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Full text of "Della origine e della patria di Cristoforo Colombo : libri tre di Don Giambattista Spotorno"

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• • • 



I22364M 



600022354M 



DELLA 
ORIGINE E DELLA PATRIA 

D 1 

CRISTOFORO COLOMBO, 

LIBHI TRÉ 

Ì)l DON GUMBATTIStA StOTOBWO 

BARNABITA 

Viriua ùiteniVit sfite ulta coateatioite votumiUi 
ClCER. <>. Acad. lib. I. 




GENOVA i8i9 

trtsso Andria frugoni Stampatore-Libiajò 
Con Permissione 

J2./0. /. S/. 



PnoÈMiói 



JLie càntere ^Ae ìtmIó iruito si levano ira gii 
Eruditi intórno alla Patria degli uomini iiloHrii 
si cogliono riguardare come un tributo i che i po^ 
poli colti intendono offerire alla memòria di quégli 
spiriti maravigliósi , i quali pengono pure taipoUd 
ad illustrare la terrai E quanto è maggiore la gUH 
ria del Personàggio ; per cui altri contende^ si là 
contesa sarà naturalmente più ostinata , e più id^ 
va. Chi è che non sappia la gara di quelle sette 
Città greche per la culla di Omero? Ed €cco nel^ 
t Italia una gara somigliante saprà là patria di 
Cristo/orò Colombo^ che nella schiena de' più chiari 
Naifigatori si gode di quella^ g^ria, che iti ^iiélld 
de' Poeti vieti conceduta àSk^^&meriì*'^ Or io son de* 
liberato di esaminare inl^keiia. Operetta^ quél sia 
là vera Pàtria delV immdfiàlÌi:diseopritoré del huch 
co Mondo. So bene che 'niotio ne è stato scritto 
da molti eraditi Italiani; ma non perciò è toUà là 
facoltà di trovare nuovi urgomenti^ di pórre i ^ià 
iròvàtt in luce migUore^ è analmente di procedere 



•^ 



/ 



4 

con ordine più stretto^ e pia spedito alta ricerca) 
ed alla cognizione del vero. E già la somma del 
mio discorso è cosi fatta : Tutti li Storici gravi 
( lib. L ) tutti li monumenti sìnceri ( lib* 11^ ) rico^ 
noscono per Genovese il Colombo ; dunque egli e 
Genovese* Istorici gravi chiamo quelli che scris- 
iSero nelF età del Colombo , o negli anni che suc" 
cedettero ad essa immediatamente^ quando viveva* 
ho tuttavia i JigliuoUy e i nipoti dell' Eroe* Degli 
Scrittori pia remoti di tempo, sono alcuni di gra^ 
ve testimonianza, o perchè pieni di dottrina, e di 
prudenza; ovvero perchè le cose del Colombo esa-' 
minarono con peculiare attenzione tali sono il P. 
Mqffei, il Leibnizio , il Puffendorjioy il Solerzano, 
il Robertson, il P* Charlevoix, il Muratori, l'Amo-* 
retti, ed il Mugnos. Sinceri stimerò que' documenti 
ne^ quali la parte contraria non può notare di/et-- 
io di legittimità* Né mi varrò punto delle scritture 
che a taluna delle parti (benché fosse poco ra* 
gionevolmente ) sembrarono fahe , o sospette difaU 
sita; come il Codicillo della Biblioteca Corsini, il 
testamento del i497^ ^ simili. Con ciò saranno recise 
molte no Jose questioni. Ancora , nella serie delle 
testimonianze non citerò i libri rifiutati dagli Av- 
versar) , come sarebbe la storia di Ferdinando Co^ 
lojnbo, secondo la ristampa di Girolamo Bordoni, e 
gli Annali esattissimi del grande Agostino Giustinia-^ 
ni, I libri per me citati, io gli riscontrai nelle Bi^ 



hltoteehe di GenoiHij Firenze, Bologna, Modenai 
Livorno j e Chiavari , oltre a molti che mi furono 
cortesemente somministratt^- dagli amici. E niente 
di meno si troveranno alcuni pochi , e che poco 
rilevano^ riportati su la fede altrui^ giacché non om- 
nia possumus oranes: ma ogìii volta che ciò mi av-^ 
venga ne fò subito avvisato il lettore^ Per tal guisa 
trovandosi il mio libro appoggiato a testimonianze 
riconosciute come autentiche da tutte le parti con* 
tendenti ne potremo ricavare una conclusione^ non 
dirò geometrica, che V evidenza ideila geometrid 
non ha luogo nelle cose morali , ma tale che ad 
essa niuno potrà negare quella approvazione^ con*-* 
ceduta da prima ai documenti , donde verrà con 
naturai discorso de dottai (i) 

Ma io non ho voluto così riposarmi nella con^ 
seguenza del mio ragionare che dimenticassi di ri-^ 
spondere ( lib. JJL ) alle ragioni , ed opposizioni 
degli Avversar}; nel che fare , ho voluto che la 
sola , e fredda ragione venisse a combattere per 
t antica , e mai sempre continuata sentenza de' Gè* 
novesi. Ed essendomi imbattuto nelle mie lunghe 
ricerche in alcune testimonianze favorevoli alla 
opinione contraria, e non ancora avvertite , le ho 
poste nella schiera delle altre già citate dagl'Av-^ 



{*) "^' Amoretti parla del Colombo y e lo riconosce Genovese , nel^ 
la iotroduxionc a' viaggi del Piga/etta illustrati e stampati in 
Milano^ 



6 
i^rsàìjy nceioedhè la causa sia disiiUsià iji tutte le 
sue pnrti cùh siheerità degna della Cristiana Ji^ 
losqfia y e la verità si rifaccia di nuoòa luce^ e pc» 
ne tri più vincamente nelf intelletto de* giudiziosi 
Lettori* Che questo fu sempre ^ ed è t unico ogget- 
to delle mie fatiche^ la ricerea del veroi Né m.i 
sono però si strettamente attenuto alla questione 
della Patria, che non abbia nel tèmpo isiésso il-- 
lustrati alami altri punti della idta di Cristoforo 
fino ad ora stranamente confusi^ o al tutto dimen- 
tièati. E parfni che non dovrei essere tenuto per 
àxidace se portassi fiducia , che la vita dèli* Eroe 
potrà scriversi esattamente^ da chi nvrà céhsidè^ 
rato questo mio librok 



■ I • 



" " ■' ' ' ' ' ' * .. i .i . J ■ ■HI I < > F 



DELLA 

ORIGINE E DELLA PATRIA 

D I 

CRISTOFORO COLOMBO 

HMRO PRIMO. 



GAP. L 

Delle varie opinioni intorno alla Patria del Colombo» 
E si determina lo stato della questione. 



T 



rattandosi clelF origine e della Patria di aK 
cun segnalato personaggio y tosto si presentano tre- 
panti^ de^ quali si vuol fare diligente ricerca. Il pri* 
omo riguarda T origine de' suoi predecessori^ o sia ì\ 
naturai domicilio degli avoli. Il secondo è sopra la: 
nazione, o popolo , cui appartiene conforme alla ra-* 
gione civile. Finalmente si cerca quale sia precisa- 
mente il luogo della nascita^ Serva d' esempio il Som*^ 
mo Pontefice Sisto IV. che fiorì, come il Colombo» 
nel sec. XV. Non si negò mai eh' ei fosse di nazione^ 
Genovese; ma si è disputato se Y origine de' suoi mag^ 
glori si debba cercare nel Piemonte, dove fu già una 
famiglia Rovere; e se ei i^^nisse alla luce in S&YQiia» 



\ 

\ 



8 LlBKOPKlMO* 

Il in Àlkisola y ovvero in Celle y clie sono due terra 
presso Savona. 

E quantunque gli uomini sentano gran desiderio 
4i sapere per T appunto , quale sia la terra che die 
i natali ad un uomo illustre^ nondimeno questo è il 
punto che meno importa alla sopima della ques- 
tione. Chi vorrà togliere Virgilio a Mantova , ben- 
ichè Bietola e Bande contendano per la gloria del 
cantore di Enea ? Properzio è deir Umbria; sebbene 
a][cune terre di questa provipcis^ si sforzano di ra- 
pirlo a Bevagna. Annibal Caro è Marchiano; o egli na- 
scesse in Civitanova, o nella villa di S. Maringallo, 
come pretende il Castelvetro. E tali questioni che 
insorgono tra le diverse terre di uno stesso popolo, 
O nazione, per i natali degli uomini illustri, non fan- 
no prova che ne sia ignota la patria , ma servono a 
mostrarne con sicurezza la patria civile. Giulio Pog-! 
giano, illustre letterato Lombardo del Sec. XVI. fu 
sempre tenuto per Noi> arese , sebbene incerto fosso, 
^* ei Venisse alla luce più in Novara, che in Suna, o. 
ih Arona, terre del Novarese. E veramente questi tre 
luoghi non avrebbono disputato del Poggiano, se n^oii 
fossero stati mo^'almerite persuasi, cV egli era Nova- 
rese. Venne al fiue il famoso Girolamo Lagoraavsiuì 
Genovese, e provò che Suna è la patria vera di quefc 
P elegante scrittore, siccome aveva già scritto Mons. 
Kascapè Barnabita, (i) Adunque se l'Oviedo, il Puf- 
fendorfio, il Robertson, e il Muratori, scrivono essere 
Oenoi^ese il discopri tor delV America senza voler 
Recidere che nascesse anzi in Nervi che in Cogoleto, 
non si può dedurne, che riguardassero come incerta 
^a patria di lui; ma si dee fav uso di una opportuna 
distinzione: è incerto (presap, i citati Aut. ) il luoga 

tóWA*.??SoÌ2i*>i.SV,'i*^sU ^pÌ8ipl2B ^toratio^es. voi, ii.Koma! i/Spin /^.> 



I 

CAPfTOtO PKIIIIO. ^ 

preciso della nascita; è certo il popolo 5 «TTero na«' 
sione, cui appartiene (i). Ihfatti ammettendo per qq 
istante che il Col. sia Monferrino, se tra' pochi , e^ 
ignobili scrittori favorevoli alle pretensioni del Mon- 
ferrato, fossero alcuni > che Stabilissero la nascita del- 
l' Eroe in Cnccaro , ed altri in Conzano, non avreb- 
bero i Mdnferrini piena ragione di sdegnarsi contra 
qualuncpie pretendesse da tal diversità cosi conclu- 
dere: dunque è incerto se il Col. sia MonFerrìno ? 
£ però i dotti Inglesi compilatori della storia uni** 
versale, avendo a parlar del Colombo ( Terre Austr, 
sez. VII. ) né sostenendo la natura delF opera le mi- 
nate discussioni, scrissero che V Eroe è Genovese , e 
che poco importa il decidere se in questo luogo, anzi 
che in quello , sortisse i natali. 

Il punto principale nella questione della patria ^ 
consiste nel trovare di qual popolo, o nazione, altri 
sia cittadino secondo il prescritto delle leggi civili. 
Le quali dichiarano, che la prole ha per patria quel 
luogo, dove il padre aveva stabilito il domicilio o/iz- 
nio permanendiy come ha Giustiniano , seguito dal 
moderno cod. civ. de' Francesi, ovvero perseverando 
rum eorum /amiliis in dieta domicilio cuni suppor-^ 
tatione onerunt , secondo che prescrivono le leggi 
della Rep. di Genova, del iSSg. (2) Quindi il Maf* 
fei non volle registrare tra' letterati Veronesi Giu- 
seppe Scaligero, perchè Giulio suo padre generollo 
in Francia, dappoiché si era già stabilito in quel re^ 
gno animo permanendo. Ed in contrario , con ogni 
ragione i Bolognesi si pregiano di Giampietro Zanotti, 
Lenché nato in Parigi di donna Francese, e di padre 
ascrìtto alla cittadinanza Francese; perché questi non 
—■I . i li ^ 

(i) Con ciò si rispo,ade al Campi, il quale oppone a Genovesi la vo<;et 

die correva esser nato Crisi, in altro luogo c/ie in Getifovc^ 
{i) F^anzone , Face. i8.. 



)0 tifilo paiMO* 

ET^vii Spetto il pe«;5Ìegiro. 4i ricondarsi alla patria. Si- 
wUoBL^i^t^ $avJL. Ge^Qvea^ ìX Coloi^bo, si^ il pa<lre abi-» 
lava, 1)^1 (^m^vesatQ^ cou c^PJiniQ di py^rseyeraje a gqix-> 
dwrvÀ i $UQÌ gioirai- iVdimqu^ quegli scrittori , che 
viconjpjsf^^il^ pei? GeiiQyfst il Colombo^ ma lanno di-> 
scemdi^re i ^i<oi predecessori da Fiaceiua^ o da Cuc-f 
«aro ( cocne VO^iie^lo; il Be^^one^ e Moi^. della Chiesa) 
fj^on ^engoioa perciò a rapire al genovesato il Colombo. 

Qijiestb principio fu p&olto saviamente stabilito daI-> 
le leggi» e dal conseo^ de' letterati; lyipercioccUè le 
orìgini delle famiglie essendo per lo più oscure ^ ed 
incerte^ e trovandosi gli uomini soggetti a molte tras-» 
migrazioni, qual confusione non sorgeirebbe nel? or- 
dine civile ^ se la patria si dovesse cercar neir origi- 
ne ? Qual dritto può avere sopra di noi la terra ab- 
bandonata da' nostri maggiori ? Le notizie di queste 
cose convengono agli eruditi, e molti lumi sommini- 
strano alla storia : ma non hanno che fare con la 
^[uestioBe precisa della patria. Se uno dimanda la 
patria de' I^ucbi di Qttajano nel regno di Napoli , 
sentirà rispondersi , che sono Napoletani. Un anti- 
quario può aggiungervi, che vengono da un ramo > 
che si spiccò , già sono varj secoli, della stirpe glo- 
riosa de' Medici. La famiglia Cibo che oltre i molti 
prinoipi dati ^alla Lunigiana, die pure alla Chiesa il 
Fontef. Innocenzo Vili, è riconosciuta , senza con-» 
irasto, come Genovese. Ciò basta a chi ne cerca la 
Spatria. Se poi venisse anticamente di Grecia , è ri- 
cerca propria degli Eruditi, La famiglia Maffei pas-> 
tó di Bologna a Verona ; la Guarini da Verona a 
Ferrara, £ nondimeno y né Bologna pretende Sci-* 
pione Maffei; né Verona Batista Guarini. 

E già stabiliti questi princip} y discendiamo a nu- 
merare le diverse opinioni, che corrono iu torno aU 
la patria dell' Erqe^ 



tjSk fìAv^A i ài coloro, f;h« lo vog^ono Genoyeie. E 
quamtiaique neno^ divisi da> molti pareri rìj[uardo «1 
luogo preciso della nascita, egli è facile dimostrai^y 
che tatti vengcopio ia sostania nei sentimento mede* 
^mo. I diversi k^oghi contendenti sono, Genova, Ne** 
vi, Qnint^, BogliascQ, Cpgoleto, All>isoU« Savona ^ 
Q^eglia,^ e Chiavari. In, Quii^to abitava V avolo dii 
Cristoforo. Bogliasco e Ne^vi sono vicinissimi a Qnin^p 
to , ed a Terraroasa; d^ quesV ultima villa sono orì-^ 
ginarj i Colombo. In Cpgcdeto era una famiglia di Co* 
lombOi^ parenti delT Eroe. Domenico abitò colla fa- 
miglia ip S^LVona molti anni. Il Salinero pensa che 
Albisola pretenda l'Eroe, per la vicinanna di Savona- 
Ma io rifletto che il confino contro i territorj di Al- 
bisola, e di Savona non» fu stabilito definitivamento 
che neir anno i533 nel qual si decretò che il rusceU 
lo de' Bruciati servisse di limite, onde in appresso, 
fu chiamato , e chiamasi , il rio del terme, (i) Ri- 
guardo al governo spirituale, durò la confusione an-v 
Cora un secolo: di che vennero discordie in buon nu«r 
mero. Finalmente verso il i6oa si formò in Albiso- 
la una nuova Parrochia , che abbraccia tutte quello 
abitazioni, che da prima si trovavano soggette alla 
Cura dì S. Agostino di Savona: cosi cessarono le con^ 
tese; e la nuova Chiesa fu inalzata sotto il titolo di 
S. Maria della concordia. Potè dunque il Padro 
delPEroe abitare per alcun tempo in quella parte 
de' sobborghi dì Savona, che pochi anni appresso fo, 
usegnata , o restituita al comuno di Albisola. I^ 



(() Presso ni detto msctllo in %m niiiro sopra la via reale vi ha questa 
iscrizione «colpita In nuirmo, — i^i Riviu hic Reckponti n^uncupatu^ 
J[aooe territoriùm a fiaibas Àrbisole in quibn^ Bnixatorun^ TÌUa con* 
tmeuir prone osque in mare d^oit littore incJnso distinguit ideo 6r 
pales termini fx Beipnblice Genuensiuip jtissu sui» tameii juribiui 
iUesis ibidem aflàxi sunt anno MBXXXIII die nona jaouarii. — Proli!% 
tUmeuie iti deo le^^e^t J^^tfepofUi, 



\2 LIBROPRIMO. 

^retcnsione^di OnegUa , e di Chiavari non ha testi- 
monianza né di antichi scrittori ^ né di monumenti 
einceri, 

1/ opinione degli scrittori favorevoli a Piacenza , è 
distinta in quattro varietà. Secondo alcuni, Cristoforo 
discendeva da' Pellestrello ^ antica e nohile famiglia 
Piacentina. Il poeta Marinoni parla in maniera da 
far credere, eh* ei volesse attribuire lo scopritore del- 
l' America alla nohile famiglia Colombo, che da set- 
te secoli almeno fiorisce in Piacenza. Ma queste due 
opinioni sono rifintate da'Piacentini medesimi. Il Cam- 
pi, ed il Poggiali pretendono che Y Eroe nascesse in 
Pradello nella Valle di Nura sul Piacentino da una 
oscura famiglia Colombo. Finalmente il Tirahoschv 
nella prima edizione della sua storia Letter. giudicò 
che r Eroe fosse Genovese, ma oriuado da Pradello. 

Non son mancati parecchj scrittori, che hanno vo- 
luto rapire il Colombo al Genovesato per darlo a 
Cuccaro Castello del Monferrato , già posseduto in 
feudo da' Signori Colombo antica e nobile famiglia 
Monferrina, Questi autori divisi sono in tre partiti. 
Il Donesmondi dice che V Eroe nacque nel Castello 
di Cuccaro. Mons. della Chiesa , e P avvocato Ter- 
raneo tengono opinione che i suoi passati discendes- 
sero dal Monferrato, L' Alghisi e il Rosasco non osa<* 
no decidere, 

A queste opinioni , già fatte pubbliche con le 
stampe debbo aggiungerne un' altra ; ed è quella de* 
nobili Signori Colombo di Modena, i quali, secondo, 
una incerta fama, discendono dal ceppo medesimo 
onde nacque il discopritore dell'America; di che non 
danno alcun cenno né il Vedriani , né il Muratori , 
né il Tiraboschi. E non pertanto trovandomi l'anno 
1818. in Modena, feci pregare, per mezzo di un eru- 
dito mio amico ^ la Signora Vedova Colombo^ nata 



* Capitolo PRIMO. l$ 

MàxtliesA Meuafoglj , acciò vedesse y se nelF architio 
domestico fosse alcun documento^ che potesse dar In^ 
me a questa volgar tradizione. La rispósta fu , cli« 
nulla si era potuto trovare. Ma un ingegno vago dì 
scherzi potrehbe cògli argomenti stessi addotti in fa« 
ture del Monferrato^ difendere che il Colombo è Mch 
donese^ I difensori di Cuccaro così là discorrono t gli 
scrittori favorevoli a Genova sono o parziali, o i^ùO^ 
ranti; la fama de' genovesi é falsa, i monumenti furono 
mal letti , e male interpretati. Molti autori lion dico- 
no quale sia la patria del Col. IX Ferdinando afferma j 
che i suoi maggiori erano Lombai*di: pare, che Lombardi 
i quali trafficavano nella marina della Liguria prendes-' 
sere ne' pae»i remoti il nome di Genovesi. Nel Monfer* 
rato è uda famiglia Colombo e sef queista non può nioS-' 
trare la filiazione di Cristoforo co' registri della fami- 
glia, con rogiti de' Notaj, con autorità di autori con*-' 
temporanei può confermarla coli la fama; e Y autorità 
di un testimonio giurato Mouferrino^ più vale che tutti 
gli storici. Finalmente i Genovesi non eressero alcun 
monumento al Colombo. Chi non vede che questo 
raziocinio meglio si adatta a' Signori Colombo di Mo- 
dena, che a' Bàroiri dì Cuccaro ? Diranno che i Mon- 
ferrini presentano un albero genealogico^ Ma le boi" 
teghe che vendono il fumo delle genealogie sono 
Aperte tuttora , come dice il Cancellieri. Per conse- 
guenza , se gli argomenti de' Signori di Cuccaro pos- 
sono valere pel Monferrato, vagliono ancora per 
Modena; anzi pure calzano egregiamente a Piacenza, 
che è città di Lombardia, ed ha una antica fami- 
glia Colombo rammentata da .Ferdinando nella sto- 
ria dell'Eroe suo Padre, (i) 



^^^^,„j^^,^j,^i^^,^„tmmmmmm.méam^a'>mmi^m^^^ém 



(0 La disseri, cap. X, 89. suppoueudo con grave errore, die i CoTom- 
bo di Piacenza vengano da* Gol. di Cuccaro cosi ragiona. I Col. pia-^ 
cantini sono un ramo del ceppo Monferrino. Ma Ferdinand* 
) C»i« di Piacenza^ Ihiii<}iie GristcrtV è MpafenrìiBO' ( 



Ì4 ilBliO l»KtlÌO. 

I^o ^fin^ìM bnevte» e noti inutile di^ressùmè > in^ 
tomo ali* serie del mio mgionameìitò. Io mi pro^ 
póngo di provare iil qàestà Openetta che Cristc^oro 
Colombo e OenooBst per origihey per patria , e per 
mtsdtai cioè Aato in Genoira , di padre cittadino di 
Genova \ e 'da famiglia Genovese , di nazione y e di 
•rigine. Con che paimi di avere stabilito lo statò 
della questione chiaramente e precisamente; Passia^ 
Itoo dunque alle provei 



èS^ERV AZIONE. 

Le testimonianze degli Scrittori vengono pe^ì' Ino 
divise in tre classi. I. dé^ contemporanei al Colombo 
Il dc^ quasi contemporanei ^ cioè di coloro che scris- 
sero innanzi al i583. vuol dire vìvendo tuttavia i fi- 
gliuoli ed i nipoti/ deir Eroe; e prima che il deside- 
rio di ottenere una grande eredità conx)mpesse la 
tradizione e la storia < III. Degli Scrìttoti che fiori- 
rono dal i583 al 1819. Nella prima classe sono più 
diligente nel collocare gli Scrittori secondo V ordine 
migliore, e ne illustro ancora le testimonianze con 
alcuna osservazione ; ciò meritando gli autori contem- 
poranei 5 perchè giudici della contesa. Nella seconda 
Jjrocufo tener le traccie seguite nella prima. Ma nel- 
a terza non mi fu possibile coUodire gli Autori ^ 
èome vorrebbe la ragione de' tempi; perciochè soprav- 
venendo sempre nuove testimonianze ^ avrei dovuto 
ad ogni istante ricopiare il mio scritto ; cosa nojo- 
dsisima, e forse pure in parte inutile. Inutile dico, 
j[>érohè de^ molti libri pubblicati dopò il i583 non 
é da fare grandissimo coDìto riguardo alla presente 
gestione. Né vorrei perciò che altri mi ripigliasse 
-ptt tal fatica; esseodo che se le testimonianze più 



ì^cenii non tutte aggìafageUo pesfo alla nostra sen-^ 
tenza^ gioTano non pertanto a dimostrare il maravi-^ 
glioso cuMentimeiìto àè' letterati 4i tntti i ÉèiBoìi n 
di tutte le nazioni. Era poi necessario imitare la di- 
ligenza degli Avversar] 9 chd Bindiosàmente raccolsero 
le autorità 9 quante riuscì lor di trovare^ le quali^ 
bencliè poclie ^ è di pitcitol fnOttitntO , ci Vengono de- 
scritte dal Cancellieri (§• VII) come una gran /olla 
di testimonj autorevoli e senza eccezione. Noi non 
Siam tisi di amplificare le ^osé mostre ; onde ci ri-^ 
stringet«mt) à dìt^ che ad ognuno degli Scrittoti citati 
tacila Disseti, possiamo tontrappo^mé àlmétfo ^5 àuto^ 
f-evioU in vterb te senza eccetiòne. Se già non fosse 
ehe air erudito Sig. Càncell* pariesisei^ò i Claltamuggi > 
i Malabaila ^ e gli Alghisi più autorevoli de' Leibnit2> 
Poffendorf^ Robertson^ Tirabosclii^ e Muratori* 



■*i.# 



té 

e A P. ìi. 

Autori che confermano la eentenza de' Genovési* 



$. U ÀTITOai CONTIMPORANKIi 



..Pi 



ietro Martire d'Anghìera in Lombardia» amico 
liei Colombo y e de' Véspucci , Consigliere di stato 
de' Monarchi Cattolici , uditore neh consiglio dell' In^ 
die, Abate della Giatnaica^ ed il primo che compi- 
lasse la storia delle cose d'America j 'scrive nelF opera 
de rehus oceanicis d. i* 1. i. Christophorus Colonus 
( in margine si legge , aL Columbus ) quidam ligur 
vir. Ed appresso lo dice , homo liguri. Nel lib. i. 
della decade 2. dedicata a Papa Leon X. Christ. 
Culonum Lìgurem^ E nel lib. VII. dee. 2. parlando 
di Vincenzo Agnez Pinzone. Is Christ. Colono Gè- 
nuensi postea Almiranto in prima navigatione fue^ 
rat Comes (i). 

Due cose sono dà notare nel Martire ; I. che a 
tòrto la dissert. lo registra tra quelli Scrittori, che 
il Colombo riconoscono per Ligure , non per Geno- 
vese. Ili Che neir opera del Martire tanto è Ligure 
che Genoi?ese\ onde molto ragionevolmente nella rac- 
colta del Ramusio si voltarono in un Genovese le 
parole da noi citate, homo Ligur* (2)^ 



(x) Ediz. di GertiDO Calenìo. In Colonia 1674. 8. ° insième all' opere 
di Damiano a Goes. Lorenzo Gambara dice che P. Marcire scrisse 
delle uavifazioni del Col. post hlium Columbi et alios. Ma il prima 
libro del Martire ha la data del 1492. ed il figlio di Crist. era nato*' 
nel x4go. 

(2) Anche nella lettera del Martire scritiai del 1493. il Goloirtbo h dettcr 
CoTtì/tufs l.i^ur, £ CanceU. IV 220. "] 



CAPITOLO StCONDO. 1^ 

3. Il Gay. Damiano a Goes Portoghese ^ ambascia-^ 
tore del suo Prìncipe nella Germania, dice nelP ope« 
retta de moribus jEthiopum : 9> Columbus Genuensis> 
^ vir nauticae artis peritus ( pag. 4^5. ) 99 Neir in« 
dice si legge : Columbi Genuensis , àlias Coloni • 
commendano. Il Goes fu , senza dubbio , neir età del 
Colombo y narrandoci egli stesso ( pag. 458. ) d' aver 
trattato familiarmente con gli ambasciatori di Elena 
regina d^ Etiopia mandati a Lisbona nel iSog. 

3. 'Natione Genuensis è detto il Colombo da Bat- 
tista Campofregoso (1) che governò la Rep. di Gè* 
nova dal 1478 ^1 i483. con grand' umanità , giu'*^ 
s tizia y e pace (2). 

4* Antonio Gallo Genovese nella operetta de na^ 
vigatione Columbi stampata dal Muratori ( R. ItaL 
voL XXIIl. ) » Cbristophorus et Bartbolomeus Co- 
y lumbi fratres y Genuse plebeis orti parentibus y ut 
9> qui ex lanificii ( nam textor pater y carminatores 
iì filli aliquando fuerunt ) mercedibus victitarent. yf 

5. Bartolommeo Senarega Genovese, Cancelliere 
della Repubblica ne' commentar] de rebus Genuen^ 
sibus (R. ItaL voi. XXIV. ) y parla sotto Tanno 149^* 
de insulis nuper repertis a Christ, Columbo Gè'* 
nuensi y rammentando pure i due fratelli àeW Eroe , 
Bartholomeum , ac tertium fratrem Jacobum y Ge^ 
nuas orti plebeis parentibus. 

N. B. Il Senarega tratta della scoperta delT Ame- 
rica sotto r anno i49^* perchè in quest' anno Fran- 
cesco Marchesi y e Giovannantonio Grimaldi y tornati 
di Spagna y dove la Repubblica spediti gli aveva come 
Oratori^ ne portarono a Genova sicura notizia (3)* 

(1) De dictis et factis mcmorab. lib. Vili. Cap. XI. Opera dal GesnerQ 
chiamata incomparabile, 

(2) Leandro Alberti , Descr, Italia , $. Genova, 

(3) Rer. Ital. voi. 94. col. 684. 

Colomb. Orig. % 



l8 LIBRO PB.IMO 

Il Cav. Bossi nella vita del Colombo ( annot. i . ) giu- 
dica di molto peso V autorità di questi due genoi^esi 
illustri uomini d' altissima considerazione. £ Lean- 
dro Alberti nella descrizione d^ Italia annovera Fran- 
Cesco Marchese dottore di leggi tra i molti nobili , 
e sollei^ati ingegni che hanno dato /ama alla Città 
di Genova. 

6. Agostino Giustiniani Genovese delP Ord. de' Pre- 
dicatori , Vesc. di Nebbio in Corsica , ed uno dei 
più dotti Prelati cbe onorino il Sec. XVI. in uno 
scolio al Salmo XVIII. del Salterio poliglotto stam- 
pato in Genova nel i5i6. tesse brevemente la vita 
di Cristoforo , cognomento Columbus , patria Ja- 
nuensis y i^ilibus ortus parentibus. La testimonianza 
di un uomo si grande è troppo molesta alla disserta 
perciò vorrebbe mettere il Salterio in contraddizione 
con gli annali castigatissimi di Genova scritti dal 
medesimo Prelato. Ma perciocché la disserta pretende 
che gli Annali fossero interpolati dair Editore y con 
<£ual dritto gli oppone al Salterio stampato sotto gli 
occhi , e nelle case deir Autore ? Il bello è poi che 
gli Annali y quanto è della nostra questione y rendono 
fedelmente in volgare le parole del Salterio : in que- 
sto è scritto : januensis , vilibus ortus parentibus.,. 
moriens autem Columbus haud oblitus est dulcis 
patrice : in quelli ; Genovese , di parenti plebei . . . 
nella morte sua fece come buon patriota. 

7. 8. Il Guicciardini sul fine del libro 2.^, e Ber- 
nardo Segni nel lib. VII. dichiarano Genovese il Co- 
lombo. 

g. Il Bembo lo dice Ligur nel testo latino ; Geno-- 
S^ese nella versione ( Stor. lib. V. ) italiana , che dob- 
biamo allo stesso autore. 

10. Pietro Coppo da Isola (terra nelP Istria ) in 
un Portulano impresso in Venezia nel 1028. Chri-^ 
stofolQ Colombo Zenovese ( Bossi ^ annot. 1. ) 



' CAPITOLO SECONDO. 1^ 

11. Il Signor Avv. Besini di Modena^ che possieda 
una bella raccolta di medaglie , pitture ^ e libri ra<* 
rissììui , mi fece vedere un picciolo volume in 4 stam* 
paio in Milano daJoanne Angelo Scinzenzeler i5i2. 
con questo titolo : A Paesi nuovamente ritrovati ^ et 
novo Mondo da Alberico Vesputio Fiorentino , in- 
titolato : ;=; Il libro IV. di questa raccolta contiene 
le navigazioni di Cristoforo ^ e il capitolo I. del detto 
libro IV. che è r84 cap. della raccolta ( nella stampa 
è notato con errore Lxxxiii ) dopo il titolo ^ Come 
il Re de Spagna armò 1 1 navilii a Colombo :=; cosi 
principia, jy Christophoro Colombo Genovese homo 
» de alta et procera statura rosso j de grande inge- 
ìì gno et faza longa n. 

12. Nella Cronica delle vite de'' Pontefici et Im-- 
paratori Romani composta per M, Francesco Pe^ 
trarca ( cosi allora credevano ) stampata con alcune 
giunte in Venezia per Jacopo de' Pinci da Lecco iSo/. 
in 4*^ l^gg^si alla pag. 88. ?; Fu ancora da questi Re 
( Ferdinando e Isabella ) mandato Cristoforo Co- 
lombo Corsale di Nazione Genovese a cercare nove 
terre in mare j^. 

i3. Il dì primo luglio del i5o8. fu condotta al 
suo compimento in Milano la ristampa delle naviga- 
zioni del Colombo , del Cadamosto ^ e del Vespucci 
trasportate di volgare in latino dal P. Don Arcan- 
gelo Madrignano da Caravaggio Monaco Cistcrciense. 
1 viaggi di Cristoforo cominciano al cap. 84 con le 
parole seguenti : Itaqtie Christophorus natione ita- 
licusy patria genuensis gente Columba. Questa rela- 
zione , scritta da un compagno dell' Eroe , fu simil- 
mente ristampata nel noous Orbis , in Parigi per Gio-» 
I Vanni Petit nel i532. e in Basilica del Grineo nel 
i555. Il Bossi cita un'altra edizione del no.ms Or^ 
his fatta nel i6i6. da Baldassarre Lido , nell«^ ^ale 



2b tìBKÒ t^KlMd 

si Ila una relazione de' viaggi di Cristoforo, che co*- 
mìncia in questo modo : Christophorus natione ita*' 
licusj patria genuensis^ gente Columbus» Ognun vede 
cV essa è simile alìe 3. ristampe qui sopra descritte > 
e da me riscontrate. E nondimeno il Bossi la giu- 
dica d' autor sincrono y ma gli sembra d' altra mano. 

i4* Paolo Giovio negli Elogj fa nascere il Colombo 
Arbisolo ( L Alhisolas ) Ligurias i^ico juxta Sai^o^ 
nam y e conchiude essere degno al tutto y che a Li-- 
guribus • . . luculentissima statua Genuas decoretur. 
Il Domenichi traduce Ligures per Genovesi (i). 

i5. Benedetto Giovio Vescovo di Nocera , nella 
Cronaca del Mondo , scritta in ottava rima , e che 
MS. si conserva in Como , dice similmente , che Co- 
lombo nacque in Arbisolo ( V. il Giorn. di Milano^ 
intit. Il Raccoglitore y Ann. I. fase. V. ) 

16. Gonzalo Ferdinando d'Oviedo, che fu più volte 
in America y e conobbe il Colombo y cosi ne parla 
nella storia delF Indie ( Ramusio y voi. 3. y lib. 2. y 
cap. 2.)» Dicoche Cristoforo Colombo, per quello 
9} che io ne ho inteso da Uomini della sua nazione 
V fu della provincia della Liguria , dov' è Genova 
9> capo. Alcì^jìi dicono di Savona , altri d' un piccolo 
^y villaggio chiamato Nervi , che è due leghe lungi 
^y da Genova , nella riviera di Levante; Ma per più 
yy certo si tiene eh' egli fosse di Cugoreo, luogo pur 
yy presso alla Città di Genova. ?> 

1 7. Gaspare Varrerio Portoghese , nel libro de 
Ophyra regione dedicato al Re di Portogallo nel 
ì55o. afferma, che C. Colombo è Ligure. (Bossi, 
annot. 1. ) 

18. IMelle storie di Ferdinando Colombo si legge 



{^) Ragitti. f. 704; 



CAPITOLO SECONDO. 21 

al cap. XI. elle Bartolommeo fratello dell' Eroe pre- 
sentò ad Arrigo VII. Re d'Inghilterra un suo Map« 
pamondo , ov^ erano scritti li versi che seguono. 

Pro autore , swe pletore. 
Janua cui patrice est nomen , cui Bartolomceus 
Columbus de Terrarubra^ opus edidit istud 
Londonii anno Domini i48o. atque insuper anna 
Octa<JO , decimaque die cum. tertia mensis 
Februarii. Laudes Christo cantentur abunde* 
Il primo verso si dee correggere , secondo il Ra^ 
gion. Janua cui patria est , nomen etc. Il rimanente 
corre bene; ma si vuol cercare non già nel cap. XL 
dov' è molto scorretto ; bensì nelF errata , posta die- 
tro la tavola de' capitoli. Ora sentiamo una riflessione 
di Ferdinando sopra i versi di suo Zio : w E percioc- 
» che avvertirà alcuno , che dice Columbus de Ter- 
ìi rarubruy dico che medesimamente io vidi alcune 
i> sottoscrizioni dell' Ammiraglio prima che acquistasse 
» lo stato , ov'egli si sottoscriveva Columbus de Ter- 
» rarubra. » Qual luogo sìa Terrarossa , e dove si- 
tuato^ veggasi Hb. 2. cap^ 2. §. g. j e il cap. VI. 

ig. D. Ferdinando nelle storie del Padre non con- 
tento di avere stabilito che i suoi maggiori erano di 
mari e di risiere ^ venuti in basso statOy ed occupati 
ne' traffici marittimi ( V. Lìb. II. , cap% 7. , §. 2. ) , 
passa nel cs^p. V, a dichiarare qual fosse la nazione 
di Cristoforo : ?> E perchè non era lontano da Lis- 
» bona , dove sapeva che si ritrovavano molti della- 
5; sua dazione Genoi>ese , pia presto che potò si 
?> trasferì quivi ; dove essendo, conosci tvta da- loro , 
» gli fu fatto tanta cortesia e sì buoua accoglienza , 
» che mise casa in quella città, e tolse mo^lio^. » Ed 
acciocché non si avesse a dubitare del luogo precìsa 
iella nascita, rinfacciando nel cap. 2. a Mons. ^ìiu- 
stmianì molte pretese falsità, prende argomento di 



22 LIBRO PRIMO 

accusarlo v per inconsiderato ^ o parziale e maligno 
ff conterraneo y perciocché parlando egli di una se- 
9> gnalata persona y e che apportò tanto onore alla 

V patria y di cui V istesso Giustiniano si fece cronista y 

V e scrittore delle sue istorie , ancorché i padri de ir 

V Ammiraglio fossero stati persone vili, era più one- 
59 sto ch^egli parlasse della sua origine con quelle 
9y parole y che altri Autori in tal caso usano y dicen- 
yp do, umili loco ec. 99 Qui Ferdinando é accusatore 
pieno di risentimento e caldo sdegno ( dissert. Giun- 
ta IV. ) dhe rivede minutamente, e maliziosamente 
ogni menomo che dello scolio , in cui V autor del 
Salterio parlò di Cristoforo, e pretende discoprirvi 
14 falsità : ma riguardo alla nazione ed alla patria , 
ei la sente col Giustiniani ; e da ciò trae nuovo mo- 
tivo di accusarlo , e vilipenderlo , come ingrato con- 
terraneo, intento ad avvilire i natali di un uomo, 
che apportò segnalato onore alla Patria. Qual testi- 
monianza più chiara , più solenne di questa ? 

20. Nella raccolta del Ramusio (o Rannusio) so- 
no riportate a carte /^iS* voi. 1., queste parole di 
Sebastiano Cabotto : v Morì il padre ( di Sebastiano ) 
in quel tempo, che venne nuova che il Signor Don 
Crist. Colombo Genovese avea scoperta la costa deir 
Indie , e se ne parlava grandemente per tutta la corte 
del Re Enrico VII. che allora regnava . . . Per il che 
ini nacque un desiderio grande , anzi un ardor nel 
core di voler far ancor io qualche cosa segnalata ec. 5^ 

21. Il citato Giambatista Ramusio, uomo di sin- 
goiar diligenza e dottrina nelle cose delle navigazio- ^ 
ni (iJ dedicando al gran Fracastoro il voi. terzo della 
Raccolta si esprìme in tal modo riguardo al Colombo : 



(i) V. il lìb. XV. delle lettere dì XIU. Uomini illustri» Venezia per 
Comia da Triuo , i56i, 8. ® 



/ 



CAPITOLO SECONDO. Hi 

if La nobilissima adunque e ricchissima città di Gè-» 
V nova si vanti y e glorj di così eccellente uomo citt 
ìf tadin suo , e mettasi a paragone di qualunque ^Iìtìl 
n città. ì9 Anche nel frontespizio del 3. volume $i 
legge : >* Or. Col. genovese, w E nel voi. 3. face. i. j> 
In Genova ant. e nobil Città d^ Italia nacque C. Col* 
di famiglia popolare. 9^ 

22. Antonio Geraldini d' Ameria nunzio della S^ 
Sede presso i Cattolici Monarchi di Spagna , fu det 
Colonabo amico e protettore si zelante , che per la 
sua morte disperava il navigatore di ottenere dalla 
corte di Spagna il soccorso necessario per tentare il 
nuovo Mondo. Ma il Nunzio aveva un fratello di no- 
me Alessandro , che fu dipoi cappellano di corte , pre* 
cettore della Infanta , ed il primo Vescovo che ap- 
prodasse a S. Domingo ^ essendo morto prima di giun- 
gervi frate Garzia de Padiglia , deir Ordine di S* 
Francesco primo Vescovo di quella grand' isola (i)« 
Ora avvenne che Alessandro si trovasse presente ad 
un consiglio di stato tenuto dalla Reina Isabella per 
esaminare la proposta di Cristoforo. E sentendo che 
si negava per molti, resistenza di un altro emisfero ^ 
fondati specialmente su la dottrina di alcuni antichi 
Scrittori , i quali negarono darsi gli Antipodi , Ales* 
Sandro, sebbene giovinetto, prese cuore di mostrare 
agli Spagnuoli le vanità di quella opinione ; e parlò» 
sì acconciamente, e con sì belle ragioni, che la Regina 
nel congedare i consiglieri , dichiarò sé volere asso- 
lutamente aprire le porte ad un nuovo Mondo- Que- 
sto dotto Prelato compilò un itinerario stampato in 
Roma nel i63i nel quale lasciò scritto, e dovea sa- 
pere ciò che scriveva: v Christ. Colonus, natione 



Vi) Lopez de Gomara , Istor. J/id, cap. 34. 



^4 LIBRO PRIMO 

ó» Italus 9 é Genua Liguriae urbe fuit. 99 ( Cancell. 
face. 63. ) E nel memoriale a Papa Leon X. scrive 
Colonus Ligur ( Cancell. f. 224* ) Dunque ne' tempi 
del Geraldini Genoi^ese e Ligure erano sinonimi. 

23. 99 Un MS. da me veduto nella Bibliot. Cesa- 
ste rea di Vienna ^ int. Historiae navigationis indie» 

$9 lilm III. dice :^ Hic Columbus natione ita- 

99 lus y patria genuensis , honestis parentibus ortus 
» ( lib. 1. part. 1. ) S Ovitdo poi , scrittore anche 
99 esso di que' tempi ecc. 99 Così scrive il cb. Sig. 
March. Ippolito Durazzo (1) nelPElogio del Col. an. 1. 

Questa è la serie degli Scrittori contemporanei al 
Colombo. (2) Le testimonianze del Goes, del Cabotto^ 
della Cronica attribuita al Petrarca , e del Doge Cam- 
pofregoso , non erano ancora notate ; e servono a pro- 
vare vie meglio 9 che la sentenza de' Genovesi più si 
conferma ) secondochè dagH avversar) viene agitata. 
Non ho dato luogo tra' contemporanei ad Uberto Fo- 
glietta, perchè il Tiraboschi vel ripose per un ab- 
baglio di cronologìa. Il Bossi errò similmente nel col- 
locare in questa classe Pietro Bizzarro. Debbo anche 
protestare ) che a me non è venuto di trovar parola 
del Colombo nelle relazioni di Alvise Cadamosto, 
quantunque ne abbia vedute due vecchie stampe in 
cattivo dialetto veneziano , la ristampa italiana del 
Ramusio, e la vemione latina inserita nel Noqus Orbis, 
Egli è citato dal Tiraboschi, dagli Autori del Ragion. 
• del Cav* Bossi ; i quali nondimeno non indicano 



(x) Ediz. del Hubbi. 

(a) Il Tiraboschi cita una raccolta di Davìgazioni stampata io Vicenza 
del 1604. nella qnale Colombo è detto Zenovese, Se questa .raccolta 
è di autore direrso da quello della raccolta Milanese posseduta dal 
Sig. Besiai , conrerrà agglaugcrlo alla serie de' contemporanei. Ma 
non ho potuto vedere la stampa Vicentina , benché la cercarsi nella 
iibi. Estense, 



CAI>tTOLO SECONDO. ^5 

il luogo precìso , né riportano le parole del Veneto 
navigatore. A me forse saranno fuggite ; ma la na-^ 
tara di questa operetta non ricere testimonianze di 
autorità dubbiosa, particolarmente nella serie degli 
Aut. contemporanei. 

Né debbo metter fine a questo paragrafo, senza 
riferire alcune parole delP Editore della Disseti* 
nell'avviso agF imparziali Lettori: » Non mancano 
ai^omenti per credere , cbe quella tradizione stessa 
[ la Genoi^ese ] che ci si oppone , sia nata assai dopo 
Tetà del Colombo, e siasi insensibilmente dilatata, 
non senza industria ed arte di persone interessate, e 
parziali. Inoltre insegna la ragione, non cbe la sana 
crìtica, cbe la tradizione, per quanto favore se le 
voglia accordare , non forma prova , ma sola presun- 
zione ». Io vorrei in prima cbe il dotto Editore 
avesse pubblicati gli argomenti da lui accennati ; per- 
chè l'accusatore è sempre tenuto a provare [i]. Ma 
come si può dir nata assai dopo V età del Colombo 
una tradizione confermata da 2o. e più storici dell' 
età di Cristoforo? E ciò si stampa in una disserta 
cbe non sa citare un solo scrittore prima del 1616? 
Deir interesse dirò brevemente , cbe 1 Signori di Cuc- 
caro sostennero una lite lunghissima innanzi al con- 
siglio dell'Indie per ottenere T eredità del Colombo. 
Infine scrittori parziali non sono il fratello e il figlio 
dell' Eroe , non il Guicciardini , il Segni , il Bembo , 
il Martire , il Geraldini ; non tutti gli altri stranieri 
a Genova descritti nella serie precedente. E la tra- 
dizione confermata da quegli Storici, che potevano, 



£13 Con ragione fitdal Caro ripreso il Castelvetro , ili non sapere » nna 
legge co«i trita, come questa, che '1 carico di provar le propobte • 
o negative o a£rmative che siano , è di quelli ch« 1' adducoa 0. » 
t ipologia 3. 



26 LIBRO PRIMO 

« dovevano sapere il netto delle cose, non forma 
presunzione y ma certezza morale. 



OSSERVAZIONE. 

I difensori di Pradello e di Cuccaro non hanno 
potuto trovare Scrittor contemporaneo, che difenda, 
o rammenti almeno la pretensione da lor sostenuta. 

§. II. SCRITTORI QUASI CONTEMPORAlNfEI. 

Paolo Interiano matematico e storico Genovese nel 
ristretto delle istorie Genovesi stampato in Lucca 
dal Busdrago Tanno i55i. inun grosso volume in 4*^ 
così parla del Colombo. Lib. Vili. >^ E perchè la 
» Repubblica era in alcune altercazioni con Ferdinan- 
99 do Re di Castiglia , e la Reina Isabella venuta , 
99 mandaronsi loro Francesco Marchesio , e Giovau- 
» ^ nantonio Grimaldo per Oratori a comporle : nel 
99 cui ritorno [ i493. ] fu portata la certezza del 
99 glorioso discoprimento della nuova terra occiden- 
» tale fatto per Crist. Colombo Genovese , il cui no- 
99 me fia per essere ai posteri d' eterna venerazione. 
99 Costui [ per non giudicar la materia da essere a 
99 dietro lasciata ] sendo di parenti oscurissimi nato 
99 d'una villa discosta XX. miglia dalla città nostra 
V nella riviera di Ponente , Cogoreo domandata , da- 
99 tosi al navigare , giunse ad esser guida , o sia pi- 
» loto delle navi , che nelF Oceano si travagliano ; e 
99 con la destrezza solo delT ingegno [comecché poco 
99 li Iterato fosse ] et esperienza eh' egli dall' altezza 
99 del sole e del polo in quelle navigazioni avea, 



CAPITOLO SECONDO. 27 

n venne ec. 99 L'opera deirinteriano è dedicata al 
Doge, ed a' Governatori della lìepuhLlìca. 

2. Pietro Bizzarro da Sasso/errato , nella sua no- 
bilissima Senatus Populique Genuensis rerum domi 
forisque gestarum hisìoria impressa magnificamente 
in Anversa nel 1579. ^ dedicata al Doge , al Senato, 
e alla RepuLblica, scrive nel lib. XVI. che satis con-' 
staty ut nemini dubium videri debeat ^ Columbum, 
piane obscuris parentihus et locis fuisse natum\ 
cioè di genitori quorum, conditio fuerit tenuis y et 
angusta , e venuto a luce nel vico di Albisola , non 
ita longe a Savona distans. 

3. Alvaro Gomes dì Toledo nella vita del Card. 
Ximenes, lib. 2. 99 Chrìst. Columbi Genuensis solerti 
^ industria incogniti orbis notitia ad reges nostros 
99 aliata fuerat. 99 

4- Francesco Lopez di Gomara nella Istoria delF 
Indie [1] cap. i4- *> Era Cristofaro Colombo natu* 
» rale di Cugoreo, o come alcuni vogliono di Nervi 
V villa di Genova. Discendeva , secondo alcnni dico- 
^ no, dalli Pellestrelli di Piacenza di Lombardia: 
^ principiò di piccolo ad esser marina] o. 99 £ nel 
^ cap. 23. lo dice assolutamente Genovese* 

5. Niccolò Monardes medico di Siviglia nel proe- 
mio alla istoria dei semplici , aromati , et altre cose 
che vengono portate dall' Indie Occidentali , cosi 
rammenta il Colombo, stando alla traduzione di An« 
nibale Briganti medico di Chieti . 99 NelP anno l49^ 
furono i nostri Spagnuoli guidati da Don Crist. Co^ 
lombo Genovese a discoprire V Indie occidentali. » Si 
Osservi che la dedica del Briganti al Mendoza li a la 
data del mese di aprile i385. ed all'opera sono ag- 



[1] Tradoz. del Craraliz. Teaez. iSGo. t>. * 



28 LIBRO PRIMO 

giunte le annotazioni di Carlo Clusio Fiammingo già 
prima stampate : dal che si viene in chiaro che V opera 
fu pubblicata nelF idioma Spagnuolo innanzi al i583. 

6. Gilberto Genebrardo Parigino nella Cronologia 
stampata in Parigi nel i58o ; nomina sotto T anno 
1492. Christ. Columbum Genuensem. 

7. Genuensis è detto dal Glareano nella geografia 
impressa in Parigi del i55i. (i). 

8. Geronimo Zurìta storico del Regno di Aragona^ 
parlando della scoperta deir America nel Voi. V. , 
lib. 1. , cap. i3. ediz. di Saragozza 1610. così del 
Colombo ragiona : ^9 Merecio la gloria de tan grande 
yf hecho Christ ovai Colon ^ hombre ( come el mismo 
9 dezia ) cuyo trato avia siempre sido por la mar y 
9f y de sus antecessores ; de suerte que era estran- 
V gero , nacido y criado en pobreza , y de la ribera 
9> de Genoa. 9> La dissert. riconosce il Zurita quale 
storico illustre , e di autorevole testimonianza. La 
lode è giustissima (2) specialmente per la diligenza 
che usò nel visitare gli Archivj di Aragona e di Si- 
cilia y a lui aperti come a regio storiografo : ma 10 
voglio anzi considerare quelle parole del Colombo da 
lui citate ; il cui traffico e de' suoi maggiori era 
stato sempre per mare. Queste parole vengono da 
una lettera dell* Eroe citata da Ferdinando ( v. 1. 2. 
e. 7. ) Ma il libro di Ferdinando nelP originale Spa- 
gnuolo non fu pubblicato giammai ; nella versione 
Italiana si stampò nel i57i. dove il Zurita fioriva 
innanzi al i55o. Dunque la lettera dì Cristoforo era 
conosciuta dagli Spagnuoli ; e però non è maravi- 
glia , se gli storici di questa nazione tennero sempre 



Ei] V. Co. Naplone, Ragion, del primo Scoprii, Coni, N, M. face. 80. 
a] V. fìianchitii , preF. alla Colt, ulit^ì di P. Vittori, e Lain^illas > 
p. a. f toni. a. , pag, 387. 



CAPITOLO SECONDO. 2g 

in conto di favola la genealogia di Baldessar Colombo 
da Cuccaro. 

g, Giuseppe Moleto nella dedica delle storie di 
Ferdinando a Baliano Pomari Patrizio Genovese y af- 
ferma che il Colombo è onore veramente delV Ita," 
Ha, e spezialmente della patria di f^. S. 

11 Campi ( f. 241* ) ^i cruccia contro di questa 
dedica , perchè mostra passione di far Genovese il 
Colombo 3 ei la vorrebbe favorevole a Pradello : cosi 
non mostrerebbe passione. 

IO* Antonio Doria valoroso capitano Genovese nel 
raro libretto , intitolato : :=3 Compendio delle cose 
di sua notizia , et memoria occorse al Mondo nel 
tempo deir Imp. Carlo V. s3 dice : (1) Cristo/oro 
Colombo Genovese ( face. 7. ) 

11. Nelle Osservazioni di diverse istorie ^ ope- 
retta di Antonio Danti da S« M. in Bagno ^ stam- 
pate in Venezia nel i5yQ in 4-^ dal Boselli , Cri- 
stoforo è detto Genovese. La qual notizia io debbo 
air erudito ?• M. Ignazio Buffa Genovese dell* Or4- 
de* Predicatori. 

12. Lorenzo Gambara Bresciano nella storia del 
Colombo descritta in Versi eroici latini stampati nel 
i58i. riconosce Cristoforo per Ligure sì neir argo- 
mento deir opera, come ancora nel lib. 1. e nel 4* 
e nel Carme 2. della Nautica impresso dietro ai 4» 
libri de navigatione Christ. Columbi, Ma il Ligure 
del Gambara si dovrà interpretare per Monf errino? 
No certo, per due motivi. 1.^ Perchè nel lib. IV. 
parlando di Bartolommeo Fieschi gentiluomo Geno- 



fi] Forse questo Aut. è contemporaneo j percioccTiè nel i532. era capi- 
tano generale delle io. galere del Papa , come egli htc«so raccout* 
[f. 48. ] Forse anche l'Interiano è coiitem]>oraiico : ma uon ha no» 
tizie decisive per 1' epoca della nascita loro. 



i 



5o LIBROPKIMO 

Tese , e compagno delP Eroe , lo dice Fliscum Li^ 
gurein. 2.^ Perrhè il Gambara intorno alla origine 
dell'Eroe addotta la favola de' Pellestrelli, nella de- 
dica dell'opera al Card. Granvella: >> Columbus ori- 
V ginera duxit a Pellestrellis Flacentìnìs, quae familia 
» nobilis est : natus Cugurco , quod castrum est in 
3t territorio Genuensi. w 

i3. In alcuna edizione degli elogj del Giovìo , leg- 
gesi un carme di Giano Vitale sotto all' elogio del 
Colombo : 
»^ Salve non Ligurum modo^ sed decus orbis bonorque 
^9 Nostri sedi , magne Columbe. ?> 

i4« e i5. Uberto Foglietta, insigne storico Ge- 
novese, negli elogj de' Liguri illustri stampati in Ro- 
ma del 1075. Salve Lìi^urum , ac Genuce patrice 
sempiternum decus , Christ. Columbe. Ippolito Ca- 
pilupi Vesc. di Fano ornò quell'elogio di un epigramma 
in Crisi. Columbwn Genuensem, che ba tal prin- 
cipio : 

?? O Ligur Itali jp decus , et lux certa , Columbe» 

Negli Annali di Genova pubblicati dal Foglietta 
Fan. i585. , si fa memoria nel i/.^^. del nuovo mondo 
trovato Tanno precedente a Christ. Col. Genuensi 
cive. 

Si noti come si il Foglietta che il Capilupi pren- 
dono Ligur nel signiQcato di Genovese. 

16. Cristofaro Colombo nativo di Savona dice 
Agostino di Cravaliz dedicando al Card. Saracino 
la traduzione della Cronica del Perù scritta in Ca- 
stigliano da Pietro di Cieca (i). 

17. 20. Gabriele Falloppio (de M. Gali. cap. 1.) 
il Tarcagnota {^Ist. del mondo lib. 21.) Giovannan- 



[x] Venezia. Lorenaini. i56o. 8.® 



'CAPITOLO SECONDO. 3l 

Ionio Magini nella tav. 34- e Tommaso Fazella Dome* 
nicano nella sua celebre storia di Sicilia ( dee. 2* lib. o. 
e. XI. ) > sono tutti e quattro concordi nel riconoscere 
il Colombo per Genovese 

21. Lodovico Dolce nel terminar la vita dì Carlo V. 
impressa dal Giolito nel i55i« rammenta le terre del 
nuovo Mondo trovate dal gran Capitano Colombo 
di nazion Genovese. 

22. L'Ab. Francesco Giuntini filosofo Fiorentino 
ne' commentar] a' cap. 3. e 4* della sfera di Giovanni 
da Sacrobosco ) stampati in Lione nel 1577. ^^"8*^ 
lo dichiara Genuensis [ pag. 221. ] 

23. Jacopo le Moine de Morgues neir operetta de 
Inventione Florida! cbe altro non è che un esatto 
ragguaglio della infelicissima spedizione , la quale i. 
Francesi mandarono nelF America settentrionale Tan- 
no 1565. in cui si trovò pure il Morgues , avendo a 
nominare il Colombo , chiamalo Genuensis italus; 
dove italus è aggiunto , perchè altri non confonda 
genuensis con genevensis [1]. 

24» Nella descrizione d'America , pag. 64» si legge : 
» Primus eam , quod quidem certo conslet, dotexit 
» Christ. Columbus Genuensis , acri admodum , et di- 
5' vino ingenio vir » [2]. 

25. Neir operetta intit. Paralipomena America^ 
si dice Genuensis ; face. 77. [1]. 

26. Girolamo Benzone Milanese, sentendosi vaghezza 
di correre il mondo per vedere nuovi paesi , si parti 
nel i54i- essendo in età di anni 22, e giunto in Ame- 
rica, e dimoratovi per ispazio di anni i4» ritornò 
alla Patria , e descrisse la storia del Mondo nuovo 



[i] America Theodori de Bry , part. II. 
[2] Ibid. part. XII. 



s 



32 LIBROPRIMO 

stampata in Venezia per Francesco Rampazetto i565« 
in 8.^ con dedica delPAut. a Pio IV. Sommo Pon- 
tefice. Lo stile è rozzo, rozze pur sono le figure in- 
tagliate in legno , e le materie sono disposte senz^ or- 
dine ; ma la sincerità delF Autore , e le notizie sin- 
.golari da lui tramandate alla memoria de' Posteri , 
danno all' opera molto credito ; quindi Teodoro de 
Bry la inserì tradotta in latino , ed illustrata con molte 
annotazioni , nella part. IV. dell' America. Di que- 
sta traduzione si è servito il Cav. Bossi nella vita del 
Colombo. Io conservo un esemplare dell' originale , in 
cui a carte 14. il Colombo è detto Genovese ed a 
carte 29. di Cucureo^ villa della Signoria di Ge- 
nova ) ma si aggiugne che i suoi antenati vennero da' 
Fellestrelli di Piacenza. La divisione di questa storia 
in capitoli è opera del traduttore , che al cap. V. 
pose tal titolo : Christ. Columbus Genuensis primus 
Indice Occid. repertor. 

27. Abramo Ortelio nella dichiarazione della ta- 
vola del nuovo Mondo, così nel testo latino stam- 
pato in Anversa , patria dell' Aut. nel ^570. come 
nella versione ital. di Antonio Pigafetta Vicentino, 
pubblicata nella stessa città pochi anni appresso, ri- 
conosce per Genovese il Colombo. 

28. Il Bossi cita in favore de' Genovesi Jacopo 
Bonfadio , celebre annalista della Rep. di Genova. 

29. Chiuda questa parte della serie Tommaso Por- 
cacchi da Castiglione Aretino, che nella descrizione 
delle isole pag. 81. scrive il Colombo essere Geno^ 
vcse. 



CAPITOLO SECONDO. 33 

OSSERVAZIONE. 

Non si trova Sciittor veruno tra quasi contempo» 
Tanti y che faccia menzione di Pradello , o di Cuccaro* 

§• III. AUTORI CHE SCRISSERO DAL l583. al l8l8* 

Fiacemi dar principio a questo §• dalle testimo* 
nianze di molti poeti. Percioccbè , sebbene Y Edi- 
tore della Dissert. abbia gravemente ammonito gli 
uomini di senno a non opporre i Poeti seguaci delle 
opinioni del volgo alla evidenza della Dissert. , tut- 
tavia avendo egli creduto opportuno di ristampare un 
infelice Sonetto di certo Calcamuggi [i] > come sarà 
vietato agli altri di citare un Tasso , un Cbiabrera , 
un Tassoni , e un Baldi ? Veggo tuttavia passar molta 
differenza tra l'autore del Sonetto, ed i Poeti accen- 
nati ; perchè il Calcamuggi prova la nascita di Cristo- 
foro nel castello di Cuccaro co' diplomi augusti di 
Ottone Imp. dati nel q4^. dove il Cantor di Gof- 
fredo^ e il Pindaro italiano non sono adorni di si 
pellegrina erudizione. Pure (la bene ascoltarli y almeno 
come testi monj dell' antica , ed universale sentenza. 

T. Tasso attribuisce la scoperta dell' America ad 
un uomo della Liguria [ e. XV. st. 3i. ] Ma si noti 
che nella Gerusalemme Ligure vai Genovese , tro- 
vandosi in essa Ligure nat^e [e. 19»] e Guglielmo 
il Duce Ligure Signor del Mare , che al campo 
conducea dei legni y e le marittime armi , e i ma* 



[i] Il Sig, Cancell. face. i6t. lasciati da parte il Tasso e il ChiaLrern, 
ristampa pùiffof/o/Z Sonetto del Cii]caniu(;gi. Egli ha ragionf. Il Ta%»Q 
e il Savonese sono coutrarj a Cliccare j il Calcamuggi h l'u.vorcvoIc. 

Colomba Orig. 3 



34 LIBKOPRIMO 

rinari ; cioè il famoso Guglielmo Imtriago , di cui 
parlano gli annali di Genova, Il Tassoni due volte 
chiama Ligure il Colombo ( Oceano, I. 5j. , II. i.) 
Bernardino Baldi nel 4* lil>i*o della IVautica : 

Pura Colomba 
Che ne' liguri monti avrà suo nido. 

Fulvio Testi in una canzone ; 

Del ligustico Eroe derise i vanti 

Italia y allor ch^ ei disse 

Trovarsi ignoto un nuovo mondo. 

Il Mazzoleni che la riporta nel voi. 2. delle Rime 
oneste y aggiunge in una postilla : Cr. Col. Sa\^onese 
ritrovatore dell' America. Madama du Bocage cosi 
da principio alla Colombiade : 

Je chante ce Génois conduit par Uranie-j ed ap- 
presso : O Génesy lieufameux d'où óortit mon Iléros; 

Fieschi né dans vos champs partage ses travaux. 

E continua ad indicarlo colF espressi oiie le génois: 
benché al primo verso avesse posta questa infelice 
annotazione : v Christophe Colomb , suivant V opi- 
« nion commune né à Génes en i44^* selon d' au- 
?i tres en Lombardie de la noble famille de Pellc- 
^ strello. J9 Infelice dico ; perchè ninno disse mai 
che l'Eroe nascesse in Piacenza , e nel \/^2,. (v. iib. i. 
e. 2. ) Un altro poema francese intit. Christophe 
Colomb y ou VAmerique découi^erte y ho veduto nella 
Estense in due tometti in 8.° stampato in Parigi nel 
1773. L* Aut. anonimo^ che avea soggiornato nelF 
America , protesta di seguitare la storia ; e veramente 
&e alcuna volta se ne scosta , non lascia di avvisarne 
i Lettori con breve annotazione. Nel canto I- dice 
del Colombo : 

Il naquit dans les murs de la superbe Génes y 

Dont la gioirti egala les phis beaux jours d'A'- 
thenes. 



/ 

CAPITOLO SECONDO. 35 

E nella nota a <juesto passo spìe^ il soo concetto 
più chiaramente : i9 II n'est pas décide , qne Colomb 
i„ flit natif de la ville de Gènes ; mais il o'est point 
ì) conteste y qu'il était Génob. N'ayant pu faire go&- 
ì) ter son projet dans sa patrie ^ il passa en diversea 
i) cours etc. » Nel canto IV. le digne citoyen , que 
Génes a vu naitre arrira a Genova sa patrie. E 
quasi sempre il poeta scrive , le GéneU. Il Bacine 
nel canto V. della Religione. 

jy Un Génois nous apprend [ cpelle ' etrange non* 
» velie ) 

ìf Qu" au dela de ce monde il est un monde enr 
» core [i]. 

U Ab. Fabrizio Giano Genovese nelle Bime pef 
la incoronazione del Serenissimo Giambatista Cam*, 
hiaso ^ favella 
Del Ligure piloto 

Che deir indiche genti al lido ignoto 
Spinse la prora audace. 
Il Filicaja nelle Rime, pag. 544* 
Al ligure nocchiero , 
Gran continente contra ^^1 ver già parre 
Quella, che pria gli apparve 
Isola ingannatrice [2]. 
n Card. Pallavicino ( V. Ragion, face. 5/. ) , cosi 
di Genova cantava : 

£ r ardir d^ un suo figlio , i prischi segni 
Della terra , e del mar si prese a vile, 
n P. Ubertino Carrara nel Columbus j lib. i. 
Maximus en Ligurum vetitum descendit in csquor. 



[x] Di questo poema abbiamo una bella traduzione in Tersi it«l. del 
Gh. Sig. Ab. Benedetto Saoguineti di Chiavari. 

[a] Intendi l' isola di Cuba , che il Col. nel primo viaggio credette un 
e •ntinente. 




36 lilBKOPRIMO 

Or clii è mai cotesto Ligure ? Vedetelo nelP ulti- 
mo verso del lib. cit. 

India paride tur patriam cui Janua feciu 

Il Chiabrera nelle Sestine in lode di Savona : 
E qual sentier su per T Olimpo ardente 
Al tuo Colombo mai fama rinchiude ? 

E nella vita , cb^ egli di se medesimo scrisse : 9; di- 

V ceva , cV egli seguiva Crist. Colombo suo citta* 
5^ dino [1] ; eh* egli voleva trovar nuovo mondo , o 

V affogare. ì> E nella Orazione al Doge Andrea Spi- 
nola [Voi. V. ediz. Baglioni , in 12. ] annoverando 
gli uomini più famosi dello stato di Genova, vi ag- 
giunge il Combo miracolo della Liguria , cioè del 
Genovesato. Giambatista Ricchieri, patrizio Genovese, 
ed uno de' più celebrati lirici del Sec. XVIIL [2] 
nella canzone al Serenissimo Imperiale mette il 
novello Alcide tra gli Eroi Genovesi. V. anche le 
Rime 5 son. 99. \J Americano Barlow in un Poema 
sopra Colombo ( V. Ragion* face. 53. ) impresso nel 
i8oy. , cioè due anni dopo la stampa della dissert. 
non volle abbandonare la sentenza genovese. E Ce- 
sare Arici nella Pastorizia pubblicata in Brescia nel 
18 14* vuol dire 6 anni dopo la ristampa della disscvt. 

Ne il Ligure nocchier, che primo il regno 
Apri deir onde .... 
Al qual passo notano i Compilatori della Bibliot. 
Ital. 1816. n. 6. 9; Benissimo: la mia mente aspetta 

V di veder che farà quelP ardito Genovese [3] » . Fi- 
nalmente il Bettinelli , citato neir avviso a' lettori 



Ci] Il Cancell. Face. 363. riportando questo detto del Chiabrera , lasci» 
le parole suo cittadino, 

£2] V. Star, letter. ttaL Voi. VIU. , lib. I. , cap. a. ed il P. Ceva nella 
raccolta di Sonetti, 

(3) V. anche la «tessa Bihliat» Maggig i8i8« fa^cc. i6a# 



CAPITOLO SECONDO. 9y 

della dlssert. come favorevole a CuccarO) aveva pri- 
ma sostenuto l'universale opinione e in verso e in 
prosa. Nel Poemetto in lode di Genova : 
• • . • • A questo suol beato ^ 
Donde già surse il vincitor primiero 
Dell'invitto Oceano il gran Colombo. 

E nel Risorgimento d' Italia y cap, VI. n Anto- 
V nio di Noli • • • scoprì V isole di Capo Verde • • . 
?) q[uasi a preludio di quella gloria , che Colombo 
» ottenne a Genova (ij ». E confermalo con la te- 
stimonianza deir erudito P. Charlevoix ( Istor. nuova 
Francia, voi. i. ann. i5o8. ) / Castigliani debbono 
P America a un Genovese (2). 

Che il Colombo sia Genovese , affermano il Rinaldi 
negli Annah Eccles* citando anche un anonimo Spa- 
gnuolo, il P. Giovanni de Bussieres ne' Flosculi hi^ 
storici delibati [3] , Edmondo Purchot nella fisica 
part. 2. sez. 4- il Journal des scavans. (Ann. 1755.) 
Giovanni Astruc nell'opera de'ilf. Ven. lìb. 1., il 
P. Daniello Bartolo nelP uomo di lettere ( part. 2. §. 
Ladroneccio ) , il Voltaire y il Raynal , e Samuele 
Puffendorfio (^) , Giambernardo Veneroso Genovese 
nel Genio Ligure risvegliato ( pag. 61. ediz. i65p.) 
TAb. Grandi nella Istor*, Eccles. ( parte 3. Pont. 
Alessandro VI. e nel sistema del globo terr. tom. 1., 
face. 22. e 340 ] , il continuatore del discorso sopra 
la St. Univ. del Bossuet , Michelangelo Bonotto Do- 
menicano nella Geograjia Storica [ediz. 2.» 1788.]; 
Filippo Cluverio ( Introd. ad Gecgr. §. America. 
£dit. Venet. 1646. ) e Giacinto Gimma Sacerdote di 



(1) Ediz. Venet. 1799. 8. ® 

(2) A' Poeti si aggiungano il Oraziani nel Conquisto di Granata , il 
Cassola, e V Ab. De Benedetti , Rtme face. 6. e il Ponta nella Vaccinia. 



/3) Colonia 1661. ( sotto 1' ann. 1492. ) 
^4) V. il Ra^ou« lave. 66. , 5C. e 67. 



9B LIBRO PKIMO 

i nella Idea della ItaL Letter. voi. 2. , càp. 4o. 
dove rigetta il discorso del Campi come inutile sforzo 
d'ingegno : si sforzò di provarlo. 

Geronimo Conestaggio Gentiluomo Genovese , nella 
celebre istoria di Portogallo , di cui abbiamo anche 
una traduzione latina nella Hispania dello Scotti, 
parla nel i • libro de* paesi occidentali y che a nome 
dei He di Cartiglia trovò Cr. Col. Genovese. L'opera 
fu composta in Portogallo intorno al i584« Al Co* 
nestaggio si aggiunga il De»Marini , nell' op« più volte 
impressa , ìnt* Genua. , sect. x. §. 7. 

Non -molti anni avanti al Conestaggio , Giampie- 
tro Maffei , Prof, di Lettere umane in Genova , e 
Segretario di quella Repubblica , e poi Gesuita , chia- 
mato dal Re di Portogallo , scriveva la bella storia 
dell'Indie impressa nel i588. é volgarizzata dal Sei> 
donati. In essa il Colombo vien chiamato Ligur dal 
Maffei, Genovese dal traduttore. 

Genovese lo dicono due Siciliani , cioè Niccolò 
Stizzia (i) nella brevissima Historia Regum Sicilicey 
e Giuseppe Bonfiglio e Costanzo nel lib. I. part» 2. 
Sior. di Sicilia. 

Marinaro Genovese è detto il Colombo da Sci- 
pione Ammirato. Lib. xi. , disc. 4- sopra Cornelio 
Tacito ; e Genovese semplicemente , lib. xvi. , disc. i. 
Le approvazioni di quest'opera portano la data del i584- 

Niccolò M. Pallavicino della Comp. di G. nella 
Difesa del Pontificato Rom. voi. 3. face. 3oo. 5^ Quel 
poeta CU Chiabrera ) compatriotto del primo sco- 
w pritore del nuovo Mondo, potè gentilmente can-» 
» tare di quegli ( vorrà dire colui ) che penetrò colà 
» con la navigazione : 



(i) Maubl, MisccUati, Balut, Voi. x. 



CAPITOLO 8 KG ONDO. 5q 

Ogni pregio mortai cacciando in foncto ; . 
E finga quanto ei vuol T antico Mondo, ff 

Il Leibnizio ( v. lib. 2. cap. III. ) dice del Co- 
lombo : ille genuensis fama maxunus. 

Il P. Menocchio nelle stuore ( tom. 3. cap. y!^. ) 
ìf Nacque ( il Col. ) nella Liguria ; secondo alcuni 
nella picciola terra di Albizzuola ( cioè Albisola / vi- 
cino a Savona , secondo altri in Cogoreo , terra pure 
vidna alla detta città di Savona. Nella sua gioventù 
attese all' arte Qiarinaresca. v 

Il continuatore del Fleury Io fa nascere in uno 
petit bourg proclie Génes ( Li v. 1 1 6. ) 

Natione Ligur , ex vico Arbix€(lo prope Saonam y 
leggesi negli Annali del Mondo deji P. Filippo Brie- 
zio ( ann. 1492* ) 

Cittadino della nostra Liguria , è detto nel di'- 
spaccio dell'erudito Domenico Antonio Gandolfo Ago^ 
stiniano di Ventimiglia, nella lett. 24 scritta a Lo- 
renzo Fiescbi Arclvesc. di Avignone in data del i68g. 

Nati/ de Génes ( Martineau du Plessis , Nouv* 
Géogr. ) ; Genovese ( Met. per istud. la Geogr. ri- 
fatto dal Langlet §. America ) natio del Doininia 
de' Genovesi (^Ist. Mond. Chevreaux lib. 9. e. i. }; 
da Arbizola^ ( note del Museo del Co. Lodov. Mo- 
scardo f^eron. lib. 3. e. 86 ) 5 Ligur. ( Seth. Cal- 
visio chronol. edit. IV. i65o. ; ; Genovese ( Notti 
Seriche , cap. 4- > 1JI>* V. ) 5 Januensis ( Chron.^ Min. 
Gener. Ord. Prcedic. cap. XV. V. Hibernia Dominic. 
di Mons. Tomm. de Burgo , cap. V. ) 

Federico Federici illustre antiquario Genovese (3) 
in una operetta , che ha per titolo : z=z Carta .... e» 
que se rifieren algunas memorias de la Rep. de Ge- 



(0 Murator. R. Ital. voi. 24. praef. ad Senareg. 



4o LIBRO PRIMO 

nova =: stampata in Lisbona nel iGSg. 99 Pero soLre 
» todos lo» mas illustres generales y Almirantes , es 
9> illustrissima la memoria de très sennalados cuida- 
9> danos nuestros, Christoval Colon , Andres Doria, 
y y el Marquez Spinola, ^y Cito la trad. Spagnuola, 
perchè non lio veduto Y originale italiano. 

Il Petavio nel Rationarium temporuruy jy patria 

V genuensis. yy 

Giovanni Ogilby cosmografo del Re d' Inghilterra : 
yy Colombo era nato nel Dominio Genovese, yy ( V. 
Ragion, pag. 57. ) 

Per compiacere agli amatori de' Dizionarj citerò 

Y Advocat , anche dopo le illustrazioni , che vi aggiuor 
fiero i tre eruditi ilostri Lugo , Origlia , e Zaccheri 5 
il picc. dizion. degli Uomini illustri impresso dal Re- 
xnondini ; il Moreri , la Martiniere , Y Enciclopedia 5 
Carlo Stefano nella pregevolissima edizione arricchita 
coUe giunte deir inglese Llodio ( art. America ) 5 Ge- 
remia Collier inglese ( art. Amer. ) ; e il GazzetU 
Americano , stamp. di Livorno nella Introd. 

Raffaele Soprani Genovese die luogo al Colombo 
tra gli Scrittori Liguri , perchè w scrisse una lettera 
yy circa V isole da lui ritrovate , che da Alessandro 
yy Cosco dell' idioma Spagnuolo fu portata nel latino^ 
yy e data alle stampe nel i493« '^ 

Il Cav. Bossi cita la descrizione delle Indie Oc^ 
cidentali di Pietro Ordogno de Cevallos , che fioriva 
sul principio del Sec. XVII. , nella quel descrizione 
si legge : Crist. CoL Genovese. 

Antonio Chiusole Tirolese {Mondo ant. mod. e nov. 
§. America ) 5 V. A. Formaleoni ( Stor. Mar Nero , 
cap. 20. j Vincenzio Martinelli di Monte Catini {^Stor* 
Inghilt. an. 1492 ) ; il P. Graveson nella Stor. Eccl. 
ed il Becchetti ( Stor. ult. IV. sec. lib. XII. ) dicono 
espressamente Genovese. 



CAPITOLO SECONDO. 4* 

Jacopo Gori da Senalunga ( terra del Sanese ) nella 
Storia di Chiusi y ann. i/^^2. ?a Fanno detto a di 
3. d'Agosto, Crist. Colombo Genovese partì di Spa* 
gna. a 

Crist. Col. Genovese , si legge similmente nella 
Cosmo greifia ( part. IV. ) di Gianlorenzo d' Anania , 
scrit. del regno di Napoli sul cadere del secolo XVI. [i] 

Guido Panciroli da Reggio nella Raccolta breve 
i alcune cose più segnalate ch'ebbero gli antichi j 
e £ alcune altre trovate da' moderni , opera compo- 
sta d' ordine di Carlo Emmanuele Principe di Pie- 
monte , ed a lui già Duca di Savoja dedicata con let- 
tera scritta da Torino [ ediz. Veneta. Giunti 1612. 
4* ] > riconosce per Genovese il Colombo ( lib. 2. , 
cap. 1. ) 

Giovanni Arrigo Alstedm Tedesco nella Enciclo- 
pedia , lib, XVIII. , p. 3. , cap, IV. §. I. ^9 Primum hic 
ì) { nelV j4mer. ) glaciem fregit Christ. Columbus, 
» alias Columnus , Genuensis. 99 Appresso nel §• 3. 
Christ. Col. Ligur. (Ediz. Lione 1669. ) 

Tommaso Bozio da Gubbio de signis Ecclesice 
lib. 4* e. 3. (ediz. 1591.): Christ. Columbus na-- 
tiòne Genuensis. 

Urbano Vili. neW elogio eh* ei volle comporre in 
lode del Chiabrera : Magni concivis cemulus . . . no- 
vos orbes poeticos invenìt (2). 

Neil' opera del Sig. Domenico Franzone sono citati 
gli Aut. seguenti ; Gherardo Giov. Vossio de natura 
^rtium , che scrive Genuensis ; Paolo Aresi Vesc. 
di Tortona nella impresa 52. che lo chiama Geno-- 
vese ; come pure il Tuano lib. 1., il Propinomio isto^ 

(i) Questo Scrittore dee collocarsi nel S* H* tra gli Aatori quasi con- 
temporanei. 

(2) Vita del Chiabr. premessa alle opere di questo A ut. , ediz. Venez. 
Oeremia e Bagliom. 



42 LIBRO I^RIMO 

rico geografico poetico , ed iin Viaggiatore moderno 
cap. 4* Di Cogoleto lo dicono Chaudon, F. A. De- 
laudine , il Dizionario Geografico, e il Dizionario Iste- 
rico compilato da una società di letterati francesi. Fi- 
nalmente il Marmol ne V Afrique L ix. lo dice Gè- 
nois [i]. 

Nel nuovo Dizionario poetico ed {storico di Fran- 
cesco Rozzi (Napoli 1785.)- Christ. Colombo Gè- 
novese. 

Nella Enciclopedia de^ fanciulli del Masson y volu- 
me quarto ( Milano i8i2. ) si legge : Savona ere- 
desi palria del Colombo. Ma nella parte che tratta 
delP America e scritto il nome della «lazioue^ Ge^ 
no ve se. 

Nella Geografia del Guthrie, secondo T edizione 
corretta in Milano nel 18 IO. Cristofaro Colombo è 
Genovese d'origine; ed Amerigo Vespucci pretese 
di >isurpargii la scoperta della terra ferma. Nelle ta- 
vole cronologie/le degli uomiui più illustri d' Italia 
aggiunte alla geografia , si dice risolutamente Genova 
esser patria di Cristoforo. Ora , essendo V edizione 
Milanese del Guthrie pubblicata due anni dopo la ri- 
stampa della dissert, pare, che le parole genovese 
di origine , e Genova patria del CoL sieno state col- 
locate in quel libro, onde premunire i giovani ita- 
liani contro alla pretensione di Cuccavo. 

L' Ab. Saverio Lampillas [2] lo dice immortale Ge- 
novese , nato nella riviera di Genova . . • • venne a 
presentare alla sua patria il progetto ec. 

Il P. Cbarlevoix nella erudita istoria di S. Domin- 
go , lib. I. nota V equivoco di chi volle confondere il 
Colombo co* Pellestrelli 5 accenna sulP autorità dell' 



(1) Vera patria di Clir. ColomÌM iacc. 121. , 45. e 44. 
(:»; Sa^ó^o t.eiL. Spaga. pari. 2., t. x.3 pag. a53. e zb^. 



CAPITOLO SECONDO. 4^ 

Herrera non essere mancato chi pretese le /aire de^ 
scendre des anciens Seigneurs de Cucaro ; m% Io 
Storico francese dichiara che ses ancétres ne soni pas 
eormus ; e che la Rep. de Génes , dont il était né 
sujet , fu la premiare puissance a laquelle il pro'^ 
posa san prò jet ; e però suole indicarlo con la es- 
pressione Génois , le pilote Génois* Ma perchè sem- 
bra destino che del Colombo non si possa scrivere 
seaza alcun grave errore y non lascia di alFermare il 
P. Charlevoix , che D. Ferdipando s'en tieni au sen- 
timent de ceux , qui font venir sa f amili e de Plai^ 
sance ; la qnal sent/snza è perfettamente contraria alla 
storia di Ferdinando f V. lib. i. e. 2.) 

Il Busching nella introduzione alla geografia della 
Spagna , dice che il Col. era uomo oscuro , e che 
progettò la scoperta del N. M. a Genova sua patria* 

In alcune edizioni del Panvinio volgarizzato , si af* 
ferma che un Genovese trovasse un altro Mondo 
(vita Innoc. Vili. ) ; ma tali parole non si trovano 
nel testo delF Aut. e mancano similmente ia qualche 
ristampa volgare 5 come ih quella del Vecchi , Vene- 
zia 161 1. 

Il Maltehrun nel Sommario della Geografia uni-* 
versale (Parigi 1810.) chiama il Colombo navigator 
Genovese (lib. 17.J e Vimmortal Genovese» (lib. 22.) 

Nel Ragion» face. 53. sono citati a favore di Ge- 
nova gli annali d'america dell' Holmes stampati nel 
i8o5. e il disegno di una storia degli stati Euro^ 
pei pubblicato da un Tedesco nel 1793. 

Il Supelveda dice che il N. M. fu scoperto duce 
Christ. Colono Ligure ( Ragion, face. 69. ) 

Neir America di Teodoro de Bry si vedono al- 
cuni piccioli ritratti del Colombo , intorno a' quali 
è scritto Chr. Col. Gcnuensis e nella prefazione alla 
parte V. ve n* ha uno in forma più grande ^ [ ed è 



■é 



44 LIBRO PRIMO 

quello appunto fatto nuovamente intagliare dal Bossi] 
con le parole seguenti : Chr. Col. Ligur , Indiarum 
prim. iìii^entor. A. 1492* Quale sia in questo luogo 
il significato del \ oc. Ligur. è dichiarato dalF Editore 
con le parole che seguono : 9> In superiore libro. •• 
V dictum , est eas terras Chr. ' GoL Genuensis indus- 
^ tria • • . . repertas fuisse '> [i]. 

Nella Storia generale deViaggi pubblicata dal Pre- 
vòt [ voi. xvxxx. lib. X. ] si legge : un Génois nommé 
Chr. Colomb. ed appresso [ face. ly. ] in luogo di scri- 
vere del Colombo , è scritto du Génois. Similmente : 
» Il crut devoir la preference à sa patrie; mais les 
99 Génois , refroidis pour les voyages de mer , par 
9> le tort que les decouvertes des Fortugais causaient 
ì> à leur commerce , rejetterent ses propositions com- 
?; me des fables. w Aggiunge V Editore che i Geno- 
vesi si vergognavano dipoi , di avere perduta si bella 
occasione. Ed ecco il motivo , perchè gli Storici Ge- 
novesi contemporanei al Colombo tacquero questa cir- 
costanza , che fu però conservata dagli Scrittori strir 
uieri. Anche il Giovio [2] non sapea tollerare y che 
i Genovesi , che nelle imprese navali cunctas nationes 
anteirent , avesser perduta V occasione ingentis pa- 
randi nominis. 

Nella Magliabechiana vidi già un' opera di dae 
volumi in foglio , intit. De jure Indiarum , scritta 
da Giovanni De Solerzano Pereira innanzi al 1628. 
come si rileva dalle approvazioni de'Censori, che hanno 
la data del 28. Ora, supponendo che T Autore fosse 
intorno ai 4o. anni , allorché pose termine a quel fa- 
ticoso lavoro, ed essendosi terminata la lite nel i6o8« 
ognuno ben vede che il Pereira poteva sapere assai 



(i) V. anche il Cahcell. aell' indice, toc Rami del Colombe, 
(2} Aagioa. face. 6g. 



CAPITOLO SECONDO. 4^ 

|»eiie a ragione di età la sentenza del Supremo Con- 
siglio dell' Indie , e come Spagnuolo y e dottò Leggi-*- 
sta, e scrittore del gius delP America non poteva, • 
aon doveva ignorarla. Egli dà incominciamento alP o* 
pera sua con esporre le notizie storiche dell' Indie ; 
B trattando ( Lib. !• , cap. V. ) dello scopritor dell' 
America , in tal maniera si esprime : v Prima igitur 
9 tantae detectionis laus omnium consensu Christ. Co- 
lf lono ( si ve , ut alii vocant y Colombo ) debetur. Hic 
» natione Ligur, si ve Genuensis, ex vico Nervii , non 
99 magnx fortuna sed acris ingenii fuìt. 99 Vedete 
precisione dell' erudito Spagnuolo : Colon , e Colom- 
bo ; Ligure , ossia Genovese , del territorio di Nervi 
( presso al quale giace Quinto ) ^ di piccolo stato ; ma 
di vivo ingegno. Non dirò cosa lontana dal vero , af- 
fermando questo essere il primo Scrittore ( non Ge- 
novese ) cbe parlasse della origine e della patria del 
Colombo^ senza cadere in errore. 

Neil' opera intit. s j> Creacion , antiguidad y pri- 
9f vìlegios de los titulos de Castilla por el D. D. 
» Joseph Bemi y Català 99 , libro stampato verso la 
metà del sec. XVIIL leggesi a face. 194* sotto il ti- 
tolo : Duque de Veraguas Marqués de la Xamaica: 
ìt El primero C Duque ) fue Don Diego Colon, se- 
» gundo Almirante mayor de las Indias ec. excelsa 
» familia de mucho merito, oriunda de Genova. Un 
magnifico esemplare di quest' opera si conserva in Ge- 
Pova nella Biblioteca Berio. 

Nella breve ma giudiziosa description d'Italie stam- 
pata l'anno 1668 in 12 da M. du Val geografo regio, 
Colombo è detto Génois. 

Genovese è pur detto dal Becattini nel compendio 
universale di scientifiche cognizioni. Voi. 1. 

Anche il Salmon , ove tratta di Genova, dice Ge- 
novese il Colombo. 



46 LIBRO PRIVO. 

Genovese lo dice il dotto P. Gio: Battista Paure 
Gesuita ( Sloi\ Letter. Ital. VoL VI. , lib.3*, e. 2.) 

Genovese è chiamato dal Vallemont nella CronO'* 
logia. 

£ si pure dal Baudrand nelle giunte al Lessic$ 
geografico del Ferrari , §. America. 

Giambatista Comiani ne^ Secoli della letteratura 
JtaL tom. 3. ( stamp. nel i8q5. j art. ig. annot. [a]; 
dice parergli in ora accertato , che Cristofaro fosse 
non solo d'origine^ ma ancora di nascita Genovese. 

11 Blanchard nel Plutarco della Gioventù^ che tra* 
dotto in nostra lingua si pubblicava nel i8i^. in Pra- 
to^ riconosce qual Genovese il Colombo. 

Nel ragguaglio della legazione spedita dagli Olan- 
desi al Can de' Tartari nel Sec. XVII., pubblicato 
da Giovanni Nieuhovio , si dice che V America fu di- 
scoperta per Chr. Col. Genuensem. 

Giambatista Alberti Ch. R. Somasco [ij , Agostino 
Monti (2) , e Giacomo Picconi [3] tutti e tre Scrit- 
tori Savonesi , riconoscono per Savonese il Colombo. 

Giulio Salinero lo dice Genovese , educato in Sa- 
vona (Adnot., ad Corn. Tacit.) 

Il Robertson nella Storia d' America lib. 2. cosi 
scrive : » Cr. Colombo suddito della Repubblica di 
Genova ... I suoi primi viaggi furono a que' porli 
del Mediterraneo , che frequentavano i Genovesi suoi 
compatrioti .... Presentò adunque il suo progetto al 
Senato di Genova, e facendo della sua patria il più 
tenero oggetto del suo servizio , si offrì ec. w Questo 
cel. Storico usò della espressione suddito della il«- 
pubb. di Genova , perchè non sapeva con certezza U 



(i) Veli* Appjcir. Mad. Sav. lib. 2. cap. XII. Eliz. iGv-i. 

(a) Mem. di Savona , part. I. ano. 1492. p. II. aegli Elogj de* SaToncii. 

(3) Storia Appar. K. S. di Savona , c«p. i.. 



CAPITOLO SECONDO. 47 

luogo della nascita delFEroe fi. e. )• L'Autore delle 
Rwoluzioni d'Italia (Hb. LVIII.) disse chiaramen- 
te : 79 L' amor della Patria ha tanta forza sui petti u- 
mani , che . • • • il Colombo e il Vespucci avrebbero 
fatto per Genova e per Firenze tutto quello che fe- 
cero per i Re di Castiglia. >> Tuttavia Iralascierò que- 
sto Autoi*e , perchè il Denina, cui si attribuisce l'o- 
pera delle Rivoluzioni j par che mutasse opinione [i> 
Così egli vuol essere collocato , come il T. Foresti , 
tra gli Scrittori di autorità incerta. 

Il Casoni negli Annali di Genova, TAndres, il 
Tiraboschi , il Muratori ( Annal. 1492. ) , il March. 
Durazzo nelV elogio di Cristoforo , gli Autori del iter- 
gion. e il Sig. Domenico Franzone , tutti inconoscono 
la verità della sentenza de' Genovesi. 

L'anno 1811. fu intagliato in Livorno un ritratto 
del Colombo , sotto al quale vedesi una breve notizia 
della vita di lui, e si riconosce Genovese. 

Gli Autori Inglesi della Storia Universale ( sez. VII. 
Tecre Australi ) affermano il Col. essere Genovese; 
e poco o nulla importare che nascesse più in ]\ervi, 
che in Cogoleto. 

Il Mariana nella Storia di Spagna lib. 27 dice ch^ 
il Col. era di Nazione Genovese. Ma parla di lui 
con molti errorii 

(Celestino Ma ssucco delle Scuole pie nelle annota- 
zioni al Giornale dell' assedio di Genova , 1 800. , 
afferma che Cr. Col. nacque in Genova , e fu edu^ 
cato in Savona. 

Il famoso poeta Genovese Giangiacomo Cavalli dice 
nella sua (^ittara Zeneize face. 282. ediz. del 1745. 
in 8.® y che Genova mandò Corombi a discrovì ri 
noeuvi mondi ( Colombi a discoprir li nuovi mondi.) 

* ' — ■ — — ' — -^ 

{1) V. Franzone, face. 41. Disscrt, Giunta. V. Cancell. $• VI, [ 



48 LIBROPRIMO 

L*Ab. Luigi Lanzi dice che i Liguri discopriron* 
il continente Americano 5 e n^ ebbero i Toscani Tonore 
( V. Cancella face. 44- ) 

Il proposto Giannandrea Irico da Trino nel poe- 
metto intit. l'America Settentrionale. (St. 4* e. 7. ) 
Del ligustico mar lascio le sponde . . • 
• . • . . Non curando un van timore 
Il Ligure Colombo il legno spinse 
Pel vietato camino (1). 

Nella Correspondance AstronoTnique ec. y che il 
Ch. Baron de Zach stampa in Genova leggesi un ar- 
ticolo (fase, ottobre 1818) intit. Christophe Co- 
lomb. U Autore di questo articolo difende la senten- 
za genovese ; ed afferma che 99 il ne . reste plus de 
V doute sar la véritable patrie de Chr. Col. v Con 
tali parole chiuderemo noi pure questa lunga serie di 
testimonianze. Ed invero se gli autori contemporanei 
sono di tale autorità , che un dottissimo italiano giunse 
a scrivere , che più vale un coetaneo , che molti po- 
sieriori (2) ; chi vorrà omai più dubitare della sen- 
tenza genovese, che sopra 20. scrittori ci mostra nelF 
età del Colombo ; ed una serie numerosa , e illu- 
stre di autori meno antichi, che la tradizione quasi 
per mano conducono dal i^Q^^ fino al 1818 [3]? 

Io aveva già terminato questo lib. 1., quando mi 
giunse da Roma una lettera dell' erudito P. M. Igna- 
zio Buffa de' Predicatori mio singoiar Amico, nella 



(i) Poetnetti, BaocoVa Torinese , 1797. voi. 5. 

(a) » ^(|uaU anctori , aequis majopeiu , ijuam oeterìs recentìorlbiis seri- 
» ptorìbiis fidem non nabeat? » Zaocar. Dissert. Stor. Eroi. t. 2. ili. 

(3) Cosi abbiamo nresbo a 140. Scrittori tra il i583. e il 1819. Ma quanti 
altri se ne potrebber trovare ? E Forse non mancherà chi vana reputi 
la mia diligenza ; uh io saprei condannare chi tal pensiero t'ormasse. 
Tuttavia son certo che a molti debba riescire gradita ; e vane ra- 
gioni e il consiglio di amici prudenti m' indussero a portar una se- 
rie s\ Innga di Scrittori favorevoli ali' antica senteu/.a. Chiuuv(tie ne 
fosse nojato , ej saiti dal cap.. 2. S* 2. al cap. lU. ; e la uoja è ce£sa.a. 
\ 



CAPITOLO SECONDO* 49 

quale somministra duef haovi' testimonj alla mia serie* 
Ecco le parole della lettera data nel dì 4* febbrajo 
1819* 99 II Dottor Morse Americano nella, sua GeO" 
iì grafia facilitata dice espressamente ' Columbus 
» eoa^ natii^e of Genoa Colombo era nativo di Gè- 
9 nova. I II Dott. Morse è Taut*. della ceh Gazzetta 
» Americana, e della grande geqgrqfia d! America^ 
ìì di cui la geografia facilitata è apjpuiitQ ^n com>T 
y) pendio^ stampata a Boston in America. i8i3.,« •• 
:; Nel gran corridore y o salone della gefìgrufia Uà"/ 
ìf Rea in Vaticano , fatta dipingere a^ tempi di Gre-^ 
:ì gorio XlIIi se non isbaglio ^ nel qu^idcatg che rap* 
9 presenta la Liguria ^ cioè Qenova colle due rii^ie*- 
ì> re, si vede da una parte .'.benissimo dipinto An- 
:> drea Doria ec. dair altra , Colombo parimente si^^ 
n di una nave ; col motto : Columbus Ligur noQ* 
» mundi repertor. ?> Il Signor Cai^cellieri poteva ag- 
giugnere questa pittura a quella fatta . dal. Solimene 
nel palazzo ducale di Genova ( §. ^6. J 



«Mfita 



Colono. Orig. 




5o 

CAV. III. 

Autori fa^orevoU alla pretensione de' Piacentini* 



.1. 



primo Scrittore , lasciando in disparte la 
fftTola de* Pelestrelli, che favorisca Y opinione de' Pia- 
centini, è un Giumbartolommeo. Marinoni, autore di 
un poema sconosciuto al Tiraboschi , ma impresso in 
Viterbo nel i583. Il Campi ne riporta i versi seguenti: 

Cui mecum patria est eadem , generose Columbe^ 
' Cujus avós olim prasclara Placentia misitj 

Antiqua^ florent et ubi vestigia prolis. 

Non so se il Marinoni intenda de* Colombo di Pra- 
dello , o de* nobili Piacentini. Se di questi , come 
parre più verisimile , egli è contrario al Campi , ed 
al Poggiali, Che che sia dì ciò, egli pretende soltanto 
concedere a Piacenza i maggiori dell* Eroe. Cujus 
Avos olim misit Placentia. 

2. Il Gesuita Antonio Foresti nel Mappamondo 
isterico ( tom. 3 pag. 237 ediz. Parma ) aveva cosi 
scritto : » Crist. Col. Genovese nato in Albizzuola 
?^ ( /. Albisola ) presso a Savona, bravo Astrologo, e 
i9 nocchiero migliore, ^y Ma nell* ediz. di Venezia. 
1694* (Lib. Vili, anno i5o6. ) si trovano queste 
parole ; Mentre molti gravi e accreditati C N. B. ) 
Scrittori ce lo danno per Genovese , altri lo voglio- 
no Piacentino. Io non entrerò a disciorre questo gor- 
dio. Vegga però il Lettore, vago di sapere il netto 
di questa controversia , il discorso istorico del Cam- 
pi , dove con beli' ordine , fedeltà, e chiarezza pone 
gli autori per Tuna parte, e per T altra: poi di pro- 
posito si pone a provare , che il Colombo fu oriondo 
del territorio di Piacenza , in prova di ciò allegando, 
istorici 3 testimonj, scrittori, e rogiti autentici. Le 



CAPITOLO TSR£0« 5i 

^ali aatentiche scritture essendo vere, Come si dee 
sapporre, mostrano ad evidenza la vera patria del 
Colombo essere Piacenza. 9» Non sì vide mai ragionar 
più accorto di questo: se le scritture autentiche sono 
vere , il Campi dimostra ad ei^idenza il suo assunto. 
Ma si dee supporre che sian vere. Dunque si dee 
supporre , che il Campi dimostri ad evidenza. 

Io però domanderei volentieri al Foresti, d'onde 
«abbia attinto quel canone , che le scritture pubblicate 
da un Autore di ninna critica , si debbano suppor 
vere : parrebbe anzi , che si avessero ad esaminare. 
3. Il proposto Poggiali nelle Memorie Storiche di 
Piacenza (voi. Vili. f. 11 5. e 116. j così tratta dei- 
patria di Cristoforo, jf Non accade che io m'inter* 
metta in sì fatta questione , da Critici , e Scrittori 
chiarissimi già più volte trattata con tutto V impe-* 
gno, e V erudizione possibile. Fra questi si distinse 
il nostro Campi che diede alle stampe un lungo di« 
scorso islorico circa la patria, e nascita di esso Co- 
lombo , per cui intende provare , e prova evidente- 
mente j a mio giudizio , averli dato ì natali una ter- 
ricciuola in vai di Nure nel Piacentino, appellata 
Pradello. A fronte di questo discorso , che è una 
forte e sensata dissertazione , a strumenti originali , 
ed altri siffatti Storici documenti appoggiata , scemano 
talmente di peso 1^ autorità, e ragioni di qualsivo- 
glia altra città , o terra pretendente , che lo stesso 
Muratori^ avvezzo per altro a non dir troppo bene 
del Campi , nella prefazione premessa a' Commen- 
tar] delle cose genovesi scritti per Antonio Galli 
[Gallo] autor vivente a tempo del Colombo ed e^ 
pressamente affermante, che questi fu Genovese, do^ 
ìette confessare non pertanto che negligenda non 
mnt quoe P. M. Canipius differuit de patria Co* 

lumbi: hunc enim honorem Placentim tribuendum 

et ipse contenditi 



é 



52 LIBRO PRIMO. 

Questi sono gli Scrittori che difendono la opi- 
nione de' Piacentini, cioè il Marinoni, il Campi i 1 Fo- 
resti, ed il Poggiali. Quest' ultimo cita il Muratori, 
che nella prefazione al Gallo si esprime nella maniera 
seguente : 9f Eodem tempore, quo Columbus^ floruit et 
9f Antonius Gallus: quare auctoritas ejus hac in re 
» non leve pondus habet. Attamen negligenda non 
ff sunt. • • con quel che segue. ?> Ciò disse il Mu- 
xatori assai ponderatamente. Ma il Poggiali non do*^ 
▼èva tacere il giudizio fattone dal Aluratori negli 
Annali che sono come il compendio di tutte le sue 
opere istoriche, specialmente della gran Raccolta 
Rerum Italicarum* Ora V Annalista d' Italia ( anno 
1492 j afferma essere nat^ il Colombo in Genova^ 
o per meglio dire in un villaggio vicino a Genova 
[ altri il fece Savonese ] di genitori plebei , ma 
£ ingegno nobile. Vedete che di Piacenza , o di 
Pradello , non dice parola. E veramente se il Mu- 
ratori giudicò di non lieve pondo la testimonianza 
del Gallo stampato nel voi. 23. dovette poi riputar- 
la gravissima ^trovandola confermata molto ampia- 
xnente dal Senkrega ( voi. 24» ) Storico autorevole , 
e cancelliere dèlia Repubblica. Di poi compilando 
gr annali ebbe a vedere le autorità del Giustiniani , 
del Bembo , del Segni , e sopra tutto del Guicciar- 
dini eh* egli ricopiava in ristretto 5 le quali dimen- 
ticar gli fecero il discorso istorico del Can. Campi. 
Ma non potrebbesi sospettare che le addotte parole, 
fossero una giunta intrusa nel testo dall' editore Fi- 
lippo Argelati ? Certo è che questi nell'indice del 
voi. XXIII* invece di mandare i suoi leggitori al- 
l' operetta del Gallo de navigatione Columbi addita 
loro la prefazione citata. E nel voi. 24» tralascia di 
registrare nelP indice il nome del Colombo. Questa 
nasiera di operare troppo è lontana dalla sincerità 




CAPITOLO TERZO. 53 

che conviene all' isterico. Era poi V Argelati tutto 
acconcio a simil cose ; per le quali si trovò una volta 
per andare prigione ad istanza del March. MafTei , 
se questi contento di averlo efficacemente attento non 
si fosse ritirato dal procedere contro quell astuto 
raggiratore, (i) Ma lasciate le congetture egli è da 
stupire come 1* eruditissimo Poggiali scrìvendo in mol- 
ti, e grossi volumi le memorie di Piacenza dopo 
d' avere spogliati tutti li Storici stampati e MS. ^ 
e gli archivj della Patria, non potesse trovare un solo 
argomento , onde avvalorare il discorso del Campi. 
Cresce lo stupore se ponderiamo , che il Campi ap- 
poggia la sua sentenza ai versi del Marinoni > e al- 
la copia di un documento, di cui protesta non aver 
potuto vedere 1* originale , ed intanto il Foresti , ed 
il Poggiali non temono di affermare, che lo Storico 
Piacentino allega istorici , e strumenti autentici^ e 
originali. 

4- Il P- Riccioli nella Chronologia sostiene Y ori- 
gine deir Eroe dai Pelestrello. E ciò dimostra ci- 
tando parecchj Scrittori , che nulla dicono di tal di- 
scendenza. Ecco dove conduce lo spirito accecato^ dal- 
la passione. 



(i) y. le lettere del Maffei pubblicate nel Catalogo del Creveuna. 



54 

CAP. IV. 

Scrittori /ai^orevoli al Monferrato. 



i. Il P. 



Donesmondi Mantovano nella Storia di 
Jdantova impressa nel i6i6. nel qu«l tempo il Mòn* 
ferrato ubbidiva alla Casa Gontaga , scrive nella par- 
te II. lib. 6. n Cristof. Colombo nato nel Castello 
^ di Cuccaro sul Monferrato [benché molti ìngan-* 
n nati lo scrìvono Genovese] con maraviglioso ar? 
i9 dire ec. jì [Dissert. cap. VII. face. Gc] 

2. Il P« Guido Antonio Malabaila nel Compendio 
istoriale della città d^Asti stampato nel i6i8* as* 
aerisce che Cristoforo è de' Colombo di Cuccaro« 
[della Chiesa y Cor. R. V. qui appresso, n. 4*1 

3. Nella Cronaca di Torino compilata dal Sig. 
della Chiesa nobile di Saluzzo si afferma celebrem 
Columbum non Ligurem , sed Pedemantanum fuisse 
[dissert. face. 58.] 

4* Francesco Agostino Della Chiesa Vescovo di 
Saluzzo nella Cronologìa de' Prelati Piemontesi pub-» 
blicata nel i645. ammette la sentenza medesima. Ma 
nella Corona Reale di Savoja , pubbicata in Cuneo 
nel i655r in due volumi in 4*> '' con maggior cor- 
9 redo d' autorità , e' più diffusamente in questa 
^y stessa sentenza ne ragiona. 99 Cosi ha la dissert. 
cap, VII. Ma il Vesc. di Saluzzo [ Cor, R. Mon- 
ferrato S. Cuccaro"] scrive semplicemente che dal 
Castello di Cuccaro disceso SI DICE Colombo: di 
poi rammenta le carte del Salinero, alle quali cosi 
risponde : w Ma noi crediamo , che quantunque po- 
V tesse essere sta,to cittadino di Savona , ed avere ia 
» quella città la professione marinaresca appresa, 
^ losseco tuttavia i suoi predecessori da' Colombi > 



CAPITOLO QUARTO. 55 

>9 Signori di Cuccare , e non da quelli di Piacenza , 
9> o di Cogoletto [cosi] derivati. Avvalorano il mio 
H dire D. Ferrando suo figliuolo | mentre sentendo 
>» la di lui vita , dice eh' egli era nato di nobili prò* 
»' genitori ; come pure Y autorità dell* Herrera, d' Al* 
» fonso Lopez, e di Guido Antonio Malabaila , i 
» quali concordemente asseriscono essere ;stati i suoi 
V maggiori i Colombi di Cuccaro. Anzi il Lopez 
99 descrivendo la sua genealogia li attribuisce per 
99 stretto parente Gio: Giacomo Colombo Vesc. ti- 
» tolare di Betlemme e per cugino germano Appol* 
» Ionio Colombo con^gnore del medesimo Castello. 99 

5. Alfonso Lopez nel Nobiliari^ de Espana [ques- 
ta è r opera del Lopez citata dal Y^q. di Sabizzo, 
xome si vede neir Indice degli autori stampato nella 

Cor» A.] fé discendere Cristoforo da Lancia Signó- 
re di Cuccaro; ma aggiunse che la. sua patria era 
Albisola presso Savona n«lla Signoria di Genova. 99 
[Rag. f. i5.]. 

6. Bernardo Giustiniani Veneziano nella Istoria 
generale della Monarchia Spagnuola , stampata ^el 
16^4* scrive essere il Colombo, v Cavaliere G^no- 
99 Tese, figliuolo di Domenico Colombo, nipote di 
99 Lanza Colombo, terzo nipote di Ferrano Colom* 
99 Lo del Castello di Cuzaro [^cosf] 99 

7» Girolamo Rosasco Barnabita da Trino nel Mon-* 
ferrato , in una postilla a) nome Colombo nel celebre 
•no Rimario, cosi lasciò scritto: Cristo/oro Genos^e* 
se , o piuttosto Monferrino della terra di Cuccarii 
8. Gio : Bartolommeo Calcamuggi Varzi stampò in 
Alessandria nel i^iS. un sonetto a dir vero noti 
petrarchesco^ diligentemente ristampato netta Giunta 
V. alla dissert. U titolo è scritto , come segue. 

» L' antico Castello di Cuccaro in Monferrato , 
feudo della nobilissima famiglia Colomba , si dichiara 



é 



56 LIBROPRIMO. 

esser Teratnente egli solo patria del grande Ammi- 
raglio Crisi. Col. ritrovatore del mondo nuovo con- 
tro la pretensione di Piacenza, ed altre città d'Ita- 
lia , come consta dalli privilegi di Ottone I. Impe- 
radore Tanno 94o* di Redenzione ec. 99 

Il Sonetto poi, rammentati nuovamente Diplomi 
augusti , e inveterati annali , conchiude con dolente 
ammirazione : 

Ah! che doveva uscir sol per mia sorte 
Dalle antiche mie mura alma si -degna , 
E da un monte di ferro Eroe sì forte, 
g. Giantommaso Terraneo avvocato Torinese tro- 
vato avendo in una carta del 1 igo. nominarsi Gu- 
glielmo Colombo della Rocchetta , appose al docu- 
mento questa annotazione : v Columbi Monferraten- 
t> ses , ex quibus forte celeberrimus ille Columbus 
y> novo orbe conquisito , ut contendit Franciscus no... 
» (sic) Aiigustinus ab Ecclesia in Corona Regali, ubi 
V de Columbis Cuccari Dominis verba facit« » f Mo- 
riuudo , Monum. Aquensia^ part. 2. adnotat. ad do- 
cum. evi.] 

IO. Io ho riserbato T ultimo luogo al P. Fulgenzio 
Alghisi di Casale religioso Agostiniano w che fiori 
» [ dissert. face. 67. e 58.] intorno alla méta del 
» secolo susseguente del i6oo. ^ cioè, come vuoisi 
intendere, intorno al i65o. E lui ho riserbato al- 
l' ultimo luogo ^ perchè io non sono ancora ben certo, 
se rìpor si debba tra gli scrittovi favorevoli , o con- 
trarj alla sentenza di Ciiccaro. Certo dell' Alghisi si 
lagna la dissert. [ cap. IX. face. ^5. ] perchè dove 
tèsse la genealogia de^ Signori Colombo feuiìatarj 
di Cucearo , non tocca né punto wA poco , Baldes- 
sarre essere st€Uo riconosciuto concordemente da 
tutti gli Ai,*versarj suoi come agnato dì Colombo^ 
unni con tal silenzio rende dubbioso cnieslo fatto. 



1 ■. 



CAPITOtO QUARTO. 59 

ia molti errori importanti. Primieramente è falso che 
D* Ferdinando nella vita del Padre dica cV ei nac« 
q[ae di nobili progenitori (y. lib. 2. cap. III.) Falso 
i parimenti che V Herrera avvalori la pretensione di 
Caccaro. L' opera di questo Istorico Spagnuolo ci- 
tata nella tavola degli Autori allegati nella Corona 
A« è la storia deir Indie impresse nel 1601. dove 
V Herrera cosi la discorre (1) >» £ quanto all' ori^ 
« gine , vogliono alcuni che fosse di Piacenza , altri 
» di Cogoleto y e altri de' Signori del Castello di 
» Cuccaro... Ma qual sia la discendenza più certa, 
» nel supremo consìglio delle Indie , ove al presente 
» si litiga, verrà determinato. » Onde la Dissert. 
medesima confessa , cap. VII. che V Herrera nulla 
afferma. [2] 

Io poi non avrei creduto che Mons. Della Chiesa 
avesse a citare T autorità del Malabaila , di cui for- 
ma in pochi tratti ~un 4iero carattere nella stessa Cor. 
R» art. Asti ; avendolo pure giudicato indegno di 
comparire nella tavola degli Autori per lui citati. 
Finalmente il Vesc. di Betlemme che dal Lopez , e 
dal Signor Della Chiesa autore della Cronaca di To« 
rino, è detto della famiglia Colombo , era de' Bolla 
Signori di Ozasio , e cittadini di Chieri , come af- 
ferma il Vesc, di Saluzzo (^Cor. B. §. Chieri J cor- 
legendo tacitamente quello che dietro la scorta del 
Lopez ne aveva già scritto nella Cronologia de' Pre- 
lati Piemontesi. Concludiamo: tutto il corredo della 
eradizione lodato nell' autore della Corona Reale al- 
tro non essere che un tessuto di errori e di sofismi. 



(i) V. Ragion» f«ec. so. 

(s) L' Herrera nuli' aflFerrnm intomo all' orìgine ; ma rigiiardo alla Pa- 
tria esclude risolti temente 1' opinione Monfèrrina; ir Crist. Colombo..* 
nacque nella città dì Genova ; nella aual cosa , e in quest' altra cbe 
il Padre suo eLbs'nome Domenico , fii eoo Fermano tutti quanti scri'^ 
vouo e parlano di lui., ed egU medesimo il vicofiosce. i> 




6o LIBRO PRIMO. 

V. Ma s^ gli errori di Mons. Della Chiesa com- 
muovono a sdegno, la maravigliosa franchezza' del 
Donesmondi ci move a riso : Crisi* Col. nato in 
Cuccaro , benchh molti ingannati lo scrii^ono Gc- 
noi^ese. Ed è primo il Donesmondi a far palese an 
tanto inganno, che già da più d^ un secolo occupava le 
menti di tutti i buoni scrittori? La scoperta da lui fat- 
ta è veramente pellegrina, ma vori'ehbesi alcuna pro- 
va, alcun documento prima di rilegare i Guicciardini , 
i Foglietta, i Bembo, e somiglianti Scrittori nella tur- 
ba meschina degl' ingannati. A questo forse non ebbe 
il pensiero il dotto Signor Avv. Giuseppe Vernazza 
Bar, di Freney il quale si pregia di tenere intomo 
(Dissert. G. X.) alla patria del Colombo una opi- 
nione conforme alle precise parole del Donesmondi 
Le parole di questo Mantovano sono precise y ma 
dove sono le prove ? 

VI. Finalmente , io bramerei che i dotti Autori 
della Dissert. concordassero il testo prezioso del Do- 
nesmondi , coir erudito articolo di Monsignor della 
Chiesa. Questi concede al Monferrato V origine de 
Predecessori di Cristoforo ; né altro pretende ; anzi 
accorda che fosse cittadino di Savona : il Donesmon- 
di lo dice Monferrino di origine , e di nascita. A 
Bernardo Giustiniani potrebbesi domandare , come 
fosse Caoalier Genoi^ese il figlio del Barone di Cuc- 
caro. La Cronaca di Torino , trovando memoria di 
un Giangiacomo Colombo Vesc. titolare dì Betlem- 
me circa V anno i465. il dice fratello di Domenico 
Padre di Cristof Colombo ; n ex quo patet celer- 
brem Columbum ec. w [ Dissert. f. 58 ] Ma qual 
ragionare si è questo : il Vesc, di Betlemme è fra- 
tello di Domenico : dunque lo scopritor delF Ame- 
rica è figliuolo di Domenico ? Prima si dimostri la 
filiazione di Cristoforo da' Signori di Cuccaro 5 ed 



CAPITOLO QUARTO. 6l 

alloìra protremo ammettere V ex quo pateL Ma se 
Rlonsig. Della Chiesa, ritra^ttò il suo errore intorno 
alla famiglia di Giangiacomo y perchè si continua a 
citare F antico abbaglio in una geometrica dimos- 
trazione. ? 



GAP. V. 

Osservazioni critiche sopra la testimonianza 

degli Scrittori. 

V^ual conseguenza si debba dedurre dalla lunga 
serie delle testimonianze qui sopra allegate , piacemi 
lasciarne il giudizio a S. E. il Sig. Co. ^ìapione, 
riportando i principj che egli ha molto saviamente 
stabiliti ne' suoi libri, e facendone T applicazione op- 
portuna al caso presente. 

I. Vuole adunque il Co. Napione cap. Vili, con- 
tro air Algarotti, che lo scrittore diligente non si 
contenti di numerare le autorità , ma si facci a 
pesarle. I Genovesi possono pesarle , e numerarle. 
Se vorremo numerarle troveremo più di 180 scrittori 
che difendono la causa di Genova contro a 12 au- 
tori favorevoli parte a Cuccaro, e parte a Fradello. 
Ma se ci facciamo a pesarle, qual comparazione tra 
un Guicciardini, un Bembo, un Cam])ofregoso, un Se« 
gni un Foglietta con un Malabaila e un Forcst i ? Tra 
un Leibnìzio, un Vossio, un Fuflendorfio, un Pe- 
tavio, colF Alghis! , e con Bernardo Giustiniano ?.. . 
Ma non è da continuare un parallelo troppo ingiu- 
rioso ai più elevati ingegni d' Europa. 

II. Strana cosa pare al dotto Cav. Napione (1. cit.) 




62 L1KE0FEI9 0. 

il pretendere che maggior credemzm prestar si deg^ 
già ad una pooolar voce , la qaale torma in a^h^an^ 
ta^gio delf opinion sma , che ai pia riMomati StorieL 
Siamo precisamente nel caso. Non i scrittore alcano 
innatnzì al i583 che a Pradello, o a Cnocaro con- 
ceda il Colombo. Onde sì il Can. Campi , come il 
Conte Napione ricorrono alla lama conservata tra' 
popolani di Cnccaro , e di Taldinnra , alla ^ale i pio 
rinomali storici sono contrarj. 

III. Il GenoTcsi ( L<^. lib. TV. cap. 2. } stabili- 
sce che -f si anns ant alias [historicns] adrersos pln- 
» res testidcentar, historiconun conferendo dotes ; 
9 secnndom eas jadicandnm 9 Delle regole che pre» 
scritte t arte critica , dice il Sig. Conte Kapione 
illostrando il detto del Genoresi ( 1. c« cap. 2. ) , 
qìiesta più d ot^ni altra stimasi necessaria. Veris- 
simo ; ma qQslì sono le doti, che debbono renire 
al paragone? Ce le spiega il Signor Conte medesimo 
neir arie storica cap. IV. §. 3. — Osserrare se It 
testimonianza loro è senza alcuna aiTezione ; se sono 
persone di probità , e d' intelligenza , né facili ad 
essere aggirati - Applichiamo il canone alla nostra 
contesa. Senza alcuna affezione non saranno al certo 
gli Scrittori di Piacenza , e del Monferrato , allor 
qnando si sforzano di concedere alla Patria Y onor 
del Colombo. Ma quale affezione potrebbero nutrire 
per Genova tutti quegli scrittori da me citati, Spa- 
gnuoli. Portoghesi, Tedeschi, Americani, Francesi, e 
Inglesi , i quali difendono la sentenza farorevole al 
Genovesato? Anche i Toscani, i Veneti, i Napoletani, i 
Lombardi , e i Siciliani sono disciolti da ogni affetto 
di Patria , ove combattono per ¥ antica ed universale 
aentenza. Per la probità non credo si possa negare 
a Mons. Giustiniani , al Card. Bembo , al Rainaldi , 
al P. Charleyoiz , al Geraldini , al Martire , al Goes, 




CAPITOLO QUINTO* 63 

al Surita^ al Petavio, al Fazella, al Balbi, al Ghia- 
brera , al Tasso , e finalmente per tacere d' altri mol- 
tissimi, al dotto Pontefice Urbano Vili. Ma chi po- 
trebbe farsi mallevadore per la probità degli Autori 
citati dalle parti contrarie ? Il Malabaila è un im- 
postore y per sentenza delP erudito Vesc. di Saluzzo. 
La Dissert. dubita , e mólto ragionevolmente , della 
buona fede del Campi. Il Riccioli prova Colombo es- 
sere Piacentino, citando tre scrittori che lo dicono 
espressamente Genovese. Lo stesso Mons. Della Chiesa 
fu gravemente ingannato da chi mandogli per Cuc- 
caro le notizie richieste, Del?Alghisi non può affer- 
marsi nulla di certo , essendo ancora MS. la storia 
che egli scrìsse del Monferrato ; sapendosi oltre a 
dò eh* egli indebolisce il principal fondamento de'Co- 
lombo Monferrini. Il Calcarauggi , e il Marinoni non 
meritan pure d* esser qui rammentati. Bernardo Giu- 
stiniano confonde scioccamente ogni cosa. Il F. Foresti 
contraddice a se stesso. E il Rosasco , nulla decìde , 
^antuncpie Monferino. Finalmente vuole il Sig. Co. 
Napjone, che gli Scrittori sieno persone d' intelligen- 
za , nh facili ad essere ingannati. E tali erano senza 
dubbio il Senarega,il Guicciardini, il Bembo, TAm- 
mirato, il Segni, l'Oviedo, il Leibinizio , il Puffen- 
dorfio 3 il Falloppio, il Baldi, il Card. Pallavicino, 
il Roberton, il Muratori, e il Mugnoz ec. Or si 
apra di grazia la storia della letteratura Italiana, e 
si cerchi de' Calcamnggi, degli Al ghisi , de' Malabaila, 
di Donesmondi, e de' Marinoni. I più mancano af- 
fatto ; gli altri come avvertirono già i dotti Aut. del 
Kagion. sono confinati tra V ignobile turba degP Au- 
tori privi di critica , e di buon gusto. Ma veggasi 
sopra tutto qual ritratto degli Storici Subalpini , for- 
mi 1* erudito Terraneo Avvocato Torinese nell' Ade^ 
laide illustrata parte II. cap. 3. 4- 7- 8. 12. E si 




/ 



64 LIBROPRIMO. 

pure nel proemio dell' Opera. Io .dirò soltanto che 
nel cit. cap. 8 gli accusa d' infiniti assurdi^ e nel 
cap. 5 di avere inventato > e pubblicato , con falso 
nome il memoriale delie cose d^Astù E nella parte 
I. face. 85. aveva già pronunziato cbe si appoggiano 
a documenti fatti alla macchia. 

IV". Il Cav. Napione nella lettera 2. su la scop- 
porta del Contin. Amer. ( Dissert. face. i56) cosi 
dice air amico. ?^ Ella non vorrà certamente pro- 
V porre un documento così fatto all' autorità di D. Fer- 
i> dinando ^ ed al mirabile consenso di tutti gli Scrit- 
:> tori Spagnuoli v II documento così fatto, è la 
relazione del Vcspucci pubblicata dal Bandini. E noi 
diremo a nostri avversar]. Ninno vorrà certamente 
preporre un' albero genealogico air autorità di D. 
Ferdinando , ed al mirabile consenso dì documenti 
sinceri^ e di tutli li Storici non solo Spagnuoli, ma 
Inglesi ancora , Tedeschi , Italiani , Francesi , ed 
Americani. 

Le (piali cose brevemente esposte, così possiamo 
argomentare. O le regole critiche ammesse dal Sig. 
Co. Napione sono vere, ò sono fallaci. Ma fallaci 
non sono, perchè da tutti gli eruditi, e da tutti i 
critici, e in ogni tempo, e in ogni nazione furono 
ammesse, e sono tuttavia, qual fondamento dell'arte 
critica nelle cose istoriche. Ne il Cav. Napione le 
immaginò egli di suo talento, ma trassele dagF Au- 
tori più severi, e più giudiziosi, e le contraposc al- 
l' Algarotti, e al Canovai, per ciò appunto che le 
conobbe solidissime , per non dire evidenti , e geo- 
metriche. Ma se i quattro canoni sono veri , non è 
permesso senza violare tutti li precetti fondamentali 
della filosofia istorica conceder Colombo al Monfer- 
rato, o a IVadello; onde si trae manifesto argomento 
che la sentenza de* Genovesi è tale che debbe scm- 



CAPITOLO QUINTO. 65 

"pre mai venir abbraciata , e difesa quanto doreranno 
nella Repubblica delle Lettere i principj del diritto 
ragionare e V inviolabile amore del vero. 



TAVOLA COMPARATIVA DELLE TESTIMONIANZE 1 




Contemporanei 


Quasi contemp. 


Recenti 


Genova. •• 

4 


23. 


3o. 


i4o> 


Pbadeixo. 


— 


- 


4. 


Cuce ARO . • 


. — 


t 


9- 



FINE DEL LIBRO PRIMO. 



Colomb. Orig. 



D E LX A 

ORIGINE E DELLA PATRIA 

D I 

CRISTOFORO COLOMBO 

LIBRO SECONDO. 



GAP. L 



JJodxie Preliminari. 



I 



1 discoprìtor delF America venne a morte nel 
l5o6. Di lui rimasero due figliuoli, Diego nato da 
Filippa Mugnoz Pelestrello , e Ferdinando frutto il-* 
legittimo degli amori di Cristoforo con Beatrice En- 
riquez. Diego , succeduto al Padre ne' beni e negli 
onori y si congiunse con donna Maria di Ferdinando 
Toledo y famiglia nobilissima tra le più chiare di 
Spagna. Ferdinando applicò V animo allo studio delle 
lettere y vestì Y abito ecclesiastico y scrisse la storia 
del Padre ^9 e lasciò una bellissima libreria di XII. 
» mila ovvero XIII. mila libri y la quale ora banno 
99 li Frati Domenicani di Siviglia , che fu una cosa 
99 memorabile , e da figliuolo degno di tal Padre (i). '^ 

j^x) Lopez, itft. lad, cap« ad. 






CAPITOLO PEI HO» 6f 

Diego g-enerò due maschj Luigi y e Cristoforo ^ e tr^ 
femmine , Maria 3 Giovanna ed Isabella. Luigi iioa 
lasciò che uno spurio nominato Cristoforo : cosi V e« 
redità passò in suo fratello Cristoforo y dal cpiale yen» 
nero Diego mancato senza prole nelF iSrQ. e Fran* 
cesca maritata col licenziato Ortegon. rerò estinta 
la linea legittima e mascolina dell'Eroe, si mosse 
davanti al Supremo consiglio dell' Indie una causa 
civile delle più grandi y e più lunghe che mai ve* 
desse V Europa. 

Giunse assai presto in Italia la notizia della ere- 
dità nobilissima y che giaceva pendente ; perchè i due 
fratelli del gran Cristoforo non avevano lasciato di- 
scendenti y almeno riconosciuti. De' Colombo Piacen- 
tini, e Modonesi ninno si mosse. Ma Bernardo Co- 
lombo di Cogoleto , e Baldessar Colombo de' Signori 
di Cuccaro y allora stabilito in Genova y andarono in 
Ispagna a pretendere il majoresco di Cristoforo. ^9 
Bernardo escluso in due giudizj preparatorj y si ritirò 
(i) 9; Baldesarre trasse fuori una genealogia y che dal 
94o discendeva fino a lui y ed abbracciava i Colombo 
del Monferrato y di Cogoleto , e di Piacenza. La 
Dissert. conoscendo il ridicolo di quell' albero > che 
descriveva la famiglia di Cuccaro y come già poten- 
tissima nel Sec. X. ha voluto prudentemente tron- 
carne i più vecchj rami , contentandosi di metterne 
lo stìpite in Ferrarlo bisavolo di Domenico padre 
dell'Eroe. Ma il Sommario della lite, conservò la 
notizia della maravigliosa genealogia 3 la quale però 
dovette piacere a' Grandi di Spagna y congiunti cou 
la famiglia Colombo 3 ed è probabile che per tale 
motivo non avessero tanta fretta di far escludere Bal- 



»*0m 



(i) Autas de vista y rciista cit, nel Ragion, f. iB» 



è8 LIBRÒ Slfi co NbO. 

dassàrre , come avevano escliiso V oscuro Mernardo 
Òì Cogoleto. 

Cosi la causa si agitava tra Baldassarre da Cuccare^ 
Cristoforo figliuolo naturale di Luigi ^ Francesca mo- 
glie deir Orte^n y Maria Colombo monaca in Va- 
gliadolid y Giovanna Colombo sposata a Pietro di To* 
ledo^ Isabella maritata col Conte di Gelves della 
casa di Portogallo, e la Marchesa di Guidaleste. La 
questione verteva sulV agnazione ; ma fé nascere quel- 
la della patria. Baldassarre non solo vantavasi di es« 
agnato di Cristoforo in ottavo grado ; pretendeva 
cbe questi fosse nato precisamente nel castello di 
Guccaro. A tal asserzione si opposero vivamente le 
parti contrarie , si cbe il pretendente fu da prima 
obbligato a concedere, cbe potesse aver avuto i na- 
tali in Genova .• bien pudo nacer en Cenoi^a (i) ; 
ovunque omesse nacido en Genova (2) ; e dipoi 
confermò, cbe assolutamente in essa città sortisse i 
natali : = Se podie y puede limar genoves , por qu« 
nacio en Genova =z los que dìzen que era de Ge- 
nova, tusieron occasion de engannarse por aver na- 
cido alli. = E nella supplica del 1691 == Constan- 
do per su testamento que dize que nacio en Genova, 
llamo (D. Hemando) a los Genoveses de su nacion, 
puesque era verdad que avìa el dicho don Crìstoval na- 
cido adonde ellos (3). = E cosa importantissima notare 
distintamente questa ritrattazione; percioccbè ne som- 
'ministra molti lumi: 1. Per essa apprendiamo, cbe niun 
registro domestico avea trovato Baldessarre , a verifi- 
care, il luogo preciso della nascita. 2. Cbe le parola 



(f) Relaz. a Filippo II. f. 80. 
{2) Ivi f. 79. 

(3) Ragie^am. f. 8(^, nella Eekz. a Filippp U« 



CAPITOLO PRIMO» €g 

a Ferdinando da noi cit. lib. i» cap. 2. §. i ove 
dice del padre y che fu accolto in Lisbona d^lle fa- 
miglie di sua nazione Genoi^esey erano riconosciute 
come genuine a^che nella Spagna 5 onde non può te-^ 
mersi d' interpellazione nella veneta stampa della sto** 
ria di Ferdinando. 5» che Baldassar Colombo citava 
il testamento del i49^* come scrittura sincera^ ben* 
che contraria alle sue prime asseruoni. E perciò dee 
recar maraviglia, che i moderni difensori di Cuccara 
vogliano rigettare un documenta accettato per ge-« 
nuino nelle Spagne da Baldessarre medesimo. 

Ma torniamo alla storia della gran lite. A.ppena 
Baldessarre ebbe spiegato il suo albero genealogico j 
Filippo II. Re di Spagna scrisse al Duca di Mantova^ 
padrone del Monferrato > perchè facesse ricevere le 
deposizioni legali de'' testimonj. La lettera del Be è 
data il di 4 ottobre i583. I testimonj vennero esa- 
minati avanti il Senator Ferrario > e le disposizioni 
spedite in Ispagna (i). 9/ Essi erano tutti nativi, de* 
» luoghi e castelli più vicini a Guccaro. > Vignale > 
if Fubine> Conzano (2). » Nel i5B4* ®r* formato il 
Sommario delle dimande, opposizicùii, e riposte delle 
parti [3], e fu impresso nel iSgol [4]* ^^^ i588» 
Baldessarre domandò 2m. ducati amiui per gli ali- 
faienti [5]y ed il Consiglio dell' Indie F anno appres- 
so decretò non gli fossero dovuti (6). Dipoi passò 
ad assegnare il majorasco alla .Marchesa di Gueda- 
leste 6gliuola di donna Maria figlia di Diego. E mor; 
ta poco appresso la Marchesa senza eredi ^, lo stesso 



■«■«ai 



(1) iMssert. cap. Vili. 

(2) nissert. cap. IX. i\ 85. 

(3) Ivi cap. Vili, e GitmU VI. 

(4) Ivi face. 84. 

(5) Ragion, f. 71. 
(6j Ivi t\ 7a. 



/ 

r 



yò LIB no SECONDO. 

Consiglio Supremo die V eredità alla Contessa di Gel- 
Tesj e in questa famiglia è sempre rimasta [i]* 

Queste sono le notizie certe ^ che abbiamo intor- 
no aUa gran lite. Egli è vero^ che Baldessarrè^ ad 
onta delle tre decisioni del Consiglio dell'Indie» os- 
tinatosi a piatire per ben 27 anni ( dicono che la lite 
finisse nel 1608); ed essendo morto in Ispagna^suo 
figlio 9 più saggio del Padre 91 con riceyere dodici mila 
>9 doppie fece accordo con essi [ gli Awersarj j e si 
» parti di Spagna ritornandosene alla sua patria (2) 9 
Questa ciscostanza narrata dal? Algbisì, cui Aacanio 
Colombo di Cuccaro avea dato ad esaminare le carte 
della lite (3), non parve certa al Canonico De-Gio- 
vanni» né piace alla Dissert. perchè rende dubiioso 
il punto dell'ammissione di Baldessarre in qualità di 
agnato dell' Eroe [4] ; cosa contraria adi una allega- 
tione del pretendente cit. nella Dissert. f. 72,. cioè 
che le parti lo avessero riconosciuto parente del tes- 
tatore in grado rimoto assai ed appartato. Ma gli 
Aut. del Ragion, f. 27. acconciamente riflettono i. 
Baldessarre aver esposto altre falsità nel Sommario; 
onde non meritar fede riguardo air ammissione » ove 
non si adducano altri monumenti. 2. Il riconoscerlo 
come parente in grado remoto assai ed appartato^ 
essere opposto alla genealogia , stando alla quale egu 
era in ottavo grado y vale a dire > due gradi soltanto 
inferiore agli Spagnuoli ; cosicbè rispetto ad essi non 
era rimoto assai* 3. Il consenso de' litiganti , fon- 
dato sopra la propria utilità ad oggetlo di liberarsi 
da una lite cosi ostinata ^ non esser la venta storica 



ft"] Bagìon. f. aa. 
2] Dissert. cap. g. 
C3] L. cit. 
ikl Disset. cap. 9. f. 75. 



CAPITOLO PP.IMO» . yi 

che noi cerchiamo. Un' altra risposta io traggo dal 
Gius delP America dotto lavoro del Splerzano (v« 
lib. 1. cap. 2. §• 3) il quale y sebbene e per ragion^ 
di età y e della professione di Giureconsulto ^ e per 
l'opera che scriveva, non potesse ignorare il giudi- 
%\o del Consiglio dell' Indie , tuttavia trattando del-* 
X Eroe lo dichiara Genovese , oriondo da Nervi ; 
di Guccaro non ha parola. Dunque o non è vera V anx* 
missione , o fu riguardata come affare d' interesse > ^ 
non fu tenuta per vera , secondo le storie. 

Prima che terminasse la linea de' discendenti di Gri<« 
stofaro, erasi pubblicata in Venezia Tanno iS/i. l^t 
storia dell'Eroe scritta da Ferdinando suo figlio* B 
libro prezioso per molte notizie, che altrimenti sa- 
rebbono perdute , e per* varj frammenti degli scritti 
di Cristoforo , cb' esso contiene. Ma non è da fidarsi 
ciecamente di ogni suo detto , specialmente ne' primi 
capitoli. Il Mugnoz storico dell' Indi^ vi trova molti 
equivoci : parecchj ne riconosce l' Aut. delle Giunte 
alle Dissert. varj altri saranno da noi osservati ai 
luoghi opportuni. Non una cagione ebbe Ferdinanda 
a mentire , o a passare sotto silenzio alcune circo- 
stanze. Egli era figlio naturale ; perciò nulla disse de- 
gli amori di Cristoforo con la Beatrice , nulla del te- 
stamento , che dichiara il fatto. Era congiunto di san- 
gue a' primi Magnati delle Spagne 5 né volea palese- 
mente riconoscere l' oscurità della sua famigli a. Volle 
anche sostenere che alle perfezioni del Genitore nulla 
mancasse ; il qual paradosso non potea difendere senz' 
altri paradossi. 

Terminata la lite , prese a scrivere la Storia Ec- 
clesiastica di Piacenza il Canonico Campi , e nel ter- 
zo volume inseri un discorso sopra la Patria del Co- 
lombo. Egli avea copia del Sommario, da cui attinse 
molte belle notizie per confutare le pretensioni di 



f2 I^IBRO SECONDO» 

Cuccare : notabile tra le altre si è quella ( tralasciata 
nella Disserta ) , che Cristoforo ed i suoi due fra- 
telli fuggissero bambini affatto dalla casa patema di 
Cuccaro y asserzione ridevolissima , perchè se Cristo- 
foro, benché maggiore, era sì picciolo (i) , come po- 
tevano seguitarlo i fratelli minori? Gli Aut. del Ra" 
gion. col pubblicare una parte della relazione som- 
maria della causa presentata a Filippo II. hanno fatto 
conoscere la verità della notizia conservata dal Campi; 
perciocché _Baldassare non solo pretende che partis- 
sero da Cuccaro essendo ancor jnuchachos ^garzoni}, 
ma dice cV erano muy ninns ((. 80.) molto piccini* 
Higuardo al Campi , egli è Scrittore privo di buon 
senso. Il Poggiali confessa (V. lib. 1. cap. 3.) che 
il Muratori era solito a dirne poco bene; e nel proe- 
mio alle memorie storiche di Piacenza ne fa un 
compassionevole ritratto. A me basteranno due rifles^ 
sioni. La prima che il Campi riceve come storia au- 
tentica i finti annali di un Tinca antico Scrittore la- 
tino ; di che mai non si vide più goffa impostura: 
r altra che nel discorso (2) della sua famiglia , v'inne- 
sta Tommaso da Kempis per questa maravigliosa ra- 
gione ; che siccome in tutte le parti del Mondo so- 
no campi da coltivare ; cosi vi hanno in tutte delle 
famiglie Campii o Kempis. Questo Scrittore di si 
purgato giudizio pretende che Pradello , villa del Pia- 
centino in Valdinura , sia la patria del Colombo. 

I Colombo di Cuccaro procurarono di tempo in 
tempo di far sì che gli Scrittori ravvivassero la me- 
moria delle loro pretensioni; ma non si pensò a for- 
marne un pieno trattato , se non se dopo le guerre 
del 1746. quando cessato il rumore delle armi, i 



(1) Dicono , avesse 4. autii. 

(2) Nel voi. 3. della IsU Eccl. 



CAPITOLO PRIMO. yS 

Sabalpmi fii volsero a coltivare le lettere già pian- 
tate ne' proprj dominj dell' invitto Re Vittorio Ame^ 
deo. Giuseppe Ramhosio fu il primo che si affati- 
tasse sopra tale ai^omento, ed è citato nelle Rivo- 
luzioni d'Italia. Lib. XV. Appresso diede opera allo 
stesso oggetto Ignazio de Giovanni Canonico di Ca- 
gale. Le fatiche del Rambosio e del Can. de Gio- 
vanni y ancor MS. vennero in potere del celebre Sig. 
Conte Cav* Francesco Galeani Napione di Cocconato 
Fasserano , che ne formò una Dissert. pubblicata nelVa 
memorie dell' Accademia di Torino , e ristampata in 
Firenze 1' anno i8o8* con note^ e giunte dell'erudito 
Co. Damiani di Priocca^ e del dotto Sig. Giuseppe 
Yernazza Gentiluomo d' Alba ^ e Barone di Freney. 
Cosi la dissertazione può dirsi opera di un mezzo 
secolo 3 e di cinque dottissimi letterati Monferrini ; 
cai né dottrina mancava , né autorità , né ogni ma-» 
niera di comodi per condurre a perfezione il lavo- 
ro. L' opera è fondata sopra il Sommario e le altre 
Scritture degli Avvocati di Cuccaro ( V. Giunta VI.); 
ed i Letterati avrebbero veduto volentieri , che in 
luogo di citare quel documento rarissimo , se ne fos- 
sero portati i pezzi più rilevanti. Ma checché sia 
di tal desiderio degli eruditi , non può negarsi che 
il libro contiene molte belle notizie : solo si nota 
eh' ei sfugge a tutto potere la questione delle Pa- 
tria ; benché della Patria siasi obbligato a trattare. 
A questo difetto fondamentale s' ingegna di supplire 
assicurando i Lettori che viene distrutto e dileguato 
V errore con geometrica dimostrazione , che la gue* 
stione più non esiste , che tutto è ad evidenza di^ 
mostrato ( Avviso dell' Edit. ) ; e nuovamente si pre- 
gia di evidenza , e di armi forbite e temperate a 
tutte prove ( Introduz. ) ; ritorna a promettere nel 
Cap. IIL che mostrerà la cosa ad evidenza^ e nel 



74 LI3RO SECONDO. 

Gap. Vili, vuole farci vedere V ei^idenza del fallo 
facendo da feti£ erba nascer gigli. 

Non era da credere che i Genovesi volessero la- 
sciarsi rapire il Colombo. Il Sig. Domenico Fran- 
zone stampò in Roma Fanno i8i4* un volumetto 
in 8.^ intit. z= La vera Patria di Cristoforo Co- 
lombo giustificata a favore de' Genovesi, zzr Nella 
cjuale scopre sagacemente certi artiticj della^ DissefL 
i quali non a tutti agevolmente appariscono. E que* 
sta era forse la sua principale intenzione > come par 
si raccolga da quello due sentenze di Euripide e di 
Seneca che il Sig. Franzone collocò per epigrafe 
del suo lavoro ( f . i4 ) • = ^ Veritatis simplex est 
ff oratio ( Eurip, ) ; ideoque illam implicare non opor- 
9> tet ; nec enìm quidquam minus convenite quam sub- 
9> dola ista calliditas animis conantibus magne ( Senec.) 

\J anno medesimo fu pubblicato in Genova il ra< 
gionamento de' Signori Serra , Carrega , e Piaggio , 
= nel quale si conferma T opinion generale intorno 
alla Patria di Crist. Col. zz: Questo grave trattato 
procede sempre verso il proposito^ senza imitare le 
digressioni perpetue della Dissert. è ricco di belle 
notizie tratte dagF Arcliivj , o da MS. preziosi , e 
congiuuge una rara forza a più rara modestia ; degna 
invero de' suoi nobili Autori. Ma non fu conosciuto 
quanto meritava. 

Di questo ragionamento servissi il Cav. Luigi Bossi 
nella vita del Colombo che pubblicò in Milano l'an- 
no 1818. in 8.® . con note ed appendici copiose 9 
avendone anche formato un compendio stampato l' an- 
no stesso nelle vite e ritratti degl' Italiani illustri*^ 
La Bibliot. Italiana ( 1818. ) non trova degne di gran 
lode V opere del Bossi •, approva però la sentenza ge- 
novese, ch'ei difende 5 mosso non solo dagli argo- 
ttventi pubblicati de' Genovesi^ ma da aitile notizie » 



CAlPITOtO POLIBIO 75 

lui trasmesse ila Genova , dalF erudito Sig* Piaggio y 
diligente indagatore delle patrie memorie. In una 
parola il libro del Bossi è un misto di ottime no« 
tizie , e di gravi errori. 

Finalmente, nel cel. giornale che il Sig. Bar. de 
Zach pubblica in Genova coL titolo di Correspon^- 
dance Astronomique y Géographigue eie* si trova un 
articolo ( 181 8. ottobre ) intorno al Colombo. 

Ora a se mi chiamano le Dissertazioni Epistolari 
Bibliografiche del Sig. Ab. Francesco Cancellieri Ro- 
mana stampate in Roma nel 1809* in 8.^ per difen- 
dere la sentenza di Cnccaro. Non fu mai libro né 
più strano , né più erudito di questo. Quel che dice 
del Colombo è un nulla a petto delle singolari no- 
tizie che arreca intorno alla qualità dei Jlchi ^ dell^ 
agresto , dei nasi sperticati , dei gobbi y alla Torre 
ài Babele , alle bajonette , all' Alcorano , al caffè , 
ai pasticci e ad Aristotile con altre mille erudizio- 
ni, che gli è proprio un diletto, solo che altri ne 
scorra Y indice copiosissimo. 

Tali sono le notizie, che premetter si volevano a 
questo libro II. 



76 

C A P. II. 



Delle Famiglie Colombo. 



N, 



on ha "parte alcuna d' Italia , che fosse priva, 
innanzi al -Secolo XVII. di famiglie Colombo. 

I. Per gli antichi dominj della R. Casa di Savoia, 
si ha notizia di Gujotto Colombo notajo del Conte 
Amadeo ; di Gagliardo Colombo sindaco di Rusigna- 
no , e di Simone Colombo dì Valenza [i]. Nel giu- 
ramento di fedeltà che gli uomini di Pareto pre- 
starono al Comune di Genova nel 1260 si veggono 
sottoscritti Oberto Colombo , e Filippo Colombo (2). 
Enrico Colombo è notato in un vecchio documento 
come uno de^ buoni uomini di Bestagno (3)^ Gu- 
glielmo Colombo della Rocchetta viyea del iigo. (4) 
Tutti costóro , tranne Gujotto del quale mi è ignota 
la patria , sono uomini Monferrini. Ai quali sì deb- 
bono aggiugner i Colombo Signori di Cuccaro, e 
di altre Castella del Monferrato. 

II. In Piacenza esiste oggidì ancora un' antica , e 
nobil famiglia Colombo. Il Campi (5) ed il Pog- 
giali (6) ne parlano sotto V anno 1106. in cui si trova 
vta atto di Gezone Colombo^ e sotto il 1268. nel qual 
anno Novello Colombo con altri Piacentini fondò il 
consorzio dello Spirito Santo. Queste notizie dimo- 
strano che tal famiglia è Piacentina sino della ultima 
origine. Facius de Colombo de Placentia^ è nomi- 



fi] Benveo. da S. Giorgio , Cron» Monfsr, ann. 1407. l3o5< 
(a) Mo/ium, Aquensia , rol. 2. col. 406. 

(3) Man, Aq, Voi. i. Uocum. GGXXI. 

(4) Af. Aq. Voi. a. col. 365. 

(5) Ivtor, Eccl, Piacenza* Voi. Zf 
(U) Memorie di Piacenza ^ una* cit. 



CAPITOLO 8E<!:0ND0. JJ^ 

Àato in rogito di Matteo de Predone (i) nel 1248* 
In Valdinura nel territorio di Piacenza y specialmente 
in Pradello^ si vede già stabilito il casato Colombo 
nel Sec. XV. ( Campi e Poggiali). 

III. Ranieri Colombi Modenese comparisce in un 
atto del 1190. Marcbesino Columbi sedeva nel con- 
siglio del Comune di Modena T anno i2o4* (2) Co- 
lombino Colombi Modenese > laureato in Ferrara per 
mano di Federigo III. Imp. nel i4%* ^ Antonio di 
Messer Giovanni Colombi , vivente del i55o. ed un 
altro letterato del medesimo cognome si trovano nei 
Dottori Modenesi del Vedriani. Paolo Colombo ricco 
cittadino di Modena > rammentato è dal Serassi nella 
vita di Francesco Molza. Colombo Colombi vien ri- 
cordato dal TirabosoLi (5) 3 ed era in vita sul cadere 
del Sec. XVI. 

Nel 1218. Joannes Columbi treguanus Comunis 
Regii ( di Lombardia ) si aggirava per la Diocesi di 
Reggio unito ad un altro treguano per indurre gli 
uomini del Contado a giurar fedeltà al Comune di 
Reggio (4). 

IV. Realdo Colombo illustre Anatomico Cremo- 
nese mori nel iSSg. 

V. Nella Venezia si ha memoria de' Colombo di 
Padova , e di Vicenza. De^ primi vedi il Tiraboschi 
Sl Letter, Sec. XVI. lib. 3. cap. 3. §. 3i. annot (a). 
Una famiglia Vicentina Colombo passò a stabilirsi 
nella città, di Piazza in Sicilia 1' anno l48o« ( Chia- 
randa , Piazza nobile ^ nelle Antiquit. ItaL del Gre-^ 
tIo. ) 



(0 Bibl. Berio MS. Se. 48 n. 116. 

(«) Tiraboschi , Mem, Star. Moden, Biplom. N. 688. , e SSg. 

l.3]l N<rtixie della Contìratera. di S. Pietro mart. di Modena ; face. 48. 
^. tinche Star, Lett, sec., XVI. lib. 3. cap. 1. S- »• 

W Tirab. M, St» Moderi. / "Dipìom, N. 71». Si noti che dve nobili fa- 
ldìglie Coioiiìbo esistono oggidì ancora in Modena. 



7^ LIBRO SECONDO. 

Vt'. Nella storia del Varchi è nominata la famiglia 
Fiorentina delle Colombe all'anno i53o. Nel i6oo« 
Tennero in luce le prediche sopra gli Evangelj stam- 
pate in Firenze. L' Ant. che fu Religioso de' Predi- 
catori y nel tìtolo del libro è chiamato Rqjffaele delle 
Colombe y ma nelle approvazioni dell' opera si legge 
Raphael Columbus. E non può mettersi in dubbio 
che Firenze avesse una qualche famiglia Colomòo ; la 
cui eredità passata nel Sec. XVIII. ne' Brichieri , fi 
sì ch'eglino prendessero a sottoscriversi Brichieri Co^ 
lombo (i), 

VII. Riguardo allo stato Ecclesiastico , Leandro 
Alberti nella descrizione d' Italia y fa onorevole men- 
zione di due Perugini , Niccolò Colombo , uomx) molto 
scienziato cosi nella Filosofia come nella Teologia^ 
dell' Ord. de* Predicatori, e Vincenzo Colomòo ifa^ 
loroso Capitano. 

VIII. Nel Regno delle due Sicilie abbiamo noti- 
zia di Fabio Colombo detto Benedittino di Paler- 
mo , che fioriva sul principio del Sec. XVII. (2) 

IX. Ho riserbato per ultimo le famiglie Colombo 
del Genovesato (5) ; delle quali troviamo parecchie 
notizie nel Ragionamento. Niccolò Domenico Muzio 
custode de' pubblici Archivj di Genova , lodato dal 
Muratori ( R. Ital. voi. XXI. col. 175.) raccolse già 
sono cinquant' anni le abbreviature degli antichi No- 
tai, 5? Ora fra quelle di Guglielmo da Cassina (4) 
» si vede dell'anno ligi* un Guglielmo Colombo 
?? nella cui eredità era una nave. In atti di un altro 



[i] Guida della Città di Firenze i8o5. pag. 227. 

£23 Origlia, Giunta al Diz. dell' Àdvocat. 

[8] Colombo è nno de' moltissimi cognomi derivati da* nomi. Ma \\ no- 
me Colomho , è antico nel Genovesato ; trovandosi rammentato da 
S. Gregorio Magno , un Colombo prete della Chiesa di Limi ( V. St* 
Xnter. Ital. voi. IX. face. 4og.) 

C4] MS. della Libreria Berio di G«BOva Arch. de' Nouj. 



CAPITOLO SECONDO. 79 

i Notajo chiamato Giovanni > del i2o3. Vassallo Co- 
« lombo confessa aver ricevuto d'ordine di Rolando 
)> suo padre i panni di certo Romano a oggetto di 
V trasportarli oltre mare 9 frase usi tata in quel tempo 
» a significare le scale di Costantinopoli , e dell' Asia 
» minore* Presso Matteo di Fredono nell'anno isSg. 
y> Simona moglie di Oberto Colombo fa un mutuo 
ìì [^ì]j e presso Giovanni Camarara del i3ii. Jaco-« 
» pò Colombo laniere figliuolo del q. Guglielmo fa 
» acquisto di lane. 99 Cosi il Ragion, fac. 33. [2]* 
Dobbiamo similmente notare > che nel 181 2. viveva 
ancora in Genova Agostino Colombo del fu Giamba- 
tista , uomo dabbene ^ ma senza lettere ^ che de' suoi 
ascendenti non sapeva dar notizia , fuorché dell' Avolo 
sao Domenico (3). £ perché non rechi stupore la 
ignoranza domestica di esso Colombo > ricorderemo , 
che r eruditissima Muratori protestava nulla sapere 
de' suoi maggiori ^ fuorché i nomi del Fadre e dell' 
Avo ; come racconta l' Ab. Soli nella vita del Fro- 
posto suo Zio. Anche il Sassello aveva i suoi Colom-* 
Lo : » Jacobus de Columbo q. Columbi de Saxello 99 
si trova negli atti di Guglielmo da S. Giorgio l'au. 
i3o4 ^ ^^* Berio num. ii5. ) 

Nella terra di Cogoleto posta i5* miglia a Fonente 
di Genova^ ma nella Diocesi di Savona, fioriva nei 
secoli passati e tuttavia si conserva y la gente Colom» 



[i] » Simona Uxor Oberti Columbi dat muttio ^ 6. » 
[t] Posso aggiugnerri i seguenti. Nel 1264. AnsaUliu Columbus de Clw 
peto de Sancto Martino de Irckis , io atti di Angioliiio da Se<itri : 
nel i3oo. Guglielmo Colombo d^ S* Martino de Yrchis in atti di 
Guglielmo di S. Giorgio : nel i3io. lo stesso (ìngUelnio constituit 
procuratorem y in atti di Vivaldo di Sarzaiia [ Bibl. Berio, MS. 48. 
n. ixS. ^ Kel zaSa. >» Ansaldus Columbus de S. Martino de Yrcis e( 
* Alda )u^ales vendunt aedificinni unum domus positam in civitate 
» Jannae in contrata S. Donati super terram 'Wnij Enibriaci. » MS. 
Beri© 48. n. 114. cart. 319. S. Mart. de Ircìs, i in Albaro. 
[3] Eagion. Face. 40. Aggiungasi Geronimo Colombe Capitano fieli* 
luerra del 1746. [AcineUi, xi. 191. "j 



/ 



8o LIBRO SECONDO. 

bo. D. Ferdinando venuto in Italia trOYÒ in detto 
luogo V due fratelli Colombi cV erano ì più ricchi di 
yf quel castello, e si diceva cb' erano aliijuanto saoi 
ff parenti ( cap. 2. ) Bernardo Colombo andò nella 
Spagna verso il i583. a pretendere l'erediti di Cri- 
stoforo. Antonio e Bartolommeo Fratelli Colombo vi- 
vevano nel secolo innanzi ; ed apposero nel i5oo« alla 
cappella di lor famiglia nella Parrocchia dì Cogoleto 
una tavola votiva dedicata a S. Giovanni Battista. 
V Tre famiglie del cognome Colombo esistono tut- 
» t'ora in quel luogo. Quivi viveva nel i65o. un P. 
» ( forse Prete ) Antonio Colombo il quale sulla fac- 
99 ciata della casa volgai*mente attribuita alla nascita 
99 di Colombo , fece scolpire una bella ottava , che 
» pazza moltitudine cassò nel 1797« gridando Egua- 
99 glianza (ij 99 (Ragion, face. 32.^ 

Finalmente nella riviera di Levante tra Quinto, 
e ]N'er>'i giace una villetta, chiamata Terrarossa, 
dove nel sec. XV. esisteva una famiglia Colombo. Di 
die parleremo più alla stesa , dove si riporteranno 
le notizie àelV Archivio di Savona. 

X. Francesco Colombi volgarizzò il Liside di Pla- 
tone , stampato in Venezia nel i548. Non ho saputo 
accertarne la patria. 

Non lascerò questa materia senza notare brevemente 
due accuse date al Casoni celebre Annalista di Ge- 
nova. Fu opinione di questo Scrittore , che al casato 
Coloinho appartenga Guglielmo de Columba Cancel- 
liere del Comune di Genova, nominato due volte ne- 
gli annali di Cafraro,cioè nel proemio, e sotto Tan- 
no ii4o. [2]. Ma la Dissert. cap. XIII., pag. 120. 
avendo trovato in Giovanni Villani ( Lib. XI. 



C«] CotMta ottava fnò leggersi nel libro del Sig. Franzoae face. 6*. 
{t\ lUr» Ual» SQripU Tol. VI. 



CAPITOLO SECOIfDO 8l 

c. ad* ) una compagnia di Masnadieri chiamata della 
Colomba da un Monastero di tal nome 3 posto in 
Lombardia, sospetta che il Guglielmo di Caffaro pren- 
desse il cognome da quel Monastero* Tuttavia non 
può mettersi in dubbio , che Guglielmo fosse di Na- 
zione Genovese* L' anno 1 i4o* i quattro Consoli de 
Placitis, ovvero Consùles causarum (Caffaro 1* c*> 
col* 276* ) erano tutti Genovesi ; onde non è da cre- 
dere che avendo il Comune eletto i suoi giudici tra' 
cittadini di Genova, andasse a cercare lo Scrivano 
nel Monastero della Colomba* E Guglielmo fu ezian* 
dio Scrivano de' 4« Consoli del Comune , creati puro 
nelT anno medesimo ( circostanza tralasciata nella Dis^ 
sert* ) : perciocché Caffaro narrata la elezione degU 
otto Consoli, aggiunge queste parole : v Et in isto 
9> Consulatu Guilelmus de Columba Scribanus intra- 
» vit. » Ma quello che tronca il nodo , si è che 
Guglielmo era pubblico Scrivano , allorquando Caf- 
faro [ non il Caffari , come scrive la Dissert. ] pre- 
sentò in pieno consiglio i suoi celebri Annali ; ed 
a Guglielmo pubblico Scribano i Consoli prcecepe^ 
runt, ut librum a Caffaro compositum et notatum 
scriberet, et in communi Chartulario poneret , cioè 
nel pubblico Archivio* Il Muratori nella prefazione 
a' detti Annali , de' quali fa uno splendidissimo elo- 
gio , osserva essere lo «stesso Cancelliere della Re* 
pubblica e pubblico Scrivano. Or mi si trovi un 
esempio in quel secolo dì un Cancelliere straniero* 
Egli è certo adunque, che Guglielmo era Genovese^ 
e forse V avolo dell' altro Guglielmo Colombo vivente 
nel 1191. [N. IX.] e forse pure ascendente di un 
altro Guglielmo, che viveva in sul cadere del Sec. XIII. 
[1* e*] Ne faccia difficoltà che in Caffaro si legga- 
de Columba y non de Columbo; perchè la lezione della 
stampa non decide ^ essendo scorrettissima , special- 
Colomb. Orig. 6 



82 tbIBRO SECONDO 

mente ne' mmi proprj^ i quali nel Codice erano scritti 
hon satis castigate y come V Editore stesso ingenua- 
tiiente confessa. Lo che mi fu confermato in gene- 
rale dal Sig. Lagomai^sini Genovese , che possiede una 
copiosa raccolta di libri stampati , e manuscritti ; e 
eh' ebbe il comodo di collazionare V edizione del Mu«> 
vatori col famoso Codice del pubblico Archivio. L'e« 
semplare della raccolta Jt. Ital. conservato nella Es- 
tense y ha molte correzioni a penna negli annali di 
Caffaro. Però sarebbe da vedere se il Codice antico 
abbia Columha j o Colombo* Ma diamo ^ che vi si 
legga de Columba. Che fia perciò? Neghei^emo che 
Ab. Golumba vengano i Columbi? ^on mai sapendo 
che i Marcheselli di Ferrara presero il cognome da 
una Marchesellay\ e nello stesso modo potrebbero i 
Colombo Genovesi venire da una Colomba. Frizzi 
memorie di Ferrara , voi. 2. ) La seconda accusa con- 
fbo del Casoni è la seguente. Nel Sec. XIV. le fami- 
glie del quartiere di Macagnana in Genova j erano 
tutte sotto tre cognomi^ o Alberghi, Colonna, Fie- 
schiy e f^edereto. Il Casoni lesse Colon ( o Colono) 
invece di Colonna ; onde giudicò che la famiglia 
Colon ( o Colombo ) fosse antica , e nobile. Da ciò 
prende motivo la dissert. di motteggiare V annalista di 
Genova , chiamandolo mirabile uomo ( cap. XIII, ) 
e che le sapeva tutte le cose più minute della fami- 
glia Colombo. I dotti autori del Ragion, risposero 
[ face. 49» ] che il Casoni fu ingannato , o da qual- 
che copia scorretta del registro, o dalle abbreviature 
tanto di spesso adoperate nel Sec. XIV. Questa ri- 
sposta dee bastare ad ogni persona di senno ; e chi 
volesse infiniti esempj di sbaglj somiglianti li tro- 
verà ne* libri de^ Apost. Zeno, del Manni, e del Me- 
hus. 9> Lo sbagliare ne* nomi proprj è , come ognun 
sa , uno de' perìcoli più frequenti , cht si corra nel 



CAPITOLO SECONDO* 83 

leggere i vecchj caratteri. 99 Così afferma il Sig. Co* 
Napione nella Epist. sopra V Aut. della Itnìtat. di 
Cristo ( Dissert. f. 399. ) V. pure il Terraneo nel 
proemio all' Adelaide illustrata (i). 

Anche la Francia possiede famiglie Colombo. Se 
ne trovano due del Sec. XVII. rammentate dall' 
erudito Echard nella Bibliot. dell' Ord. à^f Predica* 
tori. Un Colomb moderno è notissimo tra Filosofi 
Francesi (2)« In Italia a dì nostri i lodato TAb^^ 
Colombo cultore delle buone lettere. Sono informalo 
che in Roma , in Como ed altrove esistono di pre* 
sente famiglie di tal cognome (3). Ma de' moderni 
ciò basti : degli antichi si i detto più forse che altri 
non duedeya. 



1 11*1 



[i] Anche la famiglia genovese Camilli trasse , a qnel die' pare , il eo« 
gnome àm, naa Camillm. , trorandosi ae' MS. della Libreria 3erie [ Se. 
tfi* n. ii5. ] Ottobnono de Camilla nel 1264. e Filippino de Camil* 
la nel 1271. 

[3] V. la fisica del Libes nelle annot. rol. t. ed il Brissóo, phys, etera. 
%, I. face. CIY. édU, Paris an» d. 

^ [3] Sella moderna Histoire de Russie tradotta dall' inglese del Fooke^ 
\ tra' Megosianti di Pietroburgo trovasi un Colombi, 

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GAP. III. 

Notizie del eeL Capitano di mare detto il 

Colombo. 



i.Lj . 



Anno 1476. Capitan Colon con V armada 
del Rey di Francia andò in Bisca]a per levare il 
Re di Portogallo, e trasportarlo in Francia (i). Egli 
dunque serviva alla corona Francese. 

II. Ferdinando Re di Napoli scriveva a Lodovi- 
co XI. Re di Francia, in data del giorno 19. De- 
cembre i474' avvisandolo, che a Columbo , qui qui- 
busdam navibus prceest , Majestatis vestras subdito, 
erano state prese due galere grosse napoletane , 6 
condotte ne' porti di Normandia. Ed essendosi ciò 
fatto in tempo di pace, chiede la restituzione, ed 
il compenso de' danni. Risponde il monarca francese 
il di idtimo Gennajo i47^* sentir dispiacere della 
preda fatta dal Colombo nostro subdito ; ma essere 
giusta secondo le consuetudini della marina francese, 
perchè le dette galee , tornavano dalle terre degl'in- 
glesi antichi nostri nemici , ed aveano caricato roble 
de* nemici portandole a danno della Francia [2]. 

III. Non è da mettere in dubbio che il Colombo 
del Zurita sia lo stesso di quello che Ferdinando 
chiama suddito, e capitano della Francia. Ed errò 
gravemente il Leibnizio riputando che il predatore 
delle galee Napoletane fosse il discopritor dell' Ame- 
rica [3]. Or si cerca chi sia questo Capitano Co- 



(i) Zurita lib. XIX. cap. 5i. Cancell. S* IX. 

(a) Leibnizio, Cod, diplom. jur* gerktium. %• 17. e x8« del Prj^dromOi 

£3] Murat, Ann^ UaU 1492* 




CAPITOLO TERZO* 85 

lombo ? Air immortal Leibnlzió era riserLato di puM 
Uicare il vero in un punto cosi oscuro ed importante. 
Voleva egli stampare una parte seconda del codice 
diplomatico; ma il disegno non ebbe effetto: tutta- 
via ne resta la dissertazione cbe ad essa intendeva 
premettere, e si legge impressa in Ginevra nella 
raccolta delle sue Opere. U autore vi ritratta in tal 
maniera il primo abbaglio ( §• XI. ) : yy Nicolaus Toi- 
n nardus Aurelianensis y vir doctrinae late fusae ( cu- 
T9 jus utinam fructus nobis^ nimis differendo, non 
n invideret ) errorem admissum indìcavit in persona 

V Columbi (prodromi n. i^. ) quem communicatae 
» cbartae inscrìptionem sequutus non recte Christo-» 

V phorum appellavi^ et eumdem cum illa Genuensi 
v fama maximo . • • judicavi . . . Sed significavit Toi- 

V nardus, sub Ludovico XI. Yiceadmiralium fuisse 
» quendam Guilelmnm de Casanova , cognominatum 
y> Coulomp ( cosi ha la stampa del Leibiin, ) y cuj^s 
f> et meminit contemporaneus auctor libri , qui Chro- 
yy ìlici scandalosi nomine venire solet. '^ Tale si é 
la dicbiarazione di un filosofo, di un erudito, di uà 
diplomatico illustre , dicbiarazione fondata sopra te 
notizie avute da un amico dottissimo, e sopra le te- 
stimonianze di autore contemporaneo. Ed è maraviglia 
che ninno di quanti scrissero del Colombo non avesse 
osservato questo importantissimo passo del filosofo 
Tedesco. A me venne sotto gli occhi nella «Maglia- 
bechiana r autunno del 1816. e non tardai a portarne 
a var} amici Genovesi la notizia. Ultimamente nella 
Corrispondenza del Sig. Bar. de Zach ( ottobre 181 8. } 
non fu dato un cenno, ma senza recar le parole del 
Leibnizio. 

III. Ora si vuol cercare se il Caseneuve sia quel 
medesimo Gap. Colombo , di cui parlano il Sabellico > 
e D. Ferdinando. Cominciamo dal primo ; che ne fat** 



86 LIBRO S£CONDOv 

Tclla nel Uh. 3. dee. IV. Rerum Venetarum : v Ad 

V haec negocia ( di panni) de more exierant triremes 
n quatuor . . . 8ed oum hae ihericum navigarent Ocea^ 
99 num> Columbus junior^ Columbi piratae illnstrìs, 

V ut ajunt , nepos y cum septem navibus ad pugn^m 
t^ instructis^ circa sacrum promontorium ( bodip yin^ 

V centii caput appellant ) sub noctem factus est Ve- 
f> neto obvius . • . Ubi illuxit , continuo vis a Barbaro 
ff illata est . . . Frocesserat pugna a prima luce inita 

V ad vicesimam diei horam, erantque interim vetietae 
99 turmae vebementer accisae. Venerat jam éi Del- 
» pbina in ho^tium potestatem j cum x*eliqusie alia post 
» aliam deditionem fecere . • « Qui superstites fuere 
» yictorem ipsum Lisbonam usque cum captivis na- 
» vibùs sunt secuti : ibi facta est omnibus potestas 
» abeundi. fi Questo combattimento avvenne nel i485> 
come dimostrasi ad evidenza nella Giunta III. alla 
Disserta (i). Ferdinando nelcap, V, della Storia rac- 
conta il fatto medesimo y ma travisandolo in quasi tutte 
le circostanze, sì che a mala pena vi si ravvisa il Sa* 
bellico, ch'egli cita, indicando il lib. ottat^ó della 
decima deca. Sarà questo un errore di stampa. Tali 
però non sono quelli, che seguono, Fretende che la 
battaglia accadesse nel i47^* presso a Lisbona : che 
nella Capitana del Colombo si trovasse il nostro Eroej 
che appiccatosi il fuoco tra questa e la nave più grossa 
de* Veneziani, Cristoforo si gittasse nel mare, e ef- 
ferato un remo, nuotando per due leghe, giugnesse 
la prima volta a Lisbona. La Disserta cap. VI. vor* 
rebbe darci per cosa probabile un sì fatto racconto 3 
ma il Co. di Friocca nella terza Giunta alla Dissert. 
medesima , è costretto a riconoscervi un anacronismo 
singolare y e non rifiuta di concedere un altro er- 

<— ^I^.Wf'W»— ^^IM^ii»— ^Wi— ^^^.i.— — — .— — — ^— r«;M^p«i— .— B^M^^i^».— — ^MM^ I ■ I ' "' ™ 

0) Vf lanche il GanceU, neU'iadice voc, ColombQ* 



CAPITOLO TEHZO* fljr 

rare in due altre 'particolarità; ciò sono, fissare 
presso a Lisbona il combattimento , cbe seguì al cajpQ 
S* Vincenzo, cosi che va in diiegao quel viaggio di 
due leghe fatto dalF Eroe a cavalcioni di un remo ; e 
far credere che la Capitana del Colombo ardesse as- 
sieme alla galera più grossa de' Veneti, circostanza 
ignorata dal Sabellico , che racconta minutamente tutto 
quel fatto. Il Tiraboschi riflette, non esser proba- 
bile, ammesso per vero T incendio della Capitana , che 
Cristoforo in luogo di ridursi ad una delle sei navi^ 
che rimanevano , volesse con disperato consiglio met- 
tersi in mare due leghe lontano dalla riva. Queste con- 
siderazioni son più che sufficienti a dimostrare la var« 
nità di quel racconto. Ora possiamo aggiungere, che 
il nostro Eroe T anno i47^* navigava nelle acque del 
Levante sopra Tarmata Genovese (i.) Come dunque 
si trovò queir anno istesso nelT Oceano col Capit* 
Colombo ? 

IV* Così manifesta si rende la falsità di Ferdinan- 
do. Ma qual cagione lo condusse a mentire ? Il Co. 
di Priocca [ Giunt. III. e IV. alla Diss« ] ne dà (a 
colpa alla bonarietà , al feritore £ immaginazione , 
ond' era tratto a credere cose romanzesche senza 
esaminarle a fondo , oltre ad essere fomentato dalla 
prevenzione ^ dal risentimento^ e da caldo sdegno. 
Ma una bonarietà unita a caldo sdegno , ed a fer-- 
vore d' immaginazione fino a dare nel romanzesco , 
•parmi sorella della pazzia ; e Ferdinando uomo do1>- 
tissimo , che scorse tutta V Europa , e lasciò una ma- 
gnifica libreria, onde meritò esser lodato dal Lopez 
[^Ist. Ind, e. 25. ] come {ìglìaolo degno di tal padre j 
•non vorrà essere purgato dalla taccia di menzognero 
per accollarsi quella di folle. Con miglior giudizio trat* 



(i) V. l'ut, 2, eap. 4. 



/ 
88 LIBRO SECONDO 

taroQO (]piesto punto il SaUnero ed il TiraLoschi , as- 
crivendo le falsità dello Storico all' ambizione di esser 
tenuto come parente di uù illustre Capitano. Né veg- 
go che a tal sentenza si possa opporre argomento ra- 

{[ionerole. Anzi Ferdin^kndo istesso non dichiara egli 
a sua vanità^ ove riferisce un detto del Padre (i) ; 
io non sono il primo Ammiraglio di m,ia famiglia? 
Non dice nel cap. V. che ^9 il principio e la causa 
della venuta delP Ammiraglio ( Grist. Col. ) in Ispa* 
gna, e di essersi egli dato alle cose del mare 99 fa 
il Capitano di cui trattiamo ? E pure è certissimo , 
che r Eroe navigò molti anni nel Mediterraneo 9 di- 
poi andò a Lisbona presso Bartolommeo suo fratello; 
e finalmente offeso de' Portoghesi , passò in Ispagna 
nel 1484* a trattarvi la scoperta del nuovo mondo. 

Io credo poi, che il Colombo vincitore de' Veneti 
sia il nipote di quell'altro^ che navigava negli . anni 
14/4 > ^ 76. Certo è che il Sabellico lo dice Colom- 
bo il giovane, nipote di Colombo celebre pirata, 
cioè capitano di legni armati a guerra 5 che tal senso 
riceve la voce lat. pirata *, e ch'ei fosse non Jadrom 
di mare , ma regio armatore y si rileva dal Zurita , 
e dalla lettera del Re di Francia a quello di Napoli. 
Non celerò y che gli Autori comunemente ed un solo 
ascrivono i fatti del 74 ^ 76 ed 85. e non è impossi- 
bile che ciò fosse ; ma se il Capitano del Sabellico 
è nipote di un illustre comandante di mare, e se 
finora non si è trovata memoria che del Capitano no« 
minato nel Zurita, e nelle lettere poste in luce dal 
Leibnizio, parmi che il distinguere Tuno dall'altro 
meglio convenga alla Storia [2]. 



(x) V. CanceU. S- IX. 

(z) Ed ecco a terra il grande argomento della Dlssert. f. xo5. n Negli 
Annali di Genova non si parla delle gesta degli altri dne Anomiraglj 
usciti dalla famìglia GoJoiubo. tf Dunque Grist. è Bionterriao. 



CAPITOLO TERZO. 89 

V. Troviamo ancora un terzo Capitano di mare 
della stessa famiglia Ctiseneuve ^ il quale comandò 
nel sec. XVI. la quarta spedizione de' Francesi alle 
Floride (1). Così questa famiglia francese può riguar* 
darsi come un picciol ritratto della nostra immortale 
dei Doria. Che se altri mi chiedesse , onde venisse ai 
Casanova il sopranome Coulomp, risponderei trovarsi 
nella provincia del Berri un luogo detto Coulom , o 
Coulons ^ latin. Columbce [2], e parermi probabile 
che desse il nome a quella famiglia di Navigatori ; es- 
sendo costume de' Francesi prendere il casato da qual« 
che città, o terra, o villaggio, che appartiene, o ap- 
partenne un giorno alla propria casa. 

VI. Stabilita la nazione e la stirpe del Capitano 
Colombo , cade a terra V albero genealogico de' Si- 
gnori di Cuccaró > i quali innestarono quel Pirata 
nella genealogia presentata al Consiglio dell' indie ^ 
dichiarandolo Zio-cugino dell' Eroe. In grado si pros- 
simo non è quasi possibile cader in errore, ove si 
tratti di persona segnalata della propria famiglia. Si- 
milmente appare , quanto a torto e la Dissertaz. 
cap. VI. ed il Sig. Cancellieri , face. 20. , e 364« gli 
abbian^^ apposto il nome di Cristoforo, citando il 
Sabellico , ed il Zurita , che nulla dicono del no- 
me , indicandolo col sémplice soprannome di Colombo. 
Vedesi pure che il discoprit^r dell' America non potè 
trovarsi alla battaglia del i485. per apprendere la 
dura milizia m.arinaresca, come si legge nella Dis-- 
seri, e nell' elogio del Colombo [3]. E qui deggio 
notare una serie curiosa di citazioni osservate ne' libri 
degli Avversar] in proposito del Cap» Colombo. D. 



[i] America, Theod. de Bry, part. IT. 
(s) Diction. geograph. Lyon. 1809. 8. ^ 
[3] V. Frsnzoni face. 67. 



90 LIBRO SECONDO 

Baldassarre nel Sommario delle sue ragioni , cita il 
Sabellico a comprovare che il vincitor de' Veneziani 
era della stirpe di Cuccaro. Ma queir ìstorico non 
Ila ombra di questo. La Dissert. nel cap. VI. si ap- 
poggia all' autorità di D. Ferdinando , che è autoriti 
menzognera; e ove tal non fosse, proverebbe che il 
Capitano del Sabellico era di Nazione Genovese; 
perchè tale si è Cristoforo per sentenza dello storico 
ano figlio. Nel cap. X« afferma che nel Sommario ciò 
provasi ad evidenza. La Giunta 3.* ci rimanda alle 
chiarissime prove date nelk Dissertazione» Ecco che 
il Sommario cita il Sabellico; la Dissert. il Somma- 
rio; e le Giunte citano la Dissert. e con questo 
giro la cosa è ridotta ad evidenza. Osservo ancora, 
che la Dissert. loda Capit. (colombo [ e. VI. ] per 
avere ottenuta una segnalata vittoria contro i Ve- 
neziani in quelV età si potenti in mare. Veramente 
segnalata vittoria! Con sette navi armate a guerra, 
prendere dopo ostinato conflitto quattro galee mer- 
cantili. 

VII. Nella Corrispondenza cit. del Sig. Bar. de 
Zachj si dice che forse il Caseneuve prese il sopra- 
nome di Coulom » pour mieux s'assimiler à son re- 
91 doutable confrère dans la mediterranee , V archipi- 
i9 rata illustris ( face. 290. ) 99 Spiacemi che V Aut. 
di quell'articolo non abbia confermato con T autorità 
degli Storici quel suo pensamento. Perciocché di un 
terribile Capitano Colombo nel Mediterraneo non 
trovo memoria; se già non fosse il Colombo del i475* 
che correva le acque del Levante ; ma questi non può 
essere , che il nostro Eroe ( V. Kb. 2. cap. 4* ) 



9» 
GAP, IV. 

{. I. SI FI38ANO l' epoche PRINCIPALI PELLA VITA 

DI CRISTOFORO. 

I. V^rist. Colombo^ cominciò a navigare essendo 
in eti di ^nni XIV. Quest' epoca è ricevuta dalla 
Dissert. ca^. VI. e X. e dal Cav. Bossi fi) ; né può 
mettersi in dubbio y essendo confermata da Ferdinan- 
do coir autorità di una lettera del Padre ( cap. IV.) 
in cui V dice che cominciò a navigare di XIV. anni f> 
ed acciocbè non possa sospettarsi di errore nella ci- 
fra y abbiamo u«'altra lettera dell' Eroe ( Ferd. 1. cit. } 
dov' è scritto: di età molto tenera io entrai in mare 
navigando. 

II. Cr. Colombo entrato in mare vi durò ben 23. 
anni senza lasciar la navigazione per ispazio notabile 
di tempo. Di che abbiamo Y autorità delF Eroe me- 
desimo nella lettera cit. ?> Io sono andato per mare 
23 anni senza uscirne per alcun tempo ^ che debba 
scontarsi^ e vidi tutto il Levante, e tutto il Ponente.'^ 
Ed appresso dice che sempre segui il mare [ Ferd. 
cap. IV. ] La Dissert. cap. X. ne assicura che il Co- 
lombo naoigò 23 anni continui senza mai scender 
dal mare. [2] Ma chiunque conosce il mare , o ri- 
corda almeno i viaggi del Cook y non ignora y che un 
uomo il quale navigasse non dirò 23 anni, ma 3 sol- 
tanto senza mai scender dal marey verrebbe consu- 
mato da orribile scorbuto. Le parole di Cristoforo yf 
senza uscirne per alcun tempo y che debba scontarsi » 
hanno precisamente questo senso ^ senza uscirne per 
alcun tempo notabile^ 



[i] Vit. Col. Annot. 6. Cancellieri S« 9« *6. 
(2) Queste parole ripete il Gancell. S* ^S. 



Q2, LIBRO SECONDO. 

III. L^anno ^^^72. Colombo era in Savona^ tro- 
raadosi sottoscritto al testamento di Niccolò Mon- 
leone q. Giovanni negli atti di Luigi Moreno No- 
ta]o,20 marzo ^47^* Cristoforo è uno de' testimonj, 
e vi è qualificato per Genoi^ese [ Bar. de Zach. cor- 
respondance y octobre 1818.] Il rogito si conserva 
in Savona nell' archivio de' Notaj. Ed ecco che il 
nostro Eroe avea posto piede a terra nell' ottobre 
del 72. forse per rivedere il genitore. 

IV. Cr. Colombo nel 'ìl\.jS y o in quel torno ^ na- 
vigava coir armata Genovese in Levante y ed era già 
famoso per nobili imprese. Di questa notizia siamo 
debitori al Cav. Bossi che le trasse da una lettera 
scritta al Duca di Milano da Giudo Antonio Arcim- 
boldo^ e Giangiacomo Trivulzio gentiluomini Mila- 
nesi che tornavano di Terra Santa. La lettera che 
si conserva nel R. Archivio di Milano ^ è data ex 
terra dotro die 2 octobris iJ^yG. Maraviglia il Bossi^ 
(1) di questa data, essendo che 9> non da Otranto 
sia stata scritta, né spedita, ma scritta bensì dal 
Zaffo, e spedita da Venezia » Ma terra A' otro vale 
terra d' oltremare , e con tal nome indicavano i no- 
stri maggiori gli scali del Levante. Si narra in essa 
lettera , che il Capitano dello stuolo Veneto posto 
alla guardia di Cipro aveva combattuto due volte 
contro ad una nave Genovese di 1200 botti detta la 
nave Palavisina , e si aggiunge che v mo uno anno 
trovò tre volte tanto galee. . . et haveva ancora tro- 
vato Colombo con nave e galee, et haveva avuto a 
caro a lassarlo andare , e dicevano : Viva a S. Gior- 
gio, e non se ne potè cavarne altro. » Se lo scoa— 
tro della Pallavicina con le navi de' Veneziani ac— 



(0 Vit. Colombo > Annot. VII. 



CAPITOLO QUARTO* gS 

cadde nel 1476* come naturai ne rassembra , si può 
caredere assai ragionevolmeiite che V incontro del Co- 
lombo avvenisse nel i^yS. o al più y nel cadere del 
i474 (^)* Q^^ cerca il Bossi ^ se il Colombo della 
lettera sia lo scoptitor dell' America, o il Capitano 
di cui ragiona il Sabellico. Ma noi avendo mostrato 
che il Sabellico parla di Guglielmo Casanova Fran- 
cese possiamo affermare, cbe nella citata lettera si trat- 
ta del nostro Eroe, cbe aveva navigato tutto il Levante, 
nccome egli attesta nel luogo di sopra riportato ( §• 
U. ) (2) Il grido i^iifa «9. Giorgio fa conoscere la 
nazion Genovese ; e il trovarlo indicato col semplice 
cognome di Colombo ^ e Taver ai^uto a caro di la- 
iciarlo andare , rende manifesto ch^ ei fosse già ce- 
lebre per segnalate prove di suo valore anche ne' 
mari di Levante. 

V. Nel febbrajo del i477* Crist. Col. navigò uel- 
l' oceano settentrionale per andare al di là delF ulti- 
ma Tile di Tolommeo; come racconta Ferdinando 
cap. ly. adducendo le parole di una lettera del pro- 
prio genitore. Questo viaggio arditissimo meritereb- 
be molte osservazioni, anche ad oggetto di purgarlo 
de' parecchi strani interpretamenti di alcuni moderni 
Scrittori. (3) 

VI. Circa questo tempo Cr. Colombo già meditava 
di trovar nuove terre neU' Oceano. Ne siamo accer- 



(0 Qneita fn probftbii mente V nltima aaTigazione del Col. nel Medi- 
terraneo. Perchè nel 1477. troviamo cbe veleggiala rerso il Polo. 

[a) Tre aono i Colombo capitani di mare ricordati nella storia: i. quel- 
lo del i486, neir Oceano; a. lo zio di questo, similmente nell' Ocea- 
no, tra il 1474. e il 1476: arabidue Francesi. 3. Un Colombo del 1476. 
nella flotta Genovese in Levante. Ora, sapendo»! che lo scopritor 
dell' america navigò in Levante , chi non veda che di lui si parla 
nella lettera Milanese ? 

3) V. Bossi. Annot. 7. e gli Àut* da lai cit.^ come pure la Dissert. 
capitolo X, 




94 LIBRO SSCONDÒ* 

tati dalle due lettere di Paolo Toftcanelli al nostro 
Navigatore stampate nella storia di Ferdinando ^ e 
dal P. Xiineaes nelP opera del Gnomone Fiorentino. 
La prima delle quali ( benché in nessuna sia la nota 
deir anao ) fu scritta senza dubbio 'dopo il i474' P^^ 
ciocché in essa il Toscanelli manda copia al Colom-» 
bo di una lettera sopra le terre incognite che Fan- 
no i474- ^veva spedita al Canonico Mftitines di 
Lisbona. 

VII. IVel i484« Colombo^ essendogli già morta lai 
moglie , si partì con Diego suo figliuolo dal Porto- 
gallo, e venne in Gastiglia fv. lib. 2. cap. io* i.) 

Vili. Neir ottobre del i^^2. scopri le Isole del- 
l' America. Quest' epoca é tanto certa ^ che io non 
so intendere come il P. Ximenes abbia potuto seri* 
vere nella introduz. al Gnomone Fiorentino y la sco- 
perta deir America essersi fatta nel i49^* ed acciochè 
non si potesse attribuire questo abbaglio gravissimo 
allo stampatore y egli stesso dopo averlo detto due 
volte in cifra , volle ripeterlo in lettere , scrivendo 
che dell' anno 1482. alla scoperta dell' America pas- 
sarono nove anni. (1) 

IX. ?^1 i5oi. erano da i^o* anni che il Colombo 
navigava j avendosi una sua lettera di quest' anno in- 



(i) Alberico Gybo Principe di Massa avendo fatto apporre nel i6ar. 
nna iscrizione al sepolcro d' Innocenzo Vili, della stessa famiglia 
Cvbo, notò tra le glorie di quel Papa, novi orbis suo osvo inventi 
gloria, L' autorità di questo marmo trasse in errore i dotti autori 
del Ragionam, face. 60. ed il Cancellieri $. 84. perchè e quegli , e 
questi pongono la scoperta del N. M. sotto Innocenzo» Ma è certo cbe 
il Pontefice mori nel Luglio del 1492. (Cancell. l. ckt.) , e Colombo 
partito dalla Spagna a' 3 di Agosto , approdò a Guanahauj il dì la 
Ottobre ( Cancell. S* ^S. e 29. ) Ed ecco qual conto dobbiam fare del- 
le iscrizioni scolpite molti anni dopo T avvenimento. U Ferrari nel- 
la Li^rì a trionfante ( Guerra d' Occidente) mette la scoperta dell* 
America nel 1493. citando il Foglietta ^ che non sognò mai si straoo 
errore. 



CAPITOLO QUARTO. gS 

diritta ai Monarchi Cattolici ( Ferdin. cap. IV. ) nel^ 
la quale cosi lor dice ff Ed oggi mai passano 40 an- 
ni che io uso per tutte quelle parti » che fin oggi si 
OA?igano« 9f 

X. Gr. Gol. passò di questa vita nel i5o6. Sopra 
quest'epoca non cade dubbio veruno. 

XI. Resta che si stabilisca V anno preciso della na* 
scita di Gristoforo, cosa che io ho voluto serbare per 
ahimo , onde dedurla dall^ epoche precedenti ; e sì 
fuggire gli errori della Dissert. y del Bossi , e del 
Cancellieri 9 Se Tanno i5oi. Grist. contava ^o. an- 
ni di navigazione ; s' egli cominciò a navigare di an- 
ni i4* ei nacque precisamente nel i447* ^otne ave- 
iFa sospettato il Mugnoz , che lo fa nascere intorno 
il 1443*9 ^ come più esattamente aveva calcolato il 
Robertson, che ne determinò la nascita nel l447* ^^ 
Firaboschi non sapendo che rispondere alle parole 
chiarissime dell' Eroe medesimo, si condusse a dire 
che il Robertson ha ragione quando sian giusti i 
calcoli del Colombo. Ma questa freddissima facezia 
non è degna né delT istorica gravità, né di quelF ar- 
gomento grandissimo che trattando di Gristoforo si 
tramanda alla memoria de' posteri. 

XII. E pur degno di osservazione che netP atto ro- 
gato in Savona del i484* ^U^^ quando Jacopo fra- 
tello dell' Eroe si allogò con Luca Gadamartori per 
menses i^igintiduos ad addiscendam artem textorum 
pannomm, si afferma che Jacopo aveva 16 anni com* 
piti. Dunque il Padre dell' Eroe viveva ancora nel i468. 

§. II. Ritratto di Gristoforo. 

9 Fu uomo di ben formata e più che mediocre 
» statura, di volto lungo (1)9 e di guancie un poco 







(i) Di faza lunga è detto nella tacoolt» llilanei» del 1619. [ r. lib« x« 



96 LIBRO SECONDO. 

#f alte y senzachè declinasse a grasso , o macilento* 
n Aveva il naso aquilino, e gli occhi bianchi, bian* 
» co et acceso di vivo colore. Nella sua giorentii eh* 
V he i capelli biondi , benché giunto che fu ai trenta 
» anni, tutti gli divennero bianchi. 9} Questo ritrat^ 
to lasciò Ferdinando Colombo dell^Eroe suo Padre 
( cap. 3. ) Chi vorrà darsi la pena di raffrontarlo ai 
ritratti intagUati in rame , e pubblicati nella Disserta 
e nel libro del Bossi , difficilmente potrà tenere le 
risa veggendo trasformato Cristoforo in uomo di folta 
capigliatura, tozzo nelle proporzioni, con viso gros-» 
so e pieno, e naso che tira al tondo. E se i Signori 
di Cuccaro hanno applicato il nome di Cristoforo 
alla effigie riportata dalla Disserta ciò serve a com- 
provare vie meglio, ch^ eglino tanto ban che fare 
coir Eroe , come le fattezze descritte da Ferdinando 
coll^ intaglio divulgato nella Dissert. 

§. iii. d£l luogo preciso in cui nacque 

Cristoforo. 

Bartolomeo Colombo dice chiaramente che a lui 
Janna est patria ( v. lib. I. cap. 2. §. I. ) Ferdinan- 
do assicura che il Padre è conterraneo dal Giusti- 
niani ( 1. cit. ) , che senza dubbio nacque in Genova 
( V. Annal. Genov. lib. V. ann. 1470. ) Baldessar Co- 
lombo ebbe a ritrattare V asserzione temeraria che 
r Eroe fosse nato nel castello di Cuccaro , e a con- 
cedere che venisse alla luce in Genova (v. lib. 2. e. 
1.) Queste sono presunzioni assai forti, convalidate 
dall'autorità del Gallo, del Senarega, e del Giusti- 
niani scrittori contemporanei. Oltre a ciò , Domeni- 
co era cittadino di Genova [v. lib. 2. e. 18.]; ave- 
va casa in Genova (lib. 2. e. 19) : dunque fincliè 
non si trovino documenti contrarj , ragion Yuole , 



CAPITOLO QUARTO. ^^ 

che si tenga Cristoforo esser nato in Genova. Si dirà 
che Domenico abitò molti anni in Savona. Ciò è 
Vero; ma le carte Savonesi cominciano a ramentarlo 
nel 1470. (lib. 2 e. i8«) ; e Cristoforo nacque del 
1447* ^^^ ancora : l'erudito notajo Piaggio^ lasciò 
scritto che da' libri liattesimali di S. Stefano di Ge- 
nova > si vede che nacque in detta parrocchia^ e che 
da un atto del Costa si rileva aver avuto una casa 
nel vicolo di Mulcento > che i Mona(d di S. Stefa- 
no gli aveano dato a livello. Questo atto si è trova-* 
to nell'archivio pubblico di Genova ( lib. 2. e. 19* )j 
non si sono trovati i registri battesimali. Ma se l'as- 
serzione del Piaggio si verifica in una parte ^ perchè 
negarle fede nell' altra ? Io non veggo ragione da 
togliere a Genova anche il pregio di aver dato la 
culla al discopritore del nuovo mondò. Pochi fktti 
istorici sono fondati sopra sì validi argomenti ^ com' i 
la nascita di Cristoforo nella capitale della Liguria. 



Celomb. Orig\ 



98' 

e A P. V. 

Perchh V Eroe prendesse il cognome Colom. 

T 

XI vero cognome della famìglia di Cristoforo era 
Colombo ( I ) ed egli e Bartolommeo suo fratello , in- 
nanzi che Cristof. trovasse T America, si sottoscri- 
vevano Colombo da Terrarossa: tanto abbiamo da 
Ferdinando (2)« Ma la famosa lettera scritta dall' 
Eroe appena scoperte le isole del nuovo Mondo, ha 
sempre, ed in tutte V edizioni, Colom.. così nel ti- 
tolo, come nella sottoscrizione di Cristoforo. Perchè 
sì fatta mutazione ? \J Idioma Spagnuolo non ha la 
voce Colom.; però non può dirsi , che volesse Cri- 
stoforo sostituire il vocabolo spagnuolo alP itaK C(h 
lom,bo. Ora ciò che abbiamo scritto qui sopra del cap. 
Colom toglie opportunamente ogni nostra dubbiezza. 
Egli è certo che il discopritor delP America vedendo 
che neir opinione de' cortigiani Spagnuoli , chi non 
era nobile, egli era poco meno di nulla , tentò di 
far credere che il capitano delle navi francesi fos- 
se della sua famiglia; di che si ride, e con ogni ra- 
gione il Tiraboschi ; perciocché invano si citano am* 
miraglj della propria famiglia , mentre non si ha 
cuore di spiegare la condizione de' suoi. Adunque 
Cristoforo nel mutare il cognome ebbe la mira al 
Capitano Coulom , assai noto nell' Oceano e nella 
Spagna particolarmente, come abbiam detto di so- 
pra. E perchè gli Spagnuoli dicevano Colon per fug- 
gire 1' asprezza della M finale (3) , cosi avvenne che 



(1) ♦» In effetto questo era già 1' usato cognome de* suoi maggiori. » 
Fer'''in. cap. i. e a. 

(2) V. Lib. I. cap. a. S- !• ^ . ... 
("S) Per la stessa ragione U terra del Berri di iopra citata , si §cnv« 



CAPITOLO QUINTO. g^ 

Pietro Martire, e dietro a lui tutti gli SpagnuoU 
scrissero Colon , lasciato il Colom di Cristoforo ; il 
quale non potè più risorgere , avendo i monarchi 
Cattolici consecrato queir altro nel motto dell' arme 
conceduta air Eroe : 

Por Castilla y por Leon 
NucTO Mondo Hallo Colon (i) 
Né da questa sentenza mi può rimuovere la dissero 
pag. i47\ dove cita queste parole di Niccolò Clenar* 
do: Ferdinandus Colom Europam unhersam pera* 
gravit ; avendo io trovato neir ottima impressiona 
Plantiniana del i566. in 8. (pag. 232) ferd. Colone 
così nel passo citato, come in tutti gli altri, ne' quali 
si rammenta il figliuolo di Cristoforo. Ed alla stampa 
del Piantino si vuol credere più che all' altra di 
Hanau. i6o6* (2) di cui usarono i compilatori della 
disserta 

£ qui si noti , come gli Storici Spagnuoli scrissero 
Coloni ma continuarono a riguardare Cristoforo qual 
persona di stirpe ignobile ; e ninno di essi pensò 
giammai a ricordare il Capitano francese tra' mag-» 
giori del Colombo. 



n "^ 



(0 Lopez , Hift, Ind. cap. 17. Il Gauoell. f. 114. riporta T epitaffio 
posto saUa tomba dell' Kroe per ordine del Re Ferdinando : 
A Castilla y a Leon 
Nuevo Miindo dio Colon. 
W n Cancell. riportando il paaso riferito nella dls&ert. scrive Colon , 
i>tajihk citi r edizione di llauan ( S. 56. ). 



100 

e A P. VI. 



Della Villa di Terraros^. 



V, 



edato abbiamo y cbe Cristoforo ^ e Bartolomeo 
di lui frateUo si sottoscrìvevano [i] Columbus de 
Terrarubra. U Hackluyt considerando quel de se- 
condo la idea degli Oltramontani ne trasse argomento 
-per la nobiltà della famiglia Colombo (2). Ed è vero 
che di là da' monti quel de si tiene per segno di no- 
biltà ; come indìzio di feudo posseduto dalla famiglia: 
e chi non ha queir affisso prezioso , gentilmente s^ ado- 
pera per adoi*narne il casato, e trarsi in tal modo 
della schiera volgare: onde in alcun paese della Ger- 
mania , nacquero a ^ nostri non lievi contese , e fu 
invocato il potere sovrano , perchè volesse stabilire i 
limiti di quel de che ormai vagava senza freno con*- 
fondendo i diversi gradi della civile società. Ma in 
Italia, e ne' tempi del Colombo, e spezialmente ne' 
paesi che si reggevano a comune , il Ja , de ^ o di 
indicava il più delle volte il nome del Padre, la 
patria, o almeno il luogo della origine patema , co- 
me R a faello d'Urbino, Serafino dall'Aquila, Meo di 
Abbracciavacca , Taddeo di Gaddo , Benedettó^ & 
Montevarchi, Leonardo da Vinci, Raffaello da\Por- 
nasio, Caterina da Genova, ed altri infiniti. 

Il Campi, sapendo assai bene, che non del de , ma 
di Terrarossa si dovea tener conto , argomentava 
contro de' Genovesi nella forma seguente : Nel Ge- 
lìovesato non è alcun luogo detto 1 errar ossa^ o ViU 
larossa , o Rosso: in \ aldinura nel Piacentino sono 



[i] V. iib. t. cap. a. S- »• 

(s) Hist, gcner, dcs Vojag, Proemio del voi. XVIII, not. (a) 



CAPITOLO SESTO. lOl 

due ville dette Rosso: Pradello è in Valdinura; dun- 
que il Colombo è dì Pradello. Vedete mirabile ar- 
gomento che è questo ! Ma sappia lo storico Piacen- 
tino , che due Terr arossa si trovano nel Genovesato^ 
una nella valle di Fontanabuona , (i) V altra pic^ 
eolissima tra Nervi e Quinto , o\^e è anch* oggi una 
torre , detta de' Colombi. (2) E sapendo noi dalle 
carte Savonesi , che Y avolo di Cristoforo si diceva 
da Quinto resta spiegato quale sia la Terrarossa dtf 
cui venne la famìglia di Cristoforo Colombo* 



GAP. VII. 

§. I. CONDIZIOISE DEL PADRE DI CRISTOFORO 



I, 



1 Gallo , eà il Senarega Cancellieri della Repub- 
Jblica nelP età del Colombo , ed il Giustiniani scrit- 
tore contemporaneo , affermano , che Domenico pa- 
dre delP Eroe era lanajuolo* Ciò confermasi dalle carta 
Savonesi; le quali aggiungono che Jacopo il minor 
fratello di Cristoforo , si pose nel lanificio di un tal 
Cademartori per apprendere V arte di tessere i panni^ 
La Dissert. medesima concede , cV egli w attendesse 
» all'arte della lana, e che dei panni lavorati nelle 
» sue manifatture facesse traffico marittimo nelle ri- 
» viere di Genova ( cap. VI ) j> Ma nega che ven- 
desse i panni a minuto , e che i figliuoli si occupas- 
sero di scardassare la lana , come dicono gli storict 
Genovesi, A nulla monta il disputare se Domenica 



(0 V. la d^serizione della Liguria negli innali del Giustlniaiù». 



\-} Ra^loo. face. 6t, 



102 LIBRO SECONDO. 

vendesse i panni , o in pezze , o a ritaglio. Egli è 
certo che Jacopo si applicò air arte di tessere i pan- 
ni : or se questa circostanza si veriGca di uno de' fra- 
telli , perchè negarla degli altri ? Non è attestata da 
scrittori gra^issimi^ e contemporanei ? Non erano tutti 
t tre figliuoli di un medesimo padre ? 

Noi dunque lasceremo in disparte i personaggi di 
condizione pressoché principesca , i quali si pregia- 
9ano del glorioso titolo di Mercanti y com* erudita- 
mente dimostra il Sig. Cancellieri ( §. Vili. ) ; per- 
chè la nostra questione non è intorno alla nobiltà 
de' mercanti. Questo diciamo 9 che Domenico era la- 
najuolo, che Jacopo di lui figlio stava nella bottega 
del Cademartori ^ imparando a tessere panni : non 
essere probabile che un potente Barone del Monfer- 
rato venisse a tanta viltà, senza perdere la riputa- 
zione e gli onori di nobile. Bernardo da Castiglion- 
chio Canonico Fiorentino nel sec. XIV. trattando 
delle nobiltà della sua Casa y afferma che sebbene 
avesse perduto tante tenute ^ jurisdizioni , fé deli y 
possessioni , nondimeno perchè niuno della linea 
era disceso a fare alcuna arte , la famiglia Casti- 
glionchio non aveva perduto la nobiltà. E percioc- 
ché alquanti di quella stirpe erano stati mercanti ^ 
risponde che furono^ mercatanti, ma di mercatanzie 
tiobili e oneste , non vili , passando in Francia e 
in Inghilterra y trafficando panni e lane , come fan- 
no tutti li maggiori e migliori uomini della Cit- 
ta [1% Or io prego il Sig. Cancellieri a voler con- 
siderare , se un illustre Barone del Monferrato pò* 
tesse fare il lana j nolo nel sec. XV. e porre i suoi 
figliuoli al télajo , senza perdere lo splendore della 
nobiltà; sapendo 'noi che i gentiluomini Fiorentini 

— ^~* - I • m-T ^^— * 

(z) Mehus y EpUt. Lapo da C asti gì. yòcc. 247. e. 148. 



\ 



CAPITOLO SETTIMO. lo3 

l quali , a giudizio del Casa , erano più tosto mer-* 
canti, che nobili, non avrebbero riconosciuto pet' 
gentiluomo nel sec. XIV. una persona che fosse di* 
scesa a fare alcurC arte* E questo ho voluto notare 
acciocché si conosca quanto vanamente si affatichi il 
cit. Scritt. a nascondere lo stato preciso della que<^ 
stione , per trattare della nobiltà de' mercanti ; e con 
tale artificio dare ad intendere che Domenico Colom<^ 
ho poteva essere nobilissimo feudatario, ed insieme 
trafficare di panni. 

Né ^à intendiamo negare che Domenico oltre ad 
esseir tessitore , facesse ancora un picciolo negozio dei 
saòi panni, come bottegaio ch'egli era, e gli spe-^ 
disse per mare , ov' erano più richiesti. Di ciò ne 
persuadono le carte di Savona , e le parole dell' Eroe 
in una lettera citata da Ferdinando cap. 2. , nella 
quale 9> lo stesso Ammiraglio dice, che il suo traffico 
e de' suoi maggiori fu sempre per mare. ?> 

§. II. CONDIZIONE de' MAGGIORI DI CRISTOFORO. 

Scrive D. Ferdinando nel cap. I. delle sue Storie^ 
che » sogliono essere più stimati quelli , che da grandi 
città , e da generosi progenitori procedono. ^> Ma 
confessa che dovendo il Padre essere Apostolo del 
Signore, quanto in effetto fu ^yoWe Iddio che anche 
nella origine fosse a lor somigliante , i quali da 
mari e da risiere egli elesse^ e non già da altez^ 
ze y e da palagi. Aggiugne , che i genitori dell' Eroe 
erano men conosciuti. Nel cap. 2. ritorna alle qua-- 
lità e persone de' suoi genitori ; riflette che le ric- 
chezze e la povertà non sono ruote della virtù ^ ma 
della fortuna ; attesta che i suoi maggiori per mal^ 
vagita di fortuna^ e per le guerre e parzialità di 
Lombardia ( sempre funeste al commercio de' Gè- 



104 LIBRO SECONDO 

novesi ) erano venuti a grande necessita; sì che non 
trova come vivessero ed abitassero. Notisi che dice 
comCj noa dove; perchè già si era spiegato che abi- 
tavano riviere di mare. Conclude : w Io ho per me- 
glio y che tutta la gloria a noi venga dalla persona 
di lui> che andar cercando se fu mercatante suo Pa- 
dre ^ o se andava alla caccia co' Falconi. 79 Ricorda 
pure la risposta che dava Cristoforo a chi gli gittava 
nel viso r oscurità de' suoi natali : Anche Davide re 
fu guardiano di pecore. 

Sembrerà impossibile , che dopo si chiare parole , 
possa dirsi, e vantarne geometrica evidenza , che Cri- 
stoforo venne da una potente, ed antica famiglia. 

GAP. Vili. 

Se Cristoforo fosse letterato ; e se studiasse 

all' Università di Pavia. 



N, 



on è arte liberale, o disciplina alcuna^ di cui 
t D. Ferdinando , e la Dissert. non adornino la mente 
di Cristoforo. Eccole parole della Dissert. [cap. VI.] 
V Per confessione del Giustiniani medesimo^ Crist. 
99 Colombo impiegò la puerizia in imparar lettere, 
99 e la gioventù nella nautica, e nella cosmografia ec. 
99 Un Uomo che in alcun' arte manuale o mestiere, 
99 fosse stato occupato .... come mai avrebbe ap- 
» prese tante lettere siccome le opere sue dimo- 
99 strano ? Come mai avrebbe potuto diventar si 
w dotto ? . . . . Come mai avrebbe potuto acqui sta- 
» re tutta quella antica erudizione , di cui era egli 
» fornito ? 99 Aggiugnesi nel fine del cap. cit. che 



CAPITOLO OTTAVO. lo5 

Cristoforo aveva un bel carattere (i). D. Ferdinandb 
Tuole che il Padre avesse imparato Astrologia , Geo- 
metria, Cosmografìa, il disegno, e l'arte di levar la 
pianta deMuoghi, sì in piano che in tondo [2]. E 
pretende che fosse allo stadio di Pavia ; ed in questa 
circostanza egli è seguito da pressoché tutti gli Scrit- 
tori che trattano del Colombo. Anzi il P. Charlevoix 
non contento di Pavia, lo conduce all'università di 
Padova. Il Bossi poi stampò la lista de' Professori , 
che leggevano filosofia nello studio Pavese tra il i46o. 
ed il 1480» volendo che alcuno di essi fosse maestro 
a Cristoforo (3). 

Ma è tempo che si tolga dalla mente degli uomini 
un errore si grave. Per ipiello che è 4el Bossi rispon- 
diamo che il Colombo nato nel i44^* ^^ entrato in 
mare di anni i4« (come tiene il Bossi nelF annot. 6.) 
non poteva essere in Pavia del i46o. E se lo scrittor 
Milanese correggesse il 1445* ^^^ sostituirvi il [\rj* ne 
verrebbe che nel 61. avrebbe Cristoforo lasciata Tuni- 
versità ; onde il catalogo de' Professori dal 60. all' 80. 
è una erudizione inutile per la storia del Colombo. 
Il P, Charlevoix non ha fondamento veruno per la 
sua opinione intorno a Padova , e forse nel libro di 
lui è corso in questo passo alcun errore di stampa. 
Né F autorità di Ferdinando è motivo suflSciente per 
indurci a credere che il Padre suo frequentasse le 
scuole di Pavia, ed insegnasse a Bartolommeo la cos- 
mografia, e la nautica [ cap. XI. di Fera. ] Imper- 



[i] 11 Sig. Cancell. oltre alla perfetta cognizione dell', astronomia, della 
Geografia , e della Nautica ( $. 26. ) concede al Col. cognizione^ de' 
SS. Padri , e della Storia Sacra ( S» »3. ), cognizione de* clasiici , e 
della lingua latina a segno di comporre de' Versi in quel!' idioma 
( S. aa. ) 

[a] Gap. 3. 

[3] M Dall' anno 1460. al 1480. deT* essersi tro?«ito Crist. agli stud) in 
Pavia. 11 Bossi , anot. 5» 



106 LIBRO SECONDO 

Ciocché essendo certo , che Cristoforo cominciò a na- 
vigai'c di anni i4- egli dovette trovarsi all' univer- 
sità o prima o dopo V anno quartodecimo. Non dopo, 
J)erchè navigò 23. s^nni continui , senza interrompere 
il corso de^ suoi viaggi per notabile spazio di tempo. 
Dunque innanzi agli anni i4« imparò da' Professori 
di Pavia tutte quelle dottrine, delle quali e Ferdi- 
nando^ la Diss. e il Cane, ci danno il Catalogo. Ma 
questo fatto non è né verosimile, né vero. Io so che 
r ingegno di Cristoforo fu grandissimo ; ma un fan- 
ciullo pieno di lettere , e di antica erudizione , esperto 
nel disegno in piano , ed in rilievo , cosmografo , as- 
tronomo , filosofo , teologo , poeta latino ecc. è un 
prodigio sì grande che ha bisogno di validissime prò-* 
ve per esser creduto. Tanto più che nel sec. XV. non 
si conoscevano que' metodi brevi , e volgari , per cui 
si lusingano i moderni di apprendere in pochi giorni 
le più nobili discipline. Né T università di Pavia aveva 
allora professori di nautica , e di disegno ; ed i Let' 
tori delle cos^ filosofiche notati nel Catalogo del Bos- 
si , non altro insegnar potevano fuor di. parecchie 
nozioni scolastiche accompagnate da^ primi elementi 
della geometria. Sul cadere del Sec. XV". il grand' e- 
semplare de' Fisici era l' Astrolàbio di Andalone del 
Negro gentiluomo genovese, astronomo, e geografo 
cel^bratissimo , e precettore del Boccaccio. Io ho vo- 
luto esaminare nella Estense l' operetta di quello scrit- 
tore , ed ho trovato, che l'ultima proposizione è di- 
retta a mostrare , come si possa condurre la circon- 
ferenza di un cerchio per tre punti dati ; ciò che for- 
ma uno de' problemi più facili della geometria. L'an- 
tica erudizione cominciava a mostrarsi verso il i46o. 
ma non a' fanciulli di i4« anni. Rispetto all'autorità 
del Giustiniani , ^ico essere questa una pretta falsità 
di Ferdinand^, la quale non doveano ricopiare i dotti 



CAPITOLO OTTAVO. IO7 

Autori della DisserU ^9 Puerili bus annis VlX. prima 
3f elementa edoctus , pubesceus jam rei maritimae epe* 
j» ram dedit. ?> Tanto e nulla più^ dice il Prelato 
Genovese degli studj di Cristoforo. Ed i pnmi eie* 
menti per un figlio di lauajuolo j sono oggi ancora 
leggere^ scrivere, ed abbaco. Il Giustiniani stesso^ 
che pure aveva un padre nobile , e tenero air eccesso 
della sua prole 99 passò gli anni della sua puerizia im- 
» parando la gramatica , e l'aritmetica , secondo la 
79 consuetudine della patria [1] 99, Adunque poteva 
Crisi, esercitarsi nello scardassare le lane , ed insieme 
imparare a pena i prirnii elementi , fecondo V uso 
degli artigiani , e de' contadini Genovesi , i quali di 
buon' ora alla fatica indurano la tenera prole j pro- 
curando che la maggior parte del giorno impieghi ne* 
lavori manuali ; ed alcuni momenti conceda alla scuola 
presso di un privato maestro. 

Quali sono poi le opere di Cristoforo che facciano 
prova delle tante lettere eh' e^lì aveva apprese? For- 
se la lettera del i49^* ideila quale dà notizia della sco- 
perta del nuovo mondo? Ma il Cadamosto, e Gero- 
nimo da S. Stefano pubblicarono le relazioni de' loro 
viaggi ; ne perciò sono riguardati come uomini dotti. 
Molto meno verrà citata la lettera spedita nel i5oo«, 
e pubblicata dagli Autori del Ragion, perciocché se 
questa contiene sentimenti magnanimi, e pieni di re- 
ligione , nulla però vi si legge , che dimostri molte 
lettere^ ed antica erudizione. Abbiamo ancora un' 
altra epistola dell'Eroe sci'itta nel i5o3. ristampata 
dal Bossi ; ed è tale che appena si può credere det- 
tatura del Colombo, benché poco litterato come lo 
dipinge Paolo Internano nella storia di Genova. U 
Bossi , citando il Morelli , paria di un' opera spa^ 



[i] Annali di Ge/iova 1470. 



|08 LIBRO SECONDO 

gnuola de la radon de la tabla navigatoria > la 
quale tuttavia non suppone in Cristoforo molta eru- 
dizione^ potendosi agevolmente compilare da ogni 
buon navigatore. Il Sig. Cancellieri dice (f. 58. j che 
conosciuta la figura sferica della terra , era assai 
facile la conghiettura , che l'infinita Sapienza avesse 
formato il continente scoperto dal Colombo. Dunque 
la maggior impresa di Crist. chiedeva un navigatore 
arditissimo , che non paventasse di varcare V oceano 
per verificare una facile congettura. In ciò non en- 
trava 1' erudizione antica. 

Ma che sarebbe , se il Colombo medesimo dichia- 
rasse, ch^ei non sa lettere.^ E che la dottrina nau- 
tica aveva imparata navigando ; come ne' tempi a noi 
più vicini avvenne dal cel. Cook ; il quale di mari- 
naio eh' egli era sopra una barca da carbone y salì poi 
a quella gloria ^ onde sarà immortale nella rimem- 
branza de' posteri ? Ascoltiamo le parole di Cristoforo 
in una lettera a' Monarchi di Spagna : >> Di età molto 

V tenera io entrai in mare navigando, e vi-^ho con- 
9} tinuato fin' oggi (i5oi.), e la stessa arte inclina 

V chi la segue a sapere i secreti di questo mondo. . . 
99 Ed a questo mio desiderio trovai il nostro Signore 
99 molto propenso 5 e perciò ebbi da Lui spirito d'in- 
99 telligenza. Della navigazione mi fece molto inten- 
99 dente , d' Astrologia mi diede quel che bastava , e 
99 cosi di geometria, e d'aritmetica: 1' animo mi do- 
99 nò ingegnoso, e le mani atte a disegnare questa 
?9 sfera ; ed in essa le città , i monti ec. In questo 
99 tempo IO ho veduto , e messo studio in vedere 
99 tutti i libri di Cosmografia , d' Istoria , e di Filo- 
sa sofia , e di altre scienze ; di modo che il nostro 
i> Signore aprì l' intelletto con mano palpabile a me, 
99 acciocché io navighi di qua all' Indie. ?> Non eb- 
be mai Cristoforo più comoda occasione di parlare 



CAPITOLO OTTAVO. I09 

de' suoi studj , come nella lettera citata : e nondi* 
meno non fa parola né ìli Pavia ^ né dì altra Uni- 
versità; e gli studj suoi attribuisce ad una inclina^ 
zione nata dal navigare ^ e dice se avere studiato in 
i/uesto tempo y cioè nel tempo che correva i mari. 
Niuno risponderà , io penso , essere costume degli 
uomini di somma pietà il sentire bassamente di se ^ 
e tutto riconoscere dalla mano di Dio. Perocché agli 
umili sentimenti delF uomo religioso non si oppone 
il far memoria delle scuole, e de* precettori ; come 
ne ammaestra il B« Angelo da Sarziano, contempo- 
raneo di Cristoforo , scrivendo , che s*ei pur merita 
qualche lode, Deo in primis ^ deinde Guarino Ve^- 
ronensi gr alias kob endas : (i) dal quale aveva rice- 
vuto r erudizione greca, e latina. Ma tornando al 
Colombo, egli nella lettera del i5oo. alla nutrice 
del principe D. Giovanni (2) protesta di saper poco. 
Nel sommario della storia delle Indie occid. cavato 
da* libri del Martire , si scrive del Col. v si dette a 
navicare ; nel quale esercizio { non in Pavia ) essendo 
di grande ingegno , ed avendo bene imparato a co- 
noscere li moti de* Cieli , e *1 modo di adoperare il 
quadrante e 1* astrolabio , in pochi anni divenne il più 
pratico , e sicuro capitano di navi che fosse al suo 
tempo. 9f (Ramusio, Voi. 3. sul principio.} E qui 
giudico opportuno ripetere un argomento , che in 
altra operetta accennai. Bartolommeo Colombo andò 
in Inghilterra, mandatovi dal fratello, per disporre 
Arrigo VII. a dare orecchio al progetto di Cri$to- 
foro. Perchè i mezzi corrispondessero al fine propo- 
stosi dai due germani , ragion voleva che Bartolom- 
meo vedesse di nutrire nella mente del re inglese 



(1) Verona illustr. part. II. lib. 3. 
(2} ilagionaoi. face. ioa. 



110 LIBRO SECONDO. 

un' alta Idea del sapere cosmografico di Cristoforo» 
Che fece Bartolommeo ? Presentò al Monarca un Map- 
pamondo da se lavorato. BarthoL Col. de Terra- 
rubra opus edidit istud. Chi non vede in c^uesto fat- 
to', che Bartolommeo era cosmografo, e Cristoioro 
un intrepido navigatore ; ingegnoso il primo , esperto 
il secondo ; tal che congiungendo insieme le notizie 
geogratiche dell'uno colla esperienza, e T animo in- 
vincibile deir altro , si potevano prometter gli uomini 
una felice riuscita di qualunque generosa intrapresa? 
Infatti narra il Giustiniani nel salterio, che Cristo- 
foro intese dal fratello (il quale da molti anni so-" 
stentava la sua vita in Lisbona , formando carte ma- 
rittime , e con questo mezzo udiva le relazioni de* Por- 
toghesi che il governo mandava ogni anno a costeg- 
giare I lidi deir Africa) 5^ posse omnino fieri, ut qui 
99 ytthiopum ad Libycum vergentìum litora linquens 

V rectus dirigat Inter Zephyrum et Libycum naviga- 
?; tionem , paucis mensibus aut insulam aliquam , aut 
9> ultimas Indorum conti nentes terras assequeretur. 
5? Quae ubi satis. exacte percepì t a fratre , serio in- 

V tra se rem examinans , nonnullis Regis Hispani pro- 

V ceribus ostendit esse in animo sibi etc. >> Simil- 
mente scrivono Antonio Gallo , e il Senarega , autori 
gravissimi, e Cancellieri della Repubblica. Io non 
vedo che opporre air autorità di 4- scrittori genove- 
si , Giustiniani , Gallo , Senarega , ed Interiano ; dei 
quali i tre primi sono contemporanei di Cristoforo, 
e lo dipingono come persona poco letterata. Il Bossi 
( annot. VL / dice che il Senarega era iinpes;nato ad 
esaltare in ^articolar modo i talenti di Bartolom- 
meo. Ma confessando il Bossi [1] e D. Ferdinando 



(x^ Aunot/C. 



CAPITOLO OTTAVO. IH 

[i] , cbe Bartolommeo era abilissimo disegnatore di 
carte marittime, e avendo egli il suo domicilio in 
Lisbona) centro allora di tutti i navigatori delP Ocea- 
no y (jual difficoltà neir ammettere , eh' ei potesse giù-* 
dicare, che se altri lasciata T Africa, avesse air Oc- 
cidente diretto il suo corso troverebbe, aut insulas 
aliqudSy aut uldmas Indorum condnentes terras? 
Lo stesso giudizio avea formato Paolo Toscanelli. Co- 
nosciata V esistenza degli Antipodi , il raziocinio era 
invincibile : se la terra è sferica , partendo da Lis- 
bona , e spingendosi nclF Oceano , è forza che o si 
trovino terre nascoste , o si giunga al continente delF 
Asia. E che gì' Italiani fossero convinti nel sec. XV. 
della reale esistenza degli Antipodi, assai cel dimo- 
stra , lasciato Bart. Colombo e il Toscanelli , Mons. 
Geraldini , il quale nel consiglio della reìna Isabella 
difese il progetto di Cristoforo contra i sofismi di 
alcuni Spagnuoli^ che volevano tacciarlo di follia^ 
perchè supponeva gli Antipodi (2). Finalmente egli 
è impossibile , che Cristoforo , il quale navigò quasi 
contiuuamente del i46i. al i484* insegnasse cosmo- 
grafia a Bartolommeo. Perciocché non potè insegnar- 
gliela né prima, né poi. Non prima ; essendoché un fan- 
ciullo di i3. o i4« aiini in qual dottrina poteva egli 
mai erudire un fratello minore? Non dopo il i484* 
perchè in tal epoca Lartol. sapeva molto bene far car-- 
te da navigare , e sfere ; e con tal industria si pro- 
cacciava il vitto in Lisbona. £ nell' anno cit. Cristof. 
lasciando Lisbona e le navigazioni , ritirossi in Ca- 
sti glia. 
Io nondimeno negar non voglio che atteso V ingegno 



(i) Gap. XI. » Era uomo pratico, e giudizioso nelle cose del mare, e 

sapeva molto bene far carte da navigare, e sfere, ed altri istrumenti. >» 

(2) V. U raccouto che n« fa ii Geraldini presso il Cancellieri S« XXVL 



112 LIBRO FECONDO 

iXLarayiglIoso di Cristoforo , ed i suoi visaggi per tutto 
il Mediterraneo , e Y Oceano Settentrionale , e la con- 
tinua lezione degli autori di Cosmografia 3 ei noti fos« 
se arricchito di molta dottrina nautica ^ e cosmogra- 
fica 3 cosi Cap, Cook, marina] o rozzo ed ignorante 
come già si è detto ^ cominciò con lunghi viaggi ad 
accendersi nel desiderio d' intendere la dottrina delle 
cose marittime, e colla dottrina ^ e colla pratica ^ 
pervenne ad altissima fama. Questo aiSermo , cheTan-* 
torità di Ferdinando non è bastevole a farci credere 
che r Eroe studiasse in Pavia ; perchè la lettera di 
Cristoforo , portata 4^11o stesso Ferdinando , e la te- 
stimonianza di gravissimi storici contemporanei , (1) 
persuadono del contrario. E non è possibile che un 
fanciullo , innanzi air anno XIV. sapesse tante let- 
tere, e tanta erudizione antica, e disegno, e nauti- 
ca , e astronomia , e cosmografia ; che tanto non sa- 
pevano i più solenni dottori del Sec. XV, Alla dis- 
sert. rispondo finalmente che un fanciullo fuggito dalla 
casa paterna in età di anni 4* senza che i nobilissimi 
genitori avessero mai più novelle di lui, non potè 
starsi allo studio pubblico di una città cosi vicina al 
Monferrato , com' è Pavia, Chi mantenne per anni 10* 
un fuggitivo ? Chi aveva interesse di tenerlo ascoso 
a' Signori di Cuccaro ? Chi professava di que' tempi 
la nautica e il disegno in una scuola Lombarda ? Vano 
è dunque il trionfo del Bossi, in quelle parole .(pag. 3») 
della vita del Colombo : ?^ Ad onore delP Insubrìa é 
w da notarsi , che . . . Pavia ... può a ragione glo- 
V riarsi d' averlo nodrito col latte della dottrina » (2). 



(i) Nella relazione del compagno di Colombo, cit. lib. I. e. 2. $. i* si 
dice che l'Eroe a puero assuevit mari. 

(a) L' ab. Gancell. beachè seguace della Disserta ha conosciuto la irra* 
gionerolezza degli stud] Tatti dal Gol. in Pavia; e però gli ha tacili* 
Ui vome ayea f»tto il >larcbi Purazso nel beil' elogio del nostro £ro«* 



ii3 

GAP. IX. 

). It ss CRISTOFORO PROPONESSE ALLA REPUBBLICA 
DI GENOVA LA SCOPERTA DEL NVOVO MONDO. 



L 



la Disserta cap. X. discorre nella maniera clie 
segue : 9> Crisi. Col. era nato nel i^Zy. e cominciato 
aveva a navigare in età di i4« anni . . é • e navigato 
aveva 23. anni continui • • • continuando a navigare 
fino all^anno i484* ^^ tutto questo si conchiude che 
non può sussitere in verua modo ciò che asserisce 
Pietro Martire (i- che sia stato Colombo in Genova 
a proporre il suo discoprimento a quella Repubblica 
essendo egli in età di /^o anni ; tanto più che in 
quella età , cioè, nell' anno i477« trovavasi come narra 
egli medesimo , nella Frislandia. ?? (Dissert. face. 87.) 
Qui la Dissert. al l^ autorità di Pietro Martire amico 
del Colombo, Uditore nel Consiglio dell' Indie, ù 
primo istorico dell' America , contrappone la crono- 
logia , concludendo che, se il Col. nato del 1437* 
era nella Frislandia Tanno 1477- non poteva nelT an- 
no medesimo andare a Genova a proporre la scoperta 
delle terre incognite (U). Ottimo consiglio fu mai 
sempre valersi della cognizione de' tempi per distin- 
guere la verità delle imprese, ma ragion vuole che 
la cronologia sia fondata sopra monumenti incontra- 
stabili , se ha d' andare innanzi alle testimonianze de- 
gli Scrittori contemporanei , particolarmente se que-* 
stl erano bene informati di ciò che scrivevano. Ora 
Cristoforo nacque del i447* ^^^ ^*^ ^^^ ^7* > ^^ 



(i) Anche il Benzone lasciò scritto , che essendo Cristof. d' anni 40. 

propose alla Signorìa di Gciio\'a ec. [carte 11. e X2. 
\jl\ Le cose medesime ripete il Caucell. f. 62. 

Colomb. Orig, • 8 



Il4 LIBRO SXCOrCDO 

aveva J^o. anni nel i488. , onde poteva andare co- 
modamente neir Oceano settentrionale V anno i477' 
e dieci anni appresso trovarsi in Genova a trattare 
con la Repubblica il discoprimento del nuovo Mon- 
do. E perciò la cronologìa non abbatte , ma confer* 
ma la Storia del Martire. E nel vero , io non com* 
prendo , come possa la Dissert. rivocare in dubbio 
un fatto notissimo nella Spagna , ed ammesso da Bai* 
dassar medesimo davanti al Supremo Consiglio dell' 
Indie. Imperciocché opponendo gli Spagnoli alle pre- 
iensioni de^ Colombo di Cuccaro , la proposta che 
fece il Colombo alla Signoria di Genova (i) , Bal- 
dassare rispose , 9^ che non fa il caso che gli Storici 
dicano , che sendo di 4o* anni propose alla Signoria 
di Genova la conquista delle Indie , perchè ben potè 
proporla per lettere, e messaggi (2). ?> Ecco che il 
pretendente non nega il fatto [5] , ma procura spie- 
game il modo , per vedere di liberarsi dalle incomo- 
de conseguenze , che ne potevano ricavare gli Avver- 
sar] • 

Ma la Dissert. [ face. 88. ] riflette che il Maffei 
Storico coltissimo informatissimo di quei successi j 
dice che il Col. la fece ante omnes al He di Por^ 
togallo , dove gli altri Storici pretendono che la fa- 
cesse prima alla Signoria di Genova y e poi al He 
di Portogallo (4j« Facile si è la risposta. Innanzi 



£1] Diceva Baldassare che Grist. partitosi bambino da Cuccaro , mai 
piti non aveva tatto ritorno ; e gli Spagu. rispondevano : perchè non 
venne a Cuccaro almeno queir anno quando iu a Genova a trattare 
con la Repubblica ? 

£a] » Que uo haze al caso que los historiadores digan que siendo da 
40. annos propnso a la Seuuoria de Genova la conquista de las In- 
dias porque bien pudo proporla por cartas j mensageros {Ragion. 
fao". 80. ) 

[3] Il Cancell. dice face. 6a. , che Baldassarie smenti pieiMUiuiitC ^ut- 
sta asserzione ! 

JÌ4] Sommar. Iftor. lad. Occid. Ramusit^ rol* 9, f«.c«f i« 



CAPÌTOLO NONO. llS 

ti^attO non è sempre indìzio di falsità jclie diversi 
Scrittori non bene si accordino ia una circostaaza di 
qualche avvenimento. Sarà dun({ue falso il passaggio 
di Annibale da Piacenza alla volta di Roma, perchè 
Polibio, e T. Livio aoa sono concordi in alcune cir^ 
costanze ? Sarà falso che Cristoforo dalla Spagna sar* 
passe per andare a discoprire il nuovo Mondo , per* 
che il Maffei pretende che i Monarchi Cattolici gli 
dessero tre navi , mentre D. Ferdinando scrive che 
le navi furono due senza più, essendosi armata la 
terza da ir Eroe medesimo? In secondo luogo, qual 
paragone tra il MafFei , ed il Martire nelle cose d'A-» 
merica? Il Maffei scriveva in Portogallo per ordine 
del Principe, un Secolo dopo il disegno di Cristo* 
foro, e narra v;a le imprese de^ Portoghesi nelle Indie 
Orientali. Il Martire scriveva nell' Archivio di Spa* 
gna avendo sotto gli occhi le carte del Colombo di 
cui era amico : scriveva delF America a petizione del 
Cardinal Ascanio Sforza , e di Papa Leon X. senza 
che in lui uomo Lombardo alla Corte dì Spagna fos- 
se affetto di parte per la nazione genovese. Né. punto 
giova agP Avversar] lodare il Maffei come Storico coU 
tissimo ; perchè il Co. Napione aveva già stabilito nel 
Saggio sopra V arte storica essere sempre sospetta 
negli Storici una troppo squisita eleganza di stile 5 
come similmente diceva Quintiliano. 

Si oppone a^ Genovesi , che il Gallo , il Senarega , 
a il Boterò non parlano della circostanza di che trat- 
tiamo. Del Boterò non è da far conto, perchè di- 
stendeva le sue relazioni intorno al iSgS. , onde il 
luo silenzio non fa prova contro all'autorità positiva 
degli Autori contemporanei. 

Il Gallo ed il Senarega tacquero il fatto per un 
altro motivo. A tutti è noto, e lo racconta Ferdi- 
nando , che i Portoghesi ^ veggendo scoperte le nuove 




Il6 LIBRO SECONDO 

terre , che Cristoforo voleva tentare a nome della 
Córte di Lisbona, vergognosi, e sdegnati perchè la 
fortuna , cìi essi avevano rifiutata , si fosse rivolta agli 
Spagnuoli , propouevano di togliere la vita al Colom- 
bo , quando egli , tornandosi dalle Isole nuovamente 
scoperte, fu costretto, a metter piede nelle terre del 
Portogallo. Come i Portoghesi, cosi li Genovesi non 
Vollero dare orecchio alle proposte delPEroe. Di ciò 
sentivano alta vergogna. Né poteva essere altrimenti; 
perchè il Giovio scrittore contemporaneo, maravi- 
gliava di loro (ij , i quali superando tutti i popoli 
nella gloria , e nelV autorità della naval discipli- 
na , si fossero lasciati spogliare dell' occasione di 
amplificare maggiormente il proprio nome. Questa 
é la vera ragione del silenzio degli antichi Storici 
Genovesi sopra la proposta del Colombo. Ma vana- 
mente tacquero il Gallo, ed il Senarega ciò che il 
Martire , ed il Benzone (2) tramandarono a notizia 
de' posteri. Qual conto debba farsi di questi due Scrit- 
tori per la Storia Americana può vedersi nel bel 
proemio al Yol. XVIII. della raccolta de' viaggi ri- 
stampati dal Prévost. 

Dicono poi gli Avversar] ]]3] non trovarsi memo- 
ria di tal proposta nella Storia di Ferdinando. Ma 
-quante cose mancano in questa istoria ? Nulla si dice 
della Enriquez , nulla del testamento del Colombo , 
nulla del soggiorno di Domenico in Savona , nulla 
delle navigazioni di Crist. in Levante sopra Y armata 
genovese. Nulla vi isi legge di Cuccaro, e pure la 



fj] Elogio del Col. 
a] » Vt(^endo ColomLoconie i Genovesi non lo volevano ajutare, de- 
terminò di passare in Ponente. Ma se Col. fa tenuto da Genovesi 
favoloso , e dagl' Inglesi risibile , dai Portoghesi veuu« beii'ato ^u^ 
so;;natore, » Tenzone cart. it. e 12. 
P3 T. Disserta cap, Xy, t X. Cofi^eli, face $2» 



CAPITOLO NONO. II7 

Disserta vuole che Cristoforo sia Monferrino : più r 
D. Ferdinando conosceva senza dubbio le opere di 
P. Martire. Ora perchè mai non T accusò Ai falsità^ 
come accusò il Giustiniani [ però sempre a torto \ 
per circostanze di verun rilievo ? 

Il Sig* Ab. Cancellieri ( f. 62. 63. ) ricopia dalla: 
Dissert. le parole AeW elegantissimo MafTei [1] anle^ 
omnes ( al Re di Portogallo ) ed aggiunge , che an- 
che Mons. Geraldini tralascia i Genovesi. Ma V Ab^ 
eruditissimo non si è avveduto di una grave contrad- 
dizione tra il Maflei , e il Geraldini. Protende il pri-' 
mo che il Colombo proponesse il disseguo ante om.'» 
nes al Portogallo , il Geraldini scrive : primo adii^it 
Galliani , et postea Britanniam , in terzo luogo Lu-^ 
sitanias regem. Queste parole si leggono nel libro del 
Cancellieri ( f. 64- ) Adunque se il Geraldini ha ra- 
gione , V elegantissimo Maffei ingannava i lettori , o- 
per ignoranza, o per adulare la corte di Portogallo. 

Vanamente accenna V Aut. cit. (1. Ci ) che solo i 
più recenti Storici Genovesi in questo si sono in^ 
gannati. Perciocché nel Sec. XVI. il Tavarone di—' 
pluse in un Palazzo di Genova Z' Eroe in- atto d'of- 
ferire al Doge le meditate imprese (2). Onde si 
deduce che nel sec. XVI. , e gli Spagnuoli , e il Con- 
siglio d^lle Indie 3 e i Genovesi , e lo stesso Baldes- 
sar da ^uccaro erano persuasi che il Colombo propo- 
nesse alla Repubblica di tentare per essa la scoperta» 
del nuovo emisfero. E tal consenso giustifica i molti 
Storici come Benzone^ Herrera^ Robertson, Char- 



D] La Dissert. e U Caliceli, negaao la proposta del Colombo al Gè— 
aovesi perchè non ne parla il Maffei Slorieo inforiiatìssimo , e %\^ 
secTetario della RopiibblLca. Ma il MafTei riconosce 1* Eroe per Ge- 
novese ; perche dunqne a lui non credono ì 

(2) Ra^zo0. facfi. Sa. 



fc ^ 



llS LIBRO SeCONDO. 

levoix ecc. i quali non dubitarono punto di aramet« 
tere la verità di quel fatto. Io non ho poi tant^ ozio 
da cercare se la proposta fosse fatta dal Colombo 
prima al Portogallo j o alla Francia , o alla Repub- 
blica di Genova, perchè li Storici più antichi sono 
discordi. Damiana a Gpes lasciò scritto che T Eroe 
repulsus dal Rè di Portogallo auxilio auspiciisque 
Regum Castella? feliciter condusse a fine la gloriosa 
intrapresa. Ma questo Ministro Portoghese non ha 
quel risoluto ante ofhnes del Maffei. Lopez di Go- 
tnara scrive cap. XV. che Crist. veggendosi deriso 
dagr Inglesi cominciò a trattare il negozio con il Re 
di Portogallo* In si fatta discordia è meglio stare al 
racconto del Martire. Tanto più che il Maffei com- 
mette due errori nella narrazione di un sol fatto. £i 
vuole che Crist. ottenesse tria regio sumptu ador^ 
nata ndvtgia , e le navi regie furono due, Vuole che 
la spedizione partisse da Siviglia [i] , e partì dal porto 
di Palos. Uno Storico informatissimo non sarebbe 
caduto in simili abbagli già dichiarati da D. Perdi-* 
pando nella vita del Padre. 

§« II. PE* MONVMENTX ERETTI DA* GENOVESI 
AD ONORE DEL COLOMBO. 

II Sig* Ab. Cancellieri resta sorpreso a riflettere 
( 74* } che finora non è stata eretta veruna sta- 
tua y né busto; nh coniata veruna medaglia in onore 
del Colombo nemmeno rxeW Italia. CesseVà la sor* 

Ì>resa ^ ove sappia che due Busti di marmo ha il Co^ 
ombo in Savqna. Uno assai piccolo , ed a bassorilievo 
$i vede nella loggia sulla piazza della Maddalena ^ 
imito agP altri degV illustri Savoue$i j il sfondo pia 

■?!■ » I ■ I. Il I I I ■■ I I ■ Il II ll " < 

Ci} 44 UispaUm orce Betiece, ( Dis^^rt, cip. %^ f. 88. ) 



CAPITOLO NONO. Ilo 

magnifico è collocato nelF atrio del Palazzo degli ÀUr 
zi&ni a riscontro di quello del Chiabrera. 

In una casa di Cogoleto , Prete Antonio Colombo 
fé scolpire verso il i65o una ottava in lode di Cri- 
stoforo pubblicata dal Signor Franzone. [i] £ nella 
casa municipale di dello luogo è oggidì ancora uà 
antico ritratto coir epigrafe Christophorus Columbus 
novi Orbis repertor [2]. 

De' monumenti che sono in Genova ad onor dell' 
Eroe cosi parlano i diligentissimi Aut. del Ragion.. 
(face. 5i. 52.) ^} Alla incomparabile gloria, e alla 
n costante aifeaione di Cristoforo fu dato di ritrarre 
f> i lineamenti suoi, e le imprese nel pubblico pala- 
9} gio y e fino nella capella Ducale j onor conceduta 
» ai soli Nazionali. Quivi il miglior de'Carloni [3] 
99 dipinse • . . . Colombo col vessillo della Croce in 
» mano, ebe approda, 

97 E di grand' ortpa il nuovo mondo imprime; 
9? bellissimo dipinto^ cbe dopo il corso di due secoli 
99 sembra pur colorito jerl. Prima di questo il Fia- 
V zello, detto volgarmente il Sarzana^ aveva disc- 
^ guato a cbiaro oscuro due graii tele sovrapposte a 
79 un arco trìx>nfale , indi all' ingresso della sala ove 
99 la Signoria risiedeva l'inverno, e nell'estiva iì 
9f Solimene dipinse lunghissima ancona distrutta in. 
99 un incendio, e rinnovata a di nostri. In tutte Co- 
99 lombo naviga animoso all' Indie, e ritoma in Europa- 
» trionfante. Il simigliante sì mira in due privati pa- 
99 lagi , doye il Tavaroni pittore del XVI. sec. es- 
» presse in una parte l' Eroe in atto di oiferiré al 



M-^^afcc. 5q. 

[2] Bhgionain. f. 32. 

[3] Cioè GiamLatista. Di questo grandissimo frescante s\ vegga il Lami 
aella Istor, Pittorica y Sc^ Genovese, Yfl. V. 



120 LIBRO SECONDÒ. 

n Doge di Genova le meditate imprese , e il mede** 
» simo in un' altra al cospetto del Re Ferdinando , 
M e d' Isabella 99 [1]. 

Invano adunque afferma la Dissert. [2] e Io ripete 
il Cancellieri , che 1 Genovesi non eressero alcun pub- 



blico munumento d' onore 
si vuol far credere che 



'3] al Colombo , ed a torto 
Solimene fu il primo a 



dipingerne V effigie nel Ducale palazzo : il Fiazella 
fiorì prima del Solimene. Che se in Genova non si 
vede statua veruna del Colombo, come si veggono 
i simulacri di molti altri genovesi , ciò è avvenuto 
perchè la Repubblica innalzava le statue non risguar- 
dando al merito personale y ma sì al bene operato a 
favor del comune. Tale fu sempre il costume delle 
buone Repubbliche , come acconciamente riflette Cor- 
nelio nella vita di Milziade. Niun bene operò Co- 
lombo, anzi portò irreparabile danno alla sua Pa- 
tria , ed a tutta Italia. Ei non n' ebbe colpa che pur 
tentò giovarle ; ma non fu benefattore dello stato (4) * 
per questo non è da citare ne la statua eretta ad 
Ambrogio Negroni , perchè guesti operò valorosa- 
mente nella Corsica in servigio de' Genovesi , né quella 
posta dai Belgj a Guglielmo di Beruliet per aver tro- 
vata V arte di conservare le aringhe , che fu agP O* 
landesi utilissima scoperta. 

ft 

(i) Il Governo Ligure non contento d' aver dato il nome dì Colomba 
ad U119 giurUdi/ione della Liguria decretò una statua all' Eroe; della 
qiiale si possono vedere due modelli ditferenti presso il Chiar. Sigt 
«•of* Mongiardim. 

(2) Gap. IV. 39. cap. XI. 102. 

Ì3} Caucell. 674. 
4) Ambrogio Spinola , uomo grande anche a giudizio del CancelK 
f^cci i9^ qoii ha ia Genova verno pobl^Uco moauineatQ* 



CAP. X. 

§• I. SI CERCA l' origine DI DONNA FILIPPA MOGNIZ 
PELESTRELLO MOGLIE DI CRISTOFORO. 



I. Ahìi 



[se da Ca da Mosto nel Gap. IV. de^ suoi 
riaggi y secondo la impressione rarissima fatta in Mi- 
lano nel i5i9« in 4»'^ cosi parla dell'Isola di Porto 
Santo : 99 Questa isola di F. S« è molto piccola co« 
» sa : volta circa milia XXV. atrovada da XXVII. 
)f ^ anni in qua da le caravelle del soprascripto Signore 
9 Infante ( Enrico di Portogallo ) : e lui la facta 
» habitare da Portogallesi ; che mai per avanti fo 
9 habitada : Et è governador di quella uno Bartbo- 
» lamio Polastrello hom. del dccto Signor, v Poscia 
nel cap. V. stabilisce ~^o* miglia di distanza da Ma- 
dera a Porto Santo; e nel cap. VI. ragionando di 
Madera : v Questa isola de Mederà ( egli dice ) ha 
tf fatto habitare al prefato Signor Infante da proprj 
ff portogallesi pur de XXIIII. anni in qua la quale 
9 per avanti mai non fo abitada. Et ha fatto gover- 
» nadori di quella dui suoi cavalieri di quali uno ha 
5> nome Tristante Sfera , e costui tien la mitadc de 
» Pisola de la parte de Moncristo ; et P altro ha no- 
w me Juan Gonzales : e questo tion V altra mitade 
y de Pisola da la parte de Punzala v, 

II. Queste parole del navigator Veneziano si vo- 
levano premettere , onde illustrare , e corres;gere uu 
passo importantissimo di Ferdinando Ciolombo nella 
Storia del Padre, cap. V. ove narrando che Cristo-" 
foro stabilitosi in Portogallo , quivi false moglie una 
figliuola di Pietro Mogniz Perestro.ìlo , il quale era 
^tato grand^ uomo per mare ^ aggiunge »> che insie- 
me con altri due Capitani con liceatla del Re di Por-» 



122 LIBKO SECONDO. 

togallo era andato a scoprir terre, con patto che 
fatte tre parti di quel che trovassero ^ elegesse co- 
lui , a chi toccasse la sorte* Col qual accordo partiti 
alla Tolta del Sud-est giunsero all' Isola della Me- 
derà 3 e di Porto Santo y luoghi che fino a quei tempi 
non erano stati scoperti. E perciochè V Isola della 
Mederà era maggiore, fecero di quella due parti , e 
la terza fu V Isola di Porto Santo y che toccò per 
sorte al detto Pelestrello suo suocero, il quale n' ehbe 
il governo finché venne a morte [ prima che Cri- 
stqf. ne sposasse la figlia"] ». 

III. Ora dobbiamo stabilire il tempo di questi av- 
venimenti per dare alle cose V ordine opportuno. 
Quanto è del Cadamosto egli stesso c'insegna che 
parti di Venezia V anno Domini MCCCCLIIII a 
di VIII^ di Agosto y e dopo breve viaggio perve- 
nuto in Portogallo , e tosto acconciatosi a' servigj delF 
Infante, cominciò nell'anno seguente le sue naviga- 
zioni. £ però Bartolomeo Pelestrello dovette aver 
trovata \ Isola di Porto Santo innanzi al i43o. , se 
nel 1455. era già scoperta da 2^. anni in qua. Ma 
il matrimonio di Cristoforo con la Filippa si dee 
porre tra il 1476- e il i484* essendo, che nelF an- 
no 1475.il Colombo era sopra naviglio genovese nelle 
acque del Levante, e nel i484* ^veva già perduta la 
moglie , come sappiamo per la storia di Ferdinando 
( cap. XI, e XII. ) y9 Et essendogli già morta la mo- 
glie . . • nel fin dell' anno i484« col suo figlìuolino 
D. Diego si partì segretamente di Portogallo. >> Adun- 
que fra la scoperta di Porto Santo, e le nozze di 
Cristoforo si contano 5o. anni circa. Questo spazio 
di tempo , e la differenza de' nomi ci persuadono che 
Pietro Pelestrello padre della Filippa fosse figliuolo, 
o Nipote di Bartolomeo, da cui ereditato aver do- 
veva il Governo perpetuo di Porto Santo qual di- 



\ 



CAPITOLO DECIMO. 123 

ritto congiunto alla qualità dì Scopritore propria del 
Padre , e trasmissibile ne' successori : siccome vediamo 
aver adoperato similmente la Spagna in favore di 
Cristoforo , e degl' eredi suoi* E seLl>ene Ferdinan- 
do concede la scoperta dell' Isola di Porto Santo a 
Pietro Pelestrello , ragion vuole che si abbia più fede 
all'autorità del Cadamosto (i) che approdò in quelV 
Isola l'anno i455. e vi trovò il prefato Bartolom- 
meo governator perpetuo , essendo anche notissima 
cosa y che Ferdinando prese molti equivoci come se 
ne avvide il Mugnoz , e cadde in molti errori , al- 
cuni de' quali , e assai gravi sono confutati nelle Giuti" 
te alla Dissert. 

IV. Ma non abbiamo fin qui toccata l'origine di 
Donna Filippa secondo che ci siamo proposti : a che 
ci dee condurre una osservazione assai gloriosa all'I- 
talia. Le prime navigazioni de' Portoghesi , onde pre- 
sero cuore di superare il Capo di Buona Speranza, 
si fecero comunemente col consiglio , e con 1' opera 
di generosi Italiani, Già si è detto che Alvise Ca- 
damosto appena giunto al Capo di S. Vincenzo > fu 
invitato a mettersi al servigio dell' Infante Don En- 
rico. A ciò fare lo spinse un nobile Veneziano di 
Casa Conti , che 1' Infante teneva provvisionato in 
sua Corte (Rainusio Navig. I. e lo40 perchè sopra 
ogni altra nazione aveva cari i Veneziani , sapendo 
che erano grandi cognoscitori della speciarie [ 1. cit. 
e. io5. ] Lo stesso Alvise navigando al Capo Verde 
trovò Messer Antoniotto Usodimare gentil huomo 
Genovese con due caravelle il quale con alcuni scu-^ 
Aeri dell' Infante avea folto conserva per passare 



<l) 11 Cancell. vnole che U Suocero di Crist. sia Bartolomeo , e che ad 
esso il Porto^alìxì sia debitore della scoperta dell* Isole di P. S^ 
di Miidera ( facc« 6a. ) 




\ 



124 LIBRO SECONDO. 

il detto Capo (1. cit. e. ii3, J Ed è proLablIe clie 
navigasse co^ Portoghesi un mercante genovese che del 
l4^4* ^^* penetralo nel Regno di Budomel [ Sene- 
gal ] neir Africa ( Alvis. Cadam. e. 28. ) Luca di 
Cazzana [ forse Cassana ] ricco mercante pur geno» 
vese ottenuto dal Re di Portogallo il pei*messo armò 
una nave a Vincenzo Dias Portoghese acciocché ten- 
tasse scoprire una terra che il Dias affermava . aver 
veduta in lontananza venendo dalla Guinea alV Isola 
Terza ( Ferdin. cap. IX. ) Ma la generosità di Luca, 
e gli sforzi del Pilota furono senza effetto. Pare an- 
cora che avesse molta pratica con li Portoghesi quel 
Geronimo da Santo Stefano che viaggiò neir Indie 
Orientali con Geronimo Adorno, perciocché la bre- 
ve relazione del suo viaggio trovasi nella raccolta del 
Ramusio (voi. 1. car* 382. ) di lingua Portoghese 
tradotta neW Italiana. Finalmente Bartolomeo Co- 
lomfho fratello dell' Eroe andato in Lisbona si appli- 
cava a disegnare carte maritime (1) essendo in quella 
Città, e in tutto il regno assai noto il valore deg^ 
Italiani cosi nelP affrontare i pericoli delF Oceano , 
come neir applicare i principj della matematica agi' 
avanzamenti della navigazione. E perciò non a torto 
pensarono i dotti Autori del Ragionamento che il 
Pelestrello fosse Italiano. Ma essi non seppero darne 
altra ragione , che il suon di quella voce , che ha 
molto deir Italiano. 

V. Or quello che nel Ragion, fu addottato come 
probabil congettura si cangia in certezza per P auto- 
rità del Poggiali^ il quale rammentando molti gen- 
tiluomi Piacentini che in Lisbona attendevano alla 
mercatura nel Sec. XV. secondo il costume degli Ita- 



(i) Giustùiia/U y Schol. P&al. i8. Seuarega, ann. 1493. 



CAPITOLO DECIMO. 125 

liani d^ allora , vien a dar notizia di un Giuliano 
Pallastrelli 99 ivi riccamente accasato , i cui discen^ 
denti con lettere iudiritte sul fine del Sec. XVI. e 
nel principio del seguente , per me vedute , gloria- 
vansi di trarre V origin loro dall' antico sangue Pai- 
lastrello di Piacenza [1]. w Ne faccia difficoltà il ve- 
dere che nel Poggiali si trovi Pallastrelli, nella sto- 
ria di Ferdinando Perestrelo; nel Cadamosto Polas- 
trello ; perei oche il Campi ci assicura che Pelles- 
trello una volta dicevasi, non Pollastrelliy nello stesso 
modo che Pilavicino, Paravicino, e Pallavicino fu va- 
riamente nominata una illustre famiglia Italiana. Po^ 
lastrello poi sarà un errore del Cadamosto; oltreché 
noi sappiamo che a molti camhiameuti sono soggetti 
i cognomi nel passaggio che fanuo di una in altra 
provincia. 

VI. Cosi stabilito doversi cercare in Piacenza 
l'origine de' Pelestrello Portoghesi, noi subito pos- 
siamo toccar con mano la vera sorgente di un antico 
errore , che fa derivare U Colombo da' Pelestrello di 
Piacenza, come se un uomo che si sottoscriveva Co- 
lombo da Terrarossa fosse lo stesso che Pellestrel- 
lo da Piacenza, Questa favola fu ammessa dall'Ovie- 
do , e ricopiata dal Benzone (2) scrivendo amendue 
che Cristoforo discende da Piacenza dal nobil san- 
gue de' Pelestrello. Il Lopez mostrò dubitarne : = 
Discendeva, secondo alcuni dicono dalli Pellestrelli 
di Piacenza di Lombardia zzz Ma il Charlevoix so- 
spettò giudiziosamente di un equivoco, per cui fos- 
sero confusi i maggiori della Filippa con quelli dèl- 



ti) Meno, dì Piacenza tom. VII. pag. 260. ann. 1447. ^^^ i PalastreUi 
siano Piacentini d' origine non può mettersi in dubbio trovandosi 
nelle carte di Piacenza Giovanni Palastrello dei 1278. • Barnaba Ptp 
lastrello del 1284. V. il Poggiali agli anni cit. 

X^ Benzene ^ cart. 11. e 12. 




126 LlBftO SECÓNDO. 

l' Eroe suo marito. Fatto è che i Pelestrelli di Vh* 
cenza non sognarono mai che ad essi possa apparte* 
nere V onoi* di Cristoforo ; ed il Campi , ed il Pog- 
giali Storici Piacentini vorrebbero trarre il Discopri- 
tor deir America dai Colombo di Val di nura, ma noa 
ebbero cuore di aiFaticarsi intorno alla favolosa ori- 
gine troppo dolcemente, ne dicam stulte^ abbracciata 
dall' Oviedo. E se V erudito P. Riccioli Gesuita^ ben* 
che scrivesse dopo il Campi, non ebbe difficoltà di 
trasformare Colombo in Pelestrelloy noi potremo col- 
locare questa notizia con quell* altra sì maravigliosà 
intorno a Papa Alessandro V. da lui chiamato JBo- 
noniensis y Noi^ariensis; sed in Creta enutritus. 

VII. Io non so poi come D. Filippa prendesse Tal-* 
tro cognome Mogniz , o Munnoz. Può essere che 

3 nel Giuliano riccamente accasato acquistasse per 
ritto della Moglie alcuna eredità della famiglia 
Mogniz ; o forse fu questo il cognome della Madre? 
di Filippa. Ma io non ho tali nittizie che decidano 
il punto. Certo è che Bartolomeo non portava che 
il cognome Pelestrello , onde V altro vi fu aggiunto 
nel Portogallo da' suoi eredi. 

§. II, DELLA MADRE DI FERDINANDO COLOMBO. 

Avendo Cristoforo Colombo proposto alla Corte 
di Portogallo il disegno cV egli s* avea formato dì 
trovare un nuovo Mondo, alcuni malvaggi consiglieri 
fecero sì che il Principe mostrando in apparenza di 
rifiutare la proposta dello straniero come sogno dì 
mente alterata^ spedisse nondimeno un suo pilota a 
tentarne secretamente la scoperta. Andò il nocchiero 
portoghese , ma non tardò molto a ritornare in Por- 
togallo , senza che nulla scoprisse. 9f II che essendo 
Tenuto a notizia dell' Ammiraglio , €t essendogli gii 



CAPITOLO DECIMO. 127 

oxorta la moglie, prese tanto odio a quella Città 
[Lisbona) e nazione^ che deliberò di andarsene in 
Castiglia con un figliolino rimaso a lai della moglie, 
chiamato Diego Colon , che dopo la morte del Pa- 
Ire/nel suo stato successe (Ferdin. cap. XI.) » Que- 
ito fatto avenne nel i484* (Ferd. cap* XII.)* Ma 
Ferdinando nel i5o6 non aveva più che sedici anni 
]i]. Dunque non potè nascere dalla Pelestrello. Ora 
Ferdinando medesimo non dice che il Padre passas- 
se alle seconde nozze. E con ciò si manifesta figlio 
illegittimo di Cristoforo • Ma il vero nome della Ma- 
ire di Ferdinando trovasi nel codicillo deir Eroe 
[Hibblicato nelle giunte alla Disserta dove Cristoforo 
dichiara F ultima sua volontà, yf Dico e comando a 
D. Diego mio figliuolo. . • • che gli sia raccomandata 
Beatrice Enriquez Madre di D. Ferdinando mio fi- 
glio y che la provveda si che possa vivere onestamente, 
come persona alla quale io sono di tanto carico , e 
questo si faccia per isgravare la mia coscienza ; per- 
chè ciò pesa molto suU' anima mia: la ragione di ciò 
non è lecito qui registrarla. 99 (2) 



(i) V. i primi cap. della stona di D. Ferdin. 

(a) » Digo j mando. . . . Beatriz Enriquez Madre de D. Fernando mi 

hijo. . . La ragion dello no es libito do la escribir aqui. » Dissert» 

Cacc« a5é. 



/ 



128 

GAP. XI. 

Come si proi^i legalmente la Filiazione* 



i.ijrli 



Auté della DisserU a sostenere la prèten» 
sione de' Baroni di Cuccaro ricorrono alla Giurispru-' 
denza , affermando che Baldessarre provò la filiazione 
di Cristoforo da Domenico di Cnccaro con molti te- 
stimonj. Ora stando al moderno codice civile deTran- 
cesi j tal prova è sufIFciente 5 che anzi il Covarruvias 
(de matrimonio cap. Vili. 3.) ammette due te stimonj 
a provare la fìlazione. Dunque , conchiudono i cit. 
Autori , la prova di Baldessarre fu pienissimxi oltre 
al bisogno^ A me non resta che portare il testo pre- 
ciso del Codice, e del Giureconsulto Spagnuolo, on-» 
de si conosca se T argomento della disserta sia con-» 
dotto secondo le regole del diritto ragionare. 

Ecco le parole del Codice [ num. 323.]: » La 
preuve de filiation peut se faire par témoin. Nean- 
moins cette preuve peut e tre admise que lorsqu' il J 
a commencement de preuve par écrit , ou lorsque 
les présomptions ou indices résultant de faits dès lors 
constans soQt assez graves pour déterminer l'admis- 
sion. 99 

N. 324. 9f Le commencement de preuve par écrit 
resuite des titres de famille , des regìstres et papier» 
domestlques du pére ou de la mère ec. »? 

N. 521. ?> Les principaux de ces faits, sont; Que 
Tindividu a toujurs porte le nom du pére au quel il 
prète nd appartenir ; Que le pére V a traité coinm» 
son enfant et a pourvu en cette qualité à son éda- 
cation, e son établissement; QuMl a été reconu coa- 
stamment pour tei dans la societé j Qu*il a été re- 
connu pour tei par la famille» » 



CAPITOLO 17NDECIJM0. I2g 

Pf. 329. w L'action ne pcut étre intentée par les 
Léritiers de V enfant qui n'a pas reclame , qu* autant 
qu^ii est decedè mìneur ou daus la cinq années après 
u majorité. yf 

Il CovaiTuvias dice ( I. cit, ) : >> duobus testibus , 
9 qui testantur de Teritate, probatur filìatio. v 

£ nei §• XII. cosi dichiara le questioni che i Giu^ 
dici debbono fare a' testimoQJ: 

I. 9} An sciant Sempronium esse fdium Titii ? 

II. 9} Sciant ne Titium dictum Sempronium esse 
filium ejus agnovisse , atque ut talem cum tractasse? 

Ili* 9f An credi tum atque exìstimatum fuerit com-« 
muni -vicinise fama dictum Sempronium filium esse 
legitimum dicti Titii ? 

Nel §• 2« stabilisce contro alla sentenza di altri 
Giaristi , che la causa della filiazione , traètari potest 
etiojn post quinquennium a morte parentum. Già si 
comprende che allontanandosi il Covarruvias dalla 
severità del quinquennio non intende perciò lasciare 
aperto uno spazio di molti anni alle contese della 
filiazione, ma temperare alquanto il rigore degli al- 
tri Giureconsulti. 

Intanto si osservi che il Covarruvias stabilisce una 
proposizione determinata , testes qui testantur de ve- 
rìtate •••• an sciant esse*» • La Dissert. omettendo 
la clausola limitativa , qui testantur de ventate , gli 
fa pronunziare una tesi , o proposizione indefinita; 
ed i Rettori , e i Filosofi ci ammaestrano , che ben 
conviene alla ipotesi quello che si dice della Tesi , 
ma non in contrario. Ora i testimonj chiamati a de- 
porre in una causa di filiazione y quando il Padre 
fosse morto da più d^ un secolo , e da quasi un se- 
colo il 6glio 5 quando niuno de' discendenti del Pa- 
dre rimanesse in vita , potrebbero forse deporre de 
meritate ? Come risponderebbero alle questioni del 

Colomb. Orig. c) 



l3o LIBRO SECONDO. 

Covamivias , e del Codice Francese ? Dovrebbero de- 
'porre dalla fama. Ma fama sola non sufficit , quia 
fatua non probat piene , sed semipiene ( quanto sia- 
mo lontani dalla prova pienissima oltre al bisognai) 
dice il leggista Spagnuolo §. XI. E Marcantonio Nat- 
ta cel. Giureconsulto Astegiano fcons. 170.J 3= Trita 
Test et vulgata regula, quod testes deponentes de au- 
ditu ab aliis non probant • • . Testis de auditu non 
est verus, sed improprius testis. 1= 

II. Il Codice Francese, nel punto di cui trattiamo, 
fu egregiamente illustrato dal Labary con le parole 
seguenti : 99 Per quanto antica sia la prova testìmo- 
99 niale , questa SOLA è la più fragile , e la più pe- 
J9 ricolosa. I Romani medesimi V avevano rigettata 
^; nella stessa nostra materia. . . Soli enim testes ad 
99 ingenuitatis probationem non suffiiciunt. Le no- 
99 stre ordinanze avevano parimente rigettata la pro- 
99 va testimoniale. ... Se si ammette la prova per 
99 mezzo di testimonj , dice Cocliin ... la società ci- 
99 vile diventerà un caos . . . Ma come potrà negarsi 
» V ammissione di tal prova al figlio, cbe non ha 
99 potuto procurarsene altra ?. . . I Romani ricusavano 
99 di ammettere i testimonj soli; però non gli esclu- 
99 devano, sei'vendosi delle parole : soli testes non suf- 
99 flcìunt. E le nostre ordinanze egualmente non ri- 
99 gettavano la prova testimoniale, se non che nel 
99 caso d'impossibilità di avere un principio di pro- 
99 va in iscritto ; ma subito cbe questo si univa a te- 
99 stimonianze non sospette , le leggi accordavano air 
99 la medesima la confidenza , che meritavano \\\^ 
E perchè il Labary conferma i suoi detti con la giu- 
risprudenza Romana , io recherò parte di un fram- 



f(j) F.apporto fatto al Tribunato della sez. Legìsl. sul tit. VII, d«l C«« 
4Ice. Trad. ital. stamp. in Fireuze did Piatti.. 



CAPITOLO UNDECIMO. l3l 

mento di Cicerone tolto da quelli pubblicati nel i8i4« 
dair immortai Ab. Mai ; frammento che il Giornale 
enciclopedico di Napoli ( i8i6. n. 2.) chiama e/e« 
santissimo ed ammirabile intorno alla credenza da 
darsi ne' giudizj a' testimonj y ed utilissimo precisa- 
mente a' giudici ed agli avvocati anche de' nostri gior^ 
ni» 9> Neque vero quicquam aliud in ignoto teste facere 
» debemuS) nisi ut argomento^ conjectura ^ suspicio- 
3^ ne 9 rerum ipsarum vim naturamque quaeramus. 
7) Etenim testis non modo Afer^ aut Sardus [ sane si 
» ita se isti malunt nominari ]^ sed, quivis etiam eie* 
» gantior ac religiosior impelli, deterreri , fingi, fle- 
:^ cti potest. . . Argumentum vero • . . rerum vox est, 
» naturjB vestigium, veritatis nota. Id qualecumque est 
» maneat immobile necesse est ; non enim fingitur 
» ab oratore, sed sumitur. w Se. ciò si dee conside- 
rare in qualsivoglia causa, molto più in quella di fi- 
liazione eh' è la più delicata , e la più importante del 
diritto civile. 

III. I testimonj ex auditu chiamati in giudizio, non 
debbono essere persone che ricevano stipendio ; e 
sìeno in altra maniera soggette alla parte in cui fa- 
vore depongono; perchè in tal caso ad essi multum 
àiminuitur de Jide (M. A. Natta, Cons. 170.) 

IV# Sulle tracce degli Autori citati nella disserta 
e di quegli altri che sono degnissimi di entrare sic- 
come giudici nella nostra contesa possiamo stabilire 
per la prova della filiazione i principj qui sotto de- 
scritti. 

1. La sola prova testimoniale non è ammessa nel- 
le cause di filiazione. 

2. Il principio di prova in iscritto , che dee cor- 
roborare la prova testimoniale , vuol essere ricavato 
da* titoli della famiglia, da^ registri, e carte domes- 
tiche, o simili. 



® 



l32 LIBKO SECONDÒ 

5, Mancando la prova in iscritto si ammettono \t 
presunzioni^ se queste son gravi e se nascono da fatti 
di lor natura costanti. 

4.. I fatti non debbono fondarsi sopra una fama 
incerta^ ma sopra la coscienza de^estimonj, (an sciant 
esse) e del vicinato. 

5. Passati cinque^ o sei anni (o dieci ^ se tanto si 
vuole ) dalla morte del padre , o dair età maggiore 
del figliuolo lasciato nella minorità y non si ammette 
più la causa della filiazione. 

6. I testimonj non debbono avere interesse a so* 
stenere la parte. 

Con questi principj paragoneremo al debito luogo 
le testimonianze de' Monferrini esaminati nel Senato 
di Casale. 

CAP. XII. 

Degli Alberi Genealogici^ 

» J- ^ on v' ha forse ramo di storia cbe sia tanto 
ingombro di favole e d' imposture quanto quello delle 
Genealogie. La vanità di chi ne ordina la compila- 
zione , e Y interesse di chi si accinge a formarla , ne 
sono le ordinarie sorgenti . . . Non è difficile trovar 
qualche Scrittore che lo affermi: sia egli autorevole, 
o noi sia, poco monta. È un Autor che lo dice, e 
ciò basta .... Io non dico cose , che non abbia io 
stesso co' miei occhi veduto. Oltre i libri manoscritti 
e stampati .... ho avuto più volte sotto gli occhi 
alberi genealogici .... E se io ho avuto il corag- 
gio di mostrarmi timorosamente dubbioso sali' «ttUA- 



CAPITOLO, DUODECIMO. l35 

licita di coiai documenti , ho dovuto sostener do- 
glianze e rimbrotti , come se io volessi oppormi alF 
autorità di dottissimi uomini . • • . Io so che molti 
sono al presente in Italia i dotti e i critici a' quali 
invano si tenterebbe d'imporre. Ma forse è ancor 
maggiore il numero di coloro che si lasciano ingan- 
nare' dall'impostura, quando essa singolarmente rie- 
sce loro o onorevole, o vantaggiosa, w Cosi die prin- 
cipio il Tiraboscki alla sua curiosa operetta su gli 
Scrittori ^genealogici ( pag. 4« 5. e 6. j. E con tali 
parole (i) io comincio questo capitolo y nel quale mi 
è necessario porre .ad esame ciò che debbano sentire 
gli uomini di purgato giudizio intorno alla gencalo^ 
già delle famiglie ; essend.o un albero genealogico il 
principal fondamento della Disserta in favore di Cuc- 
caro* E questa nojosa ricerca avrei lasciata in dispar- 
te, se il libro del Tiraboschi non fosse quasi unica- 
mente rivolto a disvelare le imposture di Alfonso 
Giccarelli, Medico di Bevagna nel sec. XVI. 

I. E prima di tutto, ella è sentenza del Fapebro- 
ckio, approvata del Mabillon, e confermata dall' esattis- 
simo Proposto Poggiali nelle memorie di Piacenza 
là dove tratta del Card. Visdomini 5 familiarum. no^ 
bUium genealogiis magnani Jidem habendain non es- 
se ^ citra documenta idonea. Questo principio si po- 
trebbe confermare con molti esempj antichi , e mo- 
derni ; ma sarò contento di pochi non toccati dal 
Tiraboschi , nell' opera citata ; lasciando nondimeno i 
più solenni, come quello di Giulio Cesare Scaligero^ 



W n SigQor Gancell. face. ii. cosi scrive: » E non si corre talvrt^» 

■ aocTie a' nostri giorni a ((iieste botteghe <li turno, compraiitlosi con 

oro m-assiecio le storie delle famiglie con istriifrienti , e con testa- 
• ^ • _ • - . .- -• •• • • • 



I» mentilo finti, o alterati?» Egregiamente. Ma posti tali princij>}» 
qual fede possiam noi dare alla genealogia de* Colombo di Cuccar© ^ 
cai si appoggia il CauccUieri? 



l54 LIBRO SECQNDO 

e di coloro che tanto favoleggiarono sulla origine dei 
Principi della gloriosa Casa d' Este ; e furono perciòt 
meritamente derìsi dal Muratori nelle Antichità Es-^ 
tensi. 

Giovanni Francesco Tinto nella nobiltà di Vero^ 
na , imbrogliò ogni cosa. Nelle scritture di Alessan-< 
dro Canobio , che raccolse le notizie delle famiglie 
nobili di Verona, si trovano molti equivoci (i). II 
Co. Jacopo Zabarella è discreditato per le sue im- 
posture , e menzogne nelV origine , e discendenza 
delle famiglie nostre Veneziane , sopra le quali ha 
scritto molto [2]. Girolamo Biffi che sformò la genea^ 
logia de' Visconti è indulgentissimo compilatore di 
scritture apocrife [3]. Gli errori del Pingonio Scrit* 
tore del Sec. XVI. sono incredibili ; e pure >^ ci at- 
testa di aver tutte quelle singolari notìzie ricavate da 
antichi documenti, v Ma questi documenti esaminati 
dal dotto Avv. Terraneo [4] dicono tutto il contra- 
rio di ciò , che ad essi fa dire il Pingonio. Il P. AflFò 
non approva V albero della famìglia ì^ico formato nel 
l52g. da un tal de Erba ( Scrìtt. Parm. n.^ 168.) 
né quello della famiglia Borra stamp. da Cherubioo 
Ferrari nel 1619. ( e. n. i5o. ) E forse per que- 
ste cagioni è avvenuto che i Ragusei , uomini assai 
destri e molto inclinati agli studj migliori , lasciaro- 
no perire un manuscritto delle famiglie nobili di 
Ragusa y compilato nel Sec. XVI. da Giovanni Ti- 
burtini ; e conservarono un altro volume pur MS. 
dello stesso autore, nel quale tratta di tutte le fa-- 
miglie de' cittadini , quantunque i Ragusei , come co- 



(4 



Maffeì , Ver. TU. p. a. lìh. 4. 

Ap. Zeno lett. zo3. voi. i. ediz. Valvas. 
(^) Terratiso , Adelaide illustr.Yoì, i. face. 86. 
(4) Adel. ili. Voi. i. cap. V. 



\ 



CAPITOLO DUODECIMO. l35 

loro clie avevano un governo di perfetta Aristocra- 
zia, dovessero avere maggior premura dì serbare gli 
alberi de' nobili , che le genealogie delle private fa-, 
miglie [i]. 

IL In secondo luogo y sono comunemente rigettate 
in modo particolare le genealogie compilate ne^ Se-* 
coli XVI. e XVII. ne' quali , oltre al Ciccarelli ed 
al Gallucci, ì quali lasciarono sul palco la testa ^ 
con memorando esempio , ma poco efficace , scrissero 
il Sansovino , il Morigia , il Campana , il Tinto ^ il 
Biffi , il Pingonio , il Rosieres , il Crescenzi , il Mar- 
ra, il Gamurrini, il Vedriani, il Campii e Pietro 
Riguardiato [2] Scrittori tutti pieni di errori, e di 
favole. Onde il Muratori , invitato a trattare della 
illustre famiglia Gherardesca di Toscana , non si ten^ 
ne dal rispondere nel 1730. al Conte Guido della 
Gherardesca • 5^ A chi non abbonda di vecchi stru^ 
menti di quegli appunto che furono fatti ne' luoghi 
delle Signorie degli antichi nobili, altra via non. re- 
sta per tessere le genealogia de' medesimi Signori ; 
essendo ora il mondo erudito disingannato di tante 
fole dei Genealogisti de' due secali prossimi passa- 
ti [3] t,. 

Ili, Ne sia alcuno , che pensi tali essere le favolo 
genealogiche che soltanto il volgo ne faccia suo pas- 
colo : anche i Letterati, i Principi ancora restano pre- 
si alcuna volta dalla sottile malizia de' facitori d' al- 
beri genealogici. Ascoltisi Ap. Zeno in una sua let- 
tera scritta da Vienna nel 1726. v Dal Signor Conte 
Salvatico inviato dal Signor Duea di Parma a questa 



(0 Appendinì , Storia di Ragusa, Voi. 2. part. i. lib. i. cap. 2. 

C»] CanceU. face. 862. 

D] V. Donim. relativi al Dominio de' Signori della OlìerarJesca : vo- 
lume iu foglio stampato sen/.a data alcuna. "Ne vidi copia nella Ur- 
l>reria di S. Sebastiaa» in Livorno. 



l36 LIBRO SECONDO 

Corte ^ mi è stato comunicato ì giorni passati un Ii« 
bro in foglio con questo titolo : = La falsità sgelata 
contro a certo Giannantonio che vantasi de' Flayj 
Angeli Comneni Lascarìs Paleologo ec. =: Dall' esa- 
me delle prove apparisce , che quel Giannantonio non 
è altri che un uomo plebeo di nascita, calzolaio di 
professione . • • • di Aosta nel Piemonte. Costui ora 
si trova qui, e l'anno \yl\. diede fuori dalle stampe 
di Ratisbona .... un albero genealogico di sua pre* 
tesa imperiale schiatta con alcuni documenti in com- 
provazione di essa ec» Qui pure vi è un altro sog- 
getto che si vanta essere ultimo discendente del me- 
desimo Imperatore .... La razza degP impostori non 
si è mai spenta, e non finirà che col mondo (i). ^y 
Paolo Scalich letterato ungarese non tentò di salire 
tant' alto come il calzolajo d' Aosta; tuttavia egli pren- 
deva i titoli di Principe della Scala , e Marchese 
di Verona, w Al favore di questi titoli ?' insinuò co- 
^y stui nella corte di Brandeburgo , e vi consegui ufizj 
j> grandi ; ma ne fu poi con vergogna scacciato. Al- 
?> berto Truchsio mostrò con autentiche scritture , 
n com' era figliuolo d' un contadino. Con tutto ciò 
^> mirabili volumi si videro per sua difesa in tedesco 
5> e in latino : Responsa Juris consultar um de ori-- 
i> gine y gente ac nomine Pauli Scaligeri [2] w. Ma 
sorpassa ogui credere un fatto che ci vien narrato 
dair eruditissimo P. Affò nelle memorie degli Scrit- 
tori e Letterati Parmigiani ( N. cclxxviii. ) : 5^ In 
9f questo tempo ( 1688. ) un Prete Fiammingo per 
5> nome Teodoro , detto comunemente V Abate Da- 
3> madeno , trattenutosi alquanto tempo in Parma , 
yf scrisse una voluminosissima genealogia della Casa 



(i) Voi. 2. lett. 206. eà'ìT, Valvas. 
(a) Mait'ei j Ver. ili. p. 2. 1. 4. 



CAPITOLO DUODECIMO. iS/ 

»> Farnese , dedacendola dall' Arca di Noè , e in 4» 
V gran tomi in foglio offertala al Duca faceva instan- 
te za che si stampasse. 99 II Duca die il libro ad esa- 
minare a un Gesuita ; e poi al ceL F. Ab. Bacchini y 
per cui giudizio ne fu trascurata la stampa. £ nien- 
tedimeno quel dotto Benedittino perdette la grazia 
del Principe; ed uno de' motivi fu, per quanto ap- 
parisce i V aver giudicata indegna della luce quella ma- 
ravigli osa fatica del Damadeno. Il quale fece simil- 
mente in un grosso volume in foglio l'albero di Casa 
Boscoli ff dedotta dagli antichi Etrusci , continuata 
tra' Greci , e trai Romani , e finalmente tratta sino 
al celebre Lelio Boscoli (1. e). » L'origine della 
famiglia de' Signori di Correggio scritta da Rinaldo 
Corso , persona di buone lettere , ed approvata dal 
Sansovino , che fu chiamato a Correggio per tale og- 
getto , è dichiarata cosa ridicola dal Tiraboschi [1]. 
E pei*chè viemeglio si conosca quanto gli uomini sian 
disposti a lasciarsi dolcemente ingannare dagli Alberi 
genealogici , è cosa opportuna il riflettere col Tira- 
boschi , che se il Ciccarelli v fosse stato pago di fin- 
ger cronache, e genealogie^ ei sarebbe forse andato 
impunito. » Frane. Filelfo era avvezzo ad inventare 
delle stra\?aganti genealogie ( Cancell. f.- 212. ) Il 
P. Benci gesuita , {stceyA discendere gli Stella di Bre- 
scia da L. Arrunzio Stella ant. poeta latino ( Can- 
cell. f. i52. j. L'erudito Paolo Manuzio pretendeva 
che i Massa fossero discendenti de' Papirj Musoni, 
Una delle più antiche famiglie della Repubb. Rom» 
( V. ^rt. ^pigr. lib. 1. ) 

IV. Per tutte queste cagioni non è da far le ma- 
raviglie, se gli eruditi vogliono dubitare delle ge- 
nealogie , benché manchino le prove positive del dub- 

(x) Meni. Stor. Modeo. voi. V. face. 3. 



l58 I.IBRO SECONDO 

Lio y negando di arrendersi se non veggono V evidenza 
del vero. Onde Ap. Zeno scriveva al Canonico Sai-* 
vino Salvini : 9f Anch' io mi sono avveduto della dif- 
ficoltà che vi sarebbe in provare la discendenza del 
Marchetti da quegli antichi Conti di Pontormo ; ma 
mi è convenuto riportarmi ( nel Giorn. d^ ItaL ) al 
gusto de' suoi eredi , non avendo prove positive in 
contrario (i). '^ E prima che al Salvini , avea già 
scritto a Giusto Fontanini : w Vi ringrazio degli av- 
9> vertimenti che mi date in quanto ai fatti Genea- 
V logici ec. essendo anch' io della opinion di quelli ^ 
9} che non asseriscono cosa ^ quando non abbiano cer* 
99 ta evidenza n (2). 

Y. Se la genealogia volesse stabilire un punto di 
storia^ del quale non parlino quegli Scrittori contem- 
poranei , che avevano occasione , e diritto di parlar- 
ne y allora ella è finita per V albero genealogico ; per- 
chè il silenzio di tali scrittori eloquentius est y dice 
il Mabillon cit. ( n. i. ) quam unius Chronicce ge^ 
nealogicce testimonium. 

VI. Non mancano scrittori di genealogie nemici 
della impostura y dotti ancora , e diligenti ; ma o la 
condizione de' tempi , o la difficoltà della impresa , o 
le interpellazioni degli editori, o il timore di offen- 
dere potenti famiglie , fa si che sovente le fatiche 
loro non sono di quella esattezza , che si ricerca in 
sì delicato argomento. Infatti, osserva il Tiraboschi 
(1. e. ) che Pompeo Scipione Dolfi ( Geneal. delle 
famiglie nob. di Bologna ) conobbe e sprezzò le im- 
posture del Ciccarelli ; e con tutto ciò egli è » uno 
de' meno esatti Scrittori che abbia avuto il secolo 
scorso. 9f Colpa in gran parte del tempo. Era dotto 



(1) Voi. I. lett. «65. ediz. Valvas, 
(a) Voi. I. lett. 6o* ediz. Sausool. 



CAPITOLO DUODECIMO. iSg 

e sincero il F. Ab. Canneti ; ma non riusci a formare 
l'albero della famiglia Traifersari unita a quella 
àe* Signori da Legge in tal maniera , che Ap. Zeno 
uè restasse convinto (i). Ciò prova la difficoltà della 
impresa. Deir audacia degli editori possiamo recare 
un nobile esempio. L^ Ab. Mehus con quella sua sin- 
goiar diligenza illustrò la vita > e 1' origine del fa- 
moso Lapo da Castiglioncbio pubblicando V Epistola 
italiana di questo scrittore; Bologna 1753. in 4»^ 
L'Editore pensò di aggiugnere alla vita un albero 
genealogico della Casa da Castiglioncbio conducen* 
dolo senza citare alcun documento sicuro , fino al Ca- 
nonico Zanchiui ultimo rampollo de^ Castiglioncbio y 
morto nel Sec. XVIII. , ma V Ab. Mehus disappro- 
vollo solennemente nella Storia Letter. £ Italia , 
voi. VII. lib. I. cap. X. 

VI. Il secolo decìmottavo non è stato si fecondo 
di scrittori genealogici , come i due precedenti ; ma 
esso ancora ricevea cortesemente le false e ridicole 
genealogie. Celato il Tiraboschi si lagna (2) con le 
parole seguenti . n Che anche a dì nostri si formino 
» tali genealogie, e di tali documenti si voglia ancora 
» far uso , mi sembra cosa da vergognarsene alta- 
» mente. Ad onore del nostro secolo io desidero che 
» non diamo ancor questo motivo a^ posteri di farsi 



(0 tett. 3oo. voi. I. ediz. Valvas. 

(2) Ed ave;> gran motivo di lagnarsi. Sentasi qnesto bel titolo : zi Com- 
pendio deir opera int. Specchio della Verità , composta del già P. 
Domenico Gamberti della C. di G. trattato apologetico a difesa del 
itogue italiano. Venez. 1719. in 4. sJ L'autore avev«i immensa es'* 
tensione d^lla sua gran mente y pellegrina erudizione y incessante 
copia di erudizione , iìn/fienso sapere , che tutto applicò alle ri- 
cerche genealogiche. Lo scopo di questo grand* Uomo è quello di 
ginstificare , almeno in parte, le imposture del Ciccarelii , e di asse- 
gnare le vere discendenze di molte illustri l'amiglie. Pretende che gli 
Altoviti vengano dal Dittatore Camillo , i D' Anghiera dagli antichis- 
simi Re di Troja , i Barbarigo da Enea, i Beccaria dell' Irap, Caro, 
1 fiiaochi dal Console Plaaco , e cosi discorreudo. 



l4o LIBRO SECONDO. 

^> beffe dì noi. » ( Scritt. GeneaL face. 6. ) Gennaro 
Grande dotto Napoletano , che nel 1756. pubblicò 
t origine de' cognomi gentilizj nel regno di Napoli , 
termina la prima parte della sua opera con lo scher- 
nire molte pazzie genealogiche , e nella terza parte 
combatte le fantasie di varj scrittori Napoletani , i 
quali cercarono le origini delle moderne famiglie , e 
pretesero di trovarle ne' nomi gentilizj de' barbari 
e de' primitivi cristiani (1). Ommetto alcuni esempj 
recentissimi del nostro secolo ; il quale già dimostra 
di non volersi partire dagli esempj de' secoli passati. 

VII. Gli alberi genealogici , che vogliono metter 
le radici innanzi al mille , debbono rigettarsi senza 
tema di errore ; essendo pochissime le famiglie, che 
si possono adomar di sì remota origine , e quelle che 
pure il possono, (e sono famiglie principesche come 
la R. Casa di Savoja , la Estense ;, la Malaspina ec. ) 
non si attribuiscono tal vanto sul fondamento di un 
oscuro compilatore; ma lo confermano con istorici 
antichi , con pergamene sincere , e con dotti volumi 
di Letterati eruditissimi. Ma generalmente parlando, 
e da tener fermo il principio del Muratori, w Gros- 
solanamente s' ingannano coloro .... che ne' Secoli 
Vili, e IX. X. si figurano d'aver trovato Vescovi, 
Cardinali , Generali d' Armata ecc. coi loro cogno- 
lìii • • • . Non possono le più delle case nobili private 
scoprire ne' superiori secoli i lor Progenitori, w An- 
tiche ItaL Dlss. XLI. 

Chiuderò questo, omai troppo lungo articolo, fa- 
cendo notare che tra tutti i popoli d'Italia, niuno 
intorno alle ridicole genealogie andò vaneggiandc^ 
meno del popolo genovese. 



[i] V. A final. Leu. UaU Voi. 1. lib. i. cap. XI. 



ALBERO G 



ARRIGO 



NICOLO* 

stabilito in Cogolet© 



■ 

I 
I 



-—• ^^ — ■-■ ^ ENRIOTTO FJ 

BARTOLOMEO CRISTOFORO | 

I detto .BIAGIO 

Colombo il gioitane | 

Ammiraglio MARIOTTO B. 

di Francia nel 1476 »$< \ 

BIAGIO 

NICOLO* PELEGRO FRANCESCO ANTONIO B] 

I 

BERNARDO 

I 

AGOSTINO 

I 

BERNARDO 

pretendente 



I 



(1) Il discopritor dell* America. Jk, 

N. B. Il segno tf* indica, che ivi la genealogia è fafe 

ì 
p 



v 



i4i 

C A P. XIII. 

I. dell' albero genealogico de' colombo 

DI CUCCARO. 



V 



olendo provare Baldessar Colombo la filiazione 
Eroe da Domenico Signore di Cuccaro^ presentò 
ionsiglio Supremo dell' Indie un albero genealo- 
della sua famìglia i il quale dal Q^o. discendeva 
a Baldessarre medesimo. A ciò fare costringevalo 
itabile necessità. Conciosiaché mancava T autorità 
t Storici y affermando la Dissert. cap« VII. che 
\u della lite nessuno storico manifestò che da 
si credesse Colombo nativo deW Monferrato. 
cava similmente la testimonianza de' registri do- 
lci ^ e di carte autentiche , assicurandoci la Dis- 
Giunta VI. 5^ che D. Baldassarre provò la fi- 
yne di Cristoforo dal Domenico per via di testi- 
j , perchè gli mancavano i documenti scritti [i] 
la provassero, ^y Era dunque necessario formare 
genealogia che mostrasse V agnazione di Baldes- 
j con Cristoforo ; ed erano necessarj i testimonj^ 
»chè deponessero , come V Eroe era nato da Do- 
lco Colombo di Cuccaro. 

!a noi abbiamo già provato co' principj più so- 
L della Giurisprudenza^ che i testimonj prodotti 
oretendente non potevano essere ammessi in una 
fc di filiazione , pt^rchè tra la nascita di Cristo- 
y ed il principio della lite corrono quasi i4o« an- 



BUft giunta V. alla dissert. è citato un dociimeato del 1443. In 
ti legge : PrfBsciite D, Domeriiro de Columbi.^ de Cuccaro , ^lio 
ntiam D, Laacifr, » Abbia ao pe**iauto f dice 1' Edit. ) Doineuico 
r€ di Cmtoibro )) . Do ve a dire : Domenico figlio di Lonza, 



l44 LIBRO SECONDO 

» verità de* fatti si richieggono 4» condizioni : I. un 
V sufficiente numero di testi monj. ( / Genovesi ne 
99 hanno sopra 1 8o. ) II. L' abilità di questi testi* 
j} monj [ Guicciardini , Ammirato , Giustiniani , 
99 Segniy Pallai^icino , Leibnizio , Muratori^ Robert- 
99 son ec. sono abilissimi. ] III. La scienza del fatto 
99 ( TI Martire , e il Geraldina amici delV Eroe ; il 
99 fratello e il figliuolo del medesimo ec. ne deìh 
99 bono sapere la condizione , e la patria. ) IV, La 
99 probità , dove il numero non supplisca. ( Il nu- 
99 mero soprabbonda : e così pure la probità. Il Ge« 
99 raldini mori con fama di santità, [i] Il Bembo 
99 il Giustiniani , e il Campofregoso non erano penne 
99 venali ec. ] v . Cosi la giurisprudenza , la storia , e 
la critica abbattono ^ e disperdono la sognata genea- 
logia di ^Baldassarre 3 e la causa di Cuccare è per- 
duta per sempre. 

§• II. DI LANZA COLOMBO DA CUCCARO. 

L' Avolo del gran Navigatore ebbe nome Gio- 
vanni siccome dimostrano le carte Savonesi y e V am- 
mettono il Campì 9 is la Dissert. medesima (2). Ma 
nelP albero genealogico de' Monferrini si trova Lanza 
Colombo qual padre del Domenico , onde nacque , 
nella ipotesi della Dissert. lo scopritor dell' America. 
Né soltanto si vede il Lanza nell'albero, ma nei 
documenti Monferrini, e nel testamento medesimo, in 
cui Dominus Lancia ( così , e non altrimenti , egli è 
sempre appellato^ cbiaiùa alla tutela della prole i 
Principi del Monferrato. Dunque il Domenico di 
Lanza da Cuccaro non ha che fare col Domenico di 



[z] V. Apost. Zeno nelle Dissert. VociUne , ove dal Geraldioi. 
(2) Face. 1x9* 



CAPITOLO DECIMOTERZO. ì/^5 

Giovanni da Quinto. La Dissert. conoscendo la ne* 
cessarla verità di tal conseguenza j sopravviene al ri- 
paro della ipotesi Monferrina, con dire: potrebbe dar" 
si che il nome di Lancia /osse un soprannome (i) 
Già un potrebbe nulla vale contro al fatto. Ma è fa- 
cile dimostrare ad evidenza che tal forse non può 
ammettersi nel punto di che trattiamo. In fatto^ Lan- 
za era nome proprio, e battesimale , nel Monferrato; 
trovandosi nella cronaca di Benvenuto , Lanza Bom- 
helli Oratore di Valenza nel lo/^y* e Lanza di Gah- 
biano nel i3g2. E questo nome non è si strano, co- 
me molti altri che piacevano a^ Monferrlni , anche 
gentiluomini 5 quali sarebbono Casson Bombelliy Fi^ 
nocchio de' Finocchj, Grattapaglia Pomarancio (2), 
Cqruf Bartay Pagliaccio dal Bosco , Belingio Ni-' 
bla , Mancasoly Ileegy Rabail. ec. (3) La giunta IIL 
alla Dissert. intendendo la nullità di quel forse vol- 
le tentare di dar qualche peso alla congettura che 
Lanza fosse soprannome (face. 223.) A quest'og- 
getto ne vien rammentando Manfredi Lanza Marchese 
di Busca, e Giordano Lanza Piemontese. Ma i veri 
nomi di costoro erano Manfredi e Giordano ; infatti 
il Villani (lib. VI.) accenna sempre il Piemontese 
col nome di Giordano* Ma il il Padre di Domenico 
non è indicato mai con altro nome tranne quello di 
Signor Lanza, Or io difendo non trovarsi esempio 
di Notajo che mettesse, in luogo del nome il semplice 
soprannome delle persone di cui poteva conoscere il 
nome proprio, o gentilizio. Certamente, nelle ve- 
glie p/acec^o/z del Manni esattissimo Scrittore, e che 
tante volte rovistò gli archi^j di Firenze , noi tro- 



(1) Dixxert. cap. XII [. 

(a) Benveu. Crori. Monfcrr, ann. 1347., ^379» ce. 

(3j Monti. n. Aijucnsia , voi, I. Col. 180, l3i, 208, 217, 2S6. 

Colomb. Orig. io 



l46 LIBftO SECONDO 

Tiamo Antonio nuncupatus il Bratti; Cuccio Aghi- 
netti , vocatus frater Porcellana ; Domenico del fu 
Nozzo vocali Calandrini ; Domenico di Giovanai ^ 
alias Burchiello. Nella Dissert. Antiq. Italie^ del Mu- 
ratori vedesi Leonardo , qui supernomihatur Cavin- 
sacco , e Giovanni, alio nomine Braccacurta. Io stes- 
so trovai nell^ Archivio di Zuccarello (i) un atto del 
i3i6* nel quale è nominato Manuele CipuUa, olim 
Cipollino y Signor di Conscente. Onde, salendosi dal 
Burchiello barbiere fino al Signor di Conscente, noi 
troviamo nelle diverse parti d* Italia che i Notaj re- 
gistravano negli atti il nome individuale \^prcenomjen) 
dalle persone 5 e se credevano opportuno aggiungeni 
il soprannome , ciò disegnavano con acconcio voca- 
bolo , oliniy qui supernominatur \ alio nomine va- 
cati ec. E dovremo noi credere che i Notaj Mon- 
ferrini ignorassero il nome , ed il Casato di Lanza, 
anche nel testamento medesimo , e fossero paghi di 
nominarlo Dominus Lancia ? E i Signori di Cùccaro 
come non seppero mai il vero nome di questo pos- 
sente Barone? Concludiamo che il Padre di Dome- 
nico Colombo Signore di Cuccaro, chiamavasi Lan^ 
za. Ma, dice la Dissert. (face. 119: potrebbe essere 
intervenuto che [ Lanza ] più d' un nome avesse* 
Ecco un potrebbe simile a queir altro dato per com- 
pagno alla congettura del soprannome. E come può 
essere che una persona medesima fosse mai sempre 
nel Monferrato , Dominus Lancia de CucarOy in Sa- 
vona Joannes de Quinto ? ^ • 

§• III. ETIMOLOGIA DI COGOLETO. 

Avendo i Compilatori della Dissert. aggiunta al 
volume una carta , per criticare un moderno scrittore 

(i) CasteUo del Genoresato nella riviera di Ponente, già capo di un 
Marchesato della famiglia Carretto. 



^ 



CAPITOLO DECIMOTERZO. xl^f 

ihe scrisse Cogoleto ^ non Cogoreo y mi trovò ob- 
bligato a porre in questo luogo V origine del nome 
7ogoleto. Egli è da sapere y che la piaggia di questo 
ìOTgo marittimo è tutta si coperta di piccole selci , 
i cogoli y che punto non si vede V arena ; esempio 
orse unico nella marina ligustica. Onde il borgo fu 
letto CogoletOy volgarmente Cogoleo (pronunziando 
a e quasi come il dittongo eu de' francesi) Il volgo 
li Genova nemico delle consonanti, scemando la L 
le fa Cogoeo. Ma i gentiluomini sempre intenti a 
:oQservare Y antico idioma , amantissimo della R 
ramutarono Cogoeo in Cogoreo. Cosi da Spinola ^ 
1 volgo fa Spinoa y altri Spinora; da Sauliy o Soli , 
rilla neUa riviera di Levante , Soiy e SorL Onde 
lon è maraviglia che V Interiano , ed altri scrittori 
lei Sec. XVI. scrivessero Cogoreo , siccome pronun- 
ciavano. Ma già nel Sec. XVII. era conosciuto il vero 
vocabolo , anche nel Piemonte ; tantoché il Vescovo 
li Saluzzo nella Cor. Reale di Savoja [art. Cuc- 
^aro ] scrisse Congoletto , volendo dir Cogoleto , co- 
me scrivono tutti i moderni. L' Autore di questa ope- 
retta è nato nella Diocesi di Savona , e nell' antica 
Podesteria di Varazze. Nella stessa Diocesi e Po- 
desteria giace Cogoleto , da cui il volgare Cogoleo ; 
essendo Cogoeo e Cogoreo una forma particolare ai 
cittadini di Genova , e loro imitatori. 



i48 

e A P. XIV. 

Se Baldassar Colombo Jv ammesso dalle parti 
collitiganù come agnato del f Eroe. 



L 



fa caasa fu divisa da'Leggisti Spagnuoli in tre 
articoli; parentela; col testatore (^parentesco) ', chia- 
mata de'concorrenti alla primogenitura [Mamainientó]] 
facoltà d^ istituzione nel testatore {facultad) (i). Il 
primo articolo è questione di fatto , gli altri due so- 
no legali. Or accade assai volte nelle cause civili clie 
il fatto per la distanza de* tempi, e de* luoghi o per 
altra cagione cpialunque ; sia tanto annodato , ed os< 
curo, che non è quasi speranza di venirne a capo, 
se le parti nelle discussioni preparatorie che servono 
a stabilire i fatti , non si accordano ad ammettere 
un dato opportuno che sia di base alle questioni le- 
gali , e quindi alla sentenza di Giudici: senza ciò ta- 
luna delle liti non si recherebbe giammai al debito 
fine. Lo che stabilito si noti un curioso stratagemma 
della sottigliezza Spagnuola. Baldassarre se ne andò 
nelle Spagne seco recando un Albero genealogico 
che dal secolo IX. discendeva al Pretendente, mo- 
strandolo agnato di Cristoforo in ottavo grado. Ad 
abbattere tale genealogia confermata dalle deposizioni 
di molti testimoni , e resa in apparenza assai pro- 
babile con molti altri amminicoli di carte , d'inves- 
titure ec, era necessario metterla in comparazione 
delle famiglie Colombo di Cogoleto , e di Piacenza, 
che si vedevano innestate in quelle di Cuccaro, quai 
rami di un ceppo medesimo ; i testimonj ei^no tutti 



•«■i 



(t) Jlagioa. face. 28. 



CAPITOLO DECIMO QUARTO. iJ^Q^ 

in Italia ; e dovcvansi esamiuare ne' feudi stessi de' 
Signori di Cuccaro. Cose tutte che né senza grave 
spesa y né 'senza lunghe dilazioni si potevano con- 
durre ad effetto* Perciò una parte degli Spagnuoli 
concorrenti alF eredità , deliberò si ammettesse il fat- 
to; si contendesse del diritto. E V esito della causa 
mostrò la prudenza di si fatta risoluzione. In questa 
lentamente procedeva il giudizio legale. E Italdessar- 
re , consumati già li suori averi , domandò con peti- 
sione del di 16 Decembre i588. duemila ducati a 
titolo di alimenti. Ella ^ regola nota, che trattan- 
dosi di alimenti non si procede rigorosamente , né > 
come dicono, per apicem juris. Oltre a ciò Cristo- 
foro aveva lasciata la decima parte delle sue entrate 
a sollievo de' suoi parenti più bisognosi. Onde pare* 
va che il Pretendente non dovesse temere ostacolo* 
La sua petizione 9^ si notificò al Licenziato Ortegon^ 
)9 e a Donna Francesca (Colombo) sua moglie, e 
iì risposero, che consentivano si dessero alimenti a 
99 D. Baldessarre senza pregiudizio de su derecho. 
9f Donna Maria Colombo monaca (in Vas;liadolidy 
99 los consentio, E Sant Yuan de Yzaguìrre come 
99 tutore, e curatore di D. Cristoforo Colombo los 
99 consentio medesimamente. Si notificò pur anco a' 
9f procuratori della Marchesa di Guadalcste , e di 
» Donna Giovanna Colombo, e del Coutc di Gelves> 
» y respondieron que lo oyon^y no parece luiK^erlos 
» contradicho* 99 Per negare gli alimenti era neces- 
sario negar 1' agnazione di Baldessarre : li negarla 
portava nuove spese, e nuovi indugj. Pertanto il li- 
cenziato Ortegon, eia Monaca, ^he non avevano ma- 
niera di reggere a si grave dispendio, e Cristoforo, che 
essendo spurio ^ poco o nulla poteva sperare, dottoro 
tosto r assentimento richiesto. Ma i tre altri coii<5ovti^ 
ricchi , e potenti né approvarono , né chiaramente ne-- 



l5o LIBRO SECONDO 

garono lasciando correre la petizione. In (jaesto giun- 
se il giorno XI. Agosto > nel ^ale ^ì por auto de 
99 vista de 'los Senores del Consejo de Indias se 
9f denegaron a D, Baltasar los alìmentos por sa 
99 parte pedidos. ^9 Di questo atto si querelò Bal- 
dessarre tenendosene aggravato ; ma la Marchesa di 
Guadaleste rispose que no se le haviàn de dar alì- 
mentos por tener sentencia en su favor. Qui veg- 
giamo che F ammissione del Pretendente come agnato 
deir Eroe , non è altrimenti una decisone in favore 
di Cnccaro , essendo che ad onta d^' ammissione il 
Consiglio sentenziò che a Baldessàrre non si dove- 
vano dare alimenti. Ma che diranno li Signori di 
Cuccaro se mostreremo che le parti non ammisero 
r agnazione del Pretendente ? Ed in fatti se ciò fosse, 
non sarebhesi fatta ormai più questione dell* origine, 
e della Patria deir Eroe. Ma dappoiché per sentenza 
del supremo Consiglio furono a Baldessàrre negati 
gli alimenti , egli si applicò tutto a provare por tes- 
tigos ( non con documenti ) gue D, Christoval y sus 
hermanos fueron hijos de Domingo Colombo de 
Cucaro. E tuttavia pendeva nel iSgi questa contesa^ 
perchè in una supplica presentata da Baldessàrre vo- 
lendo egli rispondere àgli Spagnuoli, che allegavano 
Colombo essere Genovese , cosi afferma : D. Christo- 
vai se podiay puede llamar genoves por que nacio 
en Genova. Ov*è dunque la vantata ammissione del- 
le parti , e la decisione , e sentenza del Consiglio 
delle Indie ? Ma qui potrebbe dirmi taluno : Il fatto 
deir ammissione è certo per ciò che avete poco fa 
descritto. E non è probabile che gli avversar] di Bal- 
dessàrre volessero negare un fatto che avevano am- 
messo ? Rispondo. I concorrenti Spagnuoli erano sei^ 
e dalle cose esposte si vede, che tre soltanto avevano 
dato il consenso affermativo per gli alimenti. Gli al- 



CAPITOLO DECIMOQUARTO. l5l 

tri , ed erano quegli appunto che avevano maggior 
diritto ali* eredità , no parce hai^erlos contradicho» 
Con questa limitazione essi avevano sempre il diritta 
di negare la parentela del Pretendente , se nelle dis- 
cussioni y ed allegazioni avessero conosciuto poter tro* 
vare gravi argomenti per negarla. Questi argomenti 
somministrò il sommario stesso di Baldassarre > e più 
la sentenza del Consiglio che a lui negava gli ali- 
menti richiesti. £ nel vero se i tre litiganti , che 
avevano dato V assenso aifermativo ^/avessero negata 
V agnazione y già per loro ammessa y non sarebbe da 
fame caso : ma dopo la sentenza del Consiglio sì levò 
a negarla y non la Monaca , o il Licenziato 3 si bene 
la Marchesa di Guadale ste v Deste ^uto supplico D* 
» Baltasar j espresso agravi os ^ y la Marquesa de 
31^ Guadaleste alego respondiendo a los dichos agravios 
» diziendo que no se le avian de dar alimentos. 99 
Vuol dire che se Baldessarre dimostrava Y agnazione 
allora gli Avvocati della Guadaleste si limitavano a 
negare la chiamata di Baldessare y perchè in grado ri- 
moto , e perchè non discendeva dall' Eroe. Ma veduto 
la debolezza delle prove di lui , posero la scure alle 
radici negando la parentela sognata del Signore di 
Cuccaro. Da quanto abbiamo esposto assai chiaramente 
si vede V acutezza de* leggisti SpagnuoH. Essi tesero 
un laccio a Baldessarre. Disposero che una parte y e 
qaella che aveva minori diritti, ammettesse V agna- 
zione ; r altra posero come in aguato y fìno a che il 
Pretendente avesse spiegato le sue ragioni. Se queste 
riuscivano dimostrative, lo escludevano perchè agnato 
dì grado troppo remoto. Se la genealogia non era ben 
comprovata, negavano pur gli alimenti. Il laccio era 
sottile 5 e la sola verità avria potuto fuggirlo. [1] 

[i] Questo piiDto è pattato assai bene nel Ragion» > cap. lY» 



l52 LIBRO SECONDO 

Ma la prova migliore per dimostrare che Baldes- 
sarre non fu riconosciuto dalle parti come agnato 
deir Eroe , si ricava dalla Dissert. medesima. Ascol- 
tiamo come parli il Chiar. Autore ( cap. Villi. ]: 

V Ciò che forma il più stringente argomento per prò- 
» vare che il Colombo sia infallibilmente della fami- 

V glia de' feudatarj di Cuccaro , consiste nello essere 
9f stato riconosciuto (^Baldess.) concordemente da 
9> tutti gli Avversar] suoi, come agnato di Colomho.» 
E nel cap. Vili. f. 70. avea già scritto, w II punto 
deir agnazione si è quello che unicamente a noi pre- 
me che si decidesse favorevolmente, v Questo punto 
dovrebbesi nella Dissert. dimostrarsi con più validi 
argomenti. Ma è cosa singolare che tutto il libro 
(ed ha meglio di 4oo. face.) non arreca argomento 
veruno a provarlo. Infatti non pubblica le deposizioni 
de' testimodj , esaminati nel Monferrato perchè lunga 
cosa sarebbe [f. 63. ] 3 limitandosi a citye, non a 
produrre , V allegazione degli Avvocati di Baldessarre 
stampata in Madrid nel lOQ^* come se a dar giudi- 
zio in una lite dovesse bastare il detto di una delle 
parti. Cita pure un memoriale del Pretendente, il 
quale allegando la sua povertà chiedeva gli alimenti 
sul fondo che cadei>a in lite* E noi qbbiamo veduto 
che w en li. de agosto de 89. por auto de vista de 

V los Sennores «del Consejo de Indìas se denegaroa 
i9 a Don Baltassar los alimentos por sa parte pedi- 
w dos Ci), w Cita finalmente il Sommario stampato 
in Madrid nel iSgo. ( lacc. 84* )• Ma nulla giova 
alla causa di Cuccaro la citazione del sommario 5 per- 
chè in esso si contengono le ragioni di tutte le parti 
contendenti, siccome impariamo dalP ingenuo editore 
della Dissert. (Giunta VI. ) > che ne ha pubblicato 

(i) Helaz. a Filippo IX. Ragion, i'aoc. 72. 



CAPITOLO DECIMOQUARTO. l53 

il titolo : =: Demanda y oposicion y respuestas de 
las partes. z=z E però così possono citarlo i Genovesi 
come i Monferrini. Dove son dunque le prove della 
tanto vantata ammessione di Baldessarre ? Dow' è 
la sentenza , che proferirono in favor di Cuccaro 
que^ potenti magnati delle Spagne? U Aut. esclama 
con intima compiacenza y come già Archimede: Ho 
troi^ato ( f. 72. ). Ma veramente non lia trovato , che 
la pretensione di Baldessarre , con V allegazione deli' 
Avv. di lui 5 il che se hasti alla gloria dell' antico 
Mon/errato , niuno è che noi vegga. Certo è che 
Archimede non sarebbesi appagato di sentire le ra- 
gioni di un litigante per esclamare: Ho trovato. E 
dobbiamo lodare il P. Alghisi , uomo molto pratico 
degli Archivj , e eh' ebbe in mano i documenti ci- 
tati nella Dissert. per aver renduto dubbioso il punto 
deir ammissione j con passarlo sotto silenzio ; ed egli 
era pure Monferrino , ed i Signori di Cuccaro lo 
aveano stimolato ad innestar nella storia del Mon- 
ferrato la pretesa agnazione di Baldessarre , come fat- 
to riconosciuto dagli Spagnuoli ( Diss. e. IX, ). Or 
quello che parve dubbioso air Alghisi , ed al Cano- 
nico De -Giovanni (V. Cancellieri §• IV. ) non es- 
sendosi punto dimostrato dalla Dissertazione , non 
dee questa . volere tanto, di se confidare , che ardisca 
venire a competenza con le carte degli Archivj , e 
le testimonianze di moltissimi gravi Scrittori. 



i54 

GAP. XV. 

Come innanzi al Sec. XVTII, gli Scrittori Mon- 
ferrini non pensarono a pretendere il Colombo. 

P. 

I. 9) X rima della lite y nessuno storico • • • • mani- 

}} festò che da Lui si credesse Colombo nativo del 
9> Monferrato, v Cosi scrive la Dissert. cap. VII. E 
perchè conosceva assai bene la forza di questo ar- 
gomento , stabilisce j che il Monferrato in tal epoca 
non potè produrre alcuno storico ( face. 57. ) Le 
cagioni di quella impotenza sono le guerre , nelle quali 
fu avvolto , e la perdita de' suoi Principi naturali. Io 
non istarò a cercare y se queste sventure sieno ragione 
sufficiente della mancanza di Storici ; sebbene le guer- 
re e le mutazioni de' Governi somministrano comu- 
nemente il soggetto delle Storie. Né domanderò pu- 
re , perchè le notizie de' Marchesi del Monferrato, 
che arrivano al i5i8. non facciano parola del Co- 
lombo. ( Dissert» 1. e. ). Questo affermo che il Mon- 
ferrato ebbe almeno due Storici innanzi alla lite; 
storici pubblicati in una raccolta di documenti citata 
nella Dissert. ; la qual raccolta ha per titolo Monur 
menta Aquensiay stampata in Torino Tanno 1790. 

in due volumi in 4* ^^^ ^^ ^^* ^« <^o^* ^79* ^ ^^%* 
trovasi una Cronaca del Monferrato scrìtta in rozzo 
volgare , che si stende fino al i494* 5 ^ ^^^ Colom- 
bo y e dell' America da lui scoperta non ha parola. 
Ma come avvenne egli mai , che trovandosi piena tutta 
r Europa della fama di quella impresa senza pari , 
nulla ne sapessero i pretesi Concittadini del Colom- 
bo ? Nello stesso volume 2. col. 256. e seg. sono 
inserite : Notce historicae repertas in quodam anti- 
quo Codice Canonici Gabrielis Chiabreras Prarpo- 



CAPITOLO DECIMOQUINTO. l55 

siti Capituli Aquensis. £ opera di più scrittori : 
comincia in latino alFanno 1476* e termina in vol- 
gare nel 1 706. È probabile y cbe in essa si notassero 
i fatti a mano a mano che si andavano succedendo» 
Ma di Cristoforo, e del nuovo Mondo, serbasi un 
alto silenzio. Diremo forse che la brevità non voleva 
che vi si trattasse di cose remote dal Monferrato ? 
E non è brevissima forse la storia de' Re di Sicilia 
dello Stizzia , che pure dà un cenno di Cristoforo ? 
Anche la Cronica de' Pontefici , e degl' Imperatori , 
attribuita un tempo al Petrarca , é assai ristretta , e 
nondimeno rammenta V Eroe. Oltre a ciò, sarebbe 
brevità di nuovo genere , trattare le cose del Mon- 
ferrato , ed omettere la memoria di un uomo qual 
fu Colombo , posto cV egli fosse Monferrino. 

II. Terminata quella celebre lite per l'eredità di 
Cristoforo, che occupò la Spagna e l'Italia per 25* 
anni, furonvi alcuni pochi Scrittori non Monferrini, 
che a Cuccaro concedettero il Colombo ; ma de' Mon- 
ferrini veggo citarsi solo 1' Alghisi nella Stoina MS. 
del Monferrato ; il quale Scrittore per altro ne parla 
in tal modo che rende dubbioso il punto fondamen- 
tale della pretensione de' Signori di Cuccaro ; come , 
non senza dolore , confessa la Diss. medesima e. IX. 
face. 75. ec. Dunque 1' Alghisi , anziché favoi'evole , 
dee dirsi contrario. [ V. lib. 1. cap. 4» ] 

III. Pertanto il cominciamento della tradizione scrit- 
ta [1] ha principio presso i Monferrini da quel So- 
netto diplomatico del Calcamuggi stampato nel 1715. 
in cui si dimostra constare dalli privilegi di Otto^ 
ne I. Imperatore t anno g^o* che P antico castello 
di Cuccaro egli solo è patria del grand^ Ammira^ 



(i) Il Passerone , suddito della R. Casa di Savoja, dice neUa Guida 
Geograi. p. V. e. z. Cristi CoL Genoese, 



l56 LIBRO SECONDO 

gito. Così passarono 209. anni dalla morte ^i Cri- 
stoforo , prima che si trovasse uno Scrittore Moq- 
ferrino , che avesse cuore di sosorivere alle preten- 
sioni di Baldessarre. E qual è qiiesto Scrittore ? Un 
Muratori , un Leibnizio , un Robertson ? Egli è il 
Calcamuggu 

IV. Ma il Sonetto diplomatico non potè persua- 
dere il dotto Ab. Giannandrea Irico, uomo eruditis- 
simo nelle patrie memorie^ come diniostra la Storia 
di Trino da lui composta e stampata in Milano. E 
perciò dovendo egli parlar di Cristoforo nel poemetto 
intit. V America Settentrionale , lo dice il Ligure 
Colombo f st. 7. ). Anche il diligente, e dotto Baron 
Vernazza , ingenuamente confessa ( sebben^ ei sia gen- 
tiluomo d^ Alba città del Monferrato j > di avere ab- 
bracciata la sentenza comune y fino a che non vide la 
JDissert. dalla quale fu spinto a mettersi nella opi- 
nione del Donesmondi. 

V. U argomento qui sopra esposto i negativo ; ma 
9> secondo le leggi della buona critica l'argomento 
negativo è validissimo j quando chi tace era obbligato 
a parlare (1) w. Ciò conobbero i compilatori della 
JDissert. ; ond* è , che vollero far credere niun Mon- 
f errino aver dichiarato il Colombo natio di Cuccaro, 
perchè ninno scrisse istorie nel Secolo XVI. al Mon- 
ferrato poco propizio. Ma le due cronache pubbli- 
cate dal Moriondo abbattono questa troppo ricercata 
escusazione. 

VI. Cresce la forza dell' argomento negativo con 
riflettere che V Alghisì , e il Calcamuggi non trassero 
d' altro fonte la notizia , che V Eroe fosse di Cucca- 
ro , che dalle carte de^ Colombo già presentate al Con- 
siglio deir Indie. La Disserta stessa [cap. IX.] con- 

(i) Giov. Sacchi , Musica de* Greci y face. 32. 



CAPITOLO DECIMOQUINTO. l5^ 

fessa elle V Alghisi ebbe la sorte di a^er fra le ma' 
ni i documenti della lite datigli da Ascanìo Colombo 
di Cuccaro. Il titolo del Sonetto diplom,atico mani-> 
festa la cosa medesima^ perchè la genealogia di Bal- 
dassarre presentata in giudizio comincia appunto , co^ 
me il Sonetto , dai diplomi di Ottone I. Dunque 
cosi dobbiamo concludere : In tutto il Monferrato 
non si trovò mai^ chi tenesse per monferrino il Co- 
lombo j tranne i Signori di Cuccaro ^ i quali si fu- 
rono avvisati di essere agnati dell' Eroe y quando eb- 
bero lusinga di ottenerne T eredità. II. IN inno degli 
Scrittori Monferrini , eccettuato il poeta Calcamug- 
gi , volle prestar fede giammai alla genealogia de^ Si- 
gnori di Cuccaro. 

•vvvvvvv\%vvvvt/%v\vvvvv%rVvvv%»%vvvvv%\-vvv\w%vt«\vw%viA%vwvt.wwtavv%v%%w 

GAP. XVI. 

Che la pretensione di Cuccaro altro fondamento 
non ha^ che il Sommario della lite agitata in 
Ispagna. 



A 



comprovar questo punto bastar potrebbe V os- 
servare che prima della lite nessuno storico parlò 
del Monferrato, e che 1* Alghisi e il Calcamuggi eb- 
bero da^ Signori Colombo di Cuccaro la notizia sin- 
golare, che in esso castello scabbia a cercar l'origine 
delP Eroe { V. il cap. preced. ). Ma il Sig. Cancel- 
lieri nel §. VI. del suo libro scritto in favore di Cuc- 
caro somministra prove miglioi*i di quanto affermia- 
mo. Mei lib. XV. della rivoluz. d' Italia si legge non 
mancar forti ragioni da credere che C. Col. fosse 
di Monferrato. Qualunque sia TAut. delle iUVoZu- 



l58 LIBKO 6ECONÌ90 

zioni , non può dubitarsi che queste parole vengano 
dal Denina ; essendo esse in contraddizione con altre 
parole del libro medesimo ( V. lib. i. e. 2. 1 16. j. Nel 
margine àelV opera sono citati il Tiraboscbi y V Alghisi 
MS. e le memorie pur MS. del Dottor ^ Rambosio. 
Ma lo Storico della Letteratura ItaL non avendo 
trovato Scrittore alcuno , che dichiarasse le ragioni di 
Cuccaro , ebbe a cercarle nel Campi , il quale le tolse 
dal Sommario per la lite pubblicato in Ispagna. Dal 
fonte medesimo le prese il P. Alghisi, senza most ar- 
sene pago (-V. lib. I. e. 4- )• L® memorie del Ram- 
bosio altro Mui sono, che P estratto del Sommario, 
come la DissÈji^t. ingenuamente confessa ( Diss. f. sS^.) 
Dunque il Denina fondava la sua opinione sopra il 
Sommario. 

Mons. Onorato Gaetani veduto quel passo delle ri- 
voluzioni y e bramando intendere il netto della que- 
stione y ne scrìsse al Denina y ed ebbene in risposta , 
che si abboccasse col Canonico di Casale Ignazio de 
Giovanni, che di que' tempi dimorava in Roma. Il 
Gaetani fu a trovare il Canonico ; e quali notizie ne 
ricavasse y egli stesso il ' descrive in una lettera pub- 
blicata dal Cancelli eri ( 1. cit. ) ?> Baldassarre • • . es- 
9} tinto il ramo delF illustre Cristoforo in Ispagna, 
?> si portò in quel regno per adire alF eredità : ma 
9f trovando competitori delle pretensioni i figli di due 
99 femmine maritate in case molto potenti, non potè 
99 che col tèmpo e con forti ragioni quietarsi con un 
» concordato di 12. mila doppie che ricevè. Non sa- 
99 pendosi poi quale impiego abbiano fatto di questo 
9f danaro i parenti di Baldassarre , forma V unica dìf- 
» ficoltà su questo aneddoto, secondo il criterio del 
V Sig. Can. de Giovanni , dacché rimanevano tuttora 
9f poveri i discendenti. Che il Colombo sia nato in 
p jbuccaro , vi è ragione di crederlo dal veder» Fei- 



CAPITOLO DECI1I08E8TO. l5g 

» dinaado • • • che stampando la vita del Padre, scrìve 
5» di non sapere il luogo della nascita. Portandosi 
T9 per altro a Genova , e ricordandosi forse di aver 
x> inteso nominare Gnccaro da suo padre , prese equi- 
9f voco i ^andando a Cucchereto luogo del genovesato. 
'> Questo è il saggio delle notizie communicatemi a 
ì9 voce dal Sig. Can. De Giovanni, f) Tre sono le 
ragioni ^ o conjetture , promosse dal Canonico di 
Casale ; I. uno anneddoto y sul quale egli stesso tro- 
vava difficoltà y e che noi dimostriamo esser falso 
f V. ì cap. precedenti ) ; II. la pretesa incertezza di 
Ferdinando intorno al luogo, dove nacque il Padre; 
e questo pure è falso ( V. lib. L cap. 2. §. i.). III. 
La confusione che forse fece Ferdinando di Cucche- 
reto con Cuccaro [i]. Quel Ci^coAere^o non esiste né 
sul genovesato , né forse in tutto il mondo conosciu- 
to; ma si accosta a Cuccaro più che il vero Cogo- 
leto della Liguria ; perciò piacque al Sig. De Gio- 
vanni. E veramente ne avea molto bisogno per so- 
stenere il forse della sua congettura. Ma le idee che 
passavano per la mente al de Giovanni non sono do- 
cumenti istorici ; ed ecco ridotte a nulla le notizie 
communicate a Mons. Gaetani. 

Questo Prelato [2] volle spingere più oltre le sue 
ricerche , e trovò che anche il Puifendorf parla di 
Cuccaro ; accennando la pretensione di coloro che ont 
i^oulu le faire descendre ( il Col. ) des anciens 
Seigneurs de Cucaro. Herrera fournit ce fait. Ma 
r Herrera disse che pendendo ancor la lite , era me- 
stieri aspettar la decisione del Consiglio deir Indie 
( V. lib. L e. 4« )• Dunque anche il sospetto dello 



(1) Questa ragione è tolta dal Sommario. ( V. lib. 3. ) 
(a) CancelL 1. e. 



l6o LIBRO SECONDOè 

Storico Spagauolo , ed il cenno del FuffendorGo Veh* 
gono ambedue dal Sommario. 

Mons. Della Chiesa cita similmente THerrera^ac* 
compagnando questa citazione cou altri errori^ che 
non si debbono attribuire al dotto Prelato y ma a 
quelli che spedirongli notizie di Cuccaro. Il Giusti- 
niano rammentando Ferrano y Lanza ^ e Domenico di 
Cuzaro [ sic ] dimostra d^ aver veduto nel Sommario 
r albero genealogico di Baldessarre. Con ciò vien po- 
sto fuor di dubbiò , che la pretensione di Cuccaro 
nasce dal Sommario disteso a sostenere l' altra pre- 
tensione di Baldassarre. E la stessa Dissert. che altro 
è m^i fuorché il Sommario ridotto a forma diversa, 
ed ingegnosamente illustrato ? Non confessa il nobi- 
lissimo Autore , che i materiali vennero raccolti dal 
Rambosio , e dal Canonico De Giovanni ? Quel do- 
cumento vi si produce, che presenti il nome di Cri- 
stoforo ? Qual testimonianza che fosse scritta innanzi 
alla lite ? Certo , nessuna. Or chi, vorrà riguardare alla 
dottrina del Sig. Pio Vidua , del Rambosio , del De 
Giovanni, del chiar. Cav. Na pione, del Bar. Vernazza 
tanto erudito, e del Co. di Priocca letterato di ot- 
timo giudizio , sarà tosto costretto a confessare , che 
a sì dotte e ragguardevoli persone, che potevano en- 
trare in tutti gli Archiv] , anche di Corte , che per 
tanti anni si affaticarono a distendere quel libro, che 
avevano corrispondenti per tutta \ Italia , ,non sa- 
rebbe stato nascoso il minimo argomento favorevole 
a Cuccaro. Ma essi non seppero più di quello che 
seppe il Sommario di Spagna. Dunque in questo è 
riposto tutto il fondamento della pretensione del 
Monferrato. 

Questa considerazione è ottima per mettere in chia- 
ro un dubbio importante. Detto è di sopra [ cap. 
prec. ] non esservi Scrittor Monferino che abbia sa- 



CAPITOLO DECIMOBSgTO. idi 

pUto quel gran pregio della sua patria , che là Dis^ 
sert. vorrebbe attribuirle. Trovasi ancora che il Fani* 
garola nato in Asti , che il Boterò illustre piemopte* 
fiCj che il Majolo pur d* Asti , e 11 Tornielli Vesc. d^ 
Tortona parlano del Colombo , e noi dicono ilibn/er- 
rino. E il Panciroli dedicando al Duca di Savoja un 
suo libro, francamente lo asserisce Genovese» Come 
non seppero si dotti Scrittori, e tanto vicini a Cuc-* 
caro 5 che da questo Castello uscito era 11 discopri- 
tore del nuovo Mondo ? La risposta é agevolissima* 
Essi non avevano il Sommario degli Avvocati di Rai- 
dessarre ; perciò nulla saper dovevano di ciò che 
seppe soltanto il SommariOi 



e A P. X V 1 1. 



Si rifiutano gli argomenti ed una carta 

de^ Piacentini. 



I 



1 primo argomento del Campì , è 1* esistenza de' 
Colombo in vai di Nura, la quale ei conferma eoa 
alcune carte del Sec» XV. Ma in Piacenza ancora^ 
e in Genova , e nel Monferrato e in Modena si tro- 
vavano a quel tempo alcune famiglie del casato Co*^ 
lombo 4 

Appresso si volge il Can. Campi alla fama serbata 
tra' villani di Pradello. Ma se lo Storico Piacentino 
mette In canzone la fama de' Genovesi confermata da 
22. e più scrittori contemporanei, e la nomina vana 
diceria^ perclìè pretende che i Genovesi debbano crcr, 
dere alla tradizione di Pradello? 

Co lomb. Orig. ''"'ai 



1^2 tlftl^O FECONDO* 

* Fìnalinétlte il Can. Campi produce un atto del 
r40i. ài etti meglio s'intenderà la sostanza, se pri- 
md ossefveremo la genealogia formata dallo Storico 
l^iaccfntino. 



i* 



^Bertolino 

r.- ' • 

ìkio vanni 



r- ^ T 

Domenico Niccolò 

r- -^ 1 r --* 1. ^. 

Cristoforo Bartol.Diego Giovanni Domenìchmo. 

Lustramento è del tenore che segue.. r=: Bertolino 
Colombo agricoltore in Valdinura formò de' suoi beni 
un fedecommesso. Domenico ne investì Tanno i/^Z» 
con titolo di livello perpetuo Bertone de' Duzzi , che 
si obbligò di corrispondere a Colombo un annuo ca- 
none di lire 80. Ed esattamente soddisfecero sì Ber- 
tone 5 elle i suoi eredi al debito verso Domenico , e 
morto costui , verso Cristoforo e Bartolommeo. Ma 
venuto Tanno i^^\. 1 due fratelli si partirono per le 
isole incognite; né altro più mai si seppe di loro. 
Onde i Duzzi cessarono dal pagamento del Canone, 
alienando pure i beni a lor livellati. Ma tale aliena- 
zione, come invalida, non ebbe effetto. Intanto Gio- 
vanni, e Domenicbino Colombo fratelli cugini degli 
iassenti, essendo già scorsi 10. anni dalla partenza di 
Cristoforo , e di Bartolommeo , e perciò riguardandosi 
come eredi ab intestato de' figliuoli di Domenico , 
mossero lite contro a' Duzzi. Le parti fecero compro- 
Jiiesso in Giannicolò de' Nicelli gentiluomo Piacenti- 
no; il quale nell'autunno del i4fii« pronunziò, che 
i Duzzi pagar dovessero a' cugini degU assenti i ca- 



CAPITOLO DECIMOSETTIMO. l63 

noni scaduti , e da scadere , a patto che i pretesi erè4i 
dessero di presente un mallevadore > acciocché in ogni 
caso possibile , rimettessero q agli assenti , o a chi di 
ragioni, i canoni riscossi. = Questo è il sommario 
dell'atto. Ora si cerca se questo documento debb|i 
tenersi per genuino. Ed é cosa agevole il dimostrare > 
che non v'è scrittura più falsa di questa. Noi dob- 
biamo tornarci al pensiero, che Cristoforo nato nel 
i447' ^^^^^ ii^ mare di anni i4* vi durò per 23. BJìf 
ni continui ed appresso navigò interrottàmente Gno 
al termine de' suoi giorni, che fu del i5o6. Ma se 
partì nel 147^* ^gli ^^^ potè interrompere le sue na« 
vigazioni , che dell' anno i494* ^ ^^^ sappiamo ch^ 
10. anni innanzi , essendo già vedovo , lasciato il Por- 
togallo andò nella Spagna. Similmente, protesta il 
Colombo nella sua lettera del i5oi. ch^ erano ornai 
4o. anni passati ^ che nai^igava. Come dunque si 
pretende che lasciasse Pradello nel 71 ? Ancora. Cri- 
stoforo nel i47^* comandava in Levante le navi ge- 
novesi } Or com' è eh' egli sì partisse nel 71. per le 
isole incognite ? Similmente , i figliuoli di Niccolò 
pretendono succedere a Cristoforo , ed a Bartolom- 
meo , in qualità di eredi ab intestato. Ma Jacopo , o 
Diego, l'anno i484* si pose nella officina del Cade- 
martori in Savona, per imparare a tessere i panni. 
Viveva dunque nell' 81. l' erede naturale e necessario 
di Domenico. Perchè di lui non si parla nell'atto 
piacentino? Chi lo privò dell'eredità? Non Favola 
fondatore del maggiorasco ; perciocché nel \[^Z. n'era 
padrone Domenico ; indizio che Bertolino e Giovanni 
erano mancati di vita. Non Domenico , perchè uon 
poteva mutar la natura di un fedecommesso istituito 
da' suoi maggiori. Finalmente , Domenico padre dell^ 
Eroe viveva ancora nel i484. secondo le carte di Sa.* 
vona. £ i dotti Àut. del Ragion. ( f. i^ò* ) uè tro- 



Ì64 LIBRO SECONDO 

varono memorie fino al i4^« neMocumenti de^Mo* 
naci dì 8. Stefano^ trasportati di poi nel pubblico 
archivio. Ma nello strumento del Campi si legge due 
volte l'aggiunto di quondam dato a Domenico. U 
Tiraboschi risponde che potè forse errare lo storico 
di Piacenza nel copiare quel rogito. Risposta più 
strana di questa non ci udì giammai ; come riflette 
r editore della Dissert. ( Giunta II. ). Giovanni , e 
Domeni chino Colombi pretendono i beni di Cristo* 
foro, e Bartol. del quondam Domenico, com' eredi 
nb intestato di questi due fratelli. Dunque^ o siayi 
il quondam o non vi sia , Domenico non era più tra 
viventi. Con ciò si convince il Tiraboschi di negli- 
genza inescusabile ; perciochè il March. Durazzo nell' 
^elogio del Colombo, e il Sig. Tommaso Belloro era- 
dito Savonese con lettera privata gli avevano fatto 
osservare quel quondam, contrario alla cronologia 5 e 
ragion volea che lo storico della Letteratura prima 
di rispondere ad una opposizione cotanto grave , leg- 
gesse posatamente la carta del Campi. 
* A queste ragioni, che dimostrano la falsità del 
documento Piacentino, non si può dar veruna pro^ 
babile risposta. Onde non è maraviglia, se la opi- 
nione de^ Piacentini non potè mai dilatarsi ; e se il 
documento del Campi fu rigettato dai Critici. 

Ma lo Storico Piacentino ci assicura che la carta 
che noi rigettiamo fu legalizzata in Piacenza nel i623. 
dal Collegio de' Notaj. Or quante sono le carte apo- 
crife ornate di solenne legalizzazione ? L'erudito Sig. 
Avv. Besini di Modena conserva un libretto del fa- 
moso CiccarelH , nel quale è descritta V origine di 
una città dello Stato Pontificio, con testimonianze 
tratte da quegli antichi autori, cui diede esistenza 
r impostura del Bevagnate. E nondimeno vedesi or- 
yatg il librii^cin^ di solenni approvazioni anche di 



CAPITOLO DECIMOSETTIMO. l65 

Magistrati in amplìssima forma, attestanti tutto esV. 
ser vero 3 e ricavato da legittimi documenti. Ma as-p 
coltiamo il sentimento di due insigni letterati^ e cri- 
tici del Sec, XVIII^ sopra le approvazioni legali delle 
cose ntianuscritte. Apost. Zeno scrive a Mons. Filippo 
del Torre Vesc. d' Adria: >t E venendo di primo 
» lancio al particolare della mia lettera d'rscorsway 
99 le confesso- con ingenuità, che le opposizioni da 
99 lei propostemi furono benissimo da me osservate 
99 anche cpiando io vi andava sopra lavosando y e 
99 perciò non a caso vi posi a pag. 6« quelle pa-^ 
99 role racchiuse in parentesi ( dicono le memorie di 
99 questa Ca^a nel magistrato deW AvvogUeria au-^ 
99 tenticate yy volendo significare a chi legg<3, che 
» io non approvava le suddette memorie , e che ci 
99 aveva della difficoltà ; ma non osava di oppormi 
99 al sentimento inveterato de* Sigg. Trivisani , ed 
V air autorità di quel Magistrato^ che in forma avi- 
99 tentica loro lo ayea confermato. Per Giovanni e 
99 Rambaldo III., io non ci avrei molto dubbio . .^ 
99 Noa è cosi di Domenico ec. Ecco dunque dalla 
99 cronologia provata falsa la genealogia.^.... Le ho 
w espresso eoa ingenuità il. parere , e no» cerco di- 
99 fese , che sieno peggiori del fallo w^ Cosi due 
Veneti dottissimi , dichiarano false le memorie del- 
r illustre Casa Trevisani , benché in forma au- 
tentica confermata dagli Avvogadori di quella sa- 
pientissima Repubblica ; e false la dichiarano perché 
opposte alla cronologia. E noi dovremo ricevere dalle 
mani del Campi un rogato, che abbatte tutta la ero* 
nologia di Cristoforo, perchè legalizzato da* Notai 
di Piacenza ? Se i Notaj fossero Papebrochj , Maf- 
fei, Mehus, o simili ^ ragion vorrebbe , che si rispet- 
tasse il loro giudizio; tuttavia non avrebbero a re- 
putarsi infallibili* £ tali saranno coloro^ che in tutt^ 



l66 LIBKO SECONDO. 

altro genere di stadj sono occnpati , che in quello 
della cronologia , e della critica ? 

Sebbene ^ la storia del rogito piacentino può ser- 
vire essa sola a dimostrare , che non debba quell' atto 
avere autorità -veruna presso le persone sensate. Un 
Dottor Colombo di Valdinura, già incaricato di af» 
fari de' Signori di Piombino presso la corte imperiale) 
Voleva indurre il Can. Campi , uomo di nessuna crì- 
tica , specialmente riguardo alle carte degli Arcbi- 
Vj [i] 9 a dare al Colombo origine da Pradello : scris- 
segli dunque accennando esistere una faipiiglia Co- 
lombo in detta villa , ed essere tradizione , che ne 
uscisse il griBin Cristoforo. La lettera è in data dei 28. 
Giugno 1621. [2]. Dell'atto legale non dice parola. 
£ da credere che il Campi non si appagasse troppo 
di quegli argomenti ; ed allora sbucò fuori V istru- 
knento di sopra esaminato. Ma il Campi non potè mai 
vederne l'originale^ negando il Dottore ^ e dopo la 
6ua morte , gli eredi , di mostrare quella importante 
scrittura. Perchè tal gelosia ? La verità non ha tanti 
timori ; specialmente trattandosi di un atto^ che niente 
poteva ornai importare agi' interessi delle famiglie Cìo* 
lombo e molto importava alla sua gloria ^ ed a quella 
di Piacenza. 



(x) Poggiali prePaz. allef Memor, di Piacenza , tqI. i« 
(^ Campii TOl. 3. fftcc. 893, 



e A P. XVII I. 6 

'-. <* 

§• I. DOCUMENTI deli/ ARCHIV^a DI SAVONA* ,7 

elle memorie istoriche di favolisi scrit^p jdfl 
Sacerdote Agostino Monti ^ trovasi notizia di Giani- 
battista Pavese eruditissimo GentiluoiiU) .di SavQnaJ^i]^ 
il quale cercando gli Archiv] deUa 6C[a patria y .V^ò 
in essi alcuni documenti relativi al Colombp, ed'fil 

.soggiorpo da lui fatto col Padre in Sfiyoiika. Ma je 
fatiche del Pavesa, si tacciono M3v Veasie poi Giam- 
battista Ferreri nobile SavonesQ, .Pitot»notario Apo- 
stolico y ed uomo di molte lettere^ che bramoso d^H- 
lustrare la storia dell'Eroe Ligure, meditava di c^* 

.der pubblicherl# carte già riscontrate dal Pavese; i|ia 

-rapito da morte immatura lasciò il cari<:o di questo 
lavoro a Giulio Salinero giureconsuko e gentikio;i|0 

< Savonese , dotto in greco ed in ebraico , come ampia- 
mente dimostrano le eue giudiziose , benché poco c|>- 

-nosciute, adnoUiiiones ad Comeliùm Tacitum [-9] 
impresse in Genova dal Pavoni nel i6ofi. in 4* ^^ 
in cpiesto libro si trovano i pi^ziosi documenti , cj&e 
abbiamo accennati de' quali mettiamo qui sotto «a 
brevissimo , ma esatto Sommario* 

I. 1470» 2. Marzo. Domenico de Columho citta- 
dino di Genova figliuolo del quondam Giovanni d^ 
Quinto, testar pannorum^ et tabernarius C tessitore 



(i) V. similmente il Soprani negli Scrittori liguri j dorè si dà notìzia 
di 37. epere di qaesto infaticabile Savonese ; tra le quali è il Diario 
Istorico in X2. voi. ed una enciclopedia divisa secondo le matterie 
in 4do. capi. 

(a) 5ou si * noi confondere come fa la Dissertazione con imbro^rio 
suo fratello grecista, e poeta rinomato , discepolo di Sperwie Spe-^ 
roui , ed amico del, Chiabrera , clie gli iudirÌ7.7.ò le sestine iu \^à^ 
di Savona, e ne celebrò bi lueiuoria eoa «Mi epilado ìm veròi Italiank 



l68 LIBRO SECONDO. 

di panni, e bottegajo ) prende per garzone di bot* 
tega y e scolare Bartolommeo Castagneti di Fontana* 
buona ( valle in riviera di Levante , sopra Cliiavari )• 
II. 1470* a di 25. Ottobre. Si parla del Casta<» 
gneti. Lo strumento fu rogato nella via delle conce 
. ( Unzaja ) in Savona. Domenico è detto de Colum- 
ho di Genova. 

•^- III. 1473. il dì 4» Giugno. Dominicus de Colum* 
"^ko de' Janna habitalor Savonee^lanerius (lanajuolo) 

Sromette di consegnare fra cinque mesi sette pezze 
i panno bianco di lana a Lodovico Multedo. I Mul- 
tedo sono oggidì nobili di Savona. 

IV. e V. i474* ^9* Agosto. Domenico de Colunt' 
ho de Quinto Januce lanajuolo , abitante in Savona, 
' compra due piccioli pezzi di terra posti nella villa ex 
Legine, al prezzo di lire 25o. da pég'arsi fra cinque 
anni, dando ogni anno tanto panno per lire So.^ mo« 
Sieta di Savona. 

VI. 14^4* ^^* Settembre. Giacomo de Columho 
Dominici Cii^is Januce ( ecco Dom. ancor vìvoj si 
inette nella fabbrica di Lucbino Cadamartori per ap-^ 

S rendere V arte di tessere i panni. Lucbino si obbliga 
i somministrargli il vitto ec. Si noti 1. cbe Giaco- 
mo é detto maggiore di 16. anni. 2. Che la famiglia 
Ca demartori non è spenta, trovandosi in Genova il Sig;. 
Gaetano Cademartori [così oggi scrivono] mercante di 
panni di bambagia. 3. Chf9 Giacomo nelle Spagae 
prese il nome di Diego. 

VII. loco, a di 8. Aprile. Vengono citati in con- 
tumacia per causa civile ( V. qui sotto n. IX. ) Cri- 
stoforo e Giacomo [1] fratelli de Columbis y figliuoli 



(il II redere dimenticato Bartolommeo , bencYiè maggiore di Giacomo, 
ra cong^ietturare eh* ei fosse partito da molto tempo per andarsi x 

fftabUire ia làsiiooa ^ dorè GrUtotQro il seguitò dopo il 147$, 



CAPITOLO DEGIMOTTAVO. l6^ 

ed eredi di Domenico, ambedue assenti oltre Pisa, 
e Nizza ' cioè fuori della Liguria ) ; e che non ave- 
vano in Savona né Mulieres { Mogliere^ né agnati^ 
né cognati. 

VIIL iSoi. 26. Gennaro. Essendo nulla la prima 
citazione^ perchè mancavi il nome di un fratello, 
sono citati Cristoforo ^ Bartolommeo , e Giacomo figl) 
di Domenico Colombo. Due vicini della casa già per 
Colombo abitata , depongono innanzi al Giudice , es- 
sere da molto tempo assenti i 3. fratelli , trovarsi 
nella Spagna, ut notorium fuit, et est; ignorarsi 
se avessero lasciato Procuratore. 

IX. i5oi« 12. Maggio. Essendo morto Domenico 
prima che pagasse i due podere tti comprati in Legio- 
ne , Sebastiano da Cuneo figlio ed erede di Corrado 
venditore de' terreni predetti riconviene in giudizio i 
fratelli Colombo, come figliuoli ed, eredi di Dome- 
nico ; ed attesa l' assenza di essi , è citato Girolamo 
Massa procuratore dato bonis et hcereditati jacenti 
nunc quondam Dominici Columbi. 

Questi sono i documenti tratti dair Archivio di 
Savona (])• Dubitare della loro sincerità sarebbe fol- 
lia. Essi confermano quello che ci avevano detto il 
Senarega, il Gallo, e il Giustiniani , cioè che il Fa* 
drc deir Eroe fosse tessitore di panni , e che i figliuoli 
abbiano per alcun tempo cardata la lana. Intendia- 
mo per essi come avvenne, che Cristoforo fosse te- 
nuto per Savonese ; e conosq^amo per qual ragione 
D« Ferdinando si adoperasse a nascondere V origine 
paterna. Veggiamo che T origine dell'Eroe si dee cer- 
care presso Nervi ; che il Padre fu cittadino di Ge- 
nova ; che visse molti aiini in Savona* Ed ecco spie- 



di] Di na altro documento , cnì soscrisse Crist. Colombo , come testih 
oioaio f si è data notizia nel cap« IV. Uh, a. 



l^O I.IB110 SECONDO. 

gate naturalmente le tre più comuai sentenze che si 
trovano negli Scrittori, i quali riconoscono il Co* 
lombo di nazione Genovese , facendolo alcuni di Ner- 
vi y molti di Genova , e tali altri di - Savona. Abbia- 
mo veduto che Mons. della Chiesa,. T nomo più eini- 
dito , che abbia fino a cpiest' ora dato il Piemonte (i), 
si oppone le carte del Salinero, e cerca rispondere 
ad esse, ma non osa tacciarle jÌì falsità. Come ge- 
nuine le accetta il Tiraboschi. La dissertazione me- 
desima concede che ve ne possono essere delle ge- 
nuine , né vuol togliere si fatto pregio a quelle che 
danno a Domenico il titolo di Cittadino Genovese ^ 
e al Padre di Lui un nome divèrso da quello che 
portava il Genitore di Domenico da Cnccaro. Que- 
sto è lo stesso che riconoscerle tutte per genuine; 
giacché Actore non probante ^ reus ahsolvitur. Dire 
che le carte Savonesi contraddicono al Senarega , per- 
ché in questo storico Domenico é tessitore^ e nelle 
carte é bottegajo ( Dissert. Cap. VI. ) , non è op- 

{)OSÌzione degna di nobili Scrittorì. Le carte del Sa- 
inero dicono tessitore e bottegajo ( textor panno- 
rum ET tabernarius ) ; due cose che sta^^no insieme 
naturalmente , ed in modo particolare nelle piccole 
città , dove gli oggetti di traffico , e di manifattura 
non sono cosi minutamente divisi , come ne^ più ce- 
lebri emporj. Innoltre dicono gli Aut. cit* che Do- 
menico trafficava in grande. Ma come lo provano? Noi 
sappiamo che agli Selettori del Beo. XIX. non è da 
prestar fede ne' fatti avvenuti quattro secoli innanzi , 
se con bnoni documenti non confermano la- propria 
sentenza. Intanto raccogliamo le notizie, che si po6^ 
sono ricavare dalle carte Savonesi^ 



Iz} Ved. Napione jért, Sion pag. i3o» 



CAPITOLO DECIMOTTAVO. I7I 

I. L'avolo di Cristoforo era da Quinto; ed avea 
nome Giovanni. _ 

II. Il Padre di Cristoforo era cittadino di Geno- 
va , tessitore di panni di lana , e bottega] o. 

III. Il padre dell' Eroe viveva ancora dopo il i474* 
Si osservi che V Oviedo similmente aiTerma ch'ei vivesse 
nel 1474*^^ r archivio di Savona mostra la diligenza 
di quello Scrittore. 

IV. Domenico Colombo era povero , mentre in 
cinque anni non potè porre insieme 25o. lire da pa- 
gare i terreni di Legine. 

V. Domenico abitò molti anni in Savona. 

VI. I figliuoli di Domenico erano tre, Cristoforo, 
Bartolommeo e Jacopo. 

§. II. DOCUMENTI DEGLI ARCHIVJ DI GENOVA. 

1. » Nel bellissimo ristretto che lo storico ( Ca-- 
soni ) fa della vita del Ct>lombo, la moglie di lui è 
nominata Susanna Fontanaros^a , il cognato, Jacopo 
Bavarello ; e il padre dicesi abitante nella parocchia 
di S. Stefano di Genova , eh' era insieme Badia di 
Beùedittini e popolatissima di lanaiuoli. Un antico 
MS. di genealogie genovesi conferma queste notizie; 
alle quali il notajò Piaggio , avolo de' presenti y uomo 
in gran credito a' suoi tempi , aggiunse a pie di pa« 
gìna y qualmente la casa di abitazione di Domenico 
gli era stata investita da' Monaci a titolo enfiteutico ; 
lo attestavano i loro archi vj 9 e i libri parrocchiali 
facevano fede del battesimo di Cristoforo nella lor 
Chiesa. Dopo la caduta degli ordini religiosi , il nu- 
meroso archivio di S. Stefano , trasportato cogli altri 
a palagio , si custodisce dal pubblico ministero. Il 
cortese direttore ci consenti di. visitarlo alla presenza 
di un suo commesso : venne con noi un vecchio abate 



172 LlBRa SECONDO. 

del monistera; e dopo lungo volger di carte, tro- 
Tammo non i registri battesimali, smarriti forse net 
repentino trasporto, ma sibbene un numero grande 
di libricciuoli , dove i buoni monaci notavano alla 
giornata la riscossione de' loro livelli. Il nome di Do- 
menico Colombo era in quelli del sec. XV. dell'an- 
no i456. al 1489* la sua abitazione nel vicoletto di 
Mulcento • . • . Non trovammo libri di mezzo fra gli 
anni i46i. e i4^6* ^^ questo finalmente si legge che 
Domenico Colombo pagò lire quindici e denari nove 
e un terzo. •• L'anno i48g* è T ultimo de' pagamenti 
di Dom. Col. leggendosi nel libricciuolo , cbe della 
sua casa avea conseguito estimo Jacopo di Bavarello 
Pizzicagnolo suo genero , come dagli atti di Lorenzo 
Costa- Notajo. n Cosi gli Autori del Ragion, f. I^ò. 
s. Né di ciò furono contenti , ma cercarono il ro- 
gito indicato ne' libriccìni de' Monaci ; ed avendola 
trovato il pubblicarono nell'appendice al Ragion, n. 
VI. E tale si è il tenore di quel documento. Jaco- 
bus Bavareliis formajarius aveva altra volta ottenuta 
una casa con bottega , vuoto, pozzo , e cortiletto posta 
Januas in contrata S. Andrece appartenente a Do- 
menico de Columbo ; ma questi 99 tamquam patrem 
9> et legitrmum administratorem Cbristophori , Bar- 
99 tbolomei , et Jacobi , filiorum ipsius Dominici ac 
» filiorum et haeredem ( 1. baeredum ) q. Susanae 
?> eorum matris et uxoris dicti Dominici » preten- 
deva cbe il genero non potesse occupar quella casa, 
' percbè bene dotale della Susanna , il qual dovea pas- 
sare a' figliuoli, n debito di Domenico era di lire 25o. 
oltre le spese eca. Alla lite imposero fine amicabili 
compositione. U atto fu distesso Januce in palati» 
solito . . • • anno JDominicee Natii^itatis x4^9* zn^i-^ 
ctìone sexta secundum Januce cursum , die martis^ 
XXL Julii in ifèsperis j presentihus etc* 



CAPITOLO DBCIMOTTAVO. lyS 

Niunò ha osato fino ad ora di dubitare della sin- 
cerità di quest^atto. Esso conferma quanto aveano i 
Monaci notato ne' loro libriccini , e quanto il Caso- 
ni , e il Piaggio lasciarono scritto. Errò nondimeno 
il Casoni dicendo che il Bavarello ei:a cognato di 
Domenico : il rogito dice chiaramente : Jacobus • • • 
coni^enit dicto Dominico de Columbo ejus socero 
prcssenti ^ et acceptantij ac stipulantu Da ciò ap- 
prendiamo y che V Eroe ebbe una sorella maritata ad 
un pizzicagnolo (in Genova delio /ormaggiaro ) 5 del- 
la quale né il nome , né altra circostanza rimane. 
i> Giova aggiugnere che il vico di Mulcento serba 
anche oggi V antico nome fra qiielli de' tintori e de* 
berretta] , e che possiede a dirimpetto una piccola 
casa Agostino Colombo del fu Gio. Battista , uomo 
da bene , ma così illìterato che , fuori dell' avo suo 
Domenico , non sa render ragione d' altri suoi ascen- 
denti (1). jt^ 

E quantunque tra il 146 1. e il i4^9* Domenico 
abitasse molti anni in Savona , non può nascer da 
questo difficoltà veruna contro alle notizie esposte. 
1.^ Perchè Domenico avendo avuta la casa dai Mo- 
naci a titolo di livello , dovea continuare e pagar 
l' annua pensione , in qualunque luogo abitasse. 2.^ 
Perchè non consta che in tutto lo spazio indicato 
abitasse in Savona. 3.^ Perchè il tragitto da Savona 
a Genova , specialmente per mare , è breve , e faci- 
lissimo. 

Dobbiamo aggiugnere un' altra considerazione. Bal- 
dessar Colombo abitava in Genova prima del i58o. 
( V. lib. 2. cap. 1. ) ; laonde non doveva ignorare 
quello che ivi si diceva di Cristoforo, e dèlia condi- 
zione de' suoi maggiori. Un Domenico Col* in Cuc- 

£1] Kagion. t\ 49. La casa è notata col u. l66. 



174 LIBRO SECONDO 

Caro^ ed altro simile In Genova, non era difficile ^ 
che s* incontrassero ad un medesimo tempo : il sec. XV 
ha molti esempj di tale iacontro ; come si può ve- 
dere nel Tiraboschi Stor. Letter. tom. VI. Ma era 
cosa assai più difficile che anche le mogli avessero 
lo stesso nome , e cognome : che fé dunque Y astuto 
Baldessarre ? Tacque il nome della moglie di Do*- 
menico da Cuccaro ; siccome gli rimproverò V Avvo- 
cato di Donna Francesca Ortegon : w Que Don Bal- 
9} tassar no tiene articulado con quien caso Domin- 
y> gè (i) }}. E pure alla pienezza dell'albero genea- 
logico era necessario indicarlo. Ma egli temeva sco- 
prirsi , ed appigliossi al silenzio. 

3. Gli altri documenti pubblicati da* Genovesi so- 
no 1. il codicillo della Biblioteca Corsini, 2. il te- 
stamento del 1498» 3. Lettera all'Uffizio di S. Gioi^ 
gio con la risposta dell' Uffizio al Colombo. 4* ^^^' 
tera deir Eroe alla nutrice del Principe D. Giovanni 
di Castiglia. Vi è pure innanzi ad ogni altro docu- 
msnto , la relazione per la causa presentata a Filip- 
po II. di cui abbiamo fatt' uso in tutto il corso di 
questo libro. 

Com' io mi proposi di non valermi di quelle carte, 
che altri giudicò false o sospette , così nulla dirò del 
Codicillo ; quantunque l' Andres , il Tiraboscjii , e 
Mons. Gaetani ( Cancell. §. 2. ) lo ebbero per ge- 
nuino. Nulla dirò per la stessa cagione del testamen- 
to. Nella lettera alla nutrice del Principe, posso no- 
tare quella espressione ( f. 102. ) : v dove potrei tro- 
varne miglior appoggio o sicurezza, che nel Re e 
Regina Signori nostri , che dal nulla mi han posto in 
si gran dignità w. Espressione, che parmi poco con- 
facevole alla opinione di coloro, che fan discendere 

— — Il .11 H^— Mi^ Il — .■■Ji» I III ■ «Il f >^ 

[ij {lelezioue a Filippo II» ^a|io«. f« Z9* 



CAPITOLO DECIMOTTAVO. lys> 

Cristoforo da nobilissima schiatta , e lo dicono nipote 
di due Ammiragl}. Ma ciò sia detto come di passaggio. 
Di più seria attenzione son degne le lettere di Cri- 
stoforo air Uffizio di S. Giorgio di Genova , e la ri- 
sposta del Magistrato* La Dissert. vorrebbe giudicarle 
apocrife ; e se dopo la stampa della Dissert. nuW al- 
tro si fosse scoperto per metterne in chiaro la legit- 
timità y avrei seguito U mio sistema di passarle sotto 
silenzio. Ma veggasi il Bossi nelle annotazioni, e si 
toccherà con mano non essere documento più certo 
di quelle due lettere. Non so che alcuno abbiagli 
mosso contesa sulla sincerità di quanto egli afferma; 
e però la cosa è come decisa [i]. Intanto, poiché di 
quelle due carte assai trattarono ed i chiar. Autori 
del Ragionam. e il Bossi, io non farò che accenna- 
re , come il Magistrato di S. Giorgio ringrazia Cri- 
stoforo , perchè si dimostra affectionato de questa 
sua originaria patria ... a questa primogenia patria. 



(x) In no MS. di famìglie genoresi poMednto dal Sig. Antonio Boge* 
rooe incisore , si trova rammentato sotto 1' anno x653* Stefano Co" 
lombo q, Niccolò , che fa il suo testamento in Notato Paolo Somo" 
Vigo. Non ho potato coUocare a suo luogo questa notizia^ né ho vo- 
luto tacerla^ perchè mostra la codliuuazione delia Gasa Colombo. 



176 

GAP. XIX. 

Si confetma la sentenza de* Genoi^esi con altri 

argomentié 



,.N, 



arra lungamente P» Martire (de Reb. Ocearu 
d. 2. lib. VII. ) come arrivata in corte di Spagna la 
triste notizia^ che il Nicuesa ed altri erano periti 
nel mentre riconoscevano il littorale di Beragna , 
Portobello ec. fu eletto nel i5i5. Pietro Arias d' Avi- 
la, acciocché vedesse di condurre a buon fine la im- 
presa infelicemente tentata dal Nicuesaé E perché il 
numero degli uomini y che andavano a dare lor nome 
per essere in quella spedizione, si trovò sopra il bi- 
sogno deir armata, e molti stranieri chiedevano d'es- 
servi ricevuti, per ordine supremo cautum est ^ ne 
aHenigena quisquam injussu regio commisceatur flw- 
panis. Lo stesso P. Martire , benché in alto favore 
presso il Cattolico Monarca, vix valuit ad impe-- 
trandum de transita ad^enca diploma in favore del 
suo concittadino Francesco Cotta: tanto rigidamente 
si eseguiva contra gli stranieri quel regio decreto. 
^} Ex Genuensibus (segue a dire lo storico) aliquibus, 
3^ scd quidem paucis, ob Almirantum (I?. Diego) 
i9 primi earum terrarum repertoris filius, ea impendi- 
?> tur venia : coeteris minime, w Qui domando io agli 
Avversar] de' Genovesi* Se Cristoforo nulla avea che 
fare col Genovesato, perché D. Diego ottenne a pa- 
recchi Genovesi, quel si difficile, e si importante fa- 
vore ? E la Corte di Spagna perché negarlo a tutti 
gli altri , ed ai Genovesi concederlo ? A' Genovesi 
dico, che innanzi a tutti si volevano escludere, se- 
condo la regole della sottile politica; perchè naviga- 
toci arditissimi^ ed allora potenti in mare, e capaci 



CAPITOLO DBCiBfonono. 177 

dU Tolgerè in proprio vantaggio i tesori del nuovo 
Mondo ? Certo è che il Governo Spagnuolo ebb^ 
tempre a questo la mira y che gli stanieri > principat» 
mente i sudditi delle potenze marittime, non ponete 
sero piede nell' America $ e gli stessi Gesuiti non po« 
tevano mandar Missionarj nelle Colonie Spagnuole > 
anche in quelle del Paraguai^ se non erano Spagnuolij 
e solo giunsero ad ottenere che 9Ì permettesse loro 
di mandarvene un quarto ^di Tedeschi (i). È poi cosa 
notissima a tutti, che alle Potenze Europee aventi co* 
Ionie neir America, non piacque mai di vedere, cho 
lo stendardo delle Rep. di Genova navigasse ne' mari 
del nuovo mondo. Ora, se Diego supplicò per li Gè* 
novesi, se la Spagna temperò in favore di essi il 
regio editto rigorosissimo , chi è mai che non vegga^ 
come Diego voleva rendersi utile a concittadini del 
Padre ; e che il Cattolico Monarca non osava negaro 
«n privilegio a quella nazione ^ cui doveva la scoperta 
del nuovo emisfero ? 

II» Don Ferdinando figliuolo dell' Eroe , prima di 
scrivere la vita del Padre, venne a Genova, cercando 
ttotizie della sua famiglia* Perchè non andò a Cuc* 
caro a visitare i signori Colombo suoi cugini? A 
prender copia de' vecchj diplomi ; onde mostrare la 
nobiltà della sua schiatta ? A conoscere i diritti del 
fratello D. Diego sopra i feudi del Monferrato ? 

Ili* Presso al lido della Spagnuola , in quella 
parte che volge a Portoricco , giace un' isoletta fer- 
tilissima , ed amena che fu già governata da un Ca-» 
fico particolare j ed è chiamata Saona.^ come si ve- 



li) n Kel 1784. fio conceduto con un decreto de* 1.7. ScttMnln*e al 6«* 
•erale di quest' ordine | che ogni ▼cita che tpcdUce MissionMrj nt* 
miei dominj deU' Indie , potesse tsserreae una fiuurta parte di Te* 
deschi. » 
Filippo V. nel decr. del 1748. art. SII. 

CoUmb. Orìg. 12 



ìy9 ItBRO SECONDO)^ ' 

d^ nelle tàvole dell' Ortelio e nella storia ^i SI Do4 
ibingo (i) Ess^ ebbe tal nome da Cristoforo 9. di- 
cono i Savonesi; in onore di quella città y dove egli 
condusse gli anni più teneri della sua vita. Certo è 
che la Città della Liguria fu chiamata Saonày non 
Savona , almeno fino al 1602 ; perefaé si trovano 
due lapidi scolpite in tal anno che ritengono Saana\ 
delle quali ^ una vedeasi nella parete esteriore dell» 
Chiesuola di S. Brigida sul ponte di Consolaxione 
fuor di Savona (2); V altra si legge nelP interno della 
Cattedrale sopra la porta maggiore* Anche sulle mo* 
nete rarissim/e di quella Città si vede scritto Sa(h 
ita (5. Semplice conghiettura si è questa, ma noa è 
da spregiare, sapendosi che il Colombo die il nome 
a 700. Isole (4)- 

- IV. D. Ferdinando lasciò MS. la storia del Pa- 
dre. A Luigi Colombo nipote dell' Eroe , ed Am- 
miraglio di Spagna venne in animo di procurarne 
la stampa in Italia. E con tal pensiero venuto alla 
patria de' suoi maggiori senza punto immaginare di 
avere parentela co' Baroni di Cuccaro , o co' vil- 
lani di Pradello , fermossr in Genova, e consegnò 
il testo a pentia a Ballano de' Fornari gentiluomo 
Genovese. Questi , benché aggravato da 70. anni , 
andò a Venezia per mettere in luce la storia di Cri- 
stoforo non solo nelr originale Spagnuolo , ma in 
Italiano ancora , ed in latino. Ed essendo richiamato 
in patria da* suoi affari , incaricò dell' edizione un al- 
tro Patrizio di Genova , cioè Giambattista de' Ma- 
rini t per cui autorità , coli' opera del Meleto , fu 



''*] r.^arlcvoìx, lit. t»'p» 7» ^ib. IIT. p. 284. 

[2] T Francfesi verdo il t8to. spianarono la Chiesa di S. Brigida. 

[3] Zanetti , lecclie ce. voi. a. p. yo. tav, VI. u. 61. 

[4] p. Mart. d«c. i. lU». 3; s^pti/igeìUìs insuUs nome/t imposuii* 



CAPITOLO nSCf MONlONO. I79 

pubblicato il libro di Ferdinando soltanto in idìpiaf 
italiano, secondo il volgariszameiito ottone da Alfon* 
so UUoa Spagnaolo, che per si fatti, lavori era mpir 
to celebrato in que^ tempi. Questa circostanza, som^r 
ministra una opportuna riflessione* Diego Colombo 
non venne a Qenova , perchè la stimasse il miglior 
luogo d'Italia nel fatto di stamperie; che Genova 
non ebbe mai tal pregio. Aduncpe qual cagione lo 
mosse a lasciare in mano de' Genovesi il MS. diFer« 
dinando ? Diremo forse che un' Àlmirante dell' Indie 
avesse necessità del danaro di Balianò Fornari ? Per- 
chè non recare il Codice a* Signori di Cuccaro? M^ 
se rispondiamo , che venne a Genova, come a Pa- 
tria dell' Eroe , tutto si spiega naturalmente , e fe<* 
Ucemente. 

V. I difensori di Cuccaro pretendono che 1' Eroe 
conducesse in America tre Monferrini ; e ne traggo- 
no argomento per sostenere la propria opinione. Noi 
mostriamo ciò esser falso (Y. lib. III. .arg. XIL)« 
Ma possiam dare indubitata notizia di due-Genovesi, 
che navigarono con Cristoforo. Il primo è j» Gre«* 
n gorius quidam juvenis Januensis, Coloni primi re- 
» pertoris a teneri s famulus n il iquale avendo già 
navigato col Padrone a Portobello , e trovatosi poi 
nella spedizione del Nicuesa, affermò a' marinari Spa«- 
gnuoli che partiti da Paria non sapevano in qual 
parte si trovassero y» portum ibi esse vicinum . . • in 
arena semiobrutam anchorani ex navi amissa, subque 
àrbore portui proxima fontem liquidum se repertnros* 
Terrara prsehendunt, anchora et fonte repertis ab ia- 
genio et memoria Gregorium commendant , quod eju« 
rei solus e multis nautis, qui littora illa cura Colono 
percurrerant , reminisceretur. w Così ha Pietro Mar- 
tire decade 2. lib. 2. L' altro Genovese è Bartolom- 
meo Ficschi, amico sti'cttissimo dell' Eroe j come di- 



>; 



l8ò t.tBRO SSCOlTDf», 

taostrò specialmente l'anno i5o3. quando trovandosi 
il Colombo nella ijiamaica tradito dagli Spagnuoli^ 
ìB priyo dì viveri > 'e volendo spedire a S. Domingo 
vsn messaggio, il Fieschi con uno Spagnuolo di casa 
Mendez y si offerirono di fare il periglioso tragitto i 
sopra due piccole canoe de' selvaggi , quantunque 
soffiassero gagliardamente i venti contrarj (i). 

VI. Abbiamo veduto [Lib. 2* i8. §• L] che tro* 
vandosi Cristoforo e Bartolommeo nel Portogallo , 
Jacopo fratello minore si allogò per garzone con nn 
tal Cadamartori per apprendere a tessere i panni, 
mvendo già compiato Tanno i6*^ dell' età sua. Dipoi 
egli ancora andò a navigare con Cristoforo* Ma que- 
sti per alcun tempo non volle annunziarlo per fra- 
tello , e lo facea credere un suo familiare. Pietro Mar« 
tire ci ha conservato memoria di questa circostanza 
nella dee. I. lib. 3* 9f Almirantus autem, qui secum 
y habebat Didacum quemdam Colonum, inter suos 
» educatum. 99 £ nel lib. 4* ^^^* I* '^ Flacuit Di« 
daco Colono homini apud Praefectum a teneris edu- 
cato. 19 Come Diego era il più giovane de' fratelli, 
avea potuto più facilmente apprendere gV idiomi de' 
l>arbari^ « perciò Cristoforo se ne serviva d' interprete: 
Didaco interprete insularem alloquitur {MeLvi, 1. 3.)* 
Quo interprete in Cuòce discursu usus Jfuerat (Mart 
1. 4*}« ^^ ^^ Martire dove rammenta Bartolomeo 
non lascia di notare lui esser fratello di Cristoforo: 
fratrem suum BarthoL Colonum [i« 4*]: Jratri Bat' 
ihoL Colono ( ibid.) : Bartholomeus ex sui fratris 
diseedentis Consilio ( i« 5. )• Or supponghiamo es« 
ser vera là pretensione di Cuccaro. Come mai avreb« 
be tollerato un nobilissimo giovane di esser tenuto 



(1) Ferdìn. eap. loi. e teg. Gambara Colami» cit* iMUt testini. It f» 
e, a. CharlcToU , Mct. S. Damin. lir. IV. 



CAPITOLO DECIMOirONO . l8t 

per domestico y non per fratello , di Cristoforo? M.^ 
se diciamo che Diego tolto dal lanificio y e passato ia 
Ispagna, colla sua ignoranza e rozzésza avrebbe pò* 
tato far perdere ai due fratelli il concetto che già 
ti avevano acquistato^ e perciò volèa prudenza, che 
si occultasse la vera condizione di Diego , la co^sa 
non ha più difficoltà veruna. Il garzone di un lana* 
jolo poteva acconciarsi a far la figura di Ikmiliaire- col 
fratello; noi poteva un nobil Barone. 

VII. A meglio rischiarare le notizie d^li antichi Co- 
lombo ài Genova , si aggiungano,. Gulielmus CoÌMìrt* 
bus d& S». Martino de-. Ircis , et Simona, ^us uxor^ 
nel 1299. Obertus de Columbo de Sé/vano JIIìmìs 
q. Gulielmi Columbi. Iti e^us uxor Anna femnit^ 
Argentai matris Petri Cattanei cumdùtel. 3o Actum 
Janu€e domi Luchini Cattanei et/ratrum^ nel i325» 
Jacobina uxor Opecini Columbi de S. Martino de 
Irchisj nel i346. [i]. Da Opezzino alF Eroe nato 
nel 1467* corre un secolo, dal quale togliendo 65» 
anni circa occupati dalle due generazioni cK Giovanui 
avolo, e di Domenico^ padre di Cristoforo, rimane 
incognita una sola generazione per tessere il filo dcK 
la succession Colombo nel Genovesato» U che sia ^t^ 
io jpes una semplice conghiettura». 

€0NCLt7Si0N;£ DEL LIBRO II. 

La (amiglia dì Cristoforo Colombo era oscura , 
abitava rioiere marittime^ traffica\>a per mare^ ed era 
caduta iu poi^ertà^ La sua orTgine viene da Terrarossa^ 
nella riviera di Levante. Giovanni avolo deir Eroe ,. 
abitava in Quinto : Domenico Padre dell' Eroe era 
cittadino ed abitatore di Genova , né vi è ragione 

i) MS. Berio^ 4&. a» ii(5« cart. Sf* p. I. cari. 262. p» IL cart. 2^7. p. IB 



l82 LIBRO SECO-NDO» 

che persuada Cristoforo esser nato fuori di Genova; 
é parecchie sono le ragioni che il contrario confer- 
mano. Dunque il Discopri tor delP America non ha 
che fare col Monferrato , e co' Baroni di Conzano > 
e Cuccaro ; ma è Genovese di origine , di patria , e 
di nascita. 

Forse alcuno bramerà eh' io dica il mio sentimento 
riguardo all' albero genealogico dell' Eroe pubblicato 
dal 8ig* Franzone , nel quale^ si vuole che 1' avolo suo 
fosse di Monteroso nella valle ìiì Oneglia in riviera 
di Ponente; che il Padre, abbandonato Monteroso , 
passasse a Savona, e dipoi a Genova. Quello, che 
sentono i critici degli alberi genealogici, già è di<* 
chi arato assai diffusamente. Del resto basterà 08ser<^ 
vare , che il Sig. Franzone ( face. 6i. e 19.) am- 
mette la sincerità delle carte di Savona. Or queste 
distruggono affatto la genealogia di Monteroso [1] 



■«^> 



(t) lì sig. Franzone fri tratto in errore da* MS. del Giscardi Gìlippioo 
|;eQovese, che raccolse le memorie della patria eoa grande amore 9 
infinita pazienza, non già con quella crìtica che a ui lavori è richiesti. 



FINE DEt LIBRO SECONDO* 



•►•.•••■ 

DELLA 

ORIGINE E DELLA PATRIA 

CRISTOFORO COLOMBa 

LIBRO TERZO, 



AVVISO. 

T ^ 

X J Aut. di questa operetta conosce chi a molti 
degli argomenti j cW ei preade a con fatare , non oc- 
correva risposta. Ma la celebrità degli Avversar] , e 
la diligenza del Sig. Cancellieri nel ricopiarli in quelle 
sue dissertazioni epistolari y lo hanno mosso a sten- 
dervi sopra alcune brevi osservazioni. Da ciò vérfà 
doppio vantaggio a' cortesi Lettori ; primo ; perchè 
dalla debolezza delle obbiezioni vedranno tosto la ve- 
rità della sentenza genovese ; 2. perchè parecchie delle 
opposizioni più deboli serviranno a temperar il te- 
dio di si no Jose ricerche. 

.' ■ ■ 

A R G O M E N T O I. 

La dicerìa , che il Colombo foSvSe genovese , Oen^ 
ne dalla fama* Ma la fama è menzognera^ come di- 
mostra Virgilio. ( Campi face. 224* } 



|84 LIBKO TERZO* 

Se il ColomLo fosse stato Genovese , questa notizia 
«trebbesi tosto Rifulgala ( Campi face. 226* ) 

OSSERVAZIONE. 

Se la fama non dhulgò cbe l'Eroe fosse Geno» 
trese , come venne dalla /ama una tal diceria ? n i 
m cosi fatte opposizioni [ij^ direbbe U Maffei^ si 
dovea far risposta ? 3# 

ARGOMENTO IL 

La Dissertazione in favore di Cnccaro piacque 
molto a' Monferrini. (Dissert. nell'avv. a' Leggitore) 

OSSERVAZIONE, 

n Ragionamento in difesa dell'antica ed univer* 
sale sentenza 3 piaccjae molto a' Genovesi. 

ARGOMENTO IIL 

n Foglietta non merita fede , perchè annoverò fra' 
Liguri illustri Ra/aello Fulgosio ( da lui chiamato 
Fregoso) quel gran Dottor di Leggi Piacentino 
(Campi )• 

OSSERVAZIONE. 

Il Campi non merita fede, perchè innestò nelF al- 
bero di sua famiglia Tommaso da Kempis Fiam- 
mingo (2). 



(i) j4rt. mag» anm'chiì, Af^petid% face, 297, 
(2) liit. £cc]. Piac. voi. 3. 



AEGOMBlfTO III. tS5 

Lo scrivere Fregoso per Fulgosio non dia noja allo 
Storico Piacentino ; perciochè sono due forme diverse 
dello stesso casato. Quel gran Cardinal Genovese Fé* 
derigo Fregoso ( che occupa sei pagine della Storia 
Letteraria con infinito dolore delF Ab. Lampillas > 
(l) il quale consigliava il Tiraboschi a concedere quel* 
te pagine a Diego Mendoza nobilissimo Spagnuo* 
lo ) dal Bembo è detto Federigo Fregoso . ( Prose 
lib* I. ) > dall' Ariosto Federico Fulgoso ( e. 4^« st« 
so. ) 5 e dal Foglietta negli Elogj ^ Fulgosius (2). 

ARGOMENTO IV. 

Gli storici genovesi sono parziali della patria (Cam* 
pi )• Gli storici genovesi sono ingannatori. = E quale 
ingannatore più innocente dell'amor della Patria? =: 
( Dissert. cap. XIII. face. 1 14* ) 

A' documenti citati da' Genovesi non si vuol dar 
fede y essendo inventati ìf per far credere al Mondo 
quel che non èj e torre per invidia a Piacenza la 
gloria. }» ( Campi )• 

Il Campi dispose in una luce disfaoorei^ole i do- 
cumenti de' Monfeirini coli' intenzione principale di 
confutarli e gli ha molto travisati ( Dissert. cap. VII. 
face. 62. ) a ciò condotto dalla lodatole ma ingan^ 
Aotrice passione della patria ( ivi cap. IX. ) 

Gli storici genovesi j per sentenza dell' A^.. Ode- 
rico giudice inappellabile in tale argomento , non 
sono atti ad istruire. (Dissert. f. 819. } 



fi) Saggio l<ett. Spago, pan. 2. t. a. face. 3o5. 

(a) V. anche^ il Bizzaro de Rebus Geniiens. e le ginnte al Dìzion. jéd* 

vorat , ediz. Remondini. Fulgosius scrìve similmeiite la Cronaca di 

Alessandria ( Mon. Aquens. toI. a. col. 277. ) 



ì86 LmKO TERZO* 



■^ . • » 



OSSERVAZIONI. 



11 difensore di Pradello non vuole cbe noi credia* 
mo a' Genovesi , ed a' Monferrini. La Dissert. difende 
i Monferrìni, e pretende che si neghi credeiì2a d 
tutti gli altri. Or che faranno i Genovesi ? Potreb- 
bono certamente rispondere che y se gli storici di Ge- 
nova non si debbono ascoltare ; ove trattino di Ge- 
nova , né ascoltar pure si vogliono i Monferrìni quan* 
do parlano per onor della patria. Ma sarà cosa più 
acconcia sentire le giudiziose parole del Co. Napio^ 
ne [i] : w È noto ad ognuno esser regola delF arte 

V critica ) non doversi presumere che alcuno abbia 

V ingannato , sulla sola congettura , che sarebbe tor- 
y> nato in suo prò V ingannare ; ma doversi addur 

V prove manifeste di aver egli veramente ciò fatto... 

V Non è V amor della patria ragion bastante : poiché 
jy ammessa qaeMa regola riQutar si potrebbe come 
99 supposto tuttociò che uno storico narra d^ avvan- 
9^ taggioso per la nazion sua. f} 

Non è poi giusto dare alP amor della patria il no- 
me d' ingannatore innocente* ^9 U anima della storia, 
-dice il Sig. Co. Napione [2] , è la verità. Lo storico 
che la tradisce scientemente , è indegno di un tal no- 
me , merita V infamia di chi tende ad ingannare il 
pubblico j ed infamia tanto maggiore , quanto non 
solo reca danno a' presenti , ma a^ posteri eziandio. ^ 

Finalmente , il primo che stendesse la narrazione 
de^ fatti del Colombo fu Pietro Martire d* Anghiera 
in Lombardia; non fu già uno scrittore Genovese. Né 
con Genova avean punto che fare il Goes y il Guìc- 



(i) Ragion, contra l* Alvaro tii , cap. a, e 5i 



AUGOMSNTP ir. 187 

Giardini , il B^mbo, il Coppo , 1* Oviedo, ed ij Vet 
scovo di 8. Domingo, tutti contemporanei 5 e tutti 
testimoni , che depongono in favore della sentenza 
genovese* Riguardo all' Oderico , rispondiamo , cbe ui| 
giudice inappeUahVe. nella repubb. delle Lettere non 
potrà esservi giammai», Qual pregio ^biano gli storici 
genovesi , è già deciso. Veggasi il Tirabosohì. Pochi 
popoli ha r Italia , ^che possano vantarsi di tanti sto- 
rici imparziali j e prudenti ^ come i Genovesi. Per 
P eleganza il solo Foglietta non vai egli per molti ? 

ARGOMENTO V- 

/ ♦ 

Il Sabellico , il Volterrano , Jacopo Filippo dtt 
Bergamo , il Boterò , e il Boccalini rammentano jil 
Colombo senza notarne la patria. Dunque incerto è 
tuttora il luogo preciso dov' ei nascesse ( Campi. 
Dissert. cap. 3. ) 

O S S E R V A Z I O N .£. 

j> Ognun vede , dirò con le parole del Tiraboschl 
(1) , se tali argomenti possan reggere a confronto di 
tanti Scrittori , e di monumenti sì chiari , quai sono 
i poc' anzi adotti. 9^ Ed infatti chi è mai che avendo 
a nominare D^nte , o Andrea Ooria,. si creda obblir 
gato a notarne ancora la patria ? Qual è che possa 
ignorarla ? Del Boterò dirò , che nelP ultima parte 
delle Relazioni universali , dove tratta delP Ameri- 
ca, mette un compendio della vita di Cristoforo, del 
Cortez , del Pizzarro ecc. ma usa P affettazione di tar 
cerne la patria. Dunque sarà tuttora incerta la pa- 
tria del Cortes , e del Pizzarro ? Aggiungo , che il 

LIM-JM.il I «1 I I IH - -- 

[i] Stor. Leu. voi, V. i. a. e. i« 



t88 LIBKO TERZO 

tuogo preciso della nascita può essere incerto , e non 
incerta la patria [i]. Chi saprebbe dire il luogo preciso 
della nascita di Virgilio, di Properzio j di Sisto IV. 
e di Mons. della Casa ? E nondimeno , chi ne ignora 
la patria ? La Disserta medesima non vuol difendere 
che l'Eroe nascesse in Cuccaroj ma sostiene eh' et 
sia di patria Monferrino* 

ARGOMENTO VI. 

Nella Bolla di Alessandro VI. per la famosa linea 
di demarcazione ( mi si conceda V usare in cosa Spa- 
gnuola di un vocabolo Spagnuolo ) non si dice che 
V Eroe fosse Genovese. ( Campi face» 224* Disserta 
Cip. 3. ) 

OSSERVAZIONE. 

Nella Bolla citata non si dice che fosse di Pradel- 
lo^ o di Cttccaro. 

ARGOMENTO VII. 

Il ceL Domenicano fra Leandro Alberti non re- 
gistra il Colombo tra gì' illustri Genovesi. Duncpie 
teneva eh' egli tale non fosse. ( Campi. Disser. e. 3. ) 

OSSERVAZIONE. 

In tutta r Italia dell' Alberti non si trova il nome 
del Colombo» Dunque non è italiano? (2) Ma l'Al- 



fx] V. lib, I. cap. I. 

£a] Il Campi loda il Panigarola per aver detto che il Col. è italiana* 
Ma il genoresato è ia Italia \ se dice il vero la geografia de'^/oMf 
ciulU* • 



ÀKCOMENTO VII. 189 

berti medesimo avea già fatto risposta all' argomento 
degli Avversar]. Imperciocché ^ considerando egli il 
gran numero de^ Letterati ^ e de^ Capitani Genovesi p 
che non potevano rinchiudersi ne^ limiti della sua de*^ 
scrizione , protestò che lasciava molti altri letteratij 
perchè sarebbe molto lunga la mia narrazione ^ se 
tutti U volesse rimembrare ; aggiugnendo riguardo 
a^ capitani : 99 Sono stati molti altri dignissimi Capi- 
» tani , che hanno dimostrato non solamente a tutta 
i9 Europa y ma altresì air Africa ed Asia di quanto 
99 valore siano i Genovesi y che lunga sarehhe la nar* 
99 razione di quelli. Pur volendolo conoscere il cu- 
» rioso Lettore y legga Giacomo da Voragine* . . Pia* 
99 tina con Agostino ( Giustiniani ) Vescovo di Neh* 
99 hio ; 99 ed appunto il Giustiniani tratta del Co- 
lombo negli Annali di Genova. Ma perchè l'Alberti 
dimenticò il Colombo tra que' molti y che pur sono 
registrati nel suo volume ? Di tali dimenticanze y quasi 
incredibili, non mancano esempj. Osserva F eruditis- 
simo Ab. Mehus, che Filippo Villani, Secco Polen- 
tone , e Domenico d' Arezzo , dimenticarono nel par- 
lare degli uomini illustri del sec. XIV. il famoso Ca- 
nonista e Letterato Fiorentino y Lapo da Castiglione 
chio y amico strettissimo del Petrarca y Senatore di 
Roma y ed uomo si chiaro per dottrina y che Co- 
luccio Salutati osò dirlo vix Cicerone minor, (i) II 
Foglietta nella prima edizione de' suoi Elogj de' Li'^ 
guri illustri dimenticò un gran letterato del suo se- 
colo y cioè Agostino Giustiniani y dimenticanza da re- 
starne scandalizzati y dice A. Zeno (2) , se non avesse 
corretto quell' errore gravissimo nella seconda impres- 
sione de' suoi Elogj. Ma veggasi aopra questo sog- 



(x) Mebut , vita Lapo da CasHgh pref. pag. ÌX% 
(a) BihUoU Ital. del Foutan. {• Agost. Giustin. 



IgO LIBRO TKR^b. 

getto la bella Lettera del Tartarotti nel toI. XXII» 
degli Opuscoli raccolti dal Calogerà ; e toccfaerassi 
con mano non essere argomento più frivolo neir arte 
critica di quello che altri raccoglie dal silenzio di an 

Spàlche Scrittore (i). Ved. ancora T Ab. Zaccaria nel- 
a Dissert. di Stor. Ecclesiast. tom. 2. dissert. 3. §• 8. 
ove nota la vanità deW argomento negativo opposto 
al positivo. ^ 

ARGOMENTO Vili. 

V H Castello di Cuccaro è fondato in Lombardia^ 
e nel Ducato di Monferrato^ che è nelle parti della 
Liguria^ e nel distretto di questa è fondata la Città 
di Genova , che è capo della Liguria. E per questa 
cagione il detto Don Cristofano si potè chiamar Ge- 
novese : Se pudo llamar ginoi>es: (Relaz. Preg. XVIIL 
dissert. cap. 8. face. 68. Co. Nap. Ragion, del pri* 
mo scopritore del Contin. Amer. y nelP at^i^iso ai 
Leggitori. ) 

OSSERVAZIONE. 

Dunque Cuccaro è in Lombardia, e nel Monfer- 
rato^ e nelle parti di Genova? (2) Ed ecco gli ar- 



t'] Aggiungo un' altra osservazione. Il Ghirardacci nella Storia di B<h 

' lagna , moa tocca la scoperta dell'America contro al costnme de' suoi 
coutemjioranei. Anche il P. Horsell'i nella continuazione della Croni- 
ca di Martino Polacco, tace del nnovo mondo scoperto , benché seri» 

. Tesse sotto Alessandro VI. ( Zaccar. Dissert, Stor. Eccl. tom. a. ^acc« 
3x7. ) Ora l' Alberti, il Ghirardacci , e il Borselli sono tntti e tre 

• Bolognesi, e vissero pressoché nel tem pò > medesimo. Cosi pare che 
i Bolognesi non volessero nominare il Colombo, anzi né pur i' Ame* 
O'ica. 

(a) Monferrato e Lombardia sono due provìncie , che non si coufotideva- 
no né politica,metite pè. . fisicamente. ISou politicamente , perchè il 
Mooferrato ebbe i proprj rriacipj sino ai «eci XVII* Non U«icaitteiuej 



AmCOMENTO -Vili. I9I 

gomenti che vengono replicatamente opposti alle carte 
genuine di uà pubblico archivio, ed alla testimonianza^ 
di 23. Scrittori contemporanei ; fra quali troviamo 
«n fratello y un figlio , un compagno > e due ornici 
dell'Eroe. 

ARGOMENTOIX. 

Ne'testimonj esaminati per la lite si trovano per^ 
sane di Chiesa , e gentiluomini della primaria con'- 
dizione ( dissert. e. X. f. . 85 )• 

OSSERVAZIONI. 

Pietro Martire amico e primo storico del Colom-^ 
ho , fu abbate della Giamaica. Il Geraldìni y che so- 
stenne nel Consiglio della Regina Cattolica il pro- 
getto di Cristoforo, fu Vescovo di S. Domingo. Il 
Giustiniani che visse in Genova e nella .Spagna ai 
tempi deir Eroe , fu Vescovo di Nebbio. Né sarà me- 
stieri ch'io citi il Card. Bembo, per opporlo con li 
tre citati al P. Agostino da Cortelare , e a Vincen- 
zio Corba Curato di Colcavanno , i quali sono le per-- 
sone di Chiesa indicate nella dissertazione (i). 

Riguardo alla nobiltà noi abbiamo nella serie dei 
contemporanei un Doge , e due Ambasciadpri , della 
Repubblica ( Testim. lib. 1. e. 1.} oltre il Cav. Da- 
miano a Goes, r Oviedo, i due Giovio, e il Guic^ 
ciardini (Testim. L. 1. cap. 1.) 



EercTiè ore m«oc«no le colline del Monferrato , ivi ha piùncipio la 
ombardia. ( V. la Cor. R. di Savoja , S* Monrerrato ). Che lo statii 
di Genova non fosse mai confuso col Monferrato , è cosa che non ha 
bisogno di prova. 

(i) V. RcUu, preg. I. 



i^t LIBRO TERZO. 

ARGOMENTO X. 

V È egli probabile cbe un Duca d' Alva e un Fer* 
ainando di Toledo accordassero uaa figlia e nipote 
per moglie al figliuolo ( D. Diego figlio di CrisL ) 
d'un uomo creduto nato da ignobil padre ^ e di prò* 
fessione mecanica ? Tali non erano le idee de' Grandi 
Spagnuoli di c[ue' tempi 9f (Dissert. face* 33. an. i.) 

OSSERVAZIONE* 

Diego era nato di Filippa Mugnoz Pelestrello > gen* 
tildonna Portoghese. La vera condizione del padre 
di Cristoforo non era del tutto conosciuta nella Spa- 
gna. E s'egli pure fosse stato l'uomo, più vile del 
Mondo ^ Cristoforo era tanto glorioso per se mede- 
simo^ e tanti titoli, e tante dignità aveva ottenute > 
che ne disgradava la più illustre famiglia di Spagna. 
£ però Don Diego figliuolo di una Gentildonna , e 
del maggior uomo che avessero le Spagne , Don Die- 
go che per diritto di famiglia da tramandarsi a* po- 
steri era » Ammiraglio dell' Oceano , Viceré e Go- 
vernatore perpetuo sia della terra ferma che dell' Isole 
^coperte j col diritto che a Lui spettar dovesse la de* 
cima delle cose tutte ritrovate in qualità d'inven- 
tore y ed inoltre la terza parte di esse come Ammi- 
raglio^ di tal fatta che di XXX. parti, XIII, spet- 
tar ne dovessero air Ammiraglio , il rimanente al Re 
Cattolico ( Dissert. face, 66. ) » un tal uomo dove- 
va essere cercato appunto dagli Alva y e da' Toledo 
per collocare in casa potente una loro fanciulla; e 
prepararsi la via y caso che Don Diego mancasse sen- 
za figliuoli» a farsi padroni di ^elie ragguardevoli 
digniti» 



*»3 
AR G ME N T O XI. 

Le carte del Salinero , o si oppongono ci monu^ 
menti Monferrini , o non si oppongono. Se non si 
oppongono y resta nel suo vigore la sentenza di Cuc« 
caro. Se si oppongono furono mal lette , o m,ale in* 
terpretate ( dissert. cap* XIII. face. 117.) 

• 

OSSERVAZIONE. 

Gian Tommaso Terraneo, al cui giudizio sottopo- 
neva ì suoi scritti il Sig. Co. Napione (i), cosi ri- 
sponderebbe air argomento prefato ; ^y II riferire que- 
ste cose agli Eruditi , che altro egli è mai ^ se non 
confutarle i> (2) ? 

A R G OM E N T XIL 

Egli è certo die tre Monferrini navigarono con 
Cristoforo all' America. I nomi loro sono Giannan- 
tonio Colombo , Michele Balestero , o Balestrerò , di 
Fubine, e Secondo Cornacchia dì Vignale. Onde viep- 
più si conferma che Monferrino fosse pure il Colom- 
bo ( Dissert. cap. XI. pag. gg. ) 



OSSERVAZIONI. 



F^D. Ferdinando nelle glorie del Padre cap. LXV. 
riportando i nomi de^ capitani di tre navi spedite da 
Cristoforo alla Spagnuola , così lasciò scritto : n U 



(a) I^apion. Saeg. art. star, face, a32. 

(i) Atielàid-' iTìn<itr, part. XI. cap. I. face. 7. 



Celomi. Orig» i5 



1^ LIBRO TBRVO 

terzo ftt nn Giovanni Antonio Colombo [i] sao pa- 
rente »• Da qaeste parole^ deduce il dilìgente ed im- 
parziale Cbarlevoix ( Histm S. Domingo Lib. 3. ) che 
Giannantonio Colombo fosse génois ^ et de la m^* 
me famille que V Amirai j perchè lo storico di S. 
Domingo tiene cbe lo scopritor del nuovo Mondo 
fosse genovese. Le Dissert* supponendolo Monferri« 
no j concede JGIannantonio al Monferrato^ I Colombo 
di Pradello, lo direbbono Pradellese* Ma i dotti, 
e sinceri Autori del Ragion* dimostrano con ragioni 
molto probabili , cbe fosse di Cogoleto ( face 32. t 
67. ) Ilifàtti sappiamo da Ferdinando ( cap. 2. ) che 
in Cogoleto abitavano de' parenti di Cristoforo. Ed 
è ciò consente la Dissert. In secondo luogo, nel MS. 
delle notizie di Cogoleto citato nel Bagìon. si ha 
cbe un Anto)[iio Colombo abitava in quella terra nel 
declinare del Sec. XV. In terzo luogo nella Chiesa 
di Cogoleto, si osserva oggidì ancora una tavoletta 
Votiva consecrata uel i5oo. a S. Giovanni Battista 
fla un Antonio Colombo. Or veggasi come tutte que* 
ète circostanze reciprocamente si rischiarano, per con* 
durci a conclusione pressoché certa. II viaggio di Crì« 
stoforo , nel quale si trovava Giannantonio cade nelF 
anno 1498* Dunque poteva trovarsi in quell'epoca 
il Colombo nominato nel MS. di Cogoleto. In que* 
sto viaggio cominciarono contro alF Eroe le inique 
trame degli emoli, e furono sì atroci che Cristoforo 
e suoi fratelli vennero posti ne* ceppi , e spediti co- 
me malfattori a' Monarchi Cattolici. In tali circo« 



(t) Nel MS. cit ' òél Sìg. Hogerone ; ed in nitro faToritomi èmì B. Si|. 
Bapoz/i ,Rib1io*erario deUa Società Patria dì Otiavari ,' sono regi* 
•trati Mannello Colombcv, in Compera ( i355.); Enrico Colombo ere* 
de dì Mannello 4 e Nicrolò ColomJDO in cartulario di AcceUìno Sai- 
Vago [ 1472. ] tutti e tre di Cogoleta; ì quali si debbouo iiggiiifucrf 
afU altri Qìt, 1ì)h a. cap. a. 



AUGOVBffTt) XII. 1g5 

ttanse ^ il Cap. G. Antomo , lodato dall' Herrrere 
qual persona di segnalata prudenza (i) avrà giudi» 
cato opportuno di ritirarsi alla tranquillità della term 
natia > oye giunto appese in yoto al gran Protettore 
della Repubblica y la tavola qid sopra indicata , la-* 
sciando ancora all' altare di sua famiglia un legato di 
messa quotidiana nel Testamento fatto Tanno iSog. 
( Fràns. face. 6o. ) In fine , non è né probabile né 
verisimile quello che si dice nella Dissert. cap. XI* 
ebe il Capitano di cui trattiamo fosse un Giannan^ 
tonio de' Consignori di Cuccaro , e fratello di Giam- 
batista, Giangiorgio e Colombino, i quali nel i539« 
ebbero la investitura di quella porzione di feudo » 
ebe loro si apparteneva ; non potendosi intendere cb# 
un capitano dì rara prudenza nel 1498* potesse avere 
tre fratelli appena fuori di minorità nel i532. Oltre 
a ciò, se Giannantonio era della famiglia Colombo^ 
e parente di Cristoforo , l' affermare che egli sia MonN 
ferrino > suppone dimostrato quello di ebe si conten-» 
de ; cioè ebe 1' Eroe fosse di Cuccaro. Con più luH* 
go discorso non sai*ebbe difficile il provare, ebe il 
Giannantonio, di cui trattiamo, doveva essere di 
Gogoleto. Ma quanto è detto, ne dimostra cbiara* 
mente che Giannantonio o è di Cogoleto ^ o è coni» 
patriota di Cristoforo, di cui era parente. 

Intorno al Balestero , confesso esser verissimo che 
il Monferrato aveva molte famiglie di cognome Ba- 
lestriero , Balestero , o simile ; perchè in diverse ma* 
niere lo veggo notato nelle vecchie scritture. La Cro- 
naca di Benvenuto fa menzione di Guglielmo Bali* 
stero di Casale nel ioi6« di Giacomo Balistiero nel 
1319. di Francesco Balistrero familiare del Marchese 
di Monferrato nel i393. e di Franceschino Balistero 



tm 



(t) Ragi^i^ Iktt. 67* 



196 'l-IBlfO-TERISO. 

capitano 'della. Cittadella di Yercelli nel l4ll« Ma 
tal cognome è noto e frequente ìvl Genova, e nelle 
; ;terre del Genovesato ( Ragion.' face. 67. ) Ed ebbe la 
la Spagna essa pure i suoi Balestrieri. Vedete la Syìr 
Joge veterum monumentorum della Basilica' Vatica- 
na delF Ab. Francesco Cancellieri (ij jb troverete F epi- 
taffio di Alfonso Balistero Spagnuolo morto in Roma 
nel 149^- e in una postilla a questo epitaffio è ci- 
tato Jacopo Ballester eterico di Valenza [2]. Nella 
storia della i:oitguista del Messico stampata in Ve- 
.uezia nel i566. si legge al cap. i55* cbe il Dottor 
Alfonso Zuazo j9 mandò a Cortese avviso della sua 
^ disgrazia per mezzo di. Francesco Balestriero, Gio- 
^> vanni Andrea, e Gonzalo Gomez. w Tuttavia D. 
Baldassare, sapendo che in Fubine , villa del Mon- 
ferrato 5 erano de^ Balestrieri , ebbe maniera di tro- 
vare un certo Villaveccliia ^ t\ quale depose in giudi- 
.2Ìo ^ cbe Miebele Ballestrero , di cui parlano gli 
borici d^ America^ era natio di Fubine. Ma gli avver- 
sar] del pretendente cbsi risposero : =: Villavecha 

• no dixo verdad , en quanto dixo. que un Miguel Val- 
leste ros era naturai de Fubini ; porque por la bisto- 

jria de Oviedo- en el cap. 8. llb. 4. dixe que el pri- 
«iner bombr^^ que puso cannas de azucar en la isla de 
S. Domingo 5 fue Miguel Vallesleros naturai de Ca* 
.talunna (3). = Ripiglia in favore di Baldassarre la 
.dissertazione, dovérsi più credere ad un testimonio 

• giurato (.Gap. XI.) clie ad v uno Storico, il quale 
accenna semplicemente, il fatto. Ma cui debba più 
credersi ; se al Villavecchia che deponeva, senza par- 

;tirsi dalle sue terre, di un uomo che navigava quasi 



'X^) N''l vou '4. de S^rrdafiU "e^. Bumj, iu'rr. 

(a) Lotlovico Pnlesterdi V'ali aza nella Sjja^ua , fioriva iiUOrno al iCit* 
*- •( Zncrcirria ,' DiffWTTrSroì*.' Eccl. to1.*2. tacvt 48.) 

(3; llelaz, a Filippo U. pag. 79, 



ARGOMENTO XII. ig^ 

sn secolo innanzi nel l* America ; o vero all*'Ovied(>y 
che viveva ne' tempi del Colombo, e viaggiò neir A- 
nrerica , lasciamo che i Lettori imparziali il decidano* 
Certo è che anche Francesco Lopez di Gomara , par- 
landò deir isola di S. Domingo [l] scnve neMa ma- 
niera seguente. » Quello che piantò canne dolci prima 
che niun altro, fu Pietro di Atienza :. il primo che 
cavò Zuccaro fu Michele Ballestriero Catalano, v All' 
autorità di due storici , assai bène informati delle cosa 
deir Indie , si aggiungono alcune conjetture cosi gra- 
vi , che la nostra proposizione ne viene a ricevere 
una. certezza inorale , che annulla la testimonianza di 
quel Villavecchia , che non 4^sse verità^ .Impercio-^ 
che non si trova .in tutta la stoj^ia del nuova Mon* 
do, che gli stranieri aves<^ro comando- nella terr» 
scoperta ; che anzi si è già veduto come non si tosto la 
speranza di farsi ricco- ne' tesori dell' America comin** 
ciò ad invitarvi gli stranieri, che un severissimo ban* 
do chiuse ad essi la.via. del nuovo Mondo ( V^ lib. 2- 
cap. ig. n. i. ) Ma il Balestrerò era governatore 4e]l 
forte della Concezione nelF Isola di S. Domingo (ij. 
Più ancora : Cristoforo mandò il Balestrerò insieme 
con uno Carvajal a trattare di concordia con. Orlan- 
do Ximénes , che di servo, domestico dèi Colcnnbo 
fattosi persecutore , andava commovendo a manifesta 
ribellione gli animi de' suoi compagni , dicendo essere 
vergogna che. la nazione Spagnuola si lasciasse cottr 
culcare da uomini stranieri , ed ignobili , venuti a 
grande stato per beneficio de' Monarchi Cattolici (3j« 
Ma Cristoforo non era si privo di senno , che voles- 
se mandare un oscuro Monferrino a trattare con gli 



(i) Istor. Ren. ItiOie , traduz. di Agostino di Cravalitz. Vene/.. i56o^ 
(a) V. diario voix , hist, S. Doiftina^o.- DìnétrU £ap. XI. face. gf). 
(3} V. CUarlcv©i\ , AiV/. S. Do/n. Voi. I. Face. 226. 229. 233. etc. 



' t^B l.tBRO TERZO 

m|[ogliosl Spagnnoli. Finalmente , alloiqaando il Co* 
lombo spedi suoi deputati alla Corte di Spagna , oih 
it purgarsi dalle imputazioni de' suoi nemici , pregò 
le .Mitezze loroj che fossero contente di starsi a 
•quanto esporrebbono il Caravjal e Michele Balestero 
\\\. Ma se quest'ultimo era concittadino ^ e creato 
del Colombo, cpial fede avrebbe ottenuto presso la 
Corte di Spagna ? Si tenga dunque coli' Oviedo j e 
eoi Lopez ) che Michele Balestero fosse spagnuolo. 

Di Secondo Cornacchia non si trova menzione ne* 
gli storici* La Dissert. dice ch'egli navigò coli' Eroe; 
che poi si ritirò dalla navigazione, non potendo reg- 
gere al travaglio del mare; onde tornato a Vignala 
tua patria , ed ammaestrati i Monferrini , specialmente 
un suo Nipote 9 sopra le avventure del Colombo , 
mori di 120. anni. Se gli eruditi Aut. della Dissert. 
metteranno alla luce le pruove di questi fatti j al« 
lora potremo sottoporle alle regole dell' arte critica. 
Intanto si conchiuda , che uomo Monferrino tion fu 
conipègno del Colombo. 

ARGOMENTO XIIL 

Quale sia P origine , tjfuale la patria del Colom* 
bo , è cosa intralciata n perchè quelli che primi 
dovettero parlare di questo uomo straordinario, o 
scrissero lontani dall'Italia, od ebbero interesse di 
nascondere il vero, w ( Dissert. cap. 3* ) 

OSSfiRVAZlONK. 

I primi ohe scrissero del Colombo , sono gli Au- 
tori contemporanei. Nella classe di questi primi Scrit* 

m 11.1 II 1 — - - "' — 

(i) Loc. eit. 



AaCOMKNTO XII!. 100) 

tori 81 comprendono il Giustiniani , il StfCOt > il 'CiCif^ 
pò, il Giovio, il Guicciardini, il Segni i il Bembo^ 
il Campofrego&o , il Remasio» \\ Gallo, e il Senu* 
rega ; i quali scrissero certamente in Italia. Or €[mtlf 
interesse potevano avere la più parte di costoro per 
concedere il Colombo al Genovesato ? Qual interessa 
in uomini dell' Istria ^ di Venezia , di Toscana , e di 
Lombardia per mentire ad onore di Genova ? Gli 
Autori che scrìssero lontani dall' Italia sono il A[ar^ 
tire, D. Ferdinando, Bartol. Colombo > il Goes, il 
Geraldini , V Oviedo > e T Anonima compagno di Cri» 
stoforo , cioè quasi tutti o parenti , o amici delF Eroe* 
E dovremo supporre in essi T interesse di avvilime 
origme i 

ARGOMENTO XIV- 

» La certezza cb* Egli ( €• Col. ) fosse . di Cne*- 
caro , presso i Monferrìni era cosi radicata , cbe da 
essa si desume • • • • una delle prove più convincenti 
di si (atta verità, y (Diteert* cap. VII») 

OS8SRVA2IQ^£. 

L^ Editore della Dissert. cosi dice neTl' avviso ag^ 
imparziali Lettori : » Da. tre fonti procede la cre- 
denza sparsa tuttora tra le colte pur ancbe ^ e scien- 
ziate persone , cbe fosse Colomba per nascita , e per 
origine genovese :^ dalla tradizione ammessa e ser- 
bata fin qui generalmente; nella colta Europa. Dal 
consenso di quasi tutti gli scrittori , anche recenti, e. 
di quelli eziandio cb' esaminarono la questione a fon- 
do con gran presidio di sapere , e di crìtica 9 qnal 
è un Tiraboschi ec. » Si paragoni la tradizione del 
Monferrato ammessa soltanto da' testimonj^ eletti dia 



200 IIBRO TERZO 

Baldessarre tra glt uomini de' suoi feudi e delle terre 
vicine y eoa ^ella serbata nella colta Europa p con- 
fetmata dal consenso di quasi tutti gli Scrittori pia 
rinomati; e poi si decida. 

« 

ARGOMENTO XV. 

A giudizio del Tirabosohi la controversia sopra la 
Pàtria del Colombo ^ non è ancora decisa ( Dissert. 
cap. 3. ) 

OSSERVAZIONE. 

Il Tiraboschi ingannato dal documento del Campi 
inchinò a dare il Genovesato per patria , Pradello 
per origine del Colombo. Ma da questa sentenza i» 

foi si distaccò ( nella 2.* edìz. ) per abbracciare 
altra che fosse genovese. » CancelL §• i3. (Vedi 
Arg. XIV, ) 

ARGOMENTO XV I. 

Cristoforo usava nelle Spagne il cognome Colon y 
perchè cosi si pronunzia da' terrazzc^ni del Monfer- 
rato in luogo di Colombo. ( Dissert. pag. i38. ) 

OSSERVAZIONI. 

1. Nelle Spagne Cristoforo si sottoscriveva Colora ^ 
non Colon , come abbiamo già dimostrato ( Hb. 2. 
cap. V. ; colP autorità della Dissert. medesima (i). 



(i) La Dixxcrt, accusa il Mngnoz (V. Arg. Tyl.) perchè ia alcuni puuU 
61 diparti dalla storia di F»È|-dniautlo; Ora questo Scrittore dice nel 
cap. I. che il vero cognome del padre era Colouihu , ma c'a' egli con' 
forme aita patria Yóie arulò a! abitare [ cioò alla Spagna ] si disse 
Colon, Non vtjggo , i>erchò la Dissert. debba credere a «e peruesÀO 
ciò che coudauna nel Mugnoz. 



AltGOWENTO XVr. 20f 

2. I Monferrini dicono Coromb. ( col primo O 
pressoché mutò ) ; siccome io stesso ho sentito in var} 
luoghi di quella provincia ; e me ne assicurano per- 
sone assai pratiche dell' Idioma Monferrino. I Piemon- 
tesi, e gli altri popoli che osano dialètto Lombardo 
pronunziano Colomb, 

3. Colon darebbe Coloni ,0 Colone, non già <7o- 
lombo ; siccome da Benzon , e liodon vengono Ben-* 
zone e Bodonu Ma la famiglia Coloni era di Saluz- 
zo ; ed il Sig. Bar. Vernazza nella sua Lettera so- 
pra la stampa^ rammenta Giammaria Coloni stam- 
pator saluzzese verso il i356. Nel MS, già citato 
del Sig. Rogerone è registrata la famiglia genovese 
de Coloni, sec. XIV. 

4« I Colombo di Cuccaro sia nelF Italia , sia nelle 
Spagne, mai non pensarono al cognome Colon. Ne' 
due volumi de^ monumenti d' Acqui pubblicati did 
Moriondo, si troverà Reeg, Rabayl, (I. col. 2Ji7« ) 
Moiz ( I. Don. 204. ) j Boz, (I. Don. igS. ) , Bu- 
lieg ( I. d» 123. ) , ed altri molti egualmente piace- 
voli 5 ma sempre vi si legge Columbus. Similmente 
in una carta del 1224* pubblicata per Benvenuto da 
S. Giorgio nella sua Cronaca , nella qual carta sono 
descritti i feudi , ed i Baroni del Monferrato , tro*- 
verai Monsbaruz , Brion , Montebon , Frai^en , e 
Tiietort ; ma vi si legge Domini Columbi , non già 
Colon. E Baldessarre Colombo, benché pretendesse 
r eredità di Cristoforo Colom , come agnato di Luì, 
e si trattenesse molti anni nella Spagùa , ritenne pe- 
rò fedelmente il. vero suo caspio Colombo ; come si 
dimostra riportando il titolo della relazione presen- 
tata a Filippo II. {Ragion, pag. 71.) : '^ H.n el ar- 
ticulo que V. M. tiene visto , entre D. Baldassar 
Colombo , descendieute del Castìllo de Cucaro , con 
Don Cristoval Colon , Donna Francisca Colom^ {cosi) 



doa LiB&a. TSRza 

j consortes ec. » E Colombo sono sempre Bominati 
in tutto queir atto gli ascendenti di Baldassarre. 

5* E cosa notissima^ che cliiunque si attiene alF 
idioma particolare della sua patria j se accade ch*ei 
debba soggiornare in terre straniere, abbandona l'i- 
dioma materno , per seguitare la lingua nobile ^ e let* 
teratn della nazione. Cosi i Corner^ i Zen, i Vt* 
nier j fuori d' Italia diventano Comaro y Zeno y e 
Veniero. Ora , avendo noi dimostrato , cbe i Colom- 
bo del Monferrato non vollero mai far uso nello seri- 
nrere il proprio cognome del Dialetto materno, chi 
mai vorrà persuadersi, cbe affettassero di ciò fare 
nelle rimote contrade ? Non sar^U>é questo un ca- 
priccio ridicolo insieme e pericoloso, specialmente 
trattandosi di un primogenito di nobile famiglia? 

6. Nella Baleari é una isoletta y cbiamata Colon. 
Ebb'elk forse tal nome dall'Idioma Monferrìno? 

AUGOMENTO XVIL 

Gli Scrittori cbe mettono in Cogoleto la patria dt 
Crist. Colombo confusero il castello di Cuccaro con 
Cogoreo villa della Diocesi di Genova, ( Agost. 
della Chiesa, Cor. R. art. Monferrato §. Cuccaro.^ 
Cancell. face. i5.) 

OSSERVAZIONE. 

Cogoleto non è villa , ma è terra aperta di quel 
i;enere , cbe i Lombardi chiamano borgo ; ed ebbe 
«nticam. il suo castello , che ancora si vede, benché 
abbandonato , sopra il lido del Mare. Non è nella 
Diocesi di Genova, ma in quella di Savona. E non 
fu confuso giammai col castello di Cuccaro. Imper* 
ciocché r Ovie do parla di Cogoleto secondo le noti* 



ÀRGOHSKTO XI^ÌU 2o5 

lie TieftYate da' marinari genovesi ( V. TestiiB* Lib* I^ 
e. 1. ) \ THerrera dice del Colombo : ff Alcuni pre* 
9 tendono cbe fosse di Piacenza ; altri di Cogoleto, 
» e altri de' Signori di Cuccaro* » Il Cogoreo di 
Ferdinando è un luogo fundado cerca de mar ve^ 
Zino a Genova (ij. Paolo Interiano determina la pò» 
sisione di Cogoleto , mettendolo XX. miglia a po^ 
nenie di Genova nella riviera ( V* Testim. Lib. L 
eap. a. ) Il Gambara mette Cugureo in territorio 
Genuensi. Ed ecco dileguato come un aogno T argo- 
mento della Cor. Reale. 

ARGOMENTO XVIIL 

Molti scrittori dicono cbe Crist. Colombo è Li« 
gure. Questo vocabolo può comodamente interpre- 
tarsi per Monferrino ; stantecbè gli anticbi confini 
della Liguria non erano quelli del genovesato> ma 
valicando TApennino, ampiamente stendevansi per la 
Lombardia e il Piemonte e il Monferrato. E S trabo- 
ne secondo V applaudito volgarizzamento del Bo^ 
naccìuoli , scrive cbe i Taurini sonò di Nazione Ge^ 
novese (dissert. cap. 30« 

CSSXRVAZIONi. 

L Nella Cronaca di Torino si legge cbe il Coloni- 
. bo è non Ligurem, sed Pedemontanum (V. test, 
lib. 1 cap. 40* Dno^pie nel Sec. XVIL i letterati 
.,. Subalpini distinguevano Ligure da Piemontese , ossia 
da Monferrino , percbè la questione non è col Pie- 
monte , ma col Monferrato. 

IL II volgarizzamento applaudito del Bonacciuoli 
* ■ ■ ■ — ■-- — ■ • Il ■ i_ _.i _ _ 

■ 

(0 Relax, pa^. 77W 



2o4 Lt1sK*0 TERZO. 

è quello di Fausania^ (V. Bibl. Ita!. Font, annot 
A. Zeno. )• 

III. Tutti gli scrittori contemporanei, dicono es- 
pressamente Genoi^ese [ V. le testimonianze ]. Gli 
altri che scrissero Ligure , o vollero esprimere l'idea 
de* contemporanei , e intesero dir Genovese 5 o si 
vollero da quelli dipartire pubblicando una nuova opi- 
nione ; ed in tal caso perchè non ispiegarsi più chia- 
ramente ? 

IV. In fatto, Genoi^ese e 'Ligure sono. sinonimi, 
almeno dall' età del Petrarca intino a noi. Impercio* . 
che scrivendo il Poeta al Priore de' Ss. Apostoli, ac- 
cenna la guerra del Comune di Genova , colla Rep* 
di Venezia [1] con le parole seguenti, n Per hos 
5> dies. • . . Ligurum ac Venetorum potentissima ar- 
V ma miscentur. w Nella stessa lettera dà il nome di 
Gallia Cisalpina alla Lombardia. Il Volterrano met- 
te il Piemonte, e il Monferrato nella Subalpina^ noa 
già nella Liguria. Leandro Alberti nella tavola de' nò- 
mi antichi e moderni premessa alla descrizione d' 
Italia, scrive Riviera di Genova a rincontro di Li- 
guria. Il Piemontese Boterò determina la Liguria 

( Relaz. Univew. p. I. lib. I. ) tra V Appenino e 'l 
mare , dal Varo alla Macra. Nella tavola del Sa- 
bellico i fatti de' Genovesi sono registrati sotto alla 
voce Ligures Antoniotto Usòmare nel volgar del Ca- 
damosto è detto Zenovese ; nella versione latina del t 
1\ Madrjgnano è chiamato Ligur. Il Panvinìo scrive 
che Innocenzo Vili. Pontef. Genovese non andava 
a sangue de' Fiorentini , guod Lunensi bello Liguri^ ^ 
bus contra ipsos fuvisset. L'Oviedo dice che la Liguria • 
ha Genova capo; ma Genova non fa mai capo del 



'\i) Hehus y vita di Lapo da Castigl. face. 44. e Appeod. n. 4. 



iRGOMErrTO XYIII. 2o5 > 

Monferrato^ Simone Majolo d' Asti Vesc. di Vultu- 
rara usa indifTerentemente Ligures e Genuenses (i) 
Anton Francesco Rainieri poeta Milanese del Sec. XVI* 
distingue Insubria da Liguria: 

D' Insubria duce , 
£ di Liguria placido Signore (2). 
Pietro Bizzarro protesta non poter lasciare da parte 
il Colombo neir opera de rebus Genuensibus x cum 
ipse Ligur fuerit, 11 Foglietta scrisse gli Elogj de* 
Genovesi, sotto il titolo di Liguri illustri. Giando- 
menico Tarsia da Capodistria nella versione di L* 
Floro [3] , giunto al cap. 2. del Libro 3. nel quale 
si legge Bellum Liguslicum , e Ligures , interpreta 
guerra genoi^ese , e Genoi^esi. Finalmente in un cprr 
nicjone del Vaticano si vede scolpito a lettere cu- 
Jbitali il nome di Giulio II. Font. Ma^. Ligurum 
Sextus. Ma perchè uè il Piemonte, né il Monferrato 
diedero mai verun Pontefice alla Chiesa, si debbe in- 
tendere de^ Papi Genovesi , registrati appunto in nu- 
mero di sei negli elogj del Foglietta. Il settimo Pon- 
tefice Sommo di patria Genovese, fu Urbano VII, 
creato nel i5go. cioè dopo la stampa del Foglietta 
</|.'. V. La dissert. ci mette innanzi il glorioso S. 
Tio V. che ncU'epitafio-è detto in Liguria natus^ 
•quantunque nato nella terra del Bosco in Lombardia. 
Ma per comprovare l' intento della diss. medesima è 
necessario trovare un esempio proprio del Monfer- 
rato, se Colombo Ligure ha da spiegarsi Colombo 
Monferrino. Osservo che il P. Gabuzio Barnabita 



(i) Dies Canicularcs. Boma», Zanetti. i5g7. in 4. colloq. 3. pag. 85. te. 

ìfi) Rio. e , eiTiz. Bologna pag, 11. 

(3) Venezia i54(ì. in 12. 

^4) Non si dee perr tacere il Pontef. S. Eutìchiano , di Luni , passato 
al Cielo nel 283. V. De Marini , Genita, Sect. X. S» IV. Berti, BreVMr.t 
hisi, Sec. III. cap. I. Bernucci Memorie di Sarzana « M^« 



SnS LIBRÒ TXR20* 

Bella vita elegantissima di S. Pio V* sebbene riftt 
risca TepitaSo citato [lib. V. cap. i5.J , tattavii 
dice che il Pontefice nacque non in Ligaria, ma i^| 

2 iella parte della Lombardia cbe è più vicina alfa^ 
iguria [lib. I. Gap. I.]: in ea Cisalpina^ GaUuBré» 
§ione , ^iUB ad Liguriam pertinet. Similmente il 
Bandello da Castelnnoyo di Tortona, acrive, di li 
medesimo, Novell, voi. i. pag. 8. m Io sono Lea^ 
bardo ; e in Lombardia nato, ai confini della Ligq||l 
Iria. ì} U Autore dell' epitafio volle forse attenersi aU 
la geografia ecclesiastica 5 nella quale il nome di 1À\ 
guria indicava già tutto il paese soggetto alla Me^ 
tropoli di Milano (1), compera precisamente l'Alefit 
sajadrino [in cui giace il Bosco] ne' tempi del Sante 
Pontefice Pio V. 

VIL Ella è poi fatica inutile nella nostra ques« 
tione, la ricerca degli antichi confini della Liguria| 
perchè il Colottibo non è antico. Sappiamo che tut*^ 
*to il paese tra il Varo, e V Arno, e il Po fu per un 
tempo compreso nella Liguria (2) , onde Pisa e Nix* 
«a potrebbono levarsi contra la sentenza di Cnccaro* 
Ne' secoli bassi tutto il Regno de' Longobardi fm 
chiamato IJguria , leggendosi néll' epitafio del Dncs 
Audoaldo : sub Regibus Ligurice (3) : onde molto 
ragionevolmente disse il Petrarca che il Pò dii^idà 
la Liguria^ cioè la Lombardia (4.), adoperando in ntk 
fatto non recente, la geografia de' bassi tempi. Mi^*^ 
quando il Cantor di Laura trattava de' suoi tempi ^ 
dava il nome di Liguri a' Genovesi, come si è già 



«^^■ 



(t) V. Opere di Mont. Florio , tump. in Roma oel t8i6. 

(a) V. Italia di Fr. Leafidro ; Corografia del P. Berretta ; la Disserta 

Hip di Lorenzo Gaa^sési, il Piemonte cispadano di Jacopv Darasdi'i 

e le lettere ligtittiche dell* Ab. Od«rkO« 
(3) Murat« Antiche Hai» dm* 74. 

(4^ DÌMcrt. eap. 8^ «^ 

t 



ÀKaOMBNTO XTIII. 2Gf 

dimostrato. Anche il Sig« Ab. Cancellieri dice Serui^ 
io Ligure , e Ligure in luogo di Senato di Ge^ 
nova , e Genovese, (i). 

Vili. Né punto è contraria Y autorità di Stratone 
alla nostra sentenza 3 perché il geografo non dice , i 
ToMrini essere di nazione Genovese , come gli fa 
dire il Bonacciuoli ; ma scrive chiaramente , che i 
Taurini sono x<yi;rix«<^ iSirtr (ligustica gente); cioè come 
dichiara Plinio [lib. 3. cap. XVII.) Augusta Tau^ 
rinorum antiqua Ligurum stirpe ; parole fedelmente 
volgarizzate dal Domenichi nella traduzione di Fli-^ 
nìo : Augusta de' Taurini antica stirpe de' Ligurit 
e si pure le aveva interpretate Leandro Alberti nella 
Italia §• Taurini : v Trassero origine i Taurini, se- 
condo Strabone nel V. Libro , e Plinio nel 1 7. cap. 
del 3. Libro , dai Liguri. 99 [2] Nel senso medesimo 
si può dir de' Francesi moderni eh' egli sono antica 
stirpe de' Tedeschi. Onde il Bonacciuoli può solo ci- 
tai*si a provare che nel XVI. tanto erano persuasi 
gP Italiani essere una cosa medesima Ligure e £re* 
novesCy che voltavano Puna voce per P altra in que' 
passi ancora degli antichi scrittori j che chiedevano 
interpretazione diversa. 

IX. Pertanto se gli eruditi Autori della dissert. 
non hanno potuto trovare un solo Monferrino detto 
Ligure nel Sec. XV. e XVI. se in quest' epoca Liguri^ 
e Genovesi importavano lo stesso , il Colombo è Ge- 
novese eziandio per testimonianza degli Autori^ che 
lo dissero lagure. Ma se gli Avversar] non volessero 
riconoscere la verità inalterabile di queste riflessioni^ 



(i) Cancell. J. 67. e 58. 

(a) y. anche il Guaroacci , Orioni iialir/ie , lib. IX. cap. 3. della 9. 
ed'ìz. Jacopo Durando ^ni. Popoli d* Itaìia face. 84. dice; / nostti 
Taurini erano della stirpe de* Liguri ; citando Strabene lib. 4. • 
Pliaio lib. 3. e, i^. «d aUa face. 85. / Tauriui ggtUe Ligustica, 



«o6 LIBKO TERZO. 

jpoi siam presti dì troncare dalla nostra serie tutti gli 
scrittori, che scrivono Ligure ^ e considerarli come di 
fede dubbiosa. Qual prò ne verrebbe a' difensori di 
Cuccaro ? Nessuno affatto. A difesa de* Genovesi stan- 
no tutti i contemporanei ; e dietro a loro si veggono 
Leibnizio , Petavio , Muratori ^ Robertson, Foglietta, 
Vossio, Ammirato, Fazella, Falloppio ec. che va- 
gliono ben altro che un Donesmondi , e un JMialabaila. 

ARGOMENTO XIX. 

La disserL fu lodata dal Bettinelli {dissert. Àv^ 
viso a Leti» ) che è uìi nuo^o Platone ( Co, Napio- 
ne , art. stor, face. q5.) 

^ OSSERVAZIONE 

Ecco le parole del nuovo Platone , come sono ri- 
portate nelP avviso cit. ?? Aspetto la sua dissert. con 
ìy molte aggiunte, e documenti, benché io sia per- 
» suasissimo della Patria vera del Colombo. ?^ Ma 
fino al 1799. ^l^^"o 5 il Betlinelli era persuaso del- 
la sentenza de' Genovesi (1). Quelle parole scritte in 
lettera famigliare, ad un amico, e a un lodatore, 
racchiudono un' accorta restrizione* La verità è schiet- 
ta^ ed aperta. 

ARGOMENTO XX. 

» 

Tfella serie degli Scrittori favorevoli a Cuccaro, 
si trova uno straniero , cioè il P. Donesmondi Man- 
tovano, [dissert. cap. VII. f. 6o.] 



M*i«i 



(z) T. Ub. L tap, a. S. a. 



ARCOMCNTO XK. ^09 

OSSERVAZIONE* 

• * « * 

Nella serie degli Scrittori favoreroli a' Genovesi ^ 
si trovano più di i5o. stranieri , non. solo del Sec« 
XVII. nel quale fiori il P« Donesmondi; ma di tutti: 
i secoli, che corsero tra il i493* in «cui scriveva ijk' 
Martire fino al i8i8. nel qual anno si stampò.. la viV 
ta del Colombo scritta dal Bossi* 

Né può dirsi straniero al Monferriito il F^ Dor 
nesmondi ; ma 97 deve considerarsi qui come storica 
straniero, e paesano ad un tempo. .. • jpiresano, perm- 
eile il Monferrato era allora sotto la dominazione de' 
Gonzaga Signori di Mantova. 9 ( Giunta V^ alla diss») 

ARGOMENTO XXI. 

Lo storico Spagnuolo G. B. Mugnoz non aggiugne 
alcun peso alla sentenza de' Genovesi, per tre cagio-« 
ni. 1. Perchè protesta di attenersi alla storia di Fer*-* 
dinando ; ed intanto stabilisce la nascita di Cristoi^ 
foro intorno al i44^9 circostanza che non si trova* 
nella storia di Ferdinando. 2. Perchè la storia del 
Mngnoz fu criticata con una Lettera. 3. Perchè v è. 
9f provata ad evidenza e con prove rigorose la di- 
19 scendenza dell' Ammiraglio dai Colombo Signori 
» di Cuccaro. 9> (dissert. Giunta L Cancell. §. Qo*)- 

OSSERVAZIONI. 

I. Le lettere di Cristoforo portate da Ferdinando 
fissano la nascita di quello intorno al l446. [ V« lib« 
2. cap. 4- ]• 

II. La Dissert. fu confutata da tre letterati Ge- 
novesi con un dotto ragionamento, e dal Sig. Fran- 

Colomh* Orig. i4 



zone, e dal Càv. Bossi Milanese nelle annotazioni al- 
la vita del Colon^bo', e m partte ancora nella corris^ 
pondenza del cel. Sig. Barone de Zacli (ottobre 1818.) 
Wè' il' MùgÌK)à'<ftr> criticato JJiier aver fatto Genovese , 
il^^olombd ^'-ma'peF aver confuso gli arbusti di Ame* 
itìxiSL eoa g'ii ;al!beri"grfri>di ^ b ^ew^hé seguitò in molte 
c^se le tMcc^'dttl Kobertsonp/ e del Faw» (Diss. G. 

K''C€in<celL>§« «So*) » 

ITI. La discendenza deir aminfraglio da' Signori di 
Gaicca^i^ò ^on è' dimostrata* 



' » . • 



* 



: ' 'AqR. G O. M E N T. O XXII. 



» ■ '. ' *•..«'« I . « • » » 



V • Se ^iCtóit. Fi^dinando , allorcliè venne in . Italia > fos- 
se ito a Cuccaro » avrebbe trovato in Cuccaro la 
w vera origine xK-D; Cristofanò , e de^ siioi maggiori, v 
{Relaz. a Filippo IL Ragion, face, yy.) 



* -» • 



OSSERV AZI ONE. 






- La storia, e. molto più P eoitlsnza geometrica y 
troti si fondano* sopra un se contràrio al fatto* ^uel 
B. Ferdinando, il quale Europam universam pera- 
gra\?ity come scrive- Niccolò Cleriardb di lui biblio- 
tsecario (l)- venne a cercare notìzie del Padre nel 
gonovtsato^ ma non. imaginò mai di andarsene a Cuc- 
caro a trovare J Signon Colombo* Questo è il fatto 
cui d-obbìamo attenerci per non andare smarriti »e/- 
la selva delle immagìiiazionL (2) 

ARGOINIENTO XXIIL 

• Tutti gli storici Genovesi pretendono come na- 



ri) Epist. Nic. Clenardi Kdit. Plantini i5C6. 8. Ub. a. pag. 232. 



^2] Terraueo, AdeU lllustr» 
1- 



sionale il Colómbo dietra la scorta del Giasliniaui 
(dissert. eap. 3«) * 

osaEHVAziorrc. 

i ■ . 

t 

Il Giustiniani parlò dì Cristoforo- nel Salterio 8tam« 
pato nel i5i6« e negli Annali 'THibblicati nel l53^ 
e cita il Gallo. Innanzi a lui avevano scritto oltre 
il Gallo, il Senarega, e Battista Campofregoso (Vi 
testimonianze L 2« i.) 

ARGOMENTO XXIV. 

Il Campi » osserva , clie D. Ferdinando GolombQ 
,» dice chiaramente, che i genitori dell' Ammiraglio 
9f erano di Lombardia, non di Genova, né della Li** 
» guria V ( dissert. cap. IV. ) 

OSSERVAZIONE. 

L' erudito editore della dissert. cosi risponde itt 
una nota alle parole citate ; w E falso , che D. Fer* 
9> dinando dica che i genitori deir Ammiraglio erano 
» di Lombardia (diss. fac. 36. } j^ {i) 

ARGOMENTO XXV. 

?> Più importante ancora è la testimonianza. . . del 
» P. F, Agostino di Cortelare , del luogo ancV esso 
V di Vignale , uomo autorevole ed attempato ec. Que- 



(i) Abbiamo dianzi veduto [ arg. 18. ] ohe la Dissert. vuol togliere al 
Genovesato il Colombo , percljò alcuni scrittori lo dicono Ligure. Ed 
ora lo tojjlle , percbè D. Ferdinando scrirc non esser Ugvrc» Qnal 
contraddizione piìx mauircita ; 



H 8ti adunque chiude la sua deposisìoue con dire cKia* 
ì9 ris8Ìmameute=Del Dicho Domingo uacio D. Chris* 
^9 toval e otros dos hyos (così) en el castillo de 
if Cuccaro ^ y siendo pei^inos. • • • se partieron. « • 
99 J anca jamas han buelto en estes partes, que se 
sepa. =: Ecco pertanto un testimonio ^ la cui as^» 
99 serzione è certamente di maggior peso che quella 
9» di qualunque storico* • • • E chi voirà negare che.«é 
» decida quasi da se sola tutta la questione? 9^ (Del 
primo scoprite Cont. Amer. nell' a^H^iso d cortesi 
leggitori. ) 

OSSERVAZIONI. 

I. Dall' anno i4^7« nel quale secondo la Disserta 
nacque il Colombo, fino al i583« in cui fu esami** 
nato il Cortelare , corrono in buona aritmetica i^-fi* 
anni. Or vedete V autorevole testimonio da mettere 
innanzi a Bartolommeo Colombo, e a D. Ferdinando. 

II. Cristoforo fuggì da Cuccaro in età tenerissima; 
ed egli era il maggiore de^ fratelli. Qual età daremo 
a' due minori fratelli , che abbandonarono con esso 
lui la patria ? A me stesso rincresce ormai d' andaiy 
mi avvolgendo in si fatti argomenti. 

ARGOMENTO XXV- 

Non dee recar maraviglia se il F« Fulgenzio Alghid 
il quale ebbe tutto V agio di esaminare le carte dei 
Signori di Cuccaro , non tocca né punto , né pocOy 
che D, Baldassarre sia stato riconosciuto concorde^ 
mente da tutti gli Avversar) suoi come agnato di 
Colimbo'^ perchè ?> forse Tessere quel sommario in 
99 lingua Spagnuola , ed il trattarvìsi di questione 
99 giurìdica contermini usati nel foro, fu il motivo j 



▲ liooMCKTo xxr. %lS 

9 per cui il buon Religioso Agostiniano non vi s' in- 
» terno più che tanto n ( Dissert. cap. IX^ face. y5* ) 

OSSERVAZIONE. 

Il P. Algkisi che a face. 75* è un buon religiosa 
agostiniano nel cap. VII. face. 5y. è lodato colle 
parole seguenti: 9» Fu PÀlghìsì natio della Città di 
Càbale, ed essendo in Roma prima Procura tor gene- 
rale, e poi Vicario generale della congregazione di 
Lombardia , ordinò 1' Archìvio del Convento della 
Madonna del Popolo con somma diligenza^ e fatica; 
dal che 3 se dohbiam dar retta al nostro Rossotti 
[ Script. Pedemont. ] rare cognizioni ritrasse* Dalla 
storia del Monferrato dettata da lui non parla però 
il medesimo Rossotti y che accenna soltanto che l'Ai-* 
ghisi avea preparato per la stampa la storia della 
Congregazione sua di Lombardia, v Ora , questo Re- 
ligioso Procuratore , e Vicario Gen. Archivista dili- 
gente > [1] , ed istorico , non doveva èssere tanto igno- 
rante de' termini giurìdici sì cV ei non* giugnesse ad 
intendere l'agnazione di Baldassarre con Cristoforo^ 
Più ancora : s* ei non intendeva la lingua del Som- 
mario, avrebbe addottato T opini oue de' Colombo di 
Cuccaro; perciocché affermando que* Signori che 1* amr 
missione giurìdica si conteneva nel Sommano , era 
V Alghisi nella stretta necessità o di provare il con-r 
trarìo colle carte medesime dell* Archivia a lut co» 
municate ; o di ammettere quello che i Colombo af- 
ferhiavano, e che tornava ad onor singolare del Monr 
fcrratow Può forse un Monferrino nella stona della 
sua patrìa passare sotto silenzio un punto si glorioso^ 



[0 V. CancellUri S* XI. 



\ 



2l4 LIBao TKRCO* 

a cui rendevano testimonianza le carte de' Feudatarj 
di Cuccaro? 

ARGOMENTO XXVI. 

' Le ragioni del Sommario non giunsero a persua- 
dere il Campi y perchè questo Scrittore avendo gii 
formato il suo sistema, con questa prevenzione non 
aveva » saputo veder la luce del vero , che sfa vii* 
lava dalle carte eh' ebbe avanti gli occhi » ( Dissert 
cap. IX. face* y3. ) 

OSSERVAZIONE. 

Il Campi potrebbe ritorcere questo argomento con- 
tro alla Disserta 

ARGOMENTO XXVII. 

Siccome da /etid' erba nasce giglio , così notch 
mizzando con occhi lincei abbandonate carte i ed 
inamabili ( Diss. face. 63. ) si è scoperta una memo- 
ria preziosa seppellita in quegV immensi i^olumi in 
ira alle muse i face. 76. ) Non ci vuol meno che 
il trattarsi di far nostro un uomo così grande\ 
come il Colombo , per divorar la noja di un es* 
tratto di un consulto legale ( face. 82. ) e con- 
sulto y che tratta di primogeniture y mostruosa isti'- 
tuzione nata dal gotico orgoglio ( face. 83. ). Que- 
sto scritto è opera dì Giampietro Sordi giurecon- 
sulto Monferrino d' aurea schiettezza ( face. 78. ) 
dotato di quella stoica ' indifferenza connaturale al 
pili degli uomini di quella professione ( face, ^j ) > 
uomo lodato da due poeti Monferrinì con due epi- 
grammi ^f. 76.). Adunque Giampietro Sordi da Gre- 



AROOIHENTO X^VII. Iil5 

scentino >^ cotichiuse , che d?ippoichè D. 6aldassarr# 
era della famiglia ed agnazione di. ColoDìho, ciò che 
a noi basta, dovea ^enir ammesso alla successi oi;ie 4fl 
Maggiorasp^ 9 e^iclusi gli altri ^competiljQp • • • daji cfae 
ogni yolta pii rì fa, p^anifesto^ che rntprno a quesi' 
Alberp genealogico njon vi era questione, Te^runa^ né 
ilubbijstà* '^ Ond^; ^ quello che* ci da vinta la, cau^ 
non é già T eloquenza ^ ina ii silenzio del Sbordi.. 9; .£ 
tanto basti , attesoché il mettervi più parole , sdr 
rebbe in certo modo fare scapitare una causa chia^ 
rissima. ( Dissert; cap. IX. Cancell. §. .^II* ) 

aS^£RYAZION.E. 

• ■ * * 

, Jl Sbordi [i] nel suo consulto ( cbefr il -241 • della 
stampa fattane in Francfort al Meno 1 62g. in fogl. ) 
stabilisce questo sillogismo,: Un agnato in ottavo gra- 
do può succedere al fedecommesso. Ma Baldessarre 
è agnato di Cristoforo in ottavo grado, come si vede 
dair Àlbero : dunq^e può succedere al fedecoxnmesi^o 
di Cristoforo. La. m^iggiore si qcome punto, legale, vie- 
ne ampiamente dimostrata dal Giureconsulto : della 
minore non parla né poco y né punto , perché vi 9Ì 
tj^atta di iìliazipne , la quale ', vuol essere dimostrata 
con atti legali ^ o con li registri deila famiglia ecc. 
Però si ristringe a concbiudere ; =: >^ Don Bald^- 
V sar est conjunctus octavo gr^du D. Cbristopboro ; 
9f ut ex arbore^ agaationis dep rebendi tur : atque ideo 
» est iatra gradum successibllcm. = Pertanto essendo 
rigorosissimo il silenzio del Sordi riguardo all'agnazione 



[i] Il Sig. Cancell. face. 25. aATerma che il Sordì » provò che D. Bald. 
era della tafniglia ed- agnazione di Crist. » ciò vuol dir'? c^e non 
area Jetto bene oè il Sordi uè la Dhsert, Questa i»i fon'a nel ■♦)- 
leozio del Sordi ^ e queliti diceva; aie Baldeé«arre è agnato ^ ei puà 
succedere. 



2l6 LIBRO TCllKO 

a Baldassarre cdìV Eroe , e confessando ciò la J9zV- 
sert. medesima , rimane , secondo i principi della 
Logica , che si dimostri U minor proposizione , cioè 
la verità della genealogia. Così Giampiero Sordi, 
^benché Mon ferrino, e Senatore di Casale , e Av- 
vocato de' Colombo di Cuccaro ) tornò la questione 
al suo gran princìpio , vale a dire , alla dimostra* 
-zione deir origine del Colombo dal Signor Domeni- 
co di Cuccaro. 

ARGOMENTO XXVIII. 

La dedica della impressione delle Storte di Fer* 
binando, l57i« è fatta dal Moleto. Ora percbè non 
la fece il traduttore Alfonso UUoa ? ( Disserta e. XILJ 

OSSSRVAZIONK. 

La dedica di un libro suol farsi o dalP Autore j » 
dal traduttore , o dall' editore , o dallo stampatore. 
Nel caso nostro y V Aut. era morto ; lo stampatore 
e il traduttore lavoravano per commissione del Mo- 
leto (i). Restava aduncjue cbe q[uesti ne intitolasse 
V edizione a quel gentiluomo genovese y cbe partendo 
per Genova a Lui aveva lasciato il carico di e8egui^ 
ne la stampa (2). 

ARGOMENTO XXIX. 

Nell'età di D. Ferdinando, da tutti si sapeva , 
cbe C. Colombo non era genovese ( Dissert. cap. IV.) 



{ 



x] V. ll^b. 2. e. 19. n. 3. 

2] Le parole ^i Giuseppe Moleto al Sig. Ballano Fornari sono le seg. 
% Ecco a^ilnqne Sigaor mio , che il libro vicn fuori , et a ragione , 
sotto 'I nome di V. S. come quella e* ha procurato con tanta fatica 
che ai sumpi j ci del quale u' ha avuto cosi dilìgente cara, a 



▲ KCOMENTO XXIX. 2ly 

OSSERVAZIONE. 

D. Ferdinando^ e tutti gli autori a Lut contem-» 
poranei scrivono che Cristoforo è Genovese. ( V* Te* 
«tim. Lib. !• cap. 2. } 

ARGOMENTO XXX. 

n Prese errore il cel. Storico della Letteratura Ita<» 
yf liana ^ dicendo che alcuno Scrittore non avea po- 
if sto in luce le ragioni de' Monferrini. 9> ( Dissert. 
cap. VII. f. 60. ) 

OSSEUVAZIONE. 

Il Sonetto del Calcamuggi, la franca asserzione 
del P. Donesmondi^ del Giustiniano^ del Malabaila^ 
e della Cronaca di Torino ; 'ù forte del Terraneo^ e il 
piuttosto del Rosasco ^ non sono quelle ragioni che 
desiderava il Tiraboschi. L'Alghisi era MS. in up 
convento di Casale ; uè egli avrebbe potuto convin- 
cere il Tiraboschi , se dispiace a* Monferrini medesi- 
mi ? Dov' erano dunque le ragioni che cercava lo sto- 
rico della nostra Letteratura ? Nella Corona R. di 
Saifoja, risponde la Dissert. Ma la Cor, R, ammette 
la sincerità delle carte Savonesi , e con un si crede y 
tenta di trarre da Cucca ro i predecessori di Cristo-^ 
foro. Questo passo pieno di errori , e d^ incertezza , 
non occupa una facciata dì quarto piccolo. Or non 
avea cagione giustissima il Tiraboschi di chiedere ai 
Monferrini le prove di lor pretensione (1) ? 

fi] Il Gancell. S» VF. scrive che dell' origine Motiferrina del Coi, è 
testtmoaio il PafTendorf. Ma questo scrittore distingue nazione ed 
origine , aATermaodo che il Col. è di nazion genovese ( V. lib. i. 
e. 2. ) benché si contenda tra Cogoleto , Savona , Nervi e Genova. 
Kigaardo alla orkgiae de ses ancéiresy nota che taluni la vogUons^ 



3l8 ■ LIBRO -TCUZ'O." - 

ARGOMENTO XXXI. 

^ Fai'e 9f che fosse cosa consueta , clie nelle stranieri 
rimote contrade si chiamassero Genovesi que^ Lomhaiw 
di che in Genova, o nella riviera attendevano all'arte 
marinesca »;• Cosi non -è da stupire che V Eroe fosse 
detto Genovese ( Dissert. cap. IV. face. 54« ) 

OSSERVAZIONE* 

Questo argomento vorrehhe che si supponessero 
come certe tre cose, o false, o duhbiose : i.^ Che 
, . r Eroe sia Monferrino ; ^.^ Che Monferrino e Lom- 
Lardo sia lo stesso ; 31^ Che i Lombardi scendano 
alle piagge ligustiche per farsi marinaj. Ma è nuova 
in tutto la confermazione deir argomento : Ferdinath 
do reca alcuni rozzi versi , ne' quali BartoL Co- 
lombo chiamasi genovese* Dunque i Lombardi si 
chiamavano genovesi'! Si mostri che Bart. Colombo 
fosse Lombardo ; ed allora il raeiocinio potrà soste- 
nersi. Ma non è vero che rie^ rozzi versi , da me ri- 
portati lib. I. cap. 2. §. !• Bartol. Còl. chiamisi ge- 
novese. Fia bene ripeterne i due primi : 

99 Janua cui patria est, nomen cui Bartholomaeas 
V Columbus de Terra rubra opus edidit istu4« 
Qui si dice positivamente, che B. Col. è oriondo 
da Terra rossa ( luogo presso a Genova ) , ma sua 
patria esser Genova, La qual cosa è assai diversa^ 



hatse ; altri de' Perestrello di Piacenza : Des autres orU vouln le 

fai re descendre des anciens Seigneurs de Cuccaro» Md" il Piiffend. 

carne 1' Hcrrera da lur cit. nulla decide. (I/itrod, liist, Lniv,^ e. 2.) 

Anzi f\\\éìV ont voulu fa conoscere pretensione, non bene fondata 



sentenza. 



ABOOMEMTa XTXI. ^l^ 

cofne farà chiai^q uu jesempio; Uà l^mìxardo. impie-^ 
gaio nel servizio di una nave geoovje^ei, p^ò dtrsìin^a^ 
riaajo genovese j^ come il gran Monteppccoli prf^ Ca- 
pitano Austriaco. Ma un marìnajo cip e dica : io sono 
orìondo dalla villa di Terrarqssa '/nel .genovesato ^ e 
Genova è mia patria y non concede che i I^ombardi 
uan detti Genovesi, j^ ciò fosse, verrej)be per con- 
seguenza , che dicendo il Monteci^ccoli :.io sono Mo- 
denese de' Signori di Montecuccolo, si debba ipferij; 
re : pare che nelle rimote contrade q«e* Lombardi^ 
che militavano cogli Austriaci^ si chiamassero Mode- 
nesi. : ., 

ARGOMENTO XiJtXlI: ' -.l 

Le parte che servono di fondamento alla Pisd^^ 
» si conservarono in que^ due luoghi dove premea ^agr 
f> giormente che si Conservassero, e dove il ritrovar- 
99 visi esse le rende più autorevoli , e. più degne di 
99 fede 5 vale a dire presso la famiglia de^ Colombo 
99 nel suo feudo de'Cuccaro, e nel deposito ,piìi. gè- 
V loso delle carte più rilevanti dello stato , quaK er;^ 
99 quello degli Archivj regj , delti (di Corte, ^■. (, Na- 
pione , Scoprii. Coni. Amerio • nelF avviso a' Leg-; 
gitori ). 

OSSERY AZIONX. 

* • 

Le carte che servono di base alla sentenza de' Ge- 
novesi si conservarono in que^ quattro luoghi , dove 
premea maggiormente che si conservassero ^ e dove il 
ritrovarvisi esse le rende più autorevoli, e più degne 
di fède , vale a dire presso D. Ferdinando figliuolo 
dell' Eroe ; nel pubblico Archivio di Savona ; presso 
la illustre famiglia Oderico , e nel deposito più geloso 



220 tlBKO TClt20.' 

delle carte più rilevanti dello stato , cpial era qatiìo 
degli Archivj della Repubblica. 

Fin qui la cosa cammina del pari. Ma yi sono al* 
tre circostanze importantissime che favoriscono ma- 
i;avigliosamente la sentenza nostra ; ed abbattono quel- 
la de' Monferrìni. I. I difensori di Guccaro , non bau* 
no mai voluto pubblicare il Sommario , e la maggior 
parte degli altri documenti per essi citati. Le carte 
de' Genovesi tutte son fatte di pubblica ragione per 
mezzo della stampa. II. La filiazione di Cristoforo da 
Domenico Signor di Cuccaro non è né pure indicata 
nelle scritture de' Colombo Monferrini. Le carte di 
Savona parlano di Cristoforo figlio di Domenico di 
Giovanni da Quinto. III. Le carte de' Monferrini so< 
no contrarie alla storia più accertata , ed alla crono- 
logia della vita di Cristoforo. Le carte genovesi illu- 
strano e la storia e la cronologia del gran navigatore. 

ARGOMENTO XXXIII. 

» Nel diploma di facoltà d'instituire il maggio- 
rasco ( conceduto al Col. da' Monarchi Catt. ) in 
data di Burgos del 23. Aprile i497* stilla si dice 
della qualità di Genovese, jf ( Napione L e. acq. e. 3g.) 

OSSERVAZIONE. 

Nel diploma citato nulla si dice della qualità di 
Moùferrino. 

ARGOMENTO XXXIV. 

i9 Non accenna Ferdinando di esser passato alla 
9ì vicina terra di Nervi , od a Savona , dove alcuni 
» pretendevano, cbe fosse nato il Colombo, f^ (Dis- 
«ert. cap. IV. face. 38. ) 



AKGOMSNTO XXXir. tà%% 

OSSERVAZIONE. 

Non accenna Ferdinando di esser passato al vici- 
no castello di Caccaro ^ dpve alcuni pretendono che 
fosse nato il Colombo da nobilissima stirpe. Dunque 
nulla sapeva D« Ferdinando dell' origine Monferrina 
del Padre. Ma egli passò a Genova y e quindi a Co- 
goleto a cercarne notizie; tenendo per certo che la 
Liguria marittima , non la Lombardia , o il Mon- 
ferrato y fossero la patria del Genitore. Non recossi 
a Nervi , perchè già fino de' tempi di Domenico i 
Colombo da Terrarossa si erano stabiliti in Geno-' 
ra» e poij in Savona. Né a quest'ultima cittì avea 
pagione di far passaggio , sapendosi di certo che nel 
i5oo. Cristoforo ed i suoi fratelli erano assai lon- 
tani da Savona , nella qual Città più non tenevano 
uè Moglj ^ né Agnati , né Cognati ( V. lib. 2. cap« 
i8. §. I. ) Ferdinando venne in Italia tra il l55^. 
ed. il 3g. ( Diss. e. 4» face. 36. ) e in Cogoleto trovò 
alcuni , che si dicevano alquanto suoi parenti [ Ferd. 
cap. 2. ] 

ARGOMENTO XXXT. 

Che Crisi. Colombo nascesse nel Castello di 
Cuccaro si deduce da una presunzione legale fon- 
data sopra 1' uso de' Fenda tarj , che sogli ouo abitare 
nel proprio Castello; sopra la tradizione di fami- 
s;lia confermata con 5. testimouj ; e dualmente 30- 
pra la testimonianza di Scrittori informati ed im^ 
parziali ( Dissert. Giunta V. ) 

OSSERVAZIONE.* 

La Dissert. cap. VI. face. 5o. concede che il 
Padre di Cristo/oro non avesse Jisso domicilio ^^ 



dà» LISRO TEltSO. 

perchè trafficarla in riviera di Genova [face. 5i. ] 
Così cade a terra il primo fondamento della pre^ 
sunzione. La tradizione di famiglia nacque verso il 
ì58o. E FEroe era nato, stando alla Dissert, nel 
1437. Vorrei sapere se i 5. téstimonj esaminati nel 
i583. èrano già in età ragionevole nel il^'ij. Ol- 
tre a ciò Baldessarre medesimo ritrattò dinanzi al 
Sapremo Consiglio dell' Indie la fallace asserzione , 
che Crist. nascesse precisamente nel Castello di Cuc- 
caro [1]. Finalmente gli Scrittori favorevoli al Mon- 
ferrato non sono informati^ perchè il più antico è 
del 1616. e ninno cita documenti anteriori alla lite. 
Non sono imparziali perchè Monferrini , o sudditi 
d*^ principi dominanti nel Monferrato ( V- Lib. I. 
cap. 4») Si aggiuj^ue che T argomento suppone certa 
la filiazione AeW Eroe da Domenico di Cuccaro; ciò 
e' suppone dimostrato quello di cui si disputa; che, 
secondo la buona Logica, è peccato gravissimo. 

ARGOMENTO XXXVI. 

I Genovesi non eressero verun pubblico monu- 
mento al Colombo, Dunque non lo tenevano per con* 
cittadino ( Dissert. Cap. IV. e X. Cancell. §. y^, ) 

OSSERVAZIONE. 

« 

Niun pubblico monumento eressero i Veneziani a 
Caterina Corna ro , che donò alla Rep. il Regno di 
Cipro (2). Dunque i Veneziani non la tenevano per 
concittadina ? Ma fatto è , che i Genovesi posero varj 



(i) V. lib, 2. cap. I. 

(2) T. la vita di tj^ueftU Re^iua «e* Miscellanei fiUmpati ia Lucca dal 
Rocchi. 



*AR(VOMfiNTO XXXVI. !jt2$^ 

monamentì \n onor del Colombo ( V. lib. 2. cap. IX. 
§. 2. ) 3 nessuno i Monfen'ini. 

ARGOMENTO XXXVII. 

Domenico Colombo da Cuccaro era mercante di 
panni. Ma Ferdinando non voleva che ciò si sapes-. 
se , per addattarsi a* pregiudizj della nobiltà Spagnuo^ 
la , che sdegna applicarsi al commercio. Questo è il 
vero motivo ^ che indusse lo Storico a tacere la con- 
dizione del Padre, e dell'Avolo ( Dissert. cap. V. 
face. 4^. ) 

OSSERVAZIONE. 

Ferdinando còsi scrive nel cap. 2. 99 Lo stesso Am- 
j9 miraglio in una sua lettera , dice che il suo traf— 
V FICO e de' suoi maggiori fu sempre per mare. » 
Dunque I. non è vero , che Ferdinando si vergo- 
gnasse di palesare che V avolo aveva applicato al traf- 
fico. IL Hi Diane in vigore Y argomento del Tirabos- 
chi , cioè .non trovarsi esempio di uomo alcuno , spe- 
cialmen^te salito a grandi onori , che cerchi nascon- 
dere la nobiltà della propria origine ; al che avea cre- 
duto rispondere la Dissert, colF argomento da noi ri- 
portato. 111. Posto ancora, che altri fosse sì stolto 
da celare un^ origine illustre in un paese, dove il pregici 
della nobiltà , viene anteposto quasi ad ogni altro, non 
avrebbono mancato i Signori di Cuccaro di palesare 
ciò che tornava a grande onore della famiglia ; per- 
ciocché , come rilletlono i saggi Ani. del Ragion, far^ 
micolano i parenti intorno alle persone venute a gran- 
de e ricco stato. V, nondimeno ninno de' Colombo di 
Cnccaro si mosse , nessuno Scrittore Monferrino la- 
sciò memoria di Cristoforo innanzi al i583. ( V« 1. 2. 
e. ij. e 16. ) 



. 224 XIBRO TEftZO 

ARGOMENTO XXXVIIL 

Baldassar Colombo portava nello stemma àé Co* 
lombi d' argento in campo azzurro , come portava 
Cristoforo innanzi alla scoperta dell' America* D^Q- 
qne Baldassarre e Cristoforo erano della stessa fami- 
glia. [ Dissert. cap. X. ] 

OSSERVAZIONE. 

I Colombi nello stemma della Casa Colombo {o> 
mano un' arme parlante y che viene ad esser simile 
in tutte le famìglie dello stesso cognome. Ma lascia* 
mo questo ; lasciamo ancora , che difficilmente si pro- 
verà^ se e qual arme portasse Cristoforo innanzi alla 
scoperta dell' America. Baldassarre pretendeva essere 
agnato di Cristoforo ; qual maraviglia che usurpasse 
Io stemma dell' Eroe ? 

ARGOMENTO XXXIX. 

XI Sommario di Baldessar Colombo è concorde aU 
la Storia dell' Eroe scritta da D, Ferdinando. Dun- 
que il Colombo è di Cuccaro , come voleva il pre- 
tendente. Tale è il soggetto dell' intero capitolo XI, 
della Dissert. così intitolato : ^9 Conformità tra il con- 
tenuto nel Sommario della causa agitata in Ispagna, 
e quanto narra circa il Colombo il figliuolo di lai 
D. Ferdinando* ?> 

OSSERVAZ I OX !• 

Non si può vedere la conformità di due cose^ se 
^on che mettendole al paragone* £ però vediamo co-' 



ARGOMSKTÒ XXXIX. tlzS 

me sìeao conformi Ferdinando , e Baldassarre nel 
punto di cui trattiamo. 

JD. Ferdinan. nella storia Baldass. nel Sommarìóm 



I. Cristoforo Colombo 
da Terrarossa. 

II. Di famiglia meno 
conosciuta^ che aveva sem- 
pre trafficato per mare ; 
che era venuta a grande 
necessità. 



L Cristoforo Colombo 
da Cuccaro. 

II. Di famiglia antichis* 
sima ed illustrissima [Ra« 
gion. 78, ] che si viveva 
ritii'ata ne* suoi castelli. » 
Se parti eron (Crist. edi 
fratelli ) siendo mucha*» 
cKos del dicho castillo , viviendo Domingo su Fa-* 
dre con otros parientes habitadores del dicho cas- 
tillo. » (Ragion. 76. ) w Y los sennores Colombo» 
suelen sempre habitar en el dicho su castillo. . . For 
le que facilmente il dicho Sennor D. Ferdinando no 
baviendo notizia d' este lugar de Cucaro , menos ha 
podido aver noticia del origen d^ sus maijores y an« 
tepassados que alli habitavan ^9 Ragion, face. 77. 

Tanto ragguardevole e potente che Lanza Colom*- 
bo dichiarò tutore de' suoi figliuoli il Sovrano del 
Monferrato. » Item statuit et voluit , et ordinavit , 
quod lUustris. D. D. N. Marchio M ontisferrati , et 
predicta Domina Bartolomea ejusdem testatoris uxor 
«int, et, esse debeant tiitores, actores , rectores , et 
gubernatorcs dictorum tìliorum suosum '> Ragion. 74*<* 
IlI.Crist.Colombo nac- III. Nacque, ?> en parte 

que in riviera maritimai del Monferado, fuera del 



Era di nazione genovese 
e conterraneo di Agosti- 
no Giustiniani Vesc. di 
Nebbìo , il quale cevta- 
incnte nacque in Genova 
Colono. Orig. 



cornerei o assi de tierra, 
come de mar. ^y Ragion. 77 
Non era genoves^ sino 
de Cvccaro. (Ragion. 77.) 
J9 Doa G^stoval y sus hert 



x5 



aa6 IilBKO TEKZO. 

(V. Ann. di Genova del manos nacieron en Cuca- 
Giust. ann. 1470- Lib. V. ) ro » Rag. 79. 

IV. Nacque Cristoforo IV. Naccjuenel il^^^* 

del i446- y o i447* 

V. Studiò disegno, Cos- V. » Se partieron es- 

mografia , e Matematiche sendo muchachos del di* 
nella Università di Pavia, cho Castillo y no tornaron 
c giunto air età d'anni 14. mas. w Ragion. 76. parti- 
entrò in mare, e vi durò Timo jobenes de poca Ae- 
quanto ebbe di vita. dad , si che dimenticaroDO 

la patria^ e la parentela 
Ragion. 77. ni Muy nin- 
nos salieron de Cucaro == 
Ragion. 8o. 
Qujesta è la conformità della Storia di Ferdinando 
con le pretensioni di Baldassarre. Ma supponendo 
che fossero conformi , non sarebbe già da concludere 
che r uno possa confermare la verità delF altro. La 
storia di Ferdinando fu impressa in Venezia del 1671. 
Il principio dcjla lite si dee porre nel i582. ovvero 
83. (1). Così non era molto difficile tessere la tela 
sopra le fila già ordite da Ferdinando. Ma Baldas- 
sarre non seppe' farlo, perchè le condizioni della fa- 
miglia Padrona di Cuccaro erano assai dissimili dagli 
oscuri , e poveri Colombi della Liguria , e perchè 
tale si e lo splendore della verità, che niuno artifi- 
zio potrà mai adombrarla in ogni sua parte. 

Kè Baldassarre dissente soltanto da Ferdinando , 
ma da se stesso. Egli aveva presentata una deposizio* 
ne di Agostino Cortclare , il quale affermava , que 
Don Cristoval y sus hermanos nacieron en Cucaro 
iJonna Francesca Colombo rispondeva constare d» 



(2) Ui^crt. iaec. 248. 



«• 



ARGOMENTO XXXIX, 2if 

tutta 1». serie delie cose esposte , qua nacio en Ge^ 
noi^a. Baldassarre , non veggeudo come riparare il 
colpo , fu astretto a concedere que era verdad que 
1). ChrlstovaL.. nacio en Genova [i]. Similmente 
sostenne D. Baldassarre in un, memoriale stampato, 
che Domenico di Cuccaro era passato di questa vita 
nel i4^6. Al memoriale si conformava il testa menta 
di Franceschino Colombo fatto del i456. , nel qual 
testamento sono ricordati gli eredi di Domenico Co^ 
lombo ( Ragion. 78, ). Ora diceva Donna Francesca, 
noi sappiamo dalF Oviedo (2) che il Padre del Na^* 
vip; a lo re viveva tuttavia nel i474* I^unque il Dome* 
nico di Cuccaro non è Padre dell' Eroe, Siccome Tau*» 
toiMtà deir Oviedo su questo punto non è soggetta a 
contraddizione , il Pretendente si trovò nelF amara 
necessità di fare la ritrattazione che segue: ?> No hazé 
99 al caso le que a caso se dixo en al memorial que 
» Don Baltasar hize imprimir en que parece se aiBr'» 
99 ma que Domingo murio por el anno de i456. por 
99 que a quello se puso por yerro, y lo tiene revo*» 
99 cado y no se presentò en Juyzio , y lo revocò, v (3) 
Possiamo anche abbattere V argomento tratto dalla 
pretesa conformità, riflettendo che il Sommario per 
lo più è copia di Ferdinando. Questi accenna che in 
Piacenza vi hanno delle persone di cognome Colombo^ 
e P Albero di Baldassarro ne fa tosto un ramo di Si- 
gnori di Cuccaro. Ferdinando fa navigare Cristoforo 
£ulle navi di Capitano Colombo. Baldassarre innesta 
questo Capitano in un ramo de' Signori di Cuccaro. 
Ferdinando non volle potare V anno preciso in cui 
nacque il Fadre^lasciando che il Lettore lo ricavi dalle 



(i) Kagion. 8rt. 
(2) Gap. 2. lib. a. 



J 



228 i:.IBKO TJ6KZ0 

1 .^ttere del? Eroe. Baldassarre che a qaesto inoli fece 
atteazione , smarrita la saa guida fedele , ne fissò la 
nascita nel i4«^7* mentre questa dee stabilirsi verso il 
1447* Ferdinando conservò il nome di Giannantoniò 
Colombo, e di Michele Balestrerò, che navigarono 
coir Eroe neir America. Baldassarre dichiara subita 
che egliao son due Monferrini. Conchiudìamo: nel 
punto della nostra questione il Sommario è contrario 
a Ferdinando , ed è in contraddizione con se medesi- 
mo. Negli altri y o copia la storia , o cade in errori 
indegni di scusa. 

A RGOME N TO XL. 

Strette relazioni passavano nel scc. XV. tra Ge*^ 
tiova e il Monferrato ; cosichè potevano gli Scrittori 
prendersi la libertà di usare Ligure 3 o Genoi^ese 
per indicare un Mon/errino { Dissert. cap* 3* f. 32.] 

OBSERVAZIONS. 

La parte Ghibellina di Genova, caccfati Y anno 
1409* i Francesi y chiamò Teodoro Marchese di Mon- 
ferrato y dichiarandolo per due anni Capitano del 
Comune. Così ha Benvenuto da S« Giorgio nella Cro- 
naca del Monferrato cit. dalla Dissert. (1} A ciò si 
ristringono le strette relazioni delle due provincie» 
Or come potrebbono quelle relazioni indurre gli 
Scrittori del Sec. XVI. a confondere Genovesi e Mon- 
ierrini? Strettissime relazioni passavano nel principio 
del Sec. XVIL tra il Marchesato di Saluzzo e la 
Francia : dunque gli Autori del Sec. XVIII. potreb- 



^l) V. anche V AcuielU^ sotto gli auoi 1409. « 141^ . 



AliCOnEltTO XL. 22^ 

bero dire cHe Mous. della Chiesa , che il Bodoni » 
che il Malacarne sono Francesi? 

Ma neir argomento delia DisserL è inviluppato ui» 
equivoco, che debbesi mettere in chiara.. I^iuno de- 
gli Scrittori contemporanei disse semplicemente Co<» 
lombo esser Ligure [ V. IìIk I. c; 2. §• i*. ] Pocbi^ 
simi lo dissero semplicemente Genoi^ese j ma tale il 
fece di Nervi , tale altro di Cogoleto • taluno di AL- 
bisola : il Gallo, il Senareg.a, e il Giustiniani stcri-^. 
Tono esser nato in Genova di padre lanajuolo ( 1. cit.} 
Nessuno indicò uà luogo del Monferrato» Un esem<^ 
pio servirà a meglia dichiarare il mio pensiere» Sar-»* 
zana è città del genavesato secondo la divisione po^ 
litica ; ed è città della Liguria secondo Y ant. geo- 
grafia [y. arg. ì8. ]• E può considerarsi ancora come* 
città della Toscana, essendo alla sinistra della Ma-» 
gra. Ciò* posto.; se i Pisani che pretendono il graa 
Pont. Niccolò V. citasserale testimonianze di Autori ^ 
che lo riconoscono come Toscano , a tutta ragione i 
Sarzanesi potrebbono rispondere, che tati testimonianze 
non concludono , perchè Toscano no» esclude asso- 
lutamente Sarzojiese. Ma , se gli autori contempo- 
ranei dicono Sarzane se , non ha più luogo V equivoco^ 
perchè s'individua il sito preciso della nascita. Ap-^ 
plichiamo V esempio a Colombo ; concedeudo-. [ per 
ipotesi] che Liguria e Monferrata, e Stato di Ge- 
nova si confondessero nel Sec XVI. Se gli Autorr 
contemporaei dicessero Ligure , Genovese ; V argo- 
mento avrebbe [ stando sempre alla ipotesi ] alcun» 
ombra di probabilità. Ma essi dicono nato in Geno*^ 
va^ in Nervi) in Albisola ec. Dun<][ue T e(][uivoca aoi^ 
^ste% 



23o LIBROTERZO 

A R G O M E N T O X L I. 

Cbi Tive in paesi lontani dalla patria suol pren* 
dere il nome da qualche grande e illustre città 'vi- 
cina. Ma il Monferrato non aveva che città piccole 
ed oscure Perciò Colombo amò dirsi Genovese ; co- 
me il Tasso si chiamò Napoletano y benché nato ia 
Sorrento ( Dissert.) 

OS8£RVJLZI0rCI. 

I. L* Eroe 3 e Bartolommeo suo fratello si sotto* 
scrivevano: Colombo da Terr arossa [V. lib. i. e. 
2. §. 1. . Dunque non volevano prendere il nóme da* 
una illustre città. 

IL Ferdinando assicura che i suoi maggiori abita- 
vano riviere marittime , e trafficavano per mart 
(V. lib. 2. Cé 7.)» Dunque non abitavano il Mon- 
ferrato. 

III. Quando la Provincia ha nome ' proprio , spe- 
cialmente se ha pure il proprio Principerei adopera 
il nome della nazione. Perciò Colombo potea dirsi 
Monferrino , 6^ egli era di Cuccaro; come Tirolese 9 
non Veronese , dicevasi il cel.Tartarótti. 11 Piemonte 
non ebbe , almeno fino al 1 6oo» alcuna grande ed 
illustre città , come confessa il Boterò nelle Relazio" 
ni univers. E niente di meno qual uomo del Pie- 
monte fu detto Milanese , o Genovese ? 

IV. L^ esempio del Tasso non è da attendersi, per- 
chè Napoletano si prende non solo per cittadino di 
Napoli y ma per abitante del regno di Napoli ; ed in 
tal senso usoìlo Torquato , come rilevò Lorenzo Cras- 
so neir elogio di quel Poeta. Infatti le Biblioteche 
depili Scrittori Napoletani compilate dal Toppi , e 
dal Tafuri, comprendono tutti gli Sciittori del regno. 



AKCOMENTO XLI. 23f 

V. r argomento della Dissert. vuol supporre che 
gli Autori più gravi riconoscano il Colombo serapli-. 
cernente per Genovese ; senza specifica i*e il luogo pre- 
ciso : ma già si è mostrato che tali ipotesi non si ve^ 
rifica [ V. arg, preced* ]. 

VI. Le carte degli Archivj , oltre agli Scrittori 
contemporanei , dichiarano , che il Padre di Cristo- 
foro era cittadino di Genova , che V avolo era di 
Quinto ; che la famiglia era di Terrarossa. Qui noa 
ha luogo il Monferrato. 

ARGOMENTO XLIL 

Nella tavola delle cose più particolari contenute 
nelle giunte alla Dissert. si accenna [face. XXII.} 
il Memoriale del Duca di Seragua quasi bastante 
a provare da se solo la vera patria di Colombo* Le 
parole del Memoriale si leggono a carte 246. »» Non 
n volle Iddio y che cosa alcuna mancasse alP Ammi*. 
» raglio [ Crist, Col. ] 5 perchè lo trasse dall'illustre 
9f e antica famiglia de' Signori Colombi di Cuccaro ^ 
9} che è un Castellcuf,. in cui fu alloggiato il Ducft 
ff supplicante. ìp Questo memoriale è del 1671» 

OSSERVAZIONE. 

Il Duca supplicante è Pietro di Portogallo , e Ca* 
stro de' Conti di Gelves , possessore del Maggiorascp 
fondato dall' Eroe , e per questo prende il cognome 
di Colon, e il titolo dì Duca di Beragua. Il memor 
riale è diretto al Monarca Cattolico per ottenere uà 
qualche compenso in luogo della Giamaica , che fa- 
ceva parte del detto maggiorasco ; ma era stata tol- 
ta alla Corona di Spagna. Di questo memoriale non 
abbiamo alle stampe ^ che le parole citate 5 sopra X%f 



2^2 LIBKO TERZO 

qaali si debbono fare due riflessìoiii. La prima cade 
sopra i puntini posti dagli Aatorì della Diss. e nel 
testo Spagnuolo , e nella versione Italiana* Perchè 
tanto studio di occultare alcnne poche parole^ quante 
possono giacere nella piccola laguna indicata da qne' 
puntini ? Amore di brevità ; non credo i perchè la 
dìsseì'tazione non occupa meno di 4^0. pagine. Se 
que/le parole fossero inutili , se potessero trovarsi io 
alt^ì Libri già impressi non sarebbe da curarsi di 
quella ommissione. IVI a io sono quasi certo y che nel 
luogo soppresso fosse qualche cenno della nazione 
Cenovese. Perciocché nella istoria generafe della mo- 
narchia Spagnuola scritta da Bernardo Giustiniani 
(Venez. 1674-) y io leggo queste parole : v ^Diede 
V principio allo scopi^ento delle Indie occidentali 
» Crist. Colombo ( nella Spagna chiamato corrotta- 
99 mente Colon* ) Cavaliere Genovese , progenitore 
w delli Duchi di Veraguas Marchesi di Xamaica, fi- 
9> gliuolo di Domenico Colombo ^ nipote di Lanza 
» Colombo, pronipote di Emerico (cioh Enrico) Co- 
9> lombo 3 terzo nipote di FeiTario Colombo del Cas- 
99 tcllo di Cuzaro. w Chiunque legge tosto si accorge, 
che il Giustiniani conobbe la genealogia presentata 
da Baldessarre , e la vide in lingua Spagnuola , dove 
è Cucaro per Cuccavo , trasformato italianamente in 
Cuzaro \ perchè il e degli Spagnuoli corrisponde le 
più volte al nostro zeta. Tuttavia il Giustiniani non 
ebbe cuore di negare il Colombo al genovesato, ma 
cercando compiacere alla vanità de' Conti di' Gelves 
^enza tradire la verità della storia , si pensò tacere 
del Monferrato , e fare del Navigatore un Cavaliere 
Genovese discendente da* Signori di Cuccerò. Lo stes- 
so fece probabilmente V Aut. de^ memoriale 5 e ne 
avea V esempio di Baldessarre medesimo; il quale non 
vedendo maniera dì abbattere la sentenza favorevole 



ÀKeOMSNTO Xhìt. 233 

V Genovesi; aveva scritto « che il detto Castello cK 
» Cuccaro ^ è fondato in Lombardia , e nel ducato 
9!^ del Monferrato , che è nella parte della Liguriaj 
9 e che nel distretto di questa giace la Città di Ge« 
9f nova, che è capo della detta Liguria, e che il det" 
9f to Castello di Cuccaro non è distante dalla detta 
^ Città; che 4^ miglia »» (ij E forse immaginava 
con si fatto gergo combinare la nuova opinione di 
Cuccaro coli' antica sentenza de' (Genovesi: Evidentis- 
sima prova y che non erano monumenti da opporre 
a chi difendeva per Genovese il Colombo. L' altra 
riflessione cade sopra quelle parole : = non volle 
Iddio y che cosa alcuna mancasse air Ammiraglio, izr 
Queste hanno tutto V aspetto dì un paradosso, che 
senza molti altri paradossi non si può sostenere* 

IVla vediamo in qual modo possono le parole del 
Gelves qu£isi proi^are la vera patria di Colombo* 
Per due cagioni ciò potrebbono. L Perché i Signon 
di Cuccaro riconobbero il Duca di Beragua come pa- 
rente. IL Perchè il Beragua riconobbe come parenti 
i Signori di Cuccaro. ]VIa la prima ragione è nulla » 
perciochè i Colombo del Monferrato che sì pertina- 
Gemente avevano sostenuta la pretesa agnazione in- 
nanzi al Consiglio dell' Indie , o dovevano dichiararsi 
mentitori , o ricevere il Beragua come parente» Egli 
è dettato notissimo : mendacem memorem esse op'^ 
portet. Similmente, vana è la seconda i.® perchè i 
Conti di Gelves davanti al supremo consiglio dell' In-» 
die vittoriosamente rigettarono la pretesa genealogia 
de' Signori dì Cuccaro ( V. Relaz. a Filippo IL nel 
Ragion. Append. n. i.) 2.° perchè la Dissert. do- 
vea darci intero il §• del memoriale , acciochè si ve* 



^f) Relazion» al Be FUi|«po. Pregiinta XVI 11. V. Ragion, jj^ 



2^4 LIBRO TERZO 

desse come il Reragua si spieghi. 3.^ Perchè niuno" 
crede ad una famiglia, allorché si vanta congiunta di 
iangue con un grand' uomo, se non si veggono docu- 
menti sicuri. (V. lib. 2. cap. degli alberi geneaL). 

ARGOMENTO. XLIII. 

Non è maraviglia se il nome di Guccaro manca 
ne' documenti ; perché questi furono corrotti nel tem- 
po della Lite. \ Disserta) 

OSSERVAZIONE. 

Le parti contendenti erano tré ; gli Spagnuoli cre- 
di del Colombo , Bernardo di Cogoleto , e Baldes-* 
sarre di Guccaro, Mettiamo , òhe fossero guasti ad 
arte i documenti delle due prime parti : restava l'Ar- 
chivio de' Signori di Guccaro , cui né Genovesi né 
iSpagnuoli potevano corrompere. Gom' è dunque, che 
in nessuna carta de^ Colombo Monferrini , si trova 
il nome dì Cristoforo , primogenito di nobilissima 
famiglia ? Chi fu che pubblicò nella Spagna il 
testamento di Franceschino Colombo per cui si • 
conobbe , che Domenico di Guccaro era già morto 
del i456. dove il Domenico Padre del? Eroe viveva 
ancora nel i474 ^ ^^ Baldessarre medesimo. Ma le 
carte delF Archìvio di Savona abbattono per sempre 
l' argomento della dissert. Quelle carte , come furo- 
no pubblicate dai Savonesi, tolgono a Savona il Co- 
lombo per darlo a Genova. Ora chi può credere i 
Savonesi o tanto ignoranti , o tanto stolidi , che non 
intendessero il contenuto di que' documenti ; o in- 
tendendolo volessero pure corromperli , per togliere 
alla Patria loro un grandissimo Eroe ? Meno ancora 
de^ Savonesi posson esserci accusati i Genovesi j per-» 



ARGOMENTO XLIIt. 235- 

#Ke eglino non seppero nulla di quelle carte , fino 
a che un Gentiluomo di »Savona non V ehlw. fatta di 
pubblica ragione. Del supposto corrompi mento che 
tornava in danno di Savona si sarebbono avvedu- 
ti il Pavese, il Ferreri , il Salinero , tutti uomini 
dottissimi , e di nobile condizione; ed a' nostri gior- 
ni r erudito Sig. Tommaso Belloro cosi diligente > 
ed esatto nelF indagare le memorie della sua patria. 
In fine da tre motivi sono mossi gli uomini a p^uas- 
tare con frode le carte degli Archi vj ; dalla fame 
deir oro , dalla vanità del Comune , dalla vanità di 
alcuna particolare famiglia. 1 Savonesi non preteserò 
mai alla, eredità del Colombo ; il Comiine loro do- 
vea sentire con noia , che sì pubblicassero documenti 
sinceri , pe^ quali sì metteva a terra Y opiniotie che 
Savona fosse ]iatria del ColonEibo : ninna famiglia 
aveva Savona che discende sse dall' Flroè , o fosse a 
questo legata con vincolo di Parentela. Aggiugniamo 
un' altra breve considerazione. Gii avversar] pubbli- 
carono un Codicillo dell' Eroe rogato in Vagliadolid 
nel i5o6. fi) Essi lo riconoscono come sincero, 6(1 
autentico. E tuttavìa non vi si trova memoria , o 
cenno alcuno di Cuccaro , e de' suoi Baroni. 

Dunque il non trovarsi il nome di Cuccaro in un 
documento , non prova , eh' esso sia corrotto. Ma 
potrebbero all' incontrario dire i Genovesi : Se vi 
La de' documenti , ne' quali Genova non è rammen- 
tata , ciò avviene , perchè furono corrotti in tempo 
della Lite. Or che jfisponderebbono i Monferrini ? 



(0 V. ciuccll. S. IV. e T» 



t36 ItlBEO TERZO. 

EPILOGO s CONCLUSIONE. 



Io avrei grandemente bramato > cbe il mio Kbro po- 
tesse contenersi in'qnella brevità, che tanto piace ad 
#gni discreto leggitore. Ed il mio primo pensiero non 
fn cbe di tessere nna Dissertazione, la quale espo- 
nesse succintamente le più forti ragioni de' Genove- 
si, e ribattesse le principali conjetture degli Avver- 
sar]. Ma il lavoro è venuto a mano a mano crescendo 
di tal maniera, cbe già può pretendere di abbracciare 
un giusto volume. Impercioccbè ogni giorno mi si 
paravano innanzi nuove testimonianze per confermare 
la mia sentenza e nuove opposizioni, che pur chie- 
devan risposta. Cosi è avvenuto , che un picciolo scrìt« 
to sia trasformato in tre libri. I quali però non do- 
Trebbono parer lunghi , chi riguarda ciò che in essi 
è contenuto; perchè anche un gran volume può dirsi 
breve , se di molte cose brevemente ragiona. Tutta- 
via, essendo molti così frettolosi, che non possono 
sostener la fatica di alcuni foglj di stampa , e bra- 
mando compiacere similmente a costoro, chiuderò Po- 
peretta formando un ristretto delle ragioni principsJi 
da me prodotte. Questo leggano i frettolosi : gli iJtrì 
non isdegnino considerare ad animo riposato tutto il 
volume. 

H primo libro riferisce sopra i8o. testimonianze 
di Scrittori favorevoli alla sentenza genovese; tre ne 
porta che stanno per la pretensione di Pradello ; no- 
ve , che mostrano desiderio di favorire il Castello di 
Cuccaro. Il fratello ed il figlio delPEroe accompa- 
gnati dal Martire e dal Geraldini . suoi amici , e P a- 
nonimo compagno nella grande spedizione^ concor* 



CONCLtJSIONS. 237 

demente affermano Genova esser la patria elei Co» 
lombo. Molti altri contemporanei ripetono la còsa 
stessa. Dietro ad essi segue una schiera numerosissi* 
ma^ ove si riconoscono Puffendorf^ Leibnizio, Ammi« 
rato y Pallavicino ^ Muratori 3 Charlevoix, Prevòt , Mn« 
gnoz, Tiraboschi^ T. Tasso, Chiabrera, Tassoni ^ 
Baldi ec. I Piacentini cominciano la serie del i583« 
ed hanno il poeta Marinoni , il Campi y e il Proposto 
Foggiali 9 che si rimette alla decisione del Campi. Pi& 
tardi avvisarono i Monferini di pretendere V Eroe , 
mossi dalP autorità del Malabaila, del Donesmondi^ 
del Chiesa ^ e del Calcamuggi ec. Se cerchiamo V età 
degli Scrittori , i Genovesi debbono trionfare , per- 
chè difesi da' contemporanei : se poi ne indaghiamo 
il numero e il valore, chi oserà più rammentare il 
Marinoni e il Calcamuggi con le piccole bande degli 
oscuri loro seguaci ? I principj di sana critica attinti 
alle opere del cel. Sig. Co. Napione , decidono chia- 
ramente per Genova. 

Il libro secondo considera i monumenti che giova<> 
tko alla nostra cpiestione. I Piacentini trovano me- 
morie di antica famiglia Colombo dimorante in vai 
di Nura : i Monferrini accennano i Signori Colombo 
di Cuccaro : dunque Colombo è Piacentino , dicono 
i pigimi ; dunque egli è del Monierrato , esclamano f 
secondi. Ma tutta Y Italia ne' secoti andati ebbe molte 
famiglie Colombo : e Genova conserva preziose me- 
mòrie degli antichi suoi Colombo : ora , perchè vox^ 
remo che il trovarsi in Cuccaro il cognome Colora- 
lo , dimostri Y Eroe essere di Cuccaro , ed il sapersi 
che nel Genovesato era lo stesso cognome, compro-* 
var non pòssa la sentenza de' Genovesi ? Né giova re^ 
care , come fa il Campi , una carta ricopiata non sap- 
'piam da chi , né quando , né da qual originale , peii 
jtssicurate à P|iadello ^i nobil pregio : perciocché tal 



a38 UBRO TERZO. 

carta sì conosce lavoro dì un ingannatore ; ed oltm 
a ciò non ha. forza contro i molti documenti sinceri 
degli Arcliivj di Genova e dì Savona. Non fa alcuno 
degli Avversar] ^ che osasse notare dì falsità i docu- 
inentì Savonesi , or chi sarà sì poco gindizioso da la- 
sciare la certezza di que^ monumenti per nua carta 
piena di errori di fatto ? I Signori di Cuccaro non 
Iianno documenti col nume di Cristoforo ; e mal vor- 
rebbono supplirvi con una genealogia^ cLc è falsa iu 
tutti e tre i suoi rami principali. Ed invero, ammet- 
tendo ì Colombo del Monferrato la sincerità de^ ro- 
giti Savonesi, non debbono volere che la testimo- 
nianza di un albero genealogico sia di maggior peso^ 
che quella degli atti genuini conservati in pubblico 
archivio. Merita pure un'attenta considerazione, che 
nel Monferrato niuno seppe mai d* avere per com- 
patriota il Colombo, ove se ne tragga la Casa dei 
Baroni di Cuccaro; al contrario i Genovesi, comin- 
ciando verso il i5oo. dal Doge Battista Campofrego- 
so, e dai Cancellieri della Repubb. Gallo e Senare- 
ga , e venendo fino all' Ottobre del 1818. tennero sem- 
pre viva ed immobile Tantiga universale sentenza. 
Importantissima è pure un' altra riflessione^ Quando 
persone erudite mettono mano a trattare .un argomen^* 
to di patria istoria , veggiamo sempre venire a luce 
nuovi documenti , e testi^ionianze , e forti congetture, 
che air argomento trattato accrescono novello splendo- 
Xe. I Genovesi scnoprooo di tanto in tanto bellissimi 
documenti. 11 Salinero pubblicò le carte dell' Archivio 
4i Savona; la Dissert. trasse dalle tenebre altre me- 
morie importanti : un Genovese comunicò al Bossi la 
più. accertata notizia dei diplomi mandati da Cristo- 
foro, alla Casa (Merico dì Genova: il dotto Bar. de 
. Zach ha dato un cenno dell' atto annunziato dal Sig< 
A. Bianchi ( F, Corresp. Aslronom. jacU^brc. 4^iiS.). 



\ 



^COKCLUSIOIf K. 239 

Non poclie notizie fino ad ora neglette si troveranno 
in questa operetta. Il Sig. Ab, Cancellieri volendo 
combattere contro de' Genovesi , nulla ha potuto scno- 
prìre di nuovo in favore di Cuccaro ; ed ha rese ma- 
nifeste due circostanze assai importanti alla nostra 
causa; vale a dire il bellissimo passo dell* Arciv. Gè- 
raldini Cappellano della Corte di Spagna , ed amico 
dell' Eroe ( V. Cancell. §. 63. ) , e la di£Qcoltà , che 
trovava il Canonico de* Giovanni ad ammettere per 
sincero il fatto che si narra da' Signori di Cuccaro, 
.che i collitiganti Spagnuoli si concordassero per I2m. 
doppie col pretendente Monferrino , e così riuscis- 
sero a farlo ritirare in Italia. Ma se T antica sentenza 
trova ogni di nuovi argomenti^ e nuove carte since- 
re^ e quanto è più combattuta^ più vigorosa resìste, 
e cresce di forza nella lotta medesima , convien dire^ 
eh' ella sia fondata nella verità. Allorquando io con- 
sidero r erudizione del Poggiali , che frugò tutti gli 
archivj l'iacentini, compilando in molti volumi le 
memorie della sua patria , e veggo , eh' ei nulla sa 
dirmi del Colombo oltre a quello che si legge nel 
Campi , autore che tanto dispiace al Poggiali mede- 
simo, io sono costretto ad aflermare che i Piacentini 
nulla possono mostrare^ che veglia a convalidare la 
pretensione del Campi. Dipoi , riguardando alla Di$* 
seriazione , e veggendola obbligata a ricorrere allc^ 
fama de' Signori di Cuccaro , e ad una fama recentey 
priva di storici , e di documenti , ragion vuole eh' io 
riconosca la vanità di tutte le conghietture promosse 
in queir ingegnoso volume. Perciochè , a dire tutto 
in due parole, o la questione si ha da risolvere per 
autorità di Scrittori , o per documenti di Archivj. 
Ma i83. Autori, parte contemporanei, parte dottis- 
éiml, debbono trionfare di 12. moderni Scrittori , 
quasi tutti mossi da cieca affezione , e la più parte 



t4o IIBKO T«RKO. 

privi di CTitioa* Per gli Archivj , già confessano i ^- 
fensori di Cuccaro , non ayer potato trovar carta ve* 
runa riguardante Cristoforo ; ed i Pradellesi vengono 
9l contendere con un falso monumento. Or che è que- 
sto per contrapporlo a tante carte sincere pubblicate 
da* Genovesi ? 

Non mancano gli Avversar] di opporci alcuni dab- 
h] , che noi rifiutiamo nel terzo libro. Persona priv-» 
dente portava opinione, cbe si potessero lasciare quasi 
tutte quelle obbiezioni , riputandole poco degne di 
confutazione , e scritte soltanto in qualche momento 
di piacevole umore a rallegrare V aridità di lunghe 
discussioni. Da ciò fui mosso a troncarne parecchie; 
le altre giudicai ben fatto lasciarle y accompagnan- 
dole di brevi osservazioni. Imperciocché molti vi so- 
no , che non si vogliono dar vinti , ove non trovino 
risposta ad ogni minimo dubbio : tali altri amano ve- 
dere gli argomenti contrarj per avere piena idea delle 
diverse opinioni. Ella è cosa indubitata che se i pri- 
mi due libri non fossero atti a convincere i miei leg« 
gitori y a nulla forse varrebbe il terzo : ma chi ap- 
proverà i due primi , lasci pure qnelF ultimo , o leg- 
galo solo per conoscere vie meglio , che niente di 
solido possono opporre gV eruditi alla sentenza dei 
Genovesi» 



F I N F. 



• • •■ ■"'/■* 

241 

CORREZIONI E GIUNGE. 



i3. 


9> 


18. 


99 


20. 


9f 


• • 
IVI. 


V 


• • 

IVI. 


V 



Vag. 11. lin. i5. contro i^é8* ^^^ro. 

1 3. che w clic i 

27. genovese ?> genoese. 
i3. Benedetto 97 Giulio. 
i6. Arbisolo. 9> Arbizolo* 
17. Ann. 1. fase- V^ leg* voi. 1. 18 ig, 

p. 24.8. 

— 22. » ult, Comia /. Comin. 

— 24» dopo il n. 23 si aggiunga, ll^. ^ Giovanni 
Carìone , che nel 1 532. terminò di scrivere 
una Cronica tradotta ih latino dal Sonno , 
dice air an. 1492» ?^ Christ. Columba Ge- 
nuensis. 9^ 

— 4^« '• 27. dopo im^enit 9 si agg. Lo stesso Pont, 
così rispose nel 1624* agli Oratòri della Re- 
pubb. 99 Domitrix Oceani , no\ique Orbis 
9f inventrix Liguria , cum triumphalia Crucis 
9} vexilla intulerit barbaricis ignoti Occideu- 
99 tis nationibus, dici potest caeleste regnumi 
» in* terris feliciter propagasse. Maria illa..» 
?^ navalem genuensis gloriam populis per un- 
se das volitantibus testabuntur etc. 99 Questa 
risposta conservasi MS. in una miscellanea 
di scritture appartenenti alle cose di Ge- 
noi^a presso il chiarìss. Sig. Avv. Matteo 
Molfino y sollecito raccoglitore delle patrie 
memorie. 

— 48- !• 25. dopo j?7io aZ i8i8. si agg. Siami con- 
cesso notare parécchie testiràonianze raccolte 
nel tempo , che s' imprimeva la mia operet- 
ta. 1. Epifauio Ferrari Barnabita ^ nella Li'- 

Colomb. Orig^ 16 



ai^a LIBRO TKRZO* 

guria trionfante , face. 92. n Clirist. Colom- 
jf bo cittadino genovese y nato in Genova vi- 
99 cino alla porta détta dell' Arco y che è con- 
v9 torno pertinente nello spirito alla Paroc- 

V chia di S. Stefano. » 2. Il March. An* 
tongiulio Brignole Sale, nella Instahilità delP 
ingegno , giornata I.* 

Nuovi sentieri 
Scuopriro un Cigno ( Chiairera ) ed un 

( Colombo alteri. 

3. Aurelio Richieri Cappucino nella ChrO' 

nologia Urbis^ Cenuas aggiunta al trattato 

cronologico : » . Christ, Columbus genuensis, 

9f sub auspiciìs etc. ad insulas incognitas per- 

V venit. » 4* ^^' versi in lode deir incom- 
parabil Foglietta \^Antiq. Ital. del Grevìo, 
part. I. voi. I. ] così scrive Alessandro Giù* 
stiniani , parlando degli Eroi Genovesi : 

Namque ego quid memorem reserantem 

( ignota Columbus 
-/Eqiiora ? 

5. Lorenzo Bianchi in tal maniera favella 
col volume del Foglietta [ 1. cit. ] ; 

Emenso Oceanoque obibis orbem> 
Quem modo i^eperit Columbus ille 
Oruat qui Genuam simul parentem 
Cum tuo Domino. 

6. Nel Compendio di Storia universale ^ 
Venezia 1811. (tre anni dopo la ristampa 
della Disserta ) Colombo è detto genovese. 

Pag. 5i. lin. 35. differuit. leg. disseruit 

— 54* '^ 26. S. Cuccaro ^f §, Cuccaro^ 

^- 6i. 79 6. la testimonianza. /. le testimonianze 
^ — 67. 99 , ig. majoresco. /. majorasco. 

— ivi. » 20. Dopo si ritirò y si agg* Nella Li- 



CORKBZIONI E GIUNTE. sJ^S 

breria del Sìg. March. Luigi Imperiale Le]> 
cari y si conserva copia di un rogito di Leo- 
nardo Chiavari notajo genovese, indicatomi 
dal Sig. Prof. Ab. Rivara, caFtore egregio 
delle buone lettere. Ed avendomi gentiln^n- 
te permesso il R. Sig; D. Paola Re buffo-,, che 
io potessi esaminare quelPatto, ho stimato 
opportuno di presentarne un breve sommario.. 
A dì 3. Giugno 158/4 Nobilis Bemardiis 
Columbus genuensis de Cogoleto sapendo 
come e<c testamento et codlcillis dell' Eroe 
constava, che venendo a spegnersi la linea 
mascolina di Cristoforo succedat • • . • D^ 
BarthoL Columbus ejiis fràter et ejus Jilii 
et descend'entes m^itscuti ; ed essenào nuper 
mancato senza prole mascolina Lodisfo Co- 
lombo , ultimo fra i discendenti dell' Eroe ; 
perciò egli Bernardo ( figlio di Agostino , di 
Tommaso , dì Bernardo , di Bartolommeo fra-* 
tello dell'Eroe ) in admodum tenni et pene 
nulla bonoruìrt fortuna constitutus y trovan- 
dosi obbligato ai Signori Gior Battista Spi.-^ 
noia e Gregorio Torre , i quali larga manu^ 
gli ayeano somministrato pecumas necessa-- 
rias a promuovere le sue ragioni* suir eredità 
Colombo, dona ai detti Signori due terze 
parti dfei Redditi -diellh primogenitura in que- 
stione. E questa donazione dovi*à computari?l 
dal momento che Bernardo entrò nel pre- 
teso diritto % fino a che prenda il reale ed 
attuale possesso del Maggi orasco. Da questo 
punto in poi ristringi? la donazione alla metà^ 
dei redditi accennati , volendo che duri quan-^ 
to egli , e i due suoi figli Agostino e Cri- 
stoforo avranno di vita. Air atto concorro 



a44 I*I5RO TEKZO. 

ancHe Agostino; e il Padre supplica il Ma- 
gistrato, degli StraQr4ÌDarj > perchè si com- 
piaccia co((iprobare et convalidare prassens 
iiìfStruinentum . . . et supplere quoscumque 
defectus , si qui inessent ; et prassertim nd* 
fioritati dicii Augustini Columbi , eujn ha* 
bilitando e/c* 

Fag. 7^. lin. i3. .lUnijLS legg^ ninos. 

.. — 73. » 8. dopo Casale agg. ed il Sig. Pio 

Vidoa. 
-r- 74- » 17. magne ?> magna 

— 78. ann. (3). agg.. Cplombo Lercari^nel 1392* 

Colombo Gallucci e Colombo Lomellini nel 
1S98. si troiano ricordati MS. Berìo^ se. 48* 
n. 11 5. par. 2.^ face. 168. i5o. e 35* 

— ivi I. penult. Luter. L letter. 

— 79. » 28. f. 6. V lir. 6* 

— 82. 9> i3. dopo de Columba agg. In un testo 

a penna del Caffaro scritto di buon carat- 
tere e conservato presso il cit. Sig. March. 
Imperiale Lercari , leggesi veramente de Co^ 
lumba. 
Pag. 88. Un; 25- ed. legg. ad. 
— - 129. yy 29. Rettori V Retori. 

— i3i. 39 22- e ?^ . o 

— - i38. 99 25. interpella:^j[oni /. interpolazioni. 

— 176. » penult. la regole » le regole* 



!.. ■> • 



»4^ 

TAVOLA 

DEI CAPITOLI. 



j > 



Proemio, Fag* 3 

L I B R O I. 

Gap. I. Delle varie opiniom intomo alia pa^ 

tria del. Colombài E si determina 
lo stato della questione. . . 9} y 
Cap« II. Autori che confermano la sentenza 

de* Genovesu •••..•• >; 16 
§• I. Autori contemporanei^ • • 9^ ivi 
§• II. Autori quasi contemporanei, jy 26 
§• III. Autori che scrissero dal i583. 

al 1819. •••••• '^ 33 

Gap. III. Scrittori, favorevoli alle pretensioni 

dé^ Piacentini. ••.••. 99 So 
Gap. IV. Scrittori favorevoli al Monferrato. >> 54 
Gap. V. Osservazioni critiche sopra le testi-- 

monianze degli Scrittori. • • h 61 

LIBRO II. 

Gap. I. Notizie preliminari. •••.>> 66 

Gap. II. Delle famiglie Golombo. • • • >> ^6 
Gap. III. Notizie del cel. Capitano di mare 

detto il Golombo 9> 84 

Gap. IV. §. I. «Si essano V epoche principali 

della vita di Cristof. . » 91 

§. II. Ritratto di Cristoforo . . 9^ gS 



^4^ TAVOLA 

§• in* Del luogo preciso in cui nac^ 

que Cristoforo • . . Pag. 9$ 
Cap. V. Perchè VEroe prendesse il cognome 

Colom • • • I» 98 

Cap. ti. Della Mia di Terrarossa. • • • >^ 100 
Cap. vii. §♦ i. Condizione del Padre di Cri-- 

sto/oro* •••••• 9f 101 

§. n* . Condizione de* Maggiori di 

Cristoforo » io5 

Cap. vili. Se Cristoforo fosse letterato , e se 

studiasse alla Unioers. di Pavia. '> io4 
Cap. IX. §• I. Se Cristoforo proponesse alla 

Rep. di Genoi^a la scoperta del 

nuovo Mondo • ?> ii3 

§• II. Monumenti eretti da' Genovesi 

ad onor del Colombo. . . . » 118 

Cap. X. §. I. Si cerca P origine di Donna F£- 

lippa Mugnoz ( o Mogniz ) Pèle-- 
strelloy moglie di Cristoforo . w 121 
§. II. Della madre di Perennando Co- 
lombo. ......... 126 

Cap. XI, Come si provi legalmente la cita- 
zione 99 129 

Cap. XII. Degli alberi genealogici. - . w i32 
Cap. kiil §. I. Dell' albero genealogico^ de' Co- 
lombo di Cuccaro '' i4^ 

§. ir. Di Lama Colombo da Cuccaro. i44 
Cap. XIV. Se Baldessar Colombo fu ^immesso 

dalle parti collitiganti come agnato 

deWEroe ^ i^9 

Cap. XV. Che innanzi al Sec. XFIL gli 

Scrittori Monferrini non pensa-- 
rono a pretendere il Colombo, v i54 



> 



DKI CAPITOLI. a47 

Càp. XVI* Che la pretensione di Cueearo aU 

irò fondamento non ha che il 
Sommario delle allegazioni di BaU 

dessarre Pag. iS/ 

Cap. xtii. Si rifiutano gli argomenti y ed una 

carta de' Piacentini. • • . » iQ/j^ 
Gap. XVIII. §• i* Documenti delP Archii^io di 

Sai^ona. 4 • • • • • n 167 
§. II. Documenti degli Archii^j di 

Genoifa. y 171 

Gap. XIX* Si con/erma la sentenza de* Gc" 

novesi con altri argomenti, • i^ 176 
Gap. XX. Conclusione del lib. IL ... m 181 

LIBRO IH. 

Confutazione degli argomenti contrarj. n i83 
Epilogo e Conclusione delf Opera, • » 236 



V.® per V Eccl.«« 
C.^^ CoKDfiviOLA Revisore. 

V.^ se ne permette la stampa. 
* Genoi^a 23 Settembre 1819. 

C. BuRACCi Revisore per U G. C.