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Full text of "Trattato di Christoforo Acosta africano medico & chirurgo della historia, natvra, et virtv delle droghe medicinali, & altri semplici rarissimi, che vengono portati dalle Indie Orientali in Europa : con le figure delle piante ritratte, & disegnate dal viuo poste a' luoghi proprij : nuouamente recato dalla spagnuola nella nostra lingua : con due indici, vno de' capi principali, l'altro delle cose di più momento, che si ritrouano in tutta l'opera"

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TRATTATO 

DI   CHRISTOFORO 

ACOSTA      AFRICANO 
Medico,  &  Chirurgo 

DELLA    HISTORIA,    NATVRA,   ET  VIRTV 

delle  Droghe  Medicinali ,  &  altri  Semplici  Tariffimi,  che 
vengonoportati  dalle  Indie  Orientali  in  Europa, 

Con  le  Figure  delle  Piante  ritratte,  &  difegnate dal  viuo 
porte  a'  luoghi  proprij. 

J^uouamente  recato  dalla  Spagnuola  nella  no/Ira  Lingua-» . 

Con  due  Indici,  vno  de' Capi  principali,  l'altro  delle cofe di  più  mo- 
mento, che  fi  ritrouano  in  tutta  l' Opera-». 

CON     PRIVILEGIO. 


IN    VENETIA,       M   D    LXXXV. 
Predo  à  Francefco  Zileccì . 


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AL  MOLTO   MAG 

ET     ECCELLENTISSIMO 

Semplicetta  de'  tempi  nofiri, 

//  Signor  Melchioro  Guilandini . 


co 


2> 

O  L  t  o  Magnifico  Signor  mio 
ofleruandiifimo .  Douendo  io 
publicare  col  mezz^o  dello 
mie  Stampe  a  beneficio  vni- 
uerfale  vn  belliffimo  Trattato 
delle  Droghe,8c  altri  Sempli- 
ci runiTìmi  ,  che  vengono  portati  dalle  Indio 
Orientali  in  quelle  nóilre  parti, de' quali  per  lo 
pallato  o  nulla,  o  poca,  o  del  tutto  falla,  &  fauo- 
lola  cognitione  fi  haueuaj8c"  cercando  diperfo- 
na ,  che  con  la  fu  a  auttorità  potellefauorire  que- 
lla mia  fatica,  niuna  mi  Ci  è  parata  dauanri  più 
atta,  Se  più  proportionata  alla  cola  della  quale 
fi  tratta ,  che  V.  S.  perciò  che  efTendo  ella  fiata., , 
fin  dalla  (uà  prima  giouanezza,  che  fi  partì  di 

a     2  Prillila 


Pruffiafua  Patria  piena  di  vnnobiliffimo  difide- 
rio  d'inuefligare  per  ogni  via  poflìbile  la  hifto- 
ria ,  la  natura ,  &  le  proprietà  de'  fémplici-medi- 
camenti  ,  &C  emendo  giàperuenuta  a  quel  colmo 
di  perfezione ,  che  da  ognVno  vien  confeflato 
lei  non  folo  in  quella  profetinone,  ma  in  ogni 
guifadi  belle  lettere  non  hauer  alcuno  fuperio- 
rejàlei  con  gran  ragione  doueua  io  dedicare^ 
quell'opra .  Oltra  di  ciò  mi  fon  mollo  a  far  que- 
llo, fperando  di  dar  a  lei  qualche  fatisfattione 
di  cofa,  che  ella  già  molto  ha  bramato  ,'percio- 
chehauédo  intefo  da  vn  gentil'huomo  di  quella 
Città,che  molto  l'ama,  &  apprezzalo  quàto  de- 
fiderio  ella  già  anni  vintifette  li  mettefTe  in  viag- 
gio per  andar  alle  In  die  Orientali^  quàto  1  a  For 
tuna  le  Ha  fiata  contraria  >  mi  giouerà  di  rame- 
morare  à  quello  propoiito , quanto  ho  faputo  da 
lui  della  peregrinatione  di  V.  S.  perche  da  que- 
llo fi  potrà  farragione,  che  fé  il  Signor  Dio  le  ha 
«effe  concefìo  grafia  di  condurla  à  fine,  come  el- 
la haueua  già  cominciato,  molto  più  piena  ,  &C 
più  vsile informationehaurebbe  riceuuto  l'Eu- 
ropa delle  cofe  delle  dette  Indie,  che  fin'hora  non 
l'è  flato  apportato.  Ma  non  fi  può  contrastar  coi 
Cielo.  Da  lei  certo  nò  è  macato  di  metterli  ad  o- 
gni  pericolo  pergiugere  à  buo  termine  della  fu  a 
honeflaintentione  *  Perciò  eh  e  fin  dal  M.  d  .  tv  it, 

ella 


ella S'inorò  col Clarifiìmo  Signor  Mann  de'Ca- 
ualli  Cauaher  di  buona  memoria  ,  che  anda- 
ua  Bailo  per  nome  del  SerenilTìmo  Dominio  a 
Coltatinopoli  ;  nel  qual  luogo  gionta,&:  feoper- 
to  l'animo  fuoali'IlluitriiTimoMonfignor  delta 
Vigna  allhora  Ambafciador  del  Re  Chriitianif- 
fimoàqucllaPorta,  fu  da fua Signoria  IlluftrifTì- 
ma  fauorita  &  còdotta  a  baciar  la  mano  al  Gran 
Signore  ,  dal  quale  impetrò  vn  Comandamento 
ampli/lìmo  non  folamcte  di  andarper tutti  i  fuoi 
Regni,  ma  di  paifar  oltre  in  altre  Prouincie  an- 
chorafenz^a  impedimento  alcuno  .Ma  la  Fortu- 
na naturalmente  inuidiofa  della  Virtù,  fi  pofeal 
contrailo  di  sì  bel  principio  5  perciò  che  giunta  al 
Fiume  Tigre,  per  la  guerra,  che  allhora  faceua il 
Re  diPerfianel  Corafìan,lefu  còtefo  il  pafTarpiù 
oltre.  Quindi  hauendo  confumaci  tre  anni  in  di- 
uerfe  parti  dell'Ada,  il  quarto  anno  fé  ne  pafsòin 
Orfa,in  Aleppo,in  Damafco,in  Hierufalem,  o£  in 
Gaza ,  &:  finalmente  nel  Cairo  con  fperanza  o  per 
via  del  Sino  Perfico,o  del  Mar  Roffo  di  feguir  il 
fuo  viaggio  .Ma ne  anco  quefto  per  diuerfi  ac- 
cidenti,che  lungo  farebbe  il  raccontarli,  le  ven- 
ne fatto .  Si  volfe  poi  à  tentar  la  via  di  Lisbona,& 
imbarcatafi,nauigò  in  Sicilia.  Di  là  partita fopra 
vna  nane  per  Portogallo,  nel  viaggio  fu  la  naue 
ali  alita  da  dieci  Galeotte  di  Corfari,&combar- 

tuca3 


tuta,&  vinta, effondo  rimai!  molti  paffaggieri 
morti  Se  feriti,  tra'  quali  fu anchor  efla  ferita , Se 
prefa;  S£  condotta  con  gli  altri  in  Algidi,  fu  da- 
ta per  decima  ad  AfTan.  Barbarofla  figliuolo  che 
fu  delgia  flmiofo  ChairadinRe  d'Algieri  ,ilqua- 
le  la  donò  ad  vn  fuo  Chiaus ,  che  la  fece  vendere 
al publico  incanto.  Quiui  dimorata  in  feruitù 
per  none  mefl, fu  fatta rifeuoterc  dall'Eccellen* 
tiffìmo  SignorGabrieleFaloppio,  vero  fplendo- 
re  d'ogni  virtù ,  che  allhora  fi  ritrouaua  Lettore 
di  Medicina  nello  Studio  diPadoua , per  dugen- 
to  feudi  d'oro.  Manorccontenta  la  Fortuna  di  ha 
uerle  interrotto  il  viaggio  vna,&  due  volte,  di  ha 
uerla  condotta  ferita,, in  feruitìi  con  pericolo  d el 
la  vita,&:  con  perdita  di  tutte  lefue  fcritture,&;  di 
e  gni  altra  fu  a  co  fa,  1  a  volle  ridur'anco  più  p  reffo 
alla  morterchenon  haueua  fatto  prima;  perciò 
ehe  nel  fuo  ritorno  d'Africa inltalia,  la  naue,  fo- 
pra dellaquale  ellaera  montata,,corfa  per  venti 
contrarij  in  Barbaria  sfi  fommerfe  y &C  ella  alliga- 
ta advna  tauola,nuda,&  percoffa  fra  li  fcogli 
appena  con  vn  poco  di  flato ,  che  le  era  rimafo  fi- 
nalmente fi faluò.  Eflendo poi giunta  àGenoua, 
&C  giuntainfieme  la  fam&del  fuo  valore  in  Italia, 
fu  da  quefti  llluitriiiimi  Signori  condotta  alla  cu 
ra  dell'Ho  rto Medicinale,  &  ali  a  lettura  de'  Sem- 
plici nello  Situila  diPadoua .  Nelqual  carico  el- 
la 


laha  cosi  bene  fatisfatto  &C  alle  loro  Signorie  II- 
lulhiflìme  j&là  tutto  lo  Studio  ,  che  (e  ben  più 
volte  ha  fatto  ogni  opra  per  impetrare  licentia 
dal  Serenilfimo  Dominio  di  ritornar  à  fare  que- 
llo ino  viario  nell'Indie  Orientali;  nondimeno 
non  ha  mai  potuto  ottenerla -,  hauendo  antepo- 
ngo quelli  Signori  IlluflniTìmi  il  beneficio  dello 
Studio  di  Pado uà,  &L  di  tati,  che  quiui  concorro- 
no fin  d'oltre  i  monti  per  v  dirla,  alla  fu  a  gratifi- 
catione.  Ho  raccontato  volentieri  ragionando 
con  ella  lei  i  fuoi  traua^li,sì  perche  effendo  fuori 
de' pericoli, giouatal'hora il  rifrefcarla  memo- 
ria degli  infortunij  partati  ;  come  perche  lepoffa 
parer  più  grato  il  mio  dono,portàdole  io  in  que- 
llo Libro  nò  folo  1  a  Hiftoria  di  gran  parte  di  que' 
Semplici,  che  colà  nafeono, narrata  da  perfona^ 
dotta  SCeiperta,  che  lungamente  è  dimorata  in-. 
quelle  Prouincie  ;  ma  i  ritratti  anchora  dal  natu- 
rale di  buona  parte  di  loro  ;  per  la  cognitione  de' 
quali  ella  fi  haueuapoftoà  (offerire  tanti  diteg- 
gi, occorrere  tanti  nfchijonde  fé  non  in  tutto, 
almeno  in  qualche  parte  ella  potrà  appagare  il 
Ilio  defideno .  Gradirà  ella  dunque  nonlblo  il 
prefente,  ma  l'affetto  dell'animo,  colqual  glie  le 
dò  j  ilquale  è  tutto  pieno  di  amore  ,&  di  riuer  en- 
za  verfo  di  lei  ;  laquale  piaccia  al  Signor  Dio 

di 


di  conlèruare  lungaméte  per  beneficio  del  Mon- 
do Tana  Rallegra  nella  fuagratia. 
Di  Venetia  ,  il  dì  primo  di  Gennaio. 
M     D     L  X  X  X  V- 


Di  Voftra  Signoria 


Afrettionatiffimo  Seru icore 


Francefco  Ziletti . 


AL  MOLTO  ILLVSTRE 

SENATO 

DELLA     R  E  €  A  L     CITTA 
di  Burgos  Capo  di  Cartiglia^,  &  Camera- 
di  fu  a  Maeltà, 

Chrìftoforo  Acojia  Africano  .     S . 

E  n  t  e  n  z  a  fu  di  Efiodo(moI 
tollluitre  Senato)  riferita 8C 
lodata  dal  Prencipe  dell'elo- 
quenza Cicerone  nel  fuo  per- 
fetto Oratore ,  che  l'huomo 
grato  deue  enere  come  i  pò- 
neri ,  6c  humili  Contadini ,  i  quali  al  tempo  de' 
lor  ricolti  pagano  quietamente  quello,  che  rice- 
uettero  in  fede .  Deiìderauaio  (poi  che  mi  ven- 
gono menojcome  a  loro,le  rendite  annuali  )  che 
non  follerò  itati  tanto  grandi  i  benefìci],  che  V.S. 
mi  fece ,  quando  con  publico ,  ex:  honorato  fala- 
rio  mi  riceuette  nel  feruigio  di  quefta  così  chia- 
ra &£  illuftre  Republica,ò'che  le  mie  forze  foriero 
maggiori,  benché  le  hauefll  cercate  ad  impre- 
ftido,  che  potelfero  co' miei  feruigij  compiacer 
al  mio  defiderio  3  che  uè  io  mitrouareitato  lun- 
gè  di  giungere  all'obligatione,nellaquale  io  mi 

b  veggo, 


veggo,nè  V.S.cofi  certamete  in  effa  mi  fouerchie 
rebbe  di  ragione.  Ma  poi  che  quefto  è  impofilbi 
le,  farà  co  fa  prudere  feguir  il  configlio  di  Tullio 
nel  libro  primo  delle  Epiftole  familiari,doue  di- 
cerie è  cofa  da  cuor  generofo  voler  Tempre  do- 
uer  più  a  cui  fi  deue  molto.  Et  codio  hauendo 
con  la  pouertà  del  mio  ingegno  affaticato  mol- 
to inquefta  opera5laqual'è  vnveroeiTempio,  8c 
ritratto  di  molte  piante  medicinali  non  cono 
fciute  3  né  vedute  da  niuno  delli  Antichi ,  iqu ali 
fcriiTeroinqueftamateriajdefidero  infieme  obli 
garmi  anchorapiu  a  V.S.có  fupplicarlache  pre- 
da a  bene  di  accoglierla  (otto  le  ali  della  fu  a  pro- 
tettione ,  che  le  fera  luogo  làcro»  doue  potrà  (tare 
fieura  da  denti  velenofi  di  tanti  detrattori,quan- 
tiquefta  età  di  Rame  produce,  imitando  in  que- 
fto vltimo,poi  che  nel  primo  non  pollagli  eser- 
citati Contadini ,  iquali  quando  piantano  piante 
tenere  &:  dilicate, procurano  di  appoggiarle  a 
grandi  &C  forti  arbori,che  le  difendano  da  venti 
tem  petto  fi ,  oc  ecceiìlue  pioggie,  Se  afpri  geli  ;  fa 
cendo ancho quello, che gl'ingeniofi  Dipintori 
fanno  ne'  loro  merauigliofi  ritratti  ,cheper  dar 
l'ultima  perfèttione  a  quello,che  hano  operato  le 
loro  mani  artificioie/oglìono  illuftrarli  con  l'o- 
ro de  più  fini  caratti .  Et  coi!  farà  ragione,  che  V. 
S.riceua  quefta  opera ,  come  fattura  di  quegli  a 

cui 


cui  V.S. diede  luogo  in  coli  chiara  Republica,  co 
prendola  col  manto  delfuofauore, non  mirando 
al  piccolo  feruigio,checon  lei  gli  fifa,  ma  alla 
ferma  &  gran  volontà ,  con  laquale  gli  fi  offeri- 
fce;come  fece  quel  gran  Xeife  Re  di  Perfia,quan 
do  con  allegro  volto  riceuette  il  tratto  d'acqua, 
ch'un  femplice  Paftorello  gli  offerfe  nelle  fu  e  ma 
ni,  laquale  io  lafcio  a  fua  correttione,  &  ammen 
da  nelle  mani  molto  illuitri  diV.  S.lequali  ba- 
feio  moke  fiate . 

Quefto  fuo  Seruitoro . 

Chriftoforo  Aco&l. 

\ 


GLI 


Simon  Gcnòuefc  T 

So  caco  Theofrafto 

Sudimco  S.Thomaifo 
Suida  Greco  V 

Strabone  Valerio  cordo. 

lì  Fine  della  Tauola  de  gli  Autori . 

Quefti  fono  gli  Autori, de'  quali  in  quefto  Trattato  fi  fa 
mentione,oltra  molti  altri  Medici,&  buoni  letterati, 
che  in  quefta  Tauola  no  nomino,come  fono  Medici 
Arabi,  Perfiani,Turchi)Coraflàni>Bragmani,  Chine 
fi ,  Canarini,Decanini,  Malabari,Giogui,  lapponi, 
Danheini,  Malaici,  Bengalefi,Guzarati,Cambaiéfi, 
Pitagorici ,  Bancani ,  Rumes ,  &  altri  di  altre  nati  o- 
ni  ■■>  &,con  molti  di  quefti  ho  communicato  fopralc 
cofe,che  in  quefto,&  nell'altro  Libro  ho  trattato,pe- 
legrinando  io  in  quelle  parti  per  mare }  &  per  terra. 


. 


. 


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•    i 


PIANTE     DELLE    DROGHE 

difegnatc  dal  Naturalo. 


Ianta  dell' Arboro 
Trillo  168 

Piàtadell'Aloe  159 
Pianta  dell  Auella- 
na  Indica  72 

Pianta  dell  Ambari .  221 
Pianta  dell'Ananas  268 
Piata  dell'Ananas  Brauo  265 
Pianta  del  Banguc.  276 
Pianta  della  Cannella  a 

Foglia  della  Cannella.  3 
Pianta  del  Legno  della  Chi- 
na 60 
Foglia  del  Legno  della  Chi- 
na ài 
Pianta  delle  Carambole  191 
Pianta  dclli  Charameis  244 
Pianta  del  Caius  246 
Piantadel  Carcapuli  2-74 
Pianta  del  Calamo  Aroma- 
tico 289 
Pianta  de'  Dorioni  174 
Ritratto  dell'Elefante  320 
Ritratto  dell'Elefante  arma- 
to 321 
Pianta  de' Fichi  d'India  36 
Pianta  dclli  Garofani  24 
Pianta  della  Galangi  45 
Pianta  del  Gengioiio.  196 
Pianta  dellHcrba  Viua    181 


Pianta  dcll'Herba  Molle  1 83 
Pianta  dell'Herba  di  Malu- 
co  279 

Pianta  della  Iaca  i99 

Pianta  del  Iambi  203 

Pianta  del  Legno  delle  Ser- 
pi 257 
Pianta  del  fecondo  Legno  del 
le  Serpi  259 
Piantadel  Macer  32 
Pianta  della  Moringa  262 
Pianta  del  Mangas  240 
Piata  della  Noce Mofcata  28 
Pianta  del  Negundo  mafehio 

210 
Pianta  del  Negundo  fèmina 
Pianta  del  Nimbo  214 

Foglia  del  Pepe  cauata  dal 
naturale  \6 

Pianta  delPepe  nero         25 
Pianta  del  Pauate  42 

Pianta  de  Pomi  dell'India 

85 
Pianta  de  Pignuoli  di  Maluc- 

co  w  237 

Pianta  del  Sargazo  271 

Pianta  dello  Spodio        22! 
Pianta  del  Tamarindo        50 
Pianta  dclZaffarano  delle  In- 
•  'die  193 


Il  fine  della  Tauola  delle  Droghe  difegnatc 


dal  Naturale . 


TAVOLA     DELLE    DR  O  ,G  H  E, 

che.fi  trattano  nell'Opera. 


EU'  Arboro 
i*5- 


Trifto 


!'DeirAnacardaÌ75 
il  Dell'  Amomo    \&9 

Dell'Aloe 

Dell'Ambra 

DegliAmbari 

Dell'Ananas 

Dell'Anil 

Dell' Afta  fetida 

Dell'Ananas  Brauo 

Del  Bangue 

Della  Cannella 

Del  Legno  della  China 


i45 
160 

222 

269 

3r3 

2 19 
2<5<5 

277 
I 

6z 
De' Cocchi  contra  veleno  83 

99 


Dell'Herba  Molle 

DelI'HerbaViua 

Dell'Herba  di  Maluco 

Della  Iaca 

Dellilambolani 

Dellilambi  - 

Dellilamgomi 

DeMa  Lacca 

Del  Legno  di  Maluco 

Del  Secondo  Legno  delle  Ser- 


182 

i79 
150 

200 
202 
204 
206 
88 
252 


-,„„ 


pi 


Delia  Canna  Fittola 

Della  Canfora 

Del  Care 

Delle  Cubebe 

Delle  Carambole 

DeiHCharameis 

DelCarcapuli 

Del  Coito 

Del  Calamo  Aromatico 

Del  Cardamomo 

Del  Caius 

Della  Datura 

De  Demoni 

Dell'Elefante  ,&  fu  e  qualità 
320 

Del  Folio  Indiano 

Del  Fico  dell'Indie  5  7 

De' Garofani,^  della  lor Pia- 
ta 23 

Della  Galanga  46 

DclGengiouo  197 


260 
258 

33 

207 

302 


Del  Legno  delle  Serpi 
DelMacer 
De'Mirabolasi 
Della  Manna 
Della  Mori nga 
184     Delle  Mangas  241 

514'    Della  Nlocéll'a Indiana       73 
Del  Nimbo  2I5 

DelNegundio  212 

Deli'Opio  314 

Del  Pépe         17         (to7<5 


103 

192. 
245 

275 

3°4 
290 

295 

247 

6j 

171 


08 


Della  Palma, &  del  fuo  frut- 


De' Pomi  dell'India 
Della  Pietra Bezahar 
DelPauate 
De'  Pignoli  di  Maluco 
Del  Reobarbaro 
De  Sandali 
Della  Spica  Nardi- 
Delio  Schinantho 
DelSangazo  272 

Dello  Spodio  224 

Del  Tamarindo 


86 
n8 

43- 
238 

217 

124 

132 

139 


DelTurbit 

Del  Zafrano  delle  Indie 


5i 
228 

i94 


Il  finedella  Tauola  delle  Droghe ,  che  fi  trattano  nell'Opera, 


TAVOLA 

DELLE     COSE    PIV    NOTABILI, 

che  nella  preferite  Opera  fi  contengono . 


ss*5 

Ben  Mefuai  citato  à  carte  31 

Aben  Mcfuai  citato  dell'Aerea  75 

Morxi  infermiti  »i 

Aceto  fatto  di  Tamarindo  52 

Aceto  come  fi  caui  della  Palma  78 

Aceto  Canarino  come  fi  ficcia  245 

Acqua  di  vita  cauata  della  Palma                        ■*  78 

Aetio.e  fuo  carne  errore  187 

Albazari  citato                                               V  3 1 

Albugerio  citato                          /.  55 

Aloe  migliore                                                  .'  155 

Aloe  e  fuo  temperamento  158 

Aloe  e  fua  pianta  difegnata  dal  naturale                 ,\  159 

Aloe  &  fuo  nome  145 

AloediSocotora.come  Ci  conofea  146.147 
Aloe  vfato  da  Medici  Arabi,Perfiani,&  Turchi,&  Gentili  148 

Aloe  &dccottione  delle  fue  foglie  per  purgare  149 

Aloe  &  fua  herba,&  fua  virtù.  150 

Aloemetalicofefitroui  154 

Aloe  &  come  fi  adopri  dalli  Indiani  per  purgare  1 54. 1 5  5 

Aloe  non  fifalfificain  Socotora  145.146 

Aloe,  &  fuoi  nomi  145 

Aloedouefitroui  in  abondanza                         v  145 

Aloedouefiamigliore  *4S 

Amato  Lufitano  citato  34 

Amato  Lufitano  &  fuo  inganno, circa  i Tamarindi  5  5 

Amato  Lufitano  della  Noce  Metella  70 

Amato  Lufitano  citato  48 

Amato  Lufitano  della  China  64 

Amato  Lufitano  92 

e  Amato 


TAVOLA. 

Amato  Lufìtano  tieite  che  in  Lisbonanella'  Cafa  delle  India  fi 

troui  ogni  fpecie  di  Cinnamomo  9 

Amato  Lufìtano  citato  dal  Chermes  98 

Amato  Lufìtano  del  Nardo  132 

Ambari  arboro&  frutti  di  fegnati  dal  viua         v  22X 

Ambari  arboro&  frutti  defcritti  222 

Ambari  &  fuoi  nomi  222 

Ambari  come  fi  vii  ne' cibi  222 

Ambra  in  pezzi  di  molta  grandezza  ,'&  pelo  162 

Ambra  nonconofciuto  fé  non  da  Greci  moderni  163 

Ambra  migliore  165 

Ambra  douefì  trota  in  maggior  quantità  164 

Ambra  vfato  ne* cibi  164. 

Ambra  &fuo  valore                                                 .  164 

Ambra  &fuacomplcflìone                         ,\.  164 

Ambra  &fue  virtù:                                    ,  164 

Ambro  gri  fo  doue  fi  troui  .84 

Ambra  &  fuoi  nomi.  j6a 
Ambra,  che  cola  fia  v  1 60 
Amomo,  &  varietà  d'opinioni  circa  diluì                     •     \^9> 

Ànacardo  &  fuoi  nomi  175 

Anacardo  dekritto-  1-75 

Anacardo  rimangia  inconferuadifale&acqu&  176 

Anacardo  &  fua  complefuone,&  fuevirtà  1 7J 

Ananas  brauaarboro&  frutti  defcritti.  255 

Ananas  brano  &  fùó  Iucca  à  che  gioui  2  6j 

Ananas  brauo& fuoi  nomi  2^7 

Ananasfrutto  defignatodalviuo                        „-  268. 

Ananas  frutto  portato  dal Brafilnelk  Indie  269 

Ànanas  &  fuoi  nomi  2.69 

Ananas  come  fi  pianti  269 

Ananas  &  fua  temperatura.  2  69 

Ananas  come  fi  mangi  2^9 

Ananas  brauoarboro&  frutti  difcgnatidal  viua  26$ 

Ananas  &fue  proprietà  260 

AndreaBelJunenfe  &  Tuo  errore  3 1 3 

Andrea  Matthiolo  della  Manna  de  Greci  3 1 1 

Andrea  Matthiolo  citato  71 

Andrea 


TAVOLA. 

Andrea  Matthiolo  dcll'Anacardo  175 

Andrea  Vcflalio  della  China  65 

Andrea  Matthiolo  65 

Andrea  Marthiolodella  Lacca  9o 

Andrea  Matthiolo  del  Nardo  132 

Andrea  Matthiolo  &  fuo  errore  1 88 

Andrea  Matthiolo  &  Tuo  errore  70 

Andrea  Matthiolo  citato  124 

Andrea  Matthiolo  riprefo  14 

Andrea  Matthiolo  citato  ?j 

Andrea Bellunenfe  della  Canfora  188 

Angelica  herba  &  radice  deferitta  dal  Ruellio  2  84 

Anil&fuoinomi  313 

Ami  herba  deferitta  3  1 3 

Anil  come  fi  prepari  per  far  il  color  Azurro  3  1 3 

Antonio  Mufa  del  Sandalo  1 2  7 

Antonio  Mufa  ingannato  dello  Spodio  2  25 

Antonio  Mufa  de  Tamarindi  54 

Antonio  Mufa  &  fuo  errore  284 

Antonio  Mufa  citato  23 

Antonio  Mufadel  Nardo  13» 

Antonio  Mufa  &  fuo  errore  287 

Antonio  Mufa  deH'AIoe,&  fuo  errore  1 5  o 
Antonio  Mufa  ingannato  della  cognition  della  Cannella    14 

Antonio  Mufa  ingannato  nell'Hifloria  del  Pepe  19 

Arabi  ingannati  nell'Hiftoria  del  Pepe  19 
Arabi  inuentori  &  efperimentatori  della  Canna  fittola       99 

Arabi  difefi  2  85 

Arboro  Trifto  &  fuo  frutto,  &  virtù  1 66 

ArboroTriftodifegnato  dal  naturale  168 

Arboronel  monte  di  Zeilam-,  che  luce  la  notte  12 

ArboroTrifto,&fuoinomi  165 

Arboro  Trifto  defcritto  165 

Areca  &laNocella  Indiana                                 .*  74 

Areca,  &fua  temperatura  74 

Areca  &fue  virtù  74 

Areca,&ftupefatiua  74 

Areca,  &fua  acqua  distillata  74 

e    2        Areca 


T     A     V     O     L-  A. 

Areca  conferuata  per  mangiarli  ;           74 

Archelao  9©- 

Aromatico  Garofanato  di  Mefue  26 

Afla  fetida  adoprata  ne'cibi  molto  nell'India  2  80 

Affa  fetida  e  fue  virtù  281 

Afla  fetida  doue  fi  troni  in  maggior  quantità  281 

Affa  fetida  come  fi  caua  dall'arboro  282 

Affa  fetida  in  controuerila  preflb  a  Dot  tori.  /.        279 

Affa  fetida  che  eofafia  279 

Affa,  fetida  e  f noi  nomi  a  79 

Affa  fetida  e  fuo  nome  proprio                        a  279 

Affa  fetida  e  fuefpecie                       .•  282 

Afma  e  fua  cura                                            *■•'■  238 

Afma  e  fuo  rimedio  245 

Auerroe,&  fuo  errore  circa  l'Ambra  .*.         16 1 

Auerroe  citato  104 

Attuario                                     :            .•  9  s 

Atabari  citato  delfAreca     **    < '•"- •'  75 

Auerrois  citato  3  8 

Auerrois  ingannato  dello  Spodio  226 

Auicenna  del  Folio  Indiano  .%            ni 

Auicenna ingannato  nella  hiftoria  del  Pepe  19^2 1 

Auicenna  ingannato  nelf  hiftoria  de  Tamarindi  5  j 

Auicenna  chiamatoda  Medici  ArabixPerfiani>  e  Turchi 

Abolhai  S48 

Auicenna'dell'Ambra  160 

Auicenna  ingannato  della  Lacca  .            "        '■!•''  90 

Auicenna  dello  Schinanto  141 

Auicenna  2  7 

Auicenna  e  fuo  errore                                    »•  187 

Auicenna  &  fua  opinione  de  Fichi  d'India-  5  & 

Auicenna  dell'Anacardo  175 
Auicenna  chiama  la  Cannella  Darehini  conrnome  Perfiano   8 

Auicenna  del  Zaftran Indiano  195 

Auicenna  citato  39 

Auicenna  difefo  dello  Spodio  226 

Auicenna  e  fuo  errore  del  Calamo  aromatico  2  9 * 

Auicenna  citato  47 

Àuicen- 


TAVOLA. 

Auicenna&  Tuo  errore  91 

AuiccnnafudiTartaria  279 

Auicenna  della  temperatura  della  Lacca  90 

B 

BAncani,  e  loro  opinione  delle  anime  fiumane  282 

Bangue  di  fegnata  dal  viuo  [276 

Bangue  deferitta  277 

Bangue,&fuovfo  277 

Bangue  come  fi  prepari  273 

Bangue  e  fuoi  nomi                          •.•  278 

BedigorascitadodelIAreca                                 .\  75 

Belunnefe  citato  48 

Bengiuì  diuerfo  dall'  Aifafetida  284 

Bengiuidouenafca                              A              -    •  „  284 

Bengiui  nome,  onde  deriuato  285 

Bcngiuinoefuoiaomi  287 

Bengiuinoefuo  arboro                '  •.              »*•  287 

Bengiuino  come  fi  colga  288 

Bengiuino  e  fua  temperatura         V  288 

Bengiuino  e  fue  virtù  288 

Betelecfuoinomi                                          .*.  jo8 

Beteleefuevirtù                                   v.  108 

Betcledefcritto  108 

Bocca  &fuo  mal  odore  corretto  48 

Brafauola                                                .♦,  91 

Brafauola  del  Nardo  132 

C 

CAlamo  aromatico  difegnato  dal  viuo  289 
Calamo  aromatico,  &  molte  varietà  d'opinioni  in- 
torno di  lui  290 
Calamo  aromatico  e  Tuoi  nomi  190 
Calamo  aromatico  fi  femina  nell'India  .*.  290 
Calamoaromaticoefuevirtù  291 
Calamo  aromatico  non  efTer  l'Acoro  2  92 
Calamo  aromatico  diuerfo  dall'Acoro,  &  dalla  Galanga  293 
Calecut  Gran  mercato  dell'India diftrutto  da  Portoghefi  1 2  7 
Calecut  e  fuo  territorio  deferitto  128 
Cambaritte  villa  nell'India,  Porto  &  fcala  delle  mercatie  3  04 

Cancamo 


T    X     V    O    L     A, 

Cancamo  efter  l'Ani  me  95 

Cancamogomma&  arboro  chelaproduce  96 

CancamoTecondo  Paulo.  96 

Caricamo  non  fi  conoscere  94 

Cancamo  non  eflere  ilBenioino  94 

Canfora  fai  fificata  jS6 

Canfora  e  fuo  arboro  onde  filila  deferitto  185 

Canfora  e  fua  temperatura  189 

Canfora  non conofeiuta  da  Greci  184 

Canfora  e  me  fpecie       V  184 

Canfora  e  fuoi  nomi  corrotti  pretto  agli  Arabi  185 

Canfora  che  coiàfia  185 

Canna  lift  ola  non  conofeiuta  da  Diofcoride&  Galea©  99 

Canna  fìttola  douenafea  99 

Canna  fiftola&  fuo  arboro,  &  frutti  deferirti  99 

Canna  fìttola  e  ma  abondanza  100 

Canna  fittola  &" fuoi  nomi  100 

Canna  fìttola,  &  fua  temperatura                          ,\  i0o 

Canna  fìttola  perche  vfatadaglilndiani  100 

Canna  fìttola  e  fua  elettione                     j  id 

Canna  fìttola  cóme  fi  correga  101 

Canna  fìttola  &fue  virtù  jd 

Cannafìftolaverdecondìtavfata  dagli  Indiani  dilicatì  joi 

Cannella  e  fuo  arboro  e  fruttidifegnati  dal  viuo  92 
Cannella  efoglia  del  fuo  arboro  difegna  tabella  grandezza 

naturale  3 

Cannellato  arbore,  fiore,  &  frutto  deferita  4 

Cannella  doue  fi  troui  più  perfetta  4 

Cannella  che  co  fa  fia  4 

Cannella  e  fuoi  nomi  diuerfi&  del  fuo  frutto  5 
Cannella  &  Caffia  lignea& la  cagion  dell'errore  de  Medici,& 

Specialiintorno  ad  ette                                         ..  5 

Cannella  &  varie  opinioni  di  lei  tragli  antichi  1 
Cannella  di  Zeilam,  &del  Malabar  chiamata  con  due  nomi 

diuerfi  1 
Cannella  facilmente  fi  corrompe  e  perde  dellafua  bontà, 

•    &  quanto  fi  conferui  9 

Cannella  ecinnarrtomo  vna  cofa  ifiefla-.  9 

Can- 


T    A     V     OLA. 

Cannella  in  Pcrfìano  fi  chiama  Darchini ,  in  Arabico  Qucr- 

fta,  oQiierfeeo  8 
Cannellav&fuo  color  nero  &bianco,ondcnafca.  i° 
Cannella  chiamata  Caflìa  lignea, onde  7 
Cannella,  &  Tuo  frutto  oglio  medicinale  1 1 
Cannellate  virtii,&complclTione  i2«x3, 
Capra  eia  midolla  del  Cocco  feccaal  Sole,.  laqual  fi  man- 
gia, come  caftagne  80 
Carabc  9 1 
Carambole  arboro  &  frutto  difegnati  dal  viuo>  19 1 
Carambole  e  fuoi  nomi  192 
Carambole  e  fuo  arboro  deferitti  192 
Carambole  vfatene  cibi,  &  in  medicina  i92 
Carbone  fatto  delle  feorce  del  Cocco  &> 
Carcapuli  arbori  e  frutti  difegnati  dalviua  274 
Carcapuli  ar_borov  e  frutti  dclcritti.  2  74 
Carcapuli  ne  cibi  254 
Carcapuli  e  fuo  vfo  nella  medicina:  £a  2  75 
Cardamomo  e  fuefpetie  r.  29  j 
Cardamomo  e  fuoinomi  295 
Cardamomo  non  con®  feiuto  da  Greci  29  £ 
Cardamomo  degli  Arabi  diuerfo  daquello  de  Greci  299. 
Cardamomo  fi  femina  nell'India  299,. 
Cardamomo  e  fuo  vfo  nelle  Indie  300 
Cardamomononefì'er  M  eleghe  tra.  -Jt  302, 
Cardamomo  come  vfato  nelle  Indie  303 
Caria  che  co  fa  fia  44 
Garnofitànel  collo  della  vefìca  e  fuo  rimedi o>  64 
Carambole  e  fue  virtù  192. 
Catedouenafca  114 
Cateefuo  arboro  de (critto  114 
Cate  eTrocifci  fa  tti  del  fuo legno,&  a  che  giouino  1 1 4 
Cate  effer  il  Licio  de  Greci,  &  de  gli  Arabi,  &  de  Latini  1 1 5 
Cate  come  vfato  dagli  Indiani ,  &fue  virtù  n& 
Cate  e  fuoi  nomi  114 
Cate  e  fuo  vfo  nelle  medicine  117 
Caflìa  lignea  e  Cannella  vna  cofa  iftefla  % 
Caffia  lignea  non  conofeiuw  ne  da  Greci,nè  da  gli  Arabi       5 

Caffia, 


TAVOLA,. 

Caffia,&  Canna  fiftoladhjrrfe  |oi 

Caius  arboro ,  &  frutto  dileguato  dal  viuo  246 

Caiusarboro  &  frutti  defcritti  247 

Caius  &  fuo  vfo  ne  cibi  &  fue  virtù  247 

Caius  doue  nafce                                                .».  248 

Charauis  come  vfati  ne  cibi  245 

Charameis&fuoinomi  24y 

Charameis  arboro  &  frutti  difegnati  dal  viuo  244 

Charamei*  arbori,  &  fue  fpecie  defcritti  245 

Charameis,&  fue  virtù  245 

Chermes  &  fue  virtù  97 

China,fuadecottione,&  modo  di  prenderla  61.63 

China  radice  di  fegnata  dal  naturale  60 

China &fua foglia difegnata  dalnaturale  61 

China  &fùoi  nomi                                                   .*.  62 

China  defcritta                                                      .  62 

China  radice,  &  fue  virtù  6% 

China  Regno,  &fua  grandezza  188 

China  defcritta  nel  Libro  del  R.P.Frate  Gafparo  della  Croce, 

dell'Ordine  di  SanDomenico  189 
China  radice  fi  mangia  frefca  nella  Prouincia  dellaChina  64 

China  radice,&  acqua  difHllata  64 

Chini  nauigauano  in  India  7 

Chini  fingeuano  le  fauole  della  Cannella,che  racconta  Plinio, 

&  Herodoto  8 

Chini  gente  intelligente  307 

Ceruello  raffreddato ,  &  fuo  rimedio  48 
Cinnamomo  Mufilitcio  s'intende  per  la  Cannella  di  Zeila    ii 

Cocco  frutto  della  Palma  76 

Cocco  frutto  della  Palma  defcritto  78 

Cocco  &  acqua  dolce,  che  fi  ritroua  in  lui  delicatiflìma  78.79 

Cocco  di  Nalediua,&  fue  virtù  83 

Cocco  &fua  fcorza  contra  veleno  2 3 

Colera  fi  purga  co'  Tamarindi  52 

Colera  &  humori  adufti  purgati  da'  Tamarindi  5  5 

Colico,&  fuo  rimedio  48 

Contufioni&lor  rimedio  213 

CordefattedellefcorzedelCoccOj&lorcondkione  79.80 

Cornelio 


T     A"    V     O     L     A. 

Cornelio  Tacito  9& 

Cornelio  Celfo  dello  Schinanto  14 1 

Corto  &fuoarborodefcritto                          /.  304 

Cofto&  varie  opinioni  diluì  304 

Corto  &  Tua  elcttione  304 

Coftoadoprato  moltoin  Medicina  da' Medici  Indiani     305,' 

Corto  &fuefpecie  305 

Corto  &fuoarbore,&  frutto  3°ó 

Corto  fi  porta  dall'India  corrotto  v           306 

Corto  vfato  da  Chini  307 

Corto  &  fua  temperatura                           .*.  307 

Corto  &  fue  virtù  307 

Corto  &  fuoi  nomi  304 

Crocodili  nel  fiume  di  Cranganor  225 
Cubebe  non  eflere  né  il  Carpello ,  nò  frutto  del  Mirto  falua- 

tico  106 

Cubebe  non  efler  feme  di  virtù  106 

Cubebe  &  perche  vfate  da  Medici  Indiani  v          106 

Cubebe  diuerfedal  Mirto  104 

Cubebe&Carpeiiocome  fi  deonovfare  105 
Cubebe  fi  cuoceno  doue  nafeono ,  perche  non  fi  poflono  fe- 

minare  103 

Cubebe  fé  fiano  vn'altro  genere  di  Pepe  1 03 

Cubebe  portate  alla  China  per  Medicina  \»             104 

Cubebe,  &loro  nomi  103 

Cubebe,&lor'arboiodefcritto  103 

Cubebe  doue  nafehino  V           103 

Cubebe  molto  ftimatedouenafeono  103 

Curodapalaarboro,&  fuadefenttione  35«3^ 
Curodapala,  &  compofitione  della  fua  feorza  per  Io  fluf- 

fo                          f  36*37 

Cuore  confortato  da' Garofani  26 

Cuore,fua  palpitatone ,  &  rimedio  48 

D 

D  Enti  fortificarvi  con  l'Arcca  74 

Datura  eifer  la  Stramoni  a  di  Diofcoridc  70 

Datura  pianta  difegnatadalànaturale  66 

d  Datura 


T    A     V    O    L     A. 

Datunffte  fpecie,&fuadefcrittione  67 

Datura  &fuoi  nomi  67 

Datura  effer  la  vera  Noce  metella  delli  Arabi  68 
Datura  data  dalle  innamorate  a  loro  amanti  per  leuarloroil 

fentimento  68 

Datura  veleno  come  fi  curi  68.69 

DemoftratO)                                              .:  9 1 

Diatrionpipereon  22: 

Digeftione  aiutata  da'  Garofani' .  2  6 

Digeftionecon  che  fi.  aiuti  48 

Diocles                                                v  9r 

Diofcoride  dell'Aloe  147 

Diofcoride  dell' Anacardo-  1  75- 

Diofcoride,&fùo  errore                             .•-  198 

Diofcoride  ci  tato  97 

Diofcoridedel  Gengiouo  J39 

Diofcoride}&fuoerrorecircailFolio'Indiano>  109 

Diofcoride  citato:  39 

Diofcoride  citato1  93 
Diofcoride  del  Nardo,  &  fuo  errore                           13:3. 134 

Diofcoride  dello  Schinanto  140 

Diofcoride  ingannato  neli'Hifìoria  del  Pepe  r?.2  o 

Diofcoride,  &  fuo  errore  circa  il Folio  Indiano»  1 1  o 

Dolori  delle  giunture,  &lor  rimedi}  213 

Dolori  freddi  con  che  curati  48 

Dorioni  frutto  di  Mal  aca;  175 

Dorioni  &  fuo  arboro  defcritto>                        1%  1 71 

Dorioni  contrari  j  al  Betele  r.73 

Dorioni  &  fuoarboro  difcgnato  dal  viuo>  174 

Dottor  Orta,&  fua  opinione  dell'Acoro  49' 
Droghe  come  foflero  portate  anticamente  in  Aleuandria. 

147*143 

..'    E 

EBbrezza ,  &  fùo  rimedio  3  8 

Elefanti  di  Zeilam  migliori  degli  altri  r* 

Elefante  fi  appoggia  all'arboro  del  Cocca  19 

Elefante  deferi tto  323 

Emigranea ,  &  fuo  rimedio»  £4 

ErifTpcle 


TAVOLA. 

Erisipele  come  fi  fanno  4j 

Erifipelc  mcdicafi  con  le  foglie  de  Tamarindi  pefte  5  2 

Erifipele  curare  con  la  Datura  €9 

F 

F  Accia  come  fi  netti  di  macchie  31 
Febbri  continue  &  ardenti  medicate  co'  Tamarindi  5  5 
Febbri  coleriche  &vfo  del  firopo  de  Tamarindi  5* 
Febbri  ardenti  44 
Fegato  confortato  da' Garofani  26 
Fegato  come  fi  fortifichi  31 
Fegato,  &  fua  infiammagione ,  &  fuo  rimedio  44 
Fegato  &  fuo  ardore  refrigerato  da'  Tamarindi  5  5 
Fegato  caldo  &  fuo  rimedio  79 
Ferite  accioche  non  s'infiammino  44 
Ferite  s'impiaftrano  attorno  con  foglie  de  Tamarindi  peftc 
perimpedir  l'infiammagione  51 
Fiato  puzzolente  come  fileui  3 1 
Fiele  &  fua  virtù  155 
Fico  d'India  ritratto  dal  naturale  5  6 
Fico  d'India  &fuoi  vari)  nomi  ,  „\  57 
Fico  d'India  arboro  &  fua  deferittione  5  7 
Fico  d'India  in  qual  paefe  abondi  molto  5  8 
Fico  d'India  come  fi  pianti  59 
Fico  d'India  &vfo  delle  fue  foglie  59 
Fico  d'India  frutto  fecondo  l'opinion  d'alcuni,  con  chepeccò 
Adamo  59 
Filone  del  Nardo  131 
Flegma  fi  purga  co' Tamarindi  5* 
Flegmonifirifoluonoconlcfogliede'Tamarindi,&  come  57 
Filemone  -  91 
Fluflb d'ogni  fpeciecomeficuri  da'  Medici  Bragmani,  Canari- 
ni, ScMalabari  34 
Fluflb  d'ogni  fpetie  con  che  fi  curi  36 
Fluflì  con  febbri  ardenti  come  fi  curino  69 
Fluflb  &  fuo  rimedio  2  75 
Fluflì  colerici  come  fi  curano  74 
Foglie  del  Cocco  perche  vfo  81 
Folio  Indiano  &fuoi  nomi  108 

d     2        Folio 


T    A    V^    OLA. 

Fòlio  Indiano  diuerfo  dal  Zembul  "  i  08 

Folio  Indiano  doue  nafca  109 

Folio  Indiano  diuerfo  dal  Betele  .».•■■        IOP 

Folio  Indiano  defcritto  1 09 

Folio  Indiano  à  che  gioui  112 

Folio  Indiano  quando  manca,con  che  fi  deuefupplire  1 1  3 

Frati  ingannati  nell'Hiftoria  del  Pepe  19 

Frati  commentatori  di  Mefue,  &  lor  errore  41.48.9 1 
Frati  commentatori  di  Mefueingannati  intorno  allaLacca  94 

Frati  &  loro  errore  circa  lo  Schinanto  142 

Frenefia  &  Malinconia  medicateco'  Tamarindi  55 
!                   ... 

G 

A 

GAmbegonfie  con  che  fi  profumino  3  8 

Galanga,&  Tua  temperatura  48 

Gàlanga,&  fue  virtù  48 

Galanga  pianta  ritratta  dal  naturale  45 

Galanga  &fuadefcrittione  :  v               46 

Galanga  come  fi  pianti  46 

Galanga  &fuoi  nomi  47 

Galanga  &  pane  fattodelle  fue  radici  lì            47 

Galanga  non  ben  conosciuta  da  gli  Arabi  4* 

Galeno  citato  fopra  il  Macer,&Macis  38 

Galeno  v               91 

Galeno  citato  23 

Galeno  della  Manna  3 1  o 

Galeno  ingannato  nell'Hiftoria  del  Pepe  i 9 

Galeno  dell'Aloe  150.151 

Galeno  citato  93 

Galeno  del  Nardo  .*.               23 2 

Galeno  citato                                  .*.  3° 

Galeno  del  Gengiouo  i9^ 

Galeno  del  Folio  Indiano  &             112 

Galeno  citato  dal  Chermes  98 

Gange  fiume  da  gl'Indiani  chiamato  Garga  133 

Garofani  &fuoi  nomi  26.27 

Garofani  &  lor  facultà  .** 

Garo- 


TAVOLA. 

Garofani  fi  conferuano  più  lungamente  Spruzzati  con  Tacqui 
del  mare  25 

Garofani  verdi  &  lor  conferua  in  Zuccaro ,  oucr  in  aceto  & 

fale  25 

Garofani  &  loro  acqua  diftillata  t  j 

Garofani  nafeono  più  abondantementeneil'lfole  di  Gc- 

loulo  26 

Garofanai  loro  arbori  fruttano  in  otto  anni,&  durano  cèto  16 
Garofani  vfati  da  Filici  Indiani  per  li  dolori  della  tefta         25 
Garofani  con  Noce  Mofcata,  Macis,  Pepe  lungo,  &nero,ado- 
pratine  profumi  per  far  fudare  quelli ,  chepatifeono  dolori 
artetici,&fcabbia  26 

Garofani,  &  lor  complelfione,  fecondo  Paolo  Egineta        26 
Garofani  &  loro  arboro  difegnato  dal  naturale  24 

Garofani,&loroarboro,fiori,  &  frutti  deferitti  2  J 

Garofani  portati  in  Europa  tutti  nafeono  nelle  IfolediMa- 

luco  25 

Garofani,  Sdoro  arbori  faluatichi  nafeono  da  le  25 

Garofani  da  che  tempo  fi  coglieno  25 

Garofani  che  ftan  fu  l'arboro  due  anni  chiamati  madri  de  Ga- 
rofani 2  5 
Garofani  fi  feceno  al  Sole  dapoi  ricolti  2  j 
Garcia  di  Orta  citato  -  125 
Garcia  d'Orta  dell'Anacardo  176 
Garcia  d'Orta  del  Zaffran  Indiano  194 
Garcia  d'Orta  del  Turfeit  228 
Garcia  d'Orjta  del  Calamo  Aromatico  290 
Garcia  d'Orta  del  Collo  305 
Garcia  d'Orta  del  Cardamomo  302 
Garcia  d'Orta  del  Coito  3  ©4 
Gengiouo  difegnato  dal  viuo  195 
Gengiouo&fuoinomi  197 
Gengiouo  deferitto  197 
Gengiouo  douenafea  197 
Gengiouo  quando  fi  coglie  197 
Gengiouo  come  fi  conferua  197 
Gengiouo  condito  198 
Georgio  Agricola               -  91 

Gengiouo 


T  A  V  0  L   A. 

Gengìbuo  non  nafce  in Arabia  198 

Giunture,&fuoi  dolori,  &  rimedio  62 

Gionturè&lor  dolori,  &lor  rimedio  216 

Gonfiezze  &  durezze  vecchie  6± 

Gonorrea  &  fuo  rimedio  79 

Gora  &  fùo  rimedio  6z 
^c                                      H 

HAboan  fa  citato dalr*Areca  74 

Hemorróidi  &  fiffuredel  federe,  &  fuo  rimedio             38 

Herba  viua&fuoi  nomi  178 

Herba  viuadéfcntta  '                           178 

Herba  viua  &fua  proprietà  178.179 

Herba  viua  dìfegnata  dal  viuo  18  r 

Herba  moli  e  deforma  ,♦.                    182 

Herba  molle,&fua  proprietà'  183 

Herba  molle  &  fue  virtù  1 8» 

Herba  molle  difcgnata  dal  viuo  183 

Herba  di  Malaco  difegnata  dal  viuo  „\              249 

Herba  di  Maluco  defcritta  250 

Herba  di  MalucO,fuovfo&fue  virtù  250 

Hcrmolao  Barbaro  del  Nardo  .*.                  132 

Hernia  acquofa ,  &  fuo  rimedio  64 

Hernia  ventofa,&  fuo  rimedio  £4 

Herodoto  racconta  fauoledellaCaffia  lignea  ì 

Herodoto  della  Manna  3 1 1 

HidropifiaTimpanite,&  fuo  rimedio  38 

I  v. 

IÀmbi  frutto  &  arborodefcritti  2  04 

Iambi  &lorvfo  ne  cibi  205 

Iambi  conditi  &lorvfo  nelle  febbri  coleriche  205 

Iambi&lornomi  205 

Iambolani  che  frutti  fiano  202 

Iambi  frutti  &arboro  designati  dal  viuo  203 

Iangomi  frutti,lor  proprietà,&lorvfo  206 

Impetigini  comefileuino  23^ 

Indiani  compofitori  di  fauole  166 

Indiani  faceuano  fcalanelMalabar  7 

Indiani  prefero  da  Chini  leggi  ,eoftumi,  arte  del  far  nauilij,& 

dina- 


TAVOLA. 

dì  nauigare  7 

Indouinilndiani,&  loro  inganni  177 

Infermità  fredde  curate  con  loglio  del  Mari*  30 

Infermità  antiche,  &lor  rimedij  64 

Infiammagioni  ventofe ,  &  lor  rimedij  2 1 3 

Ingrauidarledonne,rimcdio  213 

Ifaac  citato  dell'Areca  74 

Ifacfi                                                              .-.  40 

Ifidoro  ingannato  n  ell'Hiftoria  del  Pepe  1 9 

Ifoladilaoa  103 

liole  fommerfe                                           .v  84 

L 

LÀcca  come  fTgeneri  87 

Lacca  &  varie  opinioni  di  lei                     v  88 

Lacca  &fuoi  nomi  88 

Lacca  come  veramente  fi  generi  88.89 

Lacca  come  fi  mefcoli  con  al  tri  colori  89 

Lacca,comefifalfifichi                                        \-  <?0 

Lacca  in  che  Regione,&  come  fi  generi  9  2 

Lacca  artificiale  93 

Lacca  vera  efl'erquefta  che  adoperiamo  95 

Lacca  &fuonome,ondederiui                          Ai  97 

Lacca  &  Chermes  diuerfi  97 

Laccaarboro& frutto  difegnati  dalviuo  199 
Lacca  arboro&  frutto  deferitto                                   200.201 

Legno  di  Mal  uco,  &  ilio  arborodeferitto  251 

Legno  di  Maluco,  &  nome  dell'arboro  fuo  252 

Lacuna  del  Cinnamomo,&  della  Calli  a  lignea  9 

Lacuna  ingannato  nellHiftoria  de  Tamarindi  53 

Lacuna  &  ilio  errore  del  Nardo  136 

Lacuna  del  Nardo  132 

Lacuna  dello  Schinanto»  140 

Lingua  Araba  279 

Lacuna  di  ambedue  le  Manne                        •„•  311 

Licio  perche  cofi  chiamato  117 

Lingua  propria  nellaquale  Auicenna  fcriffe  2  79 
Legno  di  Maluco  contra  veleno                                   253.254 

Legno  di  Maluco  purgatiuo  fenza  moleftia  254 

Legno 


T  A  V  O  L  A. 

Legno  delle  Serpi  difegnatodal  viuo  t^j 
Legno  delle  Serpi,  &  fua  herba  deferitra  258 
Legno  delle  Serpi  contra  gli  animali  veleno!!  v  258 
Legno  fecondo  delle  Serpi  difegnato  dai. Viuo  259 
Legno  fecondo  delle  Serpi ,  &  fua  herba  deferirla  2  60 
Legno  fecondo  delle  Serpi  conerà  veleno ,  &  altre  fùe  vir- 
tù 260 
Legnofecondo  delle  Serpi  doue  nafea  26 1 

M 

MAbazer  citato  dell'Aree»  J  ."„  75 
Macer  ritratto  dal  naturale  3  2 
Macer doue  nafea ,  &  fua  deferittione  3  2 
Macer  &  virtù  della  feorza  della  fua  radice  34 
Macer  &fuo  frutto  contra  vermrdel  corpo  ,%  37 
Macer,&  Macis  diuerfi  40 
Macer  &fuoi  nomi  34.35, 
Macer  arboro  fa  latte  34 
Macer  &medicina,che  fi  vfanelle  Indie  fatta  della  fua  [feorza 
perlofluflò  34 
Macer  fé  fia  flato  conofeiuto  da  Greci  3  8 
Macer  &  fuoi  nomi  Arabi ,  Greci  ,  Latini ,  &  Italia- 
ni 41 
Macis  &  fuo  oglio,  chelfifainBanda  per  lo  dolor  de  ner- 

ui  30 

Macis  vale  tre ,  &  quattro  voltepiù  chela  Noce  3  o 

Macis,  &  Macer  diuerfi  40 
Macis ,  &  la   feorza  fottile  della  Noce  Mofca-- 

ta  29 

Macis  non  conofeiuto  da  Greci  30 

Macis  &  fua  complefiione                                 v  30 

Manardo della  Canfora  187 

Manardo  del  Cinnamomo  9 

Manardo,  &  fua  opinione  eflarainata  circa  l'Acoro»  49 

Manardo  del  Nardo  132 

Manardo  riprende  Mefue  circa  l'Aloe  *  5  * 

Manardo  ingannato  dello  Spodi©  22^ 
:                                                        Manardo 


TAVOLA. 

Manardo  citato  parla  contra  gli  Arabi  99 

Mangas  arboro ,  &  frutti  difegnati  dalviuo  240 

Mangasdouenafca  241 
Mangas  frutto  dcicritto                                            241.242 

Mangas  &fua  temperatura  241 

Mangas  come  fi  vii  ne' cibi  241 

Mangas  &  fuoi  nomi  /.  242 

Mangas  Brauas  defcritte  242 

Mangas  Brauasvelenofe     -  242 

Manna  de  Greci  diuerfa  da  quella  de  gli  Arabi  3 1 1 

Manna  de  Greci,  che  cofafia  3  ri 

Manna  neU'India,&fuefpecic  308 

Manna  liquefatta  .*.  30^ 

Manna  comporta  309 

Manna  come  fi  falsifichi  310 
Manna  conofeiuta  da  gli  antichi  Greci ,  ma  non  molto 

vfata  310 

Manna  degli  Arabi r&fiie virtù.  312 

Manna qual  fia  migliore  -  •/  5la 

MattheoSiluatico  in  errore  303 
MattheoSiluatico  ^t 

Mattheo  Siluatico  dell'Aita fetida  ingannato  281 

MattheoSiluatico  dell'Aloe  •  •■  148 

Mattheo  Siluatico,&  fuo  errore  104 

MattheoSiluatico, &  fuo errore  .%  133 

Matthiolo  citato  31 

Matthiolò  fopra  Diofcoride  citata  23 

Matthiolo,  &  fuo  errore  »\  48 

Matthiolo  citato  ••        27 

Matthiolo  citato  tp 

Mele  Aben  citato  .•„  «4 

Matthiolo  citata  2g 

Matthiolo,  &  fuo  inganno-  jj 

Matrice, (ùepalfioni,&  rimedio    •  48 

Matrice, die  paffioni  con  che  fi  curino  47 
Matrice  come  fi  conforti                                V  31 

Membro  &fue  carnofità^&fuo  rimedio  64 

€  Mefuu 


TAVOLA. 

Mefue  fi  difende  circal'Aloe 

Mefue  dell'Aloe 

Mefue  citato 

Mefue  ingannato  nell'Hiftoria  de' Tamarindi 

Mefue  ingannato  delTurbit 

Metro  doro 

Mefarugie  citato  dell'Areca 

Milza  come  fi  fortifica,&  intenerifca 

Milza ,  fucoppilationi  ,& rimedio 

Mirabolani ,  &lor  virtù 

Mirabolani,  &  loripecie 

Mirabolani ,  &  lor  compiendone 

Mirabolarii,&lor  fuc^o  come  fi  vfi ,  &  i  Citrini , 

chegiouino 
Mirabolani,&  lor  virtù 
Mirrhanafce  nell'Ethiopia 
Mufa ,  &  fua  temperatura 
Moringaarboro,  &  frutto  difegnato  dal  viuo 
Moringaarboroj&fua  defcrittione 
Moringa  come  fi  vfi  ne  cibi 
Moringa  contra  veleno 
Moringa,&fue  virtù  •*. 

Moringa,  &  fuoi  nomi 


*53 
i47 

26.55.98 

53 

23* 

9i 

75 

31 

&z 

207 

207 

&Bellericià 
209* 

2  8d 

58 

2(52 

253 

26J 
263 
263 

264 


W 


N  Ardo,  &f!iovnguento  molto  firmato 
Nardo,  &  fuoi  nomi 
Nardo,  &  fua  defcrittione 
Nardo,  &  fuo  valore  anticamente 
Nardo  doue  nafea  .*. 

Nardo,&  fua  temperatura,&  virtù 
Natura  non  opera  indarno 
Negundo ,  &  lor  generatione 
Negundo  mafchio  arboro  difegnato  dal  viuo 
Negundo  femina  difegnato  dal  viua 


i33 
i33 
i35 
i3* 
IJ5- « 16 
*37 
9$ 

2iO 
2H 

Negundo 


TAVOLA. 

Negundo  &  mafchio  ,  &  femina  ,  &  quali  fieno  Ior  no-- 
mi  212 

Negundo  &  mafchio  ,  &  femina  ,  &  fua  vera  deferi  mo- 
ne 212 
Negundo,&  fua  temperatura  213 
Ncgundo,&fue  virtù  213 
Ncrui  freddi  come  fi  curino  3  r 
Nerui,&oglio,cheIorgioua  215 
Nefpolenon  nafeono  nell'India  93 
Nerui  &  lor  dolor  come  fi  medichi  con  loglio  del  Ma- 

cis  30 

Nicolo  Leoniceno  con  poca  ragione  parla  cótra  gli  Arabi  99 
Nicolo  Monardes  citato  164 

Nicia  ,  9\ 

Nimbo  di  fegnato  dal  viuo  214 

Nimbo,&  fuoi  nomi  2ij 

Nimbo  arboro  medicinale  v  215 

Nimbo  doue  nafea  2 15 

Nimbo  deferitto,  &  fuoi  frutti  215 

Nimbo  à  che gioui  2]j 

Noce  Mofcata  arboro,  vagamente  difegnata  dal  naturale   2  8 
Noce  Mofcata,&  fuo  arboro  deferitto  29 

Noce  Mofcata  nafee  in  Banda  29 

Noce  Mofcata  condita  in  Zucchero  .%  29 

Noce  Mofcata  non  conofeiuta  da  Greci  30 

Noce  Mofcata,  &  fuoi  nomi  30 

Noce  Mofcata  ha  la  midolla  dì  dentro,  come  lanoftra 

Noce  30 

Nocella  Indiana  difegnata  dal  naturale  72 

Nocella  Indiana,&  fuoi  nomi  73 

Nocella  Indiana  deferitta  73 

Nocelle  Indiane  trouariì  anchora  in  alcuni  luoghi  dell'Ara- 
bia 7j 
Noci  mofeate ,  &  fua  elettione  3  1 
Noci  mofcate,&  lor  virtù  3! 
Noci  mofcate,&  Ior  compiendone  ,\  31 
Noci  mofcate,&  lor  liquore                                              31 

e    2         Occhi 


.TAVOLA; 
o 

OCchi  nettati  dalle  nuuoIette,da  Garofani         *.•  2  6 

Oglio  come  fi  caui  della  Copra  80 

Oglio  comefì  caui  del  Cocco  verde  81 
Oglio  del  Cocco  verde  fi  prende  per  purgare  lo  ftomaco ,  & 

mollificare  ventre  fenza  moleftia  8 1 

Oglio  della  capra,  &  Tue  virtù  81 

Opio  come  fi  caui  de'Papaucri  314 

Opio,&  Tuoi  nomi  314 

Opio,  &fue  differènze  .*.  314 

Opio  che  cofafia  314 

Orina  prouocata  da  Garofani  *<5 

Orina  prouocata  con  che  31 

Orina,  lue  difficoltà  con  che  fi  curino  47 

Orina,&fua  difficoltà  come  fi  curi  »\  238 


PAndettario,  &  fuo  errore  v  1 06 

Palma  arborodeferitto  76 

Palma  come  fi  femini  77 

Palma,  &Nau<intiera  fatta  dileifola,&  caricata  delle  cofe 
e    fatte  Solamente  del  fuo  frutto  77 

Palma  &cafe  fatte  di  lei  77 

Palma  &  vino  che  di  lei  cauano  ,  &  modo  di  cauar— 

lo  77 

Palma  &  fuo  germoglionelk  cima,  che  fi  mangia  8i 

Palma  arboro,  &  fuo  frutto  76 

Palma, &  Tuoi  nomi  76 

Pandettario,&  fuo  errore  dellaLacca  v*  9° 

Pandettatio,& fuo  errore  104 

Papaueri  di  molta  grandezza  nelle  Indie  3  J4 

Pa  radi  foTerreltre  detto  effernell'Lfola  di  Zeilam  da'  proprij 

habitatori-  12 

Paralifia,&  fuo  rimedio  ......  .      ^2 

Paralifia 


TAVOLA. 

Paralifia,  &  fuo  rimedio  €i 
Pauatearboro  ritratto  42 
Pauate  arboro  deferitto  43 
Pauate,&fue  virtù                                         •*.  43 
Paolo  Egineta  citato  25 
Pepe,&  fiia  pianta  difegnata  dal  naturale  1 5 
Pepe,  &  fua  foglia  di fegnata   .  \6 
P3pe,&fuoinomi  17 
Pepe  &fua  pianta  deferitta  17 
Pepevnodomeitico,&i'altrofaluatico            .-.  iì 
Pepe  come fipianti  i$ 
Pepe  verde  condito  in  fale  18 
Pepe  negro,bianco ,  lungo  piante  diuerfe  j  8 
Pepe  bianco  nel  Malabar  raro,  &  fuo  vfo  nella  Medici- 
na 1  8 
Pepebianco,  &nero,piante  limili  &lorovfo  x8 
Pepe  lungo  diuerfo  dal  bianco,  &  nero  2 1 
Pepe  bianco  più  foaue.&piùaromatico  del  nero  *x 
PepeCanarin,&fuefacuttà  ji 
Pepe&fue  virtù  22 
Pepe  nero  in  gran  copia  nel  Malabar  19 
Pepe  nero  douc  portato  19 
Pepe  &error  di  molti  circa  la  fua  pianta  tP 
Pepe  come  fi  colga                                             •%  20 
Pepe  da  che  tempo  fi  maturi  20 
Piaghe  callofe ,  fordide ,  &eauernofe  con  che  lì  curi- 
:    no  ^13; 
Pietra  Bezahar,&fue  virtù  121 
Pietra  Bezahar  in  che  quantità  fi  prenda  122 
PietraBezahar  come  fi  generi  122 
Pietra  Bezahar  molto  ftimata  123 
Pietra  Bezahar  valorofa  contrai  veleno  118 
PietraBczahar  di  varie  forme  118 
Pietra  Bezahar  come  fi  generi                         „-.  118 
Pietra  Bezahar  in  che  paefe  fi  generi  119 
Pietra  Bezahar,  &  fuoinomi  119 
Pietra  Bezahar falfificata  1 1 9 
.    .  ;                                                e    3         Pietra 


T  K  V  O  L  A. 

Pietra  Bczahar  vera  come  fi  conofca  119 
Pietra  delle  Reni  con  che  fi  rompa  3  7 
Pietra  Bezahar  fi  faififica                    e  3 1  o 
Pignoli  di  Maluco  arboro,&  frutti  difegnati  dal  vi- 
no 237 
Pignoli,&  fuoi  arbori  defcrittl  238 
Pignoli,&  lor  vfo  nella  Medicina  238 
Pignoli  velenofi  3.             238 
Pignoli,  &  fuoi  nomi  239 
Pithia  91 
Plinio  racconta  fauole  della  Caflia  lignea  5 
Plinio, &fua  opinion falfa della  Cannella  .*.           13 
Plinio  ingannato  nell'Hiftoria  del  Pepe  19.20 
Plinio  citato  39.40.&91 
Pomi  d'India  difegnati  dal  naturale  85 
Plinio  della  Lacca  90 
Plinio  citato  del  Chermes  e               98 
Plinio,&  fuo  errore  circa  il  Folio  Indiano  x  09 
Plinio,&  fuo  errore  circa  il  Folio  Indiano  ni 
Plinio  ingannato  del  Nardo  1 3  2 
Plinio  del  Nardo ,  &  fua  deferittione ,  come  s'ingan- 
nò 135 
Plinio  dell'Aloe  147 
Plinio  delbJVIanna                         V  31 1 
Pomaro  d'India,&  fuoi  nomi  -V                 86 
Pomponio  Melia  della  Manna.  3  r  1 
Pofteme  fredde  ,&  lor  rimedio  6z 

H      ■  * 
R 

R  A  dice  della  Cannella ,  fapore,  odore,  &  acqua  da  lei  fliì- 

lata,&fuovfo  jo.ii 

Rafis  citato  ji 

Ra  fis  &  Tua  opinione  de'  Fichi  d'India  5  8 

Raiìs  ingannato  intorno  alla  Lacca  91 

Raiìs  del  Folio  Indiano  ,».                3 12 

Rafis  del  Sandalo  i*6 

Renelle, 


TAVOLA. 

Renelle, &  Tuo  rimedio  64 

Reni&lorvlcera,&  lor rimedio  62 

Reni  calde,&  Tuo  rimedio  79 

Reni  fredde  con  che  fi  colorino  .*.                   48 

Rcobarbarodoue  nafea  217 

Reobarbaro  come  fi  conferui  218 

Reobarbaro,&fuaelettìone  2i9 

Reobarbaro, &fua  temperatura  V                   219 

Reobarbaro,  &fue  virtù  219 

Romei  &  Turchi  152 

Ruellio  citato  .\                  59 

Ruellio  citato  104 

Ruellio  del  ;Nardo  132 

Ruellio ,  de  fuo  errore  1 8  S 


SAmatralfola  preflb  alla  linea  Equinottiale  1 87 

Sambaraac  legno  fpecie  di  Sandalo  130 

Sandalo  doue  nafea  124 

Sandalo  doue  fi  troui  migliore  ,  &  in  maggior  quanti- 
tà 124 
Sandalo ,  &  ontione  che  di  lui  fi  fan  gl'Indiani  124 
Sandalo,  &Brafildiuerfi  125 
Sandalo  qualfia  migliore  125 
Sandalo  &  fuo  arboro  126 
Sandalo  non  conofeiuto  ne  da  Greci,nè  meno  da  gli  Arabi  1 2  6 
Sandalo  donde  fi  porti  1 2  8 
Sandalo  Citrino  perche  machi  quafi  fempre  nella  Europa  129 
Sandalo  Citrino  migliore  di  tutti  gli  altri  1 3  • 
Sandalo,&  fua  temperatura,  &  fue  virtù  1 31 
Sandalo  fcritto  daAuicenna  v  131 
Sangue  di  Drago  9i 
Sargazoherba  deferitta  272 
Sargazo  doue  nafea  /.  272 
Sargazo  in  conferua  27^ 
Sargazo  àchegioui                                                       373 

Sargazo 


T  A  V  O  L  A. 

Sargazo  herba  defcritta  dal  viuo  2  yt 

Santa  Croce  di  Cochin  Città  84 

Sciatica,  &fua cura                                 *\  238 

Sci  atÌca,&fno  rimedio  62 

Schinanto,& Tuoi  nomi  ^39 

Schinantodouenafca  ij9 

Schinanto,&fuaabondanza                         >.  ^9 

Scbmanto,&  fuo  fiore  negletto  da  gl'Indiani  140 

Scbinanto&fuovfo  j^r 

Schinantononefler  il  Calamo  aromatico  143 

ScbinantononeflerGalanga  143 

Scbinanto,&fue  virtù                                       *.»  144 
Seme  delLegno  di  M  aluco  addormenta  gli  vccelli,&  gli  veci- 

deanebora  253 

Sepulueda,&  fuo  errore  id 

Serapione  3 1 

Serapione  de  Semplici  citato  31 

Serapione  circa  i  Fichi  d'India                  v  58 

Serapione  dello  Scbinanto  14! 

Serapione  dell'Ambra  x6o 

Serapione  ingannato  nell'Hiftoria  de  Tamarindi  53 
Serapione  citato                                                              7°-9i 

Serapione  &  fuo  errore  92. 

Serapione,&  fuo  errore  intorno  allaLacca  93 
Serapione,  &  Tuo  errore                                         104.&105 

Serapione  del  Sandalo,  &  fuo  errore  126 

Serapione  dell'Aloe  ^8 

Serapione  dell'Anacardo  175 

Serapione,&  fuo  inganno  d'intorno  alla  Canfora  1 85 

Serapione,  &  fuo  errore  187 

Serapione  del  Turbit  •  231 

Serapione,&  fùò  errore  del  Calamo  aromatico  292 

Sete  acquetata  da' Tamarindi  55 

Socotora  J46 

Sorbe  come  nafeono nell'India  93 

Sotaco                                                            *.•  9 1 

Sonno  prouocato  con  fogni  fantaftichi  69 
-                                                            Speciali 


T    A    V    O    L    A. 

Speciali  ammoniti  à  non  porre  inluogo  di  Cinnamomo  la 

Cannella  trifta  9 

Spica  Nardi  ,  &  varietà  d'opinioni  di  ki  132 

Spodio  difegnato  dal  viuo  223 

Spodio  di  ducfpecie  22  j 
Spodio  non  fu  conofeiuto  da'  Greci,  &  poco  da'  Latini,  & 

da  gli  Arabi  224 
Spodio  che  cofafia  224 
Spodio  canna deferitta  224 
Spodio  canna,  &  fua  grolfczza  .-.  225 
Spodio  lignifica  due  cofe  226 
Spodio,&fuc  virtù  v  226 
Spodio  canna,  &  Tuoi  nomi  227 
Spodio,&  fuo  prezzo  nell'India  227 
Stomaco  confortato  da' Garofani  v  26 
Stomaco  come  fi  conforti  31 
Stomaco  ,  &  rimedio  ottimo  al  vomito,  &  alla  fua  debolez- 
za 34 
Stomaco, fua  freddezza  con  che  fi  curi  47 
Stomaco,fue  paffioni ,  &  rimedio  ^g 
Stomaco  ,  &  fuo  ardore  come  refrigerato  da'  Tamarin- 
di 55 
Stomaco,  fua  debolezza ,  &  rimedio  62 
Stomaco,  &  fua  debolezza  come  fi  aiuti  247 
Storace  nafee  nell'Ethiopia  ,\  2  85 
Strabone  citato  40 
Sùdireo  citato  .\  91 
Suida  della  Manna  3 1  o 


T 


Amarindoarboro  ritratto  dal  naturale  50 

Tamarindo  arboro,&  frutto  deferita  51 

Tamarindo  frutto,  &fue  virtù  V                 jx 

Tamarindi  come  fi  conferuino  52 

Tamarindo  frefeo  conferuatoin  Zucchero  52 

Tamarindo ,&  fuoi  nomi  52 

Tamarindo 


T  A  V  O  LA. 

Tamarindo  in  che  Regione  meglio  alligni  52 
Tamarindo  arboro  nuoce  con  l'ombra  come  la  No- 
ce 52.53 
Tamarindo  non  conofciuto  da  gli  antichi  Greci  53 
Tamarindi  non  fi  fofifticano  nelle  Indie  54 
Tamarindi, &  modo  di  adoperarli  55 
Tamarindo,  &  fua  compiendone  5  5 
Tamarindi,  &lor  virtù  .\  55 
Tatnbul  cflere  il  Betele  1 1 1 
Tefta,fuoi  dolori  antichi,  &  rimedio  6% 
Theofrafto  citato  23 
Theofrafto  della  Lacca  90 
Theofrafto  V  gt 
Theofrafto  citato  93 
Theofrafto  del.  Nardo  r  3  2 
Theofrafto  della  Manna  3  1 1 
Tolomeo  citato  .♦.  40 
Tofle  vecchia,&  fuo  rimedio  62 
Tumori  flemmatici, &  malinconici  medicati  con  foglie  dì 

Tamarindo  52 

Turbit ,  &  varie  opinioni  di  lui  228 

Turbit,&  fuoi  nomi  229 

Turbit  comenafca  .•.                  229 

Turbit  doue  nafca  230 

Turbit  &  varile  opinioni  di  lui  rip  rotiate  233 

Tuj:bit,&fue  virtù  .\                 234 


VAlerio  Cordo  del  Cinnamomo  9 

Valerio  Cordo  ingannato  neli' Hiftori a  de' Tamarin- 
di 53-&54 
Veleno  grande  nell'India  137 
Ventre  con  che  fi  riftringa  3 
Valerio  Cordo  ingannato  dello  Spodio  Jì  22(5 
Vafi  fatti  della  feorza  del  Cocco  80 
Veneree  felle  accrcfciutedal  Garofano                              x& 

Venere 


TAVOLA. 

Venere  aiutata  dalle  Cubebe  105 

Ventre ,  &  Tuo  dolore  con  che  fi  curi  47 

Vermi  del  corpo ,  &  Tuo  rimedio  3  7 

Vermi  generati  in  quelli  che  frequentano  l'vfo  dell'oglio 

del  Cocco  81 

Vermi  del  corpo  come  fi  facciano  morire  2 1 6 

Vefica,&fue  viceré,  &lor  rimedio  62 

Vino  cauato  della  Palma  78 

Vifta  chiarificata  da'  Garofani  26 

Viftacomefireftauri  .*.                26 

Viceré  vecchie  con  che  fi  rifoluino  64 

V  lecre  del  membro ,  &  fuo  rimedio  64 

Viceré  &  fua  cura  260 

Viceré,  &lor  rimedio  .».                 213 

Vnguento  dell'herba  di  Maluco  251 


ZAfFrano  dell'Indie  difegnato  dal  viuo  195 

'Zaffrano,&fuoinomi  194 

Zamano,&  fuo  vfo  194 

Zcilamlfola  deferitta  1 1 

Zuccaro  cauato  della  Palma                   .\  78 

IL     FINE. 


1 


a 


: 


L  A    V.    T    T    D    R   E 

AL      LETTORE. 


*i* 


Chrifìiano,  &:  prudente  Lettore, 

Vtti  gli  huomini  desiderano  di 
fapere  dice  il  Filofofo  nel  princi- 
pio della  Tua  Metarìfica.  Hebbc- 
ro  tanca  forza  meco  quefte  parole, 
che  mi  fecero ,  lafciata  la  mia  pa- 
tria ,  cercar  per  diuerfe  Regioni,  & 
Prouincie,  huomini  fauij  ,  &  dili- 
genti, da' quali  ogni  giorno  io  poteiTi  apprender  qual- 
che coti  dinuouo;  come  fecero  ne'  fecoli  paflati  molti 
huomini  prudenti  j  fecondo  che  riferifee  SanHieroni- 
mo  nella  prefuione  della  Bibia  a  Paulino.  Et  iimil- 
mentecffèndo  deiiderofo  di  ricoglier  dalle  mie  lunghe 
pcrcgrinationi  qualche  frutto  ;  procurai  di  vedere  per 
uiuerf  e  Regioni ,  &  Prouincie  la  diucriità  delle  Piante, 
che  perlaialutchumanalddiohi  creato  ;  &mi  abbat- 
tei nelle  Indie  Orientali  nel  Dottor  Garcia  di  Orta  Me- 
dico Porroghefc(huomograue,  diraro,  &  pellegrino 
ingegno,  le  cui  laudi  laicio  à  migliore  occafione,  per 
ellcrtante,  che  quando  penfallìdi  haucrne  dettomol- 

f  tei 


tcjfarebbonopiù  quelle  che  haurei  lardato  adietro) 
ilqualccompofein  quelle  parti  dell' Afia  vn  Libro  in 
Lingua  Por  toghefe  intitolato  Colloquio  de'  Semplici, 
&  Droghe,  &cofe  medicinali  dell'india,  Se  di  alcuni 
frutticene  in  quelle  para  nafeono.  Et  così  come  la  Tua 
opera  tratta  di  di uerfe Medicine,  Se  Piante,  &  altre  cofe 
pertinenti  alla  fallite  humana  ;  parimente  tratta  anco  di 
altre,  che  fono  inutili,  Se  fenza  alcuno  beneficio  per- 
ieli elfendoli  (tato  neceffario  il  trattarle,  per  feguire  lo 
itile  de'  Dialoghi,  ne5  quali  quelli ,  che  parlano  foglio- 
no  deubrfi,&  dipartirli  fuori  di  quello ,  che  tocca  al  lo- 
ro principale  proponimento-,  non  mancando  anco  di 
ttouaril  àciafeun  palio  molti  errori,  liquali  fé  ben  Ia_, 
buona  f<ma  Se  auttorira  dell' Autrore  ci  perfuadeno , 
che  nò  fiano  fuoi ,  ma  della  negligenza  de  gli  Imprefiori 
(  perche  nella  Città  di  Goa ,  doue  egli  ferine  non  fi  tro- 
uano  coli  limati,  come  in  quefle  parti)  tuttauia  non 
rollano  di  dar  moleltia»,  oc  apportar  failidio  a  cui  li  leg- 
ge.Mancò  appretto  vn  altra  perfettione  foitantiale  all'o- 
pra,eiò  fono ,  le  pitture ,  Se  difegni  delle  Piante ,  onde 
egli  tratta  ;  perche  occupato  il  Dottor  Orta  in  altre  cofè 
più  graui,&  che  più  doueano  efferli  àcuore,lafciòdi 
inferirle  in  lei .  parendomi  adunque  che  in  queita  ao- 
ftranatione  farebbe  quel  Libro  di  grande  beneficio,  fé 
fi  delle  co  ti  ria  delle  cofe  buòne ,  che  fono  in  lui ,  mo- 
flrandole  co'  loro  eiTempi ,  Se  figure ,  per  meglio  cono- 
feerie  ■■>  Se  che  queftononfi  poteua  fare  fé  non  da  cui, 
co'  fuoi  propri]  occhi  le  haueflè  vedute ,  Se  prouate  5  ze- 
Jofo  del  bene  di  queita  terra  con  la  charirà  che  lbn'obli- 
gato  a'  miei  proiiìmi,  deliberai  prender quefta fatica, 
&difegnardalviiiG£ÌafcunapiantaJcauata  dalia  radi- 
ce, 


ce ,  olrra  molte  altre  cofe ,  che  io  vidi,  &  i  I  Dottor  Gar- 
cianon  potè, per lec.gioni  dette.  Benconofco,  can- 
dido Lettore,  il  pericolo ,  nelquaJc  io  mi  fon  pollo  im- 
prendendo quell'opra  a  tempo ,  che  la  malitia  humana 
regna  cotanto ,  &è  incollarne  di  riprender  molte  fiate 
quello ,  che  non  s'intende .  Ma  io  mi  conloìo ,  che  fo- 
no palìati  per  quello  guado  molti  huomini  iaui',  iqua- 
li  fé  per  quella  paura  il  lor  camino  hauefiero  abbando- 
nato,non farebbe  peruenuta  à  noi  la  cognitione di  mol 
te  cofe,che  con  la  loro  indurirla ,  ingegno ,  &  diligenza 
fonovfcitein  lucci  beneficio  delie  buone  lettere.  Et 
benché  io  non  mi  polla  contare  nel  loro  nu  mero  ,  &  ìau 
mia  audacia  paia  maggiore  per  mettermi  a  trattare  di 
alcune  negligenze ,  che  iono  Hate  ne'  Greci ,  Arabi ,  &C 
Latini  intorno  alla  cognitione  di  quelle  piante,  6c  Dro- 
ghe, nate  parte  per  la  poca  diligenza, che  in  quello  het>- 
bero  gli  Antichi, &  Moderni;  parte  ancora  per  non  ha- 
uer  potuto  vedere  quelle  piante  nelle  Regioni ,  douc 
nafeono ,  &  hauer  creduto  alle  altrui  incerte  relation!  j 
tuttauia  meritare  perdono,poi  che  io  mi  fono  difpollo 
àfcriuere,come  teitimonio  di  veduta,  &  tale,  che  pof- 
fo  dare  intiera  ,  &  vera  relatione  di  quanto  in  quello 
breue  Trattato  ho  ricolto .  Et  certo  non  mi  ha  mollo  à 
ptender  quella  fatica  alcuna  vanagloria  di  volere  elTer 
tenuto  per  dotto,  oche  mi  li  attribuita  per  quella  via 
pjùdiquello,cheiomerito,&puòcapercinmc,  mafo- 
lo  èftato  il  mio  fine  defideno  di  feruirti  co  lana  &  inde 
xa volontà.  Et  tengo  per  fermo,  che  le  in  quell'Opra 
non  lodallì  i'vtile  ,  almeno  terrai  per  buona  la  dili- 
genza, &  per  honcftala  fatica;  non  biafimando  l'af- 
fetto 3  col  quale  ho  procurato  (peregrinando  per  tan- 

f     x  te, 


te,&sì  diuerfe  terre ,  di  vedere  co'  miei  ocelli  propri) 
quello  di  che  altri  per  fola  vdita  fcriiìèro.  Conoico 
checiòfipoteuaifcriuerein  iftile  più  elegante;  ma  io 
amo  meglio icriuer  verità .certe, .che parole  limate.  Et 
Umilmente  io  ti  prego,  che  prendi  il  mio  defidcrio 
nella (ìimachedei,&  non  miri  al  piccolo  volume  di 
queiVopera  -,  perche  fé  bene  pare  piccola  in  quanti- 
tà, tuttauialafua  qualità  è  grande.  Et  fé  troucrai  al- 
cuna cofa  in  lei  ,  che  ti  recailè  difguilo  ;  portati  in 
ciò  come  prudente,  &  confiderà,  che  non  fcriuo  per 
te  fo!amente;&:  che  quanti  ìiuomini  fono,  iono  tan- 
ti i  pareri  ;  &  così  potrà  eiTere ,  che  quello  3  che  à  te  non 
gradirà ,  darà  ad  altri  fatisfattione.  Et  fé  farai  così ,  pro- 
curaro  di  offerirti  vn'altro  Trattato  maggiore,  &  più 
coppiofo  col  reftante  dell'Herbe,  piante,  Frutti,  Au- 
gelli, &  Animali  così  terrestri ,  come  acquatici,  che 
in  quelle  parti,&  nella  perfia,  &  nella  China  fi  ritroua- 
no,nó  difegnati  dal  naturale  fin'hora ,  &  de5  quali  mol 
to  poco  fi  è  icritto ;  con  altre  particolari  curio/ita,  che 
perauentura  ti  daran  molto  diletto .  Et  così  farò  fine 
fottomettendomi  in  tutto  alla  corretti one ,  &  cenfura- 
de5  fauij,  &finceri  Lettori,  iquali  Cogliono  riprende- 
re (blamente  quello  che  pofìòno  y  &  deono  con  ra- 
gione. Et  quelli,  che  molli  da  inuidia,  vorranno  fare 
il  contrario,  prego;  che  prendano  prima  la  penna  in 
manoy&  fermano  per  mandar  qualche  cofa  in  luce; 
perche  allhora  fi  auederanno ,  quanto  più  facilcola  fia 
il  dir  male  y  che  fcriuer  bene  quello ,.  che  ha  da  vicir 
nel  publico. 


LO  STAMPATORE 

A'      LETTORI. 


■"to 


MK 


'^H1  ■   * 


fct 


'Olendo  io  feguire  il,  buon 
principio  dato  già  da  Al.  Cior 
dano  Zìi  etti  mio  Zio  nel  pro- 
curar di  far  communi  all'Ica- 
Illa  le  fatiche  di  quelli  Autto- 
ri  Spaglinoli ,  che  hanno  fcrit- 
to  le Hiftone  di  diuern*  Semplici^  Animalieri  e 
nafeono  così  nelle  Indie  Orientali,  come  nello 
Occidentali  5  Se  hauendo  egli  pollo  in  luce  la> 
prima  ,  6c  feconda  parte  delie  cofe  fcritte  dal 
Dottor  Monardes  Medico  di  Sin  iglia  ;  ho  volu- 
to dami  al  prefentc  quefto  Trattato  di  varie,  &C 
diuerfe  Droghe,  Se  Semplici  medicinali  dell'In- 
die Orientali  fcritto  dal  Dottor  Chriftoforo 
Acofta ,  ilquale  lungamente  è  dimorato  in  quel- 
le parti,  $C  inficme  i  difegni  di  quelle  che  egli 
con  gli  occhi  Tuoi  proprij  ha  veduto .  Et  in  ciò 
ho  ferii ato  il  coftumedcl  detto  mio  Zio,  cioè, 
di  non  daini  il  detto  Auttore  mozz^o ,  &  tronca- 
to, come  altri  fogliono  fare,  mentre  vogliono 
abbreuiare,^  metter  le  loro  mani  nelle  fatiche 

altrui  ; 


altrui;  ma  così  integro ,  come  egli  ftcifo  Io  fciif- 
fe  nella  Tua  Lingua.  Lo  accettarete  adunquo 
Volontieri,afpettandolaterz->a  Parte  del  Dottor 
Monardes  già  canto  defiderata  da  voi  ,  laqual 
tuttauia  è  fotto  le  Stampe  3  non  vi  e/Tendo  difca- 
ro  di  fauorire  la  mia  buona  induftria  ,  laquale 
tengo  impiegata  Tempre  a  giouarui  nel  modo 
che  può  venire  dalle  mie  deboli  forze^ . 


/ 


*§§"  L  I  B  R  O 


C  H  F   T  R  ATT  A 

DE-LLE  DROGHE  MEDICINALI, 
&  de*  loro  benefici; . 


Della  Cannella*  Capitolo    J. 

O  i,  che  tra  le  Droghe  medici- 
nali, vna  di  quelle,  onde  è  (e- 
guita  tanta  confiiflone  tra  i  Sa 
uij  antichi ,  è  (tata  la  medici- 
nale, odo  ri  fera,&  grata  Can- 
nella  \  farà  bene  che  di  lei  pri- 
mieramente fi  tratti  laqual'è  quelta  ,  che  qui  è 
difegnaea  da  vn  ramo  del  proprio  Arboro . 


Pianta 


rianta  della  Cannella,. 


Foglia  della  CanùcIIa. 

Di  quella  grandetta  è  la  foglia  deltArbotà  della 

Cannella ,  &  alcune  minori ,  co* 

me  e  nclli  Aranci  * 


DELLA 


4 


DELLA     C  A  N  N  #L  L  A. 


'Arboro  della  Cannella  è  della 
grandezza  d'un' Arancia,  &  no 
Fono  di  maggiori ,  &  di  pia  pic- 
coli .  La  foglia  è  come  quella  del 
Lauro  più  larga  ,  &  più  chiara  di 
colore ,  &  non  con*  afriutjta  ;  &  ha^ 
tre  neruetti,  come  fi  m0ftra  nella 
figura.  11  fuo  fiore  è  bianco,  &  poco  odorifero,  llfuo 
frutto  è  della grandezza.dellc  oiiue  dclli  oliuari  faiuati- 
chi ,  &  di  color  verde;  &  quando  fi  fa  maturo ,  va  roiTeg- 
giando  ;  &  eifendo  maturo,  fi  cangi  a  in  negro,  &  tra- 
fparente;&  in  cotale  ftagione  lo  colgono;  &  ha  dentro 
di  fé  l'olio,  come  quello  delle  dette  oliùe,  &  la  polpa 
della  medefima  maniera .'  Fa  vn  fucco  yntuofo,  &  verde, 
&  il  fuo  odore  è  come  quello  delle  bacche  del  Lauro.  Il 
fuo  fapore  è  acuto  con  vn  poco  di  amaritudine  .  Ha 
quefto  fruttò  al  pièdouc  ftà  attaccato  vn  piccolo  cappuc- 
cio (  come  fi  vede  nella  figura  )  Iifcio  de  non  cofi  crelpo, 
ne  afpro,.  com'è  quello  delle  ghiande  deli'Efculo.  L'ar- 
boro  è  difWolti  rami  ,  &  i  germogli  fono  alquanto  di- 
ritti .  Di  quelli  arbori  ha  gran  quantità  per  li  bofehi  del 
Malabar  ;  ma  la  Cannella  di  quelli,  &c  di  molte  altre  par- 
ti non  è  coli  buona ,  ne  coli  aromatica ,  come  quella  di 
Ceilan  .  Ha  quefto  arboro  due  feorze,  &  la  Cannella  è 
lafeconda  feorza,  laqualc  tagliata,  &  polla  in  terra,  da 
fé  medefima  fi  forze  col  calor  del  Sole ,  &c  diuiene  colo- 
rita, effendo  prima  il  fuo  colore,  come  di  cenere;  &  di 
tre  in  tre  anni  torna  à  generare  nuoua  feorza;  i  nomi  del- 
la àuàlé  &5q  i  feguenti. 

Gli 


DELLA  CANNELLA.  9 

Gli  Arabi  la  chiamano  Salihacha,&  Sclichaj  &  ancho 
la  chiamano  Querfaa,  &Querfecn.  I  Chini,  Darchi- 
ni. Quelli  di  Ccilan,  donde  viene  la  migliore,  la  chia- 
mano Cuardo .  &  coli  quelli  di  Malaca ,  Caifman .  Et  in 
Malabar  ,  Camiaap.  1  Canarini ,  l'ArboroGiacdraj  && 
la  Cannella,  Techii  &  coli  chiamano  tutto  inficme  nel 
loro  linguaggio  Techigiacdra.  In  Greco  **<"*  In  Lati- 
no Cada.  In  Casigliano  Cannella .  In  Portoghefc  Can- 
nella. In  Catalano  Cannella.  In  Francete,  Cancllc  .  In 
Hebraico  Cinamon .  In  Todcfco  Zimmctreerlim,  zim- 
metridem.  In  Vafconccfe,  Cannella  -t  ncll'Inglcfe  Cina- 
mon .  In  Fiammcngo ,  Caniel ,  &:  Cinamon  -t  de  in  Sco- 
da, come  gli  Inglefi  .  1  Turchi  alla  Cannella  dicono 
Darchini }  &c  al  luo  frutto  Fuchome  darchini . 

Ha  vn'abulo  tra  Medici  &  Speciali  di  poncr'  in  luogo 
di  Callìa  lignea,la  Canella,eiTendo  la  Cannella  la  medcll 
jna  Caflìa  lignea.  Ma  quello  crror  nacque  dall'elTcre por- 
tate quelle  droghe  coli  di  lungi,  che  li  (crittori  antichi 
non  poterono  hauere  perfetta  notitia  di  loro  .  Et  perche 
à  quel  tempo  erano  di  molto  prezzo,  quando  mancaua^ 
no,  fingeuano  molte  fauolc,lequali  Plinio,  &  Herodoto  p[inIib- 
riportano  ;  &c  poi  che  è  coli  chiaro ,  che  fiano  fauole  fal- 
fe,  non  debbo  recitarle  qui.  Falfìficauano  ancora  in  quel 
tempo  la  Canella,per  cilerne  poca,  &  valer  molto  Sciì- 
milmente  le  poncuano  nomi  diuerfi  ,  cflfendo  tutta 
vna  fpecic . 

Quella  Cafsia  non  fiì  conofeiuta  da  Greci ,  ne  da  gli 
Arabi  j  &:  ciò  per  la  lontananza  ,  &  poco  commercio 
che  haucuano  con  quelle  regioni  -y  &  quelli  che  la  porta- 
uano  à  vender'  ad  Ormuz ,  Oc  in  Arabia ,  erano  Chini;  & 
quindi  la  por tauano  in  Aleppo  città  pnnei pale,  &  capo 

della 


C&.19. 


ó  DELLA    CANNELLA. 

della  Soria&  quelli ,  che  la  portauano  di  là  à  Greci ,  di- 
ccuano  loro,  chel'haueuano  nella  loro  Terra,  ò  nella 
Ethiopia ,  &  che  la  coglieuano  con  molte  fupermtioni,& 
cerimonie ,  per  venderla  cara .  Et  perche  tutta  la  Ethio- 
pia è  conofeiuta  da  Portoglieli ,  i  quali  per  mare ,  &c  per 
terra  l'hano  caminata,&  fi  è  fàputo  certaméte  no  trouar- 
fi  in  lei  Cinnamomo,nè  cafsia  lignea,&  i  medefimi  Ara- 
bi la  vanno  à  comprare  in  India  -,  io  non  pollò  imaginar- 
mi  che  ella  quindi  veniflc  -,  perche  tutta  la  cofta  di  Gui- 
nea (  che  èl'Ethiopiadifotto  dell'Egitto)  per  li  golfi  del 
mare,&  fra  terra  è  conofeiuta,  &  caminata.  &  dalla  Ifola 
di  S.Thomc  fino  a  Cofala ,  &  Mozambichc,  fono  anda- 
ti alcuni  Portoghefì  per  terra  ;  &  quindi  paffarono  fin* 
alla  città  di  Goa.Et  dal  Capo  di  buonaSperàza  fin'a  Mo 
zambiche,&  fin'a  Melinde,fono  flati  huomini  per  terra, 
i  quali  fi  erano  perduti  in  mare:  &ioconoboi  vno  di 
quelli  huomini ,  &  inficme  nauigammo  buona  pezza  ,& 
ne  quelli,  ne  alcuno  de  eli  altri  videro  ,  mai  irL,  quelle 
parti  Cannella  .  Et  coi!  è  manifcflo ,  che  in  ambedue  le 
Ethiòpie  di  fotto  dell'Egitto  fi  sa,  che  non  fi  troua  Can- 
nella, ne  meno  ve  ne  ha  nell'Ifbla  di  S.Lorcnzo.Et  poi  che 
giamai  no  è  flato  tanto  conofeiuta  la  rotondità  del  mon- 
do ,  quanto  ella  è  al  prefente ,  principalmente  da  Porto- 
ghefì; non  dubiti,  alcuno  che  fiano  per  mancare  queflc 
due  medicine  cofi  fìngolari.  Anche  il  detto  Garzi  a  de 
Orta ,  degno  d'ogni  credito ,  afferma  haucr  conofeiuto 
vn  Sacerdote,  chedairifoladiS.Thome,fin'in  Cofala,& 
Mozambichc  fu  per  terra,  &  quindi  andò  alla  città  di 
Goa*  il  quale  cofi  come  gli  altri,  non  vide  Cannella  ih 
quelle  parti  .  Et  fé  alcuni  flanno  ancora  ciechi,  &pcr^ 
tinaci  in  cotale  antica ,  &  falfa  opinione  >  &  non  credo- 
no efTere 


DELLA    CANNELLA.  7 

no  c(Tcre  la  vera  Cannella  il  vero  Cinnamomo:&  la  Can- 
nella grotta,  la  Cafsia  lignca(comc  hoggidì  lo  tengono  i 
buoni  Filici,  &  buoni  letterati  alla  lor  maniera,  Arabi, 
Torchi ,  Corazani ,  i  quali  rutti  chiamano  la  Cannella 
groflà,Cafsia  lignea ,  &  quelli  che  dubitano  eflèr  effe,  (è 
per  la  molta  quantità  che  di  lei  al  prefentc  fi  hi  )  fappia- 
no,cKcnon  fanno  in  quelle  parti  nefluna  differenza  tra 
nonni  della  Cannella ,  &  della  cafsia  lignea,  come  noi  al- 
tri;pcrchc  la  verità  fi  è,che  non  ha  tra  lei  differenza  fc  no 
di  più  fina ,  &  più  groflaj  né  fi  trouarà  Medico,nè  Spe- 
ciale ,  ne  alrra  perfona,  che  gì  amai  habbia  veduto  altra 
cola. Et  acciochc  fi  conofea,  donde  è  nato  l'errore  di  chia 
mar  f  aCanella  Cinnamomo,&alla  Cafsia  quelli  altrono 
mejfi  deue  fapcre,chc  molto  tépo  ha,che  i  Chini  nauiga- 
uano  à  quelle  terre  dell'Indi  a^&  citendo  quelle  genti  bar- 
bare ,  &fcnza  alcuna  politia,prendcrono  da' Chini  lcg- 
gi,coftumi  5  maniera  di  far  le  naui ,  &  del  nauigarc  .  £c 
erano  le  lor  naui  in  sì  gran  numero ,  che  raccontano  gli 
Ormuzini  trouare  ferino  ne'  loro  libri ,  che  con  vna  fola 
marea  entrarono  nella  lfola  di  Geni,  che  al  prefentc  fi 
chiama  Ormuz ,  quattrocento  naui  grofTc  j  &  che  vna 
fiata  fc  ne  pcrdeiono  inficme  nelle  fccche  di  Chilao  più 
di  dugenro  naui .  Similmente,  che  detti  Chini  portaua- 
no  Oro ,  Seda ,  Mulchio ,  Perlc,Porcellane ,  Stagni,  Alu- 
mi ,  &  molte  altre  cofe;  &  diMalaca  portauano  San- 
dali, Noci  mofeate ,  Mafia ,  Garofoh,  Legno  Aloe,  &c. di'foi"*' 
&  da  Ccilam  la  buona  Cannella  ;  &  i  marinari  portaua- 
no da1  bofehi  del  Malabar,  Cannella  Gluatica ,  &  grolla, 
t&equminchamolta-,  &  anco  portauano  quella  Can- 
nella tnfta,&  grolla  di  boa .  Et  che  in  qucfto  Malabar 
fatcuano  ìtala  di  Pepe ,  Cardamomo,  &  altre  Droghe, 

che 


£  DELLA    CANNEILA/ 

che  portauano  ad  Ormuz ,  &  alla  colia  dell'Arabia;  ftt* 
quai  luoghi  veniuano  a  comprarle  i  mercanti,  che  di  là 
le  portauano  in  Alexandria ,  &in  Aleppo ,  &in  Dama- 
fco.  Et  che  dimandandoti*  a  quei  Chini  ;  che  cofa  era 
quella  Cannella,  chchaueua  tal'odore ,  &  fapore  ;  dice-* 
uano  cui  quelle  fauole,  che  conta  Herodoto,  &  altre 
molto  maggiori ,  per  venderla  meglio .  Et  che  hauendo 
efsi  veduto  la  Cannella  di  Zeilameffer  molto  migliore^ 
che  quella  di  Iaoa,&  quella  del  Malabar,  le  poterò  due 
nomi ,  non  effondo  altro  che  feorze  d'vn'arboro  fìmile  in. 
tutto ,  eccetto  che  per  la  qualità  della  terra  varia  nella 
bontàj&  che  tutta  la  Cànella,chc  al  prefente  viene  in  Por 
togallo  (  donde  poi  fi  iparge  in  ogni  parte  )  è  il  vero  cin* 
namomo  di  Zeilam  .  Perìaqualcofanon  fìha  che  du- 
bitare di  lei.Et  perche  quefti  Chini  la  portauano  à  vede- 
re à  quelli  di  Ormuz,  la  chiamauano  gli  Ormuzini,Dar- 
chini }  il  che  in  Perfìario  vuol  dire  legno  della  China  :  & 
così  la  vendeuano  in  Aleflandria ,  &  nelle  altre  parti  f 
mutandole  il  nome  per  venderla  meglio  à  Greci;  &  chia- 
maronla  cinnamomo  ;  ilche  vuol  dir ,  legno  odorifero  ; 
&  alla  cannella  di  Iaoa ,  &  a  quella  del  Malabar  (  per  eflèr 
peggiore  )  pofero  nomcCays  manis,  che  nella  lingua 
Malay  a  vuol  dire ,  legno  dolce:  &  cofì  à  quello,  che  è  vna 
fola  cofa ,  &  vna  fpecic ,  variarono  i  nomi .  Et  benché 
a.acan.lb'Auicennachiamairc  la  Cannella  Darchinij  non  perciò  e 
r*8-      nome  Arabico ,  ma  Perfìano  ;  perche  molti  nomi  pone 
Auicenna  nel  canone ,  che  dice  eiTerc  Perfìani  :  perche  il 
più  commune  nome  della  cannella  in  Arabico  è  Qucr- 
iaa;  che  benché  Andrea  Bcknèn^dica  che  qneflo  nome 
il  è  della  Cannella groflàj  nódimeno  Querfaa  ,  &  Queft- 
ffecn,  vuol  dire  Cannella  di  qualunque  maniera  ch'ella  £ 

1  fia. 


DELLA    CANNELLA:  9 

fia.&i Greci,  corrotto  il  nome  della Cafsìa ,  che  craj 
Caysmanis,  la  chiamarono  Cafsìa.  Onde  fi  fan  no  am- 
moniti h  Speciali, che  in  luogo  di  Cinnamomo  no  pon-  feftp»» 
gano  Cannella  trilla,  ma  della  buona,  poi  che  di  lei  han-  uauìimi 
no  tanta  abondanzaj&lafcino  di  raddoppiare  il  pcfò££cE 
della  Cafsìa  lignea  in  luogo  del  Cinnamomo .  X'SÉo 

Notiii,chc  la  Cannella  è  vita  delle  Droghe,  che  più  fa  die  non  è 
cilmentc  fi  corrompe ,  &  (cerna  della  f  uà  bontà  ;  perche  l 
il  più  che  fi  vede  durare  principalmente  nell'India  ,  & 
nelle  partidamare,  è  vn'anno,  nella  fua  perfettiono . 
Ma  il  Cinnamomo,&  la  Cafsia  lignea  fi  tengono  per  vna 
fola  cofa ,  tutto  che  non  fi  fia  mai  ciò  ben  faputo  ne  da 
Greci ,  ne  da  gli  Arabi . 

Notili,  che  li  Manardo  dice,  non  ci  eilcre  vero  Cinna-  Manata 
nomo  ;  &  Valerio  Cordo ,  che  dice ,  che  non  of  Tebhc-  Bejjj 
direche  mancafsimo  del  vero  Cinnamomo,  ma  che  nc^-,  Cor 
riabbiamo  qualche  fpecie.  Il  Lacuna  dice.alie^ando  Ga-  ncl  <*»rp«. 
lcno,  che  la  Calcia  lignea  11  conuerte  in  Onnamomo;p 


fijl  }7.& 


C-  m. 


And.  La- 


ro che  à  lui  par  meglio  il  dire,  che  il  Cinnamomo  fi  con-  Cl 
uerte  in  Cafsia  lignaj  perchevna  fpecie  non  fi  può  con-^"?-11, 
uertir  nell'altra  più  perfetta  col  tempo  ;  anzi  in  altra  men  &i.iib.i. 
perfetta .  Amato  Lufitano  afferma ,  che  vi  erano  tutte  le  guato 
Jpecic:&  coltui  imitarono  gli  altri  :  &  ali'vltimodiccJruafiDf°'- 
celi ,  chechi  andarà  allacafa  dell'India  in  Lisbona ,  tro  fcor  ,,bf-1- 
uara  tutte  le  fpecie  di  Cinnamomo.  Ma  non  vene  ha,co-  tu 
m'è  flato  detto,  fé  non  vna  buona,  laqual  è  quella  di  Zci- 
lan,&  vna  peggiore,che  è  quella  di  laoa ,  &  del  Malabar . 
Quanto  a  quello  che  dicono,che  al  tempo  de  gli  Impc 
radori  Romani,  fi  ftimaua  gran  teforo  un  legno  di  vero 
Cinnamomo,&  ch'ai  tépo  di  Papa  Paolo  I.  ic  ne  trouò  vn 
pezzo,  &  fu conicruato  nel  tempo  dcll'lmperadorc  Ar- 

fi  cadio 


IO  DELLA    CANNELLA, 

cadio.  &c.  Egli  è  pò  (libile ,  che  quello  folle  flato  portato 
di  Alexandria,  &  che  non  folle  itato  confèruato  tanti  an- 
ni .  Cofa  chiara  è ,  che  al  prefente  fi  fa  molto  più  in  va 
giorno  perii  Portoghcfi ,  di  quello,che  nel  tempo  dcRo- 
mani  fi  poteflefaperin  cento  anni. 

Quando  fi  v  edera  vna  Cannella  bianchiccia,  &  l'altra 
negra,  nafee  perche  eflcndoilluo  colore  cineri  ciò,  quan- 
do tagliano,  &cauano  lafcorza  di  detti  arbori  coli  dcr 
tronchi,  come  de*  loro  rami  fottili ,  la  pongono  in  terra 
perche  fi  fecchi;  &  quella  che  non  è  ben  gouernata ,  reità 
biancheggiando  ;  &  quella  che  fi  fccca  di  loucrchio,  ò  fi 
corrompe ,  fi  cangia  in  negra  ;  &  quella  che  debitamen- 
te fi  goucrna ,  reità  ben  colorita .  » 
.    La  radice  è  quali  fenza  lapore,  &  ha  odor  di  Canfora  j 
della  quale  radice ,  &  delle  feorze  verdi,  fi  diftilla  acqua 
molto  foaue ,  &  grata  al  gufto ,  oltra  le  fue  eccellenti  vir- 
tù .  Et  quella ,  che  da  luoi  fiori  fi  diftilla ,  che  è  molto  pò 
ca  j  non  è  tanto  aromatica ,  né  di  tanto  valore  come  quel- 
la delle  feorze .  Quell'acqua  fi  diftilla  dalla  Cannella  ver* 
de,tagliadofi  in  pezzetti  minuti,&  ne*  lambicchi  ordina* 
rij,&  non  coll'ordinccheinfegna  Andrea  Mattinolo. Et 
quella  delle feorze  verdi  è  la  migliore  j  perche  de'  fiori  fc 
ne  fa  molto  poca,  per  eflcr  più  debole,  e  meno  vtile.  Il 
più  che  quell'acqua  fcrue in  quelle  parti, fi  è  nelle vi- 
uande ,  che  fi  condifeono  con  lei  in  luogo  di  Cannella ì 
Et  nella  Medicina  per  li  dolori  dello  ltomaco,&  colici 
procedenti  da  cagione  fredda  ;  perche  caua  la  ventofità; 
&  prouoca  l'orina,&  leua  il  mal  odor  della  bocca ,  de  de' 
denti ,  &  conforta  il  cuore,  &  lo  ftomaco .  Giouaal  fega* 
to ,  &  alla  milza,&  al  ccruello,&  a  nerui.Gioua  alliaffan 
ni ,  &  pallioni  cordiali.  E'  contra  i  veleni  t  &  morii  vele* 

nofi« 


DELLA  CANNELLA.  x, 

nofi .  Fa  moucr  &  difccnder  i  menftrui .  Gioua  il  vomito, 
&  incita  a  mangiare .  E'  di  molco  vtilc  alle  pafììoni  dell 


a 


matrice .  Fa  beneficio  a  deboIi,&  fpafimati ,  &  a  quelli , 
che  patifeono  il  morbo  comitiale  •  &  è  molto  grata  al  gii 
fio .  Finalmente  apre ,  taglia ,  digerifcc,  (calda  _,  &  forti- 
fica. Del  frutto  di  quello  arboro  fifa  oglio  medicinale 
per  le  infermità  fredde,  ìlqualc  non  ha  niente  di  odore,  fc 
non  quando  fi  abbrufeia ,  &  poco . 

Notili ,  che  quando.fi  dice  Cinnamomo  Mufilitico , 
s'intende  dell'Itola  dtZcilan,  laqual  èmontuofa  ,  &  è 
all'incontro  del  monte  Corin. 

Queft'Ifoladi  Zeilan  cotanto  celebrata,^  con  gran  fa 
gione,ha  di  lunghezza  ottanta  leghe  &  più -di  larghez- 
za trenta  ;  &  quella  è  la  più  fruttifera ,  &  la  migliore  del 
Mondo  -,  &  la  chiamarono  alcuni  Taprobana ,  ò  Sama- 
tra .  Nella  coda  à  fronte  di  quella  Ifola,ftà  quel  Promon- 
torio chiamato  capo  del  Comorin.  E' quella  Ifola  mol- 
to popolata ,  benché  ila  montuofa  in  molte  parti  ;  &  le 
fue  genti  tono  chiamate  Giungale.  Et  è  quella  Ifola  del 
ChnitianilTimo  Redi  Portogallo;  &i  Re  di  lei  gli  fono 
foggetti.In  queft'lfola  fi  trouano  Noci  mofeate,  Garofo- 
li,Pepe,  &  ogni  gencratione  di  gioie,  fuor  che  Diamanti. 
Ha  Oro,  Argento,  &  Perici  boi  chi  fono  tutti  pieni  di  va- 
rietà d'augelli  quanta  fi  conofea  nella  circonferenza  del 
Mondo;&  oltra  l'innumerabile  varietà  d'augelli ,  ui  fono 
molti  Pauoni,  Galline,  &  Colobi .  Vi  fono  molti  anima- 
li di  molce  fpecie  diffcréti,  &  tra  di  loro,  Ccrui,Porci,& 
Lepri.  Vi  fono  molte  differenza  di  frutti  filueftri,  &  i  più 
faporofi,&  foaui  Aranzi,chc  fin'hora  fi  fappia .  Vi  fono 
delle  noftrc  frutte,  &  Fichi,  &  Vua.  Vi  è  Lino,&  Ferro .  I 
naturali  di  detta  Ifola  fauolcggiano,  dicédo,  che  quiui  è 

B     i         ilParadifò. 


ii  DELLA    CANNELLA, 

il  Paradifb  tcrreftre,  perche  vi  fi  troua  vri* altilfimà  motà- 
gna,laqual  chiamano  la  cima  di  Adamo  j  &  dicono  efli, 
che  quiui  in  alto  è  il  pie  di  Adamo  impreflò,&  altre  fauo 
le ,  eh' efli  dicono  nella  medefima  guifa.  Nella  qual  cima 
affermano  i  Gentili  di  quelle  parti ,  che  Adamo  fece  pe- 
nitenza j  Se  i  fogues,  che  fono  pellegrini ;  icjuah  vanno  fa 
cendo  penitenza  davn  luogo  all'altro ,  indrizzano  il  fuo 
pnncipal  pellegrinaggio  alla  detta  cima.  Onde  mi  after- 
maronoalcuni  diqueit),rhe  nell'altodi  dettacima,  ha- 
uea  vii'arboro  mezzano, &  molto  groflo, con  la  foglia  pie 
colàj&  crefpa,di  color  di  poluerc,&  la  feorza  di  color  di 
cenere  ,  il  qualarboro  di  notte  ncll'of  curo  rifplcndeua, 
&  tanto ,  che  fefaccua  grande  ofoirità,pareua,chc  quiui 
folle  vn  fuoco  viuo;&  che  di  giorno  non  dauafplendo- 
re  alcuno .  Io  non  Mio  veduto,  &  mi  fono  ri  meno  a  quel- 
li,chc  me  l'hanno  affermato  .-  Oltra  di  ci©  fono  in  quella 
Ifola  molti  Palmari  y  &  gli  Elefanti  che  fono  in  lei,  fono 
i  migliori  di  tutti  quanti  gli  altri  dell'altre  parti,  che  fi  co 
nofconoj&  fi  tiene  per  certo,che  ruttigli  altri  Elefanti,ef 
fendo  con  quefti,gli  obedifcono . 

Or  tornando  alla  virtù  della  Cannella,  ella  è  calda ,  & 
fecca  nel  terzo  ordine  :  prouoca  l'orina  :  coftringe  leg- 
gici mente  .  E'  molto  conueniente  nelle  medicine ,  che  fi- 
fan  no  per  rifehi  arar  lavi  fta.Et  ne  gli  empiaftrimolJifica- 
tiui, applicata  con  mcle,leua  le  macchie  della  faccia yÒc  fa 
venire  alle  donne  le  loro  purgationi .  Beuutaj  uale  con- 
tra  i  morii  delle  vipere:  de  contra  i  rifcaldamenti  interni  ; 
Scontra  il  mai  di  Rene  :&  mettefi  nc'profumi  per  di- 
fbppilarela  matrice.  Non  fi  deuc incolpar  Diofèoride, 
perhauerfi  ingannato  nella  cognitione  della  Cannella, 
come  fi  ricoglic  dalfuo  libro  primo  al  capo  decimoterzo, 

poi 


DEtULlÀ'   C AT4N ELLA.  1 3 

poi  che  nel  fuo  tempo  non  eraconofeiuto ,  nò  difeoper- 
to  quello,che  è  ai  prefcnte.Et  perciò  fi  dice  &  con  ragio- 
ne j  Suraus  ficut  pucri  incollo  Gigantis ,  &:  vidimus  ea , 
quae  Gigantcs,6c  paulo  plus .  Nel  medefimo  errore  cade 
Galeno  nel  primo  hb.de  gli  Antidori .  Non  manco  col- 
pabileè  Phnio  al  lib.  vigelìmoprimo  nel  cap.  nono,& 
duodecimo:&  Columclla  al  hb.  terzo  nel  cap.  ottauo  de 
Re  mitica .  Non  foche  vedere  in  c|ucllo,che  dice  Teofra- 
fto  nel  lib.nono  nelcap^  quinto  de  Hiftoria  Platarum,di 
ccndoiche  fi  tagliano  i  rami,&  fi  fcccano  in  piccoli  pez- 
zetti j  &  che  li  cuicno  dentro  di  pelli  frcfche  di  buoi ,  ac- 
cio che  i  vermicellijche  nafeono  delle  peili,mangino ,  &C 
rodano  il  legno  di  dentro,  ò  la  midolla  inutile }  &  che  ro- 
dendo i  vermicelli  la  midolla  non  buona,  refta  fola  h 
feorza  buona, &  odorifera .  In  ciò  io  non  ho  che  arguire  , 
poi  ch'ella  è  fintionefauolofa.il  medefimo  dice  Plinio 
nel  hb.  duodecimo  al  cap.  decimonono,  co' fegni(comc 
gli  pai  uè  lenza  vederla)  della  piata ,  &  della  fuaclettione, 
imitando  Teofralto.  Le  cui  parole ,  per  efler  tanto  lon- 
tane dilla  verità  in  queitocalo,lafcio  io  a  fiuij ,  &  curio- 
fi  .  Nel  medefimo  hb.&  cap.  fcriue  Plinio, che  in  Arabia 
fi  perfe  tutto  il  Cinnamomo, come  in  Giudea  il  Balfamo, 
cofi  per  fuoco ,  come  perirà  de  Barbari  j&  che  alihora 
non  vi  era  più  Cinnamomo.Ma  poi  ch'egli  è  cofi  chiaro, 
eh*  quello  non  fi  i cofi, io  non  ho  che  trattar  di  lui  ;  il  che 
fé  coli  fbire ,  nelle  Indie  Orientali ,  nella  Perfia,  &  nella 
China^&a  molti  efperri  Medici curiofi  ,  &  inquinatori 
della  Natura,  nò  prendercbbono,nè  vferebbono  per  vero 
Cinnamomo,  la Canella  di  Zcilan;&  per Caflìa  hgnca,Ia 
Canelladi  laoa,  &  quella  del  Malabar^  ne  tanta,  né  cofi 
b  uona  ne  ucnirebbc  a  Portogallo  ogrfanno  -}  né  io  hauc- 

rei 


,4  DEL  LA  C  A  NN  Et  L  A . 

rei  veduto  tanti  arbori  di  lei  in  quelle  parti,doue  con  di- 
ligenza, &  curiofità(  fecondo  il  mio  potere  )  procurai  di 
vederne  la  verità  .Ne  fi  può  paflàr  con  filentio  la  poca  ra 
gionCjC'hebbe  Andrea  Mattinoli  nel  riprender  del  tutto 
Amato  Lufitano,  per  hauer  detto,che  noi  non  manchia 
mo  del  vero  Cinnamomo  -,  perche  in  quello  caio  è  mol- 
to più  degno  di  riprensione  il  Mattinoli ,  non  lo  creden- 
do .  Et  quanto  lunge  da  quel  che  fia  il  Cinnamomo,  hab 
>  bia  fcritto  Antonio  Mufa  nel  fuo  lib.  de  efamine 
i  omniumfimplicium;fipuonotarafol.44i. 
& 44 3«&  5  6i.Trac.de Corticib.&  $ 6u 
fin  5  67.C0I  refto,ch'egIi  allega  de 
gli  alberi ,  liquali  inficine 

con  lui  non  conob-  > 

bcro  l'ai  boro 
della  Can 
,  :  nel- 

la, ilqualc  è  lo  ftampato 
.     con  verità. 


Pepe 


Pepe  nero. 


■    .  -   . 


:■* 


Foglia  del  Pepe  eauata  dal  naturale  » 


Nel  Malahar  ne'bofchi  di  €r angariar  prefio  al  fiume 
Mangateprefiquefta foglia  dalla  propria  pian- 
ta* l'anno  del  Signore.  M.D.LXIX. 


DEL 


.r. 


• 


DEL     PEPE     CAR     II. 


W 


. 


-.  ■ 
Humano  il  Pepe  nel  Malabar, 
Molanga  :  In  Canarin,Min  :  In  Ma 
laca,Lada:  In  Arabia,FilfiI:  In  Guzr 
zarate,&  Dccanin, Meridie  :  In  Ben 
gala  ,  Morois }  &  il  Pepe  longo  19. 
BengaIa,dou'egli  è  naturale,^  chiar 
ma  Pimp.inil,&  Pepinili:In  Gualca 
gna,Pipcrrd:ln  Gicco,.*Y<arf^'a  Latino,  Pipenln  CafbgUa- 
nOjPimicnca:  In  Portoghese, Pimenta :In  Catalano  Pebre; 
In  ItaIiano,Pepc  :  In  Francciè.Poiure:  In  TedcfcoJ  fcfTcr: 
In  IngIcfe,Peper;In  FÌamengo,Peperen:  In  Ifcotia,  come 
gli  inglcfì:  Eti  Cand  ioti,  Pip  eri  .  Gli  Apolonij,.  Pierzs 
ITurchi,Bibar:  Eni  Bianco  in  Turchcfco,  Araoco,  df. 
Perfìano,FilhTDarache . 

La  pianta  del  Pepe  è  come  vna  pianta  di  vite,&  fale  co 

me  rhedcra,lcgandofi,&  appigliandofi  all'arboro,  done 

fi  congiungcHa  da  fpacio  a  fpacio  vn  nodo  corto,  Oc  pcp 

ciafcun  nodo  efcevna  foglia  (deJlagrandezza  che  di  lo^ 

prafiè  dipinta  dietro  la  pianta)  le  quali  nella  parte  di 

dentro  fon  verdi  icure,&  di  fuori  via  verdi  chiare,  acute 

nella  puntante  mordenti  al  gufto.  Di  quclte  toglie  fonp 

alcune  più  nere,che  l'altre^  dicono  i  Negri  della  mede- 

hma  terra, che  le  togliere  quali  fono  più  verdi  chiare ,  & 

che  hanno  le  vene  lontane  con  vgual'ordinc ,  fono  lefe- 

i  mine  ;  &c  quelle  che  fon  più  nere  ,  &c  che  hanno  le  vene 

^  difuguali ,  fono  i  mafehi  j  &:  l'vna ,  &:  l'altra  fono  nella 

.  medefima  pianta,  &  in  vn  ramo . 

Di  quefto  Pepe  vno  è  domeftico,  &  buono  ;  l'altro  GJ- 
-uaèico,  &  amaro  :&  coli  è  i).  Be^cle,le cui  foglie  con 

C  quèlte  ' 


il  DEL        PEPE. 

qucftc  del  Pepe  fi  afiòmigliano  infinitamente,  còme  nel- 
la fua  figura  dell'altro  libro, doue  è  dipinta,  fi  vederà. 
Nafce  il  Pepe  trafponendofi ,  come  la  pianta  con  ra- 
dici della  vite ,  &  con  qucfto  ordine  : mctteno  vn  ramo , 
o  pianta  con  radici  di  quello  al  piedi  qualche  arboro 

t rande ,  ò  d'una  pertica ,  &  le  pongono  al  pie  letame  di 
uè ,  &  cenere  con  acqua  ,&  nel  termine  d'vn'anno  fa 
frutto  >&  quanto  la  pianta  è  più  uecchia,  tanto  è  più 
fruttifera  ;  &  fruttifica ,  &  crei  ce  tanto ,  quanto  è  l'arbo- 
10  ,  doue  fi  appiglia .  La  fua  radice  è  molto  piccola ,  & 
fupcrficiale;&  ad  ogni  picciuolo  di  foglia  fa  vn  grafpo  ài 
Pepe ,  come  fi  vcdc,il  maggior  de1  quali  ha  fino  cinquan- 
ta grani,  &  il  minore  fino  a  trenta.  Quado  qucfto  Pepe  è 
verde,  lo  pongono  in  falc ,  &  aceto  per  mangiare ,  cornei 
Cappati ,  ilquale  chiamano  cfli  Achar . 

La  pianta  del  Pepe  negro ,  bianco ,  &  lungo  non  è  la 
ìftefia  ^  perche  al  più  ,  il  luogo ,  doue  nafce  il  pepe  lun- 
go è  lontano  dal  Malabar ,  doue  fi  troua  nero ,  &  bian- 
co ,  intorno  cinquecento  leghe ,  che  è  in  Bengala ,  &  in 
laoa.  Di  pepe  bianco  fono  nel  Malabar  poche  piante, 
&tra  loro  è  molto  ftimato  coli  per  mangiare,  come  per 
li  bifogni  della  Medicina  j  del  quale  fi  preuagliono  con- 
erà ogni  ueleno,&  per  alcune  infermità  delli  occhi. 

Quelle  due  piante  del  pepe  negro ,  &  del  bianco  fo- 
no coli  rimili  y  che  per  la  molta  fimilitudinc,che  han- 
no ,  ho  difegnato  qui  lòlamence  la  negra  j  &  non  hanno 
altra  differenza ,  fc  non ,  che  la  foglia  della  bianca  è  più 
fonile  ,&  più  lifeia  qualche  poco.  Onde  il  Pepe  bianco 
£  più-  aromatico ,  &  di  miglior  gufto  ,  che  il  neroj  & 
qucftc  foglie  non  vlàno  quelli  di  quelle  parti  nelle  co- 
te di  medicina,  ma  ben  quelle  del  nero  ne'  dolorfcco- 

liei. 


DEL        PEPE,  i9 

liei,  &  in  ogni  doglia  di  corpo  per  cagion  fredda,  vn- 
gendole  con  oglio  di  Coco  (  il  qual  è  frutto  di  vn'arbo- 
ro,chedà  tutto  il  neceflàrio  alla  vita  fiumana  :  &  que- 
llo arboro  è  quello ,  doue  ftà  appoggiato  l'Elefante ,  del 
qual  fi  dirà  al  Tuo  luogo  :  Se  con  fcaldatc  fopra  la  cenere, 
le  applicano  fui  ventre  con  buon'effetto . 

La  pianta  del  pepe  lungo  mi  fu  affermato  eflèr  molto 
diuerfa:maionon  la  vidi;  perche  mi  fecero  prigione 
inMalabaratempo,chcio  fperauadi  andar  a  vederla 
a  Bengala . 

La  maggior  quantità  di  pepcnegroè  in  Malabar,& 
per  quella  coita  dal  capo  di  Comorin  fin  in  Cananor  j  Se 
quel, che  fi  troua  in  Malaca,  non  è  cofi  buono  .Sene  tro- 
uà  anco  in  Qucdaa,  Se  nella  Sunda ,  Se  in  alcune  Ifole 
della  laoa  ;  ma  tutto  è  poco ,  Se  non  cofi  buono  ,  come 
quello  del  Malabar  :  Se  di  quello  fi  porta  la  maggior  par 
te  per  Pegu ,  Se  Martaban ,  &  per  la  China ,  doue  fé  ne 
confuma  in  gran  quantità  ;&  il  più  di  quello  di  Mala- 
bar  fi  confuma  nella  propria  terra  -,  perche  benché  fia 
terra  calda,  Se  piccola,  tuttauia  ui  fi  confiima  molto 
pepe ,  principalmente  dentro  fra  Terra  più  che  fu  le  riue 
del  Marc  }&  ne  portano  cfTì  qualche  parte  per  Terra  ca- 
ricato fopra  carri  al  Balagatc ,  &  quindi  Io  portano  i  Mo 
ri  al  Mar  Rollò. 

Del  pepe,  ne  della  fila  pianta  nonhebbero  buona, 
ne  vera  notitja  la  maggior  parte  di  quelli ,  che  ne  han- 
no fcritto.  In  cotale  errore  cade  Diofcoride,ingannato  da 
falfa  relationc  -y  Se  Plinio,  Galeno,  Ifidoro*,Auiccnna, 
Se  gli  Arabi  ;  Se  fimilmentc  i  moderni  Antonio  Mufa ,  Se 
i  Frati  ;  Se  non  fenza  coIpa,non  hauendo  vfato  diligenza 
di  fapcrc  di  vna  cofa  tanto  cfpcrimentata  come  fia  quella 

C    2         pianta, 


io  &  É    É     qP    Ì ■•■*    È. 

•  •  ■  , 

pianta ,  &  il  fu'ò  frutto ,  &  come  il  matura,  &  come  fi  co- 
glie, &  quando. 

-  Quello  Pepe  Tempre  ftà  verde  nel  grafpo  fin'alla  fine 
di  Decèmbrc ,  &  fin'  a  mezzo  Gennaio  è  in  tutta  la  fua 
pérfettione  .Lo  cogliono,  &  afeiugano  al  Sole  primi 
cheli  venda,  &  fé  lo  cogliono  prima  ,  fìmarcifee ,  & 
li  guaita^. 

Quanto  a  quello ,  che  dice  Diofcoridc ,  trattando  del 
Pepe  •  che  è  arboro  piccolo,&  che  produce  uh  frutrb  lun 
go  a  modo  di  uagina ,  ilqual  fi  chiama  pepe  lungO;&  che 
cj'entro  ài  cotal  vagina  ltannò  alcuni  granctti  limili  al 
Miglio Y&  che  quello  è  il  perfetto  Pepej&  che  apren- 
doli le  vagine,  fi  /cu  oprorìo  alcuni  grafpetti  attaccati, 
&  pieni  di  detti  grani,  i  quali  cogliendoli  prima,  che 
bobbi  ano  finito  di  maturare,  fono  forti  ;&  che  quefto 
è  il  Pepe  biàntoY&  che  il  nero  per  efler colto  maturo,  &c 
con  itigione,è  migliore,  &  più  aromatico, &  più  aggra- 
dinole al  gufto ,  &  più  foaue,  &  più  acuto  che'l  bianco  j 
&  che  il  più  debole  di  tutti  è  il  bianco,  per  efler  ricolto 
prima  che  fi  maturi  -v&  che  la  radice  è  limile  al  Colto .  In 
tutto  quefto  egli  fi  ha  ingannato, fi  come  egli  è  ma- 
jSitèftòV' 

^'Plinio  dice  nel  lib.  ìz.  al  cap.  7.  che  gli  arbori  del  pe- 
pe fono limili  alji  Giunipcri>& chefolamente  nafee  allo 
incontro  del  Monte  Caucafo  j  &  che  i  fuor  femt  fono  fi- 
lmili a  quelli  del Giunip  ero,  &  che  fi  diuide,  &  fcpara 
5Vn  feme  dagl'altro  nelle  cafellc  della  uagina,  come  gii 
<>robi,ò  Pifelli  j&  dice,  che  nell'Italia  fuvn  arborò  di 
quetti  che  fomigfraua  a  Mirto ,  &  che  ne  fono  nella  par- 
ate dell'Arabia  chiamata  Trogloditica ,&  cheli  chiama 
'fccHinguaggio  dèlia  terra,dou  'c^ìi  fi  trouayBracàmaftn  , 
e'";:    ì  l      -    -  &ia 


D     E    l        P    E    P  X  *t 

&  in  quefto,  &  nel  refto,chc  di  lui  dice ,  non  ho  che  ra- 
gionare ,  poi  cheli  vede  tutto  il  contrario.  Le  altre  co- 
fe,ch'cgh  dice  di  quello,a  che  gioua,fono  di  Diofcóndc , 
&appreilò lì  reciteranno. 

.  Autcenna  fa  due  capito!i,vno  del  Fulful,  &  l'altro  del 
Darfulful  (che  è  Pepe  lungo  )&  riporta  quel ,  che  diflè 
Diofcoridc,  come  ancho  fece  Scrapione,  de  Semplici  al 
cap.  367.    ' 

Or  poi  che  fono  piante  diuerfe,  &  la  lunga  è  molto  di- 
uerfa  dalla  bianca ,  cV  nera  •  non  è  melticri ,  che  in  luogo 
del  Pepe  lungo  fi  ponga  del  negro  -,  &  poi  che  il  bianco  è 
più  foaue ,  &  più  aromatico  ,  meglio  è  ad  oprar  quello, 
quando  fé  ne  ritrouarà  &  quando  nò  (poi  che  tra  loro 
il  bianco, &  nero  hanno  più  conuenienza,  che  col  lun- 
go) in  luogo  del  bianco,adoprino  del  nero,  &  non  del 
Jungo . 

Ve  n'è  vn' altro ,  che  è  vuoto ,  chiamato  tra  loro  Caria  - 
rin,  ilqualeadoprano  ordinariamente  1  Bragmani  Me- 
dici ,  &  i  Medici  Canarini  per  la  pallione  co  erica, infer- 
mità chiamata  Morxi;  la  quale  infamità  è  tanto  acuta, 
chevecidein  quattordici  hore ,  &  manco  :&  quefta in- 
fermità chiamano  gli  Arabi  Hachaizaj&i  lì  poria  ben 
chiamare  Peihlenza  particolare . 

Di  quefta  vclenofa  infermità  curò  Dio  per  Te  mie  ma- 
ni molti  in  quelle  parti  Orientali .  Et  come  lì  curi  detta 
infermità  ,  &  altre  molte ,  che  ntll'India  fono  communi, 
nell'altro  trattato  che  riabbiamo  alle  mani  fi  dirà  median 
teil  fiuordiuino.Serue  fìmilmente  detto  Pepe  per  far 
fputare  -y  &  lo  mettono  nelle  cauerne  de  denti  putridi  -}  & 
èalguftopiu  mordace. 

iìt  perche  è  più  mia'profefiione  di  operare,  che  di 

parlare, 


ìi  D    E    L        P    E    P    E. 

parlare,  hCcio  di  aggiunger  qui  altre  cofe ,  che  accrcfce- 
rebbono  troppo  quello  trattato  ,  nel  quale  {blamente 
mia  intentione  fi  è  (  come  teftimonio  di  ueduta  )  di  fatif- 
fare  con  la  pittura ,  &  vero  ritratto  di  dette |ùyi té  * 

Il  pepe  fcalda ,  prouoca  l'orina ,  gioua  aliacligeftione, 
attrahe ,  rifolue ,  &  cftirpa  gli  impedimenti ,  che  offufea 
no  la  villa .  E  vtilc  a  tremori  della  febbre  cofi  beuuto,  co 
me  applicato .  Soccorre  a  morii  delle  fiere .  Caua  la  crea 
tura  morta  del  ventre  ;  Se  credei!  che  pofto  nella  naturi 
della  donna  dopo  il  parto ,  le  toglia  la  fperanza  di  ingra- 
uidarfi  più .  Dalli  vtilmente  a  bere  a  modo  di  Icttouario 
eontra  la  toflè ,  &  contra  tutte  le  pailìoni  del  petto .  Ap- 
plicato con  mele  gioua  alla  eichirantia.  Beuuto  con  le 
foglie  frcfche  del  Lauro ,  faria  i  dolori  del  corpo  j  &  ma- 
fticato  con  vua  pafla,  purga  il  flegma  dalla  tefta .  Confcr- 
ua  la  fanità  f  acqueta  i  dolori  ;  dà  appetito  di  mangiare  • 
te  mefèolato  nelle  falfé,  gioua  a  digerir  le  viuande*  In- 
corporato con  Pece,rifblue  le  fcrofoie  ;  &  con  nitro, estir- 
pa la  Morfea.Scrapio  ne  al  luogo  citato,  dice,  che  me- 
fcolatocon  aceto  in  forma  d'empiaftro,  rifolue  le  pofte- 
mc,  ò  durezze  della  Milza,  &  beuuto  fa  il  medefimo;& 
prohibifee  i  dolori,  &  le  ventosità,  che  fono  nello  ftoma- 
co ,  &  nelle  budellc  5  &  taglia  il  flegma  vifcofb ,  attacca- 
to al  petto ,  &  al  polmone ,  &  alle  budellc  -,  &  che  offen- 
de ifebrici  tanti:  &  fé  alcuno  vfa  molto  il  Pepe,  gli  prò- 
uocai'orina:  &  fé  poco,  muoue  il  ventre^  . 

Di  cu  tte  tre  le  fpetie  del  pepe  fi  fa  il  Diati ionpipereon, 
ilquale  nelle  infermità  fredde ,  &  numide  dello  ftomaco 
è  molto  falubrc  rimedio  j  la  cuiaccenfione,  &  caldezza 
non  pafla  le  prime  vene;  pcrcioche  hauendo  confortato 
lo  ftomaco ,  &c  rifolute  le  ventofitàdcl  corpo,  fi  cftingue, 

&  ammorza 


DEL        PEPE.  13 

&  ammorza  fubito .  Et  quanto  di  più  d'intorno  al  pepe 
dice  Antonio  Mula  nel  fuo  libro  dcll'ciTarnc  de  fempli- 
ci  à  fogli  409.  fin  4 14.  &  in  Galeno  neh" 8-  delle  facoltà 
de*  femphei  medicamenti  fi  potrà  vedere . 

Dice Theofralto  nell'  Hiltoria  delle  piante  nel  lib.p.al 
cap.tx. che  fono  due  generationi  di  pepe,  uno  tondo,  & 
l'altro  lungo  :  &  taccia  figura  delle  piante ,  come  quello 
che  non  le  ha  uedute .  Et  quanto  parla  il  Mattino- 
lo Sencfc  del  Pepe  ,  &  delle  fuc  piante  nel 
commento  del  fecondo  lib.  di  Diofco- 
ridc al  cap.  153.fi  potrà  vedere, 
ilquale  fi  auicina  più  alla 
verità  in  queita 
lnfloria* . 


Pianta 


** 


..  I ...  f 


.3    3 


<y 


Pianta  deìli  Garofani* 


.  ■••        " 


.- 


I 


ity  S£tf 


DE'         G     A     R 

&  della lor Pianta.,. 


O     F      A     N 
CAP.   III. 


*5 


'Arboro  de  Garofani  e  dell'al- 
tezza, &  forma  del  Lauro,  tutta- 
uia  fa  nella  cima  gran  copa,  &  la 
foglia  più  piccola  tra  fottile  & 
grolla .  Fa  quello  arboro  molti  fio- 
ri ,  i  quali  fi  conuertono  in  Garofa- 
no. Quello  fiore  prima  è  bianco, 
&s  poi  verde,  quando  già  tien  la  figura  di  Garofano,  & 
fubito  fi  indura ,  &  torna  colorito ,  &  dapoi  ricolto  ,  & 
fcccato ,  fi  cangia  in  nero  .  Nafcefu  per  le  proprie  rame, 
come  i  Fichi ,  &c  la  minor  parte  di  loro  al  pie  delle  foglie. 
Efcono  da  vn  piede  due ,  tre ,  &  quattro  infiemc ,  &  alle 
volte  vno.  Quando  quelli  arbori  fono  pieni  de  loro  Ga- 
rofani verdi, di  lungi  (e  ne  fentc  vn  foaue  odore.Et  fappia- 
fi,  che  tutti  i  Garofani,  che  vengono  all'Europa,  fono 
delle  Ifole  di  Maluco ,  lequah  fono  circondate  dal  mare. 
Quelli  arbori  lono  faluatichi,&  da  per  loro  na/cono, 
non  gli  piantano,  ne  indiano.  Cogliefi  il  Garofano  da 
Settembre  fin'à  Febraro  ,  &  quello  che  fi  laida  da  co- 
glier vn'anno  per  l'aItro,fi  fa  più  groiTo,liquaIi  chiamiamo 
volgarmente  madri  di  Garofani:  &:  quelli groilivaglio- 
no  più  nella  Iaoa.  Si  lecca  il  Garofano  dapoi  ricolto  qual- 
che giorno  al  Solo.  Si  conferua,&  dura  molto  più  tem- 
po 1  pruzzandolo  coll'acqua  del  Mare.  Non  nafeono  det- 
ti arbori  molto  Iunge  dal  Marc,  ne  molto  predo  a  lui. 
Del  Garofano  verde  fi  fa  conferuadi  Zuccaro,  &  Umil- 
mente lo  pongono  in  aceto  &  fale  per  mangiarc:ilche  el- 
fi chiamano  A  char .  Si  diiliila  da  loro  vn'acqua  di  buo- 

D  n'odore. 


z6  DE  GAROFANI. 

n'ojiore.Non  lì  troua  nel  circuito  di  quefto  arboro  hsrba 
alcuna:  &  perche  la  principal  llbla  delle  cinque,  doue 
nafce  più  abondanza  di  detti  Garofanigli  chiama  Gelou- 
lò,chiamaròno  in  Spagna  il  Garofalo,  Girofe.  Et  perche 
al  ricolto  battono  gli  arbori  con  vimine,  &  cordi ,  réftan 
do  rifcaldati  fruttificano  menovn'anno  che  l'altro.  Di- 
cono quelli  di  quella  terra ,  che  quelli  arbori  nafcono, 
&  fi  fortificano ,  &  fruttano  in  otto  anni ,  &  che  ne  du- 
rano cento .  L'arboro  de1  Garofani ,  &  delie  Noci  fon  o 
molto  diuerfi  coli  nella  foglia, come  in  tutto  il  refto:  per- 
che l'uno  è  di  Banda ,  &  l'altro  di  Maluco .  Sono  i  Garo- 
fani molto  vfati  da  Filici  Indiani  per  li  dolori  della  tefta 
bagnati  con  acqua ,  &  applicati  fui  fronte .  Di  quefti ,  Se 
della  Noce  mofeata ,  del  Macis ,  del  Pepe  lungo ,  &  nero 
fanno  alcuni  profumi ,  co  quali  fanno  fudare  grande- 
mente quelli, che  patifeono  dolori  digionture ,  &  fcab- 
bia  di  mala  qualità.  Le  donne  gli  manicano  ordinaria- 
mente per  far  buon'odore  di  bocca,  &  alcune  fiate  gli 
maiticano  con  la  foglia  del  Betele.  Paulo  Egineta  gli  fa 
acuti, &  caldi ,  &  fecchi  nel  terzo  ordine  :  &  altri  gli  fan 
caldi  &  fecchi  nel  fecondo.&  oltra  di  ciò  confortano  mol 
toloftomaco,  il  fegato,  &  il  cuore.  Giouano  notabil- 
mente alla  digestione,  &  prouocano  l'orina,  &  riftringo- 
no  il  ventre,  lftillatine  gli  occhi,  chiarificano  la  uifta, 
&  leuano  le  nuuolette  de  gli  occhi;&  prendendone  quat- 
tro dramme  con  latte ,  accrefeono  le  forze  Veneree.  Me- 
lile nellib.  3.  degli  Antidoti,  a  fogli  206.  in  fegna  l'aro- 
matico Garofanato  molto  celebrato  per  fortificar  il  cuo^ 
re ,  de  Io  ftomaeo,  &  il  corpo  per  lo  vomito,  &  per  le  ven- 
tofità . 

Chiamali  detto  Garofano  in  Latino,  Cariophylusrln 

Arabico, 


DE*  GAROFANI.  v 

Arabico ,  Perfiano ,  &  Turchcfco ,  Caranful  :  &  I'arbo- 
ro  che  produce  i  Garofani ,  Siger  :  &  alla  foglia  Varaqua. 
In  Maluco  Chianchc .  In  Cailigliano  Clauos  de  efpecias. 
In  Portoghefe  Clauos.  In  Vafconcele  Clauos.  InFran- 
cefeClaodeGirofle.  I  Germani  lo  chiamano  Negelin. 
Gli  Apollon:  j  Guozdziki  :  &c  il  rello  che  di  loro  parla  An- 
tonio Mufa,  fi  vedrà  nel  tuo  libro  dc'Semplici  dal  foglio 
407.  fin  409.  &  in  Auicenna  nel  fecondo  canone  &c.  Il 
che  non  recito  per  ifeufar  la  fouerchia  lettura ,  ch'efiYin 
quello  poteflèro  hauer  fatto,  come  Plinio  nei  hb.  iz.al 
cap.  7.  douedicc  quelle  parole,  Eanchor  tutrauia  nel- 
l'India quel,chc  chiamano  Caryophilon,fimile  algrano 
del  Pepe  più  grande,  &piu  fragile.  Dicefi,  ch'elio  na- 
fee  in  vn  bofeo  d'India  .Si  porta  per  odore .  Dice  il  Mat- 
tinolo nel  commento  dellib.z.di  Diofcoride,cap.  143. 
f.40  3.  quelle  parole,  Nafce  adunque  l'arboro  de' Garo- 
fani nel  paefe  Orientale  in  alcune  Ifolc  del  Mare  Indiano 
non  lunge  da  Badan.  Il  luo  tronco  è  limile  al  BoiTò,&:  pa- 
rimente la  materia  del  legno .  Le  foglie  produce  limili  al 
Cinnamomo  commune,  chiamato  volgarmente  Cannel 
la,  ma  più  ritonde ,  il  cui  frutto  fono  i  noftri  Garofani , 
i  quali  per  ciTernotiiTìmi,non  accade  defcriucrli .  Col- 
gonfi  battendo  l'arboro  con  canne,  &  mettendoui 
fotto  fluoie  di  palma  &c.  Ho  pollo  qui  que- 
lle parole  del  Mattinolo,  perciTerpiu 
vicine  alla  verità ,  laquaffo- 
la  in  quello  trattato 
feguimo. 


D     1  Noce 


*8 


NoccMofcata. 


DELLA     N 


OCE      M  O  S  C  A  T 
A     P.  IUI. 


A. 


Ve  s  T'aiboro  è  della  grandezza  divn 
Peraro.  Ha  le  foglie  alquantoritor.de, 
&  pontite.  Nafce  in  Banda ,  doue  frut- 
tifica molto,  &  alcuni  di  detti  arbori 
(che  per  altre  ifole anchor  ne  iono ,  co- 
me in  Maluco,  &:  Zeilan)  fono  picco- 
li^ fruttano  cofì  poco,che  non  fi  fa  cafo  di  loro. E  la  no- 
ce come  vn  Pero  alquanto  piutonda^.  La  feorza  di  fuo- 
ri è  carnofa,  &c  alquanto  dura  (  del lar  quale  non  fanno  in 
Banda  molto  capitale,  tutto  che  quelli  della  terra  la^ 
mangi  no  verde  confale,  &  aceto  )&c  tiene  vn.  fapore  al- 
quanto grato,  &  aromatico.  I  Porthoghefì  la  condifco- 
so  in  Zuccaro  tutta  intiera ,  &  colta  prima  :  che  il  matu- 
ri ,  laquale  oltra  il  fuo  foauc odore ,  &  grato  fapóre ,  via- 
rio molto  i  Filici  Bragmani ,  &  Indiani  per  tutte  le  infer- 
mi^ fredde  del  ceruello,  &  paraliila,  &  altre  paflìoni 
de'  nerui ,  &  per  la  infermità  della  Matrice  :  &:  le  Noci 
grandi  fono  molto  più  filmate  da  quelle  genti,  che  da 
noialtri,  &  Umilmente  tra  loro  molto  piuvaghono. 
Quando  qucffca  Noce  è  matura ,  fi  apre,  &c  rompe  in  più 
parti  quella  prima  feorza  carnofa,  &  appare  di  dentro 
la  noce  rubiconda,  &  molto  piaceuole  aflavifta.  Que- 
lla Noce  dapoicheèfecca,  &  curata,  difgiunge  da  fé 
quella  feorza  lottile  acuta,  &  odorofa,  interteiluta  à  gui- 
fà  di  rete,  nel  color  vn  poco  manco  colorita  di  quanto  fi 
moftraua  fu  l'arborOjlaquale  è  il  noftro  volgare  Macisti 
quale  prima  copriuaal  modo  detto  tutta  la  Noce  diden- 
tro^ di  tal  modoftà  attaccato  detto  Macis  alla  Noce  du- 
racene 


3o      DELLA  NOCE  MOSCATA: 

ra ,  che  fa  in  lei  rileui  &  fegni ,  come  nella  propria  Noce 
fi  vede .  Di  queite  Noci  fi  tr oua  vna  maggior  dell'al- 
tra: &  rompendoli  frelca  quella  Noce,  che  ftà coper- 
ta dal  detto  Macis ,  vi  fi  troua  dentro  vna  midolla  molle 
non  coli  acuta  nel  fapore ,  come  la  Noce ,  laqual  midol- 
la ,  dapoi  che  la  Noce  è  lecca ,  fi  conuerte  nella  medefi- 
ma  foftanza  della  Noce  di  modo,  che  tutto  refta  vno .  Di 
quefto  Macis  in  Banda  fi  fa  vn'ogiio  molto  preciofo  per 
li  dolori  de'nerui ,  oc  per  le  infermità  fredde,  &c  vale  ordi- 
nariamente il  Macis  tre ,  &  quattro  volte  più  che  la  No- 
ce. E  il  Macis  caldo,  &  fecco  nel  fine  del  fecondo,  & 
dentro  del  terzo.  Galeno  nel  lib.  7.  de  femplici  dice,  che 
il  Macis  fi  porta  dell'India  :  &  da  molti  fi  prefumc,  che 
non  habbiano  conofeiuto  il  Macis  Galeno,  Diofcoridej 
ne  Theofrafto ,  come  dalle  loro  fcritture  fi  comprende. 
Plinio  afferma ,  non  conolcere  quefto  Macis:  &  è  chiaro, 
che  fé  i  Greci  haueflero  conofeiuto  il  Macis ,  non  haue- 
rebbono  pollo  in  filétio  la  medicinale,  &  odorifera  No- 
ce ,  poi  che  niun  di  loro  ha  di  lei  parlato . 

In  Banda (  che  è  la  terra  dou'ella  nafee ,  &  onde  viene  ) 
fi  chiama  Pala,  &  il  Macis  Buna  pala .  In  Decanin  la  No- 
ce Iapatri,&  il  Macis  Iaifol. In  Arabico  Iauziband,  &  Sei- 
gar,&  al  Macis  Thalisphar  Bisbefe ,  &  Besbaza  ,  ilqual 
nome  propriamente  vuol  dire  il  gufeio  "della  Noce.  In 
perfiano  fi  chiama  Tarboro  Drach:&  in  Turchelco  Aga.- 
chie:  &l'oglio  del  Macis  chiamano  i  Turchi  Geuznat  : 
&  gli  Arabi  Geuzifami:  &  i  perfiani  Geuzierugaant .  In 
Latino  Nux  myriftica,aut  Nux  Mofcata:&  il  Macis,  Ma 
cer ,  &  Macis  cortex  Nucis  Mufcate; .  In  Italiano  Noce 
Mofcata .  In  Todefco  Mufchat  Nusz .  &  il  Macis ,  Macis 
odermufeat  blucet.  In  Spagnuolo  Nuez  de  fpecia.In  Frà- 

cefe 


DELLA  NOCE  MOSCATA.  31 
ccfe  Nois  Mofcadc:&  il  Macis,Macis.In  rortoghcfc  Nos 
Moicada  :  &  ilMacisMalIas.  Coltra  detti  nomi  tra  li 
Corafani, Turchi,  &:  Arabi, ne  fono  d'altri  corrotti  ,  che 
il  tempo  è  ito  confumando,  &  variando.  &  cofi  Auer- 
roisellcndo  Arabo  la  chiama  Geoza  :  &  poi  che  ancho 
Serapione  ne  riporta  alcuni  altri  corrotti ,  non  è  meraui- 
glia,  Te  Mattheo  Siluatico  ha  errato  .  Eleggono  delle 
NociMofcate  quelle,  che  fono  fref  che ,  graui , grolle, 
piene  di  humore,&  fenza  alcun  foro .  Correggono ,  &  le- 
uano  il  fiato  puzzolcnte:chiarificano  la  vifìatconfortano 
lo  itomacho ,  &  digerifeono  il  cibo ,  &  difeacciano  le 
ventolìtà:  Fortificano  il  Fegato,  &  la  Milza:  Prouoca- 
no  l'orina  :  de  riftringonoil  ventre  :  &giouano  alle  mac- 
chie della  faccia  .  Sono  vtili  alla  matrice  :  &  mollificano 
le  durezze,  &pofteme della  Milza.  Cauafl  ancho  delle 
Noci  Mofca te  bagnate,  &fcaldate,  &  efpreflè  nel  tor- 
chio, vn  liquore  molto  foaue,&:  vtilc  alla  frigidità  de'ner- 
ui  .Sono  calde  &fecche  nel  fine  del  fecondo  grado.  Ve- 
daflil  Matthiolo  fopra  Diolcoride  nel  Jib.  i.cap.  141. 
foglio.  165. &  Serapione  de  femplici,f  141.  Abenmefuai 
fa  la  loro  temperatura  limile  a  Garofani  calda  &  fccca 
nel  terzo  grado,buone  alla  frigidità  dello  rtamaco ,  &del 
fegato.  Mcfe  Aben  la  fa  calda ,  &c  lecca  nel  fine  del 
fecondo .  Albazari ,  &  Rafis  fìmilmente  do- 
ue  trattano  della  Noce ,  &  Nocella , 
Antonio  Mufa  de  Sem- 
plici fol.  439. 


Maccr. 


3* 


Macer, 


DEL      M   A   C  E  R.       C   A  P. 


33 

V. 


na  noua. 


ItROVANsiin  alcune  lfolc  del. 
le  parti  Orientali  principalmente 
in  Malabar ,  &  la  maggior  quanti- 
tà ncll'lioia  di  Santa  Croce  di  Co- 
chin ,  &c  per  le  riue  del  fiume  Man- 
gate  ,  &  preflò  a  Cranganor  vn'ar- 
boi  o  molto  grande ,  &  molto  alto, 
&  con  molte  rame .  La  fua  foglia  è  di  grandezza  di  fette 
diti ,  &  di  larghezza  due  ,  verde  chiara  nelle  parte  di  fuo- 
ri ySc  in  quella  di  dentro  verde  Icura^ .  Non  ha  ,  ne  le  le 
conofee altro  fiore,  frutto,  ò  Temenza,  eccetto vna  fe- 
menza  di  grandezza  d'vn  bianco  fottile,  &  fatta  in  for-  Moneta 
ma  di  cuore ,  di  colore  di  paglia  di  fermento  &  il  fuo  fa- 
pore  è  come  quello  dell'amadorla,  o  medolla  del  Pertico, 
tutta  coperta  da  vna  tonica,  òvelo  molto  fottile,&  bian- 
co ,  ferrata  dentro  d'vna  velica,  la  quale  fra  nel  mezzo 
d'vna  foglia  languida ,  &  tutta  rugada ,  &  molto  fottile. 
Ha  dentro  quella  vefica ,  oltra  la  lù  perfide  della  foglia 
che  le  fa  coperta,  due  toniche,  o  veli  molto  fottili,  vno 
fopra  l'altro  contigui ,  &  tranfparenti ,  &  dentro  nel  rc- 
cettacolo ,  che  fa  detta  vefica ,  s'include,  o  ferra  la  detta 
femenza  :  La  quale  non  è  per  ogni  foglia ,  ma  folamen- 
te  in  alcune  di  loro  /perche  fé  ben  nella  grandezza  fi  pa- 
reggiano ,  fono  tuttauia  diuerfe  nel  color ,  &  nella  figu- 
ra ,  la  qual  è  tra  rolla ,  &  gialla ,  &  più  fccca ,  &  più  lot- 
tile dell'altre,  &non  è  coi!  acuta  nella  poma,  ne  tanto 
larga  nel  pie,  ne  tanto  eguale .  &  ha  le  fibre  dal  pie  fin'al- 
Ia  punta,  diritte  tutte,  le  quali  vanno  quafì  facendo  lan- 
guida detta  foglia .  Et  fi  afiimiglia  alla  vefica ,  ch'ella  tic- 

E         nca 


34  DEL    MACER. 

ne  a  quella  dell'Olmo,  benché  quefta  fia  vn  poco  più 
larga,  &  più  piana  che  quella  dell'Olmo,  &  l'arbore  mol- 
to maggiore  dell'Olmo . 

Queft'arboro  fa  latte  da  fé,  come  ilMoraro.  Lefue 
radici  fono  come  quelle  dell'Elee  grandi ,  &  grotte ,  & 
molto  fparte  alcune  per  la  fuperficie  della  terra ,  &  altre 
più  verfo  il  centro .  Quefte  radici  fono  coperte  d'vna 

froffa ,  &  afpra  feorza  cinericia  di  colore ,  dura ,  &  fca- 
rofa ,  &  di  dentro  bianca ,  &  molto  piena  di  latte  effon- 
do frefea  :  &  quando  è  fecca  pare  alquanto  gialla  ,  Se 
molto  aftringente  al  gufto  .  tt  benché  la  fua  latte  ab 
quanto  morda  applicandoli,  tuttauia  dura  poco  fpatio 
quefta  quali  infeniibile  morfìcatura. 

La  feorza  di  detta  radice  viano  ordinariamente  tutti  i 
Medici  coli  Bragmani,  come  Canarini,  &Malabari, 
frefeamente  pefla ,  &c  mefcolata  con  latte  agro ,  in  ogni 
fpecic  di  fluflo  con  merauigliofo  effetto .  Alcuni  dan- 
no di  queftafeorza  fecca  fin  mezza  oncia  in  poluere,po- 
fta  per  vna  notte  nella  infufione  di  quattro  onde  di  latte 
agro  :  &£  danno  di  quefta  beuanda  due  volte  al  giorno , 
l'una  la  mattina,? altra  la  (era,&  fubitofenza  alcun  tem- 
po di  mezzo ,  nel  prenderla  danno  mangiare  al  patiente 
vna  fcodella  di  riio  cotto  fenzafale,  &  lenza  butiro,  & 
polli  cotti,  &  pefti ,  &  disfatti  in  acqua  di  decottione  di 
Riiì:&  fé  la  ncceflità  è  grande ,  ingagliardifcono  quefta 
medicina  con  Opio,  col  quale  Opio  corretto  con  la  -No- 
ce Mofcata,  curano  gli  Arabi  coi]  in  terra ,  come  in  mare 
ogni  fpecie  di  flufto  :  &  ne  uorniti  j  &  debolezza  dello 
ftomaco  le  fogliono  mefcolarc  acqua  di  Menta  con  pol- 
uere di  Mattici. 

Chiamano  ordinariamente  tra  Portoglieli  quefta^ 

pianta 


DEL     MACER.  35 

pianta,I'Arboro  dal  fluflò ,  &  Arboro  Santo  :  &  i  Chri- 
{tiani delia  Terra,  i'Arboro  di  S.  Thome,c\:  Macruirc: 
&i  Medici  Bragmani  1q  chiamano  Macer,  i  quali  iono 
quelli ,  che  fanno  più  capitale  delia  feorza  di  quello 
arbore 

Dimandando  io  ad  vn  Medico  Bragmano ,  col  quale 
io teneuaamicitia(perelfer'huomo quieto,  òedi  buono 
intelletto,  &c  tra  Gentili  &  vicini  della  città  di  S.  Croce 
di  Cochin  molto  fumato,  &  inficine  ancho  da  molti 
Portoglieli  che  con  lui  fi  medicauano  tenuto  in  buona 
cfiltimanone)ch'eoli  folle  contento  adirmi  la  verità  di 
quello^he  fapeu.idi  quefta  feorza  del  Macer  (  fecondo 
ch'eili  la  chiamauano  )  egli  mi  nfpolc  quelle  parole  :  Se 
voi  altri  fapelta  in  Porcogallo ,  che  cofa  iia  quetta  feorza , 
&  quanto  vaglia ,  la  ftim.uerte  molto  più  che'l  Pepe  :  Se 
perche  non  la  conofeete,  non  la  fapereftimare.  La  pol- 
uere  ch'io  dò  con  latte  agro  in  ogni  fpeciedi  rluflò,  è  di 
quefta  feorza  ,  che  tu  mi  moftri,  della  quale  io  te  ne  mo- 
itraròvnagran  quantità,  ch'io  tengo  incafa  per  man- 
darla a  Bengala ,  &c  a  lapan .  Et  s'ella  fìa  buona  medici- 
na,  ò  nò ,  ben  ne  hai  tu  potuto  vedere  gli  effetti .  Queftc 
fono  le  parole  ,  che  il  Bragmano  mi  rilpofe. 

Queft'arboro  ama i  luoghi  arenoli,  &:  predo  all'ac- 
qua ,  &  molto  d'intorno  di  lui  non  vi  è  pianta ,  ne  arbo- 
ro che  alligni  .  In  quelle  medefime  parti  (oltral'arbo- 
ro  detto, ch'è il  vero  Macer)  lono  due  arbori  differenti 
in  tutto  il  loro  elfere .  Vno  di  loro  è  quello  che  chiama- 
no in  Malabar  curodapala ,  &  Curo  :  &  in  Canann  Co- 
'  ru  :  &  i  Bragmani  Cura. 

Quello  arboro  è  della  grandezza  dVn  piccolo-Aran- 
cio, &  nelle  foglie  li  iifomiglia  molto,  ma  tiene  vn  ne- 

E     z  uo 


3é  D  E  L    M  A  C  E  R; 

uo  grado  nel  mezzo ,  &  otto ,  ò  nouc  per  trauerfo ,  &  ha 
il  fior  giallo ,  &  odora  molto  poco.  Lafcorza  delia  radi- 
ce di  lui  è  verde  chiara  molto  lifeia,  &  lottile  :  &  nel 
romperla ,  &  tagliarla,manda  fuori  molta  latte  bianca,& 
più  vifeofa  che  la  latte  della  prima .  Quefta  vfano  molto 
quelli  della  terra  cofi  Chriftiani ,  come  Gentili ,  effendo 
frefea  prendendone  il  fucco  ,  il  quale  è  inerimmo  da 
prendere, ma  tuttauia  di  mcrauigliofo  effetto  in  ogni 
generatione  di  vfeita  cofi  nella  Lienteria  ,  come  nella 
Diarrhca,  &  nella  DiiTcnteria,  da  qualunque  cagione 
ch'ella  procedi,  nel  che  i  Medici  Portoglieli  vfano  Mc- 
thodo .  Similmente  adoprano  quefta  feconda  fecca ,  co- 
me la  prima ,  ma  la  prima  fecca  è  di  maggior  effetto  che 
quefta  feconda ,  laqual  feconda  frefea  a  quelli,  che  la 
poffono  torre,gioua  fommamente .  Quefta  più  piccola 
(chiamata  in  Canarin  Coru)  è  infipidadifapore  con., 
qualche  amaritudine,fredda  &  fecca,  con  maggior  licei- 
tà che  frigidità.Per  la  parte  amara  ch'ella  ha,  vogliono  ai- 
eunuche  fiaanchodi  parti  calde(cheben  può  efTer  di  di- 
uerfe compleflìoni in diuerfe parti,  come  il  Pfilio)mai 
Medici  di  quelle  parti  la  graduano  per  fredda:  affai  ama- 
ro è  TOpio,&  è  freddo,&  altre  moke  Medicine  fempliei, 
le  quali  per  effer  note  a  Medici ,  &  Speciali ,  mi  taccio . 
Danno  quefta  feorza  di  quello  arboro  a  quefto  modo, 
Prendono  di  lei  fatta  in  poluere ,  oncic  otto ,  di  Amcos , 
di  Coriandro  fecco,  di  cornino  negro,  tutti  alquanto 
bruftolati,  &  pelli,  d'ogn'uno  dramme  tre.  Di  fèorze 
di  Mirabolani  chebuh  dramme  fette .  Di  fmalzo  di  Vac- 
ca fenzafale,  onci  e  due.  Di  latte  agro  quanto  bafta  per 
impattar,  &  mefcolar'ogni  cofa  come  polenta.  Tutte 
quelle  cofe  inficine  diftillano  i  più  diligenti  a  bagno 

maria^ 


DEL    M  A  C  E  K.  57 

maria,  ma  ordinariamente  in  Alembicchi  comuni:  &  di 
quell'acqua  fi  dà  alli  infermi  di  fluiiò  da  quattro  fin'a  fei 
oncie ,  con  vna  ò  due  oncie  di  acqua  distillata  delle  Noci 
d'India  (  chiamata  volgarmente  Areca)  òcon  acqua  di 
picciuoli  di  rofe:  &  alcuna  fiatavi  mcfcolano  Trocifci  di 
Charabe,ò  di  Terra  fìgillata,fecondo  il  bifogno ,  &  dan- 
no di  quell'acqua  a  gl'infermi  vna  &  due  volte  al  gior- 
no,  fé  è  meiticri .  Similmente  fi  fuol  miniflrar  di  notte 
ne'  chriftieri  :  &oltra  detta  acqua  quando  la  prendono 
per  bocca ,  danno  fubito  a  mangiare  Rifò  con  latte  agra 
(com'è  flato  detto  dell'altra  medicina  )  &  benché  quefla 
f  ìa  molto  buona ,  tuttauia  fenza  comparatione  è  miglio- 
re la  feorza  del  Macer,  poi  che  è  troppo  trauagliof  a  da 
prender  per  la  bocca  coli  frefea . 

Moltrando  io  in  Malabar  vna  feorza  del  Macer  ad 
vn'Iogue  herbolano  (  fono  quelli  Pellegrini  che  in  quelle 
parti  fan  penitenza  )  &  dimandandogli  che  cofa  era  la 
detta icorza(  tuttoché  io  la  conofceili  )  mi  diflechean- 
dafTe  con  lui ,  che  mi  haurebbe  moflrato  di  qual'arboro 
era  la  feorza  :  &  cofi  mi  mofitò  il  proprio  arboro ,  ener- 
gia io  haueua  veduto ,  &  mi  dille  tra  noi  altri  fi  chiama^ 
Cura  funtea  macre  ,  gami ,  il  che  vuol  dire  :  il  Macro 
mollrato  da  gli  Angeli  a  gli  huomini  per  loro  falutc  :  & 
mi  diflcanco,  che  ne'  vomiti,  &  vfeite  vfauano  quella^ 
feorza ,  &:  che  più  valcua  vn  poco  di  lei ,  che  molte  feor- 
ze  di  Mirabolani ,  ne  di  Aieca,  &  ch'era  molto  miglior, 
che  la  Curodapala  del  Malabar  (laqual  è  quella  onde  qui 
innanzi  habbiano  parlato  )  &  che  il  fruito  del  detto  Ma- 
cer vccideua  &  diicacciaua  fuori  del  corpo  humaro 
ogni  generazione  di  vermi,  &  che  rompeuala  pietra  nel- 
le reni,  &  che  ogni  perfonache  la  vfallc  ne'  cibi,  mai  non 

iaiebbe 


38  DEL     MACER. 

farebbe  tormentata  da  pietra ,  ne  da  dolor  di  fianco ,  né 
fi  potria  inebriare . 

Vfano  anchoquefta  radice  della  feconda  chiamata^ 
Curodapala ,  ò  Coru,cofi  beuuta  con  acqua  di  decottio- 
ncdiRifo,  come vngendola,  perle  hemorroidi,&fif- 
fure  del  federe  .  con  le  foglie  di  quefto  arboro  nella  de- 
cozione delle  foghe'del  Tamarindo  fanno  vapore,  &  fuf- 
fumigt  alle  gambe  groffe,&  gonfie  :&  nella  fpecie  di  hi- 
dropifìa,che  fi  chiama  Timpanite,applicano  panni  cal- 
di con  lei,  &  fa  grandi  effetti. 

E  gran  dubbio  tra  moderni,  fei  Greci,  &gli  Arabi 
riabbiano  conofciutoil  Macer.  Non  ci  il  può  negare, 
che  molte  più  Medicine  conofciamo  noi  al  prefente  di 
quelle,  chei  noftri  progenitori  hanno  conofeiuto,  de 
non  manco  poffiamo  laiciar  di  confeifare ,  che  molte  ne 
hanno  efìi  conofciute,de!le  quali  noi  dubitiamo,percio- 
che  chiaramente  fi  vede, che  1  Greci  conobbero  il  Macer, 
del  quale  noi  altri  dubitiamo,  &  molti  al  prefente  non 
conofeono,  &eilì  non  conobbero  il  Macis ,  &  la  Noce 
Mof  cata  ,  che  noi  altri  hora  riabbiamo ,  &  conofciamo, 
come  ben  chiaramente  appare  da  loro  medefìmi  fcritti. 

Galeno  nel  fettimo  de'femplici  dice ,  che  il  Macer  fi 
porta  dell'india ,  &c  lo  fa  temperato  tra  caldo ,  &:  freddo. 
Dal  che  appare  non  parlar  Galeno  del  Macis ,  poi  che  il 
Macisècaldoj&fecconel  fine  del  fecondo,  &  dentro 
del  terzo  :  &  dice  che  giouaconla  fua  ltitticità,&  col  fuo 
molro  aftringere  alle  diflenteric ,  &  a  quelli  che  gettano 
fangue:  ilche  tutto  fi  troua  nella  feorza  del  detto  arboro , 
&  non  nel  Macis.  Et  cofi  afferma  Aucrrois  nel  quinto  del 
Colligec,  che  Galeno  non  parlò  del  Macis,  ne  lo  conob- 
be.Onde  è  chiaro,  che  di  detto  Macer  (  chiamato  corrot- 
tamente 


DEL    MACER,  35> 

tamcnte  da  Medici  Bragmani  Macrc  )  parlò  Galeno. 

Auicenna  fa  due  capitoli  nel  lib.i.al  cap.45  6.del  Ma- 
cis, &  alcap.6s>4.delThalisfar,cioè,  delMacer.  VnMe- 
dico  del  Re  di  Cochin  aliai  buon  letterato,  mi  diiTe,ch'io 
non  dubitaflì,che  quefta  feorza  non  folle  il  Macer  di  A  ui 
cenna,&  ch'era  ignoranza  arguir  fopra  cola  tanto  chiara: 
&  che  quando  di  ortto  Macer  non  li  vedelfe  altroché  gli 
effetti  coli  differenti  dal  Macis  ,  dourebbe  ballare  per 
chiarezza  della  iua  differenza  :  quanto  più  poi  l'Arboro, 
il  frutto,  la  radice,  la  feorza,  la  regione,  la  qualità,  & 
gli  effetti  :  &  che  per  tale  10  l'hauefle ,  poi  che  coli  chia- 
ro lo  vedeua .  Dio! coride  nel  libro  primo  al  cap.  93.  dice 
queite  parole:  Il  Macero  è  vna  Icorza  che  fi  porta  da_, 
Barbarla,  roiligna,  grolla,  al  guito  grandemente  cor 
Itrettiua.  Beueiiper lilputi  del  langue,  perla  diifente- 
ria,  &  per  li  rlulli  del  corpo.Le  cui  parole  moftrano  mol- 
to clu  aro  ,  che  Diokoride  parla  della  feorza  già  detta ,  &£ 
non  dei  Macis. 

Ben  li  caua  da  Plinio ,  &  da  Galeno ,  che  non  hanno 
eonolciuto  il  Macis,  come  il  è  detto  <  Et  perche  Gale- 
no ,  &  1  lmio  dicono  portarli  il  Macer  dell'India  :  &  Dio- 
lcoride  dice ,  che  lì  trag^e  di  Barbaria ,  parue  ad  alcuni , 
che  detti  Greci  non  conoicelfero  ne  il  Macis ,  ne  il  Ma- 
cer, poi  che  variano  tra  loro  i  luoghi  donde  il  trngge . 

Ma  quello  none inconuemente,  perche  a  quel  tem- 
po ,  ch'eili  Greci  videro  il  Macer,  doueua  eifer  loro  por- 
rato  per  via  della  Perha  con  le  carauane,ll  comeilpor- 
taua  il  Cinnamomo  ,  &c  la  Cannella  venduta  da  Chi- 
ni, iquah  a  quel  tempo  doueuano  portaredetto  Macer 
daMalabarjfìcomcdilàportauanoilPepe,  &  la  Can- 
nella grollà(comc  nel  capitolo  della  Cannella  è  flato  det- 
to) 


40  DEL    MACER. 

to.)  Et  cofi  come  hcbbcro  tante  confufioni  della  Cannel- 
la, nonèdamerauigliarfi  che  ne  riabbiano  hauuto  an- 
che nella  cognitionc del  Macer,della  cui  feorza i  Chini, 
Iaponefi,  Dacheini,  Malaici,  &  Bcngaleil  adoprano 
molto  ne  medefimi  effetti  di  vfcite&  rluflì  difangue, 
&  fé  la  portano  da  Malabar:&  in  tutti  gli  Hofpitaii  di 
quellepartifi  adopraordinariamentt. 

Dice  Tolomeo:  Nel  Fiume  Indo  giace  vna  certa  Ifo- 
la,  ò  città,  laqual  fi  chiama  Barbaria,  dallaqualc  fa- 
cilmente/i portaua  il  Macer,  oucro  perche  fi  portailc 
dall'Arabia  per  quel  Golfo  del  Mare,  il  quale  dall'Ifola 
Barbariaè  nominato  Barbarico.  A  ^quello  dice  S  trabo- 
ne :  Tutte  quelle  cofe ,  che  l'India  produce, cioè  da  quel- 
la parte  che  guarda  verfo  l'Oftro,  fimilmcnte  in  Ara- 
bia nafeono.  Dice  Plinio  nel  lib.  il,  alcap.  8.  Il  Ma- 
cer fi  conduce  dell'india  con  la  feorza  rofleggiante, 
di  grande  radice,del  nome  del  fuo  aiboro.Nonfu  afeofa 
quefta  differenza  a  Serapionc,  dapoi  che  tolto  dali'autto 
rità  d'Ifach ,  che'l  Macis  era  vna  coperta  della  Noce  Mo- 
(cata,diffechc  altro  era  quello,  del  quale  parlaua  Dioico 
ride,  perciochelafaòfcritco  j!  Macer  eflèr  vna  icorza  del 
legno ,  ò  coperta .  Onde  Auicenna  fece  i  due  capitoli  , 
cioè,  defcriffeil  Macisefler  coperta  della  Noce  odorata 
alcap.  455.  &  il  Macere icorza  di  radice  al  cap.  6 9 4.  lot- 
to titolo  di  Thalisfar .  Il  che  è  chiaro  argomento ,  che  il 
Macis,  Se  il  Macer  fiano  tra  loro  diuerfi  in  qualità,  fò- 
ftanza ,  figura ,  pianta ,  &  regione,  poi  che  il  Macer  è 
icorza  della  radice  dell'arboro,  che  fi  troua  nel  Mala- 
bar  :  &  il  Macis  è  coperta  della  Noce  Moicata  ,  che  na- 
fee  in  Banda  cofi  Iunge  vno  dall'altro .  Appreflò  che  Ga- 
leno ,  Diofcoride,nè  Paulo  non  cono/ccrono ,  ne  parla- 
rono 


DEL     MACER.  4* 

rono  del  Macis  coperta  della  Noce  odorata  Mofcata  ^ 
poi  che  non  ne  fecero  mentione  ne'loro  fcritti.  Oltra-, 
diciòell'endo  il  Macis  odorato  caldo,  &c (ecco nel  fine 
del  fecondo ,  &  dentro  del  terzo ,  &  di  parti  molto  tenui, 
Seguitandoli  morde  la  lingua,  &  rende  vn  giocondilli- 
mo  odore,  &lafcia  vna  leggierilìima  amaritudine  con 
vna  certa  aitringenza ,  è  cola  chiara ,  che  non  può  eiTer  il 
M  acer ,  poi  che  Galeno  dice,  come  in  vero  fi  troua  effe- 
re,  che  il  Micerèdifohunzapcr  la  maggior  parte  fred- 
da terrcltre ,  &  per  la  minore  calda .  Benché  i  Frati ,  che 
feri  fièro  1  Commcntarij  fopra  Mefue^ffermino  che  non 
è  differenza  tra  il  Macis,  c'IMaccr,  nella  qualcofa  han- 
no moltraro  poca  diligenza. 

QueftoMacer,  chiamato  da  gli  Arabi  Thalisfar, 

il  chiama  da  Greci ,  &  Latini  Macer ,  &  Ma- 

chir.  In  Italia  Macero.  Gli  altri  nomi 

delle  parti  ,  &  terre  ,  doue  na- 

fee  y  &  doue  fi  conofee 

&  viaggia  fi  fono 

detti . 


Pauate. 


4* 


PAVATE, 


D     E 


L        P     A 
C  a  p. 


V      A 
VI. 


T     E. 


43 


I  è  vn'altra  pianta,  la  quale  fi  èlater- 
|  za  fpccicdi  queftì  arbori  contra  fìui- 
I  lo,  &  fi  chiama  communementc  nel 
Mar  Pauatc  ;  &  1  Bragmani ,  &  Cana- 
rini le  dicono  Vafaueli.  I  Portoglie- 
li Arboro  contra  l'Erifipcle .  Quefto 
è  vn'arboro  piccolo  ,  &  di  poche  rame ,  di  altezza  di  otto 
fin  nouc  piedi .  ha  le  foghe  rare ,  &c  della  grandezza  delle 
più  piccole  foglie  dell'Arancio ,  con  le  quali  hanno  mol- 
ta fimiglianza  :  ma  non  h  1  quel  cuore  piccolo  al  gambo 
come  la  foglia  dell'Arancio ,  &c  è  di  vn  verde  molto  bello 
dall'una  &  l'altra  parte.   Il  (uo  fio  r'è  piccolo,  &  bianco: 
ha  quattro  piccole  foglie  in  circuirò,  &  neh  mezzo  vna 
fibra  bianca  con  la  cima  verde,  &c  di  lontano  ha  gran 
fomiglianzacon  la  Matrefilua.  Il  fuo»odoreè  proprio 
come  quel  della  Matrefilua.   Il  fuo>  ferr.e  è  rotondo,  & 
della  grandezza  del  feme,ògranodel  Lcntifco  tutta  d'un 
verde  ofeuro  ,  &  quando  fi  matura,  fi  cangia  in  nera.  Il 
tronco,  &  rami  tono  di  colore  cinericio,  la  radice  bian- 
ca, &  infipida  con  vn  pocodiamaro,  &  ilfuo  odoreè 
molto  poco.  Or  benché  quefta  piantagioui  contra  i  fluf- 
fi ,  come  le  altre  due,  non  ho  da  compararla  à  nefluna  di 
loro,  perche  è  di  molto  minor  effetto  ,  &  ancho  a  rifpct- 
to  dell'altre  (  coli  del  M  teer ,  come  del  Carodopala)  per- 
che chi  la  conofee,  non  la  vfa  per  li  fluffi,  ma  follmente 
fcnevagliono  per  la  notabile  virtù  che  Dio  le  diede  per 
medicar ,  &  fanar  ogni  Erifipela,  principalmente  s'ella  è 
da  colera  pura ,  nella  quale  applicando  di  detta  radice ,  ò 

F     *  del 


44-  DELPAVATE. 

del  tronco  ,  élie  fià  flato  in  infufione  di  Caria  (  la  qual'è 
Vn'acqua  di  decottione  di  Rifo,lafciado  quell'acqua  pri- 
ma alquante  horc  perche  fi  faccia  acida  )  vngono  l'Enfi- 
pela,  &:  danno  deli'ifteiTo  a beuer'alpatiente in  quantità 
conueniéte  due  fiate  al  giorno  effendo  lo  flomaco  vuoto. 
Alla  medefima  maniera  danno  quella  radice  con  quella 
Caria  a  beuer  a  quelli  che  patifcono  infiammatane  di 
fegato  ,  &  nelle  febbri  ardenti,  mefcolandole  vn  poco  di 
fucco  delle  foglie  del  Tamarindo.  Lo  applicano  d'in- 
torno delle  ferite,  perche  non  s'infiammino  -,  &  perche- 
le  difendano  dalli  humori  che  corrono  ad  effe .  Et  per-, 
che  di  quello  terzo  nominato  Pauate,  in  molte  di  quel- 
le parti  fi  troua  più  quantità  ,  che  della  feconda 
chiamata  Curodapala  ,  ò  Coru ,  adoprano 
quella ,  la  quale  hai  fiori  bianchi  & 
molto  odorifcri,in  luogo  di  quel- 
l'altra che  li  tiene  gialli,  &c 
ì  con  molto  poco  ,  ò 
niente  di  odo- 
rcv. 


«$$* 


Galanga. 


G  A  L  A  N  G  A- 


45 


46 
DELLA 


GALANGA.     GAP.  VII. 


quella  Galanga,  medicina  molto  ne- 
celfaria ,  &  vfata ,  degna  di  efler  tenu- 
ta in  tutte  le  Spedane ,  li  trouano  due 
fpccic,vna piccola,  &  molto  odoro- 
la,laqualli  porta  dalla  China  con  il 
Rcobarbaro  alle  parti  dell'India ,  &  di 
là  a  Portagallo ,  &  quella  chiamano  li  Chini  Lauandou. 
L'altra  è  maggior  di  quella  di  foglie,  &  diradici,  la 
qual  nafee  in  grande  abondanza  nella  Iaoa ,  &  nel  Mala- 
bar  ,  &  quella  farà  dipinta  qui  per  efler  la  più  ordinaria, 
&  che  in  maggior  quantità  lì  adopra .  Quella  Galanga  è 
di  altezza  d'una  pertica,  &  alquanto  maggiore  ne'luoghi 
morbidi .  Le  fue  foglie  fono  limili  a  quelle  del  Telìicolo 
che  Diolcoridc  deferiue  nel  terzo  libro  al  cap.  13  j.tut- 
tauia  fono  le  foglie  della  Galanga  molto  più  lunghe,  & 
più  larghe,  &  fon  verdi  chiare  dalla  parte  di  fuori, &  ver- 
di feureai  dentro;  il  cui  caule  è  comporlo  di  foglie  ag- 
giunte come  il  detto  Tefticolo.  Ilfuo  fiore  è  bianco,  & 
lenza  odore  :  la  fua  ferri enza  è  piccola,  &  della  quale  non 
lì  fa  Mima .  La  fella  della  fua  radice  è  grotta ,  &  bulbofa  : 
&  le  radici,  che  fono  adoperate, fono  a  modo  di  Gengio- 
uo ,  ma  tuttauia  maggiori .  Fa  alcune  tellicciuoie  in  al- 
cune delle  radici,  come  l'Hallula  Regia,  che  inllpa- 
gna  chiamano  Gamones. 

Nafce  trappiantandoii  con  le  radici ,  le  quali  lì  van+ 
no  attaccando l'una  all'altra,  &lmokiphcando  molto. 
Chiamali  quella  tra  li  Canarini,  &  Bragmani  (  che  fo- 
no gente  molto  affettionati  a  quella  medicina  coli  per 
gli  huomini ,  come  per  licaualli,  &inlìemc la  mangia- 
no eili 


DELLA  GALANGA.  47 

no  e/li  co  Rifi ,  &  col  pefce ,  &  coll'infalata  )  Cacchiaru. 
Gii  Arabi ,  Cauclgian .  Nella  Iaoa ,  Laneuax .  Nel  Ma- 
labar ,  Cua .  Nelqual  Malabar  la  vi  ano  tanto,  che  oltre 
il  valerli  di  lei  per  l'ufo  di  Medicina ,  fanno  di  dette  radi- 
ci farina  ,  della  qual  fanno  certa  maniera  di  pane ,  come 
focaccie  fottili ,  le  quali  chiamano  Apas  ,  impaliate  con 
latte  di  Coco,&  alcune  fiate  con  Sura,&  con  Iagra,che  fi 
fa  della  Palma ,  come  nel  fuo  capitolo  fi  è  detto:  &  man- 
giano detto  pane  per  delitia ,  &  lo  dano  nella  debolezza, 
&  nella  freddezza  dello  ftomaco ,  dolori  del  ventre ,  paf- 
fìoni  di  Matrice ,  &  difficoltà  d'orina ,  nelle  quali  paf- 
fioni  d'orina  fa  tal  effetto,»  che  a  quelli,  che  non  poiìo- 
no  orinare ,  ò  fia  per  cagion  di  materie  grolle  &  flemma- 
tiche ,  ò  per  ventofirà ,  ò  per  adunanza  di  arena ,  cofi  nel 
Membro,  come  nel  collo  della  velica,  &  ancho  che  fia 
per  conglutination  di  carnofità  nel  collo  della  vefica ,  ò 
nella  via,  gli  danno  mangiare  di  detto  pane  con  vn  fia- 
to di  Ninfea  (  che  è  come  acqua  di  vita  )  &  fopra  l'ingui- 
ne ,  &c  collo  della  vefica ,  &  membro  pongono  foglie  di 
Ninfea ,  ò  Golfan  del  rio  (  come  chiamano  in  Ifpagna)& 
quelle  foglie  tanto  rileua  che  fiano  di  Ninfea  bianca^, 
come  della  gialla,  la  qual  in  Ifpagna fi  chiama  Golfan 
amanllo)  &quclte cotte  nell'acqua,  &  pelle,  &  appli- 
cate cofi  calde,  fanno  merauigliofo  effetto,  tutto  ch'el- 
la fia  fredda ,  &  i  fuoi  fiori  fi  numerino  tra  le  cofe  fredde 
cordiali  j  della  quale  Diofcoride nel  lib.  3. &  Galeno  nel- 
l'ottano dc'fcmphci  diflcro  tante  lodi .. 

Di  quefta  Galanga  fecementione  Auicenna  confula- 
mente  nel  cap.  111. lotto  nome  di  Calungiam,&  nel  cap. 
396.  fotto  nome  di  Caferhcndar,  benché  fi  prefuma  de' 
Greci ,  &  degli  Arabi  3  cofi  come  di  Auicenna ,  &  di  Se- 

rapione,, 


4*  DELLA  VALANGA. 

rapione }  che  non  hebbcro  perfetta  notitia  di  quella  Ga- 
lanpa.  Il  Belunenfc  recita  da  Auicenna  nel  fuo  Dittio- 
nano ,  dicendo ,  che  Auicenna  fcriuedi  due,  &;  che  non 
fono  fé  non  vna.  Antonio  Mufa  prende  l'opinione  dal 
Leoniceno  ,i  il  quale  prefuppole,  che  qucfta,  laquale 
nelle  Speciene fi  chiama  Galanga,  fia  l'Acoro  :&  quanr- 
to  lìa  diuerfo  quello  che  fi  adopra  hora  in  molte  Speda- 
ne per  Acoro  dal  vero  Acoro ,  &  dal  vero  Calamo  Aro- 
matico, a  fuo  luogo  lì  dirà. 

L'opinione  de  Frati  Italtani,  che  feri  fiero  fopra  Me- 
fue ,  tenendo  che  la  Galanga  che  fi  vfa ,  Ila  la  radice  del 
Gionco  odorato,  è  molto  lontana  da  ragione,  oc  con., 
molta  gli  riprende  Amato  Lufìtano  ai  capitolo  del- 
l'Acoro . 

Il  Mattinolo  fopra  Diofcoride  nelfb.  i.alcap.  z.nel 
penfarehc  la  Galanga  fia  radice  dello  Squinanto,  s'in- 
ganna, &  la  fila  opinione  è  lontana  da> ogni  verità,  co- 
me fi  fa ,  poiché  la  Galanga,  chenafcenelMalabar,  & 
nella  laoa ,  &  nella  China ,  è  coli  diuerfo  in  figura ,  fo- 
glia, radice,  qualità,  &  regione,  dallo  Squinanto,  che 
nafee  nell'Arabia,  cioè,  in  Mafcate,  &inCalaiate,  ben- 
ché nelle  terre  di  Idalcan ,  &  neli'ifola  di  Gòa  fi  troui 
molto  Squinanto. 

E  la  detta  Galanga  calda,  &  feccanel  terzo  ordine. 
Giouaallepaflioni  dello  ltomaco,  &  della  Matrice  da_* 
cagione  ventola ,  &  al  colico .  Manicandola ,  &  tenen- 
dola nella  bocca,  corregge  il  mal'odo' e.  Aiuta  la  dige- 
ritone, &  cura  turni  dolori  freddi.  Odorandola  gioua 
alceruello  raffreddato.  L  buona  alla  palpitatione  del 
cuore  :  &  fcalda  le  Reni  fredde  :  &  è  amica  a  Madonna 
Venere.  ) 

X'opinionc, 


DELLA  GALANGA.  49 

L'opinionc,che hanno  il  Manardo,&  i  Frati,chc  (criC- 
fcro  (òpra  Mcfuc ,  dicendo,  che  il  Calamo  Aromatico  è 
l'Acoro  :&  che  quello,  che  chiamiamo  Acoro,non  è  :  & 
quel,  che  tiene  Antonio  Mura  col  Leoniceno  (a  quali 
paruc  che  quella,  che  nelle  Spccieric  fi  chiama  Galanga, 
(la  l' Acoro  :  perche  quello  che  il  vfa  per  Acoro ,  è  vna  ra- 
dice di  GladioIo)è  contrario  a  quello,  che  tiene  il  Dottor 
Orta,  dicendo,  che  non  parecllèr  tale,  per eflèr radice 
fenzafaporc,  &fcnza  odore,  calda  &  acura  :  condi- 
tioni  ncceflanc  all'Acoro,  il  qual  fallamcntc  chiamiamo 
Gladiolo:&  che  l'Acoro  none  Calamo  aromatico,  per- 
che l'Acoro  è  amaro  di  laporc,  &  il  Calamo  aromatico 
è  acuto  :  &  l'Acoro  è  radice  di  colore  bianca ,  &  il  Cala- 
mo aromatico  è  più  giallo:  &  che  molto  manco  fi  dee 
dire ,  che  Ìj.  Galanga  fìa  l'Acoro ,  perche  la  Galanga  è  più 
calda,&  con  più  foaue  odorerà:  a  quello  che  gioua  la  Ga- 
lang<i(come  fi  tragge  da  gli  Arabi ,  che  di  lei  icnuono)  no 
gioua  l'Acoro:  perche  h  Galanga  è  per  lo  fiomaco,  & 
per  lo  mal'odor  della  bocca ,  &  l'Acoro  è  per  lo  ccrucllo, 
oc  per  li  nerui .   Dice  di  più  il  Dottor  Orta ,  che  quan- 

donon  ritrouaflcil  vero  Acoro  (  il  qual  fi  troua  in 
Galacia  )  egli  tuttauia  non  vfarebbe  quello , 
che  fi  chiama  Gladiolo  in  Iipagna:& 
che  in  fuo  luogo  ponerebbe  Ca- 
lamo aromatico ,  & 
non  Galan- 


TA- 


J* 


TAMARINDO, 


DEL   TAMARINDO. 


5i 
C  A  P.  Vili. 


L  Tamarindo  è  fruttò  d'un  bello, 
&  piaceunle  arboro  alla  vifta,gran- 
decome  vn  calcagnerò,  ò  vn  Ca- 
robbero  molto  folto  di  rame,  &di 
molte  foglie,  &:  di  grande  ombra: 
&  il  legno  molto  forto.  Le  lue  fo- 
glie s'ailomigliano  a  quelle  della 
Felice  femina,  la  qual  pretto  a  noi  è  l'Heltcho,  &in  Va- 
feogna  Arittora.Sono  verdi  chiare  molro belle,  e'1  fuò 
faporeèd'un'a2;romolto  appetitolo,  delle  quali  fannd 
falla,  erme  di  Petrofemolo.  Il  fuo  fiore  è  bianco,  6t 
molto  limile  al  fior  dell'Arancio,  &  nella  apparenza  di 
fuori,  &  nell'odore .  I  più  hanno  otro  foghe ,  cioè ,  quat- 
tro bianche  &:  grolle  come  quelle  dell'Arancio,  &  le  al- 
tre quattro  lopra  di  quelle  più  delicate  alquanto  :  duo 
delle  quali  fono  fegnate  con  vna  linea  molto  bella  :& 
dal  mezzo  di  detto  fiore  efeono  quattro  cornetti ,  ouero 
fili  bianchi ,  &  fornii ,  come  nella  figura  fi  vede .  Nella 
fera  fi  chiude  la  foglia  dafe  raccogliendo,  &  abbraccian- 
do dentro  di  le  il  fuo  frutto  proprio ,  &  doue  non  ne  è,fì 
abbracciacol  fuo  ramo ,  ò  fterpo  :  &  facendoli  giorno , 
fi  roma  ad  aprire,  moftrandofì  molto  gratiofa.  Il  frut- 
to, che  il  proprio  Tamarindo,   fi  fomiglia  infinita- 
mente allecarobbe  ,  verde  di  fuori  :  &  quando  è  fecco , 
fi  mutaincinericio.  Cade  da  fc  dall'arboro,  &  fi  leua 
con  facilirà.  Dentro  di  fc  ha  alcuni  ofetti  piccioli  &:  ro- 
tondi, come  quelli  dellaCaflìa ,  de'  quali  noi  non  ci  fer- 
uimo  nell'uio  della  Medicina,  tutto  che  dicano  alcuni 
natij  del  luogo,  che  attortiti,  &  ridotti  in  poluere  coru 

G     t         latte 


51  DEL  TAMARINDO, 

latte  agro, ,  fiano  molto  buoni  per  li  fluflL  ma  io  non  gli 
vfài ,  ne  vidi  il  loro  fucceflo .  La  mcdolla  di  queflo  frut- 
to è  alquantovifcofa,&  grafia,  &  di  grato  agro,  &  quan- 
do fono  verdi  ,  fono  più  agri.  Molti  mangiano  quello 
frutto  verde  a  digiuno  con  Zucchero,  lcuandogli  la  feor- 
za  :  &  ne  prendono  ancho  fin'a  quattro  onci  e  in  infufìon 
d'acqua  con  vn  poco  di  Zucchero  pcreuacuar  la  colera  , 
&  il  Phlegma.I  Filici  della  medefìma  terra  vfano  molto 
quello  fìropo  nelle  febri  coleriche  oc  ardenti ,  &  con  l'e- 
f  preffionc  dell'ideilo  Tamarindo ,  &  oglio  di  Coco  fre- 
feo ,  purgano  indifferentemente ,  &  lenza  alcuna  molc- 
ftia.  Vfano  le  foglie  peftc  nelle  Erifìpcle,  &  nelle  in- 
fiammagioni,  &  d'intorno  le  ferite,  per  impedire  che 
non  le  corrano  humori ,  &  peftc  con  falc  di  Ormuz  per 
xifoluer  i  Phlegmoni ,  &  con  cenere  di  Cambaia  per  dis- 
fare i  tumori  Phlegmatici ,  &  malinconici . 

Conferuano  detto  Tamarindo  co  fale,perche  duri  più, 
&  coli  falato  lo  conducono  a  Portogallo ,  &  nella  Terra 
dell'Arabia,  &  Pcriìa,  &  Turchia  :  &  fanno  di  lui  vn'ace- 
to  molto  gratiofo,&  non  meno  grata  conferua  con  Zuc- 
chero fi  fa  di  lui  maturo  frefeo  &  fenza  falc. 

Chiamali  nel  CanarinChinca^&ilfuo  ofToChinca- 
ro.  Nel Malabar Puh .  Nel Guzaratc  Ambili.  In  Ara- 
bico Tamarindi.  I  Portoghcfì  Tamarinho.  Il  nome 
generale  del  Tamarindo  tra  gli  Arabi,  Perfìani ,,  &  Tur- 
chi ,  è  Tamarindi  :  &  l'olio  Abcs ,  &  l'arboro  Sigcr  Ta- 
marindi. 

I  migliori  di  detti  arbori ,  &  i  più  grati,  &  dureuoli 
frutti  fono  quelli ,  che  nafeono  ne'  monri ,  &  in  quelli 
che  fono  più  volti  a  Settentrione.  La  cui  ombra  li  tiene 
per  iipcrienza,  che  faccia  il  medefimo  danno,  che  fa* 

l'ombra 


I>EL  TAMARINDO.  $, 

l'ombra  della  Nogara  a  quelli ,  che  dormono  fotto  di  lei  • 

Gli  amichi  Greci  non  conobbero  quefta  medicinarnè 
di  lei  parlarono  bene  Auicenna ,  Mefuc ,  Scrapionc,  Va- 
lerio Cordo ,  &  il  Lacuna . 

Mcfue  dice ,  che  è  frutto  di  Palme  faluatichc  dell'In- 
dia :  &  in  ciò  fece  errore . 

Auicennadice,  chei  nuoui  fono  migliori .  Scrapionc 
dice ,  che  in  Ccfarca  nelle  terre  d'Aman ,  ne  fono ,  &  che 
hanno  la  foglia  come  falici,  &  che  fono  frutti  di  color 
rollo .  Egli  è  cofa  nota ,  che  in  Ccfarca  non  fono  di  que- 
lli arbori, ne ancho nella  terra  di  Aman,  ch'c  nel  territo- 
rio delia  Soria-. 

Il  Lacuna  dice,  ch'è  vna  Specie  di  Dattili ,  che  vengo- 
no dalle  Indie  Orientali ,  &  che  per  quefta  ragione  pare  a 
lui ,  che  i  Tamarindi  non  iìano  diucril  da'  Dattili  Thc- 
baici ,  veduto  che  gli  conducono  di  Leuante,&  che  han- 
no la  medefima  forza  &  virtù ,  che  hanno  quelli .  Et  di- 
ce più  ,che  fecondo  che  dicono  alcuni ,  l'arboro  del  Ta- 
marindo e  vna  lpecie  di  Palma  faluatica ,  che  ha  le  foglie 
lunghc,&  acute  nella  punta ,  limili  a  quelle  del  falice  :  & 
che  alle  fiate  ritrouano  dentro  di  loro  alcuni  olii  gialli , 
&  di  diuerfc  forme  :  &  che  li  tengono  perfetti  quelli ,. 
che  jofleggiano ,  eflendo  teneri ,  frefchi,&  gialli  :  &chc 
fi  falllficano  con  la  polpa  de'  pruni  lecchi. 

Ma  non  fono eilìfpceie  di  Dattili,  ne  hanno  tal  figu- 
ra ,  né  fono  Palme  nell'India  Orientale,. che  diano  frutto 
di  Dattoli,anzi  per  non  ellcrne  nel!  India,  vengono  por- 
tati d'Arabia  per  mercantia,  douc  fé  ne  confuma  in  gran 
quantità  :  &  allo'ncontro  i  Tamarindi  vengono  portati 
in  Arabia ,  per  non-  eflèruenc  :  &  più  per  cflèr  gli  arbori, 
coli  di  u  ci  fi  dalla  Palma, 

Et 


54  DÈI  TAMARINDO. 

Et  quanto  a  quello  che  paiono  Dattili  Thebàic! ,  noti 
hanno  che  fare  con  loro:  &  pcrauentura  quelli  che  com- 
prano i  veri  Tamarindi  tolti  dall'India  per  quelle  parti, 
penfarono  che  follerò  di  quella  terra  propria ,  coli  come 
alcuni  dkòno  >  chela  buona  Gdhhella  è  ài  Aleppo,  ef- 
fendo  nondimeno  portata  quiui  dall'India ,  come  fi  è 
detto. 

Et  gli  Arabi  >  che  negociano  nell'India,  perche  troua- 
rono  ne  Tamarindi  gli  olii ,  li  chiamarono  Tamaras  dei  - 
l'India,  &  non  perche  parino  Tamaras ,  ne  perche  l'arbo- 
roche  gli  porta,  habbia  le  foglie,  come  dicono,  altri- 
menti di  quello ,  che  fono  figurate ,  ne  gli  odi  tono  gial- 
li ,  come  in  loro  fi  vede,  ne  di  diuerfe  forme  :  mi  di  co- 
lore terrestre  lucidi,  &  molto  duri,  di  forma  rotonda.,, 
come  Lupini  piccioli  »  Et  perche  i  Tamarindi  vengono 
ammaliati  acciochc  fi  confcruino  meg'io ,  &  hanno  po- 
chi olii  :  perciò  furono  coli  mal  conolciuti . 

Valerio  Cordo  nelle  giunte  che  fece  ibpra  Diofcoridc 
dice ,  che  Oxiferis  è  il  Tamarindo . 

I  Frati  dicono,  che  poche  fiate  vengono  all'Europa  i 
veri ,  &  che  i  buoni  fono  Leyron  fecondò  Mefue. 

Quanto  a  Tamarindi,  che  dicono  condurli  dell'In- 
die lofifìicati,  non  fi  la,  ne  fi  trouà  tal  cofa  la ,  perche 
vagliono  molto  vii  predo ,  efièndouene  molta  abondan- 
za  -,  &  i  pruni  fecchi  vagllono  più  di  loro .  Per  la  qual  co- 
fa  non  ho  dacredere ,  che  vengano  fofiiticati .  1  Tama- 
rindi ,  che  chiama  Mefue  dal  Cairo,  vuoltìire,  che  quel- 
li del  Cairo  fono  migliori ,  &ciò  è,  perche  dall'India  an- 
dauano  al  Cairo ,  &  di  là  in  Alexandria ,  &  quindi  a  Vc- 
neria.  Dice  a  ntonioMufa,  ch'egli  è  chiaro  non  eiTer'il 
Tamarindo ,  il  Mirabolano  di  Plinio ,  &  di  Diofcoride , 

perche 


DEL  TAMARINDO.  hj 

perche  qucfti  non  hanno  odi ,  &  1  Tamarindi  si . 

I  Tamarindi, fecondo  Mefue ,  Abenroiz  fono  freddi, 
&  fecchi  nel  fecondo  grado .  Beuuci ,  pungano  la  colera , 
&  gli  hu  mori  adulti.  Sono  vtili  conerà  le  febbri  conti- 
nue,  &  ardenti ,  contra  la  frenefia ,  &  malinconia,  &c 
contra  tutte  quelle  infermità^che  procedono  dahumorc 
adulto,  o  colerico,  oda  flemma  falfo.  Acquctanolafc- 
te,&  l'ardore  dello  ftomaco,  &  dei  fegato.   Conuiene 
prima  che  fi  adoprino,lauarli  bene  dal  lalc,  poi-che  ven- 
gono falati dall'India,  acciocheii  confcruino meglio . 
Mefue  nel  hb.i.  a  fogli  60.  oc  Albugerio  dicono  :  1  Ta- 
marindi cftinguono  la  colera,  &  leuanola  fete,  &  ac- 
quetano il  vomito,&  fermano  il  flufio  dello  ftomaco  per 
cagion  del  vomito .  Mufebab .  I  Tamarindi  fono  fred- 
di nel  terzo  grado.  Mollifcono  il  ventre  &c.  Si- 
milmente fi  ingannò  Amato  Lufitano  fi  co- 
me gli  altri  che  non  conobbero  i  Ta- 
marindi ,  ne  videro  il  loro  arbo- 
10  ,  nella  narrationc  1 3  5. 
&  il  Matthiolo  nel  li- 
bro  1.  alcap. 
1*7. 


FICO 


J« 


fICHI  DELL'INDIA. 


DEL   FICO  DELL'INDIE. 


$7 
CAP.  IX. 


I  chiama  qucfto  Fico  in  Malabar  Pa- 
laon.  InDccanin,  &inGuzarare,  Se 
in  Bengala,  Qucli  :  &c  nel  Canario. 
Qucli.  I  Malaici  ,  Piflaon  .  In  Ara- 
bico Mula,  ouer  Amula.  Auicenna, 
Serapione,&Ralìs  lo  chiamano  coll'i- 
{tcflo  nome .  I  Portoglieli  chiamano  alcuni  di  queftì  Fi- 
chi Cenorins,  alcuni  altri  Cadelms,  &c  ad  altri  Chinca- 
panoes.  In  Guinea  Bananas.&i  Cafri  di  Cofala,Innin- 
ga.  Il  proprio  nome  di  ciafeuno  di  detti  Fichi  tra  gli 
Arabi ,  &  Perfiani  (  fecondo ,  che  mi  certificò  vn  curiolò 
Medico  natio  di  Ormuz)è  Mous,  &il  FicoDaracht* 
Mous  .  &  dille ,  che  Mula ,  ouer  A  mufa ,  è  corrotto . 

Ha  quefto  bello  &  piaceuol  arbore  dieciotto ,  ò  venti 
palmi  di  altezza  ;  oc  confìtte  di  adunanza  di  molte  feor- 
zc  congiunte  vna  con  l'altra.  Il  (uo  tronco  è  grotto  della 
grottezza  d'una  gamba  d'un'huomo.La  radice  rotoda ,  & 
grotta ,  cibo  molto  familiare  a  gli  Elephanti .  La  f  uà  bel- 
la foglia  è  verde  chiara  di  dentro  via,  &  più  ofeuradi 
fuori.  E' lunga  fin  dieci  palmi,  &due  &  mezzo  larga-, 
&  ha  per  lo  mezzo  fin'alla  punta  vn  ncruo  grotto,  &  e 
tutta  piena  di  fibre  tranfuerfali .  Dall'occhio  di  detto  ar- 
boro  efee  vn  germoglio  della  grottezza  del  braccio  d'un' 
huomo  diuifo  in  molti  nodi ,  &  in  ciascuno  ha  dicci ,  & 
quattordici  Fichi  :&  dalla  cima  di  detto  arboro  efccvn 
bel  pomo  di  fiori  ammaliati  infl«me ,  &  tra  loro  intorti  # 
che  fanno  la  figura  d'una  Pigna  rotta  di  colore .  Non  dà 
detto  arboro  più  chevn  folo  ramo  di  Fichi,  il  qual  ne 
porta  da  cento  fin  dugento:&  di  detti  Fichi  fi  trouano 

H         molte 


58  DEL  FICO  DELL'INDIE, 
molte  ipccic ,  alcuni  molto  gialli ,  lifci ,  &  lunghi , &  di 
molto  buon  faporc ,  &  odore ,  chiamati  nel  Malabar  Se- 
norins .  Altri  ne  fono  nel  Malabar  chiamati  Chincapa- 
noins ,  i  quali  fono  verdi ,  lunghi ,  [&  di  buon  fàpore . 
Lodano.molto  quelli  di  Cofala,  chiamati  da  i  Cafri  In- 
ninga .  Di  quelli  arbori  fi  troua  quantità  grande 
in  Malabar ,  &  in  Bengala,  &  in  Bazair,  &  nella  colta, 
delti  Abiffini ,  &nel  Capo  verde.  &  dicono,  che  ve  ne 
fono  nel  Cairo,  in  Damafco,Hierufalcm,Martaban-,, 
&  in  Pegun ,  &  in  molte  altre  patri ,  come  in  Venetia,  &c 
nella  nuoua  Ifpagna ,  &c  nel  Perù .  Di  quelli  Fichi  11  fro- 
llano alcuni  grollì  quanto  è  lungo  vn palmo,  &  man- 
giarti! alleilo  con  Vino,  Cannella,&  Zuccharo;&  ancho- 
ra  cotti  con  Zucchero ,  &  Cannella  gii  portiamo  con  noi 
inmano.pcr  buon  condito. 

.  I  Medici  della  propria  terra  lodano  tanto  quelli  Fi- 
chi, che  per  dieta  gli  danno  alli  infermi  di  febbre,  &c  d'al- 
tre infermità .  Auiccnna nel  lib.x.al cap. 49 z.dice,che'l 
nutrimento  di  detti  Fichi  è  poco  5  &  cheaugumentaJa_, 
colera ,  &  il  Phlegmaj&  che  gioua  all'aduflione  del  pet- 
to ,  ài  del  polmone  -}  &c  che  aggraua  lo  flomaco  •  &  che  è 
buono  a*  colerici  ,  dopo  l'hauerli  mangiati  ,  prender 
dell'Osimele  con  la  Temenza,  &  a'  flemmatici,  del 
Mele  r  &  che  augumenta  il  feme  ;  gioua  alle  rcni-,&  pro- 
uoca  l'orina. Rafìs  al  cap.'  3..  ad  Aanlmfore,  &Serapione 
al  cap.  $4.  dicono,  che  fanno  danno  allo  llomaco ,  &  gli 
leuano  l'appetito  y& la  liceità.  Moliifconoil  ventre^ & 
leuano  l*af prezza  della  gola.  Dice  Serapione ,  che  la  Mu- 
la è  calda  &  numida  nel  fin  del  primo  grado  ;  &  che  gio- 
ua al  dolor  del  petto,  &  del  polmone  -t  &  che  chi  man- 
giamola fpcflb  di  detti  Fieni,  patifee  grauezzadifto- 


maco; 


DEL  FICO  DELL'INDIE.         5» 

maco  :  &  che  fanno  crcfcerc  la  creatura  nella  Matrice  ;  Oc 
che  eccitano  la  dilettationc  carnale . 

Non  fi  pianta  detto  arboro,  fé  non  vna  fola  fiata;  & 
dalfuopiène  nafeono  de  gli  altri  fenza  piantargli.  & 
ciafeuno  di  detti  arbori  dà  vn  folo  ramo  di  Fichi ,  co- 
me s'è  detto  j  &  clTendo  maturi  ,  tagliano  il  ramo  ,  & 
l'arboro  fi  (ceca  ,  ò  lo  tagliano  per  darlo  mangiare  a 
gli  Elefanti  domeftichi .  Et  alcuni  delle  fòglie  più 
adentro  dell'occhio  del  detto  arboro ,  &  del  pomo  di  fio- 
ri inficine  fanno  conferua  con  Gcngiouo  verde ,  Pepe, 
&  Aglio  nel  fai  e  Se  aceto,  per  mangiar  in  luogo  di 
Cappari . 

Sopra  di  quelle  foglie ,  per  cfTcr  molto  tenére  /verdi , 
frcfche ,  Se  grandi ,  giacciono  per  Io  caldo .  &  le  pongo- 
no fopra  le  feottature  del  fuoco .  Il  Mattinolo  fece  mcn- 
tionedi  detto  arboro  nel  primo  libro  diDiofcoridc  al 
capitolo  il 6.fol.  141. 

Molti  tengono,  che  co  quello  frutto  peccaflc  Adamo, 
per  eflef  molto  foauc  di  odore  y  Se  di  faporc ,  Se  per  efTcr 
la  foglia  cofi  bella, &  cofi  grande, che  copre  bene  vn'huo 
mo .  Dicono ,  che  vn  Frate  di  San  Franccfco  molto  cu- 
nofo,  il  quale  fcriflc  dc'mifterij  della  terra  Santa,  lau 

dando  molto  detti  Fichi,tiene  la  medefima  opinio- 
ne :  del  che  io  non  voglio  difputarc .  Il  Rucl- 
lio  parla  di  quefti  Fichi  ,  allc^ 
gandtì  Strabone  , 
Se  Thcofra- 

ao. 


H     t         LEGNO 


*> 


LEGNO  DELLA    CHINA. 


h 


*i 


Foglia  del  Legno  della  China. 


DEL  LEGNO  DELLA    CHINA. 

— 

Ve's  t  a  eccellente  &  medicinal  pian- 
ta (chiamata  in  CanarinBonti  ;  Ornel- 
la China  Lampatan;&  in  Dccanin  Lam 
paos  :  &  inPortoghefe  Paoda  China  ; 
&  in  Latin  RadixCine,  vel  Chine.  ;  &  in 
Arabico ,  &  Perdano,  &  Turco ,  Chop- 
china)nafcc  nella  China  abondantiflimamente  }&  ii- 
milmcntc  fi  ritroua  in  Malabar ,  in  Cochin ,  in  Cranga- 
nor ,  in  Coulaan ,  in  Tanor,  &  in  altre  parti . 

Ellaèvna  pianta  molto  folta  di  piceiolini  rami  fpi- 
nofi ,  &  molto  fimili  alla  Smilacc  aipera  :  &  la  più  grof- 
ù.  verghetta  non  partala  groflezza del  dito  più  picciolo 
della  mano .  La  fua  foglia  è  della  grandezza  della  foglia 
delia  Piantagine  maggiore,  &  come  quefta  che  è  qui 
difegnata  cauata  dal  viuo  dalla  mede/ima  pianta .  La  tua 
radice  è  della  groflczza  del  pugno  della  mano ,  &  mino- 
re .  E'  folida ,  pefantc ,  &  bianca ,  &c  alcuna  colorita  :  & 
trouanfì  molte  di  loro  attaccante  vna  con  l'altra .  Quella 
radice  in  tutte  quelle  parti  Orientali,  è  in  molto  vfo.  Si 
prende  per  tutti  li  dolori  delle  giunture  :  per  le  oppila- 
tioni  della  Milza,  &  debolezza  dello  ftomaco,  &pcr  li 
dolori  antichi  della  tefta,Durgulos y  Talparias  piaghe, 
Toilèvecchia^Sciatica,  Gota .  &  perla  Paralifia,  &  Po- 
fteme  fredde.  Nelle  viceré  delle  reni  &  della  Velica  cor- 
retto con  liquiritia .  Prendefi  fpecialmcnte  con  meie,& 
con  Zucchero ,  &  fatta  polucrc  con  vino  :  &  prcndendo- 
fene  l'acqua  cotta  con  lamedefìma  radice,  il  più  ordina- 
rio mangiar  di  quelli ,  che  la  prendono ,  è  gallina  cotta  ì 

lcffo, 


DEL  LEGNO  DELLA  CHINA.  63 
Ieflò,&  pane  leggiero;  &  alcuni  die  la  vogliono  più  ftrin- 
gere  j  bifcotto  con  pollo  rofto  i  fenza  ber  vino.  Coli 
buona  è  quella  radice  in  fc ,  che  comportatile  in  quelle 
parti  da  molti  fi  prenda,ftando  fufo,  mangiando  carne,  & 
pefee  con  ogni  larghezza ,  &  difordine  fenza  far  loro 
maggior  male  di  quello,  che  hanno.  Ma  l'ordine  più 
commune,chc  nel  prender  l'acqua  della  decóttionc  di 
detta  radice  fi  tiene  cofi  nella  China,  come  nelle  Indie ,  è 
vn'onciadi  quefta  r  adice,  &  due  dramme  di  radice  d'A- 
pio (  il  qual  chiamano  i  Chini ,  Gante)  in  Tedici  quarta- 
li d'acqua  a  fuoco  molto  piacevole,  &  fenzàfumo,  fin 
che  fi  confumi  li  fei .  oc  li  dieci  ferbaUó  in  vafo  vetriaro , 
&  ogni  giorno  la  bcono  frefea  ,  'perche  da  vn  giorno  al- 
l'altro fi  guafta .  Et  di  queiVacqua  prendono  vna  Cop- 
pa alquanto  calda  la  mattina,  itandofi  per  due  hore  fui 
Ietto ,  &  dapoi  lcuati ,  prima  che  cenino ,  prendono  al- 
trettanta acqua ,  &  tra  il  giorno  beuono  della  iftcìfa  de- 
cottione  fredda  :  &  quefta  è  quella  che  in  quelle  parti  fi 
prende  con  maggior  ordine  &c  grettezza.  Lafpiuma- 
che  queft'acqua  fa  nel  cuocerfi ,  fi  ferba  per  lauar  le  pia- 
ghe,^ le  gonfiezze .  &  quelli  che  hanno  dolori ,  &  gon- 
fiezze,  gli  pongono  al  vapore,  ch'eiTàla  dell'olla  quan- 
do fi  cuoce ,  difcoprendola:(  perche  fi  cuoce  itando  fem- 
pre  la  bocca  dell'olla  chiufa  )  l  Medici  Portoghcfi  foglio- 
nò  dar  queiVacqua  della  radice  della  China  per  altro  or- 
dine, che  è,  rettificandola  nel  cuocerfi  con  la  detta  ra- 
dice dell'Apio,  &  con  Rofeiecche,  con  Orzo, &  con  ra- 
dice d'Endiuia,  con  Rofmarino,  &  Liquiritia  conforme/ 
al  bifognodiciafeuno.  &  purgando  alla  prima  i  patien- 
ti,  &  dando  loro  crifticri  della  medefima  acqua  cotta^> 
che  bcono  t&c  con  mele, quando  è  meftieri ,  &  non  vie- 
tano 


64    DEL  LEGNO  DELLA  CHINA, 
tano  il  mangiare  polli  cotti,  &  temperati,  oui  cotti,  & 
duri ,  &melc  -t  &  beonovino  temperato  con  la  medesi- 
ma acqua ,  &  non  fanno  molto  fcrupulo  del  fale ,  ne  del 
panfrefeo. 

Nelle  infermità  antiche,  &  nelle  viceré  vecchie,  nel- 
le gonfiezze ,  &  durezze  di  molto  tempo  più ,  &  con  mi- 
gliore effetto  che  nelle  paflìoni  frefchc ,  lì  tiene  per  ifpe- 
riehza  ch'ella  gioui .  Molti  fogliono  andando  in  cami- 
no per  terra ,  &c  nauigando  per  Mare ,  prender  le  matti- 
ne, &  le  notti  due  dramme  della  poluere  di  detta  radi- 
ce con  vino,  ò  con  l'acqua  cotta  della  mede/ima,  Scia, 
loro  buon  prò.  Il  più  tempo  che  prendono  ordinaria- 
mente di  quella  radice  in  poluere,  ò  in  conferua,  fi  è 
dai  trenta fin'ài  quaranta  giorni.  Nella  China  fi  man- 
gia quella  radice  frefea  cotta  con  la  carne  coli,  cornei 
Nauoni ,  &  non  è  nemica ,  ne  ingrata  al  guflo .    . 

Similmente  fi  diililla  l'acqua  di  quefta  radice  quan- 
do la  cogliono  frefea^  >  la  qual  vfano  i  più  dilicati . 
Tuttauiadi  quell'acqua  fi  confuma  in  gran  quantità, 
&  fi  ha  gran  fede  in  lei  oltra  delle  infermità  già  prima., 
dette  ,  nella  Paralifia  ,  nell'Henna  humorale ,  &  ven- 
tofa  ,  nella  Emigranea,  nella  Carnofità  del  collo  della 
vefica,  &  del  membro;  &  nelle  fuc  viceré.  Scaccia  le 
renelle,  &  incita  molto  laluiluria:  &  benché  quell'ac- 
qua diflillatafia  buona,  la  cotta  è  migliore  tuttauia. 
Quella  radice  fi  conferua  per  molto  più  tempo  in- 
eroilandola  tutta  con  Pepe  disfatto ,  &  conferuandouc- 
la  dentro. 

Amato  fòpra  Diolcoride  nel  libro  primo  alla  nar- 
ratane 104.  a  fogli  141.  mette  la  radice  della  China 
nel  numero  delle  Canne,  dicendo  che  fi  ftimà  per 

buona 


DEL  LEGNO  DELLA  CHINA.    <cf 
buona  contra  il  Morbo  gallico  j  &  che  l'Imperio  Car- 
lo V.  le  die  credito  conrra  la  podagra.   Di  lei  fece  meri- 
tione  Andrea  Veflàlio:  &c  non  marco  confufodi  que- 
lli (  &  come  huomini ,  che  poco  ciperimenraro- 
no  la  vera  radice  della  China)  parlo  Andrea 
Mutinolo  nel  libro  primo  di  Diofco- 
nde  al  capitolo  terzo  foglio  125. 
&    confeilà  l'tnuittillirno 
Celare  mai  viaria 
fenza  nota- 
bile, 
beneficio. 


DATVRÀ 


66 


DATVRA, 


I 


67 

DELLA    DA-T.VRA.'        C  A  P.   X  I. 


€&>  IP  -^n  ^  ^uc^a  pianta  fi  trouano  tre  Spedo ," 
C\  ,s?kf*\x^h\  delle  quali  quella  che  è  ltampataèla./ 
prima,  per cfler quella,  chepidordi- 
,  nariacr.cnte fi  adopera,  &  tanto,  che 
poche  innamorate  hfeiano  di  tenerla 
tra  le  fue  gioie  per  l'effetto ,  che  fi  dira. 


Queltaèvn'herba,  ò  fornice  della  grandezza  del  Mal- 
uauifchiOj&piuramofa,  &  nel  fuito  molto  limile.  Le 
fue  foglie  fono  molto  limili  di  figura,  &di  grandezza 
alle  foglie  della  Stramonia,  cheDiofcoridcdeicriuenel 
libratogli  534.  Tuttauialonopiu  intagliate  per  lo  cir- 
cuito al  modo  delle  foghe  del  Xanthio,  (  che  volgarmen- 
te prcllò  di  noi  li  chiama  Lampazos)  i  fiori  lono  bian- 
chi ,  &  lì  fomigliano  al  viuo  co'fiori  della  Smilacelilcia  ,- 
la  quale  in  llpagna  chiamano  Corregaela  mayor.  La 
iua  radice  è  bianca,  la  cui  lcorza  ha  il  fapore  alquanto 
amaro,  &c  afpro,  &£  ilfulto,  &  germogli  amareggiano 
più  che  la  radice.  Il  fuo  odore  è  limile  all'odor  de' Na- 
uoni,  &  odorandoli  molto  fa  Itarnutire.  Il  Tuo  frutto 
fomiglia  molto  al  frutto  della  Stramonia,  è  ritondo  &c 
della  gtandezza  d'una  Noce ,  di  color  verde ,  &  tutto  Ipi- 
nolo,  ma  non  pungono  dette  fpine  :  nafee  in  luoghi 
ombroiì ,  &c  vicini  all'acqua . 

Chiamali  quella  pianta  in  Malabar  Vnmatacava.  In 
CanatinDatiro.   Gli  Arabi  NoceMetella,&Marana. 
I  Portoglieli  Danna ,  &  la  Burladora .  I  Peiiiani ,  &  Tur- 
chi Danila.  I  Medici  Indiani  graduano  quella  pianta 
fredda  nel  terzo  grado ,  &  fccca  nel  fin  del  fecondo. 

Quello  frutto  (  il  qual  fi  tiene  da  molti  buoni  lettera- 

I     2.  ti,& 


DELLA   DATVRA.  68 

ti ,  &  dal  più  de  i  Medici  di  quelle  parti  per  la  vera  Noce 
Mctella  de  gli  Arabi  )  è  tutto  pieno  di  Temenze  della 
grandezza  di  vna  Lente ,  &  di  quel  mede/imo  colore ,  & 
di  figura  di  cuore  :  il  cui  fapor'è  come  quello  della  11  orza 
delia  Tua  pianta .  Il  mal'uio  delle  innamorate  fi  è  dar  di 
quella  femenza  fin  mezza  dramma  infufa  nel  vino,  ò  in_. 
qaellojdichepiufì  diletta.  &  quel  che  la  prende,  reità 
alienato  per  grande  fpatio  di  tempo  ridendo,  o  pian- 
gendo ,  o  dormendo  con  varij  effetti  ;  &  molte  volte  par-i 
lan  io  ,  &  hfpondendo  il  pouero ,  che  Mia  prefa  di  ma- 
niera ,  che  par'alle  volte ,  ch'egli  fìa  nel fuo  giudicio ,  cf- 
fendone  in  vero  fuori,  &  non  conofcendola  perfona, 
con  la  qual  parla  ,  ne  ricordandotene  pallata  l'aliena- 
tionc.Sono  tato  macftre  &  efperte  molte  Cortigiane  nel- 
li  effetti  di  quella  femenza,  che  la  danno  per  quàte  horc 
vogliono,  che'i  poueretto  reiti  addormentato,  o fuori 
di  ientimento.Lt  certo  fé  hauelfi  da  contare  quanti  ho  io 
veduto  &  vdito  in  quello  calo  :  &  la  differenza  delle  per- 
fòne,  che  io  ho  veduto  in  quelle  alienationi,  confume- 
rei molta  carta  :  ma  perche  non  fanno  al  cafo ,  gli  lafcio . 
Solo  dirò  che  non  ho  veduto  morir  alcuno ,  che  i'habbia 
prefo.  ben  vidi  alcuni  per  qualche  giorno  andar  alquan- 
to perturbati  r  ma  quello  era  per  effer  loio  fiata  data  in_» 
eccefliua  quantità,  laquai  le  è  moita,  vecide:  perche 
quelli  femenza  ha  parti  vclenofe  ,  benché  la  diano  i 
Gentili  per  prouocar  l'orina  con  Pepe,  &  foglia  di  Be- 
tele:&  dicono  che  fa  buono  efretro  -y  il  che  io  non  vidi, 
nèefpenmentai  perhaucr  altre  medicine  puliicureper 
lo  detto  effetto . 

Et  fé  alcuno  di  quelli ,,  che  hanno  prefo  di  quella  fe- 
menza ,  chiamano  Medici  Spagnuoli  ,,  fogliano  curar- 
li prò- 


DELLA    DATVRA.  g9 

li  prouocando  loro  il  vomito,  acciochc  euacuiao  tutto 
ciò  che  tendono  nello  llomaco  -,  &i  euacuano ,  &  diucrti- 
fconconcnlticn  acuti,  &con  legature,  &ventofe,  &c 
alle  fiate  col  falaflò  .  I  Medici  Gentili ,  &  Chriftiani  del- 
la terra  non  fanno  lor'altro  che  prouocarli  il  vomito ,  &c 
alcuni  chrirtieri ,  &  alcune  legature  forti ,  con  buone 
freghe .  &  fé  ciò  non  baita,  fanno  lor  bagno  d'acqua  cal- 
da, &gli  prouocano  lifudore,  &dapoi  il  vomito  dan 
lor  bere  di  buon  vino  con  Pepe,  &  Cannella,  sfuggo- 
no molto  il  filafTo ,  &  le  ventole ,  &  nel  mangiare  lono 
più  audaci  che  li  Spagnuoli;  &  coi!  dopò  euacuata  la-, 
materia ,  danno  loro  mangiare  buoni  polli  grofli ,  &  vi- 
no dolce,odi  vua  palla. 

Pongono  quefh  femenza  in  infuiTone  di  aceto  per 
vna  notte  ,  &  poi  la  tritano  molto  bene,  &  fregano  le 
impetigin^&l'erifipcle  instabili,  &  miliari  ;  &  in  poche 
fiate  che  l'applicano  ,  lì  rilanano .. 

Beuuta  di  quefta  radice  alla  quantità  d'una  dramma 
con  vino  ,  prouoca  molto  profondo  fanno  con  varie 
rapprefentationi  di  fegni,  &  ìlluhonifantaitrcfie. 

Le  altre  due  Iprcie  di  detta  pianta  lono  quali  limi- 
li nella  figura  &  frutto  j  eccetto  che  variano  nel  colore 
dc'fiori ,  ch'una  gli  ha  come  la  prima  della  figura  ,  ma 
lono  di  colore ,  &  il  pie  vn  poco  roflòj&  i  fiori  della  terza 
tirano  più  a  quelli  dclhufquiamo  ;  &  di  quelle  due 
vltime  ,  per  eller  velenole  ,  non  vfano  fé  non  per  ve- 
ci d  ere. 

Con  tutto  ciò  della  ferrenza  d^lfa  feconda,  luqual 
ha  i  fiorigialli ,  fanno  i  Medici  Br.jgmani  alcune  pillo- 
le come  grani  di  ^epe  di  grande  effetto  nel  tiftringer 
fiulli  con  kl  bii  ardenti,  &  nella  dilemeria..  Le  quai 

pillole 


7©  DELLA  DATVRA. 

pillole  fi  fanno  in  quello  rnodo;  Pigliano  della  fèmen- 
aa  di  quello  fecondo  frutto  vna  dramma ,  Pepe  lungo  , 
&  Pepe  nero,fandah  bianchi ,  &  borace ,  &  radice  di  bi- 
fida qual'è  vna  radice,  che  viene  daiMonti  di  Benga- 
la .,  &  Patanne  )  &  delle  foglie  di  Banguo  (  la  qua!  è 
vn'herba  come  Canape  )  di  ogniuno  mezza  dramma^ . 
Tutto  ciò  tritano  bene  con  acqua  fu  le  pietre,  che  i  Pit- 
tori fogliono  tritar  i  colori  :  &  di  quello  fanno  le  pillo- 
le ,  delle  quali  danno  fecondo  che  loro  pare . 

Andrea  Mattinolo  nel  primo  libro  di  Diofcoride  fo- 
glio i.65.  trattò  di  quella  Noce  Metella  ,  adduccndo 
confufe  opinioni  da  Serapione,  &  d'altri  :&  nel  fine  ri- 
prende Leonardo  Fuchlìo  ;  perche  dice  ,  che  la  Noce 
Metella  è  il  frutto  della  Stramonia  ,  con  quelle  parole  $ 
Oltra  di  ciò  io  non  fo  da  qual  ragione  moilò  Leonar- 
do Fuchfio  (  nel  fuo  vltimo  libretto,  doue  folamentc 
rillrinfelc  figure  delle  piante  in  piccol  forma )habbja 
detto  che  le  Noci  Metelle  fiano  frutti  fpinofi  di  quella^ 
pianta  forefliera,  la  qual  egli  per  innanzi  nel  fuograi*- 
de  volume  haueua  chiamar©  Stramonia, 

Maio  mi  tengo  al  parere  di  Leonardo  Fuchfio,  &à 
gli  altri  tuttoché  tengono,ehe  la  Noce  Metella  fia  il  flut- 
to della  Stramonia,  il  quale  fi  fomiglia  in  tutto  col 
ftutto  di  quella  Datura .  Et  coli  pare  che  quella  pianta 
fia  la  Stramonia  di  Diofcoride,  &  quello  in  che  varia, 
farà  dalla  regione. 

Amaro  Lufitano  nel  commento  del  libro  primo  di 
Diofcoride,allanarrationei6i.  tiene,  chela  Noce  Vo- 
mica delle  Spedane,  &  la  Metella  fia  tutt'una  ;  &  non_, 
ri  porta  le  piante  ,  ne  maggior  chiarezza,  che  quanto 
dice  Serapione  della  Noce  Metella  al  capitolo  3 obli- 
quale 


DELLA  DATVRA.  7i 

qualenonèdiuerfonel  parer  di  quelli,  che  tengono  la 
Noce  Mctella  per  lo  frutto  della  Stramoni* . 
Della  cura  de  i  danni ,  che  fa 
quefta  Noce  Metel- 
la,  trattò  An-   . 
drea 
Matthiolo  nel  lib.  6.  di 
Diofcoridc,  fo- 
glio 736. 


W& 

«* 


- 


AVEL- 


7* 


AVELLANA  INDICA 


E 


71 
DELLA    NOCELLA     INDIANA. 

C    A    P.  XII. 

VEST'ArboronelMalabar,  (douenec 
maggior  abondanza,  fi  chimaPac,  & 
il  Tuo  frutto, ,  ch'c  quello  che  fi  vfa  nel- 
la Medicina ,  Areca  )  gli  Arabi  chiama- 
no Faufel  .  I  Cuzarati ,  &c  Decanini , 
Tupari  ;  &  il  frutto  fccco  Chiccani .  In 
Malaca,Pinan.InTeclamPoay.  In  Canari n a jl'ar boro, 
Mari;&  al  frutto  Popara  j  &  a  tutto  infieme  Popara  Ma- 
ri. Auicenna nel lib.z.cap.ntfi.lo chiamano  Fiifcl:&i 
Portoglieli  Auelaa  da  India,  &  Areca.  1  Turchi ,  &  Per- 
miani Fu  fui. 

E  Arboro  molto  alto,  diritto,  tordo , lottile, &diui- 
fo  in  nodi  da  tratto  a  tratto  dal  pie  fingila  cima_, .  Er  per- 
che è  molto  fpugnofo ,  è  molto  difficile  da  rompcih  ,  & 
tanto  ch'una  uimena  di  detto  tronco  fatta  di  groflèzza  di 
due  diti,  fuole  tener  fermo  vn  grande  Crocodilocofì 
nell'acqua ,  come  in  terra ,  attrauerfàndcgliele  nella  go- 
la; il  che  e  l'artifìcio,  col  quale  lo  cacciane,  &\ccido- 
no  in  quelle  parti, come  io  vidi  n.oltc  fiate. 

Le  foglie  fono  più  larghe ,  &  più  lunghe ,  che  quelle 
della  Palma  del  Coco.  Fa  quelVarboro  dinanzi  dell'oc- 
chio vn'adunanza  di  foglie  congionte  col  tronco,  dalle 
quali  cleono  alcune  vimene  fonili  con  alcuni  nodi,  & 
tutte  molto  piene  di  fiori  piccoli  bianchi,  &  quali  fen- 
za odore. &  quelle uimene fi  empiono  del  frutto  chia- 
mato Areca,il  quale  è  grande  come  vna  Ncce}  &  non, e 
.  ritondo,  m  a  p,ù  lungo  in  forma  di  vn'ouo  piccolo  -y  lau 
.cuifcorzaeftcìioreè  molto  verde,  &  e/Tendo  maturo., 

K         vien 


74  DELLA  NOCELLA  INDIANA, 
vicn  molto  gialla.  Quella  fcorza  e  molto  languida,&  ar- 
rendcuole^  ha  quello  frutto  di  lontano  gràde  fomiglia- 
za  co' Dattili  maturili  frutto,  che  fi  ferra  dentro  di  detta. 
fcorza  (  il  qual fi  mangia  )  è  bianco ,  &  molto  dur©,della 
grandezza  d'una  gtande  Callagna,  con  vnagufeiacome 
la  Caftagna,&  tutto  pieno  di  uene  colorite. 

L' Areca  è  fredda  &  fecca ,  Conforta  lo  lìomaco .  Re- 
prime il  vomito.  Fortifica  le  gengiue,  bidenti  ,  che  fi 
vanno  forando.  Elìupefattiua,  &  inebria  tanto  chi  la 
mangia,chc  quelli  che  pati  feono  dolori  graui,  per  non 
fentirli ,  mangiano  quello  frutto  , 

Vfano  i  Bragmani ,  &  Canarini  Fifici  della  Terra  per 
grande  lecrcto  l'acqua  diftillata  dell'Arcca ,  per  curar  i 
flufli  colerici . 

Sogliono  lòtterrar  quello  frutto  frefeo  nell'arena,per- 
chediuenti  migliore, &  più  gratojilqual  mangiano  oidi 
nanamente  con  foghe  del  Betele,  &  con  le  gufeie  netta- 
no i  denti .  Fanno  ancho  quella  A  reca  in  pezzi,&  la  lec- 
cano al  Sole;  &lène  adopra molto  coli  nel  mangiare, 
come  perlauandcaflringenti;&  quella  fecca^chi  amano 
Chiecani « 

Etquello,che  dipiudiceSerapionc,  fi  potrà  vedere 
nel  hb.Semplici  al  cap.  345 .  del Faufel ,  &  della  Nocel- 
la Indiana. 

Haboanifa>diceii'Arboro  Faufcl  è  limile  al  NigiI ,  & 
produce  le  gufeie,  nelle  quali  è  il  Faufcl,  come  il  Datti- 
lo j  &  queft'arboro  non  è  nelle  Terre  de  gli  Arabi . 

lfaac,&  Benàmran  ;  II  Faufelèla  Nocella  Indiana, 
&  il  frutto  è  limile  alla  Noce  Mofcata  nella  grandezza  , 
&  nel  colore:&  in  ella  fono  crcfpc,&  nel  fuo  laporc  è  po- 
ca caldezza  con  poca  amaritudine  :&  fi  porta  da  fimp* 

&è 


DELLA  NOCELLA  INDIANA.     7y 
&  è  fredda,  &c  fommamentecollrettiua,  &  fortifica  le 
mcmbrai&  la  fua  virtù  è  come  de  Sand ili  rolli,&  gioua 
alle  pofteme  calde  ;  laquale  quando  non  fi  tr  oua ,  ponefì 
in  luogo  fuo  il  pefofuo  di  Sandalo  rollò,  &  la  mctàd; 
iuo  pefo  di  Coriandolo  frefeo . 

Atabari  dice  ;  Il  Faufcl  è  freddo,  &  molto  coftretriuo, 
&  fortifica  le  membra  ,  &  la  virtù  fua  è  come  quella  del 
Sandalo  roflb. 

Mabazcr  dice  ;  Il  Faufcl  è  freddo  &  fecco ,  &  è  buono 
alle  infermità  calde  ,  quando  con  lui  fi  lenifcc  il  luogo . 

Bedtgorasdicc;  Egli  è  buono  alle  Pofteme  grolle,  & 
dure. 

Mefarugie;  Egli  èconuenicnte  al  dolore  de' denti, 
&  alla  fcabbia  delle  palpebre . 

In  AbenMefuay;  Il  Faufcl  è  freddo  &  fecco  nel  terzo 
grado ,  &c  coftrettiuo.xonferifcc  a*  dolori  de  denti, &  for 
tifica  i  denti  molli,  &legengiucconlafua  aftringenza. 
Reprime  la  caldezza  de  gli  occhi  quando  fc  ne  fa  Cchol, 
ò  empiaftro  .  Affermano  in  alcune  Terre  dell'Arabia 
eficrancho di  quelli  arbori,  comcinDofar,  &inXael, 
Porti  del  Mare ,  che  fono  i  luoghi  che  cfli  più  amano. 


DEL- 


7* 


DELLA  PALMA,  ET  DEL  SVO  ER.VTTO. 
C  a  p.         Xm. 

'arboro,  al  quale  ftà  I'Elephante 
appoggiato ,  è  quello ,  che  dà  quel 
frutto  che  fi  conduce  in  Spagna^, 
chiamato  da  Portoghefì  Coco ,  per 
rifpetro  di  quelle  tre  punte  che  tie- 
ne; Se  al  medeilmo  arboro  Palmie- 
ra ,  &  dalli  Malabari  Tenga  Mo- 
ran ,  &  al  frutto  Tenga .  In  Malaico  all'Arboro  Tacan, 
&c  al  frutto  Nichor  j  &  ancho  fi  chiama  Maro,  Se  il  fuo 
frutto  Narel. 

Quello  nome  Narel  è  commune  a  tutti  li  Perfiani ,  & 
Arabijbenchc  dicono  i  Periiani,che'l  vero  nome  del  Co- 
co  in  Arabico,  &  in  Perfiano  è  Nargel ,  &  non  Narel }  Se 
allaPalmcra  in  Pcrfian  Darach ,  Se  in  Arabico  Sjger  In- 
di» I  Turchi  alla  Palmera  dicono  Agach,  &  al  frutto 
Cox  Indi ,  I  Bragmani  chiamano  l'arboro  Maro,  &  il 
fratto  Mirala  -  Se  cofi  dicono  nel  lor  linguaggio  Maro 
N  iralu .  Auicenna  le  chiama  Iauzi  alindi ,  che  vuol  di- 
re Noce  dell'India .  Serapione ,  &  Rafis  chiamano  l'ar- 
boro Iaral  Narc ,  che  vuoi  dire  arboro ,  che  da  i  Cocchi . 

Quett'arboro  è  molto  alto ,  Se  non  molto  groiìò .  Ha 
li  fuoi  rami,  chi  amati  Palme,  nella  maggior  cima,  Se 
fono  fei,o  fette  diretti  alla  cima  :  Sciano  verdi  chiari  per 
ogni  parte  .  E  arboro  molto  dritto,  Se  cinericio  nel  colo- 
re ,  il  quale  è  fatto  a  mano  a  mano  per  lo  circuito  dal  pie 
fin'allacima  a  piccoli  fcalini,  per  li  quali  afeendono  i 
Negri*  mpdo  di  fcala>,  E  arboro  molto  fpugnofo,  Se 

ama 


DELLA  PALMA,  ET  DEL  SVO  FRVTTO.  77 
amai  luoghi  maritimi ,  &c  arcnofi .  Il  fuo  fiore  s'affo  mi- 
glia a  quello  del  Calcagno .  Il  fuo  frutto  tutto  fu  l'arbore 
e  maggiore  della  tefta  d'un'huomo,  &  di  figura  Ingo  eoa 
tre  coite ,  &  molto  verde  chiaro  neJ  coloi  e  , 

Seminano  i  medefìmi  Cocchi  ,  &c  di  loro  nafee  le 
Palm  ere ,  le  quali  lì  trafpiantano ;  &  le  Iegoucrnano  be- 
ne, danno  frutto  in  pochi  anni;  per  lo  cjual  crrctto  le 
danno  cenere,  letame  di  bue,  &  acqua,  &  con  quello 
crefee,  &  fruttifica  molto  prelto;&  quelle  che  fono  vici* 
ne  alle  cafe,pcr  lo  beneficio  che  fanno  loro  ,  fono  più 
belle  j  le  cui  radici  fono  piccole  ,  &c  fupcrficiah  ,  riflet- 
to alla  grandezza  dell'arboro ,  il  quale  dal  pie  che  è  grof- 
fo ,  i\  vi  fottigliando  verfo  la  cimagli  legno  di  quello  gio 
uà  a  molte cof e. 

Nelle  Ifolc  di  Nalediua  fanno  di  qucft'arboro  folo 
tu  tea  vna  nauc ,  con  tutti  i  fuoi  chiodi ,  arbori ,  antenne  , 
vele,  lille,  capi,  corde,  &ogni  fartia,  &:  tutte  lecofeche 
fan  meftieri  alla  detta  nauc  lòno  fatte  di  detto  atboro . 
Fattala  nauc,  &polta in  Mare,  la  caricano  di  mercan- 
tia della  med clima Palmera, di ogiio,  vino, aceto,  zuc- 
caro negro,  frutti,  acqua,  &c  acqua  ardente.  Di  que- 
llo legno  fanno  caie  molto  ben  ferrare,  forti,  Òi  molto 
bene  intagliate  ;  &  de  rami  (  ch'elfi  chiamano  Ola  )  le  co- 
pronoin  luogo  di  coppi.  ÓV:  difendono  molto  dall'ac- 
qua. CóqueltamedefìmaOiacuopror.01  N<iuilj|,quan- 
do  per  lo  inuerno  gli  tirano  in  terra  ne'  porti .  Di  dette 
Palmcre  fanno  due  compartimenti  j  alcune  lafciano  per 
cauarne  la  Sura  ,  la  qual  è  come  il  vino  molto ,  &  la  cuo- 
ccno  al  fuoco  fin  che  rcfti  fatto  il  vino,  ch'eili  chiama- 
no Orraca;&  la  cauano  a  quefto  modo  :  Tagliano  vna  di 
dette  rame  più  vicina  all'occhio  dell'arboro,  del  la  quale 

lafciano 


78  DELLA  PALMA,  ET  DEL  SVO  FRVTTO, 
lafcianocomc  due  piedi  lunghezza,  &in  queftecime 
tagliate  ,  adattano  alcune  Olle  larghe  ,  ma  di  picciol 
bocca,  chiamate  Caloins,  &quiui  la  Palma  va  distillan- 
do quel  liquore ,  che  chiamano  Suraj  la  qual  poi  diftilla- 
no  in  boccia  per  farne  acqua  di  vita ,  della  quale  vna  che 
cllì  chiamano  Fula ,  che  vuol  dir  fiore ,  è  la  più  fina ,  &  fi 
accende  nel  fuoco  con  più  facilità,  &  meglio,  che  la-, 
noftra  acqua  di  vita. l'altra ,  che  chiamano  Orraca ,  non 
tanto  :  nella  quale  mefcolanovn  poco  della  fina  .  Que- 
fta Sura  prima  che  fi  diftilli  nel  fuoco,  pongono  eflì  al 
Soie ,  perche  diuenti  aceto ,  il  quale  da  fcfolo  fcnza  me- 
fcolamento  d'herba  buona ,  ne  di  fcorze  d'arboro  de  Mi- 
rabolani (  che  fono  cofe  chcui  fogliono  mefcolare  per 
farlo  più  forte  )  è  elfo  molto  buono .  Dapoi  che  lcuano 
uia  quefto primo  vàfo  della  Sura,nc  cauano  vn'altro, 
del  quale  fanno  Zuccaro  ammaliato  al  fuoco  ,  &  al  So- 
le, il  qual  chiamano  Iagra  ;  &C  è  migliore  quello,  che 
fi  fa  in  Nalediua ,  che  quello  di  Malabar . 

Alcuni  altri  di  detti  arbori  lafciano  per  lo  frutto.  Et 
quefto  frutto  quando  è  frcfco  fotto  di  quella  prima  fcor 
zagrofTa  &  verde,  ne  ha  vn'altra  negra,  che  cuoprc  la> 
midolla,  laqualc  anzi  che  fi  cangi  in  negra  ,  è  molto  te- 
nera &  bianca,&  mangiali  con  fale ,  &  fenza ,  &  con  ace- 
to^ Pepe  alle  uolte,tiene  ilfapore  dcCirciofE:  &c  quan- 
do alquanto  fi  comincia  a  indurire,  tiene  il  fapore  del 
capo  del  Cardo .  La  midolla  di  dentro  ,  che  ftà  attacca- 
ta a  quefta  fcorza,  è  languida  ,  &  dolce  ,  &  tutto  il 
vacuo  di  dentro  è  pieno  d'un'acqua  molto  chiara /dol- 
ce ,  &  foaue  j  &  quefta  fi  beue  ordinariamente  fui  mez- 
zogiorno fenza  che  faccia  faftidio  con  la  fùa  dolcezza.  & 
fi  trouano  di  quefti  Cocchi ,  che  hanno  dentro  di  fc  tre  , 

ò  quattro 


DELLA  PALMA,  ET  DEL  SVO  FRVTTO.  79 
ò  quattro  Quartilli  d'acqua  quando  fono  verdi.  Quella 
acqua  chiarita,  &  col  filo  Zuccaro  è  molto  in  vfo  a  quel- 
li ,  che  hanno  eccefliuo  calore  nel  fegato ,  &  nelle  reni , 
&  i  quelli  che  hanno  la  Gonorrea .  Però  fi  chiarifica  nel- 
la propria  lagna  (  che  coli  (ì  chiama  quello  frutto  quan- 
do è  verde.)  Quell'acqua  dura  molto  ,  &  tutto  l'anno 
vi  fono  di  dette  Lagne ,  che  da  noi  altri  fi  chiama  cocos  , 
&  da Nairi ,  ò  Malabari Tenga.  Etdnpoi,  che  quelli  fi 
fanno  duri,  &  formano  dentro  la  lor  midolla  ,  dura 
bianca,  &(aporofa,  ha  infc  quel  di  dentro  che  rclla 
concauo  vn'acqua  chiara ,  ma  non  tanto  dolce ,  come  la 
prima  •  &  quando  è  in  quello  fiato  ,  la  chiamano  i  Ma- 
labari  hleui .  Quell'acqua  ne  i  frutti  che  fono  vecchi ,  fi 
conuerte  in  vn  pomo  bianco ,  fpugnoio ,  &  lifeio  ,  che 
occupa  tutto  il  concauo ,  di  fapor  dolce , 

Quello  frutto  ha  due  feorzegroflè  prima,  chefi  venga 
alla  midolla  ,  la  qual  fi  mangia  loia,  &:  col  Zuccaro 
della medefima Palma  chiamato  Iagra,  &c  con  Aucla, 
laqual  è  fatta  di  Rifo  cotto  in  acqua ,  &  dapoi  pcllo ,  & 
molto  ben  fccco  al  Sole.Lo  mangiano  ancnora  con  una 
generatione  di  Pcfce  fecco,che  viene  dalle  Ifolc  di  Nale- 
dma,  &  pare  carne  di  Vacca  falata,  chiamato  tra  loro 
Comalamafa(cheèbuona01iuaabeuitori)&  di  que- 
lla miftura  mangiano  non  folamentc  le  genti  della  tcrra^ 
ma  i  Portoglieli  anchora.Fanno  appreflò  di  detta  midol- 
la latte  per  li  brodi ,  come  quella  delle  Mandorle . 

Di  quelle  feorze  c'hanno  il  detto  fruttola  prima  qua 
do  è  frefeo ,  è  moltogrofia ,  languida,  &  arrendeuole  per 
di  dentro  -y  &  quando  ella  è  fecca ,  fi  fa  di  lei  tutta  la  cor- 
darla, &  tutte  le  corde  5  &  Iarde  delle  Naui,  &  di  tutti 
gli  altri  Nauiiij ,  come  nelle  noilrc  parti  di  Spagna  fi 

fan 


8o  DELLA  PALMA,  Et  DEL  SVO  FRVTTO. 
£in  di  Sparto.  A  quello  Tomento  dicono  i  Nairi  Cairo  : 
del  quale  fi  Temono  molto  in  quelle  parti  j&  perche  non 
fi  putrefa,  né  fi  corrompe  nell'acqua  falata,  rinftoppano 
con  elio  iNauilijj&  coli  ferue  loro  di  lana  ,  gottonc, 
ftoppa,&  lino ,  Se  /parto .  &  pofto  neli'aqua  fai  ata ,  non 
folamente  non  fi  corrompe,  ma  gonfiandoli  nell'acqua  , 
rende  1  Nauili j  più  licuri,piu  faldi,  &  meglio  inftoppatì. 

Dell'altra  feorza,  che  cuopre  la  midolla  (  laqualc  è 
negra,  &  dura ,  da  noi  altri  chiamata  Cocco,  &  da  quel- 
li della  Terra  Xareta  )  fanno  fcodclle  ,  &  vafi  ,  co' 
quali  beue  la  gente  baila .  Appreflò,di  lei  abbrufeiata  fi 
fcruono  in  luogo  di  carbone ,  il  qual  è  molto  buono  per 
gli  Orefici ,  de'quali  molti  ve  ne  lono ,  che  lauorano  co- 
fid'oro,  come  d'argento  in  quelle  parti,  buoni  ^sfot- 
tili artefici ,  &  di  poco  interefle,  i  quali  vanno  per  le  cal- 
li gridando  il  loro  officio  con  vn  palmo  di  Canna  in  ma- 
no, il  qual  ferue  loro  per  accendere  il  fuoco  ;  &convn-, 
Corrczuolo,  &  martello,  &  due  Borili  (che  tutto  por- 
tano (eco  )&  in  cafa  di  ogni  particolare  che  li  chiama-», 
fanno  ogni  opra  di  Oro  &  argento,  fi  come  ne  fono  ri- 
chi  efii. 

La  midolla  di  quefti  Cocchi  fi  fecca  al  Sole,  di  fi  chia- 
ma Copra.  Emolro  faporofa,  &  ferue  in  quelle  parti 
per  frutti ,  come  nell'Europa  la  Caftagna  fecca .  Ciucila 
fi  porta  ordinariamente  pcrmercantiainOrmuz,  &  in 
Balagate,&  per  altre  terre,  che  mancano  di  lei . 

Di  quefta  medefìma  Copra  fi  fa  ne'  Tor  chi  l'oglio  i  fi 
come  noi  lo  facciamo  delle  Oliuc ,  &  fc  ne  fa  aliai  quan- 
tità. E  molto  chiaro  &  lottile,  &  arde  molto  bene,  &  Ce 
ne  confuma  molto.  Si  mangiacolriJ(one'brodi,fi  &  frig- 
ge il  pefee  con  lui. 

Di 


DELLA  PALMA,  Et  DEL  SVO  FRVTTO.  %i 

Di  quell'oblio  fono  due  fpccic,  vnofi  fa  della  Copra 
fccca ,  come  fi  è  detto  j  l'altro  de  Cocchi  frefehi  ;  Se  fan- 
nolo  peftando  il  Cocco  molto  bene,  Se  infondendoli  ac- 
qua calda  di  fopra,  Se  fifpremc  quella  corpulenza ,  Se 
cofi  refta  nuotando  fopra  l'acqua  Poglio. 

Di  queilobeuono  una  buona  coppa  per  euacuare  Io 
flomaco,  &  mollificar'  il  ventre-,  il  che  fa  molto  bene 
fenza  alcuna  moleitia^,  ò  danno  j  &  quello  è  molto  in 
vfo .  Altri  ui  mcfcolano  l'cfpreflione  del  Tamarindo, 
Se  alcuni  l'infufione  de  Mirabolani  Chebuli ,  Iiquali  tra 
loro  fono  più  in  vfo  ;  Se  lodano  molto  quella  maniera^ 
di  purgare.  Loglio  che  fi  fa  della  Copra  è  molto  buo- 
na medicina,  &  molto  approuata  per  li  ncrui,  Se  per 
lofpafimo,  Se  per  li  dolori  antichi  delle  giunture,  Se 
per  curare  tutte  le  ferite  frcfchc,  Se  le  piaghe  vecchie. 
Curano  con  lui  per  quell'ordine  .  Empiono  di  quefVo- 
glio  vn'alueo ,  ò  una  Almadia ,  (  laquale  è  vna  barca  fat- 
ta di  vn  fol  legno ,  nella  quale  cape  vn'huomo  diftefo  ;  ) 
ouero  qualuquc  altro  vafo  doue  vn'huomo  polla  capire, 
Se  cflèndo  caldo  l'oglio,  lì  mette  il  paticnte  dentro,&  qui- 
ui  lilafcia  ilare  fin  che  fia  guarito,  dandole  da  mangiare, 
Se  nettandolo  dalli  eicrcmenti . 

Oltra  che  è  communc  opinione,  fi  vede  continuamen 
te  per  ifperienza,che  quelli  che  vfano  molto  ne  cibi  que- 
llo Cocco,  generano  molti  vermi,  a  quali  tutta  quella 
terra  di  Malabar  è  molto  fossetta  . 

La  Palmcra  non  diftilla  da  fc  oglio  nefluno ,  ne  tiene 
altro  oglio,  come  difiero  alcuni,  le  non  quello  che  fi 
fa  del  Cocco  uerde  ,  &  fecco,  come  fi  è  detto  .  Fanno 
oltra  di  ciò  delle  fue  foglie  ombrelle  grandi  &  piccole 
p*er lo"SoIe , Si  per  la  pioggia,  &:  ftuore,  &moltealtrc 

L  cofe. 


Bx  DELLA  PALMA,  ET  DEL  SVOFRVTTO. 
cofe.  Oitf  a  di  ciò  ha  queft'arboro  neli'eftremo  un  ger- 
moglio ferrato  fimile  alli  Palmetti  dell'Africa,  ò  dell'Ai- 
garuc  •>  &c  mangiafi  ò  con  &le ,  ò  fenza  di  lei,  come  i  me- 
detimi  Palmettij  &  i  migliori  più  faporofi,&  più 
filmati  fono  cjuelli  della  Palmcra  vecchia  .Et 
fappiafi,  che  tagliando/i  quell'occhio 
all'arbore,  lì  feccafubito  tut- 
to, &  non  dà  pili 
frutto. 


B  E' 


■■ 


■ 


«3 


DE'   COCCHI  CONTRA  VELENO. 

C    A    P.  XIV. 

L  Cocco  delle  Ifole  di  Nalediua  è 
molto  lodato  dalla  gente  della  ter- 
ra ,  &  daiMalabari ,  &  fi  tiene  in 
molto  pregio  coli  dai  Re,  &  Si-T- 
enori di  quelle  parti,come  da  i  po- 
polani ,  contraogni  veleno  ,  &  al- 
le febbri,  fpafimi  ,  &  paralifìa^, 
oppilanone ,  &  colica  ;  di  modo ,  che  per  lo  più  delle  in- 
firmiti, che  occorrono,  fubito  il  Cocco  di  Nalediua  fi 
propone.  Lafcorzaancoraè  molto  in  vio  per  beuere 
con  lei,  della  quale  fanno  uafi  incaftrati  nell'Oro  &  ar- 
gento in  forma  di  Naui,  ò  Galee,  Se  appendono  in  vna 
cadenella  dentro  di  quelli  vali  vn  pochetto  della  fua  pro- 
pria midolla  :  Se  tanta  è  la  fede  che  tengono  nell'acqua, 
che  beuono  in  quelle  feorze,  che  prefumono  non  poter' 
eflcreorTefi  daueleno  alcuno,  &.cheglipreferuada  mol- 
te infirmiti;  nelle  quali  io  vidi  cader  molti,  che  ordina- 
riamente beueano  nelle  dette  (corze.Et  ccrto,tutto  che  io 
ne  cercaili  con  diligenza,mai  però  n5  vidi  effetto  buono, 
chéfaceiTero  quefte  feorze; Se  credo  che  il  fuo  molto  vaio 
re,&ftima  no  gli  venga  fé  non  per  cfìèr  cofi  nella  opinio- 
ne commune .  Alcuni  auezzi  a  beuer  con  elle ,  mi  afTer- 
mauano,che  trouauano  per  ifperienza ,  che  fcaldauano 
.il  fegato,  cVfaceuano  danno  alle  reni ,  &  generaua  pie- 
tra .  Con  tutto  ciò  uagliono  molto ,  Se  fi  vendono  i  mol- 
to prezzo ,  &  molto  più  vagliono  douefono  ,  che  lungc 
di  li:  Se  ve  né  è  alcuna  di  quefte  feorze ,  che  fenza  guar- 
nimento  vale  cinquanta  ducati,  &  più.  Quella  feorza 
è  più  negra,  &  più  lucente,  più  lunga  Se  maggiore,  che 

L      2  le  altre 


- 


S4    DE'  COCCHI   CONT.  VELENO. 

le  altre  de'  Cocchi  comuni ,  &  molte  di  quefte  vengono 
attaccate  a  due  a  due  ,  &  della  grandezza  de'  Telticoli 
d'un Toro,&  non  fono  congiunti,  ma  fi  toccano  l'uno 
con  l'altro  di  maniera,  che  d  poflòno  fcparare .  La  me- 
dolla  di  dentro  è  dura ,  bianca ,  &  porofa .  Si  rompe  con 
difficoltà,  &  non  ha  fapore  alcuno .  Prendefi  di  quefta 
medolla  di  pefo  fin  dieci ,  ò  dodici  grani  di  frumento  in 
vino ,  ò  in  acqua  rofa ,  come  fi  conuienc . 

Crcdefi,  &  hafli  per  certo,  ch'efehino  quefti  Cocchi 
d'alcune  ìfolc ,  che  fono  fommerfe  fotto'l  Mare,  le  quali 
furono  già  habitatc  -y  Se  io  pallai  iopra  di  loro ,  &  fui  in 
alcune,  c'hoggi  dì  fono  difeop  erte ,  &  habitate  con  difi- 
dcrio  di  vederle  Palmcre ,  donde  quefti  efeono  ;  le  qua- 
li non  vidi,  ne  trouai  perfona  di  credito,  che  le  haueflè 
vedute .  Il  Mare  porta  quefti  Cocchi  alle  fpiag<ne ,  &  alle 
fiate  gli  vedono -riforgerc  di  fotto  dell'acqua  ,  &c  chi  li 
troua ,  gli  porta  fubito  al  Re  fotto  pena  della  tefta,ò  del- 
la forca  ,  fc  folle  plebeo .  Alcuni  mi  diiìèro,che  haueano 
veduto  di  quefte  Palmerc ,  che  il  Marc  hauea  portate 
fuori ,  &  ch'erano  poco  diuerfe  dall'altre ,  onde  riabbia- 
mo ragionato. 

Si  troua  ancora  in  quefte  Ifole  Ambro  grifo ,  &:  alcu- 
ne fiate  in  gran  quantità ,,  &  dell'altro  peggi  orc;  &  Umil- 
mente lo  portano  al  Re  i  fuoi  foggetti  Jl  Re  di  quefte  Ifo 
le  è  Chriftiano,&  viuc  nella  cittadi  S.  Croce  di  Cochin , 
al  modo  portoghefe,  &  affitta  dette  Ifok  a'  portoghefi . 


POMI 


8! 


POMI    DELL'INDIA. 


3$ 
DE'  POMI  DELL'INDIA.       CAP.  XV. 


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Er  cflèr  quefto  Parboro ,  nel  qua- 
le fi  genera  la  Lacca,  medicina  mol- 
to neceflaria ,  &c  vfata  nelle  Speda- 
ne .,  &  della  quale  è  ben  giufto  che 
il  fappia  la  verità  diluì  ,"i#qual  va 
attorno  confufa ,  &  nafeofa,  mi  è 
parato  bene  di  lui ,  &  della  Lacca, 
&  delie  Formiche,  che  in  lui  lo  lauorano,  parlate  in  que- 
fto primo  libro.  ? 

Quell'arbore  fi  chiama  in  Canarin  Bor »  In  Decanin 
Ber.  In'Malaca,  Vidaras.  E  diuerfo  nella  grandezza, 
&  nelle  foglie  dalle  Giuggiole,  che  in  Ifpagna  fi  chia- 
mano Azòfeyfas ,  &  in  Portogallo  Mazaan  da  Nafega , 
delle  quali  trattò  Galeno  nel  libro  fecondo  delle  facoltà 
■de  gli  alimenti  al  capitolo  3i.Diquefìe  Giuggiole  fifa 
quclfiroppo  tanto  lodato  peringroftar ,  &  denfar  le  ma- 
terie fottili.&coIeriche,che  corrono  appetto.  Et  porto 
chefiano  differenti,  perefTere  quefto  Pomaro-tnaggiorc 
che  quello  delle  Giuggiole, &  hauer  la  foglia  molto  più  fi 
milealPApiolo,  &  manco  ritonde,  nondimeno  il  frut- 
to li  forni,  gli  a  molto.  Quefti  Pomi,  de'quali  parliamo 
(chiamati  tra5! volgo  di  Decanin  Ber)  alcuni  fono  più 
dolci,  §£  maggiori dclli  altri,  &  niun  di  loro  fi  viene  a 
maturar  tanto ,  che  fi  pollano  conferiate ,  &  durare  co- 
me le  Giuggiole,&  tempre  tégono  qualche  fapor  acido. 
Dal  che  fi  raccoglie,  che  non  fono  quefte  pettorali,  co- 
mele  Giuggiole,  delle  quali  fifa  il  iìroppo  pettorale. 
Di  quefti  Pomi  fono  maggiori,  &  migliori  quelli  di  Ma- 
laca,  che  quelli  di  Malabar,  &  a  tutte  vanno  innanzi 

quelle 


DE'   POMI  DELL'INDIA.         87 

quelle  di  Balagate. 

QuelVarboro  è  grande,  di  molta  foglia,  &  di  moiri 
fiori ,  &  frutti .  Quella  foglia  ècome  quella  del  Camue- 
fo,&  manco  tonde.  Everdeofcura  dalla  parte  diden- 
tro, &  per  quella  di  fuori  bianca,  pelola,  come  la  fo- 
glia della  Saluia  -&ilfapore  terreitre.  Il  fuo  fiore  è  pic- 
colo &  bianco  ,  compollo  di  cinque  foghette  lenza 
odore. 

Continuamente  fi  vede  queil'arborosiìla  Prima- 
uera  pieno  di  formiche  alate,  le  quali  fono 
dipinteli!  quello  ramo;  che  lauorano 
la  Lacca  ;  del  qual  poi  che  la  oc- 
calione  ci  li  offerilce ,  dire- 
mo quello ,  che  hab 
biamo  letto, 
veduto  , 

& 

vdito  di 

lui. 


DELLA 


■"88 
DELLA     L 


A 

41 


C  A.         C  A  P.     XV-I. 


A  Lacca  è  Medicina  vfata,  &  necefia- 
ria ,  della  quale  non  è  manco  confu- 


sone, che  dell'altre  Medicine,  le  qua- 
li vengono  dalle  parti  Orientali }  que- 
lla fi  chiama  Lacca  ,  &  in  Arabico, 
Perdano,  &  Turco  LocSumutri,  co- 
me fcdiccfTero  Lacca  diSamatra.  Non  perche  fitroui 
Lacca inSamatra ,  né  quefta  confini  con  pergu ( doue  ne 
èia  maggiore  abondanza;  ma  perche  la  portauano  gli 
Arabi  di  quelle  parti  in  Arabia  ;  &  l'altre  nationi  fi  pen- 
farono ,  che  veniflè  di  là ,  &  per  quello  che  fi  dirà  innan- 
zi ,  le  pofero  quefto  nome  LocSumutri  ;  &  coli  fc  ne  rc- 
ftò  nelle  bocche  di  molte  nationi  ;  tutto  che  il  proprio 
nomedellc terre,  dou'è più  naturale,  &  migliore,  co- 
me in  Martaban ,  &  in  pegu ,  fi  chiami  Troce  ;  &  di  là  Io 
portano  quelli  di  Martaban,  &di  Pegu  a  vendere  aSa- 
matra,&  quefta  è  l'occafione ,  perchegli  Arabi  la  chia- 
mailèro  LocSumu'ri. 

Tra  le  varie,  &  confale  opinioni  che  ci  fono  di  det- 
ta Lacca,  ne  furono  alcuni,  che  penfarono,  chein  Pe- 
gu i  fiumi  vfei fiero  del  loro  corfo ,  &  fito  j  &:  che  nel  lu- 
to ,  &  fango  che  reftaua ,  fiponefiero  verghe  piccole ,  & 
che  fopra  di  loro  fi  generauano  alfiunc  grandi  formiche 
con  ali,  chcvolauano,  &cheponeuano  quella  vacca  fu 
le  veighe,&  legni,  &  che  perciò  fi  trouaua  molta  Lacca 
porta  ne' legni .  Ma  la  verità  di  ciò  fi  è,  chein  certi  ar- 
bori grandi  di  quelle  parti,  principalmente  in  quello 
che  è  qui  dipinto,  alcune  formiche  della  grandezza  di 
qudttecIWfònofòprail  difegno  della  medefima pianta 

degnato 


DELLA  LACCA.  8* 

disegnato ,  con  ali  che  volano ,  &  legambepiu  lunghe , 
che  quelle  di  Spagna,  lauorano  perii  rami  più  lottili  di 
queft'arboro  la  detta  Lacca,  coficome  le  Api  lauorano 
il  Mele  j  &  le  genti  di  quella  terra  rompono  queiti  rami , 
&  gli  afeiugano  all'ombra,  &  cauata  la  Lacca  da  i  Legni j 
reità  in  cannuoli ,  &  in  molta  di  lei  il  legno  attaccato  ;  &c 
coli  e  migliore  quella,  che  ha  manco  Legno,  &  manco 
mcfcolata  di  terra. 

i  Et  che  fia  vero ,  che  le  formiche  generino  la  l  acca  ne' 
detti  arbori ,  ben  fi  vede  j  poi  che  molte  fiate  fi  trouano 
nella  medefima  Lacca  fepolte  le  formiche ,  &  gambe ,  & 
ali  di  loro;&  molti  pezzi  dc'mcdefimi  rami  pieni  di  Lac- 
ca vengono  in  Spagna,  che  i  curiofi  conducono:  &  il 
peggio  c,che  molti  Speciali  cofi  come  copranola  Lacca 
co'  iuoi  legni:  cofi  J'adoprano,&  vedono  co  Joro,ne*  qua- 
li non  fi  troua  beneficio  alcuno  per  l'ufo  della  Medicina  ; 
&fc  alcuno  ii  riprende,  rispondono,  che  poi  che  cofi 
gli  comprano ,  cofi  ii  vogliono  adoperare,  perche  tut^ 
toè  Lacca.  Ma  non  cadono  in  quello  errore  li  Speciali 
prudenti ,  &  ni  mici  dclli  abufi . 

Poluenza  quella  gente  la  detta  Lacca,  &  la  diffolue 
con  quei  colore ,  che  vogliono , ,  di  rotto ,  verde ,  negro , 
giallo  ;  &  fanno  i  fu oi  cannuoli  fottili ,  che  fono  quel- 
li ,  che  vengono  in  Spagna ,  per  figillarc  le  lettere,  &  fan- 
no de  gli  altri  cannuoli  groili&  grandi  per  fuoivfi  me* 
chanici  ,  come  i  filiti  da  tingere  i  legni  de  letti  ,  fc- 
dic,&altrecofediIegnoda  tornire,  che  vogliono  tin-* 
gere  .  Il  che  fanno  menandola  detta  Lacca  per  lo  tórno 
lui  legno ,  &  col  calor,che  ella  riccuc  in  quel  veloce  mo- 
ui  mento,  reità  il  legno  tinto  di  quella  Lacca,  che  tardi 
li  cado. 

M         G  li 


9*  DELLA- LACCA. 

Gli  Orefici  anchora  ne  empiono  le  opre  vuote  che  "fan- 
no d'oro  ,ò  d'argento,  perche  remino  più  falde,  &piu 
congiunte ,  &  luftrcj  empiendole  di  quefta  Lacca  iiu 
polucre,  &fcaldando  il  pezzo  pieno  di  lei  al  fuoco,  la* 
qual disfacendoli  dentro,  la  lafciano raffreddare,  òlai 
pongono  in  acqua  j  &  coli  fopplifce  la  Lacca  al  difetto 
del  metallo. 

Quefta  Lacca  fi  falfifìca  con  ragia  oc  cera  -t  &  Il  cono- 
fee  la  fallita  nel  romperla,  ò  abbrufciandola  nell'odore 
della  ragia  &  cera ,  &  nella  tencrezza.I  nomi  che  Pandct- 
tario ,  &  altri  le  pofero ,  chiamandola  Aec ,  &  Ancufal , 
fono  corrotti ,  &  non  vi  fonoin  quclleparti . 

Prcfumefi  da  Auiccnna ,  che  non  Ila  flato  conofeiu- 
tala  Lacca,  ne  veduto  l'arboro,  fui  qual  le  formiche  lo 
lauorano,  nèilmodo;  poi  che  la  fa  limile  all'arboro  del- 
la Mirra ,  il  quàl  è  differente  da  quelli ,  ne*  quali  fi  fa  la-. 
Lacca ,  com'è  chiaro  per  iadefenttione  di  Diofcoride,  &. 
del  Mattinolo  nel  libro  primo  al  capitolo  6y.&  di  Plinio 
ne)  libro  n.al  capitolo  i  $.òc  di  Thcofrafto  nel  libro  p.al 
capitolò  4.  dcll'hifloria  delle  piànte;  &  perchè  la  Mirra  è 
gomma  di  arboro  ,  &hagrauifIìmo  odore.,  come  dice 
Diofcoride  nel  luogo  detto,  &  Galeno  nel  libroprimo 
degli  Antidori,  Oc  è  pungente,  &  amara  ,  giurinola, 
diffeccatiua ,  &:  aftringenteJ&  fcalda ,  &c  ammazzai  ver- 
mijComc  dice  Galeno  nel  libro  8 .  de'femplici  ;  &  la  Lac- 
ca fatta  per  le  dette  formiche  in  fu  le  rame  di  detti  arbori 
non  ha  le  dette  qualità. 

Auicennafalafua  qualità  limile  alCarabe,  chiama- 
mato  in  Ifpagna  Alambre,  &  Ambra  da  Rofarij,  del 
qual  lafciarono  fcritte  tante  &  cofi  poetiche fìntioni  mol 
ti  auttori ,  come  Cornelio  Tacito,  Pithia ,  Archelao,  Su- 

dirco, 


DELLA  LACCA.  9i 

dirco ,  Nicia ,  Philcmonc ,  Brafauolo ,  Sotaco ,  Scrapio- 
nc ,  Mctrodoro ,  Gcorgio  Agricola ,  Plinio ,  Demolirà- 
to ,  Theofraito,Dioclcs ,  &  altri  molti  .Il  quai  Cai  ab  e  è 
conglutinatiuo ,  &  aftringcnte,  &  di  lui  li  fanno  i  pa- 
ililli  astringenti ,  che  Galeno  nel  libro  7.  della  corapo- 
fìtione  de' Medicamenti  fecondo  i  luoghi  j&  Paulo  nel 
7. volume  ;  &  Attuano  in  quello  della  compofitionede 
Mcdicamentidicono.&la  Lacca  è  apcritiua  ,  &pere£- 
fcr  tanto  apcritiua ,  commanda  Auiccnna ,  che  li  ammi- 
mitri  con  cautela.   Dice  anco  Auiccnna,  che  mancan- 
do la  Lacca,  fi  ponga  in  Tuo  luogo  il  fangue  di  Drago:  il 
quale  è  coli  notabile  errore,  come,  quello  de' Frati  fo- 
pral'Antidotario  di Mefuc,  che  nella  compofitione  del 
Dialacca  dicono  ;  cc  mancarà  la  Lacca ,  in  Tuo  luogo  fia 
pofto  lagrima  di  Iangue  diDraconc,  non  hauendo  ri- 
guardo chela  Lacca  è  apcritiua,&  prouocatiua  dc'Men- 
ltrui,&il  fanguedi  Dragone,  grandemente  aflringen- 
tc ,  &  conglutinatiuo  delle  piaghe  freiche .  &  tanto  ltrin- 
ge,chcprohibifcc,  che  non  cadano  i  denti,  &  ritiene 
ogni  fluita  del  ventre, &  fa  celiar  li  rluilì  del  Iangue,  qua- 
lità tanto  diuerfe  dalla  Lacca. 

Dicono  ,  &:  fi  tiene  per  certo  non  ellcr  in  Samatra 
niun'altra  Lacca  fé  non  quella  che  vi  ii  porta  di  Iamai, 
dondcquellidiPcggcnlavcndenoa  i  p  ortoghefi ,  &  cflì 
la  vendono  a  gli  Arabi ,  Pcrfiam ,  &  Turchi ,  &  la  porta- 
no in  Spagna.  L'errore  di  chiamarla  loc  Sumutri  ^nac- 
que da  Chini  ,  i  quali  portando  quella  Lacca  ad  Or- 
muz,  &.all'altrc parti  (prima elici  Portoglieli  acquiftaf- 
fero  quelle  terre,  &  fignoreggi altero  il  Marc  di  quello 
parti ,  come  hora  fanno  )  pcnlauano  che  folfc  ài  Sa  ma- 
ira,  &  per  tale  la  teneuanoj&  coli  fu  quello  in  ganno  oc- 

M     2.  cafionc 


su  DELLA  IACGA. 

cafioùé^oll'errorcdcifuoiiiomeirf,      ;;! ,  chi  ìb 

.oìScrapionela  chiama  Sac,  cioè,  Lacca  ;  &  dice;  alle- 
gando Diofcoride  ,chcè  gomma ,  che  nafee  nell'Arabia, 
ìimilc  all'arboro  della  Mirra y  Gallega  Rafisj  che  dice 
ch'ella  cade  dal  Cielo  (oprai  rami  della  Gubera }  &:  Ifaac, 
il  qual  appreffo  dice  eflèi  colorata ,  che  cade  (òpra  i  legni 
fottili,  &  che  tingono  con  efla  i  panni .  Dicono  ancora, 
che  la  portano  di  Armenia .  Il  qual  tutto  appar'cilère  er- 
rore, perche  Sac  è  nome  corrotto,  &  Diofcoride  non_, 
fcrifle  di  detta  Lacca ,  ne  Serapione  la  conobbe  -,  perch'e- 
gli  pensò ,  ch'ella  fi  Gaffe  il  Cancamo  di  Diofcoride ,  il 
qual  non  è  cofi  ,  come  bene  notò  Amato  Lufitano  nel 
commento  del  libro  primo  di  Diofcoride  alla  narratio- 
nc2  3.dondecauaducfpcciedi  Lacca,  parlando  à  que- 
llo modo  ;  Tutti  quelli  che  hanno  penfato  il  Cancamo 
eflère  la  Lacca ,  fono  incori!  in  merauigliofo  errore  :  ef- 
fendo  il  Cancamo  vna  Gomma  odorifera  :  &  la  Lacca, 
oucr  mangiata  ,oucro  ne  profumi ,  fi  conofee  eifere  fen- 
za  odore  ;  La  quale  al  prefentc  i  Portoglieli  portano  d'In- 
dia,roiTa,trafparente,  che  ferue  principalmente  alle  tin- 
ture ;&  di  quella  le  Spedane  preparano  vna  certa  com- 
pofitione ,  chiamati  Dialacca ,  la  quale ,  come  lappia- 
mo di  certo,  no  ne  goccia  di  Gomma ,  ò  d'arhoro ,  ò  di 
pianta  alcuna ,  ma  più  tolto  lierco,  ouero  carafa  ,  come 
lacera  dell'Api.  Nei  Regno  adunque  di  pegu  ,  detto 
cofi  preflò  a.  gl'Indiani ,  cllendo  la  terra  più  dell'ordinar 
rio  bagnata  ò  dalie  pioggie,  ò  dall'arte,  le  formiche  pre- 
dette afeendonofopra  alcuni  legni  fonili  cofi  preparati 
da  gli  habitanti,  ne'  quali  generano  la  Lacca.  &  per  quel- 
ita cagione  veggiamo  nella  Lacca  elfi  legni  >  i  quali  lenza 
dubbio  nò  fono  dWarboro  che  producala  Lacca,c©mc 

Jinnora 


DELLA   LACCA.  93 

•  fìa'hora  tutti  quafi  fi  hanno  creduto .  Vi  è  un'altra  Lac- 
ci artificiale  ,  laqualc  vendono  i  Tintori  de' panni ,  la 
quale  rifulta  dalla  fece  del  legno  Braiìl,  detto  Verzino, 
&dal  Chermefe,la quale viano  principalmente i  pitto- 
ri per  fare  il  colore  rollo  ofcuro.Quefta  Scrapione ,  inet- 
tamente certo  ,  cófonde  con  la  prima  Lacca.  Onde  mol- 
ti hora con  vergognoiìilìmo  errore  ledimi  dali'auttoritì 
di  Scrapione  ,  la  mcfcolano  nella  compoiìtionc  della 
Dialacca .  Fin  qua  Amato  Lufitano  . 

Dice  oltra  di  ciò  Scrapione ,  ch'ella  è  il  mi  le  alla  Mir- 
ra ,  &  allo  Storace  -,  nel  che  appar  chiaro  non  l'haucr  co- 
nofeiuta  ne  Paulo ,  né  Serapione,  poi  che  tanto  fuori  del 
vero  cller  della  Lacca,  ne  hanno  parlato,  come  chiaro  fi 
vede ,  poi  che  la  Lacca  non  ha  ne  l'odore ,  ne  la  qualità  -, 
ch'elfi  le  dannose  è  gomma  di  arboro  limile  alla  Mirra, 
ne  fi  troua  in  Arabia ,  com'è fli  dicono  ;  poiché  e  mcrcan 
tia  che  fi  porta  per  Arabia  dall'India ,  nel  che  fi  compia- 
ce molto ,  come  di  cofa ,  che  quelli  dell'Arabia  adopra- 
no ,  &  ne  hanno  bifogno  ,  &  non  ne  hanno  nello  lor 
terrò . 

Quanto  a  Rafis,  nel  dire,  che  cade  dal  Cielo  fopra 
i  rami  della  Gubera  ,  è  fallo  -,  poi  che  Gubera  in  Arabico 
vuol  dire  Sorba, ouer  Scruas ,  ò  Sorbe  (  come  dicono  gli 
Italiani)dclle  quali  lungamente  (cri  de  Theofrafto  nel  li- 
bro 3  .al  cap.  1 1 .  della  hiftoria  delle  piante:&  Diofcoridc 
nel  libro  1.  al  cap.  1  3<5.&  Galeno  nclhb.8.defemplici5& 
nel  lib.r. delle  facoltà  de  gli  alimenti .  lcquali  Sorbe,  non 
fono  in  tutta  l'India,  come  l'inganno  dell'oliue  fanati- 
che di  Plinio  -y  perche  non  è  alcuno,  che  ne  habbia  vedu- 
to in  tutte  quelle  parti;  ne  manco  ui  fono  Nefpole,chia- 
matc  in  Arabico  Anzaruut:  ne  fi  conducono  dell' Arme- 
nia, 


94  DELLA  LACCA. 

nia,nè  quiui  fòno,comc fi  ha  hauuto  certezza .  Dicono! 
Frati  Italiani  fu  i  Comcntari  di  Meme ,  che  niun'huomo 
iia  veduto  la  vera  Lacca  nell'rluropa ,  &  che  non  fi  ha  da 
credere,  che  la  natura  mancaiìc  hora  in  cotal  medicina, 
benché  molti  credano  eflèr  ilCancamo  di  Diofcoridc, 
in  quanto  la  deferittion  della  Lacca  per  Paulo,  &  Dio- 
feoridc  conuienc  al  Cancamo .  Ma  detto  Cancamo  fi 
prelume  non  cflere  conofeiuto,  (  tutto  che  alcuni  lo  ten- 
gano per  lo  Belgi  oi  no)  poi  che  non  fi  fa  che  infuo  luò- 
go fi  polla  poner  il  fangue  di  Drago . 

Buona  è  l'opinione  de  Frati  nel  dire,  che  la  Natura^ 
non  douca  mancar  hora  in  quefta  medicina;  &  dicono 
il  vero  j  perche  hoggi  fono  le  terre,  i  ferri  plici ,  &  le  Me- 
dicine,^ Tufo  di  loro  più  conofciuto,che  mai  fia  flato. 
Ma  nel  dir  che  non  ci  fia,errarono  ;  poi  che  ella  ui  fi  tro- 
_ua,&  tale  è, &  per  tale i'ufanò  gli  Arabi,i  Perfìani, i  Tur- 
chi^ Gentili. 

*  Meglio  haurebbero  fatto  a  confeiTare,  checofipoco 
nchabbianofaputo  effi ,  come  Serapione ,  &  Auicenna; 
&  che  del  Cancamo  non  habbiamo  cognitione,  poi  che 
non  è  Bclgioin ,  come  notò  bene  Amato  Lufitano  fbpra 
Di  ofeoride,  al  cap.  del  Laferpitio ,  &  al  cap.  del  Canca- 
mo ,  nella  narratone  23.  &  ciò  èchiaro ,  &  palefc  ,  poi 
che  non  fi  troua  in  Arabia  j  &  la  Lacca  è  quella  che  riab- 
biamo, &  per  Lacca  vfiamo.  Et  molti  buoni  Fifìci,  & 
buoni  letterati  Mori,&  Gentili  in  quelle  parti, &  in  tut- 
to Balagate  vfano  la  Dialacca-,  perche  in  tutte  le  compO- 
fìtioni  nelle  quali  noi  poniamo  Dia-,  pongono  cfsi 
Dal.  ;  1  fb 

Se  con  tutto  ciò  pareflfe  ad  alcuno ,  che  non  ci  folte h 
vera  Lacca  (perche Te  1  Greci  Sconobbero,  ella  è  ilCatf- 

camò; 


DELLA    LACCA.  $; 

camoj&  Ce  non  la  conobbero,  ella  è  quella  di  Auicen- 
na, &  di  Serapionc;  &  cofil'una,  come  l'altra  non  ha., 
odore,  ne  è  buona  a  profumar  li  vcfti menti ,  ne  meico- 
lata  con  Mirra ,  &  con  Storace  accrcfce  odore  -,  ma  più 
tofto  lo  diminuifee  j  &  che  perciò  non  vi  è  ne  Lacca ,  né 
Cancamo  )  auifino  &  intendano ,  che  la  Natura,  laqual 
non  fece  alcuna  cofa  in  vano ,  ne  manco  è  diminuta ,  ne 
foucrchia ,  non  fu  defettiua  in  queite  Medicine  cofi  ce- 
lebrate da  Greci ,  &  da  gli  Arabi  \  ma  che  ci  fono .  Et^ 
cofi  manco  inconuenicnte  farà  a  dire,  che  Auicenna,  ne 
Serapionc  nonconofcelfcro  la  Lacca ,  &c  errarono  nel  te- 
ner ,  che  mancaifc ,  &:  manchi  in  lei  la  Natura,  che  affer- 
mar quello,  chediflcro;poichciifa,  &  fi  vede  chiaro, 
che  la  vera  Lacca  è  quefta ,  che  adoperiamo  &C  teniamo 
nelle  Spedane ,  &  che  viene  dall'Indie  Orientali ,  &  luo- 
ghi che  fi  èdetto  in  Ifpagna.  apertale  la  tengono  tutte 
le  regioni  dell' Afia ,  &  dell'Africa ,  &  la  maggior  parte 
dell'Europa  ;&  cofi  la  chiamano  i  proprii  Indiani  .  Et 
benché  i  Frati,  che  fcrilfero  fopra  Mefuc,  ouer'altri  con- 
tumaci ,  &  perfidiofi  tengano,  che  non  fc  netrouij  non 
perciò  fi  muta  la  cofa  del  fuo  eiTcrc  5  poi  chefi  è  veduto , 
che  Serapionc  fi  ingannò  credendo  che  foffe  il  Cancamo 
diDioicoride,&diPauIo}  &chc  Auicenna  cadde  nel 
medefimo  inganno ,  &  non  conobbe  la  Lacca . 

Etaquclli ,  che  hannodetto ,  chepoi  che  riabbiamo 
la  Lacca ,  &  non  lo  polsiamo  negar  con  ragione ,  in  luo- 
go del  Cancamo ,  fi  può  dir  che  manco  male  è  mancar 
d'una  medicina ,  che  di  due  •  con  tinto  ciò  (  perche  non 
manchi  né  vna ,  ne  l'altra  ;  poi  che  la  Natura  non  mancò 
in  loro ,  ne  hora  ci  fono  manco  medicine ,  che  nel  tem- 
po de noftri  paifati  )  è  bene,  che  fi  fappia,  che  ci  fono 

& 


96  DELLA   LACCA. 

&  Cancamo ,  &  Lacca .  Del  cui  parere  è  il  molto  dotto , 
&  molto  efperto,  &  no  meno  inueitigatore  deféereti  del 
la  Natura  il  Dottor  Garzia  di  Orta ,  |>rouando,che  Can- 
camo è  l'Anime  ;  poi  che  Cancamo  non  è  Bcngioino,  né 
fi  troua  nell'Arabia,  come  fi  è  certificato.  Prouafi,  che 
ila  Anime  ;  perche  è  buono  per  gli  odori, &  molto  vfato 
ne  profumi ,  &  fi  p  orta  a  Portogallo  dalla  Ethiopia,  ter- 
ra ,  che  confina  coli' Arabia  j  &  d'Africa  ;  &  dalla  Mina  : 
&  che'l  Cancamo  fia  Anime ,  i  detti  Portoglieli ,  che  lo 
conducono ,  &  altri  che  l'hanno  veduto ,  &  Amato  nel 
libro  primo  di  Diofcoride ,  nel  capitolo  del  Cancamo, 
&  BriiTòttQ  (apicntiflìmo  Medico ,  che  lo  vide  nauigan- 
do  a  quelle  parti ,  lo  affermano  j  il  quale  è  Gomma  d'al- 
cuni arbori  delle  dette  parti ,  i  quali  hanno  la  foglia,  co- 
me di  Mirto .  Di  quello  fi  troua  vna  Speciedi  bianco  , 
&  l'altra  di  quali  negro  in  qualche  parte  limile  alla  Mir- 
ra ,  &  odorofo  j  &:  perciò  lo  pofe  Diofcoride  tra  le  (pecic 
della  Mirra  ;&Serapionc  lo  chiama  Amineaj  onde  pa- 
re che  co  vocabolo  corrotto  i  portoglieli  lo  chiamino  A- 
nimejil  qual  fi  vfa  cétra  i  dolori  del  capo  da  cagione  fred 
da ,  &  ne'  profumi  è  molto  vfato  j  &  coli  è  in  vfo  in  luo- 
go di  Cancamo  adoprar  Anime .  Dice  Paulo  nel  lib.  7* 
della  lua  Medicina.  Il  Cancamo  è  lagrima  di  Arbore 
nell'Arabia  fimiic  alla  Mirra,  di  grato  odore,  del  qual 
anco  fi  vagliano  ne' profumi.  Dalie  qua^  tutte  cole  fi 
fa  manifeilo,poi  che  cofi  è  la  verità ,  che  il  Cancamo  è 
l' A  nime  •  &  che  per  tale  fi  dee  tenere .  Et  chi  ne  dubitarà, 
tenendo  l'Anime  per  fpecie  di  Carabc,  guardi  che  mol- 
ti tennero  che  fua  fpecie  folle  il  Cancamo  -y  &  che  àuì- 
cen na  ri p rendendoli  tdiiie,  che  non  è  Carabc  -y  m a  che 
e  in  virtù  come  elio,  Onde  cofi  è  manifcJfto,  che.  non 

manchiamo- 


DELLA   LACCA:  97 

manchiamo  né  della  tacca ,  né  del  Cancamo .  Quahto 
al  dubio ,  che  alcuni  hanno  fc  fi  debba  chiamare  la  Lac- 
ca ,  Lac,  ò  loc,  ò  Lue,  chiamandoli  nella  principal  ter- 
ra donde  viene  Troce  ;  fc  alle  Medicine  non  ben  cono- 
feiute  non  mutaiferoi  nomi,  ma  loro  laiciaflcro  i  pro- 
pnj  delle  terre ,  doue  nafeono  ,  non  ci  farebbe  l'occafio- 
nc ,  che  ci  è  di  tanti  errori ,  &  contentioni  tra  gli  Arabi, 
Greci ,  &  Latini .  Ma  perche  di  detta  Laccai  haueano 
bifogno  non  tanjo  per  medicare,  &  valerli  di  lei ,  come 
di  Medicina  ncceilaria  ;  ma  anco  per  tingere,  &  disfa- 
cendola reltauacondcnfata.  come  loc,  che  è  più  denfo, 
&  più  fpeflò ,  che  la  fapa  \  b  chiamarono  Lue ,  &  cofi  le 
reitò  il  nome  de  gli  Arabi  ;  che  la  comprauano  da  Chi- 
ni j  &  dapoi  nel  dimandarla  a  gli  Indiani  di  Lue ,  in  Loc, 
le  rimale  l'ufo  &  corruzione  nel  nome  ;  &  quello  fi  tie- 
ne per  cofa  certa . 

Or  poi  ch'egli  è  cofi  chiara  la  differenza ,  eh  e  dalla 
Lacca, al fangue di  Drago,  non  fi  confenta  mettenti., 
fuo  luogo  fangue  di  Drago,  nella  confettion  Dialacca  j 
ne  fi  creda ,  che  Lacca  fia  quello ,  che  gli  Arabi  chiama- 
no chermes,  ò  charmen  ;  poi  chevno  è  Gomma.  (  fé  cofi 
fi  può  dire)  cauata  per  le  formiche  dell'arboro,  come 
da  fua  cagione  materiale ,  lauorata  fopra  li  medefimi  ra- 
mi ,  come  l'Api  lauorano  il  mele  -y  &  l'altra  è  femenza  in 
tuttocofi  differente,  comefivede  nella  defenttionc  di 
Diolcoridc  nel  libro  4. al  cap.  z  3.  del  Coco  da  tingere, 
&c  Andrea  Mattinolo  nella  efpofirione  del  medefimo 
cap.  adduce  i  fuoi  fegni  ,  &  qualità  molto  diuerfi  da- 
quelli  della  Lacca.,.  Delle  virtù  di  quefta  grana,  chiama- 
ta Chermes  da  gli  Arabi,  &  ndie  Spedane  Grana  dsu 
Tintori,  &  in  Spagna  Grana  para  tinier,  oSimientedi 

N  Coicoia, 


98  PELILA   LA£CA» 

Cofcòia ,  &  in  Portogallo  Gran  de  Carafco)  fcriilè  Gale- 
no nel  I1br07.dc  {empiici  conducile  parole  $  Il  grano 
da  Tintori  poilìedc^  potenza  coftrettiua  iniìeme  &  ama- 
ra .  dilTecca f ènza  pungere .  Onde  fi  conuiene  alle  ferite 
grandi  >  &  fpecialmcnte  de  nerui .  In  Amato  al  cap.  del 
Grano  Tintorio ,  nella  narratione  51.&  in  Plinio 
nel  lib. 5>.al  cap.4i.pu0  leggere  colui  che  vor- 
rò più  fapere  di  detta  granai .  Della* 
qual  Mcfuc  de  gli  Elettouari  a  fo- 
glio 44.  tragge  la  com- 
poiìtion  dell'elee* 
tuario,  ouero 
cófèttio- 
ne 
Alchermes . 


. . ..,»  DELLA 


DELLA     CANNA     FISTOLA. 
Cap.         x  v  i  j. 


9* 


Er  efTer  la  Canna  Mola  ordinaria, 
tanto  vfato ,  volcua  tralafciare  di 
parlar  di  lei,  benché  fìa  fiata  occul- 
ta a  Diofcoridc ,  &  a  Galeno  ?  che 
le  i  Greci  l'haucflero  conofeiuta  Oc 
ifperimentata ,  ben  fi  dee  credere, 
l'haueriano  lodatay&  haucrian  det 
to  molti  beni  di  lei .  Quella  è  l'ordinaria ,  che  nelle  Spe- 
dane li  confuma  ;  ritrouata ,  lodata ,  &  ifperimentata^ 
da  gli  Arabi  ;  i  quali  fenza  lor  colpa ,  ma  ben  per  colpa 
di  Gerardo  Crcmoncfe  (ilqualpernotraslatar  bene  l'A- 
rabico, glie  le  dà)  vengono  impugnati  dal  Manardo ,  da 
Nicolò  Lconiceno,&  altri  Moderni ,  non  mirando ,  che 
gli  Arabi  dicono  di  lei  in  verità  tutto  quello  che  fi  ritro- 
ua  in  lei ,  &  a  che  ella  gioui . 

Trouafi  quella  Canna  fittola  nel  Cairo ,  &  in  molte 
altre  parti ,  coi!  nelle  Indie  Orientali ,  come  nelle  Occi- 
dentali. Sene  troua  ancor  molta  in  Malaca,&in  Siam, 
&  in  molte  altre  parti .  Delle  Orientali  la  miglior'è  quel- 
la che  fi  troua  più  volta  al  Settentrione,  &c  fopra  tutte 
quella  di  Cambaia  .  L'Arboro  fuo  è  della  grandezza^ 
d'un  grande  Mandolaro  :Ie  foglie  verdi  hanno  grande 
fimiglianza  col  Perfico ,  &  nelle  terre  manco  numide,  le 
ha  alquanto  più  iìrettc .  I  fiori  fono  gialli,  &  l'odore  non 
è  ingrato.  Nel  cader  del  fiore,  nafee  la  verde  Canna  fiflo- 
la,Iaqual  è  d'un  verde  molto  bello  tinta  quando  è  ucrde: 
&  ma  turandoli,  fi  cangia  in  breue  termine  in  negra;  & 
qucfla  fi  troua  dalla  minore  fin  la  maggiore  di  due  fin 

N     t         cinque 


ioo  DELLA  CANNA  PISTOLA: 
cinque  palmi ,  di  lunghezza  in  tutte  quelle  parti  Orien- 
tali j  fenza  che  fi  vii  diligenza ,  ne  induftria  di  feminarla, 
per  nafcer  ella  da  fc  per  li  campi,  &  bofchi  in  grande 
jquantità  buona ,  &  piena  di  midolla .  Et  cofi  godono  di 
lei  gli' Orientali  con  minor  fatica  che  gli  Occidentali, 
principalmente  quelli  delllfolà  di  S.  Domenico ,  douc 
dieci! ,  che  fi  femina  perche  uenga  buona . 

E  tanta  la  quantità  che  fi  troua  di  lei  in  Cambaia  (  do- 
Ukè  la  migliore  )  che  danno  vn  CandiLdìlei-(  ch'è cinque- 
cento oc  ventidue  libre)  per  vna  moneta,  che  vale  trecen- 
to &  fefìànta  Marauedis .  &  nelle  montagne  di  Cranga- 
nor ,  &  per  tutto  il  Malabar  quando  è  più  cara, vale  vinti 
Marauedis  la  libra .    i 

.  Ghiamafì  in  Arabico  Hiarxamber,  &  tengonfipcr 
corrotti  gli  altri  nomi,che  fé  le  danno  in  Arabico,  per  e£- 
fcr  quello  il  proprio-,!  Gentili  Canarini  la  chiamano  Ha 
fanguia,  &  l'arboro  Bahoo*  &  anco  i  Canarini  chiama- 
no 1  arboro  Baua ,  &  la  Canna  fittola  Bauafenga .  I  De- 
canini,  &Bragmani  Bauafinga .  I  Guzarali  Gramala. 
I  Malabari  Condaca .  I  perfiani ,  &  Turchi  la  chiamanti 
Hiarxamber  ;  &  mi  affermò  uno  nominato  Gogecela 
molto  buonmedico  Perfiano,chc  quefto  nome  era  ucra 
mente  Pcrfiano,8dl  proprio  Severo  nome  Arabo  era  Ga 
fàtfalus. 

Tienfi  la  Cannafiftola  per  temperata  tra  ealdo  ,  & 
freddo,  Ite  nel  primo  grado  h umida ,.  benché  Mefue  vo- 
glia, che  declini  un  poco  al  ealdo }  &:  Antonio  Mufa  al 
caldo,  &humido nel  primo,  ò  nella  prima  parte  del 
fecondo  :  &c  gli  Indiani ,  a'  quali  non  fi  dà  intiera  fede 
nella  graduatione ,  la  fanno  fredda ,  &  numida  ;  &  l'ufa- 
no  molto  per  purgare  la  colera ,  &  gli  humori ,  che  fono 

nella 


DELLA  CANNA  FISTOLA:        ioi 

nello  ftomaco,&  nel  ventrc.Per  chiarificai*  il  /angue  fem 
pre  la  correggono  con  vn  poco  di  Riobarbaro  ,  &  mol- 
ti iogliono  dar  con  lei  alcuni  grani  di  Cinnamomo  per 
rifpccto  delle  ventofità  j  &  de  1  femi  non  fanno  calo ,  & 
li  gettano  via .  Quanto  a  quelli ,  ch'adoprano  la  poluerc 
della  Tua  feorza  per  prouocarc  i  Menftrui ,  &  facilirar  il 
parto  ,  &:  efpellcr  le  fecondine,  fi  tiene  per  pazzia,  per 
efler  molto  fredda ,  &  fecca .  Et  fé  Scpulueda  lo  attribui- 
re all'ifpcrienza ,  con  la  qua!  dice  che  fi  trouò ,  con  più 
ragione  fi  poria  attribuire  cotale  effetto  alla  decottionc 
dell'  Artcmifia ,  &  al  Mele,  con  li  quali  fi  mefcolò  /Tan- 
to più  che  fenza  quelli  aiuti  fuolc  la  Natura  espellere  le 
fecondine  ,  &  le  cofe,  che  la  virtù  retcntiua  nlafcia,  OC 
di  fgi  unge  da  fé.  Etaqueftodiceil  Lacuna,  ch'è  buona 
la  feorza  della  Canna  nftola  folutiua,  perche  giamai  le 
grauidc  non  partorifehino,  ma  creppinocon  la  creatu- 
ra nel  ventre. 

Et  non  vale,  né  fi  approua  l'opinione  di  quelli,  che 
tengono  quella  d'Auicenna ,  dicendo,  ch'egli  comanda 
ch'ellafia  data  per  facilitar  il  parto  j  poi  che  quella  non 
fu  la  intentione  di  Auicenna .  Per  la  qual  cagione  è  fla- 
to pofto  per  regola  generale,  che  quando  fidila  Cafìia-. 
nelle  Medicine  folutiuea  s'intenda  Canna  fittola  -y  de  in 
tutte  l'altre  per  Calila,  fi  prendi  la  Caflia  lignea,  ch'è  la 
Cannella ,  come  nel  fuo  cap  fi  dichiarò . 

Della  Canna  fiftola  fi  elegge  la  frefea ,  grolla  ,  lucida  > 
piena,  &  pefante.Chiariiìca  il  fangue-purga  leggiermen- 
te l'humor  colerico ,  &:  flemmatico;  raffrena  il  furor  del- 
la colera  j  tempra  il  calore  delle  reni  j  mitiga  l'ardor  del- 
la orina  •  fcaccia  le  renelle  delle  reni,&  vieta  che  uè  fé  ne 
generino .  Netta leftrade  dell'orina,  ck  la  velica  ..Prouo- 

cail 


lot  DELLA  CANNA  FÌSTOLA, 
ca  il  fonno  ;  &  èlenitiua  del  petto.  lt  non  fi  permette  da- 
poi  prefa ,  che  fi  tardi  molto  a  mangiar  fopr  a  di  lei ;  per- 
che la  Natura  no  l'accolga  in  luogo  di  cipo,&  anco  per- 
che fortificata  col  mangiare,  opera,  meglio,  Oc  efee  più 
frcilmcnte  del  ventre  :  nel  quale  quando  ella  fi  ritiene 
m@lto,  produce  dolori  dibudelle,  &  ventofità. 

per  di  fuori  fi  applica  la  detta  Canna  fittola  nell'Enfi- 
pole,&  infiamagioni.E  in  ufo  per  tutta  l'India  di  purgar- 
li i  dilicati,  le  donne  &  fanciulli  con  la  detta  Canna  fifto- 
la verde  condita ,  della  qual  prendono  fin'  un'oncia  con 
buon'effetto.  &  la condifeono  quando  è  molto  frefea, 
&  molto  tenera  prima  che  la  feorza  fc  le  indù- 
rifea,  ponendola  a  molle  prima  in  ac- 
qua frefea  innanzi;  che  la  cuc- 
cano in  Zucchero  :  & 
purga  mo- 
dera- 
tamente ,  &  fenza 
molcftia . 


V 


DEL? 


DELLE     CVBEBE. 


103 
GAP.     XVIII. 


E  aromatiche,  &  Veneree  Cubebe  , 
chiamateda  gli  Arabi  Cubtbc,òQua- 
bcb.  &  nel  volgar  Arabico  Cubaba-» 
Chini  ;  &  nella  laoa ,  dónde  fi  tragge  , 
Cumucos  j  &  da  tutto  il  refto  della 
;  gente  Indiana  Cubai  Chini  ;  &  que- 
lla volgare  denominatone  della  China ,  non  viene  loro 
perritrouarfl  nella  China,  ma  perche  Quando  i  Chini 
in  que*  primi  tempi  (  prima  che  i  Portoglieli  occupafle- 
ro  l'indie  )  nauigauano  quel  Marc  Indico,  &  portauano 
lcmercantie  che  ritrouauario  in  quelle  parti  a  i  luoghi 
doue  andàuano  -y  &  quando  i  Guzzaràti ,  &  Arabi  che 
vdiuano  a  chiamarle  Cumuc,  vedendo  ^  che  i  Chinile 
conduccano  ,  corrottamente  le  chiamarono  Cuba- 
ba  Chini . 

Eli  detto  frutto  d'un'arboro,  il  qual  dioono  e/Terc 
come  vn  mediocre  pomaro,  le  cui  foghe  fi  auiluppano 
comeHedera,  o  come  le  foglie  del  Pepe ,  con  le  quali 
tiene fimilitudincj  benché  fìano  più  piccole^  &c  non  è  ar- 
bore come  il  Mirto ,  ne  fi  aflbmiglia  alle  fuc  foglie .  Na- 
feono  in  grafpi  non  come  l' Vua ,  ma  ciafeuno  pènden- 
te da  vn  pie.  Sono  le  dette  Cubebe  tanto  ftimarc  nella 
fua propria  terra,  che  prima >  che  le  lafcino  vfeire ,  ie 
cuocono  accioche  non  fi  pollano  feminaré  altrouc  ;  & 
cofi  aflèrmano  molti,  che  fono  Itati  ncinfola  della  laoa . 
&  quefta  fi  crede  elTere  la  cagione ,  perche  nell'Europa  Ci 
corrompono  cofi  tolto .  E'  opinióne  di  alcuni ,  che  le 
Cubebe  fiano  un'altro  genere  di  Pepe  •  il  che  non  èj  per- 
che il  Pepe  di  Cunda  non  è  diuerfo  da  quello  del  Mala- 
bar; 


ro4  DELLE  CVBEBE: 

bar^fisquelVarboro  è  differente  nell'Arboro,  nel  fiore  ^ 
de  ncl'tnitca:  Dalla  medefìma  Cunda  portano  le  dette 
Cubebe  alla  China  per  Medicina,  &non  per  mangia- 
re ,  come  fi  fai!  Pepe,,  Della,  qual  portano  gran., 
quantità. 

MattheoSiluatico  dice  d'auttori  ràdi  Serapione,  che 
le  Cubebe  de  Mori  fono  il  Mirto  faluatico  di  Diofcori- 
de  ;  oc  che  la  deferittiòne  di  Galeno  intorno  le  Cubebe  è 
quella  di  Diofcoride  del  Mirto  faluatico .  &c  la  ragione, 
che  perciò  adducono,  è  molto  debole,  parendogli ,  che 
Diofcoride,  &  Galeno  non  potettero  rcltar  ingannati  in 
niuna  cola,  &c  lanciare  diicriuerne  molte,  come  nota 
Auerrois  nel  quinto  del  Colliger^perche  certo  molte  co- 
fclafciarono  crii  di  fcnuerc,che  non  peruennero  alla  lo- 
ro notitia..&  quando  Serapione,  &  gli  altri  Arabi  par- 
larono di  alcune  Medicine  dell'India  di  vditaj  &  quan- 
do efli  vedeuano ,  che  alcuna  Medicina  feruta  da  Greci, 
giouaua  per  alcuna  cofa ,  fubito  diccuano  -y  cjuefta  è  Me- 
dicina vfaca  da  Greci  chiamata  col  tal  nome,  il  quale  in^ 
ganno,  &  confufione  era  aiutato  dal  non  faper  loro  la 
lingua  Greca  ;  &  per  tal  cagione  errò  Serapione,  óchii 
imitò  pandetario,&  gli  altri.  Mache  le  Cubebe  non.» 
fìano  il  Mirto  faluatico ,  è  chiaro ;  perche  il  Mirto  fal^ 
uatico  è  quello ,  che  chiamano  Rufcus ,  oucr  Brufcus^  la 
cui  molto  conofeiuta  radice  enrra  nel  fìropo  di  radici :&c 
di  tal  parere  è  il  diligente  Rucllio . 

Le  Cubebe  hanno  buon'odore,  &  non  hanno  grani 
denrro  ;  &  il  Mirto  non  ha  odore,  &c  tiene  grani .  Le  Cu- 
bebe hanno  il  (apore  acuto ,  &  il  Mirto  dolce .  Ruelho  , 
&i  Frati  che  fenilero  fopra  Mclue,  hanno  il  carpello 
perle  cubebe  di  Serapione,  &  di  Auiccnna  -t  perche  nel- 
le coni' 


DELLE  CVBEBE.  IOJ 

lecompofitioni,  douc  Galeno  pone  Cirpefio,  Scrapio- 
nc  pone  Cubebe  :  onde  fi  conclude,  ch'elio  le  faccia  tutta 
vnacofa.  Et  chc'l  Carpello  non  fia  cubebe,  fi  vede  per  le 
ragioni  dctte,&  per  l'errore  in  quello  calo  di  Serapione, 
il  quale  fece  preluppofito,  che  Galeno  &  Dioicoride 
doucifcrofcriucreogucofa,  &  non  lafciar  di  fcriuerc 
coli  alcuna.  Dal  che  non  fcguiuaalrro  inconueniente-, 
poi  che  Dioicoride  &  Galeno  ialciarono  di  fcriuerc  del- 
le cubebe,  come  di  cola  non  pei uenuta  alla  loro  noti- 
da,  perrilpctto  d'cller  Medicina  foreltiera,  &  nata  in 
Ifole  coli  lontane  dal  luogo  dou'elh  habitauano .  Tan- 
to più  che  Galeno  dice  eller  il  carpello  vna  certa  nerba 
limile  alla  Valeriana:&  dice  il  Lacuna ,  che  poi  che  la  ra- 
dice della  Valeriana  è  loia  in  vfo,  fi  deue  anco  della  lo- 
ia radice  delle  Cubebe  tener  conro .  Et  Galeno  parlando 
del  carpello ,  giamai  non  parlò  del  luo  frutto ,  ò  Temen- 
za ;  ma  folo  de  farmenti ,  i  quali  dice  eiler  limili  a  1  cin- 
namomo .  Et  dice  il  Lacuna ,  che  per  quello  li  pollono 
intendere  le  radici  per  eiìère  in  fé  lteile  larmentofe.  Et 
colili  rifoluedi  prendere  il  carpello  per  le  Cubebe  de 
gli  Arabi. La  quale  opinione  io  Ialino  alla  buona  ragio- 
ne ,  che  la  giudichi .  Et  polio  che  Auicenna ,  &  Serapio- 
ne conoiceflero  bene  quefta  Medicina ,  non  intendero- 
no  però  bene  Galeno,  ne  Dioicoride,  come  fi  conclude. 
Or  perche  dice  il  Ruellio,che  miglior  carpello  è  quello 
di  Ponto,  &  che  nella  Sona  ve  ne  è  molto,  &  perciò  alle- 
ga Attuario.  Ma  non  fi  fa  che  ne  in  Ponto,  ne  nella  ^o- 
ria  iiano  altre  cubebe ,  eccetto  quelle  ,  che  per  mcrcan- 
tia  portano  d'irfdia ,  le  quali  adoprano  in  gran  quantità 
i  Turchi,  &  Arabi  per  Medicina  -y  &  il  principale  effet- 
to fuo  è  per  aiutare  Madonna  Venere.  Ben  pona  ellc- 

O         re, 


io<S  DELLE  CVBEBE', 

re,  che  il  carpello  haueiTc  ia  mcdefimapòfenfca.)che  k 
Cubebe.Ma  die  non  ila  ne  il  Carpefio, ne  il  Mirco  lalua- 
tico  di  Diofcoride,  ilpuò  ben  vedere-  perciò  che  dice 
Galeno  neli' Antidotario ,  che  fono  filiti,  &c  le  Cubebe; 
&  il  Mirto  faluatico  fono  frutti  molto  conofeiuti  j  onde 
non  poflbno  effere  vna  cofa  iftelia  :  &c  in  quante  Cubebe 
fi  traggono  di  Iaoa  ymai  non  fi  trouarono  fuili  j  ne  è  ar* 
borofatiuo,  ma,  faluatico,  &  di  vna  folafpecie,  &  di7 
ce  Galeno  nel  libro  delle  facoltà  de  femplici ,  che  il  Car- 
pefio è  fi.rnilc  alla  Valeriana  ;  benché  ila  più  apcritiuoj 
&piufottilo 

A  quello,  che  dicono  i  Frati,  che  ne  hanno  veduto 
di  molte  maniere ,  alcune  fenza  fapore ,  altre  amare,  & 
altre  buone  j  poria  eilcre,che  le  amare  follerò  corrotte,  &c 
le  altre  buone, di  manco  tempo  colte,  &  meglio  confer- 
uate.  Appreilo  dicono  alcuni,chele  Cubebe  fono  fe- 
menze  di  Vitice  ;  perche  vna  fpecic  di  femenza  di  Vitice 
ha  il  fapore  del  Pepe,  quafi  come  il  fapore  delle  Cube- 
be .  Ma  che  non  fiano  femenza  di  Vitice  ,  ò  di  Agno  ca- 
fto,fi  proua  coi! nella  differenza  della  pianta,  &  frutto, 
come  nella  potenza  5  perche  le  Cu  bebé  fono  molto  ami- 
che di  V  enere ,  &  accrefeono  le  fue  forze ,  le  quali  inde- 
bolire l'Agno  cafro . 

A  quello  che  dicono  Antonio  Mufa,  &Serapióne, 
che  non  riabbiamo  le  Cubebe;  finfponde,  che  farebbe 
meglio  dire,  ch'efli  fi  ingannarono  nel  confonderle  col 
Carpefio ,  &  col  Mirto  faluatico .  Pandcttario  tiene,  che 
Galeno  chiamaffe  le  Cubebe  cauli;  nel  che  fi  ingannò  -, 
perche  è  vna  fpecie  di  Dauco  faluarico . 
,  Vfanoi Medici  Indiani  le  Cubebe  per  confortatelo 
fiomaco ,  diminuire  la  Milza  accrefeiuta^  èc  oppilata- 

Per 


DELLE  CVBEBE.  toj 

perrifoluerelcvcntofità,  &  per  le  freddezze  della  Matri- 
ce ;&  la cofa  principalc,pcrlaqml  le  vfano,&  adopra- 
no  in  gran  quantità,  (le ,  per  li  piaceri  di  Venere. 

Le  altre  varietà  d'opinioni,  6c  confusioni ,  chi  defi- 
derarà di  vedere ,  leg^a  (opra  di  quella Medicina  i  Frati 
nell'Antidotario  di  Mefuc  delle  Cubebe ;  Il  Brafauola$ 
Antonio  Mula  ;  Plateano  -,  Pandcttario  -t  Lumina- 
re maggiore  j  Simon  Gcnoucfc  •  Ser  jpionc  ; 
Galeno,  Auiccnna,  MatcheoSiluati* 
co  ,  Hermolao  ,  il  Lacuna  ,  il 
Matthiò!o,&  altri, che  del- 
le Cubebe, &  del  Car- 
pe/io confon- 
dendo- 
li 
fcriiTero  molte  varie- 
tà di  confu- 
iloni . 


O    *        DEL 


log 
DEL  FOLIO    INDIANO.     CÀP.  XIX. 

..... 

L  Folio  Indiano,  chiamato  com- 
munementc  Cadegi  Indi  (del  qua- 
le AuicJnafcriuc  al  capitolo  255?.) 
èmoho  differente  da  quello,  che 
Andrea  Lacuna  chiama Tembul, 
del  quale  ferine  Auicenna  al  capi- 
tolo 707.il  qual  Tembul  è  il  pro- 
prio Betclc  de  gli  Indiani  \  perche  il  Beter  propriamente 
è  chiamato  da  1  Malaban  (  ch'è  la  terra  doue  più  fi  cerca  ) 
Betele.  L'Arabo  il  chiama  propriamente  Tambul,  & 
dicono  che  Tembul  fi  è  corrotto  .  I  Pcrliani  chama- 
no il  Betclc,  Pan.  I Turchi  Iaprachindultani.  J  Deca- 
nini, Paru. 

Quello  è  aromatico ,  cordiale  ,  confortatiuo  dello 
ftomaco ,  refolutiuo  delle  ventofità ,  riftoratiuo  de  den- 
ti che  cadono.  Purga  latefta,  &  lo  ftomaco  mafticato 
con  Cardamomo à  digiuno.  a1  fine  fa  buon  fiato;  & 
ama  le  terre  temperate ,  &  vicine  al  Mare }  &  più  le  cal- 
de, chele  fredde.  E  molto  flimato  nella  China,  douc 
non  nafee  per  efler  terra  fredda  ;  ne  anco  nafee  in  Mo- 
zambichi ,  ne  in  Cofala ,  per  eiTcr  terra  calda-  nelle  qua- 
li vale  molto ,  in  modo  che  non  vuole  niun'eitremo. 

E  il  Betele  tanto  limile  al  Pepe  nel  nafcimento,neJiar 
menti,  nellefoglie,  &  figura;  &  nafee  cofi  vicinovno 
all'altro,  che  appena  la  distinguono  di  lontano  quelli, 
che  non  ne  hano  buona  ifperiéza;  perche  fi  auiluppa  per 
gli  arbori  come  fa  il  Pepe,faluo  che  ha  le  foglie  pm  grof 
Fé  che  il  Pepe^ma  nella  gradezza,&  nelle fibre,ònerui  nò 
è  diuerfo.Ma  dalle  foglie  della  cànella,&  del  Malabatro 


X  '  E 


è  molto 


bEL   FOLIO   INDIANO.         ioj> 

e  molto  diuerfò  in  figura ,  grandezza ,  odore,  &  faporc  , 
&  nelle  fibre,  ònerui.  Et  non  e  ne  il  Malabatro,  ne  il 
Folio  Indiano;  perche  il  Folio  Indiano  ,  ouer  Cadc- 
gi  Indi ,  ouer  Tamalapatra  (  da  gli  Indiani ,  &c  da  Greci , 
'&  Latini  chiamato  corrottamente  Malabatro  )  è  vna  fo- 
glia molto  limile  alla  foglia  della  Cannella,  ò  dell'Aran- 
cio ;  ma  più  lottili  nella  punta  .  Sono  di  colore  verdi 
ofeurc .   Hanno  tre  nerui  fin'alla  punta, vno  nel  mezzo, 
&gli  altri  due,  che  lo  accompagnano.  Il  fuo  odore  è 
molto  loauc,  &c  non  tanto  forte  come  quello  dello  Spico 
Nardo,  nècomc  quello  del  Macis  ,  &  è  più  congionto 
all'odor  de  Garofani ,  che  a  quello  della  Cannella . 

Queftc  foglie  non  nafeono  nell'acqua,  (come  per 
falfa  informatone  pcnfaronoDiofconde  ,  &c  Plinio,  i 
quali  fi  ingannarono,  penfando  ,  che  nafeeflero  nello 
Lacune,  come  le  Lenti  dell'acqua)  ma  fono  foglie  d'vn' 
arboro  molo  grande,il  qual  nafee  lunge  dall'acque,  per- 
che è  arboro laluati co  ,  &  Montano  )  principalmente 
in  Cambici,  doue  ne  fono  molti  arbori  •  le  cui  foglio 
lotto  di  quello  nome  Tamalapatra  non  li  dimandarà  in 
Spccieria  alcuna ,  che  non  l'habbia,  in  quanta  quantità, 
cheli  vorrà. 

Quanto  a  quello  ,  che  dice  il  Frate ,  il  quale  compofe 
il  Modus  faciendi,  che  nella  terra  del  Pretto  Giouanni 
fi  troua  detta  Foglia  Indiana  ,  &  che  alle  fue  mani  per- 
uennero  quelle  foglie  intitolare  foglie  dell'aiboro  della 
Cannella  ,  &  che  nonglipareuano nate  nell'acqua,  ma 
fopra  di  ai  boro  •  &  che  in  fuo  mancamento  fi  potria  po- 
nere Spico,  o  Macis, ben  p oda  efTere,  che  quelle  foilc- 
10  itate  foglie  di  Cannella ,  benché  fiano  diuerfe, perche: 
la  fegl.a  della  Cannella  è  un  poco  più  piccola,  &  manco 

acuta 


,«to       D£L  FOGLIO   INDIANO. 

acura  nella  punta ,  che  quella  del  Folio  Indiana . 

Si  dubita  appreflò  come  pollano  uenirc  le  foglie  del  Fo 
Ho  Indiano ,  ne  della  Cannella  dalle  terre  del  Pr  e  fio  Gio- 
uawii,nellc  quali  non  fi  ha  faputo,  ne  vdito  fin'hora,chc 
fi  troui  Cannella,  né  Folio  Indo  ■.  Ne  vi  ha  perfona ,  che 
quiui  andaffe ,  che  ne  vcdcilè  ;come  fi  fa  ogni  giorno , 
per  lo  molto  commercio ,  che  hora  ui  fi  ha  più  che  mai 
per  innanzi  fia  flato . 

Dice  Dio(coride,che  alcuni  per  la  fimiglianza  dell'o- 
dore diflero  efler  foglie  dell'arboro  dello  SpicoNardo^ 
&  che  ricogliendole,  le  paitàno  con  vn  filo  -y  &  che  coh  le 
conferuano  per  venderle  j  &  chenafeono  nelle  Lacunq 
di  aequa,  nelle  quali  fé  non  fono  abbruciate ,  non  na- 
fconopiu5&:  che  il  migliore  è  il  pia  frefeoj  &  quello 
che  nel  nero  biancheggia  è  l'intero ,  e'1  frcieo  ;  &  che  ha 
da  ferire  il  ceruello  coi  luo  forte  odore,  &  durar'  in  co- 
tale odor  molto  tempo  •  &  che  limigli  al  Nardo ,  &  non 
habbia  fapor  di  fale.  Ai  che  fi  rif  ponde ,  che  l'odor  non  è 
cofì  gagliardo  rome  quello  del  Nardo,  poi  che  è  più  foa- 
ue  ;  &c  che  il  Nardo  non  è  arboro ,  &  che  hon  cogliono  a 
quel  modo  le  foglie ,  né  le  infilzano  ;  ma  che  le  cogliono 
in  gran  quantità ,  &  ne  fanno  legazzi ,  ò  fardelli  per  ven- 
derle .  Et  poi  che  non  nafeono  nelle  Lacune ,  che  ragio- 
ne vi  è ,  perche  fi  debbano  abbruciare  le  Lacune  per  lo- 
ro riipetto?  Quanto  al  colore  ,.ellc  fono  d'un  verde  chia- 
ro quando  le  cogliono;  &  quando  le  conferuano  vanno 
col  tempo  perdendo  detta  chiarezza,  &  cangiandoli  più 
in  negre ,  &  cofi  reitano  d'un  verde  molto  ofeuro  .  Et  è 
vero ,  che  quello  ch'è  huouo ,  &  intiero ,  è  migliore  ;  ma 
ilfuoodorenonferifecil  ceruello  tanto,  come  gli  altri 
odori,  che  fono  più  gagliardi.  Et  benché  Attuario  dica, 

che 


DEL   FOGLIO  INDIANO.       u, 

che  fi  chiama  Tembul,  nondimeno  fi  inganno  con  e 
gli  altri ,  poiché  Tcmbulèil  proprio  Bctclc,  &  non  il 
Folio  Indo,  come  fi  è  detto. 

Plinio  dice,che  uc  né  in  Soria  con  foglie  ritorte, don- 
de lì  caua  l'oglio  per  l'unguento  odoroio  y  &  che  nell'E- 
gitto uc  n'è  più  abondanza  -,  &c  che  il  più  lodato ,  &  mi- 
gliore viene  dall'India  ;  Siche  il  genera,  &  nafee  fopr«u 
Facqua  •  &  che  ha  più  odore ,  chel  Zaflrano  ;  &  che  tut- 
to il  noitro  fa ,  &  ha  odore  di  Saluia  y  &  che  quello  di 
manco  bontà ,  è  più  chiaro  ,  &  maggiore  •  &  ch'é  limile 
al  Nardo  ;  &  che  pò  Ito  in  vino ,  eccede  a  tutti  gli  odori  ; 
&  che'liuo  prezzo  &:  iibmafuin  citremo  y  perche  ualle 
fin  trecento  libre  ,  oc  il  luo  oglio  fin'  à  feicento .  A  que- 
llo fi  ri  fponde,  che  il  Dottor  Orta,  &  altri  curioii  ,  &C 
noi  altri  perlanoitra  parte  habbiamo  polio  ogni  dili- 
genza per  fapere,  fé  fi  rrouaua  nella  Soria ,  ò  nell'Egitto  ; 
rna  ne  da  Mercanti  di  quelle  parti ,  ne  da  alcuni  Medici 
e  Speciali  del  Cairo,  ce  di  Damafco,  ex:  di  Aleppo  fi  po- 
tè (apere,{enÓ,  che  non  vi  era, ne  fapeuano,che  folle  nel- 
la Soria,  ne  nell'Egitto.  Del  fìio  odore  ben  fi  vede,  che 
none  tanto  come  quello  del  ZafTrano,  ne  come  quello 
del  Nardo  y né  ha  che  fare  col  Nardo,  che  viene  da  da» 
gcnto  leghe  più  lunge  dal  luogo,  doue  fi  porta  il  Folio. 
Oltre  di  ciò  il  Nardo  fi  femina  ,  &  il  Folio  è  arboro 
molto  grande,  &  laluatico.  Etchepolto  il  Folio  nel  vi- 
no ,  preceda  a  tutti  gli  odori ,  non  ho  che  dire ,  le  non 
che  come  al  tempo  di  Plinio  non  il  trouaua  Ambra  ,  ne 
Mufchio,nè  Bcngioì,  né  altri  molti  odori,  ch'ai  preiente 
ci  fbno,&  la  politia del  viucre  vi  difcoprédo,  &c  accreicé 
do,  poteua  parere  a  Plinio  quello  il  migliore.  Ma  s'egli 
ci  rollè  hora ,  ben  lì  crede  ch'egli  parhrtbbc  altrimenti . 

Ee 


ni        DEL   FOLIO  INDIANO. 

Et  non /la  alcuno ,  che  creda  ,  che  gli  odori  Ci  Ciano  per- 
duti ,  anzi  fé  ne  (ono  discoperti  molti  più  che  non  erano 
innanzi  j  poi  che  hora  il  Mondo  è  più  difeoper to ,  &Ia^ 
politia,  &  deiitie iono  più accrefcmte .  Galeno ,  &  Ra- 
iìsnon  dicono  di  lui  cofa  nuoua  ,  Ce  non  (blamente, 
che  hanno  la  virtù  dello  Spico .  Auicenna  dice ,  eh  e  con 
giorno  a  quella  medefi  ma  virtù,  &  che  naice  in  acqua, 
&c  in  terra fangofa,fenza  hauer  radici  come  la  lenticchia 
dell'acqua .  Alcuni  penlàrono ,  che  folle  coli  come  le  fo- 
glie della  Ninfea,  òNenufan,  &hauea  la  virtù  del  La- 
ferpitio  ,  &  dell'oglio  del  Zaffrano  j  &  ch'era  più  ga- 
gliardo^ ma  tuttoil  retto  di  quello  è falfo  in  Diofconde 
&  Plinio,  com'è  flato  rifpolto  ;  perche  Auicenna ,  Sera- 
pione  ,  &  Rafis  non  feppero  più  di  quella  medicina  ol- 
tra  i  Greci,  che  Solamente  fapere,  che  il  Malabatro  prcC- 
foa  Greci  era  Folio  Indiano,  &  trailatarono  quello  che 
dillero  i  g  reci .  Differo  di  più  a  che  gioua ,  ch'è  per  pro- 
uocare  l'orina:  &:  pcrlomal'odor  della  bocca.:  &  per 
conferuare  i  veltimenti  ,.&  guardarli  daogni  gencratio- 
ne  di  tarli  :  &  all'ultimo  dicono ,  che  gioua  come -Io  Spi- 
co Nardo.  Ma  di  tutti  quelli ,  li  fenttori  moderni ,  che 
confeflano  non  lo  cono/cere ,  nèhauerlo  veduto,  lì  tie-r 
ne  che  dicano  meglio . 

Dicono  altri,  ch'in  fuo  luogo  videro  portar  foglie  del- 
farboro  de  Garofani;  altri  della  Cannella,  come  diflè 
quello ,  che  fece  il  Luminare  maius ,  che  vn  Mercante  li 
vendette  foglie  di  Garofani,  dicendogli,  ch'era  Folio 
d'india  :&  l'altro  Frate,  che  fece  il  Modus  facicndi,  di- 
ce,che  gli  dierono  per  Folio  Indiano ,  foghe  di  Cannel- 
la .  Antonio  Mufa  dice ,  che  lo  vide  in  Venctia ,  Se  che 
gli  inoltrarono  il  Folio  Indiano  della  Soria,  &  quello 

dell'In- 


DEL  FOLIO   INDIANO.         ,I3 
dell'India  -,  ma  ch'egli  non  lo  connobbe .  Ma  quegli  che 
dille  delle  foglie  de  Garofani ,  non  douea  fapere,  che 
douenafee  il  Garofano,  fin  douenafee  il  Folio  India- 
no ,  è  nauiganonc  di  due  anni  di  camino  ,  oltre  la  diffe- 
renza ch'è  rra  loro  due .   Et  quello ,  che  dille  delle  foglie 
della  Cannella ;  elle  non  fono  Folio  Indiano,  ma  po- 
rla eifere  che  egli  haueile  ritrouato  le  proprie  della  Gan- 
nella.Quanto  a  quello ,  che  fi  poria  metter  in  luogo  di 
Folio  Indiano,mancando  di  luijil  Dottor  Orta  è  di 
parere,  &  con  ragione,  che  fi  pongano  in  fuo 
luogo  foglie  di  Garofani  j  &  non  fi  tro- 
uando  quelle  ,  ponghino  Can~ 
nella  lecca,  ò  Spico  Nardo; 
ma  che  non  ponga- 
no Macis,  per 
no  gli  ek- 
fer 
coli  fimile,  come 
l'altre  cofe 
dette. 


31 


DEL 


M4 
DEL     C  A  T  E.         C  A  P.     XX. 

L  Catc  cofi  chiamato  volgarmente  nelle 
Indie ,  &  nella  China ,  ò  Cato  (  come  alcu- 
ni lo  chiamano  in  Malaca,  douc  fi  confu- 
ma in  molto  gran  quantità;  perche  fi  man- 
gia, &  fi  maftica  per  l'ordinario  colBctele)  fi  fa  divn^ 
grand'arboro  chiamato  nella  terra  douc  nafee,  Hac,  q 
Hic,  com'è  nella  terra  di  Cambaia ,  nella  quale  fi  ritro- 
ua  la  maggior  quantità  ;  &  nelle  terre  di  Bazan  ,  &  di 
Minora,  &c  diDaman;  nella  terra  ferma  di  Goa;  &in 
altre  molte  parti,  benché  non  in  tanta  quantità,  come 
nelle  prime.  Dalle  quali  fé  ne  leua  gran  quantità  per 
Malaca ,  &  per  la  China ,  &  per  l'Arabia ,  &  Perfia ,  & 
Coraflan  .ma  à  quelle  viti  me  fé  ne  porta  minor  quanti- 
tà, vfandoneefli  più  per  Medicina,  che  per  mangiare, 
ne  mafticar  col  Betele .  Ha  queft'arboro  la  foglia  minu- 
ta ,  &  della  guifa  della  foglia  del  Tamarifco  alquanto 
maggiore,  &  non  la  perde  in  tutto  l'anno.  Fa  fiori,  & 
non  frutti  :  &  dicono,  che  i  fiori  fon  come  quelli  del  Ta- 
marifco ,  il  quale  non  fa  frutto ,  ne  femenza .  E'  arboro 
fpinofo  di  molto  duro ,  fòldo  ,  &  pefante  legno  ;  &  af- 
fermano, che  mai  non  fi  putrefa,  ne  fi  corrompe  coro 
acqua,  ne  con  Sole;  Se  che  refifte  a'  colpi  per  la  fua  durez- 
za piùchc  niun'altro  legno  ;  &  cofi  lo  chiamano  molti 
Legno,  cheferapreviue. 

Di  quefto  legno  fanno  i  Trocifci  Medicinali,  per  \i 
nulli ,  &£  paflloni  de  gli  occhi ,  per  fortificarle  gengiuc , 
&  i  denti ,  de'  quali  caccia  i  vermi ,  fé  ve  ne  fono  nati  ;  & 
vecidei  vermi  del  corpo.  Fafienci  Trocifci,  peltando 
molco  minutamente  detto  legno,  &  cuocendolo  .Dapoi 

che 


DEL     CATE.  il; 

che  fi  è  ben  petto,  formano  diluii  fuoi  Trocifci ,  ò  fon- 
de con  vna  tanna  fatta  d'una  cerca  Temenza  negra,  &  mi- 
nuta chiamata  Nichani.  Della  quale  fanno  pane,  co- 
me quello  della  Centena  di  Spagna ,  &  con  la  detta  fari- 
na, &  cenere  d'un  legno  negro,  ch'è  in  quella  terra,  & 
fenza  di  lei, fanno  1  fuoi  Trocifci ,  ò  cillelc,  &  le  feccano 
all'ombra ,  perche  il  Sole  non  lcui  loro  la  virtù  j  &  a  que- 
llo modo  i'vlano,  &c  adoprano  tutte  quelle  genti  ,  &c 
cofì  lo  fanno,  6c  adoprano  i  molto  difcrcti,  diligenti, 
&  politi  chini. 

Quello  Cate  nò  è  medicina  nuoua,  ne  hora  fi  fcriue  di 
leijperche  tiene  per  certo  il  iauio,&  diligente  Dotror  Or- 
ca {&£  cofi  lo  terràno  quelii,che  ciò  bene  considereranno) 
che  quefto  è  il  proprio  che  chiama  Galeno,  Plinio,  Dio- 
fconde,Auicenna  ,  Serap'one,  &  Rafis,  Lycium  ,  &c  i 
Greci  a»x/oi>-  perche  fi  tiouò  prima  in  Licia  prouincia^ 
della  Turchia,  ò  perche  quiui  fi  trouaua  migliore  in 
que  tempi.  Quello  chiamarono  gli  Arabi  Hacdohoc, 
&Hadad. 

Eciì  prefume,  che  quefìofia  il  proprio  Licio  ;  per- 
che tutti  li  fcrittori  antichi  &  moderni,  Greci,  &  Ara- 
bi ,  &  Latini  antepongono  il  Licio  Indiano  a  tutti  gli  al- 
tri j  &  anco  perche  al  medefimo  modo, che  l'ufano  gl'In- 
diani ,  l'ufano  tutti;  &  nel  modo  di  farlo  fono  poco  di- 
uerfi;&  perche  tutte ie  cofe,  allequah  gioua  il  lìcio, 
gioua  anco  il  Cate  ;  al  medefimo  modo  l'ufano  tutte 
quelle  genti.  Et  poi  che  il  Cate  tiene  le  conditioni,  & 
virtù ,  che  tiene  il  buon  Licio ,  non  ho  da  poncrui  fcru- 
pulo ,  perche  gli  Arabi  non  lo  chiamano  Cate;  perche 
molte  cofe  perdono  il  nome  nella  propria  lingua  coli'u- 
(o  della  lingua  foreftiera.  Si  verifica  oltra di  ciòconGa- 

P     z         lcno, 


ii6  DEL    cate: 

leno,che  quello  Cate  fia  il  Licio,il  quale  dice  ch'è  vn'ar- 
boro  fpinofo,&  che  il  migliore  è  quello  dell'I  n  dia ,  & 
che  ve  n'è  molto  in  Licia ,  &in  Cappadocia,  &  che  ha 
virtù  di  riitrignere,  &  difeccare.  Con  Plinio  ancora, 
il  qual  dà  auantaggio  all'Indiano ,  &  nel  modo  del  farlo 
è  quafi  vna  cofa  iltefa.  Con  Diofcoride  appreilò ,  che  lo- 
da più  quello  dell'India ,  &  nella  defcnttione  dell'arbo- 
10  è  diuerfo  poco  dal  Cate ,  &  lo  fa  arboro  piccolo ,  ef- 
fendo  grande  ;&  dice,  cheli  fomiglia  al  Bollo,  &che 
il  .pili  nafee  in  Licia,  &  Cappadocia.  Et  quando  dice  à- 
chegioua,dice  come  glialtri,  perriltringere,  &  con- 
fortare-, &  perrifoluereleofcuritàdegliocchi-  &  perle 
afprezze  ,&  pizzicore ,  &c  vecchie  diltillationi,  chelo- 
glionoloprauenirealle  palpebre:  alle  gengiue  piagate  j 
alle  galle:  alle  labbra  fpelle:  al  federe  aperto  j  &  ailiri- 
fcaldamenti  :  a'fluilì  ftomacali,  &  difenterie.  Et  della 
medeiìma  maniera  ch'egli  dice,  l'ufano  quelli  di  quelle 
parti .  Auicennalo  chiama  Hacdhadh ,  &  dice  ch'è  più 
gagliardo ,  &  migliore  quello  dell'India ,  che  quello  che 
viene  dalla  Meca,ilqual  Cate  di  Meca  dicono  eflère il 
proprio ,  che  portano  dell'India  ;  &  dice ,  che  mancarL- 
do  di  lui,  fi  può  ponere  in  fuo  luogo  Sandalo,  &  Are- 
ea ,  ch'è  la  Nocelndiana ,  ò  Faufel ,  come  nel  fuo  capi- 
tolo fi  dichiara .  Vfano  di  quefio  Categi'Indiani  me- 
fcolatoconla  detta  Areca,  &con  Betele,  &  da  fefolo 
lènza  altro  mefcolamento ,  coli  per  le  cofe  dette ,  come 
per  la  relaifatione ,  &  mollificatione  delle  gcngme;  & 
per  beuer  coll'acqua  fopramodo  per  efler  i aporofo ,  Io 
tengono  quelle  genti  inviò  dal  principio  di  quelle  por 
polationi . 

DiceRafis,  che  fi  fa  difuccodi  Berberi  fatto  molto 

denfo 


DEL     CATE.  u7 

dcnfopcrdecottionc:  Il  medefimo  dice  Scrapione,  chia- 
mandolo Hacdhadh.   IlScpulueda  dice,  che  lo  fanno 
ài  (ucco  di  Matrililua ,  &:  hiteilo  dice  Valerio  Cordo . 
Antonio  Mula  dice ,  che  non  lo  conolce,  fé  non  che  per 
li  legni  di  DiolcondCjgli  pare  che  Ila  Bollo . 

I  Frati  dilìderano  molto ,  che  li  ritroui  il  vero  Lido  ; 
perche  Felu2,haragi  ,  che  per  confìgho  d'Auicenna  li 
pone  in  luo  luogo ,  è  l'arboro  del  Licio ,  lecondo  la  tra- 
dottione  del  Betlunenfe  ,  del  cjuale  Umilmente  man- 
chiamo r&  che  per  ponerui  in  luo  luogo  Faufcl ,  eh' è 
l' Areca  ,  ouerNoce  d'India,  &  Sandalo,  è  più  di  ricol- 
ta d'hauerfi  le  Noci  d'India:  &confcflàno  di  non  laper 
ben  ciò  che  lìa  :  il  che  potrà  fapcr  bene  quello  che  non 
lofapeile  poichefefi  domandarà  nella  cala  dell'India , 
in  Lisbon',11  potrà  hauer  dell'Indie  quanta  quantità 
cT  Areca,  oucr  Faufel,che  vorranno  &;  verde ,  &  lecca  :& 
lèinlfpagnamanca,  è  per  non  vfarfi  troppo  curiofità. 
Conclude!!  poi ,  che  mancando  queito  Licio  dell'India  , 
lì  ha  da  porre  in  Tuo  luogo  il  Licio  di  Licia  :  perche  que- 
lla è  la  unendone  delli  Icrittori  :  &  mancando  vno  &i 
l'altro ,  fi  vfi  quello  che  iì  fa  di  Berberis ,  &  di  Matrefil- 
ua,ò  dc'rruni  faluatichi  anringenti.Et  intendafi,chc  non 
fi  chiamò  licio  per  eilèr  della  Licia  :  ma  perche  quiui  fi 
trouò  l'ulo  di  lui ,  ouer  quello  di  quella  Medicina ,  che 
fi  a  (lì  mi  gli  aua  à  quello  dell'India.  Et  cofi  per  manca- 
mento del  Licio  dell'India  fi  doueua  vfarc  di  quello  di 
Licia  per  ragione,  poi  che  in  niuna  Regione  nonfivli, 
tanto  il  detto  Cate,ò  Licio,  quanto  nell'Indie,  perii  me- 
defimi  effetti ,  che  dice  Diolcoride  nel  li  bro  primo  al  ca- 
pitolo 1 1 1.&  Galeno  nel  lib.y.dc  femplici ,  &  gli  altri. 

DELLA 


Ii8 


DELLA   PIETRA   BEZAHAR.  CAP.  XXX 


Enche  nell'altro  trattato,  che  fpe- 
riamo  di  fcriuere  di  tutti  gli  anima 
li ,  ferpenti ,  &  augelli  eofi  della^ 
terra,  come  dell'acqua,  che  fono 
in  quelle  parti ,  trattarono  di  tutte 
le  pietre  prctiofe,,  &  medicinali  j 
m'èparuto  nondimeno  in  quefto 
luogo  di  trattare  della  pietra  Bezahar  ;  della  quale  affer- 
mano con  vnaviua  voce  tutti  quanti  quelli ,  che  di  lei 
ìcriiTero ,  &  quanti  l'ufarono ,  &c  vfano ,  ch'ella  fia  il  più 
vniuerfale  &  predante  antidoto  contra  tutti  i  veleni ,  de 
di  tanta  virtù ,  &  efficacia,  che  non  folo  preia  per  boc- 
ca ,  ma  anco  applicata  di  fuori ,  gioua  mirabilmente  fo- 
pra  tutti  gli  altri  rimedi  j,&  medicine  contra  veleno . 

Quefta  pietra  Bezahar  il  troua  di  varie  forme ,  gran- 
de &  piccola ,  &  varia  nella  figura ,  de  ne'  colori }  perche 
fé  ne  troua  di  mezza  ottaua  di  pefo  fino  dodici ,  &  quin- 
dici ottauc ,  fecondo  ch'io  vidi  ;  &  altre  fi  trouano  mag- 
giori di  quelte,fecondo  che  dicono .  Variano  nella  figu- 
ra j  perche  alcune  fono  rotonde ,  come  Nocelle ,  &  Nó- 
ci ,  Se  altre  fono  più  lunghe ,  come  oui ,  &  della  mede/i- 
ma forma  j  altre  triangolari  j  &  altre  fchiacciate,  come 
caftagne  ;  &  in  fine  altre  come  colonne .  Variano  ne'  co- 
lori •  perchealcuneiono  verdi ofeure,  &  altre  di  colore 
di  Melcnzana ;  altre  più  ofeure ,&c  altre  quafi gialle  ;& 
altre  verdi  chiaro . 

Si  genera  quefta  pietra  dentro  d'un  certo  ricettacolo 
particolare  dello  ftomaco  d'un'animale,  quali  di  figura , 
&  fimiglianza  di  Caprone  ,  tanto  grande  quanto  vn_» 

grande 


DELLA  PIETRA  BEZAHAR.     u, 

grande  Montone ,  &  alquanto  maggiorc,di  color  rollò, 
quali  come  Ceruo,  leggiero., &  viuo  di  fentimento,  chia- 
mato tra  Perfiani  Pazan.  Trouanfi  di  detti  animali  in 
alcune  parti  delle  Indie  Orientali ,  Se  nella  Perfia ,  Se  nei 
Corazan,  &  nelle Holc  delle  Vacche,  che  fonooltra  il 
Capo  di  Comorin ,  Se  in  alcune  parti  di  Malaca .  Ns  fo- 
no anco  nelle  Indie  Occidentali,  fecondo  cheriferifeo 
Pietro  di  Ofma  ,  nella  lettera  ,  ch'egli  fenile  al  Dottor 
Monardcs,  dicendo, che  nelle  Montagne  del  Regno  del 
perù  (ì  trouano  alcuni  animali ,  i  quali  fono  quali  come 
quelli  dell'Oriente ,  ne'  cui  flomachi  fi  trouano  quelle 
eccellenti  (lime  pietre^  Se  con*  come  quelle  pietre  varia- 
no in  figura,  &  in  colore;  variano  anco  nella  foilanza_, 
alquanto ,  &  nel  pefo  -t  perche  della  medefima  grandez- 
za ,  Se  corpo  fi  trouano  alcune  più  leggiere  dell'altre  ;  Se 
altre  più  ,  ò  meno  dure;  Se  con  più,  ò  manco  feorze, 
ouer  camicie  ;&  alcune  fi  trouano  tutt'uno  fin'all'inti- 
mo  fuo  ;  in  altre  alle  fiate  fi  troua  vna  cofa,  come  polue- 
rc;  in  altre  alcune  fiate  vna  cofa  come  nerba, ò  paglia  fec- 
ca,&  minuta;  Se  in  molte  trouano  vna  fola  paglia  molto 
fotnlc ,  Se  piccola  dentro  nel  mezzo  della  pietra, fopra  la 
quale  penfano  alcuni, che  fi  formi  quella  pietra  . 

Chiamali  quella  pietra  propriamente  tra  Perfiani , 
Arabi,  Se  Corazani,  Pazar,  prendendo  il  nome  dall'ani- 
male, nel  quale  fi  genera  ,  il  quale  fi  chiama  Pazan;  al- 
tri chiamano  quella  pietra  Belzahar;  altri  più  corrot- 
tamente la  chiamano  Bezar;  Se  il  volgo  dell'India-,  Se 
molti  portoglieli  che  lo  feguono ,  &  imitano  in  quello, 
corrompendole  del  tutto  il  nome,  la  chiamano  pietra 
del  Bazar,come  fé dicefièro,pictra  della  Piazza,in  quan- 
to fa  Piazza  tra  quella  gente  principalmente  in  Malabar 

fi  chiama. 


17.0  DELLA  PIETRA  BE2  AH  ARI 
fi  chiama  Bazar  ;  &  vendendoli  quelle  alcune  volte  nel- 
le piazze  per  pazar  .,  ò  Bezahar  ,  che  vuol  dire  con- 
ti a  vcileno ,  o  Signora ,  &  Regina  de  veleni  ;  i  popolari 
la  vennero  a  chiamar  Bazar,  che  vuol  dire  Pietra  del  mer 
cato,ò  della  piazza. 

Di  quelle  Pietre  fi  trouano  alcune  falfificate ,  le  quali 
contrafanno  tanto  induftnofamentc  (  fecondo  quello 
che  s'è  potuto  intendere)  con  creta,  &  calcina  fatta  di 
fcorze  di  Oitriche ,  &  con  fangue  fecco ,  &c  delle  mede- 
fime  pietre  Bezahar  piccioline ,  tutto  peftato  focalmen- 
te ,  &  non  facon  che  altro  incorpora? o  in  modo,  chepa- 
iono  naturali ,  &  vere  pietre  Bezahar .  Lt  perche  tra  lo- 
ro, la  pietraquantoè  più  grande,  più  vale  (perche  di- 
cono eflì ,  che  quanto  ha  maggior  corpo,  tanto  ha  mag- 
gior virtù)  le  contrafanno  i  faiiarij  della  grandezza,chc 
loro  pare  di  douerne  hauer  più  vale ,  &  coprir  meglio  il 
loro  inganno,  il  qual  fi  conofce  nella  viuezza  del  colo- 
re ,  &  nella  pianezza  &  agguaglianza  della  icorza  pri- 
ma ,  nel  pefo,  &  nella  leggerezza,  &  nezza  ìlluftrezza ,  & 
nel  romperla,  o  confa  mandola  da  una  parte,neU'ordinc 
delli  sfogli ,  che  ha  di  dentro  (benché  alcune  fé  ne  ritro- 
uinofenza)oltrediciòfi  conofce  nella  fua  fofhnza,  & 
nel  ferrarla  dentro  del  pugno  della  mano  in  modo,  che 
per  altra  parte  non  polla  vlcirne  il  fiato,fofIìàdoui,fe  non 
per  lei  ;  la  qualfcè  falfa,  rompendola  da  vnaparte,  &C 
foffiandoui,  l'aere  vi  efee  dall'altra  parte,  ò  la  .pietra  ri- 
fuona  j  il  che  non  auicne  di  quelle,che  fono  vere .  La  ba- 
gnano anco  con  la  lingua  dalla  parte  che  vogliono  3  Se 
la  fregino  vn  poco  su  la  calcina ,  ò  (ul  muro ,  ò  togliono 
vnpocodipolueredi  calcina  nella  mano,  &  quiui  fre- 
ginola pietra  vn  poco  f  &  s'ella  è  vera,,  tinge  fubito  la 

calcina 


DELLA  PIETRA  BEZAHAR.     ni 

calcina  d'un  color  verde  bello  ;  &  fc  è  fjlfa  ,  non  dà 
quel  colore  alla  calcina ,  òcCclc  dà  alcun  colore ,  è  mol- 
to più  morto. 

Viali  molto  ordinariamente  in  tutta  l'India,  Perfia, 
Arabia,  Oc  China  di  queita  Pietra  conerà  o gnigencratio- 
nc  di  veleno,  &c  conerà  tutte  le  ìntìrmiràvelenofe,  ma- 
linconiche ,  oc  vecchie  ;  nelle  quartane,  &C  febbri  diffici- 
li,  nella  lepra,  nella  kabbia,  nel  prurito,  &c  nell'ulce- 
re vecchie;  nelle  impetigini,  nelle  Virueles,  y  leram- 
pion,  nella  colerica  pacione,  &  nelle  ìnhrmiràpeiti- 
lcnti ,  &c  contagtofe  fa  effetti  grandi .  Vlanla  i  laiii ,  &c 
deboli  per  rinforzarli,  &  rifar  carne,  &  per  diradicar 
ogni  melanconia,  &  catriuo  appetito  di  mangiare-  & 
per  facilitar  il  parto  ,  oc  cacciarne  le  fecondine  -,  per 
nettar  le  reni,  &  la  velica  dell'arena,  &  materie  groilc-j 
&c  perii  vermi,  &  morii  delle  Vipere,  &  di  tutti  i  fer- 
pi ,  &c  animali  velenofì  ;  &  nelle  ferite  delle  freccie  ve- 
lenofei&  nelle  apofteme  maligne,  poi  che  fono  apcrtej 
&  nelle  f  crofole  aperte  li  pone  di  detta  pietra  con  merar 
uigliofo  effetto. 

Quefte  fono  le  virtù  &  eccellen  ze  di  quella  eccellen- 
tiflima,&:  Bezahartica pietra,  nelle  quali  tuttte,  òpcr 
la  maggior  parte,  io  ho  fatto  ifpcrienza  di  detta  Pietra^ 
interra,  &  in  Mare,  &in  diuerfi  luoghi;  8c  nel  relto 
delle  virtù  ,  ch'io  Iafcio  di  dire  ,  mi  rimetto  a  gli  antichi, 
che  di  lei  IcnlTero,  inalzandola  fopra  tutte  le  Medici- 
ne ,  &  rimedij  che  fono  contra  tutti  i  veleni  ;  &  a  Mo- 
derni ,  come  ad  Andrea  Mattinolo  nel  lib.  5.  di  Diofco- 
ridc,al  capirolo  73.  foglio  6j%.Òc  al  Dottor  Garcia  di 
Orta  efperto  nelle  Medicine  dell'India ,  della  quale  fcri- 
ue  egli  nel  fuo  libro  al  capitolo  proprio  di  detta  Pietra, 

Q  &al 


ii%     DELLA  PIETRA  BEZAHAR. 

&  al  capitolo  della  Colerica  paflìonc-  &  ad  Amato  Lu» 
fìtanonel  libro  fecondo  di  Diofcoride  allanarratione-/ 
3  9. foglio  170.  &c  al  Dottor  Monardes ,  &c  a  gli  altri ,  che 
di  detta  Pietra  fenderò  i  Tra  quali  fi  può  vedere  ciò  che 
di  lei  dice  vn  Pietro  d'Ofma  in  vna  lcttera,che  dal  Regno 
del  Perù  fcriiTe  al  Dottor  Monardes  ;  le  quali  pietre  del 
Perù  (erre  la  parte  fola  nelle  Indie  Occidentali,  doue  fé* 
condo  che  afferma  il  detto  Ofma,  fi  ritrouano  dette  Pi  e* 
tre  )  fono  di  minor  virtù,  che  non  fono  tutte  quelle ,  che 
ir  ntrouano  nell'Oriente  j  le  miglior  delle  quali  fono 
quelle  di  Pcrfia.. 

Quefte  pietre  fi  crede ,  che  fi  generino  nelli  ftomachi 
di  detti  animali,  mediatela  virtù  d'alcune  herbe  medici- 
nali ,  che  fono  in  quelle  parti,  doue  trouano  detti  ani- 
mali, delle  quali  fi  pafeono.  Laqual  Pietra  fi  fuolo 
prendere  da  due  grani  di  pefo  fin  dieci,hauendo  riguar- 
do alla  qualità  del  patiente ,  &  alla  fua  infirmiti . 

Dicono ,  che  alcuni  Mori  di  Ormuz ,  &  del  Corazan 
prendono  fin  trenta  grani  di  detta  pietra  di  pefo  -y  &  che 
ancora  fogliono  alcuni  grandi,  &  ricchi  purgarli  due 
£ate  all'anno  ,  &  dapoi  purgati,  prendere  per  cinque 
mattine  fin  dieci  grani  di  detta  pietra  in  acqua  rof  a ,  di- 
cendo che  con  quello  fi  preferuano  dalle  infermità,  & 
conferuano  la  fanità ,;  &  giouinezza.  Altri  la  fogliono 
prendere  ,  fecondo  che  dicono  ,  ogni  quindici  gior- 
ni vna  volta  per  fortificar  i  membri  principali,  &:  per  for- 
tificare i  membri  genitali .. 

Affermano,  che  nelle  parti,  che  fono  detti  animali, 
doue  vanno  ad  vccidcrli ,  i  cacciatori  conofeono  nel  ve- 
derli,qual  di  loro  ha  pietra  grande ,  &  dicono,che  quel- 
•  lo  di  lorojche  ha  gran  pietra ,  camina  più  greue,  &  ma- 
linconico, 


DELLE  PIETRE  BEZAHAR]     *#j 
lincònico ,  che  gli  altri ,  &  fi  muouc  con  molto  minor 
lcggicrezzaj&  che  alle  fiate  ne  fogliono  trouarc  alcuni  di 
morti ,  ne'  cui  ftomachi  trouano  pietre  grandi .  E'  tan- 
ta la  ftima ,  che  fanno  i  Gentili ,  &  Mori  di  dette  pietre , 
che  dicono,  che  fé  ben  il  Signor  Dio  creò  il  tutto  per  be- 
neficio dell3huomo ,  tuttauia  ,  che  in  parte  è  male 
adoprare  detta  pietra  con  gente  che  non  fia 
nobile ,  &  ben  nata  ;  poi  che  per  quel- 
li ,  che  non  fono  tali  creò  Dio  in 
luogo  della  pietra  Bezahar 
la  radice  della  Mo- 
nnga  ,    le  cui 

virtù  fi 
vedranno  nel 
fuo  capi- 
tolo. 


1  «tè* 


4&f 


DÌ 


1*4 

DE    SANDALI.         CAP.     XXII. 

L  cordiale  fandalo  nafeein  Timor,  doue 
ne  e  maggior  quantità,  &  douc  Jo  chia- 
mano Chandam  ,  nome  generale  a  tut- 
ti i  vicini  di  Malacaj  &gli  Arabi  corrom- 
pendo il  vocabolo  ,  lo  chiamarono  San- 
dal ,  nome  commune  tra  tutti  i  Mori  di  tutte  le  nationij 
&i  Canarini, &  Decanini,  &Guzarati  lo  chiamano  Cer- 
candaanacem.  Quello  Sandalo  fi  troua migliore,  èV: in 
maggior  quantità  in  Timor,  &  Ji d'intorno  per  quelle 
Ifolc ,  &  piincipalmenteil  Sandalo  bianco,  &  giallo  ^ 
perche  il  rollo,  ò  vermiglio  folamente  fìntroua  in  Ta- 
nazann ,  &  in  parte  della  colta  di  Charamandel  ;  &  da 
quella  parte  traggono  tutto  il  Sandalo  vermiglio,  del 
quale  (i  adopra  nell'indie  molto  poca  quantità  ;pcrcio- 
che  folamente  l'adoprano  nelle  febbri,  &  nelle  ìnfìam- 
magioni.  11  più  fi  traggepcr  l'Europa-  benché  i  legni 
del  fandalo  rollo,  che  fono  molto  grandi ,  vagliano  più 
tra  loro  ,  che  tra  noi  altri  ]  perche  adoprano  quefii  legni 
grandi  co' loro  Idoli,  &  ne' loro  Tempi),  ma  il  bianco 
&  giallo  fi  adopra  in  tutta  l'India,  &  per  tutte  quel- 
le parti  in  molto  maggior  quantità  lenza  comparatio- 
nc,chc  nell'Europa-perche  la  maggior  parte  de  Gentili , 
&  de  Mori  d'ogni  qualità  fi  vngono  il  corpo  più ,  ò  me- 
no con  quefto  Sandalo  disfatto  inacqua,  ÒV  pelto  in., 
pietra,  come  quelle  de  Pittori;  &  quello  fanno  coli  per 
l'ufo  antico,  che  hanno  di  vngerfì,  &  lauarfì  il  più  di 
loi  o  ogni  giorno ,  come  per  render  buon'odore ,  per  ef- 
Tergente  molto  amica  de  gli  odori,  &  per  iftar  frefehi 
rifpctto  al  grande  calore  della  terra.  UMatihiolo  Senc- 

fe  dice, 


DE    SANDALI  xl$ 

fc  dice ,  che  nafee  in  ambedue  le  Indie  j  il  che  s'intende 
inquella,ch'èdiquà.,&  in  quellla  ch'è  di  là  dal  fiume 
Gange.  Il  Dottor  Garzia  di  Oria,  come  diligente,  & 
prattico  di  quelle  parti,  afferma,  chenonnafee  il  San- 
dalo rollo,  le  non  nell'india  di  qua  dal  fiume  Gange  5  il 
qual  fiume  fi  chiama  da  quelli  del  luogo  Ganga  ;  oc  che 
l'altro  Sandalo  biàco,  &  giallo  nafee  oltradi  detto  fiume 
Gange  j  &  perche  per  la  Ìimiglian2a ,  oc  poco  odore ,  che 
il Sandolo  rollo  ,  &il  legno  del  Brani  hanno,  gli  con- 
fondeno  alle  fiate  l'uno  con  l'altro  :  mafidiftingue  & 
conofee ,  perche  il  Brafil  è  più  dolce ,  &c  tinge  le  lane  j  & 
il  Sandolo  non  è  dolce ,  né  tinge . 

Quanto  al  Sandalo  bianco,  &  giallo,  che  nafee  in 
tutte  le  parti  delle  Ifole  ,  &  Porti  di  Timor,  dice;  che 
quello  del  Porto  di  Mena  è  il  migliore  di  tutti  •  perche  ha 
poco  legno  &c  molta  ontuofità,nellaquale  ontuofìtà(ch'è 
l'oglio  di  dentro ,  ha  l'odore  j  &  che  ii  Sandalo  giallo  del 
porto  di  Matomea  non  vai  tanto  per  hauere  molto  le- 
gno ,  &c  poca  ontuoiiti  ;  &  il  Sandalo  del  porto  di  Ca- 
manacc  vale  molto  manco,per  hauer  anch'egii  molto  le- 
gno ,  &  poca  midolla;  &  eguale  a  quefto  è  il  Sandalo  del 
Porto  di  Cerai  ago.  Si  ritroua  anco  Sandalo  bianco,  de 
giallo  in  vn  Porto  della  Iaoa,  chiamato  Emberbali,  il 
quale  è  d'un'odor  molto  gagliardo ,  &  dura  quello  mol- 
to.poco  tempo  ;  perche  pattato  vn'anno,  fi  tarla  il  legno, 
&  cofi  lo  tagliano ,  &c  lo  lafciano  più  nell'Vnto .  Del  San- 
dalo di  Macazza  non  ii  fa  conto,per  eflèr  trifto ,  &  poco. 
Del  Sandalo  il  migliore,  &  il  più  ftimato  è  il  giallo  ,  ò  ci- 
trino; Se  dapoi  di  quefto,  quello  dell'llola  di  Timor, 
doue  ne  e  molto  del  bianco ,  &  poco  del  citrino,  il  qua- 
le è  molto  più  odorifero ,  &  dura  in  lui  più  il  fuo  odore . 

Sono 


i25  DE    SAHDAL  fl 

Sono  i  mercanti  di  quelle  parti  tanto  dilicati ,  &  efperti, 
che  in  vedendoli  Sandalo,  fubito  dicono ,  d'onde  egli 
c,&  quanto  vale.  Benché  qucfti  Sandali  fiano  diuerfi 
in  bontà  &  colore  j  nondimeno1  non  fono  diuerfi  gli  ar- 
bori; perche  fono  tanto  fimiliin  ogni  cofa(  come  dico- 
no )  che  folamente  quelli ,  che  li  maneggiano ,  &  fon  di 
loro  molto  efperti ,  gli  conofeono .  Io,  benché  riabbia^ 
veduto  molto  Sandalo  di  tutte  le  fpecie  nelle  Indie,  ferri- 
pre  nondimeno  l'ho  veduto  tagliato  ;  &  anco  ne  ho  ve- 
duto rami  con  foglie  fecche;  marnai  non  vidi  niuno  di 
detti  arbori  verdi,  né  mi  fon  ritrouato  tra  loro .  Notifi  , 
che  fono  tre  arbori,  &c  non  vno ,  ne  due .  L'arboro ,  fé* 
condo  che  dice  il  Dottor  Orta ,  &  altri  affermano,  è  del- 
la grandezza  d'una  Noce .  Ha  la  foglia  molto  verde ,  & 
minuta ,  della  figura  della  foglia  del  Lentilco .  Tiene  il 
fiore  azurroofcuro,&fenza  odore,  &c  il  frutto  verde  Se 
infipido  è  come  vna  ciriegia  alla  figura  ;  &  quando  è 
maturo,  cade  fubito  ;  il  che  fi  conofee  quando  fi  muta 
in  negro .  Quefto  non  fu  conofeiuto  dalli  antichi  Gre- 
ci, ne  da  gli  Arabi.  Rafis  non  dice  di  lui  che  cofa  egli 
Ila ,  ma  folamente  a  che  gioui .  Serapionc  antepone  il 
citrino  à  turtigli  altri ,  &c  dice,  che  il  rollò  è  dapoi  di  lui  ; 
&dice,  che  fi  tragge  della  Soriaj  &  allega  Galeno.  Ma 
falualapacefua,  il  Sandalo  non  nafee  nella  Soria,  co- 
me bene  fi  sì  ;  anzi  più  torto  è  ordinaria  mcrcantia ,  che 
fi  porta  dalle  Indie,  &  luoghi  detti  alla  Soria  .  Bench'e- 
glihaueife  potuto  intendere,  che  fi  traggeua  della  So- 
na ,  ma  non  chenafceua  in  lei .  Quanto  all'errore  di  al- 
legare Geleno  in  quello  fempliee,  non  è  merauigliav, 
che  coftumc  era  de  gli  Arabi  (  per  la  Jftima  che  faceuano 
ài  Galeno,  nell'udjr  dire  ad  alcun  Greco,  che  Galeno 
-  parlaua 


DE    SANDALO.  J17 

parlaua  d'alcuna  Medicina)  benché  non  lo  vedefìero, 
crederlo  5  prefumcndo,  che  Galeno  non  haueflè  trala- 
fciato  di  conofccrle  tutte.  Quello  che  ne  dice  Auicen- 
na ,  de  Auerrois ,  già  lì  è  detto .  A  quello  che  dice  Anto- 
nio Mufa ,  che  a  Portoglieli  lì  dee  hauerc  obligo  del  San- 
dalo ^pcrcioche  lo  conducono  dal  campo  di  Calecut, 
doue  iì  coglie }  &  che  Calecut  è  la  principal  fiera ,  che  fia 
nell'India ,  fi  dee  fapere  ;  che  la  Città  di  Calecut,  la  qua- 
le fu  già  ne  primi  tempi ,  fu  molto  celebrata  in  tutto 
quelle  parti,  &:  tanto,  chc'l  fuonome,  &  la  fua  gran- 
dezza non  folo  neh' Alia  ,  ma  in  tutte  l'altre  parti  del 
Mondo  hebbe  nome  ;  &c  in  lei  li  laccua  tal  fiera ,  che  da_, 
tutte  l'altre  parti  quiui  conduceuano  ogni  diucriita  di 
mercantic-  &  i  Chini  (come  gente  di  que'  tempi  molto 
eiTcrcitata  in  cotale  nauigatione ,  &c  grandi  mercanti)  te- 
neuano  in  dett  1  Città  la  lor  cafa  di  commercio,  chiama- 
te anco  al  dì  d'hoggi  Chinacota  5  &  portando  quelli 
molta  varietà  di  mercantie  ,  portauano  ancor  tra  loro 
Sandalo ,  il  quale  vendeuano  quiui  ;  onde  veniua  poi  lc- 
uatoper  Ponente.  Ma  come  gli  habitatori  di  Calecut 
fecero  vn  tradimento  a  Portoglieli  nel  principio  ch'efìi 
difeoprirono  quella  terra,  vedendoli  i  Portogheiì  mal 
trattati  ,  &  poco  fìcuri  nella  inconllanza,  &  maluagità 
di  quella  gente  ;  fé  ne  andarono  al  Re  di  Cochin ,  il  qua- 
lc gli  riceuctte allegramente,  &gh  direle,  Scconfcruò; 
&  1  Portoglieli  ne  lo  pagarono  coli  bene ,  che  di  piccolo 
Re,  lo  fecero  Imperatore,  &  maggior  Signore  di  tutto 
ilMalabarj&gh  furono  grati,  &  gli  fonohoggidìin.» 
ricompenfa  di  quella  amoreuolezza,  &  lealtà  j  &  infie- 
me  per  molte  fiate  diftruiìèro  i  Ponoghefi  Calecut,  &c 
caligarono  la  iua  maluagità,  &  tradimento  3  &diftruf- 

lei  a 


n8  DE    SANDALI, 

fero  la  Città,  &  tutti  i  ricchi  Mori  ,  &  mercanti,  & 
le  piazze  nobili,  &  1  mercati,  ch'erano  in  quella,  co* 
me  nelle  Croniche ,  &  Hiltone  dell'India  potrà  vedere  il 
curiofo.   Perlaqual  cola,  per  la  molta  abondanza  di 
Sandalo ,  che  dalle  altre  parti  portauano  a  vendere  a  Ca- 
Iccut  (donde  in  que' tempi  fi  dilìribuiua  per  tutte  l'altre 
parti  )  non  è  merauiglia,  che  fi  ingannale  Antonio  Mu- 
fa,penlandofi,che  ne  campi  di  Calecut  nafeeffe  il  Sanda 
lo  j  nel  qua!  Calecut  fono  molte  montagne afpre,  &  di- 
rupate, piene  di  Elefanti,  Tigri,  Porci  ièluaggi ,  Lon- 
ze, ferpi  de  Capi  Ilo,  &  altre  molte  fi  ere  -T  &  i  pozzi  are- 
no!! ,  &ci  campi  Iterili  pieni  di  Palme,  che  producono 
il  Coco ,  ò  le  Noci  d'India  (  come  nel  fuo  capitolo  fi  ve- 
derà  )  &  tutto  circondato  da  Mare ,  8c  da  fiumi  ;  &  per 
quella  cagione  fi  finì  &  confumò  già  la  nobiltà  ,  gran- 
dezza ,  &  ricchezza ,  &fplendidezza  del  popolo  di  Ca- 
lecut ,  &  h  fuoi  famofi  mercati  -t  &c  al  preiente  trionfano 
i  Portoglieli  di  tutte  quelle  parti,  come  affolliti  Signori 
di  tutto  quel  Mare,&  cofte;a  quali  non  fi  dee  meno  (  per 
hauernedifcoperto,  &  farti  partecipi  di  tante,  &  coli 
Angolari  medicine,  &  palefati  tanti  Mondi, &  tante  Re- 
gioni con  lelorolunghiflimcnauigationi,  &£  conia in- 
duftria ,  &  nobiltà  de  loro  animi  )  che  a  Tolomeo  per  la 
fua dotta Cofmografia.  Onde rra l'altre cofe,  &  ricche 
mercantie,  conducono  hora  quelli, che  vengono  di  Ma- 
laca ,  &  di  que'  Porti ,  le  loro  naui  cariche  di  Sandalo  al- 
la Città  di  Cochin ,  &  di  Agiioa  (  (cale  principali  dell'In- 
dia per  quelle  parti.  )  dalle  quali  fi  diuide  il  Sandalo  coli 
per  quelte ,  com e  per  quelle  per  tutto  il  Malabar ,  &  per 
Canara  ,  Se  per  Bengala ,  &  per  il  Decanin  ,  &  per  il  Gu- 
zarate,&  per  Ormuz ,  &  per  l'Arabia  ;  &  la  minor  quan- 
tità, 


DE    SANDAL  I.  xx9 

tira ,  e  quella ,  che  conducono  per  Portogallo ,  &  Ifpa- 
gna ,  &  per  tutte  quelle  altre  parti ,  doue  le  ne  confuma 
molto  meno  che  in  quelle ,  come  s'è  detto . 

A  quello  ,  che  dicono  alcuni ,  che  il  Sandalo  Citrino 
fi  chiama  Machazari ,  ò  Mazahari ,  come  dicono  i  Frati 
nell'Antidotano  di  Mefue  al  capitolo  i  j.  De  Aromat. 
rof.Gabnehs.foglio  7o.Machazir ,  id  elt  odoriferi  ;  que; 
quidemexpofìtio  bene  conuenit  Sandalo  Citrino  ;  per- 
che il  Sandalo  Citrino  è  il  più  odorifero ,  che  tutti  gli  al- 
tri. Et  dice  Senipionc,  che  quando  fi  dice  Sandalo, 
per  eccellenza  s'intende  citrino  ;  &  coli  dicono i  Frati, 
che  non  fitroua  Sandalo  citrino  nell'europa, eccetto  che 
nel  Cerne  fi  ritroua  in  molti  legni  ;  &c  coli  dicono  altri ,: 
come  ilSepuIueda,  il  quale  dice,  ch'è  meglio  poner  la 
metà  di  poluere  di  Sandalo  rollò ,  &  l'altra  mera  di  bian- 
co ;  &  anco  li  loda ,  che  ha  veduto  Sandalo  giallo .  A 
quello  fi  niponde  ellcr  vero ,  che  il  Sandalo  giallo ,  ouer 
citrino  è  migliore,  &  più  odorifero  ,&  di  più  valore;  Se 
che  parimente  egli  è  vero,chc  in  quelle  parti  fi  troua  mol 
to  Sandalo  giallo ,  come  s'è  detto.Et  che  Ila  poco  Sanda- 
lo giallo  nell'Europa,  anco  quello  è  la  vedrà.  Ma  la  ca- 
gione di  ciò, fi  è;  ch'egli  è  piùilimato,&  più  fi  vende  nel- 
l'Ada, che  nell'Europa;6V  per  quella  cagione,  &  per  la 
poca  inilanza  &c  curiofità  delli  Speciali ,  non  vicn  con- 
dotto in  quelle  parti;  ondenon  rella  di  venire,  perche 
nella  mancamento.  Qjjanto  al  nome  di  Machazari , 
ò  Mazahari ,  dice  il  Dottor  Orta,che  gli  pare  ,  che  voglia 
dire  tratto  di  Malaca ,  &c  che  pona  cller  che  folle  quello 
nome  corrotto ,  &c  dir,Mazarrani  ;  che  vuol  dire, de  gial- 
li,  ò  de  gli  a  zarlranati  ;  il  che  pare  più  a  propofito  .  poi 
che  Muzafi ani  vuol  diregiallo,òcitrino;ilqua  e  è  più 

R         odorifero, 


Ho  DE'     SANDAL  I. 

odorifero ,  come  certifica  Mefuc,  &  i  Frati  nelPAnrì- 
do tano  al  capitolo  261.  foglio  446.  dicendo  •>  Repcri- 
tur  quandoque  fenptum  Sandali  Mahazari ,  quod  acci- 
pitur prò  Citrino.  &  Mcfue  de  Aromatico rofarunu , 
Sandali  Machazari ,  id  eli ,  Sandali  Citrini ,  qui  funi, 
magis  odorati .  &  il  molto  dotto  Giouanni  Fragofo 
dice  nel  fuo  de  Aromat.  rof.  Gabrielis,  exMefue,per 
Sandalos  Mazachari  ,  Citnnos  ìntcllige  odoratiorcs  j 
ipfi  enim  fumendi  funt  femper -,  quum  Sandalorum 
iimpliciterfitmentio.  &  alla  ime,  fiao  d'una,  ò  d'altra 
maniera  y  tra  Sandali  il  Citrino  è  migliore  di  tutti  gli 
altri .  Quanto  alla  mifturadi  poner  vna  metà  di  rollo , 
&  l'altra  metà  di  bianco ,  quello  non  è  vfar  del  Citrino  -, 
anzi  parrebbe  che  folle  meglio  poner  tutto  del  bianco  j 
perche  il  bianco  è  più  vicino  alla  natura  del  Citrino;  &c 
perche  ambeduclitrouano  in  vna  medelìma  terra  :&  il 
roilb  nafee  molto  lontano  dal  luogo,doue  nafee  il  bian- 
co ,  &:  giallo  ;  come  nell'Ifolc  di  Timor,  doue nafeono 
i  due  :  oc  il  totìo  in  Tanazarin ,  terre  che  confinano  con 
Malaca .  Dicono  alcuni ,  &  affermano ,  che  il  Sandalo 
non  ha  odore ,  Ce  non  dapoi ,  che  ha  perfo  la  feorza ,  &  fi 
è  fatto  molto  fecco ., 

Vn'altro  legno  odorifero,  &  che  tien  molta  fìmiglian 
za  col  Sandalo  bianco  fi  troua  in  certe  parti  della  coita  di 
Melinde ,  &  nell'I  fola  di  San  Lorenzo  ,.&  in  alcune  parti 
del  Malabar,  col  quale  fi  vngeno  i  Negri  per  li  caldi;  ma 
nmnodi  quelli  è  Sandalo,  ne  corrifponde  con  le  fuo 
qualità ..  Quello  legno  odorifero  del  Malabar ,  (  il  qual 
fi  chiama  traloro  Sambaranc)  vidi  io  in  Tanor,  &  in_. 
Cranganor }  ma  non  è  Sandalo,  ne  i  Medici  di  quelle 
«rare  lo  tengono ,  per  tale  ;  faluo  che  dicono  cflcre  /pecie. 

diluì,, 


DE'     SANDALI.  ,3, 

di  fui,&  clVc  buon  legno  per  la  gente  che  poco  può,&  lo 
laudano  per  l'Erifipcle,  &  inhammagioni;  &  Viano  fuc- 
ilo legno ,  come  il  Sandalo  vermiglio ,  ò  rollò . 

Sono  tutti  i  Sandali  freddi  nel  terzo  gndo,  &  fecchi 
nel  fecondo.  Giouano,  principalmente  il  giallo  j  ò  Ci- 
trino, &  bianco,  contrai  dolori  della  tclla  da  cagione 
calda,,.  Età  deliranti,  &:  che  fono  apparecchiati  a  ca- 
dere in  frenelli,  applicandoli  fopra  la  fronte,  &  le  tem- 
pie. Petti,  &infufi  inacqua  rofa,  &sgrc^o,  tempra- 
no il  grande  ardore  dello  itomaco  .  I  rendendoli  per 
bocca,  rifrefeano,  &  danno  vigore  nelle  febbri  ardenti. 
Applicandoli  con  acqua  rola  (opra  il  cuore,  fegato  ,& 
polli ,  allegrano  &  vinificano  li  fpiriH  virali,  mcfcoLti 
con  le  mediali'- cordiali.  Il  Santi  ik)  colorito  ,  òrofTo, 
refifte  al  catarro,  &aIlediltilhtioni,  chefeer-dono  dal- 
la teftì  ■&  applicato  v.oi  luccodi  Piantagine,  odiSola- 
tro  ,  òdiSeunpieuiu.^òdi  Torrulaca,  è  vtileallcinfiam- 
magioni  ;  alla  gotta  calda  j  &c  contra  ali'apollemc 
calde. 

De  Sandoli  fcrilTe  Auicenna  nel  libro  de  viribus  cor- 
dis  ,  lodandoli  per  fortificare  il  cuore,  &  per 
darli  allegrezza  ;  per  la  qua  l  cagione  fi  pon- 
gono nelle  Medicine  cordiali  ;  &  di 
tutti  loto  fi  fa  nelle  Specierie  il 
Diatrium  Sandalorurru 
molto  vtile  per  le 
febbri  putri- 
de. 


R     z         DELLA 


DELLA     SPIGA  NARDI. 

Gap.     XXIII. 


Tanto  intricato  Labirint© ,  & 
varietà  d'opinioni,  &  inconltan- 
ftanza  di  giudicio  quello,  che  li  tra 
uà  fcritto  fopra  del  Nardo ,  che  mi 
pare  più  ficuro  allegar  qui  ciò  che 
di  lui  dice  il  Dottor  Orta  ,  &  le  lue 
qualità,  &  relettionej&:  lafciarii 
relto  al  curiolo  lettore ,  che  lo  legga  in  Galeno  nel  primo 
libro  de  Antidotisj  &  nel  libro  8.  de  facultate  fìmpli- 
cium  medicamentorum  -f  &  nel  I1br09.de  compoflt,, 
medie,  fecund.  loc.  in  Philonis  Antidot.  &  nei  Mat- 
tinolo fopra  il  primo  libro  di  Diofco. capitolo  6.  &  in 
Theo frailo  nei  libro  primo,  capitolo  lO.&nelhb.  ^ca- 
pitolo 7.  &  in  Diofcoride  nel  hb  pnmocap.6  in  Amato 
Lufitano  libro  nel  primo,  Diofcoride  alla  enarrano.  6.  &: 
nel  Manardo  Ferrarefe  al  lib.<5.  delle  fue  epiltole  nell'epi-. 
ftola  j.&allib.g.delmedefimovoluiTieneirepift^.&in 
Hermolao  Barbaro,&  nel  Ruellio,al  lib.fecondo  nel  ca- 
pitolo 5.1n  Antonio  Mufa ,  il  quale  co  i  due  compagni 
infiemecon  Plinio  furono  negligenti;  al  qual  Plinio, 
fecondo  la  verità,  la  ragione,  hiperienza ,  &.la  dottrina 
de  Dottori  in  quello  propofito  allegati ,  pare,  che  non  fi 
debba  credere  a  quanto  ferine  del  Nardo  nel  libro  1 1.  al 
capitolo  del  Nardo .  Similmente  potrà  vedere  il  Lacuna 
nel  primo  libro  di  Diofcotidc  al  capitolo  é.con  le  con- 
fusioni del  Braiàuoia  nel  fuo  elfame  de  fem  plici .  Que- 
llo adunque  è  quello  Spico  Nardo  anticamente  apprez- 
zato y  col  quale  fi  faceua  quel  pretiofiflimo  vngutnt© 


unto 


DELLA  SPICANARDI.  in 
tanto  ftimato ,  &:  di  tanto  prezzo ,  che  meritò  per  Io  Tuo 
valore,  chefenefaceflcmentionenei  facro  Luangtho, 
dicendoli,  che  quell'unguento  potcuacilcrvendu io  per 
più  di  trecento  danari  ;  il  che  a  cjuel  tempo  era  grande-» 
valore .  ht  non  è  merauigha ,  che  folle  tanto  lìimato  al- 
l'hora detto  vnguento,  chef!  faceuacol  Nardo,  poiché 
mancauano  à quel  tempo  1  molti  &pretiofi  odori,  do 
quali  hora  abondiamo ,  &  i  quali  coli  il  tempo,  &  le  dc- 
litic ,  come  l'eltrcma  diligenza ,  &  lunghe  nauigationi  ci 
hanno  diLoperto. 

-  Jb'  quello  Nardo  il  proprio,  èvvero,  che  di  quello 
parti  ne  portano,  cantile  Spceienedi  continuo  li  ado- 
pra  j&  quello  e  he  da  molti  e  desiderato,  oc  da  alcuni  du- 
bitato che  ila  d'elio  ,  come  dalla  terza  epillola  del  fello 
libro  del  Manardo  lì  raccoglie,  lit le  ad  altri  tempi  ne 
era  poco ,  &  fi  faliihc.ua  per  lo  fuo  molto  valore  (  il  qua- 
le fecondo  Plinio  al  libro  li. capitolo  1 1. era  grande) al 
prefentc  non  fi  ha  che  temere  di  falfifìcatione,  pereiler 
molto  conof  ciuto ,  cv  perche  fé  ne  porta  con  le  naui  Por- 
toglieli dalle  parti  Orientali  tanta  abondanza  nel  Po- 
nente ,  che  vai  coli  poco ,  che  non  porta  la  fpefa  à  faliifi- 
carlo ,  come  fi  faceua  anticamente .  Et  anco  le  ne  troua 
più  hora  che  prima  j  perche  con  più  diligenza  coltiuana 
quelle  genti  la  terra ,  che  lo  produce,com'è  in  Mandou  , 
&  in  Chitor ,  &  in  alcune  parti  di  Bengala  d'intorno  al 
belli  fhmo  fiume  Gange  ,  che  da  Indiani  è  chiamata 
Ganga-,. 

Chiamali  il  Nardo  prefTo  a  que'GJtih  Cahzcara',&  Aui 
céna  con  tutti  gli  Arabiche  hora  fi  trouano  lo  dimanda- 
no Cebul,che  vuol  dire  in  Arabico,Spicaj&  cofi  lo  chia- 
mano in  Arabico  Ccmbuilndi  jcome  le  diceiìero)  Spica* 

d'india. 


f34  DELLA  SPICANARDI. 
d'India.  Ec  quella ,  che  noi  chiamiamo  Spica  Celtica^, 
chiamano  efh  Cembul  Rumi ,  che  è  quanto  a  dire ,  Spi- 
ca della  terra  de  Rumi.  Etnon  è  merauiglia,chc  Mat- 
theoSeluaticoerriil  nome,  chiamandola  Cenubel,  ò 
Cobcl,  poi  che  non  fapeuabene  la  lingua  Arabica,  ò 
per  ventura  i  nomili  erano  corrotti.  Dice  Diofcoridc 
nel  capitolo  5.  del  primo  libro ,  che  fi  trouano  due  fpe- 
eie  di  Nardo ,  vna delle  quali  fi  chiama  Indica ,  &  l'altra 
Siriaca ,  non  perche  il  trouino  in  dette  regioni  ;  ma  per- 
che del  Monte  medefimo,doueciaicuna  nafee,  vna  par- 
te riguarda  verfo  la  Soria ,  &  l'altra  verfb  l'India  :  &  par- 
lando delladettione,dicej  che  tra  Nardi  Indici  ne  è  vno, 
che  fi  chiama Gangetico,pcrrifpetto  del  Rio  Gange,  il 
qual  palla  preflò  ad  vna  montagna ,  nella  quale  egli  na- 
fee ;  &  che  quella  fpecic,  per  cagione  della  molta  humi- 
dtradel  luogo,è  di  minor  virtù;  benché  nafea  più  alta:  & 
che  da  vna  loia  radice  produce  molte  fpichc  folte  di  mol 
ti  capelli  intricati  &  di grauiflìmo  odore.  Ma  quella  che 
nafee  bene  all'alto  del  Monte  pare  più  odorifera,  &  ha 
la  Spica  corta ,  &  è  vicina  d'odore  al  Cipero  ,  &  poffic- 
de  tutta  l'altre  conditioni  che  la  Soriana.  Ma  in  tutte 
quelle  parti  non  fi  conolce  altra  Spicanardi  ,  fé  non-. 
quella,  che  nalce  nelle  terre  di  Chitor,  &  di  Mandou, 
terre,  che  confinano  col  Deli,  &  con  Bengala,  &  col 
Dccan;&:cofi  quelle  terre,  come  l'altre  molto  più  in- 
nanzi, fono  tutte  in  India.  A  quello  che  dice ,  ch'una  è 
Indiana,  l'altra  Soriana;  perche  vna  parte  del  Monte, 
doue  ciafeuna  di  quelle  nafee,  mira  verfo  la  Soria ,  & 
l'altra  verfo  le  Indie;  fi  rifpondc,  che  nelle  Indie  fono 
Monti ,  ne'  quali  nafee  detto  Nardo  ;  Scìa,  faccia. ,  ò  par- 
ie di  detto  Monte,  che  guarda  verfo  il  Ponente,  dou'è 

fituata 


DELLA  SPICANARDI.  i35 

fìtuata  la  Soria ,  è  molto  lontana  j  &  oltra  di  ciò  non  na- 
fee tutto  nel  Monte ,  che  guarda  veri o  la  Soria ,  ma  in 
moire  parti  di  quella  regione  ,  douelo  feminanoj  & 
quello  che  naicc  fenza  feminare ,  è  in  molto  poca 
quantità. 

Qucih Spica  ertfee  producendo  dalla  radice  vn  fo- 
lto corto  fopra  la  terra ,  il  maggior  di  tre  palmi  di  gran- 
dezza ,  &  altri  più  piccoli,  &  lubito  dalla  radice  elee  det- 
ta Spica ,  dalla  quale  su  per  lo  fuito  va  produccndo  alcu- 
ne fpiche  ,  &  coli  la  portano  a  vender  a  Cambaìete , 
Currate ,  Goa ,  &c  altri  Porti  del  Alare ,  doue  la  compra- 
no i  Mercanti  Arabi ,  Periìani ,  &  douc  fi  adopra  mol- 
to •  perche  la  minor  parte  fi  conluma  in  huropa. 
Appi  elio  non  tengono  in  quei  luoghi  vna  migliore  del- 
l'altra; che  benché  alcuni  di  quelli  Nardi  iianofporchi 
pereilère  molto  pieni  di  polucre  fatta  da  capelli  della 
propria  Spica,  non  fé  ne  curano  peròi  Mercanti,  ma 
rutte  lo  comprano  j  perche  fi  ferueno  della  detta  poluc- 
re per  lauarfenc  le  mani .  Quelli  che  la  coglieno ,  & 
poitano  a  vendere,  dicono,  che  nafee  nelle  valli,  &  ne* 
Monti,  &  non  tengono  per  migliore  vna  dell'altra,  che 
tutte  mefcolano  infìcme  :  ne  Tauantaggio  della  gran- 
dezza è  molto  da  vna  all'altra  fpica  ;  &c  l'odore  è  tutto 
vno  di  quello ,  che  è  frefeo  5  perche  il  vecchio  perde  par- 
te del  fuo  odore  . 

Plinio  dice,  ch'è  vn  frutticc  piccolo,  &  negro,  &: 
debole,  &  ch'una  (pecic  ,  la  quale  nafee  d'intorno  al 
fiume  Gange,  è  del  turro  bialìmata^  &  poi  gli  dà  molto 
prezzo.  Ma  comete  detto  ,  in  quelle  parti  non  fi  troua 
altro,  ch'vna  (ola  Spkanatdi,  laqunle  è  quella,  che  fi 
porta  a  quelle  parti  del  loncntc-  &  tutta  viene  d'intor- 


no a 


l. 


i36         DELLA  SPICANARDI. 

no  al  fiume  Gange .  Di  quefto  folo ,  poi  che  altro  non 
è,  fi  vagliono  tutti  i  Medici  Arabi ,  Perfiani,  India- 
ni, &  Turchi,  cofì  nelle  loro  terre,  come  nell'India, 
doue  molti  habitano ,  medicando  coli  i  Re ,  &  Prencipi 
con  detta  fpica ,  come  l'altra  gente . 

Del  prezzo  e  gran  valore ,  nel  quale  era ,  non  ho  che 
dire;  perche  di  ciò  direbbe  Plinio  più  il  vero,  che  della 
defenttione  della  Spica  ;  percioche  in  que'  tempi  non., 
erano  quelle  parti  cofi  difeoperte ,  conofeiute,  &  carni- 
nate,  come  al  predente  ;  ne  vi  era  con  loro  il  commer- 
cio ,  che  hora  vi  è .  Per  la  qual  cola  non  è  mcrauiglia  , 
che  valclTe  molto  prezzo,&  non  fé  ne  fapeiTe  la  veri  rà  co- 
fi  cerra ,  come  al  prefente .  A  quello  che  dice  il  Lacuna 
nel  capitolo  6.  del  primo  libro  di  Diofcoride,pritna;che 
il  Nardo,  che  ordinariamente  ne  vendeno  nelle  Speda- 
ne non  è  Spica ,  ma  radice  j  non  contradice  Diofcoride, 
quando  afferma,  che  il  Nardo  Indico  da  vna  fola  radice 
produce  molte  fpichc .  Dice  poi,  che  la  Spicanardi  è  ha- 
uutainfofp  etto  nell'india*,  perche  di  lei  fi  fa  vna  fpecic 
di  veleno  mortifero,  chiamato  Pifo,  il  qual  non  fola- 
mente  beuuto  ,  ma  applicato  ali'huomo, quando  Suda , 
lo  vccide;  onde  l'ufo  del  Nardo  in  quelle  parti  viene  te- 
nuto per  (ofpetto  .  Dice  di  più,  che  viene  della  Sotia . 
Ma  la  Spicanardi  è  quella,che  s'è  detto,&  in  tutte  le  parti 
dette  lì  vfa,  &  fé  ne  confuma  in  molta  quantità-,  &  tra 
Mori,&  Gentili  fc  n'adopra  molta,  &  non  hanno  il  fuo 
vfo  in  (ofperto,  ne  in  tutte  quelle  parti  fi  fa  fare  del- 
la Spicanardi  cotai  veleno  5  ne  veleno  che  fi  chiami 
Pifo  mai  il  Dottor  Orta  conia  fua  diligenza  non  potè 
conoscer  nell'India,  nèio  fteflò  per  quelle  parti  ;  ben- 
ché ne  dimandala  a  molti, 

II 


DELLA  SPICANARDI.  i37 

Il  maggior  veleno  che  tra  loro  riabbiano  ,  è  quello 
chiamato  Bicho  di  Ormuz,  ilqualeè  come  vnoStin- 
co ,  del  quale,  &  del  fuo  horribilidimo  veleno ,  &  del- 
la lottile  ,  &  diabolica  arte  ,  che  hanno  per  vecidc- 
re  con  lui,  Udirà  nel  libro  de  gli  animali.  Oltra  que- 
llo mortifero  veleno  vie  la  Manga  feroce,  della  quale 
s'è  parlato  j  &  ap predo  il  veleno  che  fanno  delle  barbe 
della  Tigre  j&vn'altrod'un'herbalattuofa,  della  quale 
ha  molto  abondanza  nel  Malabar ;  &  anco  vfano  per  ve- 
leno il  Napello. 

Quanto  al  venire  della  Soria,  fi  ha  dafapere;  che  Io 
portano  d'India  in  Alepo,  ch'è  in  Soria;  &  di  Alepo  in 
Venetia.  Coli  s'intende  quello  delSepuIueda,  de  Spi- 
ca Alcep,  cioè  ,  Spica  di  Alepo-  perche  Alepo  fem- 
ore fu  capo  della  Soria,  &  principale  fcala  dell'India-, 
per  Ponente  ,  com'è  è  al  prefente.  L'altra  fpecie  detta 
dal  Sepulueda  Satiech ,  &:  Satiach ,  vuol  dire  Satingan  , 
ch'è  vn  porto  molto  celebrato  in  Bengala,  dou'entra^ 
il  fiume  Gange .  Coli  reità  a  noi  il  noitro  antico,  &  ce- 
lebrato Nardo ,  il  quale  fi  può  vfarc  lenza  fofpetto  di 
falfifìcatione  •  perche  tutto  è  frefeo ,  e  buono  ;  &  fc  è  vec- 
chio ,  il  conofee  nel  mancamento  del  fuo  odore ,  il  quale 
con  la  vecchiezza  fé  gli  diminuifee. 

E  la  Spicanardi  ,  fecondo  Galeno  al  libro  8.  della 
facoltà  de  femplici  medicamenti  ,  calda  ,  fecca  ,  & 
adringente,  vale  al  fegato,  &  allo  ftomaco  ,  alla  rc- 
tentionc  dell'orina,  al  ventre,  al  petto,  &  alla  teda. 
Il  redo  a  che  feruc  lì  può  vedere  nel  capitolo  6.  del  li- 
bro primo  di  Diofcoride  con  la  fua  elcttione.  Si  fuo- 
lemefcolarc  la  Spicanardi  col  Rhabarbaro  ,  non  per 

S         refide- 


Ug        DELIA  SPICANARDL 

«fiftcre  ad  alcuna  fua  malignità  (  che  non  è  nel  Rha- 

barbaro  )  ma  per  fargli  più  aperta  ftrada. 

Tuttauia  tra  buoni  Medici  fi 

tiene  per  meglio  à\ 

far  quefta  me- 

fcolan- 

za 

con  Cinnamomo 

in  luogo  di 

Spica. 


& 


DELLO 


1\9 

DELLO  SCHINANTO.      C  A  P.  XXIIII. 


V  s  a  t  o  Schinanto  ,  chiamato  da 
Latini  Iuncus  odoratus  ,  da  Catalani 
Palla  de  Carnei }  da  gli  Italiani  Giun- 
co odorato  ,  ò  come  lo  chiamano  i 
Francefi ,  Pailturc  de  Chamcaulz  ,  fi  e 
la  Palla  de  Camelo  de  Ponoghcfi ,  ò 
Paia  de  Meca  de  Casigliani  j  la  quale  fi  chiama  Cacha- 
bar,  &c  Haxis  Cazulc  in  Mafcate,  &  in  Calavate  terra 
dell'Arabia ,  doue  n'è  tanta,quanta  è  l'herba  in  Europa , 
douc  pafcolano  gli  armenti.  Quefta  nella  Perfia,chc 
confina  con  le  dette  terre,  fi  chiama  Alaf,  che  vuol  di- 
re herba;  &  nell'India  il  fuonomc  volgare  fi  è  Erua  di 
Mafcate ,  ò  Palla  di  Meca .  Dalla  qual  Meca ,  eaminan- 
do  per  terra ,  fono  le  dette  terre  molto  vicine  :  &  cofi  gli 
Arabi  di  Mafcate,  &diCalagiatc  vanno  in  breue  tem- 
po per  terra  a  Meca ,  per  eifer  molto  più  vicine ,  che  per 
mare.  Et  chiamarle Pafcolo,  ò  Paglia  di  Camello  noiu 
è  molto  fuori  di  ragione  •  perche  nelle  terre ,  dou'ècjuc- 
fl'herba ,  fono  molti  Camelli  ;  tuttauia  non  fono  efii  fo- 
li ,  che  pafcolano  di  detta  herba ,  &  de  f  uoi  fiori ,  per- 
che dell'ideila  (  come  herba  &  pafcolo  communc ,  &  or- 
dinario ch'ella  è ,  &  in  molta  abondanza  )  mangiano ,  & 
fi  nutrifeono  i  caualli ,  &  Muli }  &  tutto'l  rclìode  gli  ar- 
menti, i  quali  fono  in  gran  quantità. 

E*  tanta  quefVherba  ,  che  oltre  i  molti  fafei  ,  che  i 
Marinari  portano  nelle  Naui  per  vendere  ;  i  Mercanti  de 
caualli  ancora  ne  portano  molti  Iegazzi  &  fardelli,  per 
poner  nelle  naui  lotto  i  piedi  de  caualli ,  acci  oche  la  lo- 
ro orina,  &  fterco  non  faccia  mal'odorc,  &  acciothe 

S     z  filano 


i4o  DELLO  SCHINANTO. 
ftiano  più  netti ,  &  più  caldi  ;  &  lordandoli  vn  Ietto  dì 
detta  herba,  Io  gettano  in  Marc,  &nc  fanno  vnaltro  di 
netta.  Et  benché  in  Arabico  fi  chiami  Cachabar  ,  &c 
HaxisCazule-  tuttauia  la  chiamano  in  altre  parti  del- 
l'Arabia, Adchar,  checoflla  chiama  Auicenna  .  Sera- 
pione  la  chiama  4  dcher^  &  quello  è  il  più  ordinario  no- 
me tra  Medici  Arabi,  &  Perfiani,  che  fi  ritrouano  in 
India .  Il  fiore  di  quell'herba ,  chiamano  Foca ,  il  quale 
mai  viene  con  la  paglia;  perche  non  fanno  quelle  bar- 
bare, &feluiggie  genti  (doueha  quelVherba)  cafo  al- 
cuno del  fiore-  &c  li  Speciali  dell'India  non  vi  pongono 
diligenza  d'hauerli  ronde  fi  hanno  per  corrotti  i  nomi, 
che  Mattheo  Siluatico  gli  pone  di  Azquir,  &  Adcaram. 
I  natij  del  luogo  ,  doue  nafee  queft'herba,  non  l'ufano 
tanto  in  Medicina ,  come  gli  Arabi ,  &  Perfìani  :  perche 
il  più  che  fé  ne  ferueno ,  fi  è  per  lauarfene  con  la  fua  ac- 
qua .  Diofèoridc  nel  libro  primo  al  capitolo  1 6.  dice , 
chequefto  Iunco  odorifero  fi  troua  in  Africa,  &c  nel- 
l'Arabia ,  &  nella  regione  Nabathea ,  donde  viene  il  più 
ecceilente,&  che  proihmo  a  quello  in  virtù  è  lo  Arabico, 
chiamato  Babilonio  da  alcuni,  &  da  alcuni  altri  Theu- 
chitis  ;&  che  il  peggiore  di  tutti  è  quello,  chenafeein 
A  frica  j  &  che  ferueno  all'ufo  quotidiano  i  fiori ,  le  can- 
nelle^ le  radici.  Il  Lacuna  dice,  che  dello  Schinanto 
ne  manca  il  medefìmo  Schinanto ,  ch'è  il  fiore .  A  que- 
llo rifponde  il  medefìmo  Garzia  Orta-  ch'egli  è  vero  , 
che  Ci  troui  nelle  dette  parti ,  &  che  tutte  fono  fotto  il 
nome  di  Arabia,  &  che  quanto  alla  region  Nabathea 
(  la  quale  è  prouincia  dell'Arabia  pretto  alla  Giudea  det- 
ta cofi  da  Nabatoch  nipote  del  Re  di  Pcrfia  )  non  fi  certi- 
fica,fé  quiui  fi  troui,  ò  nò  j  perche  i  Medici ,  che  furono» 

ili 


DELLO  SCHINANTO.         ,4, 

in  Hicrufalcm  ,  &  in  Galilea ,  &  in  que'  luoghi ,  gli  dif- 
fcro  ,  che  tutrolo  Schinanto ,  che  fi  adopraua  la  ,  era 
portato  dal  Cairo  :&  che  quello  del  Cairo  nonfapeua- 
no  elli ,  (e  era  di  là , ò  fé  vi  lì  portaua  dalla  colta  di  Ma- 
fcate  j  &  cflcndo  le  genti  di  quelle  parti  poco  curiofe, 
chenonèmerauiglia,  fé  non  lì  fa  di  molte  herbe  medi- 
cinali ,  &c  che  poria  ben'cflère,  chefìtrouaiìein  Babilo- 
nia .  Et  perche  Diofcondc  dice ,  che  il  peggior  di  tutti 
è  quello,  che  nafee  in  Africa,  &c  non  nominala  parte 
d'Africa  d'onde  viene  il  cattiuo  ■  non  ho  da  dirnev 
altro . 

Quanto  al  fiore  (chiamato  Schinanto  corrottamen- 
te dal  vocabolo  Greco  Sch^nu  anthos,  come  è  adire,  fior 
di  Gionco  ;  perche  Anthos  in  Greco  lignifica  fiore,  &c 
Schainos  il  Gionco)  egli  è  vero,che'l  fiore  di  quello  gion- 
co  odorifero  fi  è  perduto  d'ufarc  per  la  poca  diligenza  de 
Medici ,  &delli  Speciali .  Et  fi  dee  notare,  eh  ogni  fia- 
ta, che  fi  ponerà  quello  nome,  Schenos,  fi  ha  da  inten- 
dere il  Gionco  odorifero.  Cornelio  Celfolo  chiama^ 
Gionco  rotondo ,  &  quafì  tutti  i  Greci  gionco  odorifero. 
Il  chiamarlo  Celfo  Gionco  rotondo,col  qual  ha  qualche 
lomiglianza,  benché  non  crefea  tanto  alto,  auiene  per 
far  differenza  dal  Gionco  triangolare  ;  &  eli  altri  lo  chia- 
mano  Gionco  odorifero,  per  fare  difteréza  dal  commun 
Gionco .  Dice  anco  Auicenna ,  ch'vno  è  Arabico ,  &  di 
buon'odore  gl'altro  della  terra  dell'Agiamij  &  quello 
èquellodiDamafco.  Dicedi  più  Auiccnna,cheloSchi- 
nanro  hall  frutto  negro,allegando  Diofcondc .  Ma  po- 
trebbe efiere  ,  che  il  Diofconde,  doue  Auicenna  Ielle 
coli ,  folle  errato ,  o  folle  errore  del  f uo  traduttore ,  poi 
che  Dio!  conde  non  dice  coli*  Scrapionc  dice  allegan- 
do va 


,4t  DELLO  SCHINANTO: 
do  vn  Bonifaa ,  che  Io  Schinanto  è  vn'herba ,  che  ha  le 
radici  fotto  terra ,  &  che  ha  molti  rami  fottili ,  &  duri , 
&  che  ha  il  frutto  fidile  a'  fiori  delle  canne ,  &  chc'I  più 
fottiicè  minore,  &  che  poche  fiate  nafccfolo;  perche 
quando  il  vede  vna  di  quefte  piante ,  fé  ne  feopre  molte 
d'intorno  di  lei j  &  che  nafee  nelle  Ifolc ,  &  ne'  prati  j  & 
che  quando  fi  fecca,  refta  bianco.  Ma  già  fi  è  detto, 
che  lo  Schinanto  non  è  pianta,  maherba,  come  dice  il 
medefimo,  il  quale  moltra  negligenza  à  chiamarlo  vna 
fiata  herba ,  &c  l'altra  pianta;&  non  nafee  nelle  Ifole ,  ma 
nelle  terre  dette .  Quanto  all'odore ,  quello  che  ha  lo 
Schinanto  frefeo ,  è  buono  ;  ma  non  l'ha  di  rofa  -,  &  non 
èdamerauigliarfijperciochcpochc  fiate  fida  nel  vero 
•con propria  comparatione  nelle cofe  di  buon'odore. 
MatthcoSiluatico  dice,  che  ficonferua  per  dicci  anni  j 
il  che  mi  par  che  non  farebbe  mcrauiglia  per  efler  herba, 
che  ha  poca  humidità.Ma  quello  che  diceys'intende  non 
le  restando  l'odore,  &  nelle  terre  afeiutte,  &lunge  dal 
Mare-,  perche  nelle  marine,  &  numide,  non  ficonfer- 
ua ,&  dura  poco .  I  Frati  dicono,  che  non  è  fiore,  ma 
folamen  te  radice,  &  paglia  ;&  che  la  paglia,  che  nelle 
Specierie  fi  vende  per  Schinan  to  ,  non  ne  è  aItriméti,co- 
me  è  opinione  di  moìtidotti;&  che  non  è  quello  di  Dio- 
{coridc,  confiderandonc  beneifegni,  che  gli  aflègnaj 
&  che  non  ha  le  radici  notabili  per  l'ufo  della  Medicina  , 
ma  capillari,  piccole,  &di  niuna  forza ;  &chc  molti 
credono,  che  la  radice  del  Calamo  aromatico  fia  la  ra- 
dice dello  Schinanto  ;&  che  altri  tengono  che  la  radice 
della  Galanga  fia  dello  Schinanto,  con  quel  di  più  che 
nel  luogo  recitato  fi  può  vedere.  Il  che  cfCcr  tutto  con- 
trario potrà  vedere  chi  è  curiofb ,  &  non  affezionato  co- 
fi  per 


DELLO  SCHINANTO.  ,43 

fi  per  via  d'efpericnza ,  come  per  la  riprenfìonc,  che 
in  doloro  dà  AndreaMatthiolo  fopra  il  cap.  1 6.  del  hb. 
primo  di  Diofcoride  j  notando  quiuii  inanifeiti  errori, 
che  in  ciò  hanno  commeflo;&  rnoltrando,che  non  han- 
no intelò  1  Frati  Diofcoride ,  ne  guitato  lo  Schinanto^fo 
che  fc  l'hanno  veduto,  dee  cflerc  itato  tanto  vccchÌQ,chc 
hauca  perduto  l'odore ,  &  faporc .  De  i  medeiimi  errori 
gli  nota  Amato  Lufitano  nel  libro  primo  di  Diofcoride 
alla  narrationc  ló.Dal  che  fi  raccoglie  la  negligenza  de 
Reucrendi  Frati  in  quello  cafo,  i  quali  (benché fìano 
ri  preti  da  altri ,  che  hanno  veduto  ,  Se  conosciuto  il 
contrario)  non  patiscono  orTefa  nella  loro  dignità,  & 
fapcrc  .  Et  fé  bene  tutti  i  fegni  di  Diofcoride  non., 
conueniflèroallo  Schinanto >  non  refla  perciò  di  ciTere 
quella,  chefemprefu,  &  per  tale  lo  chiamano,  Se  vfano 
i  Medici  famofi  di  quelle  partij  &  il  fiore  chiamano  Fo> 
ca,  come  s'è  detto,  &  confeiTano  quelli  nomi  eilcre  Gre- 
ci ,  ad  imitatione  de  i  quali  lo  chiamano  Schinanto,  ef- 
fendo  cfli  Arabi,  di  natione .  llcheèproua  fìretta,  poi 
che  per  ragione  meglio  lo  doucano  elh  conoscere,  che 
Diofcoride ,  ellcndo  quelli  di  Mafcate  per  terra  vicini  a 
Meca .  A  quel  che  dice ,  che  è  Calamo  aromatico ,  non 
ho  che  dire  di  lui,  poi  che  lo  Schinanto  aflòmiglia  il 
Qonco  ;  &  il  Calamo  aromatico  ha  le  fòglie ,  come  l'A- 
coro j  &il  Calamo  è  molto  più  caldo,  &i  ha  la  radice 
molto  maggiore i&k) Schinanto  nafecin  Mafcatc,co» 
me  s'è  detto  j&  il  Calamo  nell'India,  donde  lo  portano 
per  mcrcantia  nell'Arabia ,  comealfuo  capit.  fi  vederi* 
Tuttauia  egli  è  ancor  peggio  a  dire ,  che  ila  Galanga;  poi 
che  la  Galanga  nafee  nella  China ,  la  quale  per  lo  manco 
è  lontana  dicci  mille  leghe  da  Malcate-&  nella  radice  & 

fiori 


i44  DELLO  SCHINANTO. 
fiori  fono  cofidiucrfi,  che  non  fi  hadoue  compararli , 
come  nel  capitolo  della Galanga  fi  vederà  dipinto,  la 
quale  nafee  in  Goafeminandofi,  &c  lo  Schinanto  nafee 
in  tanta  abondanzain  Mafcate ,  come  s'è  detto, fenza  fc- 
minare .  Dal  valor  loro  anco  fi  lafciano  ben  conofeere  ; 
perche  quelli  che  daranno  Galanga,  &  Calamo  per  Schi 
nanto,  reftaranno  bene  ingannati  nel  prezzo  j  poi  che 
dal  molto ,  che  vagliono  quefte  due  medicine ,  al  poco 
che  vale  lo  Schinanto ,  non  è  comparatione .  Quelli  poi 
che  non  fi  contenteranno  del  vero,  &  non  vorràno  lafcia 
redi  itar  proterui  nella  loro  pertinacia ,  ftiano  nelle  loro 
confufioni  quanto  vorranno.  Ma  chi  vorrà  vedere  più 
chiaramente  quanto  i  Frati  al  luogo  citato  fi  fiano  ingan 
nati  circalo  Schinanto,  leggano ,  &  veggano  Amato  Lu- 
fitano ,  &  il  Mattinolo  ne  luoghi  detti ,  &  vederanrìo  la 
verità ,  tenendo  lo  Schinanto  freico  nelle  mani . 

Dello  Schinanto  Galeno  nel  libro  8 .  de  medicamenti 
fempliei  dice  cofi-  Scrigni  anthos  modicè  calfacit,modi- 
ceq;ctiamadftringit,  necplanèatenuitatis  natura  alic- 
nus  eft.  Quocirca  his  de  caufis  vrinam  mouct,  mélèsque 
ciet adhibitum  fiue  in  fomentationem ,  fiue  in  potioné. 
Prodeft  &  iecoris  &ltomachi,acventrisinflammationi- 
bus .  Magis  eo  adftringit  radix.  Quod  vero  fior em  vocar, 
.calidus  eli  :  porrò  in  omnibus  fui  partibus,inalijs  ma- 
gis ,  in  alijs  minus  guftantibus  apparet  adftri- 
cìio .  Proinde  medicinis ,  qua;  Hasmo- 
toicis ,  fiue  fanguinem  reijcien- 
tibus  exhibcntur, 
commifee- 
tur. 

DEL- 


DELL'ALO!.     C  A  P.  XX  v. 


'45 


Loes,  ò  A  loa,  è  Latino,  &  Gre- 
co; &gli  Arabi  lo  chiamano  Cc- 
bir.  I  Gazzarati  ,  oc  Decanini, 
Areaa.  I  Canarini(chc  fono  gli  ha- 
bitatori  allarma  del  M:re)  lo  chia- 
mano Otecomer .  1  Calligliani 
Aziuar.l  Portoghefi  Azeurc,ò  Azc 
uar .  Si  fa  egli  del  Cucco  d'un'hctba ,  la  quale  è  chiamata 
in  Portoghefc  Herba  Babofa-  Di  quella  herba  è  molta 
quantità  in  Cambaia,  &  in  Bengala,  &  in  altre  molto 
patti.  Ma  quella  di  Socototaè  molto  più  lodata,  &  è 
meteantia  per  Turchia,  pet  Perfia,  per  Arabia,  &:  per 
rutta  l'Europa  ,  &  perciò  lo  chiamano  Aloe  Socotrino. 
Quefta  ifola  è  lontana  dalle  bocche  dello  ftretto  del  Mar 
rollo  cento  &  ventiotto  leghe.;  onde  fi  può  dir  che  fia-. 
tanto  dell'Arabia,  quanto dell'Ethiopia;  poi  che  ddlev 
bocche  dello  Itrctto  vna  parte  è  Arabia ,  l'altta  Ethiopia; 
&  non  è  quella  doue  fi  fa ,  Città ,  come  dice  Andrea  La- 
cuna ;  ma  tutta  l'ifbla  •  la  quale  non  haCittadi,  mapo- 
pulationi  con  molti  armenti .  Non  fi  laitrica  la  terra  per 
cogliere  la  lagtima,  che  ui  cade ,  perche  non  è  Città ,  ne 
nell'lfola  Ci  tt oua  tanta  politia .  Nò  fi  falfifìca  per  la  mol- 
ta abondanza ,  che  in  quell'lfola  fi  troua  di-detta  herba , 
ma  per  la  poca  diligenza ,  che  i  Negri  di  quella  terra  via- 
no  nel  lafciar  mefcolatc  dcll'altteJicrbe  t  che  con  quella-, 
chiamata  Babofa  fi  mescolano  nel  coglierla  •  perciò  non 
parcelle  fiavnocofi  buono  come  l'altro.  Non  fi  creda, 
che  fia  migliore  quello  di  cima,  che  quel  dimezzo,  &c 
peggior  quello  più  fotto  del  fondo  -t  ne  e  pieno  di  arena, 

T        fefi 


m 


146  DELL'ALO  E. 

fé  fi  fa  con  diligenza  /perche  tutto  quello  di  quelli  Ifola 
èbuono.  Ne  fi  falsifica  con  Gomma  Arabica,  &  Aca- 
cia, come  dice  Plinio ,  &  Diofcondc  ;  perche  in  quella-, 
terra  ha  molto  poca,  ò  niuna  Gomma,  &  Acacia,  fe- 
condo quello ,  che  fi  fa .  Ma  poria  eifer ,  che  detto  Aloe 
fifalfificalTe  in  altra,  terra  :  &  non  faalcaioiinome  di 
chiamarlo  iucca  citrino,  dicendo  che  per  eilere  dì  Sòco- 
tora ,  è  migliore  ;  perdici  Pcrfiani ,  Arabi ,  &  Turchi  in 
Orm.uz(douelo.  portano  a  vendere)  fanno  molto  bene 
difeernere  vno  dall'altro.  Et  oltre  lafamacommunc,  in- 
formandotene molto  bene  il  Dottor  Orta  da  vn  ricco 
mercante-,  &  buon  letterato  al  fuo  modo,chiamato  Co- 
gcperculin(il  quale  nell'India  feruia  a  quel  tempodi  Se- 
cretano a  Gouernatori)  come  fi  chiamaffe  l'Aloe  in  Tur- 
chcfco,,Pcrfiano,  &  Arabcfcoj  gli  dille,  che  in  tutto 
quelle  lingue  era  nominato  Cebar-,  &  fimilmente  gli 
dilfe,  che  il  migliore  di  nitriera  quello  di  Socotora,  &c 
che  ne  era  in  altre  molte  parti  dell'India,  donde  lopor- 
tauano  adOrmuz ,  &  Aden ,  &a  Gida  j  &  quindi  per 
terra  lo  portauano  al  Cairo  ,  di  onde  poi  eraportato  in 
Alexandria  per  il  Nilo  ;  &:  che  facilmente  conofceuano 
i  Mercanti  quale  era  quello  di  Sacotora,  &  qual  quello 
di  Cambaia,  &  dell'altre  parti.  Etdapoi  diquelto  an- 
dando il  medefimo  Dottor  Orta  avifitare  il  Nizamoxa, 
eh'è  vno  de  maggiori  Re  di  Decan  ,  chiamato  Oniza  ma- 
luco  ;  il  quale  oltre  all'eiTcreletterato  al  ilio  modo ,  tiene 
ancora  prcilb  di  fé  buoni  Medici  della  Perfia  ;  della 
Turchia ,  a  quali  dà  grandi  entrate,  &  falari}  :  &  da  que- 
lli dice ,  che  Teppe  quefto  più  particolarmente  ;  &  che 
gli  diilero  di  più ,  che  fi  conofecua,  &  diftingueua  quel- 
lo di  Socotora  -,  perche  in  lui  lì  adunauano  bene  tutte  le 

fuc 


DELLA  LO  E.  f47 

lue  parti  inficine,  &  nell'altro  Aloe  non  faceuano  per- 
fetta miflioneipcrciochc  il  fucco  era  di  diuerfe  herbe; 
&c  che  quella  era  cofa  molto  nota  ;  &  che  l'iftclTo  Re  ha- 
uca  Tempre  di  quello  condotto  di  Socotora.  &cofinon 
fono  due ,  ne  tre  fpecic ,  come  dicono  i  Dottori ,  ma  vna 
fola  •  &  quello  ha  da  intendere  colui, che  non  vuole,  che 
il  luogo  varia  la  fpecie ,  che  folo  ve  ne  è  di  buono,  di  tri- 
llo,  &  di  fohìhcato .  Di  modo  che  ne  anco  l'herbe  non 
fono  diuerfe  in  bontà  j  perche  ladiuerfità  in  bontà  non 
fa ,  che  le  parti  non  fi  mefcolino  bene,  poi  che  fono  d'u- 
na fpecie  ifieflà .  Et  che  alcuni  Dottori  lo  chiamino  fuc- 
co Citrino,non  è  merauigha^perchc  non  hebbero  la  mi- 
ra, fc  non  al  colore .  Ma  la  verità  è ,  che  Ci  chiama  coi! . 

Quanto  a  quello,che  dice  Diolcoride}&:  Plinio, che'l 
migliore  di  tutti  è  quello  dell'India  ;  &c  altri  dicono,  ch'è 
quello d' Alexandria  -òdi  Arabia,  non  fiintendafim- 
plicemente,  che  quello  portato  dall'India  folle  miglio- 
re, ma  che  prima  folle  portato  da  Socotora  in  India  -y 
perche  già  ho  detto,  che  portano  Aloe  di  Cambaia,  &. 
di  Bengala  ad  Ormuz,  &  Aden,&  in  Giudea  (come  noi 
altri  corrompendoli  nome  lo  chiamiamo,  pcrch'eiTìIo 
chiamano  Gida)&  tutto  che  ne  poi  tino  fempre  d'altre. 
parti,  &  che  ne  portino  d'ogni  guifa,  tuttauia  quel  di 
Socotora  è  il  migliore.  Et  quel  che  dice  Mefue,  chenc 
ha  vno  condotto  di  Sacotora ,  &  l'altro  di  Perfia ,  &  l'al- 
tro d'A  rmcnia ,  &c  l'altro  d'Arabia  -,  in  ciò  diccmen  ma- 
le de  gli  altri ,  perche  tutto  quello ,  che  dell'India  porta- 
no a  Portogallo  ,  è  condotto  da  Socotora  in  India  :  &c 
quando  dicono  condotto  d' Alexandria ,  intendali ,  che 
ne  gli  anni  palTati  fi  portaua  molta  quantità  di  Droghe 
ad  Or muz ,  &c  di  là  a  Bazora ,  &  di  là  ad  Aden ,  &  a  Gi- 

T     z  da,& 


i48  D  E  L'L1  A  LO  E. 

da,&  quindi  per  terra  con  le  carouane  de  Camelli  la  por 
tauano  al  Suez ,  (  il  quale  è  termine ,  ò  gomito  del  Mare) 
&  ad  Aleflàndm  Porto  del  Nilo  donde  poi  andaua  nel- 
lcgalee  di  Venetia, per  venderli ,  &corrrmunicarfi  a  tut- 
taT'£uropa .  Et  non  perche  in  Alexandria  vi  fi  trouaflc 
Aloe,  perche  quiui  fi  faccia,  ne  manco  ha  Riobarbaro 
in  Alexandria .  Mattheo  Siluatico  lo  chiama  Saber ,  ò 
Canthar  ,  o  Rcamal  :  Se  Scrapionc  Saber  ,  douendofi 
chiamar  Sebar:  ma  quella  è  colpa  del  traduttore,  ò  del 
tempo  che  tutto  guaita  &  confuma  rpcròegh  lochiamo 
Sebar  :  &  coli  Ila  nell' Arabico,Sebar. 

PrefTo  a  Filici  dell'Arabia  ,  &  Perfia  ,  &  Turchia, 
iìvfa  molto  quefta  Medicina;  percioche  fono  elfi  ìn- 
ftrutti  d'Auicenna  ,  ch'elfi  appellano  Abolahi ,  &  da 
fuoi  cinque  libri  de  Canoni  :  &  da  Rafis ,  che  chiamano 
Benzacaria:  &  daHali  Rodoan,  &  da  Mefue,  tutto  ch'e- 
gli non  fia  quefto  che  noi  vfiamo.  Hanno  ancora  tutte 
l'opere  d'Hippocrate ,  di  Galeno,  d' Aditotele,  &  di  Pla- 
tone ,  tutto  che  non  le  riabbiano  cofi  intiere ,  come  fono 
nel  fonte  Greco.  I  Filici  Gentili  dell'India  l'ulano  an- 
cora nelle  purgationi ,  &  centra  i  vermi ,  &  ne  colliri j-} 
OC  anco  quando  vogliono  incarnar  qualche  piaga  r  oc 
tengono  perciò  nelle  loro  Spccierie  vna  Medicina  chia- 
mata Mocebar,fatta  di  Aloe,  &  Mirra,la  quale  effi  chia- 
manoBola  :  &  quefta  vfano  molto  per  medicar  eaualli, 
&  per  ammazzar  i  vermi  delle  piaghe  •  &  però  non  è  mc- 
rauiglia,  che  preftòdi  noi  fi  chiami  l'Aloe  malamente 
Cauailino,  come  fcriue  vn^auttore  moderno ,  dicendo, 
chc'l  più  trifto  fi  confu ma  da  Malifcakhi .  Ma  l'opinio- 
ne del  Dottor  Orta ,  fi  è,  che  l'Aloe  chiamato  Cauallino 
non  fi  adopri  né  per  huomini  *  ne  per  eaualli ,  ma  ben> 

del 


D  E  L  L  A  L  O  E.  i4J> 

del  Socotrino .  Di  maniera  che  quello  che  dice  Scrapio- 
nc  per  auttoritàd'Alganzi,  fi  deue  intender,  cheper  me- 
dicar caualli,&  piaghe  fi  può  vfarc  con  manco  fpefa  il 
Cauallino .  Jbt  dice  egli ,  che  vn  gran  Medico  Gentile  dei 
gran  Soldan  Badur  Re  di  Cambaia  per  medicina  molto 
famigliare^  benedetta  ptendeua  pezzi  delle  foglie  dcl- 
l'herba,  della  quale  fifa  l'Aloe,  &  cocendolicon  Tale, 
dauadi  quella  decottione  a  bcuerefìn'alpcfo  d'otto  on- 
eie,  perlaquale  il  purgauano  quattro,  ò  cinque  volte 
fenza  n  oleitia,  ne  danno  alcuno:  &  io  vidi  vfar  di  que- 
lla decottione ,  che  il  Dottor  dice,  in  molte  parti  dell'In- 
dia :&  nel  Malabar  fi  tiene  per  medicina  molto  fami- 
gliare ,  &  fenza  timore  la  danno  a  fanciulli ,  &  a  donne 
grauidc  con  quello  ordine j  Prendono  fin'a  treonciedi 
queita  foglia ,  &  fatta  in  pezzi ,  le  pongono  due  dram- 
me di  fai  grolla,  &  a  fuoco  lento  le  danno  vnboglio,& 
colata  l'acqua,  le  pongono  hVun'oncia  diZuccaro,  & 
la  laf ciano  tutta  la  notte  al  lereno ,  &  la  mattina  (  cornea 
dire  alle  lei  horc  dopo  mezza  notte  )  dannodi  quell'ac- 
qua cofi  fredda  a  quello,  che  vogliono  purgare,  &  non 
lo  laici  mo  doj  mir  fopra:  ma  fc  vuol  palleggiare  per  l'al- 
loggiamento ,  fa  migliore  efletto .  Pallate  tre  hore  dapoi 
tolto,  prende  quattrooncie  di  brodo  di  pollo  con  al- 
quanti grani  di  Maflici,&  vn'hora  dapoi  mangia ,  &  bc- 
ue  il  vino  ben  temperato  :  &  trouaiì ,  che  queito  fa  buo- 
no effetto.  Si  vana  la  quantità  di  quell'herba,  &  acqua, 
fecondo  il  loggetto  che  l'ha  da  prendere.  &  tanto  è  m  vlo 
queita  maniera  di  purgare  per  gente  nobile,  com'è  an- 
co la  Manna,  &  la  Calila  verde  in  conferuadiZuccaro, 
che  per  maraujgha  non  ne  uogliono  alcun'alrra  delle  no 
itre  Specienc .  Nella  Città  di  Goa  fi  dà  quelt'hcrba  pe- 
to, 


IS*  DEL  V  A  LO  E. 

fta,&  mefcolata  con  latte  a  quclli,chc  hanno  piaghe  ncl-' 
le  reni ,  ò  nella  Velica  j  &  a  quelli  che  fanno  renelle  per 
via  dell'orina .  Si  vfa  anco  l'Aloe  nelle  rotture  de  piedi 
de  falconi  (come  nell'Europa  fanno  li  Stroccieri  )  &  per 
maturir  i  Phlegmoni.  Onde  non  par  che'l  Matthiolo  Se- 
nefe  dica  bene ,  quando  dice ,  che  qucft'herba  è  più  per 
vederli,  che  per  l'ufo  della  Medicina.  Viano  i  Medici 
Indiani  di  maturir  i'apofteme  calde  con  qucft'herba  ar- 
rofti  ta  nella  cenere  calda ,  &  pedata  con  buti  ro  j&  fé  vo- 
gliono maturirlc  più  tolto ,  le  aggiungono  fior  di  farina 
di  frumento ,  &  fungia  di  Porco .  Antonio  Mufa  ,  &  al- 
tri moderni  dicono  ,  che  l'amaritudine  manca  a  que- 
ft'herba  in  Spagna  ;  il  che  non  è  in  quelle  di  quelle  parti, 
le  quali  amareggiano  moltojèV:  tanto  più, quanto  più  fo- 
no vicine  alla  radice,  con  vn  graue odore  in  tutta,  ben- 
ché nella  cima  delle  foglie  non  ila  punto  amara.  Quel 
che  dice  poi  Antonio  Mufa ,  che  quel  di  Socotora  è  più 
amaro  j  èfalfo;  perche  tanto  amareggia  quello  dell'In- 
dia ,  quanto  quello  di  Socotora  ;  &  quel  di  Spagna  non-, 
tanto;  benché  in  alcune  parti  di  Spagna,  &  in  molti  luo- 
ghi di  Portogallo  ho  trouato  queit'herba  tanto  amarai , 
quanto  quella, che  hoguftato  nell'India,  &  di  coi!  tri- 
llo, &  peggior  odore .  Dice  il  Siluatico ,  &  Plateario,chc 
tutte  le  cole  amare  quanto  fono  più  amare,  tanto  fono 
migliori, eccetto  i'AÌoe;&  Antonio  Mufa  moitra  di  fen- 
tir'il  contrario^  &  a  mio  giudici©  meglio;  perche  il  fapo- 
rc  amaro  preferuada  putrefattione,  &  fa  altre  buono 
operationi .  Delle  medicine ,  dou'entra  Aloe ,  fc  fi  han- 
no da  prendere  a  digiuno ,  ò  doppo  mangiare  ;  &:  fé  il  ha 
da  tardar  troppo  a  mangiar  dapoi,  parla  Galeno,  év 
commanda ,  che  fc  ncjdiano  cinquepiliole  tanto  grandi 

quanto 


DELL'  AIO  E?  *5i 

quanto  grani  di  ceci ,  perii  dolori  della  teda .  Et  Plinio 
dice,  che  molto  buona  medicina;  &chedapoi  prelà, 
fra  poco  fpatio  fi  prenda  il  cibo;  il  quale  ha  da  edere  pò- 
co,&  buono .  Qucfta  è  molto  buona  prattica ,  &  molto 
vfata  da  Filici  Mori  di  quelle  parti  j  perche  eflendo  l'A- 
loe medicina  debole,  non  opera  fé  la  natura  non  viene 
Fortificata, con  vn  poco  di  cibo  molto  nutritiuo,&  mol- 
to poco  in  quantità  j  perche  lo  polla  digerire ,  accioche 
fortificata  faccia  migliore  cuacuatione .  Paulo  dice,,  che 
fi  ha  da  prendere  digiuno,  &  riprende  quelli  ,  che  lo 
danno  dopo  il  cibo  •  perchedice,  che  corrompe  elfo  ci- 
bo .  Ciafcuno  di  queiti  ha  delle  ragioni  dalla  lua  parte, 
&  telli  t  &  fi  poflono  tutti  ben'accordare .  Et  perche  è 
communcquedionefeil  cibo  fi  ha  da  mefcolar  con  la 
medicina,  ò  nò^mi  farà  perdonatole  ho  parlato  troppo 
fopra  di  ciò . 

Qued'herba  non  ha  gomma,  faluo  che  alcuna  fiata 
ic  goccia  dalle  foglie  vn'acqua  vilcofa,  fa  qual  non  fi  vfa, 
né  le  ne  fa  calò .  Dice  il  Ruellio ,  che  le  pillole  di  Rafis , 
che  fi  danno  nella  Pelte,  compodc  da  Ruffo,  portano 
Aloe,  Mirra,  Ammoniaco,  &incenfo,&  Vino.  Dice 
di  più  il  Ruellio  ,  che  non  fa  la  cagione  perche  i  Ma- 
hometani  han  voluto  cauar  l'Ammoniaco,  l'Inccnfo,  e'1 
vino ,  &  hanno  aggiunto  più  Zafferano .  Molti  fono  del- 
liferittori  moderni  cotanto  aftettionati ,  che  periodar 
&  inalzar  molto  i  Greci,  dicono  male  de  gli  Arabi,  &£. 
d'alcuni  Mori  nati  in  Ifpagna,  &  d'altri  delCorazan>& 
della  Pcrfia,  chiamandoli  Mahometani  Barbari  ;  il  che 
elfi  tengono  per  lo  peggiore  epitheto  del  Mondo;&  fpe- 
cinlmente  gli  Italiani  hanno  quello  coftumc(  non  eden- 
do  però  Greci  quelli,  che  al  prefente  chiamano  Romei , 

ò  Turchi), 


ij4  DEL  L1  ALOE, 

ò  Turchi)  &  benché  non  fi  neghi  la  medicina  di  Ruffo 
effer  molto  buona ,  &  quella  ch'efli  dicono;  tuttauia  le 
pillole  di  Rifis  fono  molto  buone,  Se  da  molti  ifpcri- 
mentate  :  Se  ìlZifFrano  vi  fi  pone  per  e(Ter  cordiale,  Se 
ape-ritmo ,  Se  per  altre  molte  virtù  ch'egli  ha .  Quanto 
aìli  Romei ,  Se  Turchi  (  benché  non  fia  quella  quiftione 
medicinale)  poi  che  il  commune  tiene  quelli  due  nomi 
perfinonomi,  penfando,  che  fignifichinovn'iftcfla  co- 
la ,  fi  hadalaperc,  che  fono  molto  diuerfi;  perche  i  Tur- 
chi fono  quelli  della  Provincia  di  Natòlia,  Jaqual  pri- 
ma fi  chiamaua  Afia  minore  ;  Se  i  Romei  fono  qucUi.di 
Collantinopoli  ,  Se  del  fuo  Imperio,  il  quale  è  con- 
giunto con  lei.  Di  quelli  foldati  bianchi  Romei,  &  Tur- 
chi, vanno  molti  nelle  guerre  con  i  Re  dell'India,  Se 
mantengono  tra  loro  la  lor  diuerfità  ;  Se  dicono  ,  che 
quando  Conftantino  lafciò  Roma  al  Padre  Santo,  & 
vcnneaConftantinopoli,  le  fu  dato  priuilegio,  ch'ella 
fìchiamaiTe  Roma,  Se  elfi  Romei.  Or  tornando  allo 
Aloe,  fi  rifponde  a  quello  ,  che  dice  il  Manardo,  Se  al- 
tri moderni,  i  quali  riprendono  Medie,  Serapione,  Se 
Auiccnna  ;  perche  dicono ,  ch'egli  apre  le  vene ,  Se  ch'è 
cattiuo  contra  le  hemorroidi  ;  Se  perche  dicono  gli  Ara- 
bi ,  che  mefcolato  con  mele,  purga  meno:  Se  perche  af- 
fermano efler  manco  nociuo  allo  llomaco,  che  l'altre 
medicine  folutiue..  Perla  qualcofa  il  Manardo,  &  gli 
altri  dicono,  che  non  Solamente  egli  non  aprel'hemor- 
roidi ,  ma  che  più  torto  le  ferra ,  Se  che  allo  ftomaco  non 
fi  può  dire,  che  fia  manco  nociuo,  anzi  che  li  gioua  mol- 
to ,  Se  non  gli  fa  danno  alcuno  ;  Se  che  infieme  con  Me- 
le è  più  folutiuo ,  che  l'altre  Medicine  folunue .  La  pri- 
ma cofaprouano per  molte  auttorità  di  Galeno ,  Se  altri 

molti 


D  E  L  L'  A  L  O  E.  ,55 

molti .  La  feconda  premano  per  eflerc  il  Mele  folutiuo , 
dicendo,  che  ducfolutiui  purgano  più  che  vno.  Ri- 
spondendo alla  prima,  Antonio  Mufa  parla, come  huo- 
mo  lenza  affettione,  &  concede  clTervcro  il  primo  che 
dice  Mefue ,  &  che  apre  l'hemorroidi ,  &  che  coli  l'ha 
ifpcrimcntato  molte  fiate.  Et  dice  il  Dottor  Oi  ta ,  ch'an- 
ch'erto  lo  ifperimentò ,  &  vide  molte  volte  ch'egli  fu  ca- 
gione di  gran  dolori  con  flutto  dell'hemorroidi ,  &  che 
tutto  ciò  può  fare  l'Aloe  con  la  fua  amaritudine ,  apren- 
do le  vcne,&  ftimulando  la  virtù  cf  pulfiua  ;  &  che  a  que- 
llo modo  purga  il  fiele  dell'animale  porto  nel  ventre,  ò 
nello mbilico,  come  dice  Diofcoride,  &  Scrapione. 
Al  ferrar  delle  vene ,  che  prouano  per  auttorità ,  rifpon- 
deno  con  Giacopo  de  partibus ,  che  riftringe  &  confon- 
da applicato  di  fuori,  &  apre  prefo  di  dentro  ;  &  che 
quello  hanno  molte  medicine,  le  quali  prefe  per  di  den- 
tro, fanno  vnaopcrationcj  &  applicate  di  fuori ,  vn'al- 
traj  come  la  Cipolla,chc  prefa  di  dentro, conieruaj&  ap- 
plicata di  fuori  ^impiaga. 

Alla  feconda ,  doue  vien  ripreio  Mefue  per  dire ,  che 
purga  meno  con  Mele  ;  fi  dice,che  poi,  che  ambidue  fo- 
no folutiui  il  Mele,  &  l'Aloe  -y  il  più  folutiuo,  ch'è  l'A- 
loe, èopprerto  &  debilitato  dal  meno  lolutiuo,  eh  e  il 
Mele.  Alla  terza  (  nella  quale  riprendono  Mefue,  per- 
che dice,  ch'è  meno  nociuo  alloltomaco,  eflendocon- 
fortatiuo  dello  rtomaco  )  fi  ha  da  intendere,  che  confor- 
ta lo  ilomaco  per  accidente ,  cacciandone  li  mali  humo- 
ri  fenza  nocumento  alcuno,  ò  con  poco-  &  à  qucfto  mo- 
do fi  hanno  da  intendere  le  auttorira  allegate  per  lo  Ma- 
nardo  ,  &  gli  altri  moderni .  Con  qucfto  reftano  difciol- 
tc  le  quiftioni ,  &:  s'intende ,  che  cofi  come  nelle  prime 

V  qualità, 


154  D  E  L  V  A  L  O  E. 

qualità  ',  ciò  fono,caIdo  jj  freddo  ,  humido ,  &  fecco ,  il 
rimeflb  in  grado ,  ch'è  manco  caldo  ,  rimette  &  indebo- 
lire il  più  intenfo  grado,  ch'è  il  più  caldo  ;  cofi  nelle  fe- 
conde, e  terze  qualità,  che  fono  purgatiuo,  òdiureti-l 
co,  ch'è  quello  che  fa  orinare  j  il  più  forte  &  intenfo, 
ch'è  il  più  folutiuo ,  ò  purgatiuo ,  fé  fi  accompagna  con 
l'altro  men  folutiuo ,  vien  indebolito  dal  mcn  folutiuo  j 
&  cofi  l'Aloe,  eh  è  più  folutiuo,  mefcolatocol  mele, 
eh  e  più  debole  folutiuo ,  diuiene  in  tutto  manco  folu- 
tiuo .  Di  quànaf  ce,  che  più  fi  purga  vn'huomo  con  dic- 
ci grani  foli  di  fcammonea,  che  con  cinque  dramme  di 
foluriui ,  Se  vn'oncia  di  Caifia,  &  vna  dramma  di  Reo- 
barbaro  j  doue  entra  più  di  dodici  grani  di  Scammonea^ 
&  quefta  è  cofa  efperta  ,  &  la  ragione  è  la  detta . 

Quanto  all'Aloe  metallico ,  che  alcuni  hanno  detto  J 
che  fi  trouaua  d'intorno  Hierufalem ,  il  Dottor  Orta  da 
fé,  &  io  per  me  fteffo  l'habbiamo  cercato, &  la  verità  fin - 
foora  non  fi  èfaputa.  &  dimandando  io  di  ciò  in  quel- 
le parti  ad  alcuni  mercanti  Indiani ,  &  ad  alcuni  di  loroj 
ch'erari  Medici',  &  ad  altri  Speciali ,  &  figliuoli  di  Spe- 
ciali, &  ad  alcuni  Lapidarij,  chediceuano  eflcre  dclli 
habitatori  in  Hierufalem  ,  tutti  ad  un  modo  diccua- 
no  effer  cofa  ridicola  ,  ne  mai  ritrouata  in  tutta  Pa- 
leflina . 

Quanto  al  modo  di  purgar  con  lui  di  que'  Medici  In- 
di ani ,  cidi  ne  danno  le  pillole  con  quell'ordine ,  che  noi 
altri  le  diamo  in  Spagna ,  &  la  beuanda  anco  come  noi, 
nello  (puntare  l'alba  del  giornOj&  fanno  ftar  fenza  man- 
giare y  ne  bere  ,  né  dormire  cinque  hore  j  &  fcinquefto 
tempo  non  fa  opcratione,  danno  per  confortare  lo  fto- 
rnaco  ,  d'ordine  d'Auicenaa  ,  due  dramme  di  Mattici 

disfacci 


D  E  L  V  A  L  O  E.  t55 

disfatti  in  acqua  rofa,&  gli  fan  fregare  il  ventre  con  fiele 
di  Vacca,  &  gli  fin  porre  (òpra  l'oTibiluo  pezze  di  tela 
bagnate  nel  med ci  imo  fiele,  per  mouerli  il  corpo,  &c 
ftimularc  la  virtù  efpulfiua ,  ledi  quelto  è  bifogno.  Et 
fcfipurgarannobene,  pallate  ledette  cinque  hore,  gli 
fanno  bere  treoncic  di  brodo  di  pollo  molto  ben  tem- 
perato ,  &  altra  cofa  non  mangiano;  &  dormono  qual- 
che poco  i  &  beuono  qualche  poco  d'acqua  rofa  ;  &  da- 
poi  che  h  inno  dormirò,  fbghono  purgarli  bene.  Etdi- 
cono,chc  quella  buona  operatione  li  fa  per  fortificarla 
natura,  &  la  virtù  col  brodo,  col  Tonno,  &  con  l'acqua 
rofa  j  &c  che  fc  fi  mangiaflc  moho ,  farebbe  occupata  nel 
digerire,  &  non purgatebbe tanto.  QtJcftaè  lapratti- 
ca  più  commune  de  Filici  letterati  di  quelle  parti. 
tt  non  e  quella  loro  prattica  fenza  ragione  ;  perche  il  fie- 
le è  folutiuo  perdi  fuori  mordicando  la  virtù  efpulfiua; 
&  quanto  al  non  mangiar  carne  ,  egli  è  vn'efpreiTo  tefto 
d'Auicenna,  nel  quale  dice,  che  quello  che  hadatoirc 
medicina,  deue  torla  molto  per  tempo  la  mattina,  & 
tardare  il  cibarli-  &  pallate  tre  hore,  prender  quattro  on- 
ciedi  pane  con  vino,  &  poca  acqua-,  &  fei  hore  dai  oi 
entrar  nel  bagno ,  &  vfcitone  itarfì  in  ripoio-  &dapoi 
mangiar  quello  che  fha  bene.  Queftoèil  teito  d'Aui- 
cenna tradotto  in  Spagnuolo,  benché  le  vlrime  parole 
fiano  nel  tefto  del  Bcllunenfe.  Donde  d  comprende, 
che  1  Filici  Mori  non  hanno  quella  vfiinza ,  &  prattica^ 
fenza  auttorirà ,  né  manca  di  ragione  la  loro  operat;one} 
tutto  che  Mattheo  de  Gradi  efponga  quello  idlo  ad  al- 
tro modo, applicandolo  {blamente  alla  Sciatica.  Ma> 
faluo  miglior  giudicio,  fi  può  applicare  in  molte  infer- 
mità .  Quanto  al  bagno ,  benché  lo  facciano ,  non  è  pc- 

V     x         iòne! 


ì56  DEIL'ALO  E. 

rò  nel  medefìmo  giorno ,  ma  l'altro  dapoi.  11  qual  ba- 
gno è  di  comandamento  a  Bragmani ,  Se  Baneani ,  &  a 
tutti  i  Gentili ,  che  niun  giorno  mangino  ,  fé  prima  non 
iihannolauato,  ò  bagnato  tutto  il  corpo:  &iMori  li 
lauano,  effendo  fani,almena  ogni  tre  giorni .  Nell'anno 
del  noftro  Redentore  Giefu  Chrifto  millecinquecento 
feffantanoue  (  ftando  io  nella  Città  di  Santa  Croce  di 
Cochin  per  Medico  dell'Ho! pital  Reale  del  Sereniamo 
Re  di  Portogallo  con  falano)  cade  il  Re  di  Cochin(Géti- 
le  Bragmane ,  &  frate!  d'armi  del  Chriftianiflimo  Re  di 
Portogallo)  in  vnagraue  infermità  di  febbre  Continua, 
la  quale  gli  foprauennc,eiTendo  molto  debole,  5d  confu- 
mato per  i'ulo  Venereo  j  &  volendoli  egli  medicare  per 
le  mie  mani  iolamente  fenza  interuento  de  fuoi  Medici, 
nella  prima  vifita,  che  gli  feci ,.  fece  patto  che  io  haueflì 
riguardo  come  lo  medjcafiì;  percioche,  fé  ben  gli  co- 
jftailè  la  vita ,  nonhaueria  perciò  lafciato  di  lauariì  ogni 
giorno.  Del  modo  con  che  locurai,&fanai&di  quel- 
lo ,  che  lucceffein  cotakeura  (perche  in  altro  luogo  più 
proprio  a  queftamatena  {pero  di  dirlo  )  fi  tace  per  hora. 
Quanto  alla  pianta  dell'Aloe ,  benché  Diofcoridela  dc- 
fenua  nel  libro  teizo  -y  &  che  nella  figura  non  ila  diuer- 
faincofa  alcuna  da  quella,  che  nafee  in  tutta  l' Alla,  & 
nell'Arabia,  da  quella  che  nafee  in  Roma,  &  per  tutta 
Italia,  &  in  Ifpagna ,  tuttauia ,  perche  non  reftì  quell'o- 
pra imperfetra.dclla  f  uà  figura  j  la  dipingerò  qui .  Que- 
ft'herba  con  la  tua  radice  foghonoi  popolari  in  Ifpagna 
fofpendcre  per  le  caie  ,  credendo,  che  le  preferui  da 
fp  aiti  maligni,  &  da  fattu  re  •,&  è  tanta  la  fuahumidità 
vifcofa,  che  tutto  l'anno  fi  fuoleconferuar  verde,  &c  in 
vigor  e^onde  alcuni  la  chiamarono  Sempreuiuo  marino:; 

&i. 


D  E  L  V  A  L  O  E.  iJT 

Sci  Catalani,  Azoucr  ;  gli  Italiani,  nerba  di  Aloe;  I 
Francefi  , Pcrroquec ,  6\:  Alocs- 1  Todcfchi,  Biter  Alocs, 
ouer  Alepatick  •  l  Greci ,  Aao»  . 

Il  migliore  Aloe  è  quello  di  Socotora ,  il  qual  fi  cono- 
Ice  dalla  buona  mefeoianza  di  tutte  le  Tue  parti  infieme  ; 
percioche  l'altro  non  moitra  coi!  buona  minzione,  come 
fi  è  detto.  Il  migliore  adunque  è  il  più  chiaro  ,  &piu 
vnito,  il  più  libero  d'arena,  &  da  immondicie,  il  più  co- 
lorito, &  lucido,  il  piufimile  a  color  di  fegato,  quel 
che  W  rompe  con  più  facilità,  &  più  tofto  fi  disface  in_r 
liquore,  &  finalmente  quello,  ch'è  più  amaro  al  gufto. 
Tiene  l'Aloe  facoltà  contrarie ,  è  caldo  nel  primo  grado 
intenfo,  ò  nel  fecondo  rimcilo,  &  fecce  nel  terzo .  Per 
la  qual  coia  non  pare  a  Galeno  di  darlo  a  vecchi  fenza., 
notabile neceflirà,  nèagiouenieftremamente  caldi,  & 
lécchi ,  faluo  fé  in  loro  non  fòprabonda  molto  la  colera  ; 
perche  confuma,  &  difecca  quelli  Se  quelli  notabilmen- 
te :  &  per  eflèr  amaro,  è  infieme  altri  ngente.Riftringo, 
ferra,  &  reprime  ifluffi  del  fangue-  diilècca  le  piagno 
maligne  ,  &  conrumaci  j  difleccaòi  condenfa  i corpi; 
falda  le  ferite  frefche  ;  incarna  le  piaghe  principalmente 
de  membri  genitali  j  &c  riduceinfìcme  i  preputij  de'  fan- 
ciulli aperti .  Mefcolato  con  fapa  ,  fana  le  Poftcme,. 
&  le  fitlure  del  federe  .  Reprime  l'ufcita  dell'hemor- 
roidi-&  leua  le  vnghiCjChefoglionofoprauenire àgli  oc- 
chi. Incorporato  con  Mele,  rifolue  il  liuore,  &cauirà 
degli  occhi^  mitiga  le  rugole  infiammagioni ,  che  fi  ge- 
nerano negli  occhi,  &  moderai!  pizzicore  de  cantoni  de 
gli  occhi .  Applicato  con  aceto,  ckogliorofato  foprala 
fronte,  &  le  tempie,  leua  il  dolore  della  reità  j  &  con  vi- 
no, mantiene  i  capelli,  che  cadeno.  Gaigarizatocoru 

mele. 


,5g  DELL'ALOE. 

mele  8c  con  vino  ,è  vtile  ,  alle  infiammagionidelku, 
gola  y  alle  gingiue;  &  a  tutte  le  parti  ,  che  fono  den- 
tro della  bocca.  Applicato  con  fiele  di  Toro,  &  ace- 
to (opra  l'ombilico  ,  vecide  &c  difcaccia  tutti  i  vermi 
dei  ventre .  Tutte  quelle  virtù  ha  egli  applicato  di  fuori» 
Prcfo  poi  per  bocca, foiue  il  ventre,  &  apre  le  hemonoi- 
di,  tirando  à  quelle  glihumori  colerici,  &  acuti:&  è  Me- 
dicina molto  amica ,  Se  grata  allo  ftomaco;  perche  lo 
purga  fenza  alcuna  violenza,  &  lo  libera  dalli  humori 
uifcofi&  groflì  ,  che  fono  attaccati  alle  fue  toniche, 
cuacua  vniuerfilmente  la  flegma ,  &  Iacolera  ;  &  beuu- 
toncvna  dramma  con  acqua  di  Aflènzo,  vecide  &  di- 
fcaccia  i  vermi  del  corpo .  Beuuto  al  pelo  di  tre  obo- 
li, ò  di  vna dramma  con  acqua,  cacciala  ittentia. Si 
fuol  darne,perchc  purghi  perfettamente ,  tre  dramme  ; 
&  meicolatocon  l'altre  Medicine  folutiue,  fa  chenon 
offendano  tanto  lo  ftomaco .  L'Aloe  lauato  è  manco  fo- 
lutiuo,  che  l'altro;  ma  purga  lenza  mordicatione  alcu- 
na .  Mefcolato  l'Aloe  con  Mirra,  preferua  da  corruttio- 
jie  non  10I0  i  corpi  viui ,  ma  i  morti  ancora .  Leg- 
gi Diolcoride  nel  libro  terzo  al  capitolo 
z  3. &  Galeno  nel  libro  6.de  lem pli- 
cimcdicament^&nelljbro  g. 
della  compofltione  de 
Medicamenti  fe- 
condo i  luo- 
ghi» 


ALOE. 


ALOE. 


M* 


uà 

D  E  L  L'  A  M  B  R  A;         C  A  P.     XXVI. 


E  j.  L*  A  M  b  R  a  fa  il  Dottor  Gar- 
da di  Orta  vn  capitolo  nel  fuo  li- 
bro ,  delle  cui  parole  ponerò  qui 
quelle ,  che  fanno  più  al  cafo .  Ara- 
bar  delli  Arabi ,  &  da  Latini  Am- 
barum,  è  nome  molto  volgare  nel- 
la maggior  parte  de  linguaggi,  Se 
queI,doue  variale  molto  poco}&  la  ragione  che  rende  il 
Dottore,  per  la  quale  fia  queltonomc  quafi  loifteflòin 
tutte  le  lingue  j  (ì  è ,  che  ci  fono  alcuni  nomi,  che  non  fi 
variano  ,&  fé  fi  variano,  è  molto  poco,  come  è  l'Ambra, 
l'Arancio ,  &  il  Sapone . 

Alcuni  dittero,  che  l'Ambra  era  /pernia  diBallena. 
Altri  affermarono  eflcre  fterco  di  animale;  di  Mare,  ò 
fpiumafua.  Altri  dittero  effer e  fonte,  che  forgeua  nel 
profondo  del  Mare  ;  &  quefta  è  la  opinione  più  accetta- 
ta. Auicenna,  &  Serapionc  dicono,  cheli  genera  nel 
Mare,  fi  come  fi  generano  i  fonghi  nelle  pietre ,  &  ne  gli 
arbori  •  &  che  quando  il  Mare  e  tempeftoio,  getta  fuori 
da  fé  delle  pietre,  con  le  quali  vien'anco  l'Ambra.  Que- 
fta ragione  viene  anco  admefta;  perche  quando  foffia> 
molto  il  Leuante,  getta  il  Mare  da  fc  molto  Ambra  a 
Coffala,  &  alle  Ifole  del  Comaro,  &  di  Angoxa,  &c  a 
Mozambiche,  &  a  tutta  quella  colta  ;perciochclo  man- 
dano da  loro  le  Ifole  di  Nalediua .  Quante ,  &  quali  fia-- 
no.qucfteIfolediNalediua,  &  perche  fi  chiamino  cofi 
(poi  che  non  fa  al  cafo  in  quefta  materia,  &  i  curiofi  han- 
no ftampe  a  baftanza ,  nelle  quali  lepoflono  vedere  )  la- 
feio  di  dire  aìprefentc .  Dicono  di  più  Auicenna ,  &  Se- 

rapione, 


DEL  IMA  MB  R  A:  ui 

rapionc,  chcvnpcfce  chiamato  Azel  alcuna  volta  in- 
ghiottì qualche  quantità  d'Ambra  ,  &che  mangiato, 
iubitofenc  muore,  cVcchc  dapoi  morto  andando fopra 
dell'acqua, gli  huomini  di  quella  regione  lo  tirano  a  ter- 
ra^ apercolo,gli  cauan  fuori  del  corpo  l'Ambra,ilqua- 
le  non  è  buono;&:  fé  qualche  parte  di  quello  è  buono ,  è 
quello  che  fi  ritroua  più  predò  alla  fpina;&  che  quello  è 
buono  &  puro  fecondo  la  quantità  del  tempo,  che  di- 
morò nel  ventre,  ò  d'intorno  alla  fpina  .  Qjielìa  è  cofa 
fauolofa ,  a  quel,  che  fi  vede  ;  perche  non  fi  troua  cotal 
Ambra,  &  anco  perche  gli  animali  irrationali  per  in- 
ftinto*naturalc  cercano  i  cibi,  che  più  loro  conuengo- 
no,  &non  quelli  che  fono  loro  velenofìj  eccetto  che 
quando  fono  mcfcolati ,  oc  che  inileme  col  buono ,  in- 
ghiottano  il  velenofo ,  etme  fogliono  i  ratti  effer  ingan- 
nati con  rifagallo  mefcolato  con  altro  cibo ,  ch'elfi  man- 
giano j  onde  col  buono  prendono  il  reo .  Per  la  qual  co- 
là non  fi  dee  crederc,chc'l  pefee  cerchi  l'Ambra  per  veci- 
derfi .  &  cifendo  l'Ambra  cofacofi  principalmente  cor- 
diale ;  feilpefceloinghiottc,  &  perciò  ne  muore  ;  de- 
ueeflèrcilpefccinfe  molto  velenofo.  Quefte ragioni , 
benché  non  concludano  come  dimoftrationi,  almeno 
fono  pefuafiuc . 

Notabile  errore  co mmeflè  Auerrois,  dicendo ,  ch'era 
Vna  fpecie  di  Canfora ,  la  qual  nafee  nelle  fonti  del  Ma- 
re ,  &  che  nuota  fopra  l'acqua  ,  &:  ch'è  la  migliore  d'ogni 
altra ,  la  quale  in  Arabico  il  chiama  Afcap  ■>  &  i  Filici  di 
quelle  parti  dicono ,  che  non  fanno  che  vi  fia  cotal  cofa . 
Et  riprendendo  i'Orta  Auerrois  di  coi!  grande  inganno, 
&  errore ,  &  di  cofa  cofi  indegna  d'un  fi  buon  Filofofo , 
lo  riptoua  co  due  ragioni  j  l'una  perche  dice  effer  la  Can- 

X         fora 


i6t  D  E  IL'  AMBR  A. 

fora  nata  nel  mare;  &  perche  la  Canfora  è  fredda  &  Ice** 
ca  nel  terzo  grado,  &  pone  l'Ambra  caldo  &  fecco  nel  Ce* 
condo .  Onde  è  manifeito ,  che  non  fono  comprefi  fot* 
to  d'un  genere .  Et  coneludendo  dice,  che  coli  come  nek 
le  terre  ne  fono  alcune  róde  come  la  Rubrica  s  &  Bolo 
Armeno  \  &  alcurialtte  bianche ,  come  la  creta  ;  &  altre 
d'altri  colori;  colinone  inconuenientc,  che  fi  trouino 
terre,  ò  Ifole  della  mede/ima  maniera  dell'Ambra  j  & 
quello  ò  ila  la  terra  fungofa ,  ò  d'altra  guifà .  Et  che  ciò 
iia  la  vedrà,  fi  proua  per  la  molta  quantità  che.  d'elfo  ri* 
forge ,  perche  già  fé  n'è  veduto  vn  pezzo  grande  quanto 
vn'huomo  ;  &  vn'altro  fc  n'è  veduto  di  nouanja^ahni 
lungo ,  &  dieci  otto  largo .  Similmente  dice ,  che  alcu* 
ne  perfone  affermarono ,  che  andando  per  Mare  troua* 
rono  vn'Ifbla  di  Ambra ,  &  facendole  vn  legno ,  torna* 
rono  alla  terra  onde  fi  eran  partiti  per  prouederlì  di  Na* 
uilio,&di  vettouaglie,  &  quando  ritornarono  a  cercai 
l'Ambra ,  nonio  trouarono.  Dicono  che  nell'anno  mil* 
le  cinquecento  cinquantacinque  fi  trouò  oltrailcapodi 
Comorin  vn  pezzo  d'Ambra  ,  che  pefàua  d'intorno  4 
trenta  centenara  ,  &  penfandofi  colui  che  lo  trouò  >  efee 
folle  pece  liquida ,  lo  diede  per  buon  mercato  j  ma  cam- 
biandoli in  molte  mani ,  ritornò  fui  fuo  primo  prezzo 
evalore  ;  Sila  parte  doue  fi  trouò  eraa  fronte  deli'ifola 
di  Nalediua .  Dicono  ancora ,  che  fi  trouano  bene  fpc£ 
fo  attaccati  nell'Ambra  becchi  di  Paflère,  &  cappe  di 
Mare ,  &  altre  cofe  x  che  fé  le  attaccatiano ,  &  che  il  più 
netto,è  il  migliore .  Oltra  l'Ethiopia  fi  troua  Ambra  in 
Timor ,,  &  nel  Brafil ,,  &  inSetubar  in  Portogallo ,  Se  in 
Peniche,&in  altrcpartifeneharitPouato,béche  in  poca 
quantità.  Se  ne  tròu  a  ancora  alcune  fiate  in.  Baiòna*a\ 

Gafc 


DELL'AMBRA.  i6j 

Galicia ,  &  in  Baiona  di  Francia .  Quelli ,  che  vengono 
dalle  Indie  Occidentali  ,  dicono ,  che  fi  troua  Ambra 
nella  corta  della  Florida ,  &  dicono  noneiTcrc  fpcrma,nè 
Aereo  di  Balena  ;  perche  la  Balena ,  e'1  Aio  graflb  è  di 
molto  mal'odorc ,  &  molto  diuerfo  dall'Ambra  ;  &  che 
anco  in  molte  parti  fi  ritrouano  Balene ,  &  non  Ambra  ; 
&  che  in  altre,doue  non  fon  Ballcne ,  fi  ritroua  alle  fiate 
dell'Ambra .  Si  proua  che  no n  ila  Schiumai  perche  doue 
folTero  pietre  intorno ,  &  nel  fondo  del  Mare ,  fi  genere- 
rebbe da'  veti  la  fchiuma.De  Greci  foli  Aetio ,  &C  Simeo- 
ne parlarono  di  qucfto  femplice .   La  miglior  Ambra  è 
quella,ch'è  leggiera  di  pefo ,  &  di  color  berrettino  -,  ouer 
cmella,che  ha  vene  bianche ,  &  berrettine  ;  &  quel!a,che 
poftoui  vn'aco  dentro,  rende  fopra  la  punta  più  oglio ,  è 
migliore .   Il  Lacuna  dice ,  che  quello  che  tira  alquanti* 
al  giallo,  &è  d'odore  dilicato,  &c  quello,  che  tutto  fi 
disfa ,  &  fi  mefcola  con  facilità ,  è  il  migliore  ;  &  quan-? 
to  è  più  negro ,  è  peggiore.  Quello ,  che  dice  Serapio* 
ne ,  ch'è  molto  trifto ,  è  bianco  come  ouo  d'oca;  ma  non 
fifa,chefiritroui  cotai  Ambra,  fé  non  fofTè  fofìfticata 
congedò.  Il  Mattinolo  nel  primo  libro  di  Diofcoridc 
fa  tre  differenze  dell'Ambra.  HMinardo  ficontradicc, 
dicendo  nell'Elettuario  de  Gemmis ,  che  l'Ambra  è  cola 
nuoua ,  &  che  non  lo  apprezza  tanto  quanto  colta  :  &c 
nello  clcttuario  di  Ambra  dice,  che  la  fua  compofitionc 
■è  molto  pretiofa,  la  quale  egli  vfaua  molte  fiate  nelle 
donne  ,&  ne' vecchi .   Nel  che  pare  chiara  lacontradit- 
tione  di  quefto  Dottore  ,  dicendo  neli'Elettuario  de 
Gemmis,  che  non  vale  tanto,  quanto  corta;  &  in  quel- 
io  dell'Ambra  lodandola .  Quello  che  dice  Serapionc  l 
che  molto  nevienc  dalle  terredelZing,  s'intende  dalle 

X     t         parti 


i*4  D  E  L  L'AMBI'  A. 

parti  di  Cofala,  perche  Zing,  ò  Zang  pretto  a  Perii  ,  & 
Arabi  vuol  dire  Negro  \  &  perche  tutta  quella  coda  del* 
l'Ethiopia  è  de  Negri  i  lachiama  Serapione  delZing. 
Et  anco  Auicenna  fa  mentione  di  quella  diMehnde, 
chiamandola  *  Imendeli  ;  &  quello  che  chiama  Sclachi- 
ticù,  viene  dall'efler  di  Zeilà  la  quale  è  una  delle  più  bel* 
le  ifole  del  Mondo,comc  in  altro  luogo  fi  è  detto,&  po- 
polata di  molte  Città.  Etbéche  vi  fiagran  quàtiràd'Am? 
bra  in  Cofala,  &  nella  corta  dell' Arabia,tuttauia  la  mag- 
gior quantità  è  nella  colla  dell'Ethiopia.  Vfano  gli  In- 
diani ,  &  Mori  ricchi  n  cito  l'Ambra  ne*  cibi  come 
Medicina,conformi  ad  Auicennaj&  tra  quefti  tanto  più 
vale  l'oncia,quanto  è  maggiorcil  pezzo .  Et  benché  pred 
fo  a  Mori,  &  Genti  vaglia  molto  l'Ambra,  tutrauiapref- 
fo  a  Chini  vale  molto  più ,  &  tanto,  che  nella  China  vrt 
pefo  di  venti  onde  afeefe  a  prezzo  di  mille  &  cinquecen* 
to  ducati:  ma  hora  vale  molto  manco  per  la  quantità  che 
ne  hanno  portato ,  &  portano  i  Portoglieli.  Quelli  Chi? 
ni  lo  (limano-  molto ,  perche  l'hanno  per  buono  per  Io 
euore,perloceruelIo,  &  perlo(lomaco,&  per  l'ulo  del- 
le Donne.  E' l'Ambra  caldo  e  (ecco  nel  fecondo  grado-, 
&  Amato  col  teftimonio  d' Auicenna  di.ce,che  caldo  nel 
fecondo,  &  (ecco  nel  primo.  Forti  fica  il  cerueilo,&  il  cuo 
rx>  confortai  membri deboli;a(Iòrtiglia l'i ntelletro,viuÌT 
fica  i  fetJtimenthreftituifce  la  memonajallegra  i  malinco 
nidi  difoppila  lamatricesgioua  il  (uo  profumo  allo  fpa- 
fimo,&  paralifia,  &  mal  caduco  ■■>  corregge  l'aere  peftife- 
ro  ;  &c  è  di  molto  beneficio  a  vecchi ,  &  a  freddi  di  com- 
piendone. Quegli  che  defid era  intendere  piùparrico'ari- 
tà  ,  leggali  Dottor  Manardes  nellalcconda  parte  dclfii© 

.  > 

DEL- 


15$ 
DELL'ARBORO  TRISTO.   GAP.  XXVII. 


Asce  vn'arboro  in  alcune  parti 
dell'India,  principalmente  nel  Ma 
labar ,  doue  ne  ha  moka  quantità, 
il  quale  è  della  grandezza,  &qua- 
li  della  f  embianza  almeno  nelle  fo- 
glie del  Pruno, ò  Armcniaco.  Olia 
mafi  queft'arboro  in  Canann ,  Pa  • 
rizataco.In  M  'laio,Singadu  &c  1  Portoglieli ,  lo  dimada- 
no  Arbol  trifte;&  in  Arabico,Guart.ln  Perfiano,&:  Tur- 
co.Gul.ln  DccaninjPul.Qucito  arbore  fa  molti  rami  iot 
tili ,  &  diuifi  pei  ordinccon  nodi  da  vno /patio  ali'altro, 
&  da  ciafcun  nodo  efeono due  foglie,  vna  per  ciafeuna 
parte,  d  ila  gradezza  dalla  foglia  del  Pruno,  ò  Armenia- 
co  molto  1  fcia  come  quella  dalla  Salma  dalla  parce  di 
fuori,  &  coperta  da  vn  pelo  bianco;&  dalla  parte  di  den- 
tro pm  verde,&  qualche  poco  alpra,  &  non  tanto  taglia- 
ta all'in tornOjCome  quelle  dell'Arni eniaco  nècon  tate  ve 
ne.Elcc  da  ogni  pie  di  foglia  vn  picciuolo  con  cinque  ca- 
pitelli piccoli  nella  cima,  &  ogni  capitello  ha  quattro  fo 
glietre  piccole  d'intorno, &  fuori  d'ogni  capitello  cleono 
cinque  fiori,  vno  per  ciafeuna  foglia,  &  l'altro  nel  mez- 
zo,iquali  di  giorno  (tanno  molto  chiufi  &  raccolti;&  fa- 
cendoli notte  ,  fi  aprono.  Quelli  capitelli  mandano 
fuori  da  fc  alcuni  fiori  bianchi  molto  belli,  della  gran- 
dezza, &c  fembianza  del  fior  dell'Arancio,  ma  fono  pm 
fotti  li ,  più  belli,  èkpiu  odoriferi.  Il  pie  di  quello  fiore 
è  più  rollo,  che  giallo  ;  &ferue  quello  pie  in  quelle  par- 
ti per  tingere  con  eflòil  brodo,  come  fi  fa  col  ZafTrano 
ordinario.  Tienfi  dalle  genti  del Pa eie  per  cordiale;  ma 
-    .  èva 


xU  DELL'ARBORO  TRISTO, 
è  vn  poco  amaro  ,  ch'io  lo  guftai  colto  dall'arbore  ,  & 
nel  mangiare  fempre  gli  fi  troua  quel  poco  di  ama- 
ritudine. Sono  quegli  Indiani  molto  fauolofi,  &  fan., 
profeflìoncdicomporfauole,  &  parlare  con  metafore^ 
Se  di  queft'arboro  dicono  efli,  che  già  fu  vna  donzella 
molto  bella,  figlia  d'un  gran  Signore,  chiamato  Pariza- 
taco  ;  &  che  quella  dongella  fu  innamorata  del  Sole ,  i{- 
qualc  la  lafciò  per  amor  d'un'altra  ;  &  ch'ella  in  difpctto 
del  Sole  II  veci fé,  &ei!endo  abbrufeiata  (  com'è  lorvfo) 
che  della  ma  cenere  fi  generò  quell'arboro;  perla  qual 
cagione  i  fuoi  fiori  abhorriicono  tanto  il  Sole ,  che  gia- 
mai  alla  fua  prefenza  non  appareno .  Egli  è  cofa  certo  di 
gran  piacere  a  vedere  qucfto  frefehi-flimo  arboro  di  not- 
te tutto  pieno  di  detti  bclliflimi  fiori  con  vn'odore  tanto 
foaue ,  &  grato ,  che  certo  al  mio  parere  tra  tutti  i  fiori , 
ch'io  ho  odorato ,  niuno  (e  le  agguaglia ,  principalmen- 
te entrando  difubito,dou'è  l'arboro  ;  perche  dapoi  che 
fono  toccati  con  la  mano ,  odorano  poco  i  &  ftando  co- 
fi  fiorito,  &  frefeo  tutta  la  notte,  al  nafeer  del  Sole  nò  fo- 
lamcnte  cadeno  tutti  i  fiori  in  terra  fenza  reftarne  alcu- 
nojma  l'arboro  ancora,  &  le  foglie  paiono  reflar  langui- 
de ,  Se  quafi  feccho . 

Il  frutto  di  detto  arboro  è  della  grandezza  d'un  Lupi- 
no,  &  di  color  verde  chiaro ,  fatto  in  figura  d'un  cuore/, 
con  vna  diuifion  nel  mezzo  per  la  lunghezza  ,  con  la 
quale  quello  frutto  fi  congiongej  &in  ciafeuna  di  det- 
te parti  ha  vn  ricettacolo,  nel  quale  fi  ferra  una  femen- 
za  della  grandezza  della  fèmenza  delleearobbc  fatta  nel- 
la medefima  figura  di  cuore .  Quefta  femenzaè  bianca  , 
Se  tenera,  coperta  da  vna  pellicciuola  verde  chiara,  èi 
fapore  alquanto  amara .  Dicono  i  Medici  Gentili ,  che 

l'ufano 


DELL'ARBORO  TRISTO.       ,$7 

l'ufano  nelle  Medicine  confortatine  del  cuore  .  Molti 
Vice  Re  dell'India,  &:  Capitani,  &  altre  per fone par- 
ticolari, tentarono  di  condur  detta  pianta  in  Portogal- 
lo, ma  non  vifTe  in  naue.  Et  alcuni  altri  colfcro  la  Te- 
menza a  buona  ftagione,  &Ia  portarono  in  validi  ve- 
tro ben  chiufi,  Se  in  vafi  d'argento ,  &  di  legno,&  d'altro 
per  feminarla;  il  che  fecero  con  ogni  diligenza  ; 
ma  non  nacque  in  Portogallo .   Nel  Mala- 
bar  ,  &  in  Goa,  &  nel  fuo  contorno  na- 
ice  di  modo ,  che  ogni  ramo  di 
detto  arboro,  che  fi  pon- 
ga in  terra,  appren- 
de bene. 


AMO- 


t5g 


ÀRBORO  TRISTO. 


169 

DELDAMOMO.    CAP.  XXVIU.  ' 


Tanta    la  diuerflrà  delle  opi- 
nioni, che  fono  (opra  l'Amorno, 
che  benché  io  hahbi a  tentato  di 
faperne  la  verità  i  tuttauia  per  non 
ellcrnc  molto  certo ,  lai  cieronne  il 
determinare  a   miglior  giudicio 
del  mio  :  &  quel  ciancio  che  ardi- 
rà di  concordare  qucllo,che  dell' A  memo  dice  Dicfcori- 
de  nel  primo  libro  al  capitolo  14.  &  il  Dottor  Lacuna-, 
nella  Tua  efpofirione  ;  &:  il  Mattinolo  Senefe  (oprai!  mc- 
defimo  capitolo  ;  &  Amato  Lufìtaro  (òpra  il  mede/imo 
alla  narrationc  14.&  Serapionc,e'l  Fucino, &  Gslcno  nel 
libro  ó.defemplici  medicamenti ,  &  altri,  con  quello, 
che  ne  dice  il  Dottor  OrtaJiuomo  degno  di  credito, non 
fata  poco .  Il  quale  dimandandone  ad  vno  Speciale  Spa- 
gnuolo  di  linguaggio, ma  Giudeo  per  falfa  Religione, 
che  dille  eiTcr  di  Hierufalé,  che  gli  dicellè,  ciò  ch'era  l'A- 
morno; detto  Speciale  gli  rifpofe^h'era  Amama  in  Ara- 
bico, che  vuol  dire  Pie  di  Colombo  ;  &  ch'elio  io  cono- 
fceua  molto  bene,  &  lo  hauea  nella fua terra.  Dapoi 
quello  feppe  egli  da  Fifici  del  Nizamoxa,  che  non  fi  tro- 
uaua  in  quelle  parti  dell'India;  ma  che  tra  l'altre  medici- 
ne, che  portauano  al  Re  di  Turchia,  &  della  Perfia,  & 
Arabia ,  gli  portauano  l'Amomo  ;  &  che  glie  ne  diedero 
vnamoftra,  la  quale  egli  portòaGoa;  &  inoltrandola^ 
alli  Speciali,  tk.  comparandola  con  le  deferittioni  di 
Diofcoride,  parcuaatutti  conforme  alladefcrittionc; 
&chefi  (ìmiglirmaalPièdi  colombo  ;  &cheper  Iaderi- 
uationedeinomePièdi  Colombo,  era  Amomo  preflò 

Y  d'Auicenna. 


i7o  DELI/AMOMO. 

d'Auicenna .  Et  vn  Bragmanc  Medico  in  Cochin  mi 
affermò  il  medefìmo ,  dicendo ,  ch'era  vero  quanto  il 
Giudeo  hauea  detto ,  che  Amama  in  Arabico  era  Pie  di 
Colombo ,  &c  ch'egli  me  ne  farebbe  haucrc  da 
vn'altrofuo  fratello  gran  Medico,  &  Cirugi- 
co,iIquaI  viueua  in  Chaul,  &  face- 
naia  compofltion  della  Theria- 
ca  contra  veleno .  Et  pcr- 
ch'egli  poi  mai  non 
me  la  diede,  ne 
io  altro- 

UC; 

non  la  vidi,  non 

la  deferiuo 

qui. 


DE*  DO- 


«7i 
D  E'   D  O  R  I  O  N  I.    C  A  P.    XXIX. 


N  o  frutto  hauc  in  Malaca  tanto  fapo- 
rito ,  &  odorifero ,  che  vince  il  fapo- 
re,  &  odore  di  tutti  gli  altri  frutti ,  che 
fono  in  quella  terra ,  i  quali  fono  mol- 
ti ,  &  buoni  ;  il  qual  tutto  che  non  fiso 
pervfo  della  Medicina  >  tuttauia  per 
efler  coli  buono ,  &  per  farne  mentione  il  Dottor  Orti 
nel  capitolo  della  Datura,fc  ben  egli  non  lo  vide,  mi  lon 
mono  io  come  teftimonio  di  veduta ,  a  parlare  di  lui ,  Se 
adifegnarlo.  Chiamafi  queftofrutto  in  Malagio(ch'è 
la  terra  dou'egli  iì  troua  )  Duriaon ,  &  il  fuo  fiore  Buaa, 
&l'arboro  Bataru. 

E*  qucft'arboro  molto  alto ,  &  molto  grande;&  il  fuo 
legno  è  molto  robufto ,  &  maflìccio ,  &  la  feorza  è  grof- 
fa,&fofca.  E'arboro  folto  di  molti  rami,  &di  molti 
frutti,  il  qual  chiamano  Duriaon;  &  dicono  gli  huo- 
minichelo  mangiano,  che  precede  ad  ogni  frutto  del 
mondo  nel  fapore .  Et  è  in  tanta  buona  opinione  preffo 
a  quelli  di  gulto  dilicato ,  che  par  loro  non  efler  poflibi- 
lc  a  fàtiarfi  di  lui  ;  &:  però  gli  danno  moki  titoli .  Io  vi- 
di alcune  ftanzeferitte  infila  laude  per  vn  difereto  Poe- 
ta ,  &  tali ,  che  fé  fi  poneiTcro  qui ,  piacerebbono  a  cui  le 
leggeflo. 

Qucfto  frutto  è  della  grandezza  d'un'ordinario  Mel- 
lone. Ha  la  feorza  molto  grò (Ta,  tk  tutta  piena  d'alcu- 
ne punte  piccole  ;  &:  grolle ,  le  quali  pungono  come  (pi- 
ni .  Il  fuo  colore  di  fuori  è  verde ,  &  fa  alcuni  fegni  da^' 
vna  punta  all'altra  a  modo  di  Mellone, &:  apertoci  fi  ve- 
de di  dentro  alcuni  appartamenti  per  lungo,  inciafeu- 

Y     z  no  de* 


i7i  DE      DORIONI. 

no  de'lquàii  ha  tre  Se  quattro  Celle,  ò  appartamenti ,  den- 
tro de'  quali  fi  ferra  per  ciafeuno  vn  frutto  molto' 
bianco ,  come  capo  di  latte ,  della  grandezza  ciafeun 
di  loro  d'un'ouo  di  gallina .  Il  mangiar  di  qucfto 
frutto  è  come  il  mangiar  bianco,  tuttauiapiufaporito, 
&  più  odorifero  \  non  è  cofì  molle ,  ne  fi  attacca  alle  ma- 
ni .  Et  fé  alcuni  ài  detti  frutti  non  fono  di  dentro  mol- 
to bianchi •;  ma  gialli  ,ciòauiene,  perche  fono  putrefat- 
ti ,  ouero  che  fono  flati  tocchi  dall'aere,  ò  dall'acqua. 
Ggniuno  di  detti  Dorioni  ha  quattro  frutti  ;  &  quelli 
che  ne  hanno  cinque ,.  non  fono  buoni  7Sc  quelli,  che  ne 
hanno  tre,  fono  migliori;  &  quelDorione,eheha  qual- 
che rottura,  ò  fiilura,non  viene  comprato;  perche  è  cat- 
tino .  Et  è  tanta  l'abondanza  di  detto  frutto  in  Man- 
iaca, che  vagliono  l'uno  quattro  Marauedis  principal- 
mente il  Giugno,  Luglio  ,  &  Agofto;  perche  ad  altri 
tempi  fogliono  valere  fecondo  che  gli  flimano  :&  nclli 
appartamenti ,  che  fono  in  ciafeun  di  quelli ,  non.paflàr 
no  i  frutti  che  dentro  del  pome  fi  ferrano,  il  numero  di 
venti .  il  fiore  è  bianco  declinante  al  giallo;  &  la  foglia  è 
di  lunghezza  di  mezzo  palmo,  aguzza,  &rileuata,  Se 
intagliata  tutta  attorno  di  minuti  tagli ,  &c  diduediti  &C 
più  nel  largo?.  Di  fuori  è  quefla  foglia  verdechiara  ^òcói 
dentro  verde  feura  declinante  al  rofTo>  &  ciafeuno  di  det- 
ti frutti  che  fono  nel  Dorione  ha  dentro  vn'oflò  delia 
grandezza  dell'olio  del  Pertico,  ò  del  Nofperfico  non  ri- 
tondo, ma  al  quanto  più  lungo .  Il  faporedi  quello  o£ 
fo  è  molto  infipido  ..  &/ì  ftringe  nella  gola  come  le  Ne- 
fpole  verdi ,  &  non  il  mangia .  Quefto  frutto  fi  rompe 
co'  piedi  quando  fi  vuol  mangiare,  per  cagione  de5  fuoi 
fpini ,  E1  caldo&  humido ,  &  molto  facile  da  digerire. 


Et  è 


DE'     DORIONI.  i7$ 

Et  e  cofa  da  marauigliarfì  della  grande  inimicitia,che  ha- 
il  Betele  col  Dorionc;  la  qual  è  tanta ,  che  fc  in  vna  borfa 
pienadiDorioni,òirivnàcafa ,  doutfiano,  o  in  altro» 
luogo  doue  fi  crouino ,  faran  polle  alcune  foglie  del  Be- 
tele ;  fi  corrompono  efìi  ,  &  fi  putrefanno  tutti ,  &  a  chi 
ne  mangia  molti,  fé  egli  fi  fente  infiammato  per  loeccef- 
fiuo  loro  caldo ,  col  metterfìfopra  lo  itomaco  vna  foglia 
di  Betele  5  cella  il  rifcaldamento ,  &  il  trauaglio  di  fubi- 
toi&fc  mangiano  (oprai  Dorioni  alcune  foglie  di  Be- 
tele, permeiti  che  ne  mangino,  non  genera  mokftia, 
ne  rifcaldamento  alcuno.  Et  quella  è  vna  delle  cofe 
oltre  il  fuoloaue  faporer  perla  quale  dico- 
no,chc  l'huomo  non  fc  ne  può  f  atiare  3 
&:  quegli  huomini,  che  non  ne 
han  più  mangiato ,  i  primi 
che  odorano,  par  lo- 
ro od  ore  di  Ci- 
polle gua 
fte; 
aia  guidandoli,  non  mangiano 
altra  cofa,  che  meglio 
lorfappià,  &:  pa- 
ri odora- 
la, 


DORIO- 


«74 


DORIONL 


«75 

DfiLL'AN  AC  ARDO.     CAP.  XXX. 


'A  n  AC  ardo  chiamato  da  gli 
Arabi  Balador  ,  &  dagli  Indiani 
Bibo  ,  &  da'  Portoghcfi  Faua  di 
Malaca  (  &  del  quale  parlò  il  Mat- 
thiolo  nel  primo  libro  di  Diofco- 
ride  al  capitolo  141. facendolo  cal- 
do &  fecco  nel  fin  del  terzo  corro- 
fiuo ,  &  vclenofo  )  è  vn  frutto  molto  communc,  &c  del 
quale  è  grande  abondanza  nelle  più  parti  dell'india,  &' 
nelMalabar.  E' molto  limile  alla  Faua.  E  verde  chiaro 
quando  e  frefeo ,  ma  quando  è  (ceco  fi  cangia  in  nero  &: 
lucido .  Ha  dentro  di  le  vna  medolia  fìmile  alla  mando- 
la ,  &  tra  la  medolia  bianca ,  5c  la  feorza  negra ,,  ha  vn'ò- 
glio  molto  corroiluo.  Qucfto  frutto  pofe  Auicenna, 
&Serapionc'traì  veleni;  &  il  Matthiolo  ncLlibro  6.  di 
Diofcoridc  al  capitolo  5.  commemorandolo  per  veleno, 
dice  quefte  parole;  Gli  Anacardi  adunque  quando  il  bc  ■  » 
uono ,  oueroil  mangiano,  fannonon  poco incédio  nel-  > 
la  gola,  &  nel  gorgozzule ,  &  coi!  parimente  nello  ito-, 
maco  infiammando  tutto  il  corpo ,  &c  generando  la  feb- , 
bre .  Caulàno  oltre  à  ciò  paraliila  in  alcune  membra  del , 
corpo,  &  corrompono  l'intelletto;  pcrciochccon  Tee-, 
cefliuo  calore,  che  pofleggono  ,  abbrufeiano  l'humore 
malinconico.  In  tutto  il  Malabare  fi  coftuma  coLfuc- 
co  di  qucfto  frutto  fecco  far  piaghe,  &:  abbrufeiar  la  car- 
ne in  luogo  di  Cauftico.  Mettendo  di  qucfto  fecco  nel- 
le cauerne  de  denti  putrefatti ,  gli  corrompe,  &  ardev, 
&  gli  rompe  tutti  in  breue  tempo  ;  &fcfi  rompe  det- 
ta frutto  con  la  bocca  ,  la  punge  64  arde  .Scruc  anco- 
ra que- 


ìji  DELL' AN  AC  ARDO. 

raqueitofuccode'1'Anacardo  fecco  rnefcolato  eon  cal- 
cina per  vergar  i  panni  di  gottone,  &;  le  altre  cofc,  le 
quali  voglione  fegnare  ;  perche  li  fegna  coli  forte  3  che 
per  molto  che  fi  laui,  non  (e  ne  puòleuarpur'un  poco 
4per  forza,  fé  non  col  fuoco.  li  Dottor  Orta  dice  ,  che 
l'Anacardo  e  frutto  Medicinale^  Se  che  vien'ufato  iru 
-quelle  parti  in  infufione  di  latte,  per  l'Alma,  .&  contrai 
vermi  ;Se  che  fi  mangia  fatto  in  cqnfcruadi  fale;  Se  fi 
vendeordinariamentene' mercati,  come  in  Ifpagnale 
Oliue .  Poi  torna  a  dire ,  che  quando  è  fècco ,  fi  feruono 
di  lui  in  luogo  di  cauftico ,  Se  per  medicare  le  Scrofole .. 
Non  gli  piacciono  anco  -quelli,  che  io  fanno  caldo ,  Se 
fecco  nel  quarto ,  ne  quelli ,  che  lo  fanno  nella  feconda 
parte  del  terzo  ;  dicendo  \  che  frefeo  non  è  cofi  caldo ,  Se 
fecco  non  è  ìagioncuole ch'egli  fia  tanto  caldo,  come 
l'altre  fpecierie .  Quello,  ch'io  ho  veduto  di  queito  frut- 
to,  fi  è ,  che  mentre  è  frefeo ,  porto  in  conferua  di  fale  & 
acqua  per  molti  giorni,come  fanno  in  Ifpagna  delle  Oli- 
ue ;  fi  vende  fu  i  mercati,  &  fi  mangia  non  folo  da  fc,  ma 
per  appetito ,  meicolandolo  con  Rifo  cotto ,  come  fan- 
no del  frutto  chiamato  Manga,  Se  d'altri  molti  frutti, 
che  fono  acri  di  fapore,li  quali  fbgliono  mangiare  col 
rifo  ,  Se  ad  altro  modo  non  fi  mangia .  Quando  poi  egli 
è  fecco ,  benché  prefb  tutto  inlieme  corroda ,  Se  abbru- 
feiaituttauiaciononfa  tanto  con  l'altre  parti,  quanto 
con  i'ogIio,ch'egli  ha  tra  la  feorza ,  Se  la  mandola ,  prefo 
folo,  ò  applicato  da  iè.  Alcuni  gli  ieuano  la  feorza  di 
fopra.  Se  nettata  la  mandola  dell'oglio,  ch'ella  ha  fopra 
di  (e ,  gli  Ieuano  un'altra  pellicciuola ,  con  la  quale  fi  co- 
pre quella  bianca  mandola,  poi  la  mangiano  perbcuc- 
re.  Io  guflai  di  queito  frutto  verde  polio  in  conferua, 

&la 


DELL'ANACARDO.  i77 

Clamandola  fccca;  ma  ne  all'uno,  ne  all'alerò  modo  è 
cofadilicata:&fcnz,i  dubbio  quel  liquor  negro,  come 
oglio ,  ch'ella  ha  tra  la  feorza,  &c  la  mandola;  e  molto 
corrofiuo ,  &  velenofo. 

Pongono  vna  di  quefte  faue  fu  la  punta  d'un  coltello  , 
&  la  pongono  al  fuoco  d'una  candela  ,  6C  neli'abbru- 
fciarfiècofa  mcrauigliofa  da  vedere  Io  rtrepito,ch'ellafa 
con  tanti  (coppi) ,  &fcintille  di  fuoco  ,  che  manda  fuo- 
ri come  raggi,  con  tanti  colori ,  che  communementev 
ingannano  in  alcune  occafioni  i  Negri ,  &  le  donne  del- 
la terra,  ponendo  loro  m  fanta(ìa,chein  que' raggi, &: 
fcintillc  di  fuoco  vengano  li  fpiriti ,  &  gli  parlino ,  ò  fac- 
ciano fapere  quel, che  cercano  di  intenderla  loro:&con 
quella  menzogna  ingannano  gli  ignoranti ,  mettendo 
loro  in  tetta  quello, che  vogliono;  &c  dando  loro  rifpofta 
di  quello,  che  difìderano  di  fapere,  come  meglio  loro 
piace .  Et  perche  tutti  quefti  Gentili  Arufpici ,  incanta  - 
tori,icongiuratori,&:  fattochieri,  de  indouini,  vfano 
di  parlar  poco  ,  &  rifponder  tardamente ,  e  con  grauità  ; 
fono  nelle  loro  rifpofte  fempre  ambigui ,  &  nfpó- 
dono  a  quello,  che  dimandano  (  benché  non 
lo  fappiano  )  di  maniera ,  &  con  tanta 
cautela,  che  in  qualunque  mo- 
do che  fucceda ,  l'honor  è 
loro;  &  dicono  che 
indouinarono, 
&  ch'elli 
lo 
profeteggia- 
rono. 

2         DEL- 


178 
D£LL*HERBA     VIVA;     C  A  P.  XXXL 


J  I  troua  vn'herba  in  alcune  parti  dei- 

\  l'Afia,  chiamata  dal  vulgo  Herba  vi- 

ua  ;  da  Iogui  nel  lor  linguaggio  Herba 

(i        \  b^     d'Amore  ;  da  gli  Arabi  ,&  Turchi^ 
^^^^^^'   Suluc;  da  Perfiani,  Suluque.  Quie- 
— "=-— — '  ft'herba  è  della  figura,ch'è  qui  dipinta. 

Ha  le  radici  molta  piccole,  (k  nel  circuito  otto  rametti 
due  diti  leuatifopra  la  terra,intagliati,&  compaflàti .  Le 
foglie  per  ordine  davna,  &  altra  parte  fi  ailòmigliano 
molto  alle  tenere  foglie  dell'ER  VO  chiamato  da'  Gre- 
ci Orobo, Rapportano  qualche  fembianza  di  quello 
del  primo  Polipodio,  che'l  Lacuna  difegna  nel  libro  4. 
al  capitolo  1 87.  ma  fono  molto  più  minute,  &  lifeie 
d'ambedue  le  parti  convn  verde  gratiofo,  come  quello 
delle  foglie  del  Tamarindo.  Produce  dal  mezzo  dell'oc- 
chio della  radice  (  pcrcioche  manca  di  fufto)  quattro  fio- 
ri gialli  molto  belli  alla  vifta ,  à  modo  di  alcuni  garofTol- 
letti  picco  li ,  &  fenza  niun'odorc .  Ama  luoghi  caldi,  & 
numidi.  Ha  queft'herbavna  proprietà  con" merauiglio-r 
fa,che  confonde  la  ragione ,  &  è  quefta  ■■>  ch'effondo  mol- 
to frefea ,  &  vigorofa ,  (e  la  vogliono  toccare ,  va  ritiran- 
do  le  fue  foglie ,  &  ricogliendole  lotto  il  fuo  fonile  fufto, 
&  fé  la  toccano, ii  moltra  in  vn  fubito  tato  languida,  che 
par  che  li  fecehi  :&:  quello  ch'è  più  da  marauigliarfi  ,  fi  è, 
che  nel  lcuar  via  la  mano  da  lei ,  torna  fubito  nel  fuo  pri- 
mo ftato  ■■>  &  tante  fiate  langue,&  torna  frefea, quante  la* 
toccano  >  &  leuano  la  mano.  Mi  affermarono,  ch'u- 
n^huomocuriofo  ,&  Filofofo impazzì,  &nel  Malabar 
prclTo  a  Cochin  fi  precipitò  dalla  ripa  del  fiume  fopra 

la  fp  eeu- 


DELUHERBA  VIVA.  i7P 

la  fpeculatione  di  detta  herba . 

L'herba  vidi  io ,  &  la  colli  con  tutta  la  Tua  terra  fenza 
toccarla ,  &  la  piantai  in  vn  giardino ,  do  uè  fi  conferucs 
ma  non  vidi  il  pazzo  .  Dimandando  io  ad  alcuni  Medi- 
ci della  terra ,  (e  fapeuano  alcuna  virtù  di  queit  herba ,  ò 
fel'adoprauano,mi  affermarono,  che  giouaua per  far 
(  quel  della  Madre  CcIertina)tornar  vergini  le  donne  cor- 
rotte ,  s'egli  è  il  vero  ;  &  che  per  riconciliare  beniuolen- 
za  haueua  merauigliofa  efficacia.  Vn  Medico  Genti- 
le^ buon  letterato  al  lor  modo  (vedendoli  difiderio, 
ch'io  haueua  di  fa  pere  le  proprietà  di  detta  herba)  mi 
dille,  ch'egli  me  ne  moftrarebbevna ,  ch'egli  fapeua  di 
lei  coli  certa,  ch'iogli  ragliarti  la  tefta,  le  non  la  trouaua 
vera  >  &c  era ,  ch'io  nominarti  la  Donna  di  qualunque 
(tato  ii  forte ,  &  che  facendo  ciò,  ch'egli  mi  moftrarebbe 
con  queli'herba;lafarei  inclinar  a  tutto  ciò,  eh  io  volef. 
fé.  Ma  vedendo  io,  che  non  era  cola  giuria  il  faper  que- 
lle cofe,  ne  il  farle,  nonio  volli,  ne  glie  ne  conienti. 
Non  potei  faper  altro  di  detra  herba,  fé  nonché  viene 
ftimaia  molco  da  Gentili,  principalmcnteda  Bragmani, 
Canari ,  &  logui .  Vidi  a  cafo  andando  vn  giorno  a  ve- 
der del  l'herba  prerto  al  fiume  Mangatc,  vn  Gentile  fen- 
tato  fu  la  terra,il  quale  cantaua  alcune  parole,che  recita- 
ua;  &  parlandoli  io,  &  egli  non  mi  rifpondcndo;  fece 
feg  no  con  la  mano  all'interprete,  che  conduceuamecoj 
il  quale  intcfolo, fi  partì  in  fretta,  de  mi  fece  partir  feco  • 
dicerìdo ,  ch'io  fapefli ,  che  quel  Gentile  era  Indouino 
d'un  Capitano  di  quslla  terra  ,  il  qual  erti  chiamano 
Caimah  &  che  ftaua  quiui  gettando  le  fue  forti  iopra 
l'hcrba  viua;  tk  che  per  far  quella  malia  nettaua  tutta  la 
terra  d'intorno  a  quell'herba  ,  quanto  è  grande  vn'huo- 

Z     z         mo, 


iga;        DELL'HERBA  VIVA. 
mo,&  che  dicendo  certe  parole,  afpectaua  il  primo  au- 
gello ,  o  altra  cofaviua ,  che  palTatTe  di  fopra  1  nerba  i  & 
che  la  pnmajchc  vi  pafTaua,durantc  quelle  pàrolc,la  ba- 
gnauain  fanguc;  &c  fé  non  poteua  hauere  queli'ilteiìò, 
augello ,  ò  animale  j  ciò  faceua  d'un'altro  di  quella, 
talcfpecie  i  &queJfto  faceua  con  molte  ceri- 
monie v  &  a  quello  modo>  faceua  l'in- 
ganno 3&  la  triftezza .  Et  perche 
io  tengo  ciò  per  burla,  & 
cofa  indegna  da  fa- 
perfì,nonne  di 
co  più.  Da 
poi 
fidila  detta  hèrba  fecca  nel- 
le vefti  d'una  Don- 
na innamo- 
rata. 


K  E  R- 


181 


HERBA    V  I  V  A .. 


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DELL'HERBA     MOLLE.     GAP.  XXXIL 

E'  Giardini  de'  curiofi  fi  ritrouà 
vn'altra  herba ,  la  quale  s'alza  cin- 
que palmi  da  terra,  &  fi  attacca  a 
arbori,  &  pareti.  Ilfufto  è  lotti- 
le, non  molto  tondo ,  d'un  verde 
molto  bello  fparfo  da  fpario  a  (pa- 
tio di  alcune  punte,  ò  fpinipicco- 
li ,  &  acuti .  Ha  la  foglia  della  grandezza  di  quefta  qui 
'difegnata  più  piccola  aliai,  che  la  foglia  della  felice  fe- 
mina .  Ama  luoghi  numidi ,  &  petroli,  &  chiamali  vol- 
garmente Herba  Delicata,  perche  toccandola  con  la  ma- 
no fiinuechia,  & infiappiicc  ;  &c  leuandole  la  mano,  ri- 
torna nel  fuo ftato;ma  non  coli  tofto,nècon  tanto fenti- 
mento,  come  la  prima  ^  Ha  quefta  vn'altra  proprietà 
molto  diuerfa  da  quella  ddl'Arboro  Trifto  ■■>  &  quefta  è , 
ogni  notte  nel  tromontar  del  Sole,infiappirfi,&  leccarli 
di  maniera ,  che  pare  morta  ;  &  leuando  il  Sole ,  tornar 
arinuerdirfi;&quantoilSoleèpmalto,ella  ftà  piuvi- 
gorofa,&tutto'l  giorno  va  volgendo  le  foglie  verfo  di 
lui .  Il  fuo  odore ,  &  fapore ,  è  il  proprio  delia  Glizirriza  > 
&  ordinariamente  la  sente  della  Terra  maftica 
quefte  foglie  pei  la  tofte ,  &  per  nettar 
il  petto,  &  chiarir  la  voce.  Ser- 
ue  al  dolor  delle  Re- 
ni i  &  falda  le 
ferite  fre- 
sche. 


HER- 


183 


HERBA  MOLLE. 


184 
DELLA 


CANFORA.     CAP.     XXXIII. 


Ra  i  famofi,  &  dotti  Greci  fin'aldì 
d'hoggi  non  fi  è  faputo  ,  che  alcuno 
fcriueiTe  cofa  alcuna  della  Canfora, 
medicina  eoli  adoperata  &  neceiìaria, 
accetto  .{blamente  Aedo  fcrittor  ctid- 


— ■*  dernoi&nonèdamerauigliarfi,  che 
nei  Greci,  negli  Arabi  non  riabbiano  lafciato  perfetta 
noti  tia-dellecofe,  ch'erano  di  luoghi  lontani,  &  rimo- 
ti daloro  ;  poi  che  delie  cofe ,  che  l'huomo  ha  nella  pro- 
pria terra  a  pena  può  dare.perfetta  relatione  di  tutte;  on- 
de non  fono  da  incolpare  quelli  che  della  Canforanoru 
hanno  fcritto  tutta  la  verità . 

Quella  Canfora  è  di  due  guife,  vna  fi  chiama  di  Bor- 
neo,  la  qualcmai non  fi  conduce  all'Europa,  per  eifer- 
ne  molto  poca ,  &daproprij  del  luogo  molto  ltimata  j 
&c  ancho  perche  vale  tanto  vna  libra  di  quella  di  Bur- 
neo,  quanto  Val  vn  Quintale  (  che  fono  quattro  anfore) 
della  Canfora  della  China,  la  quale  è  quella ,  che  viene 
in  Europa .  Di  quella  Canfora  di  Borneo  fanno  i  Gen- 
tili Baneani ,  Decanini ,  &  Canarini ,  &  i  Mori  mercan- 
ti ,  che  la  maneggiano ,  quattro  parti ,  diuidendola  per 
alcuni  cri uelli  di  metallo,  co' quali  fcielgono,  &diui- 
dono  le  perle  ;  i  quali  Criuelli  fono  ordinariamente 
quattro,  tutti  forati  a  proportione,  maggiori ,  minori, 
oc  più  piccoli;  &i!  più  piccoIo,dcpiu  piccoli  fori  ;  (k  co- 
fi  fingono  in  detta  Canfora  eller  quattro  parti,Capo, Pe- 
tto, Gambe,&Piedi&  tra  di  quelle  (per  eilere  molto  iti-, 
mata  in  molte  cofe ,  &  adoprarfi  molto  ne'cibi  )  vale  vna 
libra  di  Canfora  di  Capo  ottanta  feudi  ;  del  Petto  venti, 

delle 


DELLA   CANFORA:  185 

dcllcgambe  dodici;  &  de  piedi  quattro,&: cinque  feudi; 
&  quello  più  communcmcntc;  che  quando  fi  fa,chc  ne 
è  poca ,  crefee  il  precio.Sono  quefti  Mercanti  cofi  efpcr- 
ti>  Se  viuaci,che  non  fi  poffono  ingannare,  ne  mcfcolar- 
gliene  vna  co  n  l'altra ,  che  fubito  le  ne  aueggono . 

Si  troua  di  detta  Canfora  in  Bornco ,  &  in  Bairros,  in, 
Samatra,  Se  in  l'aceri;  Se  1  più  de  i  nomi  onde  di  lei  feri C- 
fero  Auiccnna,  &Serapione fono  corrotti;perche  quel- 
la che  chiamò  Serapione  Adepanzor;  è  di  Pacen,  ch'è 
inSamatra:  &  quella  che  Auicenna  chiamò  Alzuz ,  di- 
cono elìcr della  Cunda,  ch'è  terra  confine  a  Malaca  :  Se 
quella  che  Serapioncdicc,  che  fi  porta  della  regionedi 
Calca  ,  ha  da  dire  di  Malaca;  poiché  ve  n'ha  in  Bairros, 
eh  e  là  d'intorno. 

Quella  Canfora  non  è  midolla  deirarboro,ma  Gom- 
ma,che'I  legno  fuda  da  le,  &  parte  fi  aduna  dentro  del 
medefimo  legno .  Dice  il  Dottor  Orta  ,  ch'egli  vide  vna 
menia  del  legno  della  Canfora ,  che  haueua  vno  Specia- 
le ,  Se  vn'altro  legno  di  groilezza  d'una  gamba  d'huomo 
del  qual  fecero  dono  ad  vn  Gouernatore  delle  Indie;  Si 
ancovn'altra  tauola  d'un  palmo  nelle  mani  d'un  mer- 
cante ,  i  quali  tutti  legni  moftrauano  d'cfleredellarboro 
della  Canfora.  Io  hebbi  alcuni  molto  dilicati  pezzi  di 
Scacchi,  Se  vna caiTctta ,  doue  fi  lerbauano  fatto  ogni 
cofa  del  legno  deli'arboro  della  Canfora,  fecondo  l'odor 
che  haueano,  copertale  mi  fu  dato,  ma  non  fudaua- 
Canfora  ne  la  calla ,  né  i  pezzi;ben'è  vero,che  manegyia- 
doli  bene,  fi  viuifìcaua  in  {ci  molto  l'odore  della  Canfo- 
ra .  Queft a  Canfora  iuoi'eflerc  molto  bianca  fenza  mac- 
chie né  rode, nò  negrc;nè  fi  diftilla,  come  dicono  li  fcrit- 
tori,  né  ii  cuoce  perche  venghi  bianca;  &  di  ciò  non  Ci 

A  a         ha 


18*  DELL  AvC'AN  FORA., 

ha  da  dubitarciperchc  il  contrario  fu  falla  refationc,  che 
fu  data  ad  Auicenna ,  &c Serapione,;  comedi  terre  mol- 
to lontane  :  &  feSerapione  allego  Diofcbride  fopra  la. 
Canfora ,  fu  ingannato .   Quanto  alla  falfificatione  del- 
la Canfora ,  in  quella  di  Burneo  ,  foglionfi  alcune  fiato 
ritrouare  mefcolati  alcuni  pezzetti  di  pietre  molto  fotti- 
li  ;&  alcunealtre  fiate  vna  certa  Gomma,  che  chiamano 
Derros ,  &c  qualche  polucrc  d'un  certo  legno  ;  ma  a  Mer- 
canti &  conoicitori  di  cotal  mcrcantia  non  ftà  coperto 
detto  inganno.  Quella  che  fi  troua  con  macchie  nere, 
òrofTe,  dicono  eficre  perefiere  Hata  mal  gouernata,  ò 
perche  fìa  bagnata  ;  &  quelle  macchie  le  lcuano  i  Banea- 
ni,  lauandola  fegretamente ,  (accommodata  in vn  faz- 
zuolo, in  acqua  calda  con  fapone ,  &  con  fucco  di  Li- 
moni ;  &c  dapoi  che  l'hanno  ben  lauata,  l'afciugano  al- 
l'ombra ,  &  reità  molto  più  bianca ,  &  non  perde  molto 
del  pefo .  Di  dette  due fpeciedi  Canfora  (benché  con- 
fufamente, fa  mentionc  Serapione,  dicendo  che  la  mag- 
gior parte  di  detta. Confora  fi  tragge  d'Harizj  &  ch'è  me- 
no che  quella  della  China ..  Il  che  fi  ha  da  intendere,  che 
la  maggior  quantità ,,  che  fi  conduce,  è  del  Chincheo , 
&  ch'è  più  che  l'altredi  Burneo  >  perche  di  lei  non  fi  tro- 
ua quantità  maggiore ,  che  d'una  dramma  ;  &  quella  è 
la  verità,  poi  cheil  tefto  di  Serapione  è  corrotto  :  &  i  pa- 
ni di  Canfora,che  vengono  del  Cincheo,  chiamato  Chi- 
na, fono  di  quattro  onci  e,  &  più..  Dicono ,  che  l' Arbòrò 
della  Canfora  è  come  vna  Noce ,  &  ha  la  foglia  bianca , 
come  quella  del  Salice,  &  il  legno  di  colore  diFago,  & 
che  non  è  leggiera ,  né  porofa .  Quello  legno ,  come  di- 
ce Auicenna,  è  mediocremente  mailìccio.  Dicono  di 
più ,  che  1'arboro.è grande,  alto ,  fpatiof  o ,  &  aggrade- 

uole 


DELLA   CANFORA.  i87 

uolcallavifta,&  che  manda  fudando  fuori  di  fé  la  Can- 
fora .  Non  pongo  qui  il  dileguo  di  quell'arboro  -,  per- 
che io  non  lo  vidi.  Qjianto  a  quello  ,  che  dicono  ,  che 
il  nuolgono  moki  animali  alla  lua  ombra  per  eller  difc- 
fì  dalle  fiere  rapaci, (ì  tiene  per  cofa  iauoloia;  perche  ma- 
le difenderebbe  quell'ombra  dalla  Tigre,  fiero  &  cru- 
dele animale  (  de  quali  ho  veduto  alcuni  )  il  qual  fola- 
mente  con  la  veduta  del  fuoco,  chegirandoanorno  ve- 
locemente la  corda  accefa  d'arcobufofìfa,  iì  tiene  in.» 
dietro.  &iohcbbi  cfperienza  di  ciò  molta  ne'c  ampi  ,  & 
ne  bofehi . 

Dicono,  che  ne  ^li  anni  che  fono  molti  tuoni,  & 
tempefte  ,  fi  troua  più  abondanza  di  Canfora  ;  nel  che 
pare  che  follerò  male  informati  Auicenna,  Scrapione, 
&  A  e  tio,  perche  neli'Ifola  di  Samatra ,  &:  d'intorno  a  lei, 
auengono  molti  tuoni  per  la  maggior  parte  dell'anno, 
per  cflcr  vicina  alla  linea  equinottiale  ,doueogni  giorno 
poco  ,  ò  molto  pioue  j  onde  pare  che  i  tuoni  ,  ò  la 
pioggia  non  debbano  efière  cagione  della  molta ,  ò  po- 
ca Canfora. 

La  Canfora  della  China ,  che  fi  dice  di  Pani ,  fi  preìu- 
me  eflerc  fatta  della  Canfora  della  China  di  m  anco  prez- 
zo mefcolata  con  qualche  parte  di  quella  di  Burneo  :  OC 
qucfto  non  bene  fi  la,  perche  viene  di  luoghi  molto  den- 
tro della  China ,  che  chiamano  il  Chincheo ,  luogo  do- 
ue  capitano  pochi  Portughefi.  Dicono  ibaneani,  che 
ben  pare  che  la  Canfora  della  China  fia  com  pofta ,  per- 
che col  tempo  fi  guaita  &  cuapora ,  &:  che  quella  di  Bor- 
nco  mai  non  fi  guaita . 

A  quello  chediceilManardo,  che  la  Canfora  è  cofa 
Jiuoua,  &  ch'egli  crede  che  ila  cofa  comporta  &c  non-. 

A  a     x         fempliee, 


i88  DELLA  CANFORA, 

femplicc  ,  fi  dee  fapere ,  che  fé  è  compo'fta ,  è  di  due  ge- 
neration! di  Canfora  ■■>  &  benché  euapori  >  non  è  perciò 
molto  corruttibile  ;  onde  le  cofe  eompofte  fono  più  atte 
a  corruttione .  Dice  Andrea  Bellunenfc  nel  fuo  Di  ttio- 
nario,  che  l'acqua  della  Canfora  (fecondo gli  Arabi) 
elìce  dell'arboro  della  Canfora  ;  &  chel'acqua  &  Tarboro 
fono  caldi  nel  terzo  grado .  Ma  di  quell'acqua  non  fi  fa 
fìn'hora  cofa  alcuna ,  ne  fi  ritroua  riuomo  che  dica  di 
hauerla  veduta  ,&c  fé  ella  fi  trouaffe,  bene  fifaperebbc. 
IlMatthiolo,  &ilRuellio  dicono,  ch'è  migliore  quel- 
la della  China,  &  che  la  migliore  dell'altra  Canfora  fu 
purificata  per  vn  Re  della  China.  Nel  che  pare  che  fi 
fìano  inganati  ;  perche  la  Canfora  di  Borneo  per  efler  in 
maggior  prezzo,  &  più  ftimata,  fi  vende  à  ragion  di  Cà- 
tes  ,  il  qual'è  pefo  di  venti  oncie ,  &  quella  della  China  fi 
vende  a  ragion  di  Barcs  (  ch'ogni  Bar  è  di  pefo  intorno  a 
feicento  libre  )  Et  quanto  al  Re  della  China,  non  fi  ha  da 
incolparlo  che  falfifichi ,  ne  compona  la  Canfora ,  per- 
ch'egli  è  vno  de  maggiori  Re,che  li  fappia  eflèrlioggr  tra 
tutta  la  gente  del  Mondo,  delqualchi  Volefie  parlare  ? 
&  del  fuo  Regno,  farebbe  meftieri  difar'un  gran  volu- 
me, perche  quella  China  per  grandezza  di  Regno,  per 
numero  di  genti ,  per  eccellenza  di  politia ,  &  di  poffef- 
fioni,  &  di  ricchezza,  &  di  gouerno,  vince  ogni  altro 
Regno  del  Mondo .  &  fono  tante,  &  cofi  eccellenti  le  co- 
fe degne  di  memoria, che  fono  tra  loro.che  non  fo  io  chi 
poffa  effere  ballante,  ne  con  qual  lingua  ad  efplicar  il 
molto  che  ha  in  quello  Regno .  lir  benché  le  cole  lonta- 
ne per  la  maggior  parte  logliano  nfonar  nella  fama  più 
di  quello ,  che  in  loro  delle  fiano  J  in  quelle  della  China 
auienc  tanto  alcontrarioj  che  per  molto  che  fé  ne  dicef- 
-  fe„ 


DELLA    ANFORA.  ,89 

fc ,  mólto  niù  e ,  &  molto  maggiore ,  &  più  diuerfa  im- 
prdlìone  fa  il  vederle ,  e  liei  leggerle ,  ò  vdirlc .  Per  quel- 
lo ch'io  ho  veduto,  letto,  &  vditodilci,  non  fo  qual 
huomo  vedendola,  non  dicefle  a  bocca  piena,  che  le 
grandezze  della  China  fi  hanno  da  vedere, oc  non  da  leg- 
gere, ne  vdire .  Chi  vonà  veder  qualche  parte  del  molto, 
che  nella  China  li  ntroua,legga  il  libro  che  fece  il  Reuc- 
rcndo  Padre  Frate  Gafparo  della  Croce  dell'ordine  di 
Santo  Domenico  ;  &  vedrà  che  tra  le  molte  &  diuerfe 
mercantic  &  cofe ,  che  vengono  dalla  China ,  Tono  mol- 
te varictàdi  va/i  d'argento,  molto  riccamente  lauorati, 
turto  il  feruigio  della  cafa  ,  &c  letti ,  &c  fedic  tutto  fatto 
d'argento  di  nleuo,  &  delicatiiiìmamcntclauoratoco'l 
bonno.  Molta  quantità  di  leda  lauorata,  &daIauora- 
re ,  che  per  non  dar  dubbio  al  Lettore ,  mi  tacerò  in  que- 
llo luogo.  Vieneanco  molto  Oro,  Mufchio,  Perle,  Ar- 
gento viuo ,  Rame,  Onaprio,molte  Porcellane,  Se  di  ef- 
ie  alcune,  chevagliono  due  volte  più  che  Argento,  Se 
altre  molte  cofe  coli  di  mcrcantie,  comedi  dilicatezzc. 
Io  trouai  per  mein  quelle  parti  due  Stucchi  di  Argento 
con  tutti  1  ferramenti  Chirugici  coi!  i  piccoli, come  tutti 
gli  altri  più  grandi  da  Caurerij ,  Speculi,  Seghe ,  Martel- 
li ,  &  tutti  di  argento  iauorato ,  Se  tanto  riccamente  fat- 
ti ,  che  tra  gli  Orefici  di  quell'arte  no  lì  potrebbe  diman- 
dar più.  Chiamano  gli  Arabi  la  Canfora  Capur,  Se  Ca- 
fur ,  facendo  poca  differenza  dal  P.  all'F.  Rafìs  fa  la  fua^ 
qualità  fredda,  Se  humida  i  Auicenna  fredda  Se  lecca  nel 
terzo  grado  >  &  i  più  feguono  Auicenna  i  benché  per  lo 
fuo grande  odore ,  Se  per  cffer'cuaporabile ,  ila  paruto  a 
molti  ch'ella  Ila  di  compiendone  calda ,  Se  non  è  fé  noiu 
fredda,  co  me  lì  vede  ne  fuoi  effetti,  poi  che  applican- 
doli 


,9o  DELLA  CANFORA, 

doli  in  qualche  oftalmia  molto  calda,  &  in  qualche  fcot- 
tatura  di  fuoco ,  ò  in  qualche  infiammagionc ,  le  rinfre- 
fca  fommamente  ;  &  umilmente  tutti  i  Gentili  la  gra- 
duano fredda  &  fecca.  Quanto  al  fuo grande  odore, 
perche  la  Canfora  è  euaporabilé,  &  manda  fuori  quei 
ch'ella  ha  ;  &  la  Rofa ,  e'1  Sandalo  per  cflcre  coftrettiui,lo 
ritengono  in  loro,&  no  lo  lafciano  eiTalare,ella  viene  ad 
hauer  l'odore  più  grande .  Dice  Auicenna ,  che  la  Can- 
fora fa  vigilie ,  il  che  non  è  effetto  di  cofe  fredde, 
ma  più  tofto  prouocano  il  fonno .  A  quello 
lì  dice  ch'ella  fa  &  ìbnno  &  vigilia .  La 
poca  quantità  di  fuori ,  ò  di  den- 
tro prouoca  fonno  ;  &  la 
molta ,  &  l'cccefliuo 
\{6  di  odorar- 
la ,  feccan 
do 
il  ceruello  è  cagio- 
ne di  vigi- 
lie. 


CARAM- 


191 


CARAMBOLE. 


19* 
DELLE   CARAMBOLE.     CAP.  XXXIIII. 

L  frutto  chiamato  da  Portoglieli  Carabole  ; 
&  da  Decanini ,  &  Canarini,  Camarix;  da 
quelli  di  Malaca  Bolimba  ;  da  i  Malabari 
CatamboIas;a  quali  anco  dicono  i  Canari- 
ni, Carabeh;&  iPerfìani  Chamaroch;  &  in 
Turco,&  in  Arabico  non  han  nome;  perche  non  le  han- 
no conolciute;  è  frutto  d'un'arboro  della  grandezza  d'un 
Cotognaro,che  halafoglia  come  quella  del  Pomo,  vn  pò 
co'piu  lunga,  tinta  di  un  verde  o( curo,  &  al  fàpore  alquan- 
to amara .  Il  fiore  piccolo ,  bianco,&  rollò,  molto  bello 
&  aggradeuole.  Ha  cinque  fogliette  fenza  odore  alcu- 
no^ il  faporc  di  detto  fiore  è  il  proprio  dell' Acetofa .  Il 
fuo  frutto  è  tanto  grande ,  quanto  un  buon'ouo  di  galli- 
na oblongo ,  giallo,  bello,  diltinto  in  quattro  parti,  con 
lcconcauità  alquanto  a  dentro,  chegli  danno  molta-, 
grada.  Ha  dentro  alcuni  piccoli, &  teneri  offetti.  Il  fuo 
ìapore  è  d'un'agro  molto  faporofo . 

Quello  frutto  s'ufa  molto  inMedicina,  &  ne' cibi; 
perche  lo  danno  a  mangiare  quando  è  maturo  a  quelli , 
che  hanno  febbri  coleriche  ;  &  fatto  in  confcrua  di  Zuc- 
caro,  lo  danno  in  luogo  di  firopo  acetofb .  E1  confcrua 
molto  faporofa,  &cdi  molto  appetito.  I Canarini  fan- 
no del  fucco  di  qucfto  frutto  (  con  altre  medicine  ch'effi 
hanno  della  Ior  terra  )  Colliri;  per  le  nebbie  degli  occhi. 
Vidi  io  vfare  quefto  frutto  fecco  in  poluerc  con  foglie 
di  Betele ,  ad  una  Comare  per  cacciare  le  fecondine  da- 
poidel  parto,  &la  creatura  morta  nel  ventre.  Detto 
frutto  in  conferua  è  tenuto  molto  in  vfo . 

ZAFRA- 


*?3 


ZAFFRANO  DELL'INDIE. 


Bb 


i?4 


ZAFFRANO    DELL'INDIE, 
e  a  p.         XXXV. 


L  Zaffran  dell'Indie :,  tenuto  da  al- 
cuni per  lo  Curcumani,  o  Meimi- 
ran,  è  chiamato  da  gli  Arabi  Ha- 
bet  ;  da  Pcrfiani,  Darzafd,da i  Ma- 
lachi ,  Cunhet  ;  da Malabari ,  Ma- 
rnale; da  Canarini,  Aladi.  Anco  Io 
chiamano  molti  Arabi  Curcum-»  i 
&  i  Turchi  Saroth .  Ha  le  foglie  maggiori, &:  più  larghe, 
che  quelle  del  Tefticolo  detto  Serapias ,  del  colore  delle 
foglie  della  Scilla ,  più  chiare ,  &  più  fonili .  Il  fuo  pie- 
de, ò  tronco  è  fatto  di  congiontione  di  foglie.  Laradi- 
ce  è  molto  limile  al  Gengiouo  di  fuori,  &  di  dentro  è 
molto  gialla .  Mafticando  detta  radice,  per  la  ma  molta 
humidità,non  fi  fente  di  fubito  nella  bocca  il  poco  ama- 
ro,ch'ellaha  ;  ma  di  là  ad  vn  pocofifente  alquanto  di 
amaritudine,abbrufciando  la  lingua  non  tanto, quanta 
il  Gengiouo .  Quella  radice  è  vna  medicina  molto  vfa- 
ta  nelle  Indie  coli  per  tingere  i  brodetti  ;  come  per  le  in- 
firmiti de  gli  occhi  ;  &  per  la  fcabbia  con  fucco  di  Aran- 
ci ,  Litargirio ,  &  Oglio  di  Coco .  E'  mercantia ,.  che  fi 
porta  in  abondanza  per  l'Arabia,  per  la  Perfia ,  oc  per  al- 
tre parti.  Nèèmolta  nelMalabar,  inCochin,  inCa- 
nanor,in  Calecut ,  in Tanor .  Dicono i Perfiani,&  Ara- 
biche non  fi  troua  nelle  lor  terre ,  ne  in  Turchia,  fé  non 
quella,  che  portano  d'India.  Prefume  il  Dottor  Qrta, 
che  Auiccnna  ìcriuefle  di  detto  Croco  nel  libro  fecondo 
al  capitolo  zoo.  chiamandolo  Calidunium,  oCalet- 
iìum  :  &  che  di  ciò  parla  Auicenna  con  timore,  come  di 

cofa^ 


DEL  ZAFFRANO  DELL'INDIE.   \9$ 
cofa ,  che  non  era  nella  fua  regione  i  allegando  opinioni 
d'altri:  noneflendo  merauigliache  al  prefentetia  il  no- 
me A  rabico  corrotto ,  perche  egli  pare,  che  co/ì  eh  Ara- 
bi,come  gli  Indiani  le  chiamino  Aled,il  qual  nome  può 
efière  flato  corrotto ,  chiamandolo  poi  Caletfìum  •  & 
che  più  l'obliga  a  penfar  ciò,  vedendo  quanto  egli  fcriiTè 
nel  capitolo  De  fece  fece  de  Curcuma,o  Curcumani  che 
fi  contorma  con  cjuefto .  Et  perche  in  quelli  due  capitoli 
fa  quelle  medicine  gialle,  &  dice  che  giouano  a  zìi 
occhi  ;  &  perche  quelle  cofe  ficonuengono 
alla  Celidonia,difTèro  alcuni,chc  que- 
lla medicina  era  la  Celidonia. 
Ma  ben  conliderando,  e^li 
parc,che  ne  detti  due 
capitoli  Auicé 
nanóhab 
bia 
parlato  fé  non  di 
quefta  medi- 
cina. 


Bb    1        GEN- 


I5>6 


GENG  IO  V  O. 


19J 
DEL    GENGIOVO.       CAP.     XXXVI. 

ps|Ì  L  Gengiouo (chiamato  da  Latini  Zingiben 
da  gli  Arabi,  Perfìani,  &c  Turchi,  Ginzi- 
bil.IGuzarati,  &  Decanini,  & quelli  di 
Bengala ,  quando  egli  è  frefeo ,  lo  chiama- 
no Adrac  y  &  quando  è  lecco ,  Suete .  I  Malabari  al  ver  - 
de&fecco,  dicono  Ingi.  Quelli  di  Malaca,  Aliaa.  I 
Catalani  Gingcbre.  Gli  Italiani  Gengiouo.  IFrancefi, 
Gingembre .  1  Tede  fchi  Ingber .  I  Portoglieli  Gcngibre  ) 
è  di  altezza  da  tre  fin  quattro  palmi  :  hi  le  foglie  molto 
limili  a  quelle  dell'hcrba ,  chiamata  Lachrima  lob  ■■>  ouer 
MiliumSolis:  il  furto  e  della  groflczza  dell'Asfodelo ,, 
ouer  Hartularegia:è  tutto  fatto  d'un'adunamentodi  fo- 
glie, di  modo  che  lìmiglia  alle  piccole  canne  verdi.  Le 
radici  fono  quali  limili  a  quelle  dell'Iride:.  Nafce  quello 
Gengiouo  in  molto  grande  abondanza  per  tutte  le  Indie 
Orientali ,  come  in  Bengala y  in  Dabul ,  in  Bazain ,  &  in 
tuttoilMaIabar,dou'èla  maggior  quantità.  Il  miglio- 
re nafce  di  feme,&  di  radice  comunque  li  femini  v  òdda 
fé  lenza  feminarfi  nafce  in  molte  parti,  &ù  non  molto  a 
dentro  fra  terra  ;  ma  follmente  ne  luoghi  più  vicini  al 
Marc.  Quello  Gengiouo  Ita  tutto  l'anno  verde,  &  per 
conferuarlo ,  lo  colgono  il  Decembre,  &  Gennaro ,  &  lo 
feccano ,  &c  cuoprono  di  Creta ,  per  turarli  i  pori ,  &  bu- 
chi,  ch'egli  ha ,  perii  quali  lì  corrompe  facilmente;  & 
anco  perche  con  la  Creta  lì  conferua  più  frefeo ,  &c  reità 
piulaluahumidirà fana,  &.egli  più preferuato  da  ver- 
mi .  Gallato  frelco ,  punge  la  bocca  molto  poco ,  &  fi 
fente  molto  manco  che  il  lecco  i  &  quanto  il  fico  dou'e- 
glinalceè  più  humido,  tanto  è  egli  manco  acuto  ;  &. 

quanto^ 


rp8  DEL   GENGlOVO: 

quanto  è  più  Cecco  ,  più  punge.  L'ufano  nel  principiò 
della  tauola  verde  in  insalata  ;  &  oltre  che  egli  è  appeti- 
tolo ;  mollifica  il  ventre  ;  &c  d'altra  parte  ferma  l'ufcita 
nata  da  indigefcione .  Fanno  di  detta  radice  confèrua  di 
Zuccaro,  pestandola  prima  molto  bene,  de  infonden- 
dola in  molte  acque,  perche  ila  più  dolce .  Et  di  quello 
quello,  che  ricolto  in  buona  Stagione,  &  ben  curato ,  & 
preparato  prima  che  lo  cuocanonel  Zuccaro,  è  molto 
buono ,  &  molto  faporofo  ,  &  tenero  al  mangiare  5  & 
quello ,  che  lafcia  fili  nella  bocca,  &  amareggia ,  è  triflo. 
Serapione  lo  chiama  Lingibil  ;  ma  il  nome  è  corrotto. 
A  quello ,  che  dice  Galeno ,  che  viene  di  Barberia;  fé  per 
Barberia  egli  intende  regione  Straniera ,  dice  bene .  Dio- 
fcoiide  diflè,chc  ve  ne  ha  nella  Trogloditica, &  nell'Ara- 
bia ;  &c  che  nelle  Ifole  del  Comaro  fi  troua,che  fono  con- 
fini alla  detta  terra  ;  &c  nell'Ethiopia  molto  poco .  Mav 
in  quanto  egli  dice,  che  ve  ne  ha  nell'Arabia,  eglifi  in- 
gannò 5  perche  quiui  non  ve  ne  ha ,  ma  è  mercantia  che 
vi  fi  porta .   Dice  oltra  di  ciò  Diofcoride  nel  libro  fecon- 
do al  capitolo  149.  chele  radici  del  Gengiouo  fono  pic- 
cole ,  come  quelle  del  Cipero ,  &  non  fono  cofì ,  ma  co- 
m  e  fono  difegnate .  Et  non  fi  deue  vituperar,  nèlafciaro 
quello ,  che  è  coperto  di  Creta  ;  dicendo  che  per  eflèr  fo- 
rato ,  trillo ,  &c  putrido  lo  incretarono  ;  perch'cgli 
non  vien  coperto  di  Creta  per  quelle  cagio- 
ni, ne  perche  pefipiu;  ma  fola- 
mente  per  confèruar- 
lomegIio,comc 
s'è  detto. 


IACA. 


I     A     C     A. 


ì99 


ÌÒO 

DELLA 


I  A  C  A.      C  A  P.     XXXVII. 


I  ritroua  vn'arboro  in  alcun  e  Ifolc  del- 
l'India preiTo  all'acqua,  chiamato  da 
Malabari  Iaca  :  &  da  Guzarati  Panax: 
da  Canarini  Panafu  ;  il  quale  tutto  che 
non  fìaMedicinale }  tuttauia  per  efler 
lui ,  &  il  fuo  frutto  coli  bello ,  &  di 
tanto  ftrana  grandezzate  ne  dee  far  tnentione,  &  dife- 
gnarlo.  E'ildcttoarboro  moltograndc,&molrogrof- 
fo .  La  fua  foglia  è  d'un  palmo  verde  chiara  con  vn  ner- 
uogrofTo,  &  duro  nel  mezzo .  Il  pomo  è  grande,  lun- 
go ,  &  groflo ,  &  tutto  verde  ofeuro ,  coperto  d'una  du- 
ra, &  grolla  feorza,  tutto  circondato  di  punte, come  dia- 
manti, &  ogni  punta  ha  uno  fpino  corto,  &  verde,  & 
le  punte  nere  molto  iimili  alli  {pini  del  Dorionc;  ma  non 
fono  coi!  acute,  ne  pungono,  benché  lo  minacciano. 
Il  più  piccolo  di  detti  frutti  è  della  grandezza,  come  la 
maggior  Zucca ,  &  più  graffo  ;  principalmente  nel  Ma- 
labar  >  perche  quelli  di  Goa  fono  peggiori ,  &  più  pic- 
coli, &  più  infìpidi  ;  ma  quelli  del  Malabar  molto  mi- 
gliori. Quando  il  detto  frutto  è  maturo  ,  ha  buono 
odore5  del  quale  fono  due  fpecic ,  vna  chiamata  Barca , 
ch'eia  migliore  in  tutto  ;  &  l'altra  chiamata  Papa,  ò  Gi- 
tala!, la  quale  è  più  trilla  i  &  quella  vltima  li  conofeev 
nella  tenerezza  5  perche  ponendomi!  la  mano ,  dà  luogo 
al  dito,  come  la  pafta .  Il  prezzo  del  migliore  di  detti 
frutti  non  pafTa  intorno  quaranta  Marauedis.  Nafce 
quello  frutto  dal  Tronco  dell'arboro,&  da'  rami,&  non 
nafce  dal  rullo,  ò  piedi  delle  foglie,  come  gli  altri  frut- 
ti .  Tagliando  quello  frutto  col  coltello  da  vna  cima  al- 
l'alerà 


DELLA    r  A  C  A:  i<5i 

l'altra  fi  moftra  di  dentro  tutto  bianco,  &  carnofo,  di~ 
uifò  tutto  in  cellette,  ò  ricettacoli  pieni  di  Caftagne,  più 
lunghe  &  più  grolle  de  Dattili ,  &  bianche  di  dentro 
come  le  Caftagne  ordinarie ,  &  coperte  d'una  tonica  fo- 
fca .  Mangiate  quelle  crude,  hanno  vn  (apor  tcrrclìre,  & 
afpero,come  Ja  ghianda  verde; &  producono  molte  ven- 
tolìtà:  ma  arroltitc  come  le Caftagnc  di  Spagna,  haru 
buonfapore,&inciranoalulTuriai  per  lo  che  la  gente 
poucra  l'ufa  molto.  Ciafcuna  di  dette  Caftagne  è  coper- 
ta d'una  carne  gialla  qualche  poco  vifeofa  ;  &  benché  fia 
diucrfadalDorionc,  tiene  tuttauia  con  lui  qualche  il- 
miglianza  .   Qucfta  carne,  che  copre  le  Caltagne,  è  di 
buon  faporc;  &  quella  ch'è  della  Iaca( chiamata  Bar- 
eoa)  è  molto  buona,  &hai!fapore  limile  al  Mellone  j 
ma  è  molto  difficile  da  digerire ,  &  oppila  molto  :  &  di- 
cono i  Medici  della  terra ,  che  fé  fi  corrompe  nello  fto- 
jnaco ,  genera  humori  velenofì;  &  che  quelli,chc  hanno 
in  molto  vfo  il  mangiare  di  quelto  frutto,  fono 
apparecchiati  a  cadere  nella  vclenola  ,  & 
peilìma  infermità  chiamata  Morxi. 
Quelto  frutto  chiamano  gli 
Arabi  Panax  y  &c  Iaca  ; 
&c  i  Perfìani  mu- 
tando il  P. 
in  F. 
lo  appellano  Fa- 
nax. 


Ce         DELLI 


D    E  L  L  I      I 

C    A    P. 


M   B   O  L   A 
XXXVIIL 


N  I. 


I  è  vn'altro  frutto  chiamato  volgar- 
méte  Iambolani ,  che  s'aflòmiglia  alle 
Oliue  mature  di  Corduba ..  L' quefto 
frutto  acerbo  nel  fapore ,  &  ftnnge  la 
gola .  La  foglia  è  cjuafì  come  quella-, 
del  Corbczzuolo  ,   ò  Albatro  de  gli 
Indiani  .    11  fapor  della  foglia  è  molto  naturale  con* 
quella  del  Mirto  verde .  Il  colore  del  legno  di  fuo- 
ra  è  come  quello  del  Lentifcoi  &  è  frutto, 
da  mangiarli  coi  Rifo  cotto  appetito- 
lo &  ordinario .  Non  è  Medici- 
nale ,  ne  {limato  molto, 
Però  non  lo  dipin- 
go altrimen- 
ti. 


IAM- 


10  J 


I     A     M     B     I. 


Ce    a 


icf4 
D  E* 


I  A  M  B  I         C  A  P.     XXXIX 


ÌN'ALTRO  frutto  ha  nelle  Indie 
tanto  aggradeuole  alla  vifta ,  oc  ta- 
to foaue di  odore,  &  tanto  grato 
al  gulto ,  ch'è  degno  di  eflcre  dife- 
gnato ,  &  che  fé  ne  faccia  mentio- 
nc ,  okra  ch'è  medicinale .  L'arbo- 
ro,  che  produce  cjuefto  frutto  d 
chiama  lambcro,  &  è  della  grandezza  del  maggiore  Ara- 
ciò  di  Spagna ,  fk  molto  folco  di  rami ,  &c  di  grande  om- 
bra ,  molto  bello  alla  viltà ,  cV  molto  più  il  fuo fiore ,  e'i 
fuo  frutto .  Il  tronco ,  &  le  rame  fono  fofche  di  colore, 
&  fi  rompono  con  molta  facilità,  &:  la  foglia  è  molto 
bella,  &  molto  hfeia,  tinta  di  fuori  d'un  verdechiaro, 
&  di  dentro  più  ofeuro ,  con  vn  neruetto  alquanto  grof- 
fo  nel  mezzo,  &  con  molte  venette  ricamare  d'ambe- 
due le  parti.  Ha  ciafeuna  foglia  di  lunghezza  vn  palmo, 
&  tre  diti  la  maggiore.  II  fuo  fiore  è  rollo  e  purpureo, 
d'un  color  molto  viuo,  con  molte  fibre  ,  ch'efeonoda 
tutto  quel  di  dentro  .  E'  il  fuo  colore ,  &  eflo  tanto 
bello,  che  dà  gran  piacere  alla  vifta;  &  il  frutto,  il  cui  no- 
me è  Iambo,  fi  è  della  grandezza  d'un  Pero  del  Rc;&  è  di 
due  maniere ,  alcuni  fono  tinti  d'un  rofio  tanto  ofeuro , 
che  paiono  neri  i&  i  più  di  quelti  non  hanno  ofli  dentro, 
&  in  tutto  fono  migliori .  Gli  altri  fono  bianchi ,  & 
hanno  vn'oflo  bianco  non  molto  tondo,  duro,  &  della 
grandezza  d'ungono  diPcrfico,  lifeio,  &  coperto  d'una 
pcliicina  bianca ,  &  pelofa  ;  &  a  quelli  (  benché  fian  de- 
gni d'eflcr  mangiati  dal  più  dilicato  huomo  del  mondo) 
Ti  primi  vanno  innanzi .  Il  fuo  odore  è  come  di  fina  ro- 


DE    I  A  M  B  I.  xo5 

fa ,  &  è  freddo ,  Se  humido ,  &  molto  molle  nella  boc- 
ca i  la  cui  feorza  è  canto  fottilc ,  &  tenera  ,  che  non  lì  può 
leuarecon coltello.  Quelli  arbori  ficcano  le  loro  radici 
molto  nella  terra  i  &da  quattro  anni  innanzi  rendono 
frutto,  del  qual  fi  caricano  molte  volte  all'anno,  &gia- 
mainonfi  veggono  vuoti  di  fiore,  &  di  frutto  i  Itando 
quali  fcmprcilpièdell'arboroin  tutto  l'anno  colorito  di 
que'  bei  fiori ,  che  alle  fiate  pare  il  terreno  lotto  al  fuo 
pie  tinto  di  colore  di  grana  \  &  coli  tiene  femprc  ne'mc- 
defirrù  rami  fior,  &  frutto  verde,  &  maturo-  pendio 
vn  fiore  va  cadendo ,  &  l'altro  nafecndo;  &  de  frutti  vno 
fi  va  maturando ,  &  l'altro  crefeendo ,  &  l'altro  il  va  co- 
gliendo .  Et  crollandoli  l'arboro,  confacilitàcadcil  frui- 
to maturo  ima  togliendoli  dai  rami ,  filcuano,  &  di- 
ltaccano.  Sogliono  mangiar/i  nel  principio  del  cibo., 
&  tra  il  giorno .  Sono  freddi ,  &  numidi ,  &  chiaman- 
fi  nel  Canarin,  &  nel  Malabar  Iamboli .  Il  fapor  del  fio- 
re è  molto  fimilc  alle  Viti.  Di  qucfto  fiore,&  frutto  fi  fa 
molto  laporofa  conferua  di  Zuccaro,  &  è  molto 
vfata  nelle  febbri  coleriche,  &  per  mitiga- 
re la  fetc.  Chiamano  gli  Arabi  quc- 
fto frutto,Tupha Indi.  I Perma- 
ni, Tafat.  I Turchi,  Al- 
ma.! Canarini,  Iam- 
boli .  I  Porto- 
ghciì,la- 

bi. 


OELLI 


DELLI 


IANGOMI,     CAP.  XL. 


'  I  Sono  alcuni  altri  frutti  chiamati  Ian- 
gomi ,  i  quali  fono  quali  fimiJi  allo 
Sorbe ,  &  nel  colore ,  &  nel  faporc, co- 
me le  Prunc,ritondi,  &  mal  maturi  i  il 
cui  afboro  è  come  quello  del  Pruno 
nella  fembianza ,  nella  foglia,  &nel 
fiore.  Si  troua  coli  ne'  campi,  come  ne'  bofehi ,  &C 
nelle  polTeffionii  &  per  mangiarfenc  il  frutto , 
benché  fia  maturo,  fi  maneggia  pri- 
ma co*  diti  i  &c  è  molto  attin- 
gente j  &  per  lo  mede- 
fimo  effetto  di 
aftringc- 

rc 

viene  egli 

vfato. 


DE  MI- 


DE       MIRABOLANI. 

C    A    P.  X   L    I. 

Mirabolani  per  eflcr  medicina  benedetta,/, 
&  (anta,  fono  polli  tra  le  medicine  Sacre  i 
perche  eflcndo  folutiui ,  euacuano ,  &  pur^ 
gano  il  corpo  da  fuperflui  ,   &  trilli  hu- 
mori,  confortando  il  cuore,  e'1  fegato  ,  &c  lo  lloma- 
coì  &  mefcolati  con  altre  medicine  vehementi  ,  raf- 
frenano la  loro  malignità,  &  acutezza,  oc  efìì perdo- 
no vna  certa  lor  natura  oppilatiua ,  che  hanno .  Di  que- 
lli Mirabolani  fono  cinque  fpecic  diuerfe ,  nate  da  dir 
uerfì  arbori, &  interré  diuerfe.   Quelle  cinque  fpecic 
fono  Citrini,  Chcbuli ,  Indi,  Emblici ,  &  Bellerici  .Na- 
feono  in  terre  diuerfe,  come  in  Bengala,  nel  Decaon,, 
inBifnagar,&  nelGuzarate,  douenafeonoi  Mirabo- 
lani Chcbuli  ;&  in  tutto  ilMalabar,  in  Dabul,,  Cam- 
baia  ,    e  in  Batticala  fi  trouano   le  altre  fpecio . 
Et  quelli  fono  quelli ,  che  (I  conducono  in  Europa  fec- 
chi,&in  conferua;  &:  principalmente  quelli  che  con- 
ducono per  le  Specierie  fono  delle  terre  più  volte  alla-. 
Tramontana,  per  efler  meno  foggetti  a  putrefattione,fe- 
condo  che  l'efpcrienza  ha  moilrato  .  Et  quelli  Filici 
Gentili  di  Goa  affermano,  che  nella  loro Ifola  hanno  le 
tre  fpecic  vfate  nella  Medicina,  chiamate  nel  lor  lin- 
guaggio Antichi;  &  il  Vulgo  le  chiama,  Arare;  cioè,  ri- 
tondi  ■■>  che  fono  quelli  chiamati  da  noi  altri  Citrini ,  co5 
quali  purgano  la  colera .  Et  li  fecondi  chiamano  Annua- 
li ■■,  &  noi  altri  Emblici .  Et  i  terzi  Rezanuale  ;  &:  quelìi 
fono  gli  Indi .  Et  gli  altri  chiamano  Gotin ,  cioè  ;  Belle- 
rici. Et  i  Chebuli  chiamano  Aretca  ;  &  quelli  ch'elfi  me- 
no vfano. 


±0%       de»  mirabolani: 

novfano  in  Medicina  fono  li  chiamati  Amuali,  cioè» 
Emblici . 

Et  benché  fi  mangino  frefehi  per  appetito  ,  come  in 
Ifpagna  le  prime  fiefche;  tuttauiadc  fecchifi  fcruono 
per  conciar  le  pelli  in  luogo  di  Sumaco  ;  &  per  far  tintu- 
ra -,  &c  per  mefcolarli  coll'aceto  del  paefe  (  il  qual  è 
quello ,  che  fi  fa  della  Palma ,  come  al  fuo  luogo  fi  dice  ) 
al  qual  danno  faporc,  oc  lo  fanno  più  forte.  E'fouer- 
chia  la  dipintura  di  detti  arbori ,  per  non  hauer  molta 
diuerfitàtraloro  ,  benché  ne  fia  alcuna  come  diremo. 
L'arboro  de'  Citrini  è  mezzano  di  grandezza ,  &  ben 
folto  di  molti  rami ,  &  bene  ordinati ,  &  ha  la  foglia  co- 
me quella  del  Sorbo .   Quello  de  gli  Emblici  ha  la  foglia 
minuta  com  e  quella  deli'Helechio,  &  più  groflà .  Quel- 
ìo  de  gli  Indi  ha  le  foglie  firn  ili  a  quelle  del  Salice .  I  Bel- 
Icrici  hanno  le  foghe  quafi  fimili  a  quelle  del  Lauro 
nella  figura  >  ma  non  coli  grandi,  ne  coli  groflè ,  &  il  co- 
lore più  bianchiccio .  De'  Chebuli  dicono  eficr  la  foglia 
iìmilcalla  foglia  de  PerficL  Queftarboro  de  Chebuli 
non  vidiioi  ma  dicono  eflcr  dell'ifleilà  grandezza  de  gli 
altri ,  i  quali  tutti  fono  delia  grandezza  de  Pruni,  ma  più 
ritondi,  &  di  più  ampia,&  folta  coma  .- 

Sono  i  Mirabolani  freddi  nel  primo  grado ,  &  Zecchi 
nel  fecondo  ;  &  quefta  èia  qualità,  che  tutti  gli  danno, 
hauendò  riguardo  alloro  pelo,  &  faporc  acctofo.  Gli 
vfanoin  decottione  per  purgare,  dandone  molto  mag- 
gior quantità,  che  noi  altri.  Viano  ancorai  Chebuli, 
Citrini ,  &  Indi  in  conferua  di  Zuccaro  ;  &  quefti  Che- 
buli fono  da  quelle  genti  molto  più  (limati ,  che  da  noi 
altri ,  principalmente  quelli  che  eccedono  la  commune 
grandezza . 

Vien'u/i- 


J>F   MIRABOLANI.         2è£ 

Vien'ufatoilfuccodi  tutte quelle  fpecie  di  Mirabo- 
lani frefehi  ne"  flufli  :  &  1  medelìmi  Citrini ,  cv:  BcIIcrici 
nei  principio  del  mangiare  da  quelli  che  hanno  fìuiìo, 
&  lo  iìomaco  lubrico  . 

Il  color  de  Citrini  e  tra  il  verde  e'1  giahVgrorti  di  feor- 
za,  graui,  &  pieni,  c'iluo  orto  molto  leggiero  .   Gl'Indi 
(che  tono  1  più  negri  di  tutti  )  quando  fono  maturi ,  fo- 
no groili ,  iodi ,  &  fenza  olio .   I  Chebuh  hanno  il  color 
rollò  ofeuro ,  la  fcoiza  grolla ,  foda ,  &  greue  i  &  ponen- 
doli nell'acqua,  fé  ne  vanno  al  fondo.  DeBellenci,  &c 
Emblici  fono  migliori  i  graui,  fodi,  pieni,  fuccofi,& 
con  pochi  olii.  Darti  la  infuiione  de  Mirabolani  perfol- 
uer'il  ventre ,  &  per  pu  rgarc  ;  &  la  poluere  per  conforta- 
re^ rilrringere .  Fortificano  tutti  i  Mirabolani  le  mem- 
bra interne;  rifuegliano  il  fentimento,  &  l'ingegno;  al- 
legrano il  cuore  ;  chiarificano  il  fangue ,  cacciano  la  Me- 
lanesia ,  &  producono  buon  colore .   I  Citrini  purga- 
no la  colera;  reprimono  l'infiammaggione  de  gli  occhi; 
chiarificano  la  viltà  ;  afeiugano  le  lagrime  importune. 
I  Chebuli  purgano  il  Flegma,  &  giouano  alle  feb- 
bri antiche.   Gl'Indi  (  chiamati  negri  )eua- 
cuanola  Melancolia,  &  la  colera  adu- 
lta ;  &  giouano  alla  Lcpra ,  &  al- 
la Quartana .  Gli  Emblici, 
&c  i  Bcllerici  purga- 
no più  il  Flc- 
gma., 
& 
confortano  il 
ceruel- 
lo. 

Dd         NE- 


ZIO 


NEGVNDO  MASCHIO. 


NE- 


Ili 


NEGVNDO  FEMINA. 


Dd 


.2   T2, 

DEL     NEGVNDIO. 


CAP.     XLIL 


VE  arbori  fi  ttouano in  moltepar- 
ti  dell'India  (  principalmente  nel 
Malabar)  coli  medicinali  &  tanto 
in  vfo,che  in  moke  infirmiti  fi  va- 
ghonodilorocon  buon  fucceilo. 
Vno  di  quelli  è  Mafchio,  chiama- 
to da  Canarini  Varalo  Nigunda; 
&  è  grande  come  vn  Mandorlo,  &  ha  la  foglia  dalia  par- 
te di  /opra  verde  alquanto  intagliata  d'intorno  ;  dalla 
parte  di  fotto  è  pelota ,  &  come  la  iftefla  Saluia .  Ben  fi 
poria  comparare  quella  foglia  del  Mafchio  nella  gran- 
dezza, &  fembianza  di  lungc  con  la  foglia  del  Sam- 
buco >&  il  fuo  fiore  è  molto  cornfpondentc  al  fiore  del 
Rofmarino. 

L'altro  chiamato  Ncgundo  femina^  o  Norchila  da 
Portughefi  ;  fi  chiama  communemente  nel  Canarina 
Niergundi  ;  &  nel  Balagate  Sambali  \  &  nel  Malabar 
Nochie  :&  le  due  piante  collii  mafchio,  come  lafemi- 
na  chia  mano  gli  Arabi ,  Perfiani ,  &  Decanini ,  Bacchiej 
&  i  Turchi  Ayt. 

Lr  della  medefima  grandezza  del  primo ,  &  ha  la  fo- 
glia maggiore ,  &  fenza  intagli ,  &  più  rotonda  >  &  que- 
lla fi  aiìomiglia  molto  alla  foglia  del  populo  bianco  » 
L'odor  ,&fapore  delle  foglie  d'ambedue  lefpecieèco- 
me  quello  della  Saluia  j  ma  manicandole ,  lafciano  pili 
amaritudine  &  acutezza ,  che  quelle  della  Saluia .  Nel- 
la fuperficie  della  maggior  parte  di  dette  foglie ,  fi  troua 
la  mattina  attaccata  vna  fchiumarnoko  bianca,  che  da 
lei  fi  diftilia  la  notte . 

11 


DEL  NEGVNDIO.  ,  nj 

Il  fiore  prima  che  fìa  aperto  e  alquanto  fofcoj  &  aper- 
to ,  è  molto  limile  al  fiore  del  Rolmarino .  Il  luo  frutto  è 
molto  umile  al  Pepe  nero,  &  è  di  fàpore  acuto.  Noru 
abbrufcia  quello  teme  tanto,  quanto  il  Pepe,  ma  poco 
meno  del  Gengiouo.  Ticnfì  qucft'arboro  per  mezza- 
namente caldo ,  &  il  luo  feme  vn  poco  più .  La  foglia  , 
fiore,  &  frutto fuo  fi  adopra( coli  pelli,  &  applicati,  co- 
me cotti  inacqua,  òfrittineiroglio,ò  come  meglio  pa- 
re )  in  tutti  i  dolori  liano  da  qualunque  cagione  li  voglia; 
&  principalmente  ne' dolori  delle  giunture  da  aigion 
fredda ,  &  nelle  infiammagioni  ventole  fa  mirabili  effet- 
ti. L'applicano  nelle  contufioni ancorai  &  quefte  fo- 
ghe peliate  &  applicate  alle  viceré,  benché  fiano  vec- 
chie ,  le  digerifee,  mondifica,  &  le  riduce  a  perfetta  fa- 
nità ,  le  il  corpo  non  fi  troua  molto  impuro .  &  certo  in 
piaghe ,  in  apolteme ,  &  in  contufioni  fa  tali  effetti, che 
distrugge  1  Chirurgici.  Le  donne  filauano  d'ognitem- 
po tutto  il  corpo  con  la  decottione  delle  dette  foglic,deI- 
lc  quali  fi  vaghono  in  molte  cofe .  Et  tanta  è  la  fede ,  oc 
confidenza,  che  nelle  dette  foglie,  fiore,  &  frutto  han- 
no le  donne  per  concepir, &:  ingrauidare,che  lapidareb- 
bcro  chi  lor  voleile  dire  il  contrario . 

E'  tanta  la  quantità ,  che  di  detti  arbori  medicinali  fi 
confum.iin tutte quelleparti,  cheloconofcono,  chele 
Dio  non  gli  prouedtua  col  raddoppiarli  i  rami  che  li  ta- 
gliano ,  già  farebbero  confumati ,  ò  venuti  a  molto 
prezzo )  ma  quanto  più  li  tagliano,  erompono,  tan- 
to più  crefeono  j  &  tutto  l'anno  hanno  le  foglie.  E' 
tutta  quella  pianta  molto  conofeiuta  &  vfata  dalle 
Comadri. 

NIM- 


114 


NIMBO. 


DEL     NIMBO.     CAP. 


215 

X  L  1 1 1. 


Avvi  vn'altroarboro  molto  me- 
dicinalc,&  molto  ftimato  da  Chri- 
ftiani ,  &  Gentili ,  &  da  tutti  quel- 
li di  quelle  parti  dell'Indie,  1  quali 
albori  naiconoin  poche  terrei  & 
nelle  più, doue  fi  conotee,  fi  chia- 
ma Nimbo  ;  &  i  Malaban  lo  oliia-: 
mano  Bcpolc.E  della  grandezza  del  f  rallino ,  col  qualo 
di  lunge  ha  gran  fbmighanza .  Le  foglie  fono  verdi  d'o- 
gni parte,  &non  fono  fofche,  né  pelote ,  &  in  tutto  il 
circuito  fono  minutamente  dentate,  &  acute  ;  &fonoi 
rami  molto  pieni  di  foglie .  1  fiori  fono  molti ,  bianchi, 
&  minuti ,  &  hanno  cinque  foglictte ,  &  nel  mezzo  pro- 
ducono alcune  ponticellc  gialle ,  &  odorano  come  Tri- 
foglio odorato .  Il  fuo  frutto  è  come  le  oliue  piccole  tin- 
to d'ungiallo  chiaro,  &  la  feorza  molto  lottile,  &  na- 
fccapiede'  rami. 

Di  quelle  oliue  fanno  oglio  molto  medicinale  per  li 
ncrui,  &  nel  Malabar  viene  adoprato  molto  per  guari- 
re ferite,  &  punture  dc'nerui,  fpafìmi,  &:  altre  molte 
cofe .  Le  foglie  di  detto  arboro  (  le  quali  fono  mezzana- 
mente amare)  fono  fommamente  buone  per  curar  pia- 
ghe callofe ,  fordide,  &  cauernofe,  benché  fìano  di  mol- 
to tempo ,  cofì  ne  gli  huomini,come  ne  caualli ,  appic- 
candole pcfte  con  vn  poco  di  fuccodi  Limone  ;  &  que- 
llo folo  bafta  a  digerire ,  mondifìcare ,  incarnare ,  &  ci- 
catrizare ,  fenza  alcun'altra  cofa . 

Io  certo  vidi  grandi  effetti  di  quefte  foglie,  &  dell'o- 
glio  di  quello  frutto  :  &il  Dottor  Ortaèbuoatcftimo- 


nio 


». 


istf  DEL     NIMBO. 

nio,poi  che  co  eiTefanòil  fuo  cauaIIo,come  riferifce  egli 
nel  Tuo  libro .  Vfano  ancora  il  fucco  di  quelle  foglie  co- 
fi  prefo  per  bocca  (  mefcolato  con  vino ,  ò  acqua ,  ò  con 
brodo  di  pollo,  oda  fé  folo,  eome  meglio  lor  pare  & 
piace)  come  applicato  di  fuori  (opra  l'ombilico  con  vn 
poco  di  fiel  di  bue ,  ò  d'aceto,  ò  d' Aloe  ;  ouero  da  per  fé, 
per  vccidcr  ogni  generationc  di  vermi ,  &  cacciarli  fuori 
del  corpoj&  è  rimedio  familiare  &  eccellente  per  le  gen- 
ti di  quelle  Tcrrc,lc  quali  per  la  maggior  parte  fono  f  og- 
gctte  a  vermi ,  &  principalmente  nel  Malabar .  Si 
tiene  anco  quefta  foglia  ,  fiore  ,  &  frutto 
molto  in  vfo  ne'  dolori  delle  giunture  , 
nelle  gonfiezze,  nella  debolezza 
de'  membri ,  &  nelle  apo- 
steme. Et  loglio  di 
quefto  frutto  fi 

adopra 
ordinariamen- 
te affai. 


DEL 


2*7 
DEL     REOBARBARO.     C  A  P.   XLIIII. 


7fC  ,^T <.» 

k^Ci/r 

s^sTroTiì 

L  Rcobarbaro  (medicina  Angolare,' 
&  degna  d'cllere  honorata  da  tutta 
la  generatione  human  a  )  fi  rirro 
uà iolam-encc  nella  China,  donde 
lo  portano  a  vender  a  Cantar  (  che 
il  Porto  dei  maggior  commercio 
della  China ,  douc  Hanno  i  Porcu- 
ghcfi)&dilà  lo  conducono  per  Mare  all'India:  &  di 
qucfto ,  che  viene  per  Marc  non  il  fa  molto  calo  per  ve- 
nir per  la  maggior  parte  guaito  (  perciocheilReobarba- 
ro  li  corrompe  molto  facilméte  nel  Marc')  &.  dellamedc 
{ima  Terra  dentro  della  China  lo  portano  alla  Tartaria , 
&  per  la  Prouincia  di  Vzbcche  lo  portano  ad  Ormuz,  &c 
a  tutta  laPcrfia ,  &  Arabia ,  &  Alexandria,  donde  fi di- 
ftnbuifcc  per  rutta  l'Europa:&  quefta  è  la  verità  del  Rco- 
barbaro guanto  fìn'a  queft'hora  fi  ha  potuto  fapere; 
nèhoioritrouacoalcrodilui,  ne  il  Dottor  Orca  con  la 
fua  diligenza  non  ha  potuto  intender  più.  di  lui,  fenoli 
che  non  Te  ne  troua  in  alcuna  parte  delle  conofeiute ,  ec- 
cetto che  nella  China .  Benché  fi  dica,  che  nella  Prouin- 
cia di  Vzbeche  in  vna  Cicca  chiamata  Camarcandar  fi 
ricroua  qualche  Rcobarbaro  5  ma  che  non  feruc  in  quel- 
le parente  non  per  purgar  i  Caualli ,  come  fi  fa  nella  Pcr- 
fia,&  nel  Balagaces&  quello  fi  prefume  efTèr  quello  chia- 
mato Turchefco ,  del  quale  dice  il  Lacuna,  ch'è  il  peg- 
giore, &  manco  efficace,  &c  che  lì  compara  alRiopon- 
tico  ;  ma  non  s'intenda,  che  fia  di  Turchia  ,  ne  di  là 
intorno . 

A  quel  che  fi  dice ,  che  il  migliore  è  quello ,  che  vie- 

Ec         nedel- 


zi8  DEL  REOBARBARO. 
ne  dcirinciia ,'  &:  pòi  queflVche  viene  di  Barberia  ;  fi  ha 
da  intendere ,  che  viene  dalla  Chi  na  all'India ,  &  in  Bar- 
barla prima  che  a  quefte  parti ,  poi'che  folamentc  egli  fi 
troua  nella  China ,  come  fi  è  detto  ;  &  di  quefto  ch'è  il 
migliore,  quello  che  portano  per  terra  in  Perfia,&  quin- 
di a  Venetia  per  la  via  d' Alexandria,  &  per  la  via  dlAlc- 
po,&  Tripoli  di  Sona-,  &  da  Vencria  Io  portano  in  Spa- 
gna^ quefto  è  migliore,  perche  palla  manco  Mare,  &c 
il  più  del  camino  è  per  terra  ;  &  quello ,  che  conducono 
d'India  a  Portugallo,  fi  guafta  più  prcfto,per  paflar  mol- 
to Mare> . 

Quanto  a  quelli  che  feri  fiero  del  Reobarbaro ,  dicen- 
do,che  lagehtedi  quelle  parti  lo  fuol  metter  in  infufio- 
nc,  &  poi  (premerli  la  fbftanza  „  &  di  quella  efprcflìo- 
ne purificata  al  Soie,  far trocifei, per  purgarne!  Princi- 
pi; 6£che  atioi  mandano  le  radici  vincide,&  lenza  virtù; 
fappiafiùii  certo  ,  che  tal  cofa  non  è  vera  ;  &  poria-» 
eflfcr ,  che  folTeftata  leuata  quefta  fama,  per  quello 
che  fogliono  fare  alcuni  mercanti  Gentili,  perche  non  fi 
corrompa  cfto  Reobarbaro  cofi  tofio  (come  vno  di  que- 
ili  mercanti  Canarini  h uomo  da  bene  mi  affermò,  giu- 
randomi tutto  quello ,  che  potea  giurare,  perche  gli c|lo 
eredeilì  )  che  {blamente  per  preferualo  da  vn  certo  Ver- 
me, che  lo  fuol  mangiare  ,  &per  preferuarlo  meglio 
da  corrasione ,  gettauano  di  fopra  à  quel  Reobarbaro, 
ch'è  più  porofi>,  ò  colto  di  più  tempo,  dell'acqua  cal- 
daia non  ardente;  &chepauaca  facquapereiTo^'a- 
feiugauano  corrpanni  &  l'àppendeuano  ne*  fili,  perche 
fi  afciugaflc  ;  &  che  alle  volte  gli  turauano  qualche  buc- 
eo  con  Pepe  pefto,&  con  cera  ;  &  quando  era  lecco ,  Io 
conferuauanodcntrodclPfilioydoucficonfcruauamol- 

to  più 


DEL  REOBARBARO.  4,9 
to  più  tempo  -,  &  che  quel  pezzodi  Reobarbaro  nel  qual 
£crouiu.i  (I  buccola,  doucera  ttrtreappelo;  quello  era 
il  preparato;  &  che  tra  loro  non  lotcneuano  per  peggio-. 
re,nè  gli  parea  che  haueflc  pcrio  molto  della  fua~virtù>  & 
chegettauano  via  quell'acqua,  nèh  raceuadi-lei  conto. 
Qudto  è  quinto  ho  potuto  fapcrc  del  Rcobarbaro  più 
particolarmente. 

Si  elegge  del  Reobarbaro  il  più  frefeo  ;  quello  che  ti- 
ra al  rollo  ofeuro  ;  quello  che  eilèndo  raro ,  e  greue  ;  &C 
quello  che  iniìeme  è  amaro,  &' altri  ngente  al  gufto,  &C 
mallicato  tinge  molto^comc  Zaffrano .  E  caldo ,  &  lec- 
co nel  fecondo  grado  •;■&  è  di  alcune  parti  terrestri ,  dal- 
le quali  tiene  l'attringenzavai  di  alcune  aeree,  che  lo  fan- 
no cilerccofi  leggiero  ;&  di  alcune  ignee ,  donde  nafee 
l'amaritudine,  ch'egli  poflcde. 

h'  il  Reobarbaro  medicina  tanto  benedetta ,  &  fama, 
che  per  mancare  d'ogni  malitia,  lo  danno  in  ogni  tem- 
po, &  ad  ogni  età  a  fanciulli,  &  a  donne  grauidefenza 
fcrupulo  .  Quando  vogliono  folamentc  purgare  ,  &c 
mondificarc  li  membri  intcriori,  &  aprire  le  oppila- 
tioni,  11  dà  la  infufìone;  &  quando  vogliono  riliringere, 
fìdàinpoluere;  per  lo  quale  effetto  è  meglio  arroltito. 
Se  col  Reobarbaro  in  inf.ufionc,  fi  mefcola  laSpica  Nar- 
di,  rende  la  virtù  più  efficace.  Non  patifee  detta  ra- 
dice decottionc;  perche  cuocendoli,  fc li  nlbluc  la  fua 
facoltà. 

Purga  la  colera,  &  il  Phlegma;mondificalo  ftomaco; 
conforca  il  fegato,  &  la  milza;  disfa  le  oppilationi  ri- 
belle ;  chiarifica  il  fanguc  ;  rifolue  l'Ittetitia ,  &  l'Hidro- 
pifia;  acqueta  le  febbri  ardenti  ;  riitringe ogni  Annodi 
fangue^  Dato  in  poluerefinuna  dramma  con  legittima 

E  e     x  M umici, 


zio         DEL  REOBARBARO. 
Mumia,&  Con  aequa  di  Piantatine,  prcferua  da  ogni 
inconucnientc  quelli,che  fono  caduti  d'alto;  arrofbto  &: 
datoa  bere  con  acqua  di  capitelli  di  rofe ,  gioua* 
con  tra  la  diiTen  cena  »  alla  qual  gioua  ancora 
arroftito,  &  dato  con  vino  aftringen- 
te,.&fuccodiPiantaginc.  Con* 
feruafì  il  Reobatbaro  in- 
uolto  in  panni  ince- 
rati ,  o  dentro 
del  Mi- 

ò  dei  pa- 
lio. 


. 


mas 


X         .  .1 


amba: 


Zìi 


.    I   I 


AMBARI. 


Ili 


DE    GLI    AMBARI.     CAP.    XLV. 


18115^5131'  ^  R  B     ^  ó,cticdàiIfrutto,chiamato 
fe  SjLfffl    Ambari,ègrande&groiTo.  Lafoglia 
è  della  grandezza  di  quella  della  Noce, 
ma  non  di  quella  figura ,  ma  come  è 
dipinta.   Quefta  foglia  fi  è  d'un  verde 
chiaro  piaceuole,  &  tutta  Jauorata  di 
molte  vene,  che  la  fan  no  parerbuona  .11  fuo  fiore  è  bian- 
co, &  piccolo.  Il  frutto  è  della  grandezza  d'una  Noco 
verde.  11  fuo  colore  è  più  verde  chiaro,  &  più  leggiadro 
che  la  (cor  za  della  noce.il  fuo  odore  è  grauc  quàtìo  è  fre- 
feo  j  &  il  faporc  acerbo  ;  &  dapoi  ch'è  maturo ,  fi  volge 
in  giallo,  &c  ha  miglior  odore  ;  &  il  lapore  d'un'agro ap- 
petitolo. Xa  midolla  di  detto  frutto  è  cartilaginofa,  Se 
clurafirta  tutta  d'un  adunamento  di  nerui  molto  duri, 
&  molto  interteffu  ti.   Chiamali  queft'arboro  in  Cana- 
rin,  Arftbarej  &  il  frutto  Ambarcs.  In  Peritano,  Am- 
bcreth.  In  Turchefco,  Harb.  &  danoi  altri  Ambare, 
come  i  Canarini .  Per  eflerc  quefto  frutto  d'un'agro  gra 
to,  ferue  inluogo  di  agretto  nei  cibi,  &faporij 
Se  quando  e  maturo ,  fi  mangia  con  falc ,  oc 
aceto ,  &  in  queft  aconferua  fi  mantie- 
ne molto  tempo.    Incita  detto 
frutto  l'appetito  di  man-'  , 
giare  ;  Se  gl'Indiani 
lo  tengono  per 
buono  co- 
irà 
la  colera. 


SPODIO 


S  P  O  D  I  O. 


uj 


:  - 


Ì24 

D£LLO 


spodio:    C AP.   XLVI. 


Ò  S podio ,  ouer  Tabaxir  de  Pcrfia- 
ni  (  da  quali  prefero  il  nome  gli 
Arabi,  come  lo  prefe  Auicenna, 
&  altri,  perche  Tabaxir  tanto  vuol 
«dire  in  lingua  Perfiana  ,  comehu- 
midità,  che  dentro  d'alcuna  cofa 
fi  fia  coagulata  )  non  fu  conofeiuro 
da  Greci ,  né  di  lui  fcrifTcroi  &  da  Latini,&da  gli  Arabi 
fu  moltòpòco eonofeiuto  :  onde  jRafis  parlando  di  que- 
llo Tabaxir ,  diee^  achcgioua>  &  non  diche  fia  fatto  , 
come  Serapionc , 

Or  lo  Spodio  (  fecondo  quello,  eh'è  in  verità,  &  il 
Dottor  Orta  dice,  &  io  vidi  trarlo  della  fua  canna  ,douc 
fi  genera,  &  in  vn  bofeo  di  Tanor  difegnai  qucft'arbo- 
ro ,  ò  Canna,  all'ombra  del  medefimo ,  di  Nouembre, 
l'anno  del  Signore  mille  cinquecento  fettanta  uno)  è  vna 
humidità  bianca  coagulata  dentro  de'  Cannuoli  d'alcu- 
ni arbori,  ò  per  meglio  dir  canne,  le  per  efferyane^  no- 
dofè  fi  poilono  chiamar  cofi . 

E'  quella  canna  grande,^' grolla ,  oc  tanto  alta ,  come 
il  Populo,  &  alcune  più,  tutta  piena  di  nodi,  come  la 
canna .  Produce  da  le  molti  rami  diritti ,  &  molto  folti 
di  foglia,  tre&  quattro  fiate  maggiore  che  la  foglia  del- 
l'olmo ,  &  più  fonile .  Di  dette  canne  fi  trouano  vna  più 
grotta  dell'altra,  &  fimilmentc  fono  diuerfe  ne* nodi} 
perche  vna  hai  nodi  di  due  palmi  &  più  di  lunghezza , 
&  l'altra  ha  molto  maggior  diftanza  ;  &  fimilmentc  è  più 
vana ,  ò  vuota  l'una  dell'altra . 

Alcune  di  quefte ,  principalmente  nel  Malabar ,  fi 

trouano 


DELLO  SPODIO:  xi5 

trotiano  tanto  grolle,  che  ne  fan  barche,noncauando- 
le ,  ma  tagliando  vna  diidctte  canne  per  mezzo,  &:  lafcia- 
dola  d'ambedue  le  tcllc  ferrata  da  fuoi  nodi  mede/imi;  & 
fopra  di  lei  vanno  due  negri  ignudi  (che  l'ufo  di  quella 
terra  è  andar  ignudi,  tentando  ogn'undiloro  fu  i  capi 
del  Mambu  (  che  coi!  chiamano  la  barca  )  con  due  remi 
vno  per  mano,di  tre ,  ò  quattro  palmi  ogn'uno,co'quaIi 
vanno  vogando  per  quel  fiume  Mangarc,  &  fopra  di 
quella  canna  pailano  da  vna  parte  all'altra ,  gente  nu- 
da con  le  gambe  raccolte.  Io  vidi  nella  corrente  del  fiu- 
me di  Cranganor  due  ài  quelli  Indiani  fopra  vna  di  que- 
lle canne  paflàrcon  molta  fretta  per  la  corrente  del  fiu- 
me all'insti ,  tagliando  l'acqua  in  parte ,  dou'ella  correa 
più  furiofa;  &  molti  per  quel  fiume  vfano  di  quelle  can- 
ne in  luogo  di  barche,  per  andar  ficuri  dai  moiri  Cro- 
codili,  o  Caimani  (com'eflì  li  chiamano)  che  vi  fono; 
i  quali  fono  Lacertoni  molto  grandi ,  &  crudeli ,  che  af- 
famando molte  &  diuerfe  volte  le  barche  piccole  ,  & 
grandi ,  &  coli  l'huomo,  il  bue,il  ceruo  ,il  porco,il  buf- 
falo, òaltro  animale  qual  egli  fi  fia,&  inghiottendolo,fc 
nell'acqua,  ò  d'intorno  di  lei  li  poflòno  coglierei  mai 
non  fi  ha  veduto( fecondo  che  dice  la  gente  di  quella  ter- 
raglie habbiano  afTalito  le  barche,  che  fi  fanno  di  quelle 
canne  ;  &  mi  affermarono  alcuni  di  quelli ,  che  molto 
volte  aucniua  che  il  Lacerto  paflaua  nuotando  preffo  di 
quelle  barche  fenza  mouerfi  contra  di  loro . 

Or  ritornando  alla  materia,  dico;  che  Io  Spodio,  il 
quale  fi  ritroua  nelle  dette  canne  più  in  vna ,  che  nell'al- 
tra, è  anco  di  due  maniere,  vno  bianco,  &c  groflò;  & 
l'altro  più  cincricio ,  ò  negro  ;  &  non  fi  tiene  per  peg- 
giore l'uno  dell'altro  i  perche  dicono ,  che  per  effere  fla- 

Ff        to 


nd  DELLO  SPGDIO. 

to  moko  nella  canna  ,  Inumidirà  lo  volge  in  quel 
colore^ . 

r  Et  poi  che  fi  vedetanto  chiaro  quclì'eiTcre  il  vero  Spo 
dio  i  &  che  non  è  fatto  diradici  delle  notare  canne  ab- 
bruciate, come  molti  hanno  fcritto;  ne  è  carbone  di 
canne  abbruciate  ;  ne  metallo ,  ne  fatto  di  metallo  ;  non 
ho  da  addur  qui  le  cole  derte  d'Auerrais ,  da  Valerio 
Cordo ,  &  da  Antonio  Mufa ,  dal  Manardo,&  da  altri  ; 
ì  quali, per  eiTerc  la  nauigatione  cofì  lunga ,  &  poco  vfa- 
ta  in  quei  tcmpi,fi  ingannarono  per  le  fal(e,&  diffettiue 
rclationi.  Etinctòiiiibcra  Auicenna  dall'errore  j  per- 
che in  quello  nome  Tabaxir,  del  quale  egli  parlò,  s'in- 
gannò il  Traduttore,  del  quale  fu  la  colpa .  Or  in  con- 
clusone io  dico ,  che  fìgm  fìcando  quello  nome  Spodio 
due  cofe  i  quando  vien  commandato,chc  ti  vfì  lo  Spodio 
delle  canne  d' Auicenna ,  di  Coralli  abbrufeiati,  ò  di  ofli 
di  Elefanti  abbrufeiati  (  poi  che  tutto  quello  per  lo  più  è 
errore)  (I  miri  alla  compofìtione  ;  &ie  ella  farà  di  Gre- 
co >  fi  vii  del  vero  Spodio  di  metallo;  &  fé  farà  di  Ara- 
bo ;,di  quello  Spodio ,  del  quale  fi  tratta  in  quello  capi- 
tolo ,,  &  fé  farà  di  Latino ,  fi  confidcri  fé  la  compofìtione 
cdatorflperbocca,  oda  applicarli  di  fuori*  &  fé  l'in- 
tcntione  dell'Aurore,  che  la  compofe  farà  per  rinfrefea- 
reil cuore,, il cerueflo,  e'1  fegato,  òlercnii  òfcfì  vorrà 
riflringcre  Qualche  flullo  ;  fi  dee  vfarcdi  quefto  Tabaxir 
d'India,,  del  quale  fi  tratta  qui*  perche  per  quelle  cofe 
giouay  &  per  loro  i'ufano  in  quelle  pani  i  proprij  del 
Paefe ,  cofi  come  quelli  dell'india ,  che  fanno  medicina, 
Isadoprano  per  le  accenfioni  interiori ,,  &  citeriori ,  & 
per  1  e  fèbbri  coleriche,  &  per  ti  ftufli  ;  &c  i  Medici  Arabi, 
Perflani  x  &  Turchi  I'ufano  per  iemedefime  cofe  dette  ^ 

&prhv 


DELLO  SPODIO.  n7 

&  principalmente  per  lf  flufli  colerichi ,  &  fimilmcntc 
fanno  quelli  i  noltn  Trocifci  con  fcn.  e  di  Acctofa . 

Et  lai  dando  da  parte  la  diuerfità  delle  opinioni  di  di  - 
uerlì  Dottori  lem plicilli,  che  trattarono  di  quella  ma- 
teria, per  eiler  breue,  poi  che  quali  tutti  parlarono  ad 
vn  modo,  fia  ammonito  ogn'uno ,  che  non  fi  admetta* 
l'opinione  di  quelli ,  che  dicono ,  ch'è  men  male  pren- 
der lo  Spo dio  tatto  delle  radici  delle  noilrc  cane;  percio- 
che  quello  non  è  medicina  cordiale,  com'è  lo  Spodio, 
nènnfrefea.  Ne  meno  quella  di  coloro  che  dicono,  che 
fi  faccia  di  Coralli ,  ò  di  Auorio  abbrufciato;perchc  non 
fu  quelta  l'inccntione  d' Auicenna ,  ne  egli  lo  difle .  Mol- 
to meno  li  dee  ad  mettere  quella  di  coloro,  che  dicono  M 
che  fi  fa  delli  odi  de  gli  Elefanti  abbrufeiati  ;  perche  itL, 
quelle  parti  non  fi  adoprano  in  cóla  alcuna.  Chiamali 
quelle  canne  la  doue  fi  genera  lo  Spodio ,  Mambu  da^ 
tutta  quella  gente  j  &  lo  Spodio  Saccar  Mambu,chc  vuol 
dire  Zuccaro  di  Mambu;  &  chiamali  coli  per  clTèr  dolce. 
Dal  che  appare  manifclla mente,  ch'errino  quelli ,  che 
lo  fanno  amaro .  Et  perche  lo  togliono  da  quella  gente  i 
Mori  dell'  Arabia,&  quelli  della  Pcrfia,&  delia  Turchia, 
che  fono  luoghi ,  a  quali  fi  porta  per  mcrcantia  lo  Spo- 
<lio  lòtto  nome  di  Tabaxir ,  i  mcrca  nti  lo  chiamano  Ta- 
baxir  Mambu . 

L'ordinario  prezzo  dello  Spodio  nella  Pcrfia,  &  nel- 
l'Arabia (che  fono  le  parti,  doue  fi  porta  per  mercan- 
zia, è  àpefo  d'argento;  tutto  che  quando  ne  e  manca- 
mento, vale  più. 


■ 


Ff    i         DEL 


2.28 

D  E  L 


! 


T  V  R  B  I  T.    C  A  P.  XLTII, 

E  R  eficre  il.  Turbit  vna  delle  me- 
dicine neceflanc ,  &  eflèr  intorno  a 
alai  tanta  confufìonc,  &  varietà 
d'opinioni  >  mi  haparuto  cofacó- 
uementenon  lafciar  quello  tratta- 
to priuo  di  lui  )  benché  dall'altra 
parte  mi  il  fa  molefto  lo  fenuere 
di  cofa ,  che  non  ho  veduto  ,  ne  cflàminato ,  com'è  que- 
llo Turbiti  la  cui  pianta  io  non  vidi,  &  per  quefta ca- 
gione non  la  disegno, tutto  che  mi  fìa  Irata  data  difegna- 
ta  nell'India  j  ma  io  non  ne  dilegno  alcuna  in  queito  li- 
bro fé  non  quelle ,  che  io  co*  proprij  occhi  ho  veduto,  & 
.ritratto  tenendole  dinanzi  :  ma  dando  credito  al  Dottor 
,  Orca  in  quello,  ch'egli  fcriuc  del  Turbit ,  dicendo  che 
io  ha  veduto  (  alqualc  fi  può  di  tutto  dar  fede,  come  ad 
,  huomo ,  che  ne  è  degno  )  feguirò  quello ,  ch'egli  ne  feri- 
ne j&coii  il  più  che  io  in  quefto  capitolo  ne  dirò,  farà 
ila  fomma  di  quanto  egli  dille  del  Turbit .   Vero  è ,  che 
ItandoiiQ  già  per  partirmi  per  Spagnanella  Città  di  San- 
ta Cróce  di  Cochin  nell'India,  &  mancandomi  il  tem- 
po da  fpecular  più  ;  moftrai  il  capitolo  del  Turbit  del 
Dottor  Orta  ad  vn  Bragmane  M  edico  molto  buon  lette- 
rato al  lor  modo,  &  molto  curjofo,  &  buon  fcmplici- 
ila  ^leggendogliele  per  molto  fpatio,  &  interrogan- 
dolo, &  ponendoli  alcuni  dubbi)  i  mi  diflè,  encomi  af- 
fcrmaua  elTer  molto  ben  detta  ogni  cola,  &  che  tutto  ciò 
ch'egli  driceuadel  Turbit ,  era  vero  i  &  me  ne  moltrò  al- 
cuni pezzi  coli  del  gómofo ,  come  di  quello  lenza  gom- 
ma i  &  del  bianco,  &  del  nero  j  del  qual  nero  mi  dille  % 
ì  ■     ■  che 


DEL  TVRBIT.  229 

che  quanto  a  fé ,  lo  volcua  più  torto,  &  che  meglio  fi  tro- 
uaua  f  eruito  con  lui  ;  ma  che  il  vulgo  fi  era  dato  ad  ado- 
prare  il  bianco,di  fortc,chc  non  accadeua  ad  oftinarfi  Co- 
pra  qual  folle  il  migliore ,  poi  che  il  bianco  era  già  bene 
acceteato  dal  popolo.  Con  quella  confidanza,  &coil» 
quella  che  nel  Dortor'iohauea ,  tradufli  ciò ,  ch'egli  ne 
dille  più  a  propofito,  per  chiarezza  della  detta  Me- 
dicina. 

Il  Turbitcofi  chiamato  da  noi  altri  (per  Io  cui  man- 
camento alcune  fiate  li  Speciali  diligenti,  &di  buona 
confcienzalafcianodifarcil  Diafinicon,  &  altre  com- 
pofitioni ,  nelle  quali  egli  entra,  dicendo  che  più  torto 
vogliono  mancare  di  loro  nelle  Spccicric,  che  hauerle 
tritte ,  &  adulterate,  il  che  è  buona  cofa ,  fé  la  fanno  con 
q  ueita  i  ntentione  )  è  chiamato  da  gli  Arabi ,  Pcrfiani ,  oc 
Turchi  col medefimo  nome,  &  benché  Andrea  Bcllu- 
nenfe  emendando  il  tetto,  lo  chiami  Teibcti  tuttauiai 
Medici  letterati  di  quelle  nationi  lo  chiamano  Turbit, 
&  non  Tcrbct.I  Guzzarati,doue  ne  è  il  più,  lo  chiamano 
Barcaman  ;  I  Canarini  di  Goa ,  Tigar  ;  Gli  Indiani ,  Tc- 
rumbu.Nafce  il  Turbit  nella  fuperficie  della  terra ,  cioè, 
non  ha  la  radice  profonda ,  la  quale  è  piccola,  &  il  tron- 
;  co,  ò  fulro  fuopoco  più  della  grandezza  d'un  dito,  & 
»  più  groilo  -,  &  quello  tronco ,  ò  principio  del  ramo ,  è  il 
buono  ;  le  fuc  foglie  fono  diftefe  per  terra,  comeTI-Iede- 
jra.  Fa  la  gomma  intorno  alla  radice,  ch'èil  furto,  ouer 
tronco ,  col  quale  alle  volte  viene  la  radice  mefcolata . 
Le  foglie  &  fiori  fono  come  quelle  della  Malua  France- 
sca ,  i  quai  fiori  non  lì  mutano  tre  volte  il  giorno,  come 
dittero  alcuni.  Ilfapor  del  tronco,  rami*,  &foglic,  è 
infipido  quando  fi  coglie .  Nafcc  nelle  terre  maritime  , 

ma 


-ìjo  /DEL  TVRBIT. 

ma  non  molto  pretto  al  mare  i  perche  fi  ri troua  lontano 
due ,  ò  tre  leghe  douc  non  giunge  il  Marc,  contra  quel- 
lo che  alcuni  fcriflèro ,  che  li  douca  giungere  l'acqua  del 
Mare  ^  Nafce  la  maggior  parte  in  Cambayette ,  e  in  Cu- 
rate, nel  Diu,  &Bazain  co'fuoiterritorij;  &  qualche 
parte  in  Goa  ;  ma  quello  non  è  tenuto  da  i  Medici  della 
terra  per  buono ,  ne  vlano  d'altro ,  che  di  quello  di  Gu- 
zarate  ;  &  di  là  lo  portano  in  gran  quantità  nella  Perfia-, 
nell'Arabia ,  &  nella  Turchia  ;  &  lo  conducono  in  Spa- 
gna per  la  via  di  Portogallo  :  &  benché  vna  fiata  ne  cort- 
duflero  in  Portogallo  quaranta  Quintali  i  nondimeno 
il  manco  è  quello ,  che  viene  a  quefte  parti .  Dicono  an- 
cora, che  fé  ne  troua  in  Bifnagar,  &  in  altre  partii  ma 
tutto  non  ècofi  buono,come  quello  di  Guzaratc .  Nafcc 
da  fc  fenza  piantarlo ,  ne  fcminarlo  :  &  quel  Tuibit,  che 
videro  Meni  e ,  Serapione ,  &  Auicenna,  era  del  Guzara- 
te  ;  perche  quefto  conducono  per  mercantia  le  naui,  che 
vengono  per  Ponente .  Non  ha  il  ramo  diuifo  nella  par- 
te di  fopra  i  perche  tutto  è  pieno  di  foglie,  &  fiori,  come 
s'è  detto;  ne  meno  è  peggiore  il  non  gommofo,chcil 
gommofo  ;  perche  il  più  della  gomma  nel  Turbiti!  fa 
xon  arte,  ò  torcendolo,  o  pungendolo  frelco,perche  get- 
ti la;gomma  \  &c  quefto  gli  fanno ,  perche  fanno  elfi,  che 
quefto  è  vno  de'  fegni ,  che  noi  altri  cerchiamo ,  &  per  Io 
quale  diftinguiamo  il  buono  dal  reo  ;  &  quefto  fi  hafa- 
puto  veramente  ;  &  quello ,  che  non  ha  gomma  non  fi 
tiene  per  peggiore,  poi  che  l'ha  dentro,  &  è  tutto  vna 
medefima  pianta . 

r  Quanto  all'cflcr  bianco ,  &  nero,  egli  è  còftume  dei- 
li  Speciali  dell'India  ,  chiamati  Gandis  ,  di  feccare  il 
.Turbit  al  Sole,  &  all'ombra  >  &  vedefi  per  ilpericnza, 

che'I 


DEL  T  VRBIT.  13* 

che'l  Cecco  al  Sole  diuien  bianco,  &  quello  all'ombra,1 
nrgro  >  ma  per  loro  vfo  tengono  efli  per  migliore  il  lecco 
all'ombra  ,  benché fia nero.  Vfano  gl'Indiani  di  quelle 
parti  il  Turbit  per  purgare  il  Phlegma,  rcttificàdolo  con 
Gengiouo ,  douc  non  fia  febbre;  &  il  rettificarli  il  Tur- 
bit  col  Gcngi ouo,è  in  vfo  ;  benché  Rafìs  lo  rettifichi  con 
oglio  di  Mandole  dolci ,  per  timor  della  efeoriation  che 
può  fare.  Dice  Mcfue,che  il  Tutbit  ha  le  foglie  firn  ili  al- 
la Ferula,cecctto  che  fono  più  piccolc,&  ch'egli  è  di  quel 
le  piate,chc  fanno  latte,&  che  ne  èdi  domeftico>&  di  lal- 
uatico;di  bianco, &  di  negro,  &  di  citrino  i  di  gradc,&  di 
piccolo;  &  che  nafee  ne'  luoghi  più  fecchi  per  la  graflèz- 
za  del  dio  lattc;&  che  ha  (ette  conditioni,bianco,vacuo, 
arondinofo ,  ò  limile  alla  canna,  groiIò,&  che  ha  la  feor- 
za  limile  a  color  di  cenere ,  &  che  è  piano ,  &c  che  facil- 
mente fi  rompe ,  &  nuouo ,  &  che  il  gioflò  non  è  buo- 
no.Maperchedi  quello  parlò  Mefuc  per  vdita,non  potè 
certificarli  in  tutto;  perche  le  foglie  non  fono  limili  alla 
Ferula ,  ma  alla  Malua  chiamata  Malua  Franccfca.  Non 
ha  latte.  Nonne  è  di  domeftico;  perche  tutto  è  iiluc- 
lkc.Tiouafcne di  grande,  &: di  piccolo  (com'ei  dice) di 
bianco,di  negro ,  &  di  giallo  ;  non  perche  fia  cofìdal  fuo 
nafeimento;  ma  perche  il  mal  gouernato  non  è  bianco. 
Nafccne'  luoghi  numidi ,  &  ne'  fecchi;  ma  più  ne  gli 
numidi ,  che  ne'  fecchi  ;  &c  non  ne  fecchi  (  com'egli  di- 
ce) per  cagione  della  fua  latte.  Et  per efler bianco,  & 
gommofo,  non  è  migliore,  come  se  detto;  ne  è  fatto 
come  canna  %  ne  la  fila  icorza  è  cenercnte ,  né  è  molto  li- 
feia  ;  mafolleuata,&  afpra ,  &  folca .  Et  il  frefeo  è  buo- 
no ;  ma  non  è  frangibile ,  fc  non  è  fecco .  Ne  ha  ragione 
ncldirCjche  il  grotto  non  fia  buono,  perche  anzi  pare 

ch'egli 


ijt  DEL  TVRBIT. 

ch'egli  habbia  più  virtù ,  eccetto  fc  non  fofic  guado .  Et 
a  quello  che  dice  Auicéna ,  che  tutta  la  Tua  rettificatone 
fi  è  ftroppicciandoli  la  feorza,  acciochc  non  rcfti  cenere- 
te, ma  biàca,fi  dice  *  che  quello  folo  è  buono  per  véderfi. 
Dice  Serapionc  per  auttoritàdi  Diofcoride,&  d'altri,chc 
nafee  nelle  Ipiaggc  del  Marc ,  &  ne*  luoghi, che  folamétc 
là  marca  pienaricopra;  &che  ha  la  foglia  molto  fìmile 
alla  foglia  dell' Arafàtis  ;  &  che  fono  le  foglie  più  groflè; 
&  che  ha  il  tronco ,  ò  fufto  lungo  due  palmi}  &  che  fi  di- 
uide  sii  la  ci  ma  ;  &  che  muta  il  fiore  tre  fiate  al  giono ,  Ja 
mattina  bianco  ;  &  a  mezzo  di  rollò ,  &  la  notte  rofato  ; 
&  che  la  radice  è  odorata  ;  &  che  quando  fi  manica,  fcal- 
da  la  lingua >  &  che  gioua  contra  i  veleni ,  come  le  altre 
medicine  Bczaartichc.Qucfte,&  altre  cole  dice  per  aut- 
torità  di  Galeno, tradotto  per  Albataric,&  per  altri  Ara- 
bi i  ma  il  Dottor  Orta  vide  il  Tuibit  nafeerc  pretto  al 
Marc,  ma  non  tanto,chc  la  marea  piena,nèfcema  lo  po- 
lene toccare  di  due  ò  tre  leghe  ;  né  ha  la  foglia  come  del- 
la pianta  detta  Arafàtis ,  ne  llàtis  :  &  vn  moderno  dice  , 
che  non  le  ha  ne  anco  come  laMalua,  ne  come  quelle 
del  Mirto ,  come  dice  il  Leoniccno  ;  poi  che  fono  diucr- 
fc  dalla  Malua .  Il  tronco ,  che  dice  cfTcrc  di  due  palmi , 
alcuno  fc  ne  troua  tale ,  &  maggiore .  Non  muta  j!  fiore 
tre  volte  al  giorno ,  ma  lo  ha  tempre  bianco ,  &  alle  fiate 
mefcolato  di  bianco,  &  roflbjòi  la  radice  nò  è  odorifera, 
ne  mordica  la  lingua  ;  né  vfiamo  la  radice ,  ma  il  fufto  , 
ò  tronco,chc  ftà  dirtelo  con  le  foglie  per  terra, come  l'Hc- 
dera  ■■>  ne  la  vide  vfarc ,  ne  fpcrimcntò  contra  veleno . 

Diofcoridc  parla  della  Pitiufa,  la  quale  è  vna  ipecic 
di  Titimali,  ò  dell'herbe  che  gettarlo  latte  in  modo ,  che 
pare  che  lia  il  Turbit,&  colilo  fentono  alcuni  moder- 
ni i 


DEL  TVRBIT.  133 

ni  ;  fedirono  ancora, ch'è  Tripol?o,dcl  quale  parlò  Dio*. 
fcondctSc  è  trailatato al  fine  del  tello  di  Serapione:&  At- 
tuario Greco  dice,  che  la  Pitiu  fa  è  il  Turbiti  &  elicne  è 
di  bianco ,  &c  di  neroi&  che  f  dfamentc  vfano  alcuni  per 
Efula  il  Turbit  nero  i  &  di  quello  parere  èilMatthiolo 
Senefc,  il  qual  dice,  che  Alipo  e  il  Turbiti  &  che  Ali- 
pia  è  la  Tua  lcmcnz.i;  &  ch'egli  ciò  non  crede,  perche  il 
Turbitnon  hifemcnza,&  più  perchepurgila  Melan- 
conia, &  il  Turbit  purga  il  Phlegma;  &i  Frati  dicono 
quanto  ne  dicono  i  moderni  i  &,  Antonio  Mula  tiene  il 
medefimo .  Tutrauia  dicono,  che  è  vero  quello ,  che  del 
Tripolio  dicono  Diofcoridc,  Galeno,  &  Plinio  i  perche 
lo  hi  per  lo  Turbit  di  Serapione,  &  che  perciò  paretut- 
Itovnoi  &  affermano  di  più  detti  Padri,  che  il  Turbiti 
clic  nelle  Specicric  fi  vende ,  non  è  il  Turbit  di  Medie  i  &c 
che  quelli,che  lo  colfero  co  le  proprie  mani,  lo  diflero  lo- 
roipcrchc  non  hauea  le  foglie  della  Portuhca:&  anco  có- 
cedono,cheil  Turbit  di  MefucnóilaTapha}  &  che  con 
lor  danno  ne  fecero  ifperienzai  perche  lauorandolo,  fi 
gonfiarono  loro  le  mani,  &  lafaccia,&però,  che  non  fi 
ha  da  dare  per  Turbit.  Dice  anco,  che  il  Turbit,  che  fi 
porta  di  Puglia  ,  è  la  vera  Tapfìa  i  &c  che  ha  radici 
grandi'}  &  che  non  fi  hadadare,fe  non  fei  meli  dapoi  ri- 
colto i  né  quando  è  mangiato  dal  verme .  Quelle  cofe, 
_&  altre  molte,  che  non  fanno  al  propofiro,dicono  mol- 
ti fcrittori  moderni  più  ben'ornate,  che  vere.  Ma  a  que- 
llo fi  dice, che  l'herbe,&  piante  latticinee,  che  fono  mol 
te ,  per  la  maggior  parte  fono  velenofe ,  &  cofi  di  quelle 
dell'Europa, &  d'altre  molte  fono  tutte  quelle  Terre  del- 
l'India piene .  &c  volfe  il  Signor  Iddio ,  che  ben  che  foiTe- 
roil  più  di  quelle  velenofe,  nondimeno  giouaflèrp  ad 

Gg         alcune 


ij4  DEL  TVRBIT. 

alcune  cofe  ì  &  altre  che  foffcro  puro  veleno  lenza  faper- 
fi  à  che  pollano  giouare  ;  come  l'Efula  ,  ò  Scebran ,-  è 
veleno,  &  doue  tocca  il  fuò  fucco,  ò  la  fua  latte  sgon- 
fia.  Ne  è  vnaltra  in  quelle  parti ,  come  Cardi  gtoih ,  di 
foglie  foprapoflc,  &  attaccate  vna  (opra  l'altri,  molto 
fpinofe  ,  &  lattuofe,  laqual  anco  è  puro  veleno.  Le 
Manghe  Brauc  (  ch'è  vn  frutto  fìlueftre  grande,  come  vn 
Cotogno,  di  color  verde ,  lifeio ,  &  lattuofb  )  fono  tanto 
velenofe,  che  quando  alcuni  Gentili  fono  difpcrati  di 
viuere,  mangiano  quello  frutto,  col  quale  lì  muoiono 
fubito,fenzachevi  fi  troui  rimedio  ;  come  nei  fuo  ca- 
pitolo fi  dirà. 

Et  coli  ne  fono  molte  altre  lattuofe ,  con  le  quali  pur- 
gano ,  &  curano  alcune  infirmità  ;  &  vna  di  quelle  è  il 
T  urbi  t  ima  non  ha  latte,  &  fé  pur  ne  ha,  è  tanto  pocoj 
che  non  fc  ne  fa  cafo ,  &  non  è  medicina  vclenofà .  Pur- 
ga il.Turbit  lenza  moleflia,  ne  trauaglio,  &  lovfano 
molto  gli  Indiani  in  brodo  di  pollo ,  ò  in  acqua  in  mag- 
gior quantità,  che  non  lo  diamo  noi  altri  ;  &  quello  non 
gonfia  le  mani ,  né  la  faccia ,  come  fece  quello  che  difTc- 
ro  1  Frati ,  il  quale  poria  eiferc  fiata  alcuna  delle  lattuo- 
fe, come  l'Efula. 

Etcofiè  manifeflo,  che  quello  Turbit  non  e  Eiìite^ 
né  Tri  polio ,  ne  Pitiufa ,  ne  Ifàtis,nè  Alipum,  ne  A  li  pia, 
fuo  feme  i  poi  che  il  Turbit  non  ha  feme ,  ne  ha  1  e  foglie 
limili  alla  Ferula ,  né  alla  Portulaca ,  ne  al  Mirto ,  ne  na- 
fcc  tanto  predò  al  mare,  che  lo  copra  l'acqua  ;  ne  muta 
il  fiore,  ne  il  colore  tre  fiate  al  giorno.  Per  quelle,  & 
molte  altre  cagioni  nonèil  Turbit  de' Greci,  nèdegli 
Arabi  propriamente  :  ma  quelli  Arabi  vedendo  vfar 
il  Turbit  alle  lor  genti  portato  dalle  Indie,  cercarono  di 

trouar 


DEL  TVRBIT.  i)S 

trouar  ne* Greci  qualche  medicina ,  che  fi  li  fimigliafTc, 
perche  dauano  cili  tanta  auttorità  alli  fcrittori  Greci , 
che  parca  loro,  che  doueflcro  fapcr  tutto  ;  &  la  cagione* 
anco  fu ,  perch'elfi  lono  ilari  primi  fcrittori  delle  cole/ 
humanc;  che  delle  Ornine  primi  fcriflcro  ghHcbrei. 
Quella  fu  la  cagione ,  chcScrapionc  tradulfcal  rìncdcl 
tetto  il  capitolo  del  Tripoli o  di  Diofcoride ,  perche  gli 
paruc,  che  non  porelìe  efìèr  medicina  alcuna,  delia* 
quale  1  Greci  haucllcro  lalciaro  diferiuere.  Ma  il  rem- 
po  difeopritor  d'ogni  cola ,  hadilcopcrto  hora  quella» 
medicina  efler  propria  di  quelle  terrei  perche  a  Diofco- 
ride non  fu  pò  (ubile  conofeerc  ogni  cola ,  parlando  egli 
molte  volte,  fecondo  la  fama. 

Il  Lacuna  tiene,  chela  Pitiufa  ila  il  Tutbit  negro;  & 
lo  Alipio  fia  Turbit  bianco,  &  buono;  al  che  è  flato 
detto ,  che  neflìm  di  quelli  non  è  Turbit  bianco ,  ne  nc- 
gro  j  ne  manco  è  Elùla ,  la  qual  è  forte  folutiua  ;  ne  Ali- 
pio  ,  perche  l' Alipio  purga  la  Melanconia,  &ilTurbit 
iolamcntc  il  Phlegma .  Né  è  radice  odorofa,  ne  mordica 
la  lingua  il  Turbit  ;  ne  e  limile  alla  Ferula ,  ne  alla  Portu- 
laca ,  ne  al  Mirto  ;  nè-ii  follala  dalla  terra ,  ma  fta  fparfa 
per  terra . 

Etcofièmanifciìoperqueftc,  &  per  altre  molte  ra- 
gioni, ch'elio  non  è  alcune  delle  medicine  difegnateda 
moderni.  Et  quello  che  viene  di  Puglia  non  e  Turbit, 
ma  certa  herbadi  latte  ;  &  alcuni  vogliono ,  che  fia  la  ve- 
ra Tapfia;  perche  ha  radici  grandi,  &  il  Turbit  di  quel- 
le parti  le  ha  molto  piccole,&  folo  fi  vfa  il  fu  fio,  ò  tron- 
co .  A  quello  che  dicono  i  Frati  Speciali ,  che  non  fi  dc- 
ucvfare,  fc  non  fei  meli  dapoi  ricolto  ;&  che  non  fi  dee 
anco  vfarc  quello }  eh  e  tarlato  dal  verme  ;  dico,  che  l'ul- 

G  2     3.         timo 


l&  DEL  TVfcBIT. 

xtfmo  è  molta  vero  n  perche  Fa  India  è; molto  foggetta  a 
putréfattjoneJirtmoaochcJlRcobarbaro,&  alcrc  Me- 
dicine non  fi  polFonafoitentarc  quattro  meli  dell'annoi 
cioè,  Io  inuerno  (  ch'è Giugno,  Luglio,  Agofto,  &  Set- 
tembre )  &  quello,  principalmente  nelle  parti  da  Marc. 
I  A  quanto  dicono  „  che  ha  da:  ftare  (ci  meli  ricolto  pri- 
iffla  cheli  vili  non  parlano  bene ,  perche!!  coglie  di  No- 
uembre,  Dccembrey  Se  Genaroj  &  leftelTe  più  di  lei 
-meli ,  li  corromperebbe  anco,  nelle  terre,,  che  ftan  molto 
Junge  dal  Mare ,  nelle  quali  pei  eflèr  meno  numide ,  li 
conferuano  le  Medicine  più  lungo  tempo .  Si  con-? 
elude  in  fine g  che  quella  Medicina  non  fu 
del  tutto  conofeiuta  da  Greci  i  &  da 
qui  auanti  non  fi  chiamarà  più 
■i  ;  Turpetum  ,  ma  Turbit, 

benché  il  nome  Ila 
Barbaroipcrchc 
il  Turbit 
del 
Cìio  proprio  nome 
refta  appaga- 
to^ 


FIGNO: 


■  j      :k    i  Q    i 

PIGNOLI  DI  MALVCO. 
a 


*3? 


*3* 

D  E*    P 


G  N  O  L  I 

C   A    P. 


DI    MALV 
X  LVIII. 


C  O. 


•  N'ARBORofi  ritroua  nel  Mala- 
bar  cofi  ne'  giardini  particolari  ; 
come  in  alcuni  bofehi,  il  quale  è 
della  grandezza  d'un  Pero .  La  fo- 
glia è  tinta  d'un  verde  chiaro  dalla 
parte  di  fuori  ,  &  di  dentro  pili 
ofeura,  èmoltofottile,  &  molto 
Iifcia  i  &  manicandola  fi  fentc  molto  mordace  al  gufto, 
lafciando  nella  lingua  vna  molto  viua  acutezza.  Il  fuo 
frutto  è  della  grandezza  d'una  Nocella  triangolare ,  &  di 
dentro  tutto  diftinto  in  ricetti,  ne' quali  conferua  il  Te- 
me ,  il  quale  è  bianco ,  fodo ,  rotonda ,  &  della  propria 
grandezza  d'un  Pignolo  mondato .  Vfàno  molto  nell'In- 
dia quelli  Pignoli  cofi  per  guarire  alcune  infirmila  ;  co- 
me perche  la  malitia  humana  pofia  mandar  ad  effetto  la 
fuamalaintcntione.  Prendono  due  di  detti  Pignoli ,  & 
gli  mondano  d'una  fottilecopctta  ,  ò  pclliciuola,  che 
han  di  fopra,&  peftati ,  gli  mefcolano  in  vn  crifticro  co- 
mune perla  feiatica,  &  difficoltà  d'orina  >&  per  la  boc- 
ca lo  danno  con  brodo  di  pollò ,  per  eradicare  gli  humo- 
riputridi,&vifcofi,  ciperi' Afma,  perla  quale  gli  loda- 
no 3  & vlano  molto.  Le  buone  donne  anco  di  quelle 
parti ,  amiche  de' lóro  mariti  glie  ne  danno  fin  quattro 
per  bocca;  per  mandare  i  poucr'huomihi  all'altro  mon- 
do, ma  vfandoli  con  ordine  spurgano  gli  humori  graf- 
fi ,  &  freddi .  Infufi  nell'acqua ,  &  vngcndo  con  elfi 
le  Impetigini  dapoi  che  prima  fi  faranno  ben  fregate, 

le  fana 


DE  PIGNOLI   DI  MALVCO.     139 

le  Tana  molto  bcne,&  prcftojma  {caldano  moltoi&  io  gli 
efperimcntai.  Li  chiama  il  vulgo  Pignoli  di  Ma- 
luco ,  douc  dicefi ,  che  fono  quelli  arbori 
in  gran  quantità  ;  &  che  detti  Pigno- 
li in  quella  Terra  fono  medicina 
molto  famigliare  per  pur- 
garli con  loro .  I  Ca- 
narini li  chia- 
mano Gè 
paio. 


man; 


J03VJ     te  IC      K 


M    A    N    G    A    f." 

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gn    :'..-.  o  \   "  y         •        paii 


.ma; 


14  r 
DELLE    MANGA  S.    CAP.  XLIX. 


*  L'arboro,  che  produce  il 
frutto  ,  che  chiamano  Mangas., 
grande,  &  di  molti  rami  i  &  il  det- 
10  trurro  è  communemenre  i  o- 
co  magg  ore,  ch'un'ouo  d'Occa, 
tuttoché  in  alcune  parti  dch'Iodii 
iì  ritroui  qualcheduno  di  quelli 
frutti,  che  pela  due  libre,  &:pm.  Trouanfene  in  molte 
parti,  come  nel  MaLbar,  in  Goa,  nel  Guzarare,irL. 
Balagate  ,  in  Bengala,  inPegun,  inMalaca,  &in  Or- 
muz,  douefono  molto  buoni,  &  in  moire  altre  parti 
delle  Indie. 

Oi  quelli  alcuni  fono  d'un  color  verdechiaro,  altri 
gtalle,&  altri  melcolatc di  rollò, &  verde chiaroi&  i'arbo 
ro  è  tutto  vno .  £'  quefto  frutto  molto  faporofo ,  &  odo- 
rofo,  &c  quello ch'è buono,  auanza  i  pomi  Cotogni, 
Mangiaufi  fatti  in  fette  con  buoncoltcllo ,  che  li  tagli 
fenza  rompere.  Li  pongono  in  infulioncinvinoima 
fenza  quello ,  &  in  ogni  maniera  ha  buon  fapore .  Fan- 
no quello  frutto  in  conferua  di  Zuccato  pei  conleruar- 
Ioì  esanco  l'aprono  per  mezzo,  &  l'empionodiGen- 
giouo  verde,  d'Aglio,&:  di  Senape ,  &  con  falc,  ogf  io ,  &c 
aceto  lo  con  (emano  per  mangiarccolRifb,  &c  lcnzadi 
lui,  in  luogo  di  oliuc  >  Sbanco  lo  Giano  molto  bene  con 
falc ,  &  lo  cuocono  in  acqua  per  venderlo  nelle  piazze . 
11  detto  frutto  è  freddo^  humido,  benché  la  gente  vol- 
gare il  faccia  caldo,dicendo ,  che  fi  ardore  a  chi  lo  man- 
gia j  &  coli  anco  i  Filici  della  Terra  lo  fanno  caldo,  & 
l'infamano  dicendo  che  produce  mal  Franccfc,  Eri  fi  pc- 

Hh         le, 


M*  DELLE  MANGAS. 

le ,  Febbri  coleriche ,  Phlegmoni,  &  Scabbia .  Il  che  po- 
riaciTcre  ,  putrefacendo/i  detto  frutto  nello  flomaco. 
Ma  nel  tempo  che  fi  troua  detto  frutto  (  per  eflcr  molto 
calda  ftagione)auengona  quelle  medefime  in  alcuni  che 
fc  ne  guardano ,  &  nonio  mangiano  per  la  detta  cagio- 
ne .  Quello  frutto  prima  che  fia  ben  maturo ,  &  Hagio- 
nato ,  è  acerbo  di  fapore ,  &  quanto  più  è  congionto  al- 
l'olio ,  è  più  agro  ;  ma  è  molto  dolce ,  &  faporofo  matu- 
ro .  L'odo  è  molto  duro,  inuolto  tutto  in  alcuni  come  fi- 
bre ,  ò  ncrui  duri ,  &  molto  intralciati  j  &  di  quelli  alcu- 
ni gli  hanno  più  pieni  di  detti  ncrui ,  che  gli  altri .  Den- 
tro  di  quello  offa  li  ferra  la  midolla  lunga  »  &groiTa 
quanto  Vna  Ghianda  diRoucre.  E'  bianco  >&  coperto 
d'una  pelle  bianca  ;  il  quale  mangiandoli  crudo  è  ama- 
ro ;  ma  gioua  per  veciderci  vermi ,  &  perii  fluffi  i  &  ar- 
roltito  ha  fàpordi  Ghiande .  Si  ritrouano  anco  di  dette . 
Mangas  fenza  odo,  &  molto  buone  da  mangiarc.Chia- 
malì  detto  frutto  in  Canarin  Amboiin  Perfiano,  &  Tur-: 
chefeo  Amba  :  &:  dura  su  l'arboro  da  Aprile  fin  Noucm- 
bre ,  &  in  alcune  terrcpidjchc  nelle  altre . 

Vn'altrafpecic  di  quello  frutto  fi  ritroua  làluatica, 
chiamato  Mangas  Brauas ,  il  quale  è  cofi  velcnoio ,  che 
in  quelle  parti  lène  feruono  1  Negri  per  veciderfi  ^per- 
che mangiandone  vn  poco  ,  fubito  muoiono  ;  &  fc 
lo  mangiano  mefcolato  con  vn  poco  d'oglio  >.  muo- 
iono con  più  preftezza  i  perche  l'oglio  lo  fa  più  gagliar- 
do., ma  all'uno  &  airaltro  modo  è  tanto  velenófo,  & 
vecidc  con  tanta  preftezza  ,  che  contrala  fua  malitia 
non  fi  fa  fin'hora  rimedio  alcuno.  Edetto  frutto  ver- 
de chiaro  ,  &  qualche  poco  iuftro  ,  &c  lattuofo .  Ha 
poca  carne ,  perche  tutto  ègroflò  cuoio  /oprai!  fuo  o£ j 

fo, 


DELLE  MANGAS. 


MS 


Co ,  il  quale  e  molto  duro  ,  &  cartilaginofo.  E'  della 
grandezza  d'un  gran  Corogno ,  &  per  rutto  il 
Malabarfltiouagran  quantità  di  det- 
ti arbori ,  iquali  lono  minori, 
che  li  domeftici,  &  la  fo 
glia  più  piccola, 
&  grolla.  Se 
ne  fcruo- 
no 
4  loro  fanciulli  per 
trarre  in  luogo 
di  A  rari- 
zi. 


«fa 


Hh    »        CHA- 


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C  H  A  R/À  M  EIS. 


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HI 

LI  C  H  A  R  A  M  E  I  S ,  C  A  P.  L 
I  quello  arboro  fono  ducfpecie,vna  della 
grandezza  d'un  Nefpolo  co  la  foglia  verde- 
chiara, laqualc  s'allòmigliaalla  foglia  dcj 
Pero.  Il  frutto  è  come  Nocelle  molto  giallo 
tutto  inquartato ,  &  bello .  Il  fuo  fapore  è  il  proprio  del- 
l'agretto ,  con  vn'agro  appetibile ,  il  quale  fi  mangia  or- 
dinariamente frelco  ,  maturo ,  &  f alato . 

La  feconda  fpecic  è  della  medefima  grandezza  ;  ha  la 
foglia  più  piccola ,  che  quella  del  Pomo .  Nafcc  ne'  bo- 
fchi ,  &:  monti  lungc  dal  Mare.  Ha  il  frutto  maggiore  de' 
primi.  Di  detti  fratti  danno  i  Medici  Canarini  mcfcolati 
con  Sandali  per  le  febbri . 

Della  prima  fpccie,laqual  nafee  intorno  al  marc,cleg- 
gonoi  EX  canini,  &  Canarini,&  la  gente  della  tcrra,l'ar- 
boro.  che  ftà  più  lugc  dal  mare  ;  &  della  feorza  della  radi 
cc,laquale  è  alquanto  lattuofa,prendono  tanto, quanto 
quattro  diti ,  &  la  pedano  molto  bene  con  vna  dràma  di 
Senape, &  la  danno  bere  a  gli  afmaticùraqual  fa  gagliar- 
da cuacuarionc  per  vfcita,&  per  vomito;&  fc  l'euacuatio 
ne  è  troppo immoderata,mangiano  d'una  Carobba  fre- 
fca,ò  bcueno  vn  fiato  d'aceto  Canarino;  ilquale  è  acqua, 
nella  quale  fi  è  cotto  Riio^afciata  vn  dl,o  due  fin  che  di- 
uenghi  acetofa. Quell'acqua  fcrue  a  Canarini  per  aceto, 
&  la  tengono  per  Medicinale*  &  anco  lauano  la  tefta  a  gli 
infermi  con  acqua  frcdda,fc  ìlflufTo  non  cefTa.Sono  q.(li 
Charamcis  i  qlle  pti  molto  in  vfo  p  la  gola,&li  magiano 
p  appetito  vcrdi,maturi,&  falati,&:  in  cófcrua  di  falc ,  6c 
aceto*&  nc'codiméti>&brodetti,chc  vogliono  agri.Chia 
màfiinCanarin,&inDccaninArazaauali,  &c5emente 
Charameis  In,  Arabico,Pcrfiano>&Tuxchefco,  A  m  bela. 

CAIVS 


-  '   ■         o        •    fbup   ( 

cai  y  s. 


■  • . 


DEL         C  ,  A     I.    V    S,. 
C  a  p  LI 

Vis  T'arborò  è detta erandcz- 

1  o7Hi      /-  5IPr    i-  '  à 

za  don  Granato.  La  toglia  e 

yeme  chiara,  &  grolla .  11  fior 
^anco>quafi  come  quello  del- 
l'Arancio, ma  ha  pm  foglie, 
&  manco  odore.  Produce  que-  r 
ft'arboro  vn  frutto  chiamato 
Òaius,  volgarmente  ,  il  quale 
per  eiTeré  molto  ftomacale ,  & 
faporofo,è  da  tutti  quelli  che  lo  prouano  molto  apprez- 
zato .  E  quefto  frutto ,  ò  Pomo ,  grande  come  vn  grarL. 
Pomo ,  molto  giallo ,  &c  odorofo .  Ha  molto  Cucco  ,  & 
è  di  dentro  tutto  fpongiofò,  &non  ha  oflb  alcuno.  Il 
fuofaporeèdolciflìmo,  &  fi  attacca  alquanto  alla  go- 
la .  Nafce  due  fiate  all'anno  a  quefto  modo  •■>  efee  prima 
il  fiore ,  &  da  quello  una  Faua  grandedella  figura ,  che 
èdifegnata,  &  tra  la  Faua  &  il  fiore  nafce  il  Pomo  ;  & 
quefto  Pomo  va  confumando  la  Faua,  &  quanto  più 
egli  crefee,  tanto  più  ella  il  feema  ,  fin  che  ilCaius  è 
maturo  ;  il  quale  li  conofee,  quando  egli  è  ben  giallo ,  ò 
ben  rollò ,  &  odorofo  i  perche  di  quefti  due  colori  il  tro- 
uano  i  &  ellcndo  maturo,  gli  refta  fopra  la  medcflma  Fa- 
ua nell'occhio ,  &  con  lei  fi  coglie .  Mangiai!  detto  frut- 
to dopo  pafto  bagnato  in  vino,  &  anco  lenza;  nel  qua- 
le oltre  l'eflèr  molto  faporofo,  fi  troua  molto  notabile 
beneficio  per  la  debolezza  dello  ftomaco ,  &  vomiti ,  & 
per  l'appetito perfo. 


Et 


*4S  DEL   CAI  VS: 

Et  quelli,  che  non  hanno bifogno  di  detto  aiuto,  pri- 
ma che  lo  mangino,  lo  lalciano  bagnat'vn  poco 
in  acquai  a  quello  modo  è  molto  grato 
all'appetito  .  Quello  fi ucto  è  tenuto 
in  molta  fuma,  oc  non  fi  troua 
in  ogni  parte  -,  ma  nel- 
la Città  di  San- 
ta Ciò 
ce 
«di  Cochin  ne  è  in 
molti  giatdi- 
ni,&hor- 
ti. 


HER- 


t49 


HERBA  DI    MALVCO: 


li 


DELL'HERBA   DI  MALVCO.    CAP.  LII. 

V  E  s  T.'herbi  ha  di  lunghezza  due  e  tre  cu- 
biti ,  &  in  luoghi  morbidi ,  &  numidi  pa£ 
fa  cinque .  E  tutta  d'un  bel  verde ,  &  la  fo- 
glia è  molto  fottilc,  &  bianca,  intagliata 
tutta  d'intorno ,  dellagrandezza,&fcmbianza  della  fo- 
glia del  Sambuco .  Il  fuo  fuflo  è  fottile ,  &  tenero ,  &  al- 
quanto uoto  di  dentro.  Quella  pianta  non  afecnde  in 
alto  da  fc ,  (è  non  viene  aiutata ,  come  i  Gelfomini  ;  ma 
il  diftende  per  terra,  come  l'Hedera,  &  da  vnfolopi»»- 
dc  produce  molti  rami ,  &  quelli  producono  da  fc  radi- 
ci ,  come  la  Menta ,  ò  la  Mcliflà  ;  &  fi  attaccano  in  ter- 
ra in  modo  che  trafpiantato ,  &  apprefo  vna  fiata  vno 
di  quelli  piedi ,  ò  rami,  fi  augumentano  molto .  Il  fiore 
di  queft'herba  è  giallo  come  il  Zaflrano ,  &  ha  molta  fi- 
miglianza  co'  fiori  della  Camamilla ,  alquanto  maggio- 
ri ,  &  tutto  l'anno  ftà  frefea  &  morbida .  Chiamali  com- 
munemente  rimedio  dc'poueri,  &  diftruggimento  de 
Chirurgici .  I  Canarini  la  chiamano  Brungara  aradua  , 
che  vuol  dire,che  ha  il  fiore  come  Zaffrano.  £'  detta  ner- 
ba molto  in  vfo  cofi  in  Maluco  ,  onde  fi  dice  elìère  la  lui 
origine  (  per  elTere molta  in  quella  parte,  &  vfarfi mol- 
to quiui  in  tutte  le  cofe  di  Chirurgia)come  in  tutte  quel- 
le parti  dell'India,  nelle  quali  tutte  ella  fi  troua;  perche; 
ogniuno  la  tralpianta ,  &  la  llima  molto ,  con  ragione .. 
Cuoccno  le  foglie  di  queft'herba  con  oglio ,  &  l'ingrof- 
fano  con  cera  a  modo  d'unguéco,  per  curar  tutte  le  vice- 
ré cofi  nuoue,  come  vecchie,  benché  fiano  con  perdita* 
della foftanza ;  oliano fanguinolenti ,  òfordide;  o  pia- 
ne ,  ò  caucrnof  e,o  maligne,  &c  putride^on  effetto  mara- 

uigliofo; 


DELL'HERBA  DI  MALVCO.     ici 

uigliofo  ;  &  io  iteflo  vidi  in  piaghe  vecchie  di  gambe ,  & 
in  due  ferite  nuoue  f  ir  grandi,  &  buoni  effetti.  L'ulano 
anco  ad  vn'altro  modo.  Da  rami  ,  òfultidi  quciVhuba 
cauano  la  pellicina,  ch'ella  ha  tra  la  icorza,&ilfulto,  la 
quale  ella  lafcia  da  le  come  il  Canape;  &  infufa  quclta 
pclhcinainogliodi  Coco  commune,  &inuo!ta  nello 
proprie  foglie ,  la  pongono  fono  la  cenere  calda ,  &  co- 
nvella è  calda,&  lilciaja  peitano,&  pongono Ibpra  le  fe- 
rite, nuoue  &  fanguino(e,grandi,  ò  piccole, &  in  pochi 
giorni  le  laida  mirabilmente  lenza  infiammar,  nò  apo- 
itemare.  Mitiga  ogni  dolore;  Ibgna  ogni  fluflb  di  lin- 
gue ;  &  in  fine  lenz'altro  aiuto  Io  lana  perfettamente  ;  & 
nelle  punture,  &  ferite  di  nerui  è  rimedio  lìngolarc.  Al 
medelìmo  modo  i'ufano  nelle  Poltcmc  aperte,  permon- 
dificar,  incarnar,  Se  cicatrizar;&  l'i  ftc Ilo  fanno  nello 
piaghe  vecchie,  &cauernofe,  nelle  quali  alle  volte  fen- 
z'altrapreparatione,l'applicanofoIamentcpeita. 

Et  per  eller  quelli  effetti  di  detta  herba  molto  certi ,  fi 
vfa generalmente  in  tutte  quelle  parti,  &lì  tiene  in  mol- 
ta itima,  &  molti  nauiganti  portano  l'unguento  fatto  di 
leiconoglio,  come  s'è  detto,  con  tanta  confidenza,  co- 
me feco  arreccalfero  tutta  la  Chirurgia humana: 
&  coli  in  qualunque  occafìone  Chirurgi- 
ca, l'unguento  dell'herba  di  Ma- 
luco  vi  innanzi ,  come 
rimedio  ifpc- 
rimenca- 
to. 


li     i  DEL- 


DEL  LEGNO  DI  MAL  VCO.    CAP.   LUI- 


N  Maluco  fi  troua  vn'arboro  do- 
mcftico  della  grandezza  del  Coto- 
gnaro,  ilquale  ha  la  foglia  come 
di  Malua  commune.  Il  feme  come 
Nocelle ,  alquanto  minore ,  &  più 
lifeia  la  feorza ,  &  più  nereggian- 
te. Queft'arboro  fi  femina  ,  & 
fi  coltiua  ,.  &  non  fi  troua  fuori  de  particolari  giardi- 
ni i  &  lo  ftimano  quelle  genti  cotanto,  che  l'afcon- 
dono  fin'alla  veduta  d'altrui .  Chiamali  queft'arboroiji 
Maluco(ch'è  la  terra  doue  nafce)Panaualic  gouernando 
il  molto  prudente,  &  valorofo  Don  Luigi  di  Taide  Vice 
Re  in  quelle  parti,  fi  chiamaua  il  legno  di  queft'arboro 
medicinale,  ftimato  molto  con  ragione,  del  nome  del 
inedefimoVicc  Rei  perch' egli  ru  quello ,  che  feccvfcir 
in  luce  tra  noi  altri  le  fue  eccellenti  virtù .  Et  fu  cofi  i  che 
vii  Gentil'huomo  Portoghefe,  chiamato  Hcnrico  di  Li- 
ma ,  trouandofi  in  quelle  parti  di  Maluco ,  &  vedendo 
la  diligenza ,  con  la  quale  i  Negri  di  quella  parte  tratta- 
uano  i  &:  gouernau ano  queft'arboro,  &  in  quanta  fti ma 
era  tenuto  ,  &.difiderando  di  faperli  fuoi  effetti ,  feppe 
di  lui  molti  de  i  benefici),  che  apprcflò  fi  diranno  •>  &  co- 
me cofa  tanto  nece£iaria,&  degna  da  fapcrfi,&  cofinuo- 
ua  per  noi  altri,  prefe  vna  parte  del  tronco  di  detto  arbo- 
re^ laorferfe  al  ViceRe,come  amatoredellccofe  buo- 
ne ,  &  diligente  inueftigatore  de  fècrcti  della  Natura .  Et 
nell'anno  fettant'uno  dimandandomi  il  Vice  Re,  feio  fa- 
pcflì  alcuna  cofa  di  detto  arboro  ;  Se  dicédogli  io  alcune 
lue  virtù,  ch'io  haueua  vdito,  &c  dolendomi  di  non., 
.  1  '    ;  i  Iona.- 


DEL  LEGNO  DI  MALVCO.  253 
lo  haucrc  veduto  ;  mi  die  una  parte  di  quello,  ch'egli 
hauea, comandandomi,  ch'io  lo  ifpcrimentaiii  con  giu- 
dicio&  ragione  ,  non  auenturandola  vita  d'alcuno  ,&c 
poi  l'auifallè  di  quello,  che  feguiffe .  Il  che  io  feci, coi!  in 
alcuni  delli  Hofpitali,  che  aqucltempoiomedicaua, 
come  nel  mare  per  lo  viaggio  di  Portogallo  in  diuerfe 
inrìrmità  ,  che  nella  lunga  nauigatione  occorrono, vfan- 
do  il  detto  legno  nel  modo,  che  (1  dirà,  con  piu,&  mag- 
gior ragionc,che  mi  folle  poflibile;  &c  gouernandomi  m 
parte  con  le relationi ,  chehaueua  hauuto  diluì,  &  del 
modo  di  viario  ;  &  aiutato  con  quello^e  feppe  di  lui  in 
Maluco  il  detto  gentil'huomo  .  Onde  ifpcrimentanda- 
lo ,  vidi  le  operationi ,  èV  ertetti  feguenti .      ' 

Primieramente  {[  icme  di  detto  legno  haucua io  ve- 
duto per  i  nnanzì ,  che  m'era  ftato  donato ,  per  darne  alli 
vccellijperche  in  quefto  fé  ne  feruono  cofi  in  quelle  par- 
ti, dou'è  naturale,  come  in  molte  altre  dell'India  ,  per 
doue  lo  portano ,  Se  fi  vende  ;  &  l'ufo  fuoin  quefto  fi  è, 
di  darlo  alli  vccclli  faluatici  in  poca  quantità  mcfcolata 
con  Rifo  cotto ,  i  quali  mangiandone  cadono  addor- 
mentati, di  ftupidi ,  &  quelli  che  ne  mangiano  troppo, 
fé  ne  muoiono  prima  che  fia  lor  dato  foccorfo;il  quale  è, 
acqua  fredda  gettata  loro  fopra  la  tefta ,  con  la  qual  cofa 
ricuperano  tolto  la  falute .  Le  Gaze  fono  quelle,che  più 
tolto  muoiono  mangiandone,  &  di  quella  femenza  non 
ho  faputo  altra  cofa- 

Quanto  al  benedetto ,  &  Tanto  légno  di  queft'aibo- 
ro ,  fé  cofi  chiamarli  può  (  del  quale  al  prefente  io  ho  un 
poco, che  ftimo  molto)  drco,chc  ferue  contra  ogni  gene- 
ration di  vencno,  prendendolo  per  bocca ,  &  applican- 
dolo di  fuori .  Per  la  bocca  fi  prende  con  feliciflimo  fuc- 

ceflò  in 


154  DEL  LEGNO  DI  MALVCO. 
cedo  in  acqua  rota,  ò  in  acqua  commune ,  ò  in  brodo  di 
pollo ,  fatco  in  polucrc  in  quantità  conucnicntc  ai  bilo- 
gno ,  &  (oggetto  del  panencc  \  &  quetta  non  padà  dicci 
grani  di  pelo  al  più  ;  &  di  qua  m  giù .  Ne*  mot  ii  di  Vipe- 
ra,  &  di  ierpe ,  che  lono  molto  velenofe ,  &  altri  alpidi 
{imiìi ,  il  via  beuendo  detta  polucrc  con  acqua:  &  appli- 
cando la  medelìmapolucrelopra  la  moidnura.Nel  mc- 
deilmo  modo  fanno  nelle  fentedclle  faette  velenofe,  le 
quali  ii  vfano  molto  in  quelle  parti .  La  poluere  di  detto 
legno  ii  fa  rafpàdolo,  con  vnalimadicubio  di  Raggi  a,o 
con  piccola  lima  di  ferro .  Di  quello  lì  dàin  quantità  di 
mezzo  ièrupulo  al  più  robufto,  &  forte  in  acqua  chiara 
vn  poco  calda ,  ò  rofata ,  ò  in  brodo  di  pollo  temperato 
la  mattina  a  buon'hora,  hauendo  cenato  poco .  Fa  eua- 
cuar,  &  purgare  tutti  gli  humori,  principalmente  gli 
humori  grò  ili ,  viicofi ,  &c  malinconici  nelle  quartane  di 
molti  giorni  ;  nelle  febbri  continue  ;  nella  Iliaca;  nelle 
ventoìlca;  nella  hidropi  ila;  nellerenelle,  &  pietre  delle 
reni ,  nelle  difficoltà  d'orina  ;  &  nella  perlifera  colerica^ 
padlone;&  in  altre  infirmità,come  ne*  dolori  vecchi  del- 
le giunture ,  &  de  bracci  ;  nelli  icirri  ;  &  nelle  fcrofolc . 
Vccide  anco  ogni  fpecie  di  vermi ,  &gli  caccia  fuori ,  & 
riftora  l'appetito  perduto  di  mangiare;  &  fé  è  fouerchia* 
la  euacuatione,  beuédo  il  patientcmezzaicodella  di  Ca- 
nia ,  che  acqua  di  decottione  di  Riìo ,  ò  mangiando  del 
pollo ,  di  fubi  to  cella.  Colà  certo  da  edere  ltimata  mol- 
to ,  &  cheli  ritroua  in  molto  poche  medicine,  che  dia* 
nelle  mani  del  Medico ,  ò  dell'Infermo  il  purgare  qu  an- 
to  vuole ,  &c  gli  par  bene .  Ha  di  più ,  che  (1  prendefen- 
za  horror,  né  puzza,  né  noia,  nètimor,nèfaftidio;iru 
piede ,  palleggiando ,  &  come  il  vuole  lenza  la  molcdia 

delie 


DEL   LEGNO  DI  MALVCO.      i)5 

delle  communi  &  noiofe  purgationi  com polle .  Occor- 
fc  con  quelli  purgationenauigando  il  marea  molti  di 
rnalgoucrno,  &temerarij,  fir  pencolofidifordini ,  Ite 
non  tar  loro  alcun  danno .  Ne'  dolori  di  tefta  antichi  ; 
nelle  Emigrance  ,  nelio  ftrepito  dell'orecchie  ;  ne'  do- 
lori arteria, &  dello  llomacoinel  male  della  Matrice  ;  tte 
nell'alma  l'ho  veduto  a  fare  buon'effeto.Percagion  delle 
quai  cofc,&  della  confidenza,  che  in  quelli  cali  io  hauc- 
uain  lui,  vfai  quella  medicina  molte  fiate  ìncomplef- 
fìoni,  età,  &  regioni  diuerfe,con  moka  felicità,  &j  buon 
fuccelfo,  lenza  molelha,  ne  accidenti  i  faluo  che  nelle 
complcllìoni  coleriche, SUtomachi  caldi,  daua  qualche 
trauaglio,&pcna  finche  mangiauano.  Ad  alcuni  an- 
co prouocaua  vomito;  &  alcuna  fiata  a*  coleri  ci  daua_, 
qucihpoluere  melcolata  con  firopo  acctofo ,  ò  dentro 
d'una  carambola  condita,  ò  fatta  in  pillole  con  Zucca- 
rorofato.  Dadi  la  mattina  a  buon'hora.  Non  mangia- 
no ,  ne  beono  fin  che  non  ha  purgato  quel  che  pare,  che 
baiti  ;  la  qual  operatione fatta ,  fi  prende  vna  fcodella  di 
brodo  di  pollo  repido ,  &c  mezz'hora,ò  vna  dapoi,  man- 
gia del  pollo  ,  &  beue  molto  poco  vino  temperato  mol- 
to bene  con  acquai  &  tutto  quel  giorno  non  beue  cofa 
alcuna  finche  non  ritorna  a  cena,  la  qual  cena  dcu'eiTc- 
re molto  poca,&  di  facile digellione.  Il  giorno  feguentc 
prenderà  Zuccaro  rofaro  con  acqua  di  Buglofla ,  o  di 
Borraginc,ocommunc,in  luogo  di  quc(le,&£  il  fuo  Chri 
flicro  lauatiuo.  Suole  lafciar  alle  fiate  ad  alcuni  accensio- 
ne nel  federe  ,  &  ad  alcuni  (  benché  a  pochi  )  L'he- 
morroidi. 

Quello  è  quanto  io  ho  veduto  &  ritrouato  di  quello 
legno  chiamato  Panaua;  il  qual  venne  da  Maluco:  & 

quello 


i56     DEL  LEGNO  DI  MALVCO. 
quello  fu  il  primo  che  vcnilTe  nelle  noftremani.  Hora 
in  quelle  parti  fi  va  molto  vfando,&  è  già  in  tanto  cre- 
dito, che  fcnza  timore  alcunofì  p rende  per  molti  deMi 
effetti ,  ch'io  ho  detto  .  Io  ne  prefi  due  fiate  per  dolor  co- 
lico ,  &  per  vna  Emigranea ,  &  mi  fece  molto  buon  fcr- 
uigio .  Et  per  eflère  le  lue  operationi  cofì  buone ,  &  fini- 
re {&  non  faper  fin'hora  altro  di  detto  arboro  medicina- 
le,per  la  molta  ftima  nella  quale  lo  tengono  i  negri  di 
quelle  parti  ;  i  quali  procurano  di  occultare  le  fuc  virtù, 
lequali  deono  eflèr  più  di  quelle  che  Tappi amo)(pe 
riamo,che  il  tempo  difcopritor  di  tutte  le  co- 
fe,ne  discoprirà  il  retto  di  quella  medi- 
cina occulta  a  noi  altri  ;&  fé  farà 
a  tempo,  che  nell'altro  trat 
tato  ,  che  habbiamo 
nelle  mani  pof 
fiamo  dir- 
ne 
qualche  cofa,diremo  ve- 
ramente quanto 
ne  fapre- 
mo. 


LEGNO 


*;7 


LEGNO  DELLE  SERPL 


Kk 


DEL  LEGNO  DELLE  SERPI.  CAP.  LIIII. 

Ve  herbe  li ritrouano  nel  Malabar  molto 
diuerfe  di  fìgura,&  di  nafeimento ,  &  amé- 
due  chiamate  legno  delle  Serpi,  per  eiTcr 
ogniuna  di  loro  rimedio  (ingoiare  contra-, 
ogni  morto  di  Scrpiila  prima  delle  quali  è  qucfta,laqual 
nafee ,  come  l'hedera .  Il  fuo  colore  &  fembianza  è  co- 
me il  Draconcolo  maggiore ,  oucr  Dragontea,ò  Scrpcn- 
taria ,  detta  in  Caftigliano  Taragontia ,  &  di  lunge  pare 
vna  ferpe  naturale .  Le  foglie  fono  della  grandezza  &c 
quafì  del  fembiante  della  Brionia ,  ò  Vite  alba  >  &  fono 
tutte intiere,&  hanno  vn  neruo groflb  nel  mezzo,  &  cin- 
que,© fei  per  trauerfo; hanno  olerà  di  eia  alcuni  fori  pic- 
coli, i  quali  vanno  crefeendo  con  la  foglia  fin  che  l'apro- 
no del  tutto ,  &  la  riducono ,  che  diuiene ,  come  foglia 
di  Vite.  Altre  fono  tutte  intiere  ;  &c  alcune  hanno  i  fori 
piccoli ,  &  altre  grandi;  il  che  fa  quefte  foglie  tanto  dife- 
guali ,  che  a  pena  s'aflomigliano  vna  con  l'altra.  Ha  que- 
ii'hcrba  tanca  (ìmighanza  di  ferpe,  che  chi  non  la  cono- 
fcefTc ,  ne  haueflè  veduta  di  giorno ,  vedendola  di  notte 
alla  Luna,gli  parerebbe  ferpe  viuo.E'  tenuta  volgarmen- 
te per  molto  eccellente  a  i  morii  de'  ferpi ,  &  delle  Vipe- 
re ;  &  k  genti  della  terra,  che  vanno  in  campo,  per  la 
maggior  parte  la  portano  fèeo  -,  perche  in  quelle  par- 
ti fono  molte  diueiilta  di  ferpi,  &  di  Vipere  ;&  dicono 
cili,  chcfolamente  dall'odore  di  quell'herba  fuggono  le 
ferpi)  &  fé  circondano  con  ella  la  ferpe ,  che  noiLpoffa 
fuggire  fenza  toccarla  >  che fubito  creppa,  &  muore;  oc 
ciò  affermano  di  certo. 

SECON- 


M» 


SECONDO  LEGNO  DELLE  SERPI. 


Kk     % 


ltfO 

DEL  SECONDO  LEGNO  DELLE  SERPI, 


C  A    P. 


tv. 


Vesta  è  la  feconda  herba  centrale 
ferpi,  la  quale  è  molto  ftretta,.  &  fotti- 
le,  &  ha  lòlamente  tre  fòglie  della  grà- 
dezza,che  qui  fono  difegnatc ,  le  quali 
fono  molto  molli ,  &  lifcie  d'un  verde 
oleuro.  Non  le  ho  veduto  ne  fiore,  ne 
frutto,  ne  ho  trouato  perfona,  che  mi  diceflè  hauerlo 
mai  veduto.  La  radice  è  lunga  e  fottilc  della  groilezza 
d'un  dito  di  fanciullo  :  fa  in  alcuneparti  alcuni  capi  pic- 
coli ,  &  fi  efttnde  molto  fotco  terra ,  ma  non  molto  pro- 
fonda. La  prima  icorza  di  fuori  è  molto  lottile ,  &ro>- 
uana  fenza  niun  fapore  al  mafhcare  ;  ma  dapoi  manica- 
ta ,  lafcia  nella  bocca  vn  fapor  foaue  con  odor  pròprio 
di.  Mufchio.  Quefta  feorza  è  tutta  piena  di  fiflure  intor- 
no per  molte  parti,  laquale  da  fé  fi  va  diftaccando  da 
vn'altra  Icorza  gialla  ,  &  più  grolla,  che  le  èfotto,  laqua- 
le ha  il  proprio  odore  del  Trifoglio  odorato,  ò  reale .  Il 
fàpore  è  più  dolce  ,  &  molto  più  foaue,  che  quello  della. 
Glicirriza  ;  &  mafticandofì,  lafcia  vn'odore  molto  foaue 
con  vn'amabilemordicatione  per  piccolo  fpatio.  llfu- 
fto  di  dentro  è  bianco,  legnofo,  duro,  &  fenza  fapore. 
Il  fapor  delle  foglie  è  come  quello  del  Nauo-  Alza  quefta 
radice  vnaponta  quattro  ditta  dalla  terta  >  &  chiamano 
i  Canarini  queft'herba  Duda  fall .  Infufa  quefta  radice 
in  acqua  rofa ,  ò  communc  ,  ò  in  vino  (  che  a  tutti  que- 
lli modi  hifano)  è  rimedio  molto  certo,&ifperimentato 
centra  ogni  morfo  diferpe.  E' molto  invio contra le* 
febbri  continu'eyiafTczze  »  debolezze  di  ftomaco ,  &  tre* 

raor 


DELII.  LEGNO  DELLE  SERPI,  igi 

mor  di  cuore .  La  danno  contra  ogni  veleno  ■■,  &  mi  af- 
fermarono molti ,  che  ìolamcnte  portandola  in  maio, 
rcftauano  iicuri  da  ogni  generationc  di  Serpi,  &c  dà  alcrc 
limili  belile  velenofc  ;  &  ch'era  cofa  certa  ,  che  mostran- 
dola a  qualche  ferpe,  ò  vipera,  cllalafugg*ua;&:  fc/i 
poneua  dinanzi  dalla  ferpe,  con  gran  tremore  faggiua 
in  altra  parte.  Nafcc  nc'luoghi  humidi,&  tra  gli  a;  bo- 
ri ,  principalmente  intorno  a  cefpugli,  &  non  molco 
lunge  dal  mare.  Quelli  che  hanno  mal'odorcdi 
bocca,  ò  di  denti  guaiti ,  la  mafticano  molto 
ordinariamente, &  la  pongono  nelle  ca 
ucme  de' déti  guaiti,  alqual  effet- 
to è  molto  lodata.  Vi  è  vn'al 
tro  legno  dc'ferpiia 
quelle  parti,  il- 
quale    è 
vn- 
arboro  grande  ;  ma  que- 
llo dipingeremo 
nell'altro  li- 
bro. 


MOù 


z£z, 


M    O    R    I    N    G    A. 


DEL 


L   A 
C  A 


M 
p. 


O  R  I 

LVI. 


N  G 


ié3 

A. 


tà 


A  Moringa  e  dell'altezza  d'un  Len- 
tifco,  col  quale  molto  fi  raflòmi- 
'  gliano  le  foglie.  Non  fa  molti  ra- 
mi, ne  molta  ombra.  E' tutta  no- 
dofa ,  &  tanto  facile  da  romperli , 
che  coli  l'ifteiìo  arboro  ,  come  li 
rami  fi  rompono  con  molta  facili- 
La  foglia  verde  oicura  d'un  color  molto  viuo  ;  il  cui 
faporeè  delle  foglie  del  Nauo.  Il  frutto  è  d'un  palmo 
&  mezzo  di  lunghczza,groilò  come  vn  Rauano  di  colo- 
re ri  m  elio  tra  verde,  Se  rouano,  tuteo  di  fuori  in  otto  fac- 
cic,  &di  dentro  bianco  midollofo,  &  pieno  d'i  alcune 
cicerchie  verdichiare,  &  molto  tenere  ,  di  figura  di  Lu- 
pini diuifi  in  certi  ricettacoli ,  più  acuti  nel  iapore ,  che 
le  foglie .  Mangiali  queif  o  frutto  cotto  con  la  carne,  & 
in  altri  (apori.  La  radice  di  quelt'arboro  è  l' Vnicorno  , 
&la  pietra  Bezahar,  &  in  fine  la  vera  Theriaca  della 
gente  volgare  contra  ogni  generationc  di  vencno,  £>c 
morfi  delle  peftilenti  ferpi  dalla  corona ,  &  ogni  gene- 
rationediferpi,  &  animali  vclenofi  ■■>  &cofibcuuta, co- 
me applicata  di  fuori,  è  molto  approuata,  &  ifperimen- 
tara .  Nella  colerica  paflione  fa  fingolar'efFetto  ;  &  im» 
qucfto  cafo  l'ho  fpcrimcntata  io  co  molto  buon  fucce£- 
fo.  Mcfcolano  queftaradicecon  li  rimedij  contra  gli 
humori  malinconici  ;  &  è  dalli  infermi  Lazarini  molto 
conofeiuta ,  &  vfata,  come  rimedio,  il  quale  affermano 
fanar  molti ,  continuandoli .  Molti  di  queftì  arbori  fi 

ntro- 


ié4        DELLA  MORINGA. 

lìtrouano  in  molte  parti  dell?lndia,principalm  ente  per 

tutto  ilMaiabar  prelTo  al  Mangate,  douc  ne  fono 

molti ,  molto  morbidi ,  &  di  molto  frutto  i 

xl  qual  iì  vende  ordinariamente ,  come 

lefaucfrcichcìn  Ifpagna.  Chia- 

mafi  in  Arabefeo ,  &  Tur- 

chefeo ,  Modano. 

In  Perlian, 

Tamev. 

In 

Guzaratc,  Ttt- 

riaa*. 


ANA? 


26J 


ANANAS  BRAVO. 


LI 


t66 


DEI/ANANAS   BRAVO.      C  A  P.     LVII. 


'Arso  ro  ,„  che  chiamano  Ananas 
brano  è  di  altezza  d'una  lancia ,  molto 
lifcio ,  diritto ,  ritondo,  groflò ,  come 
vn' Arancio,  di  colore  verde  biachieg- 
giante,&  tutto  pieno  d'alcune  puntu- 
rc.Le  foglie  tutte  fpinofc  nelle  cimc,& 
nel  mezzo, con  alcune  fpine  molto  tenere  ,  &  poco 
noiofe .  Ciafcuno  di  detti  arbori  al  piede  ha  vn  grande 
cefpuglio  delle  medelìme  foglie  fpinofe  maggiori  di 
qucJkdeH'arborOj&diluntariofìailomJglianocoll'er- 
Da  dell\Aloc,maicno  più  lottili,  &  fon  verdi  chiare.  Si 
congiungono  lotto  terra  ledette  radici,  &nafcc  l'uno 
dell'altro arboro principalmente  perle  fìepi,  òchiufu- 
rc  de  gli  fiord  di  maniera,che  fanno  un  bel  ferraglio  Da' 
rami  elcono  alcuni  occhi  di  foglie  congiontc  ìniicme, 
molto  gialle,  &  tencre^d'unbdorc  molto  foauej  &  que- 
lli fono  i fiori, da  ciafeun  de' quali  efee  vnafpica  ,  la- 
qu  ales'allbmiglia  con  quclla,che  produce  la  cannai  ma 
è  più  grolla,  più  vnita,  &  più  bella}  &  quella  ha  l'odo- 
re del  Cedro .  Pende  da  detti  rami  vn  fruito ,  che  chia- 
mano Ananas  filueftre ,  per  hauer  qualche  fimiglianza 
coldomeftico.  E  della  grandezza  d'un  Mellone,  tinto 
d'un  rollo  bello,  &piaceuole,.  turto  diuifoin  parti  co- 
me la  Noce  del  Ci preflo,  quando  è  fccca ..  Nella  prima 
fu  per  ti  eie  mcftra  alcuni  angoli,  che  di  lùge  pare  vna  gra- 
de  Pigna.  Le  foglie  tenere  di  detti  occhi,  ò  fiori  %  fi  man- 
giano cofi  frefehe.  Han  fapor  da  Cardo  ;  &  fono  di  mol- 
to poco  nutrimento .  Il  fapor  di  quello  Pomo  x  del  qua- 
le mangia  molto  poca  gente ,  è  dilicato  con  vna  terreltri- 

citadc 


DELL'ANANAS  BRAVO.       267 
citade  auftcra ,  &  poco  grata  al  gufto .  Quelli  arbori ,  &c 
le  loro  radici  lono  molto  fuccpii.  Quello  lucco  coli  del- 
le radici ,  come  del  tronco  prelo  in  quantità  di  iei,fin 'oc*, 
toonciecon  Zuccaro  la  mattina  a  digiuno,  è  rimedio 
eccellcntillimo ,  &  molto  ìlpcrimcntato  per  lo  nfcalda- 
mcnto  del  fegato,  &:  delle  reni,  &  piaghe  delle  reni,  &c 
l'orinar  renelle,  &  feorticatura  della  verga;  nelle  quali 
pailioni  fa  rara  operano  ne  con  molta  preltezza^&:  quel- 
li che  orinano  renelle,  &gli  iìfcorticala  verga,  nlana 
per  lo  più  in  tre  fiate ,  che  lo  prendono.  Dicono  che  gio- 
ua  ancora  alla  Diabete  ;  ma  io  nò  ne  ho  hauuto  ifpencn- 
za.  Chiamali  in  Arabico  Queura-In  Perflano  Ana- 
nafa  ,  &  Angali .  In  Decani n,Queuxa  ;  &  il  fiore 
(  che  è  l'occhio  odorofo  delle  foglie  )  chia- 
mano in  Arabico  Chuxtaid.inPcrfìa- 
noPixcoxbuith.  I  Turchi  non-, 
l'hanno ,  né  lo  conoscono. 
Gli  Arabi  lo  lauda- 
no molto  per  le 
medefi— 
me 
paflioni,  &per 
l'crifìpc- 
lc. 


LI    1        ANA- 


Ut 


A    N    A    N    A    S: 


*:S 


DELL'ANANAS,    C  A  P. 


i6p 
L  V  1 1 1. 


ì 
Ve  s  to  Pomo  peregrino ,  lacuiori-P 


di 

T.  del 


gine  dicono  ciler  venuta  del  B'rafiI,don*-rJL 
defur  portati  i  primi  alle  Indie  Onen- 
\  tali,  &doucallignaronOcofì bene, co- 
me nelle  Occidentali ,  &  horanefono 
in  gran  quantità  per  ogni  parte  diede) 
cdella  grandezza  d'un  Cedro  piccolo,  moltogiallo,  Se 
molto  odorofo  quando  è  maturo  i  &  rende  tanto  odore, 
che  nel  calle  fi  conofee  la  cafa ,  dou'egli  è  riporto .  Il  (uo 
fapore  e  molto  fòaue,&  egli  in  le  molto  (uccofo .  Di  lun- 
gefi  famiglia  all'Acanto,  ma  non  ha  li  fpinicofi  acuti, 
ne  pungono.  Da  ciafeun  piedc(ilquale  è  dell'altezza  d'un 
Cardo  da  mangiare)  produce  vn  fol  Pomo  nel  mezzo, 
&  nel  fìio  circuito  molti  figliuoli;  &  alcuni  di  loro  efeo- 
no  con  frutto  ;  onde  cogliendo  l'Ananas,  piantano  (libi- 
to i  figliuoli  >&  da  ciafeuno  efee  vn  cefpuglio  col  Tuo  Po- 
mo, come  il  primo;  &  fi  ri  coglie  nel  termine  d'un'anno. 
La  radice  di  detto  cefpuglio  è  fimigliante  a  quella  del 
Cardo  da  mangiare  ;  &  le  foglie  hanno  fcmbianza  col 
medefimo  Cardo,  benché  più  con  quelle  dell'Ananas 
Silueftrev . 

Chiamali  communementc  Ananas;  &  da  Canarini 
Ananafla  .  I  primi  di  qucfti  frutti  ,  che  fi  venderono 
nelle  Indie  valfcro  (  al  minor  prezzo  )  dieci  ducati  1  uno  ; 
&  al  preiente ,  non  perche  fiano  diminuiti  nel  fuo  odo- 
re, &  fapore  i  ma  per  la  grande  abondanza,  che  in  tutte 
quelle  pani  fi  ritroua  di  loro ,  vagliono  i  più  cari  due 
Reali.Detto  frutto  è  caldo,  &  humido.  Mangiali  prepa- 
rato, &  bagnato  in  vino  ,comc  il  Cotogno .  Si  digenfee 

facil- 


x7o  DELL'ANANAS. 

facilmente ,  &  fé  fé  ne  mangia  troppo ,  infiamma ,  co- 
me i  Dorioni  di  Malaca.  Aprendolo  per  mezzo,  &  tor- 
nando à  congiungere  le  parti  djuife,  fi  vnifee  co- 
me il  Cocomero  i  &  tagliandoli  con  vn  col 
tclio,  lafciandouelo  dentro  per  vn 
di,  ò per  vna  notte ,  guaita  & 
confuma  tutta  quella  par- 
te del  coltcilojchc  rc- 
ftòdcntro.Fin" 
horanon 
fc 
ne  fa  altro  v(b ,  che 
quello  del  ga- 
llo. 


SAR- 


*7' 


S    A     *    G    A    Z    O. 


GAZO.     C  A  P.    LIX. 

E  £  molto  profondo  &.  lungo  ma- 
re della  molto  famofa  &  non  me- 
no temuta  volta  <ielSargazo(chc 
cofi  fi  chiama  da  Nauigàti  dell'In- 
die da  dieciotto  fin  trentaquattro 
gradi  della  linea  cquinotriale  dal- 
la parte  di  Tramontana)  appare  il 
mare  pièno  di  qucft'herba  chiamata  Sargazo.  É  lunga 
vn  palmo .  Ha  li  ramofcelli  fotti  li ,  Se  fenza  radice .  Vc- 
defi  tutta  l'acqua  coperta  di  detta  herba  adunata  inficme 
a  mucchi,  &  intricata  vna  con  l'altra  ;  &  mirandoli  be- 
ne, fi  vede  che  viene  dal  profondo  del  mare  tanto  colli- 
gata  &  inuolta  infieme,che  pare  ogni  mucchio  vn  gran- 
de cefpuglio. 

La  foglia  è  fottilc  di  lunghezza  di  mezzo  dito  ;  Gretta; 
&  molto  punteggiata  d'intorno  j  di  colore  non  molto 
rolla  i  infipida  nei  faporc ,  con  vna  infcnfibilc  mordica- 
rione ,  che  par  edere  più  dall'acqua  falata,  che  da  lei .  Al 
pie  di  ciafeuna  foglia  fi  troua  vna  Temenza  ritonda ,  co- 
me vn  grano  di  Pepe,  vana,  &  tutta  ricamata,  di  fopra 
d'un  fottilc  corallo  bianco ,  &  alcune  di  corallo  rollò  &C 
bianco,  &  molto  tenero  nell'ufcir  dell'acqua  ima  fé  Io 
lafciano  feccare ,  diuicn  duro  ;  ma  per  clTer  cofi  fottilc  , 
fi  rompe  facilifiimamentc. 

Quella  femenza  è  pregna  d'un'acqua  falubre .  Non,, 
riabbiamo  veduto  a  qucfVherba  alcuna  radice  ;  ma  fi  ve- 
de i  fegni  dode  fi  ruppe  ;  &  pare  che  nafea  nel  profondo 
del  mare  fopra  arena,&  che  habbia  le  radici  iòttili.Ben- 
che  vifia  opinione,ch'i  Torréti,iquali  di  molte  Ifolc  ca- 
dono 


DEL    SARGAZO.  i7$ 

dono  in  quello  mare ,  cauino  detta  herba ,  &  la  portino 
feco .  Perfidiando  lopra  di  quello  vn  Piloto  d'una  naue, 
nella  quale  io  mi  trouai  in  quello  Paragio  con  calma, 
&  elTendo  il  mare ,  quanto  poteuamo  vedere,  coperto  di 
detta  herba ,  fu  mandato  a  ballo  alcuni  Marinari,  i  qua- 
li nettando  l'acqua picllò  alla  Naue,  &  cacciando  l'hcr- 
ba  da  vna  parte, noi  vedemmo  molto  chiaramente  rifor- 
gerc  mucchi  grandi  di  detta  herba  congionta  vna  con 
l'altra  dal  profondo  del  mare,  doue  fcandagliando  non 
fi  trouò  terra . 

QjiclVherba  inconferuadifelc,  &  aceto  ha  il  mede- 
fimo  faporc  del  Crithmo ,  ò  Finocchio  marino,  &  in  bi- 
fogno  può  feruir  in  luogo  di  quello ,  che  portano  di  Si- 
cilia condito,  &  feruir  in  mare  per  Cappari .  Io  la  faceua 
dare  coli  ,tcomc  la  cauauano  del  mare,  ad  alcune  Capre, 
ch'erano  nella  Naue,  lequalilamangiauano  con  gran 
gullo .  Non  fi  ha  faputo  di  lei  altra  vi  rtù ,  eccetto  ch'un 
marinaro  delia  Naue  addolorato  per  l'orina ,  facé- 
do  molte  renelle  e  materie  grolle,  fi  diede  a 
mangiare  di  detta  herba  cruda ,  &  cot- 
ta ,  dicendo ,  che  gli  fapcua  buo- 
na, &  di  là  a  pochi  giorni 
m'affermò  ,  ch'ella 
gli  haucua  fat- 
to  gran 
be- 
neficio ,  &  ne  portò  le- 
co  per  mangiar- 
ne in  ter- 
ra. 

Mm  CAR- 


174 


CARCAP.YU 


*75 
DEL     CARCAPVLI.     CAP.     LX. 

L  Carcapuli  e  arboro  grande,  alto,  &  gtof- 
fo .  Il  luo  frutto  e  della  grandezza ,  &  limi- 
glianza  d'un'Arancio  fenza  erotta  tutto  di- 
pinto in  fette,  ma  non  fono  feparati  vno 
dall'altro  ,  come  fon  quelli  dell'Aracio.So- 
no  coperti  d'una  lottile  croita  lifcia ,  &.  luftra,  non  mol- 
to fecca,  di  color  pallida,  &  quando  limatura,  diuien 
più  aurea  ;  il  fapore  è  molto  auliero  con  vn  piccante-/ 
moi:o  aggradeuole.  Si  vfi  quello  frutto  ne' cibi  j  &  Ì3L, 
gente  della  Terra  ne  fa  gran  itima  nelle  fue  cure;  &  tra 
tutte  le  medicine  più  ifpenmétatc,quelta  tiene  il  primo 
luogo,  per  far  celiare  ogni  fluifo  di  corpo, principalmen- 
te in  huomini  afflitti  per  l'atto  Venereo.  L'ufano  a  man- 
giare maturo,  òdelfuo  fu  eco  con  latte  agro,  Se  anco  fec- 
coinpoluere.  Mefcolatocon  latte  agro,  &R1I0  cotto, 
ha  merauigliofa  grada  nel  reftaurar  l'appetito ,  &  voglia 
di  mangiare.  Viano  il  fu©  lucco,  &  la  (uà  poluerc  del  fec- 
co,  nelle  nebbie ,  &  nelle  vnghie ,  &  carnolìrà  de  gli  oc- 
chi. La  poluerc  di  detto  frutto  è  molto  vfata  dalle  Coma- 
dri,del  quale  danno  alle  donne  da  parto,  per  cacciarne  le 
fecondine,  &per  purgar  bene,&  per  far  loro  abondar  la 
latte,&  innanzi  che  partorivano  per  facilitar  loro  il  par- 
to,nel  che  dicono,che  fa  grandi  effetti.  Mefcolano  il  fuo- 
co di  quello  frutto  con  altre  herbe,  &  lo  applicano  fopra 
l'unghia  del  dito  maggioredel  piede  della  iltefla  parte, 
doue  alcuno  ha  nebbia  in  alcuno  de  gli  occhi, &  catarat- 
te,chc  non  fiano  confermate  ;  &  dicono  chegioua .  Dal 
Malabar  portano  detto  frutto  fccco  per  altre  partii  & 
chiamali  in  Canarin  Garcapuli . 

Mm     2,         BAN- 


*7* 


B    A    N    G    V    E. 


DEL     BANGVE.      CAP. 


177 
LXL 


L  Bangue  è  vna  pianta  limile  al  Ca 
napc  deicruro  da  Diolcoride  nel 
3.1ib.al  cap.  1  5  9.  Si  alza  quella  pia- 
ta dalla  terra  fin  cinquepalmi.il 
fuo  furto  è  quadrato,  &  della  grof- 
fezza  di  quello,  che  è  qui  dilcgna- 
to .  Il  colore  è  più  verde  chiaro,che 
quello  del  Canape .  La  foglia  della  grandezza  di  quella, 
ch'c  difgionta,&:  deU'iftcilo  colore  della  pianta  di  lopra* 
&  di  forto  è  bianca ,  &  pelofa .  Ha  quella  foglia  il  fapor 
terreflre,  &infipido.  Ama  luoghi  humidi,  &  è  molto 
difficile  da  rompcrfi.La  feorza,  &  i  fili, ch'ella  fa  fono  co- 
me quelli  dell'illeiTo  canape  j  mai  fulli  dclBanguenon 
fono  coli  vuotijComc  quelli  del  Canape .  Il  ieme  è  più 
piccolo,  che  quello  del  Canape,  &c  non  è  coli  bianco. 
La  gente  Indiana  mangia  di  quella  femenza ,  &  delle  fo- 
glie per  aiutarli  nell'atto  Venereo ,  &c  per  accrelcer  l'ap- 
petito di  mangiarcfalfi  di  quello  Bangue  vna  compofì- 
tionc,  la  quale  è  molto  ordinaria  tra  quelle  genti, per  di- 
uerfi  effetti,'  perche  alcuni  la  prende  per  ifcordariì  1  fuoi 
trauagli,&  dormire  fenza  pen/ìcro;  altri  per  dilettarli 
dormcndoin  varietà diTogni,  &  illufioni  ;  altri  per  eiler 
ebbri  ,&gratioii  parafiti  ;  altri  per  l'effetto  delle  donne; 
i  grandi,  &i  Capitani  per  ifeordarfi  i  loro  trauagli,  &c 
dormir  fenza  penficro.  Preparano  il  Bangue  a  quello 
modo  ;  prendono  della  femenza,  &c  foglie  del  Bangue 
fatto  in  poluerc  quel  che  vogliono ,  &  gli  pongono  Are- 
ca verde ,  ch'è  Nocella  Indiana ,  &c  dcll'Opio  più ,  ò  mc> 
no,  fecondo  il  lor  volere  ;  de  lo  prendono  con  Zuccaro , 

fiele  fi 


z78         DEL     B  A  N  G  V  E. 
&  fé  fi  vogliono  dilettare  in  varietà  di  fogni  ,  aggiungo- 
no a  quelta  compofìtione  Cafora  della  buona^Garofoli, 
Noce  mofeata.,  &  Macis.Etp  allegrare,&  far  ftar  di  buo- 
na voglia ,  &  principalmete  per  far  li  bé  poteti  co  le  don 
ne,aggiungono  Ambra,  &.Mufchio,&  co  Zuccaro  fan- 
no il  loro  elettouaro. Molti  mi  affermarono ,  che  p  l'atto 
Venereo  quefta  femenza ,  &  foglie  haueua  grandifììma 
efficacia ionde  non  dee  hauer  che  fare  col  Canape  , 
benché  lo  fbmigli  molto  ;  poi  che  Diofcori- 
deferiue  al  luogo  citato,  ch'egli  fcalda 
&  fecca,  &  nfolue  la  virtù  genita 
le.  Chiamano  gli  Arabi  il 
detto  Baneue,  Axisj 
IPeriiani,  Ban- 
gue^lTur 
chi, 
Afarath^I  Decanini,  Ban- 
gue  ;  &  cofi  il  più 
delle  altre  na- 


tioni. 


m 


DEL- 


DEL  LASSA   FETIDA.   CAP. 


179 
LXII. 


'Alt  1  h  t  ,  l'Angiudcn ,  ì  Aflà- 
fetida ,  dolce  &c  odorata  medicina 
(della  quale  tra  i  Dottori  è  ilata^ 
differenza  cv  controlla  iìa  )  è  vna 
Gomma  ,  che  portano  dalCora- 
zanadOrmuz,&daOrmuz  all'In- 
die ,  &c  dai  Guzarate,&.  dal  Regno 
di  Deli  (  terra  mol  to  freddala  quale  dall'altra  parte  con- 
fina col  Corazan,&colpaefedi  Seruan,come  lente  Aui- 
cenna .  Quella  gomma  è  chiamata  da  gli  Arabi  Altiht, 
&  Antit;  &  da  gli  Indiani  Ingu ,  òlngara.  L'arboro, 
donde  c(cc  Ci  chiama  Angiuden ,  &  altri  lo  chiamano 
Angcidan.  NondifegniamoqueilarborOjperchenon 
lo  riabbiamo  veduto,  perciochela  góma  viene  di  lunge 
per  la  terra  a  dentro  ;  onde  non  è  da  merauigliarfi ,  lo 
non  fi  fa  bene  la  fua  rìgura  ■■>  &  Ce  Auicenna  le  pole  per  la 
medelìma  cagione  molti  nomi;  perch'egli  puòeiière, 
che  fi  variano  1  nomi  fecondo  le  Terre,  &  che  in  vna  fi 
chiami  Altiht,  nell'altra  Almharut ,  poi  ch'ella  paifa 
per  Terre ,  ch'ufano  diuerfì  linguaggi .  Tieni!  elici  pro- 
prio nome  di  detta  gomma  Ila  Lafer,  &non  Aflà;  ma 
che  il  terr.po  l'habbia  corrotto.  Onde  Gerardo  Cremo- 
nefe  nel  cap. del  difetto  del  coito  in  Rafis,hcbbe  opinio- 
ne, che  Alnhtfoliefucco  di  Ghzirriza  apprefo,  6c  in- 
groflato.  Mali  può  difendere  Gerardo,  perche  non  è 
itato  Arabo,  ma  di  Andaluzia;  oue  la  lingua  propria, 
nella  quale  Auicenna  fcrilTe,  fu  quella  ,  che  Ci  vfa  nella 
Sona ,  oc  nella  Mefopotamia  ,  &  nella  Tartana,  donde 
era  Auicenna.Qucita  lingua  fi  chiama  Arabi,  &  nel  lin- 
guaggio 


i8o        DELL'ASSAFETIDA, 
guaggio  de'noftri  Mori,  Magarabi;  il  che  vuol  dire, 
Moro  di  Ponente;perchc  Ma, in  Arabico  vuol  dir  Del, 
&  Garbi ,  vuol  dire  Ponente.  Et  perciò  non  è  mcraui- 
glia  che  falli  Gerardo;  perche  Altiht  non  vuol  dir'altro, 
che  Arboro  dell'Alia  fetida ,  &  molte  fiate  fi  prende  la 
Gomma  per  Tarboro .   Che  ciò  fia  vero ,  fi  vede  chiarov 
perche  ella  fi  applica  per  drizzare  il  membro  virile ,  cofa 
molto  vfata  in  quelle  parti;  &nonè  a  propofìto  vfar  di 
quel  fucco  di  Glicirriza  per  la  diminutione  del  coito  ;  & 
nelle  diuifioni  pone  RafislV  Itihrper  li  piaceri  di  Ve- 
nere ;  &  Ada  dolce  non  viene  pofto  da  alcun  Dottore 
Arabo , ne  Greco ,  ne  Latino,  che  fiad'auttorità?  per- 
che Glizirnza  fi  chiama  in  Arabico ,  Cuz;  &  il  fuo  fucco 
cotto,  &  ridotto  in  forma  di  Sapa  chiamano  gli  Arabi 
Robalzut;  &:  li  Spagnuoli  corrompendo  il  nome,  lo 
chiamano  Rabazuz.   Di  fòrte  che  Robaìzuz  in  Arabi-- 
co  vuol  dire,fucco  ringrolfato  di  Glicirriza;perche  Rob, 
è  fucco  ingroifato ,  Se  Al ,  articolo  del  Gcninuo ,  De,  & 
Cuz ,  Ghcirnza ,  &  tutto  infieme  vnito ,  lignifica  fucco 
ingroiìato  di  Glicirriza  ;  onde  non  fi  può  chiamare  que- 
fìo  fucco ,  A  (Ta  dolce .  Et  a  quelli ,  che  dicono ,  che  Af- 
fa fetida, &c  Laferpitio  fono  diuerfe  medicine(perciochc 
il  Laferpitio  è  medicina  per  la  cucina ,  &  per  medicare  > 
oue l'Alfa fetidagioua al  medicare  (blamente)  &chefc 
la  vfallero  ne'  cibi ,  ò  brodetti ,  gli  guattarebbe  tutti  col 
fuo  horrendo  odore;  fi  rifponde  &  con  verità ,  che  la  co- 
fa più  vlata,chc  fia  in  tutta  l'India,&  per  tutti  i  fuoi  luo- 
ghi ,  fi  è  quella  Alla  fetida  cofi  per  medicina ,  come  per 
lifapori;&  fc  ne  confuma  in  quelle  parti  quanti tàgran- 
de;perche  tutti  i  Gentili,principalmcntc  quelli  di  Cam- 
baia  ,  &  i  Pittagorizi  Baneani ,  la  comprano  &  mangia- 
no or- 


DELL'ASSAFETIDA.         *8, 

no  ordinariamente  più  òmeno,  fecondo  le  loro  forze. 
Et  perche  quelli  non  mangiano  carne ,  i  principali 
condimenti  co'  quali  la  mangiano  fono  herbaggi,  Se 
Bietole ,  con  le  quali  affermano  ch'è  buona .  I  Mori  an- 
cora mangiano  di  quefta  Ailafetida,  ma  in  manco  quan 
tità  ;  percioche  queiti  folamcntc  la  mangiano  per  medi- 
cina. Dicono  quelli ,  che  mangiano  quefta  Ailafetida , 
che  oltra  l'incitar  molto  l'appetito  di  mangiare,che  quel 
poco  d'amaro,  eh' ella  ha,  èfaporoiò;  &  che  dapoi  in- 
ghiottito ,  refta  la  pcriona,che  la  mangiò  molto  conten- 
ta ;  &  coli  la  loda  molto  di  buon'odore, &  fapore  la  gen- 
te di  quella  Terra  ;  &  credei! ,  che  ciò  nafea  per  lo  conti- 
nuo, vfo  che  hanno  di  mangiare  quefta  medicina . 

A  quelli ,  che  dicono ,  che  quefta  medicina  fi  via  fo- 
llmente nelle  compofnioni  y  fi  dice,  che  fi  ingannano, 
come  fi  ingannò  il  Sepulueda;  Benché  ilGuancrio,  &c 
molti  vfano  quefta  medicina  da  fé  fòli  .Gli  Indiani  la  lo- 
dano per  lo  ftomaco,  perfaciiitar  il  ventre,&:  per  confiir 
mare  le  ventofità.  Curano  con  quefta  medicina  anchora 
i  caualli ,  che  fanno  molta  ventofità  ;  &c  tanto  apprezza- 
no quefta  medicina^  che  la  chiamano  quelle  genti,  &: 
principalmente  quelle  di  Biinagar,  Cibo  de  Dei.  Ben- 
che  Mattheo  Siluatico  dice ,  ch'è  veleno ,  Se  allega  Gale- 
no .  Ma  non  fi  troua  ne  in  Galeno,  ne  in  alcun  Semplici- 
fta  Greco  quefta  cofa  ;  anzi  dicòno  eiler  buona  contra  il 
veleno,  laPeftilenza,  i  Vermi,  &  la  Rabbia,  che  fono 
contrarij  cffettimel  che  pare,  che  Mattheo  Siluatico  non 
habbia  ciò  ben  confidcrato.  Gli  Indiani  pongono  que- 
lla gomma  nelle  cauerne  de'  denti  guafti,chc  dogliono; 
benché  dica  Plinio  ,  che  vno  che  fé  la  pofe  nella  ca- 
uernad'un  dente,  hebbe  tanto  dolore,  che  fi  gettò  da 

Nn         vna 


z8i         DELL'ASSA  FETIDA. 

vna  fineftra .  Ma  ciò  poriaeflèr  fuccefìò  per  quel  tale 
molto  ripieno  di  humori ,,  i  quali  mouefTc  la  detta  me- 
dicina - 

La  maggior  quantità  di  quefla  fi  ritroua  in  Chitor,in 
Mandou ,  &  in  Deli .  La  portano  ancora  da  Ormuz  co- 
me mercantia  per  Pcgu ,  Malaca,&  Tanaflàrim  ;  &  fem- 
pre  la  detta  Gomma  vale  molto,  la  qual  folamente  è  in 
vfo ,  &  non  la  radice ,,  ne  le  foglie  dell  arboro ,  donde  il 
caua  ;  delqual  dicono  cauarfi,dandoli  tagli ,  per  li  quali 
diflilla .,  Quello  arboro  fomigliano  efli  aL  Nocellaro 
nella  grandezza -,  &  nella  foglia .. 

Si  mantiene,  &  conferua  queftagomma  ncHcpclli  de' 
Buoi,  vntecon  fangue  me/colato  con  farina  di  tormen- 
to ;  onde  quando  vi  fi  rrouaràtalcuna  cofa ,.  che  parife- 
mola ,  non  fi  ha  da  tenere  per  fallita,  come,  hannoferit:- 
to  alcuni"., 

Or*ègH  occorfe ,  che  dimandando  vn  certo  huomo 
ad  vn  Banean  e  letterato,  per  qualcagione  egli  mangia- 
uadi  quella  gomma,  poi  ch'ella;  vcniuamefcolata  eoa* 
fangue  di  bue;  il  Raneane  glirifpofe,,  che  quella  medi- 
cina era  tale,  che  in  lei,  non  fi  doueua  hauer  riguardo  ad 
alcuna  regola  .Quelli  Baneani  non.mangiano  carne,  ne 
eofa  di  fangue;  6c  tengono  la  trafmigratioiie  delle  anime 
ne'  buoi  .. 

Di  quella  Aita  fetida  fono  due  fpecie„vna  ch'è  netta, 
&  chiara  ;  &  l'altra  ch'è  torbida  &  lorda ;  la  quale  netta- 
no i  Baneanrprima ,  che  la  mangino;  quella  ,.ch'è  net- 
ta ,èdi  colo  re,  come di  chiaro;&  lucente Ottone  ;&  di 
q  uella  è  la  maggior  parte  di  quella,che  fiadopra  nel  Gu- 
za  rate,  doue  la  portano  da  Chitor,,  &;  da  Patanc ,  &  da* 
Deli  ;;  &  l'altra  conducono  dallo  flìctto,  &  da  Ormuz. 
:  ~  Onde 


DELL'ASSA  FETIDA.  ±85 

Onde  vale  la  migliore  (  che  è  la  chiara ,  &  lucida  )  molto 
più  che  l'altra, la  quale,pcr  cfler  di  manco  prezzoli  ado- 
pra  più  tra  la  geme  poucra  coli  ne  cibi, come  nella  medi- 
cina. L'odor  della  m)gliore(ch'e  quella  cheportanoal  Gu 
zarate ,  come  Ci  è  detto  )  è  pju  gagliardo,  che  quello  del- 
l'altra ;  benché  ambedue  riabbiano  aliai  triito  odore- 
Ma  quella  gente  tiene  per  buoa'odorc  quello,  che  più 
pollcnre  ;  onde  dicono  elh ,  che  quella  ha  buon'odo  re  ; 
perche  ha l'odorepiugrande. 

Quclt'odorc  è  quali  limile  all'odore  della  Mirrha  ;  & 
quella  è  la  cagione,  perche  Auicennaladiuifein  Feti- 
da ,  &  odorola  ;  perche  diceuano ,  che  la  Fenda haueua 
odore  di  Porriima  nò  è  cofi,perchebcn  cófidcratala  ma- 
niera di  parlare  delh  antichi,non  chiamano  ia  cofa  odo- 
rola per  hauer  buon'odore  ;  ma  per  hauer  l'odor  grande; 
onde  chiamano  aromatico  il  Calamo,  il  quale  a  giudi- 
ciò  di  tutti ,  fi  poria  chiamar  più  tolto  fetido .  Ha  trifto 
odore  ancora  la  Mirrha,  l'Aloe,&  loSpico. 

A  quelli ,  che  vogliono ,  che  quella  Aflufetida  com- 
mune  iia  quella ,  che  per  tale  fi  via  ;  &  la  odorofa  il  Ben- 
giuì  (  poi  che  non  ci  ha  efpreilo  Capitolo  di  lui  )  &c  dico- 
no, ch'èpiur3gione,chc  la  radice  dell'arboro  del  Bengi- 
ui  fia  buona  per  condire  1  cibi, che  l' Aflafetida;  &  che  le  i 
Bancani  la  trouano  iaporofa,  &  buona  p  magiare,  ciò  a- 
uienc  per  cflerevlati  a  mangiare  herbe,  &  altri  cibi  pò- 
co  faporofi,&chefecódo  che  dice  Antonio  Mufa.quel- 
li  che  nauigano  a  quelle  parti ,  &  vanno  a  cercar  il  Bégi- 
uì,  dicono  diferi  uendo  i'arboro,  cifer  conforme  alladc- 
fcrittionedel  Laferpitio;&  più,  che  quelli  della  medefi- 
ma  Terra  coiìrctti  dalla  venti ,  chiamano  la  detta  Gom- 
ma Lafcrpitio  ;  fi  rifpondc  al  primo ,  che  non  fi  può  ^p- 

N  n     x         plicar 


284  DELL'ASS A  FETIDA.' 

plicar  nome  antico  alla  medicina ,  ò  a  Semplice;nuòuà* 
mente  ritrouato  in  noftro  vfo  ;  perche  non  fu  poiTìbile  j 
che  gli  antichi  vedeffero  tutto ,  &  tutto  fcriueiTèro .  Et 
al  f  ecódo,  egli  è  chiaro ,  che  Antonio  Mufa  in  Ferrara  fu 
ingannato  da  colui  ,  che  gli  die  falfàmente  queitarela- 
tÌQnc>perciocheI'arboro  del  Bégiuì  è  diuerfo  dal  Laferpi 
tie>j&  quefto  del  Begiuì  nò  fi  fa,che  fia  fé  no  in  Samatra, 
&  in  Sion  ;  &  in  tutte  quelle  Terre  non  fi  chiama  fé  non 
Cominhan,&  no  Laferpitio.il  quale  Bengiuì  non  fi  tro- 
tta nell'Armenia, ne  nella  Soria,nè  nell'Africa ,  né  meno 
in  Cirene, poi  che  pretto  de  gli  habitatori  di  quelle  Terre 
non  ne  è  memoriav&  la  maggior  parte^doue  li  adopra  il 
Bengiuì,fiè  nell'Arabiajbenchefìadopramoltoin  tutte 
l'altre  parti,come  ne'  Regni  di  Deli,  &  di  Mandou,  &:  di 
Chitor.Et  poi  che  d'Africa,  d'Armenia,di  Giudea,  di  So- 
rda^ di  tutte  quelle  parti  lo  vano  a  torre  in  India&  por^ 
tar  alle  dette  parti  ;  è  cofa  chiara ,  che  Antonio  Mufa  fia 
flato  ingannato  ;  perche  s'egli  fi  troualfe,  dou'egli  dice, 
non  andarebbono  a  torlo  in  altre  parti  per  mercantia; 
perche  in  fuo  luogo  porian  portare  qualche  altracofa, 
chepiuvalcrebbe. 

IlRuelliohuomo  (dotto)  &  degno  di  molta  laude ,  ii 
quale  traduffe  Diolcoride ,  dice  nel  fuo  libro  delia  na- 
tura delle  piante,  che  in  Francia  nafcevna  radice  grofia 
&  grande ,  di  fuori  nera  ,  &  di  dentro  bianca  ;  &  la  dife- 
gna  con  la  figura  fogIie,&c.&:  dice,  che  cofi  la  radice,co- 
me il feme,  &lalagrima  hanno  odore  molto  foauey& 
che  per  eflTere  medicina  approuata,- le  pofero  nomi  ma^ 
gnifichi,  come  Radice  Imperatoria,  Radice  Angelica , 
Radice  dello  Spirito  Santo  ;  &  dice ,  ch'ella  gioua  a  mol- 
te cofe ,  efiendo  calda }  &  fecca  nel  terzo  grado  ■•>  &c.  ch'è 

vnica 


DELL'ASSA  FETIDA.  *8r 
Vnìeacontra  veleno,  &  che  preférua  dalla  contagionc 
peftilcnùale  ;  fk  che  togliendoli  per  bocca  in.  quantica 
d'un  Cecel'inucrnocon  vino,  &:  nella  ellate  con  acqua 
rofa,non  fentiranno  quel  giorno  pe(tilen2a;perchc  (cac- 
cia il  veleno  per  orina ,  &  per  (udore ,  &  dice  di  piu,.che 
vale  contra  molte  altre  infirmici,  lodandola  molto;  & 
dice  effer  queita  il  Lafcrpitio  Gallico^  dice ,  che  il  fuo- 
co,  ò  lagrima  ha  odore  di  Bcngiuù  &che  i  dotti  fono 
d'opinione ,  che  ila  Bengiuì  ;  &:  che  quello  è  liquore  Ci- 
renaico,  ò  fucco  Cirenaico,  che  partorì  la  Giudea,  &  lo 
mandò  in  Francia  j'onde  dice ,  che  fi  deurebbe  chiamar 
Bengiudeo;  &  ch'èilato  corrono  il  vocabolo,  chiaman- 
dolo Bengiuì . 

Ma  io  non  ho  da  trattare  della  differenza ,  ch'è  dall'u- 
no all'altro  ;  perche  l'arboro  del  Bengiuino  ègrande,co- 
meii  dirà,&  molto  diuerfo^  maggiore,  che  quello  del- 
l'Affa fetida  y  onde  farebbe  ragione ,  che  (e  folle  Laferpi- 
tio  Cirenaico ,  nefuife  quiui  alcuno,  &c  fene  trouaffe al- 
cuno in  Giudea,  nella  qual  regione  non  è  memoria  tra 
gli  huomini ,  che  mai  fia  (tato  quello  femplice.  Et  ben  e 
chiaro  che  fia  cofi  ■■>  perche  fé  anticamente  folle  ftatOi  fa- 
rebbe reflata  qualche  memoria  di  lui  neilagéte  di  quel- 
la Terra  ,&  farebbe  dato  lodato  da  Dauid,  &  da  Salo- 
mone, che  tanto  lodarono  gli  odori.  Et  certo  il  nome 
ingannò  il  Ruellioj  il  qual  dice,  che  (ìchiamaua  Ben- 
giudeo  iilche  vuol  dire  figliuolo  di  Giudea.  Ma  più  to- 
lto fi  ha  da  credere ,  che  lì  chiamaile  (  come  è  [a  verità  ) 
Ben  Iaoi ,  che  vuol  dire  figliuolo  della  Iaoa,  douefe  ne 
ritrouagran  quantità.  Oltradiciòil  Ruelhololoda,di- 
cédo,che  prefo  a  digiuno,acqueta,&  ammorza  ogni  di- 
molo  della  carne^oue  di  tutta  l'Affa  fetida  (i  fcriue,&  ve- 
de per 


r85  DELL'ASSA  FETIDA, 

de  per  ifpericnza,ch'ella  non  lafeia  cadere  il  membro  vi- 
rile .  Il  Mattinolo  dice,  haucr  tenuto  l'iiteiTa  opinione! 
ma  che  dapoi  coftretto  dalla  verità,  renne  il  contrario . 
La  cui  opinione,  &  d'altrui ,  ch'egli  adduce  fopra  di  ciò, 
fi  veggono  nel  luo  commento  del  libro  terzo  di  Diofco4- 
ride  al  capitolo  78-doue  recita  le  parole  diTheofrafto 
nel  libro  d.al  capitolo  terzo  della  Hiftoria  delle  Piante. 
'Onde  non  hanno  ragione  quelli ,  che  per  cflèrc  troppo 
anettionati  a'  Greci  difprezzano  ,  &  abhorifcono  gli 
Arabi,doucparlano  bene . 

A  quello  che  dice  lo  fcrittore  Milanefe,  che  naicc  nel 
MontcParopanifo;  &  che  alcuni  huomini  di  Macedo- 
nia gli  diilero,  che  lo  haueuano  veduto  nel  Monte  Cau- 
cafoi&  che  quefto  ha  molto  grande  odore  •>  &  allega  il 
fuggi tiuo  Lodoui co  Barthema,  il  quale  non  pattando 
Calecut ,  ne  Cochin  (  come  fi  fa  per  quelli ,  che  in  quel- 
lcpartiloconobbero)  fcrhTe  quello,  che  li  piacque  nel 
fuo  libro,  pensando  pcrauaura  che  dapoi  di  lui  non  an- 
dattero  altri  cu  rio  fi  all'India  ,  iquali  vedeflèro  molte  co- 
fe  contrarie  a  quello,  ch'egli  l'criiTe&  diflciche  il  miglio- 
ire  di  tutti  è  quello  di  Samatra.Ma  il  Milanefc  ò  fcriflè  co 
mcvolfe,ò  luinganato  da  Macedoni  ;poi  che  molti  Ro- 
mei ,  &Turchi,che  vanno  a  quelle  parti  ogni  giorno,  lo 
portano  per  mercantia .  Et  tornando  a  quello ,  che  dice 
il  Milanefe  del  Bengiuino  di  Macedonia  ;  poria forfè  ef- 
fèrcStorace  i  tutto  chenon  fi  lappia  eiìcr  Storace  al  trou  e 
che  nella  Ethiopia,doueè  la  Mirrha.  Di  maniera  che-» 
del  Bengiuino  fi  trouano  tre  differenze;,  l'una  fi  chiama 
mandolato ,  perche  ha  dentro  di  fc  alcune  mandole  bia- 
chc,&  quanto  più  mandole  tiene,  tanto  migliore  vie- 
ne estimato  ,&  e  più  vendibile,  che  tutti  gli  altri  >  &  la* 

maggior 


DELL'ASSA  FETIDA.  n7 

maggior  quantità  di  quello  firitroua  inSionc,  Se  iru 
Marthabano;  &  quello  è  quello,  del  quale  dille  Anto- 
nio Mula ,  che  veniua  mekolato  con  tanna  della  radice 
delmcdelìmo.  Nel  che  s'ingannò  del  tutto;  perche  la* 
gomma  è  tutta  vna,  grolla  l'una,  l'altra  Cottile,  l'altra 
quali  dura  i  &  tutta  coL  tempo  fi  fa  più  bianca  al  Sole,& 
quella  lì  fa  alle  fiate  in  farina,  ch'è  quella,  che  dice  An- 
tonio Mufaciler  farina  della  radice ,  &  è  delle  mandole, 
come  fi  puòifpcnmentare  pelandone  alcuna . . 

Vièvn'alrroBengioino  più  nero  nella  Iaoa  ,  &  in  Sa- 
matra  ,  Se  quello  è  di  manco  prezzo.  Vn'altro  è  nella 
illcfla  Ifola  diSamatra,  il  quale  è  nero,  &cauato  dalli 
arbori  nouclli ,  &  quello  fi  chiama  Bcngiuino  di  fiori , 
il  quai  nome  mcrirò,  per  lo  fuo  foaue  odore,  &  gran- 
de fragranza,  &  vale  queltodicci  volte  più, che  L'altro . 

Gli  habitatori  di  quelle  Terre  chiamano  tutte  le  dette 
fpecicdiBengiuinaCominhan,  Si.  iMori,  Louanlaoi; 
cioè  lncenlo  della  Iaoa  ;  perche  da  quella  parte  hebbero 
prima  i  Mori  notitia  diluii  Se  perche  quelli  chiamano 
ì'incenfo Ionam  ( il  qual  chiamano  1  Decanini,  Se  G aza- 
rati,  Vdo)non  è  mcrauiglia,  che  chiamando  i  Greci  l'In- 
cenfo  Ohbano,gIi  Arabi  imitandoli  lo  chiamailero  cor- 
rottamente Louaru . 

L'arboro  del  Bcngiuino  (  fecondo  la:  verarclationc)  è 
grande ,  alto,  bello,  di  molti, &:  ben'ordinati  rami ,  Se  di 
grande  ombre.  E'  il  tronco  di  quello  arboro  di  molto 
grande  altezza  ,  molto  groffo ,  di  legno  molto  forte ,  Se 
molto  faldo ,  Se  maflicio ,  Se  molto  difficile  da  tagliarli. 
De  detti  arbori  fi  trouano  alcuni  ne' campi,  &  bofehi  di 
Malaca,nc'  luoghi  numidi, &  a  gli  arbori  piccoli,&  prin 
cipalmcntec|uclli  di  Bairos,  rendeno  il  Bcngioino  mol- 
to buono 


irg.j         DELDASSA  FETIDA. 

to  buono  j  diramato  di  fiori  i  &  quello  è  migliore  ,  che- 
quello  di  Sion  ;  &  quello  di  Sion  è  mjgliorc ,  che  tutti 
gli  altri . 

Cogliefi  il  Bengiuino,dando  alcuni  tagli  a  gli  arbori, 
acciocheda  loro  diftilli  quefta  gommain  più  quantità, 
come  fanno  in  Europa  a  Pinni  >  :  La  foglia  di  quello  ar-^ 
boro  èpiu  piccola,cbe  quella  deliimone>&  no  coli  ver- 
de, &  dalla  parte  di  fuori  più  bianca ..  Notali  del  Ben- 
giuino  mandolato ,  chciion  è  tanto  odorofo,come  il  ne-j 
ro'cauato  da  gli  arbori  giouenii  perche;  anco  la  gomma 
vecchia  coi  tern'po  perde  l'odore ,  come  haltie  cofe  ,■  ma 
il  fuoco ,  abbrufciandole  ambedue  ,  moftra  la*diuerlìtà 
dell'odo  re;  perche  miglior  fragrantia  è  quella  del  nono  , 
negrp,che  quella  dei  Mandolato.Ma  perche  ^quello  bia- 
co  mandolato  è  più  bello  ,&ii  negro  ha  miglior  odore  $ 
mefcolano  quelli,  che  li  maneggiano  ambedue,l'unocoI 
l'altro  j&  cori  lo  fanno  più  vendibile,  più  bello,  &di 
miglior  odore . 

E*  il  Bcngioino  caldo  &  fccco  nel  terzo  grado .  Ha 
potere  di  attenuare  ,  confumare ,  &  rifoluerc  gli  hu- 
mori  grò  ili.  Pollo  ne'  profumi,  rifolue  ogni  'corrut- 
tione,  &infettione,  &  malignità  dell'aere  j  onde 
il  fuo  profumo  è  molto  vtile  nella  peftilcn- 
za .  Conforta  il  ceruello  ;  fortifica  tut- 
te le  potenze  dell'anima .  Eilir- 
pa  le  infirmità  fredde  della 
tefta;  cilendo  prima 
purgato  il  cor- 
po. 

-lo  ■-  3  . 

q/iol-C'o  CALA- 


ftl» 


CALAMO   AROMATICO. 


Oo 


DE.L 


DJTÀMG 


AROMATICO. 
LXIIL. 


CALAMO 
C  a  p.. 

r:         OMAJL 

O  N  o  tante,  &  cofi  diucrfe  le  dubbio*- 
fe ,  &  confufc.  opinioni  che  del  Cala- 
mo. Aromatico;  molti  moderni  Dot- 
tori hanno  fcritto,confondendolo  al- 
cuni coll'Acoro ,  altri  con  la  Galanga 
con  moki -,j&  lunghi  difcorfi,  che  io 
tengo  per.  più  ficuro  (poi  che  io  veggo  che  quanto  il  Dot 
tor  Òj  tane  fcniTe,è  la  pura  verità  )  di  non  vicire  di  quel- 
lo-, che  egli  di  queita.  medicina  dille ,  &  fcriffc  ;  per cio- 
chc:  JOhmo  Aromatico,  diedi  quelle  parti  portano, 
&.  ordina  r.urnentefi  adopra  nelle  Spedarle,  è  il  proprio, 
&  vcio.Giiamovmedicina  nell'India  molto  vfata  coli  ne 
gli  riuomini,  &  donne  ■■>  come  ne'  caualli.. 

Chiamati  ucl  Gazante ,  doue  ne  è  maggior  quantità 
Vax.  InDecanin,  Biche.  In  Malaca,Danngoo.  In  Per- 
nia, Heger .  In  Arabia  ,.CaiTab,&  Aldirira..  Nel  Mala- 
bar,,  Vazabu ..  Et  in  Cuncan  (che  è  la  falda  del  Mare  ) 
"Vaican  ..Effe bene  L'Arabo  Scrapione.  lo,  chiama  Affa  • 
beldiriri  ;  nondimeno  Scrapione  è  corrotto,, &  Auicen- 
na  è  corretto  ^perche  gli  Arabi  Phifiei  Io  chiamano  cofi, 
&  Catlàb,, vuole  direlo  ifteiTo  che  Càlamo ,  &  Aldirira, 
degli;  Aromatici  »  &  Ditire  èil medefimo ,  chepreiTo  di 
noi  Aroma  ::  &  queftoi  fi  caua  da  Auicenna ..  Et  perche 
quclli'di  Màlacaiconobbero  quefta  medicina  per  via  de 
Mori ,, che  erano:  del:  CoraiTan  >,  la  chiamarono;  Darin- 
gpo,  corrompendo  la-Voce  Aldirira ..  Per  effere:  quefta* 
Medicina  cofi  vfataintuttala  India,  fi  femina ..  Et  ben- 
ché il  Rucllio dica,ehe.lia buoiL'ódorcfrefco,  nondimc- 

no  ha^ 


•DEL  CALAMO  AROMATICO.  i9l 
no  ha  l'odore  molro  grande,  &  acuto,  principalmente 
la  radice ,  perche  la  foghi  ha  l'odore  più  Aromatico:  &: 
fccco,  ha  molto  maggior  odore.  Ilchcauienein  alcuni 
fcmplici  medicamenti,  che  quanto  fono  più  fccchi, tan- 
to più  odor  hanno  ,  come  il  Sandolo  ,  &  l'Agui- 
la,  &c.  i  quali  hanno  tutto  il  lor  buono  odore  dapoi  ca- 
uad  della  terra,  &  lecchi .  Il  più  che  di  quefto  fi  porta 
per  Ponente ,  è  di  quello  di  Balagate ,  il  quale  adoprano 
molto  le  donne  per  lo  male  della  Matrice,  &  per  le  infer- 
miti de  neruii&nc'caualifeneadopra  in  quelle  par- 
ti gran  quantità,  principalmente  al  tempo  freddo  i  per- 
che glie  lo  danno  mangiare  la  mattina  peftato  con  aglio, 
&  Ameos  (  cioè  Cornino  faluatico  (  con  falc ,  butiro ,  8c 
Zuccaro  ■■>  &c  quella  mefcolanza  (  la  quale  è  molto  ordi- 
naria) chiamano  Arata. 

Galcno,&  Hippocratc  chiamano  detto  Calamo  Aro- 
matico ,  Vnguentario .  Plutarco,  Calamo  Arabico.Cor- 
nelio  Celfo ,  Calamo  Aleflàndnno .  Ma  gli  Arabi ,  che 
conducono  a  vender  caualli  nell'India ,  tutti  affermano , 
che  non  ne  è  d'altro  nelle  loro  terre ,  fc  non  quello  ,  che/ 
portano  dell'India  per  mcrcantia,  &  che  fi  adopra  fra  lo- 
jo,  &  lo  tengono  per  buona  medicina,  benché  non  fia 
naturale  del  lor  paefè.  Onde  coli  fideue  intendere,  che 
quelli,  che  lo  chiamano  dell'India,  &  dell' Arabia ,  vo- 
gliono dire,che  dell'India  Io  portano  in  Arabia;  &  quel- 
li che  lo  chiamano  Aleflàndrino,  fi deono intendere^, 
ch'è  quella  la  via,  per  la  quale  lo  conducono  a  Vinitia- 
m ,  &  a  Barutti ,  &  a  Tripoli  di  Soria . 

A  quello  che  dice  il  Manardo,  che  lo  vide  in  Panno- 
nia ,  &  ch'era  tanto  frefeo ,  che  pareua  edere  flato  porta- 
to di  luogo  molto  vicino,poria  cflerc  ch'egli  fi  ingannaf- 

Oo     x         fe,& 


m  DEL  CALAMO  AROMATICO: 
fc  ;  &  fé  pure  lo  vide  i  che  foflfe  flato  portato  in  qualche 
baril  di  terra,  come  portano  piantato  il  Gengiouo  ver- 
de ;  perche  fé  quiui  fi  ritrouaiTe  ,  non  vi  farebbepor- 
tato  per  mercantia  ordinaria.  Quelli  poi, che  per  fondar 
la  loro  opinionc,chc  l'Acoro  Ila  il  Calamo  Aromatico  o 
Galaga,dicono,&  affcrmanOjche  il  Calamo  Aromatico  è 
radice,&  noncannais'ingannano,&  non  hanno  ragione 
in  ciòi  perche  quello,che  fi  adopra  del  Calamo  aromati-- 
co,  è  canna ,  &  non  radice  -y  perch'egli  fi  femina  ordina- 
riamente -y  &c  la  radice  è  molto  piccola,  &  alcune  fiate, 
che  fi  abbatte  a  venire  le  radici  con  le  canne,  non  fi  fa  ca- 
fò  di  loro ,  ne  fichiamano  aromatiche,  per  edere  odoro- 
fe ,  perche  aromatico  in  Arabico  non  vuole  dire  odoro- 
so j.ma  Droga  portata  di  quelle  parti .  Et  olerà  di  ciò  non 
vi  ha  Calamo  Aroniatico;ma  Gioco  odorato;  tra  quali  è 
tanta  difFereza,come  da  Gionco  a  Canna.  Quato  a  quel- 
lo, che  ha  il  Calamo  dentro  di  fc ,  che  diilcro  elTcr  hmile 
ateiadi  ragnò,fi  ingannò  Auicenna,&Serapione(iqua- 
li haueuano  più  ragion  di  confìderar  ciòcche  i  Greci)poi 
che  fi  vede  chiaro ,  che  quel ,  che  ha  di  dentro ,  è  vna  fo- 
ftanza  porofa,di  colore  alquanto  giallo  .Altri  fono,  che 
confondono  l'Acoro  col  Gladiolo ,  dicendo  alcuni,  ch'è 
negro ,  altri  ch'è  bianco ,  &  che  mordica ,  &  ch'è  caldo 
nel  terzogrado  ;  non  fi  trouando  in  eflò  alcuna  acrimo- 
nia, né  calore,  &  ciò  non  folo nelle  regioni  fredde,  ma 
nelle  calde .  Et  non  può  effere ,  ch'una  medicina  calda , 
&  fccca  nel  terzo  r  piantata  in  altra  parte ,  non  rcfti  Cal- 
da 5  perche  quefte  qualità  feguono  le  fpecie ,  &  non  fi 
p  olTono'  leuar  via  del  tutto ,  come  fi  vede  nell'Acoro  or- 
dinario .  Onde  appar  fenza  dubbio ,  che  l'Acoro  non  fia 
il  Gladiolo,  chepcitalefìvfai  &  che  ò  manchiamo  di 

lui,ò 


DEL  CALAMO  AROMATICO  193 
luiiò  non  lo  fanno  elfi  tremare  ne  luoghi,d'  me  dice  Dio- 
feoride ,  Galeno ,  &  Plinio, ch'egli  nalcc .  Et  non  e  ragio- 
neuolc  (  poi  che  il  difetto  de  curioiì  lo  fi  mancare  )  che  li 
prendi  per  lui  il  Calamo  Aromatico,  poi  che  Auiccnna, 
&  Serapionc  fanno  tre  capitoli, del  Calamo  Aromatico, 
dell'  Acoro,  &:  della  Galanga.Quelli  che  Icnilèro  del  Ca- 
lamOjdillìro^hc  n'era  nell'India;  &  coli  è  il  vero;  perche 
non  ne  è  in  altre  parti  i  &  dell'Acoro  non  dicoao,  che  ne 
Ha, fé  non  nell'Europa. Et  i Filici  Arabi,  Turchi,  Perfia- 
ni ,  Coraflani ,  &  dell'India  non  conolcono  l'Acoro  i  & 
oltra  di  ciò  il-  Calamo  è  caldo,  &c  (ècco  nel  fecondo 
grado  i  &  l'Acoro  nel  terzo  :  onde  non  può  cifer 
tutto  vno. 

A  quelli  che  dicono  ,  che  la  radice  della  Galanga  e 
l'Acoro  ,  poi  ch'ella  ha  tutti  i  legni  dell'Acoro i  firi- 
fponde,chc  non  hanno  ragione ,  nume  nel  capitolo  del- 
la Galanga  fi  vederà;  perche  la  Galanga  fi  pianta  ordi- 
nariamente ,  &  le  fue  foglie  non  fimigliano  al  Gladiolo. 
Et  più,  che  la  Galanga  ha  diuerfa  complcfiione ,  &  noib 
è  appropriata  a  quello,  che  è  l'Acoro,  Se  il  Calamo  j  per- 
che quelli  lono  appropriati  a'  nerui  ;  &  la  Gilanga  allo 
itomaco ,  &  a  rifoluer  le  ventofirà,  &c.  Et  piu,che  quelle 
due  medicine,  cioè  ,  Galanga,  &  Calamo,  fono mer- 
cantie  molto  ordinarie,  &  inolio  conofciutcirrquelle 
terre  dal  principio ,  &  molto  in  vfo  di  condurli  da  quel- 
le parti  in  Ponente  :&  non  èragioneuolcofà  ,  che  ^In- 
dia debba  perdere  due  medicine  cofi  buone,  coi!  anti- 
che ,  &  cofi  vfitc ,  per  vna  che  non  è  della  fua  terra  ;  poi 
che  del  perderli  non  hanno  gli  Indiani  la  colpa ,  dicen- 
do Plinio ,  chel  migliore  è  in  Ponto ,  &  poi  in  Galacia , 
&  tra  quelli  quel  di  Candia .  In  mancamento  di  Acoro 

vlaua 


lP4  DEL  CALAMO  AROMATICO, 
-vfaua  il  Dottor  Orta  del  Calamo  Aromatico  in  maggior 
quantità,  per  «{fere  vn  grado  manco  caldo  &  fecco ,  & 
cofì  èmanifcfto  non  ciTcr  Acoro  quello, che  per  Calamo 
Aromatico  fi  vfa.  Quel  che  dice  Marcello ,  eh'è  Can- 
nella ;  per  eflfcr  cofa  tanto  lontana  dalla  ragione ,  &  dalla 
verità ,  non  merita  che  fé  le  contradica . 

Il  Calamo  adunque ,  il  quale  è  qui  difegnató,trat- 
to  dalproprio,il  aflòmiglia  nelle  foglie  vice- 
do  della  terra  pur'aflài  al  Gladiolo  >  le 
radici ,  del  quale  fi  vanno  attac- 
cando ,  he  congiongcndo 
vna  con  l'altra .  Ama 
luoghi  humidi , 
oc  nafee 
inu 
molta  abondan- 
zaj„ 


DEL 


*95 


DEL   CARDAMOMO.   CAP.   LXIIII. 


El  Cardamomo(mecricina,&mer 
cantia  molto  viata  nell'India  ,  la^ 
quale  fi  porca  per  Africa,  Alia,  Ite 
Europa)  ferme  Auiccnna nel  capi- 
tolo del  Cacolaa  i  &Io  diuideirL. 
maggiore,  &  minore,  (te  per  quefii 
due  nomi  fono  conofeiute  quelle 
due  fpccic  di  Cardamomo  da  Filici  Arabi ,.&  daMcrcà- 
ti .  Et  ambedue  i  detti.  Cardamomi  fono  nell'India  ■■>  &  la 
maggior  quantità  da  Calecut  fino  a  Cananor.  Et  benché 
fc  ne  ritroui  in  altre  parti  del  Malabar ,,  oc  nella  Iaoa; tu t- 
tauia  non  è  in  tanta  quantità ,  ne  tanto  bianco  di  feorza. 
Chiamali  nel  Malabar,.  Etrcmelli  .In  Zeilam,  Enzal . 
Tra  quelli  di  Bengala,  Guzarate,&  Decanin,  Hil,  & 
Elacln;&:  ciò  predò  de' Morii  perche  i  Gentili  di  detti 
luoghi  lo  chiamano  Dorè .  Per  quella  cagione  fono  tan- 
te confusioni  ne' nomi  di  quella  medicina  fcritta  da  gli 
Arabi  y  perchcalcuni  lo  nominarono  con  la  lingua  In- 
diana, &  alcuni  altri  con.  l'Araba  \  il  che  fu  occailonc  a 
tanto  errorc,&  dubbio,  quanto  è  flato  tra  molti.  Et  bec- 
che Serapionc  chiami  vno  di  quelli  Chacolaa  ,  &  l'altro 
Hilbanej  nondimeno  il  ha  da  intendere,  che  il  tello  da 
corrotto ,  &  che  deue  dire  Cacolaa  Ehil .  &  fc  le  voglio- 
no aggiunger  Bane ,  prima  &. meglio  fi  deuedirc ,  Bara, 
che  in  lingua  Dccarim  vuoldire, Grande .  Per  la  qual  co- 
fa  Cacolaa  (come  dicono  tutti  gli  Arabi)  òCaculec(  co- 
me dice  Auiccnna  ,oElàchi ,  vuol  dire  Cardamomo .  Et 
fé  tra  Greci ,  &c  Latini  non  ha  nome ,  ciò  amene ,  perche 
non  lo  conobbero  j  onde  fi  crede ,  che  Galeno  non  ifcri- 

uefTc 


t95        DEL  CARDAMOMO. 

ueflèdi  quefto  vii  che  oltre  che  k>  dimoftra  l'ifperiefifca  ^ 
&  il  capitolo  del  Cardamomo ,  lo  dice  Aucrrois  ;  perche 
dicendo  Galeno,  che  il  Cardamòmo  non  è  cofì  caldo, 
come  il  Nafturtio ,  ma  ch'è  più  aromatico ,  &  più  fapo- 
rofo,&  che  tiene  alquanto  di  amaritudine  ;  &  non  con- 
uenendoli quefte  cole,  ne  hauendo  egli  faporc di  Na- 
fturtio ;  egli  è  fegno ,  che  il  Cardamomo ,  che  vfiamo  , 
non  è  quello,  del  quale  egli  fcriiTè.  DiccDiofcoridc, 
che  ^migliore  fi  porta  di  Comagena ,  &  d  Armenia ,  & 
del  Bosforo,  &  che  anco  fi  porta  d'India ,  &  d' Arabia;  & 
poi  dice,che  ve  n'è  in  quelle  parti,doue  fi  porta  per  mer- 
cantia  dall'India.  Ond'egli  è  chiaro,  che  fcquiui  fi  troua 
quello ,  che  dice  Galeno,  &  Diofco ride,  non deuc  cfTc- 
re  il  Cardamomo  vfuale  dell'India;  ma  deonoefleredue 
cofe  -s  &  non  vna  fola .  Et  fé  voleflero  dire ,  ch'è  quello  , 
che  Auicenna,&  Serapione  chiamano  Cordumeni,non 
ho  di  che  contendere  ;  perche  quefto  non  è  quello ,  che 
Auicenna,  &c  Serapione  chiamarono  Caculaa ,  o  Hilj 
&  tanto  più,  che Diofcoridc  nelle  conditioni,  chegli 
aflègna,  dicc,ch'è  difficile  da  rompere,&  chiufo  ne'  fuoi 
ricetti,  è  acre,  &  alquanto  amaro,  &  cheilfuo  odore 
offènde  il  ccrucllo;  le  quali  tuttecofe  fono  al  contrario 
di  quefto  chiamato  Cardamomo  -,  perche  non  è  né  diffi- 
cile da  romperli,  riè  offende  col  fuo  odore  il  ceruello,  ne 
è  amaro  ;  ma  folo  ha  vn  fapor  acre  non  tanto,  come  il  Pe- 
pe ,ò  i  Garofani;  Se  fé  ben  nella  bocca  fa  acqua,  tutta- 
uia  è  più  aggradeuoie.Et  fé  quefto,  che  fi  vfa  hora  fìchia 
ma  Cardamomo,  non  ellendo  quello  de  Greci ,  la  colpa 
è  ftata  di  Girardo  Cremonefc  nella  fua  traduttionc;ilqua 
le  per  non  conofeere  quefto  Semplice>  per  la  molta  lon- 
tananza di  quelle  tene ,  &  per  non  efter  ritrouata  in  quel 

tempo 


DEL  CARDAMOMO.  a* 
tempo  la  nauigatione,  ne  commercio  con  ette,  liaiìc- 
gnò  il  nome, che  meglio  li  pame;&  molto  meglio  fareb- 
be {tato  l'hauerlalciato  il  nome  in  Arabico,  poi  ch'cra> 
medicina  non  conofciuta .  Ne  meno  è  queito  il  Carda- 
momo di  Plinio  i  perche  Plinio  ne  pone  quattro  fpecic. 
Vno  molto  verde  &  grotlò  ,&  il  migliore,  difficile  da  ró- 
perliil'alìro  che  nfplcnde  di  color  roilcgiantc  di  Oio  ;  & 
l'atro  più  piccolo ,  &  più  negi  o  5  &:  l'altro  di  varij  colori, 
&  che  lì  rompe  facilmenre.  Ma  il  Cardamomo  (come  lì 
vede  ogni  nova  poi  che  fi  ha  nelle  mani  )halafcorza,do- 
uelìchiude,bianca,  &etIoènero,  &con  facilità  fi  rom- 
pe, &c  non  è  amaro,  ne  negro  di  fuori  i  &.  molto  meno  fi 
ritroua  verde  ,  ne  vano  di  colori,  come  lì  vede  ;&  mol- 
to diuerlo  è  l'ordinano  Cardamomo  da  quello ,  che  dice 
Valerio  Cordo,che  il  maggiore  è,  quali  come  vna  Ghia- 
da  ,  &  il  minore,  quali  come  vna  Nocella  \  poi  che  il 
maggior  Cardamomo  non  è  più  grande  di  vn  Pignolo 
con  la  fuafeorza. 

Seminali  il  CardamomOjComc  in  Ifpagnai  legumi  , 
&  il  più  alto  è  di  tre  palmi,  dal  cui  fillio  lottile  pendono 
le  vagine ,  ò  ricetti ,  in  cialcuna  delle  quali  fi  rinchiudo- 
no  da  dicci  fin  venti  granelli  coli  piccoli,  come  fi  veggo- 
no. IlRuelliodice,  ch'è  vn  fruttice,  òcefpuglio  limi- 
le allo  Amomoi  &che  li  coglie,  come  l'Amomo  nel- 
l'Arabia. Dal  che  è  mamfelto;quclIo, ch'egli  dice  non  ef- 
fer'il  Cardamomo;  poi  che  dall'india  lo  portano  per 
l'Arabia  ,  &  per  lo  Ponenre  ;  oltra  che  quiui  non  ha  l' A- 
momo  ;  mandando i  Redi  quelle  parti  d  tor  l'Amomo 
di  Ponente,  per  fare  le  loro  compofìrioniTheriacali. 
Dice  anco  per  auttoriti  di  Theofraiì:o,ch'è  vicino  al  Nar 
do,  &  al  Collo .   Ma  in  ciò  pare,ch'cgli  fi  lìa  ingannato  > 

Pp  pei  cioche 


3oo  DEL  CARDAMOMO, 
perciochcil  Nardo,  &  il  coftofiritrouanoin  Chitor,  &i 
in  Mandou  ■■>  doue  il  Cacolaa ,  ò  Cardamomo  (  come  di* 
damo  )  fi  rirroua  in  Malabar .  Dice  di  più,  che  dette  Se- 
menze fono  bianche,  &  che  fcaldano ,  &  leuano  vefichc 
nella  bocca  ;  ma  cjuefto  (  falua  la  Tua  pace  )  non  cape  nel 
Cardamomo ,  o  Cacolaa  5  poi  che  la  feorza  è  bianca ,  & 
il  feme  nero;  &  prefo  in  bocca,  tira  tanta  acqua,che  non 
pare  che  fia  caldo  ;  onde  prefero  occafione  gli  Indiani  di 
dire ,  ch'è  freddo  di  compleflione  ;  &  cofi  vlano  le  Indie 
ordinariamente  quefto  Cardamomo  per  mafticatorio, 
per  difgrauar  ,&  nettar  la  tefta . 

Andrea  Lacuna ,  che  traduflè  Diofcoride ,  dice ,  che 
nelle Specicrie  fi  moftrano  tre  fpeciedi  Aardamomo, 
maggiore,  minore,  &  vn'altra  >  ch'è  Nigella  ;  &c  che  tutte 
fono  aromatiche,  &  mordaci  al  guftov  &cheilCarda- 
momo  maggiore  fi  forni  gli  a  al  Fiengrecoi&  ch'è  più  ne- 
ro ,  &  più  piccolo  ;  &c  che'I  minore  corrifponde  nella  fi- 
gura al  maggiorei&  che  non  è  rotondo,nè  ha  tanto  cor- 
po,  &  declina  più  a  colore  rouanetto  i  &c  il  terzo  (  ch'è  la 
Nigella  citrina  )  è  diuerfo  folo  nel  color  negro .  Di  ma- 
niera che  conclude,  che  la  prima  fpecic  è  la  Meleghetta  „ 
ò  grano  del  Paradifo  ■■>  &  che  quefto  è  il  Cardamomo ,  di 
cui  fcriue  Diofcoride  »  Et  dice  di  più ,  che  vn  Mercante 
glie  le  moftrò  tutte  tre  in  Venctia  l'anno  quaranta  otto  > 
&  dapoi  dice  molto  male  de  gli  Arabi  \  &  che  confon- 
dono tutte  quefte  fpecie .  Ma  lenza  cagione,  &  non  è  co- 
fi  come  egli  dice, fecondo  che  è  manifefto  per  quello  che 
fé  ne  è  detto ,  &  fi  dirà  i  perche  Diofcoride  non  vide  il 
Cardamomo  con  feorza,  poi  che  dice,  che  è  la  Mele- 
ghetta  -,  ne  quella  conobbe  Diofcoride  y  ne  fèppe  douev 
nafeefle.  Et  il  maggiore  ch'egli  dice  haucr'il  colore  ro- 
uanetto 4 


DEL   CARDAMOMO.'         301 

uanetto ,  già  è  chiaro  che  non  è  cofi  ;  &  Ja  Nigella  non-, 
è  in  quella  Regione,  nèfa  le  operatiogi  del  Cardamo- 
mo, bt  il  Mercante, che  gli  dille, che  di  Armenia  fi  condii 
ccuano  le  tre  fpecie  di  Cardamomo  a  Vcnctia,  fi  ingan- 
nò;s'eravero  Cardamomo;  perche  fc  era  tale,  era  venuto 
dell'India  perviad'Alctfandria,  ò  per  alcuna  delle  altre 
vie,  per  doue  Tuoi  venire.  Si  conclude  adunque,  che  il 
Cardamomo  de  Greci  non  è  quello  de  gli  Arabi. 

Et  quello,  che  dice  il  M  inardo,  &c  altri  Ieri  tto  ri  mo- 
derni ,  che  il  Cardamomo  degli  Arabi  è  medicina  nuo- 
ua ,  &c  che  nondeue  vfarlì,  poi  che  Galeno,  &  Diofcori- 
de  Prcncipi  della  Medicina  non  l'ufarono,non  ha  ragio- 
ne in  fc  ;  poi  che  ogni  giorno  il  feoprono  noue  infirmi- 
ti, come  il  Malfrancese,  &  altre,  per  rimedio  dellequa- 
li  volfcilmifcricordiofo  Iddio  darne  in  ciafeuna  terra-, 
medicine,  con  le  quali  ci  curaiììmo;ondc  per  quella  no- 
ua  infermità  nedilcopri  la  Radice  della  China,&  la  Zar- 
zapariglia,&  il  Legno  Guaiaco,  &  altre  nuouemedici- 
ne.dellc  quali  ci  fcruiiTamo,nó  cllendo  prima  vfate.Cofi 
pcrmeilc,che  cercaiììmo ,  &  inquiriilìmo  noue  medici- 
ne; &  cele  moltra  aiutando  la  noltra  debolezza,  &  po- 
co fapere;poi  che  quello,che  fappiamo,è  la  minor  parte 
di  quello  che  non  lappiamo.  Et  non  hanno  ragione  gli 
amatori  de  Greci  di  vituperargli  Arabi ,  &  le  loro  me- 
dicine,quando  le  trouano  ifperimentate  nelle  terre,  do- 
ue naf  cono ,  &  doue  le  vfarono  Auicenna ,  A benzoar  jj 
ifaac ,  Razis,&  altri;  i  quali  non  fi  può  negare  ciìere  Ita- 
ti buoni  litcrati. 

Or  tornando  al  Cardamomo  (per  adoperarlo  medi- 
cando fecondo  Galeno, poi  che  non  è  quello  quello,  del 
quale  parlò  )  fi  dice  ;  che  nelle  ricette  de  Greci ,  &  de  La- 

Pp     2  tini 


3ov      del  cardamom:o; 

tini  antichi ,  i  quali  non  feguironogli  Arabi ,  per  Car- 
damomo^ vii  quello  di  Galeno,  &  non  lì  dia  la  colpa  a 
chi  non  l'ha .  Ma  nelle  compofitioni,  &  cure  de  gh  Ara- 
bi j  &  Latini  moderni  fi  deue  vfareil  Cardamomo  mag- 
giore ,  &  minore ,  che  fono  gli  ordinari  j.Nonfi  del  Car- 
damomo maggiore ,  &  minore  >  che  ambedue  fono  di 
yna  medefima  figura, &  non  fono  diuerfi  in  altro, che  in 
grande,  &  piccolo.  Et  che  il  Cardamomo  minore  non 
fia  quella femenza,  che  per  lui  fi  vfa  in Ifpagna, chiamata 
Meleghetta,ouer  Grano  del  Paradifo,  fi  ha  verificato  per 
molte  perfone  curiofe,  che  andarono  nell'India,  &  in 
Meleghetca  ;  i  quali  affermarono,mai  non  hauer  veduto 
in  Meleghctta  il  Cacolaa ,  o  Cardamomo  i  &  che  fi  fa^» 
molto  bene  nell'India ,  non  cfTere  Melcghetta .  Si  deue 
anco  hauer  riguardo,comc  Auicenna  trattando  del  Car- 
damomo ,  lo  doueua  diuiderc  in  Cardamomo  maggio- 
re, &  minore  iellendo  il  maggiore  nell'India,  &:  il  mi- 
nore in  Mcleghetta,  quattro  mille  leghe  difcofta  di  là» 
Onde  bene  considerando,.  Auicenna  chiama  la  Mele- 
ghetta  Cobembaguc  ;  &  per  ragione  è  ella;  poi  che  dice, 
che  la  portano  dailc  parti  di  Coifala,la  quale  è  terra  con- 
tinua alla  Meleghctta.  Et  porrà  etlere  ancoraché  in  Con- 
fala ,  o  nel  fuo  paefe  fi  troui  la  Meleghetta  »  &  fé  non  lo 
fappiamo ,  ciò  attiene  dalla  barbarie  di  quella  gente  fel- 
uaggia .  Ciò  anco  fi  vede,  perche  non  era  ragione,  che 
Auicenna  fcriueffe  due  capitoli  di  vna  fola  cofa .  Ticnfì 
per  vero ,. che  in  Zcilam  fi  troui  vn'altra  fpecie  di  Carda- 
momo maggiore,  &  meno  aromatico,  che  l'ordinario* 
cofi  è  la  opm  ione  del  Dottor  Garziadi  Orta  (prattico  di 
quelle  parti  )  che  fi  vii  di  quefto  ordinario  maggiore ,  & 
minore.  Etpcrche  il  minore  è  più  Aromatico  e he'l  mag- 
giore. 


DEL   CARDAMOMO.  30$ 

giore,  &il  più  Aromatico  è  migliore  >  fi  dirai  che  il 
minore  uà  maggiore  in  virtù,  &  minore  in  quantità. 
Reità rà dunque  la  Meleghetta,&:  Cobembaguc,da  vfar- 
fi  folamére,doue  fi  trouerà  difpcnf  ata  nelle  medicine  de 
gii  Arabi .  Andrea  Bcllunenfe  dice ,  cheCaeule  è  Car- 
damomo maggiore;  &  Alcal,ouerHahaleil,oucrCair- 
bua ,  &  Eilbua,  fi  è  Cardamomo  minore;  ma  quefli  no- 
mi fono  deprauati  ne  libri  Arabi  ,&c  non  è  merauiglia 
dell'inganno  del  Bellunenfe,  che  non  ne  hi  hauuto  vere 
informationi  ;  per  non  eflère  flato  mai  in  quei  luoghi . 

La  gente  di  quelle  terre  vfa  molto  ii Cardamomo  nel- 
le medicine,  &lo  maftica  con  la  foglia  delBetelc,  &: 
per  le  folo,per  diseccare,  &  far  buon'odore  di  bocca,  6C 
fortificare  lo  1  toma  co.  Et  quellorche  dice  Matthco 
Siluatico,  chei  Prillici  Indiani  vfano  la  radi- 
ce per  le  febbri,  6C  che  narce  in  alcu- 
ne   apriture  di  afeuni  arbori; 
non  è  coli ,  poi  che  non  ha 
radice,  che  faccia  aL 
cafo;  ne  fi  pre- 
de nelle  feb 
bri; 
nenafee,  fenonfè:- 
minato  in  ter- 
ra. 


DEt 


3°4 
DEL 


COSTO.      CAP.     LXV. 


L  Collo  (  del  quale  Galeno  col  re- 
tto de  Grcci,&  Plinio  co'  Latini  an 
tichi  &  gli  Arabi  fanno  molte  fpc 
eie) molti  Speciali  moderni  dico- 
no cfìerne  in  Ifpagna ,  &  gli  Italia- 
ni nel  lorpaefe;  &  coli  dicono,chc 
la  negligenza  nolìra  ci  fa  mancare 
del  naturale  dc'noftri  luoghi  ,&  vfar  quello  che  vieno 
d'India .  Ma  tra  dotti ,  &c  moderni  fi  tien  per  vero ,  &  il 
Dottor  Orta  è  di  tal  parere,  che  non  ne  fiafenon  vn  fo- 
lo;&  quello  fi  chiamain  Arabico  Colt,  oucr  Caftj  &  nel 
Guzarate  Vplot;in  Malaca,  douc  fc  ne  adopra  più,  Puc- 
chio  ;  &per  quello  nome  è  chiamato  dagli  Arabi ,  da^ 
Greci, &  da  Latini .  Nafce  nelle  terre  confinanti  tra  ben- 
gala, &  il  Deli,  &  Camfeaia,  terra  di  Mandou ,  &di 
Chitor,donde  portano  molti carri caricati  di  quella  me- 
dicina ,  &  di  Spico ,  &  di  Boralo ,  &  di  molte  altre  mer- 
cantie  alla  città  chiamata  Amadabar,  la  quale  è  fra  ter- 
ra .  Lo  portano  anco  aliafamofa  città  di  Cambaiette,  la 
quale  èfcala&  porto,  donde  fi  prouede  la  maggior  par- 
te dell'Ada,  &  tuttala  Europa,  capane  di  Africa.  Et 
perche  alcuni  tengono  che  laxadice  fola  fia  quella, che  fi 
adopra  teglie  ben  e  che  fi  fappia,  che  la  minor  parte  èia 
radice,  perche  tutto  ilreflo  è  del  legno,  &  non  vale  più 
l'uno,  che  l'altro. 

Dicono  quelli ,  che  hanno  veduto  detto  aJboro ,  che 

egli  è  conforme  al  Sambuco,  &  che  i  fuoi  fiori  hanno 

buono  odore .  Del  Collo  fi  elegge  il  bianco  dentro ,  & 

chchalafcorzaTouana,  benché  alcuno  ha  il  colo  re  del 

i  Bollo, 


D  E  L     C  O  S  T  O.  30.5 

Bollò,  &  la  feorza  gialla .  Tanto  gagliardo  è  il  Tuo  odo- 
re ,  che  la  ad  alcuni  doler  la  tclla .  li  Tuo  iapore  è  acuto 
come  quello  dell'altre  fpccie,  quando  egli  è  frelco,  & 
quando  è  vecchio,  amareggi  a  alquanto ,  &c  ha  men  odo- 
re, &  fi  disfacc  in  poluere  molto  facilmente . 

I  Phiiici  Indiani  lo  adoprano  molro  in  Medicina ,  & 
i  mercanti  lo  portano  ad  Ormuz ,  donde  fi  prouede  tut- 
ta il  Corazan>  &c  lo  portano  in  Perfia,&  in  Aden ,  donde 
poi  fi  fornifee  l'Arabia,.&  la  Turchia.  Scrapionc  lo  chia- 
ma Cholti>  ma  il  tefto  è  corrotto  j  perche  fi  ha  da  diro 
Cali ,  cioè ,  Coftus ,  che  coi!  il  ritroua  fcritto  in  alcuni 
libri;  &  de  gli  Arabi  alcuni  lo  chiamano  Calti  alcun'al- 
tri  Colt  ;  &  altri ,  Corti .  Quanto  alle  tre  fpecie  del  Co- 
lto (del  quale  i  Dottori  di  tanca auttoritàicriuono^Vno 
e  Arabico  ,  ii  quale  dicono  effer  bianco,  lifcio,  &  Aro- 
matico ;  &  l'altro  Indiano ,  negro ,  lifcio ,.  &c  amaro  ;  & 
l'altro  delia  terra  della  Sona  di  colore  di  legno  di  Bollò-, 
&  di  odore  coftrettiuo ,  &c  parimente  il  Colto  dolce ,  &: 
l'amaro)i  Mercanti  dell' ArabujdellaPcrfìa^cV:  della  Tur 
chia,  che  di  quelle  parti  dell'India  lo  portano  per  mer- 
canta, dicono  i  chela  maggior  parte  ficoniummain 
Turchia,  &  nellaterradellaSoriai&  tutte  quelle  natio- 
ni  dicono,  chenon  ne  hanno  d'altro  nel  lor  paefe .  Di 
quello  è  tellimonio  di  molta  auttorità  il  Dottor  Orta ,  il 
quale  con  ogni  diligenza  ne  inueftigò ,  &  fpeculo  tutto 
quello ,  che  tu  poflibilc ,  &  non  rttrouò  altro . 

Quanto  al  Colto  dolce,  &  amaro,  fi  dee  Capere,  che 
quanto  il  Colto  fi  va  più  inuccchiando,  tanto  più  fi  vi 
mutando  nel  colore ,  &  fapore  in  modo,  che  il  colore,  il 
qual  da  prima  era  bianco,  quando  fi  corrompe,  fi  can- 
gia in  nero  ,  &  fra  mezzo  quello  tempo  fi  fa  giallo.  Ec 

perche 


}o6  D  E  L     C  O  STO. 

perche  detto  Co  fio  viene  a  noi  da  Terre  molto  lontane, 
&  per  molto  lunghi  viaggi ,  ne  riabbiamo  molto  poco, 
che  non  fia  ò  corrotto ,  ò  incominciato  a  corromperli  ; 
Quello  che  fi  va  corrompendo ,  &  no  è  bianco,  chiama- 
no amaro  j  &c  quello,  che  è  buono,  chiamano  dolce .  Et 
perche  i  Mercanti,  che  lo  portano,  fono  di  diuerfe  pani, 
prefero  occafioncdi  dire ,  che  vnoera  nell'Arabia  ,  I'al- 
tro  nell'India,  &  l'altro  nella  Soria  i  eiìèndo  però  la  ori- 
gine di  tutti  nell'india .  Andrea  Lacuna  npiende  li  Spe- 
ciali ,  che  per  au3ritia,ò  negligenza  non  traggono  il  Co- 
ito da  Venetia,doue  viene  di  Aleilandna,&cheadopra- 
no  in  fuo  luogo  vna  cofa ,  che  non  ha  che  fare  con  lui  in 
alcuna  parte  ;óc altri,  che  non  facendo  quello,  che  deo- 
no  adoprano  in  fuo  luogo  la  radice  delia  Menta  Roma- 
na, chiamata  Pfeudo  Colto  de' Moderni ,  ò  Collo  fal- 
fo.    Nella qnal  cofa  il  Lacuna  bene  direbbe,  fé  il  Colio 
checonduceilèroda  Venetia ,  folle  Irato  prima  condotto 
qumi  deli'ndia  lenza  gualiadì,  nèfaliificorfi  ;ma  per 
più  certezza  lo  porian  trarre  da  Lisbona ,  douc  io  tioua- 
rebbono buono,  &fenza  faliilicaifi  :  &  in  ciò  li  deue 
incolpare  il  Pandcttano,  di  accecare  con  la  fua  ceci- 
tà molti . 

Dicono  che  l'arboro  del  detto  Collo  è  come  ilSam- 
bucco,  &  il  luo  frutto  molleJ  &  che  diftacca  da  fé  la  icor- 
za  con  molta  facilità. 

Lfchino  adunque  di  dubbio  quelli,  che  vi  folfcro  en- 
trati ,  penfando  che  il  Colio  dolce  poria  eilère  perduto  p 
la  molta  diilanza  de  luoghi,  &  per  lalungheazzdcl  tépi« 
Perche  meglio ,  &  con  più  verità  fi  può  dire ,  &  credere, 
che  al  prelente  ,  per  elTcrc  le  terre  più  conofeiute  ,&  di- 
feoperte ,  fi  difeoprano  anco  meglio  gli  crrori,&  ingan- 
ni paf- 


V 


DEL    COSTO.  scy 

ni  paflkti .  La  maggior  colpa  in  ciò  è  (lata  di  quelli,  cho 

5cr  vender  meglio  la  loro  mercantia,  li  poncuano  nomi 
iuerfi,  &  fingeuano,chc  fuilè  de  luoghi,  che  meglio  lo- 
ro parcua.  Et  benché  al  prefentc  la  verità  non  folle  tanto 
chiara ,  ne  il  haueflè  di  ciò  più  occafionc,  &  certezza  per 
credere,che  quello  foilc  il  vero  Collo ,  baltarcbbe /aper- 
tene 1  Chini  (gente  tanto dilcrcta,  tanto  in teiligente,& 
curiofa  )  vfano  quello  Collo ,  &  lo  adoprano  per  l'ordi- 
nario nelle  loro  medicine. 

Il  Collo  e  caldo ,  prouocariuo  dell'orina ,  &del  Mcn- 
flruoigioucuoleaIIcinfirmitàdeHamatrice,amminiitra 
to  in  profumi, &c  in  fomcntarioni .  Con  incenfo,  &con 
vinogioua  a  morii  delle  vipere.  Vccide  i  vermi  del  cor- 
po.  Applicato  in  forma  diempiaitro,inrìammala  pei- 
Je,&  tiragli  humori  alla  parte  di  fuori.  Gioua  ailolpa- 
fìmo,  &  alla  paralifia,  &  a  tremori  delle  febbri,  &  a  do- 
lori del  petto .  Beuuto  con  Mulfo ,  cioè,con  vino  mela- 
to, riiueglia  la  virtù  genitale.Mefcolafì  nelle  medi- 
cine contra  veleno,  &  giouai^ fecondo  Gale- 
no nel  libro  fetrimo  delle  facoltà  de 
femplici  medicamenti  (  a  dolo- 
ridel  fianco;  &con  acqua 
di  mele  fcaccia  le  mac 
chiCjChcfailSo 
le  fu  la  fa  e 


eia. 


Qq         DEL- 


3°8 
DELLA    MAN  N  A. 


C  A  P.    LXVL 


A  foa.ue  ,  faporofa ,  &  medicinal 
Manna  (  della  quale  tanti  huomi- 
ni  dotti  hanno  fermo.)  fi  ritrouain 
quella  prouincia  di  Vzbeehe  Ia^, 
maggiore  di  tre  fpecic,  donde  Iìl» 
portano  ad  Ormuz,&  a  tutta  la  In- 
dia j  &  oltre  a  quelle  tre  %  ne  fono 
altre  due  fpccie  di  lei  in  quelle  parti  jeccettuata  quella  di 
Calabria ,  che  colà,  non  li  porta .  Delle  tre  prime,  l'una 
èbianea ,  minuta,  granaiola,  &  ha  fembianza  di  confet- 
ti; ,,&  è dolce  come  il  mele  \  de  quella  chiamano  quelle 
genti Xircaft,  oXirquciljcome le dJceiìero,Iatte d'arbo- 
K>;  perche  Xir  preilo  a  Pei  Cam.  vuol  dire  latte.  Di  quer 
fla  dicono  alcuni,  che ella  èrugi:tda,che  cade  fopra  que- 
gli arbori,d©ndc  h  cogliedo  ,  ite.  la  conferuano  invali 
di  vetro  molto  ben  chmii,&dif eli  dall'aere.  Altri  dico- 
no, che  è  gomma,  la  qiial  nafee  damedeiìmi  arbori  ;  &c 
quello  li  potrà  vedere  in  Auiccnna,eome  natio  di  det- 
ta P  rouincia,  &  natonelia  città  chiamata  Boccora . 

L'altra fpecie della  Manna  lì  chiama. Tiriamiabim  , 
©Trungibim  ;  Se  dicono  che  quella  nafee  fopra  i  Cardi, 
donde  la  cauano,  battendoli  con  legni .  li  fuo  colojr  è  tra 
iolTò,&  rofato;  &  è  della  grandezza  delfeme  del  Corian- 
dro>Di  quella  hannoalcuni  opinione ,  cheélla  fia  frut- 
to di  que^Cardir  altri  che  liagpmma,òraiaIoro  ;  &  que- 
lla viene  adoprata  molto  nella  Periia,&  inOrmuz  ;  per- 
che i  Pcrfiani  la  tengono  per  migliora  più  lana  ;  &  coli 
danno  di  quella  ad  ogni  perfona,  per  dilicata&  morbi- 
da, che  ella  li  Ila ,  &  ad  ogni  etade  :  &  l'altra  non  danno 

fin'a 


DELLA  MANNA.1  30* 

fin'a  quattordici  anni  di  età.  Laterza  fpccie  conducono 
per  la  via  di  Bazora,  città  molto  nominata  nella  Pcr(ìa,& 
quella  viene  in  maggiori  pezzetti ,  &  mefcolara  con  al-, 
cune  foglie  i  è  bianca ,  &  11  fomiglia  molto  con  la  Man- 
na di  Calabria  i  &  quelta  è  ordinariamente  in  vfo,&  non 
fi  corro mpe  coli  tolto ,  &  vale  più  danari .  Vn'altra  por- 
tano a  vender  per  l'India  liquefatta  in  vtri ,  &  botti ,  co- 
me vn  bon  mele  bianco^  &  quelta  il  corrompe  molto  fa- 
cilmente. Tutte  queltcfpecic  di  Manna  purgano  con-» 
facilità  fenzamoicltia,  ne  danno.   Vn'altra  il  vende  io* 
Ormuz ,  &  in  altre  parti  dcll'India,dondc  la  portano  per 
altri  luoghi,  laquale  è  in  pezzetti  alquàto  maggiori,  che 
quella  di  Calabria ,  &  non  bianca .  Quelta  purga  mol- 
ta, &:  con  qualche  violenza  i  &  perche  ella  fa  maggiore 
operatione,  il  volgo  la  tiene  per  migliore,  &iiadopra 
aflai  tra  la  maggior  parte  della  gente  communc ,  coil  per 
quelta  cagione,  come  per  non  valere  tanti  danari, quan- 
to le  altre  :  &  vuol  eilcr  tenuta  molto  guardata  dalla  hu- 
midità,  perche  iì  corrompe  molto  per  lei.  Or  vfando 
molto  quelta  ipecic  di  Maria  vn  Medico  Bragmane  mio 
familiare, &  pacifico  nella  città  di  Cocchin,&  lodando- 
la di  ogni  eccellente  bontà ,  dicendo  che  fc  valeua  mctb 
danari  che  l'altre,  eflendo  migliore  di  tutte  loro,  ciò  era, 
per  la  molta  quantità ,  che  ne  era .  Ma  parendo  a  me  co- 
la comporta,  &  invaginandomi,  che  elio  la  componete 
fcincafafua  (perche  10  feppivna  fiata,  che  egli  nonne 
haueua  di  alcuna  fpecic,&  haueua  mancamento  di  que- 
lla) &hauendomi  detto  egli  per  lo  innanzi ,  che  glie  le 
conduceuano  da  Ormuzidi  la  a  pochi  giorni  ellcndo  in- 
ucrno(  tempo  nel  quale  non  nauigano  in  quelle  parti, 
&  fenza  che  fuife  gionto  di  fuori  Nauilio  alcuno ,  che  la 

Qq     4  poteflc 


3io  DELLA   MANNA! 

potcfie  haucr  condottai  me  ne  maitre  vna  quantità  di 
nuoua»  E  per  concludere ,  il  buon  Gentile  mi  confefsò, 
che  la  faceua ,  come  altri  la  faceuano  in  Perfia ,  douc  egli 
haucua  ciòimparato  i  in  quello  modo  j  Prcndeua della 
farina  di  A'mido  bianca,  &  buona  •■>  &  della  Manna  qua- 
lunque fi foflè  delle  quattro  ipecie ,  ma  principalmente 
diquella,che  fi  èdetto  fimigiiarc  alla  Calabrefei  &  della 
Scammonea,  di  vna  femenza  ,  che  portauano  di  Bengala 
chiamata  Vifa ,  la  quale  è  come  la  Caraputia  ■■,  &  alle  fia- 
te le  mefcolaua  della  polucre  di  vna  radice  bianca  lattua 
fa  ,,  chiamata  ,.  Dante  ;  &:  con  Zucchero ,  &  con  alquan- 
te goccic  di  acqua  odorifera  ,„  faceua  quella  compofitio- 
ne,  &  l'affinauaalSole.  Et  queita  miconfefsò  ìlfalfiu 
rio  in  grande  fecreto,  dandomi  la  mano>  che  io  non  la 
feoprifiì  almeno  in  quelle  parti .  Et  non  è  merauiglia  ,. 
che  fi  falfifichi  la  Manna,  poiché  fi  falfi  fi  canale  Pietre 
Bezahar ,  le  quali  vengono  contrafattc  in  Ormuz ,  &  nel 
Malabar,  &  in  vna  Colonia  detta  Cochin,  douc  rifiede 
il  Re  r&  ciò  tanto  bene,  che  anco  gli  eiperti  di  loro  fi  irt- 
gannano  nella  prima  coperta,  òfupcrtìcie,  la  quale  fc 
non  fi  rompe  ,  non  fi  difeerne  dalla  naturale  x  come 
io  vidi. 

La  Manna  non  è  Medicina  nuoua,  ne  nuouamente 
vfata,nèfu  incognita  alli  Antichi,  i  quali  molto  bene 
la  conobbero ,  come  fi  ricoglic  dalle  laro  fcritmre  ;  ben- 
ché da  loro  manco  vfata  ,  che  da  gli  Arabi ,  a  quali  non. 
fu  afcofalafua  virtù,  &  la  fua  potenza,  come  a  loro  più 
familiare .  Eflere  ftata  conofeiuta  da  gli  antichi  fi  com- 
prende da  Galeno  nel  libro  terzo  de  gli  alimenti, nel  ca- 
pitolo del  Mele  >  douefa  grande  ,&  copiofa  mentione 
di  lei .  Il  Dotto  Greco  Suida  la  conobbe  fimilmente  y. 

quando 


DELLA  MANNA.  3M 

quando  la  chiama  Mele  caduto  dal  Cielo .  Dal  libro  vn- 
decimo  di  Plin.  al  capitolo  duodecimo  fi  caua,  quando 
dille;  Viene  quello  Mele  dall'aria,  &  principalmente 
nel  nafeimcnto  delle  ftclle,  &c.  Non  parue  amara,  ne  da 
cflcrcfp rezzata  a  Pomponio  Mella  nella  fuaCofmogra- 
phia  nella  deferittione  dell'India,  quando  ditte;  L'India 
in  alcune  parti  è  di  tanto  graffo ,  &  tanto  fertile  terreno, 
che  in  lei  il  Mele  cola  dalle  frondi;&  non  dubito  nien- 
te ,  che  egli  non  l'habbia  intefo  per  quella  Manna, ò  Me- 
leacrco.  Theophrafto  per auttorira  -di  Hcfìodo  nel  lib. 
terzo  al  capitolo  nono  della  Hifloria  delle  piante  non 
fc  ne  kordò ,  come  nelle  parole ,  che  di  lei  dice,  lì  vedrà. 
Quella  fi  intende  qui  per  la  Manna  foluciua  de  gli 
Arabi ,  &  non  perla  Manna  de  Greci ,  la  qual  confonde 
Serapione  con  quella  de  gli  Arabi. Della  qual  Mannade* 
Greci  pailò  Galeno  nel  libro  decimoterzo  della  Mctho- 
do  ;  &c  nel  quarto  della  compofitione  de'  medicamenti 
fecondo  1  luoghi  ;  dicendo ,  ch'ella eiala  fece  dell'Incen- 
fo  dotata  di  vna  leggiera  aftringenza.  Et  nel  quinto  libro 
del  medefimo  volume,dicc  ;  chela  Manna  è  vn  medica- 
mento ,  che  più  deli'Inccnfo  aftringe .  Vedi  il  Matthio- 
lo  nel  primo  libro  di  Diofcoridcafogli  73.  Al  fine  che 
l'Olibano  delle  Specicricfia  la  Manna  de  Greci,  &cho 
ila  diuerfa  vna  dall'altra,!!  vede  chiaro,&  fi  caua  da  mol- 
ti auttori,  come  da  Hippocrate,  da  Paulo,  da  Actio, 
da  Aleflandro  Tralliano ,  da  Cornelio  Cello ,  da  Oriba- 
fìo,  èv  da  Plinio  nel  libro  duodecimo  al  capitolo  de- 
cimoquarto ,  nel  quale  trattò  delle  fpecie  dello  In- 
cenfo .  Di  vna  ,  &  dell'altra  trattò  il  Lacuna  lungamen- 
te nel  primo  libro  di  Diofcoride  al  capitolo  19.  &  nel  fe- 
condo al  capitolo  74.  Et  benché  egli  &  altri  tengano, 

che  la 


jiz,  DELLA  MANNA. 

che  la  Manna,  che  cade  fopra  le  pietre  fiala  peggioro; 
tuttauia  Amato  Lufitano  tiene  contraria  opinione,  nel 
iùo  Commento  fopra  Diofco ride, nel  primo  libro  allav 
rnartationc  y&.  Il^datthiolo  nel  primo  libro  diDiofco- 
ride  Cerine JugaJiiftoria-fua^  d'altrui  della  Mana>&  del- 
le Tue  lpecie ,  come  nel  luogo<citato  il  può  vedere  in  mo- 
do, chcquelta  mcdicinal  Manna  degnadi  cflèr tenuta^ 
ncll'operationi  della  Medicina ,  come  familiare ,  &  be- 
nedetta (contra  l'opinion  dclFuchfio,  chcxonparolo 
Ài  poco  fondamento  la  volfclcuar  dell'ufo  )  è  temperata 
declinante  a  calore ,  &  humidità.  Euacuaicnza  mo- 
Iciha  la  colera  \  ammòlifcc  il  pctro  ;  facilità  la  orinai 
gioua  alla  tofce&  alla  fete. E  medicina  tanto '(ìcura  >  che 
fi  da  a  fanciulli ,  :&  adonnegrauidc .  Mescolata  con  al- 
tri folutiui,  accréfee  le  loro  Ìor2e,  principalmente  con,. 
Siropo  rofato  loiutiuo ,  con  Caflia ,  con  Reobar- 
baro,  5ccon infufìone  di  Tamarindi i per- 
cheméfcolata  co  quelle  ha  più  vigore  , 
&  fa  migliore  operationc.La  più 
ordinaria  in  Ifpagna  è  quel 
la  di  Calabria ,  ma  la 
migliore,&  più 
eccellen- 
te 
*  quella ,  che  per  viadi 
Vinetia    viene 
diLeuan 
te. 


DEL- 


D  E  L  L'  A  N  I  L.     C  A  P. 


5'J 

LXVII. 


VAni  l,  benché  non  fia  fcmplicc  me- 
dicinale ,  nondimeno  per  ellcr  merca- 
tia  vfata ,  offerendofene  l'occafione ,  fé 
ne  parlerà  cofi  corfìuamcntc ,  lafcian- 
done  ildifcgno .  L'Anil,cofi  chiamato 
da  gli  Arabi,  &  Turchi,  &  da  tutti 


que'  Linguaggi  (  laiciando  il  Guzarate,che  è  il  luogo  do- 
ue  lì  chiama  Gali,  &  al  prefente  nel  detto  Guzaratcda 
alcuni  mercanti  lì  chiama  Nil)è  vn'herba,chc  fi  femina, 
&  lì  aifomiglia col  noftro  commune  Bafilicò .  Coglicno 
quella  hcrba,&  la  pongono  a  leccare  per  tempo,  &da- 
poi  la  macerano  hene,&  lapeftano  molro  forte  co  vn  le- 
gno dentro  di  alcune  come  Pifcine  molto  nette:  &  poi 
the  è  ben  pelta ,,  l'adunano  &  la  pongono  ad  afeiugarfi  il 
giorno  al  So  le,  &  mentre  fi  va  feccado,  pare  di  color  ver- 
de, &c  più  lecca, fi  moitra  di  color  azurro chiaro,  &da- 
poi  leccata  bene,  fi  cangia  in  color  azurro  ofeuro;  &  co- 
li la  lafciano  lecca  fin  che  ella  diuicne  del  più  fin'Azurro 
ofeuro,  che  poiTaeirere.  Et  quanto  quello  è  più  netto 
della  terra, &  più  puro,  è  migliore  .Prouafi  il  buono  ab- 
bruciandolo con  vna  candela  accefa ,  perche  non  refta 
con  arena,  ma  con:  vna  farina  molto  minuta.  Altri 
lo  pongono  inacqua,  &  fc  nuota  di  ibpra 
fenza  andarfene  al  fondo,  lo  hanno 
per  buonojdi  modo  che  ha 
da  cfler  leggiero,  &  di 
buon  colore,  & 
netto  di 


terra- 


DEL- 


LL'OP  IO.    C  A  P.    LXVIIL 

'Opio  medicina,  &  mercantia molto vil- 
tà^ neceflària  principalmente  in  tutte  quel- 
le parti  delle  Indie  (  percioche  in  molte  di  lo- 
ro li  vfa  a  mangiarne  ordinariamente ,  &  fc 
ne  forniscono  cofi,  come  il  Contadinodi  pane  per  tutto 
l'anno ,  &  a  che  effetto  lo  mangiano  Udirà  afuo  luogo  ) 
non  è  altra  cofa ,  cke gomma,  ò  lagrima  di  Papauen,de* 
quali  fi  trouano  in  quelle  parti ,  oc  principalmente  in 
Cambaictte,  olerà  le  noitre  ordinarie,  dell'altre, per  la 
morbidezza, &  qualità  della  terra,  tato  gradi,  che  fi  vede 
alcun  gufciodil^apauero,  che  tiene  vnainghiftara  d'ac- 
qua i  C^uefti  iì  chiamano  in  quel  linguaggio ,  come  nel- 
lo A  rabico  Cax  cax . 

Di  detti  Papaueri  fi  fa  I'Opio,  dandoli  tagli, accio  che 
per  efli  fi  diftilli ,  &  corra  la  lagrima .  fct  non  fi  deedubi- 
tare,che  quello  no  fia  lo  iftelTo  Opio  ordinario,  chiama- 
to da  Greci  Opium, odagli  Arabi Ofiom,ò  Afiom(no- 
mc  comune ,  &c  ordinano  fra  tutti  i  Mori  )  ma  da  i  Mala- 
bari,  Se  d'altre  molti  gcnci  corrottamente  chiamato  An- 
fìaomXa  cagione  perche  lo  chiamano  gli  Arabi  Ofiom, 
fi  è  , perche  gli  Arabi  prefero  molti  nomi  da  Greci  in 
molte  medicine,Iaquai  lingua  Greca  appellano  eflilhu- 
nani ,  quali  lingua  Ionica;  &c  perche  i  Greci  lo  chiama- 
no Opium  ,  &preflò  a  gli  Arabi  quella  lettera  F ,  &la 
lettera  P ,  fono  fòrellc  ;  prendendone  efli  vna  per  l'altra  , 
lo  chiamano  Ofiom ,  o  Afiom,  non  facendo  differenza 
dal  P ,  all'  F.  Cofi  come  dicono  alia  Peonia  Faunia ,  mu- 
tando il  P,  in  F.  come  in  molti  nomi ,  &  parole  efli  fan- 
no .  Di  quello  Opio  fi  trouano  moke  differenze  (  benché 

tutto 


D  E  L  L'  O  P  I  O.  315 

tutto  fia  fatto  di  Papaueri)  vno  è  l'opio  del  Cairo  ,il  quale 
eili chiamano  Meccri,  il  quale  è  bianco,  &  buono,  Se 
vale  molti  danari,  &  fi  tiene  che  queito  fia  quello,  che 
tra  Medici  fi  chiama  Thebaico.  L'altro  è  l'Opio  di  Adem, 
&di  altre  parti  vicine  al  Mar  rollo,  il  quale  e  nero,  & 
molto  duro  :&  quefto  in  alcune  terre  vai  molto,  in  alcu- 
ne altre  molto  poco,  fecondo  l'ufo  che  ne  hanno.  Quel  di 
Cambaiapoi,&di  Chitor,  &dclMandon,c  più  rollo  & 
tenero,&  vale  in  molte  terre  aflai  più ,  per  eiìcr  quiui  più 
in  vfò  per  mangiarne .  In  modo  che  ognuno  vale  più,  o 
mcnojfecondo  l'ulo^che  fé  ne  ha;perche  alcuni  lo  voglio- 
no bianco  ,&  altri  nero.  La  maggior  quantità  diOpio, 
che  fia,  è  di  qucllodi  Cambaia  di  vna  terra  chiamata  Ma- 
lui.  Che  lì  faccia  l'Opio  della  lagrima  che  (blla  per  li  ta- 
gli fatti  ne' capi  de*  Papaucri,  è  cola  certa.  Se  quegli  che  a 
notòri  occhi  che  lo  videro,  Se  alla  notfxa  Se  humile  penna, 
la  quale  per  leuar  leconfufìoni  ciòferiuc,  non  louorrà 
credere ,  legga  Diofcoride  nel  fuo  libro  quarto  del  Papa- 
uero ,  Se  il  Lacuna  nella  fua  cfpofitione ,  Se  il  Mattinolo 
fopra  il  medefimo,  &  Galeno,  Se  Plinio,  con  Amato  Lu- 
fìtano ,  fopra  lo  iftcflb  i  no  lafciando  i  Frati ,  Se  l' Antido- 
tario  di  Meme  al  capitolo  dcH'Opio  :  Se  fé  non  baftaran 
quefti,  volgano  gli  occhi  a  Paulo ,  Se  alla  confettion  di  Fi- 
iònio,  Se  non  fi  [cordino  della  differenza ,  che  era  tra  l'O- 
pio ,  e'1  Meconio.  L' l'Opio  freddo  nell'ecceilò  quarto ,  &: 
tanto  ftupefattiuo,che  vfandofi  male,vccide  ■■,  La  cui  pof- 
fanza ,  Se  qualità ,  Se  il  modo&  cautela  dell'ufarlo ,  potrà 
il  curiofb  ùedere  nel  libro  fefto  di  Galeno  de*  medicamen 
ti  fecondo  i  luoghi  del  dolore  del  capo,  &  nel  libro  terzo 
del  medefimo,  dell'inriammagione  delle  orecchie,  doue 
ne  ammonifee  Galeno,  che  ci  guardiamo  dali'ufar  l'Opio 

R  r         temerà- 


3ié  D  ELL'OPI  O. 

temerariamente,  &:  fcnza  conlidcratione ,  llmodòcoru* 
che  li  ha  da  correggere ,  &  amminiitrarc ,  dal  medeiimo 
Galeno  fi  può  cauarc  dal  fuo  libro  ottauo  della  compofi- 
tione  de"  medicamenti  fecondo  i  Iuoghi,dicendo  j  Mefco 
lanli  le  cole  calde ,  le  quali  pollbno  condurre  la  ftupefat- 
tione  d  elle  fredde, poi  che  quelle  da  le  fono  di  tardo  tran- 
iito .  &c.  perche  è  tanto  grande  la  fua  freddezza  ,  che  le- 
tia il fenu mento  alle  parti  ,  & coli  addormenta, & ofeu- 
ra il  dolore, benché  accrefea  la  cagione,  cheloproduf- 
fe ,  &  lafcia  i  membri  dolenti  più  deboli .  Per  la  qual  co- 
fa  no  fi  deue  amminiftrare,  fc  non  doue  fono  i  dolori  co- 
li eccelliui ,  che  non  fi  acquetano  co  alcun'altro  rimedio. 

Quanto  alla  differenza,  ch'è  tra  l'Opio ,  e'IMcconio 
non  ne  è  d'altra  fé  non,  che  l'Opio  è  fatto  di  quel  liquore, 
che  per  li  tagli  fatti  ne  capi  de'Papaueridiltilla,  princi-^ 
palmente  de' Papaueri  bianchi, che  £il  più  che  fi  fa  nello 
parti  dettei  &  benché  in  alcune  parti  li  faccia  qualche^ 
Opio  di  Papaueri  negri3è  coli  poco ,  &  fi  poco  in  vfo,chc 
non  le  ne  fa  cafo  \  &  il  Meconio  è  fatto  di  fucco  cauato  di 
tutta  l'herba,  del  fulto,  delle  foglie,  &  de1  capi.  Et  ben- 
ché quello  li  venda  coli  nella  fua  purità,  mefcolanza,& 
amaritudine  li  conofee .  Il  più  fi  mefcola  colmedefima 
Opio  j  &  fé  alcuna  fofilticatione  è  in  lui, è  quefta ,  &  non 
di  mefeoiamento  di  altre  herbe,  fecondo  quello,  che  io 
riebbi  modo  di  faperc. 

;  QuelVOpio  fi  mangia  molto  ordinariamente  in  quel- 
le terre,cofi  perche  dormendo,o  mezo  alienati  tra  la  vigi- 
lia e'1  fonnonon  fentano  le  loro  fatiche  *  come  per  l'effet- 
to Venereo,per  lo  quale  béchc  ripugni  alla  ragione,l'han- 
nointantovfo,  cheèil  più  ordinano,  &familiar reme- 
dio  che  habbiano  i  vili  figliuoli  di  Venere.  Che  l'ufo  del- 

l'Opio 


D  E  L  V  O  P  I  O.  ,l7 

l'OpiOjper  la  Tua  itupcfattiua ,  &  narcotica  qualità ,  deb- 
ba far  impotenti  quelli  ,  che  fono  auczzi  a  mangiarne  ,  la 
ragione  il  concede,  oltre  la  cfpenenza;  &  coli  fentono 
non  (olamentc tutti  1  noltn feguaci  della  Medicina,  ma 
tutti  gli  altri  Medici  Arabi ,  Periìani ,  Turchi ,  Corafani, 
Sundafi,Malaici,  Chini,  Mal  bari  con  tutta  la  caterua 
de'  Medici  Canarini,  Dccanini ,  &  Bmgmani,  &c. che 
Ma  è  tanto  efficace  la  imagmation  delia  gente  plebea^, 
della  impotenza  cauano  potenza,  &  cefi  per  le  lue  difo- 
nefte  dilettationi  carnali ,  di  ordinano  lo  vfano  i  &  peg- 
gio èjchcaccommodatopcr  habitovna  Hata  il  guito,  &c 
l'appetito  a  lui ,  nonio  potlonolafciarefenza  grande ri- 
fchio  della  vita,la  quale  manca  loro,  mancandoli  l'Opio, 
fé  con  buon  vino  puro  in  luogo  dell'Opio  non  ^h  {occor- 
rono. Il  che  a  calo  feppi  da  vn  dilcreto&lauio  Turco  al 
lor  modo  natio  di  Adcm  ,  il  quale  (  nauigando  io  per  lo 
Mare  dell'India  alla  volta  del  capo  di  buona  Speranza  in 
vna  naue, nella  quale  il  pouero  Turco  con  altri  Turchi, & 
Periìani ,  &  Arabi  erano  condotti  prigioni  in  Portogallo, 
&  fìfoftentauanodi  alquanto  Opiocheafcofoiccopor- 
tauano,dcIquale  per  eilcr  poco  prendeuano  come  per  me 
dicina)  mi  difle,chc  fc  non  daua  loro  Opio,non  farebbo- 
no  viuuti  due  giorni  ■-,  &  non  me  ne  trouando  io  da  darne 
loro,  mi  dille  il  detto  Turco,  che  poi  che  io  in  quella  Na- 
ue haueua  carico  di  curar  gl'infermi ,  &  {occorrere  a  me- 
fchini ,  che  fapefli  di  certo ,  che  le  non  daua  loro  deli'O- 
pio ,  egli  &  tutti  i  fuoi  compagni  fé  ne  f irebbero  morti , 
per  lo  continuo  vfo,  che  fin  dalla  puentia  h.iucuano  di 
mangiarlo  ;  &c  al  fine  vedendo  che  lononnehaueua,  mi 
dille ,  che  fc  a  tutti  quelli  huomini  auezzi  all'Opió  io  dcf. 
fi  ogni  mattina  vn  fiato  di  vin  puro,  &  accrescendo  ia, 

Rr     2         quantità, 


3i8  D  EX  UOPI  O. 

quantità,  glie  ne  faceffi  dare  anco  trai  giorno,  che  tutti 
camparebbero  dalla  morte,  che  loro  fopraftaua  per  man- 
camento deli'Opioi  &chefapcfli,  che  quefto  era  folo  ri- 
medio, per  rimedio  dell'ufo,  &c  mancamento  ;  benché 
ciò  folle  rimedio  per  loro  molto  duro,noiofo,&  per  cflc- 
recontra  la  loro  legge;  ma  che  poi  che  la  neceilìtà  della 
vita  li  conftringeua  cotanto ,  che  per  forza  conueniuano 
ciòfopportare.  Codio  feci  lor  dare  il  vino  per  l'ordine 
del  detto  Turco ,  &  niuno  di  loro  non  morii  &  prima  che 
pailaiìè  il  mefe,non  volfero  più  vino ,  &  non  fece  lor  male 
il  mancamento  dell'Opio  ;  &  tentandoli  io  alle  fiate  con 
vino,  &  cercando  ad  alcuno  di  dar  vn  pocod'Opio ,  che 
io  haueua  nella  Speciaria  mia  della  Naue  per  curar  gli  in- 
fermi ,  non  vollero  ne  vino,  nèOpio. 

Or  ricornando  alia  cagione ,  onde  fiacche  facendo  I'O- 
pio  col  iuo  v(o  impotenti  i  portenti  r  fia  mangiato  &  vfa- 
tocofi  ordinariamente  per  accrefeer  la  loro  potenza  ;  (ì 
deefapere,che  quefti, benché  lo  facciano  lenza  ragione,!! 
poflonotuttauia  fondare  in  quefta,cioè,che  perche  la  vir- 
tù imasnnatiua  aiuta  molto  la  dilettation  carnale  ,  &C 
perche  ella  è  fupcriore  della  virtù  cfpuliiua,obcdiicc  a  lei,, 
la  qua!  virtù  ìmaginatiua  quanto  è  pm  forte,  tanto  più 
tolto  riduce  a  termine  il  dishonefto  atto  Venereo,  per- 
che comanda  la  virtù  imasnnatiua  alla  elpulfiua,  che  man 
di  il  feme  genitale  a  tefticoli,  &  quanto  più  fivigora  la 
imaginationein  queftoatto,  tanto  più  tolto  viene  il  feme 
al  membro.  Et  perche  quelli  che  mangiano  quefto  Opio 
iranno  mezi  alienati ,  &  quafi  priuati  di  giudicio  ,  &  ra- 
gione, per  mancamento  della  imaginatiua,fìniicono  que 
fio  atto  Venereo  più  tardo;&  perehe  le  feminc  per  la  mag 
gior  parte  non  gettano  il  feme  coli  tolto,  come  rhuomo, 

tardan- 


D  E  L  L'  O  P  I  O.  }i9 

tardando  egli, ella  cflercica  la  fua  opcratione,  onde  iìicce- 
de  per  lo  più  che  ambedue  vengono  a  fornire  l'atto  vene- 
reo ìnlieme  ;  &  per  quello  icruc  il  mangiar  dell'Opto. 

Si  può  dire  ancora,  che  perche  l'O  pio  con  la  iua  ni  ol- 
ta  freddezza  oppila ,  &  ferra  le  ftrade,  per  le  quali  viene  il 
feme  genitale  dal  ceruello,però  per  quello  trattenimento 
fi  viene  a  fare  il  condimento  de  due  amanti  infieme.  Ma 
la  lor  Filofofia  non  è  quella ,  né  adducono  quelle  ragio- 
ni ,  ne  attendono  ad  altro,  che  all'effetto. 

L'ordinario  vfo,  che  hanno  di  prender  ogni  giorno 
dell'Opio,  fi  è  da  venti  grani  fìn'una  dramma.  Io  co- 
nobbi nel  Malabar  in  Tanorvn  Canacapolanairo,  fcri- 
uano  di  camera  del  Re  di  Tanor  molto  difereto,  &  viuo , 
&c  molto  alliuo,  &  di  grande  fcrittura,  il  quale  ne  man- 
giaua  ogni  giorno  al  pelo  di  cinque  dramme ,  &  alla  mia 
prefenzalo  prefe. 

Et  il  Dottor  Garcia  di  Orta  (a  cui  fi  dee  dar  fede^  cre- 
denza in  quello)  narra  che  efib  conobbe  vn  Secretano  del 
Nizamoxa,  Corafano  di  natione,  che  ogni  giorno  ne 
mangiauatretolas,  che  è  pelo  di  dieci  feudi  &mezo,  ma 
che  detto  Corafano,bcnche  folle  grade  fermano,  &buon 
letterato, &  buono  fcnttorc,tuttauia  fempreeraibnnolé- 
to ,  ma  che  mettendoli  in  compagnia ,  &  in  conuerlatio- 
ne,parlaua  come  huomo difereto,  &  buon  letteratojdon 
de  fi  può  vedere  quanta  forza  habbia  l'ufo,c'l  coftume. 


TRAT- 


$io 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE 

&  delle  Tue  qualità. 


i  E  n  e  h  e  io  haueflì  congionto  qucftò 
trattato  dell'Elefante  al  libro  ,  che  ho 
per  le  mani  di  tuttele  piante,  frutti ,  vc- 
celh  ,  &  animali  di  quella  parte  dell' A- 
fia,  tuttauia  mi  è  paruto  di  aggiongerlo 
a  quelle  cofe  con  alcune  vere  hiftorie 
di  lui,  che  fi  vederannoj  &  benché  io  habbia  fcritto  mol- 
to 


TRATTATO  DELL/EFANTE.  311 

to  di  detto  animale,  tuttauia  fono  coli  notabili ,  vere,  &C 
memorabili  Jc  molte  cole,  che  di  lui  fi  poiIonodirc,8£ 
tante ,  che  per  molto  che  di  lui  fi  parli ,  non  fi  deue  tener 
per  poco.  Di  tutte  quelle  cole  diremo  le  più  vere,  & 
molte  volte  vedute  co'  noltri  occhi  propri) ,  ponendola 
Tua  figura  &  effigie  primieramente  cauata  molto  natural- 
mente ,  accioche  nulla  manchi  a  quello  trattato ,  la  qua- 
le è  la  feguentc . 


Ili 

TRATTATO       DELLO 

ELEFANTE. 


E  L  Malabar  ,  doue ne  fono,fi  chia- 
mano Anne.  Nell'Arabia,  Fil,  & 
al iuo dente,  Cenalfil.  InGuzara- 
te ,  &  in  Decanin  fi  dice  Ati.  In  Ca- 
narin  Acete  .  Nel  linguaggio  de 
Carni  dell' iìthiopia,  Itembo .  In  La- 
tini Elefansj&  al  fuo  dente,  Ebur. 
In  Casigliano,  &:  Portoghefe  Elefante  ;  &  al  Tuo  dente , 
Marfih  in  Catalano,  Vori  ;  in  Italiano  Auorio .  InFran- 
cefe ,  Elefante  ;  &  al  fuo  dente  Iuoire .  In  Tcdefco  Al- 
fant  Bein,  &  Elfandn .  In  Inglefc,  Olefante.  In  Fia- 
mengo  Olofante .  In  Scocefe,  come  gli  Inglefl .  In  Greco, 
aXs^ctq  ■■>  &  lob  lo  chiama  in  Hcbreo,  Vehmoth;  &  in 
niuna  lingua  non  fi  chiamavano,  come  dice  Simon 
Genouefc. 

E1  l'Elefante  animale  capace  di  difciplina&  obedien- 
te  all'huomo,  &  il  più  domeftico,  &  atto  da  appren- 
der tutto  ciò,  che  gli  viene  infegnato,  che  niuno  altro 
de  gli  animali  faluatichi  ,  come  dice  Ariflotile  nel^li- 
bro  ottauo  de  gli  animali  ;  che  più  domefticabilc  di 
tutti  gli  altri  animali  faluatichi  fìa  l'Eefante  ■-,  percio- 
chemolte  cofe  apprende  egli,  &  intende,  poi  che  an- 
co fé  gii  infegna  ad  adorare  1  Re  .  Di  cjucftiii  troua- 
no  quantità  grande  nelle  Indie  Orientali,  &  nella  Chi- 
na ,  &  in  Zeilan ,  &  in  molte  altre  parti  dell'India,  &  nel- 
l'Ethiopia . 

e'  l'Elefante  animale  benigno,di  fua  natura  clemente, 

vergo- 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.  313 
vergognofo ,  aucduto ,  &  amorcuolc ,  come  più  oltre  Ci 
moitrarà .  £'  grande  di  corpo ,  &  cofi  lo  deferiue  Eliano 
al  capitolo  3 1.  della  grandezza  degli  Elefanti  y  dicendo, 
Gli  Elefanti  fono  di  altezza  di  nouc  cubiti ,  &  di  cinque 
di  larghezza  &c.  E'  groflfo,&:  di  gran  vcntre,taciturno,& 
molto  graue  al  vederci  ma  leggiero  al  caminarc.  Ha  tefta 
grande,  &  colio  corto ,  le  orecchie  grandi  &  larghe,  &  il 
maggior  Elefante  le  ha  fin  tre  palmi  di  lunghezza,  &  vno 
&  mezzo  di  larghezza .  Gii  occhi  molto  piccoli ,  &  mol- 
to viui  s  &  la  bocca  grande,nella  quale  ha  folamentcdue 
denti  mafìellan  bianchi  di  fei,fctte,  &  più  palmi  ciafeu- 
no  .  Ha  le  gambe  grolle,  grandi,  &  forti  con  tutte  lefuc 
gionture  ordinarie ,  le  quali  non  fono  molto  apparenti, 
per  eflcr  le  gambe  rotonde,  Scoperte  di  grolla,  &foda 
pelle ,  quale  è  quella  di  tutto  il  fuo  corpo ,  tanto  afpra , 
&  rugolà ,  &  di  coli  rari ,  &  corti  peli ,  che  pare  pellato . 
Ha  i  piedi  tondi  di  circuito  di  quattro  palmi,  &piui 
vecchi;  in  ciafcuno  de'  quali  ha  nella  parte  baila ,  che  va 
per  terra  cinque  diti  piccoli,  &  didimamente  formati, 
&grolli,  in  ciafcuno  de' quali  termina  vn'unghia,  che 
pare  vn  tagliere  Ha  la  coda  tanto  corta,che  la  maggiore 
non  gionge  a  quattro  palmi, &  di  molto  corte,  &  rare  fc- 
tole  y  &  oltra  ch'egli  è  la  verità,  che  l'Elefante  ha  tutte  le 
fue  gionture,  come  qualunque  altro  quadrupede  (con- 
tra  quelli,che  non  lo  videro  coli  da  preilo,come  io)l'afFer 
mano  anco  liferittori  moderni,  come  Luigi  da  Ca  da 
Mollo  nobile  Vinitiano,  chelovide,  &  Andrea  Mat- 
tinolo ,  &  altri .  Camina  l'tlefante  tanto  quietamente , 
che  parendo  di  caminar  poco,  palla  innanzi  a  qualun- 
que huomo,  che  corra  a  piede.  Adopra  &poiTedein 
buona  parte  l'Elefante  quali  giudicio  fiumano;  ma  però 

Sf         non 


3t4  TRATTATO  DELL'ELEFANTE! 
non  fi  dice  ch'egli  habbia  giudici©  humano ,  benché  fia 
molto  dilciplinabilc,  come  dice  San  Thomalofopradi 
Iob  ,  al  capitalo  40. nella  lcttionc  1.  con  quelle  parole  > 
llchc non  iì  dice  pcrch'egli  habbiaintelletco,,  ma  per  la 
bontà  della  naturale  emmatiua .  Ha  egli  gran  memoria* 
nella  quale  conferua  tenacemente  tutto  ciò,  ch'egli  ap- 
prende- Obcdifcc  a  colui,  che  logouerna,  &  facilmen- 
te intende  il  linguaggio ,  che  gli  viene  infegnato,  princi-* 
palmente quello  dellafua  terrai  col  quale  intendendo  i 
tuoi  goucrnatori,  gliobcdilce  in  tutto  ciò,  che  com- 
mandano .  I  domeltici  ordinariamente  ferueno  de  gli 
ordinari j feriuigij  ne' fiumi ,.  caricando,  &  divarican- 
do le  naui  „  &:  {fingendole  al  mare ,,  &  tirandole  a  terra  , 
quando  bifogna ..  Portano  pefo  grande  fopra  ciafeuno 
de'  denti  coi]  come  vna  gran  traue,,ò  vn  martello,  ò  mez^ 
2a  botte  piena  di  vino,,  ouei'ogho;  Scaltri  peli  grandi, 
come  l'artiglieria ,.  che  li  cambiada  luogo  a  luogo .  Non 
prendono  il  carico  co'  denti,,  ma  con  la  tromba,  della 
quale  fi  vagliono  in  luogo  di  mani,  in  quello  modo;ac- 
commodano  vna  corda  grofià,  &  forte  a  quello,che  han 
no  da  lcuare ,  &  prendono  la  cordairt  bocca  dando  ne' 
denti  le  volteche  ballano,,  &  a  quella  manieri  portano 
il  carico,  o  trahédolo  per  terra,  ò  ieuandolo  in  aere,  feco 
do  la  qualità  del  carico  >  nella  qual  cola  hanno  tanto 
auedimento  ,  &  portano  illoro  carico  (  fecgli  è  di  cofa , 
che  fi  polla  rompere ,  ò  ìpandere)  tanto  fi  curo  ,  quanto 
bifogna  ;  8>c  fapendo  vna  fiata  doue  l'hanno  da  portare, 
non  accade  fenon  moftrarloro  il  camino ,  perche  l'han- 
no a  mente  per  far  bcncil  loro  feruigio .  Gilio  dell'Ele- 
fante al  capitolo  5. afferma  efljèrc  cofi  la  verità ,  che  l'Elc- 
antc  piange  di  notte  la  fua  forte  di  feruire  co  miferabi- 

li,  an- 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE  3*5 
li ,  anguftiofe,  &dolorofe  mormorationi  ■>  &  fc mentre 
egli  è  in  quello  piamo,  (opramene  qualche  pedona, con 
vna  cet  tacommouonc  di  vergogna,  modera  i  Tuoi  lamé- 
li  ,  &  lafciai  dolenti ,  &  aftcrruofifuoi  gemiti .  Ha  l'Ele- 
fante in  fé  fpi  ricopi  precminenza,  A:  arroganza,  &  ha 
guftodi  honore,  &vnodc'maggioricaibghi_,chcgli  fi 
poiradarc,  fi  è,  il  dirli  parole  ;oltraggio(c,  &  tuttoché 
fìano  benigni,  cuttauiaiono  molio  vcndicatiui.  Eha- 
no  nella  hiitoria  de  gli  Elefanti  al  capitolo  4.  conta  di 
vno,  che  fenile  perdirrto  ordine  alcuni  vcriiin  Lanno. 
Et  qu  into  alla  loto  difciplina ,  &  obedienza ,  &  dello  (tu 
dio,  oc  cunohrà,  che  hanno  della  Mufica,  fi  legga  in 
Porphirio,ò  Eliauo,  Eliodoro,  Oppiano ,  &  G1I10.  &c. 

Oilcru  mogli  Elefanti  vna  certa  maniera  di  Religio- 
ne, inclinandoli  al  Sole,  quando  egli  nafcc,&  alla  Lu- 
na ;  &  del  modo ,  col  qualeolTèruano  qucltamaniera  di 
Religione,  &  come  òfterifcono  rami  alia  Luna  crefeen- 
tc ,  le  il  diligente  lettore  particolarmente  Io  aiorràfape- 
rc, legga  Eliano  nel  trattato  dell'Elefante  al  9. capitolo,& 
i9.doue  dice  quelle,  &:  altre  moltccoicciell'Elefantc,  & 
di  molte  di  loro  fono  io  tcftimonio  di  veduta .  Afferma 
Ciccrone,chc  l'Elefante  ha  gran  couencuolczzacron l'in- 
gegno ,prudenza,&  fentimento  deirhuomo,}  ilcheap- 
parc  in  molte  cofe ,  le  quali  fi  veggono ,  &  fi  leggono  del 
iuofapere,  &c  della  fuafagacitài  comedi  quelli  che  do- 
ucndo  vna  fiata  eder  condotti  a  terre  itrane,&  foreltiere  t 
nonfivolfcro  mai  nelle  nauiimbarcare,ie  prima  non  fu 
loro  giurato  da  quelli ,  chegli  conduceuano  ,  di  douer- 
gli ritornare  al  proprio  luogo,dondegh  cauano .  Quan- 
toal  Coito  di  queito  animale ,  dicci! Mattinolo ,  citan- 
do Arinotele  nel  libro  6. al  capitolo  17. della  Hiftoria  de 

S  f    z  gli  ani- 


3*4    TRATTATO!  BELI^ELEFANTE. 
gli  animali,  che  gli  Elefanti  non  vfano  il  coito  eoa  le  fc- 
mine,  ne  generano  prima^cne  riabbiano  compiuti  ven- 
ti anni.  Ma  ccnfiderata  bene  l'opinione  d' Arinotele  nel 
luogo  citato,  egli  noft  fente  che  gli  Elefanti  generino  nel' 
l'età  diventi  anni, ma  che  comincino  a  congiongerfi  con 
Jefemincvbenche dica  Ariftòtele nel  lib.  js  al  cap.  4.  che- 
le  Elefanti  femine-,  cominciano  a  congiongerfi  dì  dodi- 
ci, ò  quindici  anni  ;  &  che  l'Elefante  mafehio  di  età  di 
cinque,  ò  di  fei  anni  comincia  ad  vfar'il  coito,  ma  lo  tra- 
lafcia  per  tre  anni.  Plinio  dice,  che  il  mafehio  comin- 
cia di  età  di  cinque  anni ,  &  la  femina  di  diecijil  che  non 
li  fa  veramente  ^nè  manco  fi  fa  appunto  quanto  tempo 
duri  il  parto  di  detto  animale,  per  elTerc  animai  molto 
catto,  &  che  mai  non  fi  congiongecon  la  femina,  fé  non 
in  luogo  molto  folitario ,  &  ilpiufecrcto,  &  occulto 
ch'egli  poffa  ritrouare,  per  effere  molto  vergognofo.  Egli 
e  opinione  di  Eliano  nel  trattato  della  caftità,&  bontà  de 
gli  Elefanti  al  capitolo  22.  &  anco  è  opinione  d'altrui, 
che  vada  pregna  vn'anno  &  mezzo  &  due  ■■>  la  verità  della 
qualcofamainon  potei  fàpere  da  alcun  Nairo,  ne  Gen- 
tile ,  tutto  che  lo  cercaflì  con  diligenza. Trouai  fòlamen- 
teprefuppofito  in  alcuni  ,  che  vadano  vn'anno,  &  lo 
prefumcno  per  quella  furi  a  Venereà,chc  ogni  anno  vie- 
ne vna fiata  a  mafehi ,  i  quali  eflèndo  coli  cafri  fi  prefu- 
me  non  foprauenir  loro  quel  naturai  defìderio ,  fenona 
tempo,  chefìa  meftieri  di  ingrauidare  le  loro  femine. 
Ma  di  quefto  non  fi  ha  più  certezza  . 
»:   Nonficongiongegiamailo  Elefante,  fé  non  ciaict*- 
no  con  la  fua  femina  propria  foIamente,afrine  di  produr 
re  vn  fuo  fimiIe,comc  dicono  i  natij  di  quelle  parti,affcr- 
mando,  che  fifepara  l'Elefante  dalla  femina,  come  la 

fente 


TRATTATO  DELL'ELEKANTE.  317 
ferite  pregna .  Quanto  cafto ,  gclofo,  &  inimico  d'adul- 
terio iìa  quefto  animale,leggafì  in  hliano  al  capitolo  3  6. 
dell'odio  de  gli  Elefanti  contra  gli  adulteri .  Ha  l'Elefan-. 
te  molto  timore  del  fuoco ,  &c  il  freddo  l'offende  molto. 
Viucno  fecondo  alcuni  dugento  anni,  &c  fino  agli  ot- 
tanta il  conferuano  nel  loro  vigore .  Anltotelc  dice ,  che 
viuc  dugento  anni ,  &  che  flonfcc  fino  fettanta .  Vfano 
l'auono  ordinariamente  per  confortare  la  virtù  vitale, 
rinfrefear  il  fegato ,  &:  riftringer  i  fluflì  biàchi  delle  don- 
ne. Gioua  alle  lunghe  oppilationi,  &  mitiga  i  dolori 
dello  ftomaco  ;  &c  è  buono  contra  il  morbo  regio,  effon- 
do vuoto  lo  ftomaco ,  dandone  vna  dramma  con  vino , 
doue  non  Ila  febbre  ;  &  doue  ne  è ,  con  acqua  di  Lupuli, 
ò  di  Cicorea  ;  &  l'ufo  fùo  nel  beuere  fa  le  donne  feconde 
per  ingrauidarll.  E'I'Auorio  freddo  &fccconeI  primo 
grado,  llchc  fi  intende  folamente  de'  denti  dell'Elefan- 
te y  perche  quelli  fono  in  vfo.  Abufo ,  &c  fintione  fu 
quello,  che  alcuni  fcriffero,  dicendo,  che  lo  Spodio  fi 
faccua  de  gli  olii  abbrufeiati  de  gli  Elefanti .  Ma  ciò  non 
è  vero  3  perche  doue  gli  vecidono ,  di  loro  non  fi  vaglio- 
noincofa  alcuna;  &  ione  vidi  molti,  nèmaìmitro- 
uai ,  che  vcdcflì  abbrufeiar  gli  olii ,  ne  valerli  di  loro  ;  fé 
non  folamente  della  carne  da  mangiare  per  la  gemo 
vile,  &  barbara;  &  de  denti  per  gli  effetti  di  medi- 
cina, &  per  gli  vii  delle  arti,  de'  quali  (  per  ciTere  i  na- 
ti j  del  luogo  gente  fottile,  &  ingcniofa)  fanno  cofe  molto 
Gentili .  Quanto  a  quelli, che  fcriffero ,  che  gli  Elefanti 
haueuano  cornij  il  dee  intendere,  che  fono  quei  due  lun 
ghi  dècitile  gli  efeono  dalla  bocca,perche  niuno  Elefan- 
te ha  corni .  Et  quelli  denti  fono  il  vero  Auorio ,  che  noi 
vfiamoìcontra  quello, che  dille  il  Fuchfìo  nel  libro,ch'c- 

gli 


3  *t  TRATTATO  DELL'ELEFANTE, 
gli  fece  della  compofitione  de' medicamenti,  che  non  fi 
trouaua  vero  Auorio,  &  chel'ordinarioyche  vfiamo  è  di 
dentidi  Pefce  marino  ;  nel  che  mantfetìamcnte,&fenza 
niun  fondamento  fallò,  eflendo .dotto m altre  cofe. 
Quello  che diilc Paulo Egineta,cheiivaleuano delle ào- 
ro  vnghie ,  nacque  dall'eilere  male  informato ,  percheirt 
niuna  cofa  non  il  vagliono  dell'unghie  dell'Elefante,  ne 
iì  troua  in  loro  alcuna  virtù .  iPlinio  nel  libro  primo  in., 
inditi  capitoli  fa  vna  lunga  liiftoria  dell'Elefante,douo 
contamoltecoledegne  di  memoria.  Ma  noineconta- 
remo  alcune  veriflìrne,  le  quali  fonofeguite  nel  modo , 
che  fegue .  Fu  vn'Elefantc,  che  fi  arTaricaua  fui  fiume  di 
Cochin,  il  quale  parlò  due  parole  i  come  è  manifefto, 
pervnapublicateftimonianza,  cheli  cauòdclcafo  nel- 
la detta  Città  ;  ;&c  fu ,  ch'cflcndoil  detto  Elefante  itanco 
pcr'lafatica,  &  volendoci xipofare,&non a'ffaticarfi  più, 
lo  richicfeil  Capitano  della  Citta,  ch'era  acquei  tempo , 
che  continuale  ancora  nella  fatica,&  che  li  gettane  vna 
Galeottainmarejgiàche  l'hauea  mona;  èVritenendofi 
l'Elefante 3iì  vollcal Capitano  a  richiederneJoeondolci 
paiole,dicédoli ,  che  lofaceffcpcr  fuoamore,pcrche  era 
cofache  bifognaua,  &  importauaper  feruigiodel  Chri- 
itianiflimoRc  di  Portogallo;&  loEléfantelcricandò  al- 
la Galeotta .,  dicendo  Hoo,  Hoo  ;  che  nella  lin^uaMala- 
bar  (la  qual'è  la  propria  della  terra ,  douel'antmale  era 
nato  )  vuoldire;,  fi  voglio  :  &  gettò  la  Galeotta, moflr a n- 
dofene molto  contento . Communeoopinione  è  in  quel- 
le parti  ;,  che  gli  Elefanti  fi  intendano  parlando  tra  loro  ; . 
&Oppianoancerma,'chcgli elefanti  parlano, «&  fi  inten- 
donoco'loro  gouernatorL  Afrermadi  piu<&ciò  fi  tiene 
per  vero ,  che  quando  fono  micini  alla  morte.,  conofeo- 

no 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.  319 
no  la  !or  f.iralc  neceflirà .  Or  a  quello  ìftcllò  Elefante  fuc- 
cclley  ne  tardando  il  fao  gouernatore  a  dargli  il  cibo  or- 
dinirio,  &n(entcndofi  l'Elcfintc della tardanza,gli  dif- 
fé  il  gouernatorejchc non  g! i  daua da  mangiare,per  cfler 
lacaldara,doueicgh  appaiccchiaua, rotta,  &  che  la  por» 
tailc  aJ  calderaro  ,  che  la  conciailè ,  &  haucndola  porta- 
ta l'Elefante ,  il  Calderaro  la  conciò  male  i  il  che  veduto 
dal  gouernatore ,  gridò  con  l'Elefantc,oltraggiandolo  di 
parole ,  &  glie  h  fece  ritornare  al  Calderaro ,  perche  la> 
conciaflc  bene;  mail  Calderaro  induflriofamcnte,  & 
per  malitia  fece  molto  peggio  di  prima ,  &  la  ruppe  più 
di  quello,  cheitaua,  &lareftituì  all'Elefante;  il  quale 
la  prete  con  la  (uà  tr  >  mba ,  &  la  portò,  al  fiume  ch'era  vi- 
cino ,  &  la  empì  d'acqui  ;  &  vedendo  ch'ella  era  più  rot- 
ta, che  prima  non  eia,  la  ritornò  alla  porta  del  Calde- 
raro,  dando  grandi  mugiti  ,,  a'  quali  traile  vn  fattore-» 
del  Re  &t  altre  perfone,  conofeendo ,  che  l'Elefante  fi  la- 
mentaua;  &  il  Calderaro  dimandandoli  perdono  con_. 
amoreuoh  ,& dolci  parole,  li  conciò  molto  bene  la  fua 
caldara ,  &glie  la  ritornò ,  &  l'Elefante  tornò  dinanzi  di 
tutti  colovo  ad  empire  la  fua  caldara  d'acqua  nel  fiume, 
&  vedendo,  cheitaua. bene,  la  ritornò  alfuo  gouerna- 
tore ,  facendo  primacenno  a  quelli,  che  itauano  prefèn- 
ti ,  com'egli  li  prendeua  per  tcitimoni  j .  Del  faperc ,  & 
giudicio  degli  Elefanti, oltre  moltealtrecofc  vere,  che 
di  loro  fi  contano ,  fc  neveda  vna,  che  narra  Eliano  al  ca- 
pitolo 11.  Della  Sapienza  dell'Elefante  5  Che  vedendo 
vn'Elcfantc,  che'I  fuo  gouernatore  gli  afeondeua  vna  par 
te  del  cibo ,  chc'l  fuo  Signore  gli  daua ,  tacendo  fé  la  tol- 
fe  con  la  tromba ,  &  lamelle  nella  fua  pentola  per  fatif- 
farfi  dell'ingiuria  che  colui  glifaceua.   Altre  molte  hi- 

ftoric 


W    TRATTATO  DELL'ELEFANTE, 
fio  rie ,  come  quelle  contano  quefti  auttori,  &  Plutarco, 
le  quali  preflb  di  loro  fi  potran  vedere .  Auenne  vna  fia- 
tatile feiogliendofi  vn'Elefante  del  luogo,doue  ftaua  le- 
gato con  ie  fìie  catene  di  ferro>  per  cagione  d'una  certa  in- 
fermità ,  che  ogni  anno  gli  viene  (  come  più  innanzi  nel- 
le infirmiti ,  che  gli  Elefanti  patifeono ,  &  del  modo  di 
medicarli,  fi  dirà  )  &  perche  quando  fifciogliono  con», 
qucfto  dolore ,  tutti  quelli ,  che  fi  trouano  dinanzi ,  &c 
poflòno  cogliere ,  con  quella  furia  vecideno  ■■>  non  per- 
che l'Elefante  di  fua  naturale  inclinationc  offenda  l'huo- 
mo ,  fc  non  gli  dà  cagione  )  &  ritirandoli  molte  genti  da 
vn'Elefante  che  feruiua  il  Re  di  Portogallo  nella  Città  di 
Goa  (  la  quale  è  quella  douc  rifiedeno  i  Gouernatori ,  &C 
Vice  Re ,  il  quale  ftaua  legato,  come  fi  è  detto ,  &c  rom- 
pendo le  fue  catene ,  entrò  per  la  Città ,  &  in  vn  calle  in 
contro  vnafchiaua,  che  haucavn  fanciullo  in  braccio, 
la  qual  vedendo  venire  l'Elefante  cofi  furiofo,  fuori  di  fc 
da  paura,  laici  ò  la  creatura  nel  calle  alla  porta  della  fua 
medefima  cafa,  ferrando  dietro  di  fc  con  preftezza  la  por 
ta  \  &  giongendo  l'Elefante  alla  creatura ,  la  prefe  con  la 
tromba ,  &  fenza  farle  male  alcuno,  la  pofe  fopra  vn  co- 
perto bailo,  ch'era quiui  per  mezzo,  &  Jafciandola-., 
confiderò  fé  ella  ftaua  ficura;  &  poi  pai  so  oltre  con  la  fua 
furia .   Et  fi  dee  fapere ,  che  l'Elefante  ciò  fece  per  grati- 
tudine ,  &  fapendo  ciò  che  faceua ,  &  non  vecife  il  fan- 
ciullo,per  conofeer,  ch'era  figlio  d'una  dona, che  viueua 
in  quella  cafa ,  la  quale  vendeua  alla  porta  pane ,  &  frut- 
ti, &altrccofe  da  mangiare,  &  haueua  incoftume  di 
dar  fempre  a  quell'Elefante  pane,  ò  frutti,  &  a  qualun- 
que de  gli  altri  domeftici ,  ciafeuna  volta ,  che  paflàua- 
no  per  la  fua  porta  :&  in  quel  tempo  venne  occafionc, 

cheil 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.  351 
che  il  grato  Elefante  le  pagò  le  pie  opere  vfate  da  lei  per 
innanzi  verfo  di  lui .  Auennc  ad  vn'altro ,  che  correua^ 
nella pianzza  di  Goa  furiofamentc ,  che  vn'huomo  in- 
fermo gli  cadde  dinanzi ,  &  non  potendo  ifchiuarlo, l'E- 
ie fante  lo  ricolfc  nella  fua  tromba,  &  lenza  farle  male 
alcuno ,  lo  ripofe  (òpra  vn  poggio;  &c  diccua  qucit'huo- 
mo ,  che  nella  medelìma  piazza  poco  innanzi ,  che  que- 
ft'Elcfante  cadette  in  quella  infcrmirà.gh  haueua  elio  da- 
to di  fua  propria  mano  vn  gran  frutto,  che  in  quella  ter- 
ra fi  chiama  Iaca,  del  quale  fi  tratta  nei  capitolo  37.  Al- 
tre molte  cofe,  &narrationi  vere  fi  tralafciano  qui  del- 
l'Elefante, per  fare  l'hiftoria  più  breuc. 

Quanto  ali' Auorio ,  che  cofa  egli  fia ,  &  di  che  quali- 
tà ,  già  fi  è  detto .  Nelle  cofe  medicinali  foli  gli  Arabi , 
&c  Torchi ,  che  medicano  con  Auicenna  ,  l'adoprano 
come  noi  altri  lo  adopriamo .  Et  poi  che  fi  è  parlato  di 
Auicenna,  egli  è  bene,  che  fi  fappia  donde  egli  fu,  & 
quale  contra  l'opinione  commune,  che  vicn  tenuta  di 
lui, presupponendo,  ch'egli  folle Prencipe,ò Redi  Cor- 
doua ,  il  che  non  fu  cofi  ,  ne  fi  ritroua  nelle  chroniche  di 
Spagna  vn  cotal  Re ,  ne  in  Siuiglia ,  ne  in  Toledo  i  ma^ 
quello  che  fi  troua  per  certo  fi  è ,  che  Auicenna  fu  natio 
d'una  Città,  che  fi  chiama  Bochoraa ,  la  quale  fi  troua^ 
nella  Prouincia  di  Vzbeche ,  la  quale  è  parte  delia  Tarta- 
ria ,  donde  viene  molta  Manna.  Quello  Auicenna  non 
fu  Prencipc ,  ne  Re  ;  ma  gouernatore  (  che  in  quelle  par- 
ti fi  chiama  GoaziI  )  &c  fu  molto  valorofo,  &  potente  con 
le  fue  lettere;  l'opere  del  quale  fi  trouano  in  quelle  parti 
nel  fuo  proprio  linguaggio .  Ma  ritornando  all'ufo  del- 
l'Auorio  nelle  cofe  gentili ,  fé  ne  adopra  ogni  anno  nel- 
le Indie  più  di  fei  mille  Quintali ,  il  quale  viene  portato 

T  t  da  Zofa- 


33*     TRATTATO  DELL'ELEFANTE 
da  Zofala ,  &  da  Melinde ,  &  d'altre  parti  dell'Ethiopia  ; 
&  quefta  quantità  è  oltre  molto  altroché  manda  alle  In- 
die il  Re  di  Portogallo  per  mercantia  \  benché  nel  Mala- 
bar  fiano  molti  Elefanti ,  &  molti  in  Bengala  ,  &  in  Ori- 
xa ,  &  nel  Patane ,  &  nelle  parti  di  Dccaon ,  di  Cotama- 
lucojche  confina  con  Bengala .  Ne  è  anco  quantità  gran- 
de in  Pegun ,  &in  Marraban  ,  &  in  Sion  ;  &  dicono,che 
il  Re  di  Sion  fi  chiama  Re  dell'Elefante  bianco,  per  ho- 
nore,  perche vccifèvn' Elefante  bianco.  Ne  fono  anco 
in  gran  numero  nel  frefeo ,  &  fertile  Zeilam  >  &  quefti 
Elefanti  di  Zéilam  fono  più  domeftici,  &  intelligenti , 
che  tutti  gli  altri  di  tutte  quelle  parti  ;&cofi  li  denti  ài 
quefti  tali  per  edere  più  fini  ,  &  di  grande  eccellenza  f  o- 
pra  tutti  gli  altri,  fi  adoprano  più  negli  vii  di  medicina, 
&  ne  gli  artifici]  più  politi  ;  &  uagliono  molto  più  ;  ben- 
ché anco,  quelli  di  Pegun  fono  buoni .  Tuta  li  fei  mille 
Quintali  che  quiui  vanno  di  Zofala,  &  quelli ,  che  per 
via  di  Portogallo  fono  portati  dall'Etiopia,  &  d'altre  mol 
te  parti  delle  Indie ,  fi  confumano  tutti  nella  China ,  & 
in  Cambaia ,  okra  molta  quantità  di  Tartarughe,  che  fi 
adoprano  ogni  anno  ;  Oc  fempre  ne  vengono  tratte  altro- 
ue ,  per  molte  che  ne  portino  ;  &  quefto  per  le  molte  co- 
fe  dipolicia,coffini,  caffè,  tauole,  fcrittori,  pettini, 
tauolieri  da  giocare,  &  altre  molte  cofe,  che  fanno  del- 
l' Auorio ,  come  i  manili,  chele  figlie  de  Baneani  (lequa- 
li  offeruano  l'ufo  Pitagorico  )  confumano  in  molta  qua- 
tità  ;  perche  morendo  alcuno  loro  dependente ,  rompo- 
no tutti  i  manili ,  che  portano  alle  mani ,  &  braccia  (che 
poffono  efiere  d'intorno  ventilò  trenta  quelli,  che  ognf- 
una  di  loro  porta)  &  quando  finifee  il  duolo,nc  fan  d'al- 
tri nuoui  j  &  quefta  brutta  vfanza  duraràloro,  quanto 

durerà 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.     33  j 
durerà  la  loro  diabolica  fupcrftitionc .  Et  perche  dicono 
alcuni, che  gli  Elefanti  mutano  i  détiifappiafi,chc  non  è 
cofi ,  &  che  non  gli  murano ,  fc  non  quando  gli  vecido- 
no,  &glic  li  cauano.  Et  perche  non  fi  mcrauigli  alcu- 
no, che  uiuendo  l'Elefante  tanto,  &  non  hauendo  fé 
non  due  denti ,  fi  troui  tanta  quantità  d'Auorio ,  quan- 
ta le  ne  confuma  ogni  anno  ;  &  tanto  più ,  quanto  le  fc- 
minc  di  quella  fpecie  non  hanno  denti,  &  le  alcuna  ne 
ha,  non  palfano  vn  palmo  ;  fappiafi,chcfeviè  tanto 
Auorio,ciò  auienc,pcrche  vi  fono  molti  Elefanti,liqua- 
li  vengono  vecifi,  per  mangiarne  la  carne,  &  venderli 
détii  &  è  cofa  certa,  che  fono  più  Elefanti  ncll'Ethiopia, 
che  Vacche  nell'Europa.  Sono  gli  Elefanti  molto  fogget- 
ti alla  malinconia,  come  diccSan  Tomafo  fbpra  lobi 
l'Elefante  è  animale  mclancolico,  &  di  fccca  complcflio- 
nc ,  &  habita  nellctertc  calde  ;  onde  contra  il  caldo,  &  la 
fecchezza  cerca  il  refrigerio  della  humidità ,  &  dell'om- 
bra. Che  fiano  gli  Elefanti  molto  foli  tari  j,  lo  afferma-. 
Aditotele, dicédo,  Tra  gli  animali ,gli  Elefanti  ftàno  nel- 
le folitudini  ;  &  principalmente  tra  le  Canne ,  Salici ,  &: 
luoghi  ombrofi,  che  fono  prelTo  a' fiumi.  Sono  gli  Ele- 
fanti molto  paurofi  la  notte,  &:  quando  dormono,fi  fue- 
gliano  co  impeto,&:  timore  fpauétandofi;per  la  qual  co- 
la i  loro  goucrnatori ,  che  fi  chiamano  Nairi , dormono 
fbpra  di  loro,  &loro  parlano,  &  impedifconoloroil 
fonno .  Patifcono  molte  fiateinfirmitàdi  fluflo  di  cor- 
po ;  &  fono  tantogclofi ,  che  per  gelofia  cadono  in  mol- 
to gran  furia  :& chi  vorràlcggerc  lecofe  notabili,  cho 
fanno  per  amore ,  &  per  gelofia ,  legga  Eliano  nel  trat- 
tato dell'amore  de  gli  Elefanti  al  capitolo  2. <S.   Quando 
gli  Elefanti  fono  per  cadere  in  quella  infi  rmita.,  &  furia, 

Tt     1         i  Nairi 


334  TRATTATO  DELL'ELEFANTE. 
i  Nairi  gli  conofcono  per  vn  certo  o£lib,  checfee  loro 
dalla  orecchie ,:  il  quale  è  fegno  del  tormento  del  loro 
amore  j  ma  prima  ch'entrino  in  cotal  furia,  gli  condu- 
cono in  Campagna  ,  &  gli  legano  con  forti  catene drfer- 
ro  y  come  fi  è  detto .  I  loro  Nairi  gli  medicano  di  cotale 
infirmata,  dicendo  loro  molte  ingiuriofe  parole ,  &  ri- 
prendendoli loro  poco  fentimcnto,  &  moftrando  loro 
conragioni ,  ch'efli  molto  bene  odono,&i  intédonojche 
non  lì  debbano  far  furiòfì  per  quella  cagione ,  ch'è  gran 
battezza,  &  viltà,  &  coli  con  quefte  medicine  partico- 
lari della lor  terra  (le quali  eilì  oiTcruano )gli medicano} 
&  il  maggior  caftigo  che  diano  loro,  è  il  dirgli  parole  iri- 
giurofe>&  alcuna  vece  fanno  loro  alzar  la  palma  del  pie- 
de ,  la  quale  battono  con  alcune  bacchette,  dicendo  lo- 
ro ,  che  per  le  loro  pazzie ,  gli  caftiganoi  come  fanciulli. 
Oltra  che-gli  Elefanti  domeftici  fèruono  ne5  icruigi  com- 
muni ,  coli  in  quello  ,  cherferuono  i.quadrupedi  dòme- 
itici  i  come  in  quello,  che.  feruòrio;i,  facchini  a  feruono 
anco  i  Re  alla  guerra  nel  modo,  che  nella  figura  fi  ino- 
ltra, &  fi  dirà .  Et  vi  fono  Re ,  che  hanno  mille  Elefanti 
da  guerra  3  &  altri  più ,  &c  irseno,fecondo  le  forze  di  eia- 
feuno.  Vanno  alla  guerra  armati  nella  fronte,  &  nel 
petto ,  come  caualli  coperti  con  ,moItc  campanelle  pen- 
denti dal  pettorale ,  &  dalle  cinghie,  con  le  quali  vanno 
legati  i  cartelli  di  legno ,  che  portano  fbpra  di  loro  i  den- 
tro a'  quali  vanno  Nairi  di  guerra  co'  loro  fchioppetti,  & 
raofchctti ,  archi ,  &  faettej  &  ciafeuno  di  quelli  Elefan- 
ti porta  vn  gouernatore,  al  quale  obedilce.  Portano 
di  più  i  detti  Elefanti  da  guerra  in  ciafeuno  de' denti 
vrrarmadadue  tagli  inchiauata,  colia  quale  feri/cono, 
&  di/cordonano  i  ioldati .  Et  auiene  alle  volte ,  cfrefien- 

do 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.     53j 

do  ferito  vno  di  quelli  Elefanti ,  ritorna  a  trauerfb  pieno 
d'ira ,  &  di  paura  isbarrattando,  &  difordinando  i  fuoi  ; 
&  per  quefto  nella  guerra  cgniun  cerca  di  ferire  gli  Ele- 
fanti .  Fanno  anco  per  effercttio ,  &  a  bella  porta  com- 
battere gli  Elefanti  domeftici  vno  con  l'altro,  &  effendi 
fatto  loro  animo  con  parole  vane,  combattono  per  lo  va 
loie  di  fc  fteiìi  con  ogni  crudeltà,  & furia ,  ferendoli  con 
denti ,  &  con  l'armi  da  due  tagli  quando  le  hanno ,  in- 
contrandoli furiofamentc  a  teita  per  celta  in  modo ,  che 
molte  volte  reità  mortovnodiloroicV  per  quello  effet- 
to fogliono  alcune  -fiate  incbbriali.  Tra  domeftici,  &C 
faluatichi  fuole  aucnire  ,  fc  con  ira  cogliono  vn'huo- 
mo  con  la  tromba,  che  lo  gettano  tanto  alto,  che  pri- 
ma che  giunga  a  terra  fene  muore  ;  &C  alle  volte  ftrin- 
gendolo  con  la  tromba  ,  lo  fcauezzano  ;  &  alle  volte 
gettano  J'huomo  a  terra ,  &  gli  pongono  il  piede  fo- 
pra  del  corpo ,  &  coli  lo  fchiacciano .  Quanto  a  quel- 
lo che  dice  Plinio,  che'l  fiato  degli  Elefanti  tirile  ferpi 
fuori  delle  loro  caucrne,  io  Io  cercai  condiligenza  dau 
molti  Nairi-,  &  da  altri  Chriiìiani ,  &c  Gentili,  ne' qua- 
li non  trouai  memoria  di  tal  colà,  dicendomi,  che  mai 
ciò  non  haueuano  vdito,  ne  vedutoi&  che  non  combat- 
teno  co  le  lerpi,nè  mangiano  carne ,  ma  folaméte  herba, 
frutti, &  riii,&  cofe  tali.  Et  ch'egli  fia  vero ,  ch'elfi  no  ma- 
gino  carne,  lo  dice  ancoilgloriofoS.  Thomalonelcap. 
4Q.deila  lctrione  feconda  fopra  di  Iob.  coli  ;  l'Elefante  no 
è  animale,  che  mangi  carne,ma  herbe,  &  cofe  tali,  come 
fa  il  bue.  Dice  Plinio,  che  quando  l'Elefante  mangia  ve- 
leno, cerca  l'oli  uo  per  medicarli  >  la  verità  del  qual  fatto 
io  non  potei  ritrouare;  perciochenell'Ethiopia,  dou'eili 
fono,  &  p  le  parti  deli'India,doue  io  gli  vidi ,  nòli  ritro- 

Tc      3  uano 


3>6  TRATTATO  DELL'ELEFANTE. 
uano  01iui;&  anco  credo  io ,  che  per  il  loro  giudicio ,  & 
naturale  inftinto  non  mangino  veneno ,  poi  che  di  tuttii 
viuenti  egli  è  proprio  fuggir  la  morte;&  il  loro  ordinario 
mangiare  fono  arbori  feluaggi,  palme,  &  frutti,  che-» 
.per  quelli  bofehi  ne  Tono  molti.  Beuono  acqua,&  vino, 
fc  11  da  loro ,  &  qucfto  in  gran  quantità  ;  &  tanto  beueno 
in  vna  volta ,  quanto  il  diligente  lettore  potrà  vedere  iru 
Arsotele  nel  lib  g.deH'hiltoria  de  gli  animali,doue  trat 
ta  della  quanta, che  egli  heue  in  vna  fiata,la  quale  è  mol- 
togrande.  Dice  Plinio,  che  dalla  Taprobana  vengono 
i  migliori,  &:  piubellicolì  Elefanti.  Se  Taprobana  vuol 
dire-Zeilam  ,  come  alcuni  riebbero  opinione  >  egli  è  ve- 
ro, chefonoi  migliori, più  dornabili,&  bellicolìdi  tut- 
ti i&  fé  vuole  dire  Samatra;  vene  fono  anco,  ma.non> 
coli  buoni,  come  quelli  diZeilan .  Et  coli  s'ingannano 
molte  fiategli  huomini  ,penfando,che  alcune  eofe  ven- 
gano d'alcune  parti, venendo  d'altre  più  lontane,fi  come 
penfarono  molti ,  che  la  miglior  Lacca  veniflè  da  Sama- 
tra ,  &  perciò  fm'hora  la  chiamano  Loe  fumutrii  &  non- 
dimeno la  Lacca  no  viene ,  fé  non  èi  Pegun,  come  al  fuo 
luogo  li  è  detto  ;  il  che  anco  può  effere  de  gli  Elefanti  di 
Samatra,&  fi  come  fono  anco  le  abufioni,ehc  fi  fonodet 
te  del  Cinnamomo ,  il  qual  vero  Cinnamomo  viene  di 
Zeilan ,  come  nella  fua  vera  pittura ,  &  defenttione  fi  è 
dichiarato .  Sono  gli  Elefanti  di  coi!  chiara  memoria,  & 
buono  ingegno ,  &  che  non  folamente  intendeno  bene 
il  loro  linguaggio  naturale,  ma  facilmente  ne  appren- 
dono ogni  altro  ;  &  quelli  che  vengono  da  Zeilan  al  Gu- 
zarate ,  &  al  Deeanin ,  facilmente  intendono  il  linguag- 
gio ,  &  alcuni  che  furono  condotti  in  Portogallo,  impa- 
rarono il  Portqghefc .  Sono  gli  Elefanti  y  anagloriofi,  & 

defiderofi 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE     337 

defidcrofi  di  honorc,pcr  lo  quale  li  ho  veduti  fare  di  gra 
cofe  ;  come  vno,chc  nel  fiume  di  Goa  creppò ,  per  voler 
portar  eflò  f  olo  vn  gra  pezzo  d'artiglieria ,  &  cio,pcr  ha- 
ucrlo  riprefo  il  luo  goucrnatorc,  moftràdoli  due  Elefan- 
ti piccoli  ,  che  veniuano  per  portarla.  Et  coli  come  fono 
molto  vcrgognoii ,  aueduti  •  &  grati  del  benc,che  loro  fi 
fa  ;  cofi  all'incontro  fono  molto  vendicatiui  delle  ingiu- 
rie. Aucnne  vna  fiata  nella  Città  di  Cochin,  che  tiran- 
do vnfoldatovna  feorza  di  Coco  ad  vn'Elefante  domc- 
ftico ,  &  dandoli  nella  teita  con  lei ,  l'Elefante  la  prefe, 
&  non  potendofì  vendicare ,  la  ferbò  nella  bocca  lenza-, 
volerla  trar  fuori, lin  che  paflati  alcuni  giorni ,  vide  a  ca- 
fo  quel  foldato,  che  glielehaueua  tirato  andar  palleg- 
giando per  vna  itrada ,  il  qual  veduto ,  prefe  nella  trom- 
ba lafcorza ,  che  confcruaua  :  &  auicmatolì  al  foldato, 
gliela  tirò,  moftrandofì  contento  dihauerfì  fatisfatto 
dello  affronto.  Nel  mcdelimo  Cochin  auenne ,  che  di- 
cédo  vn  ioldaro  villania  ad  vn  Nairc  Goucrnatore  d'un'- 
tkfantc,per  ellcrgli  paffato  predò  fenza  torfì  giù  di  ft ra- 
da ,  &  volendo! cne  vendicare  l'Elefante ,  &  il  Naite  non 
loconfentendo,  dapoi  paiìàti  alcuni  giorni,  affatican- 
doli l'Elefante  fui  fiume,  non  ellendo  prefentc  il  fuo 
Naire,  vide  il  detto  foldato  fra  gli  altri ,  &  lo  prefe  con_. 
la  tromba ,  &  non  fi  curando  de  gridi ,  &  della  moltitu- 
dine ,  che  glie  le  dimandaua ,  Io  portò  dentro  del  fiume, 
che  fi  chiama  Mangatc,  il  quale  palla  preffo  alla  Città  di 
Cochin,  &  quiui  attuffò  nell'acquail  pouero  foldato 
tante  fiate,  quante  gli  parue,  &  ciafeuna  fiata  che  lo  pò  . 
neua  fotto  acqua ,  lo  lcuaua  in  alto ,  &  gli  lalciaua  vfeir 
l'acquai  &  fadsfatta  bene  la  fua  volontà,  lo  ritornò  a  po- 
ncr  in  piede  nel  proprio  luogo,  donde  l'hauea  tolto. 

Auenne 


338  TRATTATO  DELL'ELEFANTE. 
Auenne  in  qucfta  rnedefima  Città,  ch'elTcndo  entrato 
vn'Elefante  con  la  Tua  furia  in  vna  Lacuna ,  giófero  a  ca- 
fo  certi  garzoni  predo  di  lui,  &  vcdendolo,u  ritirarono , 
&  non  volendo  fuggire  vno  di  loro ,  venne  l'Elefante  ver 
di  lui ,  inoltrando  humiltà,.&  accarrczzò  il  garzone  con 
la  tromba ,  &  foauemente  lo  prefecò  ki^&c  lo  pofe  fopra 
dife,&  palleggiò  co  lui  per  la  Lacuna,  &c  lo  tornò  al  luo- 
go ,  donde  lo  tolfe ,  facendo  fcfta;  &c  hauendociò  narra- 
to ilgarzone,andarono  molti  con lui,&fìpoÌero  di  lun- 
ge  fopra  de  gli  arbori,  per  vedere  ciò  che  fuccedeuai  &  il 
garzone  auicinandofi,  come  la  prima  volta,  l'Elefante 
tornò  afare  il  medefimo  che  prima;  il  che  per  molte  fia- 
te feceil  garzonc,fin  che  con  buone  parole ,  che  gli  infè- 
gnaronoa  dirli,  lo  tornò  piaceuole,  &  lo  condulle  al- 
la Città. 

Dice  Plinio ,  che  l'Elefantcha  gucrracol  Rinoceron- 
te per  lo  pafcolo  .  Molti  Rinoceronti  fono  in  cjuellc 
parti  di  Cambaia,  che  confina  con  Bengala  ;  &  an- 
co ne  fono  nel  Parane  ,  doue  lo  chiamano .,  Ganda . 
E*  il  Rinoceronte  animalcmoltogrande,  robufto  ,  di 
molto  fiero  ,  &  horribile  alpetco  -,  crudeliffimo  ,  & 
indom ito .  Ha  vn  folo  corno  fiflfo  nellafrontc  corto ,  & 
groilò,  con  molti  peli  folti  al  la  radice  del  corno  ;  come  a 
tuo  luogo  nell'altro  libro  fi  conterà  di  lui ,  &  delle  fuev 
qualitàinel  quale  col  più  de  gli  animali  di  quelle  parti  lo 
daremo  figurato .  Et  quanto  al  fuccodcll'Orzo ,  colqua- 
le  dice  Plinio ,  che  a  gli  Elefanti  fi  acqueta  il  dolore  della 
tefta ,  fappiafi,che  neil'E  miopia,  doue  iono  ,  non  fi  tro- 
uaOrzo ,  ne  meno  nelle  altre  parti,  douefono  Elefanti, 
faluochein  Bengala,  teinCambaia,  chefe ne  rroua in 
moltopocaquantita.il modo  didomarli,  &infegnarc 

a  noucl- 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.  339 
nouellijfi  è,  con  isferze,  &  parole  ingiuriose,  &con 
fame  ;  &  dapoi  di  quefto,con  molto  dolci  parole ,  &,  ca- 
rezze, &  piaceuolczze,  &  con  moke  buone  opcrationi 
che  loro  fanno .  Et  in  Pcgun  metteno  i  grandi  dentro  di 
alcune  cafe  grandi,  le  quali  tengono  per  quello  effetto 
con  molte'porte  piccole  ;  &  da  quelle  porte  gli  ferifeono 
con  lande,  &  Zagaglie,  poi  fubito  fi  ritirano  fuori  j  &: 
coli dali$una,&: dall'altra  parte  li  perfeguitano ,  &feri- 
feono  tanto ,  &c  con  tanta  deftrezza ,  che  l'È  finte  non  ne 
può  cogliere  alcuno,perche  fono  le  porte ,  doue  fi  ritira- 
no fatte  in  modo,chc  (tanno  molto  lìcuri  ;  &  tato  mal  gli 
fanno,chc  con  ferite,  fatiche  &  fame  gli  ftàcanoi&  all'ho 
ra  gli  dicono,  che  tutto  il  male,  veggono  che  gli  ha  fatto  è 
ftato  p  fuo  bene,&  p  fuo  ammaeftraméto;&  pchc  péfano 
cHi,che  no  vagliono ,  ne  poflbno  alcuna  colacene  fi  rico- 
jioicano,&  fi  gettino  1  terra,  che  gli  accarezzarano,come 
amici ,  &  che  li  trattarà  molto  bene;  pche  li  vogliono  fo- 
laméte  pfar  lor  benc,&  honorarli,&tenerli,in  loro  cópa 
gnia.L'Elefante  intédédo  qucfto ,  fi  getta  1  terra  gemédo, 
&  fubito  vno  de  Maeftri  lo  laua  con  acqua,  &  l'unge  con 
oglio,&  gli  dà  da  mangiare,  &  a  ciafeuna  hora  gli  doma- 
rla comcftà,&  fc  vuole  alcuna  cofai&cofi  accarezzando- 
lo,lo  doma .  Mi  contò  un'huomo  degno  di  fede,che  ita- 
do  in  Pegun,vide  il  Re  accompagnato  da  dugento  mille, 
&  più  huomini  andare  alla  cacciai  che  faceuano  cerchi 
di  modo ,  che  ogni  fiata  fi  andauano  ìtrincendo  più,  fin 
che  hebbero  dentro  grande  moltitudine  di  Cerni,  Ca- 
pre ,  Porci  ,&  Tigri ,  &  altri  molti  animali,  &  grande 
quantità  di  Elefanti  cofiviui,  come  morti  per  le  ferirei 
&  dille,  cheindetto  cerchio  furono  rinchiufì  quattro 
mille  Elefanti  tra*  rnafchi  &  femine ,  &  piccoli ,  &  che  il 

Re, 


34©    TRATTATO  DELL'ELEFANTE. 
Re,  ilqualefi  chiamaua  Vizamoxa,  glilafciò  andar  tut- 
ti, &che  folamente  dugcnto  ne  ritenne  tra  grandi,  & 
piccoli,  per  non  difpopolarnc  il  monte  ;  &chc  quefti 
con  grolle  traui ,  &  arbori  tagliati  lafciarono  in  luogo 
cofiftretto,  che  a  pena  capiua  ciafeuno  de  gli  Elefanti 
tra  le  traui ,  &  che  con  loro  ingegni  di  corde  grafie  fatte 
di  Rotas  (  le  quali  Rotasfono  alcune  molto  lunghe  ver- 
gile, &  fottili,  &  hanno  fembianza  di  Cannauera,&  fo- 
no tanto  forti ,  &  di  tanta  tenerezza,  che  di  loro  fanno 
co rde,come  vogliono  al  Jor  modo)  lilegoronò  i  picdi,& 
i  denti  con  lemaniin  modo,chc  gli  fecero  ftar  quieti  fen 
za  poterli  mouerej  &dapoigli  cinfero  ciafeuno  con  due 
corde ,  &  gli  cauakarono ,  &c  ferendoli  gagliardametc,  a 
ciafeuno  di  detti  Elefanti  vn  Maeltro  di  quelli  che  gli  in- 
iègnauano[  chiamati  nel  Malabar  Nairi ,  &  in  Decanin 
Piluane  )  diceua,  che  fapefledi  certo,  che  a  quel  modo, 
&c  peggio  fempre  li  farebbono  fin  tanto ,  che  a  ferite ,  & 
fame  gli  haueflèro  vecifi,  fc  non  mutafTer©  opinione; 
&c  che  qu  andò  eonfèntiiTcro  alla  verità,  &  lafcialTero  la 
loro  ira  ferina,  él  poco  conojfcimentodi  ragione,  li  feio- 
glierebbono,&vngerebbonoconoglio,  &  li  trattareb- 
bonoda  amici.  Etdapoi  che  fi  inoltrarono  obedienti  , 
gli  melTero ciafeuno  de  i  feluaggi  tra  due  domeftici ,  di- 
cendoli, cheli  configliaflero,  &  coligli  menarono  a  la- 
uare ,  oc  gli  vnfcro  con  ogIio,&  gli  dierono  ben  da  man- 
giare. Et  dille,  che  con  quefto  ordine  fecero  quelli  man* 
fueti ,  &  fanno  anco  gli  altri .  Contano  d'un  grande  Ele- 
fante, che  ftau  a  nel  monte  di  Zeilan,  &  tanto  aueduto, 
che  potendolo  hauer  il  Renelle  mani,  gli  mandò  Ele- 
fanti femine molto  domeftiche ,  &'deftre,auifandoIe , 
che  non  confcntiflcroalli  Elefanti,  che  fieongìongeffe 

ro  con 


TRATTATO  DELL'ELEFANTE.  54, 
ro  con  loro,fc  non  vcnifTero  con  effe  al  loro  alloggiame- 
lo. In  fomma  fi  conta  per  certo,chc  quelle  Elefante  con- 
duifero  feco  alquanti  Elcfannalla  Città,  &  tra  loro  ven- 
ne quello  difiderato  dal  Re;  &c  coi]  per  amore  della  fe- 
mina  reltò  prigione ,  &  fo^giogato .  Non  fi  marauiglio- 
rà  di  quello  chi  leggerà  le  hiltoric  di  Eliano  dell'amore/, 
ingegno,  gclofia,&  ambitione  de  gli  Elefanti,  &  princi- 
palmente al  capo  i5. 

Dice  Plinio ,  che  col  mafticare ,  &  fremer  de'  denti  de 
Porci, gli  Elefanti  fi  fpauentano  ;  ma  il  contrario  vidi  io, 
&  cofiè  chiaro  ;  poi  che  ne'  bofehi,  &nc'ccfpugli  del 
Malabar,  doue  fono  molti  Elefanti ,  fono  i  Porci  Cin- 
ghiali innumerabili ,  i  quali  pafcolano  tra  gli  Elefanti , 
&nonfiipauentanodiloro.  Tra  gli  Elefanti  domeftici 
ancora  (tanno  molti  Porci,  mangiando ,  &c  mafticando 
predò  di  loro,  &  gli  Elefanti  non  fanno  alcun  calo  di  To- 
ro. Et  ne  gli  Elefanti  che  fur  condotti  in  Portogallo  fu 
fatta  l'efperienza ,  ponendo  de  Porci  con  loro ,  de'  quali 
non  fi  curauano .  Quanto  a  quello ,  che  dice  Plinio, che 
gli  Elefanti  abhorrifcono  molto  i  Ratti  ;  egli  è  il  vero, 
perche  doue  ne  fono ,  dormono  gli  Elefanti  con  le  loro 
trombe  raccolte ,  perche  non  le  mordano ,  ne  entrino  in 
loro  ;  &  per  la  medefima  cagione  abhorrifcono  molta 
più  le  formiche.. 

Et  perche  tutto  ciò- che  fi  è  detto  dello  I  efame ,  è  il 
più  vero  di  ciò  che  fi  fa,  non  recito  molte  altrecofe,  che 
il  Mattinolo  Scnefc,  &  altri  molti  narrano;  benché  del 
medefimo  Elefante ,  &  delle  Droghe  medicinali ,  che  di 
quelle  parti  iì  portano  in  Europa  il  DottorOrta  con  ftu- 
dio,&  diligenza  faille  egli  il  piudivdita^io  per  vedu- 
ta de  gli  occhi  miei ,  per  dipingerle  ^Sccauarlc  dal  viuo; 

eoa 


3fi  TRATTATO  DELL'ELEFANTE, 
con  le  mie  mani  nelle  proprie  terre, doue  fi  troiiano ,  ac 
quiftandole  a  coito  della  mia  libertà,  &  del  mio  fangue, 
per  poterne  fcriuer  co  più  verità  cofi  in  quello,  come  nel 
l'altro  libro ,  che  mi  reità  nelle  mani.  Ma  chi  vorrà  vedc~ 
re  più  particolarità,&  varietà  d'hiftorie  deH'Elefante,Ieg- 
ga  Eliano ,  Pietro  Gilio ,  porphirio ,  Heliodoro ,  Opia- 
no,  A  theneo,  Plutarco,  Filoftrato,  Ariftofanc,  Bizan- 
tino, &;  altri  molti,  &  graui  auttori,  che  dcll^Elcfante 
fcriflcro  molte  hiftorie,le  quali  io  per  brcuità,&  per  nar- 
rar (blamente  le  più  certe ,  mi  taccio . 


IL    E  I  N  E. 


Regiftro. 


**  ABCDEFGHIKLMWOPQJISTV 
XY2. 

Aa  Bb  Ce  Dd  Ee  Ff  Gg  Hh  li  Kk  LI  Mm 
Nn  Oo  Pp  Q^q  Rr  S(  Tt  Vu. 

Tutti  fono  Duerni  eccetto  T  t,  che  è  Terno. 


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