fofBas^I^. .£ pa bed^ ^a .i^h^j^gliata-
;H^V;Uori.o^,.'v^d:i^^ preTiU' ^osta €omfn»
t€\PMh,'A(y Ba«ile have a.vuta fa piUim*
ifeMiie t minuta. coac^^ne? di tutu Uv(fdi.
itk' provxrkjydf^* fficii di. dir^ t e ieWespftsn
^»o^ strafic < hlifarre usaie doT^j^olgQ,..^
tU siipffiufw^ dc ,lf c\ime hastdf^wl^ a for**
marne^ it compiuto^ vocabolario . Lo Oiatet*
tp 9 <Bco 19. , i la« kogiia de la Puoppla y
a«l)4«l ntfgosc^ ad4o9«a J» .&%ii|^4pH)a«
UB, nasc^ da la voacac aiesaa di Sti iiAziUoiJ
1119^ statte a, sai\tl i^spissinimfi^j^oTlooa fuftt^
quel sMSo^t in cul $gli It impiega^ 9^e«f^
i90.cfa«k bo dicar^J? V^idV. ca la mala Icn^^^
pe I'Airfagg^ ^sdf ^^lijaci^ppptto ajpj
Basile 9 lo si Strunzillo non se pigUa scuor^
v^,i9^9/L cpnir^d^iofte accost spvfq^ata.
Secutiammo • Altro non qtppi gipsare «
che i 0Lcco\\aTt Kacconti ii Fare , e delV
4W?..Un^/9a yeU'pij^^ oa yacca 1^ cbe^
ttcamiQ . a'allt^ca v& da i^uiay e; ^nce- ftore-i
Tet(e soitp ,, i^< gfistikus, nop €i$r^^pmafi\^
dum. Ma si Strm^illo. {pia^rr si. b Diglbo*
to miosto ^ ia^ lengua 4^/ vblgo » volen-
nose la ao Pfntamerom a^ lingua nosta.y,
8' baono . da acco^chiii Zcyz sciojfata , Oe^
e^^Suana > ^ ittnf^a yoviolosa ec comme ,
faf^ue ,lo B^ile^ n, e^lLcuate dc cheste ,si«'^
^rel|eir haQno'd^. essejie V uovco , .e leC
i&te.-j.. Si vuje fusseyo' ,1^0: sfeUnza p?irQ'
90iio t si.gbiaseyo qua Bouua £1 na |pca-
ta i la mmorra dime a la taverns r avsr-
cis^evo ..yeduto t ca^ 1!; «6ko » e le ffate so
gpuntf .d|^ stpru^iie IbvP^poIa.. lace sot*
tt u n0n Tt dftttii<y ifii' ^mdftM^ li^
diibcc* . AddMea 4d- Ba6ili^ scicdcehiaii'^'
8P9f Jttfa^ Ceeai « r Menem: itpff jinfela r
f^ceii #ceuM ti peiM^i|gi» pr^pie #« pir#
hetvt^ dialem ertiidttYl^ ^t! m ftte <^ if tficN^
Gtp^}^ dd to •i^ Arnfo^t eke ifocciM^
tKmfie mtium 0»» «* IJifMcur
» i-
e iamme % frntftct tHeib , die 1? qiMrt^
tO'^diir ^rtc de Pamaso cMintimna ^sttH
flrr. NCa mo lb Bhsite si tt lengiia cdiiii^
d^ tcitte t a ' aire jbditiiy « e canbscentiV
ddil'^rte sofii . Jammo nttatfee'^ YcienM^
€$ser' graifosp r far HHire , ram a¥eitdd^
edcan iuteni(h a eiif^faftt bi tctogo^JkUe v^
PS UfUeixe si* AfvtH if ^lU mtmpt^^cei'
di quei trasBtti\ (tt'fUet Kstied^ e cdmr»
jwrrf^, ie^quM' U^ mu9> infelict sHolo essen^
d& stattF Htifa ikpniaio , fttif dirsi em 9e^
riti\ the vemtio'^HfieiKfm y ne fheeeei nUfg^
gfofc seem f to dtlui. Id mo rotth i (!h«^
aatzetasse lo Basife pe if witapere 4i turi^^^
r^pr 1^ a«»macc^ Hi mdrfimte « ^ Kb- pzsB0
m* pasyo dilsr fSe&im^* Jltttftino & tit^
Kadi « ddie eosirt t^ U* jrattb db^ fmrl^
pisseva eupscere. t Yed^nisifv^^ «: ca «C|ftj^
aouiaiBp pa Hfiaittra lo lanuitafort yut^hi* '
Mkte.v<pocca imto-lo jucnm^ v.aiin0-«ii«l*i
koAo cp^M* MNtfo*^ « ao CMtagjiei f||bf «^
oaift » 4:^1^4 , d^i^^ f jMT s$icd«3 , iww .
Mfr^> * e« sa iciiitcaUr s teatarca je i no iMr t
ter<Hif « cbe t» di wo^Mn^ jfnmHet di^Hh
a^M Jttoiiikti^ e ba (^ oo^ acbialEBh • (^^
piglia aaao^ vocca.« » rrecchie^; seman-ajt:
III ffMiffmr f4iw ;, 9 ba dt:«# peta^i^ jitl
rvotolo nikQsue , <4i ba, icooillli^ f^i^m^
isfiKM iGk metafeaqfc ga^^m^.^rskiaialatef
M tr aiur^ fiauune. i /laa. spe, mpu^ * 8ii>
iipl|e <i bcnia . /£ cheats yuf&ifade fm ituuo
la xuiimoV pocca Ii iMiVf 4ec|r?i^a«tVii«;
imnponiu-di^ ijc^r.^ .^ ai imo^ fi^cciipe /ai
acarese » &ca> £»^a.;vci)}^ bi y^^.Kn^cia • -
La Basils addoiica & p' oaspa {d^ px^v^ ,,
rcca aapatt - & 1^ ^netiatto^ agaG^QeaMt 4m
luuairiiBc^ niM>aM^ •
Be b giistaT Rmpia <tor b- finsila a'hac di^
conzyrdi cV zy^.^ia^ epjqi^c^e'* rV
X«fiB^4,f i9/Jt4i«iiiii»«\ii; H VMipi ia»^
a^ lS ▼HkNAcGHia '
ft <^k>fini» pe bia de chiaebhWre VVS. noit '
ssff^ V ca lb BisisDe stfsso' fice fe^nnote a-
loflBembo^ e a lb Cksaf ,'e ikcetfe'statiipjt
OaiUczo di$ Ttirsia* F Ve'pare the tio Se^
ceftti^ia ncom^so' pd^eva- av6 ^sto a ta«-'
le^cloni'de libre? Otre ;a:dics«o-isso fe^ -
ctfcel^ fta^ehe / ch*'ft ^ ho^^pbemma 'ar-
roto^ V 'lil qtittle 1 (feffereifle ste^aie'^pe' lo-
fflte da' lb cuim>)!^U cumfe;'e IcMiuu-'
•#'l4apdtetane isMgd' steiizk le metaforac-*
ci> e li Wsticce e |)asticce ^^ che jghiate
ointttfiMb;^ £r^ pertA^ parfe«itr6 9» la Ba»te'
liTfaMVi0' ii V6cca'C6lPacqiYaldb;s^}tir# ^'•
|IK5oa lb n'omtno aiddbtfb; e'famtnasb ^ '
fe^i Jfr lb €aAm dte U cunte Jf^a^ccnti- ^
s«i sA^thftoS nce^ii lb' ppcpdfhft*.
< Hi Napolctkne n lb tteinpo *iij6 ^atio
}ttl^ 'n patzia f^ IKdb^ cose : pe- parlSir tb-*
SCO ; 9 pe caetti* coiiciette nuove pe ' ffir *
rt^Sl «tbf^fentt Ift gtnte.' £o B)is.ttr> e
lo CbrtbiSb' '^^^(5ok:c)ifkjlnp iiteR&ni y e*
fecew) ' ap stf qutftilse ni soaaA ^e toft^ca*
li* Y!0n^ e ia pro^ i 1^ e tornassero a* lo-
fmnao • n^ atttra vcta pb ^#a* n* autra soitata
air anime sensibili j aW umat^tct fensatriecy
aitarcMvh^ i&lV umina ragipnt , alio see-'
t^ df^ Hcoli , M' ^mt^sfera: ielf idee , ' alW
s^ilupft y a^rapfmi' , dSJt faMpni inv^tr^*
\
m i .^ cmtris > all^ gimii4i^pMe de' $imi ,
€ alVimmaguH fienc'ii €U0m\ Ma cbi lo
•sjl ? ttempo t. e hmia Biienaiast . % %i %
SftumillO fnio > «oo <. aviisay^^ le . J^9tteBt
a ir uQcchie ^ vedarrissevo vuk^^peni .la
irerdate V fibe Qte* Cami^; poc^a. to G^Heaa
a. K>;jcaaio i^aitta d^. lo« ^raaaoi^o no
foliecen«lU ^ cbe^ fa .Ipvpr^aaa a mi coof
SEipddia , a .dke Mip&») l
Ca CO sti mime vogliove sballarc
x J^%qHmk^f^i^inU cof^^iahr di^lonctf
. Foma rch^: aiguMft nee simm^ acco^,
* ckioii ^
i^fimii^mmtfmm^atmmmmtmm^
'i!
(i) Vedite , fi Strun^illo mio , fi (to tt
tolo d' krirsggiare )t buonc^ pe P'accadef meca
taut qnatto jettano fele pe hootk p fenza d)
taaadoBiema da (a 'peeatesr* vafti v* oki tenta
tele forte da Buiacxa » cba fpeiciarriaiio »* aB«
ft so iRmi jc66i0(
' ^ ' $Jd T»c<^^ fAtdtar iinmc mcuue f
i^iaiUMer miu9$t& U plearo pom 9
' i - - n'filnm> ^terr m^io ^fcar U d§lt» *
Or atiendeae , !<► mi '¥t'^ i^fM^pajglfa^^
em HhfraOoH t^enMtSi MA,
Chi lice ca to wma kaf$ U cruoscli^
- Sieme ik btocca f • ti^n^amn tuosdu
Chiamman fmno . e hmopecm hmaft
Chi taria sia mammana ie to s^U9
-'Jt tf autm scdppa cA la nevt i \€Ua%,
ChiM nnt fise noipa a & colUmt
*f^ .«
Ck% diM 10 flia t to Cortete amtoin^ atth
Kkico lcoi;p«f«to it la fiasild v fl^irilmr-
fia £itto tio vernacctifo »ccos8i.ma)auco>
Mi n6 r avarria puotto a> la beriina iifaic-*
eta a tutta lo muiiiio dinui a chitto stia«
ao poemma t a(U6 iice ca at^^ma^tiaot
■ - I • I * **
< I • • * .
• La coflcmstohe doac» if ca tt'Tttotchtf-i
• K Maritime lUTano ciiiMi^ a caM t
gactt CO ia Bas}Ie t,^ a. 4>e b^XIoitftei « >
ahiste se mesero nchietia a dellegglar^a- .^
St po lo Basile noa aveva 4^un tutento a
§ar riditft , noB- «o p a c it Pii a ^ y' po c^a ^«ia»»
no mo era yhf^n facfpa* ridoNr ^ ccrapa^
fifloglia chi li> irtdtrw , astentoo no paDte^
chio , bnntolMb n&ccia , co U' uocchji^
a bozzole^ e teneva m voce ite cantariet
Ib^ fC4s$ato J,, cV a :^enticela schit^o ^ $p
$^ potavaaoi trasl tmi^ /K Peleoqiaelk aa
Ie> muRiy> ; ma CO , m^. Ur k accosi^igHH
Mata » ta BfabrntmUif . A .chmo tippo de
la-Cimta de U cume « e uesciuao If »*
w dte^ ca a* i aitttfiiceiiaio dinto! a hi
tela 0>»
4
■
J.1 \,it) XkB mmm 4 Safantae. Jfofa ) Mm
]0r Lo fteNAceanu
..fiaHlr mo ciietu aoitft bocta ; cb' ^ IT
iitema * e hi- sr no aje da dicete 9 appHa
ca cicc fibcda r ungusi per fcrmo^ eke una
giamntvaU foliiim Iq fea nguardare o^
tUii$tmmcm0 titksimo^ a^xondwre la na^
\ionc alt awSimento , e alia siupditd J
Con sLfatto concimi si preparava quel ur^
temO' '\" mye sh wahtda farsorgert k v^leno^
se piantc iet desporismo • Mamma mia f
Si &ffomiUo mio y vu)e ptgliate .( cor He*
veienaia ) I0 piaeto pt pomrnarik .. &o
•4(rai\ aaale cha ftcette la> Cttota de li cua*
♦ •- . '•?£..--'• " •• ' - ta
Qtme ,' mfv^ro traiiwnemiento JfU. picewirHU
\,£mnpostQ al moda di farlar^ Vdy^leta^if , dal
quale trasse ahum beliissime liovsUe',0 mes^
Site in rima^ n9 ad<^a6 vagamenu i)- su9^ Pmt
ma . Vide lo Bafdiniicci , che fcrcVette la viisn
Ve \o Lfppf. Ora cli!Ilo^ctila4nft nctinteB££<-
USSEME I^Dt^hLB'i * tevatote Rbfl e*
-fiopdikd tia tt AceitHfli', e dSze Ip conto dir
-K ciipqr a tnVaxmnko^flijd : l6Ltppt jm mdtfA
. vdigam$tae si $u(^,pQgmtty^ la canto de ILcai-
•e % no Ubco- nzbeto a- c^itio dc vnammeoa-
rie ? Si ^minziuo mio , o tQ parlr pe wp*
dia , o farrl lo veio y^ ca pe fcrivefe *li6re a
fo itorno d^'oie noe vonao" cMaccUare aflaie r
e poca vtegogna • Tu Aciarraje ca fo libio
• siHo-ia-l'JMBO^-adtfatiato^ima, e4a-teiefjpaB«
%aaM tear timair ochUk oa iMNiia 11^ ^ ca aa
'.tnaflatitikiw .* >*^. -•. w/- ^ ••. -' i ^
• . r%,-
dcacdo^Q' & chitte V e^^ ave^Mttb^Mil-
att ftn cacarra a iiMciuild. I/noreo /^^'fe
4dtee inatico la fOievati^ f3^'^; » pocca tcrtie
4i' romance -Q^ «raiio chine '^ e" f Arlosfor ,
^:^tp[ BojaUo ec 4e <dcoiita»o<^aasa|e ccYiih
grosse ; N& lo cunto de H cunte se<'$i^i«-
^ava^ia ki ^cofo ii>)e^'Ja Ma)e$iia cb m^n*<
dione^d ^|abb4(fi ^letferHle ^ ^f'lt pectd^
iNoUaiwazft'farete fefsm ^tltreMibre*, d^i^me
f)arei ca <pe la . stapedeiiSl ^ '^ 'Niitio^ lo
iiEirt|«» )b! Qoimarki a lo 4mo ;. pdcca Nsipo*'
jeida tanno. nfi a^ m6 i ghmta amit$anne
tempe cgmrn' a lo mare pe lo 9dapl ^
Kfrutto V uommene addotte foro tanta e
tftak :4ftp6 tl' isso^^^rvche \)e»4e'^^diit& nee
nmmm. no ^ttcolo^.fe. lo. despmi&mo arras-
sosla 9 noil saccio .ved& x:omme lo Cuiito
de li xunte ne ngrassa^je le^rra^eche . O
16 m^ aggio, caudate IVuocchie m la mmer-
ta 9 nou potenno vedi nascere lo'despo-
tismo. .da la testa de vasinkola i *e da la
scbiMa Sanaeioa; o Toje, stStruiuM^ mio,
avjte pigliate papeia daio>fieto .» > e^ site
juto^1dlIllo a\la mectt.^trji^ a dies^i din*
to a la pretazioae avite ditto vu}e r Ecco
V'OrriUU « e fur nopfo. verace ritratw t
eompendh di iana la nostra htmia c do^
len$<dstpH(i comindar dal 15^02 ( beUe
pav<4#:!'J ^itvminsre aLij^^.. Orz si iu
dsimifi ^Wfiw cara scpmixMnsaita aesaie pcim^
// - ma
f ei x6 pe ikere $ti ^Macomie nea vo n»
4nQ»fli«CQ ( pC' aereyiiMie de la leagpui
TOMa ottoccnusta ) aggiiifrUo. a le coo-
iradeuiiiM « e a io maalei^ I<i proa^
> i Vi <: »
V
Lo CoMte ]>e ddltf a viisat^: eja nm
franii' oaimo ;. ma piiri^ lo rfittife ^^aii pa
la tiaiilaft ^Ja ^Sgraite^id i.ia:iitato da
la IcBgua :M^<46taaa ; ma.pa faedisicUf
mo k tt09fio pe lidieata ymosm .^ hesoga4
iejere ciena vtdcze de k Tdatia caanoa
f aYM soitia vnj/^ ,
tk mon^ ftLvt' anke^t^ga^ > ok «aK>i« ^i
fa$SM
J J • • • ••>•'«« » •••(! "«'■«'
t*. Ah 4>ella dcca mia, 4ofe 'Si ^ium^ ' *
Si jg(rm€ ia la mxmwA £ i i^um^ '
Dtnto a setta>vierze nee Mano aito ar-^
rure ; pocca ae sesive ammorc e ad tfflmii^
ae '6crive aimmene ^.Mimmi, a t^ aimine \
uimi . Se scrive •dtsfitt$Q , a iM iispimt^i
a; lo' tiasto diaa iwa^^a na ^dta^t^aa s<)ri**
L" va
.iscndio ave ditto bdla Ctua mia « e n6
"^A hiiU Ceccamia<^\ Have..6crutQ .mam^
mofid » e n6 memoria i « luito |a .vitrio
Si' 4f4ifa da Jj^:mmsM^A 1' i s^uta
r '
Vuje ai ^truntillo mio Vavkc^. qr^a^ ca
de tta manera nc* era no p^. ii^^Ko , e
ayite lattQ if<jfiixtf ^- (h' i fvoh 4^ tre
sillabe , ma at maato figrmmo inio si sa*
{ivevo f ca mammma p^ <;G^ta]:c6e^.9uar«
che Jx>ui *n .po^sia>|)e .^a^o aiUabe s 4iou
avarrisseve fatto lo correttorc de atampa
ft rrUeQO id* aiibuaca^ye t^. sguttsa ^ rl^
id. giisia da la ^poesia ru^x,t\ ni^ j/i/e pyoo
Tiorba 9 avariia scritta (bella lielU (caAr
zona ., .
ad46 «ia^iu> ; cmiio «o«e beUa »; « srfcf
i' aum $e Ifgg^
1
i.0 jsbrAfmore
CMnjiereSvoUi^cra . ,. . ;
fa '-
^ » \ * *
to ^ftJttifA^tfld.
Oeccd ndd -" ■ '^ - *
Ca non dkdla ioif /«*:•••
O Lucia ^ iBth Lucid'
Lucia y Lucia mia
Stiennete , acfonate^ nxiccate ccdz
'•' 'Vide fi&'^re cet'rMt ; ^^cct-ipiaj^a
Auxa sso fide t ca lompo , canaii^^
- Zomfamd s& . -^^ '^ , .^ -• ' ' ^'
Veeco tOK saut^i ca ^k^'iCH xompo i
Nnante , che scomp^
\ Zompa Lucia , ^clf Alian\6 io da cci
T'ubka\ i:aiubia^i t'^naniand cc.
-»)
tt^ ccMnetft psrette acdosi) betia a lo Re^
ijtf^i ^ediias* «e la- pigliatt peseta pcstt-
la V' ^''Jn^nipc^zza^ dihto a lo Tirkambl^
SUfJO -r ■ * *' ' ' - w
Ecco cck che segnefeca lo libro nieto-
lato Diatetto Napolaano • £ na gramma-
teca fatta da iiRo.5 'clie'ifofi'* 9^ receti It
verbe « no ntenne le pparole noste « ^ no
id'^sa'scri^^Fe: -i ito li vro ^ chine^ de titm^
tiaddezziune ; e pe la ddttrlna ad*ognt
passo piglia la cepolla , e qerte bote Ak
de musso 'n terra tunno <le paUa . E si la
valanza no sceone ancora r tniettece n' au-
ta j^nta . Ate ditto ca la ntrezzata de
lo Sg»ittendio i t ode safica la pih ami-^
£4 » 4hc 4iasi compost a neUe iingui folga^
irr. L^ Sgruttendio stampaje It vierze &uo«»
yiii Rr iS/^&\ e a lo i66s* Giannnattbu
Cdstttuo avea fatto gii o'ode Zaffia isso
pen) . Vidaio Creseimbem /i9. x. C^r. 7 s*
Avue ditto ca la Posiliecheata 4 de Tom^
snjiso ParroKe ; e^ chetia* h At Pdmpneo Sai^
nein ; ma lo bellb de sta papara & ca I'ait*
mre se- fegneite Id uommer^cbiamiiUnnose
Ma^Ilo I^eppofie ; l^oje decesil^o , ^il£25i1-
la /^ nmse , mast f^ Tammase * Reppt^rfe
fo fa Perront ; e/ya V autan $e Mmomav^
Tammaso Perrotu . Si Abbate mio , vuje
pasnte a< piede cfaiuppe Fra Rmardo cte
k> Boccaccio pe la ^iea , «- chi sa se to
fassate posaU* a^ tagliil tviema a [4 e^ri^
- ' - '> , 'I •• • /
» »
«»
^i- V leiiVxam^tBia i
fmm m ii^ti^^^^
ia le ttorie u9i^ - jur'.seuiiialeuo-'tanio de
r Abbatfii Stfiuidyo v«ch' ^timto 'gakaiom'-
«nov« sarf^'cresckto^ a <paafche'S6mflle»-•
JlaHa>» mft.lVam«e^^Ac«adt«ime€oi«fn<nice'
4^ U ^i^tria fi^^ghitttt * a4a.«tM|^N * e t? *
ciclo sa si teoevano To trizzb *, o • parui«* ■
vanix. Iq. barretiino ,- $ii avevano^la •■ ma- -
renna' a-la casa \ o a! accaitay ana' treccal-
le d* alieste a lo pdtecaro . Coimue \ par-
lano de le paazieide li 'peccerille % c na»
iic&.dantio-'de.musso?.par]ano'de le ccan-
zune, e n6 a'annevihaoa-una ?: E chillo •
pavero^StruQzilld $-ha dafa porti 'li voc-'
ca a la geme^pe^ccausalloro ? Ma jam-
mace^ faeenno^ lU cuote; nuoste • ^
MM"— *i«M«f«MMM>BW»«»MiaN>M>*MM*l*W>a9«a«MtMh|MM«ii^M
(x)^ JtMco :de : U' zeppoisffJ
^^i0t^'' efffifinf ia tra4iv<>np: cmamt tra
not I atlribuisce^al Sanna{iair^:t voUndosu
cht' inr- cssai abbloj [au^ allusione^ alU sven* .
ne de la Capa d*. /aoaa t . ^ ^cQOiJPtma ^
♦
1^ pare, operas de. la SiuMzuio eh«sl« <^
£1 capo Ghesta t o i )^U ^ de ^uo^a /
fioppo^ d'/avere/. scritte li capovierze de
.quatta canionceiieL: d^cim i-E^^co^mtt^ i ver--
jL iaipaU:dfilU:wV[<inl^4niiA^ -. r^mmema^
ic^daLBmiUf € 4al XjW^.^ ^^ M^' Q^tre a
cbeste. nee. so^ U'. amre > . ch4 jinommetia
itfasilla Repppnc ^ ^ ch^&..nt^.sci. li capo^-
vicnc:;
I; O fuanta: v(^4 to ^?/» : «r Z<> tario ^
JevAmiJt:4^^pafim^(Q tuma. iq^elU ,
X. ChLf.h4^J<^^o:^m\i4l<^A^afm^te .
3 Apremebenemioicaisimmosmc.^
4:JiiD^' miiX' dd.dQnm '^ sddkto^^* *
nglle ». J , , i . ^
40 toWEMkCdStbl
Dhiietto , e \o stputo de le ccoseile fioscct
abbesognava , che ve Pavissevo sentuta
CO le cciantelle , e co le ffbmiacchece % t-
ftO M* eflillo' sftlkntS de Vavk ve^tuta
rnnina , che tucco se troccolept quanno*
parta * e se fa .eerie resatelle jeneche jet<«
teehe pe ppati' ommo isso perii . Avarris**
sevo saputo aceossl V autre cantune no$t^<
ebe ss6 cchidamiche de lo^pippoa iForw
^la • Eeco' li' eapovienee
T MiitXXoa tb mare f nata na scarola'
Li turchi se tin fbtano 4 tressette.
% Lamia Si^nara' i guappa\ e cignb
spuru ,
- Jlf&ro' i" pit mfnent si mme' move
guerra . ^
J Tttfre /o ssanno ca so sjpo/etattf ;
0'gniino<, cKe srguardh la mogliera*-
4' 5^ tu sapiste cKcllb cat s:ac€ io ♦
ife mme fkrrisu Actio cHe mmefaje.
Vuje, si tHrunlilfb' fltib , site a^grazeato^e
ifte' ficite Tidete sempe cMt bolite -; ma
cicrte bote vuje non vorrite , e nnuje rc-
dimmo porzt^; cdmfne Vt ottal^eiie qtianno
ftce^ dkitft chiBe- ifiette*
A-
10) TEi^Accm^*
Jtsci , ftscM y Sole ,
Sttifent€ mftratore
CHt vale ptstttocUnto ;
z'
% tcrevite ca &ta auiioae serrera ad #^
£6mpagnaf It (ut4 ^role • Non aaccio ehe
aarole e scaroia «iaa;e mte contanno > e
se ve4e projl^rio ca site Napoletano dePiv*
^lia • La rtfraft uoste^ so Ja taraotdla r 9
nee st^ na canzona 9 cbc aa canta da xS»
lo manao & muimo 1 t accoaunenza ao*
cossi . ' V.
Q2/4011* 0Hdtd$» hlha Hi iofe sorH
I.a canzoncalfaiL
fescci fes€9 sHi iStannidkr( nd «ai^
knta ) mperatore se canta da li peccaiil^
Ir senta abbailo t.quaniitf^^.male tiempo »
e i^ aria sti litroyolau .. £ ciema^ ailbe
canzoncelle se cancauo da li giiagliqa^
aenza le lieu carUe. AccossI quaiiQO Tt^
dooo na matmta* .ea&tano^ pmak .
Ie4ce ^ ;esce corna . o. .
^S
I •• ^ ^^
4» iAytfh:im^f^m9(i
SL &l addorme. lo^ pede » cantano^
k
ft •■
Scaaseeta ped^: .
Sii vedeno uno^ .ca^ R iu^ifift. rmu<r. » lao^
• I . ...
■ ■ -^ . ■' * . . > ' »
Kmsfy; smssacmah fikr
5ca{{tf/o ' vlnnc fec9ttt: e or. : *
f E^ quatttO'* pazzerao^ ^ - ' teneno ' na'xaiicQiutt
•piAi ogQQ faziia^ Itoro v: Si. (ivmo^ la^ idea t^
. <
Quank-h notte se^ nne ^ene ,
]^4^ tit* fl^fdi:S$mWlitU. i9iia^
i
St: jocauo a scarreca vamle.^. a. a, t|mme.
tumme, tonupai oaQ^ano ,
Scarreca: la. vwa rr
Hifipirikino 9 ^
fa* Iftj GramnMMIu il. ip Pitweoario. , ^c
«ieat!aMtra^c€.^e^4a k, Itjogn^i oo^ta;^ ( oo-
q\^af Qlin^^^pa^rif nQO' 4^^ \^. Qi^lcitti) ^ nuosto
1
-
I '
I
SCOM-
'4k MKs ftkffktemai
Seo DtPE TU R.A..
Ora Stntetillo mio j;Mitton€enQe pa^
itWdi paleHa a ie eesm* ootcer e- no ire
fegliate coUera «i aggto patziato' eottrop*
Ifo confedenxia : mo nee V6 , nte ayite
corpa Vttje; pocea si ve stissavo alagra^
do VQosm r aon pegikissevo la nzirrik
comm* a eriatura « io y' avarrta respeuato*
• basate \t fnmwe ; pocca lassaimo Ie
ppazzi^f n'ommo cchid ad^otto « 8pere««
%^6 9 e a|[graaeatO d^ yaje fien sr txo^
va ; Ma' chr se cdrca co li pecceriile %
cacato %t w%t* Se to fease pare vuosto ^
ve darria bO' cpnsiigliD t xoi' scioglite %t
accademmia db IV ammtce d^ la patiia ;
pocca' ponno^ dl- fuofio migro* fame ^
sonna * e po* vfijtf avite paura , ciie tot-
iiassero a lo' munno V accademniece sgar-
gtatet e io aggio paQra^ die so* tomate
gift > e aongo sii qitatc^ ^cademmece
viioftte I che no nee. vedeho proteia* N&at-
to V'banno' fatto stampft no lH>ro ^ ch' h
na aciaveca , e ace so unt'arrure db static
pa 9 e d' ortc^rafia $ che si non se cano<«
scessero Ie pperaone- « potarriamo di ca
eciaano contraficite fo- stifo de E)onno Nu-
ftio Galeou t nee reftnnite poco de k>
buosto<« e ve scostate poco da Io nnam-^
lala*. Scale ve booito r aUecordaceye ct si-
te^
' \ •■ :^:V£iiMA€€llfO';' • ^ ' If
tt cmm^ V f iftettite ^diziQ,4«« si no V|
site qpjftSMtO'a.mdefe co sta ckdieta , agf*
giatece pacienzia; Me so spremuto quan*-
to aggio {»otitt<>.4 majo 6|:iis<^ m' addo*
no V ca non^kfngo tamo J^iffbuo , q^tn^
to she Y- S.i Si quarc^ bota .so gbiu'-
to pe jre celled , « y* aggio sceccato ^
sion qre^ite ca'v* aggio vomto iHs^dere lo
cespetto 9 pocca vtrje sarrite ^i^)^ lo ma^.
stb mio t e da scdlatielio ^osto craje
faccio dicere ca se )>raibesc||^to libretieU
lo J pe tme Tetmere cchii!^ ^Issaie ^ comon^
avite fane vde co loMkLKITOhA.-
POLETANO.
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