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Full text of "Descrizione delle feste celebrate dalla fedelissima città di Napoli per lo glorioso ritorno dalla impresa di Sicilia della Sacra Maestà di Carlo di Borbone, re di Napoli, Sicilia, Gerusalemme, &c"

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'  • 


DESCRIZIONE 

DELLE  FESTE    CELEBRATE 
DALLA     FEDELISSIMA 

CITTÀ     DI     NAPOLI 

Per  Jo  gloriofo  ritorno  dalla  imprefa  di  Sicilia 

DELLA  SACRA    MAESTÀ 

D     I 

CARLO  DI  BORBONE 

Re  di  Napoli ,  Sicilia ,  Gerufalemme  ,  &c. 

Vlds^  colUs  cialde  ^s^ta^ 


JJi  ..iuTsx.^.iJlamanujfeuIp 


A\b*s  Michael  forchini  ie\if 


In  NÀPOLI,  Nella  Stamperia  di  Felice  Mosca  MDCCXXXV. 

Con  licenza  de"  Superiori* 


m  2  s$ 


Gli  fu  certamente  gran- 
de, inafpettato,  e  fovra 
ogni  altro  pregevole  il 
dono ,  che  la  Divina  Pre- 
videnza ,  con  liberaliffi- 
ma  mano  ,  fece  alla  Cit- 
tà, e  al  Regno  di  Napo- 
li nel  paflato  anno  1734. 
Per  vie  del  tutto  igno- 
te all'  umano  antivede- 
te ,  e  quafi  cangiando  V  ordine  confueto  delle 
Cagioni  ,  ella  ci  addufle  un  Re  :  e  un  Re  nato 
di  antichi/Urna  Regal  progenie  5  dotato  di  tutte 
quelle  eroiche  virtù ,  che  a  formare  un  grande ,  e 
gloriofo  Principe  fì.  convengono  :  e  in  fomma  tale, 
qual  non  folamente  ad  iiiuftrare  la  gran  tempo 
negletta  noftra  Nazione ,  ma  a  rinnovare  Y  antico 
onore  di  tutta  Italia  fa  di  meftieri -.  Fu  perciò  ine- 
fplicabile  il  giufto  gaudio  de'  Napoletani  :  ma , 
sì  come  avvenir  fuole  ad  uom  ,  che  per  lunghis- 
simo fpazio  di  tempo  in  ofeura  prigione  fìa  ira- 
to rinchiufo,  quando  egli  poi  rivede  la  bella  ,  e 
Scintillante  luce  del  Sole ,  fente  un  certo  gaudio , 

A     2  di 


^    4   i 

di  dolor  mifto  jo  pur  come  accaderebbe  a  colui, 
il  quale  ,  nato  del  tutto  cicco ,  pofcia  per  iftraor- 
dinario  favor  del  Cielo  aprifTe  gli  occhi  ,  e  tante 
belle ,  e  diverfe  forme  ,  quante  adornano  TUniver- 
fo,  miraflè  5  egli  fenza  dubbio  un  molefto  piace- 
re ,  e  una  piacevol  moleftia  fentirebbe  dalla  info- 
lita  raggiante  luce  :  così  appunto  alla  prima  glo- 
riofa  venuta  del  noftro  inclito  vittoriofo  Monar- 
ca ,  attoniti  ,  e  quafì  fmarriti  dalla  novità  della 
loro  ftefla  gioja ,  e  dalla  appena  creduta  ventura  i 
Napoletani  ,  non  dieder  tutti  quegli  efterni  fegni 
di  allegrezza ,  che  ad  appalefare  l' infinito  interno 
gaudio  forano  peravventura  /tati  convenienti . 
Quando  però  effi  incominciarono  a  rinfrancarli ,  e 
a  feorgere ,  e  a  toccar  con  mano ,  quanto ,  e  qual 
verace  non  fognato  ben  pofledelfero  5  e  quando  fi- 
nalmente nel  rigore  del  pafsato  inverno  ebbe  Sua 
Maefià  intraprefo  il  diffidi  viaggio  verfo  la  Sici- 
lia ,  per  le  nevofe  balze  degli  Appennini  5  allora 
sì  >  che  i  Napoletani  fi  avvidero  di  amare  il  loro 
invitto  Signor  daddovero  •  Conobbero  ne'  primi 
giorni  della  di  lui  afsenza ,  che  mancava  un  non 
so  che  di  bello,  di  buono,  di  grande,  di  eccelfoj 
che  mancava  lo  fpirico  vitale ,  e  la  mente  faggia 
legislatrice  ,  onde  la  giustizia  ,  il  buon'  ordine ,  e  la 
felicità  de'  Popoli  afsolutamente  dipende  •  Ne'  fe- 
guenti  mefi ,  che  fembraron  fecoli ,  impararono  piti 
ardentemente  a  defìderare  5  e  gli  accorti  ofservatori 
delle  cofe  ben  leggevano  nella  fronte  di  ciafche- 
duno  j  non  potere  più  i  noftri  Cittadini  vivere  fen- 
za 


za  il  Re  Soddisfatti ,  e  contenti .  Gli  ravvivava  Col 
di  quando  in  quando  Ja  cara  ,  e  dolce  contezza 
della  profpera  falute  di  Sua  Maeftà  ,  e  del  celere, 
e  ftupendo  corfo  di  fue  vittorie  5  e  le  pompofe, 
magnifiche  dimoftrazioni  del  nobiliflimo  Reame 
di  Sicilia,  come  premio  ben  dovuto  alla  virtù  del 
Re  ,  con  immenfo  piacere  ,  fé  ben  con  generofa 
emulazione  ,  afcoltavano  .  O  quanti  ferventiffimi 
voti  mandavanfi  al  Cielo  per  lo  di  lui  pretto  ,  e 
felice  ritorno  .  O  quanto  affliggeva  una  dubbia 
fama  ,  eh'  ei  dovefse  oltra  V  autunno  nella  vera- 
mente felice  Città  di  Palermo  far  fua  dimora  :  e 
sì  come  gli  amanti  desiderano  che  all'  obbietto 
amato  ogni  altra  bellezza  fembri  fparuta  ,  e  dif- 
forme 5  così  avrebbono  voluto  i  Napoletani ,  che  in 
tutti  e  tre  i  famofì ,  e  fecondi  promontori  della  Si- 
cilia ,  niuna  Città  ,  niuna  villa  ,  niun  campo ,  niun 
fonte,  e  niun  di  quei  pregi  della  natura  ,  e  dell' 
arte  ,  di  cui  va  meritevolmente  fafìofa  quell' Ito- 
la, meritafse  il  Regale  compiacimento.  Accufava- 
no  la  pigrizia  degli  artefici  ,  che  la  ricca  regal 
Corona  avean  prefo  a  formare .  Bramavano  il  Re 
più  timido,  e  più  gelofo  di  fua  falute  5  tal  che  per 
non  efporil  a'  pericoli,  che  in  tempo  di  {tate  l'a- 
ria di  quelle  regioni  fuole  a'  viandanti  apportare, 
più  follecitamente  dal  novello  Regno  il  dipartif- 
fe.In  fomma  provavano  un  dolce  amaro  mefcola- 
mento  di  vero  defiderio  ,  d'incerto  timore,  d'incer- 
ta fperanza  ,  e  di  tutti  quegli  affètti ,  che  nel  cuo- 
re umano  la  lontananza  di  un  bene  ,  per  fc  flef- 

fo 


*P5     6     tfit 

fo  libero  ,  ed  independente ,  è  folita  di  produrre . 
Allora  poi  ,  quando  da  replicate  non  dubbie  no- 
velle della  Corte  ,  e  da  tutte  le  verifimiglianze, 
non  fol  conghietturarono  ,  ma  furono  renduti  cer- 
tifsimi ,  che  Sua  Maeftà  ,  ne'  principj  di  Luglio ,  la 
brieve  navigazione  a  quefta  volta  avrebbe  intra- 
prefa  ;  allora  sì  ,  che  la  piena  della  gioja  ,  quali 
gonfio  torrente  ,  trapafsò  le  fponde  ,  e'1  giubilo 
diede  in  eccefso  ,  e  quafi  quafi  in  follìa ,  fé  pure 
eccefso  ,  o  follìa  può  nominarfì  un  movimento 
ftraordinario  di  cuore  verfo  un  gran  bene  ,  ch'e- 
gli racquieta  .  Incominciarono  tutti  i  Cittadini  a 
penfare  ,  in  qual  più  degna  guifa  ,  ciafeuno  a  pro- 
porzion  di  fue  forze  ,  il  bramato  ritorno  del  Re 
celebrar  potefse  :  ma  più  degli  altri  gli  Eccellen- 
tiffimi  Signori  Eletti  di  quefta  fedelifsima  Città, 
cioè  a  dire  ,  il  Signor  D.Tommafo  Caracciolo  ,  Mar- 
chefe  di  Villamayna ,  per  Io  Seggio  di  Capoana  5 
il  Signor  D.Domenico  Sanchez  de  Luna,  e  M  Si» 
gnor  D.  Michele  Sanfelice,  Duca  di  Acquavella  , 
per  lo  Seggio  della  Montagna  5  il  Signor  D.  Gio: 
Battifta  Pignatelli  Marchefe  di  S.  Marco  ,  per  lo 
Seggio  di  Nido  (così  corrottamente  dicefi  per  Ni- 
lo )  i\  Signor  D.  Alellandro  Àiacedonio  Marche- 
fé  di  Ruggiano,per  lo  Seggio  di  Porto  3 -il  Signor 
DOttavio  Maria  Mormile  ,  per  lo  Seggio  di  Por- 
tanova^e'l  Signor  D.  Giufeppe  Brunaflb  Duca  ài 
S.  Filippo  ,  per  la  Piazza  del  Fedeli  filmo  Popolo. 
Effi ,  e  come  rapprefentanti  quefta  famofa  Metro- 
poli ,  e  come  divorinomi  Sudditi  di  Sua  Maeftà , 

bra- 


$g   7    * 

bramoil  di  far  rifplendere  la  lor,  fede  ,  e'1  loro 
zelo  in  una  occafione ,  in  cui  gli  occhi  non  men 
degli  amici  ,  che  degl'  invidiofi  della  gloria  del 
Ke,  fiirebbono  flati  attentifsimi  fpettatori  5  fi  vi- 
dero inviluppati  5  e  confufi  dallo  fteiìo  ardore  del 
loro  veniente  defiderio .  Imperocché  dall'  una  par- 
te ,  eflendo  naturalmente  i  Napoletani  inchinati  al- 
la magnificenza  ,  e  dall'  altra  fomminiftrando  V  A- 
more ,  per  fua  infeparabile  propietà ,  grandi ,  e  gè* 
nerofi  penfìeri  j  fcorgeafi  nondimeno  troppo  brie* 
ve  il  tempo  da  metterli  acconciamente  in  efecu- 
zione;  e  fene  giva  perdendo  anche  molto  nel  de- 
liberare circa  la  invenzion  delle  macchine ,  e  del- 
le luminarie  nella  gran  Piazza  del  Regal  Pala- 
gio 5  e  circa  l'ornamento  del  lido  dell' Arfenale  , 
ove  Sua  Maeftà  avea  a  prender  terra  :  dappoiché 
egli  era  imponìbile  il  fabbricare  in  pochiffimi  dì 
un  lungo  ponte  fopra  travi  confitte  in  mare,  nel- 
la guifa  ,  che  faceafi  un  fecolo  addietro  nel  rice- 
vimento di  quei  Viceré ,  che  di  Spagna  navigan- 
do venivano  .  Laonde  fu  ftimato  miglior  configlio 
il  darne  tutto  il  pefo  ,  e  tutta  la  cura  all'Jnge- 
gniere  D.  Niccolò  Tagliacozzi  Canale ,  fenza  pre- 
scrivergli alcuna  particolare  idea  ,  che  il  volo  del 
fuo  ingegno  afFrenafFe  .  Confiderò  egli  che  il  fin 
della  fefta  era  il  celebrare  con  ordinati  fuochi 
notturni  la  trionfai  venuta  di  Sua  Àiaeftà  :  ma 
confiderò  altresì ,  non  efiervi  un'  anno  di  tempo , 
quanto  ne  confumò  Paolo  Emilio  per  apparec- 
chiare le  fue  celebri  luminarie  in  Anfipoli ,  dopo 

aver 


8   39 

aver  vinto  il  Re  Perfeo  ,  ed  aggiunto  alla  gran- 
dezza Romana  il  Reame  della  Macedonia  (  a)  : 
anzi ,  per  l'oppofito ,  e/Tendo  mezzo  Giugno  ,  fa- 
pea  beni/lìmo  ,  afpettarfì  Sua  Maefcà  per  lo  prin- 
cipio di  Luglio.  Adunque  ,  per  quanto  gii  permi- 
fe  l'incredibil  fretta  de'  Signori  Eletti ,  abbozzò  (li- 
bito le  fue  idee ,  cominciò  ad  apprettare  i  materia- 
li neceiTarj,e  a  raccogliere  legnajuoli ,  e  dipintori 
in  gran  numero  ,  e  tutta  quella  gran  varietà  di 
artefici ,  e  di  operarj ,  che  in  ilmiglianti  occafìoni 
fan  di  mefrieri  5  i  quali  torto  con  incredibile  folle- 
citudine  pofer  mano  alla  grande  opera 

Cafligantque  moras ,  opere  omnis  femita  fervet  . 
Aggiungeva  acutifllmo  ftimolo  a* mede/imi  Signo- 
ri Eletti  una  certa  virtuofa  emulazione  degli  Ec- 
cellentiilìmi  Signori  Cinque  ,  e  Sei  (  b  )  i  quali , 
bramando  di  aver  parte  nel  merito  di  oiTequiar 
degnamente  Sua  Maeftà,e  di  onorare  quanto  pof- 
fibii  mai  foiTe  la  fua  venuta  ,  fuggerivano  chi 
una  fpezie  di  magnificenza  ,  e  chi  un'altra  :  né 
minore  apparve  il  fervente  deilderio  di  ciafcuna 
delle  Eccellenti/Time  Piazze  al  medefimo  fine  con- 

gre- 

(  a  )     Liv.  lib.  f s, 

(  b  )  Sono  quelli  in  tutto  xxix.  quanti  erano  gli  antichi 
Seggi  ,  e  forfè  ponno  paragonarfi  agli  antichi  Decurioni  .  Cia- 
fcun  Seggio  ,  o  Piazza  di  prefente  ne  elegge  fei ,  fuorché  quella 
di  Nilo,  che  ne  fa  cinque:  e  perciò  allora  quando  effì  fi  radu- 
nano in  S.  Lorenzo ,  dicefi  radunarli  i  Cinque  ,  e  Sei .  Eflì  non  han 
voto  decifivo ,  ma  lol  confultivo  ,  con  facultà  di  convocare  ri- 
fpettivamente  le  Piazze  ,  da  cui  dipende  il  decidere  ne'  pub- 
blici affari . 


Wj      9       *& 

grcgatc  .  E  certamente  fé  alla  vaftità  de*  penfieri 
foffe   andato  del  pari  il  tempo  ,  o  l'opulenza  del 
pubblico  peculio ,  troppo  invero  per  le  pafTate  ca- 
lamità fmunto  ,  ed  efaufto  j  egli  non  ha  dubbio, 
che  grandi  ,  fontuofì  ,  e  perpetui    monumenti  di 
amore  ,  e  di  fede  vedrebbonil  almen   cominciati, 
fé  non  ridotti  a  perfezione .  Già  forgerebbono  ar- 
chi ,  e  colofsi ,  e  portici ,  ed  obelifchi ,  da  giostrare 
colla  voracità  de'  fecoli  ;  e  già  per  tutta  Europa 
forano  in  gran  copia  fparfe  eccellenti    medaglie, 
nulla  inferiori  a  quante  in  quefto  ben  culto  fecolo 
fene  fon  battute  con  felice  emulazione  della  fcol- 
tura  Greca  ,  e  Romana  .  Senza  però  Sgomentarli 
così  gli  uni,  come  gli  altri  ,  cioè  gli  Eccellentifsi- 
mi  Signori   Eletti  ,  e  gli    Eccellentifsimi   Signori 
Cinque ,  e  Sei ,  e  bramofì  di  fare  almen  con  pre- 
stezza quel  poco ,  che  potea  farli  5  pofèro  ben*  a- 
cuti  fproni  al  fianco  degli  artefici  .  Da  una  par- 
te cioè ,  fu  porto  il  Dottor  D  Scipione  del  Tufo, 
un    de'  Sei  della  fedelifsima    Piazza   del  Popolo  , 
uom  di  fua  natura  fervido ,  e  di  attività  ,  e  di  ef- 
ficacia /ingoiare ,  acciocch'  egli  dafle   moto ,  anzi 
corfo  bene  ordinato  alle  cofe  ;  e  dall'  altra  il  Mae- 
fìro  delle  Cerimonie  D.  Girolamo  Trutta  ,  e  fot- 
to  di  lui  alquanti  officiali  inferiori ,  per  invigila- 
re circa  le  fpefe ,  ed  aver  l' occhio  attento  fopra 
la  vafta,ed  incredibile  quantità  de' materiali ,  che 
andavano    nella    fefta    necelfariamente  impiegati . 
Tanto  in  fomma  fi  operò  5  e  mafsimamente  coli' 
infaticabile  autorità  dd  mentovato  Signor  D.  Ot- 

B  ta- 


^a  io  a* 

tavio  Maria  Mormile  ,  CommefTario  da*  Signori 
Colleghi  detonato  5  che  il  dì  dodicefimo  di  Lu* 
glio,chefu  quello  del  felice  arrivo  di  Sua  Mae- 
fià  ,  trovoffi  ogni  cofa  fplendidamente  apparec- 
chiata nel  modo  feguente . 

In  quella  parte  del  lido ,  proffimo  all'  Arfe- 
nale  ,  ove  il  Re  dovea  prender  terra  ,  era  fatta 
una  larga, e  comoda  falita  di  legno,  ricoperta  di 
tappeti  ,  colle  fponde  tutte  adorne  di  drappo  di 
feta  di  color  giallo  ,  e  chermisi  alla  divifa  della 
Città  :  il  quale  ornamento  era  comune  alla  con- 
tigua punta  di  un  vecchio  fortino ,  ove  fu  fitua- 
to  un  gran  concerto  di  voci,  e  di  ftru  menti ,  qua- 
li un*  armoniofa  teftimonianza  della  pubblica  im- 
menfa  letizia  .  Immediatamente  appretto  era  in- 
nalzato un  magnifico  finto  edificio  ,  di  figura 
quadrata  al  di  fuori ,  ed  ottangolare  al  di  dentro, 
confidente  in  quattro  grandi  archi  ,  fofienuti  da 
colonne  di  ordine  comporlo  ,  co'  loro  pilaftri  ,  e 
contropilaftri  ,  e  piedeftalli  ,  e  con  tutti  gli  altri 
membri  fuperiori ,  che  in  un  tal  genere  di  archi- 
tettura fono  richiefti .  E  quefto  primo  ordine  in- 
fino al  cornicione  era  alto  palmi  napoletani  ot- 
tantadue ,  largo  per  ogni  lato  palmi  fettanta . 

Ne'  quattro  lati  interiori ,  corrifpondenti  agli 
angoli  del  quadrato  efteriore ,  vedeanfi  altrettan- 
te nicchie  ,  il  di  cui  piano  ,  che  fi  eftendeva  a' 
quattro  menfoloni  d'  intaglio  innargentato  ,  era 
comune  alle  cimafe  de'  piedeftalli  :  e  dentro  le  nic- 
chie erano  quattro  figure  parimente  inargenta- 
te, 


M  II 

tc,rapprefentanti  la  Vittoria  ,  la  Pace,  la  Fedeltà, 
e   Ja    Generofità  .    Aggiungeano   ornamento  alle 
nicchie  alcuni  putti  dello  (teflb  metallo ,  fopra  di 
effe   con   beli'  ordine  difpofti  ,  i  quali  fofteneano 
quattro  ovati ,  in  cui  eran  dipinte  le  armi  del  Re 
Cattolico  .  Di  fopra  il  cornicione  del  primo  ordi- 
ne nafeeano  quattro  archi ,  che  reggeano  l' archi- 
trave ,  il  fregio  ,  e  la  cornice  ,  di    altezza  palmi 
trentacinque  ,  fopra   la   qual   cornice  era   appog- 
giata la  volta ,  o  fìa  fcudella  fuperiore  ,  di  figura 
anche  ottangolare,  col  fuo  cupolino  traforato  nel 
mezzo ,  di  altezza  di  altri  palmi  quarantuno  .  Tre 
lati  efteriori  dell'edifìcio  verfo  il  mare  eran  rico- 
perti di  ricchi  drappi ,  e  d'intagli  eziandio   inar- 
gentati ,  e  di  putti ,  che  nelle  parti  fuperiori  fofte- 
neano l'arme  di  quefta  fedelilTIma  Città ,  cioè  uno 
feudo ,  partito  orizzontalmente ,  la  metà  fuperiore 
di  oro  ,  la  inferiore  di  color  rollo  .  Al  di  dentro 
tutto  il  fondo  era  ricoperto  di  damafeo  chermisi, 
tramezzato  di  quella  fpezie  di  tappezzerie  ,  che  di- 
confi controtagli  ,  con  drappelloni  di  tele  di  oro 
increfpate  ne'  luoghi  opportuni ,  e  fafee ,  e  contro- 
fase   di   broccato  di  argento  ,  fra  le  quali  fvo- 
lazzavano   graziofamente   broccati   di    color   tur- 
chino .    Il    fregio  ,    e'1   cornicione   erano   adorni 
d' intagli  innargentati  ,  e  di    putti  con   uniforme 
varietà  fcherzanti  5  sì  come  i  pilaftri  allato  alle  nic- 
chie ,  forniti  vedeanfi  di  cornucopie ,  per  foftegno 
di  molti  doppieri  di  cera  5  oltre  alla  gran  copia  di 
lumi  ,  ne*  ricchi   lampieri  di  criftallo  ,  che  dalla 

B     a.  fom- 


M  i2  §# 

fommità  de' quattro  archi,  e  dal  mezzo  della  vol- 
ta pendeano . 

Un'  arco  di  quefto  edificio  riguardava  a  di- 
rittura il  mare  verfo  mezzodì  .  Due  altri ,  V  un 
verfo  oriente ,  l'altro  verfo  occidente  ,  davano  l'u- 
fcita  a  due  piani  fcoperti  a  guifa  di  logge  fui  ma- 
re ,  artificiofamente  comporti  di  travi ,  e  di  tavole 
fopra  la  inegualità  di  vecchie  fabbriche ,  e  fcogli, 
e  ricoperti  amendue  di  tappeti  5  sì  che  né  fdruc- 
ciolare ,  né  intoppare  vi  il  potelfe.  Ciafcun  piano 
era  lungo  palmi  cinquantacinque  ,  e  largo  quaran- 
tuno  :  e  fol  dalle  fpalie  ,  cioè  dalla  parte  di  fetten- 
trione ,  eravi  un  muro  appartenente  all'  Arfenale  : 
il  qual  muro  anch'  egli  ,  per  quanto  agguagliava 
il  primo  ordine  del  mentovato  edificio,  era  ador- 
no di  un  bel  compartimento  di  controtagli ,  e  di 
broccati  di  argento  ,  con  alcuni  putti  inargenta- 
ti ,  che  fopra  ciafeuno  de'  due  piani  fofteneano  un 
bel  tabellone.  In  quello  del  muro  aderirà  leggeafi 

DULCis   CURA 

PARTHENOPES 

VIDEN 

UT  EFFUSA   CIVITAS 

TUUM    PRAESTOLATUR 

ADVENTUM 

ET    VOTIS    SUPEROS 

FATIGAT 

Nel 


«  ri 

Nel  muro  a  fini/tra  leggeafì 

AFFULSIT   TANDEM 

GRATUS   ILLE  DIES 

AUREA   LUCE   NITENS 

QUO   TE   REDUCEM 

REGNISQUE     AUCTUM 

EXCIPIT   ULNIS 

FIDA    NEAPOLIS 

Perchè  il  piano  fottopofto  a  querto  tabellone  era 
contiguo  al  ponte  già  detto ,  perciò  quivi  fletterò 
glt  Eccellenti/limi  Signori  Eletti  afpettando ,  fedu- 
ti  in  un  banco,  la  venuta  di  Sua  Maeftà  5  nel  men 
tre  che  il  vafcello ,  le  galee ,  e  gli  altri  minori  na- 
vigli andavano  lentamente  entrando  nel  Porto  •  e 
un  pieno  coro  di  mufica  intanto  facea  sì,  che  tue- 
to  il  circondante  lido  di  lieti  Viva  del  vittoriofo 
Re  rifuonafle . 

Dal  quarto  arco  dell1  edificio  verta  fetten- 
trione  entravafi  in  una  fpezie  di  galleria ,  o  fa-a- 
done ,  con  molta  fpefa  ,  e  fatica  formato  di  tavo- 
le, e  ricoperto  di  tappeti ,  parte  full'afciutto  terre- 
no ,  e  parte  su  quello  ,  ove  I*  ingordo  mare  fi  ha 
fatto  ftrada  .  Era  Ja  galleria  di  lunghezza  palmi 
napoletani  cinquecento  trentatrè  ,  di  larghezza 
palmi  quaranta ,  e  di  altezza  palmi  ottantuno  in- 
fina 


14  5$ 

lino  al  piano  del  cornicione  .  Da  quefto ,  che  fa- 
cea    ben  proporzionato  rifalto  ,  na/cea    una  volta 
fìnta ,  col  fuo  fefto ,  e  foprafeflo  di  palmi  feffan- 
tafei  di  giro ,  ricoperta  tutta  di  damafchi  chermi- 
si ,  e  di  ricchi  controtagli  ,  con  vaghi  comparti- 
menti di  fafce ,  e  d' increfpamenti  di    tela  di  oro, 
e  di  broccati  di  color  turchino  :  né  picciolo  orna- 
mento aggiungeano  gì'  innargentati  putti ,  che  fe- 
dendo fui  cornicione,  molti  intagli  parimente  in- 
nargentati ,  e  ricchi  felloni  fofteneano .  E  bello  era 
anche  il  vedere  i  traforati  cupolini ,  che  con  egua- 
li diftanze  per  tutta  la  mentovata  lunghezza  fcor- 
geanfi  ;  da'  quali  pendea  un  gran  numero  di  lam- 
pieri  di  criftallo  ,  di  lumi  di  cera  in   gran    copia 
forniti .  Ornate  altresì  maravigliofamente  dal  cor- 
nicione   in    giù    erano    le    lunghe  pareti  laterali  : 
imperciocché    ciafcheduna   di    effe  era  compartita 
in  trenta  pilaftri  di  ricchi  controtagli ,  e  in  feffan- 
ta  contropilaftri  di  broccato  di  argento ,  con  ven- 
tifei  fondi  di  damafco  chermisi  fra'  loro  interval- 
li 3  fopra  i  quali  facean  vaga  moftra  altri  increfpa- 
menti di  tela  di  oro  5  sì  come  gli  fvolazzanti  broc- 
cati turchini  ,  che  da'  mentovati  putti  del  corni- 
cione pendeano  .  Infinito,  per  tutta  la  lunghezza 
della  galleria,  era  anche  il  numero  degli  fpecchi , 
o  fìa  placche  ,  con  loro  cornucopie  indorate ,  tutte 
di    lumi    di    cera    doviziofamente   fplendenti  •  In 
fomma   anche  il  pavimento  avea  la  fua   magnifi- 
cenza ,  che  nafcea  però  dalla  neceilìtà  5  impercioc- 
ché ad  agguagliare  il  tavolato ,  e  '1  terreno ,  che  lo 

com- 


JBJJTheGetty 


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noi  diftitized 


m  i$  i& 

componeano  ,  furono  così  V  uno  ,  come  V  altro ,  di 
uno  ftupendo  numero  di  arazzi  coperti . 

Andava  lo  ftradone  a  terminare  alla  porta, 
che  dicefi  della  /cala  fegreta  ,  onde  dal  mare  fi 
monta  al  Regal  palagio .  E  a  quefta  porta  ferviva 
di  ornamento  una  ben'  intefa  opera  di  architettu- 
ra, comporta  di  piedestalli ,  di  modiglioni  ,  di  ar- 
chitrave ,  di  fregio ,  e  di  cornice ,  con  degl'  inar- 
gentati angioloni  di  rilievo ,  adattati  per  foftegno 
di  alcuni  candelabri  ,  copiofamente  arricchiti  di 
doppieri  di  cera .  Nel  mezzo  del  vano ,  fopraftan- 
te  alla  porta ,  era  formato  come  un  padiglione  di 
drappo  ,  per  la  ricchezza  affai  ragguardevole  j  al 
quale  aggiungeanfì  alcuni  intagli  innargentati , 
che  fofieneano  un  tabellone  di  figura  ovata ,  col- 
la feguente  fcritta  ,  tolta  in  parte  da  quelle  Ode 
di  Orazio,  ove  fi  cantan  le  laudi  di  Augurio:  le 
quali  parea  che  ifiaifer  molto  bene  a  Sua  Maeftà 
nel  principio  del  mefe  di  Luglio  ,  allora  quando 
moftravano  i  noftri  campi  di  dar  non  fol  dovi- 
ziofa  ,  ma  raddoppiata  ,  e  maravigliofa  ricolta. 
Dicea  la  fcritta  così 


DI« 


«  I<S  » 

DILECTE   DEO 

TUTELA   PRAESENS    ITALIAE 

TUA     REX   AETAS 

AGRIS   PRUGES 

ET   DECUS   NOSTRIS 

RESTITUIT   ORIS. 


Sopraftava  a  quefto  tabellone  un*  obelifco ,  in 
cima  del  quale  era  un  gruppo  di  nuvole,  che  fer- 
vivan  di  baie  al  fìmulacro  del  gloriofo  Martire 
noftro  fpecial  Protettore  San  Gianuario,  porto  in 
atto  di  benedire  il  Re,  e  fra  due  angioloni ,  l'uno 
col  Paftoral  vefcovile  ,  l'altro  colle  Ampolle  del 
Sangue ,  che  foglion  fervire  di  particolar  contrae 
fegno  del  Santo  :  e  tutto  ciò  fotto  un  bel  padi- 
glione di  broccato  turchino,  da  putti  inargenta- 
ti anch' egli  foftenuto. 

Tanto  fu  apparecchiato  fui  lido: e  con  tanti 
lumi  di  cera,  quanti  mentovati  fene  fono  ,  sì  perchè 
i  fuochi  portano  naturalmente  con  feco  una  certa 
idea  di  magnificenza  5  e  sì  perchè  potendo  accade- 
re, che  Sua  Maeftà  giungerle  di  notte  tempo  5  egli 
era  convenevole,  anzi  neceflario ,  che  il  luogo  del 
fuo  pafTaggio ,  renduto  dal  molto  apparato  alquan- 
to ofcuro  ,  in  pompofa  ,  e  degna  maniera  s'illumi- 
nafTe .  In  fatti  non  furono  i  lumi  del  tutto  inuti- 
li 5  poiché  circa  le  ventitré  ore  Italiane  ♦  il  Re  dal 

lido, 


TheCetty 


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noi  digitized 


V 


-1** 


m  17  39 

lido,  per  lo  magnifico  Gradone  alla  fcala  fegrera, 
e  da  quefta  al  fuo  regale  appartamento  ,  foddif» 
fatti  Aimo  ,  ed  intenerito  dalle  liete  voci  de*  fuoi 
fudditi ,  fi  riconduce . 

Molto   più   neceflario   ei  fi  fu  Io   adornare, 
ed  illuminare  la  gran    Piazza  del  Regal  Palagio, 
principal  fede  della  Fefta  5  la  quale  non  già  una 
volta  fola ,  e  alla  sfuggita  ,  ma  di  pie  fermo  ,  e  per 
tre  giorni  continui ,  dall'  occhio  perfpicace  di  Sua 
Maeftà  ,  delle  belle  arti  intendentifllmo ,  avea  ad 
efiere  riguardata .  Quivi  egli  dal  fuo  balcone  far 
dovea  di  se  vaga  ,  e  defiderata  moftra ,  e  confolare 
quefto  amantiflìmo  ,  e  numerofiflìmo  popolo  :  ed  a 
Spettacolo  cotanto  nobile  ogni  più  famofo ,  e  cele- 
brato teatro  fembrar  poteva  povero,  e  difadatto. 
.Aggiungeafi  ,che  niun'  altro  luogo  fora  fiato  ca- 
pace di  qualche  cofa  di  grande ,  di  regolare ,  e  di 
augurio  ,  per  rendere  in  pubblico  nome  la  debita 
teftimonianza  della  univerfal  letizia ,  o  fia  per  la 
felice  venuta  di  Sua  Maeftà  ,  o  per  gli  altri    av» 
venturofì  accidenti ,  che  ad  un  tempo  fteflò  furon 
faputi .  E  parve  veramente ,  che  l'eterna  Previden- 
za ,  con  mirabil'  ordine  ,  congiunger  volefle  tre  fe- 
fie  ,  e  npve  giorni ,  o  fia  un  quadrato  numero  ,  di 
fomma  allegrezza  :  cioè  a  dire ,  lumi  per  l' acquifto 
della  inefpugnabile  Siracufa  5  lumi   per   la  faufia 
incoronazione  del  Re  nella  inclita  Città  di  Paler- 
mo 5  e  lumi  finalmente  di  compiuta  allegrezza  per 
lo  di  lui  profpero ,  e  trionfai  ritorno . 

Fu  adunque  di  contro  al  Regal  Palagio  eret- 

G  to 


*&  i8  W 

to  primamente  un  palco  alquanto  centinato  ,  al- 
to dal  pian    terreno    palmi  cinque  ,  largo  venti , 
e  lungo  palmi  cennovanta  :  nella  fronte  del  qual 
palco  eran  per  lungo  difpofte  quattro  vaghe  ,  e 
copiofe  fontane  ,  con  loro  conche  centinate  ,  ab- 
bellite di  trofei  5  e  in  due  di  effe  vedeafì  un  gran 
Cor  fiere  per  ciafeheduna  5  che  riputali  antichi  fil- 
ma infegna  della  Città  di  Napoli  ;  forfè    per  lo 
Audio  del  cavalcare ,  nel  quale  i  Napoletani  fono 
flati  in  ogni  tempo  eccellentiflimi .  Dico,  riputa- 
ci, perchè  non  abbiamo  di  ciò  niuna  certa  pruo- 
va  ,  o  indubitabile  monumento  .  Le  antiche  nofrre 
medaglie ,  altre  hanno  il  Dio  Ebone ,  o  ila  il  Mi- 
notauro j  altre  la  lira ,  appoggiata  alla  cortina  di 
'Apollo  5 altre  il  corno  dell'abbondanza  5  e  rarifJI- 
me  un'uomo  a  cavallo,  limile  a  quello  delle  meda- 
glie di  Taranto ,  e  de*  Salentini  :  ma  sì  come  dal 
cavaLIo  Tulle  medaglie  de' Salentini  non  fegue,ef- 
fer  loro  imprefa  il  cavallo  5  così  dal  cavallo  fulie 
medaglie  di  Napoli ,  non  fegue  che  il  cavallo  ila 
l'imprefa  della  noftra  Città  :  e  mailìmamente  per- 
chè niuna  ragion  vorrebbe,  che  il  prende/Te  l'im- 
prefa ,  piti  tolto  dal  cavallo  ,  che  non  dal  Minotau- 
ro ,  o  dalla  lira ,  o  dal  cornucopia.  Quanto  al  ca- 
vallo ,  dipinto  così  nel  Seggio  di  Capoana  ,  come 
in  quel  di  Nilo 5 il  primo  frenato, in  memoria  del 
cavallo  di  bronzo  ,  vicino  al  Duomo ,  cui  fu  per 
difpregio   importo  il  freno  dal  crudele  ,  e  rapace 
Jmperador  Corrado  5  V  altro  fciolto,  e  corridore  ,  ef- 
fì  iono  certamente  infegna  particolare  di  quei  due 

no- 


*&S  19  W 

nobiliflìmi  Seggi ,  o  pur  di  quelle  due  Tribù  ,  o 
quartieri,  o  rioni,  come  vogliam  chiamarli  5  ma  non 
perciò    vale  a  dire,  che  fieno  infegna  delia  Città 
tutta  :  altrimenti    rimarrebbe  in  piedi  tuttavia  il 
dubbio ,  qual  de'  due  futfe  l'infegna  di  Napoli ,  fé 
lo  sfrenato  di  Nilo,  o  pure  il  frenato  di  Capoa- 
na .  Per  quel  che  fi  attiene  al  mentovato  cavai  di 
bronzo  ,  il  di  cui  capo  vederi  oggidì  entro  il  pa- 
lagio detto  de*  Conti  di    Mataloni  ,  pofTeduto  di 
prefente    dal   non  men  valorofo  Colonnello  ,  che 
gentil   Poeta  ,  il  Signor  Principe    di    Colobranoj 
egli  è  affai  verifimile  ,  che  dalla  cieca  Gentilità  de- 
dicato  fofle  al   Dio  Nettunno  (  per  la  nota  gara 
con  Minerva  nel  dare  il  nome  alia  Città  di  Ate- 
ne) il  di  cui  tempio  ,  credei! ,  che  ne*  fecoli  addie- 
tro in  quei  iito  folle,  ov'è  l'aguglia  del  gloriofo 
San  Gianuario .  Perche  poi  Napoli ,  di  origine  At- 
teniefe  ,  fuiTe  cotanto  a  Nettunno  divota,  egli  è  faci- 
le il  conghietturare  5  non  folamente  perch'eila,  come 
città  marittima, profpera  navigazione  dalle  marine 
Deitadi  implorava  3  ma  per  un  luogo  di  Paufania, 
nelle  cofe  degli  Achei,a  capi  iv.  ov'egli  ferirle  :  Feni- 
ce da  Perimeda  ,  figliuola  di  Eneo ,  generò  Aflìpalea, 
ed  Europa  .  Da  Jftipalea ,  e  da  Nettumto  nacque  Jn- 
ceo  Signor  de'  Lelegì  ,  Anceo  dalla  moglie  Samia, 
figliuola  del  fiume  Meandro  ,  ebbe  Perilao ,  Enudo  , 
Sa?no ,  Aliterfo ,  e  Partenone  5  dalla  quale  ,  congiun- 
ta ad  Apolline ,  nacque  Li  come  de  .  Avolo  adunque 
fu  Nettunno  di  Partenope  :  la  quale ,  e/Tendo  mo- 
glie di  un  così  famofo  cantore,  come  fu  Apollo, 

C     a,  di- 


$8    20   2£ 

divenne  anch'ella  gran  cantatrice  :  onde  nacque,  la 
favola  del  maravigliofo  canto  delle  Sirene,  tra  le 
quali  Partenope  ,  noftra  fondatrice  ,  fu  annoverata. 
li  tempo  anche  conviene  ,  perchè  Anceo  fu  uno 
degli  Argonauti  C  Igino  fav- 14  )  come  Falero,  al 
quale  la  prima  fondazione  della  Città  noftra  ezian- 
dio fi  attribuifce  .  Ciò  badi  per  gir  cercando  ta- 
flone  T  origine  della  pretefa  infegna  del  cavallo  : 
né  più  lunga  digrelfione  dal  prefente  propoiito  ci 
vien  permeila . 

Al  mentovato  primo  piano  1]  afcendea  per 
fei  fcalinate  ,  difefe  da'  loro  balauftri ,  e  da  tutti  i 
membri  rilevati  ,  che  a' balauftri  fogliono  accom- 
pagnarli j  e  trovava!!  un  compartimento  di  vaghi 
fiori ,  e  di  verde  mortella  ,  renduta  vie  più  lucida 
da  molti  zampilli  di  viva  ,  e  chiara  acqua  ,  con 
molta  indufìria  quivi  portata  :  nel  mezzo  eravi 
una  grande  ,  e  maeftofa  fontana  ,  che  finiva  in  una 
ftatua  di  Ercole  trionfatore  ,  con  la  clava  fotto 
il  braccio  ,  e  l'idra  abbattuta  a  piedi  :  non  folamen- 
te  per  lignificare  la  fortezza,  e  le  vittorie  del  no- 
ftro  invitto  Sovrano  -y  ma  con  ifpezieltà  ancora  il 
recente  acquifto  del  Reame  di  Sicilia  :  dappoiché 
una  delle  imprefe  ,  da  Ercole  gìoriofamente  con- 
dotte  a  fine ,  fi  fu  lo  uccidere  Erice  Re  di  Sicilia 
(  figliuol  di  Venere  ,  e  di  Buti ,  uno  degli  Argo- 
nauti,  o  fecondo  altri  di  Nettunno)il  quale  tutti 
gli  firanieri  che  nell'  Jfola  capitavano  ,  sfidava  a 
combatter  feco  col  certo  ,  e  miferamente  a  morte  gli 
conducea  ,  sì  come   notò  Servio   fui  verfo  574. 

dell* 


$8  2i  8# 

dell'  Eneida  .  Oltre  al  fimulacro  di  Ercole  ,  eranvi 
in  fito  alquanto  inferiore  le  ftatue  della  Fedeltà, 
e  della  Coftanza  ,  ed  anche  del  fiume  Sebeto  ,  cor- 
teggiato da  alquanti  Tritoni  :  e  di  più  varie  figu- 
re ,  che  fofteneano ,  quali  le  armi  del  gloriofo  Cat- 
tolico Re, e  quali  le  armi  della  noftra  Città,  con 
alquanti  ben  comporti  trofei . 

Da'  lati  di  quefta  (teffa  fontana  per  due  fca- 
linate  montava!!  ad  un'altro  piano  ,  o  fia  palco, 
lungo ,  fenza  le  vedute  de'  fianchi ,  palmi  centren- 
tadue  ,  ed  alto  dal  primo  palco  palmi  trentadue  . 
La  faccia  perpendicolare  era  partita  in  dieci  pila- 
stri, co*  loro  contropilaftri  di  faldo  ordine  Tofca- 
nò, quale  ne' luoghi  molto  ampj ,  e  di  grande  aria 
è  richiefto  ;  e  maflìmamente  là  dove  altri  ordini 
di  architettura  più  fvelta  ,  e  gentile  convien  fo- 
prapporre  .  11  cornicione  di  quello  primo  ordine 
era  adorno  di  balaustri ,  col  loro  architrave,  e  bal- 
latojo ,  fui  quale  fingeanfì  de'tefti  di  mortella,  e 
di  fì.01'1  in  proporzionata  diftanza  difpofti  5  e  tra 
gì'  intervalli  riquadrati  degl'  inferiori  pilaftri  To- 
fcani ,  eran  dipinti  alcuni  fcherzi  di  putti ,  ed  al- 
tri ornamenti ,  a  guifa  di  Mucchi  di  color  di  bron- 
zo .  Nelle  due  eitremità  di  quefto  medefimo  pri- 
mo ordine,  che  chiudeanfì  con  vedute  femicirco- 
lari ,  adoproffi  la  Scenografia  5  la  quale  »  ovunque 
fi  tratta  di  lume  artificiale  ,  fuol  produrre  vago , 
e  maravigliofo  effettore  maflìmamente  allorché  fi 
adopera  con  buon  giudicio  il  debito  digradamen- 
to non  fol  de' corpi,  ma  del  colore. Così  nell'una, 

come 


<&S  22  Bi- 
corne nell'altra  ertremità ,  fecelì  adunque  una  ve- 
duta di  due  file  di  colonne  di  ordine  Comporto, 
dittanti  palmi  ventitré  ,  ed  alte  con  tutti  i  loro 
membri  (  compre/o  il  cornicione)  palmi  cinquan- 
ta 3  fui  quale  forgeano  due  pezzi  d'intaglio  a  giri* 
fa  di  trofei  ,  colle  infegne  della  Città  :  e  per  fian- 
co alle  colonne  eran  due  altre  vedute  di  bofca- 
glie  ,  e  due  trofei  d'  arme  ,  i  quali  di  giorno  fervi- 
vano  di  ornamento ,  e  di  notte  erano  comodinomi 
per  appiattarvi  i  lumi  neceffarj . 

Nel  mezzo  dd  defcritto  palco  di  ordine 
Tofcano  ertollevafì  il  fecondo  ordine  Comporto  : 
formato  da  dieci  colonne,  e  dalle  k>ro  controco- 
lonne, con  tutti  i  membri  convenienti,  dal  piede- 
ftallo  infino  al  cornicione  3  di  altezza  in  tutto 
palmi  cinquantaquattro  ,  di  lunghezza  palmi  cen- 
todiciocto.  II  terzo  ordine  formavafi  da  alcuni  mo- 
diglioni ,  i  quali  rifaltavano  fopra  le  defcritte  co- 
lonne a  guifa  di  Cariatidi ,  e  venivano  adorni  di 
putti  fedenti.,  che  forteneano  anch' eilì  le  arme 
della  Città.  Sopra  del  cornicione  centinaio  ,  e  ben 
rilevato  di  querto  terzo  ordine  ,  erano  le  rtatue  di 
varie  virtù  ,  e  nel  mezzo  di  erte  rifplendeano  ,  con 
ornamenti  di  rilevato  intaglio  ,  le  armi  di  Sua 
Maertà ,  alle  quali  era  foprapporta  un'ampia  regal 
corona  ,  accompagnata  da  nobile  fcherzo  di  pan- 
ni, e  di  putti ,  e  di  più  di  una  Fama  in  atto  di  dar 
flato  alle  lor  trombe  .  In  tutto  dal  cornicione  del 
fecondo  ordine  infìno  alla  fommità  della  corona 
erano  palmi  ottanta  5  dal  pian  terreno  palmi  cen- 

fet- 


*€    2g    M* 

fettantnno .  Tra  Je  cinque  e  cinque  colonne  apri- 
va/i un  grande  arco ,  nel  cui  fondo  in  lontananza 
dipinta  era  la  celebre  Cittadella  di  Meflìna  ,  con 
incredibile  felicità  ,  e  fenza  fguainarvi  fpada ,  fot- 
tomefla  dal  Re  noftro  Signore .  in  aria  icorgeafi  il 
noftro  grande ,  e  fhipendo  Protettore  San  Gianua- 
rio  ,  in  atto  di  porre  fui  capo  del  pio  vittoriofo 
Principe  una  corona  regale  ,  e  gli  Angeli  d'intor- 
no al  Santo ,  qual*  appi  efentava  lo  fcettro ,  e  quale 
il  manto  regale  :  e  così  quelle ,  come  tutte  le  altre 
figure ,  contornate ,  e  fìtuate  con  ragion  profpetti- 
va  ,  facean  poi  belli/lima  veduta  di  notte  tempo , 
per  via  de*  lumi  appiattati .  Sulla  fronte  dell'  arco 
jeggeafi  in  un  magnifico  tabellone  ,  foftenuto  da 
putti  innargentati ,  la  Infcrizion  feguente,  compos- 
ita dal  Signor  D.  Gaetano  Maria  Brancone  5  da  Se- 
gretario di  quefta  Eccellenti  (firn  a  Città  afcefo  per 
li  fuoi  molti  meriti  alla  carica  di  Segretario  Re- 
gio della  Regal  Camera  di  Santa  Chiara . 


CAROLO    BORBONIO 

NEAP.   SICIL.   ET   HIERUS. 

TLORENTISSIMO    REGI 

OB   EJUS  REDITUM 

QllAESITISSIMIS   VOTIS  EXOPTATUM 

LAMPADICOS   LUDOS. 


Con- 


«g  24  r& 

Continuavafi  per  l'uria  parte  ,  e  per  1'  altra  della 
defcritta    macchina  una  fpezie  di  anfiteatro  ,  che 
veniva  a  circondare ,  e  rinchiudere  tutto  quell'am- 
pio fpazio,ch'è  dinanzi  la  facciata  del  Regal  Pa- 
lagio :  ed  era  egli  compartito  in  otto  archi  ,  ov- 
ver  porte ,  ciafcuna  larga  palmi  ventuno  ,  ed  alta 
palmi  cinquanta ,  comprefo  il  cornicione .  A  piom- 
bo (opra  i  pilaftri ,  che  foftenean  le   volte  di  que- 
lle porte  ,  eran  difpofti  alcuni  vafì  di  rilievo  co* 
loro  zoccoli ,  che  faceano  un  bel  finimento  :  e  fra 
l'uno  ,  e  l'altro  di  eiTÌ  era  fui  mentovato  corni* 
cione  un  lavoro  d'intaglio,  con  due  Fame  allato, 
che  fofteneano  le  arme  della  Eccellentiflìma  Cit- 
tà 5  donde    pendea   in   mezzo  dell'  arco  un  vago 
Jampiere  di  criftallo ,  ricco  di  molti  lumi  di  cera. 
E  perchè  fi  previde ,  che  quando  tutto  il  circuito 
della  piazza  farebbe  fiato  illuminato ,  le  otto  por- 
te   fenza   lume  avrebbon  cagionato  una  fpezie  di 
orrore  5  perciò  {ì  aggiunfe  nel  mezzo  di    ciafcuna 
di    efiè  ,  e  propriamente    nel   pian   terreno  ,  una 
macchina  piramidale  a  guifa  di  candelabro,  capa- 
ce così  per  F  altezza ,  come  per  la  larghezza  ,  di 
molti   lumi  5  e  riufcì  l'invenzione   affai  vaga  ,  e 
gentile . 

Sopra  quella  porta ,  eh'  era  proflìma  al  Pala- 
gio Vecchio  ,  leggeafì  l' Jnfcrizion  feguente ,  com- 
porta dallo  fletto  Signor  D.  Gaetano  Maria  Bran- 


CA« 


25* 


CAROLO  BORBONIO   REGI 

MAXIMO  PRINCIPI    SEMP.  AUG. 

QUI   TERRA  MARIQUE  SAEVIENTE  HYEME 

IN  SICILIAM   PROFECTUS 

GERMANIS  DOMITIS   HOSTIBUS 

ARCIBUSQUE   RECEPTIS 

RESTITUITA    SICULIS    FELICITATE 

MAXIMAM    SIBI   GLORIAM  COMPARAVIT 

DE   REBUS   TAM    PRAECLARE   GESTIS 
LAETUS   ORDO    POPULUSQUE  NEAPOLITANUS 


Sopra  r  altra  porta ,  contigua  alla  Chiefa  di 
San  Spirito  era  jfcritto 


D  PRO 


M  26  §& 

PRO   VICTORIA 

REDITU  ATQJJE  INCOLUMITATE 

CAROLI BORBONJ 

PHILIPPI  V.   CATHOL.   REGIS   F. 

LUDOVICI    DELPHINI  N. 

LUDOVICI   MAGNI   PRON. 

NEAP.   SICIL.   ET   HIERUS.   REGIS 

HISPAN.    INFANTIS 

PARM,    PLACENT.   ET    CASTRI   DUCIS 

MAGNI    PRINCIPIS    ETRURIAE 

POST    RECEPTAM    SICILIAM 

ORDO   POP.  Q^NEAP. 

PORTICUM    TEMPORARIAM 

OPTIMO   PRINCIPI   DD. 

A   RENATA    NEAPOLI   ANNO   II. 

Quella  Infcrizione  fu  dettata  da  altro  Au- 
tore ,  amante  degli  antichi  marmi  :  e  nell'  ultima 
riga  non  folamente  egli  ebbe  il  penfìero  alle  me- 
daglie di  Sergio  Galba  coir  Epigrafe  Roma  re?ia- 
fctns  3  ma  una  idea  anche  più  nobile  di  ftabilire 
un  punto  fifTo  di  Cronologia  per  la  noftra  Ifto- 
ria ,  e  d' incominciare  una  novella  Era  Napoleta- 
na dall'anno  M.DCC  XXXIV.  in  cui  fu  dalla 
Divina  Providenza  renduta  a  quefta,  famofa  Me- 
tro- 


$§  27  I* 

tropoli  la  Regal  Sede  ,  abbandonata  nel  M.  D.  I. 
dal  Re  Federigo  di  Aragona  ,  che  ritiroffi  in 
Francia  alla  mercè  di  Luigi  XII.  Frequentinomi 
nelle  medaglie  Greche  fono  i  fegni  cronologici, 
così  dell'  Era  Greca  di  Alenandro  ,  e  de'  fuoi 
Succeifori  nell'  Egitto  ,  e  nella  Sorìa  5  come  dell' 
Era  di  Augufto ,  incominciante  dalla  battaglia  di 
Azio  ,  gli  anni  di  Roma  DCCXXIII.  il  quale  an- 
no concorre  coli' anno  CCLXXXII.  dell'Era  Gre- 
ca ,  cioè  Siriaca  :  anzi  molte  altre  Ere  particolari 
fi  truovan  fegnate  nelle  medaglie,  battute  da  Cit- 
tadi  Greche  in  onor  de'  fucceflòri  Imperadori ,  no- 
tando il  tempo  eh'  elle  furono  da  effi  riftorate 
ed  abbellite ,  o  di  privilegj  di  Neocori ,  e  di  Afili 
arricchite  .  Or  quel ,  che  fu  lecito  a  picciole  Cit- 
tadi  ne'  tempi  antichi  in  memoria  de'  loro  pro- 
fperi  avvenimenti,  e  talora  forfè  men  per  benefi- 
cio ricevuto  ,  che  per  adulazione  5  dee  enere  an- 
che lecito  a  Napoli  per -un'avvenimento,  che  fa- 
rà famofo  ne'  fecoli  avvenire ,  e  il  punto  più  me- 
morabile della  noftra  Iftoria . 

Sopra  la  porta  oppofta ,  donde  (ì  ufeiva  ver- 
fo  il  mare  ,  leggeafi  la  feguente  Infcrizione  del 
foprallodato  Signor  Brancone. 


D    a  IN- 


*&  28  H» 

INGREDERE 

HANC   TUI    AMANTISSIMAM   URBEM 

CORONA   AC   TRIUMPHI   INSIGNIBUS   EXORNATUS 

CAROLE     REX   NOSTER 

DECUS    ITALIAE 

CATHOLICORUM    REGUM    DELICIUM 

SPES    PUBLICAE   FELICITATI  S 
POPULORUM   DESIDERIUM     ET   AMOR.1 

TIBI 
POST    RECIPERATAM   SICILIAM 

AUSPICA  TI  US   REDEUNTI 

VIRTUTI    FORTUNAEQUE   TUAE 

HOC    SPECTACULUM   EXCITAVIT 

ORDO  POPULUSQUE  NEAPOLITANUS 


Sull'altra  vicina  porta  diverfo  Autore  avea 
fcritto 


CA- 


$1  29 


CAROLO    BORBONIO 
NEAP.   SICIL.    ET    HIERUS.    REGI 
INVICTO   PIO   FELICI 
HISPANIAR.    INFANTI 
PARM.    PLACENT.   ET   CASTRI   DUCI 
MAGNO   ETRURIAE   PRINCIPI 
QJJOD   DIFFICILI    HYEME 
LUCANORUM    B  R  UTTIOR  UM  QUE 
MONTANA   PERAGRAVIT 
VERE   TRINACRIAM  RECEPIT 
AESTATE    CORONAM   ADEPTUS 
NEAPOLITANOS  CIVES 
REDITU   SUO   BEAVIT 


Negi*  intervalli  fra  una  porta  e  l'altra  eran 
formati  otto  fpaziofi  ,  e  comodi  palchi  ,  per  ufo 
degli  Eccellentifiìmi  Signori  Eletti  3  da'  quali  ne 
fu  poi  dato  il  comodo  alle  principali  Dame  della 
Città  .  A  ciafcun  di  efli  fi  afcendea  dalla  gran 
Piazza  per  due  agiate  opporle  fcalinate  ,  che  fer- 
vevano ancora  di  ornamento .  I  pilaflri ,  che  il  al- 
zavano a  fianco  di  quefti  palchi ,  erano  uniformi 
a  quei  delle  porte  fuddette ,  cioè  di  ordine  Tofca- 
110,  e  fopra  effi  eziandio  erano  alcuni  vafi  co'  lo- 
ro zoccoli  rilevatile  tra  vafo  e  vafo  alcuni  cande- 
la- 


*&s  30  59* 

labri  affai  bene  intefi  ,  e  capaci  di  molti  lumi . 
Ogni  palco  era  al  di  dentro  illuminato  a  guifa 
di  una  picciola  fcena  ,  il  di  cui  fondo  rapprefen- 
tava  in  pittura  qualche  infigne  azione  di  Sua 
Maeftà  ,  dal  primo  fuo  valorofo  entrare  nel  Re- 
gno infino  al  gloriofo  ritorno  dall'  imprefa  della 
Sicilia  :  e  perchè  gli  otto  palchi  non  erano  fuffi- 
cienti ,  furono  aggiunte  quattro  altre  limili  vedu- 
te ,  due  per  parte  nelle  estremità  della  gran  fac- 
ciata del  Regal  Palagio  ,  che  in  tutto  facean  do* 
dici . 

La  prima  veduta  rapprefentava  la  fuga  de* 
Tedefchi  dal  ben  fortificato  campo  di  Ad  ugna- 
no 2l  confini  del  Regno  5  e  in  un  cartellone  fui 
fregio  della  facciata  efteriore  era  fcritto 

Hoftes  ,  deferti*  munitìontbus  ,  fuga  èva- 
dunt . 

Nella  feconda  veduta  era  efpreffa  Y  ubbi- 
dienza renduta  a  Sua  Maeftà  dalla  Città  di  Na- 
poli ,  andandola  ad  inchinare  infino  in  Maialoni. 
E  la  leggenda  dicea 

Neapolita?2Ì  ,  ad  xiv.  lapidem  obviam  prò- 
greffì ,  nitro  fefe  dedimt . 

Nella  terza  rapprefentavafi  Y  acqui/to  delle 
fortezze  di  quefta  Metropoli  7  colle  guarnigioni 
prigioniere  di  guerra, e  la  fcritta  dicea  così 

Jrces 


^rt/  Neapolìs  ,  ^  y^-  tradere  hoftes  co- 
gUntnr . 

Nella  quarta  il  fimile  acquifto  del  Cartel- 
lo, e  Porto  di  Baja:e  vi  fi  leggea 

Bajas   mira   celeritate  ,  ac  felicitate  exptt- 

gnat . 

Nella  quinta  la  giuliva  acclamazione  fatta 
dal  Popolo  Napoletano  nella  prima  venuta  di 
Sua  Maeftà .  E  vi  era  fcritto 

Zaetis  acclamationìhus  Neapoli  excipitur . 

La  fetta  avea  dipinta  la  fatai  vittoria  di 
Bitonto  :  colla  fcritta 

Jpitd  Butuntum  hojìes  deleti . 

Rapprefentavafi  nella  fettima  Pefpugnazion 
di  Gaeta ,  con  gli  argini  ,  riabiliti  per  molti  paffi 
entro  il  mare  ,  per  piantarvi  le  batterie  :  con  que- 
ste parole 

Gajetam  miris  operìbus  ad  deditionerrt  cogit . 

U  ottava  veduta  avea  dipinta  Y  efpugnazion 
di  Pefcara,  e  la  fcritta  dicca 


?u 


*pf     32      *^ 

Tìf caria  per  Legatos  expugnata. 

La  nona  la  refa  di  Capova  :  e  vi  fi  leggea 

Capuam  longa  objìdione  premit ,  ac  recipit. 

La  decima  il  giubilo ,  e  X  acclamazione  della 
feliciffima  Città  di  Palermo  :  con  le  parole  Te- 
gnenti 

Optimo  Principi  plaudunt  Panhormitani . 

Nella  undicefima  era  rapprefentata  la  refa 
della  inefpugnabile  Siracufa  :  e  vi  era  fcritto 

Maglia  torrnentortim  vi  Syracufae  fubacla. 

La  dipintura  dodicefima  lignificava  final- 
mente P  acquifto  de'  Prefid;  marittimi  della  To- 
fcana  j  come  dalle  parole  fcrittevi 

Jrces  Etrufci  litoris  vevìunt  i?j  poteflatem. 

Servivano  oltracciò  di  maeftofo  ornamento 
alla  gran  Piazza  due  fontuoii  trofei ,  difpofti  qua- 
fì  allato  alla  macchina  principale  .  Era  la  lor  ba- 
fe  ottangolare ,  e  '1  di  lei  diametro  palmi  feffanta: 
il  primo  ordine  alto  da  terra  palmi  quindici  ,  al 
quale  fi  afeendeva  per  quattro  comode  fcalinate  » 
adorne  d' intagli  innargentati ,  e  di  due  belli  vafi 

per 


$€  33  ^ 

per  ciafcheduna  co5  loro  zoccoli ,  e  di  ben  difpofti 
candelabri .  Due  Fame  per  ogni  Iato ,  cioè  nelJ'  in- 
tervallo perpendicolare  tra  fcalinata  ,  e  fcalinata, 
fofteneano  un  tabellone  di  figura  circolare  colla 
fua  Infcrizione  j  la  quale  nel  Trofeo  a  deftra  della 
Piazza ,  eh*  era  il  primo  a  chi  veniva  dalla  ftrada 
Toledo ,  dicea 

De  ejeflt'f  Sicilia  Germania. 

Nell'altro  a  finiftra 

Sicilia  in  fuam  ditionem ,  imperiumque  re* 
fiituta . 

Nel  mezzo  del  primo  piano  forgeva  un  pie- 
deftallo ,  parimente  ottangolare  ,  alto  palmi  fedici , 
comprefa  la  bafe ,  le  cornici ,  ed  ogni  altro  orna- 
mento 5  e'1  fuo  diametro  era  palmi  quarantadue. 
In  ciafeun'  angolo  fuperiore  era  allogata  una  figu- 
ra in  piedi  innargentata ,  che  foftenea  un  candela- 
bro 5  e  allato  ad  ogni  figura  due  vali  co'  loro 
zoccoli  ,  e  con  ornamenti  di  rilevato  intaglio  di 
argento  .  Sopra  quefto  piedeftallo  feguivano  due 
ordini  centinati  ,co'  loro  convenienti  fregi,  e  cor- 
nici 5  di  altezza ,  ambedue  prefl  infìeme  ,  palmi  fet- 
tanta  3  e  in  cima  ad  eflì  erano  timpani ,  tamburi , 
corazze  ,  elmi ,  feudi ,  lance ,  bandiere ,  ed  altri  ar- 
nefì  da  guerra  ,  difordinatamente  ordinati,  e  va- 
gamente ammonticchiati  :  in  mezzo  a'  quali  for- 

E  geva 


*2s  34  ^^ 

geva  un  gran  folido  ovato  5  dal  cui  finimento  in- 
Jino  al  piano  del  tette  mentovato  fecondo    ordine 
erano  palmi  quarantafette:  in  tutto  dal  piano  del- 
la piazza  palmi  napoletani  cenquarantotto.  In  ci- 
ma del  Trofeo  a  man  finiftra  fcorgeafì  il  fimula- 
cro  della  Vittoria  ,  in  fembianza  di  volare  ,  con 
una  ghirlanda  di  lauro  nella  delira,  e  con  un  ra- 
mo di  palma  nella  fìniftra  ,come  dagli  antichi  fo- 
Jea  figurarfi  .  Il  Trofeo  a  deftra   terminava  in  un 
iimulacro  della  Pace ,  colle  fue  infegne  5  cioè  a  di- 
re con  una  tazza  nella  deftra    mano  ,  e  con  un 
corno  di  dovizia  fotto  il  finiftro    braccio  ,  come 
fpeflb    nelle    antiche    medaglie    vedefì     effigiata . 
Certamente  niuna  pace  è  più  (labile ,  e  più  ficura, 
fé   non  quella  ,  eh'  è  figliuola  della  Vittoria  ,  la 
quale  alla  baldanza  de'  vicini ,  e  de'  lontani  nemi- 
ci pon  freno  :  né  altro  fi  è  il  fine  delle  giurie ,  e 
legittime   guerre  ,  fé    non   quello    di  vendicare  i 
torti  fatti  al  Principe  ,  ed  a'  fudditi  5  ricuperare 
ciò  ,  che  dalla  altrui  violenza  è  flato  malamente 
occupato  3  e  quindi  la  pubblica  ficurezza,  e  la  pub- 
blica tranquillità  ftabilire  .  Or  quelli  foavi  frutti 
provando  i  due    Keami    di  Napoli  ,  e  di    Sicilia  , 
mercè  il  rapido    fiupendo    volo    delle    vittorie  di 
Sua  Maeftà  5  con  molta  ragione ,  e  non  con  adu- 
lazione poetica ,  ma  con  iilorica  fede  la  Vittoria, 
e  la  Pace  su  i  due  deferitti  Trofei  furono  collo- 
cate.  Lungo  farebbe,  e  forfè  di  molta  noja  ,  lo 
gir  paratamente   deferivendo  i  fettoni  ,  i  vali  ,  le 
ilatue ,  i  putti ,  e  le  mafehere  innargentate ,  onde 

amen- 


*&  35  W 

amendue  i  Trofei  da  capo  a  piedi  erano  abbelliti. 
Ma  non  dee  paflarfr  in  Silenzio  la  prodigiofa 
quantità  di  torchi  di  cera,  i  quali, come  in  tanti 
fpecchi  ,  riflettendo  in  tante  e  tante  cofe  «inar- 
gentate, multiplicavano  a  difmifura  il  lume, e  fa- 
ceano  una  veduta  ,  che  né  più  nobile  ,  né  piti 
fplendente  ,  né  più  magnifica  fi  farebbe  di  gran 
lunga  potuto  desiderare.  Anzi  ei  non  dovea  farfì 
altrimcnte  :  dappoiché  eiTendo  tutto  1'  anfiteatro ,  e 
le  fontane ,  e'  palchi  a  maraviglia  illuminati ,  al  di 
fuori  con  cera  palefe  ,  al  di  dentro  con  fevo  ap- 
piattato 5  fconcia  cofa  del  certo  (tata  farebbe  ,  fé 
il  principale  ornamento  della  gran  piazza,  cioè  a 
dire  i  due  defcritti  Trofei  non  foriero  {tati  anch' 
cffi  di  torchi,  e  di  doppieri  foprabbondantemente 
forniti . 

Sotto  poi  gli  archi  della  gran  facciata  del 
Regal  Palagio  eran  fatti  di  qua  e  di  là  della  mag- 
giore entrata  due  gran  palchi  a  tre  ordini  ,  per 
collocarvi  quattro  gran  Cori  di  mufici  ,  che  tra 
voci  ,  e  Strumenti  pafTavano  il  numero  di  dugen- 
to  perfone.  Anche  quefti  palchi  eran  dipinti,  ed 
ornati  a  maraviglia ,  e  ricchiffimi  di  lumi  j  maffi- 
mamente  colla  giunta  di  quelli  ,  eh'  eran  fopra 
quattordici  come  piramidi,  (ìtuate  verfo  il  fondo 
degli  archi .  E  in  fomrna  tutto  il  vafto  profpetto 
del  Regal  Palagio  era  nobiliflìmamente  addobba- 
to di  ricchi  controtagli ,  e  di  broccati  di  argento , 
e  di  tele  di  oro  ,  tramezzate  di  fettoni  di  dama- 
feo  chermisi  ,  ed  illuminato  con  incredibil  nume- 

E     a  ro 


iM  36  3$ 

ro  di  ben  difpofti  doppieri  :  ma  degno  fopratutto 
era  da  riguardare  il  balcon  principale  ,  a  cagion 
del  ricchifiìmo  baldachino  j  il  di  cui  pregio  mag- 
giore però  era  di  quando  in  quando  1'  amabiliflì- 
ma  prefenza  del  noltro  invitto  Monarca . 

Quantunque   sì   fontuofe    fefte    fuffero    fiate 
celebrate  a  fpefe  di  quefio  fedelilfimo  Comune ,  il 
quale  dagli    Hccellentiffimi  Signori   Eletti  rappre- 
fentafi  ,  come  da  Proccuratori  degli   Eccellentilfi- 
mi  Seggi  ,  ovver  Piazze  5  contuttociò  ciafeuna  di 
erte  in  fuo  particoìar    nome    fece  eziandio  fplen- 
dida  dimoftrazion  di    allegrezza  5  qual    con    una 
invenzione  ,  e  qual  con  un*  altra  ,  ricco  baldachino 
innalzando  ,  lotto  il  quale  era  il  ritratto  del  ma- 
gnanimo   Re  fìtuato ,  con  numero  conveniente  di 
doppieri  di  cera  .  Non  fi  badò   né  anche  a  fpefa 
perchè  ne*  medefimi   Seggi  li  canta/Ter    le  lodi  di 
Sua  Maefià  :  imperciocché  i  numero/!  Cori  fotto 
il  Regal    Palagio    cagionarono   penuria    di    fcelti 
mufici  :  e  in  fomma  fé  la  diverfa  capacità  degli 
edificj  non  avelie  renduto  inutile,  e  vana  la  gara 
della  magnificenza  ,  diffìcililfimo  fora  fiato  il  di- 
feernere  a  qual  delle    Piazze  il  dovefie  il  prima- 
to. 

Io  non  iftarò  qui  a  ridire  ,  con  quale  fiu- 
penda,ed  artificiofa  copia  di  lumi  parea,che  an- 
dafie  tutto  in  fuoco  così  il  Regio  Cartel  Nuovo, 
come  ogni  altra  delle  Regie  Fortezze  ;  non  eflen- 
do  mio  intendimento  di  deferivere  ciò  ,  che  in 
quefta    occafìone  è  fiato   fatto  a  fpefe    del  Regal 

Pa- 


m  n  ì& 

Patrimonio 5  e  nettampoco  la  maniera,  con  cui  il 
privato  Impresario  illuminò  la  grande  ,  e  celebrata 
fontana  ,  che  il  nome  ritiene  del  fu  Viceré  Duca 
di  Medina  de  las  Torres  ,  che  nel  fecolo  paflato  la 
erefle  :  ma  non  debbo  a  patto  alcuno  tacere  la 
nobile  emulazione ,  che  per  tutta  la  Città  (ì  fcor- 
fe  tra  gli  Ecclefìaftici ,  e  maflìmamente  Regolari, 
i  quali  belle  ,  e  viftofe  macchine  generofamente 
innalzarono  3  in  cui  ,  sì  come  al  loro  Inftituto 
conveniva  ,  del  pari  la  religione  ,  e  P  o/Tequio  alla 
Maeftà  del  Re  fì.  ammiravano  .  Una  delle  più 
belle  (  e  forfè  non  ebbe  iguale  )  fu  quella  de*  PP. 
delia  Compagnia  di  Gesù,fulla  facciata  della  lo- 
ro Chiefa  di  San  Francefco  Saverio,  proilìma  al 
Regio  Palazzo  Vecchio  $  la  quale,  per  la  nobiltà 
della  invenzione  ,  per  ìa  diligenza  nella  efecuzio- 
ne ,  per  la  ricchezza  degli  ornamenti ,  e  per  la  co- 
pia de'  lumi  di  cera  ,  fembrava  che  ogni  altra  di 
gran  lunga  fuperafle .  Né  molto  inferiore  fu  quel- 
la ,  dall'altra  parte  eretta  da'  PP.  Minimi  di  San 
Francefco  di  Paola  innanzi  alla  loro  Chiefa  di 
San  Luigi  :  e,  per  quanto  conviene  alla  povertà 
dell' Inftituto  ,  le  dimoftrazioni  de'  PP.  Riformati 
del  Convento  delia  Croce  di  Palazzo  ,  e  dell'al- 
tro contiguo ,  detto  della  Santiffima  Trinità ,  ov- 
vero del  Governo  del  Santo  Sepolcro .  Nella  ftra- 
da  Toledo  iì  diftinfero  le  Monache  del  Regal 
Moniftero  della  Concezione  ,  e  generalmente  tut- 
te le  cafe  di  perfone  ragguardevoli  3  per  tacere  de* 
baffi  venditori  di  comeftibili  ,  che  una  prodigiofa 

quan- 


vfc  30  W 

quantità  di  olio  in  fare  loro  poveri  ,  ma  copiofl 
lumi,  confumarono.  Nella  flrada,  detta  la  Garit- 
ta ,  che  va  a  riufcire  alla  piazza  ,  o  fia  largo  del 
Cartello  ,  ornarono  aflai  bene  la  porta  del  loro 
Collegio  di  S.Brigida  i  PP.  Cherici  Regolari  della 
Madre  di  Dio  della  Nazion  Lucchefe  .  Nell'altra 
rtrada  paralella  ammiravafi  il  frontefpizio  del 
Banco  di  San  Giacomo  5  e  una  vicina  bottega  di 
Nicola  Ruflb ,  banderaio  di  Sua  Maertà ,  il  quale 
con  picciole  figure  di  rilievo  rapprefentò  la  inco- 
ronazione ,  feguita  in  Palermo  5  e  con  sì  bella  dif- 
pofizione  ,  e  copia  di  lumi  di  cera  ,  e  di  ricche 
tappezzerie  ,  e  di  criftalli  ,  che  incantava  gli  oc- 
chi de'  riguardanti  :  anche  la  porta  maggiore  del- 
la Chiefa  di  San  Giacomo  degli  Spagnuoli  ,  che 
riguarda  il  Cartello  ,  era  magnificamente  ornata, 
ed  illuminata  :  e  '1  palagio  altresì  della  Porta ,  per 
Ja  fpezial  cura  del  Signor  Duca  di  Fragnito  del- 
la illuftre  famiglia  Montalto,  Intendente  Genera- 
le di  efla  .  Scintillavano  però  di  preziofa  luce  di 
contro  alle  mura  del  Palagio  Vecchio  le  due  bot- 
teghe de*  principali  Profeflbri  di  lavoro  di  tarta- 
ruga ,  e  di  madreperla  Niccolò  de  Turris  ,  e  Giu- 
feppe  Sarao,i  quali  fecero  a  gara  nel  concertar  con- 
molti lumi  le  opere  loro ,  dirtinte  con  oro ,  ed  ar- 
gento^ con  gemme  di  molto  valore  .  In  forn- 
irla tutta  quella  regione  ,  ovvero  Ottina  (  come 
appellane  in  Napoli  quei  ,  che  in  Roma  diconfì 
Rioni)  era  maertofamente  illuminata  :  né  fol  quel- 
la parte  ,  che  più  vicina  era  al  Regal  Palagio ,  ed 

efpo- 


efpofta  agli  occhi  di  maggior  numero  di  curiofij 
ina  eziandio  nel  Borgo  di  Santa  Lucia  a  mare ,  e 
in  quel  di  Chiaja  ,  e  fui  monte  detto  di  San 
Martino  :  tanta  forza  ebbe  T  amore  verfo  Sua 
Maeftà  di  quefti  leali  Cittadini ,  e  le  prudenti  dif- 
pofizioni  del  foprallodato  Signor  Duca  di  San 
Filippo,  Eletto  del  fedeliflìmo  Popolo. 

Pattandoli   dal  largo   del  Cartello   alla   gran 
Piazza  di  Porto ,  non  folamente  vedeanfi  le  fine- 
stre (e  non  fon  meno  in  quei  quartieri  che  quat- 
tro ,  e  infino  a  cinque  ordini  ;  tutte   ben  fornite 
di  lumi,  fecondo  le  forze,  e  la  qualità  degli  abi- 
tatori 5  ma  fpezialmente  era  da  riguardarli  la  fon- 
tana ,  che  a  maraviglia  era   fiata  ornata  di  opera 
di  architettura  ,  e  di  lumi  in  grandiffìma   copia  : 
in  modo  tale  che  comparve  quelle  fere  una    delle 
cofe  più  notabili  della  Città  .  Onde  (ì  fcorge  che 
l'amore  rende  liberali ,  ed  ingegnofe  anche  le  per- 
fone  più   dozzinali  :  come  in  fatti  meritarono  la 
lor  laude  ancor'  elfi  i  Marinaj  ,  ed  altri  abitatori 
del  Molo  picciolo  5  i  quali ,  oltre  a*  lumi  per  le  fi- 
neftre  ,  erefièro  un  belliffimo  baldachino  ,  col  ri- 
tratto di  Sua  Maeftà  fulia  facciata  della  lor  pie- 
ciola  Chiefa  .  Dalla  ftrada  di  Porto  R  entrava  a 
quella    detta   de'  Lanzieri  ,  la  quale    di   necelfità 
parve  più  fplendida ,  e  nobile  5  .perchè  quei  Mer- 
catanti addobbarono  riccamente ,  e  con  varie  bei- 
le  invenzioni  i  lor  fondachi  ,  e  vi  pofero  in  mo- 
fira  tutti  i  più  belli  argenti  delle  lor   cafe  j  e  '1  ri- 
tratto del  Re   con    vaghi/fimi   baldachini  >  e  con 

dop- 


/ 


$g  40  §# 

doppieri ,  e  con  altri  più  minuti  lumi  di  cera  ono- 
rarono. Né  guari  diverfamente  fecero  i  Mercatan- 
ti dell'  Ottina  di  San  Pietro  Martire  ,  mettendo  in 
artificiofa  veduta  fcelte  argenterie ,  e  gioje  di  gran 
valore  .  I  Frati  Predicatori  della  Chiefa  al  mede- 
ilmo  Santo  dedicata ,  innalzarono  fulla  facciata  di 
cfla  un  fontuofo  baldachino  con  molti  doppieri 
di  cera  allo  {teflb  fine  :  e'  vicini  Mercatanti  di  cal- 
zette ancor'  eflì  i  lor  fondachi  fuperbamente  para- 
rono :  al  di  dentro  con  tele  di  oro ,  e  con  argenti 
lavorati  ,  e  con  molti  lumi  di  cera  j  i  quali  riflet- 
tendo ne'  molti  fpecchi ,  e  cnftalli ,  onde  il  ritrat- 
to del  Re  era  circondato ,  multiplicavano  maravi- 
gliofamente  la  luce  ,  e  quafì  a  quella  del  giorno 
agguagliavano  :  al  di  fuori  con  fete  di  varj  colo- 
ri ,  ingegnofamente  intrecciate  5  sì  che  diffidi  cofa 
egli  era  a  difeernere  ,  a  qual  de*  fondachi  fi  dovef- 
fe  la  maggioranza . 

ProfTìma  alla  deferitta  ftrada  rifplendea  quella 
de*  Mercatanti  di  drappi  di  feta  ,  nel  tenimento 
dell'ottina  di  S.  Giovanni  Maggiore  (  una  delle  an- 
tiche Bafìliche ,  la  qual  credei!  edificata  dall'  Imp. 
Conftantino  Magno  ,  ma  gì'  intendenti  l' hanno 
per  opera  di  altro  Conftantino  fucceilbre  ;  e  in  vero 
i  padroni  de' fondachi  non  trafeurarono  cofa  ,0  fra. 
per  la  ricchezza  ,  o  per  l'invenzione ,  per  cui  po- 
tettero degnamente  onorare  il  ritratto  di  Sua 
Maeflà  .  Ne  molto  cedeano  ad  eflì  i  Mercatanti 
di  panni  lini ,  anche  per  la  copia  de'  lumi  di  ce- 
ra 3  con  Angolare  artificio  difpofti ,  che  su  i  bian- 
chi 


^  41  3* 

chi  fondi  cagionavano  un  candido  e  maravigliofo 
fplendorc . 

Quindi  pacavano  ì  curiofì  alla  ftrada  ,  che 
vien  detta  anche  al  dì  d' oggi  degli  Armieri , 
perchè  anticamente  dagli  Arma juoli  ella  era  abita- 
ta :  ei  farebbe  però  più  giufto  il  chiamarla  de* 
Drappieri  .  Il  Capitano  di  quella  non  fece  fupe- 
rarfì  da  niun*  altro  Capitano  nello  innalzamento 
di  vago  e  pompofo  baldachino  ,  col  ritratto  di 
Sua  Maeftà ,  da  molti  doppieri  circondato  :  onde 
entrati  con  lui  in  laudevole  onefta  gara  quei 
Mercatanti ,  addobbarono  ilor  fondachi  al  di  den- 
tro di  ricchi/lìmi  broccati  di  oro  ,  e  di  vaghi 
drappelloni  pendenti  ,  e  di  fcelta  fuppellettile  di 
argento  lavorato  ,  e  di  cristalli  ,  e  di  doppieri ,  e 
di  vaghi  baldachini  3  e  al  di  fuori  con  fete 
fvolazzanti  di  varj  colori  ,  capricciofamente  in- 
trecciate ,  e  per  quanto  era  lunga  la  ftrada  ,  che 
pure  egli  e  ben  lunga  ,  con  molti  torchi  di  cera  : 
sì  che  aggiuntivi  i  copiofì  lumi  delle  fineftre, 
non  potea  vederfì  cofa  più  nobile  ,  né  più  fplen- 
dente  :  fé  non  quanto  nella  vicina  Ottina  ,  detta 
di  Santa  Catterina  Spina  Corona ,  le  botteghe  de- 
gli Orefici ,  piene  di  argenti ,  di  oro ,  e  di  preziofe 
gemme  ,  rapivano  per  neceffità  gli  occhi  de*  ri- 
guardanti ,  per  lo  valore  intrinfeco  della  materia , 
renduta  più  fcintillante  dalla  gran  copia  di  lumi 
di  cera  .  I  Pefcivendoli  però  della  Loggia  ,  non 
potendo  a  patto  alcuno  emulare  i  molti ,  e  ricchi 
baldachini  degli  Orefici ,  il  valfero  dell'  ingegno ,  e 

F  folla 


%%   42  B# 

Alila  fontana  di  quella  Piazza  ,  con  gentile  in- 
venzione ,  e  con  maraviglio/a  quantità  di  lumi, 
un  folo  affai  magnifico  ne  ereffero  ,  e'I  ritratto 
del  trionfante  Re  vi  allogarono  :  e  del  rimanente 
fupplirono  con  l'affetto  ,  e  co'  fervoroii  Viva  la 
fera  de'  diciaffette  ,  allora  quando  Sua  Mae  (là 
colla  fua  amabiliilìma  prefenza  andò  aggiungen- 
do fella  alla  feda  ,  e  lume  a  lume. 

DairOttina   di  San  Giovanni  a  mare  (eh/ è 
una  Chiefa  e  Priorato   della  Sacra  Religione  Ge- 
rofolimitana  )  in  cui  molti  lumi  vedeanfi ,  fecondo 
Je  forze  ,  e '1  genio  di  quel  Popolo  minuto,  e  qual- 
che cofa  anche  di  nobile  ,  fpezialmente  il   baida- 
chino  eretto  da  quel  Capitano  5  fi  palfava  al  Mer- 
cato  grande  :  ove   quantunque    molte    luminarie 
il  foMèr   fatte    per    (ci   fere  ,  come    per   tutta  la 
Città  ,  a   cagion   della   Coronazione    del    Re    ce- 
lebrata in  Palermo  ,  e  per   lo   felice    fuo   ritorno 
in  quella  Dominante  5  con  tuttociò  fi  rinnovaro- 
no con  maggiore  allegria  anche  quivi  i  lumi  nel- 
le fere  de'  fediti  ,  diciaffette  >  e  diciotto  di  Luglio, 
per    fecondare    la  gran  feda  ,  di  fopra  deferitta , 
degli  Eccellentiffìmi  Signori   Eletti  ,  e  non  parer 
da  meno  delle  altre  Ottine .  Tutte  le  flrade  in  vi- 
cinanza   del   Mercato   erano  a  maraviglia  illumi- 
nate :  imperocché   quantunque   elle    fieno  abitate 
da  plebe  5  quella  plebe  però  egli  è  induftriofa,  ed 
applicata   a'  piccioli    traffichi  5  e  per  confeguente 
non  è  del  tutto  avvilita  ed  oppreffa  dalla    pover- 
tà .  Aggiuntovi  adunque  lo  fvifeerato  amore ,  eh* 

ella 


43  » 

ella  porta  al  Re ,  fece  delle  maraviglie  ,  tanto  di 
fuochi  artificiali ,  quanto  di  Jumi  d' ingegnofa  in- 
venzione ,  e   fopratutto     nella    gran     Piazza    del 
Mercato  '-,  il   di  cui  vafto  circuito  farebbe  paruto 
un'Anfiteatro   di   luce  ,  fé  com'  egli  è  di    figura 
quadrato  ,  foiTe  flato  per  ventura  circolare  .  Ag- 
giungevano magnificenza  i  bene  ordinati  e  copio- 
iì  lumi  della  Fortezza  detta  il  Torrione  5  e'1  va- 
go e  fuperbo  baldachino  col  ritratto  di  Sua  Mae- 
ftà,  eretto  fulla  facciata  della  Chiefa  del  Carmi- 
ne Maggiore  5  e  l'artiriciofa  illuminazione  dell' al- 
ti/lìmo,  e  bene  architettato  vicin  campanile  j  e'1 
maeftofo  baldachino  ancora  innalzato  da'  PP.  Ge- 
fuiti  del  Carminello  5  e  quello  affai  più  ricco  del 
Banco  di  Santo  Eligio  5  e'1    non    difpregevole  a- 
vanti   la    Chiefa    di   Sant'  Aleffio  della  Comunità 
de'  Bardari  fulla  iìrada  del  Lavinaro  ;  e  l'altro  di 
Santa  Maria  a  Parete  de'  Conciatori  5  oltre  a  quel- 
li delie  Comunità  de'  Farinari  ,  e  di  altre  forti  di 
meftieri  .  Ne    dee  paifarii  in  iilenzio  l'altro  aifai 
nobile  che  in  mezzo  al  vicin  Borgo  di  Santa  Ma- 
ria di  Loreto  fecefì  dagli  Orfanelli  di  quel    Con- 
fervatorio  :  perchè  elTendo  eilì  applicati  per  profef- 
iìone   alla  mufica  ,  non    contenti  di  una  femplice 
illuminazione  5  fecero    allato    al    baldachino    due 
gran  cori  di  ftrumenti ,  e  di  voci ,  per  celebrar  can- 
tando le  vittorie  ,  e  le  lodi  del  giovinetto  Regnante. 
Il    Capitano   dell' Ottina    di    Porta  Nolana, 
con  la  voce  »  e  con  l'efemplo ,  fece  sì ,  che  quegli 

F     z  abi- 


*2q  44  atì* 

abitanti  ,  già  per  se  ftefTì  difpofti  a  fefteggiare  la 
venuta  di  Sua  Maeftà ,  dafTero  quali  in  ecceflb .  Il 
baldachino  ,  da  lui  cretto  fu  certamente  uno  de" 
più  ragguardevoli  ,  che  il  vedefie  ,  o  lì  conlideri 
l' altezza  y  o  la  ricchezza ,  o  la  (trattura  ,  o  l' ab- 
bondanza de'  lumi  di  cera  ,  o  la  moltitudine  de8 
putti  innargentati  ,  de"  fettoni ,  e  degli  altri  orna- 
menti :  onde  non  men  gli  artieri  della  Contrada, 
che  gli  uomini  di  più  alta  condizione  fi  sforza- 
rono di  fare  del  loro  migliore  .  Così  ancora  la 
Regale  Chiefi  della  Santiflìma  Annunziata  ,  e' PP. 
Canonici  Regolari  di  San  Pietro  ad  dram  ,  e  le 
Dame  dauftrali  di  Santa  Maria  Egiziaca  ,  e  la 
Chicfa  Parrocchiale  di  Santa  Maria  della  Scala, e 
tutte  le  altre  dell'  Ottina  \  come  Santa  Maria  del- 
le Grazie  all'  Orto  del  Conte ,  e  San  Matteo  det- 
to de'  Difciplinanti  ,  e  Santa  Maria  della  Punta 
della  Comunità  de'  Saponari  ,  e  la  Chiefa  ancora 
de"  Santi  Crifpino  ,  e  Crifpiniano  ,  coli'  annefTo 
Confervatorio  delle  donzelle  dell'arte  de'Calzolaj; 
tutte  le  quali  Chiefe  lì  frudiarono  di  ottenere  il 
primato  nello  innalzare  al  ritratto  del  Re  fon- 
tuoii ,  e  bene  illuminati  baldachini . 

Neil' Ottina  poi  di  Capovana  vi  furono  del- 
le cofe  veramente  degne  di  ammirazione  :  imper- 
ciocché oltre  al  ricco  e  bene  illuminato  balda- 
chino, eretto  dal  Capitano  di  eiìa ,  vi  fu  quello 
del  Cartel  di  Capovana,  oggidì  Palagio  della  Gran 
Corte  della  Vicaria, e  quelli  del  Monte,  e  Banco 

de' 


45*    W 

de*  Poveri ,  e  del  Mante  della  Mifericordia ,  e  del 
Duomo  ,  e  delle  Dame  Clauftrali  della  Maddale- 
na ,  e  de*  Frati  Agoftiniani  di  San  Giovanni  a 
Carbonara ,  e  de'  PP.  Teatini  de'  Santi  Apposoli , 
e  de*  Predicatori  di  Santa  Catterina  a  Formello 
della  Provincia  di  Lombardia  ,  e  de  Padri  Mini- 
mi di  San  Francefco  di  Paola  ,  e  de'  Frati  Fate 
ben  Fratelli  del  Convento  della  Pace ,  e  fin  delle 
povere  raccolte  nei  Confervatorio  del  Rifugio  : 
tutti  arricchiti  di  molti  lumi  di  cera,  tutti  fatti 
con  fplendidezza  ;  e ,  quel  che  più  importa  ,  con 
lincerò  amore  :  per  tacere  dell'  ampio  Seggio  di 
Capovana ,  ove  quella  infìgne  NobiJtà  fece  ancor* 
ella  rifonar  le  lodi  di  Sua  Maeftà  con  ifcelta 
muilca ,  come  di  fopra  è  detto .  Per  tutta  la  con- 
trada ardeano  nelle  molte  fineftre,  e  balconi  de* 
Gentiluomini ,  e  Titolati ,  molti  doppieri  di  bianca 
cera ,  ed  altri  copiofì  lumi  in  quelle  de'  popolani: 
e  così  ancora  nella  proffima  Ottina  di  Forcella , 
che  riputai!  i'antichiilìma  regione  Termenfej  ove 
il  baldachino  ,  eretto  dal  Capitano,  contendea  la 
maggioranza  a  quello  del  Convento  di  Santo  A- 
goftino  Maggiore ,  e  a  quello  di  Santo  Agrippino 
de  PP.  Bafìliani ,  che  pure  erano  de'  migliori  5  fé 
non  quanto  le  Chiefe  aveano  un  vantaggio  ini- 
mitabile ,  cioè  che  aveano  ancora  corredato  di  lu- 
mi e  le  facciate,  e* campanili  :  le  quali  cofe  ,  per 
eflèr  la  Città  noftra  tutta  fui  pendìo  d'n  rilevate 
colline  ,  fèmbravano  un*  incanto  a  vederle  dal  ma- 
re in  gualche  di/tanza  dal  Molo. 

Nel- 


*?S  46   èfó£ 

Nella  fte/Ta  guifa  di  pafTo  in  paflb  era  tut- 
to illuminato  il  quartiere    della  Vicaria  Vecchia, 
ove    non    {blamente    avea  il  Capitano    fatto  ogni 
fua  pofla  nello  innalzare  un  baldachino   fontuofo 
al  par  degli  altri  5  ma  eziandio  i  PP.  Miniftri  de- 
gl'  Infermi ,  detti  delle  Croccile  ,  e'  PP.  Pii  Operar), 
che  reggono  la  Parrocchiale  Chicfa  di  San  Gior- 
gio,  e  le  Dame  Claustrali  del   Moniftero,  intito- 
lato il  Divino  Amore  ,  e"  PP.  Predicatori  del  Con- 
vento di  San  Severo  .    E   quindi    feguiva  l' Otti- 
lia di  San  Gennaro  all'  Olmo ,  così  detta  da  una 
antichifllma  Chiefa  dello  ftefTo  nome  ,  che  fu  ne' 
fecoli    pafTati  -detta  San  Gennaro  ad  Diaconiam  : 
ove  il  Capitano  Niccolò    Rifpoli  ,  facultofo  Mer- 
catante di  libri,  fuperò  la   fteiTa  folita  fua  magni- 
ficenza ,  nobilmente  collocando  il  ritratto  del  Re 
tra  damafchi  chermisi  ,ed  argenti  di  valore  ,  e  dop- 
pieri ,  ed  altri  lumi  di  cera .  E  ,  per  tacere  de'  pa- 
lagi di  principali  Baroni ,  e  Cavalieri ,  abitanti   in 
quel  quartiere  ,  e  delle  cafe  di  onorati  Cittadini  5 
aliai    bene    intefa  fu  la  macchina  di  architettura 
eretta  fuori  del  Portico  della  Chiefa  di  San    Gre- 
gorio Armeno  ,  volgarmente  detta  San  Liguoro  j 
la  quale  da   quelle  Religiofe  Dame  fu    fatta  al   di 
fuori    ornare  .  di    copioiì    lumi  ,  e  al  di  dentro  di 
damafchi  chermisi  col  ritratto  di  Sua  Àiaeftà,  in- 
nanzi al  quale  ardeano  in  otto  gran  candelieri   di 
argento- altrettanti  doppieri  :  ed  altri  Cei  torchi  ar- 
deano al  di  fopra  in  cornucopie  anche  di  puro  ar- 
gento ad  onore  di  San  Benedetto  ,  lor  Patriarca, 

di- 


s 


*S  47  W 

dipinto  in  uno  ovato  medaglione .  Meritarono  an- 
cora molto  applaufo  le  Religiofe  Dame  dell'  e- 
gualmente  antichiffimo  Moniftero  de*  Santi  Mar- 
cellino^ Fefto  ,  che  in  maeftofi  candelieri  di  ar- 
gento fecero  ardere  ancor'  elle  molti  doppieri  in- 
nanzi al  ritratto  del  Re  ,  oltre  a'  molti  lumi  ,  di 
cui  fecero  rifplendere  la  lor  cupola,  e '1  campani- 
le :  e  così  parimente  fu  Ila  facciata  della  Chiefa 
dirimpetto  ,  dedicata  a'  Santi  Severino  ,  e  Soffio ,  i 
Padri  Benedettini  della  Congregazione  di  Santa 
Giuttina  di  Padova  ;  i  quali  anche  col  fuono  di 
giulive  trombe  la  felice  venuta  di  Sua  Mae/là  fe- 
steggiarono .  Più  difpcnd'wfo  però  fu  lo  apparec- 
chio del  Sacro  Monte  della  Pietà  :  imperocché 
fotto  le  magnifiche  volte  di  quel  cortile  ,  adorno 
<\i  ricchi  ccntrotagli  ,  e  di  eccellentiffimi  arazzi, 
fu  formata  come  una  gran  Cappella  ,  nel  di  cui 
fondo  fotto  fplendido  baldachino  collocato  venne 
il  ritratto  di  Sua  A/faeltà  ,  intorniato  di  ardenti 
doppieri ,  e  di  fcelti  lavori  di  argento  :  e  ne'  iati 
furono  leggiadramente  difpofti  due  cori  di  m liti- 
ca i  i  quali  iniino  alla  mezza  notte  le  ben  merita- 
te laudi  della  medefima  Maeffà  fecero  rifonare. 
Anche  la  facciata  esteriore  di  quell'  infigne  edifì- 
cio corrifpondeva  all'  interna  ricchezza  ,  così  per  la 
copia  de'  lumi ,  come  per  gli  altri  ornamenti. 

Dalla  mentovata  itrada  di  San  Gennaro  ad 
Dìaconiam  ,  e  di  San  Gregorio  Armeno ,  che  an- 
ticamente appellava!!  Vico  Noftriano  ,  falivafl  al- 
la Piazza  di  San  Lorenzo  ,  anticamente   Mercato 

vec- 


m  48  Hi 

vecchio:  ove  vedeafi  il  nobili/Timo ,  e  bene  illumi- 
nato baldachino ,  pofto  fopra  il  balcone  di  quefta 
Eccellentiflìma  Città  3  e  poco  più  oltre  quello  del 
Banco  di  Santa  Maria  del  Popolo  5  e  quindi  fulla 
ftrada  ,  detta   anticamente    Augurale  (  forfè   dal 
Collegio  degli  Auguftali  )  1'  illuminazione  ,  e  '1  bal- 
dachino  eretto  da'  PP.  Teatini ,  fulla  facciata  del- 
la lor  Chiefa  di  San    Paolo  ,  che  fu   tempio   de* 
Gentili  ,  dedicato  a  Caftore  e  Polluce  da  Tiberio 
Giulio  Tarfo,  Liberto  di  Augufto.  Voltandofì  a 
deftra    vedeafi    anche   il    ritratto   di    Sua  Maeftà 
melTo    con   molta    copia  di    lumi    da'  PP.  Minori 
Conventuali  fulla  porta  minore  della  loro  Chiefa 
di    San   Lorenzo  ,  effendo   la    maggiore  impedita 
dalla  nuova  fabbrica  >  ed  anche  troppo  vicina  al 
balcone  della  Città  .  Poco  più  innanzi  fulla  loro 
bellifllma   facciata    di    bianco  marmo   aveano  gli 
efemplari  Padri  dell'  Oratorio  di  San  Filippo  Ne- 
ri nobilmente ,  e  con  molti  lumi  di  cera ,  collocato 
fotto  vago  baldachino  ili  medelìmo  ritratto  :  e  di 
contro  anche  gli  Orfanelli  del  Confervatorio    de' 
Poveri    di  Gesù  Crifro  ,  con   un    Coro   della  lor 
mulìca  .  Nella  parte  fuperiore  della  Città  ,  eh' è 
da  quel  lato  ,  fecero  altrettanto  le  Dame  Clauftrali 
di  Santa   Maria  Donna  Regina  ,  e  quelle    di  San 
Giufeppe  de'  Ruffi,  e  quelle  di  Regi?ia  Codi  5  e 
poco   più   oltre  i  PP.  Eremitani  del   Beato  Pietro 
da  Pifa  :  e  voltandoli  quindi  a  deftra  ,  facea  va- 
ghiflìma  moftra  il  baldachino ,  eretto  dal  rinoma- 
tiiìlmo  Spedale  di  Santa  Maria  del  Popolo,  o  fia 

de- 


*ps  49  ^ 

degli  Incurabili  3  e  più  in  giù  quello  delle  Reli- 
giofe  Dame  dell'  antichiffimo  Moniftero  di  Santa 
Patrizia . 

Coloro  poi ,  che  da  San  Paolo  andavano  ver- 
fo    occidente  ,  incontravan   torto   il    Seggio  della 
Montagna,  nobilmente  illuminato  di  molte  cere, 
e  di    ricchi  paramenti   addobbato  ,  e  rifonante  di 
fcelta  mufica  :  e  pofcia  il  baldachino  ,  eretto  da' 
PP.  Onerici    Regolari   Minori    fulia  facciata  della 
lor  Chiefa   di  Santa  Maria   Maggiore  ,  comunal- 
mente appellata  la  Pietra  Santa  5  una  delle  quat- 
tro antichiffime  Parrocchie  della  Città  :  e  più  ol- 
tre   quello   delle  Dame   Carmelitane  della  Croce 
di  Lucca  ,  e  quello  altresì  de*  PP.  Celerini  fulla 
lor  Chiefa ,  dedicata  al  Santo  Pontefice  Celeftino, 
ed   appellata   di   San   Pietro  a  Majella  ,  a  cagion 
eh'  egli   fui    monte   della  Majella  menò  fanta  ed 
eremitica  vita.  Nella  grande  ftrada  poi,  che  va  a 
riufeire  alla  Porta  della  Città  ,  che   dalla    vicina 
Chiefa  chiamali  di  Conftantinopoli ,  ammiravano 
i  lumi ,  e'  baldachini  delle  Religiofe  Dame  Dome- 
nicane ,  così    del  Moniftero  di  San  Giovan  Bati- 
fta,come  dell'altro,  dedicato  alla  Divina  Sapien- 
za :  né    punto   inferiore   era   quello   eziandio  del 
Moniftero   di    ragguardevoli    Cittadine   di    Santa 
Maria  di  Conftantinopoli. 

Se  qui  noi  voleflìmo  di/tenderci  ,  e  far  mi- 
nuto racconto  di  tutte  le  altre  fontuofe  lumina- 
rie ,  così  di  Ecclefìaftici  ,  come  di  Secolari  ,  che 
vedeanfi  anche  fuori  le  Porte  della  Città  ,  e  per 

G  quan- 


*£§  5°  *^* 

quanto  gli  ampli/Timi  Borghi  fi  eftendono ,  ei  fa- 
rebbe opera  da  farne  un  più  gran  volume  ,  ed 
anche  da  cagionare  un  gran  tedio  :  dappoiché 
quantunque  elle  foffer  diverfe  per  qualche  acci- 
dente del  più, e  del  meno  3  tutte  però  erano  uni- 
formi nella  foftanza  :  confiitendo  in  lumi  di  cera, 
baldachini ,  ritratti ,  fuochi  artificiali ,  e  cofe  fimi- 
glianti . 

Nulla  però  di  manco ,  per  non  defraudare  il 
merito  della  dovuta  lode  ,  tornando  alquanto  in- 
dietro a  San  Gennaro  all'Olmo  ,  onde  ci  dipar- 
timmo per  falire  a  San  Lorenzo  j  diciamo  ,  che 
nella  confinante  Ottina  del  Seggio  di  Nido,  va- 
ghiffimo  fu  il  baldachino  porto  fulla  facciata  del- 
la loro  Chiefa  dalle  Religiofe  Cittadine  ,  dimo- 
ranti nel  Confervatorio  della  Nobii'arte  della  fe- 
ta  fotto  l'invocazione  de'  Santi  Filippo,  e  Giaco- 
mo :  e  ragguardevole  ancora  quello  del  vicino 
nuovo  Confervatorio  di  donzelle  ,  a  San  Niccolò 
dedicato  :  come  anche  nella  ftrada  a  finiftra  (det- 
ta ne'  tempi  addietro  il  Vicolo  de'  Cara  fi  )  quello 
de'  PP.  della  Congregazione  di  San  Guglielmo, 
altrimente  appellata  di  Monte  Vergine  :  e  più  ol- 
tre a  de/tra  l' infigne  apparecchio  del  Gran  Col- 
legio de'  PP.  della  Compagnia ,  fempre  ferj ,  fem- 
pre  nobili  nelle  cofe  loro. 

Il  Seggio  poi  di  Nido  ,  effondo  per  se  ìreffo 
un'  ampio ,  capace  ,  e  maeftofo  edificio  ,  potè  facil- 
mente venire  adorno  con  altra  fpezie  di  rilevata 
architettura  ,  mefTa   la  più  parte  ad  argento  .  In 

cima 


s 


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ÀÌ  51  §£ 

cima  alla  macchina  era  la  (tatua  del  Re  ,  pari- 
mente innargentata  ,  e  da  per  tutto  fiammeggia- 
vano doppieri  ,  ed  altri  minori  lumi  di  cera  :  e 
perchè  da  due  lati  del  quadrato  edifìcio  gli  archi 
corrifpondeano  fopra  due  piazzette  di  qualche  ca- 
pacità 5  perciò  aveano  i  curiofì  dove  fermarli  ,  e 
fentir  fenza  incomodo  le  Iodi  del  Re  ,  cantate  da 
valenti  mufici  inllno  alla  mezza  notte  .  Sul  pro- 
fpetto  della  vicina  Chiefa  di  Sant'Angelo  era  pa- 
rimente innalzato  un  vago  baldachino,  per  ono- 
rare con  accefì  doppieri  il  ritratto  di  Sua  Mae- 
ftà  :  ed  anche  fulla  Regal  Chiefa  di  San  Domeni- 
co ,  detto  il  Maggiore  ,  fondata  ,  in  vece  dell'  anti- 
ca della  Maddalena  ,  dal  Re  Carlo  I.  di  Angiò, 
fratello  germano  di  San  Luigi  Re  di  Francia  :  ed 
un'  altro  eziandio  fulla  vicina  Porta  del  Banco 
del  Salvadore. 

Le  Dame  poi  Clauftrali  ài  Santa  Chiara , 
colla  loro  folita  generofità  ,  e  con  la  particolare 
affezione,  che  in  memoria  del  favio  Re  Ruberto, 
fondatore  della  loro  Chiefa  ,  portano  conftante- 
mente  ali'Auguita  Regal  Cafa  di  Francia,  ereiTe- 
ro  un  fuperbiffimo  baldachino  ancor'  elle  fulla 
porta  della  loro  Chiefa ,  abbondante  di  tanti ,  e  sì 
ben  difpofti  lumi  ,  che  obbligavano  i  viandanti  a 
fermarli  in  quel  cortile  per  alquanto  fpazio  di 
tempo  ad  ammirare  ,  con  quanto  acconcio  modo 
folfe  quivi  onorato  il  ritratto  del  Re  :  né  punto 
era  da  difpregiarfi  l' illuminazione  altresì  del  loro 
celebrato  Campanile:  di  modo  tale  ,  che  chiunque 

G     2  voi- 


£2  <;z  *& 

volgea  lo  fguardo  verfo  il  Seggio  di  Nido,vedea 
congiunti  in  belli/lima  profpectiva  tanti  lumi  ,  e 
fpezialmente  quei  di  cera  de'  bei  palagi  di  quella 
contrada  ,  che  pareagli  di  efTere  in  qual  più  in- 
cantato deliziofo  luogo  fìa  ftato  giammai  ideato 
dall'ingegno  de*  Poeti  ,  o  dalla  follia  de*  Roman- 
zato™. Dalla  parte  però  di  fopra  ,  fu  anche  infi- 
gne  il  baldachino  eretto  dalle  Dame  claustrali 
Domenicane  dell'antico  Moniftero  de*  Santi  Pie- 
tro^ Sebaftiano . 

Anche  fulla  porta  maggiore  del  famofo 
Tempio  ad  Gesti  Nuovo  i  PP.  Gefuìti  della  Ca- 
fa  ProfefTa  innalzarono  un  belliflìmo  baldachino, 
e  qual  richiedeafi  a  così  gran  Piazza  ,  ed  a  così 
ampia  facciata .  Né  (blamente  eravi  di  buon  pen- 
nello il  ritratto  del  Re ,  ma  un  gran  quadro  an- 
cora ,  in  cui  fìgnificavafi  la  cuftodia  degli  An- 
geli Santi  ,  fcrittovi  fotto  il  feguente  paflb  della 
Sacra  Bibbia  ,  alla  ftefTa  cuftodia  felicemente  ap- 
propriato : 

Cuflodivit  me'  dn^elus  ejus  &1  bine  euntem, 
&  ibi  commorantern  Ì&"  inde  bue  revertentem. 

Più  innanzi  poi  s*  ingegnarono  di  non  farfi  vin- 
cere di  magnificenza  i  Governadori  del  Banco  ,  e 
della  Chiefa  dello  Spirito  Santo  ,  così  per  quel 
che  fi  attiene  a*  nobili  paramenti,  come  per  quel 
che  tocca  alla  copia  delie  ardenti  cere  :  e  nettam- 
poco  i  PP.  Pii  Operarj  della  Chiefa  di  San  Ni- 
cola, 


«N  53  Mi 

cola, detta  della  Carità,  dalla  Piazza, fulla  quale 
ella  è  fituata . 

Fecero  ancora  il  loro  dovere  i  PP.  Benedetti- 
ni della  Congregazione  Olivetana ,  fìtuando  il  ri- 
tratto del  Re  fui  profpetto  della  loro  Biblioteca, 
fotto  un  baldachino  chermisi ,  col  debito  numero 
di  doppieri .  1/  ornamento  però  di  verde  mortella, 
e*  di  lumi  ,  che  abbelliva  con  ingegnofa  inven- 
zione la  nobil  fontana  della  fottopofta  Piazza, 
detta  di  Monte  Oliveto,  non  fu  fpefa  de' mede- 
fimi  Padri,  ma  de*  carrozzieri , e  di  altri  artefici, 
che  abitano  in  quella  contrada  ,  con  intendimen- 
to del  Capitan  dell'Ottilia  5  meritevoli  di  com- 
mendazione per  efferfì  allontanati  dalle  idee  co- 
munali nel!'  onorare  il  ritratto  di  Sua  Maeftà. 
Generalmente  poi  l'Ottina,che  appella  fi  di  Don- 
na Alvina  da  un  Moniftero  di  Dame  religione 
(  e  quefto  dall'  antica  Torre  di  Albino  )  fece/ì 
molto  onore 3  poiché  tanto  le  fineftre  de'  Nobili, 
quanto  quelle  di  onorati  Cittadini  ,  e  Mercatanti, 
furono  guarnite  di  torchi  di  cera  .  Il  baldachino 
più.  ragguardevole  dee  fenza  dubbio  riputar/I 
quel  che  fu  eretto  da'  PP.  Minori  Oflèrvanti  di 
Santa  Maria  la  Nuova  5  in  fecondo  luogo  quello 
del  mentovato  Moniftero  di  Donna  Alvina  5  né 
andò  fenza  lode  quello  del  Regal  Confervatorio 
di  Donzelle  fotto  1*  invocazione  di  San  Gennaro, 
fìtuato  fulla  ftrada  maeftra . 

Tanto  fece  il  Comune  della  fedeliffima  Cit* 
tà   di   Napoli  ,  tanto  i  privati   Cittadini   di  tutti 

gli 


/ 


*pt5  5*4  ^ 

gli  ordini  >  e  di  ogni  flato  ,  per  onorare  il  felice 
trionfai  ritorno  del  fuo  amantiffimo  Signore  :  e 
più  fatto  farebbe/i  a  mifura  del  fervente  comun 
defìderio  ,  fé  non  il  avelie  avuto  a  lottare  colla 
brevità  del  tempo  5  o  per  me'  dire  ,  fé  la  gran 
ventura  di  avere  ricuperato  la  Regal  Sede  ,  non 
fufle  troppo  recente  .  Imperciocché  per  molto, 
che  le  arti  della  pace ,  e  della  guerra ,  incominci- 
no a  rifiorire  5  ancor  tempo  ci  vuole  pria  che  fi- 
nifcano  di  rifanarfì  le  invecchiate  piaghe  .  Verrà 
forfè  un  giorno  ,  e  preghiamo  il  Cielo  eh*  ei  non 
fla  molto  lontano  ,  che  abbianfì  a  celebrar  fefle 
di  gran  lunga  maggiori ,  ed  innalzare  in  bronzi , 
e  in  marmi  perpetui  Monumenti  alla  grandezza 
di  un  tanto  Principe. 


FINE. 


SA- 


w5  5*5*  *& 
SACRA   REGAL    MAESTÀ 


Signore 

GLi  Eletti  della  Fedelitflma  Città  di  Napoli 
porti  a*  regali  piedi  di  Voftra  Maeftà  umil- 
mente l'efpongono,  come  avendo  fatta  difendere 
una  detenzione  delle  fefte  ,  che  fi  ferono  da  que- 
flo  Pubblico  nel  felice  ritorno  della  Maeftà  Vo- 
ftra  dal  Regno  di  Sicilia ,  delìderano  di  pubblicar- 
la per  mezzo  delle  ftampe  ,  acciò  non  folo  ven- 
ga in  notizia  di  coloro ,  che  non  vi  poterono  cC- 
fer  prefenti ,  ma  perchè  retti  un  perpetuo  docu- 
mento dell'  ofTequio  ed  applaufo  in  tal  congion- 
tura  fatto  da'  fuoi  fedeliffimi  Sudditi  al  loro  vit- 
toriofo  Signore.  Supplicano  perciò  Voftra  Maeftà 
concedergli  la  grazia  di  poterla  dare  alle  ftam- 
pe ,  che  lo  riceveranno  dalla  fua  Regal  Clemen- 
za ,  ut  Deus. 

Tomrnafo  Caracciolo  Marchefe  di  Villamayna . 

D  Gio:  Battijìa  Pignatelli  Marchefe  dì  S. Mar  co. 

Ottavio  A4arìa  Aiormile . 

Alt  chele  San  felice  Duca  d 'Acquarella . 

Saverio  Cai  migliano . 

Duca  Giufeppe  Brunaffo. 

Re- 


A 


*$§  f6  SS* 

Rea'itts  in  Neapolìtana  Studiorum  Tlnìverjìtate  Theologià 
'Jl  forai fs  Profeffor  R.  DXajirenJti  Scaja  revideat,&  in /cripti! 
refcrat  .Neapoh  die  io.  menjti  Novembri!  173  f. 

C.  GALIANUS  ARCHIEP.  THESSAL.  CAPELLANUS 
MAJOR . 

Vendo  per  ordine  di  Monfignor  D.  Celeftino  Galiano  Ar- 
civefcovo  di  TeiTàlonica  Regio  Cappellan  Maggiore  del 
Regno  riveduto  il  libro  intitolato  :  Descrizione  delle  fejìe  cele- 
brate dalla  FedelìJJìma  Città  di  Napoli  per  lo  gloriofo  ritorno 
dall'  imprefa  di  Sicilia  della  S.  M.  di  Carlo  "Borbone  &c.  non 
Vi  ho  ritrovato  colà  alcuna  che  fuiTè  ,  o  alla  Real  Giurifdizione, 
e  Regj  dritti  contraria  ,  o  a*  buoni  coftumi  ;  che  anzi  con  vi- 
vezza di  itile  dimoftra  la  dovuta  divozione  di  tutti  gli  ordini 
'<h  quefta  Fedeliffima  Città  verfo  la  M.  S.  onde  Aimo  poiìà, 
darfi  alle  pubbliche  ftampe.  Oggi  xnr.  Novembre  mdccxxxv. 

Cajìrefe  Scaja  Dottor*  e  ProfeJJbre  di  S.  Teologia  « 

Die  22.  menfìs  Novembri!  ìfif.Neap. 

VJfo  Re/ cripto  S.  R.  M.  /ab  die  1 6.  currenth  menJÌ! ,  ec  re~ 
latione  JaBa  per  Referendum  D.  Cafìrenfem  Scaja  de  com- 
tnifjìone  Reverendi  Regii  Capelloni  Major  h  ,  ordine pr afata  Ma- 
jejtatis 

Regali!  Camera  S ancia  Clara  providet ,  decernit ,  atque  mandata 
quod  imprimatur  cum  inferiti  forma  prafenth  fupplich  libelli, 
&  approbationis  ditli  Reverendi  Reviforh  ^verum  in  publicatio- 
ne  ferva ur  Regia  Pragmatica  .  Hoc  fuum. 

ULLOA  PRiES.    ROCCA.    MAGIOCCO.    VENTURA. 
DE  ONUPHRIO. 

Maftellonus. 


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