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DESCRIZIONE
DELLE FESTE CELEBRATE
DALLA FEDELISSIMA
CITTÀ DI NAPOLI
Per Jo gloriofo ritorno dalla imprefa di Sicilia
DELLA SACRA MAESTÀ
D I
CARLO DI BORBONE
Re di Napoli , Sicilia , Gerufalemme , &c.
Vlds^ colUs cialde ^s^ta^
JJi ..iuTsx.^.iJlamanujfeuIp
A\b*s Michael forchini ie\if
In NÀPOLI, Nella Stamperia di Felice Mosca MDCCXXXV.
Con licenza de" Superiori*
m 2 s$
Gli fu certamente gran-
de, inafpettato, e fovra
ogni altro pregevole il
dono , che la Divina Pre-
videnza , con liberaliffi-
ma mano , fece alla Cit-
tà, e al Regno di Napo-
li nel paflato anno 1734.
Per vie del tutto igno-
te all' umano antivede-
te , e quafi cangiando V ordine confueto delle
Cagioni , ella ci addufle un Re : e un Re nato
di antichi/Urna Regal progenie 5 dotato di tutte
quelle eroiche virtù , che a formare un grande , e
gloriofo Principe fì. convengono : e in fomma tale,
qual non folamente ad iiiuftrare la gran tempo
negletta noftra Nazione , ma a rinnovare Y antico
onore di tutta Italia fa di meftieri -. Fu perciò ine-
fplicabile il giufto gaudio de' Napoletani : ma ,
sì come avvenir fuole ad uom , che per lunghis-
simo fpazio di tempo in ofeura prigione fìa ira-
to rinchiufo, quando egli poi rivede la bella , e
Scintillante luce del Sole , fente un certo gaudio ,
A 2 di
^ 4 i
di dolor mifto jo pur come accaderebbe a colui,
il quale , nato del tutto cicco , pofcia per iftraor-
dinario favor del Cielo aprifTe gli occhi , e tante
belle , e diverfe forme , quante adornano TUniver-
fo, miraflè 5 egli fenza dubbio un molefto piace-
re , e una piacevol moleftia fentirebbe dalla info-
lita raggiante luce : così appunto alla prima glo-
riofa venuta del noftro inclito vittoriofo Monar-
ca , attoniti , e quafì fmarriti dalla novità della
loro ftefla gioja , e dalla appena creduta ventura i
Napoletani , non dieder tutti quegli efterni fegni
di allegrezza , che ad appalefare l' infinito interno
gaudio forano peravventura /tati convenienti .
Quando però effi incominciarono a rinfrancarli , e
a feorgere , e a toccar con mano , quanto , e qual
verace non fognato ben pofledelfero 5 e quando fi-
nalmente nel rigore del pafsato inverno ebbe Sua
Maefià intraprefo il diffidi viaggio verfo la Sici-
lia , per le nevofe balze degli Appennini 5 allora
sì > che i Napoletani fi avvidero di amare il loro
invitto Signor daddovero • Conobbero ne' primi
giorni della di lui afsenza , che mancava un non
so che di bello, di buono, di grande, di eccelfoj
che mancava lo fpirico vitale , e la mente faggia
legislatrice , onde la giustizia , il buon' ordine , e la
felicità de' Popoli afsolutamente dipende • Ne' fe-
guenti mefi , che fembraron fecoli , impararono piti
ardentemente a defìderare 5 e gli accorti ofservatori
delle cofe ben leggevano nella fronte di ciafche-
duno j non potere più i noftri Cittadini vivere fen-
za
za il Re Soddisfatti , e contenti . Gli ravvivava Col
di quando in quando Ja cara , e dolce contezza
della profpera falute di Sua Maeftà , e del celere,
e ftupendo corfo di fue vittorie 5 e le pompofe,
magnifiche dimoftrazioni del nobiliflimo Reame
di Sicilia, come premio ben dovuto alla virtù del
Re , con immenfo piacere , fé ben con generofa
emulazione , afcoltavano . O quanti ferventiffimi
voti mandavanfi al Cielo per lo di lui pretto , e
felice ritorno . O quanto affliggeva una dubbia
fama , eh' ei dovefse oltra V autunno nella vera-
mente felice Città di Palermo far fua dimora : e
sì come gli amanti desiderano che all' obbietto
amato ogni altra bellezza fembri fparuta , e dif-
forme 5 così avrebbono voluto i Napoletani , che in
tutti e tre i famofì , e fecondi promontori della Si-
cilia , niuna Città , niuna villa , niun campo , niun
fonte, e niun di quei pregi della natura , e dell'
arte , di cui va meritevolmente fafìofa quell' Ito-
la, meritafse il Regale compiacimento. Accufava-
no la pigrizia degli artefici , che la ricca regal
Corona avean prefo a formare . Bramavano il Re
più timido, e più gelofo di fua falute 5 tal che per
non efporil a' pericoli, che in tempo di {tate l'a-
ria di quelle regioni fuole a' viandanti apportare,
più follecitamente dal novello Regno il dipartif-
fe.In fomma provavano un dolce amaro mefcola-
mento di vero defiderio , d'incerto timore, d'incer-
ta fperanza , e di tutti quegli affètti , che nel cuo-
re umano la lontananza di un bene , per fc flef-
fo
*P5 6 tfit
fo libero , ed independente , è folita di produrre .
Allora poi , quando da replicate non dubbie no-
velle della Corte , e da tutte le verifimiglianze,
non fol conghietturarono , ma furono renduti cer-
tifsimi , che Sua Maeftà , ne' principj di Luglio , la
brieve navigazione a quefta volta avrebbe intra-
prefa ; allora sì , che la piena della gioja , quali
gonfio torrente , trapafsò le fponde , e'1 giubilo
diede in eccefso , e quafi quafi in follìa , fé pure
eccefso , o follìa può nominarfì un movimento
ftraordinario di cuore verfo un gran bene , ch'e-
gli racquieta . Incominciarono tutti i Cittadini a
penfare , in qual più degna guifa , ciafeuno a pro-
porzion di fue forze , il bramato ritorno del Re
celebrar potefse : ma più degli altri gli Eccellen-
tiffimi Signori Eletti di quefta fedelifsima Città,
cioè a dire , il Signor D.Tommafo Caracciolo , Mar-
chefe di Villamayna , per Io Seggio di Capoana 5
il Signor D.Domenico Sanchez de Luna, e M Si»
gnor D. Michele Sanfelice, Duca di Acquavella ,
per lo Seggio della Montagna 5 il Signor D. Gio:
Battifta Pignatelli Marchefe di S. Marco , per lo
Seggio di Nido (così corrottamente dicefi per Ni-
lo ) i\ Signor D. Alellandro Àiacedonio Marche-
fé di Ruggiano,per lo Seggio di Porto 3 -il Signor
DOttavio Maria Mormile , per lo Seggio di Por-
tanova^e'l Signor D. Giufeppe Brunaflb Duca ài
S. Filippo , per la Piazza del Fedeli filmo Popolo.
Effi , e come rapprefentanti quefta famofa Metro-
poli , e come divorinomi Sudditi di Sua Maeftà ,
bra-
$g 7 *
bramoil di far rifplendere la lor, fede , e'1 loro
zelo in una occafione , in cui gli occhi non men
degli amici , che degl' invidiofi della gloria del
Ke, fiirebbono flati attentifsimi fpettatori 5 fi vi-
dero inviluppati 5 e confufi dallo fteiìo ardore del
loro veniente defiderio . Imperocché dall' una par-
te , eflendo naturalmente i Napoletani inchinati al-
la magnificenza , e dall' altra fomminiftrando V A-
more , per fua infeparabile propietà , grandi , e gè*
nerofi penfìeri j fcorgeafi nondimeno troppo brie*
ve il tempo da metterli acconciamente in efecu-
zione; e fene giva perdendo anche molto nel de-
liberare circa la invenzion delle macchine , e del-
le luminarie nella gran Piazza del Regal Pala-
gio 5 e circa l'ornamento del lido dell' Arfenale ,
ove Sua Maeftà avea a prender terra : dappoiché
egli era imponìbile il fabbricare in pochiffimi dì
un lungo ponte fopra travi confitte in mare, nel-
la guifa , che faceafi un fecolo addietro nel rice-
vimento di quei Viceré , che di Spagna navigan-
do venivano . Laonde fu ftimato miglior configlio
il darne tutto il pefo , e tutta la cura all'Jnge-
gniere D. Niccolò Tagliacozzi Canale , fenza pre-
scrivergli alcuna particolare idea , che il volo del
fuo ingegno afFrenafFe . Confiderò egli che il fin
della fefta era il celebrare con ordinati fuochi
notturni la trionfai venuta di Sua Àiaeftà : ma
confiderò altresì , non efiervi un' anno di tempo ,
quanto ne confumò Paolo Emilio per apparec-
chiare le fue celebri luminarie in Anfipoli , dopo
aver
8 39
aver vinto il Re Perfeo , ed aggiunto alla gran-
dezza Romana il Reame della Macedonia ( a) :
anzi , per l'oppofito , e/Tendo mezzo Giugno , fa-
pea beni/lìmo , afpettarfì Sua Maefcà per lo prin-
cipio di Luglio. Adunque , per quanto gii permi-
fe l'incredibil fretta de' Signori Eletti , abbozzò (li-
bito le fue idee , cominciò ad apprettare i materia-
li neceiTarj,e a raccogliere legnajuoli , e dipintori
in gran numero , e tutta quella gran varietà di
artefici , e di operarj , che in ilmiglianti occafìoni
fan di mefrieri 5 i quali torto con incredibile folle-
citudine pofer mano alla grande opera
Cafligantque moras , opere omnis femita fervet .
Aggiungeva acutifllmo ftimolo a* mede/imi Signo-
ri Eletti una certa virtuofa emulazione degli Ec-
cellentiilìmi Signori Cinque , e Sei ( b ) i quali ,
bramando di aver parte nel merito di oiTequiar
degnamente Sua Maeftà,e di onorare quanto pof-
fibii mai foiTe la fua venuta , fuggerivano chi
una fpezie di magnificenza , e chi un'altra : né
minore apparve il fervente deilderio di ciafcuna
delle Eccellenti/Time Piazze al medefimo fine con-
gre-
( a ) Liv. lib. f s,
( b ) Sono quelli in tutto xxix. quanti erano gli antichi
Seggi , e forfè ponno paragonarfi agli antichi Decurioni . Cia-
fcun Seggio , o Piazza di prefente ne elegge fei , fuorché quella
di Nilo, che ne fa cinque: e perciò allora quando effì fi radu-
nano in S. Lorenzo , dicefi radunarli i Cinque , e Sei . Eflì non han
voto decifivo , ma lol confultivo , con facultà di convocare ri-
fpettivamente le Piazze , da cui dipende il decidere ne' pub-
blici affari .
Wj 9 *&
grcgatc . E certamente fé alla vaftità de* penfieri
foffe andato del pari il tempo , o l'opulenza del
pubblico peculio , troppo invero per le pafTate ca-
lamità fmunto , ed efaufto j egli non ha dubbio,
che grandi , fontuofì , e perpetui monumenti di
amore , e di fede vedrebbonil almen cominciati,
fé non ridotti a perfezione . Già forgerebbono ar-
chi , e colofsi , e portici , ed obelifchi , da giostrare
colla voracità de' fecoli ; e già per tutta Europa
forano in gran copia fparfe eccellenti medaglie,
nulla inferiori a quante in quefto ben culto fecolo
fene fon battute con felice emulazione della fcol-
tura Greca , e Romana . Senza però Sgomentarli
così gli uni, come gli altri , cioè gli Eccellentifsi-
mi Signori Eletti , e gli Eccellentifsimi Signori
Cinque , e Sei , e bramofì di fare almen con pre-
stezza quel poco , che potea farli 5 pofèro ben* a-
cuti fproni al fianco degli artefici . Da una par-
te cioè , fu porto il Dottor D Scipione del Tufo,
un de' Sei della fedelifsima Piazza del Popolo ,
uom di fua natura fervido , e di attività , e di ef-
ficacia /ingoiare , acciocch' egli dafle moto , anzi
corfo bene ordinato alle cofe ; e dall' altra il Mae-
fìro delle Cerimonie D. Girolamo Trutta , e fot-
to di lui alquanti officiali inferiori , per invigila-
re circa le fpefe , ed aver l' occhio attento fopra
la vafta,ed incredibile quantità de' materiali , che
andavano nella fefta necelfariamente impiegati .
Tanto in fomma fi operò 5 e mafsimamente coli'
infaticabile autorità dd mentovato Signor D. Ot-
B ta-
^a io a*
tavio Maria Mormile , CommefTario da* Signori
Colleghi detonato 5 che il dì dodicefimo di Lu*
glio,chefu quello del felice arrivo di Sua Mae-
fià , trovoffi ogni cofa fplendidamente apparec-
chiata nel modo feguente .
In quella parte del lido , proffimo all' Arfe-
nale , ove il Re dovea prender terra , era fatta
una larga, e comoda falita di legno, ricoperta di
tappeti , colle fponde tutte adorne di drappo di
feta di color giallo , e chermisi alla divifa della
Città : il quale ornamento era comune alla con-
tigua punta di un vecchio fortino , ove fu fitua-
to un gran concerto di voci, e di ftru menti , qua-
li un* armoniofa teftimonianza della pubblica im-
menfa letizia . Immediatamente appretto era in-
nalzato un magnifico finto edificio , di figura
quadrata al di fuori , ed ottangolare al di dentro,
confidente in quattro grandi archi , fofienuti da
colonne di ordine comporlo , co' loro pilaftri , e
contropilaftri , e piedeftalli , e con tutti gli altri
membri fuperiori , che in un tal genere di archi-
tettura fono richiefti . E quefto primo ordine in-
fino al cornicione era alto palmi napoletani ot-
tantadue , largo per ogni lato palmi fettanta .
Ne' quattro lati interiori , corrifpondenti agli
angoli del quadrato efteriore , vedeanfi altrettan-
te nicchie , il di cui piano , che fi eftendeva a'
quattro menfoloni d' intaglio innargentato , era
comune alle cimafe de' piedeftalli : e dentro le nic-
chie erano quattro figure parimente inargenta-
te,
M II
tc,rapprefentanti la Vittoria , la Pace, la Fedeltà,
e Ja Generofità . Aggiungeano ornamento alle
nicchie alcuni putti dello (teflb metallo , fopra di
effe con beli' ordine difpofti , i quali fofteneano
quattro ovati , in cui eran dipinte le armi del Re
Cattolico . Di fopra il cornicione del primo ordi-
ne nafeeano quattro archi , che reggeano l' archi-
trave , il fregio , e la cornice , di altezza palmi
trentacinque , fopra la qual cornice era appog-
giata la volta , o fìa fcudella fuperiore , di figura
anche ottangolare, col fuo cupolino traforato nel
mezzo , di altezza di altri palmi quarantuno . Tre
lati efteriori dell'edifìcio verfo il mare eran rico-
perti di ricchi drappi , e d'intagli eziandio inar-
gentati , e di putti , che nelle parti fuperiori fofte-
neano l'arme di quefta fedelilTIma Città , cioè uno
feudo , partito orizzontalmente , la metà fuperiore
di oro , la inferiore di color rollo . Al di dentro
tutto il fondo era ricoperto di damafeo chermisi,
tramezzato di quella fpezie di tappezzerie , che di-
confi controtagli , con drappelloni di tele di oro
increfpate ne' luoghi opportuni , e fafee , e contro-
fase di broccato di argento , fra le quali fvo-
lazzavano graziofamente broccati di color tur-
chino . Il fregio , e'1 cornicione erano adorni
d' intagli innargentati , e di putti con uniforme
varietà fcherzanti 5 sì come i pilaftri allato alle nic-
chie , forniti vedeanfi di cornucopie , per foftegno
di molti doppieri di cera 5 oltre alla gran copia di
lumi , ne* ricchi lampieri di criftallo , che dalla
B a. fom-
M i2 §#
fommità de' quattro archi, e dal mezzo della vol-
ta pendeano .
Un' arco di quefto edificio riguardava a di-
rittura il mare verfo mezzodì . Due altri , V un
verfo oriente , l'altro verfo occidente , davano l'u-
fcita a due piani fcoperti a guifa di logge fui ma-
re , artificiofamente comporti di travi , e di tavole
fopra la inegualità di vecchie fabbriche , e fcogli,
e ricoperti amendue di tappeti 5 sì che né fdruc-
ciolare , né intoppare vi il potelfe. Ciafcun piano
era lungo palmi cinquantacinque , e largo quaran-
tuno : e fol dalle fpalie , cioè dalla parte di fetten-
trione , eravi un muro appartenente all' Arfenale :
il qual muro anch' egli , per quanto agguagliava
il primo ordine del mentovato edificio, era ador-
no di un bel compartimento di controtagli , e di
broccati di argento , con alcuni putti inargenta-
ti , che fopra ciafeuno de' due piani fofteneano un
bel tabellone. In quello del muro aderirà leggeafi
DULCis CURA
PARTHENOPES
VIDEN
UT EFFUSA CIVITAS
TUUM PRAESTOLATUR
ADVENTUM
ET VOTIS SUPEROS
FATIGAT
Nel
« ri
Nel muro a fini/tra leggeafì
AFFULSIT TANDEM
GRATUS ILLE DIES
AUREA LUCE NITENS
QUO TE REDUCEM
REGNISQUE AUCTUM
EXCIPIT ULNIS
FIDA NEAPOLIS
Perchè il piano fottopofto a querto tabellone era
contiguo al ponte già detto , perciò quivi fletterò
glt Eccellenti/limi Signori Eletti afpettando , fedu-
ti in un banco, la venuta di Sua Maeftà 5 nel men
tre che il vafcello , le galee , e gli altri minori na-
vigli andavano lentamente entrando nel Porto • e
un pieno coro di mufica intanto facea sì, che tue-
to il circondante lido di lieti Viva del vittoriofo
Re rifuonafle .
Dal quarto arco dell1 edificio verta fetten-
trione entravafi in una fpezie di galleria , o fa-a-
done , con molta fpefa , e fatica formato di tavo-
le, e ricoperto di tappeti , parte full'afciutto terre-
no , e parte su quello , ove I* ingordo mare fi ha
fatto ftrada . Era Ja galleria di lunghezza palmi
napoletani cinquecento trentatrè , di larghezza
palmi quaranta , e di altezza palmi ottantuno in-
fina
14 5$
lino al piano del cornicione . Da quefto , che fa-
cea ben proporzionato rifalto , na/cea una volta
fìnta , col fuo fefto , e foprafeflo di palmi feffan-
tafei di giro , ricoperta tutta di damafchi chermi-
si , e di ricchi controtagli , con vaghi comparti-
menti di fafce , e d' increfpamenti di tela di oro,
e di broccati di color turchino : né picciolo orna-
mento aggiungeano gì' innargentati putti , che fe-
dendo fui cornicione, molti intagli parimente in-
nargentati , e ricchi felloni fofteneano . E bello era
anche il vedere i traforati cupolini , che con egua-
li diftanze per tutta la mentovata lunghezza fcor-
geanfi ; da' quali pendea un gran numero di lam-
pieri di criftallo , di lumi di cera in gran copia
forniti . Ornate altresì maravigliofamente dal cor-
nicione in giù erano le lunghe pareti laterali :
imperciocché ciafcheduna di effe era compartita
in trenta pilaftri di ricchi controtagli , e in feffan-
ta contropilaftri di broccato di argento , con ven-
tifei fondi di damafco chermisi fra' loro interval-
li 3 fopra i quali facean vaga moftra altri increfpa-
menti di tela di oro 5 sì come gli fvolazzanti broc-
cati turchini , che da' mentovati putti del corni-
cione pendeano . Infinito, per tutta la lunghezza
della galleria, era anche il numero degli fpecchi ,
o fìa placche , con loro cornucopie indorate , tutte
di lumi di cera doviziofamente fplendenti • In
fomma anche il pavimento avea la fua magnifi-
cenza , che nafcea però dalla neceilìtà 5 impercioc-
ché ad agguagliare il tavolato , e '1 terreno , che lo
com-
JBJJTheGetty
foCdout/map
noi diftitized
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componeano , furono così V uno , come V altro , di
uno ftupendo numero di arazzi coperti .
Andava lo ftradone a terminare alla porta,
che dicefi della /cala fegreta , onde dal mare fi
monta al Regal palagio . E a quefta porta ferviva
di ornamento una ben' intefa opera di architettu-
ra, comporta di piedestalli , di modiglioni , di ar-
chitrave , di fregio , e di cornice , con degl' inar-
gentati angioloni di rilievo , adattati per foftegno
di alcuni candelabri , copiofamente arricchiti di
doppieri di cera . Nel mezzo del vano , fopraftan-
te alla porta , era formato come un padiglione di
drappo , per la ricchezza affai ragguardevole j al
quale aggiungeanfì alcuni intagli innargentati ,
che fofieneano un tabellone di figura ovata , col-
la feguente fcritta , tolta in parte da quelle Ode
di Orazio, ove fi cantan le laudi di Augurio: le
quali parea che ifiaifer molto bene a Sua Maeftà
nel principio del mefe di Luglio , allora quando
moftravano i noftri campi di dar non fol dovi-
ziofa , ma raddoppiata , e maravigliofa ricolta.
Dicea la fcritta così
DI«
« I<S »
DILECTE DEO
TUTELA PRAESENS ITALIAE
TUA REX AETAS
AGRIS PRUGES
ET DECUS NOSTRIS
RESTITUIT ORIS.
Sopraftava a quefto tabellone un* obelifco , in
cima del quale era un gruppo di nuvole, che fer-
vivan di baie al fìmulacro del gloriofo Martire
noftro fpecial Protettore San Gianuario, porto in
atto di benedire il Re, e fra due angioloni , l'uno
col Paftoral vefcovile , l'altro colle Ampolle del
Sangue , che foglion fervire di particolar contrae
fegno del Santo : e tutto ciò fotto un bel padi-
glione di broccato turchino, da putti inargenta-
ti anch' egli foftenuto.
Tanto fu apparecchiato fui lido: e con tanti
lumi di cera, quanti mentovati fene fono , sì perchè
i fuochi portano naturalmente con feco una certa
idea di magnificenza 5 e sì perchè potendo accade-
re, che Sua Maeftà giungerle di notte tempo 5 egli
era convenevole, anzi neceflario , che il luogo del
fuo pafTaggio , renduto dal molto apparato alquan-
to ofcuro , in pompofa , e degna maniera s'illumi-
nafTe . In fatti non furono i lumi del tutto inuti-
li 5 poiché circa le ventitré ore Italiane ♦ il Re dal
lido,
TheCetty
foCdout/map
noi digitized
V
-1**
m 17 39
lido, per lo magnifico Gradone alla fcala fegrera,
e da quefta al fuo regale appartamento , foddif»
fatti Aimo , ed intenerito dalle liete voci de* fuoi
fudditi , fi riconduce .
Molto più neceflario ei fi fu Io adornare,
ed illuminare la gran Piazza del Regal Palagio,
principal fede della Fefta 5 la quale non già una
volta fola , e alla sfuggita , ma di pie fermo , e per
tre giorni continui , dall' occhio perfpicace di Sua
Maeftà , delle belle arti intendentifllmo , avea ad
efiere riguardata . Quivi egli dal fuo balcone far
dovea di se vaga , e defiderata moftra , e confolare
quefto amantiflìmo , e numerofiflìmo popolo : ed a
Spettacolo cotanto nobile ogni più famofo , e cele-
brato teatro fembrar poteva povero, e difadatto.
.Aggiungeafi ,che niun' altro luogo fora fiato ca-
pace di qualche cofa di grande , di regolare , e di
augurio , per rendere in pubblico nome la debita
teftimonianza della univerfal letizia , o fia per la
felice venuta di Sua Maeftà , o per gli altri av»
venturofì accidenti , che ad un tempo fteflò furon
faputi . E parve veramente , che l'eterna Previden-
za , con mirabil' ordine , congiunger volefle tre fe-
fie , e npve giorni , o fia un quadrato numero , di
fomma allegrezza : cioè a dire , lumi per l' acquifto
della inefpugnabile Siracufa 5 lumi per la faufia
incoronazione del Re nella inclita Città di Paler-
mo 5 e lumi finalmente di compiuta allegrezza per
lo di lui profpero , e trionfai ritorno .
Fu adunque di contro al Regal Palagio eret-
G to
*& i8 W
to primamente un palco alquanto centinato , al-
to dal pian terreno palmi cinque , largo venti ,
e lungo palmi cennovanta : nella fronte del qual
palco eran per lungo difpofte quattro vaghe , e
copiofe fontane , con loro conche centinate , ab-
bellite di trofei 5 e in due di effe vedeafì un gran
Cor fiere per ciafeheduna 5 che riputali antichi fil-
ma infegna della Città di Napoli ; forfè per lo
Audio del cavalcare , nel quale i Napoletani fono
flati in ogni tempo eccellentiflimi . Dico, riputa-
ci, perchè non abbiamo di ciò niuna certa pruo-
va , o indubitabile monumento . Le antiche nofrre
medaglie , altre hanno il Dio Ebone , o ila il Mi-
notauro j altre la lira , appoggiata alla cortina di
'Apollo 5 altre il corno dell'abbondanza 5 e rarifJI-
me un'uomo a cavallo, limile a quello delle meda-
glie di Taranto , e de* Salentini : ma sì come dal
cavaLIo Tulle medaglie de' Salentini non fegue,ef-
fer loro imprefa il cavallo 5 così dal cavallo fulie
medaglie di Napoli , non fegue che il cavallo ila
l'imprefa della noftra Città : e mailìmamente per-
chè niuna ragion vorrebbe, che il prende/Te l'im-
prefa , piti tolto dal cavallo , che non dal Minotau-
ro , o dalla lira , o dal cornucopia. Quanto al ca-
vallo , dipinto così nel Seggio di Capoana , come
in quel di Nilo 5 il primo frenato, in memoria del
cavallo di bronzo , vicino al Duomo , cui fu per
difpregio importo il freno dal crudele , e rapace
Jmperador Corrado 5 V altro fciolto, e corridore , ef-
fì iono certamente infegna particolare di quei due
no-
*&S 19 W
nobiliflìmi Seggi , o pur di quelle due Tribù , o
quartieri, o rioni, come vogliam chiamarli 5 ma non
perciò vale a dire, che fieno infegna delia Città
tutta : altrimenti rimarrebbe in piedi tuttavia il
dubbio , qual de' due futfe l'infegna di Napoli , fé
lo sfrenato di Nilo, o pure il frenato di Capoa-
na . Per quel che fi attiene al mentovato cavai di
bronzo , il di cui capo vederi oggidì entro il pa-
lagio detto de* Conti di Mataloni , pofTeduto di
prefente dal non men valorofo Colonnello , che
gentil Poeta , il Signor Principe di Colobranoj
egli è affai verifimile , che dalla cieca Gentilità de-
dicato fofle al Dio Nettunno ( per la nota gara
con Minerva nel dare il nome alia Città di Ate-
ne) il di cui tempio , credei! , che ne* fecoli addie-
tro in quei iito folle, ov'è l'aguglia del gloriofo
San Gianuario . Perche poi Napoli , di origine At-
teniefe , fuiTe cotanto a Nettunno divota, egli è faci-
le il conghietturare 5 non folamente perch'eila, come
città marittima, profpera navigazione dalle marine
Deitadi implorava 3 ma per un luogo di Paufania,
nelle cofe degli Achei,a capi iv. ov'egli ferirle : Feni-
ce da Perimeda , figliuola di Eneo , generò Aflìpalea,
ed Europa . Da Jftipalea , e da Nettumto nacque Jn-
ceo Signor de' Lelegì , Anceo dalla moglie Samia,
figliuola del fiume Meandro , ebbe Perilao , Enudo ,
Sa?no , Aliterfo , e Partenone 5 dalla quale , congiun-
ta ad Apolline , nacque Li come de . Avolo adunque
fu Nettunno di Partenope : la quale , e/Tendo mo-
glie di un così famofo cantore, come fu Apollo,
C a, di-
$8 20 2£
divenne anch'ella gran cantatrice : onde nacque, la
favola del maravigliofo canto delle Sirene, tra le
quali Partenope , noftra fondatrice , fu annoverata.
li tempo anche conviene , perchè Anceo fu uno
degli Argonauti C Igino fav- 14 ) come Falero, al
quale la prima fondazione della Città noftra ezian-
dio fi attribuifce . Ciò badi per gir cercando ta-
flone T origine della pretefa infegna del cavallo :
né più lunga digrelfione dal prefente propoiito ci
vien permeila .
Al mentovato primo piano 1] afcendea per
fei fcalinate , difefe da' loro balauftri , e da tutti i
membri rilevati , che a' balauftri fogliono accom-
pagnarli j e trovava!! un compartimento di vaghi
fiori , e di verde mortella , renduta vie più lucida
da molti zampilli di viva , e chiara acqua , con
molta indufìria quivi portata : nel mezzo eravi
una grande , e maeftofa fontana , che finiva in una
ftatua di Ercole trionfatore , con la clava fotto
il braccio , e l'idra abbattuta a piedi : non folamen-
te per lignificare la fortezza, e le vittorie del no-
ftro invitto Sovrano -y ma con ifpezieltà ancora il
recente acquifto del Reame di Sicilia : dappoiché
una delle imprefe , da Ercole gìoriofamente con-
dotte a fine , fi fu lo uccidere Erice Re di Sicilia
( figliuol di Venere , e di Buti , uno degli Argo-
nauti, o fecondo altri di Nettunno)il quale tutti
gli firanieri che nell' Jfola capitavano , sfidava a
combatter feco col certo , e miferamente a morte gli
conducea , sì come notò Servio fui verfo 574.
dell*
$8 2i 8#
dell' Eneida . Oltre al fimulacro di Ercole , eranvi
in fito alquanto inferiore le ftatue della Fedeltà,
e della Coftanza , ed anche del fiume Sebeto , cor-
teggiato da alquanti Tritoni : e di più varie figu-
re , che fofteneano , quali le armi del gloriofo Cat-
tolico Re, e quali le armi della noftra Città, con
alquanti ben comporti trofei .
Da' lati di quefta (teffa fontana per due fca-
linate montava!! ad un'altro piano , o fia palco,
lungo , fenza le vedute de' fianchi , palmi centren-
tadue , ed alto dal primo palco palmi trentadue .
La faccia perpendicolare era partita in dieci pila-
stri, co* loro contropilaftri di faldo ordine Tofca-
nò, quale ne' luoghi molto ampj , e di grande aria
è richiefto ; e maflìmamente là dove altri ordini
di architettura più fvelta , e gentile convien fo-
prapporre . 11 cornicione di quello primo ordine
era adorno di balaustri , col loro architrave, e bal-
latojo , fui quale fingeanfì de'tefti di mortella, e
di fì.01'1 in proporzionata diftanza difpofti 5 e tra
gì' intervalli riquadrati degl' inferiori pilaftri To-
fcani , eran dipinti alcuni fcherzi di putti , ed al-
tri ornamenti , a guifa di Mucchi di color di bron-
zo . Nelle due eitremità di quefto medefimo pri-
mo ordine, che chiudeanfì con vedute femicirco-
lari , adoproffi la Scenografia 5 la quale » ovunque
fi tratta di lume artificiale , fuol produrre vago ,
e maravigliofo effettore maflìmamente allorché fi
adopera con buon giudicio il debito digradamen-
to non fol de' corpi, ma del colore. Così nell'una,
come
<&S 22 Bi-
corne nell'altra ertremità , fecelì adunque una ve-
duta di due file di colonne di ordine Comporto,
dittanti palmi ventitré , ed alte con tutti i loro
membri ( compre/o il cornicione) palmi cinquan-
ta 3 fui quale forgeano due pezzi d'intaglio a giri*
fa di trofei , colle infegne della Città : e per fian-
co alle colonne eran due altre vedute di bofca-
glie , e due trofei d' arme , i quali di giorno fervi-
vano di ornamento , e di notte erano comodinomi
per appiattarvi i lumi neceffarj .
Nel mezzo dd defcritto palco di ordine
Tofcano ertollevafì il fecondo ordine Comporto :
formato da dieci colonne, e dalle k>ro controco-
lonne, con tutti i membri convenienti, dal piede-
ftallo infino al cornicione 3 di altezza in tutto
palmi cinquantaquattro , di lunghezza palmi cen-
todiciocto. II terzo ordine formavafi da alcuni mo-
diglioni , i quali rifaltavano fopra le defcritte co-
lonne a guifa di Cariatidi , e venivano adorni di
putti fedenti., che forteneano anch' eilì le arme
della Città. Sopra del cornicione centinaio , e ben
rilevato di querto terzo ordine , erano le rtatue di
varie virtù , e nel mezzo di erte rifplendeano , con
ornamenti di rilevato intaglio , le armi di Sua
Maertà , alle quali era foprapporta un'ampia regal
corona , accompagnata da nobile fcherzo di pan-
ni, e di putti , e di più di una Fama in atto di dar
flato alle lor trombe . In tutto dal cornicione del
fecondo ordine infìno alla fommità della corona
erano palmi ottanta 5 dal pian terreno palmi cen-
fet-
*€ 2g M*
fettantnno . Tra Je cinque e cinque colonne apri-
va/i un grande arco , nel cui fondo in lontananza
dipinta era la celebre Cittadella di Meflìna , con
incredibile felicità , e fenza fguainarvi fpada , fot-
tomefla dal Re noftro Signore . in aria icorgeafi il
noftro grande , e fhipendo Protettore San Gianua-
rio , in atto di porre fui capo del pio vittoriofo
Principe una corona regale , e gli Angeli d'intor-
no al Santo , qual* appi efentava lo fcettro , e quale
il manto regale : e così quelle , come tutte le altre
figure , contornate , e fìtuate con ragion profpetti-
va , facean poi belli/lima veduta di notte tempo ,
per via de* lumi appiattati . Sulla fronte dell' arco
jeggeafi in un magnifico tabellone , foftenuto da
putti innargentati , la Infcrizion feguente, compos-
ita dal Signor D. Gaetano Maria Brancone 5 da Se-
gretario di quefta Eccellenti (firn a Città afcefo per
li fuoi molti meriti alla carica di Segretario Re-
gio della Regal Camera di Santa Chiara .
CAROLO BORBONIO
NEAP. SICIL. ET HIERUS.
TLORENTISSIMO REGI
OB EJUS REDITUM
QllAESITISSIMIS VOTIS EXOPTATUM
LAMPADICOS LUDOS.
Con-
«g 24 r&
Continuavafi per l'uria parte , e per 1' altra della
defcritta macchina una fpezie di anfiteatro , che
veniva a circondare , e rinchiudere tutto quell'am-
pio fpazio,ch'è dinanzi la facciata del Regal Pa-
lagio : ed era egli compartito in otto archi , ov-
ver porte , ciafcuna larga palmi ventuno , ed alta
palmi cinquanta , comprefo il cornicione . A piom-
bo (opra i pilaftri , che foftenean le volte di que-
lle porte , eran difpofti alcuni vafì di rilievo co*
loro zoccoli , che faceano un bel finimento : e fra
l'uno , e l'altro di eiTÌ era fui mentovato corni*
cione un lavoro d'intaglio, con due Fame allato,
che fofteneano le arme della Eccellentiflìma Cit-
tà 5 donde pendea in mezzo dell' arco un vago
Jampiere di criftallo , ricco di molti lumi di cera.
E perchè fi previde , che quando tutto il circuito
della piazza farebbe fiato illuminato , le otto por-
te fenza lume avrebbon cagionato una fpezie di
orrore 5 perciò {ì aggiunfe nel mezzo di ciafcuna
di efiè , e propriamente nel pian terreno , una
macchina piramidale a guifa di candelabro, capa-
ce così per F altezza , come per la larghezza , di
molti lumi 5 e riufcì l'invenzione affai vaga , e
gentile .
Sopra quella porta , eh' era proflìma al Pala-
gio Vecchio , leggeafì l' Jnfcrizion feguente , com-
porta dallo fletto Signor D. Gaetano Maria Bran-
CA«
25*
CAROLO BORBONIO REGI
MAXIMO PRINCIPI SEMP. AUG.
QUI TERRA MARIQUE SAEVIENTE HYEME
IN SICILIAM PROFECTUS
GERMANIS DOMITIS HOSTIBUS
ARCIBUSQUE RECEPTIS
RESTITUITA SICULIS FELICITATE
MAXIMAM SIBI GLORIAM COMPARAVIT
DE REBUS TAM PRAECLARE GESTIS
LAETUS ORDO POPULUSQUE NEAPOLITANUS
Sopra r altra porta , contigua alla Chiefa di
San Spirito era jfcritto
D PRO
M 26 §&
PRO VICTORIA
REDITU ATQJJE INCOLUMITATE
CAROLI BORBONJ
PHILIPPI V. CATHOL. REGIS F.
LUDOVICI DELPHINI N.
LUDOVICI MAGNI PRON.
NEAP. SICIL. ET HIERUS. REGIS
HISPAN. INFANTIS
PARM, PLACENT. ET CASTRI DUCIS
MAGNI PRINCIPIS ETRURIAE
POST RECEPTAM SICILIAM
ORDO POP. Q^NEAP.
PORTICUM TEMPORARIAM
OPTIMO PRINCIPI DD.
A RENATA NEAPOLI ANNO II.
Quella Infcrizione fu dettata da altro Au-
tore , amante degli antichi marmi : e nell' ultima
riga non folamente egli ebbe il penfìero alle me-
daglie di Sergio Galba coir Epigrafe Roma re?ia-
fctns 3 ma una idea anche più nobile di ftabilire
un punto fifTo di Cronologia per la noftra Ifto-
ria , e d' incominciare una novella Era Napoleta-
na dall'anno M.DCC XXXIV. in cui fu dalla
Divina Providenza renduta a quefta, famofa Me-
tro-
$§ 27 I*
tropoli la Regal Sede , abbandonata nel M. D. I.
dal Re Federigo di Aragona , che ritiroffi in
Francia alla mercè di Luigi XII. Frequentinomi
nelle medaglie Greche fono i fegni cronologici,
così dell' Era Greca di Alenandro , e de' fuoi
Succeifori nell' Egitto , e nella Sorìa 5 come dell'
Era di Augufto , incominciante dalla battaglia di
Azio , gli anni di Roma DCCXXIII. il quale an-
no concorre coli' anno CCLXXXII. dell'Era Gre-
ca , cioè Siriaca : anzi molte altre Ere particolari
fi truovan fegnate nelle medaglie, battute da Cit-
tadi Greche in onor de' fucceflòri Imperadori , no-
tando il tempo eh' elle furono da effi riftorate
ed abbellite , o di privilegj di Neocori , e di Afili
arricchite . Or quel , che fu lecito a picciole Cit-
tadi ne' tempi antichi in memoria de' loro pro-
fperi avvenimenti, e talora forfè men per benefi-
cio ricevuto , che per adulazione 5 dee enere an-
che lecito a Napoli per -un'avvenimento, che fa-
rà famofo ne' fecoli avvenire , e il punto più me-
morabile della noftra Iftoria .
Sopra la porta oppofta , donde (ì ufeiva ver-
fo il mare , leggeafi la feguente Infcrizione del
foprallodato Signor Brancone.
D a IN-
*& 28 H»
INGREDERE
HANC TUI AMANTISSIMAM URBEM
CORONA AC TRIUMPHI INSIGNIBUS EXORNATUS
CAROLE REX NOSTER
DECUS ITALIAE
CATHOLICORUM REGUM DELICIUM
SPES PUBLICAE FELICITATI S
POPULORUM DESIDERIUM ET AMOR.1
TIBI
POST RECIPERATAM SICILIAM
AUSPICA TI US REDEUNTI
VIRTUTI FORTUNAEQUE TUAE
HOC SPECTACULUM EXCITAVIT
ORDO POPULUSQUE NEAPOLITANUS
Sull'altra vicina porta diverfo Autore avea
fcritto
CA-
$1 29
CAROLO BORBONIO
NEAP. SICIL. ET HIERUS. REGI
INVICTO PIO FELICI
HISPANIAR. INFANTI
PARM. PLACENT. ET CASTRI DUCI
MAGNO ETRURIAE PRINCIPI
QJJOD DIFFICILI HYEME
LUCANORUM B R UTTIOR UM QUE
MONTANA PERAGRAVIT
VERE TRINACRIAM RECEPIT
AESTATE CORONAM ADEPTUS
NEAPOLITANOS CIVES
REDITU SUO BEAVIT
Negi* intervalli fra una porta e l'altra eran
formati otto fpaziofi , e comodi palchi , per ufo
degli Eccellentifiìmi Signori Eletti 3 da' quali ne
fu poi dato il comodo alle principali Dame della
Città . A ciafcun di efli fi afcendea dalla gran
Piazza per due agiate opporle fcalinate , che fer-
vevano ancora di ornamento . I pilaflri , che il al-
zavano a fianco di quefti palchi , erano uniformi
a quei delle porte fuddette , cioè di ordine Tofca-
110, e fopra effi eziandio erano alcuni vafi co' lo-
ro zoccoli rilevatile tra vafo e vafo alcuni cande-
la-
*&s 30 59*
labri affai bene intefi , e capaci di molti lumi .
Ogni palco era al di dentro illuminato a guifa
di una picciola fcena , il di cui fondo rapprefen-
tava in pittura qualche infigne azione di Sua
Maeftà , dal primo fuo valorofo entrare nel Re-
gno infino al gloriofo ritorno dall' imprefa della
Sicilia : e perchè gli otto palchi non erano fuffi-
cienti , furono aggiunte quattro altre limili vedu-
te , due per parte nelle estremità della gran fac-
ciata del Regal Palagio , che in tutto facean do*
dici .
La prima veduta rapprefentava la fuga de*
Tedefchi dal ben fortificato campo di Ad ugna-
no 2l confini del Regno 5 e in un cartellone fui
fregio della facciata efteriore era fcritto
Hoftes , deferti* munitìontbus , fuga èva-
dunt .
Nella feconda veduta era efpreffa Y ubbi-
dienza renduta a Sua Maeftà dalla Città di Na-
poli , andandola ad inchinare infino in Maialoni.
E la leggenda dicea
Neapolita?2Ì , ad xiv. lapidem obviam prò-
greffì , nitro fefe dedimt .
Nella terza rapprefentavafi Y acqui/to delle
fortezze di quefta Metropoli 7 colle guarnigioni
prigioniere di guerra, e la fcritta dicea così
Jrces
^rt/ Neapolìs , ^ y^- tradere hoftes co-
gUntnr .
Nella quarta il fimile acquifto del Cartel-
lo, e Porto di Baja:e vi fi leggea
Bajas mira celeritate , ac felicitate exptt-
gnat .
Nella quinta la giuliva acclamazione fatta
dal Popolo Napoletano nella prima venuta di
Sua Maeftà . E vi era fcritto
Zaetis acclamationìhus Neapoli excipitur .
La fetta avea dipinta la fatai vittoria di
Bitonto : colla fcritta
Jpitd Butuntum hojìes deleti .
Rapprefentavafi nella fettima Pefpugnazion
di Gaeta , con gli argini , riabiliti per molti paffi
entro il mare , per piantarvi le batterie : con que-
ste parole
Gajetam miris operìbus ad deditionerrt cogit .
U ottava veduta avea dipinta Y efpugnazion
di Pefcara, e la fcritta dicca
?u
*pf 32 *^
Tìf caria per Legatos expugnata.
La nona la refa di Capova : e vi fi leggea
Capuam longa objìdione premit , ac recipit.
La decima il giubilo , e X acclamazione della
feliciffima Città di Palermo : con le parole Te-
gnenti
Optimo Principi plaudunt Panhormitani .
Nella undicefima era rapprefentata la refa
della inefpugnabile Siracufa : e vi era fcritto
Maglia torrnentortim vi Syracufae fubacla.
La dipintura dodicefima lignificava final-
mente P acquifto de' Prefid; marittimi della To-
fcana j come dalle parole fcrittevi
Jrces Etrufci litoris vevìunt i?j poteflatem.
Servivano oltracciò di maeftofo ornamento
alla gran Piazza due fontuoii trofei , difpofti qua-
fì allato alla macchina principale . Era la lor ba-
fe ottangolare , e '1 di lei diametro palmi feffanta:
il primo ordine alto da terra palmi quindici , al
quale fi afeendeva per quattro comode fcalinate »
adorne d' intagli innargentati , e di due belli vafi
per
$€ 33 ^
per ciafcheduna co5 loro zoccoli , e di ben difpofti
candelabri . Due Fame per ogni Iato , cioè nelJ' in-
tervallo perpendicolare tra fcalinata , e fcalinata,
fofteneano un tabellone di figura circolare colla
fua Infcrizione j la quale nel Trofeo a deftra della
Piazza , eh* era il primo a chi veniva dalla ftrada
Toledo , dicea
De ejeflt'f Sicilia Germania.
Nell'altro a finiftra
Sicilia in fuam ditionem , imperiumque re*
fiituta .
Nel mezzo del primo piano forgeva un pie-
deftallo , parimente ottangolare , alto palmi fedici ,
comprefa la bafe , le cornici , ed ogni altro orna-
mento 5 e'1 fuo diametro era palmi quarantadue.
In ciafeun' angolo fuperiore era allogata una figu-
ra in piedi innargentata , che foftenea un candela-
bro 5 e allato ad ogni figura due vali co' loro
zoccoli , e con ornamenti di rilevato intaglio di
argento . Sopra quefto piedeftallo feguivano due
ordini centinati ,co' loro convenienti fregi, e cor-
nici 5 di altezza , ambedue prefl infìeme , palmi fet-
tanta 3 e in cima ad eflì erano timpani , tamburi ,
corazze , elmi , feudi , lance , bandiere , ed altri ar-
nefì da guerra , difordinatamente ordinati, e va-
gamente ammonticchiati : in mezzo a' quali for-
E geva
*2s 34 ^^
geva un gran folido ovato 5 dal cui finimento in-
Jino al piano del tette mentovato fecondo ordine
erano palmi quarantafette: in tutto dal piano del-
la piazza palmi napoletani cenquarantotto. In ci-
ma del Trofeo a man finiftra fcorgeafì il fimula-
cro della Vittoria , in fembianza di volare , con
una ghirlanda di lauro nella delira, e con un ra-
mo di palma nella fìniftra ,come dagli antichi fo-
Jea figurarfi . Il Trofeo a deftra terminava in un
iimulacro della Pace , colle fue infegne 5 cioè a di-
re con una tazza nella deftra mano , e con un
corno di dovizia fotto il finiftro braccio , come
fpeflb nelle antiche medaglie vedefì effigiata .
Certamente niuna pace è più (labile , e più ficura,
fé non quella , eh' è figliuola della Vittoria , la
quale alla baldanza de' vicini , e de' lontani nemi-
ci pon freno : né altro fi è il fine delle giurie , e
legittime guerre , fé non quello di vendicare i
torti fatti al Principe , ed a' fudditi 5 ricuperare
ciò , che dalla altrui violenza è flato malamente
occupato 3 e quindi la pubblica ficurezza, e la pub-
blica tranquillità ftabilire . Or quelli foavi frutti
provando i due Keami di Napoli , e di Sicilia ,
mercè il rapido fiupendo volo delle vittorie di
Sua Maeftà 5 con molta ragione , e non con adu-
lazione poetica , ma con iilorica fede la Vittoria,
e la Pace su i due deferitti Trofei furono collo-
cate. Lungo farebbe, e forfè di molta noja , lo
gir paratamente deferivendo i fettoni , i vali , le
ilatue , i putti , e le mafehere innargentate , onde
amen-
*& 35 W
amendue i Trofei da capo a piedi erano abbelliti.
Ma non dee paflarfr in Silenzio la prodigiofa
quantità di torchi di cera, i quali, come in tanti
fpecchi , riflettendo in tante e tante cofe «inar-
gentate, multiplicavano a difmifura il lume, e fa-
ceano una veduta , che né più nobile , né piti
fplendente , né più magnifica fi farebbe di gran
lunga potuto desiderare. Anzi ei non dovea farfì
altrimcnte : dappoiché eiTendo tutto 1' anfiteatro , e
le fontane , e' palchi a maraviglia illuminati , al di
fuori con cera palefe , al di dentro con fevo ap-
piattato 5 fconcia cofa del certo (tata farebbe , fé
il principale ornamento della gran piazza, cioè a
dire i due defcritti Trofei non foriero {tati anch'
cffi di torchi, e di doppieri foprabbondantemente
forniti .
Sotto poi gli archi della gran facciata del
Regal Palagio eran fatti di qua e di là della mag-
giore entrata due gran palchi a tre ordini , per
collocarvi quattro gran Cori di mufici , che tra
voci , e Strumenti pafTavano il numero di dugen-
to perfone. Anche quefti palchi eran dipinti, ed
ornati a maraviglia , e ricchiffimi di lumi j maffi-
mamente colla giunta di quelli , eh' eran fopra
quattordici come piramidi, (ìtuate verfo il fondo
degli archi . E in fomrna tutto il vafto profpetto
del Regal Palagio era nobiliflìmamente addobba-
to di ricchi controtagli , e di broccati di argento ,
e di tele di oro , tramezzate di fettoni di dama-
feo chermisi , ed illuminato con incredibil nume-
E a ro
iM 36 3$
ro di ben difpofti doppieri : ma degno fopratutto
era da riguardare il balcon principale , a cagion
del ricchifiìmo baldachino j il di cui pregio mag-
giore però era di quando in quando 1' amabiliflì-
ma prefenza del noltro invitto Monarca .
Quantunque sì fontuofe fefte fuffero fiate
celebrate a fpefe di quefio fedelilfimo Comune , il
quale dagli Hccellentiffimi Signori Eletti rappre-
fentafi , come da Proccuratori degli Eccellentilfi-
mi Seggi , ovver Piazze 5 contuttociò ciafeuna di
erte in fuo particoìar nome fece eziandio fplen-
dida dimoftrazion di allegrezza 5 qual con una
invenzione , e qual con un* altra , ricco baldachino
innalzando , lotto il quale era il ritratto del ma-
gnanimo Re fìtuato , con numero conveniente di
doppieri di cera . Non fi badò né anche a fpefa
perchè ne* medefimi Seggi li canta/Ter le lodi di
Sua Maefià : imperciocché i numero/! Cori fotto
il Regal Palagio cagionarono penuria di fcelti
mufici : e in fomma fé la diverfa capacità degli
edificj non avelie renduto inutile, e vana la gara
della magnificenza , diffìcililfimo fora fiato il di-
feernere a qual delle Piazze il dovefie il prima-
to.
Io non iftarò qui a ridire , con quale fiu-
penda,ed artificiofa copia di lumi parea,che an-
dafie tutto in fuoco così il Regio Cartel Nuovo,
come ogni altra delle Regie Fortezze ; non eflen-
do mio intendimento di deferivere ciò , che in
quefta occafìone è fiato fatto a fpefe del Regal
Pa-
m n ì&
Patrimonio 5 e nettampoco la maniera, con cui il
privato Impresario illuminò la grande , e celebrata
fontana , che il nome ritiene del fu Viceré Duca
di Medina de las Torres , che nel fecolo paflato la
erefle : ma non debbo a patto alcuno tacere la
nobile emulazione , che per tutta la Città (ì fcor-
fe tra gli Ecclefìaftici , e maflìmamente Regolari,
i quali belle , e viftofe macchine generofamente
innalzarono 3 in cui , sì come al loro Inftituto
conveniva , del pari la religione , e P o/Tequio alla
Maeftà del Re fì. ammiravano . Una delle più
belle ( e forfè non ebbe iguale ) fu quella de* PP.
delia Compagnia di Gesù,fulla facciata della lo-
ro Chiefa di San Francefco Saverio, proilìma al
Regio Palazzo Vecchio $ la quale, per la nobiltà
della invenzione , per ìa diligenza nella efecuzio-
ne , per la ricchezza degli ornamenti , e per la co-
pia de' lumi di cera , fembrava che ogni altra di
gran lunga fuperafle . Né molto inferiore fu quel-
la , dall'altra parte eretta da' PP. Minimi di San
Francefco di Paola innanzi alla loro Chiefa di
San Luigi : e, per quanto conviene alla povertà
dell' Inftituto , le dimoftrazioni de' PP. Riformati
del Convento delia Croce di Palazzo , e dell'al-
tro contiguo , detto della Santiffima Trinità , ov-
vero del Governo del Santo Sepolcro . Nella ftra-
da Toledo iì diftinfero le Monache del Regal
Moniftero della Concezione , e generalmente tut-
te le cafe di perfone ragguardevoli 3 per tacere de*
baffi venditori di comeftibili , che una prodigiofa
quan-
vfc 30 W
quantità di olio in fare loro poveri , ma copiofl
lumi, confumarono. Nella flrada, detta la Garit-
ta , che va a riufcire alla piazza , o fia largo del
Cartello , ornarono aflai bene la porta del loro
Collegio di S.Brigida i PP. Cherici Regolari della
Madre di Dio della Nazion Lucchefe . Nell'altra
rtrada paralella ammiravafi il frontefpizio del
Banco di San Giacomo 5 e una vicina bottega di
Nicola Ruflb , banderaio di Sua Maertà , il quale
con picciole figure di rilievo rapprefentò la inco-
ronazione , feguita in Palermo 5 e con sì bella dif-
pofizione , e copia di lumi di cera , e di ricche
tappezzerie , e di criftalli , che incantava gli oc-
chi de' riguardanti : anche la porta maggiore del-
la Chiefa di San Giacomo degli Spagnuoli , che
riguarda il Cartello , era magnificamente ornata,
ed illuminata : e '1 palagio altresì della Porta , per
Ja fpezial cura del Signor Duca di Fragnito del-
la illuftre famiglia Montalto, Intendente Genera-
le di efla . Scintillavano però di preziofa luce di
contro alle mura del Palagio Vecchio le due bot-
teghe de* principali Profeflbri di lavoro di tarta-
ruga , e di madreperla Niccolò de Turris , e Giu-
feppe Sarao,i quali fecero a gara nel concertar con-
molti lumi le opere loro , dirtinte con oro , ed ar-
gento^ con gemme di molto valore . In forn-
irla tutta quella regione , ovvero Ottina ( come
appellane in Napoli quei , che in Roma diconfì
Rioni) era maertofamente illuminata : né fol quel-
la parte , che più vicina era al Regal Palagio , ed
efpo-
efpofta agli occhi di maggior numero di curiofij
ina eziandio nel Borgo di Santa Lucia a mare , e
in quel di Chiaja , e fui monte detto di San
Martino : tanta forza ebbe T amore verfo Sua
Maeftà di quefti leali Cittadini , e le prudenti dif-
pofizioni del foprallodato Signor Duca di San
Filippo, Eletto del fedeliflìmo Popolo.
Pattandoli dal largo del Cartello alla gran
Piazza di Porto , non folamente vedeanfi le fine-
stre (e non fon meno in quei quartieri che quat-
tro , e infino a cinque ordini ; tutte ben fornite
di lumi, fecondo le forze, e la qualità degli abi-
tatori 5 ma fpezialmente era da riguardarli la fon-
tana , che a maraviglia era fiata ornata di opera
di architettura , e di lumi in grandiffìma copia :
in modo tale che comparve quelle fere una delle
cofe più notabili della Città . Onde (ì fcorge che
l'amore rende liberali , ed ingegnofe anche le per-
fone più dozzinali : come in fatti meritarono la
lor laude ancor' elfi i Marinaj , ed altri abitatori
del Molo picciolo 5 i quali , oltre a* lumi per le fi-
neftre , erefièro un belliffimo baldachino , col ri-
tratto di Sua Maeftà fulia facciata della lor pie-
ciola Chiefa . Dalla ftrada di Porto R entrava a
quella detta de' Lanzieri , la quale di necelfità
parve più fplendida , e nobile 5 .perchè quei Mer-
catanti addobbarono riccamente , e con varie bei-
le invenzioni i lor fondachi , e vi pofero in mo-
fira tutti i più belli argenti delle lor cafe j e '1 ri-
tratto del Re con vaghi/fimi baldachini > e con
dop-
/
$g 40 §#
doppieri , e con altri più minuti lumi di cera ono-
rarono. Né guari diverfamente fecero i Mercatan-
ti dell' Ottina di San Pietro Martire , mettendo in
artificiofa veduta fcelte argenterie , e gioje di gran
valore . I Frati Predicatori della Chiefa al mede-
ilmo Santo dedicata , innalzarono fulla facciata di
cfla un fontuofo baldachino con molti doppieri
di cera allo {teflb fine : e' vicini Mercatanti di cal-
zette ancor' eflì i lor fondachi fuperbamente para-
rono : al di dentro con tele di oro , e con argenti
lavorati , e con molti lumi di cera j i quali riflet-
tendo ne' molti fpecchi , e cnftalli , onde il ritrat-
to del Re era circondato , multiplicavano maravi-
gliofamente la luce , e quafì a quella del giorno
agguagliavano : al di fuori con fete di varj colo-
ri , ingegnofamente intrecciate 5 sì che diffidi cofa
egli era a difeernere , a qual de* fondachi fi dovef-
fe la maggioranza .
ProfTìma alla deferitta ftrada rifplendea quella
de* Mercatanti di drappi di feta , nel tenimento
dell'ottina di S. Giovanni Maggiore ( una delle an-
tiche Bafìliche , la qual credei! edificata dall' Imp.
Conftantino Magno , ma gì' intendenti l' hanno
per opera di altro Conftantino fucceilbre ; e in vero
i padroni de' fondachi non trafeurarono cofa ,0 fra.
per la ricchezza , o per l'invenzione , per cui po-
tettero degnamente onorare il ritratto di Sua
Maeflà . Ne molto cedeano ad eflì i Mercatanti
di panni lini , anche per la copia de' lumi di ce-
ra 3 con Angolare artificio difpofti , che su i bian-
chi
^ 41 3*
chi fondi cagionavano un candido e maravigliofo
fplendorc .
Quindi pacavano ì curiofì alla ftrada , che
vien detta anche al dì d' oggi degli Armieri ,
perchè anticamente dagli Arma juoli ella era abita-
ta : ei farebbe però più giufto il chiamarla de*
Drappieri . Il Capitano di quella non fece fupe-
rarfì da niun* altro Capitano nello innalzamento
di vago e pompofo baldachino , col ritratto di
Sua Maeftà , da molti doppieri circondato : onde
entrati con lui in laudevole onefta gara quei
Mercatanti , addobbarono ilor fondachi al di den-
tro di ricchi/lìmi broccati di oro , e di vaghi
drappelloni pendenti , e di fcelta fuppellettile di
argento lavorato , e di cristalli , e di doppieri , e
di vaghi baldachini 3 e al di fuori con fete
fvolazzanti di varj colori , capricciofamente in-
trecciate , e per quanto era lunga la ftrada , che
pure egli e ben lunga , con molti torchi di cera :
sì che aggiuntivi i copiofì lumi delle fineftre,
non potea vederfì cofa più nobile , né più fplen-
dente : fé non quanto nella vicina Ottina , detta
di Santa Catterina Spina Corona , le botteghe de-
gli Orefici , piene di argenti , di oro , e di preziofe
gemme , rapivano per neceffità gli occhi de* ri-
guardanti , per lo valore intrinfeco della materia ,
renduta più fcintillante dalla gran copia di lumi
di cera . I Pefcivendoli però della Loggia , non
potendo a patto alcuno emulare i molti , e ricchi
baldachini degli Orefici , il valfero dell' ingegno , e
F folla
%% 42 B#
Alila fontana di quella Piazza , con gentile in-
venzione , e con maraviglio/a quantità di lumi,
un folo affai magnifico ne ereffero , e'I ritratto
del trionfante Re vi allogarono : e del rimanente
fupplirono con l'affetto , e co' fervoroii Viva la
fera de' diciaffette , allora quando Sua Mae (là
colla fua amabiliilìma prefenza andò aggiungen-
do fella alla feda , e lume a lume.
DairOttina di San Giovanni a mare (eh/ è
una Chiefa e Priorato della Sacra Religione Ge-
rofolimitana ) in cui molti lumi vedeanfi , fecondo
Je forze , e '1 genio di quel Popolo minuto, e qual-
che cofa anche di nobile , fpezialmente il baida-
chino eretto da quel Capitano 5 fi palfava al Mer-
cato grande : ove quantunque molte luminarie
il foMèr fatte per (ci fere , come per tutta la
Città , a cagion della Coronazione del Re ce-
lebrata in Palermo , e per lo felice fuo ritorno
in quella Dominante 5 con tuttociò fi rinnovaro-
no con maggiore allegria anche quivi i lumi nel-
le fere de' fediti , diciaffette > e diciotto di Luglio,
per fecondare la gran feda , di fopra deferitta ,
degli Eccellentiffìmi Signori Eletti , e non parer
da meno delle altre Ottine . Tutte le flrade in vi-
cinanza del Mercato erano a maraviglia illumi-
nate : imperocché quantunque elle fieno abitate
da plebe 5 quella plebe però egli è induftriofa, ed
applicata a' piccioli traffichi 5 e per confeguente
non è del tutto avvilita ed oppreffa dalla pover-
tà . Aggiuntovi adunque lo fvifeerato amore , eh*
ella
43 »
ella porta al Re , fece delle maraviglie , tanto di
fuochi artificiali , quanto di Jumi d' ingegnofa in-
venzione , e fopratutto nella gran Piazza del
Mercato '-, il di cui vafto circuito farebbe paruto
un'Anfiteatro di luce , fé com' egli è di figura
quadrato , foiTe flato per ventura circolare . Ag-
giungevano magnificenza i bene ordinati e copio-
iì lumi della Fortezza detta il Torrione 5 e'1 va-
go e fuperbo baldachino col ritratto di Sua Mae-
ftà, eretto fulla facciata della Chiefa del Carmi-
ne Maggiore 5 e l'artiriciofa illuminazione dell' al-
ti/lìmo, e bene architettato vicin campanile j e'1
maeftofo baldachino ancora innalzato da' PP. Ge-
fuiti del Carminello 5 e quello affai più ricco del
Banco di Santo Eligio 5 e'1 non difpregevole a-
vanti la Chiefa di Sant' Aleffio della Comunità
de' Bardari fulla iìrada del Lavinaro ; e l'altro di
Santa Maria a Parete de' Conciatori 5 oltre a quel-
li delie Comunità de' Farinari , e di altre forti di
meftieri . Ne dee paifarii in iilenzio l'altro aifai
nobile che in mezzo al vicin Borgo di Santa Ma-
ria di Loreto fecefì dagli Orfanelli di quel Con-
fervatorio : perchè elTendo eilì applicati per profef-
iìone alla mufica , non contenti di una femplice
illuminazione 5 fecero allato al baldachino due
gran cori di ftrumenti , e di voci , per celebrar can-
tando le vittorie , e le lodi del giovinetto Regnante.
Il Capitano dell' Ottina di Porta Nolana,
con la voce » e con l'efemplo , fece sì , che quegli
F z abi-
*2q 44 atì*
abitanti , già per se ftefTì difpofti a fefteggiare la
venuta di Sua Maeftà , dafTero quali in ecceflb . Il
baldachino , da lui cretto fu certamente uno de"
più ragguardevoli , che il vedefie , o lì conlideri
l' altezza y o la ricchezza , o la (trattura , o l' ab-
bondanza de' lumi di cera , o la moltitudine de8
putti innargentati , de" fettoni , e degli altri orna-
menti : onde non men gli artieri della Contrada,
che gli uomini di più alta condizione fi sforza-
rono di fare del loro migliore . Così ancora la
Regale Chiefi della Santiflìma Annunziata , e' PP.
Canonici Regolari di San Pietro ad dram , e le
Dame dauftrali di Santa Maria Egiziaca , e la
Chicfa Parrocchiale di Santa Maria della Scala, e
tutte le altre dell' Ottina \ come Santa Maria del-
le Grazie all' Orto del Conte , e San Matteo det-
to de' Difciplinanti , e Santa Maria della Punta
della Comunità de' Saponari , e la Chiefa ancora
de" Santi Crifpino , e Crifpiniano , coli' annefTo
Confervatorio delle donzelle dell'arte de'Calzolaj;
tutte le quali Chiefe lì frudiarono di ottenere il
primato nello innalzare al ritratto del Re fon-
tuoii , e bene illuminati baldachini .
Neil' Ottina poi di Capovana vi furono del-
le cofe veramente degne di ammirazione : imper-
ciocché oltre al ricco e bene illuminato balda-
chino, eretto dal Capitano di eiìa , vi fu quello
del Cartel di Capovana, oggidì Palagio della Gran
Corte della Vicaria, e quelli del Monte, e Banco
de'
45* W
de* Poveri , e del Mante della Mifericordia , e del
Duomo , e delle Dame Clauftrali della Maddale-
na , e de* Frati Agoftiniani di San Giovanni a
Carbonara , e de' PP. Teatini de' Santi Apposoli ,
e de* Predicatori di Santa Catterina a Formello
della Provincia di Lombardia , e de Padri Mini-
mi di San Francefco di Paola , e de' Frati Fate
ben Fratelli del Convento della Pace , e fin delle
povere raccolte nei Confervatorio del Rifugio :
tutti arricchiti di molti lumi di cera, tutti fatti
con fplendidezza ; e , quel che più importa , con
lincerò amore : per tacere dell' ampio Seggio di
Capovana , ove quella infìgne NobiJtà fece ancor*
ella rifonar le lodi di Sua Maeftà con ifcelta
muilca , come di fopra è detto . Per tutta la con-
trada ardeano nelle molte fineftre, e balconi de*
Gentiluomini , e Titolati , molti doppieri di bianca
cera , ed altri copiofì lumi in quelle de' popolani:
e così ancora nella proffima Ottina di Forcella ,
che riputai! i'antichiilìma regione Termenfej ove
il baldachino , eretto dal Capitano, contendea la
maggioranza a quello del Convento di Santo A-
goftino Maggiore , e a quello di Santo Agrippino
de PP. Bafìliani , che pure erano de' migliori 5 fé
non quanto le Chiefe aveano un vantaggio ini-
mitabile , cioè che aveano ancora corredato di lu-
mi e le facciate, e* campanili : le quali cofe , per
eflèr la Città noftra tutta fui pendìo d'n rilevate
colline , fèmbravano un* incanto a vederle dal ma-
re in gualche di/tanza dal Molo.
Nel-
*?S 46 èfó£
Nella fte/Ta guifa di pafTo in paflb era tut-
to illuminato il quartiere della Vicaria Vecchia,
ove non {blamente avea il Capitano fatto ogni
fua pofla nello innalzare un baldachino fontuofo
al par degli altri 5 ma eziandio i PP. Miniftri de-
gl' Infermi , detti delle Croccile , e' PP. Pii Operar),
che reggono la Parrocchiale Chicfa di San Gior-
gio, e le Dame Claustrali del Moniftero, intito-
lato il Divino Amore , e" PP. Predicatori del Con-
vento di San Severo . E quindi feguiva l' Otti-
lia di San Gennaro all' Olmo , così detta da una
antichifllma Chiefa dello ftefTo nome , che fu ne'
fecoli pafTati -detta San Gennaro ad Diaconiam :
ove il Capitano Niccolò Rifpoli , facultofo Mer-
catante di libri, fuperò la fteiTa folita fua magni-
ficenza , nobilmente collocando il ritratto del Re
tra damafchi chermisi ,ed argenti di valore , e dop-
pieri , ed altri lumi di cera . E , per tacere de' pa-
lagi di principali Baroni , e Cavalieri , abitanti in
quel quartiere , e delle cafe di onorati Cittadini 5
aliai bene intefa fu la macchina di architettura
eretta fuori del Portico della Chiefa di San Gre-
gorio Armeno , volgarmente detta San Liguoro j
la quale da quelle Religiofe Dame fu fatta al di
fuori ornare . di copioiì lumi , e al di dentro di
damafchi chermisi col ritratto di Sua Àiaeftà, in-
nanzi al quale ardeano in otto gran candelieri di
argento- altrettanti doppieri : ed altri Cei torchi ar-
deano al di fopra in cornucopie anche di puro ar-
gento ad onore di San Benedetto , lor Patriarca,
di-
s
*S 47 W
dipinto in uno ovato medaglione . Meritarono an-
cora molto applaufo le Religiofe Dame dell' e-
gualmente antichiffimo Moniftero de* Santi Mar-
cellino^ Fefto , che in maeftofi candelieri di ar-
gento fecero ardere ancor' elle molti doppieri in-
nanzi al ritratto del Re , oltre a' molti lumi , di
cui fecero rifplendere la lor cupola, e '1 campani-
le : e così parimente fu Ila facciata della Chiefa
dirimpetto , dedicata a' Santi Severino , e Soffio , i
Padri Benedettini della Congregazione di Santa
Giuttina di Padova ; i quali anche col fuono di
giulive trombe la felice venuta di Sua Mae/là fe-
steggiarono . Più difpcnd'wfo però fu lo apparec-
chio del Sacro Monte della Pietà : imperocché
fotto le magnifiche volte di quel cortile , adorno
<\i ricchi ccntrotagli , e di eccellentiffimi arazzi,
fu formata come una gran Cappella , nel di cui
fondo fotto fplendido baldachino collocato venne
il ritratto di Sua A/faeltà , intorniato di ardenti
doppieri , e di fcelti lavori di argento : e ne' iati
furono leggiadramente difpofti due cori di m liti-
ca i i quali iniino alla mezza notte le ben merita-
te laudi della medefima Maeffà fecero rifonare.
Anche la facciata esteriore di quell' infigne edifì-
cio corrifpondeva all' interna ricchezza , così per la
copia de' lumi , come per gli altri ornamenti.
Dalla mentovata itrada di San Gennaro ad
Dìaconiam , e di San Gregorio Armeno , che an-
ticamente appellava!! Vico Noftriano , falivafl al-
la Piazza di San Lorenzo , anticamente Mercato
vec-
m 48 Hi
vecchio: ove vedeafi il nobili/Timo , e bene illumi-
nato baldachino , pofto fopra il balcone di quefta
Eccellentiflìma Città 3 e poco più oltre quello del
Banco di Santa Maria del Popolo 5 e quindi fulla
ftrada , detta anticamente Augurale ( forfè dal
Collegio degli Auguftali ) 1' illuminazione , e '1 bal-
dachino eretto da' PP. Teatini , fulla facciata del-
la lor Chiefa di San Paolo , che fu tempio de*
Gentili , dedicato a Caftore e Polluce da Tiberio
Giulio Tarfo, Liberto di Augufto. Voltandofì a
deftra vedeafi anche il ritratto di Sua Maeftà
melTo con molta copia di lumi da' PP. Minori
Conventuali fulla porta minore della loro Chiefa
di San Lorenzo , effendo la maggiore impedita
dalla nuova fabbrica > ed anche troppo vicina al
balcone della Città . Poco più innanzi fulla loro
bellifllma facciata di bianco marmo aveano gli
efemplari Padri dell' Oratorio di San Filippo Ne-
ri nobilmente , e con molti lumi di cera , collocato
fotto vago baldachino ili medelìmo ritratto : e di
contro anche gli Orfanelli del Confervatorio de'
Poveri di Gesù Crifro , con un Coro della lor
mulìca . Nella parte fuperiore della Città , eh' è
da quel lato , fecero altrettanto le Dame Clauftrali
di Santa Maria Donna Regina , e quelle di San
Giufeppe de' Ruffi, e quelle di Regi?ia Codi 5 e
poco più oltre i PP. Eremitani del Beato Pietro
da Pifa : e voltandoli quindi a deftra , facea va-
ghiflìma moftra il baldachino , eretto dal rinoma-
tiiìlmo Spedale di Santa Maria del Popolo, o fia
de-
*ps 49 ^
degli Incurabili 3 e più in giù quello delle Reli-
giofe Dame dell' antichiffimo Moniftero di Santa
Patrizia .
Coloro poi , che da San Paolo andavano ver-
fo occidente , incontravan torto il Seggio della
Montagna, nobilmente illuminato di molte cere,
e di ricchi paramenti addobbato , e rifonante di
fcelta mufica : e pofcia il baldachino , eretto da'
PP. Onerici Regolari Minori fulia facciata della
lor Chiefa di Santa Maria Maggiore , comunal-
mente appellata la Pietra Santa 5 una delle quat-
tro antichiffime Parrocchie della Città : e più ol-
tre quello delle Dame Carmelitane della Croce
di Lucca , e quello altresì de* PP. Celerini fulla
lor Chiefa , dedicata al Santo Pontefice Celeftino,
ed appellata di San Pietro a Majella , a cagion
eh' egli fui monte della Majella menò fanta ed
eremitica vita. Nella grande ftrada poi, che va a
riufeire alla Porta della Città , che dalla vicina
Chiefa chiamali di Conftantinopoli , ammiravano
i lumi , e' baldachini delle Religiofe Dame Dome-
nicane , così del Moniftero di San Giovan Bati-
fta,come dell'altro, dedicato alla Divina Sapien-
za : né punto inferiore era quello eziandio del
Moniftero di ragguardevoli Cittadine di Santa
Maria di Conftantinopoli.
Se qui noi voleflìmo di/tenderci , e far mi-
nuto racconto di tutte le altre fontuofe lumina-
rie , così di Ecclefìaftici , come di Secolari , che
vedeanfi anche fuori le Porte della Città , e per
G quan-
*£§ 5° *^*
quanto gli ampli/Timi Borghi fi eftendono , ei fa-
rebbe opera da farne un più gran volume , ed
anche da cagionare un gran tedio : dappoiché
quantunque elle foffer diverfe per qualche acci-
dente del più, e del meno 3 tutte però erano uni-
formi nella foftanza : confiitendo in lumi di cera,
baldachini , ritratti , fuochi artificiali , e cofe fimi-
glianti .
Nulla però di manco , per non defraudare il
merito della dovuta lode , tornando alquanto in-
dietro a San Gennaro all'Olmo , onde ci dipar-
timmo per falire a San Lorenzo j diciamo , che
nella confinante Ottina del Seggio di Nido, va-
ghiffimo fu il baldachino porto fulla facciata del-
la loro Chiefa dalle Religiofe Cittadine , dimo-
ranti nel Confervatorio della Nobii'arte della fe-
ta fotto l'invocazione de' Santi Filippo, e Giaco-
mo : e ragguardevole ancora quello del vicino
nuovo Confervatorio di donzelle , a San Niccolò
dedicato : come anche nella ftrada a finiftra (det-
ta ne' tempi addietro il Vicolo de' Cara fi ) quello
de' PP. della Congregazione di San Guglielmo,
altrimente appellata di Monte Vergine : e più ol-
tre a de/tra l' infigne apparecchio del Gran Col-
legio de' PP. della Compagnia , fempre ferj , fem-
pre nobili nelle cofe loro.
Il Seggio poi di Nido , effondo per se ìreffo
un' ampio , capace , e maeftofo edificio , potè facil-
mente venire adorno con altra fpezie di rilevata
architettura , mefTa la più parte ad argento . In
cima
s
y
ÀÌ 51 §£
cima alla macchina era la (tatua del Re , pari-
mente innargentata , e da per tutto fiammeggia-
vano doppieri , ed altri minori lumi di cera : e
perchè da due lati del quadrato edifìcio gli archi
corrifpondeano fopra due piazzette di qualche ca-
pacità 5 perciò aveano i curiofì dove fermarli , e
fentir fenza incomodo le Iodi del Re , cantate da
valenti mufici inllno alla mezza notte . Sul pro-
fpetto della vicina Chiefa di Sant'Angelo era pa-
rimente innalzato un vago baldachino, per ono-
rare con accefì doppieri il ritratto di Sua Mae-
ftà : ed anche fulla Regal Chiefa di San Domeni-
co , detto il Maggiore , fondata , in vece dell' anti-
ca della Maddalena , dal Re Carlo I. di Angiò,
fratello germano di San Luigi Re di Francia : ed
un' altro eziandio fulla vicina Porta del Banco
del Salvadore.
Le Dame poi Clauftrali ài Santa Chiara ,
colla loro folita generofità , e con la particolare
affezione, che in memoria del favio Re Ruberto,
fondatore della loro Chiefa , portano conftante-
mente ali'Auguita Regal Cafa di Francia, ereiTe-
ro un fuperbiffimo baldachino ancor' elle fulla
porta della loro Chiefa , abbondante di tanti , e sì
ben difpofti lumi , che obbligavano i viandanti a
fermarli in quel cortile per alquanto fpazio di
tempo ad ammirare , con quanto acconcio modo
folfe quivi onorato il ritratto del Re : né punto
era da difpregiarfi l' illuminazione altresì del loro
celebrato Campanile: di modo tale , che chiunque
G 2 voi-
£2 <;z *&
volgea lo fguardo verfo il Seggio di Nido,vedea
congiunti in belli/lima profpectiva tanti lumi , e
fpezialmente quei di cera de' bei palagi di quella
contrada , che pareagli di efTere in qual più in-
cantato deliziofo luogo fìa ftato giammai ideato
dall'ingegno de* Poeti , o dalla follia de* Roman-
zato™. Dalla parte però di fopra , fu anche infi-
gne il baldachino eretto dalle Dame claustrali
Domenicane dell'antico Moniftero de* Santi Pie-
tro^ Sebaftiano .
Anche fulla porta maggiore del famofo
Tempio ad Gesti Nuovo i PP. Gefuìti della Ca-
fa ProfefTa innalzarono un belliflìmo baldachino,
e qual richiedeafi a così gran Piazza , ed a così
ampia facciata . Né (blamente eravi di buon pen-
nello il ritratto del Re , ma un gran quadro an-
cora , in cui fìgnificavafi la cuftodia degli An-
geli Santi , fcrittovi fotto il feguente paflb della
Sacra Bibbia , alla ftefTa cuftodia felicemente ap-
propriato :
Cuflodivit me' dn^elus ejus &1 bine euntem,
& ibi commorantern Ì&" inde bue revertentem.
Più innanzi poi s* ingegnarono di non farfi vin-
cere di magnificenza i Governadori del Banco , e
della Chiefa dello Spirito Santo , così per quel
che fi attiene a* nobili paramenti, come per quel
che tocca alla copia delie ardenti cere : e nettam-
poco i PP. Pii Operarj della Chiefa di San Ni-
cola,
«N 53 Mi
cola, detta della Carità, dalla Piazza, fulla quale
ella è fituata .
Fecero ancora il loro dovere i PP. Benedetti-
ni della Congregazione Olivetana , fìtuando il ri-
tratto del Re fui profpetto della loro Biblioteca,
fotto un baldachino chermisi , col debito numero
di doppieri . 1/ ornamento però di verde mortella,
e* di lumi , che abbelliva con ingegnofa inven-
zione la nobil fontana della fottopofta Piazza,
detta di Monte Oliveto, non fu fpefa de' mede-
fimi Padri, ma de* carrozzieri , e di altri artefici,
che abitano in quella contrada , con intendimen-
to del Capitan dell'Ottilia 5 meritevoli di com-
mendazione per efferfì allontanati dalle idee co-
munali nel!' onorare il ritratto di Sua Maeftà.
Generalmente poi l'Ottina,che appella fi di Don-
na Alvina da un Moniftero di Dame religione
( e quefto dall' antica Torre di Albino ) fece/ì
molto onore 3 poiché tanto le fineftre de' Nobili,
quanto quelle di onorati Cittadini , e Mercatanti,
furono guarnite di torchi di cera . Il baldachino
più. ragguardevole dee fenza dubbio riputar/I
quel che fu eretto da' PP. Minori Oflèrvanti di
Santa Maria la Nuova 5 in fecondo luogo quello
del mentovato Moniftero di Donna Alvina 5 né
andò fenza lode quello del Regal Confervatorio
di Donzelle fotto 1* invocazione di San Gennaro,
fìtuato fulla ftrada maeftra .
Tanto fece il Comune della fedeliffima Cit*
tà di Napoli , tanto i privati Cittadini di tutti
gli
/
*pt5 5*4 ^
gli ordini > e di ogni flato , per onorare il felice
trionfai ritorno del fuo amantiffimo Signore : e
più fatto farebbe/i a mifura del fervente comun
defìderio , fé non il avelie avuto a lottare colla
brevità del tempo 5 o per me' dire , fé la gran
ventura di avere ricuperato la Regal Sede , non
fufle troppo recente . Imperciocché per molto,
che le arti della pace , e della guerra , incominci-
no a rifiorire 5 ancor tempo ci vuole pria che fi-
nifcano di rifanarfì le invecchiate piaghe . Verrà
forfè un giorno , e preghiamo il Cielo eh* ei non
fla molto lontano , che abbianfì a celebrar fefle
di gran lunga maggiori , ed innalzare in bronzi ,
e in marmi perpetui Monumenti alla grandezza
di un tanto Principe.
FINE.
SA-
w5 5*5* *&
SACRA REGAL MAESTÀ
Signore
GLi Eletti della Fedelitflma Città di Napoli
porti a* regali piedi di Voftra Maeftà umil-
mente l'efpongono, come avendo fatta difendere
una detenzione delle fefte , che fi ferono da que-
flo Pubblico nel felice ritorno della Maeftà Vo-
ftra dal Regno di Sicilia , delìderano di pubblicar-
la per mezzo delle ftampe , acciò non folo ven-
ga in notizia di coloro , che non vi poterono cC-
fer prefenti , ma perchè retti un perpetuo docu-
mento dell' ofTequio ed applaufo in tal congion-
tura fatto da' fuoi fedeliffimi Sudditi al loro vit-
toriofo Signore. Supplicano perciò Voftra Maeftà
concedergli la grazia di poterla dare alle ftam-
pe , che lo riceveranno dalla fua Regal Clemen-
za , ut Deus.
Tomrnafo Caracciolo Marchefe di Villamayna .
D Gio: Battijìa Pignatelli Marchefe dì S. Mar co.
Ottavio A4arìa Aiormile .
Alt chele San felice Duca d 'Acquarella .
Saverio Cai migliano .
Duca Giufeppe Brunaffo.
Re-
A
*$§ f6 SS*
Rea'itts in Neapolìtana Studiorum Tlnìverjìtate Theologià
'Jl forai fs Profeffor R. DXajirenJti Scaja revideat,& in /cripti!
refcrat .Neapoh die io. menjti Novembri! 173 f.
C. GALIANUS ARCHIEP. THESSAL. CAPELLANUS
MAJOR .
Vendo per ordine di Monfignor D. Celeftino Galiano Ar-
civefcovo di TeiTàlonica Regio Cappellan Maggiore del
Regno riveduto il libro intitolato : Descrizione delle fejìe cele-
brate dalla FedelìJJìma Città di Napoli per lo gloriofo ritorno
dall' imprefa di Sicilia della S. M. di Carlo "Borbone &c. non
Vi ho ritrovato colà alcuna che fuiTè , o alla Real Giurifdizione,
e Regj dritti contraria , o a* buoni coftumi ; che anzi con vi-
vezza di itile dimoftra la dovuta divozione di tutti gli ordini
'<h quefta Fedeliffima Città verfo la M. S. onde Aimo poiìà,
darfi alle pubbliche ftampe. Oggi xnr. Novembre mdccxxxv.
Cajìrefe Scaja Dottor* e ProfeJJbre di S. Teologia «
Die 22. menfìs Novembri! ìfif.Neap.
VJfo Re/ cripto S. R. M. /ab die 1 6. currenth menJÌ! , ec re~
latione JaBa per Referendum D. Cafìrenfem Scaja de com-
tnifjìone Reverendi Regii Capelloni Major h , ordine pr afata Ma-
jejtatis
Regali! Camera S ancia Clara providet , decernit , atque mandata
quod imprimatur cum inferiti forma prafenth fupplich libelli,
& approbationis ditli Reverendi Reviforh ^verum in publicatio-
ne ferva ur Regia Pragmatica . Hoc fuum.
ULLOA PRiES. ROCCA. MAGIOCCO. VENTURA.
DE ONUPHRIO.
Maftellonus.
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