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Full text of "Dizionario tascabile delle voci e frasi particolari del dialetto veneziano preceduto da cenni ..."

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LIBRERIA gii NARDECCHIA 



1 



DIZIONARIO 

tasgabujs 

delle Tod e frasi particolari 

DKL 

DIALETTO VENEZIANO 

pmelato da Geno! solh denomiiumQDk di molti loogiB della dui 
\ t delle anticho Yeiele Magisliafnie ' 

COMPILATO 

DA PIETRO |:0]lTARIIil 

SOIZIOZVX SSCORDA ffOTABltMXZTTI ADlfSBTATA. 




VENEZIA 

co' TIPI DI aio. cEccmia bditobe 

1850. 



AVVERTIMENTO 






Ib queAo Dizionario sono ommesse tutte quelle voci che 
poco nulla differiscono dal pretto italiano. Cosi busta, ero- 
se, colóro differiscono ben poco da bugia, croce, collare, 
nò hanno uopo di spiegazioni. Per altro andar, far, star 
ecCj figureranno al lor posto^ siccome da queste voci scatu- 
rUcotio alcune locuzioni tutte proprie esclusivamente del ve- 
neziano dialetto. Nessuno vi cerchi dunque le parole libro, 
rana, rogna ecc.^ che sono le medesime in lingua scritta. 



J«-« ft ^4r>'»'V>*^ , 



6*-" 2 y • 1^ ? AL NOBILE SIGNOR 

LUIGI PARRAVI€INI 

I. R. Biietlore delk Scnolo Tecniche in Tenezia. 



A ninno con più ragione che a Voi^ Nobil 
Signore^ potrebbe venir dedicalo un lavoro desti- 
nato alla publica utilità; a Voi chcy preside di 
un regio importante istituto di publica istruzio' 
nCf prodigaste le nobili cure e i virtuosi scritti a 
diffondere la istruzione nel popolo. 

Accogliete questo tenue tributo sotto gli au- 
spica Vostris e questo libretto verrà accettato con 
ri qualche stima dalf universale^ che comprenderà 
^ non essere già esso pe* forastieri soltanto ma pe 
1^ nazionali utilissimo j poiché i termini più volgari 
'^ che ad arte o mestiere si riferiscano non vi sono 
*! dimenticati, ne la corrispondente espressione itaìia- 



na a qualsiasi locuzione popolare^ purché di appara 
tenenza municipale del nostro dialetto j sì che ri^ 
stretto nei propri suoi limiti il libro addit^iene di 
poca mole e di tenue spesa^ da potersi anche dai . 
meno ricchi acquistare. 

Ho r onore di segnarmi 

Di P^oij Nob. Signore 



D. o. s. 

PIETEO CONTARDCI. 



PREFAZIONE 



È opinione di Voltaire, che si conosca un po- 
polo nataralmente più ingegnoso di un altro dai no- 
mi proprii che assegna ad ogni cosa ; e quindi nota 
segnatamente come i Francesi ad una strada senza 
uscita dato abbiano il nome di cut-de^sac^ cui pun- 
to non assomiglia. 

Se di sterilità accusare non si può \ italiana 
lingua, molto meno poi un dialetto il quale gode, 
sotto di un tale aspetto, non pochi vantaggi in 
confronto della lingua scritta : men regolare e gram- 
maticale di questa, esso riesce quindi più disinvolto, 
più libero, più ricco di espressioni originali atte a 
spiegare il proprio concepimento ; ma a questi van- 
taggi, comuni agli altri dialetti d' Italia , il venezia- 
no aggiunge quello di essere il meglio inteso ; e ciò 
dicasi per confessione di tutti i forestieri, uno dei 



( 



6 

quali ricordava in proposito, che andato a Genova, 
la guida lo condusse ad una casa, ove suonato il 
campanello dimandava Ghenì Ghenì (ci sono in 
casa ? ) « — A cui fu risposto: Ghin^ Ghin (ci sono). 
Mi pareva allora, soggiunse quel forastiere, di es- 
sere nella China. 

Noi abbiamo per es. sbrisso sostantivo, e di- 
cendo eh' è sbrisso s intende che la via è umida, e 
si potrebbe scivolare; noi diciamo in sentono e con 
^ ciò s' intende che uno sta seduto sul letto colla schie- 
na appoggiata ai guanciali e colle gambe stese. Que- 
ste ed altre espressioni mostrano la ricchezza, dei dia- 
letto nostro ; ricchezza che la lingua scritta potrebbe 
invidiare. 

E fra tutti i dialetti d' Italia^ il veneziano 
fece fin qui maggior fortuna: (i) oltre ad es- 

(i) Il Cesarotti nel Saggio sulla Filosofia delle 
Lingue^ parlando del dialetto veneziano, dice ch^ esso è 
il migliore dì tutti. Alfieri nella sua Fita è del parere 
medesimo; ed il Napione nella bella ed erudita sua 
opera dei Pregi della Lingua italiana scrive: •» Più in- 
teso è in Italia il dialetto veneziano di quello che sìa il 
fiorentino popolare, sia per una cotal grazia e natura- 
lezza che gli è propria; sia per essere stati durante 
lungo tempo i carnovali di Venezia il ridotto di tutta 
la nobiltà italiana facoltosa che voleva sollazzarsi, sia 



7 

sere djveoulo comaoe a tatle le proviocie dello Sta* 
to Veoeto, si diffuse esso per fioo neirAlbaoia; sic- 
come Io stesso spirilo die portò un tempo tanti 
popoli a sommettersi voloaterosi al governo deiVene- 
ziani, portoli! altresì a parlare il loro seducente dia- 
letto, u D'indole greca ( i ), sdegna esso le doppie con- 
sonantiy le ranche gutturali, le desinente aspre e 
fiscbianti, ma vi trovi dolci e aperti suoni e vocaboli 
vezzosissimi. Parlato dal minuto popolo, perde alcnn 
poco del proprio decoro, ma anche il bell'idioma la- 
tino parlato dai servi, nella colta Roma^ diventava 
un vernacolo. M 

Con questo piccolo e semplice Dizionario non 
intendo io già di far conoscere tutti i vocaboli del 
nostro dialetto, né tampoco fermarmi sulla etimolo- 
gia dei medesimi: mi basta soltanto di giovare a 
quelli che volessero più agevolmente intendere il ve- 
ro senso delle nostre locuzioni ; essendo ben difBcile 
di trasportarle nella lingua scritta coli' identico loro 

per essere di colà principalmente uscita la commedia 

colle m8SCn6i*fi n 

(i) L'ab. BcllinelH nel suo Entusiasmo dice che 
si ritrovano accenti e pronunzie greche nel parlar tc- 
neziano più espresse che in alcun altro dltalia. 



8 

valore, si che stieno io uq giusto equilibrio; è cid 
per la ragione accennata di sopra, cioè d'essere questo 
dialetto più ricco di originali espressioni. Quanto a 
me, povero . razzolatore di vocaboli, non meriterò 
certamente la taccia di copista, e d' altra parte pre- 
go non mi si apponga quella di pedante, s'io mi so- 
no adoprato, per quanto lo scarso ingegno potea 
concedermelo, di servire allo studio filologico più che 
alla curiosità del municipalismo ; né per questo la 
mia opera sarà men cittadina. 

Se attinsi bene spesso a quella ricca miniera 
dell'illustre Boerio, mi lusingo di aver ciò fatto con 
buono discernimento ; e laddove credetti diversifica- 
re alquanto da quello, mi sono consigliato con uomini 
più di me istrutti, affinchè non mi venisse poi dato il 
rimprovero di avere per lo meno scambiato l'oro in 
argento. Il rapido spaccio della mia prima edizione 
confortommi alquanto a credere che più de'forastieri 
ne abbiano approfittato i nazionali, conosciutane la 
utilità. Avvertito poi da questi ultimi come venisse 
generalmente accusata quella prima edizione di so- 
verchia povertà di vocaboli, io divisai di aumentar- 
nela più che del doppio, sempre però attenendomi 



al pireso sistema di ammettere soltanto qae' Tocaboli 
e qoe modi che non sieno affiaitto comani colla lin- 
gua scritta. Così per e^fcff tamor; far e àesfar^ 
DOQ corrispondoDO essi da sé medesimi alle voci 
italiane ^r alt amore \ far e disfarei 

Non già questo piccolo Dizionario ma quello 
eziandio assai grande del Boerio è capace di venir 
aumentato, in quanto che il nostro dialetto, ancor, 
vivo, è capace d'inventare nuovi vocaboli e nuovi 
modi in relazione ai nuovi rapporti commerciali e 
politici. Il popolo, che creò la lingua, crea nuovi 
vocaboli, come ne lascia morire alcuni altri i quali 
più non significano ciò che dovrebbono significare, o 
ciò che un tempo hanno significato. ( i ) Una lingua, 
quando si abbia un numero di buoni autori, è fissa- 
ta: un dialetto non mai. 

(i) Ghe voi i cinque sesti significava presso il po- 
polo la difficoltà dt nn' impresa, quando sapevasi che 
presso il governo significava esigersi fino i 'cinque sesti 
denoti per deliberare su qualche grave argomento. -— 
Far consulta negra si usò dire per ischerzo quando al- 
cuni stringe?ansi segretamente per qualche affare 3 e si 
diceva per la veste nera che indossavano que^patrizii 
che venivano aggiunti alla consulta ordinaria quando 
trattavasi di grave affare. Questi modi, or poco noti, so- 
no figliuoli che han perduto il loro padre ; sono gli ul- 
timi superstiti di una famiglia. 



AVVERTENZE 

sulla nostra pronunzia e ortografia. 



I . Mai non si raddoppiano le consonanti se non 
in quanto sia necessario nella espressione del termine, 
come spesso^ sasso^ cassa ec, non però hoter^ hutar^ 
corer ec. Cosi nella pronunzia non si fanno sentire le 
consonanti doppie. Anche nella lingua francese assai 
di rado si fanno sentire le doppie 3 e ciò per addolcire 
il lingaaggio. 

3. Ha (verbo) spesse volte mutasi in ga : quindi 
go invece di bo ; gaves^a invece di aveva, ec. 

3. Usano i veneziani alquanti troncamenti di pa- 
role, come pixnj vin, cuor^ parlar ec. Qnest^uso sarebbe 
da sfuggirsi nella lingua scritta, giacché, come osserva il 
Gherardini, i troncamenti troppo spesseggiati tolgono 
alla nostra lingua uno de^suoi pregi speciali, cioè la 
dolcezza, la pastosità, la rotondità. 

4« La lettera e pronunziasi ugualmente che dai 
francesi 3 cosi cera, certo^ cielo ec. pronuncìansi come 
se scritto fosse sera, serto, sielo ec. Posta però davanti 
alle vocali a o ii, la e acquista il suono forte, come ca- 
ro, costa, cuor ec. , ugualmente che presso i toscani 



Veramente ognUtaliatio direbbe difetto il pronanatlare 
che si fa cera ugualmente che sera, oppure cesso del 
pari che sesso. Il dialetto è proprietà nostra; una mo- 
neta che ha il corso soltanto fra noi ; sarebbe nondimeno 
bello il levarle la poca ruggine, si come si è già fatto 
prima di questo tempo; giacche se un veneziano dei 
secoli X e XI risuscitasse, noi avremmo bisogno di un 
diaùonario per comprendere il significato delle frasi da 
lui usate. 

5. Chi si pronunzia con certa forza come i toscani 
pronunziano i due ce; cosi ochio come scritto fosse oC' 
do; teckia come teecia^ ec. E ciò anche nei principio 
delle parole; cosi chiave^ chiodo pronunziansi ciave^ 
dodo* Escludasi il pronome chi e le voci chincaglie^ 
chiiza e chichirichì. 

6. «Sce si pronuncia come due ss'y cosi pesce prò* 
Bunziasi pesse; fasce si pronuncia^^^c; ed ugual- 
mente si scrive in dialetto. 

7. 6r/, che nelle voci moglieyfiglia^ pastiglia pro- 
nunciasi dai toscani, ed altresì dai lombardi, quasi 
che scritto fosse molicy^liay pastiliai usasi dai venezia- 
ni pronunziare invece come se scritto fosse molgiej Jil- 
gioy pastilgia. E siccome cosi non si scrive neppure nel 
dialetto nostro, vuoisi da molti che ciò sia idiotismo, e 
lo stesso nostro Goldoni sembra voler farne motteggio 
nella sua commedia la Cameriera hriUante, atto III, 
scena II, ove eziandio ci mostra difettosa la pro- 
nunzia del e. 



i5 

8. Usarano già i yenetiani pronunziare andoo^ ioT" 

nao ec, e ciò ad imitazione dell^idioma ionio, che par 
aveva nguali desinenze ; ma ora dicono tatti andà^ toma 
ec; non usandosi più le desinenze in ao fuorché da 
una parte del popolo, che probabilmente cesserà pre- 
sto anch'essa. E siccome anche quando parlatasi in ao 
da tutto il basso popolo si volle far eccezione al nome 
ErmcHaOj che qui pronun^&iossi sempre Jtìmorò^ vi fa 
chi disse : 

£Jin colà dove si parla in ao 
Sento dir Al moro per Ermolao. 

9. La lettera x, dai Latini portata nel nostro dia- 
letto per farvi P ufficio di s dolce, non adoprasi ora 
fuorché in alcuni tempi del verbo essere, come el xe 
helo^ el xe bon ec. Anticamente adopera vasi anche nel 
mezzo delle parole, trovandosi scritto giexiay caxa e 
simili. 

10. La lettera T si chiamava ugualmente ipsilon- 
ne ejio. Siccome anticamente eravi l^uso di premettere 
in certe scritture Tiscrizione delle iniziali greche r y A , 
che esprimevano la Santìssima Trinità, il r indicando 
il Padre, T il Figliuolo, A lo Spirito Santo ^ così la vse- 
conda, ch& alludeva al Figlio, ftt detta dai veneziani 
Fio, e quindi Pipsilonue ebbe il medesimo nome. 

ma dopo tutte queste avvertenze mi piace dirige- 
re, suir esempio di un nostro poeta, » seguenti versi 



i4 



AL PROTO DE STAMPERIA. 



Se avisa el proto de la stamperia. 
Che dovendo stampar in venezian. 
No se deve osservar V ortografia. 
Come ricerca el bel parlar toscan. 
Do P^ do T, do R mal storia 
7n Bepo^ frulo, guera, al dir nostranj 
Le s' à da radopiar in uzzo e in azto, 
Come \uzio, nastruzzo^ giozza e brazxo. 

Anca per no se unir col toscanismo, 
Ma seguitar la nostra antica usanza, 
Quel che sarta in le scole un barbarismo, 
Plural e singoiar sta in consonanza: 
Nel parlar venezian no è sconcordanza 
Quei ride^ senza far un solecismo j 
Quei ridono dirave un da Fiorenza j 
Qua la pratica e l^uso fa sentenza* 

La parola cussi con altre tante. 
Per levar ogni equivoco ai letori. 
Chiama do ss; un solo no è bastante j 
El dirave cusì per i sartori j 
Cucite scriverave un bon cruscante j 
Onde, perchè no fé miera d'erori^ 
Un apiso ve dogo per seur tarla: 
Se scrive in 9Ìnezian com^ se parla. 



V 



DBROIlRiZIOSI POPOiiKI 



DI 



ALCUNI LUOGHI DI VENEZIA 



jinconeta. Qaesto nome è diminutivo di Ancona^ 
Tocabolo greco icony che significa immagine. Chiamasi 
qaesto l\iogo Vjdnconeta per uaa immagine di Maria, 
la qnale yeneravasi nella piccola chiesetta qaiyi posta. 

«S. jiponah Sant^Apollinare : chiesa di recente ria- 
perta nella parrocchia di S. Silvestro. 

Barbarla de le Tale* Strada nella parrocchia di 
Santi Giovanni e Paolo, dove i mercatanti tenevano i 
magazzini del legname {iole) che in gran copia traeva- 
no dalle Provincie vicine e dai boschi alpini, e che de- 
stinavano pe^ paesi barbareschi (Barbaria) : da ciò il 
nome Barbaria de le Tóle (delle tavole). A conferma 
di tale commercio antichissimo, troviamo una legge del 
971, in cui il doge Pier Candiano IV permetteva sol- 
tanto di poter caricare pei paesi saraceni tavole di fras- 
sino, di pioppo bianco o di albera, di una tale dimen- 



i6 

sione, Tietando quelle di olmo, faggio ed altre adatte a 

fabricare Taseelli. 

Bari. Strada posta nella parrocchia di S. Simeone. 
Anticamente dicevasi Baro ad un terreno paludoso ed 
incolto, come ora chiamasi Barena. 

Bersaglio (S. Marziale). Negli antichi tempi della 
republica i Bersagli erano frequentissimi, trovando- 
sene ricordati a S. Francesco, a^ SS. Giovanni e Paolo, 
a S. Yitale, a S. Paolo ed altrove. Questi bersagli s' in- 
stituirono prima della invenzione della polvere fulmi- 
nante per esercitare la gioventù nel tirar di balestra. 

Biri. Varie calli nella parrocchia di S. Ganciano, 
abitate per la maggior parte da persone miserabili. 
Non si trova la derivazione di tal nome 3 ma forse da 
un canale detto Seria e poi JBiria^ che divideva in due 
parti quella contrada. 

In Biri trovasi il Campo Tiùano ora denominato, 
per essersi scoperto aver avuto colà dimora il celebre 
Tiziano 5 ivi pur morto sul*fìnire del secolo XYL 

S, Baldo. Sant' Ubaldo. Gampo di tal nome, ove 
eravi una chiesa, ora soppressa. 

Borgohco. Cioè Borgo a loco. Abbiamo due stra- 
de di tal nome ^ credesi per esservi state colà varie lo- 
cande. 

Bragola. Denominazione data alla parrocchia di S, 
Giovanni Battbta; forse dal mercato che ivi settimanal- 
mente tenevasi, siccome anticamente bragolar dicevasi 
il mercanteggiare. Forse anche dalla natura del terre- 



»7 
no, perchè brago significaTa fango e melma : Che qui 

staranno come porci in brago^ Dante. 

Brogìo, GhiamaTasi Brogio sotto la republica 
tatto quello stradale della Piazzetta di s. Marco ch^è 
Terso il Palazzo Dacale, dove concorrevano i patrizi in 
Testa a brogliare per ottener cariche. Alcuni fanno in- 
vece derivare tal nome da Brolo^ giacché anticamente 
era un brolo, o campo con verdara. 

Cale. Calle, strada. Calcia che no ga eoo: Calle 
che non ha uscita. 

Cale de la Testa (a SS. Gio. e Paolo). — Proba- 
bilmente avrà dato il nome a questa via la smisurata 
testa umana, cVè un lavoro assai goffo deVcoli trapas- 
sati, innestata nel muro esterno di una casa. 

— — de la Fraterna (a S. Gio. in Bragora). Deriva 
tal nome da un pio istituto, che qui aveva la sede, 
denominato la Fraterna Grande^ il quale colla rendita 
di annui ducati 5o,ooo occupavasi a soccorrere i pove- 
ri vergognosi della città. 

del Rimedio (a S. M. Formosa). Deriva tale 

appellazione dalla così detta garba medicata^ di cui 
grandissimo uso si faceva un tempo dal basso popolo 
per la colezione della mattina. 

' del Mondo Novo (a S. M. Formosa). Questa 
località conservaci la oiemoria di una civile famiglia 
donde il nome le venne, e donde ebbe moglie il celebre 
Apostolo Zieno-, nome caro alla patria e alla republi- 
ca delle lettere. 



iS • 

Cale del Paradiso. Prese pur questa il nome da 

una &miglia patrizia, che trovasi nominata frequente- 

mente nell'anno i379« 

Bombiasi (a S. M. Zobenigo). Dovrebbesi dire 

Rompiasi> avendo esistito di questo nome una civile 
£imiglia, cui appartenne quel Giulio che coprendo il 
carico di avvocato fiscale deir antico .collegio e magi- 
strato delle Aque raccolse e pnblicò le leggi del magi- 
strato medesimo, le quali tornar possono ancora utilis- 
sime agr ingegneri cui è affidata la conservazione di 
queste lagune. 

' ■'■ de la Posta (a S. Gio. Grisostomo). Trae il 
nome dair officio della posta di Firenze, che aveva in 
questa località la sua residenza. 

dei Prot^erbij detta anche Cale larga (a SS. 

Apostoli). Leggesi presso ai nostri scrittori che nella 
Galle deTroverbi fuvvi un teatro, nel quale si fecero 
rappresentazioni daL.1687 fino al 1707. Ora essendo il 
carattere delle antiche commedie il proverbiare ed 
uscir con sentenze, potrebbe da ciò derivare tal nome. 
Altri però lo attribuiscono ad alcuni motti scritturali 
posti sugli architravi di alcune case ivi situate. 

— dei Cinque (a S. Silvestro). Prese il nome dai 
cinqu Savj alla Mercanzia, che qui avevano Pofficio loro. 
■ de la Eaeheia (in SS. Apostoli). Deriva pro- 
babilmente dal giuoco della Racchetta che nei passati 
tempi si usava per esercitarsi a fortezza, e che consisteva 
nel gettare in alto alcune palle di piombo , dando alle 



>9 
nedesicne quella tale diresioaeche i giaocatori si prefig- 
gevano. Esercita vansi in questo le compagoie della Gal- 
ea radunate per prendersi spasso nel tempo singoUr* 
mente di carnoTalc. 

Cale de la Cà Doro (a S. Felice). Si disse prendere 
il nome da un palazzo di architettura greco-barbara mista 
alParabica, denominata Casa d^oro per T esterne dora- 
ture che aveva ^ ma veramente deriva dalla famiglia 
Doro. 

de la J^ergola (a S. Marziale). Nome che de- 
riva da un^arte affatto perduta, la quale consisteva nel 
lavorare per ornamento delle vesti certi cordoni forma- 
ti di seta ravvolti sopra sottilissimi rotoli di mrta. 

— de le Oche (aS. Giacomo). Trasse il nome da 
alcune oche rappresentate in pietra ed innestate nei 
muri, forse come stemma di qualche famiglia che aves*^ 
Se case in questo sito di sua ragione. 

-:: del Teatro F'echio (a S. Gassiano). Prende 

V appellazione da un teatro, denominato vecchio in ri- 
guardo ad altro eretto posteriormente nella stessa par- 
rocchia. Nel detto teatro vecchio si rappresentò nel 
1637 un dramma in musica, che fu il primo che si udis- 
se in Venezia. Quésto teatro esisteva ancora nel i663. 

de la Stua (a S. Gassiano). Gosì detta dagli 

Stueri che in essa abitavano, ossia da quei chirurghi 
che si esercitano in risecare le unghie dei piedi ed i 
calli, e che Stuerì si dicevano per l'aqua calda che te- 
nevano presso di se, onde poter prontamente eseguire 



ao 

Cale de la Regina. Caterina Cqrner, che nel 1468 

andò sposa a Jacopo Lasignano re di Cipro, e che 

avendo rinantiato ^opo la morte del marito il regno 

alla republica, morì in Venezia nel 14-899 diede il nome 

alla via, sulla cui estremità giaceva il palazzo Corner, 

ove Caterina trasse i natali ; palazzo rifabbricato nel 

1724. 

* del Perdon (a S. Silvestro). Così denominata 

da un'indulgenza concessa a chi avesse visitata un'im- 
magine qui venerata dal ponteBce Alessandro III quan- 
do portossi in Venezia per porsi in salvo da'suoi nemi- 
' ci, e si trattenne (però secondo il volgo) una notte sa 
questa via. 

de la Sicurtà (a Rialto). Quivi avevano il can- 
cello e lo studio queglino tra i mercatanti che si 
esponevano a riotegrare i loro colleghi i cui generi 
spediti per mare perissero o fossero depredati, e che 
perciò dicevansi Jtssieuratori, 

de la Bissa, Qui avevano bottega i negozianti 

del bisso, pannolino finissimo, preziosissimo e molle degli 
antichi. 

— '-^ de le Ra%%e, Dovrebbesi dire degli arazzi; 
panno tessuto a figure per uso di addobbare, detto così 
dal farsi in Aras. 

Campa%ù. Si diede questo nome ad alcuni piazzali 
fuori di mano, abbandonati, ingombri di rottami ecc. 
Ora questi Campa%*i sono pochissimi. 
V Campielo de i Fiori, Nome derivato da un orto 



ai 
che sappiamo aver esistito in qaesta località 9 e ch^ era 

unito al palazfo di an certo Filippo Corner. 

Campielo dei Squeìtni, E incerta V origine di 
questo nome^ forse deriva da una fabrica che qui fi era 
di piatti e scodelle. 

' ■ ■ Je' Trevisani ( S. Marziale ). Cosi nomi* 
nato da un ospitale che eravi in esso, e che fino dal 
tempo de' pellegrini serviva ad accogliere i poveri cit- 
tadini di Treviso che qui arrivavano. 

-^ de la Cason : perchè ivi il doge Partecipazio 

teneva il foro e la prigione, detta allora Cason. 

Campo, Ojgni tratto di terreno d^ una qualche 
estensione^ o dappresso alle chiese, od altrove pur situa- 
to, piuttosto che piazza, come dovrebbesi, viene tra noi 
chiamato Campo. Sappiamo da'nostri scrittori che fuv- 
vi Me'primi tempi costume di qui nutrire il piccolo be- 
stialne^ del quale pel proprio mantenimento la città ab- 
bisognava, e che per poternelo nella occorrente quan- 
tità pascolare lasciar solevansi erbosi i luoghi vuoti 
d'abitazioni. Campi denominati a que'giorni, perchè ai 
campi rassomìgliavansi, questo nome ritennero ancora 
allorquando i padri nostri acquistarono dominio sul 
continente. Prendevano sempre il nome della chiesa; 
onde Campo di S. Stefano, di S. Maurizio, di S. Luca 
ec, si denominarono. Altri Campi però abbiamo con 
diiierenti nomi, e sono i seguenti : 

— — de le Gate : così detto per idiotismo, men- 
tre avrebbesi dovuto dire Campo dei Legati^ perchè 
ivi stavano i legati del papa o nunzìi apostolici. 



13 

Campo dei Mori: perchè eran\i alloggiamenti pei 
mercanti mori o saraceni. 

Rasoio. Rasoio h corruzione di Orseolo, per- 
chè iyi trasportossi uno spedale, eretto prima a S. Marco 
dal doge san Pietro Orseolo. Tenne dappoi chiamato 
Canova^ perchè in una casa di quel campo mori Tim- 
mortale scultore. 

^ de le Recane: ivi era anticamente il macello 

publìco, impropriamente detto Reecaria. ^Troviamo 
però anche in Dante : ^ 

JFìgliaolfai d'un beccaio di Parigi. 

Il vocabolo beccheria ci viene da tempi più antichi, 
quando le bestie grosse erano destinate tutte agli usi 
dell'agricoltura, e non si ammazzavano d^ordinario che 
animali caprini. 

Canalazzo. Cosi viene denominato il gran canale 
che passa per Venezia e la divide in due parti, serpeg- 
giando a guisa di una c^ rovesciata. 

Canaregià. Parte grandiosa della città. Tal nome 
deriva da Canneto^ perchè era anticamente luogo palu- 
doso, e vi si raccoglievano canne. Anzi T antichissimo 
suo nome era Palaelo. 

Carampane. Sito remoto della città, i cui stabili ap* 
partenevano alP antica famiglia Rampani estinta. Nel 
1431 venne poi assegnato dal governo alle publiche 
meretrici, siccome sito remoto dalle chiese e meno scan- 
daloso« 



!I5 

Caserta, Strada a Eialto destinata ai Tenditori di 
formaggio: probabillnente derira dal latino Castu^ 
ritts. 

Casseìaria. Strada in parrocchia di S. Maria For- 
moia, dov'erano Tarie botteghe di casiettai (Càsteleri), 
i quali oltre le casse di legno facevano catini, scodelle, 
ta£ze, vasi od altri lavori di legno, di cui trovarono 
grande spaccio nel Levante; oltre che aveasi costarne di 
riporre in casse le donora delle spose. 

Casteìo. Gistello, parte grandiosa della città : Oli" 
vólo forse anticamente dicevasi perchè aveavi colà un 
orto d'olivi. 

Quando V Italia, debole e senza difiese, era il tea- 
tro della guerra di Gnido e di Berengario, e gli Unni, 
penetrati anche nel Friuli e dilatatisi fino a Trevi- 
so, minacciavano le spìaggie delle nostre lagune, il sag- 
gio doge Pietro Tribuno ordinò grandiosi lavori per la 
publiea sicurezza, e fece pur costruire in Olivolo un 
castello che servisse di difesa al porto di s. Nicolò, os- 
sia del Lido, il quale gli sta dirimpetto. Per questo an- 
che il luogo in seguito cangiò nome, e fu detto Casieìio 
invece che Olivolo^ e il sestiere stesso ne fu cosi intito- 
lato 5 e più tardi (1091) anche il tcscovo assunse la de- 
nominazione di castellano in luogo di olipolese. 

Castel Cimesin nella Calle larga presso S. «Mar- 
co. Di alcuni forti o torri eretti probabilmente alP epo- 
ca stessa del castello di Olivolo ci lasciarono confàse 
memorie le antiche cronache ; basti il dire che 



Casfel/brte a S. Rocco pretendesi anteriore di mol- 
to air epoca Teneziana. 

Celesiia, Eravi ana chiesa ed un monastero, in cui 
abitaTano religiose dell^ordine cistcrciense. Trasse il no- 
me di Ceìestìa da una delle prime religiose, che qui si 
fecero venire da Piacenza, e che nominavasi Maria Ct" 
ìestey divenuta poi celebre per la santità della sua vita. 

Chiovert. Dette, latinamente Ctaudierae. Campi 
chiusi nella città, che servivano per uso de^ pascoli ed 
anche per distendervi i pannilani. 

Corte de V Albero. E probabile che tal nome 
derivi dalP antica famiglia di questo nome, la quale 
Magadisia trovasi anche appellata, e di cui sappiamo 
esservi stato un paroco di S. Gassiano, che nel 968 fu 
assunto al vescovato di Olivolo. 

del Cavalo (S. Marziale). Prese il nome dal 

soggiorno che ivi ebbe Alessandro Leopardo, celebre 
fonditore , che Alessandro ,dal Cavallo fu nominato 
quando eseguì il monumento del general Coleoni in 
campo a^ SS. Gio. e Paolo. 

Crosera. Crocicchio. Quadrivio, dove rispondono 
quattro strade 5 trivio, dove fan capo tre strade. 

Dorsoduro. Uno dei sestieri della città (V.. Sestie^ 
ri). Era una delle isole nostre maggiori, che estendevasi 
da S. Agnese fino a S. Marta. Pretendesi che venisse 
artifizialmente formata calcando e battendo il terreno 
onde divenisse dura 5 dal che fosse poi chiamata Dorso-' 
duro. 



I*v 



aS 
Fava. Circondario presso la chiesa dei Padri deU 

Ì^Oratorio. Conservò la denomioasione di Fava per la 

semplice circostanza che appiè di quel ponte troTavasi 

un antico negozio di pasticche, il qaale aveva rinoinan- 

za per la preparazione delle così dette Jave, Quel ponte 

fa quindi denominato Ponte de le Fave^ e più tardi si 

disse Fava a tatto quel circuito. 

Fondamente. Così vengono chiamate le strade 
marginali che incassano i canali della nostra citta, dette 
dagli antichi junctoria. Tennero dapprima formate di 
legname. Chiamaronsi Fondamente forse dall'esser con- 
giunte ai fondamenti delle abitazioni, al cui piede si 
trovano situate. 

Fondamente Nove (Nuove). Per decreto 3 a febra* 
io 1689 fu adottato di erigere in quella località una 
nuova fondamenta di pietra istriana ^ la costruzione fa 
incominciata nel i SgS. Prima non v' era che un mar- 
gine di terreno molle. 

Frari, Parrocchia di S. Maria deTrari. Appartene- 
va una volta quella chiesa al monastero poi soppresso 
dei frati Minori Conventuali. Originò tal nome proba- 
bilmente da^rar, voce antiquata significante frate. 

Fre%zeria. Strada a S. Marcoj così denominata 
dalle freccie che ivi vendevansi. L^armi soprattutto veni- 
Tano avidamente ricercate dai ricchi mussulmani del- 
la Soria, Egitto e Barbaria, e i veneziani in quantità 
ne portavano loro. Grimpe^atori greci ebbero a farne, 
gravi doglianze pel legname da costruzione, per V armi 



a6 

e il ferro che i veoedani portayano ne'paesi dei sara- 
ceni. RimaDgono ancora alcune strade coi nomi di 
Frezzeria^ Spuderia ec. 
i Gqfaro, Sito nella parrocchia di S. Pantaleone. I 

capi degli arabi al Cairo si chiamano Gafer\ con que- 
sti i Teneziani, come gli altri mercanti europei, Isolerà- 
no far contratto per essere garantiti. Si suppone che un 
qualche Gctfer Tenuto qui ad alloggiare vi abbia lascia- 
ta la denominazione di Gqfaro, Altra opinione vuole 
che derivi dal nome di un^antica famiglia. 

Galion (a S. Simeone ). Nessuno sa assegnare 
l'origine a tale denominazione. Forse Gallione si chia- 
mò per una tal quale somiglianza alla galera, cui con* 
dannavansi i malfattori ; tanto egli è tetro e meschino. 

Gesuati. Bravi un convento di frati del Buon 6e- 
sù o Gesuati, soppresso nel 1668. Vennero sostituiti 
dai Domenicani Osservanti, che mutarono il detto titolo 
in quello di S. Maria del Rosario; ma rimase a quel 
luogo Tantica denominazione di Gesuati, 

S. Giacomo da Lorio o daWOrio, Parrocchia di 
S. Giacomo ap., sita nelP isola anticamente denominata 
Lnprio. 

Giardini e Giardineti, Per Giardini s'intende i 
Publici Giardini situati presso Castello; opera decretata 
da Napoleone itel 1807 e compiuta nel 1 809, che costò 
41% 4^^>o^<) franchi. -— Per Giardineti intendesi il Giar- 
dino nel Palazzo Reale, il quale occupa quello «pazio 
denominato anticamente Terano^ay ove i dogi tenevano 



un serraglio, in cai nel iSiS una leonessa partoriva. 
Nel 1 34^ edificavansi vastissimi granai pablici. Nel' 
1 808 abbattevansi questi per formarvi il Giardinetto. 

S. Criopo o San^ Jfgiopo* Chiesa in Cannaregio 
dedicata a S. Giobbe 3 soccorsale della parrocchiale di S. 
Geremia. 

Gheio, Sa ognano che il Ghetto di Venezia è 
il luogo dove dalPanni) i5i6 sino al 1797 abitavano 
tutti gli ebrei sotto gravissime ristretteize , e dove mol- 
tissimi seguono tuttavia ad abitare. Il vocabolo Ghetto 
deriva, secondo alcuni, da ^e//o, e. vogliono che cosi siasi 
appellato tal luogo da una fonderia nella quale lavora* 
vansi le bombarde. Essendo stata per avventura Venezia , 
la prima a voler chiusi gli ebrei, il nome divenne si 
celebre che di qui i passato a tutti gli altri luoghi del- 
la terra-ferma. 

Gradisca. Località che troviamo cosi nominata in 
varie parrocchie, forse un tempo, abitate da lavoratori 
venuti specialmente dalla città di Gradisca nel secolo 
XIV af&ne di esercitare Tarte del lanifizio, che contri- 
bui ad arricchire questa nostra città. 

S, Lio. Chiesa dedicata a s. Leone^ nella parroc- 
chia di S. Maria Formosa. 

Liston. Stradone quasi nel mezzo della Piazza, 
dalla parte delle Procuratie Vecchie, pel quale special- 
mente si passeggia. 

Màlcanton, Sito nella parrocchia di S. Pantaleone, 
cosi denominato pel seguente avvenimento. Sul finire 



del XIII secolo Raooperto Polo vescovo di Castello pre- 
tendeva dal paroco di S. Pantaleone la decima sui mor> 
ti di parrocchia, come gliela tributavano le altre chiese. 
Il paroco, per dispensa goduta dall'antecessore, si rifia- 
tava. Mentre il vescovo recavasi sforzosamente per esi- 
gere la decima cui pretendeva, giunto al Malcanton, fa 
dalPammutinato popolo malconcio e morto.- Da ciò na- 
sceva guerra fra Castellani e Nicolotti ; e fin dalPepoca 
di tale infelice avvenimento rimase a quel sito il nome 
di Makanton, 

Marco e Todero, Il leone alato ( insegna di S. 
Marco) e san Teodoro sono due statue poste suirapice 
delle due grandi colonne della Piazzetta di S; Marco, 
fra le quali una volta si giustiziava, ed ove sul vespro 
di un giorno della primavera dell'anno i43a venne 
troncata la testa del famoso Carmagnola. 

4$. Marcuola. Parrocchia di Santi Ermagora e For- 
tunato. 

S. Maria Zobenigo. Parrocchia, poi detta di S. Ma- 
ria del Giglio. Venne chiamata Zobenigo per P antica 
famiglia Juhanieo^ ora estinta, che fu la principale fon- 
datrice di questa chiesa. 

MendicaniL I poveri mendicanti venivano collo- 
cati nel luogo che ora la parte del civico spedale pei 
malati. 

Miracoli ( i ). Questo nome deriva dalle grazie che 
ricevettero i fedeli per iuteroessione della Vergine, una 
cui immagine qui venera vasi , e donde è succeduto che 



*9 
si edificasse la bellissima chiesa col nome di Santa Ma^ 

ria dei MiracoU^ ora oratorio saocursale di S. Canzia^ 

no, ed un tempo ad uso di monache francescane. 

Molo. Chiamasi da noi impropriamente quel trat- 
to in fopdo alla Piazzetta) che comincia dal Giardinetto 
Reale e va fino al Ponte della Paglia. In questo sito suol 
passeggiare il bel mondo nelle sere di estate. 

Morìon, Sito cosi denominato a S. Francesco della 
Tigna, forse dal fabbricarrisi i morioni, cioè un^ antica 
armatura difeosita del capo, usala già dai soldati, e che 
ora vederi sulle armi gentilizie. 

Murazzi, Muraglioni di macigni fatti erigere dalla 
republica lungo una gran parte del litorale per difen- 
dere la laguna dagl^ insulti del mare ; opera immensa, 
cominciata nel 1774 e compiuta nel 178^ 3 ha tre mi* 
glia circa di lunghézza, e costò dieci milioni di ducati. 

& Nicolò de* MendicoU, — Mendìgola chiama vasi 
anticamente V isola di S. Nicolò , dello poscia S. Nicolò 
dei Meudicoli, perchè abitata per lo più da poveri pe- 
scatori. In quesf isola aveva residenza, prima della crea- 
zione dei dogi^ un tribuno, e un altro ve n^era nelPiso- 
la opposta di Olivolo (Y. Castelo)^ già istituiti nelPanno 
8o4« Gessò il tribuno di Olinolo, per la sede episcopale 
ivi collocata, ma quello di Mendìgola continuava, e 
quando finirono i tribuni assuuse il titolo di Gastaldi 
de' MendicoU e poi quello di Doge de' Nicolotti. Dagli 
abitanti delle dette due isole Mendìgola e OUvolo sor- 
sero poscia le antiche fazioni di Castelani e Nicoloti. 



So 

Qaivi presso trovasi Vdfbtrt de S, Nieolòy alzato 

sul finir del secolo XIII, qaando l' implacabile nemico 
de^Yeneziani, il Carrarese, tentava di rovinare il nostro 
estuario, facendo scorrere rapidamente il fiume Brenta 
verso quella parte, ove fu neceissario alzarvi un argine. 
' Ospealelo. Era vi un piccolo ospizio pe^ poveri 
e pegP infermi, eretto dal governo veneto per insinua- 
zione di san Girolamo Miani nel 1637 sopra un fondo 
che anticamente serviva a^ militari esercizii, e pereiò 
detto il Bersaglio. Tenne poscia ampliato in varii tem- 
pi, e nel 1808 si trasportarono i malati all'Ospedale Ci- 
vile. Convertito quel luogo in Casa di Ricovero pe' vec- 
chi poveri, conserva il nome di Ospealeto, 

Panaieria. Strada a Rialto con varie botteghe, ove 
una volta vendevasi non altro che pane. 

Parangon. Sito in Rialto ov' eravi un edifìzio di 
pannilini e drappi di seta, detti dalla loro finezza /carini 
e staffe di paragone. 

Pasina (S. Silvestro). Il Gallicciolli arguisce che 
questo nome sia una corruzione di Piscina, 

Pissina, Varii luoghi conservano questo nome^ co- 
me Pissina de S.Mois^, de S.Fantin, de S.Zulian, ec, 
perchè erano nei secoli X,XI e XII eflfettiva mente pi- 
scine o piccoli laghi con molino. Quantità di leggi si 
trovano nel Codice del Piovego risguardanti V interri- 
mento di piscine e rialzo di paludi in Venezia. 

S, Polo. Chiesa dedicata a s. Paolo, nella parrocchia 
di S. Maria Gloriosa dei Frari. 



3i 

PoiUi, Molti sono in Tenexia i ponti, i qnali pri- 
ma del secolo XUI erano latti di legno , siccome givasi 
per città cavalcando^ secondò il costarne d^ allora, colle 
musteUe, 

■ de SiaUp. Il 9 giagno 1 588 vi fu posta la 

prima pietra di marmo dalla parte, di Rialto. È runico 
sul Gran Canale , macchina immensa terminata nello 
spazio di soli tre anni. 

— — de la Pagia. Fu denominato della Paglia, 
perchè ivi approdavano le barche cariche di paglia per 
uso della città, e vi facevano stazio. Fu il primo che nel 
i56o si erigesse di pietra viva. 

■ ■■ ■ dei Dai. Quivi il doge Gradenigo nel i5 
giugno i5io assali co^ suoi i congiurati condotti da Mar- 
co Qnirini suocero di Baiamonte Tiepolo. NelP incon- 
tro degli armati, si esclamò dal popolo Dai Dai! — Al* 
tri fa derivare tal nome dalla famiglia àts^Dadi da Dio^ 

dei Pugni. Yarii ponti esistevano di tal no- 
me ^ due ne restano, uno a S. Barnaba e Taltro a S. Mar- 
ziale, ove stanno ancora scolpite sul pianerottolo quat- 
tro impressioni a forma de' piedi, per memoria del com- 
battimento a pugni che anticamente facevasi su questi 
ponti fra Castellani e Nicololti. 

«— — dei Sospiri, £ questo un cavalcavia costrutto 
per unire le prigioni al palazzo, affinchè i carcerati con- 
dotti venissero al tribunale senza essere vedati dal pu- 

blico. 

de le Feste. I sartori di Venezia al tempo 



Sa 

antico dÌTedevatisI in tre arti o scuole , sotto i nomi di 

Sartori da veste. Sartori da %iponi (giubbe) e Sartori da 
calze (calzettai). Tatti comanemente i veneziani porta- 
vano come abito nazionale la sopraveste alP uso greco , 
usata negli ultimi tempi da^ patrizii ed altri funziona- 
ri i quindi molte erano anticamente le botteghe de' Mar- 
tori da veste, a grado eh' era un' arte distinta, di cui 
era capo un gastaldo ^ detto Gaitaldo da veste. Colle 
mode successivamente introdottesi, cessate le vesti anti- 
che e riservate ai soli publici funzionari!, non eravi ne- 
gli ultimi anni della republica che un soìo^sarto da ve» 
ste, la cui bottega era a S. Fantino. 

Ponti del Sepolcro, Ponte presso la chiesa, ora ca- 
serma di tal nome. Era un ospizio , fondato nel secolo 
XV da Beatrice Yeuier a ricovero delle pellegrine che 
qui si fermavano ad attendere imbarco per Terra-San- 
ta. Dappoi l'ospizio fu convertito in un monastero di 
Francescane, le quali vi costruirono una chiesa, entro 
cui un Sepolcro sul modello di quello di Gerusalemme. 
— -^ de la Pietà, Ponte presso l'ospizio destinato 
ad accogliere, nutrire ed educare i figli Esposti, perciò 
chiamato della Pietà. Questo pio luogo, fondato nel 
i540) era in origine a San Francesco della Vigna. 

— - — ile le Bande, Così detto perchè fu il primo 
a cui si applicarono i parapetti laterali o bande, essen- 
doché una volta i nostri ponti ne mancavano affatto, 
come si vede in alcuno sussistente tuttora nella origi- 
naria sua forma. 



53 
F<mU de le Maravegie (a^SS. Gervasio e Protasio). 

Forse dalla famiglia Maraveggia, di cui trovati un cer- 
to Pàolo che nel 1379 fece imprestiti alla repablica, 
e trovasi pare. Belisaria moglie di Pietro Alpino gran 
cancelliere di Cipro, la qnale presa da Mnstafa quando 
t? impadronì di Famagosta, e destinata schiava del gran 
signore, appieèò fooco al bastimento. 

del Cavalo (a' SS. Gio. e Paolo). Cosi detto 

perchè nel montarlo presentasi tosto allo sguardo il mo- 
nnmento del generale Coleoni, raffigurato in bronco a 
cavallo per opera di Alessandro Leopardo. 

. N de la Guera (a S. Marco). Alcuni pretendono 
che abbiano fiitto fronte i congiurati di Baiamonte nel 
ritirarsi, e sostenuto un combattimento ; altri dalla fa- 
miglia Guerra £inno derivare tale denoo^inazione. 

" '■' " del Lo90 (a S, Salvatore). Forse da qualche 
casa appartenente a certo Lorenu> Lovij il quale trova* 
vasi nel iSjg in parrocchia di S. Felice, ove diede 
ugual nome ad una Carie. 

— «— de Noal (a S. Felice). Il nome dato a questo 
ponte è forse una corruzione di Avonale , nome di pa*» 
trizia famiglia che troviamo avere abitato in Santa 
Fosca. 

— — * dei Squartau £ una denominazione affatto 
singolare, e vuoisi che derivi dairessere in questo man- 
cato di vita uno di quegrinfelici che coudanoavansi nei 
vecchi tempi ad essere tratti pe* gravi delitti commessi 

a coda di cavallo per la città 5 e potrebbe derivare ezlan- 

s 



34 

dìo dalPavervi abitato persone dissipale e viziose, che 

squartai si sogliono da noi chiamare- 

Ponte de la Late. Tra i parrocchiani di S. Simeon 
Profeta che contribuirono imprestiti alla republica 
per la guerra di Genova nel 1 379 trovasi nn certo 
Zuane dalla Latte^ e sembra non doversi dubitare che 
da esso abbia preso Pappai lauone quel ponte, ch^ esiste 
ai confini di questa parrocchia. 

■'-' ' de V Anatomia. Cosi detto, perchè del &- 
bricato posto a' piedi del ponte stesso faoevasi uso per 
Panatomia de^ cadaveri \ e qui aveva sede il collegio 
de^ medici, cui nel 1464 conferiti vennero i privilegi 
lutti delle università da Pietro Barbo veneto quando 
assunsi al pontificato col nome di Pio IL 

— — del Parucketa. Denominazione moderna as- 
suntasi pel ridìcolo che prese a sparger la plebe sopra 
la strana parrucca usata da un venditore di biade dbe 
tenea quivi la sua bottega. 

— — de Dona Onesta. Il nome deriva da un £àìXo 
che vuoisi essere qui avvenuto, somigliante a quello di 
Lucrezia Romana. 

— — de la Freseada (ai Frari). Si può credere 
che^re^cad^ sia una corruzione di frascate, e che que- 
sto nome sia originato dalle frasche o frondi che qui ri- 
trovare dovevansi per esservi stata una vigna (come leg- 
gesi negli antichi cronisti) presso la chiesa di S. Tom- 
maso^ma più credibile opinione si è che derivi dalla fa* 
miglia Freseada. 



Ponte de le Tele (a S. Gassiano). Così denominato 
fin da allora che il governo, onde togliere la rea prati- 
ca dei sodomiti maschili, decretava che le publiche 
meretrici dovessero mettersi alla finestra col seno sco- 
perto^ e ciò per distorre i malvagi dal rio costume che 
si è dettole procurare an male minore 5 e dedicava 
in pari tempo nn altare alla Tergine sotto il titolo ilfa- 
donna dei Masculi (o maschi) nella chiesa di S. Marco. 

— dei Ormesinii per una fabrica di certo 
drappo di seta detto ormesino. 

■ ' dei Sospiri. Ponte elevato, che dal palazzo 
ducale, accavalcando il rivo, conduce alle Prigioni^ ope* 
ra insigne del Da Ponte. £ tutto di marmi, diviso nel- 
Pinterno da due corridori, con duplice ingresso, e co- 
perto- da' ogni lato per rispetto al colpevole, che lo pas- 
sava senz'essere veduto. Ora n'è chiusa la comunicazio» 
n« colle carceri. 

Porta de la Carta. Fu cosi detta, perchè vi erano 
ai lati^alcuni banchi di scrivani per uso del popolo. Que- 
sto ingresso fu sempre il principale del palazzo ducale. 

Poste Veékie (a S; Gassiano). Qui venne nel 1 160 
instituito l'uffizio della Posta, che negli ultimi anni 
della rep. fu trasferito a S.Moisè in Gorte Barozzi, e 
sotto il governo italico nel palazzo Grimani a S. Luca. 

Poftw e Piombi. Erano i così detti Po%%i in ori- 
gine i magazeni del palazzo ducale. Gonverliti a carceri, 
aveano 18 segrete: nove nel primo corridoio e nove nel 
secondo, prive bensì di luce, alle però, lunghe e larghe, 



/ 



36 

tutte di panconi di larice sodamente intavolate e al li- 
vello medesimo del prossimo canale e della contigua 
corte del palazzo. Non erano qoindi quelle profonde 
huche sotfaqua<f si come alcuni falsamente narrarono. 
Crescendo più sempre il comune del mare, non si- fece 
più uso di tali prigioni, e si passarono i prigionieri nei 
Piombi sino alla fabbrica delle Prigioni. I Piombi al- 
tro non erano che una vasta soffitta con quattro sole 
segnate: denomina vansi i Piombi per essere a tetto del 
palazzo ducale, ch'è coperto di lamine di piombo ; ep* 
pure da questo luogo cosi elevato riusciva a' 36 di lu- 
glio 1755 con maraviglioso mòdo Jacopo Gasamia (do- 
po esservi stato parecchi mesi rinchiuso qual turbatore 
della pubblica quiete per aver .fischiato in teatro, come 
partigiano del Goldoni, le commedie del Chiarì) a fug- 
gire dalla prigione, e poco dopo dal jeneto stato. 

Procuratie. Chiamansi cosi le abitazioni che ser- 
virono ai nove Procuratori di S. Marco, le quali esbto- 
no lungo la gran piazza, distinte in Procuratie Veechie 
e Nuove, he f^ecchie furono edificate dopo il iSig, 
vendute poi per le urgenze della repnblica quando 
nel secolo XYI era in guerra col Turco, ed ora sono 
possedute da privati. Finita la |;ueTra di Gandia, e ri- 
storato Perario publico, vennero erette al medesimo og- 
getto le Procuratie dette quindi Nuove^ cominciatesi nel 
i58o e finite nel 1590. 

Quintavale. Sito remoto a Castello. Vuoisi che la 
famiglia Quintavalle nobile padovana abbia abitato un 



57 
tal luogo, a cai forse avrà lasciato il nome; ma troTia- 

mo però fra le voci antiche italiane guinavaUe signifi- 
care un luogo basso e remoto, si come appunto è questo. 

Mialto, Cosi detto nataralmente dalPalteiza delle 
sue rive. Quivi ebbe la sua prima sede il governo della 
republica neirSio, quando vi si trasportò da Malamoc- 
ce onde meglio. impedire gP interni dissidii tra isola ed 
isola, e le straniere invasioni. Negli atti publici l'isola 
di Rialto fu chiamata città distintamente da Venezia fi- 
no al 1390. Si conserva nella piazza di s. Giacometo 
un'antica colonna di granito egiziano, sostenuta da un 
uomo curvato sotto il peso, detto per ciò solo il Gobo 
de Rialio : quivi montava il banditore a publicare le 
leggi. Rialto vecchio dicesi dalla parte di S. Giacomo, e 
Rialio Novo dalla parte di S. Giovanni, forse per es* 
sere stato più tardi abitato. 

jR/a Mann, Notano i nostri scrittori essere stato il 
medesimo scavato a mano per segnare e distinguere per 
mezzo di esso i confini della parrocchia di s, Giacomo 
dalV Orio dai confini delle altre vicine ; aggiungono 
poi che gli si dà questo nome, perchè da Mario Dando- 
lo fu questa tale operazione ordinata. 

Riva, Noi diciamo riva alle scalinate per uso di 
montare in barca e di smontare. Riva anche ad un 
tratto di alcune Fondamenie ove approdano barche 
grosse da carico. Cosi Riva del Fin^ de V Ogio, del 
Carhon^ del Fero ec. ec. presero il nome dalle mercan- 
zie di tal genere che in questi luoghi sarannosi sca- 



38 

ricate. La principale e più ampia è la Riva dei Schia" 

voni^ che prese la denoininazione dai Dalmati, Tolgar- 
mente chiamati Schiavoni, i qaali lungo la stessa tene- 
Tano una volta e in terra ed in acqua gli stazii per la 
vendita delle carni affumicate e salate che recavano dai 
loro paesi. Nell'anno 12^6 deliberò il Senato, che non 
avendo la Riva medesima larghezza maggiore^ del Ponte 
della Paglia, allargare si dovesse com'è al presente. La 
Riva de Riasio fu così appellata per cagione di un cer- 
to Biagio che ivi soggiornava, e che per fatti atroci da 
lai commessi fu condannato a morte, e ne fu schiantata 
l'abitazione. 

Ruga, Questo nome adottarono i Yeneziani (dal 
francese me) per dinotare una strada fiancheggiala da 
botteghe, .^gfa Giaffa (in luogo di Julfa) per esservisi 
stabiliti mercanti armeni fuggiti dalla distrutta Julfa. 

Saea de la Misericordia ec. Questo nome di sacca 
significa presso di noi un luogo in cui l'acqua della la- 
guna s^insinua, e forma come una rada. Cosi Saca del 
canal : largo del canale. 

Salizada. Ogni parrocchia ha la sua Saìi%ada^ 
che coùserva tal nome fin da allora che nel 1360 circa 
si cominciarono a selciare le vie. Qgni parrocchia «i die 
cura di selciare la via più frequentata, e cosi ognuna 
volle avere la sua Saliuida, Da principio si selciarono 
esse di cotto, e solo nel 1767 si prese a lastricamele di 
macigni. 

Salute. Dicesi la contrada presso il magnifico tem- 



pb Totif intitolato a S. Maria della Salate, eretto nel 
i63i per la liberaàone dal contagio che darò sedici 
med, ond^ erano perite in Tcnezia 4^)536 persone, e, 
compresi Murano, Malamocco e Chioggia, 811,175. 

Scala dei Ziganti. Scala scoperta nel palazzo du- 
cale, ^si detta per le due statue colossali di marmo, 
raffiguranti Marte e Nettuno, simboli della potenza di 
terra e di mare della repnblica; opera del Sansoyino. 
[ Nella (ommità di questa scala segui T incoronazione di 
37 dcgi. 

Scoa%%ere, Siti chiusi di muri ed aperti da un 
lato, ore anticamente solevansi portare le scopature, e 
da cdà si toglievano tratto tratto per trasportarle su 
barchs. Ora tali luoghi, benché non più in uso, con- 
serTaco l'antica denominazione. 

Sestieri. Con decreto del Maggior Consiglio i.^ 
agosto 1 171 fu divisa la citta iu sei parti, dette latina- 
mente Sexterium, Questi Sestieri si chiamano: 5. Mar" 
coy C€Uf.elo e Canaregio di qua del Canale 3 S. Polo, 
Santa Crose e Dorsoduro di là del Canale medesimo. 

5. Umon Grondo, e S. Simon picólo. ÀI nome di 
S. Simeoie aggiunge questa parrocchia l'epiteto di gran" 
de, forse perchè la medesima aveva in passato maggior 
estensione della parrocchia vicina, la cui chiesa ha per 
titolare S, Simeone Tapostolo, volgarmente chiamato 5. 
Simon picolo; chiesa ora succursale dell'altra «S. Simeo' 
ne Profeta. 

Spaderia. V. Pre%%erictk 



DELLE ANTICHE VENETE 



MAGISTRATURE E CARICHE. 



La Republica Veneta contava più di settanta ma« 
gistrature in Teneùa, composte tutte di patritii. GP in- 
dividai palrìzii non si chiamavano magÌ8trati,^ma giu- 
dici del magistratOy qualunque si fosse la loro attribu- 
zione, anche amministrativa. Altre magistrature chia- 
mavansi Collegi^ altre Consigli. 

Nel i3i5 fu instituito il Libro d^Oro^ in cui scri- 
veansi quanti aveano diritto alla nobiltà veneziana e 
air ingresso nel Maggior Consiglio. Tale ingresso nel 
Maggior Consiglio era determinato dapprima da tre 
Elettori; ma ciò avendo dato luogo a varii abusi, si è 
decretato che chiunque giungesse alPetà di a 5 anni 
fosse abilitato di entrarvi, dietro V esame de' suoi titoli 
fatto dagli jàvogadori. Talvolta erano ammessi anche i 
patrizii non giunti ancora a qaelPetà 5 anzi per un tal 
fine ogni anno nel giorno di S. Barbara ne venivano 
estratti trenta a sorte dal doge. Però entrar non pote- 
vano nel M, C. i nati avanti il matrimonio, ancorché 
per nozze posteriori legittimati 5 in quel caso prima era 



44 

mestieri di un processo fatto dagli Àvogadori, sai quale 
deliberava il CoUegio, Ma i figli nati da padre nobile e 
da donna plebea in massima non erano ammessi, sal- 
va però qualche eccezione. 

Nel secolo XY pensò il governo di separare dagli 
altri abitanti della dominante uh corpo di civili perso- 
ne le quali avessero il titolo di Cittadini originarii , e 
questi aspirar potessero agli impieghi della Ducale 
CaneeUeria^ che comprendeva i Segretari e i Notai 
Ducali. Cittadini veneziani dovevano pur essere i- Ra- 
gionaiif raccolti in un collegio ehe fu instituito nel 
i5Si. (iTÒdi BaUoUino). 

Ambasciatori e Residenti. 

La republica spediva quattro ordinarii . amba" 
sciatori alle corti di Vienna, Parigi^ Madrid, Roma, dal- 
le quali riceveva corrispondenti ambascerie ordinarie. 
Altro ambasciadore ordinario aveva residenza presso la 
Porta Ottomana col titolo di Bailo. Alle corti di Napo- 
li, Torino, Londra e Milano spediti erano Residenti or- 
dinarii, tutti dell'ordiùe de^ segretarii, per cui di con- 
lormità avevano quelle corti un residente ordinario in 
Venezia. 

Il 8otto*abito degli ambasciatori ordinarli nei mo- 
derni tempi era quello cosi detto corto nero. Portavano 
poi gran sopravesta nera, che slacciata e collo strascico 
era altresì ricoperta dalPalto al basso di molte liste di 



merli ; le scarpe loro aTevano in ctfna ira nastro tomo* 
L'onore delle ambascerie era bilanciato dalla spesa, non 
riccTendo dal publico se non nn donatiTO di leoo 
zeocliiai nel triennio della carica, e tatto il resto sta- 
Ta a loro aggrayb. Talvolta era ricca la comparsa. Sil- 
vestro Yalier eletto a solenne ambasciata nel 16665 
nel passaggio per i veneti stati di llargberita-Teresa 
d^Austria, figlia di Filippo lY re di Spagna, sostenne 
per ao giorni la rappresentanza della republica con 
indicibile generosità e magnificenza. Era accompagnato 
da 70 cavalieri patrizi! , avea cento livree scarlatto, 
guarnite d'oro, che mutava in altre di velluto cremisi- 
no, pur di oro. Egli apparve in abito nero di punto in 
aria, foderato di soprariccio dVo, con bottoni e Telsa 
stessa della spada di grossi diamanti. Fu perciò in se- 
gnatura il suo nome per le occasioni dbie si aprisaero in 
futuro di far risplendere la veneta magnificenza nelle 
reali corti di Europa. 

m 

Ammiraglio déffArsenoL 

Questo ministro sopraintendea alla costruzione 
de^bastimenti nelP arsenale ed al lavoro delle gomene. 
Nel giorno delP Accensione non partiva il Bucintoro 
senza Tassenso di quesf ammiraglio, che era di quel* 
l^tnreo legno il piloto^ e nel banchetto, che seguiva al 
ritorno della Signoria, in una sala preparata, sedeva an- 
ch'egU tra cento de'suoi operaL — Nel giorno di sua 



elezione distribniva egli cento cecchini a dascano dei 
tre ndùli Patroni delPuérsenal, come quelli che aycTa» 
no contribnito alla sua scelta. PcHrtaTa il titolo di Ida» 
gnifieo, ed era di sao diritto il bacile d' argento^ nel 
qoale erano stati i denari dispensati dal doge novello, 
perciocché toceaTa alPAmiBiraglio lo stare col doge ne> 
P0»%eiiOy e sostenére la publica bandiera. 

jiaditori. 

Erano tre magistrature gìtìIì: i * Auditor vechioy 
cui erano devolnte alcune appellazioni 5 2.^ Auditor 
novo, cui si appellavano le sentenze della terraferma ; 
3»* Auditor novissimo per ascoltare le appellazioni dal- 
le sentenze delle cause dette de minori, e per otto mesi 
dell'anno anche quelle cfe majori. -— L'Auditor notia 
ed il novissimo alternavano fra loro, cioè passavano i 
giùdici da una magistratura all'altra. (Y. Giudici). 

Avvocati^ 

la uffizio dell'avvocazione in Venezia era in origi- 
ne appoggiato a patrizi! a tal uopo nominati metodica»* 
mente dal Maggior Consiglio in numero di trentadùe, 
non obbligati però a stodii legali né ad esami. Sei era- 
no detti Avvocati ai Consigli i àiciotto Avvocati per le 
Corti, cioè per le magistrature di giudicatura civile; sei 
pergU UffiM di BìaUo^ e due Avvocati dei prigioni: 



♦7 
Quindi gli avrocati patrixii si diceTano oréUnarii per 

disUngaerli dagli estraanUnarii, ch'erano i non patri- 

sii, detti anzi solamente Apvoeatà, 

Eranvi poi due Avvocali Fiscali della Signoria, e 

cosi pure un Fiscale per ogni magistrato, ai quali in- 

cumbeTa difendere le ragioni del Fisco, ayendo TOto 

consultivo, non però nelle cause civili. 

Avogadori di Camun» 

Magistrato quasi coevo alla repnblica, e della cui an- 
tica istituzione non si hanno sicure memorie. £ra compo- 
sto di tre patrizii col titolo di Avogadori de Comun^ ch'è 
quanto a dire giudici del fisco. Furono più o meno di 
tre, ma poscia a tre soli vennero fissati. Avevano gran- 
de autorità e molte distinte attribuzioni 5 come anche il 
diritto di pronunciare il F'eto per sospendere le risolu- 
zioni delle diverse autorità e quelle persino del M. C. 
quando fossero state contrarie alla legislazione. 

In questa magbtratura si è sempre mantenuto 
Puso fino agli ultimi tempi di scrivere gli atti publici 
in latinOé 

Sailoi 

Titolo che da vasi all'ambasciatore della republica 
veneta residente presso la Porta Ottomana. Era a lui 
prescritto il pumero de'servi> de'cavalli e del corteggio. 



4» 

Er« p^TÒ dispensalo dalla resa di contò per le spese 
della sua missione, ed era pingae il sno (^ppmmagghf 
poiché oltre ai molti diritti ebe traeya dal sno ufficio, 
portata una grossa borsa per donativi alla Porta, a' tì- 
siri, a^pascià 3 e di ciò egli solo sapeva i conti. . 

BaUoitino. 

Rimonta Torigine di questo alPanno 1368, in cai 
si riordinò la forma delPelezione del doge, e si decretò 
che il più giovine de^oonsiglieri scendesse nella basilica 
ad orare, e poi conducesse seco quel primo fanciullo in 
coi si fosse per caso abbattuto. A questi si commetteva 
di prestarsi nelle molti pliei operationi della ballottazio- 
ne: da ciò il nome di BaUottìno, Il sno vestito, confor- 
me sempre a quello del doge, consisteva in una soprav- 
vesta di color rosso col ginbbone foderato di pelli, cai* 
sette e scarpe rosse con fibbia. Infinite precauuoni e 
riserve venivano usate nelle ballottaxioni, giacché perfi- 
no le palle, usate di cera fino al laSa, si vollero poi co- 
strutte di tela. Dovevano assumere cura speciale del Bal- 
lottino quei dogi per la cui elezione era stato chiamato. 
E saviamente, secondo lo spirito aristocratico, si è imma- 
ginato dappoi di provvedere alla sorte di quegli inno- 
centi, che, nati da inegual matrimonio, non potevano 
esibire le prove di nobiltà alPA vogarla per Pammissione al 
Gmsiglio. £ si faceano, dopo Panno della carica di Bal- 
lottino, istituire nelle acaole, poiché era di poca età quel 



49 
fanciullo, e sedeTa sugli scalini del trono: indi entraTano 

nel primo luogo disponibile della ducale cancellerìa, e 
gPistradavano a divenir segretarii, ove avessero dato sag- 
gio de'necessarii talenti; senta di clie ogni aspirante 
confinavasi nelle Segrete^ cbe così denominavasi Tarchi- 
vio ducale. 

Camera fycàU. Camerìenghi. 

Uffizio ove si custodivano i denari del publico te- 
soro in cadauna provincia, al quale presiedevano tre 
patrizii col titolo di Camerlenghi. Questi votavano nel 
Senato, bencbè non fossero senatori. QuelPuffiziale cbe 
teneva il ruolo de^soldati e li pagava dicevasi Contirai 
o collaterale. (Y. Proveditori sopra le Camere), 

CanceUier Grande e Cancellieri. 

lì Cancettier grande era delF ordine de'cittadini 
originari!, o per dir meglio de^segretarii, nominato a vi- 
ta dal senato, ed era una delle prime dignità della repu- 
blica. Egli era dicbiarato cavaliere, e portava per di- 
stinzione gli sproni d'oro 3 il governo gli dava nelle 
publiche carte il titolo di magnifico^ ma nel privato 
aveva comunemente quello di eccellenza* Indossava la 
veste ducale colla stola di velluto fiorato 5 sempre ac- 
compagnava il doge nelle publiche solennità, standogli 
dinanzi coperto egli solo della berretta nera, a differen- 



5o ' 

za de^senatori, che doTCTano tenerla in mano. Fu m- 

stituita questa carica nel 1266 sotto il doge Lorensu) 
Tiepolo. Il nome di Cancelliere deriva dal carico di 
cancellare e correggere le pnbliche scritture, dove ne 
avessero bisogno. Era fissata la rendita del Cancellier 
grande a aooò ducati, oltre gli emolumenti del sigillo, 
assai ragguardevoli.^" Egli aveva ingresso in tutti i con- 
sigli , e, divenuto dalla sua istituzione il capo di 
tutti i segretari! ed il sottoscrittore di tutti gli atti 
public! , si firmava Capo-Notaio^ CcmceUiere della 
Corte Ducale. Teniva eletto dal maggior consiglio, 
ed aveva precedenza sopra tutti i senatori ed i magi- 
strati, eccettuati i procuratori ed i consiglieri. Nelle 
publiche comparse precedeva gli stessi figliuoli e fra- 
telli del doge. Quando nel maggior consiglio si stri- 
dava la elezione fatta del Cancellier grande^ gli si 
dava il titolo di Domino^ dandosi quello di Domino^ 
Domino al doge, intanto che agli stessi procurato- 
ri non era dato più di quello di Messere, Nei'pu- 
blici banchetti veniva il Cancellier grande servito 
prima dei consiglieri. Annualmente veniva regalato 
di quadri, candelotti, ec, a modo del doge, dai cor- 
pi publiri della città, cioè dalie scuole grandi e 
corporazioni delle arti. Veniva eletto alla guisa dei 
procuratori di s. Marco: faceva il trionfale ingresso, 
e seguivano le publiche feste sciolte al pari delle 
ducali da ogni legge suntuaria, i segretarii in quel 
giorno collocandosi a destra dei patrizii, anziché in 



5i 
TÌolaceO) con vestimento di porpora, e aTeta in mor- 
te la pompa funebre coIP intervento del principe e 
delia signoria. Sapientissima istituzione, che mentre da- 
va levatura in massima airordine dei benemeriti mini- 
stri, li premiava in particolare, col farli presiedere a 
quella cancellerìa, da cui mossero i prìmi pàssim recan- 
do Tutilitii al servizio di ben tutelare e dirigere il cor- 
po ad essi affidato per aver tutta percorsa la loro stessa 
carriera. 

V'erano pure in Venesia due così detti CtmeeìUeri 
inferiori, dell' ordine de' segretari}, eletti dal doge, che 
erano custodi della Cancelleria detta pur Inferiore per 
distinguerla dalla Ducale^ dove si custodivano i testa- 
menti ed altre carte private. 

I Cancellieri de'Meggimenii di terraferma e di ma- 
re venivano nominati dai respettivi publici rappresen- 
tanti, e giurati dinanxi al tribunale de'capi del consi- 
glio de' X ; esercitavano il loro nobilissimo ufficio 
come ministri, trattando le materie giudiziarie crimina- 
li, le amministrative ed anche le militari delle pro- 
vinde. 

Capitani^ Prefetti^ Rettori e Rappresentanti 

o Governatori. 

• 

Chiamavansi più comunemente Rettori i publici 

rappresentanti delle città e terre dello stato, ai quali 
davasi poi il titolo specifico di Podestà e Capitanio o 



54 

Calasferi o Cata^ai^eri, 

Magistratara composta di tre patrìzii, alla qaalè 
incambeva la scoperta dei tesori nascosti, che si repotà» 
Tano averi, publici, o delle eredità giacenti, non meno 
che Pargomento degli ebrei. 

Cavalieri, 

Cavalieri della Stola ó^ Oro. Questo caralietato, 
che ebbe origine nelPottavo secolo, secondo alcuni, cosi 
si appellava perchè l'insegna de' cavalieri era appunto 
una stola d'pro portata sopra la spalla sinistra, (i) e che 
per moderazione* era ridotta ad una stola di panno ne- 
ro, somigliante a quella degli altri nobili, ma orlata di 
ricco gallone con frangia d'oro, fuorché nelle comparse 
publiche, nelle quali era intieramente d'oro, e cosi lar- 
ga che spesso recava incomodo al cavaliere. 

In tre maniere ascendeano i patrizii a tal onore : o 
per diritto di discendenza, o per essere stati dichiarati 
tali da qualche testa coronata, o per decréto del senato 
e del maggior consiglio. 

Cavalieri di s. Marco, Oltre i cavalieri della stola 
d'oro vi aveano in Venezia quelli di s. Marco. Un tal 

(i) I Trevitan che averano il palazao in Canonica, dì poi a- 
oqniatato da Bianca Cappello, ora Seriman, ponarano la itola al- 
la destra, per prifilegio, atendo un Ifelchior Trerisan V anno 1479 
portato da Costantinopoli TampoUa del Sangue Frexióso, che ai 
Tenera ai Frari. 



55 
ordine Veniva conferito ai sudditi benemeriti della re- 

pablica. La divisa di qaest^ ordine era una medaglia 
d'oro avente nel mezzo il leone di i. Marco. Non erano 
tenuti questi cavalieri alle prove della nobiltà, e come 
fossero stati insigniti dell'ordine venivano condotti nel 
senato, ove genuflessi a'piò del doge lo supplicavano a 
crearli cavalieri. Il doge 'dopo averli esortati a prose- 
guire nelle vie del dovere, faceva prestar al nuovo ca- 
valiere il giuramento, gli batteva il dorso con una spa- 
da nuda dicendo : Esto nùlesJideUs ^ indi gli erano at- 
taccati gli speroni d' oro ai piedi, e dal doge gli era mes- 
sa al collo una collana, da cui pendeva una medaglia. ^ 
Come principe, il doge conferiva di sua autorità 
un altro ordine, appellato perciò Cai^aUeràio del Doge, 
Divisa di questi cavalieri era una croce a la punte, a 
somiglianza di quella de'cavalieri di Malta, contornata 
d'oro ed avente nel mezzo il leone di s. Marco. (Vedi 
Cavaliere del doge all'articolo Doge,) 

Censori, 

« 

Magistratura gravissima che principalmente veglia- 
va sull'ambito vizioso* onde impedirlo. Era formata da 
due senatori, per ciò decorati di toga più ampia e di co- 
lor violaceo; -sorvegliavano la convocazione del Maggior 
Consiglio. Aveano aggiunta la materia de'salarii de' ser- 
vitori, non che quella dell'arte vetraria. 

Cinque a la Fase, Y. Magutrato. 

Cinque a la Mercanta. Id. 



56 



Collegio, 



Titolo di alcuni consessi o magistrature della re- 
publica. Pien Collegio o Collegio assolutamente chiama- 
vasi un corpo coni posto del doge, de' sei consiglieri, dei 
tre capi superiori della qutrantia criminale, de'sei sa- 
Tii del consiglio, detti volgarmente Savii Grandi, dei 
cinque sa vii di terraferma e de'cinqne sa vìi agli ordi- 
ni : fra tutti al numero di ventisei, fiancando il doge, 
suppliva il consigliere di maggior età, mettendosi la 
berretta nera in capo. Questo collegio aveva la inizia- 
tiva di tutti gU affari amministrativi e politici ch^ do- 
vevano discutersi nel senato, o anche decideva definiti- 
Tamente sopra alcune materie al senato appartenenti* 

Collegio dei XX Saviif presi dal corpo del senato. 
Da questo si eleggevano tre presidenti che mutavansi 
ogni due mesi, ed aveano la giudicatura sugli statuti 
delle città, tasse ec. 

■ dei XXy e dei XV delPordine delle qua- 
rantie, Tribunale o consesso giudinario. Quello dei 
XXT (che una volta era de'XX) giudicava in appello 
le sentenze di prima istanza sorpassanti la somma di 
due. 4^0 fino agli 800. E quello dei XV (che una vol- 
ta era dei XII) giudicava in appello le vertenze sino alla 
somma di ducati 400. 

■ ■ dei Signori di Notte al Ciwl, composto di 
sei giudici. Egli suppliva in via civile per tutte le cosi 



dette Cord di s. Marea dì prima istanza nei tempi del- 
ie ferie, e gindicaTa nelle materie di trofie, di affitti, di 
pegni ec. « . 

' dei ignori di Notte al Criminal^ composto 
di sei giadici. Magistratura di para ispexione criminale 
nelle materie desiarti, ed anche degli omieidii commessi 
in Yenesia; ed era di prima istanza, le coi sentenze si 
devolveyano in appellazione alla Quarantia CHmiaàU. 

— — ~ deOa Miìitia da Mar, Era composto di tre 
giodid, e di nn quarto dbtinto col titolo di Aggiunto ; 
tutti deirordine senatorio ; ed aveva ispezione sulle cor- 
porazioni o fraglie degli artisti. 

— — — Collegio d^X Savii sopra le Decime. ÀTevà 
ispezione sulla imposizione delle decime o del censo so- 
pra i beni stabili. 

— — - Collegi Crìminati. Erano due; ano eletto 
dal consiglio dei X, Peltro da quello dei XL al crimi- 
nale. La loro ispezióne consisteva nello star presenti al- 
la formazione della parte difensiva dei processi crimina- 
li, i quali venivano poi respettivamente giudicati o dal 
consiglio de^X o dalla quarantia criminale, secondo la 
loro competenza. , 

Consigli» 

Erano varii i Consigli 

Maggior Cònpglio ; composto di tutti in- 

distinUmeute i patrizii che avevano indossata la veste, 
era il corpo sovrano della republica. Ordinariamcn- 



58 

te si radunava ogni giorno .festivo. À'12 maggio 1797 

si radunò per V ultima volta. La elezione delle ca- 
riche si faceva nel seguente modo: -^ A^ piedi della 
Signoria vi erano tre vasi, detti volgarmente cap- 
pellij (i) due lateralmente e uno nel mezzo. Nei duo 
vasi laterali vi erano moltissime pallottoline di metallo 
bianco che superavano il numero degli adunati votan- 
ti, ascendendo in circa a 1600 i gentiluomini di esso 
consiglio. In detti due vasi o cappelli erano frammi- 
schiate alle bianche trenta pallottoline dorate per cadau- 
no \ in quello di mezzo 56 dorate e 34 bianche, che cor- 
rispondevano al numero delle 60 dorate dei due cap- 
pelli laterali. 

Ogni gentiluomo (meno quelli che avevano impe- 
dimento di votare, come per non aver fornito la contu- 
macia di un altro magistratO| .0 per esser debitori del 
Comune per qualche loro mancamento) veniva chia- 
mato ad estrarre una pallottola da'due primi cappelli \ se 
la estraeva bianca^ dicevasi fallito e tornava al suo posto; 
se d^oro^ passava a levarne un^altratlal cappello di mez- 
zo. La palla bianca lo escludeva da ogni diritto 5 la pal- 
la i2'oro lo faceva divenir elettore, detto volgarmente 
le%ionario. In questo caso egli passava in altro luogo 
contiguo alla sala, dove gli si consegnava una palla di 
tela colorita. 1 colori èrano bianco, rosso, verde e tur- 

(1) Qalndi chiamar a capeh tignìficaTa chianarfi i Totanti nel 
Bl. G. alla estrasione delle palle «f oro per poter proporr^ alle ea- 
richt. 



«9 
chino: noTe per sorte. Tatti gli elettori, in numero di 

36, riceveTano danqae una palla colorita; essi si divi» 
deTano in quattro camere separate, nove per cadauna, e 
Ti si chiudevano con un segretario. Ogni camera proce- 
deva con questo metodo; cioè, poste in un'urna now 
palle numerate da I a IX, gli elettori per ordine di età 
le astraevano, e nominavano quindi a quegli uffici che 
erano proposti e indicati per numero progressivo. 1 
candidati erano prima approvati dai voti degli elettori ; 
indi proposti alla votazione del maggior consiglio. Ogni 
magistrato per esser eletto abbisognava che un gentiluo- 
mo (detto pie%o) guarentisse per la sua idoneità, pel 
suoi mezzi eo. Nel 1 5y^ Enrico IH re di Francia, vena- 
to a Tenezia, si portò una sera a vedere il modo con 
cui si teneva il consiglio e si faceva la ballottazione dei 

4 

magistrati e dei reggimenti. Un segretario gli presentò 
il cappello apertoj ed il re trasse balìa eParoy e nominò 
aTregadi il chiarissimo Giacomo Gontarini. 

Consiglio de^X, Era composto di dieci senatòri e 
de^sei txmsiglieri sotto la presidenza del doge. Spenta la 
congiura di Boemondo Tiepolo, formavasi una conunii • 

» 

sione di dieci giudici incaricati di procedere e di far 
indagini sulle cause tutte che aveano dato origine alla 
. trama stessa. Passeggiera esser doveva la commissione, 
ma si vantaggiosi ne furono i suoi effetti, che stabili vasi 
di tenerla permanente. Venne per ciò da essa il famoso 
Consiglio de' Dieci e l'antica frottola veneziana : 



6o 

Del mile tresento e diese 

A me%o el mese de le ceriese 

Baiamante passò el ponte, 

E per esso Jb fato el Consegio dei Diese. 

I Dieci Qfoa solamente dovevano eaiere dilun^liediffe» 
renti, ma non potevano essere neppnr parenti; si rino- 
mavano ogni anno^ scegliendosi sempre gli nomini i piò 
illuminati e più severi. Questo tribunale, di cui il doge 
e i suoi sei consiglieri eziandio formavano parte, elegge-' 
va tre de'suoi membri per comporre un altro tribunale, 
detto degli Inquisitori di Stato. A questo venivano dele- 
gate tutte le materie di stato ed i casi criminali gravissi* 
mL Al solo consiglio de'X era devoluto il titolo di Eo-^ 
eeìso: quindi- se dicevasi soltanto Decreto ddVEccelsoj 
intendevasi del Consiglio de*&. 

Consiglio de'Pregadi, Y. Pregadi. 

Consiglio de* Quaranta, V. Quarantia. 

Consiglieri e f^ice*Doge. 

Erano sei, che formavano col doge il Consiglio 
MUnore. Vennero istituiti nel secolo XI a regolare i sei 
sestieri della città, e vacante la sede ducale si chiama- 
vano Rettori di F^enetia e dimoravano liel publico pa» 
lasso. — - Si dicevano però di j<^m, affine di distinguerli 
da quelli detti da bassOy che presiedevano alla Quaran^ 
tia Criminale invece dei capi della ■ medesima, quasi 



6i 
sempre impiegati nei collegto.«^Si diimmiraBo caati- 

gUeri d^ta Sgnoria, perehft col doge rappresentavano 

il eorpo sovrano della repablica. •— Duravano un an<- 

no intero, doè S mesi in collegio e 4 °®lla qnarantia 

criminale invece del doge, che fino al i365 vi assiste*- 

Ta in persona « 

I loro ordinarìi uffici erano: esaminare gli aflbri 
da proporsi al maj^or oonnglio; adunarlo anche fu(»i 
del consueto, e quei presidenti dei consiglio eedere 
presso il dòge, l^estivano sempve con berretta nera, in 
toga rossa a grandi manidie aperte; ed il più vecchio 
tra essi faceva nelle assenze gli uffici del doge, e perciò 
appellavasi F'ieC'Doge, 

CansigUo minore, Y. Doge. 



ConterwOon deUe 



Magismioinstituilo Tanno i56$, S19 ottobre, con 
decreto del M. C, anctocehè tovigilassero per l'eseeusio- 
ne delle leggi. Erano tre deironKne de' senatori, e du- 
ravano un anno. 

Consoli de'mereanti. 

Magutratqra «ivile di prima istanza, composta di 
tre patriciì, a cui spettavano alcuni affari mercantili, 
trattati però in via giudiziaria. 

Anticamente i Veneziani avevano in diverse scale 



6a 

mercantili ana magistratara di un Contale e di dae 

^assessori dell'ordine patrizio per proteggete il loro, 
commercio. Gli nltimi consoli di Londra, Damasco e 
Alessandria furono soppressi nel secolo XYII, dopo 
cioÀ la guerra di Candia ; ma si ToUe nondimeno in* 
dennizzare quella parte de' poveri patrizia che restava 
pregiudicata dalla detta soppressione, e'^qnindi si so- 
stitD irono tre spècie di magistrature annuali sotto il 
titolo di Proveditori al Cottimo di Londra, di Da- 
masco e di Alessandria, ch^ erano come benefizii seoi- 
plicì, nei quali si percepiva il salario mensuale di 
ducati trenta d^ argento, ma. senz' alcuna attribuzione 
d'affari. 

Consultore delia RepuhUca. 

Carica introdotta per deliberare sopra qualche dif- 
ficoltà di giurisdizione o di materia contenziosa. Yeuiva 
scelto dai Riformatori allo studio di Padova» Fu cele- 
bre ia tal carica Paolo SarpL 

Correttori aUa Promission Ducale* 

V 

Magistratura di cinque patrizii, che nominavasi 
ad ogni morte di doge, o in altri tempi straordinari!, 
per la correzione degli abusi interni di governo. Co- 
minciò nel ia68. 



65^ 
Doge e tua Copie, (i) 

Principe o capo supremo della repablica. Teni- 
Ta nominato a vita, aveva il titolo di Serenissimo *j la sua 
teste era magnifica e principesca, e non usciva in publi- 
00 che col corteggio de^senatori, tutti ricoperti della ve- 
ste ducale. •-« Il Consiglio Minore del doge chiamavasi 
la Signoria. 

L^antorità del doge anticamente era grande e qua- 
si dispotica, ma fu in seguito moderata con tante corre^ 
zioni, a segno che gU uUimi dogi non avevano influen- 
sa decisiva nel governo, salva però tutta Papparenasa e 
gli onori di principe 5 non poteva il doge aprire i ài- 
spacci, se non in presenza dei consiglieri, mentre pote- 
vano essi aprirli senza di lui. Avea però tante preroga- 
tive, che un doge fornito di capacità e di opinione po- 
teva dare alla republica queli' indirizzo che più gli 
piaceva^ Per il che soleva dirsi che il doge* era in kabh' 
tu prineepSj in senatu senator, in foro civis, Dicevasi il 
Serenissimo Principe in tutti gli editti publici di ogni 
magistratura, ad ecceziotte però dei decreti o leggi del 

(i) Il Castaldo deUa Comankà di S. Nicolò portava il titolo di 
Dose dei Nicoìoti: era in sostanza un eapo-popolo, e godeva di alen- 
ili prÌTÌlegi; come quello di seguitare il doge con una barchetta legata 
alb pappa del Bueintoro nel giorno solenne deirÀscentione, e quello 
di esìgere una tassa sulle barche pesoareccie della- sua parrocchia. Usuo 
abito publico di formalità consisterà in una teste lunga rossa di dama- 
sco a maniche larghe, e negli ultimi tempi portata la parrucca corta e 
la di dietro ma nella ta» 



64 

senato. Il doge quando arringava in Maggior Consiglio, 
stando in piedi col capo scoperto, cominciava dicendo: 
Serenissimo Ma%or Consegio paron de la republica e 
paron nostro. 

Li elezione del doge si faceva anticamente dal po- 
polo senza ordine ne legge alcana; ma dopo Tordina* 
mento del Maggior Consilio si statuirono varie r^ole, 
e nel 1268 finalmente s'immaginò quella complicata 
forma di ballotazione (Y. pag. 67) che dura fino agli 
ultimi tempL 

Ebbero i venati dogi parecchi appellativi d'onore 
loro largiti dalla grandezza degP imperatori d' Oriente, 
come Spato imperiale^ Spatario, Patrizio imperiai «e 
Nelle scritture si trova glorioso^ gloriosisstmo^ magni*^ 
fico ed altri; e finalmente nel 1096 s' introdusse il se^ 
renissimOf che durò fino al cadere della republica. 

Ghiamavansi ducali le lettere del Maggior Consì» 
glio, del senato e del consiglio de' X dirette ai publici 
rappresentanti dello stato, le quali erano scritte in fo- 
glio aperto di carta pergamena. Portavano intestato il 
nome del doge, ed eravi firmato soltanto un segretario. 
Air Officio de la Bolla incumbeva di suggellare con 
piombo dette lettere, cioè di apporvi il bollo ducale. 

. I dogi antichi s' imbalsamavano al pari degli im- 
peratori. Marin Sanudo registra che pon potè imbalsa- 
marsi Gio. Mocenigo, morto di peste nel i485, perchè il 
cadavere si era avanti il tempo corrotto. Poi si seppel- 
liva il doge appena morto, e si esponeva un fantoccio 
colla sua larva. 



65 
Cappellano e Chierico. Tra gli onori impartiti da 
Alessandro III al doge e* era il cappellano ducale, man* 
teiiolo dal doge, e che lo corteggiava nelle fanxioni con 
veste di colore roseo a maniche larghe, e portante una 
candela sopra prezioso candelabro. Si sceglieva esso an* 
ticamente tre soggetti distinti. In seguito si decretò che 
il tenipio di s. Marco fosse ufficiato da 24 cappellani 
eletti dal doge, é che del cappellano proprio si servisse 
il doge, sì per la celebrazione delia messa nel ducale 
palazzo, come per benedire colPaqua santa il corpo 
della ^Signoria e del Collegio prima delle conferenze. 

Non solamente veniva ingiunto al doge il mante- 
nimento di un cappellano,' ma quello eziandio di un 
Chiericoy il quale pure sedeva nel bucintoro e nei pu- 
blici banchetti. 

- Cavaliere del Doge. Era scelto fra i benemeriti fa- 
migliari del doge. Varie erano le sue incombenze. Spet- 
tava a lui rintrodurre gli ambasciatóri nei senato e Tin- 
vitare i senatòri a raccogliersi nei giorni solenni. Un 
tempo credesi che fossero due Questi ministri di ceri- 
monie. 

Comandatari del Doge. Il doge veniva preceduto 
da un drappello di otto stendardi di seta lavorati ad oro^ 
due di questi erano bianchi, due rossi, due turchini e 
due paonazzi. •— Seguivano alcuni Trombettieri y più o 
meno, a seconda dei tempi. In principio aveano trombe 
corte, le quali effettivamente venivano suonate onde an- 
nunciare al popolo la imminente comparsa del princi- 



66 

pe ; in seguito le trombe furono fatte d'argento, e ridotte 
così lunghe che divennero oggetto d'apparenza, ma do- 
veano^enir sostenute al dinanzi da un fanciullo. — Ai 
trombettieri univansi i Pìfferi^ i quali suona%'ano armo- 
nicamente e nelle publiche comparse del doge ed ezian- 
dio nei publici banchetti. Negli ultimi tempi, a regolar- 
ne l'armonia, furono accoppiati ai pifferi alcuni Trom^ 
boni. L'u4timo Comandator della repnblica, che morì 
in Mestre, fu Gio. Domenico Baggietti. -A lui toccò di 
porgere il bicchier d'acqua ad Andrea Spada, quando 
svenne neiraccingersi all'impresa di entrare negli ap- 
partamenti del doge Lodovico Manin, per sorprenderlo 
colla bugiarda parlata, di cui toccan le storie della de- 
mocrazia del 1797. 

Scalco, Subito che si erano ordinati i solenni 
banchetti che dar doveva il doge al corpo diplomatico, 
fu stabilito un publico Scalco^ il quale assumesse la di- 
rezione dei banchetti medesimi. Egli era vestito di color 
rosso, e portnva in mano un lungo bastone rosso, quasi 
a dimostrazione della sua autorità. 

Scudieri, Di pochi passi precedevano la perso- 
na del doge nelle publiche andate due scudieri por- 
tanti la sedia ed il guanciale a comodo del doge stesso. 
Tali onori vennero conceduti da papa Alessandro III al 
doge Ziani, acciocché non fosse da meno dell'imperato- 
re Barbarossa, al quale dovea andar accanto. Un altro 
scudiero portava V ombrella , ed il più anziano fra gli 
scudieri portava in un bacino il corno ducale. Testi- 



67 
vano tatti questi scudieri di velluto nero, coi mantelli 
corti alla spagnuola, e coi cappelli aventi la falda ripie- 
gata. 

Fanti dei Cai. 

Bassi ministri che servivano alb grave magistratu- 
ra dei tre Capi del Consiglio de' Dieci in tutto ciò che 
occorreva. Erano sei, uno de^ quali serviva particolar- 
mente aglUnquisitori di stato. Vestivano toga nera a ma- 
niche larghe, e portavano parrucca. L^ nltimo fu il fa- 
moso Cristofolo dei Cristofoli. 

Gastaldi Ducali. 

Erano anticamente gli esecutori delle sentente a no- 
me del doge, prima che s^institoisse nel 147S la ma- 
gistratura de* Sopra» Gastaldi, Erano eletti dal doge. 
Quando si eseguiva qualche sentenza di morte in Vene- 
zia, il gastaldo ducale dava il segno al carnefice per Pe- 
secnzione. T. Proveditori ai Sopra- Gastaldi. 

General del Golfo, 

Comandava la squadra della republica, destinata a 
tener nel golfo lontani i corsari. 



68 



Giudici. 



Giudici di prima istama ordinarii erano le magi- 
strature civili che formavaDO anticamente la così detta 
corte del doge, cioè il Forestiera W Mobile^ il Petivion^ 
il Procuratore il Ptopio e i Consoli de Mercanti. 

— di prima isianui straordinarii diTenivaùo 
li magistrati amministrativi che giudicavano le cause ci- 
vili negli argomenti di loro competenza. 

' di appello ordinarii erano i consigli e col- 
legi che giudicavano quasi tutte le cause civili. Tali era- 
no ancora gli Auditori Novissimi^ che decidevano sulle 
sentenze della terraferma non eccedenti l'estimabilità di 
ducati 300. 

di appello straordinarii erano i collegi dei 

XX savii del corpo del senato, li savii sopra le dècime 
a Rialto e sulle sentenze decise dai :magistrati delle Ca- 
utde, sopra Conti e sopra Camere. 

intermediarii erano gli Auditori Novi , che 

mediante intromissione portavano ai consigli e collegi 
le sentenze della terraferma eccedenti li ducati aoo. 

— — - misti erano gli Auditori vecchi^ che nelle 
C9use decise in Venezia da giudici di prima istanza òrdi^ 
narii univano i poteri (rispetto a quelle di terraferma) 
che avevano gli Auditori Novi e Novissimi^ giudicando 
in seconda istanza le sentenze non eccedenti il valore di 
due. aoo; come (in parità degli Auditori Novi nelle cau- 



6© 
se di terraferma eccedenti li due. aoo) ÌDtromette?ano 

le sentenze di Yeneiia eccedenti la somma, siess». 

Giudici confidenti si chiamavaiia qoialU che dove- 
Taoo eleggersi p^r la decisione di cause tra coogionte 
persone. 

arbitri o compromissari: si distinguevano 

da' giudici confidenti, perchè le cause fra congiunti do^ 
i^evanoy e quelle fra'non congiunti potevano venir com* 
promesse. 

delegati : di regola erano quelli che la si- 
gnoria destinava a giudicare senta spesa una causa com- 
petente ad altro tribunale» — » Nelle cause fra neofiii e i 
loro congiunti ebrei gli Avogadori dai Comune erano 
giikiici delegati. 

«— ^ — al Propio. Magistratura civile di prima istan- 
za, istituita nel. 1094 col titolo di Giudici del P^%%o, 
composta di tre patrizii. Ad:ess& appartenevano i paga- 
menti di dote, le successioni int^tate, le' difisioni di 
fraterne ec. ed anche la nomina del carnefice ^ ed era una 
delle magistrature dette anticamente Zudegadi. 

Giusihia .yeeckia e Giustitia Nuova, 

Due magistrature elette dal Maggior Consiglio ; o^ 

'^ na di quattro. Uj^ùi/t alla cosi detta. Giustizia F'eechiay 

e l'altra di quattro Provveditori' alla Giusti%ia Nuova. 

Alla prima appartenevano le corporazioni di tutte le.ar* 

ti ad eccezione del lanificio, alla seconda le- taverne e i 



70 

magazeni del vino. Sopra esse erano giudici di appella- 
zione due altre magistratnre elette annaalmente dal se- 
nato, ana di cinque Provi^editoìi aUa Giustina VtC" 
chia^ e V altra di cinque Prosweditori alla Giustiùa 
Nuova, 

Governatore, T. Capitani, Prefetti ec. 

Inquisitori. 

- di Stato. Magistratura di tre patrizii eletti dal 
Consiglio de' Dieci 5 due de" quali erano scelti dal suo 
corpo. Dall'abito che portavano dicevansi negri ^ e il 
terzo, ch'era uno de'sei consiglieri, dice?asi rosso per la 
sottoveste rossa, usata dai consiglieri ducali. À questo * 
tribunale supremo apparteneva la inquisizione ed anche 
il giudizio secreto sui delitti di stato. Potevano far arre- 
stare, inquisire, impor pene correzionali e bandi privati, 
non però bandi publici, né pene gravi 3 neppure pote- 
vano far torturare alcuno senza licenza dei Dieci. 

In quanto all'accusata tirannide del magistrato de- 
gì' inquisitori di stato , basti il sapere che stava in po- 
tere del Gran Consiglio il deporre repentinamente l'in- 
quisito tacciato d'abuso di autorità o d'altro, e assai vol- 
te il depose. Falsamente al certo il sig. Darù(i7i5t de la 
Rep.de Fenise^Tom. Vl^pag. 80) cita l'articolo a 5 del 
Capitolare degl'inquisitori di stato dei a 3 giugno 14^4^ 
cosi espresso: «> Al general nostro di Candia e di Ci- 



7' 
prò sia per il Magistrato nostro data facoltà, che occor- 
rendo che in regno vi fosse qualche nobile nostro o aU 
tro personaggio capo di parte, quale per li suoi porla* 
menti stesse ben morto, i ghe possa far levar la vita se- 
cretamenle. » La repnbìica non si è impadronita di 
Cipro che nel 14^9: ciò prova apocrifo quel Capito- 
lare del 1454* 

Inquisitori ai Ruoli. Era un magistrato dell'ordine 
senatorio, il quale aveva la incumbenza di tenere i ruoli 
di tutti i reggimenti militari ed altre ispe/Joni relative. 

sopra gli Ebreim Magistratura di tre senatori 

che sopra ntende vano alle università di tutti gli ebrei 
dello stato, e in conseguenza -a tutte le leggi disciplinari 
emanate nel proposito. 

Intrade, Vffiùo de le Inlrade. 

Magistratura composta di tre senatori, a cui spetta- 
va V esazione della decima imposta su tutti i beni 
stabili. 

Leùonarii. V. Maggior Consiglio. 

Ma^itrati. 

Magistrato del Petiùon, Magistrato cui compete- 
vano generalmente tutte le materie civili in prima 
istanza. Esso fu instituito Tanno 13 14 perchè dovesse 
amministrare la giustizia sopra le dimande proposte fra 



l. 



72 

veneto e veneto, ovvero fra veneto e forestiero. Era com- 
posto di tre gi adici scelti dal M. G. e doravano mesi x6. 
Questo magistrato terminò colla republica. 

Magistrato sopra ^</i. Magistratura di prima istan* 
za civile, composta di tre senatori, cui competevano le 
cause ad essa delegate dalla Signoria. 

■ a le Aque, Componevasi di tre patrizii sena- 

tori col titolo di Savi a le Jque^ e di altri tre col titolo 
di Esecutori a le Àque. 

. — : — a V Armar, Questo magistrato sopranteideva 
airarmamento de' publici legni. 

■ de le Cauide, Ufficio amministrativo econo- 
mico. Era composto di tre patrizii col titolo di Offieiali^ 
e vi apparteneva la esazione dei debiti cadati in pena. 

delV Esaminador, Instituito Panno 1204 

sotto il doge Eor. Dandolo air oggetto di rilevare i te- 
stamenti fatti a voce : il che diceasi per breviario* Era- 
no tre giudici scelti dal Si. C. e duravano mesi sedici. 
del Superior. Magistratura civile, cui erano 



* ■ " T* 



appellate le sentenze di prima istanza del magistrato 
detto dei Proveditori Sopra^Gastaldor 

— del Forestier, Questo magistrato veniva an- 
che alla latina appellato de JFarinsecoi era uno deUri- 
bunali civili di prima btanza che giudicava delle pro- 
prietà forestiere 5. ed era una di quelle magistrature che 
componevano a^ tempi antichi la cosi detta Corte del 
Doge. 

' ^^/ Mobile, Antica magistratura di primi» 



73 
istanza civile, ch^era composta di tre patrizi!, e giudica- 
va delle proprietà mobili e dei crediti di poca somma. 

Magisirato dei Cinque Savi aUa Merean%ia. Gom- 
poneTasi di cinque senatori; soprantendeva al commer- 
cio, rilas<;iava le patenti mercantili, giudicava special* 
mente le quistioni che interessavano li sudditi ottoma- 
ni, ed uni vasi al Collegio per votare nella nomina dei 
consoli veneti. 

dei Cinque a la Fase. Magistrato instituito 

nel xao5 per ricevere le denunzie dei casi criminali, 
che prima erano portate al doge e al magistrato del 
Propio. Negli ultimi tempi della republica questa magi- 
stratura non era che un benefìzio semplice di puro ti- 
tolo, senza verun^ attribuzione. 

dei Scansadori,'\. Scansadori. 

^ àie Pompe, Magistrato composto di tre patri- 

zii col titolo di Proveditoriy nominati dìal Maggior CòU^ 
siglio, e di tre Sopra-ProQedOùri f\e!ì^x Ae\ senato. I 
Yenekiani nei primi secoli usarono abiti semplici còme i 
loro costumi. Ma quando incominciò a spargersi il gusto 
d'imitare le costumanze di nazioni straniere, il lusso 
non ebbe più limiti, sì che il senato prudentemente 
emanava decreti in diverse epoche onde impedire le 
soverchie spese. Fu quindi creato il Magistrato sopra 
pompe per l'osservanza delle leggi suntuarie, cid^ proi- 
bitive o limitative del lusso. 



74 

Messeteria. 

Magistratura sopra i dazìL imposti alle merci, non 
che sai coutratti, e sui sensali, chiamali allora Messeti» 

Missier Grande, V. Capitan Grande. 

NoUurL 

La cancelleria ducale, guidata dal cancellier gran- 
de e da due cancellieri inferiori, era formata dai No- 
tai Ducali. Questi si diTide^ano in due classi. Erano 
a4 gli ordinariif e degli straordinarii il numero era in- 
determinato. Iniziavano con tal carico la carriera de^se- 
gretarii del senato, avendo poi aspiro fino al "posto di 
cancellier grande. Yestivano pur essi alla maniera dei 
nobili. — Quattro di essi erano addetti al servizio del 
tribunale de^capi del consiglio de' X nella formazione 
de'processi criminali, con metodi per lo più sommarii ; 
e questi appellavansi Nodari ai Camerini, 

E^arlaado de'puri Notai, sino al sec. XYI Tofficio 
esercitavasi del pari da chierici e da laici. Nel detto secolo, 
esclusi i chierici da tal afBcio, si ridussero a sessanta- 
sei i notai, e si estrassero dal corpo loro tre priori. — 11 
nome di notajo deriva perchè anticamente scrivevano 
negli atti alcune note. 



75 
Nun%j delle Comunità. 

Ministri di ciascuna città o coniane principale del 
Tcneto dominio, residenti in Yenezia, ed incaricati di 
sollecitare gli af&ri del proprio paese. Ordinariamente 
erano nobili del paese medesimo. 

Patroni a V JtrsenaL 

Era nna magistratura di tre pairiui, i qnali alter- 
nativamente rimanevano giorno e notte di guardia al- 
FArsenale, e mutavansi di mese in mese. Questa carica 
dava titolo per aspirare al senatorato. 

Piovtgo. 

illagistratora di prima istanza, composta di tre pa- 
trizi. Fu instituita nel taSa: in vigilava alla conserva- 
zione del diritto sopra i terreni, la aque e le paludi del- 
lo stato, alla conservazione dei canali e delle strade del- 
la città ; per cui aveva un Capitolare o codice assai 
famoso e stimato intitolato Codex Publicorumi oltre 
ciò giudicava nelle materie di usura e. dei contratti 
lesivi. I giudici di tal ufficio nella loro antica isti- 
tuzione furono detti Judiees pubUeorumy che in seguito 
col corrotto vernacolo si cangiò in quello di Giudici al 
Piovego, 



76 

Podestà» 

Titolo dei pretori patrizii in alcune citta e paesi 
dello stato veneto, distinti dai prefetti, ossia da^cppitani. 

' Pregadi. 

Così chiama vasi il senato veneto^ dalP antico aso 
che il doge mandasse a pregare o richiedere alcuni pa- 
trizii a sua scelta di convocarsi presso di lui per consul- 
tare niógU afiari di stato, quandi egli aveva grandissi- 
maauioritéL Modificata Tautoàta del doge nel sec. XIII, 
venne instituito un senato pet simili consultazioni, che 
conservò il nome di Pregadi^ colla presidenza del doge. 
Le sedute del senato si facevano nelle ore pomeridiane 
e nei giorni di giovedì e di sabato. 

I decreti del senato (detti Senaio^ConiuUo) erano 
sovrani^ non soggetti alla sanzione di alcun^altraautori- 
Ùiy se non che alla intromissione avogaresca.-— Il Sere- 
nissimo Prìncipe dicevasi in tutti gli editti publici di 
ogni magistratura, ad eccezione però dei decreti o leggi 
del senato. 

La balota%ionM9 cariche facevasi dal Maggior Con- 
sigilo* E dal senato facevasi V altra elezione per soruii^ 
nia; e questa dava diritto di proporre con una schedo- 
la o polizetta segreta, che veniva posta in un'umpt^quel 
cittadino che più gli paresse, e tutti i proposti 9Ì sotto- 
ponevano ai voti del consiglio. — L^autorità del senato 



77 
era grande, ma la somma potènza era del Maggior Con* 

siglìo. 

Primicerio. 

Coli questo nome la chiesa antica appellava il pri- 
mo notato in cera o in tavola. Presedendo adunque il 
primicerio alla Basilica era immune da qualunque sog- 
gezione vescovile e patriarcale, avendo perciò la parti- 
colare stia curia, e ^ similitudine dei prelati godendo il 
privilegio della mitra, deiranello e del pastorale basto- 
ne. — Da questo dipendevano, i cappellani, i quali^ ol- 
tre V obbligo della ofSciatura, seguir dovevano il doge 
alla guerra , e in quella occasione erano mantenuti e 
vestiti onorificamente dal doge stesso ; come per meto- 
do da quelli pure erano chiamati a convito nelle prin- 
cipali feste. — Particolare poi era il rito di questa fa- 
mosa basilica, detto rito patriarchinoy cioè del patriar» 
cato di Aquileja, e misto era di alcuni grecismi e di spe- 
ciali ufiì differenti da quelli delle altre chiese^ il quale 
rito costantemente si mantenne fino a questi ultimi di, 
cioè fino a tanto che fu trasportata nella basilica la se- 
dia patriarcale. 

Procuratori di S. Marco. 

Prima dignità della republica veneta dopo il do- 
ge. — Nove erano li procuratori^ tre detti de supra^ os- 
sia della chiesa di S. Marco ; tre de ciira^ cioè di qua 
del Canal Grande : e tre de ultra,, cioè oltre il Canal 



7» 

Grande. Ognuno di essi godeva, vita sua darante, una 

publica decorosa abitazione in una delle così dette Pro- 
euratìe Nuove dalla piazza, poi convertite a palazzo rea- 
le, costituenti per ciò appunto nove palazzi distinti nel- 
la reale lor fabrica. Non potevano intervenire, senza 
licenza, al M. Coniglio; ed avevano il dovere, fra le lo- 
ro attribuzioni, di far la guardia per turno mentre du- 
rava la riduzione dello stesso, consiglio, stando due di 
essi nella Loggetta sotto il Campanile di S. Marco, onde 
presiedevano alle guardie degli arsenalotti, delle qua- 
li il. palazzo publico era guarnito. — Entravano nel 
senato e nel consiglio de^X, e potevano esser eletti Sa- 
in grandi, ambasciatori ec. — Nel io4o comincia la 
serie dei procuratori, instituiti allora per attendere al- 
la fabrica della cbiesa di S. Marco. Nel 1609 per la 
moltiplicità degli oggetti si ridussero a nove, di tre che 
erano, gli effettivi^ e si dovette separare le mansioni lo- 
ro. Il patrocinatore del fisco aveva il titolo di Procu^ 
rator Fiscale, (i) 

Provediiori- 

Magistrato in varii luoghi esercitato da'patrizii. In 
Venezia eravi la magistratura dé^ Proifediiori di Comu- 
ni) Procuratori chwm^fBnti anche li due agenti delle monache 
di S. Zaccaria e di S. Lorenzo, ì qnali avevano diritto, per nna mag- 
giore distinsione, di portare la veste patrìiia quando fungevano il loro 
uffiiio. 



79 
ne, composta di tre giudici, institaita per soprantende- 

re la polizia materiale della dominante, e corrisponde- 
va alle incombenze che avevano gli edili a Roma. 

Proveditori Sopra-denari: magistratura composta 
di tre patrizii, ai qoali spettava V esazione della decima 
che tutti gli esercenti ufBzii ministeriali dovevano pa- 
gare alla cassa publica sui loro proventi certi ed incerti. 

• 

Sopro'daùi: magistratura composta di tre 

giudici patrizi!, ai quali si aspettava la giudicatura in 
prima istanza sui contravventori nella materia daziale. 

— — al Sopra- Gastaldo: magistratura giudiziaria 
civile di prima istanza, composta di tre patrizii i quali 
presiedevano a tutto ciò ch^ era di diritto dei gastaldi 
ducali. Y. Gastaldi Ducali. 

Sopra-Olii: magistratura senatoria, compo- 
sta di tre patrizii, ai quali era attribuito tutto ciò che 
di amministrativo, civile e criminale aveva relazione 
alla materia delPolio e del suo dazio. 

— — - Sopra la ragion degli uffici: magistratura 
composta di tre patrizii, coi spettava Pesazione delle de- 
cime imposte agli uffizii o cariche ministeriali. 

alle F'ittuarie: erano quelli che formavano 

la magistratura municipale, la quale soprantendeva la 
materia de'viveri. 

generali di mare. T. Capitan Generale. 

agfi Ori ed /ir genti in Zeccai magistrato 

che presiedeva alla custodia dei depositi d^ oro e d' ar- 
gento fatti da^particolari nella veneta zecca. 



8.0 

Proveditori ai Pro in Zecca : magistrato destioatu 
a pagare gPinteressi annui a tatti i capitalisti che tene- 
Tano denaro nella zecca, prestato al governo, o deposi- 
tato volontariamente per averne interesse. 

— ed Cottimo di Londra, Y. Consoli de^ Mer- 
canti. 

— ->- a le Artiglierie : magistratura composta 
di tre senatori che soprantendevano al fondersi dei 
cannoni, alla fabrica delle polveri, al corpo de^ bom- 
bardieri ec. ec. 

^ — sopra Banchi. Ài Banco del giro ( Banco 
mercantile che cessò col finire della republica) presie* 
deva una magistratura dell'ordine senatorio. Venne in- 
stituito nel 1 584 ; e P^in^a o^ questo tempo erano aper- 
ti molti Banchi in Venezia anche privatamente (i) pel 
giro dei cambj, e vi si deputarono tre nobili con prov- 
visoria vigilanza: durarono essi sino alla erezione del 
Banco-wro, Il ducato di banco valeva lire 9 e soldi la. 

— sopra Beni comunali: magistratura senato- 
ria composta di tre patrizj , V ispezione de' quali era 
principalmente diretta a mantenere i beni comunali 
immuni da pregiudizj e da usurpi. 

sopra Beni inculfi. Erano cinque : a questi 

spettavano le investiture delle acque publiche richieste 
con supplica da particolari per render fertili i loro be- 
ni inculti. 



(0 I Pisani s'inlitolarano perciò: dal Banco. 



8f 

Proveditori a le Biave, Magistratura composta di 
cinque senatori, tre col titolo di ProvedUori elellì dal 
Maggior Consiglio, e due con quello di Sopra-Prove-^ 
ditori eletti dal senato. A questo consesso gravissimo 
era intieramente coir»me3sa la materia d^:! l'annona per 
Yenezia e per tutto lo stato; si che a Venezia correva 
il proverbio : Comande^ che senio a le hiai^e. 

òopra le Camere : m&gisivatura di tre patri- 

zj, che sopravegliava le Camere Fiscali dello blato, ed 
aveva P incombenza di esigere certe pubiiche gravezze e 
di conservare il denaro puhlico che veniva raccolto nel- 
le camere fiscali delle città ridilo staio. 

alla Camera de^ Confini', sopran tendevano 

ai confini dello stato, e in conseguenza alP uffìzio dui 
Proveditori a*Confini istituito in ogni città di provin- 
cia confinante, come erano Belluno, Udine, Vicenza ^ 
Verona, Brescia, Bergamo, Crema e Rovigo. 

— sopra Feudi: magistrato di tre patrizii »e- 
natori, i quali investivano a nome publico i nuovi pus- 
sessori di feudi, e vegliavano sulla materia feudale. 

Vedi altri Proveditori al titolo dell' officio : iSani- 
tó, Giustina vecchia e nuova ec. ec. 

Quarantie. 

Con tal nome chiamavansi li tre supremi giudi- 
ziarii consigli della rep. veneta , che giudicavano io 
ultima istanza le cause tanto civili che criminali; cosi 



Si 

detti dal numero di 40 giadid , di cai era cadaona 
composto; e quindi £on altro nome erano chiamati Coit' 
sigli di Quaranta; ano detto Criminale^ V altro CiiHl 
veeehioy e il terzo Cimi Nuovo, La Quarantia Crifnina" 
le era talvolta delegata dai senato a giudicare cause ci- 
bili ; la CtpiV Vecchia decideva le cause di Venezia ec^ 
cedenti li due. i5oo, la Cisnl Nuova quelle di terra- 
ferma, del Levante, della Dalmazia, Albania, Istria e 
Friuli eccedenti la delta somma. 

JUason Vechie e Rason Nove. 

Due magistrature differenti, che avevano ispezione 
sull'economia e discipline del pubblico erario; cosi dette 
appunto perchè il primo òbbietto della lor istituzione fa 
quello di far render conto o ragione ai reggimenti del- 
lo stato ed agli ufficiali di Venezia del maneggio del 
denaro publico. 

Residenti: V. Ambasciatori. 
Rettori: V. Capitani, Prefetti ee. 

Revisori. 

Revisori e Regolatori alla Scrittura ; Revisori e 
Regolatori delV entrade publiche in %ecea : Revisori e 
Regolatori dt^ da%ii» Erano tre differenti magistrature, 
la prima delle quali aveva P incumbenza di rivedere 



83 
rammìoistrazione economica di alcuni magistrati e dei 
ReUori dello stato ; la seconda quella di soprantendere 
a^dazii e alle publiche gravezze dello stato \ la terza sui 
dazii della dominante, specialmente per impedire i con- 
trabbandi. 

Riformatori dello Studio di Padova. 

Magistratura senatoria instituita nel 1 3 1 7, compo- 
sta di tre patrizii delPordine de^Sayi, la quale sopran- 
tendeva alPuniversità degli studii di Padova, ed aveva 
inoltre la facoltà di licenziare le opere per la stampa 
dopo avute le attestazioni dei Revisori. 

Sanità. 

Magistratura composta di cinque giudici dell' or- 
dine patrizio, due de^ quali senatori. À questo tribu- 
nale erano esclusivamente riserbate tutte le materie ine- 
renti alla publica salute. Si chiamavano Proveditori e 
Sopra-Proveditori alla iSanxVi. Questo magistrato, secon- 
do il Sansovino (nel 1. 15 della di lui Fene%ia)yfa eret- 
to Pan. 1484 per rimediare alla peste che grassa va in 
quel tempo, e che fece cessar di godere della ducale di- 
gnità Giovanni Mocenigo. 



84 

Savii. 

Era titolo di gravissima magistratura. — • Vi erano 
sei Savii del Consiglio^ detti comunemente Savii Gran^ 
diy i quali duravano sei soli mesi, ed avevano nel sena- 
to facoltà proponente, non deliberativa. Nel tempo del- 
le vacanze però questi 5aW£ riuniti provvedevano a tatti 
gli affari di governo devoluti al senato ; e le loro de- 
liberazioni o decisioni cominciavano dalle parole Man^ 
iantihus Sapìentihus, 

Yi erano poi cinque Savii di Terraferma^ uno 
dei quali appellavasi Savio Cassiere , che presiede- 
va al publico tesoro. Un secondo, detto Savio alla 
Scrittura^ presiedeva alla milizia regolare. Un terzo, 
detto Savio alle Ordinanze, soprantendeva alle cernide. 
Il quarto era detto Savio ai Brevi y ed aveva 1^ incum- 
benza di rivedere i Brevi Papali per farli ammettere o 
no dal governo. Il quinto dicevasi Savio ai Damò, ed 
aveva il dovere di dar pronta spedizione ai decreti del 
senato presi per urgenza. 

Finalmente vi erano sei Savii agli Ordini, stati 

da principio istituiti col titolo di Savii agli ordini 

della navigazione, per la visita dell' arsenale, e per feo- 

prantendere airarmamento dei legni ; ma ultimamente 
> 

non aveano speciali attribuzioni oltre a quella dUnter* 
venire a comporre il Pien Collegio, eh* era la rappre- 
sentanza politica del governo, e dare il loro voto deli- 

berAtivn. «— Tn nn(><;tn nrictn ci AlAcrcrprnnn nnr In nììì 



85 
de^patrìzii giovani, perchè s' istraissero come appren- 
denti degrinterni metodi di governo, onde farsi strada 
«1 grado di Savio di Terrc^erma^ indi a quello di 50- 
vio del Consiglio, 

Chiamavasi la Consulta quella che facevasi alla 
mattina di ogni giorno feriale nel palazzo ducale, com« 
posta de'*$am del Consiglio^ de^Savii di Terraferma e 
àe*Savii agli Ordini (benché talvolta anche senza que- 
sti ultimi) per le proposizioni da farsi al senato. •<— E 
qoando per la discussione di qualche affare importante 
si univano alla consulta ordinaria altri patrizii stati al- 
tra volta nella carica de'Savii, dovevano questi interve- 
nirvi in veste nera : dal che la consulta straordinaria 
soleva chiamarsi anche Consulta Negra, Y. anche Col' 
legio. 

Scansadori. 

Magistratura di tre senatori, detta in origine Pro' 
peditori e Regolatori sopra la scansatone e regolazio' 
ne delle spese superflue^ ma che volgarmente chiamava- 
si Magistrato dei Scansadori: si quale era attribuita 
singolarmente la soprantendenza ai monti di pietà del- 
lo stato. 

Segrete. 
Cosi denominavasi l'archivio ducale. 



86 

Segretari. 

Tarii «rano i segretarii, come varie pur erano le 
loro attribuzioni. Si eleggevano dalla classe dei cittadi- 
ni originarii, ed avevano aspiro fino alla carica di Cait- 
ceìlier Grande. Segretario alle Voci veniva detto que- 
gli che teneva conto deglUmpieghi vacanti, cioè del co- 
minciare e del finire di tutte le magistrature per pro- 
porre a suo tempo le nuove elezioni \ la quale proposi- 
zione si bociavH, cioè publicavasi anticipatamente nel 
M. C. 

Senato', Y. Pregadi. 

Signoria . 

Consiglio minore dei dogi instituito neìV anno 
1 1 79. y. Consiglieri, 

Signori di notte: Y. Collegio. 

Tavola de Vtntrada e Tavola de Vlnsida, 

Due differenti magistrature, che soprantendevano 
airimportazione ed esportazione delle merci da Yenezia, 
esigendone il dazio. La prima era composta di sei patri - 
sii ^ la seconda di tre. 



«7 
Ternaria. 

Dae erano le magistrature di tal nome: Ternaria 
vecchia e Ternaria Nuàva^ coperte da patrizii che por- 
layano il titolo di Vice-domi ai {F'isdomini). Alla pri- 
ma competeva l' esazione del dazio delP olio e la vigi- 
lanza snlle misure delPolio stesso \ air altra la sopra n- 
tendenza alle materie della grascia j ed erano basse ma- 
gistrature aggiunte a quella dell' olio, ch^era senatoria, 
istituita nel 1 174; onde fu ad esse dato il titolo di Yice- 
domini, per indicare la loro dipendenza dal magistrato 
{>rincipale, cioè dai Sopra-Proveditori airOlio. 

Tribunale^ 

Dai Teneti dicevasi propriamente Tribunale a 
•quello dei tre Capi del consiglio de^X e degV Inquisi- 
tori di Stato. Gli altri consessi giudicanti avevano il ti- 
tolo rispettivo di consiglio o di magistrato. Nelle citta 
di terraferma i consessi criminali , formati dai publici 
rappresentanti e dagli assessori, dicevansi Corte. 

Ufficio de la Bolla: T. Doge. 
yice-doge: T. Consiglieri. 

F^i sdomini a la Tana. 

Erano presidi di una magistratura, cui demanda- 
: 1 ^.j:^ j^: ^«mr»; At»ì\* ar««na1e. non meno che 



88 

il fare, occorrendo, le veci de*Palroni a V Arsenale ri- 
spetto a* quali avevano appunto il titolo di f^isdomini, 
y. anche Ternaria, 

Zonta. (Giunta) 

Era raggiunta di sessanta senatori, che rinova vasi 
ogni anno al senato, e si chiamavano comunemente i 
Sessanta de la Zonta, perchè aggiungevansi agli altri 
sessanta ordinarli detti Sessanta del Pregadi, Con que- 
sti sessanta aggiunti si volle rendere ih senato più nu- 
meroso. 

Zudegado, (Giudicatura) 

Gol termine vernacolo di Zudegado intendevansi 
le magistrature civili* Y. Giudìei, 



NOMI PB OPRII 



Che nelf uso del dialetto veneziano portano 



qualche varicLzìone. 



Adeodato 


Diodato^ 


Agnese 


Gnese. 


Alessandro 


Lissandro* 


Alfonso 


Fonso, 


Anna 


Nana. 


Ambrogio 


Amoroso, 


Anastasia 


Nastasia. 


Angiola 


Jln%ólay An%óUta e Zan 


Angelo 


Jnwlo, 


Antonio 


Toni, Tonin e Togno. 


Apollinare 


AponaL 


Apollonia 


Polonia» 


Bartolomeo 


Bortolo, 


Baldassare 


Bàldissera, 


Basilio 


Basegio* 


Bernardo 


Nardo. 


Benedetto 


Bendo. 


Biagio 


Biasio. 



9<> 




Caterina 


Catina e Cale. 


Cristoforo 


Tcfolo. 


Domenico 


Menego e Menegheto. 


Elena 


Nene. 


Elisabetta 


Beta e Belina, 


Ermolao 


jilmorò. 


Enrico 


Erico. 


Eufemia 


Ufemia, 


Eustachio 


Stae e Ustaehio, 


Ferdinando 


Nando e Nano. 


Federico 

Filippo 

Francesco 


Ferìgo. 

Pipo. 

Checo, 


Giacomo 

Giorgio 

Giovanni 


Bapi. 

Zorzi. 

Nane^ Zuane e Zantto. 


Giovambattista 


Tita. 


Giovanni-Maria 


Zamarìa e Zàmara, 


Girolamo 


Momolo. 


Giuseppe 
Guglielmo 


Isepo e Bepo. 
Oelmo. 


Leonardo 


Lunardo e Nardo» 


Leone 


Lio e Lion. 


Leopoldo 
Lodovico 


Poldo. 
Vico. 


Luigi 


Gigi. 


Matteo 


MaUìo. 


Melchiore 


Marchiò, 



Natale 



9" 



Naàal. 



Osvaldo 
Orsola 


Sgualdo. 
Orseta, 


Paolo 

Pietro 

Procolo 

Protasio 

Prudenzia 


Polo. 

Piero e Pierìn, 

Provolo, 

Trovaso, 

Prudenza, 


Sebastiano 

Servilio 

Spiridione 


Bastian. 
Servolo. 
Spiro, 


Teresa 
Tommaso 


Gegia, 

Tornio e Toma. 



Ubaldo 



Soldo. 



DIZIONARIO 



DEL 



DIALETTO VENEZIANO. 



A G 



ÀI 



^ Abloeo, Blocco. Usasi nel 
dialelto ancho per asse- 
dio ; ma blocco propria- 
mente non è che un as- 
sedio alla larga per im- 
pedire r arrivo di viveri 
di soldati. Assedio fu 
quello di Venezia nell'an- 
no 1814 e quello pure del 

1849. 

Acanar, Accanire, usare ac- 
canimento; stancare^ op- 
primere di fatica. 

Jeanà, Assiduo; oppresso da 
fatiche. 

Acuiar (term. di giuoco.). 
Chiamar i punti della par- 
tita. 

Adese. Adige (fiume). 

Agiada, Agliata ; pane pre- 
parato con aglio, olio ed 
aceto. 
4 Agiere (voce poetica). Aria. 

Agio. Aglio, ortaggio di o- 
dor forte e di sapore pic- 



cante. Ve n^ha di IS8 spe- 
cie. Dicesi maschio quello 
il cui bulbo non è anco- 
ra formato. Aglietto (aje" 
to), se fresco e non ancor 
capitato. 
Ago dapomolo. Spillo, spU- 
letto. 

— da cuzer. Da cucire. 

— da peto. Chiavacuore, 
punta-petto. 

•— da testa. Infilacapplo. 

— da rede" o lenguela. A* 
goccbia, ago da reti;strum. 
biforcuto. 

— da saco. Ago da bastieri. 

Agraman. Ornamento di ve- 
stito, od anche dello spi- 
rito: come aver Vagra» 
man del canto, della voce, 
ec. 

Agro. Acido. Anche annoia- 
to, infastidito. 
Aguazzo. Rugiada, guazza. 
Aidal Va lai 



96 



AL 



jijuiar la barca. Sovveni- 
re altrui In un affare; 
concorrere all' opera. 

Ma, ale del pesce» Branchie. 

— del capelo.Tessi del'cap- 
pello. 
•^ Alheo. Abete bianco, 
t* Albera, Pioppo nero. 

—- mata. Pioppo bianco; al- 
bero che produce ragia e 
che serve per lavori. 

Alberadura, V. JrboradU' 
ra. 

Albero. Fravolino; pesce di 
mare. 

^ ^^6uo MMadia ove s'Impasta 
la farina per far il pane. 

Aldir le rason (terra, fo- 
rense). Sentir le ragioni. 

A lega. Alga. Le alghe ama- 
no i bassi fondi e le vi- 
cinanze della terra. Le 
nostre lagune sono ricchis- 
sime di tali eleganti pian- 
ticelle. 

— la xe wn' alega, Dlcesi 
di cosa assai leggiera. 

Alegro, Brillo, dicesl di co- 
lui cui il vino cominci ad 
infondere una straordina- 
ria allegria. 

A l'imparo, DI pari, in pa- 

♦ ntà. 

Alozar, Alloggiare; dare o 
ricevere alloggio» 

Altana, Loggia quadrata di 
tavole sopra un ediflzlo; 
serve per asciugare 1 
panni lini, o per prende- 
re il fresco. 



Alturio: eigar alturto. 

Raitare , lamentarsi alto 

per dolore, per collera^ 

schiamazzare. 
Alzana, Alzaia ; fune per ti- -^ 

rar le barche pe' fiumi 

contro V aqua. 
Alzar el gomio. Cioncare, 

trincare. 

— le carte. Far la taglia; 
alzar le carte al giuoco. 

Alzeta, Sessitura; piega con 
cucitura all'estremità del- 
le vesti. 

Amalatà, V. Malata, 

Amarizà, Colorilo a onde 
di mare. 

Amarizo, Marezzo; ondeg- 
giamento di colore variato. 

— Cogion fato a marizo, 
Babbaccione. 

Amarotico e Amareto, A- 
niarognolo, amariccio. 

Amazzao! Esclamazione di 
disprezzo; ma usasi tal- 
volta anche per vezzo. 

Ambizà, (term. di giuoco). 
Giuoco per ambo. 

Ambra zala. Ambra gialla ; -^ 
sostanza trasparente, elet- 
trica, e d'origine non an- 
cora chiarita. Ve n' lia di 
gialla e di grigia. 

Amia, Zia. Suole anche ap- 
pellarsi amia dalle fan- 
ciulle la maestra; e nei 
grandi istituti si chiamano 
amie le sorveglianti e ca- 
po-lavori^ come titolo di 
onore. 



A N 

-f- jimaUr» Sasioa; albera «be 

dà la ftusioa. 
-f Jmolo. Susina. 

— aquarolc. Susina aqua- 
luola. 

— de F^tmiza. MirtA>eUa. 

— salvadego. Prugnola. 

— ek€ amohl Kaciawaiioae 
per significare: cbepesM^l 

Jmoredei (latinismo). Ani* 
chevolniente ,. anortvol- 
mente. 

Jmplamente. Apartameulè^ 
iflgenaamente. 

Amunano, (voce anCk|.)>- l^a 
anno fa. 

Jnara. Anitra. 

— - MiHukga, V. Mazorin. 

Jnareta* Anltrella. Dicasi 
anche di eerta foroM di 
pane o dViUrOj clie somi- 
gli alcun poco a quell^ani- 
male. 

Jnaroto. AnUrlno;.!! pulci- 
no deli^anttra. 

Anca» Andie; altresL • 

— Il/ (minaccia) Che stl che 
sii 

Ancin. Anoino. Anche appir 
gùo» pretesto. — Arpione 
chiamasi quel ferr^ unci- 
nato, In cui entra 1^ anello 
delle bandelleye an cui gi- 
rano le imposte. . , 

Jfkcroffi^ V. /ncregie. 
. Ancuo ■{ dal guasta latino 
hane Aodi«). Queit^eggi* 

— « aneuO'Oto, ancuo^fMin- 
daie ec./HNl a ettQ>it quin - 
/did'gUNrttrec. . 



àN 



97 



Jncuz$ne, Incudine; ferro -| 
grosso a due punte coni- 
che» su cui i magnani bat- 
tono il fèrro. 

-*- etf«r fra l*anemzmi$ e *l 
mariolo. y.Es$er. 

Ando. Andamento» tratto , 
maniera. 

-^eogmasMera Tandiis. Co- 
.noscere ali^andamento» 

— esitr in anda- de far 
ectf. Esser dispesto a nre 
ecc. 

— star su randa. Star sul- 
r andare. 

Aìk>dar (verbo). Andare. 
Incàc. pres. Mi 9aQù o 
wido, io vado o vo» Ti va, 
tu vai. Vattu? vai tu? 
yaU»? va lei? Tato? va 
egli? El va, egU va.i^fi« 
dèmo anèmOi andiamo. 
Ande , andate. Andiu ? 
andate ? 1 va, essi vanno. 
yali? vannoi essi? 

Imperf. Mi ondava, lo 
andava. Ti andanti o on- 
dèvi, tu andavi. Andalbi'' 
stu ì andavi tu? Ad» an* 
dava, egli andava. Anda^ 
vtlo? andava egli? ^fida- 
vimo andevimOf anda- 
vaow. Andè9i, andavate. 
/ ondava, essi ambulo. 
AndavtM andavano essi? 
Passato. iSon^andd^ an* 

: dai» sono, andate, eoor 

I Fotoroi. ilMdardy aidrò, 
ecc. 

' SogiglnaÉ» prea. Càt mi 



9» 



AN 



wida paga, che io va- 
da, ecc. 

Goodlz. pres. Mi andò- 
ria andarave, lo an- 
drei. Ti andaressi, tu an- 
dresti. Jndaressittufan' 
dresti ta? Jndarielo o 
andaravelo? andr^M^^e- 
gli? Jndaressimo , an- 
deremmo. Jndaressii bb' 
dreftte. / andarave, essi 
afldrebboDO. Jndarawli 
o andarteli? andrebbe- 
ro essi? 

Imperativo. Ta ti, va 
fu» La vada eto, vada lei. 
Ze vada, vadano. 

Parile. Andà, andato. 
Jndai, andati. 

Andar de oeo. Aver la ca- 
cajuola. 

— ^a putini (modo fanciul- 
lesco). Andar a sollazio. 

*~ in amor. Andar In amo- 
re o in caldo; dicesi degli 
animali ; de^pesci propria- 
mente dicesi In fregola, 
perefaè fregando pensassi 
depongono le uova. 

«^ zo, al basso, al de solo. 
Scadere di fortuna, Impo- 
verire. 

-« eoi pie de piombo, — > V. 
Piombo. 

— in f oc Ai. Cadere in mise- 
ria. 

— in oeaj in orto* Confon- 
derai; smarrirsi in favel- 
lando. 

•— zo dei baxorij in o- 



AN 

ria. Mettersi in fòrtéxol- 

lera. 
Andar al muso, V. Affiso. 
»- su Vaseno. Incorrere In 

disgrazia. 

— a foto. Andare a mensa, 
a tavola. 

— > a orbon. Andar a caso. 

— per «fmfzo. V. Stralzo. 
^^ al de là. Eccedere, pas- 
sare I limlU. 

— de mo/. Dicesi dlcosaclie 
per troppo tempo ha per- 
duto la sua condizione. 
Guastarsi, Infracidare di- 
cesi delle carni. 

— del corpo. Cacare. 

— per eeessoi Per seemso# 

— de (^loto. V. Viola. 

—de trasto in senMna. Sal- 
iare di palo In frasca. (Ma- 
niera figurata.) 

— a l'orza, V. Orza. 

— sbusa. Andar fallita. 

'— in semenza. Fare il tallo; 
messa delPerbe quando 
vogliono semensire. 

— per el tragheio dei ca- 
nf.Cioè pel ponte di Rialto. 

•— in sanse o safuarele. 
Andar In peazettl. V. ^fi- 
se. 

— a baranon, a rondon, a 
sbrindolon, a torzio e 
a tarzion. Andar vagan- 
do. 

— a patrasso. Andar a finir 
male. 

— a bruo Umgo. Andar de* 
tuoi piedi, agevolmeitfe. 



ÀN 

jéndar co U ealende gre' 
éke> Airinfloito, al mai; 
perchè i Greci non aveva- 
no ealende. 

— - a dar. k colpire. 

— de cariera averta. Di 
. tutta carriera ; moUo velo- 
cemente. 

— fora del 9ada. Uscir dei 
termini. 

— fora per oc Aio. Spargere 
Il seme; poUuiione nata 
da soverchio riempimento^ 
da forza d^ iunnaginazlone 
di sogno. 

''l'co la luna. Esser varia- 
bile. V. luna. 

-^stagno. Andar canto, con 
riserbo. 

— da la grela a le bronze, 
Pasaar d^uno in s^tro peri- 
coio. 

— in bocaal hvo. Cader nei- 
V aitroi rete. 

— >perì$ora.Traboceare; qnel 
eresfiimento che formano! 
fluidi bollendo. 

— de o<to. Piacere assai una 
cosa. 

— in brodo. Provar un gran 
piacere. 

— per lesbooKze. Essere in 
abbondanza. 

-* al tibia. Andare al lar- 
verò. 

— via eo ito anzoleli. Ad- 
dormentarsi senza volerlo. 

— eo la piva in saeo. Gol- 
te trombe nel sacco; sen- 
za aver ottonato, rii»clto. 



ÀN 



99 



Sfidar a pieo. A picco; il 
sommergersi ohe fa una 
barca. 

— a to romba. V. Bambar. 
— zocol brentonj zo come 

Chiara mata. Dfr ingiurie 
senza riguardo ; montar 
sulle furie. 

— a roda toiMida» Procedere 
speditamente. 

— zodei ealeagni. Perder 
la stima. 

— lauar andar. Trasanda- 
re negligere. 

— e eke to pagai Avanti 
porci 

— vaga o vadcu Dicono 1 
giuocatorl invece di po* 
sta. 

I— ^0 lava, la vaj seno, 
■ burlava. Se coglie, colga, 

guasto fatto; dicesi di 

cosa a repentaglio. 

— no me ne va e no me ne 
vien. Non è cosa che mi 
appartenga o che m! Inte- 
ressi. 

— eM voi vaga, e ehi no 
voi manda. Non è più bel 
messo che sé stesso. Ghlfo 
per sé fa per tre. 

— vaga eo laea andùr. Sia 
come si voglia. ;' ; 

-— andarghene fora. %»e*T. 

dirsene liberarsene."*** 
r— andemo bei che i riei è 

coti (maniera lronica).An- 

diamo avanti pure) 
Andar (nome). Andatun» 

Anche modo di procodore. 



lOO 



ÀN 



Andar: sul 909trù andar. 
Sulla voétra tagUa. 

Jndia, Andito; androne se 
luogo a terreno. Cbianiasì 
HDpropriainenle andio an- 
che fi rifliano, cioè quei 
nuovo piano che sMncontra 
a capo di una scala. 

Anema, Anima. 

— no^ pasta ^nema nata. 
l^on passa aniisa vrva. 

— de boton. Fondello. 
AnemaL Animate. 

•^ un par de onetnaL Un 
paio Ui bOTi. Anemai det- 
to ad uomo; vale bestia^ 
soreanzalo. 

Aneme, Vampiri ; «pirittcre- 
dutKvenir dall'altro man- 
do. ' 

An^»it€(a. Dieesi per vextoa 
faneinito^ come creaturi- 
na. Ghiaiuasi anche cosi 11 
fabricalore d^ anime, k>ot- 
loni dV)9S0 e fondelli. 

AnesU Anid; pianta la end 
pannocchia è simile a quel- 
la del finocciiio. 

Ane$on* Anisetto; affoavite 
«Uilata con infusione di 
anici. 

AfkgankuAgiXétu 

Angpssa. Angoscia, trava- 

— ' pÌ9. Da nfÀ dicesi anche 

pift ispavento, terrore. 
Anguèla. 8|4llancola; pesce 
«rgentiao minolissinio. A» 
therina: 9féneii vulgo 
A ^'^neiUm app$Uani • 
(BelkeoO 



AQ 

Anguria, Cocomero; forse -[< 
dal greco Agurion, Cbia- 
«lasl dai Francesi mellone 
d^aqua. I suoi semi hanno 
luogo tra i semi freddi 
maggiori. 

Angusigola. Agogila o a*- 
gomarino; pesce di ma- 
re notissimo, buono a man- 
giarsi. 

Ani'Anarum. Molti anni* 

«— oreoni-anorKiit che no h 
pedo. Sono anni domini che 
non lo Tedo« 

— - avtr I ani de ia mata 
teufta. Aver gN aonl di 
Noè. 

— l'ano del diete (man. fa- 
miliare). Ab antico. 

Ansa. Anelito, ansietà, in- 
quietudine. Dicesi attdie 
delP avidità o desiderio 
grande. 

— dar ama. Dar tempo, 
lasciar che uno si abusi. 

Ansar. Respirare con affan- 
no. 

Anlian. Tegame ; vaso piat- 
to di terra con orli alti e 
manico per uso di cuocer 
vivande. 

Anzoleti. Pesos di mare coi 
dorso di colore rosso. Di- 
cesi AnxoUtfi de la Mado^ 
na altro pésce che i Re- 
niaiu 'dicono Pesce forca, 
«clie pigliandosi di rado i 
pescatori Io appendono per 
divosiotie alla Madonna. 

Aqua de Umon. Limonèa ; 



KQ 



AQ 



toi 



l>evaiida fatta €<m «qm^ «ntn V atfaa nella barca 
zucchero e agro di limone. , per qualche apertura. 
Jquù mesehizza. Aqua sai- jéqna, trar aqua. Attigner 



mastra; cioè dolce me 
schiata cotta salsa. 

— e caeo. Fosca; bevanda 
d^aqoa mista ad aceto. 

-— rasa. Essenza di tremen- 
tina ; olio essenziale. 

«— itgnanfo. Aqua nanCa; di 
fior d''arancio. 

— reaU Aqua regia ; acido 
idrocloro nitrico. 

—•dorila. Aquavite; liquo- 
re spiritoso che si estrae 
dal vino ec. 

— da partir o aqua-forte. 
Aqoa forte, che si dice an- 
che addo nitrico. 

— tenta. Aqua avvinata; pi- 
sefatello; vino molto ada- 
qnato e debole. 

— de $ete cote. Aqoarzen- 
te, aquavite. raffinata. 

— zalta. Aqua di mare. A- 
qua marina poi è una 
pietra marina» la quale ha 
la sua cristallizzazione; il 
suo colore è verdastro. 

— da barba. Ranno; aqua 
con cui 8^ insapona la bar- 
ba. 

— andar o esser tuioin 
f un*aqua. Sudar assai , 
grondar di sadore. 

— esser fra do ague.Fra due 
opposte difttcoltà; esser in 
dubbio. 



aqua. 

— tirar l*aqua al so molin. 
Far tutto a suo prò. 

— spander aqua. Orinare. 

— lassar andar l'aqua per 
et 90 molin. Lasciare an- 
dar raqua alla china; la- 
sciar che le cose cammi- 
nino naturalmente» senza 
Impedirle. 

•^ lassarse vegnir l* aqua 
adosso. Ridursi agli ultimi; 
non prevalersi del tempo, 
E male per chi ha tempo e 
-tempo aspetta; che men- 
tre piscia il caoj la lepre 
sbietta. 

■^ laorarsoto aqua. V. Lao^ 
rar. 

-!- vegnir l'aqua in boca. 
Venir Paquollna alta boc- 
ca; la góla gli fa tappe 
lappe. 

— vogio veder in quanti 
pie d^aqua cìw stogo. Vò 
vedere in quanr aqua io 
peschi; cioè voglio esami- 
nar bene. 

• far un buso ne l^'aqua 
V. Far. 

Aquaizza. Empi-fondo; alza- 
mento straordinario del^ 
r aqua del mare» che suol 
precedere il soffiar dei 
venti.^ 



>• 



far aquu.(ìerm. mviTÌn,)\jqttariol. Aqualùolo ; che 
Dicesi da'marinarl quando » porta o vende aqua. 



103 



AR 



Ara, Air, spazio di terra ove 
8i batte il grano. 

Jra e Are (voci l>asse). Vr 
Vardar, 

Arboradura. A12)€ratura ; 
nome collettivo ch^espri- 
me tutti gli alberi di una 
nave: i.« albero di mai- 
straj2,*^ irinchetoj z,^ 
bompressoj 4.^ albero di 
con tro • mezzana. Questi 
alberi poi sono divisi in 
tanti pezzi^ che portano al- 
trettante vele; nelP albero 
di maistra i pennoni di 
papafigo e di gabia j nel 
irincheto i pennoni dipo- 
papgo e di parocA^/o^* nel 
bompresso il baston del 
fioco j e parimente ogni 
particella porta una diver- 
sa denominazione. 

Arcaza» Chiurlo; uccello pa- 
lustre. 

Ardir* Ck>iì8umare in un 
momento. 

— ^rdto. Ck>Dsufflato, ingo- 
iato. 

Arcipretso (idiotismo). Ci- 
presso. 

Arcova, Alcova; luogo di u- 
oa stanza da riporvi un 
letto. 

Aredodese (voce antiq.). Be- 
fana. Quella larva che di- 
cono ie donne calar già 
dal cammino delle ca^e la 
notte delP Epifania^ onde 
fanno che i ragazzi appic- 
chino la calzetta al cam- 



AR 

mino, acciocché la Befana 
la empia d|^ roba o. buo« 
na cattiva, secondo che 
essi si sono in q udiranno 
bene o mal conu>ortati. 

Arente. Appresso. 

<— a questo. In aggiunta^ di 
soprappiù. 

Arfiar. Fiatare, rifiatare. 

Jrgalip. Intrichi, superflui- 
tà. Forse da arcalìfo, ti- 
tolo di signore saraceno, 
il quale esige sempre va- 
ne cerimonie. 

Argahe, Argani, macchine 
da levar pesi. 

r- ghe 90l, le argante Si 
dora fatica. 

Ari, Voóe per incitare le be- 
stie da soma. 

— ienza dir né ari né sto- 
ri. Air insaputa, senza 
preavviso. 

Ariata, Ariaccia,aria cattiva. 4 
Ariazza, Vento freddo. ^ 

Arlevarj arlevà. Allevare, 
allevato. 

— bel arlèvo f la bella edu- 
cazione! 

Armadura, Bertesca; «oste- -r 
gno palco su cui stanno 
i muratori a murare. Gril^ 
lo chiamasi il ponte, o ar- 
madura volante. — Arma- 
dura sostegno dicesi an- 
che a queMegnaml che si 
mettono a sostegno di una 
fabrica. 

Armar iol. Armaiuolo. 

^rme /i>i. Albicocco, meliaca. ^ 



àR 

Ermellino è un piccolo qua- 
drypede la cai pelle è pre- 
siosa. 

Armer. Armadio. 

Jrmereto. Armadino. 

^rmizar. Ormeggiare un ba- 
ttimento^ cioè ritenerlo con 
cavi fermali a punti stabili 
In terra, o ad ancore in 
mare. Anche equipaggiare 
un bastimento, cioè armar- 
lo di quanto è necessario. 
.^ Jmoio, Vaso, tina o botte. 

Aromatico, Tanfo ; mal odo- 
re proprio de^Iuoghi chio- 
si. 

Arpese. Spranga di ferro. 

Arpia. Mostro favoloso. Di- 
cesi anche a vecchia brut- 
ta e ad avaraccio. 

Arpiar. Veder appena un 
barlume. 

Arsar, Arsicciare. 

<— Ar$à o arso. Arsicciato, 
arsiccio. 

Arsenahto» Arteflce qualun- 
que dell* arsenale. 

Arsin, Arsiccio. 

ArHnico. Arsenico; metallo 
venefico e corrosivo. 

Arsirà, Arsicciato e scottato. 
Anche sitibondo^ che ha la 
gola arida per sete o per 
febbre. 

Arsura, Ardura; eccessivo 
caldo. De^o ad uomo, vale 
spiantato. 

Arti. GlMdioti nostri fanno 
arte di geo. mascolino, e 
dicono €l mio arte, i arti. 



kS 



io5 



Arti: impara t^arte e me- 
tila da parte. Ad ogni 
arte, sia pur ella meschi- 
na, tutto il mondo ricetto 
dà e farina. 

-— senz'arte né parte. Per- 
digiorno, ozioso e sensa 
beni di fortuna. 

Jrtesan, Artigiano chi eser- 
cita arte meccanica. Ar- 
tista è quegli eh* esercita 
untarle liberale. 

Artichioco. Garcioifa. v . 

— de cima, Carcioifo vetta- 
inolo, che nasce in vetta. 

— salvadego. V. Erba re* 
ehiela, 

Arzere, Argine; rialzo di ter- i 
ra posticcio fatto sopra le 
rive de* fiumi per tener 
Taqua a segno. 

i^«0(jrto. Pungolo; stimolo per 
far camminare i buoi. 

Asèo, Aceto. 

-~ aseo t (esclamazione). Can- 
chero! 

Asforo. Nome passato ìd com- 
jnercfo; zafferano selvati- 
co, i cui fiori si adoperano 
nella tintura pel color di 
rosa. 

Asia, Pesce cane; pesee di 
mare del gen. degli squali. 

Asin, Formaggio asino, eh* è 
composto In parte di latte 
d*asÌDa. 

Asme» Azimelle; pane usato 
dagli ebrei neUa Pasqua. 

Asmo. Asma; difficoltà di re- 
spiro. 



io4 



A V 



A V 



\ 



^sola. UcchieUo> fcrmagUo. 
^sporge. Aspersorio con cui 

si asperge nelle chiese IV 

qua benedetta. 
J spreto. A&prlgno; che ha 

deiraspro. 
Jssae. Assai. 

— assae-assae. UDitissiioo. 
Jssesa^ Salita. 

Mso-, Kel giuoco delle carte 
è nome di un solo punto. 

— restar in asso.V, Restar. 
Jslemio. Vale astinente dal 

vino ; ma Bel dialetto no- 
stro intendesi da qualsi- 
voglia' altra cosa. 

Astese. Astaco; granchio ma- 
rino a coda lunga. 

ditoso (voce antiq.). Fasti- 
dioso, importuno. 

Jto% Adatto. 

^iuii sema ati a fatar. Gbf 
fa falla, e chi non fa non 
falla. 

-^ eke ati! Che gestii che 
maniere ! 

Atomo, in f un mtomti. In 
no attimo^ Ui un momen- 
to. 

jiut*aut. si & no ; o Tuno 
o Taltro; o dentro o fttorl. 

Jva, Ape, pecchia. 

^pantar. V. Fantar. 

Jvantarse, Vantarsi; darsi 
vanto, gloriarsi. 

Jvantazo. Vantaggio; queir 
aste su coi il componitore 
di stamperia assetta le li- 
nee dopo composte. 

Avanzar. V. Vanzar. 



Avanzaura. Avainuglio ; t» 
peggior parte di quel ehe 
avanza. Culaccino dicesi 
» Tavanzo del vino che oc- 
cupa a fondo del bicchie- 
re. 
Avemarie* Miglio al sole; na- 
sce nei luoghi incolti e 
lungo le strade. Le radi- 
ci di questa pianta ci som- 
ministrano una bella tintii 
rossa. 
Aver. Avere. 

Indicat» pres. Mi go e 
ho, io ho. Go^7 ho io? Ti 
ga, tu bai . Gastu ? hai 
tu ? Eigoi, egli ha. Gaio? 
ha egli? Gavèmo, abbia- 
mo, Gavemio? abbiamo ?^ 
6avè, avete. Gat;eii? ave- 
te voi 7 / ga, essi hanno. 
Gali? hanno eglino? 

Pass, iroperf. Mi gave^ 
va, io aveva. Gikcwio mir 
aveva io ? 7H gavevi, ave- 
vi, tu. Gavevistu? avevi 
tu ? El gaoepo, egli ave- 
v^. Gw^eveló? aveva egli? 
Gavevimo, avevamo. Ga- 
V9vi, avevate. I gaveva, 
avevano essi» Gai9CV€li? 
avevano essi? 

Pass, perfetto. Gobua, 
o avuo, ho avuto^ ecc. 

Futuro. Gavarò, avrò. 
Gavarojo ? avrò io ? T% 
gavarà, avrai. GavQroi tu ? 
avrai tu ? £/ ^avor^egli 
avrà. Ga^aralo? avrà e- 
gii? GavartfmoA avremo. 



A V 

Gavaremio? avremo noi ? 
Ga9arè, avrete. Gavwreu? 
avrete voi? / gwarà, es- 
si avranno. GavaraU ? 
avranno eglino? 

Soggiuntivo pres. Che 
mi gabia, ch^ io abbia. 
Che ti gabi, che tu ab- 
bia. Ch"* el gabia, eh' e- 
gH abbia. Che nu abie- 
mo, che noi abbiamo. Che 
vù abiè, che voi abbiate. 
Che t gabia, eh** essi ab- 
biano, 

Imperf. Se mi gavesse, 
sMo avessi. Se ti gaves- 
si, se tu avessi. Se el ga- 
vesse, s'egli avesse. Se 
nu gavessimo, se noi a- 
vessimo. Se vu gavessi, 
se voi aveste. Se i ga^ 
vesse, s'essi avessero. 

Passato perf. Che mi o- 
bia buo avuo, che io ab«> 
bia avuto^ ec. ec. 

Gondiz. Mi gavaria, o 
gwarave, io avrei. Ti 
gavàressi, tu avresti. Go- 
varessistu? avresti tu? 
JSl gavarave o gavaria, 
egli avrebbe. Gavarielo? 
avrebb'egU? Nu gava^ 
ressimo, noi avremmo. 
Fu gawiressi, voi avre- 
ste. / gavaria o gavara- 
ve, essi avrebbono. Ga^ 
varieli o gavaravelif a- 
yrebbono essi? 

Imperativo. Jbi ti, ab- 



4 V 



io5 



bi tu. Lu gubia, abbia e- 
gli. Abiemo nu, abbia- 
mo noi. Abiè vu, abbiate 
voi. / gabia, abbiano 
quelli. 

Partic. A9UO 6tio> a- 
voto. 

Aver caro. Avere a grado, 
tenere in pregio. Go ea* 
ro : ci ho gusto. 

•— le man sbuse. V. Sbuse, 

— sul so bon It &ro. Aver 
io istima. 

— lochi fodrai depersuta. 
V. Ochi. 

— la smara. Aver la patur- 
nia; anche la collera. 

-— ochio. Stare in guardia. 
— - 6ooa che vustu. Aver tut- 
to ciò che si brama. 

— i corni per tresso. Esser 
indispettito. 

— un balin in testa. Aver 
alcun timore. 

— muso da far ee. V. ilftf- 

so. 
•— aver, man. Aver mezzo. 

— nel torototò, cioè in cu- 
lo. 

•— uno .a earte 48. Non a- 
verio in grazia. 

— Tega — ve go --^ lo gol 
Maniera bassa « significa 

' lasciami . in pac^, ;ch' io 
t'ho sotto Io zocgDld/**; 

— chi ha òtta Aa' ^tfoH Ìa 
cosa è fatta. * • 

Avertaura. Apertura. 

^ davanti de la camisa. 



io6 



A V 



Sparalo , se da uomo ; 
acoUo> 80 da donna. 
Averxér o Avrir. Aprirò. 

Indie. Prea. Jverzo, a- 
pro. Jverzi, apri. ^p«r- 
xUtì^ apri tu ? J9erze, 
apre. J^erzelo? apro e- 
gli ? Jverzimo, apriaaio. 
Jverzi, aprite. Jverziuì 
aprite voi? / werze, ossi 
aprono. À^erzeli? aprono 
essi? 

Pass, imperf. Jverziva, 
apriva, ecc.* J9erzi9ifno, 
aprivamo, ecc. 

Passato perf. Go aver* 
io, apersi. Ti ga averto, 
apristi eoe. 

Futuro* Jverzerò, a- 
prirò. Ti averzerà, apri- 
rai, ecc. Jverzeremo a- 
priremo, ecc. 

Soggiont. pres. Che mi 
aver za, cliMo apra, ecc. 

Imperativo. Jverzi, a- 
pri< Aver zi, aprite, ecc. 

Condizionale. Mi oper» 
zeria o averzerave, io a- 
priref. Ti aperzeressi, tu 
apriresti. V averzera^ , 
egli aprirebbe. Jverze* 
reesimo, apriremmo. J' 
verzeressi, aprireste* / 
aoeragria, aprirebbero. 

•PtfHjcc Jverto, aperto. 
Jvé^iécMabotiglia. Stu- 
rale una bottiglia. 



AZ 

Jvérzene, Sbraitile; far 

gran rumore gridando. 
J9i8à. Avvertito. 

— omo avisà, xemezù ar» 
ma. Uomo avvertito, mez- 
zo, munito 

Jvoiio» Avorio; dente d"* e- 
lefante. 

Jvomio Orno ; albero bel- 
lissimo, da cui nei climi 
meridionali cola la cosi 
detta manna a tutti nota. 

JvriL Aprile. 

— avil no te scovrir, ma- 
gio va adagio, zugno oo- 
vete el eodegttgno. Quan- 
do il giuggiolo si veste tu 
ti spoglia, e quand'egli si 
spoglia tu ti vesti ; e ciò 
perchò r albero giuggiolo 
è IMItimo a germogliare e 
il primo a svestirsi di fo- 
glfe. 

— - marzo suto e avril Aa- 
gnà, beato el contadin 
che ha semenà. Aprile pio- 
voso, maggio ventoso, an- 
no fruticoso. 

Jzià» Aziado; uccello selva- 
tico^ che cresce dal cbio^ 
zo, da cui diversifica pei 
piedi di color piombino. 

Jzze. Accie, refe. 

— eurte le azze. Alla bre- 
Te. 

Jzzah Aeeiaio; fèrro rafll- 
nato. 



B 



107 



Babai (voce fanciullesca). Pi- 
docchi. 

— a la babaio, A babbaccio 
a casOj trascuratamente. 

Babao. Nome di demonio. 

— Babao! Canchero I 
Babio (gergo). Viso. 
Babuin» Detto ad uorno^ 

vale mancalor di parola. 

Baeagiar, Chiacchierare sto- 
lidamente. 

Bacan, Strepito, schiamazzo. 

Éacara, Gozzoviglia; il man- 
giare in brigata fuori di 
fomiglia. 

Bacarana. Zurlo, allegria 
smoderata. 

Bacega. Bazzica; giuoco di 
carte. 



tunar uno, infastidirlo, im- 
barazzarlo. 

Bacilo to.Dì cervello mal fer- 
mo. 

Badinar. Scherzare, burlare. 

Baderne (term. marin.). Pa- 
terne; specie di trincile, 
le quali servono per ri- 
parar la gomona nelP oc- 
chio della nave. 

T^Baga.. Otre. Anche uomo 
grasso e beone. 

iBagagiar, Lavoracchiare; far 
piccoli lavori. 

^agagion, Facdiino di stam- 
peria. 

Bagarin, Fanciullino grazio- 
so. 

BagateU. Crepunde. 



— Ogni carta ghe fa ba-iBagaiin. Picc. moneta anti- 



cega. Tutto a lui serve. 

Backeta — Comandar a bar 
cheta. Comandare dispo- 
ticamente. 

<— dar zo la bacheta. De- 
cidersi, risolversi. 

— iegnir a bacheta. Tener 
al do vere, con grande sog- 
gezione. 

— tegnir uno %u te bache* 
te. Tenerlo sulle incertez- 



A' Bachiro. Popone vemhio. 
Bacilar. Farneticare. 



ca : era la dodiceshna par- 
te di un soldo. 

Bagatina. V. Erba da pori. 

BaghelOé Otricello ; piocolo 
otre. 

*— duro come baghelo. Ge- 
me un otricello. 

Bagia: dar la bagia. V. 
Dar, 

<Bagigi. Mandorle di ter* 
ra; cippero commestibile; 
pianta annuale onde na- 
scono sotterra dei picco- 
li bulbi. 



— far bacilar un(h Impor- Bagnada, Bagnatura. 



io8 



B4 



Bagnadin. Molliccio. 

Bagnarol, Bagnajaolo; co- 
lui che tiene il bagno. 

bagolar. Tremolare. Anche 
il saltellare dei fanciulli. 

Bagolina. Verghetta^ scuri- 
scio. 

Bagolo; far bagolo de uno. 
Pigliarsi Irastullo. 

BaicoH* Cantucci; biscotti a 
fette di fior di farina e zuc- 
chero. Questi sono di fa- 
bricazione particolare dei 
Veneziani, che ne fanno 
grosse spedizioni per ma- 
re, 
^ Baicolo, Pesce; varietà della 

specie del cefalo. 
^ Bau. Badile. 

Baile, Pesce balestra, del 
genere dei cant. 

Baia, Palla, pallottola. An- 
che imbriacatura. 

— del V090, Tuorlo, o rosso 
d'uovo- 

«— de saon, S^ponetto. 

— da bigliardo. Biglia. 
•— esser de baia, V. Esser, 

— pair la baia, V. Fair, 
Balador da corda. Funam- 
bolo. 

^' Balanza, Bilancia. 

— piati de la balanza. Cop- 
pe della bilancia. 

— lenguela de la balanza. 
Ago bilico. 

— star in balanza. Star so- 
speso, in bilico. 

^ Balanzer. Staderajo. 



B A 

Balanzin, Bilancino; quella 
parte del calesso a cai si 
attaccano le tirelle del ca- 
vallo di fuor delle stan- 
ghe. 

^alanzioi ( term. deHessi- 
tori). Staffe; quelle funi- 
celle che reg|;ono la lic- 
ciata e le calcolo. 

Balanzon, Staderpne. 

Baiar su la eorda. Esser 
periclitante; star per fal- 
lire, per perdere l'im- 
piego. 

Balarin. Ballerino. Significa 
anche uomo dubbioso del- 
la sua sorte. 
; ^Balconae, Sportelli^ imposte. 

Baldoria, Fasto, millanteria. 

Balena, Ossi de balena. 
Stecchi di una cartilagine 
comunemente detta ossi de 
balena, 

Balengo. Ubriacone. 

Balin i7ào. Lecco, grillo; 
quella prima pallottola che 
si getta giuocando alle pal- 
le alle borelle. 

Balini da schiopo. Pallini; 
1 minuti, migllarole. 

Balise, Branchie; fauci del 
pesce. 

— de la lengua, (term. dei 
macellai). Animellata; car- 
ne che nel taglio resta at- 
taccata alla lingua degli 
animali da macello. 

Baliverna. Casolaraccio , 
stamberga ; stanza grande 



B k 

ridotta in si cattivo stato 
da non poterla abitare. 
Baiò' tondo. Girimèo; ballet- 
to in giro. Ovvero ridda; 
ballo di molte persone 
fatto in giro, accompagna- 
to da canto. 
Balon» Pallone. Anche ernia 

o idrocele. 
— davento. Uomo vano, gon- 
fiò più d^un pallone. 
— far balou de uno, V. 

Far. 
— > aspett^ir el balon sul 
br azzai. Aspettare la pal- 
la al balzo. 
Baloner. Ernioso. Anche uo- 
mo poltrone. 
Balosto. Pasillanime; buono 

a nulla. 
Balotae. V. Far. 
Balzan. Balzano, cavallo cai 



B A 



109 



Bampa. Vampa del tooco; 

fiamma della lucerna. 
Bampada. Vampaccia. 

chiapar una bampada. 

Darsi una scaldata. 
Banca. Panca ; arnese di le- 
\ gno, sul quale pcRssono se- 
dere più persone insie- 
me. 
•— roba de solo banca. V. 

Soto*banca. 
Baneazza. (terra, marln.) 
QuazzagUa; attrezzo marin. 
spettante a sartiame. 
Banco. Panca;- arnese di le- 
gno. 
— no Ve banco per lu, non 
è posto, ufficio che pesèa 
convenirgli. 
Banco-ziro, Banco del giro; 
banco mercantile ànticam. 
in Venezia. 



che ha alcun piede tutti 
segnati di bianco. Dicono 
i nostri cocchieri: balzan 
da do, cavai per mi no. 
Balzan da tre, cavai da 
re. Balzan da quatro^ 
cavai da malo. . 
Balzane. Manopole, parama- 
ni. 



zato; cavallo di colore, e if^anda.Latto; lamiera di ferro 

^u^ k» oiAiin nlo/lo A fiiHI s/kltìlo nnnArtn di stasnO. 



sottile coperta di stagno. 

— de fiori. Intreedatura di 
fiori. 

>f- del ponte» Parapetto. 
-^ in òoAda. Per banda, in 
iscorcio. 

— saver una cossa da bona 
banda. Cioè saperla da 
buona parte. 



Bambinàio. Bambolino. < iBander. Lattato; artefice che 



Bambozzagine. Bamboccia- 
ta ; atto da bambino. 

Bambuc. Bambou bambù; 
canna nativa deliUndia, da 
una piania detta Jrundo 
Bambos. 



lavora manifatture di lat* 

ta. • ' 

Bandiera. Donna . sconsldé- 

rata 
Bandierezzo; V. Cavatez- 

zo. 



Ila 



B A 



J^ofulo (de). Per niente. 

— • star de bandQJ&iSLV ozioso. 

Baocar, Girare sbadatamen- 
te. 

^aoMe<«.RimpiattÌno; far bau 
bau; scherzo da far ride- 
re i faneialU, nascondendo 
il viso e dicendo bau'bau, 
poi scoprendolo improvvi- 
samente e gridando iette! 

V Baosa, Pesce del gen. delle 

razze^coperto da unaquan- 

. tità di muco. 

Bara, Titolo marinaresco che 

. si dà agli anziani; cosi bo- 
ro Toni, bara Piero, ec. 

Bdrabà^ V. Babao, 

Baraca, Gozzoviglia. 

Baracar, Gozzovigliare. 

Baràcola, Ferraccia, giovi- 
ne razza; pesce buono. 

Baràcon, Tripudione. 

V BaraeòcQlo, Albicocco; spe- 

cie di frutta giallognola. 

Barafitóélà, fiuffa; parapi- 
glia, in cui per lo pia si 
viene alle mani. 

Barambàgole, Grinze ; carne 
floscia che pende dal men- 
to. 

Baraónda. Sconvolgimento 
di cose di persone. An- 
' che vicenda, avversità. 

Barar. MaHaolare, far frau- 
di nel giuoco. 

Bùratar parale. Contendere 
fra due. 

--- le parole, Negare ciò che 
prima si è detto. 



B A 

Barba, Zio. 

— farse la barba. Radersi 
la barba. 

«— in barba o a la barba 
de uno. A suo dispetto. 

— sta ftotMi ga tanto de 
barba. Esser cosa vecchia. 

— « Dio me varda da forno 
de poca barba. Poca bar- 
ici e men colore, sotto il 
del non è il peggiore. 

— - no nhe xe barba de o« 
tno che possa ec. Non v^ 
ha uomo al mondo che 
possa ec. 

— servir de barba e de pa* 
ru4a. Acconciar per le fe- 
ste. 

BarbOfC^saeo, Colore liona- 
to scuro. 

Barbarinelo. Sorta d^agni- 

y me ch^è insieme in parte 
cedrato e in parte aran- 
cio. 

Barbaro, Barbaresco. 

— ca'val barbaro* Barbero; 
che si fa coi^rere nella cor- 
sa de^bari)eri. 

Barbastelo. Pif^trello. 

^ de mar. Muggine alato o 
pesce volante. 

Barbin. V. Can, 

Barbisi. V. Sàntiglioni. 

Barbola, Pendone; striscia 
pendente. 

Barbole. Bargiglioni; quella 
carne rossa ohe pende sot- 
to al becco de*polll« 

^Barbon, Triglia comune. 



-=u 



B A 

BarbotarSoTÌìoiULte o bron- 
tolare; 8i borbotta per di- 
fetto di promiDcia; si brob- 
tola per lamentarsi a voce 
sommessa. 

Barbu2zal. Barbazzale; ea- 
tenella che va attaccata al- 
rocchio dritto del morso 
della brìglia. 

Barbuzzo. Mento. 

— scafa. Mento sporto, ap- 
puntato. 

Barca» Dove va la barca 
poi andar anca el batch. 
Dove ne va il pià^ può ir- 
ne il meno. 

— tegnir drita la barca. 
Aver bnona regola. 

— capitar in te la barca 
dei cai. Dar nel bargello; 
capitar nelle mani aHroi. 

BarcarioL Barcaiuolo. In 
Venezia si chlamaRO bar- 
carioli qoeili che vogano 
nelle gondole^ e si dfstin- 
gnono da esri i Batelanti, 
PcaUri e Burchieri, Bar- 
caro chiamasi per Io piò 
colui che naviga pe'fiumi. 
/ Barcheua, Porticato^ tettoia. 

Barcolame, Quantità di bar- 
che. 

Bardaaame. Ragazzaglia ; 

moltitudine di ragazzi. 
Bardala. Parolaio^ llngnao- 
ciuto. 
X Barèiak Carretta per traspor- 
tar robe. 
/ Barèna Basso-fondo di la- 



B A 



III 



gnna, sparso di piante er- 
bacee, che non va coperto 
dair aqua marina se non 
nel tempo dei grandi còl- 
mi, e dove si va anche a 
caccia. 

Bareta. Berretto. 

•*- a bigoti. A lueignolettl; 
berretU di bambagia , da 
cui sortono molte fila gros- 
se. 

— de letea. Berretta feltra- 
ta, fatta a panno di feltro. 
Dicesi di IcBca per essere 
comunemente dlcolor gial- 
lognolo, come Fesca da fo- 
cile. 

— aerose, A spicchi o a cro- 
ce; quella dei preti. 

— merda o baretd rosia. 
tatto niente; Cesare 
o Nicolò. 

Baretin. Color cenerogno- 

104 

Bamaboio. Povero gentiluo- 
mo , cosi detto dalla con- 
trada di S. Barnaba, abi- 
tata un tempo da povera- 
glia. 
/Baro d'erfitf. Cespuglio. 

— far baro. Far mucchio; 
Barocada. Cosa qualunque 

male composta o brutta. 
Baren. dattlvo, briccone. 
Baronada, Furfimterla. 
Baronagia. Canaglia, ribal*- 

digUa. 
Baronato de campo. Baron- 

do; dicesi dei ragazzi snof 



Ila 



B A 



dici che d vedono bir- 
boneggiare per la città. 
Baroncèlo. Cattivello. 
Baronezzo. Vezzo ; dieesl di 
donna qlie cerclii d^inoa- 
morare, 
Baronzolo, Quel pezzo di 
camicia che pendola ai fan- 
ciulli dietro ai. calzoni. 
Baronzolo, ^sser el barone 
zolo de tuti» Servir di 
trastullo a tutti. . 
Bartoèla, V. Bertoèla, 
Barn le. Dal frane, bas-roulé. 
Calzette avvolte alPestre- 
mltà sopra il ginocchio; 
foggia antica di calzare. 
X Caruso to. Uccello palustre, 
che frequenta le nostre ba« 
rene umide e salse. 
V Btuadona. Cartamo lanate; 
pianta annuale, che nasce 
fra le biade ed in luoghi 
asciutti: è creduta febrifu- 
ga, e può essere sostituita 
al cardo santo. 
Basar, basa. Baciare, bacia- 
to. 
-^ a la fiorentina. Baciar 
alla francese, cioè pren« 
dendo colle dita amendue 
le^guancie, e baciando il 
viso. 
-^ basarse le man. Leccarsi 
le dita ; contentarsi di una 
cosa. 
"^ Basegò. Basilico ; pianta o- 
dorosa. 
Basèn* Bigino; basino liscio! 



BA 

r rigato; trapunto d'Inghil' 
terra. 

Baseto. Baciucchio. 

BasHisco. Piccolo animale 
anfibio ; ma presso gli an- 
tichi serpente favoloso*; 
per cui, detto ad uomo> va* 
le feroce, bestiale. 

Basin, V. Baseto, 

Baso, Bacio. 

— da ntor/o.- Succio;' rosa 
in pelle ; quel sangue che 
viene in pelle e rosseggia 
a guisa di rosa, tiratovf da 
bacio o simile. 

Basoto, Bazzotto; ovo tra 
duro e tenero. 

Bassamento de un abito. 
Balza. 

Basse la. Giuoco noto di car- 
te violento e di rischio. 

— far una basseta. Far un 
soprammano. 

— zogà a la basseta. Dice- 
si scherzosamente di chi è 
ridotto al basso. 

— l'è un ponto a la basset- 
ta. È cosa di rischio. 

Basta, Basto o bardella; sel- 
la per cavalcare sui muli 
sugli asini. 

Bastardar, Imbastardire. 

Bastazo, Bastagio ; facchino 
di dogana. 

Bastion. Osteria grande per 
minuta vendita di vino. 

Boston de ftoeo, (term. ma- 
rio.) Àlberetto che appar- 
tiene al bompresso. 



BÀ 

Boston de eieolata. BogUo 
pane di cioccolatte. 

•— de coscia. Baccello. 

Bastoni (terni, marin.). Co- 
stoni; Junghi pezzi di le- 
gno che si adattano agli 
alberi delle navi. 

Batagion. Battaglione. 

<— a baiagion. A bizzeffe. 
xf Balaor. Battente; martello 
delia porta. 

— porta gronda i botaor 
^rando.'Grande il pals^zzo^ 
grandi le spese. 

Batarèla, Dar la hatarela. 
Dar le beffe. 

Bater, baino. Battere^ bat- 
tuto. 

-«" bater tino. Insistere^ per- 
severare. 

— la birbt». Far Taccattone; 
andar garabullando « in- 
gannando. 

— la luna. Pensar a melan- 
conie. 

'— la trussa. Andare a scroc- 
co. 

— • le broehete. Cioè i denti 
pel freddo. 

— la lana. Divettare, sca- 
matare; batter la lana per 
trarne la polvere. 

— Vazzalin. Fare il mezza- 
no. 

^— el formenio. Trebbiare. 

— el loco. Fuggire. 

^ I drapi. Scamatare 1 ve- 
stiti per cavarne la pol- 
vere. 



BA 



ii3 



Bater nel conto. Diffalcare. 

— i stramazzi, eussini ec. 
V. Sbater. 

— in poco. Esservi poca dif- 
ferenza. 

— te eusiure (ffgurat.)» Ba- 
stonare. 

— le piere. Pfcchiettare le 
pietre sulle quali si cam- 
mina^ onde renderle ispi- 
de e non isdrucciolare. 

— saldo. Insistere^ perseve- 
rare. 

*— ghe la boto. Gliela esclu- 
do. 

— no bater beco. Non far 
né motto né atto. 

— senza bater beco. Senza 
oppor parola. 

'^nogK'è gnente da bater. 
Non c^è a contraddire. 

•— baterghela. Dar la freccia 
per denari. 

Bati'Ole. Piglia-mosche; uc- 
cello chiamato in Toscana 
saltinsecco moro, e nel Ve- 
ronese negr isolo j da noi 
bati-ale, perchè resta alle 
volte sospeso e quasi Im- 
mobile neiraria. 

BatibugiO' Trambusto, tu- 
multo* 

Baticandfio. Ruffiano. 

Bati'copo* Balconcello nelle 
gondole, alla parte dere- 
tana del copcrlino, per far- 
vi entrar Tarla, che bat- 
te la coppa di quelli che 
stanno seduli sul trasto.. 

9 



1,4 



B£ 



BUti'Culo. Giubba con brevi 
falde. 
y Bati-palo. Batti-palo; mac- 
ehlna con maglio da bat- 
tere i pali che si vogliono 
affondare. Chiamasi bali- 
palo anche l^artefice che 
pianta le palizzate, su cui 
■ emergono tutte le fabriche 
di Venezia, 

Batitura. Tramaglio, disav- 
ventura. 
/ Batochio. Battaglio delle 
campane. 

Batolo. Loquacità. 

Batolar. Ciarlare. 

Batolona* Ciarlona. 

Batosta. Danno^ pregiudizio. 

Batua. Battuta, frecciata. 

Bauta. Mantellfna di velo 
con cappuccio a uso di 
maschera. 

Bava de vento. Poco vento. 

-^butar le bave, V. fiutar. 

— far le bave. Aver gran 
gusto. 

Bavaro. Soggolo; velo che 
portano le monache sotto 
la gola. 

Baza, Buon prezzo. 

Bazari, V» Jndar, 

Bazarioto* Rivendugliolo. 

Bazàr 6» Contralto alPimpaz- 
zata; da bazarrare. 
< Becanela. Beccaccino mino- 
re; uccello palustre no- 
tissimo. 
' Beeanoto. Beccaccino reale. 
Anche gU errori di gnirn- 



malica o di lingua dloon- 
si dà no! Becanoti, 
Beear, Beccare, bezzicare^ 
ferire col becco. 

— de le mosche. Pugnere. 

— beearse insieme, Dtoesl 
di due che garriscono e 
si difendono. 

*— aaleossa. Guadagnare. 

— go becà tre tire, cioè 
gliele cavai con furberia. 

Beeaùra, Bezzicatura o pun- 
tura. 

Becazzo-fotuo, Birl>one, mo- 
nello. 

Becker, Beccaio, macellaio. 

Béco, (coir e larga). Becco 
degli uccelli. 

— storio Beco in ero* 
se. Crociere; uccello gros- 
so, detto da Linneo jCo- 
xia curvirostra, 

— far el beco a V oca, V. 
Far, 

— bagnar el beco. Bere. 

— dar el beco a le stele, 
V. Dar, 

Béco (colla e stretta). Capro> 
montone dicesi il maschio 
della pecora, ehe serve 
per far razza. 

— - comuo. Becco cornuto; 
dlcesi a colui cui la inoglte 
fa fallo. 

•^ e bastona. Oltre lo seor» 
no avere il danno. 

— fotù, becofotristo. Catti- 
vello, trlstaretlo. 

-» co Vefe, V. Becùfòià. 



B E 

Béco aver el beco fo tu pien* 
Aver ben pappalo. 

Becolar. Spicciolare. Anche 
far qualche piccolo gua- 
dagno. 

jBeconèlo» Fanciullo insolen- 
te. , 

Beduin (iaioiismo). T. Ba- 
huin. 

Bega, Briga> contesa. 
\ Begiora» Rigogolo comune; 
uccello che nel Padovano 
si chiama bruiola, nel Vi- 
centino rependolo , nel! 
Friuli Iqrif e in altri luo- 
ghi Compare Piero, Nel- 
la stagione dei fichi è 
buonbsimo. 

Segolo, Frugolo ; dicesi dei 
fanciulli che non istanno 
mai fermi. 

Beitelo, belbeleto. Adagio^ 
adagino. 

Belo in candela, (gergo) 
Franco^ ardito^ impertur- 
babile. 

-^ dal vin, V. Alegro, 

— Dicesi anche belo per 
stravagante : sé belo vu / 
siete curioso voli 

•— farse belo o òe/a.Rasset- 
tarsi> allindirsi. 

— far le bele ò^ftne.Lusia- 
gare, adulare. 

-« bel sangm. Diceslfn ge- 
nerale di bella gioven- 
tù. 

Benequide, Dal latino cor- 
rotto. Se volè, benequi- 



BE 



II 5. 



de: Se volete oosi^ altri-- 
menti nulla. 

Benintrada, Buon ingresso; 
tassa che suole pagarsi al 
primo entrare in una so* 
cletà. 

Beretin, V. Barelin, 

Bergamina, V. Carta, 

Bergamo: saver el berga* 
mo. Sapere il .segreto o 
la tresca. 

Bergamoto, Bergamotta; ci' 
trus medica. 

Berò (voce di gergo). Culo. . 

Éerso (CL2A, frane, ber^eav)* 
Pergola e pergolato. 

Berta. V. Meter. 

Bertoèle, Gangheri, cernie-^ 

y re; due pezzi di metallo 
forali da un capo e fer- 
mali da un pernio che .si 
fa passare nei fori per 
aprire, serrare ec. 

Berton, Drudo di meretrice; 
bertone, bagascio. 

Beta, Cazza Beta! Maniera 
d^ ammirazione. 

— mi son Beta da la Un' 
gjua schieta. Io ho sulla 
lingua quel che ho nel 
cuore. 

Betonegà, Beltoniqa; erba. 
Questa pianta era una vol- 
ta coltivallssìma in Vene- 
zia; quindi il dettato: più 
cognossuo de la belone^ 
gaj più noto che la detta 
pianta, aMI qui fiori si at- 

1 tribuivano virtù molte. 



ii6 



BE 



Bevagno, Beone^ trincone. 
Bevanda. lotendesi da noi 

coQianemente per vino an- 

naquato. 
Bevaor. Abbeveratoio per gli 

uccelli nelle gabbie. 
Bevarin, Liquore avvelena- 
to. Talvolta intendasi per 

dispiacere forte. 
Bever. Darla da bever. Dar 

ad intendere una cosa che 

non è. 

— Ut garba. V. Garba. 

— no far bon bever. Non 
dar piacere; cosa cbe non 
garba. 

— bisogna beveria: o be- 
veria in brodo o beveria 
in grani. Bisogna bere o 
affogare; dlcesi di chi si 
trova in angustia. 

Bevua. Bevuta, bevimento. 

Bezzazzi. Molli denari. 

Bezzi. Intendesi denari in 
generale. Il bezzo era la 
metà di un soldo^ cosi det- 
to forse dal bis de^ Lati- 
ni. 

— bezzi e fede manco che 
se erede. Denari, senno e 
fede, ce n^è men che non 
8Ì crede. 

— chi no varda el bezzo, 
no vai un bezzo. Chi non 
istima un quattrino, non lo 
vale. 

— star sui so ire bezzi. 
Star sul proprio decoro, 
benché povero. 



BI 

Bezzi: ne bezzo ne bagatin. 
Neppure un quattrino. 

— saver fin in tun bezzo. 
Cioè minutamente. 

•— no ghe eredo un bezzo j 
noi vai un bezzo, Cioò 
niente. 

— omo da bezzi. Uomo 
danaroso . 

Biavarol, Biadaiuolo. 

Biave to. Sbiadato; di colore 
azzurro. 

Bibia, Tentennone, posa-pia- 
no. 

Bibiar, Indugiare; andar 
lento. 

Bibiezzo, Indugio, ritardo. 

Bibioso. Tardo, lento. 

Bichignòlo. luminello; a- 
nelletto dove stufila il lu- 
cignolo della lucerna. 

— de le ampoline da mes- 
sa. Beccuccio. 

Bicoca. Stamberga; edifizlo 
stanza ridotta in pessi- 
mo stato. Se di casa in 
campagna, dicesi catapec- 
chia. 

Bidè, (dal frane, bidet.) Ar- 
nese di cui si servono spe- 
cialmente le donne per la- 
varsi rinfrescarsi. 

Bigolante. Porta-aqua. 

Bigoli. Vermicelli, chiama- 
ti altresì spaghetti; 01a di 
pasta da mangiare 4n mi- 
nestra. Dicesi anche scher- 
zosamente bigoli di baie 
spropositi. 



f 



BI 

B4g9ii In Mila. Cogli alid. 

— Xe tufo del bigolo. 
Tatto rotile è di un solo. 

Bigòlo. Spranga arcuata; ar- 
nese di legno arcuato da 
porsi in ispaUa per portar 
due secchie. 

BigoHZo de viiu Misura di 
due mastelli. 

Biltri* Un niente. Detto ad 
uomo^ signiOca yììe, dap- 
poco. 

Bimbin, Membro virile dei 
fancialletti. 

Bina, Piccia^ cioè più pani 
attaccati insieme. 

Bindolar uno. Agguindola- 
re^ ingannare. 

Biondo. Biondo ; colore tra 
giallo e bianco. 

— a r ultimo biondo. Al- 
roltima galanteria ; col più 
buon gusto. 

Biribis. Biriblsso; certo 
giuoco di fortuna che si 
fa sulla, tavola, cavando a 
sorte uno dei numeri o 
delle figure. 

Bisarin. Agnelletto. 
< Bisato. Anguilla. Da noi di- 
cesi anguilla quando pe- 
sa almeno due libre. 

-^ f emenai, eìoh fiumenal. 
Anguilla fluviale. General- 
mente tra noi dicesi feme' 
nal quando ha il dorso ne- 
riccio e il ventre bianco. 

— • marin. Quello cb^è va- 
gante per le lagune nel- 



Bl 



117 



restate» e che ha del gial- 
lo sul ventre. 

Bisear. Cruciarsi Interna- 
mente; sbuffare. 

Biseolo. Altalena; sorta di 
giuoco. Biciancole dicesi 
quando si fa con una tra- 
ve. 

Biteotei. Castagne secche a- 
venti il guscio. 

Biiegar. Andare smuovendo, 
cercando o stuzzicando. 

-^ nel cuor. Commuovere. 

Biseghin. Procaccino. 

BiUra. Pisellaio ; luogo do- 

"" ve germogliano I piselli. 

iBisi. PiselU. 

•— intrigar i 6i«j. Metter 
torbidi, confusioni. 

Bieiegolo. BoUettone, bise- 
golo; strum. di bosso de^ 
calzolai per congegoare i 
talloni. 

Bisinela. Bagattella; p. es.: 
ita bisinela de libro. 
un libro si grande 1 ee. 

Bislaco. Scomposto. Anche 
bisbetico, stravagante, in- 
consideralo. 

Bisnono. Bisnonno, bisavo- 
lo. 

Biso. Bigio, cenerognolo. 

Bisognar s bisogna e biso* 
gnesto. Abbisognare, ab- 
bisognato. Usasi bassa- 
mente bia per sincope di 
bisogna: bia che vada, che 
vegna, ecc. 

Bissa. Biscia. 



itS 



BO 



Bitéa: a bissa. A sgMmbe- 
scio« tortuosamente. 

-« meterse la bissa in se». 
Allevarsi la serpe in seno. 

-»- de cavei. Anelli da^ ca- 
pelli ; ricci. 
< Bissabova» Turbine^ bufiera; 
aggiramento di venti. 

Bissèta. Bisciuola; piccola 
biscia. 

Bissona, Lungo baUello ieg* 
giero a otto remi. 

Bisù (dal fraac/ese pijou.). 
Cosa galante^ ricca. 

BkaeraTé Gbiacciwrare, cin)" 
guettare. 

Blitri. V. Biltri, 

Bla blu* Turchino o az- 
zurro. 

— sangue blu. Sangue di 
stirpe nobile. 
i Bo. Bue; toro castrato e da 
giogo. 

-— andar drenlo per et be 
e vegnir fora per la va- 
ca. Si dice, di chi esce 
dallo studio più ignorante 
di prima. La univ. di Pa- 
dova si chiama anche il 
Bo per essere stato quel 
luogo anticamente un pu- 
blico macello. 

--> co xe scampa i. bo se* 
rar la st€ria. A usanza di 
vìllan matto^ dopo il dan- 
no fa patto. Prender pre- 
cauzioni troppo tardi. 

Boaria, Stalla da buoi; ca- 
scina, ove tengonsi e pa- 



BO 

storansi vaoche, e dova si 
Ul burro e cacio.. 

Boazza. . Buina, fimo o ster- 
eo di bue. 

Boba, Marciume. 

— (temi, de^ pesipatori). Bo- 
ga; pesce di mare del ge- 
nere degli spari; ha gli 
occhi assai grandi, per cui 
lo ctdamaoo anche Qehio- 
ni, 

Bobò (voce fanciullesca). An- 
dar a boba*, andar a ca- 
valluccio, o a cavallo di un 
Itgno* 

Boea de lavo. Bocca di leo- 
ne ; pianta che viene col- 
tivata per ornamento in 
quasi tutti gli orti, ' 

— da dama. Pasta dilicata 
di mandGirle, zucchero e 
uova. 

-^ in eoo. Pesce dì mare; 
uranoscopo , che neir U 
stria dicesi chiaehiaj il 
suo corpo è di stravagsgi- 
te figura. 

Bacai da pisso. Orinale. 
Detto ad uomo, vale bab- 
beo, minchione. 

Bocalona. Ciarliera. 

BocarolCé Uercorella, mer» 
curiale. Quest* erba ha ^n 
sapore spiac&v'oile, e fu già 
U8at4 in decozione eoffi£ 
un forte purgante. 

Bocassin . Gonnella usata 
dalle donne Volgari per 
coprirsi il capo. 



BO 

£0eheà. Boccìt svìvagntCa. 

Boeheta de la camisa. Frap- 
pa> gala; orn&meoto che 
mettesi allo sparato del- 
le camicie da uomo. 

Boehie, Bocce,' o palle da 
giaocare. 

Boehin del lume. Beccuc- 
cio. Anche il cafialcito a- 
dunco ond^es6e Taqua da 
un vaso. 

Boccio. Boeciuolo ; flore non 
ancora aperto. 

Bocon. Boccone. 

— un bon bocon. Un buon 
affare. 

— cura da slrupiai. Boc- 
cone squisilo* 

— a boconi. Cioè stracciato. 
^- lor el bocon fora del 

piato. Involare ciò che un 
altro stava pròssimo a go- 
dere. 
Soconada. Boccata; tanta 
materia che si possa in 
una volta tenere in bocca. 

— far una boeonada. Man- 
giarsi tutto in una volta. 

Bodai. Trippone, panciuto. 

Bodin. Vivanda dilicata e co- 
mune; dair inglese purf- 
ding. Alcuni dissero Italia- 
namente puddingo. 

Bodolo. Uomo corto e gros* 
so. 

Bodriè. Cintura da cui pen- 
de la spada. 

Bogiaizza, Bollimento. 

Bogiana o Scormiza. S^a- 



BO 



'«9 



rabloa; pestee d^aqua dol- 
ce simigliante alla sardel- 
la ; a noi perviene salato 
e ftimato dairAlbania, ove 
si piglia nel fiume BoiO" 
na. 
Bogier, bogio. Bollire, bol- 
lito. 

— la bogie. Fa caldo. 

— la me bogie. Non posso 
contenermi. 

— tuli sa quel che bogie 
ne la »o pignata. Ognu- 
no sa dove la scarpa lo 
stringe. 

Bogiessa o bogi^uo. Perso- 
na crudele. 

Bogio. Bollimento; bollitura 

Bogior. Bollore; gran caldo. 

Bogir. V. Bogier. . 

i&o^non. Bubbone. 

Boia. Chiosa; macchia grao- 
de sul vestito. 

Bolar uno. Gabbare alcuno. 

Boldona. V. Dar. 

Boldon. Sanguinaccio; spe- 
cie di salame fatto col san- 
gue di porco, iofusovi dei 
latte e qualche droga. 

Bolèi (term. di campagna). 
Uovoli ; specie di fungo 
che somiglia alPuovo. 

Bolèla: eseer in boleto. Es» 
sere indebitato. 

— de la camita. Sporcheria, 
o segno di merda al di 
dentro della camicia. 

BùHfii da Mere* Détti dai 
Lombardi obiadloi; cialda. 



lao 



BO 



pasta sottile in plecoìe for- 
me ritODde. 

Bombato. Bambagia. 

— - itar viver nel boni' 
baso. Viver quieto, senza 
fastidii pensieri. 

Bombej dir bombe. Dir co- 
se lontane dal vero. 

Bambina. Sorla di rete da 
pescare, composta di fi- 
nissimo refe di filo, con 
doppie maglie per farvi 
entrare 11 pesce. 

Bompresso. V. Jrboradura 

Bon. Buono. Anche quitan* 
sa per ricevimento di ge- 
neri. 

Bonato. Bonaocio; persona 
credula, di buona pasta. 

Bonazza. Bonaccia; tempo 
tranquillo. 

Bondamàr ( term. del ma- 
cellai ). Mela di culaccio; 
uno de"* diversi tagli del- 
la coscia. 

Bondante (gergo). Fogna, 
fossa delle Immondizie : 
quindi mandar sul bon^ 
dante. 

Bondiola. Mortadella. 

Boneto. Buonino. 

Bonigolo. Umbilico. 

Boniman. V. Dar e Tor. 

Bonorivo. Precoce, prima- 
ticcio. 

•^ levarsebonorÌ9Q.fìi buo- 
n^ora. 

Bon-paston. Buon pastrio- 
cUmo. 



BO 

Bora (coìvo larga). Borea ; 
vento forte di tramontana. 

— (colpo stretta). Tronco 
secco per uso di abbru- 
ciare. 

Boraehia.Y. Buraehia. 

Borada. Colpo dato col cal- 
do del fucile. 

Bordar. Abbordare, acco- 
starsi. Anche cruciarsi in- 
ternamente; sbuffare. 

— andar de primo borda. 
Di primo tratto; senza 
pensarvi. 

Bordeh. Chiasso. 

— andar in bordelo. In 
pericolo. 

Bordir, bordio. Abortire 

abortito. 
Bordizar (term*marinO*Bor- 

deggiare; girar la nave or 

d^unà or d^altra parte per 

prender vento. 
Bordo. Frangia o listai orlo 

di qualunque lavoro. 

— andar a borda { term. 
marin.). Andar sopra Ui 
nave. 

Bordi (voce antiq.). V. Bor- 
do. 

Borezzo. Allegria. 

Borida. Avanzumi, robe di- 
verse di poco prezzo. Di* 
cesi scherzosamente an- 
che nel significato di mer- 
da. 

Boridon. V. Imbaio. 

Borin. Vento leggiero set- 
tentrionale. 



BO 



BO 



lai 



Boro. Uà soldo. 

Boròf (dal frane, bureau)» 
Specie di armadio oon rì- 
' balta, che può servire di 
scrivanìa. 

Borondolo, Rotolo; spezzo 
rotoodo. 

Bor&a dei testicoli. Scroto. 

Borsin. Borselliao. 

Borio. Aborto. 

Bosega, Cefalo di due anni. 

Bosema. Bozima; intriso di 
crnschéllo e di aqua, con 
cui fregasi la tela quando 
si tesse, per rammorbidar- 
la. 

Bosso. Bosso e bossolo; ar- 
boscello notissimo. 

Bota ( coirò stretta ). Bot- 
te. 

— esser in una bota de fe^ 
ro. Al sicuro. 

— no se poi aver la bota 
piena e la massera Im- 
briaga. Non si può aver 
gran comodo senza veron 
incomodo. 

Bota boto (coirò larga). Col- 
po, percossa. Anche mas- 
sa o nicchio di roba. 

"^far iuto un boto ouna 
bota. Vwe un tado, una 
vendita senza regola. 

— a9er bota. Aver boria o 
pretensione. 

— bota e risposta. iUsposta 
pronta. 

^* no ehiaparboia^ Non ri* 
sentirsi. 



Bota de bota salda. Di col- 
po, di posta. 

— in bota. Tostamente. 

— bota da rider. Ribobolo; 
celia, motto. 

Bo targa. Buttagra; ovata del 
pesce seccata al fumo. 

Botana. Tela di cotone. 

Botega: esser a botega. 
Esser a segno di un af- 
fare. 

— far botega de desegnof 
dor. Far bottega sopra n- 
na còsa; cercarne astu- 
tamente guadagno. 

^ tegnir a botega. Allet- 
tare le persone per te- 
nerle vincolate. 

-— meter a botega. Ingan- 
nare. 

Boti de campana. Tocchi, 
rintocchi. 

^- un boto, do boti. Unge- 
rà, due ec. 

Botizar. Suonar a tocchi. 

Bo/o^o. Cefaletto. Anche tor- 
so di formentone. 

Botonada. Motto pungente. 

Bovolo j bo90leto. 'Lumaca ; 

> lumachetta. 

— de TogMO. Ghirigoro, vor- 
< tice. 

— scala a bovolo. V. Scala. 

— fato a b volo. A spira. 
Bozzar. Abbozzare. 
Bozzolo. Circolo, adunanza 

di persone. 

— far bozzolo. Radunar il 
popolo per lo schiamazso. 

10 



laa 



BR 



Bozxan. Boceia grande di 
vetro. 

Braga. Legno che si pone 
y ad unire le commessure. 
Anche allacciatura» ripa- 
ro di pannolino che usa- 
no le donne. 

•— d0 le porte o fenestre. 

. / Gontroiorte ; arnese di 
ferro per serrare più for- 
temente ie porte e le fi- 
nestre. 

Bràgheue. Calzoni, braches- 
«e. 

— - portar le bragheue. Di- 
cesi di donna che padro- 
neggia. * 

— a braghesse ealae* Som- 
messamente. 

BraghierJinchìere, sospen- 
sorio. Anche faccenda, im- 
piccio. 

Brama el loco. V. Toeo» 

Brancada, Manata. 

fronciM. Pugni pieni di mo- 
neta altro. 

Branein, Pesce di mare. 
Quando è piccolo i pesca- 
tori Ib dicono baicolo. 

Branda, Letto pensile ad 
uso de^ marinari. 

Brasa. Bragia; fuoco senza 
fiamma che resta nelle le- 
gna abbruciate; 

— esser sU le brase. Spa- 
simare d^impazienza. 

— vegnir le brasesulmu» 
fo. Vergognarsi, arrossi- 
re. 



BR 

Brazzaoòlo: a brazzOeòlo, 
Strignersi abbraccioni. 

Braxzah Bracciale. 

^razzalefo. ArmiUa, girelli^ 
cerchietto in ornamento 
del braccio. 

— da muro. Ventola, brac- 
ciuolo; arnese che si ap- 
pende alle pareti per uso 
di sostener candele. 

Brazzar, Abbracciare. 

Brazzera, Barca che porta 
due alberi con vele qua* 
dre , e va anche a remi. 

Brazzo, Braccio. 

— cagar a brazzi. Cacare 
aU'aria. 

Brazzoler. Canna da misu- 
rare. 

-^misurar tutisulsobraz- 
zoler. Giudicar gli altri si- 
mili a sé. 

Brena. Briglia o freno. 

Brentana, Fiumana; aqua 
^ grossa. 

Brente la. Gora; canaletto 

V dMrrigazione per le cam- 
pagne. 

Brespa (idiotismo). Vespa. 

Brieòla: de brieòla. Obli- 
quamente. Aver una cosa 
de brieòla. Averla indi- 
rettamente,o per modi Ina- 
spettatL 

Brincar. Afferrare, ghermi- 
re, prender con fona* 

Brisiola. Bragioola. 

— ooffar la brisiola. Vol- 
tare il discorso. 



BR 

Britiola vegnir le brUMe 
sul viso. Arrossire. 
' Britola. CoitelliDO. 

Srivada, (term. marioare- 
8Co). Abrivo. 

-» chiapar una brivada. 
Partire impetuosamente. 
yBroca. Piccolo cliiodo. An- 
che vaso col beccuccio per 
versar acqua. 

— da careghe. Borchia. 
•-« de mastelo da pin. Broc- 
co' o segno. 

— de garofolo» Bulletta di 
garofano; fiori in boccia 
seccati di una pianta aro- 
matica chiamata dai bo- 
tanici Caryophyllus aro' 
maticus, 

— sora la braca. Oltre 
misura. 

Brache ta. Bnllettina. Dlcesi 
da noi Brache la anche 
al chiodaiuolo. 

Bracalo, Cavolo nero; tallo 
del cavolo quando accen- 
na di fiorire. 

— romano.Varietà del det- 
to cavolo. 

Brodo tira. Brodo stillato. 

— lango. Lungheria. 
Braente. Bollente. 
Broetin. Brodetto; vivanda 

di uova dibattute con bro- 
do con aqua. 
Braeto. Guazzetto. 

- — - dar un btoeto. Bastonar 
uno. 

< Broh. Parco; luogo pian- 



BR 



ii> 



tato d'alberi fruttiferi vi- 
cino alPabitazione. 

Brombala. Salsiccione fatto 
a palloncino che mangiasi 
cotto. Anche bolla che fa 
Taqua quando piover 

Brombolo. Suffumigio; sto- 
la che si fa alle botti per 
purgarle. 

Bronza. Brace; carbone ac- 
ceso. Da noi dicesi 5rott- 

' za anche il fungo della 
lucerna: moccolaia. 

-— coperfa«Aqua-cheta, sop- 
piattone. 

Bronzin. Pentolino di bron- 
zo.» 

Brasa (coivo larga). Brina; 

*^ rugiada congelata. 

— (coirò stretta). Bolla; e- 
scara. 

Brava, Generata, ranno. 
Bravar. Scottare coiraqua 
bollente. 

— restar bropà. Restar con- 
fuso, mortificato. 

Brufolo, BoUicelIa, pusto- 
letta. 

Brugna. Prugna, susina. 

Brula. Canna delle sabbie; 
è perenne nelle spiagge 
arenose dei nostri lidi. 
Viene impiegata per far 
foni. NNella Casa, d'indu- 
stria in Venezia ìri lavo* 
ratio con questa delle 
stuoie fortissime. 

Brun: un bianco e un 
brun, un tanto per 



ia4 



BR 



un. Ognuno paghi lo scot- 
to. 

Brunbrun (voce fancfalle- 
sca). Bómbo; bevanda. 

BrUo* Brodo. 

— andar in bruo, V. Jn- 
dar* 

Brusar , bruià, Abbracia- 
re^ abbruciato. 

— la me brusa.Cìò mi doole. 

— el pagion . Abbandonar 
Taffare; allontanarsi sul 
punto di dover pagare. 

Brusarol ( term. di botani- 
ca). Cresta di gallo. 

— vender bru8à. Vender 
presto, con facilità; Come: 
sta roba la se vende 6rti- 
sada. 

Bruscandoli, Luppoli. Le 
tenere cime di questVrba 
sono bOone a mangiarsi; 
I frutti hanno un sapore 
amaro. 

Bruscar le vide. Pota>e le 
viti; farla potagione, cioè 
tagliare i rami inutili e 
dannosi. 

— ipanl.RImorndarei paniìf. 
Bruschin. Scopetta di seto- 
le. 

Brusco. Pustoletta. 

Bruseghin. Invidiuzza^ ran- 
core. 

Brusor. Bruciore, pizzicore. 

Brustolar, brustola. Ab- 
brustolire, abbrustolilo. 

— et eàfè. Tostare., ab- 
brustolire. 



BU 

Brustolar i oseleti. Afobru- 
stiare. * 

Brustolin. Tamburino; stru- 
mento per abbrustire il 
caffè. 

— saver da brustolin. Sen- 
tir di leppo; del fumo 
che esce da materie ac- 
cese untuose. 

Brustolini. Sementi di zuc- 
ca abbrustfate. 

Bruta' copia. Minuta^ 

Bua. (voce fanciullesca) Ma- 
le picCiolissimo, picco- 
Io segno di male. 

Buba (voce fanciullèsca). Il 
lume acceso. 

Bubana. Kagona, abbon- 
danza. 

Buco le. Boccole ; sorta di 
orecchini. 

Bucolo, Bìccio, ricciolino. 

Bude là: sia budelà! Sia 
maledetto! ' 

Èudelada! V. Buzarotìlxt. 

Bue lo. Budello. 

— zen tu. Intestino del vi- 
tello. 

— esser buèl ligà*y. Esser. 
Bufi. Sgonfietti ; ornamenti 

donneschi che hanno Tap- 
parenza di code gonfie. 

Bufonada. Buffoneria. 

Bufolo. V. Can. 

Bufonarjfar bufonae. Cor- 
1)ellaré; mancar di pa- 
rola. 

Bugada. Bucato, liscivia. 

Buganza. Pedignone, se ai 



BU 

piedi ; gelone» se in altra 
parte. 

Buia, (voce puerile) V. Buz- 
zolà. 

Bulada, Brayata, sopercbìe- 
ria. 

—* in credenza. Affettazio- 
ne di coraggio. 

Bulegamento, Brulichìo. 

Bulegar. Brulicare, muo- 
versi leggermente. 

Bulezzo. Aria franca ^ da 
buio. 

Bulgaro. Vacchetta;, cuoio 
di Bulgaria. 

Buio. Vagheggino 9 bellim- 
busto. Anche bravaccio. 

Bvrachia. Borraccia; fia- 
sco di cuojo che usano i 
riandanti. 

Burachioto. Bariletto ; pic- 
colo vaso a foggia di ba- 
rile. 

Burata- /arino.$taccia-bur- 
ratto; giuoco fanciullesco. 

Burataora. Dicesi di chi 
parla male ed in fretta. 

Buraiar. Abburrattare. 

BuraMa. Gecolina ; an- 
gttiUetta sottile, che non 
pesa più di tre oncie. 

Burela. Palla o pallottola 
da gjuocare. 

— de la spala. Osso. 

— del zenochio. V. Rodèla. 
Busa del leto. Covolo; Tav- 

vallamento che si fa nel 
letto da chi molto vi gia- 
ce. 



BU 



25 



Busacola. Apertura nel ve- 
stito. 

Busegatolo. Bugigattolo. 

Buseta dei abiti. Ucchiel- 
lo, affi bla tura. 

Busia,^ Bugia. — Strumento 
per adattare una cande» 
la. Busta noi chiamiamo 
quel filamento cutaneo 
che si stacca presso Tun- 
ghia delle dita: pipita. 

Busiaro. Bugiardo. 

Buiichio. Ginepro; frutice 

s[ odoroso^lecui coccole han- 
no un gusto aromatico. 

Busilis: qua sta el busi" 
lis. Qui sta il difficile. 

Businar. Bucinare; andar 
dicendo riservatamente. 

Businèlo[ierm. mar.). Bon- 
duelli ; alcuni pezzetti di 
legno impiombati alPe- 
stremità degli stroppoli 
di bozzello delle sarchle 
nell'albero di maistra. 

Buso. Buco. 

— de l'ago. Cruna. 

— del naso. V. Naso. 
Buson. Buco grande. Detto 

per bassa ingiuria, baga- 
scione. 

Bussola. Riparo di legname 
che si pone dinanzi Tu- 
scio per difesa dentaria. 

Bustina. Bustenca; vestito 
con che le donne copro- 

• no il petto nella lunghez- 
za del busto. 

Butada: qualche butada: 



136 



BU 



Qualche volta; tratto trat- 
to. 

— la va a butae. Va a mo- 
menti. 

— in una butada. in un 
tratto. 

Butar uno in pozzo. Ac- 
cusarlo^ opprimerlo, met- 
terlo in pericolo. 

*^ col culo in 8u. Metter 
sossopra. 

— hutarse de logo. Fare il 
generoso^ anche Io sgua- 
iato. 

— ci 80880 e 8eonder el 
brazzo. y. Sa880» 

— «f spolvero nei oehi. 
Far travedere; 

— via li88Ìa e saon. Ado- 
perarsi inutilmente; per- 
dere il ranno e il sapone. 

-^ una parola. Arrischia- 
re una raccomandazione. 
— ' le bave. Sbuffare d^ira. 

— zo una carta o altro. 
Alla buona. 

— al ro880, al verde ec. 
Tirar al rosso, al verde ec . 

— ben. Render utile; rie- 
Bcire a bene. 

•— butarla iti so {don {.Spie- 
garla chiara. 



BU 

Butarla in padovana. In 
buffoneria. 

Butirante. Burraio. 

Buio. Bottone, germòglio. 
Viticcio quel rimessitic- 
cio che fa la vite da pie 
del tronco. 

Buzara. Inezia, frascheria. 

— vegnir su la buzara. 
Saltar la mosca. 

— la buzaraì Capperi! 

— far buzara. Gomqoietter 
falli. 

Buzarada! Cospetto I 

•— sia buzara t Sia male- 
detto ! 

Buzarar* Frodare, ingan- 
nare. Anche usare il coi- 
to. 1^ 

Buzaron da uà. Scaltro, 
furbo, mascagno. 

Buzaro, buzareto. Dieesl 
per ischerzo di qualche 
oggetto assai piccolo. 

^tizzo/à.' Ciambella fatta a 
foggia d^anello. 

— forte. Confortino. 

— da testa. Cercine; rav» 
volte di panno di forma 
circolare che si pongono 
in capo coloro che porta- 
no pesi in testa. 



ia7 



G 



Cà, (voce antiq.) Casata ; 
per es. cà Corner, eà 
Moeenigo. Dloesi in ger-. 
go de eà Giopanelli per 
significare persona giovi- 
ne ; de eà Grimani per 
vecchia; de eà Duraxzo 
per avaro. 

-*- del diavolo. L^inferno. 

— ' un eà del diavolo. Un 
gran tumulto^ un rovi- 
nio. 

-— eà de dia, de diana. Per 

' distia! esclamazione. 

Cabulon, Bugiardo, raggi- 
ratore. 

Caeafonia, Cacofonia; mal- 
suono nelle parole o nel- 
le voci. 

Caeàssèno. V. Cagon, 

Caco. Sempliciotto. 

Cacomiro. Omicciatolo; uo- 
mo di poco spirito e di 
poca fortuna. 

Cade : che cade 7 (man. an- 
tiq.) Che importa? 

Caena. Catena. 

*- del relogio. Catenella. 

Caenazzeto . Bandelle ; 
r spranga di lama di forre 
da conficcare nelle impo- 
ste d^usci ofinestre, finta- 
ta in anello che si mette 
nell^arpione. 



Caenazzo* Catenaccio. Ad- 

y che beccaccia marina; uc- 

( cello palustre poco sti- 
mato. 

Cacto. Canestrino di pesce 
od altro. 

Cagadonao. (voce antiq.). 
Cattivo soggetto. 

Cagae. Gacherie,affottazioni. 

(pagaor. Cacatoio. 

Cagar, caga. Cacare, caca- 
to. 

— a arazzi* Y* Brazzo^ 
^ ghe cago: non ci penso. 

— sul muso. Mancar diri- 
guardo. 

— in mastela. Esser in pri- 
gione. 

— eagarse a dosso. Far fia- 
sco o impaurirsi. 

— sul cagar dei polastri. 
Alio spuntare del di. 

— caga e spuà. V. Spuà* 

— far cagar el seo. Far 
cacare le lische, o paga- 
re il fio. 

<-* far cagar i aseni per 
forza. Confortare i cani 
alPerta; spingere uno a 
fare una cosa ch^è di sua 
malavoglia. 

Cagariola. Dissenteria. 

Caghete. Saccentino. Anche 
cacazibetto, ganimeduzao. 



138 



CÀ 



Cagia. Quagliato, coagala- 
te; dlcesi tlel latte. 

Cagnara. Ck>sa cattiva o 
sconveniente. Anche cor- 
belleria. 

Cagneto, Gagnolino; picco* 
lo cane. 

Cagnia. Lamia, o squalo 
cane; pesce buono. 

Cagnin, Canino. 

— Carezze connine. Carez- 
ze crudeli. 

Cagnol da calze. Canno- 

netta, bacchetta. 
Cagnaie to. Pesce di mare; 

ii più piccolo del genere 

dei cani. 
Cagnon. Cagnaccio. 
Cagale. Cacole. 

— dei oeM. Cispa; umor pi- 
tuitoso che cola dagli oc- 
chi. 

— far le cagale magre. 
Mangiar poco. 

C(i£jfona.(voce plebea).Ubria- 
eatura. Anche paura. 

Cagan, Cacacciano ; uomo ti- 
mido, vigliacchissimo. 

Caia. Spilorcio. 

'^ emdar in caia. Andar 
mancando. 

Caichia. Caviglia ; la fiarte 
sotto fi malleolo o la no- 
tìe del piede. 

Caichia. Gaicco, schiffo. 

Caileto. Cataleto. 

Cain, Catino o catinella. 

«« cigar cain, Guaire, la- 
mentarsi. 



C A 

I Calabraghe. Coneina; giuo- 
co di carte detto anche 
calabraghe da Calabria, 
dond'è venuto il giuoco. 

Calada. Scesa ; strada in 

^ pendìo. 

Cato/tn. Farfalla. Anche gio- 
vine elegantamente vesti- 
to: forse dal greco calas 
(bello). 

Calamar. Calamajo. Anche 
pesce di mare. V. .^e- 
pa. ^ 

Calamari solo i ochi. Oc- 
chi sbattuti. 

Calamier. TariCfa pei com- 
mestibili. 

Calandria. Calandrella ; det- 
ta anche allodola di pra- 
to minore r canta soave- 
mente. 

Calandro. Archipenaolo. j 
strum. coi quale i mura- 
tori aggiustano il piano 
decoro lavori. 

Calandran, Omaccio, uomo 
lungo e grosso. 

Calar e crescer de Vaqua. 
Marèa; flusso e riflusso 
del mare. 

Calar le afe. Sbaldanzire, 
umiliarsi. 

— le braghe. Darsi per 
evinto. 

Calcherà, .Calcara; forno 
calclnatorio. 

Caldarer. Calderaio , ra- 
ffliere. 

Caldariola. Galdtfuola. 



/ 



\ 



e A 



G A 



V 



Caldiera. Caldina. 

Calegher, Calzolaio. ' 

Caiende greche' ?. Jndar. 

Ca/era. Donna vile,cfariiera. 

Caleseia. Strada strétta^ ri- 
eoletto. 

-* del Uto. Stretta del letto. 

Caìiéò, Tela 'bambagina fl- 
nlssima^ vergata o colo- 
rata a maniere diverbe^ 
eh^era in moda tredl'an- 
ni fa per nao di abitf don- 
nesciil. 

Gaiigo. Nebbia. 

— filar caligo. V. Filar. 
Càliison de pòìaetro: Pol- 
pa di polio. '^ ' 

CeMzmuf. Fnligtfte; ' 
Calo. C^llo; pelle indarfta. 

— far el calo. Far 8op^*os- 
80. iSLflSBefiirel. 

Calorna (tentf . mario.) Car- 
iMra; fune ehe serve fier 
alzar la vela. 

Calota. V. Galota, 

Colto d^armer. Catella; 

8comparliinefito di un ar- 
madio; 

<3altfiiiàr.AlluiiQiftre^gbàtare. 

— ( term. marln. ). Allen- 
tare adagio àdtfglOL — 

-« ciUwneirH drio a tiHo. 
Catersi dletro.^ • 

Caixador. Gakatoja; quel- 
la striscia di cuoio con Cui 
l caliEOial ealzano altml 
le scarpe. 

Coize^ Calzette. CMamasi cal- 
zino' 'qne^ «he giaiige 



129 



soltanto alla metà dello 
stinco. 

Calze a eampanela. A pen- 
zoloni. 

Calzeia. CatteetUHo. 

CalzinazzOi Calcinaccio ; 
' pezzo di calcina ^tato In 

' opera nella muraglia e 
risecchito dal tempo, An- 
che malattia. 

Camaroto. (term. marln.) 
Garzone di bordo. 

Ciimheloto. Gfambellotfo; te- 
la fatta di ptl di capra 

' o di cammello. 

CatnMe. Percàle; tela di 
cotone fina. 

Camin. Pìtmalodto; torret- 
ta del camino. 

— < cosse da' contar solo el 
eankn. Vane e senza so- 
stanza. 

Càmisa. Camicia. 

-^ afoer la eamisa sporca. 
Essere In difetto. 

— aver W camisà 4ieta. 
Ai/^ neife' la 'coscienza. 

— fórbirse co la edmisa 
' deiaìtH. €Avàt b casta- 
' 4rk colla sieimpa altrui. 
^^ nàsser eó la eatniseia. 

Nascer ^blf^mnio, secon- 
' 'do- gli ahalòmiel; crederlo 
dalle fèmlne un segnò di 
fortuna. 
^ stì/'ànié più la ettintsa 
del zipoH. Più vicino è 
il dente^'cfae ■ nessoti pa- 
rente; vale^ che s^hà più 

11 



So 



C A 



X 



riguardo al proprio che 
alPinteresse altrui. 

Camisa a òrum eamlsa, Io> 
provvigamente. 

— meza-camisa. Messeri- 
nò; povero geoUlttomo. 

CamisetQ, Baverina; quella 
che alla donna riesce dal 
collo e si rovescia- suUV 
hUo, fatta di velo^ loos- 
solina o .simili. 

Cmnisiola. SOtto-veste. 

Camito, Colmo di un cari- 
co di merci. 

Cùmpcignole. N^voo»iTape. 

Campagnolo» l^ecip di fun- 
go; campignuolo...,. 

Campafiato. Assai sordo* 

Catnpdnèh da, la banda. 
Padiglione chinese ; . stru- 
mento musicale da per- 
cossa. Gampanaccio; quel- 
la campana che mettesi al 
collo degli animali da fa- 
tica. 

Campeio. Gampicello. 

Campiei^ro. Piccolo campo. 

-— eampie to^eampie letojec. 
Sorta di divertimento u- 
sato per baloccare i fan- 
ciulleUij,' movendo loro le 
dita delle oianL 
y CamÙ2zon(gergo).Prigione. 

Can barbin. Cane barbo- 
ne cane romano. 

-^ bolognin o bufofq. tfof- 
felino^ ,qiascheriiio. ' 

r-^ do bQrid(h. €99 frqga- 
toire. 



ìli 



Ck 

Can da eaxza. Cane cac- 
ciante. 

— aatoro. Uastiao, alano. 
^. da vita. .Molosso. 

-^ levrier. Brachetto. . 

^ dapagiaro, Guarda^pa- 
glifijo ; cane da contadini. 

-*- negro o can da denti. 
P.esce di mare dei gene- 
re degli squali. 

-^ star da can. Star mUe. 

— esaer ai co». Esser ar- 
so o povero in canna. 

— roba da ean. Cosa cat- 
tiva* . . ,) , - 

— far da ean barbin. Far 
il portatore. 

— far el ean da burebiò. 
Far; HnnamoratOj lospa- 

.>(Simante. 

— ean ehe $braja no tnoT' 
sega, Can che latra poco 
morde; e figuratamente: 
Chi fa molte parole fa po- 
chi fatti. 

-^ can no magna de eati. 

. Il lupo mangfa ogni ear- 

ne e lecca la sua : non 

. danneggiarsi Ora kileres^ 

.^satl. ./ ... 

— tutiiemimena Utcóa, 
e tuH eogUmi.voi dir 
la soa. Chi fa.lacafia in 
piazzi^ o ella è alta o el- 

' la emessa. 

Cana da etuar le Icunpe- 

de. Soffione. . . 
-rr: 40, ȓir0legM. Cerbotta- 

m^, spe(4e 41 «inna fot- 



CA 

Ui di latta, eoo cui git a- 
strologhi parlano agii o- 
reeehL 
Coma de ia gola. Cani^, 
stroan. 

— de organo. Tromba di or- 
gano. 

— del condoio. Doceione da 
cesso. 

— del fonnenlen. Stelo o 
fusto» 

-^ del oamlti. Gola del ca- 
mino. 

-^ de zfMaro, Gannamele. 

-^ àbuia. Uomo 'v«oto di 
senno. 

Conafr tico. Calarabuco; le- 
gno che viene dalla Chi- 
na. 

Canachion. iStromento da 
tre corde suonato dà* vii* 
lani. 

CanapMo. Signorino ridi- 
colo. 

CofMT. iHcannaèciare ; fa- 
sciar cbeechessfa in modo 
che «tia diritto come una 
canna.; Quindi abito ea- 
nd, cioè troppo stretto. 

Canarona, Canoerone; rosi- 
gnolo di padule. 

Canatin. Canutiglia; cioè 
argentO'o! oro lavorato da 
ricamare. 

CkoMon^ Y. Ff/rmiglion. 

Cancrena. Gangrena. 

Cand^/órorCsIndollara o'can- 
-d^ls^; festa delia Pari- 
ficazione di' M. V»> nel qual 



GA 



i3i 



giorno si benedicono le 
candele. 

Candta.'V. Esser. 

Càndioto. ( gergo } Povero 
in ca^nna. 

Càneia de la regina. Can- 
nella regina; cinnamomo. 
Usasi talvolta per escla- 
mazione : A vu Canela t 

Canelai. Spezierie ; mescu- 
glio d^aromati in polvere 
per condimento de^cibi. 

— dar un canelao. Dare 
un panciccio ; sporco at- 
teggiamento che si fii al- 
lungando il braccio, sini- 
stro, e battendovi sopra 
al mezzo con forza la manf 
destra. 

Canèo. Canneto; luogo ove 
^ crescono le canne palu- 
stri. 

— ficarse in canèo. An- 
(folrsi a nascondere. 

Canesirel. Ligustro; fruti- 
ce che nasce fra le siepi; 
ha bacche nere, molili a- 
marissime,che danno una 
tinta turchina, e col sol- 
fato di ferro danno un ol« 
timo inchiostro; i rami ser- 
vono a far gabbib d^uCCél- 
il, ecc. . 

Canesfre ^OkPÌCdoIocanestro. 
Anche sortaci conchiglia: 
ostrica-pettine. Ve. u? ha 
de paluo e de marj la 
prima è migHorO' a man* 
giarsi. 



i5a 



C A 



Cafièta, Cannuccia; picepla 
canna. 
/ Caneva, Cantina ; cellajo do- 
X ve si (ie^e per Io più il 
vino, 

Canevazza. Canevaccio; té* 
laccia di canape. 

— d'oro e d'arzento. Broc- 
cato» o drappo tessuto d^o- 
ro od^argento. 

Canevela» Canapina: tela di 
canape, 

Can^cer. Cantiniere. 

Caneveta. Salyafiascbi; cu- 
stodia di legno per le boc- 
cie. 

Ca^evina. V. Canevèia, 

Caìnevo. Canapa dic^ la 
^ pianta; canape la corda. 
{Gherardimy 

Canochia^ Capnocchia; picc. 
granchio marino a coda 
lunga articolata. E detto 
ad uomo, vale lanternu- 
tOj secco» 

ComL V. Cagnqh 

Canoto. Cannella della bot- 
te. 

-^zipolo. Quel legnetto con 
cui si tura la cannella., 

Canon^ and^r de canon. 
Evacuar^ rapidapiente. 

Canonada. (metaforicamenr 
te) 8painpana|a., 

CantQffirq,. Cantilena nojo- 
sa; tantafèxaj ragionare 
lungo.e ncjoso. 

CanlQK da leeo* Cro^hia- 
re; dicesi del suono che 



CA 

I rendono lecose fesse qutn- 
,do vengono percosse.. 
Cantar in faUeto. Cantare 
iti voce falsa» cantao» in 
^ quilio ; il cantare ia acuto 
che fanno gU ucmbìoì Imi- 
tando la voce feminHei. 

— el Timo a Pilato. Esser 
morto. 

— la nana. Cantar la.talen- 
iella cullando 1 bambini. 

— las$ar che i canta, Jjk-^ 
sciar dire e tener Ceraio. 
Pipasi io» gergo cattar 
de' rei cheooi^essanal lo* 
ro delitti. 

Coì^ tarar. Canlozzaro; caR* 
ticcbiare. 

Cantarela. Pesce di mare 
che assomlgHa alPorata^ 

Cantaro. Pitale» canten); 
vaso da riporvi gli escre- 
menti del. ventne. 

Cantinela. Asse sottllej da 
y coprirsi- le Wpatcatiiiie. 

Cannona. Angolane. 

Canionaié Armadietto fatto 
;.a triangolo^; posto In un 
canto di stanza. Canto- 
niera. 

Cantoncin, Cantuccio. 

Canuo. Canuto. . 

Cdo* Capo« Avelie .cavo .di 
corda. . » 

•— 4a Iti mj^io. Pandolo:; 
capo.f deUà ; matassir^ «he 
si lega per: trovarlo. > > 

— iresu> e molo. Tristo» 
guidone. 



GA 

Cao fh tele. Fior di latte. 

— de pene* Cfta«8lro di 
^sce. 

-r Im coft. Da.lOQgL 

— in cao de 4anlo.'. Dopo 
titanio, tempo* 

-T 6<tn eoo. Cattivo sog- 
getto. 

-r,.t«8i»tr a cao.Siippora- 
re, veoir&Uaflae* 

— dar et cao in man. Dar 
appiglio, dar oceasione. 

Caopian, (term. mario*) Ca- 
vo piano viradore ; fu- 
ne elle serve a salpar Tan- 
Cora» 

Caorio, GapitomMo; t'an- 
dar nuotando per qual- 
che tratto sott^ aqoa* 

Caorlina. Piccola l>arca^ di 
costrusione originaria di 
Caorie. 

Co/Qrlo. Cavolo; erbaggio 
V vjangerecdo. Ve n^ha di 
più specie, cioè: cappoc- 
cio« fiore, ràp^r romano, 
bastardo, bro<>colQto, la- 
sagnino, nero« verzotto oc. 

Cao%tèlo. Cefalo di un an- 
no, di scaglie minute. 

CoMiorto. Beecaformiche o 
stortQCOllo ; uccello gros- 
so . come iPallodoia. Diel 
Friuli e detto Formigk^r, 

Cc^a,;. Concblglla, di. varie 

— - U^nga marina. Ganno- 

ticchio. SoUn eiUqua* 
•— Umga nostrana. CoUgl- 



C A 



i35 



laecio: Soltn ve^gina. Di- 
oesi anche da dea, perdiè 
scavala colie mani dalla 
sabbia» 

Capa tondfL Tellina a cuo- 
re; aBra conchiglfa scana- 
lata, 

-^ eanta, éonchlglta sca- 
nalata; da' pellegrini. * 

Caparozzoli. Specie tH tel- 
line liscie. 

Capar j far ie cape. Ciuci-' 
schiarè le estremità delle 
vesti donnesche, e ridur- 
le a figura di capa i> con- 
chiglia bivalve. 

Cangiar, (term. marìn.) 
Mettersi alla cappa ; chla- 
dere tutte le vele, eccetto ' 
la maestra, e fermarsi col 
bastimento. 

Ceipeler. Cappellaio. 

Capelèìi. Cappelletti si di- 
cevano alcune milizie ve- 
«eie a cavallo. 

Capèto a' labt^Hvar.CSi^ ' 
penino con ali distese tt- 
sato anni fa dalle dttnne; 
cosi detto perchè Imitava 
quello che soleva portare 
Il generale BOlivar -, do- 
minatore deiPÀmerlca sei- 
itentrionale. 

«-•a tre veniali, a tre 
tempi. A Ire pieghe; cap- 
pono col pipplo. 

— . da satiHbrazzo. '8ch1ae- 

. 'dna; cappello achiaoeia- 

to, che usavasi poH-*.-* 



t34 



Ck 



sotto Paseella àfnlslra per 

galanterfa. 

Capèlo de itele* Cappello di 
brocioli; cioè di qaelle 
falde, sottili die trae la 
pialla pel ripulire illegna- 
me. 

Cuba del capelo, Gocuziolo 
del cappello. 

— • (arde capelo a uno. Mo- 
strargli rispetto. 

— a ehi ga testa no man» 
. ea capelo. Chi ha cer* 

vello, in capo si sa ap- 
procacciare, 

-— portar el capelo alto. 
Chi ha la coscienza pura 
non teme. 

Caperi in eaUa. Capperi ; 
pianta erbacea, li botto- 
ne o la boccia del fiore non 
è buono die confettato in 
aceto e sale. 

Capilèr. Capelvenere. 

Capitnento. Intendimento. 

Capitelo. Altarino,, taber- 
nacolo. 

— zogar al capitelo^ Fare 
Taltarino.; pas^tempo de^ 
fanciulli. 

Q^on. (temi, raarin.) Ga- 
plone. Dicesi di certi pez- 
zi di legno cbe formano 
una parte del .castello ^di 
poppa di pTua^ 

Caponèra, Capponaja/stia ; 
gabbia grande ove si ten- 
zona I polli per ingras- 
sarli. 



CA 

Caponeto. CapponcelYo; pic- 
colo cappone. 

Caposoldo. Capisoldo; tìò 
che si aggiunge al soldato 
benemerito sopra la paga. 
Da noi inteiidesl anco nna 
pensione alle vedove o fi- 
glie di militari. 

Capotin. Specie di mantel- 
linonsatadalle donne, che 
coopre loro le scialle. * 

Capoto* Kantéllo da mari- 
naro« 

— de capoto. Affatto^ inte- 
ramente. 

— dar capoto. Mancare al- 
rimpegno. • 

Capurion. Capo» fautore, 
guida. 

Capuzzo. V. Caorlo. 

Caraguol. Chiocciola , cosi 
détta dallo spagnnolo Ca^ 
racot. Distibguesi Cara- 
guol longo de laguna j 
Caraguol tengo de mar: 
Caraguol'tondode lagU' 
naj Caraguol tondo de 
mar. QuesruUimo none 
buono a mangiarsi. Ca- 
raguol cbiainasi anche 
una specie dì flore, cioèit 
fagiuolo d'India $ fiore di 
una pianta dd generosi 
fagiooli. - ^ 

Caramal. V. CaUmar. ' ^ 

Caramel. Candito ; frutU 
poste nello zneoherc^ cbia - 

I rito e àirultimo grado di 

I caodtura. ' 



GA 

Caramélar. Candire. 

Carampia. Crima» bruita 
vecchia. 

Carantan. La sessantesima 
^ parte di un fiorino ; In te- 
desco dicesi kreutzer 

Curatelo, Vaso cerchiato di 
fèrro di legno l>er tener 
\ino. 

— sQver da earatelo. Sai*' 
per di secco; dioesi del 
vino quando sa del legno 
della botte. 

Caravana, Carovana. 
-^aver fato le to carapone. 

Averne fatte di belle. 
Carbonazxo. Saettone; sor* 

ta. di Mrpente di color 

verde. 
Carbone la o Carbonina. 

Polvere di carbone^, o car« 

boni minuti. 
Carega. Seggiola da earex, 
X carice, di cui si tessono le 

8^giole« 
-— 4apozo* Sedia a brac^ 

duoli. 

— da parto. Predella. 
Careghtta,\* Conxa^eare» 

ghe. 

— far caregheta. Tratte- 
nersi a lungo conversando. 

y Carer. Carrajo^ che fa car- 
ri. 
Careeina. Carice delle rive; 
nasce lungo i fossi* Con 
questo carice i villani for- 
mano seggiole. € stiieje> 
vestono fiaschi^ ecc. * < 



G A 



i5S 



Carezada. Botafa; quel se- 
V gno che lascia la ruota 
nelle vie. 

— fora de carezada. Cioè 
fuori deirordlnarlo. 

Cargadura. Affettazione. 
Cariega. (Idiotismo) V. Oo- 

rega. 
Carigolo» Che vende a caro 

prezzo. 
CarioL Tarlo. Carolo è una 
>/ malattia del riso in erba. 

Da noi cniamasl Carlo! o- 

gnl sorta di carie. 
Cartola. Carruola. 
-— esser in cartola. Star 

sulle cinghie^ dicesl di U(^ 

mo malatUcck). 
Cariota, intarlato. 
Carmfn. Carminio; polvere 

di un rosso bellissimo per 

miniare. 
Carname. Carnaggio; ogni 

sorta di carne da mangiare. 
Carne. Dlcesi anche Carne 

per carnagione. 
-— mata. Morta» ammortita. 

— stopoM. Tigliosa. 

-*• wrzelada. Vergata di 
grasso. V. Ferzelà. 

— d0 tomp6ZZ0.Capne;d^Amì- 
pezzo ; carne di manzo sa- 
lata e condita, che porta- 
si dalla terra d'Ampeazo. 

»* veehia fa bon brodo. 
Carne tirante fa buona 
fante. 

— co la carne vtfin ■ ftu- 
' . stOfVanemaviengiusta. 



i56 



CA 



Quando ano inv«ediia> si 
. dà al bacchettonismo. 
Cameiin. Carnicino s c<rior 
. . di carne. 
Camizza. Traliccio; sorta 

di tela rada di Uno. 
Camtizzo.GariiÌ6Cio; scarni- 
tura; quella carne ohe si 
, scarnisce dalle pelli con- 
ciate. 
n; Cara: un paro de legna. 
f' Una carrata; quanta roba 
è ^. unsi volta portata da 
^ un carro. 

— penezifm^ Misura per fie- 
no e legna da foooo; con- 
tiene cinque piedi rame* 
ti quadrati* 

Caroha. Carruba. 
Carobera. Cosa antica in 

pessimo stato. i^ 

Carognezzo. Miseria, sudi- 

ciun^e. 
Carota, y. Pe^tenagia. 
Carozzer. Carrozzigo; cbi 

fa carrozze. 
Carpano, carpino; albero 

d^alto foistoj che serve a 

far spalliere ne? giardini. 
Carpeto» Gonnella. 
Carta eemagia^ V. Cerna- 

già. 

— iogrinada. Carta lavo- 
rata ad imItazIoBe del 
9agrin^ 

•^ wghtìra. Carla sugante. 

— bergamina. Pergamena^ 
carta, pecora» 

-«« geografica. NeL dialetto 



C A 

non fli fanno le seguènti 
ittsfinzloni: ^eo^o&aill- 
cesi quella in cui è de- 

. lineata gran parte del glo« 
bo; oorografiea descrive ' 
una provincia; topogra- 
fiea un paese & un dato 
luogo« Carta marina di- 
cesi la carta marltHma. 

Catta, e'orfa confa erftofi 
dorme. Le scrittore e non 
le parole assicurano i di- 
ritti. 

Carfa&on. (temié de* fale- 

y gnaini)QaaplabuoDo;stni- 

^ mento che «er^e per la- 
vorare di qtiadro. 

Carie da zogo. Cartine da 
giuoco: I segni chele di' 
stingùoao sono ì pkxhe, 
fiorii quadri, euorf; o ba- 
stoni, spade, coppe e de- 
narL 

-* far le earie. Mescolarle 
e dispensarle nel giuoco. 

Carter, Cartajo chi fa car- 
ta; cartolaio chi la vende. 

Cartin. Carticino; due pa« 
gioe di OD libro che' si ri- 
stampano per matàrvi 
qualche cosa. 

Cartoline de dolci. Cartuc- 
cle con pastiglie doid. 

Casa senza sol. Casa posta 

A a tramontana. 

'^muta* Famiglia ricca sen- 
B^apparenza.' 

^ apeplan. A pian terreno. 

>^ in soleri fnsolajo. 



e A 

Cmalin. GasnUngo, casaree- 
clo. 

Cosatela, Cacioliao ^ ra- 
veggiuolo; piccolo cacto 
schiacciato io forma tonda. 

Cascar, casca. Cadere, ca- 
duto. 

— cassa ve cascai Cosa vi 
accade? od anche: cosa vi 
occorre? 

— et ghe casca ben. Gli con- 
viene ; gli va appun- 
tino. 

— - in pena. Cadere in multa. 

'-^ le ale i brazzi. Av- 
vilirsi. 

— da la paèla su le broe 
46. Schifando un male, in- 
correre in uno maggiore. 

Caselanie. Ricevitore del 

lotto. 
Cosilo. Ricevitoria del Jotlo. 
CosUtr* Chi la gran caso di 

ogni menomo che. 
Casnà, Voce turohesca^ che 

vale cassa, e da.noi s^'n- 

tende denari. 
Casolin. Probabilmente da 

Casearius, venditore di 

formaggi. 
^y Cason. Tugurio , capanna 

contadinesca. 
Caspita f Capperi! 
Cassabaneo. Cassa-panca ; 

cassa fatta a loggia di 

panca, sa cui anche si 

siede. 
Cassa de i^anelo. Gastone ; 

quella |»arto dell'anello , 



C A x57 

dov'è posta e. legala la 
gemma. 
Cassa de f\K>hio. Ocohii^B. 

— de relogio da muro. 
Guarda-eorde. 

— star in coesa. Tener il 
cervello a bottega. 

Cassila. Cassetta. 

Casseiaa. Tramoggia; la-cas- 
setta quadrangolare in 
. forma di aguglia voveseia- 

X ta, che versa a poco a 
poco il grano nel moli- 
no. 

Cassia in cerna. Cassia ne^ 
boccluoli; cassialignea. 

— • .fior de easeia. •Cassia 
mondata. 

Castagna. Castagnino ; color 
castagno. 

Càstagner. Castagne, se 
l^lbere. 'Castagnuole ee 
legno de- càstagner. 

Castagnòle. CasCagnelto ; 
strumento slmile alle nac- 
chere. 

Qastagmlo. (terra, mafia.) 
Coccinelle; pezzi di legno 
fornHI,aoul si raecona»- 
dano i cavi lungo 1 fian- 
chi della nave. 

Castra. Castrone; agnelh) 
castrato. Detto ad nomo, 
evifiaUi. 

'^iibro castra. libro moi- 
aato» 

Casìracan. Tarassacov ed 
«Bebé plscialetto; erba 
medicinale, nasce af!pf«8- 

fa 



iS8 



C A 



^/ 



80 i fossi e sulle sponde i 
dei fiumi. 

Cattrar uno (metaforicam.) 
Cavargli denari^ o sce- 
margli rutile; od anche 
torgli H comodo di ope- 
rare. 

—• t tnaront*. Intaccarli; 
fenderli perchè non {scop- 
pino cuocendo. 

Ccatron* Becco; il maschio 
della: capra domestica. 
I>eUo ad uomo» vale sto- 
lido. Anche polii niccio^ 
cucitura mal fatta. 

»— ala de capon e colo de 
eastron. Chi si parte dal 
castrone si parte dalla ra- 
gione: per significare che 
quella carne è buona e 
salubre. 

Casironar, Acciabattare^ fa- 
re un piastriccio. 

Caiabèghe. Accattabrighe. 

Catapan. Accattapane^ pez- 
zente. 

Calar, catà. Ritrovare^ ri- 
trovato. 

— • no ghe la calo. Non ca- 
pisco; od anche non ci 
trovo rutile. 

•«^ votela a cala. Indovina- 
la tu grillo. 

CataradeghU Litigioso. 

Catoitieo. Catasto e. cata* 
stro; libro in cui si regi- 
strano i beni de^ partico- 
lari per assoggettarli alle 
publiche imposizioni. 



CA 

Catochio, (voce furbesca). 
Prigione ; forse da cator- 
cio. 

Catorigole, V. Gatorigole. 

Catramonachia.PsLroìsi gre- 
ca, che vale malia, fat- 
tucchieria. 

Cavafango, Curaportf. 

Cavalada. Gran furia. 

Cavaleta, Inganno, frode 

. coperta: quindi far una 
cavaleta. 

Cavale to. Trespolo ; arnese 
di' legno in cui son fitte 
tre mazze da sostener ta- 
vole, deschi ecc. 

Cavalezzo, Sguajataggine. 

Cavai da monta. Stallone. 

— da vegia, Bidetto; caval- 
lo piccolo delPisola di 
Veglia. 

— ingleie. Bertone; caval- 
lo colle orecchie tagliate. 

— balzan. V. Balzan. 

— del Gónela; aver più ma- 
lani che el cavai del Go* 
nela, Concafessa, amma- 
lazzato; dicesi di chi ab- 
bia molte mascalzie e do- 
glie. 

— chiapar el cavalo. An- 
dar in collera. 

— ezser a cavalo, V. E$$er, 
"^ star à cavai del fosso. 

Tener il piede in due 
staffe. 
■— 'cAì no poi boterei cavai 
baie la seta. Chi non può 
dare airaslno dà al ba- 



e A 

sto: chi non poò vendi- 
carsi con chi ci vorreb- 
be^ si vendica con chi 
può. 
Cavalier del dente* Scroc- 
cone. 

— da seda. Baco da seta. 
Cavalo to de le braghesse. 

Fondo dei calzoni. 
Cavana. Ricovero per le 

barche. 
Cawinela: la eavanela. Cioè 

cavar denari. 
Cavar baia d'oro. Far la 

propria lortana ; averla 

indovinata. 
Cavar.' eaiHirghela. Trar 

profitto. 

— el goto. Dire o fare co- 
sa di genio. 

'— eoitruto. Cioè profitto* 
->». sangue dal muro. Vo- 
ler cavare dalia rapa san- 
gue 

— i eelegati de boca. Far 
astatamente palesare il i 
segreto. 

— le pene maistre. Torre 
altrui la miglior parte del- 
Tavere. 

— - no cavar un ragno dal 

muro, non saper cavare 

. un. raglio da un buco; non 

saper cavare aìci^n pjro- 

fltto. 

CoMrse dai freschi. Trar- 
si d^impaccio. 

— la pavana. Prendersi sod* 
disfasione^ scapricciarsi; 



Ck 



i39 



cavarsi dal capo una co- 
sa, un^opinione. 

Capatina» Spieitosa inven- 
z&ooe. 

Cavazzal. Capezzale. . 

— ridurse al cavazzal. Bi- 
dnrsi alP esiremo della 
vita. 

Cavazzua o Bedèstola. Uc- 
cello che somiglia alla 
passera. 

Cavei. Capegli. 

-*- davanti. Capelli della 
naca. 

— dr<« la capa. Capelli del- 
la collottola.. 

Cttvezzo, Scampolo; avan- 
zo della pezza di panno 
di tela. 

Caviaro, Caviale; uova del- 
lo storione o d^altri pesci 
salate ed accomodate per 
cibo. 

— deJe ongie. Sudiciume. 

— de Je rechie. Ceriimev 
Cavielo, Capezzolo. 
Capioni. Alari; quei ferri 
y che sostengono la legna 
^ sul fuoco. 

Ca9ra0 Capra. Detto ad no- 
mo> vale cacaociano, vile. 

Cavria* (term. marin.) Cla- 
. v ie; macchina per albeia- 
re, composta* di tre stili e 
.drittata sulla coverta di 
un vascello, per poter so- 
spendere gli alberi prima- 
rii e collocarli al loro po- 
sto, oppur per levarli. 



i4o 



CI 



Ca»roman» Stallalo; carne 
di castrato o di capretto 
cotta in umido. 

Cantar, cauta. Cautelare, 
cautelato. 

Cazz€L Caccia. 

— de leffno o fero* Mestola. 

— da schiumar. Scuoia* 
raola. 

Cazza! Capperi 1 

Cazzada: gran cazzada.Co- 
sa da poco. 

Cazzadon Cacciatoja; pez* 
zo di legno con cui gli 
slampatori aprono « ser- 
rano stringono le* for- 
me* 

Cazaafaiik Ser Faccenda. 

Cazzar» Cacciare, ficcare.- 

— « cazzarghèta a uno. fh-^ 
• calgliela. 

Cazzane. Flcoarei, inlra- 
dersi. 

Cazza scòta, (terai. marin.) 
Caifla*scotta; puleggia in^ 
cassata net bordo, *n6lla' 
quale si passano le scotto 
delle vele. Nelle barcbe 
piccole è un legno tra ver- 
so ove si lega la scotta. 

Caizze^ouiieri. Venditore 
di manifatture di lègnoad 
uso di cucina, comeoie- 
stole^ cucchiai ecc. 

(Unzioioi Cattttola e mésto- 
la; strum. da murailori. 

Cazzo. Membro; colalo. 

— malo. Capo sventato. 

— un^eaxzo. (vooe plebea) 



C E 

Un niente, niente affat- 
to. 

Cazzo de mar. Ffncio o 
priàpo marino; animale 
marftio del genere degli 
ololurll. •- 

Cazzimelo, GORchlglla trila- 
tera/ comune, ma di nes- 
sun uso. 

Cazzopa. Rozza; buono a 
nulla ; arnese inservibile. 

Cegiaura. Nuvolaglia. An- 
che gravezea, mal di ca- 
po. 

CéNirtf ra. Cedroni era; serba- 
tolo per le piante degli 
agrumi neirinverno. 

Cegie. Le ciglia. 

— far fé cegie. Far cipiglio, 
cattivo viso. 

— - de /an(if»e(term. marln.) 

Airebidj i due lari del 

* davanti di' un vascello , 

dalle spalle sino alla ruota 

di priia. 

Ctf/^gfo; Passera; uccello eo- 

> munissimo. 

Ce legato. Passerotto ; picco- 
la passerà. 

— cavar celegati, VI Ca- 
var. 

Celegheta megiaròlaìVssèe' 
' ni' montanina ; uccello in- 
solente che guasta i se- 
minati. 

Ce len te} ivoce^ antiq.) Me» 
dico della nave. 

Celeste': color celeste. Ce- 
ruleo. 



CE 



CH 



i4i 



CtfnaHfi. Cenerognolo di 

colore. 
Cendà. V. Zendà. 
Cèndena. (term. de*caUolai) 
Tràmezia; slrlscla di cuo- 
io tra ta suola ed il to- 
maio della scarpa. 
Cengia, V. Cingia. 
Cengion. Cigna grande de' 

cavalli ecc. 
Cenise, Cinigia; cenere cal- 
da in meaM la qoale si 
trovano faville di fuoco. 
Cen<ìn. Cenata grande. 
Censimento, (term. de' le- 
gali) Censo; niisura de' 
terreni per riparlo delle 
impeste. 
Centener. Centinaio. 
Centralizar. Centregglarc. 
Centuron, Cintura grande. 

de le tiraehe. Posola o 

posoiina ; quel soyatto cbe 
Infilalo nei buchi sostie- 
Be lo straccale. 
^ Ceùle. Cipolle» 

— dùpio come le eeole. 
Fintone^ doppio. 

— ceole ne le tele, V. Se- 
dote. 

'^siruear eeole in teioehi. 

V. Strucar. 
Cepo, Zeppo, pieno intera- 

mente. 
Cercantin. ilccaltone. 
Cerèar Mariti per Ravéna. 

Cercar le cose dove 'non 

sono. 
•— et pel net dopo. V. Pelo, 



Cere, (in gergo) Mani. 

— zo le cere. Giù le roani. 

Cerer. Cerajuolo. 

Ceriola, V. Candelora. 

Cernagia, Cernuta, cioè se- 
parala; carta magagnata. 

Cernidor, Spciazzino; colui 
che spelazza la lana, cioè 
la trasceglie quasi pelan- 
dola dalla trista. 

Cernir, cernio. Cernere, 
cernuto. 

Cerva to, Cervlatto. 

— legno de cervato, tc- 
gne forti nate nei boschi 
deiristria e della Dalma- 



zia. 

Cervelà, Cervellata; sorto 
di salsiccia di carne e di 
cervello di porco. 

Cerusico, (voce antiq.) Chi- 
rurgo. . 

Cesara, Cicerchia; legume. 

Cesarèla> Uobiglia e pisel- 
lo minore-; pianta legu- 
minosa , sul Triviglano 
delta Bisota, 

Cesendelo. Lampanlno; è 
di cristallo a foggia di 

cono. 
Cester, Cestaruolo, cofa- 

naio. 

Ce tota, FacciUola o' quarti- 
no; ottava parte del fo- 
glio di carta. 

Che non è. Dal vedere e 
non vedere* 

Cheba. Gabbia da tenere 
gli uccelli; ucccllicra. B 



l43 



CH 



composta di tegoletti di 
legno detti staggi, e di 
fili di ferro. 

Chele. V. Ghele. 

Chiacolar. Ciarlare^ cian- 
ciare. 

Chiacole. Ciarle. 

Chiacoleta. Gliiacclierino , 
parolaio. 

Chiacolezzo o Chiacoló. 
CliiaccheriOy cicaleccio. 

Chiapa'Chiapa, Parapiglia. 

Chiapa, Natica. 

Chiapar. Pigliare. Anclie 
cogliere^ fermare^ colpi- 
re, impadroairsi di alcu- 
na cosa. 

— pie. assodarsi^ fortifi- 
carsi. 

— la man. Farsi abiie^ pra- 
tico. 

•— la foia. Imbronciarsi, 
pigliar il broncio. 

— el loto. Vincere, guada- 
gnare al lotto. 

— un rombo. Sbagliare e 
aver un danno. 

•— s<t quatro. Cioè non ri- 
cavar alcun utile. 

— a straco uno. Cogliere 
uno alla sprovveduta. 

— fogo. Attaccar fuoco. 
•— per el colo. Aggavigna- 

re; indur uno per neces- 
sità a fare alcuna cosa. 

— « j cavalo. V. Cavalo. 
Chiaparse. Ingannarsi in un 

contratto. 
— - in parola. Impegnarsi. 



GH 

Chiaparse: me 9on ehiapà. 
Mi sono troppo impegna- 
to. 

— chiaparsela con uno. 
Attaccar bri^a con esso. 

Chiapo de piegore o altro. 
Branco di pecore ; stor- 
mo di uccelli. 

Chiara del vovo. V. f opo. 

Chiare volte. Di rado. 

Chiassano. Chiassata. 

Chiassar. Far- chiasso. 

Chiassoso. Festoso/ sollazze- 
vole. 

Chiavada. Coito ; atto . ve- 
nereo. 

Chiavar. Usare il coito. 

Chiave a boton. Chiave ma* 

y Schio. 

^ co la cana. Femmina. 

— da segati. Licciaiuola. 

— dei muri. Catena; spran* 
7^ ga di ferro per tener col- 
legate le muraglie* 

Chiàvega. Cateratta; aper- 
^ tura fatta per pigliar Pa- 

qua e per mandarla via. 
Chiavate de spago, V. Già' 

vele, . 
Chicara. Chicchera. 
— meterse in cAicaro^UeU 

tersi in gala. . 
Chiehiriehi. (si fa sentire 

il eh.) Capriccioso aidor- 

namento sul capo. 
a Chiao. A capello^, a pua* 

tino, appena appena. 
Chicona. Gozzovigliata. 
Chiepa. Cheppia; taccia; 



CH 

pesee di mare, che di 
primavera passa in aqaa 
dolce. 

Chiesar, Frequentare le 
cliiese. 

CMetiola, Cbfesaola. Co- 
si chiamasi specialmente 
lineila ove stanno gif ul- 
timi tre giorni 1 condan- 
nati al patibolo. 

— - esser in chiesiola.Esser 

• Incerto ^ul prossimo de- 
stino. 

— (term. marln.) Chiesola; 
gran ripostiglio di rame 
di legno per la bussola. 

Chieson, Baciapile; ipocri- 
ta che ostenta di frequen- 
tar la chiesa. 

Chiesura. Poderetto^ chlu- 
y sura ; poca terra con ca- 
solare. 

Chietin, Bacchettone. ChiC' 
Un deriva forse da Ghieti, 
ov^ebbero origine i reli- 
giosi teatini. 

Chietineria o chietinezzo. 
Santocchieria. 

Chilo: far el chilo. Chilifl- 
care; operazione natura- 
le dei cibi nello stomaco. 
Detto in altro senso, vale 
far un piccolo sonno do* 
pò aver mangiato. 

Chinchiarse. Attlliarsl^ raf- 
fazzonarsi. 

Chió. Tobi piglia. 

Chioea. Lumiera. Anche 
gallina che cova. 



CI 



143 



Chioea ioto la cAfoca. Sotto 
la mamma. 

CAtoco. (da chioccio^ rauco) 
Briaco. 

Chiocolatini. Girelli di cioc- 
colate che si mangiano. 
Cioccolata devesi chiama- 
re la bevanda ; cioccolate 
la pasU. (Gherardini). 

Chiompo: DI corte braccia. 

Chiopa de pan. Goppietta di 
pane; due pani uniti. 

Chior. (idiotismo) V. Tior. 

Chiazzo. Anatra penelope; 
specie di anatra salvatiea 
meno grande del mazo» 
rin, da cui si distingue 
pe^ piedi di color celeste; 
la femfna, detta da noi 
ehiozzella, ha 1 piedi di 
color piombino. 

ChiroH. Di corta vista. 

Chi tara. Imbottatoio; stru- 
mento di rame, per cui 

"^ si fa passare II vino da 
una botte alPaltra. 

Chiuehiar, Bere succiare. 

Chiuchio (gergo). Vino. 

Chiuehion. Succiatòre. 

Chiumbar, Bombare, sbe* 
vazzare. 

Chiumàon. Socdabeone , 
gran bevitore. 

Chiurlo. Zurlo; uomo da 
nulla. 

Chizza. (si fa sentire il eh) 
Gagnuollna. * 

Ciato. Migliarino di padu- 
le; uccelletto chiainato da 



«44 



CI 



\ 



Linneo Emberiza Sew* 

niclus, 
Cicar. tfastieare il tabacco^ 

come usano taluni. 
Ciesa, Siepe. 
devoto. Cefalo o muggine; 

pesce di mare notissimo^ 

cbe vive anche neiraqua 

dolce, detto da Linneo 

mugli cephalus, 

— de co magna. Perchè si 
piglia quando è in pa- 
stura. 

— da bon da rio. Di buo- 
no di cattivo budello. 

— (per gergo de' barcaiuo- 
li). 11 remo. 

Cìgaló. Cicaleccio. 

Cigdr, eigà. Gridare « grida- 
to. Cigar de'bambini di- 
cesi vagire. 

— costa che ciga* Che scon- 
viene. 

Cighignola. Carrucola. 

Cigo. Grido, strillo. 

Cigror. Gridio, stridìo. 

Cilele dei spezieri. Girel- 
lette; medicamenti a fog- 
gia di girelle. 

C\ma de omo. Uomo di gran 
senno. 

— esser in cima de far, d^ 
dir, ec. Essere al punto 
di JEare, di dire, ecc. 

Cimar. Spuntare, levar la 
dnia> smozzicare. 

— po»tarla eimada. V. 
Cortar, 

Cimbano» €e«ibaneUp ; cer* 



CI 

chio col fondo di carta 
pecora a guisa di tambu- 
ro intorniato di sonagli, 
e si suona picchiandolo. 

Cimeghin. V. Ochio. 

Cimesera. Cimiciaio; 8eai6&- 
zalo di cimici. 

Cimolar. Spelas^are la lana. 
jCimozza. Cimasa, cantonata. 

— del pano. Cintolo, viva- 
gno. 

— delvin. Sipoma del vino «r 
Cinapro. Cinabro; materia 

dura, rossiccia, composta 
di mercurio e solfo subli- 
mati per l'azione del fuo- 
co. Ve n'ha anche di na- 
turale. 

Gingia. Cintura. 

Cinquaniar. Cinguettare ; 
far discorsi e pensieri 
inutili. 

Cinquantin. V. Formen^ 
ton. 

Cinque in vin. Per capo 
principale; prima di tutto. 

Cinque dei. Una spanna. 

Ciò. y. Ciato. 

Circassiè (voce antiq.). A- 
bito di lusso usato dalle 
donne nello scorso se- 
colo. 

Circoncirca. Allo incirca. 

Cirio, Cero, cero pasquale. 

Cirmolo. Tiglio ; albero 

>; noto, detto da Linneo 

' Tilia alba, che ha le is- 
gUo cuoriformi dentale e 
di sotto topeyatose. 



co 

Civada, (tomi, intrlii.) Civa- 
ia; vela deU^allMiti di 
bompresso» cb^è sopra la 
pma della nave. 

Civeia^ierm. de^beccai)Vac- 
ca giovine; glovenea. 

CMera, BareUa. 

ClavicembalQ. Oravieem- 
balo. 

Cizzin, (voce fandaliesea) 
Ciccia^ caroe. 

Co. ( dal eum dei Latini ) 
Quando» allorehò. Co ti 
parli, eo te 9MÌo.\qoaiido 
parli» quando li vedo.— 
Vale ancke per come: Co 
fa queioi come quello. 
' Virò co éiit gu0lo, o €0- 
lae dice quello. Dsasl an- 
che ammirativo: Co Mot 
co grazioioi 

Coa. Coda. 

— de le caroxze. 8oUc(pÌe- 
de; la parte dieim le 
earroue » sulla quale i 
servllod tengonsl rlUL 

-*• ^tar la eoa. Pigliar 
baldauaa. 

-<— meter la ooa fra le 
gambe. Herder Tardlre. 

Coada, Covata ; quella qnan- 
tfti d^uova cbeiAiina vol- 
ta cova ruccello. 

Coar, -ood. Covare, covato» 

— l*è qua eìCel eoa* (aan. 
Ipooka) Becoloqul pron- 
to. 

CogròlA. €ovaliQda. WH^a 
«doma psoUOoi^ 



CO 



145 



I CoaroMa. Codirosso; uocel- 
lo; speda di, beccafico. 
Coazzm* Ocan coda. 

— (term. de^ beocal) pei- 
co di. fianco. 

Coca, fidocco» balordo. An- 
che conno» la parte natu- 
rale delle donne. 

Cooai: Gabbiano; uccello di 
mare, Larue oonut. Det- 
to ad uomo» vale balordo. 

— reetar im eoeal. Re- 
star uno stivale. 

Cacale ta* Starna oenerlna; 

Laru» mimar cineraue. 
Coehieta. LetUera. 
Coehio. Cocchiere. 
Coeò. <( voce -fmcHillesea ) 

Uovo. 
Cocodè, Mtbiiflio» dcfilecdo 

Ira. dome. 
CoeognHa, Vooe famigl. dis- 

preczaliva» con coi s^ln- 

«Hea un brutto modo di 

capegll. 
Coeolmr, Aeearenire. 
Coeolezzi. Moine; carezie 

di femlne e di bambini. 
Cacalo, nimbo. 
'Cocoion. Piacevolone. 
Cocon de la bota* Oocehiu- 

mo. 

— de stopa. BtoppaecMo. 
^^decavei. ■aseoechio^tl- 

fBoae; parte deretana del 
capelli delle donne. 

— iegnirstretoper laepi" 
na f epander per el co- 
aoH. Oleosi di cM rlspar- 

il 



i46 



co 



mia da un canto • pro- 
diga dair altro. 

Coconar. Tartagliare^ sci- 
linguare. 

Codega, Colica; cotenna. 

' Anche guida notturna col 
lume. 

Codeghin, Cotichino; spe- 
cie di salsicciotto fatto di 
cotenna di porco. 

Codtgugno, Cuticugno; spe- 
cie di gabbano con ma- 
niche , che ora chiamasi 
paletóU 

Citdogno. Cotogna U frutto; 
cotogno Palbero : del ge- 
nere de^ peri. 

Coe» Codetta; farina ordi- 
naria, la peggiore che ca- 
schi dal. frullone. 

— de volpe. Melamplro; 
pianta che nasce fra le 
biade, l cui semi mesco- 
lati al frumento rendono 
il pane un poco più bi- 
gio, ma non sono noce- 
voli. 

Coeta. Fico prataiuolo ; na- 
sce nel prati umidi, e ser- 
ve di buon foraggio pei 
"bestiami. 

— de foghi artiflziali. 
Razso matto. 

Cofa. CesU^ paniere. Anche 
gabbia suiralbero delle 
navi. 

Cofà. (co-fa) A modo, a gui- 
sa: Onorato €0 fa una 

. jMr/iKonoratocomelH>ro. 



CO 

CogiombaroT Balordo. 

Cogion. Coglione. 

-^cifgioni de gaio. V. Uà, 

— aver i àogioni duri. A- 
ver denari, buona borsa. 

— > we megio aver do toldi 
de cogion in searsela. 
Meglio è esser asino vi- 
vo che dottor morto; fug- 
gir le dlsgrasie a costò di 
parer vile. 

Cogionar. Corbellare. 

Cogionador. Motteggiatore. 

Cogionar ie. Bazsicature , 
cose di poco pregio. 

Cogiùnèlo. Beffe, derisione. 

Cogkmii Coglioni, testicoli. 

Cognito» ( term. forense ) 
Commiato ; atto legale di 
^congedo. 

Cognossanza (ÌdÌoti8mo).Co- 
noscenza. 

Cago. Cuoco. 

Coffblo. Sasso, ciottolo. 

€!ogòlo. Cogolaria ; rete di 
canapa assai forte, con 
cui si pescano le anguille. 

Cogoma. Vaso di terra o di 
rame; dal latino Cueuma. 
Alcuni autori . la ehlama- 
no cocoma. 

— da caffè. Bricco, o caf- 
fettiera. 

-*- da 4sioeolaia. Ciocolat- 
tle^a. 

Cogiimero. Cltrluolo} pian- 

^ ta annuale. 

CimIii. Codetta; piccola coda. 
Cola de forma^Uki MMatiee 



i 



co 

di cado, fatta con cacio, 
aqaa e calcina viva. 

Cola de farina. Paoiccia ; 
fanaa iMlIita con aqua. 

•^ da biancheria. Salda; 
àquaincuisia aUU sciol- 
ta gommay amido, €cc. 

— de reiagi. Carniccio ; 
ritagli, di pelle fatti tal- 
lire e convertili in colla. 

— de peue. Ittiocolla. 

— cdrace/d. Mastice ; ragia 
che ci vien di Levante in 
pezzelti secchi. 

Colarina* l|»aldatora )e sti- 
ratrice. 

Coloro. Bavero, collare del- 
l'abito. 

CofefirarM. Coricarsi. 

Coimo de aqua. Marea alta 
o piena; altezza massima 
deiraqua marina. ▲ pro- 
posilo della marea (ri- 
flusso), diconoi nostri^ma* 
rinai : 7,a e 9 l'aqua ino 
se motsej so, si e ss Ta- 
qiM no va ne su né zo. 
Dettato dalPosservazione 
che i ÌQlussi e riflussi so- 
no massimi nei pleniluni 
e nei noviluni, e minimi 
nelle quadrature, cioè nel- 
la maggiore distanza del- 
la luna dal sole, come ap- 
puntò neVdetti set giorni 
lunari succede. 

Colsnegna. Coaiignolo; ta 
parte più alta del tetto* 

C0I9. (coir stretta) Un 



CO 



147 



gocciolino, im menomo 
che; im coto de ogio, cioè 
una. goccia d'olio. 

Colombin. Piceioncelk^ co- 
lombo di tenora età. 

Colombo, (term. de^pesea* 
tori) Pesce aquila, chia- 
mato da Linneo rata a- 
quila. 

Colonaj tanVMipio a la 
eolona. D&cesi ad ano che 
sta incantato senza muo- 
versij'allttdendosi allasta- 
tua di s. Alipio posta so- 
pra una colonna d»lla 
chiesa di s. Marco. 

Coltra. Coltre; coperta del 
tatto. 

Coltrina. Cortina bandi- 
nelta. ^onograz ia dicesl^ 
il festone, ed anche quelP 
asse cornictata da cui 
pende la cortina. 

Comandaizza. Grido usato 

dai barcaiuoli nel girare i 

rivi della città, onde schi- 

.vare lo scontro di altre 

barche. 

Comare. Chiamano coma- 
re i genitori di un bam- 
bino colei che lo tenne 
al sacro fonte a cresi- 
ma. E tra noi anche la 
mammana ò levatrice. 

Comarezzo e eomaró. Cica- 
leccio di donne adunate 
insieme. Óve son femine 
ed oche non vi son pa- 
role poche. 



i4S 



co 



Comhinar tm afar. Gmi- 
dodcre un negorio» 

— le difertnze. Pacificare, 
coaYenlre'. 

*- U parole* Compitare. 

Cemesso. Farsetto, cam^ 
cluola. 

Comiada. Gomllata, coljw 
di gomito. 

Comin. Cumino; piantff so* 
miglianle al flaocclito. U- 
savasi porne net pane, 
detto perciò encora Co- 
min» 

Corneo» V. Gomio, 

Com ismra, Commessera^in- 
e»tratura; 

— eatarghe la eomiaura. 
Trovar il bandolo, il a»* 
do di oonehidere ana cose. 

Comò. Armadio. 
Comoda, Cassetia, eesso. 

— eomodeta da leto. Pre- 
della. 

Comodar. Accomodare. 

Comodinj iervir de corno» 
din. Servire per lucer- 
niere; servire al comodo 
altrui seni^otile proprio. 

Com^in. IM giuoco di car- 
te, matto; caria determi- 
nata, la quale « certi giuo- 
chi, come a quello di bel- 
lica, si fa contare quanto 
al vuole. 

Comode. Latrina, ibgna. 

Comodo, (voce antiq.) Co- 
me? In quel modo^ dal 
latino qnomodo. 



CO 

ComiMgfio. Parlando di co- 
se inanimate, intendiamo 
aimlle, uguale. 

Comjpatiadei/o. Companati- 
co; tutto do che mangia- 
si col pane. 

Companizar, Fair a mic- 
cino, risparmiare. 

Compare de «. Zuane. Del 
battesimo. 

— de l'anelo* Degli 'Spon- 
sali. 

Comparismo, comparatico; 
Tesser compare. 

Compienazzo. RepTèztone. 

Compieta. Battola, tabdia; , 
strum. di legno, di suo- 
no strepitoso, di cui ser- 
vonsi I cattolici invece <H 
campane ndla settimana 
senta. 

Componer, Comporre. 

Composidor: Compositoio, 
arnese per gif stampato- 
ri; compositore Tartlsta. 

Compoeta. Y. Conserva. 

Comprila. Compera'. 

Còmnnèla. V. Far. 

Con e Bon. La aostantt, 
IMntlero. 

-* 96 so dir el con eH ron. 
Dar libro e carta; dar e- 
satta notttia. 

Conchèta. V. Seseola. 

Concino. Cdabrache; gluo- 
co di carte. 

Concfsforoi fdr coneUtàro. 
Dicesl perderlslooe di obi 
la lunga cdnversadone* 



co 

Coneo/o éél pan. v« Ama- 
rioL 

Còndilo. Candito, confél- 
tato. 
x' Condolo. • Fogna ; pozzo 
toMlittoio. 

Cofidttsl. RvIOano. .' 

Condtifor. Appaltatore e 
affittnario. 

Confo Zona» Dieeii per isdier- 
zo di donna assai grassa. 

Confor : el me teimfa. Hi 
conferisce, mi giova. 

Confeuada. Confessione. 

Confofurier. Confettiere. 

Confti^, Confessionale. 

Conflttir. Cooperare. 

Confusionar, Confóndere. 
^ Conftieloftarfo^e éonfutio» 
ner, AvvIluppaCore, im- 
brogliatore. 

Conglomerar, Btunire, am* 
massare. 
y Conto. Coniglio. 

Conomia, (idiotismo). Beo- 
nomia. 

CofiMrpa. Conserva di frnt^ 
ti, eco: 

-^ o/néat de wnMrwÈ. An- 
dar in compagnia. 

Ccnioàìnotà. Contadina i^ 
8ca e leggiadra. 

ConttH/'i Raeeontoro. 

Coniarié. contorta; perlette 
df èrtSiaHo rosslgnè' e al- 
tri globelti di vetiH^ di 
vàri eoloH, detti marghe* 
rltine, ad uso-di collane, 
corone» ecc. ^ 



CO 149 

ConUtèlb, Contidno; picech 
lo conto. 

Confffnffyi. Aggfonta, ri- 
pinco. 

ConliHa: Computista. 

Confro-rossa.Custodla d^ar- 
gento d'aero, in cui rac- 
cbicTdesi rorotogio da ta- 
sca, e cb^è quasi un^altra 
cassa. 

— eolòrtibà, Tterm. iiiarld.') 
Controchiglia ; que^ fega- 
mi cbe servono di rinforzo 
alla carena. 

Coniràfazion. Contrabban- 
do ; cosa proibita. 

Coitf rof^laglar ( term. ma- 
rin.). Imbarbare ; (Issar 
con nn cavo Pantenna di 
maestra ed il trinchetto 
ih occasione di unir gros- 
so. ' ' \ 

ConzcHsaregke, Seggluofa'*> 
io ; colui che rattoppa le 
^eggiofe rotte. 

-^ tavezzi. Che aggiusta I 
^asi dt cucina. 

'— pele. Pelacene. 

— tette, Créstaja. 

— fenestre. Vetraio' quegli 
cbe accomoda 1 vetri rót- 
ti delle flnestfe; finestr^iò 

. quagli che accomoda U 
legname. 

Conzar, conzà; Acconciare, 
(Condire ; ac<ioacÌato, coni- 
dito. 

Conzegnar, Commettere , 
congiungere. 



i5o 



CO 



C(»nzier«, Gopfci^tiira « ooq- 

dimento. 

Cofizo, Concio^ condito. 

Centrato j pcusar con Irato. 
Dicevfisi a^ tempi ■ veneti 
quando un patrizio am- 
mogliandosi con donna 
non nobile dovea cMede- 
re al governo l^approva* 
zione del contratto ouzia- 
Ie« altrimenti i suoi figli 
non erano considerati del- 
Pordine patrizio, 

Copa, Collottola. 

Copar, copà. Accoppacei ac- 
coppato.! ' 

— l'ochio. Far. un brcvis-' 
Simo 8onno. 

— 8on resta copà., Cioè 
sorpreso, sopraffatto. 

Copaol copagnaol Bricco- 
ne! detto amichevolmen- 
te. 

Copèla. V. Star, 

Copèse, Colpesce, o pesce 
colla. Questo crescendo di 
péso acquista il nome tli 
storione; e se ne piglia- 
no nelle aque di Caorlé 
persino del peso di cen- 
to libre. , 

Copeton. Coppetta, . vento- 
sa; vasetto di vetro clie 
s^appicca alla persona, fa- 
cendo pigliar vento, af- 
finchè tiri il sangue alla 
pelle, richiamandolo da 
altra parte. 

Copi, Tegole, embrici. 



CO 

Ci4d,dai copi In «u. Dal tei* 
tó in su; oltre IMnteltigen- 
za umana. 

— - dai copi in zo. Secondo 
ruffiana intelligenza. 

Copin. Capocollo; specie. di 
vivanda porcina fatta eol- 
la coppa dei porco» 

Coraèla, Corata ; fegato e 
cuore e polmone uniti - 
insieme ; parlando <di >a- 
nimali piccoli. 

Corata, Corsa, oormnento. 

Corbame, Ossatura del ven- 

/ tre de* polli od uccellU . 

Corbato* Corbello, cofano. 

Corho e corbeto. Corvo; pe- 
sce di mare. 

Corbola, Sorta di granchio 
marino a coda lunga. 

Cordariol, Cordaio, funaio. 

Corde tela» Cor4elUna. 

Cordon. CordonceliOj cor- 
doncino. 

— iegnir. eordon, V, Te- 
gnir. 

Coree in. Cuoricino. 

-^ coresin de latuga, dtf 

perza ecc. Garzuolo o gru» 

molo. 

— de carne, fezietto. di 
carne senz'bosso. 

•— ghe erfiute el coreèin^ 
Dicono le feminuocie^ di 
un fapcinllo quando lia il 
singhiozzo. 

.Coreeiol, Crogiuolo, ed ap- 
ohe colanolo per fondere 
i metalli. 



co 

CarmM, m$tèh in core* 
iioh Cioè rirormatelo. 

Caridor. Gorridojoy andito. 

Corgnòla. Corniola; sorta 
di pleira darà di color 
sanguigno. 

Coriiponsion, Pagameàto» 
rieompensa. 

Coriandolo, Coriandro;pian- 
ta erlMicea. 

Cori90. Uomo facile. 

Corto, Arcolaio ^ bindolo. 
Detto a persona , Vale 
inatto e votabiie. ' 
/ Corifièio. Pilastro» 

Cornea, Faghtoleltt a bac- 
/celM verdi. - 

— de mar, Cannelletti;'9pe- 
eie di conchiglie marine 
univalvi. 

Comoler, Corniolo maschio; 
arboscello che produce un 
frutto simile alla giug- 
giola. : 

Corona de eoeo. Cannacoro. 

'Coronela. Coronalo^ facitor 
di corone. 

Coroséolon, Codirosso mag* 
giore; uccello del gen. de^ 
tordi. 

Coroto, Àbito da lutto. 

Corpetin, Corpicello. An- 
che corpetto farsetto, 
vestito di donna. 

Corpo e taea„ Affé di Dio. 

*— a coniò morto*' Stramas- 
cone. 

€òrt». Cortile. 

"^ òontfta* Corte biuidJta; 



CO 



ìSt 



tavola aperta che faccia 
un ricco per tutti i con- 
correnti; 
Corte: fané ta corte un 
per ra/fro. Adolarsi^plag- 
giarsi, 

Cortelazzo (term. marin.). 
Coltellaccio; piccola vela 
che si aggiunge alle vele 
quadre. ' 

Corteleto. Coltellino. 

Cortesan e eortesanon, Uo- 
mo cortese, fraAco, libe- 
rale. 

— magro. Molto fumo e po- 
co arrosto. 

— d:*atbeo. Uomo di legno, 
minchione. 

— da Caortei Pesce che si 
pesca per Io più nel con- 
torni di Caorle» e che dal 
dottor Nardo fu chiamato 
holoeentrus chana, 

Corugoto, Cavalocchio; in- 
setto volante. 

Cospe tonar. Bestemmiare. 

Cosso. Cosa. Usasi. anche per 
quanto : cosso varto ? 
guanto vale? 

Cassata, Coscia. 

Cossàzze, cose grandi (iro- 
nicamente). 

Cossediè (voce antiq.). Come 
si deve/ col débiti modf. 

Cosse to cosse ta. Vale pie- 
colino; mingherlino. 

-^ de castra ecc. Coiciot* 
todi casdrato, tagliato per 
Tendere. i - 



i5r^ 



CO 



setto delia .figuca di una 
cimiòe; che ha quattr^all. 
Della polvere di questo 
animaletto seccato si fa il 
colore scarlatto. 

Cosso : sipra. costa, o siof 
cosso, bicesi di quel tale 
di cui non si sa il nome. 
Usasi anche per disprez- 
zo. 

Cùsiesina. Gostereili^ picco- 
la costa. 

Costrai. Tavole del pa- 
gliualo delle piccole bar- 
che. V, Pagiol. 

— lonian dai tnii eoHraL 
Alta larga. 

Cola (gergo). Goeitora e im- 
briacatura. Anche forte 

• Innamoramento. 

Cotechio, Rovescino, vinci- 
perdi; giuoco di carte in 
cui vince chi fa meno 
punti. 

CoUgo. Trappola. Detto ad 
uomo, vale rustico, che 
ama la solitudine. 

Coto. Dicesi di uomo bria- 
co od innamorato. 

— - laiDori de colo. Lavori 
di pietra colta; anche di 
frammenti di terra cotta. 

Qotpla» 9oUaAa; v^te don- 
nesca* 

Cotolet<h Gonnellina. 

CgtaMe. (dal frane e^iélo' 
Us) CostoUn? di animai 
giovane cotte io pmido. 



ca 

Cofomo. Coturafoe; aforiMi 
maggiore. 

Coiure. Macchie alia pelle. 

Coì}èrchio. Coperchio. . 

Copèrta, (tenn. marin.) Co- 
perta , ponte superiore 
della nave. 

Coverta <m6alia. Prepunta 
da letto» 

Cover tor da le to ecc. Coper- 
toio; cenone dicesi quel 
panno tewuto e vergato 
da coprire i letti, le ta- 
vole ecc. 

Coverzer, Copiare. £ quan* 
to alla coniugailone di 
questo verbOi V. Jver* 
zer. 

Covertela. Coperchiella; fro- 
de. 

Covieloj capitan CopìcIo. 
Maschera che fingeva un 
bravo e sciocco. 

Crachi. Ciacche; calzari di 
cuoio per Taqua eH fango. 

Cragna* Untume; sudiciume 
sul collare di un abito. 

Cragnizzo* Specie di tinca 
di mare. \ 

Crauti. Cavoli salati. 

Crea. Creta* 

Creante. Creanzato; che ha 
creanza* 

Crecola. Ceroedula o gar- 
ganelle ; uooeUo del ge- 
nere delle aoUre aalva- 
tiche. 

Credenza. Anudlo ;da le«> 
nere li puiie^ gli uvaa- 



ca 



GR 



i55 



li della mensa ed altre 
cose di famiglia. 

Creme$9,^ Cliermislno; colo- 
re rosso - nobile cbe si fa 
col chermes. 

Cren, Barbaforte; ralana ru- 
sticano; radice di saper 
acre, la quale grattugia- 
la e rinforzala colfaceto 
si mangia per salsa.. 

Crena. Criniera del cavallo. 

Crepar» Crepare e screpo« 
lare; fendersi» 

^- pus tu crepar I Tt ca- 
schi il fiato. *• 

Crepaura, Crepatura, spac- 
catura. 

Crepe. Frammenti di. vasi 
rotti. 

Creesiman. Nome di certo 
giuoco di carte. 

erettila, Crescimento, aa- 
mento. 

Cretto, Cresta del polli. In 
altro significalo, condilo- 
ma escrescenza carno- 
sa prodotta da morbo ve- 
nereo. Per creste vuoisi 
anche indicare cose da 
nulla fuor di ragione. 

Crettoso.S.BulQ,. 

Creta, Degno di. fede. 

Criar. Gridare, slrillare. 

Crica. Gara, dissidio. 
^ Crièlo. Vaglio, crivello per 
[^ uso di nettar biade e sl- 
mili. 

Crior.^ Gridore e conlcsa. 

Crisse, (Idiutismo) EcclUsi. 



M 



Croeante. Berlingozzo; ci- 
bo di farina al di fuori 
invetriato colla chiara 
d^uovo. 
>KCroUai Aoccia, balza. 

Crolar» Cader giù. Inclina- 
re, cascar nelle vecchie, 
dicesi di chi per età si 
abbandona colla persona, 
e mostra una certa las- 
sezza. 

Crompar (idiotismo). Com- 
prare. 

Crose (term. marin.). Tri- 
gante ;,. ultima trave che 
serve a tener salda la 
poppa. 

— corni contro crose. Due 
cose contrarie runa al- 
rallra. 

CrosèM (term. marin.). Le- 
gni in croce sulPalbero, 
dove si va alla vedetta. 

— (term. di agrlc.) Crosete 
de formento, L^unione di 

V molte gregne sul campo ; 

f detto così deiraccavallare 
uncovone o gregna sopra 
Taltro. 

Croton. Grossa croce. An- 
che crocione, sorta di mo- 
neta d'argento. 

— far un croson, V. Far. 
Croste: dar le croste. Dar 

le busse^ percuotere. 
Croitinar, Sgranocchiare ; 

mangiar cose che ma*:)!!- 

caaJo sgretolino. 
Crostali, Crespelli, zucche^ 

14 



i54 



CU 



lini; cioè pasta distesa ìq 
foglio e poi fritta. 

Croitolo. Crosta; dieesl quel- 
la specie di crosta che 
prendono alcune vivande 
In fona di troppo fuoco. 

Crovata, Cravatta; fazzolet- 
to ripiegato che si porta 
al collo. 

Crovetia. Corvetta; picco- 
la nave che va a vela ed 
a remi. 

Crozzola, Gracda, stampel- 
la. 

•^ de la sala. Crociata. 

Crtio. Crudo; anche Imina- 

. turo. 

*— andar el colo el eruo. 
Andar la roba e le carni; 
dissipare ogni cosa. 
y Cuba. Cupola^ volta. 

— • dei cape io. Forma del 
cappello. 

Cubatolo. Cubicolo; picco- 
lissima stanza da letto. 

Cubia. Coppia, pajo di ani- 
mali. 

Cubiar. Accoppiare alcuno,* 
appaiare un cavallo ad al- 
tro che lo somiglia. 

Cubiane. Appollaiarsi. 

Cubala (idIotismo).V. Cuba. 

Cuca (gergo). Debito. 

Cuear. Cogliere airimprov- 
viso. 

CticAefi. Billeri rossi; spec- 
chio di Venere. Nascono 
fra le biade. 

Ctico. Cuculo; Qocetlo cosi 



CU 

' detto dal suo canto» ed è 
grosso quanto un plcelo- 
ne. Detto ad uomo, vale 
inesperto. 

Cuchiarse. Accovacciarsi. 

Cufane o eufolarse. Ran- 
niccbfarsl; accucciolarsi. 

Cufoton: tiar a eufolon. 
Seduto sulle calcagna. 

Cugtià. Cognato. 

Cugnar. Coniare. 

Cagne to, Boccettina usala 
pel rosolio. 
^ /Cagno. Cuneo; strumento 
da féhdere e improntare. 

Cugumero. Citriolo; sorta 
di ortaggio della classe cu- 
curbite, detto dal botani- 
ci Cucumis sativus. 

Culana (vóce scherzosa). 
Culaccio. 

Culata. Natica e chiappa; 
quella parte carnosa e de- 
retana del corpo, su cui 
si siede. Anca, dicesi Pos- 
so ch'è tra'l fianco e la 
coscia. 

Culatier. Pederaste. 

Culo. Detto ad uomo^ va- 
le balordo. 

— go in culo el bifi eo tu* 
te le so scatole, (manie- 
ra bassa) Non m'^importa, 
non nd cale di checches- 
sia. 

— trar de culo. Agitarsi, 
risentirsi. 

>— averla al culo. Avere 
U fuoco al colo; vedersi 



cu 

V 

al pericolo. Dicesi culo 
anche al fondo di varie 
cose: culo del fUuco ecc. 
Culia, culù. colei, colui. 

— coro culù! Espressio* 
ne di affelto, e talvolta 
ironica. 

Cunar, Cullare, ninnare. 

— ve dina de chi v'à en- 
fia. Vi canterei la zolfa. 

Cuorazzo, Cuor bello« ge- 
neroso. 

Turo, una cura. Un pez- 
zetto di elle elle sia* 

Curadenti, Stuzzicadenti. 

Curarne. Cojame^ cuoio» 
Cordovani cbiamansl que^ 
cuoi di pelle di capra al- 
Tuso di Cordova. 

Curamela. Buccio; striscia 
di pelle per assottigliare 
il filo abraso!. 

Curar i bisi ecc. Sbaccel- 
lare i piselli ecc. 

— t risi. Uoudare i risi. 

— i vovi. Mondare o di- 
sgusciare le uova. 

Curaura. Mondiglia, mon- 
datura, 

Cuser, cutio. Cucire, cuci- 
to. 



CD 



iS5 



Cuiidura. Cucitore. 

— macar le cusidure. Tro- 
var le costare; percuo- 
tere. 

Cusinar, cusinà. Cuocere , 
cotto. 

Cussi. Cosi. 

Cussin da agii. Guanciali- 
no da spille; torsello. 

— da lavoro. Cucino; arne- 
se su coi cuciscono e la* 
vorano le donne. 

Cussinello. Piumacciolo. 

Cussi ta. Cosi bene. Voce 
usata alla campagna, e 
scherzosamente in città. 

Custion. Questione, contesa. 

Cuzzar. Accovacciare. 

Cuzzarse. Accosciarsi, ri- 
stringersi nelle coscio ab- 
bassandosi; ma propria- 
mente il mettersi a cac- 
cia che fanno 1 cani. 

Cuzzolarse. V. Cu fané. 

Cuzzo, (dal frane, euché) 
Cuccia; letto cattivo. 

— da bestie. Covacciolo. 

— da cani. Canile. 
Cuzzon. Covacenere, pol- 
trone. 



i56 



D 



\ 



Pa bon* Davvero, in verità. 
\( Ladia. (voce antiq.) Sorla di 
aggravio %Dposto xiall^an- 
Uco governo veneto sui 
raccolti. 
Vaèto, Dadicciuolo.; piccolo 
• dado. ^ 

Dai! dai! Dalli I dalli! 

— e dai e daij e dai e ro- 
dai j oppare dai una, dai 
do, dai tre. Dalli, dalle ; 
per dinotare un^ azione 

' continuala. 

— dai al can che l'è ro- 
bioso. Dagli, che c^ècan 
guasto. 

— dai, tira, para, marte- 
la. Dagli, tocca, picchia. 

Damàni» Solini ; lavoro che 
si fa alle maniche della 
camicia verso la mano. 

Damigiana, Fiasca vestita 
di vimini. 

— ienza colo, (cioè collo) 
Vaie uomo grasso e pie* 
colo. 

Damò (voce anllq.). D'ora 
in avanti, da questo mo- 
mento. 

Dao. Dado con cui si giuo- 
ca; picciol cubo d^osso, 
sur ogni faccia segnato di 
numeri. 

'— de le sbochie, V. Balin, 



Dao; dar al dao. Dar nel 
brocco. 

— 4rar al dao. Tirare a 
-indovinare ; interrogare 

assolutamente. 
-^ zogar ai dai, A sbara* 
glino. 

— dao era ^ pòi la voce anzi 
il grido generale degli ar- 
scnàlolli per indicare la 
campana delPArsenalcche 
suona Torà della parlen> 
za; ed è come dato o con- 
ceduto il permesso di an- 
darsene. 

Daotin, Pezzo da as cente- 

H,/ simi, corrispondente al- 

Pincirca alla moneta di 8 

soldi veneti. ^ 

Daolo. Moneta antica del va- 

iore di otto soldi. 

— (in gergo). Culo. 

Dar. (verbo) Dare. Dogo, 
dò ec. Pel resto veggasl a • 
pag. 07 il verbo Jndar, 

— e daghe, e dog he la, E 
tocca e ritocca. 

— damene un che me n'è 
morto do. Fra mille oimà 
sei soldi, e doglien^ora. 
Dice&i per burlare chi tal- 
volta si duole fa smo^r 
fie senza ragione. 

— chi da e pò tiol ghe vien 



Dà 

la bissa al cuor. Cbi dà e 
poi loglie^ il diavoi lo rac- 
coglie. 

Dar la eorda. Uartella- 
re, ridar ano alla neces- 
sità. 

solo. Regger la celia; 

dicesi di ciii ^uta a bur- 
lare. 

— de mente, de naso. Star 
osservando, spiando i fat- 
ti altrui. 

— ehiga da dar ga da aver. 
On ila torto pretende di 
aver ragione. 

— lazo. Porgere occasione 
vantaggiosa. 

— a tagio. A saggio. 

— su la ose. Contraddire, 
sgridare. 

— bada. Dar reti a. 

— boniman. Facilitare, dar 
baldanza. 

— a respiro. Vendere non 
a pronti. 

— da dir. Daroccasione di 
4ire. 

— drio a tino. Tenergli die- 
tro. 

— da far. Dar lavoro, oc- 
cupare. 

— el beco a le slele. Dicesi 
di vivanda assai buona. 

— contro. Opporsi. 

— el eao in man. Sommi- 
nistrare occasione. 

— l'aqua. Annafflare. 

— et coglimelo. Hincbio- 
nare. 



Dà 



i57 



Dar tele. Allattare. 

— el quondam. Dar grazia 
alla cosa, o renderla per- 

' fezionata. 

— l'onta e la ponta. V. On* 
zer. 

— el segno. Dar Tanello per 
promessa di nozze. 

^ una salata. V. Salata. 

— fogo al pezzo. Venir a 
risoluzione. 

— in costa a uno. Avve- 
nirsi in uno. 

— in tei muso. Rinfacciare. 

— e l baio de Vimpianton. 
V. Impianlon. 

— volta al cervelo. Impaz- 
zare. 

— rorzo. Ballere alcuno. 

— de schena. Lavorare a 
tutta possa. 

— su le strazze. Danneg- 
giare. 

— una stafilada. V. Sia^ 
filada. 

— una feta. Annojare con 
luogo discorso. 

— bota per zoeolada. Dar 
percossa per percossa ; 
render pan per fpcaccla. 

— da bever. Dar ad fntcn- 
dere. 

— labaja. Beffare. • 

— el so resto. Soddisfare 
pienamente. 

— la boldona. Dar la bal- 
ta, beffare. 

— la stanga. V. Stanga. 

— la sofà. Adulare beffando. 



t58 



DE 



Dar unfraeo de pugni, ec, 
V. Fraco, 

— de denti, pir villanie. 
— - una lavada de te$ta* Una 

riprensione. 
Darecao. V. Becao. 
Darse, Avvedersi. 

— el se tha dada. Se ne 
avvide. 

*- la zapa sui pie. Opera- 
re in proprio svantaggio. 

«— el santo. Darsi convegno, 
restar d^accordo. 

— le man atorno. Ingegoar- 
si> adoprarsi. 

— de denti. Ingiuriarsi a vi- 
cenda. 

Datoli. Datteri, frutta. 
— datolo de mar. Dattilo 
marino; specie di conclii- 
glia. 

— datoli fa mandatoli. Chi 
non dà niente, niente ot- 
tiene. 

Da^antin. Ornamento don- 
nesco. 

Deazzo. Dito grande e mal 
fatto. 

Deboto. Fra poco; fra mo- 
menti. 

Deeervelarse. Stillarsi . il 
cervello. 

Deeipar. V. Dissipar. 

Demoniezzo. Rovinio, gran- 
de strepito. 

Dentai. Dentice; pesce. 

Dentei. Lavoro dentellato, 
simile a piccoli denti. 

Dente jdel giudizio. Den* 



DE 

te della sapienza; Tulti- 
mo dente clie spunta al- 
Tetà d^anni so circa. 

Dente de can. Calcagnuolo; 

j( scalpello per lavorare in 
marmo. 

Denti davanti. Denti inci« 
so ri. 

— masselari. Mascellari o 
molari. 

— cagnini, cioè posti fra 
gl^incisori e i mascellari. 

— chiari. Denti radi. 

— marzi. Denti cariati, 
guasti, 

— de una roda. Pinoli. 
Deo, dei. Dito, le dita. 

-^ cime dei dei. Polpastrel- 
lo dicesi la carne della 
parte di dentro del dito, 
dalP ultima giuntura in 
su. 

— de mezo. Dito medio. 

— grosso. V. Po lese. 

— secondo. Indice. 

— sposalin. Anulare. 

— menuelo. Mignolo, auri- 
culare. 

— osseli dei dei. Falangi 
dlconsi.Ie piccole ossa che 
formano lo scheletro del- 
le dita. 

— a scota deo. Assai caldo; 
a strappa becco. 

— farsela sui dei.y*Far. 

Deograzia. Latinismo rima- 
stoci; vale: Chi è di casa? 
chi è qua di grazia 7 

Deolin^ Piccolo dito. 



DE 

Deponer. Deporre. 

Dereiivo. Diffllato. 

JDesasio, Disagio ; anche di- 
sgrazia. 

— morir de dewsio. Morir 
di stento. 

Desbafarà. V. Sbafarà. 

Desbarear. Sbarcare^ smon- 
tare in terra dal legno. 

Desbolar. Dissigillare. 

Desbonigolà, Hai composto. 

Desbonigotane. Sbellicarsi; 
affaticarsi troppo colla per- 
sona in una cosa. 

Deibotir, desbotio. Sdruscl- 
re, sdruscito. 

Desbroeada, Sfogo, gridata» 

Deteaenar, deseaena, Scate- 
narcj scatenato. 

Descalzo. Scalzo. 

Deseantar. Svegliare» seno- 
(ere. Anche smaliziare. 

Deseantà. Giovine sveglia- 
to» accorto. 

Deteargar, Scaricare. De- 
seargar dicono 1 lavan- 
dai del tuffare i panni 
nelPaqua avanti di porli 
nel bucato ; propr. dimo- 
jare. 

Deecarognar. Smorbare , 
nettare. 

Deseariar. Svolgere dalla 
carta. 

Descoconar. Sturare la botte. 
Ed altrìmenli, dare una 
buona corpacciata. 

Descolar. Scollare» distac- 
care. Parlando della ne*l 



D E iSq 

ve delle candele» strug- 
gersi» squagliarsi ; e par- 
lando del piomtM)» lique- 
farsi. 

Descomparir. Scomparire. 
Anche sflguràre» scredi- 
tarsi. 

Desconio. Smunto» consu- 
mato. 

Desconirse. Struggersi» con- 
sumarsi. 

Deschizà. Guasto» scompo- 
sto. E parlandosi di vi- 
vande, non condito. 

Descordà, Scordato, dlcesi 
di uno strumento; vale 
anche dimenticato. 

Descoverzer, deseovrir. ?. 
Scooerzer. 

Descozzar. Tor via l^unta- 
me. 

Descrostar. Scrostare; dicesl 

/ di un intonlco o iaealdna- 

' tura. 

Desculà. V. Sculà. 

Descuser, descusio, Scncire, 
scucito. 

Desdar. Aprire, schiavare. 

Desdita. Disdelta» mala sor- 
te. 

Desena. Decina. 

Desentaria. Dissenteria. 

Dexfanlar. Sciogliersi» sgon- 
fiarsi. 

Desfar un voto. Soddisfare 
al voto. 

— Il» gemo. Sgomitolare. 

Desfarte. Distruggersi» con- 
sumarsi. 



i6o 



DE 



Desfarse da prete o da fra- 
te. Spretane e sfratare. 

— e< giazzo. Dìgblacciare. 

— un gropo. Sciogliere ud 
nodo. 

De.ifazzar. Sfasciare; scio* 
gliere dalle fascia. 

De sfato. Disfallo^ roUo^gua' 
stato. Anche liquefatto. 

DeifUar. Sfilacciare; far le 
filaccia. 

Detfiubar, Sfibbiare « slac- 
ciare. 

Desfodrar. Sfoderare. 

Desfogar, (idiotismo) Sfo- 
gare. 

Desfortunà. Sfortunato. 

•—più des fortuna dei cani 
in chiesa. Essere il capo 
degli, sfortunali. 

^ a chi nasse desfortunai 
piove af^ea sui cut a star 
eentai. Allo sgraziato teni« 
pesta il pan nel forno.. 

Desfregotar, Sbricciolare , 
ridarre in briccioli. 

Desfrizer, des fr ito, Soffrig- 
gere; soffritto^ fritto leg- 
germente. 

— desfrizer se nel sogras' 
$0, Patire senza lagnarsi; 
cuocersi nel suo brodo. 

Desgategiar, V. Destrigar, 

Desg ia2zar.Didiacciare,sclo- 
gliersi che fa il ghiaccio. 

Desgoxzar, Sgozzare^ vuo- 
tare il gozzo. 

^ I condoti. Sturare gli 
scolatoi. 



DE 

Desgrendenà, ?• Sgrcnde^ 

nà, 

Desgrezar. Dirozzare^ dis- 
grossaroy assottigliare un 
lavoro. 
Desgrqpar, Sciògliere ; an- 
che sfogarsi. 

Desligar. V. D essolar * 

Deslubiar, Divorare; man- 
giarmolto e ingordamente. 

Desmentegar, Dimenticare. 

Desmissiar, Svegliare. 

D^smolar, Scignere, dilac- 
ciare. 

i^esm'ar.. Snidare. 

Desnomòolarse, V. Snom* 
botar se. 

Desparar, Disimparare. 

Desparechiar, Sparecchiare. 

Despatarse, Accomodarsi ; 
aggiustarsi fra due. 

Despegnar. Dislmpegnare; 

I levar di pegpo. 

D esperder. Abortire, scon- 
ciare. 

— • cosso dcsperso^ Magrino, 
sotlilioo. 

Despetar, Olscollare. 

Despetalar. Sviluppare. 

Despirar. Sfilare, slacciare. 

Despirarjse la corona. Slac- 
ciarsi il busto per inquie- 
tezza. 

Despogiar. Spogliare. 

De^upilar. Smungere at- 
trui, impoverirlo. 

Dessavio. Insipido^ mancan- 
te di sale. 

Desso lar. Slacciare, slegare. 



01 

Pesitibùraru, 8ferr«)aolar- ^ 
si. 

Deilaear, Staccare. 

Déstacarse da l^ouo. Farsi 
vivo» pigliar ardire. 

Dtitagiar. Intagliare, taglia- 
re iotorno con forbici. 

Desiender la biancheria. 
Sciorinare , spiegare la 
bianciieria. 

Desiirar. Distendere. 

— la flaea. V. Fioca. 

— le gambe, V. Gamba, 
Deztorzer, Storcere le foni 

od altro. 

Destracarse, Riposarsi 

Defitrigar. Sbrigare, sbrat- 
tare. Deitrigkemose ode- 
itrÌghei$imo: sbrighiamo- 
ci; dettrighete, destri* 
ghè^C'i sbrigati-, sbriga- 
tevi, ecc. 

Destropar,deétropà. Stura- 
re, sturato. 

Destuar. V. Siuar. 

Detvolzer, Svolgere^ 

— ci filo. Scannellare, svol- 
gere Il filo sul cannello. 

De Iregan . Letragano y cefa- 
lo grande. 

Dezunar. Digiunare. 

JHambamel (esclamazione) 
Diamine! 

Dioùloni, Diavolinì; zucche- 
rini di sapore acolissimo. 

Diavola^forle, Grossagrana, 
stoQa di seta. 

Dibaier , dibatuo. Diffal- 
care, diffalcato. 



I>I 



iGi 



Ptluviar, Divorare, man- 
giar a guisa di lupo. 

Diluvion. Divoratore. Gor- 
gionè ehi beve smodera- 
tamente.- 

Dimiiioria, Paraferna; quel- 
lo che la donna possedè 
oltre la soa dote. 

Dìndieta, Tacchina; se gio- 
vine, pollanca; la femi- 
na del pollo dindla. 

Dindio, Pollo d'India, gal- 
linaccio. 

Dindolar, Dimenare, oscil- 
lare. 

Dia-liberal Dio-vardal Dio 
mi guardi; tolga Iddio. 

— a ito dio, a che dio. A 
tal segno! e come! nel 
signiflcato di mollo, per 
corruzione delP avverbio 
latino diu. 

— no avergliene un dio. 
Non averne un quattrino. 

•— Dio de elal Detto Iro- 
nico. Monna Teresina l la 
mosca la guarda e la lat- 
tuga la punga. 
Dir, (verbo) Dire. 

Indie, pres. Mi digo , 
io dico; ti difi, tu dici; 
el disc, egli dice. Nu 
disemo, noi diciamo; vu 
disè, vèl dite; i di$e, 
essi dicono. 

Imperf. Mi diseva, io 
diceva, ec. 

Pacato. Ho dito, io tlis- 
si, ^. 

is 



i6a 



DI 



Sogg. pres. Che mi di' 
gai che ti dighi, eh^el 
diga, ecc. 

Cond. pres. Mi dirla o 
diravej ti direni j el dU 
rave o diria, Nu diresti^ 
mo, ptt diressi, i dirave, 
idiria, 

Imp. Disème, ditemi. 
Digando. (idiot) Dicen- 
do. Cossadistu? CQsa di- 
ci? Cossa diseu? cosa dite? 
Dir r9ba. ¥. Boba, 

— ia soa. bire il proprio 
parere. 

— ' de so nona a uno; dir 
ben mio a uno. Ripren- 
derlo, rampognarlo. 

— p logos de uno. Dir cose 
' da fuoco di alcuno. 

— da bon. Dir da vero. 

— se dise per dir, 81 parla 
a caso ; ovvero si dice per 
supposto. 

— i me lù diseva^si t Scher- 
zo ironico per significare 
essere già nota a tutti la 
cosa di cai si parla. 

— senza dir né tre né quO' 
irò. Senza dir ne motto 
ne tolto. 

— far dir, y. Far, 

— eatar da di'r. Queatlo- 
nare. 

•^ xe da dir. È\ da sup- 
porsi. 

— ogni can mena la eoa e 
ogni eogion voi dir la 
soa. Chi fa la casa i'n piai- 



DO 

ta, la fa alla o la fa 
bassa. 

Dirindèla : star in dirin' 
dela. Star in farsetto, cioè 
in vestili troppo leggieri. 

Disdoto, Diciodo. 

Disisele, Diciasetfe. 

Disnoda, Desinala. 

'Disnar, Pranzo, 

Disnarato o Disnarazzo. 
Pranzo cattivo, o di cibi 
troppo grossolani. 

Disnarelo, Piccolo desina* 
re. 

Disnaron, Gran pranzo. 

Disno^e, Dlcianove. 

Dissipar, Guastare, sciupa- 
re. 

Dissipon, Dissipatore, scia- 
tone. 

Dita: bona dita, dita «an- 
tante. Ironicamente dlce- 
si di alcun soggetto -di tri- 
sta fama. 

Dizial, Ditale. 

Do, Due. 

Dogalina, Veste antica e 
che usa vasi ancora nel 

1600. 

Dogaressa, La moglie del 
doge ; duchessa. 

Dogieta, Doglluzza« piccola 
doglia. 

Dogizar, Principiare le do- 
glie del parto. 

Dolce, Dolcla; sangue di por- 
co raccolto Insieme. 

Dolci, Treggea; confetti di 

i varie guise. 



DO 

Doleigno, Dolciume ; inten- 
desi per un dolce mole- 
slo. 

Voifin. Delfloo^ pesce. Det- 
to ad uomo, vale gobbo. 

Volfinera, (terui. marin.) So- 
stegno del baston del fio- 
co; appartiene al bom- 
presso. 

Dolo, V. Esser in dolo. 

Domar la pasta» Mantrugi 
giare, rimenar la pasta. 

Domandon, Chiedilore im- 
portuno. ^ 

Dona dagroi90, Gualterac* 
eia. 

— da parto. Puerpera. 

— esser dona. Esser giun- 
ta alla pubertà. 

— de casa soa. Donna che 
bene uttende alla casa e 
alla faiuiglia. 

— ^ de le mnuneghe. Ser\i- 
glana. 

Don'jina. (in gergo) La fame. 

Donca. Dunque. 

Donèla. Donniceiuola. 

Donzelon. (term. deXbiog- 
gioii i) Dicono cbe una fan- 
ciulla è In donzeiofi quan- 
do è In età da marito^ e 
si veste allora con qual- 
che differenza dalle gio- 
vani minori. 

Donzena (Idiotismo) V. Do- 



DU 



i63 



zena. 



• I 



Dopion. liintestino retto de- 
gli animali, cosi chiamato 
da^ beccai per distinguer* 
lo dalle trippe. In Tosca- 
na si chiama cordone. 

— de la eamisa. Solino da 
mano e da collo. 

Dosa : che dosa ! Che buo- 
na dosa d^ingredienti! Ha 
particolarmente chiamasi 
dosa quella fatta di mele 
cotte ; melata. 

Dozena. Dozzina. 

— roba da dozena, DI po- 
•CQ valore. 

Dragoncei. Stranguglioni ; 
malattia nella gola. 

Dreion.' Uomo scaltro. 

Dretura. Fhrberla. 

Drezza. Trecéla di eapelU. 

Drezzagno. V. Dreton. 

Drian. Susseguenti. 

Drio. Dietro. 

Droga t bona droga. 'Buona 
lana ; cattivo soggetto*^ 

Ducato. Moneta della re- 
publlca. ll-*dttco(one df 
argento valeva lire 8 
venete. Il corrente Hre 
e. 4. Il ducalo di franco 
era moneta ideale, e. va- 
leva lire 9. 19. Il ducato 
di olio lire 6. 19. 

Durelo. Cipolla; Il ventri- 
colo carnoso del polli, uc- 
celli e slmili. 



i6/i 



E 



Ecrisie. Ecdissi; osearasio- 
ne del sole o della lana. 

Efeti Jieriet ATfezloni Iste- 
riche. 

El. Il ; articolo. Dicesl an- 
che per egli ; p.cel cer- 
ca, el trova, egli ^ cerca , 
egli trova. 

Eia, eloj eie, eli. Essa, es- 
so ; esse, eglino. 
, Elese. Elice, leccio ; albero 
> ^ sempre verde, il cai le- 
gno è assai duro. 

Endego, Indloo, colore. 

Endegolo (voce antiq.) Tro- 
vatello, prelesto, scusa, 
cavillo. 

Enóta enóta enio. Voci cor- 
rotte dal greco antico, le 
quali cantansl nei balli 
dalle nostre donne volga- 
ri al suono di un cemba- 
lo. Questi balli vengono 
Interrotti da una specie di 
intermezzo che sempre ri- 
comincia dal versetto enó- 
ta enota enio. 

Entrar. No la m'entra, no 
la me poi entrar. Non 
mi va, non mi calza, non 
mi può persuadere. 

Erba che taea. Panicastrella. 

— mora. Gentaurea nereg- 



giante ; nasce oopiosamen - 
te nei prati. 
Erba da cimesi. Sambuco 
selvatico. 

— spagna. V. Strafogio. 

— da pori. Verrucaria. 

— dapeoóM. Stafisagra. 

— da cali. Semprevivo mag- 
giore. Nasce sui tetti e sul 
muri vecchi ed umidi. Le 
foglie poste sui calli de* 
piedi Ù -ammolliscono. 

~ fava. Favagello; nasc« 
presso alle siepi. 

— ree àie la. V. Erba da cali. 

— grasson. V. Naslruzzo. 

— oordela. F<Maride ; Taoii- 

— glia delle gramignacee. 

— da incanti. Circea; erba 
che mangiasi con avidità 
dalle .pecore. 

— ' de to mare. Uatricale, 
amareggiola. Ha un sa- 
pore amaro alquanto in- 
grato. 

— imbriagOk Loglio ine- 
briante; nasce frequente- 
mente tra le biade. Il lo* 
glio solo mescolato col 
pane produce inebriamen- 
to, verligiui, ansietà. 

-— da piaghe. Giusquiamo. 
margarita. Bellidc. fici 



ES 

"^mpl aDtichl fu creduta 
ottima a guarire la tisi ed 
altre malattie che la sola 
•forza della natura o d«I 
Creatore può guarire. Ai 
presente 'Serve di pascolo 
ai piccoli armenti. 

Erbame, Erbaggi. 

Erbaria, Mercato delPerbe. 

Erbariol. Erbaiuolo; trecco- 
ne, rivendugliolo di er- 
baggi. 

Erbete, Bietole; ortaggio 
noto. 

— ra9t. Barbabietole. 

Erlm. Stipilo • (non stipite) 
delPuscio^ che posa sulla 
^ soglia a reggere Parchi' 
trave. 

Esalar se. Sfogare con paro- 
le II proprio cordoglio. 

Eiiger, esiges^io. Esigere, 
esigilo. 

Esosa, • Schiféso/ odioso, spi- 
lorcio. 

Espresso. Messo straordina- 
rio. 

Essera, Pruzza, .porpora ; 
macchia alia pelle. 

Esosità, Sordidezza, sporci- 
zia. Anche avarizia estre- 
ma. 

Esser, Essere. 

Indicativo pres. Mison 
( so per sincope) io sono. 
Song io? son io? Ti xe, tu 
sei. Eslu, xestu ? sei tu ? 
El we, egli è. Xelol È 
egli? Nu sema, noi slamo. 



£5 



i65 



Semiù ?- slamo nof ? Fu sé, 
voi siete. Seu vul siete 
Yoi ? I xe, essi sono. Xe* 
li lori 7 Son eglino? 

Passato Iniperf. Mi gè» 
ra, io era. Gerio mi? era 
io 1 Ti geri, tu eri. Gè- 
ristul eri tu? El gera, 
egli erar Gèrelol era egli? 
Nu gerimo, nel eravamo. 
yu geri, voi «ravate. 1 
gera, essi -erano. Gereli 
lori? eran essi? 

Passato. JUi 90 sta, io 
sono stato ecc. 

Futuro. Sarò, ti sarà, 
el sana ecc. 

Soggiuat. pres. Che mi 
sia, che ti sii, ch'el siaj 
che nu siemo,'Che vu siè, 
che i sia^ ecc. 

Passato imperf. Che' mi 
fosse fusite, ecc. 

Gt)ndiz. pres. Mi saria, 
ii saressi, el saria osa" 
rave, Nu saressimo , vu 
saressi , i saria o sarà- 
ve, 

Jmper. Sii tuj ed anche 
(idiot. dal ialino esto) èssi 
ti ecc. 

Participio. Sta, stato; 
stai, stali. 

— siestu bencdio! Che tu 
sìa benedetto 1 

— ghe semio? Ci siamo? 
siamo giunti ? siamo al 
punto? ecc. 

— fra Marco e Todcro, 



i66 ES EY 

*Esser in fiorii, la florido 
stato. , 

— in ion. Stare in carDe. 

— in eandia. Povero in can- 
na ; senta un soldo. 

— ora da V09i ora da late. 
Volubile. 

— buel ligà. Esser carne ed 
ugna ; congiunti d^tnteres* 
se e d^ainioiEia. 

— sempre soto^ora. Cagio- 
nevole di salute. 

— in filo. In buono stato. 

— in barde lo. In perico- 
lo. 

— in bona. In buona dispo- 
sizione. 

Sstenuirae, Estenuarsi, in- 
debolirsi ecc. 
Bsirazer, (voceantiq.) E- 
„ strarre. 

— in oca. Distratto, Imoier- Estroso, Umorista, lunatico, 
so io pensieri. lEfe, Elte; quella cifra cBc 

— e l pozzo de s, Patrizio.\ indica Te riatlno %. 

r}on empirsi mai; dicesi dfj — noi vai un eie. Non va- 
grande mangiatore. j le nulla. 

— in baio. Alla ventura — nessun poi dir un eie de 



Cioè fra le due colonne , 
>oVe si giustiziava. 
Esser fra Tor e no fra Dar, 
Colui che piglia e mai non 
dà. 

— «torà Beta de la lengua 
schieta. Esser sincero, li- 
bero. 

-— in dolo co uno. In col- 
pa verso alcuno. 

— fraVancuzene e'I mar- 
te io. Fra l^uscio e*l mu- 
ro; aver mal fare per tutto. 

— al can. Senza denari. 

— bon da far ecc. Capace 
di fare ecc. 

— al de solo. In discapito. 

— al punto. Alla disposi- 
2ione. 

— de 6a/a. Di convegno, di 
segreto accordo. 



degli altri in un affare. 

— a éavalo. Essersi assicu- 
ralo di che che sia. 

— - in rota o in ruzza co 
uno. In di»guslo. 



quelo. Non v^è che dhre 

di quello. 
Etisia, Etica; lenta febre 

che consuma. 
Evacuada. Evacuazione. 



ì6y 



Faeendin. V. Sbezzolin, 

Faehinar, Faechinegglare ; 
far fatiche da facchino. 

Faeendon, Faccendoso. Ser 
Faccenda. 

Faeogioni. Fagnone* che 
finge il minchione. 

Faganfilo. Montanello mag- 
giore: specie di fringuello. 
. Fagher. Faggio; albero al- 
''^ pestre. 

Fagoto, Fagotto- e fardello, 

— far fagoti. Affardellare ; 
far ,una cosa in fretta e 

• mate.. Anche nel significa- 
to di andarsene o morire. 

— a fogo a, A bizzeffe. 
Falarx tre tre fata dana* 

ri. Vale metaforicamente 
povero spiantalo. 

-^ ehi fola de pie paga de 
berta, (prov.) Chi cade e 
si fa male deve poi paga- 
re Il chirurgo. 

— - folbatà. Falpalà « fregio 
gofTo^ a pieghe increspa- 
te e gònfie. 

Faleheto. Sparviere ; uc- 
cello di rapina. 

Falda, Sparalembo; grem- 
biale degli artigiani. 

Falilolèla, Falalella ; canti- 
lena sciocca del volgo. 



Faliva, Favilla, scintilla. 

— butar folive. Scintillare, 
sfavillare. 

Falopa, Bugia spiritosa. 
Faminchioni, V. Faeogo- 

ni. 
Fanella. Frenella; specie di 

pannolano bianco fino e 

morbido. 

— da portar soto. Cami- 
ciuola. 

Fanelon. Goarnacca; veste 

lunga ed agiata. 
Fanforon, V. Laeagnon. 
Fanghera, Fangaccio; luo- 
go pien di fango. 
Fante. Cursore ; messo di 

curia. 
Fantolin. Bambinello. 
Fapèle. Ingaggiatore. 
Far. (verbo). Fare. 

Indicativo pres. Aft foz' 

zOf ti fo, ti fo. Nu fe- 

mo» vu fé, i fo. 
Imperf. Mi fava, ti /tf- 

vi, el fava. Nu fevimo. 

9U fevi, i fava. 
Soggiunt. imperf. Mi 

fatte, ti fetti, el fotte. 

Nu fettimp, vu fetti, i 

fatte. 
Gondiz. pres. Mi farla, 

.li faremi, elfaria o fa- 



i6S 



FA 



rape. Nu fàressimo, vu 
fareiti, ì farave o fatria. 

Far, un bel far. Un bel con- 
tegno, un bel garbo- 

•— fartelo. Darsela a gam- 
be. 

— farla a unoj farghela* 
Ficcarla ad uno;. Ingan- 
narlo con destrezza.. 

— $ulfaréemiamare, ec. 
Sul fare o salparla di mia 
niadre« ec. 

— no te fa gnenteper gnen" 
<e. Pelle che tu noapuoi 
vendere, non la seorticare. 

— far fora qualeossa. Ru- 
bare. 

— te recMe^ de mercante. 
Fingere di non aver udi- 
to 'per non fare ciò che 
da altri si vuole« 

-— figura* Far balla oom- 
parsav- 

— gropo einaehia. Far ogni 
cosa a un tratto. In . origi- 
ne far gropo e^ magia. 

— la gguaita. Far la spia; 
far ta guardia: dal bar- 
barico gatta, {excubiae). 

— caco uno. Gabbare alcu- 
no; farlo il messère. 

— ' muto duro. Far viso arci- 
gno^ cioè a mo^ di colui 
che mangia frutta acerbe. 

— el telo. Rassettare 11 letto. 
-^ su e tu. Fare un taccio^ 

un agguaglio, od anche un 
computo alla grossa. 

— I pie a le moiche. y.Pie.ì 



FA 

Far- l'impaseibile (idlot.>^ 
, Far il suo maggiore. 
'^ fazion. V. Fazion. 

— la tira. Spiare, stare in 
agguato. 

— - ^ieo. Risaltare; far bel- 
la vista^ 

— un tancatsan. V. Sanca»^ 
san. 

— la manca. Detézionare,. 
ritirarsi da un affare qua- 
lunque. 

— 9ogaruno. Cruciarlo. 

— un buso in aqua. Ope- 
rare senza profltlo. 

— fina basse ta. V. Bassèta^ 

— un conto sui dei. Con- 
teggiar di poco. 

— stomego. V. Stomego. 

— dabon» Far da vero, sul 
serio. 

— pèle per uno. Procurare 
per altri. 

— zoghi de testa. Trovar» 
accorti ripieghi. 

— le carte. V. Carte. 

— 6afon de uno. Girarlo a. 
sua voglia. 

— i corni, he fusa torte ; 
romper la^fede coniugale. 

— un santo vechio. Guasta? 
re ogni cosa. 

— bela gamba, y. Gamba. 

— bona una cassa. Condo- 
narla ; ed- anche ammet- 
terla. 

— passar ini . V. Passar ini. 
" botega da disegnador. 

Cercar con astuzia di (rar 



FA " 

un (uadagDo inconve- 
niente. 

Far vendeta. (gergo) Ven- 
dere. 

^— Vindian o el foresto» Fin* 
ger di non saper di ciò cliis 
parlasi ; fare il Ne8cio» 

— fargheli spender a uno, 
?. Spender, 

— da zane e da buratin, V. 
Zane. 

— fttfù. Fare in fretto^ senza 
porvi riflessione. 

rn^de le soe» Far delle solite. 
— i spezie. Far maraviglia, o 
ribrezio. 

— dir. Farsi criticare. 
— - scene. Far contrasti. 

— - el calo, él sorii-osso. Av- 
vezzarsi. V, Calo, 

— bon bever, V. Bwer, 

— tifi croson. Disfarsi di un 
affare. 

— /unari. Batter taluna. 

— el baio de l'impianion. 
V. Impianton, 

— el belin. Il galante. 

— de ochio, V. Ochio, 

•— la erose a una cosa. Ab- 
bandonarla. 

— momó, V. Momò, 

— forte iinoh Aiutarlo. 

— piazza. Accovacciarsi. 
— - tera da bocfsi. Morire. 
•— eaea. Far saccaja ; dicesi 

quando una piaga si ri- 
earcisce di fnora^ e diden- 
tro fa marcia. 
«-. de penin* Far pedino } 



FA 



169 



premere li piede per atto 
d^int^ligenza» d^amore ce. 

Farpiffnaleto, Far pepe; ac- 
cozzare insieme tutte cin- 
que le sonunità delle dita. 

— > monca falsa per una, V 
Monca, 

•— rofa (voce marin.). Navi- 
gare verso la tale dire* 
zione. 

-^ sera o far zomo. Consu- 
mare il tempo fino alla 
sera o viceversa. 

-* furori. Far furia grande. 

— le balotae. Far alla neve; 
tirarsi vicendevolmente la 
neve In pallottole. 

•— el béco a l*oca,. Gondur a 
fine Popera. 

— baossète. Far capolino, 
avanzarsi di soppiatto. 

— da posta. Fare per ischer- 
zo, per altro motivo di 
fingere. 

— erosele. Non aver da man- 
giare. Far erosele da ce» 
na : far la cena di Salvino» 
andare a letto e far pisci- 
no. 

— «I diavolo. Usare ogni 
sforzo. 

— el muso roto, V. Muso, 
— • labaro. V. Tùkaro, 
'^zornada.y, 2k>mada, 

— la scafa. Far greppo ; rag- 
grinzare la bocca; proprio 
de^ bambini quando vo- 
gliono cominciar a pian- 
gere» 

te 



170 



FA 



Far la Huea. V. TìueOé 

*-» iguazzo ¥• Sguazzar. 

•^ eofuulUk ntgra, leggasi 
ciò che si è detto nella no- 
ta alla pag. 9. 

—- ptorP^o. Far tappe lappe; 
tremare. 

— ins0tMa«. V. Imef^r, 
-^ chiamar uno. Farfo citar 

in giudizio. 
-^ maretèi. V. Maresèlo, 
"*- m(usaria. V. Massaria, 

— le scóndarioU. V. Seofi' 
dariole, 

— polpere. V. Polvere, 
-— una pedina a uno. Impe- 
dirgli, tergli cosa chVra 
vicino a conseguire. 

•— pecd uno. Aver compas- 
sione di uno. 

— • una fugazza. Scbiaccia- 
re stritolare checchessia. 

-^ una eota a ecosii, A più 
riprese. 

*— temo. Far sensasiooe. 

— * zoso uno. Sedurlo, tirar- 
lo al proprio partito. 

— tin^ «Me. Far uno strappo 
sul vestito. 

*^ ftna filada. V. Filada. 

— bagolo de uno. V. Sago» 
io. 

— sagra. V. Sagra. 

— eomunèla. Accomunarsi, 
mettere a comune il pro- 
prio; usare familiarmente 
con alcuno. 

-— fune sfregolar^ Fani 
pregare e ripregare. 



FA 

Far: fartela tu i éei. Cre- 
der facilissima una éosa. 

— farte ttar. Farsi sover- 
chiare. 

•— in braghe. Esser preso- 
di gran paura. 

Farabuto. Cattivo soggetto. 

Farato. Cattivo fare; naia 
maniera. • 

Farinaio* Farioahioio; chi 
vende farina. 

Farine la. Tritello, cruschef- 
lo ; crusca più mfouta che 
esc^ per la seconda stac- 
ciata. 

Faf«t Jo(dal latino farcimen', 
salsiccia). Riempiuto, con- 
dito. Dicesi dei polli che 
disossati ai riempiono di 
condimento. 

Fat : per fot per nefas. 
Ad ogni modo. 

Fasan. Fagiano comune ; uc- 
cello selvatico. 

Fasanar. Affagianare; cuo^ 
cere a guisa di fagiano. 

Fatoi. FagluoU; tegume no* 

,\ to. 

-* da VoehielQ. Nostrali. 

— negri. Grigiolati^ • 

— iacarini. Brizzolati. 
Fasoleli. Piccoli fagiuoli. 
-— ritai. Fagiuolinl gentili» 
Fatolon. Detto ad uomo: 

gaisoloae, ekulone inu- 
tile. 

Fatta. Fascia. 

Fatto de Ugne» Faido. 

-« de pagia, ec. Fastello. 



X 



PE 

Fùsio:amdar in fcuso. Seie- 
glicrsi. 

Fato. Fatto» perfeslonato; In- 
teodesianehe maturo, sta- 
gionato. 

— Nadal, fato Patgua^ ecc. 
' Dopo Natale» dopo Pasqua* 
Faiuehià. Fatturato: par- 
lando di vino. 

Faturow. Eiaborioso, diffi- 
cile. 

Fava luina» tupiiio. 

Fweta, Faverelia. 

Favóto» V. Creeola, 

Favreio* Saltimpalo; uccel- 
letto più piccolo del bec- 
cafico. 

Fazioni roba da fazion. 
Che riesce bene» che dura; 
ovvero» parlando di man- 
giare» roba che sazia. 

Fazzada, Facciata. 

— de fogio o de liì^r^. Fac- 
^^^9 pagina. 

Fazzadina. Facciuola. 

Fazziol, Accappatoio; man- 
to di pannolino» già usato 
dalle nostre artigiane fi- 
no al 1814 circa. 

Fazzoletada, Quanto puè ca- 
pire nel lazsoletto. 

Fedelini. Capellini; specie di 
vermieelli dt |)asta per mi- 
nestra. 

Filzada. Carpita; coieria <to 
letto a* pela lQngo« 

Felze, (terra, de' iiapeaiiioU) 
Copef Uso dalie baMàe e 
gofltdole. 



FÉ 



"7*. 



Femenal. V. Bisalo. 

Femenèla. Donnaioolo ; chi 
volenliej^l tratta colle don- 
ne. , 

Femenon. Feminaecia» (emi- 
na grande e grossa. 
Pen. Fieno* 
- mazengo. Maggese; fieno 
della prima segatura* 

— * agoslan o secando, Gru« 
mereccio; fieno serotino» 
ed è la seconda raccolta. 

•— de stubia. Grumereccio 
anche quel fieno che si se- 
ga eolle stoppie ne^ campi 
slati semioaU a frumentou 

— marzo. Fieno fraddo. . 
Feneetrer» Finestraio e ve- 
traio. 

Fenoohieto* Finocchino. Fi- 
nocchi si dicono li gj^aal e 
sementi del finocchio. 

Fenoehio. Finocchio. 

— eoreiini de fenoehio. Fi- 
nocchini; quel primo ger- 
moglio che spunta dalle ra- 
dici. 

-i^ fenochi eo là mandola, 
gridano i venditori ; doè 
di polpa bianca come una 
mandorla fresca. 

FeraL Fanale. Detto ad uo- 
mo » vale allampani^to » 
smunto^ secchlMìmo^ 

Fermo. Arresto; propria- 
mente il pigliare che fan- 
no I sergenti. 

FernaJbuco. Fernembnceo. ; 
verzino vero ; legno che 



IJH 



FI 



viene dal Brasile la pez- 
lì secchi, e serve a tinge- 
re e per lavori. 

Fero: feri da calze. Aghi da 
calzette. 

•— da prova ( temi, de^bar- 
eaiaoli ). Sprone ; punta 
della prua de^ navigli da 
remo. 

— da coltrine. Da bandi- 
nelle. 

— fla fogher. Para-cenere. 

— da rizzar i cavei. Cala- 
mistro; usato dai parruc- 
chieri. 

— da soprestar. Liscia^ sal- 
datòra; ferro da spianare 
dicesi a quello del sarti. 

Fersa, Rosolia. 

Fersora. Padella da frigge- 
re* 

Fervorin. Breve sermone 
spirituale fatto in chiesa. 

Fetina. Fettolina di mela, 
pera ecc. 

-« de pan de spagna, betto- 
lina di pasta reale. 

Fia. Figliuola. 

Fià. Fiato. 

— za un fià. Poco fa. 
in fià. Sottovoce. 



un fià, un fiatin. Un pò- Figa, Fegato. 



FI 

Fioca: desUrar la fioca. 
Star in ozio* 

Fiamante: now fiamanie. 
Nuovissimo, appena latto. 

Fianconar, Dar fiancate ; 
percuotere di fianco. 

Fiapar: pesca a fiapar. Pe- 
sca a braccio. Il pescatore 
ignudo se ne sta nelle pa- 
ludi, ove si pigliano 1 
go, ecc. t 

Fiapo. Floscio. Vizzo dicesi 
di tessuto animale o ve- 
getale. 

— tele fiape. Poppe vizze. 

Fiastro, Figliastro. 

Fiatin ; un fiatin. Un po- 
colino. 

Fica, Starna minore; uccel- 
lo aquatico non buono a 
mangiare. 

Ficagna, Lingua di vacca ; 
Btrum. ad uso de* calde- 
rai. 

Ficon: de ficon, Diffilato, di 
punta. 

Fifar. Piagnucolile; pia- 
gnere alquanto. 

Fifon, Piagnolose. 

Figa, Conno; parte vergo- 
gnosa dell» femina. 



colino. 

— mercante da /là (gergo). 
Spia. 

Fiabon, Favolone> parabo- 
lano. 



Fiaea. Stanchezza; anche; :FfflrAer. Fico o ficida. 



flemma. 



ala del figa. Lobo; par- 
ticella del fegato. 

Figadei, Rigaglie diconslle 
interiora de^polH. 

— sólo i ochi, V. Càramali. 



Figo, Fico. Anche pesce di 



FI 

mare , che somiglia al 
molo* 

Figo: far un figo a la grega. 
Far le ficlie o le castagne; 
qaeiratto che colle mani 
si fa In dispregio alirul, 
messo il dito grosso tra 
r indice eU medio. 

Fila. Pallido» smorto. 

Filada, Rabboflò» ramman- 
Zina. 

Filagrana. Filigrana; lavo- 
ro fino in oro o in argen- 
to» imitante ^arabesco. 

Filaòro* Flialoro; quegli che 
riduce l^oro e Pargento in 
fila. 

Filar: filar el lazzo» Non 
correggere gli errori» e 
cooperare Indirettamente 
all^altrui rovina. 

— caligo» Sofisticare o scru- 
poleggiare. 

•— i feri. Raffilare; dare il 

filo a rasoio» coltello ecc. 

Filèto. Filetto nervoso sotto 

la lingua. 

y File$elo, FlIageUo; filato di 

-^ seta stracciata» ch^è la bor« 

fa della seta. 

Fili. Filacclca»fila logore che 

spicciano da panno rotto. 

— dei chirurghi. Faldella; 
fila di vecchio pannolino 
che si aettOBo sulle pla- 
ghe. 

— far fili. Sfilacciare. 

-^ a do,a tre fili ecc. A 
un capo, a due capi ecc. 



FI 



175 



Filo, Refe accia. 
>— de perle. Vezzo di perle. 
-■^ de la schena. Spina dor- 
sale. 

— et$er in filo. Esser bea 
munito. 

— metterse in filo. Metter- 
si In arnese. 

— star in filo. Star in or- 
dine. 

— tirar a filo. Provocare. 

— de filo. Per forza; od aa* 
che senza intermissione. 

— un filo. Un tantino. 
Filosomia. (idiotismo) Flso- 

nomia. 

Filò. Veglie rustiche al fuo- 
co. 

FU perdente. Cencio molle; 
di debole complessione. 

Filzeta. Sessitura a*pi0* del- 
le vesti; ritreppio. 

Fimera. Febre di un gior- 
no; effimera. 

-— coua fimera, Effimenij 
transitoria^ 

Finamai. Fino a tanto che. 

Fineo. Fringuello. Detto ad 

y uomo» vale balusante» di 
corta vista. 

Finio. Finito. Anche rifini- 
to» trafelato* 

Finitnento» Fine» termine. 

Firiton. Soppiattone. 

Fio, fiol. FigUoolo. ' 

— $olo. Unigenito. 

— ' de anema. Adottivo. 
-— de una quinta in cape. 
Baroncello. 



i 



174 



FI 



Fio de una negra. Birbone, 
j. no aver né fidi né ca" 

gnoi. Esser libero, senza 

famiglia. 

— fioH de $, Marco di- 
cevansi anticamente ì sad- 
diti veneti. 

^^ fio de i'oca bianca. Pre- 
diletto. 

— fio. La lettera y. Vegga* 
al quanto si* è detto aHa 
pag. 13. 

/'totor. Figliare, far figliuoli. 

Fioktzzo* Figllolaccio. 

Fionazzo, Mascagno; astu- 
to e malvagio. 

Fior: fogie del fior. Pe* 
teli. 

*- manego del por. Pedun- 
colo. 

-^ fior da morto. Fiorrancio. 

— de Volipo, mgnpli. 

«^ de pomo ingrana. Ba- 
lausta. 

— de ealeina. Calce viva* 

— de figo. Fico fiore. . 

— del 9in. Vftio fiorito; 
spedo di muffa che ge- 
nera il vino quando è 
alla fine della botte. 

Fiorentina. Sorte di laeer- 
>na, detta /Zorenfina per- 
chè le prime di tal foggia 
vennero di Flrenzoi 

Fiorer. Fioralo^ che vende 
fiori ; fiorista, oottivatore 
di fiori. 

Fioreton. Fioretto ; cosa 
scelta. 



FO 

Fiorir i pani, la seda, te. 
Quando si scolorano per 
l^umido; ioÉperrare o im- 
porrire. 

Fioron. Fiorone, moneta di 
Francia. 

— malo a fioroni. Mattis- 
simo. 

Fiozzo. Figlioccio. 

Fiscar. Confiscare. 

Pisolerà» Piccola barca usa- 
ta per la cacciagione. 

Fisolode mar.. Colimbo mi- 
nore; ueeello aquatico. 

— ' de aqua dolce» Colimbo 
flumatico. 

— come un fisolo. Polito, 
raiCuBzonato. 

Fissela. Cartuccia ; carta in 
cui Si mette la polvere del- 
ia carica. 

Fisso. Fitto, denso. 

Fiston. Pispola di padole; 
uccello die frequenta i 
luoghi, paludosi. 

Fitual. Fittaiubto. 

Fiuba. Fibbia. 

Flalolenza. Fiatilenza, fla- 
tuosità; ventosità che si 
genera nel corpo deliba- 
nimale. 

Floisar. Aflioseire, snerva- 
re, fiaccare. 

Fodro.. Fodera ; fodera quel- 
la dd goaiwlall. 

Fofano, detto anche i\ifò- 
to. Mesteloiié; specie di a* 
natra selyatiea, abfioiulaii* 
tisaima neile ooatro valU. 



y 



FO 

i miDore del cbioszo; ha 
il rostro largo formato. a 
pallotta. Detto ad ttomo^ 
vale goffo^ malfatto. 
t>v Fogher. Focolare. 

Fugherà, Braciere ; vaso 

' dove si accende' la brace 
per iscaldarsi. 

Fogheron, Focolare grande. 
^ Anche focone, gran fooco. 

Fogheto. Focherello. 

Fogia. Foglia. 

— magnar la fogia, Com^ 
prendere il gergo; sape- 
re il segreto. 

Fogo. Fuoco. 

— de tera. Tregenda. 

— de santelmo, V. San- 
teltno. 

— de Sant'Jntonio. Tumo- 
ri iofiammatorii; malattia 
delle pecore. 

— salvttdego. Fiamma salsa; 
malore cb^esce alla cute. 

Fogoler. V. Fogher. 

Fogon. (term. marin.) La cu- 
cina del bastimento. 

Fogonadura. (term. marin.) 
Mastra; apertura ne^pon- 
ti^ per cui passa un albe- 
ro o Targano per arriva- 
re alla sua scassa. La fih 
gonadura del Hmon, lo- 
sca. 
)^ Folar l*ua. Pigiar l^uva. 

-^ co le gambe. Scalpicdare. 

•— < pani. Feltrare i panni. 

Folega. Folaga; si ii maachio 
•be la learina sodo iipri 



PO 



175 



nelle piume, con becco 

aguzzo e bianco. 
Folo (colPo larga). Manti- 
^chetto; piccolo mantice. 

— anema de folo. Uomo 
perfido. 

— (colPo stretta). Gnalcbie- 
ra; macchina mossa per 
forza d^aqua. 

Folpo. Polpo; senza squa- 
me e con molte granchio. 
Anche escrescenza carno- 
sa che vien dentro il naso. 

Fondachio. Fondiglluolo ; 
feccia del fondo. 

Fondar. Affondare. Anche 
dar fondamento. 

Fondei. Gheroni; poEzi che 
si mettono alle vesti per 
supplimento giunta. 

Fondia. Piatto fondo per uso 
della minestra. 

Fondo: in fondo. Alla fin 
fine; tutto ifisleme; alle 
corte. 

— de bota. Feccia del vlnov 

— da leto. Lettiera; Il le- 
gname su «ttl atauBO II 
saccone e i materassi. 

-^ de ariiehioeo. Girello di 
carcioffo. 

— pialo ^do. Tondo a cap- 
pa; qualunque fondo con- 
cavo di un vaso o simile.^ 

Fonga, Fungo; b^toe uo- 

volo. 
— > de mar. Fungo marino, 

fitantaanbnalB marina* 
Fontego, Fondaco. 



1^6 



FO 



Fura:, de fora 9ia. Per terza 
.mano; fuori della bottega. 

—- del 9ada. V. Jndar. 

->- de earezada, V. Care» 
zada. 

— far fora una cosa. Far 
repolisti; mangiar tutta 
cosa. Anche rubare. 

— far fora uno. Uccidere 
uno. 

«— portarla fora. Campar- 
la; andarne fuori. 

-» se la porto forai Se 
campo di questa t se n^e- 
8C0 in breve! 

— 9egnirghene fora. Venir 
a fine di, che che sia. 

jPoroortoe.Farraggine; quan- 
tità grande di cose. 

Foraisìto, Fuoruscito, ban- 
dito. Vale anche sfrena- 
to» temerario. 

Forbiculo, Forbitoio; stru- 
iaento da forbire. 

Forbir. Forbire, pulire. 

— • me ne forbo. Me ne ri- 
do; non mi curo. 

Forca. Detto ad uomo, va- 
le mascagno, astuto; e di- 
cesi anche forca veehia. 

Forcada. Forca; strumento 
campereccio. Anche legno 
biforcuto. 

Forcheta. Forcella; specie di 
spilla che adoprano le don- 
ne nelle loro acconcia- 
ture. 

Forcola. Foreella del remo; 
rampone* 



PO 

Foresto. Forestiere» 

Forato. Forellino, piccolo 
foro. 

Forfada. Forficiata; colpo 
di forbice. 

Forfè. Forbici. Le sue par- 
ti son le coste, la iinper- 
nalura, il chiodo, le aste, 
gli anelli. Detto ad uomo, 
vale maldicente. 

— aver el pano e le forfè. 
V. Pano. 

Formagièla. Gaciuola, ra- 
vigfttolo, forma schiaccia- 
ta di cacio fresco per lo 
più > di latte di capra, che 
si fa nell^autunno. 

— • formagiele de la Zuc" 
ea. Si dicono la valionea e la 
corteccia di rovere che do- 
po aver servito alla con- 
cia delle pelli si riduco- 
no in formelle, e si ven- 
dono ad uso di combusti- 
bile. 

Formagio piasentin* For- 
maggio parmigiano, o me- 
glio lodigiano. 

— eoi permi. Formaggio bu- 
cato. 

— co la tara. Tarlato. 
— > magro. Sburrato. 

— senza ochi. Serrato. 

— forma de formagio. Ca- 
scino; forma o cerchio di 
legno da mettervi 11 ca- 
cio. 

— ' trovar quel dal forma- 
Qjto. Trovar colo al soo na- 



80. Tanto va la gatta al 
iardo^ che vi lascia la 
zampa. 

Formentina. Biada selvati- 
ca. I milanesi la chiama- 
no yenon» 

Formento. Frumento. 

— cartona. Frumento vol- 
pato. 

— . insene ti&. Rachitico; gra- 
no poco nutrito. 

— marzadego. Uarzuolo; di 
marzo. 

— - missià ao la segala, Me- 
tello. 

— mulo, frumento gentile. 
Formenton. Grano turco; 

grano siciliano. 

— cinquantin. Grano tur- 
co serotino. 

Formigola. Formica. 

Formigolamento. Formico- 
lio; sentimento come le 
formiche, le quali cammi- 
nassero dentro le membra. 

Forner. Fornajo. 

Fomidor. Addobbatore, tap- 
pezziere, y. anche Con- 
zador, 

Foroncola, Furùnculo; tu- 
more prodotto da ammas- 
samento di sangue fetido. 

Fortagia. FriltaU; vivanda 
d^uova fritte. 

— rognosa. In zoccoli; zoc- 
. coli si chiamano i pezzetti 

di carne secca. 

— far /a /br^ogia. Rovinar 
Taffare. 



PR 



17? 



Fortezzar. Intelucciiare.Ar-^ 
mare dicono i sarti di 
qualche parte del vesti- 
to; lo che può dirsi an- 
che soppannare. 

Fortin. Fortore; puzzo che 
ha deiracre. 

— chiapà el fortin. Dicesi 
di vino inacidito. 

Fossa dei moUni. Gora. 

Fossina. fiocina; strumen- 
to da prender le anguille. 

Fosso. Fossa, fossato. 

Fossola. Pozzetta; avvalla- 
mento che si fa ad alcu- 
no nelle gote nelPatto de! 
ridere. 

Fotichia. Gerbonea; vino 

^ cattivo. 

Fotoni a foton. A bizzeffe. 

Foza. Foggia, forma. 

Fra. Frate. 

— esser fra chiò e no fra 
dar. Uno scroccone. 

Fraca. Calca, folla. 

Fracada. Calcata, compres- 
sione. 

Fracar. Calcare, premere, 
comprimere. 

— fracarla a uno^ Ficcar- 
la ad alcuno. 

Fraco de pugni, de le- 
gnae ecc. Carpicelo di 
busse ecc. 

Fradelastro. FrateHo ute- 
rino. 

Fragia. Compagnia. 

Fragiar. Gozzovigliare. 

Fragiolo. GozzovigUante. 

17 



I7S 



FR 



Fragioh a la fragiota. Alla 
buonai con poca spesa. 

Fradèlo bon. Fratello con- 
sanguineo. 

Fragion. Buon compagnone. 

Fragnoeola, Buffetto; col- 
po di un dito che scoc- 
chi sotto un altro dito. 

Frombola, Frainboè^ lam- 
pone; specie di. mora ru- 
biconda; frutice notissi- 
mo che si trova in qua- 
si tutti I nostri orti. 

Fràncon. Sfrontato, ardito. 

Frantumar. V. Sfrantu- 
mar, 

Fraìcqn, Giovinastro. 

Fratada, Frateria; cosa da 
frate. 

Franzeta. Maestro di far 
frangie. 

Fratin. Fraticello. 

^ i fratini. Dicono t fan- 
ciulli alle punte delle di- 
ta ch^ escono dal loro 
guanto aperto. 

Fravo, Fabro.' 

Fredoleso, Freddoloso, che 
patisce freddo. 

Fregola, Briciola, bricfolet- 
ta di che che sia. 

•— in fregole* In minutis- 
»iffle parli. 

— esser per la fregola. Es- 
ser per la pagnotta. 

— 4indar in jfregole. Andar 
in rovina. 

Fregolin, Pocollno, miccino. 
Fresehin : saver de fre^ 



PR 

schin. Saper di fracido; 
dicesi dei pesce. 

Fresco. Dicesi dai venezia- 
ni ad un corso di barche 
sui Gran Canale. 

Freseuzene. Lattime ; escre- 
mento dei bambini alla 
superficie del capo. 

Freve. Febre. 

Fricandò. Carne amiuannl- 
ta ìq umido. 

Frignocola. V. Fragnoco- 
la, 

Frison, Frosone ; uccello 
somigliante ài fringuello. 

Fri loia. Frillella. 

Fritolin. Friggitore. 

Frizada. Frittura di pesce. 
Se di menuagia, dicesi 
frugaglia. 

Frizer. Friggere. Significa 
anche patire e rammari- 
carsi. 

— sema friii. Siamo rovi- 
nati. 

Frontar uno* Prenderlo di 
fronte per chiedergli ra- 
gione. 

Frontarse, Adontarsi, te* 
nersi per offeso. 

Frttada, Logoramento, con- 
sumazione. 

Fruar, Consumare, frustare. 

Frugnar, Rovistare. 

Fruo, Consumo. 

— dar tor a fruo. Pren- 
dere ad uso a calo, co- 
me cera presa a calo. 

Frusta ! Tira via ! passa 



' FU 

- Yial Modo di cacciar via 

Il gatto. 
Fruilao. Birbone; qaesto 
e poclii altri vocaboli^ a- 
sali per Io più da scher- 
10 y -cooservaDO la desi- 
nenza in ao, 
Frusion: andar a fruston» 

Andare a zonzo. 
Fufa, Paura. 

Fufigna. Pincianella; specie 
di frode fatta insciente ir 
padrone. 
Fufignar, Rovistare; scon- 

volgere^ manomettere. 
Fuflgnà, Sconvolto^ mano- 
messo. 
Fuflgnezzo. V, Fufigna, 
Fuflgnon. Sclpatorè. Anche 

guastamestieri. 
Fugazza» Focaccia. Da noi 
chiamasi fUgazza altresì 
quella piccola schiacciata 
che si fa nelle famiglie II 
dì del pan fresco^ e che in 
buona lingua direbbesT 
, iguaecino. 

fuina. Faihai'ónimale sali- 
va ìleo della grandezza di 
un gatto*. 
Fumana de tetta, Fummèa. 
Fumaria. Fumacchio; va- 
pore che si alza da alcu- 
ni luoghi maremmani. 
Fumar* Pipare. Anche ru- 
bare e scomparire ; per 



FU 



'79 



es. i m'ha fuma el ta^ 
baro, cioè rubato. El se 
la fuma : se ne va. ji òt- 
to fuma: abito alquanto 
vecchio. 

Fumar el can. Schippire; 
scappare con astuzia. In- 
gegno. 

Fumegar, fumegà. kffù" 
' mare, prosciugare col fu- 
mo; affumato e affumicato* 

Furatola, Botteguccia da 
commestibili. 

Furbazzo, Chi fa o cerea di 
fare inganno. 

Furbità, Furberia. 

Furegar, Frugare. 

Fureghin, Frugolino, pro- 
caccino; chi ingegnasi di 
guadagnare. 

Furegoto, V. Fraeo. 

Furo, Ghiottone, goloso. 

Fweto. Fusellino, piccolo 
fuso. 

Fusolà. Fusato, fatto a gui- 

'* sa di fuso. 

Fusto, Galera fnlsta pel ile- 
posito provviglonale dei 
' condannati al remo , che 
giaceva di rlmpetto la piaz- 
zetta di S. Marco. 

Fustagno. Frustagno; tota 
bambagina* che da una 
parte appare spinata. 

Fu tignar» Frngnare, fro- 
gaccbiare 



\ 






i8o 



Gaban* Palandrano^ specie 
di mantello con maniche. 

Gaòia» (term. marin.) Quel- 

. lo strumento che mettesi 

sulle antenne , sul quale 

sta Tuomo che fa Tascolta. 

Gabier» Gabbiere; quello che 
nella nave è deputato al- 
la guardia in coffa. 

Gahioto, Stanzino angusto. 
Dicesi gabioto in vocabo- 
lo di gergo anche alla 
prigione. 

Gagiandra. Tartaruga. 

Gagio* (io. lingua furbesca) 
Gonzo. 

Gagiofa, Tasca^ scarsella. 

Ga(7io50. Allegro^ lieto. 

Qatofi. Mastro o cappio di 
nastro. Anche crespello di 
pasta elle coopendo si rac- 
• crespa. > ',..,. ,'. ,■, 

Galana : -esser-' de galatia, 

. Far una co§a di gusto 

grande' '■...' 

Galarkiegiar. Far il galaute. 

Galantomenon. Gran galan- 
tuomo. - 

GfLlantomismo, Probitsu le* 
alta. 

Galantorbo. (voce scherze- 
vole) Galantuomo. 

Gatder. (voce antiq.) Gode- 
re, usare di una cosa. 



Galete. Bozzoli, gomitoli de! 
filugello. Anche biscotto 
ad uso de^ marinari. 

Galeto megiaròlo. Upupa e 
galletto di montagna. 

Galia. Centogambe; Insetto 
che ha molte gambe. 

Galina fareéla. Il piccolo 
telraone; uccello che so- 
miglia alla gallina, e si pi- 
glia nelle montagne. 

GalinazM>> Beccaccia. 

Galinele^ Gallinelle, erb^ 
riccia; specie di ortaggio 
ad uso dUiisalata. Ha cre- 

. dito di anti-dcorbutica e 
i pettorale. 

GMiner, PoUaiuolo ; merca- 
tante di polli. 

Galiotadai Furfanteria. 

Galioto. Galeotto; era qùe** 
gli che.s^rviva, anche vo- 
:,lontarTo, nefle: galere. Ora 
intendesi h forzato o con- 
. dannato .alla pena del re- 
"mo. Detlò j^èi- JngluHa, va- 
le guidone, idariuolo.Ilet& 
lo per ischei-to, vate fur- 
bo, astuto. . 

«^ la 9ada galioto à mari*- 
ner. Ella è tra il rott^ e 

^ lo stracciato, o tra il bar- 
caiuolo e marinaio. 

Galioion» Furfantacelo. 



GA 

Gaio de montagnck. Gallo 
alpestre. 

— ' de dona Cheea. Uomo so- 
▼erchìamente libidinoso. 

Galon, Fianco. 

Galonà, Listato ; gùernilo 
di galloni. 

Galota. Calotta. Il camàuro 
è pròprio del papa. 

Galozze, Galoscia; specie di 
zoccoli. Galloccia è anche 
arnese di marina a varii 
usi. 

Galozzo. Galtione; cappone 
mal capponato. 

Gatta, (voce antiq.) Guan- 
cia. 

Galtète. (term. marin.) Ma- 
stiettl ; pezzi di rovere 
larghi e inatti che si ap- 
pongono agli alberi bassi 
a livello della lóro incap- 
pellaturaJ ' 

Gatume, Dicesi ogni sorta di 
conchiglie marine comme- 
stibili; forse derivata dal- 
la scabbia {gate) che pro- 
duce Tnso frequente del 
loro cibo. 

Gamba: far bela gambi». 
Far il bello in piazza; star 
In ozio a diporto. 

-- destirar te gambe, T^ve 
un poMi moto. 

— legambemefagiacomo. 
Esser male in gambe. 

— « meterse te gambe inspO' 
tfi, Uelter l'ali al piede. 

-^ me ter ta eoa fra te gam* 



GA 



i8i 



be. Far da lepre Vecchia; 
dar addietro nel pericolo. 

— tor solo gamba. Farsi fa- 
cile una cosa; pigliarsi in 
giuoco una cosa o una per- 
sona. 

— iagiar te gambe. Tron- 
care l^avviamento di che 
che sia. Anche disanima- 
re^ scomare. 

— no aver gamica per far 
una cossa. Non avere Ta- 
bilità. 

Gambariola. Dare il gambetr 
to lo sgambetto. 

Gambe lo. Pelo di cammello, 
usato da^ cappellai. 

^am&t^o. (term. marin.) Cap- 
puccino dello sprone; è 
un bracciuolo che con una 
gamba è inchiodato nella 
ruota di prua ecolPaltra 
giace in parte sul taglia- 
mare e in parte sul ma- 

• Schio. 

Ganassa, Ganascia, guancia. 

Ganfo, Granchio, intormen- 

-^ tlmento. 

Ganga, Ironia ; maniera sar- 
dònica. 

Ganzante, Cangiante; colo- 
re pavonazzo e rosso. 

Ganzariot. Sgombero picco- 
lo; pesce di mare. 

Ganzega.' Zurlo o znrro ; al- 
legrezza smodata. 

Ganzo, (colla z aspra) Unci- 
no; raffio di ferro per af- 
ferrare che che sia; 



i8i 



Gà 



Oanzo de la balanfa. Anel- 
lo scorsojo^ che sostiene 
il peso. 

— (colla j5 dolce). Broccato; 
drappo grave tessuto d^oro 
d^ argento. 

daon» (term. knario.) Gavo- 
ne; luogo di abitazione 
sotto il cassero nella par- 
te posteriore di una ga- 
lera. 

Carangheto. Uerenduzza. 

GaratoU.Csiraiìi semi di car- 
ruba. 

Garba, Malvagia brusca^ ora 
non più usat^. 

— bever /a ^ar6a. Adirarsi^ 
sbuffare. 

Garbeto. Brusco^ agretto. 
Garbiti, Libeccio, vento. 
GarbOp Agrc»^ brusco^ acer- 
bo. 

— Vito garbo. Viso mezzo 
sdegnato. 

GarbO'C'dolce. Agro-dolce; 
muzzo dicesi di mezzo sa- 
pore. 

Gardelin o Gardelo. Car- 
clellino. 

Gareta, Guardiola; luogo do- 
ve sta la guardia. 

Gargamfi. Incassatura , pa- 
lettatura; r unione nella 
costruzione di due tavole 
altri legnami^ con fare 
incastri reciproci nelP e- 
filremità deiruna e delPal- 
tra per maggiore stabi- 
lità. 



G A 

Gargato, Gorgozzuolo. 

Garitolo, Garretto; quella 
parte a pie della polpa 
della gamba che si con- 
giunge al calcagno. 

Garizzo, Sorta di pesce. V. 
Menoìa. 

Garofalo, Garofiano. 

— de cinque fogie, (gergo) 
Scbiaffo, 

— brache de gara falò. Dro- 
ga, frutto aromatico; o il 
flore diseccato del garo- 
fano» che a noi viene dal- 
l'Asia. 

Garza, Sorta di velo, una 
j volta detto velo della re- 
gina. 

— bianca. Uccello aquati- 
co , simile per grandezza 
al cappone; ha le piume 
tutte bianche. 

Garzador. Scardassieré; 

Garzar, Cardare , dare il 
cardo. 

Garzignoi, V. Pero, 

Garzo. Cardo ; strumento 
per cavare il pelo ai pan- 
ni. 

Gastaldona, Maccianghera ; 
donna grossolana. 

Gala, Sorta di squalo; pe- 
sce di mare del genere 
de' cani, della cui pelle si 
fa il sagrì. 

Gatapiata, Soppiattone; che 
fa U dormiglioso. 

Gaio: tre gali e untan. Bi- 
bobolo per significare il 



GÈ 

poco numero di perso- 
ne. 

Golo: a gatognao. Carpone^ 
colle mani a terra. 

Gatolo. Smaltitoio; luogo per 
dar scolo alle immondizie. 

Gatorigole. Solletico; stuz- 
zicare in alcune parti per 
muovere il riso. 

Galorùsola. Grattorogglne ; 
pesce di mare poco stima- 
to. 

Gazabin. Ser faccenda, traf- 

— furello, sottile aggiratore. 
Gazabugio, Guazzabuglio. 
Gazane la. Tordella^ o tordo 

maggiore. 

Gazefa. Moneta antica dei 
valore di due soldi vene- 
ti; ch^era il costo ordina- 
rio del giornale oggi pur 
detto gazzetta. 

Gazia. Gaggìa ; pianta cbe 
produce un fiorellino. 

Gazo, Impuntura; cucitura a 
punti molto fitti che si fa 
nelle parti del vestito più 
esposte. 

Gegomar, (tem. mar.) Ton- 
neggiare; tirare una nave 
col mezzo di un cavo fit- 
to in terra. 

Gelosia, V. 2^losia 

Gemo, getneto. Gomitolo^ go- 
mitoletlo. 

— far su un gemo. Aggo- 
mitolare. 

— desfar zo un gemo. Sgo- 
mitolare. 



Gì 



i83 



Gena, Xena« bestia feroce. 

Gendene, Lendini; uova del 
pidocchio. 

Genoèsù Ciambelle; fette di 
pasta biscottate. 

Gesù : in Vun Gesù* In un 
attimo. 

Gelarla, Fonderia. 

Ghe, Ci, ce, ne; avverbi lo-" 
cali. Anche pronomi. 

Esempi: I{o ghe ve^o, 
Mon ci vedo. 

Ghe ne so poco, Ne so 
poco. 

No ghe ne xe. Non ce 
n'è. 

Ghebo, Rivolo e rigagnolb. 

Chele: far ghele (voce bas- 
sa) Unirsi in brigata ^ in 
comunella; farsi di stret- 
ta amicizia. 

Ghenghezzi, V. Gnegnez* 
zi. 

Ghe la. Gambiera. 

Ghia, (term. marin.) Canapa 
con girella. 

Ghigna, (voce di gergo) Fi- 
sionomia. 

Giacheta, Giubba corta a 
senza falde. 

Giacodin. (voce di scherzo) 
Ebreo ; dicesi per disprez- 
zo motteggio. 

Giagà, Gran rondine marit- 
tima; non comparisce nel- 
le nostre aque che alia fi- 
ne di marzo» e dopo aver 
nidificato sparisce. 

Gialapa, Scialappa; pianla 



i84 



Gì 



medlciiiale che viene dal- 
le Indie occidentaU. 

Gianda, Ghianda. 

Giande. Glandule; corpo 

^ moHe^ per lo più bianco, 
che trovasi nel corpo del- 
Tanimale. 

Giandussa, Pestilenza avve- 
nuta in Venezia nel seco- 
lo XIV. 

Giara. Ghiaia e ghiara. 

Giavete de spago. Gavette 
di spago. 

Giaziola.Grailo\si; erbaggio. 
La graziola officinale vie- 
ne adoperata in medicina. 

Giazzao. (gergo) Uomo che 
non ha quattrini. 

Giazzera, Ghiacciaia. Dello 
ad uomo, vale freddoloso. 

Giazzo, Ghiaccio. 

— - esser al giazzo e a la 
fresca. Esser ridotto al 
verde, miserabile. 

— romper el giazzo. Rom- 
per la malia ; incomincia- 
re una cosa che non si 
poteva cominciare. 

Gilè, (dal francese) Panciot- 
to ; sottoveste corta sen- 
za falde. Anche giuleone; 
tre carte eguali nel giuo- 
co detto gilè a la grega. 

Gin^jfé. Tabacco geringè; va- 
rietà delPerba nicotiana. 

Gingin. Frinflno; vanerello 
che sta su le mode. 

Gtopo. Assai paziente^ come 
Giobbe. 



■ GN. 

Giorgiolina. Giuggiolena, ; 
seme piccolissimo di due 
piante: se ne cava olio. 

Giostro. Chiostro ; loggia In- 
torno al cortile de^ con- 
venti. 

Gtozza.' Goccia. 

— una giozza, un g tozzo. 
Un zinzino di che che sia, 
un ghiozzo. 

— un giozzeio. Goccioli- 
no ; un tantino, un po- 
colino. 

Giozzola. Mensola; specie 
di tavolino. 

Girardina. V. Quagina. 

Giro. Ghiro ; animale che ha 
del topo. 

Girola. V. Scaro. 

Girometa. Canzonetta anti- 
ca in lode del vestire di 
certa donna chiamata la 
bella Girometta. 

Giuslar. Aggiustare, asse- 
stare : rabberciare per ag- 
giunger pezzi a cose rot- 
te; racconciare per rat- 
toppare i panni vecchi. 

— semo giustai ì Detto iro- 
nico : l^affare è fatto ; sia- 
mo d'accordo. 

Giustina. Antica moneta 
d^argento. 

Giusto, giusto pulito. Ap- 
punto; opportunemente. 

— oh giusto ! Oh zucche \ 
usato a maniera di nega- 
zione ironica. 

Gnacara. Nacchera ; stru- 



GN 

mento (ancialleseo fatto di 
legno d'ossi, che posto 
fra le dita si batte. 

Gnaehe e pache. V. Star. 

Gnaga: ose da gnaga. Vo- 
ce di strigolo, o di gatto 
scorticato. 

Gnagna. Voce CancioUesca, 
che vale amiOt zia. 

Gnagnara. Piccola febre pas- 
saggiera. 

Gnanc€k, Neppure^nemmedo, 
né anche. 

•r- gnanea per quanto ì A 
nessun patto. 

-^ xelo gnanea bianco, be- 
lo ecc. Ve^ quanto è bian- 
co, bello ecc. 

— no ghe xe gnanea unah 
Non c^è poi male. 

Gnaneora. Non per anco» 

Gnao. Miao, miau; voce del 
gatto. 

Gnaùn. (voce di scherzo) 
Neppnr uno. 

Gne(7n0zzo-Leziosaggine, af- 
fettazione; smorfia sciocca. 

Gnente. Niente. 

— /uè gnente sia. Come 
nnlla fosse avvenuto. 

*^ no saver gnente degneU' 

te. Non saper punto di 

niente. 
Gnissun. (idlot.) Nessuno. 
Gnocagine. Semplicità. 
Gnocheto. Bernoccoletto ; 

piccoUi enfiatura. 
Gnoeo^ Bernoccolo. Detto ad 

uomo, vale balordo. 



GO 



i85 



GnQgnola. Fanciulla ama- 
bile. 

Gnognolo, Ubriaco alquan- 
to; brillo. 

Gnuea. Talento, acume. 

Go. Coblo: specie di pe- 
sce che non ha lische: Go* 
bitu niger. Chiamasi dal 
pescatori goata la femina 
del cobio quand^essa getta 
le uova. 

Gobo, Gobbo, gibboso. 

— pien de gobe. Ronchloso. 

— andar gobo. Andare sca- 
pitato in un affare. 

— ehi P6 disc gobo? Chi 
vi accusa? chi vi rimpro- 
vera? 

Godi: un godi.lSu, godi- 
mento. 

Goi. Voce di gergo degli e- 
brei, che vale cristiano. 

— aver in culo el goi (ma- 
niera antiq.) Non aver bi- 
sogno di alcuno. 

Golosezzo, Ghlotlornia, lec- 

cheria. 
Golzarina. Giogaia; pelle 

pendente dal collo de* 

buoi. 
Golziera. Collare di cane. 
Gombio o gomio. Gomito, 

— gomiada. Gomitata ; per- 
cossa che si fa col gomito. 

— aver o tor in gomio. 
Ricever discapito. 

— alzar el gomio. V. Al- 
zar. 

Gomena, Gomena; il cana- 



io 



i86 



GR 



pe più grosso delle navi; 
quello attaccato ali^'ancora. 

Gomier, (term. d^agric.) Vo- 
mere ; ferro fatto a lancia 
che s^incastra nell*aratro 
per fendere il terreno. 

Gomitar. Vomitare. 

— far da gomitar. Provo- 
car a fastidio o a vomito. 

Gomitaura. Beclticcio. 

Gomitorio. Vomitivo, eme- 
tico. 

Gondoiar. Zimbellare, lusin- 
gare; tirar uno con astu 
zia alle sue voglie. 

Gonfìadin. Enflanticcio, tu 
midetto. 

Gongolar. Gongolacchiare. 

— gongolar se. Godersi nel- 
la sua quiete senza far 
nulla. 

Gorga. Gorgia, accento, mo- 
do di proferire. 

Gorna. Grondaja, doccia, ca- 
naletto. 

Gomison. Cornicione; mem- 
bro principale di architet- 
tura, elle si pone* sopra il 
fregio. 

Gotesin. Bicchierino. 

Gaio. Bicchiere. 

— no i xegoti da supiar. 
' Jfon son cose da farsi si 

presto. 

"— cavar él goto.V. Cavar. 

Governar. Accomodare, as- 
settare. 

6rade/ad<.(term. marin.)ea? 
raboltino; specie di gra- 



GR 

ticolato fotto di piccoli le- 
gni. 

Gradeìar. Tirar la rete; di- 
cesi dai pittori quando ti- 
rano alcuni quadrati per 
copiare un quadro dal pie* 
colo al grande. 

Grafa. Grappa; segno usa- 
to nella stampa e nella 
scn'ìlura per accennare 
Tunione di due o più ar- 
ticoli. 

Gramazzo. Poveraccio. 

Gramegnon. V. Sorgheto. 

Gramola. Maelolla ; strcH 
niento per domare 11 pa- 
ne. Anche le mandibnle 
della bocca diconsi gra^ 
mole. 

Gran. Granaglie; termine 
generico. Anche la K76.a 
parte dell^oncia. 

— veslio. Grano lopposo. 
Grancèola. y. Graneio. 
Granaio. Granchio. Uno del 

granchi più grandi del no» 
stro mare è 11 maschio 
della granceola , detto 
da Linneo Càneer Maia. 
Ma per granclo comune- 
mente da noi sentendo ti 
Caneer ifo^nos^ la cui fé- 
mina dicesi masaneta. Ol- 
tre al servire di cibo, 
in alcune stagioni cangia- 
no di scorza, e allora ti 
chiamano moleei^e. , 

— ehiapar un graneio. Pi- 
gliar errore. 



GR 

Graneipòro, Specie di gran- 
chio marino a coda corta. 
Cancer Pagurus; la fe- 
mina da noi dicesi /'o- 
reita. 

Grondo» Grande. 

-^ fradelo grande o pico- 
lo. Maggiore o minore. 

Granilo de uà. Vinaociuo- 
lo sodo che 8i trova en- 
tro Tacino delibava, ed è 
seme della vite. 

Graner, Granaio. 

Granito»^ Gragnolala ; sorta 
di sorbetto. 

Granzio: roba granzia» Co- 
sa rancida. 

Granziol. La parte pfù gres* 
sa della farina di grano- 
turco; cruschello. 

Grapegia* Lappola } erba i 
cui frutti si attaccano al- 
trui alle vesti. 

Groipe. Grappoli senz^acinl. 
Vinazze si dicono le bue* 
ce dell\iva uscitone 11 vi- 
no. Noi però sotto la voce 
Groipe comprendiamo gli 
uni e le altre insieme con- 
fuse. 

Graspo, Grappolo. 

Grassa, (k)neime. 

Grassina. V. Porcina* 

Grasson.y. Erba. 

Grataeasa. Grattugia {grò* 
taeasa, da grata-cacio). 

Gratada. Grattamento. 

Gratar le reehie. Adulare. 

Gratariol. Semolella ; pasta 



G R 



187 



dura ridotta in granellini 
per minestra. 

Graton. Ciccioli del sevo. 

Gratosa, ( voce di gergo ) 
Scabbia^ rogna. 

Grazia : bonagrazia, V. 
CoUrina, 

Grebani» Greppi, balze. 

GrefifU(/na.(cattivo greco) Di- 
sprezzativo di greco. 

Grela. Graticola. Anche gra- 
della, arnese de^ pescatori 
fallo di cannucce ingrati- 
colate, in cui racchiudono 
i pesci. 

Grelada. V. Grisiole. 

Gremir, Raccapricciare. 

Grespe. Rughe. 

Gresia. Agresto, uva acer- 
ba ; anche 11 liquore che se 
ne cava. 

Gravar, Rincrescere; altri- 
menti Incomodare. 

Grezo, Roz^eo: roba greza, 
non raffinata. 

Griglia, (dal frane, grillé), 
' Persiana; spedo di gelo- 
sia a riparo di finestre. 

Grimo, grimo. Vecchia, vec- 
chio. 

Gringola, Allegria. 

Grinla, Collera, stizza. 

Grintarse. Adirarsi, stli- 
zirsL 

Grintoso, Iracondo, bilioso. 

Gripia, Greppia, mangiatola. 

Gripola, Greppola ; crosta 
che si attacca alle botti. 

GrUiole. Graticci di vimini. 



N 



88 



GR 



GU 



Gritsolo. Brivido. Anclie ca- 

prieciò. 
Grongo, Congo; pesce di 

mare somigliante alTan- 

l^uiila. 
Gropa, Groppa ; la parte 

dell'* animale quadrupede 

appiè della schiena. 
— • aver o tor in gropa. 

Avere o prendersi carico 

sopra di sé. 
Gròpeto: zogar al gropc" 

to. Fare al cappio. 
Gropo. Gruppo e nodo. 

— a to tessera. Nodo In sul 
dito; maniera usata dal 
tessitori di annodare i ca- 
pi de' mi. 

— del legname. Nocchio^ 
nodo ; parie più dura del 
fusto delPalbero, Indurita 
e gonfiata per la pullula* 
zlone dei riunì. 

^far gropo e machia. Y, 
Far. 

— Mi i gropi vien al 



petene. Venire il nodo al 
pettine. 

Gropo fo«o.Gropposo> nodoso. 

Grosso. Moneta antica: quat- 
tro soldi. 

Groto. Agretto ; specie di 
Uccello. 

Grua, Grur uccello grosso di 
passaggio che va a schie- 
re, e vola dormendo. 

-^ (term. marin.) Legni che 
sporgono In fuori della na- 
ve per attaccarvi li calcoo. 

Grugno, Y, Sgrugno, 

Grumo. Mucchio. 

Gua, Arrotino^ aguisatore. 

Gualivo, Agguagliato. 

Guantiera, Bacino. 

Guar, Aguzsare. 

Guardolo^ (term. de^ calco- 
lai) Guardione; pecco di 
suola che va In giro del 
calcagno. 

GucMa. Maglia « lavoro fat- 
to cogU aghi da aguc- 
chiare. 



iSg 



I 



/ (dallatiaot^t). Basì, egli- 
no. Iva,i vien : essi van- 
no, essi vengono. Usasi 
altresì perTarticolo plora- 
le di elo: I veda: U vedo. 

1 lunarie. Accigliarsi. 

Imaltar, Incalcinare > Into- 
nacare. 

imanetar. Ammanettare. 

Imaiir. Ammattire. 

Jmatonio. Confuso, sbalor- 
dito. 

Imbaiar. Abiuillare; legare 
in balle le merci. 

Imbalà, Ubriaco. 

Imbaio, Finzione. 

Imbaluear. Gabbare, trap- 
polare. 

Imbarbotarie, Barbugliare; 
parlare con parole inter- 
rotte. 

ImbarofMr. (term. marin.) 
Fasciare le gomone per 
preservarle dal logora- 
mento. 

Imbàitio. Ambascia, fasti- 
dio. 

Imbastir, imbattio, Appun" 
fare, appuntato. Prepara- 
re un lavoro dai sarti. 
Toscanamente imbastire 
vale principiare. 

Imbastiura. Imbastitura ; 
encitura abbosEata. 



Imbattrte, Avvenirsi, in- 
contrarsi. 

— la imbate in poco. Si 
riduce a poco. 

Imbauearso, Incantarsi, sto^ 
Udirsi. 

Imbilada, Arrabbiamento. 

iniòi torse. Arrabbiarsi. 

Imbirir, Abbrivldire; per- 
der per poco V uso di 
qualche membro per fr^- 
do. 

Imbogio. Viluppo. 

Imboeonar, Abbocconare, 
imboccare. 

•— uno. Mettergli In bocca 
le parole. 

Imbombarse. Imbeversi, In- 
zupparsi. 

Imbonir, imbonio. Interra- 
re, Interrato. Anche ade- 
scare e lu8iil|are alcuno. 

Imborezzar, V. Bortzxo, 

Imbotta, Prepunta; coperta 
da letto. 

Imbotonar,^ Abbottonare ; 
aifibbiare «oi bottoni. 

Imb090là, Inanellato, fatto^ a 
anelli; ricciuto dicesi ctel 
capelli. 

Imbriago: Ubriaco. 

Imbroear, Imberciare ; dar 
nel segno. 

Imbrogiar una v«to(i«rm. 



190 



1 M 



IM 



mario.) Chiuderla co^suoi 
imbrogli, cioè bugne. 

Imbrunir» Brunire; dare il 
lustro ai metalli. 

Itnbusar, Imbucare, incan- 
tucciare; perdere 9 na- 
scondere qualche cosa. 

Imbusta, Impettato; diritto 
colla persona. 

Imbuzerarte, Farsi beffe, 
non prendersi cura. 

— mene imbuzere, uè ne 
rido ; me ne fo beffe. 

Imiierio. lmpigrito,inflngar- 
dito. 

ImoTior* Calettare; o<Hnmet- 
tere il legname. 

Impaear. AlEardellave. 

ImpacMugar. ^ Imbrattare , 
impaociucare. 

Impalo. Caporovescio; giuo- 
co di fanciulli. 

Impanxuo. l^aidoto. 

ìmpàr: a Vimparo. A pari; 
• • pafH uguali. 

ImpastroeMar. Impiastric- 
ciare, 

Impatar. Andar del pari 

Impèf in pè* in veoe. In 
luogo. 

Impegokir, Impeciare. 

IfHpegoìùf$e. ^ergo) Ap- 
pestarsi ; impeciavsi di 
ttM>rba gallijBO. 

Jmpelumarse. insucBeiarsi 
di pelame» 

Iwipeniré Empiere. 

Impestar. Appestare^ lùlet- 
toeì 



Impetolar. invescare, im- 
^ brogliare. 

Impetrio, Gelato, intirizzito. 
Impiantador. Soppiantato- 
re, imbroglione. 
Impiantar. Abbandonare . 
Anche dir bugie im- 
pianti, 
impianto. V. Imbaio, 
Impianton; dar el baio de 
l'impianton. Abbandonar 
uno; piantar uno come 
un cavolo. 
Jmpirar. Infilare^ infiisare. 
— uno. Gabbare alcuno* 
if9ipiso/to.Dormicchiato,leg- 
germente addormentato, 
/ff^jjo/jrstf. Appisolarsi; ad- . 
dormentarsl leggenoente. 
Impizzar, Accendere. 
Impomolà. Capoeehiato; di- 
cesi di bastone simile 
che abbia P estremità sa- 
periore col capo pomo. 
Impongarse. G0Q6arsi^ in- 
vanirsi. 
Impontarse. Ostinarsi. 
ImpontÙK Aoeuminate, pua- 

tutd. 
Imposte. Dicesi il legname 
delPuscio e delle ttùeslre. 
Impotà. Invasato; impài- 

lato disila donna. 
Impoiaehiar, Imbrattavo» 
Impotifarse. V. Impoià* 
Im^urat. Otturare; dicesldi 

una portar o flneeira. 
Imusonarse:. Ingrogoani» 
Imusonà. Ini^gnato. . 



IN 

Imtmà, OstiDato. 

Imustarse. Intestarsi , osti- 
narsi. 

Inafizolàj siestu inanzo* 
lai Che tu sia benedetto 1 

Inasenio. Inasinito^ inazzo- 
lito; entrato in gran de- 
siderio; incapponito. 

Jncaenà. Incatenato. 

Jncagar, Disgradare; non 
saper grado. 

Inealmar* lànestare. 

Incandìo* Arso, socco, ar- 
rostito. Anche senza de- 
naro. 

ìneanionane. Accantacciar- 
si. 

/ncdo. Lontano. 

Ine aparar. Caparrare. 

IneoMamenio de peto. Ag- 
gravamento di petto ; in- 
freddatura. 

Inaatronar. Acciabattare , 
acciapinare. 

Ineatigiarse, Intralciarsi , 
avvilupparsi. 

Ineazzirse, (voce bassa) Im- 
bertonarsi; esser cotto o 
briaco, pazzo o perduto di 
una. 

Incender. Amarire; aver 
dell^amaro. 

Ineendoso, Ruvido, aspro. 

--i eativo che Vincende^ 
Che attosica, che ammor« 
ba. 

Inehió, Acciughe salate. 

Incoiar la biancheria. Dar 
la salda ecc. 



IN 



91 



Incinganar. Infinocchiare ; 
sedurre. 

Incocà incocalio. Incan- 
tato, sbalordito, stupidito. 

Incoconar, Ingollare. 

— incoconar Uno, V. /m- 
boconar. 

Inoordamenlo, Incordatura; 
raggi-icchiamentode'*nervÌ. 

Incorderà, Listato. 

Incorzerse , incorto. Ac- 
corgersi, accorto. 

Incossar. Accosciare ; rl- 
. stringere nelle coscio ; 0- 
perazione che si fa ai pol- 
ii per prepararli alla cot- 
tura. 

Incotto, (voce antiq.) Attri- 
stito. 

Incozzà, Cozzato, urtato. An- 
che insozzito, incrojato; 

, dicesi dei panni sporchi. 
Ed anche incagliato^ se 
parlasi di un affare. 

Increante, Incivile, 9enza 
creanza. 

Incrogia, Sempre ammala- 
to ; p di cattiva apparen- 
za, simile af crojo^ cioò 
cuojo bagnato e poi risec- 
co. Ancroja dicesi di vec- 
chia deforme. 

Incrosarse co uno. Inimi- 
carsi. 

— incrosar le cegie. Ag- 
grottare le ciglia. 

/ncrojzjzofà. Stretto di petto. 
Incrosta. Incrosticato ; die 
ha fatto la crosta. 



iga 



IN 



Ineurarse, ARrettarsI^ dar»! 
premura o peosiero^ p. es. 
Jneurite. Affrettati. 
De le ealende no me ne 

incuro 
Purché San Paolo no 

vegna a seuro. 
Proverbio de* nostri agri* 
coltori che traggono pre- 
sagio del ricolto dal gior- 
no di S. Paolo. 

Jndafarà, V. Infacendà. 

Indivia, Endivia , lattuga 
selvatica. 

Indo len Irà. Indolenzito» ad- 
dolorato. 

Indopionar. Orlare. 

Indormenzarse. Addormen- 
tarsi. 

•— un brqzzo, una man. 
Intormentito. 

Indormia. Alloppio; sonni- 
fero deiroppio. 

Indormirse: me ne indor^ 
mo. Non me ne curo. 

Indretura. Sagacità, accor- 
tezza. 

Indrio. Indietro » 

~ esser indrio co le seri' 
ture. Non aver cognizio- 
ne di ciò che si tratta; 
esser alquanto ignorante. 

Infacendà. Affaccendato. 

Infossar. Fasciare. 

Infemenirse. Ingrossare^im- 
pérsonàre; per idiotismo 
suol dlrst anche ad uomo 
infemenio. 

Infiapir, infiapio, Appas- 



IN 

sitOj avvizzito ; dicesi dei 
tessuti animali e vegeta- 
bili che han perduto la 
lor naturale, consistenza. 

Inflar. Enfiare. 

Inflarse. Riscaldarsi per una 
cosa; prendersi soverciiia 
premura. 

— fio la se infia. Non si 
riscaldi. , 

Infina, inflnamente. Per- 
fino. 

Jnpssir, infissio. Spessire « 
condensare, infittire; far 
sodo un corpo liquido. 

Infolponà, Impellicciato» fa- 
sciato» carico di panni. 

Informigolà. Aggranchiato^ 
intormentito. 

Info (erse. Non far conto di 
che che sia. 

Infradelarse. Affratellar^. 

Infranearse. Impratichirsi. 

Infrolir, infrolio. Frollare, 
frollato. 

Infugarse. Darsi fretta. 

Ingabanarse. Ammantellar- 
si. 

Ingagio. Gaggio» che vale 
pegno; dicesi delia prov- 
vigione che si dà ai sol- 
dato quando si obbliga a 
servire. 

Ingalà. Innamorato. 

Ingaibanà. Acceso» infiam- 
mato di premura. 

Ingalonar. Listare. 

Ingaluzzà. Innamorato» in- 
fiammato di desiderio. 



IN 

ingambarar. Intrigare, Im- 
pacciare. 

Ingambararse. Male Impac- 
ciarsi. 

Jngetrbugiar. Ingarbagllare, 
ingarabollare; confondere. 

Jngarbugion, Imbroglione^ 
aggiratore. 

Ing<uiar. Cacire a spina. 

Ingiapetar. Inchiavardare ; 
fermar che che sia con 
chiavarda. 

Ingiottro. Inchiostro. 

Ingolfar, Caricare, oppri- 
mere. 

Ingolosir. Allettare , lasin- 
gare. 

Ingranane, Intendersi fra 
dae segretamente. 

Ingranata. Granata ; pietra 
preziosa di color rosso- 
scaro trasparente. 

Ingrata: no fa xe ingra* 
fa. È bellina. 

Ingremirte. Raltrislarsi* 

— far ingremir. Far me- 
caprlcciare. 

IngrignoHo, Intristito^ In- 
catorzolito. 

Ingrintarse. Accendersi di 
Ira. 

Ingrinzar, ingrinzà. Ag- 
grkizare, aggrinzato. 

ingriiolirse , ingritolio,^ 
Raggricciarsi^ raggrlcclator 

Ingropar, Aggruppare. 

/ngropcuf ura. (term. deUes- 
sitori) Incorsatura; pezzi 
di filo torto che rimango* 



IN 193 

no dalfa p^rte del sbb- 
bleilOy acquali si racco* 
manda Tordito per avvia- 
re la tela. * 

Ingroparte. Commuoversi, a 
non poter parlare. | 

Ingrossar, Ingravidare, di- 
ventar gravida. 

Ingrolio. Mortiflcato. Anche 
intirizzito dal freddo. 

Ingrugnà, Indispettito. 

Ingrumar. Aggrumare, ratt* 
nare Insieme a poco a 
poco. 

Ihgurar, Fare pigliare au- 
gurio. 

Inocarse, Incanti|rsl. ^ ^ 

In pè. Invece. , 

fnquerir. Inquisfre, proces- 
sar uno ; ma familiarmen- 
te investigare, ricercare. 

Inrodolar, Arrotolare, rav- 

' volgere, ridurre a forma d\ 
rotolo. 

Insaear. Rinsaccare, andar a 
balzelloni, a scosse. . \' 

— I salai, detti anche r<h^ 
ba insacada. Imbudellare, 
imbusecchiare. 

Insangnenar. Affaticar mol- 
to, spendere In un af- 
fare. 

— me san ìnsanguenà. So- 
no già entralo nelle spe» 
se pel tal affare. 

— vn paver omo che in- 
sanguena Va meschino 
che si affatica a sangue* 

Inseàr, Ungere di sego. 



«94 



IN 



JniBmbrd* Meseolats. 

Jntcmenio. Sbalordito* 

Intempià. Stopido. 

Jnsempiarse. StoUdire. Aa- 
eho annoiarsi. 

In$enetÌQ. V. Seachio. 

Jmefuar, Lellare ; andar 
lento net risolvere e nel- 
Poperare. 

Jnsensae, Taccole, Cibarle, co- 
se da nulla. 

Jnsir, (term. antiq.) Usci- 
ta. JPfo glie xe né entrar 
né insir. Non c^è né en- 
trata né uscita. E per raer 
tafora: né dritto né ro- 
vescio. 

/fisoarar. Incorniciare. 

/mona. Sonnacchioso; son- 
noloso, balordo dal sonno. 

Jnsoniar. Sognare., 

Imorirse, Annojars^» quasi 
addormentarsi, 

ìnsutilio. Assottigliato. 

Intaco 4e casta, Pecolalo. 

•i— de polmon. Aver Tetisla. 

Intagià. Intagliai^. 

Jntagiarte. Addarsi, accor* 

' gersi, insospelUrsi. Afe ne 

so intagià: quando uno 

accorgesi di qualche cosa 

come per ispirazione. 

ìntardiganza» Tardanza» 

Intardigar, Bifardare. 

In tei, in te la. Mei, nel- 
la ; per esemplo i in tei 
muso, in te la tetta ecc. 

Intemerata, Riprensione. 

Jntemperar. Temperare* 



IN 

Intender per le reehie dei 
mastelo. Intender mala* 
mente. 

Intento. Tinto, lordato. 

Intemeree. Tingersi, bruì» 
tarsi col carbone» ooU^ln* 
chiostro ecc. 

Intepidir, Tiepldare. 

Intrrquerir. V. Inquerir, 

Intima. Federa; tela per 
coperta ai materassi^ 

Intimèla. Federa; sopra-co- 
perta di pannolino pel 
guanciali. 

Intimar, Imbroccare, coglie- 
re al segno. 

Intoparte, Incontrarsi in 
persona o' cosa. 

In topo. Incontro aplaoevo- 
, le. 

Intoreolar. Attorcigliare. 

Intorzer, Torcere, avvolge- 
re le fila addoppiate. 

Intrada, Ingresso. Anche la 
derrata o la rendila. 

— più la speta eke Pin^ 
trada, V. Speta*^ 

Intradela. ilendituzsa. 

Intrante: omo intrante. 
Uomo che sa introdural 
con bei modi. 

Intrar. V. Entrar. 

Intrègo. (Idiot.) Intiero. 

Intrettar. Attraversare. 

Intrettà, Dicesi di uomo 
ben formato. 

Intrigabiti, Importuno; che 
sMntromette in un aifare 
con mal animo. 



IN 

Intrigoio. DIflIdle, malage- 
vole. 

Iniro: de primo iniro. A 
prima vista; di primo lan* 
do. 

Mninmar. Stordire, sbalor- 
dire. 

Introna ia testa. Aver la 
testa grave, ottusa. 

Inumidir. Umettare; asper- 
gere leggermente a poco 
a poco. 

In90ienar»e. Adirarsi, cor^ 
rueciarsi. 

Interià. invetriato, inver- 
niciato. 

Inverigolar. Sooehlellare , 
bucare. Dicesl anclie di 
attorcigliare. 

Inveiti^, Sorta di salame; 
carne Insaccata. 

Investir, Rinvestire,*^ Impie- 
go di capitali. 

invia. Avviato, Incammina- 
lo. 

Inviamento. Avviamento. 

In9isehiàr. Impaniare. 

/noodarse. Votarsi, far vo- 
to. 



IS 1^5 

Inxaeolà, Zaceherato» nae» 
chiafo di fango. 

Inzegnin. Procaccino. An- 
ciie ingegnoso di lavori. 

Inzochio. Assopito» preso 
da sonno. 

Inzueà. Imbevuto, Impret* 
stonato, riscaldato. Aochj 
sbalordito, col capo gra« 
ve. 

irabià. Arrabbiato. 

Iroehio. Afflocalo, rauco. 

iru9Ìdio. Arrovidato. 

Isabela: color isabela. M- 
bo; dicesl del mantel del 
cavallo. 

Iseaturio. ▼. Seatufio. 

Ischenà. V. Sehenà. 

Ismerdar. Sconcacare, brat- 
tare di merda. 

Ispear, ispeà. Infilxare ; in- 
filzato. 

Illa. Estale. 

— istadela de San Mar- 
Un. 

Piccola state di S. Mara- 
no; cioè 11 dieci giorni 
cbe seguono quello di 
delta festa. 



196 



Là: da là a là. Indi a poco. 
«-*- al de là. AlPeccesso. 

— esser più de là ehe de 
qua. Esser vicino a mo- 
rire. 

Ladìn. Uomo facile e scor- 
revole. 

Ladraria* Ladroneria^ ra- 
beria. 

J^adreto. Ladroncello. 

Ladro per la vita. Ladro 
nato, ladro. di mestiere. 

"^ i fa come i ladri de-cà 
/*ero. FrasecVebbe origi- 
ne da due. servitori della 
nobile famiglia Ferro^cbe 
nel giorno fingevano ioi- 
mlcizia^ e di notte anda- 
vano assieme a rubare. 

Lagrema. Lacrima. 

-r- una lagrema. Va mic- 

, cino. 

Lai dreio, lai zanca. La- 
to destrOj lato manco. 

— faf de pope. (term. de* 
barcaiuoli) La parte di 
poppa. 

— de fora e de drente, (ter- 
min. de* macellai) La parte 
intema ed esterna; dice- 
fi specialmente del coscio- 
ne di manzo, di cui si 
fanno più tagli. 

•— ftilf I. Taglio di coscia. 



JLaf ; vegnir a lai, Abl>orda- 
re una barca. 

— lassar per lai. Lasciar 
di visU. 

Lasnarin. Lamierino; lamia- 
ra ordinaria per tubi da 
stufe e simili. 

Xom6fco, Limbicoo. Detto ad 
uomo, vale importuno. 

Lamentazion. Lagnanza » 
rammarichio. 

Lampido. Limpido. 

Lampizar. Balenare. 

Lampo. Lampo, baleno. An- 
che lembo, estremità, fal- 
da del vestito. 

Lampreda. Piccolo pesce dt 
lago di fiume. 

Lanchin. Nanchina; tela co- 
tonina di color gialla- 
stro. 

Laneuzene (idlot.) V. Jn^ 

. euzene. 

Languissan. (dal francese) 
Cascamorto, spasimato. 

Lantemon. Detto ad uomo, 
vale laternuto, secco e ma- 
gro. 

Lanzardo. Lacerto ; pesce di 
mare, più grande ma me- 
no ricercato dello sgom- 
bro comune, con cni pe- 
rò vien talora confuso. 
Da Cocchio molto maggio- 



LA 

re, e 11 oolor del dono 
più verdeggiante* 

Laorar^ tavorare.. 

•^ ioto aqua o toio man 

. via* Lavorare di saseosto, 
copertameDte; fare a che- 
Uchelll. 

^- de gnuea» Beccarsi il 
cervello. 

-«- o $eonù InterrottaiiieDtey 
a salii. 

Laoratar, Lavoracchiare^ la- 
vorar lentamente. 

Laorenié, Lavoratore, 

Laorier, Lavoro, lavorìo. 

Lapazze, (terni, marin.) Stru- 
menti di legno per rlnfor- 
lar alberi. 

Lapio, Seccatura, stucche- 
vole. 

LapUlazdro. Lapislaiaoli ; 
pietra .fina fra le preziose, 
e la più tenera dei dia- 
spri. 

Larese. Larice o pino-larice; 
albero di grande altezza. 
Dal suo- tronco cola un 
sugo, chiamalo irementf- 
na di Venezia. 

Larogio. (idiotismo) V. ^e- 
togio. 

JUMoornaifa.. Bravata ; anche 
Invenzione sciocca. 

Lasagna, l'andonla. Anche 
esagerazione. 

Laiogner, Lasagnajo ed an- 
che farinaiuolo. 

La$agnet0, Tagliatelll; pa- 
sta tagliata per far mine- 



L A 197 

alca; pappardelle, se col- 
te nel brodo. 

La»agnon* MillaBtatore, bu- 
glMo. 

Latear, Scorrere, trascorre- 
re, sorpassare. • 

— ia gomentL (term. ma- 
rin.) alleggiare la gemo- 
na. \ 

LoMco, Deboléy floscio. ' 
Lai$ar, lasià. Lasciare, la- 
sciato, i 

— no laaar de petia, V. 
Pesto. > 

— là unOé Colpirlo a morte. 

— per oehio. Lasciare In 
oblio. 

— per pope. Lasciare In- 
dietro, abbandonare. 

— in seco. Abbandonare 
. uno nella ' neocssilà. 

Lassarse portar via. La- 
sciarsi vincere,' adescare. 

— vegnir l'aqua adosso, 
. Lasciarsi sorprendere da 

qualche disavventura; a- 
spettare il momento estre- 
mo; 

— da l*osHO. Fare più che 
non si suole. 

Lasso, Lascito; legato per 
testamento. > 

Lastolina. (term. de* mura- 
tori) Pandiina;' coperta di 
pietra d^un parapetto. * 

Latar, lata. Allattare, al- 
lattato. 

— el lata. Egli gode,sl bea, 
ne sente coraplacensa. 



19^ 



LÀ 



Jtaforloi €rba da pori. Eu- 
forbia marUUma. Efasce ab- 
boDdavote nelle apiagge 
arenose marilUme. inatte 

• ebe da essa geme è aere 
fa salato, e da alcuni vien 
posto sopra i porri onde 
consumarli. 

Latariol, Lattsjuolo; dente 
dei primi cbe Incomincia- 
no a mettere. 

Late* Latte vaccino, peco- 
rino e caprino. 

•*- de galina. Il ben di Dio; 
tatAu ciò che si vuole. 

•^ dai paae. Sostania bian- 
ca che trovasi nel pesci 
maschi al tempo della fre- 
gola, e colla quale essi 

• fecondano le uova gettate 
dalle fémine; cosi areii'^ 
gha da iaia ecc. 

«-* mania. Vivanda fatta di 
cavo di latte dibattuto col- 
lo aiieeliero e col roso- 
lia. 

— de iuna. Agarico: specie 
di fungo medicinale. 

^ eoo de iaie. V. Cao. 

— far 9egnir el laie ai cai» 
cagni. Frodar noia* 

Laiesin. Color^emleo. 
JLaiciini. Animelle, laeeettL 

Anche vivande di latte. 
laUiioL Cicerblta,erbalat- 

tlcinoea da Insalata* Vedi 

anche Passarin. 
Xsloio* Piantone o pertica. 
tatam. OHone; nalallo eom- 



LA 

posto di rame purissima 
mescolato colia lelamlna. 

Latoner. Ottonsjo; orafo di 
ottone. 

Xaiidemf 0. (voce antlq.) Gra- 
vezza contribuzione che 
pagava un feudatario al 
caso della Investitura di 
suo fendo. 

Lauto. Liuto; strumento ma* 
sleale di corde ora dlso» 
salo. 

— magro come un ktàta. 
Uunto, lantemuléé 

Laipada. Lavametlto. 

— de tuta. Babbuffo di pa- 
role. 

— a roda la^ada. V. Jn» 
dar. 

Lavanda. Lavandola. 

Lavaor. Lavatoio. 

Lavapiati. *6uattero di cu- 
cina. 

Lavèio. Aquajo delle sagre- 
stie. 

Laoèzi. Vasi da cacina. 

Lawrano. Lauro e alloro; 
albero sempre verde. Le 
foglie sono aromatiche, 
quasi aeri, pil antichi ro- 
mani coronavano gPkipe- 
ralori ed i poeti^ • più 
modarnamenle si corona- 
rotto I dottori, dal che 
derivò U bmm di lan* 
reati. 

LoQro. Labbro. 

Lazatioi. V. Pom». 

LoMO^ Aggio ; vantaggio che 



LE 

si di ti riceve ia qn« 
lunque compra OYCodila; 
agiotaggio è il traffico u- 
surario clic si fa delle ce- 
dole di prestito publico. 

Lazzo* LaodOy capestro. 

*— meier el liizzo al eoi' 
lo. violentare alcuoo. 

Xtfo. FaogOf pantano* 

Zeamor, Letamaio. 

Leandro, Oleandro; ariio- 
scello naturalmente in ce- 
spuglio. Serve per ador- 
namento de* giardini. 

Leeo. Eco; voce ripercossa. 

Legnetidaehebe, V. Cheta. 

Legno quauio. Quassia ; le- 
gno amarissimo usato in 
medicina. 

Lemo, Lamento. 

Lendego, (Idiotismo) Y. En^ 
dego. 

Lengua de &o. Aro; pianta 
perenne che nasce tra le 
siepi ed in luoghi om- 
brosi. 

Lenguela. Linguetta; stru- 
mento a vari usi, somi- 
gliante a una linguetta. 

Lente, Lenticchie. Anche 
lentiggine» macchia sulle 
carni. Altrimenti vetro o 
cristallo concavo per in« 
grandire gli oggetti alla 
vista. 

Lenii iene. Lentiggine; mac- 
chiette sul viso. 

Lenza. Tempo umido» pio- 
voso. Anche flemma* 



LE 



199 



Leeea. Esca; bolèto-esca; 
fungo soverosò. Nasce ao- 
pra i tronchi della quer- 
cia; tagliato In fette e Io- 
bevuto di una solusiono 
di nitrOj serve a far esca 
sottile» ottima da applica- 
re sopra le ferite» ed usa- 
ta anche per batter fuo« 
co. 

Leeta^ Succiola ; castagna 
cotta nelPaqua. Dicesi 
anche di persona fredda» 
svogliata» insulsa. 

Lesiar, Allessare* 

Letetin. Lettucclo. 

Letorin. Leggio. 

Leva, Lievito; pasta infor- 
zata colla fermentazlooo 
per lievitare 11 pane. 

LeeanièriL Vento che spira 
da levante 4 detto anche 
euro. 

Lepontin, Cosi cfaiamasf an- 
cora in Venezia un Euro* 
peo di qualsiasi nazione 
che dimori in tutti gli 
acali del Levante» dove 
si parla queliMtallano-lNir» 
baro che ha molto del ve- 
Desiano. I turchi li chiama- 
no franchi t perchè frenk 

I In turco ed arabo sigai* 
fica italiano. 

> LeiMmiina, Stoffa di seta li- 
scia. 

I Levar el pan. Lievitare; ri- 
gonfiare che fa la pasta 

• ^ mediante li lievito. 



aoo 



LI 



levar^maj eofnare levarU' 
§a. Levatrice. 

Lezer, Leggere. 

Lexier. Leggiero. 

Libar (lem. mariii.). Alli- 
bare. 

Liear, Leceare. 

Liearse i dei. Trovar ab* 
bendante il guadagno. 

— la mescola. V. Mescola. 
Liearda. GliioUa; strumen- 

. to da cucina.; 

JLieardin. Zerbino, vagheg- 
gino. 

ticket 0. Laccbeuo, alletla- 
menlo. Anche maluso o 
malvezzo. 

Ltevro. Lepre. 

Ligambo, . Legaccio; dlcesi 
di quello delle calzette. 

Ligar, ligà. Legare, legalo. 

— i denti. Intormentire i 
denti ; dicesi anco di co- 
sa difflcile a pronunciarsi. 

— (^aseno dove voi el ca- 
roti. Ubbidire ciecamente 
a chi comanda. 

— ligarsela a un dea. Ri- 
cordarsi delP ingiuria con 
intenzione di vendicarse- 
ne. 

UH zali. Gigli torchi; fio- 
ri che durano aperti un 
solo giorno. 

Lima a sehena. Lima piatta. 

•^ da pulir. Lima bastarda. 

-«- sordina. Lima sorda ; di- 
cesi dai Cabri quella che 
limando non fa rumore. 



LI 

Detto figuratamente, vale 
maldicente. AHodesi sin* 
che ad una piccola spesa 
ma continua che altera 
l^economia« 

Lime la. Stomachino; specie 
di sknimeHa molle e spu- 
gnosa. 

Limita. Llnrazza; piccola H* 
ma. 

Limonada, V. Jqua de li^ 
mon. 

Lindo. Dicesi del panno al- 
quanto consumato; frusto* 

Lio. Lido. 

Liogo. (idiotismo) V. Logo. 

Lipa. Giuoco puerile. 

— andò a zogar a la lipa. 
Andate a giuncare a^noc- 
ciuoli. 

Lira. Libra di peso. Anche 
moneta. 

Lispio. Mucido; dicesi del-* 
la carne. 

Lissa. Lisciare, lustrare. 

Lissia. Ranno, lisciva, il bu- 
calo. 

^- far lissia. Far bucato. 
E detto figuratamente, far 
repolisti, dar fine ad ogni 
cosa. 

— perder f fitto e èaon. GtU 
tare inutilmente la fatica 
e la spesa. 

Lissiazzo. Rannata; il più 
torbido della Usciva. 

Lisslera. Lavatoio; luogo 
terreno dove si "fa il bu- 
cato. 



LO 

£i$s(eia. Ratmo leggiero, 
poco carico di cenere. 

LUsin, Lisciapante ; stra- 
meoto de^ caUEolai per li* 
sciar suole. 

Lista. LisciOj tersOi 

^ vestir lisso, parlar Hs- 
so, disnar lisso. Cioè sem- 
plice, ordinario. 

£ite: a lite. Appena appena* 

Litighin. Liiigioso; che fa- 
cilmente viene a conlesa. 

Litariziai Itterizia; malat- 
tia che procede da spar- 
gimento di flele di bi- 
ie in tutto il corpo. 

Lizza, Leccia ; pesce di 
mare. 

Lizzo, Liccio; ordigno de^ 
tessitori. 

Lodar: ehi se- loda $e.s6fO' 
da. Chi se .loda, sé lorda. 

Lodra, Lontra; animale qjua- 
drupede, 

Lodre e lodrine. Lontre 
marine; pesce non buono 
a mangiare. 

Logar, Allogare a casa, a 
luogo, ed anche ad im- 
piego. 

logia, Allogliato; dicesi del 
frumento mescolato a lo- 
glio. 

Logo, Luogo. 

— topico. Luogo segreto» 

— dar logo. Andar via, par- 
tire. 

Londrina, Londrino ; sorta 
di panno leggiero. 



L U 



ao-i* 



Longagne, Lungherie. 
Longo. Lungo. 

— come Vano de la fame,. 
V. Bibia, 

— de man4 Ladro. 

— - andar de longo^ Di se- 
guito. 

— erodo longo. V. Brodo, 
Lontan'Via, oa la lontana 

via. Per via obbliqua; ac- 
cortamente. 

Lonza de vedèlo, ec. Lombo 
di vitello, ee. 

Lora (coirò largo). Lungbes'* 
za del vascello. 

Lcrar (idiot.). Lavorare. 

Lorda {collo largo) Gran 
fame. 

Lore, lori. Esse, eglino. 

Losco. Bircio, guercio. 

Lotregan, Y. Betregun, 

Lovèto, Lttpattp ;. piccolo 
lupo. 

Loi^, LupOi Anche merluz- 
zo lupo marino; pesce 
che a noi viene salato* e 
seccato, e che si> chiama 
s toc fu. 

Lovo manaro. Aggiunto da- 
to a' lupo immaginario per 
spauracchio de^ fanciulli. 

Lucamara, Dulcamara;pian- 
ta fruticosa, I cui steli ed 
i tralci sono di un sapo- 
re amaro-dolce, e furono 
dagli antichi tempi sem- 
pre in credito come ape- 
rienti, antfscorbutici ecc» 

LMearizia.. Regolisia, lique- 
fo 



3oa 



LU 



risia; pianta perenne, che 
nasce più comimemente 
nelle vicinanse di Chiog- 
gia. La radice di liqueri- 
ziasi adopera fn polvere. 
In decozione, in infuso ed 
in estratto. Essa è zncehe- 
rina e dissetante. Il suo 
estratto» detto sugo di /l- 
querizia, viene prepara- 
to colle radici fresche. 

tudro. Panello ; viluppo di 
cenci impeciati che sfac- 
cenda per far luminaria 
nelle feste. I>etto ad uo- 
mo, ha varii significati, 
uhi più comanemente quel- 
lo di piluccone, che volen- 
tieri e vilmente piglia quei 
d'altri. 

tuganega. Salsiccia. 

*- gh'è più di che fugo'- 
nega. Abbiamo più tempo 
che denari. Ricordati che 
ranno è lungo. 

Lugùnegher. Pizzicagnolo ; 
chi vende roba che pizzi- 
ca, come salame, satu- 
rno ecc. 

Lugarin. Lucherìne ; uccel- 
letto di penne verdi e gial- 
le, con macchiette nere, 
usato nella gabbia. 

Lugia. Scrofa, troia. 

Lugiadega, V. Uà, 

LuUa: erba luUa. Verbe- 
na i pianta odorifera. 

Lumdda» Occhiata. ' 

Xuflior. Osservare^ spiìsre. 



LU 

Lume de roca. Allume; sol- 
fato d\inumina. 

Luméro. (idiot.) Numera. 

Lumèta, Lumicino. 

Lumin de agio. Lumettt- 
no. 

— de cera. Spirino; cande- 
la grossa e cortissima fat- 
ta di getto ad uso di te- 
ner lume la notte nelle 
stanze. 

— da note. Lucciola; arne- 
se di latta traforato da 
mettervi la bambagia per 
lumini da notte. 

Luminal, Abbaino, o fine- 
stra sopra tetto. 

Luminaria, Offerta per la 
iUitminaidoRe degli altari. 

— curio de luminaria. A- 
ver corta vista. 

Lumineto. Luminello; quel- 
Tarnese di filo di ferro con 
pezzetti di sughero per 
mettere a galla nelPollo 
delle lampane. 

Luna nova. Novilunio. 

'— • piena. Plenilunio. 

— luna seniada e mariner 
in piej ovvero luna in 
pie e mariner senta. Pro- 

- verbio marinaresco: Al 
fare in mare^ al tondo ia 
terra; perchè nel tondo 
della luna avvengono facil- 
mente tempeste. 

— bona cativa luna. Es- 
ser di buono cattivo 
umore. 



LU 

Luna, oper la fuito. Esser 
di malumore. 

— esser de luna. Esser di 
buon umore. 

— andar a lune. Esser paz- 
zo a quarti di luua. 

*- far veder la luna in 
pozzo. Mostrare altrui una 
cosa per nn^altra. 

Lunatico, Stravagante^ che 
varia come la luna. 

Luni, Lunedi. 

Lupaj a^er la lupa. Esser 
gran divoratore. 

Lusariola. Lucciola; Inset- 
to volante cbe di notte 
risplende. 

Luser. Rilucere^ rispiendere. 

tuserta. Lucertola ; serpen- 
tello Oviparo che ha quat- 
tro gambe. 



LU 



305 



Luseta. Lumicino. 
Lusqr, Splendore. 

— de luna. Lampaneggio. 
Lustrini. Bisantini» lustri- 

ni ; minute roteile d^oro o 
d^orpeilo per uso di ri- 
cami. 

Lustr.issimo,kp^\\sXiyo cbe 
davasi al mezz^ordine po- 
sto ir A la plebe ed i patria, 
come i medici, avvoca- 
ti ecc. 

Luzzo. Luccio; pesce d*a- 
qua dolce. 

— de mar. Luccio mari- 
no. 

— xe megio esser testa de 
luzzo che eoa de sturian. 
Ovvero, meglio è esser pri- 
mo fra grinfimi, che infi- 
mo fra I primi. 



204 



M 



M: tufi ga el so eme, 0- 

?[nunoo poco molto |!^ar- 
ecipaiSitre m;cioè dirne- 
dico, di maslco e di inatto. 

Maea: a 'macix. A scrocchio; 
gratis. 

Macaco» Detto ad uomo^ va- 
le babbaccio, di poco spi- 
rito. 

Macada. V.Macaùra. 

Maeaizzoj tempo macaiz- 
zo. Tempo nuvoloso. 

— * eivra tnacaizza. Faccia 
smorta. 

— pan macaizzo, V. Pan. 

— oehi nutcaizzt, V. Ca- 
r amali. 

Macar, maeà. Ammaccare, 
ammaccato. 

Macar le cu$iure, V. Cu- 
siure. 

Macaron da Pugia. Mocci- 
cone, uomo dappoco, tem- 
pellone chi si lascia so- 
pràfiare. 

Macaroncin. Beccafico di 
padule rossiccio. 

Maearoni. Gnocchi; specie 
di pastume grossolano di 
figura rotonda, da noi im- 
propriamente detti maca* 
reni. 

Maeaùra. Ammaccatura,coa- 
tusione. 



Maehion. Hacchiòne, cespu- 
glio. 

— star 8oto el maehion. 
Stare alia sicura, vivere 
a spese altrui. 

Macula, (idiot.) Macchia. 

Madalena. Boccale di terra 
cotta, di bocca larghissi- 
ma, di varia misura, usa- 
to per tener vino. 

Made (voce antiq. ). Detto 
assolutamente vuol dire 
No. Made sì. Si davvero. 

Madi, V. Zogar. 

Madona. Suocera. 

Madregal. Matricaria-; erba 
erficace a sedare le male 
affezioni della matrice nel- 
le puerpere. 

Maga (gergo). Magazeno, 
cioè bettola. 

Magari. Voce non più usa- 
ta dagli scrittori italiani, 
ma rimastaci nel dialetto. 
Corrisponde all' utinam. 
Dio volesse! Serve puread 
altri significati ; per es. 
che i vegna magari in 
trenta: vengano, a un bi- 
sogno , anche in trenta. 
Fegniròmagari anca mi: 
anch^io ci verrò, se oc- 
corre. 

Magasso. Mllluioa; uccello 



m IL 

-fielfatieo ohe Assom^ia «I 
cbkMJBO.; Ila t inedi .eame 
la piuma di color piombi- 
so; il solo maaebio ha H 
collo Tossicelo. 

Magazen éa 9in» Tavorna 
io cui ai Ten<te il vinoni 
minuto. 

Magazeni&r. ITaveraiore. 

Magia. Vaglia. 

Mogieri, Madièri; qua>ea- 
zi di legname che -sono in- 
obiodati io egoal dlaUns» 
sulla carena di una gros- 
sa nave. 

Magio, 'Maglio e mazioolo. 

BiagM. 'Cerino; lunga eao- 
deletta di cera aggomitola- 
ta da tBMr ocooia in na- 
no. 

Mogioitra* arnese di me^ 
latto per tenervi il ilfa- 
giol; stoppioieeft. 

Mmgna-eariM, 6ecivftBe> im- 
piastra-fogli. 

Magnamaromi. {gergo) Ruf- 
fiano. 

Magnamentù, Rodimento. 

Magnaàra, ilangialéja. 

Magnapan. Uomo disutile. 

Magnar» Uanglare. .Indica- 
tivo pres. Mi magna, ti 
magni f el magma. Ifu 
Piaghamo , .pu ma^^it y' 
magna. E veggasl.ptr.'oen- 
slmill desinenze 11 verte 
^»dor a pag. 9T. 

— te me magna» La iniia- 
plfce. 



S14 



305 



Magnar: carne Ui magne» 
mio? A ehegiuoflo giuo- 
chiamo ? 

— magnar «no. SopeaSar- 
lo con parole minacele. 

*- 4 aahi a uno. Rlmpro* 
verare^ serpentare alcuno. 

— ra<;^Jo. i2rucclarsi^ pren» 
der bile. 

— la fogia, Inlendepe, ca- 
pire li «egreto. 

•^ le pattàU. Manicare le 

peréto. 
•«* 4*aeiM valetio^ WMgna 

de questo. iTuo danno. 

— ci pan pernia» Mangia- 
re, il pane del dotoire. 

— ai magnarla U egalmO' 
re ée PiUUù. Haiigtorob- 
be un diavolo cotto. 

-<» queiHo me «tt a/ira «m- 

gnar de pasta. Oneat'è 

un^altra^ lòlnestra, «ii^al- 

tra cosa. 
•1- eo to iesta in eaco* '.8ea- 

za pensieri. 
"^ el remo. (term. de^ftiar- 

caiuoH) Impedire raMoae 

del femo. 
-* éa ^trupiai. Mangiar 

ghiotto. 
-^ a Mrangoian. Treppola 

rfretto. 
-V a Jco(*Hlae. A etoappa- 

beeoo ; &m fusto fino eh''è 

caldo il cibo. 
^jda simpiai. Bi gusto 
. stravagante, ma buono as- 
i sai. 



io6 



mx 



Mo^nar de ioion, Df stadio* 
ne; eloè le vivande >calde, 
appena colte. . 

Afd^ftaràzzo. t^raneo trivia- 
le. 

Magnar se. i oohi. Conten- 
der sempre. 

*— i dei. Pentirsi. 

Magneria» Ladroneria. 

Magnolézo, Appetitoso^ gu- 
stevole. Roba magnoleza: 

' di facile spacoio. 

Magnon. Gran mangiatore. 

.la altro feenso, manglapo- 

P0IO9 che cava' danari a 

* ' spalle alirai. 

Magòga. Vecchiaccia^ decre- 
pita. Altrimenti uccello a- 

> quatico del gen. . dei C<h 
eàlU 

Moffona. > Abbondanza so- 

l 'verchia. 

Mùgmian Stomacare, anno- 
iare. 

'Mùgra de ' aqua. Basso fon- 
do> magrezza d^aqua. 

Maganà.y, Smagonà, 

Mai^ el di de tan mai. Mai 
più; motto scherzóso. 

'Mainar, Ammainare le ve- 
le, raccoglierle. 

Maietra. (term. marin.) Al- 
bero di maistrac.è 11 più 

• grosso e hingo delia na- 
' ve. V. Arboradura e Ve- 
le, 

JMaisira, (tern. marJn.)lfae4 
strale ; vento xhe spira tra 
occidente e settentrione. S 



MA 

Mala(fraxia, Sgarbatenn . 

• Detto af^ersona, Yale sgua- 
iato. 

Mal de stmta Maria, Emor- 
ragia uterina. 

— de ponta, Plenrisfa. 

— - de mare. Male uterino. 

— de piera. Renella f ple- 
truzza che si genera nel- 
le reni. 

—•de ean Valentin. Epi- 
lessia. 

— dercaslron.mfredd«ta- 
ra, tosse ecc. 

-^ maligno^ Malina. 

— dei molton, Ciattone. 
-^ franeese. Mal cèltico •• 

mal venereo. 

— de orino. DissoHa stran- 
guria. 

-^ de la iupà. Fame eanf- 
. ila ]• nialattia» che predace 
gran fame. 

— Jlfai^tico. ^lirio, frene- 
sia. 

-^ dei do figai (gergo). Ckn- 
vidanza. 

— andar de mai. Guastarsi. 

— butar mal. Riuscir male. 
Malandò, Mal in ordine. 
Malano, Errore, disordine, 
ilfaianoso. Facimale ; fan- 

ciulto Insolente. 
Maiala, HalaUccio r cagio- 

— nevole. 

MaUgnazo! sia Malegnazoì 
Maledetto il diavolo ! 

MaU'spese, Spese accesso- 
rie. 



MA 

Malèto. llaliifezoi; Indlsposl- 

lioueella; 

Maigualivo. Disuguale ^ 6 
broccoso. 

— teda malgtialiva. Seta 
broceosa.. 

Malineonir. Rattristare. 

MalUtente (voce antiq.) A 
mala pena. 

Malizia (gergo). Merda. 

Malmesso. IfaWaatito o mal- 
eoUoeaiOw 

Malmonià. Staonato> svo- 
* gliato. 

Maloreega, In malorei»> in 
malora. 

MaloiiK V. MaletOi 

Malsestà, Scomposto. Anche 
malazzato, indisposto. 

Mal'Star. Svogliataggine, in- 
disposizione. 

Malta, Calcina mescolata 
colParena per murare. 

Mal'tapà. Malvestito. 

Maltempo. Tempo burrasco- 
so. 

Malusar. Inviziare. 

Malvasia. Antica denomina- 
zione di magazzeni, ove 
soltanto vendevasi U vino 
di malvasia ed altri navi- 
gati. 

MaUabatà. Malconcio, ma- 
le ammanato, malfatto. 

Mamalueo. Stolido; ma pro- 
priamente sclìiavo cristia- 
no presso gli egizii. 

Mamào. (voce, fanciullesca) 
. Mueinoi vale gatto. 



MA 



a«7 



Mamara, marno. Gooetole- 
nor scimunito. 

Jlfana (0^6.' Giuoco fanciulle- 
sco t a scaldamani; giuo- 
co che fanno 1 fanciulli 
mettendo le mani una so- 
pra raltra, e battendo quel- 
la che rimane* sopra con 
quella che a vicenda è 
tratta di sotto. 

Manazzar. ^voce antlq.) Mi- 
nacciare. 

Maneipar. Emancipare. 

Manco. Manco, meno, 

»- andar al manco. Scade- 
re i andare in basso stato. 

— ridur (ar tnarico. Mini- 
mare. 

^- far demaneo. Far a me- 
no, astenersi. 

— manco che nianco. Tara- 
to meno. 

— far la manca. V. Far. 
Mandar la roba a studiar. 

(gergo) Metterla in pegno. 

— de là de Stra o mandar 
sul Bendante. Mandar via 
uno in collera. 

— dal péro al pomo. Da 
Erode a Pilato. 

Mandola. Mandorla. 

— dei fruii. Anima;- seme 
. racchiuso dentro i neccio* 

U dei frutti. 

— fato a mandolam. Cose 
fette a figura di rombo. 

-— ehiapar o dar la mon- 
doi^ Pigliard o dare la 
mancia. ^ 



aaS 



MA 



MA 



Mandolato, Mandorlato. 

— dar el mandotolo* Adu* 
lare beffando. , 

Mandoler, Mandorlo; albe- 
ro che produce le man- 
dorle dolci* Anche^ vendi- 
tore di mandorle, 

MandoMU Castagne di pa^ 
lude ; trigoli ; pianta an- 
nua che nasce nelle aqoe 
stagnanti. Questi frutti si 
mangiano crudi in alcuni 
paesi, in altri cotti alles- 
si od arrostiti come le ca- 
stagne. .. 

Mandraehio. Darsena; la 
parte più interna dei por- 
to. 

Mandria. Detto a persona^ 
-vaie asinOy villano. 

Manega. Manica. Cosi chia*- 
masi anche il centopelle, 
intestino dei vitelli ridot- 
to in vivanda ; molletta. 

— in maneghe de camita* 
Sbracciato. 

— una manega ife ateni 
ecc. Una mano d'asini ecc.^ 
vale una compagnia. 

— questo are vn altro par 
de maneghe. Questo è 
fuor dì questione. 

•— largci. Di poco dilicata 
coscienza ; che non guar- 
da «pel sottile. 

*— quel che no va in dti- 
tto va in manega* Quel 
che non va nelle maniche 
va nei gheroni. 



JfafieffAtf II. Manichini; esti-e 
mità delle maniebe della 
camicia, che penda sui' 
polsi delle mani per orna- 
mento. 

— r coti, gridano gli erba- 
iuoli che vendono cotti i 
picciuoli delle foglie del- 
le barbabietole, bnoni a- 
mangiare in insalata. 

Jianejgo. Manico. 

-« di ceriesOé Picdiiolo^ 

— - butar el manego érto 
la manèrok Sprezzar il me«- 
no^ perduto li più* 

Manèra. Scure O' accetta* 

Manerada, Colpo di score. 

Maneseon. Manesco;^ pron- 
to a percuotere. 

Manestra, Minestra. 

^^ rescaldadoi Amico rÌeon-*f 
ciliatOf aliare rinnovato, e* 
simili. 

Mane$trar» Minestrare, soo* 
deilare. 

Manestro. Mestolioo. 

Mane la. (giuoco) Mpiglino;: 
giuoco fanciullesco» che sta 
, nel ripigliare sulla parte 
opposta della palma del- 
la mano una moneta get- 
tata in aria. 

ilfantfPO/e.Maneggevole^HéSr 
sibile, arrendevole. 

Manfrina, Sorta di balio ; 
monferrina. 

Manganalo. Marlinello; stru* 
mento meccanico. B^tone 
groasìH 



MI 

Manfr&dito, Emafrodlto ; 
persona di due sessi. 

Manierata, o manierazza» 
Maniera incivile. 

Manini. Smanigli; aUaocia- 
tura preziosa^ che le don- 
ne osano al collo ed alle 
braccia. 

Manizada, Quantità, dì co* 
sOj ed anche di persone, 
come masnada: tino mar 
nizadade baroni ec: una 
branca di scellerati ecc. 

Manizar, Maneggiare. 

Manizo. Maneggio^ ammini- 
strazione. 

Oanizza. Manicotto; arnese 
tutto foderato di pelle , 
nel quale al verno si ten- 
gono le mani per riparar- 
le dal freddo. 

— dei bauli, castani, ar» 
mari ^^' Maniglia, sia di 
legno di ferro. 

Manti L Tovaglia da tavola. 
Anche asciugatoio. 



n ÉL 309 

Marangona. (voce disusala) 
Così chiamavasi una delle 
campane di s. Marco, che 

— ogni mattina suonava Tav* 
viso ai lavoranti deir ar- 
senale di recarsi al do- 
vere. 

Marangan, Falegname. 

— dagpoMù, Carpentiere. 

— da $uìilo. Stipettaio. 
Marangonar. Lavoraecbia- 

re Ila falegname; inge- 
gnarsi in piccoli lavori. 

Marantega, V. Aredodete. 

Marasca. Amarasca; sorta 
di ciliegia dolce-aspra. 

Màravegia. Gelsomino del- 
la notte. 

Marchese, Mestruo. 

Marcheseta. Marcassita ; mi- 
nerale. 

Mareheto, (voce disusata) 
Nome di una piccola mo- 
neta di rame, ch^ebbe cor- 
so prima del soldo. 

Mare. Madre. 



Mansian, Soprascritta; in- — • secar la mare. V. Se 

dirizzo di lettera, plico ecc. car. 
Mantegnir , mantegnuo , -^4amarexesegura,e'lfHii' 

Mantenere, mantenuto. re de ventura. La madre 



Mantegnua. Donna matenu- 
ta; concubina. 

Manuchi. Bastoncelli; sor- 
ta di ciambelle. 

Manuela, Leva; stanga di 
legno di ferro a varj 
usi. 

Afonie (0. Ciovenco ; bue 
giovine* 



lo sa e U padre lo crede. 

-— de te dotte. La matrice 
delle femine. 

— micoderma del vino; pel- 
licola rosseggiante che cre- 
sce sopra la superficie del 
vino* Altrimenti fondigUuo- 

10. 

-* de melcn, de zuea, 1n- 

21 



!2ìO 



M A 



teriori de^ poponi e delle 
focche. Maire de melon 
dice8Ì di madre elie non 
sa educare i Agli. 

Maregna* Matrigna. 

Marèla, (term. de^ beceai) 
Cosi viene chiamata la spi- 
na dorsale : quindi 6ri«io- 
. la senza mare la, cioè non 
congiunta concesso. 

Mareselo. Maretta s piccola 
conturbazione di mare» 

— far maresei. Mareggia- 
re; dondolare una bar- 
clietta per far ondeggia- 
mento. 

Margarota, Battello leggie- 
ro a sei remi. 

Margarite, Margariline>glo- 
betti di vetro^ de^ quali si 
fanno vezzi ed altri orna- 
menti feminili. 

Marginar, Ammarginare, ci- 
catrizzare ie ferite. 

Margnuea, margnueo. Uo- 
mo donna dappoco, o 
poco scaltra. 

Maridar. Maritare. 

— • do eoise insieme, Con- 
fondercj mescolare. 

Maria orba. Mosca cieca; 
giuoco che consiste nel 
dar la caccia con occhi 
bendati a chi trebbia leg- 
germente percosso. 

Maridozzo, (voce antiq.) Ma- 
ritaggio. 

Marizà, V. Jmarizà. 

Mariegola. Matricola. 



Ma 

AfarlMd. Pesce condito con 
aceto. 

Marinèla. Amarina; specie 
di ciliegia. 

Mario* Marito. 

MàrmarOé Marmo. ^ 

Marmàro, Martignone; gof- 
fo contadinone. 

Marm^lata* Cotognate e me« 
lata ; . conserva notissima. 

Marmèo, Voce di scherno 
usata per negativa di ri- 
sposta. 

— marmèo vquaquarà 1 
Qoa-qua-riqnà; voce onde 
canta la quaglia. 

Marmiton. Ranciere ; quel- 
lo fra^ soldati che deve ap« 
parecchiart e scodellare il 

. ranciOi 

Marmorin» Marmorato; in- 
tonaco fatto con marmo 
polverizzato e calcina di 
ciottoli. 

Marobolan. Mirabella; susi- 
na di ottimo sapore. Mi- 
rabolano» se di maggior 
grandezza. 

Maroca» Spia». marachella. 

Maron. Marrone, castagna. 
Detto figuratamente» fal- 
lo» errore. 

— trovar et maron. Sco- 
prire il male. 

— color maron* Color mo- 
nachino. 

Marostegana* Ciliegia mar- 
chiana. 
Maroia, Vivaio per oooser- 



M k 

vare le anguille nell^ a- 
qua. 
MartioHÙ Pesee pfccolUsi- 
tao, apparteneste al gene- 
re goòiui* 

MarUUto : a mmrPelèto. 
Pieno, folto. 

Marti, Martedì. 

Martin, (gergo) Deretano. 

— far san Martin. Cioè la 
festa in onore di s. Mar- 
tino, in cui d^ordinario si 
fa goizoviglia; uso deri- 
vato forse dalle antiche 
feste in onore di Bacco, 
che ricorrevano agli ii, 
19 e 15 nov.; e forse dui 
digiuno di Avvento^ che 
incominciavano anticamen- 
te 1 cristiani subito dopo 
la fèsta- di san Martino. 

Martinazzo. Grigiastro; uc- 
cello aquatico, della rasia 
de* gabbiani. 

Martorèlo. Donnola o mar- 
tore. 

Martufo, Babbaccio, min- 
chione. 

Marubio, Uomo burbero, au- 
stero. 

— • vien su marubio. Fa 
tempo cattivo. 

Marta, Marcia, marciimie. 

Morzor. Merclaiuolo. 

Marzemina, V. Uà* 

Marzadego, Mandino; ag- 
giunto di tutti qoe* grani 
ehe ri seroinaM nel mese 
di mano. 



M A 



31 I 



Marzo. Marcio. 

— patoco. Guasto, corrotto. 
Marzoeo, Di poco spirito- 

Jtforzoco dieevasi qualun- 
que figura di leone scolpi- 
to dipinto. 

Meurzumera, Dicesf per di- 
sprezto di persona malsa- 
na. 

Masanèia V. Gra^icto. 

Mckscarete. Galosce; sorta di 
soprascarpa ad uso di man- 
tenere asciutto il piede 
neirestremità. 

MascaHn, V. Con. 

Mascaron da prova. Bruttis- 
simo uodio, come la figu- 
ra di legno che mettesl 
per Insegna sulla prora de* 
lavigli. 

ilfcMcarpofi. ' Mascherpone ; 
specie di ricotta molto in 
uso nella Lombardia, don- 
de si porta anche a Vene- 
zia nelPinverno« 

Maseolo, Mastio; tubo em- 
piuto di polvere per fare 
scarica nelle sagre. Altri- 
menti strumento da tener 
conghinte insieme le par- 
ti di checchessia. 

— ifivodar<0 a la Madona 
dei maseoli. Cioè dei ma- 
schi; altare «retto dalla 
pietà della veneta republl- 
ca nella chiesa di s. Mar- 
co contro i sodomiti ma- 
schili. 

Mase^no, Macigno. 



213 



/. 



Moienada, V. Manizt^éa.. 

^Auenitt. Uaclnello. 

Atasiola» Lucerna o perlooe ; 

. pesce buono di mare, di 
colore rossastro» colla li- 
Bea laterale senza spine, 

. dividentesi In due alla 
pinna caudale. . 

Massa. Troppo, pioè a masse. 

— de perle. Vezzo di perle. 
«- de filo. Matassa. 

-^ massa bona. Meno male. 

Masssaria : far massaria. 
Sgomberare; portar via la 
masserizia per mutar do* 
micttio. 

Massarin. V. Pan. 

Massera. Massaia; serva di 
casa; fregona quella cbe 
rigoverna le stoviglie. 

Moiseta. Matassina. 

Massixzo. Massiccio, solido , 
forte. 

Mastcffar. Masticare. 

— le parole. Biasciare le 
parole. 

Masteifo. L'atto del mangia- 
re^ pappalecco. 

— cavarla dal mas lego. 
Incorrere in danno. 

Mas tè la o mastèlo. Secclua. 

Se piccolo vaso di legno, 
. dicesi bugliolo. 
*— da 6agnt. Tinozza. 
Matiruzzar. Fracassare. An- 

che malmenare. 
Matada. Matteria, capriccio. 
Matana. Pesce di mare di 

color verd^-gialllaclo, del 



MA 

genere delle rain, detto 
da Linneo. Baia Pastinaca. 

Matar, (term. marin.) Ain* 
matare; alberare una uà- 

, ve; munirla d'alberi. 

Malarana. Glovlalone; uo- 
mo allegro, faceto. 

Malarèla. Civettuola, pazze- 
rclia. . 

Mate lo lai 9estio a la ma» 
telata. Alla marlaesea (dal 
frane, matelol); cioè giac- 
chetta e calzoni larghi. 

MateriaUm. Materialacdo» 
uomo zotico. 

Malezzo. Matteria. 

Matimehto. Impazzimento ; 
impiccio. 

Matir* Ammattire, impazien- 
tare. 

Matizar. Matteggiare, im- 
paziare. . 

Maton* Quadrello, mattone; 
pietra di forma quadran- 
golare per uso di murare. 
Detto ad uomo, vale mattac- 
chione, che ama il chiasso. 

Maturlo. Pazzerello. 

Mata. Pa^zo. ilfafo diciamo 
anche al mazzacavallo,8tru- 
mento che serve ad attla- 
ger aqua nel pozzi. 

— . cof tna<t ghe i^olbasion* 
A popol pazzo, prete «pl- 
rilato; cioè merita casti* 
fo chi sei cerca. 

Manco, he buono ne catti- 
vo; come p. e. fempo 
mauco, cosee mauèhe te. 



M E 

Mnùrù. Ma taro. 

Mazengo. Stagionato. Fqt' 
magio miizengo, cioè iiiag- 
gialico^ fatta ih maggio. 

Mazorena talpodéga. Origa- 
no. Quest^erlMà ila uo Odo- 
re fragrante ed un sapo- 
re aromatieo. Si mescola 
alla birra per impedire 
elle inacetisea. 

Mazorarse. Ammazzerarsi, 
assodarsi. 

Mazorin. Colloverde il ma- 
aciiio ; anitra selvatica la 
femina. à 11 più grande 
degli uccelli palustri: da 
coi /orse li nome di mag- 
giorlngo.Iia femipa dal ma- 
schio si riconosce perchè 
manca del verde sulla testa^ 
e perchè il solo maschio 
ha nella coda tre piume 
riccie. 

Mozzar, mazza* Amraaaza* 
re, ammazzato. . 

—^ mazitao o amazxao* V. 
Copao, 

— muzza 7 e $trupia i 4. 
Spnceone^lagliamoDll, bra- 
vazzo. 

Mazzoca, Mazzuola, mazzoc- 

• cbio. 
Meo. Meta. 

*- v^gnSr a mèo* Venire al 

• punto che si desidera; «ori- 
\enire. 

— tirar- a mee. Tirare a se, 
al proprio desiderio* 

M^ca: eke ^m9oal ehc va 



M E 



ai5 



mecando. Che va colle 
lunghe, come colui che an- 
dasse alla Mecca. 

Mèco, (voce di gergo) Il pa- 
drone. 

Megiarina, Migliarola ; pal- 
lella piccolissima di piom- 
bo per caricare gii archi- 
busi e uccidere gli uccelli. 

Megiaròla. Strilozzo e bra- 
viere; uccello di palude. 

Me^o. (coire larga) Meglio, 
più bene. 

Megio. (coUV stretta) Mi- 
glio. 

Mèla, (coir^ larga) Quella 
stecca di legao che usa 
Parlecchino. Anche stru« 
mento per giuncare alla 
palla; racchcUa. 

Me lampa. Donna inciampa- 
la, imbarazzata. 

Melanzana. Petronciana ; 
pianta ortense, che dà un 
frutto ovale pavonazzo. I 
sistematici la chiamano So» 
/anum melongena. 

Meli fa. Donna dillcala, schi- 
filtosa. 

Melon. Popone. Detto ad uo- 
mo, vale minchione. Vi so* 
no tre varietà : melone mo- 
scatello, che ha i poponi 
densamente solcali al di 
fuori; i\ melone vernino 
detto volgarmente bacivi, 
che Ila l poponi lisci al di 
fuori; il rampeghin^.cììe 
ha lo stelo rampicante e 



.1 

i 



ii4 



ME 



i poponi soleati e reffeo- 
latf. 

Memini : un memini. Per- 
cossa ; ricordo di mano ; 
tientammente. 

Menodeo : cognosser una 
eossa a menodeo. Averne 
cognizione pratica di una 
cosa ; conoseerìa per espe- 
rienza. 

Menar a scuola uno. Aggi- 
rare alcuno; saperne più 
di iui. 

*— a torzio* Confondere, in- 
gannare con parole. 

Mendar, Rimendare i panni. 

Mendaressa, Clie rimenda o 
ricuce la rottura dei pao- 
ni, si chV*non si scorga il 
mancamento. 

Meneghèia ( nel giuoco ). Il 
due di spade. 

Menicelo, Amminicolo, aja- 
to accessorio. 

Mènola* Pesce di mare, del 
genere Sparus. 

Menuagia. Minutaglia; quan- 
tità di cose minute. Ma 
parlando di pesce minuto 
cotto dicasi frugaglla. 

Menuei, V. Bigoli, 

Menuelo: deo menuelo. Di- 
to mignolo della mano. 

Menuo, Minuto. 

'^andar per rio menuù. 
Andare stretto e tlmitatis- 
simo in ogni cosa. 

Menzanar. Ffominare. Anche 
motivare e ricordare. 



M E 

Meola, Midolla. ' 
Mercore. Mercordì. 
Merda : una merda, Xkk bel 
niente. 

— merde col erostolo. Bra- 
vate; strepiti. Aoclie trop- 
pe cerimonie- 

— far merde. Gridare, stre- 
pitare. Anche far cose fuor 
di proposito. 

— no la xe merda, ma el 
ean l'à eagada. Tanto è 
euppa che pan molle. 

Merdaeai, Detto scherzosa- 
mente, tafanarlo. 

Merenda. Propriamente di- 
rebbesi i'^antlcena ; ma dal 
veneziani intendasi la eo- 

. lazione o il primo cibarsi 
della mattina. L^altra chia- 
masi merendala. 

Merli de ponto. Merletti a 
punta d^ago ; lo stesso che 
merlétti di Fiandra o di 
fiurano. 

— POHdiiarde morii, Bf- 
gberaio. 

Mésa. Paccotiglia; provvi* 
glene di commestibili per 
circa un mese ad uso de* 
bastimenti. 

Mesehizza, mesekizzO, Me- 
schiata, meschiato. 

— eolot^ mesehizxo. Colo- 
re tra Manco e bronai- 
no. 

<-• aqua meechizza, AqiM 
salmastra, o aqua dolce 
meaehiala «olla salsa« , 



ME 

Meschizza : zomada me" 
schizza. Giornata torbi- 
da. 

MmcoIq. Mestola. 

— da lasagne» Spianatojo. 

— da polenta. Slatteretlo. 
•— licar la metcola, Lec- 

eheggiare ; trarre alcun 
profitto di un affare in 
cai altri gode il maggior 
vantaggio. 

M escolon o mesiolon, Pa- 
lettone o beccariale ; sor- 
ta di anitra salvatica, di- 
versa dal fofano. 

Mestranza. Maestro lavora- 
tore. 

Metadia: Mezzadria; metà 
del prodotto di un terre- 
no dato a lavorare. 

Me ter su uno. Mettere uno 
al puntiglio ; aizzarlo con- 
tro un altro. 

— el culo al muro. Osti* 
narsi. 

— */a man davanti. Appro- 
priarsi l^altrui. diritto. 

— tino in erose, fregarlo 
instaotemente. 

— la vesta. Gabbare in un 
contratto. 

— tino al muro. Violentar 
uno a risolversi. 

•— tn berta. Intascare. 

— a peto. Confrontare. 

— • in tota. Esporre un fat- 
to con ordine. 

— in sai una cossa. Riser- 
varla a tempo remolo. 



MI 



3l5 



Jlìéter una spinaama»^. in- 
trodurre una usanza. 

— la piva in saca. V. Pi* 
va. 

— tin balin in testa. Dire 
altrui una cosa^be Io ten- 
ga in pensiero. 

Metti-massere. Accatta ser- 
ve; sensale. 

Me tua. Mettitura; modo di 
mettersi o di '^abbigliarsi. 

Mezà. Mezzanino ; studio» 
scrittoio. Sono Je stanze 
nel primo piano dei pa- 
lazzi ad uso degli agenti 
e fattori. 

Mezana. Y. Fele^ 

Mezaria. Mezzo; punto di 
mezzo, ugualmente distan« 
te da^ suoi estremi. 

MezO'C'mezo. A mezzo; a 
metà per sorte. 

— mezo de mezo. Mezzo 
medialo. 

Mezolera. Vassojo ; arnese 
di legno piatto un po^ ca* 
vo. 

Mi. Io e me; pronome. 

Mia: un mia ecc. Un mi- 
glio; misura itineraria per 
lo più di sooo passim ma 
che ha una l^inghezza dif- 
ferente ne^ diversi paesi. 
Meglio dlcesi milllo^ secon- 
do Gherardini. 

Mica : tina mica. Pochissi- 
mo, un minimo. 

Mier: un mier. Un mi- 
gliaio. 



9l6 



mi 



Mh(o. ( tùW e stretta) Un 
miglio scarso. 

Mfgnognole. Gesti o paro- 
le luslnf^hevoll. 

Mile-fiori. Millefoglio mi- 
nore; pianta erbacea. 

Mine la. Uancia. Anche pro- 
fenda^ misura di biada. 

Aftfiga. Mica. 

Minuo. V. Menno. 

Mio. V. Mia. 

Miseria. Accidia , infingar- 
daggine. 

— aver un poca di mUe- 
rh. Cioè qnalcbe brivido^ 
sintomo di febrc. 

Miieron. Poltrone, dormal- 

fuoco. 
Mitmàs. Guazsabuglfo, mi- 

scaglio. 

Miuiada,missiamento. Me- 
scolamento. 

•— fttissiainento de sangue. 
Senso di terrore, di com- 
passione ecc. 

M issianza. Mescolanza^ pla- 
striccio. 

— /or missianze. Meseuglia 
re, infruscare. 

Missiar, missfà. Mescolare, 

mescolato. 
*^ el le lo. Sprimacciarlo. 

— ei pagiazzo. Rimenare il 
saccone. 

Missiarse. Agitarsi , con- 
torcersi per cose spiace- 
voli. 

Missier, Saocero. 

Mi$$iQto. Piastrlcclo; ml-i 



MG 

scoglio di cose Imbroglia- 
te. ^ 

Mistra, Maestra. 

Mislrà. Aquavlte rafllnala 
con anici ed altro; aoi- 
cctto.'"'^ 

Mistro. Maestro, artiere. 

Mistronzolo. Maestrino. 

Misurin. Picco! issimo vaso 
di latta, con cui si misu- 
ra la polvere del carffè da 
porsi nella caffettiera. 

Miticotoso. Metlculoso. 

ilfo. . Particella riempitiva 
dal latino modo. Usasi nel 
significato di ma e pare ; 
p. e. filo no va ben : ma 
non va bène; ve Vaveva 
mo dito : ve Pavé va pur 
detto. 

Moeagio e Mocaor. (gergo) 
Moccichino; fauolelto da 
naso. 

Moear. Smoccolare. 

Mocarsela. Andar via. 

Mocaroìa. Spegnitoio. 

Mocegoto. Scam uzzolo, rima- 
soglio. 

Moche ta. Smo ccolatolo, moc- 
colaia; mollette per can- 
dele. 

Mocina. Dlcesl per dlisprez- 
zo; vale fraschetta. 

Mocolo. Moccolo; rimasuglio 
di candela. Detto a per- 
sona, stronzolino; ragazzo 
piccolissimo. 

— tirar dei moeoli. Be- 
stemmiare. 



MO 

Moeolù: taear moeoli a 
uno. Apporrli Uccie; ea-| 
lonoiarlo. 

Modegal, (lerm. de* macel- 
lai) Taglio di carne tratta 
dal collo deir animale. 

— durò de modegal. Du- 
ro, testardo, dilficlle ad 
accordare. 

Modion. (term. degli archi- 
tetti) Modiglione, menso- 
la» sostegno. 

Mogano, Legno di un albe- 
ro americano detto MaO' 
gani di color rosso, ca- 
pace di gran lucido e as- 
sai pregiato per lavori. Gli 
arteflci Io imitano col no- 
stro acero , e lo imitano 
con grande illusione. 

Mogiar i mogia. Bagnare, 
ammollare; bagnato» am- 
mollato. 

Mogio. Bagnato, molle. 

Molar* Slegare, sciogliere. 
Anche rallentare; ed an- 
che lasciar cadere una co- 
sa tenuta in mano. 

— peae, pugni ecc. Sciori- 
nar calci ecc. 

— i feri. Affilare i ferri. 

— aqua. (term. marin.) Kar 
aqua; quando nella nave 
per qualche apertura en- 
tra Taqua. 

— - fnolarghe un punto. Ce- 
dere. 

— se ga Molà le elope. (ger- 
go) Ba la eacajuola. 



MO 



217 



Molarghela a uno. Acdóc» 
caria ad uno, dirgli l'ani- 
mo suo. Altrimenti vale 
lasciargli facilmente o fier 
poco prezEO una coia. 

— molarsé da lari9a. Far 
più che* non si suole, 

Moleea* (forse da molUo- 
cia) Granchielta; piccolo 
granchio molliccio. Quan- 
do il granchio si spoglia 
della vecchia crosta, e si 
presenta vestito invece di 
una molle membrana, al- 
lora prende il nome di 
mollecca. ( Olivi ZooL 
Àdriat.) 

Molegalo. Mollicchloso, flo- 
scio. 

Molena. Mollica. Detto ad 
uomo, vale tenlennootf , 
aloccOtf 

Molenaeo. V. Molegalo. 

Moleiin* Soffice» liscio, mor- 
bido. 

-« co le Moleeine. Piacevol- 
mente. 

Molela. Arruolino. Anche le 
molle per attizzare il fuo- 
co. Pincette quette che 
servono a prendere • ool^ 
locare alcuna cosa in luo- 
go dovè non si potrebbe 
colle dita. 

Molèto. Mollicello; alqaan» 
to tenero. 

MoUnelo.Vi\Aioìoi stmmen* 
to di legno da filar 
iHio^ seta e simili. 



9S 



ai8 



MO 



Molinèlo: esser un mo- 
Hnèlo. Esser troppo lo- 
quace. 

— - for tria a moUnelo» Di- 
ciamo nei giuoco della 
tavola a moiioo quando 
le pedine o tavolette di 
uno de^ due giuocatori so- 
no impostate in modo ciie 
ad ogni mossa si compo- 
ne la tria, onde Tavver- 
sario perde senza riparo. 

Molinèto. Molinello; picco- 
lo molino. 

Molo, Debole o floscio. An- 
che pesce di mare; na- 
sello. 

Molton. Montone; il maschio 
della pecora. 

Momó. Minaccia^ sgridamen- 
to. 

Momola : zogOr a tnomola. 
Fari! ponte; giuoco fan- 
ciullesco, in cui uno si po- 
ne a guisa di ponte in- 
curvandosi, e gli altri vi 
saltano sopra. 

Mona, Natura della femi- 
na. Detto ad uomo, vale 
balordo. 

— far el mona V. Far. 
Dicesi dai^'Olgo una mo- 
tta per disprezzo' di chec- 
ché si tratti. 

Monada, Bessaggioe, scioc- 
chezza, sproposito. Altri- 
menti un niente, uno zero. 

Monea, Moneta. 

— curia e ìwmea longa. 



MO 

Valore monetario, che va- 
riava secondo i paesi; p. 
e. il tallero veneziano, che 
qui valeva dieci lire, ne' 
luoghi oltremare ne va- 
leva undici; quindi com- 
putatoci! tallero al valo- 
re di Venezia, dicevasi 
moneta corta e al valor 
di oltremare moneta lun* 
ga. 
Monca mata. Moneta faba. 

— picola. Spiccioli. 

— scarsa. Moneta calante. 

— far monea falsa per 
uno. Far qualunque cosa 
pel grande affetto verso 
uno. 

— spazzar la monca per 
quel che la core. Piglia- 
re il mondo come viene; 
tagliare secondo il pan- 
no; far di ogni cosa li cai- 
colo meritato. 

Monifa. Bietolone, pigolo- 
ne, che sempre pigola o 
piagnucola. 

Montada de VaqìML. Innal- 
zamento deli^aqua. 

— del pesse» Montata; dice- 
si quando da primavera 
le valli s^aprono, e v^en- 
tra dal mare il pesce no- 
vello. 

Montadura. Corredo, forni- 
mento. 

Montapiè. (term. marin.) 
Marciapiede; nome gene- 
rale che si dà a certe cor- 



MG 

de, sopra le quali i mari- 
nari posano il piede quan- 
do prendono il riccio del- 
le vele, e vogliono met- 
tere levare I bastoni di 
eoltellacol. 

Montane. Mettersi in ar- 
nese. 

«- ia g he manta a uno. 
Cioè va in collera. 

Monzer, monto. Hngoere, 
manto. 

Mora. Moriguola; frutto del 
moro e gelso. 

— de epin. Mora prugnola. 
-— salvadega. Mora agresta. 
— < iiropo de more. Diamò- 

ron. 
— > cara mora, caro mo» 
rot ecc. Voce carezzevo- 
le. 

— xogar a la mora. Giuo- 
co .che ^ fa in due, al- 
zando le dita di una delle 
mani, e cercando di ap- 
porst che numero sleno 
per alzare tra tutti e due; 
onde in latino mUare di- 
gitis. 

Moraehioto. Brunetto; dice- 
si del colore della pelle 
del volto. 

MoraU Travicello quadran- 
golare. 

Morbin e morbinezzo. Biz- 
zarria, buon tempo. 

More. (term. marin.). Gar- 
zone di barca. 

Morelo de fosso, Rocchio 



MO 



aig 



di legno ; il legno pia 
grosso del fascio. 
Morelo de luganega. Sal- 
sicciuolo. 

— de bisato. Rocchio d*an- 
guiUa. 

— de mezo. Si riferisce a 
statura né grande né pic- 
cola. 

Morer. Moro, gelso; albero 
di due specie, cioè bian- 
co e nero. La foglia del 
bianco serve ad aliinenta- 
re i bachi da seta; ed il 
nero produce uà frutto 
nero ripieno dUin sugo co- 
medi sangue, detto mora, 

Aforèlo. Sterpàgnola; uccel- 
lo come il beccaflco. 

Morga. Morchia ; feccia del 
rollo. 

Morgnon. Sornione; chi sta 
sempre serio e imbron- 
ciato. 

Morir. Morire. 

Indie, pres. Mi moro 
(cotro stretta), timor, 
et mor. Nu morìmo, vu 
mori, i mor. 

Pass, imperf. Morivi- 
mo, morivi per moriva- 
mo e morivate, ecc. 

Gondiz. pres. Moriria 
e morirave, io morrei. 
Moriressif morresti. Et 
morirave o nèorfrfa, egli 
morrebbe, ec. 

— de vogia. Struggersi di 
desiderio . 



sao 



MO 



Morir. co l'erba in boea, Pe- 
rfre per dappoeafgine. 

-«* dai tfOMoaro o da la grian* 
dutiih X9 l' istéuo. Alla 
fln per lo gregge è poi lo 
stesso — esser preso dal 
lupo o dal custode. 

Aforo* Bruno. 

— de morea* (Idiot.) Ghez- 
10 ; movo di Barberia. 

v-r- |)esce di mare del gene- 
re deMe razze; e uno de^ 
pia grandi nel suo gene- 
re. 

Mtprì^dei. ^«oivoide. 

Morow, moroso. Amante. 

Sorse^a^to. V. Morsegon, 
onegar, tnonegà, iiorde* 
re^ morso. y 

•^ ei ga viorsegà te tele 
a so mare. Dlcé4 di; otre- 
polente fortunale. 
M%r$egar$e, Bisticoiari^, con • 
traslare , perUa^cefàhtale 
proverbiandosi. * 

— i dei. Pentirsi, 
Moreegon. Morso, morsica- 
tura. 

Jlf orso a eoa de gaza. (term. 

4e* falegnami) Calettatura 

a coda di rondine. 
Morie: l*è la mia morte. 

Cioè il mio castigo. Il mio 

tormento. 

— Ve laeomgt^ié. Parlan- 
dosi di «ibi appropriata- 
mente conditi: egU è il 
suo vero guato. 

JTorl^. Mortalo. 



MO 

Moria f mi resto tuorlo, m 
! rimango stordito. 

— t arazzo, gamba morta, ec. 
Mortificato dlcesi di un 
membro del corpo io cui 
sia totalmente estinto il 
senso. 
, <^ dopo morto et se cupè. 
Cosa fuori di tempo. Prov.. 
ch''ebbe origino dal caso 
avvenuto nel i7tf o al nob. 
Tommaso Morosini> il quale 
portato come morto nella 
chiesa di S. Maria Formo- 
sa, e deposta sul catafal- 
co, rinvenne, om compre- 
so d^orrore rovescia ea- 
dendo in terra e trasct- 
nando seco lo bara, onde 
rimase accoppato. 

Moseardin, moscardo. Cio- 
vine vago di far comparta. 

Moscato. Moscadelio; vino 
fatto di moscadella. 

Mosche te de la baràm» Mo- 
scbe ; <|ue* due penetU di 
barba che lasciaoai sai lab- 
bro superiore alle due e- 
stremità. 

Massaio. Zanzara ; insetto 
volatile. 

Mosso lini, Moscberini di- 
cenai propriamente queUl 
delParia; quelli del vino 
moscioni. 

Mostalevria. Sape, defrit- 
to; mosto cotto e alquan- 
to condensato nel bolMre, 
che servo per oondimento. 



w o 



MU 



2^1 



Ma»imrda, Ia vuee oioslar«i moggiaU; spazio di terra 

d» indica vivanda fatta | In cui si pqò seminare un 

prtncipalmeote dì mosto; moggio. 

ma non tosi quella di Ve- Mozza (coirò s(re(ta^« Sorta 

ne2ia, di un gusfo pre-| di battello scoperto, 

iloso, fatto essenzialmente I Afozza^/adtflrAfi. Poltrone. 

di mele cotogne eondlle dì, Mozzo» Aloccio; escremento 
. senapa e miele. -^Mostar- viscoso ch^esee dal naso. 

da dicesi sctierzevolmente — par/or mozzo, Seiliogaa- 

per iuerda. re. 

Mq$ìo$m» (gergo) Le poppe. Muanza» Cambiamento. 
Mostra: far mostra. Finge- Muar, muà, Mutare, cam- 

re; simulare. biare ; mutato, cambiato. 

— de le boteghe. Bachèca;! ilfucegio^o. V. Musegoto. 

cassetta col coperchio àì\ Muchi» Zitti, quieti. 

vetro, ove sono esposte le Muchiaehia, Amica, damuz- 



merci. 
— del relogio. Quadrante. 
--- de vin ecc. Saggio. 
Mostrar, mostra, Mostrare, 



zaccia ; peggiorativo di 

^dama. 

Muehiar, muebià. Ammuc- 
chiare, ammucchiato. 



moslrato; vale manifesta- Munhio, Pastinaca maschio ; 



re ed anche figurare. 

— el muso, V. Muso, 

— el fianco. Arrischiare una 
domanda, 

Mostriebio, Bruttaccio; ed 
osasi per Ingiuria in va- 
rii sensi. 

Mostron, Mostra; rassegna 
di soldati in ordinanza. 

Mota, Monticene, altaretta. 

Motesin, Vezzo, garbo, scher- 
zetto. 

Moto da rider^ Ghigno. 

•— al moto, ( modo avver- 

. t>iale) AU^appareaza ; per 
quanto pare. 

Mòzo. Moggks modio; mi- 



peece di mare del genere 
delle razze. 

Mudande, Sotto-calzoni. 

Mufadin. Muffatticeio. 

Mufo, Grullo; malinconico. 

Mugier, Moglie. 

-^ dolor de gomio, dolor 
de mugier. Doglia di mo- 
glie, morta, dura fino alla 
porta. 

Mugni, Muei; voce onde si 
chiama il getto. 

Mu latro. Molazze ; uomo 
generato da un europeo 
e da una mora; ovvero 
da un moro e da una 
bianca. 



sarà de^ grani. Anche! il/ii/e. pianelle, scarpe da 



333 



ìMU 



casa» piane, senza il cal- 
cagno. 

Mulezzo, Slalaggine» osti- 
natezza. 

Mulo, Animale nato di ca- 
vallo e d^asina. Dicesi di 
figlio bastardo. Vale an- 
che per ostinato. 

. ilfti/oro. Zoccolo» che ha il 
tomaio di pelle, e tutto il 
rimanente di legno. 

Munari de polenta. Bolle, 
grumi, bernoccoli. 

Munega. Monaca. 

— - da leto. Prete, trabicco- 
lo; arnese di legni cur- 
vati in arco, in cui met- 
tesi un caldanino fra le 
coperte del letto per iscal- 
darlo. 

— la 9a munega a SanVI' 
tepo, dove i dorme do per 
lelo, (dettato famll.) Pren- 
de marito. 

Muneghèle. Iacea ; Gore 
detto da^ botanici Fiola 
tricolor. 

Munegheta. Monachetto ; 
smergo domenicano; uccel- 
lo di mare, non buono a 
mangiare. 

Muneghin, Monachino; uc- 
cello grosso come la pas- 
sera comune. 

Àfuneghin. (term. antico ) 
Monachino; reo di colpa 
carnale con una monaca; 
disordine ch^era frequente 
in Venezia nel secolo XV. 



MU 

Muner. Mugnaio, molinaro. 

Muodo, (voce antiq.) Modo. 

Murar le vele, V. yele. 

Murilo V. Morèlo, 

Murer. Muratore. 

Muro de meza piera. Rife- 
rito ad uomo, vale di po- 
ca salute. 

MuMna, Brutta facda. 

Musariol, Masoliera; quel- 
la che adattasi al muso de^ 
cavalli, de^cani, ecc. 

MusehielQ, Monello, mali- 
ziato. 

Mutchio. Sorta d^ erbetta 
notissima. Anche materia 
odorifera, ch^è Pescremen- 
to della capra gazzella, 
che lo produce come uno 
apostema intorno al be- 
lico: se ne servono I pro- 
fumieri. Detto ad uomo, 
vale austero, esigente as- 
sai di rispetto. 

Musegar, musegd* Mozzica- 
re. Anche mangiucchiare, 
cioè mangiar poco e a 
stento. 

Musegoto, Mozzicone, sea- 
muzzolo ; quel che rimane 
di cosa mozza, troncata, 
arsiccia, ecc. 
Musina, Salva-danaio. 

Muso, Propriamente testa 
del cane ; dlcesi però bel 
muselo, bel muso anche 
parlando di persona. 
— - mostrar el muso» Op- 
porsi arditamente. 



M U 

Muio da do musi. Tecomc- 
co; uomo doppio. 

— storto. V. Far, 

— - da rovere. Faccia tosta. 

— andar al muso. Farsi 
avanti minacciando. 

— roto. Sfrontato , ardito, 
senza vergogna. 

— da processi stregai. Di* 
cesi sclierzosamente di chi 
vorrebbe far viso trace > 
e non può. . 

— • restar a muso seco. Sen- 
za niente, cioè al secco. 

— av^r muso de far, de 
dir, ecc. Aver ardire di 
fare ecc. 

Mmoni: far musoni. Viso 

ingrugnato. 
Mussata. Asinella. 



M U 



2'JO 



Musso. Asino, somaro. 

Mussola. Blussoiino ; tela di 
cotone cosi detta dalla 
città di Uossul, donde ven- 
ne portata in Europa. 

Mussolini. V. Mossolini. 

AfuMoto. Muscolo pidocctiio 
di mare ; specie di conchi- 
glia : Mytilus barbatusj 
Linneo. 

— Nell^ Istria vi sono bar- 
che apposite per la lor 
pesca, dette Mussolère. 

Mustachio. Basette; barba 
ch^è sotto il labbro. 

Mustazzada. Rinfacciamen- 
to, rimbrotto. 

Mutir mutolir. Ammuto- 
lire. 

Mutria. Faccia brutta. 



234 



N 



Nclba. Malva; erba medici- 
naie. I romani se ne ser- 
vivano per commestibi- 
le. 

Nalbont Malvaccioni ed al- 
tea; pianta erbacea medi- 
cinale Ohe trovasi ne^fos^ 
si. ' In terra-ferma dicesi 
maltisn^hio, 

Nanarar. Camminare da a- 
natfa; maniera di cammi- 
nare di qualche persona 
che pare sciancata. 

Naneto. Vanerello; nanino. 

Nani orioni» Pescialelli ma- 
rini^ non buoni a mangia- 
re. Di recente introdotti 
nelle nostre lagune^ il na- 
turalista doti. ISardo li ri- 
guardò come appartenen- 
ti ad un nuovo genere che 
egli inlitoIÀ j4phaniu8, 

Nanir, nanio» Cantar la nin- 
na-nanna. 

— pe diria jcHÌ v'ha nanio; 
cioè: meritereste ch'io v'in- 
giuriassi. 

Naòn, Navone o napo; specie 

di rapa bislunga. 
rfapa e napara. Nasaccio, 

nasone. 

— del camin. Cappa dei 
camino; principio della go- 
la di un camino. 



Napamondo, (idiotismo) Map- 
pamondo. 

Napoli tana. (term. di giao- 
co) Verzicola ; le prime tre 
carte di maggior valore, 
cioè fasso, il due e il tre 
di alcuno dei semi, che 
trovansi riunite in mano 
d'uno de* giuocatori al tre- 
sette. 

Naranza. Arancia. 

— garba. Melangola; aran- 
cia forte. 

— de mar. Arancia marina; 
produzione marina del ge- 
nero degli alcioni!. 

Naranzer. Gedratajo; il ven- 
ditore di aranci, limoni ec. 

Naranzeia. Arancina, picco- 
la arancia. 

Naranzon* Randato; color 
della melarancia matura. 

Naroncolo. Ranuncolo, flore. 

Nasada. Fiuto. 

Nasar, nasà. Odorare , odo- 
rato. 

— farse nasar, o snasar. 
Farsi beffare, farsi scorge- 
re. 

Naso: Ifuti del nato. Narici. 
•— scagnelo del naso. Spi- 
na del naso. 

— naso che pissa in 6oco. 
Arcato, adunco. 



NA 

ffaso da pifaro. Naso lungo. 

— imponiio. Aquilino. 
— > rebeeà. Rincagoato. 

— iargo. Sfrogiato, che ha 
larghe falde. 

•^ schizzo» Camoscio \ o 
schiacciato. 

— da maschera. Guardaoa- 
so; arnese che cuopre il 
naso. 

— del eaenazzo. Boncinel- 
lo. 

— del luehcto. Arco del lue** 
cbetto; quel f^rro curva- 
to con che si chiude. 

-*- delsaltarelo. Blonachet-' 
to; quel ferro nel quale 
entra il saltscendo per ser- 
rar Tuscio. 

— wper el naso slropà. A* 
ver il naso intasato. 

-«* dar de naso a uno, fan- 
portunare, molestar uno. 

— dar in tei naso. Per e- 
semplo: questa ghe dà in 
tei naso: questa gli di- 
spiace. 

-«• restar eo tanto dena^ 
«0. y. Restar. 

•— del bastimento. Chia- 
masi nella marina la pri- 
ma parte del basUmento 
che termina in punta. 

Nasopia. (voce scherzevole) 
Naseca; naso malfallo. 

Naspar. Annaspare ; scioglie- 
re il fuso dal 0lo e rldur 
la matassa sulPaspo. 

jyospersego, P^9<:anoce; fruì- 



N A 



325 



to bastardo ,di nfoUe va- 
rietà « che nasce dalla pian- 
ta meliaco innestala col 
pesco. Anticamente ffux 
persica. 
Naspo. Aspo; strumento di 
legno su cui si ravvogUe 
filo, tacendone delle pia- 
tasse. 

— naspi delVdrgana. (term. 
marin.) Aspi deirargano; 
lunghi e forti pezzi di le- 
gno che si mettono nei fori 
del cappello deirargano» 
e su di cui fanno forza i 
marinari per firart: quan- 
do si salpa. 

Nassa quei che sa nasser. 
Checché ne avvengjBi. . 

Nassua. Ritrovato ; inven- 
zione maliziosa. 

Nassuo. (idiotismo) Nato. 

Nas (ruzzo. Nasturzio; erba 
di saper acre. 

— aquatico, detto più co- 
munem. Grasson o Cres- 
son. Sisembro o crescione. 
Nasce nei rivi delle aque» 
e si mangia in insalata. 

•^ color de naslruzzo. Ran- 
cio. 

Natole: solo le natole. Sot- 
to le tegole; geometrica- 
mente dicesi sottonorma- 
le ; cioè parte detrasse di 
una curva tra 1 due pun- 
tij ove Pordinata e la per- 
pendicolare di essa incon- 
trano Passe. 

88 



3a6 



N E 



Ifavegar, navegà. Navigare^ 
navigato. 

— omo navegà' uomo esper^ 
to, scaltro. 

Natesele, Lunette; sorla di 
orecchini. 

Neche, (av V. dal iat. nec.) iVe- 
eho bezzo neche bagalin. 
Niente affatto. 

Negar, Annegare. Anche ri- 
cusare. 

— nu se neghevimo. Ci ne- 
gavamo. -^ Neghile. An- 
negati. — Neghèu foni? 
Negale forse? 

*— negar Cristo su la crO' 
se. Negar l^evidenza. 

•^ negar una fiat Maritar- 
la lDale< 

Negrofumo, fiero di fumo 
tratto da legni resinosi 
arsi. 

Nembaizza. Nembo Immi- 
nente. 

Nena. (colPtf stretta) Balla « 
nutrice. 

Nespole la* NespOlina; pic- 
cola nespola. 

Né li né mi: no aper nè4i 
né mi» Non aver né drit- 
to né rovescio. 

Ne tizia» Nettestza, mondea- 
ta. 

-^ far nelizia» Sparecchia- 
re. Anche consumare tut- 
to. 

Nevarin» Nevischio; il ne- 
vicare in poca quantità. 

Neve. V. Pana» 



SO 

Nevéra» Tempo di- neve. 

Nevodo» Nipote maschio. 

Nezza» Nipote femina. 

Niada, Nidiata; nido di uc- 
celli. 

Niàro. Guardanidio, uovo 
vano; uovo che si lascia 
per segno nel nido delle 
galline* 

Nìarse» Covarsi in casa al- 
trui. 

— de vermenezzi» Impe- 
doechirst. 

Piiehiar» Anntcchiare, oollo- 
ca^e. 

Nicoloto. Abitante di s. Nl- 

' colò e vicine parrocchie. 
Anticamente I Nicotoli 
formavano una fazione ri- 
vale a qtielli di Castello, 
detti quindi Caslelani. 

Nìeto. Niduzzo; piccolo ni- 
do. 

Nina-nana. Dlndolamento. 

Nlnolar. Barcollare. Malvez- 
zo di alcuni nel cammi- 
nare. 

Nlnziol. V. Niziol» 

Nio. Nido. 

Niola» Nuvola; ^ 

Niora» Nuora. 

Niziol» Lenzuolo, 

iVbgr Aera. Noce; albero. In ita- 
liano dlcesi ugualmente il 
noce Palbero ed il frutto. 

Nolesin» V. ^eturin. 

Noma nome. Appena, so- 
lamente. 

~ nome nato. Appena nato. 



NO 



Noma do. Soltanto dae. 

— *• nomadesso, noma in sto 
punto. Adesso soltanto. 

Nombolo, (terra, de^ macel- 
lai) Lombo. 

Nona, Campana del meuo- 
dì, la quinta delle 7 ore 
canoniche. 

— far la nona, (gergo) Far 
la spia. 

Nonanta. Novanta. 

Noni. Specie di scarpe. 

Nonzolo. Nunzio di cbiesa. 
Anche becchino, che a Pa- 
dova dicono Menevelo, 
corrotto da mena air a- 
vello. 

Nopo. Mica; non già. 

Nosa, nose. Noce, noci. 

— Pan e nosCf magnar da 
doMo: nose e pan, magnar 
da vilan. Per significare 
che le noci vanno man- 
giate parcamente. 

— zogar a lo nose. Truc- 
cino; giuoco fanciullesco. 

Nosèla. Noccioola; frutto 
dell^albero nocduolo; e 
s^è verde, dicesi nocchia. 
Le Docciuole sono combu- 
stibili. 11 legno del noc- 
cluolp essendo pieghevo- 
le adoprasi por cerchi di 
botte» archetti ecc. 

Notella del brazzo. Nocca; 
congiuntura del braccio. 

^ del pie. Malleolo; quel- 
la esaberanza della tibia 



N D 227 

e fibula eh' è nella parte 
inferiore della gamba. 
Nostromo, Nocchiero; mae- 
stro deirequipaggio. 
Notar le easse. Osservare 
gli andamenti altrui; co- 
me chi registra in uà ne- 
gozio le easse ch'entrano 
e sortono* 
Nolevèdo. 1 nostri pescatori 
così chiamano alcuni mol- 
luschi di mare, che quan- 
do si trovano al sole ri- 
fietlono un cangiamento 
di azzurro verde e dora- 
to. 

Notiziar. Notificare. 

Notolada. Nottata ; Andar di 
notte a diporto. 

Novizza, novizzo. Fidanza- 
ta, fidanzato. 

— esser novizzo. Esser nuo- 
vo in che che sia. 

No-vogiando. Y. yoler. 

Nu, nuallri. Noi. Ne' bassi 
secoli dicevasi nus : don- 
de il nostro nUf 

Nuar. Nuotare. 

Nunziata. Annunciazione ; 
festività di M. V. 

Nuo. Mudo. ^ , 

— nuo per nuo. (locuz. la- 
mil.) Ignudo nato. 

— nuo e cruo. Povero in 
canna, miserabilissimo. 

Nutria. Nutrito, rimpolpato, 

cresciuto in carne. 
Nu90là. Cielo nuvoloso. 



228 



O 



Oca. Esser in òca» Vagel- 
lare; non badare a ciò 
cbe uno dice. 

— andar in oca. Dimen« 
licarsf di che che sfa. 

— > zogar a Teca. Giuoco 
che si fa con dae dadi 
80t>ra ona tavola dipinta 
in 68 caselie^ in alcune 
delle quali sono dipinte 
certe figure. Si fa con di- 
verse leggi e pagamenti. 

*— aver ia pele iVoea. Es* 
ser arruvidalo^ in signi- 
ficato del soverchio fred* 
do delie carni. 

— passar T oca. V. Pas' 
sar. 

— vegnir ei pelo d*oea, 
V. Pelo. 

— questo porta l'oca al 
paron. Punto che assicu- 
ra il guadagno. 

-^ far el beco a Poca. V. 
Far. 

Oeagine. Sbadataggine. 

Oear: andar oeando. Inean- 
tarsi, andare sbadata- 
mente. 

Oeasion: co rocattoti / Cer- 
tamente, senza dubbio. 

Oehiadazxa. Sguardo ghiot- 
to. 

Oehial. Oechione; pesce di 



mare che assomiglia all'o- 
rata. 

Ckshialer, Occhialista; arte- 
fice che fabrlca gli oc* 
chiali. 

Ochialeto, Occhialino. 

OtfAtar. Adocchiare. 

Ochieto. Oggetto; compen- 
dio del contenuto di una 
carta o supplica. 

Oehio I Bada bene. 

— eostar un ochio de la 
testa, Costar salato, caro. 

— vegnir fo¥a per i oehi. 
Essere nauseato di che che 
sia. 

— rocAto voi ks so parte. 
Devesl tener conto del- 
rapparenxa. 

— trar TocAio. Occhiare. 
^ andar per oeAlo. Smar- 
rire, sparire. 

— far de oehio. Far r oc- 
chiolino, per voler dare 
altrui alcun segreto av- 
viso. 

^ baie de Voekio. xaobi 
dellVMchio. 

— putina de Voehio. Pa- 
pilla. 

^ 6fafieo de Voehio. Al- 
bugine. 

— .negro de Voehio. Cor- 
nea lucida. 



oc 

Oehio : caaa de toekio» 06- 
chiaji^ 

— del grano o del òro* 
do. Seaodella. 

— del eaenaxxo. Anello. 
•— andar per oehio. Spari- 
re che die sia. 

— tor i oehi. Abbagliare. 

— aver i oehi fodrai de 
penuto. Ocebi da non di- 
sUngoere le cose nel ve- 
derle. 

— baroni. OcebI toccanti. 

— sgarhetai^ Occhi scer- 
pellati/ sbalestrati. 

— macai* Occhi sbattuti, 
•-r- euer l* oehio dreto de 

uno. Essere 11 prediletto. 

— oehi eimeghini. Occhi 
sbirciati; si dice del soc- 
chiudere gli cicchi per os- 
servare meglio le cose mi- 
mile. 

-^ ocAf de fero. Hocinel- 
Io; ferro bucato da un 
lato , messo nel mani- 
eo del ealenaccio» o aflls- 
HO in checchessia per ri- 
eevere la stanga dei ca« 
tenacdo stesso. 

"^aehio boaro, (gergo) Il 
calo. 

— oehiO'de^bo. Codibugno- 
lo terrestre « oceellettodl 
becco gentile. Anche pian- 
ta detta aniemide lAifo- 
ria, usata nella tintura. 

— oehio pulin. Lopioello; 
sorta di malattia che suol 



OM 



a99 



ventre ai polli negli o&* 
chi. 

Oeo. Castronaedo» stupido* 

-4 andar de eco. V. Sfi- 
dar. 

Odorazzo. Cattivo odore. 

Odorèlo. Odorino, odorano, 
piccolo odore. 

Oet ola! Olà! Se interroga- 
Uvo: Ola? Vedete? 

Ogio. Olio. 

— ogio pevere e sol. ?. 
Pensimonio. 

*- 90ler star de sera come 
Vogio. Voler sempre so* 
vrastare. 

— andar eom$ un ogio. 
Andar sema ostaeolo. 

Oladega. Volatica. 

Oliva: eolor d* oliva mar- 

^ za. Ulivlgno ; colore . ohe 
tiene del livido. . 

Olipèr. Oirvo;< albero che 
produce le olive. 

Onuazo. Omacdone. 

Ombrelin. Parasole. 

Ombria. Pilota; pesce di 
mare che sogue i vascelli. 

Omenoto. Omacdo. 

Omeneti. Fette di pasta bi- 
scottate; bastoncelli. 

Omeneto. V. Qmélo. 

Ometo. Uomaocino , . uomo 
piccolo; omicciatolo,;iiomo 
di pochissimo conto. 

Omo de la lego. Compagno- 
ne, buontempone. 

— de mondo. Uomo pru*» 
dente e scaltro. 



aSo 



ON 



Omo a la man. Uomo affa- 
bUe. 

— omo in pie» rraiico,ile- 
alro. 

— - de legno. Appiccatolo pei 
vestiti. 

'^ de le muneghe. Speodl- 
tore oe^ moDasleri; celle- 
rajo. 

Omon, Uomo grande e gros- 
so. 

Omo-nuo. (term. de* pese.) 
Pesce igniido. PlecoUssIoio 
pesco del genere de^go- 
bil» dal natoralista dottor 
Nardo chiamato Gobius 
pell^eidu$. 

Onèr. OlnOy ontano, onixzo; 
sorta d^albero, cbe cresce 
nei luoghi mnldi fino a 
so piedi. 

Onfegar. (voce corrotta dal 
latino unetu foedare) In- 
sudiciare. 

Ongèla, ' Cesellino, strumen- 
to degli orluolai. 

Ongéta, Ugnelto; specie di 
scalpello d'acciaio usato 
dagli scultori e dal get- 
tatori de^melalii. 

Pngia. Unghia. 

— bian^o^de l^ongia. Lu* 
netta dieesi deirumaoa , 
tiiello di quella delle be- 
stie* < 

^* wer le ongié longhe. 

Pronto a rubare. 
Onoranza. Rlgalia; regali 

d'obbligo di un attuarlo.! 



OR 

Oniizzo* Untuoso. 

Ontada e onladina, Unsfone, 
uBzioneella. 

Onlo. Unto; e metaforica- 
mente, betonato. 

OnzcL Oncia; la i»4i parte 
delia libra. Altrimenti mi- 
sura, ch*è quanto la lun* 
gheaza deirnltlma falange 
dei dito grosso della mano. 

— * andar a onza a onza. 
Andar a passo a passo. 

Onzor, Ungere. 

— la rodSL Animare altrui 
con regali e denari. 

— le spale. Dar le basse. 
•^ la man* Corrompere con 

danari. 

— dar un'onta e una poti- 
la. Dar una pera e una 
sassata; dame una buo- 
na e una cattiva. 

Onzerse. Toccare, prender- 
si cottfidensa con femioa. 

Opofier. Opporre, contraria- 
re. 

Ora. Ampolletta; orinolo a 
polvere. 

— « euer per le ore. Esser 
vicinissima al parto. 

— saoer che ora ohe we. 
Saper come va Paffare; 
dar nel segno-. 

OrodD. .Orata; pesce di ma- 
: re. 

— dtf te eerono. Orata vec- 
chia e ben grassa. 

Orbar. Acdecare e abba- 
gliare. 



OR 



OR 



adi 



OrbarioUk Traveggole; of* 
fuscamento della vista. 

OrbUigolo. Balusante» di 
eorla vista. 

Orbo, Gieco^ orbo. 

-— thiroii. V. Chiroli. 

— «Lfar orbo, Negozio u« 
tile. 

-^ quel eke ecrea torbe» 
Quel elle si desidera. 

^^ Mtnza ioidi l*orbo no 
emn4a4 Prov. Per nnlla 
non s^ba naila. 

*-« a l'orba^ a orbon, k ca- 
so, a tentone. 

«— in tera de orbi, beato* 
ehi ga un echio solo, 
Tra^ minori non occorre 
esser grandissimo. 

Oreo» Orco; bestia immagi- 
naria. 

*^ l'ha Qitto l'orco. Si di- 
ce quando uno è affio- 
cato. 

Ordimenlo, Ordito; il filo 
messo insieme sairordilo- 
Jo per farne la tela. 

Ordine de lempo. Turbine, 
temporale. 

Orese. Orefleej argentiere^ 

Oriana. V. Tera. 

Orire. (term. de^ Cbioggiot- 
ti) Attinger aqua (dal 
lat. haurire), 

Oriima, Aneurisma. 

Ormeain, Ermellino; picco- 
lo animale quadrupedcn |p 
cui pelli si usavano a li- 
stare la veste patrizia* 



Omo, Oraiello eomane; al- 
bero da cui si raccoglie 
la manna. 

Oro (colP stretta) Lembo, 
orlo. 

— in oro, Suirorlo. 

— a oro "Via. Lunghesso 
l'orlo. 

Oro {eoìVo larga) andar in 

oro. Nello sterco.- 
— - de cale de la bina. Oro 

falso; cosi detto dal aito 

dei venditori. 

— cantar in. Orpello, can« 
torello. 

— basio. Oro bianco; oro 
legato in gran parte col- 
Targenlo. >^ 

— * in. lastra. Oro battuto. 

Orsar. Levigare I pavimen* 
ti dei terrazzo coi metto 
delio strumento detto or- 
so. . 

Orseto. Orsacchlno; plecolo 
orso. 

Ortagia. Orlale ; orto gran- 
de. 

Ortolan salo. Zivolo giallo; 
uccelletto che ha la test^ 
e il di sotto del corpo di 
un bel giallo, 1 fianchi e 
il dorso mischiarti di ros- 
sastro e di bruno , e la 
coda e le ali nerastre. 

Orza, (term. maria.) Corda 
che si lega nel capo del- 
Pantenna della nave da 
man sinistra. Contrario di 
poggia, a destra. 



a33 



OS 



OS 



Orsa:nndkar^Porsnu Sban- 
dar!» a slnlslra '^lla bar- 
ca. Anche traballare per 
Qbrtecbena. 

Orzar, (colla z dolce) V. 
Dar Vorzo* 

OMHla. Grido, gridata. 

€har. Bociare; dar nna vo- 
ce ad alenno per cliia* 
merlo. 

OMszfo. Vociacela. 

de. Voee. ' 

— «liionfe. Stridula e stri- 
dente. 

— * zfeia» Chioccia. 
'^ aoi0 popuio, (modo ple- 
bee) ▲ grido publico. 

— far tempre lino Ole. La- 
gnarsi di contfnno. 

^-* «tre ile Meno no va in 
téeio» RagUo diesino non 
arrivò ami in cielo. 

— « aver le oie e no aver 
le «Oie. Uno leva la le- 
pre, e un altro la piglia; 
aver te cose In parole e 
non in fatti. 

Oeèia. Medaglia > d' argento 
ebe coniavasi ogn^nno 
pel giorno df s. Harbara, 

' e regalavasi dal doge ai 
patrlBii. 

Oselar, Andar alla caccia. 

Oielo, otel. Uecdlo, uccel- 
li. Dello scherEosamente^ 
membro virile. 

«- eome i osei tu fa fra» 
aro. Snudali, senza stabi- 
lità o dorata. 



Oiefa. Vocine» pioeola voce. 

Osmarin* Raroerino. 

Cesar. Osare; arrischiare. 
No me osio: non mi ar- 
rischio. 

Oseeti dei fruii, Tfoodolinl. 

— ondar a oisefi. Andar 
In rovina. 

Osea de balena. ▼• Balene. 

— de la gamba. PusolOj, fo- 
cile. Tibia dicesi il mag- 
giore, fibula il minore. 

•^ de la spala. Scapola. 

•— del arazzo. Focile del 
braccio; li maggiore di- 
cesi ulna» e il minore ro-' 
dio. 

--* del colo* Catena del col- 
lo, nodo del collo. 

— del fUmco. Ischio e scio; 
osso con COMMOSSO della co- 

'seia nella sua estremità 
superiore fa r articolazio- 
ne. 

-<• lassaree da Tosso. V. 
Itoesar. 

— • tuli i 08$i toma a so 
lego, (prov.) In cent* anni 
e cento mesi torna Taqùa 
atenei paesi. 

— del peto. Clavicolo ; 
quelle due ossa lunghe e 
ritorte nella parte supe- 
riore del petto, che si 
estende Uno alla spalla. 

Osfoeoto. Capocollo ; carne * 
porcina salata, tratto dal 
collo delPanimale. 

Osso». Ossacelo, osso grande. 



o s 

Otta, Ostessa. 

0$iariante, Ubriacone; fre- 
quentatore di osterie^ gran 
bevitore. 

Ottiar, Bestemmiare. 

OtUtMdin. Ostinatene. 

Otto. Oste ; Ostiere taverna- 
io. I 

•*- dimandighea l*o$lo>teH 
ga bon vin. Dettato co- 
mune per signiflcare che 
a certa dimanda un tale 
risponderà ciò clie a lui 
giova. 

Ostrega. Ostrica, concliiglia 
bivalve di molte specie; 
ma da noi sUntende quel- 
la soltanto, delta da Linneo 
Oitrea edìilU, 

— de tnar. Ostrica marina. 

— de KU$o. Varietà deir 
Oitrea eduli», che si tro- 
va aderente alle pietrosi 
nel mare che nel litorale 
delle lagune. 

r— (gergo) Scaracchio, spu- 
to catarroso. 
Oetregber. Ostriche. 
Ottregheta d« I duro* Ostri- 



O V 



355 



chelta, chiamata da Linneo 
Corna Gryphoides^ Essa 
ha per carattere la flgura 
rotondata con ponte, e una 
valva più piana delP altra. 
Ostreghini. Termine collet<^ 
tivo con cui i nostri pe- 
scatori intendono tanto le 
piccole ostriche della spe- 
cie Ostrea eduUs che 
stanno aderenti al sassi 
ed ai legni, qoant^ altre 
specie di (orma diversa e 
di colore. 
Olirò. Austro, vento che 

soffia da mezzogiorno. 
Oiavin. FlaatlBO. 
Otazion. Avanzamento a gra- 
do maggiore dMmplego per 
la. mancanza di un anìÉla- 
nOk Veggasl li Dizion. delie 
voci barbariche del Ou- 
Gange aUa voce Optari. 
Otenudo : san otenudo. Le 

sono grato. 
Otimo. Maggiorenne. 
Ooatfi. Imbottito. 
Ovatar. ImlMttlre un al>i- 
to tee. 



t4 



a34 



Paca, .Percossa» colpo. 

— aver paca. Aver orgo- 
glio» vanagloria. 

*— dar rieeper pache. 
Dare o ricevere busse. 

— tar tu de le pache. Far 
delle perdite. 

— tra gnache e pache. V. 
Star. 

Paehèa. Calma di mare. An- 
che flemma. 

Pachiada^ Pacchiamento , 
mangiata. 

Paehiar. Mangiare di gran 
gusto. 

PacMara. Paechiarina, fan- 
go, mota. 

— pachiarte. Godersi, deli- 
ziarsi, p. es. me la pachio, 
mi godo. 

Pachiefa, Dicesl ad uomo 
grasso. 

Pachio. Goxzoviglia. 

Pachion. Pappolone, ghiot- 
tone. 

Pachioto. Paffuto, grassot- 
to. 

Paehiugada. Castroneria, co- 
sa mal ùitta. 

Paehiugar. Far miscuglio 
cattivo. Anche lavorar 
male. 



Pachiugo. Mollume, polti- 
glia, mescolanza sporca. 

Paehiugon. Guaslalarte, ac- 
ciarpatore , che lavora 
male. 

Paèla. Arnese da cucina. 

-— da pomi, 4'eglia di fer- 
ro. 

— catear da la pa:èla iu 
le brate. V. Cascar, 

— la paela che cria a la 
ferzora. La padella che 
grida al paiuolo: fatti In 
là che tu mi tingi; rim- 
proverare altrui del difet- 
ti proprìl. 

Paf. Taffe; espressione di 
un atto che si fa presto e 
con forza. 

Paganèlo. Pesce di mare del 
genere de^gobii» con qual- 
che varietà. 

Pagar torà la òroca. Pagare 
oltre il dovere. 

— * no lo tiro e no lo pago. 
Non Io curo. 

— pagarse da muner. Pa- 
garsi in sulPfija ; pigliar 
congiuntura sicura di Car- 
si pagare. 

Pagia, Paglia. 
|— da capei. Cascola; grano 



P A 

che 8i semina per lo più 
a cagion della paglia da 
far cappelli. 
Pagia da impagiar. Carice; 
specie di paglia che nasce 
nei luoghi bassi, usata pei 
fiaschi e per le seggiole. 

Pagiaro.. Pagliajo ; massa 
grande di paglia, fatta per 
Io più a guisa di cùpola 
con uno $tiio nel mezzo, 
che chiamasi stollo. Paglie- 
ra chiamasi pòi la stanza 
ove si conserva la paglia. 
Pagliuplo dicesi di quella 
parte di paglia battula. 
che essendone tratto II 
.frutto resta in. suIPaja. 

Pagiazzo. V. Pagion, 

Pagieseo. Pagliato, del co- 
lor della paglia. Agg. di 
qualche pietra preiiosa. 

Pagieto, (term. marin.) Pa- 
gTietto; riparo che si fa 
con vele vecchie» corda- 
mi ecc. 

Pagiola, Forforaggine; escre* 
menti secchi de^capegli. 

Pag io lo. Tavolato. 

Pagiùn. Pagliariceio ; sacco- 
ne da letto. 

— brusar el pagion» Mari- 
nare la paga o la man- 
cia. 

Pair, Pagare il fio. 

Pala da aitar. Tavola da 
altare. 

Palae: a palae» A bizzeffe. 

Palagr^mo o patagremo. 



P A 



33S 



Sparalembo ; spade di 
grembiale. 
Palamagio» Palla a mà- 
glio. 
~^ testa de palamagio. Cer- 
vello d^ocà. 

Palangola. Pancone ; legno 
segato per lo lungo dell'al- 
bero.' • 

Palandra^ (termine marin.) 
Specie di bastimento. — 
Buccino di una fetta di 
anguria o di popone, che 
mostra la figura di una 
barchetta. 

Palandron. Cestone di vin- 
chi. 

Palar, Spulare « o spurgare 
il frumento dalla pula. 

Palaziola, Specie di sar- 
della. 

Paterno* (lerm. marin.) Pa- 
lano; slrum. di cui ser- 
vonsi 1 marinari per irobar- 
. care o sbarcare I colli pe- 
santi. 

Palèta de la sp^la. Osso 
della spalla^ detto anche 
scapula. 

Palieario. Singolare» parti- 
colare. 

Palmar: la «e paìmar. Co- 
sa palpabile, chiara^ evi- 
dente» che si tocca con 
mano. 

Palo. Detto ad uomo» va»e 
scimunito. 

— $tar al palo. Dicesi del- 
le fanciulle che non irò. 



aS6 



PÀ 



vano da collocarsi^ star 
patcelloai. 
Ai/oMO. Paloscio i specie di 

spada corta e larga. 
Palòttregu, Nacchera; cod« 

chiglia bivalve. 
Paióto. (term. roarin.) Go* 
tasia^ pesczo di legno lun- 
go incavato per contene- 
re Vaqoa ad uso di ba- 
gnare la banda della na- 
ve. 
Palpada, Palpeggiata. Dot' 
tor jPalpaditia scherzosa- 
mente dicesi ad un liber- 
tino palpeggìatore di don- 
ne. 
— - a palpon, A tentone. 
Palpiera, Palpebra. L^orlo 
della palpebra, dieesi ne- 
pitelle. 
^/pttOfnar.Maneg giare j pal- 
peggiare. 
Palpugnon, Brancicone; co- 
lui che tocca e tasta. 
Paltan. Pantano, mollume. 
Pàlùo. Estensione di terre- 
no basso^ dove stagna e 
si ferma Taqua. 
PampQluqo. Scimunito. 
Patnpano, Pampino della 
vite. Detto ad uomo, va« 
le gran minchione. 
Pan bufeio* Pane molto fi- 
no e spugnoso. 
V- de spagna. Pasta reale. 

— de ewa, paoe casalingo. 

— iulo un pan,' o mas- 
sarin» P^oe inferigno , 



P A 

cioè di farina con era* 
schello. 

— de semoM, V. Sema lei, 
Pan macaizzo o maeo. Mas- 
iero mal lievito. 

— - da gaii. Zuppa di pane 
ammollilo colPaqna bol- 
lente, olio e sale. 

— e nose» V. Nose» 

— veehio. Pane raffermo ; 
pane colto da più giorni. 

-^ bogio, Pan-bollito.; pa- 
ne colto nell^aqua o nel^ 
brodo. 

— onfo.vGosa da leccar- 
sene le dita; cosa oppor- 
tunissima. 

— 9uto. Pane scusso, cioè 

solo pane. 
~> de zucaro. Zucchero in 

pane; zucchero raffinato. 

— otidor a pan. Andar ad 
Impiego, od anche in sen- 
so contrario. 

— aver pan in forno. Atc- 
re il bisognevole. 

<— l*è un pan che se s' im- 
presta. Rendersi la pari- 
glia. 

«— magnar pan e ipuazza. 
Mangiare il pane asciut- 
to. 

— poco pan e poco san* 
t\4ntonìo. Qual ballata, 
tal sonala. 

— ti pan dei minchioni 
xe *l primo magna, I 
meriotU vengono pelati. 

Pana* Laltemele; vivanda 



estratta dal fior di latte. 
Quando non sfa battuta 
e gonfiata dicesi neve per 
la Imitaaione della sua 
bianchezza. 

Panada» Panata, pappa; mi- 
nestra fatta di pane. 

-— 00/ erottolo. Panata ro- 
solata. 

Panario L Tavola spianata» 
su cui si porta il pane a 
cuocere. 

Panarizzo. Panereccio; pu- 
sterna che nasce alle ra- 
dici delle unghie. 

Panatica. Assegno per ali- 
menti. 

Panatiera. Bacino» bacile. 

Panchiana. Panzana^ caro- 
ta, bugia. 

Pandolo* Giuoco fanciulle- 
sco» con palla di legno di 
piccolo maglio. Antica- 
mente dicevasi lippa. Det- 
to ad uomo» vale minchio- 
ne. 

i'an^ (da appannare). Lentig- 
gini giallastre che. vengo- 
no alla pelle. 

Panèla. Penerata;quella par- 
ticella delPordito che ri- 
roane senz^essere tessuta. 

Faneièlo, Pannicello, pez- 
zuole di panno lino o la- 
no. 

— rterm. marin.) Torelli 
chiamansi quei madieri 
eh* entrano nella battuta 
della chiglia d'una nave 



Pà 



q57 



dalla raota di pnppft ^fno 
alla ruota di pma. 

— (term. de' pescatori) Pan- 
nello» rete grossa usata 
per avviare le anguille al- 
la cogolaria. 

Panimbruo e panimbrodo. 
Pane a molle nel brodo. 

Panimbrodo dlcesi ad no- 
mo che manca in qual- 
che punto di religione» 
ad un eretico ecc. 

Pan/il, Giuoco di carte» icosì 
detto per distinzione al 
fante di spade, eh' è la 
carta predominante. 

Panizzo. Panico; sorta di 
grano minutissimo» che si 
dà per cibo agli uccelli. 

•— Altrimenti panello, la 
spoglia dèlie sementi da 
cui si è estratto rollo. 

Pano: aver el pano e le 
forfè. Avere il pieno po- 
tere di fare una cosa. . 

— tagiar i pani àdosso. 
Detrarre» dir male d' al- 
cuno. 

Panochia. Tincone; poste- 
ma neiranguinaja per mal 
venereo^ 

Pantalon. Pantalone; ma- 
schera da teatro. Detto ad 
uomo» vale stolido. Pan- 
taloni furono chiamati gli 
antichi veneziani, da pian- 
ta-leoni, perchè In tutte 
le terre di nuovo acqui- 
sto mettevano in marmo 



258 



PA 



lo stenuna veneto del leo- 
ne alato. 

Pùntalanada. Pippionata ; 
qualunque cosa riesca 
sciocca scipita* 

Pantaloni, Calzoni lunghi e 
larghi. 

Pantazzo, Ventraja; pancia 
degh' animali» dove sia la 
feccia. Dicesi pantazzo al- 
la stessa feccia. 

Pantegan» Ratio d^aqua. 
Dicesi aucbe ad uomo 
grasso che a stento cam- 
mina. 

Ponza, Pancia. 

— co la panza in su. Su- 
pino. 

— in zo. Boccone. 

-7- andar co la panza a- 
vanti. Fidatamente, libe- 
ramente. 

'^aver la panza. Esser gra- 
vida. 

— far, panza o golf a. Im- 
biecarei ingouibraré : di« 
cesi di qualunque opera 
dell'arte. 

jPanze/adefon.Sorra. Quan- 
do è posta in salamoia di- 
cesi taranlella. 

Panzon. Buzzone; che ha 
gran ventre. 

Paoli : ciurghene per i 
beati paoli. Esser v6ne a 
bizzeffe. 

Paoncina, Paoneella, ùts^; 
uccello palustre. 

Papa figo, (term. marln.) La 



PA 

più alta delle tre parti che 
formano ralteiza delibai* 
borato ra di una nave. 

Papà. Babbo. Anche i fran- 
cesi dicono papà. 

Papà-grego, Papasso; prete 
greco od anche russo. 

Papagà. Papagalio. 

— de mar. Pesce a schele- 
tro 08S0S0, dhiamato dal 
naturalista dottor Nardo 
Holocentrus hians. 

Papalina. Pesciatello di ma- 
re notissimo, somigliante 
aliai sardella, e che si pe- 
sca per lo più nel litorale 
di Romagna. 

Paparèle. V. Lasagnete. 

Papatoii* Soppiattone, gat- 
tono , uomo simulatore. 

Papfn., Geifalella, guanciati- 
nà^ piccolo colpo di ma- 
no sulla guancia. 

Popolar spapolar. Pap- 
pare. 

Papoio, Paffuto, grassotto. 

Papuzze. Pianelle. 

Par e dispar. Giuoco a pa- 
ri e caffo. 

Parabolon. Gonfianuvoli ; 
uomo vano, ampolloso. 

Paracàro, Pilastrino di pie- 
tra per difendere il mar- 
ciapiede dal passaggio de* 
carri. 

Paraguanlo. (voce antiqua- 
ta) JHaocia che si dava en- 
tro un paio di' guanti, a- 
venti in ogni dito uno o 



P A 

due zecehloi; e questo po« 
litameate per fini indiret* 
ti ; quf odi il DotU : Far 
paraguanH per scoprir 
gli altari. 

Paromar .(term. inarIn).Scar- 
pa, peiKO di legno conca- 
vo in cui si pone l'estre- 
mità della «ampa delPan- 
cora per impedire che non 
si attacchi jiella prima in- 
ciota quando si lascia piom- 
bai* giù. 

Paramosche . Scacciamo- 
sche. 

Paranco, Pancone; palo che 
ai pone a riparo o a for- 
mar divisione. 

i^ ohe voi mite paranchi. 
TI s^incontraoo mille im- 
pedimenti difficoltà. 

Faraoré Termine^ meta. 

— star su i paraori. Al- 
Pultimo termine , star per 
le ore. 

Parapeto. Dossale; la parie 
davanti della mensa del- 
raltare. 

Parar, para. Spingere, spin- 
to. 

— parar via. Diseaedare. 
— -para-v{a-6tfra<in. (modo 

famll.) Niente altro. 

— parar via cavai. Guidar 
cavalli. 

Parcenevole. (term. marin.) 
Parsionario , comproprie- 
tario di nave mercantile 
del suo carico. 



P A a39 

Pare o paregno. Padre o pa- 
drigno. 

Fare: Tavolato ; tramesso 
d^asse commesse insieme 
fatto alle stanze in luogo 
di muro. 

Parechiar, Apparecchiare , 
allestire. 

Parente. Parenterla, molti- 
parenti. 

Portar in gola. Barbuglia- 
re. 

— coll'hre V. H. 

— da seno. Sul sodo. 

— in flà. Sottovoce. 

— da omo. Saggiamente. 

— sgnanfo. Nel naso. 
Parlaraizo. Parlare disone- 
sto. 

Parochèto. (lerm.. marin.) 
Albero minore di una na- 
ve. 

Parole de eolegio. Parole 
cortigianesche , dubbie. 
( Dalle prudenti risposte 
che usavano dare i patri- 
zi componenti II Collegio 
qualora venivano richie- 
sti su qualche affare pn- 
blioo. ) / 

— parole storte. Inghirlose. 
Paronein. Padroncino» il fi- 
glio del padrone. 

Parpagnaco. Pane con ingre- 
dienti. Detto ad uomo, va- 
le minchione. 

Parsemolo.' V. Persemolo. 

Pariidor. Regolatore; mae^ 
china di muro o di pie- 



34o 



PA 



tra eolia sponda perpen- 
dicolare^ per cui «oorre 
Paqaa da misurarsi. 

Partidura. Spartito musi- 
cale. 

Partìo. Partito, via, modo* 
guisa. Anciie appalto, im- 
presa. 

— meter ef eervèlo a par* 
Ho. Metter il cervello a 
segno. 

Partiiante. Partigiano. 

Parutsola, Cingallegra mag- 
giore; uccello. 

Pasqua^rosa, Pentecoste. 

Ptuquota. L'Epifania. 

Paaamaner, Tessitore di- 
galloni d^oro e* di seta. 

Paaadin. Appassito. Anche 
attempato. 

Paaadoru. Stamigna,- per 
oso di colare liquori od 
altro. 

Poitalizio. Passatialo, an* 
dito. 

Panar Veca. Sollevarsi un 
poco; divertirsi Tozlo. 

Paaerini, Pesce noto. DI- 
cesi Passera, che non ab- 
bia le uova. Ma I pesca- 
tori gli danno tre diffe- 
renti nomi, secondo la sua 
diversa grandena: passe^ 
ra quand'è grande, pai' 
80rin quando h mediocre, 
e late$iol9ìUir eh* è pic- 
colo. 

-— far pasierM neU*aqua* 
Par passar le piastrelle a 



PA 

Hor d*acqua; far un ec- 
cidio. 

— dar un passeritu Y. Ca' 
nétao, 

Passerin dtl tchiopo. Gril- 
letto. 

Patsaiutlo. Giacinto doppio, 
flore di varia specie. 

Pas8ei0* Fioretto; «pada col 
bottone itti cima per non 
ferire, ad uso delle scuole 
di scherma. — Altrimenti, 
misura di legno sa cui 
sono segnate le', varie di- 
visioni del palmo. 

jPo^suo. Pasciuto, satollo. 

Poit/ifrotaé Pasta Kale, con 
farina, zucchero e uova, 
senza lievito. 

— aver le man in pasta. 
Aver maneggio nelPaffare. 

PasHeri ( term. di commer- 
cio). Corna. Ridotte dopo 
il lavoro In minutissimi 
pezzi, servendo ad Ingras- 
so, diconsi riccia. 

Pastizzo. Pasticcio; piastric- 
cio dicesi di un miscu- 
glio di cose, ed anche di 
afffar mal rondotlo. 

JPm^oco. V. Patatueo. 

Pastroehio, Emplastro* An- 
che imbroglio. 

Alla. Parità. 

-— pata-pagai. Palla e cac- 
cia; siamo del pari. 

Alloca : una pataea. Uti 
niente. Era moneta di ra- 
ne antica. . 



FA 

^taehèo. Vivaoda ehé si 
prepara a Barano eoa fa- 
riàa» mele e maaclorle, 

Fatueon. Dicesi di moneta 
grossa di rame. Anclie 
macchia d^oiio o di gras- 
so. 

Patan. Eosselto ; strumento 
di legno duro, col quale 
I calzolai bussan la forma 
quando voglion farla en- 
trar nella scarpa. 

Patanflana, Frottola» favola» 
fandonia grossa.. 

Patarachia. Patanecebia; pe- 
sce di mare» die ha il cor- 
po stiacciato più delle so- 
gliole: per la sua magrez- 
za è cibo triviale. 

Patarazzo, (term. marin.) 
Qukiale ; fune che si mette 
sopra vento per tener Tal- 
bero forte. . 

Ptttatueo. Babbacdooe» al- 
locco* 

Fatele de scarsele. Finte. 

— paUle davanti, Bivolte» 
bradoni; falde del vestito 
che pendono dalla con- 
giuntura della spalla. 

Patelon de le 6r(mrAe.Toppa. 

Paternos tri . Pallottoline 
maggiori della corona del 
Rosario. 

Patio e patièto. Tristo, tri- 
sterello. 

Pati: no me posso dora po- 
li. Non P0380 crederla» non 
posso, digerirla. 



PE 



a4i 



Alto: paio de la seùia* Fla- 
oerottolo» riposo. 

Patóea, patòeo. Dioesi di co- 
sa patentOi manifesta* 

Patrasso. Y. Andar. 

Pavana. V. Cavane. 

Pavegia. Farfalla. 

Pavegiola del formento, Ti- 
gnuola» 

Pavèra* Tifa; spergaoio ra« 
moso , pianta perenne che 
nasce nel paduli» di cui le 
foglie servono per far le 
stuoie ecc. La peluria» o 
sia la lanugine attaccata 
ai semi» serviva aVtempI 
romani per materassi. 

Pavèro. Stoppino» lucigoola. 
Dal latino papyrus^ pian- 
ta di cui gli antichi si ser- 
vivano a vari usi» e del- 
la parte più tenera della 
radice per lucignoli nelle 
torcia deUunerali. 

Pazienza. Scapolare. 

Fé: inpè. In luogo» in ve« 
ce. 

-— de so pé. Naturalmente. 

jPeo. Giuoco fanciullesco ac- 
compagnato da certa can- 
tilena; usavasi dagridlotU 

Peada. Calcio. 

Peagno o piagno. Pedagno- 
lo» cavalca - fosso ; legno 

. posto a traverso di un fos- 
so a guisa di ponticello 
per passarvi. 

Peata. Barcacda piatta da 
carico. 

tv 



242 



PE 



PMtmda lìbo»ketoaefìmireBt 
piatta «d vto di icarica- 
re le merci dalle navi. 

Peazzo» Gran piede ; pledac- 
cio. 

Pecà. Peccato. Dicesl anco- 
ra per compassione : p. e. 
el fa p^à : fa compas- 
sione. 

— ré un peeàfieDio far ecc. 
Essere un danno, un di* 
sordine il fare ecc. 

— - noi vai i so peeaù Non 
▼ale un fico. 

Pecher, Tonfano; vaso da 
bere di gran tenuta. 

Pèeolo. Picciuolo, gambo. 

Peeoi$0 del porco, Ginoc- 
ebiello. 

P9dan» Ugnetto; specie di 
scalpello nsato dagli Inta- 
gUaterì. 

Pegio (coire stretta). Cipi- 
glio, .guardatura brusca. 

Pegnariol. Pignoratario. 

Pegnorazion, Pignoramen- 

* to. 

Pégola, Pece. Dello figura- 
tamente> vale morbo gal- 
lico. 

'*«• Mpagna. Colofòiu'a. 

'^ desta pegola j de ehepo" 
gola! Di questa fatta; di 
che portata f 

Pegorin. (voce di gergo) La- 
dro. 

Pelar. Spelare. 

^^ i vovi* Oigvaclare te no- 
va. 



PE 

Pelar «no. Cavargli astofa- 

mente 1 danari. 
-— le eastagne. Scardarle. 

— e no scorf ej/ar. Leccare 
e non mordere. 

— un pokuiro. Spennare on 
pollo. 

— cara eia no la se pela. 
(Maniera, famil. scherzosa) 
Non si adiri, non vada in 
collera. 

Pelar in. Che pela, che cava 
denari. 

Pela t ier. Guoiajo, conciapellL 

Pe la lon . P uledrolto ; cavallo 
giovine non ancora usa- 
to. 

Pele de tamburo. Uòmo fa- 
cinoroso. 

-— de dante. V. Dante. 

— l'è una pele! Cioè un 
cattivo soggetto. 

— far pele. V. Far. 

-— le9ar la pele a uno. Cor- 
reggerlo aspramente. 

Pelegata, Pellaccia. 

Pelesina. Pellicola; membra- 
na estremamente -sottile. 

Peli fàati. Bordoni; peli 
vani che spuntane sulla 
faccia. 

Pelizza. Manicotto; arnese 
per lo più di pelila e to* * 
derato di pelle, a foggia di 
sacco aperto da due ban- 
de per riparare le mani 
dal freddo. 

Pelo^ a pelo iPaqua. A gal* 
la, sulla soperflde. 



PE 

Pelo, mancar un pelo, Ap* 
pena appena. 

— pelo d'oca, t^aceapricclo, 
tremore. 

— cercar el pelo nel vovo. 
Sofisticare; esser mina- 
E iosissimo neirosservare. 

— no averghene un pel de 
tute. Aver torto in tutti 
I versi. 

Pelon, Sorta di panno col 
pelo iaogo; calmacco. 

Peltri, Piatii di peltro, cioè 
di stagno raffinato con ar- 
gento vivo. 

Pelumin» Peluria; pelo che 
rimane sulla carne degli 
uccelli pelati. 

Pena da lapis. Matita^ toc- 
ca*lapi8. 

Penada. Chiudenda ; riparo 
con siepe o legnami. 

Penar ioL Agoraio; bocciuo- 
lo in cui si tengono gli 
aghi. Pennaiuolo quello in 
cui si tengono le penne 
da scrivere. 

Pendolin, Codibugnolo di 
padule; uccelletto diverso 
dal terrestre. 

Pendon» Pendaglio. 

Penèlo: a penilo. A pelo ; 
ad unguem, 

— de le icole e compagnie. 
Pennone ^ pallotto, inse- 
gna. 

Penin. Pedino, pedicello. 
Penola* Bietta, zeppa; pes- 
MttQ di legno o di ferro. 



PE 



345 



Penoni: a penoni. A piedi 
scalli. 

Pensimonio, Pinzimonio; sal- 
sa per condimento di te- 
dani crudi. 

Penzer. (idiot.) Dipingere. 

Peoehio. Pidocchio. 

— refalo* Miserabile rive- 
stito. 

— de arsenali Specie di con- 
chiglia bivalve che sta sot- 
to il fondo delle navi nel- 
l^aqua deil^arsenal di Ve- 
ne^rfa. 

— pulin* Pidocchio pollino, 
de' volaUli. 

Peochioio, Dicesi ad uomo 
estremamente avaro. 

Peota. Barca coperta. 

Pepa, santa pepa. Tenten- 
none, fintone. 

Pepe ( voce fanciullesca). 
Scarpe. 

Pepian, Pian terreno. 

fepoUk. Piccina, nana; pul- 
Cina, pollastra. 

Per por. Pajo. 

Percolar, Pillottare; lar goo- 
clolare lardo od altro so- 
pra Parrosto mentre si gl< 
ra. Anche maltrattare. 

Perder Vere. Perdere la sti- 
ma ad una persona; ov- 
vero la buona volontà, il 
genio di fare una cosa. 

Perèr, Pero; albero che pro- 
duce le pere. 

Pereto. Peruzxa; piccola pe- 
ra. 



a44 PJ^ 

Pergola^ Pogginolo. 

Peritar, Far perizia. 

Pirlin. Periato; color del* 
U perla. 

^Permalin o permatoio, Sde- 
gnosettOj adontoso^ che fa- 
cilmente si adonta. 

Pero: pero gnoeo. Pera bu* 
giarda; cosi detto, perchè 
pare acerbo ed è matu- 
ro. 

-— apoda. Pera spadona; spe- 
cie di pera estiva. 

— spinacaìTio, Pericarpia. 

— pereto de «. Piero, Pera 
giugnola; che matura di 
giugno. 

— boneristian. Pera ver- 
nina. 

^- del duca. Pera cosima. 

— motcato» Pera mosca- 
delia. 

— vergoloso. Pera vergot- 
tata. 

— mauro. Pera che non si 
mangia se non maturo. 

Peroli e peroloW Foggia 
di orecchini. Anche cion- 
doli o perette; quelle goc- 
ciole di vetro che si pongo- 
no per ornamento alle lu- 
miere. 

Persegada, Persicata; con- 
serva di pesche per lo più 
stiacciate e prosciugate; 
ma noi Intendiamo coto* 
gnato, cioè eonfettara di 
pere ootogoe condita con 
niccherò. 



PE 

Persego, Persico, pesca; frot- 
to. Anche pesce persico ; 
pesce di fiume con fasce 
bleu e rosse. 

— che se tien. Pesca du- 
racine. 

— che se lassa. Pesca spie- 
cacciola. 

Persetnolo, Prezzemolo. 

— tniso elpersemolo. Io mi 
adatto ad ognt cosa. 

Persuto. Prosciutto; coscia 
del porco Insalata e secca. 

Pertegar. Misurare con per- 
tica. 

Perueoni, Così chiamansl 
ora da noi gli antichi pa- 
trizi. 

Pesar iol. Incubo ; spirilo 
che anticamente si crede- 
va pigliasse (orma d^uo* 
mo per giacer colle don- 
ne. Ora dinota quella op* 
pressione tra veglia e son- 
no, per cui non possiamo 
muoverci. 

Pescada, Quantità di pesce 
vario. 

Pescar, Pescare. Anche per 
cercare; per es. vaielO' 
pesca. Indovinala lu grillo. 

Peseaor, Pescatore chi pi- 
glia 1 pesci i pescivendolo 
chi li vende. 

Pescarin, Stergo; oca mine- 
re; uccello aquatico. 

Peso del relogio» l^ndolo; 
peso pendente da Ilio per 
pigliare fi perpendicolo. 



PE 

Peio da earte, GravafogU ; 
formella di marmo da met- 
tere sui fogli. 

Pesóeo» Pesante. 

Peue papulo, UiDUtaglia^ 
pesce minuto. 

Peitaehio. Pistaccbio; frut- 
to ch^è una specie di noc- 
ciuola, ed è di color verde. 

Pestafèro. Pesce di mare di 
colore castagno scuro. 

Peetar, Battere , calpesta- 
re. 

-^ Vaqua nel morter. Inu- 
tili core. 

Pestariol, Pestatojo o pe- 
steilo. 

Pesltf. Peste ; anche lue ve- 
nerea sifilide. Dicesi da 
noi anclie per significare 
gran puzzo^ fetore. 

Pestenagia» Pastinaca; ra- 
dice gialla di acuto sapo- 
re. Cosi chiamansi da noi 
le fette di carota impa- 
stellale e fritte neli^oUo. 

Peitó. Battuto; tritume^ ag- 
gregato di cose tritCì cioè 
di lardo^ rosmarino^ aglio 
'Cec* 

— darghene un pesto. Da- 
re un rifrusto di busse ^ 
od anche abbattere al 
giuoco. 

-1^ ho averghene de pe$to 
né da pestar. Non aver 
un becco d^ un quattri- 
no. 

— • Ita lofsar «no de peeto* 



PE 



34S 



Importunar uno, tempe- 
starlo. 

Pestrin. Laltigo; eolui che 
vende latto e cose analo- 
ghe. 

Pètà. (coire stretta) Tree- 
cia; capelli di donna rav- 
volti e puntati. 

Pèta: dar ta peta a uno. 
V. Petar. 

Ptttaehio: de petachio. Ap- 
puntino. 

Petaizzo, Attaccaticcio; vi- 
scoso. 

Peiamento, Attaccamento* 

Petar, petà. Attaccare, at- 
taccato. 

— pe tèselo. Tenetelo per 
voi; modo di sprezzo. 

-^ da petanelo. Da non sa* 
porne che (are. 

— pe targhete. Dar ad ano 
le busse. 

— dar la pela. Dar ta col* 
pa, incolpar uno. 

Petazza. Sguakta, pette- 
gola. 

Petechie, Pustole maligne. 

Petegolan Pettegoleggiare. 

Petegolezzo. ChiacciiieraU. 
Anche imbarazzo , intri- • 

go- . 

Petenada, Pettinatura. Scar- 
dassata dicesi delta tàna.^ \ 
Dicesi altresì dar una 
petenada per una forte - 
riprenshme od.anche per 
bastonate, percosse^ 

Petener. Pettinagnolo. 



a46 



PE 



Peimmr la tono. Scardai* 
sare la laoa. 

Peiene cAlaro, Pettine rado. 

— i^ fiuo. Fitto o doppio. 

*— da stramazzer. Scardas- 
so; strum. con denti di 
ferro uncinati, con cui si 
raffina la lana. 

P^tensti* Bardana minore; 
lappola minore. Nasce fre- 
•quentanentenei luoghi er- 
bosi , asciutti , lungo le 
«trade e sui calcinacci. 

Petenichio, Petlignone» pu« 
be. 

Pitesin, Piccolo petto. Noi 
intendiamo tanto quello 
di un fanciullo, come la 
polpa del petto di un uc- 
^Ua o di un pollo. 

Petezzi. Scioccherie; cose 
(da nulla. 

Petizar. Spetezzare. 

P§to. {eoWe stretta) Coreg- 
gia. 

«— petO'puiiOé Gelsomino 
affettato ; povero riavuto. 

— tardi ta man al cut 
eo U peto è fora. Serrar 
la stalla, perduti i buoi. 

— peto de dolfin. Riccio 
spatàgo ; anim. marino del 
genere degli echini. 

Peiola {eoìVe stretta). Ca- 
cherello, pUlaeola. 

— restar in te U petole. 
Bhnaner neirintrico. 

— tiraree pra de le pc- 
tote. tDsdr d^trico. 



PE 

Petolar. V. Peiegolar* 

Petolù. Bambinello, bamba- 
rottolo. Detto ad uomo 
piccolo scherzosamente , 
vale sotUlino, scricciolo, 

Petolon, Ciarliere, rappor- 
tatore. Anche un grande 
Intrico o imbroglio. 

Petufar, Percuotere , dar 
busse. 

Peverada* Povero ; sorta di 
salsa che si mangia colia 
carne specialmente a Ve* 
rona. 

— (in gergo) Sbirraglia, 
compagnia di birri. 

Pevere, Pepe; droga pie* 
caute aromatica delle Mo- 
lucebe. 

— e saL. Di color misto. 

— l'è un pevere f un pe- 
verin. Un furbo o un ga- 
glioffone. Anche fanciullo 
insolente. 

Pe9eroni, Poveracci; pian- 
ta annuale, la cui bacca 
acconcia in aceto si man- 
gia per aguzzare Pappe- 
tito. 

— peveron de mar. Gon- 
chiglia di mare, detta an- 
che datolo de mar* 

Pezo, (colile larga) Peggio, 
peggiore. 

•— el maneo pezo* 11 mi- 
nor oMle, U meno oat- 
•Ilvo. 

Pezza, Pezzuola, pannolino. 

— da marchete. Fanno ae- 



PI 

struato; panno usato dalle 
donne quando hanno II 
mestruo. 
Pezzeta» Cencio^, penolina. 

— meter la pezzela* Met- 
ter la lingua. 

— Vago e la pezzeia tMiri' 
tien la povere ta. Prov. 
Anche la donna povera 
può mantenersi decente 
quand^abbia ingegno di 
racconciarsi. 

Pezzon. Un buon pezto. 

— (term. de^pescatori) Can- 
niccio; arnese tessuto di 
cannuccie palustri. 

Pezzo to: un pezzolo. AU 
quanto tempo. 

Piadena. Concola^ catinel- 
ta, bacile! ta. 

•^ de legno. Arnese a fog- 
gia di piatto per monda- 
re il rise. 

Piaga de Piero Pinzon, 
Piaga sanabile colio spu- 
to ; sanabile senza me* 
dico. 

Piogeno* Seccatura, impor- 
tunità^ no]a. . 

Plagio, Tardo, lungo, no- 
ioso. 

Piagno, V. Peagno, 

Piana, Pialla ; strumento 
de^ legnaiuoli. 

Pianar, Pulir colia pialla. 

Pianaure, Trucioli o bru- 
eioli; quelle sottili strisele 
che il'legnaiuolo cava dal 
legno eolia pialla. 



PI 



247 



Pianins a pian^-pianin. Pia' 
netto, a belPagio. 

Pianta, Ramoscello da tra- 
piantare. 

'— del pie. Tarso; parte di 
sotto del piede. 

— • de pianta. Di nuovo. 

Piantar, \, Impiantar, 

Piantoni, Soldati di polizia 
appostati per invigilare 
sulla publica quiete. 

Pianzer, piagnere. 

— el morto. Querelarsi di 
aver poco « possedendo 
già il bastante. 

Pianzoto, Piagnoloso; che 
sempre piange e si la*' 
menta. 

Piar, pia. Pigliare, pigliato. 

Piaseì (voce antiq.) Che vo- 
lete ? che cosa vi piace ? 

Piasentin, V. Formagio, 

Piater, (pronune, breve) 
Piacere. Piasso, piasetto, 
piasuo. Piaciuto. 

Piatola, Piattone \ specie 
dMnsetto schifoso, che a« 
ma ricoverarsi trampoli. 

— Detto ad uomo, vale p!« 
grò, «lento. 

Piatolar, Lellare, andar len- 
to, stiracchiare. 

PiatoUzzo, Tentennamento; 
indugio seccante. 

Piatolow, V. Piatola, 

Piavola, Poppatola ; fantoc- 
cio di cenci che fanno le 
fanciuUette per loro pa^ 
satempOé 



a4S 



PI 



PI090I9. Pupatto. Detto ad 

uomo, vale minchione. 

Piazza j far. piazza. Acco- 
vacciarsi; dicesi delle gal- 
line ette mansuetamente si 
accovacciano allargandole 
ale quando altri le vnol 
prendere. 

Piazzarla, Pfaszata, pippio* 
naia; cosa sciocca, sci- 
pita. 

Piazzarol. Gaglioffo, monel- 
lo. Anche rivendugliolo. 

Pie de la randa, {iena, ma- 
fin.). Quel pennone che 
tiene la vela della randa. 

Pif». Gara, impegno, ed an- 
che puntiglio. 

Pieagio de uà* Penzolo ; di- 
cesi di più grappoli d*uva 
uniti insieme e pendenti 
da qualche luogo. 

Pieagnao o piàao. Detto 
scherzosamente vale paz- 
zerello. Altrimenti vale 
briccone. 

Pieandolo, Dondolo, pen- 
dolo. 

Picar, Appiccare. 

Piche to. Drappello di sol- 
4aU. 

Pichiada : una piehiada. 
Una buona pigliata. 

Picoìar, Penzolare. 

Picolon, Penzoloni. 

Pieotà, Picchiettato; di più 
colori a guisa d^occello. 

JPìe. Piede. Anche mlsara 
di la pollici. 



PI 

Pie (Toeck Animale marino 
latto a gnisa di stella. 

— pie de vedelo. Glchero; 
lingua di serico; erba saet* 
ta; pianta perenne che 
trovasi fiorita in primave- 
ra da per tutto; La sua 
radice ha un sapore bru- 
ciantissimo, ma che si per- 
de con la cocitura, e si 
rende mangiabile. 

— < far i pie a le mosche. 
Far gli occhi alle pulci; 
far le cose difficilissime. 

— meterse nei pie d*uno. 
Vestire i panni d^alcuno, 
o mettersi nelle di lui cir« 
costanze. 

•*- iegnir el pie in éo eia* 
fé. V. Tegnir, 

Piegora. Pecora. 

Pien. Ripieno; presso i cuo- 
chi significa ingredienti 
tritati minutamente per 
riempiere uccelli, ecc. 

Piera, Pietra. 

— cola. Pietra da fabrlche. 
-— da azzalin. Foeaja. 

— da calcina. Calcarea. 

— da fabriehe. Pietra ra- 
spa; pietra di grana gros- 
sa renosa con poca ter- 
ra frammischiata. 

— da filar feri. Pietra co- 
le; frassinella. 

-^ dQ idetre. Lavagna, det« 
ta dal f)|tttraUiti arde- 
sia. 

— da nkoìar. Mola. 



PI 

Pi^ra da sepoltura. Lapi- 
de sepolcrale. 

r— del toeo (coirò stretta) 
Pietra dei paragone; pietra 
cornea dura e nerastra « 
8u cui si stropiccia il me- 
tallo per saperne la qua- 
lità. 

— da brunir. Pietra da do- 
rare, con cui si brunisce 
dai battilori la verga do- 
rata. 

— viva. Macigno. 

— pomega. Pietra pomice; 
pietra spugnosa per pu- 
lire. 

— infernal. Pietra inferna- 
le; pietra artiOziale, det- 
ta dai cbimici nitrato 
d'argento fuso. 

— turchina. Vetriuolo tur- 
chino; specie di sale. 

— del baleon. Davanzale. 
Pierada. Pietrata. 
Pietà* Piega. 

— pietà del leto. Rimboc- 
catura; la parte del len- 
zuolo che si arrovescia so- 
pra la coperta. 

— fato a piete. Piegbeg- 
giato. 

Pietina. Orlo; ponto obesi 
fa sopra una tela che si 
ripiega. 

Pigna, Pino ; frutto del pi- 
no, che contiene il pinoc- 
chio. L^albero pino è ap- 
prezzato per varii lavori. 

Pignata. V. SeqfKtzzon. 



PI 



a49 



Piguoeada. Plnocchlato; eoa - 
lettura di zucchero e pi- 
nocchi. 

Pignol. Pinocchio; seme del 
pino. 

Pignola, Ridenna o clcalona; 
uccello salvatico; somiglia 
al cbiozzo. 

Pignoleto: o far pignoleto. 
Far pepe o pizzo; accoz- 
zar insieme tutte le som- 
mità delle dita. 

Pigozzo, Picchio verde va- 
rio; uccello noto, così.det- 
to dal picchiare ch^egli fa 
col becco negli alberi per 
farne uscir fuora le for- 
miche- e mangiarle. 

Pila, Pilao; sorta di mine- 
stra di riso copdito con 
olio, uva passa e plnoc- 
chi. 

Pilar, BrHlare; spogliar del 
guscio e mondar il riso, 
il miglio, Porzo ec. Quindi 
riso brillato, e non pt- 
lato. 

Pitela del pozzo. Pila del 
pozzo. 

Pimpinella, Giuoco usato 
verso i bambini. 

Pindolar, V. Pieolar. 

Pinza, Pizza; pane schiac- 
ciato. 

Pinzo, Lembo. 

Pinzoto, Damerino, galante 
caricato. 

Piota, Bandolo; il capo del- 
la matassa. 



a5o 



PI 



Piola UrmHir ia piota. Tro* 
Tar il capo» la eoDgfuntu- 
TB, il rimedio, ii modo. 

Piolar e andar piotando. 
Andar per le lunghe. 

Piomba. Imbrfacalura. 

Piombe. Ribèba; scaccia- 
pensieri ; strumento d^ac- 
ciglio cbe applicato alle lab- 
bra e percosso nella lin- 
guetta manda un suo- 
no. 

Fiomèfn. Alcione; uccello 
aquatico della classe delle 
gazzere. 

Piombo: a piombo. A per- 
pendicolo. 

— antiar eoi pie de piombo. 
Andar considerato. 

Pio-pio. V. Far. 
PÌ09a. Pioggia. 

— tatto. Uelume e spruz- 
zaglla; pioggia 'velenosa 
e adusta ne* tempi caldi, 
che assai nuoce alle viti. 

— la prima piova de ago- 
$to rinfresca et bosco. 
Dettato familiare indicante 
che la prima pioggia d'^a* 
gesto fa cessare li gran 
caldo. 

PÌ09ada. Scossa di pioggia. 
Piopon. ^aroco. 
Pioper : in piover. Declive, 
pendio. 

— a teehi raperei* Pforere 
straboccbevolmenle. 

Piopuimar. Plovegglnare. 
Pipar, Famare. IMoesI an* 



PI 

che éfA bruciarsi o staf- 
far di rabbia. 

Pipi. Siilo; voce fanciolle- 
sca, vale uccello. 

'^ eeampà. Dicesl per i- 
scherzo di giovine ma- 
gruccio, tisicQzzo. 

Piria. Imbuto e infundibu- 
lo per versare il liquore 
nei vasi. 

— da bòte. Pevera e imbot- 
tatoio dicesi lo strumen- 
to di legno fatto a guisa 
di conca per imbottare 
vino, olio ecc. 

Piriar. Scommettere. 

Pirieta. Bandaro^Jattajo. 

Pirton. Perlone, scioperato, 
bellimbusto. 

Pirola. Pillola medicinale. 

Piroteta. Girivolta; piroet- 
ta; giro delia persona 
che ii fa sul calcagno o 
sulli^ punta di un sol pie- 
de. 

Piron» Forchetta o forcina; 
strumento per infilzare le 
vivande. 

Pironada. Forcinata. 

Pironcin. Forcfaettina. 

Pisolar. Dormicchiare o dor- 
migliare. 

Pieoio. Sonno breve e leg- 
giero. 

Pieear. Pischire, orinare. 

'•^ piuarte adosio. Detto fi- 
guratamente , vale aver 
paura, od anche non rio- 
sdre nelle sue operaiio^ 



PI 

ni ; anebe scomplselarsl 
dalle risa. 
Piuar: ti te ne aeeorxerà 
in tei piuar. Te ne ac- 
corgerai alla prova. 

— pader piisar in leto e 
dir che l'à sua. Poter pi- 
pisciare a letto e dire Io 
8on sodato; dicesi di uo- 
mo ricco e fortanato. 

Pìuariola. Prurito di pi- 
sciare spesso. 

Pisiolar. Cader aqua o vi- 
no a goccia a goccia. 

Pissoto. Piscioso; dicesi a 
fanciullo per dispregio o 

• per ischerzo. 

Piuùta. Pesce di mare cbe 
somiglia airorata, chiama- 
to dal naturalista dottor 
Nardo Sparui Oxyrin' 
chf*$, 

Pittagna. Collaretto; falda 
di veste. 

Piston de potattro. Stinco 
di pollo. 

— da vin, Flascone. 

Pi$lor. PanatUere e pitto- 
re. Colui che fa e vende 
pane. 

Pitèr. Vaso di flori. 

Pitima. Epitema; medica* 
mento estemo. Detto ad 
uomo^ vale stocchevole. 

Pitoehezzo» Pitoccheria. 

Piton. V Dindio. 

Pi turar. Dipingere. 

Piumin. Piuma o penna 
matta ; la piuma pia 0na 



FI 



a5i 



che restA coperta dairal- 
ira addosso agli uccelli. 
Ptpa. Tibia, strumento da 
fiato. 

— meter la piva in saco. 
Acquetarsi. 

Pivaro pi9ier. Gran pi- 
viere; uccello palustre. 

Pive. Canne di vetro di pia 
colori^ di cui si fanno le 
margaritlne. 

Pivia. PipiU. 

Pizza. Piaiicore, prudore» 
prurito. 

— cavar la pizza. Cavar 
la voglia» la smania. 

Pizzagù. V. Peiearin. 

Pizzar. Prurire» prudere; 
quel mordicare che fa la 
rogna. 

•— me pizza o epizza le 
man. Esser in procinto di 
dar busse. 

Pizzegar. Piuicare ; punge- 
re dicesi 41 cose U cui sa- 
pore è piccante. 

Pizzego: un ptezeoro. Atoun 
poco; quella quantità di 
cose che si piglia con 
tutte 6 cinque le punte 
delle dita congiunte in- 
sieme» come si fa dei sa- 
le ecc. 

— a pizzego fnagnifieo. k 
poco per volta; a spiUos- 
lioo. 

Pizze^on. Pixtloon; lo strin- 
gere in un tratto la car- 
ne altrui con due dita. 



i5a 



PO 



Placa. Piastra. 

Placheta. Borchia ; scudetto 
ritòndo di metallo per or- 
namento. 

Piaci tar. Diffamare^ infa* 
mare alcuno. 

— far un placito. Far cla- 
more di una cosa. 

^/tt<. (dal frane, peluche) 
Peluzzo; sorta di panno 
leggiero notissimo^ col pelo 
più lungo della felpa^ a 
cui somiglia. 

Po. Poi, dipoi. 

Pocalisse, Apocalisse; uno 
dei libri sacri, che coni le- 
tte le rivelazioni di s. Gio- 
vanni neir isola di Pat- 
mos. 

Poche lo. Detto ad uomo^ va- 
le debole, dappoco. 

Poehiar. Impiastricciare, Im* 
brattare. 

Pùehio. Fanghiglia. 

— far dei pochi, (pronun- 
cia pocci) Guazzabugliare, 

' intrigare negli affari. 

Podcr. Potere. JH poi, el 
poi, tu puoi, egli puote. 
Pustu^ puoi tu? Porlo? 
può egli? Podeu ? potete? 
/VNl«rape, potrei e potreb- 
be. Poderosi , potreste. 
Podere$$i8tul potresti tu? 
Podestà, potuto. 

— che te pustut Che ti 
' venga la rabbia. 

-^ la 1919 poi. MI piace, mi 
va a sangue. 



^ PO 

— un omo che poi. Un uo- 
mo facoltoso. 

Pogiana. Nibbio, uccello di 
rapina del genere dei fal- 
chi. 

Pogiar. (term. marin.) Pog- 
giare, cedere al vento. 

•— in vela. Afforcare alla 
vela, dicesi quando si ca- 
la una seconda ancora in 
matiiera che venga a far 
colla prima quasi una for- 
ca. 

Polaco. Uomo di poca espe- 
rienza. 

— xe capita el polaco. È 
capitato il minchione. 

— ' trovar el polaeo. Man- 
giar co* ciechi il cavolo. 

Polastro. Pollo. 

Polegana. Flemma, lentezza; 
dicesi per lo più nel sen- 
so di artlfiziosa. 

Polegia. (term. marin.) Pule- 
na; quella 0gura umana 
di bestia, che si mette 
scolpita sopra il taglia- 
mare. 

Polegio: andar a polegio. 
Andar a pollajo, a dor- 
mire. 

Polese. Ganghero, arpione. 
Pollice è il primo, piò for- 
te, più grosso dito della 
mano e del piede. Anche 
misura corrispondente al- 
la lunghezza delP ultima 
falange del pollice. 

Poliean* (term* mario.) Un- 



PO 

cioo da calafato» detto an^ 
che beeco corvino. ' 

Polmonia. Peripneumbnia ; 
ioflammazioDe de^polmoni. 

Poltro: andar o star a poU 
irò. Andar o star a pol- 
tro. Cioè a poltrire. 

Poltrona. Seggiolone; seg- 
giola grande a bracciuoli. 

Polironizar, Poltrire; gia- 
cersi ozioso nel letto od 
altrove. 

Polvere: dar la polvere. 
Superar altri in bravura. 

— dar la polvere in te i 
oehi. Incinganare. 

<— no far polvere. Andar 
piano;- non far tanto il 
bravo. 

— da candelieri. Tripolo; 
sorta di terra giallognola 
friabile, con cui nettasi 
l'ottone. 

— da capuani, Staflsagra; 
erba polverizzata cbe uc- 
cide i pidocchi. 

Polvereta. Polveruzza» pol- 
viglio. 

Pomegar. Impomiciare; pu- 
lire con la pietra pomice. 

Pome la. Bacca, coccola di 
una pianta che tra noi ab- 
bonda. 

Pomer. Melo ; albero che 
produce le mele. 

P<mèto. Melusza , piccola 
mela. 

Pomo: pomo de Jdamo. No- 
do della gola; laringe. 



PO 



a 55 



JPomo in^irrafià. Melagrana. 

— « de ian Zuani. Mela giu- 
gnola, perchè matura nel 
mese di giugno. 

•— d'oro. Pomidoro; frotta' 
di un bel colore arancia- 
to, che serve di condi- 
mento a varie vivande» 

*— ruzene. Mela roggia. 

— da la rosa. Mela rosa. 

— lazariol. Lazzeruola^ 

— apio. Mela appiola. 

— un pomo gpartio. Due 
goccie; due di perfetta 



— pomoquinto, Golloquin- 
tida ; pianta simile ài co- 
comero salvatico. 

Pomolo. Pomo della spada^ 
del bastone ecc. 

— de le spale. Capo dél- 
Pomero. • 

— del manego de -cortelo," 
Raperella; specie di bot- 
tone che mettesi in capo 
al manico^ dei coltelli. 

— de le cassale. Pallino; 
quel pometto di ottone 
che serve a tirare lo cas- 
sette fuor della nicchia. 

Pompar, Trombare; attigner 
aqua colla tromba o pom- 
pa. * 

Ponàro, Pollalo. MutiMr chia- 
masi il legno per riposo 
delle galline. 

PoncMo. Punch; bevanda 
inglese. 

'^ u la baif^arola. Altra 



a54 P O 

bovanda propria da^ veii9- 
zianlycbefassl d^acqaa con- 
dita con anisetlo e zuC' 
chero. 

AM^fa. Gozzo, ripostiglio ap- 
piè del collo degli uccelli. 

— * farse la ponga. Fare U 
gruzzolo; arricchirsi, co- 
me I polli s^ empiono il 
gozzo. 

Ponsò. Colore come di fuo- 
co. . 

Ponta, Punta. 

-^ del membro» Glande, 
parte del pene ricoperta 
dal prepuzio. 

— del ctmdelier» Ago so 
cui s^infila la candela. 

*^ de le scarpe. Cappellet- 
to; pezzo di cuoio posto 
in foado della scarpa per 
sostenere il tomajo. 

"- da pelo. (term. de^ macel- 
lai) Spicchio del petto. 

— che finisse in ponta. 
Acuminato. 

Pontal* Puntale; fornimen- 
to appuntato cho si mette 
airestremità di alcune co- 
se. 

Pontal da bastona Gorbia. 

Pùntchpeto, Fermaglio. 

Pontar. Puntare, appuntare. 
Uà neréante direbbe pon- 
|0r per fallire. Una don- 
na pontar per attaccare 
. col cucito. Un barcaiuolo 
pontar per mandar avan* 
ti una bafea» «pingendol 



PO 

colla punta del remo sul 
fondo del canale. 

Pontar i piati roti» Rab« 
berciare i vasi, riunirli 
con filo di ferro. 

— i stramazzi^ Impuntire 
i materazzi. 

— • pontarse. Ostinarsi, inca- 
ponirsi. Anche offendersi. 

Ponte (iena, maria). Tolda, 
tavolato nelle navi sul 
quale è piantata la batte- 
rla. 

Poti (Mina. Punterella, pie- 
cola punta. 

Pentii. Montatolo ; tavola 
lunga e grossa che serve 
per montare In barca. 

Pontina, Bighero; sorta di 
fornitura di merletti. 

Pontio, Appuntato. 

Pùntizar, Spunticchiare, se- 
gnar di punti. 

^- a eaenèla. Punto allac- 
ciato. 

•^ a eawjkloto. Sopraggitto. 

•^ a erose. Ponto incrociato. 

•» a filzeta. Punto aperto. 

•^ indrioodrio pontOé Pan* 
to addietro, o ponto a co- 
stura. 

Ponto, Cttoitora. 

•^ meterse in ponto e vir* 
gola. Acconciarsi, abbi- 
gliarsi. 

-« de ponto in bianeo, Ap« 
puntino, 

IVmfofor. PiiateUare , ' «p< 
poggiare.^ 



PO 

Panzer. Pang«re. Anehe of- 
fendere con parole. 

Ponxuik. PuDtara. 

Pape, Poppa; parte dereta- 
na della barea. 

— eoi vento in pope. Pro- 
aperamente. 

— Mid< <fi pope. Resisti al- 
la scossa. 

Porcada. Cosa malfatta. An- 
die un'^azlone vile. 

Pereèia o Buio grande da 
mar. Morione^ specie di 
eonchigUa univalve mari- 
na. 

Poreetotia. Porcellana; ter- 
ra composta, della quale 
ti fanno stoviglie di mol- 
to pregio. GP idioti dila- 
mano così anehe la poz- 
zolana, la quale è una 
sostanza minerale terrosa, 
ohe si adopera nelle fa- 
bridie in vece di calce. 

PoreeMa de mar. 9i dà da 
noi questo nome al plceolo 
•tortone^ che non giunge 
a due piedi di tuagheaza. 

Fereeleia, Poroellino terre- 
stre; piccolo insetto. 

Por celo. Porcellino; porco 
plceolo. Detto ad uomo, 
valesaccidOj impudico ed 
anche vile. 

*— far el poreèlo. Fare il 
poltrone. 

Pùrehèra. Dicesi per ingiu- 
ria a persona assai gras- 
sa e succida. 



PO 



355 



Poreheto: ehiapar elpor* 
cheto. Esser l'ultimo, e il 
più da poco. In Venezia 
nel corso della Regata 
Pultimo premio è un por- 
cellino ; dal che fu Intro- 
dotta tal frase. 

— portar via el porche' 
lo. Aver la peggio. 

Porehisia e parchi tà. Por- 
cheria, lordume. 

Porco de mar. Pesce por* 
co; detto anche centrina. 

Por caie. Busse, bastonate. 

Por con e porcona. Dicesi 
di persona infingarda. 

Poreospin. Istrice. 

Poressa V. Granciporo, 

Porezzolo. Cicerbita; pian- 
ta lattiginosa, che man- 
giasi ancora in insalata. 

Porisiol. V. Purasene. 

Poroflgo. Condiloma ; escre- 
scenza carnosa sul pene 
per morbo gallico. 

Portorbozzete, Panieroncl- 
no da ampolle, detto an- 
che sortù. 

-^ bozzoni, goti ecc. Ton- 
dino. 

— cain. Lavamani; arnese 
su cui posasi la catinella 
per lavarsi le mani. 

•— pene. Pennajuolo ; stru- 
mento da tenervi le pen- 
ne da scrivere. 

Portar:portar uno in pai' 
ma de man. Proteggere^ 
^ favorir uno. 



a56 



PO 



Portar, f<trla portar a uno. 
Farla tener a uno. 

— elio portar. Usasi par- 
lando di una sposa: le 
donòra^ cioè quegli arne- 
si elle si danno alla spo- 
sa quando passa alla ca- 
sa del marito. 

-— no portar in fazzaanU» 
Bun. Non aver riguardo a 
chi che sia. 

— portarla eimada, Proce"* 
cedere con superbia. 

Portela de la carozza. Spor- 
tello. 

PortieraS}ovrehhe dirsi por- 
tiera soltanto se di tenda. 
Usciale quello d^ordlna- 
,rÌo guarnito di vetri che 
si pone a capo le scale^ o 
alPentrare delle stanze. 

Ponada, Posata. 

— bona possada. Mangione. 
Posta: da $o posta. Da se 

solo. 

-— de posta salda. Imman- 
tinente. 

-«- de che postai E di 
che portala I 

— in posta de sol. AlPoc- 
chio dei sole. 

— far da posta. V. Far. 
Postar. Appostare. 
Postiema. Apostema ; enfia- 
tura putrefatta. 

Pota. y. Figa. 

Potachiar. Imbrattare, soz- 
zare. Anche far male un 
lavoro. 



PR 

Potaehio. Cosa siwelda ; aa-* 
che mal composta. 

Potachion, Guasta-oiestierij 
cattivo artefice ; ed an- 
che imbrattatore. 

Pota marina. PÓtta marina. 
Gol nome nostro volgare 
vengono intese diverse 
specie di questo genere 
di animali^ che fino ad ora 
non servono a verun oso. 

Potamò: andar al potamò. 
Morire. Potamò è una vo- 
ce greca che significa fiu- 
me: forse avrà significa- 
to andar alPAcheronte. 

Potifa, Scimunito. 

Potrtda. (dal frane, pòi 
pourri) Vivanda fatta di 
un miscuglio di varie cose. 

Poziot. Poggluolo, balau- 
strata. 

Pozo. (coirò largo) Appog- 
giatoio, sostegno. — Brac- 
ciuolo dicesl quello delle 
scaie. 

Praèto. Praticello^ j»iocolo 
prato. 

Predica a brazzi. Sciabica; 
predica non istudiata. 

Premer (term. marin.). Vol- 
ger la barca a sinistra. 

Preminir. Pagare li fio. 

Prencisbee. Metallo detto 
del principe Roberto^ com- 
posto di rame e di zela* 
mina. 

Preposside. Proboscide del- 
Pelefante. 



PR 

freseniin. Guardia di Gnan- 
£8, che si presenta ad o- 
gni passeggiere. 

Preua: in pressa* Presta- 
mente. 

— da mata pressa. Da so- 
verchia fretta. 

Prindese. Rrindisf. 

Proferir. Usato ogaalmente 
per pronunciare ed offerì" 
re. Proferire vale pronun- 
flare ; profferire per offe- 
rire. (Gherardini); 

Pro foga (idiotismo).. Proro- 
ga- 

Propinquo (idiotismo). Pro- 
penso. 

Proschinò, Inchino profon- 
do; dalla voce greca signi- 
ficante io adoro. 

Prosopopea. Arrogìinza, fa- 
sto. 

Prosperi (idiotismo). Fosfo- 
ri ; sleccheti muniti di fo- 
sforo nella cima per accen- 
der fuoco. 

Provenza. Nebbia. 

Procter. Prodiero; chi rema 
in proda. 

Propèse (term. roarin.). A- 
marra; fune per fermare 
il bastimento a terra. 

Provt'n. Piccolo «sperimenta 

— • de aquaviia. Areòmetro; 
piccolo strumento gradua- 
tOy il quale immerso in un 
fluido serve a denotarne 
Ih specifica gravità. Se ne 
servono i distillatori per 



P U a57 

conoscere la qualità del- 
l^aqu avite. 
Provin da pohiere. Provet- 
to. 

— far un provin. Tentare. 
Provisionar. Provvedere. 
Prubico (idiotismo). )Publl- 

co. 
Pua.\. Piavola. 

— Detto di persona : et xe 
tcnapua^valebuono^ man- 
sueto. 

Puglie. Drincolf; segni di 
cui si servono i giooca- 
tori. 

Pugnoio. Pugnelto; quei tan- 
to che può contenere la 
mano serrata in un pu- 
gno. 

Pugnar, par de^ pugni, caz- 
zottare. 

Puina. Ricotta; fior di siero 
rappreso col fuoco. Detta 
da^ nostri padri pruina , 
dal colore suo bianco; 

Pulcra. Giacinto doppio. 

Pulesi. Pulci. 

— tne^er pulesi in testa. 
Metter dubii o timori. 

— intriga come i pulesi 
in te la siopa. Immerso 
in affari intricatissimi. 

— far i pulesi. Riveder le 
cuciture; cercare il pel 
nelPuovò. 

Pulesin. Pulcino. 

Pulier. Puledro $ cavallo^ a- 

sino o mulo nou aucor do- 

u);tlo. 

97 



a58 



PU 



Pulitin. Attillatuno, al- 
quanto attillato ; ed av-* 
verbialoiente, vale benino. 

Puniaru. Ostinarsi , inca- 
ponirsi. 

Punion (idiotismo). Opinlo* 
ne, sentimento. 

Pupola, Polpaccio ; la parte 
più carnosa della gamba. 

Purasene* Borraggine; erba 
nota che si mescola colla 
insalata in primavera. | 

Pur<M8è.-Avverbio usato nei 
vicino continente^ ed an- 
. che a scherao in Venezia: 
assaij mollo. 

Purgada, Purgamento» pur- 
gazione. 

Pl«**<eA<iie/a.Folciae1Ia; ma- 
schera usata dai napoleta- 
ni nella commedia. 

Purmatsa. Por troppo. 

Pustola, Maggese; campo la- 
sciato sodo per seminarvi 
Panno vegnente* 

Puta. Pulcella^ donzella. 



PU 

Puiana vecA ja. Detto ad uo- 
mo, vale scaltrito^ assai 
furbo, che sa ÌOngere. 

Puielada e putelezzo. Ba- 
gazzata, fanciulìaggiue. 

Pu tonezzo.Puttaneggio; pro- 
cedere da puttana. 

PuteUUo, Pupazzo, bamboc- 
cio, ragazzo. 

Putelo. Bagazzo, fanciullo. 

— vivo. Sveglio, ardito. 
I Putelon. Baccellone. 

Pulina, Bambina. 

-— de l*ochio. Pupilla, 

Putini : andar apulinù V. 
Jndar. 

Putrido, Malattia gastrica 
che procede da cibi indi- 
gesti. 

Puza-pie. Suppedaneo» pre- 
della. 

Puzar. Appoggiare; puzà: 
appoggiato. 

— el culo al muro. Tener 
duro, tener fermo. 

— - puzarghele. Dar le busse. 



a59 



Qua. Usasi familfaraiente per 
cosi, in tal guisa; per es. 
Ho fato qua: ho fatto in 
tal guisa. Il gesto poi clie 
accompagna l'espressione 
Indica la qualità delPatto. 

— qua i se dà. Qui sta il 
nodo; in ciò consiste la 
diIBcollà. 

Quachiarse, Acquetarsi; chi- 
narsi a terra il più che si 
può senza però porsi a 
giacere. 

Quaehio. Aquacchiato^dasè. 

— quachio-quachio. Quat- 
to quatto^ cheto cheto; sen- 
za dir parola. 

Quachiarse, Aquetarsf. 

Quadra fi. (terni, degli slam- j 
patori) Que^ quadrettini 
con cui gii slam patori se- 
parano le parole. 

Quadriglia o fato a ^tia- 
dreti. Scaccheggiato, fat-! 
to a scacchi. j 

Quadrar. Persuadere. i 

Quadrarse. Metter cervello, | 
far senno. 

Quadrizar, Riquadrare. 

Quadro. Quadrangolato, qaa- 
drllatero. 

— un bel quadro. Vù b«l j 
caso. Detto ad uomo: ii\ 
jfie un bel quadro, vale 



sei pure curioso / strava- 
gante. 
Quadro, oh che quadro! Oh 
che pazzo! Ed anche: oh 
che accidenle curioso ! 

— de ta puppa, (term. ma- 
ri».) schiocca; parte su- 
periore esterna della pup- 
pa, dov^è la scultura. 

Qnagia. Quaglia. Ed anche 
(in gergo) mancia. 

Quagina delta anche Girar- 
dina. Gallinella palustre : 
uccello che frequenta le 
risaje; ha il rostro aguz- 
zo com« quello della Fo- 
tega. 

Quagiolo. Coturnice corna- 
ne e quaglia maschio. 

Qttala e guato. Quale. Usa- 
si in senso interrogativo : 
guata xctaf parlando di 
femina ; qualo xeto f par- 
l.-Hìdo di maschio. 

— per la qual. Voce usata 
dagli idioli nelle seguenti 
maniere: 

No la ore cosso per la 
qual. Non è una gran co- 
sa. 

Noi ga bezzi per la 
qual. Non h molto facol- 
toso. 
Non rè l*omo per la 



a6( 



QU 



qual. Non è Puomo che 
capace sia di quella tale 
aEione di cui si parla. 

Qualco$ieta, Qualche picco- 
la cosa. 

Qualifica» Requisito, 

Quaraniena: e$$er in qua- 
rantena. Esser nel puer- 
perio^ o di contumacia. 
Quarantena è lo spazio di 
40 giorni ; quarantina una 
serie di 40 cose. (Gherar- 
dlni). 

QuareHmaifar quaresima. 
Detto scherzosamente : far 
astinenza da che che sia. 

'— limgo come la quaresi' 
ma. Suol dirsi di uomo as- 
sai tardo. 

— eaer avanti co le qua- 
reseme. Essere innanzi 
cogli anni. 

Quarta de la man» Un pal- 
mo ; quanto si possono 
stender a parti opposte le 
dita indice e pollice. 

Quartin, Pezzo da ss cen- 
tesimi^ ch^è un quarto di 
lira attuale. 

Quarlariol, Misura per bia- 
de. 

Quar /ese.Deciffla; quella par- 
te dei prodotti che pagasi 
annualmente alla chiesa. 

Quartesin, Quarticello. 

Quarto da drio de manzo, 
Coscione. 

— de polastro. Le Coscio, i 
quarti davanti, le ale. I 



QC 

Quarto, andar a quarti. 
Andare in rovina, in pre« 
clpizio. 

Quartuzzo. Misura di liqui- 
do; la quarta parte di un 
boccale. 

Quatro: dafghene qualro* 
Dar le busse. 

— dirghene qnatro. Fare 
un bei rabbuffo. 

— guadagnar $ti quatro. 
Non guadagnar niente. 

— no dir quatto se no l'i 
in saeo. Non far capitale di 
una cosa, se non Phai in 
tua balia. 

Quatro quarti de nobiltà. 
Cosi dicono gli aristocra- 
tici per significare la no- 
biltà perfetta; ogni (Quar- 
to indica la nobiltà della 
famiglia del padre, della 
madre, delP avolo e del- 
Pavóla. 

Quatrochi, Baia o razza oc- 
chiata; pesce di mare, il 
quale fu detto quattroc- 
chi per avere clascun'ata 
vicino al dorso marcala 
da una macchia nera ro- 
tonda a guisa d^occhio. 

Que(a: esser a quela. Es- 
sere a quel caso. 

— in quela, in quelo. In 
quel mentre, in quel pdn- 
to. 

— star su quela. Star sul- 
Pavvlso. 

Quel de sora, L'Altissimo. 



Quel da le po<(e. Postalo.' 

— dai chiodi. Chiodaiuolo. 

— da le strazze. Cencia- 
jaolo. 

— da /'Off io. Venditore d'o< 
lió. 

— dai goti. Vetraio. 

— dai ferali. Laateniaìo. 

— dai foli. Manticlaroi 
— « dai piati. Stoviglifljo. 

— data' late. LattajOj se uo- 
mo; lattiveadola^ se fe- 
uiuia. 

— dal bòtiro. Surra jo. 

— dai maroni. Bruclalajo, 
chi vende oasti^gne arre* 
strie. 

— dai zoli bragàieri. 
Norcino. 

-" da la pagia» PagUijua- 



QO 



a^i 



Io; che tiene paglia per 
vendere. 

Quia: vegnir al quia. Ve- 
nire alle strette^ venire 
al punto. 

Quln/e/o. Era une tassa prò* 
porzlonàle che il pagava 
ai publico dalle succes- 
sioni alle eredità. Signi- 
ÌStìava il quinto della quin- 
ta parie , cioè il 4 per 
cento. 

Quiri terne lo. Quadernetto) 
cinque fogli di carta mes- 
si l^uno nelPaltro. 

Quinterno. Quaderno di fo- 
gli o qiiiuteroo; dicesi dì 
s» fogli messi Puno nel- 
Paltro. 

^Mondani. V. Dar. 



a-Ga 



K 



B< fmrlar to Vere. Bota- 
eismo chiamano i greci U 
difetto elle hanno alcuni 
di non poter esprimere la 
lettera Ji ; difetto comu- 
ne agii ebrei delle nostre 
Provincie. 

Mbiada, Arrabbiamento. 

Babiezzo, Inquietudine^ rab- 
biosa smania. 

habin. Rabbioso, stizzoso. 

— vechio rabin. Vecchio 
arabico^ strano. 

Babio. Troppo salato. 

Mabiosa* ( gergo ) Aquavi- 
Ic. 

Babiosità, Prurigioe, piizì- 
core. 

Baeente, V. yin. 

Bach, Aracca, detto dai fran- 
cesi arak, che nelle In- 
die Orientali, donde ci vie- 
ne, suona liquore spiri- 
toso; distillazione estrat- 
(a da tin sugo vegcfabife 
che si fa scorrere per in- 
cisione delPalbero cacao. 
Gli inglesi ne fanno gran- 
d^uso nel puncbio. 

Bacola. Ranella degli albe- 
ri. Detto a persona, vale 
ciarliere. Altrimenti cre- 
pitacolo; slrum. che fa ru- 
more, e si usa nella set-l 



iimana santa inveci; di 
campanello 

Bacala de sta racola. Di 
questa posta ; tanto fatto; 
per es. tia r acola de pio» 
va ecc., pioggia dirot- 

. ta ecc. 

Bacolela. Specie d"* uccello 
di v«llè. V. Cr ecola, 

Bacoltn, Ricolta ; ricolto è 
il tempo della ricolta. 

Badada, Raditura; Il rade- 
re. 

Radar, rada. Radere, ra- 
so. 

Badegar. Sbagliare, fallare, 
ingannarsi. 

Badtgo, Differenza^ divario, 
controversia. 

Badegoso. Cavillatore. 

Bafa: andar a la rafa. Fa- 
re a ruffa-raffa, pigliare 
con violenta prestezza. 

— butarse a la rafa. Dar- 
si al ladroneccio. 

Bafar, Arraffare ; strappare 
di mano. 

Bafacan, Rabbattino ; per- 
sona che tien di conto o* 
gni minuzia, che detrae, 
diballe il quattrino dove 
lo può. 

Bafloli, Agnellotti; pezzetti 
di pasta ripieni dNngre- 



R A 

dienti da cuocere in mi- 
nestra. Anclie lor;elIi det- 
ti raviuoli. 

Baganèlo, V. Crécola . 

Bagia : su la ragia. Con 
prontezza,- sollecitudine. 

Bagiada. Raggliio è la vo- 
ce propria dell^asino, 

Ragiar. Ragliare. 

Ragion, Gridatore ; uomo 
che grida. 

Bagionada (idiotismo).. %^ 
Bognonada, 

Bagneto, Bagnatelo, ragno- 
lino. 

Bagno col bolon. RagnO' ne- 
ro. 

— ragno de mar. Spigola^ 
ragno marino; specie di 
granchio di mare. 

— noea»arun ragno dal 
muro. Non ottenere al- 
cun effetto. 

Baina. Reina; pesce d^aqua 

dolce. ' 
Baixe. Radice. 

— care le mie raise. Det- 
to per vezzo ai fanciulli, 
vale mia vita ecc. 

— de sant'Apolonia^ V'ire- 
tro di Levante ;. radice 
che si usa tener in boc- 
ca per mitigare il dolore 
de* denti. 

Bamada, Graticciata; reti» 
cella di ferro o di ra* 
me. 

Bambar: andar a la ram^ 
ba. Aggraffare 9 rapire. 



^Jt 



a65 



Rameio. Ramoscello. 
Bampada. Salita, erta. 
Bampegarse. Arrampicarsi ; 

salire attaccandosi colle 

mani e co' piedi. 

— su i spechi. Studiar ca« 
villi. 

Bampeghin. Rampichino ;. 
nome di piante che cre- 
scendo arrampicano. V. 
Melon, Anche cerzia co^ 
mune; uccelletto che sta 
tra gli àlberi. 

Bampegon. Rampone. E par- 
landosi di scrittura mal 
fatta, scarabocchio. 

Bampignà. Frappato dice- 
si del vestito; e parlan* 
dosi di persona, Intendesi 
della pelle aggrinzata. 

Bampignar, PotUnicciare ,. 
acciabattare. 

Bampin. Uncino. Anche ap« 
picco^ pretesto. 

Bamponzolo. Raperonzolo ; 
erba che si mangia in in- 
salata. Nasce nei prati e 
nelle vigne. 

Bana: se la rana gavesse 
i denti, I granchi voglion 
mordere le balene; dice- 
si allorché un debole vuol 
attaccare un forte.. 

— aver de le rane, \, Ra* 
Iter. 

Banabòtolo, Girino; anima- 
letto che si vede nuotan- 
te nelle aque palustri» Il 
quale non è altro che Pem- 



264 



R A. 



brìone nalo daU!uovo del- 
la rana. 

fiancar. Rangolare ; lavora- 
re con affannosa soIIecUu- 
dlne. 

Kaneignar* Gualcire^ pie- 
gar maleolente. 

— ^ la pele, Jkiggrinzare. 

— e/ muso» Far viso arci- 
gno. 

— rancignarse.. Aannic- 
cb farsi. 

Jtaneurar. Baccorre, racco- 
gliere. 

— rancurarse, Affrettacst; 
cosi per es. rancurèvene, 
datevi fretta. 

Banda (term. maria.). Sor- 
ta di vela. 

Haner. Ipocondriaco , ap- 
prensivo. 

Banfego, Rantolo; ansamen- 
to frequente con risonan- 
te stridore (Tel petto. 

Bapa. Grinza, ruga. 

Bapar, Aggrinzare. 

— 171*0 rapa. Rugoso. 
Bapeghera, Erpice; strum. 

di agricoltura. 

Bara. Arara; 5|>ecic di pap- 
pagallo. Avvi Tarara ver- 
de, la rossa^ la turchina, 
la gialla. 

Ba$a. Resina, gomma di pi- 
no. 

Matador. Rasoio. 

Basar. Radere ; anclìe ra- 
sentare. Basa : raso. 

Batchiador. Rastialoiò. 



R. A 

Baschiamento de gola. Ir- 
ritamento dì fauci. 

Bacchiane. Scaraccbiare ; 
far forza colle fauci di 
trar fuori il catarro dal 
petto. 

Boioi calmo.ra$Q. Pien col« 
mo. 

-— a rasoi Rasante; a toc- 
ca, e non tocca. 

— bastimento raso. Quel 
che non è aguzzo o ter- 
minante in punta. Anche 
quello che non ha opera 
moria, cioè i easleUf di 
prua e di puppa. 

Basalo. Razuolo ; curson- 
celfo; quei capo di vile 
che si lascia alla lunghez- 
za di tre a quattro oc- 
chi. 

Baspaj esser in raspa. Es- 
sere in difetto o in col- 
pa. 

— Ifuso de la rechia. Mea- 
to uditorio. 

— del mastelo , del se^ 
càio ecc. Orecchi si chia- 
mano qa«i« fori d^lle sec- 
chie ne^ quatL si pone il 
manico. 

— de le scarpe. Becchetti. 
Baspador. V. Baschiador. 
^aspamenfo.Scalpiccio,stro- 

picciamento dei piedt in 
cammfnando.. 
Baspar. Rastfare, raschiare. 
Razzolare dlcesi il raspar 
dei polli, che ban per uso 



R A 

di «catar «ol pMi la .ter- 

.-■fa.' •» • » ' 

JRasparioia. Radimadia^fllru- 
meato di ferro col <|uale 
8i raschia la pasta. Raspa- 
toio q^iello per raschiar 
il terrene lavorato. 

Jiaspin. Raschiatojo ad uso 
di raschiare la scrittura 
sulle carte. 

Sassa. Rascia; panno di la- 
na grossolano, da noi u- 
sato per coprire le goo- 

• dole. 

Bcusada. V. Bomaneina. 

• — de pugni. Carico di pu- 
gni. 

Bastar, rosta. Raschiare, ra- 
schiato. 

Bassaura, Raschiatura; a- 
vanzatiocio. 

— de l'albuol. Dicesi per 
iacherso all'ultimo de* fi- 
gli nati In molto numero. 

Baste loda, Schidlonataé An- 
che quantità di eoae po- 
ste in fila. 

Bataflcr, Amarasco; specie di 
rosolio. 

Batina. Panno accotonato, 

o saie rovesce; dicesi quel 

pannolano che ha il pelo 

. arricciato con ricciolini 

. <|pftasi staccati 1* uq# dal- 

rallroi 

Jla«c«. Roco. 

Bava. Rapa. 

Bm9mn9. Ralaoio » ranolae- 
.0I04 



RE 



!à65 



Bavizuan* MaYone eilf esina, 
rapacclone; pianta annua- 
le » da* cui semi cavasi 
olio. 

Baza. Itala o ratea ; peace 
di marer a scheletro car- 
tilaginoso. 

B^aldir. Riudire una' cau- 
sa, riassumere uà pro- 
cesso. . . 

— realdirse. Redimersi» ri» 
scattarsi. 

Bealeio. Gallinella palustre; 

uccello di valle. 
Bealizar. Efiettuare. 
Mealtà. Ingenuità, venta. 

— in realtà. Effettivamen- 
te.' .• ' ■'»> 

Beatiina. Caippana che suo- 
nasi per un quarto d*ora 
a Rialto dal. I. ottobre fi- 
no al fliercordì ^anto^ per 

• .arviso agli artisti di> ces- 
sar dal lavora. Antica con- 
sueiudine che ancora con- 
servasi. 

Beaiin. Scricciolo; nceeHo 
piccolissimo, detto dai:ve- 
ranesi imperatore e nel 

. Friuli saris. 

Bebatia, Botola ; rbuca onde 

. . si passa .da . «9 piano del- 
la casa ad un altr^/ la 
,qjua|e poi si chlud^e i;Qn 
catf^ralte Rimili. 

Bebaltar. Rovesciare ; . ed 
anche cololare alPinglìt. 

BebaljtèlQ. Toppa delle bra- 
che. 

ag 



tt66 



RE 



Bebalton, Blmprovero, ro* 
veteio. 

Rtbatiùra. RtbatUoeDto. 

— de te eamUe. Costura; 
la rìanione di due mar- 
gini ripiegati. 

Mebecà. V. Nmo. 

JHebègofo. Diavoleltlao, na*- 
bisso; dieesi dei fanciul- 
li che non Istanno mai 
fermi. 

Bebocar, Rinzaffare, intasa- 
re le- fessure con diligen- 
la. 

*— i muri. Arricciare 1 mu- 
ri; dare II secondo into^ 
naco. 

JRebus: no ghe n'è più re- 
bus* Non ve n^è più un 
minuzzolo o un gocciolo. 

Mebùto, Ramo nuovo rimes- 
so su fusto vecchio. 

-* tTerba. Guaime; Verba 
tenera eh^ rinasce nel 
prati e ne^ campi dopo la 
prima segatura. 

Bebuton. Sterpone, sterpo 
grande. 

Becamada: dar uwi^ reca* 
moda. Dare una speilic- 
datura; dar biasimo. Vale 
anche rabbuffo^ rimpro- 



Meeao: da reeao ( dal fran- 
cese de reehefy Da capo^ 
di nuovo. ■ 

Beehia. Orecchio. 

Bechia: buso de la reehia 
Meato uditorio. 



RE 

Beehia del nuuielo, d»l se* 
ehio, eoe. Orecchi al ehi»- 
manoqueilori delle see* 
chie ne*quali si pone il 
manico. 

— star eo le reehie a pe- 
nero. Ascoltare attenta- 
mente. 

-» ruzar le reehie. Dice- 
si dal volgo quando cre- 
de che alcuna persona lon- 
tana parti di lui. 

.— portar Vaqua eo le re- 
ehie. Fare ad uno tutti i 
servigi possibili. 

— far le reehie da mer^ 
conte. V. Far. 

'^ star a la reehia de uno. 
Stare a)le costole di al- 
cuno. 

— de mar. Orecchiale; spe- 
cie di conchiglia. 

— de lievro. Violina di 
macchia ; pianta I cui fiori 
esalano un grato odore in 
tempo di notte. 

Bechiatuo. Lagnanza contro 

di un tale. 
Bechiela de Vago. Cruna. 

— de le scarpe. Recchelti. 
Beehin. Orecchino^ penden- 
te. 

— rechini. Dicesi figura- 
tamente : eo sti rechini 
a le recAte, cioè: con que- 
sti tali individui a mio 
carico ! 

Bechio,' Grappolino d'uva. 
Beehioio. Ripicco, vantag- 



RE 

giao; ovvero residao di al- 
cuna cosa. 
Ihehizar. Sorreechiare. 

Beeipiglia. Rislpola ; tomo- 
re superficiale che sispao- 
de solla pelle con calore 
abbrociante ed on rosso- 
re chiaro. 
Jtedecima. Ia decima par- 
te della decima; predia- 
le imposta dal seoato ve- 
neto sui beni posseduti 
dalle maoi-morte. 

Medenzio : no gA^ è redeU' 
sto. Non vi è verso; uon 
vi è modo. 

Medettola e retestola. Ve- 
lia grossa; occello della 
grandezsa di on tordo 
sassello. 

Bedezèlo. Strigolo ; rete 
grassa appiccata alle bo- 
della degli animali. 

Bedina. Reticella. 

Medonda, Antichissima mo- 
neta d^oro veneziana del 
valore di lire i: 19 au- 
striache. 

Refar, Risarcire la perdita. 

Befarte* Risarcirsi. Anche 
vendicarsi. 

Bifilaéa. Raffilatura. Dicesi 
anche per quantità gran- 
de di che che sia. 

Eefiiar, Raffilare; tagliare 
i margini. 

-— un pugno* Appiccare un 
pugno. 

— Tale anche lasciare: ghe 



RE 267 

Vho refilài glie Pho da- . 
to> lasciato. 

Réfolae, refoli. Buffate; nuH 
U improvvisi. 

Befolo de vento* Raffica; 
soffio impetuoso di vento« 
che cessa poco dopo. 

Bef ostar. Propagginare; eo- 
ricare i rami delle piante 
ei tralci delie viti, ao- 

' ciocché facciano pianta 
germoglio. 

B^re torio. Refrattario, ri- 
troso, che non si accomo- 
da agli altri. 

Befudagia. Rimasuglio di 
mercanzie. 

Betfudagio. Rimasuglio di 
che che sia. 

Befudar. Rifiutare. 

Bfffwura. Indennizzaziòne » 
compensazione. 

Btgalia. Regalia;, il dì pia 
che si guadagna oltre il 
pattuito. 

Begalizar. Legalizzare» au- 
tenticare una scrittore. 

Begata. Gara di barche. 

Begiitrante. Registratore. 

Beiogier. Orivolajo. 

Belogio, Orologio. 

Bemenar. Dimenare, maneg- 
giare, malmenare. 

Bemengon. Uomo vagante, 
di cattiva vita. 

Bemer. Remaio, che fa re- 

(mi. 
Bemener. Falegname per 
lavori più nobili del 



268 



RE 



ranjioi»; AiìtteaBrale era 
il lavoro d^inlàMalorc. 

jRtineis*. Tarsia^ lavoro di 
legno. 

Memo: magnar el rem0, V. 
Magnar. 

Bemontaéa. Racooneto, ri- 
parasiofie; dieeei de^ te- 
stiti ecc. 

*-« remàntar i slipcrlt.' Ri- 
'Scapi^naflrli. < 

Render y renderla/ Reatit ai- 
re, reso. Aficbé reoere^ 
vomitare. 

Renegar (idiotismo). ¥. ite- 
\elar, 

Renga, Aringa; pesce. 

— * fumada. Dicesi di per- 
sona smonta é magra. 

Renso, Rensa ; = téla fina a 
• opera, cosi detta- dalia cit- 
tà di Reims In- Franeta. 

R06n^ Nassa ; cestella l^islan- 
•ga fatta di vincili, cbe-ha 
il ritroso, onde • i pesci 
entrativi non sanno uscire. 

Repetttrse. Rimpannucèiarei^ 
rimettersi, riaversi , uscir 
de* cenci. 3 

Repeton, Profondo inobiiio; 
dicesi per isctierzo. 

Repeizada, Rappezzatara , 
rabbercioimentoi 

Re^tioàro, SfoOdo ; spaeio 
lasciato In una parele>|)er 
dipingervi. 

ReqiMgiQ, Ortigomelra; •gal- 
linella terrestre; spededi 
ootoroice. 



RE 

Requia* Folwera. del temi 
del papavera. adoperata 
per addorraeiitare i bànH 
4dni;^bii60' frequente nel 
popolo. 

Re^éaldazion, Scalnuma. 

Reiehe. Liscile. 

Resentàr. Risciacqtiaiie^ 

Resta ée eeùiet de agié lebeu . 
Rèsta; treccia' »d^iigli' imi- 
ti Idsicme:. 

Restar de òsso* d in atto. 
Restar. solo oeme il nu- 
mero uno, ovvero come 
Arianna io Nasse (da un 
prov. greco) 

— per oekio. Rimaner ne- 
gioito. 

-— ditesi putte in altro sen- 
so : Mi resto, io . stupisco, 
non 90 ooiàpcendere. 

RestartU Ristala ; luogo ove 

: lungo 1. fiumi, si fermano 
i cavalli. e gli nomi nf de- 
sti nati a . tirare le. barche 
coatr>qua. Anebe 11 gius 

-di attiraglio presso no! 
vien detto restara* 

Resteiada, V. Ra»telada\ 

'flesMin, Sfrumento d'agrl« 
coltura per ispianare la 
terra o copErlre le semea* 
ti. 

Restelo. Rastrello; uscio fat- 
to di stecconi. Cancello poi 
chiamasi quel portello di 

■ legnosi si «ette a qual- 
che porta, scala od aper- 
tura; . 



RI 

ohe isf a.T < .n'. 

Metagio. Ritaglio e scampo- 
tetto; piccolissiiiia parie 
avanaata della pezza di 
panno .di tfiia; 

Beteniépa. Railentiva» 

Betenzion (Vorina. Dism* 
ritti rìaourlav . . * 

Betra^er. Dtpiiigdré* e scol- 
pire al' tìaitinale. 

Betrè. .RetcooakDera.; stani 
Zino rìllrafo. 

Bevegnir, Dar volta , dar 
indietro. Dicesi di un ar- 
rosto e'siiiiiii; Bepegnùo; 
vincido, diventato molte' 
per umidità*. 

Be^lar, Anamorbare. 

— ^ et spMzza. ch'el revela. 
Pozza che ammorba» che 
pare uh av ellobi , 

Bevendigàlo. Rivendugliolo; 
chi rivende cose jiiindle. 

Bevoltante. Ribultaole. 

Bewllar, Rivoltate. . 

— col culo in «M* Rove- 
éeiare. i . . 

— in tei fango, Bi voltolare, 
-p- nel ^tabaro ecc.. Ravvi- 

-!|>apiiBre. .^ 
i^ »tt le vMmeghe, Rioiboc- 

' icare^ lemanlèlie* > 
-— el stomego. Stomacare. 
jRevoJ lo /or. Volgere intorno. 
Bevollon: Soonvolgimento, 

' dtsordine. 

BMx^ Rlncafiaienta> aa- 
mento dia' préztBi.> 



RH 2% 

/?t&eA.Uya del frati;; Bièè^ 
ruèrmm^kutlù acklo*cR)lV 
ce noi issimo^ (atto ia grap4 
poleftti .coftte Tuva. 

Ai bòia, (colico »t netto} Bar- 
ra del timone; serve per 
maneggiare il timoae neiv^ 
le. tacche.-, i \i'> •■. 

Bibombo, RimbOffllM).: > .1 

Ricever, ! riceveito, - Riceve*» 
re^ ricevuto. Andb» aceo- 



— .jnt rieevektì Hi. capi- 
sce?» mMntend'elljl?. 

Bieovra, V, Jrcoì)a» ; . 

Bidachiàr, Rider per poco 
o per niuna cagatone. 

7?idacAjon..Ridohe ohi. ride 
senza- ragione; niditoretè 
quello che si ride e^ai la 
beffe. d^altfUi. .W' 

Bidet e ridesU>,^ Riderey ri- 

— gnenteckerid^l Bagat- 
telle 1 dicesi per ironia di 

• cosa ■ rilevalkle. 

— rider che^^ no .passa le 
perle. Cioè che noni pas?^ 
sa dal ^<^zz0'.in giu^ ri- 
dere sforzato. 

— a quattro gr^nad&s* Sga* 
. nasciur per ile risa. 

Ridoto, Raddolto ; luogo 0- 
vo. si, rttìniaeoao insieme 
. più persone p«r intratte- 
nersi. 
BìdétoUk, Ridente», gaio. 
far viso ridicol(K Far 
viso l9enigoo»:pttioevMe. 



270 



RI 



Mièto. Rivetto, canallDO. 
Mifa: ée rifa, Ptr fona. 
Biga» Linea. 

— de prima riga, Bl pri- 
mo ordioe. 

Aigadin» Drappo rigato. 

Bigheia. (term. de^iàbri) 
Reggetta; sorta di lami- 
na di ferro. 

Migor : a rigor. Allo iadr- 
Cà, appena. 

ili (omo. Rilassazione» inde- 
bolimento, anervameuto. 

Bimandèlo. Grimaldello ; 
strumento di ferro ritor- 
to« ebe serve ad aprire 
senza chiave le serrature. 

Bimando. Rimbalzo. 

Bimarear. Osservare , no- 
tare. 

Binghiera. Rallaloio. 

— de la ieaim^ Ralaustrata. 
Biobarbaro. Rabarbaroi ra- 
dice medicinale. 

Biada. Tamburo marino;^ pe- 
sce non commestibile. 
Biode. V. iioda. 
Bio. Rivo» canaletto. 

— fiearse in rio. Nascon- 
dersi. 

-* andar per rio menno. 
Vivere assai parco e stret- 
to. 

Biporti. Rapporti; pezzi che 
si adattano per ornamen- 
to a un lavoro. 

Biebogo : de risbogo. Dice- 
si di cosa che viene da 
via oUiquaj senza sapere 



RO 

o senz^essere sperale» e per 
io pio da godersi In brU 
gala. 
Bisegar. Arrischiare. 

— ehi no riiega no roee" 
ga. V. Botegar. 

Bisegoj a rieego. A perìco- 
lo. 

— va a ritego (ironlcamea- 
to) eh*et pagai Non pa- 
gherà certamento. 

Bitegoso. Rischioso, arri- 
schievole. ^ 

Bisèra. Risaia. 

Biio iardonieOi Riso finto. 

Bi tentila. Rattentiva. 

Bivar. (idiot.) Arrivare, per- 
venire al luogo. 

Bizzagno. Giacchio ; rete 
sottile e fitta, la quale git* 
lata ne^ fiumi dal pescato- 
re, s^apre, e avvicinando- 
si al Tondo si riserra e vi 
rinchiude i pesci. 

Bizxetoi Riciutolio; un bam- 
bino ricciuto che pare 
un angiolfno. 

Bizzo. Ricciuto, crespo../{lz- 
zi, ricciolini. 

— de mar. Riccio marino; 
animale marino delPordi* 
ne degli echinodermi. 

Bizzolir$e. Raggrlcchiarsi , 
raggruzzolarsi. 

Boa o ruMa. Rugo fruUco- 
so ; pianta prunosa, I cui 
erutti detti more sono 
mangiati con avidità da- 
gli uccelU e dai rsgazii. 



RO 

Boìfa: roèa da cani. Ro* 
bacda. Detto ad aomo, 
vale malcreato , abbietto. 

— - roba flapa. Cencio mol- 
le; dicesi a persona di 
poco spirito. 

— roba tnagnativa. Com- 
mestibili. 

— in$acada. Salsiccia. 

— tovagiada. Lingeria da 
tavola. 

— - dir roba» Sgridare. 
Mobata. Robaccia ; roba cat- 
tiva. 

— una robata. Una perso- 
na di mal fare. 

Bobo: un certo robo. Una 
certa cosa. 

Moeheta, roche ton. Gran 
razzo. 

Bochèio, Rocchetto; struro. 
piccolo di legno forato 
per lo lungo, a uso per lo 
più d^incannare. 

Bocheto. Piccolo mantello; 
sarrocchino. Rochetto è 
veste clericale di tela bian- 
ca, diversa da eoia. Por- 
tano il rocbelto prelati e 
canonici nelle sacre fun- 
zioni. 

Boehio, V. Iroehio, 

Boelò, (sembra voce fran- 
cese« ma non trovasi ne* 
dizionari!) Ferrajuolo ch*è 
un terzo più stretto del- 
Tordinario. 

Jiòcolo. Giuoco delle ombre. 

Boda. Ruota, Intendesl nel 



RO 



371 



dialetto anche la carruco- 
la girella. 
Boda da UrarXiqua. Timpa- 
no ; cilindro di legno, at- 
torno a cui avvolgesl e 
SYoIgesl la fune. 

— a roda lavada, V. Andar, 

— la pezo roda del caro 
sempre ruza. La più cat- 
tiva carrucola, sempre ci- 
gola ; dicesi metaforica- 
mente, e vale : Chi ne sa 
meno, parla più. 

— Anche sbriecbi; giuoco 
che fanno 1 fanciulli chiu- 
dendo in un pugno qual- 
che moneta, e poi movendo 
in giro le mani chiedono 
agli altri: Boda, roda, 
roda, quala piena e qua^ 
la voda? 

Rode la del zenoehio. Rotu- 
la ; osso che serve alPar- 
ticolazione del ginocchio. 

Bodolar, Arruotolare ; ri- 
durre in forma di rotolo. 

Bognon» Arnione ; parte 
carnosa delP animale du- 
ra e massiccia posta nel- 
le reni. 

Bognonada grasso de ro* 
gnon. Sugnaccio. 

Bolina, Giuoco di sorte, in- 
segnatoci dal francesi, ed 
ora proscritto. 

Bolo, (dal frane, rouleau) 
Rotoletto cilindrico di bam- 
bagia simile, coiranlma 
di filo di ferro, su cui si 



373 EO 

avvolgoiio 'i-iGa|i6lll per 
farli arricciare. 

Bamancéma. BimiiiiMizitia ^ 
ripreasiooe. 

Jlomaiieo, V. Aromatico. 

Rombo. V. Chiapiir. 

Roma: promeler roma e 

' toma (forse da Roma et 
omnia)', PromeUere di 
grandi cose, cose stupen- 
de. 

Romatizarte. Divenire reu- 
matico. 

Romper et giazzo. Dar prin- 
cipio. 

— el cesto. Importonare. 
■^ et colo a una puia. Ua- 

ritarla male. 

— doce che no »e erede 
Paqua rompe. Ove meno 
si crede Taqua rompe ; 
provertUo. 

Ronchizar, Eussare, rbn- 
tfare. 

Rondar, Gironzare. 

Rondolin o nodola. Lampu- 
ga; pesce di mare clie^ so- 
miglia all'orala. 

Rontkm. Rondine nero. 

Rondegoto. Veslimenlo da 
uomo, come U soprabbiito. 

Ropegar. (term* agric.) Er- 
picare; spianare e triiar 
la terra coirerptce, dopo 
aver seminalo. 

Moioda. Rugiada. 

— de late* Giuncata; torta 
di laite nel tegame t^on 
ova e «icdiero. 



RO 

Rmaria. (iem. narln.) Tros- 
le; piccole palle infilsate 
facienti cerne un rosario, 
che pongonsi attorno al* 

— l'^albero yerso il mezzo del- 
Pantenna. 

Roicano. Riscolo ; specie di 
erba, da cui viene quella 
cenere chiamata soda, che 
serve per comporre il ve- 
tro ed il sapone. 

Roscarola. Scopa di rusco, 
osata dagti spazsa-caraini. 

Rosegar. Rosicare, rodere. 

-^ un osso duro. Porsi a 
impegno difficile. 

-^ el cuor. Rimbrottare di 
continuo. 

— « chi no risega no rose^ 
ga. Chi non arrischia non 
acquista; proverbio. 

Rosegoto,T€frsó\0', queHo che 
: rifilane >dalle fVirtla do- 
po averne intorno fevata 
la polpa. ' ' '" 

— de pan ec. Resumé, leszo. 
Roseto, y. Realin. 
Roseton. Rosetta ; sorta di 

anello, 'Così detto per es- 
servi I diamanti -disposti 
in giro a foggia di rosa. 

Roso lini (gergo) ^ Brezza ; 
i^enticello freddo* 

Rospo. Dette ad nomo , va- 
le ruvido. Impraticabile. 

— de mar. ' Rana pescatri- 
ce, detta a Roma diavo- 
lo marino; pesce «arino 

' • del genere delie loflltB. 



RU 

Mostia, rosto (gergo). Frode, 
trufferia. 

Mostir , rostio. Arrostire , 
arrostito. Anche rubare 
nel conto. 

Bota: dar la rota. Scher- 
nire. Anche rimproverare. 

— far rota. (terio.mariQ.) 
Far vela verso una dire- 
zione. 

Botura. Ernia. 
Roverso, Rovescio. 

— far a romeno de la me- 
dagia. Mangiare il porro 
dalla coda. 

Bovinazzi» Gaicinazzi; rot- 
tami di calcina e pietre. 

Bubo, Rubbio; sorta di mi- 
sura del peso di dieci li- 
bre metriche. 

Bucola, Ruchetta; erba di 
sapore acuto che mangia- 
si in insalata^ Dello a don- 
na, vale ruffiana. 

Bufa. Roccia e catarzo; suc- 
cidume che si genera su 
qualsiasi cosa. 

Bufe: de rufe o de rafe. Di 
ruffa-raffa ; o a diritto o 
a torto; in ogni modo o 
lecito illecito. 

Bufianezzi, Moine, smance- 
rie, artifizii per farsi ama- 
re. Anche talvolta per ab- 
bellimenti, raffazzonamen- 
ti. 

Bugnar. Dicesi ringhiare 
particolarmente dei cani; 
nitrire dei cavalli. 



R U 273 

Bumar, Raspare che fanno 
i porci. Anche frugare. 

Bumegar. Ruminare. Anclie 
il masticare di chi non ha 
denti. 

Busola, Bruco che rode il 
tenerume delle viti. 

Ruspio. Ruvido, scabro. Di- 
cesi anche (in gergo) del- 
lo zecchino, che appena 
coniato è ruipio, e quindi 
di giusto peso. 

Buaa, Contesa, contrasto , 
disgusto. 

Bussar. Strofinare. 

— rustarse co uno. Stargli 
a lato per raccomandarsi. 

Bulina, (dal frane, routine) 
Voce introdottasi ne^pu- 
blici uffici, e vale uso, me- 
todo, ordine negli affari. 

Buzamento, Ronzamento , 
bucinamento. 

72uzar. Bucinare, romoreg- 
giare. Anche rimprove- 
rare. 

— le buele. Bruire, il ro* 
moreggiare delle budelie. 

>-— el tempo. Rumoreggiare 
al sollevarsi della tem- 
pesta. 

Buzene. Ruggine. 

Buziol. Orzaiuolo ; bollicina 
che viene tra i nepitelli 
degli occhi. 

Buzor. Sibilo del vento, 
mugghiamento del mare; 
ronzio dicesi delle laoia- 



re vespe. 



519 



974 



Sa&adà: mal sabacàMaìe ac- 
conciato apparecchiato. 

Sabadiha* Sabbalina; goz- 
zoviglia dopo la mezzanot- 
te del sabbato per poter 
mangiare di grasso. 

Sabion. Sabbia, arena mi- 
sta con terra. Renella, re- 
na minuta di mare. 

— dolce, Renischio dicesi la 
rena minuta di fiume. 

— (in gergo) Denari. 
Sabo, Sabbato. 

óaea: far saea. V. Far. 

Saeagnar. Dibattere, agita- 
re un corpo. Sacagnà, 
Vale anciie guastato, ma- 
nomesso. 

Sachetar, Rinsaccare ; quel- 
lo scuotimento cbe si sof- 
fre andando su cavallo 
che cammina male. 

Saeheto* Pesce di mare a 
scheletro ossosOy nelPlstria 
detto Sarèeo, 

Saco:$a€0 da bète. Uomo 
vigliacco cbe si lascia ba- 
stonare. 

^i— de ossi. Fascio d^ossa; 
dicesl per ischerno di per* 
sona soverchiamente ma- 
gra. 

«* saeo senza fondi (me- 



tafor. ). Uno che mangia, 
e mai si vede sacio. 

Saeo : s9odar el sace. Dir 
tutto quel cbe si ssl. 

-^ me ter la pioa in saeo. 
V. Piva. 

Sacra. Dicesi familiarmente 
per certo, sicuro : p. es. 
Oh sacra I oh egli è cer- 
to. Sacrosanta, cosa più 
che vera. 

Sagiaor. Saliscendi delPu- 
scio. 

Sagoma. Modello, forma. 

— de bota (cioè botte). Lo 
staglio; la giusta misura 
che dee avere. 

— dar una sagomada. Una 
scandagliata. 

Sagra. Cimitero; luogo sa- 
grato presso la chiesa, ove 
una volta si godeva Tim- 
munità. 

Sagra. Festa, solennità re- 
ligiosa. 

— • pagar la sagra. Dar re- 
galo nel giorno onoma- 
stico, od altro. 

— far una sagra. Far uno 
schiamaxzo. 

Sagrin. Zigrino; sorta di 
coojo r avido, e seminato 
di minuti granellioi. 



S A 

Sai de Canal, Solfato di ma- 
gnesia. 

— fossile. Sai gemma; sa- 
le minerale lueido. 

Sala, Salame; salsiccia le- 
gata In una porzione dì 
budello di porco. 

— salao f salame, Dicesl 
per ingiuria a persona, co- 
me melone, stivale, ecc. 

— pagar o costar salada. 
Costar carissima. 

Salamon. Salmone ; pesce 
di mare, che a noi per- 
viene salato in barili. 

Salarnora. Salamoja; aqua 
insalata per conservarvi 
funghi, olive o simili cose. 

Salampa, Sguaiala,sgraziata. 

Salata. Insalata. 

— capueina. Lattuga ca- 
pitata. Distinguesi dalla 
lattuga a palla, da noi det> 
ta semplicemente laluga, 
e dalla crespa, rizza. 

— dar una salata* Dar una 
rammanzina. 

Salèti, Piccoli gamberi, che 
servono per uso di esca 
da prendere gli altri pe- 
sci. 

Salgher. Sallcone. Salcio 
bianco; si adopra per so- 
stegno alle vili. 

-^ da strope. Salcio-giallo; 
s^impiega per far «troppe 
vimini. 

— Detto ad uomo, vale in- 
colto, villano. 



S A. ^75 

Salgher: i salgher i no fa 
mai peri garzignoli. Il 
lupo non caca agnelli. Da 
persona cattiva, nulla di 
buono può attendersi. 

Sali, (voce antiq.) Sciallo. 

Salinpian ( de ). Inaspet- 
tatamente. 

Salissoni, Scaraboide; di- 
versa specie di animali 
marini collocati nelPordi- 
ne dei testacei. 

Salizo, Selciato; pavimento 
di strada. 

Salmastre, (term. marin.) V.r 
Trinàie, 

Salmistrar, Hisaltare ; far 
misalla, acconciare le 
carni a modo di mlsalta, 
ch^è la carne di porco in- 
salata prima che si asciu- 
ghi. 

Salpieon, Salsa piccante. 

Saltamartin, Sai lami ndos- 
so;. vestimento misero e 
scarso. Anche specie di 
trastullo da fanciulli » 
foggia di figurina che sal- 
ta: missirizlo. 

Saltar su, Rispondere ardir- 
lo. 

— dar un salton. Andar 
sulle furie; far un mota 
improvviso di collera. 

— saltar i grill. Venir 
qualche capriccio. 

— un refolo, V. Vegnir, 

— saltar la mosca al nu* 
1 so. Montare in collera. 



ayS S A 

Sallarèlo. Saliscendi; stan- 
ghetta di ferro Imperna- 
ta per serrar Pasclo. 

— de legno. Nottolino. 

— ehiaveia del sallarelo. 
Nasello; ferro fitto nel 
saliscendi, che l'alza ed 
abbassa. 

Salterio da putei. Sorla di 
abbecedario che usavasi 
pe^ fanciulli. 

Salton. Impeto. 

*— andar a salton. Andare 
a sbalzi; interrottamen- 
te. 

Salumier. Salumaio; ven- 
ditore di salumi. Salsa- 
mentario, chi vende ca- 
' do, salame ecc. 

Salvadeghin. Sapore di sel- 
vagglume. 

Salvadego. Selvaggina , la 
carne di animale selvatico. 
Selvaggiume, tutte le spe- 
cie d^ animali che si pi- 
gliano In caccia. (Gherar- 
dinl). 

Salvar la eavra e le ver- 
ze. Salvare una cosa sen- 
za nuocere all'altra; sal- 
var la capra e i cavoli. 

Samarco, Cosi denomina- 
vansi le taverne, sulla cui 
porta tene vasi 1^ emblema 
di S. Marco. 

Snmbèco. Sciabecco; nave 
bislunga, che porta da i4 
a S9 cannoni. 

Samit d^oro o d:*arzento. 



SA 

Drappo di seta tessuto con 
oro con argento. 
Sampiero. Pesce di S. Pie- 
tro; pesce di mare che 
assomiglia alPorata. 

— far s. Piero in eare^ 
gheta, Andare ò portare 
a predellucce. Giuoco in 
cui due sì pigliano pe^ 
polsi d^ambe le mani, uno 
coIPallro in croce, forman- 
do come una seggiola, e 
un terzo vi siede sopra. 

Sana^loria, Ripiego, tempe- 
ramento. 

Sancatsan: far un saneas- 
san. Rovinare, guastare 
che che sia; come san Gas- ^ 
siano vescovo, che fu uc- 
ciso In Imola da^suoi sco- 
lari cogli stiletti, co'*quali 
a que^ tempi scrivevasi. 

Sandolo, Battello assai leg- 
giero pe** bassi fondi. 

Sandonà xe morto. Non a* 
spettare, non Isperar do- 
ni. 

— a Sandonà no se varda 
in fazza. Si accetta il re- 
galo senza esaminarne il 
valore. 

Sangiotar, Singhiozzare ; 
piangere dirottamente e 
singhiozzando. 

Sangioto. Singhiozzo, sin- 
gulto. 

Sango salvadego. Erba can- 
nella; nasce nel luoghi 
aqoosi e nel fossi. 



SA 

San'Gorgon: Co piove de 
San Gorgon sete brenta- 
ne e un brentanon. Det- 
to contadinesco onde si 
presagisce cbe se il 9 set- 
tembre^ festa di san Gor- 
gonio, è tempo cattivo, il 
prossimo autunno sarà 
pessimo. 

Sanguenonì (vocebassa)San- 
gue di Bacco! 

Sangueta. Sanguisuga, mi- 
gnatta. Detto ad uomo, 
vale seccatore importuno. 
Vale anche Pelarin, 

— de mar. Sanguisuga ma- 
rina, che si attacca ai del- 
Ani e ad altri pesci suc- 
chiandone il sangue. 

5onstf. tliive infrante, trat- 
tone Polio. Quindi andar 
in sanse, cioè in frantu- 
mi. 

Sanser, Sensale. 

Sansuga. V. Sangueta, 

Santa Barbara, Luogo do- 
ve si tiene la polvere da 
fuoco, e fu postò sotto la 
protezione di s. Barbara, 
forse per quel fulmine 
che colpi Tempio suo pa- 
dre, autore del di lei 
martirio. 

Santalèna, Specie di con- 
chiglie univalvi nel gene- 
re delle patelle. 

Santelmo: fogo de Santet- 
mo. Quel fuoco che par 
di vedere sugli alberi del- 



S k 



277 



le navi neirestafe, in tem- 
po di tempesta, ed è man- 
dato dalle lucciole terrestri 
volanti colà trasportate dal 
vento. 

Santi fice tur, Graf'fiasanti , 
ipocrita. 

Sanliglioni* I favoriti ; peli 
che si lasciano crescere 
alle guancie. 

Santo: dar el santo. V. 
Dar, 

— far un santo veehio. 
Manomettere, guastare. 

— per che san tot Per qaal 
titolo motivo? 

Santolo, Padrino al battesi- 
mo alla cresima. 

— Dicono le donne ai fan- 
ciulli per di^trarli quan- 
do tossiscono nel bere. 

Sanzuane, V. Compare. 

Saon. Sapone. 

Saoner. Sapooajo ; quegli 

che fabrica vende sa- 

.pone. 
Saar, Savore. Così chiamasi 

da noi certa salsa fatta al 

pesce con aceto ed altri 

ingredienti. 

— de mezo saor. Mozzo; 
dicesi delle frutta, tra U 
dolce e Tacetoso. 

Saorio, sàoroso. Saporoso, 
saporito. 

Saorna, (ferm. marin.) Sa- 
vorra; arena che si met- 
te nel fondo del naviglio 
per farlo affondare ecc. 



2y% SA 

Saponata. Saponaja ; erba 
la qaale pestata ed agita- 
ta nell^aqua la rende spu- 
mosa, e serve per lavare 
i panni senz^ alterarvi il 
colore. 

Sapone ta. Specie di orolo- 
gio da tasca, cosi detto 
dalla cassa che cuopre 
tanto II cestello quanto il 
quadrante. 

Saraca, Salacca; pesce di 
mare, poco dissimile dal- 
Taringa ma più piccolo. 

— tirar iarache. Bestem- 
miare. 

Saraììal: vten zo Saraval 
co le so musse. E piove 
dirottamente. 

Sarcegna, V. Zarcegna* 

«SarcA ie.(term. mar.) Sarte. 

Sardèla. Sardella ; pesce 
noto. Quando è piccolis- 
simo si dice sarde lina, e 
quando è un po^più gran- 
de, palaziola. 

— del lago, Sardena ; pe- 
sce d^aqua dolce che so- 
miglia alla sardella, ma 
D^è assai più grande. 

Sardèle. (gergo) Staffilate 
che danno alcuni maestri 
a^ ragazzi per castigo sul- 
la palma della mano. 

Sardon, Acciuga; pesce di 
mare. V. Inchiò. 

Sarpe, Vioaccie; acini del- 
l'uva, uscitone il vino. 

Sartofar, Lavorare da sarto. 



SA 

Sasonar, Cuocere perfetta- 
mente, jéssaisoner dico- 
no i Francesi il perfezio- 
nare coVondimenti. 

— magnar de sason, V. Ma- 
gnar. 

t$d«se<o. (giuoco) Sussi; giuo- 
co fanciullesco che si fa 
tirando con una piastrel- 
la ad un sasso, sul qua- 
le sono alcune monete. 

Sassin. Assassino. 

Sasso: trar el sasso e seon- 
der el brazzo. Tirai la 
pietra e nascondere la ma- 

. no; fare il male • mostra- 
re di non esserne Pautore. 

Saoer. Sapere. 

— Savevi: sapevate. Saveul 
sapete? Saslul sai tu? 
Sala ? sa ella? No lo so- 
ffio? non lo so io forse? 
Cossa 50(710 mil che so 
io? Saoaraoe: saprei. Sa* 
vesto : saputo. 

— saver dove el diavolo 
tien la eoa. Essere astuto. 

— saver una cossa per za* 
rabatana, V. Zarabotana. 

— tanto che no so. Tanto 
che non saprei dirvi. 

Saver ( nel senso di senti- 
re ) saver da bon o da 
cai ivo. Aver buono odo- 
re sapore ; od altrimen- 
ti cattivo ecc. 

— da brustolin, 'Brustolin. 

— da bon. Aver buon odo- 
re, sapore ecc. 



SB 

Saver da lUpio. Di mucido; 
esser presso a putrefarsi. 

— da legno. Sapere di secco. 

— da rio. Di lezzo. 

— da vechin, V. F'echin, 

— da romatico, V. Roma^ 
lieo. 

— da caratò lo, V. Cara* 
tèlo. 

Savojardo. Pasta reale; ter- 
mine de* ciambellai. 

Sazar. Saggiare o assaggia- 
re. 

Sazo. Assaggio. 

— dar^el sazo. Far la pro- 
va. 

— un tazo de seda ecc. 
Esagfo, cioè la sesta par- 
te deir oncia. 

SbalMzzarse. Smammolarsi^ 
g^pdersi. 

Sbadagio. Bavaglio ; fazzo- 
letto cbc gli scherani ser- 
ran sulla bocca per im- 
pedire le grida. 

Sbadagiola. Sbadigliamento. 

Sbafare, Spettorato, scollac- 
ciato. 

Sbagiada, Gridata; affollata 
di parole.. 

Sbagiar, Abbajare, latrare. 

Sbagiarola, V. Sbadagiola. 

Sbaiar, s6a/à. Desistere, ces- 
sare ; desistito, cessato. 

Sbalà. Detto ad uomo, vale 
spallato, spiantato. 

Sbalonarse, Dilombarsi. 

Sbalotar, Ripulsare, esclu- 
dere. Anche sbatacchiare. 



SB 



^79 



Sbalzo: de sbalzo. Di pri- 
mo lancio; quasi subito. 

Sbampir, sbampio. V. f^in, 

Sbampolar, Lo sbattere di 
una flammella. 

Sbampolo, Asolo, respiro, 
sollievo. 

Sbandierona. Spiritessa ; 
donna di troppa vivacità. 

Sbarada. Sparata; millante- 
ria. 

Sbaragia: a la sbaragia. A 
cielo scoperto. 

S barar. Sparare, scaricare 
un'arma da fuoco. 

— bombe. Raccontare cian- 
cie, fandonie. 

Sbarlefl. St)erlefa ; bocche 
contraffalle; atto da scher- 
nire altrui. 

Sbasto. Basito, morto. An- 
che sparuto e meschino. 

Sbasir, Languire, morire. 

Sbassar. Abbassare. 

— le aie, Inflaccbire, abbas- 
sare Torgoglio. 

Sbasuchiar. Baciucchiare. 

Sbasuehion. Gran badato- 
re. 

Sbataizza. Risacca; maret- 
ta leggiera, ma incomoda. 

Sbater. Dibattere. 

— cuscini, stramazzi, ecc. 
Spiumacciare. 

— i pani. Scossare 1 pan- 
ni; lo scuoterli con mano; 
scudisciarli il batterli collo 
smrdiscio. Sbater dicono 
altresì le nostre lavanda- 



a8o 



S6 



SB 



je lo sciaguattare una co* 
sa per lavarla. 

Sbater : la me sbate. Ho 
fame. 

— aver.el so bel da sba- 
ter. Aver il suo bel che 
fare. 

Sbatochiar, Scampanare. 

Sbaluo, Sbattuto, scolorito, 
di mala voglia. 

Sbauchiar. Scombavare^ im- 
brattare di bava. 

Sbaviso, (term. degli stam- 
patori) Ooppiegglalura ; 
difetto d^impressione. 

Sbazzegar, Vacillare, sme- 
morare. 

Sbecar, sbecà. Smozzicare, 
smozzicato. 

Sbecaùra. Scalfittura^ lesione 
in pelle. 

Sbeletarse. Imbellettarsi. 

Sbergnifo. Uomo assai scal- 
tro. 

Sberla, sberlo lo. Schiaffo. 

Sberla. Malfatto, malcompo- 
sto. 

Sbevachiar, Sbevazzare, trin- 
care. 

Sbeifachion, Beone. 

Sbezzo la. (gergo) V. Sca^ 
fon. 

Sbezzolar.Viì\hzaiTe,tar pic- 
coli guadagni. 

Sbezzo Un. Buon procacci- 
no. 

Sbianchesin. Imbianchino ; 
imbiancatore di muraglie. 

SbianeMzar. Imbianchire. 



«$6ionzar.Sprazzare; bagna- 
re spargendo miautisslme 
gocciole ; è più che spruz- 
zare. 

Sbianzo. Indizio, sentore. 

— de sbianzo. Per isgbem- 
bo, a schiancio. 

— aver un sbianzo. Aver 
un indizio. 

Sbiavio. Sbiadilo, smorto. 

Sbichia. Vinello. 

Sbiego : per sbiego. Stor- 
tamente. 

Sbignar. Svignare; partirsi 
presto e nascostamente. 

Sbocalon. Sboccato; sover- 
chiamente libero nel par- 
lare. 

Sboch iar. Trucciare ; levar 
colla sua palla (nel giuo* 
co) la palla delPavversario 
dal luogo dov^etla era« 

Sbochie. V. Bùrele. 

Sbofio. Taogoccio, goffo per 
soverchia grassezza. 

Sbolzonera. (voce antiq.) 
Monamerda ; donna da 
poco. 

Sbonigolà, V. Desbonigolà. 

Sbonigolarse. Sbellicarsi. 

Sboraoi (voce bassissima). 
V. Cagao, 

Sborar. Corrompersi, spar- 
gere il seme. 

Sboraura. Sperma delPani- 
male. Detto ad uomo, per 
ingiuria vile. V. Sborao. 

Sborgna. Imbriacatura. 

Sborgnar. Vedere a stento. 



SB 

Sborgno. Boralo, di corta 
vista. 

Sbotegar, Aver tossimento. 

Sboteghin. Gannajo, specie 
di pesca. 

Sbotegon, Catarroso. 

Sbragkessona» Donna peta- 
lante. 

Sbragiar. Sbraitare, grida- 
re. 

Sbrazzolar i putei. Portar- 
li in collo. 

Sbrego, Schiappa; ceppo ta- 
gliato per lo Inngo dà ar- 
dere. Anche ciambella lun- 
ga aperta nel mezzo. 

Sbrega- mandati, Sputa-sen- 
iense. 

Sbregar, Squarciare, strap- 
pare, lacerare. 

Sbrego, Squarcio, sdrucitu- 
ra. Dicesi anche per dan> 
no, discapito. 

— far un sbrego. Far uno 
strappo sul vestilo. Altri- 
menti : rompere ogdi ri- 
guardo. 

Sbregon, -Squarcio grande. 

Sbrenà. Sfrenato, licenzioso, 
impetuoso. 

Sbr indolo. Rimbrenciolo ; 
pezzuolo di earta^ di strac- 
cio, di carne, o di chec- 
chessia altro. Detto per 
vezzo, vale fanciullino. 

Sbrindolon, Vagabondo; an< 
che cenciosOé 

SbriM, Sbricio, misero, mal 
ve^iib. * 



SB 



aai 



Sbr issar. Sdrucciolare, sci- 
volare. Anche trascorrerò 
in qualche fallo. Sguizza- 
re dicesi lo scappare che 
fanno i pesci. 

Sbri^son, L^atto di sdruccio- 
lare; scivolata. 

— de sbrisson, alla sfuggi- 
ta. 

Sbrocada, Scoppiata, sfogo, 
rabbuffo. 

Sbrocar, Scoppiare. 

Sbrochelar, Sbullettare; get- 
tar fuòri le bullette. 

Sbrodachio, V. Sbrodiehio, 

Sbrodegar, imbrodolare ; la- 
var male, ed anche lavo - 
rar male. 

Sbrodego, Guatlero, lavasco- 
delle. 

SbrodicMo, Broda, imbrat- 
to ; cosa troppo liquida. 

Sbtodolosa, Brodolosa; vec- 
chia sporca. 

Sbrogiar, Scaiflre, intacca- 
re la pelle. 

Sbrogiaura, Graffiatura. 

Sbrufada. Spruzzaglia; di- 
Cesi per Tatto cU spnu- 
zare> ed anche di quel 
colpo che danno talvolta 
i liquori uscendo con fu- 
ria dal vaso. 

— de odor. Zaffata. 

—> de rider. Scroscio 41 
risa. 

Sbrufar, Spruzzare, asper- 
gere. 

— de rabia. Sbuffare. . 



so 



a83 



se 



Sbrufa ( voce aoUq. ). Così 
chiamavaosi iioa volta i 
portinai de^oostri teatri. 

Sbrufa-riti. Motto iogiorio- 
•0, vale bravaccio» buffo- 
ne. 

Sbrufon. Y. Sbrufada. 

Sbu fonar. Sghignare, bef* 
fare, minchionare. 

Sbuiar. Forare, bacare. 

— àbusarlcL. Eiuscime, u- 
sdrne a bene. 

Sbuio. Forato, perforato. 

— - over le tnan sbuse. Es- 
ser prodigo, troppo facile 
a spendere, donare ecc. 

Scabéti. BuffeXti; queMue 
aroiadini che tengonsi uno 
per parie del letto. 

Scabio, (gergo) Vino. 

SecLbiozzo, Luogo angusto; 
anche arnese che non cor- 
risponda all^ uso da far- 
sene. 

Seaehio. Scommenlato; dis- 
seccato dai sole e dai ven- 
ti; dlcesi deMegnami e 
delle barche fuor d^aqua. 

*«- Detto ad uomo, vale onin- 
gherlino, magrlno^ 

Scaeo: dar setuso a unOé 
Superare .altri in quatola- 
si cosa. 

^eaconia/o« Dare o ricevere 
gran perdita. 

Scafa. Pila delPaquaio delle 
case per ricevere le aque 
immonde. 

— far ia scafa. Ve Far. 



se 

Scafada da prava, ( term. 
marin.) Cassa da cubici 
specie di riparo dalla par- 
te di prua per ricevere 
le ondale ch^ entrano per 
le cubie. 

Scafeta de la Pietà. Nicchia 
presso lo spedale della 
Pietà, ove si portano i 
bambini esposti od abban- 
donati. 

— del violin. Ponticello ì 
quello che sostiene le cor- 
de. 

— da pie. Predellino. 
Seafon. Balzante; coi men- 
to acuto. 

SeagazzeriL Termine d^in- 
giuria che si dice a gio- 
vinetta; corrisponde qua- 
si a pisciacchiera. 

Seagazzo. Paura grande. 

«S'cnorto. Ascella; concavo del • 
l'appiccatura del braccio 
con la spalla. 

Scagioto. Specie di gobio; 
pesce minuto di mare. 

Scagnelo del naso. Gobba 
del naso. 

Soogno. Scanno. 

— co la merda monta in 
scagno o la spuzza o la fa 
dano. Al mal villano non 
gli dar bacchetta in maoo« 

Scagolo, V» Seagazzo. 
Scala: scala a bovolo. Scala 
a chiocciola, a lumaca. 

— a man, A piuolj, porta- 
Ule. 



se 

Scala : ghe 90l le tcale de 
seo. Ci vogliono mille ce- 
rimonie difficoltà. 

— su per scala e zo per 
corda. Cioè impiccato; mo- 
do scherzevole. 

Scaldar: scaldar i scagni. 
Far visite faori di conve- 
nienza. 

— le rechie a uno. Sgri- 
darlo, rimproverarlo. 

— scaldane i folij p. e., no 
la se scalda i foli. Cioè 
non la s^inquieti, non si ri- 
scaldi il polmone. . 

Scaldin. Caldanino, laveg- 
gio; vaso da metter fuo- 
co per riscaldarsi le ma- 
ni. 

Scalcia: prò a scalcia. In- 
teresse a scalare, 

Scaleter. Offelliere, ciambel- 
laio; perchè scalete si 
chiamavano anticamente le 
paste dolci> lo quali avran- 
no forse avuta la forma 
di scalette. 

Scalè, Specie di caicco di 
lusso per Tarrivo di prln- 
'cipi. 

Scalfaroto, Scarferone ; scar- 
pa di feltrelli. Anche cal- 
zerotto, cioè quella breve 
calza che cuopre appena 
la noce del piede. 

Scalfo, (gergo) Boccale di 
vino. 

Seal furo, (voce antiq.) V. 
Scatùra. 



se 



285 



Scalinada. Gradinata. 

Scalmana. Scarmana. 

Scalmanarse. Infiammiirsl. 

Scaltrir. Galterire, scalfire^ 
penetrar nel vivo. , 

Scalzacan. Mascalzone. 

Scalzada. Calcio, percossa 
ch« si dà col piede. " 

Scamofie, scamo/lezz{.Sman- 
cerie, smorfie. 

Scamofloso. Lezioso* smor- 
fioso. 

Scampar. Scappare, fuggire. 

— da cagar, da pissar ecc. 
Aver bisogno o stimolo di 
cacare, pisciare ecc. 

-^ co xe scampa i bo se» 
rar la stala, V. Bo. 

Scampo. Sorta di granchio 
marina a coda lunga. 

Scampon: de scampon. Al- 
la sfuggita. Anche a schian» 
ciò, obliquamente. 

Scanafosso, Scolatojo o scolo 
d^aquc in campagna. 

Scanar. Accannare ; pren- 
der per la gola. 

Scanà: abito scanà, Salta- 
mindosso; vestimento mi« 
sero. 

Scanaruzzo (voce scherz.). 
Strozza, canna della gola. 

Seancanico e scancariato* 
SparuUno, tristanzuolo. 

Seancèlo. Dtcesi impropria- 
mente da noi ad nn ban- 
co da scrivere ed anche 
alio stanzino dello scriva*^ 
no; scrittoio. 



a84 



se 



Seanelà. Scanalato e stria- 
to; lavoro intagliato a ca- 
naletti. 

Scansa^fadighe, Scansardo, 
fuggifatica. 

Sean$ar. Causare, schivare. 

Scantinar. Tentennare, va- 
cillare. Anche titubare, non 
Istar fermo in lui propo- 
sito. 

Scantona, Angolare. 

Seanzia. Scanceria; palchet- 
to cibassi, ove si pongono 
1 piatti nella cucina. Al- 
trimenti scaffale da por 
libri carte od altro. 

Seapin, Scarpino, scarpa sot- 
tile. 

— de le calze. Pedule. 

— tagio de scapiti, (term. 
de^ beccai ) Sfaldatura di 
polso; quella paletta che 
resta attaccata alle spalle 
delP animale. 

Scapinante. Cursore^ galup- 
pò. 

Seapinar. Rifare il pedule 
alle calzette. 

Scapuzzar, Inciampare; an* 
che sbagliare. 

Scarcavalo. Salterello ; pez- 
zo di carta ripiegato e le- 
gato stretto, con entro pol- 
vere d^archlbugio. 

Scardola, Scardine; pesce 
vilissimo d^aqua dolce. Di- 
cesi anche per disprezzo 
di uomo piccolissimo; 

Seargo'barile, Scarica-bari- 



se 

li ; giuoco fanciullesco che 
si fa in due col porsi schie- 
na contro schiena, ed in- 
trecciate le braccia, alzar- 
si scambievolmente da 
terra. 

Scarga^harili, (ed in ger- 
go) Finzione, falsità, in- 
venzione. 

«Scarni ir. Scarnire, impiccio- 
lire, assottigliare. 

Scarmo, Scarno, magro. 

Scarmolin. Scarzo; di mem* 
bra leggiadre ed agili. 

Scaro, Sargo ; pesce dì ma- 
re. Quando è salato in ba- 
rili si chiama MLraca, 

Scarpai una scarpa e un 
zocolo. Persona o cosa in 
mal ordine. 

— scarpa grossa paga ogni 
cosso, Oli stracci vanno 
alParia. 

Scarpe lon. Piccone; stru- 
mento di ferro, col quale 
si scavano i macigni. 

Scarpina, Scorpena; pesce 
di mare. 

«Scarpe fa. '^Soletta, pedule ; 
parte della calzetta, che 
si mette sotto il piede. 

-> sto mondo xe fato a 
scarpetej chi se le cava 
e chi se le mete ( pro- 
verbio)* Questo mondo è 
fatto a scale ; chi le scen- 
de e chi le sale. 

Scarpia. Ragnatela ; tela di 
ragno. 



se 



Scarpiar. Levare dal muro 
le ragnatele. 

Scarpion. Scorpioue. 

Scarpo laro. Beccostorto; uc- 
cello aquatico. 

Scarse la. Saccoccia. 

— flnla. Pistagnino; ripor- 
to di una toppa nelle ve- 
sti per coprir le tasche. 

Scar sciar. Intascare. 

Scarsizar. Scarseggiare. 

Scartini, (term. di giuoco) 
Cartaccie ; quelle che noii 
fanno giuoco^ o non con- 
tano. 

Scartozxar, Accartocciare, 
avvolgere. 

^car/02ze/t. Aquilegia; pian- 
ta erbacea. 

Scar tozze to. Gartocclno. 

Scarlozzi. Gluma ; foglie 
seccate della pannocchia. 

Scartozzo. Cartoccio. Anche 
cialdone ; cialda avvolta a 
guisa di cartoccio per man- 
giare la pana. y. 

— de pevere mal ligà. 'Ci- 
cisbeo da quattro al soldo. 

ScMsar. Cancellare. Anche 
cullare^ ninnare, 

Scossola. Uccelletto grande 
come il fringuello. 

Scatà. Voce greca^ che va- 
le sterco. 

Scatarachio o scataron. 
Sornacchio,catarro grande. 

Scatola da petini. Petti- 
niera. 

-^ da tabaco» Tabacchiera. 



Scatolin. Scs 
calore di s 
trapole e 
lavori di I 

Scaton. (tera 
ma delPal 
zo principi 
cui si ad; 
altri. 

Scatura. Sti 

Scalurar o 
paurire. 

— scaturir 
dar fuori. 

Scavalcar. S 
sar di so 
alla volta 

Scavezzar. 

— la bevui 
canto; Ir 
un^azione 

Scavezzon. 

sona di p 
Schechè. Se 
Scheletrio, 

ridotto a 
Schena. Sci 

— fil de l 
-^ del cor 

parte del 



- in drio 
dietro. 

" star in 

in tera. 

reni; con 

• dar de 

re il lav 

- fondo € 



386 



se 



de^ beccai) Soppelo; (aglio 
di carne« cli^è qaella pun- 
ta che sta attaccata alla 
spaila. 

Schenà. Impettito; diritto 
colla persona. 

Schenal. Spalliera e appog- 
giatoio. 

— d« manzo, (term. de^ bec- 
cai) Spinai midolla, che si 
cava dal bove macellato, 
e si vende per frittura. 

Scheo, Appellativo dato dal 
volgo alla moneta di un 
centesimo di lira austriaca. 

Schiafa, Schiaffo, guanciata. 

Schiama, Squamma. 

— fato a schiame. Lamel- 
lato. 

Schiamar. Diliscare > levar 
le lische al pesce. 

Schianta:^ una schianta. Un 
cotal pocolino. 

Schiao, Schiavo, addio; sa-» 
luto di confidenza. 

Schiaonèlà, V. Schionèta, 

Schiapa, schiapa - zuche e 
schìapin, Sbercia; male- 
sperto in qualunque cosa 
che imprenda a fare. 

Schiapinada, Balorderia , 
gofferia. 

Schiapo, V. Chiapo, 

^chiaranzana, Radore; di- 
fetto de^ panni quando 
non sono ben fitti. l>icesi 
chiarore quando appare in 
mezzo al fosco un po^di 
chiaro. 



sq 

Sehiarele. ?. Sehfaranza- 
no, 

<ScAìa»s«ar.Ginguettare; par- 
lare in lingua ignota. 

Sehia^azene, Angelica sai- 
valica ; erba che nasce 
spontanea. 

Schiavina, Panno grosso da 
schiavi. 

— cuor contento e schia- 
vina in spala. Chi si con- 
tenta, gode. 

Schiavo, Blatta, ma più pro- 
priamente piattola; specie 
di scarafaggio nero che 
sta nei luoghi immondi 
della casa. 

Schienza. Sverza; scheggia 
annicchiatasi nella pelle. 

Sehienzeì Esclamazione, co- 
me : bag.ittelle ! 

Schieson, Lunario con poe* 
sie vernacole. 

— Detto ad uomo, vale uo- 
mo brutto, cioè simile a 
quella ridicola figura che 
si vede incisa sul nostro 
schieson. Quindi anche il 
termine schesionà. 

Sehila. Squilla^ specie di 
gambero. Detto ad uomo, 
vale magro, sottile. 

Schincapene, Frustapenne\ 
scriltorello. 

Schincar. Spuntare ; gua- 
stare la punta della pen- 
na. 

Schinco, Stinco; osso della 
gamba. 



se 

SehiHelfL Scbienella, acciac- . 
co; qualsisfa malore. 

Schiccar, Scoppiettare e 
crepitare; chioccare^ fare 
strepilo colla frusta scuo- 
tendola. 

Schiocarla, Dirla schietta. 

Schioco, Scoppio e chiocco. 

Schionèla. Cerchietto di fer- 
ro. 

Schiopao. V. Copao, 

ScMopar, Scoppiare, 

Schiopaura. Crepatura. 

Schiopazene. Evonimo o fu- 
saggine; arbusto sempre 
verde, il eul legno è gial- 
lo, simile al bosso, ma 
più tenero, e si adopera 
per diversi lavori. 

Sehiopizar» Crepitare, scop- 
piettare; dicesi delle le- 
gne che fanno tal effetto 
abbruciando. 

Schiribizzo. Ghiribizzo, ca- 
priccio. Se sulla carta, 
ghirigoro. 

Schitar, Scacazzare. Detto 
metaforicamente , rinve- 
sciare, svesciare, ed an- 
che il riferire qjaelio si 
dovrebbe tacere. 

Sehito. Sterco di polli, ca- 
cherello. 

Schiton. Ciarliere, che tut- 
to palesa. 

Schizza, Camuso ; che ha il 
naso schiacciato. Nasèca 
dicesi scherzevolmente di 
naso assai piccolo. 



Schizzar, 

— i roti. 
Schisare 
ro rotto 
ma di va 

— schizzi 
uno. 

Schizzeto, 
Scoa, Scop 
Scoa^atse 

Spazza-ci 

vela. 
Scoa-mar 

Sorta di 

re. 
Scoazzera 

da rlpor 
Scoazze, S 

dizie. 
Scoazzer, 

va racc< 

re e le < 
Scoca, Cav 
Schochià, 

co catti^ 
iScoco. Sfr 

za rifles! 
Scoconar, 
Scoconars 

nel sens 
Scoder. I 

anche s 

senso di 
Scodibile 
Scoeti de 

ni; pezi 

pongom 

to alle 

garle* 



IfT" 



T^ 



988 



se 



Seolaor, Aquaio, goeclolatofo 
di cucina ; iubgo pendente 
per lo quale ^colano le co- 
se liquide. 

Scoleta, Bordello; luogo dis- 
onesto di donne. 

Scolo. Scotta ; aqua di latte; 
Il siero non rappreso che 
avanza alla ricotta. 

Scombro, Sgombero; pesce 
di mare. 

Seombu9tolar. Scombuiare, 
disordinare, disperdere. 

Scotnenzar. Incominciare. 

Seomenzera, Dicevasi quel 
canale ch^era appena cO" 
minciato dalfarte, e che 
lasciavasi poi alP azione 
deiraqua col flusso lo sca- 
varlo e profondarlo. 

Seoncètar, Infamare, diffa- 
mare. 

Scondagna. Agguatelloi, na- 
scondiglio. 

-^ far scondagne. Operare 
di nascosto. 

Scondariole, Fare a capo-na- 
scondere; giuoco fanciul- 
lesco. 

Sconder, sconto. Nasconde- 
re, nascosto. 

Seondon : in seonfion. Di 
soppiatto. 

Seonir. V. Desconir. 

Seontraura. Malincontro , 
contrattempo. 

Seontrln. Bulleltino, poliz- 
setta. , 

Sàopazzon. Colpo di.mano^ 



se 

dato sul capo a mano a- 
perta; scapezzone. 

Seopeloto. Scappellotto. Va- 
le anche per danno, di- 
scapito. 

Seopeton. Agone; pesce sen- 
za uova e senza latte, con- 
ciato in salamoia. 

Scopola. V. Scopazzon. 

Scorabiar. Scorrazzare, sca- 
vallare. 

Seoranza, V. Bojana. 

Seoreza, Peto, ventosità. 

— sófegada. Vescia, loffia. 
Buffare, vale far vento sen- 
za che si senta il suono. 

Scorezar. Scoreggiare, spe- 
tezzare* 

Scorezon. Detto ad uomo*, 
vale petardo. Detto a don- 
na, vale cacatessa. 

Scorlada. Scossa, scrollo, 
scuotimento. 

Seorlar: Scrollare. Dicesi 
anche seorlar la freyt : 
soffrire la febre. 

— seorlar luto. Dicesi me- 
taf. di chi non si risen- 
te di nulla. 

Seorlon. Scossa. 

— co le man a seorlon, A 
mani vuote. 

Scorsizar. Corseggiare, an- 
dare in corso. 

Scortegada, Scorticaria; spe- 
cie di rete da pescare. 

Scortegar, Scorticare. 

— el peochio. Esser avido 
di guadagno. 



se 

Scor legar: tanto fa quei 
ehe tien, qiianto quei 
che ecortega. Tanto va a 
chi ruba, quanto a chi tien 
i! sacco. 

SeoTzer, Cojajo, pelacane; 
quello che concia le pelli 
degli animali. 

Seorzeria. Concia o pelato^ 
jo ; luogo dove si conciano 
le pelli. 

Scorzo de pomo, pero, ecc. 
Buccia. Guscio dicasi quel< 
lo delie castagne; siliqua iJ 
baccello de"* legumi; mal< 
Io, la scorza verde delle 
mandorle; roccia la secon* 
da scorza di esse e deiU 
nocciole; loppa e glums 
il guscio de^ grani; bucci; 
quella de^rutti cui serv< 
quasi di, pelle. 

Scorzon» (term. deMegnaiuo 
li) Sciavero; ì\ piallaccio < 
quello che ritorna sotto h 
sega, ma non lo sciavero 

Scossai. Grembialino da ca 
lesse ; ribalta di cuoio chi 
sbalza e si abbassa per ri 
parare ^e gambe di chi 
in calesse. 

Scoia, (term. marin.) Scotta 
fune principale attaccai 
alla vela, la quale alien 
tata tirala secondo i veo 
ti, regola il cammino del 
la nave. 

Scola; son scola. Fui gal 
baio ; ho avuto 41 danm 



1190 



SE 



\ 






ye io andando. Scroscia- 
re dicesi del pan fresco. 

Scrimia» Acuine^ acutezza. 

Serizzar, Scrosciare^ scric- 
chiare. 

Serizzolamenlo. Trìcche- 
tracctie; quel minore che 
fa chi cammina con cal- 
zari di cuojo risecco e si- 
mili. 

«Scrofa. Scròfa, troia. Dello a 
donna, vale puttana. Dello 
ad uomo, vale poltrone. 

Scrooada» Cosa assai cattiva 
mal falla. 

Scroveria, Sporchizia. 

Scuèla. Scodella. 

Scuelolo. Bacinella. 

Set^fia, Cuffla« Ed in gergo, 
ubriacatura. 

Sculà. Sciancato, dilombato. 

Seulier, Cucchiaio. 

Scuole, Così cbiamavansl an- 
ticamente le confraternite 
o corpi di arteOcF in Ve- 
nezia. 

Scurita. Tavola sottile di 
at>ete usala per lavori mi- 
nuti di falegname. 

Scuriar, Scudisciare; per- 
cuotere di scudiscio. 

Scur(ai\ Accorciare. Scur* 
tà; accorciato. 

Scurzo. (term. di pittura) 
Scorcio; quello che nella 
prospettiva fa apparire le 
figure di più quantità che 
elle non sono. 

Sé. {coWe stretta) Sete. 



SE 

Sètcawirse la sé co l'aqua 
salada. Cavarsi un capric- 
cio con pro'prio danno. 

Se, (usato come pronome) 
Corrisponde airitaliano ci; 
per es. sentemose, sedia- 
moci, se vcderemù, ci ve- 
dremo ; se troveremo ecc. 

Sea, Se la. 

Seeada, Noja, importunità. 

Seca • baio le e seca - min» 
ehioni. Rompi - capo, fa- 
stidioso. 

Secaginoso. Nojoso, stucche- 
vole. 

Secantin. Faslidiosetto. 

Secar; secar la mare. Infa- 
stidire. 

Sechier, Aquajo, scolatojo. 

Sechiela, Seggetta, predel- 
la, cesso. 

Secolin. Uagriccluolo. 

Seconda. Amnio, placenta; 
interna membrana che in- 
volge il feto nelPutero. 

Sedenò. Altrimenti, in diver- 
so modo. 

Sedia. V. Sediol. 

Sediar. Notare, importunare. 

Sedici, Calessino; sedia a 
due ruote e ad un .ca- 
vallo. 

Sedete, Setole o fenditure 
alle mammelle presso al 
capezzolo. 

Segalar, Scannare. Sgozza- 
re; dicesl del modo di uc- 
cidere gli animali usato 
dagli ebrei. 



,_^ 



SE 

Segnati: farghene de mite 
segnati. Far di tutto; vi- 
vere alla scapestrata. 

Seleno, Sedano e appio. 

— gambe de seleno (detto 
scherzosaoi.). Gambe spol- 
pate. 

Selèr. Sellaio. 

Seleta, Seggetta forata pe^ 
bambini. 

Selmo. Specie di asteria o 
stella marina. 

-— de le granaeole. Specie 
di granchio marino, non 
buono. 

Sema e seme (coire stretta) 
Sementi di vegetali^ co- 
me dei poponi, dei coco- 
meri eec. 

Semadu. Orzata; bibita di 
semi di popone stempe- 
rati con aqua e zucche- 
ro, sotto forma di emul- 
sione. 

Sembrar, (idiotismo) Mesce- 
re, unire insieme cose che 
si assomigliano. 

Semenzina.Plceo\a semente. 

— ieme santo. Semi di 
fiori polverizzati per uso 
di medicina. 

— (term. de^ confettieri) Piz- 
zicata; confezione minu- 
tissima. 

Seme te da manestra. Se- 
mini ; paste minute simi- 
li arsemi di popone, da; 
mangiarsi colte In mine- 
stra. 



aga 



S E 



r Ascensione non venga 
di giovedì. 

Setuer. Sensale. 

Sensereto, Sensaluzzo. 

Sentarse. Sedersi. Me sen^ 
to : siedo; la te senta: si 
sieda ; me sentarave : mi 
sederei; ve sentaresii : 
vi siedereste ; senta : se- 
dalo, ecc. 

— star senta su do sca- 
gni. Tenere il pie su due 
staffe. 

— dar una sentada. Dice- 
sì de^ mercanti quando 
falliscono. 

Sentina (lerm« mar.). Care- 
na; la parie di sotto del 
naviglio. 

— sentina cliiamano i nostri 
gondolieri la parte della 
gondola deretana al co- 
pertino. Centina clilame- 
rebbero gli architetti quel 
legno arcuato onde si so- 
stengono le volte. 

— andar de trasto in «en- 
tina. Passare da uno In 
altro argomento. 

Senton: in senton del telo. 
Stare a bioscio o a. btottOj 
cioè mezzo a giacere; star 
assiso in sul letto. 

Seo, Sego. 

— ghe farò cagar el seo» 
Cacar le liscbe dopo aver 
mangiato i pesci ; ossia lo 
farò penare per quanto ha 
goduto. 



SE 

Sepa* Seppia; il maschio del- 
la quale chiamasi Cala' 
maroj mollusco carnoso, 
che cuocendo manda un 
umor nero a guisa dMn- 
chh>stro. . 

Sepolina» Seppiola. 

Serar la stala dopo «cam- 
pa i bo. Prestar o cercar 
rimedio dopo seguito il 
danno. 

Sera - sera. Parapiglia ; ed 
anche improvviso avveni- 
mento. 

Serola, Uccello del genere 
dei merghi. 

Serolon. Mergo-oca; uccel- 
lo marino che frequenta 
pure i fiumi e le paludi. 

Serpa de la carozza. Ser- 
pe ; cassetta della carroz- 
za, sulla quale siede il 
cocchiere, 

Sessola» Votazzuola; specie 
di pala picciola di legno, 
che serve a cavar l*aqua 
dal fondo delle barche. 

— da tote, Schlfelta; arne- 
se che si tiene sotto le 
botti per raccorrò li vino 
che gocciola dalla can- 
nella. 

— a barca rota no ghe 
voi sessola. A barca af- 
fondata non vai sifone o 
4)ala. 

Sestar, Assettare, aggiusta- 
re e metter in ordine. 
Sestin. GestOi smorfia. 



S F 

Sesto: omo de usto, Demc 
di garbo. 

— vare che setti! Vedet< 
che Bei modi ! 

— senza sesto e senza mo 
delo. Senza cobtegao. 

— ghe voi i cinque sest 
per farlo parlar, scriva 

, ecc. ( modo antiq. ) Vegg 
ciò che si è detto alli 

pag. 9* 
Se far. Assettare, acconcia 
ré, mettere in beII''ordine 

— el stomego. Corroborar 
si. 

Séte: far un 7. Far un 

squarcio. 
Setemin, Dì sette mesi par 

lorito. 
Sfacelo. Dissoluzione, disfs 

cimento. 
«SfacAtnar. Affacchinare; fac 

ebineggiare. 
Sfàdigar, Affaticare. 
Sfadigon. Laborioso^ op< 

roso. 
Sfadighente, Che affaticai 

braccia o Pingegno. 
Sfalsar. Falsare, falsiflcart 
Sfantar, v. Desfantar. 
Sfegata, A{>passionato pc 

una cosa. 
Sfendaura» Spaccatura 

crepatura. 
S fender la testa. Romper 

il capo con clamori. 
Sfera, Stilo o Indice deg 

orologi. 
Sfesa, Fessura. 



m^^mmtfm 



^94 



SG 






Sfratnpugnar." Mantrugiare; 
aggrovigliare ; concfiir ma- 
le che che sia. 

Sfrantumar. Stritolare , 
schiacciare. 

Sfraselar, Sfracellare. 

S frase le : in sf rase le» In 
briccioli minuzzoli. 

Sfredió, Raffreddalo, colpi- 
to d'infreddatura. Anche 
rallentato e disanimato. 

Sfredir. Raffreddarsi. 

Sfredoloso. V. Fredoleto» 

Sfredor, Infreddatura, costi- 
pazione. 

«S/re^o/ar. Stropicciare; fre- 
gare con mano, con pan- 
ntf o con altro. 

— sfregolar Uno, Pjregar- 
lOf ripregarlo.v 

Sfregoloso. Friabile; e se 
parlasi del pane^ sgreto- 
loso. 

Sfrisar* Sfregiare, guastare. 

Sfrognar. V. Fufignar. 

Sfronion. Sfacciataccio. 

Sfrósar: Frodare; il celar 
mercanzie per non pagar 
gabelle. 

Sfrogno. V. Zavniada.. 

Sgalambro: a sgalembro. A 
sghembo, obbliquamente. 

Sgalmara, >£occolo; scarpa 
da villano.. 

«Soram^er /on.Spiluncone, che 
ha gambe lunghe. 

Sgambe loda. Sgambata, spe- 
datura^ affaticamento de' 
lùedl. 



SG 

Sgamhelar, Sgambare, strac- 
care le gambe. 

Sgambìrla. Merlo aquatico; 
uccello che frequenta i li- 
di del mare. 

Sganassarsé, Sbelicarsi dal- 
le risa. 

Sgangolir. Agognare» mo^ 
rir di voglia.- 

Sgarafon. Stradiere, scara- 
faldone, guardia che In- 
vigila sui contrabbandi. 
Forse jgara/b» deriva dal- 
Parpagone con cui soleva- 
no aggrappare le barche 
per visitarle. 

Sgarbelar. Scerpellare; ti- 
rar le . palpebre colle dita. 

Sgaròelà: ochìo sgarbelà, 
Scerpellino ; occhio che 
abbia rovesciale le palpe- 
bre. 

Sgorgar izar se. Gargarizzar- 
si ; far che un liquido gor- 
gogli e come ribolla in 
gola. 

Sgarofolar. Abborracciare ; 
mangiare senza riguardi. 

Sgarugiar. Smallare; leva* 
re il mallo, cioè la prima 
scorza tenera dalia noce, 
dalla mandorla ecc. 

— fora una cossa. Scoprire 
ove giace una cosa. 

Sgarugio. Roncola; coltelli- 
no arcuato per uso del- 
Pagricoltura. . 

Sgarzar. Scardassare; raffi- 
nare cogU scardassi. 



SG 

Sgherle: tirar le sgherl 
Ratire; tirar le recateci] 
precedono la morte, eie 
raccolte di fiato tardo 
sottile. 

Sgianzar. V. Sbianzar, 

Sg tonfar se, Gonflarsi. Anch 
insuperbirsi. 

Sgionfo. Gonfio. Sgonfio d 
cesi delle vesti, ed è qiie 
la gonfiezza che la mod 
vuole ora alle maniclif 
ora altrove. 

Sgionfon, Uomo grosso 
sformalo. 

<Sgiozzar esgiozzisar» Sgoc 
ciolare, 

Sgnacaroto. M0G4sicaglia;ffla 

teria mocciosa. 
Sgnanfezzo, V, Sgnanfo. 
Sgnanfo, Nasiloquo; che par 
la in naso. Non ha la liu 
gua italiana un unico vo 
caboto per esprimere i 
valore di sgnanfo, come 
il nasillard de' francesi. 
Sgnaolamento. Mugolio; il 

miagolare dei gatti. 
Sgnaolar. Miagolare ; Il man- 
dar fuori la voce che fa 
il gatto. 
Sgnesola : sta sgnesola. Di- 
cesi per ironia a cosa 
grande. 

Sgnocolar, Morfire , man- 
giare. 

Sgrafada. Graffiamento. 
Sgrafar. Graffiare. 
Sgranar, Sgranellare. An- 



-. i 



2ijCy S ! 

Sguarzelo, Gaocèlto^ unci- 
netto. . 

Sguatarar, Sciagaattare^ di- 
guazzare. 

Sguatararse. Attuffarsi nel- 
l^aqua. 

Sguatera e sgttatero. Guai- 
fero, lavascodelle. 

Sffuazzada. Scossa, pioggia 
di poca durata. 

Sguazzar, Guazzare, spruz- 
zare. Anche trattarsi sen- 
za risparmio. 

Sguazzeto* Guazzetto; spe- 
cie di manicaretto bro- 
doso. 

Sguazzo. Guazzo ;; luogo pie- 
no d*aqua. 

— a sguazzo. In abbon- 
dane. 

Sguerzo, Guercio; che ba gli 
occhi torli. 

Sgnilzar. Guizzare; proprio 
dei pesci. 

— > irar un sguilzo. Lan- 
ciarsi. 

Sguolar (idiol.). Volare. 

siar. Farsela dei remi; vo- 
gando a ritroso. 

Sidià. Assetato. 

Sie, Sei; numero. 

Siega» Sega; stromento no- 
to. 

Slegar, Segare. 

— t dei i zenochi, Rise- 
gare; queHo strignere che 
fan soverctiiamenle i le- 
gacci. 

Siena. Cassia sena ; ertia me- 



SL 

dicinale, le cùf foglie so- 
no alquanto purgative. 

Siestu che te pustuì (man. 
antiq.) Ma usasi ancora il 
dire siéstu copà, squar- 
ta, ecc. Che ti venga il 
canchero 1 

Simioto, Palombaro; uomo 
cbe va sott^aqua. 

Simiton. Impeto Inconsi- 
derato. 

Sinàmai, ninamente. Infi- 
no, perfino. 

Siala. Suola delle scarpe. 

Sialo. Suolo di tavole; la- 
volato. 

Sion. Scionala ; colpo di 
vento. Anche sifone; guel 
canale di latta o di altra 
materia con col si attrae 
l^aqua dal secchi. 

Sior, siora. Signore, signo- 
ra. 

— una siora. Una meretri- 
ce. 

Sioria, Modo familiare di sa- 
luto: addio. 

— dona note sioria. A bab- 
boriveggoli ; iodica ana 
cosa di cui non si veda 
il fine. 

Sipo. Sì, appunto, giusto. 

Sisila. Uondinella; uccello 
notissimo. 

Slaca. Anca, coscia. 

Slacà. Sbilenco, storto di 
gambe. 

Slambrichio. Pendaglio, co- 
sa che pende; e dieesi in 



SL 

significato di dispreno.Dl- 

cesi ad oDa strisela mai 

lagliata di carne. 
Stancar se. V. Snotnbolarse, 
SI anca. Sciancato, slomlM- 

to; guastalo i lombi. 
Slanegarse. Rilassarsi, aIl«Q- 
« tarsi. 

Slangorir, Illanguidire |)er 

fame. ,, ; 

Slapa. Foia» fandonia. 
Slapar, Pappare. 
Slàparo, Lnlerano, accatto* 

Ileo, calli vo cristiane. 
Stargar. Allargare. 

— i largane da la riva 
Prendersi più libertà del 
dovere. 

Slapachiar. Dilavare. 
Slenguazzon. Linguacciuto 
Slepa. Guanciata^ schiaffo. 

— de carne, de formagio 
ecc. Gran pezzo di carne 
di formaggio ecc. 

Slezierirse. iUleggerirsi. 

•S/<megrar.Masticchiare; man- 
giare a stento, senza vo> 
glia. 

Slimego. UoUiccia,. al^iian 
to molle. 

Slipe-slape. Sorta- di giuo 
co di carte, che fassi li 
molle persone. 

Slissar. Sdrucciolare, sclvo 
lare. 

Slisso. Liscio. 

Slodro. Sucido, sporco. 

Slofa. Loffa; vescia; cor 
* reggia senza strepilo. 



ag^ 



SM 



re serve a segare e pu- 
lire le pietre dure. 

Smarir. Smontare di eolore. 

Smoiterar, Far da massaia, 
lavorare. 

Smatar: farse smatar. Far- 
si beffare, svergognare. 

Smegiazza. Torta di farina 
gialla con varii ingredien- 
ti. Migliaccio. 

Smerdo$o, Merdocco e de- 
pilatorio; specie d^unguen- 
to per levar via i peli. 

Smilza, Milza. 

Smilzo. Mezzo ; dlcesi di 
frutta eccessivamente ma- 
tura. 

Smingolo. Mingolino, debo- 
le di complessione. 

Smofagio» Moccio ; escre- 
mento del naso. 

Smogie, Ratinala; aqua trat- 
ta dalla conca piena di 
panni »^cidi. V. Lissiazzo. 

Smolachià, Sbonzolato, slac- 
ciato. 

Smonà, Svoglialo, accapac- 
ciato. 

Smonarse, Stuccarsi, anno- 
iarsi. 

Smorbar, Ammorbare. 

Smorbò, Nauseato. 

Smorgnon, V. Morgnon. 

Smorosar, Amoreggiare. 

Smoroseta, Rubacuori, ac* 
cattamori. 

Smorto, Languido; parlan- 
do di fiori, appassito. 

Smozzar, Smozxicare ; ta* 



SO 

gliare alcuB pezzo di che 
die sia ; smussare. 

Snaro, $narochio. Intasa- 
mento del naso. 

Snoiar: farse snasar. Far- 
si scorgere; farsi deride- 
re. 

Snombolarse, Slombarsi, di- 
lombarsi; affaticarsi di so* 
verchio caiamUiaiido o fa- 
cendo altra cosa. 

Soa, toe. Sua, sue. 

— luti ga le soe. Ognuno 
ba i suoi difetti. 

— far de le soe. V. Far. 
Soato, Sovatto; cuojo leg- 
giero. 

Soaza, Cornice. 

— qt^adri senza soaza. Paz- 
zie, cose sen //ordine. 

Soazo. Pesce di mare, con- 
fuso malamente col rooi- 

! bo. 

[Sobogir, Subbollire, bollire 
copertamente. Sobogiu : 
subbollito. 

Soda, Assodato, corretto, e- 
mcndalo. 

Sodo : sul sodo, Seriamenle. 

Soeta. Pesciolino d^aqua dol- 
ce; specie di ciprino o 
carpio. 

Sofadin, Piccolo sofà. 

Sofegar. Soffocare. 

Sofegazzp. Caldo affannoso. 

Sogier. Soglia della porta; 
limite, architrave. 

Soja. Calastra; sedile o so- 
stegno della botte. 



so 

Soja : dar la $oja. Motteg- 
giare. 

Solana. Solata; impressione 
violenta che fajl sole. 

Solar. V. Zolar, 

Solazier \ Solazzante. Noi 
intendiamo quegli che va 
a solazzarsi vogando in 
barcbelta. 

Soldini e soldoni. Soldi; 
monete di rame. 

— butarla in soldoni. Spie- 
gar una cosa aperlamen- 
te minutamente. 

Soler. Solaio, pavinienlOi ta- 
volalo. 

— casa in soler. Con pia- 
no superiore. 

— soler da procfission. Ba- 
rella; dicesi a quel vei- 
colo con cui si portano le 
sacre immagiDi in proces- 
sione. 

So le la. V. Sea9*pela. 

Solfara. Zolfo. Detto ad uo- 
mo, vate impetuoso. 

Solfarin SoUantfllo. Dello a 
fanciullo, vale assai vivace. 

Sol iman, (idiotismo) Si lima- 
to ; sublimato corrosivo. 

Solivo. Sito battuto dal so- 
le, solatìo.* 

Soh. V. Braghier. 

Somaeo. Cuoio concio; som- 
macco. « 

Somegie. Somiglianza. 

Son. (coirò serrato) Suono 

Sonar y sona. Suonare,; suo 
nato. 



" — "^ 



^00 



so 



ìl . 



.^1 



Sora, Sopra. 

— mercà. Sopra mercato; 
oltre il pattuito. 

-^ la broca. Oltre la misu- 
ra ordinaria. 

— andar per iora. Traboc- 
care, riboccare. 

— quel de sora, L^ Altissimo. 
Sorada, Sbadataggiae, spen- 
sieratezza. 

Soraman, Barlotta o piallo- 
ne; pialla grande usata 
dai falegnami con ferro di 
taglio ingordo. 

Soramanego: calioo sora- 
manego, Giarpiere, che fa 
male un lavoro. 

— xe tuta causa del so- 
ramanego.Vror, Accagio- 
na i suoi ferri il tristo 
fabro. 

Soran: e$$er soran, Essere 
al vantaggio. 

— poler star soran. Voler 
maggioreggiare. 

Soranelo, Sopranno ; vitello 
dal primo al secondo an- 
no, che non sia stato an- 
cora posto al giogo. 

— aver dei soranef. Aver 
dei sopraccarichi. 

Soraosso. V. Culo e Far, 
«Soraponfo. Punto a soprag- 
gitto; lavoro d^ago. 
Sorar. Raffreddare, Intie- 
pidire. Anche sollevarsi, 
divertirsi on poco. Cosi 
sorare dicesi toscanamen 
te fi volare a giuoco. 



SO 

Sorar co la testa. Distrarsi, 
dimenticarsi. 

Sorataeo, Suola del calca- 
gno. 

Soratàto. V. f^eladon. 

Sora9ento, Sopra vento; van- 
taggio di vento. 

— tor el iora&ento. Av- 
vantaggiarsi. 

Sorbùla. Sorba; frutto. E in 
gergo: bastonate. 

Sorbeto, ■{ metaforicamente ) 
Riprensione, rabbuffo. An- 
che danno e disturbo. 

Sorbir uno. Superarlo, av- 
vilirlo. 

— rko sorbio come un 
vovo fresco, L^ho conqui- 
so come una pulce. 

«Sordina: lima sordina, V. 
Lima, 

Sòrghelo, Saggioella selva- 
tica; sovescio e scio ver- 
no si dicono le biade che 
non producono spica. 

Sorgo, Saggina, melica ros- 
sa. 

SorgO'turco, Grano turco, 
formentone. 

Sorsar, Sorseggiare, centel- 
lare ; bere sorseggiando. 

Sorto, (dal francese) Arne- 
se che si pone in tavola 
co^ recipienti d''oIio, ace- 
to, pepe e saie; in To- 
scana dicesi, impropria- 
mente ogiiera. 

Sorze. Sorcio, ratto, topo. 

— co la gala dorme i sor- 



zi òagaiù 
Ila foÌleg{ 
nefgia; 

Sorze de m 
somiglia i 
ed è con 

Sorzera. 1 
topi. 

Soto: totO'C 
DI soppla 

— eos8a>, i 
quarto di 

— specie. ! 

— el lab 
via. SotU 
sto. 

— banca : r 
ea. Roba 
fa. 

— squara, 
cavo pr 
qualsiasi 

•— gola, 6( 
carnosa 
al mento 

— ponto, S 
no i sarti 
te. 

— tcagio» I 

— soto pe 
contrarto 

— natole, 

— torà. 
air Incirc 
tara tre 

— (arte ti 
brattarsi 
taforicam 
presso al 



■^ 



5oa 



SP 



.-I 



Spalmar. Rinpalmai'ej im- 
ptcfare le navi. - 

Spampanada, SiDargìasae- 
rla. 

Spanir, $panio. Sbocciare; 
sbocciato il fiore. 

SpantO'morlo, lonamoratt) 
morto^ 

Spanzada, Scorpacciata , 
grande mangiata. 

Sparagnar i tparagnà,. Ri 
sparmiare, risparmiato. 

-* chi sparagna la gala 
magna* Clii per sé ragu- 
na, per altri sparpaglia. 

Sparagnin. Economo. 

— spaf*eseU, Sparaghelle; 
asparago salvatico. 

SpareiO. Asparago. 

Spargirieo, Empirico; dì- 
cesi di medico che si sor- 
ve della sola notizia del- 
l^esperienza. . 

Spamachià. Sparnlcclato , 
8C9pÌglÌato ; sparpagliare, 
sparpagliato. 

Spartt: a sparte. Separa- 
tamente. 

Sparli'aqua, Chiamasi quel 
punto della laguna ove 
sMn centrano con direzio- 
ne opposta le aque del 
mare cb^entraoo col flus- 
so da due diversi por- 
ti. 

Spartidura dei eavei. Scri- 
minatura ; quel solco in 
sul cranio, onde in due 
parli dfvidonsi i capelli. 



SP 

Sparli' tana. Spelazaino ; 
quegli fra^ lanai che spi- 
laccbera la lana e tra sce- 
glie la buona dalla cat- 
tiva. 

Spasemarse . Spaventarsi , 
impaurirsi. 

— aver ipaeemo. Essere im- 
paurito. 

— una cossa che fa ypa- 
sema. Cosa eccessi^'a. 

Spasse to. Solazzo, passatem- 
po.' 

Spassizadi (terni, marin.). 
Passavano; que* due mez- 
zi ponti che s^interpongo- 
no nelle navi tra i due 
castelli jdi poppa e di pro- 
ra, e servono d^ interno 

, stretto passaggio per da- 
re comunicaiione dalPuno 
alPallro. 

Spauizar. Passeggiare. 

Spassizier. Passegglero e 
viandante. 

Spassizo. Passeggio. 

Spasso : per spasso. Per 
giuoco, a gabbo. 

— esser a spasso. Sonxa 
impiego. 

— torse spasso de uno. 
Gabbarsi d^alcuoo. 

Spatola da polenta. Schiap- 
pa ; arnese di legno ad u- 
so di raggiustare e roton- 
dare la polenta. 

— da • Un. Scotola ; 9l ru- 
mente di (erro col quale 
si scuole il Imo o si bai- 



SP 

te innanzi di pettinarlo 
per farne cader la lisca. 

Spauroso: Paurosa ; dicesi 
ubbioso per qualunque 
paura fondata sul pregiu- 
dizio. 

Spaziar, (term. , degli stam- 
patori) Spazieggiare; por- 
re gli spazii a lor luogo. 

Spazza-eutina, Retro - cuci* 
na per riporvi le stovi- 
glie che ingombrano la 
cucina* 

Spazzar: spazzar la mo» 
nea per qòel che la co- 
re- Non offendersi dMn- 
giuria da persona vile. 

Speada, Schidionata; qaella 
quantità di uccelli che può 
contenere uno spiedo. 

Spear, Schidionare ; inal- 
zare nello spif^tlo. 

^pechiera. Grande specolo 
ch^ è composto di più 
pezzi ri un ili. 

Spegazzar, spegazzà. Can- 
cellare, sbassare. Anche 
sgorbiare, imbrattar con 
Inchiostro, bd altresi di- 
pingere alla buona. 

Spegazzin, Cattivo dipinto* 
re, impiastratore. 

Spegazzo. Sgorbio, macchia 
dMnchiostro. 

— far un spegazzo, Gom« 
mettere un fallo, un dis- 
ordine. 

^'pe fumar. Spelacchiare, le- 
var via la peluria. 



5o4 



SP 



bJ . 



Spergola. Dette acl' uomo 
▼ale mal fatto. 

Speroni de' iperon ftalu. 
launaotinente. 

Spetazza e tpesona. Spesa 
grande. 

Speseta» Speseri^Ila; {rfceola 
spesa. 

Speeseghin. Sollecito e dili- 
gente nel lavoro. 

Spessegar. Affrettare a n la- 
voro, fare- in fretta. 

Spetaceto. Ditesi per dis- 
preizo di qualsiasi cosa o 
perdona. E da noi u^asi 
pure un $pe iaculo de 
zenle, de roba ec, /cioè 
grarv quantità. 

Spelaeoloso, Sorprendente. 
Detto ad uomo, vale de- 
forme. 

Spelar* Aspettare. 

— • spela cavalo che Verbo 
eressa* Cavai deli non 
morire, ehe Terba lia da 
▼enire. 

Spelorazion. Escreato^; e- 
spurga2ione del catarro 
per bocca. 

Spezie» Miscuglio di aroma- 
ti in polvere per uso di 
medicina o per condimen- 
to de' cibi. 

— far spezie. V. Far. 

Spianada. Spianatoio^; ba- 
ttone grosso e ritondo 
con cui si spiana la pasta. 

Spicolir. Rappicciolire; ren- 
der piccolo. 



SP 

Spieo. V. Far. 

Spienza. Milza. 

Spiera. Impannata; quella 
chiuso ra di tela o^ d*aUro 
che si fa alle finestre. Spi- 
raglio, fessura per la qua- 
le il lume trapeli. 

-^ una ^iera. Dicasi- di 
qualsiasi cosa trasparente. 
Anche di -persona magris- 
slraa. 

— spiera de sol. Spere del 
sole; raggio di sole che 
entra per una fessura. 

— (term. marinaresco) Spe- 
ra; pezzi di gomena av- 
volti In cerchio, gettali 
In mare, nel casoni for- 
tunale, per difendere la 
nave dai colpi deti'*onde. 
Guardalài; quando anco- 
rali presso altri bastimen- 
ti, a ripararsi dagli urti, si 
gettano fascine nel porto. 

Spierarr Sperare; opporre 
al lume una cosa per ve- 
der se traspare. 

Spietato, (idiot.). Usasi per 
troppo grande , fuor di 
misura, di convcnlenza,ec. 

Spifèrar. Dichiarare aper- 
tamente; scbiechcrarla. 

Spighe la. Spinetta, cordel- 
lina. 

Spigo. Spicchio; parlicella 
d'aglio slmile. 

Spilo. Appicco , pretesto ; 
forse da espilare, rubare 
con Inganno. 



SP 

.SIP jn: «ispii* ^ P^9it. A 

spma-jiesjBe^obbUqiaiaen- 

te. .•'•.' • ■ - . '■ 

Spina il Jipinèlv. Zipolo; le* 
gneUo cpi quale si Ura 
, la caDueUa deila boK^. 
SpinaeartfQ, V. P#r». 
.S^nadjn. Sorta di tela bam- 
bagina. 
Spinadon, Spinone ^ .sorta 

di sloifa di seta, , 
Spinar una ÒQtn. Spillare, 

svinare ona.boiie; 
Spinazzi. Spinace; '-pianta 
collivata negli orti per 
aìinienlfQ. . 
Spini, Pruni ; rovistico ; 
pianta selvatica cbe fa 
per le siepi. 
Spianar, Spiare^ 
Spiriiezzo, . Vivacità, alle- 

glia goioderaìa. 
Spirito wacabto, /Giovine 

ili fìera vivacità. 
Spironèla» Sprone di cava- 
liere fior- cappuccio; 
sorta di fiore cbe si col- 
tiva ne\'g\ardini. 
— «o^uttdc^a. iiiasce copio 

sanu'iUe fra le biade. 
Spiiimck^ Jlagrp, mal nntri- 

lo; 1 , 
Spissolar^ Penzola^e^ ed an 

cbe a^^g^re^. . 

Spizzar. BiMlctrei» prurire 

Spizza. Pizzicore, prurigine 

iSpiiaidithif-iìmOi »plendi4o 

Geuei^a^lU«ei*alo,dl grai 



3o6 



S^ 



liei ealamalo '^nìDappati df 

. ÌAiehfostro. 

Sp&ntiol. Spugnòlo; trip- 

^ pello ; spèéie di fùngo 
che può mangiarsi eon si- 
eurécza: 

iS^ièrcar. Lordare^ iofsiicida- 
re.- 

Sporcaio. Sporco ; aggiunto 
ad uomo. 

Sporehezzo. Sporcizia, im- 
mondezza^ 

Sportèi. (termine marin.) 
Cantarette; quelle piccole 
aperture rotonde a poppa 
in mezzo a coi è iucassato 
il timone. 

Sportela, Pìccola sporta. 

^or teloni, (gergo) Occliiati;. 

Sportula. Mancia. 

Sporzer. Porgere. 

Sprotar, Far il dottorello ; 
entrare ne^ fatti altrui. 

Sprotezzo. Saccenteria, sfac- 
ciatezza. 

Sprolo, sproton. Saccente 
e petiilanle. 

Spuachiar. Imbavare. 

iSlpuacAio. Sputo alquanto 
grosso. 

Spuar, spuà. Sputare, spu- 
tato. Anciie dire^ palesa- 
re ecc. 

— - caorò e tpuà. Vivo e ve- 
ro; poro e pretto: cioè 
somigliantissimo. 

— Mpuar ne la seuela che 
»e magna. Disprezzare il 
proprio iotereste. 



Spuaroia. Spulaeobleni ; va- 
so da spularvi destro. 

Spuflzza, Sputo. 

•^ taèà eo la spuaxza, At- 
taccBito cotta saliva. 

-— magnar pam,e spuana. 
Viver BBendicamente. 

5|Mii/eMir. Spulciare ; 4or via 
di dosso le pulci. 

Spumiti(L Spumino : pasta 
di zucehero. 

SpuOi .Sputo. 

Spupilarte. Spolparsi, sner- 
varsi, cavarsi il buono e 
il meglio. 

Spuzza. Puzza, Detto flgu- 
ralaoiénte, scfoeca super- 
bia. 

Spuzzar, Puzzare^ putire ; 
avere e spirare mal o<lore. 

-* a ventO/ Ammorbare. 

— ei fià. Detto figurata- 
menle : costar caro. 

Spuzzeta. Zerbino, vane- 
rello; 

«Sìpuzzo/enza. Puzza. 

Spuzzolir. Scompuzzare ; 
empiere di pozzo. 

Squaena, o petce^violin. 
Squalina; pesce del ge- 
nere •degli ' squali. 

Squagiar. Conoscere, disco* 
prlre, palesare. 

Squaquaehkò.' lallngolo; mi- 
scuglio - di 0080 da man- 
giare. 

Squaquara. Squaccliera ;' 
cosa Iropp» liquida. 

SqwàquarL Quaquarieà ; 



SQ 

verso cbf Ca.fa qnafUal 
quaodo canta, ed è II ma-i 
Schio. 

Squuquarar. Svelare, prò-; 
palare, spiatlellare. 

KSquaqnarina, Femina di 
mondo» ma delle piallili. 

Squoquarùn>>\ Ciarliere, di- 
. svelatore. 

Squara: » squara. A squa- 
dra ; ad angolo retto. 

— fora de squara. Fuori 
di luogo ; e fuor di . ra- 
gione. 

.9g uartadon. Assai spianfafo. 

Squarta». Dello per ingl^i- 
ria, vaie spiantato e di 
mala vita. Dicesi aoclie 
per vezzo: siestu squar- 
tao! come: pazzerello che 
sei ! È una delle, pochis- 
sime voci che conservi la 
desinenza in ao. 

Squartar. Quartare, divide- 
re ÌQ quarti. 

Squarziy. Squarcio; perio- 
do di una scrittura. Del- 
io in altro aignfflcato» va- 
le sfarzo, profusione» 

SquaU. Quasi. 

— . qu0la signora ga el se 
tquasi. Ha P amico o. l'a- 
mante. 

Squela. (idiot.) Y. Scuèral 

Squero. I^iceolo cantiere. 

Squilibrar. Uscire d'equi 
lit>rio. 

Squif^ia e squtncio. Per 
jBona affettata. 



So8 



ST 



yi^- 



Stàkg^k t 4ar te %l9nQa, 
Stancare, arredare stènto; 

' ovvero costritiger uno ad 
aocattare li proprio danno. 

Stànghirlììn. SpUl^ngone ; 
tKwio liMigo e ^àg^ro; 

'6ìùUa. Stallia» iHrebbèst Ia| 
dlìBOra dM si fa In un; 
'- porto. Ha' Irti ni»! ifuei; 
tempo in cui gli' artieri 
mancano «K ràvoro. 
' '^ìkt* (verbo) Slare. - 
— Stogo i slo, aie': %\9\Qi 
'• 5f0v(mtf'O -ikkolmo: stat 
▼anio.' StìBfi o Btavi*^ sta- 
vate, l^ia^a {ìmA ìàleKia) 
' srtayitndi' Cdtn« Mtf<<ti? 
tooèie alai? Come t>ieuì 
come stiate ? Come' éìalo? 
«ooie sta ègH? Ch^ei gfèe 
stoga: che egli ci stia. 
Storage : starei, ^/a e da 
alcuni «foo: stato. Ghe 
sta^hio ? ci sto lo ? Ghe 
$tariàtà o ghe staracelo ? 
ci starebb' «gif ? 

— Stè co ièdiè : (mahlera 
antiq.y cioè siate come si 
deve. 

— ef gh^ ilo. Ci sta beoe. 
— - e itaiselo Ut E cosi t>a^ 

atasae t 
'— no forte séar, Nen ia- 
scfarsi sopraffare. 
■— — far èt6ar «tu>. Far te- 
oer l'olio ad alemio. 
•*^. fior a eepèla. Starei a 
compelenaa. 



ST 

S4ar a la vlf«. Incaltar 
una; inaistere di continuo 
verso di lui. 

star su quelo» Star ae* 
corto, siill^tfvvlsa. 

Ptar^ in dir4ndela. In 
farsetto. ^ 

^iàiarsu^le^soe. Star in 
contegno ; non dafe al- 
trui codOd^nra. 

- star sul punto. Sfare al- 
lo scrupolo. AUrtm. star 
in prossima disparii zion e. 

- star in sanfon/V. Sen- 
ìnrse,' -' 

startfa ^inaeke e po' 
the. Tra M bene e il ma- 
ile; O'trd it ai e il no. 
— *' siat^ in schena. Giacer 
• supino; . 

— star in Cristo o in stro- 
pe. Dover conten^sl. 

— star a eapat del fosso. 
Pronto a più parliti 

— no star gnente ai per- 
so. Non sentirsi bene in 
salute. 

Star. Usa^ anche per an- 
dare;* *p«>f «a. so sta a 
Padova j' 90 sta • lapre- 
'dica, ai teatri^ ecc. 

Stato; far 'Stato de una cos- 
so. Fondare sopra die che 
ala. 

^azo:. Staggfo; iMstonei che 
aestferie un^ telago, ee. 

Stazar. Misurare la capaci* 

' ik di QQ baatlmento. 

Steea. Riga o regolo; atro- 



6T 

mento di te#ao o «ttm*- 
tallo, col qiyrie limUe le 
UaeiB rette* 

Sièia (coire apciUl) 8clicg- 
già. • A«flie'to8Cp4to>di pa- 

; ]glia.' • m{ - ; 

— chi srtt xùfhi. p<^l far 
de ie'stele. fiW ha. del 
cep^t piriò far 4elle scheg- 
gia. • • .. 

. SleUnra. -(temi. de^-Bofi^U) 

• Anemone purimrco.» 
S teline '• *e«^o col cieffo ; 

ucwlfeilo. 
Stelète. SleWlne v jiàste pie 
•ì: èolo «jnoéo dlsIcHa^ che. 

si fanno )i» «♦neslta. 

•''jSMitlW»''l>*«toll©* iaborloso- 

.^/W#f b' »<crà.* Stalo, sfcaia •, 

. ^fuantìtà misurata di bia- 

. éfc, che' corpìspiipdtì al 

-= .ptìBÒdl «b.iìj» grosse 

venete.. 
Sterminio: un sterminio^ 
Un 3»ibUl8s», gran <iaan- 

lllà. 
WcaHo. *ar lo «ipese con 

iiieflto»*rìHpannio, 

— ttg^nira. stUto. Trattai 

mais ramante : a crusca < 

cavoli. 

. stita^la puliio. Dlccs 

altrlmcnll lo sfoggiare. 
^Hom. Stuoia; l«Mut» e 
giuochi. 

• 'Slìwii Sllpa» inticchlo4lcc 
-'»* 8% 'ben unKe, «- • « 

1^1 i«or. Accatastarci dice 

di legna. 



Tur 



T" 



T 



Sia 



ST 



uJ 



forma lunga e rotonda clie 
si ponga a Cerile. 

Stopèla, Stoptieltina, slop- 
pa Sna;' naterift piti sol- 
file 4lelia sloppa ette si 
trae In una seconda pet- 
tinatura dei Hfio. 

Stoposa* ▼. Carne. - 

Storiai» «Palchetto >>dl torre 
e gheppio ; -uccello di ra- 
pina. 

Sforno. Stordito. 

Stornalo. Maniellodi -raval- 
10/iDÌsl« di J)lanco e nero. 
Anche uccello nericcio. 

Sfornir, stormo. SI oriti re, 
stordito. 

Storti. CialdORi; pasta con- 
fetta eonrzocctiero, che si 
stringe -in forma di ferro, 
cuocesl sulla forma, e si 
attorce e riduce a guisa 
di cartoccio. 

Storto. Torlo, obbliquo. Det- 
to ftd uomo; storto o stor- 
io del Do4o, vale /orbo, 
' attuto. 

Starzer* Torcere. 

— ti muso. Torcere H gri- 
fo; far viso arcigno. 

Slorzerse» Adatto rsi , pie- 
^rsi, 

.Strar stra^eot^, strambe lo, 
$tra»maledeto. Vale . co> 
me II très de* francesi: 
più islie collo, mollo b^K 
lo, ecc. ! 

— oi de là ds «J|r«t. tv 
Mmndar. 



ST 

Siraea'9 roòa slracs. Dìee- 
si delle «ami di unlmall 
morti allorchèoomiiiei«no 
a putire ^ «per 'cs. pesse 
s trace, -che ha perduto 
la sua freschezza; •er« 
•sfi^ca: ora larda. 

— cAtapar « slraco. Co- 
glier UBO alta aprovve- 
duta. 

Str€Ui€iganaise* Confetti di 
montagna, <cioè castagne 
-secche e mondale. 

S tracagno io. Cucitura mal 
fatta. 

Stracanata. Ililrovato sotti- 
le, ingeipioso. 

Straehin. Riiiréggiuoio; sp>e- 
de di icacio «cbiacotato, 
fatto neU*a«tunno, e per 
lo più di latte «di capra. 

Slracolarsei Sconciaral, di- 
slocarsi un piede; ona 
mano ecc. 

Straoòlo. Sconciatura, stor- 
. cimento. 

Siraeùlo (term. 4e' beerai) 
Groppa di culaccio. 

SirafanUkù V. SitighezzL 

Strafarezzo, Modo caricalo, 
sconcio. 

Strafogio. Trifoglio; erba. 

Straforo. V. Traforo, 

Stra-intcnder Franteotlere; 
' ingannarsi nelPinlendere. 

Strajo. (lerm. marin») ^os- 
so cavo che sserve a te- 
nere saldi gli alberi della 
nave, e riceve diversi no- 



sr 

»i: ttroffio de maisiroi 
: dé^ gaàia, ecc. - - 
Siralùssar, TraJascÌar«. 
Siraieea4 Turbine, lempora- 

lei 
Stralochio. Bircio, sbircio. 
Siralunà, Torvo^ di mal 

umore. 
Siralzo. Stralcio. 

— andar per «/ra/zo.Stral- 
dare, disseccare nn ne- 
gozioj vendienéolo a par- 
Ute. 

Slramanà e S'tranymùn. 

Sciamaniuito, inconsidera- 

to. 
Stramazzer. Materassajo. 
Siramazzetfh, Materassuc- 

cio< 
Stramazzo. Ualerassot 

— desbotio, Siaterassa spuD- 
(ala. 

Strambala, Slrampalato. 
Strwnbariai.'i:MB! fuor di 

ragione. 
Stramberà. -. inèonsideralo^ 

precipitoso, 
Slrambezzo. V. Stramba- 

ria. 
Strambo. Inconsiderato > e 

^bestiai». 

— muso strambo. Viso non 
Ideilo; ma > piante vote, e vi* 

• -vatféi- 

Strambato, Errore nel par- 
! ' lare o nello scrivere. 
Stramuson. Manrovescio. 
Strangota'preii, AbotiBo ; 
sorta di susino. 



"T^ 



5j2' 



« T 



ST 



S travia. Sbadata^ 'itlsatleii- Sir^uizeia' : aper la so 
lo, speasiernl^* ' - : l 8traz29(a.*kver t» dama, 
S$raioèker» Travedere. 1 Pamaale, 



Sér^zz9s u»<h itrogaai' Un 

; .e€llcio> VM iHlìsirria; per 

^«. ut? a siraxza ée celta, 

de impiego ecc. DeUo iro> 

uleaineote vAte al cotitra- 



«^itrasook. Stracciatogli ; qua** 
derno per notare a scffl- 
plicfr ricbrdd. 

«ftrazson. ..Straccione, pai' 
toniere, pilocco. 



rk»; per 9^ tina<«ini2jra'iS/rctntr«e. liilrefiiire,riaetto- 



de paziotnza^ una stra 
za de caldo ecc. cioè mol- 
ta f»9%tenz(^ nono oald'o. 

-Tf /irar {uf^ de ie ifroz- 
' z^^ : Fuor di ,penoi»k), di 
mif^erra *<»^. "' 

— ^ tfwer /(wa «h? le «rfro*. 
jz«* £asei*« iirrivale aH^elà 
di iton \m usar» le Us& 
sce. 

— dar «li I9 !«(!««<«» -Dan- 
neggiare alonno, .. 

«S'/raj^za-ctior.iPaflAìqoe^ Ira- 
vaglio. 

Sirazadin^ ìH^^ In. ara«h 
se; alquauto /ru«to.. ,^ 

Sérazzariiih {t^{aÌUer«/e 
5( racci il iuolo;< stracc iajuolo 
dicasi il i-ivendi4ore'4Ar ve- 
ati DioUo usate. 

Strazze de Parigi, fiiillan* 
:tini. , ,-. ... 

Strazze ferù,, .GencliiiHQjo , 

. '(effA-veechiar,. cb« da. nor 
rSwA gridune tilruzze-for- 

. rut^ . ; • i ■ ^ 

«$)<razz«rìa. Bag^eUa, eliiop- 
poleria. 

Slrazxein^ Cencerello^ con- 
ciajuolo. 



tersi. . 
Slrenzier» Sèriagere. 
-^.ek ornici, 'SbigbUirst. 
' — el corpo. Indurre atiU- 

"^ é<AemiU ArwttbbkLTsi, 

— f pani adosso. Prendere 
alle Mrelte* 

— ai) Mrmizer d« . lo- Siro* 
pe. Alia flne, alla resa de^ 
conti.: 

Slrtià:- Birtta de mai. As- 
salto. 

S inaiar, [Sirettoja ; lascia 
altra logaCarai per uso tH 
strìngere. 

— de legno, SA^orsa, rag 0- 
lo* .. ..... 

Strigeria, Stregoneria, v 

Sinighezzo, Fraiuoio ; gala 
caricata ed eccessiva nel 
vestire. 

Sirigint, .Pes^e U^aqqa dol- 
ce, che rassomiglia alto 
'.squalo. . 

Stregagli Acmi^to; itjcesi 
de* eapeglk 

Siringa* Laoeetlaietrisoia di 
cuoio. - l. . 



Siringa del 

— tre troU 
ga, Rtt)Ob( 
per signil 
quantità d 

Siro legar, 
fantasticar 

Siro lego. As 

Stronzo :str 
Slronzolo 
lo ad uoa 
lissiino. 

Siropa, 8pn 
faslello di 

— star in 
pazienza, 
mini. 

— strenzer 
V. Strenz 

Stropabuso: 
paàuso, S 

Stropagio, 1 

fo. 
Siropar, Tu 

— siropar , 
Farlo tacei 

S tropo lo. Ti 
ad uomo , 
eh iute, assi 
fallo. 

Sirozzao. G 
vile. Ahch 

Strozzo, Sii 
alla grossi 

— far una i 
Far una e 
negligentei 

Struca*limo 






^^T 



3i4 



ST 



S U 



Siruuia. Fatica^ steD(o. iSfu fo. Annoiato. 
Struuiar. Faticare, stan-' — de tuli i stufi. Di ogni 

cti'eggiare. | specie. ^ 

Struition. Scialacquatore , SturioL Stoino; piccola stao- 



" sciupatore. 

Struzion. Ostruiiooi ; serra- 
mento de^ canali del san- 
gue. 

Stua. Stufa. 



Siurion. Storione ; pesce di 
uiare squisito, che rimon- 
ta il Po e laBreiìld. 

Su e su. A un di presso. 



-* da scaldar drapi, Seal- — far su e su. V. Far. 
da-pannij tamburlano, tra* — dar su o Sutto. Sboccare, 



biccolo. 

^fuar^s tua. Smorzare, smor- 
zato. 

Stuarola. Spegnitoio ; arne- 
se per {spegner lumi. 

Siuear. Intasare, rtnzafTare, 
ristoppare, riturare le fes- 
«ure. 

Stucegar, Stuzzicare. 

Stuchio. Astuccio; cassetti- 
na adattata alla figura del- 
la cosa elle si vuol custo- 
dire. 

Stuèlo. V. Stuarola. 

Stuér. Callista; cosi detto 
dalle stufe per Paqua cal- 
da, che tiene sempre pron- 
ta per le sue operazioni. 

Stufa. Stufato ; carne per lo 
più di bue, cotta a fuoco 
lento in un tegame ben 
coperto. 

Stufaizzo. Incostante, volu- 
bile. 

Stufar, Annoiare, infastidi- 
re. 

Stufin : su9er da stufiti. lu- 
tufares saper di tufo. 



venir fuori. 

— andar su. Cominciare la 
commedia o altro. E par- 
lando di debilo,aumentare. 

•^ star su col tempo. Sla- 
re in tuono. 

Suar, sua. Sudare, sudato. 

Subia. Lesina ; ferro appun- 
tito per forare it^ cuoio; $e 
per altri usi, succhiello. 

Subiar. Fischiare, zufolare. 

Subio. Fischio. 

Subioler. Salice di larga lo- 
glia. 

Subioti. Cannoncini; sorla 
di pasta a foggia di can- 
noncini da cuocere in mi- 
nestra. 

Subioto. Zufolo. Quello de' 
marinari, fraschetto. 

Subissar uno. Atterrirlo ; 
non dargli tempo di ri- 
spondere. 

'Subisso. Nabisso; fanciullo 
insolente. 

Subito in bota. Inconta- 
nente.. 

Sublima. Solimato; argen- 



s \ 

to vivo subiti 

tri ingredienl 
Suflè: dar un i 

vescio^ un e 

gnale ecc. 
Sugaman, Sciug 

vaccio, pannol 

sciugarsi. 
Sugar, *ugà o i 

gare, asciutto. 
Sugo: che sugo 

le 1 qual profit 
Sugolh Bugoli 

Mosto cotto. 

— de polenta, 
panicela ; viva 
d''aqun e farina 

Suisla. Egoista. 
Sunanza, Reple i 

stomaco. 
Sunar. Ammassai ! 

giicre. 
Supeditar, Soperc 
Supcgar, Succiare. 

— fupegà da le 
Miigro arrabbialo 

Superazion, Supp< 
maturazione di ti 
Supiada. Soffia men 
Sapiur, Soffiare. 

— co la baca. Bi 
gettar vento per 

— in te le rechie ■ 
solo. Istigare ali 
nuamente. 

— no i xe goti di 
Non è cosa facili 

Supiera* Zuppien 
da zuppa. 



Si6 



sv 



Sullo. Suspìro. 

SuilMO. Querula, afTaaniMO 

e Iraf Dione. 
SHttllr. kisoUiglhrt. Suli- 

tìo. AuotKglialu. 
SuUIa. UiiKro. Aiicbe furbo 

•tuiiù, burlalo, smunto. 
Svettclui: H^liare ; far (I- 

.fueijimv fivej(IÌHrr, ilenlari'. 

.feentai'iM.Svi'Kitiiliijo, squii- 
Id d>>f(ll orlimi I.«lit! ninna 
H Icrniin deluriiiiiMlci |ivr 

.VL-cifulÌH. DiMIIVCllO, «liu- 
ti il». 
Sver:elln. fiorrain-iiM, ra- 



perino ; ucceltetlo del ge- 
nere del Iringuelll. 

Svenloladina, SuImso. 

Sventrar. Sparare ; feinle- 
re (I v^iilre dcirinhiiale 
per cavarne gli ìii(erior). 

Saodar. Vuotare. 



■ eJ j 



>. Dir 



quanlo si sa o se ne 
può dire. 

SooiUi'iaagole a ipudu'/ot- 
te. fojMJiiola, clii »ca' 
va ro«.<l, vl»jla stradf vcc. 
KeliB-vesi'i .i-lii netta 1 ces- 
si III faiiiiiilia. 

Svouaziar. Vogare per iM- 

Svogiadin. SvnglUlello. 



Tabf^ear, Prender tabacco. 

Tabaeon. Tabaochista; che 
usa prendere molto tabac- 
co. 

Tabaro: bon labaro ì Buo- 
na lana 1 bel soggetto ! 

— far tabaro. Par gheppio^ 
ess<;r presso a morire. 

Taea. Tacca', macchia; di- 
fetto piccolo. 

— dar la taca, ( termina 
marin.) Dar la cala ; ser- 
ta di gastigo che sì usa 
dare sopra i vascelli pu< 
blici al marinari, e consi* 
ste nel legarli in capo ad 
un^anteitna, e così legai 
tuffarli più volte nelP a- 
qua. 

Tacaizzo, Aitoccaticcio, te- 
nace. 

Tacar, lacà. Attacca re^ at 
taccato. ' 

— tolo. Incominciare a pò 
mano. 

— beghe. Attacca contese. 

— moeoU (irlo de uno 
Attaccar sonagli ; Infama 
re. 

— no la luca: Non persùa 
de. s 

Tachir. Uscir di cenci, e 
tiskumc; migliorare 8tat< 



5i« 



T A 



TÀ 



I I 



.j 1 



Tbglar <e «<a. Tarpare Ta- 
li ai polli ecc. 

— i pani adotto. Biasimare, 
censurare. 

<— la iezla al foro. Scioglie- 
re la quisliono. 

— - 4agiarte ci nano e in- 
sanguinane lu baca. He- 
car danno, a se stesso per 
una imprudenza. 

— tagià ben el "plelo ( cioè 
Al frenello della lingua). 
-Che pària libero ; che non 
è scilinguagnolo. 

— omo tagià co la mane' 
r«. Uomo grossolano. 

Tagier. Tagliere ; arnese 
tondo di legno su cui si 
tagliano le vivande In cu- 
cina. Anche ninfea, erba 
palustre, rileniita come 
deprimente e diuretica. 

Tale, Talco; velo di lana 
quadrato che usano 1 sa- 
cerdoti ebrei. 

Tambatcar, Trambustare , 
travagliare. 

niian (idiotismo }. Italia- 
no. 

Tambuchiar, Tambussare, 
percuotere bene. 

TambuehiQ, Arnese di tre 
stacci^ uno più sottile del- 
Taltro, per istacciar la fa* 
rina, fatto a guisa di tam- 
buro. 

Tambula (idiotismo). Cam- 
mina, va via! 

Tamburina Racchetta; stra>* 



mento per giuoeare alla 
palla. 

Tamburin. (in marin.) In- 
gresso sotto la poppa o 
sotto la prora. 

TTamburlan. (gergo) Culo. 

Tìimburon de la banda mi* 
litar. Catuba. 

Tamitador, Sceveratore; co- 
lui che utaccia la farina. 

Tìimisar. Stacciare. 

Tamitar uno, esaminarlo, 
ricavare il di lui sentimen- 
to. 

Tamiso (dal frane, tamii). 
Staccio; strumento noto 
da slacciare la farina. 

Tampagno, Perno di una 
ruota, deir argano ecc. 

Tanàeaz in tanàea. Corru- 
zione .dai latino Inter 
hane -et hane. In bivio ; 
tra ruscio eU muro. In 
aitcnialiva. 

Tanagiar, TormenlarCj tra- 
vagliare. 

Tananai, Strepilo; tafferu- 
glio ; questione di molte 
persone In confuso. 

Tandan* Uomo rouo, spen- 
sierato. 

7lin<a. Tassa, imposizione. 

Tansar. Taiisare. Ancbe tac- 
ciare, incolpare. 

Hantèrulo, Voce alla latina, 
probabilmente storpiala da 
Tanti Uuf, che vale si 
picciolo, sì poco. 

Tanto de naso, de lutea ecc. 



Dfcesl a 
lo osate 
tanto g 
lo ecc. 

poco; t 
'sima pi 
sia. 

— aspet^ 
dice Olì 

Tanton. 
tin. Ui 
un ian 
gli parf 

Tantunq 
gente. 

saglio. 

il culo. 
Tapa, io 

puntelk 
Tùlpà. Co 

— mal t 
buono I 

Taparse, 
uscir d 

Tapeo, T 
coprire 

— basi or 
peo. Di 

Tapinar, 
Tarabarc 

ciarla e 

stone. 
Taragnòi 

lo aqos 
librante l 

no in 9 
Tarantùl 



^ — mii- ■ 



^ 



"T^ 



330 



T A 



« ' ! 



J., 



detto ad uomo^' vile lar- 
do, lento. 

Tartufola. Tartufo; specie 
di pianta senxa radice e 
senza foglie, die nasce e 
sta sempre sotto terra, ed 
è ricercatissiiua. 

Tasca: ^ariar-4asca. Asse- 
gnare aUrul una data 
quantità di lavoro. 

— far la tasca. Fare ii coni* 
pito. 

Taser, toseslo. Tacere, ta- 
ciuto. 

Tasséto. Toppa di legno {> 
di' ferro. 

— de piera, Raperelfà ; [Ae- 
t ruzza da turar fori. 

-r de la camisa. Quadrel- 
Iclto. 

Tas ladina. Toccalina. 

Taslar, Tasteggiare! Anche 
assaggiare. 

Tasto: locar el lasló. En- 
trare in quaiclie proposi- 
to. 

-* carne de tasto. Del bas- 
so ventre. 

Tasti de la spineto. Taste- 
relli. 

Tastonsa taston. V. A pai- 
pon, 

Tatarar. Lavorar <poco e 
imperfettamente. 

mezzo. Vezzo, fauciullag- 
gine. 

Tato. Bambino. 

•^ parlar da tato. Parlare 
sciiinguatello. 



TE 
"t 

Tavanà. Bersagliato , quasi 
molestalo dai tafani. 

Tàvari^, lavarvn. Cocciuo- 
la; piccola enfiatura. 

l'anela. Mez2svia ; pietra cot- 
ta di tlgura quadriluoga. 

Teùhia. Tcgghin, tegame. 

Tega, Baccello; guscio di al- 
cuni legumi. 

Tegna. Tigna. Detto a per^ 
sona, vale avarissimo. 

Tegnaria. Spilorceria. 

Tegnir: tegnuo e tegnhlo. 
Tenere, tenuto. 

-^ su le bachete. Tenere 
incerto. 

— el pie in do stafe. Star 
preparato a due o più par- 
titi. 

— a stico. V. Slfcarla. 

— el muso. Tenere il bron- 
cio, esser adirato. 

— » man. Bisparmiare. 

— el candeliere el moco- 
lo. Far il ruffiano. 

— da uno o per uno. Es- 
sere del suo partilo. 

— le man a casa. Non met- 
ter le mani addosso al- 
trui. 

— in Cristo uno. Farlo 
star chéto per timore, 

- morto. Tener denari in 
deposito. 

- de terzo, tegnir cordon. 
Aiutare a far male. 
> noi voi né tegnir né 
scortegar. E^ non vuol né 
dormire né far la guardia. 



TE 

Teffnine in bon, iùrtnìtiA, 

gloriarsi. 

Tegnoso. Che ha la tigna, 
alopesia. knche spiloroio^ 

» avaro* 

TegoliM. GagllyoU; i bac- 
celli > teneri de' fagiuoli. 

Téiaf far tela co uno. Far 
lega, addimesticarsi. Usa- 
si per es. co mi no'l fa 
feto: tìon ine non si ad- 
dlmestfea. 

•ff de rtnzo. V. Renzo, 

Teler. Telaio. 

— un ben teler. Detto a 
persona, vale di grossa 
complessione. 

Tempori* Le quattro Tem- 
pora; i digiuni di tre gior- 
ni che si fanno nelle quat- 
tro stagioni delPanno, una 
volta per istagione. 

Tender. Attendere, Anche 
usare attenzione. 

Tentignar. Tentennare, an- 
dar lento neir operare e 
nel risolvere. 

Tenzer. Tingere. Anche 8po«*' 
care, insucidare. 

Tera^ tera da machie. Ter- 
ra ambrica. 

«- ariana, Oriana; pianta 
americana, dal coi fratto 
si cava quella materia det- 
ta da noi fero ariana. 

— da' boóai. V. Far. 

— da garzarla. Terra da 
pacg». 

— fosM. Sinopia. 



i«3 TE 

Ttila .* andar co la letla 
rota. RtniDCP penknle, 
restar iaantggMo. 

— pMfl fin (Ora ih la tf- 
ita. Bsaer In gran travd- 
flio, cioè [rieno -41 de- 
biti. 

— da baleon e culo da 
barom. Bella al di luorl e 
MDclora di aotloi al allU' 

• de a bella ma povera 
|toTÌiM cbe alia ^alla fl- 
neatra per tarai vagbcf- 

— (eifii in l'ut» $aeo. T. 
yUer. 

— de moro. Morello-, tor- 
ta di colore bifiJo, che ai 
ivvlctoa al nflro. 

— gntnte in tetta e «tol- 
to in Ulta, zocoii, brog- 
li e manettra. Frav, Il 
qaale el awcrle cbe per 
alar bene bliogoa non a- 
ver peDiierl trilli pel capo; 
che la testa sia riparata e 
coperta; che I piedi aleoo 
«n'aidulto; cb* »Lb»^— «- 
sodi erbari per tener lu- 
brlc* U corpo; e obft il 
mangi minestra per nn- 
trlral. 

Ttilada. Capata; percotaa 

data sul capo. 
TéttardoQine. Oatlaailoae. 
Te*ton. Babbaecio. Anebe 

il gobbio d'agni dolco. 
Jkta. Poppa, "— nmitlLii 
Tetar, Poppare. 



Telar i*- mazo. Imporln- 
nare, infaslldlre. 
■ tn ttl ertto. Provocare, 
aluulcare. 
— (IO una cotta ita- 6>n 
quanto che bmìm — à 
Utargàe in lei eeeto fa 
*eguaila. tM ha buono 
lo mano, non rimaaeali 
rehile. I 

7'«la«ieAa. Bucciaeapre e 
boccalone ; uccello cM si 
ciba d'insetti oottarat; ra- 
ro fra noi. 

Teiarte. Poppaecte; poppe 
• dindoioni. 

Tele. Voce ranclallasca pel 

. cbiaiBare 11 cane. 

Tetfna. Uammeillna; picco- 
la poppa. 

Tetona. Poce[oia;doDiiacbe 
ha gran poppe, 

Teia. (coir e larga) Tetto- 
ji; porUcale praaao al fe- 
nile. 

n (pronome). Tn. 

Ti' eenza ti ni mi. Del- 

. lo a perwna: acou via 
ah verso;, non aver ni 
garbo ù ralUdlo. Detto a 
cosa, vale aeni'ordtiM. 

Tibiar, Stribbiare) dltgra- 
nella re le biade. 

Tiòldof. BaccaneUa; ttre- 
pilo di pcruDe. 

Tiòio: ondar al tibia, v. 
Jndar. 

THehtgnar. Frogaro. Anohe 
■limolare, incitare. 



TI 

^IMIQ^ .CoyenHii^ fd^ alea- 

: ne terchei pcQprl ée^bur- 
chi. ..'tf- .1 « I ';» 

TieniAmU». FaDt«cci«» li«t 
limbiisto, vanerello. : 

T4m^ toi ' * frumento u ton* 

. ■■ e^vo di rame per cadoa. 

Timistufh. Scbiocbimurra; 

. i^e^fi^tQ per burbi. 

Timo salvad^go* SerpUlo, 
pianlarpereone, cbe nasce 

. p<ei 3ith sUHIi ed aridi. 
Quest'erba ha un odore 
fragrante, aromaiico.^ 

*-« no aver ne timo né fo- 
rno. Non avere alcun gar- 
bo. 

Timone la. Specie di vettu- 
ra. 

.Tina, Tinozza; vaso di le- 
gno fatto a guisa di tiuo^ 
mA ,più piccolo. . 

.T^ino^sQ. Vaso fatto a doghe j 
doglio. 

Tineht' tanche: Quel chi 

9ien da tinche tanche si 

ne va de ninche nanahe 

^rov. Quei . che vien di 

. ruffa la reffa se ne va di 

buìflaln beffa. 
Tingoio. Intingolo; spedi 
di manicaretto, nel quaU 
; si può. intingere. . 

Tiniiminia. Donna sinor 

. fiosa, affettata. 
Tintinar. Titillare, stuszi 
care. 

>Tior e fpr. ' Togliere. vAf 
togo^ lotloilfo.; If lo/, tv 



mi ■■ 



5«4 



TI 



**-AjiA_^ 



rotteria. - ^ ■ ( 

iHùric bon in marn. Pi- j 

ftfani troppo 41 licesM. >: 
— - ^ofi O'^tor^ Pigliarsi 

l>rigiie dhe.'BOD oi' tocca* 

DO. 

mm, $oto gamba unQ e$ua. 
Pigliarla per eoa» dk Dfén» 
te. E se parlasi di' perso- 
na, vaie noQ averne ilmi- 
nimo riguardo. 

Tirabozzon* Ramplnello , 
alaracciolo, cavaturaccio- 
10 ; slritmeiHo di metallo 
fatto a spire. 

Tiràea. Straccale} oigtiettr, 
striscia, con. cui si sosten- 
gono i calzoni. VI 'Cen- 
turon. »^ ' - 

Tirafòli» Colol vlie mena i 

- mantici delforgàno. 

Tiraeulo» Sallamindosso ; 
vestimento misero e Mar» 
so. 

Tiramela, Allenta e tira ; 
glnoco puerile. 

TUropie. Tirapiedi vlen det- 
to propriamente l^ssislen- 
te del' cameflce ; ma dl- 

• ' cesi ' impropriam^ta ai- 
raiulante di cM che sia. 

Tirar : tirar in braca. 

' Dar okel ponto..> 

•— .<n (erti. Geasare da una 
«bitodine qualunque; i»« 
me una iMiKa tirata a ter- 
ra cessa dal navlgare.- 

-*• Ift oorels; Bsaer aaildao 



.TI 

— ' 1lUl1l^Mtàre.-v ^ meglto' fiir 
> laafeHa la paiate 4^ altri 

In un lavoro. 
Tl^or > Iroisò. Caneoltere la 

partita. 
^^ 'XO '4«iio. Indurlo con^ ^a- 
• atUEla a dire o lare qaal- 
;< cbocoaa. 

— «O'à comfMifie ' «ief»le. 
Bestemmiare. 

— * o. cimenlo. PfOToeare. 
-->• le sgrAarfe. V. Sghvr^ 
le* 

— de Um/ga, Andar difila- 
to. Anche dUaiionare, ri- 
tardare. 

— ogua. > Maniera di usare 
Il remo'per girare fa bar- 
ca e avvicinarsi alla riva. 

— ogtMi' ol so malin^ v> 
jlqua:^ 

— tirar «uso. Sospirare. 
^— iirmr si» ti rtlogU. Be- 

gistrarlo. 

•^ ranema eo i denll.Tra- 
felare, trangoadare dalla 
•fatica. 

-^ tirarla eo ijdenti. Par 
qualche cosa rabbiosamen- 
te e con Ogni sfbno. 

-^ tira paga t va con Die, 
Non far deMU. 

— dal- Uro-paro. Alla li- 
ne, dopo varii eonlVastl. 

— tira iu, (parlando del- 
Toomo) Aggloatalo, ab- 
bellito. 

Tirò: eA# tiri t Che tral- 
Ul che scbenil 



TVrdNfJ ' SlnpiMl^ «trappà* 

7^iplai>i<4oUépldÌ!ra y liepifi- 
carH' '^ •. ' '■ '■ > ^' - » 

TlNunor. Bifofeo, screanzafo. 
7)MMf . Tociiare. Dicesi andie 
per appartenere^ 

— tempre glieli eànlln>''oc- 
> ear ràmpre ^uno atesao 
'propoBilo. 

— de quelo, A simlgliansa^ 
« setoiido riis»^dl q«eir<^ 

Tocketo. ToziefUh 

•— un bei iàeheio. Una bel- 
la giovine. 

Tìiehiar. Inlignerfr; toecàt 
'leggermente in cosa li- 

">■ quida. '^ - 

TùMo. unte» grasso ; la 
parte umida delle vivan- 
de. 

Theo, (coirò stretto) Tocco 

. toccametito.l^arfaiidod^uo- 

mo, vale tisico. Parlandc 

di un negetiO/e/ ioeo'va- 

le io spaccio. 

— trar el toco. Fareai toc- 
co. ' 

— Piera Aeliceo* V; Piera 
Toco (colpo aperto) Tocco 

tosto. 

— Off 'toco de d^a*. Bell 
tacca di donna. 

-— ioeo de baronf de eut 
no eec. Pesco di birbom 
diesino ecc. 

•^ andar in ioohi. Aada 
in rovipa. 



»ir 



5a6 



WO 



i 



ki.*.j 



t0vdi\ ilòiHUiv.iiM|n,cirfAf 
non appariscano' lì^nuuB- 
molle. • • . '- '^'.•.« • S "- 
Ibmor'Ciltf tOflM/ DIoMl^^i 
iMfenO '• • stravaganle : ohe 
pazzo I Usasi abcIib per 
caso stravagante: kx^ ffis*. 
éesio un bel forno; ho. go- 
duto unèe^ biaio^ uit«c- 
. ddedte : cviioso. . i : ^ ; \ 
Tbn. Tuono^ Anche II tonno, 

. >pC806« » .-5'^' 

-* esserjin.i^i fiaaera'in 

— risponder a^ton. In pro- 
'"'.poaitOi- • '» ■ 

— darse tropo lon. hnpor- 
•• 'la. troppo alla. > . 

'««^. ton<in ^ogio. Tonno • hol- 
lito nella siamola», e che 
: «il cnopreid^olio pesche al 
conservi. >•-{: 

7Md<i.. Specie di vette -e 
àhbigliatnenlo delle don- 
ne nostre, volgari, espe- 
dalmenle delle chloggiot» 
te. 

Tbndmr. Tondegglare, far 
tondo, 

.Tondini, (gergo)! testicoli. 

Tondo, Goffo,. aempUeiotto. 

Tàndolo, Contorno, circolo. 

-^■de laeopioda. Carello; 
turacciolo coi^ cui si cuo- 
pre la bocca del cesso» . 

Tonfada,: Gran mangiata. 

Tonfar. Zombare, dar le 
busse. 

&nfaìti«, iV. SbiOuuiMrn. 



73Dmfl9ii« PofM^ caflkotlow .^ 

Tonina. Salame fatto. dnl- 

' :ia schiene d^l;toiino< 

Toni: toni culo mar Un me 
pò tu io uno.^DHftiL calo, 

. il civile, il deridano : in 
tutte avrate.l' espreaaiott 
delPano» ■ 

rottùar*' Tttpoafe» 

iPonionar.4 Ramomricani di 
continuo sullo stoasò fr- 

.: gomehto. 

Topar imo. Coglierlo a tem- 
po opportuno* 

— ise lo ti^l Salo colgo 
airistantel 

Top»9Q. Topuio ; pietra 

: prosiosa loeenttoslma: ve 
n*ha di due colori,. tuoa di 

,: cplor dH)ra,i:Mtra. di co- 

-. ÌOtf^Atìn. ..'.-. 

Topico, Agg. di rimedii^ e 
vate loaaiei^ 

•*-* io^o txtpiiBo. V. Zo^, 

Topinera» Talpa; animale 
. «ka^ie 4a topo> dì.*è senza 
occhi e sta sempre sotto 
terra. . 

Topo, (coirò largo) Sorta di 
barca pescareecia ; battel- 
lo falcato. 

Tor. V. Tior. 

Torbie§o; Torbidleclo; al- 
quanto torbido. 

Toreolar. Attortigliare. 

TorooJo. Torchio, Anche il 
punteruolo baco ; insetto 
alato ohe reca danno alle 
viti. 



T4)l 

TùrMk(k*Pl9^mn^ tf ver- 
dino; uccello del genere 
denè allòdole;' 
Tordo de mar. Pesce tor- 

. do» la cttf grandezza non 

' eode<le tm piede. 

Toresan: colombo toreian, 

' Oolòinbd terraiuolo* 

Toreio, Otovienco; to?o gio- 
vine' sino al quarto anno. 

TbriH^nlo^ VanUggio» ii- 
«le, 

JWobUio: Tarabu99^ uc- 
cello palustre elle fti un 
rumore simile al mfuggi- 
to dì un toro. 

7\>rotoìètm, Suonatore di 
certo stromento a corde, 
di forma particolare» il 
quale gira per le strade 
improvvisando versi o sa- 
tirici o di encomio diretll 
agli astanti» da cui busca 
qualche moneta» e termina 
sempre con la cantilena 
iorototéia-torvtotà. 

Torototò ; aver nel toroto- 
tò. Ve Jver, 

Tor$e gali a pelar. Pi- 
gliarsi le briglie che non 
ci toccano. 

Tortiera, Tegghla o teglia. 

Tortiòn. Tortone » torta 
forando. 

Toner. Torcere. 

Torz^ar. Andare a zonzo 

• andar qua e là» e non fiS' 
sar punto* 

'in)rt^.i Vi Andar. 



-, r 
i 



SaS 



TR 



i 



Tnteheffiar. TfliBpor«f|l«- 

-. re, dMtregflafe. / ' 

Tracòla da uoldaU Baiulo- 
liera; traversa - di cualo 
col è uppen la giberna 
de^ soldati. 

Traero. Moneta antica del 
valore di cinque soldi. 

Trafegar. Trafficare. Aaclie 
scialacquare. 

Trafughili. Uomo .destro 
dMngegno per trafficare. 

Tragante . Cacciatora ■)à 
schioppo. 

Trambalar. Traballare. 

T^meuier Procaccio.) co- 
lui che porta lettere, fn- 
TOlU e simili da una eli- 

'tè alPaltrai ^gf landò a 

- giornate. 

TYamontana. Polo artico. 
'^pef'der la framonfaiMi. 

Sinarrire la direzione. '. 

- vento de tramontana. 
Vento boreale. 

Tramonttmèta, Uccello di 
padute; della grandezza 

' di uo^allodola. 

Trampani, Trampoli; 

Trapanar, Penetrare e tra» 
pelare. 

Trapelar. Subodorare, tra- 

- spirare una cosa. 
'Tirar, Trarre, scagliare e 
' aparare. 

• Iiid. pres. Aff tragéy ti 
tra, ti tra: traggo, tu 
tragfl, egli trae o trag- 
go» Tremo, tri, i ira: 



. Iisa|giaimo>.|faote^ tnCiOr 
' -no*- 

Pam. iieperf. TVomi, 
•'itraeva|:ec. 

SoggiuiH.,Paas. . imperf. 
Che mi Iroifs^cb^io Iraes- 
• si|< ec» , , 

Condis. Traria o ant- 
race, traBrei, ec 
Trar «l/oco. V. Tace, 
-T- WHiar a irar» Aodare a 
caccia. 

— trmip al.eenrOi al ntgro, 
ei». JPendere al bigio, al 
nero, ecow 

— de culo. Ricalcitrare. 
Ttane via,, fora de togù, 

flfostrarsl' generoso fuori 

. deirof Miliario.. 

'^ Z080. Accor*rfÌ, perder- 
si d^anime. 

TrarOé'y.Tramro, 

Trailo, . Tmveniao ; quel- 
Tasse olle nelle piecole 
barche, inchiodato sui la- 
ti, serve a tettarle salde 
e per sedervi sOpnu 

Trala da peccar. Sciabica, 
reaùl^ ; rete molto Iuih 

i ga da pescare. 

rraftoo. Attrottivo, di mi* 
niere» cortesi. 

Trato: chiapar el irato 
ai^anff. Pigliar PaT vantag- 
gio, prevenire. 

Traperea, detta dai Lomb. 
ee^uale. Grembialino^ tra- 
versino da doniuu 

rmvcril» Jfnte del coboiii. 



TR 

TVemariola, Tremore^ tre- 
marella. 

'/Yemazzo. Tremore. An- 
che batticuore^ paura. 

Tremola o tgranfo. Torpe- 
dine, torplglia ; pesce di 
mare del genere delle 
razze. 

Trentacoste, Sgarza; uccel- 
lo aquatico. 

Trentasie, Trentasei. 

— aver un trentasie. Aver 
una gran paura. 

Trepo, Compagnia, unione; 
pigliasi per lo più in ma- 
la parte. 

Tressa, V. Tirar. 

Tresso. Traverso, stanghet- 
ta. 

— eoo treno. Giovine scor- 
retto, vizioso. 

— vardàr tresso. Guardar 
di mal occhio. 

— andar per tresso. Per 
traverso la gola. 

— còrni per tresso. V. J' 
ver. 

Treziòla. Palamite; stru- 
mento da pescare. 

Tria. Triglia; pesce di ma- 
re^ muUus barbatus. An- 
che sorla di giuoco. 

— zogar a tria molinèlo'. 
Raggiro, macchinazione. 

lì'ibia. Gattone, volpone. 

TYigolo de tera. Tribolo 
terrestre; sorta di pianta 
che produce frutto spino- 
so e le frondl simili a 



SSo 



TE 



TVomSoR. nillaolatore. An- 
che nomo vanlagglofo. 

''■ala trombona. Vaolag- 
jlosamenle. Ancbe alla 
buona. 

Tronco, (vóce di gergo) 

ZVosia. (temi, marin.) Troi- 
ca ; peno di Clivo che cir- 
conda l'albero dclU navej 
■erve a tener rerml I pen- 

Trotolar. Menar te se»le; Il 



e forz, 



; si dice 



impeti a re 

del bantblDi quando 

miDclano a camminare. 

TVatolo. Trottola; strumen- 
to di legno di figura co- 

' nlcQ, col <|ua1e giuncano I 
fanciulli. Tacendolo girare 
con una sferza. 

— (re Irololt e una ilrin- 
ga. Haniera schenevole 
di «IgnlBcare un pochis- 
simo. V. Stringa. 

Trovar el verso. V. ftrio. 

— queidalformaglo. Tro- 
vare un di l'altra que- 
gli che si vendicherà. 

TVozo. Ben Ile ruolo, tramile, 
lYueo. Sorla di giuoco di 
palle. Detto Bguralaoieu- 



TR 

te, Vale rigiro, finzione, 
negozio coperto. 

Trufon. Truffatore. 

TFutsa: òaler la trutta. 
V. Batér. 

TVuxanfe. Accattone, che 
va Trecciando. 

Trula. TroKa ; pesce nolo. 

Tubercoloso. Tubercoluto ; 
sparsa di tubercoli. 

Tufo. Cattivo odore. 

_ at>er calivo tufo. Aver 
cattiva fama. 

Tuga. (lerm. marin.) Cas^o 
retlo verso la p uppa di 
una fregala per alloggiare 
il capìlano. 

Tugo. Uomo inetto ; min- 
chione, stupido. 

Turbante de mar o lesta 
de mar. Specie di alcio- 
nio ; produzione marina 
della forma di una gran 
ieìli umana. 

•Turcltelo. Pesce organo; 
Specie di triglia. 

Turlulù. Bjbbacclone. 

T^fo quelo. Uaniera Ironi- 
ca di sigalQcare im nul* 
la. 

rron^efo.Trionféttl o Erion- 
flni; sorta di giuoco di 



1 



Va. Uva. I 

— de mar. Sargasso gal- 
leggiante: della famiglia 
delle alghe. 

— Calabria. V. Zlbiho. 

— candiota. Uva d'Edilio, 
uva bianca, probabilmen- 
te portataci dall'isola di' 
Candia. 

— in composta. Uva ac- 
concia con aquavile. 

— marzemina. Marzimina. 

— gr espina. Uva spina, o 
ribes. 

— lugiadega. LugUalica, 
prìmiliccia; la prima uva 
che viene di luglio. 

' — moscata. Moscadella. 

— pmsO' Passola. 

— pergola. Pergolese; spe- 
cie d'uva grossa che fa 
in pergola. 

costoni de g(^lo, Gall/st- 

ta; che ha' gli acini alla 
fpggia 4ei reni del gallo. 

— spìnela. Olivella; ar- 
boscello fruticoso; pian- 
ga utile per arrestare gli 
sfondamenti delle sabbie. 

— • bela vigna e poca tfa. 

Bell'apparenza e pòpa so- 

stapza. 
Ueta. Uva turca o §aQgui- 



•MI Hkl 

4 



I ■ • 'T 



55a 



I^^^I^^lMm*...^ 



klii..«tu. 



Vacada e yacaria. Cosa 
lorda e disonesta. 

Facile fa. Cuoio disi bestia- 
me vaccino. 

yadai Detto in modo impe- 
rativo: scommettiamo! 

Valer. Valere. 

— quanto vario! Quanto 
vale? qual è il suo prezzo? 

Falesin. Porta-valigie. 
Faldrapa. Gualdrappa. 
f^alisa. Valigia. E metaf.la 
gobba. 

— dei soldaL Zaino; tasca 
di pelle col pelo volto al 
di fuori. 

yalonia, Vallonea; ghian- 
de del Cerro portate dal- 
TArcipelago per conciare 
le pelli. 

Valuta intesa. Concerto^ 
collusione fra due o pia 
persone. 

Vanèza. Aiuola ; quello 
spazio di terra ne^ campi 
ch^è tra solco e solco. 

Vanilia. Vainiglia; baccel- 
lo odoroso di frutto in- 
diano. 

Vantar, Agguantare; fer- 
mare colla mano una cosa 
che scappi. 

Vanzar. Essere creditore. 



Vanzar fora. Soprabboo- 
dare, sporgere in fuori. 

— qualeossa. Civanzare, ri- 
sparmiarsi qualche cosa. 

— Taglia da lavane le 
man. Avanzare i pie^ fuo- 
ri dei letto; dicesl di chi 
non ha guadagnalo nulla. 

— tempo. Anticipare, pre- 
venire. 

Vanzaura. Rimasuglio. 

Varar, (term. marin.) Ti- 
rar di terra in aqua la 
nave. 

Varador. Varatolo ; macchi- 
na per trasportare un na- 
viglio dal cantiere in 
mare. 

Varagno. Ragàna o drago- 
ne di mare; pesce di ma- 
re che oelP Istria dicesi 
ragno. 

Vardaba$so, Soppiattone , 
gattono. 

Vardar, vardà. Guardare, 
guardato. 

— per sutilo. Essere rigo- 
roso, minuzioso, sofistica- 
re. 

— el pelo nel, vovo. V. 
Peto. 

— per traverso. Guardar 
bircio. 



V A 

bardar stralochioSirubuz' 
zare, stravolgere gli occhi. 

— co la eoa de l^ochio, 
Birciare; guardare dì ban- 
da per non esser vedu- 
to. 

—- varie! Guardati/ 

— Dio varda I Tolga il 
cielo ! E nel parlar fami« 
Ilare, se Dio varda: se 
per avventura; come p. e. 
se Dio varda noi zoga- 
va cope, mi no chia- 
pava. 

— vare - vare I Guardate ! 
per bacco! 

— vara I vara chió eh ! 
Maniera bassissima di me- 
raviglia : poffarbacco I 

Varèa. Avarìa; danno che 
accade ad un vascello o 
alle merci di cui è cari- 
co. 

— (term. marin.) Calcese; 
la cima daH^ albero ^ ove. 
salgono i marinari per 
fare scoperte. 

Varenta, Dal verbo gua- 
rentire. Dicesi comune- 
mente; varenta mi, va- 
renta vu ecc. Cosi Dio 
mi salvi, sopra di me, so- 
pra di voi ecc. 

Varialo» (term. -de' pescato- 
ri) Chiamasi il brancino 
quando è giovine. 

Varo. Vajo; animale simile 
alio scoiattolo, col dorso 
di color bigio e la pan- 



534 ■VE 

Vedtlato. Vilellelto, maio- 
tendesl beo nutrito. 

Vedilo. Vitello. Lattonialo 
al dice la basila bovina 
cbe ba ineao di un idqo.' 
Fedèlo intea<l6si tra do1| 
anche pet cuoio o pelle 
di vitello- I 

féder. Vedere. fed«u ?l 
vedete? fedttluì vedi] 
tu? férfélu? Tede ella? 

— le tlele. Veder le luc- 
ciole ; quando per colpo 
ricevuto appariscono cer- 
ti bagliori. 

— dt sbiattzo. Alla sfuggila. 

— no veder l'ora de far, 
tee. Desiderare Mdeote- 

— farghtla vederla uno. 
RlmaDer al di sopra nella 
e(>nle9a. 

— vélo là vélo qua, 
(coire larga) Vedilo là,o 
vedilo qui. 

Vtdoèlt. Vedovine^ Barel- 
lino notissima. 
Vegia. Vigilia, veglia. 

— far la orgia. Vegliare. 

— Ira la vegia * 't tòno. 
Sonnacchio ni. 

ytgliou. Festino. 
Fegnir. venire. 

— vegno, vengo. Fi«nttu? 
vieni tu? veoti»^ ve- 
nite voi? Fientoì viene 
egli? Fegnerave, verrei. 
FegnermMuì vittraall 
tu? VtaxìM, veouio. 



V E 

Ftgnir lut *oo. Meupe- 

rare II proprio. 
— ■ a mea. Convenire. 

— al gufa. V. Quia. 

— a luperazton. V. Supe- 

— a tagio. A proposilo. 

' — 1 refoli. Venire uno smo- 
dato desiderio improvvl- 

— la piiza. La voglia, li 

capriccio. 
da la vila. Hoslrar'di 
'enire dai mondo nuovo. 
Cegnùo. (terni, de' pesca- 
to'rl). Quel canaletto cbe 
[a*sl nelle paludi per ap- 
prodar col balletto a t«r- , 

Fegro.V. Ttren. 
Vela a tagio. Vela lalifu , 
o triangolare. 

- quadra. Quadrangolare. 

- Irinchetìna. Dalla cima 
del bompresso fin quasi 
alla cima dell'albero di 
parruccbello si aliano due 
vele; quella più vicina 
«Ifalbero di trincbetto di- 
cesi Irinehelliaa, fallra al 
ili Fuòri, Hocco. 

- de le lancMe o Mia a 
tar-aUva. Tarcbia; vela 
delle laneie e d'altri bf 
stiment) sottili come le 
ntughe: ella è di Sgura 
quiidrata. 

- da /'urluno. Cecarola; 
vtia 41 cui si [a uto al- 



YE 

loreìiè il vento diviene 
eccessivo. 

VeUkda. Abito da nomo, 
detto dai Lombardi mar- 
iina\ ma più propriamen- 
te giat>ba langa o con 
falde, a differenza di già- 
cheta^^che dicesi giubba 
corta ò senta falde. 

yeladin, Giubberello. 

yeladon. Soprabito. 

Pelachio. Piccola vela. 

Vele, Le vele altre sono 
quadre, altre triangolari 
latine, ma qireste ulti- 
me ora poco usate. Le 
quadre prendono il no- 
me dalPalbero o penno- 
ne che le sostiene. 

— mainar le vele. V. Mai- 
nar, 

— imbrogiar le vele, V. 
Imbrogiar. 

— murar le vele. Tirare 
e fermar da prua la bu- 
gna, perchè la vela sfa 
meglio colpita dal vento. 

— tambada de una vela. 
La sua altezza. 

yeler, Treviere; colui che 
lavora interno alle vele. 

Veleta, Detta anche erba 
da pas^rini'y, pianta er- 
bacea che si trova ne' 
bassi fondi marini. 

Velelon, Gran velo; abbi- 
gliamento donnesco. 

yelma. Melma; fango pan- 

• lanoso. 



i»*»- Wfr- 

4 






556 



V E 



r 



im^t 



Vento da levante. Vento 

d'est. 
— - da mezo'zorno. Vento 

del sud. 

— da ponente. Vento d'o- 
vest. 

r- da tramontana. Setten- 
trionale aquilonare. 

— venti de mar. Sono 
questi: greco - levante , 
levante-sciiocco^ scilocco' 
levante. 

— venti de tera. Diconsi 
i venti che provengono 
dalla piaga di garbino fi- 
no a maestro. 

x— venti su e venti zo. 
Venti prossimi a tramon- 
tana, ovvero alPoslro. 

^- mezO'Vento. Vento di 
media forza , collaterale 
primario, come sud-est, 
sud-ovest, nord-est> nord- 
ovest. 

— quarto de vento. Vento 
intermedio ai principali 
ed ai collaterali, come 
nord-est-uord, est-nord- 
est, ec. 

— scarso. Rimbatto; quel 
che dà talvolta ad un 
tratto nelle vele dalla 
parte contraria , facen- 
do vela con vento steso, 
per cui si deve poggiare. 

— pezo vento no vegna 
in yela. (Locuz. famil.) 
niente di meglio. . 

Ventola. Ventaglio. 



VE 

VenioUta. Venlagllafo» il 
fabricatore di ventagli; 
acconcia - ventagli colui 
che li acconcia. 

Ventola. Veutaruola. 

— andar sui ventoli. An- 
dar in canzone. 

— farse meter sui vento- 
li. Farsi ridicolo. 

— figura da ventoli. Per- 
sona ridicola. 

Venturina. Pietra traspa- 
rente gialliccia. 

— zogo de la Venturina. 
Giuoco popolare di sorte, 
ricordato dal Goldoni nel- 
la sua commedia et Cam' 
pie lo. 

Venzer, venzo. Vincere , 
vinto. Da noi usasi anche 
per guadagnare. 

Vera, Anello, cerchietto. 

•~ da matrimonio. Anello 
nuziale, chiamato in To- 
scana la fede. 

— del pozzo. Pietra del 
pozzo. 

Verdazzi. Susine verdac* 
chic o susine claudie. 

Verde aria. Verde azzurro. 

— • esser verde. Essere in- 
collerito. 

— esser al verde. Essere 
al verde di danari. 

Ver do Un. Verdognolo. 
Verdon. Verde bruno. 
Verendigolo. (idiotismo) V. 

Bevendigolo. 
Vereta. Anellino. 



Verghetifi 
Scamati] 
oa. 

Vergogne 
ti verge 
umano. 

Vergola. 
è dette 
de la ì 

Vergogni: 
mido. 

Veriada. 
sura di 

Verigola. 
chio. 

Veriol. V( 
ba. {Pat 
li8, Lin 
Dementi 
e si ad 
i vasi e 

Vermena 
quantità 

Ver melo. 

Vermi. V 

— de la 
uova g€ 
scile ne 
nel pes 

— dei gt 
grani. 1 
verme 

— de te* 

— de le 
Brucili. 

-« de le 
Vermigli 
eie di 
d'^argec 



4 



I ■ fwm 



558 



VI 



■'i 



li 

I , 

I 



y$ttidine, e vestieto, fiim- 

pannucciato. 
-yestiniL Vestieciaola ; pie* 
cola veste donnesca. 

Veta de' filo, Gugliirfa ; 
quantità di filo infilata 
nelPago per cucire. 

Vetesina. Piccola gugliata. 

yetoUu Pantana; uccello 
grande che pigliasi nelle 
Talli maremmane. 

yetrioL Vetriuolo; solfato 
metallico^ cioè un sale 
formato dalla combina- 
zione deiracido solforico 
con alcuni metalli. 

Veturìn, Vetturale. 

yezza. Veccia ; sorta di le- 
gume, da cui si trae u- 
na povera farina, con cui 
face vasi anche il pane nel 
blocco del 1648. 

yezzon. Veggiolo; robiglia 
e moco salvatico; pianta 
leguminosa simile ^1 pi- 
sello. 

yia: a quela via. À quel- 
la foggia. 

— da quela via. Certamen- 
te. Anche con quelPocca- 
sione. • 

— a la maledeta via, DI 
mala maniera, pessima- 
mente. 

— via de mi , pia de /u, 
ecc. Fuorché, ad eccezion 
ne di me, di lui ecc. 

— per via de uno. Per 
meizo di uno« 



VI 

yia: a do vie. Per amore e 
per forza. 

y4da. Vigna e vite. Anche 
vite di ferro o legno la- 
vorata a spire. 

— cao de la vida. Tralcio; 
ramo di vite mentr^egll 
è verde. 

yìè! Grida popolare, come 
vivai e guarda quanto! 
presso a poco come in 
buona lingua usasi vie 
più, vie meglio ecc. 

yigilatura. (Idiot.) Villeg- 
giatura. 

yignaroL Vignaiuolo. 

^ yigàgna. Animale della 
grandezza della pecora, 
la cui lana finissima si 
adopera dai cappellari. 

— de meza vigogna. Di 
mezza qualità. 

yUanada, vilanezzó. Vil- 
lania. 

yUanon, Villanzone; villa-' 
no zotico. 

P (lazza. yìWaia; piccolissi- 
mo villaggio. 

if^ilota. Villanella; canzone 
del contado. 

yin picolo e tempera. Da 
noi comunemente per vin 
pieolo intendesi anoaqua- 
lo. 

— .molesin. Abboccato. 

— razzente. Piccante; sor- 
ta di vino piccante. 

|-^ raboso. Vino agro obru« 

SCO. 



VI 

f'^in, sftampto. -Svaporato. 

— santo. Vino che suol 
farsi la settimana santa 
colPuva appassita. 

— /orcAjo.Torehlatico; vi- 
no tratto da uve già fer- 
mentate e torchiate. 

— coto. Sapa; mosto con- 
dito con droghe e conden- 
sato al fuoco. 

— sforza. Vergine; quello 
che non* ha bollito nel 
tino. 

— tagià. Che ha una vena 
di dolce e di piccante. 

— ehe ka dà la volta* y in 
guaito. 

— col eagnon. Vino cer- 
cone. 

— friularo. Denominazio- 
ne data ad tin vino scel- 
tissimo, che si fa .nel vii- 
iaggio di Bagnoli nelPado- 
vano^probabilmente da vi- 
ti portate in origine dal 
Friuli; vino che diede mo- 
tivo al celebre ditirambo 
del Pasto. 

— garbo. Brusco o crudo. 
'— grosso. Puro , pretto , 

schietto. 
-" òo^to. Vino riuscito dal 
mosto bollito coiraqua. 

— secondo vin. Vinello; 
se Taqua è passata sulle 
vinacce di prima mano. 

— molo. Vino svigorito. 
yinchio. Vinco; specie di 

salcio^ delle cui vermene 



IP?* 



T"^ 



■^wi 



540 



V I 



^1 u 



Vissoler. visciolo ; albero 
che produce le visciole. 

yista. Dimostrazione , se- 
gno, apparenza. 

— far pista. Infingere. 
yisiòso. Avvistato, che tira 

a se rallrui vfsla ; di bel- 
Taspelto. 

Fita: bela vita. Bella ta- 
glia. 

— imbriago per là vita, 
ladro per la vita, ecc. 
Abitualo, avvezzo ad u- 
briacarsi, a rutiare, ecc. 

— star a là pila de uno. 
Star affianchi di alcuno; 
non lo lasciare. 

— far cativa vita a uno. 
Usare stranezze ad alcu- 
no. 

— andar de vita. Piacere 
assai una cosa; per es. 
vado de vita per la uà: 
mi piace assai Puva. 

Vitazza, Schiena vita lar- 
ga. 

Vit esina. Snella in cinto- 
la. 

Vivatar e vivdlolar. Gua- 
dagnare meschinamente 
vivere alla meglio. 

Vivazza, É un accrescitivo 
di viva, che usasi confi- 
denzialmente. 

Viver, vtvesto. Vivere, vis- 
suto. 

— co la testa in un saeo. 
Senza darsene pensiero , 
briga. 



VO 

Viver e lassar viver. Lec- 
care e noq mordere. 

— nel bombaso. V. Bom- 
baso. 

Viver. Vivajo; arnese lessa- 
to di vinchi, e serve a 
mantener vive nelPaqua 
le anguille. 

Voatrine. Granchi di mare 
a coda corta. 

Vodo. Vuoto. 

Vogada. Remata. 

Vogar. Remare. E metaL 
cruciarsi, sbuffare. 

— vogar sul remo. Compe- 
tere con uno ; essergli ri- 
vale. 

Vogia. Voglia, volontà. An- 
che macchia sul corpo. 

— pien de vogie. Vogliolo- 
so. 

Vogieta. Vogliuzza. 

Volante. Volano ; giuoco 
che sì fa con una pallot- 
tolina leggerissima con 
fitte In giro alcune pen- 
ne, e che a lungo si so- 
stiene in aria battendolo 
e ribattendolo colle rac- 
chette. 

Votatia, Friscello fa- 
scello; fior di farina che 
vola nel macinare, il qua- 
le è amaro dallo stare ap- 
piccato alle muraglie del 
molino sempre umide. 

Voler, (verbo) Volere. 

— Vogio : voglio . / voi •• 
vogliono. Volesio : vo- 



r — 



vo 

luto. Fustu? vaoi tu? 
Forlo e porla ? vuole ? 
Se ia voi : se cosi cre- 
de. Foravc: vorrei e vor- 
rebbe. No vorla ? Ci s^ln- 
tende. 

Voler: astuvolesto? magna 
de questo; dicesi ad uno 
cbe abbia voluto II pro- 
prio male ; cioè; cbi cau- 
sa è del suo mal, pianga 
sé stesso. 

-— 9orave ma no posso ; di- 
cesi di clii mostra di nu- 
trire vani desideril. 

— no-9ogiando. Usato in 
modo avverbiale : senza 
volere. 

— • te volèmo^ no gh^è mah 
Per quanto sembra, non 
v^è male. 

Volgolo, Volvolo; rigetto 
delie fecole per bocca; 
male del misererò. 

Volperà. Gabbione; mac- 
diina intessuta di vinchi, 
ripiena di sassi e di terra, 
per riparo degli argini 
nei fiumi. 

Volpina, Muggine volpino; 
varietà del cefalo, ore- 
sciuto dopo 11 terzo an- 
no. Ha la testa assai gros- 
sa; pesce di ottimo gusto, 

Volta: dar vo/ fa. Ritornare. 

<— dar volta et 9in, Inccr- 
conire; andar a male. 

— ghe xe qualcossa per 
volta, Ce del torbido. 



343 V 

yQvittrapazzai.la letame. 

— ptlai. Uova mondate. 

— dctpertL Sperduti. 

— Ittit. Ova aNogate. 

— Mlfar «I vova. Venire 
il capriccio. 

— taver da voto. Nidóre ; 
Odore slmile a quello del- 
le uova corro Ile. 

da tale. Aver uova é 
pulcini ; esser di natura 
t)igb etica. 
' — variar et pelo nel w>- 
vo. V. Pelo. 

— jior ehe 'l zopo mi vo- 
i>i. Dicesi di colui che 
camnlna adagio per ca- 

. ricalura. 



foro: xe megfo un fOfo an- 
Guo che una gallna do. 
man. Ue||lla è IriiiRuelto 
in man, cbe lordo in fra- 

— de mar. Uovo marino; 
auiniale marino ilell'ordl- 
□e dei molluschi. 

Cu. Voi. Non è tra noi usa- 
to cbe verso le persane 
di cooOdenui, e general- 
mente verso tutte le per< 
$one del volgo ed i ser- 
vi, ma quando si vuoi 
mostrar loro aftcìtons si 
usa il (■' (tu), fu usiamo 
nel singolare ; ma net 
plurale vu altri. 



Questa lellera, che nel- 
l'airabelo llaiiano non ha 
luogo, ai adopera da noi 
spesso nel verbo «ssere. 
V. Eutr. 



lehtte : go trt ieh«$t, gtM- 
tro ieheie, ec. Per deno- 
tare relà;secondo cbe ti 
usa nelle iKrlzioDi lapi- 



da noi cfalam^la andie/ia, 
a pagina is. 



2ki. Già. 

— za un poco» Poco fa. 
— • za tempo, za zorni ecc. 

Tempo fa/giorni sono ecc. 

— za un fià. Va moment 
to fa. 

Zabagion. Zabaglione; be- 
vanda con vino, uova i; 
zucchero. 

Zachè. ( colla z dolce e Ve 
aperta). Ragazzo servito^ 
re. 

Zacola* Zacchera ; pillac- 
chera schizzo leggiero 
di fanga sui vestilo. 

Zacoleta* Zacclreruzza;pic^ 

* cola zacchera. 

Zaeolon. Zaccheroso, pieno 
di zacchere. 

Zacolona: Vagabonda; fé- 
mina che è sempre in 
giro. 

2Uifo. Birro, satellite. 

Zago, Chierico. 

— el prete che procura per 
et zago. Da bere al prete, 
che il cherico ha sete. . 

Zaino. È proprio misura di 
liquido; ma nel diuletlo 
nostro vale gran recipien* 
te pieno di roba da man- 
giare. 

Zatattro. Giallognolo. 



T^*^^*"^ 



344 



ZA 



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1 1 



ì . i 



no-manrillo ; che si vale 
egualmente delP una e 
delPaltra mano. 

Zane: far da zane e da 
buratin. Servir di cap- 
pa e di mantello ; fare o- 
gni servigio. 

Zangola. Fogna ; fossa pie* 
na di escrementi. 

Zanueo. V. Zenico. 

Zambèeo. SciambeccO; ba- 
stimento a vela e a re- 
mi. 

Zanse, (colla z aspra) V. 
Sanse* 

Zanzerele, Minestra d'uo- 
va; brodetto. 

andar in zanserele. 
Rappigliarsi, coagularsi j 

Zanzalaro, Specie dì gran- 
chio marino a coda corta. 

Zapada. Calpestamento, pe- 
stata. Anche orma, im- 
pressione del piede. 

Zapa-fior. Zampa di bue. 

Zapa-pian, Posa-piano. 

Zapo-pie, Suppedaneo. . 
' Zapar , zapà. Calpestare, 
Calpestato. 

2kLpar sui pie. Recar of- 
fesa. ^ 

— »ui colo. Tener uno op- 
presso, avvilito. 

— el formenton. Sarchia- 
re, ripulire il grano turco 
altro da erbe salvati- 
che. 

Zapegar. Calpestare, pestar 
co"* piedi. 



Z À 

Zapon* Zampata. 

— - dar un zapon. Calpesta- 
re Taltrui piede col pro- 
prio. 

2kira. Orcio di terra per 
olio od altro. 

Zarabùtana. Cerbottana ; 
strumenlo di latta usato 
dagli astrologhi per par- 
lare altrui alPorepchio. 

— saver una cossa per za' 
rabotana. Indirettamen- 
te; per terza persona. 

Zaranto. Verdone; uccello 
grande quanto una pas- 
sera. 

Zarcegna. Arzagola, (Jncu 
Creea, Linn.). Vercedula 
maggiore; specie di anitra 
salvalica. La sua gran- 
dezza è simile a quella 
di un colombo* 

Zardin, Giardino. 

Zar età. Orciuolo. 

Zarpe, V. Sarpe. 

Zata, Zampa; piede di ani- 
male quadrupede. 

— dei scarpioni,granzi ec. 
Forbici. 

— * dei folpi. Tentacoli. 

Zatada. Unghiata. 

Zater. Foderatore ; colui 
che guida pe^ fiumi i fo- 
deri, cioè le travate di 
legnami congiunti insieme. 

Zàtera, Fodero, zatta; travi 
collegati insieme che si 
conducono pe' fiumi a se- 
conda. 



ZE 

Zatina, Zampino; piccola 
zampa. 

Zavagiar. Far baratti, pic- 
coli contratti ecc. Anche 
imbrogliare. 

2kL9agio. Baratto, bizzarro. 
Anche impiccio. 

Zwagion, Cianfruglione ; 
chi non fa nulla bene. 

2ki9ariatnento, Farnetica- 
mento. 

Zavariar, Farneticare. 

Zavatada. Giompeila; Dpe- 
ra mal fatta. 

Zavatar, Acciabattare, ac- 
ciarpare ; operare alla 
grossa. 

Zavate. Scafpe a cianta; 
qaando mandata giù la 
parte di dietro, si ridu- 
cono a foggia di pianel- 
le. 

Zaoaiin. Ciabattino. 

Zwaton. Ciarpiere; cattivo 
ai'tefice, che lavora male. 

Zebe Un, Zibellino; animalo 
"di pelame finissimo. 

— el par un zebelin. Cioè 
bene acconciato. 

Zeladio, Gelatina ; brodo 
rappreso. 

Zelosia. Gelosia. 

-^ de un òaleon* Grata; 
ingraticolato di legno. 

Zeno. ( term. de' bottai. ) 
Caprugglne ; Intaccalora 
delle doghe, dentro cui 
si commettono i fondi 
delle botti. 



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U.AiL^J. 



346 



ZI 



ZI 



ro> inteso solo da persone 1 Zineproj baehe de zinepro. 
tra loro convenute. | Le coccole del ginepro. 



Zer00fi. Giargone; specie 
di diamante gialliccio. Da 
noi sMntende una pietra 
falsa ocristalio artefatto. 

Z$rman. Cugino. 

Zerla, Zana gerla ; cesta 
ovata che serve a portar 
roba dietro le spalle. 

Zerpir. Scapezzare, scoro- 
nare ; tagliare i rami agli 
alberi insino al tronco. 

ZesÈQ» Specie di tela coto- 
nina, più o meno fine. 

^S90. Gesso; specie di sale, 
che i chimici chiamano 
solfato di calce, e che 
ridotto in polvere è pro- 
prio ad opere di scol- 
tura. 

— da iartori. Usato dai 
sartori per disegnare i 
contorni de^ vestimenti 
che devono tagliare. 

— * da presa. Cioè da for- 
mar modelli per gli scul- 
tori. 

Zetola» V. Cetola, 

Zibibo. Uva appassita di 
Levante. 

— par e he abiemo magna 
el zibibo in bareta» Si 
dice a chi vuol prender- 
si troppa confidenza. 

Zigho'zaghe. Zig-zag; vo- 
ce che dinota tortuosità, 
serpeggiamento. 

Zinepro» Ginepro. 



Zinzin. Gichino; piccolissi- 
ma porzione. 

Zioba. Giovedì. 

— grano. Berlingaccio; ui. 
timo giovedì di carnova- 
le. 

Ziogar. (idiotismo) V. Zo- 
gar, 

Ziparin. Fischietto da tor- 
di; zufoletto d^osso. 

Zipon. Giubba d'uso an- 
tico. 

Zirandola, Girandola; ruo- 
ta composta di fuochi la- 
vorati, ed appiccatovi il 
fuoco gira. Mulinello quel- 
la canna su cui i ragazzi 
per trastullo impernano 
due ale. di carta. Girotta 
quella banderuola che si 
attacca agli alberi delle 
navi per mostrare da qual 
parte soffia il vento. 

Zirandolar: Glronzare. 

Zirandolon, Girovago, va- 
gabondo. 

— andar a zirandoUm, 
Andar a girone, a zonzo. 

Zirnar. ^idiotismo) V. Di' 
enar. 

Ziton, Canlaiuolo; dicesi a 
quel tordo giovine che si 
tiene nelle gabbie per ri- 
chiamare gli altri tordi. 

Zizolada. V. Bulada. 

Zizola, Giuggiola; frutta 
nota del giuggiolo. 



zo 

Zizoloto. Zefbfno, cacazi- 
betto. 

Zo: vegnir zo. Scadere. 
Anche scolorire , dima- 
grare. 

— andar zo eoi brenton. 
Non aver più riguardo o 
ritegno. 

— andar zo come Chiara 
mata. Andar in furore. 

— > andar zo dei calcagni. 
Venir a noja una cosa. 

— far zo uno. Sedurre, li- 
rare uno al proprio par- 
tito. 

— zo de man. Fuori di 
mano. 

Zoba. V. Zioba. 
Zoeo. Ciocco ; ceppo da ar- 
dere. 

— da becher. Desco o top- 
po; tavolone su cui i 
beccai tagliano la carne. 
Detto ad uomo» vale sto- 
lido, balordo. 

— dormir come un zoeo. 
Dormire come un tasso. 

Zoeoli, : andar $ui zoeo^ 
li. Montar sulle furie. 

— andar una eoua sui 
zoeoli. Impegnarsi Paffa- 
re; farsi serio. 

Zogar. Giuocare. 

— al modi. V. Sa$$eUo. 

— ai 8ehia9i. V. le Ag* 
giunte. 

— a marea - madone, id. 

NB. Per altri giuochi 
yegg. la voce relativa. 



2 



1 
1 



548 



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^.K 



É 

.1 



Zogo. Giaoco. 

— carte da zogo V. Carte. 

— de tetta. V^ Far. 
Zogolo. Zimbello; uno o 

più uccelli legati che si 
espongono per allettare 
gli uecelli che si vogliano 
prendere. 

— de la coltrinat de la 
eampanela, ecc. Giuoco 
della cortina, ee. 

Zolar. Allacciare, stringer 
con laccio. 

— m« l^ ho zolada a un 
deo. Me l'ho legata a un 
dito. . 

— no esser degno de zO' 
larghe le $Gaf*pe. Esser- 
gli di gran lunga inferiore. 

Zola. Cappio; annodamento 
che tirato Tun de^capi 
si scioglie. V. altrimenti 
Braghier, 

Zompo. Monco. 

Zonchiada. Giuncata; latte 
rappreso sopra giunchi. 

ZonL Eulli; giuoco che si 
fa con peizi di legno po- 
sti diritti, e che si fan 
cadere con una palla get- 
tata contraessi. 

Zonta. Aggiunta. 

— ' più la zonta ehe la 
carne. L^aggiunta supera 
il principale. 

Zontadina . Giunterella ; 
piccola Q breve giunta. 

Zoniar, xontà. Aggiungere, 
aggiunto. 



ZU 

Zontura. GoDgiungimenlo. 

-^ del corpo. Nodello di- 
cesi della congiuntura 
che attacca le gambe al 
piede e il braccio alle 
mani. Nocca quella delle 
dita. 

2:ornada. Giornata. 

— far zomada* Far un 
buon affare. 

Zornadazxa, Gattifa gior- 
nata. 
2Sota. Zoppaggine. 
Zo tignar. Zoppicare. 
Zotin. Zoppetto. 
Zoto. Zoppo. 

— baio lo. Zoi4x> braehie- 
rajo. 

*^ andar zoto in Vunafar. 
Aver discapito. 

Zotolo. Mollusco carnoso che 
vive in mare, posto da 
taluno nel genere delle 
seppie. Detto a persona, 
vale succido. 

Zoton. Zoppacelo , assai 
zoppo. 

Zovenoto. Giovinastro. 

Zuea. Zucca, coousia. Det- 
to ad uomo vale testa 
dura. 

— mestrina. Zucca a ce- 
drato. Non può conservar- 
si perchè questa marcisce 
Internamente. 

^- baruea. Zucca turca; 
zucca a turbante; al man- 
gia colla in varie guise. 

— sant€i. Zocca lunga, luc- 



zu 

ca a violino. Alcuni pre- 
tendono che il nome di 
sacca santa derivi dal- 
Tessere originaria di Ge- 
rusalemme, ossia deMuo- 
ghi santi; altri che derivi 
dalla sua salubrità in con- 
fronto delle altre zucche. 
Zuca de mar. (term. de^pe- 
s'catori) Sorta di produ- 
zione di mare. 

— dapin, da 4abaco. Zuc- 
ca orciuolo. Quando il 
frutto è maturo, è secco, 
legnoso, leggiero: quindi 

/ adoprasi dai villani per 
fiasche da vino, olio, ec.ed 
anche da polvere e da ta- 
bacco. 

Zueada, Capata , percossa 
nel capo. 

Zucaro 2kucabà, Zucchero 
rosso. 

— d'orzo, Pennito; pasta 
di farina d^orzo e zucche- 
ro per la tosse. 

— panon. Zucchero in pa* 
ni; raffinato e riunito in 
pezzi a forma di cono o 
campanone. 

— tuto zucaro su le fra- 
gole. Questi son tutti 
pannicelli caldi, rimedii 
inefficaci. 

Zucaro la. 4irilIo-talpa; ani- 
maletto della classe de- 



r. 



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1 _- 



GIUNTA 



OlMENTiCATE NEL F 



Jvanzadin. Attempatetto ; 
alquanto attempato. 

Belatolo. Bellino. 

Blondin. Biondetto; alquan- 
to biondo. 

Bonagrazia, V. Collrlna. 

Borinada. Bufera di ventc 
settentrionale. 

Bragozzo, Baragozzo ; sorta 
di naviglio mercantile. 

Brusaoehi. V. Camamila. 

Bulèghin, Trogolino ; dite- 
si di fanciulle che non 
istà mai fermo. 

Burlato . Cocuzzolo della 
cuffia ec. 

Buste la. Guainajo ; colui che 
fa guaine^ foderi ec. 

Cole lo. Collaretto. 

Corponizar, Bestemmiare. 

Cusarina ; nea cusarina ec. 
Seta da cucire^ ec. 

Dorè : color dorè . Color 
rancio; color della mela- 
rancia matura; più acceso 
di quello delPoro, ma as- 
sai confacente con esso. 

Erba de la Madòna. Pie 
corvino ; rahuneulus a- 
crii, Unti. 



^^f 




352 

santi; cioè a quel giuoco 
cbe si fa gittando in alto 
una moneta^ ed apporsi a 
dire da qual parte reste- 
rà voltata. Il soldo vene- 
to aveva da una parte la 
impronta di s. Marco e 
dail*altra la Bladonoa. Ora, 
In causa della nuova mo- 
oeta, dfcesl zogar a jHf- 
ita Corona. 

Nodola V. Zondùlin, 

Noseler, Avellano } albero 
ehe produce le noccloole. 

Oqueztrù . (idiot . ) Orche- 
stra.,» 

P(^doéìada. Maniera o co- 
starne padovano. Deriva 
forse dalP Idiotismo del 
linguaggio padovano di cui 
fu censurato Tito Livio. 

Pagato. Abitante della Pieve 
d^AIpago, nella provincia 
di Belluno. 

Pìlegh: a pilego. Appunti- 
no ^ appena appena. 

Pizzeghln. Sorta di giuoco; 
specie di tre-sette^ che 
fassi in due^ nel quale 
dopo essersi distribuite a 
ciascuno 19 carte, le al- 
tre 16 che restano nel 
monte vengono prese una 



alla volta^ dirém qi^asi a 
pizzico* 

Pontichiò, Giuoco del pari 
e caffo. Occultano dentro 
ai pugno alcuni noccioli, 
ed invitano altri ad Indo- 
vinare se il numero è pari 
callo. 

Regolata, PrAnzoo merenda 
fatti in brigata. 

Schiavi: zogar ai schiavi, 
Giuocare al birri e ladri. 
Quelli scorrono da un luo- 
go ali*al)ro, e questi pro- 
curano di pigliarli do van- 
que> tranne un htogo Im- 
mune, da ciascuno prima 
prescelto^cbiamato in ver- 
nacolo mea, e in toscano 
bomba, E si guadagna o 
si perde li premio stabi- 
lito, secondo che son con- 
venuti di esser presi o 
non presi in (ante gite. 

Ser. (voce antiq.) Signore. 
Anlicamenle tra noi chia- 
mavansl messer i procura- 
tori di s. Marco e ser 
tutti gli altri nobili. 

Sgranfo, V. TVemofa. 

Tiramòla, Irresolutezza in 
un affare. 



FINE.