w
I
4*
^
id
TRATTATO
DI CHRISTOFORO
ACOSTA AFRICANO
Medico, & Chirurgo
DELLA HISTORIA, NATVRA, ET VIRTV
delle Droghe Medicinali , & altri Semplici Tariffimi, che
vengonoportati dalle Indie Orientali in Europa,
Con le Figure delle Piante ritratte, & difegnate dal viuo
porte a' luoghi proprij.
J^uouamente recato dalla Spagnuola nella no/Ira Lingua-» .
Con due Indici, vno de' Capi principali, l'altro delle cofe di più mo-
mento, che fi ritrouano in tutta l' Opera-».
CON PRIVILEGIO.
IN VENETIA, M D LXXXV.
Predo à Francefco Zileccì .
t -
=1
)
*•.'*" ■!■**
AL MOLTO MAG
ET ECCELLENTISSIMO
Semplicetta de' tempi nofiri,
// Signor Melchioro Guilandini .
co
2>
O L t o Magnifico Signor mio
ofleruandiifimo . Douendo io
publicare col mezz^o dello
mie Stampe a beneficio vni-
uerfale vn belliffimo Trattato
delle Droghe,8c altri Sempli-
ci runiTìmi , che vengono portati dalle Indio
Orientali in quelle nóilre parti, de' quali per lo
pallato o nulla, o poca, o del tutto falla, & fauo-
lola cognitione fi haueuaj8c" cercando diperfo-
na , che con la fu a auttorità potellefauorire que-
lla mia fatica, niuna mi Ci è parata dauanri più
atta, Se più proportionata alla cola della quale
fi tratta , che V. S. perciò che efTendo ella fiata., ,
fin dalla (uà prima giouanezza, che fi partì di
a 2 Prillila
Pruffiafua Patria piena di vnnobiliffimo difide-
rio d'inuefligare per ogni via poflìbile la hifto-
ria , la natura , & le proprietà de' fémplici-medi-
camenti , &C emendo giàperuenuta a quel colmo
di perfezione , che da ognVno vien confeflato
lei non folo in quella profetinone, ma in ogni
guifadi belle lettere non hauer alcuno fuperio-
rejàlei con gran ragione doueua io dedicare^
quell'opra . Oltra di ciò mi fon mollo a far que-
llo, fperando di dar a lei qualche fatisfattione
di cofa, che ella già molto ha bramato ,'percio-
chehauédo intefo da vn gentil'huomo di quella
Città,che molto l'ama, & apprezzalo quàto de-
fiderio ella già anni vintifette li mettefTe in viag-
gio per andar alle In die Orientali^ quàto 1 a For
tuna le Ha fiata contraria > mi giouerà di rame-
morare à quello propoiito , quanto ho faputo da
lui della peregrinatione di V. S. perche da que-
llo fi potrà farragione, che fé il Signor Dio le ha
«effe concefìo grafia di condurla à fine, come el-
la haueua già cominciato, molto più piena , &C
più vsile informationehaurebbe riceuuto l'Eu-
ropa delle cofe delle dette Indie, che fin'hora non
l'è flato apportato. Ma non fi può contrastar coi
Cielo. Da lei certo nò è macato di metterli ad o-
gni pericolo pergiugere à buo termine della fu a
honeflaintentione * Perciò eh e fin dal M. d . tv it,
ella
ella S'inorò col Clarifiìmo Signor Mann de'Ca-
ualli Cauaher di buona memoria , che anda-
ua Bailo per nome del SerenilTìmo Dominio a
Coltatinopoli ; nel qual luogo gionta,&: feoper-
to l'animo fuoali'IlluitriiTimoMonfignor delta
Vigna allhora Ambafciador del Re Chriitianif-
fimoàqucllaPorta, fu da fua Signoria IlluftrifTì-
ma fauorita & còdotta a baciar la mano al Gran
Signore , dal quale impetrò vn Comandamento
ampli/lìmo non folamcte di andarper tutti i fuoi
Regni, ma di paifar oltre in altre Prouincie an-
chorafenz^a impedimento alcuno .Ma la Fortu-
na naturalmente inuidiofa della Virtù, fi pofeal
contrailo di sì bel principio 5 perciò che giunta al
Fiume Tigre, per la guerra, che allhora faceua il
Re diPerfianel Corafìan,lefu còtefo il pafTarpiù
oltre. Quindi hauendo confumaci tre anni in di-
uerfe parti dell'Ada, il quarto anno fé ne pafsòin
Orfa,in Aleppo,in Damafco,in Hierufalem, o£ in
Gaza , &: finalmente nel Cairo con fperanza o per
via del Sino Perfico,o del Mar Roffo di feguir il
fuo viaggio .Ma ne anco quefto per diuerfi ac-
cidenti,che lungo farebbe il raccontarli, le ven-
ne fatto . Si volfe poi à tentar la via di Lisbona,&
imbarcatafi,nauigò in Sicilia. Di là partita fopra
vna nane per Portogallo, nel viaggio fu la naue
ali alita da dieci Galeotte di Corfari,&combar-
tuca3
tuta,& vinta, effondo rimai! molti paffaggieri
morti Se feriti, tra' quali fu anchor efla ferita , Se
prefa; S£ condotta con gli altri in Algidi, fu da-
ta per decima ad AfTan. Barbarofla figliuolo che
fu delgia flmiofo ChairadinRe d'Algieri ,ilqua-
le la donò ad vn fuo Chiaus , che la fece vendere
al publico incanto. Quiui dimorata in feruitù
per none mefl, fu fatta rifeuoterc dall'Eccellen*
tiffìmo SignorGabrieleFaloppio, vero fplendo-
re d'ogni virtù , che allhora fi ritrouaua Lettore
di Medicina nello Studio diPadoua , per dugen-
to feudi d'oro. Manorccontenta la Fortuna di ha
uerle interrotto il viaggio vna,& due volte, di ha
uerla condotta ferita,, in feruitìi con pericolo d el
la vita,&: con perdita di tutte lefue fcritture,&; di
e gni altra fu a co fa, 1 a volle ridur'anco più p reffo
alla morterchenon haueua fatto prima; perciò
ehe nel fuo ritorno d'Africa inltalia, la naue, fo-
pra dellaquale ellaera montata,,corfa per venti
contrarij in Barbaria sfi fommerfe y &C ella alliga-
ta advna tauola,nuda,& percoffa fra li fcogli
appena con vn poco di flato , che le era rimafo fi-
nalmente fi faluò. Eflendo poi giunta àGenoua,
&C giuntainfieme la fam&del fuo valore in Italia,
fu da quefti llluitriiiimi Signori condotta alla cu
ra dell'Ho rto Medicinale, & ali a lettura de' Sem-
plici nello Situila diPadoua . Nelqual carico el-
la
laha cosi bene fatisfatto &C alle loro Signorie II-
lulhiflìme j&là tutto lo Studio , che (e ben più
volte ha fatto ogni opra per impetrare licentia
dal Serenilfimo Dominio di ritornar à fare que-
llo ino viario nell'Indie Orientali; nondimeno
non ha mai potuto ottenerla -, hauendo antepo-
ngo quelli Signori IlluflniTìmi il beneficio dello
Studio di Pado uà, &L di tati, che quiui concorro-
no fin d'oltre i monti per v dirla, alla fu a gratifi-
catione. Ho raccontato volentieri ragionando
con ella lei i fuoi traua^li,sì perche effendo fuori
de' pericoli, giouatal'hora il rifrefcarla memo-
ria degli infortunij partati ; come perche lepoffa
parer più grato il mio dono,portàdole io in que-
llo Libro nò folo 1 a Hiftoria di gran parte di que'
Semplici, che colà nafeono, narrata da perfona^
dotta SCeiperta, che lungamente è dimorata in-.
quelle Prouincie ; ma i ritratti anchora dal natu-
rale di buona parte di loro ; per la cognitione de'
quali ella fi haueuapoftoà (offerire tanti diteg-
gi, occorrere tanti nfchijonde fé non in tutto,
almeno in qualche parte ella potrà appagare il
Ilio defideno . Gradirà ella dunque nonlblo il
prefente, ma l'affetto dell'animo, colqual glie le
dò j ilquale è tutto pieno di amore ,& di riuer en-
za verfo di lei ; laquale piaccia al Signor Dio
di
di conlèruare lungaméte per beneficio del Mon-
do Tana Rallegra nella fuagratia.
Di Venetia , il dì primo di Gennaio.
M D L X X X V-
Di Voftra Signoria
Afrettionatiffimo Seru icore
Francefco Ziletti .
AL MOLTO ILLVSTRE
SENATO
DELLA R E € A L CITTA
di Burgos Capo di Cartiglia^, & Camera-
di fu a Maeltà,
Chrìftoforo Acojia Africano . S .
E n t e n z a fu di Efiodo(moI
tollluitre Senato) riferita 8C
lodata dal Prencipe dell'elo-
quenza Cicerone nel fuo per-
fetto Oratore , che l'huomo
grato deue enere come i pò-
neri , 6c humili Contadini , i quali al tempo de'
lor ricolti pagano quietamente quello, che rice-
uettero in fede . Deiìderauaio (poi che mi ven-
gono menojcome a loro,le rendite annuali ) che
non follerò itati tanto grandi i benefìci], che V.S.
mi fece , quando con publico , ex: honorato fala-
rio mi riceuette nel feruigio di quefta così chia-
ra &£ illuftre Republica,ò'che le mie forze foriero
maggiori, benché le hauefll cercate ad impre-
ftido, che potelfero co' miei feruigij compiacer
al mio defiderio 3 che uè io mitrouareitato lun-
gè di giungere all'obligatione,nellaquale io mi
b veggo,
veggo,nè V.S.cofi certamete in effa mi fouerchie
rebbe di ragione. Ma poi che quefto è impofilbi
le, farà co fa prudere feguir il configlio di Tullio
nel libro primo delle Epiftole familiari,doue di-
cerie è cofa da cuor generofo voler Tempre do-
uer più a cui fi deue molto. Et codio hauendo
con la pouertà del mio ingegno affaticato mol-
to inquefta opera5laqual'è vnveroeiTempio, 8c
ritratto di molte piante medicinali non cono
fciute 3 né vedute da niuno delli Antichi , iqu ali
fcriiTeroinqueftamateriajdefidero infieme obli
garmi anchorapiu a V.S.có fupplicarlache pre-
da a bene di accoglierla (otto le ali della fu a pro-
tettione , che le fera luogo làcro» doue potrà (tare
fieura da denti velenofi di tanti detrattori,quan-
tiquefta età di Rame produce, imitando in que-
fto vltimo,poi che nel primo non pollagli eser-
citati Contadini , iquali quando piantano piante
tenere &: dilicate, procurano di appoggiarle a
grandi &C forti arbori,che le difendano da venti
tem petto fi , oc ecceiìlue pioggie, Se afpri geli ; fa
cendo ancho quello, che gl'ingeniofi Dipintori
fanno ne' loro merauigliofi ritratti ,cheper dar
l'ultima perfèttione a quello,che hano operato le
loro mani artificioie/oglìono illuftrarli con l'o-
ro de più fini caratti . Et coi! farà ragione, che V.
S.riceua quefta opera , come fattura di quegli a
cui
cui V.S. diede luogo in coli chiara Republica, co
prendola col manto delfuofauore, non mirando
al piccolo feruigio,checon lei gli fifa, ma alla
ferma & gran volontà , con laquale gli fi offeri-
fce;come fece quel gran Xeife Re di Perfia,quan
do con allegro volto riceuette il tratto d'acqua,
ch'un femplice Paftorello gli offerfe nelle fu e ma
ni, laquale io lafcio a fua correttione, & ammen
da nelle mani molto illuitri diV. S.lequali ba-
feio moke fiate .
Quefto fuo Seruitoro .
Chriftoforo Aco&l.
\
GLI
Simon Gcnòuefc T
So caco Theofrafto
Sudimco S.Thomaifo
Suida Greco V
Strabone Valerio cordo.
lì Fine della Tauola de gli Autori .
Quefti fono gli Autori, de' quali in quefto Trattato fi fa
mentione,oltra molti altri Medici,& buoni letterati,
che in quefta Tauola no nomino,come fono Medici
Arabi, Perfiani,Turchi)Coraflàni>Bragmani, Chine
fi , Canarini,Decanini, Malabari,Giogui, lapponi,
Danheini, Malaici, Bengalefi,Guzarati,Cambaiéfi,
Pitagorici , Bancani , Rumes , & altri di altre nati o-
ni ■■> &,con molti di quefti ho communicato fopralc
cofe,che in quefto,& nell'altro Libro ho trattato,pe-
legrinando io in quelle parti per mare } & per terra.
.
.
tiqa2
• i
PIANTE DELLE DROGHE
difegnatc dal Naturalo.
Ianta dell' Arboro
Trillo 168
Piàtadell'Aloe 159
Pianta dell Auella-
na Indica 72
Pianta dell Ambari . 221
Pianta dell'Ananas 268
Piata dell'Ananas Brauo 265
Pianta del Banguc. 276
Pianta della Cannella a
Foglia della Cannella. 3
Pianta del Legno della Chi-
na 60
Foglia del Legno della Chi-
na ài
Pianta delle Carambole 191
Pianta dclli Charameis 244
Pianta del Caius 246
Piantadel Carcapuli 2-74
Pianta del Calamo Aroma-
tico 289
Pianta de' Dorioni 174
Ritratto dell'Elefante 320
Ritratto dell'Elefante arma-
to 321
Pianta de' Fichi d'India 36
Pianta dclli Garofani 24
Pianta della Galangi 45
Pianta del Gengioiio. 196
Pianta dellHcrba Viua 181
Pianta dcll'Herba Molle 1 83
Pianta dell'Herba di Malu-
co 279
Pianta della Iaca i99
Pianta del Iambi 203
Pianta del Legno delle Ser-
pi 257
Pianta del fecondo Legno del
le Serpi 259
Piantadel Macer 32
Pianta della Moringa 262
Pianta del Mangas 240
Piata della Noce Mofcata 28
Pianta del Negundo mafehio
210
Pianta del Negundo fèmina
Pianta del Nimbo 214
Foglia del Pepe cauata dal
naturale \6
Pianta delPepe nero 25
Pianta del Pauate 42
Pianta de Pomi dell'India
85
Pianta de Pignuoli di Maluc-
co w 237
Pianta del Sargazo 271
Pianta dello Spodio 22!
Pianta del Tamarindo 50
Pianta dclZaffarano delle In-
• 'die 193
Il fine della Tauola delle Droghe difegnatc
dal Naturale .
TAVOLA DELLE DR O ,G H E,
che.fi trattano nell'Opera.
EU' Arboro
i*5-
Trifto
!'DeirAnacardaÌ75
il Dell' Amomo \&9
Dell'Aloe
Dell'Ambra
DegliAmbari
Dell'Ananas
Dell'Anil
Dell' Afta fetida
Dell'Ananas Brauo
Del Bangue
Della Cannella
Del Legno della China
i45
160
222
269
3r3
2 19
2<5<5
277
I
6z
De' Cocchi contra veleno 83
99
Dell'Herba Molle
DelI'HerbaViua
Dell'Herba di Maluco
Della Iaca
Dellilambolani
Dellilambi -
Dellilamgomi
DeMa Lacca
Del Legno di Maluco
Del Secondo Legno delle Ser-
182
i79
150
200
202
204
206
88
252
-,„„
pi
Delia Canna Fittola
Della Canfora
Del Care
Delle Cubebe
Delle Carambole
DeiHCharameis
DelCarcapuli
Del Coito
Del Calamo Aromatico
Del Cardamomo
Del Caius
Della Datura
De Demoni
Dell'Elefante ,& fu e qualità
320
Del Folio Indiano
Del Fico dell'Indie 5 7
De' Garofani,^ della lor Pia-
ta 23
Della Galanga 46
DclGengiouo 197
260
258
33
207
302
Del Legno delle Serpi
DelMacer
De'Mirabolasi
Della Manna
Della Mori nga
184 Delle Mangas 241
514' Della Nlocéll'a Indiana 73
Del Nimbo 2I5
DelNegundio 212
Deli'Opio 314
Del Pépe 17 (to7<5
103
192.
245
275
3°4
290
295
247
6j
171
08
Della Palma, & del fuo frut-
De' Pomi dell'India
Della Pietra Bezahar
DelPauate
De' Pignoli di Maluco
Del Reobarbaro
De Sandali
Della Spica Nardi-
Delio Schinantho
DelSangazo 272
Dello Spodio 224
Del Tamarindo
86
n8
43-
238
217
124
132
139
DelTurbit
Del Zafrano delle Indie
5i
228
i94
Il finedella Tauola delle Droghe , che fi trattano nell'Opera,
TAVOLA
DELLE COSE PIV NOTABILI,
che nella preferite Opera fi contengono .
ss*5
Ben Mefuai citato à carte 31
Aben Mcfuai citato dell'Aerea 75
Morxi infermiti »i
Aceto fatto di Tamarindo 52
Aceto come fi caui della Palma 78
Aceto Canarino come fi ficcia 245
Acqua di vita cauata della Palma ■* 78
Aetio.e fuo carne errore 187
Albazari citato V 3 1
Albugerio citato /. 55
Aloe migliore .' 155
Aloe e fuo temperamento 158
Aloe e fua pianta difegnata dal naturale ,\ 159
Aloe & fuo nome 145
AloediSocotora.come Ci conofea 146.147
Aloe vfato da Medici Arabi,Perfiani,& Turchi,& Gentili 148
Aloe &dccottione delle fue foglie per purgare 149
Aloe & fua herba,& fua virtù. 150
Aloemetalicofefitroui 154
Aloe & come fi adopri dalli Indiani per purgare 1 54. 1 5 5
Aloe non fifalfificain Socotora 145.146
Aloe, & fuoi nomi 145
Aloedouefitroui in abondanza v 145
Aloedouefiamigliore *4S
Amato Lufitano citato 34
Amato Lufitano & fuo inganno, circa i Tamarindi 5 5
Amato Lufitano della Noce Metella 70
Amato Lufitano citato 48
Amato Lufitano della China 64
Amato Lufitano 92
e Amato
TAVOLA.
Amato Lufìtano tieite che in Lisbonanella' Cafa delle India fi
troui ogni fpecie di Cinnamomo 9
Amato Lufìtano citato dal Chermes 98
Amato Lufìtano del Nardo 132
Ambari arboro& frutti di fegnati dal viua v 22X
Ambari arboro& frutti defcritti 222
Ambari & fuoi nomi 222
Ambari come fi vii ne' cibi 222
Ambra in pezzi di molta grandezza ,'& pelo 162
Ambra nonconofciuto fé non da Greci moderni 163
Ambra migliore 165
Ambra douefì trota in maggior quantità 164
Ambra vfato ne* cibi 164.
Ambra &fuo valore . 164
Ambra &fuacomplcflìone ,\. 164
Ambra &fue virtù: , 164
Ambro gri fo doue fi troui .84
Ambra & fuoi nomi. j6a
Ambra, che cola fia v 1 60
Amomo, & varietà d'opinioni circa diluì • \^9>
Ànacardo & fuoi nomi 175
Anacardo dekritto- 1-75
Anacardo rimangia inconferuadifale&acqu& 176
Anacardo & fua complefuone,& fuevirtà 1 7J
Ananas brauaarboro& frutti defcritti. 255
Ananas brano & fùó Iucca à che gioui 2 6j
Ananas brauo& fuoi nomi 2^7
Ananasfrutto defignatodalviuo „- 268.
Ananas frutto portato dal Brafilnelk Indie 269
Ànanas & fuoi nomi 2.69
Ananas come fi pianti 269
Ananas & fua temperatura. 2 69
Ananas come fi mangi 2^9
Ananas brauoarboro& frutti difcgnatidal viua 26$
Ananas &fue proprietà 260
AndreaBelJunenfe & Tuo errore 3 1 3
Andrea Matthiolo della Manna de Greci 3 1 1
Andrea Matthiolo citato 71
Andrea
TAVOLA.
Andrea Matthiolo dcll'Anacardo 175
Andrea Vcflalio della China 65
Andrea Matthiolo 65
Andrea Marthiolodella Lacca 9o
Andrea Matthiolo del Nardo 132
Andrea Matthiolo & fuo errore 1 88
Andrea Matthiolo & Tuo errore 70
Andrea Matthiolo citato 124
Andrea Matthiolo riprefo 14
Andrea Matthiolo citato ?j
Andrea Bellunenfe della Canfora 188
Angelica herba & radice deferitta dal Ruellio 2 84
Anil&fuoinomi 313
Ami herba deferitta 3 1 3
Anil come fi prepari per far il color Azurro 3 1 3
Antonio Mufa del Sandalo 1 2 7
Antonio Mufa ingannato dello Spodio 2 25
Antonio Mufa de Tamarindi 54
Antonio Mufa & fuo errore 284
Antonio Mufa citato 23
Antonio Mufadel Nardo 13»
Antonio Mufa & fuo errore 287
Antonio Mufa deH'AIoe,& fuo errore 1 5 o
Antonio Mufa ingannato della cognition della Cannella 14
Antonio Mufa ingannato nell'Hifloria del Pepe 19
Arabi ingannati nell'Hiftoria del Pepe 19
Arabi inuentori & efperimentatori della Canna fittola 99
Arabi difefi 2 85
Arboro Trifto & fuo frutto, & virtù 1 66
ArboroTriftodifegnato dal naturale 168
Arboronel monte di Zeilam-, che luce la notte 12
ArboroTrifto,&fuoinomi 165
Arboro Trifto defcritto 165
Areca &laNocella Indiana .* 74
Areca, &fua temperatura 74
Areca &fue virtù 74
Areca,&ftupefatiua 74
Areca, &fua acqua distillata 74
e 2 Areca
T A V O L- A.
Areca conferuata per mangiarli ; 74
Archelao 9©-
Aromatico Garofanato di Mefue 26
Afla fetida adoprata ne'cibi molto nell'India 2 80
Affa fetida e fue virtù 281
Afla fetida doue fi troni in maggior quantità 281
Affa fetida come fi caua dall'arboro 282
Affa fetida in controuerila preflb a Dot tori. /. 279
Affa fetida che eofafia 279
Affa, fetida e f noi nomi a 79
Affa fetida e fuo nome proprio a 279
Affa fetida e fuefpecie .• 282
Afma e fua cura *■•'■ 238
Afma e fuo rimedio 245
Auerroe,& fuo errore circa l'Ambra .*. 16 1
Auerroe citato 104
Attuario : .• 9 s
Atabari citato delfAreca ** < '•"- •' 75
Auerrois citato 3 8
Auerrois ingannato dello Spodio 226
Auicenna del Folio Indiano .% ni
Auicenna ingannato nella hiftoria del Pepe 19^2 1
Auicenna ingannato nelf hiftoria de Tamarindi 5 j
Auicenna chiamatoda Medici ArabixPerfiani> e Turchi
Abolhai S48
Auicenna'dell'Ambra 160
Auicenna ingannato della Lacca . " '■!•'' 90
Auicenna dello Schinanto 141
Auicenna 2 7
Auicenna e fuo errore »• 187
Auicenna & fua opinione de Fichi d'India- 5 &
Auicenna dell'Anacardo 175
Auicenna chiama la Cannella Darehini conrnome Perfiano 8
Auicenna del Zaftran Indiano 195
Auicenna citato 39
Auicenna difefo dello Spodio 226
Auicenna e fuo errore del Calamo aromatico 2 9 *
Auicenna citato 47
Àuicen-
TAVOLA.
Auicenna& Tuo errore 91
AuiccnnafudiTartaria 279
Auicenna della temperatura della Lacca 90
B
BAncani, e loro opinione delle anime fiumane 282
Bangue di fegnata dal viuo [276
Bangue deferitta 277
Bangue,&fuovfo 277
Bangue come fi prepari 273
Bangue e fuoi nomi •.• 278
BedigorascitadodelIAreca .\ 75
Belunnefe citato 48
Bengiuì diuerfo dall' Aifafetida 284
Bengiuidouenafca A - • „ 284
Bengiui nome, onde deriuato 285
Bcngiuinoefuoiaomi 287
Bengiuinoefuo arboro ' •. »*• 287
Bengiuino come fi colga 288
Bengiuino e fua temperatura V 288
Bengiuino e fue virtù 288
Betelecfuoinomi .*. jo8
Beteleefuevirtù v. 108
Betcledefcritto 108
Bocca &fuo mal odore corretto 48
Brafauola .♦, 91
Brafauola del Nardo 132
C
CAlamo aromatico difegnato dal viuo 289
Calamo aromatico, & molte varietà d'opinioni in-
torno di lui 290
Calamo aromatico e Tuoi nomi 190
Calamo aromatico fi femina nell'India .*. 290
Calamoaromaticoefuevirtù 291
Calamo aromatico non efTer l'Acoro 2 92
Calamo aromatico diuerfo dall'Acoro, & dalla Galanga 293
Calecut Gran mercato dell'India diftrutto da Portoghefi 1 2 7
Calecut e fuo territorio deferitto 128
Cambaritte villa nell'India, Porto & fcala delle mercatie 3 04
Cancamo
T X V O L A,
Cancamo efter l'Ani me 95
Cancamogomma& arboro chelaproduce 96
CancamoTecondo Paulo. 96
Caricamo non fi conoscere 94
Cancamo non eflere ilBenioino 94
Canfora fai fificata jS6
Canfora e fuo arboro onde filila deferitto 185
Canfora e fua temperatura 189
Canfora non conofeiuta da Greci 184
Canfora e me fpecie V 184
Canfora e fuoi nomi corrotti pretto agli Arabi 185
Canfora che coiàfia 185
Canna lift ola non conofeiuta da Diofcoride& Galea© 99
Canna fìttola douenafea 99
Canna fiftola& fuo arboro, & frutti deferirti 99
Canna fìttola e ma abondanza 100
Canna fittola &" fuoi nomi 100
Canna fìttola, & fua temperatura ,\ i0o
Canna fìttola perche vfatadaglilndiani 100
Canna fìttola e fua elettione j id
Canna fìttola cóme fi correga 101
Canna fìttola &fue virtù jd
Cannafìftolaverdecondìtavfata dagli Indiani dilicatì joi
Cannella e fuo arboro e fruttidifegnati dal viuo 92
Cannella efoglia del fuo arboro difegna tabella grandezza
naturale 3
Cannellato arbore, fiore, & frutto deferita 4
Cannella doue fi troui più perfetta 4
Cannella che co fa fia 4
Cannella e fuoi nomi diuerfi& del fuo frutto 5
Cannella & Caffia lignea& la cagion dell'errore de Medici,&
Specialiintorno ad ette .. 5
Cannella & varie opinioni di lei tragli antichi 1
Cannella di Zeilam, &del Malabar chiamata con due nomi
diuerfi 1
Cannella facilmente fi corrompe e perde dellafua bontà,
• & quanto fi conferui 9
Cannella ecinnarrtomo vna cofa ifiefla-. 9
Can-
T A V OLA.
Cannella in Pcrfìano fi chiama Darchini , in Arabico Qucr-
fta, oQiierfeeo 8
Cannellav&fuo color nero &bianco,ondcnafca. i°
Cannella chiamata Caflìa lignea, onde 7
Cannella, & Tuo frutto oglio medicinale 1 1
Cannellate virtii,&complclTione i2«x3,
Capra eia midolla del Cocco feccaal Sole,. laqual fi man-
gia, come caftagne 80
Carabc 9 1
Carambole arboro & frutto difegnati dal viuo> 19 1
Carambole e fuoi nomi 192
Carambole e fuo arboro deferitti 192
Carambole vfatene cibi, & in medicina i92
Carbone fatto delle feorce del Cocco &>
Carcapuli arbori e frutti difegnati dalviua 274
Carcapuli ar_borov e frutti dclcritti. 2 74
Carcapuli ne cibi 254
Carcapuli e fuo vfo nella medicina: £a 2 75
Cardamomo e fuefpetie r. 29 j
Cardamomo e fuoinomi 295
Cardamomo non con® feiuto da Greci 29 £
Cardamomo degli Arabi diuerfo daquello de Greci 299.
Cardamomo fi femina nell'India 299,.
Cardamomo e fuo vfo nelle Indie 300
Cardamomononefì'er M eleghe tra. -Jt 302,
Cardamomo come vfato nelle Indie 303
Caria che co fa fia 44
Garnofitànel collo della vefìca e fuo rimedi o> 64
Carambole e fue virtù 192.
Catedouenafca 114
Cateefuo arboro de (critto 114
Cate eTrocifci fa tti del fuo legno,& a che giouino 1 1 4
Cate effer il Licio de Greci, & de gli Arabi, & de Latini 1 1 5
Cate come vfato dagli Indiani , &fue virtù n&
Cate e fuoi nomi 114
Cate e fuo vfo nelle medicine 117
Caflìa lignea e Cannella vna cofa iftefla %
Caffia lignea non conofeiuw ne da Greci,nè da gli Arabi 5
Caffia,
TAVOLA,.
Caffia,& Canna fiftoladhjrrfe |oi
Caius arboro , & frutto dileguato dal viuo 246
Caiusarboro & frutti defcritti 247
Caius & fuo vfo ne cibi & fue virtù 247
Caius doue nafce .». 248
Charauis come vfati ne cibi 245
Charameis&fuoinomi 24y
Charameis arboro & frutti difegnati dal viuo 244
Charamei* arbori, & fue fpecie defcritti 245
Charameis,& fue virtù 245
Chermes & fue virtù 97
China,fuadecottione,& modo di prenderla 61.63
China radice di fegnata dal naturale 60
China &fua foglia difegnata dalnaturale 61
China &fùoi nomi .*. 62
China defcritta . 62
China radice, & fue virtù 6%
China Regno, &fua grandezza 188
China defcritta nel Libro del R.P.Frate Gafparo della Croce,
dell'Ordine di SanDomenico 189
China radice fi mangia frefca nella Prouincia dellaChina 64
China radice,& acqua difHllata 64
Chini nauigauano in India 7
Chini fingeuano le fauole della Cannella,che racconta Plinio,
& Herodoto 8
Chini gente intelligente 307
Ceruello raffreddato , & fuo rimedio 48
Cinnamomo Mufilitcio s'intende per la Cannella di Zeila ii
Cocco frutto della Palma 76
Cocco frutto della Palma defcritto 78
Cocco & acqua dolce, che fi ritroua in lui delicatiflìma 78.79
Cocco di Nalediua,& fue virtù 83
Cocco &fua fcorza contra veleno 2 3
Colera fi purga co' Tamarindi 52
Colera & humori adufti purgati da' Tamarindi 5 5
Colico,& fuo rimedio 48
Contufioni&lor rimedio 213
CordefattedellefcorzedelCoccOj&lorcondkione 79.80
Cornelio
T A" V O L A.
Cornelio Tacito 9&
Cornelio Celfo dello Schinanto 14 1
Corto &fuoarborodefcritto /. 304
Cofto& varie opinioni diluì 304
Corto & Tua elcttione 304
Coftoadoprato moltoin Medicina da' Medici Indiani 305,'
Corto &fuefpecie 305
Corto &fuoarbore,& frutto 3°ó
Corto fi porta dall'India corrotto v 306
Corto vfato da Chini 307
Corto & fua temperatura .*. 307
Corto & fue virtù 307
Corto & fuoi nomi 304
Crocodili nel fiume di Cranganor 225
Cubebe non eflere né il Carpello , nò frutto del Mirto falua-
tico 106
Cubebe non efler feme di virtù 106
Cubebe & perche vfate da Medici Indiani v 106
Cubebe diuerfedal Mirto 104
Cubebe&Carpeiiocome fi deonovfare 105
Cubebe fi cuoceno doue nafeono , perche non fi poflono fe-
minare 103
Cubebe fé fiano vn'altro genere di Pepe 1 03
Cubebe portate alla China per Medicina \» 104
Cubebe, &loro nomi 103
Cubebe,&lor'arboiodefcritto 103
Cubebe doue nafehino V 103
Cubebe molto ftimatedouenafeono 103
Curodapalaarboro,& fuadefenttione 35«3^
Curodapala, & compofitione della fua feorza per Io fluf-
fo f 36*37
Cuore confortato da' Garofani 26
Cuore,fua palpitatone , & rimedio 48
D
D Enti fortificarvi con l'Arcca 74
Datura eifer la Stramoni a di Diofcoridc 70
Datura pianta difegnatadalànaturale 66
d Datura
T A V O L A.
Datunffte fpecie,&fuadefcrittione 67
Datura &fuoi nomi 67
Datura effer la vera Noce metella delli Arabi 68
Datura data dalle innamorate a loro amanti per leuarloroil
fentimento 68
Datura veleno come fi curi 68.69
DemoftratO) .: 9 1
Diatrionpipereon 22:
Digeftione aiutata da' Garofani' . 2 6
Digeftionecon che fi. aiuti 48
Diocles v 9r
Diofcoride dell'Aloe 147
Diofcoride dell' Anacardo- 1 75-
Diofcoride,&fùo errore .•- 198
Diofcoride ci tato 97
Diofcoridedel Gengiouo J39
Diofcoride}&fuoerrorecircailFolio'Indiano> 109
Diofcoride citato: 39
Diofcoride citato1 93
Diofcoride del Nardo, & fuo errore 13:3. 134
Diofcoride dello Schinanto 140
Diofcoride ingannato neli'Hifìoria del Pepe r?.2 o
Diofcoride, & fuo errore circa il Folio Indiano» 1 1 o
Dolori delle giunture, &lor rimedi} 213
Dolori freddi con che curati 48
Dorioni frutto di Mal aca; 175
Dorioni & fuo arboro defcritto> 1% 1 71
Dorioni contrari j al Betele r.73
Dorioni & fuoarboro difcgnato dal viuo> 174
Dottor Orta,& fua opinione dell'Acoro 49'
Droghe come foflero portate anticamente in Aleuandria.
147*143
..' E
EBbrezza , & fùo rimedio 3 8
Elefanti di Zeilam migliori degli altri r*
Elefante fi appoggia all'arboro del Cocca 19
Elefante deferi tto 323
Emigranea , & fuo rimedio» £4
ErifTpcle
TAVOLA.
Erisipele come fi fanno 4j
Erifipelc mcdicafi con le foglie de Tamarindi pefte 5 2
Erifipele curare con la Datura €9
F
F Accia come fi netti di macchie 31
Febbri continue & ardenti medicate co' Tamarindi 5 5
Febbri coleriche &vfo del firopo de Tamarindi 5*
Febbri ardenti 44
Fegato confortato da' Garofani 26
Fegato come fi fortifichi 31
Fegato, & fua infiammagione , & fuo rimedio 44
Fegato & fuo ardore refrigerato da' Tamarindi 5 5
Fegato caldo & fuo rimedio 79
Ferite accioche non s'infiammino 44
Ferite s'impiaftrano attorno con foglie de Tamarindi peftc
perimpedir l'infiammagione 51
Fiato puzzolente come fileui 3 1
Fiele & fua virtù 155
Fico d'India ritratto dal naturale 5 6
Fico d'India &fuoi vari) nomi , „\ 57
Fico d'India arboro & fua deferittione 5 7
Fico d'India in qual paefe abondi molto 5 8
Fico d'India come fi pianti 59
Fico d'India &vfo delle fue foglie 59
Fico d'India frutto fecondo l'opinion d'alcuni, con chepeccò
Adamo 59
Filone del Nardo 131
Flegma fi purga co' Tamarindi 5*
Flegmonifirifoluonoconlcfogliede'Tamarindi,& come 57
Filemone - 91
Fluflb d'ogni fpeciecomeficuri da' Medici Bragmani, Canari-
ni, ScMalabari 34
Fluflb d'ogni fpetie con che fi curi 36
Fluflì con febbri ardenti come fi curino 69
Fluflb & fuo rimedio 2 75
Fluflì colerici come fi curano 74
Foglie del Cocco perche vfo 81
Folio Indiano &fuoi nomi 108
d 2 Folio
T A V^ OLA.
Fòlio Indiano diuerfo dal Zembul " i 08
Folio Indiano doue nafca 109
Folio Indiano diuerfo dal Betele .».•■■ IOP
Folio Indiano defcritto 1 09
Folio Indiano à che gioui 112
Folio Indiano quando manca,con che fi deuefupplire 1 1 3
Frati ingannati nell'Hiftoria del Pepe 19
Frati commentatori di Mefue, & lor errore 41.48.9 1
Frati commentatori di Mefueingannati intorno allaLacca 94
Frati & loro errore circa lo Schinanto 142
Frenefia & Malinconia medicateco' Tamarindi 55
! ...
G
A
GAmbegonfie con che fi profumino 3 8
Galanga,& Tua temperatura 48
Gàlanga,& fue virtù 48
Galanga pianta ritratta dal naturale 45
Galanga &fuadefcrittione : v 46
Galanga come fi pianti 46
Galanga &fuoi nomi 47
Galanga & pane fattodelle fue radici lì 47
Galanga non ben conosciuta da gli Arabi 4*
Galeno citato fopra il Macer,&Macis 38
Galeno v 91
Galeno citato 23
Galeno della Manna 3 1 o
Galeno ingannato nell'Hiftoria del Pepe i 9
Galeno dell'Aloe 150.151
Galeno citato 93
Galeno del Nardo .*. 23 2
Galeno citato .*. 3°
Galeno del Gengiouo i9^
Galeno del Folio Indiano & 112
Galeno citato dal Chermes 98
Gange fiume da gl'Indiani chiamato Garga 133
Garofani &fuoi nomi 26.27
Garofani & lor facultà .**
Garo-
TAVOLA.
Garofani fi conferuano più lungamente Spruzzati con Tacqui
del mare 25
Garofani verdi & lor conferua in Zuccaro , oucr in aceto &
fale 25
Garofani & loro acqua diftillata t j
Garofani nafeono più abondantementeneil'lfole di Gc-
loulo 26
Garofanai loro arbori fruttano in otto anni,& durano cèto 16
Garofani vfati da Filici Indiani per li dolori della tefta 25
Garofani con Noce Mofcata, Macis, Pepe lungo, &nero,ado-
pratine profumi per far fudare quelli , chepatifeono dolori
artetici,&fcabbia 26
Garofani, & lor complelfione, fecondo Paolo Egineta 26
Garofani & loro arboro difegnato dal naturale 24
Garofani,&loroarboro,fiori, & frutti deferitti 2 J
Garofani portati in Europa tutti nafeono nelle IfolediMa-
luco 25
Garofani, Sdoro arbori faluatichi nafeono da le 25
Garofani da che tempo fi coglieno 25
Garofani che ftan fu l'arboro due anni chiamati madri de Ga-
rofani 2 5
Garofani fi feceno al Sole dapoi ricolti 2 j
Garcia di Orta citato - 125
Garcia d'Orta dell'Anacardo 176
Garcia d'Orta del Zaffran Indiano 194
Garcia d'Orta del Turfeit 228
Garcia d'Orjta del Calamo Aromatico 290
Garcia d'Orta del Collo 305
Garcia d'Orta del Cardamomo 302
Garcia d'Orta del Coito 3 ©4
Gengiouo difegnato dal viuo 195
Gengiouo&fuoinomi 197
Gengiouo deferitto 197
Gengiouo douenafea 197
Gengiouo quando fi coglie 197
Gengiouo come fi conferua 197
Gengiouo condito 198
Georgio Agricola - 91
Gengiouo
T A V 0 L A.
Gengìbuo non nafce in Arabia 198
Giunture,&fuoi dolori, & rimedio 62
Gionturè&lor dolori, &lor rimedio 216
Gonfiezze & durezze vecchie 6±
Gonorrea & fuo rimedio 79
Gora & fùo rimedio 6z
^c H
HAboan fa citato dalr*Areca 74
Hemorróidi & fiffuredel federe, & fuo rimedio 38
Herba viua&fuoi nomi 178
Herba viuadéfcntta ' 178
Herba viua &fua proprietà 178.179
Herba viua dìfegnata dal viuo 18 r
Herba moli e deforma ,♦. 182
Herba molle,&fua proprietà' 183
Herba molle & fue virtù 1 8»
Herba molle difcgnata dal viuo 183
Herba di Malaco difegnata dal viuo „\ 249
Herba di Maluco defcritta 250
Herba di MalucO,fuovfo&fue virtù 250
Hcrmolao Barbaro del Nardo .*. 132
Hernia acquofa , & fuo rimedio 64
Hernia ventofa,& fuo rimedio £4
Herodoto racconta fauoledellaCaffia lignea ì
Herodoto della Manna 3 1 1
HidropifiaTimpanite,& fuo rimedio 38
I v.
IÀmbi frutto & arborodefcritti 2 04
Iambi &lorvfo ne cibi 205
Iambi conditi &lorvfo nelle febbri coleriche 205
Iambi&lornomi 205
Iambolani che frutti fiano 202
Iambi frutti &arboro designati dal viuo 203
Iangomi frutti,lor proprietà,&lorvfo 206
Impetigini comefileuino 23^
Indiani compofitori di fauole 166
Indiani faceuano fcalanelMalabar 7
Indiani prefero da Chini leggi ,eoftumi, arte del far nauilij,&
dina-
TAVOLA.
dì nauigare 7
Indouinilndiani,& loro inganni 177
Infermità fredde curate con loglio del Mari* 30
Infermità antiche, &lor rimedij 64
Infiammagioni ventofe , & lor rimedij 2 1 3
Ingrauidarledonne,rimcdio 213
Ifaac citato dell'Areca 74
Ifacfi .-. 40
Ifidoro ingannato n ell'Hiftoria del Pepe 1 9
Ifoladilaoa 103
liole fommerfe .v 84
L
LÀcca come fTgeneri 87
Lacca & varie opinioni di lei v 88
Lacca &fuoi nomi 88
Lacca come veramente fi generi 88.89
Lacca come fi mefcoli con al tri colori 89
Lacca,comefifalfifichi \- <?0
Lacca in che Regione,& come fi generi 9 2
Lacca artificiale 93
Lacca vera efl'erquefta che adoperiamo 95
Lacca &fuonome,ondederiui Ai 97
Lacca & Chermes diuerfi 97
Laccaarboro& frutto difegnati dalviuo 199
Lacca arboro& frutto deferitto 200.201
Legno di Mal uco, & ilio arborodeferitto 251
Legno di Maluco, & nome dell'arboro fuo 252
Lacuna del Cinnamomo,& della Calli a lignea 9
Lacuna ingannato nellHiftoria de Tamarindi 53
Lacuna & ilio errore del Nardo 136
Lacuna del Nardo 132
Lacuna dello Schinanto» 140
Lingua Araba 279
Lacuna di ambedue le Manne •„• 311
Licio perche cofi chiamato 117
Lingua propria nellaquale Auicenna fcriffe 2 79
Legno di Maluco contra veleno 253.254
Legno di Maluco purgatiuo fenza moleftia 254
Legno
T A V O L A.
Legno delle Serpi difegnatodal viuo t^j
Legno delle Serpi, & fua herba deferitra 258
Legno delle Serpi contra gli animali veleno!! v 258
Legno fecondo delle Serpi difegnato dai. Viuo 259
Legno fecondo delle Serpi , & fua herba deferirla 2 60
Legno fecondo delle Serpi conerà veleno , & altre fùe vir-
tù 260
Legnofecondo delle Serpi doue nafea 26 1
M
MAbazer citato dell'Aree» J ."„ 75
Macer ritratto dal naturale 3 2
Macer doue nafea , & fua deferittione 3 2
Macer & virtù della feorza della fua radice 34
Macer &fuo frutto contra vermrdel corpo ,% 37
Macer,& Macis diuerfi 40
Macer &fuoi nomi 34.35,
Macer arboro fa latte 34
Macer &medicina,che fi vfanelle Indie fatta della fua [feorza
perlofluflò 34
Macer fé fia flato conofeiuto da Greci 3 8
Macer & fuoi nomi Arabi , Greci , Latini , & Italia-
ni 41
Macis & fuo oglio, chelfifainBanda per lo dolor de ner-
ui 30
Macis vale tre , & quattro voltepiù chela Noce 3 o
Macis, & Macer diuerfi 40
Macis , & la feorza fottile della Noce Mofca--
ta 29
Macis non conofeiuto da Greci 30
Macis & fua complefiione v 30
Manardo della Canfora 187
Manardo del Cinnamomo 9
Manardo, & fua opinione eflarainata circa l'Acoro» 49
Manardo del Nardo 132
Manardo riprende Mefue circa l'Aloe * 5 *
Manardo ingannato dello Spodi© 22^
: Manardo
TAVOLA.
Manardo citato parla contra gli Arabi 99
Mangas arboro , & frutti difegnati dalviuo 240
Mangasdouenafca 241
Mangas frutto dcicritto 241.242
Mangas &fua temperatura 241
Mangas come fi vii ne' cibi 241
Mangas & fuoi nomi /. 242
Mangas Brauas defcritte 242
Mangas Brauasvelenofe - 242
Manna de Greci diuerfa da quella de gli Arabi 3 1 1
Manna de Greci, che cofafia 3 ri
Manna neU'India,&fuefpecic 308
Manna liquefatta .*. 30^
Manna comporta 309
Manna come fi falsifichi 310
Manna conofeiuta da gli antichi Greci , ma non molto
vfata 310
Manna degli Arabi r&fiie virtù. 312
Manna qual fia migliore - •/ 5la
MattheoSiluatico in errore 303
MattheoSiluatico ^t
Mattheo Siluatico dell'Aita fetida ingannato 281
MattheoSiluatico dell'Aloe • •■ 148
Mattheo Siluatico,& fuo errore 104
MattheoSiluatico, & fuo errore .% 133
Matthiolo citato 31
Matthiolò fopra Diofcoride citata 23
Matthiolo, & fuo errore »\ 48
Matthiolo citato •• 27
Matthiolo citato tp
Mele Aben citato .•„ «4
Matthiolo citata 2g
Matthiolo, & fuo inganno- jj
Matrice, (ùepalfioni,& rimedio • 48
Matrice, die paffioni con che fi curino 47
Matrice come fi conforti V 31
Membro &fue carnofità^&fuo rimedio 64
€ Mefuu
TAVOLA.
Mefue fi difende circal'Aloe
Mefue dell'Aloe
Mefue citato
Mefue ingannato nell'Hiftoria de' Tamarindi
Mefue ingannato delTurbit
Metro doro
Mefarugie citato dell'Areca
Milza come fi fortifica,& intenerifca
Milza , fucoppilationi ,& rimedio
Mirabolani , &lor virtù
Mirabolani, & loripecie
Mirabolani , & lor compiendone
Mirabolarii,&lor fuc^o come fi vfi , & i Citrini ,
chegiouino
Mirabolani,& lor virtù
Mirrhanafce nell'Ethiopia
Mufa , & fua temperatura
Moringaarboro, & frutto difegnato dal viuo
Moringaarboroj&fua defcrittione
Moringa come fi vfi ne cibi
Moringa contra veleno
Moringa,&fue virtù •*.
Moringa, & fuoi nomi
*53
i47
26.55.98
53
23*
9i
75
31
&z
207
207
&Bellericià
209*
2 8d
58
2(52
253
26J
263
263
264
W
N Ardo, &f!iovnguento molto firmato
Nardo, & fuoi nomi
Nardo, & fua defcrittione
Nardo, & fuo valore anticamente
Nardo doue nafea .*.
Nardo,& fua temperatura,& virtù
Natura non opera indarno
Negundo , & lor generatione
Negundo mafchio arboro difegnato dal viuo
Negundo femina difegnato dal viua
i33
i33
i35
i3*
IJ5- « 16
*37
9$
2iO
2H
Negundo
TAVOLA.
Negundo & mafchio , & femina , & quali fieno Ior no--
mi 212
Negundo & mafchio , & femina , & fua vera deferi mo-
ne 212
Negundo,& fua temperatura 213
Ncgundo,&fue virtù 213
Ncrui freddi come fi curino 3 r
Nerui,&oglio,cheIorgioua 215
Nefpolenon nafeono nell'India 93
Nerui & lor dolor come fi medichi con loglio del Ma-
cis 30
Nicolo Leoniceno con poca ragione parla cótra gli Arabi 99
Nicolo Monardes citato 164
Nicia , 9\
Nimbo di fegnato dal viuo 214
Nimbo,& fuoi nomi 2ij
Nimbo arboro medicinale v 215
Nimbo doue nafea 2 15
Nimbo deferitto, & fuoi frutti 215
Nimbo à che gioui 2]j
Noce Mofcata arboro, vagamente difegnata dal naturale 2 8
Noce Mofcata,& fuo arboro deferitto 29
Noce Mofcata nafee in Banda 29
Noce Mofcata condita in Zucchero .% 29
Noce Mofcata non conofeiuta da Greci 30
Noce Mofcata, & fuoi nomi 30
Noce Mofcata ha la midolla dì dentro, come lanoftra
Noce 30
Nocella Indiana difegnata dal naturale 72
Nocella Indiana,& fuoi nomi 73
Nocella Indiana deferitta 73
Nocelle Indiane trouariì anchora in alcuni luoghi dell'Ara-
bia 7j
Noci mofeate , & fua elettione 3 1
Noci mofcate,& lor virtù 3!
Noci mofcate,& Ior compiendone ,\ 31
Noci mofcate,& lor liquore 31
e 2 Occhi
.TAVOLA;
o
OCchi nettati dalle nuuoIette,da Garofani *.• 2 6
Oglio come fi caui della Copra 80
Oglio comefì caui del Cocco verde 81
Oglio del Cocco verde fi prende per purgare lo ftomaco , &
mollificare ventre fenza moleftia 8 1
Oglio della capra, & Tue virtù 81
Opio come fi caui de'Papaucri 314
Opio,& Tuoi nomi 314
Opio, &fue differènze .*. 314
Opio che cofafia 314
Orina prouocata da Garofani *<5
Orina prouocata con che 31
Orina, lue difficoltà con che fi curino 47
Orina,&fua difficoltà come fi curi »\ 238
PAndettario, & fuo errore v 1 06
Palma arborodeferitto 76
Palma come fi femini 77
Palma, &Nau<intiera fatta dileifola,& caricata delle cofe
e fatte Solamente del fuo frutto 77
Palma &cafe fatte di lei 77
Palma & vino che di lei cauano , & modo di cauar—
lo 77
Palma & fuo germoglionelk cima, che fi mangia 8i
Palma arboro, & fuo frutto 76
Palma, & Tuoi nomi 76
Pandettario,& fuo errore dellaLacca v* 9°
Pandettatio,& fuo errore 104
Papaueri di molta grandezza nelle Indie 3 J4
Pa radi foTerreltre detto effernell'Lfola di Zeilam da' proprij
habitatori- 12
Paralifia,& fuo rimedio ...... . ^2
Paralifia
TAVOLA.
Paralifia, & fuo rimedio €i
Pauatearboro ritratto 42
Pauate arboro deferitto 43
Pauate,&fue virtù •*. 43
Paolo Egineta citato 25
Pepe,& fiia pianta difegnata dal naturale 1 5
Pepe, & fua foglia di fegnata . \6
P3pe,&fuoinomi 17
Pepe &fua pianta deferitta 17
Pepevnodomeitico,&i'altrofaluatico .-. iì
Pepe come fipianti i$
Pepe verde condito in fale 18
Pepe negro,bianco , lungo piante diuerfe j 8
Pepe bianco nel Malabar raro, & fuo vfo nella Medici-
na 1 8
Pepebianco, &nero,piante limili &lorovfo x8
Pepe lungo diuerfo dal bianco, & nero 2 1
Pepe bianco più foaue.&piùaromatico del nero *x
PepeCanarin,&fuefacuttà ji
Pepe&fue virtù 22
Pepe nero in gran copia nel Malabar 19
Pepe nero douc portato 19
Pepe &error di molti circa la fua pianta tP
Pepe come fi colga •% 20
Pepe da che tempo fi maturi 20
Piaghe callofe , fordide , &eauernofe con che lì curi-
: no ^13;
Pietra Bezahar,&fue virtù 121
Pietra Bezahar in che quantità fi prenda 122
PietraBezahar come fi generi 122
Pietra Bezahar molto ftimata 123
Pietra Bezahar valorofa contrai veleno 118
PietraBczahar di varie forme 118
Pietra Bezahar come fi generi „-. 118
Pietra Bezahar in che paefe fi generi 119
Pietra Bezahar, & fuoinomi 119
Pietra Bezahar falfificata 1 1 9
. . ; e 3 Pietra
T K V O L A.
Pietra Bczahar vera come fi conofca 119
Pietra delle Reni con che fi rompa 3 7
Pietra Bezahar fi faififica e 3 1 o
Pignoli di Maluco arboro,& frutti difegnati dal vi-
no 237
Pignoli,& fuoi arbori defcrittl 238
Pignoli,& lor vfo nella Medicina 238
Pignoli velenofi 3. 238
Pignoli, & fuoi nomi 239
Pithia 91
Plinio racconta fauole della Caflia lignea 5
Plinio, &fua opinion falfa della Cannella .*. 13
Plinio ingannato nell'Hiftoria del Pepe 19.20
Plinio citato 39.40.&91
Pomi d'India difegnati dal naturale 85
Plinio della Lacca 90
Plinio citato del Chermes e 98
Plinio,& fuo errore circa il Folio Indiano x 09
Plinio,& fuo errore circa il Folio Indiano ni
Plinio ingannato del Nardo 1 3 2
Plinio del Nardo , & fua deferittione , come s'ingan-
nò 135
Plinio dell'Aloe 147
Plinio delbJVIanna V 31 1
Pomaro d'India,& fuoi nomi -V 86
Pomponio Melia della Manna. 3 r 1
Pofteme fredde ,& lor rimedio 6z
H ■ *
R
R A dice della Cannella , fapore, odore, & acqua da lei fliì-
lata,&fuovfo jo.ii
Rafis citato ji
Ra fis & Tua opinione de' Fichi d'India 5 8
Raiìs ingannato intorno alla Lacca 91
Raiìs del Folio Indiano ,». 3 12
Rafis del Sandalo i*6
Renelle,
TAVOLA.
Renelle, & Tuo rimedio 64
Reni&lorvlcera,& lor rimedio 62
Reni calde,& Tuo rimedio 79
Reni fredde con che fi colorino .*. 48
Rcobarbarodoue nafea 217
Reobarbaro come fi conferui 218
Reobarbaro,&fuaelettìone 2i9
Reobarbaro, &fua temperatura V 219
Reobarbaro, &fue virtù 219
Romei & Turchi 152
Ruellio citato .\ 59
Ruellio citato 104
Ruellio del ;Nardo 132
Ruellio , de fuo errore 1 8 S
SAmatralfola preflb alla linea Equinottiale 1 87
Sambaraac legno fpecie di Sandalo 130
Sandalo doue nafea 124
Sandalo doue fi troui migliore , & in maggior quanti-
tà 124
Sandalo , & ontione che di lui fi fan gl'Indiani 124
Sandalo, &Brafildiuerfi 125
Sandalo qualfia migliore 125
Sandalo & fuo arboro 126
Sandalo non conofeiuto ne da Greci,nè meno da gli Arabi 1 2 6
Sandalo donde fi porti 1 2 8
Sandalo Citrino perche machi quafi fempre nella Europa 129
Sandalo Citrino migliore di tutti gli altri 1 3 •
Sandalo,& fua temperatura, & fue virtù 1 31
Sandalo fcritto daAuicenna v 131
Sangue di Drago 9i
Sargazoherba deferitta 272
Sargazo doue nafea /. 272
Sargazo in conferua 27^
Sargazo àchegioui 373
Sargazo
T A V O L A.
Sargazo herba defcritta dal viuo 2 yt
Santa Croce di Cochin Città 84
Sciatica, &fua cura *\ 238
Sci atÌca,&fno rimedio 62
Schinanto,& Tuoi nomi ^39
Schinantodouenafca ij9
Schinanto,&fuaabondanza >. ^9
Scbmanto,& fuo fiore negletto da gl'Indiani 140
Scbinanto&fuovfo j^r
Schinantononefler il Calamo aromatico 143
ScbinantononeflerGalanga 143
Scbinanto,&fue virtù *.» 144
Seme delLegno di M aluco addormenta gli vccelli,& gli veci-
deanebora 253
Sepulueda,& fuo errore id
Serapione 3 1
Serapione de Semplici citato 31
Serapione circa i Fichi d'India v 58
Serapione dello Scbinanto 14!
Serapione dell'Ambra x6o
Serapione ingannato nell'Hiftoria de Tamarindi 53
Serapione citato 7°-9i
Serapione & fuo errore 92.
Serapione,& fuo errore intorno allaLacca 93
Serapione, & Tuo errore 104.&105
Serapione del Sandalo, & fuo errore 126
Serapione dell'Aloe ^8
Serapione dell'Anacardo 175
Serapione,& fuo inganno d'intorno alla Canfora 1 85
Serapione, & fuo errore 187
Serapione del Turbit • 231
Serapione,& fùò errore del Calamo aromatico 292
Sete acquetata da' Tamarindi 55
Socotora J46
Sorbe come nafeono nell'India 93
Sotaco *.• 9 1
Sonno prouocato con fogni fantaftichi 69
- Speciali
T A V O L A.
Speciali ammoniti à non porre inluogo di Cinnamomo la
Cannella trifta 9
Spica Nardi , & varietà d'opinioni di ki 132
Spodio difegnato dal viuo 223
Spodio di ducfpecie 22 j
Spodio non fu conofeiuto da' Greci, & poco da' Latini, &
da gli Arabi 224
Spodio che cofafia 224
Spodio canna deferitta 224
Spodio canna, & fua grolfczza .-. 225
Spodio lignifica due cofe 226
Spodio,&fuc virtù v 226
Spodio canna, & Tuoi nomi 227
Spodio,& fuo prezzo nell'India 227
Stomaco confortato da' Garofani v 26
Stomaco come fi conforti 31
Stomaco , & rimedio ottimo al vomito, & alla fua debolez-
za 34
Stomaco, fua freddezza con che fi curi 47
Stomaco,fue paffioni , & rimedio ^g
Stomaco , & fuo ardore come refrigerato da' Tamarin-
di 55
Stomaco, fua debolezza , & rimedio 62
Stomaco, & fua debolezza come fi aiuti 247
Storace nafee nell'Ethiopia ,\ 2 85
Strabone citato 40
Sùdireo citato .\ 91
Suida della Manna 3 1 o
T
Amarindoarboro ritratto dal naturale 50
Tamarindo arboro,& frutto deferita 51
Tamarindo frutto, &fue virtù V jx
Tamarindi come fi conferuino 52
Tamarindo frefeo conferuatoin Zucchero 52
Tamarindo ,& fuoi nomi 52
Tamarindo
T A V O LA.
Tamarindo in che Regione meglio alligni 52
Tamarindo arboro nuoce con l'ombra come la No-
ce 52.53
Tamarindo non conofciuto da gli antichi Greci 53
Tamarindi non fi fofifticano nelle Indie 54
Tamarindi, & modo di adoperarli 55
Tamarindo, & fua compiendone 5 5
Tamarindi, &lor virtù .\ 55
Tatnbul cflere il Betele 1 1 1
Tefta,fuoi dolori antichi, & rimedio 6%
Theofrafto citato 23
Theofrafto della Lacca 90
Theofrafto V gt
Theofrafto citato 93
Theofrafto del. Nardo r 3 2
Theofrafto della Manna 3 1 1
Tolomeo citato .♦. 40
Tofle vecchia,& fuo rimedio 62
Tumori flemmatici, & malinconici medicati con foglie dì
Tamarindo 52
Turbit , & varie opinioni di lui 228
Turbit,& fuoi nomi 229
Turbit comenafca .•. 229
Turbit doue nafca 230
Turbit & varile opinioni di lui rip rotiate 233
Tuj:bit,&fue virtù .\ 234
VAlerio Cordo del Cinnamomo 9
Valerio Cordo ingannato neli' Hiftori a de' Tamarin-
di 53-&54
Veleno grande nell'India 137
Ventre con che fi riftringa 3
Valerio Cordo ingannato dello Spodio Jì 22(5
Vafi fatti della feorza del Cocco 80
Veneree felle accrcfciutedal Garofano x&
Venere
TAVOLA.
Venere aiutata dalle Cubebe 105
Ventre , & Tuo dolore con che fi curi 47
Vermi del corpo , & Tuo rimedio 3 7
Vermi generati in quelli che frequentano l'vfo dell'oglio
del Cocco 81
Vermi del corpo come fi facciano morire 2 1 6
Vefica,&fue viceré, &lor rimedio 62
Vino cauato della Palma 78
Vifta chiarificata da' Garofani 26
Viftacomefireftauri .*. 26
Viceré vecchie con che fi rifoluino 64
V lecre del membro , & fuo rimedio 64
Viceré & fua cura 260
Viceré, &lor rimedio .». 213
Vnguento dell'herba di Maluco 251
ZAfFrano dell'Indie difegnato dal viuo 195
'Zaffrano,&fuoinomi 194
Zamano,& fuo vfo 194
Zcilamlfola deferitta 1 1
Zuccaro cauato della Palma .\ 78
IL FINE.
1
a
:
L A V. T T D R E
AL LETTORE.
*i*
Chrifìiano, &: prudente Lettore,
Vtti gli huomini desiderano di
fapere dice il Filofofo nel princi-
pio della Tua Metarìfica. Hebbc-
ro tanca forza meco quefte parole,
che mi fecero , lafciata la mia pa-
tria , cercar per diuerfe Regioni, &
Prouincie, huomini fauij , & dili-
genti, da' quali ogni giorno io poteiTi apprender qual-
che coti dinuouo; come fecero ne' fecoli paflati molti
huomini prudenti j fecondo che riferifee SanHieroni-
mo nella prefuione della Bibia a Paulino. Et iimil-
mentecffèndo deiiderofo di ricoglier dalle mie lunghe
pcrcgrinationi qualche frutto ; procurai di vedere per
uiuerf e Regioni , & Prouincie la diucriità delle Piante,
che perlaialutchumanalddiohi creato ; &mi abbat-
tei nelle Indie Orientali nel Dottor Garcia di Orta Me-
dico Porroghefc(huomograue, diraro, & pellegrino
ingegno, le cui laudi laicio à migliore occafione, per
ellcrtante, che quando penfallìdi haucrne dettomol-
f tei
tcjfarebbonopiù quelle che haurei lardato adietro)
ilqualccompofein quelle parti dell' Afia vn Libro in
Lingua Por toghefe intitolato Colloquio de' Semplici,
& Droghe, &cofe medicinali dell'india, Se di alcuni
frutticene in quelle para nafeono. Et così come la Tua
opera tratta di di uerfe Medicine, Se Piante, & altre cofe
pertinenti alla fallite humana ; parimente tratta anco di
altre, che fono inutili, Se fenza alcuno beneficio per-
ieli elfendoli (tato neceffario il trattarle, per feguire lo
itile de' Dialoghi, ne5 quali quelli , che parlano foglio-
no deubrfi,& dipartirli fuori di quello , che tocca al lo-
ro principale proponimento-, non mancando anco di
ttouaril àciafeun palio molti errori, liquali fé ben Ia_,
buona f<ma Se auttorira dell' Autrore ci perfuadeno ,
che nò fiano fuoi , ma della negligenza de gli Imprefiori
( perche nella Città di Goa , doue egli ferine non fi tro-
uano coli limati, come in quefle parti) tuttauia non
rollano di dar moleltia», oc apportar failidio a cui li leg-
ge.Mancò appretto vn altra perfettione foitantiale all'o-
pra,eiò fono , le pitture , Se difegni delle Piante , onde
egli tratta ; perche occupato il Dottor Orta in altre cofè
più graui,& che più doueano efferli àcuore,lafciòdi
inferirle in lei . parendomi adunque che in queita ao-
ftranatione farebbe quel Libro di grande beneficio, fé
fi delle co ti ria delle cofe buòne , che fono in lui , mo-
flrandole co' loro eiTempi , Se figure , per meglio cono-
feerie ■■> Se che queftononfi poteua fare fé non da cui,
co' fuoi propri] occhi le haueflè vedute , Se prouate 5 ze-
Jofo del bene di queita terra con la charirà che lbn'obli-
gato a' miei proiiìmi, deliberai prender quefta fatica,
&difegnardalviiiG£ÌafcunapiantaJcauata dalia radi-
ce,
ce , olrra molte altre cofe , che io vidi, & i I Dottor Gar-
cianon potè, per lec.gioni dette. Benconofco, can-
dido Lettore, il pericolo , nelquaJc io mi fon pollo im-
prendendo quell'opra a tempo , che la malitia humana
regna cotanto , &è incollarne di riprender molte fiate
quello , che non s'intende . Ma io mi conloìo , che fo-
no palìati per quello guado molti huomini iaui', iqua-
li fé per quella paura il lor camino hauefiero abbando-
nato,non farebbe peruenuta à noi la cognitione di mol
te cofe,che con la loro indurirla , ingegno , & diligenza
fonovfcitein lucci beneficio delie buone lettere. Et
benché io non mi polla contare nel loro nu mero , & ìau
mia audacia paia maggiore per mettermi a trattare di
alcune negligenze , che iono Hate ne' Greci , Arabi , &C
Latini intorno alla cognitione di quelle piante, 6c Dro-
ghe, nate parte per la poca diligenza, che in quello het>-
bero gli Antichi, & Moderni; parte ancora per non ha-
uer potuto vedere quelle piante nelle Regioni , douc
nafeono , & hauer creduto alle altrui incerte relation! j
tuttauia meritare perdono,poi che io mi fono difpollo
àfcriuere,come teitimonio di veduta, & tale, che pof-
fo dare intiera , & vera relatione di quanto in quello
breue Trattato ho ricolto . Et certo non mi ha mollo à
ptender quella fatica alcuna vanagloria di volere elTer
tenuto per dotto, oche mi li attribuita per quella via
pjùdiquello,cheiomerito,&puòcapercinmc, mafo-
lo èftato il mio fine defideno di feruirti co lana & inde
xa volontà. Et tengo per fermo, che le in quell'Opra
non lodallì i'vtile , almeno terrai per buona la dili-
genza, & per honcftala fatica; non biafimando l'af-
fetto 3 col quale ho procurato (peregrinando per tan-
f x te,
te,&sì diuerfe terre , di vedere co' miei ocelli propri)
quello di che altri per fola vdita fcriiìèro. Conoico
checiòfipoteuaifcriuerein iftile più elegante; ma io
amo meglio icriuer verità .certe, .che parole limate. Et
Umilmente io ti prego, che prendi il mio defidcrio
nella (ìimachedei,& non miri al piccolo volume di
queiVopera -, perche fé bene pare piccola in quanti-
tà, tuttauialafua qualità è grande. Et fé troucrai al-
cuna cofa in lei , che ti recailè difguilo ; portati in
ciò come prudente, & confiderà, che non fcriuo per
te fo!amente;&: che quanti ìiuomini fono, iono tan-
ti i pareri ; & così potrà eiTere , che quello 3 che à te non
gradirà , darà ad altri fatisfattione. Et fé farai così , pro-
curaro di offerirti vn'altro Trattato maggiore, & più
coppiofo col reftante dell'Herbe, piante, Frutti, Au-
gelli, & Animali così terrestri , come acquatici, che
in quelle parti,& nella perfia, & nella China fi ritroua-
no,nó difegnati dal naturale fin'hora , & de5 quali mol
to poco fi è icritto ; con altre particolari curio/ita, che
perauentura ti daran molto diletto . Et così farò fine
fottomettendomi in tutto alla corretti one , & cenfura-
de5 fauij, &finceri Lettori, iquali Cogliono riprende-
re (blamente quello che pofìòno y & deono con ra-
gione. Et quelli, che molli da inuidia, vorranno fare
il contrario, prego; che prendano prima la penna in
manoy& fermano per mandar qualche cofa in luce;
perche allhora fi auederanno , quanto più facilcola fia
il dir male y che fcriuer bene quello ,. che ha da vicir
nel publico.
LO STAMPATORE
A' LETTORI.
■"to
MK
'^H1 ■ *
fct
'Olendo io feguire il, buon
principio dato già da Al. Cior
dano Zìi etti mio Zio nel pro-
curar di far communi all'Ica-
Illa le fatiche di quelli Autto-
ri Spaglinoli , che hanno fcrit-
to le Hiftone di diuern* Semplici^ Animalieri e
nafeono così nelle Indie Orientali, come nello
Occidentali 5 Se hauendo egli pollo in luce la>
prima , 6c feconda parte delie cofe fcritte dal
Dottor Monardes Medico di Sin iglia ; ho volu-
to dami al prefentc quefto Trattato di varie, &C
diuerfe Droghe, Se Semplici medicinali dell'In-
die Orientali fcritto dal Dottor Chriftoforo
Acofta , ilquale lungamente è dimorato in quel-
le parti, $C inficme i difegni di quelle che egli
con gli occhi Tuoi proprij ha veduto . Et in ciò
ho ferii ato il coftumedcl detto mio Zio, cioè,
di non daini il detto Auttore mozz^o , & tronca-
to, come altri fogliono fare, mentre vogliono
abbreuiare,^ metter le loro mani nelle fatiche
altrui ;
altrui; ma così integro , come egli ftcifo Io fciif-
fe nella Tua Lingua. Lo accettarete adunquo
Volontieri,afpettandolaterz->a Parte del Dottor
Monardes già canto defiderata da voi , laqual
tuttauia è fotto le Stampe 3 non vi e/Tendo difca-
ro di fauorire la mia buona induftria , laquale
tengo impiegata Tempre a giouarui nel modo
che può venire dalle mie deboli forze^ .
/
*§§" L I B R O
C H F T R ATT A
DE-LLE DROGHE MEDICINALI,
& de* loro benefici; .
Della Cannella* Capitolo J.
O i, che tra le Droghe medici-
nali, vna di quelle, onde è (e-
guita tanta confiiflone tra i Sa
uij antichi , è (tata la medici-
nale, odo ri fera,& grata Can-
nella \ farà bene che di lei pri-
mieramente fi tratti laqual'è quelta , che qui è
difegnaea da vn ramo del proprio Arboro .
Pianta
rianta della Cannella,.
Foglia della CanùcIIa.
Di quella grandetta è la foglia deltArbotà della
Cannella , & alcune minori , co*
me e nclli Aranci *
DELLA
4
DELLA C A N N #L L A.
'Arboro della Cannella è della
grandezza d'un' Arancia, & no
Fono di maggiori , & di pia pic-
coli . La foglia è come quella del
Lauro più larga , & più chiara di
colore , & non con* afriutjta ; & ha^
tre neruetti, come fi m0ftra nella
figura. 11 fuo fiore è bianco, & poco odorifero, llfuo
frutto è della grandezza.dellc oiiue dclli oliuari faiuati-
chi , & di color verde; & quando fi fa maturo , va roiTeg-
giando ; & eifendo maturo, fi cangi a in negro, & tra-
fparente;& in cotale ftagione lo colgono; & ha dentro
di fé l'olio, come quello delle dette oliùe, & la polpa
della medefima maniera .' Fa vn fucco yntuofo, & verde,
& il fuo odore è come quello delle bacche del Lauro. Il
fuo fapore è acuto con vn poco di amaritudine . Ha
quefto fruttò al pièdouc ftà attaccato vn piccolo cappuc-
cio ( come fi vede nella figura ) Iifcio de non cofi crelpo,
ne afpro,. com'è quello delle ghiande deli'Efculo. L'ar-
boro è difWolti rami , & i germogli fono alquanto di-
ritti . Di quelli arbori ha gran quantità per li bofehi del
Malabar ; ma la Cannella di quelli, &c di molte altre par-
ti non è coli buona , ne coli aromatica , come quella di
Ceilan . Ha quefto arboro due feorze, & la Cannella è
lafeconda feorza, laqualc tagliata, & polla in terra, da
fé medefima fi forze col calor del Sole , &c diuiene colo-
rita, effendo prima il fuo colore, come di cenere; & di
tre in tre anni torna à generare nuoua feorza; i nomi del-
la àuàlé &5q i feguenti.
Gli
DELLA CANNELLA. 9
Gli Arabi la chiamano Salihacha,& Sclichaj & ancho
la chiamano Querfaa, &Querfecn. I Chini, Darchi-
ni. Quelli di Ccilan, donde viene la migliore, la chia-
mano Cuardo . & coli quelli di Malaca , Caifman . Et in
Malabar , Camiaap. 1 Canarini , l'ArboroGiacdraj &&
la Cannella, Techii & coli chiamano tutto inficme nel
loro linguaggio Techigiacdra. In Greco **<"* In Lati-
no Cada. In Casigliano Cannella . In Portoghefc Can-
nella. In Catalano Cannella. In Francete, Cancllc . In
Hebraico Cinamon . In Todcfco Zimmctreerlim, zim-
metridem. In Vafconccfe, Cannella -t ncll'Inglcfe Cina-
mon . In Fiammcngo , Caniel , &: Cinamon -t de in Sco-
da, come gli Inglefi . 1 Turchi alla Cannella dicono
Darchini } &c al luo frutto Fuchome darchini .
Ha vn'abulo tra Medici & Speciali di poncr' in luogo
di Callìa lignea,la Canella,eiTendo la Cannella la medcll
jna Caflìa lignea. Ma quello crror nacque dall'elTcre por-
tate quelle droghe coli di lungi, che li (crittori antichi
non poterono hauere perfetta notitia di loro . Et perche
à quel tempo erano di molto prezzo, quando mancaua^
no, fingeuano molte fauolc,lequali Plinio, & Herodoto p[inIib-
riportano ; &c poi che è coli chiaro , che fiano fauole fal-
fe, non debbo recitarle qui. Falfìficauano ancora in quel
tempo la Canella,per cilerne poca, & valer molto Sciì-
milmente le poncuano nomi diuerfi , cflfendo tutta
vna fpecic .
Quella Cafsia non fiì conofeiuta da Greci , ne da gli
Arabi j &: ciò per la lontananza , & poco commercio
che haucuano con quelle regioni -y & quelli che la porta-
uano à vender' ad Ormuz , Oc in Arabia , erano Chini; &
quindi la por tauano in Aleppo città pnnei pale, & capo
della
C&.19.
ó DELLA CANNELLA.
della Soria& quelli , che la portauano di là à Greci , di-
ccuano loro, chel'haueuano nella loro Terra, ò nella
Ethiopia , & che la coglieuano con molte fupermtioni,&
cerimonie , per venderla cara . Et perche tutta la Ethio-
pia è conofeiuta da Portoglieli , i quali per mare , &c per
terra l'hano caminata,& fi è fàputo certaméte no trouar-
fi in lei Cinnamomo,nè cafsia lignea,& i medefimi Ara-
bi la vanno à comprare in India -, io non pollò imaginar-
mi che ella quindi veniflc -, perche tutta la cofta di Gui-
nea ( che èl'Ethiopiadifotto dell'Egitto) per li golfi del
mare,& fra terra è conofeiuta, & caminata. & dalla Ifola
di S.Thomc fino a Cofala , & Mozambichc, fono anda-
ti alcuni Portoghefì per terra ; & quindi paffarono fin*
alla città di Goa.Et dal Capo di buonaSperàza fin'a Mo
zambiche,& fin'a Melinde,fono flati huomini per terra,
i quali fi erano perduti in mare: &ioconoboi vno di
quelli huomini , & inficme nauigammo buona pezza ,&
ne quelli, ne alcuno de eli altri videro , mai irL, quelle
parti Cannella . Et coi! è manifcflo , che in ambedue le
Ethiòpie di fotto dell'Egitto fi sa, che non fi troua Can-
nella, ne meno ve ne ha nell'Ifbla di S.Lorcnzo.Et poi che
giamai no è flato tanto conofeiuta la rotondità del mon-
do , quanto ella è al prefente , principalmente da Porto-
ghefì; non dubiti, alcuno che fiano per mancare queflc
due medicine cofi fìngolari. Anche il detto Garzi a de
Orta , degno d'ogni credito , afferma haucr conofeiuto
vn Sacerdote, chedairifoladiS.Thome,fin'in Cofala,&
Mozambichc fu per terra, & quindi andò alla città di
Goa* il quale cofi come gli altri, non vide Cannella ih
quelle parti . Et fé alcuni flanno ancora ciechi, &pcr^
tinaci in cotale antica , & falfa opinione > & non credo-
no efTere
DELLA CANNELLA. 7
no c(Tcre la vera Cannella il vero Cinnamomo:& la Can-
nella grotta, la Cafsia lignca(comc hoggidì lo tengono i
buoni Filici, & buoni letterati alla lor maniera, Arabi,
Torchi , Corazani , i quali rutti chiamano la Cannella
groflà,Cafsia lignea , & quelli che dubitano eflèr effe, (è
per la molta quantità che di lei al prefentc fi hi ) fappia-
no,cKcnon fanno in quelle parti nefluna differenza tra
nonni della Cannella , & della cafsia lignea, come noi al-
tri;pcrchc la verità fi è,che non ha tra lei differenza fc no
di più fina , & più groflaj né fi trouarà Medico,nè Spe-
ciale , ne alrra perfona, che gì amai habbia veduto altra
cola. Et acciochc fi conofea, donde è nato l'errore di chia
mar f aCanella Cinnamomo,&alla Cafsia quelli altrono
mejfi deue fapcre,chc molto tépo ha,che i Chini nauiga-
uano à quelle terre dell'Indi a^& citendo quelle genti bar-
bare , &fcnza alcuna politia,prendcrono da' Chini lcg-
gi,coftumi 5 maniera di far le naui , & del nauigarc . £c
erano le lor naui in sì gran numero , che raccontano gli
Ormuzini trouare ferino ne' loro libri , che con vna fola
marea entrarono nella lfola di Geni, che al prefentc fi
chiama Ormuz , quattrocento naui grofTc j & che vna
fiata fc ne pcrdeiono inficme nelle fccche di Chilao più
di dugenro naui . Similmente, che detti Chini portaua-
no Oro , Seda , Mulchio , Perlc,Porcellane , Stagni, Alu-
mi , & molte altre cofe; & diMalaca portauano San-
dali, Noci mofeate , Mafia , Garofoh, Legno Aloe, &c. di'foi"*'
& da Ccilam la buona Cannella ; & i marinari portaua-
no da1 bofehi del Malabar, Cannella Gluatica , & grolla,
t&equminchamolta-, & anco portauano quella Can-
nella tnfta,& grolla di boa . Et che in qucfto Malabar
fatcuano ìtala di Pepe , Cardamomo, & altre Droghe,
che
£ DELLA CANNEILA/
che portauano ad Ormuz , & alla colia dell'Arabia; ftt*
quai luoghi veniuano a comprarle i mercanti, che di là
le portauano in Alexandria , &in Aleppo , &in Dama-
fco. Et che dimandandoti* a quei Chini ; che cofa era
quella Cannella, chchaueua tal'odore , & fapore ; dice-*
uano cui quelle fauole, che conta Herodoto, & altre
molto maggiori , per venderla meglio . Et che hauendo
efsi veduto la Cannella di Zeilameffer molto migliore^
che quella di Iaoa,& quella del Malabar, le poterò due
nomi , non effondo altro che feorze d'vn'arboro fìmile in.
tutto , eccetto che per la qualità della terra varia nella
bontàj& che tutta la Cànella,chc al prefente viene in Por
togallo ( donde poi fi iparge in ogni parte ) è il vero cin*
namomo di Zeilam . Perìaqualcofanon fìha che du-
bitare di lei.Et perche quefti Chini la portauano à vede-
re à quelli di Ormuz, la chiamauano gli Ormuzini,Dar-
chini } il che in Perfìario vuol dire legno della China : &
così la vendeuano in Aleflandria , & nelle altre parti f
mutandole il nome per venderla meglio à Greci; & chia-
maronla cinnamomo ; ilche vuol dir , legno odorifero ;
& alla cannella di Iaoa , & a quella del Malabar ( per eflèr
peggiore ) pofero nomcCays manis, che nella lingua
Malay a vuol dire , legno dolce: & cofì à quello, che è vna
fola cofa , & vna fpecic , variarono i nomi . Et benché
a.acan.lb'Auicennachiamairc la Cannella Darchinij non perciò e
r*8- nome Arabico , ma Perfìano ; perche molti nomi pone
Auicenna nel canone , che dice eiTerc Perfìani : perche il
più commune nome della cannella in Arabico è Qucr-
iaa; che benché Andrea Bcknèn^dica che qneflo nome
il è della Cannella groflàj nódimeno Querfaa , & Queft-
ffecn, vuol dire Cannella di qualunque maniera ch'ella £
1 fia.
DELLA CANNELLA: 9
fia.&i Greci, corrotto il nome della Cafsìa , che craj
Caysmanis, la chiamarono Cafsìa. Onde fi fan no am-
moniti h Speciali, che in luogo di Cinnamomo no pon- feftp»»
gano Cannella trilla, ma della buona, poi che di lei han- uauìimi
no tanta abondanzaj&lafcino di raddoppiare il pcfò££cE
della Cafsìa lignea in luogo del Cinnamomo . X'SÉo
Notiii,chc la Cannella è vita delle Droghe, che più fa die non è
cilmentc fi corrompe , & (cerna della f uà bontà ; perche l
il più che fi vede durare principalmente nell'India , &
nelle partidamare, è vn'anno, nella fua perfettiono .
Ma il Cinnamomo,& la Cafsia lignea fi tengono per vna
fola cofa , tutto che non fi fia mai ciò ben faputo ne da
Greci , ne da gli Arabi .
Notili, che li Manardo dice, non ci eilcre vero Cinna- Manata
nomo ; & Valerio Cordo , che dice , che non of Tebhc- Bejjj
direche mancafsimo del vero Cinnamomo, ma che nc^-, Cor
riabbiamo qualche fpecie. Il Lacuna dice.alie^ando Ga- ncl <*»rp«.
lcno, che la Calcia lignea 11 conuerte in Onnamomo;p
fijl }7.&
C- m.
And. La-
ro che à lui par meglio il dire, che il Cinnamomo fi con- Cl
uerte in Cafsia lignaj perchevna fpecie non fi può con-^"?-11,
uertir nell'altra più perfetta col tempo ; anzi in altra men &i.iib.i.
perfetta . Amato Lufitano afferma , che vi erano tutte le guato
Jpecic:& coltui imitarono gli altri : & ali'vltimodiccJruafiDf°'-
celi , chechi andarà allacafa dell'India in Lisbona , tro fcor ,,bf-1-
uara tutte le fpecie di Cinnamomo. Ma non vene ha,co- tu
m'è flato detto, fé non vna buona, laqual è quella di Zci-
lan,& vna peggiore,che è quella di laoa , & del Malabar .
Quanto a quello che dicono,che al tempo de gli Impc
radori Romani, fi ftimaua gran teforo un legno di vero
Cinnamomo,& ch'ai tépo di Papa Paolo I. ic ne trouò vn
pezzo, & fu conicruato nel tempo dcll'lmperadorc Ar-
fi cadio
IO DELLA CANNELLA,
cadio. &c. Egli è pò (libile , che quello folle flato portato
di Alexandria, & che non folle itato confèruato tanti an-
ni . Cofa chiara è , che al prefente fi fa molto più in va
giorno perii Portoghcfi , di quello,che nel tempo dcRo-
mani fi poteflefaperin cento anni.
Quando fi v edera vna Cannella bianchiccia, & l'altra
negra, nafee perche eflcndoilluo colore cineri ciò, quan-
do tagliano, &cauano lafcorza di detti arbori coli dcr
tronchi, come de* loro rami fottili , la pongono in terra
perche fi fecchi; & quella che non è ben gouernata , reità
biancheggiando ; & quella che fi fccca di loucrchio, ò fi
corrompe , fi cangia in negra ; & quella che debitamen-
te fi goucrna , reità ben colorita . »
. La radice è quali fenza lapore, & ha odor di Canfora j
della quale radice , & delle feorze verdi, fi diftilla acqua
molto foaue , & grata al gufto , oltra le fue eccellenti vir-
tù . Et quella , che da luoi fiori fi diftilla , che è molto pò
ca j non è tanto aromatica , né di tanto valore come quel-
la delle feorze . Quell'acqua fi diftilla dalla Cannella ver*
de,tagliadofi in pezzetti minuti,& ne* lambicchi ordina*
rij,& non coll'ordinccheinfegna Andrea Mattinolo. Et
quella delle feorze verdi è la migliore j perche de' fiori fc
ne fa molto poca, per eflcr più debole, e meno vtile. Il
più che quell'acqua fcrue in quelle parti, fi è nelle vi-
uande , che fi condifeono con lei in luogo di Cannella ì
Et nella Medicina per li dolori dello ltomaco,& colici
procedenti da cagione fredda ; perche caua la ventofità;
& prouoca l'orina,& leua il mal odor della bocca , de de'
denti , & conforta il cuore, & lo ftomaco . Giouaal fega*
to , & alla milza,& al ccruello,& a nerui.Gioua alliaffan
ni , & pallioni cordiali. E' contra i veleni t & morii vele*
nofi«
DELLA CANNELLA. x,
nofi . Fa moucr & difccnder i menftrui . Gioua il vomito,
& incita a mangiare . E' di molco vtilc alle pafììoni dell
a
matrice . Fa beneficio a deboIi,& fpafimati , & a quelli ,
che patifeono il morbo comitiale • & è molto grata al gii
fio . Finalmente apre , taglia , digerifcc, (calda _, & forti-
fica. Del frutto di quello arboro fifa oglio medicinale
per le infermità fredde, ìlqualc non ha niente di odore, fc
non quando fi abbrufeia , & poco .
Notili , che quando.fi dice Cinnamomo Mufilitico ,
s'intende dell'Itola dtZcilan, laqual èmontuofa , & è
all'incontro del monte Corin.
Queft'Ifoladi Zeilan cotanto celebrata,^ con gran fa
gione,ha di lunghezza ottanta leghe & più -di larghez-
za trenta ; & quella è la più fruttifera , & la migliore del
Mondo -, & la chiamarono alcuni Taprobana , ò Sama-
tra . Nella coda à fronte di quella Ifola,ftà quel Promon-
torio chiamato capo del Comorin. E' quella Ifola mol-
to popolata , benché ila montuofa in molte parti ; & le
fue genti tono chiamate Giungale. Et è quella Ifola del
ChnitianilTimo Redi Portogallo; &i Re di lei gli fono
foggetti.In queft'lfola fi trouano Noci mofeate, Garofo-
li,Pepe, & ogni gencratione di gioie, fuor che Diamanti.
Ha Oro, Argento, & Perici boi chi fono tutti pieni di va-
rietà d'augelli quanta fi conofea nella circonferenza del
Mondo;& oltra l'innumerabile varietà d'augelli , ui fono
molti Pauoni, Galline, & Colobi . Vi fono molti anima-
li di molce fpecie diffcréti, & tra di loro, Ccrui,Porci,&
Lepri. Vi fono molte differenza di frutti filueftri, & i più
faporofi,& foaui Aranzi,chc fin'hora fi fappia . Vi fono
delle noftrc frutte, & Fichi, & Vua. Vi è Lino,& Ferro . I
naturali di detta Ifola fauolcggiano, dicédo, che quiui è
B i ilParadifò.
ii DELLA CANNELLA,
il Paradifb tcrreftre, perche vi fi troua vri* altilfimà motà-
gna,laqual chiamano la cima di Adamo j & dicono efli,
che quiui in alto è il pie di Adamo impreflò,& altre fauo
le , eh' efli dicono nella medefima guifa. Nella qual cima
affermano i Gentili di quelle parti , che Adamo fece pe-
nitenza j Se i fogues, che fono pellegrini ; icjuah vanno fa
cendo penitenza davn luogo all'altro , indrizzano il fuo
pnncipal pellegrinaggio alla detta cima. Onde mi after-
maronoalcuni diqueit),rhe nell'altodi dettacima, ha-
uea vii'arboro mezzano, & molto groflo, con la foglia pie
colàj& crefpa,di color di poluerc,& la feorza di color di
cenere , il qualarboro di notte ncll'of curo rifplcndeua,
& tanto , che fefaccua grande ofoirità,pareua,chc quiui
folle vn fuoco viuo;& che di giorno non dauafplendo-
re alcuno . Io non Mio veduto, & mi fono ri meno a quel-
li,chc me l'hanno affermato .- Oltra di ci© fono in quella
Ifola molti Palmari y & gli Elefanti che fono in lei, fono
i migliori di tutti quanti gli altri dell'altre parti, che fi co
nofconoj& fi tiene per certo,che ruttigli altri Elefanti,ef
fendo con quefti,gli obedifcono .
Or tornando alla virtù della Cannella, ella è calda , &
fecca nel terzo ordine : prouoca l'orina : coftringe leg-
gici mente . E' molto conueniente nelle medicine , che fi-
fan no per rifehi arar lavi fta.Et ne gli empiaftrimolJifica-
tiui, applicata con mcle,leua le macchie della faccia yÒc fa
venire alle donne le loro purgationi . Beuutaj uale con-
tra i morii delle vipere: de contra i rifcaldamenti interni ;
Scontra il mai di Rene :& mettefi nc'profumi per di-
fbppilarela matrice. Non fi deuc incolpar Diofèoride,
perhauerfi ingannato nella cognitione della Cannella,
come fi ricoglic dalfuo libro primo al capo decimoterzo,
poi
DEtULlÀ' C AT4N ELLA. 1 3
poi che nel fuo tempo non eraconofeiuto , nò difeoper-
to quello,che è ai prefcnte.Et perciò fi dice & con ragio-
ne j Suraus ficut pucri incollo Gigantis , &: vidimus ea ,
quae Gigantcs,6c paulo plus . Nel medefimo errore cade
Galeno nel primo hb.de gli Antidori . Non manco col-
pabileè Phnio al lib. vigelìmoprimo nel cap. nono,&
duodecimo:& Columclla al hb. terzo nel cap. ottauo de
Re mitica . Non foche vedere in c|ucllo,che dice Teofra-
fto nel lib.nono nelcap^ quinto de Hiftoria Platarum,di
ccndoiche fi tagliano i rami,& fi fcccano in piccoli pez-
zetti j & che li cuicno dentro di pelli frcfche di buoi , ac-
cio che i vermicellijche nafeono delle peili,mangino , &C
rodano il legno di dentro, ò la midolla inutile } & che ro-
dendo i vermicelli la midolla non buona, refta fola h
feorza buona, & odorifera . In ciò io non ho che arguire ,
poi ch'ella è fintionefauolofa.il medefimo dice Plinio
nel hb. duodecimo al cap. decimonono, co' fegni(comc
gli pai uè lenza vederla) della piata , & della fuaclettione,
imitando Teofralto. Le cui parole , per efler tanto lon-
tane dilla verità in queitocalo,lafcio io a fiuij , & curio-
fi . Nel medefimo hb.& cap. fcriue Plinio, che in Arabia
fi perfe tutto il Cinnamomo, come in Giudea il Balfamo,
cofi per fuoco , come perirà de Barbari j& che alihora
non vi era più Cinnamomo.Ma poi ch'egli è cofi chiaro,
eh* quello non fi i cofi, io non ho che trattar di lui ; il che
fé coli fbire , nelle Indie Orientali , nella Perfia, & nella
China^&a molti efperri Medici curiofi , & inquinatori
della Natura, nò prendercbbono,nè vferebbono per vero
Cinnamomo, la Canella di Zcilan;& per Caflìa hgnca,Ia
Canelladi laoa, & quella del Malabar^ ne tanta, né cofi
b uona ne ucnirebbc a Portogallo ogrfanno -} né io hauc-
rei
,4 DEL LA C A NN Et L A .
rei veduto tanti arbori di lei in quelle parti,doue con di-
ligenza, & curiofità( fecondo il mio potere ) procurai di
vederne la verità .Ne fi può paflàr con filentio la poca ra
gionCjC'hebbe Andrea Mattinoli nel riprender del tutto
Amato Lufitano, per hauer detto,che noi non manchia
mo del vero Cinnamomo -, perche in quello caio è mol-
to più degno di riprensione il Mattinoli , non lo creden-
do . Et quanto lunge da quel che fia il Cinnamomo, hab
> bia fcritto Antonio Mufa nel fuo lib. de efamine
i omniumfimplicium;fipuonotarafol.44i.
& 44 3«& 5 6i.Trac.de Corticib.& $ 6u
fin 5 67.C0I refto,ch'egIi allega de
gli alberi , liquali inficine
con lui non conob- >
bcro l'ai boro
della Can
, : nel-
la, ilqualc è lo ftampato
. con verità.
Pepe
Pepe nero.
■ . - .
:■*
Foglia del Pepe eauata dal naturale »
Nel Malahar ne'bofchi di €r angariar prefio al fiume
Mangateprefiquefta foglia dalla propria pian-
ta* l'anno del Signore. M.D.LXIX.
DEL
.r.
•
DEL PEPE CAR II.
W
.
-. ■
Humano il Pepe nel Malabar,
Molanga : In Canarin,Min : In Ma
laca,Lada: In Arabia,FilfiI: In Guzr
zarate,& Dccanin, Meridie : In Ben
gala , Morois } & il Pepe longo 19.
BengaIa,dou'egli è naturale,^ chiar
ma Pimp.inil,& Pepinili:In Gualca
gna,Pipcrrd:ln Gicco,.*Y<arf^'a Latino, Pipenln CafbgUa-
nOjPimicnca: In Portoghese, Pimenta :In Catalano Pebre;
In ItaIiano,Pepc : In Francciè.Poiure: In TedcfcoJ fcfTcr:
In IngIcfe,Peper;In FÌamengo,Peperen: In Ifcotia, come
gli inglcfì: Eti Cand ioti, Pip eri . Gli Apolonij,. Pierzs
ITurchi,Bibar: Eni Bianco in Turchcfco, Araoco, df.
Perfìano,FilhTDarache .
La pianta del Pepe è come vna pianta di vite,& fale co
me rhedcra,lcgandofi,& appigliandofi all'arboro, done
fi congiungcHa da fpacio a fpacio vn nodo corto, Oc pcp
ciafcun nodo efcevna foglia (deJlagrandezza che di lo^
prafiè dipinta dietro la pianta) le quali nella parte di
dentro fon verdi icure,& di fuori via verdi chiare, acute
nella puntante mordenti al gufto. Di quclte toglie fonp
alcune più nere,che l'altre^ dicono i Negri della mede-
hma terra, che le togliere quali fono più verdi chiare , &
che hanno le vene lontane con vgual'ordinc , fono lefe-
i mine ; &c quelle che fon più nere , &c che hanno le vene
^ difuguali , fono i mafehi j &: l'vna , &: l'altra fono nella
. medefima pianta, & in vn ramo .
Di quefto Pepe vno è domeftico, & buono ; l'altro GJ-
-uaèico, & amaro :& coli è i). Be^cle,le cui foglie con
C quèlte '
il DEL PEPE.
qucftc del Pepe fi afiòmigliano infinitamente, còme nel-
la fua figura dell'altro libro, doue è dipinta, fi vederà.
Nafce il Pepe trafponendofi , come la pianta con ra-
dici della vite , & con qucfto ordine : mctteno vn ramo ,
o pianta con radici di quello al piedi qualche arboro
t rande , ò d'una pertica , & le pongono al pie letame di
uè , & cenere con acqua ,& nel termine d'vn'anno fa
frutto >& quanto la pianta è più uecchia, tanto è più
fruttifera ; & fruttifica , & crei ce tanto , quanto è l'arbo-
10 , doue fi appiglia . La fua radice è molto piccola , &
fupcrficiale;& ad ogni picciuolo di foglia fa vn grafpo ài
Pepe , come fi vcdc,il maggior de1 quali ha fino cinquan-
ta grani, & il minore fino a trenta. Quado qucfto Pepe è
verde, lo pongono in falc , & aceto per mangiare , cornei
Cappati , ilquale chiamano cfli Achar .
La pianta del Pepe negro , bianco , & lungo non è la
ìftefia ^ perche al più , il luogo , doue nafce il pepe lun-
go è lontano dal Malabar , doue fi troua nero , & bian-
co , intorno cinquecento leghe , che è in Bengala , & in
laoa. Di pepe bianco fono nel Malabar poche piante,
&tra loro è molto ftimato coli per mangiare, come per
li bifogni della Medicina j del quale fi preuagliono con-
erà ogni ueleno,& per alcune infermità delli occhi.
Quelle due piante del pepe negro , & del bianco fo-
no coli rimili y che per la molta fimilitudinc,che han-
no , ho difegnato qui lòlamence la negra j & non hanno
altra differenza , fc non , che la foglia della bianca è più
fonile ,& più lifeia qualche poco. Onde il Pepe bianco
£ più- aromatico , & di miglior gufto , che il neroj &
qucftc foglie non vlàno quelli di quelle parti nelle co-
te di medicina, ma ben quelle del nero ne' dolorfcco-
liei.
DEL PEPE, i9
liei, & in ogni doglia di corpo per cagion fredda, vn-
gendole con oglio di Coco ( il qual è frutto di vn'arbo-
ro,chedà tutto il neceflàrio alla vita fiumana : & que-
llo arboro è quello , doue ftà appoggiato l'Elefante , del
qual fi dirà al Tuo luogo : Se con fcaldatc fopra la cenere,
le applicano fui ventre con buon'effetto .
La pianta del pepe lungo mi fu affermato eflèr molto
diuerfa:maionon la vidi; perche mi fecero prigione
inMalabaratempo,chcio fperauadi andar a vederla
a Bengala .
La maggior quantità di pepcnegroè in Malabar,&
per quella coita dal capo di Comorin fin in Cananor j Se
quel, che fi troua in Malaca, non è cofi buono .Sene tro-
uà anco in Qucdaa, Se nella Sunda , Se in alcune Ifole
della laoa ; ma tutto è poco , Se non cofi buono , come
quello del Malabar : Se di quello fi porta la maggior par
te per Pegu , Se Martaban , & per la China , doue fé ne
confuma in gran quantità ;& il più di quello di Mala-
bar fi confuma nella propria terra -, perche benché fia
terra calda, Se piccola, tuttauia ui fi confiima molto
pepe , principalmente dentro fra Terra più che fu le riue
del Marc }& ne portano cfTì qualche parte per Terra ca-
ricato fopra carri al Balagatc , & quindi Io portano i Mo
ri al Mar Rollò.
Del pepe, ne della fila pianta nonhebbero buona,
ne vera notitja la maggior parte di quelli , che ne han-
no fcritto. In cotale errore cade Diofcoride,ingannato da
falfa relationc -y Se Plinio, Galeno, Ifidoro*,Auiccnna,
Se gli Arabi ; Se fimilmentc i moderni Antonio Mufa , Se
i Frati ; Se non fenza coIpa,non hauendo vfato diligenza
di fapcrc di vna cofa tanto cfpcrimentata come fia quella
C 2 pianta,
io & É É qP Ì ■•■* È.
• • ■ ,
pianta , & il fu'ò frutto , & come il matura, & come fi co-
glie, & quando.
- Quello Pepe Tempre ftà verde nel grafpo fin'alla fine
di Decèmbrc , & fin' a mezzo Gennaio è in tutta la fua
pérfettione .Lo cogliono, & afeiugano al Sole primi
cheli venda, & fé lo cogliono prima , fìmarcifee , &
li guaita^.
Quanto a quello , che dice Diofcoridc , trattando del
Pepe • che è arboro piccolo,& che produce uh frutrb lun
go a modo di uagina , ilqual fi chiama pepe lungO;& che
cj'entro ài cotal vagina ltannò alcuni granctti limili al
Miglio Y& che quello è il perfetto Pepej& che apren-
doli le vagine, fi /cu oprorìo alcuni grafpetti attaccati,
& pieni di detti grani, i quali cogliendoli prima, che
bobbi ano finito di maturare, fono forti ;& che quefto
è il Pepe biàntoY& che il nero per efler colto maturo, &c
con itigione,è migliore, & più aromatico, & più aggra-
dinole al gufto , & più foaue, & più acuto che'l bianco j
& che il più debole di tutti è il bianco, per efler ricolto
prima che fi maturi -v& che la radice è limile al Colto . In
tutto quefto egli fi ha ingannato, fi come egli è ma-
jSitèftòV'
^'Plinio dice nel lib. ìz. al cap. 7. che gli arbori del pe-
pe fono limili alji Giunipcri>& chefolamente nafee allo
incontro del Monte Caucafo j & che i fuor femt fono fi-
lmili a quelli del Giunip ero, & che fi diuide, & fcpara
5Vn feme dagl'altro nelle cafellc della uagina, come gii
<>robi,ò Pifelli j& dice, che nell'Italia fuvn arborò di
quetti che fomigfraua a Mirto , & che ne fono nella par-
ate dell'Arabia chiamata Trogloditica ,& cheli chiama
'fccHinguaggio dèlia terra,dou 'c^ìi fi trouayBracàmaftn ,
e'";: ì l - - &ia
D E l P E P X *t
& in quefto, & nel refto,chc di lui dice , non ho che ra-
gionare , poi cheli vede tutto il contrario. Le altre co-
fe,ch'cgh dice di quello,a che gioua,fono di Diofcóndc ,
&appreilò lì reciteranno.
. Autcenna fa due capito!i,vno del Fulful, & l'altro del
Darfulful (che è Pepe lungo )& riporta quel , che diflè
Diofcoridc, come ancho fece Scrapione, de Semplici al
cap. 367. '
Or poi che fono piante diuerfe, & la lunga è molto di-
uerfa dalla bianca , cV nera • non è melticri , che in luogo
del Pepe lungo fi ponga del negro -, & poi che il bianco è
più foaue , & più aromatico , meglio è ad oprar quello,
quando fé ne ritrouarà & quando nò (poi che tra loro
il bianco, & nero hanno più conuenienza, che col lun-
go) in luogo del bianco,adoprino del nero, & non del
Jungo .
Ve n'è vn' altro , che è vuoto , chiamato tra loro Caria -
rin, ilqualeadoprano ordinariamente 1 Bragmani Me-
dici , & i Medici Canarini per la pallione co erica, infer-
mità chiamata Morxi; la quale infamità è tanto acuta,
chevecidein quattordici hore , & manco :& quefta in-
fermità chiamano gli Arabi Hachaizaj&i lì poria ben
chiamare Peihlenza particolare .
Di quefta vclenofa infermità curò Dio per Te mie ma-
ni molti in quelle parti Orientali . Et come lì curi detta
infermità , & altre molte , che ntll'India fono communi,
nell'altro trattato che riabbiamo alle mani fi dirà median
teil fiuordiuino.Serue fìmilmente detto Pepe per far
fputare -y & lo mettono nelle cauerne de denti putridi -} &
èalguftopiu mordace.
iìt perche è più mia'profefiione di operare, che di
parlare,
ìi D E L P E P E.
parlare, hCcio di aggiunger qui altre cofe , che accrcfce-
rebbono troppo quello trattato , nel quale {blamente
mia intentione fi è ( come teftimonio di ueduta ) di fatif-
fare con la pittura , & vero ritratto di dette |ùyi té *
Il pepe fcalda , prouoca l'orina , gioua aliacligeftione,
attrahe , rifolue , & cftirpa gli impedimenti , che offufea
no la villa . E vtilc a tremori della febbre cofi beuuto, co
me applicato . Soccorre a morii delle fiere . Caua la crea
tura morta del ventre ; Se credei! che pofto nella naturi
della donna dopo il parto , le toglia la fperanza di ingra-
uidarfi più . Dalli vtilmente a bere a modo di Icttouario
eontra la toflè , & contra tutte le pailìoni del petto . Ap-
plicato con mele gioua alla eichirantia. Beuuto con le
foglie frcfche del Lauro , faria i dolori del corpo j & ma-
fticato con vua pafla, purga il flegma dalla tefta . Confcr-
ua la fanità f acqueta i dolori ; dà appetito di mangiare •
te mefèolato nelle falfé, gioua a digerir le viuande* In-
corporato con Pece,rifblue le fcrofoie ; & con nitro, estir-
pa la Morfea.Scrapio ne al luogo citato, dice, che me-
fcolatocon aceto in forma d'empiaftro, rifolue le pofte-
mc, ò durezze della Milza, & beuuto fa il medefimo;&
prohibifee i dolori, & le ventosità, che fono nello ftoma-
co , & nelle budellc 5 & taglia il flegma vifcofb , attacca-
to al petto , & al polmone , & alle budellc -, & che offen-
de ifebrici tanti: & fé alcuno vfa molto il Pepe, gli prò-
uocai'orina: & fé poco, muoue il ventre^ .
Di cu tte tre le fpetie del pepe fi fa il Diati ionpipereon,
ilquale nelle infermità fredde , & numide dello ftomaco
è molto falubrc rimedio j la cuiaccenfione, & caldezza
non pafla le prime vene; pcrcioche hauendo confortato
lo ftomaco , &c rifolute le ventofitàdcl corpo, fi cftingue,
& ammorza
DEL PEPE. 13
& ammorza fubito . Et quanto di più d'intorno al pepe
dice Antonio Mula nel fuo libro dcll'ciTarnc de fempli-
ci à fogli 409. fin 4 14. & in Galeno neh" 8- delle facoltà
de* femphei medicamenti fi potrà vedere .
Dice Theofralto nell' Hiltoria delle piante nel lib.p.al
cap.tx. che fono due generationi di pepe, uno tondo, &
l'altro lungo : & taccia figura delle piante , come quello
che non le ha uedute . Et quanto parla il Mattino-
lo Sencfc del Pepe , & delle fuc piante nel
commento del fecondo lib. di Diofco-
ridc al cap. 153.fi potrà vedere,
ilquale fi auicina più alla
verità in queita
lnfloria* .
Pianta
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Pianta deìli Garofani*
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DE' G A R
& della lor Pianta.,.
O F A N
CAP. III.
*5
'Arboro de Garofani e dell'al-
tezza, & forma del Lauro, tutta-
uia fa nella cima gran copa, & la
foglia più piccola tra fottile &
grolla . Fa quello arboro molti fio-
ri , i quali fi conuertono in Garofa-
no. Quello fiore prima è bianco,
&s poi verde, quando già tien la figura di Garofano, &
fubito fi indura , & torna colorito , & dapoi ricolto , &
fcccato , fi cangia in nero . Nafcefu per le proprie rame,
come i Fichi , &c la minor parte di loro al pie delle foglie.
Efcono da vn piede due , tre , & quattro infiemc , & alle
volte vno. Quando quelli arbori fono pieni de loro Ga-
rofani verdi, di lungi (e ne fentc vn foaue odore.Et fappia-
fi, che tutti i Garofani, che vengono all'Europa, fono
delle Ifole di Maluco , lequah fono circondate dal mare.
Quelli arbori lono faluatichi,& da per loro na/cono,
non gli piantano, ne indiano. Cogliefi il Garofano da
Settembre fin'à Febraro , & quello che fi laida da co-
glier vn'anno per l'aItro,fi fa più groiTo,liquaIi chiamiamo
volgarmente madri di Garofani: &: quelli groilivaglio-
no più nella Iaoa. Si lecca il Garofano dapoi ricolto qual-
che giorno al Solo. Si conferua,& dura molto più tem-
po 1 pruzzandolo coll'acqua del Mare. Non nafeono det-
ti arbori molto Iunge dal Marc, ne molto predo a lui.
Del Garofano verde fi fa conferuadi Zuccaro, & Umil-
mente lo pongono in aceto & fale per mangiarc:ilche el-
fi chiamano A char . Si diiliila da loro vn'acqua di buo-
D n'odore.
z6 DE GAROFANI.
n'ojiore.Non lì troua nel circuito di quefto arboro hsrba
alcuna: & perche la principal llbla delle cinque, doue
nafce più abondanza di detti Garofanigli chiama Gelou-
lò,chiamaròno in Spagna il Garofalo, Girofe. Et perche
al ricolto battono gli arbori con vimine, & cordi , réftan
do rifcaldati fruttificano menovn'anno che l'altro. Di-
cono quelli di quella terra , che quelli arbori nafcono,
& fi fortificano , & fruttano in otto anni , & che ne du-
rano cento . L'arboro de1 Garofani , & delie Noci fon o
molto diuerfi coli nella foglia, come in tutto il refto: per-
che l'uno è di Banda , & l'altro di Maluco . Sono i Garo-
fani molto vfati da Filici Indiani per li dolori della tefta
bagnati con acqua , & applicati fui fronte . Di quefti , Se
della Noce mofeata , del Macis , del Pepe lungo , & nero
fanno alcuni profumi , co quali fanno fudare grande-
mente quelli, che patifeono dolori digionture , & fcab-
bia di mala qualità. Le donne gli manicano ordinaria-
mente per far buon'odore di bocca, & alcune fiate gli
maiticano con la foglia del Betele. Paulo Egineta gli fa
acuti, & caldi , & fecchi nel terzo ordine : & altri gli fan
caldi & fecchi nel fecondo.& oltra di ciò confortano mol
toloftomaco, il fegato, & il cuore. Giouano notabil-
mente alla digestione, & prouocano l'orina, & riftringo-
no il ventre, lftillatine gli occhi, chiarificano la uifta,
& leuano le nuuolette de gli occhi;& prendendone quat-
tro dramme con latte , accrefeono le forze Veneree. Me-
lile nellib. 3. degli Antidoti, a fogli 206. in fegna l'aro-
matico Garofanato molto celebrato per fortificar il cuo^
re , de Io ftomaeo, & il corpo per lo vomito, & per le ven-
tofità .
Chiamali detto Garofano in Latino, Cariophylusrln
Arabico,
DE* GAROFANI. v
Arabico , Perfiano , & Turchcfco , Caranful : & I'arbo-
ro che produce i Garofani , Siger : & alla foglia Varaqua.
In Maluco Chianchc . In Cailigliano Clauos de efpecias.
In Portoghefe Clauos. In Vafconcele Clauos. InFran-
cefeClaodeGirofle. I Germani lo chiamano Negelin.
Gli Apollon: j Guozdziki : &c il rello che di loro parla An-
tonio Mufa, fi vedrà nel tuo libro dc'Semplici dal foglio
407. fin 409. & in Auicenna nel fecondo canone &c. Il
che non recito per ifeufar la fouerchia lettura , ch'efiYin
quello poteflèro hauer fatto, come Plinio nei hb. iz.al
cap. 7. douedicc quelle parole, Eanchor tutrauia nel-
l'India quel,chc chiamano Caryophilon,fimile algrano
del Pepe più grande, &piu fragile. Dicefi, ch'elio na-
fee in vn bofeo d'India .Si porta per odore . Dice il Mat-
tinolo nel commento dellib.z.di Diofcoride,cap. 143.
f.40 3. quelle parole, Nafce adunque l'arboro de' Garo-
fani nel paefe Orientale in alcune Ifolc del Mare Indiano
non lunge da Badan. Il luo tronco è limile al BoiTò,&: pa-
rimente la materia del legno . Le foglie produce limili al
Cinnamomo commune, chiamato volgarmente Cannel
la, ma più ritonde , il cui frutto fono i noftri Garofani ,
i quali per ciTernotiiTìmi,non accade defcriucrli . Col-
gonfi battendo l'arboro con canne, & mettendoui
fotto fluoie di palma &c. Ho pollo qui que-
lle parole del Mattinolo, perciTerpiu
vicine alla verità , laquaffo-
la in quello trattato
feguimo.
D 1 Noce
*8
NoccMofcata.
DELLA N
OCE M O S C A T
A P. IUI.
A.
Ve s T'aiboro è della grandezza divn
Peraro. Ha le foglie alquantoritor.de,
& pontite. Nafce in Banda , doue frut-
tifica molto, & alcuni di detti arbori
(che per altre ifole anchor ne iono , co-
me in Maluco, &: Zeilan) fono picco-
li^ fruttano cofì poco,che non fi fa cafo di loro. E la no-
ce come vn Pero alquanto piutonda^. La feorza di fuo-
ri è carnofa, &c alquanto dura ( del lar quale non fanno in
Banda molto capitale, tutto che quelli della terra la^
mangi no verde confale, & aceto )&c tiene vn. fapore al-
quanto grato, & aromatico. I Porthoghefì la condifco-
so in Zuccaro tutta intiera , & colta prima : che il matu-
ri , laquale oltra il fuo foauc odore , & grato fapóre , via-
rio molto i Filici Bragmani , & Indiani per tutte le infer-
mi^ fredde del ceruello, & paraliila, & altre paflìoni
de' nerui , & per la infermità della Matrice : &: le Noci
grandi fono molto più filmate da quelle genti, che da
noialtri, & Umilmente tra loro molto piuvaghono.
Quando qucffca Noce è matura , fi apre, &c rompe in più
parti quella prima feorza carnofa, & appare di dentro
la noce rubiconda, & molto piaceuole aflavifta. Que-
lla Noce dapoicheèfecca, & curata, difgiunge da fé
quella feorza lottile acuta, & odorofa, interteiluta à gui-
fà di rete, nel color vn poco manco colorita di quanto fi
moftraua fu l'arborOjlaquale è il noftro volgare Macisti
quale prima copriuaal modo detto tutta la Noce diden-
tro^ di tal modoftà attaccato detto Macis alla Noce du-
racene
3o DELLA NOCE MOSCATA:
ra , che fa in lei rileui & fegni , come nella propria Noce
fi vede . Di queite Noci fi tr oua vna maggior dell'al-
tra: & rompendoli frelca quella Noce, che ftà coper-
ta dal detto Macis , vi fi troua dentro vna midolla molle
non coli acuta nel fapore , come la Noce , laqual midol-
la , dapoi che la Noce è lecca , fi conuerte nella medefi-
ma foftanza della Noce di modo, che tutto refta vno . Di
quefto Macis in Banda fi fa vn'ogiio molto preciofo per
li dolori de'nerui , oc per le infermità fredde, &c vale ordi-
nariamente il Macis tre , & quattro volte più che la No-
ce. E il Macis caldo, & fecco nel fine del fecondo, &
dentro del terzo. Galeno nel lib. 7. de femplici dice, che
il Macis fi porta dell'India : & da molti fi prefumc, che
non habbiano conofeiuto il Macis Galeno, Diofcoridej
ne Theofrafto , come dalle loro fcritture fi comprende.
Plinio afferma , non conolcere quefto Macis: & è chiaro,
che fé i Greci haueflero conofeiuto il Macis , non haue-
rebbono pollo in filétio la medicinale, & odorifera No-
ce , poi che niun di loro ha di lei parlato .
In Banda ( che è la terra dou'ella nafee , & onde viene )
fi chiama Pala, & il Macis Buna pala . In Decanin la No-
ce Iapatri,& il Macis Iaifol. In Arabico Iauziband, & Sei-
gar,& al Macis Thalisphar Bisbefe , & Besbaza , ilqual
nome propriamente vuol dire il gufeio "della Noce. In
perfiano fi chiama Tarboro Drach:& in Turchelco Aga.-
chie: &l'oglio del Macis chiamano i Turchi Geuznat :
& gli Arabi Geuzifami: & i perfiani Geuzierugaant . In
Latino Nux myriftica,aut Nux Mofcata:& il Macis, Ma
cer , & Macis cortex Nucis Mufcate; . In Italiano Noce
Mofcata . In Todefco Mufchat Nusz . & il Macis , Macis
odermufeat blucet. In Spagnuolo Nuez de fpecia.In Frà-
cefe
DELLA NOCE MOSCATA. 31
ccfe Nois Mofcadc:& il Macis,Macis.In rortoghcfc Nos
Moicada : & ilMacisMalIas. Coltra detti nomi tra li
Corafani, Turchi, &: Arabi, ne fono d'altri corrotti , che
il tempo è ito confumando, & variando. & cofi Auer-
roisellcndo Arabo la chiama Geoza : & poi che ancho
Serapione ne riporta alcuni altri corrotti , non è meraui-
glia, Te Mattheo Siluatico ha errato . Eleggono delle
NociMofcate quelle, che fono fref che , graui , grolle,
piene di humore,& fenza alcun foro . Correggono , & le-
uano il fiato puzzolcnte:chiarificano la vifìatconfortano
lo itomacho , & digerifeono il cibo , & difeacciano le
ventolìtà: Fortificano il Fegato, & la Milza: Prouoca-
no l'orina : de riftringonoil ventre : &giouano alle mac-
chie della faccia . Sono vtili alla matrice : & mollificano
le durezze, &pofteme della Milza. Cauafl ancho delle
Noci Mofca te bagnate, &fcaldate, & efpreflè nel tor-
chio, vn liquore molto foaue,&: vtilc alla frigidità de'ner-
ui .Sono calde &fecche nel fine del fecondo grado. Ve-
daflil Matthiolo fopra Diolcoride nel Jib. i.cap. 141.
foglio. 165. & Serapione de femplici,f 141. Abenmefuai
fa la loro temperatura limile a Garofani calda & fccca
nel terzo grado,buone alla frigidità dello rtamaco , &del
fegato. Mcfe Aben la fa calda , &c lecca nel fine del
fecondo . Albazari , & Rafis fìmilmente do-
ue trattano della Noce , & Nocella ,
Antonio Mufa de Sem-
plici fol. 439.
Maccr.
3*
Macer,
DEL M A C E R. C A P.
33
V.
na noua.
ItROVANsiin alcune lfolc del.
le parti Orientali principalmente
in Malabar , & la maggior quanti-
tà ncll'lioia di Santa Croce di Co-
chin , &c per le riue del fiume Man-
gate , & preflò a Cranganor vn'ar-
boi o molto grande , & molto alto,
& con molte rame . La fua foglia è di grandezza di fette
diti , & di larghezza due , verde chiara nelle parte di fuo-
ri ySc in quella di dentro verde Icura^ . Non ha , ne le le
conofee altro fiore, frutto, ò Temenza, eccetto vna fe-
menza di grandezza d'vn bianco fottile, & fatta in for- Moneta
ma di cuore , di colore di paglia di fermento & il fuo fa-
pore è come quello dell'amadorla, o medolla del Pertico,
tutta coperta da vna tonica, òvelo molto fottile,& bian-
co , ferrata dentro d'vna velica, la quale fra nel mezzo
d'vna foglia languida , & tutta rugada , & molto fottile.
Ha dentro quella vefica , oltra la lù perfide della foglia
che le fa coperta, due toniche, o veli molto fottili, vno
fopra l'altro contigui , & tranfparenti , & dentro nel rc-
cettacolo , che fa detta vefica , s'include, o ferra la detta
femenza : La quale non è per ogni foglia , ma folamen-
te in alcune di loro /perche fé ben nella grandezza fi pa-
reggiano , fono tuttauia diuerfe nel color , & nella figu-
ra , la qual è tra rolla , & gialla , & più fccca , & più lot-
tile dell'altre, &non è coi! acuta nella poma, ne tanto
larga nel pie, ne tanto eguale . & ha le fibre dal pie fin'al-
Ia punta, diritte tutte, le quali vanno quafì facendo lan-
guida detta foglia . Et fi afiimiglia alla vefica , ch'ella tic-
E nca
34 DEL MACER.
ne a quella dell'Olmo, benché quefta fia vn poco più
larga, & più piana che quella dell'Olmo, & l'arbore mol-
to maggiore dell'Olmo .
Queft'arboro fa latte da fé, come ilMoraro. Lefue
radici fono come quelle dell'Elee grandi , & grotte , &
molto fparte alcune per la fuperficie della terra , & altre
più verfo il centro . Quefte radici fono coperte d'vna
froffa , & afpra feorza cinericia di colore , dura , & fca-
rofa , & di dentro bianca , & molto piena di latte effon-
do frefea : & quando è fecca pare alquanto gialla , Se
molto aftringente al gufto . tt benché la fua latte ab
quanto morda applicandoli, tuttauia dura poco fpatio
quefta quali infeniibile morfìcatura.
La feorza di detta radice viano ordinariamente tutti i
Medici coli Bragmani, come Canarini, &Malabari,
frefeamente pefla , &c mefcolata con latte agro , in ogni
fpecic di fluflo con merauigliofo effetto . Alcuni dan-
no di queftafeorza fecca fin mezza oncia in poluere,po-
fta per vna notte nella infufione di quattro onde di latte
agro : &£ danno di quefta beuanda due volte al giorno ,
l'una la mattina,? altra la (era,& fubitofenza alcun tem-
po di mezzo , nel prenderla danno mangiare al patiente
vna fcodella di riio cotto fenzafale, & lenza butiro, &
polli cotti, & pefti , & disfatti in acqua di decottione di
Riiì:& fé la ncceflità è grande , ingagliardifcono quefta
medicina con Opio, col quale Opio corretto con la -No-
ce Mofcata, curano gli Arabi coi] in terra , come in mare
ogni fpecie di flufto : & ne uorniti j & debolezza dello
ftomaco le fogliono mefcolarc acqua di Menta con pol-
uere di Mattici.
Chiamano ordinariamente tra Portoglieli quefta^
pianta
DEL MACER. 35
pianta,I'Arboro dal fluflò , & Arboro Santo : & i Chri-
{tiani delia Terra, i'Arboro di S. Thome,c\: Macruirc:
&i Medici Bragmani 1q chiamano Macer, i quali iono
quelli , che fanno più capitale delia feorza di quello
arbore
Dimandando io ad vn Medico Bragmano , col quale
io teneuaamicitia(perelfer'huomo quieto, òedi buono
intelletto, &c tra Gentili & vicini della città di S. Croce
di Cochin molto fumato, & inficine ancho da molti
Portoglieli che con lui fi medicauano tenuto in buona
cfiltimanone)ch'eoli folle contento adirmi la verità di
quello^he fapeu.idi quefta feorza del Macer ( fecondo
ch'eili la chiamauano ) egli mi nfpolc quelle parole : Se
voi altri fapelta in Porcogallo , che cofa iia quetta feorza ,
& quanto vaglia , la ftim.uerte molto più che'l Pepe : Se
perche non la conofeete, non la fapereftimare. La pol-
uere ch'io dò con latte agro in ogni fpeciedi rluflò, è di
quefta feorza , che tu mi moftri, della quale io te ne mo-
itraròvnagran quantità, ch'io tengo incafa per man-
darla a Bengala , &c a lapan . Et s'ella fìa buona medici-
na, ò nò , ben ne hai tu potuto vedere gli effetti . Queftc
fono le parole , che il Bragmano mi rilpofe.
Queft'arboro ama i luoghi arenoli, &: predo all'ac-
qua , & molto d'intorno di lui non vi è pianta , ne arbo-
ro che alligni . In quelle medefime parti (oltral'arbo-
ro detto, ch'è il vero Macer) lono due arbori differenti
in tutto il loro elfere . Vno di loro è quello che chiama-
no in Malabar curodapala , & Curo : & in Canann Co-
' ru : & i Bragmani Cura.
Quello arboro è della grandezza dVn piccolo-Aran-
cio, & nelle foglie li iifomiglia molto, ma tiene vn ne-
E z uo
3é D E L M A C E R;
uo grado nel mezzo , & otto , ò nouc per trauerfo , & ha
il fior giallo , & odora molto poco. Lafcorza delia radi-
ce di lui è verde chiara molto lifeia, & lottile : & nel
romperla , & tagliarla,manda fuori molta latte bianca,&
più vifeofa che la latte della prima . Quefta vfano molto
quelli della terra cofi Chriftiani , come Gentili , effendo
frefea prendendone il fucco , il quale è inerimmo da
prendere, ma tuttauia di mcrauigliofo effetto in ogni
generatione di vfeita cofi nella Lienteria , come nella
Diarrhca, & nella DiiTcnteria, da qualunque cagione
ch'ella procedi, nel che i Medici Portoglieli vfano Mc-
thodo . Similmente adoprano quefta feconda fecca , co-
me la prima , ma la prima fecca è di maggior effetto che
quefta feconda , laqual feconda frefea a quelli, che la
poffono torre,gioua fommamente . Quefta più piccola
(chiamata in Canarin Coru) è infipidadifapore con.,
qualche amaritudine,fredda & fecca, con maggior licei-
tà che frigidità.Per la parte amara ch'ella ha, vogliono ai-
eunuche fiaanchodi parti calde(cheben può efTer di di-
uerfe compleflìoni in diuerfe parti, come il Pfilio)mai
Medici di quelle parti la graduano per fredda: affai ama-
ro è TOpio,& è freddo,& altre moke Medicine fempliei,
le quali per effer note a Medici , & Speciali , mi taccio .
Danno quefta feorza di quello arboro a quefto modo,
Prendono di lei fatta in poluere , oncic otto , di Amcos ,
di Coriandro fecco, di cornino negro, tutti alquanto
bruftolati, & pelli, d'ogn'uno dramme tre. Di fèorze
di Mirabolani chebuh dramme fette . Di fmalzo di Vac-
ca fenzafale, onci e due. Di latte agro quanto bafta per
impattar, & mefcolar'ogni cofa come polenta. Tutte
quelle cofe inficine diftillano i più diligenti a bagno
maria^
DEL M A C E K. 57
maria, ma ordinariamente in Alembicchi comuni: & di
quell'acqua fi dà alli infermi di fluiiò da quattro fin'a fei
oncie , con vna ò due oncie di acqua distillata delle Noci
d'India ( chiamata volgarmente Areca) òcon acqua di
picciuoli di rofe: & alcuna fiatavi mcfcolano Trocifci di
Charabe,ò di Terra fìgillata,fecondo il bifogno , & dan-
no di quell'acqua a gl'infermi vna & due volte al gior-
no, fé è meiticri . Similmente fi fuol miniflrar di notte
ne' chriftieri : &oltra detta acqua quando la prendono
per bocca , danno fubito a mangiare Rifò con latte agra
(com'è flato detto dell'altra medicina ) & benché quefla
f ìa molto buona , tuttauia fenza comparatione è miglio-
re la feorza del Macer, poi che è troppo trauagliof a da
prender per la bocca coli frefea .
Moltrando io in Malabar vna feorza del Macer ad
vn'Iogue herbolano ( fono quelli Pellegrini che in quelle
parti fan penitenza ) & dimandandogli che cofa era la
detta icorza( tuttoché io la conofceili ) mi diflechean-
dafTe con lui , che mi haurebbe moflrato di qual'arboro
era la feorza : & cofi mi mofitò il proprio arboro , ener-
gia io haueua veduto , & mi dille tra noi altri fi chiama^
Cura funtea macre , gami , il che vuol dire : il Macro
mollrato da gli Angeli a gli huomini per loro falutc : &
mi diflcanco, che ne' vomiti, & vfeite vfauano quella^
feorza , &: che più valcua vn poco di lei , che molte feor-
ze di Mirabolani , ne di Aieca, & ch'era molto miglior,
che la Curodapala del Malabar (laqual è quella onde qui
innanzi habbiano parlato ) & che il fruito del detto Ma-
cer vccideua & diicacciaua fuori del corpo humaro
ogni generazione di vermi, & che rompeuala pietra nel-
le reni, & che ogni perfonache la vfallc ne' cibi, mai non
iaiebbe
38 DEL MACER.
farebbe tormentata da pietra , ne da dolor di fianco , né
fi potria inebriare .
Vfano anchoquefta radice della feconda chiamata^
Curodapala , ò Coru,cofi beuuta con acqua di decottio-
ncdiRifo, come vngendola, perle hemorroidi,&fif-
fure del federe . con le foglie di quefto arboro nella de-
cozione delle foghe'del Tamarindo fanno vapore, & fuf-
fumigt alle gambe groffe,& gonfie :& nella fpecie di hi-
dropifìa,che fi chiama Timpanite,applicano panni cal-
di con lei, & fa grandi effetti.
E gran dubbio tra moderni, fei Greci, &gli Arabi
riabbiano conofciutoil Macer. Non ci il può negare,
che molte più Medicine conofciamo noi al prefente di
quelle, chei noftri progenitori hanno conofeiuto, de
non manco poffiamo laiciar di confeifare , che molte ne
hanno efìi conofciute,de!le quali noi dubitiamo,percio-
che chiaramente fi vede, che 1 Greci conobbero il Macer,
del quale noi altri dubitiamo, & molti al prefente non
conofeono, &eilì non conobbero il Macis , & la Noce
Mof cata , che noi altri hora riabbiamo , & conofciamo,
come ben chiaramente appare da loro medefìmi fcritti.
Galeno nel fettimo de'femplici dice , che il Macer fi
porta dell'india , &c lo fa temperato tra caldo , &: freddo.
Dal che appare non parlar Galeno del Macis , poi che il
Macisècaldoj&fecconel fine del fecondo, & dentro
del terzo : & dice che giouaconla fua ltitticità,& col fuo
molro aftringere alle diflenteric , & a quelli che gettano
fangue: ilche tutto fi troua nella feorza del detto arboro ,
& non nel Macis. Et cofi afferma Aucrrois nel quinto del
Colligec, che Galeno non parlò del Macis, ne lo conob-
be.Onde è chiaro, che di detto Macer ( chiamato corrot-
tamente
DEL MACER, 35>
tamcnte da Medici Bragmani Macrc ) parlò Galeno.
Auicenna fa due capitoli nel lib.i.al cap.45 6.del Ma-
cis, & alcap.6s>4.delThalisfar,cioè, delMacer. VnMe-
dico del Re di Cochin aliai buon letterato, mi diiTe,ch'io
non dubitaflì,che quefta feorza non folle il Macer di A ui
cenna,& ch'era ignoranza arguir fopra cola tanto chiara:
& che quando di ortto Macer non li vedelfe altroché gli
effetti coli differenti dal Macis , dourebbe ballare per
chiarezza della iua differenza : quanto più poi l'Arboro,
il frutto, la radice, la feorza, la regione, la qualità, &
gli effetti : & che per tale 10 l'hauefle , poi che coli chia-
ro lo vedeua . Dio! coride nel libro primo al cap. 93. dice
queite parole: Il Macero è vna Icorza che fi porta da_,
Barbarla, roiligna, grolla, al guito grandemente cor
Itrettiua. Beueiiper lilputi del langue, perla diifente-
ria, & per li rlulli del corpo.Le cui parole moftrano mol-
to clu aro , che Diokoride parla della feorza già detta , &£
non dei Macis.
Ben li caua da Plinio , & da Galeno , che non hanno
eonolciuto il Macis, come il è detto < Et perche Gale-
no , & 1 lmio dicono portarli il Macer dell'India : & Dio-
lcoride dice , che lì trag^e di Barbaria , parue ad alcuni ,
che detti Greci non conoicelfero ne il Macis , ne il Ma-
cer, poi che variano tra loro i luoghi donde il trngge .
Ma quello none inconuemente, perche a quel tem-
po , ch'eili Greci videro il Macer, doueua eifer loro por-
rato per via della Perha con le carauane,ll comeilpor-
taua il Cinnamomo , &c la Cannella venduta da Chi-
ni, iquah a quel tempo doueuano portaredetto Macer
daMalabarjfìcomcdilàportauanoilPepe, & la Can-
nella grollà(comc nel capitolo della Cannella è flato det-
to)
40 DEL MACER.
to.) Et cofi come hcbbcro tante confufioni della Cannel-
la, nonèdamerauigliarfi che ne riabbiano hauuto an-
che nella cognitionc del Macer,della cui feorza i Chini,
Iaponefi, Dacheini, Malaici, & Bcngaleil adoprano
molto ne medefimi effetti di vfcite& rluflì difangue,
& fé la portano da Malabar:& in tutti gli Hofpitaii di
quellepartifi adopraordinariamentt.
Dice Tolomeo: Nel Fiume Indo giace vna certa Ifo-
la, ò città, laqual fi chiama Barbaria, dallaqualc fa-
cilmente/i portaua il Macer, oucro perche fi portailc
dall'Arabia per quel Golfo del Mare, il quale dall'Ifola
Barbariaè nominato Barbarico. A ^quello dice S trabo-
ne : Tutte quelle cofe , che l'India produce, cioè da quel-
la parte che guarda verfo l'Oftro, fimilmcnte in Ara-
bia nafeono. Dice Plinio nel lib. il, alcap. 8. Il Ma-
cer fi conduce dell'india con la feorza rofleggiante,
di grande radice,del nome del fuo aiboro.Nonfu afeofa
quefta differenza a Serapionc, dapoi che tolto dali'autto
rità d'Ifach , che'l Macis era vna coperta della Noce Mo-
(cata,diffechc altro era quello, del quale parlaua Dioico
ride, perciochelafaòfcritco j! Macer eflèr vna icorza del
legno , ò coperta . Onde Auicenna fece i due capitoli ,
cioè, defcriffeil Macisefler coperta della Noce odorata
alcap. 455. & il Macere icorza di radice al cap. 6 9 4. lot-
to titolo di Thalisfar . Il che è chiaro argomento , che il
Macis, Se il Macer fiano tra loro diuerfi in qualità, fò-
ftanza , figura , pianta , & regione, poi che il Macer è
icorza della radice dell'arboro, che fi troua nel Mala-
bar : & il Macis è coperta della Noce Moicata , che na-
fee in Banda cofi Iunge vno dall'altro . Appreflò che Ga-
leno , Diofcoride,nè Paulo non cono/ccrono , ne parla-
rono
DEL MACER. 4*
rono del Macis coperta della Noce odorata Mofcata ^
poi che non ne fecero mentione ne'loro fcritti. Oltra-,
diciòell'endo il Macis odorato caldo, &c (ecco nel fine
del fecondo , & dentro del terzo , & di parti molto tenui,
Seguitandoli morde la lingua, & rende vn giocondilli-
mo odore, &lafcia vna leggierilìima amaritudine con
vna certa aitringenza , è cola chiara , che non può eiTer il
M acer , poi che Galeno dice, come in vero fi troua effe-
re, che il Micerèdifohunzapcr la maggior parte fred-
da terrcltre , & per la minore calda . Benché i Frati , che
feri fièro 1 Commcntarij fopra Mefue^ffermino che non
è differenza tra il Macis, c'IMaccr, nella qualcofa han-
no moltraro poca diligenza.
QueftoMacer, chiamato da gli Arabi Thalisfar,
il chiama da Greci , & Latini Macer , & Ma-
chir. In Italia Macero. Gli altri nomi
delle parti , & terre , doue na-
fee y & doue fi conofee
& viaggia fi fono
detti .
Pauate.
4*
PAVATE,
D E
L P A
C a p.
V A
VI.
T E.
43
I è vn'altra pianta, la quale fi èlater-
| za fpccicdi queftì arbori contra fìui-
I lo, & fi chiama communementc nel
Mar Pauatc ; & 1 Bragmani , & Cana-
rini le dicono Vafaueli. I Portoglie-
li Arboro contra l'Erifipcle . Quefto
è vn'arboro piccolo , & di poche rame , di altezza di otto
fin nouc piedi . ha le foghe rare , &c della grandezza delle
più piccole foglie dell'Arancio , con le quali hanno mol-
ta fimiglianza : ma non h 1 quel cuore piccolo al gambo
come la foglia dell'Arancio , &c è di vn verde molto bello
dall'una & l'altra parte. Il (uo fio r'è piccolo, & bianco:
ha quattro piccole foglie in circuirò, & neh mezzo vna
fibra bianca con la cima verde, &c di lontano ha gran
fomiglianzacon la Matrefilua. Il fuo»odoreè proprio
come quel della Matrefilua. Il fuo> ferr.e è rotondo, &
della grandezza del feme,ògranodel Lcntifco tutta d'un
verde ofeuro , & quando fi matura, fi cangia in nera. Il
tronco, & rami tono di colore cinericio, la radice bian-
ca, & infipida con vn pocodiamaro, & ilfuo odoreè
molto poco. Or benché quefta piantagioui contra i fluf-
fi , come le altre due, non ho da compararla à nefluna di
loro, perche è di molto minor effetto , & ancho a rifpct-
to dell'altre ( coli del M teer , come del Carodopala) per-
che chi la conofee, non la vfa per li fluffi, ma follmente
fcnevagliono per la notabile virtù che Dio le diede per
medicar , & fanar ogni Erifipela, principalmente s'ella è
da colera pura , nella quale applicando di detta radice , ò
F * del
44- DELPAVATE.
del tronco , élie fià flato in infufione di Caria ( la qual'è
Vn'acqua di decottione di Rifo,lafciado quell'acqua pri-
ma alquante horc perche fi faccia acida ) vngono l'Enfi-
pela, &: danno deli'ifteiTo a beuer'alpatiente in quantità
conueniéte due fiate al giorno effendo lo flomaco vuoto.
Alla medefima maniera danno quella radice con quella
Caria a beuer a quelli che patifcono infiammatane di
fegato , & nelle febbri ardenti, mefcolandole vn poco di
fucco delle foglie del Tamarindo. Lo applicano d'in-
torno delle ferite, perche non s'infiammino -, & perche-
le difendano dalli humori che corrono ad effe . Et per-,
che di quello terzo nominato Pauate, in molte di quel-
le parti fi troua più quantità , che della feconda
chiamata Curodapala , ò Coru , adoprano
quella , la quale hai fiori bianchi &
molto odorifcri,in luogo di quel-
l'altra che li tiene gialli, &c
ì con molto poco , ò
niente di odo-
rcv.
«$$*
Galanga.
G A L A N G A-
45
46
DELLA
GALANGA. GAP. VII.
quella Galanga, medicina molto ne-
celfaria , & vfata , degna di efler tenu-
ta in tutte le Spedane , li trouano due
fpccic,vna piccola, & molto odoro-
la,laqualli porta dalla China con il
Rcobarbaro alle parti dell'India , & di
là a Portagallo , & quella chiamano li Chini Lauandou.
L'altra è maggior di quella di foglie, & diradici, la
qual nafee in grande abondanza nella Iaoa , & nel Mala-
bar , & quella farà dipinta qui per efler la più ordinaria,
& che in maggior quantità lì adopra . Quella Galanga è
di altezza d'una pertica, & alquanto maggiore ne'luoghi
morbidi . Le fue foglie fono limili a quelle del Telìicolo
che Diolcoridc deferiue nel terzo libro al cap. 13 j.tut-
tauia fono le foglie della Galanga molto più lunghe, &
più larghe, & fon verdi chiare dalla parte di fuori, & ver-
di feureai dentro; il cui caule è comporlo di foglie ag-
giunte come il detto Tefticolo. Ilfuo fiore è bianco, &
lenza odore : la fua ferri enza è piccola, & della quale non
lì fa Mima . La fella della fua radice è grotta , & bulbofa :
& le radici, che fono adoperate, fono a modo di Gengio-
uo , ma tuttauia maggiori . Fa alcune tellicciuoie in al-
cune delle radici, come l'Hallula Regia, che inllpa-
gna chiamano Gamones.
Nafce trappiantandoii con le radici , le quali lì van+
no attaccando l'una all'altra, &lmokiphcando molto.
Chiamali quella tra li Canarini, & Bragmani ( che fo-
no gente molto affettionati a quella medicina coli per
gli huomini , come per licaualli, &inlìemc la mangia-
no eili
DELLA GALANGA. 47
no e/li co Rifi , & col pefce , & coll'infalata ) Cacchiaru.
Gii Arabi , Cauclgian . Nella Iaoa , Laneuax . Nel Ma-
labar , Cua . Nelqual Malabar la vi ano tanto, che oltre
il valerli di lei per l'ufo di Medicina , fanno di dette radi-
ci farina , della qual fanno certa maniera di pane , come
focaccie fottili , le quali chiamano Apas , impaliate con
latte di Coco,& alcune fiate con Sura,& con Iagra,che fi
fa della Palma , come nel fuo capitolo fi è detto: & man-
giano detto pane per delitia , & lo dano nella debolezza,
& nella freddezza dello ftomaco , dolori del ventre , paf-
fìoni di Matrice , & difficoltà d'orina , nelle quali paf-
fioni d'orina fa tal effetto,» che a quelli, che non poiìo-
no orinare , ò fia per cagion di materie grolle & flemma-
tiche , ò per ventofirà , ò per adunanza di arena , cofi nel
Membro, come nel collo della velica, & ancho che fia
per conglutination di carnofità nel collo della vefica , ò
nella via, gli danno mangiare di detto pane con vn fia-
to di Ninfea ( che è come acqua di vita ) & fopra l'ingui-
ne , &c collo della vefica , & membro pongono foglie di
Ninfea , ò Golfan del rio ( come chiamano in Ifpagna)&
quelle foglie tanto rileua che fiano di Ninfea bianca^,
come della gialla, la qual in Ifpagna fi chiama Golfan
amanllo) &quclte cotte nell'acqua, & pelle, & appli-
cate cofi calde, fanno merauigliofo effetto, tutto ch'el-
la fia fredda , & i fuoi fiori fi numerino tra le cofe fredde
cordiali j della quale Diofcoride nel lib. 3. & Galeno nel-
l'ottano dc'fcmphci diflcro tante lodi ..
Di quefta Galanga fecementione Auicenna confula-
mente nel cap. 111. lotto nome di Calungiam,& nel cap.
396. fotto nome di Caferhcndar, benché fi prefuma de'
Greci , & degli Arabi 3 cofi come di Auicenna , & di Se-
rapione,,
4* DELLA VALANGA.
rapione } che non hebbcro perfetta notitia di quella Ga-
lanpa. Il Belunenfc recita da Auicenna nel fuo Dittio-
nano , dicendo , che Auicenna fcriuedi due, &; che non
fono fé non vna. Antonio Mufa prende l'opinione dal
Leoniceno ,i il quale prefuppole, che qucfta, laquale
nelle Speciene fi chiama Galanga, fia l'Acoro :& quanr-
to lìa diuerfo quello che fi adopra hora in molte Speda-
ne per Acoro dal vero Acoro , & dal vero Calamo Aro-
matico, a fuo luogo lì dirà.
L'opinione de Frati Italtani, che feri fiero fopra Me-
fue , tenendo che la Galanga che fi vfa , Ila la radice del
Gionco odorato, è molto lontana da ragione, oc con.,
molta gli riprende Amato Lufìtano ai capitolo del-
l'Acoro .
Il Mattinolo fopra Diofcoride nelfb. i.alcap. z.nel
penfarehc la Galanga fia radice dello Squinanto, s'in-
ganna, & la fila opinione è lontana da> ogni verità, co-
me fi fa , poiché la Galanga, chenafcenelMalabar, &
nella laoa , & nella China , è coli diuerfo in figura , fo-
glia, radice, qualità, & regione, dallo Squinanto, che
nafee nell'Arabia, cioè, in Mafcate, &inCalaiate, ben-
ché nelle terre di Idalcan , & neli'ifola di Gòa fi troui
molto Squinanto.
E la detta Galanga calda, & feccanel terzo ordine.
Giouaallepaflioni dello ltomaco, & della Matrice da_*
cagione ventola , & al colico . Manicandola , & tenen-
dola nella bocca, corregge il mal'odo' e. Aiuta la dige-
ritone, & cura turni dolori freddi. Odorandola gioua
alceruello raffreddato. L buona alla palpitatione del
cuore : & fcalda le Reni fredde : & è amica a Madonna
Venere. )
X'opinionc,
DELLA GALANGA. 49
L'opinionc,che hanno il Manardo,& i Frati,chc (criC-
fcro (òpra Mcfuc , dicendo, che il Calamo Aromatico è
l'Acoro :& che quello, che chiamiamo Acoro,non è : &
quel, che tiene Antonio Mura col Leoniceno (a quali
paruc che quella, che nelle Spccieric fi chiama Galanga,
(la l' Acoro : perche quello che il vfa per Acoro , è vna ra-
dice di GladioIo)è contrario a quello, che tiene il Dottor
Orta, dicendo, che non parecllèr tale, per eflèr radice
fenzafaporc, &fcnza odore, calda & acura : condi-
tioni ncceflanc all'Acoro, il qual fallamcntc chiamiamo
Gladiolo:& che l'Acoro none Calamo aromatico, per-
che l'Acoro è amaro di laporc, & il Calamo aromatico
è acuto : & l'Acoro è radice di colore bianca , & il Cala-
mo aromatico è più giallo: & che molto manco fi dee
dire , che Ìj. Galanga fìa l'Acoro , perche la Galanga è più
calda,& con più foaue odorerà: a quello che gioua la Ga-
lang<i(come fi tragge da gli Arabi , che di lei icnuono) no
gioua l'Acoro: perche h Galanga è per lo fiomaco, &
per lo mal'odor della bocca , & l'Acoro è per lo ccrucllo,
oc per li nerui . Dice di più il Dottor Orta , che quan-
donon ritrouaflcil vero Acoro ( il qual fi troua in
Galacia ) egli tuttauia non vfarebbe quello ,
che fi chiama Gladiolo in Iipagna:&
che in fuo luogo ponerebbe Ca-
lamo aromatico , &
non Galan-
TA-
J*
TAMARINDO,
DEL TAMARINDO.
5i
C A P. Vili.
L Tamarindo è fruttò d'un bello,
& piaceunle arboro alla vifta,gran-
decome vn calcagnerò, ò vn Ca-
robbero molto folto di rame, &di
molte foglie, &: di grande ombra:
& il legno molto forto. Le lue fo-
glie s'ailomigliano a quelle della
Felice femina, la qual pretto a noi è l'Heltcho, &in Va-
feogna Arittora.Sono verdi chiare molro belle, e'1 fuò
faporeèd'un'a2;romolto appetitolo, delle quali fannd
falla, erme di Petrofemolo. Il fuo fiore è bianco, 6t
molto limile al fior dell'Arancio, & nella apparenza di
fuori, & nell'odore . I più hanno otro foghe , cioè , quat-
tro bianche &: grolle come quelle dell'Arancio, & le al-
tre quattro lopra di quelle più delicate alquanto : duo
delle quali fono fegnate con vna linea molto bella :&
dal mezzo di detto fiore efeono quattro cornetti , ouero
fili bianchi , & fornii , come nella figura fi vede . Nella
fera fi chiude la foglia dafe raccogliendo, & abbraccian-
do dentro di le il fuo frutto proprio , & doue non ne è,fì
abbracciacol fuo ramo , ò fterpo : & facendoli giorno ,
fi roma ad aprire, moftrandofì molto gratiofa. Il frut-
to, che il proprio Tamarindo, fi fomiglia infinita-
mente allecarobbe , verde di fuori : & quando è fecco ,
fi mutaincinericio. Cade da fc dall'arboro, & fi leua
con facilirà. Dentro di fc ha alcuni ofetti piccioli &: ro-
tondi, come quelli dellaCaflìa , de' quali noi non ci fer-
uimo nell'uio della Medicina, tutto che dicano alcuni
natij del luogo, che attortiti, & ridotti in poluere coru
G t latte
51 DEL TAMARINDO,
latte agro, , fiano molto buoni per li fluflL ma io non gli
vfài , ne vidi il loro fucceflo . La mcdolla di queflo frut-
to è alquantovifcofa,& grafia, & di grato agro, & quan-
do fono verdi , fono più agri. Molti mangiano quello
frutto verde a digiuno con Zucchero, lcuandogli la feor-
za : & ne prendono ancho fin'a quattro onci e in infufìon
d'acqua con vn poco di Zucchero pcreuacuar la colera ,
& il Phlegma.I Filici della medefìma terra vfano molto
quello fìropo nelle febri coleriche oc ardenti , & con l'e-
f preffionc dell'ideilo Tamarindo , & oglio di Coco fre-
feo , purgano indifferentemente , & lenza alcuna molc-
ftia. Vfano le foglie peftc nelle Erifìpcle, & nelle in-
fiammagioni, & d'intorno le ferite, per impedire che
non le corrano humori , & peftc con falc di Ormuz per
xifoluer i Phlegmoni , & con cenere di Cambaia per dis-
fare i tumori Phlegmatici , & malinconici .
Conferuano detto Tamarindo co fale,perche duri più,
& coli falato lo conducono a Portogallo , & nella Terra
dell'Arabia, & Pcriìa, & Turchia : & fanno di lui vn'ace-
to molto gratiofo,& non meno grata conferua con Zuc-
chero fi fa di lui maturo frefeo & fenza falc.
Chiamali nel CanarinChinca^&ilfuo ofToChinca-
ro. Nel Malabar Puh . Nel Guzaratc Ambili. In Ara-
bico Tamarindi. I Portoghcfì Tamarinho. Il nome
generale del Tamarindo tra gli Arabi, Perfìani ,, & Tur-
chi , è Tamarindi : & l'olio Abcs , & l'arboro Sigcr Ta-
marindi.
I migliori di detti arbori , & i più grati, & dureuoli
frutti fono quelli , che nafeono ne' monri , & in quelli
che fono più volti a Settentrione. La cui ombra li tiene
per iipcrienza, che faccia il medefimo danno, che fa*
l'ombra
I>EL TAMARINDO. $,
l'ombra della Nogara a quelli , che dormono fotto di lei •
Gli amichi Greci non conobbero quefta medicinarnè
di lei parlarono bene Auicenna , Mefuc , Scrapionc, Va-
lerio Cordo , & il Lacuna .
Mcfue dice , che è frutto di Palme faluatichc dell'In-
dia : & in ciò fece errore .
Auicennadice, chei nuoui fono migliori . Scrapionc
dice , che in Ccfarca nelle terre d'Aman , ne fono , & che
hanno la foglia come falici, & che fono frutti di color
rollo . Egli è cofa nota , che in Ccfarca non fono di que-
lli arbori, ne ancho nella terra di Aman, ch'c nel territo-
rio delia Soria-.
Il Lacuna dice, ch'è vna Specie di Dattili , che vengo-
no dalle Indie Orientali , & che per quefta ragione pare a
lui , che i Tamarindi non iìano diucril da' Dattili Thc-
baici , veduto che gli conducono di Leuante,& che han-
no la medefima forza & virtù , che hanno quelli . Et di-
ce più ,che fecondo che dicono alcuni , l'arboro del Ta-
marindo e vna lpecie di Palma faluatica , che ha le foglie
lunghc,& acute nella punta , limili a quelle del falice : &
che alle fiate ritrouano dentro di loro alcuni olii gialli ,
& di diuerfc forme : & che li tengono perfetti quelli ,.
che jofleggiano , eflendo teneri , frefchi,& gialli : &chc
fi falllficano con la polpa de' pruni lecchi.
Ma non fono eilìfpceie di Dattili, ne hanno tal figu-
ra , né fono Palme nell'India Orientale,. che diano frutto
di Dattoli,anzi per non ellcrne nel! India, vengono por-
tati d'Arabia per mercantia, douc fé ne confuma in gran
quantità : & allo'ncontro i Tamarindi vengono portati
in Arabia , per non- eflèruenc : & più per cflèr gli arbori,
coli di u ci fi dalla Palma,
Et
54 DÈI TAMARINDO.
Et quanto a quello che paiono Dattili Thebàic! , noti
hanno che fare con loro: & pcrauentura quelli che com-
prano i veri Tamarindi tolti dall'India per quelle parti,
penfarono che follerò di quella terra propria , coli come
alcuni dkòno > chela buona Gdhhella è ài Aleppo, ef-
fendo nondimeno portata quiui dall'India , come fi è
detto.
Et gli Arabi > che negociano nell'India, perche troua-
rono ne Tamarindi gli olii , li chiamarono Tamaras dei -
l'India, & non perche parino Tamaras , ne perche l'arbo-
roche gli porta, habbia le foglie, come dicono, altri-
menti di quello , che fono figurate , ne gli odi tono gial-
li , come in loro fi vede, ne di diuerfe forme : mi di co-
lore terrestre lucidi, & molto duri, di forma rotonda.,,
come Lupini piccioli » Et perche i Tamarindi vengono
ammaliati acciochc fi confcruino meg'io , & hanno po-
chi olii : perciò furono coli mal conolciuti .
Valerio Cordo nelle giunte che fece ibpra Diofcoridc
dice , che Oxiferis è il Tamarindo .
I Frati dicono, che poche fiate vengono all'Europa i
veri , & che i buoni fono Leyron fecondò Mefue.
Quanto a Tamarindi, che dicono condurli dell'In-
die lofifìicati, non fi la, ne fi trouà tal cofa la , perche
vagliono molto vii predo , efièndouene molta abondan-
za -, & i pruni fecchi vagllono più di loro . Per la qual co-
fa non ho dacredere , che vengano fofiiticati . 1 Tama-
rindi , che chiama Mefue dal Cairo, vuoltìire, che quel-
li del Cairo fono migliori , &ciò è, perche dall'India an-
dauano al Cairo , & di là in Alexandria , & quindi a Vc-
neria. Dice a ntonioMufa, ch'egli è chiaro non eiTer'il
Tamarindo , il Mirabolano di Plinio , & di Diofcoride ,
perche
DEL TAMARINDO. hj
perche qucfti non hanno odi , & 1 Tamarindi si .
I Tamarindi, fecondo Mefue , Abenroiz fono freddi,
& fecchi nel fecondo grado . Beuuci , pungano la colera ,
& gli hu mori adulti. Sono vtili conerà le febbri conti-
nue, & ardenti , contra la frenefia , & malinconia, &c
contra tutte quelle infermità^che procedono dahumorc
adulto, o colerico, oda flemma falfo. Acquctanolafc-
te,& l'ardore dello ftomaco, & dei fegato. Conuiene
prima che fi adoprino,lauarli bene dal lalc, poi-che ven-
gono falati dall'India, acciocheii confcruino meglio .
Mefue nel hb.i. a fogli 60. oc Albugerio dicono : 1 Ta-
marindi cftinguono la colera, & leuanola fete, & ac-
quetano il vomito,& fermano il flufio dello ftomaco per
cagion del vomito . Mufebab . I Tamarindi fono fred-
di nel terzo grado. Mollifcono il ventre &c. Si-
milmente fi ingannò Amato Lufitano fi co-
me gli altri che non conobbero i Ta-
marindi , ne videro il loro arbo-
10 , nella narrationc 1 3 5.
& il Matthiolo nel li-
bro 1. alcap.
1*7.
FICO
J«
fICHI DELL'INDIA.
DEL FICO DELL'INDIE.
$7
CAP. IX.
I chiama qucfto Fico in Malabar Pa-
laon. InDccanin, &inGuzarare, Se
in Bengala, Qucli : &c nel Canario.
Qucli. I Malaici , Piflaon . In Ara-
bico Mula, ouer Amula. Auicenna,
Serapione,&Ralìs lo chiamano coll'i-
{tcflo nome . I Portoglieli chiamano alcuni di queftì Fi-
chi Cenorins, alcuni altri Cadelms, &c ad altri Chinca-
panoes. In Guinea Bananas.&i Cafri di Cofala,Innin-
ga. Il proprio nome di ciafeuno di detti Fichi tra gli
Arabi , & Perfiani ( fecondo , che mi certificò vn curiolò
Medico natio di Ormuz)è Mous, &il FicoDaracht*
Mous . & dille , che Mula , ouer A mufa , è corrotto .
Ha quefto bello & piaceuol arbore dieciotto , ò venti
palmi di altezza ; oc confìtte di adunanza di molte feor-
zc congiunte vna con l'altra. Il (uo tronco è grotto della
grottezza d'una gamba d'un'huomo.La radice rotoda , &
grotta , cibo molto familiare a gli Elephanti . La f uà bel-
la foglia è verde chiara di dentro via, & più ofeuradi
fuori. E' lunga fin dieci palmi, &due & mezzo larga-,
& ha per lo mezzo fin'alla punta vn ncruo grotto, & e
tutta piena di fibre tranfuerfali . Dall'occhio di detto ar-
boro efee vn germoglio della grottezza del braccio d'un'
huomo diuifo in molti nodi , & in ciascuno ha dicci , &
quattordici Fichi :& dalla cima di detto arboro efccvn
bel pomo di fiori ammaliati infl«me , & tra loro intorti #
che fanno la figura d'una Pigna rotta di colore . Non dà
detto arboro più chevn folo ramo di Fichi, il qual ne
porta da cento fin dugento:& di detti Fichi fi trouano
H molte
58 DEL FICO DELL'INDIE,
molte ipccic , alcuni molto gialli , lifci , & lunghi , & di
molto buon faporc , & odore , chiamati nel Malabar Se-
norins . Altri ne fono nel Malabar chiamati Chincapa-
noins , i quali fono verdi , lunghi , [& di buon fàpore .
Lodano.molto quelli di Cofala, chiamati da i Cafri In-
ninga . Di quelli arbori fi troua quantità grande
in Malabar , & in Bengala, & in Bazair, & nella colta,
delti Abiffini , &nel Capo verde. & dicono, che ve ne
fono nel Cairo, in Damafco,Hierufalcm,Martaban-,,
& in Pegun , & in molte altre patri , come in Venetia, &c
nella nuoua Ifpagna , &c nel Perù . Di quelli Fichi 11 fro-
llano alcuni grollì quanto è lungo vn palmo, & man-
giarti! alleilo con Vino, Cannella,& Zuccharo;& ancho-
ra cotti con Zucchero , & Cannella gii portiamo con noi
inmano.pcr buon condito.
. I Medici della propria terra lodano tanto quelli Fi-
chi, che per dieta gli danno alli infermi di febbre, &c d'al-
tre infermità . Auiccnna nel lib.x.al cap. 49 z.dice,che'l
nutrimento di detti Fichi è poco 5 & cheaugumentaJa_,
colera , & il Phlegmaj& che gioua all'aduflione del pet-
to , ài del polmone -} &c che aggraua lo flomaco • & che è
buono a* colerici , dopo l'hauerli mangiati , prender
dell'Osimele con la Temenza, & a' flemmatici, del
Mele r & che augumenta il feme ; gioua alle rcni-,& pro-
uoca l'orina. Rafìs al cap.' 3.. ad Aanlmfore, &Serapione
al cap. $4. dicono, che fanno danno allo llomaco , & gli
leuano l'appetito y& la liceità. Moliifconoil ventre^ &
leuano l*af prezza della gola. Dice Serapione , che la Mu-
la è calda & numida nel fin del primo grado ; & che gio-
ua al dolor del petto, & del polmone -t & che chi man-
giamola fpcflb di detti Fieni, patifee grauezzadifto-
maco;
DEL FICO DELL'INDIE. 5»
maco : & che fanno crcfcerc la creatura nella Matrice ; Oc
che eccitano la dilettationc carnale .
Non fi pianta detto arboro, fé non vna fola fiata; &
dalfuopiène nafeono de gli altri fenza piantargli. &
ciafeuno di detti arbori dà vn folo ramo di Fichi , co-
me s'è detto j & clTendo maturi , tagliano il ramo , &
l'arboro fi (ceca , ò lo tagliano per darlo mangiare a
gli Elefanti domeftichi . Et alcuni delle fòglie più
adentro dell'occhio del detto arboro , & del pomo di fio-
ri inficine fanno conferua con Gcngiouo verde , Pepe,
& Aglio nel fai e Se aceto, per mangiar in luogo di
Cappari .
Sopra di quelle foglie , per cfTcr molto tenére /verdi ,
frcfche , Se grandi , giacciono per Io caldo . & le pongo-
no fopra le feottature del fuoco . Il Mattinolo fece mcn-
tionedi detto arboro nel primo libro diDiofcoridc al
capitolo il 6.fol. 141.
Molti tengono, che co quello frutto peccaflc Adamo,
per eflef molto foauc di odore y Se di faporc , Se per efTcr
la foglia cofi bella, & cofi grande, che copre bene vn'huo
mo . Dicono , che vn Frate di San Franccfco molto cu-
nofo, il quale fcriflc dc'mifterij della terra Santa, lau
dando molto detti Fichi,tiene la medefima opinio-
ne : del che io non voglio difputarc . Il Rucl-
lio parla di quefti Fichi , allc^
gandtì Strabone ,
Se Thcofra-
ao.
H t LEGNO
*>
LEGNO DELLA CHINA.
h
*i
Foglia del Legno della China.
DEL LEGNO DELLA CHINA.
—
Ve's t a eccellente & medicinal pian-
ta (chiamata in CanarinBonti ; Ornel-
la China Lampatan;& in Dccanin Lam
paos : & inPortoghefe Paoda China ;
& in Latin RadixCine, vel Chine. ; & in
Arabico , & Perdano, & Turco , Chop-
china)nafcc nella China abondantiflimamente }& ii-
milmcntc fi ritroua in Malabar , in Cochin , in Cranga-
nor , in Coulaan , in Tanor, & in altre parti .
Ellaèvna pianta molto folta di piceiolini rami fpi-
nofi , & molto fimili alla Smilacc aipera : & la più grof-
ù. verghetta non partala groflezza del dito più picciolo
della mano . La fua foglia è della grandezza della foglia
delia Piantagine maggiore, & come quefta che è qui
difegnata cauata dal viuo dalla mede/ima pianta . La tua
radice è della groflczza del pugno della mano , & mino-
re . E' folida , pefantc , & bianca , &c alcuna colorita : &
trouanfì molte di loro attaccante vna con l'altra . Quella
radice in tutte quelle parti Orientali, è in molto vfo. Si
prende per tutti li dolori delle giunture : per le oppila-
tioni della Milza, & debolezza dello ftomaco, &pcr li
dolori antichi della tefta,Durgulos y Talparias piaghe,
Toilèvecchia^Sciatica, Gota . & perla Paralifia, & Po-
fteme fredde. Nelle viceré delle reni & della Velica cor-
retto con liquiritia . Prendefi fpecialmcnte con meie,&
con Zucchero , & fatta polucrc con vino : & prcndendo-
fene l'acqua cotta con lamedefìma radice, il più ordina-
rio mangiar di quelli , che la prendono , è gallina cotta ì
lcffo,
DEL LEGNO DELLA CHINA. 63
Ieflò,& pane leggiero; & alcuni die la vogliono più ftrin-
gere j bifcotto con pollo rofto i fenza ber vino. Coli
buona è quella radice in fc , che comportatile in quelle
parti da molti fi prenda,ftando fufo, mangiando carne, &
pefee con ogni larghezza , & difordine fenza far loro
maggior male di quello, che hanno. Ma l'ordine più
commune,chc nel prender l'acqua della decóttionc di
detta radice fi tiene cofi nella China, come nelle Indie , è
vn'onciadi quefta r adice, & due dramme di radice d'A-
pio ( il qual chiamano i Chini , Gante) in Tedici quarta-
li d'acqua a fuoco molto piacevole, & fenzàfumo, fin
che fi confumi li fei . oc li dieci ferbaUó in vafo vetriaro ,
& ogni giorno la bcono frefea , 'perche da vn giorno al-
l'altro fi guafta . Et di queiVacqua prendono vna Cop-
pa alquanto calda la mattina, itandofi per due hore fui
Ietto , & dapoi lcuati , prima che cenino , prendono al-
trettanta acqua , & tra il giorno beuono della iftcìfa de-
cottione fredda : & quefta è quella che in quelle parti fi
prende con maggior ordine &c grettezza. Lafpiuma-
che queft'acqua fa nel cuocerfi , fi ferba per lauar le pia-
ghe,^ le gonfiezze . & quelli che hanno dolori , & gon-
fiezze, gli pongono al vapore, ch'eiTàla dell'olla quan-
do fi cuoce , difcoprendola:( perche fi cuoce itando fem-
pre la bocca dell'olla chiufa ) l Medici Portoghcfi foglio-
nò dar queiVacqua della radice della China per altro or-
dine, che è, rettificandola nel cuocerfi con la detta ra-
dice dell'Apio, & con Rofeiecche, con Orzo, & con ra-
dice d'Endiuia, con Rofmarino, & Liquiritia conforme/
al bifognodiciafeuno. & purgando alla prima i patien-
ti, & dando loro crifticri della medefima acqua cotta^>
che bcono t&c con mele, quando è meftieri , & non vie-
tano
64 DEL LEGNO DELLA CHINA,
tano il mangiare polli cotti, & temperati, oui cotti, &
duri , &melc -t & beonovino temperato con la medesi-
ma acqua , & non fanno molto fcrupulo del fale , ne del
panfrefeo.
Nelle infermità antiche, & nelle viceré vecchie, nel-
le gonfiezze , & durezze di molto tempo più , & con mi-
gliore effetto che nelle paflìoni frefchc , lì tiene per ifpe-
riehza ch'ella gioui . Molti fogliono andando in cami-
no per terra , &c nauigando per Mare , prender le matti-
ne, & le notti due dramme della poluere di detta radi-
ce con vino, ò con l'acqua cotta della mede/ima, Scia,
loro buon prò. Il più tempo che prendono ordinaria-
mente di quella radice in poluere, ò in conferua, fi è
dai trenta fin'ài quaranta giorni. Nella China fi man-
gia quella radice frefea cotta con la carne coli, cornei
Nauoni , & non è nemica , ne ingrata al guflo . .
Similmente fi diililla l'acqua di quefta radice quan-
do la cogliono frefea^ > la qual vfano i più dilicati .
Tuttauiadi quell'acqua fi confuma in gran quantità,
& fi ha gran fede in lei oltra delle infermità già prima.,
dette , nella Paralifia , nell'Henna humorale , & ven-
tofa , nella Emigranea, nella Carnofità del collo della
vefica, & del membro; & nelle fuc viceré. Scaccia le
renelle, & incita molto laluiluria: & benché quell'ac-
qua diflillatafia buona, la cotta è migliore tuttauia.
Quella radice fi conferua per molto più tempo in-
eroilandola tutta con Pepe disfatto , & conferuandouc-
la dentro.
Amato fòpra Diolcoride nel libro primo alla nar-
ratane 104. a fogli 141. mette la radice della China
nel numero delle Canne, dicendo che fi ftimà per
buona
DEL LEGNO DELLA CHINA. <cf
buona contra il Morbo gallico j & che l'Imperio Car-
lo V. le die credito conrra la podagra. Di lei fece meri-
tione Andrea Veflàlio: &c non marco confufodi que-
lli ( & come huomini , che poco ciperimenraro-
no la vera radice della China) parlo Andrea
Mutinolo nel libro primo di Diofco-
nde al capitolo terzo foglio 125.
& confeilà l'tnuittillirno
Celare mai viaria
fenza nota-
bile,
beneficio.
DATVRÀ
66
DATVRA,
I
67
DELLA DA-T.VRA.' C A P. X I.
€&> IP -^n ^ ^uc^a pianta fi trouano tre Spedo ,"
C\ ,s?kf*\x^h\ delle quali quella che è ltampataèla./
prima, per cfler quella, chepidordi-
, nariacr.cnte fi adopera, & tanto, che
poche innamorate hfeiano di tenerla
tra le fue gioie per l'effetto , che fi dira.
Queltaèvn'herba, ò fornice della grandezza del Mal-
uauifchiOj&piuramofa, & nel fuito molto limile. Le
fue foglie fono molto limili di figura, &di grandezza
alle foglie della Stramonia, cheDiofcoridcdeicriuenel
libratogli 534. Tuttauialonopiu intagliate per lo cir-
cuito al modo delle foghe del Xanthio, ( che volgarmen-
te prcllò di noi li chiama Lampazos) i fiori lono bian-
chi , & lì fomigliano al viuo co'fiori della Smilacelilcia ,-
la quale in llpagna chiamano Corregaela mayor. La
iua radice è bianca, la cui lcorza ha il fapore alquanto
amaro, &c afpro, &£ ilfulto, & germogli amareggiano
più che la radice. Il fuo odore è limile all'odor de' Na-
uoni, & odorandoli molto fa Itarnutire. Il Tuo frutto
fomiglia molto al frutto della Stramonia, è ritondo &c
della gtandezza d'una Noce , di color verde , & tutto Ipi-
nolo, ma non pungono dette fpine : nafee in luoghi
ombroiì , &c vicini all'acqua .
Chiamali quella pianta in Malabar Vnmatacava. In
CanatinDatiro. Gli Arabi NoceMetella,&Marana.
I Portoglieli Danna , & la Burladora . I Peiiiani , & Tur-
chi Danila. I Medici Indiani graduano quella pianta
fredda nel terzo grado , & fccca nel fin del fecondo.
Quello frutto ( il qual fi tiene da molti buoni lettera-
I 2. ti,&
DELLA DATVRA. 68
ti , & dal più de i Medici di quelle parti per la vera Noce
Mctella de gli Arabi ) è tutto pieno di Temenze della
grandezza di vna Lente , & di quel mede/imo colore , &
di figura di cuore : il cui fapor'è come quello della 11 orza
delia Tua pianta . Il mal'uio delle innamorate fi è dar di
quella femenza fin mezza dramma infufa nel vino, ò in_.
qaellojdichepiufì diletta. & quel che la prende, reità
alienato per grande fpatio di tempo ridendo, o pian-
gendo , o dormendo con varij effetti ; & molte volte par-i
lan io , & hfpondendo il pouero , che Mia prefa di ma-
niera , che par'alle volte , ch'egli fìa nel fuo giudicio , cf-
fendone in vero fuori, & non conofcendola perfona,
con la qual parla , ne ricordandotene pallata l'aliena-
tionc.Sono tato macftre & efperte molte Cortigiane nel-
li effetti di quella femenza, che la danno per quàte horc
vogliono, che'i poueretto reiti addormentato, o fuori
di ientimento.Lt certo fé hauelfi da contare quanti ho io
veduto & vdito in quello calo : & la differenza delle per-
fòne, che io ho veduto in quelle alienationi, confume-
rei molta carta : ma perche non fanno al cafo , gli lafcio .
Solo dirò che non ho veduto morir alcuno , che i'habbia
prefo. ben vidi alcuni per qualche giorno andar alquan-
to perturbati r ma quello era per effer loio fiata data in_»
eccefliua quantità, laquai le è moita, vecide: perche
quelli femenza ha parti vclenofe , benché la diano i
Gentili per prouocar l'orina con Pepe, & foglia di Be-
tele:& dicono che fa buono efretro -y il che io non vidi,
nèefpenmentai perhaucr altre medicine puliicureper
lo detto effetto .
Et fé alcuno di quelli ,, che hanno prefo di quella fe-
menza , chiamano Medici Spagnuoli ,, fogliano curar-
li prò-
DELLA DATVRA. g9
li prouocando loro il vomito, acciochc euacuiao tutto
ciò che tendono nello llomaco -, &i euacuano , & diucrti-
fconconcnlticn acuti, &con legature, &ventofe, &c
alle fiate col falaflò . I Medici Gentili , & Chriftiani del-
la terra non fanno lor'altro che prouocarli il vomito , &c
alcuni chrirtieri , & alcune legature forti , con buone
freghe . & fé ciò non baita, fanno lor bagno d'acqua cal-
da, &gli prouocano lifudore, &dapoi il vomito dan
lor bere di buon vino con Pepe, & Cannella, sfuggo-
no molto il filafTo , & le ventole , & nel mangiare lono
più audaci che li Spagnuoli; & coi! dopò euacuata la-,
materia , danno loro mangiare buoni polli grofli , & vi-
no dolce,odi vua palla.
Pongono quefh femenza in infuiTone di aceto per
vna notte , & poi la tritano molto bene, & fregano le
impetigin^&l'erifipcle instabili, & miliari ; & in poche
fiate che l'applicano , lì rilanano ..
Beuuta di quefta radice alla quantità d'una dramma
con vino , prouoca molto profondo fanno con varie
rapprefentationi di fegni, & ìlluhonifantaitrcfie.
Le altre due Iprcie di detta pianta lono quali limi-
li nella figura & frutto j eccetto che variano nel colore
dc'fiori , ch'una gli ha come la prima della figura , ma
lono di colore , & il pie vn poco roflòj& i fiori della terza
tirano più a quelli dclhufquiamo ; & di quelle due
vltime , per eller velenole , non vfano fé non per ve-
ci d ere.
Con tutto ciò della ferrenza d^lfa feconda, luqual
ha i fiorigialli , fanno i Medici Br.jgmani alcune pillo-
le come grani di ^epe di grande effetto nel tiftringer
fiulli con kl bii ardenti, & nella dilemeria.. Le quai
pillole
7© DELLA DATVRA.
pillole fi fanno in quello rnodo; Pigliano della fèmen-
aa di quello fecondo frutto vna dramma , Pepe lungo ,
& Pepe nero,fandah bianchi , & borace , & radice di bi-
fida qual'è vna radice, che viene daiMonti di Benga-
la ., & Patanne ) & delle foglie di Banguo ( la qua! è
vn'herba come Canape ) di ogniuno mezza dramma^ .
Tutto ciò tritano bene con acqua fu le pietre, che i Pit-
tori fogliono tritar i colori : & di quello fanno le pillo-
le , delle quali danno fecondo che loro pare .
Andrea Mattinolo nel primo libro di Diofcoride fo-
glio i.65. trattò di quella Noce Metella , adduccndo
confufe opinioni da Serapione, & d'altri :& nel fine ri-
prende Leonardo Fuchlìo ; perche dice , che la Noce
Metella è il frutto della Stramonia , con quelle parole $
Oltra di ciò io non fo da qual ragione moilò Leonar-
do Fuchfio ( nel fuo vltimo libretto, doue folamentc
rillrinfelc figure delle piante in piccol forma )habbja
detto che le Noci Metelle fiano frutti fpinofi di quella^
pianta forefliera, la qual egli per innanzi nel fuograi*-
de volume haueua chiamar© Stramonia,
Maio mi tengo al parere di Leonardo Fuchfio, &à
gli altri tuttoché tengono,ehe la Noce Metella fia il flut-
to della Stramonia, il quale fi fomiglia in tutto col
ftutto di quella Datura . Et coli pare che quella pianta
fia la Stramonia di Diofcoride, & quello in che varia,
farà dalla regione.
Amaro Lufitano nel commento del libro primo di
Diofcoride,allanarrationei6i. tiene, chela Noce Vo-
mica delle Spedane, & la Metella fia tutt'una ; & non_,
ri porta le piante , ne maggior chiarezza, che quanto
dice Serapione della Noce Metella al capitolo 3 obli-
quale
DELLA DATVRA. 7i
qualenonèdiuerfonel parer di quelli, che tengono la
Noce Mctella per lo frutto della Stramoni* .
Della cura de i danni , che fa
quefta Noce Metel-
la, trattò An- .
drea
Matthiolo nel lib. 6. di
Diofcoridc, fo-
glio 736.
W&
«*
-
AVEL-
7*
AVELLANA INDICA
E
71
DELLA NOCELLA INDIANA.
C A P. XII.
VEST'ArboronelMalabar, (douenec
maggior abondanza, fi chimaPac, &
il Tuo frutto, , ch'c quello che fi vfa nel-
la Medicina , Areca ) gli Arabi chiama-
no Faufel . I Cuzarati , &c Decanini ,
Tupari ; & il frutto fccco Chiccani . In
Malaca,Pinan.InTeclamPoay. In Canari n a jl'ar boro,
Mari;& al frutto Popara j & a tutto infieme Popara Ma-
ri. Auicenna nel lib.z.cap.ntfi.lo chiamano Fiifcl:&i
Portoglieli Auelaa da India, & Areca. 1 Turchi , & Per-
miani Fu fui.
E Arboro molto alto, diritto, tordo , lottile, &diui-
fo in nodi da tratto a tratto dal pie fingila cima_, . Er per-
che è molto fpugnofo , è molto difficile da rompcih , &
tanto ch'una uimena di detto tronco fatta di groflèzza di
due diti, fuole tener fermo vn grande Crocodilocofì
nell'acqua , come in terra , attrauerfàndcgliele nella go-
la; il che e l'artifìcio, col quale lo cacciane, &\ccido-
no in quelle parti, come io vidi n.oltc fiate.
Le foglie fono più larghe , & più lunghe , che quelle
della Palma del Coco. Fa quelVarboro dinanzi dell'oc-
chio vn'adunanza di foglie congionte col tronco, dalle
quali cleono alcune vimene fonili con alcuni nodi, &
tutte molto piene di fiori piccoli bianchi, & quali fen-
za odore. & quelle uimene fi empiono del frutto chia-
mato Areca,il quale è grande come vna Ncce} & non, e
. ritondo, m a p,ù lungo in forma di vn'ouo piccolo -y lau
.cuifcorzaeftcìioreè molto verde, & e/Tendo maturo.,
K vien
74 DELLA NOCELLA INDIANA,
vicn molto gialla. Quella fcorza e molto languida,& ar-
rendcuole^ ha quello frutto di lontano gràde fomiglia-
za co' Dattili maturili frutto, che fi ferra dentro di detta.
fcorza ( il qual fi mangia ) è bianco , & molto dur©,della
grandezza d'una gtande Callagna, con vnagufeiacome
la Caftagna,& tutto pieno di uene colorite.
L' Areca è fredda & fecca , Conforta lo lìomaco . Re-
prime il vomito. Fortifica le gengiue, bidenti , che fi
vanno forando. Elìupefattiua, & inebria tanto chi la
mangia,chc quelli che pati feono dolori graui, per non
fentirli , mangiano quello frutto ,
Vfano i Bragmani , & Canarini Fifici della Terra per
grande lecrcto l'acqua diftillata dell'Arcca , per curar i
flufli colerici .
Sogliono lòtterrar quello frutto frefeo nell'arena,per-
chediuenti migliore, & più gratojilqual mangiano oidi
nanamente con foghe del Betele, & con le gufeie netta-
no i denti . Fanno ancho quella A reca in pezzi,& la lec-
cano al Sole; &lène adopra molto coli nel mangiare,
come perlauandcaflringenti;& quella fecca^chi amano
Chiecani «
Etquello,che dipiudiceSerapionc, fi potrà vedere
nel hb.Semplici al cap. 345 . del Faufel , & della Nocel-
la Indiana.
Haboanifa>diceii'Arboro Faufcl è limile al NigiI , &
produce le gufeie, nelle quali è il Faufcl, come il Datti-
lo j & queft'arboro non è nelle Terre de gli Arabi .
lfaac,& Benàmran ; II Faufelèla Nocella Indiana,
& il frutto è limile alla Noce Mofcata nella grandezza ,
& nel colore:& in ella fono crcfpc,& nel fuo laporc è po-
ca caldezza con poca amaritudine :& fi porta da fimp*
&è
DELLA NOCELLA INDIANA. 7y
& è fredda, &c fommamentecollrettiua, & fortifica le
mcmbrai& la fua virtù è come de Sand ili rolli,& gioua
alle pofteme calde ; laquale quando non fi tr oua , ponefì
in luogo fuo il pefofuo di Sandalo rollò, & la mctàd;
iuo pefo di Coriandolo frefeo .
Atabari dice ; Il Faufcl è freddo, & molto coftretriuo,
& fortifica le membra , & la virtù fua è come quella del
Sandalo roflb.
Mabazcr dice ; Il Faufcl è freddo & fecco , & è buono
alle infermità calde , quando con lui fi lenifcc il luogo .
Bedtgorasdicc; Egli è buono alle Pofteme grolle, &
dure.
Mefarugie; Egli èconuenicnte al dolore de' denti,
& alla fcabbia delle palpebre .
In AbenMefuay; Il Faufcl è freddo & fecco nel terzo
grado , &c coftrettiuo.xonferifcc a* dolori de denti, & for
tifica i denti molli, &legengiucconlafua aftringenza.
Reprime la caldezza de gli occhi quando fc ne fa Cchol,
ò empiaftro . Affermano in alcune Terre dell'Arabia
eficrancho di quelli arbori, comcinDofar, &inXael,
Porti del Mare , che fono i luoghi che cfli più amano.
DEL-
7*
DELLA PALMA, ET DEL SVO ER.VTTO.
C a p. Xm.
'arboro, al quale ftà I'Elephante
appoggiato , è quello , che dà quel
frutto che fi conduce in Spagna^,
chiamato da Portoghefì Coco , per
rifpetro di quelle tre punte che tie-
ne; Se al medeilmo arboro Palmie-
ra , & dalli Malabari Tenga Mo-
ran , & al frutto Tenga . In Malaico all'Arboro Tacan,
&c al frutto Nichor j & ancho fi chiama Maro, Se il fuo
frutto Narel.
Quello nome Narel è commune a tutti li Perfiani , &
Arabijbenchc dicono i Periiani,che'l vero nome del Co-
co in Arabico, & in Perfiano è Nargel , & non Narel } Se
allaPalmcra in Pcrfian Darach , Se in Arabico Sjger In-
di» I Turchi alla Palmera dicono Agach, & al frutto
Cox Indi , I Bragmani chiamano l'arboro Maro, & il
fratto Mirala - Se cofi dicono nel lor linguaggio Maro
N iralu . Auicenna le chiama Iauzi alindi , che vuol di-
re Noce dell'India . Serapione , & Rafis chiamano l'ar-
boro Iaral Narc , che vuoi dire arboro , che da i Cocchi .
Quett'arboro è molto alto , Se non molto groiìò . Ha
li fuoi rami, chi amati Palme, nella maggior cima, Se
fono fei,o fette diretti alla cima : Sciano verdi chiari per
ogni parte . E arboro molto dritto, Se cinericio nel colo-
re , il quale è fatto a mano a mano per lo circuito dal pie
fin'allacima a piccoli fcalini, per li quali afeendono i
Negri* mpdo di fcala>, E arboro molto fpugnofo, Se
ama
DELLA PALMA, ET DEL SVO FRVTTO. 77
amai luoghi maritimi , &c arcnofi . Il fuo fiore s'affo mi-
glia a quello del Calcagno . Il fuo frutto tutto fu l'arbore
e maggiore della tefta d'un'huomo, & di figura Ingo eoa
tre coite , & molto verde chiaro neJ coloi e ,
Seminano i medefìmi Cocchi , &c di loro nafee le
Palm ere , le quali lì trafpiantano ; & le Iegoucrnano be-
ne, danno frutto in pochi anni; per lo cjual crrctto le
danno cenere, letame di bue, & acqua, & con quello
crefee, & fruttifica molto prelto;& quelle che fono vici*
ne alle cafe,pcr lo beneficio che fanno loro , fono più
belle j le cui radici fono piccole , &c fupcrficiah , riflet-
to alla grandezza dell'arboro , il quale dal pie che è grof-
fo , i\ vi fottigliando verfo la cimagli legno di quello gio
uà a molte cof e.
Nelle Ifolc di Nalediua fanno di qucft'arboro folo
tu tea vna nauc , con tutti i fuoi chiodi , arbori , antenne ,
vele, lille, capi, corde, &ogni fartia, &: tutte lecofeche
fan meftieri alla detta nauc lòno fatte di detto atboro .
Fattala nauc, &polta in Mare, la caricano di mercan-
tia della med clima Palmera, di ogiio, vino, aceto, zuc-
caro negro, frutti, acqua, &c acqua ardente. Di que-
llo legno fanno caie molto ben ferrare, forti, Òi molto
bene intagliate ; & de rami ( ch'elfi chiamano Ola ) le co-
pronoin luogo di coppi. ÓV: difendono molto dall'ac-
qua. CóqueltamedefìmaOiacuopror.01 N<iuilj|,quan-
do per lo inuerno gli tirano in terra ne' porti . Di dette
Palmcre fanno due compartimenti j alcune lafciano per
cauarne la Sura , la qual è come il vino molto , & la cuo-
ccno al fuoco fin che rcfti fatto il vino, ch'eili chiama-
no Orraca;& la cauano a quefto modo : Tagliano vna di
dette rame più vicina all'occhio dell'arboro, del la quale
lafciano
78 DELLA PALMA, ET DEL SVO FRVTTO,
lafcianocomc due piedi lunghezza, &in queftecime
tagliate , adattano alcune Olle larghe , ma di picciol
bocca, chiamate Caloins, &quiui la Palma va distillan-
do quel liquore , che chiamano Suraj la qual poi diftilla-
no in boccia per farne acqua di vita , della quale vna che
cllì chiamano Fula , che vuol dir fiore , è la più fina , & fi
accende nel fuoco con più facilità, & meglio, che la-,
noftra acqua di vita. l'altra , che chiamano Orraca , non
tanto : nella quale mefcolanovn poco della fina . Que-
fta Sura prima che fi diftilli nel fuoco, pongono eflì al
Soie , perche diuenti aceto , il quale da fcfolo fcnza me-
fcolamento d'herba buona , ne di fcorze d'arboro de Mi-
rabolani ( che fono cofe chcui fogliono mefcolare per
farlo più forte ) è elfo molto buono . Dapoi che lcuano
uia quefto primo vàfo della Sura,nc cauano vn'altro,
del quale fanno Zuccaro ammaliato al fuoco , & al So-
le, il qual chiamano Iagra ; &C è migliore quello, che
fi fa in Nalediua , che quello di Malabar .
Alcuni altri di detti arbori lafciano per lo frutto. Et
quefto frutto quando è frcfco fotto di quella prima fcor
zagrofTa & verde, ne ha vn'altra negra, che cuoprc la>
midolla, laqualc anzi che fi cangi in negra , è molto te-
nera & bianca,& mangiali con fale , & fenza , & con ace-
to^ Pepe alle uolte,tiene ilfapore dcCirciofE: &c quan-
do alquanto fi comincia a indurire, tiene il fapore del
capo del Cardo . La midolla di dentro , che ftà attacca-
ta a quefta fcorza, è languida , & dolce , & tutto il
vacuo di dentro è pieno d'un'acqua molto chiara /dol-
ce , & foaue j & quefta fi beue ordinariamente fui mez-
zogiorno fenza che faccia faftidio con la fùa dolcezza. &
fi trouano di quefti Cocchi , che hanno dentro di fc tre ,
ò quattro
DELLA PALMA, ET DEL SVO FRVTTO. 79
ò quattro Quartilli d'acqua quando fono verdi. Quella
acqua chiarita, & col filo Zuccaro è molto in vfo a quel-
li , che hanno eccefliuo calore nel fegato , & nelle reni ,
& i quelli che hanno la Gonorrea . Però fi chiarifica nel-
la propria lagna ( che coli (ì chiama quello frutto quan-
do è verde.) Quell'acqua dura molto , & tutto l'anno
vi fono di dette Lagne , che da noi altri fi chiama cocos ,
& da Nairi , ò Malabari Tenga. Etdnpoi, che quelli fi
fanno duri, & formano dentro la lor midolla , dura
bianca, &(aporofa, ha infc quel di dentro che rclla
concauo vn'acqua chiara , ma non tanto dolce , come la
prima • & quando è in quello fiato , la chiamano i Ma-
labari hleui . Quell'acqua ne i frutti che fono vecchi , fi
conuerte in vn pomo bianco , fpugnoio , & lifeio , che
occupa tutto il concauo , di fapor dolce ,
Quello frutto ha due feorzegroflè prima, chefi venga
alla midolla , la qual fi mangia loia, &: col Zuccaro
della medefima Palma chiamato Iagra, &c con Aucla,
laqual è fatta di Rifo cotto in acqua , & dapoi pcllo , &
molto ben fccco al Sole.Lo mangiano ancnora con una
generatione di Pcfce fecco,che viene dalle Ifolc di Nale-
dma, & pare carne di Vacca falata, chiamato tra loro
Comalamafa(cheèbuona01iuaabeuitori)& di que-
lla miftura mangiano non folamentc le genti della tcrra^
ma i Portoglieli anchora.Fanno appreflò di detta midol-
la latte per li brodi , come quella delle Mandorle .
Di quelle feorze c'hanno il detto fruttola prima qua
do è frefeo , è moltogrofia , languida, & arrendeuole per
di dentro -y & quando ella è fecca , fi fa di lei tutta la cor-
darla, & tutte le corde 5 & Iarde delle Naui, & di tutti
gli altri Nauiiij , come nelle noilrc parti di Spagna fi
fan
8o DELLA PALMA, Et DEL SVO FRVTTO.
£in di Sparto. A quello Tomento dicono i Nairi Cairo :
del quale fi Temono molto in quelle parti j& perche non
fi putrefa, né fi corrompe nell'acqua falata, rinftoppano
con elio iNauilijj& coli ferue loro di lana , gottonc,
ftoppa,& lino , Se /parto . & pofto neli'aqua fai ata , non
folamente non fi corrompe, ma gonfiandoli nell'acqua ,
rende 1 Nauili j più licuri,piu faldi, & meglio inftoppatì.
Dell'altra feorza, che cuopre la midolla ( laqualc è
negra, & dura , da noi altri chiamata Cocco, & da quel-
li della Terra Xareta ) fanno fcodclle , & vafi , co'
quali beue la gente baila . Appreflò,di lei abbrufeiata fi
fcruono in luogo di carbone , il qual è molto buono per
gli Orefici , de'quali molti ve ne lono , che lauorano co-
fid'oro, come d'argento in quelle parti, buoni ^sfot-
tili artefici , & di poco interefle, i quali vanno per le cal-
li gridando il loro officio con vn palmo di Canna in ma-
no, il qual ferue loro per accendere il fuoco ; &convn-,
Corrczuolo, & martello, & due Borili (che tutto por-
tano (eco )& in cafa di ogni particolare che li chiama-»,
fanno ogni opra di Oro & argento, fi come ne fono ri-
chi efii.
La midolla di quefti Cocchi fi fecca al Sole, di fi chia-
ma Copra. Emolro faporofa, & ferue in quelle parti
per frutti , come nell'Europa la Caftagna fecca . Ciucila
fi porta ordinariamente pcrmercantiainOrmuz, & in
Balagate,& per altre terre, che mancano di lei .
Di quefta medefìma Copra fi fa ne' Tor chi l'oglio i fi
come noi lo facciamo delle Oliuc , & fc ne fa aliai quan-
tità. E molto chiaro & lottile, & arde molto bene, & Ce
ne confuma molto. Si mangiacolriJ(one'brodi,fi & frig-
ge il pefee con lui.
Di
DELLA PALMA, Et DEL SVO FRVTTO. %i
Di quell'oblio fono due fpccic, vnofi fa della Copra
fccca , come fi è detto j l'altro de Cocchi frefehi ; Se fan-
nolo peftando il Cocco molto bene, Se infondendoli ac-
qua calda di fopra, Se fifpremc quella corpulenza , Se
cofi refta nuotando fopra l'acqua Poglio.
Di queilobeuono una buona coppa per euacuare Io
flomaco, & mollificar' il ventre-, il che fa molto bene
fenza alcuna moleitia^, ò danno j & quello è molto in
vfo . Altri ui mcfcolano l'cfpreflione del Tamarindo,
Se alcuni l'infufione de Mirabolani Chebuli , Iiquali tra
loro fono più in vfo ; Se lodano molto quella maniera^
di purgare. Loglio che fi fa della Copra è molto buo-
na medicina, & molto approuata per li ncrui, Se per
lofpafimo, Se per li dolori antichi delle giunture, Se
per curare tutte le ferite frcfchc, Se le piaghe vecchie.
Curano con lui per quell'ordine . Empiono di quefVo-
glio vn'alueo , ò una Almadia , ( laquale è vna barca fat-
ta di vn fol legno , nella quale cape vn'huomo diftefo ; )
ouero qualuquc altro vafo doue vn'huomo polla capire,
Se cflèndo caldo l'oglio, lì mette il paticnte dentro,& qui-
ui lilafcia ilare fin che fia guarito, dandole da mangiare,
Se nettandolo dalli eicrcmenti .
Oltra che è communc opinione, fi vede continuamen
te per ifperienza,che quelli che vfano molto ne cibi que-
llo Cocco, generano molti vermi, a quali tutta quella
terra di Malabar è molto fossetta .
La Palmcra non diftilla da fc oglio nefluno , ne tiene
altro oglio, come difiero alcuni, le non quello che fi
fa del Cocco uerde , & fecco, come fi è detto . Fanno
oltra di ciò delle fue foglie ombrelle grandi & piccole
p*er lo"SoIe , Si per la pioggia, &: ftuore, &moltealtrc
L cofe.
Bx DELLA PALMA, ET DEL SVOFRVTTO.
cofe. Oitf a di ciò ha queft'arboro neli'eftremo un ger-
moglio ferrato fimile alli Palmetti dell'Africa, ò dell'Ai-
garuc •> &c mangiafi ò con &le , ò fenza di lei, come i me-
detimi Palmettij & i migliori più faporofi,& più
filmati fono cjuelli della Palmcra vecchia .Et
fappiafi, che tagliando/i quell'occhio
all'arbore, lì feccafubito tut-
to, & non dà pili
frutto.
B E'
■■
■
«3
DE' COCCHI CONTRA VELENO.
C A P. XIV.
L Cocco delle Ifole di Nalediua è
molto lodato dalla gente della ter-
ra , & daiMalabari , & fi tiene in
molto pregio coli dai Re, & Si-T-
enori di quelle parti,come da i po-
polani , contraogni veleno , & al-
le febbri, fpafimi , & paralifìa^,
oppilanone , & colica ; di modo , che per lo più delle in-
firmiti, che occorrono, fubito il Cocco di Nalediua fi
propone. Lafcorzaancoraè molto in vio per beuere
con lei, della quale fanno uafi incaftrati nell'Oro & ar-
gento in forma di Naui, ò Galee, Se appendono in vna
cadenella dentro di quelli vali vn pochetto della fua pro-
pria midolla : Se tanta è la fede che tengono nell'acqua,
che beuono in quelle feorze, che prefumono non poter'
eflcreorTefi daueleno alcuno, &.cheglipreferuada mol-
te infirmiti; nelle quali io vidi cader molti, che ordina-
riamente beueano nelle dette (corze.Et ccrto,tutto che io
ne cercaili con diligenza,mai però n5 vidi effetto buono,
chéfaceiTero quefte feorze; Se credo che il fuo molto vaio
re,&ftima no gli venga fé non per cfìèr cofi nella opinio-
ne commune . Alcuni auezzi a beuer con elle , mi afTer-
mauano,che trouauano per ifperienza , che fcaldauano
.il fegato, cVfaceuano danno alle reni , & generaua pie-
tra . Con tutto ciò uagliono molto , Se fi vendono i mol-
to prezzo , & molto più vagliono douefono , che lungc
di li: Se ve né è alcuna di quefte feorze , che fenza guar-
nimento vale cinquanta ducati, & più. Quella feorza
è più negra, & più lucente, più lunga Se maggiore, che
L 2 le altre
-
S4 DE' COCCHI CONT. VELENO.
le altre de' Cocchi comuni , & molte di quefte vengono
attaccate a due a due , & della grandezza de' Telticoli
d'un Toro,& non fono congiunti, ma fi toccano l'uno
con l'altro di maniera, che d poflòno fcparare . La me-
dolla di dentro è dura , bianca , & porofa . Si rompe con
difficoltà, & non ha fapore alcuno . Prendefi di quefta
medolla di pefo fin dieci , ò dodici grani di frumento in
vino , ò in acqua rofa , come fi conuienc .
Crcdefi, & hafli per certo, ch'efehino quefti Cocchi
d'alcune ìfolc , che fono fommerfe fotto'l Mare, le quali
furono già habitatc -y Se io pallai iopra di loro , & fui in
alcune, c'hoggi dì fono difeop erte , & habitate con difi-
dcrio di vederle Palmcre , donde quefti efeono ; le qua-
li non vidi, ne trouai perfona di credito, che le haueflè
vedute . Il Mare porta quefti Cocchi alle fpiag<ne , & alle
fiate gli vedono -riforgerc di fotto dell'acqua , &c chi li
troua , gli porta fubito al Re fotto pena della tefta,ò del-
la forca , fc folle plebeo . Alcuni mi diiìèro,che haueano
veduto di quefte Palmerc , che il Marc hauea portate
fuori , & ch'erano poco diuerfe dall'altre , onde riabbia-
mo ragionato.
Si troua ancora in quefte Ifole Ambro grifo , &: alcu-
ne fiate in gran quantità ,, & dell'altro peggi orc; & Umil-
mente lo portano al Re i fuoi foggetti Jl Re di quefte Ifo
le è Chriftiano,& viuc nella cittadi S. Croce di Cochin ,
al modo portoghefe, & affitta dette Ifok a' portoghefi .
POMI
8!
POMI DELL'INDIA.
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DE' POMI DELL'INDIA. CAP. XV.
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Er cflèr quefto Parboro , nel qua-
le fi genera la Lacca, medicina mol-
to neceflaria , &c vfata nelle Speda-
ne ., & della quale è ben giufto che
il fappia la verità diluì ,"i#qual va
attorno confufa , & nafeofa, mi è
parato bene di lui , & della Lacca,
& delie Formiche, che in lui lo lauorano, parlate in que-
fto primo libro. ?
Quell'arbore fi chiama in Canarin Bor » In Decanin
Ber. In'Malaca, Vidaras. E diuerfo nella grandezza,
& nelle foglie dalle Giuggiole, che in Ifpagna fi chia-
mano Azòfeyfas , & in Portogallo Mazaan da Nafega ,
delle quali trattò Galeno nel libro fecondo delle facoltà
■de gli alimenti al capitolo 3i.Diquefìe Giuggiole fifa
quclfiroppo tanto lodato peringroftar , & denfar le ma-
terie fottili.&coIeriche,che corrono appetto. Et porto
chefiano differenti, perefTere quefto Pomaro-tnaggiorc
che quello delle Giuggiole, & hauer la foglia molto più fi
milealPApiolo, & manco ritonde, nondimeno il frut-
to li forni, gli a molto. Quefti Pomi, de'quali parliamo
(chiamati tra5! volgo di Decanin Ber) alcuni fono più
dolci, §£ maggiori dclli altri, & niun di loro fi viene a
maturar tanto , che fi pollano conferiate , & durare co-
me le Giuggiole,& tempre tégono qualche fapor acido.
Dal che fi raccoglie, che non fono quefte pettorali, co-
mele Giuggiole, delle quali fifa il iìroppo pettorale.
Di quefti Pomi fono maggiori, & migliori quelli di Ma-
laca, che quelli di Malabar, & a tutte vanno innanzi
quelle
DE' POMI DELL'INDIA. 87
quelle di Balagate.
QuelVarboro è grande, di molta foglia, & di moiri
fiori , & frutti . Quella foglia ècome quella del Camue-
fo,& manco tonde. Everdeofcura dalla parte diden-
tro, & per quella di fuori bianca, pelola, come la fo-
glia della Saluia -&ilfapore terreitre. Il fuo fiore è pic-
colo & bianco , compollo di cinque foghette lenza
odore.
Continuamente fi vede queil'arborosiìla Prima-
uera pieno di formiche alate, le quali fono
dipinteli! quello ramo; che lauorano
la Lacca ; del qual poi che la oc-
calione ci li offerilce , dire-
mo quello , che hab
biamo letto,
veduto ,
&
vdito di
lui.
DELLA
■"88
DELLA L
A
41
C A. C A P. XV-I.
A Lacca è Medicina vfata, & necefia-
ria , della quale non è manco confu-
sone, che dell'altre Medicine, le qua-
li vengono dalle parti Orientali } que-
lla fi chiama Lacca , & in Arabico,
Perdano, & Turco LocSumutri, co-
me fcdiccfTero Lacca diSamatra. Non perche fitroui
Lacca inSamatra , né quefta confini con pergu ( doue ne
èia maggiore abondanza; ma perche la portauano gli
Arabi di quelle parti in Arabia ; & l'altre nationi fi pen-
farono , che veniflè di là , & per quello che fi dirà innan-
zi , le pofero quefto nome LocSumutri ; & coli fc ne rc-
ftò nelle bocche di molte nationi ; tutto che il proprio
nomedellc terre, dou'è più naturale, & migliore, co-
me in Martaban , & in pegu , fi chiami Troce ; & di là Io
portano quelli di Martaban, &di Pegu a vendere aSa-
matra,& quefta è l'occafione , perchegli Arabi la chia-
mailèro LocSumu'ri.
Tra le varie, & confale opinioni che ci fono di det-
ta Lacca, ne furono alcuni, che penfarono, chein Pe-
gu i fiumi vfei fiero del loro corfo , & fito j &: che nel lu-
to , & fango che reftaua , fiponefiero verghe piccole , &
che fopra di loro fi generauano alfiunc grandi formiche
con ali, chcvolauano, &cheponeuano quella vacca fu
le veighe,& legni, & che perciò fi trouaua molta Lacca
porta ne' legni . Ma la verità di ciò fi è, chein certi ar-
bori grandi di quelle parti, principalmente in quello
che è qui dipinto, alcune formiche della grandezza di
qudttecIWfònofòprail difegno della medefima pianta
degnato
DELLA LACCA. 8*
disegnato , con ali che volano , & legambepiu lunghe ,
che quelle di Spagna, lauorano perii rami più lottili di
queft'arboro la detta Lacca, coficome le Api lauorano
il Mele j & le genti di quella terra rompono queiti rami ,
& gli afeiugano all'ombra, & cauata la Lacca da i Legni j
reità in cannuoli , & in molta di lei il legno attaccato ; &c
coli e migliore quella, che ha manco Legno, & manco
mcfcolata di terra.
i Et che fia vero , che le formiche generino la l acca ne'
detti arbori , ben fi vede j poi che molte fiate fi trouano
nella medefima Lacca fepolte le formiche , & gambe , &
ali di loro;& molti pezzi dc'mcdefimi rami pieni di Lac-
ca vengono in Spagna, che i curiofi conducono: & il
peggio c,che molti Speciali cofi come copranola Lacca
co' iuoi legni: cofi J'adoprano,& vedono co Joro,ne* qua-
li non fi troua beneficio alcuno per l'ufo della Medicina ;
&fc alcuno ii riprende, rispondono, che poi che cofi
gli comprano , cofi ii vogliono adoperare, perche tut^
toè Lacca. Ma non cadono in quello errore li Speciali
prudenti , & ni mici dclli abufi .
Poluenza quella gente la detta Lacca, & la diffolue
con quei colore , che vogliono , , di rotto , verde , negro ,
giallo ; & fanno i fu oi cannuoli fottili , che fono quel-
li , che vengono in Spagna , per figillarc le lettere, & fan-
no de gli altri cannuoli groili& grandi per fuoivfi me*
chanici , come i filiti da tingere i legni de letti , fc-
dic,&altrecofediIegnoda tornire, che vogliono tin-*
gere . Il che fanno menandola detta Lacca per lo tórno
lui legno , & col calor,che ella riccuc in quel veloce mo-
ui mento, reità il legno tinto di quella Lacca, che tardi
li cado.
M G li
9* DELLA- LACCA.
Gli Orefici anchora ne empiono le opre vuote che "fan-
no d'oro ,ò d'argento, perche remino più falde, &piu
congiunte , & luftrcj empiendole di quefta Lacca iiu
polucre, &fcaldando il pezzo pieno di lei al fuoco, la*
qual disfacendoli dentro, la lafciano raffreddare, òlai
pongono in acqua j & coli fopplifce la Lacca al difetto
del metallo.
Quefta Lacca fi falfifìca con ragia oc cera -t & Il cono-
fee la fallita nel romperla, ò abbrufciandola nell'odore
della ragia & cera , & nella tencrezza.I nomi che Pandct-
tario , & altri le pofero , chiamandola Aec , & Ancufal ,
fono corrotti , & non vi fonoin quclleparti .
Prcfumefi da Auiccnna , che non Ila flato conofeiu-
tala Lacca, ne veduto l'arboro, fui qual le formiche lo
lauorano, nèilmodo; poi che la fa limile all'arboro del-
la Mirra , il quàl è differente da quelli , ne* quali fi fa la-.
Lacca , com'è chiaro per iadefenttione di Diofcoride, &.
del Mattinolo nel libro primo al capitolo 6y.& di Plinio
ne) libro n.al capitolo i $.òc di Thcofrafto nel libro p.al
capitolò 4. dcll'hifloria delle piànte; & perchè la Mirra è
gomma di arboro , &hagrauifIìmo odore., come dice
Diofcoride nel luogo detto, & Galeno nel libroprimo
degli Antidori, Oc è pungente, & amara , giurinola,
diffeccatiua , &: aftringenteJ& fcalda , &c ammazzai ver-
mijComc dice Galeno nel libro 8 . de'femplici ; & la Lac-
ca fatta per le dette formiche in fu le rame di detti arbori
non ha le dette qualità.
Auicennafalafua qualità limile alCarabe, chiama-
mato in Ifpagna Alambre, & Ambra da Rofarij, del
qual lafciarono fcritte tante & cofi poetiche fìntioni mol
ti auttori , come Cornelio Tacito, Pithia , Archelao, Su-
dirco,
DELLA LACCA. 9i
dirco , Nicia , Philcmonc , Brafauolo , Sotaco , Scrapio-
nc , Mctrodoro , Gcorgio Agricola , Plinio , Demolirà-
to , Theofraito,Dioclcs , & altri molti .Il quai Cai ab e è
conglutinatiuo , & aftringcnte, & di lui li fanno i pa-
ililli astringenti , che Galeno nel libro 7. della corapo-
fìtione de' Medicamenti fecondo i luoghi j& Paulo nel
7. volume ; & Attuano in quello della compofitionede
Mcdicamentidicono.&la Lacca è apcritiua , &pere£-
fcr tanto apcritiua , commanda Auiccnna , che li ammi-
mitri con cautela. Dice anco Auiccnna, che mancan-
do la Lacca, fi ponga in Tuo luogo il fangue di Drago: il
quale è coli notabile errore, come, quello de' Frati fo-
pral'Antidotario di Mefuc, che nella compofitione del
Dialacca dicono ; cc mancarà la Lacca , in Tuo luogo fia
pofto lagrima di Iangue diDraconc, non hauendo ri-
guardo chela Lacca è apcritiua,& prouocatiua dc'Men-
ltrui,&il fanguedi Dragone, grandemente aflringen-
tc , & conglutinatiuo delle piaghe freiche . & tanto ltrin-
ge,chcprohibifcc, che non cadano i denti, & ritiene
ogni fluita del ventre, & fa celiar li rluilì del Iangue, qua-
lità tanto diuerfe dalla Lacca.
Dicono , &: fi tiene per certo non ellcr in Samatra
niun'altra Lacca fé non quella che vi ii porta di Iamai,
dondcquellidiPcggcnlavcndenoa i p ortoghefi , & cflì
la vendono a gli Arabi , Pcrfiam , & Turchi , & la porta-
no in Spagna. L'errore di chiamarla loc Sumutri ^nac-
que da Chini , i quali portando quella Lacca ad Or-
muz, &.all'altrc parti (prima elici Portoglieli acquiftaf-
fero quelle terre, & fignoreggi altero il Marc di quello
parti , come hora fanno ) pcnlauano che folfc ài Sa ma-
ira, & per tale la teneuanoj& coli fu quello in ganno oc-
M 2. cafionc
su DELLA IACGA.
cafioùé^oll'errorcdcifuoiiiomeirf, ;;! , chi ìb
.oìScrapionela chiama Sac, cioè, Lacca ; & dice; alle-
gando Diofcoride ,chcè gomma , che nafee nell'Arabia,
ìimilc all'arboro della Mirra y Gallega Rafisj che dice
ch'ella cade dal Cielo (oprai rami della Gubera } &: Ifaac,
il qual appreffo dice eflèi colorata , che cade (òpra i legni
fottili, & che tingono con efla i panni . Dicono ancora,
che la portano di Armenia . Il qual tutto appar'cilère er-
rore, perche Sac è nome corrotto, & Diofcoride non_,
fcrifle di detta Lacca , ne Serapione la conobbe -, perch'e-
gli pensò , ch'ella fi Gaffe il Cancamo di Diofcoride , il
qual non è cofi , come bene notò Amato Lufitano nel
commento del libro primo di Diofcoride alla narratio-
nc2 3.dondecauaducfpcciedi Lacca, parlando à que-
llo modo ; Tutti quelli che hanno penfato il Cancamo
eflère la Lacca , fono incori! in merauigliofo errore : ef-
fendo il Cancamo vna Gomma odorifera : & la Lacca,
oucr mangiata ,oucro ne profumi , fi conofee eifere fen-
za odore ; La quale al prefentc i Portoglieli portano d'In-
dia,roiTa,trafparente, che ferue principalmente alle tin-
ture ;& di quella le Spedane preparano vna certa com-
pofitione , chiamati Dialacca , la quale , come lappia-
mo di certo, no ne goccia di Gomma , ò d'arhoro , ò di
pianta alcuna , ma più tolto lierco, ouero carafa , come
lacera dell'Api. Nei Regno adunque di pegu , detto
cofi preflò a. gl'Indiani , cllendo la terra più dell'ordinar
rio bagnata ò dalie pioggie, ò dall'arte, le formiche pre-
dette afeendonofopra alcuni legni fonili cofi preparati
da gli habitanti, ne' quali generano la Lacca. & per quel-
ita cagione veggiamo nella Lacca elfi legni > i quali lenza
dubbio nò fono dWarboro che producala Lacca,c©mc
Jinnora
DELLA LACCA. 93
• fìa'hora tutti quafi fi hanno creduto . Vi è un'altra Lac-
ci artificiale , laqualc vendono i Tintori de' panni , la
quale rifulta dalla fece del legno Braiìl, detto Verzino,
&dal Chermefe,la quale viano principalmente i pitto-
ri per fare il colore rollo ofcuro.Quefta Scrapione , inet-
tamente certo , cófonde con la prima Lacca. Onde mol-
ti hora con vergognoiìilìmo errore ledimi dali'auttoritì
di Scrapione , la mcfcolano nella compoiìtionc della
Dialacca . Fin qua Amato Lufitano .
Dice oltra di ciò Scrapione , ch'ella è il mi le alla Mir-
ra , & allo Storace -, nel che appar chiaro non l'haucr co-
nofeiuta ne Paulo , né Serapione, poi che tanto fuori del
vero cller della Lacca, ne hanno parlato, come chiaro fi
vede , poi che la Lacca non ha ne l'odore , ne la qualità -,
ch'elfi le dannose è gomma di arboro limile alla Mirra,
ne fi troua in Arabia , com'è fli dicono ; poiché e mcrcan
tia che fi porta per Arabia dall'India , nel che fi compia-
ce molto , come di cofa , che quelli dell'Arabia adopra-
no , & ne hanno bifogno , & non ne hanno nello lor
terrò .
Quanto a Rafis, nel dire, che cade dal Cielo fopra
i rami della Gubera , è fallo -, poi che Gubera in Arabico
vuol dire Sorba, ouer Scruas , ò Sorbe ( come dicono gli
Italiani)dclle quali lungamente (cri de Theofrafto nel li-
bro 3 .al cap. 1 1 . della hiftoria delle piante:& Diofcoridc
nel libro 1. al cap. 1 3<5.& Galeno nclhb.8.defemplici5&
nel lib.r. delle facoltà de gli alimenti . lcquali Sorbe, non
fono in tutta l'India, come l'inganno dell'oliue fanati-
che di Plinio -y perche non è alcuno, che ne habbia vedu-
to in tutte quelle parti; ne manco ui fono Nefpole,chia-
matc in Arabico Anzaruut: ne fi conducono dell' Arme-
nia,
94 DELLA LACCA.
nia,nè quiui fòno,comc fi ha hauuto certezza . Dicono!
Frati Italiani fu i Comcntari di Meme , che niun'huomo
iia veduto la vera Lacca nell'rluropa , & che non fi ha da
credere, che la natura mancaiìc hora in cotal medicina,
benché molti credano eflèr ilCancamo di Diofcoridc,
in quanto la deferittion della Lacca per Paulo, & Dio-
feoridc conuienc al Cancamo . Ma detto Cancamo fi
prelume non cflere conofeiuto, ( tutto che alcuni lo ten-
gano per lo Belgi oi no) poi che non fi fa che infuo luò-
go fi polla poner il fangue di Drago .
Buona è l'opinione de Frati nel dire, che la Natura^
non douca mancar hora in quefta medicina; & dicono
il vero j perche hoggi fono le terre, i ferri plici , & le Me-
dicine,^ Tufo di loro più conofciuto,che mai fia flato.
Ma nel dir che non ci fia,errarono ; poi che ella ui fi tro-
_ua,& tale è, & per tale i'ufanò gli Arabi,i Perfìani, i Tur-
chi^ Gentili.
* Meglio haurebbero fatto a confeiTare, checofipoco
nchabbianofaputo effi , come Serapione , & Auicenna;
& che del Cancamo non habbiamo cognitione, poi che
non è Bclgioin , come notò bene Amato Lufitano fbpra
Di ofeoride, al cap. del Laferpitio , & al cap. del Canca-
mo , nella narratone 23. & ciò èchiaro , & palefc , poi
che non fi troua in Arabia j & la Lacca è quella che riab-
biamo, & per Lacca vfiamo. Et molti buoni Fifìci, &
buoni letterati Mori,& Gentili in quelle parti, & in tut-
to Balagate vfano la Dialacca-, perche in tutte le compO-
fìtioni nelle quali noi poniamo Dia-, pongono cfsi
Dal. ; 1 fb
Se con tutto ciò pareflfe ad alcuno , che non ci folte h
vera Lacca (perche Te 1 Greci Sconobbero, ella è ilCatf-
camò;
DELLA LACCA. $;
camoj& Ce non la conobbero, ella è quella di Auicen-
na, & di Serapionc; & cofil'una, come l'altra non ha.,
odore, ne è buona a profumar li vcfti menti , ne meico-
lata con Mirra , & con Storace accrcfce odore -, ma più
tofto lo diminuifee j & che perciò non vi è ne Lacca , né
Cancamo ) auifino & intendano , che la Natura, laqual
non fece alcuna cofa in vano , ne manco è diminuta , ne
foucrchia , non fu defettiua in queite Medicine cofi ce-
lebrate da Greci , & da gli Arabi \ ma che ci fono . Et^
cofi manco inconuenicnte farà a dire, che Auicenna, ne
Serapionc nonconofcelfcro la Lacca , &c errarono nel te-
ner , che mancaifc , &: manchi in lei la Natura, che affer-
mar quello, chediflcro;poichciifa, & fi vede chiaro,
che la vera Lacca è quefta , che adoperiamo &C teniamo
nelle Spedane , & che viene dall'Indie Orientali , & luo-
ghi che fi èdetto in Ifpagna. apertale la tengono tutte
le regioni dell' Afia , & dell'Africa , & la maggior parte
dell'Europa ;& cofi la chiamano i proprii Indiani . Et
benché i Frati, che fcrilfero fopra Mefuc, ouer'altri con-
tumaci , & perfidiofi tengano, che non fc netrouij non
perciò fi muta la cofa del fuo eiTcrc 5 poi chefi è veduto ,
che Serapionc fi ingannò credendo che foffe il Cancamo
diDioicoride,&diPauIo} &chc Auicenna cadde nel
medefimo inganno , & non conobbe la Lacca .
Etaquclli , che hannodetto , chepoi che riabbiamo
la Lacca , & non lo polsiamo negar con ragione , in luo-
go del Cancamo , fi può dir che manco male è mancar
d'una medicina , che di due • con tinto ciò ( perche non
manchi né vna , ne l'altra ; poi che la Natura non mancò
in loro , ne hora ci fono manco medicine , che nel tem-
po de noftri paifati ) è bene, che fi fappia, che ci fono
&
96 DELLA LACCA.
& Cancamo , & Lacca . Del cui parere è il molto dotto ,
& molto efperto, & no meno inueitigatore deféereti del
la Natura il Dottor Garzia di Orta , |>rouando,che Can-
camo è l'Anime ; poi che Cancamo non è Bcngioino, né
fi troua nell'Arabia, come fi è certificato. Prouafi, che
ila Anime ; perche è buono per gli odori, & molto vfato
ne profumi , & fi p orta a Portogallo dalla Ethiopia, ter-
ra , che confina coli' Arabia j & d'Africa ; & dalla Mina :
& che'l Cancamo fia Anime , i detti Portoglieli , che lo
conducono , & altri che l'hanno veduto , & Amato nel
libro primo di Diofcoride , nel capitolo del Cancamo,
& BriiTòttQ (apicntiflìmo Medico , che lo vide nauigan-
do a quelle parti , lo affermano j il quale è Gomma d'al-
cuni arbori delle dette parti , i quali hanno la foglia, co-
me di Mirto . Di quello fi troua vna Speciedi bianco ,
& l'altra di quali negro in qualche parte limile alla Mir-
ra , & odorofo j &: perciò lo pofe Diofcoride tra le (pecic
della Mirra ;&Serapionc lo chiama Amineaj onde pa-
re che co vocabolo corrotto i portoglieli lo chiamino A-
nimejil qual fi vfa cétra i dolori del capo da cagione fred
da , & ne' profumi è molto vfato j & coli è in vfo in luo-
go di Cancamo adoprar Anime . Dice Paulo nel lib. 7*
della lua Medicina. Il Cancamo è lagrima di Arbore
nell'Arabia fimiic alla Mirra, di grato odore, del qual
anco fi vagliano ne' profumi. Dalie qua^ tutte cole fi
fa manifeilo,poi che cofi è la verità , che il Cancamo è
l' A nime • & che per tale fi dee tenere . Et chi ne dubitarà,
tenendo l'Anime per fpecie di Carabc, guardi che mol-
ti tennero che fua fpecie folle il Cancamo -y & che àuì-
cen na ri p rendendoli tdiiie, che non è Carabc -y m a che
e in virtù come elio, Onde cofi è manifcJfto, che. non
manchiamo-
DELLA LACCA: 97
manchiamo né della tacca , né del Cancamo . Quahto
al dubio , che alcuni hanno fc fi debba chiamare la Lac-
ca , Lac, ò loc, ò Lue, chiamandoli nella principal ter-
ra donde viene Troce ; fc alle Medicine non ben cono-
feiute non mutaiferoi nomi, ma loro laiciaflcro i pro-
pnj delle terre , doue nafeono , non ci farebbe l'occafio-
nc , che ci è di tanti errori , & contentioni tra gli Arabi,
Greci , & Latini . Ma perche di detta Laccai haueano
bifogno non tanjo per medicare, & valerli di lei , come
di Medicina ncceilaria ; ma anco per tingere, & disfa-
cendola reltauacondcnfata. come loc, che è più denfo,
& più fpeflò , che la fapa \ b chiamarono Lue , & cofi le
reitò il nome de gli Arabi ; che la comprauano da Chi-
ni j & dapoi nel dimandarla a gli Indiani di Lue , in Loc,
le rimale l'ufo & corruzione nel nome ; & quello fi tie-
ne per cofa certa .
Or poi ch'egli è cofi chiara la differenza , eh e dalla
Lacca, al fangue di Drago, non fi confenta mettenti.,
fuo luogo fangue di Drago, nella confettion Dialacca j
ne fi creda , che Lacca fia quello , che gli Arabi chiama-
no chermes, ò charmen ; poi chevno è Gomma. ( fé cofi
fi può dire) cauata per le formiche dell'arboro, come
da fua cagione materiale , lauorata fopra li medefimi ra-
mi , come l'Api lauorano il mele -y & l'altra è femenza in
tuttocofi differente, comefivede nella defenttionc di
Diolcoridc nel libro 4. al cap. z 3. del Coco da tingere,
&c Andrea Mattinolo nella efpofirione del medefimo
cap. adduce i fuoi fegni , & qualità molto diuerfi da-
quelli della Lacca.,. Delle virtù di quefta grana, chiama-
ta Chermes da gli Arabi, & ndie Spedane Grana dsu
Tintori, & in Spagna Grana para tinier, oSimientedi
N Coicoia,
98 PELILA LA£CA»
Cofcòia , & in Portogallo Gran de Carafco) fcriilè Gale-
no nel I1br07.dc {empiici conducile parole $ Il grano
da Tintori poilìedc^ potenza coftrettiua iniìeme & ama-
ra . dilTecca f ènza pungere . Onde fi conuiene alle ferite
grandi > & fpecialmcnte de nerui . In Amato al cap. del
Grano Tintorio , nella narratione 51.& in Plinio
nel lib. 5>.al cap.4i.pu0 leggere colui che vor-
rò più fapere di detta granai . Della*
qual Mcfuc de gli Elettouari a fo-
glio 44. tragge la com-
poiìtion dell'elee*
tuario, ouero
cófèttio-
ne
Alchermes .
. . ..,» DELLA
DELLA CANNA FISTOLA.
Cap. x v i j.
9*
Er efTer la Canna Mola ordinaria,
tanto vfato , volcua tralafciare di
parlar di lei, benché fìa fiata occul-
ta a Diofcoridc , & a Galeno ? che
le i Greci l'haucflero conofeiuta Oc
ifperimentata , ben fi dee credere,
l'haueriano lodatay& haucrian det
to molti beni di lei . Quella è l'ordinaria , che nelle Spe-
dane li confuma ; ritrouata , lodata , & ifperimentata^
da gli Arabi ; i quali fenza lor colpa , ma ben per colpa
di Gerardo Crcmoncfe (ilqualpernotraslatar bene l'A-
rabico, glie le dà) vengono impugnati dal Manardo , da
Nicolò Lconiceno,& altri Moderni , non mirando , che
gli Arabi dicono di lei in verità tutto quello che fi ritro-
ua in lei , & a che ella gioui .
Trouafi quella Canna fittola nel Cairo , & in molte
altre parti , coi! nelle Indie Orientali , come nelle Occi-
dentali. Sene troua ancor molta in Malaca,&in Siam,
& in molte altre parti . Delle Orientali la miglior'è quel-
la che fi troua più volta al Settentrione, &c fopra tutte
quella di Cambaia . L'Arboro fuo è della grandezza^
d'un grande Mandolaro :Ie foglie verdi hanno grande
fimiglianza col Perfico , & nelle terre manco numide, le
ha alquanto più iìrettc . I fiori fono gialli, & l'odore non
è ingrato. Nel cader del fiore, nafee la verde Canna fiflo-
la,Iaqual è d'un verde molto bello tinta quando è ucrde:
& ma turandoli, fi cangia in breue termine in negra; &
qucfla fi troua dalla minore fin la maggiore di due fin
N t cinque
ioo DELLA CANNA PISTOLA:
cinque palmi , di lunghezza in tutte quelle parti Orien-
tali j fenza che fi vii diligenza , ne induftria di feminarla,
per nafcer ella da fc per li campi, & bofchi in grande
jquantità buona , & piena di midolla . Et cofi godono di
lei gli' Orientali con minor fatica che gli Occidentali,
principalmente quelli delllfolà di S. Domenico , douc
dieci! , che fi femina perche uenga buona .
E tanta la quantità che fi troua di lei in Cambaia ( do-
Ukè la migliore ) che danno vn CandiLdìlei-( ch'è cinque-
cento oc ventidue libre) per vna moneta, che vale trecen-
to & fefìànta Marauedis . & nelle montagne di Cranga-
nor , & per tutto il Malabar quando è più cara, vale vinti
Marauedis la libra . i
. Ghiamafì in Arabico Hiarxamber, & tengonfipcr
corrotti gli altri nomi,che fé le danno in Arabico, per e£-
fcr quello il proprio-,! Gentili Canarini la chiamano Ha
fanguia, & l'arboro Bahoo* & anco i Canarini chiama-
no 1 arboro Baua , & la Canna fittola Bauafenga . I De-
canini, &Bragmani Bauafinga . I Guzarali Gramala.
I Malabari Condaca . I perfiani , & Turchi la chiamanti
Hiarxamber ; & mi affermò uno nominato Gogecela
molto buonmedico Perfiano,chc quefto nome era ucra
mente Pcrfiano,8dl proprio Severo nome Arabo era Ga
fàtfalus.
Tienfi la Cannafiftola per temperata tra ealdo , &
freddo, Ite nel primo grado h umida ,. benché Mefue vo-
glia, che declini un poco al ealdo } &: Antonio Mufa al
caldo, &humido nel primo, ò nella prima parte del
fecondo : &c gli Indiani , a' quali non fi dà intiera fede
nella graduatione , la fanno fredda , & numida ; & l'ufa-
no molto per purgare la colera , & gli humori , che fono
nella
DELLA CANNA FISTOLA: ioi
nello ftomaco,& nel ventrc.Per chiarificai* il /angue fem
pre la correggono con vn poco di Riobarbaro , & mol-
ti iogliono dar con lei alcuni grani di Cinnamomo per
rifpccto delle ventofità j & de 1 femi non fanno calo , &
li gettano via . Quanto a quelli , ch'adoprano la poluerc
della Tua feorza per prouocarc i Menftrui , & facilirar il
parto , &: efpellcr le fecondine, fi tiene per pazzia, per
efler molto fredda , & fecca . Et fé Scpulueda lo attribui-
re all'ifpcrienza , con la qua! dice che fi trouò , con più
ragione fi poria attribuire cotale effetto alla decottionc
dell' Artcmifia , & al Mele, con li quali fi mefcolò /Tan-
to più che fenza quelli aiuti fuolc la Natura espellere le
fecondine , & le cofe, che la virtù retcntiua nlafcia, OC
di fgi unge da fé. Etaqueftodiceil Lacuna, ch'è buona
la feorza della Canna nftola folutiua, perche giamai le
grauidc non partorifehino, ma creppinocon la creatu-
ra nel ventre.
Et non vale, né fi approua l'opinione di quelli, che
tengono quella d'Auicenna , dicendo, ch'egli comanda
ch'ellafia data per facilitar il parto j poi che quella non
fu la intentione di Auicenna . Per la qual cagione è fla-
to pofto per regola generale, che quando fidila Cafìia-.
nelle Medicine folutiuea s'intenda Canna fittola -y de in
tutte l'altre per Calila, fi prendi la Caflia lignea, ch'è la
Cannella , come nel fuo cap fi dichiarò .
Della Canna fiftola fi elegge la frefea , grolla , lucida >
piena, & pefante.Chiariiìca il fangue-purga leggiermen-
te l'humor colerico , &: flemmatico; raffrena il furor del-
la colera j tempra il calore delle reni j mitiga l'ardor del-
la orina • fcaccia le renelle delle reni,& vieta che uè fé ne
generino . Netta leftrade dell'orina, ck la velica ..Prouo-
cail
lot DELLA CANNA FÌSTOLA,
ca il fonno ; & èlenitiua del petto. lt non fi permette da-
poi prefa , che fi tardi molto a mangiar fopr a di lei ; per-
che la Natura no l'accolga in luogo di cipo,& anco per-
che fortificata col mangiare, opera, meglio, Oc efee più
frcilmcnte del ventre : nel quale quando ella fi ritiene
m@lto, produce dolori dibudelle, & ventofità.
per di fuori fi applica la detta Canna fittola nell'Enfi-
pole,& infiamagioni.E in ufo per tutta l'India di purgar-
li i dilicati, le donne & fanciulli con la detta Canna fifto-
la verde condita , della qual prendono fin' un'oncia con
buon'effetto. & la condifeono quando è molto frefea,
& molto tenera prima che la feorza fc le indù-
rifea, ponendola a molle prima in ac-
qua frefea innanzi; che la cuc-
cano in Zucchero : &
purga mo-
dera-
tamente , & fenza
molcftia .
V
DEL?
DELLE CVBEBE.
103
GAP. XVIII.
E aromatiche, & Veneree Cubebe ,
chiamateda gli Arabi Cubtbc,òQua-
bcb. & nel volgar Arabico Cubaba-»
Chini ; & nella laoa , dónde fi tragge ,
Cumucos j & da tutto il refto della
; gente Indiana Cubai Chini ; & que-
lla volgare denominatone della China , non viene loro
perritrouarfl nella China, ma perche Quando i Chini
in que* primi tempi ( prima che i Portoglieli occupafle-
ro l'indie ) nauigauano quel Marc Indico, & portauano
lcmercantie che ritrouauario in quelle parti a i luoghi
doue andàuano -y & quando i Guzzaràti , & Arabi che
vdiuano a chiamarle Cumuc, vedendo ^ che i Chinile
conduccano , corrottamente le chiamarono Cuba-
ba Chini .
Eli detto frutto d'un'arboro, il qual dioono e/Terc
come vn mediocre pomaro, le cui foghe fi auiluppano
comeHedera, o come le foglie del Pepe , con le quali
tiene fimilitudincj benché fìano più piccole^ &c non è ar-
bore come il Mirto , ne fi aflbmiglia alle fuc foglie . Na-
feono in grafpi non come l' Vua , ma ciafeuno pènden-
te da vn pie. Sono le dette Cubebe tanto ftimarc nella
fua propria terra, che prima > che le lafcino vfeire , ie
cuocono accioche non fi pollano feminaré altrouc ; &
cofi aflèrmano molti, che fono Itati ncinfola della laoa .
& quefta fi crede elTere la cagione , perche nell'Europa Ci
corrompono cofi tolto . E' opinióne di alcuni , che le
Cubebe fiano un'altro genere di Pepe • il che non èj per-
che il Pepe di Cunda non è diuerfo da quello del Mala-
bar;
ro4 DELLE CVBEBE:
bar^fisquelVarboro è differente nell'Arboro, nel fiore ^
de ncl'tnitca: Dalla medefìma Cunda portano le dette
Cubebe alla China per Medicina, &non per mangia-
re , come fi fai! Pepe,, Della, qual portano gran.,
quantità.
MattheoSiluatico dice d'auttori ràdi Serapione, che
le Cubebe de Mori fono il Mirto faluatico di Diofcori-
de ; oc che la deferittiòne di Galeno intorno le Cubebe è
quella di Diofcoride del Mirto faluatico . &c la ragione,
che perciò adducono, è molto debole, parendogli , che
Diofcoride, & Galeno non potettero rcltar ingannati in
niuna cola, &c lanciare diicriuerne molte, come nota
Auerrois nel quinto del Colliger^perche certo molte co-
fclafciarono crii di fcnuerc,che non peruennero alla lo-
ro notitia..& quando Serapione, & gli altri Arabi par-
larono di alcune Medicine dell'India di vditaj & quan-
do efli vedeuano , che alcuna Medicina feruta da Greci,
giouaua per alcuna cofa , fubito diccuano -y cjuefta è Me-
dicina vfaca da Greci chiamata col tal nome, il quale in^
ganno, & confufione era aiutato dal non faper loro la
lingua Greca ; & per tal cagione errò Serapione, óchii
imitò pandetario,& gli altri. Mache le Cubebe non.»
fìano il Mirto faluatico , è chiaro ; perche il Mirto fal^
uatico è quello , che chiamano Rufcus , oucr Brufcus^ la
cui molto conofeiuta radice enrra nel fìropo di radici :&c
di tal parere è il diligente Rucllio .
Le Cubebe hanno buon'odore, & non hanno grani
denrro ; & il Mirto non ha odore, &c tiene grani . Le Cu-
bebe hanno il (apore acuto , & il Mirto dolce . Ruelho ,
&i Frati che fenilero fopra Mclue, hanno il carpello
perle cubebe di Serapione, & di Auiccnna -t perche nel-
le coni'
DELLE CVBEBE. IOJ
lecompofitioni, douc Galeno pone Cirpefio, Scrapio-
nc pone Cubebe : onde fi conclude, ch'elio le faccia tutta
vnacofa. Et chc'l Carpello non fia cubebe, fi vede per le
ragioni dctte,& per l'errore in quello calo di Serapione,
il quale fece preluppofito, che Galeno & Dioicoride
doucifcrofcriucreogucofa, & non lafciar di fcriuerc
coli alcuna. Dal che non fcguiuaalrro inconueniente-,
poi che Dioicoride & Galeno ialciarono di fcriuerc del-
le cubebe, come di cola non pei uenuta alla loro noti-
da, perrilpctto d'cller Medicina foreltiera, & nata in
Ifole coli lontane dal luogo dou'elh habitauano . Tan-
to più che Galeno dice eller il carpello vna certa nerba
limile alla Valeriana:& dice il Lacuna , che poi che la ra-
dice della Valeriana è loia in vfo, fi deue anco della lo-
ia radice delle Cubebe tener conro . Et Galeno parlando
del carpello , giamai non parlò del luo frutto , ò Temen-
za ; ma folo de farmenti , i quali dice eiler limili a 1 cin-
namomo . Et dice il Lacuna , che per quello li pollono
intendere le radici per eiìère in fé lteile larmentofe. Et
colili rifoluedi prendere il carpello per le Cubebe de
gli Arabi. La quale opinione io Ialino alla buona ragio-
ne , che la giudichi . Et polio che Auicenna , & Serapio-
ne conoiceflero bene quefta Medicina , non intendero-
no però bene Galeno, ne Dioicoride, come fi conclude.
Or perche dice il Ruellio,che miglior carpello è quello
di Ponto, & che nella Sona ve ne è molto, & perciò alle-
ga Attuario. Ma non fi fa che ne in Ponto, ne nella ^o-
ria iiano altre cubebe , eccetto quelle , che per mcrcan-
tia portano d'irfdia , le quali adoprano in gran quantità
i Turchi, & Arabi per Medicina -y & il principale effet-
to fuo è per aiutare Madonna Venere. Ben pona ellc-
O re,
io<S DELLE CVBEBE',
re, che il carpello haueiTc ia mcdefimapòfenfca.)che k
Cubebe.Ma die non ila ne il Carpefio, ne il Mirco lalua-
tico di Diofcoride, ilpuò ben vedere- perciò che dice
Galeno neli' Antidotario , che fono filiti, &c le Cubebe;
& il Mirto faluatico fono frutti molto conofeiuti j onde
non poflbno effere vna cofa iftelia : &c in quante Cubebe
fi traggono di Iaoa ymai non fi trouarono fuili j ne è ar*
borofatiuo, ma, faluatico, & di vna folafpecie, & di7
ce Galeno nel libro delle facoltà de femplici , che il Car-
pefio è fi.rnilc alla Valeriana ; benché ila più apcritiuoj
&piufottilo
A quello, che dicono i Frati, che ne hanno veduto
di molte maniere , alcune fenza fapore , altre amare, &
altre buone j poria eilcre,che le amare follerò corrotte, &c
le altre buone, di manco tempo colte, & meglio confer-
uate. Appreilo dicono alcuni,chele Cubebe fono fe-
menze di Vitice ; perche vna fpecic di femenza di Vitice
ha il fapore del Pepe, quafi come il fapore delle Cube-
be . Ma che non fiano femenza di Vitice , ò di Agno ca-
fto,fi proua coi! nella differenza della pianta, & frutto,
come nella potenza 5 perche le Cu bebé fono molto ami-
che di V enere , & accrefeono le fue forze , le quali inde-
bolire l'Agno cafro .
A quello che dicono Antonio Mufa, &Serapióne,
che non riabbiamo le Cubebe; finfponde, che farebbe
meglio dire, ch'efli fi ingannarono nel confonderle col
Carpefio , & col Mirto faluatico . Pandcttario tiene, che
Galeno chiamaffe le Cubebe cauli; nel che fi ingannò -,
perche è vna fpecie di Dauco faluarico .
, Vfanoi Medici Indiani le Cubebe per confortatelo
fiomaco , diminuire la Milza accrefeiuta^ èc oppilata-
Per
DELLE CVBEBE. toj
perrifoluerelcvcntofità, & per le freddezze della Matri-
ce ;& la cofa principalc,pcrlaqml le vfano,& adopra-
no in gran quantità, (le , per li piaceri di Venere.
Le altre varietà d'opinioni, 6c confusioni , chi defi-
derarà di vedere , leg^a (opra di quella Medicina i Frati
nell'Antidotario di Mefuc delle Cubebe ; Il Brafauola$
Antonio Mula ; Plateano -, Pandcttario -t Lumina-
re maggiore j Simon Gcnoucfc • Ser jpionc ;
Galeno, Auiccnna, MatcheoSiluati*
co , Hermolao , il Lacuna , il
Matthiò!o,& altri, che del-
le Cubebe, & del Car-
pe/io confon-
dendo-
li
fcriiTero molte varie-
tà di confu-
iloni .
O * DEL
log
DEL FOLIO INDIANO. CÀP. XIX.
.....
L Folio Indiano, chiamato com-
munementc Cadegi Indi (del qua-
le AuicJnafcriuc al capitolo 255?.)
èmoho differente da quello, che
Andrea Lacuna chiama Tembul,
del quale ferine Auicenna al capi-
tolo 707.il qual Tembul è il pro-
prio Betclc de gli Indiani \ perche il Beter propriamente
è chiamato da 1 Malaban ( ch'è la terra doue più fi cerca )
Betele. L'Arabo il chiama propriamente Tambul, &
dicono che Tembul fi è corrotto . I Pcrliani chama-
no il Betclc, Pan. I Turchi Iaprachindultani. J Deca-
nini, Paru.
Quello è aromatico , cordiale , confortatiuo dello
ftomaco , refolutiuo delle ventofità , riftoratiuo de den-
ti che cadono. Purga latefta, & lo ftomaco mafticato
con Cardamomo à digiuno. a1 fine fa buon fiato; &
ama le terre temperate , & vicine al Mare } & più le cal-
de, chele fredde. E molto flimato nella China, douc
non nafee per efler terra fredda ; ne anco nafee in Mo-
zambichi , ne in Cofala , per eiTcr terra calda- nelle qua-
li vale molto , in modo che non vuole niun'eitremo.
E il Betele tanto limile al Pepe nel nafcimento,neJiar
menti, nellefoglie, & figura; & nafee cofi vicinovno
all'altro, che appena la distinguono di lontano quelli,
che non ne hano buona ifperiéza; perche fi auiluppa per
gli arbori come fa il Pepe,faluo che ha le foglie pm grof
Fé che il Pepe^ma nella gradezza,& nelle fibre,ònerui nò
è diuerfo.Ma dalle foglie della cànella,& del Malabatro
X ' E
è molto
bEL FOLIO INDIANO. ioj>
e molto diuerfò in figura , grandezza , odore, & faporc ,
& nelle fibre, ònerui. Et non e ne il Malabatro, ne il
Folio Indiano; perche il Folio Indiano , ouer Cadc-
gi Indi , ouer Tamalapatra ( da gli Indiani , &c da Greci ,
'& Latini chiamato corrottamente Malabatro ) è vna fo-
glia molto limile alla foglia della Cannella, ò dell'Aran-
cio ; ma più lottili nella punta . Sono di colore verdi
ofeurc . Hanno tre nerui fin'alla punta, vno nel mezzo,
&gli altri due, che lo accompagnano. Il fuo odore è
molto loauc, &c non tanto forte come quello dello Spico
Nardo, nècomc quello del Macis , & è più congionto
all'odor de Garofani , che a quello della Cannella .
Queftc foglie non nafeono nell'acqua, (come per
falfa informatone pcnfaronoDiofconde , &c Plinio, i
quali fi ingannarono, penfando , che nafeeflero nello
Lacune, come le Lenti dell'acqua) ma fono foglie d'vn'
arboro molo grande,il qual nafee lunge dall'acque, per-
che è arboro laluati co , & Montano ) principalmente
in Cambici, doue ne fono molti arbori • le cui foglio
lotto di quello nome Tamalapatra non li dimandarà in
Spccieria alcuna , che non l'habbia, in quanta quantità,
cheli vorrà.
Quanto a quello , che dice il Frate , il quale compofe
il Modus faciendi, che nella terra del Pretto Giouanni
fi troua detta Foglia Indiana , & che alle fue mani per-
uennero quelle foglie intitolare foglie dell'aiboro della
Cannella , & che nonglipareuano nate nell'acqua, ma
fopra di ai boro • & che in fuo mancamento fi potria po-
nere Spico, o Macis, ben p oda efTere, che quelle foilc-
10 itate foglie di Cannella , benché fiano diuerfe, perche:
la fegl.a della Cannella è un poco più piccola, & manco
acuta
,«to D£L FOGLIO INDIANO.
acura nella punta , che quella del Folio Indiana .
Si dubita appreflò come pollano uenirc le foglie del Fo
Ho Indiano , ne della Cannella dalle terre del Pr e fio Gio-
uawii,nellc quali non fi ha faputo, ne vdito fin'hora,chc
fi troui Cannella, né Folio Indo ■. Ne vi ha perfona , che
quiui andaffe , che ne vcdcilè ;come fi fa ogni giorno ,
per lo molto commercio , che hora ui fi ha più che mai
per innanzi fia flato .
Dice Dio(coride,che alcuni per la fimiglianza dell'o-
dore diflero efler foglie dell'arboro dello SpicoNardo^
& che ricogliendole, le paitàno con vn filo -y & che coh le
conferuano per venderle j & chenafeono nelle Lacunq
di aequa, nelle quali fé non fono abbruciate , non na-
fconopiu5&: che il migliore è il pia frefeoj & quello
che nel nero biancheggia è l'intero , e'1 frcieo ; & che ha
da ferire il ceruello coi luo forte odore, & durar' in co-
tale odor molto tempo • & che limigli al Nardo , & non
habbia fapor di fale. Ai che fi rif ponde , che l'odor non è
cofì gagliardo rome quello del Nardo, poi che è più foa-
ue ; &c che il Nardo non è arboro , & che hon cogliono a
quel modo le foglie , né le infilzano ; ma che le cogliono
in gran quantità , & ne fanno legazzi , ò fardelli per ven-
derle . Et poi che non nafeono nelle Lacune , che ragio-
ne vi è , perche fi debbano abbruciare le Lacune per lo-
ro riipetto? Quanto al colore ,.ellc fono d'un verde chia-
ro quando le cogliono; & quando le conferuano vanno
col tempo perdendo detta chiarezza, & cangiandoli più
in negre , & cofi reitano d'un verde molto ofeuro . Et è
vero , che quello ch'è huouo , & intiero , è migliore ; ma
ilfuoodorenonferifecil ceruello tanto, come gli altri
odori, che fono più gagliardi. Et benché Attuario dica,
che
DEL FOGLIO INDIANO. u,
che fi chiama Tembul, nondimeno fi inganno con e
gli altri , poiché Tcmbulèil proprio Bctclc, & non il
Folio Indo, come fi è detto.
Plinio dice,che uc né in Soria con foglie ritorte, don-
de lì caua l'oglio per l'unguento odoroio y & che nell'E-
gitto uc n'è più abondanza -, &c che il più lodato , & mi-
gliore viene dall'India ; Siche il genera, & nafee fopr«u
Facqua • & che ha più odore , chel Zaflrano ; & che tut-
to il noitro fa , & ha odore di Saluia y & che quello di
manco bontà , è più chiaro , & maggiore • & ch'é limile
al Nardo ; & che pò Ito in vino , eccede a tutti gli odori ;
& che'liuo prezzo &: iibmafuin citremo y perche ualle
fin trecento libre , oc il luo oglio fin' à feicento . A que-
llo fi ri fponde, che il Dottor Orta, & altri curioii , &C
noi altri perlanoitra parte habbiamo polio ogni dili-
genza per fapere, fé fi rrouaua nella Soria , ò nell'Egitto ;
rna ne da Mercanti di quelle parti , ne da alcuni Medici
e Speciali del Cairo, ce di Damafco, ex: di Aleppo fi po-
tè (apere,{enÓ, che non vi era, ne fapeuano,che folle nel-
la Soria, ne nell'Egitto. Del fìio odore ben fi vede, che
none tanto come quello del ZafTrano, ne come quello
del Nardo y né ha che fare col Nardo, che viene da da»
gcnto leghe più lunge dal luogo, doue fi porta il Folio.
Oltre di ciò il Nardo fi femina , & il Folio è arboro
molto grande, & laluatico. Etchepolto il Folio nel vi-
no , preceda a tutti gli odori , non ho che dire , le non
che come al tempo di Plinio non il trouaua Ambra , ne
Mufchio,nè Bcngioì, né altri molti odori, ch'ai preiente
ci fbno,& la politia del viucre vi difcoprédo, &c accreicé
do, poteua parere a Plinio quello il migliore. Ma s'egli
ci rollè hora , ben lì crede ch'egli parhrtbbc altrimenti .
Ee
ni DEL FOLIO INDIANO.
Et non /la alcuno , che creda , che gli odori Ci Ciano per-
duti , anzi fé ne (ono discoperti molti più che non erano
innanzi j poi che hora il Mondo è più difeoper to , &Ia^
politia, & deiitie iono più accrefcmte . Galeno , & Ra-
iìsnon dicono di lui cofa nuoua , Ce non (blamente,
che hanno la virtù dello Spico . Auicenna dice , eh e con
giorno a quella medefi ma virtù, & che naice in acqua,
&c in terra fangofa,fenza hauer radici come la lenticchia
dell'acqua . Alcuni penlàrono , che folle coli come le fo-
glie della Ninfea, òNenufan, &hauea la virtù del La-
ferpitio , & dell'oglio del Zaffrano j & ch'era più ga-
gliardo^ ma tuttoil retto di quello è falfo in Diofconde
& Plinio, com'è flato rifpolto ; perche Auicenna , Sera-
pione , & Rafis non feppero più di quella medicina ol-
tra i Greci, che Solamente fapere, che il Malabatro prcC-
foa Greci era Folio Indiano, & trailatarono quello che
dillero i g reci . Differo di più a che gioua , ch'è per pro-
uocare l'orina: &: pcrlomal'odor della bocca.: & per
conferuare i veltimenti ,.& guardarli daogni gencratio-
ne di tarli : & all'ultimo dicono , che gioua come -Io Spi-
co Nardo. Ma di tutti quelli , li fenttori moderni , che
confeflano non lo cono/cere , nèhauerlo veduto, lì tie-r
ne che dicano meglio .
Dicono altri, ch'in fuo luogo videro portar foglie del-
farboro de Garofani; altri della Cannella, come diflè
quello , che fece il Luminare maius , che vn Mercante li
vendette foglie di Garofani, dicendogli, ch'era Folio
d'india :& l'altro Frate, che fece il Modus facicndi, di-
ce,che gli dierono per Folio Indiano , foghe di Cannel-
la . Antonio Mufa dice , che lo vide in Venctia , Se che
gli inoltrarono il Folio Indiano della Soria, & quello
dell'In-
DEL FOLIO INDIANO. ,I3
dell'India -, ma ch'egli non lo connobbe . Ma quegli che
dille delle foglie de Garofani , non douea fapere, che
douenafee il Garofano, fin douenafee il Folio India-
no , è nauiganonc di due anni di camino , oltre la diffe-
renza ch'è rra loro due . Et quello , che dille delle foglie
della Cannella ; elle non fono Folio Indiano, ma po-
rla eifere che egli haueile ritrouato le proprie della Gan-
nella.Quanto a quello , che fi poria metter in luogo di
Folio Indiano,mancando di luijil Dottor Orta è di
parere, & con ragione, che fi pongano in fuo
luogo foglie di Garofani j & non fi tro-
uando quelle , ponghino Can~
nella lecca, ò Spico Nardo;
ma che non ponga-
no Macis, per
no gli ek-
fer
coli fimile, come
l'altre cofe
dette.
31
DEL
M4
DEL C A T E. C A P. XX.
L Catc cofi chiamato volgarmente nelle
Indie , & nella China , ò Cato ( come alcu-
ni lo chiamano in Malaca, douc fi confu-
ma in molto gran quantità; perche fi man-
gia, & fi maftica per l'ordinario colBctele) fi fa divn^
grand'arboro chiamato nella terra douc nafee, Hac, q
Hic, com'è nella terra di Cambaia , nella quale fi ritro-
ua la maggior quantità ; & nelle terre di Bazan , & di
Minora, &c diDaman; nella terra ferma di Goa; &in
altre molte parti, benché non in tanta quantità, come
nelle prime. Dalle quali fé ne leua gran quantità per
Malaca , & per la China , & per l'Arabia , & Perfia , &
Coraflan .ma à quelle viti me fé ne porta minor quanti-
tà, vfandoneefli più per Medicina, che per mangiare,
ne mafticar col Betele . Ha queft'arboro la foglia minu-
ta , & della guifa della foglia del Tamarifco alquanto
maggiore, & non la perde in tutto l'anno. Fa fiori, &
non frutti : & dicono, che i fiori fon come quelli del Ta-
marifco , il quale non fa frutto , ne femenza . E' arboro
fpinofo di molto duro , fòldo , & pefante legno ; & af-
fermano, che mai non fi putrefa, ne fi corrompe coro
acqua, ne con Sole; Se che refifte a' colpi per la fua durez-
za piùchc niun'altro legno ; & cofi lo chiamano molti
Legno, cheferapreviue.
Di quefto legno fanno i Trocifci Medicinali, per \i
nulli , &£ paflloni de gli occhi , per fortificarle gengiuc ,
& i denti , de' quali caccia i vermi , fé ve ne fono nati ; &
vecidei vermi del corpo. Fafienci Trocifci, peltando
molco minutamente detto legno, & cuocendolo .Dapoi
che
DEL CATE. il;
che fi è ben petto, formano diluii fuoi Trocifci , ò fon-
de con vna tanna fatta d'una cerca Temenza negra, & mi-
nuta chiamata Nichani. Della quale fanno pane, co-
me quello della Centena di Spagna , & con la detta fari-
na, & cenere d'un legno negro, ch'è in quella terra, &
fenza di lei, fanno 1 fuoi Trocifci , ò cillelc, & le feccano
all'ombra , perche il Sole non lcui loro la virtù j & a que-
llo modo i'vlano, &c adoprano tutte quelle genti , &c
cofì lo fanno, 6c adoprano i molto difcrcti, diligenti,
& politi chini.
Quello Cate nò è medicina nuoua, ne hora fi fcriue di
leijperche tiene per certo il iauio,& diligente Dotror Or-
ca {&£ cofi lo terràno quelii,che ciò bene considereranno)
che quefto è il proprio che chiama Galeno, Plinio, Dio-
fconde,Auicenna , Serap'one, & Rafis, Lycium , &c i
Greci a»x/oi>- perche fi tiouò prima in Licia prouincia^
della Turchia, ò perche quiui fi trouaua migliore in
que tempi. Quello chiamarono gli Arabi Hacdohoc,
&Hadad.
Eciì prefume, che quefìofia il proprio Licio ; per-
che tutti li fcrittori antichi & moderni, Greci, & Ara-
bi , & Latini antepongono il Licio Indiano a tutti gli al-
tri j & anco perche al medefimo modo, che l'ufano gl'In-
diani , l'ufano tutti; & nel modo di farlo fono poco di-
uerfi;& perche tutte ie cofe, allequah gioua il lìcio,
gioua anco il Cate ; al medefimo modo l'ufano tutte
quelle genti. Et poi che il Cate tiene le conditioni, &
virtù , che tiene il buon Licio , non ho da poncrui fcru-
pulo , perche gli Arabi non lo chiamano Cate; perche
molte cofe perdono il nome nella propria lingua coli'u-
(o della lingua foreftiera. Si verifica oltra di ciòconGa-
P z lcno,
ii6 DEL cate:
leno,che quello Cate fia il Licio,il quale dice ch'è vn'ar-
boro fpinofo,& che il migliore è quello dell'I n dia , &
che ve n'è molto in Licia , &in Cappadocia, & che ha
virtù di riitrignere, & difeccare. Con Plinio ancora,
il qual dà auantaggio all'Indiano , & nel modo del farlo
è quafi vna cofa iltefa. Con Diofcoride appreilò , che lo-
da più quello dell'India , & nella defcnttione dell'arbo-
10 è diuerfo poco dal Cate , & lo fa arboro piccolo , ef-
fendo grande ;& dice, cheli fomiglia al Bollo, &che
il .pili nafee in Licia, & Cappadocia. Et quando dice à-
chegioua,dice come glialtri, perriltringere, & con-
fortare-, & perrifoluereleofcuritàdegliocchi- & perle
afprezze ,& pizzicore , &c vecchie diltillationi, chelo-
glionoloprauenirealle palpebre: alle gengiue piagate j
alle galle: alle labbra fpelle: al federe aperto j & ailiri-
fcaldamenti : a'fluilì ftomacali, & difenterie. Et della
medeiìma maniera ch'egli dice, l'ufano quelli di quelle
parti . Auicennalo chiama Hacdhadh , & dice ch'è più
gagliardo , & migliore quello dell'India , che quello che
viene dalla Meca,ilqual Cate di Meca dicono eflère il
proprio , che portano dell'India ; & dice , che mancarL-
do di lui, fi può ponere in fuo luogo Sandalo, & Are-
ea , ch'è la Nocelndiana , ò Faufel , come nel fuo capi-
tolo fi dichiara . Vfano di quefio Categi'Indiani me-
fcolatoconla detta Areca, &con Betele, & da fefolo
lènza altro mefcolamento , coli per le cofe dette , come
per la relaifatione , & mollificatione delle gcngme; &
per beuer coll'acqua fopramodo per efler i aporofo , Io
tengono quelle genti inviò dal principio di quelle por
polationi .
DiceRafis, che fi fa difuccodi Berberi fatto molto
denfo
DEL CATE. u7
dcnfopcrdecottionc: Il medefimo dice Scrapione, chia-
mandolo Hacdhadh. IlScpulueda dice, che lo fanno
ài (ucco di Matrililua , &: hiteilo dice Valerio Cordo .
Antonio Mula dice , che non lo conolce, fé non che per
li legni di DiolcondCjgli pare che Ila Bollo .
I Frati dilìderano molto , che li ritroui il vero Lido ;
perche Felu2,haragi , che per confìgho d'Auicenna li
pone in luo luogo , è l'arboro del Licio , lecondo la tra-
dottione del Betlunenfe , del cjuale Umilmente man-
chiamo r& che per ponerui in luo luogo Faufcl , eh' è
l' Areca , ouerNoce d'India, & Sandalo, è più di ricol-
ta d'hauerfi le Noci d'India: &confcflàno di non laper
ben ciò che lìa : il che potrà fapcr bene quello che non
lofapeile poichefefi domandarà nella cala dell'India ,
in Lisbon',11 potrà hauer dell'Indie quanta quantità
cT Areca, oucr Faufel,che vorranno &; verde , & lecca :&
lèinlfpagnamanca, è per non vfarfi troppo curiofità.
Conclude!! poi , che mancando queito Licio dell'India ,
lì ha da porre in Tuo luogo il Licio di Licia : perche que-
lla è la unendone delli Icrittori : & mancando vno &i
l'altro , fi vfi quello che iì fa di Berberis , & di Matrefil-
ua,ò dc'rruni faluatichi anringenti.Et intendafi,chc non
fi chiamò licio per eilèr della Licia : ma perche quiui fi
trouò l'ulo di lui , ouer quello di quella Medicina , che
fi a (lì mi gli aua à quello dell'India. Et cofi per manca-
mento del Licio dell'India fi doueua vfarc di quello di
Licia per ragione, poi che in niuna Regione nonfivli,
tanto il detto Cate,ò Licio, quanto nell'Indie, perii me-
defimi effetti , che dice Diolcoride nel li bro primo al ca-
pitolo 1 1 1.& Galeno nel lib.y.dc femplici , & gli altri.
DELLA
Ii8
DELLA PIETRA BEZAHAR. CAP. XXX
Enche nell'altro trattato, che fpe-
riamo di fcriuere di tutti gli anima
li , ferpenti , & augelli eofi della^
terra, come dell'acqua, che fono
in quelle parti , trattarono di tutte
le pietre prctiofe,, & medicinali j
m'èparuto nondimeno in quefto
luogo di trattare della pietra Bezahar ; della quale affer-
mano con vnaviua voce tutti quanti quelli , che di lei
ìcriiTero , & quanti l'ufarono , &c vfano , ch'ella fia il più
vniuerfale & predante antidoto contra tutti i veleni , de
di tanta virtù , & efficacia, che non folo preia per boc-
ca , ma anco applicata di fuori , gioua mirabilmente fo-
pra tutti gli altri rimedi j,& medicine contra veleno .
Quefta pietra Bezahar il troua di varie forme , gran-
de & piccola , & varia nella figura , de ne' colori } perche
fé ne troua di mezza ottaua di pefo fino dodici , & quin-
dici ottauc , fecondo ch'io vidi ; & altre fi trouano mag-
giori di quelte,fecondo che dicono . Variano nella figu-
ra j perche alcune fono rotonde , come Nocelle , & Nó-
ci , Se altre fono più lunghe , come oui , & della mede/i-
ma forma j altre triangolari j & altre fchiacciate, come
caftagne ; & in fine altre come colonne . Variano ne' co-
lori • perchealcuneiono verdi ofeure, & altre di colore
di Melcnzana ; altre più ofeure ,&c altre quafi gialle ;&
altre verdi chiaro .
Si genera quefta pietra dentro d'un certo ricettacolo
particolare dello ftomaco d'un'animale, quali di figura ,
& fimiglianza di Caprone , tanto grande quanto vn_»
grande
DELLA PIETRA BEZAHAR. u,
grande Montone , & alquanto maggiorc,di color rollò,
quali come Ceruo, leggiero., & viuo di fentimento, chia-
mato tra Perfiani Pazan. Trouanfi di detti animali in
alcune parti delle Indie Orientali , Se nella Perfia , Se nei
Corazan, & nelle Holc delle Vacche, che fonooltra il
Capo di Comorin , Se in alcune parti di Malaca . Ns fo-
no anco nelle Indie Occidentali, fecondo cheriferifeo
Pietro di Ofma , nella lettera , ch'egli fenile al Dottor
Monardcs, dicendo, che nelle Montagne del Regno del
perù (ì trouano alcuni animali , i quali fono quali come
quelli dell'Oriente , ne' cui flomachi fi trouano quelle
eccellenti (lime pietre^ Se con* come quelle pietre varia-
no in figura, & in colore; variano anco nella foilanza_,
alquanto , & nel pefo -t perche della medefima grandez-
za , Se corpo fi trouano alcune più leggiere dell'altre ; Se
altre più , ò meno dure; Se con più, ò manco feorze,
ouer camicie ;& alcune fi trouano tutt'uno fin'all'inti-
mo fuo ; in altre alle fiate fi troua vna cofa, come polue-
rc; in altre alcune fiate vna cofa come nerba, ò paglia fec-
ca,& minuta; Se in molte trouano vna fola paglia molto
fotnlc , Se piccola dentro nel mezzo della pietra, fopra la
quale penfano alcuni, che fi formi quella pietra .
Chiamali quella pietra propriamente tra Perfiani ,
Arabi, Se Corazani, Pazar, prendendo il nome dall'ani-
male, nel quale fi genera , il quale fi chiama Pazan; al-
tri chiamano quella pietra Belzahar; altri più corrot-
tamente la chiamano Bezar; Se il volgo dell'India-, Se
molti portoglieli che lo feguono , & imitano in quello,
corrompendole del tutto il nome, la chiamano pietra
del Bazar,come fé dicefièro,pictra della Piazza,in quan-
to fa Piazza tra quella gente principalmente in Malabar
fi chiama.
17.0 DELLA PIETRA BE2 AH ARI
fi chiama Bazar ; & vendendoli quelle alcune volte nel-
le piazze per pazar ., ò Bezahar , che vuol dire con-
ti a vcileno , o Signora , & Regina de veleni ; i popolari
la vennero a chiamar Bazar, che vuol dire Pietra del mer
cato,ò della piazza.
Di quelle Pietre fi trouano alcune falfificate , le quali
contrafanno tanto induftnofamentc ( fecondo quello
che s'è potuto intendere) con creta, & calcina fatta di
fcorze di Oitriche , & con fangue fecco , &c delle mede-
fime pietre Bezahar piccioline , tutto peftato focalmen-
te , & non facon che altro incorpora? o in modo, chepa-
iono naturali , & vere pietre Bezahar . Lt perche tra lo-
ro, la pietraquantoè più grande, più vale (perche di-
cono eflì , che quanto ha maggior corpo, tanto ha mag-
gior virtù) le contrafanno i faiiarij della grandezza,chc
loro pare di douerne hauer più vale , & coprir meglio il
loro inganno, il qual fi conofce nella viuezza del colo-
re , & nella pianezza & agguaglianza della icorza pri-
ma , nel pefo, & nella leggerezza, & nezza ìlluftrezza , &
nel romperla, o confa mandola da una parte,neU'ordinc
delli sfogli , che ha di dentro (benché alcune fé ne ritro-
uinofenza)oltrediciòfi conofce nella fua fofhnza, &
nel ferrarla dentro del pugno della mano in modo, che
per altra parte non polla vlcirne il fiato,fofIìàdoui,fe non
per lei ; la qualfcè falfa, rompendola da vnaparte, &C
foffiandoui, l'aere vi efee dall'altra parte, ò la .pietra ri-
fuona j il che non auicne di quelle,che fono vere . La ba-
gnano anco con la lingua dalla parte che vogliono 3 Se
la fregino vn poco su la calcina , ò (ul muro , ò togliono
vnpocodipolueredi calcina nella mano, & quiui fre-
ginola pietra vn poco f & s'ella è vera,, tinge fubito la
calcina
DELLA PIETRA BEZAHAR. ni
calcina d'un color verde bello ; & fc è fjlfa , non dà
quel colore alla calcina , òcCclc dà alcun colore , è mol-
to più morto.
Viali molto ordinariamente in tutta l'India, Perfia,
Arabia, Oc China di queita Pietra conerà o gnigencratio-
nc di veleno, &c conerà tutte le ìntìrmiràvelenofe, ma-
linconiche , oc vecchie ; nelle quartane, &C febbri diffici-
li, nella lepra, nella kabbia, nel prurito, &c nell'ulce-
re vecchie; nelle impetigini, nelle Virueles, y leram-
pion, nella colerica pacione, & nelle ìnhrmiràpeiti-
lcnti , &c contagtofe fa effetti grandi . Vlanla i laiii , &c
deboli per rinforzarli, & rifar carne, & per diradicar
ogni melanconia, & catriuo appetito di mangiare- &
per facilitar il parto , oc cacciarne le fecondine -, per
nettar le reni, & la velica dell'arena, & materie groilc-j
&c perii vermi, & morii delle Vipere, & di tutti i fer-
pi , &c animali velenofì ; & nelle ferite delle freccie ve-
lenofei& nelle apofteme maligne, poi che fono apcrtej
& nelle f crofole aperte li pone di detta pietra con merar
uigliofo effetto.
Quefte fono le virtù & eccellen ze di quella eccellen-
tiflima,&: Bezahartica pietra, nelle quali tuttte, òpcr
la maggior parte, io ho fatto ifpcrienza di detta Pietra^
interra, & in Mare, &in diuerfi luoghi; 8c nel relto
delle virtù , ch'io Iafcio di dire , mi rimetto a gli antichi,
che di lei IcnlTero, inalzandola fopra tutte le Medici-
ne , & rimedij che fono contra tutti i veleni ; & a Mo-
derni , come ad Andrea Mattinolo nel lib. 5. di Diofco-
ridc,al capirolo 73. foglio 6j%.Òc al Dottor Garcia di
Orta efperto nelle Medicine dell'India , della quale fcri-
ue egli nel fuo libro al capitolo proprio di detta Pietra,
Q &al
ii% DELLA PIETRA BEZAHAR.
& al capitolo della Colerica paflìonc- & ad Amato Lu»
fìtanonel libro fecondo di Diofcoride allanarratione-/
3 9. foglio 170. &c al Dottor Monardes , &c a gli altri , che
di detta Pietra fenderò i Tra quali fi può vedere ciò che
di lei dice vn Pietro d'Ofma in vna lcttera,che dal Regno
del Perù fcriiTe al Dottor Monardes ; le quali pietre del
Perù (erre la parte fola nelle Indie Occidentali, doue fé*
condo che afferma il detto Ofma, fi ritrouano dette Pi e*
tre ) fono di minor virtù, che non fono tutte quelle , che
ir ntrouano nell'Oriente j le miglior delle quali fono
quelle di Pcrfia..
Quefte pietre fi crede , che fi generino nelli ftomachi
di detti animali, mediatela virtù d'alcune herbe medici-
nali , che fono in quelle parti, doue trouano detti ani-
mali, delle quali fi pafeono. Laqual Pietra fi fuolo
prendere da due grani di pefo fin dieci,hauendo riguar-
do alla qualità del patiente , & alla fua infirmiti .
Dicono , che alcuni Mori di Ormuz , & del Corazan
prendono fin trenta grani di detta pietra di pefo -y & che
ancora fogliono alcuni grandi, & ricchi purgarli due
£ate all'anno , & dapoi purgati, prendere per cinque
mattine fin dieci grani di detta pietra in acqua rof a , di-
cendo che con quello fi preferuano dalle infermità, &
conferuano la fanità ,; & giouinezza. Altri la fogliono
prendere , fecondo che dicono , ogni quindici gior-
ni vna volta per fortificar i membri principali, &: per for-
tificare i membri genitali ..
Affermano, che nelle parti, che fono detti animali,
doue vanno ad vccidcrli , i cacciatori conofeono nel ve-
derli,qual di loro ha pietra grande , & dicono,che quel-
• lo di lorojche ha gran pietra , camina più greue, & ma-
linconico,
DELLE PIETRE BEZAHAR] *#j
lincònico , che gli altri , & fi muouc con molto minor
lcggicrezzaj& che alle fiate ne fogliono trouarc alcuni di
morti , ne' cui ftomachi trouano pietre grandi . E' tan-
ta la ftima , che fanno i Gentili , & Mori di dette pietre ,
che dicono, che fé ben il Signor Dio creò il tutto per be-
neficio dell3huomo , tuttauia , che in parte è male
adoprare detta pietra con gente che non fia
nobile , & ben nata ; poi che per quel-
li , che non fono tali creò Dio in
luogo della pietra Bezahar
la radice della Mo-
nnga , le cui
virtù fi
vedranno nel
fuo capi-
tolo.
1 «tè*
4&f
DÌ
1*4
DE SANDALI. CAP. XXII.
L cordiale fandalo nafeein Timor, doue
ne e maggior quantità, & douc Jo chia-
mano Chandam , nome generale a tut-
ti i vicini di Malacaj &gli Arabi corrom-
pendo il vocabolo , lo chiamarono San-
dal , nome commune tra tutti i Mori di tutte le nationij
&i Canarini, & Decanini, &Guzarati lo chiamano Cer-
candaanacem. Quello Sandalo fi troua migliore, èV: in
maggior quantità in Timor, & Ji d'intorno per quelle
Ifolc , & piincipalmenteil Sandalo bianco, & giallo ^
perche il rollo, ò vermiglio folamente fìntroua in Ta-
nazann , & in parte della colta di Charamandel ; & da
quella parte traggono tutto il Sandalo vermiglio, del
quale (i adopra nell'indie molto poca quantità ;pcrcio-
che folamente l'adoprano nelle febbri, & nelle ìnfìam-
magioni. 11 più fi traggepcr l'Europa- benché i legni
del fandalo rollo, che fono molto grandi , vagliano più
tra loro , che tra noi altri ] perche adoprano quefii legni
grandi co' loro Idoli, & ne' loro Tempi), ma il bianco
& giallo fi adopra in tutta l'India, & per tutte quel-
le parti in molto maggior quantità lenza comparatio-
nc,chc nell'Europa-perche la maggior parte de Gentili ,
& de Mori d'ogni qualità fi vngono il corpo più , ò me-
no con quefto Sandalo disfatto inacqua, ÒV pelto in.,
pietra, come quelle de Pittori; & quello fanno coli per
l'ufo antico, che hanno di vngerfì, & lauarfì il più di
loi o ogni giorno , come per render buon'odore , per ef-
Tergente molto amica de gli odori, & per iftar frefehi
rifpctto al grande calore della terra. UMatihiolo Senc-
fe dice,
DE SANDALI xl$
fc dice , che nafee in ambedue le Indie j il che s'intende
inquella,ch'èdiquà.,& in quellla ch'è di là dal fiume
Gange. Il Dottor Garzia di Oria, come diligente, &
prattico di quelle parti, afferma, chenonnafee il San-
dalo rollo, le non nell'india di qua dal fiume Gange 5 il
qual fiume fi chiama da quelli del luogo Ganga ; oc che
l'altro Sandalo biàco, & giallo nafee oltradi detto fiume
Gange j & perche per la Ìimiglian2a , oc poco odore , che
il Sandolo rollo , &il legno del Brani hanno, gli con-
fondeno alle fiate l'uno con l'altro : mafidiftingue &
conofee , perche il Brafil è più dolce , &c tinge le lane j &
il Sandolo non è dolce , né tinge .
Quanto al Sandalo bianco, & giallo, che nafee in
tutte le parti delle Ifole , & Porti di Timor, dice; che
quello del Porto di Mena è il migliore di tutti • perche ha
poco legno &c molta ontuofità,nellaquale ontuofìtà(ch'è
l'oglio di dentro , ha l'odore j & che ii Sandalo giallo del
porto di Matomea non vai tanto per hauere molto le-
gno , &c poca ontuoiiti ; & il Sandalo del porto di Ca-
manacc vale molto manco,per hauer anch'egii molto le-
gno , & poca midolla; & eguale a quefto è il Sandalo del
Porto di Cerai ago. Si ritroua anco Sandalo bianco, de
giallo in vn Porto della Iaoa, chiamato Emberbali, il
quale è d'un'odor molto gagliardo , & dura quello mol-
to.poco tempo ; perche pattato vn'anno, fi tarla il legno,
& cofi lo tagliano , &c lo lafciano più nell'Vnto . Del San-
dalo di Macazza non ii fa conto,per eflèr trifto , & poco.
Del Sandalo il migliore, & il più ftimato è il giallo , ò ci-
trino; Se dapoi di quefto, quello dell'llola di Timor,
doue ne e molto del bianco , & poco del citrino, il qua-
le è molto più odorifero , & dura in lui più il fuo odore .
Sono
i25 DE SAHDAL fl
Sono i mercanti di quelle parti tanto dilicati , & efperti,
che in vedendoli Sandalo, fubito dicono , d'onde egli
c,& quanto vale. Benché qucfti Sandali fiano diuerfi
in bontà & colore j nondimeno1 non fono diuerfi gli ar-
bori; perche fono tanto fimiliin ogni cofa( come dico-
no ) che folamente quelli , che li maneggiano , & fon di
loro molto efperti , gli conofeono . Io, benché riabbia^
veduto molto Sandalo di tutte le fpecie nelle Indie, ferri-
pre nondimeno l'ho veduto tagliato ; & anco ne ho ve-
duto rami con foglie fecche; marnai non vidi niuno di
detti arbori verdi, né mi fon ritrouato tra loro . Notifi ,
che fono tre arbori, &c non vno , ne due . L'arboro , fé*
condo che dice il Dottor Orta , & altri affermano, è del-
la grandezza d'una Noce . Ha la foglia molto verde , &
minuta , della figura della foglia del Lentilco . Tiene il
fiore azurroofcuro,&fenza odore, &c il frutto verde Se
infipido è come vna ciriegia alla figura ; & quando è
maturo, cade fubito ; il che fi conofee quando fi muta
in negro . Quefto non fu conofeiuto dalli antichi Gre-
ci, ne da gli Arabi. Rafis non dice di lui che cofa egli
Ila , ma folamente a che gioui . Serapionc antepone il
citrino à turtigli altri , &c dice, che il rollò è dapoi di lui ;
&dice, che fi tragge della Soriaj & allega Galeno. Ma
falualapacefua, il Sandalo non nafee nella Soria, co-
me bene fi sì ; anzi più torto è ordinaria mcrcantia , che
fi porta dalle Indie, & luoghi detti alla Soria . Bench'e-
glihaueife potuto intendere, che fi traggeua della So-
na , ma non chenafceua in lei . Quanto all'errore di al-
legare Geleno in quello fempliee, non è merauigliav,
che coftumc era de gli Arabi ( per la Jftima che faceuano
ài Galeno, nell'udjr dire ad alcun Greco, che Galeno
- parlaua
DE SANDALO. J17
parlaua d'alcuna Medicina) benché non lo vedefìero,
crederlo 5 prefumcndo, che Galeno non haueflè trala-
fciato di conofccrle tutte. Quello che ne dice Auicen-
na , de Auerrois , già lì è detto . A quello che dice Anto-
nio Mufa , che a Portoglieli lì dee hauerc obligo del San-
dalo ^pcrcioche lo conducono dal campo di Calecut,
doue iì coglie } & che Calecut è la principal fiera , che fia
nell'India , fi dee fapere ; che la Città di Calecut, la qua-
le fu già ne primi tempi , fu molto celebrata in tutto
quelle parti, &: tanto, chc'l fuonome, & la fua gran-
dezza non folo neh' Alia , ma in tutte l'altre parti del
Mondo hebbe nome ; &c in lei li laccua tal fiera , che da_,
tutte l'altre parti quiui conduceuano ogni diucriita di
mercantic- & i Chini (come gente di que' tempi molto
eiTcrcitata in cotale nauigatione , &c grandi mercanti) te-
neuano in dett 1 Città la lor cafa di commercio, chiama-
te anco al dì d'hoggi Chinacota 5 & portando quelli
molta varietà di mercantie , portauano ancor tra loro
Sandalo , il quale vendeuano quiui ; onde veniua poi lc-
uatoper Ponente. Ma come gli habitatori di Calecut
fecero vn tradimento a Portoglieli nel principio ch'efìi
difeoprirono quella terra, vedendoli i Portogheiì mal
trattati , & poco fìcuri nella inconllanza, & maluagità
di quella gente ; fé ne andarono al Re di Cochin , il qua-
lc gli riceuctte allegramente, &gh direle, Scconfcruò;
& 1 Portoglieli ne lo pagarono coli bene , che di piccolo
Re, lo fecero Imperatore, & maggior Signore di tutto
ilMalabarj&gh furono grati, & gli fonohoggidìin.»
ricompenfa di quella amoreuolezza, & lealtà j & infie-
me per molte fiate diftruiìèro i Ponoghefi Calecut, &c
caligarono la iua maluagità, & tradimento 3 &diftruf-
lei a
n8 DE SANDALI,
fero la Città, & tutti i ricchi Mori , & mercanti, &
le piazze nobili, & 1 mercati, ch'erano in quella, co*
me nelle Croniche , & Hiltone dell'India potrà vedere il
curiofo. Perlaqual cola, per la molta abondanza di
Sandalo , che dalle altre parti portauano a vendere a Ca-
Iccut (donde in que' tempi fi dilìribuiua per tutte l'altre
parti ) non è merauiglia, che fi ingannale Antonio Mu-
fa,penlandofi,che ne campi di Calecut nafeeffe il Sanda
lo j nel qua! Calecut fono molte montagne afpre, & di-
rupate, piene di Elefanti, Tigri, Porci ièluaggi , Lon-
ze, ferpi de Capi Ilo, & altre molte fi ere -T & i pozzi are-
no!! , &ci campi Iterili pieni di Palme, che producono
il Coco , ò le Noci d'India ( come nel fuo capitolo fi ve-
derà ) & tutto circondato da Mare , 8c da fiumi ; & per
quella cagione fi finì & confumò già la nobiltà , gran-
dezza , & ricchezza , &fplendidezza del popolo di Ca-
lecut , & h fuoi famofi mercati -t &c al preiente trionfano
i Portoglieli di tutte quelle parti, come affolliti Signori
di tutto quel Mare,& cofte;a quali non fi dee meno ( per
hauernedifcoperto, & farti partecipi di tante, & coli
Angolari medicine, & palefati tanti Mondi, & tante Re-
gioni con lelorolunghiflimcnauigationi, &£ conia in-
duftria , & nobiltà de loro animi ) che a Tolomeo per la
fua dotta Cofmografia. Onde rra l'altre cofe, & ricche
mercantie, conducono hora quelli, che vengono di Ma-
laca , & di que' Porti , le loro naui cariche di Sandalo al-
la Città di Cochin , & di Agiioa ( (cale principali dell'In-
dia per quelle parti. ) dalle quali fi diuide il Sandalo coli
per quelte , com e per quelle per tutto il Malabar , & per
Canara , Se per Bengala , & per il Decanin , & per il Gu-
zarate,& per Ormuz , & per l'Arabia ; & la minor quan-
tità,
DE SANDAL I. xx9
tira , e quella , che conducono per Portogallo , & Ifpa-
gna , & per tutte quelle altre parti , doue le ne confuma
molto meno che in quelle , come s'è detto .
A quello , che dicono alcuni , che il Sandalo Citrino
fi chiama Machazari , ò Mazahari , come dicono i Frati
nell'Antidotano di Mefue al capitolo i j. De Aromat.
rof.Gabnehs.foglio 7o.Machazir , id elt odoriferi ; que;
quidemexpofìtio bene conuenit Sandalo Citrino ; per-
che il Sandalo Citrino è il più odorifero , che tutti gli al-
tri. Et dice Senipionc, che quando fi dice Sandalo,
per eccellenza s'intende citrino ; & coli dicono i Frati,
che non fitroua Sandalo citrino nell'europa, eccetto che
nel Cerne fi ritroua in molti legni ; &c coli dicono altri ,:
come ilSepuIueda, il quale dice, ch'è meglio poner la
metà di poluere di Sandalo rollò , & l'altra mera di bian-
co ; & anco li loda , che ha veduto Sandalo giallo . A
quello fi niponde ellcr vero , che il Sandalo giallo , ouer
citrino è migliore, & più odorifero ,& di più valore; Se
che parimente egli è vero,chc in quelle parti fi troua mol
to Sandalo giallo , come s'è detto.Et che Ila poco Sanda-
lo giallo nell'Europa, anco quello è la vedrà. Ma la ca-
gione di ciò, fi è; ch'egli è piùilimato,& più fi vende nel-
l'Ada, che nell'Europa;6V per quella cagione, & per la
poca inilanza &c curiofità delli Speciali , non vicn con-
dotto in quelle parti; ondenon rella di venire, perche
nella mancamento. Qjjanto al nome di Machazari ,
ò Mazahari , dice il Dottor Orta,che gli pare , che voglia
dire tratto di Malaca , &c che pona cller che folle quello
nome corrotto , &c dir,Mazarrani ; che vuol dire, de gial-
li, ò de gli a zarlranati ; il che pare più a propofito . poi
che Muzafi ani vuol diregiallo,òcitrino;ilqua e è più
R odorifero,
Ho DE' SANDAL I.
odorifero , come certifica Mefuc, & i Frati nelPAnrì-
do tano al capitolo 261. foglio 446. dicendo •> Repcri-
tur quandoque fenptum Sandali Mahazari , quod acci-
pitur prò Citrino. & Mcfue de Aromatico rofarunu ,
Sandali Machazari , id eli , Sandali Citrini , qui funi,
magis odorati . & il molto dotto Giouanni Fragofo
dice nel fuo de Aromat. rof. Gabrielis, exMefue,per
Sandalos Mazachari , Citnnos ìntcllige odoratiorcs j
ipfi enim fumendi funt femper -, quum Sandalorum
iimpliciterfitmentio. & alla ime, fiao d'una, ò d'altra
maniera y tra Sandali il Citrino è migliore di tutti gli
altri . Quanto alla mifturadi poner vna metà di rollo ,
& l'altra metà di bianco , quello non è vfar del Citrino -,
anzi parrebbe che folle meglio poner tutto del bianco j
perche il bianco è più vicino alla natura del Citrino; &c
perche ambeduclitrouano in vna medelìma terra :& il
roilb nafee molto lontano dal luogo,doue nafee il bian-
co , &: giallo ; come nell'Ifolc di Timor, doue nafeono
i due : oc il totìo in Tanazarin , terre che confinano con
Malaca . Dicono alcuni , & affermano , che il Sandalo
non ha odore , Ce non dapoi , che ha perfo la feorza , & fi
è fatto molto fecco .,
Vn'altro legno odorifero, & che tien molta fìmiglian
za col Sandalo bianco fi troua in certe parti della coita di
Melinde , & nell'I fola di San Lorenzo ,.& in alcune parti
del Malabar, col quale fi vngeno i Negri per li caldi; ma
nmnodi quelli è Sandalo, ne corrifponde con le fuo
qualità .. Quello legno odorifero del Malabar , ( il qual
fi chiama traloro Sambaranc) vidi io in Tanor, & in_.
Cranganor } ma non è Sandalo, ne i Medici di quelle
«rare lo tengono , per tale ; faluo che dicono cflcre /pecie.
diluì,,
DE' SANDALI. ,3,
di fui,& clVc buon legno per la gente che poco può,& lo
laudano per l'Erifipcle, & inhammagioni; & Viano fuc-
ilo legno , come il Sandalo vermiglio , ò rollò .
Sono tutti i Sandali freddi nel terzo gndo, & fecchi
nel fecondo. Giouano, principalmente il giallo j ò Ci-
trino, & bianco, contrai dolori della tclla da cagione
calda,,. Età deliranti, &: che fono apparecchiati a ca-
dere in frenelli, applicandoli fopra la fronte, & le tem-
pie. Petti, &infufi inacqua rofa, &sgrc^o, tempra-
no il grande ardore dello itomaco . I rendendoli per
bocca, rifrefeano, & danno vigore nelle febbri ardenti.
Applicandoli con acqua rola (opra il cuore, fegato ,&
polli , allegrano & vinificano li fpiriH virali, mcfcoLti
con le mediali'- cordiali. Il Santi ik) colorito , òrofTo,
refifte al catarro, &aIlediltilhtioni, chefeer-dono dal-
la teftì ■& applicato v.oi luccodi Piantagine, odiSola-
tro , òdiSeunpieuiu.^òdi Torrulaca, è vtileallcinfiam-
magioni ; alla gotta calda j &c contra ali'apollemc
calde.
De Sandoli fcrilTe Auicenna nel libro de viribus cor-
dis , lodandoli per fortificare il cuore, & per
darli allegrezza ; per la qua l cagione fi pon-
gono nelle Medicine cordiali ; & di
tutti loto fi fa nelle Specierie il
Diatrium Sandalorurru
molto vtile per le
febbri putri-
de.
R z DELLA
DELLA SPIGA NARDI.
Gap. XXIII.
Tanto intricato Labirint© , &
varietà d'opinioni, & inconltan-
ftanza di giudicio quello, che li tra
uà fcritto fopra del Nardo , che mi
pare più ficuro allegar qui ciò che
di lui dice il Dottor Orta , & le lue
qualità, & relettionej&: lafciarii
relto al curiolo lettore , che lo legga in Galeno nel primo
libro de Antidotisj & nel libro 8. de facultate fìmpli-
cium medicamentorum -f & nel I1br09.de compoflt,,
medie, fecund. loc. in Philonis Antidot. & nei Mat-
tinolo fopra il primo libro di Diofco. capitolo 6. & in
Theo frailo nei libro primo, capitolo lO.&nelhb. ^ca-
pitolo 7. & in Diofcoride nel hb pnmocap.6 in Amato
Lufitano libro nel primo, Diofcoride alla enarrano. 6. &:
nel Manardo Ferrarefe al lib.<5. delle fue epiltole nell'epi-.
ftola j.&allib.g.delmedefimovoluiTieneirepift^.&in
Hermolao Barbaro,& nel Ruellio,al lib.fecondo nel ca-
pitolo 5.1n Antonio Mufa , il quale co i due compagni
infiemecon Plinio furono negligenti; al qual Plinio,
fecondo la verità, la ragione, hiperienza , &.la dottrina
de Dottori in quello propofito allegati , pare, che non fi
debba credere a quanto ferine del Nardo nel libro 1 1. al
capitolo del Nardo . Similmente potrà vedere il Lacuna
nel primo libro di Diofcotidc al capitolo é.con le con-
fusioni del Braiàuoia nel fuo elfame de fem plici . Que-
llo adunque è quello Spico Nardo anticamente apprez-
zato y col quale fi faceua quel pretiofiflimo vngutnt©
unto
DELLA SPICANARDI. in
tanto ftimato , &: di tanto prezzo , che meritò per Io Tuo
valore, chefenefaceflcmentionenei facro Luangtho,
dicendoli, che quell'unguento potcuacilcrvendu io per
più di trecento danari ; il che a cjuel tempo era grande-»
valore . ht non è merauigha , che folle tanto lìimato al-
l'hora detto vnguento, chef! faceuacol Nardo, poiché
mancauano à quel tempo 1 molti &pretiofi odori, do
quali hora abondiamo , & i quali coli il tempo, & le dc-
litic , come l'eltrcma diligenza , & lunghe nauigationi ci
hanno diLoperto.
- Jb' quello Nardo il proprio, èvvero, che di quello
parti ne portano, cantile Spceienedi continuo li ado-
pra j& quello e he da molti e desiderato, oc da alcuni du-
bitato che ila d'elio , come dalla terza epillola del fello
libro del Manardo lì raccoglie, lit le ad altri tempi ne
era poco , & fi faliihc.ua per lo fuo molto valore ( il qua-
le fecondo Plinio al libro li. capitolo 1 1. era grande) al
prefentc non fi ha che temere di falfifìcatione, pereiler
molto conof ciuto , cv perche fé ne porta con le naui Por-
toglieli dalle parti Orientali tanta abondanza nel Po-
nente , che vai coli poco , che non porta la fpefa à faliifi-
carlo , come fi faceua anticamente . Et anco le ne troua
più hora che prima j perche con più diligenza coltiuana
quelle genti la terra , che lo produce,com'è in Mandou ,
& in Chitor , & in alcune parti di Bengala d'intorno al
belli fhmo fiume Gange , che da Indiani è chiamata
Ganga-,.
Chiamali il Nardo prefTo a que'GJtih Cahzcara',& Aui
céna con tutti gli Arabiche hora fi trouano lo dimanda-
no Cebul,che vuol dire in Arabico,Spicaj& cofi lo chia-
mano in Arabico Ccmbuilndi jcome le diceiìero) Spica*
d'india.
f34 DELLA SPICANARDI.
d'India. Ec quella , che noi chiamiamo Spica Celtica^,
chiamano efh Cembul Rumi , che è quanto a dire , Spi-
ca della terra de Rumi. Etnon è merauiglia,chc Mat-
theoSeluaticoerriil nome, chiamandola Cenubel, ò
Cobcl, poi che non fapeuabene la lingua Arabica, ò
per ventura i nomili erano corrotti. Dice Diofcoridc
nel capitolo 5. del primo libro , che fi trouano due fpe-
eie di Nardo , vna delle quali fi chiama Indica , & l'altra
Siriaca , non perche il trouino in dette regioni ; ma per-
che del Monte medefimo,doueciaicuna nafee, vna par-
te riguarda verfo la Soria , & l'altra verfb l'India : & par-
lando delladettione,dicej che tra Nardi Indici ne è vno,
che fi chiama Gangetico,pcrrifpetto del Rio Gange, il
qual palla preflò ad vna montagna , nella quale egli na-
fee ; & che quella fpecic, per cagione della molta humi-
dtradel luogo,è di minor virtù; benché nafea più alta: &
che da vna loia radice produce molte fpichc folte di mol
ti capelli intricati & di grauiflìmo odore. Ma quella che
nafee bene all'alto del Monte pare più odorifera, & ha
la Spica corta , & è vicina d'odore al Cipero , & poffic-
de tutta l'altre conditioni che la Soriana. Ma in tutte
quelle parti non fi conolce altra Spicanardi , fé non-.
quella, che nalce nelle terre di Chitor, & di Mandou,
terre, che confinano col Deli, & con Bengala, & col
Dccan;&:cofi quelle terre, come l'altre molto più in-
nanzi, fono tutte in India. A quello che dice , ch'una è
Indiana, l'altra Soriana; perche vna parte del Monte,
doue ciafeuna di quelle nafee, mira verfo la Soria , &
l'altra verfo le Indie; fi rifpondc, che nelle Indie fono
Monti , ne' quali nafee detto Nardo ; Scìa, faccia. , ò par-
ie di detto Monte, che guarda verfo il Ponente, dou'è
fituata
DELLA SPICANARDI. i35
fìtuata la Soria , è molto lontana j & oltra di ciò non na-
fee tutto nel Monte , che guarda veri o la Soria , ma in
moire parti di quella regione , douelo feminanoj &
quello che naicc fenza feminare , è in molto poca
quantità.
Qucih Spica ertfee producendo dalla radice vn fo-
lto corto fopra la terra , il maggior di tre palmi di gran-
dezza , & altri più piccoli, & lubito dalla radice elee det-
ta Spica , dalla quale su per lo fuito va produccndo alcu-
ne fpiche , & coli la portano a vender a Cambaìete ,
Currate , Goa , &c altri Porti del Alare , doue la compra-
no i Mercanti Arabi , Periìani , & douc fi adopra mol-
to • perche la minor parte fi conluma in huropa.
Appi elio non tengono in quei luoghi vna migliore del-
l'altra; che benché alcuni di quelli Nardi iianofporchi
pereilère molto pieni di polucre fatta da capelli della
propria Spica, non fé ne curano peròi Mercanti, ma
rutte lo comprano j perche fi ferueno della detta poluc-
re per lauarfenc le mani . Quelli che la coglieno , &
poitano a vendere, dicono, che nafee nelle valli, & ne*
Monti, & non tengono per migliore vna dell'altra, che
tutte mefcolano infìcme : ne Tauantaggio della gran-
dezza è molto da vna all'altra fpica ; &c l'odore è tutto
vno di quello , che è frefeo 5 perche il vecchio perde par-
te del fuo odore .
Plinio dice, ch'è vn frutticc piccolo, & negro, &:
debole, & ch'una (pecic , la quale nafee d'intorno al
fiume Gange, è del turro bialìmata^ & poi gli dà molto
prezzo. Ma comete detto , in quelle parti non fi troua
altro, ch'vna (ola Spkanatdi, laqunle è quella, che fi
porta a quelle parti del loncntc- & tutta viene d'intor-
no a
l.
i36 DELLA SPICANARDI.
no al fiume Gange . Di quefto folo , poi che altro non
è, fi vagliono tutti i Medici Arabi , Perfiani, India-
ni, & Turchi, cofì nelle loro terre, come nell'India,
doue molti habitano , medicando coli i Re , & Prencipi
con detta fpica , come l'altra gente .
Del prezzo e gran valore , nel quale era , non ho che
dire; perche di ciò direbbe Plinio più il vero, che della
defenttione della Spica ; percioche in que' tempi non.,
erano quelle parti cofi difeoperte , conofeiute, & carni-
nate, come al predente ; ne vi era con loro il commer-
cio , che hora vi è . Per la qual cola non è mcrauiglia ,
che valclTe molto prezzo,& non fé ne fapeiTe la veri rà co-
fi cerra , come al prefente . A quello che dice il Lacuna
nel capitolo 6. del primo libro di Diofcoride,pritna;che
il Nardo, che ordinariamente ne vendeno nelle Speda-
ne non è Spica , ma radice j non contradice Diofcoride,
quando afferma, che il Nardo Indico da vna fola radice
produce molte fpichc . Dice poi, che la Spicanardi è ha-
uutainfofp etto nell'india*, perche di lei fi fa vna fpecic
di veleno mortifero, chiamato Pifo, il qual non fola-
mente beuuto , ma applicato ali'huomo, quando Suda ,
lo vccide; onde l'ufo del Nardo in quelle parti viene te-
nuto per (ofpetto . Dice di più, che viene della Sotia .
Ma la Spicanardi è quella,che s'è detto,& in tutte le parti
dette lì vfa, & fé ne confuma in molta quantità-, & tra
Mori,& Gentili fc n'adopra molta, & non hanno il fuo
vfo in (ofperto, ne in tutte quelle parti fi fa fare del-
la Spicanardi cotai veleno 5 ne veleno che fi chiami
Pifo mai il Dottor Orta conia fua diligenza non potè
conoscer nell'India, nèio fteflò per quelle parti ; ben-
ché ne dimandala a molti,
II
DELLA SPICANARDI. i37
Il maggior veleno che tra loro riabbiano , è quello
chiamato Bicho di Ormuz, ilqualeè come vnoStin-
co , del quale, & del fuo horribilidimo veleno , & del-
la lottile , & diabolica arte , che hanno per vecidc-
re con lui, Udirà nel libro de gli animali. Oltra que-
llo mortifero veleno vie la Manga feroce, della quale
s'è parlato j & ap predo il veleno che fanno delle barbe
della Tigre j&vn'altrod'un'herbalattuofa, della quale
ha molto abondanza nel Malabar ; & anco vfano per ve-
leno il Napello.
Quanto al venire della Soria, fi ha dafapere; che Io
portano d'India in Alepo, ch'è in Soria; & di Alepo in
Venetia. Coli s'intende quello delSepuIueda, de Spi-
ca Alcep, cioè , Spica di Alepo- perche Alepo fem-
ore fu capo della Soria, & principale fcala dell'India-,
per Ponente , com'è è al prefente. L'altra fpecie detta
dal Sepulueda Satiech , &: Satiach , vuol dire Satingan ,
ch'è vn porto molto celebrato in Bengala, dou'entra^
il fiume Gange . Coli reità a noi il noitro antico, & ce-
lebrato Nardo , il quale fi può vfarc lenza fofpetto di
falfifìcatione • perche tutto è frefeo , e buono ; & fc è vec-
chio , il conofee nel mancamento del fuo odore , il quale
con la vecchiezza fé gli diminuifee.
E la Spicanardi , fecondo Galeno al libro 8. della
facoltà de femplici medicamenti , calda , fecca , &
adringente, vale al fegato, & allo ftomaco , alla rc-
tentionc dell'orina, al ventre, al petto, & alla teda.
Il redo a che feruc lì può vedere nel capitolo 6. del li-
bro primo di Diofcoride con la fua elcttione. Si fuo-
lemefcolarc la Spicanardi col Rhabarbaro , non per
S refide-
Ug DELIA SPICANARDL
«fiftcre ad alcuna fua malignità ( che non è nel Rha-
barbaro ) ma per fargli più aperta ftrada.
Tuttauia tra buoni Medici fi
tiene per meglio à\
far quefta me-
fcolan-
za
con Cinnamomo
in luogo di
Spica.
&
DELLO
1\9
DELLO SCHINANTO. C A P. XXIIII.
V s a t o Schinanto , chiamato da
Latini Iuncus odoratus , da Catalani
Palla de Carnei } da gli Italiani Giun-
co odorato , ò come lo chiamano i
Francefi , Pailturc de Chamcaulz , fi e
la Palla de Camelo de Ponoghcfi , ò
Paia de Meca de Casigliani j la quale fi chiama Cacha-
bar, &c Haxis Cazulc in Mafcate, & in Calavate terra
dell'Arabia , doue n'è tanta,quanta è l'herba in Europa ,
douc pafcolano gli armenti. Quefta nella Perfia,chc
confina con le dette terre, fi chiama Alaf, che vuol di-
re herba; & nell'India il fuonomc volgare fi è Erua di
Mafcate , ò Palla di Meca . Dalla qual Meca , eaminan-
do per terra , fono le dette terre molto vicine : & cofi gli
Arabi di Mafcate, &diCalagiatc vanno in breue tem-
po per terra a Meca , per eifer molto più vicine , che per
mare. Et chiamarle Pafcolo, ò Paglia di Camello noiu
è molto fuori di ragione • perche nelle terre , dou'ècjuc-
fl'herba , fono molti Camelli ; tuttauia non fono efii fo-
li , che pafcolano di detta herba , & de f uoi fiori , per-
che dell'ideila ( come herba & pafcolo communc , & or-
dinario ch'ella è , & in molta abondanza ) mangiano , &
fi nutrifeono i caualli , & Muli } & tutto'l rclìode gli ar-
menti, i quali fono in gran quantità.
E* tanta quefVherba , che oltre i molti fafei , che i
Marinari portano nelle Naui per vendere ; i Mercanti de
caualli ancora ne portano molti Iegazzi & fardelli, per
poner nelle naui lotto i piedi de caualli , acci oche la lo-
ro orina, & fterco non faccia mal'odorc, & acciothe
S z filano
i4o DELLO SCHINANTO.
ftiano più netti , & più caldi ; & lordandoli vn Ietto dì
detta herba, Io gettano in Marc, &nc fanno vnaltro di
netta. Et benché in Arabico fi chiami Cachabar , &c
HaxisCazule- tuttauia la chiamano in altre parti del-
l'Arabia, Adchar, checoflla chiama Auicenna . Sera-
pione la chiama 4 dcher^ & quello è il più ordinario no-
me tra Medici Arabi, & Perfiani, che fi ritrouano in
India . Il fiore di quell'herba , chiamano Foca , il quale
mai viene con la paglia; perche non fanno quelle bar-
bare, &feluiggie genti (doueha quelVherba) cafo al-
cuno del fiore- &c li Speciali dell'India non vi pongono
diligenza d'hauerli ronde fi hanno per corrotti i nomi,
che Mattheo Siluatico gli pone di Azquir, & Adcaram.
I natij del luogo , doue nafee queft'herba, non l'ufano
tanto in Medicina , come gli Arabi , & Perfìani : perche
il più che fé ne ferueno , fi è per lauarfene con la fua ac-
qua . Diofèoridc nel libro primo al capitolo 1 6. dice ,
chequefto Iunco odorifero fi troua in Africa, &c nel-
l'Arabia , & nella regione Nabathea , donde viene il più
ecceilente,& che proihmo a quello in virtù è lo Arabico,
chiamato Babilonio da alcuni, & da alcuni altri Theu-
chitis ;& che il peggiore di tutti è quello, chenafeein
A frica j & che ferueno all'ufo quotidiano i fiori , le can-
nelle^ le radici. Il Lacuna dice, che dello Schinanto
ne manca il medefìmo Schinanto , ch'è il fiore . A que-
llo rifponde il medefìmo Garzia Orta- ch'egli è vero ,
che Ci troui nelle dette parti , & che tutte fono fotto il
nome di Arabia, & che quanto alla region Nabathea
( la quale è prouincia dell'Arabia pretto alla Giudea det-
ta cofi da Nabatoch nipote del Re di Pcrfia ) non fi certi-
fica,fé quiui fi troui, ò nò j perche i Medici , che furono»
ili
DELLO SCHINANTO. ,4,
in Hicrufalcm , & in Galilea , & in que' luoghi , gli dif-
fcro , che tutrolo Schinanto , che fi adopraua la , era
portato dal Cairo :& che quello del Cairo nonfapeua-
no elli , (e era di là , ò fé vi lì portaua dalla colta di Ma-
fcate j & cflcndo le genti di quelle parti poco curiofe,
chenonèmerauiglia, fé non lì fa di molte herbe medi-
cinali , &c che poria ben'cflère, chefìtrouaiìein Babilo-
nia . Et perche Diofcondc dice , che il peggior di tutti
è quello, che nafee in Africa, &c non nominala parte
d'Africa d'onde viene il cattiuo ■ non ho da dirnev
altro .
Quanto al fiore (chiamato Schinanto corrottamen-
te dal vocabolo Greco Sch^nu anthos, come è adire, fior
di Gionco ; perche Anthos in Greco lignifica fiore, &c
Schainos il Gionco) egli è vero,che'l fiore di quello gion-
co odorifero fi è perduto d'ufarc per la poca diligenza de
Medici , &delli Speciali . Et fi dee notare, eh ogni fia-
ta, che fi ponerà quello nome, Schenos, fi ha da inten-
dere il Gionco odorifero. Cornelio Celfolo chiama^
Gionco rotondo , & quafì tutti i Greci gionco odorifero.
Il chiamarlo Celfo Gionco rotondo,col qual ha qualche
lomiglianza, benché non crefea tanto alto, auiene per
far differenza dal Gionco triangolare ; & eli altri lo chia-
mano Gionco odorifero, per fare difteréza dal commun
Gionco . Dice anco Auicenna , ch'vno è Arabico , & di
buon'odore gl'altro della terra dell'Agiamij & quello
èquellodiDamafco. Dicedi più Auiccnna,cheloSchi-
nanro hall frutto negro,allegando Diofcondc . Ma po-
trebbe efiere , che il Diofconde, doue Auicenna Ielle
coli , folle errato , o folle errore del f uo traduttore , poi
che Dio! conde non dice coli* Scrapionc dice allegan-
do va
,4t DELLO SCHINANTO:
do vn Bonifaa , che Io Schinanto è vn'herba , che ha le
radici fotto terra , & che ha molti rami fottili , & duri ,
& che ha il frutto fidile a' fiori delle canne , & chc'I più
fottiicè minore, & che poche fiate nafccfolo; perche
quando il vede vna di quefte piante , fé ne feopre molte
d'intorno di lei j & che nafee nelle Ifolc , & ne' prati j &
che quando fi fecca, refta bianco. Ma già fi è detto,
che lo Schinanto non è pianta, maherba, come dice il
medefimo, il quale moltra negligenza à chiamarlo vna
fiata herba , &c l'altra pianta;& non nafee nelle Ifole , ma
nelle terre dette . Quanto all'odore , quello che ha lo
Schinanto frefeo , è buono ; ma non l'ha di rofa -, & non
èdamerauigliarfijperciochcpochc fiate fida nel vero
•con propria comparatione nelle cofe di buon'odore.
MatthcoSiluatico dice, che ficonferua per dicci anni j
il che mi par che non farebbe mcrauiglia per efler herba,
che ha poca humidità.Ma quello che diceys'intende non
le restando l'odore, & nelle terre afeiutte, &lunge dal
Mare-, perche nelle marine, & numide, non ficonfer-
ua ,& dura poco . I Frati dicono, che non è fiore, ma
folamen te radice, & paglia ;& che la paglia, che nelle
Specierie fi vende per Schinan to , non ne è aItriméti,co-
me è opinione di moìtidotti;& che non è quello di Dio-
{coridc, confiderandonc beneifegni, che gli aflègnaj
& che non ha le radici notabili per l'ufo della Medicina ,
ma capillari, piccole, &di niuna forza ; &chc molti
credono, che la radice del Calamo aromatico fia la ra-
dice dello Schinanto ;& che altri tengono che la radice
della Galanga fia dello Schinanto, con quel di più che
nel luogo recitato fi può vedere. Il che cfCcr tutto con-
trario potrà vedere chi è curiofb , & non affezionato co-
fi per
DELLO SCHINANTO. ,43
fi per via d'efpericnza , come per la riprenfìonc, che
in doloro dà AndreaMatthiolo fopra il cap. 1 6. del hb.
primo di Diofcoride j notando quiuii inanifeiti errori,
che in ciò hanno commeflo;& rnoltrando,che non han-
no intelò 1 Frati Diofcoride , ne guitato lo Schinanto^fo
che fc l'hanno veduto, dee cflerc itato tanto vccchÌQ,chc
hauca perduto l'odore , & faporc . De i medeiimi errori
gli nota Amato Lufitano nel libro primo di Diofcoride
alla narrationc ló.Dal che fi raccoglie la negligenza de
Reucrendi Frati in quello cafo, i quali (benché fìano
ri preti da altri , che hanno veduto , Se conosciuto il
contrario) non patiscono orTefa nella loro dignità, &
fapcrc . Et fé bene tutti i fegni di Diofcoride non.,
conueniflèroallo Schinanto > non refla perciò di ciTere
quella, chefemprefu, & per tale lo chiamano, Se vfano
i Medici famofi di quelle partij & il fiore chiamano Fo>
ca, come s'è detto, & confeiTano quelli nomi eilcre Gre-
ci , ad imitatione de i quali lo chiamano Schinanto, ef-
fendo cfli Arabi, di natione . llcheèproua fìretta, poi
che per ragione meglio lo doucano elh conoscere, che
Diofcoride , ellcndo quelli di Mafcate per terra vicini a
Meca . A quel che dice , che è Calamo aromatico , non
ho che dire di lui, poi che lo Schinanto aflòmiglia il
Qonco ; & il Calamo aromatico ha le fòglie , come l'A-
coro j &il Calamo è molto più caldo, &i ha la radice
molto maggiore i&k) Schinanto nafecin Mafcatc,co»
me s'è detto j& il Calamo nell'India, donde lo portano
per mcrcantia nell'Arabia , comealfuo capit. fi vederi*
Tuttauia egli è ancor peggio a dire , che ila Galanga; poi
che la Galanga nafee nella China , la quale per lo manco
è lontana dicci mille leghe da Malcate-& nella radice &
fiori
i44 DELLO SCHINANTO.
fiori fono cofidiucrfi, che non fi hadoue compararli ,
come nel capitolo della Galanga fi vederà dipinto, la
quale nafee in Goafeminandofi, &c lo Schinanto nafee
in tanta abondanzain Mafcate , come s'è detto, fenza fc-
minare . Dal valor loro anco fi lafciano ben conofeere ;
perche quelli che daranno Galanga, & Calamo per Schi
nanto, reftaranno bene ingannati nel prezzo j poi che
dal molto , che vagliono quefte due medicine , al poco
che vale lo Schinanto , non è comparatione . Quelli poi
che non fi contenteranno del vero, & non vorràno lafcia
redi itar proterui nella loro pertinacia , ftiano nelle loro
confufioni quanto vorranno. Ma chi vorrà vedere più
chiaramente quanto i Frati al luogo citato fi fiano ingan
nati circalo Schinanto, leggano , & veggano Amato Lu-
fitano , & il Mattinolo ne luoghi detti , & vederanrìo la
verità , tenendo lo Schinanto freico nelle mani .
Dello Schinanto Galeno nel libro 8 . de medicamenti
fempliei dice cofi- Scrigni anthos modicè calfacit,modi-
ceq;ctiamadftringit, necplanèatenuitatis natura alic-
nus eft. Quocirca his de caufis vrinam mouct, mélèsque
ciet adhibitum fiue in fomentationem , fiue in potioné.
Prodeft & iecoris <omachi,acventrisinflammationi-
bus . Magis eo adftringit radix. Quod vero fior em vocar,
.calidus eli : porrò in omnibus fui partibus,inalijs ma-
gis , in alijs minus guftantibus apparet adftri-
cìio . Proinde medicinis , qua; Hasmo-
toicis , fiue fanguinem reijcien-
tibus exhibcntur,
commifee-
tur.
DEL-
DELL'ALO!. C A P. XX v.
'45
Loes, ò A loa, è Latino, & Gre-
co; &gli Arabi lo chiamano Cc-
bir. I Gazzarati , oc Decanini,
Areaa. I Canarini(chc fono gli ha-
bitatori allarma del M:re) lo chia-
mano Otecomer . 1 Calligliani
Aziuar.l Portoghefi Azeurc,ò Azc
uar . Si fa egli del Cucco d'un'hctba , la quale è chiamata
in Portoghefc Herba Babofa- Di quella herba è molta
quantità in Cambaia, & in Bengala, & in altre molto
patti. Ma quella di Socototaè molto più lodata, & è
meteantia per Turchia, pet Perfia, per Arabia, &: per
rutta l'Europa , & perciò lo chiamano Aloe Socotrino.
Quefta ifola è lontana dalle bocche dello ftretto del Mar
rollo cento & ventiotto leghe.; onde fi può dir che fia-.
tanto dell'Arabia, quanto dell'Ethiopia; poi che ddlev
bocche dello Itrctto vna parte è Arabia , l'altta Ethiopia;
& non è quella doue fi fa , Città , come dice Andrea La-
cuna ; ma tutta l'ifbla • la quale non haCittadi, mapo-
pulationi con molti armenti . Non fi laitrica la terra per
cogliere la lagtima, che ui cade , perche non è Città , ne
nell'lfola Ci tt oua tanta politia . Nò fi falfifìca per la mol-
ta abondanza , che in quell'lfola fi troua di-detta herba ,
ma per la poca diligenza , che i Negri di quella terra via-
no nel lafciar mefcolatc dcll'altteJicrbe t che con quella-,
chiamata Babofa fi mescolano nel coglierla • perciò non
parcelle fiavnocofi buono come l'altro. Non fi creda,
che fia migliore quello di cima, che quel dimezzo, &c
peggior quello più fotto del fondo -t ne e pieno di arena,
T fefi
m
146 DELL'ALO E.
fé fi fa con diligenza /perche tutto quello di quelli Ifola
èbuono. Ne fi falsifica con Gomma Arabica, & Aca-
cia, come dice Plinio , & Diofcondc ; perche in quella-,
terra ha molto poca, ò niuna Gomma, & Acacia, fe-
condo quello , che fi fa . Ma poria eifer , che detto Aloe
fifalfificalTe in altra, terra : & non faalcaioiinome di
chiamarlo iucca citrino, dicendo che per eilere dì Sòco-
tora , è migliore ; perdici Pcrfiani , Arabi , & Turchi in
Orm.uz(douelo. portano a vendere) fanno molto bene
difeernere vno dall'altro. Et oltre lafamacommunc, in-
formandotene molto bene il Dottor Orta da vn ricco
mercante-, & buon letterato al fuo modo,chiamato Co-
gcperculin(il quale nell'India feruia a quel tempodi Se-
cretano a Gouernatori) come fi chiamaffe l'Aloe in Tur-
chcfco,,Pcrfiano, & Arabcfcoj gli dille, che in tutto
quelle lingue era nominato Cebar-, & fimilmente gli
dilfe, che il migliore di nitriera quello di Socotora, &c
che ne era in altre molte parti dell'India, donde lopor-
tauano adOrmuz , & Aden , &a Gida j & quindi per
terra lo portauano al Cairo , di onde poi eraportato in
Alexandria per il Nilo ; &: che facilmente conofceuano
i Mercanti quale era quello di Sacotora, & qual quello
di Cambaia, & dell'altre parti. Etdapoi diquelto an-
dando il medefimo Dottor Orta avifitare il Nizamoxa,
eh'è vno de maggiori Re di Decan , chiamato Oniza ma-
luco ; il quale oltre all'eiTcreletterato al ilio modo , tiene
ancora prcilb di fé buoni Medici della Perfia ; della
Turchia , a quali dà grandi entrate, & falari} : & da que-
lli dice , che Teppe quefto più particolarmente ; & che
gli diilero di più , che fi conofecua, & diftingueua quel-
lo di Socotora -, perche in lui lì adunauano bene tutte le
fuc
DELLA LO E. f47
lue parti inficine, & nell'altro Aloe non faceuano per-
fetta miflioneipcrciochc il fucco era di diuerfe herbe;
&c che quella era cofa molto nota ; & che l'iftclTo Re ha-
uca Tempre di quello condotto di Socotora. &cofinon
fono due , ne tre fpecic , come dicono i Dottori , ma vna
fola • & quello ha da intendere colui, che non vuole, che
il luogo varia la fpecie , che folo ve ne è di buono, di tri-
llo, & di fohìhcato . Di modo che ne anco l'herbe non
fono diuerfe in bontà j perche ladiuerfità in bontà non
fa , che le parti non fi mefcolino bene, poi che fono d'u-
na fpecie ifieflà . Et che alcuni Dottori lo chiamino fuc-
co Citrino,non è merauigha^perchc non hebbero la mi-
ra, fc non al colore . Ma la verità è , che Ci chiama coi! .
Quanto a quello,che dice Diolcoride}&: Plinio, che'l
migliore di tutti è quello dell'India ; &c altri dicono, ch'è
quello d' Alexandria -òdi Arabia, non fiintendafim-
plicemente, che quello portato dall'India folle miglio-
re, ma che prima folle portato da Socotora in India -y
perche già ho detto, che portano Aloe di Cambaia, &.
di Bengala ad Ormuz, & Aden,& in Giudea (come noi
altri corrompendoli nome lo chiamiamo, pcrch'eiTìIo
chiamano Gida)& tutto che ne poi tino fempre d'altre.
parti, & che ne portino d'ogni guifa, tuttauia quel di
Socotora è il migliore. Et quel che dice Mefue, chenc
ha vno condotto di Sacotora , & l'altro di Perfia , & l'al-
tro d'A rmcnia , &c l'altro d'Arabia -, in ciò diccmen ma-
le de gli altri , perche tutto quello , che dell'India porta-
no a Portogallo , è condotto da Socotora in India : &c
quando dicono condotto d' Alexandria , intendali , che
ne gli anni palTati fi portaua molta quantità di Droghe
ad Or muz , &c di là a Bazora , & di là ad Aden , & a Gi-
T z da,&
i48 D E L'L1 A LO E.
da,& quindi per terra con le carouane de Camelli la por
tauano al Suez , ( il quale è termine , ò gomito del Mare)
& ad Aleflàndm Porto del Nilo donde poi andaua nel-
lcgalee di Venetia, per venderli , &corrrmunicarfi a tut-
taT'£uropa . Et non perche in Alexandria vi fi trouaflc
Aloe, perche quiui fi faccia, ne manco ha Riobarbaro
in Alexandria . Mattheo Siluatico lo chiama Saber , ò
Canthar , o Rcamal : Se Scrapionc Saber , douendofi
chiamar Sebar: ma quella è colpa del traduttore, ò del
tempo che tutto guaita & confuma rpcròegh lochiamo
Sebar : & coli Ila nell' Arabico,Sebar.
PrefTo a Filici dell'Arabia , & Perfia , & Turchia,
iìvfa molto quefta Medicina; percioche fono elfi ìn-
ftrutti d'Auicenna , ch'elfi appellano Abolahi , & da
fuoi cinque libri de Canoni : & da Rafis , che chiamano
Benzacaria: & daHali Rodoan, & da Mefue, tutto ch'e-
gli non fia quefto che noi vfiamo. Hanno ancora tutte
l'opere d'Hippocrate , di Galeno, d' Aditotele, & di Pla-
tone , tutto che non le riabbiano cofi intiere , come fono
nel fonte Greco. I Filici Gentili dell'India l'ulano an-
cora nelle purgationi , & centra i vermi , & ne colliri j-}
OC anco quando vogliono incarnar qualche piaga r oc
tengono perciò nelle loro Spccierie vna Medicina chia-
mata Mocebar,fatta di Aloe, & Mirra,la quale effi chia-
manoBola : & quefta vfano molto per medicar eaualli,
& per ammazzar i vermi delle piaghe • & però non è mc-
rauiglia, che preftòdi noi fi chiami l'Aloe malamente
Cauailino, come fcriue vn^auttore moderno , dicendo,
chc'l più trifto fi confu ma da Malifcakhi . Ma l'opinio-
ne del Dottor Orta , fi è, che l'Aloe chiamato Cauallino
non fi adopri né per huomini * ne per eaualli , ma ben>
del
D E L L A L O E. i4J>
del Socotrino . Di maniera che quello che dice Scrapio-
nc per auttoritàd'Alganzi, fi deue intender, cheper me-
dicar caualli,& piaghe fi può vfarc con manco fpefa il
Cauallino . Jbt dice egli , che vn gran Medico Gentile dei
gran Soldan Badur Re di Cambaia per medicina molto
famigliare^ benedetta ptendeua pezzi delle foglie dcl-
l'herba, della quale fifa l'Aloe, & cocendolicon Tale,
dauadi quella decottione a bcuerefìn'alpcfo d'otto on-
eie, perlaquale il purgauano quattro, ò cinque volte
fenza n oleitia, ne danno alcuno: & io vidi vfar di que-
lla decottione , che il Dottor dice, in molte parti dell'In-
dia :& nel Malabar fi tiene per medicina molto fami-
gliare , & fenza timore la danno a fanciulli , & a donne
grauidc con quello ordine j Prendono fin'a treonciedi
queita foglia , & fatta in pezzi , le pongono due dram-
me di fai grolla, & a fuoco lento le danno vnboglio,&
colata l'acqua, le pongono hVun'oncia diZuccaro, &
la laf ciano tutta la notte al lereno , & la mattina ( cornea
dire alle lei horc dopo mezza notte ) dannodi quell'ac-
qua cofi fredda a quello, che vogliono purgare, & non
lo laici mo doj mir fopra: ma fc vuol palleggiare per l'al-
loggiamento , fa migliore efletto . Pallate tre hore dapoi
tolto, prende quattrooncie di brodo di pollo con al-
quanti grani di Maflici,& vn'hora dapoi mangia , & bc-
ue il vino ben temperato : & trouaiì , che queito fa buo-
no effetto. Si vana la quantità di quell'herba, & acqua,
fecondo il loggetto che l'ha da prendere. & tanto è m vlo
queita maniera di purgare per gente nobile, com'è an-
co la Manna, & la Calila verde in conferuadiZuccaro,
che per maraujgha non ne uogliono alcun'alrra delle no
itre Specienc . Nella Città di Goa fi dà quelt'hcrba pe-
to,
IS* DEL V A LO E.
fta,& mefcolata con latte a quclli,chc hanno piaghe ncl-'
le reni , ò nella Velica j & a quelli che fanno renelle per
via dell'orina . Si vfa anco l'Aloe nelle rotture de piedi
de falconi (come nell'Europa fanno li Stroccieri ) & per
maturir i Phlegmoni. Onde non par che'l Matthiolo Se-
nefe dica bene , quando dice , che qucft'herba è più per
vederli, che per l'ufo della Medicina. Viano i Medici
Indiani di maturir i'apofteme calde con qucft'herba ar-
rofti ta nella cenere calda , & pedata con buti ro j& fé vo-
gliono maturirlc più tolto , le aggiungono fior di farina
di frumento , & fungia di Porco . Antonio Mufa , & al-
tri moderni dicono , che l'amaritudine manca a que-
ft'herba in Spagna ; il che non è in quelle di quelle parti,
le quali amareggiano moltojèV: tanto più, quanto più fo-
no vicine alla radice, con vn graue odore in tutta, ben-
ché nella cima delle foglie non ila punto amara. Quel
che dice poi Antonio Mufa , che quel di Socotora è più
amaro j èfalfo; perche tanto amareggia quello dell'In-
dia , quanto quello di Socotora ; & quel di Spagna non-,
tanto; benché in alcune parti di Spagna, & in molti luo-
ghi di Portogallo ho trouato queit'herba tanto amarai ,
quanto quella, che hoguftato nell'India, & di coi! tri-
llo, & peggior odore . Dice il Siluatico , & Plateario,chc
tutte le cole amare quanto fono più amare, tanto fono
migliori, eccetto i'AÌoe;& Antonio Mufa moitra di fen-
tir'il contrario^ & a mio giudici© meglio; perche il fapo-
rc amaro preferuada putrefattione, & fa altre buono
operationi . Delle medicine , dou'entra Aloe , fc fi han-
no da prendere a digiuno , ò doppo mangiare ; &: fé il ha
da tardar troppo a mangiar dapoi, parla Galeno, év
commanda , che fc ncjdiano cinquepiliole tanto grandi
quanto
DELL' AIO E? *5i
quanto grani di ceci , perii dolori della teda . Et Plinio
dice, che molto buona medicina; &chedapoi prelà,
fra poco fpatio fi prenda il cibo; il quale ha da edere pò-
co,& buono . Qucfta è molto buona prattica , & molto
vfata da Filici Mori di quelle parti j perche eflendo l'A-
loe medicina debole, non opera fé la natura non viene
Fortificata, con vn poco di cibo molto nutritiuo,& mol-
to poco in quantità j perche lo polla digerire , accioche
fortificata faccia migliore cuacuatione . Paulo dice,, che
fi ha da prendere digiuno, & riprende quelli , che lo
danno dopo il cibo • perchedice, che corrompe elfo ci-
bo . Ciafcuno di queiti ha delle ragioni dalla lua parte,
& telli t & fi poflono tutti ben'accordare . Et perche è
communcquedionefeil cibo fi ha da mefcolar con la
medicina, ò nò^mi farà perdonatole ho parlato troppo
fopra di ciò .
Qued'herba non ha gomma, faluo che alcuna fiata
ic goccia dalle foglie vn'acqua vilcofa, fa qual non fi vfa,
né le ne fa calò . Dice il Ruellio , che le pillole di Rafis ,
che fi danno nella Pelte, compodc da Ruffo, portano
Aloe, Mirra, Ammoniaco, &incenfo,& Vino. Dice
di più il Ruellio , che non fa la cagione perche i Ma-
hometani han voluto cauar l'Ammoniaco, l'Inccnfo, e'1
vino , & hanno aggiunto più Zafferano . Molti fono del-
liferittori moderni cotanto aftettionati , che periodar
& inalzar molto i Greci, dicono male de gli Arabi, &£.
d'alcuni Mori nati in Ifpagna, & d'altri delCorazan>&
della Pcrfia, chiamandoli Mahometani Barbari ; il che
elfi tengono per lo peggiore epitheto del Mondo;& fpe-
cinlmente gli Italiani hanno quello coftumc( non eden-
do però Greci quelli, che al prefente chiamano Romei ,
ò Turchi),
ij4 DEL L1 ALOE,
ò Turchi) & benché non fi neghi la medicina di Ruffo
effer molto buona , & quella ch'efli dicono; tuttauia le
pillole di Rifis fono molto buone, Se da molti ifpcri-
mentate : Se ìlZifFrano vi fi pone per e(Ter cordiale, Se
ape-ritmo , Se per altre molte virtù ch'egli ha . Quanto
aìli Romei , Se Turchi ( benché non fia quella quiftione
medicinale) poi che il commune tiene quelli due nomi
perfinonomi, penfando, che fignifichinovn'iftcfla co-
la , fi hadalaperc, che fono molto diuerfi; perche i Tur-
chi fono quelli della Provincia di Natòlia, Jaqual pri-
ma fi chiamaua Afia minore ; Se i Romei fono qucUi.di
Collantinopoli , Se del fuo Imperio, il quale è con-
giunto con lei. Di quelli foldati bianchi Romei, & Tur-
chi, vanno molti nelle guerre con i Re dell'India, Se
mantengono tra loro la lor diuerfità ; Se dicono , che
quando Conftantino lafciò Roma al Padre Santo, &
vcnneaConftantinopoli, le fu dato priuilegio, ch'ella
fìchiamaiTe Roma, Se elfi Romei. Or tornando allo
Aloe, fi rifponde a quello , che dice il Manardo, Se al-
tri moderni, i quali riprendono Medie, Serapione, Se
Auiccnna ; perche dicono , ch'egli apre le vene , Se ch'è
cattiuo contra le hemorroidi ; Se perche dicono gli Ara-
bi , che mefcolato con mele, purga meno: Se perche af-
fermano efler manco nociuo allo llomaco, che l'altre
medicine folutiue.. Perla qualcofa il Manardo, & gli
altri dicono, che non Solamente egli non aprel'hemor-
roidi , ma che più torto le ferra , Se che allo ftomaco non
fi può dire, che fia manco nociuo, anzi che li gioua mol-
to , Se non gli fa danno alcuno ; Se che infieme con Me-
le è più folutiuo , che l'altre Medicine folunue . La pri-
ma cofaprouano per molte auttorità di Galeno , Se altri
molti
D E L L' A L O E. ,55
molti . La feconda premano per eflerc il Mele folutiuo ,
dicendo, che ducfolutiui purgano più che vno. Ri-
spondendo alla prima, Antonio Mufa parla, come huo-
mo lenza affettione, & concede clTervcro il primo che
dice Mefue , & che apre l'hemorroidi , & che coli l'ha
ifpcrimcntato molte fiate. Et dice il Dottor Oi ta , ch'an-
ch'erto lo ifperimentò , & vide molte volte ch'egli fu ca-
gione di gran dolori con flutto dell'hemorroidi , & che
tutto ciò può fare l'Aloe con la fua amaritudine , apren-
do le vcne,& ftimulando la virtù cf pulfiua ; & che a que-
llo modo purga il fiele dell'animale porto nel ventre, ò
nello mbilico, come dice Diofcoride, & Scrapione.
Al ferrar delle vene , che prouano per auttorità , rifpon-
deno con Giacopo de partibus , che riftringe & confon-
da applicato di fuori, & apre prefo di dentro ; & che
quello hanno molte medicine, le quali prefe per di den-
tro, fanno vnaopcrationcj & applicate di fuori , vn'al-
traj come la Cipolla,chc prefa di dentro, conieruaj& ap-
plicata di fuori ^impiaga.
Alla feconda , doue vien ripreio Mefue per dire , che
purga meno con Mele ; fi dice,che poi, che ambidue fo-
no folutiui il Mele, & l'Aloe -y il più folutiuo, ch'è l'A-
loe, èopprerto & debilitato dal meno lolutiuo, eh e il
Mele. Alla terza ( nella quale riprendono Mefue, per-
che dice, ch'è meno nociuo alloltomaco, eflendocon-
fortatiuo dello rtomaco ) fi ha da intendere, che confor-
ta lo ilomaco per accidente , cacciandone li mali humo-
ri fenza nocumento alcuno, ò con poco- & à qucfto mo-
do fi hanno da intendere le auttorira allegate per lo Ma-
nardo , & gli altri moderni . Con qucfto reftano difciol-
tc le quiftioni , &: s'intende , che cofi come nelle prime
V qualità,
154 D E L V A L O E.
qualità ', ciò fono,caIdo jj freddo , humido , & fecco , il
rimeflb in grado , ch'è manco caldo , rimette & indebo-
lire il più intenfo grado, ch'è il più caldo ; cofi nelle fe-
conde, e terze qualità, che fono purgatiuo, òdiureti-l
co, ch'è quello che fa orinare j il più forte & intenfo,
ch'è il più folutiuo , ò purgatiuo , fé fi accompagna con
l'altro men folutiuo , vien indebolito dal mcn folutiuo j
& cofi l'Aloe, eh è più folutiuo, mefcolatocol mele,
eh e più debole folutiuo , diuiene in tutto manco folu-
tiuo . Di quànaf ce, che più fi purga vn'huomo con dic-
ci grani foli di fcammonea, che con cinque dramme di
foluriui , Se vn'oncia di Caifia, & vna dramma di Reo-
barbaro j doue entra più di dodici grani di Scammonea^
& quefta è cofa efperta , & la ragione è la detta .
Quanto all'Aloe metallico , che alcuni hanno detto J
che fi trouaua d'intorno Hierufalem , il Dottor Orta da
fé, & io per me fteffo l'habbiamo cercato, & la verità fin -
foora non fi èfaputa. & dimandando io di ciò in quel-
le parti ad alcuni mercanti Indiani , & ad alcuni di loroj
ch'erari Medici', & ad altri Speciali , & figliuoli di Spe-
ciali, & ad alcuni Lapidarij, chediceuano eflcre dclli
habitatori in Hierufalem , tutti ad un modo diccua-
no effer cofa ridicola , ne mai ritrouata in tutta Pa-
leflina .
Quanto al modo di purgar con lui di que' Medici In-
di ani , cidi ne danno le pillole con quell'ordine , che noi
altri le diamo in Spagna , & la beuanda anco come noi,
nello (puntare l'alba del giornOj& fanno ftar fenza man-
giare y ne bere , né dormire cinque hore j & fcinquefto
tempo non fa opcratione, danno per confortare lo fto-
rnaco , d'ordine d'Auicenaa , due dramme di Mattici
disfacci
D E L V A L O E. t55
disfatti in acqua rofa,& gli fan fregare il ventre con fiele
di Vacca, & gli fin porre (òpra l'oTibiluo pezze di tela
bagnate nel med ci imo fiele, per mouerli il corpo, &c
ftimularc la virtù efpulfiua , ledi quelto è bifogno. Et
fcfipurgarannobene, pallate ledette cinque hore, gli
fanno bere treoncic di brodo di pollo molto ben tem-
perato , & altra cofa non mangiano; & dormono qual-
che poco i & beuono qualche poco d'acqua rofa ; & da-
poi che h inno dormirò, fbghono purgarli bene. Etdi-
cono,chc quella buona operatione li fa per fortificarla
natura, & la virtù col brodo, col Tonno, & con l'acqua
rofa j &c che fc fi mangiaflc moho , farebbe occupata nel
digerire, & non purgatebbe tanto. QtJcftaè lapratti-
ca più commune de Filici letterati di quelle parti.
tt non e quella loro prattica fenza ragione ; perche il fie-
le è folutiuo perdi fuori mordicando la virtù efpulfiua;
& quanto al non mangiar carne , egli è vn'efpreiTo tefto
d'Auicenna, nel quale dice, che quello che hadatoirc
medicina, deue torla molto per tempo la mattina, &
tardare il cibarli- & pallate tre hore, prender quattro on-
ciedi pane con vino, & poca acqua-, & fei hore dai oi
entrar nel bagno , & vfcitone itarfì in ripoio- &dapoi
mangiar quello che fha bene. Queftoèil teito d'Aui-
cenna tradotto in Spagnuolo, benché le vlrime parole
fiano nel tefto del Bcllunenfe. Donde d comprende,
che 1 Filici Mori non hanno quella vfiinza , & prattica^
fenza auttorirà , né manca di ragione la loro operat;one}
tutto che Mattheo de Gradi efponga quello idlo ad al-
tro modo, applicandolo {blamente alla Sciatica. Ma>
faluo miglior giudicio, fi può applicare in molte infer-
mità . Quanto al bagno , benché lo facciano , non è pc-
V x iòne!
ì56 DEIL'ALO E.
rò nel medefìmo giorno , ma l'altro dapoi. 11 qual ba-
gno è di comandamento a Bragmani , Se Baneani , & a
tutti i Gentili , che niun giorno mangino , fé prima non
iihannolauato, ò bagnato tutto il corpo: &iMori li
lauano, effendo fani,almena ogni tre giorni . Nell'anno
del noftro Redentore Giefu Chrifto millecinquecento
feffantanoue ( ftando io nella Città di Santa Croce di
Cochin per Medico dell'Ho! pital Reale del Sereniamo
Re di Portogallo con falano) cade il Re di Cochin(Géti-
le Bragmane , & frate! d'armi del Chriftianiflimo Re di
Portogallo) in vnagraue infermità di febbre Continua,
la quale gli foprauennc,eiTendo molto debole, 5d confu-
mato per i'ulo Venereo j & volendoli egli medicare per
le mie mani iolamente fenza interuento de fuoi Medici,
nella prima vifita, che gli feci ,. fece patto che io haueflì
riguardo come lo medjcafiì; percioche, fé ben gli co-
jftailè la vita , nonhaueria perciò lafciato di lauariì ogni
giorno. Del modo con che locurai,&fanai&di quel-
lo , che lucceffein cotakeura (perche in altro luogo più
proprio a queftamatena {pero di dirlo ) fi tace per hora.
Quanto alla pianta dell'Aloe , benché Diofcoridela dc-
fenua nel libro teizo -y & che nella figura non ila diuer-
faincofa alcuna da quella, che nafee in tutta l' Alla, &
nell'Arabia, da quella che nafee in Roma, & per tutta
Italia, & in Ifpagna , tuttauia , perche non reftì quell'o-
pra imperfetra.dclla f uà figura j la dipingerò qui . Que-
ft'herba con la tua radice foghonoi popolari in Ifpagna
fofpendcre per le caie , credendo, che le preferui da
fp aiti maligni, & da fattu re •,& è tanta la fuahumidità
vifcofa, che tutto l'anno fi fuoleconferuar verde, &c in
vigor e^onde alcuni la chiamarono Sempreuiuo marino:;
&i.
D E L V A L O E. iJT
Sci Catalani, Azoucr ; gli Italiani, nerba di Aloe; I
Francefi , Pcrroquec , 6\: Alocs- 1 Todcfchi, Biter Alocs,
ouer Alepatick • l Greci , Aao» .
Il migliore Aloe è quello di Socotora , il qual fi cono-
Ice dalla buona mefeoianza di tutte le Tue parti infieme ;
percioche l'altro non moitra coi! buona minzione, come
fi è detto. Il migliore adunque è il più chiaro , &piu
vnito, il più libero d'arena, & da immondicie, il più co-
lorito, & lucido, il piufimile a color di fegato, quel
che W rompe con più facilità, & più tofto fi disface in_r
liquore, & finalmente quello, ch'è più amaro al gufto.
Tiene l'Aloe facoltà contrarie , è caldo nel primo grado
intenfo, ò nel fecondo rimcilo, & fecce nel terzo . Per
la qual coia non pare a Galeno di darlo a vecchi fenza.,
notabile neceflirà, nèagiouenieftremamente caldi, &
lécchi , faluo fé in loro non fòprabonda molto la colera ;
perche confuma, & difecca quelli Se quelli notabilmen-
te : & per eflèr amaro, è infieme altri ngente.Riftringo,
ferra, & reprime ifluffi del fangue- diilècca le piagno
maligne , & conrumaci j difleccaòi condenfa i corpi;
falda le ferite frefche ; incarna le piaghe principalmente
de membri genitali j &c riduceinfìcme i preputij de' fan-
ciulli aperti . Mefcolato con fapa , fana le Poftcme,.
& le fitlure del federe . Reprime l'ufcita dell'hemor-
roidi-& leua le vnghiCjChefoglionofoprauenire àgli oc-
chi. Incorporato con Mele, rifolue il liuore, &cauirà
degli occhi^ mitiga le rugole infiammagioni , che fi ge-
nerano negli occhi, & moderai! pizzicore de cantoni de
gli occhi . Applicato con aceto, ckogliorofato foprala
fronte, & le tempie, leua il dolore della reità j & con vi-
no, mantiene i capelli, che cadeno. Gaigarizatocoru
mele.
,5g DELL'ALOE.
mele 8c con vino ,è vtile , alle infiammagionidelku,
gola y alle gingiue; & a tutte le parti , che fono den-
tro della bocca. Applicato con fiele di Toro, & ace-
to (opra l'ombilico , vecide &c difcaccia tutti i vermi
dei ventre . Tutte quelle virtù ha egli applicato di fuori»
Prcfo poi per bocca, foiue il ventre, & apre le hemonoi-
di, tirando à quelle glihumori colerici, & acuti:& è Me-
dicina molto amica , Se grata allo ftomaco; perche lo
purga fenza alcuna violenza, & lo libera dalli humori
uifcofi& groflì , che fono attaccati alle fue toniche,
cuacua vniuerfilmente la flegma , & Iacolera ; & beuu-
toncvna dramma con acqua di Aflènzo, vecide & di-
fcaccia i vermi del corpo . Beuuto al pelo di tre obo-
li, ò di vna dramma con acqua, cacciala ittentia. Si
fuol darne,perchc purghi perfettamente , tre dramme ;
& meicolatocon l'altre Medicine folutiue, fa chenon
offendano tanto lo ftomaco . L'Aloe lauato è manco fo-
lutiuo, che l'altro; ma purga lenza mordicatione alcu-
na . Mefcolato l'Aloe con Mirra, preferua da corruttio-
jie non 10I0 i corpi viui , ma i morti ancora . Leg-
gi Diolcoride nel libro terzo al capitolo
z 3. & Galeno nel libro 6.de lem pli-
cimcdicament^&nelljbro g.
della compofltione de
Medicamenti fe-
condo i luo-
ghi»
ALOE.
ALOE.
M*
uà
D E L L' A M B R A; C A P. XXVI.
E j. L* A M b R a fa il Dottor Gar-
da di Orta vn capitolo nel fuo li-
bro , delle cui parole ponerò qui
quelle , che fanno più al cafo . Ara-
bar delli Arabi , & da Latini Am-
barum, è nome molto volgare nel-
la maggior parte de linguaggi, Se
queI,doue variale molto poco}& la ragione che rende il
Dottore, per la quale fia queltonomc quafi loifteflòin
tutte le lingue j (ì è , che ci fono alcuni nomi, che non fi
variano ,& fé fi variano, è molto poco, come è l'Ambra,
l'Arancio , & il Sapone .
Alcuni dittero, che l'Ambra era /pernia diBallena.
Altri affermarono eflcre fterco di animale; di Mare, ò
fpiumafua. Altri dittero effer e fonte, che forgeua nel
profondo del Mare ; & quefta è la opinione più accetta-
ta. Auicenna, & Serapionc dicono, cheli genera nel
Mare, fi come fi generano i fonghi nelle pietre , & ne gli
arbori • & che quando il Mare e tempeftoio, getta fuori
da fé delle pietre, con le quali vien'anco l'Ambra. Que-
fta ragione viene anco admefta; perche quando foffia>
molto il Leuante, getta il Mare da fc molto Ambra a
Coffala, & alle Ifole del Comaro, & di Angoxa, &c a
Mozambiche, & a tutta quella colta ;perciochclo man-
dano da loro le Ifole di Nalediua . Quante , & quali fia--
no.qucfteIfolediNalediua, & perche fi chiamino cofi
(poi che non fa al cafo in quefta materia, & i curiofi han-
no ftampe a baftanza , nelle quali lepoflono vedere ) la-
feio di dire aìprefentc . Dicono di più Auicenna , & Se-
rapione,
DEL IMA MB R A: ui
rapionc, chcvnpcfce chiamato Azel alcuna volta in-
ghiottì qualche quantità d'Ambra , &che mangiato,
iubitofenc muore, cVcchc dapoi morto andando fopra
dell'acqua, gli huomini di quella regione lo tirano a ter-
ra^ apercolo,gli cauan fuori del corpo l'Ambra,ilqua-
le non è buono;&: fé qualche parte di quello è buono , è
quello che fi ritroua più predò alla fpina;& che quello è
buono & puro fecondo la quantità del tempo, che di-
morò nel ventre, ò d'intorno alla fpina . Qjielìa è cofa
fauolofa , a quel, che fi vede ; perche non fi troua cotal
Ambra, & anco perche gli animali irrationali per in-
ftinto*naturalc cercano i cibi, che più loro conuengo-
no, &non quelli che fono loro velenofìj eccetto che
quando fono mcfcolati , oc che inileme col buono , in-
ghiottano il velenofo , etme fogliono i ratti effer ingan-
nati con rifagallo mefcolato con altro cibo , ch'elfi man-
giano j onde col buono prendono il reo . Per la qual co-
là non fi dee crederc,chc'l pefee cerchi l'Ambra per veci-
derfi . & cifendo l'Ambra cofacofi principalmente cor-
diale ; feilpefceloinghiottc, & perciò ne muore ; de-
ueeflèrcilpefccinfe molto velenofo. Quefte ragioni ,
benché non concludano come dimoftrationi, almeno
fono pefuafiuc .
Notabile errore co mmeflè Auerrois, dicendo , ch'era
Vna fpecie di Canfora , la qual nafee nelle fonti del Ma-
re , & che nuota fopra l'acqua , &: ch'è la migliore d'ogni
altra , la quale in Arabico il chiama Afcap ■> & i Filici di
quelle parti dicono , che non fanno che vi fia cotal cofa .
Et riprendendo i'Orta Auerrois di coi! grande inganno,
& errore , & di cofa cofi indegna d'un fi buon Filofofo ,
lo riptoua co due ragioni j l'una perche dice effer la Can-
X fora
i6t D E IL' AMBR A.
fora nata nel mare; & perche la Canfora è fredda & Ice**
ca nel terzo grado, & pone l'Ambra caldo & fecco nel Ce*
condo . Onde è manifeito , che non fono comprefi fot*
to d'un genere . Et coneludendo dice, che coli come nek
le terre ne fono alcune róde come la Rubrica s & Bolo
Armeno \ & alcurialtte bianche , come la creta ; & altre
d'altri colori; colinone inconuenientc, che fi trouino
terre, ò Ifole della mede/ima maniera dell'Ambra j &
quello ò ila la terra fungofa , ò d'altra guifà . Et che ciò
iia la vedrà, fi proua per la molta quantità che. d'elfo ri*
forge , perche già fé n'è veduto vn pezzo grande quanto
vn'huomo ; & vn'altro fc n'è veduto di nouanja^ahni
lungo , & dieci otto largo . Similmente dice , che alcu*
ne perfone affermarono , che andando per Mare troua*
rono vn'Ifbla di Ambra , & facendole vn legno , torna*
rono alla terra onde fi eran partiti per prouederlì di Na*
uilio,&di vettouaglie, & quando ritornarono a cercai
l'Ambra , nonio trouarono. Dicono che nell'anno mil*
le cinquecento cinquantacinque fi trouò oltrailcapodi
Comorin vn pezzo d'Ambra , che pefàua d'intorno 4
trenta centenara , & penfandofi colui che lo trouò > efee
folle pece liquida , lo diede per buon mercato j ma cam-
biandoli in molte mani , ritornò fui fuo primo prezzo
evalore ; Sila parte doue fi trouò eraa fronte deli'ifola
di Nalediua . Dicono ancora , che fi trouano bene fpc£
fo attaccati nell'Ambra becchi di Paflère, & cappe di
Mare , & altre cofe x che fé le attaccatiano , & che il più
netto,è il migliore . Oltra l'Ethiopia fi troua Ambra in
Timor ,, & nel Brafil ,, & inSetubar in Portogallo , Se in
Peniche,&in altrcpartifeneharitPouato,béche in poca
quantità. Se ne tròu a ancora alcune fiate in. Baiòna*a\
Gafc
DELL'AMBRA. i6j
Galicia , & in Baiona di Francia . Quelli , che vengono
dalle Indie Occidentali , dicono , che fi troua Ambra
nella corta della Florida , & dicono noneiTcrc fpcrma,nè
Aereo di Balena ; perche la Balena , e'1 Aio graflb è di
molto mal'odorc , & molto diuerfo dall'Ambra ; & che
anco in molte parti fi ritrouano Balene , & non Ambra ;
& che in altre,doue non fon Ballcne , fi ritroua alle fiate
dell'Ambra . Si proua che no n ila Schiumai perche doue
folTero pietre intorno , & nel fondo del Mare , fi genere-
rebbe da' veti la fchiuma.De Greci foli Aetio , &C Simeo-
ne parlarono di qucfto femplice . La miglior Ambra è
quella,ch'è leggiera di pefo , & di color berrettino -, ouer
cmella,che ha vene bianche , & berrettine ; & quel!a,che
poftoui vn'aco dentro, rende fopra la punta più oglio , è
migliore . Il Lacuna dice , che quello che tira alquanti*
al giallo, &è d'odore dilicato, &c quello, che tutto fi
disfa , & fi mefcola con facilità , è il migliore ; & quan-?
to è più negro , è peggiore. Quello , che dice Serapio*
ne , ch'è molto trifto , è bianco come ouo d'oca; ma non
fifa,chefiritroui cotai Ambra, fé non fofTè fofìfticata
congedò. Il Mattinolo nel primo libro di Diofcoridc
fa tre differenze dell'Ambra. HMinardo ficontradicc,
dicendo nell'Elettuario de Gemmis , che l'Ambra è cola
nuoua , & che non lo apprezza tanto quanto colta : &c
nello clcttuario di Ambra dice, che la fua compofitionc
■è molto pretiofa, la quale egli vfaua molte fiate nelle
donne ,& ne' vecchi . Nel che pare chiara lacontradit-
tione di quefto Dottore , dicendo neli'Elettuario de
Gemmis, che non vale tanto, quanto corta; & in quel-
io dell'Ambra lodandola . Quello che dice Serapionc l
che molto nevienc dalle terredelZing, s'intende dalle
X t parti
i*4 D E L L'AMBI' A.
parti di Cofala, perche Zing, ò Zang pretto a Perii , &
Arabi vuol dire Negro \ & perche tutta quella coda del*
l'Ethiopia è de Negri i lachiama Serapione delZing.
Et anco Auicenna fa mentione di quella diMehnde,
chiamandola * Imendeli ; & quello che chiama Sclachi-
ticù, viene dall'efler di Zeilà la quale è una delle più bel*
le ifole del Mondo,comc in altro luogo fi è detto,& po-
polata di molte Città. Etbéche vi fiagran quàtiràd'Am?
bra in Cofala, & nella corta dell' Arabia,tuttauia la mag-
gior quantità è nella colla dell'Ethiopia. Vfano gli In-
diani , & Mori ricchi n cito l'Ambra ne* cibi come
Medicina,conformi ad Auicennaj& tra quefti tanto più
vale l'oncia,quanto è maggiorcil pezzo . Et benché pred
fo a Mori, & Genti vaglia molto l'Ambra, tutrauiapref-
fo a Chini vale molto più , & tanto, che nella China vrt
pefo di venti onde afeefe a prezzo di mille & cinquecen*
to ducati: ma hora vale molto manco per la quantità che
ne hanno portato , & portano i Portoglieli. Quelli Chi?
ni lo (limano- molto , perche l'hanno per buono per Io
euore,perloceruelIo, & perlo(lomaco,& per l'ulo del-
le Donne. E' l'Ambra caldo e (ecco nel fecondo grado-,
& Amato col teftimonio d' Auicenna di.ce,che caldo nel
fecondo, & (ecco nel primo. Forti fica il cerueilo,& il cuo
rx> confortai membri deboli;a(Iòrtiglia l'i ntelletro,viuÌT
fica i fetJtimenthreftituifce la memonajallegra i malinco
nidi difoppila lamatricesgioua il (uo profumo allo fpa-
fimo,& paralifia, & mal caduco ■■> corregge l'aere peftife-
ro ; &c è di molto beneficio a vecchi , & a freddi di com-
piendone. Quegli che defid era intendere piùparrico'ari-
tà , leggali Dottor Manardes nellalcconda parte dclfii©
. >
DEL-
15$
DELL'ARBORO TRISTO. GAP. XXVII.
Asce vn'arboro in alcune parti
dell'India, principalmente nel Ma
labar , doue ne ha moka quantità,
il quale è della grandezza, &qua-
li della f embianza almeno nelle fo-
glie del Pruno, ò Armcniaco. Olia
mafi queft'arboro in Canann , Pa •
rizataco.In M 'laio,Singadu &c 1 Portoglieli , lo dimada-
no Arbol trifte;& in Arabico,Guart.ln Perfiano,&: Tur-
co.Gul.ln DccaninjPul.Qucito arbore fa molti rami iot
tili , & diuifi pei ordinccon nodi da vno /patio ali'altro,
& da ciafcun nodo efeono due foglie, vna per ciafeuna
parte, d ila gradezza dalla foglia del Pruno, ò Armenia-
co molto 1 fcia come quella dalla Salma dalla parce di
fuori, & coperta da vn pelo bianco;& dalla parte di den-
tro pm verde,& qualche poco alpra, & non tanto taglia-
ta all'in tornOjCome quelle dell'Arni eniaco nècon tate ve
ne.Elcc da ogni pie di foglia vn picciuolo con cinque ca-
pitelli piccoli nella cima, & ogni capitello ha quattro fo
glietre piccole d'intorno, & fuori d'ogni capitello cleono
cinque fiori, vno per ciafeuna foglia, & l'altro nel mez-
zo,iquali di giorno (tanno molto chiufi & raccolti;& fa-
cendoli notte , fi aprono. Quelli capitelli mandano
fuori da fc alcuni fiori bianchi molto belli, della gran-
dezza, &c fembianza del fior dell'Arancio, ma fono pm
fotti li , più belli, èkpiu odoriferi. Il pie di quello fiore
è più rollo, che giallo ; &ferue quello pie in quelle par-
ti per tingere con eflòil brodo, come fi fa col ZafTrano
ordinario. Tienfi dalle genti del Pa eie per cordiale; ma
- . èva
xU DELL'ARBORO TRISTO,
è vn poco amaro , ch'io lo guftai colto dall'arbore , &
nel mangiare fempre gli fi troua quel poco di ama-
ritudine. Sono quegli Indiani molto fauolofi, & fan.,
profeflìoncdicomporfauole, & parlare con metafore^
Se di queft'arboro dicono efli, che già fu vna donzella
molto bella, figlia d'un gran Signore, chiamato Pariza-
taco ; & che quella dongella fu innamorata del Sole , i{-
qualc la lafciò per amor d'un'altra ; & ch'ella in difpctto
del Sole II veci fé, &ei!endo abbrufeiata ( com'è lorvfo)
che della ma cenere fi generò quell'arboro; perla qual
cagione i fuoi fiori abhorriicono tanto il Sole , che gia-
mai alla fua prefenza non appareno . Egli è cofa certo di
gran piacere a vedere qucfto frefehi-flimo arboro di not-
te tutto pieno di detti bclliflimi fiori con vn'odore tanto
foaue , & grato , che certo al mio parere tra tutti i fiori ,
ch'io ho odorato , niuno (e le agguaglia , principalmen-
te entrando difubito,dou'è l'arboro ; perche dapoi che
fono toccati con la mano , odorano poco i & ftando co-
fi fiorito, & frefeo tutta la notte, al nafeer del Sole nò fo-
lamcnte cadeno tutti i fiori in terra fenza reftarne alcu-
nojma l'arboro ancora, & le foglie paiono reflar langui-
de , Se quafi feccho .
Il frutto di detto arboro è della grandezza d'un Lupi-
no, & di color verde chiaro , fatto in figura d'un cuore/,
con vna diuifion nel mezzo per la lunghezza , con la
quale quello frutto fi congiongej &in ciafeuna di det-
te parti ha vn ricettacolo, nel quale fi ferra una femen-
za della grandezza della fèmenza delleearobbc fatta nel-
la medefima figura di cuore . Quefta femenzaè bianca ,
Se tenera, coperta da vna pellicciuola verde chiara, èi
fapore alquanto amara . Dicono i Medici Gentili , che
l'ufano
DELL'ARBORO TRISTO. ,$7
l'ufano nelle Medicine confortatine del cuore . Molti
Vice Re dell'India, &: Capitani, & altre per fone par-
ticolari, tentarono di condur detta pianta in Portogal-
lo, ma non vifTe in naue. Et alcuni altri colfcro la Te-
menza a buona ftagione, &Ia portarono in validi ve-
tro ben chiufi, Se in vafi d'argento , & di legno,& d'altro
per feminarla; il che fecero con ogni diligenza ;
ma non nacque in Portogallo . Nel Mala-
bar , & in Goa, & nel fuo contorno na-
ice di modo , che ogni ramo di
detto arboro, che fi pon-
ga in terra, appren-
de bene.
AMO-
t5g
ÀRBORO TRISTO.
169
DELDAMOMO. CAP. XXVIU. '
Tanta la diuerflrà delle opi-
nioni, che fono (opra l'Amorno,
che benché io hahbi a tentato di
faperne la verità i tuttauia per non
ellcrnc molto certo , lai cieronne il
determinare a miglior giudicio
del mio : & quel ciancio che ardi-
rà di concordare qucllo,che dell' A memo dice Dicfcori-
de nel primo libro al capitolo 14. & il Dottor Lacuna-,
nella Tua efpofirione ; &: il Mattinolo Senefe (oprai! mc-
defimo capitolo ; & Amato Lufìtaro (òpra il mede/imo
alla narrationc 14.& Serapionc,e'l Fucino, & Gslcno nel
libro ó.defemplici medicamenti , & altri, con quello,
che ne dice il Dottor OrtaJiuomo degno di credito, non
fata poco . Il quale dimandandone ad vno Speciale Spa-
gnuolo di linguaggio, ma Giudeo per falfa Religione,
che dille eiTcr di Hierufalé, che gli dicellè, ciò ch'era l'A-
morno; detto Speciale gli rifpofe^h'era Amama in Ara-
bico, che vuol dire Pie di Colombo ; & ch'elio io cono-
fceua molto bene, & lo hauea nella fua terra. Dapoi
quello feppe egli da Fifici del Nizamoxa, che non fi tro-
uaua in quelle parti dell'India; ma che tra l'altre medici-
ne, che portauano al Re di Turchia, & della Perfia, &
Arabia , gli portauano l'Amomo ; & che glie ne diedero
vnamoftra, la quale egli portòaGoa; & inoltrandola^
alli Speciali, tk. comparandola con le deferittioni di
Diofcoride, parcuaatutti conforme alladefcrittionc;
&chefi (ìmiglirmaalPièdi colombo ; &cheper Iaderi-
uationedeinomePièdi Colombo, era Amomo preflò
Y d'Auicenna.
i7o DELI/AMOMO.
d'Auicenna . Et vn Bragmanc Medico in Cochin mi
affermò il medefìmo , dicendo , ch'era vero quanto il
Giudeo hauea detto , che Amama in Arabico era Pie di
Colombo , &c ch'egli me ne farebbe haucrc da
vn'altrofuo fratello gran Medico, & Cirugi-
co,iIquaI viueua in Chaul, & face-
naia compofltion della Theria-
ca contra veleno . Et pcr-
ch'egli poi mai non
me la diede, ne
io altro-
UC;
non la vidi, non
la deferiuo
qui.
DE* DO-
«7i
D E' D O R I O N I. C A P. XXIX.
N o frutto hauc in Malaca tanto fapo-
rito , & odorifero , che vince il fapo-
re, & odore di tutti gli altri frutti , che
fono in quella terra , i quali fono mol-
ti , & buoni ; il qual tutto che non fiso
pervfo della Medicina > tuttauia per
efler coli buono , & per farne mentione il Dottor Orti
nel capitolo della Datura,fc ben egli non lo vide, mi lon
mono io come teftimonio di veduta , a parlare di lui , Se
adifegnarlo. Chiamafi queftofrutto in Malagio(ch'è
la terra dou'egli iì troua ) Duriaon , & il fuo fiore Buaa,
&l'arboro Bataru.
E* qucft'arboro molto alto , & molto grande;& il fuo
legno è molto robufto , & maflìccio , & la feorza è grof-
fa,&fofca. E'arboro folto di molti rami, &di molti
frutti, il qual chiamano Duriaon; & dicono gli huo-
minichelo mangiano, che precede ad ogni frutto del
mondo nel fapore . Et è in tanta buona opinione preffo
a quelli di gulto dilicato , che par loro non efler poflibi-
lc a fàtiarfi di lui ; &: però gli danno moki titoli . Io vi-
di alcune ftanzeferitte infila laude per vn difereto Poe-
ta , & tali , che fé fi poneiTcro qui , piacerebbono a cui le
leggeflo.
Qucfto frutto è della grandezza d'un'ordinario Mel-
lone. Ha la feorza molto grò (Ta, tk tutta piena d'alcu-
ne punte piccole ; &: grolle , le quali pungono come (pi-
ni . Il fuo colore di fuori è verde , & fa alcuni fegni da^'
vna punta all'altra a modo di Mellone, &: apertoci fi ve-
de di dentro alcuni appartamenti per lungo, inciafeu-
Y z no de*
i7i DE DORIONI.
no de'lquàii ha tre Se quattro Celle, ò appartamenti , den-
tro de' quali fi ferra per ciafeuno vn frutto molto'
bianco , come capo di latte , della grandezza ciafeun
di loro d'un'ouo di gallina . Il mangiar di qucfto
frutto è come il mangiar bianco, tuttauiapiufaporito,
& più odorifero \ non è cofì molle , ne fi attacca alle ma-
ni . Et fé alcuni ài detti frutti non fono di dentro mol-
to bianchi •; ma gialli ,ciòauiene, perche fono putrefat-
ti , ouero che fono flati tocchi dall'aere, ò dall'acqua.
Ggniuno di detti Dorioni ha quattro frutti ; & quelli
che ne hanno cinque ,. non fono buoni 7Sc quelli, che ne
hanno tre, fono migliori; & quelDorione,eheha qual-
che rottura, ò fiilura,non viene comprato; perche è cat-
tino . Et è tanta l'abondanza di detto frutto in Man-
iaca, che vagliono l'uno quattro Marauedis principal-
mente il Giugno, Luglio , & Agofto; perche ad altri
tempi fogliono valere fecondo che gli flimano :& nclli
appartamenti , che fono in ciafeun di quelli , non.paflàr
no i frutti che dentro del pome fi ferrano, il numero di
venti . il fiore è bianco declinante al giallo; & la foglia è
di lunghezza di mezzo palmo, aguzza, &rileuata, Se
intagliata tutta attorno di minuti tagli , &c diduediti &C
più nel largo?. Di fuori è quefla foglia verdechiara ^òcói
dentro verde feura declinante al rofTo> & ciafeuno di det-
ti frutti che fono nel Dorione ha dentro vn'oflò delia
grandezza dell'olio del Pertico, ò del Nofperfico non ri-
tondo, ma al quanto più lungo . Il faporedi quello o£
fo è molto infipido .. &/ì ftringe nella gola come le Ne-
fpole verdi , & non il mangia . Quefto frutto fi rompe
co' piedi quando fi vuol mangiare, per cagione de5 fuoi
fpini , E1 caldo& humido , & molto facile da digerire.
Et è
DE' DORIONI. i7$
Et e cofa da marauigliarfì della grande inimicitia,che ha-
il Betele col Dorionc; la qual è tanta , che fc in vna borfa
pienadiDorioni,òirivnàcafa , doutfiano, o in altro»
luogo doue fi crouino , faran polle alcune foglie del Be-
tele ; fi corrompono efìi , & fi putrefanno tutti , & a chi
ne mangia molti, fé egli fi fente infiammato per loeccef-
fiuo loro caldo , col metterfìfopra lo itomaco vna foglia
di Betele 5 cella il rifcaldamento , & il trauaglio di fubi-
toi&fc mangiano (oprai Dorioni alcune foglie di Be-
tele, permeiti che ne mangino, non genera mokftia,
ne rifcaldamento alcuno. Et quella è vna delle cofe
oltre il fuoloaue faporer perla quale dico-
no,chc l'huomo non fc ne può f atiare 3
&: quegli huomini, che non ne
han più mangiato , i primi
che odorano, par lo-
ro od ore di Ci-
polle gua
fte;
aia guidandoli, non mangiano
altra cofa, che meglio
lorfappià, &: pa-
ri odora-
la,
DORIO-
«74
DORIONL
«75
DfiLL'AN AC ARDO. CAP. XXX.
'A n AC ardo chiamato da gli
Arabi Balador , & dagli Indiani
Bibo , & da' Portoghcfi Faua di
Malaca ( & del quale parlò il Mat-
thiolo nel primo libro di Diofco-
ride al capitolo 141. facendolo cal-
do & fecco nel fin del terzo corro-
fiuo , & vclenofo ) è vn frutto molto communc, &c del
quale è grande abondanza nelle più parti dell'india, &'
nelMalabar. E' molto limile alla Faua. E verde chiaro
quando e frefeo , ma quando è (ceco fi cangia in nero &:
lucido . Ha dentro di le vna medolia fìmile alla mando-
la , & tra la medolia bianca , 5c la feorza negra ,, ha vn'ò-
glio molto corroiluo. Qucfto frutto pofe Auicenna,
&Serapionc'traì veleni; & il Matthiolo ncLlibro 6. di
Diofcoridc al capitolo 5. commemorandolo per veleno,
dice quefte parole; Gli Anacardi adunque quando il bc ■ »
uono , oueroil mangiano, fannonon poco incédio nel- >
la gola, & nel gorgozzule , & coi! parimente nello ito-,
maco infiammando tutto il corpo , &c generando la feb- ,
bre . Caulàno oltre à ciò paraliila in alcune membra del ,
corpo, & corrompono l'intelletto; pcrciochccon Tee-,
cefliuo calore, che pofleggono , abbrufeiano l'humore
malinconico. In tutto il Malabare fi coftuma coLfuc-
co di qucfto frutto fecco far piaghe, &: abbrufeiar la car-
ne in luogo di Cauftico. Mettendo di qucfto fecco nel-
le cauerne de denti putrefatti , gli corrompe, & ardev,
& gli rompe tutti in breue tempo ; &fcfi rompe det-
ta frutto con la bocca , la punge 64 arde .Scruc anco-
ra que-
ìji DELL' AN AC ARDO.
raqueitofuccode'1'Anacardo fecco rnefcolato eon cal-
cina per vergar i panni di gottone, &; le altre cofc, le
quali voglione fegnare ; perche li fegna coli forte 3 che
per molto che fi laui, non (e ne puòleuarpur'un poco
4per forza, fé non col fuoco. li Dottor Orta dice , che
l'Anacardo e frutto Medicinale^ Se che vien'ufato iru
-quelle parti in infufione di latte, per l'Alma, .& contrai
vermi ;Se che fi mangia fatto in cqnfcruadi fale; Se fi
vendeordinariamentene' mercati, come in Ifpagnale
Oliue . Poi torna a dire , che quando è fècco , fi feruono
di lui in luogo di cauftico , Se per medicare le Scrofole ..
Non gli piacciono anco -quelli, che io fanno caldo , Se
fecco nel quarto , ne quelli , che lo fanno nella feconda
parte del terzo ; dicendo \ che frefeo non è cofi caldo , Se
fecco non è ìagioncuole ch'egli fia tanto caldo, come
l'altre fpecierie . Quello, ch'io ho veduto di queito frut-
to, fi è , che mentre è frefeo , porto in conferua di fale &
acqua per molti giorni,come fanno in Ifpagna delle Oli-
ue ; fi vende fu i mercati, & fi mangia non folo da fc, ma
per appetito , meicolandolo con Rifo cotto , come fan-
no del frutto chiamato Manga, Se d'altri molti frutti,
che fono acri di fapore,li quali fbgliono mangiare col
rifo , Se ad altro modo non fi mangia . Quando poi egli
è fecco , benché prefb tutto inlieme corroda , Se abbru-
feiaituttauiaciononfa tanto con l'altre parti, quanto
con i'ogIio,ch'egli ha tra la feorza , Se la mandola , prefo
folo, ò applicato da iè. Alcuni gli ieuano la feorza di
fopra. Se nettata la mandola dell'oglio, ch'ella ha fopra
di (e , gli Ieuano un'altra pellicciuola , con la quale fi co-
pre quella bianca mandola, poi la mangiano perbcuc-
re. Io guflai di queito frutto verde polio in conferua,
&la
DELL'ANACARDO. i77
Clamandola fccca; ma ne all'uno, ne all'alerò modo è
cofadilicata:&fcnz,i dubbio quel liquor negro, come
oglio , ch'ella ha tra la feorza, &c la mandola; e molto
corrofiuo , & velenofo.
Pongono vna di quefte faue fu la punta d'un coltello ,
& la pongono al fuoco d'una candela , 6C neli'abbru-
fciarfiècofa mcrauigliofa da vedere Io rtrepito,ch'ellafa
con tanti (coppi) , &fcintille di fuoco , che manda fuo-
ri come raggi, con tanti colori , che communementev
ingannano in alcune occafioni i Negri , & le donne del-
la terra, ponendo loro m fanta(ìa,chein que' raggi, &:
fcintillc di fuoco vengano li fpiriti , & gli parlino , ò fac-
ciano fapere quel, che cercano di intenderla loro:&con
quella menzogna ingannano gli ignoranti , mettendo
loro in tetta quello, che vogliono; &c dando loro rifpofta
di quello, che difìderano di fapere, come meglio loro
piace . Et perche tutti quefti Gentili Arufpici , incanta -
tori,icongiuratori,&: fattochieri, de indouini, vfano
di parlar poco , & rifponder tardamente , e con grauità ;
fono nelle loro rifpofte fempre ambigui , & nfpó-
dono a quello, che dimandano ( benché non
lo fappiano ) di maniera , & con tanta
cautela, che in qualunque mo-
do che fucceda , l'honor è
loro; & dicono che
indouinarono,
& ch'elli
lo
profeteggia-
rono.
2 DEL-
178
D£LL*HERBA VIVA; C A P. XXXL
J I troua vn'herba in alcune parti dei-
\ l'Afia, chiamata dal vulgo Herba vi-
ua ; da Iogui nel lor linguaggio Herba
(i \ b^ d'Amore ; da gli Arabi ,& Turchi^
^^^^^^' Suluc; da Perfiani, Suluque. Quie-
— "=-— — ' ft'herba è della figura,ch'è qui dipinta.
Ha le radici molta piccole, (k nel circuito otto rametti
due diti leuatifopra la terra,intagliati,& compaflàti . Le
foglie per ordine davna, & altra parte fi ailòmigliano
molto alle tenere foglie dell'ER VO chiamato da' Gre-
ci Orobo, Rapportano qualche fembianza di quello
del primo Polipodio, che'l Lacuna difegna nel libro 4.
al capitolo 1 87. ma fono molto più minute, & lifeie
d'ambedue le parti convn verde gratiofo, come quello
delle foglie del Tamarindo. Produce dal mezzo dell'oc-
chio della radice ( pcrcioche manca di fufto) quattro fio-
ri gialli molto belli alla vifta , à modo di alcuni garofTol-
letti picco li , & fenza niun'odorc . Ama luoghi caldi, &
numidi. Ha queft'herbavna proprietà con" merauiglio-r
fa,che confonde la ragione , & è quefta ■■> ch'effondo mol-
to frefea , & vigorofa , (e la vogliono toccare , va ritiran-
do le fue foglie , & ricogliendole lotto il fuo fonile fufto,
& fé la toccano, ii moltra in vn fubito tato languida, che
par che li fecehi :&: quello ch'è più da marauigliarfi , fi è,
che nel lcuar via la mano da lei , torna fubito nel fuo pri-
mo ftato ■■> & tante fiate langue,& torna frefea, quante la*
toccano > & leuano la mano. Mi affermarono, ch'u-
n^huomocuriofo ,& Filofofo impazzì, &nel Malabar
prclTo a Cochin fi precipitò dalla ripa del fiume fopra
la fp eeu-
DELUHERBA VIVA. i7P
la fpeculatione di detta herba .
L'herba vidi io , & la colli con tutta la Tua terra fenza
toccarla , & la piantai in vn giardino , do uè fi conferucs
ma non vidi il pazzo . Dimandando io ad alcuni Medi-
ci della terra , (e fapeuano alcuna virtù di queit herba , ò
fel'adoprauano,mi affermarono, che giouaua per far
( quel della Madre CcIertina)tornar vergini le donne cor-
rotte , s'egli è il vero ; & che per riconciliare beniuolen-
za haueua merauigliofa efficacia. Vn Medico Genti-
le^ buon letterato al lor modo (vedendoli difiderio,
ch'io haueua di fa pere le proprietà di detta herba) mi
dille, ch'egli me ne moftrarebbevna , ch'egli fapeua di
lei coli certa, ch'iogli ragliarti la tefta, le non la trouaua
vera > &c era , ch'io nominarti la Donna di qualunque
(tato ii forte , & che facendo ciò, ch'egli mi moftrarebbe
con queli'herba;lafarei inclinar a tutto ciò, eh io volef.
fé. Ma vedendo io, che non era cola giuria il faper que-
lle cofe, ne il farle, nonio volli, ne glie ne conienti.
Non potei faper altro di detra herba, fé nonché viene
ftimaia molco da Gentili, principalmcnteda Bragmani,
Canari , & logui . Vidi a cafo andando vn giorno a ve-
der del l'herba prerto al fiume Mangatc, vn Gentile fen-
tato fu la terra,il quale cantaua alcune parole,che recita-
ua; & parlandoli io, & egli non mi rifpondcndo; fece
feg no con la mano all'interprete, che conduceuamecoj
il quale intcfolo, fi partì in fretta, de mi fece partir feco •
dicerìdo , ch'io fapefli , che quel Gentile era Indouino
d'un Capitano di quslla terra , il qual erti chiamano
Caimah & che ftaua quiui gettando le fue forti iopra
l'hcrba viua; tk che per far quella malia nettaua tutta la
terra d'intorno a quell'herba , quanto è grande vn'huo-
Z z mo,
iga; DELL'HERBA VIVA.
mo,& che dicendo certe parole, afpectaua il primo au-
gello , o altra cofaviua , che palTatTe di fopra 1 nerba i &
che la pnmajchc vi pafTaua,durantc quelle pàrolc,la ba-
gnauain fanguc; &c fé non poteua hauere queli'ilteiìò,
augello , ò animale j ciò faceua d'un'altro di quella,
talcfpecie i &queJfto faceua con molte ceri-
monie v & a quello modo> faceua l'in-
ganno 3& la triftezza . Et perche
io tengo ciò per burla, &
cofa indegna da fa-
perfì,nonne di
co più. Da
poi
fidila detta hèrba fecca nel-
le vefti d'una Don-
na innamo-
rata.
K E R-
181
HERBA V I V A ..
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Lr^àKft^»ir \i*S~E>^V
sSI&èfs
DELL'HERBA MOLLE. GAP. XXXIL
E' Giardini de' curiofi fi ritrouà
vn'altra herba , la quale s'alza cin-
que palmi da terra, & fi attacca a
arbori, & pareti. Ilfufto è lotti-
le, non molto tondo , d'un verde
molto bello fparfo da fpario a (pa-
tio di alcune punte, ò fpinipicco-
li , & acuti . Ha la foglia della grandezza di quefta qui
'difegnata più piccola aliai, che la foglia della felice fe-
mina . Ama luoghi numidi , & petroli, & chiamali vol-
garmente Herba Delicata, perche toccandola con la ma-
no fiinuechia, & infiappiicc ; &c leuandole la mano, ri-
torna nel fuo ftato;ma non coli tofto,nècon tanto fenti-
mento, come la prima ^ Ha quefta vn'altra proprietà
molto diuerfa da quella ddl'Arboro Trifto ■■> & quefta è ,
ogni notte nel tromontar del Sole,infiappirfi,& leccarli
di maniera , che pare morta ; & leuando il Sole , tornar
arinuerdirfi;&quantoilSoleèpmalto,ella ftà piuvi-
gorofa,&tutto'l giorno va volgendo le foglie verfo di
lui . Il fuo odore , & fapore , è il proprio delia Glizirriza >
& ordinariamente la sente della Terra maftica
quefte foglie pei la tofte , & per nettar
il petto, & chiarir la voce. Ser-
ue al dolor delle Re-
ni i & falda le
ferite fre-
sche.
HER-
183
HERBA MOLLE.
184
DELLA
CANFORA. CAP. XXXIII.
Ra i famofi, & dotti Greci fin'aldì
d'hoggi non fi è faputo , che alcuno
fcriueiTe cofa alcuna della Canfora,
medicina eoli adoperata & neceiìaria,
accetto .{blamente Aedo fcrittor ctid-
— ■* dernoi&nonèdamerauigliarfi, che
nei Greci, negli Arabi non riabbiano lafciato perfetta
noti tia-dellecofe, ch'erano di luoghi lontani, & rimo-
ti daloro ; poi che delie cofe , che l'huomo ha nella pro-
pria terra a pena può dare.perfetta relatione di tutte; on-
de non fono da incolpare quelli che della Canforanoru
hanno fcritto tutta la verità .
Quella Canfora è di due guife, vna fi chiama di Bor-
neo, la qualcmai non fi conduce all'Europa, per eifer-
ne molto poca , &daproprij del luogo molto ltimata j
&c ancho perche vale tanto vna libra di quella di Bur-
neo, quanto Val vn Quintale ( che fono quattro anfore)
della Canfora della China, la quale è quella , che viene
in Europa . Di quella Canfora di Borneo fanno i Gen-
tili Baneani , Decanini , & Canarini , & i Mori mercan-
ti , che la maneggiano , quattro parti , diuidendola per
alcuni cri uelli di metallo, co' quali fcielgono, &diui-
dono le perle ; i quali Criuelli fono ordinariamente
quattro, tutti forati a proportione, maggiori , minori,
oc più piccoli; &i! più piccoIo,dcpiu piccoli fori ; (k co-
fi fingono in detta Canfora eller quattro parti,Capo, Pe-
tto, Gambe,&Piedi& tra di quelle (per eilere molto iti-,
mata in molte cofe , & adoprarfi molto ne'cibi ) vale vna
libra di Canfora di Capo ottanta feudi ; del Petto venti,
delle
DELLA CANFORA: 185
dcllcgambe dodici; & de piedi quattro,&: cinque feudi;
& quello più communcmcntc; che quando fi fa,chc ne
è poca , crefee il precio.Sono quefti Mercanti cofi efpcr-
ti> Se viuaci,che non fi poffono ingannare, ne mcfcolar-
gliene vna co n l'altra , che fubito le ne aueggono .
Si troua di detta Canfora in Bornco , & in Bairros, in,
Samatra, Se in l'aceri; Se 1 più de i nomi onde di lei feri C-
fero Auiccnna, &Serapione fono corrotti;perche quel-
la che chiamò Serapione Adepanzor; è di Pacen, ch'è
inSamatra: & quella che Auicenna chiamò Alzuz , di-
cono elìcr della Cunda, ch'è terra confine a Malaca : Se
quella che Serapioncdicc, che fi porta della regionedi
Calca , ha da dire di Malaca; poiché ve n'ha in Bairros,
eh e là d'intorno.
Quella Canfora non è midolla deirarboro,ma Gom-
ma,che'I legno fuda da le, & parte fi aduna dentro del
medefimo legno . Dice il Dottor Orta , ch'egli vide vna
menia del legno della Canfora , che haueua vno Specia-
le , Se vn'altro legno di groilezza d'una gamba d'huomo
del qual fecero dono ad vn Gouernatore delle Indie; Si
ancovn'altra tauola d'un palmo nelle mani d'un mer-
cante , i quali tutti legni moftrauano d'cfleredellarboro
della Canfora. Io hebbi alcuni molto dilicati pezzi di
Scacchi, Se vna caiTctta , doue fi lerbauano fatto ogni
cofa del legno deli'arboro della Canfora, fecondo l'odor
che haueano, copertale mi fu dato, ma non fudaua-
Canfora ne la calla , né i pezzi;ben'è vero,che manegyia-
doli bene, fi viuifìcaua in {ci molto l'odore della Canfo-
ra . Queft a Canfora iuoi'eflerc molto bianca fenza mac-
chie né rode, nò negrc;nè fi diftilla, come dicono li fcrit-
tori, né ii cuoce perche venghi bianca; & di ciò non Ci
A a ha
18* DELL AvC'AN FORA.,
ha da dubitarciperchc il contrario fu falla refationc, che
fu data ad Auicenna , &c Serapione,; comedi terre mol-
to lontane : & feSerapione allego Diofcbride fopra la.
Canfora , fu ingannato . Quanto alla falfificatione del-
la Canfora , in quella di Burneo , foglionfi alcune fiato
ritrouare mefcolati alcuni pezzetti di pietre molto fotti-
li ;& alcunealtre fiate vna certa Gomma, che chiamano
Derros , &c qualche polucrc d'un certo legno ; ma a Mer-
canti & conoicitori di cotal mcrcantia non ftà coperto
detto inganno. Quella che fi troua con macchie nere,
òrofTe, dicono eficre perefiere Hata mal gouernata, ò
perche fìa bagnata ; & quelle macchie le lcuano i Banea-
ni, lauandola fegretamente , (accommodata in vn faz-
zuolo, in acqua calda con fapone , & con fucco di Li-
moni ; &c dapoi che l'hanno ben lauata, l'afciugano al-
l'ombra , & reità molto più bianca , & non perde molto
del pefo . Di dette due fpeciedi Canfora (benché con-
fufamente, fa mentionc Serapione, dicendo che la mag-
gior parte di detta. Confora fi tragge d'Harizj & ch'è me-
no che quella della China .. Il che fi ha da intendere, che
la maggior quantità ,, che fi conduce, è del Chincheo ,
& ch'è più che l'altredi Burneo > perche di lei non fi tro-
ua quantità maggiore , che d'una dramma ; & quella è
la verità, poi cheil tefto di Serapione è corrotto : & i pa-
ni di Canfora,che vengono del Cincheo, chiamato Chi-
na, fono di quattro onci e, & più.. Dicono , che l' Arbòrò
della Canfora è come vna Noce , & ha la foglia bianca ,
come quella del Salice, & il legno di colore diFago, &
che non è leggiera , né porofa . Quello legno , come di-
ce Auicenna, è mediocremente mailìccio. Dicono di
più , che 1'arboro.è grande, alto , fpatiof o , & aggrade-
uole
DELLA CANFORA. i87
uolcallavifta,& che manda fudando fuori di fé la Can-
fora . Non pongo qui il dileguo di quell'arboro -, per-
che io non lo vidi. Qjianto a quello , che dicono , che
il nuolgono moki animali alla lua ombra per eller difc-
fì dalle fiere rapaci, (ì tiene per cofa iauoloia; perche ma-
le difenderebbe quell'ombra dalla Tigre, fiero & cru-
dele animale ( de quali ho veduto alcuni ) il qual fola-
mente con la veduta del fuoco, chegirandoanorno ve-
locemente la corda accefa d'arcobufofìfa, iì tiene in.»
dietro. &iohcbbi cfperienza di ciò molta ne'c ampi , &
ne bofehi .
Dicono, che ne ^li anni che fono molti tuoni, &
tempefte , fi troua più abondanza di Canfora ; nel che
pare che follerò male informati Auicenna, Scrapione,
& A e tio, perche neli'Ifola di Samatra , &: d'intorno a lei,
auengono molti tuoni per la maggior parte dell'anno,
per cflcr vicina alla linea equinottiale ,doueogni giorno
poco , ò molto pioue j onde pare che i tuoni , ò la
pioggia non debbano efière cagione della molta , ò po-
ca Canfora.
La Canfora della China , che fi dice di Pani , fi preìu-
me eflerc fatta della Canfora della China di m anco prez-
zo mefcolata con qualche parte di quella di Burneo : OC
qucfto non bene fi la, perche viene di luoghi molto den-
tro della China , che chiamano il Chincheo , luogo do-
ue capitano pochi Portughefi. Dicono ibaneani, che
ben pare che la Canfora della China fia com pofta , per-
che col tempo fi guaita & cuapora , &: che quella di Bor-
nco mai non fi guaita .
A quello chediceilManardo, che la Canfora è cofa
Jiuoua, & ch'egli crede che ila cofa comporta &c non-.
A a x fempliee,
i88 DELLA CANFORA,
femplicc , fi dee fapere , che fé è compo'fta , è di due ge-
neration! di Canfora ■■> & benché euapori > non è perciò
molto corruttibile ; onde le cofe eompofte fono più atte
a corruttione . Dice Andrea Bellunenfc nel fuo Di ttio-
nario, che l'acqua della Canfora (fecondo gli Arabi)
elìce dell'arboro della Canfora ; & chel'acqua & Tarboro
fono caldi nel terzo grado . Ma di quell'acqua non fi fa
fìn'hora cofa alcuna , ne fi ritroua riuomo che dica di
hauerla veduta ,&c fé ella fi trouaffe, bene fifaperebbc.
IlMatthiolo, &ilRuellio dicono, ch'è migliore quel-
la della China, & che la migliore dell'altra Canfora fu
purificata per vn Re della China. Nel che pare che fi
fìano inganati ; perche la Canfora di Borneo per efler in
maggior prezzo, & più ftimata, fi vende à ragion di Cà-
tes , il qual'è pefo di venti oncie , & quella della China fi
vende a ragion di Barcs ( ch'ogni Bar è di pefo intorno a
feicento libre ) Et quanto al Re della China, non fi ha da
incolparlo che falfifichi , ne compona la Canfora , per-
ch'egli è vno de maggiori Re,che li fappia eflèrlioggr tra
tutta la gente del Mondo, delqualchi Volefie parlare ?
& del fuo Regno, farebbe meftieri difar'un gran volu-
me, perche quella China per grandezza di Regno, per
numero di genti , per eccellenza di politia , & di poffef-
fioni, & di ricchezza, & di gouerno, vince ogni altro
Regno del Mondo . & fono tante, & cofi eccellenti le co-
fe degne di memoria, che fono tra loro.che non fo io chi
poffa effere ballante, ne con qual lingua ad efplicar il
molto che ha in quello Regno . lir benché le cole lonta-
ne per la maggior parte logliano nfonar nella fama più
di quello , che in loro delle fiano J in quelle della China
auienc tanto alcontrarioj che per molto che fé ne dicef-
- fe„
DELLA ANFORA. ,89
fc , mólto niù e , & molto maggiore , & più diuerfa im-
prdlìone fa il vederle , e liei leggerle , ò vdirlc . Per quel-
lo ch'io ho veduto, letto, & vditodilci, non fo qual
huomo vedendola, non dicefle a bocca piena, che le
grandezze della China fi hanno da vedere, oc non da leg-
gere, ne vdire . Chi vonà veder qualche parte del molto,
che nella China li ntroua,legga il libro che fece il Reuc-
rcndo Padre Frate Gafparo della Croce dell'ordine di
Santo Domenico ; & vedrà che tra le molte & diuerfe
mercantic & cofe , che vengono dalla China , Tono mol-
te varictàdi va/i d'argento, molto riccamente lauorati,
turto il feruigio della cafa , &c letti , &c fedic tutto fatto
d'argento di nleuo, & delicatiiiìmamcntclauoratoco'l
bonno. Molta quantità di leda lauorata, &daIauora-
re , che per non dar dubbio al Lettore , mi tacerò in que-
llo luogo. Vieneanco molto Oro, Mufchio, Perle, Ar-
gento viuo , Rame, Onaprio,molte Porcellane, Se di ef-
ie alcune, chevagliono due volte più che Argento, Se
altre molte cofe coli di mcrcantie, comedi dilicatezzc.
Io trouai per mein quelle parti due Stucchi di Argento
con tutti 1 ferramenti Chirugici coi! i piccoli, come tutti
gli altri più grandi da Caurerij , Speculi, Seghe , Martel-
li , & tutti di argento iauorato , Se tanto riccamente fat-
ti , che tra gli Orefici di quell'arte no lì potrebbe diman-
dar più. Chiamano gli Arabi la Canfora Capur, Se Ca-
fur , facendo poca differenza dal P. all'F. Rafìs fa la fua^
qualità fredda, Se humida i Auicenna fredda Se lecca nel
terzo grado > & i più feguono Auicenna i benché per lo
fuo grande odore , Se per cffer'cuaporabile , ila paruto a
molti ch'ella Ila di compiendone calda , Se non è fé noiu
fredda, co me lì vede ne fuoi effetti, poi che applican-
doli
,9o DELLA CANFORA,
doli in qualche oftalmia molto calda, & in qualche fcot-
tatura di fuoco , ò in qualche infiammagionc , le rinfre-
fca fommamente ; & umilmente tutti i Gentili la gra-
duano fredda & fecca. Quanto al fuo grande odore,
perche la Canfora è euaporabilé, & manda fuori quei
ch'ella ha ; & la Rofa , e'1 Sandalo per cflcre coftrettiui,lo
ritengono in loro,& no lo lafciano eiTalare,ella viene ad
hauer l'odore più grande . Dice Auicenna , che la Can-
fora fa vigilie , il che non è effetto di cofe fredde,
ma più tofto prouocano il fonno . A quello
lì dice ch'ella fa & ìbnno & vigilia . La
poca quantità di fuori , ò di den-
tro prouoca fonno ; & la
molta , & l'cccefliuo
\{6 di odorar-
la , feccan
do
il ceruello è cagio-
ne di vigi-
lie.
CARAM-
191
CARAMBOLE.
19*
DELLE CARAMBOLE. CAP. XXXIIII.
L frutto chiamato da Portoglieli Carabole ;
& da Decanini , & Canarini, Camarix; da
quelli di Malaca Bolimba ; da i Malabari
CatamboIas;a quali anco dicono i Canari-
ni, Carabeh;& iPerfìani Chamaroch; & in
Turco,& in Arabico non han nome; perche non le han-
no conolciute; è frutto d'un'arboro della grandezza d'un
Cotognaro,che halafoglia come quella del Pomo, vn pò
co'piu lunga, tinta di un verde o( curo, & al fàpore alquan-
to amara . Il fiore piccolo , bianco,& rollò, molto bello
& aggradeuole. Ha cinque fogliette fenza odore alcu-
no^ il faporc di detto fiore è il proprio dell' Acetofa . Il
fuo frutto è tanto grande , quanto un buon'ouo di galli-
na oblongo , giallo, bello, diltinto in quattro parti, con
lcconcauità alquanto a dentro, chegli danno molta-,
grada. Ha dentro alcuni piccoli, & teneri offetti. Il fuo
ìapore è d'un'agro molto faporofo .
Quello frutto s'ufa molto inMedicina, & ne' cibi;
perche lo danno a mangiare quando è maturo a quelli ,
che hanno febbri coleriche ; & fatto in confcrua di Zuc-
caro, lo danno in luogo di firopo acetofb . E1 confcrua
molto faporofa, &cdi molto appetito. I Canarini fan-
no del fucco di qucfto frutto ( con altre medicine ch'effi
hanno della Ior terra ) Colliri; per le nebbie degli occhi.
Vidi io vfare quefto frutto fecco in poluerc con foglie
di Betele , ad una Comare per cacciare le fecondine da-
poidel parto, &la creatura morta nel ventre. Detto
frutto in conferua è tenuto molto in vfo .
ZAFRA-
*?3
ZAFFRANO DELL'INDIE.
Bb
i?4
ZAFFRANO DELL'INDIE,
e a p. XXXV.
L Zaffran dell'Indie :, tenuto da al-
cuni per lo Curcumani, o Meimi-
ran, è chiamato da gli Arabi Ha-
bet ; da Pcrfiani, Darzafd,da i Ma-
lachi , Cunhet ; da Malabari , Ma-
rnale; da Canarini, Aladi. Anco Io
chiamano molti Arabi Curcum-» i
& i Turchi Saroth . Ha le foglie maggiori, &: più larghe,
che quelle del Tefticolo detto Serapias , del colore delle
foglie della Scilla , più chiare , & più fonili . Il fuo pie-
de, ò tronco è fatto di congiontione di foglie. Laradi-
ce è molto limile al Gengiouo di fuori, & di dentro è
molto gialla . Mafticando detta radice, per la ma molta
humidità,non fi fente di fubito nella bocca il poco ama-
ro,ch'ellaha ; ma di là ad vn pocofifente alquanto di
amaritudine,abbrufciando la lingua non tanto, quanta
il Gengiouo . Quella radice è vna medicina molto vfa-
ta nelle Indie coli per tingere i brodetti ; come per le in-
firmiti de gli occhi ; & per la fcabbia con fucco di Aran-
ci , Litargirio , & Oglio di Coco . E' mercantia ,. che fi
porta in abondanza per l'Arabia, per la Perfia , oc per al-
tre parti. Nèèmolta nelMalabar, inCochin, inCa-
nanor,in Calecut , in Tanor . Dicono i Perfiani,& Ara-
biche non fi troua nelle lor terre , ne in Turchia, fé non
quella, che portano d'India. Prefume il Dottor Qrta,
che Auiccnna ìcriuefle di detto Croco nel libro fecondo
al capitolo zoo. chiamandolo Calidunium, oCalet-
iìum : & che di ciò parla Auicenna con timore, come di
cofa^
DEL ZAFFRANO DELL'INDIE. \9$
cofa , che non era nella fua regione i allegando opinioni
d'altri: noneflendo merauigliache al prefentetia il no-
me A rabico corrotto , perche egli pare, che co/ì eh Ara-
bi,come gli Indiani le chiamino Aled,il qual nome può
efière flato corrotto , chiamandolo poi Caletfìum • &
che più l'obliga a penfar ciò, vedendo quanto egli fcriiTè
nel capitolo De fece fece de Curcuma,o Curcumani che
fi contorma con cjuefto . Et perche in quelli due capitoli
fa quelle medicine gialle, & dice che giouano a zìi
occhi ; & perche quelle cofe ficonuengono
alla Celidonia,difTèro alcuni,chc que-
lla medicina era la Celidonia.
Ma ben conliderando, e^li
parc,che ne detti due
capitoli Auicé
nanóhab
bia
parlato fé non di
quefta medi-
cina.
Bb 1 GEN-
I5>6
GENG IO V O.
19J
DEL GENGIOVO. CAP. XXXVI.
ps|Ì L Gengiouo (chiamato da Latini Zingiben
da gli Arabi, Perfìani, &c Turchi, Ginzi-
bil.IGuzarati, & Decanini, & quelli di
Bengala , quando egli è frefeo , lo chiama-
no Adrac y & quando è lecco , Suete . I Malabari al ver -
de&fecco, dicono Ingi. Quelli di Malaca, Aliaa. I
Catalani Gingcbre. Gli Italiani Gengiouo. IFrancefi,
Gingembre . 1 Tede fchi Ingber . I Portoglieli Gcngibre )
è di altezza da tre fin quattro palmi : hi le foglie molto
limili a quelle dell'hcrba , chiamata Lachrima lob ■■> ouer
MiliumSolis: il furto e della groflczza dell'Asfodelo ,,
ouer Hartularegia:è tutto fatto d'un'adunamentodi fo-
glie, di modo che lìmiglia alle piccole canne verdi. Le
radici fono quali limili a quelle dell'Iride:. Nafce quello
Gengiouo in molto grande abondanza per tutte le Indie
Orientali , come in Bengala y in Dabul , in Bazain , & in
tuttoilMaIabar,dou'èla maggior quantità. Il miglio-
re nafce di feme,& di radice comunque li femini v òdda
fé lenza feminarfi nafce in molte parti, &ù non molto a
dentro fra terra ; ma follmente ne luoghi più vicini al
Marc. Quello Gengiouo Ita tutto l'anno verde, & per
conferuarlo , lo colgono il Decembre, & Gennaro , & lo
feccano , &c cuoprono di Creta , per turarli i pori , & bu-
chi, ch'egli ha , perii quali lì corrompe facilmente; &
anco perche con la Creta lì conferua più frefeo , &c reità
piulaluahumidirà fana, &.egli più preferuato da ver-
mi . Gallato frelco , punge la bocca molto poco , & fi
fente molto manco che il lecco i & quanto il fico dou'e-
glinalceè più humido, tanto è egli manco acuto ; &.
quanto^
rp8 DEL GENGlOVO:
quanto è più Cecco , più punge. L'ufano nel principiò
della tauola verde in insalata ; & oltre che egli è appeti-
tolo ; mollifica il ventre ; &c d'altra parte ferma l'ufcita
nata da indigefcione . Fanno di detta radice confèrua di
Zuccaro, pestandola prima molto bene, de infonden-
dola in molte acque, perche ila più dolce . Et di quello
quello, che ricolto in buona Stagione, & ben curato , &
preparato prima che lo cuocanonel Zuccaro, è molto
buono , & molto faporofo , & tenero al mangiare 5 &
quello , che lafcia fili nella bocca, & amareggia , è triflo.
Serapione lo chiama Lingibil ; ma il nome è corrotto.
A quello , che dice Galeno , che viene di Barberia; fé per
Barberia egli intende regione Straniera , dice bene . Dio-
fcoiide diflè,chc ve ne ha nella Trogloditica, & nell'Ara-
bia ; &c che nelle Ifole del Comaro fi troua,che fono con-
fini alla detta terra ; &c nell'Ethiopia molto poco . Mav
in quanto egli dice, che ve ne ha nell'Arabia, eglifi in-
gannò 5 perche quiui non ve ne ha , ma è mercantia che
vi fi porta . Dice oltra di ciò Diofcoride nel libro fecon-
do al capitolo 149. chele radici del Gengiouo fono pic-
cole , come quelle del Cipero , & non fono cofì , ma co-
m e fono difegnate . Et non fi deue vituperar, nèlafciaro
quello , che è coperto di Creta ; dicendo che per eflèr fo-
rato , trillo , &c putrido lo incretarono ; perch'cgli
non vien coperto di Creta per quelle cagio-
ni, ne perche pefipiu; ma fola-
mente per confèruar-
lomegIio,comc
s'è detto.
IACA.
I A C A.
ì99
ÌÒO
DELLA
I A C A. C A P. XXXVII.
I ritroua vn'arboro in alcun e Ifolc del-
l'India preiTo all'acqua, chiamato da
Malabari Iaca : & da Guzarati Panax:
da Canarini Panafu ; il quale tutto che
non fìaMedicinale } tuttauia per efler
lui , & il fuo frutto coli bello , & di
tanto ftrana grandezzate ne dee far tnentione, & dife-
gnarlo. E'ildcttoarboro moltograndc,&molrogrof-
fo . La fua foglia è d'un palmo verde chiara con vn ner-
uogrofTo, & duro nel mezzo . Il pomo è grande, lun-
go , & groflo , & tutto verde ofeuro , coperto d'una du-
ra, & grolla feorza, tutto circondato di punte, come dia-
manti, & ogni punta ha uno fpino corto, & verde, &
le punte nere molto iimili alli {pini del Dorionc; ma non
fono coi! acute, ne pungono, benché lo minacciano.
Il più piccolo di detti frutti è della grandezza, come la
maggior Zucca , & più graffo ; principalmente nel Ma-
labar > perche quelli di Goa fono peggiori , & più pic-
coli, & più infìpidi ; ma quelli del Malabar molto mi-
gliori. Quando il detto frutto è maturo , ha buono
odore5 del quale fono due fpecic , vna chiamata Barca ,
ch'eia migliore in tutto ; & l'altra chiamata Papa, ò Gi-
tala!, la quale è più trilla i & quella vltima li conofeev
nella tenerezza 5 perche ponendomi! la mano , dà luogo
al dito, come la pafta . Il prezzo del migliore di detti
frutti non pafTa intorno quaranta Marauedis. Nafce
quello frutto dal Tronco dell'arboro,& da' rami,& non
nafce dal rullo, ò piedi delle foglie, come gli altri frut-
ti . Tagliando quello frutto col coltello da vna cima al-
l'alerà
DELLA r A C A: i<5i
l'altra fi moftra di dentro tutto bianco, & carnofo, di~
uifò tutto in cellette, ò ricettacoli pieni di Caftagne, più
lunghe & più grolle de Dattili , & bianche di dentro
come le Caftagne ordinarie , & coperte d'una tonica fo-
fca . Mangiate quelle crude, hanno vn (apor tcrrclìre, &
afpero,come Ja ghianda verde; & producono molte ven-
tolìtà: ma arroltitc come le Caftagnc di Spagna, haru
buonfapore,&inciranoalulTuriai per lo che la gente
poucra l'ufa molto. Ciafcuna di dette Caftagne è coper-
ta d'una carne gialla qualche poco vifeofa ; & benché fia
diucrfadalDorionc, tiene tuttauia con lui qualche il-
miglianza . Qucfta carne, che copre le Caltagne, è di
buon faporc; & quella ch'è della Iaca( chiamata Bar-
eoa) è molto buona, &hai!fapore limile al Mellone j
ma è molto difficile da digerire , & oppila molto : & di-
cono i Medici della terra , che fé fi corrompe nello fto-
jnaco , genera humori velenofì; & che quelli,chc hanno
in molto vfo il mangiare di quelto frutto, fono
apparecchiati a cadere nella vclenola , &
peilìma infermità chiamata Morxi.
Quelto frutto chiamano gli
Arabi Panax y &c Iaca ;
&c i Perfìani mu-
tando il P.
in F.
lo appellano Fa-
nax.
Ce DELLI
D E L L I I
C A P.
M B O L A
XXXVIIL
N I.
I è vn'altro frutto chiamato volgar-
méte Iambolani , che s'aflòmiglia alle
Oliue mature di Corduba .. L' quefto
frutto acerbo nel fapore , & ftnnge la
gola . La foglia è cjuafì come quella-,
del Corbczzuolo , ò Albatro de gli
Indiani . 11 fapor della foglia è molto naturale con*
quella del Mirto verde . Il colore del legno di fuo-
ra è come quello del Lentifcoi & è frutto,
da mangiarli coi Rifo cotto appetito-
lo & ordinario . Non è Medici-
nale , ne {limato molto,
Però non lo dipin-
go altrimen-
ti.
IAM-
10 J
I A M B I.
Ce a
icf4
D E*
I A M B I C A P. XXXIX
ÌN'ALTRO frutto ha nelle Indie
tanto aggradeuole alla vifta , oc ta-
to foaue di odore, & tanto grato
al gulto , ch'è degno di eflcre dife-
gnato , & che fé ne faccia mentio-
nc , okra ch'è medicinale . L'arbo-
ro, che produce cjuefto frutto d
chiama lambcro, & è della grandezza del maggiore Ara-
ciò di Spagna , fk molto folco di rami , &c di grande om-
bra , molto bello alla viltà , cV molto più il fuo fiore , e'i
fuo frutto . Il tronco , & le rame fono fofche di colore,
& fi rompono con molta facilità, &: la foglia è molto
bella, & molto hfeia, tinta di fuori d'un verdechiaro,
& di dentro più ofeuro , con vn neruetto alquanto grof-
fo nel mezzo, & con molte venette ricamare d'ambe-
due le parti. Ha ciafeuna foglia di lunghezza vn palmo,
& tre diti la maggiore. II fuo fiore è rollo e purpureo,
d'un color molto viuo, con molte fibre , ch'efeonoda
tutto quel di dentro . E' il fuo colore , & eflo tanto
bello, che dà gran piacere alla vifta; & il frutto, il cui no-
me è Iambo, fi è della grandezza d'un Pero del Rc;& è di
due maniere , alcuni fono tinti d'un rofio tanto ofeuro ,
che paiono neri i& i più di quelti non hanno ofli dentro,
& in tutto fono migliori . Gli altri fono bianchi , &
hanno vn'oflo bianco non molto tondo, duro, & della
grandezza d'ungono diPcrfico, lifeio, & coperto d'una
pcliicina bianca , & pelofa ; & a quelli ( benché fian de-
gni d'eflcr mangiati dal più dilicato huomo del mondo)
Ti primi vanno innanzi . Il fuo odore è come di fina ro-
DE I A M B I. xo5
fa , & è freddo , Se humido , & molto molle nella boc-
ca i la cui feorza è canto fottilc , & tenera , che non lì può
leuarecon coltello. Quelli arbori ficcano le loro radici
molto nella terra i &da quattro anni innanzi rendono
frutto, del qual fi caricano molte volte all'anno, &gia-
mainonfi veggono vuoti di fiore, & di frutto i Itando
quali fcmprcilpièdell'arboroin tutto l'anno colorito di
que' bei fiori , che alle fiate pare il terreno lotto al fuo
pie tinto di colore di grana \ & coli tiene femprc ne'mc-
defirrù rami fior, & frutto verde, & maturo- pendio
vn fiore va cadendo , & l'altro nafecndo; & de frutti vno
fi va maturando , & l'altro crefeendo , & l'altro il va co-
gliendo . Et crollandoli l'arboro, confacilitàcadcil frui-
to maturo ima togliendoli dai rami , filcuano, & di-
ltaccano. Sogliono mangiar/i nel principio del cibo.,
& tra il giorno . Sono freddi , & numidi , & chiaman-
fi nel Canarin, & nel Malabar Iamboli . Il fapor del fio-
re è molto fimilc alle Viti. Di qucfto fiore,& frutto fi fa
molto laporofa conferua di Zuccaro, & è molto
vfata nelle febbri coleriche, & per mitiga-
re la fetc. Chiamano gli Arabi quc-
fto frutto,Tupha Indi. I Perma-
ni, Tafat. I Turchi, Al-
ma.! Canarini, Iam-
boli . I Porto-
ghciì,la-
bi.
OELLI
DELLI
IANGOMI, CAP. XL.
' I Sono alcuni altri frutti chiamati Ian-
gomi , i quali fono quali fimiJi allo
Sorbe , & nel colore , & nel faporc, co-
me le Prunc,ritondi, & mal maturi i il
cui afboro è come quello del Pruno
nella fembianza , nella foglia, &nel
fiore. Si troua coli ne' campi, come ne' bofehi , &C
nelle polTeffionii & per mangiarfenc il frutto ,
benché fia maturo, fi maneggia pri-
ma co* diti i &c è molto attin-
gente j & per lo mede-
fimo effetto di
aftringc-
rc
viene egli
vfato.
DE MI-
DE MIRABOLANI.
C A P. X L I.
Mirabolani per eflcr medicina benedetta,/,
& (anta, fono polli tra le medicine Sacre i
perche eflcndo folutiui , euacuano , & pur^
gano il corpo da fuperflui , & trilli hu-
mori, confortando il cuore, e'1 fegato , &c lo lloma-
coì & mefcolati con altre medicine vehementi , raf-
frenano la loro malignità, & acutezza, oc efìì perdo-
no vna certa lor natura oppilatiua , che hanno . Di que-
lli Mirabolani fono cinque fpecic diuerfe , nate da dir
uerfì arbori, & interré diuerfe. Quelle cinque fpecic
fono Citrini, Chcbuli , Indi, Emblici , & Bellerici .Na-
feono in terre diuerfe, come in Bengala, nel Decaon,,
inBifnagar,& nelGuzarate, douenafeonoi Mirabo-
lani Chcbuli ;& in tutto ilMalabar, in Dabul,, Cam-
baia , e in Batticala fi trouano le altre fpecio .
Et quelli fono quelli , che (I conducono in Europa fec-
chi,&in conferua; &: principalmente quelli che con-
ducono per le Specierie fono delle terre più volte alla-.
Tramontana, per efler meno foggetti a putrefattione,fe-
condo che l'efpcrienza ha moilrato . Et quelli Filici
Gentili di Goa affermano, che nella loro Ifola hanno le
tre fpecic vfate nella Medicina, chiamate nel lor lin-
guaggio Antichi; & il Vulgo le chiama, Arare; cioè, ri-
tondi ■■> che fono quelli chiamati da noi altri Citrini , co5
quali purgano la colera . Et li fecondi chiamano Annua-
li ■■, & noi altri Emblici . Et i terzi Rezanuale ; &: quelìi
fono gli Indi . Et gli altri chiamano Gotin , cioè ; Belle-
rici. Et i Chebuli chiamano Aretca ; & quelli ch'elfi me-
no vfano.
±0% de» mirabolani:
novfano in Medicina fono li chiamati Amuali, cioè»
Emblici .
Et benché fi mangino frefehi per appetito , come in
Ifpagna le prime fiefche; tuttauiadc fecchifi fcruono
per conciar le pelli in luogo di Sumaco ; & per far tintu-
ra -, &c per mefcolarli coll'aceto del paefe ( il qual è
quello , che fi fa della Palma , come al fuo luogo fi dice )
al qual danno faporc, oc lo fanno più forte. E'fouer-
chia la dipintura di detti arbori , per non hauer molta
diuerfitàtraloro , benché ne fia alcuna come diremo.
L'arboro de' Citrini è mezzano di grandezza , & ben
folto di molti rami , & bene ordinati , & ha la foglia co-
me quella del Sorbo . Quello de gli Emblici ha la foglia
minuta com e quella deli'Helechio, & più groflà . Quel-
ìo de gli Indi ha le foglie firn ili a quelle del Salice . I Bel-
Icrici hanno le foghe quafi fimili a quelle del Lauro
nella figura > ma non coli grandi, ne coli groflè , & il co-
lore più bianchiccio . De' Chebuli dicono eficr la foglia
iìmilcalla foglia de PerficL Queftarboro de Chebuli
non vidiioi ma dicono eflcr dell'ifleilà grandezza de gli
altri , i quali tutti fono delia grandezza de Pruni, ma più
ritondi, & di più ampia,& folta coma .-
Sono i Mirabolani freddi nel primo grado , & Zecchi
nel fecondo ; & quefta èia qualità, che tutti gli danno,
hauendò riguardo alloro pelo, & faporc acctofo. Gli
vfanoin decottione per purgare, dandone molto mag-
gior quantità, che noi altri. Viano ancorai Chebuli,
Citrini , & Indi in conferua di Zuccaro ; & quefti Che-
buli fono da quelle genti molto più (limati , che da noi
altri , principalmente quelli che eccedono la commune
grandezza .
Vien'u/i-
J>F MIRABOLANI. 2è£
Vien'ufatoilfuccodi tutte quelle fpecie di Mirabo-
lani frefehi ne" flufli : & 1 medelìmi Citrini , cv: BcIIcrici
nei principio del mangiare da quelli che hanno fìuiìo,
& lo iìomaco lubrico .
Il color de Citrini e tra il verde e'1 giahVgrorti di feor-
za, graui, & pieni, c'iluo orto molto leggiero . Gl'Indi
(che tono 1 più negri di tutti ) quando fono maturi , fo-
no groili , iodi , & fenza olio . I Chebuh hanno il color
rollò ofeuro , la fcoiza grolla , foda , & greue i & ponen-
doli nell'acqua, fé ne vanno al fondo. DeBellenci, &c
Emblici fono migliori i graui, fodi, pieni, fuccofi,&
con pochi olii. Darti la infuiione de Mirabolani perfol-
uer'il ventre , & per pu rgarc ; & la poluere per conforta-
re^ rilrringere . Fortificano tutti i Mirabolani le mem-
bra interne; rifuegliano il fentimento, & l'ingegno; al-
legrano il cuore ; chiarificano il fangue , cacciano la Me-
lanesia , & producono buon colore . I Citrini purga-
no la colera; reprimono l'infiammaggione de gli occhi;
chiarificano la viltà ; afeiugano le lagrime importune.
I Chebuli purgano il Flegma, & giouano alle feb-
bri antiche. Gl'Indi ( chiamati negri )eua-
cuanola Melancolia, & la colera adu-
lta ; & giouano alla Lcpra , & al-
la Quartana . Gli Emblici,
&c i Bcllerici purga-
no più il Flc-
gma.,
&
confortano il
ceruel-
lo.
Dd NE-
ZIO
NEGVNDO MASCHIO.
NE-
Ili
NEGVNDO FEMINA.
Dd
.2 T2,
DEL NEGVNDIO.
CAP. XLIL
VE arbori fi ttouano in moltepar-
ti dell'India ( principalmente nel
Malabar) coli medicinali & tanto
in vfo,che in moke infirmiti fi va-
ghonodilorocon buon fucceilo.
Vno di quelli è Mafchio, chiama-
to da Canarini Varalo Nigunda;
& è grande come vn Mandorlo, & ha la foglia dalia par-
te di /opra verde alquanto intagliata d'intorno ; dalla
parte di fotto è pelota , & come la iftefla Saluia . Ben fi
poria comparare quella foglia del Mafchio nella gran-
dezza, & fembianza di lungc con la foglia del Sam-
buco >& il fuo fiore è molto cornfpondentc al fiore del
Rofmarino.
L'altro chiamato Ncgundo femina^ o Norchila da
Portughefi ; fi chiama communemente nel Canarina
Niergundi ; & nel Balagate Sambali \ & nel Malabar
Nochie :& le due piante collii mafchio, come lafemi-
na chia mano gli Arabi , Perfiani , & Decanini , Bacchiej
& i Turchi Ayt.
Lr della medefima grandezza del primo , & ha la fo-
glia maggiore , & fenza intagli , & più rotonda > & que-
lla fi aiìomiglia molto alla foglia del populo bianco »
L'odor ,&fapore delle foglie d'ambedue lefpecieèco-
me quello della Saluia j ma manicandole , lafciano pili
amaritudine & acutezza , che quelle della Saluia . Nel-
la fuperficie della maggior parte di dette foglie , fi troua
la mattina attaccata vna fchiumarnoko bianca, che da
lei fi diftilia la notte .
11
DEL NEGVNDIO. , nj
Il fiore prima che fìa aperto e alquanto fofcoj & aper-
to , è molto limile al fiore del Rolmarino . Il luo frutto è
molto umile al Pepe nero, & è di fàpore acuto. Noru
abbrufcia quello teme tanto, quanto il Pepe, ma poco
meno del Gengiouo. Ticnfì qucft'arboro per mezza-
namente caldo , & il luo feme vn poco più . La foglia ,
fiore, & frutto fuo fi adopra( coli pelli, & applicati, co-
me cotti inacqua, òfrittineiroglio,ò come meglio pa-
re ) in tutti i dolori liano da qualunque cagione li voglia;
& principalmente ne' dolori delle giunture da aigion
fredda , & nelle infiammagioni ventole fa mirabili effet-
ti. L'applicano nelle contufioni ancorai & quefte fo-
ghe peliate & applicate alle viceré, benché fiano vec-
chie , le digerifee, mondifica, & le riduce a perfetta fa-
nità , le il corpo non fi troua molto impuro . & certo in
piaghe , in apolteme , & in contufioni fa tali effetti, che
distrugge 1 Chirurgici. Le donne filauano d'ognitem-
po tutto il corpo con la decottione delle dette foglic,deI-
lc quali fi vaghono in molte cofe . Et tanta è la fede , oc
confidenza, che nelle dette foglie, fiore, & frutto han-
no le donne per concepir, &: ingrauidare,che lapidareb-
bcro chi lor voleile dire il contrario .
E' tanta la quantità , che di detti arbori medicinali fi
confum.iin tutte quelleparti, cheloconofcono, chele
Dio non gli prouedtua col raddoppiarli i rami che li ta-
gliano , già farebbero confumati , ò venuti a molto
prezzo ) ma quanto più li tagliano, erompono, tan-
to più crefeono j & tutto l'anno hanno le foglie. E'
tutta quella pianta molto conofeiuta & vfata dalle
Comadri.
NIM-
114
NIMBO.
DEL NIMBO. CAP.
215
X L 1 1 1.
Avvi vn'altroarboro molto me-
dicinalc,& molto ftimato da Chri-
ftiani , & Gentili , & da tutti quel-
li di quelle parti dell'Indie, 1 quali
albori naiconoin poche terrei &
nelle più, doue fi conotee, fi chia-
ma Nimbo ; & i Malaban lo oliia-:
mano Bcpolc.E della grandezza del f rallino , col qualo
di lunge ha gran fbmighanza . Le foglie fono verdi d'o-
gni parte, &non fono fofche, né pelote , & in tutto il
circuito fono minutamente dentate, & acute ; &fonoi
rami molto pieni di foglie . 1 fiori fono molti , bianchi,
& minuti , & hanno cinque foglictte , & nel mezzo pro-
ducono alcune ponticellc gialle , & odorano come Tri-
foglio odorato . Il fuo frutto è come le oliue piccole tin-
to d'ungiallo chiaro, & la feorza molto lottile, & na-
fccapiede' rami.
Di quelle oliue fanno oglio molto medicinale per li
ncrui, & nel Malabar viene adoprato molto per guari-
re ferite, & punture dc'nerui, fpafìmi, &: altre molte
cofe . Le foglie di detto arboro ( le quali fono mezzana-
mente amare) fono fommamente buone per curar pia-
ghe callofe , fordide, & cauernofe, benché fìano di mol-
to tempo , cofì ne gli huomini,come ne caualli , appic-
candole pcfte con vn poco di fuccodi Limone ; & que-
llo folo bafta a digerire , mondifìcare , incarnare , & ci-
catrizare , fenza alcun'altra cofa .
Io certo vidi grandi effetti di quefte foglie, & dell'o-
glio di quello frutto : &il Dottor Ortaèbuoatcftimo-
nio
».
istf DEL NIMBO.
nio,poi che co eiTefanòil fuo cauaIIo,come riferifce egli
nel Tuo libro . Vfano ancora il fucco di quelle foglie co-
fi prefo per bocca ( mefcolato con vino , ò acqua , ò con
brodo di pollo, oda fé folo, eome meglio lor pare &
piace) come applicato di fuori (opra l'ombilico con vn
poco di fiel di bue , ò d'aceto, ò d' Aloe ; ouero da per fé,
per vccidcr ogni generationc di vermi , & cacciarli fuori
del corpoj& è rimedio familiare & eccellente per le gen-
ti di quelle Tcrrc,lc quali per la maggior parte fono f og-
gctte a vermi , & principalmente nel Malabar . Si
tiene anco quefta foglia , fiore , & frutto
molto in vfo ne' dolori delle giunture ,
nelle gonfiezze, nella debolezza
de' membri , & nelle apo-
steme. Et loglio di
quefto frutto fi
adopra
ordinariamen-
te affai.
DEL
2*7
DEL REOBARBARO. C A P. XLIIII.
7fC ,^T <.»
k^Ci/r
s^sTroTiì
L Rcobarbaro (medicina Angolare,'
& degna d'cllere honorata da tutta
la generatione human a ) fi rirro
uà iolam-encc nella China, donde
lo portano a vender a Cantar ( che
il Porto dei maggior commercio
della China , douc Hanno i Porcu-
ghcfi)&dilà lo conducono per Mare all'India: & di
qucfto , che viene per Marc non il fa molto calo per ve-
nir per la maggior parte guaito ( perciocheilReobarba-
ro li corrompe molto facilméte nel Marc') &. dellamedc
{ima Terra dentro della China lo portano alla Tartaria ,
& per la Prouincia di Vzbcche lo portano ad Ormuz, &c
a tutta laPcrfia , & Arabia , & Alexandria, donde fi di-
ftnbuifcc per rutta l'Europa:& quefta è la verità del Rco-
barbaro guanto fìn'a queft'hora fi ha potuto fapere;
nèhoioritrouacoalcrodilui, ne il Dottor Orca con la
fua diligenza non ha potuto intender più. di lui, fenoli
che non Te ne troua in alcuna parte delle conofeiute , ec-
cetto che nella China . Benché fi dica, che nella Prouin-
cia di Vzbeche in vna Cicca chiamata Camarcandar fi
ricroua qualche Rcobarbaro 5 ma che non feruc in quel-
le parente non per purgar i Caualli , come fi fa nella Pcr-
fia,& nel Balagaces& quello fi prefume efTèr quello chia-
mato Turchefco , del quale dice il Lacuna, ch'è il peg-
giore, & manco efficace, &c che lì compara alRiopon-
tico ; ma non s'intenda, che fia di Turchia , ne di là
intorno .
A quel che fi dice , che il migliore è quello , che vie-
Ec nedel-
zi8 DEL REOBARBARO.
ne dcirinciia ,' &: pòi queflVche viene di Barberia ; fi ha
da intendere , che viene dalla Chi na all'India , & in Bar-
barla prima che a quefte parti , poi'che folamentc egli fi
troua nella China , come fi è detto ; & di quefto ch'è il
migliore, quello che portano per terra in Perfia,& quin-
di a Venetia per la via d' Alexandria, & per la via dlAlc-
po,& Tripoli di Sona-, & da Vencria Io portano in Spa-
gna^ quefto è migliore, perche palla manco Mare, &c
il più del camino è per terra ; & quello , che conducono
d'India a Portugallo, fi guafta più prcfto,per paflar mol-
to Mare> .
Quanto a quelli che feri fiero del Reobarbaro , dicen-
do,che lagehtedi quelle parti lo fuol metter in infufio-
nc, & poi (premerli la fbftanza „ & di quella efprcflìo-
ne purificata al Soie, far trocifei, per purgarne! Princi-
pi; 6£che atioi mandano le radici vincide,& lenza virtù;
fappiafiùii certo , che tal cofa non è vera ; & poria-»
eflfcr , che folTeftata leuata quefta fama, per quello
che fogliono fare alcuni mercanti Gentili, perche non fi
corrompa cfto Reobarbaro cofi tofio (come vno di que-
ili mercanti Canarini h uomo da bene mi affermò, giu-
randomi tutto quello , che potea giurare, perche gli c|lo
eredeilì ) che {blamente per preferualo da vn certo Ver-
me, che lo fuol mangiare , &per preferuarlo meglio
da corrasione , gettauano di fopra à quel Reobarbaro,
ch'è più porofi>, ò colto di più tempo, dell'acqua cal-
daia non ardente; &chepauaca facquapereiTo^'a-
feiugauano corrpanni & l'àppendeuano ne* fili, perche
fi afciugaflc ; & che alle volte gli turauano qualche buc-
eo con Pepe pefto,& con cera ; & quando era lecco , Io
conferuauanodcntrodclPfilioydoucficonfcruauamol-
to più
DEL REOBARBARO. 4,9
to più tempo -, & che quel pezzodi Reobarbaro nel qual
£crouiu.i (I buccola, doucera ttrtreappelo; quello era
il preparato; & che tra loro non lotcneuano per peggio-.
re,nè gli parea che haueflc pcrio molto della fua~virtù> &
chegettauano via quell'acqua, nèh raceuadi-lei conto.
Qudto è quinto ho potuto fapcrc del Rcobarbaro più
particolarmente.
Si elegge del Reobarbaro il più frefeo ; quello che ti-
ra al rollo ofeuro ; quello che eilèndo raro , e greue ; &C
quello che iniìeme è amaro, &' altri ngente al gufto, &C
mallicato tinge molto^comc Zaffrano . E caldo , & lec-
co nel fecondo grado •;■& è di alcune parti terrestri , dal-
le quali tiene l'attringenzavai di alcune aeree, che lo fan-
no cilerccofi leggiero ;& di alcune ignee , donde nafee
l'amaritudine, ch'egli poflcde.
h' il Reobarbaro medicina tanto benedetta , & fama,
che per mancare d'ogni malitia, lo danno in ogni tem-
po, & ad ogni età a fanciulli, & a donne grauidefenza
fcrupulo . Quando vogliono folamentc purgare , &c
mondificarc li membri intcriori, & aprire le oppila-
tioni, 11 dà la infufìone; & quando vogliono riliringere,
fìdàinpoluere; per lo quale effetto è meglio arroltito.
Se col Reobarbaro in inf.ufionc, fi mefcola laSpica Nar-
di, rende la virtù più efficace. Non patifee detta ra-
dice decottionc; perche cuocendoli, fc li nlbluc la fua
facoltà.
Purga la colera, & il Phlegma;mondificalo ftomaco;
conforca il fegato, & la milza; disfa le oppilationi ri-
belle ; chiarifica il fanguc ; rifolue l'Ittetitia , & l'Hidro-
pifia; acqueta le febbri ardenti ; riitringe ogni Annodi
fangue^ Dato in poluerefinuna dramma con legittima
E e x M umici,
zio DEL REOBARBARO.
Mumia,& Con aequa di Piantatine, prcferua da ogni
inconucnientc quelli,che fono caduti d'alto; arrofbto &:
datoa bere con acqua di capitelli di rofe , gioua*
con tra la diiTen cena » alla qual gioua ancora
arroftito, & dato con vino aftringen-
te,.&fuccodiPiantaginc. Con*
feruafì il Reobatbaro in-
uolto in panni ince-
rati , o dentro
del Mi-
ò dei pa-
lio.
.
mas
X . .1
amba:
Zìi
. I I
AMBARI.
Ili
DE GLI AMBARI. CAP. XLV.
18115^5131' ^ R B ^ ó,cticdàiIfrutto,chiamato
fe SjLfffl Ambari,ègrande&groiTo. Lafoglia
è della grandezza di quella della Noce,
ma non di quella figura , ma come è
dipinta. Quefta foglia fi è d'un verde
chiaro piaceuole, & tutta Jauorata di
molte vene, che la fan no parerbuona .11 fuo fiore è bian-
co, & piccolo. Il frutto è della grandezza d'una Noco
verde. 11 fuo colore è più verde chiaro, & più leggiadro
che la (cor za della noce.il fuo odore è grauc quàtìo è fre-
feo j & il faporc acerbo ; & dapoi ch'è maturo , fi volge
in giallo, &c ha miglior odore ; & il lapore d'un'agro ap-
petitolo. Xa midolla di detto frutto è cartilaginofa, Se
clurafirta tutta d'un adunamento di nerui molto duri,
& molto interteffu ti. Chiamali queft'arboro in Cana-
rin, Arftbarej & il frutto Ambarcs. In Peritano, Am-
bcreth. In Turchefco, Harb. & danoi altri Ambare,
come i Canarini . Per eflerc quefto frutto d'un'agro gra
to, ferue inluogo di agretto nei cibi, &faporij
Se quando e maturo , fi mangia con falc , oc
aceto , & in queft aconferua fi mantie-
ne molto tempo. Incita detto
frutto l'appetito di man-' ,
giare ; Se gl'Indiani
lo tengono per
buono co-
irà
la colera.
SPODIO
S P O D I O.
uj
: -
Ì24
D£LLO
spodio: C AP. XLVI.
Ò S podio , ouer Tabaxir de Pcrfia-
ni ( da quali prefero il nome gli
Arabi, come lo prefe Auicenna,
& altri, perche Tabaxir tanto vuol
«dire in lingua Perfiana , comehu-
midità, che dentro d'alcuna cofa
fi fia coagulata ) non fu conofeiuro
da Greci , né di lui fcrifTcroi & da Latini,&da gli Arabi
fu moltòpòco eonofeiuto : onde jRafis parlando di que-
llo Tabaxir , diee^ achcgioua> & non diche fia fatto ,
come Serapionc ,
Or lo Spodio ( fecondo quello, eh'è in verità, & il
Dottor Orta dice, & io vidi trarlo della fua canna ,douc
fi genera, & in vn bofeo di Tanor difegnai qucft'arbo-
ro , ò Canna, all'ombra del medefimo , di Nouembre,
l'anno del Signore mille cinquecento fettanta uno) è vna
humidità bianca coagulata dentro de' Cannuoli d'alcu-
ni arbori, ò per meglio dir canne, le per efferyane^ no-
dofè fi poilono chiamar cofi .
E' quella canna grande,^' grolla , oc tanto alta , come
il Populo, & alcune più, tutta piena di nodi, come la
canna . Produce da le molti rami diritti , & molto folti
di foglia, tre& quattro fiate maggiore che la foglia del-
l'olmo , & più fonile . Di dette canne fi trouano vna più
grotta dell'altra, & fimilmentc fono diuerfe ne* nodi}
perche vna hai nodi di due palmi & più di lunghezza ,
& l'altra ha molto maggior diftanza ; & fimilmentc è più
vana , ò vuota l'una dell'altra .
Alcune di quefte , principalmente nel Malabar , fi
trouano
DELLO SPODIO: xi5
trotiano tanto grolle, che ne fan barche,noncauando-
le , ma tagliando vna diidctte canne per mezzo, &: lafcia-
dola d'ambedue le tcllc ferrata da fuoi nodi mede/imi; &
fopra di lei vanno due negri ignudi (che l'ufo di quella
terra è andar ignudi, tentando ogn'undiloro fu i capi
del Mambu ( che coi! chiamano la barca ) con due remi
vno per mano,di tre , ò quattro palmi ogn'uno,co'quaIi
vanno vogando per quel fiume Mangarc, & fopra di
quella canna pailano da vna parte all'altra , gente nu-
da con le gambe raccolte. Io vidi nella corrente del fiu-
me di Cranganor due ài quelli Indiani fopra vna di que-
lle canne paflàrcon molta fretta per la corrente del fiu-
me all'insti , tagliando l'acqua in parte , dou'ella correa
più furiofa; & molti per quel fiume vfano di quelle can-
ne in luogo di barche, per andar ficuri dai moiri Cro-
codili, o Caimani (com'eflì li chiamano) che vi fono;
i quali fono Lacertoni molto grandi , & crudeli , che af-
famando molte & diuerfe volte le barche piccole , &
grandi , & coli l'huomo, il bue,il ceruo ,il porco,il buf-
falo, òaltro animale qual egli fi fia,& inghiottendolo,fc
nell'acqua, ò d'intorno di lei li poflòno coglierei mai
non fi ha veduto( fecondo che dice la gente di quella ter-
raglie habbiano afTalito le barche, che fi fanno di quelle
canne ; & mi affermarono alcuni di quelli , che molto
volte aucniua che il Lacerto paflaua nuotando preffo di
quelle barche fenza mouerfi contra di loro .
Or ritornando alla materia, dico; che Io Spodio, il
quale fi ritroua nelle dette canne più in vna , che nell'al-
tra, è anco di due maniere, vno bianco, &c groflò; &
l'altro più cincricio , ò negro ; & non fi tiene per peg-
giore l'uno dell'altro i perche dicono , che per effere fla-
Ff to
nd DELLO SPGDIO.
to moko nella canna , Inumidirà lo volge in quel
colore^ .
r Et poi che fi vedetanto chiaro quclì'eiTcre il vero Spo
dio i & che non è fatto diradici delle notare canne ab-
bruciate, come molti hanno fcritto; ne è carbone di
canne abbruciate ; ne metallo , ne fatto di metallo ; non
ho da addur qui le cole derte d'Auerrais , da Valerio
Cordo , & da Antonio Mufa , dal Manardo,& da altri ;
ì quali, per eiTerc la nauigatione cofì lunga , & poco vfa-
ta in quei tcmpi,fi ingannarono per le fal(e,& diffettiue
rclationi. Etinctòiiiibcra Auicenna dall'errore j per-
che in quello nome Tabaxir, del quale egli parlò, s'in-
gannò il Traduttore, del quale fu la colpa . Or in con-
clusone io dico , che fìgm fìcando quello nome Spodio
due cofe i quando vien commandato,chc ti vfì lo Spodio
delle canne d' Auicenna , di Coralli abbrufeiati, ò di ofli
di Elefanti abbrufeiati ( poi che tutto quello per lo più è
errore) (I miri alla compofìtione ; &ie ella farà di Gre-
co > fi vii del vero Spodio di metallo; & fé farà di Ara-
bo ;,di quello Spodio , del quale fi tratta in quello capi-
tolo ,, & fé farà di Latino , fi confidcri fé la compofìtione
cdatorflperbocca, oda applicarli di fuori* & fé l'in-
tcntione dell'Aurore, che la compofe farà per rinfrefea-
reil cuore,, il cerueflo, e'1 fegato, òlercnii òfcfì vorrà
riflringcre Qualche flullo ; fi dee vfarcdi quefto Tabaxir
d'India,, del quale fi tratta qui* perche per quelle cofe
giouay & per loro i'ufano in quelle pani i proprij del
Paefe , cofi come quelli dell'india , che fanno medicina,
Isadoprano per le accenfioni interiori ,, & citeriori , &
per 1 e fèbbri coleriche, & per ti ftufli ; &c i Medici Arabi,
Perflani x & Turchi I'ufano per iemedefime cofe dette ^
&prhv
DELLO SPODIO. n7
& principalmente per lf flufli colerichi , & fimilmcntc
fanno quelli i noltn Trocifci con fcn. e di Acctofa .
Et lai dando da parte la diuerfità delle opinioni di di -
uerlì Dottori lem plicilli, che trattarono di quella ma-
teria, per eiler breue, poi che quali tutti parlarono ad
vn modo, fia ammonito ogn'uno , che non fi admetta*
l'opinione di quelli , che dicono , ch'è men male pren-
der lo Spo dio tatto delle radici delle noilrc cane; percio-
che quello non è medicina cordiale, com'è lo Spodio,
nènnfrefea. Ne meno quella di coloro che dicono, che
fi faccia di Coralli , ò di Auorio abbrufciato;perchc non
fu quelta l'inccntione d' Auicenna , ne egli lo difle . Mol-
to meno li dee ad mettere quella di coloro, che dicono M
che fi fa delli odi de gli Elefanti abbrufeiati ; perche itL,
quelle parti non fi adoprano in cóla alcuna. Chiamali
quelle canne la doue fi genera lo Spodio , Mambu da^
tutta quella gente j & lo Spodio Saccar Mambu,chc vuol
dire Zuccaro di Mambu; & chiamali coli per clTèr dolce.
Dal che appare manifclla mente, ch'errino quelli , che
lo fanno amaro . Et perche lo togliono da quella gente i
Mori dell' Arabia,& quelli della Pcrfia,& delia Turchia,
che fono luoghi , a quali fi porta per mcrcantia lo Spo-
<lio lòtto nome di Tabaxir , i mcrca nti lo chiamano Ta-
baxir Mambu .
L'ordinario prezzo dello Spodio nella Pcrfia, & nel-
l'Arabia (che fono le parti, doue fi porta per mercan-
zia, è àpefo d'argento; tutto che quando ne e manca-
mento, vale più.
■
Ff i DEL
2.28
D E L
!
T V R B I T. C A P. XLTII,
E R eficre il. Turbit vna delle me-
dicine neceflanc , & eflèr intorno a
alai tanta confufìonc, & varietà
d'opinioni > mi haparuto cofacó-
uementenon lafciar quello tratta-
to priuo di lui ) benché dall'altra
parte mi il fa molefto lo fenuere
di cofa , che non ho veduto , ne cflàminato , com'è que-
llo Turbiti la cui pianta io non vidi, & per quefta ca-
gione non la disegno, tutto che mi fìa Irata data difegna-
ta nell'India j ma io non ne dilegno alcuna in queito li-
bro fé non quelle , che io co* proprij occhi ho veduto, &
.ritratto tenendole dinanzi : ma dando credito al Dottor
, Orca in quello, ch'egli fcriuc del Turbit , dicendo che
io ha veduto ( alqualc fi può di tutto dar fede, come ad
, huomo , che ne è degno ) feguirò quello , ch'egli ne feri-
ne j&coii il più che io in quefto capitolo ne dirò, farà
ila fomma di quanto egli dille del Turbit . Vero è , che
ItandoiiQ già per partirmi per Spagnanella Città di San-
ta Cróce di Cochin nell'India, & mancandomi il tem-
po da fpecular più ; moftrai il capitolo del Turbit del
Dottor Orta ad vn Bragmane M edico molto buon lette-
rato al lor modo, & molto curjofo, & buon fcmplici-
ila ^leggendogliele per molto fpatio, & interrogan-
dolo, & ponendoli alcuni dubbi) i mi diflè, encomi af-
fcrmaua elTer molto ben detta ogni cola, & che tutto ciò
ch'egli driceuadel Turbit , era vero i & me ne moltrò al-
cuni pezzi coli del gómofo , come di quello lenza gom-
ma i & del bianco, & del nero j del qual nero mi dille %
ì ■ ■ che
DEL TVRBIT. 229
che quanto a fé , lo volcua più torto, & che meglio fi tro-
uaua f eruito con lui ; ma che il vulgo fi era dato ad ado-
prare il bianco,di fortc,chc non accadeua ad oftinarfi Co-
pra qual folle il migliore , poi che il bianco era già bene
acceteato dal popolo. Con quella confidanza, &coil»
quella che nel Dortor'iohauea , tradufli ciò , ch'egli ne
dille più a propofito, per chiarezza della detta Me-
dicina.
Il Turbitcofi chiamato da noi altri (per Io cui man-
camento alcune fiate li Speciali diligenti, &di buona
confcienzalafcianodifarcil Diafinicon, & altre com-
pofitioni , nelle quali egli entra, dicendo che più torto
vogliono mancare di loro nelle Spccicric, che hauerle
tritte , & adulterate, il che è buona cofa , fé la fanno con
q ueita i ntentione ) è chiamato da gli Arabi , Pcrfiani , oc
Turchi col medefimo nome, & benché Andrea Bcllu-
nenfe emendando il tetto, lo chiami Teibcti tuttauiai
Medici letterati di quelle nationi lo chiamano Turbit,
& non Tcrbct.I Guzzarati,doue ne è il più, lo chiamano
Barcaman ; I Canarini di Goa , Tigar ; Gli Indiani , Tc-
rumbu.Nafce il Turbit nella fuperficie della terra , cioè,
non ha la radice profonda , la quale è piccola, & il tron-
; co, ò fulro fuopoco più della grandezza d'un dito, &
» più groilo -, & quello tronco , ò principio del ramo , è il
buono ; le fuc foglie fono diftefe per terra, comeTI-Iede-
jra. Fa la gomma intorno alla radice, ch'èil furto, ouer
tronco , col quale alle volte viene la radice mefcolata .
Le foglie & fiori fono come quelle della Malua France-
sca , i quai fiori non lì mutano tre volte il giorno, come
dittero alcuni. Ilfapor del tronco, rami*, &foglic, è
infipido quando fi coglie . Nafcc nelle terre maritime ,
ma
-ìjo /DEL TVRBIT.
ma non molto pretto al mare i perche fi ri troua lontano
due , ò tre leghe douc non giunge il Marc, contra quel-
lo che alcuni fcriflèro , che li douca giungere l'acqua del
Mare ^ Nafce la maggior parte in Cambayette , e in Cu-
rate, nel Diu, &Bazain co'fuoiterritorij; & qualche
parte in Goa ; ma quello non è tenuto da i Medici della
terra per buono , ne vlano d'altro , che di quello di Gu-
zarate ; & di là lo portano in gran quantità nella Perfia-,
nell'Arabia , & nella Turchia ; & lo conducono in Spa-
gna per la via di Portogallo : & benché vna fiata ne cort-
duflero in Portogallo quaranta Quintali i nondimeno
il manco è quello , che viene a quefte parti . Dicono an-
cora, che fé ne troua in Bifnagar, & in altre partii ma
tutto non ècofi buono,come quello di Guzaratc . Nafcc
da fc fenza piantarlo , ne fcminarlo : & quel Tuibit, che
videro Meni e , Serapione , & Auicenna, era del Guzara-
te ; perche quefto conducono per mercantia le naui, che
vengono per Ponente . Non ha il ramo diuifo nella par-
te di fopra i perche tutto è pieno di foglie, & fiori, come
s'è detto; ne meno è peggiore il non gommofo,chcil
gommofo ; perche il più della gomma nel Turbiti! fa
xon arte, ò torcendolo, o pungendolo frelco,perche get-
ti la;gomma \ &c quefto gli fanno , perche fanno elfi, che
quefto è vno de' fegni , che noi altri cerchiamo , & per Io
quale diftinguiamo il buono dal reo ; & quefto fi hafa-
puto veramente ; & quello , che non ha gomma non fi
tiene per peggiore, poi che l'ha dentro, & è tutto vna
medefima pianta .
r Quanto all'cflcr bianco , & nero, egli è còftume dei-
li Speciali dell'India , chiamati Gandis , di feccare il
.Turbit al Sole, & all'ombra > & vedefi per ilpericnza,
che'I
DEL T VRBIT. 13*
che'l Cecco al Sole diuien bianco, & quello all'ombra,1
nrgro > ma per loro vfo tengono efli per migliore il lecco
all'ombra , benché fia nero. Vfano gl'Indiani di quelle
parti il Turbit per purgare il Phlegma, rcttificàdolo con
Gengiouo , douc non fia febbre; & il rettificarli il Tur-
bit col Gcngi ouo,è in vfo ; benché Rafìs lo rettifichi con
oglio di Mandole dolci , per timor della efeoriation che
può fare. Dice Mcfue,che il Tutbit ha le foglie firn ili al-
la Ferula,cecctto che fono più piccolc,& ch'egli è di quel
le piate,chc fanno latte,& che ne èdi domeftico>& di lal-
uatico;di bianco, & di negro, & di citrino i di gradc,& di
piccolo; & che nafee ne' luoghi più fecchi per la graflèz-
za del dio lattc;& che ha (ette conditioni,bianco,vacuo,
arondinofo , ò limile alla canna, groiIò,& che ha la feor-
za limile a color di cenere , & che è piano , &c che facil-
mente fi rompe , & nuouo , & che il gioflò non è buo-
no.Maperchedi quello parlò Mefuc per vdita,non potè
certificarli in tutto; perche le foglie non fono limili alla
Ferula , ma alla Malua chiamata Malua Franccfca. Non
ha latte. Nonne è di domeftico; perche tutto è iiluc-
lkc.Tiouafcne di grande, &: di piccolo (com'ei dice) di
bianco,di negro , & di giallo ; non perche fia cofìdal fuo
nafeimento; ma perche il mal gouernato non è bianco.
Nafccne' luoghi numidi , & ne' fecchi; ma più ne gli
numidi , che ne' fecchi ; &c non ne fecchi ( com'egli di-
ce) per cagione della fua latte. Et per efler bianco, &
gommofo, non è migliore, come se detto; ne è fatto
come canna % ne la fila icorza è cenercnte , né è molto li-
feia ; mafolleuata,& afpra , & folca . Et il frefeo è buo-
no ; ma non è frangibile , fc non è fecco . Ne ha ragione
ncldirCjche il grotto non fia buono, perche anzi pare
ch'egli
ijt DEL TVRBIT.
ch'egli habbia più virtù , eccetto fc non fofic guado . Et
a quello che dice Auicéna , che tutta la Tua rettificatone
fi è ftroppicciandoli la feorza, acciochc non rcfti cenere-
te, ma biàca,fi dice * che quello folo è buono per véderfi.
Dice Serapionc per auttoritàdi Diofcoride,& d'altri,chc
nafee nelle Ipiaggc del Marc , & ne* luoghi, che folamétc
là marca pienaricopra; &che ha la foglia molto fìmile
alla foglia dell' Arafàtis ; & che fono le foglie più groflè;
& che ha il tronco , ò fufto lungo due palmi} & che fi di-
uide sii la ci ma ; & che muta il fiore tre fiate al giono , Ja
mattina bianco ; & a mezzo di rollò , & la notte rofato ;
& che la radice è odorata ; & che quando fi manica, fcal-
da la lingua > & che gioua contra i veleni , come le altre
medicine Bczaartichc.Qucfte,& altre cole dice per aut-
torità di Galeno, tradotto per Albataric,& per altri Ara-
bi i ma il Dottor Orta vide il Tuibit nafeerc pretto al
Marc, ma non tanto,chc la marea piena,nèfcema lo po-
lene toccare di due ò tre leghe ; né ha la foglia come del-
la pianta detta Arafàtis , ne llàtis : & vn moderno dice ,
che non le ha ne anco come laMalua, ne come quelle
del Mirto , come dice il Leoniccno ; poi che fono diucr-
fc dalla Malua . Il tronco , che dice cfTcrc di due palmi ,
alcuno fc ne troua tale , & maggiore . Non muta j! fiore
tre volte al giorno , ma lo ha tempre bianco , & alle fiate
mefcolato di bianco, & roflbjòi la radice nò è odorifera,
ne mordica la lingua ; né vfiamo la radice , ma il fufto ,
ò tronco,chc ftà dirtelo con le foglie per terra, come l'Hc-
dera ■■> ne la vide vfarc , ne fpcrimcntò contra veleno .
Diofcoridc parla della Pitiufa, la quale è vna ipecic
di Titimali, ò dell'herbe che gettarlo latte in modo , che
pare che lia il Turbit,& colilo fentono alcuni moder-
ni i
DEL TVRBIT. 133
ni ; fedirono ancora, ch'è Tripol?o,dcl quale parlò Dio*.
fcondctSc è trailatato al fine del tello di Serapione:& At-
tuario Greco dice, che la Pitiu fa è il Turbiti & elicne è
di bianco , &c di neroi& che f dfamentc vfano alcuni per
Efula il Turbit nero i & di quello parere èilMatthiolo
Senefc, il qual dice, che Alipo e il Turbiti & che Ali-
pia è la Tua lcmcnz.i; & ch'egli ciò non crede, perche il
Turbitnon hifemcnza,& più perchepurgila Melan-
conia, & il Turbit purga il Phlegma; &i Frati dicono
quanto ne dicono i moderni i &, Antonio Mula tiene il
medefimo . Tutrauia dicono, che è vero quello , che del
Tripolio dicono Diofcoridc, Galeno, & Plinio i perche
lo hi per lo Turbit di Serapione, & che perciò paretut-
Itovnoi & affermano di più detti Padri, che il Turbiti
clic nelle Specicric fi vende , non è il Turbit di Medie i &c
che quelli,che lo colfero co le proprie mani, lo diflero lo-
roipcrchc non hauea le foglie della Portuhca:& anco có-
cedono,cheil Turbit di MefucnóilaTapha} & che con
lor danno ne fecero ifperienzai perche lauorandolo, fi
gonfiarono loro le mani, & lafaccia,&però, che non fi
ha da dare per Turbit. Dice anco, che il Turbit, che fi
porta di Puglia , è la vera Tapfìa i &c che ha radici
grandi'} & che non fi hadadare,fe non fei meli dapoi ri-
colto i né quando è mangiato dal verme . Quelle cofe,
_& altre molte, che non fanno al propofiro,dicono mol-
ti fcrittori moderni più ben'ornate, che vere. Ma a que-
llo fi dice, che l'herbe,& piante latticinee, che fono mol
te , per la maggior parte fono velenofe , & cofi di quelle
dell'Europa, & d'altre molte fono tutte quelle Terre del-
l'India piene . &c volfe il Signor Iddio , che ben che foiTe-
roil più di quelle velenofe, nondimeno giouaflèrp ad
Gg alcune
ij4 DEL TVRBIT.
alcune cofe ì & altre che foffcro puro veleno lenza faper-
fi à che pollano giouare ; come l'Efula , ò Scebran ,- è
veleno, & doue tocca il fuò fucco, ò la fua latte sgon-
fia. Ne è vnaltra in quelle parti , come Cardi gtoih , di
foglie foprapoflc, & attaccate vna (opra l'altri, molto
fpinofe , & lattuofe, laqual anco è puro veleno. Le
Manghe Brauc ( ch'è vn frutto fìlueftre grande, come vn
Cotogno, di color verde , lifeio , & lattuofb ) fono tanto
velenofe, che quando alcuni Gentili fono difpcrati di
viuere, mangiano quello frutto, col quale lì muoiono
fubito,fenzachevi fi troui rimedio ; come nei fuo ca-
pitolo fi dirà.
Et coli ne fono molte altre lattuofe , con le quali pur-
gano , & curano alcune infirmità ; & vna di quelle è il
T urbi t ima non ha latte, & fé pur ne ha, è tanto pocoj
che non fc ne fa cafo , & non è medicina vclenofà . Pur-
ga il.Turbit lenza moleflia, ne trauaglio, & lovfano
molto gli Indiani in brodo di pollo , ò in acqua in mag-
gior quantità, che non lo diamo noi altri ; & quello non
gonfia le mani , né la faccia , come fece quello che difTc-
ro 1 Frati , il quale poria eiferc fiata alcuna delle lattuo-
fe, come l'Efula.
Etcofiè manifeflo, che quello Turbit non e Eiìite^
né Tri polio , ne Pitiufa , ne Ifàtis,nè Alipum, ne A li pia,
fuo feme i poi che il Turbit non ha feme , ne ha 1 e foglie
limili alla Ferula , né alla Portulaca , ne al Mirto , ne na-
fcc tanto predò al mare, che lo copra l'acqua ; ne muta
il fiore, ne il colore tre fiate al giorno. Per quelle, &
molte altre cagioni nonèil Turbit de' Greci, nèdegli
Arabi propriamente : ma quelli Arabi vedendo vfar
il Turbit alle lor genti portato dalle Indie, cercarono di
trouar
DEL TVRBIT. i)S
trouar ne* Greci qualche medicina , che fi li fimigliafTc,
perche dauano cili tanta auttorità alli fcrittori Greci ,
che parca loro, che doueflcro fapcr tutto ; & la cagione*
anco fu , perch'elfi lono ilari primi fcrittori delle cole/
humanc; che delle Ornine primi fcriflcro ghHcbrei.
Quella fu la cagione , chcScrapionc tradulfcal rìncdcl
tetto il capitolo del Tripoli o di Diofcoride , perche gli
paruc, che non porelìe efìèr medicina alcuna, delia*
quale 1 Greci haucllcro lalciaro diferiuere. Ma il rem-
po difeopritor d'ogni cola , hadilcopcrto hora quella»
medicina efler propria di quelle terrei perche a Diofco-
ride non fu pò (ubile conofeerc ogni cola , parlando egli
molte volte, fecondo la fama.
Il Lacuna tiene, chela Pitiufa ila il Tutbit negro; &
lo Alipio fia Turbit bianco, & buono; al che è flato
detto , che neflìm di quelli non è Turbit bianco , ne nc-
gro j ne manco è Elùla , la qual è forte folutiua ; ne Ali-
pio , perche l' Alipio purga la Melanconia, &ilTurbit
iolamcntc il Phlegma . Né è radice odorofa, ne mordica
la lingua il Turbit ; ne e limile alla Ferula , ne alla Portu-
laca , ne al Mirto ; nè-ii follala dalla terra , ma fta fparfa
per terra .
Etcofièmanifciìoperqueftc, & per altre molte ra-
gioni, ch'elio non è alcune delle medicine difegnateda
moderni. Et quello che viene di Puglia non e Turbit,
ma certa herbadi latte ; & alcuni vogliono , che fia la ve-
ra Tapfia; perche ha radici grandi, & il Turbit di quel-
le parti le ha molto piccole,& folo fi vfa il fu fio, ò tron-
co . A quello che dicono i Frati Speciali , che non fi dc-
ucvfare, fc non fei meli dapoi ricolto ;& che non fi dee
anco vfarc quello } eh e tarlato dal verme ; dico, che l'ul-
G 2 3. timo
l& DEL TVfcBIT.
xtfmo è molta vero n perche Fa India è; molto foggetta a
putréfattjoneJirtmoaochcJlRcobarbaro,& alcrc Me-
dicine non fi polFonafoitentarc quattro meli dell'annoi
cioè, Io inuerno ( ch'è Giugno, Luglio, Agofto, & Set-
tembre ) & quello, principalmente nelle parti da Marc.
I A quanto dicono „ che ha da: ftare (ci meli ricolto pri-
iffla cheli vili non parlano bene , perche!! coglie di No-
uembre, Dccembrey Se Genaroj & leftelTe più di lei
-meli , li corromperebbe anco, nelle terre,, che ftan molto
Junge dal Mare , nelle quali pei eflèr meno numide , li
conferuano le Medicine più lungo tempo . Si con-?
elude in fine g che quella Medicina non fu
del tutto conofeiuta da Greci i & da
qui auanti non fi chiamarà più
■i ; Turpetum , ma Turbit,
benché il nome Ila
Barbaroipcrchc
il Turbit
del
Cìio proprio nome
refta appaga-
to^
FIGNO:
■ j :k i Q i
PIGNOLI DI MALVCO.
a
*3?
*3*
D E* P
G N O L I
C A P.
DI MALV
X LVIII.
C O.
• N'ARBORofi ritroua nel Mala-
bar cofi ne' giardini particolari ;
come in alcuni bofehi, il quale è
della grandezza d'un Pero . La fo-
glia è tinta d'un verde chiaro dalla
parte di fuori , & di dentro pili
ofeura, èmoltofottile, & molto
Iifcia i & manicandola fi fentc molto mordace al gufto,
lafciando nella lingua vna molto viua acutezza. Il fuo
frutto è della grandezza d'una Nocella triangolare , & di
dentro tutto diftinto in ricetti, ne' quali conferua il Te-
me , il quale è bianco , fodo , rotonda , & della propria
grandezza d'un Pignolo mondato . Vfàno molto nell'In-
dia quelli Pignoli cofi per guarire alcune infirmila ; co-
me perche la malitia humana pofia mandar ad effetto la
fuamalaintcntione. Prendono due di detti Pignoli , &
gli mondano d'una fottilecopctta , ò pclliciuola, che
han di fopra,& peftati , gli mefcolano in vn crifticro co-
mune perla feiatica, & difficoltà d'orina >& per la boc-
ca lo danno con brodo di pollò , per eradicare gli humo-
riputridi,&vifcofi, ciperi' Afma, perla quale gli loda-
no 3 & vlano molto. Le buone donne anco di quelle
parti , amiche de' lóro mariti glie ne danno fin quattro
per bocca; per mandare i poucr'huomihi all'altro mon-
do, ma vfandoli con ordine spurgano gli humori graf-
fi , & freddi . Infufi nell'acqua , & vngcndo con elfi
le Impetigini dapoi che prima fi faranno ben fregate,
le fana
DE PIGNOLI DI MALVCO. 139
le Tana molto bcne,& prcftojma {caldano moltoi& io gli
efperimcntai. Li chiama il vulgo Pignoli di Ma-
luco , douc dicefi , che fono quelli arbori
in gran quantità ; & che detti Pigno-
li in quella Terra fono medicina
molto famigliare per pur-
garli con loro . I Ca-
narini li chia-
mano Gè
paio.
man;
J03VJ te IC K
M A N G A f."
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14 r
DELLE MANGA S. CAP. XLIX.
* L'arboro, che produce il
frutto , che chiamano Mangas.,
grande, & di molti rami i & il det-
10 trurro è communemenre i o-
co magg ore, ch'un'ouo d'Occa,
tuttoché in alcune parti dch'Iodii
iì ritroui qualcheduno di quelli
frutti, che pela due libre, &:pm. Trouanfene in molte
parti, come nel MaLbar, in Goa, nel Guzarare,irL.
Balagate , in Bengala, inPegun, inMalaca, &in Or-
muz, douefono molto buoni, & in moire altre parti
delle Indie.
Oi quelli alcuni fono d'un color verdechiaro, altri
gtalle,& altri melcolatc di rollò, & verde chiaroi& i'arbo
ro è tutto vno . £' quefto frutto molto faporofo , & odo-
rofo, &c quello ch'è buono, auanza i pomi Cotogni,
Mangiaufi fatti in fette con buoncoltcllo , che li tagli
fenza rompere. Li pongono in infulioncinvinoima
fenza quello , & in ogni maniera ha buon fapore . Fan-
no quello frutto in conferua di Zuccato pei conleruar-
Ioì esanco l'aprono per mezzo, & l'empionodiGen-
giouo verde, d'Aglio,&: di Senape , & con falc, ogf io , &c
aceto lo con (emano per mangiarccolRifb, &c lcnzadi
lui, in luogo di oliuc > Sbanco lo Giano molto bene con
falc , & lo cuocono in acqua per venderlo nelle piazze .
11 detto frutto è freddo^ humido, benché la gente vol-
gare il faccia caldo,dicendo , che fi ardore a chi lo man-
gia j & coli anco i Filici della Terra lo fanno caldo, &
l'infamano dicendo che produce mal Franccfc, Eri fi pc-
Hh le,
M* DELLE MANGAS.
le , Febbri coleriche , Phlegmoni, & Scabbia . Il che po-
riaciTcre , putrefacendo/i detto frutto nello flomaco.
Ma nel tempo che fi troua detto frutto ( per eflcr molto
calda ftagione)auengona quelle medefime in alcuni che
fc ne guardano , & nonio mangiano per la detta cagio-
ne . Quello frutto prima che fia ben maturo , & Hagio-
nato , è acerbo di fapore , & quanto più è congionto al-
l'olio , è più agro ; ma è molto dolce , & faporofo matu-
ro . L'odo è molto duro, inuolto tutto in alcuni come fi-
bre , ò ncrui duri , & molto intralciati j & di quelli alcu-
ni gli hanno più pieni di detti ncrui , che gli altri . Den-
tro di quello offa li ferra la midolla lunga » &groiTa
quanto Vna Ghianda diRoucre. E' bianco >& coperto
d'una pelle bianca ; il quale mangiandoli crudo è ama-
ro ; ma gioua per veciderci vermi , & perii fluffi i & ar-
roltito ha fàpordi Ghiande . Si ritrouano anco di dette .
Mangas fenza odo, & molto buone da mangiarc.Chia-
malì detto frutto in Canarin Amboiin Perfiano, & Tur-:
chefeo Amba : &: dura su l'arboro da Aprile fin Noucm-
bre , & in alcune terrcpidjchc nelle altre .
Vn'altrafpecic di quello frutto fi ritroua làluatica,
chiamato Mangas Brauas , il quale è cofi velcnoio , che
in quelle parti lène feruono 1 Negri per veciderfi ^per-
che mangiandone vn poco , fubito muoiono ; & fc
lo mangiano mefcolato con vn poco d'oglio >. muo-
iono con più preftezza i perche l'oglio lo fa più gagliar-
do., ma all'uno & airaltro modo è tanto velenófo, &
vecidc con tanta preftezza , che contrala fua malitia
non fi fa fin'hora rimedio alcuno. Edetto frutto ver-
de chiaro , & qualche poco iuftro , &c lattuofo . Ha
poca carne , perche tutto ègroflò cuoio /oprai! fuo o£ j
fo,
DELLE MANGAS.
MS
Co , il quale e molto duro , & cartilaginofo. E' della
grandezza d'un gran Corogno , & per rutto il
Malabarfltiouagran quantità di det-
ti arbori , iquali lono minori,
che li domeftici, & la fo
glia più piccola,
& grolla. Se
ne fcruo-
no
4 loro fanciulli per
trarre in luogo
di A rari-
zi.
«fa
Hh » CHA-
M4
-
• *
C H A R/À M EIS.
!
4 B3
4H
HI
LI C H A R A M E I S , C A P. L
I quello arboro fono ducfpecie,vna della
grandezza d'un Nefpolo co la foglia verde-
chiara, laqualc s'allòmigliaalla foglia dcj
Pero. Il frutto è come Nocelle molto giallo
tutto inquartato , & bello . Il fuo fapore è il proprio del-
l'agretto , con vn'agro appetibile , il quale fi mangia or-
dinariamente frelco , maturo , & f alato .
La feconda fpecic è della medefima grandezza ; ha la
foglia più piccola , che quella del Pomo . Nafcc ne' bo-
fchi , &: monti lungc dal Mare. Ha il frutto maggiore de'
primi. Di detti fratti danno i Medici Canarini mcfcolati
con Sandali per le febbri .
Della prima fpccie,laqual nafee intorno al marc,cleg-
gonoi EX canini, & Canarini,& la gente della tcrra,l'ar-
boro. che ftà più lugc dal mare ; & della feorza della radi
cc,laquale è alquanto lattuofa,prendono tanto, quanto
quattro diti , & la pedano molto bene con vna dràma di
Senape, & la danno bere a gli afmaticùraqual fa gagliar-
da cuacuarionc per vfcita,& per vomito;& fc l'euacuatio
ne è troppo immoderata,mangiano d'una Carobba fre-
fca,ò bcueno vn fiato d'aceto Canarino; ilquale è acqua,
nella quale fi è cotto Riio^afciata vn dl,o due fin che di-
uenghi acetofa. Quell'acqua fcrue a Canarini per aceto,
& la tengono per Medicinale* & anco lauano la tefta a gli
infermi con acqua frcdda,fc ìlflufTo non cefTa.Sono q.(li
Charamcis i qlle pti molto in vfo p la gola,&li magiano
p appetito vcrdi,maturi,& falati,&: in cófcrua di falc , 6c
aceto*& nc'codiméti>&brodetti,chc vogliono agri.Chia
màfiinCanarin,&inDccaninArazaauali, &c5emente
Charameis In, Arabico,Pcrfiano>&Tuxchefco, A m bela.
CAIVS
- ' ■ o • fbup (
cai y s.
■ • .
DEL C , A I. V S,.
C a p LI
Vis T'arborò è detta erandcz-
1 o7Hi /- 5IPr i- ' à
za don Granato. La toglia e
yeme chiara, & grolla . 11 fior
^anco>quafi come quello del-
l'Arancio, ma ha pm foglie,
& manco odore. Produce que- r
ft'arboro vn frutto chiamato
Òaius, volgarmente , il quale
per eiTeré molto ftomacale , &
faporofo,è da tutti quelli che lo prouano molto apprez-
zato . E quefto frutto , ò Pomo , grande come vn grarL.
Pomo , molto giallo , &c odorofo . Ha molto Cucco , &
è di dentro tutto fpongiofò, &non ha oflb alcuno. Il
fuofaporeèdolciflìmo, & fi attacca alquanto alla go-
la . Nafce due fiate all'anno a quefto modo •■> efee prima
il fiore , & da quello una Faua grandedella figura , che
èdifegnata, & tra la Faua & il fiore nafce il Pomo ; &
quefto Pomo va confumando la Faua, & quanto più
egli crefee, tanto più ella il feema , fin che ilCaius è
maturo ; il quale li conofee, quando egli è ben giallo , ò
ben rollò , & odorofo i perche di quefti due colori il tro-
uano i & ellcndo maturo, gli refta fopra la medcflma Fa-
ua nell'occhio , & con lei fi coglie . Mangiai! detto frut-
to dopo pafto bagnato in vino, & anco lenza; nel qua-
le oltre l'eflèr molto faporofo, fi troua molto notabile
beneficio per la debolezza dello ftomaco , & vomiti , &
per l'appetito perfo.
Et
*4S DEL CAI VS:
Et quelli, che non hanno bifogno di detto aiuto, pri-
ma che lo mangino, lo lalciano bagnat'vn poco
in acquai a quello modo è molto grato
all'appetito . Quello fi ucto è tenuto
in molta fuma, oc non fi troua
in ogni parte -, ma nel-
la Città di San-
ta Ciò
ce
«di Cochin ne è in
molti giatdi-
ni,&hor-
ti.
HER-
t49
HERBA DI MALVCO:
li
DELL'HERBA DI MALVCO. CAP. LII.
V E s T.'herbi ha di lunghezza due e tre cu-
biti , & in luoghi morbidi , & numidi pa£
fa cinque . E tutta d'un bel verde , & la fo-
glia è molto fottilc, & bianca, intagliata
tutta d'intorno , dellagrandezza,&fcmbianza della fo-
glia del Sambuco . Il fuo fuflo è fottile , & tenero , & al-
quanto uoto di dentro. Quella pianta non afecnde in
alto da fc , (è non viene aiutata , come i Gelfomini ; ma
il diftende per terra, come l'Hedera, & da vnfolopi»»-
dc produce molti rami , & quelli producono da fc radi-
ci , come la Menta , ò la Mcliflà ; & fi attaccano in ter-
ra in modo che trafpiantato , & apprefo vna fiata vno
di quelli piedi , ò rami, fi augumentano molto . Il fiore
di queft'herba è giallo come il Zaflrano , & ha molta fi-
miglianza co' fiori della Camamilla , alquanto maggio-
ri , & tutto l'anno ftà frefea & morbida . Chiamali com-
munemente rimedio dc'poueri, & diftruggimento de
Chirurgici . I Canarini la chiamano Brungara aradua ,
che vuol dire,che ha il fiore come Zaffrano. £' detta ner-
ba molto in vfo cofi in Maluco , onde fi dice elìère la lui
origine ( per elTere molta in quella parte, & vfarfi mol-
to quiui in tutte le cofe di Chirurgia)come in tutte quel-
le parti dell'India, nelle quali tutte ella fi troua; perche;
ogniuno la tralpianta , & la llima molto , con ragione ..
Cuoccno le foglie di queft'herba con oglio , & l'ingrof-
fano con cera a modo d'unguéco, per curar tutte le vice-
ré cofi nuoue, come vecchie, benché fiano con perdita*
della foftanza ; oliano fanguinolenti , òfordide; o pia-
ne , ò caucrnof e,o maligne, &c putride^on effetto mara-
uigliofo;
DELL'HERBA DI MALVCO. ici
uigliofo ; & io iteflo vidi in piaghe vecchie di gambe , &
in due ferite nuoue f ir grandi, & buoni effetti. L'ulano
anco ad vn'altro modo. Da rami , òfultidi quciVhuba
cauano la pellicina, ch'ella ha tra la icorza,&ilfulto, la
quale ella lafcia da le come il Canape; & infufa quclta
pclhcinainogliodi Coco commune, &inuo!ta nello
proprie foglie , la pongono fono la cenere calda , & co-
nvella è calda,& lilciaja peitano,& pongono Ibpra le fe-
rite, nuoue & fanguino(e,grandi, ò piccole, & in pochi
giorni le laida mirabilmente lenza infiammar, nò apo-
itemare. Mitiga ogni dolore; Ibgna ogni fluflb di lin-
gue ; & in fine lenz'altro aiuto Io lana perfettamente ; &
nelle punture, & ferite di nerui è rimedio lìngolarc. Al
medelìmo modo i'ufano nelle Poltcmc aperte, permon-
dificar, incarnar, Se cicatrizar;& l'i ftc Ilo fanno nello
piaghe vecchie, &cauernofe, nelle quali alle volte fen-
z'altrapreparatione,l'applicanofoIamentcpeita.
Et per eller quelli effetti di detta herba molto certi , fi
vfa generalmente in tutte quelle parti, &lì tiene in mol-
ta itima, & molti nauiganti portano l'unguento fatto di
leiconoglio, come s'è detto, con tanta confidenza, co-
me feco arreccalfero tutta la Chirurgia humana:
& coli in qualunque occafìone Chirurgi-
ca, l'unguento dell'herba di Ma-
luco vi innanzi , come
rimedio ifpc-
rimenca-
to.
li i DEL-
DEL LEGNO DI MAL VCO. CAP. LUI-
N Maluco fi troua vn'arboro do-
mcftico della grandezza del Coto-
gnaro, ilquale ha la foglia come
di Malua commune. Il feme come
Nocelle , alquanto minore , & più
lifeia la feorza , & più nereggian-
te. Queft'arboro fi femina , &
fi coltiua ,. & non fi troua fuori de particolari giardi-
ni i & lo ftimano quelle genti cotanto, che l'afcon-
dono fin'alla veduta d'altrui . Chiamali queft'arboroiji
Maluco(ch'è la terra doue nafce)Panaualic gouernando
il molto prudente, & valorofo Don Luigi di Taide Vice
Re in quelle parti, fi chiamaua il legno di queft'arboro
medicinale, ftimato molto con ragione, del nome del
inedefimoVicc Rei perch' egli ru quello , che feccvfcir
in luce tra noi altri le fue eccellenti virtù . Et fu cofi i che
vii Gentil'huomo Portoghefe, chiamato Hcnrico di Li-
ma , trouandofi in quelle parti di Maluco , & vedendo
la diligenza , con la quale i Negri di quella parte tratta-
uano i &: gouernau ano queft'arboro, & in quanta fti ma
era tenuto , &.difiderando di faperli fuoi effetti , feppe
di lui molti de i benefici), che apprcflò fi diranno •> & co-
me cofa tanto nece£iaria,& degna da fapcrfi,& cofinuo-
ua per noi altri, prefe vna parte del tronco di detto arbo-
re^ laorferfe al ViceRe,come amatoredellccofe buo-
ne , & diligente inueftigatore de fècrcti della Natura . Et
nell'anno fettant'uno dimandandomi il Vice Re, feio fa-
pcflì alcuna cofa di detto arboro ; Se dicédogli io alcune
lue virtù, ch'io haueua vdito, &c dolendomi di non.,
. 1 ' ; i Iona.-
DEL LEGNO DI MALVCO. 253
lo haucrc veduto ; mi die una parte di quello, ch'egli
hauea, comandandomi, ch'io lo ifpcrimentaiii con giu-
dicio& ragione , non auenturandola vita d'alcuno ,&c
poi l'auifallè di quello, che feguiffe . Il che io feci, coi! in
alcuni delli Hofpitali, che aqucltempoiomedicaua,
come nel mare per lo viaggio di Portogallo in diuerfe
inrìrmità , che nella lunga nauigatione occorrono, vfan-
do il detto legno nel modo, che (1 dirà, con piu,& mag-
gior ragionc,che mi folle poflibile; &c gouernandomi m
parte con le relationi , chehaueua hauuto diluì, & del
modo di viario ; & aiutato con quello^e feppe di lui in
Maluco il detto gentil'huomo . Onde ifpcrimentanda-
lo , vidi le operationi , èV ertetti feguenti . '
Primieramente {[ icme di detto legno haucua io ve-
duto per i nnanzì , che m'era ftato donato , per darne alli
vccellijperche in quefto fé ne feruono cofi in quelle par-
ti, dou'è naturale, come in molte altre dell'India , per
doue lo portano , Se fi vende ; & l'ufo fuoin quefto fi è,
di darlo alli vccclli faluatici in poca quantità mcfcolata
con Rifo cotto , i quali mangiandone cadono addor-
mentati, di ftupidi , & quelli che ne mangiano troppo,
fé ne muoiono prima che fia lor dato foccorfo;il quale è,
acqua fredda gettata loro fopra la tefta , con la qual cofa
ricuperano tolto la falute . Le Gaze fono quelle,che più
tolto muoiono mangiandone, & di quella femenza non
ho faputo altra cofa-
Quanto al benedetto , & Tanto légno di queft'aibo-
ro , fé cofi chiamarli può ( del quale al prefente io ho un
poco, che ftimo molto) drco,chc ferue contra ogni gene-
ration di vencno, prendendolo per bocca , & applican-
dolo di fuori . Per la bocca fi prende con feliciflimo fuc-
ceflò in
154 DEL LEGNO DI MALVCO.
cedo in acqua rota, ò in acqua commune , ò in brodo di
pollo , fatco in polucrc in quantità conucnicntc ai bilo-
gno , & (oggetto del panencc \ & quetta non padà dicci
grani di pelo al più ; & di qua m giù . Ne* mot ii di Vipe-
ra, & di ierpe , che lono molto velenofe , & altri alpidi
{imiìi , il via beuendo detta polucrc con acqua: & appli-
cando la medelìmapolucrelopra la moidnura.Nel mc-
deilmo modo fanno nelle fentedclle faette velenofe, le
quali ii vfano molto in quelle parti . La poluere di detto
legno ii fa rafpàdolo, con vnalimadicubio di Raggi a,o
con piccola lima di ferro . Di quello lì dàin quantità di
mezzo ièrupulo al più robufto, & forte in acqua chiara
vn poco calda , ò rofata , ò in brodo di pollo temperato
la mattina a buon'hora, hauendo cenato poco . Fa eua-
cuar, & purgare tutti gli humori, principalmente gli
humori grò ili , viicofi , &c malinconici nelle quartane di
molti giorni ; nelle febbri continue ; nella Iliaca; nelle
ventoìlca; nella hidropi ila; nellerenelle, & pietre delle
reni , nelle difficoltà d'orina ; & nella perlifera colerica^
padlone;& in altre infirmità,come ne* dolori vecchi del-
le giunture , & de bracci ; nelli icirri ; & nelle fcrofolc .
Vccide anco ogni fpecie di vermi , &gli caccia fuori , &
riftora l'appetito perduto di mangiare; & fé è fouerchia*
la euacuatione, beuédo il patientcmezzaicodella di Ca-
nia , che acqua di decottione di Riìo , ò mangiando del
pollo , di fubi to cella. Colà certo da edere ltimata mol-
to , & cheli ritroua in molto poche medicine, che dia*
nelle mani del Medico , ò dell'Infermo il purgare qu an-
to vuole , &c gli par bene . Ha di più , che (1 prendefen-
za horror, né puzza, né noia, nètimor,nèfaftidio;iru
piede , palleggiando , & come il vuole lenza la molcdia
delie
DEL LEGNO DI MALVCO. i)5
delle communi & noiofe purgationi com polle . Occor-
fc con quelli purgationenauigando il marea molti di
rnalgoucrno, &temerarij, fir pencolofidifordini , Ite
non tar loro alcun danno . Ne' dolori di tefta antichi ;
nelle Emigrance , nelio ftrepito dell'orecchie ; ne' do-
lori arteria, & dello llomacoinel male della Matrice ; tte
nell'alma l'ho veduto a fare buon'effeto.Percagion delle
quai cofc,& della confidenza, che in quelli cali io hauc-
uain lui, vfai quella medicina molte fiate ìncomplef-
fìoni, età, & regioni diuerfe,con moka felicità, &j buon
fuccelfo, lenza molelha, ne accidenti i faluo che nelle
complcllìoni coleriche, SUtomachi caldi, daua qualche
trauaglio,&pcna finche mangiauano. Ad alcuni an-
co prouocaua vomito; & alcuna fiata a* coleri ci daua_,
qucihpoluere melcolata con firopo acctofo , ò dentro
d'una carambola condita, ò fatta in pillole con Zucca-
rorofato. Dadi la mattina a buon'hora. Non mangia-
no , ne beono fin che non ha purgato quel che pare, che
baiti ; la qual operatione fatta , fi prende vna fcodella di
brodo di pollo repido , &c mezz'hora,ò vna dapoi, man-
gia del pollo , & beue molto poco vino temperato mol-
to bene con acquai & tutto quel giorno non beue cofa
alcuna finche non ritorna a cena, la qual cena dcu'eiTc-
re molto poca,& di facile digellione. Il giorno feguentc
prenderà Zuccaro rofaro con acqua di Buglofla , o di
Borraginc,ocommunc,in luogo di quc(le,&£ il fuo Chri
flicro lauatiuo. Suole lafciar alle fiate ad alcuni accensio-
ne nel federe , & ad alcuni ( benché a pochi ) L'he-
morroidi.
Quello è quanto io ho veduto & ritrouato di quello
legno chiamato Panaua; il qual venne da Maluco: &
quello
i56 DEL LEGNO DI MALVCO.
quello fu il primo che vcnilTe nelle noftremani. Hora
in quelle parti fi va molto vfando,& è già in tanto cre-
dito, che fcnza timore alcunofì p rende per molti deMi
effetti , ch'io ho detto . Io ne prefi due fiate per dolor co-
lico , & per vna Emigranea , & mi fece molto buon fcr-
uigio . Et per eflère le lue operationi cofì buone , & fini-
re {& non faper fin'hora altro di detto arboro medicina-
le,per la molta ftima nella quale lo tengono i negri di
quelle parti ; i quali procurano di occultare le fuc virtù,
lequali deono eflèr più di quelle che Tappi amo)(pe
riamo,che il tempo difcopritor di tutte le co-
fe,ne discoprirà il retto di quella medi-
cina occulta a noi altri ;& fé farà
a tempo, che nell'altro trat
tato , che habbiamo
nelle mani pof
fiamo dir-
ne
qualche cofa,diremo ve-
ramente quanto
ne fapre-
mo.
LEGNO
*;7
LEGNO DELLE SERPL
Kk
DEL LEGNO DELLE SERPI. CAP. LIIII.
Ve herbe li ritrouano nel Malabar molto
diuerfe di fìgura,& di nafeimento , & amé-
due chiamate legno delle Serpi, per eiTcr
ogniuna di loro rimedio (ingoiare contra-,
ogni morto di Scrpiila prima delle quali è qucfta,laqual
nafee , come l'hedera . Il fuo colore & fembianza è co-
me il Draconcolo maggiore , oucr Dragontea,ò Scrpcn-
taria , detta in Caftigliano Taragontia , & di lunge pare
vna ferpe naturale . Le foglie fono della grandezza &c
quafì del fembiante della Brionia , ò Vite alba > & fono
tutte intiere,& hanno vn neruo groflb nel mezzo, & cin-
que,© fei per trauerfo; hanno olerà di eia alcuni fori pic-
coli, i quali vanno crefeendo con la foglia fin che l'apro-
no del tutto , & la riducono , che diuiene , come foglia
di Vite. Altre fono tutte intiere ; &c alcune hanno i fori
piccoli , & altre grandi; il che fa quefte foglie tanto dife-
guali , che a pena s'aflomigliano vna con l'altra. Ha que-
ii'hcrba tanca (ìmighanza di ferpe, che chi non la cono-
fcefTc , ne haueflè veduta di giorno , vedendola di notte
alla Luna,gli parerebbe ferpe viuo.E' tenuta volgarmen-
te per molto eccellente a i morii de' ferpi , & delle Vipe-
re ; & k genti della terra, che vanno in campo, per la
maggior parte la portano fèeo -, perche in quelle par-
ti fono molte diueiilta di ferpi, & di Vipere ;& dicono
cili, chcfolamente dall'odore di quell'herba fuggono le
ferpi) & fé circondano con ella la ferpe , che noiLpoffa
fuggire fenza toccarla > che fubito creppa, & muore; oc
ciò affermano di certo.
SECON-
M»
SECONDO LEGNO DELLE SERPI.
Kk %
ltfO
DEL SECONDO LEGNO DELLE SERPI,
C A P.
tv.
Vesta è la feconda herba centrale
ferpi, la quale è molto ftretta,. & fotti-
le, & ha lòlamente tre fòglie della grà-
dezza,che qui fono difegnatc , le quali
fono molto molli , & lifcie d'un verde
oleuro. Non le ho veduto ne fiore, ne
frutto, ne ho trouato perfona, che mi diceflè hauerlo
mai veduto. La radice è lunga e fottilc della groilezza
d'un dito di fanciullo : fa in alcuneparti alcuni capi pic-
coli , & fi efttnde molto fotco terra , ma non molto pro-
fonda. La prima icorza di fuori è molto lottile , &ro>-
uana fenza niun fapore al mafhcare ; ma dapoi manica-
ta , lafcia nella bocca vn fapor foaue con odor pròprio
di. Mufchio. Quefta feorza è tutta piena di fiflure intor-
no per molte parti, laquale da fé fi va diftaccando da
vn'altra Icorza gialla , & più grolla, che le èfotto, laqua-
le ha il proprio odore del Trifoglio odorato, ò reale . Il
fàpore è più dolce , & molto più foaue, che quello della.
Glicirriza ; & mafticandofì, lafcia vn'odore molto foaue
con vn'amabilemordicatione per piccolo fpatio. llfu-
fto di dentro è bianco, legnofo, duro, & fenza fapore.
Il fapor delle foglie è come quello del Nauo- Alza quefta
radice vnaponta quattro ditta dalla terta > & chiamano
i Canarini queft'herba Duda fall . Infufa quefta radice
in acqua rofa , ò communc , ò in vino ( che a tutti que-
lli modi hifano) è rimedio molto certo,&ifperimentato
centra ogni morfo diferpe. E' molto invio contra le*
febbri continu'eyiafTczze » debolezze di ftomaco , & tre*
raor
DELII. LEGNO DELLE SERPI, igi
mor di cuore . La danno contra ogni veleno ■■, & mi af-
fermarono molti , che ìolamcnte portandola in maio,
rcftauano iicuri da ogni generationc di Serpi, &c dà alcrc
limili belile velenofc ; & ch'era cofa certa , che mostran-
dola a qualche ferpe, ò vipera, cllalafugg*ua;&: fc/i
poneua dinanzi dalla ferpe, con gran tremore faggiua
in altra parte. Nafcc nc'luoghi humidi,& tra gli a; bo-
ri , principalmente intorno a cefpugli, & non molco
lunge dal mare. Quelli che hanno mal'odorcdi
bocca, ò di denti guaiti , la mafticano molto
ordinariamente, & la pongono nelle ca
ucme de' déti guaiti, alqual effet-
to è molto lodata. Vi è vn'al
tro legno dc'ferpiia
quelle parti, il-
quale è
vn-
arboro grande ; ma que-
llo dipingeremo
nell'altro li-
bro.
MOù
z£z,
M O R I N G A.
DEL
L A
C A
M
p.
O R I
LVI.
N G
ié3
A.
tà
A Moringa e dell'altezza d'un Len-
tifco, col quale molto fi raflòmi-
' gliano le foglie. Non fa molti ra-
mi, ne molta ombra. E' tutta no-
dofa , & tanto facile da romperli ,
che coli l'ifteiìo arboro , come li
rami fi rompono con molta facili-
La foglia verde oicura d'un color molto viuo ; il cui
faporeè delle foglie del Nauo. Il frutto è d'un palmo
& mezzo di lunghczza,groilò come vn Rauano di colo-
re ri m elio tra verde, Se rouano, tuteo di fuori in otto fac-
cic, &di dentro bianco midollofo, & pieno d'i alcune
cicerchie verdichiare, & molto tenere , di figura di Lu-
pini diuifi in certi ricettacoli , più acuti nel iapore , che
le foglie . Mangiali queif o frutto cotto con la carne, &
in altri (apori. La radice di quelt'arboro è l' Vnicorno ,
&la pietra Bezahar, & in fine la vera Theriaca della
gente volgare contra ogni generationc di vencno, £>c
morfi delle peftilenti ferpi dalla corona , & ogni gene-
rationediferpi, & animali vclenofi ■■> &cofibcuuta, co-
me applicata di fuori, è molto approuata, & ifperimen-
tara . Nella colerica paflione fa fingolar'efFetto ; & im»
qucfto cafo l'ho fpcrimcntata io co molto buon fucce£-
fo. Mcfcolano queftaradicecon li rimedij contra gli
humori malinconici ; & è dalli infermi Lazarini molto
conofeiuta , & vfata, come rimedio, il quale affermano
fanar molti , continuandoli . Molti di queftì arbori fi
ntro-
ié4 DELLA MORINGA.
lìtrouano in molte parti dell?lndia,principalm ente per
tutto ilMaiabar prelTo al Mangate, douc ne fono
molti , molto morbidi , & di molto frutto i
xl qual iì vende ordinariamente , come
lefaucfrcichcìn Ifpagna. Chia-
mafi in Arabefeo , & Tur-
chefeo , Modano.
In Perlian,
Tamev.
In
Guzaratc, Ttt-
riaa*.
ANA?
26J
ANANAS BRAVO.
LI
t66
DEI/ANANAS BRAVO. C A P. LVII.
'Arso ro ,„ che chiamano Ananas
brano è di altezza d'una lancia , molto
lifcio , diritto , ritondo, groflò , come
vn' Arancio, di colore verde biachieg-
giante,& tutto pieno d'alcune puntu-
rc.Le foglie tutte fpinofc nelle cimc,&
nel mezzo, con alcune fpine molto tenere , & poco
noiofe . Ciafcuno di detti arbori al piede ha vn grande
cefpuglio delle medelìme foglie fpinofe maggiori di
qucJkdeH'arborOj&diluntariofìailomJglianocoll'er-
Da dell\Aloc,maicno più lottili, & fon verdi chiare. Si
congiungono lotto terra ledette radici, &nafcc l'uno
dell'altro arboro principalmente perle fìepi, òchiufu-
rc de gli fiord di maniera,che fanno un bel ferraglio Da'
rami elcono alcuni occhi di foglie congiontc ìniicme,
molto gialle, & tencre^d'unbdorc molto foauej & que-
lli fono i fiori, da ciafeun de' quali efee vnafpica , la-
qu ales'allbmiglia con quclla,che produce la cannai ma
è più grolla, più vnita, & più bella} & quella ha l'odo-
re del Cedro . Pende da detti rami vn fruito , che chia-
mano Ananas filueftre , per hauer qualche fimiglianza
coldomeftico. E della grandezza d'un Mellone, tinto
d'un rollo bello, &piaceuole,. turto diuifoin parti co-
me la Noce del Ci preflo, quando è fccca .. Nella prima
fu per ti eie mcftra alcuni angoli, che di lùge pare vna gra-
de Pigna. Le foglie tenere di detti occhi, ò fiori % fi man-
giano cofi frefehe. Han fapor da Cardo ; & fono di mol-
to poco nutrimento . Il fapor di quello Pomo x del qua-
le mangia molto poca gente , è dilicato con vna terreltri-
citadc
DELL'ANANAS BRAVO. 267
citade auftcra , & poco grata al gufto . Quelli arbori , &c
le loro radici lono molto fuccpii. Quello lucco coli del-
le radici , come del tronco prelo in quantità di iei,fin 'oc*,
toonciecon Zuccaro la mattina a digiuno, è rimedio
eccellcntillimo , & molto ìlpcrimcntato per lo nfcalda-
mcnto del fegato, &: delle reni, & piaghe delle reni, &c
l'orinar renelle, & feorticatura della verga; nelle quali
pailioni fa rara operano ne con molta preltezza^&: quel-
li che orinano renelle, &gli iìfcorticala verga, nlana
per lo più in tre fiate , che lo prendono. Dicono che gio-
ua ancora alla Diabete ; ma io nò ne ho hauuto ifpencn-
za. Chiamali in Arabico Queura-In Perflano Ana-
nafa , & Angali . In Decani n,Queuxa ; & il fiore
( che è l'occhio odorofo delle foglie ) chia-
mano in Arabico Chuxtaid.inPcrfìa-
noPixcoxbuith. I Turchi non-,
l'hanno , né lo conoscono.
Gli Arabi lo lauda-
no molto per le
medefi—
me
paflioni, &per
l'crifìpc-
lc.
LI 1 ANA-
Ut
A N A N A S:
*:S
DELL'ANANAS, C A P.
i6p
L V 1 1 1.
ì
Ve s to Pomo peregrino , lacuiori-P
di
T. del
gine dicono ciler venuta del B'rafiI,don*-rJL
defur portati i primi alle Indie Onen-
\ tali, &doucallignaronOcofì bene, co-
me nelle Occidentali , & horanefono
in gran quantità per ogni parte diede)
cdella grandezza d'un Cedro piccolo, moltogiallo, Se
molto odorofo quando è maturo i & rende tanto odore,
che nel calle fi conofee la cafa , dou'egli è riporto . Il (uo
fapore e molto fòaue,& egli in le molto (uccofo . Di lun-
gefi famiglia all'Acanto, ma non ha li fpinicofi acuti,
ne pungono. Da ciafeun piedc(ilquale è dell'altezza d'un
Cardo da mangiare) produce vn fol Pomo nel mezzo,
& nel fìio circuito molti figliuoli; & alcuni di loro efeo-
no con frutto ; onde cogliendo l'Ananas, piantano (libi-
to i figliuoli >& da ciafeuno efee vn cefpuglio col Tuo Po-
mo, come il primo; & fi ri coglie nel termine d'un'anno.
La radice di detto cefpuglio è fimigliante a quella del
Cardo da mangiare ; & le foglie hanno fcmbianza col
medefimo Cardo, benché più con quelle dell'Ananas
Silueftrev .
Chiamali communementc Ananas; & da Canarini
Ananafla . I primi di qucfti frutti , che fi venderono
nelle Indie valfcro ( al minor prezzo ) dieci ducati 1 uno ;
& al preiente , non perche fiano diminuiti nel fuo odo-
re, & fapore i ma per la grande abondanza, che in tutte
quelle pani fi ritroua di loro , vagliono i più cari due
Reali.Detto frutto è caldo, & humido. Mangiali prepa-
rato, & bagnato in vino ,comc il Cotogno . Si digenfee
facil-
x7o DELL'ANANAS.
facilmente , & fé fé ne mangia troppo , infiamma , co-
me i Dorioni di Malaca. Aprendolo per mezzo, & tor-
nando à congiungere le parti djuife, fi vnifee co-
me il Cocomero i & tagliandoli con vn col
tclio, lafciandouelo dentro per vn
di, ò per vna notte , guaita &
confuma tutta quella par-
te del coltcilojchc rc-
ftòdcntro.Fin"
horanon
fc
ne fa altro v(b , che
quello del ga-
llo.
SAR-
*7'
S A * G A Z O.
GAZO. C A P. LIX.
E £ molto profondo &. lungo ma-
re della molto famofa & non me-
no temuta volta <ielSargazo(chc
cofi fi chiama da Nauigàti dell'In-
die da dieciotto fin trentaquattro
gradi della linea cquinotriale dal-
la parte di Tramontana) appare il
mare pièno di qucft'herba chiamata Sargazo. É lunga
vn palmo . Ha li ramofcelli fotti li , Se fenza radice . Vc-
defi tutta l'acqua coperta di detta herba adunata inficme
a mucchi, & intricata vna con l'altra ; & mirandoli be-
ne, fi vede che viene dal profondo del mare tanto colli-
gata & inuolta infieme,che pare ogni mucchio vn gran-
de cefpuglio.
La foglia è fottilc di lunghezza di mezzo dito ; Gretta;
& molto punteggiata d'intorno j di colore non molto
rolla i infipida nei faporc , con vna infcnfibilc mordica-
rione , che par edere più dall'acqua falata, che da lei . Al
pie di ciafeuna foglia fi troua vna Temenza ritonda , co-
me vn grano di Pepe, vana, & tutta ricamata, di fopra
d'un fottilc corallo bianco , & alcune di corallo rollò &C
bianco, & molto tenero nell'ufcir dell'acqua ima fé Io
lafciano feccare , diuicn duro ; ma per clTer cofi fottilc ,
fi rompe facilifiimamentc.
Quella femenza è pregna d'un'acqua falubre . Non,,
riabbiamo veduto a qucfVherba alcuna radice ; ma fi ve-
de i fegni dode fi ruppe ; & pare che nafea nel profondo
del mare fopra arena,& che habbia le radici iòttili.Ben-
che vifia opinione,ch'i Torréti,iquali di molte Ifolc ca-
dono
DEL SARGAZO. i7$
dono in quello mare , cauino detta herba , & la portino
feco . Perfidiando lopra di quello vn Piloto d'una naue,
nella quale io mi trouai in quello Paragio con calma,
& elTendo il mare , quanto poteuamo vedere, coperto di
detta herba , fu mandato a ballo alcuni Marinari, i qua-
li nettando l'acqua picllò alla Naue, & cacciando l'hcr-
ba da vna parte, noi vedemmo molto chiaramente rifor-
gerc mucchi grandi di detta herba congionta vna con
l'altra dal profondo del mare, doue fcandagliando non
fi trouò terra .
QjiclVherba inconferuadifelc, & aceto ha il mede-
fimo faporc del Crithmo , ò Finocchio marino, & in bi-
fogno può feruir in luogo di quello , che portano di Si-
cilia condito, & feruir in mare per Cappari . Io la faceua
dare coli ,tcomc la cauauano del mare, ad alcune Capre,
ch'erano nella Naue, lequalilamangiauano con gran
gullo . Non fi ha faputo di lei altra vi rtù , eccetto ch'un
marinaro delia Naue addolorato per l'orina , facé-
do molte renelle e materie grolle, fi diede a
mangiare di detta herba cruda , & cot-
ta , dicendo , che gli fapcua buo-
na, & di là a pochi giorni
m'affermò , ch'ella
gli haucua fat-
to gran
be-
neficio , & ne portò le-
co per mangiar-
ne in ter-
ra.
Mm CAR-
174
CARCAP.YU
*75
DEL CARCAPVLI. CAP. LX.
L Carcapuli e arboro grande, alto, & gtof-
fo . Il luo frutto e della grandezza , & limi-
glianza d'un'Arancio fenza erotta tutto di-
pinto in fette, ma non fono feparati vno
dall'altro , come fon quelli dell'Aracio.So-
no coperti d'una lottile croita lifcia , &. luftra, non mol-
to fecca, di color pallida, & quando limatura, diuien
più aurea ; il fapore è molto auliero con vn piccante-/
moi:o aggradeuole. Si vfi quello frutto ne' cibi j & Ì3L,
gente della Terra ne fa gran itima nelle fue cure; & tra
tutte le medicine più ifpenmétatc,quelta tiene il primo
luogo, per far celiare ogni fluifo di corpo, principalmen-
te in huomini afflitti per l'atto Venereo. L'ufano a man-
giare maturo, òdelfuo fu eco con latte agro, Se anco fec-
coinpoluere. Mefcolatocon latte agro, &R1I0 cotto,
ha merauigliofa grada nel reftaurar l'appetito , & voglia
di mangiare. Viano il fu© lucco, & la (uà poluerc del fec-
co, nelle nebbie , & nelle vnghie , & carnolìrà de gli oc-
chi. La poluerc di detto frutto è molto vfata dalle Coma-
dri,del quale danno alle donne da parto, per cacciarne le
fecondine, &per purgar bene,& per far loro abondar la
latte,& innanzi che partorivano per facilitar loro il par-
to,nel che dicono,che fa grandi effetti. Mefcolano il fuo-
co di quello frutto con altre herbe, & lo applicano fopra
l'unghia del dito maggioredel piede della iltefla parte,
doue alcuno ha nebbia in alcuno de gli occhi, & catarat-
te,chc non fiano confermate ; & dicono chegioua . Dal
Malabar portano detto frutto fccco per altre partii &
chiamali in Canarin Garcapuli .
Mm 2, BAN-
*7*
B A N G V E.
DEL BANGVE. CAP.
177
LXL
L Bangue è vna pianta limile al Ca
napc deicruro da Diolcoride nel
3.1ib.al cap. 1 5 9. Si alza quella pia-
ta dalla terra fin cinquepalmi.il
fuo furto è quadrato, & della grof-
fezza di quello, che è qui dilcgna-
to . Il colore è più verde chiaro,che
quello del Canape . La foglia della grandezza di quella,
ch'c difgionta,&: deU'iftcilo colore della pianta di lopra*
& di forto è bianca , & pelofa . Ha quella foglia il fapor
terreflre, &infipido. Ama luoghi humidi, & è molto
difficile da rompcrfi.La feorza, & i fili, ch'ella fa fono co-
me quelli dell'illeiTo canape j mai fulli dclBanguenon
fono coli vuotijComc quelli del Canape . Il ieme è più
piccolo, che quello del Canape, &c non è coli bianco.
La gente Indiana mangia di quella femenza , & delle fo-
glie per aiutarli nell'atto Venereo , &c per accrelcer l'ap-
petito di mangiarcfalfi di quello Bangue vna compofì-
tionc, la quale è molto ordinaria tra quelle genti, per di-
uerfi effetti,' perche alcuni la prende per ifcordariì 1 fuoi
trauagli,& dormire fenza pen/ìcro; altri per dilettarli
dormcndoin varietà diTogni, & illufioni ; altri per eiler
ebbri ,&gratioii parafiti ; altri per l'effetto delle donne;
i grandi, &i Capitani per ifeordarfi i loro trauagli, &c
dormir fenza penficro. Preparano il Bangue a quello
modo ; prendono della femenza, &c foglie del Bangue
fatto in poluerc quel che vogliono , & gli pongono Are-
ca verde , ch'è Nocella Indiana , &c dcll'Opio più , ò mc>
no, fecondo il lor volere ; de lo prendono con Zuccaro ,
fiele fi
z78 DEL B A N G V E.
& fé fi vogliono dilettare in varietà di fogni , aggiungo-
no a quelta compofìtione Cafora della buona^Garofoli,
Noce mofeata., & Macis.Etp allegrare,& far ftar di buo-
na voglia , & principalmete per far li bé poteti co le don
ne,aggiungono Ambra, &.Mufchio,& co Zuccaro fan-
no il loro elettouaro. Molti mi affermarono , che p l'atto
Venereo quefta femenza , & foglie haueua grandifììma
efficacia ionde non dee hauer che fare col Canape ,
benché lo fbmigli molto ; poi che Diofcori-
deferiue al luogo citato, ch'egli fcalda
& fecca, & nfolue la virtù genita
le. Chiamano gli Arabi il
detto Baneue, Axisj
IPeriiani, Ban-
gue^lTur
chi,
Afarath^I Decanini, Ban-
gue ; & cofi il più
delle altre na-
tioni.
m
DEL-
DEL LASSA FETIDA. CAP.
179
LXII.
'Alt 1 h t , l'Angiudcn , ì Aflà-
fetida , dolce &c odorata medicina
(della quale tra i Dottori è ilata^
differenza cv controlla iìa ) è vna
Gomma , che portano dalCora-
zanadOrmuz,&daOrmuz all'In-
die , &c dai Guzarate,&. dal Regno
di Deli ( terra mol to freddala quale dall'altra parte con-
fina col Corazan,&colpaefedi Seruan,come lente Aui-
cenna . Quella gomma è chiamata da gli Arabi Altiht,
& Antit; & da gli Indiani Ingu , òlngara. L'arboro,
donde c(cc Ci chiama Angiuden , & altri lo chiamano
Angcidan. NondifegniamoqueilarborOjperchenon
lo riabbiamo veduto, perciochela góma viene di lunge
per la terra a dentro ; onde non è da merauigliarfi , lo
non fi fa bene la fua rìgura ■■> & Ce Auicenna le pole per la
medelìma cagione molti nomi; perch'egli puòeiière,
che fi variano 1 nomi fecondo le Terre, & che in vna fi
chiami Altiht, nell'altra Almharut , poi ch'ella paifa
per Terre , ch'ufano diuerfì linguaggi . Tieni! elici pro-
prio nome di detta gomma Ila Lafer, &non Aflà; ma
che il terr.po l'habbia corrotto. Onde Gerardo Cremo-
nefe nel cap. del difetto del coito in Rafis,hcbbe opinio-
ne, che Alnhtfoliefucco di Ghzirriza apprefo, 6c in-
groflato. Mali può difendere Gerardo, perche non è
itato Arabo, ma di Andaluzia; oue la lingua propria,
nella quale Auicenna fcrilTe, fu quella , che Ci vfa nella
Sona , oc nella Mefopotamia , & nella Tartana, donde
era Auicenna.Qucita lingua fi chiama Arabi, & nel lin-
guaggio
i8o DELL'ASSAFETIDA,
guaggio de'noftri Mori, Magarabi; il che vuol dire,
Moro di Ponente;perchc Ma, in Arabico vuol dir Del,
& Garbi , vuol dire Ponente. Et perciò non è mcraui-
glia che falli Gerardo; perche Altiht non vuol dir'altro,
che Arboro dell'Alia fetida , & molte fiate fi prende la
Gomma per Tarboro . Che ciò fia vero , fi vede chiarov
perche ella fi applica per drizzare il membro virile , cofa
molto vfata in quelle parti; &nonè a propofìto vfar di
quel fucco di Glicirriza per la diminutione del coito ; &
nelle diuifioni pone RafislV Itihrper li piaceri di Ve-
nere ; & Ada dolce non viene pofto da alcun Dottore
Arabo , ne Greco , ne Latino, che fiad'auttorità? per-
che Glizirnza fi chiama in Arabico , Cuz; & il fuo fucco
cotto, & ridotto in forma di Sapa chiamano gli Arabi
Robalzut; &: li Spagnuoli corrompendo il nome, lo
chiamano Rabazuz. Di fòrte che Robaìzuz in Arabi--
co vuol dire,fucco ringrolfato di Glicirriza;perche Rob,
è fucco ingroifato , Se Al , articolo del Gcninuo , De, &
Cuz , Ghcirnza , & tutto infieme vnito , lignifica fucco
ingroiìato di Glicirriza ; onde non fi può chiamare que-
fìo fucco , A (Ta dolce . Et a quelli , che dicono , che Af-
fa fetida, &c Laferpitio fono diuerfe medicine(perciochc
il Laferpitio è medicina per la cucina , & per medicare >
oue l'Alfa fetidagioua al medicare (blamente) &chefc
la vfallero ne' cibi , ò brodetti , gli guattarebbe tutti col
fuo horrendo odore; fi rifponde & con verità , che la co-
fa più vlata,chc fia in tutta l'India,& per tutti i fuoi luo-
ghi , fi è quella Alla fetida cofi per medicina , come per
lifapori;& fc ne confuma in quelle parti quanti tàgran-
de;perche tutti i Gentili,principalmcntc quelli di Cam-
baia , & i Pittagorizi Baneani , la comprano & mangia-
no or-
DELL'ASSAFETIDA. *8,
no ordinariamente più òmeno, fecondo le loro forze.
Et perche quelli non mangiano carne , i principali
condimenti co' quali la mangiano fono herbaggi, Se
Bietole , con le quali affermano ch'è buona . I Mori an-
cora mangiano di quefta Ailafetida, ma in manco quan
tità ; percioche queiti folamcntc la mangiano per medi-
cina. Dicono quelli , che mangiano quefta Ailafetida ,
che oltra l'incitar molto l'appetito di mangiare,che quel
poco d'amaro, eh' ella ha, èfaporoiò; & che dapoi in-
ghiottito , refta la pcriona,che la mangiò molto conten-
ta ; & coli la loda molto di buon'odore, & fapore la gen-
te di quella Terra ; & credei! , che ciò nafea per lo conti-
nuo, vfo che hanno di mangiare quefta medicina .
A quelli , che dicono , che quefta medicina fi via fo-
llmente nelle compofnioni y fi dice, che fi ingannano,
come fi ingannò il Sepulueda; Benché ilGuancrio, &c
molti vfano quefta medicina da fé fòli .Gli Indiani la lo-
dano per lo ftomaco, perfaciiitar il ventre,&: per confiir
mare le ventofità. Curano con quefta medicina anchora
i caualli , che fanno molta ventofità ; &c tanto apprezza-
no quefta medicina^ che la chiamano quelle genti, &:
principalmente quelle di Biinagar, Cibo de Dei. Ben-
che Mattheo Siluatico dice , ch'è veleno , Se allega Gale-
no . Ma non fi troua ne in Galeno, ne in alcun Semplici-
fta Greco quefta cofa ; anzi dicòno eiler buona contra il
veleno, laPeftilenza, i Vermi, & la Rabbia, che fono
contrarij cffettimel che pare, che Mattheo Siluatico non
habbia ciò ben confidcrato. Gli Indiani pongono que-
lla gomma nelle cauerne de' denti guafti,chc dogliono;
benché dica Plinio , che vno che fé la pofe nella ca-
uernad'un dente, hebbe tanto dolore, che fi gettò da
Nn vna
z8i DELL'ASSA FETIDA.
vna fineftra . Ma ciò poriaeflèr fuccefìò per quel tale
molto ripieno di humori ,, i quali mouefTc la detta me-
dicina -
La maggior quantità di quefla fi ritroua in Chitor,in
Mandou , & in Deli . La portano ancora da Ormuz co-
me mercantia per Pcgu , Malaca,& Tanaflàrim ; & fem-
pre la detta Gomma vale molto, la qual folamente è in
vfo , & non la radice ,, ne le foglie dell arboro , donde il
caua ; delqual dicono cauarfi,dandoli tagli , per li quali
diflilla ., Quello arboro fomigliano efli aL Nocellaro
nella grandezza -, & nella foglia ..
Si mantiene, & conferua queftagomma ncHcpclli de'
Buoi, vntecon fangue me/colato con farina di tormen-
to ; onde quando vi fi rrouaràtalcuna cofa ,. che parife-
mola , non fi ha da tenere per fallita, come, hannoferit:-
to alcuni".,
Or*ègH occorfe , che dimandando vn certo huomo
ad vn Banean e letterato, per qualcagione egli mangia-
uadi quella gomma, poi ch'ella; vcniuamefcolata eoa*
fangue di bue; il Raneane glirifpofe,, che quella medi-
cina era tale, che in lei, non fi doueua hauer riguardo ad
alcuna regola .Quelli Baneani non.mangiano carne, ne
eofa di fangue; 6c tengono la trafmigratioiie delle anime
ne' buoi ..
Di quella Aita fetida fono due fpecie„vna ch'è netta,
& chiara ; & l'altra ch'è torbida & lorda ; la quale netta-
no i Baneanrprima , che la mangino; quella ,.ch'è net-
ta ,èdi colo re, come di chiaro;& lucente Ottone ;& di
q uella è la maggior parte di quella,che fiadopra nel Gu-
za rate, doue la portano da Chitor,, &; da Patanc , & da*
Deli ;; & l'altra conducono dallo flìctto, & da Ormuz.
: ~ Onde
DELL'ASSA FETIDA. ±85
Onde vale la migliore ( che è la chiara , & lucida ) molto
più che l'altra, la quale,pcr cfler di manco prezzoli ado-
pra più tra la geme poucra coli ne cibi, come nella medi-
cina. L'odor della m)gliore(ch'e quella cheportanoal Gu
zarate , come Ci è detto ) è pju gagliardo, che quello del-
l'altra ; benché ambedue riabbiano aliai triito odore-
Ma quella gente tiene per buoa'odorc quello, che più
pollcnre ; onde dicono elh , che quella ha buon'odo re ;
perche ha l'odorepiugrande.
Quclt'odorc è quali limile all'odore della Mirrha ; &
quella è la cagione, perche Auicennaladiuifein Feti-
da , & odorola ; perche diceuano , che la Fenda haueua
odore di Porriima nò è cofi,perchebcn cófidcratala ma-
niera di parlare delh antichi,non chiamano ia cofa odo-
rola per hauer buon'odore ; ma per hauer l'odor grande;
onde chiamano aromatico il Calamo, il quale a giudi-
ciò di tutti , fi poria chiamar più tolto fetido . Ha trifto
odore ancora la Mirrha, l'Aloe,& loSpico.
A quelli , che vogliono , che quella Aflufetida com-
mune iia quella , che per tale fi via ; & la odorofa il Ben-
giuì ( poi che non ci ha efpreilo Capitolo di lui ) &c dico-
no, ch'èpiur3gione,chc la radice dell'arboro del Bengi-
ui fia buona per condire 1 cibi, che l' Aflafetida; & che le i
Bancani la trouano iaporofa, & buona p magiare, ciò a-
uienc per cflerevlati a mangiare herbe, & altri cibi pò-
co faporofi,&chefecódo che dice Antonio Mufa.quel-
li che nauigano a quelle parti , & vanno a cercar il Bégi-
uì, dicono diferi uendo i'arboro, cifer conforme alladc-
fcrittionedel Laferpitio;& più, che quelli della medefi-
ma Terra coiìrctti dalla venti , chiamano la detta Gom-
ma Lafcrpitio ; fi rifpondc al primo , che non fi può ^p-
N n x plicar
284 DELL'ASS A FETIDA.'
plicar nome antico alla medicina , ò a Semplice;nuòuà*
mente ritrouato in noftro vfo ; perche non fu poiTìbile j
che gli antichi vedeffero tutto , & tutto fcriueiTèro . Et
al f ecódo, egli è chiaro , che Antonio Mufa in Ferrara fu
ingannato da colui , che gli die falfàmente queitarela-
tÌQnc>perciocheI'arboro del Bégiuì è diuerfo dal Laferpi
tie>j& quefto del Begiuì nò fi fa,che fia fé no in Samatra,
& in Sion ; & in tutte quelle Terre non fi chiama fé non
Cominhan,& no Laferpitio.il quale Bengiuì non fi tro-
tta nell'Armenia, ne nella Soria,nè nell'Africa , né meno
in Cirene, poi che pretto de gli habitatori di quelle Terre
non ne è memoriav& la maggior parte^doue li adopra il
Bengiuì,fiè nell'Arabiajbenchefìadopramoltoin tutte
l'altre parti,come ne' Regni di Deli, & di Mandou, &: di
Chitor.Et poi che d'Africa, d'Armenia,di Giudea, di So-
rda^ di tutte quelle parti lo vano a torre in India& por^
tar alle dette parti ; è cofa chiara , che Antonio Mufa fia
flato ingannato ; perche s'egli fi troualfe, dou'egli dice,
non andarebbono a torlo in altre parti per mercantia;
perche in fuo luogo porian portare qualche altracofa,
chepiuvalcrebbe.
IlRuelliohuomo (dotto) & degno di molta laude , ii
quale traduffe Diolcoride , dice nel fuo libro delia na-
tura delle piante, che in Francia nafcevna radice grofia
& grande , di fuori nera , & di dentro bianca ; & la dife-
gna con la figura fogIie,&c.&: dice, che cofi la radice,co-
me il feme, &lalagrima hanno odore molto foauey&
che per eflTere medicina approuata,- le pofero nomi ma^
gnifichi, come Radice Imperatoria, Radice Angelica ,
Radice dello Spirito Santo ; & dice , ch'ella gioua a mol-
te cofe , efiendo calda } & fecca nel terzo grado ■•> &c. ch'è
vnica
DELL'ASSA FETIDA. *8r
Vnìeacontra veleno, & che preférua dalla contagionc
peftilcnùale ; fk che togliendoli per bocca in. quantica
d'un Cecel'inucrnocon vino, &: nella ellate con acqua
rofa,non fentiranno quel giorno pe(tilen2a;perchc (cac-
cia il veleno per orina , & per (udore , & dice di piu,.che
vale contra molte altre infirmici, lodandola molto; &
dice effer queita il Lafcrpitio Gallico^ dice , che il fuo-
co, ò lagrima ha odore di Bcngiuù &che i dotti fono
d'opinione , che ila Bengiuì ; &: che quello è liquore Ci-
renaico, ò fucco Cirenaico, che partorì la Giudea, & lo
mandò in Francia j'onde dice , che fi deurebbe chiamar
Bengiudeo; & ch'èilato corrono il vocabolo, chiaman-
dolo Bengiuì .
Ma io non ho da trattare della differenza , ch'è dall'u-
no all'altro ; perche l'arboro del Bengiuino ègrande,co-
meii dirà,& molto diuerfo^ maggiore, che quello del-
l'Affa fetida y onde farebbe ragione , che (e folle Laferpi-
tio Cirenaico , nefuife quiui alcuno, &c fene trouaffe al-
cuno in Giudea, nella qual regione non è memoria tra
gli huomini , che mai fia (tato quello femplice. Et ben e
chiaro che fia cofi ■■> perche fé anticamente folle ftatOi fa-
rebbe reflata qualche memoria di lui neilagéte di quel-
la Terra ,& farebbe dato lodato da Dauid, & da Salo-
mone, che tanto lodarono gli odori. Et certo il nome
ingannò il Ruellioj il qual dice, che (ìchiamaua Ben-
giudeo iilche vuol dire figliuolo di Giudea. Ma più to-
lto fi ha da credere , che lì chiamaile ( come è [a verità )
Ben Iaoi , che vuol dire figliuolo della Iaoa, douefe ne
ritrouagran quantità. Oltradiciòil Ruelhololoda,di-
cédo,che prefo a digiuno,acqueta,& ammorza ogni di-
molo della carne^oue di tutta l'Affa fetida (i fcriue,& ve-
de per
r85 DELL'ASSA FETIDA,
de per ifpericnza,ch'ella non lafeia cadere il membro vi-
rile . Il Mattinolo dice, haucr tenuto l'iiteiTa opinione!
ma che dapoi coftretto dalla verità, renne il contrario .
La cui opinione, & d'altrui , ch'egli adduce fopra di ciò,
fi veggono nel luo commento del libro terzo di Diofco4-
ride al capitolo 78-doue recita le parole diTheofrafto
nel libro d.al capitolo terzo della Hiftoria delle Piante.
'Onde non hanno ragione quelli , che per cflèrc troppo
anettionati a' Greci difprezzano , & abhorifcono gli
Arabi,doucparlano bene .
A quello che dice lo fcrittore Milanefe, che naicc nel
MontcParopanifo; & che alcuni huomini di Macedo-
nia gli diilero, che lo haueuano veduto nel Monte Cau-
cafoi& che quefto ha molto grande odore •> & allega il
fuggi tiuo Lodoui co Barthema, il quale non pattando
Calecut , ne Cochin ( come fi fa per quelli , che in quel-
lcpartiloconobbero) fcrhTe quello, che li piacque nel
fuo libro, pensando pcrauaura che dapoi di lui non an-
dattero altri cu rio fi all'India , iquali vedeflèro molte co-
fe contrarie a quello, ch'egli l'criiTe& diflciche il miglio-
ire di tutti è quello di Samatra.Ma il Milanefc ò fcriflè co
mcvolfe,ò luinganato da Macedoni ;poi che molti Ro-
mei , &Turchi,che vanno a quelle parti ogni giorno, lo
portano per mercantia . Et tornando a quello , che dice
il Milanefe del Bengiuino di Macedonia ; poria forfè ef-
fèrcStorace i tutto chenon fi lappia eiìcr Storace al trou e
che nella Ethiopia,doueè la Mirrha. Di maniera che-»
del Bengiuino fi trouano tre differenze;, l'una fi chiama
mandolato , perche ha dentro di fc alcune mandole bia-
chc,& quanto più mandole tiene, tanto migliore vie-
ne estimato ,& e più vendibile, che tutti gli altri > & la*
maggior
DELL'ASSA FETIDA. n7
maggior quantità di quello firitroua inSionc, Se iru
Marthabano; & quello è quello, del quale dille Anto-
nio Mula , che veniua mekolato con tanna della radice
delmcdelìmo. Nel che s'ingannò del tutto; perche la*
gomma è tutta vna, grolla l'una, l'altra Cottile, l'altra
quali dura i & tutta coL tempo fi fa più bianca al Sole,&
quella lì fa alle fiate in farina, ch'è quella, che dice An-
tonio Mufaciler farina della radice , & è delle mandole,
come fi puòifpcnmentare pelandone alcuna . .
Vièvn'alrroBengioino più nero nella Iaoa , & in Sa-
matra , Se quello è di manco prezzo. Vn'altro è nella
illcfla Ifola diSamatra, il quale è nero, &cauato dalli
arbori nouclli , & quello fi chiama Bcngiuino di fiori ,
il quai nome mcrirò, per lo fuo foaue odore, & gran-
de fragranza, & vale queltodicci volte più, che L'altro .
Gli habitatori di quelle Terre chiamano tutte le dette
fpecicdiBengiuinaCominhan, Si. iMori, Louanlaoi;
cioè lncenlo della Iaoa ; perche da quella parte hebbero
prima i Mori notitia diluii Se perche quelli chiamano
ì'incenfo Ionam ( il qual chiamano 1 Decanini, Se G aza-
rati, Vdo)non è mcrauiglia, che chiamando i Greci l'In-
cenfo Ohbano,gIi Arabi imitandoli lo chiamailero cor-
rottamente Louaru .
L'arboro del Bcngiuino ( fecondo la: verarclationc) è
grande , alto, bello, di molti, &: ben'ordinati rami , Se di
grande ombre. E' il tronco di quello arboro di molto
grande altezza , molto groffo , di legno molto forte , Se
molto faldo , Se maflicio , Se molto difficile da tagliarli.
De detti arbori fi trouano alcuni ne' campi, & bofehi di
Malaca,nc' luoghi numidi, & a gli arbori piccoli,& prin
cipalmcntec|uclli di Bairos, rendeno il Bcngioino mol-
to buono
irg.j DELDASSA FETIDA.
to buono j diramato di fiori i & quello è migliore , che-
quello di Sion ; & quello di Sion è mjgliorc , che tutti
gli altri .
Cogliefi il Bengiuino,dando alcuni tagli a gli arbori,
acciocheda loro diftilli quefta gommain più quantità,
come fanno in Europa a Pinni > : La foglia di quello ar-^
boro èpiu piccola,cbe quella deliimone>& no coli ver-
de, & dalla parte di fuori più bianca .. Notali del Ben-
giuino mandolato , chciion è tanto odorofo,come il ne-j
ro'cauato da gli arbori giouenii perche; anco la gomma
vecchia coi tern'po perde l'odore , come haltie cofe ,■ ma
il fuoco , abbrufciandole ambedue , moftra la*diuerlìtà
dell'odo re; perche miglior fragrantia è quella del nono ,
negrp,che quella dei Mandolato.Ma perche ^quello bia-
co mandolato è più bello ,&ii negro ha miglior odore $
mefcolano quelli, che li maneggiano ambedue,l'unocoI
l'altro j& cori lo fanno più vendibile, più bello, &di
miglior odore .
E* il Bcngioino caldo & fccco nel terzo grado . Ha
potere di attenuare , confumare , & rifoluerc gli hu-
mori grò ili. Pollo ne' profumi, rifolue ogni 'corrut-
tione, &infettione, & malignità dell'aere j onde
il fuo profumo è molto vtile nella peftilcn-
za . Conforta il ceruello ; fortifica tut-
te le potenze dell'anima . Eilir-
pa le infirmità fredde della
tefta; cilendo prima
purgato il cor-
po.
-lo ■- 3 .
q/iol-C'o CALA-
ftl»
CALAMO AROMATICO.
Oo
DE.L
DJTÀMG
AROMATICO.
LXIIL.
CALAMO
C a p..
r: OMAJL
O N o tante, & cofi diucrfe le dubbio*-
fe , & confufc. opinioni che del Cala-
mo. Aromatico; molti moderni Dot-
tori hanno fcritto,confondendolo al-
cuni coll'Acoro , altri con la Galanga
con moki -,j& lunghi difcorfi, che io
tengo per. più ficuro (poi che io veggo che quanto il Dot
tor Òj tane fcniTe,è la pura verità ) di non vicire di quel-
lo-, che egli di queita. medicina dille , & fcriffc ; per cio-
chc: JOhmo Aromatico, diedi quelle parti portano,
&. ordina r.urnentefi adopra nelle Spedarle, è il proprio,
& vcio.Giiamovmedicina nell'India molto vfata coli ne
gli riuomini, & donne ■■> come ne' caualli..
Chiamati ucl Gazante , doue ne è maggior quantità
Vax. InDecanin, Biche. In Malaca,Danngoo. In Per-
nia, Heger . In Arabia ,.CaiTab,& Aldirira.. Nel Mala-
bar,, Vazabu .. Et in Cuncan (che è la falda del Mare )
"Vaican ..Effe bene L'Arabo Scrapione. lo, chiama Affa •
beldiriri ; nondimeno Scrapione è corrotto,, & Auicen-
na è corretto ^perche gli Arabi Phifiei Io chiamano cofi,
& Catlàb,, vuole direlo ifteiTo che Càlamo , & Aldirira,
degli; Aromatici » & Ditire èil medefimo , chepreiTo di
noi Aroma :: & queftoi fi caua da Auicenna .. Et perche
quclli'di Màlacaiconobbero quefta medicina per via de
Mori ,, che erano: del: CoraiTan >, la chiamarono; Darin-
gpo, corrompendo la-Voce Aldirira .. Per effere: quefta*
Medicina cofi vfataintuttala India, fi femina .. Et ben-
ché il Rucllio dica,ehe.lia buoiL'ódorcfrefco, nondimc-
no ha^
•DEL CALAMO AROMATICO. i9l
no ha l'odore molro grande, & acuto, principalmente
la radice , perche la foghi ha l'odore più Aromatico: &:
fccco, ha molto maggior odore. Ilchcauienein alcuni
fcmplici medicamenti, che quanto fono più fccchi, tan-
to più odor hanno , come il Sandolo , & l'Agui-
la, &c. i quali hanno tutto il lor buono odore dapoi ca-
uad della terra, & lecchi . Il più che di quefto fi porta
per Ponente , è di quello di Balagate , il quale adoprano
molto le donne per lo male della Matrice, & per le infer-
miti de neruii&nc'caualifeneadopra in quelle par-
ti gran quantità, principalmente al tempo freddo i per-
che glie lo danno mangiare la mattina peftato con aglio,
& Ameos ( cioè Cornino faluatico ( con falc , butiro , 8c
Zuccaro ■■> &c quella mefcolanza ( la quale è molto ordi-
naria) chiamano Arata.
Galcno,& Hippocratc chiamano detto Calamo Aro-
matico , Vnguentario . Plutarco, Calamo Arabico.Cor-
nelio Celfo , Calamo Aleflàndnno . Ma gli Arabi , che
conducono a vender caualli nell'India , tutti affermano ,
che non ne è d'altro nelle loro terre , fc non quello , che/
portano dell'India per mcrcantia, & che fi adopra fra lo-
jo, & lo tengono per buona medicina, benché non fia
naturale del lor paefè. Onde coli fideue intendere, che
quelli, che lo chiamano dell'India, & dell' Arabia , vo-
gliono dire,che dell'India Io portano in Arabia; & quel-
li che lo chiamano Aleflàndrino, fi deono intendere^,
ch'è quella la via, per la quale lo conducono a Vinitia-
m , & a Barutti , & a Tripoli di Soria .
A quello che dice il Manardo, che lo vide in Panno-
nia , & ch'era tanto frefeo , che pareua edere flato porta-
to di luogo molto vicino,poria cflerc ch'egli fi ingannaf-
Oo x fe,&
m DEL CALAMO AROMATICO:
fc ; & fé pure lo vide i che foflfe flato portato in qualche
baril di terra, come portano piantato il Gengiouo ver-
de ; perche fé quiui fi ritrouaiTe , non vi farebbepor-
tato per mercantia ordinaria. Quelli poi, che per fondar
la loro opinionc,chc l'Acoro Ila il Calamo Aromatico o
Galaga,dicono,& affcrmanOjche il Calamo Aromatico è
radice,& noncannais'ingannano,& non hanno ragione
in ciòi perche quello,che fi adopra del Calamo aromati--
co, è canna , & non radice -y perch'egli fi femina ordina-
riamente -y &c la radice è molto piccola, & alcune fiate,
che fi abbatte a venire le radici con le canne, non fi fa ca-
fò di loro , ne fichiamano aromatiche, per edere odoro-
fe , perche aromatico in Arabico non vuole dire odoro-
so j.ma Droga portata di quelle parti . Et olerà di ciò non
vi ha Calamo Aroniatico;ma Gioco odorato; tra quali è
tanta difFereza,come da Gionco a Canna. Quato a quel-
lo, che ha il Calamo dentro di fc , che diilcro elTcr hmile
ateiadi ragnò,fi ingannò Auicenna,&Serapione(iqua-
li haueuano più ragion di confìderar ciòcche i Greci)poi
che fi vede chiaro , che quel , che ha di dentro , è vna fo-
ftanza porofa,di colore alquanto giallo .Altri fono, che
confondono l'Acoro col Gladiolo , dicendo alcuni, ch'è
negro , altri ch'è bianco , & che mordica , & ch'è caldo
nel terzogrado ; non fi trouando in eflò alcuna acrimo-
nia, né calore, & ciò non folo nelle regioni fredde, ma
nelle calde . Et non può effere , ch'una medicina calda ,
& fccca nel terzo r piantata in altra parte , non rcfti Cal-
da 5 perche quefte qualità feguono le fpecie , & non fi
p olTono' leuar via del tutto , come fi vede nell'Acoro or-
dinario . Onde appar fenza dubbio , che l'Acoro non fia
il Gladiolo, chepcitalefìvfai & che ò manchiamo di
lui,ò
DEL CALAMO AROMATICO 193
luiiò non lo fanno elfi tremare ne luoghi,d' me dice Dio-
feoride , Galeno , & Plinio, ch'egli nalcc . Et non e ragio-
neuolc ( poi che il difetto de curioiì lo fi mancare ) che li
prendi per lui il Calamo Aromatico, poi che Auiccnna,
& Serapionc fanno tre capitoli, del Calamo Aromatico,
dell' Acoro, &: della Galanga.Quelli che Icnilèro del Ca-
lamOjdillìro^hc n'era nell'India; & coli è il vero; perche
non ne è in altre parti i & dell'Acoro non dicoao, che ne
Ha, fé non nell'Europa. Et i Filici Arabi, Turchi, Perfia-
ni , Coraflani , & dell'India non conolcono l'Acoro i &
oltra di ciò il- Calamo è caldo, &c (ècco nel fecondo
grado i & l'Acoro nel terzo : onde non può cifer
tutto vno.
A quelli che dicono , che la radice della Galanga e
l'Acoro , poi ch'ella ha tutti i legni dell'Acoro i firi-
fponde,chc non hanno ragione , nume nel capitolo del-
la Galanga fi vederà; perche la Galanga fi pianta ordi-
nariamente , & le fue foglie non fimigliano al Gladiolo.
Et più, che la Galanga ha diuerfa complcfiione , & noib
è appropriata a quello, che è l'Acoro, Se il Calamo j per-
che quelli lono appropriati a' nerui ; & la Gilanga allo
itomaco , & a rifoluer le ventofirà, &c. Et piu,che quelle
due medicine, cioè , Galanga, & Calamo, fono mer-
cantie molto ordinarie, & inolio conofciutcirrquelle
terre dal principio , & molto in vfo di condurli da quel-
le parti in Ponente :& non èragioneuolcofà , che ^In-
dia debba perdere due medicine cofi buone, coi! anti-
che , & cofi vfitc , per vna che non è della fua terra ; poi
che del perderli non hanno gli Indiani la colpa , dicen-
do Plinio , chel migliore è in Ponto , & poi in Galacia ,
& tra quelli quel di Candia . In mancamento di Acoro
vlaua
lP4 DEL CALAMO AROMATICO,
-vfaua il Dottor Orta del Calamo Aromatico in maggior
quantità, per «{fere vn grado manco caldo & fecco , &
cofì èmanifcfto non ciTcr Acoro quello, che per Calamo
Aromatico fi vfa. Quel che dice Marcello , eh'è Can-
nella ; per eflfcr cofa tanto lontana dalla ragione , & dalla
verità , non merita che fé le contradica .
Il Calamo adunque , il quale è qui difegnató,trat-
to dalproprio,il aflòmiglia nelle foglie vice-
do della terra pur'aflài al Gladiolo > le
radici , del quale fi vanno attac-
cando , he congiongcndo
vna con l'altra . Ama
luoghi humidi ,
oc nafee
inu
molta abondan-
zaj„
DEL
*95
DEL CARDAMOMO. CAP. LXIIII.
El Cardamomo(mecricina,&mer
cantia molto viata nell'India , la^
quale fi porca per Africa, Alia, Ite
Europa) ferme Auiccnna nel capi-
tolo del Cacolaa i &Io diuideirL.
maggiore, & minore, (te per quefii
due nomi fono conofeiute quelle
due fpccic di Cardamomo da Filici Arabi ,.& daMcrcà-
ti . Et ambedue i detti. Cardamomi fono nell'India ■■> & la
maggior quantità da Calecut fino a Cananor. Et benché
fc ne ritroui in altre parti del Malabar ,, oc nella Iaoa; tu t-
tauia non è in tanta quantità , ne tanto bianco di feorza.
Chiamali nel Malabar,. Etrcmelli .In Zeilam, Enzal .
Tra quelli di Bengala, Guzarate,& Decanin, Hil, &
Elacln;&: ciò predò de' Morii perche i Gentili di detti
luoghi lo chiamano Dorè . Per quella cagione fono tan-
te confusioni ne' nomi di quella medicina fcritta da gli
Arabi y perchcalcuni lo nominarono con la lingua In-
diana, & alcuni altri con. l'Araba \ il che fu occailonc a
tanto errorc,& dubbio, quanto è flato tra molti. Et bec-
che Serapionc chiami vno di quelli Chacolaa , & l'altro
Hilbanej nondimeno il ha da intendere, che il tello da
corrotto , & che deue dire Cacolaa Ehil . & fc le voglio-
no aggiunger Bane , prima &. meglio fi deuedirc , Bara,
che in lingua Dccarim vuoldire, Grande . Per la qual co-
fa Cacolaa (come dicono tutti gli Arabi) òCaculec( co-
me dice Auiccnna ,oElàchi , vuol dire Cardamomo . Et
fé tra Greci , &c Latini non ha nome , ciò amene , perche
non lo conobbero j onde fi crede , che Galeno non ifcri-
uefTc
t95 DEL CARDAMOMO.
ueflèdi quefto vii che oltre che k> dimoftra l'ifperiefifca ^
& il capitolo del Cardamomo , lo dice Aucrrois ; perche
dicendo Galeno, che il Cardamòmo non è cofì caldo,
come il Nafturtio , ma ch'è più aromatico , & più fapo-
rofo,& che tiene alquanto di amaritudine ; & non con-
uenendoli quefte cole, ne hauendo egli faporc di Na-
fturtio ; egli è fegno , che il Cardamomo , che vfiamo ,
non è quello, del quale egli fcriiTè. DiccDiofcoridc,
che ^migliore fi porta di Comagena , & d Armenia , &
del Bosforo, & che anco fi porta d'India , & d' Arabia; &
poi dice,che ve n'è in quelle parti,doue fi porta per mer-
cantia dall'India. Ond'egli è chiaro, che fcquiui fi troua
quello , che dice Galeno, & Diofco ride, non deuc cfTc-
re il Cardamomo vfuale dell'India; ma deonoefleredue
cofe -s & non vna fola . Et fé voleflero dire , ch'è quello ,
che Auicenna,& Serapione chiamano Cordumeni,non
ho di che contendere ; perche quefto non è quello , che
Auicenna, &c Serapione chiamarono Caculaa , o Hilj
& tanto più, che Diofcoridc nelle conditioni, chegli
aflègna, dicc,ch'è difficile da rompere,& chiufo ne' fuoi
ricetti, è acre, & alquanto amaro, & cheilfuo odore
offènde il ccrucllo; le quali tuttecofe fono al contrario
di quefto chiamato Cardamomo -, perche non è né diffi-
cile da romperli, riè offende col fuo odore il ceruello, ne
è amaro ; ma folo ha vn fapor acre non tanto, come il Pe-
pe ,ò i Garofani; Se fé ben nella bocca fa acqua, tutta-
uia è più aggradeuoie.Et fé quefto, che fi vfa hora fìchia
ma Cardamomo, non ellendo quello de Greci , la colpa
è ftata di Girardo Cremonefc nella fua traduttionc;ilqua
le per non conofeere quefto Semplice> per la molta lon-
tananza di quelle tene , & per non efter ritrouata in quel
tempo
DEL CARDAMOMO. a*
tempo la nauigatione, ne commercio con ette, liaiìc-
gnò il nome, che meglio li pame;& molto meglio fareb-
be {tato l'hauerlalciato il nome in Arabico, poi ch'cra>
medicina non conofciuta . Ne meno è queito il Carda-
momo di Plinio i perche Plinio ne pone quattro fpecic.
Vno molto verde & grotlò ,& il migliore, difficile da ró-
perliil'alìro che nfplcnde di color roilcgiantc di Oio ; &
l'atro più piccolo , & più negi o 5 &: l'altro di varij colori,
& che lì rompe facilmenre. Ma il Cardamomo (come lì
vede ogni nova poi che fi ha nelle mani )halafcorza,do-
uelìchiude,bianca, &etIoènero, &con facilità fi rom-
pe, &c non è amaro, ne negro di fuori i &. molto meno fi
ritroua verde , ne vano di colori, come lì vede ;& mol-
to diuerlo è l'ordinano Cardamomo da quello , che dice
Valerio Cordo,che il maggiore è, quali come vna Ghia-
da , & il minore, quali come vna Nocella \ poi che il
maggior Cardamomo non è più grande di vn Pignolo
con la fuafeorza.
Seminali il CardamomOjComc in Ifpagnai legumi ,
& il più alto è di tre palmi, dal cui fillio lottile pendono
le vagine , ò ricetti , in cialcuna delle quali fi rinchiudo-
no da dicci fin venti granelli coli piccoli, come fi veggo-
no. IlRuelliodice, ch'è vn fruttice, òcefpuglio limi-
le allo Amomoi &che li coglie, come l'Amomo nel-
l'Arabia. Dal che è mamfelto;quclIo, ch'egli dice non ef-
fer'il Cardamomo; poi che dall'india lo portano per
l'Arabia , & per lo Ponenre ; oltra che quiui non ha l' A-
momo ; mandando i Redi quelle parti d tor l'Amomo
di Ponente, per fare le loro compofìrioniTheriacali.
Dice anco per auttoriti di Theofraiì:o,ch'è vicino al Nar
do, & al Collo . Ma in ciò pare,ch'cgli fi lìa ingannato >
Pp pei cioche
3oo DEL CARDAMOMO,
perciochcil Nardo, & il coftofiritrouanoin Chitor, &i
in Mandou ■■> doue il Cacolaa , ò Cardamomo ( come di*
damo ) fi rirroua in Malabar . Dice di più, che dette Se-
menze fono bianche, & che fcaldano , & leuano vefichc
nella bocca ; ma cjuefto ( falua la Tua pace ) non cape nel
Cardamomo , o Cacolaa 5 poi che la feorza è bianca , &
il feme nero; & prefo in bocca, tira tanta acqua,che non
pare che fia caldo ; onde prefero occafione gli Indiani di
dire , ch'è freddo di compleflione ; & cofi vlano le Indie
ordinariamente quefto Cardamomo per mafticatorio,
per difgrauar ,& nettar la tefta .
Andrea Lacuna , che traduflè Diofcoride , dice , che
nelle Specicrie fi moftrano tre fpeciedi Aardamomo,
maggiore, minore, & vn'altra > ch'è Nigella ; &c che tutte
fono aromatiche, & mordaci al guftov &cheilCarda-
momo maggiore fi forni gli a al Fiengrecoi& ch'è più ne-
ro , & più piccolo ; &c che'I minore corrifponde nella fi-
gura al maggiorei& che non è rotondo,nè ha tanto cor-
po, & declina più a colore rouanetto i &c il terzo ( ch'è la
Nigella citrina ) è diuerfo folo nel color negro . Di ma-
niera che conclude, che la prima fpecic è la Meleghetta „
ò grano del Paradifo ■■> & che quefto è il Cardamomo , di
cui fcriue Diofcoride » Et dice di più , che vn Mercante
glie le moftrò tutte tre in Venctia l'anno quaranta otto >
& dapoi dice molto male de gli Arabi \ & che confon-
dono tutte quefte fpecie . Ma lenza cagione, & non è co-
fi come egli dice, fecondo che è manifefto per quello che
fé ne è detto , & fi dirà i perche Diofcoride non vide il
Cardamomo con feorza, poi che dice, che è la Mele-
ghetta -, ne quella conobbe Diofcoride y ne fèppe douev
nafeefle. Et il maggiore ch'egli dice haucr'il colore ro-
uanetto 4
DEL CARDAMOMO.' 301
uanetto , già è chiaro che non è cofi ; & Ja Nigella non-,
è in quella Regione, nèfa le operatiogi del Cardamo-
mo, bt il Mercante, che gli dille, che di Armenia fi condii
ccuano le tre fpecie di Cardamomo a Vcnctia, fi ingan-
nò;s'eravero Cardamomo; perche fc era tale, era venuto
dell'India perviad'Alctfandria, ò per alcuna delle altre
vie, per doue Tuoi venire. Si conclude adunque, che il
Cardamomo de Greci non è quello de gli Arabi.
Et quello, che dice il M inardo, &c altri Ieri tto ri mo-
derni , che il Cardamomo degli Arabi è medicina nuo-
ua , &c che nondeue vfarlì, poi che Galeno, & Diofcori-
de Prcncipi della Medicina non l'ufarono,non ha ragio-
ne in fc ; poi che ogni giorno il feoprono noue infirmi-
ti, come il Malfrancese, & altre, per rimedio dellequa-
li volfcilmifcricordiofo Iddio darne in ciafeuna terra-,
medicine, con le quali ci curaiììmo;ondc per quella no-
ua infermità nedilcopri la Radice della China,& la Zar-
zapariglia,& il Legno Guaiaco, & altre nuouemedici-
ne.dellc quali ci fcruiiTamo,nó cllendo prima vfate.Cofi
pcrmeilc,che cercaiììmo , & inquiriilìmo noue medici-
ne; & cele moltra aiutando la noltra debolezza, & po-
co fapere;poi che quello,che fappiamo,è la minor parte
di quello che non lappiamo. Et non hanno ragione gli
amatori de Greci di vituperargli Arabi , & le loro me-
dicine,quando le trouano ifperimentate nelle terre, do-
ue naf cono , & doue le vfarono Auicenna , A benzoar jj
ifaac , Razis,& altri; i quali non fi può negare ciìere Ita-
ti buoni litcrati.
Or tornando al Cardamomo (per adoperarlo medi-
cando fecondo Galeno, poi che non è quello quello, del
quale parlò ) fi dice ; che nelle ricette de Greci , & de La-
Pp 2 tini
3ov del cardamom:o;
tini antichi , i quali non feguironogli Arabi , per Car-
damomo^ vii quello di Galeno, & non lì dia la colpa a
chi non l'ha . Ma nelle compofitioni, & cure de gh Ara-
bi j & Latini moderni fi deue vfareil Cardamomo mag-
giore , & minore , che fono gli ordinari j.Nonfi del Car-
damomo maggiore , & minore > che ambedue fono di
yna medefima figura, & non fono diuerfi in altro, che in
grande, & piccolo. Et che il Cardamomo minore non
fia quella femenza, che per lui fi vfa in Ifpagna, chiamata
Meleghetta,ouer Grano del Paradifo, fi ha verificato per
molte perfone curiofe, che andarono nell'India, & in
Meleghetca ; i quali affermarono,mai non hauer veduto
in Meleghctta il Cacolaa , o Cardamomo i & che fi fa^»
molto bene nell'India , non cfTere Melcghetta . Si deue
anco hauer riguardo,comc Auicenna trattando del Car-
damomo , lo doueua diuiderc in Cardamomo maggio-
re, & minore iellendo il maggiore nell'India, &: il mi-
nore in Mcleghetta, quattro mille leghe difcofta di là»
Onde bene considerando,. Auicenna chiama la Mele-
ghetta Cobembaguc ; & per ragione è ella; poi che dice,
che la portano dailc parti di Coifala,la quale è terra con-
tinua alla Meleghctta. Et porrà etlere ancoraché in Con-
fala , o nel fuo paefe fi troui la Meleghetta » & fé non lo
fappiamo , ciò attiene dalla barbarie di quella gente fel-
uaggia . Ciò anco fi vede, perche non era ragione, che
Auicenna fcriueffe due capitoli di vna fola cofa . Ticnfì
per vero ,. che in Zcilam fi troui vn'altra fpecie di Carda-
momo maggiore, & meno aromatico, che l'ordinario*
cofi è la opm ione del Dottor Garziadi Orta (prattico di
quelle parti ) che fi vii di quefto ordinario maggiore , &
minore. Etpcrche il minore è più Aromatico e he'l mag-
giore.
DEL CARDAMOMO. 30$
giore, &il più Aromatico è migliore > fi dirai che il
minore uà maggiore in virtù, & minore in quantità.
Reità rà dunque la Meleghetta,&: Cobembaguc,da vfar-
fi folamére,doue fi trouerà difpcnf ata nelle medicine de
gii Arabi . Andrea Bcllunenfe dice , cheCaeule è Car-
damomo maggiore; & Alcal,ouerHahaleil,oucrCair-
bua , & Eilbua, fi è Cardamomo minore; ma quefli no-
mi fono deprauati ne libri Arabi ,&c non è merauiglia
dell'inganno del Bellunenfe, che non ne hi hauuto vere
informationi ; per non eflère flato mai in quei luoghi .
La gente di quelle terre vfa molto ii Cardamomo nel-
le medicine, &lo maftica con la foglia delBetelc, &:
per le folo,per diseccare, & far buon'odore di bocca, 6C
fortificare lo 1 toma co. Et quellorche dice Matthco
Siluatico, chei Prillici Indiani vfano la radi-
ce per le febbri, 6C che narce in alcu-
ne apriture di afeuni arbori;
non è coli , poi che non ha
radice, che faccia aL
cafo; ne fi pre-
de nelle feb
bri;
nenafee, fenonfè:-
minato in ter-
ra.
DEt
3°4
DEL
COSTO. CAP. LXV.
L Collo ( del quale Galeno col re-
tto de Grcci,& Plinio co' Latini an
tichi & gli Arabi fanno molte fpc
eie) molti Speciali moderni dico-
no cfìerne in Ifpagna , & gli Italia-
ni nel lorpaefe; & coli dicono,chc
la negligenza nolìra ci fa mancare
del naturale dc'noftri luoghi ,& vfar quello che vieno
d'India . Ma tra dotti , &c moderni fi tien per vero , & il
Dottor Orta è di tal parere, che non ne fiafenon vn fo-
lo;& quello fi chiamain Arabico Colt, oucr Caftj & nel
Guzarate Vplot;in Malaca, douc fc ne adopra più, Puc-
chio ; &per quello nome è chiamato dagli Arabi , da^
Greci, & da Latini . Nafce nelle terre confinanti tra ben-
gala, & il Deli, & Camfeaia, terra di Mandou , &di
Chitor,donde portano molti carri caricati di quella me-
dicina , & di Spico , & di Boralo , & di molte altre mer-
cantie alla città chiamata Amadabar, la quale è fra ter-
ra . Lo portano anco aliafamofa città di Cambaiette, la
quale èfcala& porto, donde fi prouede la maggior par-
te dell'Ada, & tuttala Europa, capane di Africa. Et
perche alcuni tengono che laxadice fola fia quella, che fi
adopra teglie ben e che fi fappia, che la minor parte èia
radice, perche tutto ilreflo è del legno, & non vale più
l'uno, che l'altro.
Dicono quelli , che hanno veduto detto aJboro , che
egli è conforme al Sambuco, & che i fuoi fiori hanno
buono odore . Del Collo fi elegge il bianco dentro , &
chchalafcorzaTouana, benché alcuno ha il colo re del
i Bollo,
D E L C O S T O. 30.5
Bollò, & la feorza gialla . Tanto gagliardo è il Tuo odo-
re , che la ad alcuni doler la tclla . li Tuo iapore è acuto
come quello dell'altre fpccie, quando egli è frelco, &
quando è vecchio, amareggi a alquanto , &c ha men odo-
re, & fi disfacc in poluere molto facilmente .
I Phiiici Indiani lo adoprano molro in Medicina , &
i mercanti lo portano ad Ormuz , donde fi prouede tut-
ta il Corazan> &c lo portano in Perfia,& in Aden , donde
poi fi fornifee l'Arabia,.& la Turchia. Scrapionc lo chia-
ma Cholti> ma il tefto è corrotto j perche fi ha da diro
Cali , cioè , Coftus , che coi! il ritroua fcritto in alcuni
libri; & de gli Arabi alcuni lo chiamano Calti alcun'al-
tri Colt ; & altri , Corti . Quanto alle tre fpecie del Co-
lto (del quale i Dottori di tanca auttoritàicriuono^Vno
e Arabico , ii quale dicono effer bianco, lifcio, & Aro-
matico ; & l'altro Indiano , negro , lifcio ,. &c amaro ; &
l'altro delia terra della Sona di colore di legno di Bollò-,
& di odore coftrettiuo , &c parimente il Colto dolce , &:
l'amaro)i Mercanti dell' ArabujdellaPcrfìa^cV: della Tur
chia, che di quelle parti dell'India lo portano per mer-
canta, dicono i chela maggior parte ficoniummain
Turchia, & nellaterradellaSoriai& tutte quelle natio-
ni dicono, chenon ne hanno d'altro nel lor paefe . Di
quello è tellimonio di molta auttorità il Dottor Orta , il
quale con ogni diligenza ne inueftigò , & fpeculo tutto
quello , che tu poflibilc , & non rttrouò altro .
Quanto al Colto dolce, & amaro, fi dee Capere, che
quanto il Colto fi va più inuccchiando, tanto più fi vi
mutando nel colore , & fapore in modo, che il colore, il
qual da prima era bianco, quando fi corrompe, fi can-
gia in nero , & fra mezzo quello tempo fi fa giallo. Ec
perche
}o6 D E L C O STO.
perche detto Co fio viene a noi da Terre molto lontane,
& per molto lunghi viaggi , ne riabbiamo molto poco,
che non fia ò corrotto , ò incominciato a corromperli ;
Quello che fi va corrompendo , & no è bianco, chiama-
no amaro j &c quello, che è buono, chiamano dolce . Et
perche i Mercanti, che lo portano, fono di diuerfe pani,
prefero occafioncdi dire , che vnoera nell'Arabia , I'al-
tro nell'India, & l'altro nella Soria i eiìèndo però la ori-
gine di tutti nell'india . Andrea Lacuna npiende li Spe-
ciali , che per au3ritia,ò negligenza non traggono il Co-
ito da Venetia,doue viene di Aleilandna,&cheadopra-
no in fuo luogo vna cofa , che non ha che fare con lui in
alcuna parte ;óc altri, che non facendo quello, che deo-
no adoprano in fuo luogo la radice delia Menta Roma-
na, chiamata Pfeudo Colto de' Moderni , ò Collo fal-
fo. Nella qnal cofa il Lacuna bene direbbe, fé il Colio
checonduceilèroda Venetia , folle Irato prima condotto
qumi deli'ndia lenza gualiadì, nèfaliificorfi ;ma per
più certezza lo porian trarre da Lisbona , douc io tioua-
rebbono buono, &fenza faliilicaifi : & in ciò li deue
incolpare il Pandcttano, di accecare con la fua ceci-
tà molti .
Dicono che l'arboro del detto Collo è come ilSam-
bucco, & il luo frutto molleJ & che diftacca da fé la icor-
za con molta facilità.
Lfchino adunque di dubbio quelli, che vi folfcro en-
trati , penfando che il Colio dolce poria eilère perduto p
la molta diilanza de luoghi, & per lalungheazzdcl tépi«
Perche meglio , & con più verità fi può dire , & credere,
che al prelente , per elTcrc le terre più conofeiute ,& di-
feoperte , fi difeoprano anco meglio gli crrori,& ingan-
ni paf-
V
DEL COSTO. scy
ni paflkti . La maggior colpa in ciò è (lata di quelli, cho
5cr vender meglio la loro mercantia, li poncuano nomi
iuerfi, & fingeuano,chc fuilè de luoghi, che meglio lo-
ro parcua. Et benché al prefentc la verità non folle tanto
chiara , ne il haueflè di ciò più occafionc, & certezza per
credere,che quello foilc il vero Collo , baltarcbbe /aper-
tene 1 Chini (gente tanto dilcrcta, tanto in teiligente,&
curiofa ) vfano quello Collo , & lo adoprano per l'ordi-
nario nelle loro medicine.
Il Collo e caldo , prouocariuo dell'orina , &del Mcn-
flruoigioucuoleaIIcinfirmitàdeHamatrice,amminiitra
to in profumi, &c in fomcntarioni . Con incenfo, &con
vinogioua a morii delle vipere. Vccide i vermi del cor-
po. Applicato in forma diempiaitro,inrìammala pei-
Je,& tiragli humori alla parte di fuori. Gioua ailolpa-
fìmo, & alla paralifia, & a tremori delle febbri, & a do-
lori del petto . Beuuto con Mulfo , cioè,con vino mela-
to, riiueglia la virtù genitale.Mefcolafì nelle medi-
cine contra veleno, & giouai^ fecondo Gale-
no nel libro fetrimo delle facoltà de
femplici medicamenti ( a dolo-
ridel fianco; &con acqua
di mele fcaccia le mac
chiCjChcfailSo
le fu la fa e
eia.
Qq DEL-
3°8
DELLA MAN N A.
C A P. LXVL
A foa.ue , faporofa , & medicinal
Manna ( della quale tanti huomi-
ni dotti hanno fermo.) fi ritrouain
quella prouincia di Vzbeehe Ia^,
maggiore di tre fpecic, donde Iìl»
portano ad Ormuz,& a tutta la In-
dia j & oltre a quelle tre % ne fono
altre due fpccie di lei in quelle parti jeccettuata quella di
Calabria , che colà, non li porta . Delle tre prime, l'una
èbianea , minuta, granaiola, & ha fembianza di confet-
ti; ,,& è dolce come il mele \ de quella chiamano quelle
genti Xircaft, oXirquciljcome le dJceiìero,Iatte d'arbo-
K>; perche Xir preilo a Pei Cam. vuol dire latte. Di quer
fla dicono alcuni, che ella èrugi:tda,che cade fopra que-
gli arbori,d©ndc h cogliedo , ite. la conferuano invali
di vetro molto ben chmii,&dif eli dall'aere. Altri dico-
no, che è gomma, la qiial nafee damedeiìmi arbori ; &c
quello li potrà vedere in Auiccnna,eome natio di det-
ta P rouincia, & natonelia città chiamata Boccora .
L'altra fpecie della Manna lì chiama. Tiriamiabim ,
©Trungibim ; Se dicono che quella nafee fopra i Cardi,
donde la cauano, battendoli con legni . li fuo colojr è tra
iolTò,& rofato; & è della grandezza delfeme del Corian-
dro>Di quella hannoalcuni opinione , cheélla fia frut-
to di que^Cardir altri che liagpmma,òraiaIoro ; & que-
lla viene adoprata molto nella Periia,& inOrmuz ; per-
che i Pcrfiani la tengono per migliora più lana ; & coli
danno di quella ad ogni perfona, per dilicata& morbi-
da, che ella li Ila , & ad ogni etade : & l'altra non danno
fin'a
DELLA MANNA.1 30*
fin'a quattordici anni di età. Laterza fpccie conducono
per la via di Bazora, città molto nominata nella Pcr(ìa,&
quella viene in maggiori pezzetti , & mefcolara con al-,
cune foglie i è bianca , & 11 fomiglia molto con la Man-
na di Calabria i & quelta è ordinariamente in vfo,& non
fi corro mpe coli tolto , & vale più danari . Vn'altra por-
tano a vender per l'India liquefatta in vtri , & botti , co-
me vn bon mele bianco^ & quelta il corrompe molto fa-
cilmente. Tutte queltcfpecic di Manna purgano con-»
facilità fenzamoicltia, ne danno. Vn'altra il vende io*
Ormuz , & in altre parti dcll'India,dondc la portano per
altri luoghi, laquale è in pezzetti alquàto maggiori, che
quella di Calabria , & non bianca . Quelta purga mol-
ta, &: con qualche violenza i & perche ella fa maggiore
operatione, il volgo la tiene per migliore, &iiadopra
aflai tra la maggior parte della gente communc , coil per
quelta cagione, come per non valere tanti danari, quan-
to le altre : & vuol eilcr tenuta molto guardata dalla hu-
midità, perche iì corrompe molto per lei. Or vfando
molto quelta ipecic di Maria vn Medico Bragmane mio
familiare, & pacifico nella città di Cocchin,& lodando-
la di ogni eccellente bontà , dicendo che fc valeua mctb
danari che l'altre, eflendo migliore di tutte loro, ciò era,
per la molta quantità , che ne era . Ma parendo a me co-
la comporta, & invaginandomi, che elio la componete
fcincafafua (perche 10 feppivna fiata, che egli nonne
haueua di alcuna fpecic,& haueua mancamento di que-
lla) &hauendomi detto egli per lo innanzi , che glie le
conduceuano da Ormuzidi la a pochi giorni ellcndo in-
ucrno( tempo nel quale non nauigano in quelle parti,
& fenza che fuife gionto di fuori Nauilio alcuno , che la
Qq 4 poteflc
3io DELLA MANNA!
potcfie haucr condottai me ne maitre vna quantità di
nuoua» E per concludere , il buon Gentile mi confefsò,
che la faceua , come altri la faceuano in Perfia , douc egli
haucua ciòimparato i in quello modo j Prcndeua della
farina di A'mido bianca, & buona •■> & della Manna qua-
lunque fi foflè delle quattro ipecie , ma principalmente
diquella,che fi èdetto fimigiiarc alla Calabrefei & della
Scammonea, di vna femenza , che portauano di Bengala
chiamata Vifa , la quale è come la Caraputia ■■, & alle fia-
te le mefcolaua della polucre di vna radice bianca lattua
fa ,, chiamata ,. Dante ; &: con Zucchero , & con alquan-
te goccic di acqua odorifera ,„ faceua quella compofitio-
ne, & l'affinauaalSole. Et queita miconfefsò ìlfalfiu
rio in grande fecreto, dandomi la mano> che io non la
feoprifiì almeno in quelle parti . Et non è merauiglia ,.
che fi falfifichi la Manna, poiché fi falfi fi canale Pietre
Bezahar , le quali vengono contrafattc in Ormuz , & nel
Malabar, & in vna Colonia detta Cochin, douc rifiede
il Re r& ciò tanto bene, che anco gli eiperti di loro fi irt-
gannano nella prima coperta, òfupcrtìcie, la quale fc
non fi rompe , non fi difeerne dalla naturale x come
io vidi.
La Manna non è Medicina nuoua, ne nuouamente
vfata,nèfu incognita alli Antichi, i quali molto bene
la conobbero , come fi ricoglic dalle laro fcritmre ; ben-
ché da loro manco vfata , che da gli Arabi , a quali non.
fu afcofalafua virtù, & la fua potenza, come a loro più
familiare . Eflere ftata conofeiuta da gli antichi fi com-
prende da Galeno nel libro terzo de gli alimenti, nel ca-
pitolo del Mele > douefa grande ,& copiofa mentione
di lei . Il Dotto Greco Suida la conobbe fimilmente y.
quando
DELLA MANNA. 3M
quando la chiama Mele caduto dal Cielo . Dal libro vn-
decimo di Plin. al capitolo duodecimo fi caua, quando
dille; Viene quello Mele dall'aria, & principalmente
nel nafeimcnto delle ftclle, &c. Non parue amara, ne da
cflcrcfp rezzata a Pomponio Mella nella fuaCofmogra-
phia nella deferittione dell'India, quando ditte; L'India
in alcune parti è di tanto graffo , & tanto fertile terreno,
che in lei il Mele cola dalle frondi;& non dubito nien-
te , che egli non l'habbia intefo per quella Manna, ò Me-
leacrco. Theophrafto per auttorira -di Hcfìodo nel lib.
terzo al capitolo nono della Hifloria delle piante non
fc ne kordò , come nelle parole , che di lei dice, lì vedrà.
Quella fi intende qui per la Manna foluciua de gli
Arabi , & non perla Manna de Greci , la qual confonde
Serapione con quella de gli Arabi. Della qual Mannade*
Greci pailò Galeno nel libro decimoterzo della Mctho-
do ; &c nel quarto della compofitione de' medicamenti
fecondo 1 luoghi ; dicendo , ch'ella eiala fece dell'Incen-
fo dotata di vna leggiera aftringenza. Et nel quinto libro
del medefimo volume,dicc ; chela Manna è vn medica-
mento , che più deli'Inccnfo aftringe . Vedi il Matthio-
lo nel primo libro di Diofcoridcafogli 73. Al fine che
l'Olibano delle Specicricfia la Manna de Greci, &cho
ila diuerfa vna dall'altra,!! vede chiaro,& fi caua da mol-
ti auttori, come da Hippocrate, da Paulo, da Actio,
da Aleflandro Tralliano , da Cornelio Cello , da Oriba-
fìo, èv da Plinio nel libro duodecimo al capitolo de-
cimoquarto , nel quale trattò delle fpecie dello In-
cenfo . Di vna , & dell'altra trattò il Lacuna lungamen-
te nel primo libro di Diofcoride al capitolo 19. & nel fe-
condo al capitolo 74. Et benché egli & altri tengano,
che la
jiz, DELLA MANNA.
che la Manna, che cade fopra le pietre fiala peggioro;
tuttauia Amato Lufitano tiene contraria opinione, nel
iùo Commento fopra Diofco ride, nel primo libro allav
rnartationc y&. Il^datthiolo nel primo libro diDiofco-
ride Cerine JugaJiiftoria-fua^ d'altrui della Mana>& del-
le Tue lpecie , come nel luogo<citato il può vedere in mo-
do, chcquelta mcdicinal Manna degnadi cflèr tenuta^
ncll'operationi della Medicina , come familiare , & be-
nedetta (contra l'opinion dclFuchfio, chcxonparolo
Ài poco fondamento la volfclcuar dell'ufo ) è temperata
declinante a calore , & humidità. Euacuaicnza mo-
Iciha la colera \ ammòlifcc il pctro ; facilità la orinai
gioua alla tofce& alla fete. E medicina tanto '(ìcura > che
fi da a fanciulli , :& adonnegrauidc . Mescolata con al-
tri folutiui, accréfee le loro Ìor2e, principalmente con,.
Siropo rofato loiutiuo , con Caflia , con Reobar-
baro, 5ccon infufìone di Tamarindi i per-
cheméfcolata co quelle ha più vigore ,
& fa migliore operationc.La più
ordinaria in Ifpagna è quel
la di Calabria , ma la
migliore,& più
eccellen-
te
* quella , che per viadi
Vinetia viene
diLeuan
te.
DEL-
D E L L' A N I L. C A P.
5'J
LXVII.
VAni l, benché non fia fcmplicc me-
dicinale , nondimeno per ellcr merca-
tia vfata , offerendofene l'occafione , fé
ne parlerà cofi corfìuamcntc , lafcian-
done ildifcgno . L'Anil,cofi chiamato
da gli Arabi, & Turchi, & da tutti
que' Linguaggi ( laiciando il Guzarate,che è il luogo do-
ue lì chiama Gali, & al prefente nel detto Guzaratcda
alcuni mercanti lì chiama Nil)è vn'herba,chc fi femina,
& lì aifomiglia col noftro commune Bafilicò . Coglicno
quella hcrba,& la pongono a leccare per tempo, &da-
poi la macerano hene,& lapeftano molro forte co vn le-
gno dentro di alcune come Pifcine molto nette: & poi
the è ben pelta ,, l'adunano & la pongono ad afeiugarfi il
giorno al So le, & mentre fi va feccado, pare di color ver-
de, &c più lecca, fi moitra di color azurro chiaro, &da-
poi leccata bene, fi cangia in color azurro ofeuro; & co-
li la lafciano lecca fin che ella diuicne del più fin'Azurro
ofeuro, che poiTaeirere. Et quanto quello è più netto
della terra, & più puro, è migliore .Prouafi il buono ab-
bruciandolo con vna candela accefa , perche non refta
con arena, ma con: vna farina molto minuta. Altri
lo pongono inacqua, & fc nuota di ibpra
fenza andarfene al fondo, lo hanno
per buonojdi modo che ha
da cfler leggiero, & di
buon colore, &
netto di
terra-
DEL-
LL'OP IO. C A P. LXVIIL
'Opio medicina, & mercantia molto vil-
tà^ neceflària principalmente in tutte quel-
le parti delle Indie ( percioche in molte di lo-
ro li vfa a mangiarne ordinariamente , & fc
ne forniscono cofi, come il Contadinodi pane per tutto
l'anno , & a che effetto lo mangiano Udirà afuo luogo )
non è altra cofa , cke gomma, ò lagrima di Papauen,de*
quali fi trouano in quelle parti , oc principalmente in
Cambaictte, olerà le noitre ordinarie, dell'altre, per la
morbidezza, & qualità della terra, tato gradi, che fi vede
alcun gufciodil^apauero, che tiene vnainghiftara d'ac-
qua i C^uefti iì chiamano in quel linguaggio , come nel-
lo A rabico Cax cax .
Di detti Papaueri fi fa I'Opio, dandoli tagli, accio che
per efli fi diftilli , & corra la lagrima . fct non fi deedubi-
tare,che quello no fia lo iftelTo Opio ordinario, chiama-
to da Greci Opium, odagli Arabi Ofiom,ò Afiom(no-
mc comune , &c ordinano fra tutti i Mori ) ma da i Mala-
bari, Se d'altre molti gcnci corrottamente chiamato An-
fìaomXa cagione perche lo chiamano gli Arabi Ofiom,
fi è , perche gli Arabi prefero molti nomi da Greci in
molte medicine,Iaquai lingua Greca appellano eflilhu-
nani , quali lingua Ionica; &c perche i Greci lo chiama-
no Opium , &preflò a gli Arabi quella lettera F , &la
lettera P , fono fòrellc ; prendendone efli vna per l'altra ,
lo chiamano Ofiom , o Afiom, non facendo differenza
dal P , all' F. Cofi come dicono alia Peonia Faunia , mu-
tando il P, in F. come in molti nomi , & parole efli fan-
no . Di quello Opio fi trouano moke differenze ( benché
tutto
D E L L' O P I O. 315
tutto fia fatto di Papaueri) vno è l'opio del Cairo ,il quale
eili chiamano Meccri, il quale è bianco, & buono, Se
vale molti danari, & fi tiene che queito fia quello, che
tra Medici fi chiama Thebaico. L'altro è l'Opio di Adem,
&di altre parti vicine al Mar rollo, il quale e nero, &
molto duro :& quefto in alcune terre vai molto, in alcu-
ne altre molto poco, fecondo l'ufo che ne hanno. Quel di
Cambaiapoi,&di Chitor, &dclMandon,c più rollo &
tenero,& vale in molte terre aflai più , per eiìcr quiui più
in vfò per mangiarne . In modo che ognuno vale più, o
mcnojfecondo l'ulo^che fé ne ha;perche alcuni lo voglio-
no bianco ,& altri nero. La maggior quantità diOpio,
che fia, è di qucllodi Cambaia di vna terra chiamata Ma-
lui. Che lì faccia l'Opio della lagrima che (blla per li ta-
gli fatti ne' capi de* Papaucri, è cola certa. Se quegli che a
notòri occhi che lo videro, Se alla notfxa Se humile penna,
la quale per leuar leconfufìoni ciòferiuc, non louorrà
credere , legga Diofcoride nel fuo libro quarto del Papa-
uero , Se il Lacuna nella fua cfpofitione , Se il Mattinolo
fopra il medefimo, & Galeno, Se Plinio, con Amato Lu-
fìtano , fopra lo iftcflb i no lafciando i Frati , Se l' Antido-
tario di Meme al capitolo dcH'Opio : Se fé non baftaran
quefti, volgano gli occhi a Paulo , Se alla confettion di Fi-
iònio, Se non fi [cordino della differenza , che era tra l'O-
pio , e'1 Meconio. L' l'Opio freddo nell'ecceilò quarto , &:
tanto ftupefattiuo,che vfandofi male,vccide ■■, La cui pof-
fanza , Se qualità , Se il modo& cautela dell'ufarlo , potrà
il curiofb ùedere nel libro fefto di Galeno de* medicamen
ti fecondo i luoghi del dolore del capo, & nel libro terzo
del medefimo, dell'inriammagione delle orecchie, doue
ne ammonifee Galeno, che ci guardiamo dali'ufar l'Opio
R r temerà-
3ié D ELL'OPI O.
temerariamente, &: fcnza conlidcratione , llmodòcoru*
che li ha da correggere , & amminiitrarc , dal medeiimo
Galeno fi può cauarc dal fuo libro ottauo della compofi-
tione de" medicamenti fecondo i Iuoghi,dicendo j Mefco
lanli le cole calde , le quali pollbno condurre la ftupefat-
tione d elle fredde, poi che quelle da le fono di tardo tran-
iito . &c. perche è tanto grande la fua freddezza , che le-
tia il fenu mento alle parti , & coli addormenta, & ofeu-
ra il dolore, benché accrefea la cagione, cheloproduf-
fe , & lafcia i membri dolenti più deboli . Per la qual co-
fa no fi deue amminiftrare, fc non doue fono i dolori co-
li eccelliui , che non fi acquetano co alcun'altro rimedio.
Quanto alla differenza, ch'è tra l'Opio , e'IMcconio
non ne è d'altra fé non, che l'Opio è fatto di quel liquore,
che per li tagli fatti ne capi de'Papaueridiltilla, princi-^
palmente de' Papaueri bianchi, che £il più che fi fa nello
parti dettei & benché in alcune parti li faccia qualche^
Opio di Papaueri negri3è coli poco , & fi poco in vfo,chc
non le ne fa cafo \ & il Meconio è fatto di fucco cauato di
tutta l'herba, del fulto, delle foglie, & de1 capi. Et ben-
ché quello li venda coli nella fua purità, mefcolanza,&
amaritudine li conofee . Il più fi mefcola colmedefima
Opio j & fé alcuna fofilticatione è in lui, è quefta , & non
di mefeoiamento di altre herbe, fecondo quello, che io
riebbi modo di faperc.
; QuelVOpio fi mangia molto ordinariamente in quel-
le terre,cofi perche dormendo,o mezo alienati tra la vigi-
lia e'1 fonnonon fentano le loro fatiche * come per l'effet-
to Venereo,per lo quale béchc ripugni alla ragione,l'han-
nointantovfo, cheèil più ordinano, &familiar reme-
dio che habbiano i vili figliuoli di Venere. Che l'ufo del-
l'Opio
D E L V O P I O. ,l7
l'OpiOjper la Tua itupcfattiua , & narcotica qualità , deb-
ba far impotenti quelli , che fono auczzi a mangiarne , la
ragione il concede, oltre la cfpenenza; & coli fentono
non (olamentc tutti 1 noltn feguaci della Medicina, ma
tutti gli altri Medici Arabi , Periìani , Turchi , Corafani,
Sundafi,Malaici, Chini, Mal bari con tutta la caterua
de' Medici Canarini, Dccanini , & Bmgmani, &c. che
Ma è tanto efficace la imagmation delia gente plebea^,
della impotenza cauano potenza, & cefi per le lue difo-
nefte dilettationi carnali , di ordinano lo vfano i & peg-
gio èjchcaccommodatopcr habitovna Hata il guito, &c
l'appetito a lui , nonio potlonolafciarefenza grande ri-
fchio della vita,la quale manca loro, mancandoli l'Opio,
fé con buon vino puro in luogo dell'Opio non ^h {occor-
rono. Il che a calo feppi da vn dilcreto&lauio Turco al
lor modo natio di Adcm , il quale ( nauigando io per lo
Mare dell'India alla volta del capo di buona Speranza in
vna naue, nella quale il pouero Turco con altri Turchi, &
Periìani , & Arabi erano condotti prigioni in Portogallo,
& fìfoftentauanodi alquanto Opiocheafcofoiccopor-
tauano,dcIquale per eilcr poco prendeuano come per me
dicina) mi difle,chc fc non daua loro Opio,non farebbo-
no viuuti due giorni ■-, & non me ne trouando io da darne
loro, mi dille il detto Turco, che poi che io in quella Na-
ue haueua carico di curar gl'infermi , & {occorrere a me-
fchini , che fapefli di certo , che le non daua loro deli'O-
pio , egli & tutti i fuoi compagni fé ne f irebbero morti ,
per lo continuo vfo, che fin dalla puentia h.iucuano di
mangiarlo ; &c al fine vedendo che lononnehaueua, mi
dille , che fc a tutti quelli huomini auezzi all'Opió io dcf.
fi ogni mattina vn fiato di vin puro, & accrescendo ia,
Rr 2 quantità,
3i8 D EX UOPI O.
quantità, glie ne faceffi dare anco trai giorno, che tutti
camparebbero dalla morte, che loro fopraftaua per man-
camento deli'Opioi &chefapcfli, che quefto era folo ri-
medio, per rimedio dell'ufo, &c mancamento ; benché
ciò folle rimedio per loro molto duro,noiofo,& per cflc-
recontra la loro legge; ma che poi che la neceilìtà della
vita li conftringeua cotanto , che per forza conueniuano
ciòfopportare. Codio feci lor dare il vino per l'ordine
del detto Turco , & niuno di loro non morii & prima che
pailaiìè il mefe,non volfero più vino , & non fece lor male
il mancamento dell'Opio ; & tentandoli io alle fiate con
vino, & cercando ad alcuno di dar vn pocod'Opio , che
io haueua nella Speciaria mia della Naue per curar gli in-
fermi , non vollero ne vino, nèOpio.
Or ricornando alia cagione , onde fiacche facendo I'O-
pio col iuo v(o impotenti i portenti r fia mangiato & vfa-
tocofi ordinariamente per accrefeer la loro potenza ; (ì
deefapere,che quefti, benché lo facciano lenza ragione,!!
poflonotuttauia fondare in quefta,cioè,che perche la vir-
tù imasnnatiua aiuta molto la dilettation carnale , &C
perche ella è fupcriore della virtù cfpuliiua,obcdiicc a lei,,
la qua! virtù ìmaginatiua quanto è pm forte, tanto più
tolto riduce a termine il dishonefto atto Venereo, per-
che comanda la virtù imasnnatiua alla elpulfiua, che man
di il feme genitale a tefticoli, & quanto più fivigora la
imaginationein queftoatto, tanto più tolto viene il feme
al membro. Et perche quelli che mangiano quefto Opio
iranno mezi alienati , & quafi priuati di giudicio , & ra-
gione, per mancamento della imaginatiua,fìniicono que
fio atto Venereo più tardo;& perehe le feminc per la mag
gior parte non gettano il feme coli tolto, come rhuomo,
tardan-
D E L L' O P I O. }i9
tardando egli, ella cflercica la fua opcratione, onde iìicce-
de per lo più che ambedue vengono a fornire l'atto vene-
reo ìnlieme ; & per quello icruc il mangiar dell'Opto.
Si può dire ancora, che perche l'O pio con la iua ni ol-
ta freddezza oppila , & ferra le ftrade, per le quali viene il
feme genitale dal ceruello,però per quello trattenimento
fi viene a fare il condimento de due amanti infieme. Ma
la lor Filofofia non è quella , né adducono quelle ragio-
ni , ne attendono ad altro, che all'effetto.
L'ordinario vfo, che hanno di prender ogni giorno
dell'Opio, fi è da venti grani fìn'una dramma. Io co-
nobbi nel Malabar in Tanorvn Canacapolanairo, fcri-
uano di camera del Re di Tanor molto difereto, & viuo ,
&c molto alliuo, & di grande fcrittura, il quale ne man-
giaua ogni giorno al pelo di cinque dramme , & alla mia
prefenzalo prefe.
Et il Dottor Garcia di Orta (a cui fi dee dar fede^ cre-
denza in quello) narra che efib conobbe vn Secretano del
Nizamoxa, Corafano di natione, che ogni giorno ne
mangiauatretolas, che è pelo di dieci feudi &mezo, ma
che detto Corafano,bcnche folle grade fermano, &buon
letterato, & buono fcnttorc,tuttauia fempreeraibnnolé-
to , ma che mettendoli in compagnia , & in conuerlatio-
ne,parlaua come huomo difereto, & buon letteratojdon
de fi può vedere quanta forza habbia l'ufo,c'l coftume.
TRAT-
$io
TRATTATO DELL'ELEFANTE
& delle Tue qualità.
i E n e h e io haueflì congionto qucftò
trattato dell'Elefante al libro , che ho
per le mani di tuttele piante, frutti , vc-
celh , & animali di quella parte dell' A-
fia, tuttauia mi è paruto di aggiongerlo
a quelle cofe con alcune vere hiftorie
di lui, che fi vederannoj & benché io habbia fcritto mol-
to
TRATTATO DELL/EFANTE. 311
to di detto animale, tuttauia fono coli notabili , vere, &C
memorabili Jc molte cole, che di lui fi poiIonodirc,8£
tante , che per molto che di lui fi parli , non fi deue tener
per poco. Di tutte quelle cole diremo le più vere, &
molte volte vedute co' noltri occhi propri) , ponendola
Tua figura & effigie primieramente cauata molto natural-
mente , accioche nulla manchi a quello trattato , la qua-
le è la feguentc .
Ili
TRATTATO DELLO
ELEFANTE.
E L Malabar , doue ne fono,fi chia-
mano Anne. Nell'Arabia, Fil, &
al iuo dente, Cenalfil. InGuzara-
te , & in Decanin fi dice Ati. In Ca-
narin Acete . Nel linguaggio de
Carni dell' iìthiopia, Itembo . In La-
tini Elefansj& al fuo dente, Ebur.
In Casigliano, &: Portoghefe Elefante ; & al Tuo dente ,
Marfih in Catalano, Vori ; in Italiano Auorio . InFran-
cefe , Elefante ; & al fuo dente Iuoire . In Tcdefco Al-
fant Bein, & Elfandn . In Inglefc, Olefante. In Fia-
mengo Olofante . In Scocefe, come gli Inglefl . In Greco,
aXs^ctq ■■> & lob lo chiama in Hcbreo, Vehmoth; & in
niuna lingua non fi chiamavano, come dice Simon
Genouefc.
E1 l'Elefante animale capace di difciplina& obedien-
te all'huomo, & il più domeftico, & atto da appren-
der tutto ciò, che gli viene infegnato, che niuno altro
de gli animali faluatichi , come dice Ariflotile nel^li-
bro ottauo de gli animali ; che più domefticabilc di
tutti gli altri animali faluatichi fìa l'Eefante ■-, percio-
chemolte cofe apprende egli, & intende, poi che an-
co fé gii infegna ad adorare 1 Re . Di cjucftiii troua-
no quantità grande nelle Indie Orientali, & nella Chi-
na , & in Zeilan , & in molte altre parti dell'India, & nel-
l'Ethiopia .
e' l'Elefante animale benigno,di fua natura clemente,
vergo-
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 313
vergognofo , aucduto , & amorcuolc , come più oltre Ci
moitrarà . £' grande di corpo , & cofi lo deferiue Eliano
al capitolo 3 1. della grandezza degli Elefanti y dicendo,
Gli Elefanti fono di altezza di nouc cubiti , & di cinque
di larghezza &c. E' groflfo,&: di gran vcntre,taciturno,&
molto graue al vederci ma leggiero al caminarc. Ha tefta
grande, & colio corto , le orecchie grandi & larghe, & il
maggior Elefante le ha fin tre palmi di lunghezza, & vno
& mezzo di larghezza . Gii occhi molto piccoli , & mol-
to viui s & la bocca grande,nella quale ha folamentcdue
denti mafìellan bianchi di fei,fctte, & più palmi ciafeu-
no . Ha le gambe grolle, grandi, & forti con tutte lefuc
gionture ordinarie , le quali non fono molto apparenti,
per eflcr le gambe rotonde, Scoperte di grolla, &foda
pelle , quale è quella di tutto il fuo corpo , tanto afpra ,
& rugolà , & di coli rari , & corti peli , che pare pellato .
Ha i piedi tondi di circuito di quattro palmi, &piui
vecchi; in ciafcuno de' quali ha nella parte baila , che va
per terra cinque diti piccoli, & didimamente formati,
&grolli, in ciafcuno de' quali termina vn'unghia, che
pare vn tagliere Ha la coda tanto corta,che la maggiore
non gionge a quattro palmi, & di molto corte, & rare fc-
tole y & oltra ch'egli è la verità, che l'Elefante ha tutte le
fue gionture, come qualunque altro quadrupede (con-
tra quelli,che non lo videro coli da preilo,come io)l'afFer
mano anco liferittori moderni, come Luigi da Ca da
Mollo nobile Vinitiano, chelovide, & Andrea Mat-
tinolo , & altri . Camina l'tlefante tanto quietamente ,
che parendo di caminar poco, palla innanzi a qualun-
que huomo, che corra a piede. Adopra &poiTedein
buona parte l'Elefante quali giudicio fiumano; ma però
Sf non
3t4 TRATTATO DELL'ELEFANTE!
non fi dice ch'egli habbia giudici© humano , benché fia
molto dilciplinabilc, come dice San Thomalofopradi
Iob , al capitalo 40. nella lcttionc 1. con quelle parole >
llchc non iì dice pcrch'egli habbiaintelletco,, ma per la
bontà della naturale emmatiua . Ha egli gran memoria*
nella quale conferua tenacemente tutto ciò, ch'egli ap-
prende- Obcdifcc a colui, che logouerna, & facilmen-
te intende il linguaggio , che gli viene infegnato, princi-*
palmente quello dellafua terrai col quale intendendo i
tuoi goucrnatori, gliobcdilce in tutto ciò, che com-
mandano . I domeltici ordinariamente ferueno de gli
ordinari j feriuigij ne' fiumi ,. caricando, & divarican-
do le naui „ &: {fingendole al mare ,, & tirandole a terra ,
quando bifogna .. Portano pefo grande fopra ciafeuno
de' denti coi] come vna gran traue,,ò vn martello, ò mez^
2a botte piena di vino,, ouei'ogho; Scaltri peli grandi,
come l'artiglieria ,. che li cambiada luogo a luogo . Non
prendono il carico co' denti,, ma con la tromba, della
quale fi vagliono in luogo di mani, in quello modo;ac-
commodano vna corda grofià, & forte a quello,che han
no da lcuare , & prendono la cordairt bocca dando ne'
denti le volteche ballano,, & a quella manieri portano
il carico, o trahédolo per terra, ò ieuandolo in aere, feco
do la qualità del carico > nella qual cola hanno tanto
auedimento , & portano illoro carico ( fecgli è di cofa ,
che fi polla rompere , ò ìpandere) tanto fi curo , quanto
bifogna ; 8>c fapendo vna fiata doue l'hanno da portare,
non accade fenon moftrarloro il camino , perche l'han-
no a mente per far bcncil loro feruigio . Gilio dell'Ele-
fante al capitolo 5. afferma efljèrc cofi la verità , che l'Elc-
antc piange di notte la fua forte di feruire co miferabi-
li, an-
TRATTATO DELL'ELEFANTE 3*5
li , anguftiofe, &dolorofe mormorationi ■> & fc mentre
egli è in quello piamo, (opramene qualche pedona, con
vna cet tacommouonc di vergogna, modera i Tuoi lamé-
li , & lafciai dolenti , & aftcrruofifuoi gemiti . Ha l'Ele-
fante in fé fpi ricopi precminenza, A: arroganza, & ha
guftodi honore, &vnodc'maggioricaibghi_,chcgli fi
poiradarc, fi è, il dirli parole ;oltraggio(c, & tuttoché
fìano benigni, cuttauiaiono molio vcndicatiui. Eha-
no nella hiitoria de gli Elefanti al capitolo 4. conta di
vno, che fenile perdirrto ordine alcuni vcriiin Lanno.
Et qu into alla loto difciplina , & obedienza , & dello (tu
dio, oc cunohrà, che hanno della Mufica, fi legga in
Porphirio,ò Eliauo, Eliodoro, Oppiano , & G1I10. &c.
Oilcru mogli Elefanti vna certa maniera di Religio-
ne, inclinandoli al Sole, quando egli nafcc,& alla Lu-
na ; & del modo , col qualeolTèruano qucltamaniera di
Religione, & come òfterifcono rami alia Luna crefeen-
tc , le il diligente lettore particolarmente Io aiorràfape-
rc, legga Eliano nel trattato dell'Elefante al 9. capitolo,&
i9.doue dice quelle, &: altre moltccoicciell'Elefantc, &
di molte di loro fono io tcftimonio di veduta . Afferma
Ciccrone,chc l'Elefante ha gran couencuolczzacron l'in-
gegno ,prudenza,& fentimento deirhuomo,} ilcheap-
parc in molte cofe , le quali fi veggono , & fi leggono del
iuofapere, &c della fuafagacitài comedi quelli che do-
ucndo vna fiata eder condotti a terre itrane,& foreltiere t
nonfivolfcro mai nelle nauiimbarcare,ie prima non fu
loro giurato da quelli , chegli conduceuano , di douer-
gli ritornare al proprio luogo,dondegh cauano . Quan-
toal Coito di queito animale , dicci! Mattinolo , citan-
do Arinotele nel libro 6. al capitolo 17. della Hiftoria de
S f z gli ani-
3*4 TRATTATO! BELI^ELEFANTE.
gli animali, che gli Elefanti non vfano il coito eoa le fc-
mine, ne generano prima^cne riabbiano compiuti ven-
ti anni. Ma ccnfiderata bene l'opinione d' Arinotele nel
luogo citato, egli noft fente che gli Elefanti generino nel'
l'età diventi anni, ma che comincino a congiongerfi con
Jefemincvbenche dica Ariftòtele nel lib. js al cap. 4. che-
le Elefanti femine-, cominciano a congiongerfi dì dodi-
ci, ò quindici anni ; & che l'Elefante mafehio di età di
cinque, ò di fei anni comincia ad vfar'il coito, ma lo tra-
lafcia per tre anni. Plinio dice, che il mafehio comin-
cia di età di cinque anni , & la femina di diecijil che non
li fa veramente ^nè manco fi fa appunto quanto tempo
duri il parto di detto animale, per elTerc animai molto
catto, & che mai non fi congiongecon la femina, fé non
in luogo molto folitario , & ilpiufecrcto, & occulto
ch'egli poffa ritrouare, per effere molto vergognofo. Egli
e opinione di Eliano nel trattato della caftità,& bontà de
gli Elefanti al capitolo 22. & anco è opinione d'altrui,
che vada pregna vn'anno & mezzo & due ■■> la verità della
qualcofamainon potei fàpere da alcun Nairo, ne Gen-
tile , tutto che lo cercaflì con diligenza. Trouai fòlamen-
teprefuppofito in alcuni , che vadano vn'anno, & lo
prefumcno per quella furi a Venereà,chc ogni anno vie-
ne vna fiata a mafehi , i quali eflèndo coli cafri fi prefu-
me non foprauenir loro quel naturai defìderio , fenona
tempo, chefìa meftieri di ingrauidare le loro femine.
Ma di quefto non fi ha più certezza .
»: Nonficongiongegiamailo Elefante, fé non ciaict*-
no con la fua femina propria foIamente,afrine di produr
re vn fuo fimiIe,comc dicono i natij di quelle parti,affcr-
mando, che fifepara l'Elefante dalla femina, come la
fente
TRATTATO DELL'ELEKANTE. 317
ferite pregna . Quanto cafto , gclofo, & inimico d'adul-
terio iìa quefto animale,leggafì in hliano al capitolo 3 6.
dell'odio de gli Elefanti contra gli adulteri . Ha l'Elefan-.
te molto timore del fuoco , &c il freddo l'offende molto.
Viucno fecondo alcuni dugento anni, &c fino agli ot-
tanta il conferuano nel loro vigore . Anltotelc dice , che
viuc dugento anni , & che flonfcc fino fettanta . Vfano
l'auono ordinariamente per confortare la virtù vitale,
rinfrefear il fegato , &: riftringer i fluflì biàchi delle don-
ne. Gioua alle lunghe oppilationi, & mitiga i dolori
dello ftomaco ; &c è buono contra il morbo regio, effon-
do vuoto lo ftomaco , dandone vna dramma con vino ,
doue non Ila febbre ; & doue ne è , con acqua di Lupuli,
ò di Cicorea ; & l'ufo fùo nel beuere fa le donne feconde
per ingrauidarll. E'I'Auorio freddo &fccconeI primo
grado, llchc fi intende folamente de' denti dell'Elefan-
te y perche quelli fono in vfo. Abufo , &c fintione fu
quello, che alcuni fcriffero, dicendo, che lo Spodio fi
faccua de gli olii abbrufeiati de gli Elefanti . Ma ciò non
è vero 3 perche doue gli vecidono , di loro non fi vaglio-
noincofa alcuna; & ione vidi molti, nèmaìmitro-
uai , che vcdcflì abbrufeiar gli olii , ne valerli di loro ; fé
non folamente della carne da mangiare per la gemo
vile, & barbara; & de denti per gli effetti di medi-
cina, & per gli vii delle arti, de' quali ( per ciTere i na-
ti j del luogo gente fottile, & ingcniofa) fanno cofe molto
Gentili . Quanto a quelli, che fcriffero , che gli Elefanti
haueuano cornij il dee intendere, che fono quei due lun
ghi dècitile gli efeono dalla bocca,perche niuno Elefan-
te ha corni . Et quelli denti fono il vero Auorio , che noi
vfiamoìcontra quello, che dille il Fuchfìo nel libro,ch'c-
gli
3 *t TRATTATO DELL'ELEFANTE,
gli fece della compofitione de' medicamenti, che non fi
trouaua vero Auorio, & chel'ordinarioyche vfiamo è di
dentidi Pefce marino ; nel che mantfetìamcnte,&fenza
niun fondamento fallò, eflendo .dotto m altre cofe.
Quello che diilc Paulo Egineta,cheiivaleuano delle ào-
ro vnghie , nacque dall'eilere male informato , percheirt
niuna cofa non il vagliono dell'unghie dell'Elefante, ne
iì troua in loro alcuna virtù . iPlinio nel libro primo in.,
inditi capitoli fa vna lunga liiftoria dell'Elefante,douo
contamoltecoledegne di memoria. Ma noineconta-
remo alcune veriflìrne, le quali fonofeguite nel modo ,
che fegue . Fu vn'Elefantc, che fi arTaricaua fui fiume di
Cochin, il quale parlò due parole i come è manifefto,
pervnapublicateftimonianza, cheli cauòdclcafo nel-
la detta Città ; ;&c fu , ch'cflcndoil detto Elefante itanco
pcr'lafatica, & volendoci xipofare,&non a'ffaticarfi più,
lo richicfeil Capitano della Citta, ch'era acquei tempo ,
che continuale ancora nella fatica,& che li gettane vna
Galeottainmarejgiàche l'hauea mona; èVritenendofi
l'Elefante 3iì vollcal Capitano a richiederneJoeondolci
paiole,dicédoli , che lofaceffcpcr fuoamore,pcrche era
cofache bifognaua, & importauaper feruigiodel Chri-
itianiflimoRc di Portogallo;& loEléfantelcricandò al-
la Galeotta ., dicendo Hoo, Hoo ; che nella lin^uaMala-
bar (la qual'è la propria della terra , douel'antmale era
nato ) vuoldire;, fi voglio : & gettò la Galeotta, moflr a n-
dofene molto contento . Communeoopinione è in quel-
le parti ;, che gli Elefanti fi intendano parlando tra loro ; .
&Oppianoancerma,'chcgli elefanti parlano, «& fi inten-
donoco'loro gouernatorL Afrermadi piu<&ciò fi tiene
per vero , che quando fono micini alla morte., conofeo-
no
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 319
no la !or f.iralc neceflirà . Or a quello ìftcllò Elefante fuc-
cclley ne tardando il fao gouernatore a dargli il cibo or-
dinirio, &n(entcndofi l'Elcfintc della tardanza,gli dif-
fé il gouernatorejchc non g! i daua da mangiare,per cfler
lacaldara,doueicgh appaiccchiaua, rotta, & che la por»
tailc aJ calderaro , che la conciailè , & haucndola porta-
ta l'Elefante , il Calderaro la conciò male i il che veduto
dal gouernatore , gridò con l'Elefantc,oltraggiandolo di
parole , & glie h fece ritornare al Calderaro , perche la>
conciaflc bene; mail Calderaro induflriofamcnte, &
per malitia fece molto peggio di prima , & la ruppe più
di quello, cheitaua, &lareftituì all'Elefante; il quale
la prete con la (uà tr > mba , & la portò, al fiume ch'era vi-
cino , & la empì d'acqui ; & vedendo ch'ella era più rot-
ta, che prima non eia, la ritornò alla porta del Calde-
raro, dando grandi mugiti ,, a' quali traile vn fattore-»
del Re &t altre perfone, conofeendo , che l'Elefante fi la-
mentaua; & il Calderaro dimandandoli perdono con_.
amoreuoh ,& dolci parole, li conciò molto bene la fua
caldara , &glie la ritornò , & l'Elefante tornò dinanzi di
tutti colovo ad empire la fua caldara d'acqua nel fiume,
& vedendo, cheitaua. bene, la ritornò alfuo gouerna-
tore , facendo primacenno a quelli, che itauano prefèn-
ti , com'egli li prendeua per tcitimoni j . Del faperc , &
giudicio degli Elefanti, oltre moltealtrecofc vere, che
di loro fi contano , fc neveda vna, che narra Eliano al ca-
pitolo 11. Della Sapienza dell'Elefante 5 Che vedendo
vn'Elcfantc, che'I fuo gouernatore gli afeondeua vna par
te del cibo , chc'l fuo Signore gli daua , tacendo fé la tol-
fe con la tromba , & lamelle nella fua pentola per fatif-
farfi dell'ingiuria che colui glifaceua. Altre molte hi-
ftoric
W TRATTATO DELL'ELEFANTE,
fio rie , come quelle contano quefti auttori, & Plutarco,
le quali preflb di loro fi potran vedere . Auenne vna fia-
tatile feiogliendofi vn'Elefante del luogo,doue ftaua le-
gato con ie fìie catene di ferro> per cagione d'una certa in-
fermità , che ogni anno gli viene ( come più innanzi nel-
le infirmiti , che gli Elefanti patifeono , & del modo di
medicarli, fi dirà ) & perche quando fifciogliono con»,
qucfto dolore , tutti quelli , che fi trouano dinanzi , &c
poflòno cogliere , con quella furia vecideno ■■> non per-
che l'Elefante di fua naturale inclinationc offenda l'huo-
mo , fc non gli dà cagione ) & ritirandoli molte genti da
vn'Elefante che feruiua il Re di Portogallo nella Città di
Goa ( la quale è quella douc rifiedeno i Gouernatori , &C
Vice Re , il quale ftaua legato, come fi è detto , &c rom-
pendo le fue catene , entrò per la Città , & in vn calle in
contro vnafchiaua, che haucavn fanciullo in braccio,
la qual vedendo venire l'Elefante cofi furiofo, fuori di fc
da paura, laici ò la creatura nel calle alla porta della fua
medefima cafa, ferrando dietro di fc con preftezza la por
ta \ & giongendo l'Elefante alla creatura , la prefe con la
tromba , & fenza farle male alcuno, la pofe fopra vn co-
perto bailo, ch'era quiui per mezzo, & Jafciandola-.,
confiderò fé ella ftaua ficura; & poi pai so oltre con la fua
furia . Et fi dee fapere , che l'Elefante ciò fece per grati-
tudine , & fapendo ciò che faceua , & non vecife il fan-
ciullo,per conofeer, ch'era figlio d'una dona, che viueua
in quella cafa , la quale vendeua alla porta pane , & frut-
ti, &altrccofe da mangiare, & haueua incoftume di
dar fempre a quell'Elefante pane, ò frutti, & a qualun-
que de gli altri domeftici , ciafeuna volta , che paflàua-
no per la fua porta :& in quel tempo venne occafionc,
cheil
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 351
che il grato Elefante le pagò le pie opere vfate da lei per
innanzi verfo di lui . Auennc ad vn'altro , che correua^
nella pianzza di Goa furiofamentc , che vn'huomo in-
fermo gli cadde dinanzi , & non potendo ifchiuarlo, l'E-
ie fante lo ricolfc nella fua tromba, & lenza farle male
alcuno , lo ripofe (òpra vn poggio; &c diccua qucit'huo-
mo , che nella medelìma piazza poco innanzi , che que-
ft'Elcfante cadette in quella infcrmirà.gh haueua elio da-
to di fua propria mano vn gran frutto, che in quella ter-
ra fi chiama Iaca, del quale fi tratta nei capitolo 37. Al-
tre molte cofe, &narrationi vere fi tralafciano qui del-
l'Elefante, per fare l'hiftoria più breuc.
Quanto ali' Auorio , che cofa egli fia , & di che quali-
tà , già fi è detto . Nelle cofe medicinali foli gli Arabi ,
&c Torchi , che medicano con Auicenna , l'adoprano
come noi altri lo adopriamo . Et poi che fi è parlato di
Auicenna, egli è bene, che fi fappia donde egli fu, &
quale contra l'opinione commune, che vicn tenuta di
lui, presupponendo, ch'egli folle Prencipe,ò Redi Cor-
doua , il che non fu cofi , ne fi ritroua nelle chroniche di
Spagna vn cotal Re , ne in Siuiglia , ne in Toledo i ma^
quello che fi troua per certo fi è , che Auicenna fu natio
d'una Città, che fi chiama Bochoraa , la quale fi troua^
nella Prouincia di Vzbeche , la quale è parte delia Tarta-
ria , donde viene molta Manna. Quello Auicenna non
fu Prencipc , ne Re ; ma gouernatore ( che in quelle par-
ti fi chiama GoaziI ) &c fu molto valorofo, & potente con
le fue lettere; l'opere del quale fi trouano in quelle parti
nel fuo proprio linguaggio . Ma ritornando all'ufo del-
l'Auorio nelle cofe gentili , fé ne adopra ogni anno nel-
le Indie più di fei mille Quintali , il quale viene portato
T t da Zofa-
33* TRATTATO DELL'ELEFANTE
da Zofala , & da Melinde , & d'altre parti dell'Ethiopia ;
& quefta quantità è oltre molto altroché manda alle In-
die il Re di Portogallo per mercantia \ benché nel Mala-
bar fiano molti Elefanti , & molti in Bengala , & in Ori-
xa , & nel Patane , & nelle parti di Dccaon , di Cotama-
lucojche confina con Bengala . Ne è anco quantità gran-
de in Pegun , &in Marraban , & in Sion ; & dicono,che
il Re di Sion fi chiama Re dell'Elefante bianco, per ho-
nore, perche vccifèvn' Elefante bianco. Ne fono anco
in gran numero nel frefeo , & fertile Zeilam > & quefti
Elefanti di Zéilam fono più domeftici, & intelligenti ,
che tutti gli altri di tutte quelle parti ;&cofi li denti ài
quefti tali per edere più fini , & di grande eccellenza f o-
pra tutti gli altri, fi adoprano più negli vii di medicina,
& ne gli artifici] più politi ; & uagliono molto più ; ben-
ché anco, quelli di Pegun fono buoni . Tuta li fei mille
Quintali che quiui vanno di Zofala, & quelli , che per
via di Portogallo fono portati dall'Etiopia, & d'altre mol
te parti delle Indie , fi confumano tutti nella China , &
in Cambaia , okra molta quantità di Tartarughe, che fi
adoprano ogni anno ; Oc fempre ne vengono tratte altro-
ue , per molte che ne portino ; & quefto per le molte co-
fe dipolicia,coffini, caffè, tauole, fcrittori, pettini,
tauolieri da giocare, & altre molte cofe, che fanno del-
l' Auorio , come i manili, chele figlie de Baneani (lequa-
li offeruano l'ufo Pitagorico ) confumano in molta qua-
tità ; perche morendo alcuno loro dependente , rompo-
no tutti i manili , che portano alle mani , & braccia (che
poffono efiere d'intorno ventilò trenta quelli, che ognf-
una di loro porta) & quando finifee il duolo,nc fan d'al-
tri nuoui j & quefta brutta vfanza duraràloro, quanto
durerà
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 33 j
durerà la loro diabolica fupcrftitionc . Et perche dicono
alcuni, che gli Elefanti mutano i détiifappiafi,chc non è
cofi , & che non gli murano , fc non quando gli vecido-
no, &glic li cauano. Et perche non fi mcrauigli alcu-
no, che uiuendo l'Elefante tanto, & non hauendo fé
non due denti , fi troui tanta quantità d'Auorio , quan-
ta le ne confuma ogni anno ; & tanto più , quanto le fc-
minc di quella fpecie non hanno denti, & le alcuna ne
ha, non palfano vn palmo ; fappiafi,chcfeviè tanto
Auorio,ciò auienc,pcrche vi fono molti Elefanti,liqua-
li vengono vecifi, per mangiarne la carne, & venderli
détii & è cofa certa, che fono più Elefanti ncll'Ethiopia,
che Vacche nell'Europa. Sono gli Elefanti molto fogget-
ti alla malinconia, come diccSan Tomafo fbpra lobi
l'Elefante è animale mclancolico, & di fccca complcflio-
nc , & habita nellctertc calde ; onde contra il caldo, & la
fecchezza cerca il refrigerio della humidità , & dell'om-
bra. Che fiano gli Elefanti molto foli tari j, lo afferma-.
Aditotele, dicédo, Tra gli animali ,gli Elefanti ftàno nel-
le folitudini ; & principalmente tra le Canne , Salici , &:
luoghi ombrofi, che fono prelTo a' fiumi. Sono gli Ele-
fanti molto paurofi la notte, &: quando dormono,fi fue-
gliano co impeto,&: timore fpauétandofi;per la qual co-
la i loro goucrnatori , che fi chiamano Nairi , dormono
fbpra di loro, &loro parlano, & impedifconoloroil
fonno . Patifcono molte fiateinfirmitàdi fluflo di cor-
po ; & fono tantogclofi , che per gelofia cadono in mol-
to gran furia :& chi vorràlcggerc lecofe notabili, cho
fanno per amore , & per gelofia , legga Eliano nel trat-
tato dell'amore de gli Elefanti al capitolo 2. <S. Quando
gli Elefanti fono per cadere in quella infi rmita., & furia,
Tt 1 i Nairi
334 TRATTATO DELL'ELEFANTE.
i Nairi gli conofcono per vn certo o£lib, checfee loro
dalla orecchie ,: il quale è fegno del tormento del loro
amore j ma prima ch'entrino in cotal furia, gli condu-
cono in Campagna , & gli legano con forti catene drfer-
ro y come fi è detto . I loro Nairi gli medicano di cotale
infirmata, dicendo loro molte ingiuriofe parole , & ri-
prendendoli loro poco fentimcnto, & moftrando loro
conragioni , ch'efli molto bene odono,&i intédonojche
non lì debbano far furiòfì per quella cagione , ch'è gran
battezza, & viltà, & coli con quefte medicine partico-
lari della lor terra (le quali eilì oiTcruano )gli medicano}
& il maggior caftigo che diano loro, è il dirgli parole iri-
giurofe>& alcuna vece fanno loro alzar la palma del pie-
de , la quale battono con alcune bacchette, dicendo lo-
ro , che per le loro pazzie , gli caftiganoi come fanciulli.
Oltra che-gli Elefanti domeftici fèruono ne5 icruigi com-
muni , coli in quello , cherferuono i.quadrupedi dòme-
itici i come in quello, che. feruòrio;i, facchini a feruono
anco i Re alla guerra nel modo, che nella figura fi ino-
ltra, & fi dirà . Et vi fono Re , che hanno mille Elefanti
da guerra 3 & altri più , &c irseno,fecondo le forze di eia-
feuno. Vanno alla guerra armati nella fronte, & nel
petto , come caualli coperti con ,moItc campanelle pen-
denti dal pettorale , & dalle cinghie, con le quali vanno
legati i cartelli di legno , che portano fbpra di loro i den-
tro a' quali vanno Nairi di guerra co' loro fchioppetti, &
raofchctti , archi , & faettej & ciafeuno di quelli Elefan-
ti porta vn gouernatore, al quale obedilce. Portano
di più i detti Elefanti da guerra in ciafeuno de' denti
vrrarmadadue tagli inchiauata, colia quale feri/cono,
& di/cordonano i ioldati . Et auiene alle volte , cfrefien-
do
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 53j
do ferito vno di quelli Elefanti , ritorna a trauerfb pieno
d'ira , & di paura isbarrattando, & difordinando i fuoi ;
& per quefto nella guerra cgniun cerca di ferire gli Ele-
fanti . Fanno anco per effercttio , & a bella porta com-
battere gli Elefanti domeftici vno con l'altro, & effendi
fatto loro animo con parole vane, combattono per lo va
loie di fc fteiìi con ogni crudeltà, & furia , ferendoli con
denti , & con l'armi da due tagli quando le hanno , in-
contrandoli furiofamentc a teita per celta in modo , che
molte volte reità mortovnodiloroicV per quello effet-
to fogliono alcune -fiate incbbriali. Tra domeftici, &C
faluatichi fuole aucnire , fc con ira cogliono vn'huo-
mo con la tromba, che lo gettano tanto alto, che pri-
ma che giunga a terra fene muore ; &C alle volte ftrin-
gendolo con la tromba , lo fcauezzano ; & alle volte
gettano J'huomo a terra , & gli pongono il piede fo-
pra del corpo , & coli lo fchiacciano . Quanto a quel-
lo che dice Plinio, che'l fiato degli Elefanti tirile ferpi
fuori delle loro caucrne, io Io cercai condiligenza dau
molti Nairi-, & da altri Chriiìiani , &c Gentili, ne' qua-
li non trouai memoria di tal colà, dicendomi, che mai
ciò non haueuano vdito, ne vedutoi& che non combat-
teno co le lerpi,nè mangiano carne , ma folaméte herba,
frutti, & riii,& cofe tali. Et ch'egli fia vero , ch'elfi no ma-
gino carne, lo dice ancoilgloriofoS. Thomalonelcap.
4Q.deila lctrione feconda fopra di Iob. coli ; l'Elefante no
è animale, che mangi carne,ma herbe, & cofe tali, come
fa il bue. Dice Plinio, che quando l'Elefante mangia ve-
leno, cerca l'oli uo per medicarli > la verità del qual fatto
io non potei ritrouare; perciochenell'Ethiopia, dou'eili
fono, & p le parti deli'India,doue io gli vidi , nòli ritro-
Tc 3 uano
3>6 TRATTATO DELL'ELEFANTE.
uano 01iui;& anco credo io , che per il loro giudicio , &
naturale inftinto non mangino veneno , poi che di tuttii
viuenti egli è proprio fuggir la morte;& il loro ordinario
mangiare fono arbori feluaggi, palme, & frutti, che-»
.per quelli bofehi ne Tono molti. Beuono acqua,& vino,
fc 11 da loro , & qucfto in gran quantità ; & tanto beueno
in vna volta , quanto il diligente lettore potrà vedere iru
Arsotele nel lib g.deH'hiltoria de gli animali,doue trat
ta della quanta, che egli heue in vna fiata,la quale è mol-
togrande. Dice Plinio, che dalla Taprobana vengono
i migliori, &: piubellicolì Elefanti. Se Taprobana vuol
dire-Zeilam , come alcuni riebbero opinione > egli è ve-
ro, chefonoi migliori, più dornabili,& bellicolìdi tut-
ti i& fé vuole dire Samatra; vene fono anco, ma.non>
coli buoni, come quelli diZeilan . Et coli s'ingannano
molte fiategli huomini ,penfando,che alcune eofe ven-
gano d'alcune parti, venendo d'altre più lontane,fi come
penfarono molti , che la miglior Lacca veniflè da Sama-
tra , & perciò fm'hora la chiamano Loe fumutrii & non-
dimeno la Lacca no viene , fé non èi Pegun, come al fuo
luogo li è detto ; il che anco può effere de gli Elefanti di
Samatra,& fi come fono anco le abufioni,ehc fi fonodet
te del Cinnamomo , il qual vero Cinnamomo viene di
Zeilan , come nella fua vera pittura , & defenttione fi è
dichiarato . Sono gli Elefanti di coi! chiara memoria, &
buono ingegno , & che non folamente intendeno bene
il loro linguaggio naturale, ma facilmente ne appren-
dono ogni altro ; & quelli che vengono da Zeilan al Gu-
zarate , & al Deeanin , facilmente intendono il linguag-
gio , & alcuni che furono condotti in Portogallo, impa-
rarono il Portqghefc . Sono gli Elefanti y anagloriofi, &
defiderofi
TRATTATO DELL'ELEFANTE 337
defidcrofi di honorc,pcr lo quale li ho veduti fare di gra
cofe ; come vno,chc nel fiume di Goa creppò , per voler
portar eflò f olo vn gra pezzo d'artiglieria , & cio,pcr ha-
ucrlo riprefo il luo goucrnatorc, moftràdoli due Elefan-
ti piccoli , che veniuano per portarla. Et coli come fono
molto vcrgognoii , aueduti • & grati del benc,che loro fi
fa ; cofi all'incontro fono molto vendicatiui delle ingiu-
rie. Aucnne vna fiata nella Città di Cochin, che tiran-
do vnfoldatovna feorza di Coco ad vn'Elefante domc-
ftico , & dandoli nella teita con lei , l'Elefante la prefe,
& non potendofì vendicare , la ferbò nella bocca lenza-,
volerla trar fuori, lin che paflati alcuni giorni , vide a ca-
fo quel foldato, che glielehaueua tirato andar palleg-
giando per vna itrada , il qual veduto , prefe nella trom-
ba lafcorza , che confcruaua : & auicmatolì al foldato,
gliela tirò, moftrandofì contento dihauerfì fatisfatto
dello affronto. Nel mcdelimo Cochin auenne , che di-
cédo vn ioldaro villania ad vn Nairc Goucrnatore d'un'-
tkfantc,per ellcrgli paffato predò fenza torfì giù di ft ra-
da , & volendo! cne vendicare l'Elefante , & il Naite non
loconfentendo, dapoi paiìàti alcuni giorni, affatican-
doli l'Elefante fui fiume, non ellendo prefentc il fuo
Naire, vide il detto foldato fra gli altri , & lo prefe con_.
la tromba , & non fi curando de gridi , & della moltitu-
dine , che glie le dimandaua , Io portò dentro del fiume,
che fi chiama Mangatc, il quale palla preffo alla Città di
Cochin, & quiui attuffò nell'acquail pouero foldato
tante fiate, quante gli parue, & ciafeuna fiata che lo pò .
neua fotto acqua , lo lcuaua in alto , & gli lalciaua vfeir
l'acquai & fadsfatta bene la fua volontà, lo ritornò a po-
ncr in piede nel proprio luogo, donde l'hauea tolto.
Auenne
338 TRATTATO DELL'ELEFANTE.
Auenne in qucfta rnedefima Città, ch'elTcndo entrato
vn'Elefante con la Tua furia in vna Lacuna , giófero a ca-
fo certi garzoni predo di lui, & vcdendolo,u ritirarono ,
& non volendo fuggire vno di loro , venne l'Elefante ver
di lui , inoltrando humiltà,.& accarrczzò il garzone con
la tromba , & foauemente lo prefecò ki^&c lo pofe fopra
dife,& palleggiò co lui per la Lacuna, &c lo tornò al luo-
go , donde lo tolfe , facendo fcfta; &c hauendociò narra-
to ilgarzone,andarono molti con lui,&fìpoÌero di lun-
ge fopra de gli arbori, per vedere ciò che fuccedeuai & il
garzone auicinandofi, come la prima volta, l'Elefante
tornò afare il medefimo che prima; il che per molte fia-
te feceil garzonc,fin che con buone parole , che gli infè-
gnaronoa dirli, lo tornò piaceuole, & lo condulle al-
la Città.
Dice Plinio , che l'Elefantcha gucrracol Rinoceron-
te per lo pafcolo . Molti Rinoceronti fono in cjuellc
parti di Cambaia, che confina con Bengala ; & an-
co ne fono nel Parane , doue lo chiamano ., Ganda .
E* il Rinoceronte animalcmoltogrande, robufto , di
molto fiero , & horribile alpetco -, crudeliffimo , &
indom ito . Ha vn folo corno fiflfo nellafrontc corto , &
groilò, con molti peli folti al la radice del corno ; come a
tuo luogo nell'altro libro fi conterà di lui , & delle fuev
qualitàinel quale col più de gli animali di quelle parti lo
daremo figurato . Et quanto al fuccodcll'Orzo , colqua-
le dice Plinio , che a gli Elefanti fi acqueta il dolore della
tefta , fappiafi,che neil'E miopia, doue iono , non fi tro-
uaOrzo , ne meno nelle altre parti, douefono Elefanti,
faluochein Bengala, teinCambaia, chefe ne rroua in
moltopocaquantita.il modo didomarli, &infegnarc
a noucl-
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 339
nouellijfi è, con isferze, & parole ingiuriose, &con
fame ; & dapoi di quefto,con molto dolci parole , &, ca-
rezze, & piaceuolczze, & con moke buone opcrationi
che loro fanno . Et in Pcgun metteno i grandi dentro di
alcune cafe grandi, le quali tengono per quello effetto
con molte'porte piccole ; & da quelle porte gli ferifeono
con lande, & Zagaglie, poi fubito fi ritirano fuori j &:
coli dali$una,&: dall'altra parte li perfeguitano , &feri-
feono tanto , &c con tanta deftrezza , che l'È finte non ne
può cogliere alcuno,perche fono le porte , doue fi ritira-
no fatte in modo,chc (tanno molto lìcuri ; & tato mal gli
fanno,chc con ferite, fatiche & fame gli ftàcanoi& all'ho
ra gli dicono, che tutto il male, veggono che gli ha fatto è
ftato p fuo bene,& p fuo ammaeftraméto;& pchc péfano
cHi,che no vagliono , ne poflbno alcuna colacene fi rico-
jioicano,& fi gettino 1 terra, che gli accarezzarano,come
amici , & che li trattarà molto bene; pche li vogliono fo-
laméte pfar lor benc,& honorarli,&tenerli,in loro cópa
gnia.L'Elefante intédédo qucfto , fi getta 1 terra gemédo,
& fubito vno de Maeftri lo laua con acqua, & l'unge con
oglio,& gli dà da mangiare, & a ciafeuna hora gli doma-
rla comcftà,& fc vuole alcuna cofai&cofi accarezzando-
lo,lo doma . Mi contò un'huomo degno di fede,che ita-
do in Pegun,vide il Re accompagnato da dugento mille,
& più huomini andare alla cacciai che faceuano cerchi
di modo , che ogni fiata fi andauano ìtrincendo più, fin
che hebbero dentro grande moltitudine di Cerni, Ca-
pre , Porci ,& Tigri , & altri molti animali, & grande
quantità di Elefanti cofiviui, come morti per le ferirei
& dille, cheindetto cerchio furono rinchiufì quattro
mille Elefanti tra* rnafchi & femine , & piccoli , & che il
Re,
34© TRATTATO DELL'ELEFANTE.
Re, ilqualefi chiamaua Vizamoxa, glilafciò andar tut-
ti, &che folamente dugcnto ne ritenne tra grandi, &
piccoli, per non difpopolarnc il monte ; &chc quefti
con grolle traui , & arbori tagliati lafciarono in luogo
cofiftretto, che a pena capiua ciafeuno de gli Elefanti
tra le traui , & che con loro ingegni di corde grafie fatte
di Rotas ( le quali Rotasfono alcune molto lunghe ver-
gile, & fottili, & hanno fembianza di Cannauera,& fo-
no tanto forti , & di tanta tenerezza, che di loro fanno
co rde,come vogliono al Jor modo) lilegoronò i picdi,&
i denti con lemaniin modo,chc gli fecero ftar quieti fen
za poterli mouerej &dapoigli cinfero ciafeuno con due
corde , & gli cauakarono , &c ferendoli gagliardametc, a
ciafeuno di detti Elefanti vn Maeltro di quelli che gli in-
iègnauano[ chiamati nel Malabar Nairi , & in Decanin
Piluane ) diceua, che fapefledi certo, che a quel modo,
&c peggio fempre li farebbono fin tanto , che a ferite , &
fame gli haueflèro vecifi, fc non mutafTer© opinione;
&c che qu andò eonfèntiiTcro alla verità, & lafcialTero la
loro ira ferina, él poco conojfcimentodi ragione, li feio-
glierebbono,&vngerebbonoconoglio, & li trattareb-
bonoda amici. Etdapoi che fi inoltrarono obedienti ,
gli melTero ciafeuno de i feluaggi tra due domeftici , di-
cendoli, cheli configliaflero, & coligli menarono a la-
uare , oc gli vnfcro con ogIio,& gli dierono ben da man-
giare. Et dille, che con quefto ordine fecero quelli man*
fueti , & fanno anco gli altri . Contano d'un grande Ele-
fante, che ftau a nel monte di Zeilan, & tanto aueduto,
che potendolo hauer il Renelle mani, gli mandò Ele-
fanti femine molto domeftiche , &'deftre,auifandoIe ,
che non confcntiflcroalli Elefanti, che fieongìongeffe
ro con
TRATTATO DELL'ELEFANTE. 54,
ro con loro,fc non vcnifTero con effe al loro alloggiame-
lo. In fomma fi conta per certo,chc quelle Elefante con-
duifero feco alquanti Elcfannalla Città, & tra loro ven-
ne quello difiderato dal Re; &c coi] per amore della fe-
mina reltò prigione , & fo^giogato . Non fi marauiglio-
rà di quello chi leggerà le hiltoric di Eliano dell'amore/,
ingegno, gclofia,& ambitione de gli Elefanti, & princi-
palmente al capo i5.
Dice Plinio , che col mafticare , & fremer de' denti de
Porci, gli Elefanti fi fpauentano ; ma il contrario vidi io,
& cofiè chiaro ; poi che ne' bofehi, &nc'ccfpugli del
Malabar, doue fono molti Elefanti , fono i Porci Cin-
ghiali innumerabili , i quali pafcolano tra gli Elefanti ,
&nonfiipauentanodiloro. Tra gli Elefanti domeftici
ancora (tanno molti Porci, mangiando , &c mafticando
predò di loro, & gli Elefanti non fanno alcun calo di To-
ro. Et ne gli Elefanti che fur condotti in Portogallo fu
fatta l'efperienza , ponendo de Porci con loro , de' quali
non fi curauano . Quanto a quello , che dice Plinio, che
gli Elefanti abhorrifcono molto i Ratti ; egli è il vero,
perche doue ne fono , dormono gli Elefanti con le loro
trombe raccolte , perche non le mordano , ne entrino in
loro ; & per la medefima cagione abhorrifcono molta
più le formiche..
Et perche tutto ciò- che fi è detto dello I efame , è il
più vero di ciò che fi fa, non recito molte altrecofe, che
il Mattinolo Scnefc, & altri molti narrano; benché del
medefimo Elefante , & delle Droghe medicinali , che di
quelle parti iì portano in Europa il DottorOrta con ftu-
dio,& diligenza faille egli il piudivdita^io per vedu-
ta de gli occhi miei , per dipingerle ^Sccauarlc dal viuo;
eoa
3fi TRATTATO DELL'ELEFANTE,
con le mie mani nelle proprie terre, doue fi troiiano , ac
quiftandole a coito della mia libertà, & del mio fangue,
per poterne fcriuer co più verità cofi in quello, come nel
l'altro libro , che mi reità nelle mani. Ma chi vorrà vedc~
re più particolarità,& varietà d'hiftorie deH'Elefante,Ieg-
ga Eliano , Pietro Gilio , porphirio , Heliodoro , Opia-
no, A theneo, Plutarco, Filoftrato, Ariftofanc, Bizan-
tino, &; altri molti, & graui auttori, che dcll^Elcfante
fcriflcro molte hiftorie,le quali io per brcuità,& per nar-
rar (blamente le più certe , mi taccio .
IL E I N E.
Regiftro.
** ABCDEFGHIKLMWOPQJISTV
XY2.
Aa Bb Ce Dd Ee Ff Gg Hh li Kk LI Mm
Nn Oo Pp Q^q Rr S( Tt Vu.
Tutti fono Duerni eccetto T t, che è Terno.
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