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LIBRERIA gii NARDECCHIA
1
DIZIONARIO
tasgabujs
delle Tod e frasi particolari
DKL
DIALETTO VENEZIANO
pmelato da Geno! solh denomiiumQDk di molti loogiB della dui
\ t delle anticho Yeiele Magisliafnie '
COMPILATO
DA PIETRO |:0]lTARIIil
SOIZIOZVX SSCORDA ffOTABltMXZTTI ADlfSBTATA.
VENEZIA
co' TIPI DI aio. cEccmia bditobe
1850.
AVVERTIMENTO
Ib queAo Dizionario sono ommesse tutte quelle voci che
poco nulla differiscono dal pretto italiano. Cosi busta, ero-
se, colóro differiscono ben poco da bugia, croce, collare,
nò hanno uopo di spiegazioni. Per altro andar, far, star
ecCj figureranno al lor posto^ siccome da queste voci scatu-
rUcotio alcune locuzioni tutte proprie esclusivamente del ve-
neziano dialetto. Nessuno vi cerchi dunque le parole libro,
rana, rogna ecc.^ che sono le medesime in lingua scritta.
J«-« ft ^4r>'»'V>*^ ,
6*-" 2 y • 1^ ? AL NOBILE SIGNOR
LUIGI PARRAVI€INI
I. R. Biietlore delk Scnolo Tecniche in Tenezia.
A ninno con più ragione che a Voi^ Nobil
Signore^ potrebbe venir dedicalo un lavoro desti-
nato alla publica utilità; a Voi chcy preside di
un regio importante istituto di publica istruzio'
nCf prodigaste le nobili cure e i virtuosi scritti a
diffondere la istruzione nel popolo.
Accogliete questo tenue tributo sotto gli au-
spica Vostris e questo libretto verrà accettato con
ri qualche stima dalf universale^ che comprenderà
^ non essere già esso pe* forastieri soltanto ma pe
1^ nazionali utilissimo j poiché i termini più volgari
'^ che ad arte o mestiere si riferiscano non vi sono
*! dimenticati, ne la corrispondente espressione itaìia-
na a qualsiasi locuzione popolare^ purché di appara
tenenza municipale del nostro dialetto j sì che ri^
stretto nei propri suoi limiti il libro addit^iene di
poca mole e di tenue spesa^ da potersi anche dai .
meno ricchi acquistare.
Ho r onore di segnarmi
Di P^oij Nob. Signore
D. o. s.
PIETEO CONTARDCI.
PREFAZIONE
È opinione di Voltaire, che si conosca un po-
polo nataralmente più ingegnoso di un altro dai no-
mi proprii che assegna ad ogni cosa ; e quindi nota
segnatamente come i Francesi ad una strada senza
uscita dato abbiano il nome di cut-de^sac^ cui pun-
to non assomiglia.
Se di sterilità accusare non si può \ italiana
lingua, molto meno poi un dialetto il quale gode,
sotto di un tale aspetto, non pochi vantaggi in
confronto della lingua scritta : men regolare e gram-
maticale di questa, esso riesce quindi più disinvolto,
più libero, più ricco di espressioni originali atte a
spiegare il proprio concepimento ; ma a questi van-
taggi, comuni agli altri dialetti d' Italia , il venezia-
no aggiunge quello di essere il meglio inteso ; e ciò
dicasi per confessione di tutti i forestieri, uno dei
(
6
quali ricordava in proposito, che andato a Genova,
la guida lo condusse ad una casa, ove suonato il
campanello dimandava Ghenì Ghenì (ci sono in
casa ? ) « — A cui fu risposto: Ghin^ Ghin (ci sono).
Mi pareva allora, soggiunse quel forastiere, di es-
sere nella China.
Noi abbiamo per es. sbrisso sostantivo, e di-
cendo eh' è sbrisso s intende che la via è umida, e
si potrebbe scivolare; noi diciamo in sentono e con
^ ciò s' intende che uno sta seduto sul letto colla schie-
na appoggiata ai guanciali e colle gambe stese. Que-
ste ed altre espressioni mostrano la ricchezza, dei dia-
letto nostro ; ricchezza che la lingua scritta potrebbe
invidiare.
E fra tutti i dialetti d' Italia^ il veneziano
fece fin qui maggior fortuna: (i) oltre ad es-
(i) Il Cesarotti nel Saggio sulla Filosofia delle
Lingue^ parlando del dialetto veneziano, dice ch^ esso è
il migliore dì tutti. Alfieri nella sua Fita è del parere
medesimo; ed il Napione nella bella ed erudita sua
opera dei Pregi della Lingua italiana scrive: •» Più in-
teso è in Italia il dialetto veneziano di quello che sìa il
fiorentino popolare, sia per una cotal grazia e natura-
lezza che gli è propria; sia per essere stati durante
lungo tempo i carnovali di Venezia il ridotto di tutta
la nobiltà italiana facoltosa che voleva sollazzarsi, sia
7
sere djveoulo comaoe a tatle le proviocie dello Sta*
to Veoeto, si diffuse esso per fioo neirAlbaoia; sic-
come Io stesso spirilo die portò un tempo tanti
popoli a sommettersi voloaterosi al governo deiVene-
ziani, portoli! altresì a parlare il loro seducente dia-
letto, u D'indole greca ( i ), sdegna esso le doppie con-
sonantiy le ranche gutturali, le desinente aspre e
fiscbianti, ma vi trovi dolci e aperti suoni e vocaboli
vezzosissimi. Parlato dal minuto popolo, perde alcnn
poco del proprio decoro, ma anche il bell'idioma la-
tino parlato dai servi, nella colta Roma^ diventava
un vernacolo. M
Con questo piccolo e semplice Dizionario non
intendo io già di far conoscere tutti i vocaboli del
nostro dialetto, né tampoco fermarmi sulla etimolo-
gia dei medesimi: mi basta soltanto di giovare a
quelli che volessero più agevolmente intendere il ve-
ro senso delle nostre locuzioni ; essendo ben difBcile
di trasportarle nella lingua scritta coli' identico loro
per essere di colà principalmente uscita la commedia
colle m8SCn6i*fi n
(i) L'ab. BcllinelH nel suo Entusiasmo dice che
si ritrovano accenti e pronunzie greche nel parlar tc-
neziano più espresse che in alcun altro dltalia.
8
valore, si che stieno io uq giusto equilibrio; è cid
per la ragione accennata di sopra, cioè d'essere questo
dialetto più ricco di originali espressioni. Quanto a
me, povero . razzolatore di vocaboli, non meriterò
certamente la taccia di copista, e d' altra parte pre-
go non mi si apponga quella di pedante, s'io mi so-
no adoprato, per quanto lo scarso ingegno potea
concedermelo, di servire allo studio filologico più che
alla curiosità del municipalismo ; né per questo la
mia opera sarà men cittadina.
Se attinsi bene spesso a quella ricca miniera
dell'illustre Boerio, mi lusingo di aver ciò fatto con
buono discernimento ; e laddove credetti diversifica-
re alquanto da quello, mi sono consigliato con uomini
più di me istrutti, affinchè non mi venisse poi dato il
rimprovero di avere per lo meno scambiato l'oro in
argento. Il rapido spaccio della mia prima edizione
confortommi alquanto a credere che più de'forastieri
ne abbiano approfittato i nazionali, conosciutane la
utilità. Avvertito poi da questi ultimi come venisse
generalmente accusata quella prima edizione di so-
verchia povertà di vocaboli, io divisai di aumentar-
nela più che del doppio, sempre però attenendomi
al pireso sistema di ammettere soltanto qae' Tocaboli
e qoe modi che non sieno affiaitto comani colla lin-
gua scritta. Così per e^fcff tamor; far e àesfar^
DOQ corrispondoDO essi da sé medesimi alle voci
italiane ^r alt amore \ far e disfarei
Non già questo piccolo Dizionario ma quello
eziandio assai grande del Boerio è capace di venir
aumentato, in quanto che il nostro dialetto, ancor,
vivo, è capace d'inventare nuovi vocaboli e nuovi
modi in relazione ai nuovi rapporti commerciali e
politici. Il popolo, che creò la lingua, crea nuovi
vocaboli, come ne lascia morire alcuni altri i quali
più non significano ciò che dovrebbono significare, o
ciò che un tempo hanno significato. ( i ) Una lingua,
quando si abbia un numero di buoni autori, è fissa-
ta: un dialetto non mai.
(i) Ghe voi i cinque sesti significava presso il po-
polo la difficoltà dt nn' impresa, quando sapevasi che
presso il governo significava esigersi fino i 'cinque sesti
denoti per deliberare su qualche grave argomento. -—
Far consulta negra si usò dire per ischerzo quando al-
cuni stringe?ansi segretamente per qualche affare 3 e si
diceva per la veste nera che indossavano que^patrizii
che venivano aggiunti alla consulta ordinaria quando
trattavasi di grave affare. Questi modi, or poco noti, so-
no figliuoli che han perduto il loro padre ; sono gli ul-
timi superstiti di una famiglia.
AVVERTENZE
sulla nostra pronunzia e ortografia.
I . Mai non si raddoppiano le consonanti se non
in quanto sia necessario nella espressione del termine,
come spesso^ sasso^ cassa ec, non però hoter^ hutar^
corer ec. Cosi nella pronunzia non si fanno sentire le
consonanti doppie. Anche nella lingua francese assai
di rado si fanno sentire le doppie 3 e ciò per addolcire
il lingaaggio.
3. Ha (verbo) spesse volte mutasi in ga : quindi
go invece di bo ; gaves^a invece di aveva, ec.
3. Usano i veneziani alquanti troncamenti di pa-
role, come pixnj vin, cuor^ parlar ec. Qnest^uso sarebbe
da sfuggirsi nella lingua scritta, giacché, come osserva il
Gherardini, i troncamenti troppo spesseggiati tolgono
alla nostra lingua uno de^suoi pregi speciali, cioè la
dolcezza, la pastosità, la rotondità.
4« La lettera e pronunziasi ugualmente che dai
francesi 3 cosi cera, certo^ cielo ec. pronuncìansi come
se scritto fosse sera, serto, sielo ec. Posta però davanti
alle vocali a o ii, la e acquista il suono forte, come ca-
ro, costa, cuor ec. , ugualmente che presso i toscani
Veramente ognUtaliatio direbbe difetto il pronanatlare
che si fa cera ugualmente che sera, oppure cesso del
pari che sesso. Il dialetto è proprietà nostra; una mo-
neta che ha il corso soltanto fra noi ; sarebbe nondimeno
bello il levarle la poca ruggine, si come si è già fatto
prima di questo tempo; giacche se un veneziano dei
secoli X e XI risuscitasse, noi avremmo bisogno di un
diaùonario per comprendere il significato delle frasi da
lui usate.
5. Chi si pronunzia con certa forza come i toscani
pronunziano i due ce; cosi ochio come scritto fosse oC'
do; teckia come teecia^ ec. E ciò anche nei principio
delle parole; cosi chiave^ chiodo pronunziansi ciave^
dodo* Escludasi il pronome chi e le voci chincaglie^
chiiza e chichirichì.
6. «Sce si pronuncia come due ss'y cosi pesce prò*
Bunziasi pesse; fasce si pronuncia^^^c; ed ugual-
mente si scrive in dialetto.
7. 6r/, che nelle voci moglieyfiglia^ pastiglia pro-
nunciasi dai toscani, ed altresì dai lombardi, quasi
che scritto fosse molicy^liay pastiliai usasi dai venezia-
ni pronunziare invece come se scritto fosse molgiej Jil-
gioy pastilgia. E siccome cosi non si scrive neppure nel
dialetto nostro, vuoisi da molti che ciò sia idiotismo, e
lo stesso nostro Goldoni sembra voler farne motteggio
nella sua commedia la Cameriera hriUante, atto III,
scena II, ove eziandio ci mostra difettosa la pro-
nunzia del e.
i5
8. Usarano già i yenetiani pronunziare andoo^ ioT"
nao ec, e ciò ad imitazione dell^idioma ionio, che par
aveva nguali desinenze ; ma ora dicono tatti andà^ toma
ec; non usandosi più le desinenze in ao fuorché da
una parte del popolo, che probabilmente cesserà pre-
sto anch'essa. E siccome anche quando parlatasi in ao
da tutto il basso popolo si volle far eccezione al nome
ErmcHaOj che qui pronun^&iossi sempre Jtìmorò^ vi fa
chi disse :
£Jin colà dove si parla in ao
Sento dir Al moro per Ermolao.
9. La lettera x, dai Latini portata nel nostro dia-
letto per farvi P ufficio di s dolce, non adoprasi ora
fuorché in alcuni tempi del verbo essere, come el xe
helo^ el xe bon ec. Anticamente adopera vasi anche nel
mezzo delle parole, trovandosi scritto giexiay caxa e
simili.
10. La lettera T si chiamava ugualmente ipsilon-
ne ejio. Siccome anticamente eravi l^uso di premettere
in certe scritture Tiscrizione delle iniziali greche r y A ,
che esprimevano la Santìssima Trinità, il r indicando
il Padre, T il Figliuolo, A lo Spirito Santo ^ così la vse-
conda, ch& alludeva al Figlio, ftt detta dai veneziani
Fio, e quindi Pipsilonue ebbe il medesimo nome.
ma dopo tutte queste avvertenze mi piace dirige-
re, suir esempio di un nostro poeta, » seguenti versi
i4
AL PROTO DE STAMPERIA.
Se avisa el proto de la stamperia.
Che dovendo stampar in venezian.
No se deve osservar V ortografia.
Come ricerca el bel parlar toscan.
Do P^ do T, do R mal storia
7n Bepo^ frulo, guera, al dir nostranj
Le s' à da radopiar in uzzo e in azto,
Come \uzio, nastruzzo^ giozza e brazxo.
Anca per no se unir col toscanismo,
Ma seguitar la nostra antica usanza,
Quel che sarta in le scole un barbarismo,
Plural e singoiar sta in consonanza:
Nel parlar venezian no è sconcordanza
Quei ride^ senza far un solecismo j
Quei ridono dirave un da Fiorenza j
Qua la pratica e l^uso fa sentenza*
La parola cussi con altre tante.
Per levar ogni equivoco ai letori.
Chiama do ss; un solo no è bastante j
El dirave cusì per i sartori j
Cucite scriverave un bon cruscante j
Onde, perchè no fé miera d'erori^
Un apiso ve dogo per seur tarla:
Se scrive in 9Ìnezian com^ se parla.
V
DBROIlRiZIOSI POPOiiKI
DI
ALCUNI LUOGHI DI VENEZIA
jinconeta. Qaesto nome è diminutivo di Ancona^
Tocabolo greco icony che significa immagine. Chiamasi
qaesto l\iogo Vjdnconeta per uaa immagine di Maria,
la qnale yeneravasi nella piccola chiesetta qaiyi posta.
«S. jiponah Sant^Apollinare : chiesa di recente ria-
perta nella parrocchia di S. Silvestro.
Barbarla de le Tale* Strada nella parrocchia di
Santi Giovanni e Paolo, dove i mercatanti tenevano i
magazzini del legname {iole) che in gran copia traeva-
no dalle Provincie vicine e dai boschi alpini, e che de-
stinavano pe^ paesi barbareschi (Barbaria) : da ciò il
nome Barbaria de le Tóle (delle tavole). A conferma
di tale commercio antichissimo, troviamo una legge del
971, in cui il doge Pier Candiano IV permetteva sol-
tanto di poter caricare pei paesi saraceni tavole di fras-
sino, di pioppo bianco o di albera, di una tale dimen-
i6
sione, Tietando quelle di olmo, faggio ed altre adatte a
fabricare Taseelli.
Bari. Strada posta nella parrocchia di S. Simeone.
Anticamente dicevasi Baro ad un terreno paludoso ed
incolto, come ora chiamasi Barena.
Bersaglio (S. Marziale). Negli antichi tempi della
republica i Bersagli erano frequentissimi, trovando-
sene ricordati a S. Francesco, a^ SS. Giovanni e Paolo,
a S. Yitale, a S. Paolo ed altrove. Questi bersagli s' in-
stituirono prima della invenzione della polvere fulmi-
nante per esercitare la gioventù nel tirar di balestra.
Biri. Varie calli nella parrocchia di S. Ganciano,
abitate per la maggior parte da persone miserabili.
Non si trova la derivazione di tal nome 3 ma forse da
un canale detto Seria e poi JBiria^ che divideva in due
parti quella contrada.
In Biri trovasi il Campo Tiùano ora denominato,
per essersi scoperto aver avuto colà dimora il celebre
Tiziano 5 ivi pur morto sul*fìnire del secolo XYL
S, Baldo. Sant' Ubaldo. Gampo di tal nome, ove
eravi una chiesa, ora soppressa.
Borgohco. Cioè Borgo a loco. Abbiamo due stra-
de di tal nome ^ credesi per esservi state colà varie lo-
cande.
Bragola. Denominazione data alla parrocchia di S,
Giovanni Battbta; forse dal mercato che ivi settimanal-
mente tenevasi, siccome anticamente bragolar dicevasi
il mercanteggiare. Forse anche dalla natura del terre-
»7
no, perchè brago significaTa fango e melma : Che qui
staranno come porci in brago^ Dante.
Brogìo, GhiamaTasi Brogio sotto la republica
tatto quello stradale della Piazzetta di s. Marco ch^è
Terso il Palazzo Dacale, dove concorrevano i patrizi in
Testa a brogliare per ottener cariche. Alcuni fanno in-
vece derivare tal nome da Brolo^ giacché anticamente
era un brolo, o campo con verdara.
Cale. Calle, strada. Calcia che no ga eoo: Calle
che non ha uscita.
Cale de la Testa (a SS. Gio. e Paolo). — Proba-
bilmente avrà dato il nome a questa via la smisurata
testa umana, cVè un lavoro assai goffo deVcoli trapas-
sati, innestata nel muro esterno di una casa.
— — de la Fraterna (a S. Gio. in Bragora). Deriva
tal nome da un pio istituto, che qui aveva la sede,
denominato la Fraterna Grande^ il quale colla rendita
di annui ducati 5o,ooo occupavasi a soccorrere i pove-
ri vergognosi della città.
del Rimedio (a S. M. Formosa). Deriva tale
appellazione dalla così detta garba medicata^ di cui
grandissimo uso si faceva un tempo dal basso popolo
per la colezione della mattina.
' del Mondo Novo (a S. M. Formosa). Questa
località conservaci la oiemoria di una civile famiglia
donde il nome le venne, e donde ebbe moglie il celebre
Apostolo Zieno-, nome caro alla patria e alla republi-
ca delle lettere.
iS •
Cale del Paradiso. Prese pur questa il nome da
una &miglia patrizia, che trovasi nominata frequente-
mente nell'anno i379«
Bombiasi (a S. M. Zobenigo). Dovrebbesi dire
Rompiasi> avendo esistito di questo nome una civile
£imiglia, cui appartenne quel Giulio che coprendo il
carico di avvocato fiscale deir antico .collegio e magi-
strato delle Aque raccolse e pnblicò le leggi del magi-
strato medesimo, le quali tornar possono ancora utilis-
sime agr ingegneri cui è affidata la conservazione di
queste lagune.
' ■'■ de la Posta (a S. Gio. Grisostomo). Trae il
nome dair officio della posta di Firenze, che aveva in
questa località la sua residenza.
dei Prot^erbij detta anche Cale larga (a SS.
Apostoli). Leggesi presso ai nostri scrittori che nella
Galle deTroverbi fuvvi un teatro, nel quale si fecero
rappresentazioni daL.1687 fino al 1707. Ora essendo il
carattere delle antiche commedie il proverbiare ed
uscir con sentenze, potrebbe da ciò derivare tal nome.
Altri però lo attribuiscono ad alcuni motti scritturali
posti sugli architravi di alcune case ivi situate.
— dei Cinque (a S. Silvestro). Prese il nome dai
cinqu Savj alla Mercanzia, che qui avevano Pofficio loro.
■ de la Eaeheia (in SS. Apostoli). Deriva pro-
babilmente dal giuoco della Racchetta che nei passati
tempi si usava per esercitarsi a fortezza, e che consisteva
nel gettare in alto alcune palle di piombo , dando alle
>9
nedesicne quella tale diresioaeche i giaocatori si prefig-
gevano. Esercita vansi in questo le compagoie della Gal-
ea radunate per prendersi spasso nel tempo singoUr*
mente di carnoTalc.
Cale de la Cà Doro (a S. Felice). Si disse prendere
il nome da un palazzo di architettura greco-barbara mista
alParabica, denominata Casa d^oro per T esterne dora-
ture che aveva ^ ma veramente deriva dalla famiglia
Doro.
de la J^ergola (a S. Marziale). Nome che de-
riva da un^arte affatto perduta, la quale consisteva nel
lavorare per ornamento delle vesti certi cordoni forma-
ti di seta ravvolti sopra sottilissimi rotoli di mrta.
— de le Oche (aS. Giacomo). Trasse il nome da
alcune oche rappresentate in pietra ed innestate nei
muri, forse come stemma di qualche famiglia che aves*^
Se case in questo sito di sua ragione.
-:: del Teatro F'echio (a S. Gassiano). Prende
V appellazione da un teatro, denominato vecchio in ri-
guardo ad altro eretto posteriormente nella stessa par-
rocchia. Nel detto teatro vecchio si rappresentò nel
1637 un dramma in musica, che fu il primo che si udis-
se in Venezia. Quésto teatro esisteva ancora nel i663.
de la Stua (a S. Gassiano). Gosì detta dagli
Stueri che in essa abitavano, ossia da quei chirurghi
che si esercitano in risecare le unghie dei piedi ed i
calli, e che Stuerì si dicevano per l'aqua calda che te-
nevano presso di se, onde poter prontamente eseguire
ao
Cale de la Regina. Caterina Cqrner, che nel 1468
andò sposa a Jacopo Lasignano re di Cipro, e che
avendo rinantiato ^opo la morte del marito il regno
alla republica, morì in Venezia nel 14-899 diede il nome
alla via, sulla cui estremità giaceva il palazzo Corner,
ove Caterina trasse i natali ; palazzo rifabbricato nel
1724.
* del Perdon (a S. Silvestro). Così denominata
da un'indulgenza concessa a chi avesse visitata un'im-
magine qui venerata dal ponteBce Alessandro III quan-
do portossi in Venezia per porsi in salvo da'suoi nemi-
' ci, e si trattenne (però secondo il volgo) una notte sa
questa via.
de la Sicurtà (a Rialto). Quivi avevano il can-
cello e lo studio queglino tra i mercatanti che si
esponevano a riotegrare i loro colleghi i cui generi
spediti per mare perissero o fossero depredati, e che
perciò dicevansi Jtssieuratori,
de la Bissa, Qui avevano bottega i negozianti
del bisso, pannolino finissimo, preziosissimo e molle degli
antichi.
— '-^ de le Ra%%e, Dovrebbesi dire degli arazzi;
panno tessuto a figure per uso di addobbare, detto così
dal farsi in Aras.
Campa%ù. Si diede questo nome ad alcuni piazzali
fuori di mano, abbandonati, ingombri di rottami ecc.
Ora questi Campa%*i sono pochissimi.
V Campielo de i Fiori, Nome derivato da un orto
ai
che sappiamo aver esistito in qaesta località 9 e ch^ era
unito al palazfo di an certo Filippo Corner.
Campielo dei Squeìtni, E incerta V origine di
questo nome^ forse deriva da una fabrica che qui fi era
di piatti e scodelle.
' ■ ■ Je' Trevisani ( S. Marziale ). Cosi nomi*
nato da un ospitale che eravi in esso, e che fino dal
tempo de' pellegrini serviva ad accogliere i poveri cit-
tadini di Treviso che qui arrivavano.
-^ de la Cason : perchè ivi il doge Partecipazio
teneva il foro e la prigione, detta allora Cason.
Campo, Ojgni tratto di terreno d^ una qualche
estensione^ o dappresso alle chiese, od altrove pur situa-
to, piuttosto che piazza, come dovrebbesi, viene tra noi
chiamato Campo. Sappiamo da'nostri scrittori che fuv-
vi Me'primi tempi costume di qui nutrire il piccolo be-
stialne^ del quale pel proprio mantenimento la città ab-
bisognava, e che per poternelo nella occorrente quan-
tità pascolare lasciar solevansi erbosi i luoghi vuoti
d'abitazioni. Campi denominati a que'giorni, perchè ai
campi rassomìgliavansi, questo nome ritennero ancora
allorquando i padri nostri acquistarono dominio sul
continente. Prendevano sempre il nome della chiesa;
onde Campo di S. Stefano, di S. Maurizio, di S. Luca
ec, si denominarono. Altri Campi però abbiamo con
diiierenti nomi, e sono i seguenti :
— — de le Gate : così detto per idiotismo, men-
tre avrebbesi dovuto dire Campo dei Legati^ perchè
ivi stavano i legati del papa o nunzìi apostolici.
13
Campo dei Mori: perchè eran\i alloggiamenti pei
mercanti mori o saraceni.
Rasoio. Rasoio h corruzione di Orseolo, per-
chè iyi trasportossi uno spedale, eretto prima a S. Marco
dal doge san Pietro Orseolo. Tenne dappoi chiamato
Canova^ perchè in una casa di quel campo mori Tim-
mortale scultore.
^ de le Recane: ivi era anticamente il macello
publìco, impropriamente detto Reecaria. ^Troviamo
però anche in Dante : ^
JFìgliaolfai d'un beccaio di Parigi.
Il vocabolo beccheria ci viene da tempi più antichi,
quando le bestie grosse erano destinate tutte agli usi
dell'agricoltura, e non si ammazzavano d^ordinario che
animali caprini.
Canalazzo. Cosi viene denominato il gran canale
che passa per Venezia e la divide in due parti, serpeg-
giando a guisa di una c^ rovesciata.
Canaregià. Parte grandiosa della città. Tal nome
deriva da Canneto^ perchè era anticamente luogo palu-
doso, e vi si raccoglievano canne. Anzi T antichissimo
suo nome era Palaelo.
Carampane. Sito remoto della città, i cui stabili ap*
partenevano alP antica famiglia Rampani estinta. Nel
1431 venne poi assegnato dal governo alle publiche
meretrici, siccome sito remoto dalle chiese e meno scan-
daloso«
!I5
Caserta, Strada a Eialto destinata ai Tenditori di
formaggio: probabillnente derira dal latino Castu^
ritts.
Casseìaria. Strada in parrocchia di S. Maria For-
moia, dov'erano Tarie botteghe di casiettai (Càsteleri),
i quali oltre le casse di legno facevano catini, scodelle,
ta£ze, vasi od altri lavori di legno, di cui trovarono
grande spaccio nel Levante; oltre che aveasi costarne di
riporre in casse le donora delle spose.
Casteìo. Gistello, parte grandiosa della città : Oli"
vólo forse anticamente dicevasi perchè aveavi colà un
orto d'olivi.
Quando V Italia, debole e senza difiese, era il tea-
tro della guerra di Gnido e di Berengario, e gli Unni,
penetrati anche nel Friuli e dilatatisi fino a Trevi-
so, minacciavano le spìaggie delle nostre lagune, il sag-
gio doge Pietro Tribuno ordinò grandiosi lavori per la
publiea sicurezza, e fece pur costruire in Olivolo un
castello che servisse di difesa al porto di s. Nicolò, os-
sia del Lido, il quale gli sta dirimpetto. Per questo an-
che il luogo in seguito cangiò nome, e fu detto Casieìio
invece che Olivolo^ e il sestiere stesso ne fu cosi intito-
lato 5 e più tardi (1091) anche il tcscovo assunse la de-
nominazione di castellano in luogo di olipolese.
Castel Cimesin nella Calle larga presso S. «Mar-
co. Di alcuni forti o torri eretti probabilmente alP epo-
ca stessa del castello di Olivolo ci lasciarono confàse
memorie le antiche cronache ; basti il dire che
Casfel/brte a S. Rocco pretendesi anteriore di mol-
to air epoca Teneziana.
Celesiia, Eravi ana chiesa ed un monastero, in cui
abitaTano religiose dell^ordine cistcrciense. Trasse il no-
me di Ceìestìa da una delle prime religiose, che qui si
fecero venire da Piacenza, e che nominavasi Maria Ct"
ìestey divenuta poi celebre per la santità della sua vita.
Chiovert. Dette, latinamente Ctaudierae. Campi
chiusi nella città, che servivano per uso de^ pascoli ed
anche per distendervi i pannilani.
Corte de V Albero. E probabile che tal nome
derivi dalP antica famiglia di questo nome, la quale
Magadisia trovasi anche appellata, e di cui sappiamo
esservi stato un paroco di S. Gassiano, che nel 968 fu
assunto al vescovato di Olivolo.
del Cavalo (S. Marziale). Prese il nome dal
soggiorno che ivi ebbe Alessandro Leopardo, celebre
fonditore , che Alessandro ,dal Cavallo fu nominato
quando eseguì il monumento del general Coleoni in
campo a^ SS. Gio. e Paolo.
Crosera. Crocicchio. Quadrivio, dove rispondono
quattro strade 5 trivio, dove fan capo tre strade.
Dorsoduro. Uno dei sestieri della città (V.. Sestie^
ri). Era una delle isole nostre maggiori, che estendevasi
da S. Agnese fino a S. Marta. Pretendesi che venisse
artifizialmente formata calcando e battendo il terreno
onde divenisse dura 5 dal che fosse poi chiamata Dorso-'
duro.
I*v
aS
Fava. Circondario presso la chiesa dei Padri deU
Ì^Oratorio. Conservò la denomioasione di Fava per la
semplice circostanza che appiè di quel ponte troTavasi
un antico negozio di pasticche, il qaale aveva rinoinan-
za per la preparazione delle così dette Jave, Quel ponte
fa quindi denominato Ponte de le Fave^ e più tardi si
disse Fava a tatto quel circuito.
Fondamente. Così vengono chiamate le strade
marginali che incassano i canali della nostra citta, dette
dagli antichi junctoria. Tennero dapprima formate di
legname. Chiamaronsi Fondamente forse dall'esser con-
giunte ai fondamenti delle abitazioni, al cui piede si
trovano situate.
Fondamente Nove (Nuove). Per decreto 3 a febra*
io 1689 fu adottato di erigere in quella località una
nuova fondamenta di pietra istriana ^ la costruzione fa
incominciata nel i SgS. Prima non v' era che un mar-
gine di terreno molle.
Frari, Parrocchia di S. Maria deTrari. Appartene-
va una volta quella chiesa al monastero poi soppresso
dei frati Minori Conventuali. Originò tal nome proba-
bilmente da^rar, voce antiquata significante frate.
Fre%zeria. Strada a S. Marcoj così denominata
dalle freccie che ivi vendevansi. L^armi soprattutto veni-
Tano avidamente ricercate dai ricchi mussulmani del-
la Soria, Egitto e Barbaria, e i veneziani in quantità
ne portavano loro. Grimpe^atori greci ebbero a farne,
gravi doglianze pel legname da costruzione, per V armi
a6
e il ferro che i veoedani portayano ne'paesi dei sara-
ceni. RimaDgono ancora alcune strade coi nomi di
Frezzeria^ Spuderia ec.
i Gqfaro, Sito nella parrocchia di S. Pantaleone. I
capi degli arabi al Cairo si chiamano Gafer\ con que-
sti i Teneziani, come gli altri mercanti europei, Isolerà-
no far contratto per essere garantiti. Si suppone che un
qualche Gctfer Tenuto qui ad alloggiare vi abbia lascia-
ta la denominazione di Gqfaro, Altra opinione vuole
che derivi dal nome di un^antica famiglia.
Galion (a S. Simeone ). Nessuno sa assegnare
l'origine a tale denominazione. Forse Gallione si chia-
mò per una tal quale somiglianza alla galera, cui con*
dannavansi i malfattori ; tanto egli è tetro e meschino.
Gesuati. Bravi un convento di frati del Buon 6e-
sù o Gesuati, soppresso nel 1668. Vennero sostituiti
dai Domenicani Osservanti, che mutarono il detto titolo
in quello di S. Maria del Rosario; ma rimase a quel
luogo Tantica denominazione di Gesuati,
S. Giacomo da Lorio o daWOrio, Parrocchia di
S. Giacomo ap., sita nelP isola anticamente denominata
Lnprio.
Giardini e Giardineti, Per Giardini s'intende i
Publici Giardini situati presso Castello; opera decretata
da Napoleone itel 1807 e compiuta nel 1 809, che costò
41% 4^^>o^<) franchi. -— Per Giardineti intendesi il Giar-
dino nel Palazzo Reale, il quale occupa quello «pazio
denominato anticamente Terano^ay ove i dogi tenevano
un serraglio, in cai nel iSiS una leonessa partoriva.
Nel 1 34^ edificavansi vastissimi granai pablici. Nel'
1 808 abbattevansi questi per formarvi il Giardinetto.
S. Criopo o San^ Jfgiopo* Chiesa in Cannaregio
dedicata a S. Giobbe 3 soccorsale della parrocchiale di S.
Geremia.
Gheio, Sa ognano che il Ghetto di Venezia è
il luogo dove dalPanni) i5i6 sino al 1797 abitavano
tutti gli ebrei sotto gravissime ristretteize , e dove mol-
tissimi seguono tuttavia ad abitare. Il vocabolo Ghetto
deriva, secondo alcuni, da ^e//o, e. vogliono che cosi siasi
appellato tal luogo da una fonderia nella quale lavora*
vansi le bombarde. Essendo stata per avventura Venezia ,
la prima a voler chiusi gli ebrei, il nome divenne si
celebre che di qui i passato a tutti gli altri luoghi del-
la terra-ferma.
Gradisca. Località che troviamo cosi nominata in
varie parrocchie, forse un tempo, abitate da lavoratori
venuti specialmente dalla città di Gradisca nel secolo
XIV af&ne di esercitare Tarte del lanifizio, che contri-
bui ad arricchire questa nostra città.
S, Lio. Chiesa dedicata a s. Leone^ nella parroc-
chia di S. Maria Formosa.
Liston. Stradone quasi nel mezzo della Piazza,
dalla parte delle Procuratie Vecchie, pel quale special-
mente si passeggia.
Màlcanton, Sito nella parrocchia di S. Pantaleone,
cosi denominato pel seguente avvenimento. Sul finire
del XIII secolo Raooperto Polo vescovo di Castello pre-
tendeva dal paroco di S. Pantaleone la decima sui mor>
ti di parrocchia, come gliela tributavano le altre chiese.
Il paroco, per dispensa goduta dall'antecessore, si rifia-
tava. Mentre il vescovo recavasi sforzosamente per esi-
gere la decima cui pretendeva, giunto al Malcanton, fa
dalPammutinato popolo malconcio e morto.- Da ciò na-
sceva guerra fra Castellani e Nicolotti ; e fin dalPepoca
di tale infelice avvenimento rimase a quel sito il nome
di Makanton,
Marco e Todero, Il leone alato ( insegna di S.
Marco) e san Teodoro sono due statue poste suirapice
delle due grandi colonne della Piazzetta di S; Marco,
fra le quali una volta si giustiziava, ed ove sul vespro
di un giorno della primavera dell'anno i43a venne
troncata la testa del famoso Carmagnola.
4$. Marcuola. Parrocchia di Santi Ermagora e For-
tunato.
S. Maria Zobenigo. Parrocchia, poi detta di S. Ma-
ria del Giglio. Venne chiamata Zobenigo per P antica
famiglia Juhanieo^ ora estinta, che fu la principale fon-
datrice di questa chiesa.
MendicaniL I poveri mendicanti venivano collo-
cati nel luogo che ora la parte del civico spedale pei
malati.
Miracoli ( i ). Questo nome deriva dalle grazie che
ricevettero i fedeli per iuteroessione della Vergine, una
cui immagine qui venera vasi , e donde è succeduto che
*9
si edificasse la bellissima chiesa col nome di Santa Ma^
ria dei MiracoU^ ora oratorio saocursale di S. Canzia^
no, ed un tempo ad uso di monache francescane.
Molo. Chiamasi da noi impropriamente quel trat-
to in fopdo alla Piazzetta) che comincia dal Giardinetto
Reale e va fino al Ponte della Paglia. In questo sito suol
passeggiare il bel mondo nelle sere di estate.
Morìon, Sito cosi denominato a S. Francesco della
Tigna, forse dal fabbricarrisi i morioni, cioè un^ antica
armatura difeosita del capo, usala già dai soldati, e che
ora vederi sulle armi gentilizie.
Murazzi, Muraglioni di macigni fatti erigere dalla
republica lungo una gran parte del litorale per difen-
dere la laguna dagl^ insulti del mare ; opera immensa,
cominciata nel 1774 e compiuta nel 178^ 3 ha tre mi*
glia circa di lunghézza, e costò dieci milioni di ducati.
& Nicolò de* MendicoU, — Mendìgola chiama vasi
anticamente V isola di S. Nicolò , dello poscia S. Nicolò
dei Meudicoli, perchè abitata per lo più da poveri pe-
scatori. In quesf isola aveva residenza, prima della crea-
zione dei dogi^ un tribuno, e un altro ve n^era nelPiso-
la opposta di Olivolo (Y. Castelo)^ già istituiti nelPanno
8o4« Gessò il tribuno di Olinolo, per la sede episcopale
ivi collocata, ma quello di Mendìgola continuava, e
quando finirono i tribuni assuuse il titolo di Gastaldi
de' MendicoU e poi quello di Doge de' Nicolotti. Dagli
abitanti delle dette due isole Mendìgola e OUvolo sor-
sero poscia le antiche fazioni di Castelani e Nicoloti.
So
Qaivi presso trovasi Vdfbtrt de S, Nieolòy alzato
sul finir del secolo XIII, qaando l' implacabile nemico
de^Yeneziani, il Carrarese, tentava di rovinare il nostro
estuario, facendo scorrere rapidamente il fiume Brenta
verso quella parte, ove fu neceissario alzarvi un argine.
' Ospealelo. Era vi un piccolo ospizio pe^ poveri
e pegP infermi, eretto dal governo veneto per insinua-
zione di san Girolamo Miani nel 1637 sopra un fondo
che anticamente serviva a^ militari esercizii, e pereiò
detto il Bersaglio. Tenne poscia ampliato in varii tem-
pi, e nel 1808 si trasportarono i malati all'Ospedale Ci-
vile. Convertito quel luogo in Casa di Ricovero pe' vec-
chi poveri, conserva il nome di Ospealeto,
Panaieria. Strada a Rialto con varie botteghe, ove
una volta vendevasi non altro che pane.
Parangon. Sito in Rialto ov' eravi un edifìzio di
pannilini e drappi di seta, detti dalla loro finezza /carini
e staffe di paragone.
Pasina (S. Silvestro). Il Gallicciolli arguisce che
questo nome sia una corruzione di Piscina,
Pissina, Varii luoghi conservano questo nome^ co-
me Pissina de S.Mois^, de S.Fantin, de S.Zulian, ec,
perchè erano nei secoli X,XI e XII eflfettiva mente pi-
scine o piccoli laghi con molino. Quantità di leggi si
trovano nel Codice del Piovego risguardanti V interri-
mento di piscine e rialzo di paludi in Venezia.
S, Polo. Chiesa dedicata a s. Paolo, nella parrocchia
di S. Maria Gloriosa dei Frari.
3i
PoiUi, Molti sono in Tenexia i ponti, i qnali pri-
ma del secolo XUI erano latti di legno , siccome givasi
per città cavalcando^ secondò il costarne d^ allora, colle
musteUe,
■ de SiaUp. Il 9 giagno 1 588 vi fu posta la
prima pietra di marmo dalla parte, di Rialto. È runico
sul Gran Canale , macchina immensa terminata nello
spazio di soli tre anni.
— — de la Pagia. Fu denominato della Paglia,
perchè ivi approdavano le barche cariche di paglia per
uso della città, e vi facevano stazio. Fu il primo che nel
i56o si erigesse di pietra viva.
■ ■■ ■ dei Dai. Quivi il doge Gradenigo nel i5
giugno i5io assali co^ suoi i congiurati condotti da Mar-
co Qnirini suocero di Baiamonte Tiepolo. NelP incon-
tro degli armati, si esclamò dal popolo Dai Dai! — Al*
tri fa derivare tal nome dalla famiglia àts^Dadi da Dio^
dei Pugni. Yarii ponti esistevano di tal no-
me ^ due ne restano, uno a S. Barnaba e Taltro a S. Mar-
ziale, ove stanno ancora scolpite sul pianerottolo quat-
tro impressioni a forma de' piedi, per memoria del com-
battimento a pugni che anticamente facevasi su questi
ponti fra Castellani e Nicololti.
«— — dei Sospiri, £ questo un cavalcavia costrutto
per unire le prigioni al palazzo, affinchè i carcerati con-
dotti venissero al tribunale senza essere vedati dal pu-
blico.
de le Feste. I sartori di Venezia al tempo
Sa
antico dÌTedevatisI in tre arti o scuole , sotto i nomi di
Sartori da veste. Sartori da %iponi (giubbe) e Sartori da
calze (calzettai). Tatti comanemente i veneziani porta-
vano come abito nazionale la sopraveste alP uso greco ,
usata negli ultimi tempi da^ patrizii ed altri funziona-
ri i quindi molte erano anticamente le botteghe de' Mar-
tori da veste, a grado eh' era un' arte distinta, di cui
era capo un gastaldo ^ detto Gaitaldo da veste. Colle
mode successivamente introdottesi, cessate le vesti anti-
che e riservate ai soli publici funzionari!, non eravi ne-
gli ultimi anni della republica che un soìo^sarto da ve»
ste, la cui bottega era a S. Fantino.
Ponti del Sepolcro, Ponte presso la chiesa, ora ca-
serma di tal nome. Era un ospizio , fondato nel secolo
XV da Beatrice Yeuier a ricovero delle pellegrine che
qui si fermavano ad attendere imbarco per Terra-San-
ta. Dappoi l'ospizio fu convertito in un monastero di
Francescane, le quali vi costruirono una chiesa, entro
cui un Sepolcro sul modello di quello di Gerusalemme.
— -^ de la Pietà, Ponte presso l'ospizio destinato
ad accogliere, nutrire ed educare i figli Esposti, perciò
chiamato della Pietà. Questo pio luogo, fondato nel
i540) era in origine a San Francesco della Vigna.
— - — ile le Bande, Così detto perchè fu il primo
a cui si applicarono i parapetti laterali o bande, essen-
doché una volta i nostri ponti ne mancavano affatto,
come si vede in alcuno sussistente tuttora nella origi-
naria sua forma.
53
F<mU de le Maravegie (a^SS. Gervasio e Protasio).
Forse dalla famiglia Maraveggia, di cui trovati un cer-
to Pàolo che nel 1379 fece imprestiti alla repablica,
e trovasi pare. Belisaria moglie di Pietro Alpino gran
cancelliere di Cipro, la qnale presa da Mnstafa quando
t? impadronì di Famagosta, e destinata schiava del gran
signore, appieèò fooco al bastimento.
del Cavalo (a' SS. Gio. e Paolo). Cosi detto
perchè nel montarlo presentasi tosto allo sguardo il mo-
nnmento del generale Coleoni, raffigurato in bronco a
cavallo per opera di Alessandro Leopardo.
. N de la Guera (a S. Marco). Alcuni pretendono
che abbiano fiitto fronte i congiurati di Baiamonte nel
ritirarsi, e sostenuto un combattimento ; altri dalla fa-
miglia Guerra £inno derivare tale denoo^inazione.
" '■' " del Lo90 (a S, Salvatore). Forse da qualche
casa appartenente a certo Lorenu> Lovij il quale trova*
vasi nel iSjg in parrocchia di S. Felice, ove diede
ugual nome ad una Carie.
— «— de Noal (a S. Felice). Il nome dato a questo
ponte è forse una corruzione di Avonale , nome di pa*»
trizia famiglia che troviamo avere abitato in Santa
Fosca.
— — * dei Squartau £ una denominazione affatto
singolare, e vuoisi che derivi dairessere in questo man-
cato di vita uno di quegrinfelici che coudanoavansi nei
vecchi tempi ad essere tratti pe* gravi delitti commessi
a coda di cavallo per la città 5 e potrebbe derivare ezlan-
s
34
dìo dalPavervi abitato persone dissipale e viziose, che
squartai si sogliono da noi chiamare-
Ponte de la Late. Tra i parrocchiani di S. Simeon
Profeta che contribuirono imprestiti alla republica
per la guerra di Genova nel 1 379 trovasi nn certo
Zuane dalla Latte^ e sembra non doversi dubitare che
da esso abbia preso Pappai lauone quel ponte, ch^ esiste
ai confini di questa parrocchia.
■'-' ' de V Anatomia. Cosi detto, perchè del &-
bricato posto a' piedi del ponte stesso faoevasi uso per
Panatomia de^ cadaveri \ e qui aveva sede il collegio
de^ medici, cui nel 1464 conferiti vennero i privilegi
lutti delle università da Pietro Barbo veneto quando
assunsi al pontificato col nome di Pio IL
— — del Parucketa. Denominazione moderna as-
suntasi pel ridìcolo che prese a sparger la plebe sopra
la strana parrucca usata da un venditore di biade dbe
tenea quivi la sua bottega.
— — de Dona Onesta. Il nome deriva da un £àìXo
che vuoisi essere qui avvenuto, somigliante a quello di
Lucrezia Romana.
— — de la Freseada (ai Frari). Si può credere
che^re^cad^ sia una corruzione di frascate, e che que-
sto nome sia originato dalle frasche o frondi che qui ri-
trovare dovevansi per esservi stata una vigna (come leg-
gesi negli antichi cronisti) presso la chiesa di S. Tom-
maso^ma più credibile opinione si è che derivi dalla fa*
miglia Freseada.
Ponte de le Tele (a S. Gassiano). Così denominato
fin da allora che il governo, onde togliere la rea prati-
ca dei sodomiti maschili, decretava che le publiche
meretrici dovessero mettersi alla finestra col seno sco-
perto^ e ciò per distorre i malvagi dal rio costume che
si è dettole procurare an male minore 5 e dedicava
in pari tempo nn altare alla Tergine sotto il titolo ilfa-
donna dei Masculi (o maschi) nella chiesa di S. Marco.
— dei Ormesinii per una fabrica di certo
drappo di seta detto ormesino.
■ ' dei Sospiri. Ponte elevato, che dal palazzo
ducale, accavalcando il rivo, conduce alle Prigioni^ ope*
ra insigne del Da Ponte. £ tutto di marmi, diviso nel-
Pinterno da due corridori, con duplice ingresso, e co-
perto- da' ogni lato per rispetto al colpevole, che lo pas-
sava senz'essere veduto. Ora n'è chiusa la comunicazio»
n« colle carceri.
Porta de la Carta. Fu cosi detta, perchè vi erano
ai lati^alcuni banchi di scrivani per uso del popolo. Que-
sto ingresso fu sempre il principale del palazzo ducale.
Poste Veékie (a S; Gassiano). Qui venne nel 1 160
instituito l'uffizio della Posta, che negli ultimi anni
della rep. fu trasferito a S.Moisè in Gorte Barozzi, e
sotto il governo italico nel palazzo Grimani a S. Luca.
Poftw e Piombi. Erano i così detti Po%%i in ori-
gine i magazeni del palazzo ducale. Gonverliti a carceri,
aveano 18 segrete: nove nel primo corridoio e nove nel
secondo, prive bensì di luce, alle però, lunghe e larghe,
/
36
tutte di panconi di larice sodamente intavolate e al li-
vello medesimo del prossimo canale e della contigua
corte del palazzo. Non erano qoindi quelle profonde
huche sotfaqua<f si come alcuni falsamente narrarono.
Crescendo più sempre il comune del mare, non si- fece
più uso di tali prigioni, e si passarono i prigionieri nei
Piombi sino alla fabbrica delle Prigioni. I Piombi al-
tro non erano che una vasta soffitta con quattro sole
segnate: denomina vansi i Piombi per essere a tetto del
palazzo ducale, ch'è coperto di lamine di piombo ; ep*
pure da questo luogo cosi elevato riusciva a' 36 di lu-
glio 1755 con maraviglioso mòdo Jacopo Gasamia (do-
po esservi stato parecchi mesi rinchiuso qual turbatore
della pubblica quiete per aver .fischiato in teatro, come
partigiano del Goldoni, le commedie del Chiarì) a fug-
gire dalla prigione, e poco dopo dal jeneto stato.
Procuratie. Chiamansi cosi le abitazioni che ser-
virono ai nove Procuratori di S. Marco, le quali esbto-
no lungo la gran piazza, distinte in Procuratie Veechie
e Nuove, he f^ecchie furono edificate dopo il iSig,
vendute poi per le urgenze della repnblica quando
nel secolo XYI era in guerra col Turco, ed ora sono
possedute da privati. Finita la |;ueTra di Gandia, e ri-
storato Perario publico, vennero erette al medesimo og-
getto le Procuratie dette quindi Nuove^ cominciatesi nel
i58o e finite nel 1590.
Quintavale. Sito remoto a Castello. Vuoisi che la
famiglia Quintavalle nobile padovana abbia abitato un
57
tal luogo, a cai forse avrà lasciato il nome; ma troTia-
mo però fra le voci antiche italiane guinavaUe signifi-
care un luogo basso e remoto, si come appunto è questo.
Mialto, Cosi detto nataralmente dalPalteiza delle
sue rive. Quivi ebbe la sua prima sede il governo della
republica neirSio, quando vi si trasportò da Malamoc-
ce onde meglio. impedire gP interni dissidii tra isola ed
isola, e le straniere invasioni. Negli atti publici l'isola
di Rialto fu chiamata città distintamente da Venezia fi-
no al 1390. Si conserva nella piazza di s. Giacometo
un'antica colonna di granito egiziano, sostenuta da un
uomo curvato sotto il peso, detto per ciò solo il Gobo
de Rialio : quivi montava il banditore a publicare le
leggi. Rialto vecchio dicesi dalla parte di S. Giacomo, e
Rialio Novo dalla parte di S. Giovanni, forse per es*
sere stato più tardi abitato.
jR/a Mann, Notano i nostri scrittori essere stato il
medesimo scavato a mano per segnare e distinguere per
mezzo di esso i confini della parrocchia di s, Giacomo
dalV Orio dai confini delle altre vicine ; aggiungono
poi che gli si dà questo nome, perchè da Mario Dando-
lo fu questa tale operazione ordinata.
Riva, Noi diciamo riva alle scalinate per uso di
montare in barca e di smontare. Riva anche ad un
tratto di alcune Fondamenie ove approdano barche
grosse da carico. Cosi Riva del Fin^ de V Ogio, del
Carhon^ del Fero ec. ec. presero il nome dalle mercan-
zie di tal genere che in questi luoghi sarannosi sca-
38
ricate. La principale e più ampia è la Riva dei Schia"
voni^ che prese la denoininazione dai Dalmati, Tolgar-
mente chiamati Schiavoni, i qaali lungo la stessa tene-
Tano una volta e in terra ed in acqua gli stazii per la
vendita delle carni affumicate e salate che recavano dai
loro paesi. Nell'anno 12^6 deliberò il Senato, che non
avendo la Riva medesima larghezza maggiore^ del Ponte
della Paglia, allargare si dovesse com'è al presente. La
Riva de Riasio fu così appellata per cagione di un cer-
to Biagio che ivi soggiornava, e che per fatti atroci da
lai commessi fu condannato a morte, e ne fu schiantata
l'abitazione.
Ruga, Questo nome adottarono i Yeneziani (dal
francese me) per dinotare una strada fiancheggiala da
botteghe, .^gfa Giaffa (in luogo di Julfa) per esservisi
stabiliti mercanti armeni fuggiti dalla distrutta Julfa.
Saea de la Misericordia ec. Questo nome di sacca
significa presso di noi un luogo in cui l'acqua della la-
guna s^insinua, e forma come una rada. Cosi Saca del
canal : largo del canale.
Salizada. Ogni parrocchia ha la sua Saìi%ada^
che coùserva tal nome fin da allora che nel 1360 circa
si cominciarono a selciare le vie. Qgni parrocchia «i die
cura di selciare la via più frequentata, e cosi ognuna
volle avere la sua Saliuida, Da principio si selciarono
esse di cotto, e solo nel 1767 si prese a lastricamele di
macigni.
Salute. Dicesi la contrada presso il magnifico tem-
pb Totif intitolato a S. Maria della Salate, eretto nel
i63i per la liberaàone dal contagio che darò sedici
med, ond^ erano perite in Tcnezia 4^)536 persone, e,
compresi Murano, Malamocco e Chioggia, 811,175.
Scala dei Ziganti. Scala scoperta nel palazzo du-
cale, ^si detta per le due statue colossali di marmo,
raffiguranti Marte e Nettuno, simboli della potenza di
terra e di mare della repnblica; opera del Sansoyino.
[ Nella (ommità di questa scala segui T incoronazione di
37 dcgi.
Scoa%%ere, Siti chiusi di muri ed aperti da un
lato, ore anticamente solevansi portare le scopature, e
da cdà si toglievano tratto tratto per trasportarle su
barchs. Ora tali luoghi, benché non più in uso, con-
serTaco l'antica denominazione.
Sestieri. Con decreto del Maggior Consiglio i.^
agosto 1 171 fu divisa la citta iu sei parti, dette latina-
mente Sexterium, Questi Sestieri si chiamano: 5. Mar"
coy C€Uf.elo e Canaregio di qua del Canale 3 S. Polo,
Santa Crose e Dorsoduro di là del Canale medesimo.
5. Umon Grondo, e S. Simon picólo. ÀI nome di
S. Simeoie aggiunge questa parrocchia l'epiteto di gran"
de, forse perchè la medesima aveva in passato maggior
estensione della parrocchia vicina, la cui chiesa ha per
titolare S, Simeone Tapostolo, volgarmente chiamato 5.
Simon picolo; chiesa ora succursale dell'altra «S. Simeo'
ne Profeta.
Spaderia. V. Pre%%erictk
DELLE ANTICHE VENETE
MAGISTRATURE E CARICHE.
La Republica Veneta contava più di settanta ma«
gistrature in Teneùa, composte tutte di patritii. GP in-
dividai palrìzii non si chiamavano magÌ8trati,^ma giu-
dici del magistratOy qualunque si fosse la loro attribu-
zione, anche amministrativa. Altre magistrature chia-
mavansi Collegi^ altre Consigli.
Nel i3i5 fu instituito il Libro d^Oro^ in cui scri-
veansi quanti aveano diritto alla nobiltà veneziana e
air ingresso nel Maggior Consiglio. Tale ingresso nel
Maggior Consiglio era determinato dapprima da tre
Elettori; ma ciò avendo dato luogo a varii abusi, si è
decretato che chiunque giungesse alPetà di a 5 anni
fosse abilitato di entrarvi, dietro V esame de' suoi titoli
fatto dagli jàvogadori. Talvolta erano ammessi anche i
patrizii non giunti ancora a qaelPetà 5 anzi per un tal
fine ogni anno nel giorno di S. Barbara ne venivano
estratti trenta a sorte dal doge. Però entrar non pote-
vano nel M, C. i nati avanti il matrimonio, ancorché
per nozze posteriori legittimati 5 in quel caso prima era
44
mestieri di un processo fatto dagli Àvogadori, sai quale
deliberava il CoUegio, Ma i figli nati da padre nobile e
da donna plebea in massima non erano ammessi, sal-
va però qualche eccezione.
Nel secolo XY pensò il governo di separare dagli
altri abitanti della dominante uh corpo di civili perso-
ne le quali avessero il titolo di Cittadini originarii , e
questi aspirar potessero agli impieghi della Ducale
CaneeUeria^ che comprendeva i Segretari e i Notai
Ducali. Cittadini veneziani dovevano pur essere i- Ra-
gionaiif raccolti in un collegio ehe fu instituito nel
i5Si. (iTÒdi BaUoUino).
Ambasciatori e Residenti.
La republica spediva quattro ordinarii . amba"
sciatori alle corti di Vienna, Parigi^ Madrid, Roma, dal-
le quali riceveva corrispondenti ambascerie ordinarie.
Altro ambasciadore ordinario aveva residenza presso la
Porta Ottomana col titolo di Bailo. Alle corti di Napo-
li, Torino, Londra e Milano spediti erano Residenti or-
dinarii, tutti dell'ordiùe de^ segretarii, per cui di con-
lormità avevano quelle corti un residente ordinario in
Venezia.
Il 8otto*abito degli ambasciatori ordinarli nei mo-
derni tempi era quello cosi detto corto nero. Portavano
poi gran sopravesta nera, che slacciata e collo strascico
era altresì ricoperta dalPalto al basso di molte liste di
merli ; le scarpe loro aTevano in ctfna ira nastro tomo*
L'onore delle ambascerie era bilanciato dalla spesa, non
riccTendo dal publico se non nn donatiTO di leoo
zeocliiai nel triennio della carica, e tatto il resto sta-
Ta a loro aggrayb. Talvolta era ricca la comparsa. Sil-
vestro Yalier eletto a solenne ambasciata nel 16665
nel passaggio per i veneti stati di llargberita-Teresa
d^Austria, figlia di Filippo lY re di Spagna, sostenne
per ao giorni la rappresentanza della republica con
indicibile generosità e magnificenza. Era accompagnato
da 70 cavalieri patrizi! , avea cento livree scarlatto,
guarnite d'oro, che mutava in altre di velluto cremisi-
no, pur di oro. Egli apparve in abito nero di punto in
aria, foderato di soprariccio dVo, con bottoni e Telsa
stessa della spada di grossi diamanti. Fu perciò in se-
gnatura il suo nome per le occasioni dbie si aprisaero in
futuro di far risplendere la veneta magnificenza nelle
reali corti di Europa.
m
Ammiraglio déffArsenoL
Questo ministro sopraintendea alla costruzione
de^bastimenti nelP arsenale ed al lavoro delle gomene.
Nel giorno delP Accensione non partiva il Bucintoro
senza Tassenso di quesf ammiraglio, che era di quel*
l^tnreo legno il piloto^ e nel banchetto, che seguiva al
ritorno della Signoria, in una sala preparata, sedeva an-
ch'egU tra cento de'suoi operaL — Nel giorno di sua
elezione distribniva egli cento cecchini a dascano dei
tre ndùli Patroni delPuérsenal, come quelli che aycTa»
no contribnito alla sua scelta. PcHrtaTa il titolo di Ida»
gnifieo, ed era di sao diritto il bacile d' argento^ nel
qoale erano stati i denari dispensati dal doge novello,
perciocché toceaTa alPAmiBiraglio lo stare col doge ne>
P0»%eiiOy e sostenére la publica bandiera.
jiaditori.
Erano tre magistrature gìtìIì: i * Auditor vechioy
cui erano devolnte alcune appellazioni 5 2.^ Auditor
novo, cui si appellavano le sentenze della terraferma ;
3»* Auditor novissimo per ascoltare le appellazioni dal-
le sentenze delle cause dette de minori, e per otto mesi
dell'anno anche quelle cfe majori. -— L'Auditor notia
ed il novissimo alternavano fra loro, cioè passavano i
giùdici da una magistratura all'altra. (Y. Giudici).
Avvocati^
la uffizio dell'avvocazione in Venezia era in origi-
ne appoggiato a patrizi! a tal uopo nominati metodica»*
mente dal Maggior Consiglio in numero di trentadùe,
non obbligati però a stodii legali né ad esami. Sei era-
no detti Avvocati ai Consigli i àiciotto Avvocati per le
Corti, cioè per le magistrature di giudicatura civile; sei
pergU UffiM di BìaUo^ e due Avvocati dei prigioni:
♦7
Quindi gli avrocati patrixii si diceTano oréUnarii per
disUngaerli dagli estraanUnarii, ch'erano i non patri-
sii, detti anzi solamente Apvoeatà,
Eranvi poi due Avvocali Fiscali della Signoria, e
cosi pure un Fiscale per ogni magistrato, ai quali in-
cumbeTa difendere le ragioni del Fisco, ayendo TOto
consultivo, non però nelle cause civili.
Avogadori di Camun»
Magistrato quasi coevo alla repnblica, e della cui an-
tica istituzione non si hanno sicure memorie. £ra compo-
sto di tre patrizii col titolo di Avogadori de Comun^ ch'è
quanto a dire giudici del fisco. Furono più o meno di
tre, ma poscia a tre soli vennero fissati. Avevano gran-
de autorità e molte distinte attribuzioni 5 come anche il
diritto di pronunciare il F'eto per sospendere le risolu-
zioni delle diverse autorità e quelle persino del M. C.
quando fossero state contrarie alla legislazione.
In questa magbtratura si è sempre mantenuto
Puso fino agli ultimi tempi di scrivere gli atti publici
in latinOé
Sailoi
Titolo che da vasi all'ambasciatore della republica
veneta residente presso la Porta Ottomana. Era a lui
prescritto il pumero de'servi> de'cavalli e del corteggio.
4»
Er« p^TÒ dispensalo dalla resa di contò per le spese
della sua missione, ed era pingae il sno (^ppmmagghf
poiché oltre ai molti diritti ebe traeya dal sno ufficio,
portata una grossa borsa per donativi alla Porta, a' tì-
siri, a^pascià 3 e di ciò egli solo sapeva i conti. .
BaUoitino.
Rimonta Torigine di questo alPanno 1368, in cai
si riordinò la forma delPelezione del doge, e si decretò
che il più giovine de^oonsiglieri scendesse nella basilica
ad orare, e poi conducesse seco quel primo fanciullo in
coi si fosse per caso abbattuto. A questi si commetteva
di prestarsi nelle molti pliei operationi della ballottazio-
ne: da ciò il nome di BaUottìno, Il sno vestito, confor-
me sempre a quello del doge, consisteva in una soprav-
vesta di color rosso col ginbbone foderato di pelli, cai*
sette e scarpe rosse con fibbia. Infinite precauuoni e
riserve venivano usate nelle ballottaxioni, giacché perfi-
no le palle, usate di cera fino al laSa, si vollero poi co-
strutte di tela. Dovevano assumere cura speciale del Bal-
lottino quei dogi per la cui elezione era stato chiamato.
E saviamente, secondo lo spirito aristocratico, si è imma-
ginato dappoi di provvedere alla sorte di quegli inno-
centi, che, nati da inegual matrimonio, non potevano
esibire le prove di nobiltà alPA vogarla per Pammissione al
Gmsiglio. £ si faceano, dopo Panno della carica di Bal-
lottino, istituire nelle acaole, poiché era di poca età quel
49
fanciullo, e sedeTa sugli scalini del trono: indi entraTano
nel primo luogo disponibile della ducale cancellerìa, e
gPistradavano a divenir segretarii, ove avessero dato sag-
gio de'necessarii talenti; senta di clie ogni aspirante
confinavasi nelle Segrete^ cbe così denominavasi Tarchi-
vio ducale.
Camera fycàU. Camerìenghi.
Uffizio ove si custodivano i denari del publico te-
soro in cadauna provincia, al quale presiedevano tre
patrizii col titolo di Camerlenghi. Questi votavano nel
Senato, bencbè non fossero senatori. QuelPuffiziale cbe
teneva il ruolo de^soldati e li pagava dicevasi Contirai
o collaterale. (Y. Proveditori sopra le Camere),
CanceUier Grande e Cancellieri.
lì Cancettier grande era delF ordine de'cittadini
originari!, o per dir meglio de^segretarii, nominato a vi-
ta dal senato, ed era una delle prime dignità della repu-
blica. Egli era dicbiarato cavaliere, e portava per di-
stinzione gli sproni d'oro 3 il governo gli dava nelle
publiche carte il titolo di magnifico^ ma nel privato
aveva comunemente quello di eccellenza* Indossava la
veste ducale colla stola di velluto fiorato 5 sempre ac-
compagnava il doge nelle publiche solennità, standogli
dinanzi coperto egli solo della berretta nera, a differen-
5o '
za de^senatori, che doTCTano tenerla in mano. Fu m-
stituita questa carica nel 1266 sotto il doge Lorensu)
Tiepolo. Il nome di Cancelliere deriva dal carico di
cancellare e correggere le pnbliche scritture, dove ne
avessero bisogno. Era fissata la rendita del Cancellier
grande a aooò ducati, oltre gli emolumenti del sigillo,
assai ragguardevoli.^" Egli aveva ingresso in tutti i con-
sigli , e, divenuto dalla sua istituzione il capo di
tutti i segretari! ed il sottoscrittore di tutti gli atti
public! , si firmava Capo-Notaio^ CcmceUiere della
Corte Ducale. Teniva eletto dal maggior consiglio,
ed aveva precedenza sopra tutti i senatori ed i magi-
strati, eccettuati i procuratori ed i consiglieri. Nelle
publiche comparse precedeva gli stessi figliuoli e fra-
telli del doge. Quando nel maggior consiglio si stri-
dava la elezione fatta del Cancellier grande^ gli si
dava il titolo di Domino^ dandosi quello di Domino^
Domino al doge, intanto che agli stessi procurato-
ri non era dato più di quello di Messere, Nei'pu-
blici banchetti veniva il Cancellier grande servito
prima dei consiglieri. Annualmente veniva regalato
di quadri, candelotti, ec, a modo del doge, dai cor-
pi publiri della città, cioè dalie scuole grandi e
corporazioni delle arti. Veniva eletto alla guisa dei
procuratori di s. Marco: faceva il trionfale ingresso,
e seguivano le publiche feste sciolte al pari delle
ducali da ogni legge suntuaria, i segretarii in quel
giorno collocandosi a destra dei patrizii, anziché in
5i
TÌolaceO) con vestimento di porpora, e aTeta in mor-
te la pompa funebre coIP intervento del principe e
delia signoria. Sapientissima istituzione, che mentre da-
va levatura in massima airordine dei benemeriti mini-
stri, li premiava in particolare, col farli presiedere a
quella cancellerìa, da cui mossero i prìmi pàssim recan-
do Tutilitii al servizio di ben tutelare e dirigere il cor-
po ad essi affidato per aver tutta percorsa la loro stessa
carriera.
V'erano pure in Venesia due così detti CtmeeìUeri
inferiori, dell' ordine de' segretari}, eletti dal doge, che
erano custodi della Cancelleria detta pur Inferiore per
distinguerla dalla Ducale^ dove si custodivano i testa-
menti ed altre carte private.
I Cancellieri de'Meggimenii di terraferma e di ma-
re venivano nominati dai respettivi publici rappresen-
tanti, e giurati dinanxi al tribunale de'capi del consi-
glio de' X ; esercitavano il loro nobilissimo ufficio
come ministri, trattando le materie giudiziarie crimina-
li, le amministrative ed anche le militari delle pro-
vinde.
Capitani^ Prefetti^ Rettori e Rappresentanti
o Governatori.
•
Chiamavansi più comunemente Rettori i publici
rappresentanti delle città e terre dello stato, ai quali
davasi poi il titolo specifico di Podestà e Capitanio o
54
Calasferi o Cata^ai^eri,
Magistratara composta di tre patrìzii, alla qaalè
incambeva la scoperta dei tesori nascosti, che si repotà»
Tano averi, publici, o delle eredità giacenti, non meno
che Pargomento degli ebrei.
Cavalieri,
Cavalieri della Stola ó^ Oro. Questo caralietato,
che ebbe origine nelPottavo secolo, secondo alcuni, cosi
si appellava perchè l'insegna de' cavalieri era appunto
una stola d'pro portata sopra la spalla sinistra, (i) e che
per moderazione* era ridotta ad una stola di panno ne-
ro, somigliante a quella degli altri nobili, ma orlata di
ricco gallone con frangia d'oro, fuorché nelle comparse
publiche, nelle quali era intieramente d'oro, e cosi lar-
ga che spesso recava incomodo al cavaliere.
In tre maniere ascendeano i patrizii a tal onore : o
per diritto di discendenza, o per essere stati dichiarati
tali da qualche testa coronata, o per decréto del senato
e del maggior consiglio.
Cavalieri di s. Marco, Oltre i cavalieri della stola
d'oro vi aveano in Venezia quelli di s. Marco. Un tal
(i) I Trevitan che averano il palazao in Canonica, dì poi a-
oqniatato da Bianca Cappello, ora Seriman, ponarano la itola al-
la destra, per prifilegio, atendo un Ifelchior Trerisan V anno 1479
portato da Costantinopoli TampoUa del Sangue Frexióso, che ai
Tenera ai Frari.
55
ordine Veniva conferito ai sudditi benemeriti della re-
pablica. La divisa di qaest^ ordine era una medaglia
d'oro avente nel mezzo il leone di i. Marco. Non erano
tenuti questi cavalieri alle prove della nobiltà, e come
fossero stati insigniti dell'ordine venivano condotti nel
senato, ove genuflessi a'piò del doge lo supplicavano a
crearli cavalieri. Il doge 'dopo averli esortati a prose-
guire nelle vie del dovere, faceva prestar al nuovo ca-
valiere il giuramento, gli batteva il dorso con una spa-
da nuda dicendo : Esto nùlesJideUs ^ indi gli erano at-
taccati gli speroni d' oro ai piedi, e dal doge gli era mes-
sa al collo una collana, da cui pendeva una medaglia. ^
Come principe, il doge conferiva di sua autorità
un altro ordine, appellato perciò Cai^aUeràio del Doge,
Divisa di questi cavalieri era una croce a la punte, a
somiglianza di quella de'cavalieri di Malta, contornata
d'oro ed avente nel mezzo il leone di s. Marco. (Vedi
Cavaliere del doge all'articolo Doge,)
Censori,
«
Magistratura gravissima che principalmente veglia-
va sull'ambito vizioso* onde impedirlo. Era formata da
due senatori, per ciò decorati di toga più ampia e di co-
lor violaceo; -sorvegliavano la convocazione del Maggior
Consiglio. Aveano aggiunta la materia de'salarii de' ser-
vitori, non che quella dell'arte vetraria.
Cinque a la Fase, Y. Magutrato.
Cinque a la Mercanta. Id.
56
Collegio,
Titolo di alcuni consessi o magistrature della re-
publica. Pien Collegio o Collegio assolutamente chiama-
vasi un corpo coni posto del doge, de' sei consiglieri, dei
tre capi superiori della qutrantia criminale, de'sei sa-
Tii del consiglio, detti volgarmente Savii Grandi, dei
cinque sa vii di terraferma e de'cinqne sa vìi agli ordi-
ni : fra tutti al numero di ventisei, fiancando il doge,
suppliva il consigliere di maggior età, mettendosi la
berretta nera in capo. Questo collegio aveva la inizia-
tiva di tutti gU affari amministrativi e politici ch^ do-
vevano discutersi nel senato, o anche decideva definiti-
Tamente sopra alcune materie al senato appartenenti*
Collegio dei XX Saviif presi dal corpo del senato.
Da questo si eleggevano tre presidenti che mutavansi
ogni due mesi, ed aveano la giudicatura sugli statuti
delle città, tasse ec.
■ dei XXy e dei XV delPordine delle qua-
rantie, Tribunale o consesso giudinario. Quello dei
XXT (che una volta era de'XX) giudicava in appello
le sentenze di prima istanza sorpassanti la somma di
due. 4^0 fino agli 800. E quello dei XV (che una vol-
ta era dei XII) giudicava in appello le vertenze sino alla
somma di ducati 400.
■ ■ dei Signori di Notte al Ciwl, composto di
sei giudici. Egli suppliva in via civile per tutte le cosi
dette Cord di s. Marea dì prima istanza nei tempi del-
ie ferie, e gindicaTa nelle materie di trofie, di affitti, di
pegni ec. « .
' dei ignori di Notte al Criminal^ composto
di sei giadici. Magistratura di para ispexione criminale
nelle materie desiarti, ed anche degli omieidii commessi
in Yenesia; ed era di prima istanza, le coi sentenze si
devolveyano in appellazione alla Quarantia CHmiaàU.
— — ~ deOa Miìitia da Mar, Era composto di tre
giodid, e di nn quarto dbtinto col titolo di Aggiunto ;
tutti deirordine senatorio ; ed aveva ispezione sulle cor-
porazioni o fraglie degli artisti.
— — — Collegio d^X Savii sopra le Decime. ÀTevà
ispezione sulla imposizione delle decime o del censo so-
pra i beni stabili.
— — - Collegi Crìminati. Erano due; ano eletto
dal consiglio dei X, Peltro da quello dei XL al crimi-
nale. La loro ispezióne consisteva nello star presenti al-
la formazione della parte difensiva dei processi crimina-
li, i quali venivano poi respettivamente giudicati o dal
consiglio de^X o dalla quarantia criminale, secondo la
loro competenza. ,
Consigli»
Erano varii i Consigli
Maggior Cònpglio ; composto di tutti in-
distinUmeute i patrizii che avevano indossata la veste,
era il corpo sovrano della republica. Ordinariamcn-
58
te si radunava ogni giorno .festivo. À'12 maggio 1797
si radunò per V ultima volta. La elezione delle ca-
riche si faceva nel seguente modo: -^ A^ piedi della
Signoria vi erano tre vasi, detti volgarmente cap-
pellij (i) due lateralmente e uno nel mezzo. Nei duo
vasi laterali vi erano moltissime pallottoline di metallo
bianco che superavano il numero degli adunati votan-
ti, ascendendo in circa a 1600 i gentiluomini di esso
consiglio. In detti due vasi o cappelli erano frammi-
schiate alle bianche trenta pallottoline dorate per cadau-
no \ in quello di mezzo 56 dorate e 34 bianche, che cor-
rispondevano al numero delle 60 dorate dei due cap-
pelli laterali.
Ogni gentiluomo (meno quelli che avevano impe-
dimento di votare, come per non aver fornito la contu-
macia di un altro magistratO| .0 per esser debitori del
Comune per qualche loro mancamento) veniva chia-
mato ad estrarre una pallottola da'due primi cappelli \ se
la estraeva bianca^ dicevasi fallito e tornava al suo posto;
se d^oro^ passava a levarne un^altratlal cappello di mez-
zo. La palla bianca lo escludeva da ogni diritto 5 la pal-
la i2'oro lo faceva divenir elettore, detto volgarmente
le%ionario. In questo caso egli passava in altro luogo
contiguo alla sala, dove gli si consegnava una palla di
tela colorita. 1 colori èrano bianco, rosso, verde e tur-
(1) Qalndi chiamar a capeh tignìficaTa chianarfi i Totanti nel
Bl. G. alla estrasione delle palle «f oro per poter proporr^ alle ea-
richt.
«9
chino: noTe per sorte. Tatti gli elettori, in numero di
36, riceveTano danqae una palla colorita; essi si divi»
deTano in quattro camere separate, nove per cadauna, e
Ti si chiudevano con un segretario. Ogni camera proce-
deva con questo metodo; cioè, poste in un'urna now
palle numerate da I a IX, gli elettori per ordine di età
le astraevano, e nominavano quindi a quegli uffici che
erano proposti e indicati per numero progressivo. 1
candidati erano prima approvati dai voti degli elettori ;
indi proposti alla votazione del maggior consiglio. Ogni
magistrato per esser eletto abbisognava che un gentiluo-
mo (detto pie%o) guarentisse per la sua idoneità, pel
suoi mezzi eo. Nel 1 5y^ Enrico IH re di Francia, vena-
to a Tenezia, si portò una sera a vedere il modo con
cui si teneva il consiglio e si faceva la ballottazione dei
4
magistrati e dei reggimenti. Un segretario gli presentò
il cappello apertoj ed il re trasse balìa eParoy e nominò
aTregadi il chiarissimo Giacomo Gontarini.
Consiglio de^X, Era composto di dieci senatòri e
de^sei txmsiglieri sotto la presidenza del doge. Spenta la
congiura di Boemondo Tiepolo, formavasi una conunii •
»
sione di dieci giudici incaricati di procedere e di far
indagini sulle cause tutte che aveano dato origine alla
. trama stessa. Passeggiera esser doveva la commissione,
ma si vantaggiosi ne furono i suoi effetti, che stabili vasi
di tenerla permanente. Venne per ciò da essa il famoso
Consiglio de' Dieci e l'antica frottola veneziana :
6o
Del mile tresento e diese
A me%o el mese de le ceriese
Baiamante passò el ponte,
E per esso Jb fato el Consegio dei Diese.
I Dieci Qfoa solamente dovevano eaiere dilun^liediffe»
renti, ma non potevano essere neppnr parenti; si rino-
mavano ogni anno^ scegliendosi sempre gli nomini i piò
illuminati e più severi. Questo tribunale, di cui il doge
e i suoi sei consiglieri eziandio formavano parte, elegge-'
va tre de'suoi membri per comporre un altro tribunale,
detto degli Inquisitori di Stato. A questo venivano dele-
gate tutte le materie di stato ed i casi criminali gravissi*
mL Al solo consiglio de'X era devoluto il titolo di Eo-^
eeìso: quindi- se dicevasi soltanto Decreto ddVEccelsoj
intendevasi del Consiglio de*&.
Consiglio de'Pregadi, Y. Pregadi.
Consiglio de* Quaranta, V. Quarantia.
Consiglieri e f^ice*Doge.
Erano sei, che formavano col doge il Consiglio
MUnore. Vennero istituiti nel secolo XI a regolare i sei
sestieri della città, e vacante la sede ducale si chiama-
vano Rettori di F^enetia e dimoravano liel publico pa»
lasso. — - Si dicevano però di j<^m, affine di distinguerli
da quelli detti da bassOy che presiedevano alla Quaran^
tia Criminale invece dei capi della ■ medesima, quasi
6i
sempre impiegati nei collegto.«^Si diimmiraBo caati-
gUeri d^ta Sgnoria, perehft col doge rappresentavano
il eorpo sovrano della repablica. •— Duravano un an<-
no intero, doè S mesi in collegio e 4 °®lla qnarantia
criminale invece del doge, che fino al i365 vi assiste*-
Ta in persona «
I loro ordinarìi uffici erano: esaminare gli aflbri
da proporsi al maj^or oonnglio; adunarlo anche fu(»i
del consueto, e quei presidenti dei consiglio eedere
presso il dòge, l^estivano sempve con berretta nera, in
toga rossa a grandi manidie aperte; ed il più vecchio
tra essi faceva nelle assenze gli uffici del doge, e perciò
appellavasi F'ieC'Doge,
CansigUo minore, Y. Doge.
ConterwOon deUe
Magismioinstituilo Tanno i56$, S19 ottobre, con
decreto del M. C, anctocehè tovigilassero per l'eseeusio-
ne delle leggi. Erano tre deironKne de' senatori, e du-
ravano un anno.
Consoli de'mereanti.
Magutratqra «ivile di prima istanza, composta di
tre patriciì, a cui spettavano alcuni affari mercantili,
trattati però in via giudiziaria.
Anticamente i Veneziani avevano in diverse scale
6a
mercantili ana magistratara di un Contale e di dae
^assessori dell'ordine patrizio per proteggete il loro,
commercio. Gli nltimi consoli di Londra, Damasco e
Alessandria furono soppressi nel secolo XYII, dopo
cioÀ la guerra di Candia ; ma si ToUe nondimeno in*
dennizzare quella parte de' poveri patrizia che restava
pregiudicata dalla detta soppressione, e'^qnindi si so-
stitD irono tre spècie di magistrature annuali sotto il
titolo di Proveditori al Cottimo di Londra, di Da-
masco e di Alessandria, ch^ erano come benefizii seoi-
plicì, nei quali si percepiva il salario mensuale di
ducati trenta d^ argento, ma. senz' alcuna attribuzione
d'affari.
Consultore delia RepuhUca.
Carica introdotta per deliberare sopra qualche dif-
ficoltà di giurisdizione o di materia contenziosa. Yeuiva
scelto dai Riformatori allo studio di Padova» Fu cele-
bre ia tal carica Paolo SarpL
Correttori aUa Promission Ducale*
V
Magistratura di cinque patrizii, che nominavasi
ad ogni morte di doge, o in altri tempi straordinari!,
per la correzione degli abusi interni di governo. Co-
minciò nel ia68.
65^
Doge e tua Copie, (i)
Principe o capo supremo della repablica. Teni-
Ta nominato a vita, aveva il titolo di Serenissimo *j la sua
teste era magnifica e principesca, e non usciva in publi-
00 che col corteggio de^senatori, tutti ricoperti della ve-
ste ducale. •-« Il Consiglio Minore del doge chiamavasi
la Signoria.
L^antorità del doge anticamente era grande e qua-
si dispotica, ma fu in seguito moderata con tante corre^
zioni, a segno che gU uUimi dogi non avevano influen-
sa decisiva nel governo, salva però tutta Papparenasa e
gli onori di principe 5 non poteva il doge aprire i ài-
spacci, se non in presenza dei consiglieri, mentre pote-
vano essi aprirli senza di lui. Avea però tante preroga-
tive, che un doge fornito di capacità e di opinione po-
teva dare alla republica queli' indirizzo che più gli
piaceva^ Per il che soleva dirsi che il doge* era in kabh'
tu prineepSj in senatu senator, in foro civis, Dicevasi il
Serenissimo Principe in tutti gli editti publici di ogni
magistratura, ad ecceziotte però dei decreti o leggi del
(i) Il Castaldo deUa Comankà di S. Nicolò portava il titolo di
Dose dei Nicoìoti: era in sostanza un eapo-popolo, e godeva di alen-
ili prÌTÌlegi; come quello di seguitare il doge con una barchetta legata
alb pappa del Bueintoro nel giorno solenne deirÀscentione, e quello
di esìgere una tassa sulle barche pesoareccie della- sua parrocchia. Usuo
abito publico di formalità consisterà in una teste lunga rossa di dama-
sco a maniche larghe, e negli ultimi tempi portata la parrucca corta e
la di dietro ma nella ta»
64
senato. Il doge quando arringava in Maggior Consiglio,
stando in piedi col capo scoperto, cominciava dicendo:
Serenissimo Ma%or Consegio paron de la republica e
paron nostro.
Li elezione del doge si faceva anticamente dal po-
polo senza ordine ne legge alcana; ma dopo Tordina*
mento del Maggior Consilio si statuirono varie r^ole,
e nel 1268 finalmente s'immaginò quella complicata
forma di ballotazione (Y. pag. 67) che dura fino agli
ultimi tempL
Ebbero i venati dogi parecchi appellativi d'onore
loro largiti dalla grandezza degP imperatori d' Oriente,
come Spato imperiale^ Spatario, Patrizio imperiai «e
Nelle scritture si trova glorioso^ gloriosisstmo^ magni*^
fico ed altri; e finalmente nel 1096 s' introdusse il se^
renissimOf che durò fino al cadere della republica.
Ghiamavansi ducali le lettere del Maggior Consì»
glio, del senato e del consiglio de' X dirette ai publici
rappresentanti dello stato, le quali erano scritte in fo-
glio aperto di carta pergamena. Portavano intestato il
nome del doge, ed eravi firmato soltanto un segretario.
Air Officio de la Bolla incumbeva di suggellare con
piombo dette lettere, cioè di apporvi il bollo ducale.
. I dogi antichi s' imbalsamavano al pari degli im-
peratori. Marin Sanudo registra che pon potè imbalsa-
marsi Gio. Mocenigo, morto di peste nel i485, perchè il
cadavere si era avanti il tempo corrotto. Poi si seppel-
liva il doge appena morto, e si esponeva un fantoccio
colla sua larva.
65
Cappellano e Chierico. Tra gli onori impartiti da
Alessandro III al doge e* era il cappellano ducale, man*
teiiolo dal doge, e che lo corteggiava nelle fanxioni con
veste di colore roseo a maniche larghe, e portante una
candela sopra prezioso candelabro. Si sceglieva esso an*
ticamente tre soggetti distinti. In seguito si decretò che
il tenipio di s. Marco fosse ufficiato da 24 cappellani
eletti dal doge, é che del cappellano proprio si servisse
il doge, sì per la celebrazione delia messa nel ducale
palazzo, come per benedire colPaqua santa il corpo
della ^Signoria e del Collegio prima delle conferenze.
Non solamente veniva ingiunto al doge il mante-
nimento di un cappellano,' ma quello eziandio di un
Chiericoy il quale pure sedeva nel bucintoro e nei pu-
blici banchetti.
- Cavaliere del Doge. Era scelto fra i benemeriti fa-
migliari del doge. Varie erano le sue incombenze. Spet-
tava a lui rintrodurre gli ambasciatóri nei senato e Tin-
vitare i senatòri a raccogliersi nei giorni solenni. Un
tempo credesi che fossero due Questi ministri di ceri-
monie.
Comandatari del Doge. Il doge veniva preceduto
da un drappello di otto stendardi di seta lavorati ad oro^
due di questi erano bianchi, due rossi, due turchini e
due paonazzi. •— Seguivano alcuni Trombettieri y più o
meno, a seconda dei tempi. In principio aveano trombe
corte, le quali effettivamente venivano suonate onde an-
nunciare al popolo la imminente comparsa del princi-
66
pe ; in seguito le trombe furono fatte d'argento, e ridotte
così lunghe che divennero oggetto d'apparenza, ma do-
veano^enir sostenute al dinanzi da un fanciullo. — Ai
trombettieri univansi i Pìfferi^ i quali suona%'ano armo-
nicamente e nelle publiche comparse del doge ed ezian-
dio nei publici banchetti. Negli ultimi tempi, a regolar-
ne l'armonia, furono accoppiati ai pifferi alcuni Trom^
boni. L'u4timo Comandator della repnblica, che morì
in Mestre, fu Gio. Domenico Baggietti. -A lui toccò di
porgere il bicchier d'acqua ad Andrea Spada, quando
svenne neiraccingersi all'impresa di entrare negli ap-
partamenti del doge Lodovico Manin, per sorprenderlo
colla bugiarda parlata, di cui toccan le storie della de-
mocrazia del 1797.
Scalco, Subito che si erano ordinati i solenni
banchetti che dar doveva il doge al corpo diplomatico,
fu stabilito un publico Scalco^ il quale assumesse la di-
rezione dei banchetti medesimi. Egli era vestito di color
rosso, e portnva in mano un lungo bastone rosso, quasi
a dimostrazione della sua autorità.
Scudieri, Di pochi passi precedevano la perso-
na del doge nelle publiche andate due scudieri por-
tanti la sedia ed il guanciale a comodo del doge stesso.
Tali onori vennero conceduti da papa Alessandro III al
doge Ziani, acciocché non fosse da meno dell'imperato-
re Barbarossa, al quale dovea andar accanto. Un altro
scudiero portava V ombrella , ed il più anziano fra gli
scudieri portava in un bacino il corno ducale. Testi-
67
vano tatti questi scudieri di velluto nero, coi mantelli
corti alla spagnuola, e coi cappelli aventi la falda ripie-
gata.
Fanti dei Cai.
Bassi ministri che servivano alb grave magistratu-
ra dei tre Capi del Consiglio de' Dieci in tutto ciò che
occorreva. Erano sei, uno de^ quali serviva particolar-
mente aglUnquisitori di stato. Vestivano toga nera a ma-
niche larghe, e portavano parrucca. L^ nltimo fu il fa-
moso Cristofolo dei Cristofoli.
Gastaldi Ducali.
Erano anticamente gli esecutori delle sentente a no-
me del doge, prima che s^institoisse nel 147S la ma-
gistratura de* Sopra» Gastaldi, Erano eletti dal doge.
Quando si eseguiva qualche sentenza di morte in Vene-
zia, il gastaldo ducale dava il segno al carnefice per Pe-
secnzione. T. Proveditori ai Sopra- Gastaldi.
General del Golfo,
Comandava la squadra della republica, destinata a
tener nel golfo lontani i corsari.
68
Giudici.
Giudici di prima istama ordinarii erano le magi-
strature civili che formavaDO anticamente la così detta
corte del doge, cioè il Forestiera W Mobile^ il Petivion^
il Procuratore il Ptopio e i Consoli de Mercanti.
— di prima isianui straordinarii diTenivaùo
li magistrati amministrativi che giudicavano le cause ci-
vili negli argomenti di loro competenza.
' di appello ordinarii erano i consigli e col-
legi che giudicavano quasi tutte le cause civili. Tali era-
no ancora gli Auditori Novissimi^ che decidevano sulle
sentenze della terraferma non eccedenti l'estimabilità di
ducati 300.
di appello straordinarii erano i collegi dei
XX savii del corpo del senato, li savii sopra le dècime
a Rialto e sulle sentenze decise dai :magistrati delle Ca-
utde, sopra Conti e sopra Camere.
intermediarii erano gli Auditori Novi , che
mediante intromissione portavano ai consigli e collegi
le sentenze della terraferma eccedenti li ducati aoo.
— — - misti erano gli Auditori vecchi^ che nelle
C9use decise in Venezia da giudici di prima istanza òrdi^
narii univano i poteri (rispetto a quelle di terraferma)
che avevano gli Auditori Novi e Novissimi^ giudicando
in seconda istanza le sentenze non eccedenti il valore di
due. aoo; come (in parità degli Auditori Novi nelle cau-
6©
se di terraferma eccedenti li due. aoo) ÌDtromette?ano
le sentenze di Yeneiia eccedenti la somma, siess».
Giudici confidenti si chiamavaiia qoialU che dove-
Taoo eleggersi p^r la decisione di cause tra coogionte
persone.
arbitri o compromissari: si distinguevano
da' giudici confidenti, perchè le cause fra congiunti do^
i^evanoy e quelle fra'non congiunti potevano venir com*
promesse.
delegati : di regola erano quelli che la si-
gnoria destinava a giudicare senta spesa una causa com-
petente ad altro tribunale» — » Nelle cause fra neofiii e i
loro congiunti ebrei gli Avogadori dai Comune erano
giikiici delegati.
«— ^ — al Propio. Magistratura civile di prima istan-
za, istituita nel. 1094 col titolo di Giudici del P^%%o,
composta di tre patrizii. Ad:ess& appartenevano i paga-
menti di dote, le successioni int^tate, le' difisioni di
fraterne ec. ed anche la nomina del carnefice ^ ed era una
delle magistrature dette anticamente Zudegadi.
Giusihia .yeeckia e Giustitia Nuova,
Due magistrature elette dal Maggior Consiglio ; o^
'^ na di quattro. Uj^ùi/t alla cosi detta. Giustizia F'eechiay
e l'altra di quattro Provveditori' alla Giusti%ia Nuova.
Alla prima appartenevano le corporazioni di tutte le.ar*
ti ad eccezione del lanificio, alla seconda le- taverne e i
70
magazeni del vino. Sopra esse erano giudici di appella-
zione due altre magistratnre elette annaalmente dal se-
nato, ana di cinque Provi^editoìi aUa Giustina VtC"
chia^ e V altra di cinque Prosweditori alla Giustiùa
Nuova,
Governatore, T. Capitani, Prefetti ec.
Inquisitori.
- di Stato. Magistratura di tre patrizii eletti dal
Consiglio de' Dieci 5 due de" quali erano scelti dal suo
corpo. Dall'abito che portavano dicevansi negri ^ e il
terzo, ch'era uno de'sei consiglieri, dice?asi rosso per la
sottoveste rossa, usata dai consiglieri ducali. À questo *
tribunale supremo apparteneva la inquisizione ed anche
il giudizio secreto sui delitti di stato. Potevano far arre-
stare, inquisire, impor pene correzionali e bandi privati,
non però bandi publici, né pene gravi 3 neppure pote-
vano far torturare alcuno senza licenza dei Dieci.
In quanto all'accusata tirannide del magistrato de-
gì' inquisitori di stato , basti il sapere che stava in po-
tere del Gran Consiglio il deporre repentinamente l'in-
quisito tacciato d'abuso di autorità o d'altro, e assai vol-
te il depose. Falsamente al certo il sig. Darù(i7i5t de la
Rep.de Fenise^Tom. Vl^pag. 80) cita l'articolo a 5 del
Capitolare degl'inquisitori di stato dei a 3 giugno 14^4^
cosi espresso: «> Al general nostro di Candia e di Ci-
7'
prò sia per il Magistrato nostro data facoltà, che occor-
rendo che in regno vi fosse qualche nobile nostro o aU
tro personaggio capo di parte, quale per li suoi porla*
menti stesse ben morto, i ghe possa far levar la vita se-
cretamenle. » La repnbìica non si è impadronita di
Cipro che nel 14^9: ciò prova apocrifo quel Capito-
lare del 1454*
Inquisitori ai Ruoli. Era un magistrato dell'ordine
senatorio, il quale aveva la incumbenza di tenere i ruoli
di tutti i reggimenti militari ed altre ispe/Joni relative.
sopra gli Ebreim Magistratura di tre senatori
che sopra ntende vano alle università di tutti gli ebrei
dello stato, e in conseguenza -a tutte le leggi disciplinari
emanate nel proposito.
Intrade, Vffiùo de le Inlrade.
Magistratura composta di tre senatori, a cui spetta-
va V esazione della decima imposta su tutti i beni
stabili.
Leùonarii. V. Maggior Consiglio.
Ma^itrati.
Magistrato del Petiùon, Magistrato cui compete-
vano generalmente tutte le materie civili in prima
istanza. Esso fu instituito Tanno 13 14 perchè dovesse
amministrare la giustizia sopra le dimande proposte fra
l.
72
veneto e veneto, ovvero fra veneto e forestiero. Era com-
posto di tre gi adici scelti dal M. G. e doravano mesi x6.
Questo magistrato terminò colla republica.
Magistrato sopra ^</i. Magistratura di prima istan*
za civile, composta di tre senatori, cui competevano le
cause ad essa delegate dalla Signoria.
■ a le Aque, Componevasi di tre patrizii sena-
tori col titolo di Savi a le Jque^ e di altri tre col titolo
di Esecutori a le Àque.
. — : — a V Armar, Questo magistrato sopranteideva
airarmamento de' publici legni.
■ de le Cauide, Ufficio amministrativo econo-
mico. Era composto di tre patrizii col titolo di Offieiali^
e vi apparteneva la esazione dei debiti cadati in pena.
delV Esaminador, Instituito Panno 1204
sotto il doge Eor. Dandolo air oggetto di rilevare i te-
stamenti fatti a voce : il che diceasi per breviario* Era-
no tre giudici scelti dal Si. C. e duravano mesi sedici.
del Superior. Magistratura civile, cui erano
* ■ " T*
appellate le sentenze di prima istanza del magistrato
detto dei Proveditori Sopra^Gastaldor
— del Forestier, Questo magistrato veniva an-
che alla latina appellato de JFarinsecoi era uno deUri-
bunali civili di prima btanza che giudicava delle pro-
prietà forestiere 5. ed era una di quelle magistrature che
componevano a^ tempi antichi la cosi detta Corte del
Doge.
' ^^/ Mobile, Antica magistratura di primi»
73
istanza civile, ch^era composta di tre patrizi!, e giudica-
va delle proprietà mobili e dei crediti di poca somma.
Magisirato dei Cinque Savi aUa Merean%ia. Gom-
poneTasi di cinque senatori; soprantendeva al commer-
cio, rilas<;iava le patenti mercantili, giudicava special*
mente le quistioni che interessavano li sudditi ottoma-
ni, ed uni vasi al Collegio per votare nella nomina dei
consoli veneti.
dei Cinque a la Fase. Magistrato instituito
nel xao5 per ricevere le denunzie dei casi criminali,
che prima erano portate al doge e al magistrato del
Propio. Negli ultimi tempi della republica questa magi-
stratura non era che un benefìzio semplice di puro ti-
tolo, senza verun^ attribuzione.
dei Scansadori,'\. Scansadori.
^ àie Pompe, Magistrato composto di tre patri-
zii col titolo di Proveditoriy nominati dìal Maggior CòU^
siglio, e di tre Sopra-ProQedOùri f\e!ì^x Ae\ senato. I
Yenekiani nei primi secoli usarono abiti semplici còme i
loro costumi. Ma quando incominciò a spargersi il gusto
d'imitare le costumanze di nazioni straniere, il lusso
non ebbe più limiti, sì che il senato prudentemente
emanava decreti in diverse epoche onde impedire le
soverchie spese. Fu quindi creato il Magistrato sopra
pompe per l'osservanza delle leggi suntuarie, cid^ proi-
bitive o limitative del lusso.
74
Messeteria.
Magistratura sopra i dazìL imposti alle merci, non
che sai coutratti, e sui sensali, chiamali allora Messeti»
Missier Grande, V. Capitan Grande.
NoUurL
La cancelleria ducale, guidata dal cancellier gran-
de e da due cancellieri inferiori, era formata dai No-
tai Ducali. Questi si diTide^ano in due classi. Erano
a4 gli ordinariif e degli straordinarii il numero era in-
determinato. Iniziavano con tal carico la carriera de^se-
gretarii del senato, avendo poi aspiro fino al "posto di
cancellier grande. Yestivano pur essi alla maniera dei
nobili. — Quattro di essi erano addetti al servizio del
tribunale de^capi del consiglio de' X nella formazione
de'processi criminali, con metodi per lo più sommarii ;
e questi appellavansi Nodari ai Camerini,
E^arlaado de'puri Notai, sino al sec. XYI Tofficio
esercitavasi del pari da chierici e da laici. Nel detto secolo,
esclusi i chierici da tal afBcio, si ridussero a sessanta-
sei i notai, e si estrassero dal corpo loro tre priori. — 11
nome di notajo deriva perchè anticamente scrivevano
negli atti alcune note.
75
Nun%j delle Comunità.
Ministri di ciascuna città o coniane principale del
Tcneto dominio, residenti in Yenezia, ed incaricati di
sollecitare gli af&ri del proprio paese. Ordinariamente
erano nobili del paese medesimo.
Patroni a V JtrsenaL
Era nna magistratura di tre pairiui, i qnali alter-
nativamente rimanevano giorno e notte di guardia al-
FArsenale, e mutavansi di mese in mese. Questa carica
dava titolo per aspirare al senatorato.
Piovtgo.
illagistratora di prima istanza, composta di tre pa-
trizi. Fu instituita nel taSa: in vigilava alla conserva-
zione del diritto sopra i terreni, la aque e le paludi del-
lo stato, alla conservazione dei canali e delle strade del-
la città ; per cui aveva un Capitolare o codice assai
famoso e stimato intitolato Codex Publicorumi oltre
ciò giudicava nelle materie di usura e. dei contratti
lesivi. I giudici di tal ufficio nella loro antica isti-
tuzione furono detti Judiees pubUeorumy che in seguito
col corrotto vernacolo si cangiò in quello di Giudici al
Piovego,
76
Podestà»
Titolo dei pretori patrizii in alcune citta e paesi
dello stato veneto, distinti dai prefetti, ossia da^cppitani.
' Pregadi.
Così chiama vasi il senato veneto^ dalP antico aso
che il doge mandasse a pregare o richiedere alcuni pa-
trizii a sua scelta di convocarsi presso di lui per consul-
tare niógU afiari di stato, quandi egli aveva grandissi-
maauioritéL Modificata Tautoàta del doge nel sec. XIII,
venne instituito un senato pet simili consultazioni, che
conservò il nome di Pregadi^ colla presidenza del doge.
Le sedute del senato si facevano nelle ore pomeridiane
e nei giorni di giovedì e di sabato.
I decreti del senato (detti Senaio^ConiuUo) erano
sovrani^ non soggetti alla sanzione di alcun^altraautori-
Ùiy se non che alla intromissione avogaresca.-— Il Sere-
nissimo Prìncipe dicevasi in tutti gli editti publici di
ogni magistratura, ad eccezione però dei decreti o leggi
del senato.
La balota%ionM9 cariche facevasi dal Maggior Con-
sigilo* E dal senato facevasi V altra elezione per soruii^
nia; e questa dava diritto di proporre con una schedo-
la o polizetta segreta, che veniva posta in un'umpt^quel
cittadino che più gli paresse, e tutti i proposti 9Ì sotto-
ponevano ai voti del consiglio. — L^autorità del senato
77
era grande, ma la somma potènza era del Maggior Con*
siglìo.
Primicerio.
Coli questo nome la chiesa antica appellava il pri-
mo notato in cera o in tavola. Presedendo adunque il
primicerio alla Basilica era immune da qualunque sog-
gezione vescovile e patriarcale, avendo perciò la parti-
colare stia curia, e ^ similitudine dei prelati godendo il
privilegio della mitra, deiranello e del pastorale basto-
ne. — Da questo dipendevano, i cappellani, i quali^ ol-
tre V obbligo della ofSciatura, seguir dovevano il doge
alla guerra , e in quella occasione erano mantenuti e
vestiti onorificamente dal doge stesso ; come per meto-
do da quelli pure erano chiamati a convito nelle prin-
cipali feste. — Particolare poi era il rito di questa fa-
mosa basilica, detto rito patriarchinoy cioè del patriar»
cato di Aquileja, e misto era di alcuni grecismi e di spe-
ciali ufiì differenti da quelli delle altre chiese^ il quale
rito costantemente si mantenne fino a questi ultimi di,
cioè fino a tanto che fu trasportata nella basilica la se-
dia patriarcale.
Procuratori di S. Marco.
Prima dignità della republica veneta dopo il do-
ge. — Nove erano li procuratori^ tre detti de supra^ os-
sia della chiesa di S. Marco ; tre de ciira^ cioè di qua
del Canal Grande : e tre de ultra,, cioè oltre il Canal
7»
Grande. Ognuno di essi godeva, vita sua darante, una
publica decorosa abitazione in una delle così dette Pro-
euratìe Nuove dalla piazza, poi convertite a palazzo rea-
le, costituenti per ciò appunto nove palazzi distinti nel-
la reale lor fabrica. Non potevano intervenire, senza
licenza, al M. Coniglio; ed avevano il dovere, fra le lo-
ro attribuzioni, di far la guardia per turno mentre du-
rava la riduzione dello stesso, consiglio, stando due di
essi nella Loggetta sotto il Campanile di S. Marco, onde
presiedevano alle guardie degli arsenalotti, delle qua-
li il. palazzo publico era guarnito. — Entravano nel
senato e nel consiglio de^X, e potevano esser eletti Sa-
in grandi, ambasciatori ec. — Nel io4o comincia la
serie dei procuratori, instituiti allora per attendere al-
la fabrica della cbiesa di S. Marco. Nel 1609 per la
moltiplicità degli oggetti si ridussero a nove, di tre che
erano, gli effettivi^ e si dovette separare le mansioni lo-
ro. Il patrocinatore del fisco aveva il titolo di Procu^
rator Fiscale, (i)
Provediiori-
Magistrato in varii luoghi esercitato da'patrizii. In
Venezia eravi la magistratura dé^ Proifediiori di Comu-
ni) Procuratori chwm^fBnti anche li due agenti delle monache
di S. Zaccaria e di S. Lorenzo, ì qnali avevano diritto, per nna mag-
giore distinsione, di portare la veste patrìiia quando fungevano il loro
uffiiio.
79
ne, composta di tre giudici, institaita per soprantende-
re la polizia materiale della dominante, e corrisponde-
va alle incombenze che avevano gli edili a Roma.
Proveditori Sopra-denari: magistratura composta
di tre patrizii, ai qoali spettava V esazione della decima
che tutti gli esercenti ufBzii ministeriali dovevano pa-
gare alla cassa publica sui loro proventi certi ed incerti.
•
Sopro'daùi: magistratura composta di tre
giudici patrizi!, ai quali si aspettava la giudicatura in
prima istanza sui contravventori nella materia daziale.
— — al Sopra- Gastaldo: magistratura giudiziaria
civile di prima istanza, composta di tre patrizii i quali
presiedevano a tutto ciò ch^ era di diritto dei gastaldi
ducali. Y. Gastaldi Ducali.
Sopra-Olii: magistratura senatoria, compo-
sta di tre patrizii, ai quali era attribuito tutto ciò che
di amministrativo, civile e criminale aveva relazione
alla materia delPolio e del suo dazio.
— — - Sopra la ragion degli uffici: magistratura
composta di tre patrizii, coi spettava Pesazione delle de-
cime imposte agli uffizii o cariche ministeriali.
alle F'ittuarie: erano quelli che formavano
la magistratura municipale, la quale soprantendeva la
materia de'viveri.
generali di mare. T. Capitan Generale.
agfi Ori ed /ir genti in Zeccai magistrato
che presiedeva alla custodia dei depositi d^ oro e d' ar-
gento fatti da^particolari nella veneta zecca.
8.0
Proveditori ai Pro in Zecca : magistrato destioatu
a pagare gPinteressi annui a tatti i capitalisti che tene-
Tano denaro nella zecca, prestato al governo, o deposi-
tato volontariamente per averne interesse.
— ed Cottimo di Londra, Y. Consoli de^ Mer-
canti.
— ->- a le Artiglierie : magistratura composta
di tre senatori che soprantendevano al fondersi dei
cannoni, alla fabrica delle polveri, al corpo de^ bom-
bardieri ec. ec.
^ — sopra Banchi. Ài Banco del giro ( Banco
mercantile che cessò col finire della republica) presie*
deva una magistratura dell'ordine senatorio. Venne in-
stituito nel 1 584 ; e P^in^a o^ questo tempo erano aper-
ti molti Banchi in Venezia anche privatamente (i) pel
giro dei cambj, e vi si deputarono tre nobili con prov-
visoria vigilanza: durarono essi sino alla erezione del
Banco-wro, Il ducato di banco valeva lire 9 e soldi la.
— sopra Beni comunali: magistratura senato-
ria composta di tre patrizj , V ispezione de' quali era
principalmente diretta a mantenere i beni comunali
immuni da pregiudizj e da usurpi.
sopra Beni inculfi. Erano cinque : a questi
spettavano le investiture delle acque publiche richieste
con supplica da particolari per render fertili i loro be-
ni inculti.
(0 I Pisani s'inlitolarano perciò: dal Banco.
8f
Proveditori a le Biave, Magistratura composta di
cinque senatori, tre col titolo di ProvedUori elellì dal
Maggior Consiglio, e due con quello di Sopra-Prove-^
ditori eletti dal senato. A questo consesso gravissimo
era intieramente coir»me3sa la materia d^:! l'annona per
Yenezia e per tutto lo stato; si che a Venezia correva
il proverbio : Comande^ che senio a le hiai^e.
òopra le Camere : m&gisivatura di tre patri-
zj, che sopravegliava le Camere Fiscali dello blato, ed
aveva P incombenza di esigere certe pubiiche gravezze e
di conservare il denaro puhlico che veniva raccolto nel-
le camere fiscali delle città ridilo staio.
alla Camera de^ Confini', sopran tendevano
ai confini dello stato, e in conseguenza alP uffìzio dui
Proveditori a*Confini istituito in ogni città di provin-
cia confinante, come erano Belluno, Udine, Vicenza ^
Verona, Brescia, Bergamo, Crema e Rovigo.
— sopra Feudi: magistrato di tre patrizii »e-
natori, i quali investivano a nome publico i nuovi pus-
sessori di feudi, e vegliavano sulla materia feudale.
Vedi altri Proveditori al titolo dell' officio : iSani-
tó, Giustina vecchia e nuova ec. ec.
Quarantie.
Con tal nome chiamavansi li tre supremi giudi-
ziarii consigli della rep. veneta , che giudicavano io
ultima istanza le cause tanto civili che criminali; cosi
Si
detti dal numero di 40 giadid , di cai era cadaona
composto; e quindi £on altro nome erano chiamati Coit'
sigli di Quaranta; ano detto Criminale^ V altro CiiHl
veeehioy e il terzo Cimi Nuovo, La Quarantia Crifnina"
le era talvolta delegata dai senato a giudicare cause ci-
bili ; la CtpiV Vecchia decideva le cause di Venezia ec^
cedenti li due. i5oo, la Cisnl Nuova quelle di terra-
ferma, del Levante, della Dalmazia, Albania, Istria e
Friuli eccedenti la delta somma.
JUason Vechie e Rason Nove.
Due magistrature differenti, che avevano ispezione
sull'economia e discipline del pubblico erario; cosi dette
appunto perchè il primo òbbietto della lor istituzione fa
quello di far render conto o ragione ai reggimenti del-
lo stato ed agli ufficiali di Venezia del maneggio del
denaro publico.
Residenti: V. Ambasciatori.
Rettori: V. Capitani, Prefetti ee.
Revisori.
Revisori e Regolatori alla Scrittura ; Revisori e
Regolatori delV entrade publiche in %ecea : Revisori e
Regolatori dt^ da%ii» Erano tre differenti magistrature,
la prima delle quali aveva P incumbenza di rivedere
83
rammìoistrazione economica di alcuni magistrati e dei
ReUori dello stato ; la seconda quella di soprantendere
a^dazii e alle publiche gravezze dello stato \ la terza sui
dazii della dominante, specialmente per impedire i con-
trabbandi.
Riformatori dello Studio di Padova.
Magistratura senatoria instituita nel 1 3 1 7, compo-
sta di tre patrizii delPordine de^Sayi, la quale sopran-
tendeva alPuniversità degli studii di Padova, ed aveva
inoltre la facoltà di licenziare le opere per la stampa
dopo avute le attestazioni dei Revisori.
Sanità.
Magistratura composta di cinque giudici dell' or-
dine patrizio, due de^ quali senatori. À questo tribu-
nale erano esclusivamente riserbate tutte le materie ine-
renti alla publica salute. Si chiamavano Proveditori e
Sopra-Proveditori alla iSanxVi. Questo magistrato, secon-
do il Sansovino (nel 1. 15 della di lui Fene%ia)yfa eret-
to Pan. 1484 per rimediare alla peste che grassa va in
quel tempo, e che fece cessar di godere della ducale di-
gnità Giovanni Mocenigo.
84
Savii.
Era titolo di gravissima magistratura. — • Vi erano
sei Savii del Consiglio^ detti comunemente Savii Gran^
diy i quali duravano sei soli mesi, ed avevano nel sena-
to facoltà proponente, non deliberativa. Nel tempo del-
le vacanze però questi 5aW£ riuniti provvedevano a tatti
gli affari di governo devoluti al senato ; e le loro de-
liberazioni o decisioni cominciavano dalle parole Man^
iantihus Sapìentihus,
Yi erano poi cinque Savii di Terraferma^ uno
dei quali appellavasi Savio Cassiere , che presiede-
va al publico tesoro. Un secondo, detto Savio alla
Scrittura^ presiedeva alla milizia regolare. Un terzo,
detto Savio alle Ordinanze, soprantendeva alle cernide.
Il quarto era detto Savio ai Brevi y ed aveva 1^ incum-
benza di rivedere i Brevi Papali per farli ammettere o
no dal governo. Il quinto dicevasi Savio ai Damò, ed
aveva il dovere di dar pronta spedizione ai decreti del
senato presi per urgenza.
Finalmente vi erano sei Savii agli Ordini, stati
da principio istituiti col titolo di Savii agli ordini
della navigazione, per la visita dell' arsenale, e per feo-
prantendere airarmamento dei legni ; ma ultimamente
>
non aveano speciali attribuzioni oltre a quella dUnter*
venire a comporre il Pien Collegio, eh* era la rappre-
sentanza politica del governo, e dare il loro voto deli-
berAtivn. «— Tn nn(><;tn nrictn ci AlAcrcrprnnn nnr In nììì
85
de^patrìzii giovani, perchè s' istraissero come appren-
denti degrinterni metodi di governo, onde farsi strada
«1 grado di Savio di Terrc^erma^ indi a quello di 50-
vio del Consiglio,
Chiamavasi la Consulta quella che facevasi alla
mattina di ogni giorno feriale nel palazzo ducale, com«
posta de'*$am del Consiglio^ de^Savii di Terraferma e
àe*Savii agli Ordini (benché talvolta anche senza que-
sti ultimi) per le proposizioni da farsi al senato. •<— E
qoando per la discussione di qualche affare importante
si univano alla consulta ordinaria altri patrizii stati al-
tra volta nella carica de'Savii, dovevano questi interve-
nirvi in veste nera : dal che la consulta straordinaria
soleva chiamarsi anche Consulta Negra, Y. anche Col'
legio.
Scansadori.
Magistratura di tre senatori, detta in origine Pro'
peditori e Regolatori sopra la scansatone e regolazio'
ne delle spese superflue^ ma che volgarmente chiamava-
si Magistrato dei Scansadori: si quale era attribuita
singolarmente la soprantendenza ai monti di pietà del-
lo stato.
Segrete.
Cosi denominavasi l'archivio ducale.
86
Segretari.
Tarii «rano i segretarii, come varie pur erano le
loro attribuzioni. Si eleggevano dalla classe dei cittadi-
ni originarii, ed avevano aspiro fino alla carica di Cait-
ceìlier Grande. Segretario alle Voci veniva detto que-
gli che teneva conto deglUmpieghi vacanti, cioè del co-
minciare e del finire di tutte le magistrature per pro-
porre a suo tempo le nuove elezioni \ la quale proposi-
zione si bociavH, cioè publicavasi anticipatamente nel
M. C.
Senato', Y. Pregadi.
Signoria .
Consiglio minore dei dogi instituito neìV anno
1 1 79. y. Consiglieri,
Signori di notte: Y. Collegio.
Tavola de Vtntrada e Tavola de Vlnsida,
Due differenti magistrature, che soprantendevano
airimportazione ed esportazione delle merci da Yenezia,
esigendone il dazio. La prima era composta di sei patri -
sii ^ la seconda di tre.
«7
Ternaria.
Dae erano le magistrature di tal nome: Ternaria
vecchia e Ternaria Nuàva^ coperte da patrizii che por-
layano il titolo di Vice-domi ai {F'isdomini). Alla pri-
ma competeva l' esazione del dazio delP olio e la vigi-
lanza snlle misure delPolio stesso \ air altra la sopra n-
tendenza alle materie della grascia j ed erano basse ma-
gistrature aggiunte a quella dell' olio, ch^era senatoria,
istituita nel 1 174; onde fu ad esse dato il titolo di Yice-
domini, per indicare la loro dipendenza dal magistrato
{>rincipale, cioè dai Sopra-Proveditori airOlio.
Tribunale^
Dai Teneti dicevasi propriamente Tribunale a
•quello dei tre Capi del consiglio de^X e degV Inquisi-
tori di Stato. Gli altri consessi giudicanti avevano il ti-
tolo rispettivo di consiglio o di magistrato. Nelle citta
di terraferma i consessi criminali , formati dai publici
rappresentanti e dagli assessori, dicevansi Corte.
Ufficio de la Bolla: T. Doge.
yice-doge: T. Consiglieri.
F^i sdomini a la Tana.
Erano presidi di una magistratura, cui demanda-
: 1 ^.j:^ j^: ^«mr»; At»ì\* ar««na1e. non meno che
88
il fare, occorrendo, le veci de*Palroni a V Arsenale ri-
spetto a* quali avevano appunto il titolo di f^isdomini,
y. anche Ternaria,
Zonta. (Giunta)
Era raggiunta di sessanta senatori, che rinova vasi
ogni anno al senato, e si chiamavano comunemente i
Sessanta de la Zonta, perchè aggiungevansi agli altri
sessanta ordinarli detti Sessanta del Pregadi, Con que-
sti sessanta aggiunti si volle rendere ih senato più nu-
meroso.
Zudegado, (Giudicatura)
Gol termine vernacolo di Zudegado intendevansi
le magistrature civili* Y. Giudìei,
NOMI PB OPRII
Che nelf uso del dialetto veneziano portano
qualche varicLzìone.
Adeodato
Diodato^
Agnese
Gnese.
Alessandro
Lissandro*
Alfonso
Fonso,
Anna
Nana.
Ambrogio
Amoroso,
Anastasia
Nastasia.
Angiola
Jln%ólay An%óUta e Zan
Angelo
Jnwlo,
Antonio
Toni, Tonin e Togno.
Apollinare
AponaL
Apollonia
Polonia»
Bartolomeo
Bortolo,
Baldassare
Bàldissera,
Basilio
Basegio*
Bernardo
Nardo.
Benedetto
Bendo.
Biagio
Biasio.
9<>
Caterina
Catina e Cale.
Cristoforo
Tcfolo.
Domenico
Menego e Menegheto.
Elena
Nene.
Elisabetta
Beta e Belina,
Ermolao
jilmorò.
Enrico
Erico.
Eufemia
Ufemia,
Eustachio
Stae e Ustaehio,
Ferdinando
Nando e Nano.
Federico
Filippo
Francesco
Ferìgo.
Pipo.
Checo,
Giacomo
Giorgio
Giovanni
Bapi.
Zorzi.
Nane^ Zuane e Zantto.
Giovambattista
Tita.
Giovanni-Maria
Zamarìa e Zàmara,
Girolamo
Momolo.
Giuseppe
Guglielmo
Isepo e Bepo.
Oelmo.
Leonardo
Lunardo e Nardo»
Leone
Lio e Lion.
Leopoldo
Lodovico
Poldo.
Vico.
Luigi
Gigi.
Matteo
MaUìo.
Melchiore
Marchiò,
Natale
9"
Naàal.
Osvaldo
Orsola
Sgualdo.
Orseta,
Paolo
Pietro
Procolo
Protasio
Prudenzia
Polo.
Piero e Pierìn,
Provolo,
Trovaso,
Prudenza,
Sebastiano
Servilio
Spiridione
Bastian.
Servolo.
Spiro,
Teresa
Tommaso
Gegia,
Tornio e Toma.
Ubaldo
Soldo.
DIZIONARIO
DEL
DIALETTO VENEZIANO.
A G
ÀI
^ Abloeo, Blocco. Usasi nel
dialelto ancho per asse-
dio ; ma blocco propria-
mente non è che un as-
sedio alla larga per im-
pedire r arrivo di viveri
di soldati. Assedio fu
quello di Venezia nell'an-
no 1814 e quello pure del
1849.
Acanar, Accanire, usare ac-
canimento; stancare^ op-
primere di fatica.
Jeanà, Assiduo; oppresso da
fatiche.
Acuiar (term. di giuoco.).
Chiamar i punti della par-
tita.
Adese. Adige (fiume).
Agiada, Agliata ; pane pre-
parato con aglio, olio ed
aceto.
4 Agiere (voce poetica). Aria.
Agio. Aglio, ortaggio di o-
dor forte e di sapore pic-
cante. Ve n^ha di IS8 spe-
cie. Dicesi maschio quello
il cui bulbo non è anco-
ra formato. Aglietto (aje"
to), se fresco e non ancor
capitato.
Ago dapomolo. Spillo, spU-
letto.
— da cuzer. Da cucire.
— da peto. Chiavacuore,
punta-petto.
•— da testa. Infilacapplo.
— da rede" o lenguela. A*
goccbia, ago da reti;strum.
biforcuto.
— da saco. Ago da bastieri.
Agraman. Ornamento di ve-
stito, od anche dello spi-
rito: come aver Vagra»
man del canto, della voce,
ec.
Agro. Acido. Anche annoia-
to, infastidito.
Aguazzo. Rugiada, guazza.
Aidal Va lai
96
AL
jijuiar la barca. Sovveni-
re altrui In un affare;
concorrere all' opera.
Ma, ale del pesce» Branchie.
— del capelo.Tessi del'cap-
pello.
•^ Alheo. Abete bianco,
t* Albera, Pioppo nero.
—- mata. Pioppo bianco; al-
bero che produce ragia e
che serve per lavori.
Alberadura, V. JrboradU'
ra.
Albero. Fravolino; pesce di
mare.
^ ^^6uo MMadia ove s'Impasta
la farina per far il pane.
Aldir le rason (terra, fo-
rense). Sentir le ragioni.
A lega. Alga. Le alghe ama-
no i bassi fondi e le vi-
cinanze della terra. Le
nostre lagune sono ricchis-
sime di tali eleganti pian-
ticelle.
— la xe wn' alega, Dlcesi
di cosa assai leggiera.
Alegro, Brillo, dicesl di co-
lui cui il vino cominci ad
infondere una straordina-
ria allegria.
A l'imparo, DI pari, in pa-
♦ ntà.
Alozar, Alloggiare; dare o
ricevere alloggio»
Altana, Loggia quadrata di
tavole sopra un ediflzlo;
serve per asciugare 1
panni lini, o per prende-
re il fresco.
Alturio: eigar alturto.
Raitare , lamentarsi alto
per dolore, per collera^
schiamazzare.
Alzana, Alzaia ; fune per ti- -^
rar le barche pe' fiumi
contro V aqua.
Alzar el gomio. Cioncare,
trincare.
— le carte. Far la taglia;
alzar le carte al giuoco.
Alzeta, Sessitura; piega con
cucitura all'estremità del-
le vesti.
Amalatà, V. Malata,
Amarizà, Colorilo a onde
di mare.
Amarizo, Marezzo; ondeg-
giamento di colore variato.
— Cogion fato a marizo,
Babbaccione.
Amarotico e Amareto, A-
niarognolo, amariccio.
Amazzao! Esclamazione di
disprezzo; ma usasi tal-
volta anche per vezzo.
Ambizà, (term. di giuoco).
Giuoco per ambo.
Ambra zala. Ambra gialla ; -^
sostanza trasparente, elet-
trica, e d'origine non an-
cora chiarita. Ve n' lia di
gialla e di grigia.
Amia, Zia. Suole anche ap-
pellarsi amia dalle fan-
ciulle la maestra; e nei
grandi istituti si chiamano
amie le sorveglianti e ca-
po-lavori^ come titolo di
onore.
A N
-f- jimaUr» Sasioa; albera «be
dà la ftusioa.
-f Jmolo. Susina.
— aquarolc. Susina aqua-
luola.
— de F^tmiza. MirtA>eUa.
— salvadego. Prugnola.
— ek€ amohl Kaciawaiioae
per significare: cbepesM^l
Jmoredei (latinismo). Ani*
chevolniente ,. anortvol-
mente.
Jmplamente. Apartameulè^
iflgenaamente.
Amunano, (voce anCk|.)>- l^a
anno fa.
Jnara. Anitra.
— - MiHukga, V. Mazorin.
Jnareta* Anltrella. Dicasi
anche di eerta foroM di
pane o dViUrOj clie somi-
gli alcun poco a quell^ani-
male.
Jnaroto. AnUrlno;.!! pulci-
no deli^anttra.
Anca» Andie; altresL •
— Il/ (minaccia) Che stl che
sii
Ancin. Anoino. Anche appir
gùo» pretesto. — Arpione
chiamasi quel ferr^ unci-
nato, In cui entra 1^ anello
delle bandelleye an cui gi-
rano le imposte. . ,
Jfkcroffi^ V. /ncregie.
. Ancuo ■{ dal guasta latino
hane Aodi«). Queit^eggi*
— « aneuO'Oto, ancuo^fMin-
daie ec./HNl a ettQ>it quin -
/did'gUNrttrec. .
àN
97
Jncuz$ne, Incudine; ferro -|
grosso a due punte coni-
che» su cui i magnani bat-
tono il fèrro.
-*- etf«r fra l*anemzmi$ e *l
mariolo. y.Es$er.
Ando. Andamento» tratto ,
maniera.
-^eogmasMera Tandiis. Co-
.noscere ali^andamento»
— esitr in anda- de far
ectf. Esser dispesto a nre
ecc.
— star su randa. Star sul-
r andare.
Aìk>dar (verbo). Andare.
Incàc. pres. Mi 9aQù o
wido, io vado o vo» Ti va,
tu vai. Vattu? vai tu?
yaU»? va lei? Tato? va
egli? El va, egU va.i^fi«
dèmo anèmOi andiamo.
Ande , andate. Andiu ?
andate ? 1 va, essi vanno.
yali? vannoi essi?
Imperf. Mi ondava, lo
andava. Ti andanti o on-
dèvi, tu andavi. Andalbi''
stu ì andavi tu? Ad» an*
dava, egli andava. Anda^
vtlo? andava egli? ^fida-
vimo andevimOf anda-
vaow. Andè9i, andavate.
/ ondava, essi ambulo.
AndavtM andavano essi?
Passato. iSon^andd^ an*
: dai» sono, andate, eoor
I Fotoroi. ilMdardy aidrò,
ecc.
' SogiglnaÉ» prea. Càt mi
9»
AN
wida paga, che io va-
da, ecc.
Goodlz. pres. Mi andò-
ria andarave, lo an-
drei. Ti andaressi, tu an-
dresti. Jndaressittufan'
dresti ta? Jndarielo o
andaravelo? andr^M^^e-
gli? Jndaressimo , an-
deremmo. Jndaressii bb'
dreftte. / andarave, essi
afldrebboDO. Jndarawli
o andarteli? andrebbe-
ro essi?
Imperativo. Ta ti, va
fu» La vada eto, vada lei.
Ze vada, vadano.
Parile. Andà, andato.
Jndai, andati.
Andar de oeo. Aver la ca-
cajuola.
— ^a putini (modo fanciul-
lesco). Andar a sollazio.
*~ in amor. Andar In amo-
re o in caldo; dicesi degli
animali ; de^pesci propria-
mente dicesi In fregola,
perefaè fregando pensassi
depongono le uova.
«^ zo, al basso, al de solo.
Scadere di fortuna, Impo-
verire.
-« eoi pie de piombo, — > V.
Piombo.
— in f oc Ai. Cadere in mise-
ria.
— in oeaj in orto* Confon-
derai; smarrirsi in favel-
lando.
•— zo dei baxorij in o-
AN
ria. Mettersi in fòrtéxol-
lera.
Andar al muso, V. Affiso.
»- su Vaseno. Incorrere In
disgrazia.
— a foto. Andare a mensa,
a tavola.
— > a orbon. Andar a caso.
— per «fmfzo. V. Stralzo.
^^ al de là. Eccedere, pas-
sare I limlU.
— de mo/. Dicesi dlcosaclie
per troppo tempo ha per-
duto la sua condizione.
Guastarsi, Infracidare di-
cesi delle carni.
— del corpo. Cacare.
— per eeessoi Per seemso#
— de (^loto. V. Viola.
—de trasto in senMna. Sal-
iare di palo In frasca. (Ma-
niera figurata.)
— a l'orza, V. Orza.
— sbusa. Andar fallita.
'— in semenza. Fare il tallo;
messa delPerbe quando
vogliono semensire.
— per el tragheio dei ca-
nf.Cioè pel ponte di Rialto.
•— in sanse o safuarele.
Andar In peazettl. V. ^fi-
se.
— a baranon, a rondon, a
sbrindolon, a torzio e
a tarzion. Andar vagan-
do.
— a patrasso. Andar a finir
male.
— a bruo Umgo. Andar de*
tuoi piedi, agevolmeitfe.
ÀN
jéndar co U ealende gre'
éke> Airinfloito, al mai;
perchè i Greci non aveva-
no ealende.
— - a dar. k colpire.
— de cariera averta. Di
. tutta carriera ; moUo velo-
cemente.
— fora del 9ada. Uscir dei
termini.
— fora per oc Aio. Spargere
Il seme; poUuiione nata
da soverchio riempimento^
da forza d^ iunnaginazlone
di sogno.
''l'co la luna. Esser varia-
bile. V. luna.
-^stagno. Andar canto, con
riserbo.
— da la grela a le bronze,
Pasaar d^uno in s^tro peri-
coio.
— in bocaal hvo. Cader nei-
V aitroi rete.
— >perì$ora.Traboceare; qnel
eresfiimento che formano!
fluidi bollendo.
— de o<to. Piacere assai una
cosa.
— in brodo. Provar un gran
piacere.
— per lesbooKze. Essere in
abbondanza.
-* al tibia. Andare al lar-
verò.
— via eo ito anzoleli. Ad-
dormentarsi senza volerlo.
— eo la piva in saeo. Gol-
te trombe nel sacco; sen-
za aver ottonato, rii»clto.
ÀN
99
Sfidar a pieo. A picco; il
sommergersi ohe fa una
barca.
— a to romba. V. Bambar.
— zocol brentonj zo come
Chiara mata. Dfr ingiurie
senza riguardo ; montar
sulle furie.
— a roda toiMida» Procedere
speditamente.
— zodei ealeagni. Perder
la stima.
— lauar andar. Trasanda-
re negligere.
— e eke to pagai Avanti
porci
— vaga o vadcu Dicono 1
giuocatorl invece di po*
sta.
I— ^0 lava, la vaj seno,
■ burlava. Se coglie, colga,
guasto fatto; dicesi di
cosa a repentaglio.
— no me ne va e no me ne
vien. Non è cosa che mi
appartenga o che m! Inte-
ressi.
— eM voi vaga, e ehi no
voi manda. Non è più bel
messo che sé stesso. Ghlfo
per sé fa per tre.
— vaga eo laea andùr. Sia
come si voglia. ;' ;
-— andarghene fora. %»e*T.
dirsene liberarsene."***
r— andemo bei che i riei è
coti (maniera lronica).An-
diamo avanti pure)
Andar (nome). Andatun»
Anche modo di procodore.
lOO
ÀN
Andar: sul 909trù andar.
Sulla voétra tagUa.
Jndia, Andito; androne se
luogo a terreno. Cbianiasì
HDpropriainenle andio an-
che fi rifliano, cioè quei
nuovo piano che sMncontra
a capo di una scala.
Anema, Anima.
— no^ pasta ^nema nata.
l^on passa aniisa vrva.
— de boton. Fondello.
AnemaL Animate.
•^ un par de onetnaL Un
paio Ui bOTi. Anemai det-
to ad uomo; vale bestia^
soreanzalo.
Aneme, Vampiri ; «pirittcre-
dutKvenir dall'altro man-
do. '
An^»it€(a. Dieesi per vextoa
faneinito^ come creaturi-
na. Ghiaiuasi anche cosi 11
fabricalore d^ anime, k>ot-
loni dV)9S0 e fondelli.
AnesU Anid; pianta la end
pannocchia è simile a quel-
la del finocciiio.
Ane$on* Anisetto; affoavite
«Uilata con infusione di
anici.
AfkgankuAgiXétu
Angpssa. Angoscia, trava-
— ' pÌ9. Da nfÀ dicesi anche
pift ispavento, terrore.
Anguèla. 8|4llancola; pesce
«rgentiao minolissinio. A»
therina: 9féneii vulgo
A ^'^neiUm app$Uani •
(BelkeoO
AQ
Anguria, Cocomero; forse -[<
dal greco Agurion, Cbia-
«lasl dai Francesi mellone
d^aqua. I suoi semi hanno
luogo tra i semi freddi
maggiori.
Angusigola. Agogila o a*-
gomarino; pesce di ma-
re notissimo, buono a man-
giarsi.
Ani'Anarum. Molti anni*
«— oreoni-anorKiit che no h
pedo. Sono anni domini che
non lo Tedo«
— - avtr I ani de ia mata
teufta. Aver gN aonl di
Noè.
— l'ano del diete (man. fa-
miliare). Ab antico.
Ansa. Anelito, ansietà, in-
quietudine. Dicesi attdie
delP avidità o desiderio
grande.
— dar ama. Dar tempo,
lasciar che uno si abusi.
Ansar. Respirare con affan-
no.
Anlian. Tegame ; vaso piat-
to di terra con orli alti e
manico per uso di cuocer
vivande.
Anzoleti. Pesos di mare coi
dorso di colore rosso. Di-
cesi AnxoUtfi de la Mado^
na altro pésce che i Re-
niaiu 'dicono Pesce forca,
«clie pigliandosi di rado i
pescatori Io appendono per
divosiotie alla Madonna.
Aqua de Umon. Limonèa ;
KQ
AQ
toi
l>evaiida fatta €<m «qm^ «ntn V atfaa nella barca
zucchero e agro di limone. , per qualche apertura.
Jquù mesehizza. Aqua sai- jéqna, trar aqua. Attigner
mastra; cioè dolce me
schiata cotta salsa.
— e caeo. Fosca; bevanda
d^aqoa mista ad aceto.
-— rasa. Essenza di tremen-
tina ; olio essenziale.
«— itgnanfo. Aqua nanCa; di
fior d''arancio.
— reaU Aqua regia ; acido
idrocloro nitrico.
—•dorila. Aquavite; liquo-
re spiritoso che si estrae
dal vino ec.
— da partir o aqua-forte.
Aqoa forte, che si dice an-
che addo nitrico.
— tenta. Aqua avvinata; pi-
sefatello; vino molto ada-
qnato e debole.
— de $ete cote. Aqoarzen-
te, aquavite. raffinata.
— zalta. Aqua di mare. A-
qua marina poi è una
pietra marina» la quale ha
la sua cristallizzazione; il
suo colore è verdastro.
— da barba. Ranno; aqua
con cui 8^ insapona la bar-
ba.
— andar o esser tuioin
f un*aqua. Sudar assai ,
grondar di sadore.
— esser fra do ague.Fra due
opposte difttcoltà; esser in
dubbio.
aqua.
— tirar l*aqua al so molin.
Far tutto a suo prò.
— spander aqua. Orinare.
— lassar andar l'aqua per
et 90 molin. Lasciare an-
dar raqua alla china; la-
sciar che le cose cammi-
nino naturalmente» senza
Impedirle.
•^ lassarse vegnir l* aqua
adosso. Ridursi agli ultimi;
non prevalersi del tempo,
E male per chi ha tempo e
-tempo aspetta; che men-
tre piscia il caoj la lepre
sbietta.
■^ laorarsoto aqua. V. Lao^
rar.
-!- vegnir l'aqua in boca.
Venir Paquollna alta boc-
ca; la góla gli fa tappe
lappe.
— vogio veder in quanti
pie d^aqua cìw stogo. Vò
vedere in quanr aqua io
peschi; cioè voglio esami-
nar bene.
• far un buso ne l^'aqua
V. Far.
Aquaizza. Empi-fondo; alza-
mento straordinario del^
r aqua del mare» che suol
precedere il soffiar dei
venti.^
>•
far aquu.(ìerm. mviTÌn,)\jqttariol. Aqualùolo ; che
Dicesi da'marinarl quando » porta o vende aqua.
103
AR
Ara, Air, spazio di terra ove
8i batte il grano.
Jra e Are (voci l>asse). Vr
Vardar,
Arboradura. A12)€ratura ;
nome collettivo ch^espri-
me tutti gli alberi di una
nave: i.« albero di mai-
straj2,*^ irinchetoj z,^
bompressoj 4.^ albero di
con tro • mezzana. Questi
alberi poi sono divisi in
tanti pezzi^ che portano al-
trettante vele; nelP albero
di maistra i pennoni di
papafigo e di gabia j nel
irincheto i pennoni dipo-
papgo e di parocA^/o^* nel
bompresso il baston del
fioco j e parimente ogni
particella porta una diver-
sa denominazione.
Arcaza» Chiurlo; uccello pa-
lustre.
Ardir* Ck>iì8umare in un
momento.
— ^rdto. Ck>Dsufflato, ingo-
iato.
Arcipretso (idiotismo). Ci-
presso.
Arcova, Alcova; luogo di u-
oa stanza da riporvi un
letto.
Aredodese (voce antiq.). Be-
fana. Quella larva che di-
cono ie donne calar già
dal cammino delle ca^e la
notte delP Epifania^ onde
fanno che i ragazzi appic-
chino la calzetta al cam-
AR
mino, acciocché la Befana
la empia d|^ roba o. buo«
na cattiva, secondo che
essi si sono in q udiranno
bene o mal conu>ortati.
Arente. Appresso.
<— a questo. In aggiunta^ di
soprappiù.
Arfiar. Fiatare, rifiatare.
Jrgalip. Intrichi, superflui-
tà. Forse da arcalìfo, ti-
tolo di signore saraceno,
il quale esige sempre va-
ne cerimonie.
Argahe, Argani, macchine
da levar pesi.
r- ghe 90l, le argante Si
dora fatica.
Ari, Voóe per incitare le be-
stie da soma.
— ienza dir né ari né sto-
ri. Air insaputa, senza
preavviso.
Ariata, Ariaccia,aria cattiva. 4
Ariazza, Vento freddo. ^
Arlevarj arlevà. Allevare,
allevato.
— bel arlèvo f la bella edu-
cazione!
Armadura, Bertesca; «oste- -r
gno palco su cui stanno
i muratori a murare. Gril^
lo chiamasi il ponte, o ar-
madura volante. — Arma-
dura sostegno dicesi an-
che a queMegnaml che si
mettono a sostegno di una
fabrica.
Armar iol. Armaiuolo.
^rme /i>i. Albicocco, meliaca. ^
àR
Ermellino è un piccolo qua-
drypede la cai pelle è pre-
siosa.
Armer. Armadio.
Jrmereto. Armadino.
^rmizar. Ormeggiare un ba-
ttimento^ cioè ritenerlo con
cavi fermali a punti stabili
In terra, o ad ancore in
mare. Anche equipaggiare
un bastimento, cioè armar-
lo di quanto è necessario.
.^ Jmoio, Vaso, tina o botte.
Aromatico, Tanfo ; mal odo-
re proprio de^Iuoghi chio-
si.
Arpese. Spranga di ferro.
Arpia. Mostro favoloso. Di-
cesi anche a vecchia brut-
ta e ad avaraccio.
Arpiar. Veder appena un
barlume.
Arsar, Arsicciare.
<— Ar$à o arso. Arsicciato,
arsiccio.
Arsenahto» Arteflce qualun-
que dell* arsenale.
Arsin, Arsiccio.
ArHnico. Arsenico; metallo
venefico e corrosivo.
Arsirà, Arsicciato e scottato.
Anche sitibondo^ che ha la
gola arida per sete o per
febbre.
Arsura, Ardura; eccessivo
caldo. De^o ad uomo, vale
spiantato.
Arti. GlMdioti nostri fanno
arte di geo. mascolino, e
dicono €l mio arte, i arti.
kS
io5
Arti: impara t^arte e me-
tila da parte. Ad ogni
arte, sia pur ella meschi-
na, tutto il mondo ricetto
dà e farina.
-— senz'arte né parte. Per-
digiorno, ozioso e sensa
beni di fortuna.
Jrtesan, Artigiano chi eser-
cita arte meccanica. Ar-
tista è quegli eh* esercita
untarle liberale.
Artichioco. Garcioifa. v .
— de cima, Carcioifo vetta-
inolo, che nasce in vetta.
— salvadego. V. Erba re*
ehiela,
Arzere, Argine; rialzo di ter- i
ra posticcio fatto sopra le
rive de* fiumi per tener
Taqua a segno.
i^«0(jrto. Pungolo; stimolo per
far camminare i buoi.
Asèo, Aceto.
-~ aseo t (esclamazione). Can-
chero!
Asforo. Nome passato ìd com-
jnercfo; zafferano selvati-
co, i cui fiori si adoperano
nella tintura pel color di
rosa.
Asia, Pesce cane; pesee di
mare del gen. degli squali.
Asin, Formaggio asino, eh* è
composto In parte di latte
d*asÌDa.
Asme» Azimelle; pane usato
dagli ebrei neUa Pasqua.
Asmo. Asma; difficoltà di re-
spiro.
io4
A V
A V
\
^sola. UcchieUo> fcrmagUo.
^sporge. Aspersorio con cui
si asperge nelle chiese IV
qua benedetta.
J spreto. A&prlgno; che ha
deiraspro.
Jssae. Assai.
— assae-assae. UDitissiioo.
Jssesa^ Salita.
Mso-, Kel giuoco delle carte
è nome di un solo punto.
— restar in asso.V, Restar.
Jslemio. Vale astinente dal
vino ; ma Bel dialetto no-
stro intendesi da qualsi-
voglia' altra cosa.
Astese. Astaco; granchio ma-
rino a coda lunga.
ditoso (voce antiq.). Fasti-
dioso, importuno.
Jto% Adatto.
^iuii sema ati a fatar. Gbf
fa falla, e chi non fa non
falla.
-^ eke ati! Che gestii che
maniere !
Atomo, in f un mtomti. In
no attimo^ Ui un momen-
to.
jiut*aut. si & no ; o Tuno
o Taltro; o dentro o fttorl.
Jva, Ape, pecchia.
^pantar. V. Fantar.
Jvantarse, Vantarsi; darsi
vanto, gloriarsi.
Jvantazo. Vantaggio; queir
aste su coi il componitore
di stamperia assetta le li-
nee dopo composte.
Avanzar. V. Vanzar.
Avanzaura. Avainuglio ; t»
peggior parte di quel ehe
avanza. Culaccino dicesi
» Tavanzo del vino che oc-
cupa a fondo del bicchie-
re.
Avemarie* Miglio al sole; na-
sce nei luoghi incolti e
lungo le strade. Le radi-
ci di questa pianta ci som-
ministrano una bella tintii
rossa.
Aver. Avere.
Indicat» pres. Mi go e
ho, io ho. Go^7 ho io? Ti
ga, tu bai . Gastu ? hai
tu ? Eigoi, egli ha. Gaio?
ha egli? Gavèmo, abbia-
mo, Gavemio? abbiamo ?^
6avè, avete. Gat;eii? ave-
te voi 7 / ga, essi hanno.
Gali? hanno eglino?
Pass, iroperf. Mi gave^
va, io aveva. Gikcwio mir
aveva io ? 7H gavevi, ave-
vi, tu. Gavevistu? avevi
tu ? El gaoepo, egli ave-
v^. Gw^eveló? aveva egli?
Gavevimo, avevamo. Ga-
V9vi, avevate. I gaveva,
avevano essi» Gai9CV€li?
avevano essi?
Pass, perfetto. Gobua,
o avuo, ho avuto^ ecc.
Futuro. Gavarò, avrò.
Gavarojo ? avrò io ? T%
gavarà, avrai. GavQroi tu ?
avrai tu ? £/ ^avor^egli
avrà. Ga^aralo? avrà e-
gii? GavartfmoA avremo.
A V
Gavaremio? avremo noi ?
Ga9arè, avrete. Gavwreu?
avrete voi? / gwarà, es-
si avranno. GavaraU ?
avranno eglino?
Soggiuntivo pres. Che
mi gabia, ch^ io abbia.
Che ti gabi, che tu ab-
bia. Ch"* el gabia, eh' e-
gH abbia. Che nu abie-
mo, che noi abbiamo. Che
vù abiè, che voi abbiate.
Che t gabia, eh** essi ab-
biano,
Imperf. Se mi gavesse,
sMo avessi. Se ti gaves-
si, se tu avessi. Se el ga-
vesse, s'egli avesse. Se
nu gavessimo, se noi a-
vessimo. Se vu gavessi,
se voi aveste. Se i ga^
vesse, s'essi avessero.
Passato perf. Che mi o-
bia buo avuo, che io ab«>
bia avuto^ ec. ec.
Gondiz. Mi gavaria, o
gwarave, io avrei. Ti
gavàressi, tu avresti. Go-
varessistu? avresti tu?
JSl gavarave o gavaria,
egli avrebbe. Gavarielo?
avrebb'egU? Nu gava^
ressimo, noi avremmo.
Fu gawiressi, voi avre-
ste. / gavaria o gavara-
ve, essi avrebbono. Ga^
varieli o gavaravelif a-
yrebbono essi?
Imperativo. Jbi ti, ab-
4 V
io5
bi tu. Lu gubia, abbia e-
gli. Abiemo nu, abbia-
mo noi. Abiè vu, abbiate
voi. / gabia, abbiano
quelli.
Partic. A9UO 6tio> a-
voto.
Aver caro. Avere a grado,
tenere in pregio. Go ea*
ro : ci ho gusto.
•— le man sbuse. V. Sbuse,
— sul so bon It &ro. Aver
io istima.
— lochi fodrai depersuta.
V. Ochi.
— la smara. Aver la patur-
nia; anche la collera.
-— ochio. Stare in guardia.
— - 6ooa che vustu. Aver tut-
to ciò che si brama.
— i corni per tresso. Esser
indispettito.
— un balin in testa. Aver
alcun timore.
— muso da far ee. V. ilftf-
so.
•— aver, man. Aver mezzo.
— nel torototò, cioè in cu-
lo.
•— uno .a earte 48. Non a-
verio in grazia.
— Tega — ve go --^ lo gol
Maniera bassa « significa
' lasciami . in pac^, ;ch' io
t'ho sotto Io zocgDld/**;
— chi ha òtta Aa' ^tfoH Ìa
cosa è fatta. * •
Avertaura. Apertura.
^ davanti de la camisa.
io6
A V
Sparalo , se da uomo ;
acoUo> 80 da donna.
Averxér o Avrir. Aprirò.
Indie. Prea. Jverzo, a-
pro. Jverzi, apri. ^p«r-
xUtì^ apri tu ? J9erze,
apre. J^erzelo? apro e-
gli ? Jverzimo, apriaaio.
Jverzi, aprite. Jverziuì
aprite voi? / werze, ossi
aprono. À^erzeli? aprono
essi?
Pass, imperf. Jverziva,
apriva, ecc.* J9erzi9ifno,
aprivamo, ecc.
Passato perf. Go aver*
io, apersi. Ti ga averto,
apristi eoe.
Futuro* Jverzerò, a-
prirò. Ti averzerà, apri-
rai, ecc. Jverzeremo a-
priremo, ecc.
Soggiont. pres. Che mi
aver za, cliMo apra, ecc.
Imperativo. Jverzi, a-
pri< Aver zi, aprite, ecc.
Condizionale. Mi oper»
zeria o averzerave, io a-
priref. Ti aperzeressi, tu
apriresti. V averzera^ ,
egli aprirebbe. Jverze*
reesimo, apriremmo. J'
verzeressi, aprireste* /
aoeragria, aprirebbero.
•PtfHjcc Jverto, aperto.
Jvé^iécMabotiglia. Stu-
rale una bottiglia.
AZ
Jvérzene, Sbraitile; far
gran rumore gridando.
J9i8à. Avvertito.
— omo avisà, xemezù ar»
ma. Uomo avvertito, mez-
zo, munito
Jvoiio» Avorio; dente d"* e-
lefante.
Jvomio Orno ; albero bel-
lissimo, da cui nei climi
meridionali cola la cosi
detta manna a tutti nota.
JvriL Aprile.
— avil no te scovrir, ma-
gio va adagio, zugno oo-
vete el eodegttgno. Quan-
do il giuggiolo si veste tu
ti spoglia, e quand'egli si
spoglia tu ti vesti ; e ciò
perchò r albero giuggiolo
è IMItimo a germogliare e
il primo a svestirsi di fo-
glfe.
— - marzo suto e avril Aa-
gnà, beato el contadin
che ha semenà. Aprile pio-
voso, maggio ventoso, an-
no fruticoso.
Jzià» Aziado; uccello selva-
tico^ che cresce dal cbio^
zo, da cui diversifica pei
piedi di color piombino.
Jzze. Accie, refe.
— eurte le azze. Alla bre-
Te.
Jzzah Aeeiaio; fèrro rafll-
nato.
B
107
Babai (voce fanciullesca). Pi-
docchi.
— a la babaio, A babbaccio
a casOj trascuratamente.
Babao. Nome di demonio.
— Babao! Canchero I
Babio (gergo). Viso.
Babuin» Detto ad uorno^
vale mancalor di parola.
Baeagiar, Chiacchierare sto-
lidamente.
Bacan, Strepito, schiamazzo.
Éacara, Gozzoviglia; il man-
giare in brigata fuori di
fomiglia.
Bacarana. Zurlo, allegria
smoderata.
Bacega. Bazzica; giuoco di
carte.
tunar uno, infastidirlo, im-
barazzarlo.
Bacilo to.Dì cervello mal fer-
mo.
Badinar. Scherzare, burlare.
Baderne (term. marin.). Pa-
terne; specie di trincile,
le quali servono per ri-
parar la gomona nelP oc-
chio della nave.
T^Baga.. Otre. Anche uomo
grasso e beone.
iBagagiar, Lavoracchiare; far
piccoli lavori.
^agagion, Facdiino di stam-
peria.
Bagarin, Fanciullino grazio-
so.
BagateU. Crepunde.
— Ogni carta ghe fa ba-iBagaiin. Picc. moneta anti-
cega. Tutto a lui serve.
Backeta — Comandar a bar
cheta. Comandare dispo-
ticamente.
<— dar zo la bacheta. De-
cidersi, risolversi.
— iegnir a bacheta. Tener
al do vere, con grande sog-
gezione.
— tegnir uno %u te bache*
te. Tenerlo sulle incertez-
A' Bachiro. Popone vemhio.
Bacilar. Farneticare.
ca : era la dodiceshna par-
te di un soldo.
Bagatina. V. Erba da pori.
BaghelOé Otricello ; piocolo
otre.
*— duro come baghelo. Ge-
me un otricello.
Bagia: dar la bagia. V.
Dar,
<Bagigi. Mandorle di ter*
ra; cippero commestibile;
pianta annuale onde na-
scono sotterra dei picco-
li bulbi.
— far bacilar un(h Impor- Bagnada, Bagnatura.
io8
B4
Bagnadin. Molliccio.
Bagnarol, Bagnajaolo; co-
lui che tiene il bagno.
bagolar. Tremolare. Anche
il saltellare dei fanciulli.
Bagolina. Verghetta^ scuri-
scio.
Bagolo; far bagolo de uno.
Pigliarsi Irastullo.
BaicoH* Cantucci; biscotti a
fette di fior di farina e zuc-
chero. Questi sono di fa-
bricazione particolare dei
Veneziani, che ne fanno
grosse spedizioni per ma-
re,
^ Baicolo, Pesce; varietà della
specie del cefalo.
^ Bau. Badile.
Baile, Pesce balestra, del
genere dei cant.
Baia, Palla, pallottola. An-
che imbriacatura.
— del V090, Tuorlo, o rosso
d'uovo-
«— de saon, S^ponetto.
— da bigliardo. Biglia.
•— esser de baia, V. Esser,
— pair la baia, V. Fair,
Balador da corda. Funam-
bolo.
^' Balanza, Bilancia.
— piati de la balanza. Cop-
pe della bilancia.
— lenguela de la balanza.
Ago bilico.
— star in balanza. Star so-
speso, in bilico.
^ Balanzer. Staderajo.
B A
Balanzin, Bilancino; quella
parte del calesso a cai si
attaccano le tirelle del ca-
vallo di fuor delle stan-
ghe.
^alanzioi ( term. deHessi-
tori). Staffe; quelle funi-
celle che reg|;ono la lic-
ciata e le calcolo.
Balanzon, Staderpne.
Baiar su la eorda. Esser
periclitante; star per fal-
lire, per perdere l'im-
piego.
Balarin. Ballerino. Significa
anche uomo dubbioso del-
la sua sorte.
; ^Balconae, Sportelli^ imposte.
Baldoria, Fasto, millanteria.
Balena, Ossi de balena.
Stecchi di una cartilagine
comunemente detta ossi de
balena,
Balengo. Ubriacone.
Balin i7ào. Lecco, grillo;
quella prima pallottola che
si getta giuocando alle pal-
le alle borelle.
Balini da schiopo. Pallini;
1 minuti, migllarole.
Balise, Branchie; fauci del
pesce.
— de la lengua, (term. dei
macellai). Animellata; car-
ne che nel taglio resta at-
taccata alla lingua degli
animali da macello.
Baliverna. Casolaraccio ,
stamberga ; stanza grande
B k
ridotta in si cattivo stato
da non poterla abitare.
Baiò' tondo. Girimèo; ballet-
to in giro. Ovvero ridda;
ballo di molte persone
fatto in giro, accompagna-
to da canto.
Balon» Pallone. Anche ernia
o idrocele.
— davento. Uomo vano, gon-
fiò più d^un pallone.
— far balou de uno, V.
Far.
— > aspett^ir el balon sul
br azzai. Aspettare la pal-
la al balzo.
Baloner. Ernioso. Anche uo-
mo poltrone.
Balosto. Pasillanime; buono
a nulla.
Balotae. V. Far.
Balzan. Balzano, cavallo cai
B A
109
Bampa. Vampa del tooco;
fiamma della lucerna.
Bampada. Vampaccia.
chiapar una bampada.
Darsi una scaldata.
Banca. Panca ; arnese di le-
\ gno, sul quale pcRssono se-
dere più persone insie-
me.
•— roba de solo banca. V.
Soto*banca.
Baneazza. (terra, marln.)
QuazzagUa; attrezzo marin.
spettante a sartiame.
Banco. Panca;- arnese di le-
gno.
— no Ve banco per lu, non
è posto, ufficio che pesèa
convenirgli.
Banco-ziro, Banco del giro;
banco mercantile ànticam.
in Venezia.
che ha alcun piede tutti
segnati di bianco. Dicono
i nostri cocchieri: balzan
da do, cavai per mi no.
Balzan da tre, cavai da
re. Balzan da quatro^
cavai da malo. .
Balzane. Manopole, parama-
ni.
zato; cavallo di colore, e if^anda.Latto; lamiera di ferro
^u^ k» oiAiin nlo/lo A fiiHI s/kltìlo nnnArtn di stasnO.
sottile coperta di stagno.
— de fiori. Intreedatura di
fiori.
>f- del ponte» Parapetto.
-^ in òoAda. Per banda, in
iscorcio.
— saver una cossa da bona
banda. Cioè saperla da
buona parte.
Bambinàio. Bambolino. < iBander. Lattato; artefice che
Bambozzagine. Bamboccia-
ta ; atto da bambino.
Bambuc. Bambou bambù;
canna nativa deliUndia, da
una piania detta Jrundo
Bambos.
lavora manifatture di lat*
ta. • '
Bandiera. Donna . sconsldé-
rata
Bandierezzo; V. Cavatez-
zo.
Ila
B A
J^ofulo (de). Per niente.
— • star de bandQJ&iSLV ozioso.
Baocar, Girare sbadatamen-
te.
^aoMe<«.RimpiattÌno; far bau
bau; scherzo da far ride-
re i faneialU, nascondendo
il viso e dicendo bau'bau,
poi scoprendolo improvvi-
samente e gridando iette!
V Baosa, Pesce del gen. delle
razze^coperto da unaquan-
. tità di muco.
Bara, Titolo marinaresco che
. si dà agli anziani; cosi bo-
ro Toni, bara Piero, ec.
Bdrabà^ V. Babao,
Baraca, Gozzoviglia.
Baracar, Gozzovigliare.
Baràcola, Ferraccia, giovi-
ne razza; pesce buono.
Baràcon, Tripudione.
V BaraeòcQlo, Albicocco; spe-
cie di frutta giallognola.
Barafitóélà, fiuffa; parapi-
glia, in cui per lo pia si
viene alle mani.
Barambàgole, Grinze ; carne
floscia che pende dal men-
to.
Baraónda. Sconvolgimento
di cose di persone. An-
' che vicenda, avversità.
Barar. MaHaolare, far frau-
di nel giuoco.
Bùratar parale. Contendere
fra due.
--- le parole, Negare ciò che
prima si è detto.
B A
Barba, Zio.
— farse la barba. Radersi
la barba.
«— in barba o a la barba
de uno. A suo dispetto.
— sta ftotMi ga tanto de
barba. Esser cosa vecchia.
— « Dio me varda da forno
de poca barba. Poca bar-
ici e men colore, sotto il
del non è il peggiore.
— - no nhe xe barba de o«
tno che possa ec. Non v^
ha uomo al mondo che
possa ec.
— servir de barba e de pa*
ru4a. Acconciar per le fe-
ste.
BarbOfC^saeo, Colore liona-
to scuro.
Barbarinelo. Sorta d^agni-
y me ch^è insieme in parte
cedrato e in parte aran-
cio.
Barbaro, Barbaresco.
— ca'val barbaro* Barbero;
che si fa coi^rere nella cor-
sa de^bari)eri.
Barbastelo. Pif^trello.
^ de mar. Muggine alato o
pesce volante.
Barbin. V. Can,
Barbisi. V. Sàntiglioni.
Barbola, Pendone; striscia
pendente.
Barbole. Bargiglioni; quella
carne rossa ohe pende sot-
to al becco de*polll«
^Barbon, Triglia comune.
-=u
B A
BarbotarSoTÌìoiULte o bron-
tolare; 8i borbotta per di-
fetto di promiDcia; si brob-
tola per lamentarsi a voce
sommessa.
Barbu2zal. Barbazzale; ea-
tenella che va attaccata al-
rocchio dritto del morso
della brìglia.
Barbuzzo. Mento.
— scafa. Mento sporto, ap-
puntato.
Barca» Dove va la barca
poi andar anca el batch.
Dove ne va il pià^ può ir-
ne il meno.
— tegnir drita la barca.
Aver bnona regola.
— capitar in te la barca
dei cai. Dar nel bargello;
capitar nelle mani aHroi.
BarcarioL Barcaiuolo. In
Venezia si chlamaRO bar-
carioli qoeili che vogano
nelle gondole^ e si dfstin-
gnono da esri i Batelanti,
PcaUri e Burchieri, Bar-
caro chiamasi per Io piò
colui che naviga pe'fiumi.
/ Barcheua, Porticato^ tettoia.
Barcolame, Quantità di bar-
che.
Bardaaame. Ragazzaglia ;
moltitudine di ragazzi.
Bardala. Parolaio^ llngnao-
ciuto.
X Barèiak Carretta per traspor-
tar robe.
/ Barèna Basso-fondo di la-
B A
III
gnna, sparso di piante er-
bacee, che non va coperto
dair aqua marina se non
nel tempo dei grandi còl-
mi, e dove si va anche a
caccia.
Bareta. Berretto.
•*- a bigoti. A lueignolettl;
berretU di bambagia , da
cui sortono molte fila gros-
se.
— de letea. Berretta feltra-
ta, fatta a panno di feltro.
Dicesi di IcBca per essere
comunemente dlcolor gial-
lognolo, come Fesca da fo-
cile.
— aerose, A spicchi o a cro-
ce; quella dei preti.
— merda o baretd rosia.
tatto niente; Cesare
o Nicolò.
Baretin. Color cenerogno-
104
Bamaboio. Povero gentiluo-
mo , cosi detto dalla con-
trada di S. Barnaba, abi-
tata un tempo da povera-
glia.
/Baro d'erfitf. Cespuglio.
— far baro. Far mucchio;
Barocada. Cosa qualunque
male composta o brutta.
Baren. dattlvo, briccone.
Baronada, Furfimterla.
Baronagia. Canaglia, ribal*-
digUa.
Baronato de campo. Baron-
do; dicesi dei ragazzi snof
Ila
B A
dici che d vedono bir-
boneggiare per la città.
Baroncèlo. Cattivello.
Baronezzo. Vezzo ; dieesl di
donna qlie cerclii d^inoa-
morare,
Baronzolo, Quel pezzo di
camicia che pendola ai fan-
ciulli dietro ai. calzoni.
Baronzolo, ^sser el barone
zolo de tuti» Servir di
trastullo a tutti. .
Bartoèla, V. Bertoèla,
Barn le. Dal frane, bas-roulé.
Calzette avvolte alPestre-
mltà sopra il ginocchio;
foggia antica di calzare.
X Caruso to. Uccello palustre,
che frequenta le nostre ba«
rene umide e salse.
V Btuadona. Cartamo lanate;
pianta annuale, che nasce
fra le biade ed in luoghi
asciutti: è creduta febrifu-
ga, e può essere sostituita
al cardo santo.
Basar, basa. Baciare, bacia-
to.
-^ a la fiorentina. Baciar
alla francese, cioè pren«
dendo colle dita amendue
le^guancie, e baciando il
viso.
-^ basarse le man. Leccarsi
le dita ; contentarsi di una
cosa.
"^ Basegò. Basilico ; pianta o-
dorosa.
Basèn* Bigino; basino liscio!
BA
r rigato; trapunto d'Inghil'
terra.
Baseto. Baciucchio.
BasHisco. Piccolo animale
anfibio ; ma presso gli an-
tichi serpente favoloso*;
per cui, detto ad uomo> va*
le feroce, bestiale.
Basin, V. Baseto,
Baso, Bacio.
— da ntor/o.- Succio;' rosa
in pelle ; quel sangue che
viene in pelle e rosseggia
a guisa di rosa, tiratovf da
bacio o simile.
Basoto, Bazzotto; ovo tra
duro e tenero.
Bassamento de un abito.
Balza.
Basse la. Giuoco noto di car-
te violento e di rischio.
— far una basseta. Far un
soprammano.
— zogà a la basseta. Dice-
si scherzosamente di chi è
ridotto al basso.
— l'è un ponto a la basset-
ta. È cosa di rischio.
Basta, Basto o bardella; sel-
la per cavalcare sui muli
sugli asini.
Bastardar, Imbastardire.
Bastazo, Bastagio ; facchino
di dogana.
Bastion. Osteria grande per
minuta vendita di vino.
Boston de ftoeo, (term. ma-
rio.) Àlberetto che appar-
tiene al bompresso.
BÀ
Boston de eieolata. BogUo
pane di cioccolatte.
•— de coscia. Baccello.
Bastoni (terni, marin.). Co-
stoni; Junghi pezzi di le-
gno che si adattano agli
alberi delle navi.
Batagion. Battaglione.
<— a baiagion. A bizzeffe.
xf Balaor. Battente; martello
delia porta.
— porta gronda i botaor
^rando.'Grande il pals^zzo^
grandi le spese.
Batarèla, Dar la hatarela.
Dar le beffe.
Bater, baino. Battere^ bat-
tuto.
-«" bater tino. Insistere^ per-
severare.
— la birbt». Far Taccattone;
andar garabullando « in-
gannando.
— la luna. Pensar a melan-
conie.
'— la trussa. Andare a scroc-
co.
— • le broehete. Cioè i denti
pel freddo.
— la lana. Divettare, sca-
matare; batter la lana per
trarne la polvere.
— Vazzalin. Fare il mezza-
no.
^— el formenio. Trebbiare.
— el loco. Fuggire.
^ I drapi. Scamatare 1 ve-
stiti per cavarne la pol-
vere.
BA
ii3
Bater nel conto. Diffalcare.
— i stramazzi, eussini ec.
V. Sbater.
— in poco. Esservi poca dif-
ferenza.
— te eusiure (ffgurat.)» Ba-
stonare.
— le piere. Pfcchiettare le
pietre sulle quali si cam-
mina^ onde renderle ispi-
de e non isdrucciolare.
— saldo. Insistere^ perseve-
rare.
*— ghe la boto. Gliela esclu-
do.
— no bater beco. Non far
né motto né atto.
— senza bater beco. Senza
oppor parola.
'^nogK'è gnente da bater.
Non c^è a contraddire.
•— baterghela. Dar la freccia
per denari.
Bati'Ole. Piglia-mosche; uc-
cello chiamato in Toscana
saltinsecco moro, e nel Ve-
ronese negr isolo j da noi
bati-ale, perchè resta alle
volte sospeso e quasi Im-
mobile neiraria.
BatibugiO' Trambusto, tu-
multo*
Baticandfio. Ruffiano.
Bati'copo* Balconcello nelle
gondole, alla parte dere-
tana del copcrlino, per far-
vi entrar Tarla, che bat-
te la coppa di quelli che
stanno seduli sul trasto..
9
1,4
B£
BUti'Culo. Giubba con brevi
falde.
y Bati-palo. Batti-palo; mac-
ehlna con maglio da bat-
tere i pali che si vogliono
affondare. Chiamasi bali-
palo anche l^artefice che
pianta le palizzate, su cui
■ emergono tutte le fabriche
di Venezia,
Batitura. Tramaglio, disav-
ventura.
/ Batochio. Battaglio delle
campane.
Batolo. Loquacità.
Batolar. Ciarlare.
Batolona* Ciarlona.
Batosta. Danno^ pregiudizio.
Batua. Battuta, frecciata.
Bauta. Mantellfna di velo
con cappuccio a uso di
maschera.
Bava de vento. Poco vento.
-^butar le bave, V. fiutar.
— far le bave. Aver gran
gusto.
Bavaro. Soggolo; velo che
portano le monache sotto
la gola.
Baza, Buon prezzo.
Bazari, V» Jndar,
Bazarioto* Rivendugliolo.
Bazàr 6» Contralto alPimpaz-
zata; da bazarrare.
< Becanela. Beccaccino mino-
re; uccello palustre no-
tissimo.
' Beeanoto. Beccaccino reale.
Anche gU errori di gnirn-
malica o di lingua dloon-
si dà no! Becanoti,
Beear, Beccare, bezzicare^
ferire col becco.
— de le mosche. Pugnere.
— beearse insieme, Dtoesl
di due che garriscono e
si difendono.
*— aaleossa. Guadagnare.
— go becà tre tire, cioè
gliele cavai con furberia.
Beeaùra, Bezzicatura o pun-
tura.
Becazzo-fotuo, Birl>one, mo-
nello.
Becker, Beccaio, macellaio.
Béco, (coir e larga). Becco
degli uccelli.
— storio Beco in ero*
se. Crociere; uccello gros-
so, detto da Linneo jCo-
xia curvirostra,
— far el beco a V oca, V.
Far,
— bagnar el beco. Bere.
— dar el beco a le stele,
V. Dar,
Béco (colla e stretta). Capro>
montone dicesi il maschio
della pecora, ehe serve
per far razza.
— - comuo. Becco cornuto;
dlcesi a colui cui la inoglte
fa fallo.
•^ e bastona. Oltre lo seor»
no avere il danno.
— fotù, becofotristo. Catti-
vello, trlstaretlo.
-» co Vefe, V. Becùfòià.
B E
Béco aver el beco fo tu pien*
Aver ben pappalo.
Becolar. Spicciolare. Anche
far qualche piccolo gua-
dagno.
jBeconèlo» Fanciullo insolen-
te. ,
Beduin (iaioiismo). T. Ba-
huin.
Bega, Briga> contesa.
\ Begiora» Rigogolo comune;
uccello che nel Padovano
si chiama bruiola, nel Vi-
centino rependolo , nel!
Friuli Iqrif e in altri luo-
ghi Compare Piero, Nel-
la stagione dei fichi è
buonbsimo.
Segolo, Frugolo ; dicesi dei
fanciulli che non istanno
mai fermi.
Beitelo, belbeleto. Adagio^
adagino.
Belo in candela, (gergo)
Franco^ ardito^ impertur-
babile.
-^ dal vin, V. Alegro,
— Dicesi anche belo per
stravagante : sé belo vu /
siete curioso voli
•— farse belo o òe/a.Rasset-
tarsi> allindirsi.
— far le bele ò^ftne.Lusia-
gare, adulare.
-« bel sangm. Diceslfn ge-
nerale di bella gioven-
tù.
Benequide, Dal latino cor-
rotto. Se volè, benequi-
BE
II 5.
de: Se volete oosi^ altri--
menti nulla.
Benintrada, Buon ingresso;
tassa che suole pagarsi al
primo entrare in una so*
cletà.
Beretin, V. Barelin,
Bergamina, V. Carta,
Bergamo: saver el berga*
mo. Sapere il .segreto o
la tresca.
Bergamoto, Bergamotta; ci'
trus medica.
Berò (voce di gergo). Culo. .
Éerso (CL2A, frane, ber^eav)*
Pergola e pergolato.
Berta. V. Meter.
Bertoèle, Gangheri, cernie-^
y re; due pezzi di metallo
forali da un capo e fer-
mali da un pernio che .si
fa passare nei fori per
aprire, serrare ec.
Berton, Drudo di meretrice;
bertone, bagascio.
Beta, Cazza Beta! Maniera
d^ ammirazione.
— mi son Beta da la Un'
gjua schieta. Io ho sulla
lingua quel che ho nel
cuore.
Betonegà, Beltoniqa; erba.
Questa pianta era una vol-
ta coltivallssìma in Vene-
zia; quindi il dettato: più
cognossuo de la belone^
gaj più noto che la detta
pianta, aMI qui fiori si at-
1 tribuivano virtù molte.
ii6
BE
Bevagno, Beone^ trincone.
Bevanda. lotendesi da noi
coQianemente per vino an-
naquato.
Bevaor. Abbeveratoio per gli
uccelli nelle gabbie.
Bevarin, Liquore avvelena-
to. Talvolta intendasi per
dispiacere forte.
Bever. Darla da bever. Dar
ad intendere una cosa che
non è.
— Ut garba. V. Garba.
— no far bon bever. Non
dar piacere; cosa cbe non
garba.
— bisogna beveria: o be-
veria in brodo o beveria
in grani. Bisogna bere o
affogare; dlcesi di chi si
trova in angustia.
Bevua. Bevuta, bevimento.
Bezzazzi. Molli denari.
Bezzi. Intendesi denari in
generale. Il bezzo era la
metà di un soldo^ cosi det-
to forse dal bis de^ Lati-
ni.
— bezzi e fede manco che
se erede. Denari, senno e
fede, ce n^è men che non
8Ì crede.
— chi no varda el bezzo,
no vai un bezzo. Chi non
istima un quattrino, non lo
vale.
— star sui so ire bezzi.
Star sul proprio decoro,
benché povero.
BI
Bezzi: ne bezzo ne bagatin.
Neppure un quattrino.
— saver fin in tun bezzo.
Cioè minutamente.
•— no ghe eredo un bezzo j
noi vai un bezzo, Cioò
niente.
— omo da bezzi. Uomo
danaroso .
Biavarol, Biadaiuolo.
Biave to. Sbiadato; di colore
azzurro.
Bibia, Tentennone, posa-pia-
no.
Bibiar, Indugiare; andar
lento.
Bibiezzo, Indugio, ritardo.
Bibioso. Tardo, lento.
Bichignòlo. luminello; a-
nelletto dove stufila il lu-
cignolo della lucerna.
— de le ampoline da mes-
sa. Beccuccio.
Bicoca. Stamberga; edifizlo
stanza ridotta in pessi-
mo stato. Se di casa in
campagna, dicesi catapec-
chia.
Bidè, (dal frane, bidet.) Ar-
nese di cui si servono spe-
cialmente le donne per la-
varsi rinfrescarsi.
Bigolante. Porta-aqua.
Bigoli. Vermicelli, chiama-
ti altresì spaghetti; 01a di
pasta da mangiare 4n mi-
nestra. Dicesi anche scher-
zosamente bigoli di baie
spropositi.
f
BI
B4g9ii In Mila. Cogli alid.
— Xe tufo del bigolo.
Tatto rotile è di un solo.
Bigòlo. Spranga arcuata; ar-
nese di legno arcuato da
porsi in ispaUa per portar
due secchie.
BigoHZo de viiu Misura di
due mastelli.
Biltri* Un niente. Detto ad
uomo^ signiOca yììe, dap-
poco.
Bimbin, Membro virile dei
fancialletti.
Bina, Piccia^ cioè più pani
attaccati insieme.
Bindolar uno. Agguindola-
re^ ingannare.
Biondo. Biondo ; colore tra
giallo e bianco.
— a r ultimo biondo. Al-
roltima galanteria ; col più
buon gusto.
Biribis. Biriblsso; certo
giuoco di fortuna che si
fa sulla, tavola, cavando a
sorte uno dei numeri o
delle figure.
Bisarin. Agnelletto.
< Bisato. Anguilla. Da noi di-
cesi anguilla quando pe-
sa almeno due libre.
-^ f emenai, eìoh fiumenal.
Anguilla fluviale. General-
mente tra noi dicesi feme'
nal quando ha il dorso ne-
riccio e il ventre bianco.
— • marin. Quello cb^è va-
gante per le lagune nel-
Bl
117
restate» e che ha del gial-
lo sul ventre.
Bisear. Cruciarsi Interna-
mente; sbuffare.
Biseolo. Altalena; sorta di
giuoco. Biciancole dicesi
quando si fa con una tra-
ve.
Biteotei. Castagne secche a-
venti il guscio.
Biiegar. Andare smuovendo,
cercando o stuzzicando.
-^ nel cuor. Commuovere.
Biseghin. Procaccino.
BiUra. Pisellaio ; luogo do-
"" ve germogliano I piselli.
iBisi. PiselU.
•— intrigar i 6i«j. Metter
torbidi, confusioni.
Bieiegolo. BoUettone, bise-
golo; strum. di bosso de^
calzolai per congegoare i
talloni.
Bisinela. Bagattella; p. es.:
ita bisinela de libro.
un libro si grande 1 ee.
Bislaco. Scomposto. Anche
bisbetico, stravagante, in-
consideralo.
Bisnono. Bisnonno, bisavo-
lo.
Biso. Bigio, cenerognolo.
Bisognar s bisogna e biso*
gnesto. Abbisognare, ab-
bisognato. Usasi bassa-
mente bia per sincope di
bisogna: bia che vada, che
vegna, ecc.
Bissa. Biscia.
itS
BO
Bitéa: a bissa. A sgMmbe-
scio« tortuosamente.
-« meterse la bissa in se».
Allevarsi la serpe in seno.
-»- de cavei. Anelli da^ ca-
pelli ; ricci.
< Bissabova» Turbine^ bufiera;
aggiramento di venti.
Bissèta. Bisciuola; piccola
biscia.
Bissona, Lungo baUello ieg*
giero a otto remi.
Bisù (dal fraac/ese pijou.).
Cosa galante^ ricca.
BkaeraTé Gbiacciwrare, cin)"
guettare.
Blitri. V. Biltri,
Bla blu* Turchino o az-
zurro.
— sangue blu. Sangue di
stirpe nobile.
i Bo. Bue; toro castrato e da
giogo.
-— andar drenlo per et be
e vegnir fora per la va-
ca. Si dice, di chi esce
dallo studio più ignorante
di prima. La univ. di Pa-
dova si chiama anche il
Bo per essere stato quel
luogo anticamente un pu-
blico macello.
--> co xe scampa i. bo se*
rar la st€ria. A usanza di
vìllan matto^ dopo il dan-
no fa patto. Prender pre-
cauzioni troppo tardi.
Boaria, Stalla da buoi; ca-
scina, ove tengonsi e pa-
BO
storansi vaoche, e dova si
Ul burro e cacio..
Boazza. . Buina, fimo o ster-
eo di bue.
Boba, Marciume.
— (temi, de^ pesipatori). Bo-
ga; pesce di mare del ge-
nere degli spari; ha gli
occhi assai grandi, per cui
lo ctdamaoo anche Qehio-
ni,
Bobò (voce fanciullesca). An-
dar a boba*, andar a ca-
valluccio, o a cavallo di un
Itgno*
Boea de lavo. Bocca di leo-
ne ; pianta che viene col-
tivata per ornamento in
quasi tutti gli orti, '
— da dama. Pasta dilicata
di mandGirle, zucchero e
uova.
-^ in eoo. Pesce dì mare;
uranoscopo , che neir U
stria dicesi chiaehiaj il
suo corpo è di stravagsgi-
te figura.
Bacai da pisso. Orinale.
Detto ad uomo, vale bab-
beo, minchione.
Bocalona. Ciarliera.
BocarolCé Uercorella, mer»
curiale. Quest* erba ha ^n
sapore spiac&v'oile, e fu già
U8at4 in decozione eoffi£
un forte purgante.
Bocassin . Gonnella usata
dalle donne Volgari per
coprirsi il capo.
BO
£0eheà. Boccìt svìvagntCa.
Boeheta de la camisa. Frap-
pa> gala; orn&meoto che
mettesi allo sparato del-
le camicie da uomo.
Boehie, Bocce,' o palle da
giaocare.
Boehin del lume. Beccuc-
cio. Anche il cafialcito a-
dunco ond^es6e Taqua da
un vaso.
Boccio. Boeciuolo ; flore non
ancora aperto.
Bocon. Boccone.
— un bon bocon. Un buon
affare.
— cura da slrupiai. Boc-
cone squisilo*
— a boconi. Cioè stracciato.
^- lor el bocon fora del
piato. Involare ciò che un
altro stava pròssimo a go-
dere.
Soconada. Boccata; tanta
materia che si possa in
una volta tenere in bocca.
— far una boeonada. Man-
giarsi tutto in una volta.
Bodai. Trippone, panciuto.
Bodin. Vivanda dilicata e co-
mune; dair inglese purf-
ding. Alcuni dissero Italia-
namente puddingo.
Bodolo. Uomo corto e gros*
so.
Bodriè. Cintura da cui pen-
de la spada.
Bogiaizza, Bollimento.
Bogiana o Scormiza. S^a-
BO
'«9
rabloa; pestee d^aqua dol-
ce simigliante alla sardel-
la ; a noi perviene salato
e ftimato dairAlbania, ove
si piglia nel fiume BoiO"
na.
Bogier, bogio. Bollire, bol-
lito.
— la bogie. Fa caldo.
— la me bogie. Non posso
contenermi.
— tuli sa quel che bogie
ne la »o pignata. Ognu-
no sa dove la scarpa lo
stringe.
Bogiessa o bogi^uo. Perso-
na crudele.
Bogio. Bollimento; bollitura
Bogior. Bollore; gran caldo.
Bogir. V. Bogier. .
i&o^non. Bubbone.
Boia. Chiosa; macchia grao-
de sul vestito.
Bolar uno. Gabbare alcuno.
Boldona. V. Dar.
Boldon. Sanguinaccio; spe-
cie di salame fatto col san-
gue di porco, iofusovi dei
latte e qualche droga.
Bolèi (term. di campagna).
Uovoli ; specie di fungo
che somiglia alPuovo.
Bolèla: eseer in boleto. Es»
sere indebitato.
— de la camita. Sporcheria,
o segno di merda al di
dentro della camicia.
BùHfii da Mere* Détti dai
Lombardi obiadloi; cialda.
lao
BO
pasta sottile in plecoìe for-
me ritODde.
Bombato. Bambagia.
— - itar viver nel boni'
baso. Viver quieto, senza
fastidii pensieri.
Bombej dir bombe. Dir co-
se lontane dal vero.
Bambina. Sorla di rete da
pescare, composta di fi-
nissimo refe di filo, con
doppie maglie per farvi
entrare 11 pesce.
Bompresso. V. Jrboradura
Bon. Buono. Anche quitan*
sa per ricevimento di ge-
neri.
Bonato. Bonaocio; persona
credula, di buona pasta.
Bonazza. Bonaccia; tempo
tranquillo.
Bondamàr ( term. del ma-
cellai ). Mela di culaccio;
uno de"* diversi tagli del-
la coscia.
Bondante (gergo). Fogna,
fossa delle Immondizie :
quindi mandar sul bon^
dante.
Bondiola. Mortadella.
Boneto. Buonino.
Bonigolo. Umbilico.
Boniman. V. Dar e Tor.
Bonorivo. Precoce, prima-
ticcio.
•^ levarsebonorÌ9Q.fìi buo-
n^ora.
Bon-paston. Buon pastrio-
cUmo.
BO
Bora (coìvo larga). Borea ;
vento forte di tramontana.
— (colpo stretta). Tronco
secco per uso di abbru-
ciare.
Boraehia.Y. Buraehia.
Borada. Colpo dato col cal-
do del fucile.
Bordar. Abbordare, acco-
starsi. Anche cruciarsi in-
ternamente; sbuffare.
— andar de primo borda.
Di primo tratto; senza
pensarvi.
Bordeh. Chiasso.
— andar in bordelo. In
pericolo.
Bordir, bordio. Abortire
abortito.
Bordizar (term*marinO*Bor-
deggiare; girar la nave or
d^unà or d^altra parte per
prender vento.
Bordo. Frangia o listai orlo
di qualunque lavoro.
— andar a borda { term.
marin.). Andar sopra Ui
nave.
Bordi (voce antiq.). V. Bor-
do.
Borezzo. Allegria.
Borida. Avanzumi, robe di-
verse di poco prezzo. Di*
cesi scherzosamente an-
che nel significato di mer-
da.
Boridon. V. Imbaio.
Borin. Vento leggiero set-
tentrionale.
BO
BO
lai
Boro. Uà soldo.
Boròf (dal frane, bureau)»
Specie di armadio oon rì-
' balta, che può servire di
scrivanìa.
Borondolo, Rotolo; spezzo
rotoodo.
Bor&a dei testicoli. Scroto.
Borsin. Borselliao.
Borio. Aborto.
Bosega, Cefalo di due anni.
Bosema. Bozima; intriso di
crnschéllo e di aqua, con
cui fregasi la tela quando
si tesse, per rammorbidar-
la.
Bosso. Bosso e bossolo; ar-
boscello notissimo.
Bota ( coirò stretta ). Bot-
te.
— esser in una bota de fe^
ro. Al sicuro.
— no se poi aver la bota
piena e la massera Im-
briaga. Non si può aver
gran comodo senza veron
incomodo.
Bota boto (coirò larga). Col-
po, percossa. Anche mas-
sa o nicchio di roba.
"^far iuto un boto ouna
bota. Vwe un tado, una
vendita senza regola.
— a9er bota. Aver boria o
pretensione.
— bota e risposta. iUsposta
pronta.
^* no ehiaparboia^ Non ri*
sentirsi.
Bota de bota salda. Di col-
po, di posta.
— in bota. Tostamente.
— bota da rider. Ribobolo;
celia, motto.
Bo targa. Buttagra; ovata del
pesce seccata al fumo.
Botana. Tela di cotone.
Botega: esser a botega.
Esser a segno di un af-
fare.
— far botega de desegnof
dor. Far bottega sopra n-
na còsa; cercarne astu-
tamente guadagno.
^ tegnir a botega. Allet-
tare le persone per te-
nerle vincolate.
-— meter a botega. Ingan-
nare.
Boti de campana. Tocchi,
rintocchi.
^- un boto, do boti. Unge-
rà, due ec.
Botizar. Suonar a tocchi.
Bo/o^o. Cefaletto. Anche tor-
so di formentone.
Botonada. Motto pungente.
Bovolo j bo90leto. 'Lumaca ;
> lumachetta.
— de TogMO. Ghirigoro, vor-
< tice.
— scala a bovolo. V. Scala.
— fato a b volo. A spira.
Bozzar. Abbozzare.
Bozzolo. Circolo, adunanza
di persone.
— far bozzolo. Radunar il
popolo per lo schiamazso.
10
laa
BR
Bozxan. Boceia grande di
vetro.
Braga. Legno che si pone
y ad unire le commessure.
Anche allacciatura» ripa-
ro di pannolino che usa-
no le donne.
•— d0 le porte o fenestre.
. / Gontroiorte ; arnese di
ferro per serrare più for-
temente ie porte e le fi-
nestre.
Bràgheue. Calzoni, braches-
«e.
— - portar le bragheue. Di-
cesi di donna che padro-
neggia. *
— a braghesse ealae* Som-
messamente.
BraghierJinchìere, sospen-
sorio. Anche faccenda, im-
piccio.
Brama el loco. V. Toeo»
Brancada, Manata.
fronciM. Pugni pieni di mo-
neta altro.
Branein, Pesce di mare.
Quando è piccolo i pesca-
tori Ib dicono baicolo.
Branda, Letto pensile ad
uso de^ marinari.
Brasa. Bragia; fuoco senza
fiamma che resta nelle le-
gna abbruciate;
— esser sU le brase. Spa-
simare d^impazienza.
— vegnir le brasesulmu»
fo. Vergognarsi, arrossi-
re.
BR
Brazzaoòlo: a brazzOeòlo,
Strignersi abbraccioni.
Braxzah Bracciale.
^razzalefo. ArmiUa, girelli^
cerchietto in ornamento
del braccio.
— da muro. Ventola, brac-
ciuolo; arnese che si ap-
pende alle pareti per uso
di sostener candele.
Brazzar, Abbracciare.
Brazzera, Barca che porta
due alberi con vele qua*
dre , e va anche a remi.
Brazzo, Braccio.
— cagar a brazzi. Cacare
aU'aria.
Brazzoler. Canna da misu-
rare.
-^misurar tutisulsobraz-
zoler. Giudicar gli altri si-
mili a sé.
Brena. Briglia o freno.
Brentana, Fiumana; aqua
^ grossa.
Brente la. Gora; canaletto
V dMrrigazione per le cam-
pagne.
Brespa (idiotismo). Vespa.
Brieòla: de brieòla. Obli-
quamente. Aver una cosa
de brieòla. Averla indi-
rettamente,o per modi Ina-
spettatL
Brincar. Afferrare, ghermi-
re, prender con fona*
Brisiola. Bragioola.
— ooffar la brisiola. Vol-
tare il discorso.
BR
Britiola vegnir le brUMe
sul viso. Arrossire.
' Britola. CoitelliDO.
Srivada, (term. marioare-
8Co). Abrivo.
-» chiapar una brivada.
Partire impetuosamente.
yBroca. Piccolo cliiodo. An-
che vaso col beccuccio per
versar acqua.
— da careghe. Borchia.
•-« de mastelo da pin. Broc-
co' o segno.
— de garofolo» Bulletta di
garofano; fiori in boccia
seccati di una pianta aro-
matica chiamata dai bo-
tanici Caryophyllus aro'
maticus,
— sora la braca. Oltre
misura.
Brache ta. Bnllettina. Dlcesi
da noi Brache la anche
al chiodaiuolo.
Bracalo, Cavolo nero; tallo
del cavolo quando accen-
na di fiorire.
— romano.Varietà del det-
to cavolo.
Brodo tira. Brodo stillato.
— lango. Lungheria.
Braente. Bollente.
Broetin. Brodetto; vivanda
di uova dibattute con bro-
do con aqua.
Braeto. Guazzetto.
- — - dar un btoeto. Bastonar
uno.
< Broh. Parco; luogo pian-
BR
ii>
tato d'alberi fruttiferi vi-
cino alPabitazione.
Brombala. Salsiccione fatto
a palloncino che mangiasi
cotto. Anche bolla che fa
Taqua quando piover
Brombolo. Suffumigio; sto-
la che si fa alle botti per
purgarle.
Bronza. Brace; carbone ac-
ceso. Da noi dicesi 5rott-
' za anche il fungo della
lucerna: moccolaia.
-— coperfa«Aqua-cheta, sop-
piattone.
Bronzin. Pentolino di bron-
zo.»
Brasa (coivo larga). Brina;
*^ rugiada congelata.
— (coirò stretta). Bolla; e-
scara.
Brava, Generata, ranno.
Bravar. Scottare coiraqua
bollente.
— restar bropà. Restar con-
fuso, mortificato.
Brufolo, BoUicelIa, pusto-
letta.
Brugna. Prugna, susina.
Brula. Canna delle sabbie;
è perenne nelle spiagge
arenose dei nostri lidi.
Viene impiegata per far
foni. NNella Casa, d'indu-
stria in Venezia ìri lavo*
ratio con questa delle
stuoie fortissime.
Brun: un bianco e un
brun, un tanto per
ia4
BR
un. Ognuno paghi lo scot-
to.
Brunbrun (voce fancfalle-
sca). Bómbo; bevanda.
BrUo* Brodo.
— andar in bruo, V. Jn-
dar*
Brusar , bruià, Abbracia-
re^ abbruciato.
— la me brusa.Cìò mi doole.
— el pagion . Abbandonar
Taffare; allontanarsi sul
punto di dover pagare.
Brusarol ( term. di botani-
ca). Cresta di gallo.
— vender bru8à. Vender
presto, con facilità; Come:
sta roba la se vende 6rti-
sada.
Bruscandoli, Luppoli. Le
tenere cime di questVrba
sono bOone a mangiarsi;
I frutti hanno un sapore
amaro.
Bruscar le vide. Pota>e le
viti; farla potagione, cioè
tagliare i rami inutili e
dannosi.
— ipanl.RImorndarei paniìf.
Bruschin. Scopetta di seto-
le.
Brusco. Pustoletta.
Bruseghin. Invidiuzza^ ran-
core.
Brusor. Bruciore, pizzicore.
Brustolar, brustola. Ab-
brustolire, abbrustolilo.
— et eàfè. Tostare., ab-
brustolire.
BU
Brustolar i oseleti. Afobru-
stiare. *
Brustolin. Tamburino; stru-
mento per abbrustire il
caffè.
— saver da brustolin. Sen-
tir di leppo; del fumo
che esce da materie ac-
cese untuose.
Brustolini. Sementi di zuc-
ca abbrustfate.
Bruta' copia. Minuta^
Bua. (voce fanciullesca) Ma-
le picCiolissimo, picco-
Io segno di male.
Buba (voce fanciullèsca). Il
lume acceso.
Bubana. Kagona, abbon-
danza.
Buco le. Boccole ; sorta di
orecchini.
Bucolo, Bìccio, ricciolino.
Bude là: sia budelà! Sia
maledetto! '
Èudelada! V. Buzarotìlxt.
Bue lo. Budello.
— zen tu. Intestino del vi-
tello.
— esser buèl ligà*y. Esser.
Bufi. Sgonfietti ; ornamenti
donneschi che hanno Tap-
parenza di code gonfie.
Bufonada. Buffoneria.
Bufolo. V. Can.
Bufonarjfar bufonae. Cor-
1)ellaré; mancar di pa-
rola.
Bugada. Bucato, liscivia.
Buganza. Pedignone, se ai
BU
piedi ; gelone» se in altra
parte.
Buia, (voce puerile) V. Buz-
zolà.
Bulada, Brayata, sopercbìe-
ria.
—* in credenza. Affettazio-
ne di coraggio.
Bulegamento, Brulichìo.
Bulegar. Brulicare, muo-
versi leggermente.
Bulezzo. Aria franca ^ da
buio.
Bulgaro. Vacchetta;, cuoio
di Bulgaria.
Buio. Vagheggino 9 bellim-
busto. Anche bravaccio.
Bvrachia. Borraccia; fia-
sco di cuojo che usano i
riandanti.
Burachioto. Bariletto ; pic-
colo vaso a foggia di ba-
rile.
Burata- /arino.$taccia-bur-
ratto; giuoco fanciullesco.
Burataora. Dicesi di chi
parla male ed in fretta.
Buraiar. Abburrattare.
BuraMa. Gecolina ; an-
gttiUetta sottile, che non
pesa più di tre oncie.
Burela. Palla o pallottola
da gjuocare.
— de la spala. Osso.
— del zenochio. V. Rodèla.
Busa del leto. Covolo; Tav-
vallamento che si fa nel
letto da chi molto vi gia-
ce.
BU
25
Busacola. Apertura nel ve-
stito.
Busegatolo. Bugigattolo.
Buseta dei abiti. Ucchiel-
lo, affi bla tura.
Busia,^ Bugia. — Strumento
per adattare una cande»
la. Busta noi chiamiamo
quel filamento cutaneo
che si stacca presso Tun-
ghia delle dita: pipita.
Busiaro. Bugiardo.
Buiichio. Ginepro; frutice
s[ odoroso^lecui coccole han-
no un gusto aromatico.
Busilis: qua sta el busi"
lis. Qui sta il difficile.
Businar. Bucinare; andar
dicendo riservatamente.
Businèlo[ierm. mar.). Bon-
duelli ; alcuni pezzetti di
legno impiombati alPe-
stremità degli stroppoli
di bozzello delle sarchle
nell'albero di maistra.
Buso. Buco.
— de l'ago. Cruna.
— del naso. V. Naso.
Buson. Buco grande. Detto
per bassa ingiuria, baga-
scione.
Bussola. Riparo di legname
che si pone dinanzi Tu-
scio per difesa dentaria.
Bustina. Bustenca; vestito
con che le donne copro-
• no il petto nella lunghez-
za del busto.
Butada: qualche butada:
136
BU
Qualche volta; tratto trat-
to.
— la va a butae. Va a mo-
menti.
— in una butada. in un
tratto.
Butar uno in pozzo. Ac-
cusarlo^ opprimerlo, met-
terlo in pericolo.
*^ col culo in 8u. Metter
sossopra.
— hutarse de logo. Fare il
generoso^ anche Io sgua-
iato.
— ci 80880 e 8eonder el
brazzo. y. Sa880»
— «f spolvero nei oehi.
Far travedere;
— via li88Ìa e saon. Ado-
perarsi inutilmente; per-
dere il ranno e il sapone.
-^ una parola. Arrischia-
re una raccomandazione.
— ' le bave. Sbuffare d^ira.
— zo una carta o altro.
Alla buona.
— al ro880, al verde ec.
Tirar al rosso, al verde ec .
— ben. Render utile; rie-
Bcire a bene.
•— butarla iti so {don {.Spie-
garla chiara.
BU
Butarla in padovana. In
buffoneria.
Butirante. Burraio.
Buio. Bottone, germòglio.
Viticcio quel rimessitic-
cio che fa la vite da pie
del tronco.
Buzara. Inezia, frascheria.
— vegnir su la buzara.
Saltar la mosca.
— la buzaraì Capperi!
— far buzara. Gomqoietter
falli.
Buzarada! Cospetto I
•— sia buzara t Sia male-
detto !
Buzarar* Frodare, ingan-
nare. Anche usare il coi-
to. 1^
Buzaron da uà. Scaltro,
furbo, mascagno.
Buzaro, buzareto. Dieesl
per ischerzo di qualche
oggetto assai piccolo.
^tizzo/à.' Ciambella fatta a
foggia d^anello.
— forte. Confortino.
— da testa. Cercine; rav»
volte di panno di forma
circolare che si pongono
in capo coloro che porta-
no pesi in testa.
ia7
G
Cà, (voce antiq.) Casata ;
per es. cà Corner, eà
Moeenigo. Dloesi in ger-.
go de eà Giopanelli per
significare persona giovi-
ne ; de eà Grimani per
vecchia; de eà Duraxzo
per avaro.
-*- del diavolo. L^inferno.
— ' un eà del diavolo. Un
gran tumulto^ un rovi-
nio.
-— eà de dia, de diana. Per
' distia! esclamazione.
Cabulon, Bugiardo, raggi-
ratore.
Caeafonia, Cacofonia; mal-
suono nelle parole o nel-
le voci.
Caeàssèno. V. Cagon,
Caco. Sempliciotto.
Cacomiro. Omicciatolo; uo-
mo di poco spirito e di
poca fortuna.
Cade : che cade 7 (man. an-
tiq.) Che importa?
Caena. Catena.
*- del relogio. Catenella.
Caenazzeto . Bandelle ;
r spranga di lama di forre
da conficcare nelle impo-
ste d^usci ofinestre, finta-
ta in anello che si mette
nell^arpione.
Caenazzo* Catenaccio. Ad-
y che beccaccia marina; uc-
( cello palustre poco sti-
mato.
Cacto. Canestrino di pesce
od altro.
Cagadonao. (voce antiq.).
Cattivo soggetto.
Cagae. Gacherie,affottazioni.
(pagaor. Cacatoio.
Cagar, caga. Cacare, caca-
to.
— a arazzi* Y* Brazzo^
^ ghe cago: non ci penso.
— sul muso. Mancar diri-
guardo.
— in mastela. Esser in pri-
gione.
— eagarse a dosso. Far fia-
sco o impaurirsi.
— sul cagar dei polastri.
Alio spuntare del di.
— caga e spuà. V. Spuà*
— far cagar el seo. Far
cacare le lische, o paga-
re il fio.
<-* far cagar i aseni per
forza. Confortare i cani
alPerta; spingere uno a
fare una cosa ch^è di sua
malavoglia.
Cagariola. Dissenteria.
Caghete. Saccentino. Anche
cacazibetto, ganimeduzao.
138
CÀ
Cagia. Quagliato, coagala-
te; dlcesi tlel latte.
Cagnara. Ck>sa cattiva o
sconveniente. Anche cor-
belleria.
Cagneto, Gagnolino; picco*
lo cane.
Cagnia. Lamia, o squalo
cane; pesce buono.
Cagnin, Canino.
— Carezze connine. Carez-
ze crudeli.
Cagnol da calze. Canno-
netta, bacchetta.
Cagnaie to. Pesce di mare;
ii più piccolo del genere
dei cani.
Cagnon. Cagnaccio.
Cagale. Cacole.
— dei oeM. Cispa; umor pi-
tuitoso che cola dagli oc-
chi.
— far le cagale magre.
Mangiar poco.
C(i£jfona.(voce plebea).Ubria-
eatura. Anche paura.
Cagan, Cacacciano ; uomo ti-
mido, vigliacchissimo.
Caia. Spilorcio.
'^ emdar in caia. Andar
mancando.
Caichia. Caviglia ; la fiarte
sotto fi malleolo o la no-
tìe del piede.
Caichia. Gaicco, schiffo.
Caileto. Cataleto.
Cain, Catino o catinella.
«« cigar cain, Guaire, la-
mentarsi.
C A
I Calabraghe. Coneina; giuo-
co di carte detto anche
calabraghe da Calabria,
dond'è venuto il giuoco.
Calada. Scesa ; strada in
^ pendìo.
Cato/tn. Farfalla. Anche gio-
vine elegantamente vesti-
to: forse dal greco calas
(bello).
Calamar. Calamajo. Anche
pesce di mare. V. .^e-
pa. ^
Calamari solo i ochi. Oc-
chi sbattuti.
Calamier. TariCfa pei com-
mestibili.
Calandria. Calandrella ; det-
ta anche allodola di pra-
to minore r canta soave-
mente.
Calandro. Archipenaolo. j
strum. coi quale i mura-
tori aggiustano il piano
decoro lavori.
Calandran, Omaccio, uomo
lungo e grosso.
Calar e crescer de Vaqua.
Marèa; flusso e riflusso
del mare.
Calar le afe. Sbaldanzire,
umiliarsi.
— le braghe. Darsi per
evinto.
Calcherà, .Calcara; forno
calclnatorio.
Caldarer. Calderaio , ra-
ffliere.
Caldariola. Galdtfuola.
/
\
e A
G A
V
Caldiera. Caldina.
Calegher, Calzolaio. '
Caiende greche' ?. Jndar.
Ca/era. Donna vile,cfariiera.
Caleseia. Strada strétta^ ri-
eoletto.
-* del Uto. Stretta del letto.
Caìiéò, Tela 'bambagina fl-
nlssima^ vergata o colo-
rata a maniere diverbe^
eh^era in moda tredl'an-
ni fa per nao di abitf don-
nesciil.
Gaiigo. Nebbia.
— filar caligo. V. Filar.
Càliison de pòìaetro: Pol-
pa di polio. '^ '
CeMzmuf. Fnligtfte; '
Calo. C^llo; pelle indarfta.
— far el calo. Far 8op^*os-
80. iSLflSBefiirel.
Calorna (tentf . mario.) Car-
iMra; fune ehe serve fier
alzar la vela.
Calota. V. Galota,
Colto d^armer. Catella;
8comparliinefito di un ar-
madio;
<3altfiiiàr.AlluiiQiftre^gbàtare.
— ( term. marln. ). Allen-
tare adagio àdtfglOL —
-« ciUwneirH drio a tiHo.
Catersi dletro.^ •
Caixador. Gakatoja; quel-
la striscia di cuoio con Cui
l caliEOial ealzano altml
le scarpe.
Coize^ Calzette. CMamasi cal-
zino' 'qne^ «he giaiige
129
soltanto alla metà dello
stinco.
Calze a eampanela. A pen-
zoloni.
Calzeia. CatteetUHo.
CalzinazzOi Calcinaccio ;
' pezzo di calcina ^tato In
' opera nella muraglia e
risecchito dal tempo, An-
che malattia.
Camaroto. (term. marln.)
Garzone di bordo.
Ciimheloto. Gfambellotfo; te-
la fatta di ptl di capra
' o di cammello.
CatnMe. Percàle; tela di
cotone fina.
Camin. Pìtmalodto; torret-
ta del camino.
— < cosse da' contar solo el
eankn. Vane e senza so-
stanza.
Càmisa. Camicia.
-^ afoer la eamisa sporca.
Essere In difetto.
— aver W camisà 4ieta.
Ai/^ neife' la 'coscienza.
— fórbirse co la edmisa
' deiaìtH. €Avàt b casta-
' 4rk colla sieimpa altrui.
^^ nàsser eó la eatniseia.
Nascer ^blf^mnio, secon-
' 'do- gli ahalòmiel; crederlo
dalle fèmlne un segnò di
fortuna.
^ stì/'ànié più la ettintsa
del zipoH. Più vicino è
il dente^'cfae ■ nessoti pa-
rente; vale^ che s^hà più
11
So
C A
X
riguardo al proprio che
alPinteresse altrui.
Camisa a òrum eamlsa, Io>
provvigamente.
— meza-camisa. Messeri-
nò; povero geoUlttomo.
CamisetQ, Baverina; quella
che alla donna riesce dal
collo e si rovescia- suUV
hUo, fatta di velo^ loos-
solina o .simili.
Cmnisiola. SOtto-veste.
Camito, Colmo di un cari-
co di merci.
Cùmpcignole. N^voo»iTape.
Campagnolo» l^ecip di fun-
go; campignuolo...,.
Campafiato. Assai sordo*
Catnpdnèh da, la banda.
Padiglione chinese ; . stru-
mento musicale da per-
cossa. Gampanaccio; quel-
la campana che mettesi al
collo degli animali da fa-
tica.
Campeio. Gampicello.
Campiei^ro. Piccolo campo.
-— eampie to^eampie letojec.
Sorta di divertimento u-
sato per baloccare i fan-
ciulleUij,' movendo loro le
dita delle oianL
y CamÙ2zon(gergo).Prigione.
Can barbin. Cane barbo-
ne cane romano.
-^ bolognin o bufofq. tfof-
felino^ ,qiascheriiio. '
r-^ do bQrid(h. €99 frqga-
toire.
ìli
Ck
Can da eaxza. Cane cac-
ciante.
— aatoro. Uastiao, alano.
^. da vita. .Molosso.
-^ levrier. Brachetto. .
^ dapagiaro, Guarda^pa-
glifijo ; cane da contadini.
-*- negro o can da denti.
P.esce di mare dei gene-
re degli squali.
-^ star da can. Star mUe.
— esaer ai co». Esser ar-
so o povero in canna.
— roba da ean. Cosa cat-
tiva* . . ,) , -
— far da ean barbin. Far
il portatore.
— far el ean da burebiò.
Far; HnnamoratOj lospa-
.>(Simante.
— ean ehe $braja no tnoT'
sega, Can che latra poco
morde; e figuratamente:
Chi fa molte parole fa po-
chi fatti.
-^ can no magna de eati.
. Il lupo mangfa ogni ear-
ne e lecca la sua : non
. danneggiarsi Ora kileres^
.^satl. ./ ...
— tutiiemimena Utcóa,
e tuH eogUmi.voi dir
la soa. Chi fa.lacafia in
piazzi^ o ella è alta o el-
' la emessa.
Cana da etuar le Icunpe-
de. Soffione. . .
-rr: 40, ȓir0legM. Cerbotta-
m^, spe(4e 41 «inna fot-
CA
Ui di latta, eoo cui git a-
strologhi parlano agii o-
reeehL
Coma de ia gola. Cani^,
stroan.
— de organo. Tromba di or-
gano.
— del condoio. Doceione da
cesso.
— del fonnenlen. Stelo o
fusto»
-^ del oamlti. Gola del ca-
mino.
-^ de zfMaro, Gannamele.
-^ àbuia. Uomo 'v«oto di
senno.
Conafr tico. Calarabuco; le-
gno che viene dalla Chi-
na.
Canachion. iStromento da
tre corde suonato dà* vii*
lani.
CanapMo. Signorino ridi-
colo.
CofMT. iHcannaèciare ; fa-
sciar cbeechessfa in modo
che «tia diritto come una
canna.; Quindi abito ea-
nd, cioè troppo stretto.
Canarona, Canoerone; rosi-
gnolo di padule.
Canatin. Canutiglia; cioè
argentO'o! oro lavorato da
ricamare.
CkoMon^ Y. Ff/rmiglion.
Cancrena. Gangrena.
Cand^/órorCsIndollara o'can-
-d^ls^; festa delia Pari-
ficazione di' M. V»> nel qual
GA
i3i
giorno si benedicono le
candele.
Candta.'V. Esser.
Càndioto. ( gergo } Povero
in ca^nna.
Càneia de la regina. Can-
nella regina; cinnamomo.
Usasi talvolta per escla-
mazione : A vu Canela t
Canelai. Spezierie ; mescu-
glio d^aromati in polvere
per condimento de^cibi.
— dar un canelao. Dare
un panciccio ; sporco at-
teggiamento che si fii al-
lungando il braccio, sini-
stro, e battendovi sopra
al mezzo con forza la manf
destra.
Canèo. Canneto; luogo ove
^ crescono le canne palu-
stri.
— ficarse in canèo. An-
(folrsi a nascondere.
Canesirel. Ligustro; fruti-
ce che nasce fra le siepi;
ha bacche nere, molili a-
marissime,che danno una
tinta turchina, e col sol-
fato di ferro danno un ol«
timo inchiostro; i rami ser-
vono a far gabbib d^uCCél-
il, ecc. .
Canesfre ^OkPÌCdoIocanestro.
Anche sortaci conchiglia:
ostrica-pettine. Ve. u? ha
de paluo e de marj la
prima è migHorO' a man*
giarsi.
i5a
C A
Cafièta, Cannuccia; picepla
canna.
/ Caneva, Cantina ; cellajo do-
X ve si (ie^e per Io più il
vino,
Canevazza. Canevaccio; té*
laccia di canape.
— d'oro e d'arzento. Broc-
cato» o drappo tessuto d^o-
ro od^argento.
Canevela» Canapina: tela di
canape,
Can^cer. Cantiniere.
Caneveta. Salyafiascbi; cu-
stodia di legno per le boc-
cie.
Ca^evina. V. Canevèia,
Caìnevo. Canapa dic^ la
^ pianta; canape la corda.
{Gherardimy
Canochia^ Capnocchia; picc.
granchio marino a coda
lunga articolata. E detto
ad uomo, vale lanternu-
tOj secco»
ComL V. Cagnqh
Canoto. Cannella della bot-
te.
-^zipolo. Quel legnetto con
cui si tura la cannella.,
Canon^ and^r de canon.
Evacuar^ rapidapiente.
Canonada. (metaforicamenr
te) 8painpana|a.,
CantQffirq,. Cantilena nojo-
sa; tantafèxaj ragionare
lungo.e ncjoso.
CanlQK da leeo* Cro^hia-
re; dicesi del suono che
CA
I rendono lecose fesse qutn-
,do vengono percosse..
Cantar in faUeto. Cantare
iti voce falsa» cantao» in
^ quilio ; il cantare ia acuto
che fanno gU ucmbìoì Imi-
tando la voce feminHei.
— el Timo a Pilato. Esser
morto.
— la nana. Cantar la.talen-
iella cullando 1 bambini.
— las$ar che i canta, Jjk-^
sciar dire e tener Ceraio.
Pipasi io» gergo cattar
de' rei cheooi^essanal lo*
ro delitti.
Coì^ tarar. Canlozzaro; caR*
ticcbiare.
Cantarela. Pesce di mare
che assomlgHa alPorata^
Cantaro. Pitale» canten);
vaso da riporvi gli escre-
menti del. ventne.
Cantinela. Asse sottllej da
y coprirsi- le Wpatcatiiiie.
Cannona. Angolane.
Canionaié Armadietto fatto
;.a triangolo^; posto In un
canto di stanza. Canto-
niera.
Cantoncin, Cantuccio.
Canuo. Canuto. .
Cdo* Capo« Avelie .cavo .di
corda. . »
•— 4a Iti mj^io. Pandolo:;
capo.f deUà ; matassir^ «he
si lega per: trovarlo. > >
— iresu> e molo. Tristo»
guidone.
GA
Cao fh tele. Fior di latte.
— de pene* Cfta«8lro di
^sce.
-r Im coft. Da.lOQgL
— in cao de 4anlo.'. Dopo
titanio, tempo*
-T 6<tn eoo. Cattivo sog-
getto.
-r,.t«8i»tr a cao.Siippora-
re, veoir&Uaflae*
— dar et cao in man. Dar
appiglio, dar oceasione.
Caopian, (term. mario*) Ca-
vo piano viradore ; fu-
ne elle serve a salpar Tan-
Cora»
Caorio, GapitomMo; t'an-
dar nuotando per qual-
che tratto sott^ aqoa*
Caorlina. Piccola l>arca^ di
costrusione originaria di
Caorie.
Co/Qrlo. Cavolo; erbaggio
V vjangerecdo. Ve n^ha di
più specie, cioè: cappoc-
cio« fiore, ràp^r romano,
bastardo, bro<>colQto, la-
sagnino, nero« verzotto oc.
Cao%tèlo. Cefalo di un an-
no, di scaglie minute.
CoMiorto. Beecaformiche o
stortQCOllo ; uccello gros-
so . come iPallodoia. Diel
Friuli e detto Formigk^r,
Cc^a,;. Concblglla, di. varie
— - U^nga marina. Ganno-
ticchio. SoUn eiUqua*
•— Umga nostrana. CoUgl-
C A
i35
laecio: Soltn ve^gina. Di-
oesi anche da dea, perdiè
scavala colie mani dalla
sabbia»
Capa tondfL Tellina a cuo-
re; aBra conchiglfa scana-
lata,
-^ eanta, éonchlglta sca-
nalata; da' pellegrini. *
Caparozzoli. Specie tH tel-
line liscie.
Capar j far ie cape. Ciuci-'
schiarè le estremità delle
vesti donnesche, e ridur-
le a figura di capa i> con-
chiglia bivalve.
Cangiar, (term. marìn.)
Mettersi alla cappa ; chla-
dere tutte le vele, eccetto '
la maestra, e fermarsi col
bastimento.
Ceipeler. Cappellaio.
Capelèìi. Cappelletti si di-
cevano alcune milizie ve-
«eie a cavallo.
Capèto a' labt^Hvar.CSi^ '
penino con ali distese tt-
sato anni fa dalle dttnne;
cosi detto perchè Imitava
quello che soleva portare
Il generale BOlivar -, do-
minatore deiPÀmerlca sei-
itentrionale.
«-•a tre veniali, a tre
tempi. A Ire pieghe; cap-
pono col pipplo.
— . da satiHbrazzo. '8ch1ae-
. 'dna; cappello achiaoeia-
to, che usavasi poH-*.-*
t34
Ck
sotto Paseella àfnlslra per
galanterfa.
Capèlo de itele* Cappello di
brocioli; cioè di qaelle
falde, sottili die trae la
pialla pel ripulire illegna-
me.
Cuba del capelo, Gocuziolo
del cappello.
— • (arde capelo a uno. Mo-
strargli rispetto.
— a ehi ga testa no man»
. ea capelo. Chi ha cer*
vello, in capo si sa ap-
procacciare,
-— portar el capelo alto.
Chi ha la coscienza pura
non teme.
Caperi in eaUa. Capperi ;
pianta erbacea, li botto-
ne o la boccia del fiore non
è buono die confettato in
aceto e sale.
Capilèr. Capelvenere.
Capitnento. Intendimento.
Capitelo. Altarino,, taber-
nacolo.
— zogar al capitelo^ Fare
Taltarino.; pas^tempo de^
fanciulli.
Q^on. (temi, raarin.) Ga-
plone. Dicesi di certi pez-
zi di legno cbe formano
una parte del .castello ^di
poppa di pTua^
Caponèra, Capponaja/stia ;
gabbia grande ove si ten-
zona I polli per ingras-
sarli.
CA
Caponeto. CapponcelYo; pic-
colo cappone.
Caposoldo. Capisoldo; tìò
che si aggiunge al soldato
benemerito sopra la paga.
Da noi inteiidesl anco nna
pensione alle vedove o fi-
glie di militari.
Capotin. Specie di mantel-
linonsatadalle donne, che
coopre loro le scialle. *
Capoto* Kantéllo da mari-
naro«
— de capoto. Affatto^ inte-
ramente.
— dar capoto. Mancare al-
rimpegno. •
Capurion. Capo» fautore,
guida.
Capuzzo. V. Caorlo.
Caraguol. Chiocciola , cosi
détta dallo spagnnolo Ca^
racot. Distibguesi Cara-
guol longo de laguna j
Caraguol tengo de mar:
Caraguol'tondode lagU'
naj Caraguol tondo de
mar. QuesruUimo none
buono a mangiarsi. Ca-
raguol cbiainasi anche
una specie dì flore, cioèit
fagiuolo d'India $ fiore di
una pianta dd generosi
fagiooli. - ^
Caramal. V. CaUmar. ' ^
Caramel. Candito ; frutU
poste nello zneoherc^ cbia -
I rito e àirultimo grado di
I caodtura. '
GA
Caramélar. Candire.
Carampia. Crima» bruita
vecchia.
Carantan. La sessantesima
^ parte di un fiorino ; In te-
desco dicesi kreutzer
Curatelo, Vaso cerchiato di
fèrro di legno l>er tener
\ino.
— sQver da earatelo. Sai*'
per di secco; dioesi del
vino quando sa del legno
della botte.
Caravana, Carovana.
-^aver fato le to carapone.
Averne fatte di belle.
Carbonazxo. Saettone; sor*
ta. di Mrpente di color
verde.
Carbone la o Carbonina.
Polvere di carbone^, o car«
boni minuti.
Carega. Seggiola da earex,
X carice, di cui si tessono le
8^giole«
-— 4apozo* Sedia a brac^
duoli.
— da parto. Predella.
Careghtta,\* Conxa^eare»
ghe.
— far caregheta. Tratte-
nersi a lungo conversando.
y Carer. Carrajo^ che fa car-
ri.
Careeina. Carice delle rive;
nasce lungo i fossi* Con
questo carice i villani for-
mano seggiole. € stiieje>
vestono fiaschi^ ecc. * <
G A
i5S
Carezada. Botafa; quel se-
V gno che lascia la ruota
nelle vie.
— fora de carezada. Cioè
fuori deirordlnarlo.
Cargadura. Affettazione.
Cariega. (Idiotismo) V. Oo-
rega.
Carigolo» Che vende a caro
prezzo.
CarioL Tarlo. Carolo è una
>/ malattia del riso in erba.
Da noi cniamasl Carlo! o-
gnl sorta di carie.
Cartola. Carruola.
-— esser in cartola. Star
sulle cinghie^ dicesl di U(^
mo malatUcck).
Cariota, intarlato.
Carmfn. Carminio; polvere
di un rosso bellissimo per
miniare.
Carname. Carnaggio; ogni
sorta di carne da mangiare.
Carne. Dlcesi anche Carne
per carnagione.
-— mata. Morta» ammortita.
— stopoM. Tigliosa.
-*• wrzelada. Vergata di
grasso. V. Ferzelà.
— d0 tomp6ZZ0.Capne;d^Amì-
pezzo ; carne di manzo sa-
lata e condita, che porta-
si dalla terra d'Ampeazo.
»* veehia fa bon brodo.
Carne tirante fa buona
fante.
— co la carne vtfin ■ ftu-
' . stOfVanemaviengiusta.
i56
CA
Quando ano inv«ediia> si
. dà al bacchettonismo.
Cameiin. Carnicino s c<rior
. . di carne.
Camizza. Traliccio; sorta
di tela rada di Uno.
Camtizzo.GariiÌ6Cio; scarni-
tura; quella carne ohe si
, scarnisce dalle pelli con-
ciate.
n; Cara: un paro de legna.
f' Una carrata; quanta roba
è ^. unsi volta portata da
^ un carro.
— penezifm^ Misura per fie-
no e legna da foooo; con-
tiene cinque piedi rame*
ti quadrati*
Caroha. Carruba.
Carobera. Cosa antica in
pessimo stato. i^
Carognezzo. Miseria, sudi-
ciun^e.
Carota, y. Pe^tenagia.
Carozzer. Carrozzigo; cbi
fa carrozze.
Carpano, carpino; albero
d^alto foistoj che serve a
far spalliere ne? giardini.
Carpeto» Gonnella.
Carta eemagia^ V. Cerna-
già.
— iogrinada. Carta lavo-
rata ad imItazIoBe del
9agrin^
•^ wghtìra. Carla sugante.
— bergamina. Pergamena^
carta, pecora»
-«« geografica. NeL dialetto
C A
non fli fanno le seguènti
ittsfinzloni: ^eo^o&aill-
cesi quella in cui è de-
. lineata gran parte del glo«
bo; oorografiea descrive '
una provincia; topogra-
fiea un paese & un dato
luogo« Carta marina di-
cesi la carta marltHma.
Catta, e'orfa confa erftofi
dorme. Le scrittore e non
le parole assicurano i di-
ritti.
Carfa&on. (temié de* fale-
y gnaini)QaaplabuoDo;stni-
^ mento che «er^e per la-
vorare di qtiadro.
Carie da zogo. Cartine da
giuoco: I segni chele di'
stingùoao sono ì pkxhe,
fiorii quadri, euorf; o ba-
stoni, spade, coppe e de-
narL
-* far le earie. Mescolarle
e dispensarle nel giuoco.
Carter, Cartajo chi fa car-
ta; cartolaio chi la vende.
Cartin. Carticino; due pa«
gioe di OD libro che' si ri-
stampano per matàrvi
qualche cosa.
Cartoline de dolci. Cartuc-
cle con pastiglie doid.
Casa senza sol. Casa posta
A a tramontana.
'^muta* Famiglia ricca sen-
B^apparenza.'
^ apeplan. A pian terreno.
>^ in soleri fnsolajo.
e A
Cmalin. GasnUngo, casaree-
clo.
Cosatela, Cacioliao ^ ra-
veggiuolo; piccolo cacto
schiacciato io forma tonda.
Cascar, casca. Cadere, ca-
duto.
— cassa ve cascai Cosa vi
accade? od anche: cosa vi
occorre?
— et ghe casca ben. Gli con-
viene ; gli va appun-
tino.
— - in pena. Cadere in multa.
'-^ le ale i brazzi. Av-
vilirsi.
— da la paèla su le broe
46. Schifando un male, in-
correre in uno maggiore.
Caselanie. Ricevitore del
lotto.
Cosilo. Ricevitoria del Jotlo.
CosUtr* Chi la gran caso di
ogni menomo che.
Casnà, Voce turohesca^ che
vale cassa, e da.noi s^'n-
tende denari.
Casolin. Probabilmente da
Casearius, venditore di
formaggi.
^y Cason. Tugurio , capanna
contadinesca.
Caspita f Capperi!
Cassabaneo. Cassa-panca ;
cassa fatta a loggia di
panca, sa cui anche si
siede.
Cassa de i^anelo. Gastone ;
quella |»arto dell'anello ,
C A x57
dov'è posta e. legala la
gemma.
Cassa de f\K>hio. Ocohii^B.
— de relogio da muro.
Guarda-eorde.
— star in coesa. Tener il
cervello a bottega.
Cassila. Cassetta.
Casseiaa. Tramoggia; la-cas-
setta quadrangolare in
. forma di aguglia voveseia-
X ta, che versa a poco a
poco il grano nel moli-
no.
Cassia in cerna. Cassia ne^
boccluoli; cassialignea.
— • .fior de easeia. •Cassia
mondata.
Castagna. Castagnino ; color
castagno.
Càstagner. Castagne, se
l^lbere. 'Castagnuole ee
legno de- càstagner.
Castagnòle. CasCagnelto ;
strumento slmile alle nac-
chere.
Qastagmlo. (terra, mafia.)
Coccinelle; pezzi di legno
fornHI,aoul si raecona»-
dano i cavi lungo 1 fian-
chi della nave.
Castra. Castrone; agnelh)
castrato. Detto ad nomo,
evifiaUi.
'^iibro castra. libro moi-
aato»
Casìracan. Tarassacov ed
«Bebé plscialetto; erba
medicinale, nasce af!pf«8-
fa
iS8
C A
^/
80 i fossi e sulle sponde i
dei fiumi.
Cattrar uno (metaforicam.)
Cavargli denari^ o sce-
margli rutile; od anche
torgli H comodo di ope-
rare.
—• t tnaront*. Intaccarli;
fenderli perchè non {scop-
pino cuocendo.
Ccatron* Becco; il maschio
della: capra domestica.
I>eUo ad uomo» vale sto-
lido. Anche polii niccio^
cucitura mal fatta.
»— ala de capon e colo de
eastron. Chi si parte dal
castrone si parte dalla ra-
gione: per significare che
quella carne è buona e
salubre.
Casironar, Acciabattare^ fa-
re un piastriccio.
Caiabèghe. Accattabrighe.
Catapan. Accattapane^ pez-
zente.
Calar, catà. Ritrovare^ ri-
trovato.
— • no ghe la calo. Non ca-
pisco; od anche non ci
trovo rutile.
•«^ votela a cala. Indovina-
la tu grillo.
CataradeghU Litigioso.
Catoitieo. Catasto e. cata*
stro; libro in cui si regi-
strano i beni de^ partico-
lari per assoggettarli alle
publiche imposizioni.
CA
Catochio, (voce furbesca).
Prigione ; forse da cator-
cio.
Catorigole, V. Gatorigole.
Catramonachia.PsLroìsi gre-
ca, che vale malia, fat-
tucchieria.
Cavafango, Curaportf.
Cavalada. Gran furia.
Cavaleta, Inganno, frode
. coperta: quindi far una
cavaleta.
Cavale to. Trespolo ; arnese
di' legno in cui son fitte
tre mazze da sostener ta-
vole, deschi ecc.
Cavalezzo, Sguajataggine.
Cavai da monta. Stallone.
— da vegia, Bidetto; caval-
lo piccolo delPisola di
Veglia.
— ingleie. Bertone; caval-
lo colle orecchie tagliate.
— balzan. V. Balzan.
— del Gónela; aver più ma-
lani che el cavai del Go*
nela, Concafessa, amma-
lazzato; dicesi di chi ab-
bia molte mascalzie e do-
glie.
— chiapar el cavalo. An-
dar in collera.
— ezser a cavalo, V. E$$er,
"^ star à cavai del fosso.
Tener il piede in due
staffe.
■— 'cAì no poi boterei cavai
baie la seta. Chi non può
dare airaslno dà al ba-
e A
sto: chi non poò vendi-
carsi con chi ci vorreb-
be^ si vendica con chi
può.
Cavalier del dente* Scroc-
cone.
— da seda. Baco da seta.
Cavalo to de le braghesse.
Fondo dei calzoni.
Cavana. Ricovero per le
barche.
Cawinela: la eavanela. Cioè
cavar denari.
Cavar baia d'oro. Far la
propria lortana ; averla
indovinata.
Cavar.' eaiHirghela. Trar
profitto.
— el goto. Dire o fare co-
sa di genio.
'— eoitruto. Cioè profitto*
->». sangue dal muro. Vo-
ler cavare dalia rapa san-
gue
— i eelegati de boca. Far
astatamente palesare il i
segreto.
— le pene maistre. Torre
altrui la miglior parte del-
Tavere.
— - no cavar un ragno dal
muro, non saper cavare
. un. raglio da un buco; non
saper cavare aìci^n pjro-
fltto.
CoMrse dai freschi. Trar-
si d^impaccio.
— la pavana. Prendersi sod*
disfasione^ scapricciarsi;
Ck
i39
cavarsi dal capo una co-
sa, un^opinione.
Capatina» Spieitosa inven-
z&ooe.
Cavazzal. Capezzale. .
— ridurse al cavazzal. Bi-
dnrsi alP esiremo della
vita.
Cavazzua o Bedèstola. Uc-
cello che somiglia alla
passera.
Cavei. Capegli.
-*- davanti. Capelli della
naca.
— dr<« la capa. Capelli del-
la collottola..
Cttvezzo, Scampolo; avan-
zo della pezza di panno
di tela.
Caviaro, Caviale; uova del-
lo storione o d^altri pesci
salate ed accomodate per
cibo.
— deJe ongie. Sudiciume.
— de Je rechie. Ceriimev
Cavielo, Capezzolo.
Capioni. Alari; quei ferri
y che sostengono la legna
^ sul fuoco.
Ca9ra0 Capra. Detto ad no-
mo> vale cacaociano, vile.
Cavria* (term. marin.) Cla-
. v ie; macchina per albeia-
re, composta* di tre stili e
.drittata sulla coverta di
un vascello, per poter so-
spendere gli alberi prima-
rii e collocarli al loro po-
sto, oppur per levarli.
i4o
CI
Ca»roman» Stallalo; carne
di castrato o di capretto
cotta in umido.
Cantar, cauta. Cautelare,
cautelato.
Cazz€L Caccia.
— de leffno o fero* Mestola.
— da schiumar. Scuoia*
raola.
Cazza! Capperi 1
Cazzada: gran cazzada.Co-
sa da poco.
Cazzadon Cacciatoja; pez*
zo di legno con cui gli
slampatori aprono « ser-
rano stringono le* for-
me*
Cazaafaiik Ser Faccenda.
Cazzar» Cacciare, ficcare.-
— « cazzarghèta a uno. fh-^
• calgliela.
Cazzane. Flcoarei, inlra-
dersi.
Cazza scòta, (terai. marin.)
Caifla*scotta; puleggia in^
cassata net bordo, *n6lla'
quale si passano le scotto
delle vele. Nelle barcbe
piccole è un legno tra ver-
so ove si lega la scotta.
Caizze^ouiieri. Venditore
di manifatture di lègnoad
uso di cucina, comeoie-
stole^ cucchiai ecc.
(Unzioioi Cattttola e mésto-
la; strum. da murailori.
Cazzo. Membro; colalo.
— malo. Capo sventato.
— un^eaxzo. (vooe plebea)
C E
Un niente, niente affat-
to.
Cazzo de mar. Ffncio o
priàpo marino; animale
marftio del genere degli
ololurll. •-
Cazzimelo, GORchlglla trila-
tera/ comune, ma di nes-
sun uso.
Cazzopa. Rozza; buono a
nulla ; arnese inservibile.
Cegiaura. Nuvolaglia. An-
che gravezea, mal di ca-
po.
CéNirtf ra. Cedroni era; serba-
tolo per le piante degli
agrumi neirinverno.
Cegie. Le ciglia.
— far fé cegie. Far cipiglio,
cattivo viso.
— - de /an(if»e(term. marln.)
Airebidj i due lari del
* davanti di' un vascello ,
dalle spalle sino alla ruota
di priia.
Ctf/^gfo; Passera; uccello eo-
> munissimo.
Ce legato. Passerotto ; picco-
la passerà.
— cavar celegati, VI Ca-
var.
Celegheta megiaròlaìVssèe'
' ni' montanina ; uccello in-
solente che guasta i se-
minati.
Ce len te} ivoce^ antiq.) Me»
dico della nave.
Celeste': color celeste. Ce-
ruleo.
CE
CH
i4i
CtfnaHfi. Cenerognolo di
colore.
Cendà. V. Zendà.
Cèndena. (term. de*caUolai)
Tràmezia; slrlscla di cuo-
io tra ta suola ed il to-
maio della scarpa.
Cengia, V. Cingia.
Cengion. Cigna grande de'
cavalli ecc.
Cenise, Cinigia; cenere cal-
da in meaM la qoale si
trovano faville di fuoco.
Cen<ìn. Cenata grande.
Censimento, (term. de' le-
gali) Censo; niisura de'
terreni per riparlo delle
impeste.
Centener. Centinaio.
Centralizar. Centregglarc.
Centuron, Cintura grande.
de le tiraehe. Posola o
posoiina ; quel soyatto cbe
Infilalo nei buchi sostie-
Be lo straccale.
^ Ceùle. Cipolle»
— dùpio come le eeole.
Fintone^ doppio.
— ceole ne le tele, V. Se-
dote.
'^siruear eeole in teioehi.
V. Strucar.
Cepo, Zeppo, pieno intera-
mente.
Cercantin. ilccaltone.
Cerèar Mariti per Ravéna.
Cercar le cose dove 'non
sono.
•— et pel net dopo. V. Pelo,
Cere, (in gergo) Mani.
— zo le cere. Giù le roani.
Cerer. Cerajuolo.
Ceriola, V. Candelora.
Cernagia, Cernuta, cioè se-
parala; carta magagnata.
Cernidor, Spciazzino; colui
che spelazza la lana, cioè
la trasceglie quasi pelan-
dola dalla trista.
Cernir, cernio. Cernere,
cernuto.
Cerva to, Cervlatto.
— legno de cervato, tc-
gne forti nate nei boschi
deiristria e della Dalma-
zia.
Cervelà, Cervellata; sorto
di salsiccia di carne e di
cervello di porco.
Cerusico, (voce antiq.) Chi-
rurgo. .
Cesara, Cicerchia; legume.
Cesarèla> Uobiglia e pisel-
lo minore-; pianta legu-
minosa , sul Triviglano
delta Bisota,
Cesendelo. Lampanlno; è
di cristallo a foggia di
cono.
Cester, Cestaruolo, cofa-
naio.
Ce tota, FacciUola o' quarti-
no; ottava parte del fo-
glio di carta.
Che non è. Dal vedere e
non vedere*
Cheba. Gabbia da tenere
gli uccelli; ucccllicra. B
l43
CH
composta di tegoletti di
legno detti staggi, e di
fili di ferro.
Chele. V. Ghele.
Chiacolar. Ciarlare^ cian-
ciare.
Chiacole. Ciarle.
Chiacoleta. Gliiacclierino ,
parolaio.
Chiacolezzo o Chiacoló.
CliiaccheriOy cicaleccio.
Chiapa'Chiapa, Parapiglia.
Chiapa, Natica.
Chiapar. Pigliare. Anclie
cogliere^ fermare^ colpi-
re, impadroairsi di alcu-
na cosa.
— pie. assodarsi^ fortifi-
carsi.
— la man. Farsi abiie^ pra-
tico.
•— la foia. Imbronciarsi,
pigliar il broncio.
— el loto. Vincere, guada-
gnare al lotto.
— un rombo. Sbagliare e
aver un danno.
•— s<t quatro. Cioè non ri-
cavar alcun utile.
— a straco uno. Cogliere
uno alla sprovveduta.
— fogo. Attaccar fuoco.
•— per el colo. Aggavigna-
re; indur uno per neces-
sità a fare alcuna cosa.
— « j cavalo. V. Cavalo.
Chiaparse. Ingannarsi in un
contratto.
— - in parola. Impegnarsi.
GH
Chiaparse: me 9on ehiapà.
Mi sono troppo impegna-
to.
— chiaparsela con uno.
Attaccar bri^a con esso.
Chiapo de piegore o altro.
Branco di pecore ; stor-
mo di uccelli.
Chiara del vovo. V. f opo.
Chiare volte. Di rado.
Chiassano. Chiassata.
Chiassar. Far- chiasso.
Chiassoso. Festoso/ sollazze-
vole.
Chiavada. Coito ; atto . ve-
nereo.
Chiavar. Usare il coito.
Chiave a boton. Chiave ma*
y Schio.
^ co la cana. Femmina.
— da segati. Licciaiuola.
— dei muri. Catena; spran*
7^ ga di ferro per tener col-
legate le muraglie*
Chiàvega. Cateratta; aper-
^ tura fatta per pigliar Pa-
qua e per mandarla via.
Chiavate de spago, V. Già'
vele, .
Chicara. Chicchera.
— meterse in cAicaro^UeU
tersi in gala. .
Chiehiriehi. (si fa sentire
il eh.) Capriccioso aidor-
namento sul capo.
a Chiao. A capello^, a pua*
tino, appena appena.
Chicona. Gozzovigliata.
Chiepa. Cheppia; taccia;
CH
pesee di mare, che di
primavera passa in aqaa
dolce.
Chiesar, Frequentare le
cliiese.
CMetiola, Cbfesaola. Co-
si chiamasi specialmente
lineila ove stanno gif ul-
timi tre giorni 1 condan-
nati al patibolo.
— - esser in chiesiola.Esser
• Incerto ^ul prossimo de-
stino.
— (term. marln.) Chiesola;
gran ripostiglio di rame
di legno per la bussola.
Chieson, Baciapile; ipocri-
ta che ostenta di frequen-
tar la chiesa.
Chiesura. Poderetto^ chlu-
y sura ; poca terra con ca-
solare.
Chietin, Bacchettone. ChiC'
Un deriva forse da Ghieti,
ov^ebbero origine i reli-
giosi teatini.
Chietineria o chietinezzo.
Santocchieria.
Chilo: far el chilo. Chilifl-
care; operazione natura-
le dei cibi nello stomaco.
Detto in altro senso, vale
far un piccolo sonno do*
pò aver mangiato.
Chinchiarse. Attlliarsl^ raf-
fazzonarsi.
Chió. Tobi piglia.
Chioea. Lumiera. Anche
gallina che cova.
CI
143
Chioea ioto la cAfoca. Sotto
la mamma.
CAtoco. (da chioccio^ rauco)
Briaco.
Chiocolatini. Girelli di cioc-
colate che si mangiano.
Cioccolata devesi chiama-
re la bevanda ; cioccolate
la pasU. (Gherardini).
Chiompo: DI corte braccia.
Chiopa de pan. Goppietta di
pane; due pani uniti.
Chior. (idiotismo) V. Tior.
Chiazzo. Anatra penelope;
specie di anatra salvatiea
meno grande del mazo»
rin, da cui si distingue
pe^ piedi di color celeste;
la femfna, detta da noi
ehiozzella, ha 1 piedi di
color piombino.
ChiroH. Di corta vista.
Chi tara. Imbottatoio; stru-
mento di rame, per cui
"^ si fa passare II vino da
una botte alPaltra.
Chiuehiar, Bere succiare.
Chiuchio (gergo). Vino.
Chiuehion. Succiatòre.
Chiumbar, Bombare, sbe*
vazzare.
Chiumàon. Socdabeone ,
gran bevitore.
Chiurlo. Zurlo; uomo da
nulla.
Chizza. (si fa sentire il eh)
Gagnuollna. *
Ciato. Migliarino di padu-
le; uccelletto chiainato da
«44
CI
\
Linneo Emberiza Sew*
niclus,
Cicar. tfastieare il tabacco^
come usano taluni.
Ciesa, Siepe.
devoto. Cefalo o muggine;
pesce di mare notissimo^
cbe vive anche neiraqua
dolce, detto da Linneo
mugli cephalus,
— de co magna. Perchè si
piglia quando è in pa-
stura.
— da bon da rio. Di buo-
no di cattivo budello.
— (per gergo de' barcaiuo-
li). 11 remo.
Cìgaló. Cicaleccio.
Cigdr, eigà. Gridare « grida-
to. Cigar de'bambini di-
cesi vagire.
— costa che ciga* Che scon-
viene.
Cighignola. Carrucola.
Cigo. Grido, strillo.
Cigror. Gridio, stridìo.
Cilele dei spezieri. Girel-
lette; medicamenti a fog-
gia di girelle.
C\ma de omo. Uomo di gran
senno.
— esser in cima de far, d^
dir, ec. Essere al punto
di JEare, di dire, ecc.
Cimar. Spuntare, levar la
dnia> smozzicare.
— po»tarla eimada. V.
Cortar,
Cimbano» €e«ibaneUp ; cer*
CI
chio col fondo di carta
pecora a guisa di tambu-
ro intorniato di sonagli,
e si suona picchiandolo.
Cimeghin. V. Ochio.
Cimesera. Cimiciaio; 8eai6&-
zalo di cimici.
Cimolar. Spelas^are la lana.
jCimozza. Cimasa, cantonata.
— del pano. Cintolo, viva-
gno.
— delvin. Sipoma del vino «r
Cinapro. Cinabro; materia
dura, rossiccia, composta
di mercurio e solfo subli-
mati per l'azione del fuo-
co. Ve n'ha anche di na-
turale.
Gingia. Cintura.
Cinquaniar. Cinguettare ;
far discorsi e pensieri
inutili.
Cinquantin. V. Formen^
ton.
Cinque in vin. Per capo
principale; prima di tutto.
Cinque dei. Una spanna.
Ciò. y. Ciato.
Circassiè (voce antiq.). A-
bito di lusso usato dalle
donne nello scorso se-
colo.
Circoncirca. Allo incirca.
Cirio, Cero, cero pasquale.
Cirmolo. Tiglio ; albero
>; noto, detto da Linneo
' Tilia alba, che ha le is-
gUo cuoriformi dentale e
di sotto topeyatose.
co
Civada, (tomi, intrlii.) Civa-
ia; vela deU^allMiti di
bompresso» cb^è sopra la
pma della nave.
Civeia^ierm. de^beccai)Vac-
ca giovine; glovenea.
CMera, BareUa.
ClavicembalQ. Oravieem-
balo.
Cizzin, (voce fandaliesea)
Ciccia^ caroe.
Co. ( dal eum dei Latini )
Quando» allorehò. Co ti
parli, eo te 9MÌo.\qoaiido
parli» quando li vedo.—
Vale ancke per come: Co
fa queioi come quello.
' Virò co éiit gu0lo, o €0-
lae dice quello. Dsasl an-
che ammirativo: Co Mot
co grazioioi
Coa. Coda.
— de le caroxze. 8oUc(pÌe-
de; la parte dieim le
earroue » sulla quale i
servllod tengonsl rlUL
-*• ^tar la eoa. Pigliar
baldauaa.
-<— meter la ooa fra le
gambe. Herder Tardlre.
Coada, Covata ; quella qnan-
tfti d^uova cbeiAiina vol-
ta cova ruccello.
Coar, -ood. Covare, covato»
— l*è qua eìCel eoa* (aan.
Ipooka) Becoloqul pron-
to.
CogròlA. €ovaliQda. WH^a
«doma psoUOoi^
CO
145
I CoaroMa. Codirosso; uocel-
lo; speda di, beccafico.
Coazzm* Ocan coda.
— (term. de^ beocal) pei-
co di. fianco.
Coca, fidocco» balordo. An-
che conno» la parte natu-
rale delle donne.
Cooai: Gabbiano; uccello di
mare, Larue oonut. Det-
to ad uomo» vale balordo.
— reetar im eoeal. Re-
star uno stivale.
Cacale ta* Starna oenerlna;
Laru» mimar cineraue.
Coehieta. LetUera.
Coehio. Cocchiere.
Coeò. <( voce -fmcHillesea )
Uovo.
Cocodè, Mtbiiflio» dcfilecdo
Ira. dome.
CoeognHa, Vooe famigl. dis-
preczaliva» con coi s^ln-
«Hea un brutto modo di
capegll.
Coeolmr, Aeearenire.
Coeolezzi. Moine; carezie
di femlne e di bambini.
Cacalo, nimbo.
'Cocoion. Piacevolone.
Cocon de la bota* Oocehiu-
mo.
— de stopa. BtoppaecMo.
^^decavei. ■aseoechio^tl-
fBoae; parte deretana del
capelli delle donne.
— iegnirstretoper laepi"
na f epander per el co-
aoH. Oleosi di cM rlspar-
il
i46
co
mia da un canto • pro-
diga dair altro.
Coconar. Tartagliare^ sci-
linguare.
Codega, Colica; cotenna.
' Anche guida notturna col
lume.
Codeghin, Cotichino; spe-
cie di salsicciotto fatto di
cotenna di porco.
Codtgugno, Cuticugno; spe-
cie di gabbano con ma-
niche , che ora chiamasi
paletóU
Citdogno. Cotogna U frutto;
cotogno Palbero : del ge-
nere de^ peri.
Coe» Codetta; farina ordi-
naria, la peggiore che ca-
schi dal. frullone.
— de volpe. Melamplro;
pianta che nasce fra le
biade, l cui semi mesco-
lati al frumento rendono
il pane un poco più bi-
gio, ma non sono noce-
voli.
Coeta. Fico prataiuolo ; na-
sce nel prati umidi, e ser-
ve di buon foraggio pei
"bestiami.
— de foghi artiflziali.
Razso matto.
Cofa. CesU^ paniere. Anche
gabbia suiralbero delle
navi.
Cofà. (co-fa) A modo, a gui-
sa: Onorato €0 fa una
. jMr/iKonoratocomelH>ro.
CO
CogiombaroT Balordo.
Cogion. Coglione.
-^cifgioni de gaio. V. Uà,
— aver i àogioni duri. A-
ver denari, buona borsa.
— > we megio aver do toldi
de cogion in searsela.
Meglio è esser asino vi-
vo che dottor morto; fug-
gir le dlsgrasie a costò di
parer vile.
Cogionar. Corbellare.
Cogionador. Motteggiatore.
Cogionar ie. Bazsicature ,
cose di poco pregio.
Cogiùnèlo. Beffe, derisione.
Cogkmii Coglioni, testicoli.
Cognito» ( term. forense )
Commiato ; atto legale di
^congedo.
Cognossanza (ÌdÌoti8mo).Co-
noscenza.
Cago. Cuoco.
Coffblo. Sasso, ciottolo.
€!ogòlo. Cogolaria ; rete di
canapa assai forte, con
cui si pescano le anguille.
Cogoma. Vaso di terra o di
rame; dal latino Cueuma.
Alcuni autori . la ehlama-
no cocoma.
— da caffè. Bricco, o caf-
fettiera.
-*- da 4sioeolaia. Ciocolat-
tle^a.
Cogiimero. Cltrluolo} pian-
^ ta annuale.
CimIii. Codetta; piccola coda.
Cola de forma^Uki MMatiee
i
co
di cado, fatta con cacio,
aqaa e calcina viva.
Cola de farina. Paoiccia ;
fanaa iMlIita con aqua.
•^ da biancheria. Salda;
àquaincuisia aUU sciol-
ta gommay amido, €cc.
— de reiagi. Carniccio ;
ritagli, di pelle fatti tal-
lire e convertili in colla.
— de peue. Ittiocolla.
— cdrace/d. Mastice ; ragia
che ci vien di Levante in
pezzelti secchi.
Colarina* l|»aldatora )e sti-
ratrice.
Coloro. Bavero, collare del-
l'abito.
CofefirarM. Coricarsi.
Coimo de aqua. Marea alta
o piena; altezza massima
deiraqua marina. ▲ pro-
posilo della marea (ri-
flusso), diconoi nostri^ma*
rinai : 7,a e 9 l'aqua ino
se motsej so, si e ss Ta-
qiM no va ne su né zo.
Dettato dalPosservazione
che i ÌQlussi e riflussi so-
no massimi nei pleniluni
e nei noviluni, e minimi
nelle quadrature, cioè nel-
la maggiore distanza del-
la luna dal sole, come ap-
puntò neVdetti set giorni
lunari succede.
Colsnegna. Coaiignolo; ta
parte più alta del tetto*
C0I9. (coir stretta) Un
CO
147
gocciolino, im menomo
che; im coto de ogio, cioè
una. goccia d'olio.
Colombin. Piceioncelk^ co-
lombo di tenora età.
Colombo, (term. de^pesea*
tori) Pesce aquila, chia-
mato da Linneo rata a-
quila.
Colonaj tanVMipio a la
eolona. D&cesi ad ano che
sta incantato senza muo-
versij'allttdendosi allasta-
tua di s. Alipio posta so-
pra una colonna d»lla
chiesa di s. Marco.
Coltra. Coltre; coperta del
tatto.
Coltrina. Cortina bandi-
nelta. ^onograz ia dicesl^
il festone, ed anche quelP
asse cornictata da cui
pende la cortina.
Comandaizza. Grido usato
dai barcaiuoli nel girare i
rivi della città, onde schi-
.vare lo scontro di altre
barche.
Comare. Chiamano coma-
re i genitori di un bam-
bino colei che lo tenne
al sacro fonte a cresi-
ma. E tra noi anche la
mammana ò levatrice.
Comarezzo e eomaró. Cica-
leccio di donne adunate
insieme. Óve son femine
ed oche non vi son pa-
role poche.
i4S
co
Comhinar tm afar. Gmi-
dodcre un negorio»
— le difertnze. Pacificare,
coaYenlre'.
*- U parole* Compitare.
Cemesso. Farsetto, cam^
cluola.
Comiada. Gomllata, coljw
di gomito.
Comin. Cumino; piantff so*
miglianle al flaocclito. U-
savasi porne net pane,
detto perciò encora Co-
min»
Corneo» V. Gomio,
Com ismra, Commessera^in-
e»tratura;
— eatarghe la eomiaura.
Trovar il bandolo, il a»*
do di oonehidere ana cose.
Comò. Armadio.
Comoda, Cassetia, eesso.
— eomodeta da leto. Pre-
della.
Comodar. Accomodare.
Comodinj iervir de corno»
din. Servire per lucer-
niere; servire al comodo
altrui seni^otile proprio.
Com^in. IM giuoco di car-
te, matto; caria determi-
nata, la quale « certi giuo-
chi, come a quello di bel-
lica, si fa contare quanto
al vuole.
Comode. Latrina, ibgna.
Comodo, (voce antiq.) Co-
me? In quel modo^ dal
latino qnomodo.
CO
ComiMgfio. Parlando di co-
se inanimate, intendiamo
aimlle, uguale.
Comjpatiadei/o. Companati-
co; tutto do che mangia-
si col pane.
Companizar, Fair a mic-
cino, risparmiare.
Compare de «. Zuane. Del
battesimo.
— de l'anelo* Degli 'Spon-
sali.
Comparismo, comparatico;
Tesser compare.
Compienazzo. RepTèztone.
Compieta. Battola, tabdia; ,
strum. di legno, di suo-
no strepitoso, di cui ser-
vonsi I cattolici invece <H
campane ndla settimana
senta.
Componer, Comporre.
Composidor: Compositoio,
arnese per gif stampato-
ri; compositore Tartlsta.
Compoeta. Y. Conserva.
Comprila. Compera'.
Còmnnèla. V. Far.
Con e Bon. La aostantt,
IMntlero.
-* 96 so dir el con eH ron.
Dar libro e carta; dar e-
satta notttia.
Conchèta. V. Seseola.
Concino. Cdabrache; gluo-
co di carte.
Concfsforoi fdr coneUtàro.
Dicesl perderlslooe di obi
la lunga cdnversadone*
co
Coneo/o éél pan. v« Ama-
rioL
Còndilo. Candito, confél-
tato.
x' Condolo. • Fogna ; pozzo
toMlittoio.
Cofidttsl. RvIOano. .'
Condtifor. Appaltatore e
affittnario.
Confo Zona» Dieeii per isdier-
zo di donna assai grassa.
Confor : el me teimfa. Hi
conferisce, mi giova.
Confeuada. Confessione.
Confofurier. Confettiere.
Confti^, Confessionale.
Conflttir. Cooperare.
Confusionar, Confóndere.
^ Conftieloftarfo^e éonfutio»
ner, AvvIluppaCore, im-
brogliatore.
Conglomerar, Btunire, am*
massare.
y Conto. Coniglio.
Conomia, (idiotismo). Beo-
nomia.
CofiMrpa. Conserva di frnt^
ti, eco:
-^ o/néat de wnMrwÈ. An-
dar in compagnia.
Ccnioàìnotà. Contadina i^
8ca e leggiadra.
ConttH/'i Raeeontoro.
Coniarié. contorta; perlette
df èrtSiaHo rosslgnè' e al-
tri globelti di vetiH^ di
vàri eoloH, detti marghe*
rltine, ad uso-di collane,
corone» ecc. ^
CO 149
ConUtèlb, Contidno; picech
lo conto.
Confffnffyi. Aggfonta, ri-
pinco.
ConliHa: Computista.
Confro-rossa.Custodla d^ar-
gento d'aero, in cui rac-
cbicTdesi rorotogio da ta-
sca, e cb^è quasi un^altra
cassa.
— eolòrtibà, Tterm. iiiarld.')
Controchiglia ; que^ fega-
mi cbe servono di rinforzo
alla carena.
Coniràfazion. Contrabban-
do ; cosa proibita.
Coitf rof^laglar ( term. ma-
rin.). Imbarbare ; (Issar
con nn cavo Pantenna di
maestra ed il trinchetto
ih occasione di unir gros-
so. ' ' \
ConzcHsaregke, Seggluofa'*>
io ; colui che rattoppa le
^eggiofe rotte.
-^ tavezzi. Che aggiusta I
^asi dt cucina.
'— pele. Pelacene.
— tette, Créstaja.
— fenestre. Vetraio' quegli
cbe accomoda 1 vetri rót-
ti delle flnestfe; finestr^iò
. quagli che accomoda U
legname.
Conzar, conzà; Acconciare,
(Condire ; ac<ioacÌato, coni-
dito.
Conzegnar, Commettere ,
congiungere.
i5o
CO
C(»nzier«, Gopfci^tiira « ooq-
dimento.
Cofizo, Concio^ condito.
Centrato j pcusar con Irato.
Dicevfisi a^ tempi ■ veneti
quando un patrizio am-
mogliandosi con donna
non nobile dovea cMede-
re al governo l^approva*
zione del contratto ouzia-
Ie« altrimenti i suoi figli
non erano considerati del-
Pordine patrizio,
Copa, Collottola.
Copar, copà. Accoppacei ac-
coppato.! '
— l'ochio. Far. un brcvis-'
Simo 8onno.
— 8on resta copà., Cioè
sorpreso, sopraffatto.
Copaol copagnaol Bricco-
ne! detto amichevolmen-
te.
Copèla. V. Star,
Copèse, Colpesce, o pesce
colla. Questo crescendo di
péso acquista il nome tli
storione; e se ne piglia-
no nelle aque di Caorlé
persino del peso di cen-
to libre. ,
Copeton. Coppetta, . vento-
sa; vasetto di vetro clie
s^appicca alla persona, fa-
cendo pigliar vento, af-
finchè tiri il sangue alla
pelle, richiamandolo da
altra parte.
Copi, Tegole, embrici.
CO
Ci4d,dai copi In «u. Dal tei*
tó in su; oltre IMnteltigen-
za umana.
— - dai copi in zo. Secondo
ruffiana intelligenza.
Copin. Capocollo; specie. di
vivanda porcina fatta eol-
la coppa dei porco»
Coraèla, Corata ; fegato e
cuore e polmone uniti -
insieme ; parlando <di >a-
nimali piccoli.
Corata, Corsa, oormnento.
Corbame, Ossatura del ven-
/ tre de* polli od uccellU .
Corbato* Corbello, cofano.
Corho e corbeto. Corvo; pe-
sce di mare.
Corbola, Sorta di granchio
marino a coda lunga.
Cordariol, Cordaio, funaio.
Corde tela» Cor4elUna.
Cordon. CordonceliOj cor-
doncino.
— iegnir. eordon, V, Te-
gnir.
Coree in. Cuoricino.
-^ coresin de latuga, dtf
perza ecc. Garzuolo o gru»
molo.
— de carne, fezietto. di
carne senz'bosso.
•— ghe erfiute el coreèin^
Dicono le feminuocie^ di
un fapcinllo quando lia il
singhiozzo.
.Coreeiol, Crogiuolo, ed ap-
ohe colanolo per fondere
i metalli.
co
CarmM, m$tèh in core*
iioh Cioè rirormatelo.
Caridor. Gorridojoy andito.
Corgnòla. Corniola; sorta
di pleira darà di color
sanguigno.
Coriiponsion, Pagameàto»
rieompensa.
Coriandolo, Coriandro;pian-
ta erlMicea.
Cori90. Uomo facile.
Corto, Arcolaio ^ bindolo.
Detto a persona , Vale
inatto e votabiie. '
/ Corifièio. Pilastro»
Cornea, Faghtoleltt a bac-
/celM verdi. -
— de mar, Cannelletti;'9pe-
eie di conchiglie marine
univalvi.
Comoler, Corniolo maschio;
arboscello che produce un
frutto simile alla giug-
giola. :
Corona de eoeo. Cannacoro.
'Coronela. Coronalo^ facitor
di corone.
Coroséolon, Codirosso mag*
giore; uccello del gen. de^
tordi.
Coroto, Àbito da lutto.
Corpetin, Corpicello. An-
che corpetto farsetto,
vestito di donna.
Corpo e taea„ Affé di Dio.
*— a coniò morto*' Stramas-
cone.
€òrt». Cortile.
"^ òontfta* Corte biuidJta;
CO
ìSt
tavola aperta che faccia
un ricco per tutti i con-
correnti;
Corte: fané ta corte un
per ra/fro. Adolarsi^plag-
giarsi,
Cortelazzo (term. marin.).
Coltellaccio; piccola vela
che si aggiunge alle vele
quadre. '
Corteleto. Coltellino.
Cortesan e eortesanon, Uo-
mo cortese, fraAco, libe-
rale.
— magro. Molto fumo e po-
co arrosto.
— d:*atbeo. Uomo di legno,
minchione.
— da Caortei Pesce che si
pesca per Io più nel con-
torni di Caorle» e che dal
dottor Nardo fu chiamato
holoeentrus chana,
Corugoto, Cavalocchio; in-
setto volante.
Cospe tonar. Bestemmiare.
Cosso. Cosa. Usasi. anche per
quanto : cosso varto ?
guanto vale?
Cassata, Coscia.
Cossàzze, cose grandi (iro-
nicamente).
Cossediè (voce antiq.). Come
si deve/ col débiti modf.
Cosse to cosse ta. Vale pie-
colino; mingherlino.
-^ de castra ecc. Coiciot*
todi casdrato, tagliato per
Tendere. i -
i5r^
CO
setto delia .figuca di una
cimiòe; che ha quattr^all.
Della polvere di questo
animaletto seccato si fa il
colore scarlatto.
Cosso : sipra. costa, o siof
cosso, bicesi di quel tale
di cui non si sa il nome.
Usasi anche per disprez-
zo.
Cùsiesina. Gostereili^ picco-
la costa.
Costrai. Tavole del pa-
gliualo delle piccole bar-
che. V, Pagiol.
— lonian dai tnii eoHraL
Alta larga.
Cola (gergo). Goeitora e im-
briacatura. Anche forte
• Innamoramento.
Cotechio, Rovescino, vinci-
perdi; giuoco di carte in
cui vince chi fa meno
punti.
CoUgo. Trappola. Detto ad
uomo, vale rustico, che
ama la solitudine.
Coto. Dicesi di uomo bria-
co od innamorato.
— - laiDori de colo. Lavori
di pietra colta; anche di
frammenti di terra cotta.
Qotpla» 9oUaAa; v^te don-
nesca*
Cotolet<h Gonnellina.
CgtaMe. (dal frane e^iélo'
Us) CostoUn? di animai
giovane cotte io pmido.
ca
Cofomo. Coturafoe; aforiMi
maggiore.
Coiure. Macchie alia pelle.
Coì}èrchio. Coperchio. .
Copèrta, (tenn. marin.) Co-
perta , ponte superiore
della nave.
Coverta <m6alia. Prepunta
da letto»
Cover tor da le to ecc. Coper-
toio; cenone dicesi quel
panno tewuto e vergato
da coprire i letti, le ta-
vole ecc.
Coverzer, Copiare. £ quan*
to alla coniugailone di
questo verbOi V. Jver*
zer.
Covertela. Coperchiella; fro-
de.
Covieloj capitan CopìcIo.
Maschera che fingeva un
bravo e sciocco.
Crachi. Ciacche; calzari di
cuoio per Taqua eH fango.
Cragna* Untume; sudiciume
sul collare di un abito.
Cragnizzo* Specie di tinca
di mare. \
Crauti. Cavoli salati.
Crea. Creta*
Creante. Creanzato; che ha
creanza*
Crecola. Ceroedula o gar-
ganelle ; uooeUo del ge-
nere delle aoUre aalva-
tiche.
Credenza. Anudlo ;da le«>
nere li puiie^ gli uvaa-
ca
GR
i55
li della mensa ed altre
cose di famiglia.
Creme$9,^ Cliermislno; colo-
re rosso - nobile cbe si fa
col chermes.
Cren, Barbaforte; ralana ru-
sticano; radice di saper
acre, la quale grattugia-
la e rinforzala colfaceto
si mangia per salsa..
Crena. Criniera del cavallo.
Crepar» Crepare e screpo«
lare; fendersi»
^- pus tu crepar I Tt ca-
schi il fiato. *•
Crepaura, Crepatura, spac-
catura.
Crepe. Frammenti di. vasi
rotti.
Creesiman. Nome di certo
giuoco di carte.
erettila, Crescimento, aa-
mento.
Cretto, Cresta del polli. In
altro significalo, condilo-
ma escrescenza carno-
sa prodotta da morbo ve-
nereo. Per creste vuoisi
anche indicare cose da
nulla fuor di ragione.
Crettoso.S.BulQ,.
Creta, Degno di. fede.
Criar. Gridare, slrillare.
Crica. Gara, dissidio.
^ Crièlo. Vaglio, crivello per
[^ uso di nettar biade e sl-
mili.
Crior.^ Gridore e conlcsa.
Crisse, (Idiutismo) EcclUsi.
M
Croeante. Berlingozzo; ci-
bo di farina al di fuori
invetriato colla chiara
d^uovo.
>KCroUai Aoccia, balza.
Crolar» Cader giù. Inclina-
re, cascar nelle vecchie,
dicesi di chi per età si
abbandona colla persona,
e mostra una certa las-
sezza.
Crompar (idiotismo). Com-
prare.
Crose (term. marin.). Tri-
gante ;,. ultima trave che
serve a tener salda la
poppa.
— corni contro crose. Due
cose contrarie runa al-
rallra.
CrosèM (term. marin.). Le-
gni in croce sulPalbero,
dove si va alla vedetta.
— (term. di agrlc.) Crosete
de formento, L^unione di
V molte gregne sul campo ;
f detto così deiraccavallare
uncovone o gregna sopra
Taltro.
Croton. Grossa croce. An-
che crocione, sorta di mo-
neta d'argento.
— far un croson, V. Far.
Croste: dar le croste. Dar
le busse^ percuotere.
Croitinar, Sgranocchiare ;
mangiar cose che ma*:)!!-
caaJo sgretolino.
Crostali, Crespelli, zucche^
14
i54
CU
lini; cioè pasta distesa ìq
foglio e poi fritta.
Croitolo. Crosta; dieesl quel-
la specie di crosta che
prendono alcune vivande
In fona di troppo fuoco.
Crovata, Cravatta; fazzolet-
to ripiegato che si porta
al collo.
Crovetia. Corvetta; picco-
la nave che va a vela ed
a remi.
Crozzola, Gracda, stampel-
la.
•^ de la sala. Crociata.
Crtio. Crudo; anche Imina-
. turo.
*— andar el colo el eruo.
Andar la roba e le carni;
dissipare ogni cosa.
y Cuba. Cupola^ volta.
— • dei cape io. Forma del
cappello.
Cubatolo. Cubicolo; picco-
lissima stanza da letto.
Cubia. Coppia, pajo di ani-
mali.
Cubiar. Accoppiare alcuno,*
appaiare un cavallo ad al-
tro che lo somiglia.
Cubiane. Appollaiarsi.
Cubala (idIotismo).V. Cuba.
Cuca (gergo). Debito.
Cuear. Cogliere airimprov-
viso.
CticAefi. Billeri rossi; spec-
chio di Venere. Nascono
fra le biade.
Ctico. Cuculo; Qocetlo cosi
CU
' detto dal suo canto» ed è
grosso quanto un plcelo-
ne. Detto ad uomo, vale
inesperto.
Cuchiarse. Accovacciarsi.
Cufane o eufolarse. Ran-
niccbfarsl; accucciolarsi.
Cufoton: tiar a eufolon.
Seduto sulle calcagna.
Cugtià. Cognato.
Cugnar. Coniare.
Cagne to, Boccettina usala
pel rosolio.
^ /Cagno. Cuneo; strumento
da féhdere e improntare.
Cugumero. Citriolo; sorta
di ortaggio della classe cu-
curbite, detto dal botani-
ci Cucumis sativus.
Culana (vóce scherzosa).
Culaccio.
Culata. Natica e chiappa;
quella parte carnosa e de-
retana del corpo, su cui
si siede. Anca, dicesi Pos-
so ch'è tra'l fianco e la
coscia.
Culatier. Pederaste.
Culo. Detto ad uomo^ va-
le balordo.
— go in culo el bifi eo tu*
te le so scatole, (manie-
ra bassa) Non m'^importa,
non nd cale di checches-
sia.
— trar de culo. Agitarsi,
risentirsi.
>— averla al culo. Avere
U fuoco al colo; vedersi
cu
V
al pericolo. Dicesi culo
anche al fondo di varie
cose: culo del fUuco ecc.
Culia, culù. colei, colui.
— coro culù! Espressio*
ne di affelto, e talvolta
ironica.
Cunar, Cullare, ninnare.
— ve dina de chi v'à en-
fia. Vi canterei la zolfa.
Cuorazzo, Cuor bello« ge-
neroso.
Turo, una cura. Un pez-
zetto di elle elle sia*
Curadenti, Stuzzicadenti.
Curarne. Cojame^ cuoio»
Cordovani cbiamansl que^
cuoi di pelle di capra al-
Tuso di Cordova.
Curamela. Buccio; striscia
di pelle per assottigliare
il filo abraso!.
Curar i bisi ecc. Sbaccel-
lare i piselli ecc.
— t risi. Uoudare i risi.
— i vovi. Mondare o di-
sgusciare le uova.
Curaura. Mondiglia, mon-
datura,
Cuser, cutio. Cucire, cuci-
to.
CD
iS5
Cuiidura. Cucitore.
— macar le cusidure. Tro-
var le costare; percuo-
tere.
Cusinar, cusinà. Cuocere ,
cotto.
Cussi. Cosi.
Cussin da agii. Guanciali-
no da spille; torsello.
— da lavoro. Cucino; arne-
se su coi cuciscono e la*
vorano le donne.
Cussinello. Piumacciolo.
Cussi ta. Cosi bene. Voce
usata alla campagna, e
scherzosamente in città.
Custion. Questione, contesa.
Cuzzar. Accovacciare.
Cuzzarse. Accosciarsi, ri-
stringersi nelle coscio ab-
bassandosi; ma propria-
mente il mettersi a cac-
cia che fanno 1 cani.
Cuzzolarse. V. Cu fané.
Cuzzo, (dal frane, euché)
Cuccia; letto cattivo.
— da bestie. Covacciolo.
— da cani. Canile.
Cuzzon. Covacenere, pol-
trone.
i56
D
\
Pa bon* Davvero, in verità.
\( Ladia. (voce antiq.) Sorla di
aggravio %Dposto xiall^an-
Uco governo veneto sui
raccolti.
Vaèto, Dadicciuolo.; piccolo
• dado. ^
Dai! dai! Dalli I dalli!
— e dai e daij e dai e ro-
dai j oppare dai una, dai
do, dai tre. Dalli, dalle ;
per dinotare un^ azione
' continuala.
— dai al can che l'è ro-
bioso. Dagli, che c^ècan
guasto.
— dai, tira, para, marte-
la. Dagli, tocca, picchia.
Damàni» Solini ; lavoro che
si fa alle maniche della
camicia verso la mano.
Damigiana, Fiasca vestita
di vimini.
— ienza colo, (cioè collo)
Vaie uomo grasso e pie*
colo.
Damò (voce anllq.). D'ora
in avanti, da questo mo-
mento.
Dao. Dado con cui si giuo-
ca; picciol cubo d^osso,
sur ogni faccia segnato di
numeri.
'— de le sbochie, V. Balin,
Dao; dar al dao. Dar nel
brocco.
— 4rar al dao. Tirare a
-indovinare ; interrogare
assolutamente.
-^ zogar ai dai, A sbara*
glino.
— dao era ^ pòi la voce anzi
il grido generale degli ar-
scnàlolli per indicare la
campana delPArsenalcche
suona Torà della parlen>
za; ed è come dato o con-
ceduto il permesso di an-
darsene.
Daotin, Pezzo da as cente-
H,/ simi, corrispondente al-
Pincirca alla moneta di 8
soldi veneti. ^
Daolo. Moneta antica del va-
iore di otto soldi.
— (in gergo). Culo.
Dar. (verbo) Dare. Dogo,
dò ec. Pel resto veggasl a •
pag. 07 il verbo Jndar,
— e daghe, e dog he la, E
tocca e ritocca.
— damene un che me n'è
morto do. Fra mille oimà
sei soldi, e doglien^ora.
Dice&i per burlare chi tal-
volta si duole fa smo^r
fie senza ragione.
— chi da e pò tiol ghe vien
Dà
la bissa al cuor. Cbi dà e
poi loglie^ il diavoi lo rac-
coglie.
Dar la eorda. Uartella-
re, ridar ano alla neces-
sità.
solo. Regger la celia;
dicesi di ciii ^uta a bur-
lare.
— de mente, de naso. Star
osservando, spiando i fat-
ti altrui.
— ehiga da dar ga da aver.
On ila torto pretende di
aver ragione.
— lazo. Porgere occasione
vantaggiosa.
— a tagio. A saggio.
— su la ose. Contraddire,
sgridare.
— bada. Dar reti a.
— boniman. Facilitare, dar
baldanza.
— a respiro. Vendere non
a pronti.
— da dir. Daroccasione di
4ire.
— drio a tino. Tenergli die-
tro.
— da far. Dar lavoro, oc-
cupare.
— el beco a le slele. Dicesi
di vivanda assai buona.
— contro. Opporsi.
— el eao in man. Sommi-
nistrare occasione.
— l'aqua. Annafflare.
— et coglimelo. Hincbio-
nare.
Dà
i57
Dar tele. Allattare.
— el quondam. Dar grazia
alla cosa, o renderla per-
' fezionata.
— l'onta e la ponta. V. On*
zer.
— el segno. Dar Tanello per
promessa di nozze.
^ una salata. V. Salata.
— fogo al pezzo. Venir a
risoluzione.
— in costa a uno. Avve-
nirsi in uno.
— in tei muso. Rinfacciare.
— e l baio de Vimpianton.
V. Impianlon.
— volta al cervelo. Impaz-
zare.
— rorzo. Ballere alcuno.
— de schena. Lavorare a
tutta possa.
— su le strazze. Danneg-
giare.
— una stafilada. V. Sia^
filada.
— una feta. Annojare con
luogo discorso.
— bota per zoeolada. Dar
percossa per percossa ;
render pan per fpcaccla.
— da bever. Dar ad fntcn-
dere.
— labaja. Beffare. •
— el so resto. Soddisfare
pienamente.
— la boldona. Dar la bal-
ta, beffare.
— la stanga. V. Stanga.
— la sofà. Adulare beffando.
t58
DE
Dar unfraeo de pugni, ec,
V. Fraco,
— de denti, pir villanie.
— - una lavada de te$ta* Una
riprensione.
Darecao. V. Becao.
Darse, Avvedersi.
— el se tha dada. Se ne
avvide.
*- la zapa sui pie. Opera-
re in proprio svantaggio.
«— el santo. Darsi convegno,
restar d^accordo.
— le man atorno. Ingegoar-
si> adoprarsi.
— de denti. Ingiuriarsi a vi-
cenda.
Datoli. Datteri, frutta.
— datolo de mar. Dattilo
marino; specie di conclii-
glia.
— datoli fa mandatoli. Chi
non dà niente, niente ot-
tiene.
Da^antin. Ornamento don-
nesco.
Deazzo. Dito grande e mal
fatto.
Deboto. Fra poco; fra mo-
menti.
Deeervelarse. Stillarsi . il
cervello.
Deeipar. V. Dissipar.
Demoniezzo. Rovinio, gran-
de strepito.
Dentai. Dentice; pesce.
Dentei. Lavoro dentellato,
simile a piccoli denti.
Dente jdel giudizio. Den*
DE
te della sapienza; Tulti-
mo dente clie spunta al-
Tetà d^anni so circa.
Dente de can. Calcagnuolo;
j( scalpello per lavorare in
marmo.
Denti davanti. Denti inci«
so ri.
— masselari. Mascellari o
molari.
— cagnini, cioè posti fra
gl^incisori e i mascellari.
— chiari. Denti radi.
— marzi. Denti cariati,
guasti,
— de una roda. Pinoli.
Deo, dei. Dito, le dita.
-^ cime dei dei. Polpastrel-
lo dicesi la carne della
parte di dentro del dito,
dalP ultima giuntura in
su.
— de mezo. Dito medio.
— grosso. V. Po lese.
— secondo. Indice.
— sposalin. Anulare.
— menuelo. Mignolo, auri-
culare.
— osseli dei dei. Falangi
dlconsi.Ie piccole ossa che
formano lo scheletro del-
le dita.
— a scota deo. Assai caldo;
a strappa becco.
— farsela sui dei.y*Far.
Deograzia. Latinismo rima-
stoci; vale: Chi è di casa?
chi è qua di grazia 7
Deolin^ Piccolo dito.
DE
Deponer. Deporre.
Dereiivo. Diffllato.
JDesasio, Disagio ; anche di-
sgrazia.
— morir de dewsio. Morir
di stento.
Desbafarà. V. Sbafarà.
Desbarear. Sbarcare^ smon-
tare in terra dal legno.
Desbolar. Dissigillare.
Desbonigolà, Hai composto.
Desbonigotane. Sbellicarsi;
affaticarsi troppo colla per-
sona in una cosa.
Deibotir, desbotio. Sdruscl-
re, sdruscito.
Desbroeada, Sfogo, gridata»
Deteaenar, deseaena, Scate-
narcj scatenato.
Descalzo. Scalzo.
Deseantar. Svegliare» seno-
(ere. Anche smaliziare.
Deseantà. Giovine sveglia-
to» accorto.
Deteargar, Scaricare. De-
seargar dicono 1 lavan-
dai del tuffare i panni
nelPaqua avanti di porli
nel bucato ; propr. dimo-
jare.
Deecarognar. Smorbare ,
nettare.
Deseariar. Svolgere dalla
carta.
Descoconar. Sturare la botte.
Ed altrìmenli, dare una
buona corpacciata.
Descolar. Scollare» distac-
care. Parlando della ne*l
D E iSq
ve delle candele» strug-
gersi» squagliarsi ; e par-
lando del piomtM)» lique-
farsi.
Descomparir. Scomparire.
Anche sflguràre» scredi-
tarsi.
Desconio. Smunto» consu-
mato.
Desconirse. Struggersi» con-
sumarsi.
Deschizà. Guasto» scompo-
sto. E parlandosi di vi-
vande, non condito.
Descordà, Scordato, dlcesi
di uno strumento; vale
anche dimenticato.
Descoverzer, deseovrir. ?.
Scooerzer.
Descozzar. Tor via l^unta-
me.
Descrostar. Scrostare; dicesl
/ di un intonlco o iaealdna-
' tura.
Desculà. V. Sculà.
Descuser, descusio, Scncire,
scucito.
Desdar. Aprire, schiavare.
Desdita. Disdelta» mala sor-
te.
Desena. Decina.
Desentaria. Dissenteria.
Dexfanlar. Sciogliersi» sgon-
fiarsi.
Desfar un voto. Soddisfare
al voto.
— Il» gemo. Sgomitolare.
Desfarte. Distruggersi» con-
sumarsi.
i6o
DE
Desfarse da prete o da fra-
te. Spretane e sfratare.
— e< giazzo. Dìgblacciare.
— un gropo. Sciogliere ud
nodo.
De.ifazzar. Sfasciare; scio*
gliere dalle fascia.
De sfato. Disfallo^ roUo^gua'
stato. Anche liquefatto.
DeifUar. Sfilacciare; far le
filaccia.
Detfiubar, Sfibbiare « slac-
ciare.
Desfodrar. Sfoderare.
Desfogar, (idiotismo) Sfo-
gare.
Desfortunà. Sfortunato.
•—più des fortuna dei cani
in chiesa. Essere il capo
degli, sfortunali.
^ a chi nasse desfortunai
piove af^ea sui cut a star
eentai. Allo sgraziato teni«
pesta il pan nel forno..
Desfregotar, Sbricciolare ,
ridarre in briccioli.
Desfrizer, des fr ito, Soffrig-
gere; soffritto^ fritto leg-
germente.
— desfrizer se nel sogras'
$0, Patire senza lagnarsi;
cuocersi nel suo brodo.
Desgategiar, V. Destrigar,
Desg ia2zar.Didiacciare,sclo-
gliersi che fa il ghiaccio.
Desgoxzar, Sgozzare^ vuo-
tare il gozzo.
^ I condoti. Sturare gli
scolatoi.
DE
Desgrendenà, ?• Sgrcnde^
nà,
Desgrezar. Dirozzare^ dis-
grossaroy assottigliare un
lavoro.
Desgrqpar, Sciògliere ; an-
che sfogarsi.
Desligar. V. D essolar *
Deslubiar, Divorare; man-
giarmolto e ingordamente.
Desmentegar, Dimenticare.
Desmissiar, Svegliare.
D^smolar, Scignere, dilac-
ciare.
i^esm'ar.. Snidare.
Desnomòolarse, V. Snom*
botar se.
Desparar, Disimparare.
Desparechiar, Sparecchiare.
Despatarse, Accomodarsi ;
aggiustarsi fra due.
Despegnar. Dislmpegnare;
I levar di pegpo.
D esperder. Abortire, scon-
ciare.
— • cosso dcsperso^ Magrino,
sotlilioo.
Despetar, Olscollare.
Despetalar. Sviluppare.
Despirar. Sfilare, slacciare.
Despirarjse la corona. Slac-
ciarsi il busto per inquie-
tezza.
Despogiar. Spogliare.
De^upilar. Smungere at-
trui, impoverirlo.
Dessavio. Insipido^ mancan-
te di sale.
Desso lar. Slacciare, slegare.
01
Pesitibùraru, 8ferr«)aolar- ^
si.
Deilaear, Staccare.
Déstacarse da l^ouo. Farsi
vivo» pigliar ardire.
Dtitagiar. Intagliare, taglia-
re iotorno con forbici.
Desiender la biancheria.
Sciorinare , spiegare la
bianciieria.
Desiirar. Distendere.
— la flaea. V. Fioca.
— le gambe, V. Gamba,
Deztorzer, Storcere le foni
od altro.
Destracarse, Riposarsi
Defitrigar. Sbrigare, sbrat-
tare. Deitrigkemose ode-
itrÌghei$imo: sbrighiamo-
ci; dettrighete, destri*
ghè^C'i sbrigati-, sbriga-
tevi, ecc.
Destropar,deétropà. Stura-
re, sturato.
Destuar. V. Siuar.
Detvolzer, Svolgere^
— ci filo. Scannellare, svol-
gere Il filo sul cannello.
De Iregan . Letragano y cefa-
lo grande.
Dezunar. Digiunare.
JHambamel (esclamazione)
Diamine!
Dioùloni, Diavolinì; zucche-
rini di sapore acolissimo.
Diavola^forle, Grossagrana,
stoQa di seta.
Dibaier , dibatuo. Diffal-
care, diffalcato.
I>I
iGi
Ptluviar, Divorare, man-
giar a guisa di lupo.
Diluvion. Divoratore. Gor-
gionè ehi beve smodera-
tamente.-
Dimiiioria, Paraferna; quel-
lo che la donna possedè
oltre la soa dote.
Dìndieta, Tacchina; se gio-
vine, pollanca; la femi-
na del pollo dindla.
Dindio, Pollo d'India, gal-
linaccio.
Dindolar, Dimenare, oscil-
lare.
Dia-liberal Dio-vardal Dio
mi guardi; tolga Iddio.
— a ito dio, a che dio. A
tal segno! e come! nel
signiflcato di mollo, per
corruzione delP avverbio
latino diu.
— no avergliene un dio.
Non averne un quattrino.
•— Dio de elal Detto Iro-
nico. Monna Teresina l la
mosca la guarda e la lat-
tuga la punga.
Dir, (verbo) Dire.
Indie, pres. Mi digo ,
io dico; ti difi, tu dici;
el disc, egli dice. Nu
disemo, noi diciamo; vu
disè, vèl dite; i di$e,
essi dicono.
Imperf. Mi diseva, io
diceva, ec.
Pacato. Ho dito, io tlis-
si, ^.
is
i6a
DI
Sogg. pres. Che mi di'
gai che ti dighi, eh^el
diga, ecc.
Cond. pres. Mi dirla o
diravej ti direni j el dU
rave o diria, Nu diresti^
mo, ptt diressi, i dirave,
idiria,
Imp. Disème, ditemi.
Digando. (idiot) Dicen-
do. Cossadistu? CQsa di-
ci? Cossa diseu? cosa dite?
Dir r9ba. ¥. Boba,
— ia soa. bire il proprio
parere.
— ' de so nona a uno; dir
ben mio a uno. Ripren-
derlo, rampognarlo.
— p logos de uno. Dir cose
' da fuoco di alcuno.
— da bon. Dir da vero.
— se dise per dir, 81 parla
a caso ; ovvero si dice per
supposto.
— i me lù diseva^si t Scher-
zo ironico per significare
essere già nota a tutti la
cosa di cai si parla.
— senza dir né tre né quO'
irò. Senza dir ne motto
ne tolto.
— far dir, y. Far,
— eatar da di'r. Queatlo-
nare.
•^ xe da dir. È\ da sup-
porsi.
— ogni can mena la eoa e
ogni eogion voi dir la
soa. Chi fa la casa i'n piai-
DO
ta, la fa alla o la fa
bassa.
Dirindèla : star in dirin'
dela. Star in farsetto, cioè
in vestili troppo leggieri.
Disdoto, Diciodo.
Disisele, Diciasetfe.
Disnoda, Desinala.
'Disnar, Pranzo,
Disnarato o Disnarazzo.
Pranzo cattivo, o di cibi
troppo grossolani.
Disnarelo, Piccolo desina*
re.
Disnaron, Gran pranzo.
Disno^e, Dlcianove.
Dissipar, Guastare, sciupa-
re.
Dissipon, Dissipatore, scia-
tone.
Dita: bona dita, dita «an-
tante. Ironicamente dlce-
si di alcun soggetto -di tri-
sta fama.
Dizial, Ditale.
Do, Due.
Dogalina, Veste antica e
che usa vasi ancora nel
1600.
Dogaressa, La moglie del
doge ; duchessa.
Dogieta, Doglluzza« piccola
doglia.
Dogizar, Principiare le do-
glie del parto.
Dolce, Dolcla; sangue di por-
co raccolto Insieme.
Dolci, Treggea; confetti di
i varie guise.
DO
Doleigno, Dolciume ; inten-
desi per un dolce mole-
slo.
Voifin. Delfloo^ pesce. Det-
to ad uomo, vale gobbo.
Volfinera, (terui. marin.) So-
stegno del baston del fio-
co; appartiene al bom-
presso.
Dolo, V. Esser in dolo.
Domar la pasta» Mantrugi
giare, rimenar la pasta.
Domandon, Chiedilore im-
portuno. ^
Dona dagroi90, Gualterac*
eia.
— da parto. Puerpera.
— esser dona. Esser giun-
ta alla pubertà.
— de casa soa. Donna che
bene uttende alla casa e
alla faiuiglia.
— ^ de le mnuneghe. Ser\i-
glana.
Don'jina. (in gergo) La fame.
Donca. Dunque.
Donèla. Donniceiuola.
Donzelon. (term. deXbiog-
gioii i) Dicono cbe una fan-
ciulla è In donzeiofi quan-
do è In età da marito^ e
si veste allora con qual-
che differenza dalle gio-
vani minori.
Donzena (Idiotismo) V. Do-
DU
i63
zena.
• I
Dopion. liintestino retto de-
gli animali, cosi chiamato
da^ beccai per distinguer*
lo dalle trippe. In Tosca-
na si chiama cordone.
— de la eamisa. Solino da
mano e da collo.
Dosa : che dosa ! Che buo-
na dosa d^ingredienti! Ha
particolarmente chiamasi
dosa quella fatta di mele
cotte ; melata.
Dozena. Dozzina.
— roba da dozena, DI po-
•CQ valore.
Dragoncei. Stranguglioni ;
malattia nella gola.
Dreion.' Uomo scaltro.
Dretura. Fhrberla.
Drezza. Trecéla di eapelU.
Drezzagno. V. Dreton.
Drian. Susseguenti.
Drio. Dietro.
Droga t bona droga. 'Buona
lana ; cattivo soggetto*^
Ducato. Moneta della re-
publlca. ll-*dttco(one df
argento valeva lire 8
venete. Il corrente Hre
e. 4. Il ducalo di franco
era moneta ideale, e. va-
leva lire 9. 19. Il ducato
di olio lire 6. 19.
Durelo. Cipolla; Il ventri-
colo carnoso del polli, uc-
celli e slmili.
i6/i
E
Ecrisie. Ecdissi; osearasio-
ne del sole o della lana.
Efeti Jieriet ATfezloni Iste-
riche.
El. Il ; articolo. Dicesl an-
che per egli ; p.cel cer-
ca, el trova, egli ^ cerca ,
egli trova.
Eia, eloj eie, eli. Essa, es-
so ; esse, eglino.
, Elese. Elice, leccio ; albero
> ^ sempre verde, il cai le-
gno è assai duro.
Endego, Indloo, colore.
Endegolo (voce antiq.) Tro-
vatello, prelesto, scusa,
cavillo.
Enóta enóta enio. Voci cor-
rotte dal greco antico, le
quali cantansl nei balli
dalle nostre donne volga-
ri al suono di un cemba-
lo. Questi balli vengono
Interrotti da una specie di
intermezzo che sempre ri-
comincia dal versetto enó-
ta enota enio.
Entrar. No la m'entra, no
la me poi entrar. Non
mi va, non mi calza, non
mi può persuadere.
Erba che taea. Panicastrella.
— mora. Gentaurea nereg-
giante ; nasce oopiosamen -
te nei prati.
Erba da cimesi. Sambuco
selvatico.
— spagna. V. Strafogio.
— da pori. Verrucaria.
— dapeoóM. Stafisagra.
— da cali. Semprevivo mag-
giore. Nasce sui tetti e sul
muri vecchi ed umidi. Le
foglie poste sui calli de*
piedi Ù -ammolliscono.
~ fava. Favagello; nasc«
presso alle siepi.
— ree àie la. V. Erba da cali.
— grasson. V. Naslruzzo.
— oordela. F<Maride ; Taoii-
— glia delle gramignacee.
— da incanti. Circea; erba
che mangiasi con avidità
dalle .pecore.
— ' de to mare. Uatricale,
amareggiola. Ha un sa-
pore amaro alquanto in-
grato.
— imbriagOk Loglio ine-
briante; nasce frequente-
mente tra le biade. Il lo*
glio solo mescolato col
pane produce inebriamen-
to, verligiui, ansietà.
-— da piaghe. Giusquiamo.
margarita. Bellidc. fici
ES
"^mpl aDtichl fu creduta
ottima a guarire la tisi ed
altre malattie che la sola
•forza della natura o d«I
Creatore può guarire. Ai
presente 'Serve di pascolo
ai piccoli armenti.
Erbame, Erbaggi.
Erbaria, Mercato delPerbe.
Erbariol. Erbaiuolo; trecco-
ne, rivendugliolo di er-
baggi.
Erbete, Bietole; ortaggio
noto.
— ra9t. Barbabietole.
Erlm. Stipilo • (non stipite)
delPuscio^ che posa sulla
^ soglia a reggere Parchi'
trave.
Esalar se. Sfogare con paro-
le II proprio cordoglio.
Eiiger, esiges^io. Esigere,
esigilo.
Esosa, • Schiféso/ odioso, spi-
lorcio.
Espresso. Messo straordina-
rio.
Essera, Pruzza, .porpora ;
macchia alia pelle.
Esosità, Sordidezza, sporci-
zia. Anche avarizia estre-
ma.
Esser, Essere.
Indicativo pres. Mison
( so per sincope) io sono.
Song io? son io? Ti xe, tu
sei. Eslu, xestu ? sei tu ?
El we, egli è. Xelol È
egli? Nu sema, noi slamo.
£5
i65
Semiù ?- slamo nof ? Fu sé,
voi siete. Seu vul siete
Yoi ? I xe, essi sono. Xe*
li lori 7 Son eglino?
Passato Iniperf. Mi gè»
ra, io era. Gerio mi? era
io 1 Ti geri, tu eri. Gè-
ristul eri tu? El gera,
egli erar Gèrelol era egli?
Nu gerimo, nel eravamo.
yu geri, voi «ravate. 1
gera, essi -erano. Gereli
lori? eran essi?
Passato. JUi 90 sta, io
sono stato ecc.
Futuro. Sarò, ti sarà,
el sana ecc.
Soggiuat. pres. Che mi
sia, che ti sii, ch'el siaj
che nu siemo,'Che vu siè,
che i sia^ ecc.
Passato imperf. Che' mi
fosse fusite, ecc.
Gt)ndiz. pres. Mi saria,
ii saressi, el saria osa"
rave, Nu saressimo , vu
saressi , i saria o sarà-
ve,
Jmper. Sii tuj ed anche
(idiot. dal ialino esto) èssi
ti ecc.
Participio. Sta, stato;
stai, stali.
— siestu bencdio! Che tu
sìa benedetto 1
— ghe semio? Ci siamo?
siamo giunti ? siamo al
punto? ecc.
— fra Marco e Todcro,
i66 ES EY
*Esser in fiorii, la florido
stato. ,
— in ion. Stare in carDe.
— in eandia. Povero in can-
na ; senta un soldo.
— ora da V09i ora da late.
Volubile.
— buel ligà. Esser carne ed
ugna ; congiunti d^tnteres*
se e d^ainioiEia.
— sempre soto^ora. Cagio-
nevole di salute.
— in filo. In buono stato.
— in barde lo. In perico-
lo.
— in bona. In buona dispo-
sizione.
Sstenuirae, Estenuarsi, in-
debolirsi ecc.
Bsirazer, (voceantiq.) E-
„ strarre.
— in oca. Distratto, Imoier- Estroso, Umorista, lunatico,
so io pensieri. lEfe, Elte; quella cifra cBc
— e l pozzo de s, Patrizio.\ indica Te riatlno %.
r}on empirsi mai; dicesi dfj — noi vai un eie. Non va-
grande mangiatore. j le nulla.
— in baio. Alla ventura — nessun poi dir un eie de
Cioè fra le due colonne ,
>oVe si giustiziava.
Esser fra Tor e no fra Dar,
Colui che piglia e mai non
dà.
— «torà Beta de la lengua
schieta. Esser sincero, li-
bero.
-— in dolo co uno. In col-
pa verso alcuno.
— fraVancuzene e'I mar-
te io. Fra l^uscio e*l mu-
ro; aver mal fare per tutto.
— al can. Senza denari.
— bon da far ecc. Capace
di fare ecc.
— al de solo. In discapito.
— al punto. Alla disposi-
2ione.
— de 6a/a. Di convegno, di
segreto accordo.
degli altri in un affare.
— a éavalo. Essersi assicu-
ralo di che che sia.
— - in rota o in ruzza co
uno. In di»guslo.
quelo. Non v^è che dhre
di quello.
Etisia, Etica; lenta febre
che consuma.
Evacuada. Evacuazione.
ì6y
Faeendin. V. Sbezzolin,
Faehinar, Faechinegglare ;
far fatiche da facchino.
Faeendon, Faccendoso. Ser
Faccenda.
Faeogioni. Fagnone* che
finge il minchione.
Faganfilo. Montanello mag-
giore: specie di fringuello.
. Fagher. Faggio; albero al-
''^ pestre.
Fagoto, Fagotto- e fardello,
— far fagoti. Affardellare ;
far ,una cosa in fretta e
• mate.. Anche nel significa-
to di andarsene o morire.
— a fogo a, A bizzeffe.
Falarx tre tre fata dana*
ri. Vale metaforicamente
povero spiantalo.
-^ ehi fola de pie paga de
berta, (prov.) Chi cade e
si fa male deve poi paga-
re Il chirurgo.
— - folbatà. Falpalà « fregio
gofTo^ a pieghe increspa-
te e gònfie.
Faleheto. Sparviere ; uc-
cello di rapina.
Falda, Sparalembo; grem-
biale degli artigiani.
Falilolèla, Falalella ; canti-
lena sciocca del volgo.
Faliva, Favilla, scintilla.
— butar folive. Scintillare,
sfavillare.
Falopa, Bugia spiritosa.
Faminchioni, V. Faeogo-
ni.
Fanella. Frenella; specie di
pannolano bianco fino e
morbido.
— da portar soto. Cami-
ciuola.
Fanelon. Goarnacca; veste
lunga ed agiata.
Fanforon, V. Laeagnon.
Fanghera, Fangaccio; luo-
go pien di fango.
Fante. Cursore ; messo di
curia.
Fantolin. Bambinello.
Fapèle. Ingaggiatore.
Far. (verbo). Fare.
Indicativo pres. Aft foz'
zOf ti fo, ti fo. Nu fe-
mo» vu fé, i fo.
Imperf. Mi fava, ti /tf-
vi, el fava. Nu fevimo.
9U fevi, i fava.
Soggiunt. imperf. Mi
fatte, ti fetti, el fotte.
Nu fettimp, vu fetti, i
fatte.
Gondiz. pres. Mi farla,
.li faremi, elfaria o fa-
i6S
FA
rape. Nu fàressimo, vu
fareiti, ì farave o fatria.
Far, un bel far. Un bel con-
tegno, un bel garbo-
•— fartelo. Darsela a gam-
be.
— farla a unoj farghela*
Ficcarla ad uno;. Ingan-
narlo con destrezza..
— $ulfaréemiamare, ec.
Sul fare o salparla di mia
niadre« ec.
— no te fa gnenteper gnen"
<e. Pelle che tu noapuoi
vendere, non la seorticare.
— far fora qualeossa. Ru-
bare.
— te recMe^ de mercante.
Fingere di non aver udi-
to 'per non fare ciò che
da altri si vuole«
-— figura* Far balla oom-
parsav-
— gropo einaehia. Far ogni
cosa a un tratto. In . origi-
ne far gropo e^ magia.
— la gguaita. Far la spia;
far ta guardia: dal bar-
barico gatta, {excubiae).
— caco uno. Gabbare alcu-
no; farlo il messère.
— ' muto duro. Far viso arci-
gno^ cioè a mo^ di colui
che mangia frutta acerbe.
— el telo. Rassettare 11 letto.
-^ su e tu. Fare un taccio^
un agguaglio, od anche un
computo alla grossa.
— I pie a le moiche. y.Pie.ì
FA
Far- l'impaseibile (idlot.>^
, Far il suo maggiore.
'^ fazion. V. Fazion.
— la tira. Spiare, stare in
agguato.
— - ^ieo. Risaltare; far bel-
la vista^
— un tancatsan. V. Sanca»^
san.
— la manca. Detézionare,.
ritirarsi da un affare qua-
lunque.
— 9ogaruno. Cruciarlo.
— un buso in aqua. Ope-
rare senza profltlo.
— fina basse ta. V. Bassèta^
— un conto sui dei. Con-
teggiar di poco.
— stomego. V. Stomego.
— dabon» Far da vero, sul
serio.
— pèle per uno. Procurare
per altri.
— zoghi de testa. Trovar»
accorti ripieghi.
— le carte. V. Carte.
— 6afon de uno. Girarlo a.
sua voglia.
— i corni, he fusa torte ;
romper la^fede coniugale.
— un santo vechio. Guasta?
re ogni cosa.
— bela gamba, y. Gamba.
— bona una cassa. Condo-
narla ; ed- anche ammet-
terla.
— passar ini . V. Passar ini.
" botega da disegnador.
Cercar con astuzia di (rar
FA "
un (uadagDo inconve-
niente.
Far vendeta. (gergo) Ven-
dere.
^— Vindian o el foresto» Fin*
ger di non saper di ciò cliis
parlasi ; fare il Ne8cio»
— fargheli spender a uno,
?. Spender,
— da zane e da buratin, V.
Zane.
— fttfù. Fare in fretto^ senza
porvi riflessione.
rn^de le soe» Far delle solite.
— i spezie. Far maraviglia, o
ribrezio.
— dir. Farsi criticare.
— - scene. Far contrasti.
— - el calo, él sorii-osso. Av-
vezzarsi. V, Calo,
— bon bever, V. Bwer,
— tifi croson. Disfarsi di un
affare.
— /unari. Batter taluna.
— el baio de l'impianion.
V. Impianton,
— el belin. Il galante.
— de ochio, V. Ochio,
•— la erose a una cosa. Ab-
bandonarla.
— momó, V. Momò,
— forte iinoh Aiutarlo.
— piazza. Accovacciarsi.
— - tera da bocfsi. Morire.
•— eaea. Far saccaja ; dicesi
quando una piaga si ri-
earcisce di fnora^ e diden-
tro fa marcia.
«-. de penin* Far pedino }
FA
169
premere li piede per atto
d^int^ligenza» d^amore ce.
Farpiffnaleto, Far pepe; ac-
cozzare insieme tutte cin-
que le sonunità delle dita.
— > monca falsa per una, V
Monca,
•— rofa (voce marin.). Navi-
gare verso la tale dire*
zione.
-^ sera o far zomo. Consu-
mare il tempo fino alla
sera o viceversa.
-* furori. Far furia grande.
— le balotae. Far alla neve;
tirarsi vicendevolmente la
neve In pallottole.
•— el béco a l*oca,. Gondur a
fine Popera.
— baossète. Far capolino,
avanzarsi di soppiatto.
— da posta. Fare per ischer-
zo, per altro motivo di
fingere.
— erosele. Non aver da man-
giare. Far erosele da ce»
na : far la cena di Salvino»
andare a letto e far pisci-
no.
— «I diavolo. Usare ogni
sforzo.
— el muso roto, V. Muso,
— • labaro. V. Tùkaro,
'^zornada.y, 2k>mada,
— la scafa. Far greppo ; rag-
grinzare la bocca; proprio
de^ bambini quando vo-
gliono cominciar a pian-
gere»
te
170
FA
Far la Huea. V. TìueOé
*-» iguazzo ¥• Sguazzar.
•^ eofuulUk ntgra, leggasi
ciò che si è detto nella no-
ta alla pag. 9.
—- ptorP^o. Far tappe lappe;
tremare.
— ins0tMa«. V. Imef^r,
-^ chiamar uno. Farfo citar
in giudizio.
-^ maretèi. V. Maresèlo,
"*- m(usaria. V. Massaria,
— le scóndarioU. V. Seofi'
dariole,
— polpere. V. Polvere,
-— una pedina a uno. Impe-
dirgli, tergli cosa chVra
vicino a conseguire.
•— pecd uno. Aver compas-
sione di uno.
— • una fugazza. Scbiaccia-
re stritolare checchessia.
-^ una eota a ecosii, A più
riprese.
*— temo. Far sensasiooe.
— * zoso uno. Sedurlo, tirar-
lo al proprio partito.
— tin^ «Me. Far uno strappo
sul vestito.
*^ ftna filada. V. Filada.
— bagolo de uno. V. Sago»
io.
— sagra. V. Sagra.
— eomunèla. Accomunarsi,
mettere a comune il pro-
prio; usare familiarmente
con alcuno.
-— fune sfregolar^ Fani
pregare e ripregare.
FA
Far: fartela tu i éei. Cre-
der facilissima una éosa.
— farte ttar. Farsi sover-
chiare.
•— in braghe. Esser preso-
di gran paura.
Farabuto. Cattivo soggetto.
Farato. Cattivo fare; naia
maniera. •
Farinaio* Farioahioio; chi
vende farina.
Farine la. Tritello, cruschef-
lo ; crusca più mfouta che
esc^ per la seconda stac-
ciata.
Faf«t Jo(dal latino farcimen',
salsiccia). Riempiuto, con-
dito. Dicesi dei polli che
disossati ai riempiono di
condimento.
Fat : per fot per nefas.
Ad ogni modo.
Fasan. Fagiano comune ; uc-
cello selvatico.
Fasanar. Affagianare; cuo^
cere a guisa di fagiano.
Fatoi. FagluoU; tegume no*
,\ to.
-* da VoehielQ. Nostrali.
— negri. Grigiolati^ •
— iacarini. Brizzolati.
Fasoleli. Piccoli fagiuoli.
-— ritai. Fagiuolinl gentili»
Fatolon. Detto ad uomo:
gaisoloae, ekulone inu-
tile.
Fatta. Fascia.
Fatto de Ugne» Faido.
-« de pagia, ec. Fastello.
X
PE
Fùsio:amdar in fcuso. Seie-
glicrsi.
Fato. Fatto» perfeslonato; In-
teodesianehe maturo, sta-
gionato.
— Nadal, fato Patgua^ ecc.
' Dopo Natale» dopo Pasqua*
Faiuehià. Fatturato: par-
lando di vino.
Faturow. Eiaborioso, diffi-
cile.
Fava luina» tupiiio.
Fweta, Faverelia.
Favóto» V. Creeola,
Favreio* Saltimpalo; uccel-
letto più piccolo del bec-
cafico.
Fazioni roba da fazion.
Che riesce bene» che dura;
ovvero» parlando di man-
giare» roba che sazia.
Fazzada, Facciata.
— de fogio o de liì^r^. Fac-
^^^9 pagina.
Fazzadina. Facciuola.
Fazziol, Accappatoio; man-
to di pannolino» già usato
dalle nostre artigiane fi-
no al 1814 circa.
Fazzoletada, Quanto puè ca-
pire nel lazsoletto.
Fedelini. Capellini; specie di
vermieelli dt |)asta per mi-
nestra.
Filzada. Carpita; coieria <to
letto a* pela lQngo«
Felze, (terra, de' iiapeaiiioU)
Copef Uso dalie baMàe e
gofltdole.
FÉ
"7*.
Femenal. V. Bisalo.
Femenèla. Donnaioolo ; chi
volenliej^l tratta colle don-
ne. ,
Femenon. Feminaecia» (emi-
na grande e grossa.
Pen. Fieno*
- mazengo. Maggese; fieno
della prima segatura*
— * agoslan o secando, Gru«
mereccio; fieno serotino»
ed è la seconda raccolta.
•— de stubia. Grumereccio
anche quel fieno che si se-
ga eolle stoppie ne^ campi
slati semioaU a frumentou
— marzo. Fieno fraddo. .
Feneetrer» Finestraio e ve-
traio.
Fenoohieto* Finocchino. Fi-
nocchi si dicono li gj^aal e
sementi del finocchio.
Fenoehio. Finocchio.
— eoreiini de fenoehio. Fi-
nocchini; quel primo ger-
moglio che spunta dalle ra-
dici.
-i^ fenochi eo là mandola,
gridano i venditori ; doè
di polpa bianca come una
mandorla fresca.
FeraL Fanale. Detto ad uo-
mo » vale allampani^to »
smunto^ secchlMìmo^
Fermo. Arresto; propria-
mente il pigliare che fan-
no I sergenti.
FernaJbuco. Fernembnceo. ;
verzino vero ; legno che
IJH
FI
viene dal Brasile la pez-
lì secchi, e serve a tinge-
re e per lavori.
Fero: feri da calze. Aghi da
calzette.
•— da prova ( temi, de^bar-
eaiaoli ). Sprone ; punta
della prua de^ navigli da
remo.
— da coltrine. Da bandi-
nelle.
— fla fogher. Para-cenere.
— da rizzar i cavei. Cala-
mistro; usato dai parruc-
chieri.
— da soprestar. Liscia^ sal-
datòra; ferro da spianare
dicesi a quello del sarti.
Fersa, Rosolia.
Fersora. Padella da frigge-
re*
Fervorin. Breve sermone
spirituale fatto in chiesa.
Fetina. Fettolina di mela,
pera ecc.
-« de pan de spagna, betto-
lina di pasta reale.
Fia. Figliuola.
Fià. Fiato.
— za un fià. Poco fa.
in fià. Sottovoce.
un fià, un fiatin. Un pò- Figa, Fegato.
FI
Fioca: desUrar la fioca.
Star in ozio*
Fiamante: now fiamanie.
Nuovissimo, appena latto.
Fianconar, Dar fiancate ;
percuotere di fianco.
Fiapar: pesca a fiapar. Pe-
sca a braccio. Il pescatore
ignudo se ne sta nelle pa-
ludi, ove si pigliano 1
go, ecc. t
Fiapo. Floscio. Vizzo dicesi
di tessuto animale o ve-
getale.
— tele fiape. Poppe vizze.
Fiastro, Figliastro.
Fiatin ; un fiatin. Un po-
colino.
Fica, Starna minore; uccel-
lo aquatico non buono a
mangiare.
Ficagna, Lingua di vacca ;
Btrum. ad uso de* calde-
rai.
Ficon: de ficon, Diffilato, di
punta.
Fifar. Piagnucolile; pia-
gnere alquanto.
Fifon, Piagnolose.
Figa, Conno; parte vergo-
gnosa dell» femina.
colino.
— mercante da /là (gergo).
Spia.
Fiabon, Favolone> parabo-
lano.
Fiaea. Stanchezza; anche; :FfflrAer. Fico o ficida.
flemma.
ala del figa. Lobo; par-
ticella del fegato.
Figadei, Rigaglie diconslle
interiora de^polH.
— sólo i ochi, V. Càramali.
Figo, Fico. Anche pesce di
FI
mare , che somiglia al
molo*
Figo: far un figo a la grega.
Far le ficlie o le castagne;
qaeiratto che colle mani
si fa In dispregio alirul,
messo il dito grosso tra
r indice eU medio.
Fila. Pallido» smorto.
Filada, Rabboflò» ramman-
Zina.
Filagrana. Filigrana; lavo-
ro fino in oro o in argen-
to» imitante ^arabesco.
Filaòro* Flialoro; quegli che
riduce l^oro e Pargento in
fila.
Filar: filar el lazzo» Non
correggere gli errori» e
cooperare Indirettamente
all^altrui rovina.
— caligo» Sofisticare o scru-
poleggiare.
•— i feri. Raffilare; dare il
filo a rasoio» coltello ecc.
Filèto. Filetto nervoso sotto
la lingua.
y File$elo, FlIageUo; filato di
-^ seta stracciata» ch^è la bor«
fa della seta.
Fili. Filacclca»fila logore che
spicciano da panno rotto.
— dei chirurghi. Faldella;
fila di vecchio pannolino
che si aettOBo sulle pla-
ghe.
— far fili. Sfilacciare.
-^ a do,a tre fili ecc. A
un capo, a due capi ecc.
FI
175
Filo, Refe accia.
>— de perle. Vezzo di perle.
-■^ de la schena. Spina dor-
sale.
— et$er in filo. Esser bea
munito.
— metterse in filo. Metter-
si In arnese.
— star in filo. Star in or-
dine.
— tirar a filo. Provocare.
— de filo. Per forza; od aa*
che senza intermissione.
— un filo. Un tantino.
Filosomia. (idiotismo) Flso-
nomia.
Filò. Veglie rustiche al fuo-
co.
FU perdente. Cencio molle;
di debole complessione.
Filzeta. Sessitura a*pi0* del-
le vesti; ritreppio.
Fimera. Febre di un gior-
no; effimera.
-— coua fimera, Effimenij
transitoria^
Finamai. Fino a tanto che.
Fineo. Fringuello. Detto ad
y uomo» vale balusante» di
corta vista.
Finio. Finito. Anche rifini-
to» trafelato*
Finitnento» Fine» termine.
Firiton. Soppiattone.
Fio, fiol. FigUoolo. '
— $olo. Unigenito.
— ' de anema. Adottivo.
-— de una quinta in cape.
Baroncello.
i
174
FI
Fio de una negra. Birbone,
j. no aver né fidi né ca"
gnoi. Esser libero, senza
famiglia.
— fioH de $, Marco di-
cevansi anticamente ì sad-
diti veneti.
^^ fio de i'oca bianca. Pre-
diletto.
— fio. La lettera y. Vegga*
al quanto si* è detto aHa
pag. 13.
/'totor. Figliare, far figliuoli.
Fioktzzo* Figllolaccio.
Fionazzo, Mascagno; astu-
to e malvagio.
Fior: fogie del fior. Pe*
teli.
*- manego del por. Pedun-
colo.
-^ fior da morto. Fiorrancio.
— de Volipo, mgnpli.
«^ de pomo ingrana. Ba-
lausta.
— de ealeina. Calce viva*
— de figo. Fico fiore. .
— del 9in. Vftio fiorito;
spedo di muffa che ge-
nera il vino quando è
alla fine della botte.
Fiorentina. Sorte di laeer-
>na, detta /Zorenfina per-
chè le prime di tal foggia
vennero di Flrenzoi
Fiorer. Fioralo^ che vende
fiori ; fiorista, oottivatore
di fiori.
Fioreton. Fioretto ; cosa
scelta.
FO
Fiorir i pani, la seda, te.
Quando si scolorano per
l^umido; ioÉperrare o im-
porrire.
Fioron. Fiorone, moneta di
Francia.
— malo a fioroni. Mattis-
simo.
Fiozzo. Figlioccio.
Fiscar. Confiscare.
Pisolerà» Piccola barca usa-
ta per la cacciagione.
Fisolode mar.. Colimbo mi-
nore; ueeello aquatico.
— ' de aqua dolce» Colimbo
flumatico.
— come un fisolo. Polito,
raiCuBzonato.
Fissela. Cartuccia ; carta in
cui Si mette la polvere del-
ia carica.
Fisso. Fitto, denso.
Fiston. Pispola di padole;
uccello die frequenta i
luoghi, paludosi.
Fitual. Fittaiubto.
Fiuba. Fibbia.
Flalolenza. Fiatilenza, fla-
tuosità; ventosità che si
genera nel corpo deliba-
nimale.
Floisar. Aflioseire, snerva-
re, fiaccare.
Fodro.. Fodera ; fodera quel-
la dd goaiwlall.
Fofano, detto anche i\ifò-
to. Mesteloiié; specie di a*
natra selyatiea, abfioiulaii*
tisaima neile ooatro valU.
y
FO
i miDore del cbioszo; ha
il rostro largo formato. a
pallotta. Detto ad ttomo^
vale goffo^ malfatto.
t>v Fogher. Focolare.
Fugherà, Braciere ; vaso
' dove si accende' la brace
per iscaldarsi.
Fogheron, Focolare grande.
^ Anche focone, gran fooco.
Fogheto. Focherello.
Fogia. Foglia.
— magnar la fogia, Com^
prendere il gergo; sape-
re il segreto.
Fogo. Fuoco.
— de tera. Tregenda.
— de santelmo, V. San-
teltno.
— de Sant'Jntonio. Tumo-
ri iofiammatorii; malattia
delle pecore.
— salvttdego. Fiamma salsa;
malore cb^esce alla cute.
Fogoler. V. Fogher.
Fogon. (term. marin.) La cu-
cina del bastimento.
Fogonadura. (term. marin.)
Mastra; apertura ne^pon-
ti^ per cui passa un albe-
ro o Targano per arriva-
re alla sua scassa. La fih
gonadura del Hmon, lo-
sca.
)^ Folar l*ua. Pigiar l^uva.
-^ co le gambe. Scalpicdare.
•— < pani. Feltrare i panni.
Folega. Folaga; si ii maachio
•be la learina sodo iipri
PO
175
nelle piume, con becco
aguzzo e bianco.
Folo (colPo larga). Manti-
^chetto; piccolo mantice.
— anema de folo. Uomo
perfido.
— (colPo stretta). Gnalcbie-
ra; macchina mossa per
forza d^aqua.
Folpo. Polpo; senza squa-
me e con molte granchio.
Anche escrescenza carno-
sa che vien dentro il naso.
Fondachio. Fondiglluolo ;
feccia del fondo.
Fondar. Affondare. Anche
dar fondamento.
Fondei. Gheroni; poEzi che
si mettono alle vesti per
supplimento giunta.
Fondia. Piatto fondo per uso
della minestra.
Fondo: in fondo. Alla fin
fine; tutto ifisleme; alle
corte.
— de bota. Feccia del vlnov
— da leto. Lettiera; Il le-
gname su «ttl atauBO II
saccone e i materassi.
-^ de ariiehioeo. Girello di
carcioffo.
— pialo ^do. Tondo a cap-
pa; qualunque fondo con-
cavo di un vaso o simile.^
Fonga, Fungo; b^toe uo-
volo.
— > de mar. Fungo marino,
fitantaanbnalB marina*
Fontego, Fondaco.
1^6
FO
Fura:, de fora 9ia. Per terza
.mano; fuori della bottega.
—- del 9ada. V. Jndar.
->- de earezada, V. Care»
zada.
— far fora una cosa. Far
repolisti; mangiar tutta
cosa. Anche rubare.
— far fora uno. Uccidere
uno.
«— portarla fora. Campar-
la; andarne fuori.
-» se la porto forai Se
campo di questa t se n^e-
8C0 in breve!
— 9egnirghene fora. Venir
a fine di, che che sia.
jPoroortoe.Farraggine; quan-
tità grande di cose.
Foraisìto, Fuoruscito, ban-
dito. Vale anche sfrena-
to» temerario.
Forbiculo, Forbitoio; stru-
iaento da forbire.
Forbir. Forbire, pulire.
— • me ne forbo. Me ne ri-
do; non mi curo.
Forca. Detto ad uomo, va-
le mascagno, astuto; e di-
cesi anche forca veehia.
Forcada. Forca; strumento
campereccio. Anche legno
biforcuto.
Forcheta. Forcella; specie di
spilla che adoprano le don-
ne nelle loro acconcia-
ture.
Forcola. Foreella del remo;
rampone*
PO
Foresto. Forestiere»
Forato. Forellino, piccolo
foro.
Forfada. Forficiata; colpo
di forbice.
Forfè. Forbici. Le sue par-
ti son le coste, la iinper-
nalura, il chiodo, le aste,
gli anelli. Detto ad uomo,
vale maldicente.
— aver el pano e le forfè.
V. Pano.
Formagièla. Gaciuola, ra-
vigfttolo, forma schiaccia-
ta di cacio fresco per lo
più > di latte di capra, che
si fa nell^autunno.
— • formagiele de la Zuc"
ea. Si dicono la valionea e la
corteccia di rovere che do-
po aver servito alla con-
cia delle pelli si riduco-
no in formelle, e si ven-
dono ad uso di combusti-
bile.
Formagio piasentin* For-
maggio parmigiano, o me-
glio lodigiano.
— eoi permi. Formaggio bu-
cato.
— co la tara. Tarlato.
— > magro. Sburrato.
— senza ochi. Serrato.
— forma de formagio. Ca-
scino; forma o cerchio di
legno da mettervi 11 ca-
cio.
— ' trovar quel dal forma-
Qjto. Trovar colo al soo na-
80. Tanto va la gatta al
iardo^ che vi lascia la
zampa.
Formentina. Biada selvati-
ca. I milanesi la chiama-
no yenon»
Formento. Frumento.
— cartona. Frumento vol-
pato.
— . insene ti&. Rachitico; gra-
no poco nutrito.
— marzadego. Uarzuolo; di
marzo.
— - missià ao la segala, Me-
tello.
— mulo, frumento gentile.
Formenton. Grano turco;
grano siciliano.
— cinquantin. Grano tur-
co serotino.
Formigola. Formica.
Formigolamento. Formico-
lio; sentimento come le
formiche, le quali cammi-
nassero dentro le membra.
Forner. Fornajo.
Fomidor. Addobbatore, tap-
pezziere, y. anche Con-
zador,
Foroncola, Furùnculo; tu-
more prodotto da ammas-
samento di sangue fetido.
Fortagia. FriltaU; vivanda
d^uova fritte.
— rognosa. In zoccoli; zoc-
. coli si chiamano i pezzetti
di carne secca.
— far /a /br^ogia. Rovinar
Taffare.
PR
17?
Fortezzar. Intelucciiare.Ar-^
mare dicono i sarti di
qualche parte del vesti-
to; lo che può dirsi an-
che soppannare.
Fortin. Fortore; puzzo che
ha deiracre.
— chiapà el fortin. Dicesi
di vino inacidito.
Fossa dei moUni. Gora.
Fossina. fiocina; strumen-
to da prender le anguille.
Fosso. Fossa, fossato.
Fossola. Pozzetta; avvalla-
mento che si fa ad alcu-
no nelle gote nelPatto de!
ridere.
Fotichia. Gerbonea; vino
^ cattivo.
Fotoni a foton. A bizzeffe.
Foza. Foggia, forma.
Fra. Frate.
— esser fra chiò e no fra
dar. Uno scroccone.
Fraca. Calca, folla.
Fracada. Calcata, compres-
sione.
Fracar. Calcare, premere,
comprimere.
— fracarla a uno^ Ficcar-
la ad alcuno.
Fraco de pugni, de le-
gnae ecc. Carpicelo di
busse ecc.
Fradelastro. FrateHo ute-
rino.
Fragia. Compagnia.
Fragiar. Gozzovigliare.
Fragiolo. GozzovigUante.
17
I7S
FR
Fragioh a la fragiota. Alla
buonai con poca spesa.
Fradèlo bon. Fratello con-
sanguineo.
Fragion. Buon compagnone.
Fragnoeola, Buffetto; col-
po di un dito che scoc-
chi sotto un altro dito.
Frombola, Frainboè^ lam-
pone; specie di. mora ru-
biconda; frutice notissi-
mo che si trova in qua-
si tutti I nostri orti.
Fràncon. Sfrontato, ardito.
Frantumar. V. Sfrantu-
mar,
Fraìcqn, Giovinastro.
Fratada, Frateria; cosa da
frate.
Franzeta. Maestro di far
frangie.
Fratin. Fraticello.
^ i fratini. Dicono t fan-
ciulli alle punte delle di-
ta ch^ escono dal loro
guanto aperto.
Fravo, Fabro.'
Fredoleso, Freddoloso, che
patisce freddo.
Fregola, Briciola, bricfolet-
ta di che che sia.
•— in fregole* In minutis-
»iffle parli.
— esser per la fregola. Es-
ser per la pagnotta.
— 4indar in jfregole. Andar
in rovina.
Fregolin, Pocollno, miccino.
Fresehin : saver de fre^
PR
schin. Saper di fracido;
dicesi dei pesce.
Fresco. Dicesi dai venezia-
ni ad un corso di barche
sui Gran Canale.
Freseuzene. Lattime ; escre-
mento dei bambini alla
superficie del capo.
Freve. Febre.
Fricandò. Carne amiuannl-
ta ìq umido.
Frignocola. V. Fragnoco-
la,
Frison, Frosone ; uccello
somigliante ài fringuello.
Fri loia. Frillella.
Fritolin. Friggitore.
Frizada. Frittura di pesce.
Se di menuagia, dicesi
frugaglia.
Frizer. Friggere. Significa
anche patire e rammari-
carsi.
— sema friii. Siamo rovi-
nati.
Frontar uno* Prenderlo di
fronte per chiedergli ra-
gione.
Frontarse, Adontarsi, te*
nersi per offeso.
Frttada, Logoramento, con-
sumazione.
Fruar, Consumare, frustare.
Frugnar, Rovistare.
Fruo, Consumo.
— dar tor a fruo. Pren-
dere ad uso a calo, co-
me cera presa a calo.
Frusta ! Tira via ! passa
' FU
- Yial Modo di cacciar via
Il gatto.
Fruilao. Birbone; qaesto
e poclii altri vocaboli^ a-
sali per Io più da scher-
10 y -cooservaDO la desi-
nenza in ao,
Frusion: andar a fruston»
Andare a zonzo.
Fufa, Paura.
Fufigna. Pincianella; specie
di frode fatta insciente ir
padrone.
Fufignar, Rovistare; scon-
volgere^ manomettere.
Fuflgnà, Sconvolto^ mano-
messo.
Fuflgnezzo. V, Fufigna,
Fuflgnon. Sclpatorè. Anche
guastamestieri.
Fugazza» Focaccia. Da noi
chiamasi fUgazza altresì
quella piccola schiacciata
che si fa nelle famiglie II
dì del pan fresco^ e che in
buona lingua direbbesT
, iguaecino.
fuina. Faihai'ónimale sali-
va ìleo della grandezza di
un gatto*.
Fumana de tetta, Fummèa.
Fumaria. Fumacchio; va-
pore che si alza da alcu-
ni luoghi maremmani.
Fumar* Pipare. Anche ru-
bare e scomparire ; per
FU
'79
es. i m'ha fuma el ta^
baro, cioè rubato. El se
la fuma : se ne va. ji òt-
to fuma: abito alquanto
vecchio.
Fumar el can. Schippire;
scappare con astuzia. In-
gegno.
Fumegar, fumegà. kffù"
' mare, prosciugare col fu-
mo; affumato e affumicato*
Furatola, Botteguccia da
commestibili.
Furbazzo, Chi fa o cerea di
fare inganno.
Furbità, Furberia.
Furegar, Frugare.
Fureghin, Frugolino, pro-
caccino; chi ingegnasi di
guadagnare.
Furegoto, V. Fraeo.
Furo, Ghiottone, goloso.
Fweto. Fusellino, piccolo
fuso.
Fusolà. Fusato, fatto a gui-
'* sa di fuso.
Fusto, Galera fnlsta pel ile-
posito provviglonale dei
' condannati al remo , che
giaceva di rlmpetto la piaz-
zetta di S. Marco.
Fustagno. Frustagno; tota
bambagina* che da una
parte appare spinata.
Fu tignar» Frngnare, fro-
gaccbiare
\
i8o
Gaban* Palandrano^ specie
di mantello con maniche.
Gaòia» (term. marin.) Quel-
. lo strumento che mettesi
sulle antenne , sul quale
sta Tuomo che fa Tascolta.
Gabier» Gabbiere; quello che
nella nave è deputato al-
la guardia in coffa.
Gahioto, Stanzino angusto.
Dicesi gabioto in vocabo-
lo di gergo anche alla
prigione.
Gagiandra. Tartaruga.
Gagio* (io. lingua furbesca)
Gonzo.
Gagiofa, Tasca^ scarsella.
Ga(7io50. Allegro^ lieto.
Qatofi. Mastro o cappio di
nastro. Anche crespello di
pasta elle coopendo si rac-
• crespa. > ',..,. ,'. ,■,
Galana : -esser-' de galatia,
. Far una co§a di gusto
grande' '■...'
Galarkiegiar. Far il galaute.
Galantomenon. Gran galan-
tuomo. -
GfLlantomismo, Probitsu le*
alta.
Galantorbo. (voce scherze-
vole) Galantuomo.
Gatder. (voce antiq.) Gode-
re, usare di una cosa.
Galete. Bozzoli, gomitoli de!
filugello. Anche biscotto
ad uso de^ marinari.
Galeto megiaròlo. Upupa e
galletto di montagna.
Galia. Centogambe; Insetto
che ha molte gambe.
Galina fareéla. Il piccolo
telraone; uccello che so-
miglia alla gallina, e si pi-
glia nelle montagne.
GalinazM>> Beccaccia.
Galinele^ Gallinelle, erb^
riccia; specie di ortaggio
ad uso dUiisalata. Ha cre-
. dito di anti-dcorbutica e
i pettorale.
GMiner, PoUaiuolo ; merca-
tante di polli.
Galiotadai Furfanteria.
Galioto. Galeotto; era qùe**
gli che.s^rviva, anche vo-
:,lontarTo, nefle: galere. Ora
intendesi h forzato o con-
. dannato .alla pena del re-
"mo. Detlò j^èi- JngluHa, va-
le guidone, idariuolo.Ilet&
lo per ischei-to, vate fur-
bo, astuto. .
«^ la 9ada galioto à mari*-
ner. Ella è tra il rott^ e
^ lo stracciato, o tra il bar-
caiuolo e marinaio.
Galioion» Furfantacelo.
GA
Gaio de montagnck. Gallo
alpestre.
— ' de dona Cheea. Uomo so-
▼erchìamente libidinoso.
Galon, Fianco.
Galonà, Listato ; gùernilo
di galloni.
Galota. Calotta. Il camàuro
è pròprio del papa.
Galozze, Galoscia; specie di
zoccoli. Galloccia è anche
arnese di marina a varii
usi.
Galozzo. Galtione; cappone
mal capponato.
Gatta, (voce antiq.) Guan-
cia.
Galtète. (term. marin.) Ma-
stiettl ; pezzi di rovere
larghi e inatti che si ap-
pongono agli alberi bassi
a livello della lóro incap-
pellaturaJ '
Gatume, Dicesi ogni sorta di
conchiglie marine comme-
stibili; forse derivata dal-
la scabbia {gate) che pro-
duce Tnso frequente del
loro cibo.
Gamba: far bela gambi».
Far il bello in piazza; star
In ozio a diporto.
-- destirar te gambe, T^ve
un poMi moto.
— legambemefagiacomo.
Esser male in gambe.
— « meterse te gambe inspO'
tfi, Uelter l'ali al piede.
-^ me ter ta eoa fra te gam*
GA
i8i
be. Far da lepre Vecchia;
dar addietro nel pericolo.
— tor solo gamba. Farsi fa-
cile una cosa; pigliarsi in
giuoco una cosa o una per-
sona.
— iagiar te gambe. Tron-
care l^avviamento di che
che sia. Anche disanima-
re^ scomare.
— no aver gamica per far
una cossa. Non avere Ta-
bilità.
Gambariola. Dare il gambetr
to lo sgambetto.
Gambe lo. Pelo di cammello,
usato da^ cappellai.
^am&t^o. (term. marin.) Cap-
puccino dello sprone; è
un bracciuolo che con una
gamba è inchiodato nella
ruota di prua ecolPaltra
giace in parte sul taglia-
mare e in parte sul ma-
• Schio.
Ganassa, Ganascia, guancia.
Ganfo, Granchio, intormen-
-^ tlmento.
Ganga, Ironia ; maniera sar-
dònica.
Ganzante, Cangiante; colo-
re pavonazzo e rosso.
Ganzariot. Sgombero picco-
lo; pesce di mare.
Ganzega.' Zurlo o znrro ; al-
legrezza smodata.
Ganzo, (colla z aspra) Unci-
no; raffio di ferro per af-
ferrare che che sia;
i8i
Gà
Oanzo de la balanfa. Anel-
lo scorsojo^ che sostiene
il peso.
— (colla j5 dolce). Broccato;
drappo grave tessuto d^oro
d^ argento.
daon» (term. knario.) Gavo-
ne; luogo di abitazione
sotto il cassero nella par-
te posteriore di una ga-
lera.
Carangheto. Uerenduzza.
GaratoU.Csiraiìi semi di car-
ruba.
Garba, Malvagia brusca^ ora
non più usat^.
— bever /a ^ar6a. Adirarsi^
sbuffare.
Garbeto. Brusco^ agretto.
Garbiti, Libeccio, vento.
GarbOp Agrc»^ brusco^ acer-
bo.
— Vito garbo. Viso mezzo
sdegnato.
GarbO'C'dolce. Agro-dolce;
muzzo dicesi di mezzo sa-
pore.
Gardelin o Gardelo. Car-
clellino.
Gareta, Guardiola; luogo do-
ve sta la guardia.
Gargamfi. Incassatura , pa-
lettatura; r unione nella
costruzione di due tavole
altri legnami^ con fare
incastri reciproci nelP e-
filremità deiruna e delPal-
tra per maggiore stabi-
lità.
G A
Gargato, Gorgozzuolo.
Garitolo, Garretto; quella
parte a pie della polpa
della gamba che si con-
giunge al calcagno.
Garizzo, Sorta di pesce. V.
Menoìa.
Garofalo, Garofiano.
— de cinque fogie, (gergo)
Scbiaffo,
— brache de gara falò. Dro-
ga, frutto aromatico; o il
flore diseccato del garo-
fano» che a noi viene dal-
l'Asia.
Garza, Sorta di velo, una
j volta detto velo della re-
gina.
— bianca. Uccello aquati-
co , simile per grandezza
al cappone; ha le piume
tutte bianche.
Garzador. Scardassieré;
Garzar, Cardare , dare il
cardo.
Garzignoi, V. Pero,
Garzo. Cardo ; strumento
per cavare il pelo ai pan-
ni.
Gastaldona, Maccianghera ;
donna grossolana.
Gala, Sorta di squalo; pe-
sce di mare del genere
de' cani, della cui pelle si
fa il sagrì.
Gatapiata, Soppiattone; che
fa U dormiglioso.
Gaio: tre gali e untan. Bi-
bobolo per significare il
GÈ
poco numero di perso-
ne.
Golo: a gatognao. Carpone^
colle mani a terra.
Gatolo. Smaltitoio; luogo per
dar scolo alle immondizie.
Gatorigole. Solletico; stuz-
zicare in alcune parti per
muovere il riso.
Galorùsola. Grattorogglne ;
pesce di mare poco stima-
to.
Gazabin. Ser faccenda, traf-
— furello, sottile aggiratore.
Gazabugio, Guazzabuglio.
Gazane la. Tordella^ o tordo
maggiore.
Gazefa. Moneta antica dei
valore di due soldi vene-
ti; ch^era il costo ordina-
rio del giornale oggi pur
detto gazzetta.
Gazia. Gaggìa ; pianta cbe
produce un fiorellino.
Gazo, Impuntura; cucitura a
punti molto fitti che si fa
nelle parti del vestito più
esposte.
Gegomar, (tem. mar.) Ton-
neggiare; tirare una nave
col mezzo di un cavo fit-
to in terra.
Gelosia, V. 2^losia
Gemo, getneto. Gomitolo^ go-
mitoletlo.
— far su un gemo. Aggo-
mitolare.
— desfar zo un gemo. Sgo-
mitolare.
Gì
i83
Gena, Xena« bestia feroce.
Gendene, Lendini; uova del
pidocchio.
Genoèsù Ciambelle; fette di
pasta biscottate.
Gesù : in Vun Gesù* In un
attimo.
Gelarla, Fonderia.
Ghe, Ci, ce, ne; avverbi lo-"
cali. Anche pronomi.
Esempi: I{o ghe ve^o,
Mon ci vedo.
Ghe ne so poco, Ne so
poco.
No ghe ne xe. Non ce
n'è.
Ghebo, Rivolo e rigagnolb.
Chele: far ghele (voce bas-
sa) Unirsi in brigata ^ in
comunella; farsi di stret-
ta amicizia.
Ghenghezzi, V. Gnegnez*
zi.
Ghe la. Gambiera.
Ghia, (term. marin.) Canapa
con girella.
Ghigna, (voce di gergo) Fi-
sionomia.
Giacheta, Giubba corta a
senza falde.
Giacodin. (voce di scherzo)
Ebreo ; dicesi per disprez-
zo motteggio.
Giagà, Gran rondine marit-
tima; non comparisce nel-
le nostre aque che alia fi-
ne di marzo» e dopo aver
nidificato sparisce.
Gialapa, Scialappa; pianla
i84
Gì
medlciiiale che viene dal-
le Indie occidentaU.
Gianda, Ghianda.
Giande. Glandule; corpo
^ moHe^ per lo più bianco,
che trovasi nel corpo del-
Tanimale.
Giandussa, Pestilenza avve-
nuta in Venezia nel seco-
lo XIV.
Giara. Ghiaia e ghiara.
Giavete de spago. Gavette
di spago.
Giaziola.Grailo\si; erbaggio.
La graziola officinale vie-
ne adoperata in medicina.
Giazzao. (gergo) Uomo che
non ha quattrini.
Giazzera, Ghiacciaia. Dello
ad uomo, vale freddoloso.
Giazzo, Ghiaccio.
— - esser al giazzo e a la
fresca. Esser ridotto al
verde, miserabile.
— romper el giazzo. Rom-
per la malia ; incomincia-
re una cosa che non si
poteva cominciare.
Gilè, (dal francese) Panciot-
to ; sottoveste corta sen-
za falde. Anche giuleone;
tre carte eguali nel giuo-
co detto gilè a la grega.
Gin^jfé. Tabacco geringè; va-
rietà delPerba nicotiana.
Gingin. Frinflno; vanerello
che sta su le mode.
Gtopo. Assai paziente^ come
Giobbe.
■ GN.
Giorgiolina. Giuggiolena, ;
seme piccolissimo di due
piante: se ne cava olio.
Giostro. Chiostro ; loggia In-
torno al cortile de^ con-
venti.
Gtozza.' Goccia.
— una giozza, un g tozzo.
Un zinzino di che che sia,
un ghiozzo.
— un giozzeio. Goccioli-
no ; un tantino, un po-
colino.
Giozzola. Mensola; specie
di tavolino.
Girardina. V. Quagina.
Giro. Ghiro ; animale che ha
del topo.
Girola. V. Scaro.
Girometa. Canzonetta anti-
ca in lode del vestire di
certa donna chiamata la
bella Girometta.
Giuslar. Aggiustare, asse-
stare : rabberciare per ag-
giunger pezzi a cose rot-
te; racconciare per rat-
toppare i panni vecchi.
— semo giustai ì Detto iro-
nico : l^affare è fatto ; sia-
mo d'accordo.
Giustina. Antica moneta
d^argento.
Giusto, giusto pulito. Ap-
punto; opportunemente.
— oh giusto ! Oh zucche \
usato a maniera di nega-
zione ironica.
Gnacara. Nacchera ; stru-
GN
mento (ancialleseo fatto di
legno d'ossi, che posto
fra le dita si batte.
Gnaehe e pache. V. Star.
Gnaga: ose da gnaga. Vo-
ce di strigolo, o di gatto
scorticato.
Gnagna. Voce CancioUesca,
che vale amiOt zia.
Gnagnara. Piccola febre pas-
saggiera.
Gnanc€k, Neppure^nemmedo,
né anche.
•r- gnanea per quanto ì A
nessun patto.
-^ xelo gnanea bianco, be-
lo ecc. Ve^ quanto è bian-
co, bello ecc.
— no ghe xe gnanea unah
Non c^è poi male.
Gnaneora. Non per anco»
Gnao. Miao, miau; voce del
gatto.
Gnaùn. (voce di scherzo)
Neppnr uno.
Gne(7n0zzo-Leziosaggine, af-
fettazione; smorfia sciocca.
Gnente. Niente.
— /uè gnente sia. Come
nnlla fosse avvenuto.
*^ no saver gnente degneU'
te. Non saper punto di
niente.
Gnissun. (idlot.) Nessuno.
Gnocagine. Semplicità.
Gnocheto. Bernoccoletto ;
piccoUi enfiatura.
Gnoeo^ Bernoccolo. Detto ad
uomo, vale balordo.
GO
i85
GnQgnola. Fanciulla ama-
bile.
Gnognolo, Ubriaco alquan-
to; brillo.
Gnuea. Talento, acume.
Go. Coblo: specie di pe-
sce che non ha lische: Go*
bitu niger. Chiamasi dal
pescatori goata la femina
del cobio quand^essa getta
le uova.
Gobo, Gobbo, gibboso.
— pien de gobe. Ronchloso.
— andar gobo. Andare sca-
pitato in un affare.
— ehi P6 disc gobo? Chi
vi accusa? chi vi rimpro-
vera?
Godi: un godi.lSu, godi-
mento.
Goi. Voce di gergo degli e-
brei, che vale cristiano.
— aver in culo el goi (ma-
niera antiq.) Non aver bi-
sogno di alcuno.
Golosezzo, Ghlotlornia, lec-
cheria.
Golzarina. Giogaia; pelle
pendente dal collo de*
buoi.
Golziera. Collare di cane.
Gombio o gomio. Gomito,
— gomiada. Gomitata ; per-
cossa che si fa col gomito.
— aver o tor in gomio.
Ricever discapito.
— alzar el gomio. V. Al-
zar.
Gomena, Gomena; il cana-
io
i86
GR
pe più grosso delle navi;
quello attaccato ali^'ancora.
Gomier, (term. d^agric.) Vo-
mere ; ferro fatto a lancia
che s^incastra nell*aratro
per fendere il terreno.
Gomitar. Vomitare.
— far da gomitar. Provo-
car a fastidio o a vomito.
Gomitaura. Beclticcio.
Gomitorio. Vomitivo, eme-
tico.
Gondoiar. Zimbellare, lusin-
gare; tirar uno con astu
zia alle sue voglie.
Gonfìadin. Enflanticcio, tu
midetto.
Gongolar. Gongolacchiare.
— gongolar se. Godersi nel-
la sua quiete senza far
nulla.
Gorga. Gorgia, accento, mo-
do di proferire.
Gorna. Grondaja, doccia, ca-
naletto.
Gomison. Cornicione; mem-
bro principale di architet-
tura, elle si pone* sopra il
fregio.
Gotesin. Bicchierino.
Gaio. Bicchiere.
— no i xegoti da supiar.
' Jfon son cose da farsi si
presto.
"— cavar él goto.V. Cavar.
Governar. Accomodare, as-
settare.
6rade/ad<.(term. marin.)ea?
raboltino; specie di gra-
GR
ticolato fotto di piccoli le-
gni.
Gradeìar. Tirar la rete; di-
cesi dai pittori quando ti-
rano alcuni quadrati per
copiare un quadro dal pie*
colo al grande.
Grafa. Grappa; segno usa-
to nella stampa e nella
scn'ìlura per accennare
Tunione di due o più ar-
ticoli.
Gramazzo. Poveraccio.
Gramegnon. V. Sorgheto.
Gramola. Maelolla ; strcH
niento per domare 11 pa-
ne. Anche le mandibnle
della bocca diconsi gra^
mole.
Gran. Granaglie; termine
generico. Anche la K76.a
parte dell^oncia.
— veslio. Grano lopposo.
Grancèola. y. Graneio.
Granaio. Granchio. Uno del
granchi più grandi del no»
stro mare è 11 maschio
della granceola , detto
da Linneo Càneer Maia.
Ma per granclo comune-
mente da noi sentendo ti
Caneer ifo^nos^ la cui fé-
mina dicesi masaneta. Ol-
tre al servire di cibo,
in alcune stagioni cangia-
no di scorza, e allora ti
chiamano moleei^e. ,
— ehiapar un graneio. Pi-
gliar errore.
GR
Graneipòro, Specie di gran-
chio marino a coda corta.
Cancer Pagurus; la fe-
mina da noi dicesi /'o-
reita.
Grondo» Grande.
-^ fradelo grande o pico-
lo. Maggiore o minore.
Granilo de uà. Vinaociuo-
lo sodo che 8i trova en-
tro Tacino delibava, ed è
seme della vite.
Graner, Granaio.
Granito»^ Gragnolala ; sorta
di sorbetto.
Granzio: roba granzia» Co-
sa rancida.
Granziol. La parte pfù gres*
sa della farina di grano-
turco; cruschello.
Grapegia* Lappola } erba i
cui frutti si attaccano al-
trui alle vesti.
Groipe. Grappoli senz^acinl.
Vinazze si dicono le bue*
ce dell\iva uscitone 11 vi-
no. Noi però sotto la voce
Groipe comprendiamo gli
uni e le altre insieme con-
fuse.
Graspo, Grappolo.
Grassa, (k)neime.
Grassina. V. Porcina*
Grasson.y. Erba.
Grataeasa. Grattugia {grò*
taeasa, da grata-cacio).
Gratada. Grattamento.
Gratar le reehie. Adulare.
Gratariol. Semolella ; pasta
G R
187
dura ridotta in granellini
per minestra.
Graton. Ciccioli del sevo.
Gratosa, ( voce di gergo )
Scabbia^ rogna.
Grazia : bonagrazia, V.
CoUrina,
Grebani» Greppi, balze.
GrefifU(/na.(cattivo greco) Di-
sprezzativo di greco.
Grela. Graticola. Anche gra-
della, arnese de^ pescatori
fallo di cannucce ingrati-
colate, in cui racchiudono
i pesci.
Grelada. V. Grisiole.
Gremir, Raccapricciare.
Grespe. Rughe.
Gresia. Agresto, uva acer-
ba ; anche 11 liquore che se
ne cava.
Gravar, Rincrescere; altri-
menti Incomodare.
Grezo, Roz^eo: roba greza,
non raffinata.
Griglia, (dal frane, grillé),
' Persiana; spedo di gelo-
sia a riparo di finestre.
Grimo, grimo. Vecchia, vec-
chio.
Gringola, Allegria.
Grinla, Collera, stizza.
Grintarse. Adirarsi, stli-
zirsL
Grintoso, Iracondo, bilioso.
Gripia, Greppia, mangiatola.
Gripola, Greppola ; crosta
che si attacca alle botti.
GrUiole. Graticci di vimini.
N
88
GR
GU
Gritsolo. Brivido. Anclie ca-
prieciò.
Grongo, Congo; pesce di
mare somigliante alTan-
l^uiila.
Gropa, Groppa ; la parte
dell'* animale quadrupede
appiè della schiena.
— • aver o tor in gropa.
Avere o prendersi carico
sopra di sé.
Gròpeto: zogar al gropc"
to. Fare al cappio.
Gropo. Gruppo e nodo.
— a to tessera. Nodo In sul
dito; maniera usata dal
tessitori di annodare i ca-
pi de' mi.
— del legname. Nocchio^
nodo ; parie più dura del
fusto delPalbero, Indurita
e gonfiata per la pullula*
zlone dei riunì.
^far gropo e machia. Y,
Far.
— Mi i gropi vien al
petene. Venire il nodo al
pettine.
Gropo fo«o.Gropposo> nodoso.
Grosso. Moneta antica: quat-
tro soldi.
Groto. Agretto ; specie di
Uccello.
Grua, Grur uccello grosso di
passaggio che va a schie-
re, e vola dormendo.
-^ (term. marin.) Legni che
sporgono In fuori della na-
ve per attaccarvi li calcoo.
Grugno, Y, Sgrugno,
Grumo. Mucchio.
Gua, Arrotino^ aguisatore.
Gualivo, Agguagliato.
Guantiera, Bacino.
Guar, Aguzsare.
Guardolo^ (term. de^ calco-
lai) Guardione; pecco di
suola che va In giro del
calcagno.
GucMa. Maglia « lavoro fat-
to cogU aghi da aguc-
chiare.
iSg
I
/ (dallatiaot^t). Basì, egli-
no. Iva,i vien : essi van-
no, essi vengono. Usasi
altresì perTarticolo plora-
le di elo: I veda: U vedo.
1 lunarie. Accigliarsi.
Imaltar, Incalcinare > Into-
nacare.
imanetar. Ammanettare.
Imaiir. Ammattire.
Jmatonio. Confuso, sbalor-
dito.
Imbaiar. Abiuillare; legare
in balle le merci.
Imbalà, Ubriaco.
Imbaio, Finzione.
Imbaluear. Gabbare, trap-
polare.
Imbarbotarie, Barbugliare;
parlare con parole inter-
rotte.
ImbarofMr. (term. marin.)
Fasciare le gomone per
preservarle dal logora-
mento.
Imbàitio. Ambascia, fasti-
dio.
Imbastir, imbattio, Appun"
fare, appuntato. Prepara-
re un lavoro dai sarti.
Toscanamente imbastire
vale principiare.
Imbastiura. Imbastitura ;
encitura abbosEata.
Imbattrte, Avvenirsi, in-
contrarsi.
— la imbate in poco. Si
riduce a poco.
Imbauearso, Incantarsi, sto^
Udirsi.
Imbilada, Arrabbiamento.
iniòi torse. Arrabbiarsi.
Imbirir, Abbrivldire; per-
der per poco V uso di
qualche membro per fr^-
do.
Imbogio. Viluppo.
Imboeonar, Abbocconare,
imboccare.
•— uno. Mettergli In bocca
le parole.
Imbombarse. Imbeversi, In-
zupparsi.
Imbonir, imbonio. Interra-
re, Interrato. Anche ade-
scare e lu8iil|are alcuno.
Imborezzar, V. Bortzxo,
Imbotta, Prepunta; coperta
da letto.
Imbotonar,^ Abbottonare ;
aifibbiare «oi bottoni.
Imb090là, Inanellato, fatto^ a
anelli; ricciuto dicesi ctel
capelli.
Imbriago: Ubriaco.
Imbroear, Imberciare ; dar
nel segno.
Imbrogiar una v«to(i«rm.
190
1 M
IM
mario.) Chiuderla co^suoi
imbrogli, cioè bugne.
Imbrunir» Brunire; dare il
lustro ai metalli.
Itnbusar, Imbucare, incan-
tucciare; perdere 9 na-
scondere qualche cosa.
Imbusta, Impettato; diritto
colla persona.
Imbuzerarte, Farsi beffe,
non prendersi cura.
— mene imbuzere, uè ne
rido ; me ne fo beffe.
Imiierio. lmpigrito,inflngar-
dito.
ImoTior* Calettare; o<Hnmet-
tere il legname.
Impaear. AlEardellave.
ImpacMugar. ^ Imbrattare ,
impaociucare.
Impalo. Caporovescio; giuo-
co di fanciulli.
Impanxuo. l^aidoto.
ìmpàr: a Vimparo. A pari;
• • pafH uguali.
ImpastroeMar. Impiastric-
ciare,
Impatar. Andar del pari
Impèf in pè* in veoe. In
luogo.
Impegokir, Impeciare.
IfHpegoìùf$e. ^ergo) Ap-
pestarsi ; impeciavsi di
ttM>rba gallijBO.
Jmpelumarse. insucBeiarsi
di pelame»
Iwipeniré Empiere.
Impestar. Appestare^ lùlet-
toeì
Impetolar. invescare, im-
^ brogliare.
Impetrio, Gelato, intirizzito.
Impiantador. Soppiantato-
re, imbroglione.
Impiantar. Abbandonare .
Anche dir bugie im-
pianti,
impianto. V. Imbaio,
Impianton; dar el baio de
l'impianton. Abbandonar
uno; piantar uno come
un cavolo.
Jmpirar. Infilare^ infiisare.
— uno. Gabbare alcuno*
if9ipiso/to.Dormicchiato,leg-
germente addormentato,
/ff^jjo/jrstf. Appisolarsi; ad- .
dormentarsl leggenoente.
Impizzar, Accendere.
Impomolà. Capoeehiato; di-
cesi di bastone simile
che abbia P estremità sa-
periore col capo pomo.
Impongarse. G0Q6arsi^ in-
vanirsi.
Impontarse. Ostinarsi.
ImpontÙK Aoeuminate, pua-
tutd.
Imposte. Dicesi il legname
delPuscio e delle ttùeslre.
Impotà. Invasato; impài-
lato disila donna.
Impoiaehiar, Imbrattavo»
Impotifarse. V. Impoià*
Im^urat. Otturare; dicesldi
una portar o flneeira.
Imusonarse:. Ingrogoani»
Imusonà. Ini^gnato. .
IN
Imtmà, OstiDato.
Imustarse. Intestarsi , osti-
narsi.
Inafizolàj siestu inanzo*
lai Che tu sia benedetto 1
Inasenio. Inasinito^ inazzo-
lito; entrato in gran de-
siderio; incapponito.
Jncaenà. Incatenato.
Jncagar, Disgradare; non
saper grado.
Inealmar* lànestare.
Incandìo* Arso, socco, ar-
rostito. Anche senza de-
naro.
ìneanionane. Accantacciar-
si.
/ncdo. Lontano.
Ine aparar. Caparrare.
IneoMamenio de peto. Ag-
gravamento di petto ; in-
freddatura.
Inaatronar. Acciabattare ,
acciapinare.
Ineatigiarse, Intralciarsi ,
avvilupparsi.
Ineazzirse, (voce bassa) Im-
bertonarsi; esser cotto o
briaco, pazzo o perduto di
una.
Incender. Amarire; aver
dell^amaro.
Ineendoso, Ruvido, aspro.
--i eativo che Vincende^
Che attosica, che ammor«
ba.
Inehió, Acciughe salate.
Incoiar la biancheria. Dar
la salda ecc.
IN
91
Incinganar. Infinocchiare ;
sedurre.
Incocà incocalio. Incan-
tato, sbalordito, stupidito.
Incoconar, Ingollare.
— incoconar Uno, V. /m-
boconar.
Inoordamenlo, Incordatura;
raggi-icchiamentode'*nervÌ.
Incorderà, Listato.
Incorzerse , incorto. Ac-
corgersi, accorto.
Incossar. Accosciare ; rl-
. stringere nelle coscio ; 0-
perazione che si fa ai pol-
ii per prepararli alla cot-
tura.
Incotto, (voce antiq.) Attri-
stito.
Incozzà, Cozzato, urtato. An-
che insozzito, incrojato;
, dicesi dei panni sporchi.
Ed anche incagliato^ se
parlasi di un affare.
Increante, Incivile, 9enza
creanza.
Incrogia, Sempre ammala-
to ; p di cattiva apparen-
za, simile af crojo^ cioò
cuojo bagnato e poi risec-
co. Ancroja dicesi di vec-
chia deforme.
Incrosarse co uno. Inimi-
carsi.
— incrosar le cegie. Ag-
grottare le ciglia.
/ncrojzjzofà. Stretto di petto.
Incrosta. Incrosticato ; die
ha fatto la crosta.
iga
IN
Ineurarse, ARrettarsI^ dar»!
premura o peosiero^ p. es.
Jneurite. Affrettati.
De le ealende no me ne
incuro
Purché San Paolo no
vegna a seuro.
Proverbio de* nostri agri*
coltori che traggono pre-
sagio del ricolto dal gior-
no di S. Paolo.
Jndafarà, V. Infacendà.
Indivia, Endivia , lattuga
selvatica.
Indo len Irà. Indolenzito» ad-
dolorato.
Indopionar. Orlare.
Indormenzarse. Addormen-
tarsi.
•— un brqzzo, una man.
Intormentito.
Indormia. Alloppio; sonni-
fero deiroppio.
Indormirse: me ne indor^
mo. Non me ne curo.
Indretura. Sagacità, accor-
tezza.
Indrio. Indietro »
~ esser indrio co le seri'
ture. Non aver cognizio-
ne di ciò che si tratta;
esser alquanto ignorante.
Infacendà. Affaccendato.
Infossar. Fasciare.
Infemenirse. Ingrossare^im-
pérsonàre; per idiotismo
suol dlrst anche ad uomo
infemenio.
Infiapir, infiapio, Appas-
IN
sitOj avvizzito ; dicesi dei
tessuti animali e vegeta-
bili che han perduto la
lor naturale, consistenza.
Inflar. Enfiare.
Inflarse. Riscaldarsi per una
cosa; prendersi soverciiia
premura.
— fio la se infia. Non si
riscaldi. ,
Infina, inflnamente. Per-
fino.
Jnpssir, infissio. Spessire «
condensare, infittire; far
sodo un corpo liquido.
Infolponà, Impellicciato» fa-
sciato» carico di panni.
Informigolà. Aggranchiato^
intormentito.
Info (erse. Non far conto di
che che sia.
Infradelarse. Affratellar^.
Infranearse. Impratichirsi.
Infrolir, infrolio. Frollare,
frollato.
Infugarse. Darsi fretta.
Ingabanarse. Ammantellar-
si.
Ingagio. Gaggio» che vale
pegno; dicesi delia prov-
vigione che si dà ai sol-
dato quando si obbliga a
servire.
Ingalà. Innamorato.
Ingaibanà. Acceso» infiam-
mato di premura.
Ingalonar. Listare.
Ingaluzzà. Innamorato» in-
fiammato di desiderio.
IN
ingambarar. Intrigare, Im-
pacciare.
Ingambararse. Male Impac-
ciarsi.
Jngetrbugiar. Ingarbagllare,
ingarabollare; confondere.
Jngarbugion, Imbroglione^
aggiratore.
Ing<uiar. Cacire a spina.
Ingiapetar. Inchiavardare ;
fermar che che sia con
chiavarda.
Ingiottro. Inchiostro.
Ingolfar, Caricare, oppri-
mere.
Ingolosir. Allettare , lasin-
gare.
Ingranane, Intendersi fra
dae segretamente.
Ingranata. Granata ; pietra
preziosa di color rosso-
scaro trasparente.
Ingrata: no fa xe ingra*
fa. È bellina.
Ingremirte. Raltrislarsi*
— far ingremir. Far me-
caprlcciare.
IngrignoHo, Intristito^ In-
catorzolito.
Ingrintarse. Accendersi di
Ira.
Ingrinzar, ingrinzà. Ag-
grkizare, aggrinzato.
ingriiolirse , ingritolio,^
Raggricciarsi^ raggrlcclator
Ingropar, Aggruppare.
/ngropcuf ura. (term. deUes-
sitori) Incorsatura; pezzi
di filo torto che rimango*
IN 193
no dalfa p^rte del sbb-
bleilOy acquali si racco*
manda Tordito per avvia-
re la tela. *
Ingroparte. Commuoversi, a
non poter parlare. |
Ingrossar, Ingravidare, di-
ventar gravida.
Ingrolio. Mortiflcato. Anche
intirizzito dal freddo.
Ingrugnà, Indispettito.
Ingrumar. Aggrumare, ratt*
nare Insieme a poco a
poco.
Ihgurar, Fare pigliare au-
gurio.
Inocarse, Incanti|rsl. ^ ^
In pè. Invece. ,
fnquerir. Inquisfre, proces-
sar uno ; ma familiarmen-
te investigare, ricercare.
Inrodolar, Arrotolare, rav-
' volgere, ridurre a forma d\
rotolo.
Insaear. Rinsaccare, andar a
balzelloni, a scosse. . \'
— I salai, detti anche r<h^
ba insacada. Imbudellare,
imbusecchiare.
Insangnenar. Affaticar mol-
to, spendere In un af-
fare.
— me san ìnsanguenà. So-
no già entralo nelle spe»
se pel tal affare.
— vn paver omo che in-
sanguena Va meschino
che si affatica a sangue*
Inseàr, Ungere di sego.
«94
IN
JniBmbrd* Meseolats.
Jntcmenio. Sbalordito*
Intempià. Stopido.
Jnsempiarse. StoUdire. Aa-
eho annoiarsi.
In$enetÌQ. V. Seachio.
Jmefuar, Lellare ; andar
lento net risolvere e nel-
Poperare.
Jnsensae, Taccole, Cibarle, co-
se da nulla.
Jnsir, (term. antiq.) Usci-
ta. JPfo glie xe né entrar
né insir. Non c^è né en-
trata né uscita. E per raer
tafora: né dritto né ro-
vescio.
/fisoarar. Incorniciare.
/mona. Sonnacchioso; son-
noloso, balordo dal sonno.
Jnsoniar. Sognare.,
Imorirse, Annojars^» quasi
addormentarsi,
ìnsutilio. Assottigliato.
Intaco 4e casta, Pecolalo.
•i— de polmon. Aver Tetisla.
Intagià. Intagliai^.
Jntagiarte. Addarsi, accor*
' gersi, insospelUrsi. Afe ne
so intagià: quando uno
accorgesi di qualche cosa
come per ispirazione.
ìntardiganza» Tardanza»
Intardigar, Bifardare.
In tei, in te la. Mei, nel-
la ; per esemplo i in tei
muso, in te la tetta ecc.
Intemerata, Riprensione.
Jntemperar. Temperare*
IN
Intender per le reehie dei
mastelo. Intender mala*
mente.
Intento. Tinto, lordato.
Intemeree. Tingersi, bruì»
tarsi col carbone» ooU^ln*
chiostro ecc.
Intepidir, Tiepldare.
Intrrquerir. V. Inquerir,
Intima. Federa; tela per
coperta ai materassi^
Intimèla. Federa; sopra-co-
perta di pannolino pel
guanciali.
Intimar, Imbroccare, coglie-
re al segno.
Intoparte, Incontrarsi in
persona o' cosa.
In topo. Incontro aplaoevo-
, le.
Intoreolar. Attorcigliare.
Intorzer, Torcere, avvolge-
re le fila addoppiate.
Intrada, Ingresso. Anche la
derrata o la rendila.
— più la speta eke Pin^
trada, V. Speta*^
Intradela. ilendituzsa.
Intrante: omo intrante.
Uomo che sa introdural
con bei modi.
Intrar. V. Entrar.
Intrègo. (Idiot.) Intiero.
Intrettar. Attraversare.
Intrettà, Dicesi di uomo
ben formato.
Intrigabiti, Importuno; che
sMntromette in un aifare
con mal animo.
IN
Intrigoio. DIflIdle, malage-
vole.
Iniro: de primo iniro. A
prima vista; di primo lan*
do.
Mninmar. Stordire, sbalor-
dire.
Introna ia testa. Aver la
testa grave, ottusa.
Inumidir. Umettare; asper-
gere leggermente a poco
a poco.
In90ienar»e. Adirarsi, cor^
rueciarsi.
Interià. invetriato, inver-
niciato.
Inverigolar. Sooehlellare ,
bucare. Dicesl anclie di
attorcigliare.
Inveiti^, Sorta di salame;
carne Insaccata.
Investir, Rinvestire,*^ Impie-
go di capitali.
invia. Avviato, Incammina-
lo.
Inviamento. Avviamento.
In9isehiàr. Impaniare.
/noodarse. Votarsi, far vo-
to.
IS 1^5
Inxaeolà, Zaceherato» nae»
chiafo di fango.
Inzegnin. Procaccino. An-
ciie ingegnoso di lavori.
Inzochio. Assopito» preso
da sonno.
Inzueà. Imbevuto, Impret*
stonato, riscaldato. Aochj
sbalordito, col capo gra«
ve.
irabià. Arrabbiato.
Iroehio. Afflocalo, rauco.
iru9Ìdio. Arrovidato.
Isabela: color isabela. M-
bo; dicesl del mantel del
cavallo.
Iseaturio. ▼. Seatufio.
Ischenà. V. Sehenà.
Ismerdar. Sconcacare, brat-
tare di merda.
Ispear, ispeà. Infilxare ; in-
filzato.
Illa. Estale.
— istadela de San Mar-
Un.
Piccola state di S. Mara-
no; cioè 11 dieci giorni
cbe seguono quello di
delta festa.
196
Là: da là a là. Indi a poco.
«-*- al de là. AlPeccesso.
— esser più de là ehe de
qua. Esser vicino a mo-
rire.
Ladìn. Uomo facile e scor-
revole.
Ladraria* Ladroneria^ ra-
beria.
J^adreto. Ladroncello.
Ladro per la vita. Ladro
nato, ladro. di mestiere.
"^ i fa come i ladri de-cà
/*ero. FrasecVebbe origi-
ne da due. servitori della
nobile famiglia Ferro^cbe
nel giorno fingevano ioi-
mlcizia^ e di notte anda-
vano assieme a rubare.
Lagrema. Lacrima.
-r- una lagrema. Va mic-
, cino.
Lai dreio, lai zanca. La-
to destrOj lato manco.
— faf de pope. (term. de*
barcaiuoli) La parte di
poppa.
— de fora e de drente, (ter-
min. de* macellai) La parte
intema ed esterna; dice-
fi specialmente del coscio-
ne di manzo, di cui si
fanno più tagli.
•— ftilf I. Taglio di coscia.
JLaf ; vegnir a lai, Abl>orda-
re una barca.
— lassar per lai. Lasciar
di visU.
Lasnarin. Lamierino; lamia-
ra ordinaria per tubi da
stufe e simili.
Xom6fco, Limbicoo. Detto ad
uomo, vale importuno.
Lamentazion. Lagnanza »
rammarichio.
Lampido. Limpido.
Lampizar. Balenare.
Lampo. Lampo, baleno. An-
che lembo, estremità, fal-
da del vestito.
Lampreda. Piccolo pesce dt
lago di fiume.
Lanchin. Nanchina; tela co-
tonina di color gialla-
stro.
Laneuzene (idlot.) V. Jn^
. euzene.
Languissan. (dal francese)
Cascamorto, spasimato.
Lantemon. Detto ad uomo,
vale laternuto, secco e ma-
gro.
Lanzardo. Lacerto ; pesce di
mare, più grande ma me-
no ricercato dello sgom-
bro comune, con cni pe-
rò vien talora confuso.
Da Cocchio molto maggio-
LA
re, e 11 oolor del dono
più verdeggiante*
Laorar^ tavorare..
•^ ioto aqua o toio man
. via* Lavorare di saseosto,
copertameDte; fare a che-
Uchelll.
^- de gnuea» Beccarsi il
cervello.
-«- o $eonù InterrottaiiieDtey
a salii.
Laoratar, Lavoracchiare^ la-
vorar lentamente.
Laorenié, Lavoratore,
Laorier, Lavoro, lavorìo.
Lapazze, (terni, marin.) Stru-
menti di legno per rlnfor-
lar alberi.
Lapio, Seccatura, stucche-
vole.
LapUlazdro. Lapislaiaoli ;
pietra .fina fra le preziose,
e la più tenera dei dia-
spri.
Larese. Larice o pino-larice;
albero di grande altezza.
Dal suo- tronco cola un
sugo, chiamalo irementf-
na di Venezia.
Larogio. (idiotismo) V. ^e-
togio.
JUMoornaifa.. Bravata ; anche
Invenzione sciocca.
Lasagna, l'andonla. Anche
esagerazione.
Laiogner, Lasagnajo ed an-
che farinaiuolo.
La$agnet0, Tagliatelll; pa-
sta tagliata per far mine-
L A 197
alca; pappardelle, se col-
te nel brodo.
La»agnon* MillaBtatore, bu-
glMo.
Latear, Scorrere, trascorre-
re, sorpassare. •
— ia gomentL (term. ma-
rin.) alleggiare la gemo-
na. \
LoMco, Deboléy floscio. '
Lai$ar, lasià. Lasciare, la-
sciato, i
— no laaar de petia, V.
Pesto. >
— là unOé Colpirlo a morte.
— per oehio. Lasciare In
oblio.
— per pope. Lasciare In-
dietro, abbandonare.
— in seco. Abbandonare
. uno nella ' neocssilà.
Lassarse portar via. La-
sciarsi vincere,' adescare.
— vegnir l'aqua adosso,
. Lasciarsi sorprendere da
qualche disavventura; a-
spettare il momento estre-
mo;
— da l*osHO. Fare più che
non si suole.
Lasso, Lascito; legato per
testamento. >
Lastolina. (term. de* mura-
tori) Pandiina;' coperta di
pietra d^un parapetto. *
Latar, lata. Allattare, al-
lattato.
— el lata. Egli gode,sl bea,
ne sente coraplacensa.
19^
LÀ
Jtaforloi €rba da pori. Eu-
forbia marUUma. Efasce ab-
boDdavote nelle apiagge
arenose marilUme. inatte
• ebe da essa geme è aere
fa salato, e da alcuni vien
posto sopra i porri onde
consumarli.
Latariol, Lattsjuolo; dente
dei primi cbe Incomincia-
no a mettere.
Late* Latte vaccino, peco-
rino e caprino.
•*- de galina. Il ben di Dio;
tatAu ciò che si vuole.
•^ dai paae. Sostania bian-
ca che trovasi nel pesci
maschi al tempo della fre-
gola, e colla quale essi
• fecondano le uova gettate
dalle fémine; cosi areii'^
gha da iaia ecc.
«-* mania. Vivanda fatta di
cavo di latte dibattuto col-
lo aiieeliero e col roso-
lia.
— de iuna. Agarico: specie
di fungo medicinale.
^ eoo de iaie. V. Cao.
— far 9egnir el laie ai cai»
cagni. Frodar noia*
Laiesin. Color^emleo.
JLaiciini. Animelle, laeeettL
Anche vivande di latte.
laUiioL Cicerblta,erbalat-
tlcinoea da Insalata* Vedi
anche Passarin.
Xsloio* Piantone o pertica.
tatam. OHone; nalallo eom-
LA
posto di rame purissima
mescolato colia lelamlna.
Latoner. Ottonsjo; orafo di
ottone.
Xaiidemf 0. (voce antlq.) Gra-
vezza contribuzione che
pagava un feudatario al
caso della Investitura di
suo fendo.
Lauto. Liuto; strumento ma*
sleale di corde ora dlso»
salo.
— magro come un ktàta.
Uunto, lantemuléé
Laipada. Lavametlto.
— de tuta. Babbuffo di pa-
role.
— a roda la^ada. V. Jn»
dar.
Lavanda. Lavandola.
Lavaor. Lavatoio.
Lavapiati. *6uattero di cu-
cina.
Lavèio. Aquajo delle sagre-
stie.
Laoèzi. Vasi da cacina.
Lawrano. Lauro e alloro;
albero sempre verde. Le
foglie sono aromatiche,
quasi aeri, pil antichi ro-
mani coronavano gPkipe-
ralori ed i poeti^ • più
modarnamenle si corona-
rotto I dottori, dal che
derivò U bmm di lan*
reati.
LoQro. Labbro.
Lazatioi. V. Pom».
LoMO^ Aggio ; vantaggio che
LE
si di ti riceve ia qn«
lunque compra OYCodila;
agiotaggio è il traffico u-
surario clic si fa delle ce-
dole di prestito publico.
Lazzo* LaodOy capestro.
*— meier el liizzo al eoi'
lo. violentare alcuoo.
Xtfo. FaogOf pantano*
Zeamor, Letamaio.
Leandro, Oleandro; ariio-
scello naturalmente in ce-
spuglio. Serve per ador-
namento de* giardini.
Leeo. Eco; voce ripercossa.
Legnetidaehebe, V. Cheta.
Legno quauio. Quassia ; le-
gno amarissimo usato in
medicina.
Lemo, Lamento.
Lendego, (Idiotismo) Y. En^
dego.
Lengua de &o. Aro; pianta
perenne che nasce tra le
siepi ed in luoghi om-
brosi.
Lenguela. Linguetta; stru-
mento a vari usi, somi-
gliante a una linguetta.
Lente, Lenticchie. Anche
lentiggine» macchia sulle
carni. Altrimenti vetro o
cristallo concavo per in«
grandire gli oggetti alla
vista.
Lenii iene. Lentiggine; mac-
chiette sul viso.
Lenza. Tempo umido» pio-
voso. Anche flemma*
LE
199
Leeea. Esca; bolèto-esca;
fungo soverosò. Nasce ao-
pra i tronchi della quer-
cia; tagliato In fette e Io-
bevuto di una solusiono
di nitrOj serve a far esca
sottile» ottima da applica-
re sopra le ferite» ed usa-
ta anche per batter fuo«
co.
Leeta^ Succiola ; castagna
cotta nelPaqua. Dicesi
anche di persona fredda»
svogliata» insulsa.
Lesiar, Allessare*
Letetin. Lettucclo.
Letorin. Leggio.
Leva, Lievito; pasta infor-
zata colla fermentazlooo
per lievitare 11 pane.
LeeanièriL Vento che spira
da levante 4 detto anche
euro.
Lepontin, Cosi cfaiamasf an-
cora in Venezia un Euro*
peo di qualsiasi nazione
che dimori in tutti gli
acali del Levante» dove
si parla queliMtallano-lNir»
baro che ha molto del ve-
Desiano. I turchi li chiama-
no franchi t perchè frenk
I In turco ed arabo sigai*
fica italiano.
> LeiMmiina, Stoffa di seta li-
scia.
I Levar el pan. Lievitare; ri-
gonfiare che fa la pasta
• ^ mediante li lievito.
aoo
LI
levar^maj eofnare levarU'
§a. Levatrice.
Lezer, Leggere.
Lexier. Leggiero.
Libar (lem. mariii.). Alli-
bare.
Liear, Leceare.
Liearse i dei. Trovar ab*
bendante il guadagno.
— la mescola. V. Mescola.
Liearda. GliioUa; strumen-
. to da cucina.;
JLieardin. Zerbino, vagheg-
gino.
ticket 0. Laccbeuo, alletla-
menlo. Anche maluso o
malvezzo.
Ltevro. Lepre.
Ligambo, . Legaccio; dlcesi
di quello delle calzette.
Ligar, ligà. Legare, legalo.
— i denti. Intormentire i
denti ; dicesi anco di co-
sa difflcile a pronunciarsi.
— (^aseno dove voi el ca-
roti. Ubbidire ciecamente
a chi comanda.
— ligarsela a un dea. Ri-
cordarsi delP ingiuria con
intenzione di vendicarse-
ne.
UH zali. Gigli torchi; fio-
ri che durano aperti un
solo giorno.
Lima a sehena. Lima piatta.
•^ da pulir. Lima bastarda.
-«- sordina. Lima sorda ; di-
cesi dai Cabri quella che
limando non fa rumore.
LI
Detto figuratamente, vale
maldicente. AHodesi sin*
che ad una piccola spesa
ma continua che altera
l^economia«
Lime la. Stomachino; specie
di sknimeHa molle e spu-
gnosa.
Limita. Llnrazza; piccola H*
ma.
Limonada, V. Jqua de li^
mon.
Lindo. Dicesi del panno al-
quanto consumato; frusto*
Lio. Lido.
Liogo. (idiotismo) V. Logo.
Lipa. Giuoco puerile.
— andò a zogar a la lipa.
Andate a giuncare a^noc-
ciuoli.
Lira. Libra di peso. Anche
moneta.
Lispio. Mucido; dicesi del-*
la carne.
Lissa. Lisciare, lustrare.
Lissia. Ranno, lisciva, il bu-
calo.
^- far lissia. Far bucato.
E detto figuratamente, far
repolisti, dar fine ad ogni
cosa.
— perder f fitto e èaon. GtU
tare inutilmente la fatica
e la spesa.
Lissiazzo. Rannata; il più
torbido della Usciva.
Lisslera. Lavatoio; luogo
terreno dove si "fa il bu-
cato.
LO
£i$s(eia. Ratmo leggiero,
poco carico di cenere.
LUsin, Lisciapante ; stra-
meoto de^ caUEolai per li*
sciar suole.
Lista. LisciOj tersOi
^ vestir lisso, parlar Hs-
so, disnar lisso. Cioè sem-
plice, ordinario.
£ite: a lite. Appena appena*
Litighin. Liiigioso; che fa-
cilmente viene a conlesa.
Litariziai Itterizia; malat-
tia che procede da spar-
gimento di flele di bi-
ie in tutto il corpo.
Lizza, Leccia ; pesce di
mare.
Lizzo, Liccio; ordigno de^
tessitori.
Lodar: ehi se- loda $e.s6fO'
da. Chi se .loda, sé lorda.
Lodra, Lontra; animale qjua-
drupede,
Lodre e lodrine. Lontre
marine; pesce non buono
a mangiare.
Logar, Allogare a casa, a
luogo, ed anche ad im-
piego.
logia, Allogliato; dicesi del
frumento mescolato a lo-
glio.
Logo, Luogo.
— topico. Luogo segreto»
— dar logo. Andar via, par-
tire.
Londrina, Londrino ; sorta
di panno leggiero.
L U
ao-i*
Longagne, Lungherie.
Longo. Lungo.
— come Vano de la fame,.
V. Bibia,
— de man4 Ladro.
— - andar de longo^ Di se-
guito.
— erodo longo. V. Brodo,
Lontan'Via, oa la lontana
via. Per via obbliqua; ac-
cortamente.
Lonza de vedèlo, ec. Lombo
di vitello, ee.
Lora (coirò largo). Lungbes'*
za del vascello.
Lcrar (idiot.). Lavorare.
Lorda {collo largo) Gran
fame.
Lore, lori. Esse, eglino.
Losco. Bircio, guercio.
Lotregan, Y. Betregun,
Lovèto, Lttpattp ;. piccolo
lupo.
Loi^, LupOi Anche merluz-
zo lupo marino; pesce
che a noi viene salato* e
seccato, e che si> chiama
s toc fu.
Lovo manaro. Aggiunto da-
to a' lupo immaginario per
spauracchio de^ fanciulli.
Lucamara, Dulcamara;pian-
ta fruticosa, I cui steli ed
i tralci sono di un sapo-
re amaro-dolce, e furono
dagli antichi tempi sem-
pre in credito come ape-
rienti, antfscorbutici ecc»
LMearizia.. Regolisia, lique-
fo
3oa
LU
risia; pianta perenne, che
nasce più comimemente
nelle vicinanse di Chiog-
gia. La radice di liqueri-
ziasi adopera fn polvere.
In decozione, in infuso ed
in estratto. Essa è zncehe-
rina e dissetante. Il suo
estratto» detto sugo di /l-
querizia, viene prepara-
to colle radici fresche.
tudro. Panello ; viluppo di
cenci impeciati che sfac-
cenda per far luminaria
nelle feste. I>etto ad uo-
mo, ha varii significati,
uhi più comanemente quel-
lo di piluccone, che volen-
tieri e vilmente piglia quei
d'altri.
tuganega. Salsiccia.
*- gh'è più di che fugo'-
nega. Abbiamo più tempo
che denari. Ricordati che
ranno è lungo.
Lugùnegher. Pizzicagnolo ;
chi vende roba che pizzi-
ca, come salame, satu-
rno ecc.
Lugarin. Lucherìne ; uccel-
letto di penne verdi e gial-
le, con macchiette nere,
usato nella gabbia.
Lugia. Scrofa, troia.
Lugiadega, V. Uà,
LuUa: erba luUa. Verbe-
na i pianta odorifera.
Lumdda» Occhiata. '
Xuflior. Osservare^ spiìsre.
LU
Lume de roca. Allume; sol-
fato d\inumina.
Luméro. (idiot.) Numera.
Lumèta, Lumicino.
Lumin de agio. Lumettt-
no.
— de cera. Spirino; cande-
la grossa e cortissima fat-
ta di getto ad uso di te-
ner lume la notte nelle
stanze.
— da note. Lucciola; arne-
se di latta traforato da
mettervi la bambagia per
lumini da notte.
Luminal, Abbaino, o fine-
stra sopra tetto.
Luminaria, Offerta per la
iUitminaidoRe degli altari.
— curio de luminaria. A-
ver corta vista.
Lumineto. Luminello; quel-
Tarnese di filo di ferro con
pezzetti di sughero per
mettere a galla nelPollo
delle lampane.
Luna nova. Novilunio.
'— • piena. Plenilunio.
— luna seniada e mariner
in piej ovvero luna in
pie e mariner senta. Pro-
- verbio marinaresco: Al
fare in mare^ al tondo ia
terra; perchè nel tondo
della luna avvengono facil-
mente tempeste.
— bona cativa luna. Es-
ser di buono cattivo
umore.
LU
Luna, oper la fuito. Esser
di malumore.
— esser de luna. Esser di
buon umore.
— andar a lune. Esser paz-
zo a quarti di luua.
*- far veder la luna in
pozzo. Mostrare altrui una
cosa per nn^altra.
Lunatico, Stravagante^ che
varia come la luna.
Luni, Lunedi.
Lupaj a^er la lupa. Esser
gran divoratore.
Lusariola. Lucciola; Inset-
to volante cbe di notte
risplende.
Luser. Rilucere^ rispiendere.
tuserta. Lucertola ; serpen-
tello Oviparo che ha quat-
tro gambe.
LU
305
Luseta. Lumicino.
Lusqr, Splendore.
— de luna. Lampaneggio.
Lustrini. Bisantini» lustri-
ni ; minute roteile d^oro o
d^orpeilo per uso di ri-
cami.
Lustr.issimo,kp^\\sXiyo cbe
davasi al mezz^ordine po-
sto ir A la plebe ed i patria,
come i medici, avvoca-
ti ecc.
Luzzo. Luccio; pesce d*a-
qua dolce.
— de mar. Luccio mari-
no.
— xe megio esser testa de
luzzo che eoa de sturian.
Ovvero, meglio è esser pri-
mo fra grinfimi, che infi-
mo fra I primi.
204
M
M: tufi ga el so eme, 0-
?[nunoo poco molto |!^ar-
ecipaiSitre m;cioè dirne-
dico, di maslco e di inatto.
Maea: a 'macix. A scrocchio;
gratis.
Macaco» Detto ad uomo^ va-
le babbaccio, di poco spi-
rito.
Macada. V.Macaùra.
Maeaizzoj tempo macaiz-
zo. Tempo nuvoloso.
— * eivra tnacaizza. Faccia
smorta.
— pan macaizzo, V. Pan.
— oehi nutcaizzt, V. Ca-
r amali.
Macar, maeà. Ammaccare,
ammaccato.
Macar le cu$iure, V. Cu-
siure.
Macaron da Pugia. Mocci-
cone, uomo dappoco, tem-
pellone chi si lascia so-
pràfiare.
Macaroncin. Beccafico di
padule rossiccio.
Maearoni. Gnocchi; specie
di pastume grossolano di
figura rotonda, da noi im-
propriamente detti maca*
reni.
Maeaùra. Ammaccatura,coa-
tusione.
Maehion. Hacchiòne, cespu-
glio.
— star 8oto el maehion.
Stare alia sicura, vivere
a spese altrui.
Macula, (idiot.) Macchia.
Madalena. Boccale di terra
cotta, di bocca larghissi-
ma, di varia misura, usa-
to per tener vino.
Made (voce antiq. ). Detto
assolutamente vuol dire
No. Made sì. Si davvero.
Madi, V. Zogar.
Madona. Suocera.
Madregal. Matricaria-; erba
erficace a sedare le male
affezioni della matrice nel-
le puerpere.
Maga (gergo). Magazeno,
cioè bettola.
Magari. Voce non più usa-
ta dagli scrittori italiani,
ma rimastaci nel dialetto.
Corrisponde all' utinam.
Dio volesse! Serve puread
altri significati ; per es.
che i vegna magari in
trenta: vengano, a un bi-
sogno , anche in trenta.
Fegniròmagari anca mi:
anch^io ci verrò, se oc-
corre.
Magasso. Mllluioa; uccello
m IL
-fielfatieo ohe Assom^ia «I
cbkMJBO.; Ila t inedi .eame
la piuma di color piombi-
so; il solo maaebio ha H
collo Tossicelo.
Magazen éa 9in» Tavorna
io cui ai Ten<te il vinoni
minuto.
Magazeni&r. ITaveraiore.
Magia. Vaglia.
Mogieri, Madièri; qua>ea-
zi di legname che -sono in-
obiodati io egoal dlaUns»
sulla carena di una gros-
sa nave.
Magio, 'Maglio e mazioolo.
BiagM. 'Cerino; lunga eao-
deletta di cera aggomitola-
ta da tBMr ocooia in na-
no.
Mogioitra* arnese di me^
latto per tenervi il ilfa-
giol; stoppioieeft.
Mmgna-eariM, 6ecivftBe> im-
piastra-fogli.
Magnamaromi. {gergo) Ruf-
fiano.
Magnamentù, Rodimento.
Magnaàra, ilangialéja.
Magnapan. Uomo disutile.
Magnar» Uanglare. .Indica-
tivo pres. Mi magna, ti
magni f el magma. Ifu
Piaghamo , .pu ma^^it y'
magna. E veggasl.ptr.'oen-
slmill desinenze 11 verte
^»dor a pag. 9T.
— te me magna» La iniia-
plfce.
S14
305
Magnar: carne Ui magne»
mio? A ehegiuoflo giuo-
chiamo ?
— magnar «no. SopeaSar-
lo con parole minacele.
*- 4 aahi a uno. Rlmpro*
verare^ serpentare alcuno.
— ra<;^Jo. i2rucclarsi^ pren»
der bile.
— la fogia, Inlendepe, ca-
pire li «egreto.
•^ le pattàU. Manicare le
peréto.
•«* 4*aeiM valetio^ WMgna
de questo. iTuo danno.
— ci pan pernia» Mangia-
re, il pane del dotoire.
— ai magnarla U egalmO'
re ée PiUUù. Haiigtorob-
be un diavolo cotto.
-<» queiHo me «tt a/ira «m-
gnar de pasta. Oneat'è
un^altra^ lòlnestra, «ii^al-
tra cosa.
•1- eo to iesta in eaco* '.8ea-
za pensieri.
"^ el remo. (term. de^ftiar-
caiuoH) Impedire raMoae
del femo.
-* éa ^trupiai. Mangiar
ghiotto.
-^ a Mrangoian. Treppola
rfretto.
-V a Jco(*Hlae. A etoappa-
beeoo ; &m fusto fino eh''è
caldo il cibo.
^jda simpiai. Bi gusto
. stravagante, ma buono as-
i sai.
io6
mx
Mo^nar de ioion, Df stadio*
ne; eloè le vivande >calde,
appena colte. .
Afd^ftaràzzo. t^raneo trivia-
le.
Magnar se. i oohi. Conten-
der sempre.
*— i dei. Pentirsi.
Magneria» Ladroneria.
Magnolézo, Appetitoso^ gu-
stevole. Roba magnoleza:
' di facile spacoio.
Magnon. Gran mangiatore.
.la altro feenso, manglapo-
P0IO9 che cava' danari a
* ' spalle alirai.
Magòga. Vecchiaccia^ decre-
pita. Altrimenti uccello a-
> quatico del gen. . dei C<h
eàlU
Moffona. > Abbondanza so-
l 'verchia.
Mùgmian Stomacare, anno-
iare.
'Mùgra de ' aqua. Basso fon-
do> magrezza d^aqua.
Maganà.y, Smagonà,
Mai^ el di de tan mai. Mai
più; motto scherzóso.
'Mainar, Ammainare le ve-
le, raccoglierle.
Maietra. (term. marin.) Al-
bero di maistrac.è 11 più
• grosso e hingo delia na-
' ve. V. Arboradura e Ve-
le,
JMaisira, (tern. marJn.)lfae4
strale ; vento xhe spira tra
occidente e settentrione. S
MA
Mala(fraxia, Sgarbatenn .
• Detto af^ersona, Yale sgua-
iato.
Mal de stmta Maria, Emor-
ragia uterina.
— de ponta, Plenrisfa.
— - de mare. Male uterino.
— de piera. Renella f ple-
truzza che si genera nel-
le reni.
—•de ean Valentin. Epi-
lessia.
— dercaslron.mfredd«ta-
ra, tosse ecc.
-^ maligno^ Malina.
— dei molton, Ciattone.
-^ franeese. Mal cèltico ••
mal venereo.
— de orino. DissoHa stran-
guria.
-^ de la iupà. Fame eanf-
. ila ]• nialattia» che predace
gran fame.
— Jlfai^tico. ^lirio, frene-
sia.
-^ dei do figai (gergo). Ckn-
vidanza.
— andar de mai. Guastarsi.
— butar mal. Riuscir male.
Malandò, Mal in ordine.
Malano, Errore, disordine,
ilfaianoso. Facimale ; fan-
ciulto Insolente.
Maiala, HalaUccio r cagio-
— nevole.
MaUgnazo! sia Malegnazoì
Maledetto il diavolo !
MaU'spese, Spese accesso-
rie.
MA
Malèto. llaliifezoi; Indlsposl-
lioueella;
Maigualivo. Disuguale ^ 6
broccoso.
— teda malgtialiva. Seta
broceosa..
Malineonir. Rattristare.
MalUtente (voce antiq.) A
mala pena.
Malizia (gergo). Merda.
Malmesso. IfaWaatito o mal-
eoUoeaiOw
Malmonià. Staonato> svo-
* gliato.
Maloreega, In malorei»> in
malora.
MaloiiK V. MaletOi
Malsestà, Scomposto. Anche
malazzato, indisposto.
Mal'Star. Svogliataggine, in-
disposizione.
Malta, Calcina mescolata
colParena per murare.
Mal'tapà. Malvestito.
Maltempo. Tempo burrasco-
so.
Malusar. Inviziare.
Malvasia. Antica denomina-
zione di magazzeni, ove
soltanto vendevasi U vino
di malvasia ed altri navi-
gati.
MaUabatà. Malconcio, ma-
le ammanato, malfatto.
Mamalueo. Stolido; ma pro-
priamente sclìiavo cristia-
no presso gli egizii.
Mamào. (voce, fanciullesca)
. Mueinoi vale gatto.
MA
a«7
Mamara, marno. Gooetole-
nor scimunito.
Jlfana (0^6.' Giuoco fanciulle-
sco t a scaldamani; giuo-
co che fanno 1 fanciulli
mettendo le mani una so-
pra raltra, e battendo quel-
la che rimane* sopra con
quella che a vicenda è
tratta di sotto.
Manazzar. ^voce antlq.) Mi-
nacciare.
Maneipar. Emancipare.
Manco. Manco, meno,
»- andar al manco. Scade-
re i andare in basso stato.
— ridur (ar tnarico. Mini-
mare.
^- far demaneo. Far a me-
no, astenersi.
— manco che nianco. Tara-
to meno.
— far la manca. V. Far.
Mandar la roba a studiar.
(gergo) Metterla in pegno.
— de là de Stra o mandar
sul Bendante. Mandar via
uno in collera.
— dal péro al pomo. Da
Erode a Pilato.
Mandola. Mandorla.
— dei fruii. Anima;- seme
. racchiuso dentro i neccio*
U dei frutti.
— fato a mandolam. Cose
fette a figura di rombo.
-— ehiapar o dar la mon-
doi^ Pigliard o dare la
mancia. ^
aaS
MA
MA
Mandolato, Mandorlato.
— dar el mandotolo* Adu*
lare beffando. ,
Mandoler, Mandorlo; albe-
ro che produce le man-
dorle dolci* Anche^ vendi-
tore di mandorle,
MandoMU Castagne di pa^
lude ; trigoli ; pianta an-
nua che nasce nelle aqoe
stagnanti. Questi frutti si
mangiano crudi in alcuni
paesi, in altri cotti alles-
si od arrostiti come le ca-
stagne. ..
Mandraehio. Darsena; la
parte più interna dei por-
to.
Mandria. Detto a persona^
-vaie asinOy villano.
Manega. Manica. Cosi chia*-
masi anche il centopelle,
intestino dei vitelli ridot-
to in vivanda ; molletta.
— in maneghe de camita*
Sbracciato.
— una manega ife ateni
ecc. Una mano d'asini ecc.^
vale una compagnia.
— questo are vn altro par
de maneghe. Questo è
fuor dì questione.
•— largci. Di poco dilicata
coscienza ; che non guar-
da «pel sottile.
*— quel che no va in dti-
tto va in manega* Quel
che non va nelle maniche
va nei gheroni.
JfafieffAtf II. Manichini; esti-e
mità delle maniebe della
camicia, che penda sui'
polsi delle mani per orna-
mento.
— r coti, gridano gli erba-
iuoli che vendono cotti i
picciuoli delle foglie del-
le barbabietole, bnoni a-
mangiare in insalata.
Jianejgo. Manico.
-« di ceriesOé Picdiiolo^
— - butar el manego érto
la manèrok Sprezzar il me«-
no^ perduto li più*
Manèra. Scure O' accetta*
Manerada, Colpo di score.
Maneseon. Manesco;^ pron-
to a percuotere.
Manestra, Minestra.
^^ rescaldadoi Amico rÌeon-*f
ciliatOf aliare rinnovato, e*
simili.
Mane$trar» Minestrare, soo*
deilare.
Manestro. Mestolioo.
Mane la. (giuoco) Mpiglino;:
giuoco fanciullesco» che sta
, nel ripigliare sulla parte
opposta della palma del-
la mano una moneta get-
tata in aria.
ilfantfPO/e.Maneggevole^HéSr
sibile, arrendevole.
Manfrina, Sorta di balio ;
monferrina.
Manganalo. Marlinello; stru*
mento meccanico. B^tone
groasìH
MI
Manfr&dito, Emafrodlto ;
persona di due sessi.
Manierata, o manierazza»
Maniera incivile.
Manini. Smanigli; aUaocia-
tura preziosa^ che le don-
ne osano al collo ed alle
braccia.
Manizada, Quantità, dì co*
sOj ed anche di persone,
come masnada: tino mar
nizadade baroni ec: una
branca di scellerati ecc.
Manizar, Maneggiare.
Manizo. Maneggio^ ammini-
strazione.
Oanizza. Manicotto; arnese
tutto foderato di pelle ,
nel quale al verno si ten-
gono le mani per riparar-
le dal freddo.
— dei bauli, castani, ar»
mari ^^' Maniglia, sia di
legno di ferro.
Manti L Tovaglia da tavola.
Anche asciugatoio.
n ÉL 309
Marangona. (voce disusala)
Così chiamavasi una delle
campane di s. Marco, che
— ogni mattina suonava Tav*
viso ai lavoranti deir ar-
senale di recarsi al do-
vere.
Marangan, Falegname.
— dagpoMù, Carpentiere.
— da $uìilo. Stipettaio.
Marangonar. Lavoraecbia-
re Ila falegname; inge-
gnarsi in piccoli lavori.
Marantega, V. Aredodete.
Marasca. Amarasca; sorta
di ciliegia dolce-aspra.
Màravegia. Gelsomino del-
la notte.
Marchese, Mestruo.
Marcheseta. Marcassita ; mi-
nerale.
Mareheto, (voce disusata)
Nome di una piccola mo-
neta di rame, ch^ebbe cor-
so prima del soldo.
Mare. Madre.
Mansian, Soprascritta; in- — • secar la mare. V. Se
dirizzo di lettera, plico ecc. car.
Mantegnir , mantegnuo , -^4amarexesegura,e'lfHii'
Mantenere, mantenuto. re de ventura. La madre
Mantegnua. Donna matenu-
ta; concubina.
Manuchi. Bastoncelli; sor-
ta di ciambelle.
Manuela, Leva; stanga di
legno di ferro a varj
usi.
Afonie (0. Ciovenco ; bue
giovine*
lo sa e U padre lo crede.
-— de te dotte. La matrice
delle femine.
— micoderma del vino; pel-
licola rosseggiante che cre-
sce sopra la superficie del
vino* Altrimenti fondigUuo-
10.
-* de melcn, de zuea, 1n-
21
!2ìO
M A
teriori de^ poponi e delle
focche. Maire de melon
dice8Ì di madre elie non
sa educare i Agli.
Maregna* Matrigna.
Marèla, (term. de^ beceai)
Cosi viene chiamata la spi-
na dorsale : quindi 6ri«io-
. la senza mare la, cioè non
congiunta concesso.
Mareselo. Maretta s piccola
conturbazione di mare»
— far maresei. Mareggia-
re; dondolare una bar-
clietta per far ondeggia-
mento.
Margarota, Battello leggie-
ro a sei remi.
Margarite, Margariline>glo-
betti di vetro^ de^ quali si
fanno vezzi ed altri orna-
menti feminili.
Marginar, Ammarginare, ci-
catrizzare ie ferite.
Margnuea, margnueo. Uo-
mo donna dappoco, o
poco scaltra.
Maridar. Maritare.
— • do eoise insieme, Con-
fondercj mescolare.
Maria orba. Mosca cieca;
giuoco che consiste nel
dar la caccia con occhi
bendati a chi trebbia leg-
germente percosso.
Maridozzo, (voce antiq.) Ma-
ritaggio.
Marizà, V. Jmarizà.
Mariegola. Matricola.
Ma
AfarlMd. Pesce condito con
aceto.
Marinèla. Amarina; specie
di ciliegia.
Mario* Marito.
MàrmarOé Marmo. ^
Marmàro, Martignone; gof-
fo contadinone.
Marm^lata* Cotognate e me«
lata ; . conserva notissima.
Marmèo, Voce di scherno
usata per negativa di ri-
sposta.
— marmèo vquaquarà 1
Qoa-qua-riqnà; voce onde
canta la quaglia.
Marmiton. Ranciere ; quel-
lo fra^ soldati che deve ap«
parecchiart e scodellare il
. ranciOi
Marmorin» Marmorato; in-
tonaco fatto con marmo
polverizzato e calcina di
ciottoli.
Marobolan. Mirabella; susi-
na di ottimo sapore. Mi-
rabolano» se di maggior
grandezza.
Maroca» Spia». marachella.
Maron. Marrone, castagna.
Detto figuratamente» fal-
lo» errore.
— trovar et maron. Sco-
prire il male.
— color maron* Color mo-
nachino.
Marostegana* Ciliegia mar-
chiana.
Maroia, Vivaio per oooser-
M k
vare le anguille nell^ a-
qua.
MartioHÙ Pesee pfccolUsi-
tao, apparteneste al gene-
re goòiui*
MarUUto : a mmrPelèto.
Pieno, folto.
Marti, Martedì.
Martin, (gergo) Deretano.
— far san Martin. Cioè la
festa in onore di s. Mar-
tino, in cui d^ordinario si
fa goizoviglia; uso deri-
vato forse dalle antiche
feste in onore di Bacco,
che ricorrevano agli ii,
19 e 15 nov.; e forse dui
digiuno di Avvento^ che
incominciavano anticamen-
te 1 cristiani subito dopo
la fèsta- di san Martino.
Martinazzo. Grigiastro; uc-
cello aquatico, della rasia
de* gabbiani.
Martorèlo. Donnola o mar-
tore.
Martufo, Babbaccio, min-
chione.
Marubio, Uomo burbero, au-
stero.
— • vien su marubio. Fa
tempo cattivo.
Marta, Marcia, marciimie.
Morzor. Merclaiuolo.
Marzemina, V. Uà*
Marzadego, Mandino; ag-
giunto di tutti qoe* grani
ehe ri seroinaM nel mese
di mano.
M A
31 I
Marzo. Marcio.
— patoco. Guasto, corrotto.
Marzoeo, Di poco spirito-
Jtforzoco dieevasi qualun-
que figura di leone scolpi-
to dipinto.
Meurzumera, Dicesf per di-
sprezto di persona malsa-
na.
Masanèia V. Gra^icto.
Mckscarete. Galosce; sorta di
soprascarpa ad uso di man-
tenere asciutto il piede
neirestremità.
MascaHn, V. Con.
Mascaron da prova. Bruttis-
simo uodio, come la figu-
ra di legno che mettesl
per Insegna sulla prora de*
lavigli.
ilfcMcarpofi. ' Mascherpone ;
specie di ricotta molto in
uso nella Lombardia, don-
de si porta anche a Vene-
zia nelPinverno«
Maseolo, Mastio; tubo em-
piuto di polvere per fare
scarica nelle sagre. Altri-
menti strumento da tener
conghinte insieme le par-
ti di checchessia.
— ifivodar<0 a la Madona
dei maseoli. Cioè dei ma-
schi; altare «retto dalla
pietà della veneta republl-
ca nella chiesa di s. Mar-
co contro i sodomiti ma-
schili.
Mase^no, Macigno.
213
/.
Moienada, V. Manizt^éa..
^Auenitt. Uaclnello.
Atasiola» Lucerna o perlooe ;
. pesce buono di mare, di
colore rossastro» colla li-
Bea laterale senza spine,
. dividentesi In due alla
pinna caudale. .
Massa. Troppo, pioè a masse.
— de perle. Vezzo di perle.
«- de filo. Matassa.
-^ massa bona. Meno male.
Masssaria : far massaria.
Sgomberare; portar via la
masserizia per mutar do*
micttio.
Massarin. V. Pan.
Massera. Massaia; serva di
casa; fregona quella cbe
rigoverna le stoviglie.
Moiseta. Matassina.
Massixzo. Massiccio, solido ,
forte.
Mastcffar. Masticare.
— le parole. Biasciare le
parole.
Masteifo. L'atto del mangia-
re^ pappalecco.
— cavarla dal mas lego.
Incorrere in danno.
Mas tè la o mastèlo. Secclua.
Se piccolo vaso di legno,
. dicesi bugliolo.
*— da 6agnt. Tinozza.
Matiruzzar. Fracassare. An-
che malmenare.
Matada. Matteria, capriccio.
Matana. Pesce di mare di
color verd^-gialllaclo, del
MA
genere delle rain, detto
da Linneo. Baia Pastinaca.
Matar, (term. marin.) Ain*
matare; alberare una uà-
, ve; munirla d'alberi.
Malarana. Glovlalone; uo-
mo allegro, faceto.
Malarèla. Civettuola, pazze-
rclia. .
Mate lo lai 9estio a la ma»
telata. Alla marlaesea (dal
frane, matelol); cioè giac-
chetta e calzoni larghi.
MateriaUm. Materialacdo»
uomo zotico.
Malezzo. Matteria.
Matimehto. Impazzimento ;
impiccio.
Matir* Ammattire, impazien-
tare.
Matizar. Matteggiare, im-
paziare. .
Maton* Quadrello, mattone;
pietra di forma quadran-
golare per uso di murare.
Detto ad uomo, vale mattac-
chione, che ama il chiasso.
Maturlo. Pazzerello.
Mata. Pa^zo. ilfafo diciamo
anche al mazzacavallo,8tru-
mento che serve ad attla-
ger aqua nel pozzi.
— . cof tna<t ghe i^olbasion*
A popol pazzo, prete «pl-
rilato; cioè merita casti*
fo chi sei cerca.
Manco, he buono ne catti-
vo; come p. e. fempo
mauco, cosee mauèhe te.
M E
Mnùrù. Ma taro.
Mazengo. Stagionato. Fqt'
magio miizengo, cioè iiiag-
gialico^ fatta ih maggio.
Mazorena talpodéga. Origa-
no. Quest^erlMà ila uo Odo-
re fragrante ed un sapo-
re aromatieo. Si mescola
alla birra per impedire
elle inacetisea.
Mazorarse. Ammazzerarsi,
assodarsi.
Mazorin. Colloverde il ma-
aciiio ; anitra selvatica la
femina. à 11 più grande
degli uccelli palustri: da
coi /orse li nome di mag-
giorlngo.Iia femipa dal ma-
schio si riconosce perchè
manca del verde sulla testa^
e perchè il solo maschio
ha nella coda tre piume
riccie.
Mozzar, mazza* Amraaaza*
re, ammazzato. .
—^ mazitao o amazxao* V.
Copao,
— muzza 7 e $trupia i 4.
Spnceone^lagliamoDll, bra-
vazzo.
Mazzoca, Mazzuola, mazzoc-
• cbio.
Meo. Meta.
*- v^gnSr a mèo* Venire al
• punto che si desidera; «ori-
\enire.
— tirar- a mee. Tirare a se,
al proprio desiderio*
M^ca: eke ^m9oal ehc va
M E
ai5
mecando. Che va colle
lunghe, come colui che an-
dasse alla Mecca.
Mèco, (voce di gergo) Il pa-
drone.
Megiarina, Migliarola ; pal-
lella piccolissima di piom-
bo per caricare gii archi-
busi e uccidere gli uccelli.
Megiaròla. Strilozzo e bra-
viere; uccello di palude.
Me^o. (coire larga) Meglio,
più bene.
Megio. (coUV stretta) Mi-
glio.
Mèla, (coir^ larga) Quella
stecca di legao che usa
Parlecchino. Anche stru«
mento per giuncare alla
palla; racchcUa.
Me lampa. Donna inciampa-
la, imbarazzata.
Melanzana. Petronciana ;
pianta ortense, che dà un
frutto ovale pavonazzo. I
sistematici la chiamano So»
/anum melongena.
Meli fa. Donna dillcala, schi-
filtosa.
Melon. Popone. Detto ad uo-
mo, vale minchione. Vi so*
no tre varietà : melone mo-
scatello, che ha i poponi
densamente solcali al di
fuori; i\ melone vernino
detto volgarmente bacivi,
che Ila l poponi lisci al di
fuori; il rampeghin^.cììe
ha lo stelo rampicante e
.1
i
ii4
ME
i poponi soleati e reffeo-
latf.
Memini : un memini. Per-
cossa ; ricordo di mano ;
tientammente.
Menodeo : cognosser una
eossa a menodeo. Averne
cognizione pratica di una
cosa ; conoseerìa per espe-
rienza.
Menar a scuola uno. Aggi-
rare alcuno; saperne più
di iui.
*— a torzio* Confondere, in-
gannare con parole.
Mendar, Rimendare i panni.
Mendaressa, Clie rimenda o
ricuce la rottura dei pao-
ni, si chV*non si scorga il
mancamento.
Meneghèia ( nel giuoco ). Il
due di spade.
Menicelo, Amminicolo, aja-
to accessorio.
Mènola* Pesce di mare, del
genere Sparus.
Menuagia. Minutaglia; quan-
tità di cose minute. Ma
parlando di pesce minuto
cotto dicasi frugaglla.
Menuei, V. Bigoli,
Menuelo: deo menuelo. Di-
to mignolo della mano.
Menuo, Minuto.
'^andar per rio menuù.
Andare stretto e tlmitatis-
simo in ogni cosa.
Menzanar. Ffominare. Anche
motivare e ricordare.
M E
Meola, Midolla. '
Mercore. Mercordì.
Merda : una merda, Xkk bel
niente.
— merde col erostolo. Bra-
vate; strepiti. Aoclie trop-
pe cerimonie-
— far merde. Gridare, stre-
pitare. Anche far cose fuor
di proposito.
— no la xe merda, ma el
ean l'à eagada. Tanto è
euppa che pan molle.
Merdaeai, Detto scherzosa-
mente, tafanarlo.
Merenda. Propriamente di-
rebbesi i'^antlcena ; ma dal
veneziani intendasi la eo-
. lazione o il primo cibarsi
della mattina. L^altra chia-
masi merendala.
Merli de ponto. Merletti a
punta d^ago ; lo stesso che
merlétti di Fiandra o di
fiurano.
— POHdiiarde morii, Bf-
gberaio.
Mésa. Paccotiglia; provvi*
glene di commestibili per
circa un mese ad uso de*
bastimenti.
Mesehizza, mesekizzO, Me-
schiata, meschiato.
— eolot^ mesehizxo. Colo-
re tra Manco e bronai-
no.
<-• aqua meechizza, AqiM
salmastra, o aqua dolce
meaehiala «olla salsa« ,
ME
Meschizza : zomada me"
schizza. Giornata torbi-
da.
MmcoIq. Mestola.
— da lasagne» Spianatojo.
— da polenta. Slatteretlo.
•— licar la metcola, Lec-
eheggiare ; trarre alcun
profitto di un affare in
cai altri gode il maggior
vantaggio.
M escolon o mesiolon, Pa-
lettone o beccariale ; sor-
ta di anitra salvatica, di-
versa dal fofano.
Mestranza. Maestro lavora-
tore.
Metadia: Mezzadria; metà
del prodotto di un terre-
no dato a lavorare.
Me ter su uno. Mettere uno
al puntiglio ; aizzarlo con-
tro un altro.
— el culo al muro. Osti*
narsi.
— */a man davanti. Appro-
priarsi l^altrui. diritto.
— tino in erose, fregarlo
instaotemente.
— la vesta. Gabbare in un
contratto.
— tino al muro. Violentar
uno a risolversi.
•— tn berta. Intascare.
— a peto. Confrontare.
— • in tota. Esporre un fat-
to con ordine.
— in sai una cossa. Riser-
varla a tempo remolo.
MI
3l5
Jlìéter una spinaama»^. in-
trodurre una usanza.
— la piva in saca. V. Pi*
va.
— tin balin in testa. Dire
altrui una cosa^be Io ten-
ga in pensiero.
Metti-massere. Accatta ser-
ve; sensale.
Me tua. Mettitura; modo di
mettersi o di '^abbigliarsi.
Mezà. Mezzanino ; studio»
scrittoio. Sono Je stanze
nel primo piano dei pa-
lazzi ad uso degli agenti
e fattori.
Mezana. Y. Fele^
Mezaria. Mezzo; punto di
mezzo, ugualmente distan«
te da^ suoi estremi.
MezO'C'mezo. A mezzo; a
metà per sorte.
— mezo de mezo. Mezzo
medialo.
Mezolera. Vassojo ; arnese
di legno piatto un po^ ca*
vo.
Mi. Io e me; pronome.
Mia: un mia ecc. Un mi-
glio; misura itineraria per
lo più di sooo passim ma
che ha una l^inghezza dif-
ferente ne^ diversi paesi.
Meglio dlcesi milllo^ secon-
do Gherardini.
Mica : tina mica. Pochissi-
mo, un minimo.
Mier: un mier. Un mi-
gliaio.
9l6
mi
Mh(o. ( tùW e stretta) Un
miglio scarso.
Mfgnognole. Gesti o paro-
le luslnf^hevoll.
Mile-fiori. Millefoglio mi-
nore; pianta erbacea.
Mine la. Uancia. Anche pro-
fenda^ misura di biada.
Aftfiga. Mica.
Minuo. V. Menno.
Mio. V. Mia.
Miseria. Accidia , infingar-
daggine.
— aver un poca di mUe-
rh. Cioè qnalcbe brivido^
sintomo di febrc.
Miieron. Poltrone, dormal-
fuoco.
Mitmàs. Guazsabuglfo, mi-
scaglio.
Miuiada,missiamento. Me-
scolamento.
•— fttissiainento de sangue.
Senso di terrore, di com-
passione ecc.
M issianza. Mescolanza^ pla-
striccio.
— /or missianze. Meseuglia
re, infruscare.
Missiar, missfà. Mescolare,
mescolato.
*^ el le lo. Sprimacciarlo.
— ei pagiazzo. Rimenare il
saccone.
Missiarse. Agitarsi , con-
torcersi per cose spiace-
voli.
Missier, Saocero.
Mi$$iQto. Piastrlcclo; ml-i
MG
scoglio di cose Imbroglia-
te. ^
Mistra, Maestra.
Mislrà. Aquavlte rafllnala
con anici ed altro; aoi-
cctto.'"'^
Mistro. Maestro, artiere.
Mistronzolo. Maestrino.
Misurin. Picco! issimo vaso
di latta, con cui si misu-
ra la polvere del carffè da
porsi nella caffettiera.
Miticotoso. Metlculoso.
ilfo. . Particella riempitiva
dal latino modo. Usasi nel
significato di ma e pare ;
p. e. filo no va ben : ma
non va bène; ve Vaveva
mo dito : ve Pavé va pur
detto.
Moeagio e Mocaor. (gergo)
Moccichino; fauolelto da
naso.
Moear. Smoccolare.
Mocarsela. Andar via.
Mocaroìa. Spegnitoio.
Mocegoto. Scam uzzolo, rima-
soglio.
Moche ta. Smo ccolatolo, moc-
colaia; mollette per can-
dele.
Mocina. Dlcesl per dlisprez-
zo; vale fraschetta.
Mocolo. Moccolo; rimasuglio
di candela. Detto a per-
sona, stronzolino; ragazzo
piccolissimo.
— tirar dei moeoli. Be-
stemmiare.
MO
Moeolù: taear moeoli a
uno. Apporrli Uccie; ea-|
lonoiarlo.
Modegal, (lerm. de* macel-
lai) Taglio di carne tratta
dal collo deir animale.
— durò de modegal. Du-
ro, testardo, dilficlle ad
accordare.
Modion. (term. degli archi-
tetti) Modiglione, menso-
la» sostegno.
Mogano, Legno di un albe-
ro americano detto MaO'
gani di color rosso, ca-
pace di gran lucido e as-
sai pregiato per lavori. Gli
arteflci Io imitano col no-
stro acero , e lo imitano
con grande illusione.
Mogiar i mogia. Bagnare,
ammollare; bagnato» am-
mollato.
Mogio. Bagnato, molle.
Molar* Slegare, sciogliere.
Anche rallentare; ed an-
che lasciar cadere una co-
sa tenuta in mano.
— peae, pugni ecc. Sciori-
nar calci ecc.
— i feri. Affilare i ferri.
— aqua. (term. marin.) Kar
aqua; quando nella nave
per qualche apertura en-
tra Taqua.
— - fnolarghe un punto. Ce-
dere.
— se ga Molà le elope. (ger-
go) Ba la eacajuola.
MO
217
Molarghela a uno. Acdóc»
caria ad uno, dirgli l'ani-
mo suo. Altrimenti vale
lasciargli facilmente o fier
poco prezEO una coia.
— molarsé da lari9a. Far
più che* non si suole,
Moleea* (forse da molUo-
cia) Granchielta; piccolo
granchio molliccio. Quan-
do il granchio si spoglia
della vecchia crosta, e si
presenta vestito invece di
una molle membrana, al-
lora prende il nome di
mollecca. ( Olivi ZooL
Àdriat.)
Molegalo. Mollicchloso, flo-
scio.
Molena. Mollica. Detto ad
uomo, vale tenlennootf ,
aloccOtf
Molenaeo. V. Molegalo.
Moleiin* Soffice» liscio, mor-
bido.
-« co le Moleeine. Piacevol-
mente.
Molela. Arruolino. Anche le
molle per attizzare il fuo-
co. Pincette quette che
servono a prendere • ool^
locare alcuna cosa in luo-
go dovè non si potrebbe
colle dita.
Molèto. Mollicello; alqaan»
to tenero.
MoUnelo.Vi\Aioìoi stmmen*
to di legno da filar
iHio^ seta e simili.
9S
ai8
MO
Molinèlo: esser un mo-
Hnèlo. Esser troppo lo-
quace.
— - for tria a moUnelo» Di-
ciamo nei giuoco della
tavola a moiioo quando
le pedine o tavolette di
uno de^ due giuocatori so-
no impostate in modo ciie
ad ogni mossa si compo-
ne la tria, onde Tavver-
sario perde senza riparo.
Molinèto. Molinello; picco-
lo molino.
Molo, Debole o floscio. An-
che pesce di mare; na-
sello.
Molton. Montone; il maschio
della pecora.
Momó. Minaccia^ sgridamen-
to.
Momola : zogOr a tnomola.
Fari! ponte; giuoco fan-
ciullesco, in cui uno si po-
ne a guisa di ponte in-
curvandosi, e gli altri vi
saltano sopra.
Mona, Natura della femi-
na. Detto ad uomo, vale
balordo.
— far el mona V. Far.
Dicesi dai^'Olgo una mo-
tta per disprezzo' di chec-
ché si tratti.
Monada, Bessaggioe, scioc-
chezza, sproposito. Altri-
menti un niente, uno zero.
Monea, Moneta.
— curia e ìwmea longa.
MO
Valore monetario, che va-
riava secondo i paesi; p.
e. il tallero veneziano, che
qui valeva dieci lire, ne'
luoghi oltremare ne va-
leva undici; quindi com-
putatoci! tallero al valo-
re di Venezia, dicevasi
moneta corta e al valor
di oltremare moneta lun*
ga.
Monca mata. Moneta faba.
— picola. Spiccioli.
— scarsa. Moneta calante.
— far monea falsa per
uno. Far qualunque cosa
pel grande affetto verso
uno.
— spazzar la monca per
quel che la core. Piglia-
re il mondo come viene;
tagliare secondo il pan-
no; far di ogni cosa li cai-
colo meritato.
Monifa. Bietolone, pigolo-
ne, che sempre pigola o
piagnucola.
Montada de VaqìML. Innal-
zamento deli^aqua.
— del pesse» Montata; dice-
si quando da primavera
le valli s^aprono, e v^en-
tra dal mare il pesce no-
vello.
Montadura. Corredo, forni-
mento.
Montapiè. (term. marin.)
Marciapiede; nome gene-
rale che si dà a certe cor-
MG
de, sopra le quali i mari-
nari posano il piede quan-
do prendono il riccio del-
le vele, e vogliono met-
tere levare I bastoni di
eoltellacol.
Montane. Mettersi in ar-
nese.
«- ia g he manta a uno.
Cioè va in collera.
Monzer, monto. Hngoere,
manto.
Mora. Moriguola; frutto del
moro e gelso.
— de epin. Mora prugnola.
-— salvadega. Mora agresta.
— < iiropo de more. Diamò-
ron.
— > cara mora, caro mo»
rot ecc. Voce carezzevo-
le.
— xogar a la mora. Giuo-
co .che ^ fa in due, al-
zando le dita di una delle
mani, e cercando di ap-
porst che numero sleno
per alzare tra tutti e due;
onde in latino mUare di-
gitis.
Moraehioto. Brunetto; dice-
si del colore della pelle
del volto.
MoraU Travicello quadran-
golare.
Morbin e morbinezzo. Biz-
zarria, buon tempo.
More. (term. marin.). Gar-
zone di barca.
Morelo de fosso, Rocchio
MO
aig
di legno ; il legno pia
grosso del fascio.
Morelo de luganega. Sal-
sicciuolo.
— de bisato. Rocchio d*an-
guiUa.
— de mezo. Si riferisce a
statura né grande né pic-
cola.
Morer. Moro, gelso; albero
di due specie, cioè bian-
co e nero. La foglia del
bianco serve ad aliinenta-
re i bachi da seta; ed il
nero produce uà frutto
nero ripieno dUin sugo co-
medi sangue, detto mora,
Aforèlo. Sterpàgnola; uccel-
lo come il beccaflco.
Morga. Morchia ; feccia del
rollo.
Morgnon. Sornione; chi sta
sempre serio e imbron-
ciato.
Morir. Morire.
Indie, pres. Mi moro
(cotro stretta), timor,
et mor. Nu morìmo, vu
mori, i mor.
Pass, imperf. Morivi-
mo, morivi per moriva-
mo e morivate, ecc.
Gondiz. pres. Moriria
e morirave, io morrei.
Moriressif morresti. Et
morirave o nèorfrfa, egli
morrebbe, ec.
— de vogia. Struggersi di
desiderio .
sao
MO
Morir. co l'erba in boea, Pe-
rfre per dappoeafgine.
-«* dai tfOMoaro o da la grian*
dutiih X9 l' istéuo. Alla
fln per lo gregge è poi lo
stesso — esser preso dal
lupo o dal custode.
Aforo* Bruno.
— de morea* (Idiot.) Ghez-
10 ; movo di Barberia.
v-r- |)esce di mare del gene-
re deMe razze; e uno de^
pia grandi nel suo gene-
re.
Mtprì^dei. ^«oivoide.
Morow, moroso. Amante.
Sorse^a^to. V. Morsegon,
onegar, tnonegà, iiorde*
re^ morso. y
•^ ei ga viorsegà te tele
a so mare. Dlcé4 di; otre-
polente fortunale.
M%r$egar$e, Bisticoiari^, con •
traslare , perUa^cefàhtale
proverbiandosi. *
— i dei. Pentirsi,
Moreegon. Morso, morsica-
tura.
Jlf orso a eoa de gaza. (term.
4e* falegnami) Calettatura
a coda di rondine.
Morie: l*è la mia morte.
Cioè il mio castigo. Il mio
tormento.
— Ve laeomgt^ié. Parlan-
dosi di «ibi appropriata-
mente conditi: egU è il
suo vero guato.
JTorl^. Mortalo.
MO
Moria f mi resto tuorlo, m
! rimango stordito.
— t arazzo, gamba morta, ec.
Mortificato dlcesi di un
membro del corpo io cui
sia totalmente estinto il
senso.
, <^ dopo morto et se cupè.
Cosa fuori di tempo. Prov..
ch''ebbe origino dal caso
avvenuto nel i7tf o al nob.
Tommaso Morosini> il quale
portato come morto nella
chiesa di S. Maria Formo-
sa, e deposta sul catafal-
co, rinvenne, om compre-
so d^orrore rovescia ea-
dendo in terra e trasct-
nando seco lo bara, onde
rimase accoppato.
Moseardin, moscardo. Cio-
vine vago di far comparta.
Moscato. Moscadelio; vino
fatto di moscadella.
Mosche te de la baràm» Mo-
scbe ; <|ue* due penetU di
barba che lasciaoai sai lab-
bro superiore alle due e-
stremità.
Massaio. Zanzara ; insetto
volatile.
Mosso lini, Moscberini di-
cenai propriamente queUl
delParia; quelli del vino
moscioni.
Mostalevria. Sape, defrit-
to; mosto cotto e alquan-
to condensato nel bolMre,
che servo per oondimento.
w o
MU
2^1
Ma»imrda, Ia vuee oioslar«i moggiaU; spazio di terra
d» indica vivanda fatta | In cui si pqò seminare un
prtncipalmeote dì mosto; moggio.
ma non tosi quella di Ve- Mozza (coirò s(re(ta^« Sorta
ne2ia, di un gusfo pre-| di battello scoperto,
iloso, fatto essenzialmente I Afozza^/adtflrAfi. Poltrone.
di mele cotogne eondlle dì, Mozzo» Aloccio; escremento
. senapa e miele. -^Mostar- viscoso ch^esee dal naso.
da dicesi sctierzevolmente — par/or mozzo, Seiliogaa-
per iuerda. re.
Mq$ìo$m» (gergo) Le poppe. Muanza» Cambiamento.
Mostra: far mostra. Finge- Muar, muà, Mutare, cam-
re; simulare. biare ; mutato, cambiato.
— de le boteghe. Bachèca;! ilfucegio^o. V. Musegoto.
cassetta col coperchio àì\ Muchi» Zitti, quieti.
vetro, ove sono esposte le Muchiaehia, Amica, damuz-
merci.
— del relogio. Quadrante.
--- de vin ecc. Saggio.
Mostrar, mostra, Mostrare,
zaccia ; peggiorativo di
^dama.
Muehiar, muebià. Ammuc-
chiare, ammucchiato.
moslrato; vale manifesta- Munhio, Pastinaca maschio ;
re ed anche figurare.
— el muso, V. Muso,
— el fianco. Arrischiare una
domanda,
Mostriebio, Bruttaccio; ed
osasi per Ingiuria in va-
rii sensi.
Mostron, Mostra; rassegna
di soldati in ordinanza.
Mota, Monticene, altaretta.
Motesin, Vezzo, garbo, scher-
zetto.
Moto da rider^ Ghigno.
•— al moto, ( modo avver-
. t>iale) AU^appareaza ; per
quanto pare.
Mòzo. Moggks modio; mi-
peece di mare del genere
delle razze.
Mudande, Sotto-calzoni.
Mufadin. Muffatticeio.
Mufo, Grullo; malinconico.
Mugier, Moglie.
-^ dolor de gomio, dolor
de mugier. Doglia di mo-
glie, morta, dura fino alla
porta.
Mugni, Muei; voce onde si
chiama il getto.
Mu latro. Molazze ; uomo
generato da un europeo
e da una mora; ovvero
da un moro e da una
bianca.
sarà de^ grani. Anche! il/ii/e. pianelle, scarpe da
333
ìMU
casa» piane, senza il cal-
cagno.
Mulezzo, Slalaggine» osti-
natezza.
Mulo, Animale nato di ca-
vallo e d^asina. Dicesi di
figlio bastardo. Vale an-
che per ostinato.
. ilfti/oro. Zoccolo» che ha il
tomaio di pelle, e tutto il
rimanente di legno.
Munari de polenta. Bolle,
grumi, bernoccoli.
Munega. Monaca.
— - da leto. Prete, trabicco-
lo; arnese di legni cur-
vati in arco, in cui met-
tesi un caldanino fra le
coperte del letto per iscal-
darlo.
— la 9a munega a SanVI'
tepo, dove i dorme do per
lelo, (dettato famll.) Pren-
de marito.
Muneghèle. Iacea ; Gore
detto da^ botanici Fiola
tricolor.
Munegheta. Monachetto ;
smergo domenicano; uccel-
lo di mare, non buono a
mangiare.
Muneghin, Monachino; uc-
cello grosso come la pas-
sera comune.
Àfuneghin. (term. antico )
Monachino; reo di colpa
carnale con una monaca;
disordine ch^era frequente
in Venezia nel secolo XV.
MU
Muner. Mugnaio, molinaro.
Muodo, (voce antiq.) Modo.
Murar le vele, V. yele.
Murilo V. Morèlo,
Murer. Muratore.
Muro de meza piera. Rife-
rito ad uomo, vale di po-
ca salute.
MuMna, Brutta facda.
Musariol, Masoliera; quel-
la che adattasi al muso de^
cavalli, de^cani, ecc.
MusehielQ, Monello, mali-
ziato.
Mutchio. Sorta d^ erbetta
notissima. Anche materia
odorifera, ch^è Pescremen-
to della capra gazzella,
che lo produce come uno
apostema intorno al be-
lico: se ne servono I pro-
fumieri. Detto ad uomo,
vale austero, esigente as-
sai di rispetto.
Musegar, musegd* Mozzica-
re. Anche mangiucchiare,
cioè mangiar poco e a
stento.
Musegoto, Mozzicone, sea-
muzzolo ; quel che rimane
di cosa mozza, troncata,
arsiccia, ecc.
Musina, Salva-danaio.
Muso, Propriamente testa
del cane ; dlcesi però bel
muselo, bel muso anche
parlando di persona.
— - mostrar el muso» Op-
porsi arditamente.
M U
Muio da do musi. Tecomc-
co; uomo doppio.
— storto. V. Far,
— - da rovere. Faccia tosta.
— andar al muso. Farsi
avanti minacciando.
— roto. Sfrontato , ardito,
senza vergogna.
— da processi stregai. Di*
cesi sclierzosamente di chi
vorrebbe far viso trace >
e non può. .
— • restar a muso seco. Sen-
za niente, cioè al secco.
— av^r muso de far, de
dir, ecc. Aver ardire di
fare ecc.
Mmoni: far musoni. Viso
ingrugnato.
Mussata. Asinella.
M U
2'JO
Musso. Asino, somaro.
Mussola. Blussoiino ; tela di
cotone cosi detta dalla
città di Uossul, donde ven-
ne portata in Europa.
Mussolini. V. Mossolini.
AfuMoto. Muscolo pidocctiio
di mare ; specie di conchi-
glia : Mytilus barbatusj
Linneo.
— Nell^ Istria vi sono bar-
che apposite per la lor
pesca, dette Mussolère.
Mustachio. Basette; barba
ch^è sotto il labbro.
Mustazzada. Rinfacciamen-
to, rimbrotto.
Mutir mutolir. Ammuto-
lire.
Mutria. Faccia brutta.
234
N
Nclba. Malva; erba medici-
naie. I romani se ne ser-
vivano per commestibi-
le.
Nalbont Malvaccioni ed al-
tea; pianta erbacea medi-
cinale Ohe trovasi ne^fos^
si. ' In terra-ferma dicesi
maltisn^hio,
Nanarar. Camminare da a-
natfa; maniera di cammi-
nare di qualche persona
che pare sciancata.
Naneto. Vanerello; nanino.
Nani orioni» Pescialelli ma-
rini^ non buoni a mangia-
re. Di recente introdotti
nelle nostre lagune^ il na-
turalista doti. ISardo li ri-
guardò come appartenen-
ti ad un nuovo genere che
egli inlitoIÀ j4phaniu8,
Nanir, nanio» Cantar la nin-
na-nanna.
— pe diria jcHÌ v'ha nanio;
cioè: meritereste ch'io v'in-
giuriassi.
Naòn, Navone o napo; specie
di rapa bislunga.
rfapa e napara. Nasaccio,
nasone.
— del camin. Cappa dei
camino; principio della go-
la di un camino.
Napamondo, (idiotismo) Map-
pamondo.
Napoli tana. (term. di giao-
co) Verzicola ; le prime tre
carte di maggior valore,
cioè fasso, il due e il tre
di alcuno dei semi, che
trovansi riunite in mano
d'uno de* giuocatori al tre-
sette.
Naranza. Arancia.
— garba. Melangola; aran-
cia forte.
— de mar. Arancia marina;
produzione marina del ge-
nero degli alcioni!.
Naranzer. Gedratajo; il ven-
ditore di aranci, limoni ec.
Naranzeia. Arancina, picco-
la arancia.
Naranzon* Randato; color
della melarancia matura.
Naroncolo. Ranuncolo, flore.
Nasada. Fiuto.
Nasar, nasà. Odorare , odo-
rato.
— farse nasar, o snasar.
Farsi beffare, farsi scorge-
re.
Naso: Ifuti del nato. Narici.
•— scagnelo del naso. Spi-
na del naso.
— naso che pissa in 6oco.
Arcato, adunco.
NA
ffaso da pifaro. Naso lungo.
— imponiio. Aquilino.
— > rebeeà. Rincagoato.
— iargo. Sfrogiato, che ha
larghe falde.
•^ schizzo» Camoscio \ o
schiacciato.
— da maschera. Guardaoa-
so; arnese che cuopre il
naso.
— del eaenazzo. Boncinel-
lo.
— del luehcto. Arco del lue**
cbetto; quel f^rro curva-
to con che si chiude.
-*- delsaltarelo. Blonachet-'
to; quel ferro nel quale
entra il saltscendo per ser-
rar Tuscio.
— wper el naso slropà. A*
ver il naso intasato.
-«* dar de naso a uno, fan-
portunare, molestar uno.
— dar in tei naso. Per e-
semplo: questa ghe dà in
tei naso: questa gli di-
spiace.
-«• restar eo tanto dena^
«0. y. Restar.
•— del bastimento. Chia-
masi nella marina la pri-
ma parte del basUmento
che termina in punta.
Nasopia. (voce scherzevole)
Naseca; naso malfallo.
Naspar. Annaspare ; scioglie-
re il fuso dal 0lo e rldur
la matassa sulPaspo.
jyospersego, P^9<:anoce; fruì-
N A
325
to bastardo ,di nfoUe va-
rietà « che nasce dalla pian-
ta meliaco innestala col
pesco. Anticamente ffux
persica.
Naspo. Aspo; strumento di
legno su cui si ravvogUe
filo, tacendone delle pia-
tasse.
— naspi delVdrgana. (term.
marin.) Aspi deirargano;
lunghi e forti pezzi di le-
gno che si mettono nei fori
del cappello deirargano»
e su di cui fanno forza i
marinari per firart: quan-
do si salpa.
Nassa quei che sa nasser.
Checché ne avvengjBi. .
Nassua. Ritrovato ; inven-
zione maliziosa.
Nassuo. (idiotismo) Nato.
Nas (ruzzo. Nasturzio; erba
di saper acre.
— aquatico, detto più co-
munem. Grasson o Cres-
son. Sisembro o crescione.
Nasce nei rivi delle aque»
e si mangia in insalata.
•^ color de naslruzzo. Ran-
cio.
Natole: solo le natole. Sot-
to le tegole; geometrica-
mente dicesi sottonorma-
le ; cioè parte detrasse di
una curva tra 1 due pun-
tij ove Pordinata e la per-
pendicolare di essa incon-
trano Passe.
88
3a6
N E
Ifavegar, navegà. Navigare^
navigato.
— omo navegà' uomo esper^
to, scaltro.
Natesele, Lunette; sorla di
orecchini.
Neche, (av V. dal iat. nec.) iVe-
eho bezzo neche bagalin.
Niente affatto.
Negar, Annegare. Anche ri-
cusare.
— nu se neghevimo. Ci ne-
gavamo. -^ Neghile. An-
negati. — Neghèu foni?
Negale forse?
*— negar Cristo su la crO'
se. Negar l^evidenza.
•^ negar una fiat Maritar-
la lDale<
Negrofumo, fiero di fumo
tratto da legni resinosi
arsi.
Nembaizza. Nembo Immi-
nente.
Nena. (colPtf stretta) Balla «
nutrice.
Nespole la* NespOlina; pic-
cola nespola.
Né li né mi: no aper nè4i
né mi» Non aver né drit-
to né rovescio.
Ne tizia» Nettestza, mondea-
ta.
-^ far nelizia» Sparecchia-
re. Anche consumare tut-
to.
Nevarin» Nevischio; il ne-
vicare in poca quantità.
Neve. V. Pana»
SO
Nevéra» Tempo di- neve.
Nevodo» Nipote maschio.
Nezza» Nipote femina.
Niada, Nidiata; nido di uc-
celli.
Niàro. Guardanidio, uovo
vano; uovo che si lascia
per segno nel nido delle
galline*
Nìarse» Covarsi in casa al-
trui.
— de vermenezzi» Impe-
doechirst.
Piiehiar» Anntcchiare, oollo-
ca^e.
Nicoloto. Abitante di s. Nl-
' colò e vicine parrocchie.
Anticamente I Nicotoli
formavano una fazione ri-
vale a qtielli di Castello,
detti quindi Caslelani.
Nìeto. Niduzzo; piccolo ni-
do.
Nina-nana. Dlndolamento.
Nlnolar. Barcollare. Malvez-
zo di alcuni nel cammi-
nare.
Nlnziol. V. Niziol»
Nio. Nido.
Niola» Nuvola; ^
Niora» Nuora.
Niziol» Lenzuolo,
iVbgr Aera. Noce; albero. In ita-
liano dlcesi ugualmente il
noce Palbero ed il frutto.
Nolesin» V. ^eturin.
Noma nome. Appena, so-
lamente.
~ nome nato. Appena nato.
NO
Noma do. Soltanto dae.
— *• nomadesso, noma in sto
punto. Adesso soltanto.
Nombolo, (terra, de^ macel-
lai) Lombo.
Nona, Campana del meuo-
dì, la quinta delle 7 ore
canoniche.
— far la nona, (gergo) Far
la spia.
Nonanta. Novanta.
Noni. Specie di scarpe.
Nonzolo. Nunzio di cbiesa.
Anche becchino, che a Pa-
dova dicono Menevelo,
corrotto da mena air a-
vello.
Nopo. Mica; non già.
Nosa, nose. Noce, noci.
— Pan e nosCf magnar da
doMo: nose e pan, magnar
da vilan. Per significare
che le noci vanno man-
giate parcamente.
— zogar a lo nose. Truc-
cino; giuoco fanciullesco.
Nosèla. Noccioola; frutto
dell^albero nocduolo; e
s^è verde, dicesi nocchia.
Le Docciuole sono combu-
stibili. 11 legno del noc-
cluolp essendo pieghevo-
le adoprasi por cerchi di
botte» archetti ecc.
Notella del brazzo. Nocca;
congiuntura del braccio.
^ del pie. Malleolo; quel-
la esaberanza della tibia
N D 227
e fibula eh' è nella parte
inferiore della gamba.
Nostromo, Nocchiero; mae-
stro deirequipaggio.
Notar le easse. Osservare
gli andamenti altrui; co-
me chi registra in uà ne-
gozio le easse ch'entrano
e sortono*
Nolevèdo. 1 nostri pescatori
così chiamano alcuni mol-
luschi di mare, che quan-
do si trovano al sole ri-
fietlono un cangiamento
di azzurro verde e dora-
to.
Notiziar. Notificare.
Notolada. Nottata ; Andar di
notte a diporto.
Novizza, novizzo. Fidanza-
ta, fidanzato.
— esser novizzo. Esser nuo-
vo in che che sia.
No-vogiando. Y. yoler.
Nu, nuallri. Noi. Ne' bassi
secoli dicevasi nus : don-
de il nostro nUf
Nuar. Nuotare.
Nunziata. Annunciazione ;
festività di M. V.
Nuo. Mudo. ^ ,
— nuo per nuo. (locuz. la-
mil.) Ignudo nato.
— nuo e cruo. Povero in
canna, miserabilissimo.
Nutria. Nutrito, rimpolpato,
cresciuto in carne.
Nu90là. Cielo nuvoloso.
228
O
Oca. Esser in òca» Vagel-
lare; non badare a ciò
cbe uno dice.
— andar in oca. Dimen«
licarsf di che che sfa.
— > zogar a Teca. Giuoco
che si fa con dae dadi
80t>ra ona tavola dipinta
in 68 caselie^ in alcune
delle quali sono dipinte
certe figure. Si fa con di-
verse leggi e pagamenti.
*— aver ia pele iVoea. Es*
ser arruvidalo^ in signi-
ficato del soverchio fred*
do delie carni.
— passar T oca. V. Pas'
sar.
— vegnir ei pelo d*oea,
V. Pelo.
— questo porta l'oca al
paron. Punto che assicu-
ra il guadagno.
-^ far el beco a Poca. V.
Far.
Oeagine. Sbadataggine.
Oear: andar oeando. Inean-
tarsi, andare sbadata-
mente.
Oeasion: co rocattoti / Cer-
tamente, senza dubbio.
Oehiadazxa. Sguardo ghiot-
to.
Oehial. Oechione; pesce di
mare che assomiglia all'o-
rata.
Ckshialer, Occhialista; arte-
fice che fabrlca gli oc*
chiali.
Ochialeto, Occhialino.
OtfAtar. Adocchiare.
Ochieto. Oggetto; compen-
dio del contenuto di una
carta o supplica.
Oehio I Bada bene.
— eostar un ochio de la
testa, Costar salato, caro.
— vegnir fo¥a per i oehi.
Essere nauseato di che che
sia.
— rocAto voi ks so parte.
Devesl tener conto del-
rapparenxa.
— trar TocAio. Occhiare.
^ andar per oeAlo. Smar-
rire, sparire.
— far de oehio. Far r oc-
chiolino, per voler dare
altrui alcun segreto av-
viso.
^ baie de Voekio. xaobi
dellVMchio.
— putina de Voehio. Pa-
pilla.
^ 6fafieo de Voehio. Al-
bugine.
— .negro de Voehio. Cor-
nea lucida.
oc
Oehio : caaa de toekio» 06-
chiaji^
— del grano o del òro*
do. Seaodella.
— del eaenaxxo. Anello.
•— andar per oehio. Spari-
re che die sia.
— tor i oehi. Abbagliare.
— aver i oehi fodrai de
penuto. Ocebi da non di-
sUngoere le cose nel ve-
derle.
— baroni. OcebI toccanti.
— sgarhetai^ Occhi scer-
pellati/ sbalestrati.
— macai* Occhi sbattuti,
•-r- euer l* oehio dreto de
uno. Essere 11 prediletto.
— oehi eimeghini. Occhi
sbirciati; si dice del soc-
chiudere gli cicchi per os-
servare meglio le cose mi-
mile.
-^ ocAf de fero. Hocinel-
Io; ferro bucato da un
lato , messo nel mani-
eo del ealenaccio» o aflls-
HO in checchessia per ri-
eevere la stanga dei ca«
tenacdo stesso.
"^aehio boaro, (gergo) Il
calo.
— oehiO'de^bo. Codibugno-
lo terrestre « oceellettodl
becco gentile. Anche pian-
ta detta aniemide lAifo-
ria, usata nella tintura.
— oehio pulin. Lopioello;
sorta di malattia che suol
OM
a99
ventre ai polli negli o&*
chi.
Oeo. Castronaedo» stupido*
-4 andar de eco. V. Sfi-
dar.
Odorazzo. Cattivo odore.
Odorèlo. Odorino, odorano,
piccolo odore.
Oet ola! Olà! Se interroga-
Uvo: Ola? Vedete?
Ogio. Olio.
— ogio pevere e sol. ?.
Pensimonio.
*- 90ler star de sera come
Vogio. Voler sempre so*
vrastare.
— andar eom$ un ogio.
Andar sema ostaeolo.
Oladega. Volatica.
Oliva: eolor d* oliva mar-
^ za. Ulivlgno ; colore . ohe
tiene del livido. .
Olipèr. Oirvo;< albero che
produce le olive.
Onuazo. Omacdone.
Ombrelin. Parasole.
Ombria. Pilota; pesce di
mare che sogue i vascelli.
Omenoto. Omacdo.
Omeneti. Fette di pasta bi-
scottate; bastoncelli.
Omeneto. V. Qmélo.
Ometo. Uomaocino , . uomo
piccolo; omicciatolo,;iiomo
di pochissimo conto.
Omo de la lego. Compagno-
ne, buontempone.
— de mondo. Uomo pru*»
dente e scaltro.
aSo
ON
Omo a la man. Uomo affa-
bUe.
— omo in pie» rraiico,ile-
alro.
— - de legno. Appiccatolo pei
vestiti.
'^ de le muneghe. Speodl-
tore oe^ moDasleri; celle-
rajo.
Omon, Uomo grande e gros-
so.
Omo-nuo. (term. de* pese.)
Pesce igniido. PlecoUssIoio
pesco del genere de^go-
bil» dal natoralista dottor
Nardo chiamato Gobius
pell^eidu$.
Onèr. OlnOy ontano, onixzo;
sorta d^albero, cbe cresce
nei luoghi mnldi fino a
so piedi.
Onfegar. (voce corrotta dal
latino unetu foedare) In-
sudiciare.
Ongèla, ' Cesellino, strumen-
to degli orluolai.
Ongéta, Ugnelto; specie di
scalpello d'acciaio usato
dagli scultori e dal get-
tatori de^melalii.
Pngia. Unghia.
— bian^o^de l^ongia. Lu*
netta dieesi deirumaoa ,
tiiello di quella delle be-
stie* <
^* wer le ongié longhe.
Pronto a rubare.
Onoranza. Rlgalia; regali
d'obbligo di un attuarlo.!
OR
Oniizzo* Untuoso.
Ontada e onladina, Unsfone,
uBzioneella.
Onlo. Unto; e metaforica-
mente, betonato.
OnzcL Oncia; la i»4i parte
delia libra. Altrimenti mi-
sura, ch*è quanto la lun*
gheaza deirnltlma falange
dei dito grosso della mano.
— * andar a onza a onza.
Andar a passo a passo.
Onzor, Ungere.
— la rodSL Animare altrui
con regali e denari.
— le spale. Dar le basse.
•^ la man* Corrompere con
danari.
— dar un'onta e una poti-
la. Dar una pera e una
sassata; dame una buo-
na e una cattiva.
Onzerse. Toccare, prender-
si cottfidensa con femioa.
Opofier. Opporre, contraria-
re.
Ora. Ampolletta; orinolo a
polvere.
— « euer per le ore. Esser
vicinissima al parto.
— saoer che ora ohe we.
Saper come va Paffare;
dar nel segno-.
OrodD. .Orata; pesce di ma-
: re.
— dtf te eerono. Orata vec-
chia e ben grassa.
Orbar. Acdecare e abba-
gliare.
OR
OR
adi
OrbarioUk Traveggole; of*
fuscamento della vista.
OrbUigolo. Balusante» di
eorla vista.
Orbo, Gieco^ orbo.
-— thiroii. V. Chiroli.
— «Lfar orbo, Negozio u«
tile.
-^ quel eke ecrea torbe»
Quel elle si desidera.
^^ Mtnza ioidi l*orbo no
emn4a4 Prov. Per nnlla
non s^ba naila.
*-« a l'orba^ a orbon, k ca-
so, a tentone.
«— in tera de orbi, beato*
ehi ga un echio solo,
Tra^ minori non occorre
esser grandissimo.
Oreo» Orco; bestia immagi-
naria.
*^ l'ha Qitto l'orco. Si di-
ce quando uno è affio-
cato.
Ordimenlo, Ordito; il filo
messo insieme sairordilo-
Jo per farne la tela.
Ordine de lempo. Turbine,
temporale.
Orese. Orefleej argentiere^
Oriana. V. Tera.
Orire. (term. de^ Cbioggiot-
ti) Attinger aqua (dal
lat. haurire),
Oriima, Aneurisma.
Ormeain, Ermellino; picco-
lo animale quadrupedcn |p
cui pelli si usavano a li-
stare la veste patrizia*
Omo, Oraiello eomane; al-
bero da cui si raccoglie
la manna.
Oro (colP stretta) Lembo,
orlo.
— in oro, Suirorlo.
— a oro "Via. Lunghesso
l'orlo.
Oro {eoìVo larga) andar in
oro. Nello sterco.-
— - de cale de la bina. Oro
falso; cosi detto dal aito
dei venditori.
— cantar in. Orpello, can«
torello.
— basio. Oro bianco; oro
legato in gran parte col-
Targenlo. >^
— * in. lastra. Oro battuto.
Orsar. Levigare I pavimen*
ti dei terrazzo coi metto
delio strumento detto or-
so. .
Orseto. Orsacchlno; plecolo
orso.
Ortagia. Orlale ; orto gran-
de.
Ortolan salo. Zivolo giallo;
uccelletto che ha la test^
e il di sotto del corpo di
un bel giallo, 1 fianchi e
il dorso mischiarti di ros-
sastro e di bruno , e la
coda e le ali nerastre.
Orza, (term. maria.) Corda
che si lega nel capo del-
Pantenna della nave da
man sinistra. Contrario di
poggia, a destra.
a33
OS
OS
Orsa:nndkar^Porsnu Sban-
dar!» a slnlslra '^lla bar-
ca. Anche traballare per
Qbrtecbena.
Orzar, (colla z dolce) V.
Dar Vorzo*
OMHla. Grido, gridata.
€har. Bociare; dar nna vo-
ce ad alenno per cliia*
merlo.
OMszfo. Vociacela.
de. Voee. '
— «liionfe. Stridula e stri-
dente.
— * zfeia» Chioccia.
'^ aoi0 popuio, (modo ple-
bee) ▲ grido publico.
— far tempre lino Ole. La-
gnarsi di contfnno.
^-* «tre ile Meno no va in
téeio» RagUo diesino non
arrivò ami in cielo.
— « aver le oie e no aver
le «Oie. Uno leva la le-
pre, e un altro la piglia;
aver te cose In parole e
non in fatti.
Oeèia. Medaglia > d' argento
ebe coniavasi ogn^nno
pel giorno df s. Harbara,
' e regalavasi dal doge ai
patrlBii.
Oselar, Andar alla caccia.
Oielo, otel. Uecdlo, uccel-
li. Dello scherEosamente^
membro virile.
«- eome i osei tu fa fra»
aro. Snudali, senza stabi-
lità o dorata.
Oiefa. Vocine» pioeola voce.
Osmarin* Raroerino.
Cesar. Osare; arrischiare.
No me osio: non mi ar-
rischio.
Oseeti dei fruii, Tfoodolinl.
— ondar a oisefi. Andar
In rovina.
Osea de balena. ▼• Balene.
— de la gamba. PusolOj, fo-
cile. Tibia dicesi il mag-
giore, fibula il minore.
•^ de la spala. Scapola.
•— del arazzo. Focile del
braccio; li maggiore di-
cesi ulna» e il minore ro-'
dio.
--* del colo* Catena del col-
lo, nodo del collo.
— del fUmco. Ischio e scio;
osso con COMMOSSO della co-
'seia nella sua estremità
superiore fa r articolazio-
ne.
-<• lassaree da Tosso. V.
Itoesar.
— • tuli i 08$i toma a so
lego, (prov.) In cent* anni
e cento mesi torna Taqùa
atenei paesi.
— del peto. Clavicolo ;
quelle due ossa lunghe e
ritorte nella parte supe-
riore del petto, che si
estende Uno alla spalla.
Osfoeoto. Capocollo ; carne *
porcina salata, tratto dal
collo delPanimale.
Osso». Ossacelo, osso grande.
o s
Otta, Ostessa.
0$iariante, Ubriacone; fre-
quentatore di osterie^ gran
bevitore.
Ottiar, Bestemmiare.
OtUtMdin. Ostinatene.
Otto. Oste ; Ostiere taverna-
io. I
•*- dimandighea l*o$lo>teH
ga bon vin. Dettato co-
mune per signiflcare che
a certa dimanda un tale
risponderà ciò clie a lui
giova.
Ostrega. Ostrica, concliiglia
bivalve di molte specie;
ma da noi sUntende quel-
la soltanto, delta da Linneo
Oitrea edìilU,
— de tnar. Ostrica marina.
— de KU$o. Varietà deir
Oitrea eduli», che si tro-
va aderente alle pietrosi
nel mare che nel litorale
delle lagune.
r— (gergo) Scaracchio, spu-
to catarroso.
Oetregber. Ostriche.
Ottregheta d« I duro* Ostri-
O V
355
chelta, chiamata da Linneo
Corna Gryphoides^ Essa
ha per carattere la flgura
rotondata con ponte, e una
valva più piana delP altra.
Ostreghini. Termine collet<^
tivo con cui i nostri pe-
scatori intendono tanto le
piccole ostriche della spe-
cie Ostrea eduUs che
stanno aderenti al sassi
ed ai legni, qoant^ altre
specie di (orma diversa e
di colore.
Olirò. Austro, vento che
soffia da mezzogiorno.
Oiavin. FlaatlBO.
Otazion. Avanzamento a gra-
do maggiore dMmplego per
la. mancanza di un anìÉla-
nOk Veggasl li Dizion. delie
voci barbariche del Ou-
Gange aUa voce Optari.
Otenudo : san otenudo. Le
sono grato.
Otimo. Maggiorenne.
Ooatfi. Imbottito.
Ovatar. ImlMttlre un al>i-
to tee.
t4
a34
Paca, .Percossa» colpo.
— aver paca. Aver orgo-
glio» vanagloria.
*— dar rieeper pache.
Dare o ricevere busse.
— tar tu de le pache. Far
delle perdite.
— tra gnache e pache. V.
Star.
Paehèa. Calma di mare. An-
che flemma.
Pachiada^ Pacchiamento ,
mangiata.
Paehiar. Mangiare di gran
gusto.
PacMara. Paechiarina, fan-
go, mota.
— pachiarte. Godersi, deli-
ziarsi, p. es. me la pachio,
mi godo.
Pachiefa, Dicesl ad uomo
grasso.
Pachio. Goxzoviglia.
Pachion. Pappolone, ghiot-
tone.
Pachioto. Paffuto, grassot-
to.
Paehiugada. Castroneria, co-
sa mal ùitta.
Paehiugar. Far miscuglio
cattivo. Anche lavorar
male.
Pachiugo. Mollume, polti-
glia, mescolanza sporca.
Paehiugon. Guaslalarte, ac-
ciarpatore , che lavora
male.
Paèla. Arnese da cucina.
-— da pomi, 4'eglia di fer-
ro.
— catear da la pa:èla iu
le brate. V. Cascar,
— la paela che cria a la
ferzora. La padella che
grida al paiuolo: fatti In
là che tu mi tingi; rim-
proverare altrui del difet-
ti proprìl.
Paf. Taffe; espressione di
un atto che si fa presto e
con forza.
Paganèlo. Pesce di mare del
genere de^gobii» con qual-
che varietà.
Pagar torà la òroca. Pagare
oltre il dovere.
— * no lo tiro e no lo pago.
Non Io curo.
— pagarse da muner. Pa-
garsi in sulPfija ; pigliar
congiuntura sicura di Car-
si pagare.
Pagia, Paglia.
|— da capei. Cascola; grano
P A
che 8i semina per lo più
a cagion della paglia da
far cappelli.
Pagia da impagiar. Carice;
specie di paglia che nasce
nei luoghi bassi, usata pei
fiaschi e per le seggiole.
Pagiaro.. Pagliajo ; massa
grande di paglia, fatta per
Io più a guisa di cùpola
con uno $tiio nel mezzo,
che chiamasi stollo. Paglie-
ra chiamasi pòi la stanza
ove si conserva la paglia.
Pagliuplo dicesi di quella
parte di paglia battula.
che essendone tratto II
.frutto resta in. suIPaja.
Pagiazzo. V. Pagion,
Pagieseo. Pagliato, del co-
lor della paglia. Agg. di
qualche pietra preiiosa.
Pagieto, (term. marin.) Pa-
gTietto; riparo che si fa
con vele vecchie» corda-
mi ecc.
Pagiola, Forforaggine; escre*
menti secchi de^capegli.
Pag io lo. Tavolato.
Pagiùn. Pagliariceio ; sacco-
ne da letto.
— brusar el pagion» Mari-
nare la paga o la man-
cia.
Pair, Pagare il fio.
Pala da aitar. Tavola da
altare.
Palae: a palae» A bizzeffe.
Palagr^mo o patagremo.
P A
33S
Sparalembo ; spade di
grembiale.
Palamagio» Palla a mà-
glio.
~^ testa de palamagio. Cer-
vello d^ocà.
Palangola. Pancone ; legno
segato per lo lungo dell'al-
bero.' •
Palandra^ (termine marin.)
Specie di bastimento. —
Buccino di una fetta di
anguria o di popone, che
mostra la figura di una
barchetta.
Palandron. Cestone di vin-
chi.
Palar, Spulare « o spurgare
il frumento dalla pula.
Palaziola, Specie di sar-
della.
Paterno* (lerm. marin.) Pa-
lano; slrum. di cui ser-
vonsi 1 marinari per irobar-
. care o sbarcare I colli pe-
santi.
Palèta de la sp^la. Osso
della spalla^ detto anche
scapula.
Palieario. Singolare» parti-
colare.
Palmar: la «e paìmar. Co-
sa palpabile, chiara^ evi-
dente» che si tocca con
mano.
Palo. Detto ad uomo» va»e
scimunito.
— $tar al palo. Dicesi del-
le fanciulle che non irò.
aS6
PÀ
vano da collocarsi^ star
patcelloai.
Ai/oMO. Paloscio i specie di
spada corta e larga.
Palòttregu, Nacchera; cod«
chiglia bivalve.
Paióto. (term. roarin.) Go*
tasia^ pesczo di legno lun-
go incavato per contene-
re Vaqoa ad uso di ba-
gnare la banda della na-
ve.
Palpada, Palpeggiata. Dot'
tor jPalpaditia scherzosa-
mente dicesi ad un liber-
tino palpeggìatore di don-
ne.
— - a palpon, A tentone.
Palpiera, Palpebra. L^orlo
della palpebra, dieesi ne-
pitelle.
^/pttOfnar.Maneg giare j pal-
peggiare.
Palpugnon, Brancicone; co-
lui che tocca e tasta.
Paltan. Pantano, mollume.
Pàlùo. Estensione di terre-
no basso^ dove stagna e
si ferma Taqua.
PampQluqo. Scimunito.
Patnpano, Pampino della
vite. Detto ad uomo, va«
le gran minchione.
Pan bufeio* Pane molto fi-
no e spugnoso.
V- de spagna. Pasta reale.
— de ewa, paoe casalingo.
— iulo un pan,' o mas-
sarin» P^oe inferigno ,
P A
cioè di farina con era*
schello.
— de semoM, V. Sema lei,
Pan macaizzo o maeo. Mas-
iero mal lievito.
— - da gaii. Zuppa di pane
ammollilo colPaqna bol-
lente, olio e sale.
— e nose» V. Nose»
— veehio. Pane raffermo ;
pane colto da più giorni.
-^ bogio, Pan-bollito.; pa-
ne colto nell^aqua o nel^
brodo.
— onfo.vGosa da leccar-
sene le dita; cosa oppor-
tunissima.
— 9uto. Pane scusso, cioè
solo pane.
~> de zucaro. Zucchero in
pane; zucchero raffinato.
— otidor a pan. Andar ad
Impiego, od anche in sen-
so contrario.
— aver pan in forno. Atc-
re il bisognevole.
<— l*è un pan che se s' im-
presta. Rendersi la pari-
glia.
«— magnar pan e ipuazza.
Mangiare il pane asciut-
to.
— poco pan e poco san*
t\4ntonìo. Qual ballata,
tal sonala.
— ti pan dei minchioni
xe *l primo magna, I
meriotU vengono pelati.
Pana* Laltemele; vivanda
estratta dal fior di latte.
Quando non sfa battuta
e gonfiata dicesi neve per
la Imitaaione della sua
bianchezza.
Panada» Panata, pappa; mi-
nestra fatta di pane.
-— 00/ erottolo. Panata ro-
solata.
Panario L Tavola spianata»
su cui si porta il pane a
cuocere.
Panarizzo. Panereccio; pu-
sterna che nasce alle ra-
dici delle unghie.
Panatica. Assegno per ali-
menti.
Panatiera. Bacino» bacile.
Panchiana. Panzana^ caro-
ta, bugia.
Pandolo* Giuoco fanciulle-
sco» con palla di legno di
piccolo maglio. Antica-
mente dicevasi lippa. Det-
to ad uomo» vale minchio-
ne.
i'an^ (da appannare). Lentig-
gini giallastre che. vengo-
no alla pelle.
Panèla. Penerata;quella par-
ticella delPordito che ri-
roane senz^essere tessuta.
Faneièlo, Pannicello, pez-
zuole di panno lino o la-
no.
— rterm. marin.) Torelli
chiamansi quei madieri
eh* entrano nella battuta
della chiglia d'una nave
Pà
q57
dalla raota di pnppft ^fno
alla ruota di pma.
— (term. de' pescatori) Pan-
nello» rete grossa usata
per avviare le anguille al-
la cogolaria.
Panimbruo e panimbrodo.
Pane a molle nel brodo.
Panimbrodo dlcesi ad no-
mo che manca in qual-
che punto di religione»
ad un eretico ecc.
Pan/il, Giuoco di carte» icosì
detto per distinzione al
fante di spade, eh' è la
carta predominante.
Panizzo. Panico; sorta di
grano minutissimo» che si
dà per cibo agli uccelli.
•— Altrimenti panello, la
spoglia dèlie sementi da
cui si è estratto rollo.
Pano: aver el pano e le
forfè. Avere il pieno po-
tere di fare una cosa. .
— tagiar i pani àdosso.
Detrarre» dir male d' al-
cuno.
Panochia. Tincone; poste-
ma neiranguinaja per mal
venereo^
Pantalon. Pantalone; ma-
schera da teatro. Detto ad
uomo» vale stolido. Pan-
taloni furono chiamati gli
antichi veneziani, da pian-
ta-leoni, perchè In tutte
le terre di nuovo acqui-
sto mettevano in marmo
258
PA
lo stenuna veneto del leo-
ne alato.
Pùntalanada. Pippionata ;
qualunque cosa riesca
sciocca scipita*
Pantaloni, Calzoni lunghi e
larghi.
Pantazzo, Ventraja; pancia
degh' animali» dove sia la
feccia. Dicesi pantazzo al-
la stessa feccia.
Pantegan» Ratio d^aqua.
Dicesi aucbe ad uomo
grasso che a stento cam-
mina.
Ponza, Pancia.
— co la panza in su. Su-
pino.
— in zo. Boccone.
-7- andar co la panza a-
vanti. Fidatamente, libe-
ramente.
'^aver la panza. Esser gra-
vida.
— far, panza o golf a. Im-
biecarei ingouibraré : di«
cesi di qualunque opera
dell'arte.
jPanze/adefon.Sorra. Quan-
do è posta in salamoia di-
cesi taranlella.
Panzon. Buzzone; che ha
gran ventre.
Paoli : ciurghene per i
beati paoli. Esser v6ne a
bizzeffe.
Paoncina, Paoneella, ùts^;
uccello palustre.
Papa figo, (term. marln.) La
PA
più alta delle tre parti che
formano ralteiza delibai*
borato ra di una nave.
Papà. Babbo. Anche i fran-
cesi dicono papà.
Papà-grego, Papasso; prete
greco od anche russo.
Papagà. Papagalio.
— de mar. Pesce a schele-
tro 08S0S0, dhiamato dal
naturalista dottor Nardo
Holocentrus hians.
Papalina. Pesciatello di ma-
re notissimo, somigliante
aliai sardella, e che si pe-
sca per lo più nel litorale
di Romagna.
Paparèle. V. Lasagnete.
Papatoii* Soppiattone, gat-
tono , uomo simulatore.
Papfn., Geifalella, guanciati-
nà^ piccolo colpo di ma-
no sulla guancia.
Popolar spapolar. Pap-
pare.
Papoio, Paffuto, grassotto.
Papuzze. Pianelle.
Par e dispar. Giuoco a pa-
ri e caffo.
Parabolon. Gonfianuvoli ;
uomo vano, ampolloso.
Paracàro, Pilastrino di pie-
tra per difendere il mar-
ciapiede dal passaggio de*
carri.
Paraguanlo. (voce antiqua-
ta) JHaocia che si dava en-
tro un paio di' guanti, a-
venti in ogni dito uno o
P A
due zecehloi; e questo po«
litameate per fini indiret*
ti ; quf odi il DotU : Far
paraguanH per scoprir
gli altari.
Paromar .(term. inarIn).Scar-
pa, peiKO di legno conca-
vo in cui si pone l'estre-
mità della «ampa delPan-
cora per impedire che non
si attacchi jiella prima in-
ciota quando si lascia piom-
bai* giù.
Paramosche . Scacciamo-
sche.
Paranco, Pancone; palo che
ai pone a riparo o a for-
mar divisione.
i^ ohe voi mite paranchi.
TI s^incontraoo mille im-
pedimenti difficoltà.
Faraoré Termine^ meta.
— star su i paraori. Al-
Pultimo termine , star per
le ore.
Parapeto. Dossale; la parie
davanti della mensa del-
raltare.
Parar, para. Spingere, spin-
to.
— parar via. Diseaedare.
— -para-v{a-6tfra<in. (modo
famll.) Niente altro.
— parar via cavai. Guidar
cavalli.
Parcenevole. (term. marin.)
Parsionario , comproprie-
tario di nave mercantile
del suo carico.
P A a39
Pare o paregno. Padre o pa-
drigno.
Fare: Tavolato ; tramesso
d^asse commesse insieme
fatto alle stanze in luogo
di muro.
Parechiar, Apparecchiare ,
allestire.
Parente. Parenterla, molti-
parenti.
Portar in gola. Barbuglia-
re.
— coll'hre V. H.
— da seno. Sul sodo.
— in flà. Sottovoce.
— da omo. Saggiamente.
— sgnanfo. Nel naso.
Parlaraizo. Parlare disone-
sto.
Parochèto. (lerm.. marin.)
Albero minore di una na-
ve.
Parole de eolegio. Parole
cortigianesche , dubbie.
( Dalle prudenti risposte
che usavano dare i patri-
zi componenti II Collegio
qualora venivano richie-
sti su qualche affare pn-
blioo. ) /
— parole storte. Inghirlose.
Paronein. Padroncino» il fi-
glio del padrone.
Parpagnaco. Pane con ingre-
dienti. Detto ad uomo, va-
le minchione.
Parsemolo.' V. Persemolo.
Pariidor. Regolatore; mae^
china di muro o di pie-
34o
PA
tra eolia sponda perpen-
dicolare^ per cui «oorre
Paqaa da misurarsi.
Partidura. Spartito musi-
cale.
Partìo. Partito, via, modo*
guisa. Anciie appalto, im-
presa.
— meter ef eervèlo a par*
Ho. Metter il cervello a
segno.
Partiiante. Partigiano.
Parutsola, Cingallegra mag-
giore; uccello.
Pasqua^rosa, Pentecoste.
Ptuquota. L'Epifania.
Paaamaner, Tessitore di-
galloni d^oro e* di seta.
Paaadin. Appassito. Anche
attempato.
Paaadoru. Stamigna,- per
oso di colare liquori od
altro.
Poitalizio. Passatialo, an*
dito.
Panar Veca. Sollevarsi un
poco; divertirsi Tozlo.
Paaerini, Pesce noto. DI-
cesi Passera, che non ab-
bia le uova. Ma I pesca-
tori gli danno tre diffe-
renti nomi, secondo la sua
diversa grandena: passe^
ra quand'è grande, pai'
80rin quando h mediocre,
e late$iol9ìUir eh* è pic-
colo.
-— far pasierM neU*aqua*
Par passar le piastrelle a
PA
Hor d*acqua; far un ec-
cidio.
— dar un passeritu Y. Ca'
nétao,
Passerin dtl tchiopo. Gril-
letto.
Patsaiutlo. Giacinto doppio,
flore di varia specie.
Pas8ei0* Fioretto; «pada col
bottone itti cima per non
ferire, ad uso delle scuole
di scherma. — Altrimenti,
misura di legno sa cui
sono segnate le', varie di-
visioni del palmo.
jPo^suo. Pasciuto, satollo.
Poit/ifrotaé Pasta Kale, con
farina, zucchero e uova,
senza lievito.
— aver le man in pasta.
Aver maneggio nelPaffare.
PasHeri ( term. di commer-
cio). Corna. Ridotte dopo
il lavoro In minutissimi
pezzi, servendo ad Ingras-
so, diconsi riccia.
Pastizzo. Pasticcio; piastric-
cio dicesi di un miscu-
glio di cose, ed anche di
afffar mal rondotlo.
JPm^oco. V. Patatueo.
Pastroehio, Emplastro* An-
che imbroglio.
Alla. Parità.
-— pata-pagai. Palla e cac-
cia; siamo del pari.
Alloca : una pataea. Uti
niente. Era moneta di ra-
ne antica. .
FA
^taehèo. Vivaoda ehé si
prepara a Barano eoa fa-
riàa» mele e maaclorle,
Fatueon. Dicesi di moneta
grossa di rame. Anclie
macchia d^oiio o di gras-
so.
Patan. Eosselto ; strumento
di legno duro, col quale
I calzolai bussan la forma
quando voglion farla en-
trar nella scarpa.
Patanflana, Frottola» favola»
fandonia grossa..
Patarachia. Patanecebia; pe-
sce di mare» die ha il cor-
po stiacciato più delle so-
gliole: per la sua magrez-
za è cibo triviale.
Patarazzo, (term. marin.)
Qukiale ; fune che si mette
sopra vento per tener Tal-
bero forte. .
Ptttatueo. Babbacdooe» al-
locco*
Fatele de scarsele. Finte.
— paUle davanti, Bivolte»
bradoni; falde del vestito
che pendono dalla con-
giuntura della spalla.
Patelon de le 6r(mrAe.Toppa.
Paternos tri . Pallottoline
maggiori della corona del
Rosario.
Patio e patièto. Tristo, tri-
sterello.
Pati: no me posso dora po-
li. Non P0380 crederla» non
posso, digerirla.
PE
a4i
Alto: paio de la seùia* Fla-
oerottolo» riposo.
Patóea, patòeo. Dioesi di co-
sa patentOi manifesta*
Patrasso. Y. Andar.
Pavana. V. Cavane.
Pavegia. Farfalla.
Pavegiola del formento, Ti-
gnuola»
Pavèra* Tifa; spergaoio ra«
moso , pianta perenne che
nasce nel paduli» di cui le
foglie servono per far le
stuoie ecc. La peluria» o
sia la lanugine attaccata
ai semi» serviva aVtempI
romani per materassi.
Pavèro. Stoppino» lucigoola.
Dal latino papyrus^ pian-
ta di cui gli antichi si ser-
vivano a vari usi» e del-
la parte più tenera della
radice per lucignoli nelle
torcia deUunerali.
Pazienza. Scapolare.
Fé: inpè. In luogo» in ve«
ce.
-— de so pé. Naturalmente.
jPeo. Giuoco fanciullesco ac-
compagnato da certa can-
tilena; usavasi dagridlotU
Peada. Calcio.
Peagno o piagno. Pedagno-
lo» cavalca - fosso ; legno
. posto a traverso di un fos-
so a guisa di ponticello
per passarvi.
Peata. Barcacda piatta da
carico.
tv
242
PE
PMtmda lìbo»ketoaefìmireBt
piatta «d vto di icarica-
re le merci dalle navi.
Peazzo» Gran piede ; pledac-
cio.
Pecà. Peccato. Dicesl anco-
ra per compassione : p. e.
el fa p^à : fa compas-
sione.
— ré un peeàfieDio far ecc.
Essere un danno, un di*
sordine il fare ecc.
— - noi vai i so peeaù Non
▼ale un fico.
Pecher, Tonfano; vaso da
bere di gran tenuta.
Pèeolo. Picciuolo, gambo.
Peeoi$0 del porco, Ginoc-
ebiello.
P9dan» Ugnetto; specie di
scalpello nsato dagli Inta-
gUaterì.
Pegio (coire stretta). Cipi-
glio, .guardatura brusca.
Pegnariol. Pignoratario.
Pegnorazion, Pignoramen-
* to.
Pégola, Pece. Dello figura-
tamente> vale morbo gal-
lico.
'*«• Mpagna. Colofòiu'a.
'^ desta pegola j de ehepo"
gola! Di questa fatta; di
che portata f
Pegorin. (voce di gergo) La-
dro.
Pelar. Spelare.
^^ i vovi* Oigvaclare te no-
va.
PE
Pelar «no. Cavargli astofa-
mente 1 danari.
-— le eastagne. Scardarle.
— e no scorf ej/ar. Leccare
e non mordere.
— un pokuiro. Spennare on
pollo.
— cara eia no la se pela.
(Maniera, famil. scherzosa)
Non si adiri, non vada in
collera.
Pelar in. Che pela, che cava
denari.
Pela t ier. Guoiajo, conciapellL
Pe la lon . P uledrolto ; cavallo
giovine non ancora usa-
to.
Pele de tamburo. Uòmo fa-
cinoroso.
-— de dante. V. Dante.
— l'è una pele! Cioè un
cattivo soggetto.
— far pele. V. Far.
-— le9ar la pele a uno. Cor-
reggerlo aspramente.
Pelegata, Pellaccia.
Pelesina. Pellicola; membra-
na estremamente -sottile.
Peli fàati. Bordoni; peli
vani che spuntane sulla
faccia.
Pelizza. Manicotto; arnese
per lo più di pelila e to* *
derato di pelle, a foggia di
sacco aperto da due ban-
de per riparare le mani
dal freddo.
Pelo^ a pelo iPaqua. A gal*
la, sulla soperflde.
PE
Pelo, mancar un pelo, Ap*
pena appena.
— pelo d'oca, t^aceapricclo,
tremore.
— cercar el pelo nel vovo.
Sofisticare; esser mina-
E iosissimo neirosservare.
— no averghene un pel de
tute. Aver torto in tutti
I versi.
Pelon, Sorta di panno col
pelo iaogo; calmacco.
Peltri, Piatii di peltro, cioè
di stagno raffinato con ar-
gento vivo.
Pelumin» Peluria; pelo che
rimane sulla carne degli
uccelli pelati.
Pena da lapis. Matita^ toc-
ca*lapi8.
Penada. Chiudenda ; riparo
con siepe o legnami.
Penar ioL Agoraio; bocciuo-
lo in cui si tengono gli
aghi. Pennaiuolo quello in
cui si tengono le penne
da scrivere.
Pendolin, Codibugnolo di
padule; uccelletto diverso
dal terrestre.
Pendon» Pendaglio.
Penèlo: a penilo. A pelo ;
ad unguem,
— de le icole e compagnie.
Pennone ^ pallotto, inse-
gna.
Penin. Pedino, pedicello.
Penola* Bietta, zeppa; pes-
MttQ di legno o di ferro.
PE
345
Penoni: a penoni. A piedi
scalli.
Pensimonio, Pinzimonio; sal-
sa per condimento di te-
dani crudi.
Penzer. (idiot.) Dipingere.
Peoehio. Pidocchio.
— refalo* Miserabile rive-
stito.
— de arsenali Specie di con-
chiglia bivalve che sta sot-
to il fondo delle navi nel-
l^aqua deil^arsenal di Ve-
ne^rfa.
— pulin* Pidocchio pollino,
de' volaUli.
Peochioio, Dicesi ad uomo
estremamente avaro.
Peota. Barca coperta.
Pepa, santa pepa. Tenten-
none, fintone.
Pepe ( voce fanciullesca).
Scarpe.
Pepian, Pian terreno.
fepoUk. Piccina, nana; pul-
Cina, pollastra.
Per por. Pajo.
Percolar, Pillottare; lar goo-
clolare lardo od altro so-
pra Parrosto mentre si gl<
ra. Anche maltrattare.
Perder Vere. Perdere la sti-
ma ad una persona; ov-
vero la buona volontà, il
genio di fare una cosa.
Perèr, Pero; albero che pro-
duce le pere.
Pereto. Peruzxa; piccola pe-
ra.
a44 PJ^
Pergola^ Pogginolo.
Peritar, Far perizia.
Pirlin. Periato; color del*
U perla.
^Permalin o permatoio, Sde-
gnosettOj adontoso^ che fa-
cilmente si adonta.
Pero: pero gnoeo. Pera bu*
giarda; cosi detto, perchè
pare acerbo ed è matu-
ro.
-— apoda. Pera spadona; spe-
cie di pera estiva.
— spinacaìTio, Pericarpia.
— pereto de «. Piero, Pera
giugnola; che matura di
giugno.
— boneristian. Pera ver-
nina.
^- del duca. Pera cosima.
— motcato» Pera mosca-
delia.
— vergoloso. Pera vergot-
tata.
— mauro. Pera che non si
mangia se non maturo.
Peroli e peroloW Foggia
di orecchini. Anche cion-
doli o perette; quelle goc-
ciole di vetro che si pongo-
no per ornamento alle lu-
miere.
Persegada, Persicata; con-
serva di pesche per lo più
stiacciate e prosciugate;
ma noi Intendiamo coto*
gnato, cioè eonfettara di
pere ootogoe condita con
niccherò.
PE
Persego, Persico, pesca; frot-
to. Anche pesce persico ;
pesce di fiume con fasce
bleu e rosse.
— che se tien. Pesca du-
racine.
— che se lassa. Pesca spie-
cacciola.
Persetnolo, Prezzemolo.
— tniso elpersemolo. Io mi
adatto ad ognt cosa.
Persuto. Prosciutto; coscia
del porco Insalata e secca.
Pertegar. Misurare con per-
tica.
Perueoni, Così chiamansl
ora da noi gli antichi pa-
trizi.
Pesar iol. Incubo ; spirilo
che anticamente si crede-
va pigliasse (orma d^uo*
mo per giacer colle don-
ne. Ora dinota quella op*
pressione tra veglia e son-
no, per cui non possiamo
muoverci.
Pescada, Quantità di pesce
vario.
Pescar, Pescare. Anche per
cercare; per es. vaielO'
pesca. Indovinala lu grillo.
Peseaor, Pescatore chi pi-
glia 1 pesci i pescivendolo
chi li vende.
Pescarin, Stergo; oca mine-
re; uccello aquatico.
Peso del relogio» l^ndolo;
peso pendente da Ilio per
pigliare fi perpendicolo.
PE
Peio da earte, GravafogU ;
formella di marmo da met-
tere sui fogli.
Pesóeo» Pesante.
Peue papulo, UiDUtaglia^
pesce minuto.
Peitaehio. Pistaccbio; frut-
to ch^è una specie di noc-
ciuola, ed è di color verde.
Pestafèro. Pesce di mare di
colore castagno scuro.
Peetar, Battere , calpesta-
re.
-^ Vaqua nel morter. Inu-
tili core.
Pestariol, Pestatojo o pe-
steilo.
Pesltf. Peste ; anche lue ve-
nerea sifilide. Dicesi da
noi anclie per significare
gran puzzo^ fetore.
Pestenagia» Pastinaca; ra-
dice gialla di acuto sapo-
re. Cosi chiamansi da noi
le fette di carota impa-
stellale e fritte neli^oUo.
Peitó. Battuto; tritume^ ag-
gregato di cose tritCì cioè
di lardo^ rosmarino^ aglio
'Cec*
— darghene un pesto. Da-
re un rifrusto di busse ^
od anche abbattere al
giuoco.
-1^ ho averghene de pe$to
né da pestar. Non aver
un becco d^ un quattri-
no.
— • Ita lofsar «no de peeto*
PE
34S
Importunar uno, tempe-
starlo.
Pestrin. Laltigo; eolui che
vende latto e cose analo-
ghe.
Pètà. (coire stretta) Tree-
cia; capelli di donna rav-
volti e puntati.
Pèta: dar ta peta a uno.
V. Petar.
Ptttaehio: de petachio. Ap-
puntino.
Petaizzo, Attaccaticcio; vi-
scoso.
Peiamento, Attaccamento*
Petar, petà. Attaccare, at-
taccato.
— pe tèselo. Tenetelo per
voi; modo di sprezzo.
-^ da petanelo. Da non sa*
porne che (are.
— pe targhete. Dar ad ano
le busse.
— dar la pela. Dar ta col*
pa, incolpar uno.
Petazza. Sguakta, pette-
gola.
Petechie, Pustole maligne.
Petegolan Pettegoleggiare.
Petegolezzo. ChiacciiieraU.
Anche imbarazzo , intri- •
go- .
Petenada, Pettinatura. Scar-
dassata dicesi delta tàna.^ \
Dicesi altresì dar una
petenada per una forte -
riprenshme od.anche per
bastonate, percosse^
Petener. Pettinagnolo.
a46
PE
Peimmr la tono. Scardai*
sare la laoa.
Peiene cAlaro, Pettine rado.
— i^ fiuo. Fitto o doppio.
*— da stramazzer. Scardas-
so; strum. con denti di
ferro uncinati, con cui si
raffina la lana.
P^tensti* Bardana minore;
lappola minore. Nasce fre-
•quentanentenei luoghi er-
bosi , asciutti , lungo le
«trade e sui calcinacci.
Petenichio, Petlignone» pu«
be.
Pitesin, Piccolo petto. Noi
intendiamo tanto quello
di un fanciullo, come la
polpa del petto di un uc-
^Ua o di un pollo.
Petezzi. Scioccherie; cose
(da nulla.
Petizar. Spetezzare.
P§to. {eoWe stretta) Coreg-
gia.
«— petO'puiiOé Gelsomino
affettato ; povero riavuto.
— tardi ta man al cut
eo U peto è fora. Serrar
la stalla, perduti i buoi.
— peto de dolfin. Riccio
spatàgo ; anim. marino del
genere degli echini.
Peiola {eoìVe stretta). Ca-
cherello, pUlaeola.
— restar in te U petole.
Bhnaner neirintrico.
— tiraree pra de le pc-
tote. tDsdr d^trico.
PE
Petolar. V. Peiegolar*
Petolù. Bambinello, bamba-
rottolo. Detto ad uomo
piccolo scherzosamente ,
vale sotUlino, scricciolo,
Petolon, Ciarliere, rappor-
tatore. Anche un grande
Intrico o imbroglio.
Petufar, Percuotere , dar
busse.
Peverada* Povero ; sorta di
salsa che si mangia colia
carne specialmente a Ve*
rona.
— (in gergo) Sbirraglia,
compagnia di birri.
Pevere, Pepe; droga pie*
caute aromatica delle Mo-
lucebe.
— e saL. Di color misto.
— l'è un pevere f un pe-
verin. Un furbo o un ga-
glioffone. Anche fanciullo
insolente.
Pe9eroni, Poveracci; pian-
ta annuale, la cui bacca
acconcia in aceto si man-
gia per aguzzare Pappe-
tito.
— peveron de mar. Gon-
chiglia di mare, detta an-
che datolo de mar*
Pezo, (colile larga) Peggio,
peggiore.
•— el maneo pezo* 11 mi-
nor oMle, U meno oat-
•Ilvo.
Pezza, Pezzuola, pannolino.
— da marchete. Fanno ae-
PI
struato; panno usato dalle
donne quando hanno II
mestruo.
Pezzeta» Cencio^, penolina.
— meter la pezzela* Met-
ter la lingua.
— Vago e la pezzeia tMiri'
tien la povere ta. Prov.
Anche la donna povera
può mantenersi decente
quand^abbia ingegno di
racconciarsi.
Pezzon. Un buon pezto.
— (term. de^pescatori) Can-
niccio; arnese tessuto di
cannuccie palustri.
Pezzo to: un pezzolo. AU
quanto tempo.
Piadena. Concola^ catinel-
ta, bacile! ta.
•^ de legno. Arnese a fog-
gia di piatto per monda-
re il rise.
Piaga de Piero Pinzon,
Piaga sanabile colio spu-
to ; sanabile senza me*
dico.
Piogeno* Seccatura, impor-
tunità^ no]a. .
Plagio, Tardo, lungo, no-
ioso.
Piagno, V. Peagno,
Piana, Pialla ; strumento
de^ legnaiuoli.
Pianar, Pulir colia pialla.
Pianaure, Trucioli o bru-
eioli; quelle sottili strisele
che il'legnaiuolo cava dal
legno eolia pialla.
PI
247
Pianins a pian^-pianin. Pia'
netto, a belPagio.
Pianta, Ramoscello da tra-
piantare.
'— del pie. Tarso; parte di
sotto del piede.
— • de pianta. Di nuovo.
Piantar, \, Impiantar,
Piantoni, Soldati di polizia
appostati per invigilare
sulla publica quiete.
Pianzer, piagnere.
— el morto. Querelarsi di
aver poco « possedendo
già il bastante.
Pianzoto, Piagnoloso; che
sempre piange e si la*'
menta.
Piar, pia. Pigliare, pigliato.
Piaseì (voce antiq.) Che vo-
lete ? che cosa vi piace ?
Piasentin, V. Formagio,
Piater, (pronune, breve)
Piacere. Piasso, piasetto,
piasuo. Piaciuto.
Piatola, Piattone \ specie
dMnsetto schifoso, che a«
ma ricoverarsi trampoli.
— Detto ad uomo, vale p!«
grò, «lento.
Piatolar, Lellare, andar len-
to, stiracchiare.
PiatoUzzo, Tentennamento;
indugio seccante.
Piatolow, V. Piatola,
Piavola, Poppatola ; fantoc-
cio di cenci che fanno le
fanciuUette per loro pa^
satempOé
a4S
PI
PI090I9. Pupatto. Detto ad
uomo, vale minchione.
Piazza j far. piazza. Acco-
vacciarsi; dicesi delle gal-
line ette mansuetamente si
accovacciano allargandole
ale quando altri le vnol
prendere.
Piazzarla, Pfaszata, pippio*
naia; cosa sciocca, sci-
pita.
Piazzarol. Gaglioffo, monel-
lo. Anche rivendugliolo.
Pie de la randa, {iena, ma-
fin.). Quel pennone che
tiene la vela della randa.
Pif». Gara, impegno, ed an-
che puntiglio.
Pieagio de uà* Penzolo ; di-
cesi di più grappoli d*uva
uniti insieme e pendenti
da qualche luogo.
Pieagnao o piàao. Detto
scherzosamente vale paz-
zerello. Altrimenti vale
briccone.
Pieandolo, Dondolo, pen-
dolo.
Picar, Appiccare.
Piche to. Drappello di sol-
4aU.
Pichiada : una piehiada.
Una buona pigliata.
Picoìar, Penzolare.
Picolon, Penzoloni.
Pieotà, Picchiettato; di più
colori a guisa d^occello.
JPìe. Piede. Anche mlsara
di la pollici.
PI
Pie (Toeck Animale marino
latto a gnisa di stella.
— pie de vedelo. Glchero;
lingua di serico; erba saet*
ta; pianta perenne che
trovasi fiorita in primave-
ra da per tutto; La sua
radice ha un sapore bru-
ciantissimo, ma che si per-
de con la cocitura, e si
rende mangiabile.
— < far i pie a le mosche.
Far gli occhi alle pulci;
far le cose difficilissime.
— meterse nei pie d*uno.
Vestire i panni d^alcuno,
o mettersi nelle di lui cir«
costanze.
•*- iegnir el pie in éo eia*
fé. V. Tegnir,
Piegora. Pecora.
Pien. Ripieno; presso i cuo-
chi significa ingredienti
tritati minutamente per
riempiere uccelli, ecc.
Piera, Pietra.
— cola. Pietra da fabrlche.
-— da azzalin. Foeaja.
— da calcina. Calcarea.
— da fabriehe. Pietra ra-
spa; pietra di grana gros-
sa renosa con poca ter-
ra frammischiata.
— da filar feri. Pietra co-
le; frassinella.
-^ dQ idetre. Lavagna, det«
ta dal f)|tttraUiti arde-
sia.
— da nkoìar. Mola.
PI
Pi^ra da sepoltura. Lapi-
de sepolcrale.
r— del toeo (coirò stretta)
Pietra dei paragone; pietra
cornea dura e nerastra «
8u cui si stropiccia il me-
tallo per saperne la qua-
lità.
— da brunir. Pietra da do-
rare, con cui si brunisce
dai battilori la verga do-
rata.
— viva. Macigno.
— pomega. Pietra pomice;
pietra spugnosa per pu-
lire.
— infernal. Pietra inferna-
le; pietra artiOziale, det-
ta dai cbimici nitrato
d'argento fuso.
— turchina. Vetriuolo tur-
chino; specie di sale.
— del baleon. Davanzale.
Pierada. Pietrata.
Pietà* Piega.
— pietà del leto. Rimboc-
catura; la parte del len-
zuolo che si arrovescia so-
pra la coperta.
— fato a piete. Piegbeg-
giato.
Pietina. Orlo; ponto obesi
fa sopra una tela che si
ripiega.
Pigna, Pino ; frutto del pi-
no, che contiene il pinoc-
chio. L^albero pino è ap-
prezzato per varii lavori.
Pignata. V. SeqfKtzzon.
PI
a49
Piguoeada. Plnocchlato; eoa -
lettura di zucchero e pi-
nocchi.
Pignol. Pinocchio; seme del
pino.
Pignola, Ridenna o clcalona;
uccello salvatico; somiglia
al cbiozzo.
Pignoleto: o far pignoleto.
Far pepe o pizzo; accoz-
zar insieme tutte le som-
mità delle dita.
Pigozzo, Picchio verde va-
rio; uccello noto, così.det-
to dal picchiare ch^egli fa
col becco negli alberi per
farne uscir fuora le for-
miche- e mangiarle.
Pila, Pilao; sorta di mine-
stra di riso copdito con
olio, uva passa e plnoc-
chi.
Pilar, BrHlare; spogliar del
guscio e mondar il riso,
il miglio, Porzo ec. Quindi
riso brillato, e non pt-
lato.
Pitela del pozzo. Pila del
pozzo.
Pimpinella, Giuoco usato
verso i bambini.
Pindolar, V. Pieolar.
Pinza, Pizza; pane schiac-
ciato.
Pinzo, Lembo.
Pinzoto, Damerino, galante
caricato.
Piota, Bandolo; il capo del-
la matassa.
a5o
PI
Piola UrmHir ia piota. Tro*
Tar il capo» la eoDgfuntu-
TB, il rimedio, ii modo.
Piolar e andar piotando.
Andar per le lunghe.
Piomba. Imbrfacalura.
Piombe. Ribèba; scaccia-
pensieri ; strumento d^ac-
ciglio cbe applicato alle lab-
bra e percosso nella lin-
guetta manda un suo-
no.
Fiomèfn. Alcione; uccello
aquatico della classe delle
gazzere.
Piombo: a piombo. A per-
pendicolo.
— antiar eoi pie de piombo.
Andar considerato.
Pio-pio. V. Far.
PÌ09a. Pioggia.
— tatto. Uelume e spruz-
zaglla; pioggia 'velenosa
e adusta ne* tempi caldi,
che assai nuoce alle viti.
— la prima piova de ago-
$to rinfresca et bosco.
Dettato familiare indicante
che la prima pioggia d'^a*
gesto fa cessare li gran
caldo.
PÌ09ada. Scossa di pioggia.
Piopon. ^aroco.
Pioper : in piover. Declive,
pendio.
— a teehi raperei* Pforere
straboccbevolmenle.
Piopuimar. Plovegglnare.
Pipar, Famare. IMoesI an*
PI
che éfA bruciarsi o staf-
far di rabbia.
Pipi. Siilo; voce fanciolle-
sca, vale uccello.
'^ eeampà. Dicesl per i-
scherzo di giovine ma-
gruccio, tisicQzzo.
Piria. Imbuto e infundibu-
lo per versare il liquore
nei vasi.
— da bòte. Pevera e imbot-
tatoio dicesi lo strumen-
to di legno fatto a guisa
di conca per imbottare
vino, olio ecc.
Piriar. Scommettere.
Pirieta. Bandaro^Jattajo.
Pirton. Perlone, scioperato,
bellimbusto.
Pirola. Pillola medicinale.
Piroteta. Girivolta; piroet-
ta; giro delia persona
che ii fa sul calcagno o
sulli^ punta di un sol pie-
de.
Piron» Forchetta o forcina;
strumento per infilzare le
vivande.
Pironada. Forcinata.
Pironcin. Forcfaettina.
Pisolar. Dormicchiare o dor-
migliare.
Pieoio. Sonno breve e leg-
giero.
Pieear. Pischire, orinare.
'•^ piuarte adosio. Detto fi-
guratamente , vale aver
paura, od anche non rio-
sdre nelle sue operaiio^
PI
ni ; anebe scomplselarsl
dalle risa.
Piuar: ti te ne aeeorxerà
in tei piuar. Te ne ac-
corgerai alla prova.
— pader piisar in leto e
dir che l'à sua. Poter pi-
pisciare a letto e dire Io
8on sodato; dicesi di uo-
mo ricco e fortanato.
Pìuariola. Prurito di pi-
sciare spesso.
Pisiolar. Cader aqua o vi-
no a goccia a goccia.
Pissoto. Piscioso; dicesi a
fanciullo per dispregio o
• per ischerzo.
Piuùta. Pesce di mare cbe
somiglia airorata, chiama-
to dal naturalista dottor
Nardo Sparui Oxyrin'
chf*$,
Pittagna. Collaretto; falda
di veste.
Piston de potattro. Stinco
di pollo.
— da vin, Flascone.
Pi$lor. PanatUere e pitto-
re. Colui che fa e vende
pane.
Pitèr. Vaso di flori.
Pitima. Epitema; medica*
mento estemo. Detto ad
uomo^ vale stocchevole.
Pitoehezzo» Pitoccheria.
Piton. V Dindio.
Pi turar. Dipingere.
Piumin. Piuma o penna
matta ; la piuma pia 0na
FI
a5i
che restA coperta dairal-
ira addosso agli uccelli.
Ptpa. Tibia, strumento da
fiato.
— meter la piva in saco.
Acquetarsi.
Pivaro pi9ier. Gran pi-
viere; uccello palustre.
Pive. Canne di vetro di pia
colori^ di cui si fanno le
margaritlne.
Pivia. PipiU.
Pizza. Piaiicore, prudore»
prurito.
— cavar la pizza. Cavar
la voglia» la smania.
Pizzagù. V. Peiearin.
Pizzar. Prurire» prudere;
quel mordicare che fa la
rogna.
•— me pizza o epizza le
man. Esser in procinto di
dar busse.
Pizzegar. Piuicare ; punge-
re dicesi 41 cose U cui sa-
pore è piccante.
Pizzego: un ptezeoro. Atoun
poco; quella quantità di
cose che si piglia con
tutte 6 cinque le punte
delle dita congiunte in-
sieme» come si fa dei sa-
le ecc.
— a pizzego fnagnifieo. k
poco per volta; a spiUos-
lioo.
Pizze^on. Pixtloon; lo strin-
gere in un tratto la car-
ne altrui con due dita.
i5a
PO
Placa. Piastra.
Placheta. Borchia ; scudetto
ritòndo di metallo per or-
namento.
Piaci tar. Diffamare^ infa*
mare alcuno.
— far un placito. Far cla-
more di una cosa.
^/tt<. (dal frane, peluche)
Peluzzo; sorta di panno
leggiero notissimo^ col pelo
più lungo della felpa^ a
cui somiglia.
Po. Poi, dipoi.
Pocalisse, Apocalisse; uno
dei libri sacri, che coni le-
tte le rivelazioni di s. Gio-
vanni neir isola di Pat-
mos.
Poche lo. Detto ad uomo^ va-
le debole, dappoco.
Poehiar. Impiastricciare, Im*
brattare.
Pùehio. Fanghiglia.
— far dei pochi, (pronun-
cia pocci) Guazzabugliare,
' intrigare negli affari.
Podcr. Potere. JH poi, el
poi, tu puoi, egli puote.
Pustu^ puoi tu? Porlo?
può egli? Podeu ? potete?
/VNl«rape, potrei e potreb-
be. Poderosi , potreste.
Podere$$i8tul potresti tu?
Podestà, potuto.
— che te pustut Che ti
' venga la rabbia.
-^ la 1919 poi. MI piace, mi
va a sangue.
^ PO
— un omo che poi. Un uo-
mo facoltoso.
Pogiana. Nibbio, uccello di
rapina del genere dei fal-
chi.
Pogiar. (term. marin.) Pog-
giare, cedere al vento.
•— in vela. Afforcare alla
vela, dicesi quando si ca-
la una seconda ancora in
matiiera che venga a far
colla prima quasi una for-
ca.
Polaco. Uomo di poca espe-
rienza.
— xe capita el polaco. È
capitato il minchione.
— ' trovar el polaeo. Man-
giar co* ciechi il cavolo.
Polastro. Pollo.
Polegana. Flemma, lentezza;
dicesi per lo più nel sen-
so di artlfiziosa.
Polegia. (term. marin.) Pule-
na; quella 0gura umana
di bestia, che si mette
scolpita sopra il taglia-
mare.
Polegio: andar a polegio.
Andar a pollajo, a dor-
mire.
Polese. Ganghero, arpione.
Pollice è il primo, piò for-
te, più grosso dito della
mano e del piede. Anche
misura corrispondente al-
la lunghezza delP ultima
falange del pollice.
Poliean* (term* mario.) Un-
PO
cioo da calafato» detto an^
che beeco corvino. '
Polmonia. Peripneumbnia ;
ioflammazioDe de^polmoni.
Poltro: andar o star a poU
irò. Andar o star a pol-
tro. Cioè a poltrire.
Poltrona. Seggiolone; seg-
giola grande a bracciuoli.
Polironizar, Poltrire; gia-
cersi ozioso nel letto od
altrove.
Polvere: dar la polvere.
Superar altri in bravura.
— dar la polvere in te i
oehi. Incinganare.
<— no far polvere. Andar
piano;- non far tanto il
bravo.
— da candelieri. Tripolo;
sorta di terra giallognola
friabile, con cui nettasi
l'ottone.
— da capuani, Staflsagra;
erba polverizzata cbe uc-
cide i pidocchi.
Polvereta. Polveruzza» pol-
viglio.
Pomegar. Impomiciare; pu-
lire con la pietra pomice.
Pome la. Bacca, coccola di
una pianta che tra noi ab-
bonda.
Pomer. Melo ; albero che
produce le mele.
P<mèto. Melusza , piccola
mela.
Pomo: pomo de Jdamo. No-
do della gola; laringe.
PO
a 55
JPomo in^irrafià. Melagrana.
— « de ian Zuani. Mela giu-
gnola, perchè matura nel
mese di giugno.
•— d'oro. Pomidoro; frotta'
di un bel colore arancia-
to, che serve di condi-
mento a varie vivande»
*— ruzene. Mela roggia.
— da la rosa. Mela rosa.
— lazariol. Lazzeruola^
— apio. Mela appiola.
— un pomo gpartio. Due
goccie; due di perfetta
— pomoquinto, Golloquin-
tida ; pianta simile ài co-
comero salvatico.
Pomolo. Pomo della spada^
del bastone ecc.
— de le spale. Capo dél-
Pomero. •
— del manego de -cortelo,"
Raperella; specie di bot-
tone che mettesi in capo
al manico^ dei coltelli.
— de le cassale. Pallino;
quel pometto di ottone
che serve a tirare lo cas-
sette fuor della nicchia.
Pompar, Trombare; attigner
aqua colla tromba o pom-
pa. *
Ponàro, Pollalo. MutiMr chia-
masi il legno per riposo
delle galline.
PoncMo. Punch; bevanda
inglese.
'^ u la baif^arola. Altra
a54 P O
bovanda propria da^ veii9-
zianlycbefassl d^acqaa con-
dita con anisetlo e zuC'
chero.
AM^fa. Gozzo, ripostiglio ap-
piè del collo degli uccelli.
— * farse la ponga. Fare U
gruzzolo; arricchirsi, co-
me I polli s^ empiono il
gozzo.
Ponsò. Colore come di fuo-
co. .
Ponta, Punta.
-^ del membro» Glande,
parte del pene ricoperta
dal prepuzio.
— del ctmdelier» Ago so
cui s^infila la candela.
*^ de le scarpe. Cappellet-
to; pezzo di cuoio posto
in foado della scarpa per
sostenere il tomajo.
"- da pelo. (term. de^ macel-
lai) Spicchio del petto.
— che finisse in ponta.
Acuminato.
Pontal* Puntale; fornimen-
to appuntato cho si mette
airestremità di alcune co-
se.
Pontal da bastona Gorbia.
Pùntchpeto, Fermaglio.
Pontar. Puntare, appuntare.
Uà neréante direbbe pon-
|0r per fallire. Una don-
na pontar per attaccare
. col cucito. Un barcaiuolo
pontar per mandar avan*
ti una bafea» «pingendol
PO
colla punta del remo sul
fondo del canale.
Pontar i piati roti» Rab«
berciare i vasi, riunirli
con filo di ferro.
— i stramazzi^ Impuntire
i materazzi.
— • pontarse. Ostinarsi, inca-
ponirsi. Anche offendersi.
Ponte (iena, maria). Tolda,
tavolato nelle navi sul
quale è piantata la batte-
rla.
Poti (Mina. Punterella, pie-
cola punta.
Pentii. Montatolo ; tavola
lunga e grossa che serve
per montare In barca.
Pontina, Bighero; sorta di
fornitura di merletti.
Pontio, Appuntato.
Pùntizar, Spunticchiare, se-
gnar di punti.
^- a eaenèla. Punto allac-
ciato.
•^ a eawjkloto. Sopraggitto.
•^ a erose. Ponto incrociato.
•» a filzeta. Punto aperto.
•^ indrioodrio pontOé Pan*
to addietro, o ponto a co-
stura.
Ponto, Cttoitora.
•^ meterse in ponto e vir*
gola. Acconciarsi, abbi-
gliarsi.
-« de ponto in bianeo, Ap«
puntino,
IVmfofor. PiiateUare , ' «p<
poggiare.^
PO
Panzer. Pang«re. Anehe of-
fendere con parole.
Ponxuik. PuDtara.
Pape, Poppa; parte dereta-
na della barea.
— eoi vento in pope. Pro-
aperamente.
— Mid< <fi pope. Resisti al-
la scossa.
Porcada. Cosa malfatta. An-
die un'^azlone vile.
Pereèia o Buio grande da
mar. Morione^ specie di
eonchigUa univalve mari-
na.
Poreetotia. Porcellana; ter-
ra composta, della quale
ti fanno stoviglie di mol-
to pregio. GP idioti dila-
mano così anehe la poz-
zolana, la quale è una
sostanza minerale terrosa,
ohe si adopera nelle fa-
bridie in vece di calce.
PoreeMa de mar. 9i dà da
noi questo nome al plceolo
•tortone^ che non giunge
a due piedi di tuagheaza.
Fereeleia, Poroellino terre-
stre; piccolo insetto.
Por celo. Porcellino; porco
plceolo. Detto ad uomo,
valesaccidOj impudico ed
anche vile.
*— far el poreèlo. Fare il
poltrone.
Pùrehèra. Dicesi per ingiu-
ria a persona assai gras-
sa e succida.
PO
355
Poreheto: ehiapar elpor*
cheto. Esser l'ultimo, e il
più da poco. In Venezia
nel corso della Regata
Pultimo premio è un por-
cellino ; dal che fu Intro-
dotta tal frase.
— portar via el porche'
lo. Aver la peggio.
Porehisia e parchi tà. Por-
cheria, lordume.
Porco de mar. Pesce por*
co; detto anche centrina.
Por caie. Busse, bastonate.
Por con e porcona. Dicesi
di persona infingarda.
Poreospin. Istrice.
Poressa V. Granciporo,
Porezzolo. Cicerbita; pian-
ta lattiginosa, che man-
giasi ancora in insalata.
Porisiol. V. Purasene.
Poroflgo. Condiloma ; escre-
scenza carnosa sul pene
per morbo gallico.
Portorbozzete, Panieroncl-
no da ampolle, detto an-
che sortù.
-^ bozzoni, goti ecc. Ton-
dino.
— cain. Lavamani; arnese
su cui posasi la catinella
per lavarsi le mani.
•— pene. Pennajuolo ; stru-
mento da tenervi le pen-
ne da scrivere.
Portar:portar uno in pai'
ma de man. Proteggere^
^ favorir uno.
a56
PO
Portar, f<trla portar a uno.
Farla tener a uno.
— elio portar. Usasi par-
lando di una sposa: le
donòra^ cioè quegli arne-
si elle si danno alla spo-
sa quando passa alla ca-
sa del marito.
-— no portar in fazzaanU»
Bun. Non aver riguardo a
chi che sia.
— portarla eimada, Proce"*
cedere con superbia.
Portela de la carozza. Spor-
tello.
PortieraS}ovrehhe dirsi por-
tiera soltanto se di tenda.
Usciale quello d^ordlna-
,rÌo guarnito di vetri che
si pone a capo le scale^ o
alPentrare delle stanze.
Ponada, Posata.
— bona possada. Mangione.
Posta: da $o posta. Da se
solo.
-— de posta salda. Imman-
tinente.
-«- de che postai E di
che portala I
— in posta de sol. AlPoc-
chio dei sole.
— far da posta. V. Far.
Postar. Appostare.
Postiema. Apostema ; enfia-
tura putrefatta.
Pota. y. Figa.
Potachiar. Imbrattare, soz-
zare. Anche far male un
lavoro.
PR
Potaehio. Cosa siwelda ; aa-*
che mal composta.
Potachion, Guasta-oiestierij
cattivo artefice ; ed an-
che imbrattatore.
Pota marina. PÓtta marina.
Gol nome nostro volgare
vengono intese diverse
specie di questo genere
di animali^ che fino ad ora
non servono a verun oso.
Potamò: andar al potamò.
Morire. Potamò è una vo-
ce greca che significa fiu-
me: forse avrà significa-
to andar alPAcheronte.
Potifa, Scimunito.
Potrtda. (dal frane, pòi
pourri) Vivanda fatta di
un miscuglio di varie cose.
Poziot. Poggluolo, balau-
strata.
Pozo. (coirò largo) Appog-
giatoio, sostegno. — Brac-
ciuolo dicesl quello delle
scaie.
Praèto. Praticello^ j»iocolo
prato.
Predica a brazzi. Sciabica;
predica non istudiata.
Premer (term. marin.). Vol-
ger la barca a sinistra.
Preminir. Pagare li fio.
Prencisbee. Metallo detto
del principe Roberto^ com-
posto di rame e di zela*
mina.
Preposside. Proboscide del-
Pelefante.
PR
freseniin. Guardia di Gnan-
£8, che si presenta ad o-
gni passeggiere.
Preua: in pressa* Presta-
mente.
— da mata pressa. Da so-
verchia fretta.
Prindese. Rrindisf.
Proferir. Usato ogaalmente
per pronunciare ed offerì"
re. Proferire vale pronun-
flare ; profferire per offe-
rire. (Gherardini);
Pro foga (idiotismo).. Proro-
ga-
Propinquo (idiotismo). Pro-
penso.
Proschinò, Inchino profon-
do; dalla voce greca signi-
ficante io adoro.
Prosopopea. Arrogìinza, fa-
sto.
Prosperi (idiotismo). Fosfo-
ri ; sleccheti muniti di fo-
sforo nella cima per accen-
der fuoco.
Provenza. Nebbia.
Procter. Prodiero; chi rema
in proda.
Propèse (term. roarin.). A-
marra; fune per fermare
il bastimento a terra.
Provt'n. Piccolo «sperimenta
— • de aquaviia. Areòmetro;
piccolo strumento gradua-
tOy il quale immerso in un
fluido serve a denotarne
Ih specifica gravità. Se ne
servono i distillatori per
P U a57
conoscere la qualità del-
l^aqu avite.
Provin da pohiere. Provet-
to.
— far un provin. Tentare.
Provisionar. Provvedere.
Prubico (idiotismo). )Publl-
co.
Pua.\. Piavola.
— Detto di persona : et xe
tcnapua^valebuono^ man-
sueto.
Puglie. Drincolf; segni di
cui si servono i giooca-
tori.
Pugnoio. Pugnelto; quei tan-
to che può contenere la
mano serrata in un pu-
gno.
Pugnar, par de^ pugni, caz-
zottare.
Puina. Ricotta; fior di siero
rappreso col fuoco. Detta
da^ nostri padri pruina ,
dal colore suo bianco;
Pulcra. Giacinto doppio.
Pulesi. Pulci.
— tne^er pulesi in testa.
Metter dubii o timori.
— intriga come i pulesi
in te la siopa. Immerso
in affari intricatissimi.
— far i pulesi. Riveder le
cuciture; cercare il pel
nelPuovò.
Pulesin. Pulcino.
Pulier. Puledro $ cavallo^ a-
sino o mulo nou aucor do-
u);tlo.
97
a58
PU
Pulitin. Attillatuno, al-
quanto attillato ; ed av-*
verbialoiente, vale benino.
Puniaru. Ostinarsi , inca-
ponirsi.
Punion (idiotismo). Opinlo*
ne, sentimento.
Pupola, Polpaccio ; la parte
più carnosa della gamba.
Purasene* Borraggine; erba
nota che si mescola colla
insalata in primavera. |
Pur<M8è.-Avverbio usato nei
vicino continente^ ed an-
. che a scherao in Venezia:
assaij mollo.
Purgada, Purgamento» pur-
gazione.
Pl«**<eA<iie/a.Folciae1Ia; ma-
schera usata dai napoleta-
ni nella commedia.
Purmatsa. Por troppo.
Pustola, Maggese; campo la-
sciato sodo per seminarvi
Panno vegnente*
Puta. Pulcella^ donzella.
PU
Puiana vecA ja. Detto ad uo-
mo, vale scaltrito^ assai
furbo, che sa ÌOngere.
Puielada e putelezzo. Ba-
gazzata, fanciulìaggiue.
Pu tonezzo.Puttaneggio; pro-
cedere da puttana.
PuteUUo, Pupazzo, bamboc-
cio, ragazzo.
Putelo. Bagazzo, fanciullo.
— vivo. Sveglio, ardito.
I Putelon. Baccellone.
Pulina, Bambina.
-— de l*ochio. Pupilla,
Putini : andar apulinù V.
Jndar.
Putrido, Malattia gastrica
che procede da cibi indi-
gesti.
Puza-pie. Suppedaneo» pre-
della.
Puzar. Appoggiare; puzà:
appoggiato.
— el culo al muro. Tener
duro, tener fermo.
— - puzarghele. Dar le busse.
a59
Qua. Usasi familfaraiente per
cosi, in tal guisa; per es.
Ho fato qua: ho fatto in
tal guisa. Il gesto poi clie
accompagna l'espressione
Indica la qualità delPatto.
— qua i se dà. Qui sta il
nodo; in ciò consiste la
diIBcollà.
Quachiarse, Acquetarsi; chi-
narsi a terra il più che si
può senza però porsi a
giacere.
Quaehio. Aquacchiato^dasè.
— quachio-quachio. Quat-
to quatto^ cheto cheto; sen-
za dir parola.
Quachiarse, Aquetarsf.
Quadra fi. (terni, degli slam- j
patori) Que^ quadrettini
con cui gii slam patori se-
parano le parole.
Quadriglia o fato a ^tia-
dreti. Scaccheggiato, fat-!
to a scacchi. j
Quadrar. Persuadere. i
Quadrarse. Metter cervello, |
far senno.
Quadrizar, Riquadrare.
Quadro. Quadrangolato, qaa-
drllatero.
— un bel quadro. Vù b«l j
caso. Detto ad uomo: ii\
jfie un bel quadro, vale
sei pure curioso / strava-
gante.
Quadro, oh che quadro! Oh
che pazzo! Ed anche: oh
che accidenle curioso !
— de ta puppa, (term. ma-
ri».) schiocca; parte su-
periore esterna della pup-
pa, dov^è la scultura.
Qnagia. Quaglia. Ed anche
(in gergo) mancia.
Quagina delta anche Girar-
dina. Gallinella palustre :
uccello che frequenta le
risaje; ha il rostro aguz-
zo com« quello della Fo-
tega.
Quagiolo. Coturnice corna-
ne e quaglia maschio.
Qttala e guato. Quale. Usa-
si in senso interrogativo :
guata xctaf parlando di
femina ; qualo xeto f par-
l.-Hìdo di maschio.
— per la qual. Voce usata
dagli idioli nelle seguenti
maniere:
No la ore cosso per la
qual. Non è una gran co-
sa.
Noi ga bezzi per la
qual. Non h molto facol-
toso.
Non rè l*omo per la
a6(
QU
qual. Non è Puomo che
capace sia di quella tale
aEione di cui si parla.
Qualco$ieta, Qualche picco-
la cosa.
Qualifica» Requisito,
Quaraniena: e$$er in qua-
rantena. Esser nel puer-
perio^ o di contumacia.
Quarantena è lo spazio di
40 giorni ; quarantina una
serie di 40 cose. (Gherar-
dlni).
QuareHmaifar quaresima.
Detto scherzosamente : far
astinenza da che che sia.
'— limgo come la quaresi'
ma. Suol dirsi di uomo as-
sai tardo.
— eaer avanti co le qua-
reseme. Essere innanzi
cogli anni.
Quarta de la man» Un pal-
mo ; quanto si possono
stender a parti opposte le
dita indice e pollice.
Quartin, Pezzo da ss cen-
tesimi^ ch^è un quarto di
lira attuale.
Quarlariol, Misura per bia-
de.
Quar /ese.Deciffla; quella par-
te dei prodotti che pagasi
annualmente alla chiesa.
Quartesin, Quarticello.
Quarto da drio de manzo,
Coscione.
— de polastro. Le Coscio, i
quarti davanti, le ale. I
QC
Quarto, andar a quarti.
Andare in rovina, in pre«
clpizio.
Quartuzzo. Misura di liqui-
do; la quarta parte di un
boccale.
Quatro: dafghene qualro*
Dar le busse.
— dirghene qnatro. Fare
un bei rabbuffo.
— guadagnar $ti quatro.
Non guadagnar niente.
— no dir quatto se no l'i
in saeo. Non far capitale di
una cosa, se non Phai in
tua balia.
Quatro quarti de nobiltà.
Cosi dicono gli aristocra-
tici per significare la no-
biltà perfetta; ogni (Quar-
to indica la nobiltà della
famiglia del padre, della
madre, delP avolo e del-
Pavóla.
Quatrochi, Baia o razza oc-
chiata; pesce di mare, il
quale fu detto quattroc-
chi per avere clascun'ata
vicino al dorso marcala
da una macchia nera ro-
tonda a guisa d^occhio.
Que(a: esser a quela. Es-
sere a quel caso.
— in quela, in quelo. In
quel mentre, in quel pdn-
to.
— star su quela. Star sul-
Pavvlso.
Quel de sora, L'Altissimo.
Quel da le po<(e. Postalo.'
— dai chiodi. Chiodaiuolo.
— da le strazze. Cencia-
jaolo.
— da /'Off io. Venditore d'o<
lió.
— dai goti. Vetraio.
— dai ferali. Laateniaìo.
— dai foli. Manticlaroi
— « dai piati. Stoviglifljo.
— data' late. LattajOj se uo-
mo; lattiveadola^ se fe-
uiuia.
— dal bòtiro. Surra jo.
— dai maroni. Bruclalajo,
chi vende oasti^gne arre*
strie.
— dai zoli bragàieri.
Norcino.
-" da la pagia» PagUijua-
QO
a^i
Io; che tiene paglia per
vendere.
Quia: vegnir al quia. Ve-
nire alle strette^ venire
al punto.
Quln/e/o. Era une tassa prò*
porzlonàle che il pagava
ai publico dalle succes-
sioni alle eredità. Signi-
ÌStìava il quinto della quin-
ta parie , cioè il 4 per
cento.
Quiri terne lo. Quadernetto)
cinque fogli di carta mes-
si l^uno nelPaltro.
Quinterno. Quaderno di fo-
gli o qiiiuteroo; dicesi dì
s» fogli messi Puno nel-
Paltro.
^Mondani. V. Dar.
a-Ga
K
B< fmrlar to Vere. Bota-
eismo chiamano i greci U
difetto elle hanno alcuni
di non poter esprimere la
lettera Ji ; difetto comu-
ne agii ebrei delle nostre
Provincie.
Mbiada, Arrabbiamento.
Babiezzo, Inquietudine^ rab-
biosa smania.
habin. Rabbioso, stizzoso.
— vechio rabin. Vecchio
arabico^ strano.
Babio. Troppo salato.
Mabiosa* ( gergo ) Aquavi-
Ic.
Babiosità, Prurigioe, piizì-
core.
Baeente, V. yin.
Bach, Aracca, detto dai fran-
cesi arak, che nelle In-
die Orientali, donde ci vie-
ne, suona liquore spiri-
toso; distillazione estrat-
(a da tin sugo vegcfabife
che si fa scorrere per in-
cisione delPalbero cacao.
Gli inglesi ne fanno gran-
d^uso nel puncbio.
Bacola. Ranella degli albe-
ri. Detto a persona, vale
ciarliere. Altrimenti cre-
pitacolo; slrum. che fa ru-
more, e si usa nella set-l
iimana santa inveci; di
campanello
Bacala de sta racola. Di
questa posta ; tanto fatto;
per es. tia r acola de pio»
va ecc., pioggia dirot-
. ta ecc.
Bacolela. Specie d"* uccello
di v«llè. V. Cr ecola,
Bacoltn, Ricolta ; ricolto è
il tempo della ricolta.
Badada, Raditura; Il rade-
re.
Radar, rada. Radere, ra-
so.
Badegar. Sbagliare, fallare,
ingannarsi.
Badtgo, Differenza^ divario,
controversia.
Badegoso. Cavillatore.
Bafa: andar a la rafa. Fa-
re a ruffa-raffa, pigliare
con violenta prestezza.
— butarse a la rafa. Dar-
si al ladroneccio.
Bafar, Arraffare ; strappare
di mano.
Bafacan, Rabbattino ; per-
sona che tien di conto o*
gni minuzia, che detrae,
diballe il quattrino dove
lo può.
Bafloli, Agnellotti; pezzetti
di pasta ripieni dNngre-
R A
dienti da cuocere in mi-
nestra. Anclie lor;elIi det-
ti raviuoli.
Baganèlo, V. Crécola .
Bagia : su la ragia. Con
prontezza,- sollecitudine.
Bagiada. Raggliio è la vo-
ce propria dell^asino,
Ragiar. Ragliare.
Ragion, Gridatore ; uomo
che grida.
Bagionada (idiotismo).. %^
Bognonada,
Bagneto, Bagnatelo, ragno-
lino.
Bagno col bolon. RagnO' ne-
ro.
— ragno de mar. Spigola^
ragno marino; specie di
granchio di mare.
— noea»arun ragno dal
muro. Non ottenere al-
cun effetto.
Baina. Reina; pesce d^aqua
dolce. '
Baixe. Radice.
— care le mie raise. Det-
to per vezzo ai fanciulli,
vale mia vita ecc.
— de sant'Apolonia^ V'ire-
tro di Levante ;. radice
che si usa tener in boc-
ca per mitigare il dolore
de* denti.
Bamada, Graticciata; reti»
cella di ferro o di ra*
me.
Bambar: andar a la ram^
ba. Aggraffare 9 rapire.
^Jt
a65
Rameio. Ramoscello.
Bampada. Salita, erta.
Bampegarse. Arrampicarsi ;
salire attaccandosi colle
mani e co' piedi.
— su i spechi. Studiar ca«
villi.
Bampeghin. Rampichino ;.
nome di piante che cre-
scendo arrampicano. V.
Melon, Anche cerzia co^
mune; uccelletto che sta
tra gli àlberi.
Bampegon. Rampone. E par-
landosi di scrittura mal
fatta, scarabocchio.
Bampignà. Frappato dice-
si del vestito; e parlan*
dosi di persona, Intendesi
della pelle aggrinzata.
Bampignar, PotUnicciare ,.
acciabattare.
Bampin. Uncino. Anche ap«
picco^ pretesto.
Bamponzolo. Raperonzolo ;
erba che si mangia in in-
salata. Nasce nei prati e
nelle vigne.
Bana: se la rana gavesse
i denti, I granchi voglion
mordere le balene; dice-
si allorché un debole vuol
attaccare un forte..
— aver de le rane, \, Ra*
Iter.
Banabòtolo, Girino; anima-
letto che si vede nuotan-
te nelle aque palustri» Il
quale non è altro che Pem-
264
R A.
brìone nalo daU!uovo del-
la rana.
fiancar. Rangolare ; lavora-
re con affannosa soIIecUu-
dlne.
Kaneignar* Gualcire^ pie-
gar maleolente.
— ^ la pele, Jkiggrinzare.
— e/ muso» Far viso arci-
gno.
— rancignarse.. Aannic-
cb farsi.
Jtaneurar. Baccorre, racco-
gliere.
— rancurarse, Affrettacst;
cosi per es. rancurèvene,
datevi fretta.
Banda (term. maria.). Sor-
ta di vela.
Haner. Ipocondriaco , ap-
prensivo.
Banfego, Rantolo; ansamen-
to frequente con risonan-
te stridore (Tel petto.
Bapa. Grinza, ruga.
Bapar, Aggrinzare.
— 171*0 rapa. Rugoso.
Bapeghera, Erpice; strum.
di agricoltura.
Bara. Arara; 5|>ecic di pap-
pagallo. Avvi Tarara ver-
de, la rossa^ la turchina,
la gialla.
Ba$a. Resina, gomma di pi-
no.
Matador. Rasoio.
Basar. Radere ; anclìe ra-
sentare. Basa : raso.
Batchiador. Rastialoiò.
R. A
Baschiamento de gola. Ir-
ritamento dì fauci.
Bacchiane. Scaraccbiare ;
far forza colle fauci di
trar fuori il catarro dal
petto.
Boioi calmo.ra$Q. Pien col«
mo.
-— a rasoi Rasante; a toc-
ca, e non tocca.
— bastimento raso. Quel
che non è aguzzo o ter-
minante in punta. Anche
quello che non ha opera
moria, cioè i easleUf di
prua e di puppa.
Basalo. Razuolo ; curson-
celfo; quei capo di vile
che si lascia alla lunghez-
za di tre a quattro oc-
chi.
Baspaj esser in raspa. Es-
sere in difetto o in col-
pa.
— Ifuso de la rechia. Mea-
to uditorio.
— del mastelo , del se^
càio ecc. Orecchi si chia-
mano qa«i« fori d^lle sec-
chie ne^ quatL si pone il
manico.
— de le scarpe. Becchetti.
Baspador. V. Baschiador.
^aspamenfo.Scalpiccio,stro-
picciamento dei piedt in
cammfnando..
Baspar. Rastfare, raschiare.
Razzolare dlcesi il raspar
dei polli, che ban per uso
R A
di «catar «ol pMi la .ter-
.-■fa.' •» • » '
JRasparioia. Radimadia^fllru-
meato di ferro col <|uale
8i raschia la pasta. Raspa-
toio q^iello per raschiar
il terrene lavorato.
Jiaspin. Raschiatojo ad uso
di raschiare la scrittura
sulle carte.
Sassa. Rascia; panno di la-
na grossolano, da noi u-
sato per coprire le goo-
• dole.
Bcusada. V. Bomaneina.
• — de pugni. Carico di pu-
gni.
Bastar, rosta. Raschiare, ra-
schiato.
Bassaura, Raschiatura; a-
vanzatiocio.
— de l'albuol. Dicesi per
iacherso all'ultimo de* fi-
gli nati In molto numero.
Baste loda, Schidlonataé An-
che quantità di eoae po-
ste in fila.
Bataflcr, Amarasco; specie di
rosolio.
Batina. Panno accotonato,
o saie rovesce; dicesi quel
pannolano che ha il pelo
. arricciato con ricciolini
. <|pftasi staccati 1* uq# dal-
rallroi
Jla«c«. Roco.
Bava. Rapa.
Bm9mn9. Ralaoio » ranolae-
.0I04
RE
!à65
Bavizuan* MaYone eilf esina,
rapacclone; pianta annua-
le » da* cui semi cavasi
olio.
Baza. Itala o ratea ; peace
di marer a scheletro car-
tilaginoso.
B^aldir. Riudire una' cau-
sa, riassumere uà pro-
cesso. . .
— realdirse. Redimersi» ri»
scattarsi.
Bealeio. Gallinella palustre;
uccello di valle.
Bealizar. Efiettuare.
Mealtà. Ingenuità, venta.
— in realtà. Effettivamen-
te.' .• ' ■'»>
Beatiina. Caippana che suo-
nasi per un quarto d*ora
a Rialto dal. I. ottobre fi-
no al fliercordì ^anto^ per
• .arviso agli artisti di> ces-
sar dal lavora. Antica con-
sueiudine che ancora con-
servasi.
Beaiin. Scricciolo; nceeHo
piccolissimo, detto dai:ve-
ranesi imperatore e nel
. Friuli saris.
Bebatia, Botola ; rbuca onde
. . si passa .da . «9 piano del-
la casa ad un altr^/ la
,qjua|e poi si chlud^e i;Qn
catf^ralte Rimili.
Bebaltar. Rovesciare ; . ed
anche cololare alPinglìt.
BebaljtèlQ. Toppa delle bra-
che.
ag
tt66
RE
Bebalton, Blmprovero, ro*
veteio.
Rtbatiùra. RtbatUoeDto.
— de te eamUe. Costura;
la rìanione di due mar-
gini ripiegati.
Mebecà. V. Nmo.
JHebègofo. Diavoleltlao, na*-
bisso; dieesi dei fanciul-
li che non Istanno mai
fermi.
Bebocar, Rinzaffare, intasa-
re le- fessure con diligen-
la.
*— i muri. Arricciare 1 mu-
ri; dare II secondo into^
naco.
JRebus: no ghe n'è più re-
bus* Non ve n^è più un
minuzzolo o un gocciolo.
Mebùto, Ramo nuovo rimes-
so su fusto vecchio.
-* tTerba. Guaime; Verba
tenera eh^ rinasce nel
prati e ne^ campi dopo la
prima segatura.
Bebuton. Sterpone, sterpo
grande.
Becamada: dar uwi^ reca*
moda. Dare una speilic-
datura; dar biasimo. Vale
anche rabbuffo^ rimpro-
Meeao: da reeao ( dal fran-
cese de reehefy Da capo^
di nuovo. ■
Beehia. Orecchio.
Bechia: buso de la reehia
Meato uditorio.
RE
Beehia del nuuielo, d»l se*
ehio, eoe. Orecchi al ehi»-
manoqueilori delle see*
chie ne*quali si pone il
manico.
— star eo le reehie a pe-
nero. Ascoltare attenta-
mente.
-» ruzar le reehie. Dice-
si dal volgo quando cre-
de che alcuna persona lon-
tana parti di lui.
.— portar Vaqua eo le re-
ehie. Fare ad uno tutti i
servigi possibili.
— far le reehie da mer^
conte. V. Far.
'^ star a la reehia de uno.
Stare a)le costole di al-
cuno.
— de mar. Orecchiale; spe-
cie di conchiglia.
— de lievro. Violina di
macchia ; pianta I cui fiori
esalano un grato odore in
tempo di notte.
Bechiatuo. Lagnanza contro
di un tale.
Bechiela de Vago. Cruna.
— de le scarpe. Recchelti.
Beehin. Orecchino^ penden-
te.
— rechini. Dicesi figura-
tamente : eo sti rechini
a le recAte, cioè: con que-
sti tali individui a mio
carico !
Bechio,' Grappolino d'uva.
Beehioio. Ripicco, vantag-
RE
giao; ovvero residao di al-
cuna cosa.
Ihehizar. Sorreechiare.
Beeipiglia. Rislpola ; tomo-
re superficiale che sispao-
de solla pelle con calore
abbrociante ed on rosso-
re chiaro.
Jtedecima. Ia decima par-
te della decima; predia-
le imposta dal seoato ve-
neto sui beni posseduti
dalle maoi-morte.
Medenzio : no gA^ è redeU'
sto. Non vi è verso; uon
vi è modo.
Medettola e retestola. Ve-
lia grossa; occello della
grandezsa di on tordo
sassello.
Bedezèlo. Strigolo ; rete
grassa appiccata alle bo-
della degli animali.
Bedina. Reticella.
Medonda, Antichissima mo-
neta d^oro veneziana del
valore di lire i: 19 au-
striache.
Refar, Risarcire la perdita.
Befarte* Risarcirsi. Anche
vendicarsi.
Bifilaéa. Raffilatura. Dicesi
anche per quantità gran-
de di che che sia.
Eefiiar, Raffilare; tagliare
i margini.
-— un pugno* Appiccare un
pugno.
— Tale anche lasciare: ghe
RE 267
Vho refilài glie Pho da- .
to> lasciato.
Réfolae, refoli. Buffate; nuH
U improvvisi.
Befolo de vento* Raffica;
soffio impetuoso di vento«
che cessa poco dopo.
Bef ostar. Propagginare; eo-
ricare i rami delle piante
ei tralci delie viti, ao-
' ciocché facciano pianta
germoglio.
B^re torio. Refrattario, ri-
troso, che non si accomo-
da agli altri.
Befudagia. Rimasuglio di
mercanzie.
Betfudagio. Rimasuglio di
che che sia.
Befudar. Rifiutare.
Bfffwura. Indennizzaziòne »
compensazione.
Btgalia. Regalia;, il dì pia
che si guadagna oltre il
pattuito.
Begalizar. Legalizzare» au-
tenticare una scrittore.
Begata. Gara di barche.
Begiitrante. Registratore.
Beiogier. Orivolajo.
Belogio, Orologio.
Bemenar. Dimenare, maneg-
giare, malmenare.
Bemengon. Uomo vagante,
di cattiva vita.
Bemer. Remaio, che fa re-
(mi.
Bemener. Falegname per
lavori più nobili del
268
RE
ranjioi»; AiìtteaBrale era
il lavoro d^inlàMalorc.
jRtineis*. Tarsia^ lavoro di
legno.
Memo: magnar el rem0, V.
Magnar.
Bemontaéa. Racooneto, ri-
parasiofie; dieeei de^ te-
stiti ecc.
*-« remàntar i slipcrlt.' Ri-
'Scapi^naflrli. <
Render y renderla/ Reatit ai-
re, reso. Aficbé reoere^
vomitare.
Renegar (idiotismo). ¥. ite-
\elar,
Renga, Aringa; pesce.
— * fumada. Dicesi di per-
sona smonta é magra.
Renso, Rensa ; = téla fina a
• opera, cosi detta- dalia cit-
tà di Reims In- Franeta.
R06n^ Nassa ; cestella l^islan-
•ga fatta di vincili, cbe-ha
il ritroso, onde • i pesci
entrativi non sanno uscire.
Repetttrse. Rimpannucèiarei^
rimettersi, riaversi , uscir
de* cenci. 3
Repeton, Profondo inobiiio;
dicesi per isctierzo.
Repeizada, Rappezzatara ,
rabbercioimentoi
Re^tioàro, SfoOdo ; spaeio
lasciato In una parele>|)er
dipingervi.
ReqiMgiQ, Ortigomelra; •gal-
linella terrestre; spededi
ootoroice.
RE
Requia* Folwera. del temi
del papavera. adoperata
per addorraeiitare i bànH
4dni;^bii60' frequente nel
popolo.
Re^éaldazion, Scalnuma.
Reiehe. Liscile.
Resentàr. Risciacqtiaiie^
Resta ée eeùiet de agié lebeu .
Rèsta; treccia' »d^iigli' imi-
ti Idsicme:.
Restar de òsso* d in atto.
Restar. solo oeme il nu-
mero uno, ovvero come
Arianna io Nasse (da un
prov. greco)
— per oekio. Rimaner ne-
gioito.
-— ditesi putte in altro sen-
so : Mi resto, io . stupisco,
non 90 ooiàpcendere.
RestartU Ristala ; luogo ove
: lungo 1. fiumi, si fermano
i cavalli. e gli nomi nf de-
sti nati a . tirare le. barche
coatr>qua. Anebe 11 gius
-di attiraglio presso no!
vien detto restara*
Resteiada, V. Ra»telada\
'flesMin, Sfrumento d'agrl«
coltura per ispianare la
terra o copErlre le semea*
ti.
Restelo. Rastrello; uscio fat-
to di stecconi. Cancello poi
chiamasi quel portello di
■ legnosi si «ette a qual-
che porta, scala od aper-
tura; .
RI
ohe isf a.T < .n'.
Metagio. Ritaglio e scampo-
tetto; piccolissiiiia parie
avanaata della pezza di
panno .di tfiia;
Beteniépa. Railentiva»
Betenzion (Vorina. Dism*
ritti rìaourlav . . *
Betra^er. Dtpiiigdré* e scol-
pire al' tìaitinale.
Betrè. .RetcooakDera.; stani
Zino rìllrafo.
Bevegnir, Dar volta , dar
indietro. Dicesi di un ar-
rosto e'siiiiiii; Bepegnùo;
vincido, diventato molte'
per umidità*.
Be^lar, Anamorbare.
— ^ et spMzza. ch'el revela.
Pozza che ammorba» che
pare uh av ellobi ,
Bevendigàlo. Rivendugliolo;
chi rivende cose jiiindle.
Bevoltante. Ribultaole.
Bewllar, Rivoltate. .
— col culo in «M* Rove-
éeiare. i . .
— in tei fango, Bi voltolare,
-p- nel ^tabaro ecc.. Ravvi-
-!|>apiiBre. .^
i^ »tt le vMmeghe, Rioiboc-
' icare^ lemanlèlie* >
-— el stomego. Stomacare.
jRevoJ lo /or. Volgere intorno.
Bevollon: Soonvolgimento,
' dtsordine.
BMx^ Rlncafiaienta> aa-
mento dia' préztBi.>
RH 2%
/?t&eA.Uya del frati;; Bièè^
ruèrmm^kutlù acklo*cR)lV
ce noi issimo^ (atto ia grap4
poleftti .coftte Tuva.
Ai bòia, (colico »t netto} Bar-
ra del timone; serve per
maneggiare il timoae neiv^
le. tacche.-, i \i'> •■.
Bibombo, RimbOffllM).: > .1
Ricever, ! riceveito, - Riceve*»
re^ ricevuto. Andb» aceo-
— .jnt rieevektì Hi. capi-
sce?» mMntend'elljl?.
Bieovra, V, Jrcoì)a» ; .
Bidachiàr, Rider per poco
o per niuna cagatone.
7?idacAjon..Ridohe ohi. ride
senza- ragione; niditoretè
quello che si ride e^ai la
beffe. d^altfUi. .W'
Bidet e ridesU>,^ Riderey ri-
— gnenteckerid^l Bagat-
telle 1 dicesi per ironia di
• cosa ■ rilevalkle.
— rider che^^ no .passa le
perle. Cioè che noni pas?^
sa dal ^<^zz0'.in giu^ ri-
dere sforzato.
— a quattro gr^nad&s* Sga*
. nasciur per ile risa.
Ridoto, Raddolto ; luogo 0-
vo. si, rttìniaeoao insieme
. più persone p«r intratte-
nersi.
BìdétoUk, Ridente», gaio.
far viso ridicol(K Far
viso l9enigoo»:pttioevMe.
270
RI
Mièto. Rivetto, canallDO.
Mifa: ée rifa, Ptr fona.
Biga» Linea.
— de prima riga, Bl pri-
mo ordioe.
Aigadin» Drappo rigato.
Bigheia. (term. de^iàbri)
Reggetta; sorta di lami-
na di ferro.
Migor : a rigor. Allo iadr-
Cà, appena.
ili (omo. Rilassazione» inde-
bolimento, anervameuto.
Bimandèlo. Grimaldello ;
strumento di ferro ritor-
to« ebe serve ad aprire
senza chiave le serrature.
Bimando. Rimbalzo.
Bimarear. Osservare , no-
tare.
Binghiera. Rallaloio.
— de la ieaim^ Ralaustrata.
Biobarbaro. Rabarbaroi ra-
dice medicinale.
Biada. Tamburo marino;^ pe-
sce non commestibile.
Biode. V. iioda.
Bio. Rivo» canaletto.
— fiearse in rio. Nascon-
dersi.
-* andar per rio menno.
Vivere assai parco e stret-
to.
Biporti. Rapporti; pezzi che
si adattano per ornamen-
to a un lavoro.
Biebogo : de risbogo. Dice-
si di cosa che viene da
via oUiquaj senza sapere
RO
o senz^essere sperale» e per
io pio da godersi In brU
gala.
Bisegar. Arrischiare.
— ehi no riiega no roee"
ga. V. Botegar.
Bisegoj a rieego. A perìco-
lo.
— va a ritego (ironlcamea-
to) eh*et pagai Non pa-
gherà certamento.
Bitegoso. Rischioso, arri-
schievole. ^
Bisèra. Risaia.
Biio iardonieOi Riso finto.
Bi tentila. Rattentiva.
Bivar. (idiot.) Arrivare, per-
venire al luogo.
Bizzagno. Giacchio ; rete
sottile e fitta, la quale git*
lata ne^ fiumi dal pescato-
re, s^apre, e avvicinando-
si al Tondo si riserra e vi
rinchiude i pesci.
Bizxetoi Riciutolio; un bam-
bino ricciuto che pare
un angiolfno.
Bizzo. Ricciuto, crespo../{lz-
zi, ricciolini.
— de mar. Riccio marino;
animale marino delPordi*
ne degli echinodermi.
Bizzolir$e. Raggrlcchiarsi ,
raggruzzolarsi.
Boa o ruMa. Rugo fruUco-
so ; pianta prunosa, I cui
erutti detti more sono
mangiati con avidità da-
gli uccelU e dai rsgazii.
RO
Boìfa: roèa da cani. Ro*
bacda. Detto ad aomo,
vale malcreato , abbietto.
— - roba flapa. Cencio mol-
le; dicesi a persona di
poco spirito.
— roba tnagnativa. Com-
mestibili.
— in$acada. Salsiccia.
— tovagiada. Lingeria da
tavola.
— - dir roba» Sgridare.
Mobata. Robaccia ; roba cat-
tiva.
— una robata. Una perso-
na di mal fare.
Bobo: un certo robo. Una
certa cosa.
Moeheta, roche ton. Gran
razzo.
Bochèio, Rocchetto; struro.
piccolo di legno forato
per lo lungo, a uso per lo
più d^incannare.
Bocheto. Piccolo mantello;
sarrocchino. Rochetto è
veste clericale di tela bian-
ca, diversa da eoia. Por-
tano il rocbelto prelati e
canonici nelle sacre fun-
zioni.
Boehio, V. Iroehio,
Boelò, (sembra voce fran-
cese« ma non trovasi ne*
dizionari!) Ferrajuolo ch*è
un terzo più stretto del-
Tordinario.
Jiòcolo. Giuoco delle ombre.
Boda. Ruota, Intendesl nel
RO
371
dialetto anche la carruco-
la girella.
Boda da UrarXiqua. Timpa-
no ; cilindro di legno, at-
torno a cui avvolgesl e
SYoIgesl la fune.
— a roda lavada, V. Andar,
— la pezo roda del caro
sempre ruza. La più cat-
tiva carrucola, sempre ci-
gola ; dicesi metaforica-
mente, e vale : Chi ne sa
meno, parla più.
— Anche sbriecbi; giuoco
che fanno 1 fanciulli chiu-
dendo in un pugno qual-
che moneta, e poi movendo
in giro le mani chiedono
agli altri: Boda, roda,
roda, quala piena e qua^
la voda?
Rode la del zenoehio. Rotu-
la ; osso che serve alPar-
ticolazione del ginocchio.
Bodolar, Arruotolare ; ri-
durre in forma di rotolo.
Bognon» Arnione ; parte
carnosa delP animale du-
ra e massiccia posta nel-
le reni.
Bognonada grasso de ro*
gnon. Sugnaccio.
Bolina, Giuoco di sorte, in-
segnatoci dal francesi, ed
ora proscritto.
Bolo, (dal frane, rouleau)
Rotoletto cilindrico di bam-
bagia simile, coiranlma
di filo di ferro, su cui si
373 EO
avvolgoiio 'i-iGa|i6lll per
farli arricciare.
Bamancéma. BimiiiiMizitia ^
ripreasiooe.
Jlomaiieo, V. Aromatico.
Rombo. V. Chiapiir.
Roma: promeler roma e
' toma (forse da Roma et
omnia)', PromeUere di
grandi cose, cose stupen-
de.
Romatizarte. Divenire reu-
matico.
Romper et giazzo. Dar prin-
cipio.
— el cesto. Importonare.
■^ et colo a una puia. Ua-
ritarla male.
— doce che no »e erede
Paqua rompe. Ove meno
si crede Taqua rompe ;
provertUo.
Ronchizar, Eussare, rbn-
tfare.
Rondar, Gironzare.
Rondolin o nodola. Lampu-
ga; pesce di mare clie^ so-
miglia all'orala.
Rontkm. Rondine nero.
Rondegoto. Veslimenlo da
uomo, come U soprabbiito.
Ropegar. (term* agric.) Er-
picare; spianare e triiar
la terra coirerptce, dopo
aver seminalo.
Moioda. Rugiada.
— de late* Giuncata; torta
di laite nel tegame t^on
ova e «icdiero.
RO
Rmaria. (iem. narln.) Tros-
le; piccole palle infilsate
facienti cerne un rosario,
che pongonsi attorno al*
— l'^albero yerso il mezzo del-
Pantenna.
Roicano. Riscolo ; specie di
erba, da cui viene quella
cenere chiamata soda, che
serve per comporre il ve-
tro ed il sapone.
Roscarola. Scopa di rusco,
osata dagti spazsa-caraini.
Rosegar. Rosicare, rodere.
-^ un osso duro. Porsi a
impegno difficile.
-^ el cuor. Rimbrottare di
continuo.
— « chi no risega no rose^
ga. Chi non arrischia non
acquista; proverbio.
Rosegoto,T€frsó\0', queHo che
: rifilane >dalle fVirtla do-
po averne intorno fevata
la polpa. ' ' '"
— de pan ec. Resumé, leszo.
Roseto, y. Realin.
Roseton. Rosetta ; sorta di
anello, 'Così detto per es-
servi I diamanti -disposti
in giro a foggia di rosa.
Roso lini (gergo) ^ Brezza ;
i^enticello freddo*
Rospo. Dette ad nomo , va-
le ruvido. Impraticabile.
— de mar. ' Rana pescatri-
ce, detta a Roma diavo-
lo marino; pesce «arino
' • del genere delie loflltB.
RU
Mostia, rosto (gergo). Frode,
trufferia.
Mostir , rostio. Arrostire ,
arrostito. Anche rubare
nel conto.
Bota: dar la rota. Scher-
nire. Anche rimproverare.
— far rota. (terio.mariQ.)
Far vela verso una dire-
zione.
Botura. Ernia.
Roverso, Rovescio.
— far a romeno de la me-
dagia. Mangiare il porro
dalla coda.
Bovinazzi» Gaicinazzi; rot-
tami di calcina e pietre.
Bubo, Rubbio; sorta di mi-
sura del peso di dieci li-
bre metriche.
Bucola, Ruchetta; erba di
sapore acuto che mangia-
si in insalata^ Dello a don-
na, vale ruffiana.
Bufa. Roccia e catarzo; suc-
cidume che si genera su
qualsiasi cosa.
Bufe: de rufe o de rafe. Di
ruffa-raffa ; o a diritto o
a torto; in ogni modo o
lecito illecito.
Bufianezzi, Moine, smance-
rie, artifizii per farsi ama-
re. Anche talvolta per ab-
bellimenti, raffazzonamen-
ti.
Bugnar. Dicesi ringhiare
particolarmente dei cani;
nitrire dei cavalli.
R U 273
Bumar, Raspare che fanno
i porci. Anche frugare.
Bumegar. Ruminare. Anclie
il masticare di chi non ha
denti.
Busola, Bruco che rode il
tenerume delle viti.
Ruspio. Ruvido, scabro. Di-
cesi anche (in gergo) del-
lo zecchino, che appena
coniato è ruipio, e quindi
di giusto peso.
Buaa, Contesa, contrasto ,
disgusto.
Bussar. Strofinare.
— rustarse co uno. Stargli
a lato per raccomandarsi.
Bulina, (dal frane, routine)
Voce introdottasi ne^pu-
blici uffici, e vale uso, me-
todo, ordine negli affari.
Buzamento, Ronzamento ,
bucinamento.
72uzar. Bucinare, romoreg-
giare. Anche rimprove-
rare.
— le buele. Bruire, il ro*
moreggiare delle budelie.
>-— el tempo. Rumoreggiare
al sollevarsi della tem-
pesta.
Buzene. Ruggine.
Buziol. Orzaiuolo ; bollicina
che viene tra i nepitelli
degli occhi.
Buzor. Sibilo del vento,
mugghiamento del mare;
ronzio dicesi delle laoia-
re vespe.
519
974
Sa&adà: mal sabacàMaìe ac-
conciato apparecchiato.
Sabadiha* Sabbalina; goz-
zoviglia dopo la mezzanot-
te del sabbato per poter
mangiare di grasso.
Sabion. Sabbia, arena mi-
sta con terra. Renella, re-
na minuta di mare.
— dolce, Renischio dicesi la
rena minuta di fiume.
— (in gergo) Denari.
Sabo, Sabbato.
óaea: far saea. V. Far.
Saeagnar. Dibattere, agita-
re un corpo. Sacagnà,
Vale anciie guastato, ma-
nomesso.
Sachetar, Rinsaccare ; quel-
lo scuotimento cbe si sof-
fre andando su cavallo
che cammina male.
Saeheto* Pesce di mare a
scheletro ossosOy nelPlstria
detto Sarèeo,
Saco:$a€0 da bète. Uomo
vigliacco cbe si lascia ba-
stonare.
^i— de ossi. Fascio d^ossa;
dicesl per ischerno di per*
sona soverchiamente ma-
gra.
«* saeo senza fondi (me-
tafor. ). Uno che mangia,
e mai si vede sacio.
Saeo : s9odar el sace. Dir
tutto quel cbe si ssl.
-^ me ter la pioa in saeo.
V. Piva.
Sacra. Dicesi familiarmente
per certo, sicuro : p. es.
Oh sacra I oh egli è cer-
to. Sacrosanta, cosa più
che vera.
Sagiaor. Saliscendi delPu-
scio.
Sagoma. Modello, forma.
— de bota (cioè botte). Lo
staglio; la giusta misura
che dee avere.
— dar una sagomada. Una
scandagliata.
Sagra. Cimitero; luogo sa-
grato presso la chiesa, ove
una volta si godeva Tim-
munità.
Sagra. Festa, solennità re-
ligiosa.
— • pagar la sagra. Dar re-
galo nel giorno onoma-
stico, od altro.
— far una sagra. Far uno
schiamaxzo.
Sagrin. Zigrino; sorta di
coojo r avido, e seminato
di minuti granellioi.
S A
Sai de Canal, Solfato di ma-
gnesia.
— fossile. Sai gemma; sa-
le minerale lueido.
Sala, Salame; salsiccia le-
gata In una porzione dì
budello di porco.
— salao f salame, Dicesl
per ingiuria a persona, co-
me melone, stivale, ecc.
— pagar o costar salada.
Costar carissima.
Salamon. Salmone ; pesce
di mare, che a noi per-
viene salato in barili.
Salarnora. Salamoja; aqua
insalata per conservarvi
funghi, olive o simili cose.
Salampa, Sguaiala,sgraziata.
Salata. Insalata.
— capueina. Lattuga ca-
pitata. Distinguesi dalla
lattuga a palla, da noi det>
ta semplicemente laluga,
e dalla crespa, rizza.
— dar una salata* Dar una
rammanzina.
Salèti, Piccoli gamberi, che
servono per uso di esca
da prendere gli altri pe-
sci.
Salgher. Sallcone. Salcio
bianco; si adopra per so-
stegno alle vili.
-^ da strope. Salcio-giallo;
s^impiega per far «troppe
vimini.
— Detto ad uomo, vale in-
colto, villano.
S A. ^75
Salgher: i salgher i no fa
mai peri garzignoli. Il
lupo non caca agnelli. Da
persona cattiva, nulla di
buono può attendersi.
Sali, (voce antiq.) Sciallo.
Salinpian ( de ). Inaspet-
tatamente.
Salissoni, Scaraboide; di-
versa specie di animali
marini collocati nelPordi-
ne dei testacei.
Salizo, Selciato; pavimento
di strada.
Salmastre, (term. marin.) V.r
Trinàie,
Salmistrar, Hisaltare ; far
misalla, acconciare le
carni a modo di mlsalta,
ch^è la carne di porco in-
salata prima che si asciu-
ghi.
Salpieon, Salsa piccante.
Saltamartin, Sai lami ndos-
so;. vestimento misero e
scarso. Anche specie di
trastullo da fanciulli »
foggia di figurina che sal-
ta: missirizlo.
Saltar su, Rispondere ardir-
lo.
— dar un salton. Andar
sulle furie; far un mota
improvviso di collera.
— saltar i grill. Venir
qualche capriccio.
— un refolo, V. Vegnir,
— saltar la mosca al nu*
1 so. Montare in collera.
ayS S A
Sallarèlo. Saliscendi; stan-
ghetta di ferro Imperna-
ta per serrar Pasclo.
— de legno. Nottolino.
— ehiaveia del sallarelo.
Nasello; ferro fitto nel
saliscendi, che l'alza ed
abbassa.
Salterio da putei. Sorla di
abbecedario che usavasi
pe^ fanciulli.
Salton. Impeto.
*— andar a salton. Andare
a sbalzi; interrottamen-
te.
Salumier. Salumaio; ven-
ditore di salumi. Salsa-
mentario, chi vende ca-
' do, salame ecc.
Salvadeghin. Sapore di sel-
vagglume.
Salvadego. Selvaggina , la
carne di animale selvatico.
Selvaggiume, tutte le spe-
cie d^ animali che si pi-
gliano In caccia. (Gherar-
dinl).
Salvar la eavra e le ver-
ze. Salvare una cosa sen-
za nuocere all'altra; sal-
var la capra e i cavoli.
Samarco, Cosi denomina-
vansi le taverne, sulla cui
porta tene vasi 1^ emblema
di S. Marco.
Snmbèco. Sciabecco; nave
bislunga, che porta da i4
a S9 cannoni.
Samit d^oro o d:*arzento.
SA
Drappo di seta tessuto con
oro con argento.
Sampiero. Pesce di S. Pie-
tro; pesce di mare che
assomiglia alPorata.
— far s. Piero in eare^
gheta, Andare ò portare
a predellucce. Giuoco in
cui due sì pigliano pe^
polsi d^ambe le mani, uno
coIPallro in croce, forman-
do come una seggiola, e
un terzo vi siede sopra.
Sana^loria, Ripiego, tempe-
ramento.
Sancatsan: far un saneas-
san. Rovinare, guastare
che che sia; come san Gas- ^
siano vescovo, che fu uc-
ciso In Imola da^suoi sco-
lari cogli stiletti, co'*quali
a que^ tempi scrivevasi.
Sandolo, Battello assai leg-
giero pe** bassi fondi.
Sandonà xe morto. Non a*
spettare, non Isperar do-
ni.
— a Sandonà no se varda
in fazza. Si accetta il re-
galo senza esaminarne il
valore.
Sangiotar, Singhiozzare ;
piangere dirottamente e
singhiozzando.
Sangioto. Singhiozzo, sin-
gulto.
Sango salvadego. Erba can-
nella; nasce nel luoghi
aqoosi e nel fossi.
SA
San'Gorgon: Co piove de
San Gorgon sete brenta-
ne e un brentanon. Det-
to contadinesco onde si
presagisce cbe se il 9 set-
tembre^ festa di san Gor-
gonio, è tempo cattivo, il
prossimo autunno sarà
pessimo.
Sanguenonì (vocebassa)San-
gue di Bacco!
Sangueta. Sanguisuga, mi-
gnatta. Detto ad uomo,
vale seccatore importuno.
Vale anche Pelarin,
— de mar. Sanguisuga ma-
rina, che si attacca ai del-
Ani e ad altri pesci suc-
chiandone il sangue.
5onstf. tliive infrante, trat-
tone Polio. Quindi andar
in sanse, cioè in frantu-
mi.
Sanser, Sensale.
Sansuga. V. Sangueta,
Santa Barbara, Luogo do-
ve si tiene la polvere da
fuoco, e fu postò sotto la
protezione di s. Barbara,
forse per quel fulmine
che colpi Tempio suo pa-
dre, autore del di lei
martirio.
Santalèna, Specie di con-
chiglie univalvi nel gene-
re delle patelle.
Santelmo: fogo de Santet-
mo. Quel fuoco che par
di vedere sugli alberi del-
S k
277
le navi neirestafe, in tem-
po di tempesta, ed è man-
dato dalle lucciole terrestri
volanti colà trasportate dal
vento.
Santi fice tur, Graf'fiasanti ,
ipocrita.
Sanliglioni* I favoriti ; peli
che si lasciano crescere
alle guancie.
Santo: dar el santo. V.
Dar,
— far un santo veehio.
Manomettere, guastare.
— per che san tot Per qaal
titolo motivo?
Santolo, Padrino al battesi-
mo alla cresima.
— Dicono le donne ai fan-
ciulli per di^trarli quan-
do tossiscono nel bere.
Sanzuane, V. Compare.
Saon. Sapone.
Saoner. Sapooajo ; quegli
che fabrica vende sa-
.pone.
Saar, Savore. Così chiamasi
da noi certa salsa fatta al
pesce con aceto ed altri
ingredienti.
— de mezo saor. Mozzo;
dicesi delle frutta, tra U
dolce e Tacetoso.
Saorio, sàoroso. Saporoso,
saporito.
Saorna, (ferm. marin.) Sa-
vorra; arena che si met-
te nel fondo del naviglio
per farlo affondare ecc.
2y% SA
Saponata. Saponaja ; erba
la qaale pestata ed agita-
ta nell^aqua la rende spu-
mosa, e serve per lavare
i panni senz^ alterarvi il
colore.
Sapone ta. Specie di orolo-
gio da tasca, cosi detto
dalla cassa che cuopre
tanto II cestello quanto il
quadrante.
Saraca, Salacca; pesce di
mare, poco dissimile dal-
Taringa ma più piccolo.
— tirar iarache. Bestem-
miare.
Saraììal: vten zo Saraval
co le so musse. E piove
dirottamente.
Sarcegna, V. Zarcegna*
«SarcA ie.(term. mar.) Sarte.
Sardèla. Sardella ; pesce
noto. Quando è piccolis-
simo si dice sarde lina, e
quando è un po^più gran-
de, palaziola.
— del lago, Sardena ; pe-
sce d^aqua dolce che so-
miglia alla sardella, ma
D^è assai più grande.
Sardèle. (gergo) Staffilate
che danno alcuni maestri
a^ ragazzi per castigo sul-
la palma della mano.
Sardon, Acciuga; pesce di
mare. V. Inchiò.
Sarpe, Vioaccie; acini del-
l'uva, uscitone il vino.
Sartofar, Lavorare da sarto.
SA
Sasonar, Cuocere perfetta-
mente, jéssaisoner dico-
no i Francesi il perfezio-
nare coVondimenti.
— magnar de sason, V. Ma-
gnar.
t$d«se<o. (giuoco) Sussi; giuo-
co fanciullesco che si fa
tirando con una piastrel-
la ad un sasso, sul qua-
le sono alcune monete.
Sassin. Assassino.
Sasso: trar el sasso e seon-
der el brazzo. Tirai la
pietra e nascondere la ma-
. no; fare il male • mostra-
re di non esserne Pautore.
Saoer. Sapere.
— Savevi: sapevate. Saveul
sapete? Saslul sai tu?
Sala ? sa ella? No lo so-
ffio? non lo so io forse?
Cossa 50(710 mil che so
io? Saoaraoe: saprei. Sa*
vesto : saputo.
— saver dove el diavolo
tien la eoa. Essere astuto.
— saver una cossa per za*
rabatana, V. Zarabotana.
— tanto che no so. Tanto
che non saprei dirvi.
Saver ( nel senso di senti-
re ) saver da bon o da
cai ivo. Aver buono odo-
re sapore ; od altrimen-
ti cattivo ecc.
— da brustolin, 'Brustolin.
— da bon. Aver buon odo-
re, sapore ecc.
SB
Saver da lUpio. Di mucido;
esser presso a putrefarsi.
— da legno. Sapere di secco.
— da rio. Di lezzo.
— da vechin, V. F'echin,
— da romatico, V. Roma^
lieo.
— da caratò lo, V. Cara*
tèlo.
Savojardo. Pasta reale; ter-
mine de* ciambellai.
Sazar. Saggiare o assaggia-
re.
Sazo. Assaggio.
— dar^el sazo. Far la pro-
va.
— un tazo de seda ecc.
Esagfo, cioè la sesta par-
te deir oncia.
SbalMzzarse. Smammolarsi^
g^pdersi.
Sbadagio. Bavaglio ; fazzo-
letto cbc gli scherani ser-
ran sulla bocca per im-
pedire le grida.
Sbadagiola. Sbadigliamento.
Sbafare, Spettorato, scollac-
ciato.
Sbagiada, Gridata; affollata
di parole..
Sbagiar, Abbajare, latrare.
Sbagiarola, V. Sbadagiola.
Sbaiar, s6a/à. Desistere, ces-
sare ; desistito, cessato.
Sbalà. Detto ad uomo, vale
spallato, spiantato.
Sbalonarse, Dilombarsi.
Sbalotar, Ripulsare, esclu-
dere. Anche sbatacchiare.
SB
^79
Sbalzo: de sbalzo. Di pri-
mo lancio; quasi subito.
Sbampir, sbampio. V. f^in,
Sbampolar, Lo sbattere di
una flammella.
Sbampolo, Asolo, respiro,
sollievo.
Sbandierona. Spiritessa ;
donna di troppa vivacità.
Sbarada. Sparata; millante-
ria.
Sbaragia: a la sbaragia. A
cielo scoperto.
S barar. Sparare, scaricare
un'arma da fuoco.
— bombe. Raccontare cian-
cie, fandonie.
Sbarlefl. St)erlefa ; bocche
contraffalle; atto da scher-
nire altrui.
Sbasto. Basito, morto. An-
che sparuto e meschino.
Sbasir, Languire, morire.
Sbassar. Abbassare.
— le aie, Inflaccbire, abbas-
sare Torgoglio.
Sbasuchiar. Baciucchiare.
Sbasuehion. Gran badato-
re.
Sbataizza. Risacca; maret-
ta leggiera, ma incomoda.
Sbater. Dibattere.
— cuscini, stramazzi, ecc.
Spiumacciare.
— i pani. Scossare 1 pan-
ni; lo scuoterli con mano;
scudisciarli il batterli collo
smrdiscio. Sbater dicono
altresì le nostre lavanda-
a8o
S6
SB
je lo sciaguattare una co*
sa per lavarla.
Sbater : la me sbate. Ho
fame.
— aver.el so bel da sba-
ter. Aver il suo bel che
fare.
Sbatochiar, Scampanare.
Sbaluo, Sbattuto, scolorito,
di mala voglia.
Sbauchiar. Scombavare^ im-
brattare di bava.
Sbaviso, (term. degli stam-
patori) Ooppiegglalura ;
difetto d^impressione.
Sbazzegar, Vacillare, sme-
morare.
Sbecar, sbecà. Smozzicare,
smozzicato.
Sbecaùra. Scalfittura^ lesione
in pelle.
Sbeletarse. Imbellettarsi.
Sbergnifo. Uomo assai scal-
tro.
Sberla, sberlo lo. Schiaffo.
Sberla. Malfatto, malcompo-
sto.
Sbevachiar, Sbevazzare, trin-
care.
Sbeifachion, Beone.
Sbezzo la. (gergo) V. Sca^
fon.
Sbezzolar.Viì\hzaiTe,tar pic-
coli guadagni.
Sbezzo Un. Buon procacci-
no.
Sbianchesin. Imbianchino ;
imbiancatore di muraglie.
SbianeMzar. Imbianchire.
«$6ionzar.Sprazzare; bagna-
re spargendo miautisslme
gocciole ; è più che spruz-
zare.
Sbianzo. Indizio, sentore.
— de sbianzo. Per isgbem-
bo, a schiancio.
— aver un sbianzo. Aver
un indizio.
Sbiavio. Sbiadilo, smorto.
Sbichia. Vinello.
Sbiego : per sbiego. Stor-
tamente.
Sbignar. Svignare; partirsi
presto e nascostamente.
Sbocalon. Sboccato; sover-
chiamente libero nel par-
lare.
Sboch iar. Trucciare ; levar
colla sua palla (nel giuo*
co) la palla delPavversario
dal luogo dov^etla era«
Sbochie. V. Bùrele.
Sbofio. Taogoccio, goffo per
soverchia grassezza.
Sbolzonera. (voce antiq.)
Monamerda ; donna da
poco.
Sbonigolà, V. Desbonigolà.
Sbonigolarse. Sbellicarsi.
Sboraoi (voce bassissima).
V. Cagao,
Sborar. Corrompersi, spar-
gere il seme.
Sboraura. Sperma delPani-
male. Detto ad uomo, per
ingiuria vile. V. Sborao.
Sborgna. Imbriacatura.
Sborgnar. Vedere a stento.
SB
Sborgno. Boralo, di corta
vista.
Sbotegar, Aver tossimento.
Sboteghin. Gannajo, specie
di pesca.
Sbotegon, Catarroso.
Sbragkessona» Donna peta-
lante.
Sbragiar. Sbraitare, grida-
re.
Sbrazzolar i putei. Portar-
li in collo.
Sbrego, Schiappa; ceppo ta-
gliato per lo Inngo dà ar-
dere. Anche ciambella lun-
ga aperta nel mezzo.
Sbrega- mandati, Sputa-sen-
iense.
Sbregar, Squarciare, strap-
pare, lacerare.
Sbrego, Squarcio, sdrucitu-
ra. Dicesi anche per dan>
no, discapito.
— far un sbrego. Far uno
strappo sul vestilo. Altri-
menti : rompere ogdi ri-
guardo.
Sbregon, -Squarcio grande.
Sbrenà. Sfrenato, licenzioso,
impetuoso.
Sbr indolo. Rimbrenciolo ;
pezzuolo di earta^ di strac-
cio, di carne, o di chec-
chessia altro. Detto per
vezzo, vale fanciullino.
Sbrindolon, Vagabondo; an<
che cenciosOé
SbriM, Sbricio, misero, mal
ve^iib. *
SB
aai
Sbr issar. Sdrucciolare, sci-
volare. Anche trascorrerò
in qualche fallo. Sguizza-
re dicesi lo scappare che
fanno i pesci.
Sbri^son, L^atto di sdruccio-
lare; scivolata.
— de sbrisson, alla sfuggi-
ta.
Sbrocada, Scoppiata, sfogo,
rabbuffo.
Sbrocar, Scoppiare.
Sbrochelar, Sbullettare; get-
tar fuòri le bullette.
Sbrodachio, V. Sbrodiehio,
Sbrodegar, imbrodolare ; la-
var male, ed anche lavo -
rar male.
Sbrodego, Guatlero, lavasco-
delle.
SbrodicMo, Broda, imbrat-
to ; cosa troppo liquida.
Sbtodolosa, Brodolosa; vec-
chia sporca.
Sbrogiar, Scaiflre, intacca-
re la pelle.
Sbrogiaura, Graffiatura.
Sbrufada. Spruzzaglia; di-
Cesi per Tatto cU spnu-
zare> ed anche di quel
colpo che danno talvolta
i liquori uscendo con fu-
ria dal vaso.
— de odor. Zaffata.
—> de rider. Scroscio 41
risa.
Sbrufar, Spruzzare, asper-
gere.
— de rabia. Sbuffare. .
so
a83
se
Sbrufa ( voce aoUq. ). Così
chiamavaosi iioa volta i
portinai de^oostri teatri.
Sbrufa-riti. Motto iogiorio-
•0, vale bravaccio» buffo-
ne.
Sbrufon. Y. Sbrufada.
Sbu fonar. Sghignare, bef*
fare, minchionare.
Sbuiar. Forare, bacare.
— àbusarlcL. Eiuscime, u-
sdrne a bene.
Sbuio. Forato, perforato.
— - over le tnan sbuse. Es-
ser prodigo, troppo facile
a spendere, donare ecc.
Scabéti. BuffeXti; queMue
aroiadini che tengonsi uno
per parie del letto.
Scabio, (gergo) Vino.
SecLbiozzo, Luogo angusto;
anche arnese che non cor-
risponda all^ uso da far-
sene.
Seaehio. Scommenlato; dis-
seccato dai sole e dai ven-
ti; dlcesi deMegnami e
delle barche fuor d^aqua.
*«- Detto ad uomo, vale onin-
gherlino, magrlno^
Scaeo: dar setuso a unOé
Superare .altri in quatola-
si cosa.
^eaconia/o« Dare o ricevere
gran perdita.
Scafa. Pila delPaquaio delle
case per ricevere le aque
immonde.
— far ia scafa. Ve Far.
se
Scafada da prava, ( term.
marin.) Cassa da cubici
specie di riparo dalla par-
te di prua per ricevere
le ondale ch^ entrano per
le cubie.
Scafeta de la Pietà. Nicchia
presso lo spedale della
Pietà, ove si portano i
bambini esposti od abban-
donati.
— del violin. Ponticello ì
quello che sostiene le cor-
de.
— da pie. Predellino.
Seafon. Balzante; coi men-
to acuto.
SeagazzeriL Termine d^in-
giuria che si dice a gio-
vinetta; corrisponde qua-
si a pisciacchiera.
Seagazzo. Paura grande.
«S'cnorto. Ascella; concavo del •
l'appiccatura del braccio
con la spalla.
Scagioto. Specie di gobio;
pesce minuto di mare.
Scagnelo del naso. Gobba
del naso.
Soogno. Scanno.
— co la merda monta in
scagno o la spuzza o la fa
dano. Al mal villano non
gli dar bacchetta in maoo«
Scagolo, V» Seagazzo.
Scala: scala a bovolo. Scala
a chiocciola, a lumaca.
— a man, A piuolj, porta-
Ule.
se
Scala : ghe 90l le tcale de
seo. Ci vogliono mille ce-
rimonie difficoltà.
— su per scala e zo per
corda. Cioè impiccato; mo-
do scherzevole.
Scaldar: scaldar i scagni.
Far visite faori di conve-
nienza.
— le rechie a uno. Sgri-
darlo, rimproverarlo.
— scaldane i folij p. e., no
la se scalda i foli. Cioè
non la s^inquieti, non si ri-
scaldi il polmone. .
Scaldin. Caldanino, laveg-
gio; vaso da metter fuo-
co per riscaldarsi le ma-
ni.
Scalcia: prò a scalcia. In-
teresse a scalare,
Scaleter. Offelliere, ciambel-
laio; perchè scalete si
chiamavano anticamente le
paste dolci> lo quali avran-
no forse avuta la forma
di scalette.
Scalè, Specie di caicco di
lusso per Tarrivo di prln-
'cipi.
Scalfaroto, Scarferone ; scar-
pa di feltrelli. Anche cal-
zerotto, cioè quella breve
calza che cuopre appena
la noce del piede.
Scalfo, (gergo) Boccale di
vino.
Seal furo, (voce antiq.) V.
Scatùra.
se
285
Scalinada. Gradinata.
Scalmana. Scarmana.
Scalmanarse. Infiammiirsl.
Scaltrir. Galterire, scalfire^
penetrar nel vivo. ,
Scalzacan. Mascalzone.
Scalzada. Calcio, percossa
ch« si dà col piede. "
Scamofie, scamo/lezz{.Sman-
cerie, smorfie.
Scamofloso. Lezioso* smor-
fioso.
Scampar. Scappare, fuggire.
— da cagar, da pissar ecc.
Aver bisogno o stimolo di
cacare, pisciare ecc.
-^ co xe scampa i bo se»
rar la stala, V. Bo.
Scampo. Sorta di granchio
marina a coda lunga.
Scampon: de scampon. Al-
la sfuggita. Anche a schian»
ciò, obliquamente.
Scanafosso, Scolatojo o scolo
d^aquc in campagna.
Scanar. Accannare ; pren-
der per la gola.
Scanà: abito scanà, Salta-
mindosso; vestimento mi«
sero.
Scanaruzzo (voce scherz.).
Strozza, canna della gola.
Seancanico e scancariato*
SparuUno, tristanzuolo.
Seancèlo. Dtcesi impropria-
mente da noi ad nn ban-
co da scrivere ed anche
alio stanzino dello scriva*^
no; scrittoio.
a84
se
Seanelà. Scanalato e stria-
to; lavoro intagliato a ca-
naletti.
Scansa^fadighe, Scansardo,
fuggifatica.
Sean$ar. Causare, schivare.
Scantinar. Tentennare, va-
cillare. Anche titubare, non
Istar fermo in lui propo-
sito.
Scantona, Angolare.
Seanzia. Scanceria; palchet-
to cibassi, ove si pongono
1 piatti nella cucina. Al-
trimenti scaffale da por
libri carte od altro.
Seapin, Scarpino, scarpa sot-
tile.
— de le calze. Pedule.
— tagio de scapiti, (term.
de^ beccai ) Sfaldatura di
polso; quella paletta che
resta attaccata alle spalle
delP animale.
Scapinante. Cursore^ galup-
pò.
Seapinar. Rifare il pedule
alle calzette.
Scapuzzar, Inciampare; an*
che sbagliare.
Scarcavalo. Salterello ; pez-
zo di carta ripiegato e le-
gato stretto, con entro pol-
vere d^archlbugio.
Scardola, Scardine; pesce
vilissimo d^aqua dolce. Di-
cesi anche per disprezzo
di uomo piccolissimo;
Seargo'barile, Scarica-bari-
se
li ; giuoco fanciullesco che
si fa in due col porsi schie-
na contro schiena, ed in-
trecciate le braccia, alzar-
si scambievolmente da
terra.
Scarga^harili, (ed in ger-
go) Finzione, falsità, in-
venzione.
«Scarni ir. Scarnire, impiccio-
lire, assottigliare.
Scarmo, Scarno, magro.
Scarmolin. Scarzo; di mem*
bra leggiadre ed agili.
Scaro, Sargo ; pesce dì ma-
re. Quando è salato in ba-
rili si chiama MLraca,
Scarpai una scarpa e un
zocolo. Persona o cosa in
mal ordine.
— scarpa grossa paga ogni
cosso, Oli stracci vanno
alParia.
Scarpe lon. Piccone; stru-
mento di ferro, col quale
si scavano i macigni.
Scarpina, Scorpena; pesce
di mare.
«Scarpe fa. '^Soletta, pedule ;
parte della calzetta, che
si mette sotto il piede.
-> sto mondo xe fato a
scarpetej chi se le cava
e chi se le mete ( pro-
verbio)* Questo mondo è
fatto a scale ; chi le scen-
de e chi le sale.
Scarpia. Ragnatela ; tela di
ragno.
se
Scarpiar. Levare dal muro
le ragnatele.
Scarpion. Scorpioue.
Scarpo laro. Beccostorto; uc-
cello aquatico.
Scarse la. Saccoccia.
— flnla. Pistagnino; ripor-
to di una toppa nelle ve-
sti per coprir le tasche.
Scar sciar. Intascare.
Scarsizar. Scarseggiare.
Scartini, (term. di giuoco)
Cartaccie ; quelle che noii
fanno giuoco^ o non con-
tano.
Scartozxar, Accartocciare,
avvolgere.
^car/02ze/t. Aquilegia; pian-
ta erbacea.
Scar tozze to. Gartocclno.
Scarlozzi. Gluma ; foglie
seccate della pannocchia.
Scartozzo. Cartoccio. Anche
cialdone ; cialda avvolta a
guisa di cartoccio per man-
giare la pana. y.
— de pevere mal ligà. 'Ci-
cisbeo da quattro al soldo.
ScMsar. Cancellare. Anche
cullare^ ninnare,
Scossola. Uccelletto grande
come il fringuello.
Scatà. Voce greca^ che va-
le sterco.
Scatarachio o scataron.
Sornacchio,catarro grande.
Scatola da petini. Petti-
niera.
-^ da tabaco» Tabacchiera.
Scatolin. Scs
calore di s
trapole e
lavori di I
Scaton. (tera
ma delPal
zo principi
cui si ad;
altri.
Scatura. Sti
Scalurar o
paurire.
— scaturir
dar fuori.
Scavalcar. S
sar di so
alla volta
Scavezzar.
— la bevui
canto; Ir
un^azione
Scavezzon.
sona di p
Schechè. Se
Scheletrio,
ridotto a
Schena. Sci
— fil de l
-^ del cor
parte del
- in drio
dietro.
" star in
in tera.
reni; con
• dar de
re il lav
- fondo €
386
se
de^ beccai) Soppelo; (aglio
di carne« cli^è qaella pun-
ta che sta attaccata alla
spaila.
Schenà. Impettito; diritto
colla persona.
Schenal. Spalliera e appog-
giatoio.
— d« manzo, (term. de^ bec-
cai) Spinai midolla, che si
cava dal bove macellato,
e si vende per frittura.
Scheo, Appellativo dato dal
volgo alla moneta di un
centesimo di lira austriaca.
Schiafa, Schiaffo, guanciata.
Schiama, Squamma.
— fato a schiame. Lamel-
lato.
Schiamar. Diliscare > levar
le lische al pesce.
Schianta:^ una schianta. Un
cotal pocolino.
Schiao, Schiavo, addio; sa-»
luto di confidenza.
Schiaonèlà, V. Schionèta,
Schiapa, schiapa - zuche e
schìapin, Sbercia; male-
sperto in qualunque cosa
che imprenda a fare.
Schiapinada, Balorderia ,
gofferia.
Schiapo, V. Chiapo,
^chiaranzana, Radore; di-
fetto de^ panni quando
non sono ben fitti. l>icesi
chiarore quando appare in
mezzo al fosco un po^di
chiaro.
sq
Sehiarele. ?. Sehfaranza-
no,
<ScAìa»s«ar.Ginguettare; par-
lare in lingua ignota.
Sehia^azene, Angelica sai-
valica ; erba che nasce
spontanea.
Schiavina, Panno grosso da
schiavi.
— cuor contento e schia-
vina in spala. Chi si con-
tenta, gode.
Schiavo, Blatta, ma più pro-
priamente piattola; specie
di scarafaggio nero che
sta nei luoghi immondi
della casa.
Schienza. Sverza; scheggia
annicchiatasi nella pelle.
Sehienzeì Esclamazione, co-
me : bag.ittelle !
Schieson, Lunario con poe*
sie vernacole.
— Detto ad uomo, vale uo-
mo brutto, cioè simile a
quella ridicola figura che
si vede incisa sul nostro
schieson. Quindi anche il
termine schesionà.
Sehila. Squilla^ specie di
gambero. Detto ad uomo,
vale magro, sottile.
Schincapene, Frustapenne\
scriltorello.
Schincar. Spuntare ; gua-
stare la punta della pen-
na.
Schinco, Stinco; osso della
gamba.
se
SehiHelfL Scbienella, acciac- .
co; qualsisfa malore.
Schiccar, Scoppiettare e
crepitare; chioccare^ fare
strepilo colla frusta scuo-
tendola.
Schiocarla, Dirla schietta.
Schioco, Scoppio e chiocco.
Schionèla. Cerchietto di fer-
ro.
Schiopao. V. Copao,
ScMopar, Scoppiare,
Schiopaura. Crepatura.
Schiopazene. Evonimo o fu-
saggine; arbusto sempre
verde, il eul legno è gial-
lo, simile al bosso, ma
più tenero, e si adopera
per diversi lavori.
Sehiopizar» Crepitare, scop-
piettare; dicesi delle le-
gne che fanno tal effetto
abbruciando.
Schiribizzo. Ghiribizzo, ca-
priccio. Se sulla carta,
ghirigoro.
Schitar, Scacazzare. Detto
metaforicamente , rinve-
sciare, svesciare, ed an-
che il riferire qjaelio si
dovrebbe tacere.
Sehito. Sterco di polli, ca-
cherello.
Schiton. Ciarliere, che tut-
to palesa.
Schizza, Camuso ; che ha il
naso schiacciato. Nasèca
dicesi scherzevolmente di
naso assai piccolo.
Schizzar,
— i roti.
Schisare
ro rotto
ma di va
— schizzi
uno.
Schizzeto,
Scoa, Scop
Scoa^atse
Spazza-ci
vela.
Scoa-mar
Sorta di
re.
Scoazzera
da rlpor
Scoazze, S
dizie.
Scoazzer,
va racc<
re e le <
Scoca, Cav
Schochià,
co catti^
iScoco. Sfr
za rifles!
Scoconar,
Scoconars
nel sens
Scoder. I
anche s
senso di
Scodibile
Scoeti de
ni; pezi
pongom
to alle
garle*
IfT"
T^
988
se
Seolaor, Aquaio, goeclolatofo
di cucina ; iubgo pendente
per lo quale ^colano le co-
se liquide.
Scoleta, Bordello; luogo dis-
onesto di donne.
Scolo. Scotta ; aqua di latte;
Il siero non rappreso che
avanza alla ricotta.
Scombro, Sgombero; pesce
di mare.
Seombu9tolar. Scombuiare,
disordinare, disperdere.
Scotnenzar. Incominciare.
Seomenzera, Dicevasi quel
canale ch^era appena cO"
minciato dalfarte, e che
lasciavasi poi alP azione
deiraqua col flusso lo sca-
varlo e profondarlo.
Seoncètar, Infamare, diffa-
mare.
Scondagna. Agguatelloi, na-
scondiglio.
-^ far scondagne. Operare
di nascosto.
Scondariole, Fare a capo-na-
scondere; giuoco fanciul-
lesco.
Sconder, sconto. Nasconde-
re, nascosto.
Seondon : in seonfion. Di
soppiatto.
Seonir. V. Desconir.
Seontraura. Malincontro ,
contrattempo.
Seontrln. Bulleltino, poliz-
setta. ,
Sàopazzon. Colpo di.mano^
se
dato sul capo a mano a-
perta; scapezzone.
Seopeloto. Scappellotto. Va-
le anche per danno, di-
scapito.
Seopeton. Agone; pesce sen-
za uova e senza latte, con-
ciato in salamoia.
Scopola. V. Scopazzon.
Scorabiar. Scorrazzare, sca-
vallare.
Seoranza, V. Bojana.
Seoreza, Peto, ventosità.
— sófegada. Vescia, loffia.
Buffare, vale far vento sen-
za che si senta il suono.
Scorezar. Scoreggiare, spe-
tezzare*
Scorezon. Detto ad uomo*,
vale petardo. Detto a don-
na, vale cacatessa.
Scorlada. Scossa, scrollo,
scuotimento.
Seorlar: Scrollare. Dicesi
anche seorlar la freyt :
soffrire la febre.
— seorlar luto. Dicesi me-
taf. di chi non si risen-
te di nulla.
Seorlon. Scossa.
— co le man a seorlon, A
mani vuote.
Scorsizar. Corseggiare, an-
dare in corso.
Scortegada, Scorticaria; spe-
cie di rete da pescare.
Scortegar, Scorticare.
— el peochio. Esser avido
di guadagno.
se
Scor legar: tanto fa quei
ehe tien, qiianto quei
che ecortega. Tanto va a
chi ruba, quanto a chi tien
i! sacco.
SeoTzer, Cojajo, pelacane;
quello che concia le pelli
degli animali.
Seorzeria. Concia o pelato^
jo ; luogo dove si conciano
le pelli.
Scorzo de pomo, pero, ecc.
Buccia. Guscio dicasi quel<
lo delie castagne; siliqua iJ
baccello de"* legumi; mal<
Io, la scorza verde delle
mandorle; roccia la secon*
da scorza di esse e deiU
nocciole; loppa e glums
il guscio de^ grani; bucci;
quella de^rutti cui serv<
quasi di, pelle.
Scorzon» (term. deMegnaiuo
li) Sciavero; ì\ piallaccio <
quello che ritorna sotto h
sega, ma non lo sciavero
Scossai. Grembialino da ca
lesse ; ribalta di cuoio chi
sbalza e si abbassa per ri
parare ^e gambe di chi
in calesse.
Scoia, (term. marin.) Scotta
fune principale attaccai
alla vela, la quale alien
tata tirala secondo i veo
ti, regola il cammino del
la nave.
Scola; son scola. Fui gal
baio ; ho avuto 41 danm
1190
SE
\
ye io andando. Scroscia-
re dicesi del pan fresco.
Scrimia» Acuine^ acutezza.
Serizzar, Scrosciare^ scric-
chiare.
Serizzolamenlo. Trìcche-
tracctie; quel minore che
fa chi cammina con cal-
zari di cuojo risecco e si-
mili.
«Scrofa. Scròfa, troia. Dello a
donna, vale puttana. Dello
ad uomo, vale poltrone.
Scrooada» Cosa assai cattiva
mal falla.
Scroveria, Sporchizia.
Scuèla. Scodella.
Scuelolo. Bacinella.
Set^fia, Cuffla« Ed in gergo,
ubriacatura.
Sculà. Sciancato, dilombato.
Seulier, Cucchiaio.
Scuole, Così cbiamavansl an-
ticamente le confraternite
o corpi di arteOcF in Ve-
nezia.
Scurita. Tavola sottile di
at>ete usala per lavori mi-
nuti di falegname.
Scuriar, Scudisciare; per-
cuotere di scudiscio.
Scur(ai\ Accorciare. Scur*
tà; accorciato.
Scurzo. (term. di pittura)
Scorcio; quello che nella
prospettiva fa apparire le
figure di più quantità che
elle non sono.
Sé. {coWe stretta) Sete.
SE
Sètcawirse la sé co l'aqua
salada. Cavarsi un capric-
cio con pro'prio danno.
Se, (usato come pronome)
Corrisponde airitaliano ci;
per es. sentemose, sedia-
moci, se vcderemù, ci ve-
dremo ; se troveremo ecc.
Sea, Se la.
Seeada, Noja, importunità.
Seca • baio le e seca - min»
ehioni. Rompi - capo, fa-
stidioso.
Secaginoso. Nojoso, stucche-
vole.
Secantin. Faslidiosetto.
Secar; secar la mare. Infa-
stidire.
Sechier, Aquajo, scolatojo.
Sechiela, Seggetta, predel-
la, cesso.
Secolin. Uagriccluolo.
Seconda. Amnio, placenta;
interna membrana che in-
volge il feto nelPutero.
Sedenò. Altrimenti, in diver-
so modo.
Sedia. V. Sediol.
Sediar. Notare, importunare.
Sedici, Calessino; sedia a
due ruote e ad un .ca-
vallo.
Sedete, Setole o fenditure
alle mammelle presso al
capezzolo.
Segalar, Scannare. Sgozza-
re; dicesl del modo di uc-
cidere gli animali usato
dagli ebrei.
,_^
SE
Segnati: farghene de mite
segnati. Far di tutto; vi-
vere alla scapestrata.
Seleno, Sedano e appio.
— gambe de seleno (detto
scherzosaoi.). Gambe spol-
pate.
Selèr. Sellaio.
Seleta, Seggetta forata pe^
bambini.
Selmo. Specie di asteria o
stella marina.
-— de le granaeole. Specie
di granchio marino, non
buono.
Sema e seme (coire stretta)
Sementi di vegetali^ co-
me dei poponi, dei coco-
meri eec.
Semadu. Orzata; bibita di
semi di popone stempe-
rati con aqua e zucche-
ro, sotto forma di emul-
sione.
Sembrar, (idiotismo) Mesce-
re, unire insieme cose che
si assomigliano.
Semenzina.Plceo\a semente.
— ieme santo. Semi di
fiori polverizzati per uso
di medicina.
— (term. de^ confettieri) Piz-
zicata; confezione minu-
tissima.
Seme te da manestra. Se-
mini ; paste minute simi-
li arsemi di popone, da;
mangiarsi colte In mine-
stra.
aga
S E
r Ascensione non venga
di giovedì.
Setuer. Sensale.
Sensereto, Sensaluzzo.
Sentarse. Sedersi. Me sen^
to : siedo; la te senta: si
sieda ; me sentarave : mi
sederei; ve sentaresii :
vi siedereste ; senta : se-
dalo, ecc.
— star senta su do sca-
gni. Tenere il pie su due
staffe.
— dar una sentada. Dice-
sì de^ mercanti quando
falliscono.
Sentina (lerm« mar.). Care-
na; la parie di sotto del
naviglio.
— sentina cliiamano i nostri
gondolieri la parte della
gondola deretana al co-
pertino. Centina clilame-
rebbero gli architetti quel
legno arcuato onde si so-
stengono le volte.
— andar de trasto in «en-
tina. Passare da uno In
altro argomento.
Senton: in senton del telo.
Stare a bioscio o a. btottOj
cioè mezzo a giacere; star
assiso in sul letto.
Seo, Sego.
— ghe farò cagar el seo»
Cacar le liscbe dopo aver
mangiato i pesci ; ossia lo
farò penare per quanto ha
goduto.
SE
Sepa* Seppia; il maschio del-
la quale chiamasi Cala'
maroj mollusco carnoso,
che cuocendo manda un
umor nero a guisa dMn-
chh>stro. .
Sepolina» Seppiola.
Serar la stala dopo «cam-
pa i bo. Prestar o cercar
rimedio dopo seguito il
danno.
Sera - sera. Parapiglia ; ed
anche improvviso avveni-
mento.
Serola, Uccello del genere
dei merghi.
Serolon. Mergo-oca; uccel-
lo marino che frequenta
pure i fiumi e le paludi.
Serpa de la carozza. Ser-
pe ; cassetta della carroz-
za, sulla quale siede il
cocchiere,
Sessola» Votazzuola; specie
di pala picciola di legno,
che serve a cavar l*aqua
dal fondo delle barche.
— da tote, Schlfelta; arne-
se che si tiene sotto le
botti per raccorrò li vino
che gocciola dalla can-
nella.
— a barca rota no ghe
voi sessola. A barca af-
fondata non vai sifone o
4)ala.
Sestar, Assettare, aggiusta-
re e metter in ordine.
Sestin. GestOi smorfia.
S F
Sesto: omo de usto, Demc
di garbo.
— vare che setti! Vedet<
che Bei modi !
— senza sesto e senza mo
delo. Senza cobtegao.
— ghe voi i cinque sest
per farlo parlar, scriva
, ecc. ( modo antiq. ) Vegg
ciò che si è detto alli
pag. 9*
Se far. Assettare, acconcia
ré, mettere in beII''ordine
— el stomego. Corroborar
si.
Séte: far un 7. Far un
squarcio.
Setemin, Dì sette mesi par
lorito.
Sfacelo. Dissoluzione, disfs
cimento.
«SfacAtnar. Affacchinare; fac
ebineggiare.
Sfàdigar, Affaticare.
Sfadigon. Laborioso^ op<
roso.
Sfadighente, Che affaticai
braccia o Pingegno.
Sfalsar. Falsare, falsiflcart
Sfantar, v. Desfantar.
Sfegata, A{>passionato pc
una cosa.
Sfendaura» Spaccatura
crepatura.
S fender la testa. Romper
il capo con clamori.
Sfera, Stilo o Indice deg
orologi.
Sfesa, Fessura.
m^^mmtfm
^94
SG
Sfratnpugnar." Mantrugiare;
aggrovigliare ; concfiir ma-
le che che sia.
Sfrantumar. Stritolare ,
schiacciare.
Sfraselar, Sfracellare.
S frase le : in sf rase le» In
briccioli minuzzoli.
Sfredió, Raffreddalo, colpi-
to d'infreddatura. Anche
rallentato e disanimato.
Sfredir. Raffreddarsi.
Sfredoloso. V. Fredoleto»
Sfredor, Infreddatura, costi-
pazione.
«S/re^o/ar. Stropicciare; fre-
gare con mano, con pan-
ntf o con altro.
— sfregolar Uno, Pjregar-
lOf ripregarlo.v
Sfregoloso. Friabile; e se
parlasi del pane^ sgreto-
loso.
Sfrisar* Sfregiare, guastare.
Sfrognar. V. Fufignar.
Sfronion. Sfacciataccio.
Sfrósar: Frodare; il celar
mercanzie per non pagar
gabelle.
Sfrogno. V. Zavniada..
Sgalambro: a sgalembro. A
sghembo, obbliquamente.
Sgalmara, >£occolo; scarpa
da villano..
«Soram^er /on.Spiluncone, che
ha gambe lunghe.
Sgambe loda. Sgambata, spe-
datura^ affaticamento de'
lùedl.
SG
Sgamhelar, Sgambare, strac-
care le gambe.
Sgambìrla. Merlo aquatico;
uccello che frequenta i li-
di del mare.
Sganassarsé, Sbelicarsi dal-
le risa.
Sgangolir. Agognare» mo^
rir di voglia.-
Sgarafon. Stradiere, scara-
faldone, guardia che In-
vigila sui contrabbandi.
Forse jgara/b» deriva dal-
Parpagone con cui soleva-
no aggrappare le barche
per visitarle.
Sgarbelar. Scerpellare; ti-
rar le . palpebre colle dita.
Sgaròelà: ochìo sgarbelà,
Scerpellino ; occhio che
abbia rovesciale le palpe-
bre.
Sgorgar izar se. Gargarizzar-
si ; far che un liquido gor-
gogli e come ribolla in
gola.
Sgarofolar. Abborracciare ;
mangiare senza riguardi.
Sgarugiar. Smallare; leva*
re il mallo, cioè la prima
scorza tenera dalia noce,
dalla mandorla ecc.
— fora una cossa. Scoprire
ove giace una cosa.
Sgarugio. Roncola; coltelli-
no arcuato per uso del-
Pagricoltura. .
Sgarzar. Scardassare; raffi-
nare cogU scardassi.
SG
Sgherle: tirar le sgherl
Ratire; tirar le recateci]
precedono la morte, eie
raccolte di fiato tardo
sottile.
Sgianzar. V. Sbianzar,
Sg tonfar se, Gonflarsi. Anch
insuperbirsi.
Sgionfo. Gonfio. Sgonfio d
cesi delle vesti, ed è qiie
la gonfiezza che la mod
vuole ora alle maniclif
ora altrove.
Sgionfon, Uomo grosso
sformalo.
<Sgiozzar esgiozzisar» Sgoc
ciolare,
Sgnacaroto. M0G4sicaglia;ffla
teria mocciosa.
Sgnanfezzo, V, Sgnanfo.
Sgnanfo, Nasiloquo; che par
la in naso. Non ha la liu
gua italiana un unico vo
caboto per esprimere i
valore di sgnanfo, come
il nasillard de' francesi.
Sgnaolamento. Mugolio; il
miagolare dei gatti.
Sgnaolar. Miagolare ; Il man-
dar fuori la voce che fa
il gatto.
Sgnesola : sta sgnesola. Di-
cesi per ironia a cosa
grande.
Sgnocolar, Morfire , man-
giare.
Sgrafada. Graffiamento.
Sgrafar. Graffiare.
Sgranar, Sgranellare. An-
-. i
2ijCy S !
Sguarzelo, Gaocèlto^ unci-
netto. .
Sguatarar, Sciagaattare^ di-
guazzare.
Sguatararse. Attuffarsi nel-
l^aqua.
Sguatera e sgttatero. Guai-
fero, lavascodelle.
Sffuazzada. Scossa, pioggia
di poca durata.
Sguazzar, Guazzare, spruz-
zare. Anche trattarsi sen-
za risparmio.
Sguazzeto* Guazzetto; spe-
cie di manicaretto bro-
doso.
Sguazzo. Guazzo ;; luogo pie-
no d*aqua.
— a sguazzo. In abbon-
dane.
Sguerzo, Guercio; che ba gli
occhi torli.
Sgnilzar. Guizzare; proprio
dei pesci.
— > irar un sguilzo. Lan-
ciarsi.
Sguolar (idiol.). Volare.
siar. Farsela dei remi; vo-
gando a ritroso.
Sidià. Assetato.
Sie, Sei; numero.
Siega» Sega; stromento no-
to.
Slegar, Segare.
— t dei i zenochi, Rise-
gare; queHo strignere che
fan soverctiiamenle i le-
gacci.
Siena. Cassia sena ; ertia me-
SL
dicinale, le cùf foglie so-
no alquanto purgative.
Siestu che te pustuì (man.
antiq.) Ma usasi ancora il
dire siéstu copà, squar-
ta, ecc. Che ti venga il
canchero 1
Simioto, Palombaro; uomo
cbe va sott^aqua.
Simiton. Impeto Inconsi-
derato.
Sinàmai, ninamente. Infi-
no, perfino.
Siala. Suola delle scarpe.
Sialo. Suolo di tavole; la-
volato.
Sion. Scionala ; colpo di
vento. Anche sifone; guel
canale di latta o di altra
materia con col si attrae
l^aqua dal secchi.
Sior, siora. Signore, signo-
ra.
— una siora. Una meretri-
ce.
Sioria, Modo familiare di sa-
luto: addio.
— dona note sioria. A bab-
boriveggoli ; iodica ana
cosa di cui non si veda
il fine.
Sipo. Sì, appunto, giusto.
Sisila. Uondinella; uccello
notissimo.
Slaca. Anca, coscia.
Slacà. Sbilenco, storto di
gambe.
Slambrichio. Pendaglio, co-
sa che pende; e dieesi in
SL
significato di dispreno.Dl-
cesi ad oDa strisela mai
lagliata di carne.
Stancar se. V. Snotnbolarse,
SI anca. Sciancato, slomlM-
to; guastalo i lombi.
Slanegarse. Rilassarsi, aIl«Q-
« tarsi.
Slangorir, Illanguidire |)er
fame. ,, ;
Slapa. Foia» fandonia.
Slapar, Pappare.
Slàparo, Lnlerano, accatto*
Ileo, calli vo cristiane.
Stargar. Allargare.
— i largane da la riva
Prendersi più libertà del
dovere.
Slapachiar. Dilavare.
Slenguazzon. Linguacciuto
Slepa. Guanciata^ schiaffo.
— de carne, de formagio
ecc. Gran pezzo di carne
di formaggio ecc.
Slezierirse. iUleggerirsi.
•S/<megrar.Masticchiare; man-
giare a stento, senza vo>
glia.
Slimego. UoUiccia,. al^iian
to molle.
Slipe-slape. Sorta- di giuo
co di carte, che fassi li
molle persone.
Slissar. Sdrucciolare, sclvo
lare.
Slisso. Liscio.
Slodro. Sucido, sporco.
Slofa. Loffa; vescia; cor
* reggia senza strepilo.
ag^
SM
re serve a segare e pu-
lire le pietre dure.
Smarir. Smontare di eolore.
Smoiterar, Far da massaia,
lavorare.
Smatar: farse smatar. Far-
si beffare, svergognare.
Smegiazza. Torta di farina
gialla con varii ingredien-
ti. Migliaccio.
Smerdo$o, Merdocco e de-
pilatorio; specie d^unguen-
to per levar via i peli.
Smilza, Milza.
Smilzo. Mezzo ; dlcesi di
frutta eccessivamente ma-
tura.
Smingolo. Mingolino, debo-
le di complessione.
Smofagio» Moccio ; escre-
mento del naso.
Smogie, Ratinala; aqua trat-
ta dalla conca piena di
panni »^cidi. V. Lissiazzo.
Smolachià, Sbonzolato, slac-
ciato.
Smonà, Svoglialo, accapac-
ciato.
Smonarse, Stuccarsi, anno-
iarsi.
Smorbar, Ammorbare.
Smorbò, Nauseato.
Smorgnon, V. Morgnon.
Smorosar, Amoreggiare.
Smoroseta, Rubacuori, ac*
cattamori.
Smorto, Languido; parlan-
do di fiori, appassito.
Smozzar, Smozxicare ; ta*
SO
gliare alcuB pezzo di che
die sia ; smussare.
Snaro, $narochio. Intasa-
mento del naso.
Snoiar: farse snasar. Far-
si scorgere; farsi deride-
re.
Snombolarse, Slombarsi, di-
lombarsi; affaticarsi di so*
verchio caiamUiaiido o fa-
cendo altra cosa.
Soa, toe. Sua, sue.
— luti ga le soe. Ognuno
ba i suoi difetti.
— far de le soe. V. Far.
Soato, Sovatto; cuojo leg-
giero.
Soaza, Cornice.
— qt^adri senza soaza. Paz-
zie, cose sen //ordine.
Soazo. Pesce di mare, con-
fuso malamente col rooi-
! bo.
[Sobogir, Subbollire, bollire
copertamente. Sobogiu :
subbollito.
Soda, Assodato, corretto, e-
mcndalo.
Sodo : sul sodo, Seriamenle.
Soeta. Pesciolino d^aqua dol-
ce; specie di ciprino o
carpio.
Sofadin, Piccolo sofà.
Sofegar. Soffocare.
Sofegazzp. Caldo affannoso.
Sogier. Soglia della porta;
limite, architrave.
Soja. Calastra; sedile o so-
stegno della botte.
so
Soja : dar la $oja. Motteg-
giare.
Solana. Solata; impressione
violenta che fajl sole.
Solar. V. Zolar,
Solazier \ Solazzante. Noi
intendiamo quegli che va
a solazzarsi vogando in
barcbelta.
Soldini e soldoni. Soldi;
monete di rame.
— butarla in soldoni. Spie-
gar una cosa aperlamen-
te minutamente.
Soler. Solaio, pavinienlOi ta-
volalo.
— casa in soler. Con pia-
no superiore.
— soler da procfission. Ba-
rella; dicesi a quel vei-
colo con cui si portano le
sacre immagiDi in proces-
sione.
So le la. V. Sea9*pela.
Solfara. Zolfo. Detto ad uo-
mo, vate impetuoso.
Solfarin SoUantfllo. Dello a
fanciullo, vale assai vivace.
Sol iman, (idiotismo) Si lima-
to ; sublimato corrosivo.
Solivo. Sito battuto dal so-
le, solatìo.*
Soh. V. Braghier.
Somaeo. Cuoio concio; som-
macco. «
Somegie. Somiglianza.
Son. (coirò serrato) Suono
Sonar y sona. Suonare,; suo
nato.
" — "^
^00
so
ìl .
.^1
Sora, Sopra.
— mercà. Sopra mercato;
oltre il pattuito.
-^ la broca. Oltre la misu-
ra ordinaria.
— andar per iora. Traboc-
care, riboccare.
— quel de sora, L^ Altissimo.
Sorada, Sbadataggiae, spen-
sieratezza.
Soraman, Barlotta o piallo-
ne; pialla grande usata
dai falegnami con ferro di
taglio ingordo.
Soramanego: calioo sora-
manego, Giarpiere, che fa
male un lavoro.
— xe tuta causa del so-
ramanego.Vror, Accagio-
na i suoi ferri il tristo
fabro.
Soran: e$$er soran, Essere
al vantaggio.
— poler star soran. Voler
maggioreggiare.
Soranelo, Sopranno ; vitello
dal primo al secondo an-
no, che non sia stato an-
cora posto al giogo.
— aver dei soranef. Aver
dei sopraccarichi.
Soraosso. V. Culo e Far,
«Soraponfo. Punto a soprag-
gitto; lavoro d^ago.
Sorar. Raffreddare, Intie-
pidire. Anche sollevarsi,
divertirsi on poco. Cosi
sorare dicesi toscanamen
te fi volare a giuoco.
SO
Sorar co la testa. Distrarsi,
dimenticarsi.
Sorataeo, Suola del calca-
gno.
Soratàto. V. f^eladon.
Sora9ento, Sopra vento; van-
taggio di vento.
— tor el iora&ento. Av-
vantaggiarsi.
Sorbùla. Sorba; frutto. E in
gergo: bastonate.
Sorbeto, ■{ metaforicamente )
Riprensione, rabbuffo. An-
che danno e disturbo.
Sorbir uno. Superarlo, av-
vilirlo.
— rko sorbio come un
vovo fresco, L^ho conqui-
so come una pulce.
«Sordina: lima sordina, V.
Lima,
Sòrghelo, Saggioella selva-
tica; sovescio e scio ver-
no si dicono le biade che
non producono spica.
Sorgo, Saggina, melica ros-
sa.
SorgO'turco, Grano turco,
formentone.
Sorsar, Sorseggiare, centel-
lare ; bere sorseggiando.
Sorto, (dal francese) Arne-
se che si pone in tavola
co^ recipienti d''oIio, ace-
to, pepe e saie; in To-
scana dicesi, impropria-
mente ogiiera.
Sorze. Sorcio, ratto, topo.
— co la gala dorme i sor-
zi òagaiù
Ila foÌleg{
nefgia;
Sorze de m
somiglia i
ed è con
Sorzera. 1
topi.
Soto: totO'C
DI soppla
— eos8a>, i
quarto di
— specie. !
— el lab
via. SotU
sto.
— banca : r
ea. Roba
fa.
— squara,
cavo pr
qualsiasi
•— gola, 6(
carnosa
al mento
— ponto, S
no i sarti
te.
— tcagio» I
— soto pe
contrarto
— natole,
— torà.
air Incirc
tara tre
— (arte ti
brattarsi
taforicam
presso al
■^
5oa
SP
.-I
Spalmar. Rinpalmai'ej im-
ptcfare le navi. -
Spampanada, SiDargìasae-
rla.
Spanir, $panio. Sbocciare;
sbocciato il fiore.
SpantO'morlo, lonamoratt)
morto^
Spanzada, Scorpacciata ,
grande mangiata.
Sparagnar i tparagnà,. Ri
sparmiare, risparmiato.
-* chi sparagna la gala
magna* Clii per sé ragu-
na, per altri sparpaglia.
Sparagnin. Economo.
— spaf*eseU, Sparaghelle;
asparago salvatico.
SpareiO. Asparago.
Spargirieo, Empirico; dì-
cesi di medico che si sor-
ve della sola notizia del-
l^esperienza. .
Spamachià. Sparnlcclato ,
8C9pÌglÌato ; sparpagliare,
sparpagliato.
Spartt: a sparte. Separa-
tamente.
Sparli'aqua, Chiamasi quel
punto della laguna ove
sMn centrano con direzio-
ne opposta le aque del
mare cb^entraoo col flus-
so da due diversi por-
ti.
Spartidura dei eavei. Scri-
minatura ; quel solco in
sul cranio, onde in due
parli dfvidonsi i capelli.
SP
Sparli' tana. Spelazaino ;
quegli fra^ lanai che spi-
laccbera la lana e tra sce-
glie la buona dalla cat-
tiva.
Spasemarse . Spaventarsi ,
impaurirsi.
— aver ipaeemo. Essere im-
paurito.
— una cossa che fa ypa-
sema. Cosa eccessi^'a.
Spasse to. Solazzo, passatem-
po.'
Spassizadi (terni, marin.).
Passavano; que* due mez-
zi ponti che s^interpongo-
no nelle navi tra i due
castelli jdi poppa e di pro-
ra, e servono d^ interno
, stretto passaggio per da-
re comunicaiione dalPuno
alPallro.
Spauizar. Passeggiare.
Spassizier. Passegglero e
viandante.
Spassizo. Passeggio.
Spasso : per spasso. Per
giuoco, a gabbo.
— esser a spasso. Sonxa
impiego.
— torse spasso de uno.
Gabbarsi d^alcuoo.
Spatola da polenta. Schiap-
pa ; arnese di legno ad u-
so di raggiustare e roton-
dare la polenta.
— da • Un. Scotola ; 9l ru-
mente di (erro col quale
si scuole il Imo o si bai-
SP
te innanzi di pettinarlo
per farne cader la lisca.
Spauroso: Paurosa ; dicesi
ubbioso per qualunque
paura fondata sul pregiu-
dizio.
Spaziar, (term. , degli stam-
patori) Spazieggiare; por-
re gli spazii a lor luogo.
Spazza-eutina, Retro - cuci*
na per riporvi le stovi-
glie che ingombrano la
cucina*
Spazzar: spazzar la mo»
nea per qòel che la co-
re- Non offendersi dMn-
giuria da persona vile.
Speada, Schidionata; qaella
quantità di uccelli che può
contenere uno spiedo.
Spear, Schidionare ; inal-
zare nello spif^tlo.
^pechiera. Grande specolo
ch^ è composto di più
pezzi ri un ili.
Spegazzar, spegazzà. Can-
cellare, sbassare. Anche
sgorbiare, imbrattar con
Inchiostro, bd altresi di-
pingere alla buona.
Spegazzin, Cattivo dipinto*
re, impiastratore.
Spegazzo. Sgorbio, macchia
dMnchiostro.
— far un spegazzo, Gom«
mettere un fallo, un dis-
ordine.
^'pe fumar. Spelacchiare, le-
var via la peluria.
5o4
SP
bJ .
Spergola. Dette acl' uomo
▼ale mal fatto.
Speroni de' iperon ftalu.
launaotinente.
Spetazza e tpesona. Spesa
grande.
Speseta» Speseri^Ila; {rfceola
spesa.
Speeseghin. Sollecito e dili-
gente nel lavoro.
Spessegar. Affrettare a n la-
voro, fare- in fretta.
Spetaceto. Ditesi per dis-
preizo di qualsiasi cosa o
perdona. E da noi u^asi
pure un $pe iaculo de
zenle, de roba ec, /cioè
grarv quantità.
Spelaeoloso, Sorprendente.
Detto ad uomo, vale de-
forme.
Spelar* Aspettare.
— • spela cavalo che Verbo
eressa* Cavai deli non
morire, ehe Terba lia da
▼enire.
Spelorazion. Escreato^; e-
spurga2ione del catarro
per bocca.
Spezie» Miscuglio di aroma-
ti in polvere per uso di
medicina o per condimen-
to de' cibi.
— far spezie. V. Far.
Spianada. Spianatoio^; ba-
ttone grosso e ritondo
con cui si spiana la pasta.
Spicolir. Rappicciolire; ren-
der piccolo.
SP
Spieo. V. Far.
Spienza. Milza.
Spiera. Impannata; quella
chiuso ra di tela o^ d*aUro
che si fa alle finestre. Spi-
raglio, fessura per la qua-
le il lume trapeli.
-^ una ^iera. Dicasi- di
qualsiasi cosa trasparente.
Anche di -persona magris-
slraa.
— spiera de sol. Spere del
sole; raggio di sole che
entra per una fessura.
— (term. marinaresco) Spe-
ra; pezzi di gomena av-
volti In cerchio, gettali
In mare, nel casoni for-
tunale, per difendere la
nave dai colpi deti'*onde.
Guardalài; quando anco-
rali presso altri bastimen-
ti, a ripararsi dagli urti, si
gettano fascine nel porto.
Spierarr Sperare; opporre
al lume una cosa per ve-
der se traspare.
Spietato, (idiot.). Usasi per
troppo grande , fuor di
misura, di convcnlenza,ec.
Spifèrar. Dichiarare aper-
tamente; scbiechcrarla.
Spighe la. Spinetta, cordel-
lina.
Spigo. Spicchio; parlicella
d'aglio slmile.
Spilo. Appicco , pretesto ;
forse da espilare, rubare
con Inganno.
SP
.SIP jn: «ispii* ^ P^9it. A
spma-jiesjBe^obbUqiaiaen-
te. .•'•.' • ■ - . '■
Spina il Jipinèlv. Zipolo; le*
gneUo cpi quale si Ura
, la caDueUa deila boK^.
SpinaeartfQ, V. P#r».
.S^nadjn. Sorta di tela bam-
bagina.
Spinadon, Spinone ^ .sorta
di sloifa di seta, ,
Spinar una ÒQtn. Spillare,
svinare ona.boiie;
Spinazzi. Spinace; '-pianta
collivata negli orti per
aìinienlfQ. .
Spini, Pruni ; rovistico ;
pianta selvatica cbe fa
per le siepi.
Spianar, Spiare^
Spiriiezzo, . Vivacità, alle-
glia goioderaìa.
Spirito wacabto, /Giovine
ili fìera vivacità.
Spironèla» Sprone di cava-
liere fior- cappuccio;
sorta di fiore cbe si col-
tiva ne\'g\ardini.
— «o^uttdc^a. iiiasce copio
sanu'iUe fra le biade.
Spiiimck^ Jlagrp, mal nntri-
lo; 1 ,
Spissolar^ Penzola^e^ ed an
cbe a^^g^re^. .
Spizzar. BiMlctrei» prurire
Spizza. Pizzicore, prurigine
iSpiiaidithif-iìmOi »plendi4o
Geuei^a^lU«ei*alo,dl grai
3o6
S^
liei ealamalo '^nìDappati df
. ÌAiehfostro.
Sp&ntiol. Spugnòlo; trip-
^ pello ; spèéie di fùngo
che può mangiarsi eon si-
eurécza:
iS^ièrcar. Lordare^ iofsiicida-
re.-
Sporcaio. Sporco ; aggiunto
ad uomo.
Sporehezzo. Sporcizia, im-
mondezza^
Sportèi. (termine marin.)
Cantarette; quelle piccole
aperture rotonde a poppa
in mezzo a coi è iucassato
il timone.
Sportela, Pìccola sporta.
^or teloni, (gergo) Occliiati;.
Sportula. Mancia.
Sporzer. Porgere.
Sprotar, Far il dottorello ;
entrare ne^ fatti altrui.
Sprotezzo. Saccenteria, sfac-
ciatezza.
Sprolo, sproton. Saccente
e petiilanle.
Spuachiar. Imbavare.
iSlpuacAio. Sputo alquanto
grosso.
Spuar, spuà. Sputare, spu-
tato. Anciie dire^ palesa-
re ecc.
— - caorò e tpuà. Vivo e ve-
ro; poro e pretto: cioè
somigliantissimo.
— Mpuar ne la seuela che
»e magna. Disprezzare il
proprio iotereste.
Spuaroia. Spulaeobleni ; va-
so da spularvi destro.
Spuflzza, Sputo.
•^ taèà eo la spuaxza, At-
taccBito cotta saliva.
-— magnar pam,e spuana.
Viver BBendicamente.
5|Mii/eMir. Spulciare ; 4or via
di dosso le pulci.
Spumiti(L Spumino : pasta
di zucehero.
SpuOi .Sputo.
Spupilarte. Spolparsi, sner-
varsi, cavarsi il buono e
il meglio.
Spuzza. Puzza, Detto flgu-
ralaoiénte, scfoeca super-
bia.
Spuzzar, Puzzare^ putire ;
avere e spirare mal o<lore.
-* a ventO/ Ammorbare.
— ei fià. Detto figurata-
menle : costar caro.
Spuzzeta. Zerbino, vane-
rello;
«Sìpuzzo/enza. Puzza.
Spuzzolir. Scompuzzare ;
empiere di pozzo.
Squaena, o petce^violin.
Squalina; pesce del ge-
nere •degli ' squali.
Squagiar. Conoscere, disco*
prlre, palesare.
Squaquaehkò.' lallngolo; mi-
scuglio - di 0080 da man-
giare.
Squaquara. Squaccliera ;'
cosa Iropp» liquida.
SqwàquarL Quaquarieà ;
SQ
verso cbf Ca.fa qnafUal
quaodo canta, ed è II ma-i
Schio.
Squuquarar. Svelare, prò-;
palare, spiatlellare.
KSquaqnarina, Femina di
mondo» ma delle piallili.
Squoquarùn>>\ Ciarliere, di-
. svelatore.
Squara: » squara. A squa-
dra ; ad angolo retto.
— fora de squara. Fuori
di luogo ; e fuor di . ra-
gione.
.9g uartadon. Assai spianfafo.
Squarta». Dello per ingl^i-
ria, vaie spiantato e di
mala vita. Dicesi aoclie
per vezzo: siestu squar-
tao! come: pazzerello che
sei ! È una delle, pochis-
sime voci che conservi la
desinenza in ao.
Squartar. Quartare, divide-
re ÌQ quarti.
Squarziy. Squarcio; perio-
do di una scrittura. Del-
io in altro aignfflcato» va-
le sfarzo, profusione»
SquaU. Quasi.
— . qu0la signora ga el se
tquasi. Ha P amico o. l'a-
mante.
Squela. (idiot.) Y. Scuèral
Squero. I^iceolo cantiere.
Squilibrar. Uscire d'equi
lit>rio.
Squif^ia e squtncio. Per
jBona affettata.
So8
ST
yi^-
Stàkg^k t 4ar te %l9nQa,
Stancare, arredare stènto;
' ovvero costritiger uno ad
aocattare li proprio danno.
Stànghirlììn. SpUl^ngone ;
tKwio liMigo e ^àg^ro;
'6ìùUa. Stallia» iHrebbèst Ia|
dlìBOra dM si fa In un;
'- porto. Ha' Irti ni»! ifuei;
tempo in cui gli' artieri
mancano «K ràvoro.
' '^ìkt* (verbo) Slare. -
— Stogo i slo, aie': %\9\Qi
'• 5f0v(mtf'O -ikkolmo: stat
▼anio.' StìBfi o Btavi*^ sta-
vate, l^ia^a {ìmA ìàleKia)
' srtayitndi' Cdtn« Mtf<<ti?
tooèie alai? Come t>ieuì
come stiate ? Come' éìalo?
«ooie sta ègH? Ch^ei gfèe
stoga: che egli ci stia.
Storage : starei, ^/a e da
alcuni «foo: stato. Ghe
sta^hio ? ci sto lo ? Ghe
$tariàtà o ghe staracelo ?
ci starebb' «gif ?
— Stè co ièdiè : (mahlera
antiq.y cioè siate come si
deve.
— ef gh^ ilo. Ci sta beoe.
— - e itaiselo Ut E cosi t>a^
atasae t
'— no forte séar, Nen ia-
scfarsi sopraffare.
■— — far èt6ar «tu>. Far te-
oer l'olio ad alemio.
•*^. fior a eepèla. Starei a
compelenaa.
ST
S4ar a la vlf«. Incaltar
una; inaistere di continuo
verso di lui.
star su quelo» Star ae*
corto, siill^tfvvlsa.
Ptar^ in dir4ndela. In
farsetto. ^
^iàiarsu^le^soe. Star in
contegno ; non dafe al-
trui codOd^nra.
- star sul punto. Sfare al-
lo scrupolo. AUrtm. star
in prossima disparii zion e.
- star in sanfon/V. Sen-
ìnrse,' -'
startfa ^inaeke e po'
the. Tra M bene e il ma-
ile; O'trd it ai e il no.
— *' siat^ in schena. Giacer
• supino; .
— star in Cristo o in stro-
pe. Dover conten^sl.
— star a eapat del fosso.
Pronto a più parliti
— no star gnente ai per-
so. Non sentirsi bene in
salute.
Star. Usa^ anche per an-
dare;* *p«>f «a. so sta a
Padova j' 90 sta • lapre-
'dica, ai teatri^ ecc.
Stato; far 'Stato de una cos-
so. Fondare sopra die che
ala.
^azo:. Staggfo; iMstonei che
aestferie un^ telago, ee.
Stazar. Misurare la capaci*
' ik di QQ baatlmento.
Steea. Riga o regolo; atro-
6T
mento di te#ao o «ttm*-
tallo, col qiyrie limUe le
UaeiB rette*
Sièia (coire apciUl) 8clicg-
già. • A«flie'to8Cp4to>di pa-
; ]glia.' • m{ - ;
— chi srtt xùfhi. p<^l far
de ie'stele. fiW ha. del
cep^t piriò far 4elle scheg-
gia. • • ..
. SleUnra. -(temi. de^-Bofi^U)
• Anemone purimrco.»
S teline '• *e«^o col cieffo ;
ucwlfeilo.
Stelète. SleWlne v jiàste pie
•ì: èolo «jnoéo dlsIcHa^ che.
si fanno )i» «♦neslta.
•''jSMitlW»''l>*«toll©* iaborloso-
.^/W#f b' »<crà.* Stalo, sfcaia •,
. ^fuantìtà misurata di bia-
. éfc, che' corpìspiipdtì al
-= .ptìBÒdl «b.iìj» grosse
venete..
Sterminio: un sterminio^
Un 3»ibUl8s», gran <iaan-
lllà.
WcaHo. *ar lo «ipese con
iiieflto»*rìHpannio,
— ttg^nira. stUto. Trattai
mais ramante : a crusca <
cavoli.
. stita^la puliio. Dlccs
altrlmcnll lo sfoggiare.
^Hom. Stuoia; l«Mut» e
giuochi.
• 'Slìwii Sllpa» inticchlo4lcc
-'»* 8% 'ben unKe, «- • «
1^1 i«or. Accatastarci dice
di legna.
Tur
T"
T
Sia
ST
uJ
forma lunga e rotonda clie
si ponga a Cerile.
Stopèla, Stoptieltina, slop-
pa Sna;' naterift piti sol-
file 4lelia sloppa ette si
trae In una seconda pet-
tinatura dei Hfio.
Stoposa* ▼. Carne. -
Storiai» «Palchetto >>dl torre
e gheppio ; -uccello di ra-
pina.
Sforno. Stordito.
Stornalo. Maniellodi -raval-
10/iDÌsl« di J)lanco e nero.
Anche uccello nericcio.
Sfornir, stormo. SI oriti re,
stordito.
Storti. CialdORi; pasta con-
fetta eonrzocctiero, che si
stringe -in forma di ferro,
cuocesl sulla forma, e si
attorce e riduce a guisa
di cartoccio.
Storto. Torlo, obbliquo. Det-
to ftd uomo; storto o stor-
io del Do4o, vale /orbo,
' attuto.
Starzer* Torcere.
— ti muso. Torcere H gri-
fo; far viso arcigno.
Slorzerse» Adatto rsi , pie-
^rsi,
.Strar stra^eot^, strambe lo,
$tra»maledeto. Vale . co>
me II très de* francesi:
più islie collo, mollo b^K
lo, ecc. !
— oi de là ds «J|r«t. tv
Mmndar.
ST
Siraea'9 roòa slracs. Dìee-
si delle «ami di unlmall
morti allorchèoomiiiei«no
a putire ^ «per 'cs. pesse
s trace, -che ha perduto
la sua freschezza; •er«
•sfi^ca: ora larda.
— cAtapar « slraco. Co-
glier UBO alta aprovve-
duta.
Str€Ui€iganaise* Confetti di
montagna, <cioè castagne
-secche e mondale.
S tracagno io. Cucitura mal
fatta.
Stracanata. Ililrovato sotti-
le, ingeipioso.
Straehin. Riiiréggiuoio; sp>e-
de di icacio «cbiacotato,
fatto neU*a«tunno, e per
lo più di latte «di capra.
Slracolarsei Sconciaral, di-
slocarsi un piede; ona
mano ecc.
Straoòlo. Sconciatura, stor-
. cimento.
Siraeùlo (term. 4e' beerai)
Groppa di culaccio.
SirafanUkù V. SitighezzL
Strafarezzo, Modo caricalo,
sconcio.
Strafogio. Trifoglio; erba.
Straforo. V. Traforo,
Stra-intcnder Franteotlere;
' ingannarsi nelPinlendere.
Strajo. (lerm. marin») ^os-
so cavo che sserve a te-
nere saldi gli alberi della
nave, e riceve diversi no-
sr
»i: ttroffio de maisiroi
: dé^ gaàia, ecc. - -
Siralùssar, TraJascÌar«.
Siraieea4 Turbine, lempora-
lei
Stralochio. Bircio, sbircio.
Siralunà, Torvo^ di mal
umore.
Siralzo. Stralcio.
— andar per «/ra/zo.Stral-
dare, disseccare nn ne-
gozioj vendienéolo a par-
Ute.
Slramanà e S'tranymùn.
Sciamaniuito, inconsidera-
to.
Stramazzer. Materassajo.
Siramazzetfh, Materassuc-
cio<
Stramazzo. Ualerassot
— desbotio, Siaterassa spuD-
(ala.
Strambala, Slrampalato.
Strwnbariai.'i:MB! fuor di
ragione.
Stramberà. -. inèonsideralo^
precipitoso,
Slrambezzo. V. Stramba-
ria.
Strambo. Inconsiderato > e
^bestiai».
— muso strambo. Viso non
Ideilo; ma > piante vote, e vi*
• -vatféi-
Strambato, Errore nel par-
! ' lare o nello scrivere.
Stramuson. Manrovescio.
Strangota'preii, AbotiBo ;
sorta di susino.
"T^
5j2'
« T
ST
S travia. Sbadata^ 'itlsatleii- Sir^uizeia' : aper la so
lo, speasiernl^* ' - : l 8traz29(a.*kver t» dama,
S$raioèker» Travedere. 1 Pamaale,
Sér^zz9s u»<h itrogaai' Un
; .e€llcio> VM iHlìsirria; per
^«. ut? a siraxza ée celta,
de impiego ecc. DeUo iro>
uleaineote vAte al cotitra-
«^itrasook. Stracciatogli ; qua**
derno per notare a scffl-
plicfr ricbrdd.
«ftrazson. ..Straccione, pai'
toniere, pilocco.
rk»; per 9^ tina<«ini2jra'iS/rctntr«e. liilrefiiire,riaetto-
de paziotnza^ una stra
za de caldo ecc. cioè mol-
ta f»9%tenz(^ nono oald'o.
-Tf /irar {uf^ de ie ifroz-
' z^^ : Fuor di ,penoi»k), di
mif^erra *<»^. "'
— ^ tfwer /(wa «h? le «rfro*.
jz«* £asei*« iirrivale aH^elà
di iton \m usar» le Us&
sce.
— dar «li I9 !«(!««<«» -Dan-
neggiare alonno, ..
«S'/raj^za-ctior.iPaflAìqoe^ Ira-
vaglio.
Sirazadin^ ìH^^ In. ara«h
se; alquauto /ru«to.. ,^
Sérazzariiih {t^{aÌUer«/e
5( racci il iuolo;< stracc iajuolo
dicasi il i-ivendi4ore'4Ar ve-
ati DioUo usate.
Strazze de Parigi, fiiillan*
:tini. , ,-. ...
Strazze ferù,, .GencliiiHQjo ,
. '(effA-veechiar,. cb« da. nor
rSwA gridune tilruzze-for-
. rut^ . ; • i ■ ^
«$)<razz«rìa. Bag^eUa, eliiop-
poleria.
Slrazxein^ Cencerello^ con-
ciajuolo.
tersi. .
Slrenzier» Sèriagere.
-^.ek ornici, 'SbigbUirst.
' — el corpo. Indurre atiU-
"^ é<AemiU ArwttbbkLTsi,
— f pani adosso. Prendere
alle Mrelte*
— ai) Mrmizer d« . lo- Siro*
pe. Alia flne, alla resa de^
conti.:
Slrtià:- Birtta de mai. As-
salto.
S inaiar, [Sirettoja ; lascia
altra logaCarai per uso tH
strìngere.
— de legno, SA^orsa, rag 0-
lo* .. .....
Strigeria, Stregoneria, v
Sinighezzo, Fraiuoio ; gala
caricata ed eccessiva nel
vestire.
Sirigint, .Pes^e U^aqqa dol-
ce, che rassomiglia alto
'.squalo. .
Stregagli Acmi^to; itjcesi
de* eapeglk
Siringa* Laoeetlaietrisoia di
cuoio. - l. .
Siringa del
— tre troU
ga, Rtt)Ob(
per signil
quantità d
Siro legar,
fantasticar
Siro lego. As
Stronzo :str
Slronzolo
lo ad uoa
lissiino.
Siropa, 8pn
faslello di
— star in
pazienza,
mini.
— strenzer
V. Strenz
Stropabuso:
paàuso, S
Stropagio, 1
fo.
Siropar, Tu
— siropar ,
Farlo tacei
S tropo lo. Ti
ad uomo ,
eh iute, assi
fallo.
Sirozzao. G
vile. Ahch
Strozzo, Sii
alla grossi
— far una i
Far una e
negligentei
Struca*limo
^^T
3i4
ST
S U
Siruuia. Fatica^ steD(o. iSfu fo. Annoiato.
Struuiar. Faticare, stan-' — de tuli i stufi. Di ogni
cti'eggiare. | specie. ^
Struition. Scialacquatore , SturioL Stoino; piccola stao-
" sciupatore.
Struzion. Ostruiiooi ; serra-
mento de^ canali del san-
gue.
Stua. Stufa.
Siurion. Storione ; pesce di
uiare squisito, che rimon-
ta il Po e laBreiìld.
Su e su. A un di presso.
-* da scaldar drapi, Seal- — far su e su. V. Far.
da-pannij tamburlano, tra* — dar su o Sutto. Sboccare,
biccolo.
^fuar^s tua. Smorzare, smor-
zato.
Stuarola. Spegnitoio ; arne-
se per {spegner lumi.
Siuear. Intasare, rtnzafTare,
ristoppare, riturare le fes-
«ure.
Stucegar, Stuzzicare.
Stuchio. Astuccio; cassetti-
na adattata alla figura del-
la cosa elle si vuol custo-
dire.
Stuèlo. V. Stuarola.
Stuér. Callista; cosi detto
dalle stufe per Paqua cal-
da, che tiene sempre pron-
ta per le sue operazioni.
Stufa. Stufato ; carne per lo
più di bue, cotta a fuoco
lento in un tegame ben
coperto.
Stufaizzo. Incostante, volu-
bile.
Stufar, Annoiare, infastidi-
re.
Stufin : su9er da stufiti. lu-
tufares saper di tufo.
venir fuori.
— andar su. Cominciare la
commedia o altro. E par-
lando di debilo,aumentare.
•^ star su col tempo. Sla-
re in tuono.
Suar, sua. Sudare, sudato.
Subia. Lesina ; ferro appun-
tito per forare it^ cuoio; $e
per altri usi, succhiello.
Subiar. Fischiare, zufolare.
Subio. Fischio.
Subioler. Salice di larga lo-
glia.
Subioti. Cannoncini; sorla
di pasta a foggia di can-
noncini da cuocere in mi-
nestra.
Subioto. Zufolo. Quello de'
marinari, fraschetto.
Subissar uno. Atterrirlo ;
non dargli tempo di ri-
spondere.
'Subisso. Nabisso; fanciullo
insolente.
Subito in bota. Inconta-
nente..
Sublima. Solimato; argen-
s \
to vivo subiti
tri ingredienl
Suflè: dar un i
vescio^ un e
gnale ecc.
Sugaman, Sciug
vaccio, pannol
sciugarsi.
Sugar, *ugà o i
gare, asciutto.
Sugo: che sugo
le 1 qual profit
Sugolh Bugoli
Mosto cotto.
— de polenta,
panicela ; viva
d''aqun e farina
Suisla. Egoista.
Sunanza, Reple i
stomaco.
Sunar. Ammassai !
giicre.
Supeditar, Soperc
Supcgar, Succiare.
— fupegà da le
Miigro arrabbialo
Superazion, Supp<
maturazione di ti
Supiada. Soffia men
Sapiur, Soffiare.
— co la baca. Bi
gettar vento per
— in te le rechie ■
solo. Istigare ali
nuamente.
— no i xe goti di
Non è cosa facili
Supiera* Zuppien
da zuppa.
Si6
sv
Sullo. Suspìro.
SuilMO. Querula, afTaaniMO
e Iraf Dione.
SHttllr. kisoUiglhrt. Suli-
tìo. AuotKglialu.
SuUIa. UiiKro. Aiicbe furbo
•tuiiù, burlalo, smunto.
Svettclui: H^liare ; far (I-
.fueijimv fivej(IÌHrr, ilenlari'.
.feentai'iM.Svi'Kitiiliijo, squii-
Id d>>f(ll orlimi I.«lit! ninna
H Icrniin deluriiiiiMlci |ivr
.VL-cifulÌH. DiMIIVCllO, «liu-
ti il».
Sver:elln. fiorrain-iiM, ra-
perino ; ucceltetlo del ge-
nere del Iringuelll.
Svenloladina, SuImso.
Sventrar. Sparare ; feinle-
re (I v^iilre dcirinhiiale
per cavarne gli ìii(erior).
Saodar. Vuotare.
■ eJ j
>. Dir
quanlo si sa o se ne
può dire.
SooiUi'iaagole a ipudu'/ot-
te. fojMJiiola, clii »ca'
va ro«.<l, vl»jla stradf vcc.
KeliB-vesi'i .i-lii netta 1 ces-
si III faiiiiiilia.
Svouaziar. Vogare per iM-
Svogiadin. SvnglUlello.
Tabf^ear, Prender tabacco.
Tabaeon. Tabaochista; che
usa prendere molto tabac-
co.
Tabaro: bon labaro ì Buo-
na lana 1 bel soggetto !
— far tabaro. Par gheppio^
ess<;r presso a morire.
Taea. Tacca', macchia; di-
fetto piccolo.
— dar la taca, ( termina
marin.) Dar la cala ; ser-
ta di gastigo che sì usa
dare sopra i vascelli pu<
blici al marinari, e consi*
ste nel legarli in capo ad
un^anteitna, e così legai
tuffarli più volte nelP a-
qua.
Tacaizzo, Aitoccaticcio, te-
nace.
Tacar, lacà. Attacca re^ at
taccato. '
— tolo. Incominciare a pò
mano.
— beghe. Attacca contese.
— moeoU (irlo de uno
Attaccar sonagli ; Infama
re.
— no la luca: Non persùa
de. s
Tachir. Uscir di cenci, e
tiskumc; migliorare 8tat<
5i«
T A
TÀ
I I
.j 1
Tbglar <e «<a. Tarpare Ta-
li ai polli ecc.
— i pani adotto. Biasimare,
censurare.
<— la iezla al foro. Scioglie-
re la quisliono.
— - 4agiarte ci nano e in-
sanguinane lu baca. He-
car danno, a se stesso per
una imprudenza.
— tagià ben el "plelo ( cioè
Al frenello della lingua).
-Che pària libero ; che non
è scilinguagnolo.
— omo tagià co la mane'
r«. Uomo grossolano.
Tagier. Tagliere ; arnese
tondo di legno su cui si
tagliano le vivande In cu-
cina. Anche ninfea, erba
palustre, rileniita come
deprimente e diuretica.
Tale, Talco; velo di lana
quadrato che usano 1 sa-
cerdoti ebrei.
Tambatcar, Trambustare ,
travagliare.
niian (idiotismo }. Italia-
no.
Tambuchiar, Tambussare,
percuotere bene.
TambuehiQ, Arnese di tre
stacci^ uno più sottile del-
Taltro, per istacciar la fa*
rina, fatto a guisa di tam-
buro.
Tambula (idiotismo). Cam-
mina, va via!
Tamburina Racchetta; stra>*
mento per giuoeare alla
palla.
Tamburin. (in marin.) In-
gresso sotto la poppa o
sotto la prora.
TTamburlan. (gergo) Culo.
Tìimburon de la banda mi*
litar. Catuba.
Tamitador, Sceveratore; co-
lui che utaccia la farina.
Tìimisar. Stacciare.
Tamitar uno, esaminarlo,
ricavare il di lui sentimen-
to.
Tamiso (dal frane, tamii).
Staccio; strumento noto
da slacciare la farina.
Tampagno, Perno di una
ruota, deir argano ecc.
Tanàeaz in tanàea. Corru-
zione .dai latino Inter
hane -et hane. In bivio ;
tra ruscio eU muro. In
aitcnialiva.
Tanagiar, TormenlarCj tra-
vagliare.
Tananai, Strepilo; tafferu-
glio ; questione di molte
persone In confuso.
Tandan* Uomo rouo, spen-
sierato.
7lin<a. Tassa, imposizione.
Tansar. Taiisare. Ancbe tac-
ciare, incolpare.
Hantèrulo, Voce alla latina,
probabilmente storpiala da
Tanti Uuf, che vale si
picciolo, sì poco.
Tanto de naso, de lutea ecc.
Dfcesl a
lo osate
tanto g
lo ecc.
poco; t
'sima pi
sia.
— aspet^
dice Olì
Tanton.
tin. Ui
un ian
gli parf
Tantunq
gente.
saglio.
il culo.
Tapa, io
puntelk
Tùlpà. Co
— mal t
buono I
Taparse,
uscir d
Tapeo, T
coprire
— basi or
peo. Di
Tapinar,
Tarabarc
ciarla e
stone.
Taragnòi
lo aqos
librante l
no in 9
Tarantùl
^ — mii- ■
^
"T^
330
T A
« ' !
J.,
detto ad uomo^' vile lar-
do, lento.
Tartufola. Tartufo; specie
di pianta senxa radice e
senza foglie, die nasce e
sta sempre sotto terra, ed
è ricercatissiiua.
Tasca: ^ariar-4asca. Asse-
gnare aUrul una data
quantità di lavoro.
— far la tasca. Fare ii coni*
pito.
Taser, toseslo. Tacere, ta-
ciuto.
Tasséto. Toppa di legno {>
di' ferro.
— de piera, Raperelfà ; [Ae-
t ruzza da turar fori.
-r de la camisa. Quadrel-
Iclto.
Tas ladina. Toccalina.
Taslar, Tasteggiare! Anche
assaggiare.
Tasto: locar el lasló. En-
trare in quaiclie proposi-
to.
-* carne de tasto. Del bas-
so ventre.
Tasti de la spineto. Taste-
relli.
Tastonsa taston. V. A pai-
pon,
Tatarar. Lavorar <poco e
imperfettamente.
mezzo. Vezzo, fauciullag-
gine.
Tato. Bambino.
•^ parlar da tato. Parlare
sciiinguatello.
TE
"t
Tavanà. Bersagliato , quasi
molestalo dai tafani.
Tàvari^, lavarvn. Cocciuo-
la; piccola enfiatura.
l'anela. Mez2svia ; pietra cot-
ta di tlgura quadriluoga.
Teùhia. Tcgghin, tegame.
Tega, Baccello; guscio di al-
cuni legumi.
Tegna. Tigna. Detto a per^
sona, vale avarissimo.
Tegnaria. Spilorceria.
Tegnir: tegnuo e tegnhlo.
Tenere, tenuto.
-^ su le bachete. Tenere
incerto.
— el pie in do stafe. Star
preparato a due o più par-
titi.
— a stico. V. Slfcarla.
— el muso. Tenere il bron-
cio, esser adirato.
— » man. Bisparmiare.
— el candeliere el moco-
lo. Far il ruffiano.
— da uno o per uno. Es-
sere del suo partilo.
— le man a casa. Non met-
ter le mani addosso al-
trui.
— in Cristo uno. Farlo
star chéto per timore,
- morto. Tener denari in
deposito.
- de terzo, tegnir cordon.
Aiutare a far male.
> noi voi né tegnir né
scortegar. E^ non vuol né
dormire né far la guardia.
TE
Teffnine in bon, iùrtnìtiA,
gloriarsi.
Tegnoso. Che ha la tigna,
alopesia. knche spiloroio^
» avaro*
TegoliM. GagllyoU; i bac-
celli > teneri de' fagiuoli.
Téiaf far tela co uno. Far
lega, addimesticarsi. Usa-
si per es. co mi no'l fa
feto: tìon ine non si ad-
dlmestfea.
•ff de rtnzo. V. Renzo,
Teler. Telaio.
— un ben teler. Detto a
persona, vale di grossa
complessione.
Tempori* Le quattro Tem-
pora; i digiuni di tre gior-
ni che si fanno nelle quat-
tro stagioni delPanno, una
volta per istagione.
Tender. Attendere, Anche
usare attenzione.
Tentignar. Tentennare, an-
dar lento neir operare e
nel risolvere.
Tenzer. Tingere. Anche 8po«*'
care, insucidare.
Tera^ tera da machie. Ter-
ra ambrica.
«- ariana, Oriana; pianta
americana, dal coi fratto
si cava quella materia det-
ta da noi fero ariana.
— da' boóai. V. Far.
— da garzarla. Terra da
pacg».
— fosM. Sinopia.
i«3 TE
Ttila .* andar co la letla
rota. RtniDCP penknle,
restar iaantggMo.
— pMfl fin (Ora ih la tf-
ita. Bsaer In gran travd-
flio, cioè [rieno -41 de-
biti.
— da baleon e culo da
barom. Bella al di luorl e
MDclora di aotloi al allU'
• de a bella ma povera
|toTÌiM cbe alia ^alla fl-
neatra per tarai vagbcf-
— (eifii in l'ut» $aeo. T.
yUer.
— de moro. Morello-, tor-
ta di colore bifiJo, che ai
ivvlctoa al nflro.
— gntnte in tetta e «tol-
to in Ulta, zocoii, brog-
li e manettra. Frav, Il
qaale el awcrle cbe per
alar bene bliogoa non a-
ver peDiierl trilli pel capo;
che la testa sia riparata e
coperta; che I piedi aleoo
«n'aidulto; cb* »Lb»^— «-
sodi erbari per tener lu-
brlc* U corpo; e obft il
mangi minestra per nn-
trlral.
Ttilada. Capata; percotaa
data sul capo.
TéttardoQine. Oatlaailoae.
Te*ton. Babbaecio. Anebe
il gobbio d'agni dolco.
Jkta. Poppa, "— nmitlLii
Tetar, Poppare.
Telar i*- mazo. Imporln-
nare, infaslldlre.
■ tn ttl ertto. Provocare,
aluulcare.
— (IO una cotta ita- 6>n
quanto che bmìm — à
Utargàe in lei eeeto fa
*eguaila. tM ha buono
lo mano, non rimaaeali
rehile. I
7'«la«ieAa. Bucciaeapre e
boccalone ; uccello cM si
ciba d'insetti oottarat; ra-
ro fra noi.
Teiarte. Poppaecte; poppe
• dindoioni.
Tele. Voce ranclallasca pel
. cbiaiBare 11 cane.
Tetfna. Uammeillna; picco-
la poppa.
Tetona. Poce[oia;doDiiacbe
ha gran poppe,
Teia. (coir e larga) Tetto-
ji; porUcale praaao al fe-
nile.
n (pronome). Tn.
Ti' eenza ti ni mi. Del-
. lo a perwna: acou via
ah verso;, non aver ni
garbo ù ralUdlo. Detto a
cosa, vale aeni'ordtiM.
Tibiar, Stribbiare) dltgra-
nella re le biade.
Tiòldof. BaccaneUa; ttre-
pilo di pcruDe.
Tiòio: ondar al tibia, v.
Jndar.
THehtgnar. Frogaro. Anohe
■limolare, incitare.
TI
^IMIQ^ .CoyenHii^ fd^ alea-
: ne terchei pcQprl ée^bur-
chi. ..'tf- .1 « I ';»
TieniAmU». FaDt«cci«» li«t
limbiisto, vanerello. :
T4m^ toi ' * frumento u ton*
. ■■ e^vo di rame per cadoa.
Timistufh. Scbiocbimurra;
. i^e^fi^tQ per burbi.
Timo salvad^go* SerpUlo,
pianlarpereone, cbe nasce
. p<ei 3ith sUHIi ed aridi.
Quest'erba ha un odore
fragrante, aromaiico.^
*-« no aver ne timo né fo-
rno. Non avere alcun gar-
bo.
Timone la. Specie di vettu-
ra.
.Tina, Tinozza; vaso di le-
gno fatto a guisa di tiuo^
mA ,più piccolo. .
.T^ino^sQ. Vaso fatto a doghe j
doglio.
Tineht' tanche: Quel chi
9ien da tinche tanche si
ne va de ninche nanahe
^rov. Quei . che vien di
. ruffa la reffa se ne va di
buìflaln beffa.
Tingoio. Intingolo; spedi
di manicaretto, nel quaU
; si può. intingere. .
Tiniiminia. Donna sinor
. fiosa, affettata.
Tintinar. Titillare, stuszi
care.
>Tior e fpr. ' Togliere. vAf
togo^ lotloilfo.; If lo/, tv
mi ■■
5«4
TI
**-AjiA_^
rotteria. - ^ ■ (
iHùric bon in marn. Pi- j
ftfani troppo 41 licesM. >:
— - ^ofi O'^tor^ Pigliarsi
l>rigiie dhe.'BOD oi' tocca*
DO.
mm, $oto gamba unQ e$ua.
Pigliarla per eoa» dk Dfén»
te. E se parlasi di' perso-
na, vaie noQ averne ilmi-
nimo riguardo.
Tirabozzon* Ramplnello ,
alaracciolo, cavaturaccio-
10 ; slritmeiHo di metallo
fatto a spire.
Tiràea. Straccale} oigtiettr,
striscia, con. cui si sosten-
gono i calzoni. VI 'Cen-
turon. »^ ' -
Tirafòli» Colol vlie mena i
- mantici delforgàno.
Tiraeulo» Sallamindosso ;
vestimento misero e Mar»
so.
Tiramela, Allenta e tira ;
glnoco puerile.
TUropie. Tirapiedi vlen det-
to propriamente l^ssislen-
te del' cameflce ; ma dl-
• ' cesi ' impropriam^ta ai-
raiulante di cM che sia.
Tirar : tirar in braca.
' Dar okel ponto..>
•— .<n (erti. Geasare da una
«bitodine qualunque; i»«
me una iMiKa tirata a ter-
ra cessa dal navlgare.-
-*• Ift oorels; Bsaer aaildao
.TI
— ' 1lUl1l^Mtàre.-v ^ meglto' fiir
> laafeHa la paiate 4^ altri
In un lavoro.
Tl^or > Iroisò. Caneoltere la
partita.
^^ 'XO '4«iio. Indurlo con^ ^a-
• atUEla a dire o lare qaal-
;< cbocoaa.
— «O'à comfMifie ' «ief»le.
Bestemmiare.
— * o. cimenlo. PfOToeare.
-->• le sgrAarfe. V. Sghvr^
le*
— de Um/ga, Andar difila-
to. Anche dUaiionare, ri-
tardare.
— ogua. > Maniera di usare
Il remo'per girare fa bar-
ca e avvicinarsi alla riva.
— ogtMi' ol so malin^ v>
jlqua:^
— tirar «uso. Sospirare.
^— iirmr si» ti rtlogU. Be-
gistrarlo.
•^ ranema eo i denll.Tra-
felare, trangoadare dalla
•fatica.
-^ tirarla eo ijdenti. Par
qualche cosa rabbiosamen-
te e con Ogni sfbno.
-^ tira paga t va con Die,
Non far deMU.
— dal- Uro-paro. Alla li-
ne, dopo varii eonlVastl.
— tira iu, (parlando del-
Toomo) Aggloatalo, ab-
bellito.
Tirò: eA# tiri t Che tral-
Ul che scbenil
TVrdNfJ ' SlnpiMl^ «trappà*
7^iplai>i<4oUépldÌ!ra y liepifi-
carH' '^ •. ' '■ '■ > ^' - »
TlNunor. Bifofeo, screanzafo.
7)MMf . Tociiare. Dicesi andie
per appartenere^
— tempre glieli eànlln>''oc-
> ear ràmpre ^uno atesao
'propoBilo.
— de quelo, A simlgliansa^
« setoiido riis»^dl q«eir<^
Tocketo. ToziefUh
•— un bei iàeheio. Una bel-
la giovine.
Tìiehiar. Inlignerfr; toecàt
'leggermente in cosa li-
">■ quida. '^ -
TùMo. unte» grasso ; la
parte umida delle vivan-
de.
Theo, (coirò stretto) Tocco
. toccametito.l^arfaiidod^uo-
mo, vale tisico. Parlandc
di un negetiO/e/ ioeo'va-
le io spaccio.
— trar el toco. Fareai toc-
co. '
— Piera Aeliceo* V; Piera
Toco (colpo aperto) Tocco
tosto.
— Off 'toco de d^a*. Bell
tacca di donna.
-— ioeo de baronf de eut
no eec. Pesco di birbom
diesino ecc.
•^ andar in ioohi. Aada
in rovipa.
»ir
5a6
WO
i
ki.*.j
t0vdi\ ilòiHUiv.iiM|n,cirfAf
non appariscano' lì^nuuB-
molle. • • . '- '^'.•.« • S "-
Ibmor'Ciltf tOflM/ DIoMl^^i
iMfenO '• • stravaganle : ohe
pazzo I Usasi abcIib per
caso stravagante: kx^ ffis*.
éesio un bel forno; ho. go-
duto unèe^ biaio^ uit«c-
. ddedte : cviioso. . i : ^ ; \
Tbn. Tuono^ Anche II tonno,
. >pC806« » .-5'^'
-* esserjin.i^i fiaaera'in
— risponder a^ton. In pro-
'"'.poaitOi- • '» ■
— darse tropo lon. hnpor-
•• 'la. troppo alla. > .
'««^. ton<in ^ogio. Tonno • hol-
lito nella siamola», e che
: «il cnopreid^olio pesche al
conservi. >•-{:
7Md<i.. Specie di vette -e
àhbigliatnenlo delle don-
ne nostre, volgari, espe-
dalmenle delle chloggiot»
te.
Tbndmr. Tondegglare, far
tondo,
.Tondini, (gergo)! testicoli.
Tondo, Goffo,. aempUeiotto.
Tàndolo, Contorno, circolo.
-^■de laeopioda. Carello;
turacciolo coi^ cui si cuo-
pre la bocca del cesso» .
Tonfada,: Gran mangiata.
Tonfar. Zombare, dar le
busse.
&nfaìti«, iV. SbiOuuiMrn.
73Dmfl9ii« PofM^ caflkotlow .^
Tonina. Salame fatto. dnl-
' :ia schiene d^l;toiino<
Toni: toni culo mar Un me
pò tu io uno.^DHftiL calo,
. il civile, il deridano : in
tutte avrate.l' espreaaiott
delPano» ■
rottùar*' Tttpoafe»
iPonionar.4 Ramomricani di
continuo sullo stoasò fr-
.: gomehto.
Topar imo. Coglierlo a tem-
po opportuno*
— ise lo ti^l Salo colgo
airistantel
Top»9Q. Topuio ; pietra
: prosiosa loeenttoslma: ve
n*ha di due colori,. tuoa di
,: cplor dH)ra,i:Mtra. di co-
-. ÌOtf^Atìn. ..'.-.
Topico, Agg. di rimedii^ e
vate loaaiei^
•*-* io^o txtpiiBo. V. Zo^,
Topinera» Talpa; animale
. «ka^ie 4a topo> dì.*è senza
occhi e sta sempre sotto
terra. .
Topo, (coirò largo) Sorta di
barca pescareecia ; battel-
lo falcato.
Tor. V. Tior.
Torbie§o; Torbidleclo; al-
quanto torbido.
Toreolar. Attortigliare.
TorooJo. Torchio, Anche il
punteruolo baco ; insetto
alato ohe reca danno alle
viti.
T4)l
TùrMk(k*Pl9^mn^ tf ver-
dino; uccello del genere
denè allòdole;'
Tordo de mar. Pesce tor-
. do» la cttf grandezza non
' eode<le tm piede.
Toresan: colombo toreian,
' Oolòinbd terraiuolo*
Toreio, Otovienco; to?o gio-
vine' sino al quarto anno.
TbriH^nlo^ VanUggio» ii-
«le,
JWobUio: Tarabu99^ uc-
cello palustre elle fti un
rumore simile al mfuggi-
to dì un toro.
7\>rotoìètm, Suonatore di
certo stromento a corde,
di forma particolare» il
quale gira per le strade
improvvisando versi o sa-
tirici o di encomio diretll
agli astanti» da cui busca
qualche moneta» e termina
sempre con la cantilena
iorototéia-torvtotà.
Torototò ; aver nel toroto-
tò. Ve Jver,
Tor$e gali a pelar. Pi-
gliarsi le briglie che non
ci toccano.
Tortiera, Tegghla o teglia.
Tortiòn. Tortone » torta
forando.
Toner. Torcere.
Torz^ar. Andare a zonzo
• andar qua e là» e non fiS'
sar punto*
'in)rt^.i Vi Andar.
-, r
i
SaS
TR
i
Tnteheffiar. TfliBpor«f|l«-
-. re, dMtregflafe. / '
Tracòla da uoldaU Baiulo-
liera; traversa - di cualo
col è uppen la giberna
de^ soldati.
Traero. Moneta antica del
valore di cinque soldi.
Trafegar. Trafficare. Aaclie
scialacquare.
Trafughili. Uomo .destro
dMngegno per trafficare.
Tragante . Cacciatora ■)à
schioppo.
Trambalar. Traballare.
T^meuier Procaccio.) co-
lui che porta lettere, fn-
TOlU e simili da una eli-
'tè alPaltrai ^gf landò a
- giornate.
TYamontana. Polo artico.
'^pef'der la framonfaiMi.
Sinarrire la direzione. '.
- vento de tramontana.
Vento boreale.
Tramonttmèta, Uccello di
padute; della grandezza
' di uo^allodola.
Trampani, Trampoli;
Trapanar, Penetrare e tra»
pelare.
Trapelar. Subodorare, tra-
- spirare una cosa.
'Tirar, Trarre, scagliare e
' aparare.
• Iiid. pres. Aff tragéy ti
tra, ti tra: traggo, tu
tragfl, egli trae o trag-
go» Tremo, tri, i ira:
. Iisa|giaimo>.|faote^ tnCiOr
' -no*-
Pam. iieperf. TVomi,
•'itraeva|:ec.
SoggiuiH.,Paas. . imperf.
Che mi Iroifs^cb^io Iraes-
• si|< ec» , ,
Condis. Traria o ant-
race, traBrei, ec
Trar «l/oco. V. Tace,
-T- WHiar a irar» Aodare a
caccia.
— trmip al.eenrOi al ntgro,
ei». JPendere al bigio, al
nero, ecow
— de culo. Ricalcitrare.
Ttane via,, fora de togù,
flfostrarsl' generoso fuori
. deirof Miliario..
'^ Z080. Accor*rfÌ, perder-
si d^anime.
TrarOé'y.Tramro,
Trailo, . Tmveniao ; quel-
Tasse olle nelle piecole
barche, inchiodato sui la-
ti, serve a tettarle salde
e per sedervi sOpnu
Trala da peccar. Sciabica,
reaùl^ ; rete molto Iuih
i ga da pescare.
rraftoo. Attrottivo, di mi*
niere» cortesi.
Trato: chiapar el irato
ai^anff. Pigliar PaT vantag-
gio, prevenire.
Traperea, detta dai Lomb.
ee^uale. Grembialino^ tra-
versino da doniuu
rmvcril» Jfnte del coboiii.
TR
TVemariola, Tremore^ tre-
marella.
'/Yemazzo. Tremore. An-
che batticuore^ paura.
Tremola o tgranfo. Torpe-
dine, torplglia ; pesce di
mare del genere delle
razze.
Trentacoste, Sgarza; uccel-
lo aquatico.
Trentasie, Trentasei.
— aver un trentasie. Aver
una gran paura.
Trepo, Compagnia, unione;
pigliasi per lo più in ma-
la parte.
Tressa, V. Tirar.
Tresso. Traverso, stanghet-
ta.
— eoo treno. Giovine scor-
retto, vizioso.
— vardàr tresso. Guardar
di mal occhio.
— andar per tresso. Per
traverso la gola.
— còrni per tresso. V. J'
ver.
Treziòla. Palamite; stru-
mento da pescare.
Tria. Triglia; pesce di ma-
re^ muUus barbatus. An-
che sorla di giuoco.
— zogar a tria molinèlo'.
Raggiro, macchinazione.
lì'ibia. Gattone, volpone.
TYigolo de tera. Tribolo
terrestre; sorta di pianta
che produce frutto spino-
so e le frondl simili a
SSo
TE
TVomSoR. nillaolatore. An-
che nomo vanlagglofo.
''■ala trombona. Vaolag-
jlosamenle. Ancbe alla
buona.
Tronco, (vóce di gergo)
ZVosia. (temi, marin.) Troi-
ca ; peno di Clivo che cir-
conda l'albero dclU navej
■erve a tener rerml I pen-
Trotolar. Menar te se»le; Il
e forz,
; si dice
impeti a re
del bantblDi quando
miDclano a camminare.
TVatolo. Trottola; strumen-
to di legno di figura co-
' nlcQ, col <|ua1e giuncano I
fanciulli. Tacendolo girare
con una sferza.
— (re Irololt e una ilrin-
ga. Haniera schenevole
di «IgnlBcare un pochis-
simo. V. Stringa.
Trovar el verso. V. ftrio.
— queidalformaglo. Tro-
vare un di l'altra que-
gli che si vendicherà.
TVozo. Ben Ile ruolo, tramile,
lYueo. Sorla di giuoco di
palle. Detto Bguralaoieu-
TR
te, Vale rigiro, finzione,
negozio coperto.
Trufon. Truffatore.
TFutsa: òaler la trutta.
V. Batér.
TVuxanfe. Accattone, che
va Trecciando.
Trula. TroKa ; pesce nolo.
Tubercoloso. Tubercoluto ;
sparsa di tubercoli.
Tufo. Cattivo odore.
_ at>er calivo tufo. Aver
cattiva fama.
Tuga. (lerm. marin.) Cas^o
retlo verso la p uppa di
una fregala per alloggiare
il capìlano.
Tugo. Uomo inetto ; min-
chione, stupido.
Turbante de mar o lesta
de mar. Specie di alcio-
nio ; produzione marina
della forma di una gran
ieìli umana.
•Turcltelo. Pesce organo;
Specie di triglia.
Turlulù. Bjbbacclone.
T^fo quelo. Uaniera Ironi-
ca di sigalQcare im nul*
la.
rron^efo.Trionféttl o Erion-
flni; sorta di giuoco di
1
Va. Uva. I
— de mar. Sargasso gal-
leggiante: della famiglia
delle alghe.
— Calabria. V. Zlbiho.
— candiota. Uva d'Edilio,
uva bianca, probabilmen-
te portataci dall'isola di'
Candia.
— in composta. Uva ac-
concia con aquavile.
— marzemina. Marzimina.
— gr espina. Uva spina, o
ribes.
— lugiadega. LugUalica,
prìmiliccia; la prima uva
che viene di luglio.
' — moscata. Moscadella.
— pmsO' Passola.
— pergola. Pergolese; spe-
cie d'uva grossa che fa
in pergola.
costoni de g(^lo, Gall/st-
ta; che ha' gli acini alla
fpggia 4ei reni del gallo.
— spìnela. Olivella; ar-
boscello fruticoso; pian-
ga utile per arrestare gli
sfondamenti delle sabbie.
— • bela vigna e poca tfa.
Bell'apparenza e pòpa so-
stapza.
Ueta. Uva turca o §aQgui-
•MI Hkl
4
I ■ • 'T
55a
I^^^I^^lMm*...^
klii..«tu.
Vacada e yacaria. Cosa
lorda e disonesta.
Facile fa. Cuoio disi bestia-
me vaccino.
yadai Detto in modo impe-
rativo: scommettiamo!
Valer. Valere.
— quanto vario! Quanto
vale? qual è il suo prezzo?
Falesin. Porta-valigie.
Faldrapa. Gualdrappa.
f^alisa. Valigia. E metaf.la
gobba.
— dei soldaL Zaino; tasca
di pelle col pelo volto al
di fuori.
yalonia, Vallonea; ghian-
de del Cerro portate dal-
TArcipelago per conciare
le pelli.
Valuta intesa. Concerto^
collusione fra due o pia
persone.
Vanèza. Aiuola ; quello
spazio di terra ne^ campi
ch^è tra solco e solco.
Vanilia. Vainiglia; baccel-
lo odoroso di frutto in-
diano.
Vantar, Agguantare; fer-
mare colla mano una cosa
che scappi.
Vanzar. Essere creditore.
Vanzar fora. Soprabboo-
dare, sporgere in fuori.
— qualeossa. Civanzare, ri-
sparmiarsi qualche cosa.
— Taglia da lavane le
man. Avanzare i pie^ fuo-
ri dei letto; dicesl di chi
non ha guadagnalo nulla.
— tempo. Anticipare, pre-
venire.
Vanzaura. Rimasuglio.
Varar, (term. marin.) Ti-
rar di terra in aqua la
nave.
Varador. Varatolo ; macchi-
na per trasportare un na-
viglio dal cantiere in
mare.
Varagno. Ragàna o drago-
ne di mare; pesce di ma-
re che oelP Istria dicesi
ragno.
Vardaba$so, Soppiattone ,
gattono.
Vardar, vardà. Guardare,
guardato.
— per sutilo. Essere rigo-
roso, minuzioso, sofistica-
re.
— el pelo nel, vovo. V.
Peto.
— per traverso. Guardar
bircio.
V A
bardar stralochioSirubuz'
zare, stravolgere gli occhi.
— co la eoa de l^ochio,
Birciare; guardare dì ban-
da per non esser vedu-
to.
—- varie! Guardati/
— Dio varda I Tolga il
cielo ! E nel parlar fami«
Ilare, se Dio varda: se
per avventura; come p. e.
se Dio varda noi zoga-
va cope, mi no chia-
pava.
— vare - vare I Guardate !
per bacco!
— vara I vara chió eh !
Maniera bassissima di me-
raviglia : poffarbacco I
Varèa. Avarìa; danno che
accade ad un vascello o
alle merci di cui è cari-
co.
— (term. marin.) Calcese;
la cima daH^ albero ^ ove.
salgono i marinari per
fare scoperte.
Varenta, Dal verbo gua-
rentire. Dicesi comune-
mente; varenta mi, va-
renta vu ecc. Cosi Dio
mi salvi, sopra di me, so-
pra di voi ecc.
Varialo» (term. -de' pescato-
ri) Chiamasi il brancino
quando è giovine.
Varo. Vajo; animale simile
alio scoiattolo, col dorso
di color bigio e la pan-
534 ■VE
Vedtlato. Vilellelto, maio-
tendesl beo nutrito.
Vedilo. Vitello. Lattonialo
al dice la basila bovina
cbe ba ineao di un idqo.'
Fedèlo intea<l6si tra do1|
anche pet cuoio o pelle
di vitello- I
féder. Vedere. fed«u ?l
vedete? fedttluì vedi]
tu? férfélu? Tede ella?
— le tlele. Veder le luc-
ciole ; quando per colpo
ricevuto appariscono cer-
ti bagliori.
— dt sbiattzo. Alla sfuggila.
— no veder l'ora de far,
tee. Desiderare Mdeote-
— farghtla vederla uno.
RlmaDer al di sopra nella
e(>nle9a.
— vélo là vélo qua,
(coire larga) Vedilo là,o
vedilo qui.
Vtdoèlt. Vedovine^ Barel-
lino notissima.
Vegia. Vigilia, veglia.
— far la orgia. Vegliare.
— Ira la vegia * 't tòno.
Sonnacchio ni.
ytgliou. Festino.
Fegnir. venire.
— vegno, vengo. Fi«nttu?
vieni tu? veoti»^ ve-
nite voi? Fientoì viene
egli? Fegnerave, verrei.
FegnermMuì vittraall
tu? VtaxìM, veouio.
V E
Ftgnir lut *oo. Meupe-
rare II proprio.
— ■ a mea. Convenire.
— al gufa. V. Quia.
— a luperazton. V. Supe-
— a tagio. A proposilo.
' — 1 refoli. Venire uno smo-
dato desiderio improvvl-
— la piiza. La voglia, li
capriccio.
da la vila. Hoslrar'di
'enire dai mondo nuovo.
Cegnùo. (terni, de' pesca-
to'rl). Quel canaletto cbe
[a*sl nelle paludi per ap-
prodar col balletto a t«r- ,
Fegro.V. Ttren.
Vela a tagio. Vela lalifu ,
o triangolare.
- quadra. Quadrangolare.
- Irinchetìna. Dalla cima
del bompresso fin quasi
alla cima dell'albero di
parruccbello si aliano due
vele; quella più vicina
«Ifalbero di trincbetto di-
cesi Irinehelliaa, fallra al
ili Fuòri, Hocco.
- de le lancMe o Mia a
tar-aUva. Tarcbia; vela
delle laneie e d'altri bf
stiment) sottili come le
ntughe: ella è di Sgura
quiidrata.
- da /'urluno. Cecarola;
vtia 41 cui si [a uto al-
YE
loreìiè il vento diviene
eccessivo.
VeUkda. Abito da nomo,
detto dai Lombardi mar-
iina\ ma più propriamen-
te giat>ba langa o con
falde, a differenza di già-
cheta^^che dicesi giubba
corta ò senta falde.
yeladin, Giubberello.
yeladon. Soprabito.
Pelachio. Piccola vela.
Vele, Le vele altre sono
quadre, altre triangolari
latine, ma qireste ulti-
me ora poco usate. Le
quadre prendono il no-
me dalPalbero o penno-
ne che le sostiene.
— mainar le vele. V. Mai-
nar,
— imbrogiar le vele, V.
Imbrogiar.
— murar le vele. Tirare
e fermar da prua la bu-
gna, perchè la vela sfa
meglio colpita dal vento.
— tambada de una vela.
La sua altezza.
yeler, Treviere; colui che
lavora interno alle vele.
Veleta, Detta anche erba
da pas^rini'y, pianta er-
bacea che si trova ne'
bassi fondi marini.
Velelon, Gran velo; abbi-
gliamento donnesco.
yelma. Melma; fango pan-
• lanoso.
i»*»- Wfr-
4
556
V E
r
im^t
Vento da levante. Vento
d'est.
— - da mezo'zorno. Vento
del sud.
— da ponente. Vento d'o-
vest.
r- da tramontana. Setten-
trionale aquilonare.
— venti de mar. Sono
questi: greco - levante ,
levante-sciiocco^ scilocco'
levante.
— venti de tera. Diconsi
i venti che provengono
dalla piaga di garbino fi-
no a maestro.
x— venti su e venti zo.
Venti prossimi a tramon-
tana, ovvero alPoslro.
^- mezO'Vento. Vento di
media forza , collaterale
primario, come sud-est,
sud-ovest, nord-est> nord-
ovest.
— quarto de vento. Vento
intermedio ai principali
ed ai collaterali, come
nord-est-uord, est-nord-
est, ec.
— scarso. Rimbatto; quel
che dà talvolta ad un
tratto nelle vele dalla
parte contraria , facen-
do vela con vento steso,
per cui si deve poggiare.
— pezo vento no vegna
in yela. (Locuz. famil.)
niente di meglio. .
Ventola. Ventaglio.
VE
VenioUta. Venlagllafo» il
fabricatore di ventagli;
acconcia - ventagli colui
che li acconcia.
Ventola. Veutaruola.
— andar sui ventoli. An-
dar in canzone.
— farse meter sui vento-
li. Farsi ridicolo.
— figura da ventoli. Per-
sona ridicola.
Venturina. Pietra traspa-
rente gialliccia.
— zogo de la Venturina.
Giuoco popolare di sorte,
ricordato dal Goldoni nel-
la sua commedia et Cam'
pie lo.
Venzer, venzo. Vincere ,
vinto. Da noi usasi anche
per guadagnare.
Vera, Anello, cerchietto.
•~ da matrimonio. Anello
nuziale, chiamato in To-
scana la fede.
— del pozzo. Pietra del
pozzo.
Verdazzi. Susine verdac*
chic o susine claudie.
Verde aria. Verde azzurro.
— • esser verde. Essere in-
collerito.
— esser al verde. Essere
al verde di danari.
Ver do Un. Verdognolo.
Verdon. Verde bruno.
Verendigolo. (idiotismo) V.
Bevendigolo.
Vereta. Anellino.
Verghetifi
Scamati]
oa.
Vergogne
ti verge
umano.
Vergola.
è dette
de la ì
Vergogni:
mido.
Veriada.
sura di
Verigola.
chio.
Veriol. V(
ba. {Pat
li8, Lin
Dementi
e si ad
i vasi e
Vermena
quantità
Ver melo.
Vermi. V
— de la
uova g€
scile ne
nel pes
— dei gt
grani. 1
verme
— de te*
— de le
Brucili.
-« de le
Vermigli
eie di
d'^argec
4
I ■ fwm
558
VI
■'i
li
I ,
I
y$ttidine, e vestieto, fiim-
pannucciato.
-yestiniL Vestieciaola ; pie*
cola veste donnesca.
Veta de' filo, Gugliirfa ;
quantità di filo infilata
nelPago per cucire.
Vetesina. Piccola gugliata.
yetoUu Pantana; uccello
grande che pigliasi nelle
Talli maremmane.
yetrioL Vetriuolo; solfato
metallico^ cioè un sale
formato dalla combina-
zione deiracido solforico
con alcuni metalli.
Veturìn, Vetturale.
yezza. Veccia ; sorta di le-
gume, da cui si trae u-
na povera farina, con cui
face vasi anche il pane nel
blocco del 1648.
yezzon. Veggiolo; robiglia
e moco salvatico; pianta
leguminosa simile ^1 pi-
sello.
yia: a quela via. À quel-
la foggia.
— da quela via. Certamen-
te. Anche con quelPocca-
sione. •
— a la maledeta via, DI
mala maniera, pessima-
mente.
— via de mi , pia de /u,
ecc. Fuorché, ad eccezion
ne di me, di lui ecc.
— per via de uno. Per
meizo di uno«
VI
yia: a do vie. Per amore e
per forza.
y4da. Vigna e vite. Anche
vite di ferro o legno la-
vorata a spire.
— cao de la vida. Tralcio;
ramo di vite mentr^egll
è verde.
yìè! Grida popolare, come
vivai e guarda quanto!
presso a poco come in
buona lingua usasi vie
più, vie meglio ecc.
yigilatura. (Idiot.) Villeg-
giatura.
yignaroL Vignaiuolo.
^ yigàgna. Animale della
grandezza della pecora,
la cui lana finissima si
adopera dai cappellari.
— de meza vigogna. Di
mezza qualità.
yUanada, vilanezzó. Vil-
lania.
yUanon, Villanzone; villa-'
no zotico.
P (lazza. yìWaia; piccolissi-
mo villaggio.
if^ilota. Villanella; canzone
del contado.
yin picolo e tempera. Da
noi comunemente per vin
pieolo intendesi anoaqua-
lo.
— .molesin. Abboccato.
— razzente. Piccante; sor-
ta di vino piccante.
|-^ raboso. Vino agro obru«
SCO.
VI
f'^in, sftampto. -Svaporato.
— santo. Vino che suol
farsi la settimana santa
colPuva appassita.
— /orcAjo.Torehlatico; vi-
no tratto da uve già fer-
mentate e torchiate.
— coto. Sapa; mosto con-
dito con droghe e conden-
sato al fuoco.
— sforza. Vergine; quello
che non* ha bollito nel
tino.
— tagià. Che ha una vena
di dolce e di piccante.
— ehe ka dà la volta* y in
guaito.
— col eagnon. Vino cer-
cone.
— friularo. Denominazio-
ne data ad tin vino scel-
tissimo, che si fa .nel vii-
iaggio di Bagnoli nelPado-
vano^probabilmente da vi-
ti portate in origine dal
Friuli; vino che diede mo-
tivo al celebre ditirambo
del Pasto.
— garbo. Brusco o crudo.
'— grosso. Puro , pretto ,
schietto.
-" òo^to. Vino riuscito dal
mosto bollito coiraqua.
— secondo vin. Vinello;
se Taqua è passata sulle
vinacce di prima mano.
— molo. Vino svigorito.
yinchio. Vinco; specie di
salcio^ delle cui vermene
IP?*
T"^
■^wi
540
V I
^1 u
Vissoler. visciolo ; albero
che produce le visciole.
yista. Dimostrazione , se-
gno, apparenza.
— far pista. Infingere.
yisiòso. Avvistato, che tira
a se rallrui vfsla ; di bel-
Taspelto.
Fita: bela vita. Bella ta-
glia.
— imbriago per là vita,
ladro per la vita, ecc.
Abitualo, avvezzo ad u-
briacarsi, a rutiare, ecc.
— star a là pila de uno.
Star affianchi di alcuno;
non lo lasciare.
— far cativa vita a uno.
Usare stranezze ad alcu-
no.
— andar de vita. Piacere
assai una cosa; per es.
vado de vita per la uà:
mi piace assai Puva.
Vitazza, Schiena vita lar-
ga.
Vit esina. Snella in cinto-
la.
Vivatar e vivdlolar. Gua-
dagnare meschinamente
vivere alla meglio.
Vivazza, É un accrescitivo
di viva, che usasi confi-
denzialmente.
Viver, vtvesto. Vivere, vis-
suto.
— co la testa in un saeo.
Senza darsene pensiero ,
briga.
VO
Viver e lassar viver. Lec-
care e noq mordere.
— nel bombaso. V. Bom-
baso.
Viver. Vivajo; arnese lessa-
to di vinchi, e serve a
mantener vive nelPaqua
le anguille.
Voatrine. Granchi di mare
a coda corta.
Vodo. Vuoto.
Vogada. Remata.
Vogar. Remare. E metaL
cruciarsi, sbuffare.
— vogar sul remo. Compe-
tere con uno ; essergli ri-
vale.
Vogia. Voglia, volontà. An-
che macchia sul corpo.
— pien de vogie. Vogliolo-
so.
Vogieta. Vogliuzza.
Volante. Volano ; giuoco
che sì fa con una pallot-
tolina leggerissima con
fitte In giro alcune pen-
ne, e che a lungo si so-
stiene in aria battendolo
e ribattendolo colle rac-
chette.
Votatia, Friscello fa-
scello; fior di farina che
vola nel macinare, il qua-
le è amaro dallo stare ap-
piccato alle muraglie del
molino sempre umide.
Voler, (verbo) Volere.
— Vogio : voglio . / voi ••
vogliono. Volesio : vo-
r —
vo
luto. Fustu? vaoi tu?
Forlo e porla ? vuole ?
Se ia voi : se cosi cre-
de. Foravc: vorrei e vor-
rebbe. No vorla ? Ci s^ln-
tende.
Voler: astuvolesto? magna
de questo; dicesi ad uno
cbe abbia voluto II pro-
prio male ; cioè; cbi cau-
sa è del suo mal, pianga
sé stesso.
-— 9orave ma no posso ; di-
cesi di clii mostra di nu-
trire vani desideril.
— no-9ogiando. Usato in
modo avverbiale : senza
volere.
— • te volèmo^ no gh^è mah
Per quanto sembra, non
v^è male.
Volgolo, Volvolo; rigetto
delie fecole per bocca;
male del misererò.
Volperà. Gabbione; mac-
diina intessuta di vinchi,
ripiena di sassi e di terra,
per riparo degli argini
nei fiumi.
Volpina, Muggine volpino;
varietà del cefalo, ore-
sciuto dopo 11 terzo an-
no. Ha la testa assai gros-
sa; pesce di ottimo gusto,
Volta: dar vo/ fa. Ritornare.
<— dar volta et 9in, Inccr-
conire; andar a male.
— ghe xe qualcossa per
volta, Ce del torbido.
343 V
yQvittrapazzai.la letame.
— ptlai. Uova mondate.
— dctpertL Sperduti.
— Ittit. Ova aNogate.
— Mlfar «I vova. Venire
il capriccio.
— taver da voto. Nidóre ;
Odore slmile a quello del-
le uova corro Ile.
da tale. Aver uova é
pulcini ; esser di natura
t)igb etica.
' — variar et pelo nel w>-
vo. V. Pelo.
— jior ehe 'l zopo mi vo-
i>i. Dicesi di colui che
camnlna adagio per ca-
. ricalura.
foro: xe megfo un fOfo an-
Guo che una gallna do.
man. Ue||lla è IriiiRuelto
in man, cbe lordo in fra-
— de mar. Uovo marino;
auiniale marino ilell'ordl-
□e dei molluschi.
Cu. Voi. Non è tra noi usa-
to cbe verso le persane
di cooOdenui, e general-
mente verso tutte le per<
$one del volgo ed i ser-
vi, ma quando si vuoi
mostrar loro aftcìtons si
usa il (■' (tu), fu usiamo
nel singolare ; ma net
plurale vu altri.
Questa lellera, che nel-
l'airabelo llaiiano non ha
luogo, ai adopera da noi
spesso nel verbo «ssere.
V. Eutr.
lehtte : go trt ieh«$t, gtM-
tro ieheie, ec. Per deno-
tare relà;secondo cbe ti
usa nelle iKrlzioDi lapi-
da noi cfalam^la andie/ia,
a pagina is.
2ki. Già.
— za un poco» Poco fa.
— • za tempo, za zorni ecc.
Tempo fa/giorni sono ecc.
— za un fià. Va moment
to fa.
Zabagion. Zabaglione; be-
vanda con vino, uova i;
zucchero.
Zachè. ( colla z dolce e Ve
aperta). Ragazzo servito^
re.
Zacola* Zacchera ; pillac-
chera schizzo leggiero
di fanga sui vestilo.
Zacoleta* Zacclreruzza;pic^
* cola zacchera.
Zaeolon. Zaccheroso, pieno
di zacchere.
Zacolona: Vagabonda; fé-
mina che è sempre in
giro.
2Uifo. Birro, satellite.
Zago, Chierico.
— el prete che procura per
et zago. Da bere al prete,
che il cherico ha sete. .
Zaino. È proprio misura di
liquido; ma nel diuletlo
nostro vale gran recipien*
te pieno di roba da man-
giare.
Zatattro. Giallognolo.
T^*^^*"^
344
ZA
•j
1 1
ì . i
no-manrillo ; che si vale
egualmente delP una e
delPaltra mano.
Zane: far da zane e da
buratin. Servir di cap-
pa e di mantello ; fare o-
gni servigio.
Zangola. Fogna ; fossa pie*
na di escrementi.
Zanueo. V. Zenico.
Zambèeo. SciambeccO; ba-
stimento a vela e a re-
mi.
Zanse, (colla z aspra) V.
Sanse*
Zanzerele, Minestra d'uo-
va; brodetto.
andar in zanserele.
Rappigliarsi, coagularsi j
Zanzalaro, Specie dì gran-
chio marino a coda corta.
Zapada. Calpestamento, pe-
stata. Anche orma, im-
pressione del piede.
Zapa-fior. Zampa di bue.
Zapa-pian, Posa-piano.
Zapo-pie, Suppedaneo. .
' Zapar , zapà. Calpestare,
Calpestato.
2kLpar sui pie. Recar of-
fesa. ^
— »ui colo. Tener uno op-
presso, avvilito.
— el formenton. Sarchia-
re, ripulire il grano turco
altro da erbe salvati-
che.
Zapegar. Calpestare, pestar
co"* piedi.
Z À
Zapon* Zampata.
— - dar un zapon. Calpesta-
re Taltrui piede col pro-
prio.
2kira. Orcio di terra per
olio od altro.
Zarabùtana. Cerbottana ;
strumenlo di latta usato
dagli astrologhi per par-
lare altrui alPorepchio.
— saver una cossa per za'
rabotana. Indirettamen-
te; per terza persona.
Zaranto. Verdone; uccello
grande quanto una pas-
sera.
Zarcegna. Arzagola, (Jncu
Creea, Linn.). Vercedula
maggiore; specie di anitra
salvalica. La sua gran-
dezza è simile a quella
di un colombo*
Zardin, Giardino.
Zar età. Orciuolo.
Zarpe, V. Sarpe.
Zata, Zampa; piede di ani-
male quadrupede.
— dei scarpioni,granzi ec.
Forbici.
— * dei folpi. Tentacoli.
Zatada. Unghiata.
Zater. Foderatore ; colui
che guida pe^ fiumi i fo-
deri, cioè le travate di
legnami congiunti insieme.
Zàtera, Fodero, zatta; travi
collegati insieme che si
conducono pe' fiumi a se-
conda.
ZE
Zatina, Zampino; piccola
zampa.
Zavagiar. Far baratti, pic-
coli contratti ecc. Anche
imbrogliare.
2kL9agio. Baratto, bizzarro.
Anche impiccio.
Zwagion, Cianfruglione ;
chi non fa nulla bene.
2ki9ariatnento, Farnetica-
mento.
Zavariar, Farneticare.
Zavatada. Giompeila; Dpe-
ra mal fatta.
Zavatar, Acciabattare, ac-
ciarpare ; operare alla
grossa.
Zavate. Scafpe a cianta;
qaando mandata giù la
parte di dietro, si ridu-
cono a foggia di pianel-
le.
Zaoaiin. Ciabattino.
Zwaton. Ciarpiere; cattivo
ai'tefice, che lavora male.
Zebe Un, Zibellino; animalo
"di pelame finissimo.
— el par un zebelin. Cioè
bene acconciato.
Zeladio, Gelatina ; brodo
rappreso.
Zelosia. Gelosia.
-^ de un òaleon* Grata;
ingraticolato di legno.
Zeno. ( term. de' bottai. )
Caprugglne ; Intaccalora
delle doghe, dentro cui
si commettono i fondi
delle botti.
T
i- l
' f
'1
U.AiL^J.
346
ZI
ZI
ro> inteso solo da persone 1 Zineproj baehe de zinepro.
tra loro convenute. | Le coccole del ginepro.
Zer00fi. Giargone; specie
di diamante gialliccio. Da
noi sMntende una pietra
falsa ocristalio artefatto.
Z$rman. Cugino.
Zerla, Zana gerla ; cesta
ovata che serve a portar
roba dietro le spalle.
Zerpir. Scapezzare, scoro-
nare ; tagliare i rami agli
alberi insino al tronco.
ZesÈQ» Specie di tela coto-
nina, più o meno fine.
^S90. Gesso; specie di sale,
che i chimici chiamano
solfato di calce, e che
ridotto in polvere è pro-
prio ad opere di scol-
tura.
— da iartori. Usato dai
sartori per disegnare i
contorni de^ vestimenti
che devono tagliare.
— * da presa. Cioè da for-
mar modelli per gli scul-
tori.
Zetola» V. Cetola,
Zibibo. Uva appassita di
Levante.
— par e he abiemo magna
el zibibo in bareta» Si
dice a chi vuol prender-
si troppa confidenza.
Zigho'zaghe. Zig-zag; vo-
ce che dinota tortuosità,
serpeggiamento.
Zinepro» Ginepro.
Zinzin. Gichino; piccolissi-
ma porzione.
Zioba. Giovedì.
— grano. Berlingaccio; ui.
timo giovedì di carnova-
le.
Ziogar. (idiotismo) V. Zo-
gar,
Ziparin. Fischietto da tor-
di; zufoletto d^osso.
Zipon. Giubba d'uso an-
tico.
Zirandola, Girandola; ruo-
ta composta di fuochi la-
vorati, ed appiccatovi il
fuoco gira. Mulinello quel-
la canna su cui i ragazzi
per trastullo impernano
due ale. di carta. Girotta
quella banderuola che si
attacca agli alberi delle
navi per mostrare da qual
parte soffia il vento.
Zirandolar: Glronzare.
Zirandolon, Girovago, va-
gabondo.
— andar a zirandoUm,
Andar a girone, a zonzo.
Zirnar. ^idiotismo) V. Di'
enar.
Ziton, Canlaiuolo; dicesi a
quel tordo giovine che si
tiene nelle gabbie per ri-
chiamare gli altri tordi.
Zizolada. V. Bulada.
Zizola, Giuggiola; frutta
nota del giuggiolo.
zo
Zizoloto. Zefbfno, cacazi-
betto.
Zo: vegnir zo. Scadere.
Anche scolorire , dima-
grare.
— andar zo eoi brenton.
Non aver più riguardo o
ritegno.
— andar zo come Chiara
mata. Andar in furore.
— > andar zo dei calcagni.
Venir a noja una cosa.
— far zo uno. Sedurre, li-
rare uno al proprio par-
tito.
— zo de man. Fuori di
mano.
Zoba. V. Zioba.
Zoeo. Ciocco ; ceppo da ar-
dere.
— da becher. Desco o top-
po; tavolone su cui i
beccai tagliano la carne.
Detto ad uomo» vale sto-
lido, balordo.
— dormir come un zoeo.
Dormire come un tasso.
Zoeoli, : andar $ui zoeo^
li. Montar sulle furie.
— andar una eoua sui
zoeoli. Impegnarsi Paffa-
re; farsi serio.
Zogar. Giuocare.
— al modi. V. Sa$$eUo.
— ai 8ehia9i. V. le Ag*
giunte.
— a marea - madone, id.
NB. Per altri giuochi
yegg. la voce relativa.
2
1
1
548
zo
I »
^.K
É
.1
Zogo. Giaoco.
— carte da zogo V. Carte.
— de tetta. V^ Far.
Zogolo. Zimbello; uno o
più uccelli legati che si
espongono per allettare
gli uecelli che si vogliano
prendere.
— de la coltrinat de la
eampanela, ecc. Giuoco
della cortina, ee.
Zolar. Allacciare, stringer
con laccio.
— m« l^ ho zolada a un
deo. Me l'ho legata a un
dito. .
— no esser degno de zO'
larghe le $Gaf*pe. Esser-
gli di gran lunga inferiore.
Zola. Cappio; annodamento
che tirato Tun de^capi
si scioglie. V. altrimenti
Braghier,
Zompo. Monco.
Zonchiada. Giuncata; latte
rappreso sopra giunchi.
ZonL Eulli; giuoco che si
fa con peizi di legno po-
sti diritti, e che si fan
cadere con una palla get-
tata contraessi.
Zonta. Aggiunta.
— ' più la zonta ehe la
carne. L^aggiunta supera
il principale.
Zontadina . Giunterella ;
piccola Q breve giunta.
Zoniar, xontà. Aggiungere,
aggiunto.
ZU
Zontura. GoDgiungimenlo.
-^ del corpo. Nodello di-
cesi della congiuntura
che attacca le gambe al
piede e il braccio alle
mani. Nocca quella delle
dita.
2:ornada. Giornata.
— far zomada* Far un
buon affare.
Zornadazxa, Gattifa gior-
nata.
2Sota. Zoppaggine.
Zo tignar. Zoppicare.
Zotin. Zoppetto.
Zoto. Zoppo.
— baio lo. Zoi4x> braehie-
rajo.
*^ andar zoto in Vunafar.
Aver discapito.
Zotolo. Mollusco carnoso che
vive in mare, posto da
taluno nel genere delle
seppie. Detto a persona,
vale succido.
Zoton. Zoppacelo , assai
zoppo.
Zovenoto. Giovinastro.
Zuea. Zucca, coousia. Det-
to ad uomo vale testa
dura.
— mestrina. Zucca a ce-
drato. Non può conservar-
si perchè questa marcisce
Internamente.
^- baruea. Zucca turca;
zucca a turbante; al man-
gia colla in varie guise.
— sant€i. Zocca lunga, luc-
zu
ca a violino. Alcuni pre-
tendono che il nome di
sacca santa derivi dal-
Tessere originaria di Ge-
rusalemme, ossia deMuo-
ghi santi; altri che derivi
dalla sua salubrità in con-
fronto delle altre zucche.
Zuca de mar. (term. de^pe-
s'catori) Sorta di produ-
zione di mare.
— dapin, da 4abaco. Zuc-
ca orciuolo. Quando il
frutto è maturo, è secco,
legnoso, leggiero: quindi
/ adoprasi dai villani per
fiasche da vino, olio, ec.ed
anche da polvere e da ta-
bacco.
Zueada, Capata , percossa
nel capo.
Zucaro 2kucabà, Zucchero
rosso.
— d'orzo, Pennito; pasta
di farina d^orzo e zucche-
ro per la tosse.
— panon. Zucchero in pa*
ni; raffinato e riunito in
pezzi a forma di cono o
campanone.
— tuto zucaro su le fra-
gole. Questi son tutti
pannicelli caldi, rimedii
inefficaci.
Zucaro la. 4irilIo-talpa; ani-
maletto della classe de-
r.
I ì
1 _-
GIUNTA
OlMENTiCATE NEL F
Jvanzadin. Attempatetto ;
alquanto attempato.
Belatolo. Bellino.
Blondin. Biondetto; alquan-
to biondo.
Bonagrazia, V. Collrlna.
Borinada. Bufera di ventc
settentrionale.
Bragozzo, Baragozzo ; sorta
di naviglio mercantile.
Brusaoehi. V. Camamila.
Bulèghin, Trogolino ; dite-
si di fanciulle che non
istà mai fermo.
Burlato . Cocuzzolo della
cuffia ec.
Buste la. Guainajo ; colui che
fa guaine^ foderi ec.
Cole lo. Collaretto.
Corponizar, Bestemmiare.
Cusarina ; nea cusarina ec.
Seta da cucire^ ec.
Dorè : color dorè . Color
rancio; color della mela-
rancia matura; più acceso
di quello delPoro, ma as-
sai confacente con esso.
Erba de la Madòna. Pie
corvino ; rahuneulus a-
crii, Unti.
^^f
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santi; cioè a quel giuoco
cbe si fa gittando in alto
una moneta^ ed apporsi a
dire da qual parte reste-
rà voltata. Il soldo vene-
to aveva da una parte la
impronta di s. Marco e
dail*altra la Bladonoa. Ora,
In causa della nuova mo-
oeta, dfcesl zogar a jHf-
ita Corona.
Nodola V. Zondùlin,
Noseler, Avellano } albero
ehe produce le noccloole.
Oqueztrù . (idiot . ) Orche-
stra.,»
P(^doéìada. Maniera o co-
starne padovano. Deriva
forse dalP Idiotismo del
linguaggio padovano di cui
fu censurato Tito Livio.
Pagato. Abitante della Pieve
d^AIpago, nella provincia
di Belluno.
Pìlegh: a pilego. Appunti-
no ^ appena appena.
Pizzeghln. Sorta di giuoco;
specie di tre-sette^ che
fassi in due^ nel quale
dopo essersi distribuite a
ciascuno 19 carte, le al-
tre 16 che restano nel
monte vengono prese una
alla volta^ dirém qi^asi a
pizzico*
Pontichiò, Giuoco del pari
e caffo. Occultano dentro
ai pugno alcuni noccioli,
ed invitano altri ad Indo-
vinare se il numero è pari
callo.
Regolata, PrAnzoo merenda
fatti in brigata.
Schiavi: zogar ai schiavi,
Giuocare al birri e ladri.
Quelli scorrono da un luo-
go ali*al)ro, e questi pro-
curano di pigliarli do van-
que> tranne un htogo Im-
mune, da ciascuno prima
prescelto^cbiamato in ver-
nacolo mea, e in toscano
bomba, E si guadagna o
si perde li premio stabi-
lito, secondo che son con-
venuti di esser presi o
non presi in (ante gite.
Ser. (voce antiq.) Signore.
Anlicamenle tra noi chia-
mavansl messer i procura-
tori di s. Marco e ser
tutti gli altri nobili.
Sgranfo, V. TVemofa.
Tiramòla, Irresolutezza in
un affare.
FINE.