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7"?
EPISTOLARIO
DI
LODOVICO ANTONIO MURATORI
OPERE DELLO STESSO AUTORE
OOERISPONDENZA, fra L. A. Muratori e G. G. Leibniz, con-
servata nella R. Biblioteca di Hannover ed in altri isti-
tuti. Modena Società Tipografica, 1892 L. 5,00
REaESTO della corrispondenza fra Raimondo Montecuccoli e il
Principe Mattia de -Medici, conservata nella R. Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze e nell' Archivio Mediceo.
Modena. Società Tipografica, 1893 ... » 3,00
Epistolario di L A. Muratori (Elenco dei corrispondenti).
Modena. Società Tipografica. 1898 , . , » S,00
Les lettres de L. a. Muratori ( Liste des con-espondants).
Modène. Imprimerie de la Société typograpliyque, 1898 . » S,00
L'Istituto Provinciale S. Filippo Neri e S. Bernardino e
i suoi benefattori, discorso, Modena, tipo - litografia Por-
ghieri, Pellequi e C, 1901 » 1,00
Luigi Poletti. Discorso inaugui*ale dell'atrio, della statua e
della Galleria Poletti. Modena, tipografia Rossi, 1905 . . » 1,00
Epistolario di L. A. Muratori, edito e curato da Matteo
Càmpori, Voi. I, 1691-1698. — Voi. II, 1699-1705. —
Voi. Ili, 1706-1710. — Voi. IV, 1711-1714. — Voi. V,
1715-1721. — Voi. VI, 1722-1727. — Voi. VIL 1728-1733.
— Voi. VIII, 1734-1737. — Voi. IX, 1738-1741. Modena,
Società Tipografica, 1905-1906. Ogni volume separato . » 12, OO
In preparazione :
Epistolario di L. A. Muratori, Voi. XI.
EPISTOLARIO
DI
L. A. MURATORI
EDITO E CURATO
DA
IVTATTEO OAlVtr^OIlI
X.
174S-1744
MODENA
CON 1 TIPI DELLA SOCIETÀ TIPOGRAFICA MODENESE
MCMVI.
Proprietà letteraria.
Tutti i diritti riservati
ÌJ' /O
Copia N,
CRONOBIOGRAFIA MURATORIANA
CRONOBIOGRAFIA MURATORIANA
1742-174r4r
1742. 3 gennaio. — Non ha ancora letta la lettera insolentissima scritta
contro di lui, diretta al cardinale N. N. Gli è giunto il
nuovo libro, pure a lui contrario, del Partenotimo (p. Burgos).
— 5 gennaio. — Esce per le stampe un" altra lettera insolente di un
finto Saguas.
— 5 gennaio. — Invia al Tamburini Y operetta : Dei di/'etti della GiUr-
risprudenza, da presentare al papa, al quale la vuole dedicata.
— 15 gennaio. — Ammette, col Brichieri Colombi, di essere incorso
in qualche duplicato nella pubblicazione delle Iscrizioni, av-
venuto in causa della lontananza del luogo ove T opera è stam-
pata, senza che egli possa correggerla.
— 25 gennaio. — Viene a sapere che autore della lettera insolentis-
sima al cardinale N. N. è il p. Alessandro Santocanale, che
è capace di si fatto stile. Sa pure che un frate scriverà contro
di lui, in favore del Volto santo di Lucca.
— 16 febbraio. — Dichiara a L. Branassi di s. Filippo che egli non
s'ingerisce nello spaccio delle sue opere pubblicate in Milano,
perchè la spesa si fa tutta da alcuni signori di Milano uniti,
e massimamente del sig. Argelati.
— 16 febbraio. — Fa premure al p. Calogerà, perchè la ricordata lettera
iìisolentissiìna, non venga ristampata in Venezia o in Padova.
— 16 febbraio. — Sta ultimando una risposta a quanto è stato pub-
blicato finora contro di lui.
— 20 febbraio. — Scrive al Tamburini essere mordace al maggior
segno Y opera del canonico Migliacci di Palermo, a lui con-
0RONOBIOGBA.FIA MURATORIANA
traria. Aggiunge poi che a Venezia aspettano con ansietà le
sue l'imposte, e molto più le desiderano alcuni signoi'i paler-
mitani, i quali già ne domandano cento copie.
1742. 27 febbraio. — Dichiara falsissimo ch'egli abbia compilato un ma-
nifesto pel Serenissimo suo sovrano.
— 21 marzo. — Non sa comprendere come siasi sparsa in Ferrara la
notizia della sua morte, perchè nemmeno è stato infermo.
— 22 marzo. — Scrive al Brichieri Colombi che è già uscito il vo-
lume V delle Antiquitates Italicae, e che lavora intorno al-
l' ultimo.
— 23 marzo, — • Esprime al p. Contucci l' iutenzione di scrivere un
libro Sulla missione dei padri della Compagnia di Gesti nel Pa-
raguay.
— 6 aprile. — Ha letto il libro del canonico Migliacci, al quale ha
già risposto con poche parole.
— 12 aprile. — Certo sig. Micheli, gentiluomo lucchese, si rivolge a
lui per ottenergli il permesso di leggere i libri pi'oibiti.
— 13 aprile. — Scrive al p. G. Bianchini, che di presente si trova
sfaccendato. |)ur lavorando intorno al tomo VI delle Antiqui-
tates Italicae.
— 20 aprile. — Sottopone alla censura del Tamburini e di tre altri
personaggi l'operetta stampata sotto il nome di Valdesio.
— 27 aprile. — S'inizia la corrispondenza con Pier Francesco Foggini.
— 3 maggio. — Aspetta di ritorno da Roma il trattato Dei Difetti
della Giurisprudenza, per istamparlo senza dimora.
— 4 maggio. — Scrive al Camerini che si trova comjietentemente sano,
malgrado una discreta flussione a gli occhi e V età sua di
anni 70. Aggiunge poi che sette o otto sono le penne che han
faticato finora contro Antonio Lampridio, e non hanno, alcune
d' esse, perdonato ad ingiurie.
— 11 maggio. — Scrive al Tamburini di tro vai-si in grandi afflizioni
per gli danni e pericoli che sovrastano a questo Stato, con te-
mersi fin V assedio di questi città [Modena].
— 12 maggio. — S'inizia la corrispondenza con Francesco III d'Este
Duca di Modena, annunziandogli di aver ridotto in 25 casse
il meglio e più importante del ducale archivio, da spedire a
Sestola per maggior cautela.
— 15 maggio. — Scrive al Tamburini essergli pervenuto per la posta
un Uffizio dell' Immacolata Concezione, ben legato con un bi-
OBONOBIOORAFIV MUHATORIANA XI
glietto dove, ili/lo minchionatorio era scritto : È pregato il
signor Muratori di recitare una volta V annesso officio per
l'anima del detto autore.
1742. 17 maggio. — È incominciata in Venezia la stampa degli Annali
d' Italia, dal principio dell' Era Cristiana, fino al ióOO.
— 31 maggio. — Scrive al Brichieri Colombi che ha poca voglia di
scrivere, percìiè afflitto per le calamità della sua patria e che
ha offerto il proprio casino (in S. Agnese) al generale mar--
chese Pallavicini.
— 31 maggio. — Dedica a Benedetto XIV il trattato: Dei Difetti della
Giurisprudenza.
— 7 giugno. — S' inizia la copiosa corrispondenza col p. Daniele
Coucina, al quale dà notizia che in Palermo si è trovata la
maniera di sequestrare le lettere che egli dirige ai suoi amici
di colà, ed esclama: Vegga se si fa buona guerra!
— '22 giugno. — Scrive al Chiappini : anche ieri un jjezzo d' una
bomba crepata in aria cadde nel mio cortile.
— 26 giugno. — Scrive al Brichieri Colombi : Mi onorano ancora della
lor grazia questi signori Savoiardi. Pazienza, se il mio casino
è pieno di cavalli, muli e servitori, e se tagliano alberi.
— 5 luglio. — Ha ricevuto finezze dal marchese d'Ormea: due volte
l'ha voluto S. M. (Carlo Emanuele III di Savoia) alla sua
udienza.
— 6 luglio. — S'inizia la corrispondenza col principe Federico di
Napoli di Campobello.
— 7 luglio. — Scrive al Brichieri Colombi, a proposito della presa
di possesso di Modena da parte del re di Sardegna : Né finora
si sa cosa sarà della gente stipendiata in addietro dalla nostra
Corte, né posso prevedere cosa sarà per conto mio.
— 12 luglio. — Non ostante le finezze che gli vengono usate dal re di
Sardegna e dai suoi ministri residenti in Modena, scrive al
Chiappini: Ma il veder le disgrazie del mio principe naturale
e V afflizione del nostro popolo, mi conturba non poco, e mi
rende svogliato di tutto.
— 13 luglio, — Ripete le stesse cose al Tamburini, aggiungendo che
due volte è stato forzato a pranzare col marchese d'Ormea.
— 1 agosto. — Scrive al Brichieri Colombi: Non mi è mai rincresciuto
V essere corretto, perchè assai conosco la mia debolezza in lutto,
e niuno, infine, sa tutto, ne si ricorda di tutto.
XII CRONOBIOaaA.FIA MURA.TORIANA
1742. 9 agosto. — Ila saputo dal marchese d'Ormea che S. M. sarda
gli farà pagare il suo salario pei' la parte che a lui toccherà
sulle rendite ducali, essendo l'altra parte di spettanza degli
austriaci.
— 10 agosto. — Ha saputo come alla posta di Napoli si vedessero
lettere dirette a Lamindo Pritanio, e che altri avesse assunto
un tale titolo da lui adottato come pseudonimo.
— 10 agosto. — Si rallegra perchè la revisione dei suoi Annali, che
si stampano dal Pasquali in Venezia, passi per le mani del
p. A. Calogerà.
— 10 agosto. — Sollecita dal Mazangues le osservazioni del bai-one
De la Bastie intorno alla raccolta delle sue Iscrizioni.
— 14 agosto. — Scrive una dotta lettera al cardinale Angelo Maria
Querini, Inlorno alla comunione del popolo dm^ante la messa.
— 15 agosto. — Si sdebita col Brichieri Colombi della falsa accusa
di aver scritto contro la corte di Vienna, mentre ciò deve at-
tribuirsi all' avv. Nicoli e a monsignor Fontanini.
— 23 agosto. — Soffre di flussione ad un ginocchio, ma sta ancora in
piedi.
— 26 agosto. — Scrive una lettera al duca di Modena Francesco III
d' Este, pregandolo di sollevarlo dal peso del ducale archivio,
stante la sua avanzata età, sostituendolo col nipote Gian Fran-
cesco Soli, proposto della Pomposa.
— 29 agosto. — Si è portato due miglia fuori della città a inchinare
il re di Sardegna, che lo ha ricevuto con la solita benignità.
— 25 settembre. — Non è rimasto soddisfatto della stampa del trat-
tato: Dei Difetti della Giurisprudenza, il quale doveva essere in
4." ed è riuscito quasi in foglio. Non ha ancora ricevuto un
soldo del suo salai'io promessogli dal re di Sardegna.
— 4 ottobre. — Scrive al Brichieri Colombi che nulla sa di opposi-
zioni fatte da' protestanti al libro De Ingeniorum moderatione.
— 4 ottobre. — Non ostante la flussione agli occhi, e quella più re-
cente al ginocchio, gode suiEciente salute.
— 5 ottobre. — Ha dovuto impazzire al solo ordinare gli indici delle
Iscrizioni.
— 8 ottobre. — E grato a Mauro Giorgi per avergli additati i luoghi
difettosi osservati da lui nelle Antiquitates Italicae. A chi mi
corregge, se amichevolmente, io mi prolesto obbligato al sommo,
ben sapendo che a me non compete la immunità da gli errori.
CBONOBIOORAFIA MUKATORIAXA XIII
1742. 17 ottobre. — Scrive al Mazangues: Ma l'aver noi il /lavello della
guerra in casa, e le disgrazie del mio principe, mi tengono
ora si scorato ed abbattuto, che non son buono di scrivere
Uìia riga.
— 19 ottobre. — E ascito in Venezia il trattato : Dei Difetti della Giu-
risprudenza.
— '1\ ottobre. — Ha parlato con persona proveniente da Salisburgo,
la quale gli portò i salati di quei cavalieri.
— 2(3 ottobre. — S' inizia la corrispondenza col p. Giambattista Zappata.
— 9 novembre. — Ha dovuto interrompere la villeggiatura, avendo do-
vuto cedere il suo casino ad uno degli uf/iziali che comandano
le feste in questo paese.
— 15 novembre. — Si compiace col Tagliazucchi per aver fatta la co-
noscenza, nel loro passaggio per Modena, del march, di Cra-
venzana e di Gorzegno, del conte della Rocca, del march, di
S. Germano, del suo intendente Gregori e del segretario del
conte di Kaunitz.
— 19 novembre. — È incominciata la stampa della sua Risposta alle
critiche sul voto sanguinario.
— 30 novembre. — Gli scrivono da Palermo che è stato stampato un
altro libro contro Antonio Lampridio, e che fu spedito al Tam-
burini, perchè lo facesse avere a lui. Probabilmente, scrive al
Tamburini, io non mi sentirò di risjxtndere a questo nuovo venuto.
— 7 dicembre. — Nulla sa di una pretesa ristampa del Trattato
della Giurispruden-a fatta all' insaputa dell" editore della prima
edizione, il Pas.^uali, il quale a lui ne muove giusto lagno.
— 14 dicembre. — Sorive al Tamburini: Sento che cotesti seguaci
d' Astrea sono in collera contro di me. Mi hanno anche nomi-
nalo V avvocato, che prepara bombe e cannoni per atterrarm.i.
— 15 dicembre. — Scrive a L. A. Gentili : Mi sono ormai reso af-
fatto incapace all' applicazione, e conosco, che la mente non
mi presta più, quegli aiuti, che si richieggono negli studi.
— 23 dicembre. — Scrive al Brichieri Colombi : Non sussiste, eh' io
abbia titolo di conte, non essendomi mai curato di somiglianti
fumi.
— 28 dicembre. — Accoglie V idea, propostagli dal Pasquali, di una
nuova edizione della Vita del p. Segneri con gli Esercizi Spi-
rituali: ma non dovrebbe fare giunte, perchè, dice egli, lo tengo
sempre per un tradimento a chi comperò le prime edizioni.
XIV OBONOBIOGRAFIA MUBATOBIANA
1742. Escono in Palermo le seguenti pubblicazioni: La RinprMa senza
maschera al sig. Lodovico Antonio Muratori, scritta dal p. Bo-
naventura Attardi agostiniano. Ritratto della falsa dottrina di
Lamindo Pritanio, esposto da Fulgosio di Monte Peleco (p. An-
tonio Ignazio Mancusi) alla considerazione de' savi cattolici
pili dotti e fedeli ; Fratris Ignatii Como Liyebaetani Ord. Min.
Sancti Francisci Conventualium. Dissertatio theologica in Vin-
diciis certitudinis Immaculatae Conceplionis Sanctae Mariae Vir-
ginis adversus Antonii Lampridii animadversiones in Opusculo
De Superstilione vitanda; Nuovi fervori della Città di Palermo
e della Sicilia in ossequio dell'Immacolata Concezione di Maria
Vergine, opera di un Sacerdote Palermitano (can. D. Antonio
Mongitore ) ; La Dissertazione a stampa del p. Giuseppe Ignazio
Milanese S. J. dal titolo: Lampridius ad trutinam revocatus.
— Esce nel Tomo I della Raccolta, del dott. Giovanni Lami, Memora-
biha Italorum, un suo compendio latino della Vita del serenis-
simo Rinaldo 1 duca di Modena
— Compare in Venezia una nuova edizione delle Riflessioni intorno al
Buon Gusto nelle Lettere e nelle Arti.
— Si compie l' edizione delle Antiquitates itaUcae medii aevi.
— Giovanni Enrico Leich di Lipsia critica per primo in Miscella-
neoriim Lipsietisium novorum il Thesaurus novus.
— Enrico Cannegetier, critica il Thesaurus novus, in una lettera di-
retta a Jacopo Filippo Dorville e pubb. nel T. IV — Misceli.
Observ. Critic. Nov.
— Jacopo Brucher d'Augusta pubblica un compendio della vita del
Muratori con un ritratto in rame, nella decade II della Pina-
coteca de' letterati viventi.
— Riceve parecchi inviti personali dal marchese d'Orraea, per indurlo
a portarsi a Torino, con offerta di grosso stipendio e di tutti
i comodi tanto in città che in villa: ma tutto ricusa deciso a
morir nel suo nido.
1743. 4 gennaio. — E affetto dall' influenza de' raffreddori.
— 4 gennaio. — Rimette al Tamburini ciò che gli ha suggerito la
sua povera testa, intorno alla nobilissima dissertazione di Bene-
detto XIV, già sottoposta al suo giudizio.
— 10 gennaio. — Ringrazia il Brichieri Colombi per la buona inten-
zione di tradurre e illustrare il Trattato dei Difetti della Giu-
risprudenza.
ri:')N'oi!i()(;i;Ai''i ■i mtk '.'imim.vna XV
1743. 17 gennaio. — Ringrazia Francesco Pagliai di Palermo, il quale
unitamente al p. Eutichio, basiliano, pensa di prendere le sue
difese contro le tante dicerie de" signori palermitani.
— 20 gennaio. — Mentre sta scrivendo al Brichieri Colombi, vengono
ad avvertirlo che vogliono mettere una compagnia di soldati nel
suo casino di villa, casino nuovo, il che se succede, aggiunge.
me lo rovinano tutto.
— 31 gennaio. — Sconcertato dalle disgrazie della patria, da molti
mesi non ha, né testa, né voglia di comporre qualche cosa, e
si è divertito solamente in leggere libri geniali.
— 10 febbraio. — Per mezzo del Tamburini, propone a Benedetto XIV
una nuova edizione dell' /tote Sacra deirUghelli, interamente
rifatta : e una Descrizione dell' Italia, per la quale proporrebbe
il dott. Lodovico Antonio Montefani Caprara di Bologna.
— 14 febbraio. — Non é ancora liberato dall' influenza.
— 15 febbi'aio. — Ringrazia L. Brunassi di S. Filippo per le lodi pro-
digategli nella sugosa e leggiadra prefazione da lui fatta alle
Rime del p. De Angelis.
— 1 marzo. — Scrive al Berteli che V Argelati si dà cura più della
propria Biblioteca degli scrittori milanesi, che delle cose sue.
— 12 marzo. — Scrive al Chiappini, scherzando intorno alla diceria
eh' egli sarebbe insignito della sacra porpora.
15 marzo. — Scrive al Calogerà che ha la biblioteca ducale sotto-
sopra.
— 15 marzo. — Si dice escluso dalla grazia del card. Pico, e guar-
dato di mal occhio dal card. Belluga.
— 18 marzo. — E stato ad inchinare il generale conte Pertusati e il
conte Pallavicino vice-governatore di Mantova.
— 27 marzo. — S' inizia la corrispondenza con A. L. Antinori di
Lanciano.
— 31 marzo. — Dedica il tomo IV Xovus Thesaurus veterum Iscri-
plionum al principe Giuseppe Vincislao di Lichtenstein.
— 7 aprile. — S' inizia la corrispondenza con Giuseppe Luigi Ama-
desi di Ravenna, al quale espone, in confidenza, i diritti del-
l'arcivescovo di Ferrara, contro il vescovo di Cremona.
— 10 aprile. — S" incontra in Modena col card. A. M. Querini col
quale può conversare a lungo.
— 12 aprile. — E terminata la stampa del libro: Sidle missioni de' ge-
suiti nel Paraguay.
XVI ORONOBIOQRAFIA MURATORIANA
1743. 15 aprile. — Scrive al Tamburini: Per altro, è verissimo che io fui
spacciato ivi ( in Salisburgo ) per capo, anzi institutore dei
franchi muratori.
— IG aprile. — Dice di aver composto il trattato : Il cristianesimo
felice nelle missioni dei PP. della compagnia di Gesù nel Pa-
raguai, senza avere obbligazione d" una sillaba ad essi Padri.
— 18 aprile. — Scrive al Brichieri Colombi: Mi truovo malcontento,
perchè non ho ora argomento alcuno, intorno a cui possa io
esercitarmi. Lo stare in ozio, per me, è pena grande.
— 24 aprile. — Si propone di far accettare Francesco Pagliai, paler-
mitano, nell'accademia di Modena.
— 25 aprile. — Scrive al Contarelli che sta cercando un paio di ca-
valli per soccorso alla sua vecchiaia, che ne ha comperato uno,
che servirà per la sedia, e se potrà trovare da accompagnarlo,
meglio sarà.
— 2 maggio. — È uscita in Venezia un' apologia : La Giurisprudenza
senza difetti composta da un avvocato veneto ( Antonio Que-
rini) contro l'opuscolo Dei Difetti della Giurisprudenza, che
dice, 7ion meritare risposta.
— 3 maggio. — È molestato più del solito dalla flussione agli occhi.
— 7 maggio. — Sta meditando un nuovo lavoro intorno all' Etiopia.
— Si rifiuta di trattare una controversia fra Parma, Piacenza,
e la regina d' Ungheria.
— 7 maggio. — Scrive al Brichieri Colombi: Bench'io non vada mai
a desinare fuori di casa, pure io non potei esentarmi, nei
giorni addietro, dal pranzare con questo onoratissimo signor
ammiìùstratore Cristiani.
— 22 maggio. — In Roma, certo Antonio Argenvilliers, ha fatto una
scrittura contro i Difetti della Giurisprudenza, ma per ora non
. vuole stamparla, forse per un riguardo al papa.
— 10 giugno. — È andato a villeggiare.
— 14 giugno. — Grode da due settimane la villeggiatura: ma è afflitto
dalla flussione a gli occhi.
— 25 giugno. — Rinunzia all' idea di trattare della Etiopia e degli
abissini.
— 12 luglio. — Si è ristampato in fretta (causa la peste di Messina)
il Trattato della peste senza la Relazione di quella di Marsiglia.
— 24 luglio. — È inibita in Roma la ristampa del Trattato della
peste, mentre fu ristampata in Brescia, Torino, Napoli, etc.
CnONOBIOaBAFIA MURATORIANA XVII
1743. 30 luglio. — Scrive al Tamburini: Che tion sia mai giunto il Pa-
raguay, e cosa che mi farebbe bestemmiare, se sapessi farlo.
— 2 agosto. — Riprende le sue lamentele col Contarelli, contro il
vicario di S. Agnese in Ferrara, perchè questi studia tutte le vie
per assorbire la sua porzione di beneficio, né mai si contenta.
— 5 agosto. — S'inizia la corrispondenza col p. Saverio Guicciardi.
— 10 agosto. — Scrive a Lue' Antonio Gentili : Sono forte invec-
chiato, e mi sento sulle spalle gli anni 71, che nel prossimo
ottobre passeranno al 72: con tulio ciò, a riserva d' una flus-
sione agli occhi, che talvolta mi molesta, debbo ringraziar Dio,
che posso anche andar tirando qualche linea, etc...
— 16 agosto. — Chiede al Tamburini in che consistono i sentimenti
dei liberi muratori.
— 22 agosto. — Dice trovarsi senza argomento da poter tirar qualche
linea, e che gli è stato proposto di scrivere sopra il giuoco, e
sopra i contratti usurari.
— 23 agosto. — Riprende e con più forza le sue lagnanze contro il
vicario del benefizio di S. Agnese.
— 23 agosto. — Anche il p. Andreucci, gesuita aveva composto uno
scritto contro il Valdesio, ma si persuase poi a non pubblicarlo.
— È in villa a S. Agnese.
— 4 settembre. — Si rallegra col Tamburini per la sua prossima
promozione alla porpora.
— 4 settembre, — Passa dalla villa di S. Agnese alla villeggiatura
di Spezzano.
— 13 settembre. — Annunciano da Roma il grande spaccio che hanno
le copio del Paraguay. — Ha avuto la disgrazia di non poter
inchinare il card. Querini nel suo passaggio per Modena, perchè
trovavasi in villeggiatura a Spezzano.
— 16 settembre. Prega il nipote L. Bianchi a comprargli una libbra
di tabacco in corda.
— 16 settembre. — Mentre accompagnava il Venerabile in processione,
in Fiorano, poco mancò che, per lo scoppio dei mortaretti, la
fiamma non gli desse nel volto ; rimase però talmente assordito
da non sentire più il canto dei preti; il giorno dipoi dovette
stare in riguardo.
— 16 settembre. — Si scusa di non aver potuto inchinare il card.
Querini nel suo passaggio per Modena, avendogli i nipoti por-
tati via i cavalli.
XVm . OEONOBIOGRAFIA MUEATORIANA
1743. IG settembre. — G. B. Parrone, libi'aio di Ti'ento, vorrebbe ristam-
pare il Trattato della Giurisjtrudenza.
— 19 settembre. — Scrive a G. Tartarotti a pi'oposito dell' Argelati ;
Voglia Dio, che 'ini possa una volta sbrogliare da lui: e più
oltre: lo per me sto godendo da un mese in qua la villeggia-
tura... ma, senza libri, nulla j^osso fare, se non la vita del
poltrone.
— Prima del 26 settembre. — E stato a pranzare una mattina a Sas-
suolo con l'Ab. D. M. Giacobazzi, segretario del duca.
— 26 settembre. — Si è restituito alla città.
— 30 settembre. — Sa che il padre Luca ha composto una scrittura
contro il Valdesio.
— 30 settembre. — Si reca ogni giorno, nel mezzodì, alla villetta di
S. Agnese.
— II ottobre, — E a villeggiare in Fiorano.
— 12 ottobre. — S'inizia la corrispondenza con Jacopo Brucker. di
Augusta.
— 17 ottobre. — In questi tempi, per lui svogliati, ha composto un'ope-
retta, ma più sgraziatamente del solito, che porterà per titolo,
Della regolata divozione de' cristiani.
— 17 ottobre. — Rassicura il card. Tamburini che, se non fu com-
plimentato dai modenesi, per la sua assunzione al cardinalato,
lo si deve ai guai che affliggono la città, e al fatto che l'ul-
timo cardinale modenese, non nato principe, fu il Càmpori, il
quale fu complimentato e regalato ; ma dopo la partecipazione
fattane dallo stesso cardinale.
— 21 ottobre. — E ritornato in città.
— 23 ottobre. — Offre al card. Querini il propino casinetto posto a
Sant'Agnese, per passarvi il tempo della contumacia, limitata
a quindici giorni.
— 3 novembre. — Supplica il card. Tamburini di far rilegare quattro
copie del suo libro sul Paraguay, da distribuirsi al papa, al
card. Monti, a mons. Livizzani, e, l' ultima da trattenere per sé
— 9 novembre. — A Clemente di Polonia, colla dedica, invia l'ul-
timo volume delle Antiquitates Italicae Medii Aevi.
— 12 novembre. — Benché siano 23 anni che non compone versi, pure,
per compiacere Costantino Grimaldini, ha fatto il miracolo di 14
versi, ma cattivi, ma non degni di comparire in una nobil raccolta.
— 16 novembre. — Esce in Venezia 1' operetta, Il Cristianesimo felice
nelle Missioni dei pp. della Compagnia di Gesti nel Paraguay.
CRONOUKViRAKlA MURATOBIANA XTX
1743, 4 dicembre. — Scrive al Chiappini: Se cotesto signor Della Torre
(di Verona) difeìiderù la Giurisprudenza senza ingiurie, an-
ch'io farò plauso al suo bel genio.
— 9 dicembre. — Ringrazia Francesco Retz, generale dei gesuiti, pel
gradimento delle Missioni al Paraguai e pel dono che l'ac-
compagna.
— 17 dicembre. — Ha avuto una conversazione di due ore col card.
Queriui, prima che questi abbandonasse Modena. — Si lagna di
una risposta molto asciutta del card. Calcagnini ad una sua
lettera gratulatoria per la sua assunzione alla porpora : e at-
tribuisce ciò al trattato della Giurisprudenza.
— 20 dicembre. — Manda a Pietro Napoli Giannelli copia del sonetto,
dal titolo. Quasi aurora consurgens, scritto pel Grimaldini.
— 23 dicembre. — Scrive allo Scalabrini : sono terminate le mie An-
tichità Italiche; da qui i/iiianzi penserò solo a vivere.
— 27 dicembre. — I tempi torbidi e la sua avanzata età. gli ha fatto
perdere la voglia di carteggiare.
— 29 Dicembre. — Dotta lettera intorno a questioni morali e dom-
matiche, a Vittorio da Cavalese.
— Fine. — Ringrazia il conte Enrico di Gollalto per averlo fatto socio
della Società Albrizziana.
— D. Francesco Amorea de Latamo dirige al Muratori una sua lettera
contro: / difetti della Giurisprudenza, pubblicata in Napoli.
— Esce la 2." edizione del trattato: Dei difetti della Giurisprudenza,
in Venezia, Napoli e Trento.
— Escono in Napoli le Osservazioni del sig. De Pasquale Cirillo sui
Difetti della Giurisprudenza, e cosi pure un altro scritto del
?. Francesco Rapolla.
— Esce un foglio intitolato: Risposta ad una conclusione delle cento
proposte del Signor Muratori nel suo libro: Dei difetti della
Giurisprudenza, scritta da Agostino Matteucci giureconsulto
di Fano.
— Giovanni Gaspero Hagembuc critica aspramente il Thesaurus novus
in una Diatriba stampata in Zurigo De Graecis Theaauri novi
Muratoriani ìnarmoribus quibusdam metricis.
— Compone due dei quattro sonetti solla Immacolata Concezione, letti
per suo conto nell'Accademia di Napoli e là pubblicati.
1744. 2 febbraio. — Scrive al Qaerini: Io ho provato per esperienza,
che, in certi casi, il non curare gli insulti altrui, è la maniera
più spedita di farli finire.
XX OEONOBIOGRAFIA MUEATOHIANA
1744. 18 febbraio. — Accetta dal Bianchini la sua raccolta di antichi
rituali, e lo informa come, trovandosi senza lavoro, ha, per dispe-
razione, trattato della Forza dell' intelletto, e poscia della Forza
della fantasia.
— 20 febbraio. — S' inizia la corrispondenza col conte Daniele Florio
di Udine.
— 25 febbraio. — Si lamenta con Girolamo Tartarotti al sentire che
egli, come bibliotecario, abbia profittalo delle fatiche dei suoi
predecessori,.... e che non si sappia eh' egli ha studiata la legge,
e che è in essa addottorato.
— 28 febbraio. — Scrivendo al Tamburini, parla di una lettera da lui
diretta al card. Alberoni. Questa lettera non è giunta fino a noi.
— 1 marzo. — Per mezzo di Matteo Meloni, reclama dalla signora Ce-
cilia Ferrari, vedova Corradi, il pagamento di un debito per
frutti, salienti a L. 43G-0-10.
— G marzo. — Si adopera presso certo Niccolò Bertacchini per la
vendita di un medagliere al Lami di Firenze.
— 14 marzo. — A G. M. Mazzuchelli, che lo prega perchè scriva la
propria vita, per inserirla nella sua Storia Letteraria d' Italia
scrive : Quanto alla mia povera persona, ingenuamente le
confesso, che ho sempre abborrito il far la mia vita, il dare
il mio ritratto, perchè non si può schivare la taccia di vanità.
Dopo la mia morte, dicano poi quel che vogliono della mia vita; a
me nulla importerà. Vivente, non credo che si tenga conto di me.
— 17 marzo. — Gli son giunti da Venezia i primi cinque tomi degli
Annali d' Italia, i quali vorrebbe mandar subito al cardinale
Tamburini e a monsignor Livizzani, e al papa.
— 14 aprile. — È stato ristampato in Trento in-12'' il trattato: Dei di-
fetti della Giurisprudenza ; il che gli è dispiaciuto.
— 14 aprile. — Ha fatto « una lunga ciarlata » col card. Querini, nel
suo passaggio per Modena, diretto a Roma.
— 17 aprile. — Suppone che il cardinale Alberoni sia passato fuori
di Modena perchè, scrive al Tamburini, non s' odono più in-
viti, acciocché io vada, con questo superiore di S. Carlo, a
pranzar seco una mattina.
— 22 aprile. — Non avendo ti'ovato altro argomento da faticare jjer
questi pochi giorni che gli restano di vita, ha preso a trattare
della sacra Liturgia.
— 1 maggio. — Dichiai'a al L?.mi di non aver contribuito per nulla
alle note sopra la Secchia del Tassoni.
GSONOBIOaRAFlA MURATOBIANA XXI
1744. 5 maggio. — Hanuo fatto ricoi'so a lui parecchie donne circa il
pane da darsi alle vedove, e perchè si pagassero altri legati pii.
— 11 maggio. — È a villeggiare nel suo casinetto di S. Agnese, dove
potrebbe essere che venisse a far la contumacia il cardinale
Querìni. reduce da Roma.
— 29 maggio. — Si compiace di sapere pervenute alle mani del pon-
tefice la copia a lui destinata dei suoi Annali cV Italia.
— 10 giugno. — Lettera erudita a Domenico Berteli, intorno a Civi-
dale del Friuli, colla dissertazione sopra alcune iscrizioni.
— 10 giugno. — Trovasi in villa, e ha ricevalo, dal padre Ziegelbanr,
una sua operetta sopra le croci benedettine.
— 19 giugno. — Gli vengono comunicate dal card. Tamburini due
Ritrattazioni una vera ed una finta : quest' ultima, uscita per
le stampe, egli chiama stomacosa, pur non curandosi di volerla
vedere.
— 12 luglio. — Per mezzo del Berteli ha mandalo a p. Calogerà. perchè
venga pubblicata nei suoi Opuscoli, la dissertazione intorno ad
una iscrizione della città di Fréjus.
— 13 luglio. — Scrive al Brichieri Colombi che il Pasquali, editore
degli Annali d' Italia, li vende troppo caro. — È addolorato
per la partenza del conte amministratore Cristiani.
— IG luglio. — Si inizia la corrispondenza con Giu.seppe Bendigli mi-
nistro del Duca di Modena, inviandogli un memoriale in di-
fesa dei poveri contro la confraternita di S. Pietro Martire in
Modena, da presentarsi a S. A. S. Manda poi allo stesso un
capitolo di lettera a lui scritta dal dott. Ercole Pompeo Ghe-
rardi, intorno al principe Francesco d' Este.
— IG luglio. — In aitila lettera del Gherardi si trova scritto: « Il
serenissimo signor principe d' Este ha letta con attenzione per
due volte 1' ultima di lei lettera, e andava tra se dicendo : dice
bene. Questo è giusto. Il faut faire ce que ce monsieur dit ».
— 17 luglio. — Si è intrattenuto col venerando Pompeo Mant^gazzi,
nel suo passaggio per Modena.
— 30 luglio. — S'inizia la corrispondenza con Lodovico Sabbatini
d' Anfora.
— 0 agosto. — Sollecita, per mezzo del conte Nicola Tacoli, certo signor
Guidetti al pagamento di un suo debito verso la compagnia
della Carità in L. 468.15:5.
— 20 agosto. — Sarebbe suo disegno di villeggiare sino all' ottobre
in Spezzano.
XXn CHONOBIOGRAFIA MURATOBIANA
1744. 24 agosto. — S'inizia la corrispondenza con Rinaldo Alticozzi di
Cortona.
— 31 agosto. — Per mezzo del Bendigli avverte il duca di Modena
che, neir andito per cui si va alla libreria, si trovano sola-
mente cinquantaquattro carte geografiche del Cantelli e che,
quella degli Stati di Modena, fu poi'tata via nella prima guerra.
— 1 settembre. — A proposito dell' opera del p. Norberto cappuccino,
scrive al Chiappini : A suo tempo sapremo umiliare ancor
quest'altro temerario. In breve passerà a villeggiare in collina.
— 1 settembre. — Prega il card. Tamburini di far ottenere il per-
messo di leggere i libri proibiti alla marchesa d' Este di
S. Martino (donna Teresa Sfondrati ).
— 2 settembre. — Prega il Brichieri Colombi di far ottenere al
proprio nipote d. Fortunato Soli 1' agenzia dei beni dei conti
Castelbarco Visconti nel modenese.
— 2 settembre. — S' inizia la corrispondenza col conte Achille Crispi,
col quale si scusa di non poter esporre in pubblico i pregi
della sua Casa, perchè non gli è mai venuto in capo il pen-
siero di trattare delle nobili famiglie d' Italia.
— 5 settembre. — È a villeggiare in Fiorano.
— 21 settembre. — Scrive a G. P. S. Bianchi: Veramente la botanica
non ha mai servito di pascolo al mio povero intelletto.
— 21 settembre. — Ha ricevuto in dono dall'abate Conti la sua tra-
duzione della Merope, del Voltaire.
— 25 settembre. — Scrive al nipote L. Bianchi; Tornata che sarà la. si-
gnora Angiola, ditele che avrei bisogno di due pezze da conciar
questi calzoni migliori, che gridano misericordia, facendo io
poco capitale de' vecchi.
— 28 settembre. — Scrive al medesimo : Ho bisogno di tabacco da ma-
sticare: e però comperatene una. mezza libbra, ed inviatemela.
— 4 ottobre. — Ringraziando G. P. S. Bianchi pel dono della sua Rela-
zione della donna finta uomo, fa sul soggetto curiosi commenti.
— 4 ottobre. — Ha goduto per quattro giorni in Spezzano la com-
pagnia del p. Bardotti.
— 11 ottobre. — Si lusinga che il nipote Fortunato Soli possa ottenere
l'impiego presso l'agenzia dei Castelbarco Visconti.
— 20 ottobre. — È ritornato in città.
— 21 ottobre. — Non ha voglia di aspettare il pagamento di un censo
a lui dovuto da certo Pirondi.
CBONOBIOUHAKIA MI ItVlORIANA XXIII
17 11. 3 novembre. — E stato a visitarlo il dott. Pozzi medico del papa
che vorrebbe condurlo ad Limina. Ma è passato il tempo.
— 13 novembre. — In una lettera ad A. Pivati, ribatte le critiche
mosse a una sua dissertazione dal sig. G. Brunacci di Padova.
— 17 novembre. — Ha pranzato col card. Querini, e lo ha accompa-
gnato per quattro miglia verso Reggio.
— 17 novembre. — Si adoprerà a fare i passi necessari per rendere
arcadica 1' accademia dei Fiultuanti del Finale.
— 20 novembre, — Ringrazia G. P. S. Bianchi del dono del suo
Fitobasaììo.
— 10 dicembre. — Si adoprerà per trovare un segretario al marchese
Guido Bentivoglio d" Aragona di Ferrai'a.
— 11 dicembre. — Scrive a C. Frassoni, accettando di essere messo
in ruolo per 1' accademia dei Fluttuanti di Finale.
— 1 5 dicembre. — S' inizia la corrispondenza con Gian'Angelo Serra
ringraziandolo pel dono delle sue Controversie Oratorie.
— 17 dicembre. — Volentieri somministrerà al sig. Giuseppe Torelli
di Verona le copie delle lettere a lui dirette dal Leibnizio.
— 28 dicembre. — Rimanda al conte Nicola Tavoli le Memorie di
Reggio, con qualche sua correzione.
— 30 dicembre. — Si rassegna per essere fallito il colpo circa 1' agenzia
Castelbarco per suo nipote Fortunato Soli. — A proposito del
nessun compenso ricevuto dal principe di Lichtenstein per la
dedica del Thesaurus, scrive al Brichieri Colombi: Ho provato
che i signori grandi si servono di noi piccioli per loro ser-
vizio, e Srimhrano far favore con questo.
— 31 dicembre. — Sou finiti di stampare gli Annali; manca solamente
r indice all' ultimo tomo, cioè al IX.
— 31 dicembre. — È toccato a lui di stendere la memoria sepolcrale
da mettersi accanto al corpo del vescovo di Modena, morto
nella notte.
— 31 dicembre. — E regalato dal conte Nicola Tacoli di un bel qua-
dretto, che ha portato a casa sua.
LETTERE
Per debito di gratitudine sento l'obbligo di dichiarare che
la collazione sui manoscritti muratoriani fu da me compiuta col
contributo delP opera indefessa del chiarissimo Prof. Dott. Ettore
Zoccoli; e alla correzione delle prove di stampa' contribuirono
inoltre, in modo diligentemente cortese, l'illustre Conte Cav. Giorgio
Ferrari Moren[ e l'illustre p. Gregorio Palmieri monaco bene-
dettino di S. Paolo fuori le mura di Roma.
Avvertenze. — Tanto nel presente, come nei susseguenti volumi dell'Episto-
lario, le lettere e le pagine seguono la numerazione interrotta al termine del volume
antecedente, e ciò per facilitare a suo tempo le ricerche richiamate dagli Indici.
Anche nel presente volume, e così nei successivi, i numeri entro parentesi che
fanno sèguito alle indicazioni delle fonti di ciascuna lettera, si riferiscono ai cor-
rispondenti numeri della Bibliografìa, messa in testa al volume I.
Ove il numero bibliografico non è preceduto dall'indicazione della fonte della
lettera, s'intende, trattandosi di lettere già edite, che questa non fu indicata dall'edi-
tore delle lettere medesime, né fu possibile fissarla con altre diligenti indagini.
Le lettere ad Alessandro Giuseppe Chiappini, pubblicate in modo molto frammen-
tario da Antonio Selrai (n.° 227 della Bibl. ), per la difficoltà che risulta nella distin-
zione fra le parti edita ed inedita, vengono date come edite. Solo ci preme avvertire
il lettore come, la parte edita abbia principalmente riferimento a cose d'indole filo-
sofica, ascetica e letteraria e quella inedita si riferisca agli avvenimenti contemporanei.
4480.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 1 Gennaio 1742.
fi. Biblioteca Riccardiaxa, Firenze, edita [183].
Le Novelle Letterarie a me venute finora, arrivano solamente al nu-
mero 45: dopo di che niun foglio ne ho ricevuto. Mi è nato sospetto, che
si sieno trovati intoppi alla continuazione d' essa opera ; e ricorro per
questo a V. S. illustrissima, pregandola d' informarmi della vera cagione
dell' interrompimento suddetto. Quando poi ninna disgrazia fosse succeduta,
si cerea perchè a me sieno mancati i susseguenti fogli, e s' essi verranno,
avendo io, per quanto credo, pagato per tutto il prossimo passato anno.
Similmente, quando si proseguisca costi la detta opera, io avrei certa
mia operetta da inviarle; ma non ne so la "maniera per cagion delle di-
savventure che proviamo noi e i Bolognesi. S' ella mai a\'^sse in Bologna
amico a cui potessi inviarla, mei suggerisca. Augurandole un felicissimo
anno nuovo, e rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illu-
strissima, eie.
4481.
AD ALESSANDRO POMPEO BERTI in Roma.
Modena, 3 Gennaio 1742.
fi. BiBLiOTccA, Lucca, edita [153].
Non so io credere che vi sia bolla di alcun papa in cui si dica non
potersi decidere il punto della Concezione immacolata: e se mai uscisse,
subito si griderebbe all' impostura, né si potrebbe chiarire il punto, quando
non fosse in autentica forma : il che non so darmi a credere che si possa
Spiatolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoL X. 268.
4242 LODOVICO ANTONIO MUBATOHI [1**'4S-
ottenere. E quando una tal bolla fosse stata, non dovrebbe questa essere
ignota ai padri domenicani, i quali pure non ne fanno menzione nel me-
moriale da lor dato al defunto papa Clemente XII. Per queste riflessioni
non posso punto applicare all' esibizione che vien fatta. Ringrazio nondi-
meno V. R. del lume datomi, e del suo amore voi pensiero.
Non ho finora potuto veder la lettera del cardinale N. N. Da altri
ancora mi viene scritto che sia insolentissima. Se mi verrà, berrò anche
quest' altro amaro sorbetto.
Poco fa m'è giunto il nuovo libro del Partenotimo, [p. Burgos] e perchè
appena ho cominciato a leggerlo, non posso dirgliene finora il mio sentimento.
È molto più moderato de' suoi commilitoni, benché non lasci di aver del
caldo di tanto in tanto. Ma è una disgrazia il trovarsi fra i ceppi in
questa contesa. Agli altri tutto lice; ma non cosi al Lampridio. Mi con-
tinui V. R. il suo amore e gli atti della sua protezione, con sicurezza di
essere corrisposto. E con tutto lo spirito mi confermo, di V. R. etc.
4482.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 3 Gennaio 1742.
E. BiBLioTKCA Marucblliana, Firenze, edita [1^].
Coir occasione che vien costà il padre Malmusi de' Minimi a predi-
care, trasmetto a V. S. illustrissima quindici paoli, che serviranno per
l'anticipazione àe Fogli letterari. Mi è ben dispiaciuto di veder nata costi
la discordia: perchè tutte le guerre son cattive, ma peggiori dell' altre le
civili. Son certo che la di lei saviezza non v' avrà parte, ma intanto
questo fa un brutto sentire. Servirà anche la presente mia per ratificare
a lei quel vero ossequio, con cui mi ricordo, di V. S illustrissima, etc.
4483.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 5 Gennaio 1742.
Biblioteca Comunali;, Piacenza, edita [i^]»
Una pulce nojosissima mi.ha messo V. S. reverendissima nell' orecchio
coir avviso di qualche novità in Parigi, o sia nella Sorbona, per conto
dell' immacolata Concezione. L' aver io inteso, come già le scrissi, da
questi padri Gesuiti che si facevano gagliardi passi per far decidere la
-l'?4S] A PIKB PAOLO OINANNl 4243
questione, mi fa dubitare ohe anche il re di Spagna faccia muovere anche
la Sorbona. Il ohe se fosse, poco infine m'importerebbe; perchè preten-
derei la mancia dai padri suddetti per aver io dato moto alla loro vit-
toria. Quel che mi cagiona affanno si è la paura che. giunto colà il libro
del Lampridio, i Sorbonisti, come professori della pia sentenza, potessero
far uscire qualche fulmine dal ijanto loro, quando pareva che ciò non
si avesse per ora da paventare da Roma. Di grazia, olla mi favorisca di
tener dietro a tal nuova, e di ricavarne, se può mai, il netto, perchè con-
fesso non poca inquietudine per questo. Intanto la ringrazio delle sue be-
nigne premure, per quello che mi risguarda.
Ho il nuovo libro del Partenotimo, che parla assai moderatamente.
Ma se V. S. reverendissima vedesse una lettera di un finto Saguas. forse
si stomacherebbe per le insolenze ed imposture. E pure mi dicono, che sia
peggio un'altra, non per anche da me veduta, indirizzata al cardinale N. N.
Ninna di queste risposte mi fa paura. Ma che servirebbe il rispondere
quando la Sorbona o Roma andasse alla radice? Tenga in sé quanto le
scrivo.
L' esaltazione del padi*e De Luca sarà venuta dalle raccomandazioni
degli Spagnuoli, né punto me ne meraviglio. Egli è un gran mozzorecchi.
Noi stiamo col batticuore per l' armi clie vanno crescendo ad Orbitello.
e stan preparate in Abruzzo. Giacché la regina è abbandonata, anzi per-
seguitata da tutti, sarebbe da sperare, che nel verno si trattasse di pace,
e che amichevolmente si dividessero le spoglie. Ma non avrem tanta fortuna.
Dicono che s' era imbarcato in Po il cannone di Parma e Piacenza, e che
poi sia stato rimesso al suo luogo, lo saprà ella meglio di me, quando
sia vero. Certo non pare che a Mantova si aspettino se non che tre reg-
gimenti tedeschi, i quali a che serviranno contra ad un'armata? Qui s'è
veduto il Manifesto pubblicato dal re di Sardegna per le sue pretensioni
sopra lo Stato di Milano. Tuttavia non par verisimile ch'egli pensi ad oc-
cuparlo, benché abbia mandata gran gente a que' confini, e timore o spe-
ranza sia in Milano. Augurandole un felicissimo anno nuovo, e rassegnan-
dole il mio obbligato ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4484.
A PIER PAOLO GINANNI in Ravenna.
Modena, 5 Gennaio \142.
BiBLiOTSOA Classkhsk, Savenna, edita L^H]»
Godo che sia pervenuto alle mani di V. P. il tomo I delle mie
Iscrizioni. Atto di giustizia è stato quello di registrare ancor lei fra
4244 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'7 '4:8'
coloro, che hanno si generosamente contribuito ad arricchirlo. Il prezzo
d'esso in Milano è di lire trenta di quella moneta: ma a gli associati,
fra' quali è anch' ella si dà per lire venticinque. Ed aggiugnendovi due
altre lire per imballaggio, dazi, e condotta fino a Modena, in tutto costa
L. 27, moneta di Milano.
Il mio desiderio è, che V. P. non tardi a dar fuori la raccolta delle
Iscrizioni Ravennati per ispei-anza di trovarvene alcuna da me non veduta.
Prego Dio intanto, che sparga sopra di lei la piena delle sue bene-
dizioni in quest' anno nuovo, e in assaissimi altri appresso, e prego lei di
considerai'mi sempre, quale con tutto 1' ossequio, mi protesto di V. P.
4485.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 5 Gennaio 1742.
Akchitio Soli Muratori {R, Bi'ul. Est. ), Modena,
Oggi ho consegnato a questa posta il rotoletto contenente la mia ope-
retta Dei Difetti della Giurisprudenza, con indirizzarlo alle mani di mon-
signore illustrissimo Livizzani, e con pregar lui di rimetterlo alle mani
di V. P. reverendissima. La supplico dunque ora di continuarmi le sue
grazie; ed allorché potrà rimettermi al bacio de' santi piedi di N. S., e
di umiliargli insieme con la somma mia venerazione anche questa povera
mia fatica, potrà dire che, quanto più si degnerà di farla correggere, tanto
più essa mi sarà cara. Quando poi la S. S. arrivasse anche colla sua in-
comparabile benignità a veder ciò che io proponga per far qualche bene
alla suddetta giurisprudenza, potrà V. S. reverendissima aggiugnere in nome
mio che sarebbe cosa gloriosa per Benedetto XIV la formazione di un co-
dice che fosse appellato Betiedettino, siccome ancora cosa utilissima al
pubblico. Allorché essa mia fatica riporti la graziosa approvazione di N. S.,
e sia in istato di potersene ritornare; mi sarà favore se me la inmetterà
per la posta del papa, come ha fatto dell'ultimo libro inviatomi con ac-
cennarmi la spesa occorsa costi per affrancarla.
Con ciò, augurandole un felicissimo anno nuovo, e rassegnandole il
mio vero ossequio, mi ricordo, di V. P. reverendissima.
-1*7^3] A DOMENICO BBIGHIBRI COLOMBI 4245
4486.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 6 Gennaio 1742.
R. Biblioteca Masucclliasa, Firenze, edita [168].
Dal signoi* abate Gio. Battista Gaspari ' tengo ordine d' inviare a V. S.
illustrissima quattro copie delle Vindicie, ed altrettante delle sue osser-
vazioni a Senofonte Efesio. Se si riferiranno le Vindicie, quando costi non
s'abbia altro ordine, m'immagino ch'egli non voglia che si dica il suo
nome. La prego de' miei rispetti al signor Lami, e di nuovo mi i-assegno,
di V. S. illustrissima, etc.
4487.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 17 Gennaio 1742.
BiBUOTscA BiccAEDiANA, Firenze, edito [245].
Ben poco è quello che mi ha significato V. S. illustrissima coli' ultimo
suo foglio intorno ai vantaggi riportati nell' Austria superiore, dubitandosi
anche della presa di Lintz. Né ella si mette gran pena della rivoluzion
della Russia: e pur questo è un tracollo degli interessi della regina che
non avrà aiuto di là, e gli Svezzesi potranno assistere a' Franzesi, lor buoni
pagatori. E forse questo colpo avrà sconcertate le misure che era per
prendere l'Inghilterra coli* Olanda. Si sa portato costà un partaggio ini-
quissimo. Aggiungono che il prussiano abbia occupato la Moravia. Adunque
dove son le speranze? Finora non si sa che si sieno mossi da Orbetello
gli Spagnuoli, dall'Aquila i Napoletani. E qui noi abbiamo una grossissiraa
neve e un gagliardo freddo. Però tremiamo per questo, ma più per gli
guai che sovrastano.
Per conto delle osservazioni da lei fatte alle iscrizioni, so pur troppo
che ve n' ha delle duplicate, ma rimedio non e' è stato per essersi fatta
lungi da me la stampa, ed avere io comandato colà cose, senza potermi
chiarire, se due volte. Quanto poi ai collegi, giacché ella pensa di trattar
questa materia, potrà dirne il suo sentimento, non mi offendendo io. che
altri meglio di me indovini gli antichi riti.
• Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 40 da Dresda e Sali-
shurso 1731 -"44.
4246 LODOVICO ANTONIO MUBATORI \1'7-4:Q-
L' iscrizione di Spello, attribuita al poeta Properzio, già era in mia
mano, e V ho messa nella Raccolta, con dire, non esser tal monumento ba-
stante a decidere la quistione ^ella di lui patria. Anche Assisi lo pre-
tende, e con buone ragioni, come ho veduto in una dissei'tazione mano-
scritta che mi fu inviata.
L' opera da lei accennatami del Clero io non 1' ho, e però non so dirle
che conto se n' abbia a fare. Ben conosco essere facilissimo il confutare
r empia di lui pretensione. Anni sono mi feci venire un' opera del celebre
Look intorno alla religione, fìguraudomi qualche cosa tollerabile di quel-
r inglese, forse ateista. La trovai una miserabile operetta, pretendendo egli
che bastasse una volta il credere Dio Padre, il Signor nostro Gesù Cristo
e quasi nuli" altro. Costoro van predicando l'eresia de' Sincretisti, e che
ognuno si può salvare nella sua religione. Quando ella voglia ristampare
il Trattato De Ingeniorum Moderatione, non disconverrà la dissertazione
che va meditando, purché sia ben provveduta di contro versisti.
In tal caso pensi se fosse bene il ristampare ancora il Trattato di
Antonio Lampridio De superstitione vitanda, che è in difesa di Lamindo
Pritanio.
Mi rallegro poi del posto conferitole. Purché sia scala a grado mag-
giore, pazienza se per ora non frutta. Con piacere ancora ho inteso gli
ai'gomenti delle dissertazioni sue. Son tutti belli e capaci di molta eru-
dizione. Ma come potrà ella far tanto? Per quanto ha ella operato in fa-
vorirmi col nostro signor Ippolito, le rendo grazie, e con buon freddo alle
mani, ma con cuore ben caldo, mi ricordo, etc.
4488.
A GIACINTO VINCIGLI in Perugia.
Modena, 19 Gennaio 1742.
Edita [108].
Solamente in questo punto ricevo un foglio di V. S. illustrissima del
1 di gennaio, in cui mi augura un felice anno : del che la ringrazio distin-
tamente con pregar Dio che a lei, più meritevole di me, conceda ogni
maggior felicità.
I tomi Rerum Italicarum non sono che XXVII. L' Argelati senza
mia saputa spacciò di voler dare uno o due tomi d' Indice generale, quando
ad ogni tomo io ho fatto il suo Indice. Ma iinora nulla s'è veduto. In
Milano costano i primi 4 tomi L. ^ di quella moneta. Gli altri L. 20, se
pure, dopo essersi ridotte a. poco le copie, che restano, non ne vogliono di
più. Poi l'imballaggio, i dazi rigoi-osissimi di quel paese, costano assais-
.l'74:Sl AD ALBSSANDUO QIU8KPPB CHIAPPINI 4247
simo, prima ohe le balle escano di questa città. C è poi il porto. Per una
da Milano a Modena si paga L. 00 di Milano. In Modena non si può
avere a meno quel corpo di paoli 32 il tomo.
Le Antiquitates Italicae finoi-a sono cinque tomi. Col sesto sarà finita
r opera. Costa qui cadaun tomo paoli 82.
La Raccolta delle iscrizioni consiste in tre tomi finora stampati. I due
primi costano qui cadauno paoli 30. Col tomo IV sarà compiuta T opera,
se pure non si stampasse il Chiffal inglese. Le Antichità Estensi in. io^ìo.
costa il tomo I, 12 paoli; il II, 16. Ecco V. S. illustrissima ubbidita. De-
sidero le maggiori occasioni di servirla; e, l'assegnandole il mio ossequio,
mi confermo, di V. S. illustrissima.
4489.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, ^ Gennaio 1742.
Biblioteca Comusalk, Piacenza, edita [227].
Mi ha ben rincorato 1' ultimo grazioso foglio di V. S. reverendissima,
perchè m" ha tolto di cuore una spina col significarmi 1* occorrente intorno
alla Sorbona. Non mi era ignoto che quei signori nel 1786, rinnovarono
il loro decreto, essendo prevalenti i più agli altri che lo volevano abolito.
L'atto stesso io non l'aveva: lo riconosco dalla di lei benefica mano.
In confidenza le confesso, che la insolentissima e furente lettera al
signor cardinale di cui mi venne di costà una copia, ma in prestito, mi
ha sconcertato non poco al vedere tanto astio e tante minaccio ; e al tro-
varmi solo in mezzo a tanti cani. Mi viene scritto che ne sia autore il
p. Santo Canale; e io. che il conosco, so, che è capace di si fatto stile.
Tuttavia non voglio lasciar di rispondere, e sarà poi quel, che Dio
vorrà. Non le ragioni, ma la prepotenza, e la cabala mi fanno paura.
Se il signor Mariani ( che tale m' immagino sia il difensore del De-
creto di Desiderio ) uscirà in campo, sia pur certo, che non gli rispon-
derò. Mi dicono che anche un frate abbia preso a scrivere contro di me
in favore del Volto santo di Lucca. Dica anch' egli quel che vuole. Questi
non sono argomenti, che importi al pubblico di vederli dilucidati, e però
lascio rò dire.
Veramente par certa la presa di Lintz col numeroso presidio prigio-
niero. Ma a che serve il ricuperare una città, quando in questo mentre il
prussiano ha occupato un' altra provincia, cioè la Moravia. Scrivono che
in Olanda si faccia grande armamento, e veramente pareva che fosse in-
tavolata qualche lega fra le potenze marittime, la regina d" Ungheria, la
4248 LODOV^ICO ANTONIO MUBATOBI [1*743-
Bnssia, il re sardo. Ma perciò credo disturbato e rovinato tutto, perla
gran mutazione seguita nella Russia, la quale non aiuterà più, e farà anche
la pace colla Svezia.
Qui si credono molti gli Spagnuoli alla volta di Foligno. Ignote son
le loro intenzioni. Parrebbe che, per la grossa neve caduta in queste parti,
non dovessero per ora venire, ma niuno ce ne fa la sicurtà. Credevansi
destinati, anzi in moto alcuni reggimenti tedeschi verso V Italia. Ora li
dicono contramandati. Sicché chi resterà?
Mi conservi V. S. reverendissima la sua stimatissima grazia, mentre
io riconoscendo le tante mie obbligazioni, ossequiosamente, mi ricordo, di
V. S. illustrissima.
4490.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 2 Febbraio 1742.
BiBiiiOTKCA Mardcelliana, Firenze, edita [153],
Ben giunta la mia contribuzione per la continuazione de' Giornali. Ne
aspetto i due fogli rimasti indietro. Delle quattro copie delle Vindicie non
so che dire a V. S. illustrissima, perchè 1' autore non mi ha comunicata
la sua intenzione. Gliene scriverò, e intanto crederei meglio il non riferir
le due operette ne' Giornali. S' ella mi comanderà qualche cosa per l' opera
che si va da lei preparando per la stampa, mi glorierò, quando si trovi
in me come il desiderio, cosi l' abilità di servirla. Ma Dio ci tenga lungi
la guerra. L' apprensione di questa fa star me malinconico, perchè ne
conosco il brutto ceffo. E qui, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo,
di V. S. illustrissima, etc.
4491."
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 13 Febbraio 1742.
K. Biblioteca Biccardiana, Firenze, ^dita [214].
Alla dignissima persona di V. S. reverendissima prego io dal Cielo
ogni più desiderabil felicità, e nominatamente la sanità, bene massimo fra
i temporali.
Ho certamente sentito con dispiacere l'incomodo del suo ginocchio, e
mi duole assai di conoscerlo difettoso in quelle parti, ma di consolazione
mi è la speranza d'esserne guarito in breve.
-1*7 -48] A LORENZO BRUCASSI DI SAN FILIPPO 4249
Finissimo atto della saa gentilezza è stato l'inviarmi le cinque iscri-
zioni a me sommamente care. Pare che manchi il nome a quella di T. F.
DECEMBRI: seguita a mio credere a VESTA MVNDA. senza che egli
sia Liberto di qualche imperatore, o d' altra persona, quando l'ascia, che
si osserva in quella di C. IVLIO sia un Zappetto, non mi occorre altro.
So fosse ferro tagliente ricorrerei ad altre sue grazie.
Né pur qui abbiamo inteso altro della coronazione del nuovo impera-
tore, ma sarà fatta. Con tutta la ricupera di Lintz e il danno, che verisi-
railmente si sarà inferito alla Baviera, non si vede, come la regina d'Un-
gheria possa tener forte, quando per lei non salti fuora qualche lega, che
par ben difficile.
Essa ha protestato centra l'elezione pretesa non libera. Da ogni parte
marciavano truppe in aiuto della Baviera, e credevasi che il re di Prussia
tornato nella Slesia si metterebbe alla testa delle sue genti per passare
contro l'Austria inferiore, benché non manchi gente, che sei figura d'ac-
cordo colla regina.
A buon conto verranno gli Spagnuoli. e secondo tutte le apparenze
senza sfoderare spada entreranno in Parma e Piacenza e le riconosce-
ranno dal papa. Ella saprà che i tedeschi avevano condotto via il can-
none di Panna. L' hanno rimandato colà per una lettera di Montemar,
che ha minacciato di prenderne altrettanto in Toscana. Il 2.° convoglio
si gode ora il quartiere in Sarzana; e sul Ferrarese cominciano a com-
parire i Croati, ma a che serviranno? Altro ci vuole.
Mi scrivono di costà essere il padre Santo Canale autore di quella
insolente lettera. Almeno è un mozzorecchi, che smentisce l'abito suo.
L'essere stato alquanto indisposto l'eminentissimo Alberoni, aveva
fatto correre voce di sua morte. Credo che stia meglio. Con che, ossequio-
samente mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4492.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Napoli.
Modena, 16 Febbraio 1742.
Musco Bbitassico, Londra.
Gran bisogno avrà certamente avuto V. E. del suo coraggio e della
miglior filosofia nell' amaro colpo, che ha dovuto soflFerire. La compatisco
e me ne condolgo, e prego Dio eh" ella sappia ben accomodarsi alla Prov-
videnza e volontà di Dio con qne' buoni principii che mi acccenna. Per
altro se noi faremo ben i conti a questo transitorio mondo, e che a noi
dopo morte nulla darà fastidio se i pochi o molti beni nostri sieno toc-
4250 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT^rS-
oati a figli, o parventi, od estranei, dovremo fare un rimprovero a noi stessi
pel tanto affanno che ci mettiamo di certe disgrazie. Ma d'ordinario la
ragione resta oppressa dal giusto dolore di gravissime perdite, e il tempo
solo è quel che medica. Mi favorisca V. E. di attestare il mio ossequio
al signor Matteo di Sarno, il cui nobilissimo genio ho inteso con piacere,
che io certamente farò il possibile perchè gli sia dato il foglio Rerum.
Italiearum richiesto, ed anche gli altri tomi, che gli mancano. Sappia egli,
eh' io non m' ingerisco nello spaccio di queste mie opere, perchè la spesa
si fa tutta da alcuni signori di Milano uniti e massimamente dal sig.
Argelati. Quest' ultimo si serviva del signor avvocato Vallerta, con in-
viare a lui le balle. Non so perchè si disgustarono : e il signor Argelati de-
sistè dall' inviare i susseguenti tomi. Le poche copie che io ho, non posso
romperle e scompaginarle. Ma certamente userò ogni premura, perchè da
Milano gli si mandino i tomi desiderati. Giacché è compiuta la stampa
del tomo V Antiquitates medii aevi, subito che l'avrò, ne spedirò a
V. E. i tomi occorrenti, e seco la parte seconda delle Antichità Estensi,
per esso signor D. Matteo di Sarno. Se il signor marchese Tanucci ne
vorrà, pi*ego lei di accennarmelo. Non ho che congratularmi con lei, perchè
si sia ritirato dallo strepito del fóro alla dolce quieto della vita privata.
E con ciò, ossequiosamente, mi rassegno, di V. P.
4493.
AD ANGELO CALOGERI in Venezia.
Modena, 16 Febbraio 1742.
Biblioteca Iupkriai.e, Pietroburgo.
Contro del mio trattatello De superstitione vitanda è stata stampata
alla macchia nello Stato probabilmente della Chiesa, o in Lucca, una let-
tera al maggior segno insolente e calunniosa. Non s' è ricordato d' essere
gesuita chi l'ha scritta. Sapendo io, quante ruote soglia muovere quella
gente, m'è nato sospetto, che possa tentai*e di farla ristampare costi o a
Padova, dove l'inquisitore è franciscano. Ricorro io pertanto alla bontà
innata, e al benigno amore di V. P., con pregarla di volermi essere lancia
e scudo per impedire il maggior corso all' altrui ribalderia, con impiegare
i suoi ufizi presso chi ella crederà a proposito: che di questo favore le
sarò io eternamente obbligato. Nulla direi, se si trattasse solamente di
ragioni opposte alle mie. Si tratta di un'operetta calunniosa, di strapazzi
ed ingiurie, che son vergognose e scandalose, dove si tratta di materie
gravissime di religione. Perciò a lei vivamente mi raccomando, né scrivo
ad altri, sperando tutto per mezzo di lei.
-l'7-4:S] A PBANOESOO PAGLIAI 4251
Mi dia V. P. buone uuove di sua salute, me ne dia anche della con-
tinuazione de' suoi opuscoli. Oh! melensa Italia! Sappia che ho spronato
più d' uno, e in fine ninno ho trovato, che mi voglia far merito presso di
lei con qualche dotta contribuzione. Mi rassegno con tutto l'ossequio, di
V. P. reverendissima.
4494.
A CESARE FRASSONI in Finale.
Modena, 16 Febbraio 1742.
Abchiyio Soli Muratosi (B. Bibl. Est.), Modena.
Quando V. S. illustrissima mi voglia scrivere, mandi pure le lettere
per la posta: che mi sarà più caro. La parola Aurelianensis, si legge an-
cora nel Ciacconio, De Cardinalihus. e vuol dire, che il cardinale Ippolito II
fu amministratore della chiesa d' Orleans, e di molte altre in Francia, ti-
randone le entrate senza esserne vescovo. V ha da essere un tomo delle
sue lettere stampato; ma io non l'ho. Fu cardinale di gran credito, e servi
alla Francia in molti politici affari, e spezialmente nel governo di Siena.
Mi rallegro io intanto di vederla ben applicata, e, rassegnandole il mio
ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4495.
A FRANCESCO PAGLIAI in Palermo.
Modena, 16 Febbraio 1742.
Abchivio Soli ICdbatori {R. Bibl, Est.), Modena.
Mi giugne ora un favorito foglio di V. S. illustrissima pieno di cor-
tesi auguri, per gli quali sommamente la ringrazio, con pregare anch'io
la divina bontà, che dispensi a lei ogni più desiderabil felicità.
Non mi ritiro io dal far gradire al mio Padron serenissimo la dedica,
ch'ella intenderebbe di fargli: ma se ho da parlarle con sincerità non so
qual frutto se ne potesse promettere. Qui il grado di gentiluomo di Ca-
mera non si dà che a cavalieri delle più illustri famiglie, ne so che l'abbia
alcuno, il quale non risieda qui. Oltre a ciò, qui si pensa solo a i soldati,
e il cuore non va in altra parte: e spezialmente han poco credito le
poesie. Perciò il mio parere è eh' ella non si metta in ispese per nulla
poi guadagnare.
Ottimo è il metodo, ch'ella tiene per istruire cotesto giovane cava-
liere, il quale può ben ringraziare la fortuna, che gli ha dato un maestro
così atto a farlo divenire erudito e giudizioso.
4252 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1*743 -
Ma perchè non odo parlare di Filosofìa Morale, da me creduta la più
importante di tatto, gliela ricordo, Fors' anche V. S. illustrissima avrà
quella, eh' io diedi alla luce, perchè fu ristampata in Napoli.
Per la rettorica ognuna può servire, perchè dipende più dal maestro,
che dia buoni argomenti, e insegni come va fatto.
Ma per un cavaliere secolare non occorre spendervi molto tempo. Più
è da lodare lo studio della iisica, ossia della iilosoiia sperimentale. Sento
lodar quella d'uu p. Corsini ' [Odoardo] lettoi'e di Pisa. Non faccia perdere
il tempo intorno a i troppo disputabili principj, ma venga al pratico.
Debbono cotesti pp. Gesuiti aver la permissione della lor teologia di
dirmi quante ingiurie vogliono, perchè non mi accordo con loro. Ma fac-
ciano. Infine la ragione è ragione.
Non occorre risposta intorno alla ridicola frottola della scomunica
della casa Colonna. Oggi essa ha cardinali, e n'avrà altri in .breve, e da
più secoli è in possesso d'averne.
La prego di umiliare i miei rispetti e ringraziamenti a cotesto gen-
tilissimo signor conte, con offerirmi tutto a i suoi servigi. E con ciò. ras-
segnandole il mio ossequio, mi ricordo di V. S. illusti'issima.
4496.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena. 16 Febbraio 17^.
Abchivio Som Muratosi {li. Bibl. Est.), Modena.
Di somma consolazione mi sono sempre i benignissimi caratteri di
V. P. reverendissima e spezialmente tali mi sono riusciti gli ultimi, perchè
mi danno licenza d' inviare costà le dicerie che vo scrivendo. Certo è che
io nulla più desidero, quanto d'essere illuminato e corretto, e massima-
mente se la penna fosse un po' troppo riscaldata. Ho fatto studio per te-
nermi lontano dalle amarezze: tuttavia non mi fido di me, e leggerà senza
passione le cose mie.
Intanto debbo dirle, che non son più a tempo i saggi di lei consigli
perchè già sono al fine della risposta a quanto è uscito finora contro di
me, a riserva di una scrittura di un canonico palermitano, che non mi è
giunta finora. Presi alla prima una carriera, ed ho poi seguitato cosi; e
troppo m' increscerebbe il formare un nuovo benché migliore edifizio. Il
punto sta, che io abbia saputo sviluppare bene i sofismi degli avversari.
* Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 9 da Firenze e Pisa,
1745- '47.
IT* -48] A FORTUNATO TAMBUBIKl 4233
che sono sottili e non pochi. Quel che mi duole è di avere un copista
che se la prende con tutto il suo comodo, e Dio sa quando mi dai*à in-
tera questa tela. A buon conto rendo a lei infinite grazie per la carità
che mi vuol usare.
Mi scrive un amico di costà che N. S. non approva il voto, ma dice
che io sembro voler troppo. Se intende di dire che io impugno anche la
probabilità della sentenza Pia. me ne dispiacerebbe assai.
Dovrebbe V. P. reverendissima sapere come ciò sia, e la prego di
dirmelo. Pare che il libraio non pensi a dar fuori l'opera, se non quando
sarà terminata tutta.
S'ella capiterà a i piedi del santissimo, nulla dica del trattatello della
giurisprudenza, lasciando che si prenda quel tempo che vuole; perchè
grazia grande è anche l'ottenere una sola occhiata.
Fra alquanti giorni noi aspettiamo li Spagnuoli. Voglia Dio che sieno
si cortesi e discreti, come stati sono a Massa, dove tremila sono andati
a prendere un po' di riposo. A me sempre fanno malinconia gli armati,
perchè troppo gravosi sono, e per dove passano.
Rassegnandole il mio inalterabile ossequio, mi confermo, di V. P. re-
verendissima.
4497.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 20 Febbraio 1742.
AsCBivio Soli Mukaiori (,R. Bibl. Est.), Modena.
L' opera giunta a V. P. reverendissima è quella del canonico Mi-
gliacci di Palermo, e mi scrivono che è mordace al maggior segno. Giacché
io ho terminato le risposte alle critiche finora da me vedute, il mio de-
siderio è di ricevere il più presto possibile anche la suddetta. Però sono
a pregarla di spedirmela per la posta, come fece la precedente, inviandola
a Bologna, perchè, occorrendo pagar anche qualche paolo, non m" increscerà.
Monsignor Molza mi ha supposto di voler venire a trovarmi dopo Pasqua.
Mi servirò di quella occasione per mandare alla P. V. reverendissima
tutto quel che sarà copiato dal mio copista. Ma quando mancasse tal
congiuntura, o ne restasse da mandar altri fogli, vogliamo noi credere
che monsignor Levizzani si gentile non mi accordasse la grazia d'inviar
tutto con sopracoperta a lui? Aspettano a Venezia con ansietà le mie ri-
sposte, e molto più le desiderano alcuni signori Palermitani, i quali già
ne domandano cento copie. Or vegga ella s' io avrei premura di sbrigarmi
di questo impiccio. Ma più d' ogni altra cosa a me premendo di non dir
parola, che possa giustamente dispiacere costi, e desiderando di goder le
4254 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'7'é:2-
grazie, che ella mi fa sperare, veggo perciò che l' affare non si potrà
sbrigare si presto. Pazienza. Desidero io che venga la Pasqua sul sup-
posto che alloi-a V. P. reverendissima si restituisca stabilmente a S. Ca-
listo, e ricavi quello, che non può darle cotesto romitaggio (S. Paolo).
Serva la presente per ringraziarla di tanti incomodi, che si prende
per favorirmi, e, rassegnandole il mio ossequio, mi ricordo, di V. P. re-
verendissima.
4498.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 21 Febbraio 1742.
B. Biblioteca Biccabdiana, Firenze, edita [245].
Volesse Dio che le belle speranze di voi altri signori avessero buon
piede, che ce ne rallegrei'emmo anche noi. Ma V. S. illustrissima tante
volte ha scritto che il prussiano è guadagnato, senza che mai si verifichi.
Oggi ancora si dice che egli minacci di passare il Danubio, e di venire
alla volta di Vienna per cavare dalla Baviera 1' armi della regina. Egli ha
rinunziato alle sue pretensioni sopra Giuliers-Berga. Adunque egli vuoi
aver la Slesia e la Moravia. Da ogni parte si sa che la nuova Czara farà
la pace con la Svezia, la quale poi terrà in freno Hannover e Danimarca,
né v' ha apparenza che i Russi vogliano punto aiutarli. Poco pare che
vi sia da sperare dalle potenze marittime, e in Italia certamente niuno
ha fatto un passo per opporsi agli Spagnuoli che sempre più si vanno
accostando. Potrebbe ben essere che costi fosse un emissario per trattar
di pace, e pace converrà fare, quando non salti fuora una lega. Sappiamo
le disavventure della Baviera, la felicità d' altri incontri : ma contro di
tanti cani non si può resistere.
Sempre mi è stato, e sempre mi sarà caro, che V. S. illustrissima mi
avvisi degli errori che troverà nel Tesoro delle Iscrizioni. Solamente mi
dolgo che gli Errata-corrige niuno per lo più li legge. Tuttavia non lasci
di avvisarmene.
Il trattato della Società Civile del Look non l' ho letto, né voluto leg-
gere perché egli é di massime troppo [diverse] dalle nostre, e per confutar
lui bisognerebbe adulare i nostri, né si può parlare con verità. Anch' io
saprei dire come debbano portarsi i principi, ma a che servirebbe?
Certo è che molto si può ricavare dagli scrittori Rerum Italicarum
e dalle mie Antiquitates Italicae, per accrescere il Glossario del Du-Cange.
M' immagino io che cotesto suo amico benedettino abbia veduta la ri-
stampa fatta d" esso Glossario in Parigi e Venezia coli' accrescimento di
due o tre tomi. Al disegno lodevole di codesto religioso io non saprei per
-1*74:3] A. QIOVAN BATTISTA DE CARLI 4255
ora che somministrare, perchè ho smaltito tutto il mio magazzino nelle
suddette Antichità; il tomo V delle quali uscirà in breve, e si finirà
col VI, dove sarà gran copia di documenti.
Per conto del ristampare il trattato De Ingeniorum Moderatone e
l'altro De superstitione vitanda, la prego per tempo di non mutare i nomi,
se mai la ristampa si facesse, perchè se mai fossero un dì proibiti, non
vo'che il mio nome apparisca. Si potrà ben dire in una prefazione chi ne
sia l'autore. Per conto poi delle note, ognuno ha libertà di farne. Ma non
so parlar di quelle ch'ella potesse o volesse fare, perchè non le conosco.
Esamini ben la faccenda, misuri le sue forze: giacché ha buona prov-
visione di libri, osservi quello che si potesse trarne con profitto dei lettori
per istruirli, e non già per empiere la carta di luoghi comuni. Mi mandi
buone nuove, con pescarle prima da persone sensate, e mi conservi il suo
stimatissimo amore, con sicurezza del mio, etc.
4499.
A GIOVAN BATTISTA DE CARLI* in Padova.
Modena, 23 Febbraio 1742.
Bibliotkc:a MunicipaIìB, Capodistrìa.
Non peranche ho veduto il tomo XXV del p. Calogerà, in cui V. S.
illustrissima dice di aver trattato delle monete d'Aquileja: son certo
eh' ella ne avrà più esattamente parlato che io. stante 1' essere sul fatto :
ma sia certa anch' ella che non mi rincrescerà punto di trovar diversi
dai miei i suoi sentimenti; perchè il discordare da altri, quando sia ese-
guito con osservare le leggi dell'onestà, non può dispiacere se non a chi
è troppo innamorato di sé stesso : febbre, che in me non so ravvisare.
Che poi ella per mezzo del nostro signor conte Beretta m'inviasse
delle iscrizioni, punto non mi sovviene. E quando fossero stati marmi di
Capodistna. certamente non gli ho veduti. E nuova spezialmente mi è
sembrata quella che ora ricevo dalla di lei gentilezza, spettante al re de
Rossolani. Però sono istantemente a pregarla di volermi graziare d' un
altra copia d'esse: giacché vi resta ancor sito prima di terminare lamia
raccolta, di cui sto formando l' indice.
Quanto alla suddetta iscrizione, che mi è stata carissima, e per cui
le rendo vive grazie, non è possibile il dare una spiegazione adeguata e
sicura a quelle sigle V. V. E. Forse i due V sono il nome di chi Fecit
riscrizione; potrebbe ancora spiegar .-^i Vrbs Vniversa Fecit; ma quel-
* Responsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n.^S daComacchio, 17^- '40.
4256 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*?43-
r Vrbs Vniversa è troppo strano. Vindici, Victori, Felici, oppure Vita
Victoria, Felicitas: son tutte immaginazioni. Insomma per quanto si stro-
logasse, non si potrà mai dire; questa è la vera interpretazione. Per altro
l'iscrizione è bella; si vede, che Adriano Augusto dovea aver dato a quel
re barbaro il suo nome. Dei Rossolani popoli si trova memoria in que' tempi.
Ora giacché V. S. illustrissima ha preso a favorirmi, non si rallenti,
con sicurezza di trovare in me chi si pregierà d' essere e di farsi cono-
scere con tutta la stima, e ossequio, etc.
4500.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 24 Febbraio 1742.
Biblioteca Makucblliasa, Firenze, edita [153].
Mi manca tuttavia il foglio 2.° di cotesto Giornale letterario dell'anno
presente, e però mi raccomando a V. S. illustrissima per ottenerlo ^ Avrò
motivo di rallegrarmi col padre Malmusi, allorché tornerà alla patria, da
che egli ha la fortuna di piacere a lei e agli elevati ingegni fiorentini : e
mi é stata ben cara la nuova del gradimento di voi altri signori.
Scrissi al signor Gaspari per sapere le intenzioni sue intorno alle
quattro copie che a lei trasmisi. Ha due o tre settimane che non veggo
sue lettere. Intanto non lascerò di comunicare a lui il favorevol concetto
eh' ella ha formato, tanto del suo libro, che del suo valore. Aspetti pure
a registrarlo, finché si oda la di lui mente.
Senza dubbio, sarà molto plausibile la raccolta di tutti i Dittici che
si possano trovare, essendo materia erudita e curiosa. Niun manoscritto
ho veduto che tratti di questa materia. Solamente posso dirle che nella
Galleria del Settala in Milano se ne conserva uno bellissimo d' avorio
bene istoriato. Più d' una volta ho tentato io d' averne copia, con pen-
siero di darlo alla luce, né mai 1' ho potuta avere, perché era allorìa
controversa quella Galleria. Ora non so come stia. L' appoggio di qualche
nobile poderoso oggidì ne faciliterà a lei una copia.
Di necrologi, uno o due, ma di poco momento, si leggono nelle mie An-
tichità Italiane. Altri non so d'averne veduto: che gli avrei presi anch'io.
Convien pescare in Roma per conto dei suddetti Dittici. Quivi é di
tutto. Vorrei poter io aver notizie maggiori da somministrarle; ma certo
non ne ho di più. Mi conservi ella il suo amore, sicura sempre del mio.
Ed ossequiosamente mi ricordo, di V. S. illustrissima, etc.
* Questo primo periodo fu poi cancellato.
l'7<481 AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4257
4501.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 27 Febbraio 1742.
Biblioteca ComotaIìS, Piacenza, edita [214].
Bella è ancora 1" iscrizione della femmina BVBASTVS. Abbiamo liu-
bastis città dell' Egitto. Curiosa è infine 1" interpunzione di Posterisque.
Quanto alle cose Germaniche, giusto fondamento s*à di crederle lutte ciarle
il dirsi, che sia per aderire alla f^gina. -Egli univa le sue truppe colle
Sassoni per passare il Danubio, e piombare addosso all' Austria. In Mo-
naco entrarono gli Austriaci; e misera la Baviera, che. a riserva d' Ingol-
stadt, sarà statA tutta messa in contribuzione. Queste son le consolazioni
di quegl' innocenti per avere avuto un imperatore.
Dicono, che Cheunuller meditava di passare in Boemia per tentare
r ultimo colpo di fortuna. Dico 1' ultimo, perchè se la regina non ha una
lega, non potrà mai resistere.
E pure V. S. reverendissima avrà già inteso le novità delia Lom-
bardia, cioè dichiarato il re Sardo per la regina. Non ne sappiamo bene
le condizioni. Dicono ch'egli avrà per piazza d'armi Cremona e Pizzi-
ghettone. Intanto si avanzano verso Piacenza e Parma i Tedeschi. Questa
mane è venuto qua un marchese Novati a parlare col Serenissimo nostro.
Non ho potuto scandagliare, perchè m' è convenuto sacrificar due ore a
un' accademia di un P.re della compagnia. Voce nondimeno si è sparsa
eh' essi Tedeschi vogliono venire a postarsi al Panaro, e formar ivi un
cordone. Ed ecco la tempesta sopra di noi miseri: il che cagiona malin-
conia alla mia vecchiaia, che sperava di non veder più simili scene. Per.
conto del nostro Sovrano, certo è che finora egli non ha preso verun im-
pegno. Par credibile che il Sardo non sarebbe venuto a questa risoluzione,
se non sapesse fatta qualche lega.
Ealsissimo è, che io abbia fatto alcun mafiiifesto pel serenissimo mio
Sovrano, e neppur altri ne ha fatto. Credo che nemmen sia passato per
pensiero a Sua Altezza quanto si è ciarlatu costi. Se a Dio piacerà, rispon-
derò a tutti cotesti villani censori. A suo tempo spero, che apparirà non
aver essi ragione. Con che, ossequiosamente mi confermo, di V. S., etc.
Mi rallegro poi, eh' ella si sia riavuto dallo incomodo di sua salute.
Gran diserzione che dee essere nella truppa, perchè chi vien da Mi-
lano mi dice d' averne veduti assaissimi, e ne compariscono molti ancor
qua, ed altri vanno verso lo Stato veneto.
Epiitolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoL X. 86B.
4258 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?43-
4502.
AD ANGELO CALOGERI in Venezia.
Modena, 28 Febbraio 1742.
Biblioteca Impeuialb, Pietroburgo.
Air amorevol bontà di V. P. mi protesto io sommamente obbligato,
per aver ella preso a favorirmi di ostare alle mire di chi con eccessi
d' insolenza, e con poche ragioni a me fa guerra. Io solo fra tanti cani
mi truovo: tuttavia non mi sgomento, e spero di sapermi difendere. In
fine giudicherà il pubblico.
M' è incresciuto al maggior segno, che la Vita del padre Segneri non
le sia giunta finora. Avrà più d' un mese che consegnai al nostro corriere
l'unica copia, eh' io avea fatto legare per me; e parmi pure, che ne dessi
avviso a V. P. Di grazia non tardi a cercare conto, e se non si trovasse,
me ne scriva, acciocché io possa domandarne conto.
Molto ha. che non ho ricevuto libri dal Manfrè. né so se gli ultimi
fossero i due del Tasso. Ben so, che V ultimo de" di lei Opuscoli è il XXIV.
E s' ella intende de i due susseguenti, questi non gli ho avuti.
Ci mancava questa nuova guerra di Lombardia per rovinar le lettere,
che già sono in declinazione fra noi. Ne sono afflitto, perchè pare, che la
tempesta abbia a scaricarsi sopra di noi. Pregandola della continuazione
del suo amore, e assicurandola del mio, con tutto lo spirito mi confermo,
di V. P.. etc.
4503.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 16 Marzo 1742.
Biblioteca Comunale, Piacenza, edita [214].
A quest' ora il Museo piacentino di s. Agostino è in tali forze da
cominciar a gareggiar con gli altri : e me ne rallegro con V. S. reve-
rendissima. Queste son le pietre preziose che ella mette insieme. Si tenga
cara quella del DOCTOR MYRMILLONVM, maestro di una specie di
gladiatori, perché assai rara. Belle son le militari. In quella di M. ABER-
RINO, legga PHILADESPOTO. Mi rallegro degli acquisti e sommamente
la ringrazio pel regalo.
Noi abbiam sul nostro dieci mila tedeschi ed acquartierati, benché il
Padron serenissimo osservi una rigorosa neutralità, né ci sia apparenza,
I'7'4t2'\ A QIDSEPPS ANTBNOBE SOALABRINI 4259
che voglia prenderò partito. I savoiardi in Pavia, Piacenza, Borgo S. Don-
nino, e Parma. Sarà in breve a Piacenza il re Sardo, ed ivi si fermerà.
Questi moti di guerra sono cagione a me di malinconia, che desiderava e
sperava di passare in pace que' pochi giorni, che mi restano di vita. E
Dio sa dove andrà a terminare la tragedia.
Vero è. che qualche felicità hanno avuto Tarmi della regina in questi
ultimi tempi; ma chiara cosa è, ch'ella non può reggere a sì gran tem-
porale, quando non si muovano per lei le potenze marittime; il che finora
è incerto.
Benché pare che il re sardo, non abbia da aver fatto il passo senza
essere sicuro di chi gli difenderà la Sardegna. Intanto il re di Prussia
coi Sassoni deserta 1" Austria Transdanubiana, menando via tutti gli ani-
mali e tutte quelle misere famiglie, more barbarico. Se poi si verifica^^se
che il Turco minacci rottura: ohi allora si che ogni cattolico non fran-
zeso griderebbe alle stelle. Dio preservi da mali peggiori la povera cri-
stianità.
La deserzione nell" armata spagnuola è straordinaria, e ne siamo ancor
noi buoni testimoni. D. Filippo per ora non verrà, essendosi già fermato
a cagion delle nostre novità.
Lascierò dire quel che vuole al signor abate Mariani. Ma vorrei ben
intendere nuove migliori della sanità di V. S. reverendissima, e ch'ella
[è] ben in gambe pel corpo suo come è pel suo ministero. Le auguro
pertanto, che venga ben vegeta a Fiesole; e bramerei, che venisse anche
più innanzi. Intanto con tutto 1' ossequio mi confermo, di V. S. reveren-
dissima.
4504.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 21 Marzo 1742.
Biblioteca Comunale, Ferrara.
Come mai si sia sparsa costi la voce della mia morte, non l'ho sa-
puto intendere, giacché per l' Iddio grazia né pur sono stato infermo. Ma io
son già avvezzo a questo onore, fattomi tante altre volte in vari paesi,
né mai me ne aon preso fastidio. Ringrazio ben di cuore V. S. illustris-
sima delle sue congratulazioni, e la prego ora. allorché udirà la mia vera
partita, la quale a cagion de' molti anni non sarà molto lontana, di ricor-
darsi di me morto ne' santi sacrifizi, come con tanto amore si ricorda di
me vivo. Veramente io desiderava e sperava di passare in pace que' pochi
giorni che mi restano. Ma ecco chi viene a turbare la pace d' Italia. Se
4260 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?43-
coloro s'inoltreranno, non è già certo, se toccheran voi altri signori. Pare
bensì indispensabile, che noi non la scapperemo. A buon conto abbiamo
addosso dieci mila Tedeschi, senza sapere, quando sieno per andare.
Le auguro io intanto una buona Pasqua, e rassegnandole il mio ri-
spetto, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4505.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 22 Marzo 1742.
R. Biblioteca Ricgardìasa, Firenze, edita [245].
L' ultima sì di V. S. illustrissima è .stata scritta con pesata politica,
ed ancor quello che non sussiste è portato con circospezione, laonde mi
son rallegrato in vedere il profitto fatto dalla mia lettera. Noi miriamo
con compassione lo stato della regina, perchè non miriamo finora che
Sardegna in aiuto di lei, e Dio sa quanto sia stato a lui promesso per
questo. Benché non paia credibile che esso re di Sardegna si sia imbar-
cato, senza saper d'avere chi gli difenderà la Sardegna; pure finora non
s'odono movimenti d'Inglesi e d'Olandesi. Se questi entreranno, allora
potran prendere altra piega gli affari. Quando no, non potete reggere a
tanto peso. Già sono entrate in Germania grosse truppe franzesi. Colonia,
Palatinato, Prussia, e Sassonia s' uniranno a Baviera. Altro ci vuole che
Ungheri a fermar questo torrente ! Se vi desse l' animo di muovere i
troppo pigri e disuniti Polacchi, se la Russia; oh! allora sì. Per conto
dell' Italia son venuti ad acquartierarsi sugli Stati del Padron serenissimo
dieci mila tedeschi, né sappiam quanto sieno per istarci. Pavia, Piacenza,
Borgo S. Donnino, e Parma in mano de' Savoiardi che vi fan da padroni,
anche nel politico. Il nostro Padrone, neutrale. Gli Spagnuoli son tuttavia
a Pesaro e Rimini, e se ne soa veduti anche a Cesena. Non pare che
sieno per inoltrarsi per ora, quando non ricevano altre forze, perchè è
indicibile la lor diserzione. Va a migliaia, ne e' è dì, che non ne passino
per di qua almeno 80, senza gli altri che vanno a Parma, a' Veneziani, etc.
De' Veneziani nulla finora di nuovo. Iddio disponga le cose per una tol-
lerabil pace, senza che vi si pervenga con una lunga e rabbiosa guerra !
S' io sapessi la maniera, le iuvierei il libro De superstitìone vitanda.
Mi è piaciuto assai ciò ch'ella mi scrive del p. Zueglerbauer [Ziegelbaur
Magnoaldo] ^ Per là stampa, I)e Ingeniorum Moderatione è migliore quella
di Venezia, o pur quella di Parigi. Ma basta la veneta.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R, Bibl. Est. ), n.° 2^ da Vienna, 1742-43.
-1»74S] A OONTUOOIO OONTUOCI 4261
Qià è uscito il tomo V Antiquitates Italicae, e si lavora air ultimo.
Altre anticaglie non ho io, da poter quindi ricavare voci trascurate dal
Du-Cange. Aggiungo che le manderò anche i miei Anecdoti, se mi sugge-
rirà la via, poiché di qui ninno mai parte per Vienna.
Dal signor Arrigoni nulla ho ricevuto fin' ora, ne s' è lasciato vedere
il signor Bertolaui. Dio intanto feliciti i vostri interessi, ed abbia mise-
ricordia anche ai poveri Modenesi. Con che. rassegnandole il mio rispetto,
mi confermo, etc.
4506.
A GONTUCCIO CONTUCCI in Roma.
Modena, 23 Marzo 1742.
Baooolta Tacchi Venturi, Boma, edita [301].
Tra tutte le missioni che l' infaticabile Compagnia di Gesù ha finora
fatto in varie parti del mondo, io ho sempre creduta più utile alla Chiesa
di Dio e gloriosa ai padri gesuiti quella del Paraguai. E pur di questa
poco o nulla si sa in Italia. Tra que' pochi ancora che ne dicono due
parole alcuni spacciano essi padri per principi in quelle contrade, con ag-
gravio manifesto del vero. Confesso a V. R. eh' io sono innamorato di
quelle missioni, perchè mi pare di trovarvi la primitiva Chiesa. E però a
lei ricorro per consiglio in primo luogo, con dirle ch'io bramerei di poter
fare una descrizione d' esse missioni. Ne ho già una relazione manoscritta:
ho la carta geografica dov" è anche segnato il luogo, dove alcuni di essi
padri sofferiron il martirio da quei barbari Ho anche qualche lettera ve-
nuta di là. Ciò non ostante veggo mancarmi molti materiali senza i quali
non si potrebbe fare un' esatta e compiuta relazione. Voi altri signori li
dovete avere, e. se voleste avere la bontà di comunicarmeli, servirei alla
religione cattolica e alla vostra Compagnia il meglio che sapessi.
Sicché prego in primo luogo V. R. di dirmi se ella e cotesti padri
potessero approvare il mio disegno e desiderio. E secondariamente quando
mi credessero atto a tale impresa e gradissero eh' io 1* imprendessi, se
fossero in istato di somministrarmi degli aiuti. E caso poi che giugnessi
a far questo lavoro, mi esibisco a non lasciarlo uscire alla luce senza
l'approvazione e correzione di voi altri signori.
V ha da essere una descrizione del Paraguai in lingua spagnola già
data alla luce; siccome ancora una relazione spagnola, stampata anch'essa,
delle missioni de los Chiquitos popoli di quei contorni. È a me impossibile
il trovar essi libri.
Starò dunque attendendo da V. R. risposta intorno a questa tela con
pregarla nondimeno di non lasciar traspirar fuor di casa la proposizione.
4262 LODOVICO ANTONIO MURATOBI [l'743-
Tal fidanza ho in lei che ad altri non l'ho voluta confidare, risoluto di
governarmi in ciò totalmente come ella mi suggerirà. Intanto, con rasse-
gnarle il mio vero ossequio, mi confermo, di V. R.
4507.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, 27 Marzo 1742.
Museo Britannico, Londra, edita [108].
Grande e insieme bellissimo è l' argomento che V. P. si propone di
trattare, cioè dell' amore di Dio. M' è venuta più volte voglia di trattarlo
anch' io, e. sempre mi ha fatta paura. Tuttavia a lei non dee farla. Veggo
come ella ha disposta la tela, e tutto mi piace. A me piacerebbe, che di-
stinguesse due sorte di persone, cioè contemplative, e popolari, e dicesse
di voler lavorare solamente per gli secondi : con lodare i primi, e con
aggiugnere eh' essi non han bisogno di lumi da lei; ma avex'ne solamente
il popolo, a cui perciò servirà di scorta, proponendo l'orazione, e poi l'ab-
borrimento ai peccati, e indi la pratica delle virtù, vera maniera di far
conoscere il suo amore a Dio. Non occorre tessere la tela con passi di
SS. PP. ; farlo talvolta, ma dare il buon sugo d' essi. Vegga il trattato di
s. Francesco di Sales su questo argomento. A me parve metafisico, e non
alla portata del popolo. L' opere del Granata, di s. Teresa, del padre Scu-
poli teatino, del Sangiurè gesuita, di Tommaso a Kempis ed altri, che
abbiano dell' unzione, potrà leggere. Toccar le aspirazioni, ma senza darne
molte, o farne pompa. Lo stile ha da essere popolare, e piano. So che è
piaciuto r usato da me negli Eseì^cizj. In somma parrebbe, che, dopo i
motivi di amar Dio, si dovesse stendere maggiormente il ragionamento ai
mezzi di acquistare 1' amore di Dio, e poi di praticarlo.
Giudizio ci vuole nel distinguere Dio, e la persona di Gesù Cristo
Redentore, ed Avvocato nostro. Rilevar bene la Trinità santissima, e poi
l'Umanità sacrosanta del Signor nostro mediatore, perchè pare, che molti
del popolo non conoscano per Dio se non Gesù Cristo.
Cosi facendo, spero che sarà cosa buona, ed utile ; e s' io fossi in lei,
direi francamente trattato popolare: che cosi si libererà da chi crede
consistere 1' amor di Dio nelle contemplazioni di s. Giovanni della Croce.
e di altri padri Scalzi, etc.
Questo è quel poco, di cui, per ubbidirla, ho creduto bene di far pa-
rola. Preghi V. P. questo buon Dio per me, che n' ho bisogno, perchè
comincio ad avvicinarmi al tempo di comparirgli davanti. E, rassegnandole
il mio ossequio, mi confermo, di V. P.
-17'-4:21 AD AXOELO OALOGEBÀ 4263
4508.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 29 Marzo 1742.
BiBLioTsoA CoHtniALK, Ferrara.
Bisogna ben dire, che tatle le disgrazie han da correre dietro a co-
testi pochi beni del mio priorato, mentre io vivo, perchè appena finita
ana, ne succede un' altra. Non ha molto, che cadde ancora il porticato
deir unica possessione, che ha esso benefizio. Mi son nondimeno rallegrato,
che non ne sia venuto male a i parenti del signor vicario.
Finora non sappiamo, qual risoluzione sieno per prendere i Tedeschi
acquartierati sul nostro. Credono alcuni, che passeranno sol Bolognese:
altri, che si metteranno alla Secchia, o al Panaro. Indizj ancora ci sono,
che passeran sul Reggiano i Savoiardi: sicché finora noi soli siamo sotto
il flagello. Dio preservi voi altri signori, e vi faccia solamente vendere i
vostri fieni, e grani.
Sempre volenteroso di ubbidirla, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4509.
AD ANGELO CALOGERI in Venezia.
Modena, 36 Marzo 1742.
B1BI.IOTKCA Impkriauc, Pietroburgo.
Se V. P. potrà aver sotto gli occhi la lettera al cardinale, conoscerà
che è cosa scandalosa, e indecente per un teologo. Sarà poi cura di me
il farne conoscere le bugie e le indecenze a suo tempo. Intanto le rendo
vivissime grazie per la memoria, che ha avuto di favorirmi e desidero che
il di lei buon volere abbia tutto il suo effetto.
S'è parlato a questa corriera di Venezia, per la V'ita del p. Segneri,
che feci consegnare ad essa, saranno ben due mesi. Hanno promesso di
cercarla. Mi dispiacerebbe che l'avessero perduta, perchè il Soliani non
la vuol vendere se non con gli Esercizi. Ma, a tutte le maniere, ella ha da
essere servita.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. P.
42G4 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?4S-
4510.
.A GIROLAMO BARUFrALDI in Cento.
Modena, 3 Aprile 1742.
Archivio Soli Mubatori ( R. Bihl. Est. ), Modena.
Viva il Canapajo di V. S. illustrissima. Viva la di lei generosità, che
ha voluto farmene godere una copia. E l'ho certamente goduta, al vedere,
con quanta proprietà, esattezza, e leggiadria ella ha saputo trattare questo
argomento: che di più non avrebbe saputo fare l'autor della Georgica, se
fosse vivuto a' nostri di, e si fosse servito della nostra lingua. Quel che
è più, tanto costa ad altri il fare un poema, e a lei, pare, che costi po-
chissimo, e col miracolo riserbato a pochi di comporre presto, e bene. Me
ne rallegro con lei sommamente, ed è un peccato, che i nostri villani non
sappiano né leggere, né intendere versi ; perchè con questo libro divente-
rebbono dottori. Io intanto le rendo infinite grazie del dono carissimo, che
conserverò fra tanti altri pegni del di lei felice ingegno, con desiderarle
vita ben lunga e prosperosa, acciocché ne possa produrre de gli altri.
Con che, rinnovando le proteste del mio inalterabil ossequio, mi ricordo, di
V. S. illustrissima.
4511.
AD ANGELO CALOGERÀ in Venezia.
Modena, 5 Aprile 1742.
BiBLioTKCA Impekiale, Pietroburgo.
Si è corso pericolo, che V. P. resti defraudata della promessa datale
della Vita del p. Segneri iuniore. Mi figurava io, che il Soliani stampa-
tore ne avesse tuttavia assaissimo, ed allorché intesi che non si trovava
la copia, che più di tre mesi sono le aveva io inviato, mandai al sud-
detto libraio; e trovai, che né pur una gliene restava. Tanto nondimeno
egli ha pescato tra i rifiuti, che ne ha messa insieme una copia, la quale
oggi consegno a questo corriere indirizzata a lei. La voglio sperare più
fortunata, e mi sarà caro di sapere, che l'abbia ricevuta, siccome ancora
se al di lei benigno patrocinio sia riuscito di tagliar le penne all'indegna
lettera del p. Santo Canale: del che le resterò eternamente tenuto. Con
che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. P.
-I'74z2'\ AD ANTON FRANOESCX) GOBI 4266
4512.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 6 Aprile 1742.
BiBLiOTxCA CoMUSALE, Piaceoza, editu ['214].
Già sta in mia mano il libro del canonico Migliacci, di cui V. S. re-
verendissima mi ha data notizia, e gli ho già risposto, ma con poche pa-
role. A me non dà fastidio ch'esso sia stato presentato a Nostro Signore:
perchè la Santità Sua noi leggerà, ed anche leggendolo, non può esso far
paura. Mi dà bensì da pensare quel religioso, eh' ella mi accenna si fami-
gliare colla Santità Sua: immaginandomi anch'io che la sua lingua arri-
verà anche a me. A questo io non ho ripiego. Il tutto è rimesso alla
provvidenza di Dio. e alla prudenza di Nostro Signore. Se quelli fanno
gran rumore per sostenere una divozione sregolata, io dal mio canto parlo
per r onore della santa Sede, e delia dottrina cattolica. Già la risposta
è fatta. Si vedrà, quando sia copiata, se potrà uscire alla luce, ed alloi^
i saggi giudicheranno.
Ancor qui sentiamo, che il re sardo s' è guadagnato 1' amore de' si-
gnori piacentini.
S' è anche detto che abbia rimandato in Piemonte tre reggimenti.
I signori tedeschi continuano a starci addosso, e pare che ninna voglia
abbiano di muoversi, laonde questo peso comincia a' rincrescere.
Voce corsa è che non vadano d' accordo Montemar e Castro Pignaro,
perchè 1' ultimo si sia espresso di non volere passar oltre per poter ac-
correre, caso mai che gì' inglesi minacciassero il regno di Napoli.
Finora son sospese le dichiarazioni delle potenze marittime, dicendosi
che trattino con Parigi, per vedere se si potesse con un tollerabil aggiu-
stamento far pace. Se non succede, Dio sa quando finirà questo incendio.
Con tutto r ossequio, mi rassegno.
4513.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 6 Aprile 1742.
Biblioteca MAROcsU'tAHA, Firenze, edita [153],
Due copie del tomo V Antiquitates Italicae mi prendo l'ardire d'in-
viare costà, indirizzate a V. S. illustrissima: 1' una pel padre abate Grandi.
4266 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [l'7'4:2-
e r altra pel signor cavalier Guazzosi. L' involto verrà con altro, ma se-
parato, al signor priore Caramelli. Avviserò essi signori che le copie sa-
ranno in mano di lei, ed ella mi favorirà di far loro pagare la rata del
porto, allorché pagheranno paoli trentadue per cadauno per le copie sud-
dette. Di grazia, mi perdoni se le reco questo aggravio, perchè non ho
costi meglio di lei, e il signor priore suddetto non vuole fastidio per altri.
Mi è stato carissimo l'intendere la buona riuscita che ha fatto costi
il padre provinciale Malmusi. Avrà egli ben piacere, quando sarà qui, di
udire i favori eh' ella gli ha compartito.
Bene, benissimo ha fatto V. S. illustrissima a liberarsi dalla consa-
puta società, perchè veramente le risse troppo accanite fra i letterati de-
generano poi in gravi scandali. Mi scrivono da Venezia, essere uscito un
libro del signor Pascoli, in cui carica il signor Lami con infami ed ob-
brobriose ingiurie. E si lasciano stampare si fatti libri! Ne ho non poco
dispiacere.
Mai non ho potuto ricevere risposta dal signor abate Gaspari intorno
alle copie che d' ordine suo le inviai. Se risponderà, anch' ella ne sarà
avvertita. Io per me sono inoltrato forte negli anni ; laonde convien pensare
a quel gran viaggio che non si può schivare. Ma, finché avrò vita, non
verrà mai meno quel vero ossequio, con cui mi rassegno, di V. S. illustris-
sima, etc.
4514.
A GIUSEPPE PEGGI in Siena.
Modena, 6 Aprile 1742.
Archivio Pecoi, Siena, edita [163],
Debbo confessare a V. S. illustrissima d' avere udito con dispiacere
quanto ella mi ha notificato intorno al poco buon esito del signor dottore
Bianchi. Non 1" ho mai praticato, ma solamente 1' ho conosciuto nel libro
da lui stampato, e in varie sue lettere. La stima che di lui concepii, non
s' è scemata per questo. Quel solo eh' io non saprei approvare in lui, sa-
rebbe a egli troppo stimasse sé stesso, e troppo poco gli altri ; perché
avi'ebbe fallato un gran punto. Né so credere che uno stia bene in un
paese, dove egli non si faccia amare.
Quanto a V. S. illustrissima, altro non posso dirle, se non che io stimo
una bella virtù civile il saper conversare e mantener buona armonia anche
con chi ha dei difetti, perchè ognun di noi ha la sua parte. Che non è
gran cosa lo star bene con gli ottimi: il pregio è lo sapere star bene
anche con chi non é tale. Però, s" io fossi in lei, non lascerei di mostrargli
amicizia e stima, compatendo in lui quello che gli manca, o che di troppo
- 1*743 1 A OUIDO GRANDI 4267
abbonda. Del resto, mi rallegro all'intendere la di lei buona salute, e l'appli-
cazione alla sua lettura, con desiderio di vederla sempre crescere nel sa-
pere, e nella stima de' suoi cittadini. Con che, ratificandole l'inalterabile
mio ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima, etc.
4515.
A GIROLAMO BARUPPALDI in Cento.
Modena, 12 Aprile 1742.
Archivio Soli Muratoki {li. Hill. Est.), Modena.
Altra mia dee già V. S. illustrissima avere ricevuto in ringrazia-
mento del carissimo dono del suo Canapaio. Tardi sen venne questo,
perchè io volli prima leggere il grazioso poema. Ora rispondo alla stima-
tissima sua con dirle, che non truovo stampata l'iscrizione di Monandro,
scoperta costi. Ma né pur truovo esempio àeW ffortatori per segno d'uf-
fizio. Veramente questo non pare cognome. Tuttavia molto men sembra
uffizio, pei'chè così solo, senza aggiugnere a che costui esortasse, non si
adatta molto al costume de gli antichi. Peraltro curiosa cosa è l'avere
scoperto in cotesto paese un sì antico marmo, quando tutto dovea essere
inondato di acque. Possiam nondimeno credere, che vi fossero siti esenti
dall'acque, giacché marmi ancora si son trovati nel ferrarese, e in Comacchio.
Può ella dire, che questo Monandro, e Mercurio suo fratello, paiono servi,
perchè hanno un solo nome, ancorché non apparisca, chi sia il loro pa-
drone. E quando tale Monandro fosse tale, si potrebbe sospettare, che
V ffortatori fosse nome d'uffizio, ma senza asserir cosa alcuna di certo.
Ma come mai due tomi di giunta all'opera del sig. Borsetti? V. S.
illustrissima fa de' miracoli. Leggerò volentieri, ed ammirerò. Da me nulla
si sapi'à; ma e chi può far. se non lei, opere cosi fatte?
Co i più vivi sentimenti di stima e rispetto, mi ricordo, di V. S. il-
strissima, etc.
4516.
A GUIDO GRANDI in Firenze.
Modena, 12 Aprile 1742.
• B. BiBLioTKOA Naziohalk Ckstraui, Firenze.
Sarà forse a quest' ora giunto a Firenze il tomo V delle AtUiquitates
Italicae indirizzato a V. P. reverendissima, e raccomandato al sig. cano-
nico Gori. Perchè il sig. priore Caramelli non volle più il carico di rice-
4268 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7413-
vere libri pei* altri, mi è convenuto dipoi valermi del mezzo del suddetto
signor canonico, al quale ho scritto di vegliare, acciocché nel porto non
accada aggravio per lei.
Mi son rallegrato al vedere dato principio al corso delle matematiche
di V. P. reverendissima in Firenze, dove fors' anche ella si truova, perchè
questo sarà un beli' ornamento della nostra Italia. Dio la conservi lun-
gamente, e le dia una prosperosa vecchiaia, cosi più de gli altri augu-
randole io, che in istima ed ossequio per lei non ho chi mi vada innanzi.
Mi rassegno tutto, di V. P. reverendissima, etc. *
4517.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 12 Aprile 1742.
BiBLioTKCA Ql'kriniana, Brescia, edita [2®].
Avroi volentieri veduto nel suo passaggio per Modena il p. Nerini [Fe-
lice] ' per intendere da lui lo stato di V. E. che spero felicissimo, e insieme
qual fondamento abbiano certe voci venute di Roma intorno a certe riso-
luzioni di chi desidera l'importante di lei degnissima persona in quella
sacra corte. Ma egli passò con lasciar solamente in mia casa varie nuove
lettere stampate dall' E. V., facendomi sperare che nel ritorno ci vedremo.
Porto io pertanto alla di lei beuignissima generosità le più umili grazie
pel prezioso dono di esse lettere, da me lette con quel piacere, che pro-
ducono tutti i di lei parti, e massimamente ho provato ora al trovar tali
lettere piene di tanta erudizione e criterio. Abbiamo tante lettere dei
nostri vecchi italiani stampate: moltissime non hanno altro merito che
quello della purgata lingua : questo pregio non manca alle lettere di V. E.,
ma è l'ultimo. L'erudizione, la critica, e una abbondanza di notizie spet-
tanti anche a' tempi nostri, questi sono i pregi, che più son da stimare
ora e più lo saranno presso i posteri nostri. Né molto andrà che se ne
potrà formare un libro.
Non essendo giunto a tempo al p. maestro Concina la bella lettera
scritta dall' E. V. intorno al digiuno, e mancando questa nel nuovo libro
da lui dato alla luce, gli ho scritto tosto, consigliandolo di fare una giunta
con essa, come cosa di importanza per tale argomento.
Desiderando il sig. Micheli, gentiluomo lucchese, la licenza di leggere
i libri proibiti, non so come, è ricorso a me, perchè gli procuri tal grazia.
Ancorché io m'avvegga essere troppo il mio ardire, pure ho risoluto di
' Sue lettere in Archivio Soli Muratovi (72. Bibl. Est. ), n." 2 da Roma 1735 -'36.
-1*743] A aiUSBPPE BIANCHINI 4269
supplicare V. E. di questo favore come quello ohe è capo della Congre-
Inazione, pregandola noudiroeno nello slesso tempo che. s' ella non vuol
questo incomodo, mi rimandi indietro T incluso attestalo perchè stndierò
altra via di servirlo. Con che, baciandole la sacra porpora, coi più vivi
sentimenti del mio ossequio, mi rassegno.
4518.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 13 Aprile 1742.
BiBLioTKCA Vatica^ia, Roms, edita [2ti6].
Mi chiede V. R. intorno a che di presente, io fatichi, e debbo dirle
che mi traevo sfaccendalo, e vo pescando, né traevo argomento a cui ap-
pigliarmi, e mi sono anehe raccomandato a gli amici perchè me ne som-
ministrino alcuno che sia alla mia portata. Col tomo VI Atitiquitates Itn-
licae intorno al quale si lavora, sarà terminata quest'opera. Sicché non
saprei mai dirle quali grazie ella potesse somministrarmi coi suoi Anec-
doti, se non fosse qualche aulica cronichetta, che si potesse mettere nel
tomo suddetto. Mi augurerei bensì di trovarmi costì, per poter vedere essi
Anecdoti. perchè son cose di molto mio genio.
Quanto al conoscere ciò che sia edito od inedito, altra maniera non
ho che di consultai'e, per gli greci. V indigesta farragine della Bibliotheca
del Fabrizio, siccome ancora la sua latina, per gli antichi latini. Per gli
autori ecclesiastici, ricorro al Cave, al Du-Pin, e all'ultima opera in foglio
dell' Oudin, per gli storici, al Vossio. Per altri opuscoli scorro il Baluzio
nelle Miscellanee, e le i-accolte dei p. Mabillon, Marlene e Pez. Di più
non posso fare perchè di libri nuovi pochi se ne comprano qui, attendendo
i principi d'oggidì ad altro, che a' libri. Di questi abbondano costi le bi-
blioteche Passionea, Corsina. Imperiale, Monti, Casanatense, eie. Laonde
ella ha dei comodi non pochi, i quali a me mancano.
Mi rallegro poi in vedere quante bell'opere va producendo V. R. con
tanto suo onore, e gloria della letteratura, e prego Dio che lungamente la
conservi, perchè, quanto a me, parmi d'esser vicino alla fossa: tanto son
cresciuti i miei anni. Quel che è certo, finché avrò vita, mi pregierò d'es-
sere, quale con tutto l'ossequio, mi ricordo.
4270 - LODOVICO ANTONIO MURATO lU [1*743-
4519.
AD OTTAVIO BOCCHI iu Venezia.
Modena, 13 Aprile 1742.
Abc iivio Bocchi, Adria, edita (.117].
Porto a V. S. illustrissima i dovuti ringraziamenti, per avermi ella
procurati con tanta attenzione gli ultimi due tomi del Glossario, che sto
ora aspettando. Le L. 20, eh' ella ha spese per me avrei veramente desi-
derato, che il sig. ManFrè gliele avesse pagate; ma giacché ciò non è suc-
ceduto, la prego di dirmi, se io le debba inviare, o pur s'ella vuol aspet-
tare, e rimborsarsene, allorché verrà Y ultimo tomo delle Iscrizioni. Il non
udir io mai parola della di lei sanità, ancorché mi fosse stato caro il sa-
perlo, pure lo interpreto in bene, o mi figuro tale il suo stato, che abbia
ripigliate le antiche faccende, e che non tralasci i suoi studi.
Avrei anche desiderata qualche notizia de' libri principali, che si
stampano costà, e se continui il Giornale di Venezia, di cui non ho che
un tomo degli ultimamente stampati; poiché per conto del sig. marchese
MafFei, vo credendo, che non abbia dato fuori altro.
Con che, ratificandole il mio rispetto, mi confermo.
4520.
A RIDOLFINO VENUTI in Roma.
Modena, 13 Aprile 1742.
Haccolta Vanbiancui, Milano, edita [277].
Lo strumento inviatomi da V. S. illustrissima e che le rimando, l'ho
io ben letto ed avrebbe esso potuto aver luogo nelle mie Antichità Italiche'»
allorché trattai qualche cosa della Sardegna ; ma ora non vi si può più
trovar sito, perché V opera é al fine, e fors' anche é terminata la stampa
delle dissertazioni, e quand' anche non sia terminata, vi si tratta sola-
mente di argomenti ecclesiastici, coi quali ninna relazione può avere esso
documento.
Me n' é dispiaciuto non poco, per avere perduta questa occasione di
attestare al pubblico l'ossequio che le professo, dappoiché ho veduto che
ivi si parla dei suoi antenati. Mi compensi V. S. illustrissima questa poca
fortuna, con altri suoi comandamenti, e coi più vivi sentimenti del mio inal-
terabile rispetto, mi ricordo.
-IT^-iS] A FORTUNATO TAUBUBXNI 4271
4521.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 20 Aprile 1742.
Archivio Soli Mubatobi (Ji. Bibl. Est.). Modcua.
Qui si è fatta gran disputa se si possono mangiare nello stesso tempo
latticini dispensati e pesce. I pp. gesuiti hanno preteso di no, ricavandolo
dal breve pontificio : Ejjulas licitas et illicitas. Aspetto sopra di ciò il di
lei parere.
Ben giunta alle mani di V. P. reverendissima l'operetta del Valdesio
che implora la di lei correzione, e quella eziandio di tre altri personaggi
tutti altamente da me stimati. Ancorché di presente si truovi occupata,
non si perda tempo, quando gli altri favoriscano di leggerla. Allorché sarà
esso libro passato sotto la censura di tutti, so che la di lei benignità mi
favorirà, qnando non abbia altra occasione di rimetterla franco a Bologna
come ha fatto in addietro, e la prego ben di notare ogni menoma spesa,
che faccia per me, affinchè si possa poi rimborsare con danaro, che dovrà
venire per me da Napoli.
Allorché "V. P. reverendissima sarà in s. Calisto, voglio sperare, che
più facilmente sarà a piedi di N. S., e giacché possiam credere, che la
buona volontà clella S. S. sia stata impedita dai troppo scabrosi aifari
d' oggidì, credo anch' io, che si potrebbe supplicarla di far rivedere il
consaputo manoscritto a qualche savio legista, ma non di que' mozzo-
recchi, che ogni di pregano i santi, perché facciano nascere delle liti, le
quali vadano a cadere nelle loro mani. Monsignor di Thun mi parrebbe
pur a proposito. Se cosi anderà la faccenda, la sbrigheremo.
Sento poi. e u" ho dispiacere, che tanti incomodi fiocchino sopra di
lei per mia cagione, dovendo credere gli stranieri, che V. S. illustrissima
sia il mio spedizioniere, o residente in Roma. Starò attendendo i libri, che
ella mi ha favorito di consegnare a buoni portatori. Ma quel p. maestro
Milanti [Pio Tommaso] ' di s. Spirito di Napoli non dice di che religione sia.
Certamente, bisogna credere, che le mie lettere al sig. Giannelli di
Palermo siano intercetto, perché anche ultimamente mi scrive di non
averne veduta alcuna. Perciò rendo a lei somme grazie per avergli spe-
dita la mia. e per esibirsi con tanta bontà a continuarmi il favore. Con
che, rinnovando i vivi sentimenti del mio ossequio, mi rassegno, di V. P.
reverendissima.
'Sue lettere in Archìvio Soli Muratori i R. Bibl. Est.), n.' 2 da Napoli, 1742.
4272 LODOVICO ANTONIO MUHATORI [l'^^S-
4522.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 24 Aprile 1742.
Akohivio Soiii Mdbatoui { B. Bibl, Est.), Modena.
Se non ho baciato il foglio ultimo di V. P. reverendissima, sono stato
alraen vicino a farlo: tante buone nuove mi ha ella date, e tutte frutto
di quel benigno amore, che la rende anche ardita a parlare di me con si
gran franchezza a N. S. Può ella ben credei'e, che somma è stata la mia
consolazione in vedere non scemata la generosa clemenza del Santissimo
verso di quest' omicciattolo, e non isdegnare la S. S., che io risponda a
tanti avversari. È utile della Chiesa di Dio, che si chiarisca chi abbia
ragione o torto in cosa di tanta importanza quale è la vita degli uomini,
e il pericolo della superstizione. Intanto, prego la di lei bontà di portare
i miei di voti rispetti al reverendissimo padre provinciale generale Della
Torre, e di ringraziarlo vivamente per la pazienza che ha di leggere
quelle dicerie. Notiamo pur francamente anche ciò, che solamente è dub-
bioso, perchè vi rifletterò meglio. Cosi farò ancora del dubbio mosso da
V. P. reverendissima intorno alle controversie della morale, ed è stato
bene, che me ne avvisi.
Mi son parimenti rallegrato non poco all'udire restituito il mano-
scritto. Alla dedica non avrei aggiunto un apice, nonché quello, di che
ella mi ha avvertito, perchè io non mi glorio mai delle benigne occhiate
del trono, per paura sempre, che nel di seguente si mutino. Giacché ella
ha preso si buone misure per farmelo aver presto, io non tarderò d' in-
viarlo al torchio, e, a suo tempo, pai'leremo del resto. A lei dunque in-
finite grazie per tanti favori.
Veramente mi è venuto per la posta l'uffizio dell'Immacolata Con-
cezione con un solo bigliettino, che dice: è pregato il sig. Muratori di
recitare una volta V annesso ufficio per V anima del dotto autore. Aven-
dogli dato una scorsa in fretta, e parendomi di non avervi trovato motto
alcuno pel voto sanguinario non ne ho fatto alcun caso; anzi non ho dif-
ficoltà a recitarlo almeno una volta, perchè non ho sposata l' opinione
de' tomisti : e se v' ha certi pezzi da me rapportati de gli antichi, ed altro
simile, è stato, ed è solamente per far conoscei-e quanta ragione hanno
fin qui avuto i sommi pontefici di non definirla, come vorrebbono gli
spagnuoli. Ma intorno ad esso libretto V. P. reverendissima mi ha mossa
la curiosità, e spero, che per sua bontà vorrà dirmi il resto.
Con che, rinnovando i vivi sentimenti del mio ossequio, mi rassegno,
di V. P. reverendissima.
-l'T'lS] A PUB FRANOBSOO FoaoiNi 4273
4523.
A TtIROLAMO BARUFFALDI in Cento.
Modena, 26 Aprile 1742.
Arouitio Soli Muratoki {R. Bibl. Est.), Modena.
Lo Scheffero De Militia Nautica, Lib. IV, Gap. 7, veramente registra
per Capo de' Remiganti l' Ilorlatore, e porta i passi citati dal Ditisco, ed
altri di più. Per conto dell' Opelio, appena esso il nomina. Credo perciò,
che V. S. illastrissima possa con buon fondamento prendere questa voce
neir iscrizione sna, come nome d' ufizio, e cavarne le conseguenze da lei
ideate. Vegga, se le occorre cosa di più, e liberamente mi comandi. Co i
più vivi sentimenti del mio ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4524.
A NICOLA TACOLI in Reggio,
^lodena, 26 Aprile 1742.
Archivio Tacol.i, Modena.
Al sig. conte Giovanni Guiceiardi fu raccomandata copia, del tomo V
Anliquilates Italicae, indirizzata a V. S. illustrissima. Allorché l'avrà ri-
cevuta spero che me ne darà avviso. Già ella sa che il prezzo è di
paoli 32. Desidero che facciate buona fiera, che sarà nobilitata dalla
nostra corte. E più desidex'o, che Dio vi liberi dall'armi straniere. Con
che, rassegnandole il mio ossequio, mi ricordo.
4525.
A PIER FRANCESCO FOGGINI * in Firenze.
Modena, 27 Aprile 1742.
BiBLioTxcA CoRsisiAKA, Firenze, edita [1^].
Qualche notizia aveva ben io del merito di V. S. illustrissima, ma
non conosceva già in lei un letterato di tanto polso, come ho scórto ulti-
mamente, mercè della di lei generosa bontà, che ha voluto onorarmi del
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 1 da Firenze 1740.
Epittolario di Lodovico Antonio Giuratori. — VoL X. iTO.
4274 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
suo libro De Romano Divi Petri itinere, e della sua Apologia per san Ro-
molo. Ho trovato nel primo tanta copia d' erudizione, critica si soda, stile
latino cosi leggiadro, che a lei ha già dato un sito fra quelli onde viene
grande onore all'Italia, e ne può maggiormente venii*e, perch'ella ha forze
per tutto. Sommamente perciò me ne congratulo con lei, e m' inoltro a
pregarla, che non lasci ozioso il bel talento che Dio le ha dato, e ch'ella
ha si bene coltivato. Non le mancheranno argomenti per altre imprese, e
il plauso di cui è degna questa sua nobil fatica, ha da animarla ad altre
carriere anche maggiori.
Del resto, io me le protesto eternamente obbligato per cosi caro dono,
siccome ancora per l'onore che ha fatto al mio povero nome, con bramare
anch' io le occasioni di attestare al pubblico la stima singolare che ho
conceputo del di lei valore. A buon conto, ho trascelte le iscrizioni da
lei riferite che a me mancavano, e le ho inviate a Milano, acciocché col
di lei nome si leggano nell'ultimo tomo della mia Raccolta che si va
stampando. Vegga ella dove io posso servirla, né mi risparmi i suoi co-
mandamenti, con sicurezza di trovare in me chi sempre si pregierà d'es-
sere, con tutto r ossequio, di V. S. illustrissima, etc.
4526. ,
A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 3 Maggio 1742.
R. Biblioteca Ricoaruiana, TireEze, edita [245].
Tanti impicci mi son sopraggiunti ne' giorni addietro che per ora non
ho potuto rispondere al foglio carissimo di V. S. illustrissima [ohe] ha
scritto con molta saviezza intorno agli affari si torbidi di oggidì. Le
dissensioni dell' Inghilterra di gran pregiudizio sono all' ottima regina,
giacché nulla colà si risolve in suo favore, benché tutte le apparenze sieno
che si sfodererà la spada. Ma, intanto, voi soli pare che abbiate a sgom-
berar la Baviera. E se seguisse qualche fatto d' arme. Dio ve la mandi
buona; altrimenti converrebbe cedere. Avreste bisogno che la Polonia e
la Russia vi aiutassero, poiché, di guadagnare il Prussiano, credo che ab-
biate perduta la speranza.
Qui non c'è novità. Continuano i Tedeschi a vivere quietamente sul
nostro, ma non senza aggravio nostro; né mostrano di volersi muovere.
Gli Spagnuoli anch'essi continuano a stare a Riraini, a riserva di due
reggimenti, inviati a Lugo e Bagnacavallo del Ducato di Ferrara. Pro-
babilmente aspettano D. Filippo colla gente che seco viene, e noi, posti
tra due fuochi, tremiamo. Il Principe nostro tuttavia, neutrale. E venuto
-1*74S1 A GIUSEPPE BIANCHINI 4275
a Parma il re di Sardegna. Egli spedi quatlro reggimenti a Nizza, di-
cendosi arrivata in quelle vicinanze la prima colonna delle sne genti. Ci
sarebbe bisogno di qualche vascello inglese.
Certamente non ho veduto finora le tavole genealogiche che V. S. il-
lustrissima mi accenna. Cercherò io d'inviare al sig. Sassi subito, che mi
si presenterà occasione, quanto ella mi disse. Ma, in questi torbidi, pochi
ora passano, e di gran guai si promuovono per le contribuzioni in Milano,
Piacenza, etc. Sarebbe bella eh' io dovessi riverirla ed abbracciarla in
Italia, ma non lo so sperare.
La prego di nuovo di somministrarmi l'altre osservazioni e corre-
zioni che avrà osservato nelle Iscrizioni, che gliene resterò sommamente
tenuto.
Al sig. principe di Lichtenstein io professo singolare ossequio ed ob-
bligazione, avendo a lui dedicata la raccolta delle mie Iscrizioni. Però, se
ella avrà occasione, me gli ricordi gran servitore, con dirgli che manderò
il tomo IV, subito che sarà stampato.
Vedrò ben volentieri l'opera di codesto dottissimo p. benedettino, a
cui intanto, e a lei nello stesso tempo, rendo vivissime grazie di quanto
ella mi ha accennato.
Aspetto di ritorno da Roma il mio trattatello Dei Difetti della Giu-
risprudenza, per istamparlo senza dimora. Ma io mi truovo afflitto per ca-
gione di questa guerra troppo contraria al genio mio di pace, per tacere
altre riflessioni.
E con ciò, rassegnandole il mio indelebile ossequio, mi confermo, etc.
4527.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 4 Maggio 1742.
BiBLioTKCA Vaticasa, Bomft, edita [266].
Non avrei certo alcuna difficoltà ad afirontai^e l'argomento pio, che
dal benigno amore di V. R. mi vien proposto, ancorché il cristianesimo
sia pieno di libri ascetici. Ma ella pazientemente ascolti le mie difficoltà.
La prima, che mi dà fastidio più di tutte, si è non avere io l'anno sacro
del p. Croiset, il dubbio ancora di trovarlo in Modena; e pur questo sa-
rebbe necessario per determinarsi poi al si, o al no. La seconda è che
abbiamo tante meditazioni di uomini insigni, e il darne delle nuove non
so come potesse piacere. Terzo, se si volesse dare tali meditazioni, aggiu-
gnervi la parafrasi del Vangelo, e dell'epistola ed anche la vita, benché
in compendio, di un sunto, tanta mercatanzia occuperebbe più e più tomi.
4276 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [±'743-
Sarebbe anche assai il dare la parafrasi, e soggiugnere riflessioni per in-
segnare la vita del vei'o cristiano, colla vita in compendio di qualche
santo. Ma diran tosto, che avendo noi la manna del p. Segneri, quest'opera
è cosa superflua. Continui dunque V. R. ad istruirmi meglio su questi
punti, acciocché io possa poi misui'ar le forze mie, e vedere se il fardello
si adatti alle mie spalle. Confesso il vero, che a me fa paura il solo pen-
sare a' 335 giorni, olti'e alle feste mobili che accrescono questo numero.
Le rendo io intanto vivissime grazie, per la cortese premura che ha di pen-
sare a me, e pregandola di continuarla, co' più vivi sentimenti del mio
ossequio, mi confermo.
4528.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena, 4 Maggio 1742.
MusKo Britanwico, Londra, edita [255].
Giacché il benigno amore di V. R. vuol sapere nuove di me, eccole.
A riserva di una discreta flussione a gli occhi e di qualche altro tolle-
rabil acciacco, che mi va ricordando l'età mia troppo avanzata di anni 70,
io mi truovo competentemente sano, e tutto pronto a i di lei comanda-
menti. Ma ella sa, che l'età suddetta e già una malattia. Sia fatto il vo-
lere di Dio. Se a lei arriverà un di la nuova della mia morte, la prego
di avermi presente nel santo Sacrifizio. Il tomo V delle Antiquitates Ita-
licae, è già fuori, e si lavora al VI che sarà l' ultimo. Si è dietro anche
al IV delle Iscrizioni, che anch'esso sarà l'ultimo. La servirei per l'as-
sociazione degli Armati cV Italia, se questa si facesse. Il libraio che la
stampa in Venezia, essendo uomo di polso, non ha voluto ricorrere al so-
lito ripiego di chi ha bisogno di pagare co i denari altrui la stampa. In
ogni caso sarà mia cura a suo tempo che a V. R. sia fatta ogni agevo-
lezza possibile. Sette o otto sono le penne che han faticato finora contro
di Antonio Lampridio, e non hanno alcune d' esse perdonato ad ingiurie.
La risposta già fatta è in Roma sotto la saggia censura degli amici, e
quando sarà di ritorno, si cercherà chi la stampi. Tanto da V. R. quanto
da monsignor Enriquez, ho notizia della nuova opera dell' anno novello. Se
resta vincitore chi é l' ultimo a scrivere, verisimilmente sarà egli. Tut-
tavia, se monsignore m' invierà il libro, lo leggerò, e saprò dirgliene meglio
il mio sentimento. Voi altri avete veduto di passaggio il brutto ceffo di
Marte. A noi é minacciato di peggio, avendo sul nostro da gran tempo
diecimila Austriaci, e temendo di peggio. Mi cagiona ciò non poca malin-
conia, perché preveggo sciagure non poche, se la mano di Dio non vi si
mette. Preghi Dio per me che ne ho di bisogno più che mai, e mi creda,
quale con tutto l' ossequio, mi pregio d' essere.
-tT^lS] AD ANGELO MARIA QUEBINI 4277
4529.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Perugia.
Modena, 9 Maggio 1742.
Edita [106].
Dovette V. P. ricevere nna mia risposta. Occorre a me ora di pregar
lei d'una grazia. Mi cadde in pensiero ne* giorni addietro di fare un Ope-
retta, che porti il titolo presso a poco seguente : Il Cristianesimo felicis-
simo nelle Missioni della Compagnia di Gesù al Paraguai. Ho sufficienti
materiali per questo. Tuttavia scrissi costà al p. Contuccio Contucci ge-
suita, comunicandogli tal mio disegno, e pregandolo, che, se hanno costì
memorie particolari di que' paesi dell' America Meridionale, voglia sommi-
nistrarle, perchè nulla darò fuori senza che sia riveduto da essi padri,
Son già corse varie settimane senza che io ne abbia veduta risposta, né
so immaginare il perchè, giacché si tratta di Operetta gloriosa per loro,
e non dovrebbono avere se non piacere, che una penna disinteressata lo-
dasse le loro fatiche.
M*è dunque nato pensiero di volgermi a dirittura al loro Reverendis-
simo p. Generale per implorare in ciò l'ajuto suo. Pure ho in fine creduto
meglio di valermi non d'una Lettera, ma di un Amico, che possa meglio
scandagliare, se vi fosse mistero nel silenzio del p. Contucci. Eccomi
dunque a pregare V, P. che voglia umiliare i miei rispetti, e le suppliche
mie ad esso p. Generale de' gesuiti, oppure parlarne al suddetto p. Con-
tucci per ricavare, se v" è speranza di soccorso da cotesta parte per la
divisata mia impresa, la quale non andrà molto, che avrò compiuta, né
altro ci vorrà che farla copiare.
Caso mai ch'ella non potesse favorirmi, me ne avvisi subito, acciocché
io possa pi-ovvedei"e. In line avrò fatto le mie parti, e se non dirò tutto
quello, che potrebbono volere i Padri, non io, ma essi ne avranno la
colpa. Noi qni siamo ne' guai, e abbiam più che bisogno della misericordia
di Dio. Con che, rassegnandole il mio rispetto, mi confermo, di V. P.
4530.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 9 Maggio 1742.
BiBLioTKOA Qdbrihiaha, Brescis, edita lÉBS].
A
/
Mercè alla benignità di V. E. ho potuto leggere l' erudita/sua lettera
a quel meraviglioso ingegno del sig. procuratore roscarini,yportatami dal
4278 LODOVICO ANTONIO MUKATOEI [17*43-
p. Scalzo insieme coli' altra indirizzata a codesto suo clero. Bellissima è
la prima per la scoperta fatta a noi altri di un altro insigne patrizio ve-
neto nella letteratura; il che leggendo non lascio di stupirmi come in quel
secolo tanti egregi letterati nobili producesse Venezia e continuasse anche
a produrre nel seguente, con tanto divario dei tempi presenti, ancorché
non manchino quei SS. di fare educare i lor figli in forma lodevole. Ma
ho più studiata la seconda lettera, perchè m* ha istruito di quel che è
passato a Roma, e di quello che probabilmente ha da essere. L'È. V. è
fatta apposta per essere successore de' Bembi, Sadoleti, Casa ; e però non
passerà uq anno eh' io la porterò ai Sette Colli, dove il merito suo è degno
d' ogni più sublime impiego. Le rendo io intanto umilissime grazie pel re-
galo delle suddette lettere, avendole io già umiliati i miei ringraziamenti
anche per le altre precedenti.
Credo che il p. maestro Concina abbia seguito i miei consigli, con
ristampare la Lettera dogmatica di V. E. intorno al Digiuno. Non sapeva
se poteva ciò essere approvato da lei. Mi son preso io l'ardire di levargli
questo timore, essendo troppo importante a si fatto argomento quella spie-
gazione. E qui co i più vivi ed umili sentimenti del mio ossequio, le
bacio la sacra porpora, e mi rassegno.
4531.
A GIOVANNI CADONICI* in Cremona.
Mutiuae, VI Idus Maias MDCCXLII.
Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), Modena.
Testes sane mihi sunt tum eruditionis, tum humanitatis tuae, literae,
quas ad me dedisti, eleganti etiam stylo conscriptae. In his significasti,
quae meditaris centra catholicae doctrinae hostem Burnetum. Tibi autem
creduntur Patriarchae, ceterique lusti vel ante Christi adventum ad pa-
radisi gloriam advecti : quam in rem sancii Augustini locum memoras, sen-
tentiae tuae satis aperte consonum. Multum vero ponderis (fateor et
ego) bine accederet ad Burneti confutatiouem. Quod plus est, dogma
nostrum de Purgatorio facilius quam antea stabiliremus. Equidem ab
hujusmodi quaestione abstinui, ncque altius penetrare volui in Salvatoris
terba, poUicentis paradisum poenitenti latroni; utrobique enim salebras
ofteudisse mihi visus sum. Tu felicius fortasse navigationem hanc inibis.
Sed, T^t sincere loquar, difficillimum puto illius exitum ; nam ceteros ferme
patres video censuisse, coelorum fores non antea reclusas fuisse. quam
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° d da Cremona 1747- '48.
-f^-dS] A FORTUNATO TAMBURINI 4279
Christus Domiuus illuc aaceaderit captivam ducens captivitatem. Communis
autem Ecclesiae sententia nunc habet, Patriarcbas ceteroeque lustos in
iguolo loco quìevisse, donec ad eos descendit Redempior. secum omnes
adductui'us ad Patrem. Haic sententiae, quam Traditìo confi rmat; adver-
sai'i, periculosa rea est, neque ad eam dejiciendam satis est Augustini
auctox'itas. Quare tuum erit, antequam vela solvas, accuratius explorare
suscipiendum iter, id tamen statuendo, etiamsi tibi succederei, ut rem
dubiam efficeres, parum aut nihil emolumenti inde ad praesentem caassam
redundare posse. Tui, interea, erga me amoris conscius, fausta omnia tibi,
tuisque studiis precor. Vale.
4532.
A GIUSEPPE PEGGI in Siena.
Modena, 11 Maggio 1742.
Abchitio Facci, Siena, edita [153].
Non saprei dire il mio debil parere intorno al quesito fatto da V. S.
illustrissima, perchè non so ben tutte le circostanze dell'affare. Quando i
luoghi pii tassati dal governo fossero confraternite laicali, niuna difficoltà
avrei a credere lecito a i lettori dell'università il godere della tassa, perchè
il governo può impiegare in uso migliore parte delle loro rendite. Se poi
si trattasse d'ospitali, e d'altri luoghi destinati per gl'infermi e in sus-
sidio de' poverelli del paese, vi troverei delle difficultà; perchè non giu-
dichei'ei lecito il torre il pane a i poveri per darlo a i lettori, non essendo
questi si necessari, come il sostentamento della povera gente. Tuttavia
ancor qui converrebbe sapere se il denaro tassato colà nell'erario del
principe, o pure, se a dirittura passa nelle mani de i lettori. Nel secondo
caso, vi avrei dello scrupolo. Nel primo potrebbe forse ammettersi, perchè
quel denaro divien denaro del principe, e non è più denaro de' poveri. Di
più non saprei che mi dire, perchè non so ben tutte le circostanze. E, ras-
segnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima, etc.
4533.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 11 Maggio 1742.
Arcuivio Som Muratosi (R. Bibl. Est.), Modena.
Supplico V. P. reverendissima di perdono se le reco l' aggravio della
presente lettera da aggiungersi alle altre. Mi onori di comunicarla al re-
4280 LODOVICO ANTONIO MUHATOBl [IT'-érS*
verendissimo padre procurator generale accompagnata dagl" incessanti miei
ringraziamenti per la pazienza che ha avuto di leggere quelle mie dicerie.
Mi è stato sommamente caro il suo favorevol giudizio. Di più non sog-
giungo ora riserbando di farlo in breve con rispondere al di lei benignis-
simo ultimo foglio, che mi sarebbe stato di gran consolazione in altri tempi.
Ma ora mi trovo pien d'afflizione per gli danni e pericoli che sovrastano
a questo Stato, con temersi fin l'assedio di questa città. Preghi Dio per
noi, e spezialmente per me, che ne ho più che mai necessità. Con tutto
l'ossequio mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4534.
A FRANCESCO III D'ESTE* in Sassuolo.
Modena, 12 Maggio 1742.
li. Archivio di Stato, Modena, edita [183j.
Serenissima Altezza,
In esecuzione de' venerati comandamenti di Vostra Altezza serenissima
ho ridotto in 25 casse il meglio e più importante del ducale archivio,
cioè quello che sopra ogni altra cosa si dee prezzare e custodire nella
serenissima Casa per troppi riguardi. E giacché parve inclinata l'Altezza
vostra serenissima a spedire esse casse, che oggi vengono a Sassuolo, suc-
cessivamente a Sestola per maggiore cautela, sarà bene il raccomandar
colà con premura di collocar le stesse in sito non umido e lontano da i
pericoli delle pioggie. Faccia Dio che queste, e molto più Vostra Altezza
serenissima, ritornino presto all'usata residenza, e che in prosperoso fine
si convertano i di lei consigli per bene della serenissima Casa, e per con-
solazione de' suoi fedelissimi popoli. Più degli altri auguro io questa fe-
licità a Vostra Altezza serenissima, siccome quello che nell'ossequio, et oso
anche dir nell'amore verso la di lei sovrana Persona e Casa serenissima,
so di non avere chi mi vada innanzi. Facendole profonda riverenza, mi
rassegno, di Vostra Altezza serenissima.
* Di questo corrispondente non si hanno responsive in Archivio Soli Muratori
( /?. Bibl. Est. ).
±'7'4:2^ A FORTUNATO TAMBURINI 4281
4535.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 15 Maggio 1742.
Abchivio Soli Musatoki ( lì. Ttibl. Est. ), Modena.
Scrivo in tempo di afflizione per aver noi sul nostro, tutte le forze
degli austriaci, e savoiardi, postati alle rive del Panaro con distrugger
ivi prati, e seminati, e colla città in pericolo di essere bloccata, ed asse-
diata. Può V. E. reverendissima immaginarsi se il cuore ci basta. La Corte
si è ritirata a Sassuolo, e noi restati nel cruccinolo. Però più che mai
abbiam bisogno della misericordia di Dio,
Non le ho mai scritto che mi arrivò per la posta un nuovo uffizio
dell'Immacolata Concezione ben legato con un biglietto dove, st^lo min-
chionatorio era scritto : È predato il signor Muratori di recitare una volta
V annesso Officio per V anima del dotto autore. Io risi della burla per altro
discreta a me fatta; e giacché ninna parola in una scorsa che gli diedi
vi trovai del voto sanguinario, non me ne presi altro pensiero se non che
osservai l'insolenza del fabbricatore dei nuovi salmi. Ultimamente con so-
pracoperta m'è venuta la condanna del medesimo uffizio: dal che ho sen-
tito nuovo impulso per dargli un'altra scorsa. V'ho trovato l'abuso di tras-
ferire alla b. Vergine ciò che nelle scritture è proprio del solo divino
Nostro Redentore. Ma allorché son giunto a leggere alla pagina 48 erunt
quasi non fuerint, et peribunt vivi ( che alle donne non ha a toccare si gran
disgrazia) qui contradixerint Ubi: allora ho gittate via il libro, e mi per-
donerà chi me l'ha inviato, s'io non reciterò mai sì sacrilego uffizio, e
tanto meno ora. che esso é proibito.
Questo colpo si francamente tirato costi addosso a i novatori, confesso
il vero a V. P. reverendissima, che ha svegliata in me qualche speranza
che potesse lo zelantissimo nostro pontefice deputar persone disinteressate
le quali esaminassero giuridicamente il voto sanguinario, che è di maggior
obbrobrio alla chiesa cattolica, e alla s. Sede, quando sussistono le ra-
gioni da me addotte. E tanto parrebbe ciò più necessario da che pubblica-
mente s'insegna in Palermo che la s. Sede, per essere consapevole di
detto voto e lasciarlo correre, l'approva: oltre di che va crescendo l'ar-
dire, dapoiché i pochi che lo facevano in Palermo, si son tanto maneg-
giati che hanno indotto la maggior parte di quelle Congregazioni. Com-
pagnie, e Ordini religiosi a far lo stesso. Se a Dio piacerà, che esca la
mia risposta, potrebbe essei'e, che taluno si disingannasse.
Intanto mi son rallegrato, che la prima trafila sia riuscita bene.
Voglia Dio, che cosi succeda per le altre.
4282 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*74:8-
Nop so che mi dire. Finora non m'è giunto il Trattatello Dei Difetti
della Giurisprudenza. Ella saprà a chi l'abbia consegnato.
Sarà molto lodevole, che anche in latino, e buon latino, compari-
scano le belle notificazioni dell' eminentissimo Querini, le quali solo ba-
stano a far conoscere ai franzesi, che anche in Italia si sa da i ve-
scovi istruire il clero e popolo. Vero è che non abbiamo se non questo
solo vescovo da mostrare, ma egli solo vale per molti.
Ringrazi V. P. reverendissima Iddio, che la fa essere lontana dai
guai. Noi vi siamo in mezzo, e la mia filosofia non basta ad esentarmi
dalla malinconia, non già per me solo, ma per la compassione, che ho alla
povera infelice patria. Con che, le bacio le mani, e mi ricordo, di V. P.
reverendissima.
4536.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 17 Maggio 1742.
Archivio Soli Muratori ( R. Dihl. Est. ), Modena.
Servirà la presente mia per significare a V. P. reverendissima che
oggi mi è pervenuto sano e salvo il Trattatello della Giurisprudenza, del
che ho ringraziato Iddio, e rendo anche vivissime grazie alla di lei be-
nigna attenzione in favorirmi. Tanto più me ne son rallegrato, perchè
commerzio da qui innanzi non ci sarà fra questo Stato e il bolognese,
stante il ritrovarsi tutto l'esercito degli austriaci e savoiardi alle ripe di
qua del Panaro, e dovendo in breve comparire all'altra ripa quello degli
spagnuoli. Oh ! che flagello per questo migerabil paese !
Vanno i prati, i seminati, rubamenti continui, disperati i poveri con-
tadini, e noi qui col batticuore di peggio. Si va provvedendo di tutto la
Cittadella. La Corte a Sassuolo, né so come ella quivi si fermi. Il re di
Sardegna sarà questa sera in Reggio. Vedremo dove andrà a piantare il
suo quartiere. Si fanno pubbliche orazioni : ma meritiamo noi, che Dio ci
esaudisca? Mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4537.
^ A TOMMASO MAZANGUES in Aix.
Modena, 24 Maggio 1742.
E. Accademia delle Scienze, Torino, edita [300].
Rispondo al benignissimo foglio vostrD con ringraziarvi della lettera
inviata e del rotolo, che suppongo fatto avere a mons. Le baron de la
-IT-^Q] A OIB0LAJ<0 BABUFVALDI 4283
Bastie, al quale ancora scrivo nel presente ordinario. E scrivo in tempo
di somma afilizione, perchè abbiamo addosso l'esercito Austriaco -Sardo,
che sembra, o pure è nemico. I prati, i seminati vanno. Altro non s'ode
che rubamenti, ed è minacciata anche la citte. Son giunti alla parte op-
posta del Panaro gli Spagnuoli. Se an fatto d'armi non decide la lite, la
desolazione è inevitabile in questo paese.
M'immagino, che questa mia vi troverà restituito dal gran mondo di
Parigi alla quiete deliziosa della vostra patria. Costì, se la bontà vostra
vorrà continuar le osservazioni sopra la mia Raccolta delle Iscrizioni, per
poi communicarmele. ve ne resterò sommamente tenuto. In quell'Opera,
oltre ai miei errori ve n' ha ancora di quei, che vi aggiugne chi pel si-
gnore Argelati ha cura di quelle stampe, e si prende delle libertà senza
dirmene parola. Grido, ma a nulla serve. Però più d'un motivo ho di non
valermi più di Milano. In fatti s'è cominciata in Venezia la stampa de' miei
Annali d' Italia dal principio dell' Era Cristiana fino al 1500. Vi si stam-
perà anche in breve un Trattatello De i Difetti della Giurisprudenza.
Ho curiosità di sapere se monsignor de Sanpalais seguiti vigorosa-
mente ad illustrar la lingua e poesia provenzale, perchè un si fatto argo-
mento piacerà non poco anche a gì' Italiani, che riguardano voi altri come
antichi maestri del nostro poetare. Più ancora piacerà l' opera di monsignor
de la Bastie, perchè tratta del Petrarca, uno dei santi padri della nostra
poesia. Tutto questo servirà a fare maggiormente comprendere la fratel-
lanza, che passava una volta fra l'Italia e la Px'ovenza.
Pregandovi intanto di conservarmi la stimatissima vostra padronanza
ed anbore, con tutta la stima e l'ossequio, mi ricordo...
Mi prendo l'ardire d'inviarvi l'acclusa pel signor Barone De la
Bastie ', e ve ne domando perdono.
4538.
A GIROLAMO BARUPFALDI in Cento.
Modena, 30 Maggio 1742.
AscHiTio Soiii Mdratosi (B. Bibl. Ett. ), Modena.
Fra l'altre disgrazie, ch'io pruovo, per dover stampar le cose mie
lungi da gli occhi miei, una è ultimamente stata quella d'aver inteso, che
in Milano non sanno d'avere ricevuta l'iscrizione di Monandro Horta-
tore, di cui V. S. illustrissima mi favori, e che probabilmente non sarà
Questa lettera non è arrivata fino a noi.
4284 LODOVICO ANTONIO MURATOEI [l'^'^S-
stata la sola che si sia perduta. Per l'altre non so che mi fare, ma per
Qotesta ricorro alla di lei bontà con pregarla di farmi avere colla maggior
sollecitudine altra copia d'essa. Noi ci troviamo in gravissimi guai, e se
Dio non provvede, restiamo in una totale desolazione. Pregandola d( Ila
conservazione dell'amor suo, con tutto l'ossequio, mi rassegno, di V. S.
illustrissima.
4539.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 30 Maggio 1742.
B. Biblioteca Eiccardiana, Firenze, edita [179].
Vengano i miei ringraziamenti a V. P, reverendissima per l' iscri-
zione ultimamente inviatami, ma in tempo ch'io ho poca voglia di scri-
vere, perchè situato in mezzo alle calamità della mia patria e Con guerra
di cui non aveva io mai veduta, ne provata una simile. Abbiamo addossò
tutta r armata austriaco-sarda, e siam trattati da essa come nemici. Vanno
tutti i prati, vanno tutti i seminati, gli alberi, etc. Rubamenti continui:
la città stessa minacciata di blocco o d'assedio, ancorché si lascino ogni
di entrare in essa le centinaia di questi duri ospiti, che vengono a prov-
vedersi di pane, vino, etc. che forse un di potrà mancare a noi stessi.
La corte ritirata a Sassuolo, non so come si attenti a dimorar ivi. Forze
non hanno gli spagnuoli di venire innanzi, continuando l'incredibile lor
diserzione. Questi altri, benché più forti, e benché abbiano fatto dei ponti sul
Panaro, non paiono disposti ad andarli a trovare, se prima non si assicu-
rano delle nostre piazze. In una parola, se Dio non provvede, resta de-
solato tutto questo paese. Al veder queste miserie, non truovo che la filo-
sofìa mi soccorra.
Ricevei l'involto, che V. P. reverendissima consegnò al p. abate di
Piacenza, e gliene rendo vive grazie. Beati voi altri che siete in luogo
di pace. Non cosi noi, non così i bolognesi, i quali credo che sospirino
anch'essi, benché alloggino degli amici. Dicono che i napoletani portano
delle buone unghie.
Con farle riverenza, mi ricordo, di V. P. reverendissima.
-17'431 A FORTUNATO TAMBURINI 4285
4540.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Fen-ara.
Modena, 30 Maggio 1742.
Biblioteca Comu>ai.b, Ferrara.
Pur troppo è vero, che siamo in fiere angustie. Abbiamo addosso
tutta l'armata austriaco-sarda; e questa ci tratta da nemici. Soa per
loro tutti i nostri prati; i seminati sen vanno anch'essi; rubamenti con-
tinui; la città minacciata di blocco o d'assedio, benché sia libero ad essi
il venire a centinaia tutto di in città a provvedersi di pane, vino, etc.
Non sussiste, che la nostra Corte sia sequestrata. Dimora essa tuttavia
in Sassuolo con buona guardia. Non han forza gli Spagnuoli per venire
innanvii; continua la smoderata lor diserzione. Né questi altri, ancorché
abbiano fatti ponti sul Panaro, pare che abbiano voglia d' andarli a tro-
vare, benché certamente più forti. Se Dio non provvede in qualche ma-
niera, questo paese é per la via di restar tutto desolato. Le rassegno il
mio ossequio. Di V. S. illustrissima, etc.
4541.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 30 Maggio 1742.
Archivio Soli Muratori (R. BUI. Est), Modena.
Oon precedente mia significai a V. P. reverendissima il felice arrivo
del manoscritto della Giurisprudenza, e questo é già passato a Venezia
per esser ivi stampato. Vorrei che fosse vero ciò che ha scritto qua il
sig. abate Tori, cioè che S. S. informato da gente savia, che sen tollerabili
le lettere consapute, abbia detto di permetterne la pubblicazione.
Ma se continuano cosi le nostre calamità, e Dio non vi truova qualche
rimedio, in caso che avesse da tornare indietro il manoscritto, converrà
pensai'e alla maniera, perciocché non passa più né corriere, né persona
alcuna da Bologna a Modena. Ora noi mandiamo a Ferrara le lettere per
Roma. In tal caso venendo il manoscritto a Bologna converrebbe man-
darlo di là air illustrissimo sig. Francesco Contarelli, commissario del Se-
renissimo nostro in Ferrara, da cui lo riceverei.
Intanto noi ci ritroviamo in deplorabile stato. Abbiamo addosso tutta
l'armata austriaco-sarda, e questa ci tratta da nemici. Vanno tutti i prati,
4286 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'743-
vanno i seminati, e gli alberi. Continui sono i rubamenti, e la città minac-
ciata di blocco e di assedio. E pure ogni di vengono a centinaia questi
duri ospiti a spogliarci di pane, vino, etc. La corte è a Sassuolo e con
tutta la buona guardia, non so come si attenti a star ivi. Non han forza
gli spagnuoli di venire innanzi, situati alla Samoggia, e continuando l'in-
credibile lor diserzione.
Air incontro questi, tuttoché abbino fatto dei ponti sul Panaro, paiono
poco disposti ad andarli a trovare.
Vorrebbono prima assicurarsi di Modena e Mirandola. Certo è, che
se Dio non provvede in qualche maniera, presto resta in desolazione tutto
il paese, e quest'arniata è ben più poderosa dell'altra, ne ha apprensione
alcuna che si muovono i franzesi, ed anche ultimamente si è intesa una
vittoria della regina. Sempre ringraziandola di tutti i favori, e rassegnandole
il mio ossequio, mi confermo, di V. P. reverendissima.
4542.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Mereto (Udine).
Modena, 31 Maggio 1742.
Raccolta Rota, S. Vito al Tagliamento, edita [187].
Tali sono stati e son più che mai i guai di questo paese, tali le mie
occupazioni ne' giorni addietro, che non ho potuto mai rispondere allo
stimatissimo foglio di V. S. illustrissima. Rispondo ora, benché svogliato
per cagione delle nostre calamità. Vidi l'abbozzo della statua scoperta
costi; ma nulla di preciso saprei dirle. Quella fibbia sull'omero me la fa
credere figura degli antichi romani. Che sia d" un imperadore, non oserei
dirlo perché non v' ha altro segno, che una specie di diadema col lemnisco
nella parte deretana del capo. Ma anche i Re usavano il diadema. E poi
quello degli augusti era gemmato: del che qui niun vestigio resta, anzi
può anche dubitarsi se sia diadema. Nelle provincie romane occidentali
non v'era una volta quel fi'no gusto e disegno, che si trovava in Roma,
e nelle provincie della Grecia e dell' Oriente : però non è meraviglia, se
si osserva della goffaggine in essa figura.
Quando sia d' un imperadore dovrebbe essere dopo Costantino, come
sono anco le medaglie trovate. Gran tempo ha, che andò al signor Manfrè,
libraio di Venezia, il tomo V dell' Antichità, e V. S. illustrissima l' avrà
avuto. Ma fin ora non é uscito il IV, cioè 1' ultimo delle iscrizioni. Vi si
lavora tuttavia intorno, e a me conviene stare alla discrezione altrui, e
vedere gli altrui errori mischiati co' miei. Bisognò eh' io vedessi fra 1' altre
cose nel tomo V suddetto un ramifruslulus, cacciatovi invece di una palma.
•17*43] A DOMENICO BRIGHIKBI COLOMBI 4287
Si starà auohe un pezzo a vedere il suddetto nltimo tomo IV, per
cagione degl' ìndici, perchè mai non mandano i fogli.
Si goda V. S. illustrissima la sua quiete in Mereto, e preghi Dio
per me, che ne ho più che mai bisogno, non potendo esentarmi dalla
malinconia in vedere le disgrazie della nostra città. Con che, rinnovando
le proteste del mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4543.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 31 Maggio 1742.
B. B1BI.10TXCA BioCAKDiASA, Firenze, edita [245].
Benché poca voglia di scrivere io abbia, perchè afflitto per le cala-
mità della mia patria, pure prendo la penna per ringraziare V. S. illu-
strissima deir ultimo suo carissimo foglio del di 18 del corrente. Non è
già, come ella suppone, per conto nostro. Noi siam trattati dall'armata
austriaco-sarda che è tutta sul nostro, come nemici. Vanno tutti i prati,
vanno i seminati, gli alberi, etc. Non son pochi i mbamenti : la città stessa
minacciata di blocco d' assedio. Sono postati gli Spagnnoli alla Samoggia
sul bolognese, si credono venticinquemila, e continua Tincredibil loro di-
serzione, sicché non han forze per venire avanti. Questi altri posti al
Panaro, benché più forti, finora non mostrano disposizione di andarli a
trovare, se non che han fatto alcuni ponti sul fiume suddetto e possono
se vogliono andar di là. Verisimilmente si trovano intricati essi Spa-
gnnoli, perché più non possono venire i soccorsi di D. Filippo, a cagione
delle navi inglesi, e i Franzesi non vogliono pensare all' Italia. Se Dio
non provvede, resterà desolato questo paese. Intanto è venuta nuova d' una
vittoria riportata dai vostri sopra i Sassoni e Prussiani, e se ne atten-
dono le particolarità, dicendosi grande la perdita de' vostri nemici, e due
reggimenti prigioni, ma che la vostra fanteria abbia patito assai. Dio vi
guardi che non entrino nell'Austria i Franzesi, i quali non dimeno hanno
gran sospetto del Prussiano.
Nulla ho io veduto finora venire dal signor Sassi. Ho io bensì in-
viato a lui gli Anecdoti. e il trattato De Superstitione vitanda, indirizzati
a V. S. illustrissima : perciò ella procuri di suggerii gli la maniera d' in-
viargli costà, giacché occasione non ho avuto per Venezia, essendo le
strade in somma confusione.
Le rendo grazie di quanto mi ha accennato intorno alle mie Iscrizioni,
e la prego di continuare, che gliene resterò tenuto. Non è peranche ter-
minata la stampa del tomo IV, in cui ancora han da entrare gl'indici, e,
a compiere questi, ci vuol del tempo.
4288 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l*7-43-
Vedrò bea volentieri 1' opera del p. Benedettino, al quale la prego di
poi'tare i miei rispetti con rallegrarsi seco in mio nome del suo buon
gusto nelle lettore, perchè questo pregio non si trova in tutti i religiosi
tedeschi, e neppure negli italiani.
Qui abbiamo il signor marchese Pallavicino Generale. Gli ho scritto
per raccomandargli il mio casino. Il Re di Sardegna è al campo e spesso
a cavallo per visitare gli accampamenti. Certo che gli Inglesi e Olandesi
difenderan la Fiandra: ma se vogliono operare offensivamente non si sa,
e pare più tosto di no.
Mi continui ella il suo stimatissimo amore, e mi creda, etc.
4544.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Rovereto.
Modena, 31 Maggio 1742.
Biblioteca Comunale, Trento, edita [191].
Prima di lùspondere al foglio stimatissimo di V. S. illustrissima, ho
voluto scrivere a Milano per sapere che luogo vi possa essere nell' ultimo
tomo per l'operetta del Porcellio. Mi dicono che non vi resta sito, perchè
è quasi al fine della stampa, e le storie dell' Aquila hanno occupato molta
carta; e pure vi restano gli indici, i quali benché non si sappia a qual
mole possano ascendere, pure si fa conto che esigano molto paese, e però
non poter essi prender impegno per la suddetta storia. Perciò la prego
di portare i miei più umili rispetti e ringraziamenti a S. E. il signor
procuratore Foscarini, della cui gran mente e nobilissimo genio io mi pro-
testo non dirò solamente ammiratore, ma anche innamorato per la beni-
gnità con cui era pronto a fidarmi il manoscritto.
Cosa curiosa è quanto Y. S. illustrissima mi scrive della nuova edi-
zione di s. Leone e di s. Massimo. 0 queste sì che fanno onore all'Italia.
Se i signori veronesi avessero preso un tale assunto, avrebbono saputo
farlo con riputazione. Scrivo queste poche righe in tempo di grande affli-
zione, perchè mi truovo in mezzo a gravissimi guai della mia patria. Pre-
gandola intanto a conservarmi il suo stimatissimo amore, e ringraziandola
de' suoi favori, con tutto l'ossequio mi ricordo, di V. S. illustrissima.
•IT'^S] A. BENEDETTO XIY 4289
4545.
A OIACINTO VINCIGLI in Perugia.
Modena, 31 Maggio 1742.
EdiU, [106].
Benché con poca voglia di scrivere, perchè mi truovo in mezzo alle
calamità della mia patria, pure prendo la penna per portare a V. S. illu-
strissima i dovuti ringraziamenti per le tante grazie, eh' ella mi va com-
partendo. Mi giunse il nuovo suo libro, ed ultimamente ho ricevuto la cu-
riosa iscrizione trovata in cotesto parti, che ho tosto inviata a Milano, ed
arriverà a tempo, giacché s' accosta al fine la stampa dell' ultimo tomo
della mia Raccolta. Non ho mancato di accennare a chi io sia tenuto d
questo dono.
Vengo al libro, che ho voluto leggere in poco tempo da capo a piedi.
Curiosa n'è stata l'invenzione, facendo ella tanto onore a si gran copia
di letterati, e onore che ridonda anche in lei, perchè si parla di persone
per la maggior parte anche sue. Servirà quest' opera egregiamente alla
storia letteraria d' Italia. Perciò me ne rallegro di cuore con esso lei,
e infinitamente poi la ringrazio per li favori a me in particolare com-
partiti. Sospiro anch'io le occasioni di poter esercitare la mia gratitudine
verso di lei, e. pregandola di conservarmi il suo stimatissimo amore, e
con tutta la stima, ed ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4546.
A BENEDETTO XIV* m Roma.
Modena, Maggio 1742.
Akchivio Soli Muratori {R. Dibl. Est.), Modena, edita (Appendice).
S'io ho da manifestare il motivo, che mi fa comparire prostrato a i
piedi della Santità Vostra con questa operetta, mi convien prima rammen-
tare una verità, conosciuta da ognuno, e riguardata come uno de' più glo-
riosi pregi della di Lei sacratissima persona. Portò la divina Provvidenza,
con un soffio inaspettato, al Trono Pontificio il cardinale Lambertini; e vel
* Lettera dedicatoria a Benedetto XIV dell'opera Bei difetti della Giurispru-
rfenza: Trattato di Lodovico Antonio Muratori, Venezia, Pasquali, 1742-1743.
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori, — VoL X. 271.
4290 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [l'?43-
portò, acciocché il Mondo Cattolico, ed anche i nemici del cattolicismo. mi-
rassero ed ammirassero su quel trono un Pontefice dotato di tutte quellf
doti e virtù, che richiede un si santo e sublime grado, ma spezialmente
spogliato d'ogni umano interesse proprio, e solamente rivolto a procurare
il pubblico bene della Chiesa Santa, e de' suoi stati temporali, anzi bra-
moso, per quanto è possibile, di far del bene ad ognuno. Queste son le
principali idee, che albergano nel generoso cuore della Santità Vostra, e
dan pascolo all'alto suo intendimento. Ora su questo riflesso anche la po-
vera giurisprudenza, meco umiliata a' pie del soglio pontificio, osa implo-
rare a' suoi malori e difetti dalla suprema autorità e prudenza di Vostra
Santità quel possibil soccorso, di cui questa facoltà, tanto necessaria al
pubblico, sia capace. E da chi lo può essa meglio sperare, che da un
Pontefice, il quale punto non abbisogna de' lumi altrui per conoscere ciò, che
manca di bene, o pur troppo abbonda di male nel mondo nostro; ed ha
tante volte avvertito, quali sieno le magagne interne ed esterne della giu-
risprudenza; e sa, a quante sterminate, e deplorabili lunghezze sia con-
dennata in alcun paese la giustizia, ed in altri a quai pericoli essa sia
sottoposta ?
E niun poi più facilmente può prestarle qualche sollievo, che un ro-
mano pontefice, veterano bensì nella scienza de' sacri canoni, e nella sacra
erudizione (del che abbiam anche una viva testimonianza nelle nobilissime
opere sue date alla luce), ma insieme perito delle leggi civili, e che per
decreto di Dio governa quell'alma città, in cui più che altrove bello è il
regolamento de' Tribunali, e in maggior copia esercitano il loro ingegno i
più dotti ed accreditati giuresconsulti d' Italia. Essendo dunque uno de'più
importanti affari del governo politico la buona amministrazion della giu-
stizia, e il risparmio, per quanto si può, delle liti fra i cittadini; data
ancora la facilità di qualche sovvenimento a i bisogni della medesima in
un Pontefice, quale è la Santità Vostra, di mente si illuminata, di tanto
sapere, e di si magnanime idee; questa mia benché tenue operetta si va
lusingando di non essere inutilmente nata, da che ha ottenuto V onore di
poter comparire a lei dedicata, e fors' anche potrà accrescere stimoli alla
di lei santa e perenne inclinazione di promuovere in questo particolai-e il
pubblico bene. Il che Ella facendo, resta luogo a sperare, che mossi da
esempio sì luminoso anche gli altri principi d" Italia, né pur essi lasceran
priva ne' loro dominij la giurisprudenza di quel benefizio, di cui godessero
gli Stati della Santa Chiesa Romana. Ma perciocché non manca mai gente,
che avvezza a vedere il mondo da tanti secoli zoppicante, tale sempre il
vorrebbe, né ama chi si studia d'insegnargli e camminar diritto: e può
per conseguente inconti'arsi, chi contrarii ogni proposizione di riformar gli
abusi della facoltà legale, e d'impedire l'introduzion di molte liti, o di
abbreviar le introdotte : questi tali, se mai si facessero qui udire, io li cito
-ly-^Q] A DANIELE CONOINA 4291
al tribunale della si avveduta mente di Vostra Santità, con sicnrezza di ve-
derli tosto condennati come persone nemiche del pubblico bene, perchè troppo
amiche dell'utile proprio. Chiudo io intanto questa mia riverente lettera
con ardenti voti al Cielo, affinchè sempre feliciti, e lungamente a noi con-
servi un Pontefice di massime si pie e gloriose, perchè tutte degne di un
vicario di Cristo, e di un amorevolissimo padre de' suoi popoli, e qui ba-
ciandole i sacri piedi, con profonda venerazione mi protesto, di Vostra
Santità.
4547.
A GIROLAMO BARUFFALDI in Cento.
Modena 7 Giugno 1742.
AROBirio Soli Muratori ( R. Bibl. Eat. ), Modena.
Mille grazie per la nuova copia dell' iscrizione di Menandro debbo a
V. S. illustrissima. L' ho subit<> inviata a Milano, e voglia Dio che giunga
a tempo.
L' Ursina del sigillo, a mio credere, è la moglie di Azzo Vili circa
il 1290. Questa io 1' ho nominata Giovanna, e non capisco, come di questo
suo nome niun vestigio ivi si truova.
Pur troppo noi siamo da alcune settimane in qua in gravissimi guai.
La nostra Corte ieri s' inviò alla volta di Venezia. Si dice, che oggi, o
domani l'armi austriaco-sarde entreranno in questa città. H resto lo sa
Dio, Rassicurandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4548.
A DANIELE CONCINA* in Venezia.
Modena, 7 Giugno 1742
Edita [86].
Mi scrisse il padre Calogerà, che aveva impedita la ristampa di
quella insolente lettera. Vo io, ciò non ostante, sospettando, che essa sia
seguita costi. Poco infine importa. Se a Dio piacerà si vedrà la risposta.
Questa è tuttavia in Roma, dove la van rivedendo alcuni intendenti. Per-
sona scrive di là che S. S. ne ha avuta buona informazione, ed approva
che si stampi; ma tal notizia non viene da chi potrebbe darmela con si-
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 71 da Venezia.
1731 -'42.
4292 LODOVICO ANTONIO MUKATORI [l'**43-
curezza. So bensì che chi fin' ora 1' ha veduta, ne è contento. Quel che mi
dispiace si è, che fra gli altri gravissimi guai, che qui proviamo, ci è
ancora quella che non passa più corriere da Bologna a Modena, e non so
come qua' fogli mi torneranno. Se Dio vorrà che mi siano restituiti, non
tarderò ad inviarli alle mani di V. P,
Intanto ho cercato nella lettera II del giovane teologo ciò eh' ella mi
accenna, né ho saputo capire in che consista la censura. Però sono a pre-
garla di spiegarmi meglio il suo sentimento, e, se potesse anche inviarmi
il foglio dove ella ne tratta, avi'ei piacere. M' è nato sospetto di qualche
giunta nella ristampa. E se ella vuol citare questo novello teologo, e con-
futarlo, lo faccia pure, che a me non increscei'à punto.
Beir opera è la sua Disciplina antica e moderna. L' ho letta con mio
gran gusto. Invidio a lei la sua posatezza, in trattar simili materie.
Non vo' dimenticar di dirle, che in Palermo si è trovata la maniera
di occupar le mie lettei-e, onde ninna ne possono ricevere i miei amici.
Vegga se si fa buona guerra. Me ne incresce anche per conto di quel li-
braio, che desiderava cento copie della risposta, subito che sarà stampata.
Rassegnandole il mio ossequio, mi confermo....
4549.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Perrara.
Modena, 14 Giugno 1742.
Biblioteca Co.munai.k, Ferrara.
Perchè ho poca voglia di scrivere, e Dio sa qual fine abbiano le let-
tere, in poche parole dirò a V. S. illustrissima che nel dì 8 del corrente,
entrarono le milizie del Re sardo, principe veramente pieno di benignità,
in questa città con tutta quiete, essendosi ritirata la guarnigione nella
cittadella con pensiero di far ivi difesa. Nel. di 12 alzarono questi signori
una batteria di mortai da bombe fuori d' essa città, e cominciarono a sa-
lutar la città con frequenti tiri, a' quali veniva risposto con colpi di can-
none. Non si figuravano forse gli aggressori, e né pur noi credevamo,
che avessero i difensori a far delle sortite. Non fu cosi. Lo stesso giorno
alle ore 18 uscirono circa GOO d' essi in più corpi, e andarono coraggiosa-
mente ad assalire il posto, dove i tedeschi alzavano terreno per piantare
anch' essi de i mortai. Gran fuoco fu fatto, e furono obbligati cosi i te-
deschi a cedere il campo, zappe, e badili. Quanto restassero de' loro sul
campo, 0 fuggirono feriti, noi so dire. Gli altri con beli' ordine se ne tor-
narono al loro quartiere, e dicono che in essa mischia si trovò il di lei
signor fratello. Anche la notte appresso fecero altra sortita; ma non ne
-1*7 «IS] A 0A8SIODOR0 XONTAOIOLI 4293
sappiamo le particolarìlà. La sinfonia d' ieri e d' oggi non ci lascia dormire,
e talvolta scoppiando per aria qualche bomba, i pezzi contro T intenzione
dì questi signori, cadono nella città con danno, o almeno gran panra de
gli abitanti.
De gli spagnuoli non so che dirle, se non che si crede V esercito loro
per l'indicibil diserzione ridotto a 19 mila persone; laddove gli austro-
sardi ne han più di 30 mila. Alcuni han detto, eh' essi spagnuoli alzano
il campo per ritirarsi in Romagna: altri che parevano disposti a tentare
il passaggio del Panaro: il che non potrà certo fare senza una battaglia.
Dio sa il resto. Con tutto 1' ossequio, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4550.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, 16 Giugno 1742.
Musso Britahxico, Londra, edita [108].
Se il p. Contucci dirà daddovero, me ne accorgerò una volta. Grazie
vive ben rendo a V. P. per gli passi fatti, ne di più occorre in questo
particolare. Quando nulla s' impetri, io non lascierò per questo di dar
fuori a suo tempo l' operetta, che ho composto. Necessaria cosa è il fare
un capitolo apposta dell' amore, che dobbiamo a Gesù Cristo, o sia Dio
Redentore, dopo di aver parlato di quel che dobbiamo a Dio Creatore.
Ha bisogno veramente il popolo d'istruzione in questo particolare. Pur
troppo è vero, che molti non conoscono altro Dio, che Gesù Cristo. Con-
vien soddisfare a tutti gli obblighi nostri.
Non pensi V. P. a libro in-é". o in-12.*' e attenda solamente a smal-
tire la materia ne' capitoli occorrenti. Riuscirà poi il libro, come avrà
portato r argomento. Grande estensione porterebbe il toccar tutti gì' impe-
dimenti dell' amore divino, e qiii converrà andare ristretto. Più si può
dare ai mezzi di acquistarlo, e fomentarlo. Chi si mettesse a sfioi*are i
santi padri su questo proposito, non la finirebbe mai. Basteranno i più
importanti. Gioverà a questo il farsi avanti una selva; ma sopra tutto
fissar prima la division delle materie e do' capitoli. I laconismi saranno
ben accolti ; ma sopratutto cercar que' libri, che spirano unzione nello stile.
Ne vo' dimenticar di dirle, ch§ ne' miei Esercizi spirituali ho trattato al-
quanto dell'amore di Gesù, e però potrebbe darvi un'occhiata.
Mi rallegro con lei per la stampa de" salmi volgarizzati. Sarà operetta
di molta divozione.
Noi intanto ci troviam qui in mezzo alla tribolazione. Entrati quieta-
mente in città gli austriaco-sardi. Ora essi fanno guen-a alla cittadella con
4294 LODOVICO ANTONIO MURATORI ri*74S-
tal sinfonia, che non si può dormire. Il Padrone serenissimo, «olla moglie,
e le sorelle, è tuttavia a Crespino sul Ferrarese. Né si sa qual fine abbia
da avere questa tragedia, perchè gli Spagnuoli non han forze, né pare,
che possano tentare di venire innanzi ; né verran certo senza una battaglia,
e centra chi è più poderoso di forze che essi. Nulla parlo de' guai delle
nostre campagne, ed altri che soprastano anche maggiori. Dio ci sommi-
nistri coraggio, e ci faccia sentire la sua misericordia. Per me certo mi
trovo svogliatissimo; ma sempre pieno di stima, e di rispetto, di V. P.
reverendissima.
4551.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 22 Giugno 1742.
Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena, edita [179].
Scrivo bene, ma scrivo sbalordito e svogliato, poiché mi truovo qui
in mezzo alla calamità della mia patria, e collo strepito de' cannoni e delle
bombe, che non lascia dormire. Anche ieri un pezzo d' una bomba crepata
in aria cadde nel mio cortile. Continuano questi signori ad inviar centi-
naia di bombe alla cittadella, che risponde co' suoi cannoni, ed ha fatta
qualche sortita. Per questa via non la prenderanno. Aspettano il cannon
grosso, e allora sarà maggiore la sinfonia. Qualche trattato e' è, ma nulla
ne spero di bene, perchè grande e la debolezza degli spagnuoli, e gli
austriaco-sardi conoscono la lor superiorità di forze. Questi son più di tren-
tamila. Gli altri Dio sa se arrivano a dieciottomila. Levarono essi spa-
gnuoli il campo da Castelfranco, e s' inviarono a S. Giovanni. Furono piz-
zicati alla coda, e vi restò morto un lor colonnello o tenente colonnello
con alquanti prigioni. Ora si fan giunti a Cento e più in là.
Fuor di Ferrara han posto il lor spedale. Ma a che fare? solamente
a desolare anche quest' altro paese. I tedeschi da questa parte son già
pervenuti anche a Finale, e vanno sfilando anche alcuni reggimenti sa-
voiardi, senza sapersi, se il re anderà a questo assedio. La conclusione è
che noi andiamo di male in peggio, né gli spagnuoli han forza per tentar
cosa alcuna, né possono sperar soccorso.
Disponga Dio come vuole della risposta, che V. S. reverendissima mi
acceilna. Non lascio di dolermi, che siasi saputa la missione costà. Io, per
altro, non ho avviso della predizione a lei fatta.
Dalla Germania vengono tutte quelle azioni, secondo il solito delle
guerre, corrotte dalla parzialità delle parti. La verità, che finora la regina
fa de i miracoli. L' avvenire niuno di noi lo sa. Certo é ancora che i
.l'7<4&] A aiUSRPPR ANTENORE SOALA.BBINI 4295
Frauzesi uon vogliono impegni per T Italia, e che don Filippo non potrà
passare.
Paoli 1*2 per arricchire la biblioteca di s. Agostino sono un nulla ad
un procuratore generale.
Per me, son ridotto al verde, non vi penso.
La supplico della continuazione del suo amore, e, co' più vivi senti-
menti del mio ossequio, mi confermo, di V. P. reverendissima.
4552.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, 22 Giugno 1742.
Mosso BsiTAnico, Londra, edita [106].
Veggo quanto ha pensato V. P. per sua somma bontà a fine di mag-
giormente favorirmi, e m'è piaciuto il ricorso da lei fatto a quel religioso,
che è stato al Paraguai. Potrebbe essere, che ne venisse qualche lume,
giacché nulla si vede fin' ora del p. Contucci. Intanto si va lentamente
copiando il mio Trattato, e, quando quel religioso possa, o voglia dar no-
tizie, spero, che arriveranno a tempo.
Ancorché sia per me disgrazia il partirsi ella da Roma, tuttavia non
so se non darle ragione al considerare gl'incomodi, ch'ella patisce costi,
e che sou proprj della città ti'oppo grandi. Il sacro Speco vuol dire una
gran solitudine. So che questa è a lei cara; e però vi starà volentieri.
Quivi la prego di avere ancor me presente nelle sue orazioni, perché n'ho
bisogno più che mai, trovandomi vecchio, e vicino al rendimento de' conti,
e poi sbalordito in mezzo alle calamità, e alla desolazione della patria
nostra.
In altra precedente mia le ho scritto quel poco che seppi intorno al
suo pi'o:;etto, ed ora con tutto l'ossequio mi confermo, di V. P.
4553.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, ^ Giugno 1742.
BiBLiOTBCA CouvsAi^m, Ferrara.
Continuano, e crescono di di in di le nostre calamità. Han seguitato
questi signori a indirizzare centinaia di bombe alla cittadella, dove a ri-
serva (li uu sito non abitato, che fu consumato dal fuoco, non si sa che
4298 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17*43-
altro sia stato incendiato, né che sia stata uccisa gente. Hanno gli asse-
diati fatta qualche sortita, e la lor moschetteria e cannone va ben gio-
cando. Aspettano questi signori il cannon grosso per cominciare un' altra
sinfonia, giacché certo le bombe non bastano. Intanto pare che sia in volta
qualche trattato, ma io nulla ne spero, perché conoscendo questi la supe-
riorità delle lor forze, e la straordinaria debolezza degli spagnuoli vorran
tutto a modo loro.
Levarono poi essi Spagnuoli il campo, e s'inviarono a S. Giovanni.
Furono pizzicati alquanto nella retroguardia, e vi restò ucciso un colon-
nello o tenente colonnello con alquanti prigioni. Ora, si dice, che sieno
giunti a Cento, e forse più in là. Sicché il flagello di Dio viene ancora
addosso a voi altri, e vi compiango; ma, infine, non son da paragonare i
vostri a i nostri guai.
Dopo la partenza degli spagnuoli si mossero anche i tedeschi, e questi
si fan giunti al Finale. Vanno sfilando verso quelle parti anche i Savoiardi,
né sappiamo se il re sia per seguitarli, o pure se voglia assistere a questo
assedio. Intanto brutta figura che fanno quei che vengono a visitarvi, altro
mestier non facendo che quello di desolare i paesi. S' ella vedesse come
son conci i nostri.
Dio ci abbia misericordia. Mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4554.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 26 Giugno 1742.
B. Biblioteca Riccardiana, Firenze, edita [245].
Veggo che il Signore Iddio va benedicendo l' armi della vostra
regina e se le riuscisse ancora di staccare alcuno dalla contraria lega,
meglio passerebbono i suoi affari. Essendo venuto qua a resiedere presso
il re sardo un conte Flemming ministro del re di Polonia, era corsa
voce ch'esso re per le istanze della Repubblica polacca si fosse ritirato
alla neutralità. Ma ho poi inteso che ciò non sussiste. Noi, intanto, siam
qui in una total desolazione per queste armate, che ci trattano da nemici.
Non le posso esprimere il nostro Caos. Da che furono quietamente entrati
in questa città gli austriaco-sardi, si cominciò la sinfonia delle bombe
contro la cittadella, e son già più di due settimane che lo strepito d'esse
e de' cannoni d' essa cittadella ci lascia poco a dormire. Ma perché altro
ci vuol che bombe a rompere quest'osso, é già venuta l'artiglieria per
battere in breccia. Intanto, innanzi e indietro sono andati corrieri al Se-
renissimo nostro per trattare di qualche aggiustamento, che noi ansiosa-
-1*74:3] A DOMENICO BHTORIBBI COLOMBI 4297
mente sospiriamo, per non veder la total nostra rovina. Forse prima di
chiudere la presente potrei dire il si o il no, giacché s'è dato l'ultimo
perentorio.
Sloggiarono poi gli Spagnuoli da Castelfranco e s'avviarono alla volta
del Ferrarese. Temevasi che andassero a tentare di mettersi alla Miran-
dola. Ma non han forze. Il più che possano essex'e. sono in diciot'omila.
e con assaissimi malati. Ieri fu detto che avessero passato il Reno; il
che se fosse vero, parrebbono incamminati verso la Romagna. Sono stati
la nostra rovina. Però anche in Italia van bene gl'interessi della regina,
ma per noi non possono andar peggio. Strillano ancora per le esorbitanti
contribuzioni i Milanesi, Piacentini, Parmigiani e Mantovani.
Mi protesto ben tenuto alla benigna premura di V. S. illustrissima
pel suo pensiero di procacciarmi qualche commendatizia a questo signor
marchese Pallavicino. Generale. Per ora non occorre altro. Egli, senz'altro,
si mostra disposto a favorirmi. Mi onorano ancora delle lor grazie questi
signori Savoiardi. Pazienza se il mio casino è pieno di cavalli, mali e
servitori, e se tagliano alberi. Mi fa sperare il suddetto signor marchese
di lasciarsi vedere da me in Modena.
Le rendo poi vive grazie delle annotazioni, delle quali profitterò.
L'aver dovuto stampare lungi da' miei occhi e mandare in fretta di mano
in mano le iscrizioni che arrivano, ha accresciuto a' miei sbagli altri scon-
certi. Il pubblico accetterà il buon animo.
Gran tempo è che non ho lettera del signor Gaspari. Ne intendo ora
il perchè, essendo egli al servigio di S. M. Polacca. Cotesto dottissimo padre
benedettino ha da essere persuaso ch'io non ho avuta parte in quel libro.
Il solo stile basta a farlo conoscere ; né la mordacità a me è mai piaciuta.
Si scusa esso signore colla fiera persecuzione a lui fatta. Per altro in Sa-
lisburgo è tornata la quiete e vi si introduce miglior gusto. Certo è ch'io
con ansietà aspetto l' Opera di cotesto degnissimo religioso, e giacché veggo
gli eccessi della di lui bontà e di quella di V. S. illustrissima, col man-
darmi due esemplari, ne farò anch'io un regalo a questa ducale libreria,
e farò che nel Giornale di Firenze sia data notizia al pubblico. Parimente
la ringrazio degli altri libri. E mi son ben rallegrato perché ella abbia
due fratelli in Milano, perchè cosi spero imbarco all'involto che spedii
per lei al signor Sassi, dal quale nulla finora ho l'icevuto. Con che, mi
rassegno, etc.
Gli Spagnuoli han passato il Panaro al Bondeno. Pare che vogliano
mettersi a Revere. Piaccia a Dio che non pensino alla Mii*andola. Per
noi nulla di accomodamento finora.
4298 LODOVICO ANTONIO MURATOEI [1*74S-
4555.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 29 Giugno 1742.
Archivio Soli Muratori {li. Bibl. Est.), Modena.
Egregiamente si portarono i padri di S. Procolo, che inviarono a S. Ce-
sario il libro del p. Milanese, e quel converso bravamente lo spinse a
Modena, ancorché allora non fossero aperti i passi. Sicché la lettera di
V. P. reverendissima, che ho ricevuta oggi con somma mia consolazione,
ha trovato già pervenuto alle mie mani il libro, del che sommamente la
ringrazio. Ma sappia che da qualche settimana in qua, dopo i tanti nostri
guai mi truovo sì sbalordito, e svogliato, che non son buono da nulla. E,
benché mi faccia coraggio, pure sento la testa indebolita, e quasi seccata
da miniera di pensieri. E poi mi hanno stuffato quei teologoni etnei, o
etnici con tante ciarle, e tanto ridire lo stesso; sicché più non ho pazienza
di leggere le loro dotte fatiche, e con una leggiera scorsa ho passata
quella d'esso p. Milanese. Contuttociò ho messo insieme quattro parole
di l'isposta, e subito che potrò farle copiare, le trasmetterò a V. P. re-
verendissima.
Colla lettera del signor Giannelli ho ricevuto i fogli stampati colla
serie de gì' innumerabili di voti del voto sanguinario. Leggerò il solo prin-
cipio, che pel resto non occorre.
Persona mi ha scritto di costà di aver parlato con uno, il quale gli
disse che N. S. non vuol permettere la stampa della mia risposta.
Voglio sperare, che sia voce senza fondamento. Tuttavia le confesso,
che mi é dispiaciuto l' udire tanto da questa parte, quanto da quella
del signor abate, che si è divulgata costi la spedizione da me fatta
del manoscritto, perchè essendovi si gran copia di contradditori, e potenti,
potrebbe darsi, che ad alcuno riuscisse di guadagnar grazia contro di me.
Veramente considerata la superiore prudenza di S. S., la quale per l'in-
teresse della religione dee permettere che si discutano insegnamenti di
tanta importanza a fine di illuminare altrui, se per avventura fossero ri-
trovati erronei, pregiudiciali al pubblico, e di poco credito della s. Sede,
e della Chiesa, ho motivo di non mettermi affanno per la voce suddetta.
Pure avrei desiderato che non si fosse rivelata costi questa mia debol
fatica.
Per altro mi son rallegrato non poco per la benigna approvazione del
reverendissimo P. 0., al quale la pvogo di ricordare il sommo ossequio, e
la stima particolare che professo alla di lui persona, e dottrina.
-l'7<43] A DOMBNIOO MABIA MANNI 4299
Bene egli ha fatto in notare le espressioni, ohe abbisognano di cor-
rezione. Anche per questa carità mi protesto a lui ben tenuto. Faccia anche
V. P. reverendissima altrettanto. Da qui innanzi spero, che si potrà man-
dare per Bologna giacché gli Spagnuoli sono iti a favorire i Ferraresi.
Ha più di due settimane che non possiam dormire pel grande strepito
delle bombe, e de' cannoni.
lersera a un'ora di notte cadde uu pezzo di bomba, crepata in aria,
e pesante 30 libre nell* orticello della Pomposa, che fece gran rumore e
paura a tutto il vicinato. Se cadeva sul tetto lo fracassava. Nel punto
che scrivo, mi dicono che la Cittadella ha esposta bandiera bianca, ed è
un pezzo che non s'ode più il cannone.
Sicché si renderà : ma, probabilmente, con dure condizioni, giacché Dio
ha permesso, che il principe nostro abbia preso poco baon partito, e si
sia appoggiato ad una canna. I signori Spagnuoli sono al Bondeno, hanno
anche passato il Panaro, ma senza far mai tentativo alcuno. Intanto Dio
sa se il Padron serenissimo non perda per ora la sovranità, e le rendite.
Come sia, si saprà in breve. Bella difesa per altro ha fatto la Cittadella,
né breccia finora era nelle sue muraglie.
Nel mercoledì passato mancò di vita il santo nostro prelato, e ieri se
gli diede sepoltura. Abbiam perduto un ottimo pastore. Voglia Dio che
gareggi con lui il successoi*e. Noi non immaginiamo chi. Tutto è qui scon-
certato, desolate le campagne, rubamenti, etc. e apparenza di peggio se
Dio non fa qualche miracolo per noi. Con tutto l'ossequio, mi rassegno, di
V. P. reverendissima.
4556.
A DOMENICO MARIA MANNI in Firenze
Modena. 5 Luglio 1742.
B. BiBUOTxcA Lackcskiama, Firenze, edita [290].
Mi han trattenuto le disgrazie della mia patria dal rispondere pron-
tamente al cortese foglio di V. S. illustrissima, da cui apprendo, ch'ella
non cessa di esercitare verso di me la singoiar sua. beneficenza, facendomi
anche ora sperare il suo Boccaccio illustrato: libro che certamente s'ha
da promettere un grande spaccio, per le rare notizie da lei raccolte, che
debbono muovere la curiosità di ognuno. Per questo dono, che mi sarà
.sommamente caro, le rendo io infinite grazie; ma confesso il vero, che mi
vergogno d'essere tanto soperchiato dalla sua liberalità; e però la prego
di suggerirmi cosa io possa fare per lei, o qual cosa inviarle di suo pia-
cimento. Quando ella non abbia occasione d'inviare a qualche benedettino
di Bologna il libro, lo spedisca pure insieme con altri destinati per questo
signor Soliani.
4300 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
Bulavello de' Bulavelli era nobile bolognese. Fu podestà di Modena
nel 1217 un Lamberto de Bulavelli da Bologna. TI Ghirardacci nella storia
di Bologna all'anno 1338 nomina fra gli altri Bolognesi il suddetto Bua-
lello de' Bualelli. Ma qui noi non abbiamo memoria alcuna del monastero
delle monache di s. Margherita; e quando veramente il di lei documento
lo mettesse in Modena, sarebbe cosa preziosa per un mio nipote, che sta
compilando la storia di questa città.
Mi sono stati carissimi i saluti del signor canonico Salvino Salvini.
Perchè mai non ci ha egli dato finora la vita e le lettere del celebre signor
abate suo fratello? Divotamente il riverisca in mio nome. E, con tutto lo
spirito, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4557.
A GIROLAMO TAGLIAZUCOHI in Torino.
Modena, 5 Luglio 1742.
R. Archivio di Stato, Torino.
Grandi al certo sono stati, e continuano ad essere i guai della patria
nostra, e per più di due settimane fra lo strepito delle bombe e dei can-
noni mi son trovato si sbalordito e svogliato, che non sapea scrivere una
parola. Se Dio non truova qualche ripiego, resterà desolato affatto questo
paese. Intanto ho avuto il piacere di conoscere il signor abate Pasini, che
è tuttavia qui. Ho ricevuto finezze dal signor marchese d'Ormea; due
volte m'ha voluto S. M. alla sua udienza, e bisogna che vi torni alla
terza. Invidio a voi altri un sovrano si benigno e pieno di moderazione.
Mi ricorderete gran servitore al signor conte Gaisotti, con dirgli che si
parlò di lui con S. M. e con questi cavalieri. Ringraziate intanto Dio
della pace, che godete. E, augurandovi buona sanità, con tutto il cuore vi
riverisco, e mi confermo.
4558.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 6 Luglio 1742.
Biblioteca Marucbi^IiIana. Firenze, edita [153].
Cosi sbalordito mi hanno ne' giorni addietro le disgrazie della mia
patria, che non ho avuto né forza ne voglia di rispondere al foglio di
V. S. illustrissima. Era anche interrotto il commerzio con cotesto parti.
Ora che questo pare riaperto, sono a pregarla di voler consegnare al
-l'r^-ÉBÌl A. FEDBEIQO DI NAPOLI DI CAMPOBELLO 4301
signor priore Caramelli quel poco danaro che le è stato pagato per mio
conto dal padre abate Grandi e dal signor cavaliei*e Guazzesi, pregandolo
di rimettermelo, secondo l'uso della sua gentilezza, per la posta.
Di un' altra grazia ho bisogno. I fogli 21 e 22 delle Novelle Letterarie
di Firenze non son venuti. Ho poi ricevuto il foglio 23. La prego duuqne
di parlare a chi si dee, acciocché me li mandino.
Non sussiste che sia malato il signor marchese Maffei. Ha bensì poco
buona ciera, come mi ha detto persona che 1' ha veduto. E tutto intento
a dar fuori i suoi tomi di materie ecclesiastiche.
Il frontispizio del tomo II delle Novelle Letterarie si può mandare
per la posta. Godo che le sia piaciuto il Dittico milanese. Alti'o non so.
Con tutto r ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima, etc.
4559.
A FEDERIGO DI NAPOLI DI CAMPOBELLO* in Palermo.
Modena, 6 Luglio 1742.
AiicHivio Som Muicatori (R. BUA. Est.), Modena.
lU.mo et Ecciìio Sig. Sig. Prou Col.mo.
Continuano le grazie di V. E. verso di me, e si accrescono con ciò
le mie obbligazioni, alle quali poi non posso in guisa alcuna soddisfare,
se non inviarle i miei più divoti ringraziamenti. Già il padre abate
Tamburini ha ricevuto il libro del padre Milanese, dono della di lei ge-
nerosa bontà. Ho anche veduto l'operetta del signor canonico Mongitore,
che nulla conchiude. Staremo a vedere, qual altro campione salterà fuori
per andare ripetendo ciò, che gli altri han già detto.
Tanto il padre Parenti, quanto io, ci siam ben rallegrati del riguar-
devol grado di pretore conferito al signor principe di Raifadali.
Beir argomento è quello che 1' E. V. ha preso a trattare dell' origine
delle fontane. Per me non so credere, che vi sia altra maniera di sbat-
tere la sentenza del Vallisnieri, che il poter mostrare fontane, che escano
della sommità di qualche montagna, che non ne abbia delle superioiù,
come ho veduto pretendersi da taluno, ma non mi persuado che sia cosi.
Noi vediamo le fontane nel verno e primavera orgogliose. Venendo la
state, scemano e molte si seccano, essendo già stillata l'acqua piovana,
che si fermava ne' nascondigli delle montagne. Se venissero l'acque dal
mare, dovrebbe l'acqua durar sempre. Sembra poi troppo difficile quella
* Responsive in Archivio Soli Muratori (/?. Bibl. Est.), n.° 14 da Palermo 1741-'43.
4302 LODOVICO ANTONIO MUBATOEI [ 17'43-
filtrazione per tanta terra sopraposta nelle montagne, e con tanti strati
di marmi, e senza che si pruovi, che l'acque del mare penetrino sotto
terra per alzarsi poi così alto. Per altro, non credo impossibile il dolcifi-
care l'acqua del mare; e se l'arte noi sa fare, può ben saperlo la natura.
Ho anche letto, che alcuno si vantava d'aver tale segreto; ma non è da
credere, perchè l'avrebbe rivelato, e sarebbe stato ben pagato da inglesi
e olandesi, che stimerebbono tale scoperta un incredibil guadagno. Ora
quand'anche non si possa atterrar chiaramente l'opinione del Vallisnieri,
sempre è bene l'addurre la difficultà, e mostrare, se si può, che non è
improbabile l'altro sistema.
Air eccellentissimo signor suo padre i miei rispetti. Se a Dio piacerà,
che si stampi la mia Risposta, la quale da gran tempo è fatta, non man-
cherò di spedirgliene copia in attestato dell'obbligata mia gratitudine, e
di quel singolare ossequio, che le professo, e professerò, finché io viva, e
con cui ora mi ricorcte, di V. E. a cui soggiungo, che non ho risposto con
maggiore prontezza, perchè le calamità, nelle quali è ora immersa la
patria mia, mi hanno si sbalordito ne' giorni addietro che niuna voglia
avea di scrivere.
4560.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 7 Luglio 1742.
R. Biblioteca Kiccardiana, Firenze, edita [245].
Neil' ultimo foglio di V. 8. illustrissima del di 30 giugno ho ben os-
servato la circospezione e saviezza con cui ella mi ha ragguagliato della
vicina pace col re di Prussia, punto di somma conseguenza per la regina,
e tanto più perchè si prevede che anche il Sassone farà altrettanto. Se
erano tanto ben risorte ed incamminate prima le cose vostre, potete ben
ora sperare voli più grandi e noi già contiamo come ricuperata la Boemia,
e in gravi angustie chi ne avea procurata a sé la corona. Se tanta muta-
zion di cose inducesse la Francia a mutar massime, e ad abbracciar la pace,
senza inoltrar la tragedia ed altre scene, noi ne dovremmo render grazie
a Dio. Certo che la Francia a quest' ora dovrebbe esser pentita del preso
impegno, e potrebbe maggiormente pentirsene, andando innanzi la guerra.
Per l'Italia in tal disposizione son le forze austriaco-sarde, che sem-
brano nulla temere delle Spagnuole. Il signor duca di Montemar ha fatto
pubblicar nelle gazzette d'aver ordine di non agire, dovendo andar di
concerto con don Filippo, le cui genti niuna apparenza e' è che possano
passare; anzi egli da Antibo è andato a Tolone. Intanto esso signor Mon-
-1*7^3] A DOMENICO BEIOHIBRI COLOMBI 4808
temar ha sacrificato il principe nostro, se pure è vei'o che sieno uniti
gì' intei'essi dell' uno e dell' altro, perchè le ciarle e bugie sono un quoti-
diano i)ascolo de' tempi di guerra. Quel che è certo, si va sempre più ag-
gravando e desolando questo paese, e forse siamo all' Abbici.
Sarà giunto costà l' editto pubblicato dal re di Sardegna, che ha
preso colla regina possesso di questi Stati e di tutte le rendile. Né finora
si sa cosa sarà della gente stipendiata in addietro dalla nostra Corte,
né posso prevedere cosa sarà per conto mio. Certamente di molte finezze
ho ricevute io da esso re e dai suoi ministri; ma bisognerà vedere se a
tanta bontà corrisponderanno anche i fatti, oppure se mi lasceranno in
asso. Vedrà V. S. illustrissima, quando a lei capiterà la parte II delle
Antichità Estemi, il mio parzialissimo ossequio anche verso l' augustissima
Casa d' Austria. Questi ministri, stati ad inchinare il maresciallo Traum,
han trovato anche in lui una somma benignità.
Nella domenica scorsa si cominciò ad udire il cannone della Miran-
dola, segno che dovea essere aperta la trincea. Non so predire se abbia
a durar poco o molto la fatica a prenderla. Ben so che si prenderà, e
sotto gli occhi per così dire degli Spagnuoli, i quali, quantunque abbiano
ultimamente ricevuto da Napoli qualche accrescimento di truppe, pure si
tien per fermo che non abbian forze da poter tentare cosa alcuna, né altro
fanno che desolare il Ferrarese, senza che mai si sia u^ta alcuna loro
scaramuccia o bravura.
Rendo ora grazie a V. S. illustrissima per le nuove sue osservazioni,
e mi saran care l'altre che mi fa sperare. Solamente ho da pregarla di
spedirmele al più presto che potrà; perchè aspetto a momenti gli ultimi
fogli dell'opera per terminare l'indice. A codesto degnissimo padre be-
nedettino mi ricordi gran servitore. Sommamente mi dispiace di non aver
lettere a proposito pel suo disegno. Tempo fa io avea carteggio con quei di
S. Mauro, ma nulla v' è di rilevante, né io tengo copia di quello che scrivo.
Abbia ella pazienza in cotesto suo impiego. Sarà conosciuto il di lei
felice talento, e infine se ne coglierà qualche buon frutto. Ho lettera del
marchese Gorini [Cerio Giuseppe], ' il quale mi avvisa che il suo libro è
giustificato, ed è cessata la tempesta. Questo libro non l'ho peranco veduto.
Con ringraziarla sempre delle sue affettuose e benigne espressioni, e
con rassegnarle il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima, che
avrà ricevuto un precedente mio foglio, etc.
Non ho veduta l'opera che mi accenna l'eminentissimo Gotti, né si
dee restare, per essa, di combattere contro altre armi.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." 23 da Milano, Roma
1721 -'42.
4804 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'^-^S-
4561.
• AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 12 Luglio 1742.
Biblioteca Comunale, Piacenza.
Veramente è ritornata la quiete in questa città, dappoiché la citta-
della smantellata dalle bombe si rende ; e molto più da che V armata nella
notte della prossima passata domenica s'inviò alla volta della Mirandola
per farvi lo stesso giuoco. Ma non lascia di patir il cuore al veder pas-
sato il flagello addosso a i nostri compatrioti, all' udire continuati i ruba-
menti, e tutti i poveri nostri contadini co' buoi in volta, e condotti anche
al campo per servire in quell' assedio. Non parlo d' un editto pubblicato
qui da S. M., perchè suppongo che già passeggi per coteste piazze.
Veramente io non ho trovati se non atti di somma benignità verso di
me nella Maestà del re di Sardegna, che tre volte ha per sua clemenza
voluto avermi alla udienza. Altre grazie mi hanno compartito il signor
marchese d'Ormea, e questi altri cavalieri, che tutti per verità sono discreti,
e cortesi. Ma ij^ vedere la disgrazia del mio Principe naturale e l'afflizione
del nostro popolo, mi conturba non poco, e mi rende svogliato di tutto.
Qua nella settimana scorsa pervenne avviso eh' era seguita pace fra
la regina e il re di Prussia, e che questi aveva fatta una visita al di lei
campo, e si fossero dati 15 di di tempo al Sassone per risolvere. Ne par-
larono anche gli avvisi di Pesaro. Ma il non averne veduto motto in quei
di Mantova, ne fece sospendere la credenza. Stiamo ora aspettando i nuovi
avvisi d' essa Mantova per conoscere se è vero o no. Ne' tempi di guerra
veggo ogni cosa piena di bugie. Non sappiamo se il maresciallo Broglio
Duca e Pari si sia ritirato da Praga, e ciò sembra anche improbabile. Né
apparenza e' è, che don Filippo possa penetrare. Han detto che con delle
barchette abbia spinto della gente : né pur questo si crede.
Si crede bensì che il signor Montemar non abbia voglia alcuna di
zuffa. Avrebbe potuto rinforzare la Mirandola. Non si sa che l'abbia fatto:
dice d'aver ordine di non agire. E intanto ha lasciato e lascia distrug-
gere il Duca di Modena, e vedremo andare anche la Mirandola sotto i
suoi occhi, e in pochi di : secondo le apparenze è stato la nostra rovina.
Che si sia saputo costi anche la burla dell'uffizio della Concezione é
un indizio che non vi sia se non l'inquisizione, che serbi il segreto. In-
tanto non si sbriga mai la mia risposta, che da tanto tempo venne costà.
Se verrà in libertà, non si tai'derà a darla al torchio.
Con che, rinnovando le proteste del mio costantissimo ossequio, mi
rassegno, di V. P. reverendissima.
-l'7'48] A FORTUNATO TAMBUBINI 4S05
4562.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 13 Luglio 1742.
Archivio Soli Mcratoki {li. Bibl. B$t.), Modeua.
Allorché mi arrivano lettere di V. P. reverendissima, corro con an-
sietà mirabile ad aprirle, perchè sempi-e ci truovo di che consolarmi nelle
presenti dolorose congiunture.
L'ultima sua benignissima appunto mi ha rallegrato non poco, perchè
veggo favoi'evole a quelle mie dicerie il giudizio, che sopra gli altri stimo
e venero di V. P. reverendissima. La ringrazio dunque con tutto lo spirito
della fatica, e bontà con cui ha letto que' fogli, e delle noterelle che ha
fatto, le quali, insieme con l'Orsiane, aspetto come cose a me carissime.
Non s" è già smarrita la di lei lettera, venuta coli' altre de i siciliani, in
cui mi avvisava del buon colpo da lei fatto con leggere un mio foglio a
chi. etc. L'ebbi molto bene, e so che immediatamente risposi. Si sarà forse
smarrita la mia, perchè era rotto il commercio con Bologna. E manda-
vansi le lettere a Ferrara, e né pur quella via era sicura.
Da quella medesima parte, da cui ella suppone venuto il fiato della
mia risposta inviata costà, sarà anche proceduto l'essersi saputa costi la
burla dell'uffizio della Concezione di cui un amico mi ha sei'itto. Se tornerà
presto il manoscritto, dappoiché avrò profittato de' lumi, che aspetto da
lei, cercherò via per inviarlo alla stampa, se pur questa si troverà, giacché
ogni cosa è qui scoperta.
Non posso negarlo. Ho qui ricevuto molte finezze da S. M. il re di
Sardegna che fui ad inchinare. Due altre volte ha questo sovrano, tutto
pieno di benignità, voluto eh' io vada all' udienza, e mi ha tenuto sempre
un' ora in discorso. Altre finezze ho ricevuto dal signor marchese d' Ormea,
con cui due volte sono stato forzato a pranzare, e cosi dagli altri cava-
lieri di Corte tutti cortesi, e discreti. Ciò non ostante le disgrazie del
mio Principe naturale, e le afflizioni del nostro popolo mi tengono malin-
conico e travagliato. Vedremo anche in breve cadere la Mirandola, e de-
solata ancor quella parte di paese, e continuare i rubamenti. E intanto i
signori Spagnuoli si stanno con tutta pace mirando, né han voglia di visitar
que' signori, siccome né pur questi paiono disposti a passare dove sono gli
altri. Si sarà veduto costi un editto stampato di S. M., e però non ne parlo.
Egregiamente ha fatto V. P. reverendissima, tagliando corto col nuovo
arcivescovo ^i Palermo, la cui penna non sa le creanze. Son troppo fuor
di tempo le di lui espressioni di bocca. Non ci è stato se non il padre
*
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 272.
4306 LODOVICO. ANTONIO MURATORI [1*743-
Altardi, clie lia usata discrezione. Anche il padre Burgio o sia Parteno-
timo, è da compatire, se qualche volta mi ha graffiato, perchè tocco. Nulla
aveva io fatto al signor arcidiacono, giacche confessa di non aver fatto il
voto: il che non so come sussista, perchè quel Capitolo l'ha adottato. Cal-
zante risposta gli ha ella dato. Infinite grazie gli rendo di tutto, e, con
tutto l'ossequio, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4563.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Rovereto.
Modena, 19 Luglio 1742.
Abohivio Soli Muratosi {R. Bìbl. Est. ), Modena, edita [113].
Solamente ora il sig. Argelati mi ha scritto che preghi V. S. illu-
strissima di impetrare a me da S. E. il sig. procuratore Foscarini l'ope-
retta inedita del Poi'cellio, pretendendo egli che vi resti luogo per essa
nel tomo VI, ossia ultimo delle mie Antiquitales Italicae. Eccomi dunque
a pregarla di questo favore e insieme di portare a quel dignissimo signore
i miei rispetti. Ho bisogno ch'ella mi ricordi il suo nome, perchè l'ho
dimenticato. Il punto sta che si truovi maniera d' inviarmi con sicurezza
il manoscritto, perchè il nostro commercio con Venezia è per ora intei'-
rotto. Del resto, in mezzo alle calamità della mia patria, io mi truovo si
sconcertato, che non son buono da nulla. Si goda ella la quiete della sua
patria, e non dimentichi chi si protesta, con tutto l'ossequio, di V. S. illu-
strissima.
4564.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 20 Luglio 1742.
S. BiBi.iOTBCA BicoARDiANA, Firenze, edita [163].
Porrò qui il mio sigillo in ubbidienza de' comandamenti di V. S. il-
lustrissima. Mi mancano il foglio 21 e il 22 di cotesto Novelle Letterarie.
Pregai il sig. can. Gori, in occasione di scrivergli, che me li procacciasse.
Rispose, sperar egli che li riceverei dalla posta, perchè erano stati man-
dati. Ma nulla è mai venuto. Si dovettero perdere, allorché era interrotto
il commercio fra noi e Bologna. Ricorro dunque alla di lei bontà per
averli, perchè m' increscerebbe di veder mancante quest'opera, ch'io stimo
molto; e tanto più perchè, verosimilmente, nel 21 si sarà seg^uitato a paz"-
lare del libro del sig. Gaspari, in cui ho anch'io interesse. Vidi con che
-I^-ISI AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4307
botte franche ne aveva ella trattato nell'antecedente, e con quanta bontà
verso di me. Perciò gliene rendo mille grazie. Pur troppo è vero, ch'io
sono in mezzo alle calamità della mia patria, e queste mi hanno si scon-
certato e svogliato, che ora non son buono da nulla. Sia tatto il volere
di Dio. Con tutto l'ossequio, mi rassegno.
Perchè la mia cera di Spagna non rilieva il sigilletto mio, ho preso
l'altro della Chiesa, dove son queste lettere LVD. ANT. MVRATORIVS
S. M. de Pomposa.
4565.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 27 Luglio 1742.
Biblioteca Comusalb, Piacenza, edita [227].
Bella e squisita è l' iscrizione nuovamente scoperta di Petronio Probo,
di cui ho obbligazione solamente a V. S. revei'endissima. Gliene rendo
perciò somme grazie. Benché la stampa dell'ultimo tomo dovrebbe essere
a quest'ora finita, pure se le troverà qualche sito, giacche mi resta da
terminar l'indice.
Noi abbiam continuato a veder le scene della nostra tragedia. S'apri
la trincea sotto la Mirandola. Per una settimana gran fuoco col cannone,
con bombe e mortari da sassi fece la guarnigione ; né mancò di far qualche
sortita. Molti degli assediati vi furono morti o feriti. Ma dacché due bat-
terie di cannoni, e due altre di mortari e bombe cominciarono a lavorar
contro la piazza con incessante fuoco, e cominciò esso fuoco ad attaccarsi
a più case, tale fu lo strepito e scompiglio di que' cittadini che minaccia-
rono sollevazione. Si mise dunque fuori bandiera bianca, e nella scorsa
domenica si capitolò, rimasti gli ufl&ciali prigioni di guerra.
Intanto il nostro Serenissimo persiste in gridare contro la violenza,
pretendendo d'essere sempre stato neutrale; ed io son persuaso ch'egli
non abbia mai raiificato certo trattato che questi signori dicono aver egli
avuto colla Spagna ; anzi lo stesso signor Duca di Montemar ha fatta una
somigliante protesta. Ma saprei volentieri per quali arcani di politica guer-
riera, quel conquistatore di regno sia venuto a vedere in vicinanza il fu-
nerale della Cittadella di Modena, e sia poi passato a veder l'altro della
Mirandola, senza mai fare un passo per impedire tali progressi a suoi ne-
mici. Non sembra glorioso il suo contegno.
Caduta che é stata la Mirandola, egli ha levato il campo con inviarsi
alla volta, per quanto pare, di Lugo e Bagnacavallo. E questi altri tutti
han passato il Panaro, incamminandosi alla volta di S. Giovanni sul Bo-
4308 LODOVICO ANTONIO MUKATOBI L1'?4S'
lognese, e di là si crede che passerà verso Bologna. Il motivo dicono non
per battersi, che niuno ne ha voglia; ma per impedire che gli Spagnuoli
non prendessero la via della Toscana. Lo Stato pontificio ha ora tutto il
peso. Ma noi non ne siam senza, per varie ragioni.
Di Praga nulla sappiamo fin ora. Veggiam bene una gran mutazione
di cose, e v'ha più d'uno, pentito, e carico di disinganni. Le truppe di
d. Filippo si son ritirate da Nizza, forse per tentar altra strada, ma in-
vano* La tenteranno. Fu detto che egli fosse ito ad Aix, e sputasse sangue.
Sarà una ciarla. Vero è bensì, che calano in Italia altri non so se tedeschi
di truppe regolate, o ungheresi. La prima colonna è giunta a Mantova. Or
vegga che speranza restano a gl'Ispani. Curiosa cosa è quanto ella mi
scrive del sig. Lami. Ma il sig. Pascoli potrebbe combattere con più onestà
e moderazione. Non ho potuto vedere" il libro del marchese Gorini. Egli si
credeva tutto del Papa. Ne ha fatto una buona prova. Di me non ho altro
da dirle, se non che sono, ed eternamente sarò, con tutto l'ossequio, di V. P.
reverendissima.
4566.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 1 Agosto 1742.
K. Biblioteca Eiccardiana, Firenze, edita [227].
Se riuscirà alle vostr'àrmi di ricuperare Praga, il che non par dif-
ficile, ma di avere anche prigioniero di guerra quel gran presidio, e tanto
più con due marescialli, sarà questa un' insigne vittoria, e esaltazione mi-
rabile della dignissima vostra regina, con altre conseguenze che si pos-
sono prevedere. So che si tratta di pace col Sassone. Ma noi qui deside- '
riamo la pace, e Dio sa se voi, in tanta fortuna, siete del medesimo umore.
Certo è che noi ci troviam sotto il flagello, ancorché l'armata austriaco-sarda
siasi portata fra Bologna e Imola; giacché la valorosa spagnuola dopo
essere stata quasi spettatrice della resa della nostra Cittadella e della Mi-
randola, senza mai tentare cosa alcuna, ha alzato il campo e va alla volta
di Ravenna. Si mossero perciò gli altri verso Bologna per impedire che
non passassero in Toscana, e non già per andare a battersi, non avendo,
né gli uni né gli altri, voglia di battersi.
Credonsi inviati gli Spagnuoli verso Napoli: vedremo fin dove gli
andran costeggiando questi altri.
Ho questa mattina udita una voce, che gli Inglesi abbiano preso Or-
bitello. Ne ho chiesto il fondamento, ma senza trovarlo. Pare che d. Fi-
lippo, scostatosi da Nizza, possa tentar qualche cosa verso altri confini del
re di Sardegna, e se n'ha qualche apprensione. Ma per me credo che
-l'7'4«3] A FILIPPO CAMERINI 4d00
nulla farà, perchè v'ha aspre montagne che s'oppongono, e i passi son
rotti e ben guerniti.
Rendo a V. S. illnstrissima vivissime grazie, per le nuove osservazioni
da lei inviatemi sopra le iscrizioni. Non mi è mai rincresciuto Tessere
corretto, perchè assai conosco la mia debolezza in tutto, e ninno in fine
sa tatto, né si ricorda di tutto. Il punto sta che i censori sieno discreti
ed umani. Ella non solamente è tale, ma vero amico, e però tatto m'è
stato carissimo. Cosi avesse ella potato fare di più; ma non ci sarà più
tempo, perchè già mi son giunti gli ultimi fogli della Raccolta stampati,
e sto terminando l'indice. Farò ancora un po' di Corrigcìida. e mi varrò
de' lumi da lei datimi. Ma non so dove sia andata una sua, dove mi sowien
ch'ella scriveva non poter ano essere padre e patrono, e credo che co-
minciasse anche a parlare di una moglie di due mariti nello stesso tempo.
So d'aver detto che finché non si mostri legge romana che proibisse tali
matrimoni, usati solo da gente povera, io non cangerò opinione, parendomi
strano che tanti marmi i quali sembrano indicarla, tutti sieno difettosi.
Vedremo se il sig. Bertolani, da me sempre riverito, potrà far giu-
gnere a Venezia l'involto consegnatogli da V. S. illnstrissima. Sarà ben
raccomandato al Manfrè. Nel rileggere le sue lettere, m'è venato vivo desi-
derio di vedere alle stampe la di lei dissertazione De Collegiis. E però la
prego di disporla alla luce, essendo argomento che farà onore.
Ben mi dispiace che si voglia rinnovar la guerra in Salisburgo, perchè
in fine que' padri nella sostanza han torto e si tireranno addosso delle
altre ingiurie. Non si prenda ella alcun pensiero del libro del padre be-
nedettino. Faremo senza esso. Mi rallegro con lei del testamento del signor
marchese di B Vorrei che fosse cosa di rilievo. Finora anch'io ho
perduto il mio salario, né so se il re dopo avermi usate molte finezze, si
dimenticherà di quello che più importa. Due volte i Franzesi sono stati
padroni di qnesti Stati, e mi han conservato il mio salario. Mi i-assegno. etc.
4567.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena, 1 Agosto 1742.
Hcsro BsiTAnrioo, Landra, edita [236].
Siccome è certo ciò ohe V. R. con tanta bontà mi ha significato in-
torno al consaputo ufizio divoto, cosi bramerei io che fosse certa anche
l'altra parte che riguarda la risposta. Alle pruove ci accorgeremo anche
di questo un giorno, se a Dio piacerà che si possa stampare. Intanto le
rendo io vivissime grazie della benigna premura, con cui ella rimira me.
e le cose mie. Risposi a monsignor Enriquez, che. se avesse potuto inviarmi
4310 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-4:3-
la nuova fatica del visionario, l'avrei letta. Verisimil mente non avrà egli
mai trovata congiuntura, per cagione de' tanti torbidi che si son provati
in addietro in queste parti, e che si fanno ora sentire allo Stato ecclesia-
stico. Nulla dico a V. R. de' gravissimi guai che hanno sconcertato questo
povero paese, e che son per durare un pezzo. Le basti sapere eh' io vivo
per questo si svogliato che non son buono da nulla. Però prego V. R. di
avere anco me presente nelle sue sante orazioni, perchè più che mai ne
abbisogno Auguro io intanto a voi altri signori che non abbiate a provar
cosa sieno soldati, potendo essere che verso cotesto parti indirizzi i suoi
passi l'esercito Ispano. E, rassegnandole il mio costantissimo ossequio,
mi confermo.
4568.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 3 Agosto 1742.
Archivio Som Muratori (R. Bibì. Est.), Modena.
Ben mi son rallegrato al ricevere da V. P. reverendissima il lieto
avviso, che sia già stato spedito a Bologna il consaputo manoscritto, e lo
sto aspettando di colà con divozione. Vengono dunque i miei più aifettuosi
ringraziamenti alla somma bontà, e, pazienza sua per aver letto, e con
tanta attenzione quelle dicerie, e quel che più mi è caro, per avermi
anche favorito de' suoi saggi avvertimenti, de' quali certamente io profitterò.
Rèndo grazie a V. P. reverendissima, anche per quel foglio volante
di cui probabilmente mi varrò.
Ora lo Stato ecclesiastico ha tutto il peso dell'armata, ma in ma-
niera diversa dalla nostra. Da noi i fieni, gli alberi, le carra, i buoi, etc.
sono stati, e saranno di chi possiede. In cotesto parti quasi tutto vi sarà
pagato, e vi resterà di grand' oro, ed argento. Noi vediamo sol poche
monete di rame, e si parla di contribuzioni e di quieto vivere.
I nostri principi con la figlia maggiore sono chiamati dal padre, e
andarono. S' è portato al campo il sig. marchese di s. Cristina ; non so se
egli potesse mai portarci qualche buona nuova, e molto meno so se il mio
salario, dopo tante finezze abbia da essere involto nel comune naufragio.
Persiste il Padron serenissimo a sostenere di essere stato sempre neutrale,
né di aver impegno con gli Spagnuoli. Ciò ancora è attestato dal Monteraar,
e più l'hanno attestato i fatti.
Non posso assai esprimere le obbligazioni che professo a V. P. reve-
rendissima per tante grazie. Finora né da lei, né dal sig. duca Brunasso
ho riscontro di spedizione di denaro, e mi preme, perché con tale aiuto
soddisferei costi a' miei bisogni. E qui, coi sentimenti del più vivo ossequio,
mi rassegno, di V. P, i-everendissima.
-l'T'iSl A BENEDETTO XIV 4311
4569.
A GIUSEPPE BIMARD DE LA BASTIE in Parigi.
Mutinae, Pridie Nonas Aug. MDCCXLII.
BiBU0TR*4}UK Natiovalx, Paris.
Jam abeunt duo menses, e quo litteras ad te dedi, inclusas in epi-
stola ad egregium virum D. de Mazangues praesidera, et ad Genevensem bi-
bliopolam missas. Neque a te, neque ab ilio quidqoam hactenus rescriptum
fuit: quod me summopere angit. Gratias egeram prò numerari! tui operis
dono, immo et prò censura tua, simul rogans. ut eamdem continuares.
Hoc saltem rescire cupio, perieruntne litterae meae, an tibi redditae
fuerint. Operis ejusdem tui nuper ephemerides literariae florentinomm
mentiouem fecere. Jam ad calcem perducta est editio tomi IV collectionis
inscriptionum. Superest tantummodo index proelo tradendus. Jam tibi
significaveram exemplum tomi I nomine meo ad te missum. Si reliquos
cupis, tuum erit indicare. Antea minime ad te scripseram, nunc scribo me
in classe III inter sacrorum ministros collocasse augustales. Sed uolui eam
classem nimis ipsorum numero onerare. A,ureliani et Diocletiani nomina
corrupta vidisti, non meo qnidem vitio, sed amannensib mei, cai Fastos
a Sigonio editos, et a p. Stampa supplemento auctos, describendos com-
miseram.
Ego illius diligentiae fidens, aliisque curis distractus, errores minime
auimadverti. lUusos et ìlle fuit a p. Stampa. Inter calamitates quibus
nunc patria mea supra modam laborat, rogo te ne amorem erga me tuum
exuas. Vale.
4570.
A BENEDETTO XIV in Roma.
Mutinae, VI Idus Augusti MDCCXUI.
Akchitio Skorkto Vatioaho, Boma, edita [289].
Beatissime Pater.
Post humillima sacrorum pedum oscula. Quod inter Patriae meae cala-
mitates Sanctitas Vostra recordata mei fuerit, et ex tam sublimi locu ho-
minem tam levis pretii respiciens, sua etiam miseratione fuerit dignata:
hoc unum satis fuisset ad conciliandum mihi in communi moerore incre-
dibila solatium. Sed quod etiam. sanctissime Pater, veru Motu proprio ad
4312 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [l'?4S-
Sardiniae regem summe efficaces literas per supremum ejus ministrum
dederis, ut rebus meis consuleretur ('quod rex clementissimus se praesti-
tutum continuo pollicitus est) id sane me laetitia ingenti, sed simul stu-
pore et confusione implevit. Quis enim ego sum, ut Christi Vicarius, ad
cuius pedes vel ipsi Christianae gentis Reges procedunt, prò me tanta mo-
liatur, et quod plus est sponte in non petentem, neque cogitantem, bene-
ficia conferat: qui Supremus est beneficentiae gradus?
Magnanimitatem et caritatem eximiam Sanctitatis Vestrae jamdiu no-
veram ; non semel etiam expertus ; sed nunc mirum in modum sentio. Pro
tanto igitur munere, et favoris excessu, quas possum humillime corde
gratias ago et habeo; atque omnia a Deo 0. M. fausta Beatitudine vestrae
precatus, ad eius sacratissimos pedes provolutus. Apostolicam Benedictionem
veneratione omnimoda, ac filiali fiducia imploro.
Sanctitatis Vestrae.
4571.
A FORTUNATO TAMBUBINI in Roma.
Modena, 9 Agosto 1742.
Archivio Soli Muratori {B, Bibl. Est.), Modena.
Due giorni sono mi vidi comparire copia di lettera scritta da V. S.
al sig. marchese di Ormea in mio favore, e da esso sig. marchese a me
trasmessa, che mi fece restar di sasso, si per l'eccesso di bontà, con cui
era scritta, come al pensare che un romano Pontefice spontaneamente si
fosse messo a compartirmi con tanta generosità e clemenza l'alto suo pa-
trocinio nel naufragio della nostra patria. Per soddisfare in qualche parte
all' immenso debito che mi corre, ho creduto di doverne portare i miei
riveritissimi ringraziamenti alla S. S., la cui incomparabile benignità mi
va continuamente ricorrendo in mente, né dimenticherò mai finché io viva,
perchè io vo' credere che 1' amore di V. P. reverendissima possa aver dato
qualche moto all' impareggiabil generosità di N. S., per degnarmi della
sua gran protezione in tempi si strani : mi prendo la confidenza et ardire
d' inviarle la lettera da me scritta alla S. S. con pregarla di perdono di
questo incomodo. Mi fece dire il sig. marchese di Ormea che S. M. mi
farebbe pagare il mio salario colla parte delle rendite ducali, che a lui
toccherà, dovendo l'altra toccare a gli Austriaci.
Intanto, si va dicendo che si tratti di qualche aggiustamento col Sere-
nissimo nostro, il quale abbia da consegnare anche la fortezza della mon-
tagna: se sarà vero, non dovrebbe tardarsi molto a vedere gli effetti. Ma
per conto del popolo nostro, questo resterà sotto il flagello, parlandosi
-I'?'é8] AD ALESSANDRO POMPEO BBBTI 4813
di contribuzioni, e quieto vivere, e continuando l'incredibile aggravio
de' nostri buoi, che tutto di sono in viaggio, e restano bene spesso ab-
bandonati da i contadini, che non amano le bastonate invece di paga-
mento. Finora non s'è veduto il manoscritto inviato da V. P. reveren-
dissima a Bologna, e ne sono in pena. Ma non lascio di sperare, che
debba giungere a momenti. Il Serenissimo principe ereditario colla Sere-
nissima consorte e la principessa Felicita ier l'altro s'inviarono da Sas-
suolo alla volta di Gualtieri, dove s' imbarcheranno oggi per passare a
Crespino e poscia a Venezia, dove si porterà ad abitare la nostra Corte.
Mi spaventa l'apparenza, che le potenze marittime entrino daddovero
in ballo. Dio sa quando più avremo la pace.
Con tutto l'ossequio, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4572.
AD ALESSANDRO POMPEO BERTI in Lucca.
Modena, 10 Agosto 1742.
Biblioteca Cumunai.k, Lucca, edita [163].
Gran tempo fa, che mi fu scritto da Napoli, come a quella posta si
vedevano lettere scritte a Lamindo Pritanio : ne io seppi che mi dire in-
torno a questo. Ora veggo che il dotto corrispondente di V. R. s' intitola
cosi, e mi vo perciò immaginando che sia del medesimo suo ordine. Punto
non mi sono io maravigliato della vaga tirata di quel funzionario. Questo
è il linguaggio de' pari suoi, ed io vi aono avvezzo. Già molti hanno scritto
contro di me, e forse ella non li avrà veduti tutti. Se a Dio piacerà che
si arrivi a stampare la Risposta, può esser che la gente savia e indiffe-
rente conoscerà chi è cieco, e chi più dell'altro vede. Ma ciò non vedran
mai, per quante ragioni si potessero dire, coloro che hanno ottenebrato
il capo dalla passione e dagli anticipati giudizi.
Mi immagino io che V. R. non vorrà eh' io le rimandi lettera cotanto
sensata : e non richiedendola dopo un discreto tempo, ne farò queir oso
eh' essa si merita. Le rendo io intanto vivissime grazie pel suo benigno
amore, e desiderando anch' io di comprovarle la corrispondenza del mio.
con tutto r ossequio, mi ricordo, di V. R., etc.
4314 LODOVICO ANTONIO MUKATORI [±'74:3-
4573.
AD ANGELO CALOaERÀ in Venezia.
Modena, 10 Agosto 1742.
Biblioteca Imperiale, Pietroburgo.
A questo libraio Soliani ho fatta premura, perchè truovi, se mai si
può, il foglio mancante.
Godo sommamente, che per mano di V. P. abbia a passare la revi-
sione de" miei Annali. Ora ella sappia, che l'unica difficultà, ch'io ebbi a
valermi delle stampe del sig. Pasquali, o di Venezia, fu quella appunto
di sapere, come cotesti signori sieno gelosi per quel che riguarda la loro
città e repubblica. Io non voglio per servir altri dir quello, che non
credo vero, e non mi sento voglia di adulare alcuno.
Mi assicurò il sig. Pasquali, che tutto passerebbe, o pure che si finge-
rebbe la stampa in altra città. Certo è, che se vedrò o cancellata o mu-
tata cosa alcuna senza mia licenza in tale opera, non manderò il resto
della medesima. Ella vedrà, con quali riguardi e stima io abbia sempre
parlato di cotesta inclita repubblica. Se vorranno esigere di più, si stam-
perà l'opera in altro paese.
All'iscrizione del p. Grandi, dove è Quod ecclesiam, eie. che mi piace
più, vegga V. P. se fosse bene aggiugnere Geometrae nulli secundo, phi-
lologo eximio, et e:c editis libris clarissimo, quod templum hoc pret. sa-
celli, honorum aedificiis, bibliotheca, reditibusque (con un solo d) eidem
attributis, eie. monasterii abbas et monachi (non ci va quel post mortem
tanti viri, perchè è superfluo ) viro de se optime merito, etc. Quel M. D.
non l'intendo. Porse ha da essere M. X.
Con che, le rassegno il mio costantissimo ossequio, di V. P.
Non è stato possibile trovare il foglio X mancante. Se le piacesse,
eh' io lo facessi copiare, eh' ella poi con bel caratterino potrebbe supplire,
me ne avvisi, additando, quante pagine occorrano.
4574.
A TOMMASO DE MAZANGUES in Parigi.
Modena, 10 Agosto 1742.
Biblioteca della E. Accademia delle Scienze, Torino.
Già son passati due mesi eh' io scrissi a V. S. illustrissima, e nella
lettera un'altra ne inchiusi per monsignor La Bastie, con inviar tutto al
-l'?^:^] A anjSEPPB ANTENORE SCALABRINI 4815
libraio di Ginevra : sperava io qualche risposta, e mai ho veduto né da lei,
né dal signor Barone, del che mi son rammaricato, per timore che quel
mio foglio si sia smarrito. L* aveva io pregato di comunicarmi le sue dotte
osservazioni e correzioni intorno alla Raccolta delle iscrizioni. Un poco più
che tardino a venire non sarà più a tempo, perché già é finita la stampa,
né altro vi resta che l' indice per cui ora si fatica ; per altro poca voglia
di libri io ho al presente, a cagione delle gravi calamità che ci ha por-
tate la guerra.
Un picciolo saggio ne avete forse provato anche voi altri. Coll'occa-
casione che dee passare per costà un nostro modenese, a lui consegno la
presente, sperando eh' ella mi favorirà di far giungere l' inchiusa a mon-
signor de la Bastie. Servirà questa mia per confermarle quel vero ossequio,
con cui mi pregiare sempre di essere.
4575.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 10 Agosto 1742.
Biblioteca Coi(nKAi.x. Ferrara.
Felici voi che vi siete scaricati del mal tempo. Non è già cosi per
noi. Dura questo, e durerà finché a Dio piaccia di estiuguere il presente
incendio di guerra ; felicità, che sembra ben lontana ; giacché le apparenze
sono, che il fuoco abbia a crescere maggiormente ; e cosi sarà, quando le
potenze marittime veramente entrassero in ballo.
Qui s' é detto, che grau copia d'oro si sia seminata in cotesto parti
da gli Spagnuoli. Se è cosi, noi avremo invidia alle vostre disgrazie,
perché le nostre sono state ben diverse, ed ora si parla di contribuzioni,
quieto viyere. spedali, etc.
Passeranno in coteste vicinanze i principi nostri, incamminati a tro-
vare i Serenissimi genitori, i quali si crede che fisseranno la loro abita-
zione in Venezia.
Pare che si tratti di qualche aggiustamento col Padron serenissimo,
né molto si tarderà a vedere, se .sia vero. Ma non per questo cesserà il
flagello sopra il popolo nostro.
Dorma ora V. S. illustrissima i suoi sonni, e si rifaccia delle male
notti passate, con ringraziar Dio di non sapere per prova ciò che sieno
bombe. Se due pezzi d'esse invece di cadere nel mio orticello cadevano
sopra il tetto, vi poteva andar la mia vita.
Con tutto r ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4316 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*74S-
4576.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 10 Agosto 1742.
AitcHiTio SoijI Muratori (R. Bibl. Est.), Modena.*
Si vanno sempre ]>iù dilungando da questo paese l'armate con avvi-
cinarsi a i vostri contorni: ma noi continuiamo a provare il peso della
guei'ra, dovendo continuamente centinaia de' nostri buoi condurre farine,
riso, attrezzi al campo. Bastonate per pagamento, con altri aggravi, di
modo che i poveri contadini, lasciati ivi i buoi, se ne tornano a casa. E
poi si parla di contribuzioni, di quieto vivere; e qui si vogliono gli spe-
dali per tutta 1' armata. Se Dio non provvede, andiamo alla desolazione.
Era ultimamente 1' armata austriaco-sarda a Eorlimpopoli, seguitando,
ma da lungi, 1' altra. Giorno non e' è, che non passino per di qua frotte
di disertori Spagnuoli. Credesi che qualche migliaio d'essi sia fuggito in
questa lor marcia, che sembra più tosto una fuga.
Neil' ultimo arriverà in regno di Napoli il conquistatore de' regni
senza gloria, e senza gente ; e potrebbe darsi che i Tedeschi, i quali aspet-
tano da Trieste circa 6 mila Ungheri e Panduri, andassero anche a vi-
sitarli colà. Nella sola giornata di ieri passarono di qua sessanta d' essi
disertori. Altri poi vanno verso i Veneziani.
Scrivono, che solamente a i 2 del corrente si sarebbe dato principio
air assedio di Praga. Se fosse vero che Maillebois avesse a passar colà,
e Arcourt avesse ad inviarvi altra gente, potrebbe esservi molto sangue.
Qui taluno ha detto, che si sieno cominciate le ostilità in Fiandra. Per
me noi credo. So bene che se si accenderà la guerra in quelle parti, non
avremo da sperare pace, se non dopo gran tempo; il che sarà la nostra
rovina. Se quella lamina di bronzo diseppellita contenesse iscrizioni prima
del mille, me ne sarebbe cara una copia, ma converrebbe far presto, non
restando altro da stampare fuorché 1* indice, intorno a cui si lavora.
Dovrebbe essere ritornata a Bologna quella tal Risposta; ma non la
veggo comparire, e ne sto con qualche pena. Quel che importa (sia detto
a lei in confidenza), non c'è impedimento alla stampa.
Nulla sappiamo di d. Filippo : segno eh' egli ancor vuol farla da
Montemar.
Si farà nn grosso tomo se si vorran registrare tutti i libri in addietro
proibiti. Se arriverò a leggere quello del marchese Gorini, allora saprò il
fondamento della condanna. Mi vien detto, eh' egli vorrebbe raffazzonarlo,
per liberarlo dai ceppi. Con che. rinnovando i più vivi sentimenti del mio
ossequio, mi confermo, di V. P. reverendissima.
-17'4S1 AD ANQELO MARIA QUSaiNI 4317
4577.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 14 Agosto 1742.
Archivio Soli Muratosi (R. Bibl. EtL), Modena, edita \9i].
Eminentissimo Principe.
Già intesi la questione mossa intorno alla comunione del popolo, e.
ricercato del mio voto, lo diedi con dire : che, chiunque assiste alla messa,
e riconciliato con Dio, secondo il bisogno, come si suppone, colla confes-
sione sagramentale. ne peccatore pubblico, ha diritto a ricevere la sagra
comunione a quella messa ed altare, né potersegli essa negare senza pec-
cato. La ragione è questa. Secondo l'istituzione di Cristo Signor nostro,
confermata e dichiarata maggiormente dai riti della Chiesa, anche il po-
polo assistente entra a parte dell" ineffabil sacrificio : ed ancorché il solo
sacerdote consacri, pure anche il popolo si unisce con lui nell' oblazione
del pane e del vino, e nelle preghiere le quali il sacro ministro tanto a
nome proprio, e della Chiesa, quanto a nome di tutti gli assistenti porge
a Dio. La confessione si fa non meno dal sacerdote, che dal popolo; il
ministro parla solo talvolta a Dio, ma più spesso in plurale. Oremus, Offe-
rimus, Communicanles, et-c. Orate fratres, ut nieum ac vestrum sacrì/i-
cium, etc. ut quotquot, ex hac Altaris particijìatione, sacrosanctum, etc. Il
popolo stesso anch' egli risponde in varie parti, e conferma coìV Amen ciò
che dice il sacerdote. In somma tutta questa gran funzione è fatta da
esso minist ro unitamente col popolo assistente, e ne' principii della Chiesa,
come ognun sa, tutti, non meno del prete, si comunicavano alla messa ri-
cevendo il corpo e sangue del Signore.
Col tempo poscia son seguite varie mutazioni, non già nella sostanza
della messa e del sacrificio, ma nei riti. Cominciò ad essere minore, e poi
raro il numero dei comunicanti, e s' arrivò in fine a non trovarsene al-
cuno. Prima ognuno portava la sua oblata. S' introdussero in più bella e
comoda forma le ostie e i comunichini, che ora usiamo, e cessò il primo
rito, se non che ne dura un vestigio nella messa solenne Ambrosiana nel
duomo di Milano. Pare, che in compensazione di questo saccedesse l' obla-
zione di qualche denaro all' altai-e. il qual rito dura tuttavia in alcuni
popoli. Una volta ciò che ora risponde il coro, o il chierico nelle messe
private, lo dicevano tutti gli assistenti alla messa. Ma essendosi cangiata
in Occidente la lingua latina, né intendendo più il popolo ciò che una volta
s'intendeva, ed essendo più senza paragone gì' ignoranti, che i dotti, perciò
4318 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'J'-iS-
sì restrinse o al coro nelle messe cantate, o al chierico nelle messe pri-
vate il dir quello, che una volta era di tutti. E però molto bene sta, che
anche oggidì le monache, e i confratelli laici delle confraternite nel coro,
cantandosi la messa dal loro sacerdote, facciano lo stesso, che il clero nel
suo coro. Il chierico dunque nelle messe private oggidì risponde a nome
del popolo, e lo stesso fa il coro, di modo che nella sostanza né pure in
ciò si può dire che il popolo abbia perduto il suo diritto.
Posti questi fondamenti, e cercandosi, se sia lecito al sacerdote cele-
brante il negar la santa comunione a chi del popolo assiste a quella
messa, purché sia avvisato prima, o purché a quell" altare si tenga la
sacra pisside : si risponde, che non è lecito ; perchè chiaro è il diritto
de' cristiani alla mensa del signore in quella messa che ascoltano. Meum
ac veslrum sacri fìcium, lo confessa lo stesso celebrante, ed egli poi prega
Dio, ut quoquot ex hac Altarls participatione, etc. Se v' è dunque chi a
questa messa, o a queir altare vuol partecipare del prezioso corpo del
Signore, con che coscienza può il sacerdote escluderlo? Come negargli ciò,
che egli, o il sacerdote per lui ha offerto a Dio? Pro quibus Ubi offerimus,
vel qui Ubi offerunt hoc sacrifìcium laudis. Il pei*ehè avendo il popolo
parte anch' egli nel sacrificio, chiaramente ne seguita, essere tenuto il
sacerdote ad ammetterlo alla comunione, che é la parte principale del
medesimo sacrificio. L'oblazione è fatta anche a nome del popolo, e per
conseguenza chi d' esso popolo brama quel cibo di vita eterna, dee con-
seguirlo. L" uso della Chiesa antica era, che comunicato il celebrante, e
dopo lui il clero, anche il popolo riceveva la sacra eucaristia : il che fatto,
il sacerdote a nome di tutti diceva le orazioni di ringraziamento propi-
ziatore, etc. e poi finiva la messa. Oggidì vediamo per lo più comunicarsi
il popolo fuori della messa, cioè al principio, o al fine della medesima.
Certamente sarebbe più conforme all' istituzione di sì gran sacramento, e
al rituale della Chiesa, che il popolo si comunicasse immediatamente dopo
la comunione del prete : ma non perciò è da riprendere, o mutare 1' uso
de" nostri tempi. Negli anni addietro fu una calda disputa e discordia per
questo in Francia tra un arcivescovo (non mi sovviene, se di Rems ) e
un Vescovo di lui nipote. Condannava 1' ultimo, o almeno non voleva per-
mettere la comunione fuori della messa, contro il sentimento di suo zio.
Per la comodità del popolo si sono introdotte varie usanze, le quali, perchè
nella sostanza nulla son contrarie alla disciplina della Chiesa, però non
v' è necessità di abrogarle.
Quanto al moderar le troppe feste di precetto, so che la somma pru-
denza di N. S. conosce, esigere il povero popolo rimedio a questo eccesso,
massimamente in Italia, dove spezialmente da due secoli in qua sono cre-
sciuti i bisognosi per varie cagioni, che non occorre rammentare. Nel 1666
per attestato dell' Ancelot nelle annotazioni alla lettera 170, dell' Offat,
l'74:3] AD ANGELO MARIA QUSBINI 4819
l'arcivescovo di Parigi ne levò via diciasette, con licenza della s. Sede
Farmi ancora, che in Piemonte si sia fatto qualche riforma sotto papa
Benedetto XIII. ma la credo poca cosa. Certamente dovrebbe far pietà
il vedere, che nel dicembre dell'anno presente 1742, noi avremo dodici
feste di precetto. Come faranno a vivere in tanti giorni coloro, ohe vivono
delle loro fatiche giornaliere? In Modena abbiamo avuto in quest'anno
il di 29 d'aprile in domenica. Il dì 30, s'è fatta la traslazione di s. Ge-
miniano. Nel di primo di maggio parimente festa. Nel di 3, V Ascensione,
nel di 6, la domenica, nel di 13, le feste di Pentecoste. In si poco tempo
quante feste? Nulla è per gli ricchi: ma per gli poveri come va? Ag-
giungasi, che si sono introdotte varie feste popolari, come dei due santi
Antonj, di S. Rocco, etc. nelle quali, anche chi vorrebbe lavorare, non osa
di farlo per non parere poco cristiano, e chi ha poca voglia di faticare,
le osserva ben volentieri. Cosi cresce ne' nostri popoli l' amore al non far
nulla, e dello stare in ozio, e tante feste contribuiscono ad aumentare il so-
verchio numero de' poveri, perchè non guadagnando essi tanto da vivere,
si buttano al mestiere di questuare: e, trovato questo assai dolce, perdono
poi affatto r amore alla fatica. Gravissimo è poi il danno, che ne viene
ai poveri contadini in occasione di legare e raccogliere i fieni, di mietere
e battere i grani, di condur l' uve, arare, seminare, etc. Di più è parimente,
che le stesse feste sono poco osservate, e diventano occasione di peccati
per gli bisogni della campagna, e nelle terre e città a cagion delle osterie,
alle quali va in que' beati giorni chi prende per grazia il comando fattogli
di non lavorare. Abbiam bisogno di men feste, e di maggior osservanza
delle conosciute necessarie.
Non abbisogna l' intendimento superiore del santo nostro padre di
lumi per regolar questo affare. Tuttavia parrebbe, che si potessero minorar
le feste degli apostoli. Mi dicono, che in Francia ve n' ha solamente sei
di precetto. Se ne possono unire due insieme, come s'è fatto de santi Pietro
e Paolo, Iacopo e Filippo, Simone e Giuda. Specialmente levar s. Tommaso
del suo luogo, perchè per la vicinanza del Natale non si osserva da molti
artigiani la sua festa. Quella degli innocenti ne' secoli andati non era di
precetto. Con tutta ragione si può ridurre qual era. Indiscreta divozione
è stata quella di chi in questi volle solennizzar la festa di S. Anna.
Unendosi questa con S. Jacopo, e talvolta precedendone o susseguendo la
domenica, ecco tre giorni di sommo pregiudizio al bisogno della campagna.
Xella terra di ST^ignola ove nel di 28 si celebra la festa dei SS. Nazario
e Celso protettori, alle volte si abbattono allora quattro feste di precetto,
una dietro l'altra. Giacché poi per soddisfare alla divozione di chi ulti-
mamente avrebbe voluto festa di precetto quella di S. Gioacchino, s'è
obbligato una domenica, giorno particolarmente riservato a Dio, a cedere
ad esso santo: si potrebbe congiungei*e nel ctilto s. Anna con s. Gioac-
4320 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'*'43-
chino, come ne furono congiunti in vita. Di più non ardisco soggiungere
a chi ne sa tanto più di me intorno allo sminuire il numero delle feste
di precetto. Ho qualche barlume, che N. S. voglia ancora provvedere in
forma molto saggia alle mezze feste, che il popolo converte in feste intere,
senza pensare al danno pubblico e privato, e che nulla per questo cresce
la religione, crescendo solamente la dappocaggine. Savissimo poi è senza
fallo il pensiero di Sua Santità, accennatomi da Vostra Eminenza, di
regolar, solamente per la sua diocesi di Bologna, le feste. Questo esempio in-
voglerebbe gli altri di procurare a sé stessi il medesimo regolamento.
Potrebbe anche il Santo Padre permettere questa elezione alle altre dio-
cesi neir editto, che facesse. E qualora ancora piacesse alla Santità Sua
di stendere dappertutto cotal regolamento, non mancherebbe, fra gli altri
giusti motivi quello delle istanze di vari Principi e Vescovi, che han sup-
plicato per questo la santa sede.
E questi etc.
4578.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 14 Agosto 1742.
Abohitio Soli Muratori (li. Bibl. Est. ), Modena-
Sono a tempo di scrivere a V. P. reverendissima, che m' è giunto in
questo punto il rotolo da lei spedito a Bologna, che fu veramente con-
segnato otto giorni sono a un prete, ma questi non l'ha portato se non
ora. Mi metterò ora a rappezzar quel che occorre. Allorché saranno spe-
diti costi i fogli spettanti al Migliacci, e al p. Milanese, la prego di spe-
dirmeli per la posta in due plichi.
Qui siamo in continua aspettazione dell'aggiustamento, che si dice
intavolato fra il re sardo, ed il Padrone serenissimo, con che S. A. S.
consegni le fortezze della montagna. Poco gioverà al pubblico nostro,
perché ci aspettiam contribuzioni, e quartieri, e seguita tuttavia il flagello
de' nostri buoi, e gli spagnuoli. Tuttavia è ciò da desiderare per vari motivi.
In tal caso verisimilmente nulla avrà da pensare S. M. a chi serve
al duca di Modena. Non mancai di scrivere al signor marchese d'Ormea
co' dovuti ringraziamenti al re, sovrano veramente di gran bontà, e cle-
menza. Anche V. P. reverendissima dovrebbe aver ricevuta una mia con
entro il bacio a sacri piedi di N. S. Il sentirsi sin qui l'aggravio, che
han recato gli Spagnuoli allo Stato, ci fa immaginare i lamenti de' sudditi
di N. S. Ma finalmente qui finiranno. I nostri dureranno finché venga la
pace. Ma questa non verrà se non tardissimo, quando si accendesse la
guerra in Fiandra: il che Dio non voglia.
-IT^-^S] A DOMENICO BBIOHI£RI COLOMBI 4321
L' emineatissimo Querini mi ha chiesto il mio debol parere intorno
alla communione popolare, e alla riforma delle feste. Ho detto quel poco
che ho saputo, e. con tutto l'ossequio, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4579.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 15 Agosto 1742.
B. BiBLiOTKCA BiccAHDiAHA, FiroDse, edita [ìMS]»
Sempre più vo scorgendo con quanta saviezza e con quali sode ri-
flessioni V. S. illustrissima parli de' correnti aflFari, e me ne rallegro con
lei. Ella si va mettendo in istato di arrivare un dì a qualche Ministero,
e questo anch' io gliel' auguro. Le rendo poi vivissime grazie per le nuove
sue osservazioni erudite. Al ricevere questo mio foglio potrà esentarsi da
ulteriore fatica, perchè credo che non mi resterà più tempo, giacché vo
mettendo insieme 1' indice. Oh che fatica lunga ed asinesca I Vo anche
stendendo qneW Errata che posso: ma non ho tempo, né voglia di rileggere
le iscrizioni. Lo spedir io in fretta a Milano quelle che mi andavano ve-
nendo, e il non poter vedere le mandate, né la stampa, ha cagionato la
duplicazione di alcune, e eh' io non abbia avvertito meglio a certi sbagli.
Mia disgrazia é il dover sempre stampare lungi da me.
Della bontà ed amorevolezza di V. S. illustrissima ho nuove pruove
anche nell' ultimo suo foglio, in cui mi parla del mio salario arenato, e le
protesto le mie obbligazioni pel suo buon volere. Ma non occorre far passo
alcuno, perchè il re Sardo, che mi fece molte finezze allorché fu qui, mi
ha fatto assicurare che sarò pagato colla porzione sua. Ma forse neppur
questo benignissimo sovrano s' incomoderà, dicendosi che abbia a seguire
qualche aggiustamento col mio Padron serenissimo, che esibisce di conse-
gnare anche le fortezze della montagna. Se sarà vero, in breve lo sapremo.
Intanto, strana cosa mi è paruto l' intendere che costi sia stato cre-
duto, aver io scritto per Parma e Piacenza contro cotesta Corte. Ciò è
falso, falsissimo. L' avvocato Niccoli, poscia consigliere del re di Napoli
e monsignor Fontanini. quelli sono stati che hanno scritto, e non già io,
che ho sempre avuto tanta venerazione per l' augustissima Casa d" Austria,
e serviva al duca Rinaldo, sì attaccato alla medesima, sotto il quale sa-
rebbe stato gran delitto Tosare di scrivere in favore di Roma. Ben mi
duole che a lei non sia peranche giunta la parte II delle mie Antichità
Estensi. Se la riceverà, come desidera, vedrà s' io abbia avuto un parti-
colare ossequio al defunto Augusto, e a tutta la sua angustissima Casa.
Di grazia, s' informi meglio, come sia corsa costì una voce tanto ingiu-
riosa alla verità.
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori, — VoL X. 878.
4322 LODOVICO ANTONIO MUKATORI [1*743-
Continuò l'armata spagnuola la sua marcia, o vogliam dire la sua
fuga, sino a Rimini. Parea clie volesse fortificarsi in quelle parti, ma poi
prosegui il viaggio sino a Pesaro, inseguita dall' altra con discreta lonta-
nanza, niuna apparenza essendoci di battaglia. Non si sa fin dove gli
austriaco-sardi vogliano accorapagnai'la. Alcuni credono che i Tedeschi rin-
forzati che sieno da seimila che debbono venire da Trieste, scortati da
tre navi inglesi che sono nell' Adriatico, vorranno visitare il regno di Na-
poli; ma ciò che sarà, ninno veramente lo sa. Scrivono che il re siculo
alla tavola si scaldò forte contro la moglie, per la ritirata del suocero, e
si temeva eh' essa volesse congedarsi da lui. Pareva che d. Filippo vo-
lesse tentar qualche cosa per la valle di Barcellonetta ; si crede che ter-
mineranno in nulla i suoi movimenti. L' afìare di Praga, quello è che
oggi tien tutti in aspettazione. Se il Maillebois va al Reno, ognun predice
r esito di queir assedio, e le sue conseguenze. Qualora poi le Potenze ma-
rittime entrassero daddovero in ballo. Dio sa quando più s' avrebbe la
pace! Gran diserzione negli Spagnuoli. Lieve non è stata quella degli
altri. Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi rassegno, etc.
4580.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, 17 Agosto 1742.
Edita [108].
Veggo quanto ha risposto il padre Angelita, e rendo ben vive grazie
alle premure di V. P. per guadagnarmi altri lumi. 0 perchè mai Ascoli
non è più vicino! Pazienza. Certo è che nulla, e ne pure risposta ho po-
tuto mai vedere di quella persona, a cui ella parlò due volte in Roma.
Da ciò si conosce il cuore. Mi protesto ben tenuto al reverendissimo
padre procuratore generale Terzi. Ancorché io abbia fatto copiare questa
mia operetta, e 1' abbia data a quei padri, perchè la riveggano, e però
non vi sia tempo da perdere: pure avrei caro, che V. P. pregasse di
qualche notizia per mezzo d'esso reverendissimo intorno alle frutta selva-
tiche, che nascono nel Paraguai. Queste selvatiche mi pare strano, quasi
che quelle terre non producano buone frutta, come succede in tutte le
altre parti dell' Indie. Parla esso padre Angelita di due sorte d' animali,
cioè Bicugne e Suatiacchi, a me sconosciuti. Saprei volentieri, che sieno;
siccome ancora, se, oltre alle campagne di Buenos Aques [Ayres], e ne' boschi
di qua dal Rio della Piata o sia al levante, v' abbia alti'i boschi presso
l'Uraguai, e Paranà, dove si truovino buoi, e vacche selvatiche. Mia
disgrazia è, che quel buon religioso non abbia la mano spedita a scrivere.
-1*743] A OIROLAMO TARTABOTTI 4323
Avrei creduto, ohe cotesto sacro luogo fosse sufficientemente provve-
duto di libri, e libri santi, ottima compagnia per chi viva nella solitudine.
Ne avrebbe ella bisogno per 1" assunto suo. Ma si faccia animo. Dio e
Sant'Agostino le somministreran quel che occorre : e potrebbe anche pren-
dere in prestito da Roma ' quello, che le maucasso. Con che, rassegnandole
il mio ossequio, mi confermo, di V. P.
4581.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 17 .\gosto 174:^.
BiBLiOTBCA CoMuxALK, Ferrara.
Orsù, se non avete empiuta la borsa, e se avete avuto non poche
busse, contentatevi: che finalmente il brutto temporale è passato; ma da
noi Dio sa quando finirà. E poi dicono, che già i cinquemila scadi sieno
stati dati a conto da gli Spagnuoli a voi altri.
Per gli 21 del corrente aspettiamo qui di passaggio 3 mila savoiardi,
vegnenti di Romagna, e credonsi inviati verso il Piemonte. Dicono, che
due altre colonne col re abbiano da tener dietro a questi. Cosa sieno per
fare i Tedeschi noi sappiamo. Qualche voce corre, che, don Filippo entrato
nella valle di Barcellonetta, abbia impreso l' assedio della fortezza di
Demont. In somma gli affari seguitano ad essere imbrogliati anche in
Germania, né abbiam luogo di sperar pace. Con che, rinnovando le proteste
del mio ossequio, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4582.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Torino.
Modena, 17 Agosto 1742.
Abohitio Soli Mukatobi (R. Bibl. Est.), Modena, edita [113].
L' inchiusa è del signor Argelati, il quale vorrebbe che V. S. illu-
strissima rivedesse il di lui gran trattato De Scriptoribus Mediolanensibus,
e vuole che io la preghi di questo favore, giacché il manoscritto è già
stato spedito a cotesta [ volta ]. Farà ella ciò che le parrà meglio ; e a me
basterà che gli faccia conoscere averla anch' io pregata di questo favore.
Quanto al manoscritto del Porcellio, giacché V eccellentissimo signor pro-
curatore é per favorirmi, lo sto aspettando; e venga pure colla di lei
prefazione che, quale verrà, sarà anche stampata.
* Dimorava in S. Paolo fuori le mura di Roma.
4324 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT'-iS-
Mi scrisse ella una volta di aver certe cose sue da stampare; perchè
le lascia dormire?
Con rassegnarle i sentimenti del mio vero ossequio, mi ricordo, di
V. S. illustrissima.
4583.
A GIROLAMO BARUFFALDI in Gerito.
Modena, 23 Agosto 1742.
Archivio Soli Mubatoki {R. Bibl. Est.), Moileua,
Per V. S. illustrissima sono state passeggiere le disgrazie: per noi
state maiuscole, sono e saran permanenti, finché Dio ci doni la pace. Certo
è, ch'io era si sbalordito e svogliato, per ragion di questo flagello, che
per due mesi nulla ho potuto fare. Mi truovo anche con flussione ad un
ginocchio, e con qualche altra pensione della vecchiaia. Con tuttociò sono
in piedi, ma non posso far di meno di non lagnarmi, al vedere l' aggravio
di questo Pubblico, e lo stato presente del mio Padrone.
Godo io poi, che la di lei chiesa sia partecipe della pontificia benefi-
cenza, e che si lavori per ingrandirla, o abbellirla. Ne' secoli barbari si
sarebbe fatta una santa, del cadavere incorrotto di quella giovane.
L' iscrizione di Monandro è stampata sul fine della mia Raccolta. Poche
parole ne ho detto io col nome di V. S. illustrissima. Può ella illustrarla:
e ne verrà gloria a Cento, che. per mezzo di tale antichità potrà comin-
ciare a pretender luogo fra gli antichi Romani.
Desideroso sempre della continuazion del suo amore, con assicurarla
della costanza inalterabil del mio, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4584.
A GIROLAMO TAGLIAZUCCHI in Torino.
Modena, 23 Agosto 1742.
E. Archivio di Stato, Torino.
Per parte vostra mi son state consegnate tre copie della Prefazione
alle rime di M. Laura, in cui mi veggo favorito dal signor dottore Schiavo
[Biagio]. A voi ne porto i primi ringraziamenti. Gl'invierò poi anche
all'autore. Scrivetemi prima, s'egli si truovi in Venezia, o pure in Este.
Noi siamo stati sotto il flagello della guerra, e ci siam tuttavia, e ci
staremo, finché a Dio piaccia di restituire la pace a tutta l'Europa. Mi
son trovato si sbalordito in mezzo a questi guai, che né pure io sapeva
-1*74S1 A FORTUNATO TAMBURINI 4826
scrivere una sillaba. Molte finezze per altro ho ricevato dal vostro benignis-
simo re, molte dal signor marchese d' Ormea. e dai principali della sua
corte. Voi avete da ringraziar Dio della quiete che godete. Datemi buoni
avvisi della vostra sanità, e de' vostri studi. Sono, ed. eternamente, sarò,
tutto vostro.
4585.
A LORENZO BRUNASSI DI SAN FILIPPO in Napoli.
Modena, 24 Agosto 1742.
Musco BsiTAiniioo, Londra.
Gi'an tempo ha che fu spedita a V. E. la balletta de' libri richiesti, e
s'ebbe avviso del suo arrivo al mare, di maniera che dovrebbe essere
pervenuta alle di lei mani. Ma non ricevendone io riscontro alcuno da lei,
ne sono in pena, per timore di qualche disgrazia. Questo è il motivo che
mi fa prendere la penna, per ricordarle il mio ossequio, e pregarla di av-
viso se finora le sia giunta essa balletta, acciocché, occorrendo, io possa
usare le dovute diligenze.
La vostra guerra pare terminata. La nostra continua tuttavia, e du-
rerà finché Dio ci renda la pace: ma, intanto, resteremo desolati. Ringrazi
V. E. Dio per la quiete che suppongo si goda costi. E con ciò. ossequio-
samente, mi ricordo, di V. E.
4586.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 24 Agosto 1742.
Arobitio Soia Muratori ( H. BiM. Est. ), Modena.
In risposta all'ultimo stimatissimo foglio di V. S. reverendissima, le
dico che torna indietro tutta l'armata austriaco-sarda. Precede la sarda
e domani avremo qui qualche migliaio di cavalleria a distruggerci, incam-
minato verso il Piemonte dovrebbe : il re questa sera o domani essere alla
Certosa di Bologna con pensiero di vedce quella città, e poi verrà a
trovarci, poscia s'invierà a casa. Si fermeranno in questo stato gli Au-
striaci, e qui sarà il quartier generale, per finire di desolarci. Dicono fatte
certo aggiustamento col Padron nostro che consegnerà le fortezze della
montagna, ma non ne sappiamo finora le condizioni, d. Filippo non ha
forze, né tempo, da penetrar per le montagne.
Solamente temono questi signori che possa voltarsi alla Savoia per
quivi svernare; al che non hanno ripiego. Perderebbe il re tre milioni
4326 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [1*748-
di lire. Certo è che la Francia non può, o non vuol, per ora, impicciarsi
negli affari d'Italia, Dall'esito di Praga dipendono molte cose: e benché
si dica e creda, che né la Trancia, né le potenze marittime vorrebbono
maggior impegno, pure i più saggi non osano fin qui sperare la pace.
Mi dirà poi V. S. reverendissima dove il Montemar, che é uscito glo-
rioso, benché fuggendo da questo cimento, andrà a terminar colle sue
truppe. Se ad Orbitello, come si fideran questi signori della Toscana? Se
nelle Sicilie, come sarà vero ciò che si pretende, avere il Sassone, nel suo
aggiustamento, voluta la neutralità del genero ?
Egli é verissimo che si stampano in Venezia i miei Annali dalla na-
scita del Signore sino al 1500. Due tomi in quarto son già stampati, ma
quel librajo uon vuole dar fuori l'Opera ^ non terminata. Lavora il
nostro padre Bardotti intorno ai primi abitatori dell'Italia e sai*à bella
cosa.
La bolla pontificia intorno a i riti cinesi, m'immagino che sai*à dis-
piaciuta, ella sa a chi. S'incammina verso lo stampatore la mia Risposta;
e, se Dio vorrà, vedrà la luce. Con che, ossequiosamente, mi rassegno, di
V. S. reverendissima.
Sussiste il congedo dato dal marchese Lucchesini al suo segretario;
ma non ne sappiamo il perchè. Esso cavaliere è tornato al suo governo,
per felicità de' Reggiani.
Nulla so dell'altro, che é tuttavia ritenuto. Ma, se è vero l'aggiusta-
mento verisimilmente sarà rimesso in libertà.
4587.
A FRANCESCO III DESTE in Modena.
Modena, 26 Agosto 1742.
K. Akchivio di Stato, Modena, edita [103].
Serenissima Altezza,
L'età avanzata e vari incomodi di sanità, a' quali è sottoposto Lodo-
vico Antonio Muratori, umilissimo suddito e servo attuale di Vostra Al-
tezza Serenissima, obbligano il medesimo a fare ricorso alla somma di
lei benignità per supplicarla che si degni di sollevarlo dal peso del du-
cale archivio, con voler dichiarare il dottor Gian Francesco Soli, pre-
posto della Pomposa di Modena, suo nipote, archivista o sostituito suo,
con assegnargli il mensale salario di lire cento, prese da quello che fa
dare la generosa bontà di Vostra Altezza Serenissima al medesimo Mu-
ratori. Che, per la grazia, etc.
-1*7 4:3] A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI 4827
4588.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, '29 Agosto 1742.
B. BiBLiOTKCA fitcoAKoiAMA, Fireuze, edita [163].
Air ultima di V. S. illustrissima del 18 corrente rispondo con dirle
che se è grande l' aspettazione vostra per gli aflfari di Praga, non è mi-
nore la nostra, perchè da questo grave impegno dipende il poter pene-
trare qualche poco nel buio dell' avvenire. Intanto è in movimento verso
quelle parti il Maillebois. Sapremo a suo tempo se arriverà a tempo, o,
arrivando, se andrete ad incontrarlo. Qui si tengono anche in oscuro le
risoluzioni del Sassone. Quanto all' Italia la festa è finita per ora. Gli
Spagnuoli come fuggitivi han continuato il loro viaggio, e si tien per certo
che vadano a riposarsi, dopo tante fatiche, a Napoli.
Questa mattina è giunto qua il Re di Sardegna, alloggiato fuor di
città, due miglia lungi di qua. Oggi dopo pranzo mi son portato ad in-
chinarlo, e T ho trovato con la solita benignità. L'ho ringraziato della sua
clementissima disposizione di continuarmi il salario, e tutto colla porzione
di queste rendite a lui spettante. Però spererei che il buon cuore di
V. S. illustrissima non avesse a fare alcun passo per me, non lasciando io
di protestarmele obbligatissimo per V ottima sua volontà di favorirmi. Le
truppe sarde tornano quasi tutte in Piemonte. Avremo in questo Stato il
grosso delle austriache, giacche gli affari del Principe nostro non son
punto migliorati, ancorché egli sia per cedere volontariamente le fortezze
della montagna.
Bisogna che si sia smarrita qualche di lei lettera, perch'io non truovo
che m'abbia mai accennato quel Collegium Corporis, né iscrizione dove
una figlia sembri avere due padri. Pazienza ! non e' è più tempo. Troppa
fretta mi fa il signor Argelati per l* indice, ne vuol tardar a dar fuori
il tomo. Niun può immaginarsi che strana asinesca fatica sia il solo or-
dinare un Indice di tanti marmi: e pur questo né pure sarà un capo
d'opera.
Vegga dunque V. S. illustrissima, di ripigliare il trattato De CoUegii;
ma lo tratti posatamente, perchè fretta non occorre per far bene. Certo è
che l'argomento porta gran copia di erudizione e abbisogna di critica, e
può anche ascendere a molta mole. Né mancherà stampatore che ne re-
gali r autore.
Starò aspettando le Tavole Genealogiche, e ne scriverò poi a Firenze.
Se il signor Gori avesse ricevuta di lei lettera, certo le avrebbe risposto.
4328 LODOVICO ANTONIO MUKA.TÒBI [IT'-iS-
Egli s'è ritirato da quella Società. Oggidì è il signor dottore Giovanni
Lami che la sostiene.
Non so che mi dire della troppa collera del signor Gaspari. se non
che in mano mia non è stato il rimediarvi. Se Dio vorrà che si stampi
la mia Risposta a sette o otto, che con gravi ingiurie hanno replicato al
mio Trattato De Superstitione vitanda, ella vedrà s'io abbia saputo con-
tenermi. Assaissimo m'è dispiaciuto d'intendere che anche il signor Ber-
tolani risenta i cattivi influssi delle correnti calamità; e, s'egli verrà in
Italia, bramerò che trovi nicchio conveniente al suo grado e merito. Rin-
grazio la di lei bontà per avergli suggerito d'inviare a Dresda il tomo
rimasto presso di lui delle mie Antiquitates Italicae. Vo io temendo del
buon esito delle Dedicatorie d'essa mia Opera. Le legature e il porto
delle copie mi costerà assai, e forse nulla raccoglierò.
Se verrà il libro del dottissimo benedettino, lo leggerò volentieri, e
porterò con mia lettera i ringraziamenti dovuti alla di lui generosità. In-
tanto la prego di ricordai'gli la mia stima e rispetto. Con che, rinnovando
le proteste del mio inalterabile ossequio, mi confermo, etc.
Attendo in breve il mio trattateli© dei Difetti della Giurisprudenza,
e desidero occasione per inviargliene copia.
4589.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 4 Settembre 1742.
BiBLioTKCA ComunaijK, Piaceiiza, edita [179].
In risposta all'ultimo carissimo foglio di V. S. reverendissima, dimando
io conto perch' ella non abbia detto parola del sito, dove si son fermate
le truppe di Montemar; e giacché non si vogliono né ad Orbitello, né
nel regno di Napoli, dove le voglia ella allogare; e se la neutralità del re_
siciliano sia stata con consenso del pappa e della mamma o pure senza.
Quanto a noi, ci vien detto, che il Montemar si sia fermato ad Assisi
e Perugia. Ma quivi pare impossibile che possa svernare, e però eh' egli
sia per passare in Toscana, o venire in Romagna. Questo sospetto ha so-
speso gli animi di questi Mastri di guerra. Per tutto il 31 d'agosto do-
veva essere libero affatto lo Stato pontificio : ma i Tedeschi si fermarono
a S. Giovanni, né so se oggi siano passati sul nostro a Bomporto. Qui s'è
fermato della cavalleria sarda, ed erane marciata avanti dell'altra, ed
han avuto ordine di far alto. Insomma per noi tutto va alla peggio. Il
re e il marchese son tuttavia in Reggio, dove si fanno i consigli di guerra
-l'7'éSl A.D ANaiSLO 0AJ.0OXRÀ 4829
e spezialmente per dividere la preda. Pare che il secondo non si fidi del
primo, ma io credo che abbia torto, né tengo per verosìmile che il re
abbia mai da volere Spagnuoli in Lombardia. Per altro è certo che l'Ar-
mata di don Filippo è entrata nella Savoia, e diremo che sia penetrata
anche nella Valle di Morienne, il che non è picciolo danno per B. M. ri-
cavando egli milioni dall' Oltremonte. Oh quanti imbrogli! tntti per l'am*
bizione e poca fede dei signori Francesi. Gran sangue costerà Praga, e i
più credono che non giugnerà a tempo il Maillebois. Ciò nonostante du-
rerà la liera danza in quelle parti, se Dio non mandasse la pace, di cai
dicono, che il Prussiano tratta forte, volendo alcuni, che certamente gli
Olandesi conserveranno la neutralità. Ecco quel poco che io so.
Non posso dirle finora se la consaputa Risposla troverà opposizione
per la stampa. Se ne avran contezza certuni, infallibilmente faran valere
la loro onnipotenza, giacche so. che hanno impedito infino la ristampa
della bolla de' riti cinesi. Sarà per viaggio, e fors' anche sarà giunto costà
l'eminentissimo Querini. Saprà poi dirmi V. S. reverendissima se si tratti
di farlo restare costi, essendo veramente arnese come necessario del suo
paese. L'abate Frugoni, licenziato dalla casa del marchese di Sissa, è andato
a Venezia a cercar pane. Lo troverà ? Noi abbiam qui il cons. Cristiani
[Beltrame]. Ma egli non avrà autorità di farci del bene e dovrà compiagnere
la nostra desolazione, senza potervi rimediare. Ossequiosamente, mi rassegno.
4590.
AD ANGELO CALOGEEÀ in Venezia.
Modena, 7 Settembre 1742.
BiBMOTBCA Impskialk, Piotrobargo.
In risposta a due stimatissime di V. P., le rendo io vive grazie di
quanto ella è per cooperare per l'edizione de* miei Annali. Quando ella
truovi cose che non possano piacere costi, abbia pure la bontà di avvi-
sarmene. 0 io muterò, o pure correggerò: e quando io non creda che la
verità lo comporti, si potrà sempre ricorrere al ripiego di qualche anno-
tazione proveniento da altri. Vedrà ella per altro, aver io avuto ogni pos-
sibil riguardo per la gloria di cotesta serenissima Repubblica.
Farò ti-ascrivere le pagine da lei accennatemi, e gliele manderò.
Torno ora a cotesto mio manoscritto. S'ella s'incontrerà in errori
manifesti, o miei, o del mio copista, li corregga pur francamente, perchè.
anche rileggendo, mi scappano sotto gli occhi.
' Sue lettere in Arehivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.** 13 da Milano, Parma
1744- '49.
4330 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [1*748-
Dica al cavaliere suo amico, che quella moneta non può essere di un
re longobardo. Io, per me, la stimo di qualche re della Serbia, o della
Bulgheria, o d' alcun' altro di que' barbari paesi. Vegga nelle mie Antiqui-
tates Italicae, la Dissertazione De Moneta, dove ho rapportato in fine una
moneta di VROSIVS re della Servia. Convien cercare nella cronaca del
Dandolo, e nella Dalmazia del Lucio, se s'incontrasse qualche re di quelle
contrade. I Longobardi cominciarono tardi a battere moneta, e io ritengo
per falsa la moneta di Alboino. Poco tempo egli ebbe da batterne.
Nulla si trova qui de' manoscritti di s. Pier Damiano, né so, che al-
cuno abbia veduto opere sue inedite, dopo l'edizione fattane in tre tomi.
Se fra voi altri monaci, e in Roma non se ne truova, difficilmente se
ne troverà altrove. Vegga nondimeno la biblioteca del p. Montfaucon,
eh' io non ho. Oon tutto lo spirito, mi rassegno, di V. P.
4591.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Rovereto.
Modena, 7 Settembre 1742.
Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena.
Finalmente mi è giunto il manoscritto del Porcellio; laonde prego
V. S. illustrissima di portare all' eccellenza del signor procuratore Fo-
scarini i miei umili rispetti e ringraziamenti per questo favore. Io non
mancherò di avvertire il pubblico del suo animo generoso, corrispondente
all'altezza della sua mente. Il re di Sardegna mi ha detto che provava
gran piacere in parlare con lui ; né potea essere altramente. Farò eziandio
onore a quanto ella mi ha suggerito intorno a Porcellio. Il punto sta che,
non potendone io far tirare una copia, e correggerne l'ortografia, sia pu-
litamente stampata quest'opera.
Quanto a me, non mi ritiro dal veder quella del signor Argelati. Ma
non so qual cosa io sia per dire, dipendendo ciò dalla visita dell' opera.
I ciarlatani nella repubblica letteraria son pure l'incomoda gente; ma
peggio ben sono quegli altri, de' quali mi scrive V. S. illustrissima. Mi
son veramente meravigliato, come si facciano tanti maneggi per impedire
la stampa della Leti. Elis. In essa nulla vi ha contro il politico Governo,
né contro la religione o buoni costumi, eppure Occorrendo vegga se il
signor Ax'gelati la potesse servire.
Troppo spavento fu fatto al buon p. Calogerà un' altra volta, di modo
che dubito forte, eh' egli non si attenti a dare la lettera sopra Gio. Dia-
cono, che pur sarebbe cosa molto a proposito pel suo edifizio. Ella poi ha
ragione commendando la Locanda. Anch' io, ne' pochi viaggi fatti, n' era
-l^^S] A LORENZO BRUNA88I DI 8. FILIPPO 4881
ben contento. Felice lei. che è lungi dall'orrido ceffo della guerra. Noi
qui segaitiamo e seguiteremo ad esser ne' gaai, tali che roi tengono assai
mortificato ed afflitto. Rassegnandole il mio ossequio, mi ricordo, di V. S.
illustrissima.
4592.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Napoli.
Modena, 14 Settembre 1742.
MvsKO BiiiTAxaioo. Londra.
Lodato Iddio che finalmente ricevo da V. E. il lieto avviso d'esserle
pervenuta la balletta di libri tanto tempo fa a lei spedita, per cui le con-
fesso che io era in pena. Pazienza se fra* libri da me inviati, v* è di più
la parte I delle Antichità Estensi. Mi favorirà ella di tenerla presso di
se, perchè, in occasione d'inviarle il compimento delle Antiquiiates ita-
licae, e delle Iscrizioni, manderò anche una parte II delle Antichità Estensi,
e non sarà difl&cile l'esitar. quell'Opera in città si grande e si letterata.
Già le scrissi, ed ora replico il prezzo dei libri, eh' io le ho inviati.
Tomi I, II. III. IV e V Antiquitates Italiccte
per gli padri dell' Oratorio costano in tutto paoli 160 se. 20,16
Tomi I, II, III Thesaurus inscriptionum, per
li medesimi padri » 105 > 13,23
Introduzione alle Paci ...» pel signor dottor » 4 » — ,50
Antichità Estensi parte II . * Matteo di Varno » 20 » 25,—
Tomo V Antiquitates italicae, per V. E. . . » 32 » 4, —
Tomo V Antiquitates italicae, pel signor mar-
chese Tanucci » 32 » 4, —
paoli 353
Si aggiunge un tomo V Antiquitates italicae
che deve pagare il sig. don Ignazio Mai'ia
Como, per un suo amico > 32 » 4,03
sono in tutto paoli 385 se. 48,51
Tal somma prego V. E. di riscuoterla, e di farne la rimessa al reve-
rendo abate don Fortunato Tamburini in S. Callisto di Roma. Poiché, per
conto delli altri libri spediti dal signor Argelati, e commessi dal signor
Intieri, io nulla so dirle del prezzo, e mi stupisco come non ne abbia egli
scritto costà in inviarli. Né so dirle, cosa costano i Poeti latini volgariz-
zati. Non mancherò di scriverne a lui colle prime, e farò ancora che mandi
il foglio mancante nel tomo 23 Rerum Italicarum, ed altri a lui richiesti.
4332 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [1*74S-
S'era ancor qui inteso il grave pericolo in cui vi siete trovati voi
altri signori pel trerauoto. Ringraziamo Dio perchè egli si sia degnato di
farvi solamente paura, e che il male sia stato leggiero. Per altro invidio
a voi altri la quiete che vi siete procacciata colla neutralità. Ma noi re-
stiamo sotto il flagello : e questo, secondo le apparenze, va a crescere. Pre-
gando V. E. di conservarci il suo benignissimo amore, co' più vivi senti-
menti del mio ossequio, mi ricordo, di V. E. etc.
4593.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 14 Settembre 1742.
Archivio Soli Muratori ( B. Bibl. Est. ), Modena.
So chi è il mascherato Guarini: e, quantunque io non abbia veduto
la di lui opera, pure leggerò ben volentieri la risposta a lui fatta da co-
testo infaticabil signor segretario Borsetti, al quale ora prego V. S. illu-
strissima di portare i miei ringraziamenti più vivi, pel dono carissimo della
nuova sua erudita fatica.
Le guerre civili a me sempre son dispiaciute, e pur le miriamo si
frequenti fra noi italiani. Pure in fine queste possono servire alla verità.
È ben peggio il trovarsi da i poveri letterati chi impedisce la luce a i
loro parti, e li soffoca non ancora nati. Con sommo dispiacere ho inteso
il di più, eh' ella mi accenna.
Noi punto non sappiamo, chi sia destinato per la nostra chiesa, giacche
ancor qui si dice, che monsignor d'Appollonia non la vuole. Teniamo ben
per certo, che, durante questo torbido, non avremo vescovo.
'B'm certo è ancora, che i nostri guai giornalieri andran crescendo,
quando si verificasse che l'armata spagnuola avesse da tornar sul Bolo-
gnese. Mi saprà ella dire, se in cotesto parti, dove parea tornata la quiete
batta il cuore a taluno. Passati sul nostro, tutti i Tedeschi sono accam-
pati lungo il Panaro. Può immaginarsi, se stiamo bene. E peggio sarà,
se si accostassero gli altri.
Le vecchie monete ritrovate costi son da prezzare. Nulla forse ve
n'è, ch'io non abbia veduto, e date alla luce.
Il signor di lei fratello gode qui ottima sanità e pace. Io desidei'o di
godere della continuazione del di lei amore, e con tutto lo spirito, mi ri-
cordo, di V. S. illustrissima.
-l'^'éS] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4383
4594.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 18 Settembre 1742.
Archivio Soli Mcbatori (li. liibl. Ett.), Modena.
Per chi è esposto, come bersaglio, a ì colpi della mala fortuna, ogni
cosa va a terminare in male. S'erano slontanati da noi gli Spagnuoli.
Benché si fossero piantati i Tedeschi alle rive del Panaro, si sperava, che
almen parte d' essi audrebbe a svernare altrove, per essere noi impotenti a
tanto peso. Le truppe sarde, a riserva di un buon presidio in questa città
di là dall'Enza. Ora, ecco tornar gli Spagnuoli. Qui c'è stata intimata la
venuta almeno di 12 battaglioni sardi ; e se i primi, i quali fanno far prepa-
rativi in Bologna, si avvicinassero, si finirà di desolar quel poco di nostro
che resta. Perchè V. S. reverendis.sima saprà come gli Austriaci, in Bologna
stessa, in S. Barbarigo vollero per forza il bagaglio d'uflBziali spagnuoli.
e che l'eminentissimo Alberoni fece incarcerare per questo cinque persone
credute spie d'essi Austriaci, e che il maresciallo, non potendone ottenere
il rilascio, ha preso cinque innocenti bolognesi di S. Giovanni, non ne
dico di più. So che del pari sarà a lei noto il sequestro fatto in Mantova
delle rendite dell' eminentissimo Valenti', e l'arresto del di lui fratello.
Da ciò si vede non passar quella buona armonia, che pur si dovrebbe
con un pontefice il quale con tanta pazienza soffre il peso delle armi altrui,
ed osserva una rigorosa neutralità. S'è detto che marciassero in fretta
gli Spagnuoli, e che ne fossero giunti già alcuni a Rimini: ma non credo
sussistente tal voce.
Nulla abbiamo di Praga. Le apparenze sono che s' abbiano gli Au-
striaci a mangiar le mani, per non averne accettata la resa a patti di
buona gueri*a. Tengo io finora per una ciarla la dichiarazione degli In-
glesi. Quando l' Olanda non entri in ballo, né pur essi v' entreranno.
E da molti si vuole che gli Olandesi siano ingelositi per Ostenda, e
vogliano la neutralità. Insomma tutto è allo scuro, e solamente Uno, sa
come si abbia a continuare e terminare la presente tragedia.
Noi abbiam qui il signor Cristiani, amministratore generale del civile
ed economico di questi Stati, deputato non meno dal re che dalla regina,
essendo frottole di caffè le dicerie d' alcuni intorno al cangiar di vita. La
mattina degli otto arrivò a Torino il re sardo. Ha lasciato dapertutto
gran credito d' affabilità, moderazione, e saviezza.
Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 1 da Roma 174^.
4334 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'T'-éS-
Ora si che è decisa ogni quistione intorno a i governi e principati
antichi, da che in si augusto teatro, e da si accreditate teste, si sono
mandati in fumo i falsi supposti di certi ridicoli eruditi.
Me ne rallegro con cotesta Corte.
N. S. ha donato alla città di Eerrara lo reudite della carta bollata.
E colà si pensa a richiamarvi un rinforzo di milizie, e a rimettere l'ar-
tiglierie sulle mura. In Bologna si temeva di veder giugnere a di tre del
venturo la visita de gì' Ispani.
Con che. ossequiosamente, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4595.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 18 Settembre 1742.
B. Biblioteca Riccaediasta, Firenze, edita [153].
Mi son raccomandato ad uuo de nostri benedettini, che mi spedisca
a Bologna, con prima occasione, un involtino indirizzato a V. S. illustris-
sima, e il raccomandi colà per farglielo giugnere sicuro. Contiene esso tre
copie d'un mio Trattatello Dei difetti della giurisprudenza. Una sarà
per lei; l'altre due la prego per tempo di farle avere, una al signor Do-
menico Maria Manni, e Talti-a al signor Giuseppe Bianchini di Prato.
Due fogli di coteste Novelle Letterarie, che mi mancavano, mi favori
ben V. S. illustrissima d'inviarmeli; ma in quell'ordinario non venne il
foglio ventisei, che dovea venii-e. Alla di lei bontà mi raccomando per ot-
tenerlo. E qui, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo, di
V. S. illustrissima, etc.
4596.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 20 Settembre 1742.
Abcuivio Rocchi, Bergamo, edita [243],
Crederei che non si potesse fallare, tenendo per fatture degli antichi
i due sigilli capitati in mano di V. S. illustrissima. Se ne' truovano as-
saissimi, che non hanno se non il nome di chi se ne serviva. Quello in
corniolo è sigillo di Rutilio Lascivo, né richiede alti*a spiegazione. L'altro
CME
consistente nelle lettere Tp<pp convien giocare ad indovinare, potendosi
-l'7'4S] A DOMENICO BRIOHlSai COLOMBI 4335
intendere Siffilium Caji Meji Caji, Filii electi: o pare in nominativo
Q^jus Mejus etc. ovvero Caji Meji Caji Feiicis.
Cinque finora sono i tomi pubblicati delle Antiquitates Italicae. Non
andrà gran tempo che sarà terminata la stampa del VI che sarà l'ultimo,
e subito che si potrà mandar T Indice, si vedrà terminata quest' Opera.
Né pur dovrebbe tardare a darsi il IV cioè l'ultimo delle Iscrizioni.
Ultimamente in Venezia è uscito un mio tratta tei lo Dei di felli della
(irisprudenza.
La servirò col signor Vandelli. Il signor Gherardi è colla nostra
Ov^rte. Rassegnandole, con ciò. il mio costantissimo ossequio, mi confermo,
di V. S. illustrissima.
4597.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 20 Settembre 1742.
BiBuoTscA CoMuiALK, Ferrara.
Né pur io so, se si truovino in Italia le opere manoscritte di s. Jacopo
Nisibeno. Posso ben dire a V. S. che mi son prevaluto della notizia,
ch'ella mi porge, con iscrivere oggi a Venezia, e dar commissione ad nn
amico, che ne taccia ricerca nel monastero degli Armeni. Mi è somma-
mente piaciuta la di lei abilità, ed esibizione insieme di tradarle. Si pre-
sterebbe alla Chiesa di Dio un gran benefizio, se potessimo aggingnerle
questo tesoro. E quando veramente si truovino in quel sito, non tralascerò
mezzo e diligenza alcuna per poterle ottenere. Intanto, le rendo grazie
dell' avviso datomi, e, ofiferendomi tutto a i di lei servigi, con vera stima
ed ossequio, mi protesto, di V. S.
4598.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 25 Settembre 1742.
B. BiBLioTxcA BiccAKoiAiA, Firenze, edita [245],
Mi ha fatto maravigliare V. S. illnstrissima coli* ultimo foglio ano,
dicendomi quelle dure parole: Hominem non habeo, giacché il mondo va
a rovescio, ed è un pezzo che si pruova questo male. Altro non le posso
dire, se non che conviene sperare venti migliori da qualche libro eh' ella
dia alla luce, e possa piacere a cotesti satrapi. Un libro fa conoscere a
tutti r autore, e ne fa comprendere il merito e V abilità, di maniera che
4336 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT'-iS-
aprendosi l' occasione, si salta in qualche posto. Potrà giovarle il l'rattato
de Collegi, perchè è beli' argomento. Tale non sarebbe quello delle osser-
vazioni sopra le Raccolte dell' Iscrizioni, perchè riuscirebbe muro senza
calce. Pochissimi leggono gli autori del Tesoro critico del Grutero, perchè
di libri composti di conghietture, e di cose che nulla ha che far coli' altra.
Tali osservazioni bene è il farle e tenerle in serbo, ma solamente per
ismaltirle come ornamenti e parerghi in opera d' argomento seguito.
Con piacere ho inteso che le giugnessero già le Antichità Estensi ed
ultimamente gli Anecdoti col Trattato del Lampridio. Sto attendendo ri-
sposta se ostacolo alcuno sarà fatto all' altra operetta, con cui s' è risposto
ai molti impugnatola d'esso Trattato.
Ancor questa, a Dio piacendo, gliela manderò. Intanto è iìnita la
stampa del mio Trattatello Dei Difetti della Giurisprudenza, che è riuscita
di poca mia soddisfazione, perchè fatta quasi in foglio, quando avea da
essere in-4.". Ne ho destinata una copia anche per V. S. illusti-issima.
Ma come inviarla? Non conosco alcuno de' signori Tedeschi accampati sul
nostro, ma non in città. Mi dica ella come abbia da fare. Nulla finora
ho veduto io dello speditomi da lei : ma infine verrà. In iscrivere a lei
la buona disposizione del benignissimo re sardo verso di me (benché
siano passati quasi quattro mesi senza eh' io finora vegga un soldo ), dimen-
ticai di pregarla che tenesse in sé tal notizia per vari miei riguardi. La
prego ora di questo. Potrà bene, se le occorrerà, dire che del bibliote-
cario del signor duca di Modena non è stala avuta considerazione alcuna,
essendo egli stato riformato al pari di tanti altri servitori di questa Corte.
Miglior trattamento non doveva io meritare.
Qui le nostre nuove sono che gli Spagnuoli hanno occupato la Sa-
voia, con grave danno del re sardo; Montemar e Castelar richiamati a
Madrid. Le truppe loro si aspettano sul principio del prossimo mese nella
Romagaa, e forse anche a Bologna. Costoro sono stati la nostra rovina.
Ritornando 1' accresceranno, perchè sono in marcia molti battaglioni Sa-
voiardi, per tornare ad unirsi col maresciallo Traum, accampato sul nostro.
Sicché diverrà insoffribile il nostro aggravio. Delle ciarle che corrono,
nulla ne aspetti da me. A suo tempo ella mi dirà 1' esito del sanguinoso
assedio di Praga. Voglia Dio che nel verno venturo si tratti daddovero
la pace.
Si rida V. S. illustrissima del documento che viene minacciato da
Milano. Ci scommetterei, che 1' ha il signor Sitoni, le cui carte presso di
me han poco credito. Con tutto lo spirito, mi ricordo, etc.
-l'?'421 A DOMBNIOU BRICHIEBI COLOMBI 4887
4599.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, '^ Settembre 1742.
Edita 1 106].
Veggo le nuove premure di V. P. per ottenermi qualche lume da quel
pigrissimo religioso ; e s' egli entro un tempo discreto favorirà, ne reste-
remo tenuti al miracolo, ch'egli farà, ma più agl'impulsi di cotesto reve-
rendissimo padre Terzi. Di tutto io la ringrazio.
Non so poi intendere, come ella tema di urtare nel quietismo. Po-
trebbe essere, che, in leggendo le opere di s. Teresa, trovasse espressioni,
che sembrassero accostarsi agli errori del Molinos. Basterebbe dunque
aver sotto gli occhi la condanna d' essi per guardarsene. Benché per altro
non capisco, come ella apprenda questo pericolo, quando s' è prefisso di
fare un Trattato popolare. Il quietismo è fondato sopra una fina, ma falsa
sottil metafisica. Lasci ella andare qne' si sollevati mistici, che si dime-
sticaraente trattano colla divinità. S' ha da insegnare una maniera d'amar
Dio. che competa agi* ignoranti, né s' ha a far meditazioni, e nello stesso
tempo convenga ad ogni sorta di persone. Non s' ha da portare a tanta
purità, e disinteresse l' amore del nostro buon Padre, che escluda la brama,
e la speranza del premio con altra vita. Cosi insegnando, pericolo non vi
sarà d' urtare in iscogli. Con che, ossequiosamente, mi ricordo, di V. P.
4600.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena ( in villa ), 4 Ottobre 1742.
B. Biblioteca fiiocABoiAHA, Fireuze, edita [246].
Rispondo all'ultimo foglio di V. S. illustrissima del 19 settembre. Sotto
Praga avete voi altri signori sempre più confermato quello che ognun sa,
cioè che il vostro mestiere non è quello di prendere piazze, anche mal
fornite di fortificazioni, purché difese da brava gente. In campagna vi
voglio I Staremo ora a vedere che riuscirà fra voi e il Maillebois. Quando
sia vero, come ultimamente è stato detto, che sia sottoscritta l'alleanza
nostra col Sassone, il quale darà dodicimila armati, questo è guadagno
importante. Ma non essendovi apparenza che l'Olanda si voglia impac-
ciare in questa briga, né pure gl'Inglesi metteranno mano alla spada.
Spittolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. :274.
4338 LODOVICO ANTONIO MUBATOEI [l^J'-iS-
Qui da noi continuano i guai, e possono crescere, giacché gli Spa-
gnuoli tornando indietro, minacciano di venir sul Bolognese o Ferrarese,
e perciò avremo noi addosso l'armata austriaco -sarda. Già c'era il ma-
resciallo Traum con tutti i suoi. Ad ogni cenno verranno qua altri Sardi
da Reggio, Parma, Piacenza, etc. Ha spinto esso maresciallo due mila
cavalli e 500 fanti verso Lugo, per osservare i nemici, che si fan forti di
diciottomila combattenti (io li credo meno): ma se coloro s'inoltreranno, qua
si ridurran le forze della regina e del re. Già ella sa entrato d. Filippo
nella Savoia. Qui s'è veduto l'editto da lui fatto in quel paese. Dicono
che il re Sardo era in moto colle sue genti per passare colà. A me par
difficile l'impegnarsi in que' paesi, perchè le nevi potrebbono far delle
burle. Tuttavia se gli Spagnuoli fossero pochi, potrebbe darsi qualche ten-
tativo. Poco buona armonia passa fra la Corte e il papa.
Certamente decorosa è per lei la collazione dei manoscritti di De-
mostene; vorrei che fosse anche lucrosa. E mi rallegrerò quando udirò
stampata in Lipsia la di lei dissertazione.
Nulla io so delle opposizioni fatte dai protestanti al libro De Inge-
niorum Moderatione, perchè qua non arrivano le loro opere. Avrò ben
caro di sapere se alcuno abbia scritto centra d'esso ex professo, o pure
incidentemente.
In Italia, e non altrove, conviene stampare la difesa del trattato De
Superstiiione vitanda, perchè qui ne corre il bisogno. E, a Dio piacendo, si
farà qui. Per altro, l'ordine de' cavalieri di Baviera usa il voto sanguinario,
non mancando ivi, e in altre pai'ti chi va introducendo novità e dottrine
nuove nella Chiesa di Dio. Se arriveranno i libri da lei inviatimi, gliene
darò tosto avviso. Intanto, con tutto il cuore, riverendola, mi ricordo, etc.
4601.
A N. N. in Milano.
Modena (in villa), 4 Ottobre 1742.
Biblioteca Comunale, Piacenza, edita [215].
Indirizzo a V. S. un ballotto di carte che invio al signor Argelati
di Milano. Mi preme che esso vada ben sicuro e condizionato colà ; e però
gliel raccomando vivamente. Con che, caramente salutandola, mi ricordo.
-1*7431 AD ALESSANDRO aiUSEPPB OHIAPPINI 4339
4602. f
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena (ia villa), 4 Ottobre 1742.
Archivio Tacoli, Modena.
Paoli 32 aon quelli, che V. S. illustrissima dee pel tòmo V delle
Antiquitates Italicae. E questi potrà ella pagare al signor Fortunato Alti-
maui in casa della signora Paradisi. A riserva della flussione agli occhi,
la qaale è tornata a molestarmi, e di un' altra ad un ginocchio novamente
venuta, pensioni tutte della mia vecchiaia, io godo sufficiente sanità, e
sto godendo anche un pò" di villeggiatura al dispetto de* guai correnti. Mi
rallegro io con esso lei pel suo ottimo stato, e perchè speri di veder ter-
minata la stampa de' nuovi documenti di sua Casa, prima che termini l'anno.
Dovrebbe il tomo VI, cioè 1" ultimo delle suddette Antiquitates, uscire nello
stesso tempo. Con che, rassegnandole il mio costantissimo ossequio, mi
ricordo.
4603.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena (in villa), 5 Ottobre 1742.
Biblioteca Coudhalx, Piacenza, edita [217].
Non saprei dire cosa che V. P. reverendissima non sappia. Corse voce
che qualche spagnuolo si fosse veduto fino a Cesena, ma poi s'è messa in
tacere. Il maresciallo Traum spedi verso Lugo ed Imola 2 mila cavalli, e
500 fanti: e qui si credeva che il resto della sua truppa, ultimamente rin-
forzata con 1500 schiavoni, avesse anch'esso da passare a quella volta da
Bomporto.
Ma s' è poi saputo ciò fatto, per osservare gli andamenti del signor di
Grages, e ritirarsi poi al nostro Panaro, per finire di distruggerci nel pros-
simo verno. Caso che si fossero inoltrati essi Spagnuoli, hanno ordine al-
cuni battaglioni sardi di tornarsene qua. Vedremo dove terminerà questo
bratto giuoco. Certamente gli Spagnuoli han bisogno di paese più largo
ed ubertoso. S'è detto che il re Sardo con 25 mila persone si sia messo
per isloggiar dalla Sardegna d. Filippo. Ancorché sia certo che è partito,
pure non par molto verisimile quel disegno a cagione delle nevi. Tuttavia
se i nemici fossero pochi, potrebbe darsi un tal tentativo. Gli Olandesi
non si vogliono muovere, e, per conseguente né pur gì' Inglesi si muove-
4310 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'74S-
ranno. Ciò supposto, ella vede, se la Reggenza potrà dux*arla. Han detto
che si, d'accordo col re di Polonia, che le darà 12 mila armati; ma meglio
è aspettarne la conferma.
Se V. P. reverendissima vorrà aspettare, avrà da me una copia del
mio trattatene Dei Difetti della giurisprudenza. Ne aveva io mandato costà
una man di copie, credendo di poter soddisfare agli amici. La Corte ne ha
assorbito più di quel, che io pensava. Porse dai galantuomini sarà tolle-
rata tale operetta; ma non mancheranno di quelli che grideranno. Ella
mi difenda, per quanto potrà.
Il signor cardinal Cibo nel suo sacro ritiro farebbe bene ad esaminar
la sua coscienza, s'egli abbia a render conto a Dio d'aver perseguitata
la propria Casa. Egli è un santo, ma non gli accenderemo le candele.
Pinora non so come sia stimata l'opera di monsignore Antonelli per
Parma, Piacenza. Nulla ho letto del centra ; e ne pur mi curo di leggere
il prò. Ho risposto all' interrogazione di quel padre agostiniano, che mi
scrisse intorno al sinodo goano. S'intitola storiografo della sua Religione.
Ho avuto da impazzire intorno al solo ordinare gli indici delle iscri-
zioni. Oh che fatica asinesca ! Dio me ne libe/i. Con che, ossequiosamente,
mi ricordo, Me.
Mille e duecento cavalli sardi si aspettavano questa sera a Carpi.
4604.
AD ORONZIO STABILI* in Milano.
Modena ( in villa ), 8 Ottobre 1742.
BiBLiOTKCA Tkivulziana, Milano.
Riv.mo Padre Sig. mio Pron Col.»
Se non era V. P. che mi favoriva della copia del manoscritto goriano,
io ne era all'oscuro. E però la ringrazio ben vivamente del favore. Non
lieve insolenza è stata quella di quel signore che, senza mia licenza, s'è
voluto servire del mio nome, ed ha troppo sconciamente alterata la verità;
il che è peggio. In quella lettera eh' egli certo non oserà stampare, scritta
da me in fretta, gli additai due proposizioni ereticali e varj luoghi biso-
gnosi di correzione, bench'egli voglia far credere il contrario. Mi veggo
però in necessità di disingannare il pubblico, con un breve antimanifesto,
ed ora penso alla maniera, e al luogo dove stamparlo.
* Responsive in Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), n.° 12 da Milano, Pia-
cenza 1732 -'47.
-l^-érSl A OnmEPPE ANTENORE SCALABRINI 4341
Mi faccia servitore al padre Mauro Giorgi, e giacch'egli ha tanta bontà
per lei e per me. non lasci di darmene una prova con additarmi i luoghi
difettosi da lui osservati nelle Antiquitate» Italicae. A chi mi corregge,
se amichevolmente, io mi protesto obbligato al sommo, ben sapendo che a
me non compete la immunità da gli errori. Però il preghi vivamente di
questa grazia. Non mi ricordo se tenessi copia della lettera scritta all'emi-
nentissimo Querini. Ne cercherò conto, e. trovandola, la servirò.
In questa settimana andranno gì* indici delle iscrizioni. Oh che fatica
asinesca, diabolica I Gran flagello per me è stato questo. Nulla dico del-
l'altro pubblico flagello che va crescendo in questo povero paese. Dio vuole
cosi. Ho flussione agli occhi e ad un ginocchio. Ma. in qualunque stato,
sono e sempre sarò, di V. P. Ma come si trova ella in s. Pietro in Gessate ?
4605.
A BIAGIO SCHIAVO * in Torino.
Modena (in villa), 11 Ottobre 1742.
Bacoolta Pacali, Venexia,
Dal signor abate Tagliazucchi pervenne a me la prefazione alle Rime di
Madonna Laura, in cui vidi, che quel cortese stampatore, voglio dire V. S.,
ha voluto onorar me più di quello che merito. Ne porto a lei i dovuti
ringraziamenti; e giacche, alla conoscenza del di lei ingegno, ch'io già
aveva, s' è aggiunta ancor quella della sua gentilezza e bontà verso di me :
io bramerò da qui innanzi le occasioni di attestarle co i fatti, quell'affetto
e rispetto, con cui comincio a protestarmi, di V. S.
4606.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena (in villa), 11 Ottobre 1742.
Biblioteca Comusalk. Ferrara.
Non mancai di scrivere a Milano per l'opera ricercata costì. Finora
non ne ho ricevuta risposta.
Abbiam tutti occasione di raccomandarci a Dio. Il nostro male è certo.
incerto finora quello di voi altri, perchè non si sa, dove sieno per portarsi
gli Spagnuoli. Qui le truppe tedesche coli' altre sarde che vengono da Parma.
Reggio, eie. pare che si vogliano piantare come, prima, al Panaro. Si fanno
giunti i suddetti spagnuoli a Castel Bolognese : ma non l' assicuro. Del
* Kesponsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n." \ da Brescia 1744.
4342 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*74S-
numero loro chi dice una cosa, chi un'altra. La verità è, ohe non se ne
può rendere conto. Non andrà molto, che si vedrà, dove il mal tempo si
poserà. E Dio sa come da qui innanzi passerà per gli corrieri. Raccoman-
diamoci a Dio, che il bisogno è grande. Sono, e sempre sarò, di V. S.
illustrissima.
4607.
A TOMMASO DE MAZANGUES in Parigi.
Modena (in villa), 17 Ottobre 1742.
BlBLIOTROA DSLIiA B. ACCADBIflA DELLE SciEN'ZE, Torino.
Con sincero dispiacere ho io appresa dal foglio ultimo di V. S. illu-
strissima la poco buona salute del sig. Bimard de la Bastie. Il fondo che
egli possedè di erudizione, la sua sì soda critica in tutto ciò che egli
prende ad esaminare, sono motivi che tutta la repubblica letteraria dee
pregar Dio per la conservazione di si degno ed importante suggetto. Io
poi ne ho dei particolari, per li molti favori che ho da lui ricevuti e che,
non ostante l'esser egli tanto corrucciato verso di me, benché io non creda
di averlo meritato», tuttavia io sperava da lui in avvenire, del che mi
aveva assicurato anche la bontà di V. S. illustrissima ; però, se le mie po-
vere orazioni varranno, non lascerò cei'to di porgerle all'Altissimo, af-
finchè gli doni sanità e lunga vita. Prego lei di passargli i miei senti-
menti, e di offrirgli tutto quello che io mai potessi in suo servigio, sic-
come ancora di farmi sapere, quando potrà, il di lui stato, per appagarle
r ansietà di sapere il di lui ristabilimento. Già ho inviato a Milano gli
indici della mia Raccolta d' iscrizioni, co' quali si termina il tomo IV, e
cosi uscirò di questo assunto, che mi è costato di grandi fatiche. Spererei
ancora che, prima del fine dell' anno, uscisse il tomo VI delle mie Anti-
quitates Italicae Medii Aevi, con che sarà compiuta quest' altra opera. Ho
anche ultimamente dato fuori un trattatello Dei difetti della Giurispru-
denza che, probabilmente, non piacerà ai nostri dottori. Ma l'aver noi il
flagello della guerra in casa, e le disgrazie del mio principe, mi tengono
ora sì scorato ed abbattuto, che non son buono di scrivere una riga. Il non
avermi V. S. illustrissima detta una parola dell' armi straniere, che tanto
tempo si son trattenute in Provenza, mi ha fatto credere che non vi fos-
sero d'aggravio. S'ella ha nuove di M.' [La Curne di] S.* Palaye ' e della
sua opera, non me le taccia. E sommamente premendomi la continuazione
della di lei grazia, di questa la prego, con rassegnarle il mio inalterabile
ossequio, di V. S. illustrissima.
* Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), n° 4 da Torino, Parii-i 1740.
-l'7-421 AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4843
4608.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Napoli.
Modena (in villa), 19 Ottobre 1742.
Musso Bkitassigo, Londra.
In somma non ha pari la gentilezza e puntualità di V. E. essendosi
ella degnata di rimettermi per mezzo del p. abate Tamburini non solamente
il danaro a lei spettante, ma quello ancora del signor Como : con che restano
saldati i nostri conti sino al di d' oggi. Le rendo io somme grazie per
tante sue finezze, alle quali, nondimeno, mi dispiace di non poter corrispon-
dere con eguale puntualità. Non mancai già di scrivere immediatamente
a Milano per avere il foglio mancante G. 2. del tomo XXIII Rerum Ita-
licarum, incaricando il signor Argelati perchè me Y inviasse tosto per la
posta. Nulla ho finora veduto, bench' egli mi rispondesse lo invierebbe, ag-
giungendo ancora, che non avea mai ricevuto avviso alcuno di costà, che
mancasse alcun altro foglio ai libri inviati. Replicherò le istanze e aia
sicura V. E. eh' egli soddisfarà al suo dovere. Con tal congiuntura gli scri-
verò ancora la nuova richiesta di un corpo de" poeti latini volgarizzati, e
consiglierò il mandarne di più.
È uscito alla luce un mio trattatello Dei Difetti della Giurisprudenza.
Perchè non è possibile, ch'io truovi occasione per inviarne costà mi riserbo
di farlo allorché avrò a mandare qualche altro tomo : ed allora ne invierò
due da donare a i signori avvocati di Gennaro e Rapolla [Francesco].
Starò aspettando i poemi latini del primo, i quali son giunti a Roma; e,
ricevuti che io gli abbia, ne porterò a lei i dovuti ringraziamenti. Intanto,
la prego di assicurar amendue della mia singolare stima e rispetto.
Più che mai noi ci troviam qni ne" guai, da che voi avete cacciato
addosso a gli altri 1' armi spagnuole. Gridiam pace, pace : ma non so se
Dio ci voglia esaudire. Co i più vivi sentimenti del mio ossequio, mi con- -
fermo, di V. E.
4609.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena (in villa), 19 Ottobre 1742.
BiBLioTBCA COX0SAI.B, Piacenza, edita [227].
Sappiamo pur troppo, che l' ai-mata spagnuola è già pervenuta à Bo-
logna, e ci ha tirato addosso tanta gente austriaco-sarda, che avrebbe
4344 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [IT^-iJ^-
svernato altrove, ed è tornata per finir di desolare le nostre campagne,
Questi sono andati al Panaro, e certamente se mai volesse il signor Gages
tentare di passarlo, non potrà farlo senza rompimento di testa. Dove s' abbia
a rivolgere esso esercito spagnuolo, forse noi sa se non egli solo. A noi pare
inverisimile e pericoloso il tentare di passar verso Parma. V'ha chi dice
aver detto il Montemar, che né pur questi farà diversamente da quel
eh' egli ha fatto. Altri hanno sparsa voce aver già promesso a S. S. che
prima del fine del mese sarà evacuato lo stato della Chiesa. Ma i tempi
di guerra son pieni di ciarle e bugie. Sentesi ancora ( non so con qual
fondamento ) che gli Spagnuoli si sieno ritirati dalla Savoia. Se ciò fosse,
gran gloria ne avrebbe il re sardo. Ma meglio fia l'aspettar lumi mi-
gliori. Si dà ben per sicuro, che esso ne sia ritornato a Torino.
Lettera di Venezia porta, che gli Annoveresi invece di seguitare il
cammino verso la Fiandra, si sieno voltati per seguitare il Maillebois.
Aggiunge, che l' Olanda non vuol movere guerra alla Francia : ma che
darà un gran corpo di truppe alla regina.
Di ninna di queste nuove io intendo di essere garante.
Ne senta anche una. Dicono che il re cattolico adirato ccl figlio re,
richiami alcuni reggimenti a lui già ceduti; e che perciò verranno ti'e
reggimenti di fanteria e due di cavalleria. Intesi bene che questi ultimi
erano restati al signor Gages. Si può dubitare di più.
Sicché non vuole V. P. reverendissima eh' io le mandi il trattatello
Della Giurisprudenza: potranno cotesti signori legisti dir quanto vogliono
intorno all'ultimo capo d'essa operetta. Già ho protestato, che è permesso
decidere il contrario. Questo si decida, e ne verrà del bene al pubblico.
In confidenza le sia detto, che certa risposta pel voto sanguinario, benché
approvata dai teologi deputati, ha urtato in una secca, per la possanza di
chi non la vedrà di buon occhio. Però non converrà volgere il guardo
altrove, e Dio sa quanto questo intoppo le ritarderà la luce. Pazienza.
Mi dia buone nuove della salute tanto preziosa di N. S. perchè il
marchese Filippo Davia ne aveva sparse alcune assai per me disgustose.
Con che, baciandole le mani, e rassegnandole il mio indelebil ossequio, mi
confermo, di V. P. reverendissima.
Non è per anche giunto V ordinario di Milano, e Dio sa, se questa
mia le perverrà.
-l'74:Sl AD ANQBLO MARIA QUERINI 4845
4610.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena ( in villa ), 19 Ottobre 1742. •
Edita 1 106].
Molto bene mi è giunta la nuova lettera del p. Angelita. che mi, è
piaciuta non poco, perchè ne caverò qualche sugo da accrescere la mia
operetta. Tutto riconosco dalla somma gentilezza, ed amorevol premura
di V. P.. e però vivamente la ringrazio. Anch' ella ringrazi Dio di trovarsi
lontana dalla patria, cioè dall' aver sotto gli occhi i guai, che proviamo,
e che son cresciuti assaissimo per l'avvicinamento degli Spagnuoli. Se
Dio non provvede in qualche forma, avrà questo povero paese per mol-
tissimi anni a sentir le piaghe di questa guerra. Attenda V. P. con vi-
gore al suo nobil disegno, e preghi anche per me quel buon Padre, ac-
ciocché mi conceda d' amar lui, e non il mondo, e sopra tutto che impari
a far la sua volontà: il che non ho appreso fin' ora, benché con un pie
nella fossa. Riverentemente, mi ricordo, di V. P,
4611.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena (in villa), 19 Ottobre 17^.
BiBLioTKOA QnxBiHiAHA, Brescia, eilihi (253].
Nel benigno gradimento, con cui V. E. si è degnata di accogliere il
mio trattatello Dei Difetti della Giurisprudenza, io ravviso il tenore del-
l'incomparabil sua bontà, a cui anche il poco altrui fa comparir qualche
cosa. Di questa sua nobil virtù facendo ella provare anche a me i benefici
effetti, io reputo ciò a mia somma gloria, ed ora gliene rendo umilissime
grazie.
La nuova pastorale, di cui mi ha favorito la benignità di V. E., son
io persuasissimo che, come è piaciuta a me in sommo grado, cosi abbia
maggiormente a piacere a chi ne sa più di me. Essa ha troncato ogni li-
tigio, ed, unita colla precedente, tai fondamenti reca di decisione, che ap-
plauso e venerazione riscuoterà da per tutto. Piacesse a Dio che la Chiesa
santa in Italia abbondasse un po' più di vescovi, che potessero e sapes-
sero imitare il presente arcivescovo di Bologna e il presente vescovo di
Brescia, che, si egregiamente, cammina sulle orme dell'altro! Anche di
4346 LODOVICO ANTONIO MURATOBI [ 1*7 -43-
questo dono mi protesto io tenuto di molto alla singolare gentilezza di
V. E., alla quale, intanto, da questo paese, die sembra divenuto il centro
delle calamità, io auguro ogni maggior felicità, desiderando nello stesso
tempo a me la continuazioue della sua stimatissima grazia e protezione.
Con che, baciandole la sacra porpora, e rinnovando le proteste del pro-
fondo mio ossequio, mi ricordo.
4612.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 25 Ottobre 1742.
R. Biblioteca Kiccardiana, Firenze, edita [245].
Giornaliere sono le vicende della guerra. Veggo le vostre: ba anche
V. S. illustrissima da immaginar le nostre, perchè abbiamo addosso ed
aquartierate al Panaro Tarmi austriaco - sarde colla desolazione delle
campagne. E intanto giunti gli spagnuoli a Bologna, quivi per quanto
s'intende, si danno bel tempo. Ma quel non è sito da svernarvi, e però
staremo a vedere dove andranno a posarsi daddovero. Dicono che aspet-
tano da Napoli 5 mila combattenti, che il re padre ha ridomandato al
figlio come cosa sua. E veramente pare che quella forzata neutralità vada
in fumo. Le fortezze di Napoli ora son ben guernite, né temono più de-
gl' Inglesi. Quando sia vero che il re sardo abbia fatto ritirar dalla Sa-
voia don Filippo, gran gloria ne verrà a quel benignissimo principe; ma
bisogna aspettarne la conferma. E poi teme che essi Iberi vi ritorneranno.
Ah ! Iddio ci conceda la pace !
Finalmente ritornato di villa, trovai in mia casa un involto colle due
opere del padre Ziegelbauer, senza sapere onde fossero venute. Poscia da
Ferrara, cioè dal signor marchese Zavaglia, ho ricevuto altro involto con-
tenente un" altra copia delle suddette opere, e in oltre le tavole genealo-
giche del di lei signor padre, con una copia della di lei dissertazione
de lustitia et Iure. Nel venturo ordinario scriverò a cotesto dottissimo reli-
gioso, per ringraziarlo e congratularmi. Intanto, s'ella il vede, l'assicuri
del mio ossequio e del piacere da me provato per questo dono.
Ho letto la Genealogia Carrettana, fatica assai decorosa per la Casa
di que' cavalieri, e per l'autore. La prego di portarne i miei ringrazia-
ziamenti al signor suo padre, con dirgli, che può camminar l' unione della
Casa del Carretto con quella del Monferrato : ma che, per conto della di-
scendenza da Witichindo, mancano le pruove. Forse il marchese abate
Malaspina, confutato in più luoghi, potrebbe rispondere, e certo v'ha
qualche sito non assai chiaro : ma chi ha composta si bella fabbrica, saprà
-l'?'4S] AD ANTON FBAN0E80O GOBI 4347
ancho sostenerla. Parlerò col signor Menafoglio. per vedere se troverà
maniera d'inviare a lei il ti*attatello della Giurisprudenza. Se Dio vorrà,
che intanto si stampi la mia risposta alle tante dicerie de' protettori del
voto sanguinario, una copia anche di questa verrà.
Capitò qua ieri sera persona vegnente da Salisburgo, che mi portò i
saluti di quei cavalieri. Chiesto conto del signor Gaspari, amicissimo
anche suo, disse di non saperne nuova da molti mesi. Ci è corso il sos-
petto che fosse colto in Praga, altrimenti si può temere di peggio. Ho
veduto la bolla di Pio V. Essa mi par favorevole all' asserzione mia pel
conto degli schiavi cristiani, perchè dà facoltà al popolo romano, quando
son battezzati, di dar loro la libertà. Adunque il battesimo non la dà, e
chi non ricorre ad esso popolo, o ad altri mezzi, resta servo. Si diceva
che i boemi erano schiavi dopo la ribellione, e parmi di aver letto che i
Portoghesi nell' Indie hanno schiavi cristiani.
Nulla mi curo di quanto ha detto il Ludwig, a cui forse sarà dispia-
ciuta l'.aver io scritto, non esser cosi alla rinfusa da pubblicare le carte
antiche. Non l' ho però nominato. Degli Anecdoii greci non ho copia da
servirla. Se potrò averne, mi ricorderò delle di lei premure. I latini non
occorre ristamparli. In Olanda si pensava ad unir tutti gli Anecdoti. Al-
lora avrebbono potuto entrarvi. Più spaccio potrebbe sperare il trattato
De Ingeniorum Moderatione, e maggiore ancora l'avrà la ristampa di quella
De Superstitione vitanda, colla risposta di cui ho parlato poco fa. S'ella ve-
desse il sig. generale conte ( noi il chiamiamo marchese ) Pallavicino, desti-
nato al governo di Mantova, gli ricordi il mio ossequio. Mi son rallegrato
di tal nuova. Anche a S. E. il signor conte di Cervellon i miei rispetti.
Ella seguiti la sua fatica intorno alle cose Mancipi, e tenga per suo uso
ciò che mi scrisse dell'autore che parla della sentenza della Concezione. De-
siderandole intanto ogni maggior fortuna, ossequiosamente, mi rassegno, etc.
4613.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 26 Ottobre 1742.
BiBi,iOTKCA Mari'cklluha, Firenze, edita [1<3].
Se V, S. illustrissima desidera nuove del signor Gaspari. ne son vo-
glioso io anche più di lei. Ma sappia che niuno ne ha. Dappoiché egli si
parti di Vienna, niuno ha più saputo di lui. Capitò qua jer l'altro per-
sona sua amica da Salisburgo, e m'assicurò che neppur ivi s'erano rice-
vute sue lettere. Sicché il sospetto ci é corso, che dovendo egli passare
per la Boemia in andando a Dresda, sia stato colto in Praga durante
4348 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'74S
quell'assedio. E quando ciò non sia, come desidero, si può sospettare peggio
di lui. Se ne avrò nuova, ne farò partecipe anche lei.
Ricevei i fogli che mi mancavano per le Novelle Letterarie.
Vorrei provvedermi dell'opera che si stampa costi delle vite di al-
cuni principi e lettei'ati; e però avrei bisogno di sapere il prezzo per po-
terlo rimetter costà.
Il libro del signor d'Orville non merita che si spenda danaro per
pagarne la condotta. Però, se V. S. illustrissima con tutto suo comodo po-
tesse trovar occasione, che il portasse a Bologna al padre abate benedet-
tino di san Procolo, egli poi' mei rimetterebbe qua. Ho lettera d'esso signor
D'Orville, ne gli ho risposto finora. Mi dice che suo fratello è morto. Mi
faccia ella, di grazia, sapere qual d'essi fratelli sia quello che fu in Italia,
e ch'io conosceva. Forse questi è il mancato di vita.
Mi rallegro per le continuate sue fatiche intorno ai Medaglioni. Quanto
a me, si sbalordito e svogliato mi truovo in mezzo alle sciagure della mia
patria, che ho perduto ogni gusto e lena per le lettere. Ossequiosamente
mi raissegno, di V. S. illustrissima, etc.
4614.
A GIAMBATTISTA ZAPPATA* in Comacchio.
Modena, 26 Ottobre 1742.
Edita [89].
Veggo quant'ella mi narra intorno all'origine e cognome della sua
Casa. Potrebbe darsi che quel governatore spagnuolo di Modena passasse
a Ferrara, ed ivi l'avesse propagata. Bello è certamente quel rogito del
1577. A me dispiace che ha fatto viaggio il ducale archivio, perchè forse
vi si potrebbe ricavar qualche lume. Probabilmente ancora negli strumenti
di Ferrara s'incontrarebbono notizie, e però ella si dee raccomandare a
chi ha pratica dei documenti di quella città. Avrò io, intanto, presenti i
di lei desiderii, e, se cosa alcuna troverò a proposito, non mancherò di
partecipai'gliela. Con che, rassegnandole l'antico mio ossequio, mi confermo.
* Responsive in Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est. ), n.° 22 da Milano, Co-
macchio 1741 -'43.
-1*743] AD ALESSANDRO OIUSKPPK CHIAPPINI I 11'
4615.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI iu Roma.
Modena,- 6 Novembre 1742.
BiBLioTBCA CoMOKALK, Piacooza, edita [227].
Se V. P. reverendissima non ha novità di cotesto cielo, né pure il
nostro alcune ne somministra degne di lei: perciocché gli Spagnuoli stan
fermi ne' loro postamenti entro e fuori di Bologna, e gli ospiti nostri si
tengono tuttavia accampati al Panaro, essendosi portati tremila cavalli au-
striaci fino a Spilamberto. guatando intanto, se gli altri volessero fare i begli
umori: il che non par credibile. Se gravi affanni patisca questo povero
paese, non occorre ch'io lo dica. Le disposizioni di queste truppe sono di
distribuir la cavalleria per le case de' contadini, e di scaricar parte della
fanteria a Reggio. Carpi, Parma. Non c'è stata maniera di fare magazzini,
onde ella può figurarsi quel che avverrà de' nostri bestiami.
Per quel che dicono qui, la Morienna resterà alla disci'ezione di d. Fi-
lippo. Si tira una linea per coprire il rimanente della Savoja, dove tut-
tavia si truova il re. dopo averne fatto ritirare i nemici con molta sua
gloria. V'è stato qualche conflitto, ma il netto non s'è potuto finora sapere.
Quando fosse vero, che il re d'Ungheria non venisse più in Fiandra,
segno sarebbe che gì' Olandesi non vogliono entrare in ballo, e che ha poco
da sperare. Altri si figurano ciò provenuto da buone disposizioni di pace,
della quale viene scritto da più parti, ma, Dio sa, con qnal fondamento?
L'aver poi essi Olandesi disegnato un accampamento a Mastrich e presi
al loro servizio alcuni reggimenti della regina fa credere ad altri che final-
mente si caveranno la maschera; il che succedendo, miseri noi, perché Dio
sa quando finirebbe la tragedia.
Se il duca d'Holstein ottenesse la futura successione della Svezia,
come ve n' ha speranza, e venisse ancora chiamato alla Corona della Russia,
di grandi mutazioni vedrebbe il mondo avvenire.
Non si lascia di cercar via per rimuovere gl'impedimenti, ch'io ac-
cennai in una mia precedente, e mi si fa sperare, che la vinceremo. Cu-
riosa è la moneta d' oro, eh' ella ha acquistato, e merita molta stima ap-
punto, perchè non se ne intende l'autore. Per quanto io ne ho strologato,
nulla ne ho capito. Ma certo non può essere di Giustiniano I. Gli altri
Giustiniani è da vedere, se battessero moneta con iscrizione latina. Quella
del padre Baudari pare di. qualche principe".
Con baciarle le mani, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4350 LODOVICO ANTONIO MURATORI f l'7'4S-
4616.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 8 Novembre 1742.
BiBLioTKCA Comunale, Ferrara.
Solamente ora mi è venuta risposta dal signor Argelati di Milano
intorno al libro richiesto costi. Ecco le di lui parole.
« Il Daioz qui stampato, compimento del gius civile, si vende lire 33
tomi 2, ma manca il compimento del gius canonico. Io tengo tutti i 4 tomi
della prima edizione assai bella, mentre i due stampati qui sono pessimi.
Tutti 4 li darò per 10 scudi romani essendo rarissimi ».
Mi scriverà V. S. illustrissima quello eh' io abbia a rispondere.
Dica al signor d. Giorgio Garabed, ch'io scrissi molto bene a Venezia
per aver nuova del manoscritto di s. Jacopo Nisibeno ; ma che finora non
ne ho ricevuta risposta.
Siam qui in attenzion per sapei'e, se sia vero, che gli Spagnuoli si
sieno mossi da Bologna, e dove vadano a posarsi queste locuste. Certo è,
che ier l'altro questi nostri ospiti passarono il Panaro in tre colonne, ma
si crede, che non arriverà n più in là, che al Reno, e poscia torneranno,
a favorirci per compiere lo sterminio delle nosti-e campagne. Forse sono
iti per cogliere del foraggio in quelle parti; poiché, per venire alle mani,
apparenza non c'è. Se Dio non ci dona la pace, noi e i nostri vicini non
avremo che da piagnere.
Festa farete nondimeno voi altri signori per la beata Lucia da Narni.
Con tutto il cuore, riverendola, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4617.
A FEDERICO DI NAPOLI DI CAMPOBELLO in Palermo.
Modena, 9 Novembre 1742.
Archivio Soli Muratori [H. Bibl. Est.), Modena.
Voglia Dio, che la presente mia possa felicemente passare, e giugnere
a V. E., giacché per nostra rovina abbiam da questa parte le truppe au-
striaco-sarde, e sul vicino Bolognese gli Spagnuoli, che serrano i cammini;
e tanto più perchè sono in moto. Per quanto io credo, non per essere per-
sona sconosciuta, ma per non averla io ben distinta, non ha saputo ella
darmi conto del sig. don Pietro Giannelli. Doveva io scrivere al signor
-l'7'43] A QIHOLAMO TAOLIAZUOGHI 4361
don Pietro di Napoli Giannelli; e questi voglio ben' io sperare, che sarà
a lei ben noto, e che potrà con suo comodo tarmi sapere, s'egli abbia ri-
cevuto un mio foglio. Non mancherò io di significare a chi si dee il desi-
derio di cotesto libraio: ed ora che so a chi debbo indirizzarmi, occorrendo
d'inviarle qualche cosa, profitterò dell'avviso.
Felice V. E. che può godere con tranquillità della villeggiatura.
Quanto a me. poca me n'è toccata, avendo dovuto cedere il mio casino ad
uno de gli uffiziali, che comandano le feste in questo paese. Pazienza.
Finissero almeno presto questi guai con una pace. Ma Dio sa quando ciò
sarà. Tanto si fatte turbolenze mi hanno sbalordito, che mi truovo, da al-
cuni mesi in qua, svogliato d'ogni cosa, e fin de i libri.
Supplicandola di conservare per me il suo generoso amore, qui ri-
nuovo le proteste del mio inalterabii ossequio, e mi ricordo, di V. E.
4618.
A GIROLAMO TAGLIAZUCOHI in Torino.
Modena, 15 Novembre 1742.
B. Archivio di Stato, Torino.
Non si può se non lodare la risoluzione presa da cotesti giovani stu-
diosi d'illustrare le iscrizioni antiche, che costi si truovano.
Son capaci que' marmi di molta erudizione, purché si scelgano i non
triviali, contenenti qualche punto tenebroso dell'antichità, degno d'essere
illustrato. Però fate loro coraggio. Sarà per loro un bell'esercizio del loro
ingegno e studio, e ne potranno sperar molto plauso.
Mia fortuna ho riputato la conoscenza del sig. marchese di Craven-
zana dignissimo cavaliere, e di tali doti, eh' io son giunto a predirgli
ogni maggiore avanzamento in cotesta real Corte. Vedendolo, ricordategli
il mio ossequio. Ho conosciuto ancora il sig. marchese di Gorzegno ' | dal
Cari-etto ] il signor conte della Rocca seniore, e il sig. Gregori intendente,
ed anche il sig. marchese di S. Germano. Se avrete mai occasion di veder
essi, e il segretario del sig. conte di Kaunitz. ravvivate loro la memoria
della mia servitù.
Se avrete da scrivere al dottore Schiavo, chiedete di grazia, s'egli
abbia ricevuto una mia lettera. Perchè, quantunque io gli scrivessi, e
dipoi mi venisse una sua, restai tuttavia dubbioso, se questa fosse pro-
posta 0 risposta; ed io. in iscrivergli, avea fallato il nome, chiamandolo
(iiovanni, e non Biagio.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl Est. ), n.» 2 da Torino 1746-'4y.
4352 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [ 1*743 •
Con rallegrarmi di quel che preparate per le stampe, e con pregarvi
lunga vita, acciocché possiate veder pubbliche le vostre fatiche, vi ab-
braccio e mi ricordo.
4619.
A OASSIODORO MONTAGIOLI in Roma.
Modena, 16 Novembre 1742.
Edita [108].
Giuntomi il libro degli Affetti divoti di V. P., dono a me somma-
mente caro, di cui son tenuto alla bontà ed amor suo, non ho tardato ad
imprenderne la lettura. Ma nou ho potato terminarla, perchè, avendone
fatto motto con questo p. priore Aff'arosi, mi è convenuto prestarlo alla di
lui impazienza di vederlo: ed ho ben di che rallegrarmi assaissimo con lei.
Non e' è parte, o ritaglio alcuno della vita e delle azioni del cristiano, a cui
ella non abbia saputo applicare qualche versetto de' salmi. Ne potran certo
profittar l'anime buone, ed avranno orazioni non d'invenzione umana, ma
dettate dallo spirito di Dio. Ma quella prefazione oh! quanto m'è piaciuta!
E stesa con buono stile, con fondo di pietà, con unzione. Vi aggiunge la
traduzione de' salmi, che non è stentata, che è svelta e leggiadra. Adunque,
viva V. P. Ella ha nerbo per ben trattare anche l'altro nobile argo-
mento, che ha per le mani. Ma si ricordi bene, che, dovendo ella far toc-
care con mano, quanta sia la bontà a misericordia di Dio, correrà pericolo,
che a lei sia rinfacciato di non esserne ben persuasa, stante l'abbondanza
de' suoi dubbi, e scrupoli, se, per disgrazia, non fossero già cessati. Dio
vuol essere servito con allegria. Fa ella cosi? I santi erano gente franca,
non credevano Dio un fiscale arrabbiato: perchè dunque non fare come
tanti uomini dabbene e dottissimi? Torno a ringraziarla del dono, e mi
ricordo, con tutto 1' ossequio, di V. P.
4620.
A BERNARDO MARIA DE RUBEIS in Venezia.
Modena, 16 Novembre 1742.
B. BiBiiiOTECA Marciana, Venezia.
Con sommo mio piacere ho veduto il povero Bachiario da me risu-
scitato, ma lasciato al pari di Lazzaro orrido, con gli stracci sepolcrali
intorno, rivestito da galantuomo tornare a fare una bella figura. Sto ora
leggendo la bella, l'erudita dissertazione fatta per illustrar la di lui prò-
-l'7'421 A OOMKKIOO BRIOHIBBI COLOMBI 4853
fessione di fede, ed ho cominciato a leggerla con ferma persuasione che
sia fattni-a di V. P. Mi è venuto in dono dalla sua cortesissima mano;
questo è il suo stile latino elegante: sento la sua erudizione, la saggia cri-
tica sua, la sua discreta maniera di combattere, qnando alla pagina 31 mi
affacciano parole che mi vogliono persuadere esser egli autore diverso da
quello di questa dissertazione. Ora io sono a ringraziare la di lei bontà per
questo carissimo dono, e insieme a pregarla di significarmi chi veramente
abbia composta cosi bella operetta. So che negli anni addietro venne fuori
in cotesto parti un apologia di Ruffino centra di s. Girolamo, da me finora
non veduta. L'autore anonimo mi fu detto, che era nn valent'uomo.
Sarebbe mai venuta da lui la dissertazione suddetta? Di grazia non
mi asconda il suo nome, perchè amo di conoscere nn si dotto e giudicioso
scrittore, de' simili al quale pochi oggidì ne può mostrare l'Italia.
Non ho avuto tempo di leggere il testo, perchè poco fa ho ricevuto
il libro. Ma non ho voluto ritardare i ringraziamenti e gì' impulsi della
mia curiosità.
Delle grazie di V. P . compartite al signor abate Gherardi. già sono
stato avvertito, siccome so l'altre ancora, che, col sempre da me riverito
p. Conoina. va a me compartendo.
Di tutto le son tenuto, e qui, rinnovando le proteste della stima, amore
ed ossequio che le professo, mi confermo, di V. P.
4621.
A DOMENICO BRICHILRI COLOMBI in Vienna.
Modena, 19 Novembre 1742.
H. BiRbioTECA BiccAROiASA, Firenze, edita [24-5].
L' altimo foglio di V. S. illustrissima non mi portava novità alcuna.
Né pur io posso darne a lei, giacché stan saldi gli spagnuoli presso Bo-
logna, senza foi'ze da poter fare tentativo alcuno, e gli austriaco-sardi han
preso quartiere in Modena e suoi contorni, con la desolazione di questo
povero paese, essendosi la maggior parte distribuiti nei casini di villa e
nelle case de' contadini. Io ho nel mio un colonnello con una truppa di
cavalli e muli, colle guardie, etc. O sia che certi preparativi degli spa-
gnuoli dessero qui gelosìa per la Toscana, o pure che un lor corriere,
sorpreso dagli usseri con plichi e con otto mila pezze, recasse indizi di
disegai, il signor maresciallo Traun spedi 1400 fanti ad occupare i
bagni della Porretta sulle montagne del bolognese, per dove si può an-
dare da Bologna a Pistoia. Sono ancora guerniti i posti dell'altra via
del giogo.
Epittolario di Lodotiec AnUmio Muratori. — Voi. X. 27tS.
4354 LODOVICO ANTONIO MUSATOSI [1*?42-
Intanto i nostri avvisacci van parlando di pace, e che si sia alle
strette fra voi e la corte di Trancfort, e che anche gì' inglesi ne trattino
con la Spagna. Faccia Dio che non siano bugie, e che arrivi quel sospi-
rato giorno! Saprà ella meglio di me. se vi sia da sperare.
Siamo qui in aspettazione di sapere dove andrà a iinire la ritirata
del Maillebois, e s'egli lascierà di nuovo esposta la Baviera alle vostre
armi, o pure s'introdurrà in essa. Gran fortuna de" russiani, gran confu-
sione de gli svezzesi, che si son lasciati imbarcare dai francesi. Se mai
arrivasse il duca d'Holstein ad* essere re di Svezia e imperatore della Russia
(cosa nondimeno poco verosimile), oh allora si che si discorrerebbe del-
l'avvenire! Già ho consegnato a questo sig. Menafoglio un rotolo con due
copie del mio trattateli© Della Giurisprudenza ; una per V. S. illustrissima,
l'altra potrebbe essere per l'ottimo p. benedettino, che mi ha favorito
delle sue opere. Vidi la lettera scritta ad esso signor Menafoglio da co-
testo suo corrispondente, e perciò spero che il rotolo verrà facilmente.
Purché piaccia a Dio che non sia interrotta la stampa già cominciata
( le sia detto in confidenza ) della mia Risposta ai protettori del voto san-
guinario, vedremo anche quest'altra operetta: e copia a lei ne verrà.
Oltre ai pubblici e privati guai, che m' empiono di confusione e ma-
linconia, mi truovo anche malcontento di me stesso, per non aver argo-
mento alcuno utile o dilettevole da trattare; e però sto come in ozio.
Mi continui ella il suo amore, con sicurezza del mio, e mi rassegno, etc.
4622.
A N. N. in Cortona.
Modena, 23 Novembre 1742.
Raccolta CAmpobi, Modena.
In esecuzione de gli stimatissimi comandamenti di V. S. illustrissima
le dico che i 27 tomi Rerum Italicarum scriptores costano cadauno in
Milano lire 20 di quella moneta; se non che i primi tomi, per cagion d'un
incendio, convenne ristamparli, e si vendono lire 24 l'uno. Vi son poi le
spese d'imballaggio, dogana, dognella {doganella)^ etc. che non finiscono
mai; e il porto, di colà fin qua. costa assaissimo. S'ella comanderà, scri-
verò a Milano, acciocché sia soddisfatto al nobil desiderio di cotesti si-
gnori accademici etruschi. Debbo nondimeno soggiugnere che questo So-
liani, libraio, ha un corpo d'essa opera, e darà ogni tomo qui per paoli
romani 32, valutando tanto i primi, che gli ultimi. Potrà, dunque, V. S.
illustrissima esaminare dove più le tornasse il conto di provvedersi di
tal opera, e poi comandarmi come io l'abbia e dove a servire, che mi
troverà prontissimo a' suoi cenni. Con pregarla di portare a cotesti dot-
tissimi signori i miei rispetti, passo a protestarmi, con tutto l'ossequio.
-l'7'431 VD ALESSANDUO GIUSEPPE CHIAPPINI 4355
4623.
A LORENZO BRUNASSI DI SAN FILIPPO in Napoli.
Modena, 26 Novembre 1742.
llnsEo Bkitaxxico, Londra.
Ora solamente m'è gianlo da Milano il foglio richiesto da V. E., ed
immediatamente inchiuso in questa mia lo consegno alla Posta. Voglia
Dio che felicemente arrivi alle di lei mani, perchè un gran fastidio è il
cercare dal signor Argelati i fogli mancanti. Benché tanto tempo sia che
io gli scrivessi del Corpo De Poeti, non mi ha finora dato risposta. Mi
figuro nondimeno che manderà tutto. Serva la presente mia per ricordar
le proteste di queir inalterabil ossequio, con cui mi rassegno, di V. E.
4624.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 27 Novembre 1742.
BraiaiOTBOA CoifcxAi.B, Piaoexua.
Altro di nuovo noi qui non abbiamo, se non che paiono gli spagnuoli
risoluti di fermarsi presso Bologna, né sussiste che i nostri andassero mai
per rompere teste. Noi abbiamo accantonate le truppe austriache a Bom-
porto, stendendosi anche ne'contorni della città. Noi siam disperati, perchè,
dopo averci tolto tutto il fieno, ora, per mancanza di foraggi, impediti
a venir dai tempi cattivi, spogliano ancora i poveri contadini del poco
strame e paglia che loro restava, e d'alberi le campagne. Quello che ha dato
motivi a vari discorsi, si è Tessere partiti di qua tre reggimenti di
cavalleria sarda, e si crede, che andrà alcuno ancora di fanteria verso
Reggio. Parma e Piacenza, senza sapersi se per guernir meglio quelle
città con segrete mire, o per farle meglio svernare: poiché per far ser-
vizio a noi noi so credere.
Sia detto in confidenza a V. S. reverendissima: pare che Parma e
Piacenza abbiano ad essere o del re sardo o di d. Filippo, che tutti avran
promesso di prendere l'investitura dal pontefice, il quale perciò va ben
d'accordo con tutti e due. Mi vien anche dato per cosa certa che D. Fi-
lippo ha in mano l'investitura imperiale di Mantova. Nulla dico della
Mirandola; se sia vero che si tratti, alla gagliarda, pace fra Spagna e
Inghilterra, noi so dire; prendo per altro poco verisimile l' eseguirla, senza
4356 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'743-
che v'entrino gli altri. Ben so che in Vienna sono amareggiati forte da
questa voce, benché per altro sieno quivi assai contenti delle lor armi.
Furono i soli Panduri, che non vollero stare saldi al blocco di Praga,
scrivendosi da Vienna, che, se costoro non si ritiravano, quella città, per
mancanza di viveri si sarebbe renduta.
Il re sardo è tuttavia in Savoia. D. Filippo è stato rinforzato, e sta-
remo a vedere se tenterà di nuovo di passar que' confini. A buon conto
esso re non manca di gloria per quello che ha fatto finora.
Ha V. S. reverendissima risposto assai bene. GÌ' impedimenti sono
superati e si lavora.
Peranche non ho redatta la lettera, ch'ella mi scrive dell' eminentis-
simo Querini. Mi scrisse egli che mi verrebbe da Venezia, e non dovrei
stare molto a ricevere.
Il signor Cristiani, amministrator generale di questi Stati, che Dio nelle
nostre disgrazie ci ha dato per nostro bene, essendo pien di carità e giu-
stizia, non vuole se non l'Illustrissimo.
Rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. reverendissima.
4625.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 27 Novembre 1742.
Biblioteca Queriniana, Brescia, edita [263].
La terza Pastorale di V. E. intorno alla comunione popolare mi è
giunta; e con sommo piacere ho inteso confermate le due precedenti da
una Decisoria del santissimo e dottissimo Pontefice nosti'o, che serve di
regola per tutti. Questa lettera pontificia non l'ho peranche veduta, e
desidero sommamente di vederla. Veramente io non iscrissi a V. E. al-
cuni motivi di non procedere con tutto il rigore in esigere la comunione
del popolo immediatamente dopo quella del sacerdote, perchè credei su-
perfluo il dir di più a chi con tanto riguardo era proceduto nella seconda
sua pastorale. Per altro io pensava di accennarle, che, dall'essere nei due
precedenti secoli cresciuta di molto la frequente comunione, a me pareva
che di qui fosse originato il comunicar fuori della messa ; il che vera-
mente era andato in eccesso e meritava correzione. Se la comunione è
copiosa nelle feste, e si fa nella messa, chi non si comunica, ed ha fretta,
si impazienta, e sen va senza aspettare il fin della messa. Tanti servitori
e serve non possono dimorar molto per cagione dei loro ufizi; tante po-
vere donne, che han figliuoli a casa, han bisogno di tornarvi il più presto
possibile. Nelle ville, dove si dicono solamente due messe, i poveri con-
-l'7'4S I A BEKNABDO MARIA DE UUBKIS 4B57
ladini si compartiscono, per soddisfare tutti al precetto: roa come riasci»
rebbe se la cosa allungasse di troppo l'incruento sacrificio per gente
lontana alle volte due o tre miglia e per istrade cattive? Oltre a ciò vo-
lendo comunicare con rigore, giacche s'è vietato ai sacerdoti il comunicar
nelle messe da morto, allora chi brama d'accostarsi alla sacra mensa
dovrà andarsene digiano, e nel dì della commemorazione dei morti ninn
del popolo potrebbe ricevere la sacra eucaristia. Credo io pertanto che.
per comodo del popolo l'antico rito si guastasse, con giungere poscia a
non farsi scrupolo alcuno di comunicare anche senza alcun bisogno fuori
della messa. Son certo che si sarà avuto riguardo a tutto, e che il pre-
cetto di udire la messa tutte le feste, fosse una volta in quel vigore che
è oggidì.
Le lettere latine dell 'E. V.. che la sua benignità mi fa sperare da
Venezia, non son giunte finora, e le aspetto con divozione per vedere la
scritta a M. de Boze, giacché ho veduto con molto gusto l'indirizzata al
canonico Mazzocchi. Può essere che alcuno di quei valentuomini accer-
terà nella spiegazione del di lei nobilissimo Dittico; ma anche non accer-
tando, tutti converranno in credere bella cosa il suo, tuttoché al p. Bal-
dini paia meschina quell'architettura; il che non é difetto dell'intaglia-
tore, ma del secolo suo: che per altro a me piacciono assaissimo quelle
figure.
S'io avessi creduto si fortunate quelle poche mie dicerie di giugnere
al trono pontificio, avrei dato maggior corso alla mìa penna. Sempre è a
me di incredibile consolazione il risapere che. nella memoria del vicario
di Cristo, anch'io, benché uomo da nulla, ho qualche luogo. Di grazia, se
non è troppo ardire, in alcuna occasione porti l'È. V. i miei baci ai suoi
sacri piedi.
Mesi sono le inviai il memoriale di un cavaliere lucchese che brama
la licenza dei libri proibiti, e l'indirizzai a Brescia. Per timore che si
sia smarrita la mia lettera, gli ho fatto sapere che mi invii nuova sup-
plica, per implorar poi le grazie dall' E. V. Con che, baciandole la sacra
porpora, col maggior ossequio, mi rassegno.
4G26.
A BERNARDO MARIA DE RUBEIS in Venezia.
Modena, 30 Novembre 1742.
B. B1B1.10TCCA MARcfASA. Venezia.
Prontamente non potei rispondere al carissimo foglio di V. P. perchè,
partecipando anch'io delle pnbblicbe nostre disgrazie, mi trovo con dis-
4358 LODOVICO ANTONIO MUEATOBI [l'743-
turbi, ed anche svogliato per conto dello scrivere. M' è giunta V altra
sua, e però rispondo. Sembra a me che i nobili fossero nel Friuli qua" si-
gnori i quali godevano castella in feudo, o dall'imperatore, o dal patriarca,
al quale non erano tenuti di servire, se non nelle occorrenze di guerra,
secondo il rito de' nobili vassalli.
I ministeriali, quei che godevano qualche feudo minore con obbligo
di servire alla corte del patriarca in qualche Ministerio, o sia Mestiere.
Lunga lista di questi ho io rapportato nella dissertazione consaputa.
Grli abitatori sembrano quei che abitavano ne' poderi e nelle tenute del
patriarcato, e pagavano al diretto padrone parte delle rendite o danaro.
Come ancor questi, che godevano feudo di abitanza, si potessero chiamar
nobili, forse servirà l'osservare ciò che ho detto dei Servi di Masnada,
ì quali non lasciavano d'essere nobili. Ma mi perdoni, se ai-disco di par-
lare di cose tali con V. P. che è sul fatto e sa tante cose del Friuli,
non potendone io parlare se non a tentone.
Con tutto piacere ho inteso, che l'autore del Bachiario sia il signor
conte Florio, canonico teologo di Aquileia. Sicché, viva Udine in cui co-
nosceva io due valentuomini, cioè il signor conte Berretta, e il signor ca-
nonico Berteli. Ora imparo a conoscere il terzo nel suddetto signor conte
canonico, che va tanto più innanzi de gli altri. In occasione di sci'ivergli,
la pi'ego di rammentargli l'ossequio mio, e la stima singolare che ho con-
ceputo del merito suo.
Perchè mi fu scritto, che La storia letteraria di Aquileja, di mons.
Fontanini prometteva molto, e poi dava poco, non me l'ho procacciata.
Giacché egli ha finito di dir male di tutti, lasciamolo stare in pace, senza
curarci di lui. Dovrei scrivere all'amatissimo p. Mauro Concina; ma voglio
prima leggere la sua grand' opera, cioè la Storia, etc. Me gli ricordi gran
servitore. Intanto, ossequiosamente, mi confermo, di V. P.
4627.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 30 Novembre 1742.
Abohivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), Modena.
Ben ritornata V. P. reverendissima alla gran città ; né stia già a met-
tere in ridicolo le sue dignità, perchè, volere o non volere, ella è abate
consacrato, ed è stata riconosciuta per principe in tante castella suddite,
alla mitra sua.
Godrò che ella distribuisca le poche copie restate di quel libercolo,
nella forma da lei divisata. Pagata che sia la legatura, e rimborsata ella
-IT'-iSl A LORENZO nUUNASSI DI S. FILIPPO 4869
li laute altre spese fatte per me, il resto del danaro mi favorirà di sbor-
sai'lo costi a nome di questo p. cellerario, il quale, alla comparsa della
ricevuta, mi pagherà, essendomi io inteso con lui.
Ringrazio Dio per la prosperosa salute di N. S,, a i cui sacri piedi, se
non è troppo ardire, la prego di portare i miei più umili baci. So che ò
uscita la pastorale di esso santissimo intorno alla comunione popolare;
ma non l'ho veduta finora, e pure con impazienza la desidero. Però se
V. P. l'everendissima me ne favorirà, glie ne resterò sommamente obbligato.
Si son finalmente superati gli intoppi, e si stampa quella tale ope-
retta. Sia ella certa, che mi preme di far lei uno dei primi a rivederla.
Tre tomi solamente in 4° son finora stampati de' miei Annali fP Italia,
procedendo quello stampatore assai lentamente. Né egli vuole lasciarne uscire
alcuno, se non dappoiché sarà terminata tutta la stampa.
Da Palermo mi sci'ivono essere uscito un altro libro contro di Antonio
Lampridio, ed averlo inviato a V. P. reverendissima, perché mi favorisca
di farmelo avere. Sicché fioccano sopra di lei gli aggravi per mia cagione,
avendo ella ricevuto da Napoli altre cose per me. Probabilmente io non
mi sentirò voglia di rispondere a questo nuovo venuto, e tanto più perché
i pubblici nostri guai mi han tolto già di scherma, e sono alquanti mesi,
che nulla fo, e il peggio é, che, quando anche volessi e potessi, non ho
argomento per le mani, né trovo cosa, che mi piaccia.
Mi é ben giunta la storia del Probabilismo : ma. avendola data a le-
gare, non ho per anche cominciato a leggerla. Tengo per fermo che ci
saran persone alle quali non piacerà.
Con ringraziarla della lettera del signor duca Brunassi, e rallegrarmi
della di lei buona salute, e pregarla de' miei rispetti al reverendissimo
Orsi, e al reverendissimo p. proeurator generale, umilmente le rassegno
l'indelebil mio ossequio, e mi ricordo, di V. P. reverendissima.
4628.
A LORENZO BRUNASSI DI SAN FILIPPO in Napoli.
Modena, 7 Dicembre 1742.
Museo Bbitahnico, Londra.
Mi va V. E, procurando costi nuovi favoi'i, che tali io reputo i doni
del sig. avvocato di Gennaro e del p. Gerardo de Angelis. Le rendo io
perciò somme grazie, anche per la bontà con cui ha inviato essi libri al
padre abbate Tamburini. Subito che mi perverranno, li leggerò ben volen-
tieri, e ringrazierò i donatori. Sopratutto avrò caro di vedere la di lei
lettera, che mi accenna inserita nelle Rime del suddetto religioso. Nel-
4360 LODOVICO ANTONIO MURATORI [lT-43-
r ordinario prossimo passato spedii all' E. V. il foglio da lei richiesto pel
tomo XXIII Rerum Italicarum inviatomi dal signor Argelati, il quale,
dopo averlo mandato, spera, che gli saranno sborsati cento scudi, de' quali
si chiama creditore. Ho scritto a lui per avere il foglio del tomo XIII.
Gli parrà, che si sia stato ben tardi a fare tale dimanda : ma in fine spero
che l'avrò. Scrive esso signor Argelati che nella prima balla eh" egli invierà
costà, verrà anche il Corpo richiesto de' Poeti volgarizzati, il quale non so
ben dire, se si continui. Perchè né pur io saprei come trasmetterle qualche
copia del mio Trattato della Giurisprudenza, sto aspettando 1" occasione
di doverle spedire 1' ultimo tomo delle Iscrizioni, che non dovrebbe tardar
molto ad uscir in luce. Ma in questo punto mi giugno lettera del signor
Pasquali, libraio, che ha stampato il suddetto Trattato della Giurispru-
denza in Venezia, con dirmi che avendo io inviato a V. E. in dono una
copia d' esso libro, ella tosto l' ha data ad uno di cotesti librai, acciocché la
ristampi. Si duole egli di tal risoluzione, perchè dannosa allo spaccio della
sua edizione, pregandomi perciò che io per mezzo di lei procuri che co-
testo libraio non voglia pubblicar la sua ristampa, se non dopo qualche
mese, affinché la sua non resti indietro. Sa V. E. eh' io non glie ne ho
inviata copia, anzi mi sono stupito, che 1' ultimo di lei foglio nulla dica
di tale ristampa. La prego di rispondermi intorno a ciò quello che
crederà più conveniente, in maniera tale che la risposta sia ostensibile,
desiderando io bensì i vantaggi del signor Pasquali, ma non intendendo di
pregiudicare alla libertà degli altri. E qui, facendole riverenza, mi ras-
segno, di V. E.
4629.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 11 Dicembre 1742.
Biblioteca Qukriniana, Brescia, edita [253],
Da una precedente umilissima mia avrà inteso l' E. V. eh' io avea
ricevuta e con plauso letta la nuova sua pastorale intorno alla comunion
popolare. Ma finora la pontificia non mi é pervenuta, che pure io deside-
rava con impazienza, per vedere come sia regolata per 1" avvenire questa
sacrosanta funzione. Ho poi avvertito, che anche nelle messe da morto si
può comunicare. Il decreto su questo fu qui proposto in questi termini:
Cum paramentis mortualibus non est ministranda Eucharistia. Ma ho poi
veduto ciò vietato solamente fuori della messa. Ho tuttavia da vedere
l'altre lettere, che la benignità di V. E. mi fece sperare da Venezia, e
che aspetto con divozione: perchè tutto ciò che viene dalla di lei feli-
cissima penna e rara erudizione io lo ripongo fra le cose prezio.se.
-1*742] AD ALESSANDRO QIUSKPPK OHIAPPIKI 4861
Ripeterò poi io a mia gloria, ohe l* E. V. si sia degnata anche di
correggere quel mio sospetto intorno alla bolla indirizzata al duca Fa-
roaldo. La diversità dell' opinioni non è quella che debba dispiacere ad al-
cuno: può essere la maniera con cui si censura l'altrui sentimento.
Da che intesi pubblicato costi ( e m' immagino per la somma prudenza
di N. S. ) una bella Dissertazione intorno all'esorbitanza delle feste di pre-
cetto, scrissi subito per averla, e dovrebbe tardar poco a giungere. Avrò
ben piacere di vedere questa vanguardia alle saggio risoluzioni che S. S.
va meditando. Insomma, di gran bene potrebbe fare l'È, V. stando a Roma.
Con che. baciandole la sacra porpora, e umiliandole i sentimenti del più
profondo ossequio, etc.
4630.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI* in Roma.
Modena, 14 Dicembre 1742.
BiBuoTxCA CoMUKALic, Piacenza,
Due sono i benignissimi fogli di V. S. reverendissima a' quali rispondo.
Noi qui non abbiamo altre nuove, se non lo sterminio del povero paese,
perchè il Maresciallo di Francia sta finora costante in voler qui aquar-
tierare tutte le sue milizie, sempre temendo che gli spagnuoli si possano
muovere: e. intanto, per mancanza di fieno, si toglie a i nostri bestiami quel
poco ancora di strame e paglia che ci restava; e. s'egli non muta pensiero,
noi siamo in malora. Intanto, anche ieri parti di qua, per fermarsi in Pia-
cenza, un battaglione di fanteria savoiarda senza intendersi da noi ignoranti
il motivo di ciò. Col padre Bardotti si accordano i desideri di V. S. reve-
rendissima e do loro ragione. Ma è in mano di Dio tutto. Io non so se
siano lusinghe che costano poco, le voci, che si tratti, alla gagliarda, di
pace. Noi certo ne abbiamo necessità più degli altri. Continua il re sardo
a trattenersi in Sardegna, non volendo che altri che lui comandi in quel
paese. Della Germania nulla c'è, che meriti essere a lei scritto.
Voi signori, intanto, attendete a farvi santi colle missioni, che si fanno
costi, e può essere, che le vostre efl&caci orazioni c'impetreran la pace: e
tanto più se a ciò si aggiugnesse il Giubileo.
«. Le rendo grazie per avermi istruito del bel passo dell' eminentissimo
Querini. Reputerò io mia gloria l'essere corretto e redarguito da nn tanto
* Da ora in poi quei brani delle lettere al Chiappini che furono editi dal Selmi,
cfr. n.° (227), verranno chiusi tra vii^olette. Le lettere tuttavia saranno considerale
i-ume inedite, essendo brevissimi i brani già stampati.
4362 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT'^S-
personaggio. Se egli • ha da giugaere al papato, ha ben da far conoscere di
non essere amico mio, ma bensi del Fontanini.
So, che codesti seguaci d' Astrea sono in coUez'a, e mi è stato nomi-
nato l'avvocato, che prenderà la lancia. Probabilmente non me ne prenderò
pensiero alcuno; e solamente pregherò Dio di non aver mai da litigare.
Son belli i mattoni eruditi acquistati da V. S. reverendissima; ma
non son più a tempo per l'opera mia, di cui si sta ora stampando l'in-
dice. Non ho potuto trovare, che consoli sieno RAVSIO PRIMO. Son ben
cogniti quelli dei due altri mattoni. Aspetto la dissertazione intorno al-
l'esorbitanza delle feste di precetto; e ho da dire anch'io il mio debole
sentimento. Scrivo questa sera per avere il breve di Nostro Signore in-
torno alla comunion popolare ».
Ma e quando consolerete chi aspetta quel riammeggiante cappello? Se
venisse la pace, forse si darebbe la pace anche a i loro sospiri.
Con baciai'le le mani, e rassegnarle il mio ossequio, mi confermo, di
V. S. reverendissima.
4631.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 14 Dicembre 1742.
Abchiyio Soi^i Mcratobi ( R. Bibl. Est, ), Modena.
Aveva io già inteso la pubblicazione della dissertazione intorno alla
diminuzione delle feste, e persona v'era stata costi, che s'era esibita d'in-
viarmela. Manco male, che ho scritto di non farlo senza prima accertarsi
se per avventura me l'avesse inviata V. P. reverendissima. La leggerò
ben volentieri, perchè tratta di cose che anch'io vedrei volentieri, e molto
più perchè viene ab alto. Non mancherò di dire il mio debole sentimento.
e a lei l'invierò, con ringraziai'la intanto della spedizione, che ne ha fatto.
Me le protesto parimente obbligato per l'incomodo che si è preso di
ravvivare il mio ossequio presso il dignissimo monsignor di Thun, e di
essere stato a cercare l' eminentissimo Passionei. Cortesemente mi ha scritto
il reverendissimo Orsi, e questa sera gli rispondo. È vero che non tarderà
molto ad essere compiuta la stampa di certa operetta, ma se ne ritarderà
alquanto la pubblicazione, perchè, essendo lontano l'autore, vi sono corse
degli errori, e converrà aggiugnere un corrige.
Ma mi è ben dispiaciuto, né già ho saputo lùdere, all'udire ciò, che
V. P. reverendissima mi accenna di certo personaggio, a cui sono state
riferite ciarle inventate da qualche malevolo. Oh che paese dove si facil-
mente si giucca di pugni e calci per farsi innanzi, e tener gli altiù addietro.
Non lasci ella di giustificarsi, o dirci lamento, o per mezzo di qualche amico.
-IT^-iSl AD ANGELO ANTONIO FABBRO 43fi3
Desiderava io il breve di N. S. intorno alia comanion popolare, e la
prego inviarmela, comperandola per mio conto.
Sento che cotesti seguaci d'Astrea sono in collera contro di me. Purché
Dio non mi mandi da dover litigare costi, poco |)ensiero mi metterò di loro.
Mi hanno anche nominato l'avvocato, che prepara bombe e cannoni per
atterrarmi. Probabilmente io il lascierò gracchiare. Mi conservi pur ella
il suo stimatissimo amore, che questo a me pi'eme, e. baciandole le mani,
mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4632.
A LUC ANTONIO GENTILI in Sinigaglia.
Modena, 15 Dicembre 1742.
Edita ( 108].
Mi sono ormai reso affatto incapace all' applicazione, e conosco, che
la mente non mi presta più quegli ajuti. che si richieggono negli studi.
Il peso degli anni mi si fa ben sentire, e quegli incomodi, che portano
seco, tutti li risento in me stesso. Parmi però d' aver aflfaticato abbastanza,
e in questo poco che mi resta di vita, godrò di sentire, e leggere le
produzioni de' miei amici. Uno tra i miei più intimi è V. S., che potrebbe
farmi gustare le sue delizie, e produrre una volta ciò che gli suggerisce
il suo non comune talento.
Quanto prima riceverà da un mio amico religioso domenicano, che si
porta in Sinigaglia una copia di lettere da me scritte sotto nome di Fer-
dinando Valdesio in risposta a' miei numerosi censori intorno al voto
sanguinario ; e vi leggerà in esse uno spirito forse non proprio di me. né
della mia età. Godrò poi in sentire, qual giudizio ella ne formi di esse,
già che vo pensando, che debbano un poco amareggiare coloro, che invano
hanno tentato, e tentano perseguitarmi. Mi conservi il suo amore, che io,
sempre più ratificandole il mio ossequio, con istima mi protesto, di V. S.
4633.
AD ANGELO ANTONIO FABBRO * in Padova.
Modena, 21 Dicembre 1742.
Edita [ lóO].
Credo, che mi conducessi a credere S. Salvatore patria di Venanzio
Fortunato, da certe scritture inviatemi dal signor abate di Collalto, snp-
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." 2 da Padova, 1742.
4364 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7-4:S-
pouendo ch'egli avesse ben esaminato l'affare. Ora che V. S. illustrissima
mi scrive di avere con fondamenti migliori, congettura e ragione più forte
di crederlo nato in Valdobbiadene, la mia asserzione nulla ha da tratte-
nerla dal pubblicare ciò che si accosta più al vero. Due cose solamente
possono opporsi a cotal suo sentimento. La prima, che la parola Duplavenis
di Paolo Diacono, difficilmente si può esser mutata in Dobbiadene. La se-
conda che quella valle non è nelle carte geografiche situata havd longe
a Cenetensi castro, vel Tarvisina civllate: laddove S. Salvatore è in mezzo
ad esse due città. Ella, che meglio di me è pratica di que' paesi, troverà
facilmente ragione di togliere questi dubbii, e tanto più dacché dice di
aver documenti che la assistono. Animosamente dunque ella vada avanti,
ch'io sarò il primo a farle plauso per si bella scoperta, gloriosa per la
sua patria.
4634.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 21 Dicembre 1742.
Biblioteca Comunale, Ferrara.
Conceda Iddìo piene di felicità a V. S. illustrissima le sante feste,
pei'ch'ella ne è ben degna, e lo faccia anche in ricompensa di quelle, che
la di lei bontà mi ha pregate dal cielo.
Finora non ho risposta da Milano intorno a i libri desiderati costì.
In Venezia si son disposte le batterie per dare l'assalto a i manoscritti
di s. Iacopo Nisibeno; né dovrebbe tardar molto a venir la risposta.
Non é ingiusto il vostro dolervi di chi viene a far catture in coleste
parti. Qui han detto, che tre sole erano le balle di seta prese a Marara.
Una è perita quasi tutta, cioè trafugatane da i villani buona parte della
seta. Sarà restituito quello de' particolari. Intendo il resto de' guai, ma che
non son paragonabili con quei, che soffriamo noi : perchè già ci tolsero il
fieno, ed ora non venendo foraggi, o venendo marciti, la necessità fa vuo-
tare i nostri fienili, di quel poco, che ne restava : laonde molti già son
disperati, per non saper come alimentar le loro bestie. E se Dio non prov-
vede, il nostro sterminio é certo, perchè tanto ci resta di verno. Da questa
parte gli ussari non infestano il bolognese. Credesi per cura del re di
Sardegna
Parca, che qualche disposizion di pace si mirasse da lungi. Ora di-
versamente se ne parla. In Boemia van più tosto bene gli affari della
regina, ma non cosi nella Baviera, dicendosi già entrati nell'Austria su-
periore, e in quello di Salisburgo, l'armi gallo-bavai-e. Nuli' altro sappiamo
-1*7-4:31 V DOMENICO BKIOHIKBI COIX)MBI 4365
de gli affari del mondo. E se la pace non viene, i cappelli rossi staranno
nel bavuUo.
Con ratificarle il mio vero affetto ed ossequio, mi ricordo, di V. S.
illustrissima.
4635.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 23 Dicembre 1742.
R. BiBi.iorxoA RicCABDiAiA, Firenze, edita 1 166].
L" ultimo foglio di V. S. illustrissima mi portò buone nuove della
Boemia, e non cattive dalla parte della Baviera. Ma qui si son sentite
altre voci, le quali fanno entrate iu quello di Salisburgo, ed anche del-
l'Austria, l'armi gallo-bavare, benché si creda che non possano continuar
le imprese per cagion delle scomunicate strade. Qui da noi nulla di
nuovo, se non che continua la desolazione de' nostri già smunti fenili, e
che andando di questo passo, nobis cicadae hutni canent. Tutto, perchè il
signor maresciallo non si fida che gli spaguuoli possano far qualche in-
cursione, o per altri suoi segreti riflessi. S. M. sarda in Savoia si è ben
premunita, e credo che né pur da quella parte potranno gì' Ispani tentar
cosa alcuna. Faccia il benedetto Iddio che si truovino temperamenti per
la pace, che di questa abbiam tutti gran bisogno : ma questa, pur troppo.
non pare vicina.
Ricevei la lettera di cotesto dottissimo benedettino; e, giacché egli
desidera il trattatello di Antonio Lampridio. lo manderò subito che potrò
unirvi l'altro che dovrebbe uscire in breve de' torchi, in risposta a vari
apologisti del voto sanguinario. Perciò potrà ella tributare a cotesto
signor marchese reggente Cavallo la copia dell'operetta Della Giurispru-
denza, accompagnandola con le proteste del mio distinto ossequio verso
la sua degna persona e raro merito. Mi scrivono da Roma aver preso un
di quegli avvocati la penna per rispondere. Verisimilmente, io il lascierò
gracchiare, e forse potrebbe trovarsi chi impugnasse lo scudo in mia
difesa.
Bisogna che V. S. illustrissima mi specifichi qual sia la scrittura di
Comacchio ch'ella diede al sig. conte Rangoni, ed ora desidera da me.
Vo credendo che sia la Piena Esposizione, assai grossa e in foglio. Io ad
ogni suo avviso la servirò d'essa, purché si truovi maniera d'inviarla a
Mantova. Quando arrivino le due copie della Giurisprudenza, ciò farà
credito alla spedizione d'altre cose. L'avere voi altri la peste in Ungheria,
fa che ancor noi tremiamo di paura a cagione delle milizie. Questo acci-
dente voglia Dio che non sia funesto a voi per altri conti.
4366 LODOVICO ANTONIO MUKATOKI [1*74S-
Non sussiste, eh' io abbia il titolo di conte, non essendomi mai curato
di somiglianti fumi.
Più non ha bisogno la storia ecclesiastica di chi la tratti, dappoiché
abbiamo il Baronie, il Pagi, il Fleury ed altri che han soddisfatto. Abbi-
sognava bensì l'Italia della sua storia civile. L'ho io compilata dalla na-
scita del Signore al 1500, e col titolo di Annali d' Italia si va stampando
in Venezia. Tre tomi in 4." son già stampati, ma il libraio non vuole dar
fuori l'opera se non compiuta.
Con augurarle un felicissimo anno nuovo, e ratificarle il mio ossequio,
mi confermo, etc-
Mi rallegrai nell'udire giunto a Dresda il sig. Gaspari: ma qui non
s' è peranche veduta alcuna sua lettera.
4636.
A PIETRO NAPOLI GIANNELLI in Napoli.
Modena, 26 Dicembre 1742.
Archivio Soli Muratori { R, Bibl. Est,), Modena.
Anteacta ad te scripsi hebdomada. Quod inde altera epistola reddita
fuit, en tibi responsum. Nos quidem belli atrocitas, luxatis ossibus, vexat
atque sollicitat. Me quoque interdum tristitia perturbai opprimitque. ubi
communes maxime aerumnas perpendo: quocirca librorum desiderium
abjicio. Nihilominus me, ut melius possum, sustineo, mihique Deus in
senectute mediocrem etiam tribuit valetudinem. Secundiora tibi ex animo
precor, ac saevissimae pestilentiae nomen ab istis tandem finitimis locis
abeat et evanescat.
Praestantissimo viro Nicolao de Marinis, cujus virtutes universamque
erga eum existimationem, non sine voluptate, intellexi, dicas velim, argu-
mentum ab eodem constitutum, quum fuerit concinno, ut arbitror, elaboratum,
summo bono, et plausui futurum. In libro meo De Ingeniorum Moderatione,
ego quoque prò eo tantum scripsi. quod ad religionem pertinet. Verum
ipse ampliorem sibi facultatem statuere potest. Italia felicium profecto in-
geniorum mater est et nutrix; sed non panca ex iis discere hactenus debent,
quaenam sit vera atque utilis scientia; aliaque indigent fraenum. Eidem
igitur viro meis verbis de tam laudabili Consilio gratulare, eumque ad illud
perficiendum excitato. Reliquum est, ut te hoc rogem. et a te petam, ne
obliviscaris mei. qui te, praeclariasime vir. tam diligo, quam ex eo scire
potes, quod summo animi tui candore, singularique in me tua humanitate
inter meos intimos libentissime jam dudum admemoravi. Vale.
l'T'^rS] A GIUSEPPE MALASPINA DI S.'* MAHaHKBITA KiH'
4637.
AD ANGELO CALOGERÀ iu Venezia.
Modena, 28 Dicembre 1742.
BiBi.ioTKCA Impkkialk, Pietroburgo.
Quando il signor Pasquali volesse ristampar la V'ita del p. Segneri
iuniore. m'immagino che vi unirebbe anche gli Esercizi spirituali: e ne
avrei piacere, perchè a questo libraio Soliani è stata fatta più volte istanza
d'esse Operette, senza ch'egli possa appagare i desiderj altrui, avendo da
gran tempo smaltita la sua edizione. Ma io non saprei che suggerire, e
molto meno vorrei far delle giunte, perchè lo tengo sempre per un tradi-
mento a chi comperò le prime edizioni.
Non mi sovviene d'aver prodotto nelle Antichità Italiane documento
alcuno, in cui sia fatta menzione di s. Romoaldo. Tuttavia dovendo veri-
similmente nel prossimo mese uscire il tomo VI ed ultimo coli' indice, gli
potrà V. P. dai'e un'occhiata per vedere in esso indice, se si trovasse
memoria di lui.
Perchè ho la maggior parte de i di lei Opuscoli sino a tutto il tomo
XXIV. avrei caro, ch'ella aggiugnesse al corpo esibito pel cambio del
tomo II delle Antichità Estensi, que' pochi tometti. che a me mancano :
ed io le invierò il tomo richiesto.
Con che. augurandole perfetta sanità, e un felicissimo anno nuovo, le
rassegno il mio ossequio, e mi ricordo, di V. P.
4638.
A GIUSEPPE xMALASPINA di S.'' MARGHERITA in Oriolo.
Modena, 4 Gennaio 1743.
Raccolta Pauiikki, San Paolo. Roma.
Gode V. S. illustrissima, un'invidiabil pace, e Dio gliela conservi per
sempre, mentre noi qui afflitti sotto il flagello della guerra, non contiamo
se non guai: a* quali s'è aggiunta ancora l'influenza de' raffreddori, pro-
vandone anch'io la mia parte. Carissimi, perciò, mi riescono i benigni di
lei auguri, quanto maggiore ne è il bisogno. Di tutto la ringrazio, e prego
Dio, che faccia a lei godere ogni benedizione nel presente anno.
Se i saggi suoi riguardi vogliono lasciata a' suoi eredi la Malaìspi-
neide, io non ho che opporre. Corrono tempi ne' quali la prudenza non
permette tutto quel che si vuole.
4368 LODOVICO ANTONIO MUKATOttl [l'^^S-
Allorchè io stesi la continuazione delle Antichità estensi.^ poco pen-
siero io mi presi delle donne estensi passate in altre case. L'intenzione
mia era di raccogliere i fatti de' principi nostri. Il fatto è fatto.
Rallegrandomi, intanto, per la felice sanità di V. S. illustrissima, e per
la sua continuata bontà verso di me, le rassegno il mio costantissimo
ossequio, e mi confermo, di V. S. illustrissima.
4639.
A BERNARDO MARIA DE RUBEIS in Venezia.
Modena, 4 Gennaio 1743.
Archivio Soli Muratori (A*. Bibl. Est.), Modena.
Se, allorché Antonio Lampridio pubblicò il suo trattatello, mi fosso
stata avvertita la saggia riflessione di V. P. intorno al trattare di vera
pietà, l'adesione alla pia sentenza, ne avrei profittato.
Camminò il libro, né v" è stato tempo da ritrattare il già asserito.
S' é anche veduta da più d' uno la risposta del Valdesio, e ninno ha ri-
levato questo obbietto ; o, almeno, avendo io risposto al medesimo, s' é
creduto, che tal difficultà non abbia forza. E stampata l'opera del Val-
desio, e però troppo tardi mi arrivano le grazie di V. P.
Voglio nondimeno sperare, che, se tornerà in campo tale obbiezione,
vi troveremo ripiego, quando non paresse bastevole la soluzione da me
data. Sempre si farà valere la distinzione della pietà intrinseca ed op[erosa].
Quanto a me, dopo aver veduto lodata da Alessandro VII la pietà de
i seguaci della pia sentenza, peno a credere, che possa negarsi il titolo di
vera a quella pietà, né mi potrebbono astringere a confessarla tale. Ma
sempre sarà vero che il voto sanguinario è indirizzalo ad attestare la
certezza della sentenza, e non già a voler morire, benché sia cosa pia
l'onorar cosi la Vei'gine. (Jioè, si vuol morire, non per la pietà, ma per
r oggetto.
Ora, siccome ho detto, questa che era vera pietà e virtù, consistente
nel culto colla voce e col cuore, cesserà d'essere virtù, qualor voglia dare
il sangue per tale sentenza, perché vi mancherà la prudenza.
Se si metterà in termini chiari l'intenzione de* voi venti, allora si tro-
verà lo scioglimento. In fine la verità ha da andare di sopra, e si ritrat-
terà ciò, che s'è buonamente asserito, e dovrà prevalere la distinzione già
portata dalla pietà op| erosa] ed intrinseca. Io la ringrazio de' suoi amiche-
voli e saggi avvertimenti.
Mi rallegro, perchè abbia superata l'influenza de' raffreddori ; e la
prego de' miei rispetti all' amatissimo p. Mauro Concina, al cui libro in
breve si applicheranno i miei occhi, non avendo potuto fin qui.
Intanto, con rassegnarle il mio ossequio, mi confermo, di V. P,
-1*743] A FORTUNATO TAMBURINI 4369
4640.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI iu Ferrara.
Modena, 4 Gennaio 1743.
Biblioteca Coiid2(a.le, Ferrara.
Quantunque ancor io abbia dovuto sofférire e aoflfra tuttavia l' in-
fluenza de' raffreddori, che scorre qui per tutte le case, pure finora non
ho provato l'incomodo della febbre. Mi rallegro con V. S. illustrissima,
perchè la scorgo sana, e ringraziandola de' suoi benigni augurj, prego
anch' io la divina bontà, che le conceda pieno di prosperità quest' anno
nuovo Posso ben' io raccomandare a questi ministri camerali l'amico di
V. S. illustrissima per la vacanza; ma non essendo qui il Padrone, ciò a
nulla servirà ; perchè le risoluzioni saran prese lungi di qua.
Sou tornate dalla Peretta le milizie austriache, e si sono stese qui
lungo il Panaro. Questo peso, e quel della cavalleria mal provveduta di
foraggi, e il tagliamento de gli alberi, sono per noi un intollerabil danno,
oltre a tanti altri. Rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. il-
lustrissima.
4641.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 4 Gennaio 1743.
Akchivio Soli Muraioki {R. Bibl. Eat.), Modena.
Ecco a V. P. reverendissima quel poco, che mi ha suggerito la mia
povera testa intorno alla nobilissima Dissertazione, e l'intenzione di N. S.
E rimesso alla di lei prudenza, l'umiliarla al trono pontifizio, se pure la
crederà cosa tollerabile e non superflua. In tal caso la supplico di baciare
per me i sacratissimi piedi alla S. 8., con ringraziarla anche della sua incom-
parabil benignità nellaver voluto udire anche il debolissimo sentimento mio.
Si va dicendo ancora che costi si lavori intorno alla riforma delle
ore canoniche. Se sarà, per cassare que' graduali, e notturni da morto
usati nel coro, i canonici faranno elogi di S. S. Per noi preti non mi fi-
guro mutazione alcuna. Forse ancora si pensa a depurar le storie del bre-
viario. Sarebbe fattura degna di plauso.
Mi è sommamente incresciuto d'intendere lo stato pericoloso del reve-
rendissimo Vallisnieri. Si perderà in lui uno dei più degni soggetti della
Congi-egazione Cassinese.
Spittolario di Lodovico Antonio ìluralori. — Voi. X. 276.
4370 LODOVICO ANTONIO MUBATOKI [l'7'43-
Non tardò a ringraziarmi monsignor Calcagnimi [Carlo], e né pur io
a dargli risposta. Gran flagello, che è qui, e per tutte le città circonvicine
a cagion de' raffreddori, e qui hanno cominciato a sonar le campane e
molto più in Verona, Ferrara. Dio me ne guardi. A noi dopo tanti guai
sofferti e che soffriamo ci mancava ancor questo. Con augurarle ogni
prosperità nell'anno {presente, passo a protestarmi con tutto l'ossequio,
di V. P. reverendissima.
4642.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 8 Gennaio 1743.
BiBLioTKCA CoMUNALK, PiaceDza.
Volesse Dio, che cotesto nuove di pace avessero buon fondamento.
Quanto a me pur troppo pavento tuttavia assai lontano questo gran bene
di cui abbisognano, più che gli altri, i poveri geminiani, ancorché il signor
Mansi inviato di Lucca scriva da Vienna che non passerà il verno senza
pace. Troppi pretendono a questa eredità. Per soddisfare tutti occorrono
gran trattati, e finora non si son rotta ben bene la testa.
Dappoiché da Praga si son ritirati i franzesi con cannoni, ostaggi, etc,
qui abbiam lettere che dicono entrati in quella città gli austriaci, dove
han trovato da mille bavaresi sani e da tremila franzesi malati o feriti.
Aggiungono, che Lobcovitz prevedendo la fuga, spedì a certo sito un
reggimento di corrazze con degli ungheresi, che disfecero un reggimento
di fanteria franzese e fecero molti prigionieri. Se sarà vero, lo sapremo
in breve. Intanto gli austriaci non sono senza timore, che i gallo-bavari
possano prendere quartiere di verno uell' Austria.
Questi uffiziali dicono, che nel di 2 del corr., il re sardo arrivò a
Torino, avendo condotto in Italia le sue truppe a riserva delle perdute nelle
diserzioni e disagi. La fortuna e non il valore, é mancata a quel sovrano.
Gli sleali Pranzezi con tutta la neutralità andavano cassando gente,
e questa correva a rinforzare gli spagnuoli. Ha S. M. inviato a Pa-
rigi il conte Della Rocca ministro di gran saviezza. Qui non c'è novità
se non che parte de i croati se n' é andata senza poterla ritenere. Perchè
si scarseggia di foraggi, i nostri fenili vanno in rovina, e siam perciò
disperati.
La mossa de gl'inglesi, e annoveresi, etc. verso Liegi, e, forse, più oltre.
non si sa qual fine abbia. Si verifica la lega di Prussia col britannico e
colla regina.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." 7 da Roma, 1712-'43.
1*74:3] A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI 4371
^x Debbono giugnere costà le epistole del Valdeaio, e una copia è de-
stinata per V. S. reverendissima.
Godo che V Eminentissimo Querini seguiti a farsi onore con epistole.
Vidi la pastorale pontificia, che veramente non va d'accordo con lui.
Bdllissima è la dissertazione pontificia; e si dee dar lode alla sua mo-
derazione, ed umiltà, di voler il parere altrui. Io ho detto il mio.
Se cotesto campione giustinianeo darà fuori la sua fatica, prego V. S.
reverendissima a comperarmene una copia, per inviarmela colla nota dello
speso. Altrimenti non la voglio ».
Qui la città è piena di raffreddori e va morendo chi è vecchio, o
mal arfetto, o si sentono doglie di costa.
Mi truovo anch'io da alcuni giorni in qua mal concio; ma finora
sono stato esente dalla febbre. Ossequiosamente, mi ricordo, di V. S. re-
verendissima.
4643.
A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 10 Gennaio 1743.
U. B1B1.10TKCA BiocABDiAKA, Firenze, edita (2i5].
Non poco è stato il mio piacere all' intendere dall' ultimo foglio di
V. S. illustrissima che le sieno giunte le due copie del mio trattatello
della Giurisprudenza, e ben vivamente la ringrazio per la buona intenzione
di tradurre essa operetta ed illustrarla. Ma debbo dirle che in Roma un
di quegli avvocati ha preso a confutarla. Però la prego di pensare s'ella,
invece di far carezze alla mia fatica, potesse piuttosto impiegare le sue
forze ed erudizione a difenderla. Ma perchè il romano scriverà in volgare,
nella stessa lingua converrebbe rispondere. Quanto alla definizione della
giurisprudenza, dica ella quel che vuole per salvarla e giustificarla, ch'io
ne son contento. Lo stesso dico d'altre opinioni, nelle quali non andiam
d' accordo. Que" benedetti romani, per esser l' opera dedicata al Papa, tutti
ne han voluto; però tra quella città, la mia, e vari amici lontani, ho già
impiegati tutti gli esemplari a me donati. Tuttavia non lascerò d'inviare
a V. S. illustrissima un altro esemplare. Quel che mi dà fastidio è che
vorrei inviarle copia della Risposta pel voto sanguinario, e seco altra pel
p. benedettiuo colla giunta del primo; e questo sarà un involto poco
discreto per la posta, anche senza la copia della Giurisprudenza. Penserò
a ripiego.
Nulla so del libro ch'ella dice pubblicato dal signor Sassi. Quando
sieno certe le nuove che abbiate ricuperata Praga, e che abbiate dato delle
percosse al fuggitivo Bellisle, motivo ho io bene di rallegrarmi con voi,
4372 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'743-
per si prosperosi successi. Ma Dio guardi l'Austria dalla invasione de' ne-
mici ! Provereste se sieno pesanti !
Da noi tutto è in quiete ; se non che V aver voluto il signor mare-
sciallo cantonar qui la sua gente in campagna, e scarseggiando di foraggi,
i nostri fenili vanno in rovina, e siam disperati per li nostri bestiami.
Né certo gli spagnuoli si vogliono muovere.
Non è mancato valore al re di Sardegna ; ma in fine egli ha dovuto
ritirarsi dalla Savoia colle sue truppe, e il dicono giunto a Torino il 2
del con*ente. Gli sleali francesi con tutta la neutralità si dice che cassas-
sero de' lor soldati, i quali correaao tosto ad arrolarsi nell' armata spa-
gnuola. Fu detto nei giorni passati che i croati di presidio nella Miran-
dola a tamburo battente si fossero inviati verso le lor case. Anch'io ho
lettera del signor Gaspari da Tabor. Di grandi sciagure ha corso. Mi son
rallegrato forte di sua sanità e libertà.
L'influenza de' raffreddori che per tutte le città di Lombardia ha fatto
cader malate migliaia di persone, l'ho pruovata e la pruovo io tuttavia:
ma Dio m' ha preservato dalla febbre. Con che, mi ricordo, etc.
Mi dice il signor Gaspari eh' io gli scriva per Vienna a Tabor. Cosi
farò: ma anderà sicura la lettera?
4644.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 10 Gennaio 1743.
Archivio della Cokorsgaeiose di Carità, Correggio, edita [272],
La stessa cattiva influenza, che si fa sentire costi, la proviamo ancor
noi, e i vecchi, e malconci di sanità vanno soccombendo. Insomma Dio ci
fa provar più d' un flagello, e meritiamo anche peggiu. Per me 1' ho pro-
vato, e tuttavia lo pruovo, ma con essere stato finora esente dalla febbre.
Desidero io, che V. S. illustrissima si rimetta fra poco in perfetto stato
di sanità : il che ancora è necessario ai molti suoi affari.
Non occorre, eh' ella si prenda incomodo alcuno per farmi avere la
nota delle spese occorse costì. Anche nulla inviando, sia pur certa, riposar
io talmente sopra la di lei onoratezza e bontà in favorirmi, che nulla mi
curo di veder tali conti.
Giacché poi V. S. illustrissima mi dice d' aver danaro da inviarmi,
io veramente conosco ed apprendo i pericoli presenti; tuttavia avendo
inteso dagli uffiziali della posta, che son venuti felicemente altri gruppi,
né essere stata usata fin qui alcuna violenza alla bolgetta; né essendovi
apparenza, che possa venir di costà persona sicura, avrò caro, eh' ella
-i'7431 AD ANGELO ANTONIO FABBRO 4378
mandi esso danaro, quando potrà, o quando vorrà : il che dico, perchè mi
|ireme più la di lei sanità, che altro.
Con che. ricordandole il mio costantissimo ossequio, mi confermo...
4645.
AD ANTONIO CONTI in Londra.
Modena, 10 Gennaio 1743.
BiBLioTBOA Teitulziasa, Milano.
Sotfra V. S. illustrissima, ch'io le dica d'aver letto il Parmenide
Platonico da lei illustrato. Nella dissertazione preliminare ho veduto mi-
rabilmente discifrati tutti i sistemi degli antichi, ed ho avuta occasion
di maravigliarmi di que' gran filosofoni, che impastarono Dio colla ma-
teria, 0 trovarono materia, che non era corporea. Quanto al Parmenide,
oh! che sottigliezze I ma poste in chiaro con tanta precisione. Non ci volea
meno della testa Leibniziana, Volpiaua, del signor abate Conti per dilu-
cidare un si astruso argomento. Altri, fuor di "V. S. illustrissima, non co-
nosco in Italia capace di un si fino lavoro. Però me ne congratulo som-
mamente con lei, e coli' Italia stessa, e prego Dio, che lungamente ce la
conservi per suo e per nostro onore: giacché scarseggiamo forte oggidì
d' opere massiccie.
Ma ella si ricordi, che ci ha fatto sperare un Trattato della Bellezza :
argomento assai più importante del Parmenide, e che finora non ha avuto
chi adeguatamente lo illustri. Suppongo, che sieno finite tntte le sue liti,
che r han cotanto vessata ; e però abbiam da aspettare i fruiti della pre-
sente sua quiete. Ammiratore io della felice penetrazione della sua mente,
e desideroso sempre dell' onore de' suoi comandamenti, con tutto 1' ossequio.
mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4646.
AD ANGELO ANTONIO FABBRO in Padova.
MoUena, 10 Gennaio 1743.
Edita [ 159].
Tali sono le ragioni addotte da V. S. illustrissima intorno alla patria
di Venanzio Fortunato, che non si penerà a riconoscerla per quel luogo,
che a lei pui'e ha dato la nascita. Però si faccia ella animo a pubblicar
la sua dissertazione, che sarò io il primo a farle plauso. Merita bene For-
4374 LODOVICO ANTONIO MURATORI \ l'^-iS ■
tunato che s' illustrino le cose sue, essendo ingegno raguardevole in mezzo
ai tempi bai'bari. Al di lei bel genio offerisco io intanto me stesso, e ciò
che da me dipende, e, riverendola, con vero ossequio, mi ricordo.
4647.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Torino.
Modena, 10 Gennaio 1743.
Biblioteca Couunalb, Trento.
Buon per me se tutti leggessero con gli occhi amorevoli, ma insieme
purgati di V. S. illustrissima le Lettere del Valdesio. Certamente mi son
rallegrato, perchè ella, prima d" ogni altro, mi abbia dato buone nuove di
queir operetta. Troveran nondimeno gli Scotisti da dire sopra ogni pa-
rola, sillaba ed accento. Ma, se tratteran di precetti; T aver io impugnata,
non la probabilità, ma la pretesa certezza, anche per far conoscere la
erudizione della S. Sede : risponderò, che spacciando essi dappertutto la
certezza suddetta, ne vien tosto la conseguenza, che molti si maraviglino
0 dolgano al vedere, eh' essa S. Sede non vuol decidere la quistione. Quel
che è più, siccome ella avrà veduto, il padz-e Luca ha pubblicamente as-
serito, essere stato il diavolo, che ha impedita la decisione sotto Cle-
mente XII; anzi è arrivato a chiamare necessaria tal decisione: il che è
uno sfregio a Roma, tuttavia renitente a decidere. Adunque bisogno e' è
d' illuminare i men periti e di far conoscere, aver giusti motivi la S. Sede
di camminare con ogni riguardo in si fatta disputa. V'è anche interes-
sato r onore della religione cattolica. Se apparisse che la tradizione dei
Padri è contraria alle pretensioni scotistiche : come mai accusare i pon-
tefici, perchè non decidono a modo loro, e pretendere necessaria tal de-
cisione? Essi amano sé stessi, io la gloria della religione. Ciò sia detto
a lei solo, con pregarla di non comunicare ad altri questi miei sentimenti,
perchè non si può dire, come animi si alterati facciano giucco dogni cosa.
Per altro io la ringrazio vivamente dell'obbiezione fattami, e sempre mi
sarà caro d' essere illuminato e corretto da chicchessia, e molto più da
V. S. illustrissima, per cui ho tanta stima.
Mi fu scritto, eh' era vicina ad uscire la grand' opera del signor mar-
chese Maffei intorno alla Grazia. È un gran che, che ingegno tale dorma
cotanto. Ed ella, che mi diede avviso d' una propria operetta, più non ne
parla. Andò a Milano il manoscritto Poreelliano: non l'ho peranche ricu-
perato: dovrebbe oramai essere terminata quell'opera. Con che, rassegnan-
dole il mio costantissimo ossequio, mi ricordo, etc.
-1 '7-4:31 A.D ANTON FRANOESOO OOBI 4375
4648.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 17 Gennaio 1743.
ÀRCiiiTto DELLA GosoRBOAzioKB DI Carità. Correggio, edita [272].
Inchiusa riceverà V. S. illustrissima la ricevuta del danaro ultima-
mente inviatomi, che con tutta felicità è giunto: il che mi fa sperare
egual fortuna, allorché ella potrà inviarmi quello, che resta da riscuotere.
Le rendo io vivissime grazie per la sua infaticabil premura di favorirmi.
Consegno qui oggi a chi mi fa credere di potere spedire al Finale il libro,
di cui precedentemente le ho scritto. L' ho raccomandato al signor dottor
Francesco Nicola Frassoni. il quale mi promette che avrà tutta T attenzione
per inviarlo alle di lei mani. Ricevuto che lo abbia ella, mi sarà caro
d'averne il riscontro per mia quiete. Ansioso sempre di ubbidirla, e di
comprovarle maggiormente il mio ossequio, mi ricordo, etc.
4649.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 17 Gennaio 1743.
BiBMOTrCA Marucklliaka, Firenze, edita [168].
Non piti che il numero 45 delle Novelle Letterarie ho io ricevuto: e
però mi manca il compimento dell' anno prossimo passato, per cui pagai
r occorrente prezzo. Avendone scritto costà, lo stampatore ha risposto di
non avere in nota il mio nome, e che mi rivolga a V. S. illustrissima.
Son dunque a pregarla delle sue grazie, premendomi di aver compiuta
questa raccolta. Subito che potrò avere del danaro costi, pagherò ancora
per r anno presente.
Ho veduto quanto ha scritto 1' eminentissimo Querini del suo Dittico.
Auguro a lei perfetta sanità, per continuare ad illustrare la raccolta di
tutti que' bei monumenti, da cui si può promettere gran plauso. Ravvi-
vando la memoria di quel vero ossequio che le professo, mi ricordo di
V. S. illustrissima, etc.
4376 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'^-iS-
4650.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 17 Gennaio 1743.
B. Biblioteca Riocaudiana, Firenze, edita [153].
Giacché da cotesto stampatore delle Novelle Letterarie non è proce-
duta la mancanza de' fogli continuati per me, scrivo oggi al signor Ca-
nonico Gori per pregarlo di provvisione, giacché io aveva pagato per tutto
l'anno prossimo passato.
Al padre inquisitore di Bologna fu inviata la copia delle lettere del
Valdesio, eh' io ho destinato per lei. Forse che a quest' ora le sarà giunta.
Alla di lei prudenza ne rimetto il rapporto. Solamente desidero che si
dica qualche cosa delle ingiurie e calunnie colle quali mi han regalato i
difensori del voto sanguinario. Il Valdesio facilmente si conoscerà non
esser altri che lo stesso Antonio Lampridio.
Subito che potrò aver costi del danaro, pagherò le Vite de i letterati,
che si stampano costì. E giacché odo pubblicata in Augusta la seconda
sezione de' letterati, bramerei di averla. Pagherò quel che occorre, ad
ogni suo cenno.
Dicono pubblicata la Storia della Grazia del signor marchese Maflfei.
Voglia Dio che non s' oda tosto proibita in Roma.
Augurando a V. S. illustrissima l' esenzion da i raffreddori, che tanto
incomodo han dato e danno tuttavia alla Lombardia, le rassegno l' im-
mutabil mio ossequio, e mi confermo, di V. S. illustrissima, etc.
4651.
A FRANCESCO PAGLIAI in Palermo.
Modena, 17 Gennaio 1743.
Archivio Soli Muratori {R, /Ubi. Est.), Jlodena.
Di somma consolazione mi è stato l' udire con che generoso animo
V. S. illustrissima e il padre lettore don Eutichio basiliano pensino d'im-
prendere la mia difesa contro le tante dicerie de' signori palermitani.
Li ringrazio di tutto cuore : veramente ben sarebbe, che costi alcuno
alzasse il dito per disingannare, se pure è possibile, chi si lascia indurre
a far voto di morire per sostenere ciò, che finoi'a é solamente un opinione;
il che è d'obbrobrio alla santa nosti'a religione. Corrono cotesti signori a
-l'7-4:31 A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI 4377
far questo voto senza ponto sapere, se abbia fondamenti bastanti la pia
sentenza, né se la tradizione de' Padri sia favorevole, o pur contraria ad
essa. Ora, quando si voglia pur entrare in questo cimento, converrà aspettar
di vedere le lettere del Valdesio ultimamente pubblicate, cioè, la risposta
a tutti cotesti difensori del voto sanguinario. Da essi si potran ricavare
buoni lumi. S'io sapessi la maniera di farne tenere a V. |S. illustrissima
una copia, la manderei volontieri. Potrà ella intanto stare all'erta per
sapere, se ne fosse capitata alcuna in Palermo. 0 pure mi suggerisca ella,
come si potesse inviarne una copia di qua.
Sua cura intanto sia di portare i mìei più divoti ringraziamenti e
rispetti a S. E. il signor conte di S. Marco, la cui protezione in questo
atfare è certamente necessaria. Similmente mi riverisca il padre lettore
don Eutichio. dicendogli, che sarò pronto a somministrar que'lumi. che forse
costi mancassero. Niuno finora ha osato di giustificare il superstizioso voto
de' Cusentini per l'esenzione dal debito. Da ciò si conosce, di qnali eccessi
sia capace l'indiscreta divozione, e il poco studio della migliore teologia.
Altri simili eccessi di divozione ella vedrà nelle suddette lettere del
Valdesio, pubblicate dai signori palermitani. Per altro, non convien imitare
chi adopera ingiurie e calunnie. La vivezza etrusca, non iscompagnata
dalla modestia, piacerà a tatti.
Torno a protestar le mie obbligazioni all'amorevolissimo genio di lei,
e del padre lettore, a i cui cenni mi oiferisco con tutto l' ossequio, ras-
segnandomi, intanto, di V. S. illustrissima.
46IÌ2.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 20 Gennaio 1743.
R. BiBLioTBOA BiocARDiAWA, Firenze, edita [246].
All' ultima di V. S. illustrissima del di 9 del corrente, che è ben ve-
nuta speditamente, rispondo con dirle che mi protesto sommamente tenuto
alla benignità del signor marchese reggente Cavallo, sì pel gradimento
mostrato di quel picciolo tributo del mio osseqnio, come dell' aver egli
con ispontanea generosità voluto raccomandarmi al signor consigliere
Cristiani, ministro, che Dio ci ha dato per regalo, in mezzo alle nostre
disgrazie. S' egli vorrà eccedere con iscrivermi, cresceran le mie obbli-
gazioni verso cosi degno ministro; al quale, intanto, la prego di rasse-
gnare il mio rispetto.
A questo signor Menafoglio ho poi consegnato l'involto a lei diretto,
per essere inviato a Mantova, come l'altra volta. Se Dio vorrà che le
4378 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-43-
giunga. vi troverà una copia per lei delle Lettere del Valdesio, e un' altra
copia insieme coli' operetta di Antonio Lampridio, pel sempre da me ri-
verito padre benedettino. Ella desidera la Piena Esposizione. Invierò
ancor questa, e parimenti una copia dei Difetti, etc. Ma non vorrei per
ora infastidire di più il suddetto signor Menafoglio, e tanto più che essa
Piena Esposizione è grossa, e farà un involto di molto incomodo.
Godo io intanto che V. S. illustrissima vada raunando materiali per
rinforzare la mia operetta Della Giurisprudenza. Ella vedrà ciò che non
ho veduto io, perchè qui troppo rari sono i libri di cotesti paesi. Se uscirà
la minacciata risposta dell' avvocato romano, allora ella penserà a quello
che più sarà di suo grado.
Se si potessei'o ristampare in cotesto parti le due operette contro il
Voto sanguinario, avrebbono probabilmente spaccio, perchè forse lo stam-
patore italiano non penserà a spedirne costà.
Tre tomi in quarto finora sono stampati de' miei Annali, e il quarto
dovrebbe essere anch' esso fuori del torchio. A sette o pure ad otto tomi
dovrebbe arrivar quell' opera. Può star poco ancora a pubblicarsi T ultimo
tomo delle Iscrizioni, essendo gran tempo che mandai 1" indice. Se le ver-
ranno nuove iscrizioni, mi saran care, ed avrò congiuntura un qualche di
di darle alla luce.
Buon per voi che 1' Austria è esente da nuovi flagelli. Il riacquisto
di Praga vale assaissimo. Ma di pace ninna speranza per ora. E qui si
va vociferando che le truppe inglesi, annoveresi, etc, vogliono continuare
il viaggio, fin dove non si sa. Della Savoia abbandonata non parlo più:
le circostanze le saprete voi forse meglio di noi.
Qui nulla abbiamo di nuovo, se non che corre da molti la voce che
gli spagnuoli si vogliano muovere da Bologna o verso il Ferrarese o verso
la Toscana. Ma chi viene da Bologna ninna disposizione vi ha veduta di
ciò. Il signor maresciallo certamente è insospettito, avendo ottenuto che
otto battaglioni savoiardi stieno a sua disposizione, e parendo che pensi
a passare sul Bolognese. Ma tutto questo è probabilmente una ciarla. Ve-
rissimo è bensi che seguono molti rubamenti nella nostra campagna, ed
anche nella città, né e' è tribunale, dove ricorrere. In questo medesimo
punto che scrivo, mi vengono a dire che vogliono mettere una compagnia
di soldati nel mio casino di villa: casino nuovo: il che se succede, me
lo rovinano tutto. Il signor consigliere Cristiani s' è spontaneamente mosso
alla mia difesa, ma non so se gli riuscirà. Queste sono le nostre delizie,
e può ella immaginare se mi resti voglia di applicare a libri. Pazienza!
Pensa il papa a sminuire le troppe feste di precetto, troppo dannose
a chi dee guadagnare il pane. Molti de' nostri vescovi, ignoranti, si op-
pongono. Porse si concederà a que' soli che ne han fatta premura. Con
rinnovar le proteste del mio ossequio, mi confermo, etc.
1*743] A OIAN DOMENICO BBRTOLI 4379
4653.
A CESARE FRASSONI * in Finale.
Modena, 28 Gennaio 1743.
Abchivio Soli Mckatori R. Bihl. EmU), Modena.
Sono state da me lette le Costìtnzioni di codesta rinascente accademia
de' Fluttuanti, e trovate molto ragionevoli e ben distese, a riserva della
quinta dove si parla dell' Istoriografo, la qnale può patire qualche diflS-
cultà. Non volendosi costi ti'attar se non di lettere umane, non si vede,
quai cose mai possano servire per formare una stxjria. se non di bagattelle.
Il più si ridurrebbe a notare, che argomenti si fossero trattati; e a questo
basta il segretario. La stessa reale accademia delle scienze in Parigi, che
tratta di cose sostanziali, di sperimenti, macchine, etc. destina il segre-
tario a raccogliere e stendere le memorie per la stampa. Però si pensi
bene, se mai tale ufizio si riducesse a un nulla, o a cose non meritevoli
del nome di storia.
Nella Costituzione VII' sembra superflno il paragrafo, solamente, etc.
0 non succederà il caso, o s' è pi'ovveduto di sopra.
L"arme cammina; se non che potrebbesi desiderare, che al Finalis si
aggiungesse Mut. acciocché andando essa fuori, non segua equivoco col
Finale di Genova. Lo stesso è della Patente.
Auguro io intanto a cotesta sì lodevole Adunanza fervore di studio,
copia di libri, e durata; avendo veduto per pruova, che tante altre hanno
avuta vita effimera. Con che, ringraziando V. S. illustrissima delle sue
benigne espressioni, e pregandola di portare i miei rispetti al sig. abate
Frassoni. con vero ossequio, mi protesto, di V. S. illustrissima.
4654.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Aquileja.
Modena, 31 Gennaio 1743.
Akchivio Soli Mitratosi (R. Bibl. EaL), Modena.
Ben cara mi è la memoria che V. S. illustrissima conserva di me, e
la premnra di qualche notizia del mio presenta stato. Certamente mi hanno
* Questa lettera è tra le dirette a Cesare Frassoni, ma è senza soprascritta : deve
trattarsi dello stesso corrispondente.
43S0 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*^43-
sconcertato forte le disgrazie e la calamità della mia patria, che durano
tuttavia, di maniera che, da molti mesi in qua, né testa né voglia ho avuto
di comporre qualche cosa, e mi son divertito solamente in leggere libri
geniali. Ho anche patita flussione a un ginocchio, e a gli occhi, e quest'ul-
tima continua. Contuttociò Dio mi concede competente sanità, non ostante
il peso de gli anni e son qui tutto a servigi di V. S. illustrissima. In-
tanto in Venezia è uscito alla luce il mio trattatello Dei Difetti della
giwisjìrudenza ; siccome ancora le Lettere del Valdesio contro del voto
sanguinario, e in breve dovrebbe vedersi la descrizione delle Missioni del
Paraguai. Dovrebbe in breve pubblicarsi l'ultimo tomo delle Antiquitates
Italicae, e 1' ultimo ancora delle Iscrizioni. Dio sa se sarò buono ad altro.
Il nulla dirmi V. S. illustrissima de' raffreddori, influenza corsa per
tutta la Lombardia, e risentita anche da me, ma senza febbre, mi fa in-
tendere, o ch'essa non s'è provata costi, o ch'ella ne è stata esente. Me
ne rallegro con lei, e le auguro felice sanità per anni assaissimi, ed a me
la continuazione del suo stimatissimo amore. Si assicuri anch'alia della
corrispondenza del mio; e, con rassegnarle il mio costantissimo ossequio,
mi confermo, di V. S. illustiùssima.
4655.
A GICJSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 1 Febbraio 1743.
BiBLioTxcA CouuNALK, Ferr.ira.
Se V. S. illustrissima ha cambiato una povera parrocchia con un
buon canonicato, avrò ben da rallegrarmi con lei, perchè abbia migliorate
i propri interessi, e si sia liberata dal peso, che porta seco l' uficio di
parroco. Ma i vostri canonicati non sono in concetto di ricche prebende.
Tuttavia, avendo ella accettato il grado novello, converrà dire, che v'abbia
trovati i suoi conti. Sicché vengono le mie congratulazioni, e spezial-
mente pel motu proprio dell' eminentissimo Ruffo, che è stato di molto
decoro per lei; siccome ancora perch' ella, a cagion del suo sapere, farà
buona figura in cotesto capitolo.
Seguitano qui i nostri guai, né apparenza alcuna c'è di pace. E se
Dìo non provvede, fra gli altri malanni sentiremo quello di vobis cieadae
humi canent. Mai risposta non è venuta di Milano per quel libro. Sono
ed eternamente sarò, di V. S. illustrissima.
-1*7431 A FORTUNATO TAMBURINI 4381
4656.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 1 Febbraio 17i3.
Archivio Soli Mcbaiobi {K. Bibl. Est.), Modena.
Mi ha V. P. reverendissima liberalo da qualche ansietà in cui mi
trovava, per timore che si fosse smarrito il povero mio voto. Lodato Dio.
che sia giunto, e molto più per la somma clemenza con cui l'ha accollo
il benignissimo gran pastore. Qualunque aia per essere la risoluzione, che
prenderà la Santità sua. son certo che sarà saggia, ed applaudila da tutti
i saggi ecclesiastici, e molto più da i secolari; uè si dee stare, per le
piccole teste ingombre da una indiscreta divozione, di fare qualche bene
alla repubblica.
Era io in pena perchè era corsa voce qui. che l'eminentissimo Que-
rini fosse gravemente infermo. Nulla parlandone V. P. reverendissima, o
questa sarà una ciarla, o V incomodo di poca conseguenza. Sento divenuta
Firenze uno spedale per cagione di ralFreddori. Non vorrei che questa in-
fluenza s'arrampicasse fino costi. In ogni caso s'abbia ella buon riguai'do.
e non pratichi malati, perchè sembra male attaccaticcio.
Questo si gran ritardo delle Lettere del Valdesio, anche a me rin-
cresce assaissimo, e spezialmente se per altra mano si divolgheranno costi,
senza che sia stata presentata la sua copia a N. S. Vorrei credere, che
qualche esemplare veduto costi sia di private persone, che per curiosità
se ne sian provvedute per la posta, parendo inverosimile, che lo stampa-
tore ne abbia inviato più di uno a codesti librai. Voglia Dio. che. al com-
parir di questa mia, le abbia ella ricevute.
Bene è stato, che nulla abbia parlato dell'affare del m." Gorini. Il
silenzio di S. S. dà bastante indizio, che non ha conoscenza del manifesto
di quel cavaliere. Mandai quella carta, acciocché, occorrendo, se ne va-
lesse. Già ho a lei risposto intorno a quella proposizione da me creduta
ereticale.
Giacché segretamente si lavora al breviario, non occorre parlarne. Per
altro, se si sape.sse, potrebbe essere, che chi una cosa, chi l'altra additasse,
che forse non verranno in mente a i revisori. Per conto de' Graduali, ed
afizio da morta, so che se ne lamentano i canonici, come di troppo peso.
Se troverò cosa, che meriti qualche riflessione, non mancherò di comuni-
carla a V. P. reverendissima.
4382 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7'4:3-
4657.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 8 Febbraio 1743.
Biblioteca ComunaiiK, Piacenza.
Nella settimana scorsa per due di, meditando gli spagnuoli la marcia,
lasciarono entrare la gente in Bologna, ma non uscire.
Nel sabbato arrivarono a passare il Panaro. Si crede che pensassero
di sorprendere i tedeschi a Bomporto : ma un uomo calato giù dalle mura,
di notte, da Bologna, avendo portato l'avviso al maresciallo franzese, diede
tempo a gli austriaco-sardi di ben premunire quel sito.
Nella domenica sera marciarono di qua B400 armati alla Bastia: ven-
nero da Reggio, Parma e Piacenza altri battaglioni e squadroni, e si uni-
rono tutte queste forze. Non riuscì agli spagnuoli di sorprendere al Fi-
nale quel corpo d'austriaci, comandato dal Ciceri, che scappò fin sotto il
cannone della Mirandola, e s'è poi unito a quelli altri. S'è stato aspettando
ne i di passati quel che fosse per avvenire. Ninno spezzò le baracche.
Benché il freddo sia assai rigoroso, tutti stavano in armi, con la de-
solazione di quelle campagne.
Erano gli austriaco-sardi risoluti di dar battaglia. Cominciarono gli
spagnuoli a retrocedere. Si crede che non sieno più di 11 mila. Si son
ritirati fino a Campo Santo. Questi hau cavati dalla Mirandola vari can-
noni grossi, per abbattere le case, dove si son fatti forti i nemici.
A mezzodì s'è saputo che gli austriaco-sardi voleano dar battaglia; e
infatti s'è udito un continuo cannonare ed anche mosclietteria dalle ore
20 fino a sera, ma senza sapersi, se per vera battaglia, o pure per di-
roccare le case suddette : solamente domani ne verremo in chiaro.
Non s' è capito finora, che fine avessero gli spagnuoli con sì poca
gente. Credesi nondimeno che volessero assicurarsi del passo del Pan&x'o,
per poi aspettare il rinforzo ed i napolitani che dicesi venire in numero
di 10 mila persone, e v' ha chi mette giunta la loro vanguardia a Pesaro.
Son forse volati via per aria costoro? Gran cosa è che V. S. reverendis-
sima non ne dice una parola. Se vera fosse la lor venuta, forse potrebbe
non essere a tempo, se veramente oggi le due armate fossero venute alle
mani. Quel che è certo, noi ci troviamo nel crocinolo, ed assassinati da
ambedue le armate.
Voi avete perduti due porporati: anche da Milano scrivono mancato
Fleury. Si saprà costi se sia vero. Non vorrei che altri tenessero lor
dietro, perchè N. S. sarebbe intricato a trovar tante persone per rim-
piazzare i defunti.
-1*7 -43] A FORTUNATO TAMBURINI ' " ■■
« Già intendo arrivate costà le Lettere del Valdesio; e però non tar-
derà V. S. reverendissima a vederle. SapWi ella poi dirmi come saranno
state ricevute. Se capiterà alle sue mani la Storia del Prohabilismo del
padre Concina, vedrà ben più fiera battaglia. E che si pensa delle feste?
Che del breviario? Sode ancora proposta la redenzione di voi altri Re-
golari. Sicché gran cose sul tappeto ».
Dio preservi V. S. reverendissima dall'influenza cattiva. Il padre B.
è forte in collera perchè non vanno gli affari a seconda de' suoi desideri.
Si crede una favola, che gli spagnoli si sieuo impadroniti del passo del
piccolo S. Bernardo. Le bacio le mani, etc.
4658.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 10 Febbraio 1743.
Archivio Vaticano, Roma. ediUi [289].
Giacché il santissimo nostro padre va continuamente concependo
gloriose idee per decoro della religione, e per pubblico e privato bene :
vedrà V. P. reverendissima, se meritassero di passare senza (accia di
presunzione al trono della Santità Sua. insieme col più riverente bacio
de* piedi, alcune mie picciolo osservazioni.
Nel Breviario romano si dice, che 1" opere di S. Ilario non bau che
dottrina pura, provandolo col detto di S. Girolamo: Hilarii libros inoffenso
pede percurrat. Basta leggere la prefazione dei benedettini alle opere di
quel celebre santo per conoscere, che v' à dei gruppi, e delle espressioni
strane, e difficili ad intendersi. Per questo e non per 1* altra ragione,
S. Girolamo scrive, desiderar egli tal penetrazione di mente in quella gio-
vane, che possa scorrere, senza intoppare, i libri di S. Ilario.
Nelle lezioni di S. Carlo due bagattelle ho notato. Cioè eh" egli fu
colpito da una sola palla, e pure certo è che anche due quadretti almeno
il colpirono senza recargli danno. Dieesi ancora, che nella chiesa di Va-
rallo sculptis imayinibus è rappresentata la Passione del Signore. Queste
statue non sono di scoltura, ma bensì di terra cotta, come quelle di S. Pietro
in Modena, e però è da vedere, se sia propria quella denominazione.
La sequenzia nella Messa del Santissimo nome di Gesù ha. a mio
credere, del barbaro, e manca di quel tenero e atFettuoso, che meriterebbe
si bello argomento. Certo essa è inferiore di molto a quelle della Pente-
coste, del Corpus Domini, e al Dies irae. Sarebbe perciò da vedere, se
meglio fosse di farne fare una più leggiadra e di vota, da stamparsi sola-
mente ne" Messali che s' andranno imprimendo.
4384 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [l'74:3-
Tra le opero, che si possono desiderare in Italia, sembra che spezial-
mente sia da eontai-e una nuova Italia Sacra.
Abbiamo grande obbligazione all' Ughelli per la sua fatica in questo
proposito. Ma quella è tuttavia informe, e lontana dalla perfezione, che le
si potrebbe e dovrebbe dare, poco essendosi fatto nella seconda edizione
di Venezia per soddisfare al bisogno. Moltissimi vescovi mancano a quel-
r opera; v'ha dei documenti apocrifi, e buona parte dei legittimi è si scor-
retta, che questo solo chiama, a gran voce, aiuto.
La Francia sacra ( (ìallia Christiana ) dei Sammartani era in quattro
tomi. Ultimamente i benedettini di S. Mauro han rifatta quell' opera in
otto tomi. Meriterebbe l'Italia un somigliante favore, e potrebbe ottenerlo
dal magnanimo genio del nosti'o iucomparabil pontefice, che, scelta persona
a proposito, l'inviasse per tutta l'Italia a visitar meglio gli archivi, e rac-
cogliere quello, che è sfuggito alla buona volontà dell' Ughelli, e massima-
mente per li monisteri antichi. Se una nuova Italia sacra riuscirebbe di
decoro alle nostre chiese, non sarebbe men decoroso per l' Italia civile
un' altra opera, eh' io mi prendo 1' ardire di proporre.
Abbiamo la descrizione dell* Italia fatta da Tra Leandro Alìjerti bo-
lognese, libro degno di assaissima stima, e lavorato con assai di esattezza.
Ma questa sua fatica non corrisponde al merito di si bella parte del mondo.
Sarebbe da desiderare che alcun altro, intendente di varie arti, visi-
tasse tutta r Italia con seco un geografo, che rifacesse le tavole del Ma-
gini. Dovrebbe tal persona notare tutto quanto di bello e raro si contiene
in cadauna città, tanto nelle fabbriche, quanto nel politico; e nel distretto
d'esse per la storia naturale, con altre notizie appartenenti ad altre arti
e air erudizione.
Ho conosciuto il dottor Montefani ' [Caprara Lodovico Antonio],
lettor pubblico in Bologna, giovane di molto buon gusto. Egli forse sa-
rebbe atto per si fatta impresa; e bene starebbe, che un bolognese rifa-
cesse r opera di un suo concittadino. Un passaporto che il raccomandasse
a chi de' religiosi fosse creduto più dedito all' ospitalità, potrebbe rispar-
miare molto della spesa. Dirà V. P. reverendissima, che non manca al
santo nostro padre dove spender per far cose grandi, giacché tante ne ha
in mente, ed ha trovata svaligiata la camera sua, che in altri tempi era si
ricca. Dirà il vero: ma infine sarà egli un peccato il proporre tali bagattelle
a chi è papa, e non già un vescovello del regno di Napoli, e papa, che
nulla pensa a sé, né a' suoi, e solamente medita la pubblica felicità? Caso
che non dispiacessero tali proposizioni, se non ora, potrà Sua Beatitudine
effettuarle in que' molti anni di vita, che sommamente desidero e viva-
mente spero, che Dio gli concederà per bene della sua Chiesa. Con che,
le bacio le mani, e, con vero ossequio, mi ricordo, di V. P. reverendissima.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 7 da Bologna, 1741-'47.
-l'?43] A FRANCKSCO ARISI 4385
4650.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 13 Febbraio 1743.
Arohitio Eredi Mbloni, Carpi, edita (268].
Giacché abbiam che fare con gente indiscreta, altro ripiego non so io
vedere, se non che monsignor vicai'io adoperi la sua autorità, decidendo
quello che si debba alla parte contraria. E perchè costoro hanno mossa
la pretensione dell'avvocato Vernizzi. mi dica ella, senza che traspiri, se
fosse bene che io scrivessi al medesimo per saperne il netto: perchè, se
mai si trovasse non sussistere il fatto, comparirebbe la lor poco buona fede.
Fu scritto qui da cotesto p. rettore de' gesuiti, che vi poteva essere
persona, la quale accudisse a comperare il mio censo, e che gli dessi un
po' di tempo. Non s" è poi sentito altro. Se V. S. ne sa cosa alcuna, la prego
di avvisarmene. Sempre tenuto a lei per tante grazie, con vero ossequio,
mi rassegno.
4660.
A FRANCESCO ARISI in Cremona.
Modena, 14 Febbraio 1743.
Baccolta Gskcchi, Milano, edita [203].
Ancor io ho avuto la mia parte del raffreddore, e né pur oggi ne son
senza. Ma, per grazia di Dio, non ho provato febbre. Spero che voi avrete
già ricuperata interamente la sanità. Oh! quanti guai nel povero nostro
paese. Battaglie, tagliamento d' innumerevoli alberi, e desolazione delle
campagne. Quel che è più, s' è permesso il saccheggio delle ville, dove ul-
tiraaijiente è stato il conflitto, colla rovina di tante innocenti famiglie. Ohi
che iniquità! Son certo che anche il beuignissimo vostro real sovrano de-
testerà sì fatta militar licenza, o, per dir meglio, chi l'ha permessa.
In rivedere il segretario del signor conte di Kaunitz, riveritemelo
caramente. Mi rallegro che 1* abbiate trovato qual io vel dipinsi.
Ricordatevi poi d' intendere, se il dottore Schiavi ricevesse una let-
tera mia. Caramente vi abbraccio, e desidero di rivedervi sano in Modena.
BpUtolario di Lodovico Antonio Muratori, — Voi. X. STI?.
4386 LODOVICO ANTONIO MUBATOEI I 17'-43 -
4661.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 14 Febbraio 1743.
Biblioteca MaruobujIana, Firenze, edita [153].
Ho inteso il motivo per 'Cui si è sospesa la spedizione a me de' fogli
delle Novelle Letterarie, ancorché altri gli abbia qui ricevuti. Ora io altra
maniera di favorirmi non so suggerire a V. S. illustrissima, se non che
ella procuri di trovar persona la qual voglia, in andando a Bologna, con-
segnare al padre ab. Trombelli di San Salvatore, in un fascio, tanto i
fogli restanti dell'anno prossimo passato, quanto i finora pubblicati nel-
l'anno presente. Per questi io sodisfarò subito che finiranno una volta in
Milano di dar fuori gli ultimi tomi delle Antiquitates Italicae e delle Iscri-
zioni; perchè dovendone inviar copie costà, il danaro colerà in mano di
lei. Esso padre abate si prenderà la cura di farmelo avere.
Volesse Dio che potessi indicarle alcun altro dittico. Converrebbe
aver amici in Francia e Germania, che cercassero nelle gallerie degli eru-
diti. Più di me certo ella ne ha. Voglio scriverne a Vienna.
Ho avuto anch'io la mia parte del raffreddore; anzi né pur oggi son
rimesso in salute. Ma Dio mi ha serapi*e guardato dalla febbi'e. Augurando
a V, S. illustrissima buona sanità, e rinnuovando le proteste del mio os-
sequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima, etc.
Aspettava io risposta dal signor Lami, per sapere s' egli abbia rice-
vuto un libro; e nulla ho veduto. Non vorrei che il suo silenzio proce-
desse da incomodi di salute. Oh! quanti guai qui da noi! Battaglie, sac-
cheggi, tagliamenti innumerabili, etc.
4662.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Napoli.
Modena, 15 Febbraio 1743.
Museo Bkitaknico, Londra.
Solamente ora mi son capitate le Poesie latine del signor avvocato di
Gennaro, e le Rime ed Orazioni del p. maestro De Angelis ' [Domenico].
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n.° 3 da Napoli, Roma,
1709- '10.
>1'7'43] A aiusspPB Aurelio di asmiABO ' 4387
Riconosco tatti questi favori dal benigno amore di V. E., e gliene rendo
infinite «grazie. Magi^ori poi le debbo per l'onore da lei fatto al mio povero
nome eoa lodi, che riconosco per altro superiori al mio merito, nella sugosa
e leggiadra prefazione da lei fatta alle liime d' esso padre De Angelis. In
essa ho scorto quanto saggiamente ella sappia riflettere sul merito vero
della poesia; e volesse Dio che tanti de' poeti passati avessero saputo, e
non avessero negletto si giusta regola. Ora io prego V. E. di ringraziare
divotamente in mio nome cotesto eccellente religioso, il quale, non meno
nell'oratoria che nella poesia, ha dato un nobil saggio del suo felice ingegno.
M' è stato ben caro d'imparare a conoscerlo, e tanto più perchè, parendo
a me scaduta oggidì la poesia in Italia, truovo in lui chi ne sostiene il
decoro. Gli dica che desidererei di fargli conoscere la mia [stima] ed os-
sequio, tanto in privato, quanto in pubblico. Al signor avvocato Di Gen-
naro scriverò quanto prima per ringraziarlo. Felici voi che abbondate
cotanto d'ingegni vigorosi, e capaci d'ogni bella impresa. Alcune settimane
80U0 scrissi a V. E., notificandole la doglianza del libraio di Venezia per
la voce corsa, che costi si volesse ristampare il trattateli© mio De i difetti
della Giurisprudenza. Se«'.oudo i miei conti la ristampa dovrebbe già es-
sere venuta, e pur nulla ho veduto. Voglia Dio che non si smarrisca la
lettera.
Si raccomanda forte il signor Argelati pel pagamento di quanto gli è
dovuto. Già le ho accennato ciò, ch'egli rispose intorno al foglio mancante
nel tomo Rerum Italicarum. Noi qui siamo immersi ne' guai e piangiamo
la desolazione delle nostre campagne, per eagion della guerra. Ringraziate
voi altri signori Iddio, perchè vi dona la pace. Con che. bramoso del-
l'onore de' suoi comandamenti, ossequiosamente, mi rassegno, di V. E., etc.
4663.
A GIUSEPPE AURELIO DI GENNARO* in Napoli.
Modena, 15 Febbraio 1743.
Edita [78].
Solamente oggi mi sono giunte le Poesie latine di V. S. illustrissima;
né ho potuto trattenermi, benché in mezzo ad infiniti guai della patria
mia, che mi tengono pien di mestizia ed aflfanno, di leggerle. Nulla mi è
giunto nuovo. Già io conosceva il di lei felice ingegno, e sapea di quanto
era capace. Pure non ho cessato di ammirare l'eleganza e lo spirito, che
si truova ne' suoi versi; e mi congratulo vivamente con lei per questo suo
* Responsive in Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est. ), n.** 2 da Napoli, 1742-'45.
4388 LODOVICO ANTONIO MURATORI fl'743-
novello pai'to. L'onore poi. ch'ella ha fatto godere al mio nome, e il dono
carissimo del suo libro, non gli posso pagare, se non con i più vivi rin-
graziamenti.
Veramente desiderava io di poter inviare, tanto a V. S. illustrissima,
che al signor avvocato Rapolla, copia del mio trattatello De i Difetti della
Giurisprudenza. Ma non passando, per cagion della guerra, gente alla volta
di Roma, Dio sa quando potrò eseguire un tal desiderio. E intanto pro-
babilmente il libro sarà giunto costà: anzi mi vennero doglianze dallo
stampatore veneto perchè gli era stato scritto, che costi se ne faceva una
ristampa, siccome ne scrissi al signor duca Brunassi. In essa operetta
troverà V. S. illustrissima, il suo nome, siccome ancora nelle Epistole del
Valdesio, allorché capiteranno costà.
Io bramerei in forma più rilevante far conoscere la stima che pro-
fesso a i felici ingegni napoletani, spezialmente a lei. Con pregarla de' miei
rispetti al sig. avvocato Rapolla, e con rassegnarle, etc.
4664.
A DOMEfnCO BRIOHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 17 Febbraio 1743.
R. Biblioteca Riccardiana, Firenze, «dita [245].
Nella comune influenza de' raffreddori me l'era io passata assai dis-
cretamente, perchè senza febbre e mi credeva già in porto; quando ne' giorni
addietro mi son trovato con peggiore incomodo, massimamente d'una mo-
lesta tosse che non è già cessata affìatto, ma mi permette di scrivere a
V. S. illustrissima, per dirle che ho ricevuto due carissime sue. Se fossi
stato mei juris ne' di passati, le avrei scritto ciò che qui ha fatto gran
rumore, e che avrete udito da più d' un corriere. Si è con solenne 7'e Deum
oggi solennizzata qui la vittoria riportata dall'armi austriaco-sarde contro
gli spagnuoli ; né d' essa si può dubitare, perchè a nostri è restato il campo,
s'è fatto prigione un intero battaglione, s'è guadagnato almeno un can-
none, e i nemici han dovuto ritirarsi, con ridursi al loro nido di Bologna,
facendosi conto che tra morti, feriti e disertori abbiano perduto più di
4 mila persone. Vero è che i medesimi han preso un paio di timbali e
qualche bandiera e fatti prigionieri i generali Ciceri e Praisper, un bri-
gadiere, e che so io, con circa 130 soldati e due cannoni ; per lo che van-
tano anch'essi vittoria: ma senza ragione. Era conchiuso nel consiglio del
sig. maresciallo di seguitarli, ma ordine in contrario venuto al sig. conte
d'Aspremont generale dell'armi sarde, che è qui gravemente ferito, non
ne ha permessa l' esecuzione. La desolazione delle nostre campagne è stata
terribile, ma il peggio di tutto è stato che il suddetto sig. maresciallo
17'43] A FORTUNATO TAMBURINI 4389
conte di Traum per pagare e regalare la saa trappa dopo la battaglia,
(cosa che fa orrore), ha permesso il sacco di Camposanto e di tntte le
ville circonvicine, con essere rimaste in camicia tante famiglie de* nostri
poveri contadini, che saranno astrette a mendicare il pane, e con restare
incolte quelle campagne. Come un signore di tanta pietà e amorevolezza
per altro possa aggiustar con Dio questa partita noi so dire. Si son messe
a quartiere le soldatesche, e nuli' altro c'è di nuovo, perchè delle ciance
non occorre parlare. Strano è stato ch'ella scrisse francamente invaso
(tiuliers e Berga dal Prussiano: e pure né par se n'è veduta l'apparenza.
Ricevo oggi un benignissimo foglio del sig. marchese reggente Ca-
vallo, a cui risponderò se avrò forza, in questo medesimo ordinario. A
buon conto V. S. illustrissima anticipi i miei più divoti ringraziamenti
per la bontà con cui ha scritto in mio favore al sig. amministratore ge-
nerale Cristiani, signore il qnale per altro mi vuol bene. Egli fu che
spontaneamente si mosse a preservare dai Micheletti il mio casino, e cosi
la passai netta. Certo che una raccomandazione al sig. generale Fertnsati
mi potrebbe giovare in altri bisogni, e ne sarò tenuto a chi me l'otterrà.
Ringrazio intanto lei di quanto ha fatto, e del desiderio di far di più.
Credo anche di meritarlo per la gran divozione da me sempre professata
all'augustissima Casa d'Austria, come si vede nei miei libri. Anche l'au-
gustissimo Carlo mi regalò di una collana d' oro.
Allorché saprò ch'ella abbia ricevuto l'involto colle copie della Ri-
sposta ai protettori del Voto sanguinario^ allestirò l'altro colla copia dei
Difetti, e colla Piena Esposizione. Godo, intanto, all'intendere ch'ella vada
ammassando materiali per la Giurisprudenza, e ho dato ordine a Roma
che, uscendo la minacciata scrittura, me la mandino per trasmetterla a lei.
Per la lingua italiana non si dia fastidio. Ne sa abbastanza, e supplirò
io dove occorrerà: giacché, s'ella scriverà, potrà inviarmi la sua fatica,
ed essa la farò io poi stampare in Venezia. Son persuaso che anche in
codeste parti abbondino i guai, e la guerra spezialmente è distruttrice
delle lettere. Dio ci abbia misericordia e ci ridoni la pace. Di questa pur
io non troppo sento parlare, anzi veggo di gran preparamenti in Francia,
per accendere maggior guerra. Con che, ossequiosamente, mi rassegno, etc.
4665.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 19 Febbraio 1743.
Abobitio Soli Hubatori (R. Bibl. £s(. ), Modena.
Non sia vero, che io prenda a disputare con V. P. reverendissima,
che ne sa tanto più di me, intorno alla proposizione, che Dio determina
4390 LODOtlOO ANTONIO MURATORI 1 1*?43-
liberamente la volontà. Mi è assai noto ciò, che si dice dell' efficacia della
grazia, della predeterminazione. Finisco, Solamente dirò, che, chi tali dot-
trine insegna, nello stesso tempo insegna, che Dio ottiene quel che vuole,
ma senza pregiudicare alla libertà dell' arbitrio. Il Concilio di Trento
e' insegna, che la grazia non necessita ; ed è condannato Giansenio tanto
per questo, quanto per aver sostenuto, che non si può resistere alla
grazia. Ora, il dire così asciuttamente, e senza riserva alcuna, che Dio
determina liberamente la nostra volontà, a me sembra in sé stesso un sen-
timento da non sofferire, quasi che la volontà diventi passiva, e sia deter-
minata ad unum, da una forza a cui non può resistere. Se con qualche
addolcimento, e riserva si fosse parlato, nulla avrei detto. Calvino non
fu di divei'so parere.
Veggo quanti incomodi si è preso V. P. reverendissima per distri-
buire gli esemplari delle Pistole Valdesi e glie ne rendo infinite grazie.
Con piacere ho inteso, che si va rimettendo l'eminentissimo Querini. Bel
miracolo che ha egli fatto nel ricusare la Chiesa di Padova. Intanto son
vacanti 22 Porpore, e pare, che sia in viaggio alcun' altra. Se questo
largo campo giovasse a quella persona, che lo stesso signor cardinale
Querini immaginò non in verisimile, che potesse avanzarsi (il che fu da
lei deriso ), me ne rallegrarci senza fine. Quello che a me preme di sa-
pere, si è r accoglimento, che avrà fatto N. S. a quel libricciolo. Quando
alla S. S, non dispiaccia, io niuna pena mi metterò del gridare, che fa-
ranno altri, perchè di sentimento, ed impegno diverso.
La prego di non motivare ad alcuno ciò che le scrissi intorno alla
nostra mitra, perchè non si sa come abbia a finire. Veramente dappoiché
si crede, che monsignor Sabatini non voglia accudire, noi non sappiamo
sopra chi fissar gli occhi. La servirò col signor segretario Giacobazzi,
il quale appunto mi disse, che aspettava una risposta.
Attenderò nota dello speso da lei in favorirmi, e con ciò, ossequio-
samente, mi ricordo, di V. P. reverendissima.
4666.
AD ANGELO CALOGERI in Venezia.
Modena, 22 Febbraio 1743.
BiBiiioTKOA Imperiale, Pietroburgo.
Se si potrà, verrà in questo ordinamento colla barca del nostro cor-
riere la seconda parte delle Antichità Estensi; ed io starò attendendo
quanto V, P, mi fa sperare. Mi è ben dispiaciuto, che il signor Pasquali
abbia perduta 1' occasione di ristampar le cose del padre Segneri iuniore.
perchè avrebbe fatta bella stampa. Dio sa come riuscirà al Recurti.
-l'T'^Sl AD ANQBLO MARIA QUBRINI 4891
Volesse Dio, che potessi contribuire, o mediatamente o immediatamente,
qualche pezzo alla di lei Raccolta. Mi adiro alle volte in pensare, come
l'Italia sia oggidì si scarsa di pi'oduzioni. Da che mai questa servilità?
Terrò presente il di lei desiderio.
Di consolazione mi è stato 1* intendere, che costi si fatichi per dar
tante nuove lettere del celebre vostro Pietro Delfino, oltre alle già stam-
pate, e all'altre pubblicate dal padre Marlene. Auguro felicità a tale im-
presa, che sarà applaudita da tutti.
Con tutto lo spirito, riverendola, mi rassegno, di V. P.
4667.
A FRANCESCO CONTARELLI iu Ferrara.
Modena, ^ Febbraio 1743.
Archivio dklla CoHSBxaAzioNE di Carità, Correggio, edita [272].
Due lettere di V. S. illustrissima, una del 4 e l'altra del 18 del cor-
rente ho ricevuto, nelle quali mi ragguaglia della 2.* rata pagata dallo
Scardua. e del danaro pronto a venire. A questa posta mi han detto che
la bolgetta venuta ultimamente non ha incontrato disturbo alcuno. Vorrei
sperare, che la stessa felicità s'avesse a provare ancora da qui innanzi;
e però potrà ella favorirmi. Saprà meglio di me, se sia maturato l' affitto
delle Malee al Natale prossimo passato. Perchè se ciò fosse, quel Attuario
sarebbe molto pigro.
Udiamo, che quei del Bondeno se la paesano male per li nuovi ospiti,
e che la Diamantina sia sotto il flagello, e venga minacciata anche la
Sanmartina. Oh quanti guai ! Avrà V. S. illustrissima saputo il saccheggio
dato da queste truppe a Camposanto, e Ville circonvicine. Eppure abbiam
dovuto assistere con allegria al Te Deum.
Godo che le sia giunto il libro: e, rassegnandole il mio ossequio, mi
confermo, etc.
4668.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 22 Febbraio 1743.
BiBLiOTBOA QrmmAVA, Brescia, edita [2^].
Con tal commozione d'animo intesi nei giorni passati lo sconcerto
della sanità di V. E., ch'io non mi sapeva dar pace, considerato quanto
interesse io abbia nella di lei conservazione, e molto più quanto la re-
4392 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17'-43-
pubblica tutta n' abbia d" avere, trattandosi di un porporato di si rare
ed eminenti qualità in ogni genere. Ne sono andato scrivendo costà con
premura, per sapere di mano in mano lo stato suo. Finalmente è cessala
la mia inquietudine, all'avviso che TE. V. sia vicina a dimenticarsi degli
incomodi sofferti. Serva la presente mia per attestarle il mio sommo giu-
bilo per questo, e che prego di cuore l' Altissimo, perchè a lei conceda
una prosperosa e lunga vita per pubblico bene.
Le rendo umili grazie per la pastorale in cui esprime la sua riso-
luzione di non passare a Padova. Questi son miracoli della singolare virtù
di V. E. I Bresciani 1' amavano, ora 1" adoreranno. Non si potea dar loro
un più vivo attestato della bontà che ha per essi. Con che. baciandole la
sacra porpora, ossequiosamente, mi rassegno.
4669.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Rom'a.
Modena, 2G Febbraio 174.3.
BiBiiioTBCA Comunale, Piacenza.
Due stimatissimi fogli di V. S. reverendissima mi son giunti oggi
per li quali le rendo umili grazie. Vero è, che anche gì' ispani cantarono
il Tedéum perchè fecero prigioni due generali tedeschi, l'uno dei quali è
morto: presero alcune bandiere, due timbali, inchiodarono alcuni cannoni,
e sparpagliarono di notte il campo. Ma l'aver cosi battuta la ritirata la-
sciando il campo e l'aver gli austriaco-sardi fatto prigione un battaglione
colle bandiere e preso un cannone, fa che. con più ragione, questi han can-
tata la vittoria. Del resto si conviene, che la battaglia è stata sanguinosa
per ambe le parti, e più a proporzione che quella di Parma, trattandosi
di due armatelle. Abbiam qui il conte d'Aspremont generale dell'armata
sarda, il quale si dubita forte, che per la sua ferita non campi. Del che
noi tutti ci dogliamo per essere discretissimo ed amorevolissimo signore.
Dicono che quegli ufficiali sono irritati contro i due legati, creduti troppo
parziali della Spagna. Potrebbono farne vendetta contro gl'innocenti sud-
diti, e certamente udiamo, che maltrattano il Bondeno, e forse potrebbero
far di più allorché saran giunti que'tre reggimenti e otto battaglioni, che
vengono di Germania, ne giungeranno se non verso i 15 del prossimo
mese. Noi intanto ne' soliti guai. Ma orrido è stato quello del saccheggio
dato da questi, dopo la vittoria, a tutte le case di Camposanto e delle ville
circonvicine, essendo restata in camicia la povera gente, e dovendoci qui
pensai'e a soccorrerli, perchè non muojano di fame. E pure par che cresca
l'incendio. Dicono che la regina invierà qualche soccorso al re di Sar-
-l'743] A GIAN DOMENICO BERTO LI 4393
degna, quasi che ella non ne abbisogni per sé. Mal soddisfatto è il P. B.
perchè ama la sua patria, e vede anche le cose alla traversa.
Orsù, sbrigatela con questa promozione e levate di stento tanti, che
aspettano, preparando poi l'acqua della regina per tanti altri che reste-
ranno colla bocca asciutta. Miseri martiri che son questi tali.
« Staremo dunque a vedere se il campione legista mi avesse compas-
sione, e mi sprezzasse col non degnarsi di rispondermi. Ne avrei piacere.
Ma guai a me. se il ternbil padre de Luca imbrandisce lo stocco. Non
so dove andrò a cacciarmi. Quando si verificasse che a nostro signore
non dispiacesse il mio combattimento, mi riderei del resto.
Voi avete lasciato morire il padre Febei, che doveva essere Cardi-
nale. Avete monache defunte, nel cuor delle quali s' è trovata espressa
la Passion del Signore, e non ne parlate >.
So quel che è stato proposto per sollievo di voi altri signori Regolari.
Ma qui non s' intende come S. S. sia giunta a volervi far questo bene,
quando si tiene, che la Camera alfonsina ne patirà, perchè ella riscuote
il sei e paga solo il tre. Lo prego di dirmene quello che è. Per altro, so
quel che rispondono i monaci; e credo sia lo stesso, che V. S. reveren-
dissima non ha voluto dire.
Se Belluga sta male, anche Fini non istà bene. Se Dio, darà, come
desidero, lunga vita al S. P. egli rinnoverà il Sacro collegio e voglio
sperare, che rimpiazzerà uomini degni.
La cupola ha bisogno di risarcimento, e non di battaglie di carte:
noi qui della pace, ed io della conservazione della di lei stimatissima
grazia, di cui pregandola, ossequiosamente, mi confermo, di V. S. reveren-
dissima.
4670.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Mereto.
Modena, 1 Marzo 1743.
BaccoiìTa Rota, S. Vito al Taglìamento, edita [187].
Gran tempo è ch'io inviai a Milano l'indice generale della Raccolta
delle Iscì'izioni. Il sig. Argelati, a cui sta più a cuore la sua Biblioteca
degli scrittori milanesi, che le cose mie, non ha peranche terminato quel-
r ultimo tomo. Non dovrebbe però tai'dar molto a pubblicarlo, ed io allora
mi affretterò di farne giungere il tomo a Venezia. Ora ben mi rallegro
con V. S. illustrissima, perchè abbia trovato tante altre antichità, che ne
possa fare una competente giunta all' opera sua. Verisimilmente. se vi fos-
sero cavatori, molti altri pezzi antichi si troverebbero fra le rovine di
quella ragguardevol città. Si goda ella la pace e quiete nel suo Mereto,
4394 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'743-
mentre noi qui non proviamo se non guai per cagion della guerra, e senza
prevedere, come abbia a terminai-e la nostra tragedia. Mi conservi ella
il suo stimatissimo amore, mi comandi, e mi creda, quale, con tutto l'os-
sequio, mi protesto, di V. S. illustrissima.
4671.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 1 Marzo 1743.
Archivio dsiiLA Conokegaziohe di Carità, Correggio, edita [272].
Felicemente ricevei per 1' ultima bolgetta il danaro inviatomi da V. S.
illustrissima, di cui troverà rinchiusa la ricevuta. Unisco ad essa i dovuti
ringraziamenti alla di lei bontà per le continuate grazie, eh' ella mi fa
godere. Riscuota pure l'affitto delle Malee, e se ne serva in quello, che
possa bisognare di spese costi. Per la nota di esse si prenda tutto il co-
modo, non avendo io fretta alcuna in questo.
La vedova Violante Triani Pedrazzi va creditrice del fìtto di due
anni d' una sua casa posta in Ferrara, ed affittata a Carlo Gradellini, che
sta nel monte di essa Ferrara. Dimanda per carità, che V. S. illustris-
sima il faccia pagare, e ne tiri il contante.
Anche la signora Anna Vittoria Finci la prega di parlare al signor
Niccolò Piccinini, acciocché le faccia pagare il fitto di una casa, e vegga,
se può trovare onesto compratore della medesima.
Mi perdoni per tali intrichi.
Qui è morto il signor conte d'Aspremont, generale della cavalleria
savoiarda, cavaliere di nobilissime parti, e compianto anche da noi, per
una ferita ricevuta nella battaglia di Camposanto. Qui niun movimento;
ma ci ha fatto orrore il saccheggio di esso Camposanto e delle ville cir-
convicine. Sempre desideroso di ubbidirla, mi rassegno ....
4672.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 1 Marzo 1743.
Archivio Eredi Mkloni, Carpi, edita [268].
Veggo bene, che quel Dottorelli è dietro a farmi il latino a eavallo.
Pazienza. Qui mi dicono, che quando io, come attore, abbia per mezzo del
procuratore rinunziato alla lite, non può la parte contraria proseguirla.
-I'7'é3] AD ANQSLO MARIA QUBRINI 4395
Aggiungono che. se fosse venuta la sentenza, non è certo, s' io l' avessi
avuta contro, e molto meno s' io fossi stato condannato nelle spese, perchè
finalmente questa non è una lite calunniosa. Però sempre torno a dire
che tocca a monsignor vicario il decidere, e ciò ch'egli risolverà, secondo
la sua prudenza, sarà da me approvato. Non mi parla più V. 8. dell'av-
vocato Vernizzi.
Ho fatta istanza al sig. D. Pirondi per avere lo strumento dell' ac-
collazione del censo al Como, per valermene contra di cotesta sigurtà, su-
bito che sarà spirato il semestre. Finora non 1' ho potato avere. Staremo
a vedere, se converrà chiederlo per giustizia. Ringraziandola di tutti i
favori, con tutto lo spirito, mi ricordo.
4673.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 1 Marzo 1743.
BiBLioTBCA QuKRisiAHA, Brescia, edita [2Eii],
Gran festa ho fatto al ricevere due benignissimi fogli di V. E., e mas-
simamente r ultimo dove assicura del vicino ristabilimento di sua salute,
la quale a quest'ora dovrebbe essere, come spero, totale. Tre lettere nuo-
vamente pubblicate dall' E. V. sono venute con essi fogli, e dalla scritta
al sig. canonico Mazzocchi ho appreso l'origine e il sistema del suo pas-
sato incomodo. Ah ! di grazia sia ella migliore economo della sua preziosa
salute, e tanto più da qui innanzi, perchè van crescendo gli anni.
Di belle notizie contiene la nuova lettera di V. E. al suddetto sig.
canonico, e si vede, che a qualunque parte della letteratura sia rivolto il
suo felice ingegno e sapere, ella può fare da maesti-o dappertutto. L'altra
poi al signor Apostolo Zeno mi ha dilettato forte pel gi'an credito che
l'È. V. ha fatto al secolo XV. tale che quasi fa vergogna al nostro. Quanto
poi ha divisato il p. Baldini ' [Francesco] intorno al di lei dittico, mi per-
metta di dire che non offuscherà punto il pregio di quell' anticaglia, e tengo
per più sporto a giudicare di tale il barone Hosch. che quel dotto religioso.
Nel secolo stesso di Augusto potea uno scultore formar bellissime figure
e intendersi poco di architettura.
Sommo sarà il favoi-e, se V. E. potrà impetrare da sé tanto tempo e
pazienza da leggere le lettere Valdesiane. Per altro, bene sarà, che il più
dotto dei porporati del nostro tempo sia informato di quella controversia,
e me felice, qualora la di lei benignità prendesse a parlarne a N. S.
' Sue lettere in Architio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), n.° 2 da Piacenza, 1731.
4396 LODOVICO ANTONIO MUBATOttl [1*?43
Vorrebbe poi V. E. far parlare monsignor Pontanini ; ma il povero
prelato ha perduto la parola. Io non lascio di stimarlo anche defunto; ma
incomparabilmente ho più di venerazione per V. E., da cui l'essere anche
corretto riputerò mia gloria.
Si trovarono l'altre lettere spedite da Venezia, come so d'averle
scritto con altra mia. Perciò ho tutto il di lei tesoro. Infinite grazie in-
tanto per li frequenti regali. E, con baciarle la sacra porpora, ossequio-
samente, mi rassegno.
4674.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 12 Marzo 1743.
BiBLioTRCA. CoMUNAiiK, Piacenza, edita [227],
« Dovette pensare il cardinal Colonna, che, dovendo entrar nel Saero
Collegio due altri Colonna, di qui a non molto, non sarebbe stato un bel ve-
dere tante colonne mobili nella casa di Dio; però ha dato luogo. Nulla qui
s'è udito di Gèvres. Per conto poi della promozione, lascierò pensarci a voi
altri signori. Ha ben tanta prudenza V. S. reverendissima, che conoscerà af-
fatto inverosimile, ciò che laluno ha sognato di certa persona [Muratori]:
e sopratutto non conveniva tal sogno colla troppo avanzata sua età. Si ride
esso, intanto, di siffatte ciarle ; e siccome non ha mai desiderato, non che
sperato, un tal salto mortale, così lo prende per una canzone, e non prova
alcuno di quegli affanni ai quali è sottoposto costi più d' uno ».
Mancò poi di vita il conte di Aspremont compianto anche da noi,
perchè era cavaliere discreto e cortese. Molto ha perduto in lui il re di
Sardegna. Pur troppo è vei'o che, durando intorno a Bologna gli spagnuoli,
noi continueremo a mangiare il pan del dolore. Non è credibile fra gli
altri guai la desolazione de' nostri alberi. Si crede qui che due battaglioni
di svizzeri pai*tirono di qua alla volta di Parma, e quei che sono in
Parma passeranno a Piacenza e quei di Piacenza, più in là, essendo le
apparenze che in Sardegna crescano le forze Ispane ; forse anche vi si mi-
schieranno i franzesi. Intanto due battaglioni e il reggimento di caval-
leria del principe Eugenio son giunti dal Tirolo a Mantova. Per questo i
Veneziani ci han banditi, e han già messi i rastelli; il che accresce i
nostri guai, e chi dee stare co' tedeschi medesimi. Se fosse vero che 4 mila
ungheri avessero da calare in Italia, chi ci assicura che non portino la
peste? Ci mancherebbe ancor questo diabolico flagello, peggiore di tutti.
Del resto niun sa come andran gli affari. Tutto inclina alla guerra.
Il re di Prussia quando sia vero, che sia per assistere all' imperatore e
voglia la pace, questo potrebbe farci sperai'e del bene: ma son tante le
-±'7-4t3] AD ANGELO CAJXXIERÀ 4397
bugie, che non ai sa che credere. Anche il Gages ci promette soccorsi da
Napoli, ma si tengono per vane speranze. Qui si fortifica sempre più
Bomporto; e, benché gli spaguuoli non ascendano a 8 mila, pure qui si ha
sempre apprensione d' essi.
<ic Non so finora ciò, che opponga il dotto cardinal Querini al V'aldesio,
Perchè aspira al papato, vuol, credo, mostrare di non esser parziale d'esso
Valdesio, benché il regali di tanto in tanto delle sue insignì lettere ».
Seppi com' era V affare di quella chiesa. Mi dica come se la passa
l'eminentissimo Pico, della cui grazia non godo, siccomené pur godeva di
quella di Belluga.
« Da Venezia mi si fa sperare alla fin del corrente mese stampata
l'operetta del Paraguai, che, tanto tempo fa, fu inviata colà. Né pm*e una
sillaba ho potuto impetrare per essa da' padri gesuiti. Ne scrissi al padre
Contacci ; mai non ne ho veduto risposta ».
Poco importa Truovo in questi monaci i sentimenti di V. P. reve-
rendissima per conto dell'indulgenza loro accordata da N. S. Non con-
corro con essi. Se fossi costi, ne direi le ragioni.
Dal di lei silenzio ricavo che N. S. sta bene, del che mi rallegro. A
me basta ciò, che ella mi dice di cotesta santa monaca. La prego di far
volare a Vienna que' millioni. che si dicono trovati all'Elettrice Vedova.
Povera Italia! Tutti la spogliano.
Con sommo ossequio, mi ricordo, di V. P. reverendissima.
4675.
AD ANGELO CALOGERÀ in Venezia.
Modena, 15 Marzo 1743.
BiBL-oTECA IstPEKiALB, Pietroborgo.
Voleva io appunto scrivere a V. P. che nella prossima scorsa setti-
mana s' era consegnata al nostro corriere la parte II delle Antichità
Estensi a lei indirizzata, quando è giunta nuova, che dalla parte vostra
sieno stati chiusi i passi; e però si crede, che il corri*»re non sia stato a
tempo per passare : del che ella si potrà chiarire. Quando abbia trovato
intoppi, si starà a vedere, che ripiego si troverà per far passare le robe.
Non mi sovviene a qual anno io abbia parlato di S. Maiolo, ed ho
tutta sossopra la biblioteca, laonde non posso chiarirmi del tempo, in cui
S. Romualdo principiò in Italia la sua riforma. Se V. P. ha fondamento
di dire, che questo Santo non fu posteriore all' altro, potrà aggiungere
queste parole: Circa i medesimi tempi nondimeno anche ò'. Romoaldo, di
di cui parleremo andando innanzi, si applicò alla riforma del monachismo.
4398 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-43-
Quanto alla ci'onologia di s. Pietro Orseolo, a me manca V operetta
da lei accennatami del p. abate Grandi, e però non saprei come correg-
gere quanto ho detto. Per non islogar 1' ossa al manoscritto, si potrebbe
aggiungere : Per quello nondimeno che riguarda la cronologia di questo
santo uomo, iiuò essere che sieno più sicure le notizie recate dal celebre
p. abate Grandi in una operetta, eh' io non ho potuto vedere, e a cui
rimetto il lettore; poiché, per conto de i fatti, credo, che amendue andiamo
concordi insieme.
Con che. rassegnandole il mio ossequio, più che mai mi protesto,
di V. P.
4676.
A FORTUNATO TAMBUHINI in Roma.
Modena, 15 Marzo 1743.
! Archivio Soli Mubatoui {li. Bibl. Est.), Modena.
Ancor qua son giunte nuove assai gustose di V. P. reverendissima,
ed è gran tempo che io sentiva girar questa voce, e volesse Dio che avesse
sussistenza.
Ninno più di me la compatisce, se per V una parte mal soffre si fatti
ragionamenti, fondati solamente sul desiderio de' modenesi, che sono costì,
e sulle combinazioni fatte da altri. La compatisco, dico, perchè è conve-
nuto anche a me di soffrir simili ciarle, come ella le chiama, ma che per
me incomparabilmente più tali sono, e mi cagionano rabbia, perchè parmi
di essere messo in canzone, e conoscendo me stesso, e cotesto paese, truovo
essere grande imprudenza il figurar possibile non che verisimile ciò, che
essi sognano. Ma lasciamo queste inezie.
Anche a me fu scritto, che 1' eminentissimo Querini era restato poco
contento per l'affare di Padova. Ma beato lui che le insigni sue epistole
il renderan famoso per l'infinità.
Andrà, quando potrà, V. P. reverendissima all'udienza del Santo
Padre, e farà quell' uso che stimerà bene del mio foglio.
Se gli viene il destro, dica alla Santità Sua, che qui non si parla
d' altro che dell' impareggiabil sua carità e generosità dopo aver destinata
questa Chiesa a monsignor Ettore Molza. senza peusioue in riguardo a i
beni assassinati del vescovado, e delle limosino fatte a questo ospizio
de' poveri, e alle povere monache di s. Orsola, con lasciar anche speranza
di più. Che dicono mai cotesti ingordi camerali al vedere un pontefice si
caritativo, e magnanimo? Iddio cel conservi, almeno, vent' altri anni.
Con tutto suo comodo ella vedrà 1" eminentissimo Passionei. Avrei ben
caro di sapex'e come stia 1' eminentissimo Pico, porporato, dalla cui grazia
-1*743] A DOMENICO BttlCUIEttl COLOMBI 4399
sono escluso. Anche Belliiga verìsìmil mente non mi guardava di buon
occhio.
Se sarà vero, ohe questo mese sia terminata la stampa della mia ope-
retta del Paraguai, anche ella sarà de' primi a vederla. Ho scritto a Ve-
nezia, che ne mandino, a lei solamente, sei copie. Una per Nostro Si-
gnore, una per lei, una all' eminentissimo Valenti, una all'eminentissimo
Querini, una a monsignor Livizzani, ed una al p. abate Chiappini. Di piìi
non credo che occorra. Né pure una sillaba v' han posto i pp. gesuiti;
anzi avendo io scritto al p. Contucci, pregandolo di notizie, neppure ho
potuto ottenerne risposta. Veda se io sto bene a cotesta casa professa. Ma
poco importa. Senza di loro ho fatto tutto, e, se non me ne resteranno ob-
bligati, a me nulla importa. Con che. rinnovandole il mio indelebil ossequio,
mi confermo, di V. P. reverendissima.
4677.
A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 18 Marzo 1743.
B. BiBLioTscA BiocAKDiAHA. Firenze, edita [245].
L'ultima lettera di V. S. illustrissima, del di 6 del corrente mese, mi
accerta d'averne ben ella ricevuto un" antecedente mia, in cui l'avvisava
d'aver consegnato a questo signor Menafoglio una copia per lei delle Let-
tere Valdesiane sul Voto Sanguinario, ed un' altra coli' operetta del Lam-
pridio, pel padre benedettino. Sperava io che 1* involto fosse a lei già per-
venuto; ma ella non me ne dice una parola. Ho anche in pronto la parte
seconda delle Antichità Estensi, con una copia De i Difetti della Giurispru-
denza. Ma questa. Dio sa. quando potrà venire, giacché i signori veneziani
ci bau banditi, ed han posti i rastelli.
Le rendo grazie per le iscrizioni inviatemi. Io non ho, né avrò il De-
tnostene da lei accennatomi, per trarne quelle che ivi son pubblicate; né
altro posso dirle su questo proposito, perchè appena ricevuto il sno foglio
mi son messo a rispondere. Truovomi anche assai svogliato e melanconico,
per alcuni accidenti che turbano la mia filosofia.
Da Roma mi scrivono nulla essere finora uscito, e forse né pure uscirà
contro il mio trattatello. Intanto io godo del bel preparamento che ella fa
per illustrare meglio di me questo argomento, e molto più godrò, quando
arriverà a dar tutto alla luce.
Delle cose del mondo nulla da lei ricevo che non abbiano detto i fo-
glietti, a riserva di quel mirabile progetto di assassinare Salisburgo e
Passavia. Se vedessi ancor questa, che bella gloria per un imperatore I
4400 LODOVICO ANTONIO MURATORI fl'^-iS'-
Ho veduto lettera di Monaco che ci ragguaglia degli aggravi che soffr?
quella città, ed anche Bamberga dai loro buoni amici i francesi.
Delle cose nostre non so dir altro, se non che le truppe austriache
son passate a svernare sul Ferrarese. Il signor maresciallo Traun è mal
soddisfatto de' bolognesi, e forse ne vedi'emo il risentimento. Continuano
gli spagnuoli il lor soggiorno intorno a Bologna, e fanno di grandi forti-
ficazioni alla Certosa; ma son pochi, e seguita la lor diserzione. Non so
come vada la Savoia, né come anderà. Dicono che verranno tre reggi-
menti di fanteria, forse per soccorso al Piemonte. Qui ancora si dà come
certa la lega stabile del re sardo con la regina. Del resto niun barlume
di pace, ed incerto che mediti il prussiano. Se Dio non ci soccorre, ande-
remo tutti in rovina.
La prego dei miei rispetti al signor marchese reggente, il quale non
s" ha da prendere altro incomodo per iscrivermi. Ho io goduto delle sue
grazie. Scrisse il signor conte presidente Pertusati al signor generale suo
fratello di buon inchiostro a mio favore. Fui ad inchinare questo genti-
lissimo signore, che mi fece tutte le possibili esibizioni. Mi protesto perciò
sommamente obbligato al signor marchese reggente, e a V. S. illustrissima
ancora che si mosse per sua bontà a favorirmi.
Le ho anche scritto di avere inchinato il signor conte Pallavicino
vice-governatore di Mantova, a cui non mi attentai di parlare di lei. Né
pur questo ella mi scrive. Si sarebbe mai perduta qualche mia lettera?
Mi rassegno con tutto lo spirito, etc.
4678.
A MATTEO MELONI in Carpi. .
Modena, 19 Marzo 1743.
Archivio dki.la Congkec.azione ui Carità, Correggio, edita [268].
Sono in mano mia le L. 154-3 inviatemi da V. S., cioè il resto delle
L. 220 riscosse dal signor Como per conto mio, essendosi impiegato il di
più nella lite da me avuta col signor Pirondi. Mi protesto io ben con-
tento, che non sia occorsa spesa maggiore, e non cesso di ringraziare la
di lei bontà per tutti i favori a me compartiti. Altra mia le scrissi ieri,
nella quale m"è convenuto pregarla d' un' altra grazia, come ella vedrà.
Non vorrei, che 1' avermi V. S. inviato il denaro fosse indizio del suo
non più venire a Modena. Mi par ben giusto, ch'ella debba scortare fin
qua monsignor illustrissimo nostro futuro vescovo. Con che, rinnovando
le proteste del mio ossequio, mi confermo, etc.
-l^-éS] AD ANGELO MARIA QUEBINI 4401
4679.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 21 Marzo 1743.
Abchitio Soli Mubatobi { R. Bihl. E$t.^, Modena, edita ['•9\.
Mi protesto io sommamente tenuto alla benignità di V. E. per la con-
fidenza meco usata dell' obbiezione da lei fatta alle Lettere del Valdesio, di
cui avevo io già ricevuto qualche barlume da Roma. Vedi'ò ora di spiegar
meglio il divario che passa fra gli atti di s. Tommaso Cantuariense, e il
voto sanguinario. L"ira di Arrigo d* Inghilterra contro il santo arcivescovo,
che arrivò poi a privarlo di vita, non fu per le sole rendite delle chiese,
per aver sostenute le quali, e patita la prigionìa con altri aggravi, anche
a i di nostri fu lodato il piissimo vescovo di Pamiers, ed altri vescovi.
Fu. ancora, per altre varie inique consuetudini, le quali pretendeva il re,
che il santo approvasse, ed egli non volle approvare. Si leggono queste
presso il cai'dinal Baronie all'anno 11G4, e nella vita di esso santo, tomo X,
opera di Cristiano Lupo, pag. 58, la maggior parte delle quali fu con-
dannata da papa Alessandro III. spettanti alle immunità degli ecclesia-
stici, alle appellazioni, alle scomuniche, alle elezioni de' vescovi ed abati, etc.
lasciamo andare la disputa se l'immunità sia de j lire divino. Certo è. che
tali cose erano stabilite nella Chiesa di Dio da i canoni, da i concilii e
da i decreti de' sommi pontefici. S. Tommaso nella consacrazione sua aveva
giurato di sostener questi canoni, decreti e diritti, e vi si aggiunse anche
il comandamento espresso del papa in virtute obedientiae, come consta dal
Baronie all'anno 1163. Può darsi, che un principe di guasta coscienza
malmetta tutti questi diritti, usurpi i beni delle chiese, e che il prelato
talvolta non pecchi, tollerando tutto, e non ricorrendo alle censure, cosi
insegnando allora la prudenza e le circostanze. Ma è fuor di dubbio, che
se un prelato approvasse tali inique consuetudini ed usurpazioni, gi^ve-
raente peccherebbe, e sarebbe degno di gran gastigo. Il santo arcivescovo
stesso, come abbiamo dalla sua vita, sulle prime approvò, ed acconsenti:
conosciuto il suo fallo e peccato, si ritrattò, ne fece penitenza, ne dimandò
al Papa l'assoluzione, e 1' ottenne, e da li innanzi non volle più approvarle.
Sicché egli era posto fra due pericoli, cioè o di peccare, approvando,
0 di perdere la vita, non approvando.
In questo caso m'insegna V. E. che s'ha infallibilmente ad eleggere più
tosto il pericolo della vita, che il peccare. Quegli erano diritti antichissimi
della Chiesa, alla quale non si può senza errore negare l'autorità a lei data
da Dio, di ristabilir le cose di disciplina ecclesiastica; né certo potea tm
Bf)iatolario di Ludovico Antonio Muratori. — Voi. X. i.78.
4402 LODOVICO ANTONIO MUBATOEI [17'"4:3-
vescovo, senza peccato, e senza disprezzo delle leggi ecclesiastiche, accon-
sentire, che si abolisse ciò che la Chiesa universale aveva stabilito. Perciò,
non solo prudenza, ma obbligazione fu del santo arcivescovo il non ap-
provar quelle consuetudini; e perciocché egli solferì la morte per non
peccare, esercitò un atto di virtù per cui meritò che si dicesse di lui:
Beati qui persecutionem patiimtur propter ivtstitiatti, e che Dio 1" onorasse
con tanti miracoli, e la Chiesa il mettesse nel ruolo de" santi martiri. E
tanto più lo meritò, perchè, fra quelle ingiuste consuetudini, entrava il
non potere i vescovi scomunicar certe persone indipendentemente dal re:
il che è contro un dogma di fede, avendo Cristo signore nostro conferita
quella autorità a gli apostoli e lor successori, e per conseguenza non si
trattava solamente di disciplina, ma anche di fede: e si potè jioi spezial-
mente dire, per questo, che il santo mori prò Lege Dei sui.
Non ha bisogno V. E. che io le rammenti ciò che in questo proposito
fu scritto dall'Angelico, e da altri, ed epilogato dal dottissimo e santis-
simo nostro pontefice, lib. Ili, cap. 19, § 8 de Canoniz. Sanct. in quelle
parole: Qui moritur propter aliquem actum christianae virtutis, aut pro-
pter detestationem alicujus peccati, verus Martyr [ Christi ] est. E dal cardi-
nale Capizucchi de Martyrio paragr. 17 fu scritto: Quamvis Praecepta
positiva non obligent cum dispendio vitae, si tamen Ecclesiasticorum fractio
injungatur in contemptum Ecclesiae etc. legis Ecclesiasticae, hoc pacto
praecepta Ecclesiae etiam cum dispendio vitae serranda sunt : nam con-
temptus Legis etiam Ecclesiasticae ex praecepto divino vitandus est.
Ora da questo caso è totalmente diverso il voto sanguinario inven-
tato da persone private per sostenere la pia sentenza dell' Immacolata
Concezione. Già siam d'accordo, che questa sentenza è incerta; non con-
tiene verità : ma solo apparenza di verità, e probabilità. Pie creditur. E
però, secondochè da maestro c'insegnò l'eminentissimo Lambertini, libro III.
cap. 19, § 14, usquequo controversia ab Ecclesia definita non est, qui
iuetur Beatissimae Virginis immunitatem a peccato originali in sua conce-
jìtione, non jwtest non habere, irmno tenetur habere formidinem de apposita
sententia. Non v' ha precetto alcuno di sostenere tal sentenza, non v' ha
peccato in negarla, lasciandosi libero ad ognuno 1" abbracciare anche la
sentenza contraria con divieto di dire che il seguitarla sia peccato ed
errore. AH' incontro, abbiamo un precetto naturale e divino di conservare
la vita nostra, e di non darla volontariamente, se non quando si tratta di
eleggere un bene ugualmente certo e maggiore, come è il non negar la
fede, e il guardarsi dal peccato. In questo caso salta agli occhi l' impru-
denza, per non dir la follia, di chi vuol anteporre l' incerto al certo, ciò
che non è di precetto. E tanto più, come s' è detto più volte, apparisce la
deformità di tal atto, perchè neppure la morte di migliaia e miglioui di
persone servirebbe punto a mostrar, che fosse vera e certa la sentenza.
-1*7 -43] A GIUSEPPE BIANCHINI 4403
la cai verità solamente si può assicurare, se tale sarà dichiarata dalla
Chiesa. Sa 1' E. V. che 1' oggetto vero del voto sanguinario è di confer-
mai*e col sangue la verità. Certezza della pia sentenza: il che mai non
sarà lecito, perchè non lice dar la vita per sostener quello, che è sola-
mente opinione, mentre si potrebbe darla per l'errore, che sempre si dee
temere, finche la Chiesa non decida dove stia la verità.
Per conseguente se non sia nna imprudente pietà, un sacrifizio spro-
positato, e in fine disonore della religione cattolica, che con tanta pece i
siciliani obblighino se stessi a morire per un opinione, mi rimetto al su-
periore intendimento di V. E. Vedrà ella intanto, se bastino tali rifles-
sioni, mentre io passo ad umiliarle il mio profondo ossequio, e con ba-
ciarle la sacra porpora, mi protesto, più che mai, di V. E.
4680.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, -^ Marzo 1743.
Biblioteca Vaticasa, Roma, edita [2H6].
Al beniguissimo foglio di V. R. rispondo co* dovuti ringraziamenti,
non solamente per la memoria che di me conserva, ma anche per la cor-
tese esibizione della Cronica di Romoaldo salernitano. Trassi io tale storia
da un codice dell'Ambrosiana, recente, il quale a mio ci"edere fu copiato
da quello della Vaticana ; e però non sapendomi figurare che vi possa
essere divario, non penso d' incomodare la di lei bontà perchè mi mandi
la sua copia. Potrebbe nondimeno ella favorirmi di osservare con tutto
suo comodo, se V edizione mia corrisponde qua e là con cotesto codice, e
cosi cesserebbe ogni dubbio.
Non è da mettere in dubbio, se fosse utile e plausibile la raccolta di
tutti gli Ordini Romani. Anzi si avrebbe da aggiugnere ogni altro, si
Gallicano. Mozarabo. ecc., perchè si verrebbe ad avere una Biblioteca di
Rituali: e ninno è più atto di lei a si bella impresa. Però animo a questo
lavoro, e spogli pure allegramente il Martène, acciocché sia compiuto il
suo edificio.
Non pubblicai la Cosmografia attribuita a Giulio Cesare, perchè già
è stampata sotto il nome di Ettico. Vedrà bensì V. R. edita nel tomo IV
delle mie Iscrizioni la descrizione di Roma antica tuttoché una più esatta
ne avesse data alla luce il Labbe. Ivi troverà che riconosco da lei si
fatto dono.
Oh I avessi avuto a tempo il curioso strumento di cui ella mi ha fa-
vorito; l'avrei ben volentieri inserito nelle mie Antiquitntes Italicae. Pa-
zienza, ne terrò conto, ed intanto le rendo mille grazie anche di questo.
4404 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'7-4:3-
Se il p. Saverio è la gioia della vostra Congi-egazione, tale è ancora
per me, pregiandomi io sommamente d'essere degnato della sua cara ami-
cizia. Mei riverisca divotamente: e qui, con rassegnarle il mio indelebile
ossequio, mi confermo.
4681.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 22 Marzo 1743.
Biblioteca Comunalk, Piacenza, edita [227].
Ciò che V. S. reverendissima mi accennò assai oscuramente di un' ob-
biezione fatta dall' eminentissimo Querini alle Lettere del Valdesio, V ho
poi saputo dallo stesso eminentissimo, che me l'ha notificata con suo be-
nignissimo foglio. Ho risposto. Ma perchè so, eh' egli ha sonata la tromba
per Roma, né costi è chi parli per me, ho preso lo spediente di racco-
mandarmi alla protezione di lei, acciocché, occorrendo, possa rispondere a
chi forse non sapesse la soluzione di quella difficoltà. A questo fine le
manderò copia della lettera, ch'io ho scritto all'eminenza Sua, con pre-
garla nondimeno di non se la lasciare uscire di mano: e, quando pure oc-
corra, la legga ella col mutare l' Eminetiza Vostra in Vostra Signoria,
acciocché non se ne dolesse il medesimo eminentissimo. Di grazia acusi il
mio ardire.
Già é sul ferrarese la cavalleria austriaca, e pare che v'abbia a pas-
sare anche la fanteria. Ti*ema il cuore a i poveri bolognesi, benché inno-
centi, perchè essi austriaci si mostrano assai irritati centra di loro. Per
altro a me si vorrebbe far credere che gli spagnuoli retrocederanno in
breve. Dicono ancora che la lega provvisoria^e del re sardo colla regina,
siasi convertita in lega stabile, e che perciò il maresciallo Traum abbia
facoltà di valersi delle truppe sarde. Dicono seguita un'azione nell'Alto
Palatinato colla peggio degli austriaci. Caleranno in Italia fra un mese
1500 reclute, e il reggimento Andreasi di tremila fanti, che forse an-
dranno in Piemonte. Fin' ora son ciarle quelle che si dicono del soccorso,
che è per dare la Francia a d. Filippo. Hanno anche detto che l' eminen-
tissimo Alberoni si sia ritirato da Bologna, ma noi do per cosa certa,
perchè più son le bugie, che le verità, in questi tempi. Verità è bensì
che noi siamo ne' guai, e che questi han ciera di dover crescere, se Dio
non ci aiuta.
Con che, baciandole le mani, ossequiosamente, mi rassegno, di V. S. re-
verenidissima.
■l^^Sl A. FORTUNATO TAMBURINI 4405
4682.
A FRANCESCO PAGLIAI in Palermo.
Modena, 2'A Marzo 1743.
Arohitio Soli Mdratobi (H. lìibl. Ett.), Modena.
Sciamante ora mi è giunto un amorevol foglio di V. S. illustrissima
del di 15 dicembre prossimo passato, tempo in cui ella provava i cattivi
etfetti dell' influenza, che è scorsa per tutta l' Italia, e da cai né par io
andai esente. Mi augurava ella le buone feste, io le auguro ora una per-
fetta salute, anzi spero che Dio avrà prevenuto i miei desiderj.
Al signor conte suo padrone mi favorisca di portare i miei rispetti.
Per la Morale, che si desidera per lui, si può prendere quella di Aristo-
telo tradotta dal Piccolomini, e illustrata dal Tesauro. e da altiù. Ma forse
non le dispiacerebbe la pubblicata da me ne gli anni addietro, e che ha
avuta gran voga, esseudosene fatte due edizioni in Verona, una in Mi-
lano, et una in Napoli, da dove sarà a lei facile di farne venir copia.
Dovrebbouo venir due copie delle Lettere del Valdesio in risposta a
i protettori del voto sanguinario, al signor duca di Campobello, a cui ho
scritto pregandolo di darne una a lei. Quando ella abbia intenzione di
far qualche cosa, le servirà la lettura d' esse. E qui, ratificandole il mio
ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4683.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 22 Marzo 1743.
Archivio Soli Musatori {R. Bibl. Esf), Modena.
Non è bastato all'eminentissimo Querini di esporre a N. S. un'obbie-
zione mossa dal suo felicissimo ingegno alle Lettere del Valdesio; l'ha
fatta risonare anche per Roma; e poi, per sua benignità, me ne ha fatta
confidenza con sua lettera, con dirmi che farà poi sapere a S. S. quello
che risponderò. Ho subito risposto ; ma sul dubbio, che egli dimenticasse
in Brescia di umiliare alla S. S. i miei poveri sentimenti, vengo ad in-
comodare V. P. reverendissima con una copia della lettera, che ho a lui
scritto, acciocché quando ella potrà essere in palazzo, metta ancor me al
bacio de' piedi di N. S., e, credendolo ben fatto, lasci a quegli stessi piedi
r inchiuso foglio, con supplicare la S. S. di non darsi intesa d' averlo
avuto. Riesce inarrivabilmente quel dottissimo porporato nelle sue epistole
4408 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1*7 «43-
latìne, dove fa tanto risaltare i suoi viaggi, le sue amicizie, ed ogni me-
noma cosa a lui spettante. Avesse egli almeno qualche riguardo per chi
egli onora della sua padronanza. Voglio nondimeno credere, che abbia
parlato di me al santissimo padre solamente in mio vantaggio, e per la
premura, che le cose mie vadino bene.
Mi scusi V. P. reverendissima se le reco questo incomodo, e mi dia
buone nuove della sua salute, e della tranquillità d'animo, che auguro al
nostro s. padre in questi torbidi di guerra, che ci fan sospirare, e tengono
me specialmente afflitto e svogliato.
Mi raccomando, che, se le venisse in mente qualche argomento, non
lasci di accennarmelo, perchè di presente ho anche il dispiacere di tro-
varmi sfaccendato. E con baciarle le mani, mi l'assegno, di V. P. reve-
rendissima.
4684.
AD ANTON LODOVICO ANTINORI * in Lanciano.
Modena, 27 Marzo 1743.
Edita [249].
La gentilezza con la quale V. S. illustrissima si compiacque di nobi-
litare i nostri libri con opere inedite ed, in particolare, appartenenti ai
tempi di mezzo, mi fa prendere la confidenza di presentarle ora una copia
di essi, acciò V. S. illustrissima possa vedere ivi come, e dove siano stati
inclusi quei pezzi di storia, che si è con tanta bontà degnata inviarci,
come ancora della invero dotta introduzione ai Contadi di Forcona e
d'Amiterno. Gradisca di buon animo V. S, illustrissima questo piccolo
tributo dalla mano di uno, che si protesta molto obbligato. Mi comandi
con quella libertà che un padrone comanda un servo, che, dove da me si
potrà, sarà servita con tutte le forze, pi'ontezza, ed amorevolezza. E, pieno
di stima e di rispetto, le fo riverenza.
4685.
' A FILIPPO ARGELATI in Milano.
Mutinae, VI Kal. Aprii. MDCCXLIII.
Archivio Soli Muratori ( R. Dibl. Est. ), Modena.
Bibliothecam scriptorum mediolanensium a te compactam legi, neque
mihi temperare possum, quin gratulationia officium tibi ex animo per-
* Responsive in Archimo Soli Muratori {R. Bibl. Est:)i n.*^^ da Lanciano, 1731- '47.
-1*7 -43] AD AXTON FRANCESCO GOBI 4407
solvam. Stat meos ante oculos imraanis labor, inaestìmabilis diligentia tua,
quae copiam. paene dixi. immensam virorum eruditione praeslantittm ex
lenebi*is eripuit. Expectationem mcam, pula, et inedìolanensiam, superasti,
quibns tantae messis spes nulla erat. Hinc aucta per te amplissimae
urbis dignitas et gloria, ita ut ipsa cura celeberrimis certare jam possit
de honore literarum.
Neque hoc tantum beneficio eamdem aflfeoisti, quum vix ulla sit ex
illustribus. immo et mediocribus mediolanensium familiis, quam non
exornaveris. conqnisitis undique tot sepulcralibus monumentis et libris.
Attamen fortasse erunt. quibus videaris in colligendis tot scriptoribus
modum excessisse, quum siugulos istius urbis arcbiepiscopos et non paucos
ex noanullis tantum italicis epigramraatis notos in syllabom scriptorum
conjeceris. Verum satius est in ejusmodi argumento ad excessum potius,
quam ad defectum declinasse, atque ad tutelam tuam praesto semper
erunt complurìum exempla qui sui ordinis aut civitatis historiam lite-
rariara coutexuerunt. et ex quisquiliis etiam mutuati sunt decus. Itaque
auctor tibi sum, ut operis tui editionem diutius desiderari non pa-
tiaris. Vale.
4686.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 29 Marzo 1743.
BiBi>ioTxcA MARUCC1X.IAXA, Firenze, edita [ 189].
Intendo ora, perchè ad altri bensì, e non a me, venissero ogni setti-
mana i fogli delle Novelle Letterarie. Ora dunque ho osservato di aver
quei dell" anno prossimo passato sino al numero 45 inclusivo. Il resto
d'esso anno starò attendendolo dalla bontà di V. S. illustrissima, e li
potrà inviare in un solo involto al reverendissimo p. d. Gio. Grisostomo
Trombelli abate de' canonici regolari del Salvatore in Bologna. 0 pure po-
trebbe ella inviarmene due fogli per volta per la po.<ita. e far anche due
diversi plichi : giacché io godo l' esenzion della posta in Modena.
Per conto poi de" fogli dell' anno presente, mi vengano essi da lei, o
pure dal signor dott. Lami, a chi mi favorirà ne resterò tenuto : e questo
sia in elezione sua. Il punto sta ch'io truovi maniera di pagare il danaro
occorrente. Subito che verran fuori gli ultimi tomi Antiquitates Italicae e
delle Iscrizioni, ne invierò costà. Intanto non vi ho di credito, se non
7 paoli col signor priore Caramelli. Debbo inviargli un altro libro, e mi
dovrà 7 altri paoli. Se questi possono per ora servire, aflBnchè mi si man-
dino i fogli finora stampati dell" anno presente, ne avrò piacere, e pagherò
poi il paolo che resta.
4408 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'743-
Qui era qualche dubbio che gli Spagnuoli partiti da Bologna potes-
sero pensare alla Toscana; ma si sente xshe vanno verso Rimini. E poi
son tanto pochi, che non oserebbero visitarvi. Ma il flagello per noi con-
tinua, e continuerà, finché Dio mandi la pace.
Con tutto r ossequio, mi rassegno, e la prego de' miei rispetti al
signor Lami. Di V, S, illustrissima, etc.
4687.
A GIUSEPPE VINGISLAO DI LICHTENSTEIN in Parigi.
Mutinae Pridie Kalendas Apriles MDCCXLIII.
Edita (Appendice), i
Ecce tandem quartum, postremum videlicet inscriptionum a me col-
lectarum tomum, tibi sisto. Celsissime Princeps. atque illum indicibus
opportunis instructum, quibus praecipue id genus opera indigent. Aliena
sane a musarum contubernio, a literarum studiis tempora nunc fluunt.
quando tot intestinis motibus bellicis atque calamitatibus Germania vestra
atteritur; atque utinam prae ceteris ditiones celsitudinis tuae non senserint,
quid militum fui'or, quid belli licentia possit. Quot etiam aerumnarum
minis eamdem ob caussam exposita jam sit patria mea, nihil est quod
memorem. Diffideri tamen nolo : inter tot rerum perturbationes dejectus
stupidusque evasit animus mens, usque adeo ut vix tantum virium rece-
perim ad hoc opus absolvendum. Verum alia tibi est, praestantissime
princeps, virtus, animique constantia; fortem enim, ac tenacem propositi
virum nihil perturbai, eumque impavidum vel ipsius cadentis orbis ruinae
ferirent. Quare justa mihi spes est, nihil obstitura tam turbida tempora,
quo minus amore et gratia, qua complecti soles literas. earumque cultores,
hunc etiam librum sis excepturus. Enixis interea precibus Deum 0. M,
pulso, ut exoptatam ab omnibus, necessariam omnibus pacem diutius ex-
sulare non sinat. Ubi haec aSlictis populis restituatur, praeter publica
commoda et beneficia, quae omnium maxime expetenda sunt, mihi quoque
privatum quoddam fortassis obveniet, tuus scilicet in Italiam adveutus:
quo nihil mihi gratius contingere posset. Nam qui tuam comitatem, atque
elegantiam morura, tuamque potissimum eruditionem, et politiorum artium
culturam, longe positus hucusque suspexi, eo majori hilaritate te prae-
sentem intuens, virtutibus et praeclaris dotibus tuis coram frui me posse
confiderem. Hujusmodi spe recreatus, meum erga te obsequium numquam
interiturum qua debeo venera tiene, meique nominis subscriptione, confirmo.
celsitudinis tuae, etc.
' Lettera dedicatoria del toiuu IV del Noviis Thesaurus veterum Iscriptionum.
-l'7-43] AD ALBSSA.NDBO QIUSKPPK CHIAPPINI 4409
4688.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 2 Aprile 1743.
BiBLioTacA CoMuiiALx, PiaceDBA.
Da che si partirono da Bologna le truppe spagnnole inviate verso la
Romagna, corre qni nuova, che le medesime, giunte a Forli, si fossero
impadronite della Terra del Sole spettante a i Fiorentini. S'è poi saputo
essere ciarla senza fondamento.
Qui non è seguito movimento alcuno, a riserva degli Ussari, che fu-
rono spediti dietro ad essi spagnuoli, e si è detto che abbiano fatto 200
prigioni. Qui si son veduti molti lor disertori e si fa conto che siano circa
solamente seimila persone. Dove vadano a riposare finora è ignoto.
Nuova era venuta che si fosse assodata la lega fra la regina
d' Ungheria ed il re sardo. Le lettere di Torino lo niegano. S' è pari-
menti detto assicurata la neutralità della Francia con esso re sardo: ma
sarà meglio l'aspettarne più accertate notizie.
Intanto la cavalleria austriaca è sul Ferrarese. Venne mons. Arcive-
scovo d'essa città con quattro cavalieri deputati da quel Pubblico d'or-
dine di N. S. per parlare col signor maresciallo Traum. La risposta era
preparata che le necessità della guerra non han legge. Volle quell' ottimo
prelato vedermi, e da lui intesi quanto le dico. Staremo a vedere se sia
una ciarla che S. S., sia per richiamare il suo nunzio da Vienna.
Dicono qui, che il signor marchese d' Ormea possa conseguire un
de' cappelli vacanti. Noi abbiam qualche speranza pel reverendo abate
Tamburini, persuasi per altro che ninno sappia chi abbia da guadagnare
il pallio, e che sia ignoto il tempo.
Del resto gli affari pubblici son tuttavia in oscuro. Di qui a due
mesi si tirerà il sipario.
Se fosse vero che gli elettori volessero formare un esercito di neu-
tralità, e che il Prussiano entrasse in tali massime, si potrebbe sperar
pace. Per ora le apparenze solamente sono di guerra, e i nostri guai con-
tinueranno.
Avrà V. S. reverendissima ricevuto in un mio foglio la risposta al-
l' obbiezione mossa da quella gran mente. Con piacere ho inteso la bat-
taglia seguita da quel boccone che gli è scappato di bocca.
Quel magnate di Bologna venne qua. S' è poi detto che, per aver egli
parlato saviamente della nazione ispana, e pur dell' irlandese, un di quegli
uffiziali due volte il facesse chiamare alla spada. Perchè non rispose, fu
poi adoperato il bastone. Questa è la voce che corre di presente.
441Ó LODOVICO ANTONIO MUKATOBI [IT-dS-
II P. B. sta bene e sempre spera.
Talvolta nondimeno va a figurarsi che la Toscana accomoderà D. F.
e gli altri resteran sotto il giogo. Con che, ossequiosamente mi rassegno,
di V. S. reverendissima.
4689.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 5 Aprile 174.3.
Biblioteca Comuvalk, Piacenza.
Starò a vedere ciò che risponderà quel grande ingegno, giunto che
sia a casa, dove troverà la mia risposta. Intanto essa è in buone mani,
da che sta in quelle di V. S. reverendissima, la quale ne ha già fatto si
buon uso. Divotamente la ringrazio di questo favore e degli altri che è
per compartirmi. Non veggo motivo che s'abbia a richiamare il nunzio
di Torino, se non fosse per qualche differenza di cerimoniale, o per alcun
suo proprio difetto ; perchè quella Corte va in grande armonia con cotesta,
né le sue truppe danneggiano lo stato pontificio. Sarebbe più probabile
del nunzio di Vienna, perchè seguita la lor cavalleria a soggiornar sul
Ferrarese, ed ella può immaginarsi come.
Fin' ora i Bolognesi han solamente paura, non essendosi fatto movi-
mento alcuno verso di loro, a riserva degli Usseri che inseguirono gli spa-
gnuoli. Vennero il conte Aldrovandi e il marchese Bolognini.' per altro
a trovare il marchese di Traum senza sapersi il perchè.
Gli spagnuoli si fan giunti a Rimini. È incerto se faran quivi la lor
posata, oppure se andran fino a Perugia.
Certo è bensì essere continuata la lor diserzione, e noi ne siamo te-
stimoni, che ne vediamo continuamente arrivar qua, e fino degli uffiziali.
Non saprei dire se potessero andare a trovare don Filippo.
Quando fosse vero che la Francia avesse confermata per un anno la
neutralità col re sardo, come qui è stato detto, nulla potrà fare il con-
quistatore della Savoia. Meglio è aspettare nuove più sicure.
Qui corrono certe voci spettanti a noi che ci fan battere il cuore per
paura di malanni, ma non posso finora dire di più. Io ne sono afflitto al
solo pensarvi. Pel resto poi dell'Europa, siamo affatto all' oscuro. In mano
di Dio è lo scioglimento di tanti gruppi. Voi si potete rallegrare di molte
persone con dispensare una volta tante berrette rosse. Miracolo è. che
tanta dimora non faccia ammalar più d" uno di cotesti sitibondi.
• Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 10 da Modena, Bo-
logna, Roma, 1716- '32.
''±'7'4k3] A oiussppE LUiai amadesi 4411
Grazia distinta si sai*à fatta al signor dottor Franceschi. La merita
pel suo valore.
Altre grazie luin conseguito il padre, suo fratello, come intesi da mon-
signor arcivescovo di Ferrara.
Se mai si finirà la stampa del mio trattatello del Paraguai, e ne
vorrà copia costà, sarà V. S. reverendissima uno dei primi a leggerla.
Con che. baciandole le mani, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4690.
A GIUSEPPE LUIGI AMADESI * in Ravenna.
Modena, 7 Aprile 1743.
Archivio Sou Muratosi ( R. BibU Ett. ), Modena.
Eccomi pronto ad ubbidire V. S. illustrissima, ma con pregarla di
non farmi autore di quanto le dirò, perchè non ho caro di disgustare i
signori Ferraresi, e molto meno il loro arcivescovo, che ultimamente fu
qui. e mi volle vedere con molta bontà.
Il documento inviatomi è egregio per cotesto illustrissimo monsignore
arcivescovo, perchè chiaramente confermatorio de' suoi privilegi, portanti,
che gli uomini erimanni, cioè liberi, abitanti nelle terre della Chiesa di
Ravenna non erano tenuti, siccome né pure i servi, alle gravezze del
contado di Ferrara, né a comparire in giudizio davanti al conte o sia
governatore di quella città.
Ora ella sappia, che in quei tempi Ravenna, Ferrara, e tutto T esar-
cato era in dominio de i re d'Italia, o sia de gl'imperatori, e durò cosi
sino al 1279, senza che i papi vi comandassero nel temporale, come ho
provato nella Piena Esposizione per la lite di Comacchio. e nelle Anti-
quitates Italicae.
La cosa è certa. Quel Leucio episcopus S. Crem. Eccl. è Liutprando
vescovo di Cremona: il che ancora ho dimostrato in esse Antiquitates.
Egli era governatore di Ferrara per li due Ottoni augusti nell'anno 969,
0 pure 970 come si potrà conoscere dall' indizione XIII. Quell' Eccicone
Conte era messo straordinario inviato ad essi augusti per far giustizia
ad ognuno. Ora Liutprando, per sostenere il diritto del suo governo se-
colare, e non già per diritto alcuno sullo spirituale, cioè, da parte prò
Comitato Ferrariense, mosse lite all' arcivescovo di Ravenna, pretendendo
obbligati i di lui uomini al servigio, e ai tributi, adducendo ciò usato
* Responsive in Archivio Soli MaratoH (R. Bibl. Est.), n° 22 da Ravenna,
1743- "47, .
4412 LODOVICO ANTONIO MURATOBI [l'7*-4:3-
sotto i suoi predecessori, che avevano tenuto quel governo col nome di
conti. Quem ad meis Anlecessoribus, qui istwn Comitatum Ferrariense
detinuerunt fecerunt. Ma l'arcivescovo, col produrre i diplomi degli au-
gusti, e le bolle dei papi, vinse la lite.
Perciò niun Gius avevano nel Ferrarese i vescovi di Cremona. Si
trattava ivi di governo secolare, che si appoggiava anche talvolta a i ve-
scovi ; e cammina molto bene il documento, né v' ha eccezione da opporre,
considerata la positura di que' tempi, diversa dalla presente.
Non mi sovviene, s' io abbia rapportata bolla alcuna de' papi per
cotesto arcivescovato nelle mie Antiquitates Italicae. Si può vedere il
Rossi. Temo io, che non si truovino più costì vari diplomi e bolle, che
V. S. illustrissima potrà vedere accennati in fine della di lui istoria. Lo
strumento inviatomi basta a comprovare, che allora v' erano tali privilegi.
Questo è quanto io le posso dire. Occorrendole altro, non avrà che
comandarmi.
E qui. con tutto l'ossequio, mi pi'otesto.
4691.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 10 Aprile 1743.
B. Biblioteca Sic'ardiana, Firenze, edita [246].
Mi scrìsse il signor Gaspari da Dresda. Per fargli giungere sicura la
risposta, altro ripiego non ho saputo trovare che quello d'incomodar
V. S. illustrissima, benché con dispiacere. Le chieggo, dunque, perdono se
mando e raccomando a lei rinchiusa. Scrivo al medesimo d'avere recato
a lei questo aggravio.
Il signor consigliere Cristiani, che Dio ci ha dato per nostro bene
nelle correnti sciagure, mi ha letto un capitolo di lettera del benignissimo
signor marchese reggente Cavalli, in cui parla di me con la sua consueta
bontà. Cosi fece anche ne' giorni passati il signor luogotenente Amor
de' Scria ' [Emanuele], il quale si gloria d'essere stato discepolo d'esso
signor marchese, da cui ha ricevuto calda raccomandazione in mio favore
per tante grazie che a me comparte cotesto dignissimo ministro. Io prego
lei di protestargli le mie somme obbligazioni, e il mio iudelebil ossequio.
Quando si sperava che le poche truppe spagnuole avessero preso un
lungo volo, intendiamo che sono tra Cesena e Rimini, e che si fortificane
verso l'ultima d'esse città. Perciò il signor maresciallo conte di Traum
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), da Modena, 1734.
-IT* 43] A NICOLA TACOLI 4413
ha fatto marciare la sua cavalleria dal Ferrarese, e postatala tra Ravenna
Imola e Faenza.
Voce non manca che le truppe di Napoli, ridomandate dal re Catto-
lico al figlio possano venire a rinforzare questo piccolo corpo di spagnuoli.
Ma il re di Sicilia v' ha da pensare, perchè potrebbono gì' inglesi chie-
derne conto.
Altre voci portano conchiuso il matrimonio del delfino con un in-
fanta di Spagna, e che il re di Francia darà ventimila soldati a don
Filippo. Se questo mai succedesse, occorrerebbono maggiori forze in Italia
per la vostra regina.
Ma il più in torbidi tali pare che dipenda dalle risoluzioni che pren-
derà il re di Prussia. Le sapremo verisimilmente dopo qualche settimana.
Volesse Dio che quando men cel pensiamo, saltasse fuori la pace.
Al signor conte Filippo Gnicciardi capitano della regina, che parti
molti giorni sono a cotesta volta, convenendogli passare per li Grigioni.
consegnai copia della Piena Esposizione, ed un' altra dei Difetti della Giu-
risprudenza, che V. S. illustrissima mi aveva richiesto. Spero che gli
avrà in breve. Sperava io d'aver molto prima l'avviso ch'ella avesse ri-
cevuto il precedente involto consegnato a questo signor Menafoglio. e con-
tenente due copie del Valdesio ed una del Lampridio. Mi sappia dire se
n* abbia nuova, acciocché io possa qui chiederne conto.
Il tomo IV, cioè l'ultimo delle mie Iscrizioni, dee uscire in breve.
Mi dia nuove del nostro signor Bertolaui, che è mio creditore, e nulla
dice per farmi pagare. Mei riverisca caramente. Con che, mi rassegno, etc.
4692.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 10 Aprile 1743.
AscHiTto TacoijI, Modena, edita [37].
Ha V. S. illustrissima coronato, con gran copia di nuovi documentii
l'erudita sua fatica intorno all'antichità e nobiltà della sua Casa. L'ha
ella fatta conoscere nobile, seicento anni sono, e sempre più confermata
si vede la discendenza della di lei linea, fra tante diramazioni della me-
desima. Però con esso lei mi rallegro. E tanto più perchè ha aggiunto
assaissimi documenti, che servono ad illustrar molte altre nobili famiglie
di cotesta città. Abbiano pazienza quelle che non truovano sé stesse
ne' vecchi secoli. S' ella avesse potuto, avrebbe anche ad esse fatto onore.
La copia inviatami del suo libro l'ho già riposta in questa ducale li-
breria. Se ne favorirà me di un'altra copia, mi sarà assai cara. Intanto.
ringraziandola, e rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S.
4414 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [1*743-
4693.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 10 Aprile 1743.
Archivio Soli Muuatohi { R, liihl. Est.), Moduna.
Giacché V. P. reverendissima non mi vuol più favorire di sue leU
tere, io non vo' lasciare di tempestarla colle mie, tanto che mi faccia sa-
pere, perchè io resti privo delle sue grazie. Certo son bene in pena per
questo ; ma almen sapessi, se ciò proceda da qualche demerito o fallo mio.
La mattina del prossimo passato arrivò qua 1' eminentissimo Querini.
Fui subito chiamato, e volai ad inchinare V E. S., e godei poscia dell'amena
sua conversazione anche nel dopo pranzo. Si parlò di V. P. reverendis-
sima. Mostrò stima ed amore per lei. Interrogato se v' era speranza per
lei, mi disse, che sì. ma che questi erano arcani, e che uiun poteva pro-
mettere del buon esito. Quel che sommamente mi consolò fu d' udire l'ot-
tima sanità, che gode il santissimo nostro pontefice, e che, non ostante il
brusco de' tempi correnti, continuava la sua invidiabil giovialità : intorno
a che mi contò vari esempi, che fan vedere l'inesausta fecondità d'idee,
ora serie, ora galanti della S. S. Dio cel conservi per moltissimi anni, e
a lui e a poi conceda tempi migliori. La seguente [settimana] partirà
l'È. S. per Castiglione delle Stiviere nella sua Diocesi.
Diedi al signor cardinale la risposta in voce all' obbiezione da lui
fatta di s. Tomaso Cantuariense, e se ne mostrò soddisfatto. La troverà
meglio esposta nella lettera che inviai a Brescia. Mostromrai la bella let-
tera del padre Martin, che è importante per vari riguardi. A quest' ora
sarà terminata la stampa del mio trattatello del Paragi'ai. La copia che
le scrissi d<=!stinata pel suddetto eminentissimo, V. P. reverendissima, vedrà
a chi sia bene di tributarla. Intanto, potrebbe essere, che si fossero messe
in viaggio le sei copie.
Quando anche ella fosse in collera con me, io non lascierò mai di
essere, e di protestarmi, con tutto l'ossequio, di V. S. reverendissima.
4694.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 12 Aprile 1743.
Archivio Soli Mukatoki (if. Bibl. Est.), Modena.
Sia lodato Dio. Finalmente mi giunge un beuignissimo foglio di V. P.
reverendissima, che mi ha tutto rasserenato, e riempito d' allegrezza, perchè
-IT'-^S] A FORTUNATO TAMBURINI 4416
mila sapendosi qui dell' incomodo da lei patito, lo confesso, mi era nato
timore di aver pe.-duta la grazia sua per qualche mio non conosciuto fallo,
o per qualche altrui cabbala (giacché di simili merci none privo cotesto
paese j. Ora mi trovo quieto: poiché, quanto al presentar qne' fogli, non
c'è fretta alcuna, e sarà appunto bene metterli fuori, correndo tempo se-
reno. M* immagino ancor io. che i guai della Romagna turbino oggidì la
tranquillità di N. S. : ma che si può fare? La forza sempre è stata quella,
che ha avuto superiorità sulla ragione. Lo proviamo ancor noi.
Sarebbe da desiderare, che chi fece l'obbedienza di S. Tommaso Can-
tuariense. personaggio veramente dotato di grande ingegno e sapere, amasse
meno sé stesso. Ma ognuno ha i suoi difetti. Nel foglio, che mandai non
v" é aver esso personaggio soggiunto: se S. Tommaso si é lasciato ucci-
dere per non peccare, anche il non conservar la vita è peccato. Si ri-
sponde : Che il minor bene ha da cedere al maggiore. Bene é impiegata
la vita per non negar la Fede, per non operare contro la virtù, e contro
i comandamenti di Dio. perchè la Fede, la virtù si dee stimar più della
vita. Cosi, per non consentire all'abolizione della disciplina ecclesiastica
essendo stata tolta la vita al santo arcivescovo, egli meritò il titolo di
martire, perchè antepose il bene maggiore al minore. Mi rallegro poi,
perchè V. P. reverendissima si sia riavuto dal sofferto incomodo. Quel-
l'aria di S. Paolo non vorrei che gli fosse nociva. Curioso è quanto intendo
della mazza cardinalizia. Oh I quanti mai sono i fabbricatori di ciarle!
Conosco anch' io verissima 1' osservazione sua che voci tali non ser-
vono se non a far danno. Ma rimedio non e' è. Un cavaliere savio, pratico
ben di Roma, che, venuto con monsignor arcivescovo di Ferrara, venne a
favorirmi, mi dicea. Roma è nn purgatorio, la corte un inferno. A me
scrivono da Venezia che il marchese Maffei sarà cardinale. Intanto, sarà
egli, come io: con questa differenza, ch'egli, a man baciata, accetterebbe;
laddove io più motivi avrei di seguitare monsignor Filippucci. Ma, per
grazia di Dio. bisogno non mi sarà di farne la pruova. Quello che da noi
si spera, è che se N. S. vorrà, promuoverà un benedittino. Toccherà il
pallio a lei. Ma chi può saper questo'? Bnon per lei, che non ha la sete,
che dà tanto affanno costì a tante persone.
La ringrazio di avermi suggerito 1' argomento de' contratti. Anche da
un amico di Verona mi venne preghiera perchf' trattassi questo argo-
mento. Ma sapendo io quanti testi abbia il gius canonico intomo all' nsnra,
mi ha spaventato finora, perché, a disimbrogliare il commercio, bisogne-
rebbe andar contro que' testi.
Contuttociò vi penserò, sebbene mi mancano molti libri necessari per
questo, oltre all' essere di presente questa libreria tutta sossopra. non
sapendo noi qual eaito abbia d'avere questa, quasi dissi, maledetta guerra;
e tanto più, se si verificasse, che il Principe nostro fosse per prender^
certe risoluzioni.
4416 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-iS-
Già è terminata la stampa del Paraguai, e le copie verranno.
Mi dirà ella a chi s'abbia a dare la già destinata per l'eccellentissimo
Querini, perchè io glie ne manderò copia di qua, o da Venezia. Poco im-
porterà, se i PP. non me ne sapranno buon grado. Ci'edo nondimeno di
averli ben sei'viti, anche a loro dispetto.
Saprà ella a suo tempo se il santissimo abbia deguato di qualche
occhiata le Lettere del Valdesio. Mi scrivono di Sicilia esservi già chi ha
impugnata la penna contra d' esse.
E qui, ratificandole il mio inalterabile ossequio, e pregandola della
conservazione della sua grazia, mi confermo, di V. S. reverendissima.
P. S. Avrei sperato avanzamento al P. Or.si • [ Giuseppe Agostino ).
Chi passò di qua me ne levò la speranza. È pur necessario promuovere
dotti religiosi. Quai, dunque, saranno questi? Lucini potrebbe essere, perchè
ben provveduto dalla propria casa.
4695.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena, 16 Aprile 1743.
Museo Bbitannioo, Ljudra, edita [256].
Volesse Dio che tutti leggessero coli" animo amante della verità, che
si truova in V. R. quanto ultimamente m' è convenuto scrivere contro il
voto sanguinario. Ma non si può sperare. Verisimilmente la passione e
l'impegno faranno che si venga a nuovi assalti, e s'inorpelli la ragione,
e il popolo, che non è capace di sciogliere i sofismi e le difficoltà appa-
renti, riposerà sulla fede di questi ultimi, quando non sia loro risposto. Ma,
a rispondere ulteriormente, io difficilmente m'indurrò, perchè parmi d'aver
detto abbastanza, e mi truovo ristucco di questa contesa. Io, intanto, rendo
infinite grazie alla bontà di V. R. pel suo stimatissimo giudizio, e per
quello di cotesti altri signori, i quali mi consolano assai da credere eh' io
abbia difesa la verità. In breve è per uscire alla luce in Venezia un mio
trattatello intitolato. Il cristianesimo felice nelle missioni de' PP. della
compaynia di Gesti nel Paraguai, dell'America meridionale. L' ho com-
posto senza avere obbligazione d' una sillaba ad essi Padri. E stampato
anche il tomo IV in 4.° de' miei Annali d'Italia; ma quello stampatore
non vuol darli, se non dappoiché sarà compiuta la stampa di tutti. Non
andrà molto, che usciranno gli ultimi tomi delle Iscrizioni e delle Antichità
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), n." I da Roma, 1742.
-±'7-^3] AD AL£S3ANDBO aiUS£PF£ CHIAPPINI 4417
Italiche. Per altro i nostri guai continuano e continueranno, finché Dio
ci dia la pace. Questa se s' abbia a sperare nell' anno presente, forse po-
tremo prevederlo da qui a due mesi, perchè allora si vedran le forze de
i contendenti. Sempre desideroso della continuazione del dì lei amore, e
con assicurarla del mio. ossequiosamente, mi rassegno.
4696.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 16 Aprile 1743.
Biblioteca Comc:<albi Piacenza, edita [ITO].
Buone nuove mi dà V. S. reverendissima con dirmi che in breve
si metterà in viaggio alla volta di Bologna. Sarebbe certo una mostruosità,
s' ella non facesse una scappala alla Patria. E facendola, oh ! che avrei
piacere di succiare da un par suo le novità correnti ! Se verrà, come de-
sidero e spero, mandi tosto a farmelo sapere, acciocché io profitti di si
Ijella occasione per imparare.
-.< Già si prevedeva che Fini la voleva finire. Qual sia 1' allegrezza di
chi spera per questo accrescimento di posti vacanti d' essere inchiuso, mei
saprà ella dire. Ma di grazia nostro signore la sbrighi perché un po' di
doglia di capo che gli arrivi farà morire più d" uno di paura. Degnissimo
sarebbe il P. abate Tamburini ; ma si vuol far credere, che il segreto sia
impenetrabile, e che molti si troveran burlati. Ostacolo ancora a lui sarà
il doverlo provvedere di tutto: e io so. che il panno è corto per vestir
tante persone. Il pastor Bresciano, che riceverà solamente in vicinanza,
0 pure ai confini di Brescia la mia lettera, udi qui la risposta alla sua
obbiezione, e mostrò di restarne persuaso. Non so, se nostro signore abbia
per anche veduta essa mia risposta. Ha nondimeno saputo, che gli sarà
presentata: e però potè parlarne >\
Mi dica di grazia, che ristampa sia quella, che si fa in Padova,
perchè nulla né ho udito dire. Ma se V. S. reverendissima avrà da venir
qua, allora potrà soddisfare alla mia curiosità.
Non solamente costi, ma anche altrove, non é stato approvato il
regalo fatto a cotesto predicatore apostolico.
Qui si va dicendo che il maresciallo Traum sia per passare in breve
colla fanteria sul Ferrarese, giacché abbiam lettere, che danno per ineso-
rabile la Corte di Vienna. Ho poi saputo che i soli Micheletti austriaci
( son circa mille co' i loro ufiiziali, tutti disertori, che anche si portarono
bene alla battaglia di Campo santo) sono sul Trentino. Per altro la ca-
valleria sussiste sul Ferrarese. I bolognesi contro de' quali pareva mag-
Bpittolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 279.
4418 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?-43-
giore lo sdegno, finora non sono stati toccati. Forse avranno esibito da-
naro, e si sa che s'ingegnano a Vienna.
Questi signori savoiardi, danno per certo, che il nostro sovrano abbia
avuto la patente di capitano generale della piccola armata spagnuola in
Lombardia. Ma quando Napoli non mandi rinforzi a quel pugno di gente,
a nulla servirà 1' avere chi comandi sopra il Gages.
Nulla scrive V. S. reverendissima di tal rinforzo, e però sarà una
ciarla, ch'essi napoletani siano in moto verso l'Aquila.
Fu spedito a Londra, com' ella saprà, il marchese Fogliani per
questo affare.
Anche a Vienna si ha sospetto della volubilità del Prussiano. Bisogna
aspettare anche più di un mese, e allora vedremo tutte le carte del giuoco,
e potremo fare meglio i conti dell' avvenire.
Pare intanto che si possa sperare la pace iu quest' anno, e che
d. Filippo abbia d'avere qualche boccone; con che, ossequiosamente, mi
rassegno, di V. S. reverendissima.
4697.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 16 Aprile 1743.
Archivio Soli MnuAToai ( li. Bibl. Est. ), Modena.
Certo è, che per un mese mi son trovalo privo delle grazie di V. P.
reverendissima, il che mi cagionava non poca agitazione, giacché questi
PP. mi assicuravano, che ella godeva buona sanità; perciò sommamente
caro mi son riuscite le ultime due benignissime sue, per le quali la ringrazio.
Oggi ho lettera dal padre procurator generale Chiappini, che mi dice
(e io non posso tacerla) che la coraun voce predice avanzamenti a un
certo padre abate Tamburini. Egli se ne mostra persuaso. So che ella
valuta si fatta moneta per quel che è. e da me può lasciarselo dire.
Quanto ha detto N. S. di Salisburgo mi fa ora sovvenire del libro,
che le inviai. Non ne ho mai chiesto conto al padre don Eusebio, perchè
l'aveva dimenticato, e perchè in fine non mi curava molto, che ella leg-
gesse un libro, che è troppo mordace ed ingiurioso. Per altro, è verissimo
che io fui spacciato ivi per capo, anzi istitutore de' falsi Muratori, e suc-
cederono scene brutte, dopo le quali finalmente succedette la quiete. Quando
quella copia si fosse perduta, né potrei inviare un'altra.
Trovai veramente in monsignor arcivescovo di Ferrara il ritratto di
un dignissimo e santo prelato. Nel partire, gli dissi che sperava di vederlo
andare a Roma fra qualche tempo. M' intese, e con fare una bella croce
-IT-éiS] A DOUKKIOO BRICHIERI COLOMBI 441!i
ed aggiungervi alquante parole, mi fece conoscere che nulla si curava di
codesti onori, e gliel credo. Mi disse uno de' suoi, che da cotesti zelanti
persone era stato dipinto per un inetto a cagione dell' età.
Qui è stato detto che il maresciallo di Traum passerà in breve an-
ch'egli sul Ferrarese, il che son certo, che affliggerà S.S. Anche Fini l'ha
finita, e parrebbe pure, che si grande smacco dovesse affrettare la pro-
mozione.
Ma i più temono, che s' abbia a tardar non poco, perchè a ordinare
la graduatoria di tanti che andranno innanzi, e degli altri che terran
dietro ci vuol molto tempo e molti pensieri.
Da altra parte ancora ho inteso che l'eminentissimo Querini sia partito
poco soddisfatto. Mi confessò egli che ninno v' ha. che meni pel naso un
si accorto e giudizioso pontefice.
Orsù, a quest' ora V. P. reverendissima sarà in Roma, e in istato di
rendere la visit-a al s. padre. S' ella avrà luogo di mettere ancor me al
bacio de' piedi, gliene resterò ben tenuto. Allorché le arriverà il libro di
Salisburgo, potrà informare la S.S. di quel fatto, che fu più strepitoso di
quel che si credea.
Da Vienna mi scrivono che in pochi giorni di prigionia è terminato
r affare di que' franchi Muratori, credendosi ciò fatto, perchè troppi erano
gli associati. Per me non lascio di sospettare, che sia stata una finzione
politica per isciogliere una conventicola, che non piacesse. Qui si diceva
che anche il vescovo di Bressanone aveva tentata una simile represaglia,
e che s* era renduto ridicolo.
Con che. ratificandole il mio inaltei'abil ossequio, mi confermo, di V. P.
reverendissima.
4698.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 18 Aprile 1743.
R. BiBLioTxcA BiccABDiAVA, Firenze, edita [<245).
All' udire che a V. S. illustrissima son costate una dobla le Lettere
del Valdesio, ho alzato un grido col dire: Ohi che tradimento! oh! che ini-
quità! Da questo signor Menafoglio non può certamente esser venuto il
fallo. Dovrebbe aver fallato il corrispondente di Mantova che si fosse
scordato del concerto, o pure cotesti ufiziali della posta l' han burlata.
Ella doveva lasciar loro in mano l' involto, finché avesse chiarito il fatto.
Me n* é dispiaciuto sommamente, e mi maraviglio che le possa esser pia-
ciuto un libro si salato. Quando si trovasse in cotesto parti chi volesse
ristampare esse lettere insieme coli' altro opuscolo, De Superstitione vitanda.
4420 LODOVICO ANTONIO MUKATORI [iT'-éS-
ne avrei piacere, perchè, di questi miei libercoli, forse niun' altra copia
capiterà in coleste parti. Ma non parli di fare stampa alcuna colle sue
spese, quando non fosse certo di rifarsi. C.-ederei bene che si potesse ciò
sperare dei Difetti della Giurisprudenza, perchè è materia spettante a
molti; e tanto più si avrebbe da crederne sicuro lo spaccio, da che ella
avrà dato tanto maggior lustro a tale argomento. Finora nulla si vede del
campione romano. Bensì due fogli d" una risposta che si va stampando in
Venezia mi son già pervenuti. Ma è fattura ridicola ; e, se queir autore va
di questo passo, essa non merita d' esser letta, non che confutata. Se, per,
avventura, si trovasse più costi il signor conte Alga rotti, mei riverisca
divotamente, e gli dica che in breve uscirà un mio trattatello del Paraguai,
e che avrei desiderato certe lettere venute di là, le quali mi è stato
supposto che si trovino ora in mano sua. Ho anche fatta menzione di lui.
Mi affliggono i torbidi correnti, non già per riguardo mio, ma pel
pubblico nostro, al quale sovrastano malanni maggiori per certi nuvoli
che sono in volta. Inoltre mi truovo malcontento, perchè non ho ora ar-
gomento alcuno, intorno a cui possa io esercitarmi. Lo stare in ozio, per
me è pena grande.
Se capiterà qua il signor conte generale Pallavicino, io non mancherò
di servirla. Di lei non osai parlare per timore che, essendo ella Finalino,
temei che un cavalier genovese non la mii'asse di buon occhio. Io non gli
ho mai scritto, e una lettera non basterebbe al bisogno. Preghi Dio che
il faccia venire.
Si son poi fermati fra Cesena e Rimini gli spagnuoli, ed, essendo
pochi, non ardivan di tornare verso le nostre parti, se pure non venisse
loro un buon rinforzo da Napoli: il che si crede verisimile da molti. A me
da Roma non iscrivono parola di questo: il che è segno che per ora ninna
disposizione v" è della lor venuta. I bolognesi finora non sono stati in-
quietati dagli austi'iaci. Forse han proposto danaro. La cavalleria sta
tuttavia sul Ferrarese e si stende fino ad Argenta. Qualche voce c'è che
il signor Maresciallo Traum possa in breve passar colà colla fanteria.
Morto è il cardinal Fini, sicché son vacanti 25 cappelli, né si sa quando
sia per seguire la promozione.
Delle altre cose del mondo, ciarle senza fine. Da qui a due mesi ve-
dremo tutte le carte sul tavoliere, e allora faremo gì' indovini. Se fossero
vere certe dicerie del prussiano, pare che per forza si avesse da far la
pace. L'Imperatore ha ben aperta la bocca: né pur sappiamo ciò che
mediti Sassonia, e v' ha chi teme degli ostacoli alla coronazione di Praga.
Dia r Altissimo fine a tanto incendio che consuma tutta V Europa. Al signor
marchese reggente Cavalli i miei ossequiosi rispetti. Sarà arcivescovo
di Milano monsignor Visconti, auditor di Ruota: mi ratifico, etc.
La Piena Esposizione dovrebbe star poco ad arrivare.
-i'7'^3] A NIOOLA TAOOLI 4421
4699.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 19 Aprile 1743.
R. BiBLioTsoA BicoASDiAXA, Firenze, edita [168].
Una copia di libro matematico, dato qui alla luce dal nostro signor
Corradi, si metterà fra poco in viaggio, indirizzata da me a V. S. illu-
strissima, acciocché ne possa far menzione nelle Novelle Letterarie, allorché
le sarà giunta. Non ha ella bisogno eh' io la preghi di dispensar favori
air autor d' esso, perchè questo è costume ordinario della sua gentilezza.
Ho bensi da ringraziarla per quelli che ha compartito alle Lettere del
VcUdesio, avendo ella con più franchezza di lui toccate le corde. Dovrebbe
comparire in breve un' altra mia operetta, stampata dal Pasquali in Ve-
nezia con questo titolo: // Cristianesimo felice nelle Missioni de' Padri
della Compagnia di Gesù al Paraguai neW Atnerica Meridionale. Ne man-
derò copia, subito che avrò congiuntura.
Di presente mi truovo io più che mai mal contento di me stesso, si
per li nostri pubblici guai, e si perchè non so trovare argomento intomo
a cui esercitarmi.
Ha cominciato il signor canonico Gori ad inviarmi i fogli arretrati
delle Novelle Letterarie. Mi scrisse che V. S. illustrissima gliene avea
fatto premura. In essi ho veduto una di lei protesta per certe satire da
me non vedute.
Sempre desideroso della continuazione del suo amore, e de' suoi coman-
damenti, con tutto r ossequio, mi rassegno, di V. S. illustrissima, etc.
4700.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 22 Aprile 1743.
AscHiyio Taooli. Modena, edita [37].
Porto a V. S. illustrissima i miei più di voti ringraziamenti pel dono
fattomi dell' ultima sua fatica, per cui tanto ha illustrata la propria Casa.
Grande obbligazione avranno a lei i suoi nipoti, e pronipoti: e tanto più
perchè, oltre al decoro, s' è ricavato dell' utile dallo scoprimento di tante
Memorie. Dee ella inoltre contare per pagamento la soddisfazione data a
tanti suoi concittadini, col far conoscere i loro maggiori. Ma cinquanta
422 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'743-
copie sono state ben poche. Quest' ultimo libro, come onorevole anche alla
stessa città, ne meritava ben numero maggiore.
Orsù, fate come potete la vostra fiera, e preghiamo Dio, che vengano
anni migliori. Con rinnovar le pi'oteste del mio costantissimo ossequio, mi
confermo, di V. S. illustrissima.
4701.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 24 Aprile 174.3.
Archivio Rocchi, Bergamo, edtia [ 231].
Degne son di stima le monete scoperte costì, benché de' secoli bar-
bari; ed ho spezialmente avuto piacere in veder confermate quelle battute
in Trevigi a' tempi di Carlo Magno. Ma io non son potuto arrivare ad
intendere, a qual paese possano appartenere quelle, che ci fan vedere un
rovescio si straniero e goffo, come sono quelle linee. Legge V. S. illu-
strissima AiriA che sarebbe parola greca. Ma potrebbe leggersi VILIV,
se pure l'impronto in cera non mi rappresenta diversa la positura da
quella della moneta. In qualunque maniera nondimeno si legga, non ne
risulta parola alcuna, che dia notizia di qualche principe. Se i Bulgari,
Sciavi ed Unni battessero moneta, si potrebbe sospettare che ad alcuno
di quei re si avessero a riferire tali monete. Certamente, non paiono mo-
nete d' imperatori o re cristiani.
Uscirono in Venezia Ferdinandi Valdesii Epistolae, colle quali ho ri-
sposto ai difensori del voto sanguinario. Uscirà in breve // Cristianesimo
felice nelle missioni del Paraguai. Con che, rassegnandole il mio ossequio,
mi confermo, di V. S. illustrissima.
4702.
A FRANCESCO PAGLIAI in Palermo.
Modena, 24 Aprile 1743.
Archivio Soli Muratosi {R. Bibì. Est.), Modena.
Al foglio carissimo di V. S. illustrissima rispondo. Esso era del di
10 marzo; ma solamente ora mi è giunto. Sempre più poi mi rallegro in
vederla cosi bene animata per imprendere la mia difesa contro cotesti
protettori del voto sanguinario. Necessaria cosa è, eh' ella abbia sotto gli
occhi il primo opuscolo mio, o sia Antonii Lampridii de superstìtione vi-
-IV-iS] A FRANCESCO CONTARELLI 4429
tanda, e il susseguente Ferdinandi Valdeaii Epistolae. Una copia di que-
st' ultimo consegnata in Roma al sig. Filangeri. dovrà capitare costà al
sig. duca di Campobello, il quale mi scrive, che a lei la consegnerà.
Allora, dopo essersi ella impossessata della materia, e vedati gli
scritti ingiuriosi pubblicati centra di me. ella potrà prendere le sue mi-
sure. Altro non le saprei dire per ora. se non che ho ricevuto ultima-
mente un' opera in foglio del celebre Niccolò Antonio, che ha questo titolo
Censura de Historias fabulosas. Essa è stata pubblicata dal chiarissimo
sig. d. Gregorio Mayans. e stampata in Valenza di Spagna Tanno prece-
dente 1742. Si fa vedere la falsità delle Croniche di Destro, di Massimo,
di G. Braulione. etc.
Chi ben esaminerà l' afifai'e, troverà, che tali imposture, le quali hanno
infestata la storia e i martirologi della Spagna e del Portogallo, e furono
ricevuti con tanto plauso in Ispagna, aggiunte alle false Lamine Grana-
tensi, tutte finzioni del p. Higuera gesuita, quelle furono, che fecero cre-
de.e oramai certa la sentenza dell' immacolata concezione, e da ciò nacque
il voto sanguinai'io.
Vedrà ella i fondamenti, su quali ho io fabbricato per condennare di
superstizioso esso voto. Già la suppongo informata delle ingiurie, delle
quali sono stati abbondanti cotesti signori,
Non mancherò io di farla accettare nella nostra accademia, subito
che essa ripiglierà la voce, perchè di presente tace fra i rumori della
guerra, per li quali noi proviamo gravissimi guai. E, se Dio non manda la
pace, andremo di male in peggio.
Porse sarà giunto in cotesto parti il mio Trattatello De i difetti della
Giurisprudenza. Ne uscii'à in breve un altro, Delle Missioni del Paraguai.
Con ringraziarla vivamente delle sue generose esibizioni, e pregarla de' miei
rispetti al sig. conte suo, le rassegno il mio vero ossequio, e mi confermo,
di V. S. illustrissima.
4703.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 25 Aprila 1743.
Archivio dki.la CoiaREOAZio..k: di Carità, Correggio, edita [272].
Giugnerà ben a tempo il soccorso, che V. S. illustrissima ha prepa-
rato per soccorrei'e alle indigenze di chi si truova fra i guai della guerra
presente. Ma le confesso di trovarmi intricato nello scegliere la via per
trasmetterlo qua. II. pericolo, che corse, siccome ella mi avvisò, la prece-
dente spedizione, mi fa paura a valermi della ordinaria bolgetta.
4424 LODOVICO ANTONIO MURATORI f 17*43-
Ora io la prego di riflettere, se la via da Ferrara a Bologna sia si-
cura. Quando fosse tale, potrebbe favorirmi di fare ricercai'e, se cotesto
p. abate de' canonici regolari fosse per andare alla Dieta de' suoi religiosi,
che 3Ì deve tenere in Bologna circa la terza domenica dopo Pasqua. E,
andando, potrebbe egli favorirmi di portar la lettera col denaro al suo
reverendissimo p. procuratore generale Chiappini, il quale vi si troverà
e, mi porterà, o manderà una lettera per alcun altro p. abate.
Quando poi cotesto non andasse, né si trovasse altra sicura occasione
per Bologna. V. S. illustrissima mandi pure per la Bolgetta, volendo io
sperare in Dio, che non succederan disgrazie. Alla posta mi han detto,
che r ultima bolgetta è felicemente venuta.
Le l'endo intanto vive grazie per la benigna sua attenzione a" miei
interessi, siccome ancora per la carità usata a queste donne, le quali farò
avvisato di quanto ella mi scrive.
Se le capitasse una mia, che non potrei di meno di non iscriverle per
un nostro povero artigiano caduto costi in contrabando, sappia ch'io molto
bene intendo, che nulla si può fare in casi tali.
In essa ancora io le scriveva di un paio di cavalli, che vo cercando
per soccorso alla mia vecchiaia. Ora le dico di averne comperato uno, che
mi servirà per la sedia, e se potrò poi trovare da accompagnarlo, bene
sarà. Se no farò con questo. Però altro non occorre per favorirmi in tal
proposito.
Mi avvisò una volta V. S. illustrissima d' avere trovato lo strumento
della rinnovazione del livello del mulino di Campo Galliano. Di grazia
guardi, se mai fossero scoi'si 29 anni, affinchè io potessi intimarne un
altro. Godrò almeno di aver 1' anno in cui esso fu fatto per potere, se cam-
però tanto, conservare i diritti del priorato.
Non mi sovviene, s' io le abbia scritto, che cotesto monsignor arcive-
scovo, ebbe la bontà di volermi vedere. Trovai in lui un degnissimo e
santo prelato. Ma nulla gli dissi de' miei benefizi. Occorrendo qualche bi-
sogno, se ne potrebbe sperar favore.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo...
4704.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 26 Aprile 1743.
Akchitio Soli Muratori (R- Bill. Est.), Modena.
Somme son le grazie, che mi ha compartito V. P. reverendissima col
mettermi ai piedi di N. S., e far valere que' miei ossequiosi fogli. Mi son
-l'?'43] A. FORTUNATO TAMBURINI 4425
rallegrato in intendere che la S. S. avesse già prevenute le risposte mie
a quella obbiezione. Non è venuta finora lettera deir eminentissimo, perchè
non aveva potuto passare i rastelli. Verrà, e probabilmente si mostrerà
persuaso come fece ancor qui. Infinitamente la ringrazio di tutto. A me
basta che il santissimo conservi per me la consueta clemenza e grazia.
Di più non ricerco, e a lei dovrà bastare un' espressione fatta nell* ante-
cedente mia.
Gran tormento per altri, ma non già per lei, credo io che sia il ti-
more che si possa prolungar cotanto la promozione. Né lo stesso P. S.
sarà senza un gran peso per dover pensare alla scelta, alla dote, e al
riempiere i posti, che vacheranno. Tanta virtù ha V. P. reverendissima,
che starà mirando i futuri eventi con imperturbabile quiete d' animo.
Certo è. che chi ben pesa le rigorose sentenze di chi truova usura
dappertutto, sarà astretto a confessare, che troppo s' imbroglia 1' umano
consorzio, e gran male ne verrebbe non meno a i ricchi che ai poveri, se
non si potesse far negozio con essi senza frutto, e senza riguardo al lucro
cessante. Dopo aver io veduto ciò, che ha il Gius canonico io questo par-
ticolare, mi sono spaventato, e mi è calata la voglia di entrare in tal
materia, perchè si farebbe del rumore da i zelanti, e correrebbe rischio il
libro di essere proibito. Un sig. Ballarini di Verona, può essere che ne
tratti. Il rigido p. Concina me ne scrive in suo nome. Risposi quello che
credei bene. Bisognerebbe accordare il desiderio di Dio pieno di carità,
colla costituzione degli uomini, e colla necessità del commerzio. Ma questi
punti richiederebbero assai parole.
Allorché arriveran le sei copie del Paraguai, prego la di lei bontà di
far leggere la destinata per N. S., siccome 1* altra per 1* eminentissimo
Passionei. ed aggiunga ancor questa nuova spesa al debito mio prece-
dente, a cui soddisfarò col primo danaro, che dovrà essere a lei pagato.
Per la copia già destinata all' eminentissimo Querini avrei bisogno, che
ella potesse favorirmi d' inviarla al sig. D. Pietro di Napoli Gianelli, alla
cui lettera risponderò o oggi o un' altra volta.
Le rendo grazie ancora dell' involto consegnato a monsignor Liviz-
zani, e godo che abbia veduto il futuro nostro vescovo. Noi aspettiamo,
che sia passato felicemente l' esame, e lo speriamo, tuttoché non abbondi
la scienza. Se monsignor Ferdinando avrà da essere esaminato, si troverà
in maggior intrico; ma mi figuro, che il suo sarà un esame segreto. Ah!
la nostra patria si è pur trovata scarsa in tal congiuntura. Con che, ba-
ciandole le mani, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
4426 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-43-
4705.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 2 Maggio 1743.
E.. UiBLior&CA RioCAKDiANA, Firenzo, edita 1227].
Niuna c'è delle lettere di V. S. illustrissima, a cui io non abbia ri-
sposto. Rispondo oi'a all'ultima sua del 17 corrente aprile, con rallegrarmi
perchè felicemente le sia giunta la Piena Esposizione, e perchè al signor con-
siglier de Locella ' [Benedetto] sia stata da lei consegnala la copia Dei
Difetti della Giurisprudenza. Io conosceva di nome cotesto degnissimo
signore. Mi ha fatto questo signor amministratore Cristiani conoscere an-
cora il distinto grado ch'egli gode in celesta Corte, motivo a me di molta
consolazione, al vedere che la di lei bontà mi acquista nuovi padroni, e
padroni di tanta distinzione. La prego, pertanto, di protestarmi servitore
divotissimo a cosi illustre ministro, e di mantenermi nella grazia non meno
di lui, che del sempre da me riverito signor marchese reggente Cavalli.
Godeva io ne' tempi addietro anche della grazia de' signori conti di
Za vaiai e di Cervellon. Mi dica ella s'essi continuino nelle loro antiche
cai'iche. Quanto alla proposizione d' impiegar la mia penna nella contro-
versia che V. S. illustrissima mi ha additato, tali riguardi concorrono nella
mia persona che, con tutto il desiderio che avrei di comprovare alla vo-
stra real sovrana quel sommo ossequio che ho professato sempre all'augu-
stissima Casa d'Austria, io non vi posso accudire
È poi uscita in Venezia un'apologia composta da un avvocato veneto
Querini contro il mio opuscolo Dei Difetti della Giurisprudenza. Non me-
rita risposta, tanto è debole e meschina. Si riduce quasi tutta l'indigesta
sua verbosità a dire che io doveva dire difetti della giurisprudenza in
pratica, senza voler intendere che il male è nella giurisprudenza stessa
per la tanta copia delle opinioni. Per questo non occorre inviai'la.
Vedrà V. S. illustrissima nelle Antiquitates lialicae la dissertazione De
Leyihus., dove ho detto quel poco che ho trovato dell' uso delle leggi romane
prima del 1 100. Non apparisce bene se quelle di Giustiniano fossero note ai
giudici. Troppo costava allora un corpo tale di leggi. Il non trovarsi fra
manoscritti antichi se non le Pandette Pisane, fa conoscere che troppo
rari dovettero essere allora i digesti e il codice.
Vegga nella P. II del T. I. Rerum Jtalicarum la mia prefazione alle
leggi longobarde, dove ho parlato di quelle ed altre leggi. Un piccolo com-
Sue lettere in Arcìiwio Soli Muratori ( Ti. Bihl. Est. ), ii.° 1 da Vienna, 1744.
-1*7 ^13 I A QIUSEPPE LUIOI AMADESI 4427
pendio delle romane parrai di aver veduto nel codice manoscritto della
nostra cattedrale.
Essendo terminata la stampa dell' ultimo tomo delle Iscrizioni, e la-
vorandosi all'indice, non son per ora in istato di valermi delle indicate
da lei in Demostene.
Niun seguo resta che il codice Teodosiano fosse usato in Italia ne' se-
coli barbarici. Restò esso in Francia, perchè l'autorità di Giustiniano non
si stese colà. Mi rallegro che le sia stato proposto di fare una disserta-
zione intorno al medesimo. Ma non dimentichi la mia Giurisprudenza.
Qui l'armi stan quiete. Dicono già eletto l'arcivescovo di Magonza.
Si starà a vedere se il Prussiano onorerà la coronazione della regina. In
Piemonte si starà in difesa. Ma, e di pace non si discorre? Abbiam ve-
duto la risposta fatta alle proposizioni dell'imperatore, che è molto cal-
zante e fatta da una buona penna.
Mi conservi il suo amore, e mi creda, etc.
4706.
A GIUSEPPE LUIGI AMADESI in Ravenna.
Modena, 3 Maggio 1743.
Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), Modena.
Nella Piena Esposizione, per la controversia di Gomacchio, ho provato
il dominio imperiale sopra l'esarcato sino a' tempi di papa Niccolò III che
ne ottenne da Rodolfo I la cessione. Questo ancora si raccoglie dalla
storia del Rossi. Gl'imperatori ne investivano molti arcivescovi. Sul Fer-
rarese mantenevano i papi della giurisdizione per molti allodiali, che vi
possedevano. Osservi in fine del Rossi i diplomi di Ottone III spettanti
a Ravenna.
In qual tomo delle Antiquitates Italicae io abbia parlato di Liutprando
vescovo di Cremona, non mi sovviene. Se avrà un po' di pazienza, l'ultimo
tomo coir indice generale non dovrebbe tardar molto ad uscire alla luce. Ma
ch'egli fosse governante di Ferrara, risulta solamente da! diploma ch'ella
mi ha comunicato. Nel tomo II parte I Rerum Italicarum, nella prefazione
alla storia d'esso Liutprando, ho osservato, ch'egli era con alterato nome
chiamato Liuzzius Liuzzo. Dal documento ch'ella m'ha inviato si rac-
coglie il dominio imperiale, perchè quel messo è spedito dall'imperatore a
far ivi giustizia. Ho anche rapportato, non so in qual tomo delle Antiqui-
tates Italicae, un diploma o sia investitura data da Arrigo II Augusto al
popolo di Ferrara. Questo è quel poco che posso accennare a V. S. illu-
strissima, di più non permettendomi una flussione a gli occhi, che, più dei
solito, ora mi molesta, etc.
4428 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1*7 43-
4707.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Modena, 3 Maggio 1743.
BiBLiuTKCA Bertolikiana, Vicenza.
Appena mi giunse la risposta da Torino, che l'inviai subito a questa
posta, colla speranza che V. E. la potesse ricevere con sollecitudine. Ma
non vi sarà stata maniera, e la lettera mia dee aver aspettato la presente,
che ora scrivo. Spero dunque che la riceverà per via della nostra Bol-
getta, e starò poi attendendo gli ulteriori suoi comandamenti, s'ella cre-
derà che il canale preso possa essere utile a tal congiuntura. Rassegnan-
dole io, intanto, l'inalterabil mio ossequio, e brama di ubbidirla, mi con-
fermo, di V. E.
4708.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 7 Maggio 1743.
Abchitio Soli Muratobi (R. Bibl. Est. ), Modena.
Non posso a meno di non incomodare V. P. reverendissima, per udire
il suo saggio parere intorno a cosa che mi gira per capo. Dopo aver
scritto del Paraguai cristiano, mi sarebbe pur caro di scrivere anche
dell' Etiopia, o sia degli Abissini, che, quantunque infetti dell' errore di
Dioscoro, pure conservano da tanti secoli il cristianesimo : e, siccome poco
discordi da noi, hanno più d'una volta inclinato di riunirsi alla Chiesa
Cattolica. Ho fatto molto di quel Regno, e mi sono affezionato a quel
paese, a que' popoli. Scrissi costà per sapere, se, dopo esserne stati cac-
ciati i PP. Gesuiti, circa cento anni sono, vi sieno entrati missionain. Mi
vien risposto, che i PP. riformati di s. Francesco vi si erano introdotti,
e che ne furono anch'essi espulsi nel 1717.
Trovansi in Propaganda molte resoluzioni d'essi. S'io potessi ottenerlo,
potrei farne buon uso. Potrebbe sperarsi che la benignità di N. S. accor-
dasse la permissione. Me spaventa e ritiene la sola apprensione della
molta spesa che occorrebbe per far copiare. Del resto l'argomento sarebbe
gustoso per gì' Italiani, i quali conoscono poco quel vasto paese, e glorioso
per la S. Sede, che ha fatto, e forse fa quanto è possibile per ridurre
quel popolo alla pura credenza. Me ne dica, di grazia, V. P. reverendissima
il savio suo parere, prima che S. S. passi alla villeggiatura.
l'T'-iS] A OIROLAMO TAaLIAZUOCHI 4429
Né vo lasciar d'avvisarla d'essere io stato tentato per vedere se vo-
lessi assumere di rispondere a monsignor Antonelli per la controversia
di Parma, e Piacenza in favore della regina d' Ungheria. Ho risposto, senza
venire ad alcun particolare, militar troppi riguardi nella mia persona, per
li quali non posso.
Senza che io parli, ella bene intende, essere uno di questi la vene-
razione, che debbo a N. S., e il desiderio che avrei d'impiegarmi per lui,
e non mai centra di lui.
Conosco le mie obbligazioni verso cosi benigno pontefice: e, tuttoché
mi sieno stati proposti premj nello stato di Milano, stimo più la grazia
del santissimo padre, che altro vantaggio.
Serva questa mia per ratificarle il mio ossequio, e per ricordarmi, di
V. P. reverendissima.
4709.
A FRANCESCO CONTARELLI iu Ferrara.
Modena, 10 Maggio 1743.
Abchitio DKU.A CoxesseAzioHK DI Carità, Correggio, edita [272].
Già dal p. Bardotti ho ricevuto il danaro, di cui inviai a V. S. illu-
strissima la ricevuta: e però di nuovo la ringrazio. E, giacché ella è per
far godere le sue grazie a questa vedova Triani. col riscuotere il poco da-
naro a lei dovuto, inchiusa gliene mando la sua ricevuta.
Sento i guai di cotesto paese, e li trovo maggiori che i nosti'i. So Dio
verificasse certe nuove, che corrono, potrebbe essere, che foste sollevati.
Con che, rinnovando i sentimenti del mio rispetto, mi confermo...
4710.
A GIROLAMO TAGLIAZUCCHI iu Torino.
Modena, li Maggio 1743.
B. Akcuiviq oi Stato, Torino.
Molto ben ricevuta, molto cara è riuscita al cavaliere [ Benti voglio |,
che mi pregò d'incomodarvi, la notizia del testamento della fu signora con-
tessa Di Masino. Ve ne ringrazia egli, sommamente ve ne ringrazio anch' io.
Ma egli si raccomanda per la continuazione de' vostri favori. Cioè desidera,
il più sollecitamente che mai si possa, una copia autentica e legalizzata d'esso
testamento. E quando non fosse ivi l'inventario, ma di procura, copia ancora
4430 LODOVICO ANTONIO MUBATOEI [IT-iS-
di questo. La spesa occorrente per tutto ciò, sarà da lui rimessa con tutta
puntualità. Torna poi ad inculcare la prestezza e sollecitudine del favore.
Non ha egli pensato, ma penso ben' io. che. se mai si sapesse, che tali
copie autentiche avessero da servire per un forestiere, cotesto notaio po-
trebbe pretendere uno spropositato pagamento. Però vi prego di ben ri-
flettere a questo, per prendere giuste le misure a fin di schivare il colpo.
E quando mai, per disgrazia, non si potesse schivare, e si chiedesse un'occhio,
per cosi dire, parrebbe bene, che, con tutta la fretta fattami, si dovesse
prima avvisarmi di tale esorbitante richiesta. Ma forse o non verrà chiesto
troppo, 0 voi saprete condur la cosa in maniera, che non paghiate più di
quel che farebbe uno di cotesti cittadini.
• Oh! volesse Dio, che si avvoltassero certe nuove di pace. Ne abbiam
necessità. Caramente vi riverisco ed abbraccio.
4711.
A GIROLAMO BARUFFALDI in Cento.
Modena, 13 Maggio 1743.
Archivio Soli Mubatoiìi (R. Blbl. Est,), Modena.
Metta V. S. illustrissima in ordine la sua carità, la sua eloquenza,
perch'io ho bisogno che l'eserciti in prò del p. Rinaldo Filippo Dallara,
religioso Agostiniano, il quale da molti anni è in disgrazia della sua re-
ligione, e sospira pentito la grazia di tornare al suo ovile. Mi vien sup-
posto; che l'affare sia rimesso al suo padre provinciale abitante costà, ed
amico di lei; ed essendo egli religioso di somma carità, e dovendosi spe-
rare, ch'egli sia per ricevere con viscere paterne un figlio supplichevole;
non dovrà essere difl&cile a V. S. illustrissima il cooperare, affinchè esso
religioso ottenga grazia e pace, senza provare un duro trattamento, giacché
sembra aver egli fatta una gran penitenza per molti anni passati. Ella sa,
e molto più sa cotesto padre provinciale quanta sia l'indulgenza di Roma
verso i figli ravveduti e supplichevoli. Voglio perciò credere, che si tro-
V3rà costi non minor clemenza; e tanto più, se vi concorrerà l'interposi-
zione efficace di lei, di cui vivamente la prego. Il di più l'intenderà ella
dalla bocca del supplicante. E qui, rinnovando le proteste del mio costan-
tissimo ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
Vegga sopra tutto di ottenere, se mai si potrà, ch'esso religioso, sic-
come nativo di Modena, sia collocato in qualche convento di questo stato,
e specialmente in quello di Carpi, dove ha parenti, che il potranno soc-
correre.
-l'?43] A LUIGI 8CUTT1 4431
4712.
A SALVINO SALVINI in Firenze.
Modena, 17 Maggio 1743.
BiBLioTKCA Marcceli.ura, Firenze, edita [153].
Monumento prezioso è quello del vescovo Specioso, che V. S. illu-
sti-issima è per dare alla luce. S'io l'avessi potuto vedere, gli avrei fatto
più onore. Gliel farà ella con ciò che ha avuto la bontà di comunicarmi.
Tutto cammina bene. Solamente, la prego di scrivere nelle mie parole ipso
ineunte saeculo, invece di m ipso ineunte saeculo.
Del resto, mi è stato ben caro d' intendere ch'ella maneggi presente-
mente la storia del Capitolo di cotesti canonici, i quali sono al certo dei
primi in Italia. E perciocché sotto i suoi occhi sono ora le antiche per-
gamene del loro archivio, mi raccomando che vegga se mai potesse trovar
propagata la discendenza degli Adalberti duchi di Toscana. Non ho mai
potuto scuoprire se Guido e Lamberto, figli di Adalberto II il ricco, la-
sciassero prole maschile dopo di sé. Se ne scoprisse ella, sarebbe questo
un bel punto di storia
Disegno suo fu negli anni addietro di pubblicar le lettere del celebre
signore abate suo fratello, e nulla si é poi veduto. Vivo io e vivrò sempre
con tutto il desiderio di ubbidirla, rassegnandomi intanto, con tutto l'os-
sequio, di V. S. illustrissima, etc.
4713.
A LUIGI SCOTTI in Treviso.
Modena, 17 Maggio 174.3.
AttCHivio Soi.i Muratosi {R. Bibl. Est.), Modena.
Non sapeva io che fosse mancato di vita il signor conte Antonio di
CoUalto. Certo é che nelle mie opere v" ha molte memorie spettanti alla
di lui Casa. Anche il padre Giannetasio ne ha parlato a lungo in un
suo libro.
Troverà V. S. illustrissima nel tomo IV, cioè nell' ultimo delle mie
Iscrizioni, che a quest'ora dovrebbe essere in istato d'uscire alla luce,
1 iscrizione militare, di cui ella mi favori. Però pietra servirsene. Anche
in Bergamo si son trovate monete di Trivigi, battute a tempi di Carlo
Magno, e simili alla pubblicata da me, e dal fu signor suo zip,
4432 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17*43-
La ringrazio delle notizie spettanti ad Asolo, e di quanto ella pro-
mette della patria sua. Si animi a continuar si bella fatica, per cui le
resteranno ben tenuti i suoi concittadini. Con che, rassegnandole il mio
costantissimo ossecLuio, mi raffermo.
4714.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 17 Maggio 1743.
Archivio Soli Mokatoui ( R. Bibl. Est, ), Modena.
Due sono le favoritissime di V. P. revei'endissima, alle quali rispondo.
Per la copia della ristampa del mio trattatello Della Giurisprudenza, se
stesse anche da mesi a venii'e, nulla importerà. Ho io intanto ricevuto
dal padre Flaudoli quanto gli fu consegnato dalla di lei bontà; del che
sommamente la ringrazio. Finora nulla ho letto del libercolo centra di
Lampridio Pritanio. Non avrà quell'autore il piacere di leggere alcuna
mia risposta. Quella gente ha cattivo gusto; né io mi voglio prender cura
d'essi. Risponderò a chi mi ha favorito.
Dovrebbe giungere alle mani di V. P. reverendissima, una copia delle
Lettere del Valdesio, che furono consegnate in Bologna ad un padre do-
menicano. Ricevuta che l'abbia, la prego di prendersi la briga di trasmet-
terla, quando potrà, al signor dott. Pietro di Napoli Giannelli, a Palermo
insieme coli' altra del Paraguay, che non dovrebbe tardar molto ad arrivar
colle altre costì.
Mi dispiace di aver inteso, che monsignor Ferdinando non avrà il
possesso dell'arcipretura di Carpi da questi possessori, quando non si pro-
curi l'assenso delle Corti. Ah ! Dio ci mandi la pace. Pel nosti'o vescovo
niuna difficultà ci sarà.
Quanto V. P. reverendissima ha avuto la bontà di significarmi in-
torno all'usura, mi è stato ben caro. Ma io mi truovo sprovveduto di
libri, e mi manca fin l'opera del Salmasio colle risposte a lui fatte al-
lora. Molto più son privo delle scritture de' teologi olandesi, eh' ella pos-
siede. Di grazia m' indichi i titoli di que' libri, che ella ha, perchè vedrò
se possono farsi venire. A me certo sembra, che i rigidi su questo argo-
mento imbroglino forte, e rendine difficile V umano commerzio, e che per
conseguente fosse [necessario] bene l'esaminar questa materia. Frattanto
ho preso un altro argomento, intorno a cui mi andrò divertendo.
Aspetto a momenti il reverendissimo Chiappini, che mi darà nuove
del vostro cielo. Con che, ossequiosamente, mi rassegno, di V. P. reve-
rendissima.
■17* •43] A DOMKNIOO BBIGUIBUf GOLOMBI 4433
4715.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 22 Mafxgio 1743-
B. Biblioteca Bivcaroiaxa, Firense, edita [245].
L' ultimo foglio di V. S. illustrissima è del di 1 del corrente mese.
Benché di presente mi travagli la mia flussione degli occhi, pure rispondo
con ringraziarla della lettera inviata al sig. Gaspari, a cui desidero ben
favorevole la fortuna presso i Sarmati. Mi è poi dispiaciuto di nuovo lo
sbaglio fatto dal corrispondente mantovano di cotesto suo amico, perchè
troppo le son costati quei libercoli.
L' ho servita con questo signor luogotenente Amor de Seria, ed egli
subito s' è ricordato di lei. e mi ha imposto di riverirla ben caramente.
Aspettiamo in breve il signor conte Pallavicino governatore di Mantova,
ma con voce precorsa che venga per accrescere i nostri guai con nuove
contribuzioni. Vedrò che accoglimento farà alla memoria di un finalino.
Sempre la prego di ricordare il mio ossequio al signor marchese reg-
gente Cavalli, che si benignamente mi ha fatto goder le sue grazie.
Bench' io non vada mai a desinar fuori di casa, pure io non potei esen-
tarmi, ne' giorni addietro, dal pranzare con questo onoratissimo signor am-
ministratore Cristiani, che mi lesse una lettera d'esso signor marchese
reggente con generosa commemorazione di me.
Qua è precorsa voce di un fatto d'armi favorevole alla regina contro
i franzesi, ma non se n' è finora veduto corriere. Però si aspetta con an-
sietà di averne più sicure notizie. Ossia che gli spagnnoli, benché pochi,
si sieno stesi sino a Forlì, o pure altro motivo, sembra vicino il sig. ma-
resciallo Traum per passare sul bolognese colla fanteria per darsi mano
colla cavalleria, la quale sta sul ferrarese, e fa strillare quel popolo,
perchè oltre al foraggio e alla legna, paga ogni di 2 mila filippi. Non ci
è apparenza che per quest'anno in Lombardia e Piemonte v'abbiano ad
essere bravure. Da varie parti, varie voci di trattati di pace, quando
tutto unicamente par disposto per la guerra. Forse vengono tutte dal
persistere in Londra il marchese Fogliani ministro del re di Sicilia.
Mi è stato ben caro intendere buone nuove del signor segretario Berto-
lani. Desidero saper cosa sia valutato costi lo zecchino, perchè, se mi ca-
pitasse occasione, vorrei pagarlo, e non trovando ungheri, invierei zec-
chini. La prego di riverirlo caramente, e di dirgli che in breve dovrebbe
esser terminata la stampa del tomo ultimo delle Antiquitates Italicae, e
manderò tutto.
MpUtolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 280.
4434 LODOVICO ANTONIO HVBÀTOBI [1*7-4:3-
Credo d'averle scritto che la risposta fatta in Venezia dall'avvocato
Querini, va a finire in pretendere che i Difetti della Giurisprudenza
s'abbiano da attribuire non ad essa, ma a chi la maneggia, e non isià
bene il titolo della mia operetta. Ma quella giurisprudenza di cui si ser-
vono oggidì, non è forse piena d'opinioni contrarie, etc? Però non merita
risposta, essendo una sola verbosità ! Certamente che i tempi correnti
sono troppo contrari alle lettere e alle stampe. Quando si potrà, ella mi
favorirà. Da Roma mi scrivono che quell'avvocato Argenvillier ha vera-
mente fatta una scrittura contro i Difetti, ma che per ora non vuole
stamparla. Forse avrà riguardo al Papa. Desidero che ella si sbrighi di
Demostene, e veramente troppe cose ha per le mani. Con che, riverendola
di tutto cuore, mi ricordo, etc.
4716.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 22 Maggio 1743.
B1B1.10TBCA MabuceliiIana, Firenze, edita [153].
Nelle Novelle letterarie mancano a me i frontispizi de gli anni 1741
e 1742.
Nell'anno 1742 i fogli arrivano solamente al n. 45 inclusivo.
Ne' fogli dell'anno presente 1743 ho solamente 11, 12, 13 e poi 17,
18, mancando il resto.
Ho veramente inteso dir qualche parola de' torbidi occorsi costi fra
voi altri signori letterati; il che mi è dispiaciuto forte. Gran cosa! og-
gidì r Italia scarseggia di letterati, e quei pochi ancor fan guerra fra loro.
Male per tutti, e peggio per le lettere stesse.
Dovrebbe il signor priore Caramelli pagare a V. S. illustrissima per
mio conto altri sette paoli. Allora io le resterò debitore anche di uno.
Soddisfarò in prima occasione, e starò intanto attendendo il compimento
delle sue grazie. Con che, riverendola di tutto cuore, mi confermo, di
V. S. illustrissima, etc.
4717.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 22 Maggio 1743.
Biblioteca Comunale, Ferrara.
Non SO rispondere a V. S. illustrissima intorno alle ciarle, eh' ella
dice sparse del signor suo fratello, perchè qui non ho udito parlarne
■ IT^'éiS] A. DOMÌ2NICO BRIGHIEBI COLOMBI 4435
punto in suo svantaggio. Pocbi giorni ha, ch'io il vidi vegeto ed allegro.
Gli è nata una ])utlina, e continuano i suoi affari come prima. Perciò è
da credere, che solamente costì, sia nata qualche diceria, di cui noi non
siamo informati: né ella se n'ha da affannare, giacché la verità milita in
contrario.
Pare, che il signor maresciallo Traum sia per muovere la sua fan-
teria a passare il Panaro fra poco. Il che succedendo, verisimilmente voi
altri signori dovreste essere sgravati, perché alla fanteria s' andrà ad
unire la cavalleria, che vi è di un eccessivo peso. Ah mandi Iddio la
pace, e cessino i vostri e nostri guai. Caramente riverendola, mi confermo,
di V. S. illustrissima.
4718.
A CASSIODORO MONTAGIOLI in Perugia.
Modena, 28 Maggio 1743.
Edita [106].
Prendo occasione dì scrivere a V. P. della perdita, che abbiam fatto
[del signor fattore di lei fratello, compianto da tutti per la sua abilità, ed
louoratezza. Egli era preparato per questo colpo. Giusto motivo abbiamo
[di sperare, che avrà ricevuto da Dio il premio delle sue note virtù. S' io
|non sapessi, eh" ella non ha bisogno di mio conforto in questa disgrazia,
fsaprei che dirle. Ma non occorre. Ella mira questo mondo qual è, e ne
già staccato, alzando gli occhi continuamente a quel paese dove do-
Ivrerao star sempre. Però nulla potrà lei turbare questo avviso. Preghi
|Iddio per lui ; ma non dimentichi neppur me. che son vicino a tenergli
lietro. E. riverendola con tutto lo spirito, mi confermo, di V. P,
4719.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, :i9 Maggio 1743.
B. BIBI.IOTK0A BicoAKDiAVA. Firenze, edita [215].
Vorrei che V. S, illustrissima godesse miglior salute, e riflettesse bene
Dnde sia proceduto lo sconcerto del corpo, per precauzionarsi in avvenire,
|E, quando le troppe occupazioni nuocessero, bisognerebbe rimediarvi. Spero
Idi ricevere in breve migliori nuove di lei.
Intanto le abbiam ricevute molto favorevoli ali* armi della regina.
)ae fatti cosi strepitosi sul principio della campagna, gran coraggio da-
4136 LODOVICO ANTONIO MUHATOBI [IT^S'
l'anno ai vostri, e sentimento contrario a' vostri avversari. Con dispiacer
nostro abbiam perduto in quella battaglia un conte Livizzani nostro mo-
denese, giovane di trenta anni, di grande aspettazione, e già maggiore
d'un reggimento. Si è detto che l'imperator potesse cangiar soggiorno,
ed alcuni van credendo che i due re d' Inghilterra e Prussia possano
pensare a trovar via di liberar la Germania da sì gran fuoco con un pro-
getto di pace. Per me, poco ne credo. Tutto par preparato a decider la
lite col ferro. Gran vantaggio per la regina l'agguerrire gli Ungheri, e
col tempo maggiormente gli gioverà.
Qui in Italia le apparenze fin ora sono che guerra non v' abbia da
essere, perchè gli spagnuoli di Rimini son pochi, e quei di Savoia diffi-
cile è che si vogliano azzardare a passare i monti, senza aver piazze, ma-
gazzini, etc. dove giugnessero, e con trovare chi è ben preparato al contrasto.
Gran diserzione è stata nei reggimenti Marnili e Vasquez. Si aspettano
dalla vostra Corte le approvazioni di ciò che medita il signor mare-
sciallo Traum. il quale, fra pochi giorni, pare disposto a passare in per-
sona colla fanteria sul ferrarese o bolognese. Ciò che intanto si tratta
ne' Gabinetti è a noi ignoto. È stato ultimamente alla fiera ed opera in
musica di Reggio, il suddetto signor maresciallo, molto ben sano e senza
ferita alcuna. Altro per ora non saprei che dire a V. S. illustrissima se
non che le desidero un' allegra sanità, e che per anche non s' è lasciato
qui vedere il signor conte generale Pallavicino, il quale sappiamo che ha
tagliato l'unghie a molti de' mangiatori della regina. Perciò, con tutto l'osse-
quio, passo a protestarmi, etc. ''
4720.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 31 Maggio 1743.
Archivio Soli Musatosi ( R. Bibl. Est. ), Modena.
In mano di V, P. reverendissima, tutto quello che riguarda me. va
con felicità. Cosi è succeduto a quanto le scrissi intorno alla consaputa
ricerca della mia penna : e spero che succederà ancora per le l'icerche che
fo io delle cose de gli Abissini. Facile è, che monsignor Monti si ricordi
dell'antica mia servitù. A questo proposito crederei bene, che ella, se
una volta capiteranno le copie del Para(/uai, doni per parte mia ad esso
prelato quella che era destinata al padre procurator generale Chiappini ;
perchè soddisfarò io a quest'ultimo, nel tornare che farà da Piacenza a
cotesta volta. Ora io rendo vivissime grazie a V. P. reverendissima, per
li favori compartitimi presso N. S., e per quelli, che mi fa sperare presso
il suddetto prelato.
• IT'-éS] A GIROLAMO TARTAROTTI 4437
A me per ora basterebbe Dna nota delle relazioni o lettere spettanti
a que' popoli, che si trovassero in Propaganda, acciocché potessi scegliere
quel che mi potesse occorrere, e che non si truova ne'libri stampati che
ho. Per dii'le il vero, più volentieri prenderei questo argomento, che
l'altro delle Usure, perchè il primo potrebbe dilettare tutti, e non aver
nemici: laddove l'altro è pericoloso per chi si scostasse dal rigore de' ca-
nonisti: e pure a nulla servirebbe l'entrarvi, se non si moderasse il loro
rigore, che riesce di non lieve incomodo al commerzio umano, e nuoce
agli stessi poveri, a' quali niun particolare si crede in obbligo di donare
per carità, né si arrischia a contrattare con loro per paura d'essere in-
colpato per usurare. Per altro ho ricevuto con piacere la nota delle Dis-
sertazioni, che ella mi accenna: ma sai'ei molto intricato a farmele ve-
nire. Costi si truova tutto : qni si scarseggia di tutto.
Abbiam perduto il buon signor fattore Montagioli compianto da tutti
per la sua abilità ed onoratezza. Un* altra perdila abbiam fatto nella
battaglia presso Braunau dove è perito un figlio del sig. marchese Liviz-
zani, che era in età di 30 anni: giunto ad essere maggiore di un reggi-
mento dell' imperatore, ed era amato da lui, e prometteva grandi avan-
zamenti. Ne sarà ben afflitto monsignor suo zie. Ah! ci mandi Dio la pace,
e dia la quiete a questo povero paese, e al pontefizio. Rassegnandole il mio
inalterabile ossequio, mi confermo, di V. P. reverendissima.
4721.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Trento.
Modena ( in villa ), 10 Giugno 1743.
Edita [118].
Buon per me se tutti leggessero con gli occhi amorevoli, ma insieme
purgati di V. S. illustrissima, le Lettere del Valdesio.
Certamente io mi sono rallegrato perchè ella, prima d' ogni altro mi
abbia dato buone nuove di quell" operetta. Troveran nondimeno gli scotisti
da dire sopra ogni parola, sillaba, ed accento. Ma se tratteran da pre-
testo l'aver io impugnata, non la probabilità, ma la pretesa certezza, anche
per far conoscere la prudenza della S. Sede, risponderò che, spacciando
essi da per tutto la certezza suddetta, ne viene tosto la conseguenza che
molti si meraviglino o dolgano al vedere, eh' essa S. Sede non vuol deci-
dere la questione.
Quel che è più, siccome ella avrà veduto, il padre Luca ha pubblica-
mente detto, essere stato il diavolo che ha impedita la decisione sotto Cle-
mente XII: anzi è arrivato a chiamare Necessaria tal decisione: il che è
4438 LODOVICO ANTONIO MURA.TOEI [±'74:3'
uno sfregio a Roma tuttavia renitente a decidere. Adunque bisogno e' è
d'illuminare gl'imperiti, e di far conoscere aver giusti motivi la S. Sede
di camminar con gran riguardo in si fatta disputa.
Ve anche interessato l'onore della religione cattolica. Se apparisce
che la tradizione de' Padri è contraria alle pretensioni scolastiche, come
mai accusare i pontefici, perchè non decidono a modo loro?
Essi amano se stessi: io la gloria della religione.
Ciò sia detto a lei sola, con pregarla di non comunicare ad alcuno
questi miei sentimenti, perchè non si può dire come animi si alterati fac-
ciano giuoco d'ogni cosa. Per altro, io la ringrazio vivamente dell'obbie-
zione fattami, e sempre mi sarà caro d'essere illuminato e corretto da
chicchessia, e molto più da V. S. illustrissima, per cui ho tanta stima.
Mi fu scritto ch'era vicino ad uscire la grand' opera del signor mar-
chese MaiFei intorno alla Grazia. È un gran che. che ingegno tale dorma
cotanto.
Ed ella, che mi diede avviso d' una propria operetta, più non ne parla.
Andò a Milano il manoscritto Porcelliano. Non l'ho per anco ricuperato.
Dovrebbe oramai essere terminata quella opera. Con che, rassegnandole il
mio costantissimo ossequio^ mi ricordo, etc.
4722.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena ( in villa ), 12 Giugno 1743.
Biblioteca Comunale, Ferrara.
Finalmente per ordine mio è stato parlato all'abate de gli Armeni
di Venezia. Ha confessato di aver 1' opere di s. Giacopo Nisibeno. Desi-
dera di sapere la persona, che penserebbe di tradurle, per assicurarsi
prima, se abbia sufficiente perizia per questo; perchè non vorrebbe tra-
dita la bellezza e forza della lingua armena.
L' originale non si vuol lasciare uscire ; ma se ne fa sperare una copia
fedele, ben collazionata, da farsi alle spese di chi la desidera.
Però V. S. illustrissima comunichi tali notizie a cotesto buon religioso,
e mi sappia dire tutto quello, che occorrerà, per soddisfare alle richieste
del suddetto padre abate, che io non mancherò di continuar le diligenze
per compiere l'impresa.
Io non so dire, se sieno ciarle inventate per consolar noi, e voi altri
signori, quelle che si spargono di pace vicina a farsi. Faccia Dio, che
diventino vere: buona salute e pace gode qui il .signore di lei fratello.
Mi rassegno, di V. S. illustrissima, etc.
-1*74:3] A DOMBNICO BRIOHIBRI COLOMBI 4489
4723.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena ( in villa ), 14 Giugno 1743.
Mnsxo Britahhico. Londra, ediUt [266].
Lasceremo che si sfoghi la bile altrui contro del povero Valdesio. il
quale probabilmente non vorrà tornare in campo, essendosi ormai detto
quanto occorre, e potendosi solamente rifriggere le cose dette. Per le in-
giurie, cercherà egli, se può, di sofferirle in pace. Giacché V. R. sa il vero
nome dell'autore delle tre lettere, di grazia, mei dica, per vedere se con-
fronta col suppostomi da altri. La scrittura da lei accennata contro i
Difetti della Giurisprudenza ha per autore 1" avvocato veneziano Querini.
Non vi occorre risposta, pretendendo egli solamente che il male sia non
della Giurisprudenza, ma di chi la maneggia : quasiché non sia palese
che la Giurisprudenza è piena d' opinioni contrarie, che V imbroglian tutta.
Posso io raccomandare, ma non comandare al Pasquali stampatore de' miei
Annali, né mancherò di farlo. E caso che egli facesse società, ella vi sarà
de' primi. Se fo.s8e vero, che ad Orbitello fosse giunto qualche rinforzo di
spagnuoli, lo saprete voi altri signori. Ma le vostre son rose e viole rispetto
a i guai nostri, e de' poveri ferraresi. Rassegnandole il mio ossequio, mi
confermo, etc.
4724.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena ( in villa ), 14 Giugno 1743.
B. Biblioteca Biocàroiama, Fireoze, edita [2i6].
Mi porta l'ultimo foglio di V. S. illustrissima del di 28 maggio la
consolazione di udire la sua recuperata salute, cui prego Dio di volerla
conservare stabilmente da qui innanzi. Quanto a me ho trovato sempre
gran cortesia nel signor conte di Cervellon. di cui tengo molte lettere, e
ricevei non poche iscrizioni che si leggoi-O nell' ultimo tomo della mia
Raccolta. Perciò allorché ella troverà comodo di vederlo, avrò caro che
gli ricordi il mio costantissimo ossequio, e gioverà anche a lei l' aver la
grazia di cosi riguardevol signore. Se non fanno del bene certuni, é anche
gran bene che non facciano del male. Io spero che in fine il di lei felice
talento s' abbia da avanzare a suo tempo ; ma dappertutto convien fare il
noviziato. Io non so mai perchè sia caduto il signor Garofali iuniore. Sa-
4440 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
viamente poi ha V. S. illustrissima operato, nel dare agli ossequi miei
quel vento che occorreva presso cotesti signori marchese reggente e con-
sigliere De Locella, Desidero sempre che nelle occasioni sappiano ch'io
mi protesto loro sommamente obbligato, e che in istima e rispetto verso
di loro non la cedo ad alcuno. Per altro, io presentemente non abbisogno
d'altro, se non che mi conservino la lor protezione e bonlà.
Ma un gran buon principio avete dato voi altri signori alla cam-
pagna. Anche ultimamente ho udito nuovi progressi e vantaggi, e fate
stupire il mondo. Contuttociò lasciate che io dica: più è da desiderare la
pace che la guerra. Voi distruggete gli altri, ma anche voi nello stesso
tempo. Qui si va credendo che il re britannico sia per concertare qualche
proposizione di accordo, perchè tutti sono oramai stanchi, e le spese sono
eccessive. Ma io non so che mi dire. Veggo tutto disposto alla guerra, e
se gli Olandesi, come pare, vorranno agire daddovero, pare piìi tosto che
si tenda a voler dare qualche lezione alla Francia, cagione di lanli scon-
volgimenti. Ma convien vedere dove penda il Prussiano. Quanto all'Italia,
finora non e' è apparenza di guerra, ma questi signori sembrano aspettarla;
il che mai non sarà quando Napoli non mutasse registro; del che finora
indizio non e' è. L' avere i Veneziani finalmente riaperto il commercio, ci
assicura che peste non è né è stata in Ungheria. Quiete si pruova in
Piemonte, nò finora si sa di certo che la lega provvisionale sia stata con-
fermata. Per altro il re sardo è principe onorato e fedele, né pensa punto
ad abbandonarvi.
Sento quanto ella ha preparato per li Difetti della Giurisprudenza.
Non occorre far cosi presto la ristampa. Ella si prenda il tempo dovuto
per istendere tutto. Quel solo che dee considerare si é. che se si tradu-
cesse in latino la mia operetta colle giunte e note sue, potrebbe tal fatica
avere spaccio per tutta la Germania. Il ristamparla in italiano servirà
poco per cotesti paesi, e servirebbe solo per noi altri. Però ella vi pensi.
Facendola in latino, son certo che Lipsia volentieri la stamperebbe.
Per me credo che le leggi romane ne' secoli barbarici si riducessero
a qualche bi'eve compendio, come quello d' Amiano. Finita la villeggia-
tura, che sto ora godendo, vedrò cosa si possa ricavare dal manoscritto
di questa cattedrale. Ella seguiti con vigore le fatiche intorno al grande
oratore della Grecia. Qui non s' è veduto finora il signor conte Pallavi-
cino : ma può star poco a venire per darci qualche benedizione al rovescio.
Con che, rinnovando le. proteste del mio ossequio, mi confermo, etc.
-1*743] A FORTUNATO TAMBURIKI 4441
4725.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena ( in villa ), 14 Giugno 1743.
Abohitio Soli Mdratoki ( R. Bibl. E»t. ). Modeoa.
Se V. S. reverendissima gode la villeggiatura, anch' io la godo da due
settimane, non volendo cedere né a lei ne al Papa: se non che la flus-
sione a gli occhi mi ha voluto, e vuol tenere compagnia in questo sog-
giorno, con poca discrezione. Ho veduto le grazie, che ella mi ha compar-
tito con mons. Monti, per le quali me le protesto ben tenuto. La relazione
del p. Lobo da lui accennata, Y ho appunto portata meco in villa, per di-
venirmi colla lettura di essa: ed aspetto anche qualche libro spettante a
gli Abissini. La conclusione è questa: quando si possa ottenere da Pro-
paganda qualche buon pezzo inedito toccante le Missioni fatte in quelle
parti, dopo l'espulsione de' gesuiti, o descrizione non mai stampata di quel
paese, io volentieri mi metterò all' impresa, e mi varrò anche de' libri
stampati. Quando no, non ne farò altro, perchè dire solo quello che altri
ha detto, mi par troppo poco.
Prego dunque V. P. reverendissima, allorché sarà terminata la sua
villeggiatura, e potrà vedere mons. illustrissimo Monti, di ricordargli l'an-
tichissimo mio ossequio, e di supplicarlo, che voglia significarle ciò, che
si potrebbe sperare da Propaganda, per comunicarmelo.
Caso che a me paia materiale da farne conto, allora si potrà suppli-
care N. S. del suo clementissimo ordine, quando, nondimeno, ella non cre-
desse meglio fatto di far precedere a tutto la supplica al santissimo.
Hanno da essere sicuri costi, che io mi servirei di tutto in onore
della santa religione nostra, e de' sommi pontefici. Se mai Dio vorrà, che
arrivi costà il Paraguai, vedranno che io fatico per gloria del catto-
lieismo.
Giacché io diedi al reverendissimo Chiappini copia di esso Paraguai^
si vaglia pur ella della destinata per lui, affine di regalarne in mio nome
mons. Monti. Le porterà esso p. Chiappini, o pure altra persona, una copia
delle Lettere Vaklesiane, che si raccomanda alla di lei bontà per passare
a Palermo al signor Don Pietro di Napoli Giannelli, insieme con una copia
del Paraguai.
Potrà dire a mons. Monti, che sarebbe bello l'argomento da lui pro-
posto per la maniera tenuta in propagar la santa fede; ma che in questi
ultimi secoli s'incontrano cose, che potrebbono dispiacere, perché v'è en-
trata la politica, e l' interesse, che han guastato tutto. Quando non si
-#
4442 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743
vada unicamente per predicar Gesù Cristo, e questo, Crocifisso, finiscono
in male tutti i movimenti de' Missionari.
Un altro affare è quello del Paragaai. Finoi'a nelle nostre disgrazie
Tanno presente è per noi quieto, perchè altra guerra non si fa, che alla
nostra legna. Ma si aspetta la contribuzione, e dura tuttavia il sospetto,
che da Napoli possa venir gente a rinforzare la picciola armata del Gages,
il che succedendo potrebbono ritornare i guai dell' anno prossimo pas-
sato. In Ferrara si senti una scossa di tremuoto; ma che fece solamente
paura. Fecesi perciò una solenne processione di penitenza. V'andò l'ar-
civescovo scalzo, con corda al collo, v' andarono gesuiti, e scalzi. Si è ve-
duto ciò fatto ancora per implorare 1' aiuto divino centra di un altro fla-
gello più sensibile, che di tremuoto.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi soscrivo, di V. P. reve-
rendissima.
4726.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Modena ( in villa ), 20 Giugno 1743.
Raccolta Azzolini, Roma, edita [203].
Ricevendo io in questo punto da Torino copia del testamento della fu
signora contessa di Masino, la trasmetto immediatamente all' E. V. Con
essa copia non è venuta la lettera dell' amico mio, e però nulla so finora
dello speso da lui. Né pure so, perch' egli non 1" abbia fatta autenticare.
Tal quale nondimeno essa è, potrà servire all' E. V. per ispedire a To-
rino persona munita di sufficiente mandato, che accudisca agi' interessi
della signora marchesa sua consorte. Se altro io posso contribuii'e al di
lei servigio, non mi risparmi i suoi comandamenti, nell'esecuzione de' quali
mi glorierò sempre di comparire, quale con profondo ossequio, mi protesto.
4727.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena ( in villa ), 20 Giugno 1743.
Biblioteca Cohukai:.!) Ferrara.
Sicché, appena s'è lasciato vedere un lume di speranza per la risur-
rezione di s. Jacopo Nisieno, che s' è smorzato. Ne ho provato dispiacere.
Ed anche m'è dispiaciuto d'intendere come ridotto alla disperazione il Ga-
rated sia fuggito di costà. Sarebbe flato bene il trattar meglio, chi poteva
-1*7 -43] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4443
far del bene fra i suoi. Ora ci sarà nemico, e dirà quanto di male saprà
di noi, e del nostro operare. Non voglio lasciar per questo di procurar
se è possibile, la traduzione dell' opere di quel santo vescovo.
Già s'immaginarono, che sotto l'ombra del tremuoto. il quale non vi
ha fatto male, voi avevate implorato l'aiuto di Dio per un altro più
sensibil flagello. Ringrazio V. S. illustrissima della relazione di cotesta
funzione, ed anch'io vi auguro dal cielo un pronto soccorso a' vostri af-
fanni. Pare al certo, che si tratti seriamente di pace; ma se questa non
salterà fuori nel prossimo venturo mese, Dio sa poi quando vedremo il
fine de i guai. È imminente anche sopra di noi una grave contribuzione,
e a questo pare che s' abbia da i-idurre la guerra di Lombardia, e non
già ad azioni sanguinose.
Io sto ora godendo un po' di villeggiatura, ma alquanto molestato
dalla flussione a gli occhi. Passò qua presso, l'.altra sera, in isterzo, il
signor di lei fratello colla moglie, e col signor conte Scalabrini, tutti con
buona ciera ed allegria. Serva la presente mia per ratificarle quel vero
ossequio, con cui mi professo.
4728.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Piacenza.
Modena ( in villa ), 25 Giugno 1743.
BiBLioTcoA GoKCiAU^ Piacenza.
Ben giunta V. S. reverendissima alla sua residenza ad osservare i
bei salti d'alcuni. Giacché mi truovo tuttavia in villa, a lei debbo la
nuova dell' inaspettato arcivescovo di Milano, costi punto non riconosciuto.
Gran dire che sarà stato fra voi altri, e più in Milano. Non si saranno
accordate le due corti pontificia ed austriaca, se non su quel soggetto.
Ma N. S. libero nella promozione non farà se non gente che costi sarà
già stata preveduta.
« Purché si voglia, nulla é più facile, che il guardarsi dal flagello in-
sorto in Messina: trattandosi di luogo staccato dal continente nostro. Se
Roma non userà bandi rigorosi, Venezia, e noi siamo disposti di bandire
tutto lo Stato ecclesiastico.
Dacché ho veduto aver la poca prudenza de' gesuiti lasciato, ha già
cento anni, si alterati gli animi degli Abissini contro i cattolici, anzi
contro tutti i Franchi, che non ne vogliono più ammettere alcuno: né i
riformati francescani vi hanno mai potuto penetrare da li innanzi, ho per-
duta la voglia di trattar di que' popoli ».
S' é detto che la peste sia passata a Palermo. Spero che sia una ciarla.
4444 LODOVICO ANTONIO MURATORI \±'7'4:3-
Lettera venuta di costà portò, che N. S. avea fatto uno sgarbo al
ministro di Francia. Non mancano persone clie sputano amaro; e non
potendo con altro, si vendicano col dir male di chi governa a diritto e a
torto. Qua erano venute nuove della resa di Braunau e di Scardinga, colla
giunta d' altri disasti'i di bavari. Finora si truovano insussistenti. La ve-
rità si è che in Monaco sono rientrati gli austriaci; che l'imperatore si
l'itirò ad Austria ; ed ora si dice, che, pregato da qua' cittadini, passerà a
Francoforte e Magonza. Sperano i viennesi che egli abbia a fare una pace
particolare colla regina, giacché i franzesi pare che nulla facciano e nep-
pure vogliono fare per opporsi agli avanzamenti degli austriaci : il che
più tosto dovrebbe indicare qualche intavolamento di trattato fra gl'In-
glesi, la Francia e la Spagna. Ma noi siamo allo scuro dei Gabinetti. In
Vienna si credeva confermata la lega provvisionale fra la regina e il re
Sardo, senza sapersi con qual sacrifizio dello Stato di Milano.
Ben sarà l' aspettarne la conferma. Due reggimenti o battaglioni di
savoiardi da queste parti si dicono destinati per tornare in Piemonte, e
che tre reggimenti austriaci calino in Italia. Ninna appai'enza, nondimeno,
ci è che i pochi spagnuoli di Rimini possano tentar cosa alcuna. Lo stesso
contegno si aspetta da gli altri della Savoia.
Quando potrà, V. S. reverendissima spedirà quel rotoletto a Napoli.
Non capitando occasione, forse si potrebbe ricorrere alla casa della signora
duchessa di Piombino, madre del signor duca di Sera.
Col tempo ella mi saprà dire cosa dicono dell' operetta del Paragiuii
cotesti padri neri.
Continuano i guai de' poveri ferraresi.
Qui si seguita a fortificar la nostra cittadella, Sestola, Montalfonso.
la Verrucola. Stiamo freschi, se Dio non ci manda presto la pace. Per
me la voglio sperare; ma entro il mese venturo le risoluzioni degl'In-
glesi faran conoscere se V incendio abbia a finire, o pure a crescere.
Con baciarle le mani, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4729.
A GIUSEPPE LUIGI AMADESI in Ravenna.
Modena ( in villa ), 28 Giugno 1743.
Archivio Soli Muratori (iì. Bibl. Est. ), Modena.
Altro non so credere, se non che poco accuratamente fosse una volta
copiato il documento comunicatomi da V. S. illustrissima. Esso infalli-
bilmente appartiene all'anno 921 in cui correva V Indiziooie nona nel
marzo, dell' awwo VII di papa Giovanni X. L'imbroglio è negli anni di
-l'^'lS] A DOMENICO BBIOMIKUI OOLOMBI 4445
Berengario imperatore. Dovrebbe essere Anno sexto Imperii. Se quel
Decimo avesse da significare il giorno, si esigeva avanti sub die, o altra
cosa simile, perchè altrimenti o Sexlo Decimo, o Quinto Decimo farebbe
confusione. Qualora molto spazio fosse stato fra ejus e to, si potrebbe
leggere ejus sexto, die quxirto decimo, etc. Ma troppo poco sito vi resta.
Per altro io tengo per legittimo questo atto, e tanto più da stimare,
quanto che ci fa vedere questo, arcivescovo nel suddetto 921. Può essere
che il padre abate Ginanni un di riformi il catalogo di cote.sti arcivescovi.
Egli ci farà vederne de gli altri ignoti al Rossi. Intanto, col rinnovar le
proteste del mio ossequio, mi confermo.
4730.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena ( in villa ), 28 Giugno 1743.
£. BiBiiiOTSCA RiccARDiANA, Firenze, ediUi [153]«
Due son le lettere di V. S. illustrissima alle quali rispondo, amendue
a me inviate dal signor amministratore Cristiani. Perchè mi truovo tut-
tuttavia in villa, non ho potuto parlar seco per saper s'egli favorirà da
qui innanzi anche d'inviare costà le lettere mie. Finché la vostra Corte
non è tornata, zoppicheranno costi le nuove della guerra, ed anche quando
sarà tornata la regina, correi'an nuove insussistenti, che questo è il co-
stume del mondo. Io soglio dire : tempo di guerra, tempo di bugie. Ma
ancorché non sia vero tutto quello che nella precedente lettera mi aveva
ella scritto, certo è nondimeno che con gran prosperità camminano i vostri
affari, né so come l'animo dell'imperatore resista a tanti balzi dell'av-
versa fortuna, e al vedersi in eerta guisa come abbandonato e tradito da
chi l'ha messo in ballo. Questa inazione de' Pranzesi fa sperare a noi
altri che sia in piedi qualche trattato di pace più generale di quella che
voi altri signori desiderate. E ciò sarebbe meglio per tutti. Il prossimo
luglio dovrebbe decidere quali siano le intenzioni dell' Inghilterra, e se
abbia da esser pace, o pure una guerra più fiera. Intanto la regina ha
di che ringraziar Dio ; da che per lei sono sì zelanti gli Ungheri e costoro
si agguerriscono. Ella sarà, col tempo, più forte del padre.
Qui ne' giorni addietro si negava ristabilita la lega provvisionale
della regina col re sardo. Le ultime lettere di Vienna ne parlano come
di cosa fatta, ma meglio sarà di aspettarne la conferma.
Per altro seguita la quiete in queste parti, e nel Piemonte ; né* ap-
parenza ci è di uscire in campagna, perché né qui né in Savoia han tali
forze gli spagnuoli da fare i bravi. Solamente si sente che due reggi-
4446 LODOVICO ANTONIO MUKATOHI [l'^'iS-
menti o battaglioni savoiardi abbiano presa la marcia di qua verso il
Piemonte, esc detto che tre nuovi reggimenti austriaci debbono calare
in Italia. Seguita tuttavia la permanenza della cavalleria austriaca sul
ferrarese, con gemiti di quel popolo.
Dopo tante contese fra i prelati milanesi per la mitra della lor patria,
con ammirazione d'ognuno è saltato fuori chi mai non si sarebbe creduto,
cioè il Pozzobonelli ' [Giovanni] vicario capitolare. Che avrà detto il signor
marchese l'eggeute Cavalli?
Bella edizione che sarà quella d'Ippocrate! Con piacere ne ho veduto
il primo foglio. Al signor colonnello Corradi ho mandato le lettere da lei
inviatemi. Mi è sommamente dispiaciuto d' intendere la poca fortuna, che
finora ha incontrato il signor Gaspari. Non vorrei eh' egli avesse a pen-
tirsi del suo viaggio, e pur troppo può essere che le Vindicie facciano di
presente a lui guerra. Insomma, pericolosa cosa è il toccare i frati.
Non sussiste che sia peranche uscito il tomo IV delle Iscrizioni,
benché ne uscisse l'avviso. Almeno né pur io l'ho finora veduto. Serbi
ella pure le Iscrizioni che mi accenna. Se occorrerà ne farò inchiesta alla
di lei bontà.
S' è poi trovato in Venezia il signor Algarotti, e però ho scritto colà
per aver nuove di lui. La relazione mia del Paraguai riguarda quelle
missioni ben felici de' padri della Compagnia, i quali so di aver ben ser-
vito, ancorché ninno aiuto abbia ricevuto da loro. Copia ne invierò a lei,
se mi si presenterà occasione. E qui, pregandola de' miei rispetti al signor
consigliere De Locella, con ringraziarlo de' continuati suoi favori, le ras-
segno il mio ossequio, e mi ricordo, etc.
4731.
A GIROLAMO TAGLIAZUCCHI in Torino.
Modena, 2 Luglio 1743.
R, Archivio di Stato, Torino.
Per la posta ricevei copia del testamento, di cui m' avea pregato, ma
non autentica, come l' averebbe desiderata chi ne pregò me. Quello, che
mi ha sorpreso, è stato il non veder seco lettera vostra, e il non averne né
pur veduto nel susseguente ordinario. Voi saprete, se m' abbiate scritto.
Pregovi dunque ora di dirmi, che spesa sia occorsa per la copia suddetta,
e perchè l' abbia mandata senza 1' autentica. Intanto vi ringrazio somma-
mente di quanto avete fatto per favorirmi, benché non con quella pie-
nezza, che altri richiedeva.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), n.'' 3 da Roma, Milano,
1743-'45.
- 1*743] A.D ALESSANDRO GlLSiìlPPB CHIAPPINI 4447
Noi siam qui fra la s))eranza e il timore. Pare che ci sia motivo di
credere in piedi qualche trattato di pace, cosa da noi cotanto sospirata.
Ma se questa non viene nel presente mese, o se venisse solamente, partico-
lare, Dio sa quando più cessasse la guerra, e ch'ella maggiormente si accen-
desse. Aspetto buone nuove di voi, e, caramente abbracciandovi, mi ricordo.
4732.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 4 Luglio 1743.
BiBLioTKCA Marccslliaia. Firenze, edita (163].
Né qui né in Bologna alle poste si trova carta alcuna per me. Né so
int-endere come si possa essere smarrito foglio alcuno delle Xovelle Lette-
rarie, quando fosse stato indirizzato a me, da che io riceveva altre lettere
da Firenze, ed altri riceveva qui le stesse XoveUe che mancavano a me.
Gli ultimi fogli da V. S. illustrissima inviatimi, già gli ho ricevuti: né
alcuno duplicato ci é, se non uno dell' anno prossimo passato, che sempre
ho conservato per mandarglielo, se lo vorrà. Però mi raccomando per
ottenere i fogli mancanti d" esso anno prossimo passato, e del principio
del corrente.
Le resto dunque debitore di un paolo. Pagherò in prima occasione.
Con piacere ho veduto il catalogo delle sue opere. Le disgrazie alle quali
sono stato sottoposto anch' io nelle strane vicende di questo paese, non
mi permettono di allargare la mano. Solamente allora ch'ella avrà stam-
pato il tomo III delle sue Iscrizioni, la prego per tempo d'inviarne una
copia per me. coli* avviso del prezzo.
So le discordie fra voi altri signori letterati, e non mi é ignot-a la
lite insorta con Roma. Che i poveri Italiani facciano qualche passo in
prò delle lettere, mi par ben difficile. Noi arrabbiati 1* un centra dell'altro;
noi attorniati da guardie, e co' piedi ne* ceppi. Desidero a lei felicità, e
a me la continuazione del suo amore; e rassegnandole il mio ossequio, mi
contermo, di V. S. illustrissima, eie.
4733.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 9 Luglio 1743.
BiBLioTccA CoiiDVAUE, Piaociixa.
Appunto prima del benignissimo foglio di V. S. reverendissima, m'è
giunta la risposta molto cortese del signor Duca di Sera per l'operetta
4448 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [IT^S-
consaputa, sicché è andata ben la faccenda, e sommamente ne ringrazio la
di lei bontà.
« Possono dir quel che vogliono costi del principato gesuitico nel Pa-
raguai. Il memoriale d'essi gesuiti stampato in Madrid, e da me veduto,
fa conoscere, che sono ciarle; e che quei popoli, sono sudditi del re di
Spagna. Se poi intendono per principato il non aver essi in quelle parti
alcun ministro regio, che governi que' popoli, onde il parroco divien come
capo del popolo, questo può camminare. Ma infine il vero principe è
quello a cui si paga il tributo; e questo nessun potrà dii*e, che si paghi
ai gesuiti. So chi fa le lezioni al Gesù; ne mi maraviglio delle sue decla-
mazioni ; dappoiché il medesimo in quella sua si modesta lettera ha parlato
cosi bene di me. Già mei' era immaginato ciò, che si dice di Messina costi.
Ma anche in Palermo, alcuni ordini religiosi, non vollero far quel voto,
e tante altre città noi vogliono fare cominciando da Roma. Sto a vedere
che tutte si vedran piombare addosso la peste; e questa a me spezial-
mente dovrebbe esser venuta. Oh come mai taluno s" abusa della religione,
e fa il dottore su gli occulti giudizi di Dio ! Per me spero, che Roma e
Napoli sapran guardarsi da sì fiero flagello. A buon conto di costì sono
state dimandate in fretta sei copie del mio trattatello della Peste ».
Nel di della coronazione la regina dichiarò conte il signor Cristiani,
benché, né egli, né il signor maresciallo, avessero fatto alcun passo per
questo. Ma senza contea è venuto il conte, sicché é di dovere che questa
gli si cerchi, e ben lo merita. Nulla s' è mutato, né si muterà per conto
dell'illustrissimo. Per le nuove del mondo, qui ci sbalordirono alquanti
giorni sono con darci presa Egra, agonizzante Braunau, incamminato Broglio
verso il Reno, preso il suo bagaglio, etc. Si son trovate favole. Quel solo
che é vero, consiste nella ritirata d'Ingoi stat. Braunau e Scardinga resistono.
Qui si crede che il presente mese abbia da decidere se v'abbia da
essere pace o guerra. L' inazion de' franzesi mi faeea ne' dì passati spe-
rare che si trattasse della prima; ora maggiormente temo dell'altra. S'è
detto che la Minas sia in marcia pel Delfinato, parendo che sia per ten-
tare il passaggio verso Saluzzo. Per me non ne son persuaso.
Vi son monti da passare; come fare senza piazze, senza magazzini?
Credo originata tal voce dall' essere stato richiamato di qua un reggimento
di cavalleria sarda. Lettere di Piemonte dicono che il re é alla Veneria,
e si gode quiete in quelle parti.
Voi volete fare intisichire i vogliosi delle sacre fiamme. Staremo a
vedere, se l'agosto produrrà qualche cosa. Se no. Dio sa quando più.
Alle nostre disgrazie s' aggiunge la scarsezza del raccolto. Continuano
le grida de' poveri ferraresi. Bisogna credere che i bolognesi si sieno
difesi col denaro. Tre nuovi reggimenti austriaci han detto che sieno per
calare in Italia. E qui, rinnovando le proteste del mio ossequio mi con-
fermo, di V. S. reverendissima.
-l'?'43] A GUIDO BBNTIVOGLIO DARAaONA 4449
4734.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 10 Luglio 1743.
BiBLioracA Querihiaxa, Brescia, edita [ICfi].
Apologia alla lettera di vostra eminenza per la reale accademia di
Parigi? Non so io supporre alcun italiano amante dell'erudizione, che non
abbia a sommamente lodare e gustare tutto quanto si legga quivi della
letteratura franzese. di quegli insigni monasteri, a qualche punto riguar-
dante la bolla cagione di tanti rumori. Quel poi eh' è certissimo, non potea
V. E. trovare argomento più proprio per piacere ai signori francesi, e far
lei stessa un mezzo francese. Ed ella è veramente mirabile nelle sue in-
venzioni. Il di lei Itinerario, benché ricco di tante notizie, sarebbe rimasto
in obblio. Più bella congiuntura di questa non si potea dare per farlo
uscire alla luce, e per far conoscere a quella dotta nazione la stima sin-
golare che V. E. le professa. Il veder poi, all' incontro, come si di buon
ora e insigni cardinali e vescovi, e celebri letterati erano innamorati
della di lei persona e merito, potrebbe esser oggetto d' invidia in taluno ;
ma, certamente, darà un gran risultato alla vi^a che un di sarà scritta
dell' E. V., e torna in quest'ora di gloria particolare dell'Italia. Conosco
un grand' uomo italiano che fu in quelle stesse parti. Vi ricevette onori,
vi fece degli amici, ma vi lasciò anche dei nemici. Venerazione ed amore
non mancherà mai. dovunque ella sia, a V. E., perchè un tal tributo è do-
vuto al di lei raro sapere, e a quella benignità e cortesia, che tanto più si
stima, quanto è maggiore l'altezza de' personaggi. Il volerne ancor me par-
tecipe, fa che talvolta stimi me qualche cosa. Pertanto sommamente ringrazio
la generosità dell' E. V. per avermi data occasione di leggere e d'ammirare
questa nuova sua lettera, ed augurandole argomento per altre simili, passo
a baciare la sacra porpora, e a protestarmi col maggior possibile ossequio.
4735.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Modena, 11 Luglio 1743.
liAt'OOLTA AzzoLi»!, Boma.
Dall' inchiusa, che ultimamente ho ricevuto, riconoscerà V. E. che a
me è mancata una precedente, probabilmente ritenuta in Torino, dove la
Bpistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. ^1.
4450 liODOVIOO ANTONIO MUBATORI [ 1*7 43
posta è poco sicura. Forse da essa avrei inteso il perchè la copia del
consaputo testamento sia venuta senza l'autentica. A me dispiace che non
sieno stati con più esattezza eseguiti i di lei riveriti comandamenti. Per
li paoli trentatrè, se TE. V. li fai'à consegnare a cotesto signor commes-
sario Contarelli, egli potrà farmeli avere qui. Desidero io altre più felici
congiunture di ubbidirla, e con ciò, facendole riverenza ossequiosamente,
mi confei'mo, di V. E., etc.
4736.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena, 12 Luglio 1743.
MnsKO Britanwico, Londra, edita [255].
Non ho mancato di scrivere a Venezia per le due copie de gli Annali
ricercate da V. R., e quando si facesse associazione, ella sarà allibrata.
Quando no. ho pregato di agevolezza. Già mi era noto, che il padre Sante
Canali era l'autore di quella insolente lettera. La mia dimanda era del-
l'autore delle tre lettere che furono le prime ad uscire. Né il Lampridio,
né il Valdesio si spaventarono per le minaccie di quelle bestemie. Uomini
più forse dotti di chi fa questo remore, esaminarono prima della stampa
quelle operette, né vi trovarono sì orridi nei. Li lasceremo fare. Intanto
Messina si vuol gastigata perché non volle fare il voto. Già sono svanite
le speranze di pace, e guerra vi sarà, ed é seguita già una battaglia tra
franzesi ed inglesi colla peggio de' primi. Dio ci abbia misericordia. Con
che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
Non so s' ella abbia veduta la mia relazione delle Missioni del Pa-
raguai stampate dal Pasquali in Venezia.
4737.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 12 Luglio 1743.
Biblioteca Comunalk, Piacenza.
Non mi accontentai a scrivere nella precedente mia a V. S. reveren-
dissima la nuova d'una battaglia fra gl'inglesi e francesi, colla peggio
degl'ultimi, che giorni sono fu portata qua da un ufitiziale, perchè, il non
essere venuto corriere, né darla il signor maresciallo, non ce la lasciò
credere. Ultimamente s' è confermata. Perchè la regina non vuol più
-l'743 I A GIUSEPPE PECCI 4451
spedire corrieri per tali naove. perciò s'è tardato a saperla. Lettera ve-
nuta da Vienna, che questo signor conte amministratore ha fatto stampare,
dà una vittoria decisiva a gì' inglesi colla morte di 15 o 20 mila persone
di più. colla presa del cannone, bagaglio, etc. Ferito in un piede il re
d'Inghilterra, nel petto il principe di Aremberg. Ma non si parla di pri-
gionieri, né si danno altre circostanze.
All' incontro, a' ha relazione del Duca di Novaglies che andò ad attac-
care i nemici; la battaglia durò più ore, forse con più mortalità degl'in-
glesi; dopo di che egli si ritirò senza perdere un uomo nella ritirata, e
tornò al suo primiero accampamento, senza lasciar indietro pezzo alcuno
di cannone.
Secondo il solito, amendue le parti contarono delle bugie, accrescendo
ognuno i suoi vantaggi, e dissimulando le perdite. Sicché converrà aspettar
del tempo, e. da gli eifetti che ne seguiranno, maggior lume. Due sortite
fatte da Scardinga han fatto cessare quel blocco.
L'imperatore è in Fraucoforte. dove avrà potuto sentire la danza delle
due armate. V ha chi non crede peranche confermata la lega fra la re-
gina e il re sardo. Salda nondimeno starà fra di loro 1' unione.
Intanto noi miriamo svanite le speranze di pace. Questo é quel che
mi scotta. Hanno li signori Veneziani sospetto che la peste sia passata in
Calabria a Cotrone.
Voglio sperare che nou sia vero: e ossequiosamente mi rassegno, di
V. S. illustrissima.
4738.
A GIUSEPPE PEGGI in Siena.
Modena, 12 Luglio 1743.
BaccoiìTA Pxcci, Sien», edita [ 163].
Gon dispiacere ( bisogna che lo confessi ), ho inteso la dissensione fra
voi altri signori e il signor dottore Bianchi, con tutte le sue conseguenze;
perchè veggo di mal occhio i letterati in guerra fra loro; guerra, dico.
che riguarda non qualche utile punto di letteratura, ma la depressione
l'uno dell'altro. Certamente gran difetto è l'alterigia in un letterato; e,
se peccasse in questo il signor Bianchi, sarebbe poco compatito. Poi la
prudenza è necessaria a tutti. Ma voi. signori sanesi, dal canto vostro
avete forse troppo di foco; né parmi che andiate d'accordo né pure fra voi,
benché forse tutti v'accordiate a dare addosso al cane forestiere. Sia detto
a lei in confidenza : costi è persona, da me non conosciuta, che voleva
scrivere contro di lei. Mi comunicò il suo disegno, e m'immagino che
s'attenesse al mio parere.
4452 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-43-
Godo, air incontro, d' udire addossati a V. S. illustrissima altri im-
pieghi. Tutto bene. Converrà studiare, lasciare il certosinismo, e sempre
più crescerà il sapere. Con assicurarla della continuazione della mia stima
ed ossequio, mi confermo di V. S. illustrissima, etc.
4739.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 12 Luglio 1743.
Archivio Sot,i Muratoki (/J. lìibl. Est,), Modena.
Gran cosa è, che finora non sieno giunte quelle benedette copie del
Paraguai. Ne ho sciatto anche ultimamente a Venezia, lamentandomi di
tanto ritardo; e non ne so intendere la cagione, perchè il libraio ne ha
pure il suo interesse.
Le disgrazie della povera Messina, disgrazie che ella si è guada-
gnate, come V. S. reverendissima saprà, per non aver voluto fare il voto
sanguinario, mi aveano fatta perdere la speranza, che si potessero per ora
inviare libri a Palermo. Sento, che ella non ne fa difficultà. e però mi
resta sol da desiderare, che arrivi presto il Paraguai. E morto il cano-
nico Mongitore, e que' buoi palermitani son forte in collera anche contro
del loro canonico Di Giovanni, perchè ha rigettate alcune lor tradizioni
de' primi monsignori e d'alcuni santi.
Da che ho letto il libro che tratta de gli abissini accennato a V. P.
reverendissima da monsignor Monti, m' è scappata la voglia di trattar di
que' oristiani, perchè chiarito dell' implacabil odio conceputo da essi popoli
centra de' cattolici, anzi centra di tutti i franchi. I minori riformati, per-
tanto, non vi sono più potuti entrare. Me n" è dispiaciuto. Un altro libro
moderno mi è venuto di questo argumento. Ne aspetto anche un altro.
A nulla mi serviranno, quando per avventura Propaganda non avesse de
i pezzi utili, ed inediti, e questi si potessero ottenere. Mi faccia gran ser-
vitore a mons. Monti, e gli dica, che penserò all'argomento ch'egli m'ha
proposto. Quando anche volessi, ora nulla potrei fare, perchè a cagion
delle nostre disgrazie tutti i migliori libri si son palatiti dalla libreria,
né posso valermene.
Monsignor Bolognetti ha fatto venir costà sei copie del mio Trattato
della Peste, e sento che altri ne fanno ricerca, con dar gusto a questo So-
liani. Tra per le diligenze, che fa chi più è in pericolo, e la nostra si-
tuazione, noi qui apprendiamo poco questo flagello. Ne abbiam degli altri
a' quali s'è aggiunta la scarsezza del raccolto. Capitarono a Massa alcune
tartane di messinesi. Gran commozione vi fu. Gli archibugi le fecero ritirare.
-1*74:3] A OIUSRPPK LUIGI AMADE8I 4453
Abbiam bisoguo di pace, e io la sperava in veggeado Tinazion
de' franzesi : ma ora la veggo più lontana che mai, da che intendiamo una
gran rotta data al Novaglies da gl'inglesi.
Le particolarità non le so finora; ma qui si dice seguita gran mor-
talità d' essi franzesi.
Mi rallegro che V. P. reverendissima goda ottima salute. Si sarà al
pari di noi rallegrato anche monsignor Levizzani all'udire risuscitato il
nipote, una cui lettera ha ricevuto il signor suo padre.
Fu poi dal signor maresciallo, e da questo signor amministratore,
senza aspettare gli ordini di Vienna, permesso il possesso di questa chiesa
al nuovo nostro vescovo, che. giunto a Bologna, dovrebbe, oggi o domani,
esser qui. Con baciarle le mani, mi rassegno.
Da Napoli mi scrivono ristampato in fretta il mio Trattato della peste.
Le scrivo per dirle, che verisimilmente sarà migliore la seconda edizione,
che ne fece qui il Soliani, perchè contiene anche la relazione della peste
di Marsiglia.
4740.
A rxUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Modena, 15 Luglio 1743.
Baocolta AKTKI.LI, VeDozia.
Siccome vedrà V. E. dall' inchiusa lettera, che le trasmetto, l'abate
Tagliazucchi pretende, che sia autentica la copia inviata del consaputo
testamento. Perch' io non so i riti di quel paese, non ne posso dir altro.
Ma se quando io l'avea qui, ne avessi dubitato, avrei potuto intendere
quel che è da questi ufficiali piemontesi. Serva a me tale occasione per
ratificarle quel singolare ossequio, con cui mi confermo, di V. E.
4741.
A GIUSEPPE LUIGI AMADESI in Ravenna.
Modena, 16 Lu^^lio 1743>
Aboritio Soli Mukatori ( R. Bibl. Ett. ), Modena.
Per quanto io abbia pensato e ripensato, non so trovar la maniera
di sgruppare il nodo insorto fra Costantino ed Onesto, arcivescovi nello
stesso tempo di Ravenna. Che un solo avesse questi due nomi, non può
stare. Troppo son diversi fra loro, ne si verifica ciò, oh' io ho detto dei
4454 LODOVICO ANTONIO MUEATOBI [ 1*7 4:3-
nomi alterati in una dissertazione De Nominibus et Agnominibus. Più
tosto si può ricorrere al ripiego, che fossero due emuli, e che ora l'uno
ora l'altro comandasse le feste. Nel secolo XII, come ho mostrato non
so in qual luogo delle Antiquitales llalicae, si praticò il dar coadiutore
all'arcivescovo di Milano, il quale s' intitolava anch' egli arcivescovo. Ma
nel secolo X non so se fosse in uso tal disciplina. Potrebbe V. S. illu-
strissima scrivere al padre abate Ginanni per sapere s'egli, avendo visi-
tato ad una per una tutte cotesto pergamene, avesse maniera di sciogliere
il gruppo. Potrebbe anche vedere le dissertazioni camaldolesi del padre
abate Grandi, per quel che riguarda s. Romualdo. Dispiace intanto a me
di non poterle somministrar altro lume. E, ratificandole il mio rispetto,
mi ricordo.
4742.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 19 Luglio 174.3.
Biur.ioi'KCA Maicucblliaxa, Firenze, edita [180].
Veramente son io ben poco fortunato per conto di coteste Novelle Let-
terarie. Oggi ricevo da V. S. illustrissima il foglio 28 dell' anno presente,
e nella precedente settimana niuno ne venne. Sicché manca il foglio 27.
Né so capire come i torbidi della guerra abbiano fatto smarrir tanti
altri fogli dell' anno prossimo passato e del presente, quando io riceveva
altre lettere di Firenze, e ad altri venivano qua i medesimi fogli senza
comparire per me. Né alcun d' essi s' è trovato nella posta di Bologna.
Dell'anno 1742 io tengo tutti i fogli sino al num. 45 inclusivo. Del-
l' anno presente mancano i dieci primi fogli, e il foglio 27. Mi raccomando
dunque alla di lei bontà per averli, ed anche i frontispizi.
Ho inviato ad un erudito di Vienna il di lei manifesto. Ma questi
son pur tempi poco favorevoli alle muse. E poi si è aggiunto a tanti guai
anche il terrore della peste, da cui Dio ci guardi. Desidero a lei sanità,
ed ogni altra felicità, e a me la continuazion del suo amoi*e, e mi ricordo.
4743.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 19 Luglio 1743.
Archivio SoijI Mukatobi ( i2. Bibl. Est.), Modena.
Mi son giunte, per mezzo di Y, P. reverendissima, le grazie di mon-
signor illustrissimo Monti, al quale in prima occasione la prego di por-
-IT'^d] A FORTUNATO TAMBUBINI 4455
tare i miei dovati ringraziamenti. Ho veduto, che costi non v*ha notizie
singolari intorno a gli abissini. Quel che è più, mi sono confermato nel
sentimento, che nella precedente mia a lei significai, e truovo confermato
da esso prelato, cioè che questa non è impresa da assumere, perchè con-
verrebbe scoprir gli spropositi commessi dai missionari, che cento anni
sono furono cacciati di là ; il che fare non sarebbe prudenza. Sono assai
irritati que' religiosi centra di me per cagion del voto sanguinario, e quan-
tunque l'operetta del Paraguai faccia lor dire qui, che la compagnia mi
è molto tenuta, pure costì non mi si perdonerà mai l'altra partita, senza
nondimeno ch'io me ne metta pensiero alcuno. Ho dunque dato l'addio
a gli abissini, e mi converrà cercare altro argomento. Quanto al presente
del suddetto prelato, le dirò in confidenza, che non mi dà nel genio, perchè
vorrei materia che invogliasse molti di leggere, e poter recare utile, o di-
letto a molti. Pochi lettori si potrebbe promettere il trattar della materia
tenuta ne' vecchi secoli per convertire i gentili alla fede.
Ogni lettera, di cui mi favorisca V. P. reverendissima, sto sempre
sperando che mi porti l'avviso di essere giunte le copie del Paraguai:
e queste mai non sono arrivate. Se fossero state spedite, tanto tempo fa.
come io suppongo, ora Dio sa come andrebbe, da che. per cagione della
fiera di Sinigaglia. i veneziani, han bandito cotesti stati, e s' imbroglia
sempre più il commerzio.
Quanto alla peste, spero che questa resterà dove è nata. A buon conto
per lei sarebbe un buon asilo s. Paolo, lontano da i rumori. La ristampa
del mio trattato fatta qui dal Soliani, come le ho scritto, è miglior della
prima, perchè contiene la relazion della peste di Marsiglia. Voglia Dio,
che niun di noi ne abbia bisogno.
Non potei negare a quel fraticello la commendatizia ; ora ho piacere
che a nulla abbia servito.
Passò di qua l' eminentissimo Rezzonico, perchè erano chiusi i passi
verso Ferrara. Ieri sera ancor qui furono ordinati i rastelli verso lo Stato
ecclesiastico ; ma non so ben dire in che maniera, perchè son tuttavia sul
fei'rarese e bolognese milizie austriache. Forse sì ritireranno di qua per
accrescere i nostri guai. E la pace pare che si sia allontanata più
che mai. Un gran gridare de i veneziani, per la suddetta fiera di Sini-
gaglia. L'ordinario disordine e il profitto privato in tali cose va a finire
in mina del pubblico.
Rassegno il mio ossequio e mi confermo, di V. P. reverendissima.
Il generale Crages ha minacciato di mandar qualche reggimento a Si-
nigaglia per impedir quella fiera. E questo signor maresciallo ha spedito
corrieri costà, minacciando di venir con tutte le truppe sul bolognese,
per custodirci.
4466 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'7-^3^
4744.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 24 Luglio 1743.
Biblioteca Comunai-k, Piacenza.
« Avrà V. S. reverendissima il merito di aver fatto conoscere in Roma
il mio trattatello del Paraguai, giacché quel poco attento libraio ha preso
si cattive misure per farlo giungere costà. Che poi quello paia un pane-
girico, a me poco importa ; purché non mi si possa rinfacciare, che abbia
detto delle bugie: e questo vo sperando che niuao potrà fare ».
La battaglia al Meno qui da noi si crede simile a quella di Campo-
santo; è vero nondimeno che i franzesi hanno più sofferto per conto
de' morti e prigionieri, bandiere, etc. Le armate son tuttavia divise dal
Meno.
Le ultime lettere portano, che gli austriaci hanno sorpreso il treno
dell' artiglieria di Broglio, con prendere 38 cannoni ( e questi si dice che
erano dell'imperatore ma forse non sarà vero), e mille cavalli d'essa ar-
tiglieria con uccidere da 200 uomini. Il principe Carlo pare incamminato
ad unirsi con gl'inglesi, Broglio con Novaglies. Se in quest'anno la pace
non segue i franzesi, i franzesi si ritireranno nel loro cortile, dove son
più bravi, ed han tante piazze, e quivi stuferanno i lor nemici. Essi pos-
sono tirar di lungo: non cosi forse gli altri.
Noi siam qni afflitti, perchè scrivono ohe il signor maresciallo Traum.
signore pien di bontà, se ne andrà a Vienna ; e in suo luogo verrà il prin-
cipe di Lobcovitz creduto uomo bestiale. Ma non mancano speranze di
vedere svanito il nostro timore.
Dicono ancora ch'egli, cioè esso principe, verrà con alcuni reggimenti:
il che se succedesse, giacché l" apparenza di guerra non si vede in Italia,
ella ne immaginerebbe il perchè.
« L' inibizione della ristampa del mio Trattato della Peste costì è cosa
curiosa. La prego d' indagare il perchè. Fu già ristampato in Brescia, To-
rino, Napoli, etc, ed ultimamente in esso Napoli. Perchè ha da essere
disgraziato in Roma?
Se V. S. reverendissima lo leggerà, probabilmente non saprà ritrovar
questo perchè. Nella ristampa fatta qui, c'è anche la relazione della peste
di Marsiglia colle mie osservazioni, fatta da i medici, che v' intervennero,
e non già dal medico del re. Intanto noi ci troviam banditi dai veneziani,
il che ci par cosa non meritata >\
Dio faccia, che il male non s'inoltri verso Palermo, e difenda noi tutti.
-1*743] A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI 4467
In tempi tali è impossibile che il santo padre voglia rallegrar Roma
con promozione, e tanto più se è affacendato contro di qnel temerario
franzese. Era mezza in rovina 1* Arcadia. Voglia Dio che coteste dis-
sensioni non le diano nuovi colpi. Oggidì pare che le belle lettere costi
non sieno in gran credito.
Ancor qui si fanno divozioni per timore della peste, ed io rassegnan-
dole il mio costantis.simo ossequio, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
Non so qtial fondamento s'abbia la voce, che il re cattolico sìa malato.
4745.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 25 Luglio 1743.
Biblioteca Mabl'cklliaka.. Firenze, edita [245]>
Inchiusa trasmetto a V. S. illustrissima la lettera per 1' onoratissimo
p. benedettino, e questa mia comincerà a passar per le mani del signor
eont« amministratore Cristiani. Se si verificherà che sen venga a trovarvi
il signor maresciallo Traum. tutti i modenesi ne restaran forte afflitti,
perchè, nelle disgrazie nostre, gran fortuna è stata finora l' avere un ge-
nerale di tanta rettitudine, bontà e disinteresse: qualità le quali vorrei
che potessimo sperare in chi si dice suo successore. Venendo questi, avrei
bisogno che qualche caritativa persona me gli raccomandasse, non perchè
cosa alcuna io voglia da lui, ma per gli accidenti che potessero occorrere.
S' ella avesse portato i miei rispetti al signor conte di Cervellon. egli po-
trebbe favorire, o pure farà crescere le mie obbligazioni al signor mar-
chese reggente, e al signor consigliere De Locella, se alcun di loro mi
favorirà. Non s* è mai lasciato vedere il signor conte generale Pallavicini,
credesi, perchè fra lui e il signor maresciallo non passi molta armonia.
Le cose in Italia son quiete per conto della guerra. Siamo solamente
occupati a prendere precauzioni per la peste di Messina. Ventimila per-
sone dicono estinte in quella città, e non fa più strage, perchè non v' ha
più gente.
Si credono esser le faville che erano peneti'ate nella Calabria, ma si
temeva che qualche sito fuori di Messina fosse attaccato dal male, porta-
tovi dalle guardie corrotte o dai Messinesi fuggiti. In grande allarme son
tutti i litorali d' Italia, e tuttodì s' odono bandi.
Qui è corsa voce che Roma abbia posto l' interdetto a Firenze e Pisa.
Quando sia vero, sarà stato per le liti insorte con quegl' inquisitori. Sta-
remo a vedei'e che ne seguirà.
4458 LODOVICO ANTONIO MURATORI fl'^'^S-
La battaglia al Meno, benché svantaggiosa ai franzesi, non porterà
conseguenza alcuna. Abbiamo inteso che i vostri abbiano sorpreso il treno
dell'artiglieria di Broglio, presi trentotto cannoni e mille cavalli. L'ar-
mistizio coir imperatore verlsimilmente dovrebbe far ritirare i franzesi al
loro cortile. Stando ivi ben guerniti di piazze, faranno i bravi, e, quel che
più importa, se non si fa in quest' anno la pace, stuferanno voi e gì' in-
glesi, perchè avran sempre gente e danaro, e, se occorrerà, faranno anche
qualche assedio, quando non crescesse la vostra lega. Guai poscia se il
prussiano facesse delle novità. Aspettiamo nuove d' Egra. I vostri han
trattato meglio la Baviera che i franzesi. A noi non sembra verisimile
che i veneziani vogliano prendere impegno alcuno. Son troppo savi.
Desidero sapere che faccia il signor principe di Lichtenstein, e se sia
punto adoperato, dappoiché egli rinunziò il governo di Milano. Subito che
sarà alla luce 1' ultimo tomo delle Iscrizioni, a lui l' invierò. Venendo il
signor Bertolani in Italia, sarà più facile a me a rimborsarlo. Ma a V. S.
illustrissima toccherà poi il peso d' inviare a Dresdef i tomi non inviati
finora delle Antichità Italiane. Mi é ben dispiaciuto quanto ella mi avvisa
delle disgrazie del signor Gaspari. Insomma il moderar la penna nelle liti,
é cosa di cui niuno si suol pentire.
Con che, rassegnandole il mio rispetto, e pregandola di ratificare il
mio ossequio al signor marchese reggente e al signor consigliere, mi con-
fermo, etc.
4746.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 26 Lufflio 1743.
Archivio oblla CoNauEOAZioNU di Cabità, Correggio, edita [272],
Mi son giunti i trentratrè paoli consegnati a V. S. illustrissima per
mio conto dal signor marchese Bentivoglio. Mi giunsero ancora i tre scudi
ch'ella m'inviò per la Triani. Di tutto le rendo grazie.
Questi benedetti rumori di peste son dietro ad imbrogliare tutto il
nostro commerzio. Se si farà la fiera di Sinigaglia, bandiremo lo Stato ec-
clesiastico. Ma come ? Se soldati sono sul ferrarese e bolognese ?
Con rassegnarle il mio ossequio, mi confermo, etc.
-±'743 ] A FORTUNATO TAMBURINI 4468
4747.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, iO Luglio 1743.
BiBi.ioTKCA CouuMALB, Ferrara.
Ho letto le due iscrizioni. Vegga V. S. illustrissima se le paresse
meglio il dire: Cum in desuetiidinem prae vetustale paene abiùset sacrum
pluviale Pallium, ex auro contextum, quo, eie. MDICC ex ejus pretio sacris
praeeipue supellectilibu^ comparatis, Rayn., eie. ejus cucullum effigiatum
servarunt, atque heic reponi cur. Anno, ete.
Neil* altra quel cucullus non si accorda col custodienda curavit. Direi :
Dissolutis pretiosis vesiibus, etc. fuerit, et ex ipso auro argentoque, etc. cu-
cullum Pluvialis effigiatum custodiendum cur. Anno, eie.
Bisogna ancora correggere 1' ortogi*afia. Per esempio dire pretioso.
triumphaliter. Margarita.
A i comuni guai, s* è anche aggiunto il timor della peste, e la fiera
di Sinigaglia ha prodotto altri guai ; e probabilmente ancor noi bandi-
remo lo Slato ecclesiastico. Minacciava il signor maresciallo Traum di fare
un cordone a Santerno per difendere Bologna e Ferrara da i pericoli: ma
credo, che non se ne farà altro. Per me, ho poca apprensione del male
della desolata Messina, tanta è la lontananza, tante le guardie. Il male,
e voi e noi l' abbiamo in casa. Dio ci abbia misericordia, con darci
la pace.
Rassegnandole il mio rispetto, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4748.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 30 Luglio 1743.
Aeohiyio Soli Md»atori (R, Bibl. Ett.), Modena.
Il benignissimo ultimo foglio di V. P. reverendissima mi è giunto ab-
bronzato, e tagliato, quasi che venisse da peste infetto. Quel che mi ha
rallegrato si è nulla dirsi da lei di Reggio di Calabria, che qui si temeva
attaccato dal male: né di qualche tumulto in Napoli, a cagion di alcune
balle di mercanti sospette, ohe non si trovavano.
Di grazia, ella s'informi onde .sia venuta l'inibizione fatta costi al
libraio Mainarai, che voleva ristampare il mio trattato della peste. Fu
4460 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
esso. tempo fa, ristampato in Napoli, Brescia, Torino, Milano, ecc. Ultima-
mente l'han ristampato in Napoli, e in Pesaro vogliono fare lo stesso:
perchè si è riputato indegno di cotesti torchi? Veramente qui non s'ha
paura della fiera già terminata di Sinigaglia. Ma ci convien seguire i si-
gnori veneziani che son troppo guardinghi, e Dio sa se ci verrà fatto, per
cagion delle truppe, che sono sul Ferrarese e Bolognese.
Siam qui in affanno, perchè va a Vienna il discretissimo signor ma-
resciallo Traura, e in suo luogo si aspetta il principe Lobcovitz, e verrà
con sette, o pure ottomila soldati per nostro ed altrui flagello. Il Ministero
di Vienna torna ad alzar forte la testa.
Che non sia mai giunto il Paraguai, è cosa che mi farebbe bestem-
miare, se sapessi farlo. Ho scritto e rescritto lamentandomi, e se si fosse
perduta la balletta, come fare ora, che il commerzio è interrotto? Mi scrisse
il reverendissimo Chiappini di averle detto, che quello è un panegirico.
A me basterà di aver detto quello, che credo verità.
Contuttociò da che odo che si fatto argomento riporta l'approvazione
del nostro zelantissimo santo padre, questo è presso di me un gagliardo
incitamento a pensarvi. Perciò da che mi sarò sbrigato da un' operetta,
che ho per le mani, mi metterò ad esaminar la materia e le forze mie
perchè nulla più bramerei, che d' incontrare la soddisfazione di N. S. i cui
cenni a me saran sempre legge.
I beni del personaggio, che V. P. reverendissima mi accenna, son tutti
nel Ferrarese, ed egli in breve si aspetta qui di passaggio verso la patria
sua, per poi andarsene a Pistoia.
Io non oso scandagliar la mente de i grandi, e solamente posso
dirle, che quello è benefizio semplice, che non ha cura d' anime, né ri-
chiede residenza.
Per altro cotesto soggiorno sarebbe il proprio per lui. Ha grande
abilità, e se ne potrebbe far buon uso, valendo egli assai più di molti
altri, che portano mantelletta.
II nuovo nostro prelato mi consolò colle tante buone nuove, che mi
portò di N. S., di monsignor Levizzani, di V. P. reverendissima, e d'altri
padroni ed amici. Egli finora riesce molto bene, e soddisfa a tutti.
Spero in Dio, che ella non avrà ad essere confinata né in San Paolo,
uè in San Calisto. Ancor noi.abbiam fatte delle divozioni per questo fine.
S'è trovata falsa la voce venuta qua dell'interdetto posto a Firenze,
e Pisa.
Con che, ossequiosamente, mi rassegno, di V. P. reverendissima.
IT-ÉSJ A SAVERIO OUICCIARDI 4461
4749.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 2 Agosto 1743.
Akcbitio oki.i<a CoaeBEeAzioxe di Cakiia, Ferrara, edita [372].
Per mezzo del signor consigliere Cittadini, mi ha fatto avere cotesto
signor vicario rinchiusa lettera e nota di spese, che ho stimato bene di
confidare anche a lei. con pregarla nondimeno di non andar in collera
contro di codesto benedetto prete, che la vuole, come se fosse il padrone,
centra di tutte le poche rendite del mio priorato. Vedrà V. S. illastris-
sima la lettera, ch'io gli scrivo, ed approvandola, mi onori di sigillarla,
e di fargliela avere per qualche mezze». S'ella avrà la pazienza d'infoi"-
marmi di quello, ch'io abbia a rispondere adeguatamente alle di lui pre-
tensioni, gliene sarò tenuto. Veggo alcune spese necessariamente fatte, e
queste sarà di dovere il pagarle. Ma tant' altre vi sono, alle quali non mi
credo tenuto. Mia disgrazia è l'essermi abbattuto in persona, che studia tutte
le vie di assorbir tutta ancora la mia porzione, né mai si contenta. Ed ap-
pena finito un salasso, ne promuove un altro. Di grazia, ella prenda con
flemma le di lui indiscrete maniere, e suggerisca a me quel di più. che avrò
a rispondere. Con che, rassegnandole il mio costante ossequio, mi ricordo...
4750.
A SAVERIO GUICCIARDI* in Modena.
Modena, 5 .\gosto 1743.
Archivio Soli Muratosi {B. Bibl. Est.), Modeua.
Vedrà V. S. illustrissima, se potesse corrispondere a i suoi affettuosi
desideri per la memoria del fu sig. conte [ Giovanni ] suo fratello, l' iscri-
zione che si leggerà nella seguente facciata: ad essa si dee aggiugnere.
quanti anni egli aveva d'età, e il giorno della sua morte. Occorrendo
di mutare, o aggiugnere, o levare, non avrà che comandarmi.
Non avendo io potuto trovare il Dizionario Economico in Venezia,
ardirei di pregare la bontà di V. S. illustrissima di prestarmelo per la
mia villeggiatura, se pure non avesse da servire per la sua. Quando fosse
in più tomi, ne basterebbe uno per volta. E giacché io non andrò in villa,
se non da qui a tre settimane, potrebbe essere che in tale spazio di tempo
le capitasse occasione per favorirmi. Con che. rassegnandole il mio vero
ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
* Responsive in Arckimo Soli Muratori ( R. Bibl Est. ), n.° 29 da Roma, 1737-'44.
4462 LODOVICO ANTONIO MURATORI (l'743-
4751.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 8 Agosto 1743.
Archivio della Cohokkgaz;one di Carità, Correggio, edita [272].
Vedrà V. S. illustrissima quanto mi ba risposto cotesto signor vicario.
Si serva pur ella delle notizie comprese nel di lui precedente foglio, es-
sendo io certo, che se ne servirà con prudenza. Se non prevedessi, che
cotesto uomo potrebbe far ricorso, e che io lontano avrei facilmente il torto,
gli parlerei ben d'altro tuono. Ma mi conviene aver pazienza, e camminar
colle buone. Alla di lei prudenza appunto sarà rimesso il prendere costi
quelle risoluzioni, che crederà più proprie. Intanto auguro a V. S. illu-
strissima pace dalla gotta, e la prego a perdonarmi per la fi'equenza degl'in-
comodi, che le reco. Sospirando anch'io le occasioni di ubbidirla, con tutto
l'ossequio, mi confermo...
4752.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 9 Agosto 1743.
Biblioteca Couon'ale, Fiaceuza.
« Dacché V. S. reverendissima è divenuta Muratorista, io ben debbo
ringraziarla sommamente della sua benigna propensione verso di me ; ma
non posso dispensarmi dal condolermi con lei, perch'ella con si fatto genio
ha volto tutto il corso alla sua fortuna ».
Nella lite di Ponticorri i buoni cappuccini dicono papalmente che certi
religiosi non la perdonano mai. Qui mi volevano consigliare di mandar
copia del Paraguai al loro generale. M'è convenuto di scoprire il bel tiro
fattomi dal padre Contucci, che ne pur si degnò di rispondermi; il che
loro è dispiaciuto perchè vorrebbono pure scrivermi nel libro dei i devoti.
Amico sì ed ossequioso, raa non mai schiavo. Mi sarà sommamente caro,
che sia dato a lei quel trattatiuo. perchè dalla sua bontà spero avviso di
quel che vaglia: quel padre lettore è probabilmente l'autore delle tre
prime lettere. Non so più che dire dello spropositato ritardo delle copie
del Paraguai. Quel librajo non deve aver bisogno di venderne.
Se farete si bel regalo alla Romagna, credo che Roma ne esulterà e
si vedrà che N. S. è illuminato e sa fare. Ma più si farà festa, se si le-
verà il tanto mal veduto bollo della carta.
-l^-ÉS] AD ALESSA.NDEO GIUSEPPE CHIAPPINI 4463
Si vuole, che Lubeovitz abbia da avere il solo prò interim del go-
verno di Milano. V'ha ancora chi spera che non abbia a venire. Non so
capire come il principe di Lichtenstein dimandi passaporto di costì, dove
a ninno è interdetto di venire, se pur non fosse per passare da Rimiui.
Avrei caro che passasse per di qua. A lui ho dedicata la mia raccolta
delle Iscrizioni.
Certamente qui non è menoma apparenza, che gli austriaci possano
pensare al regno di Napoli. Crederei piuttosto, che non per questa ap-
prensione, ma per qualche timor della peste alcuni sgombrassero il paese.
Volano torse le armate per averne paura si per tempo Z E poi non
sou per anche giunte in Italia le nuove truppe.
Di qua sono marciati cinque battaglioni savojardi alla volta del Pie-
monte, perchè gli spagnuoli minacciano da tre parti di calare in Italia;
cosa ben ditficile, considerate le circostanze.
Fu anche detto che avessero guadagnati i vallesi, ma non si è veri-
ficato. Due reggimenti di cavalleria austriaca avevano avuto l'ordine di
passare di qua alla difesa del milanese, e già avevano caricate le robe,
ma poi quest'ordine è stato sospeso. Sicché siamo all'oscuro di quegli an-
damenti.
Si dà per certo, che il signor Novaglies e il Broglio abbiano passato
il Reno, senza sapersi che il re britannico, e il principe Carlo faran lo
stesso. La regina ha fatto sapere che non sussiste l'armistizio coli' impe-
ratore. Già ella saprà che Strantinga fu i-enduta con tutti gli onori mili-
tari, e che Ingolstad è bloccato. Egra tuttavia resiste.
Qui fu creduto già attaccato Reggio dal male.
Guai se si verificasse. Dui'erebbe il comun timore pili lungo tempo,
ma voglio sperare bene.
Quel signor conte amministratore [Cristiani] ha perduto il suo pri-
mogenito e il suo rammarico è stato accompagnato da quello di tutta la città,
che desidera ogni bene a si onorato ministro. Temiamo, che perda ancora
il suo segretario giovane di egregi costumi, e figlio unico di padre ricco.
I collegati austriaci fan festa \^QY la pace della Russia colla Svezia.
Probabilmente ne sperano soccorsi.
Vuole V. S. reverendissima far intisichire con tante dilazioni cotesti
vogliosi de* fiocchi: se nell'anniversario nulla succede, Diesa quando più.
E stato detto che monsignor arcivescovo di Milano si sia fermato costi
d'ordine di N. S. Se fosse vero, qualche indizio se uè potrebbe cavare.
Ratificandole il mio costante ossequio, mi rassegno, di V. S. reve-
rendissima.
4464 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l*?-4:3-
4753.
AD ANTONIO ARRIVABENE * in Correggio.
Modena, 11 Agosto 1743.
II. Archivio di Stato, Modena.
La relazione che V. S. illustrissima va procacciando della battaglia
di Camposanto, autenticata da tante persone state sul fatto, non potrà che
essere autentica, e tale maggiormente sarebbe, se fosse confermata da un
paio di spagnuoli.
Voleva io appunto scriverle per saper nuove della paglia. Veggo che
ella vi pensa con molta bontà. Allorché mi favorirà di inviarla, mi accenni
il. costo d'essa e della condotta, con ricordarsi della capitolazione fatta.
Mio nipote non le rispose, perchè vide scritto da lei, che ei"a immi-
nente la sua venuta a Modena. Diede immediatamente il libro al Soliani;
ma questi finora non l'ha legato. Non sussiste la permanenza del signor
maresciallo Traum, per nostra disgrazia; né finora si sa, che gli inglesi
abbiano passato il Reno. Con rassegnarle il mio ossequio, mi confermo...
4754.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Modena, 16 Agosto 1743.
Museo Bbitasnico, Londra, edita [255].
Mi risponde il libraio Pasquali che farà agevolezza a V. R. per le
due copie de gli Annali, e che, terminato il tomo VI. vuole lasciar uscire
quanto è finora stampato. Sicché potrà allora fargli sapere d'essere quella
persona, che io gli ho raccomandato. Voglio sperare, che non avremo guai
da Messina, giacché molte son le diligenze che fa quel re per tagliare il
corso al male. Intanto il timore fa che tanto in Pesaro che in Roma e
Lucca, si ristampa il mio Trattato della Peste. Godo che il Paraguai non
le sia dispiaciuto. La verità ho io cercato, e dovunque la truovo, l'amo.
Per ora il Valdesio sta quieto. Palermo ha altro da pensare, e chi é in
Roma, teme di dispiacere a chi comanda le feste. Con che. rassegnandole
il mio ossequio, mi confermo.
* Di questo corrispondente non esistono responsive in Archivio Soli Muratori
R. Bibl. Est.).
• l'7<431 A LUC'AN'fONlO QSNTILI 44G5
4755.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, Ki A;.'Osto 1743.
Arohitio oklla Cohoskoazioik di Camita, Correggio, adita [372].
Si è bea preso V. S. illustrissima un incomodo, che non occorreva,
nel voler dilucidare tutte le pretensioni, e confutar le ingiuste doglianze
di cotesto si inquieto prete. Non occorreva tanto. Conosco lei, e abba-
stanza conosco l'altro. Io per ora non penso di replicare all'altra da lui
scrittami in risposta alla mia, ma bensì di fargli dir due parole dal signor
marchese Benti voglio [Fulvio], se pur egli mi vorrà favorire, dandogli per
altro intenzione, che quando si tireran danari del priorato, allora avrò ri-
flessione alle sue pretensioni. Potrebbe essere, se cotesto cavaliere gli parlerà,
che abbia in avvenire qualche riguardo a lui. giacché ninno ne ha per
lei e per me. Egli mi scrisse di avere ricevuta la sua congrua; ma a sa-
ziarlo vi vuol altro. Né fa caso della gravissin a spesa ultimamente fatta,
benché ad essa non fossi tenuto. Saggiamente ella farà, se non vorrà più
commei'zio con lui. Con desiderarle una perfetta sanità, e rassegnarle il
mio ossequio, mi confermo.
4756.
A LUC ANTONIO GENTILI in Sinigaglia.
Modena, 16 Agosto 174.3.
Edita [106).
Ben caro mi é stato il foglio, con cui la bontà di V. S. mi assicura
della memoria, che conserva di me. e del suo continuato amore. L'im-
liiego. che di presente ella gode, mi par convenevole al merito suo, si pel
decoro, come forse per la minor fatica; e son certo ch'ella lo goderà,
quanto vorrà, quando non le venisse volontà di qualche chiesa. Quanto
a me. son forte invecchiato, e mi sento sulle spalle gli anni 71 che nel
prossimo ottobre passeranno al 72: con tutto ciò. a riserva d'una flussione
agli occhi, che talvolta mi molesta, debbo ringraziar Dio, che posso anche
andar tirando qualche linea, benché in mezzo ai rumori della guerra. De-
sideroso sempre di ubbidirla, con tutto lo spirito, mi rassegno, di V. S.
illustrissima.
EpittoUurio di Lodovico Antonio Huratori, — Voi. X.
44G6 LODOVICO ANTONIO MUKATOUI [IT^-iS-
4757.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 16 Agosto ìli'S.
Archivio Soli Muratosi ( R. Bibl. Est. ), Modeua-
L'ultimo benigno foglio di V. P. reverendissima, benché del di 10
del corrente, pure nulla dice dell' eminentissimo Pica, la cui morte s'è
sparsa qui. Quando sia vera, cresceranno i pensieri a N. S.
Giacché non si veggono comparir le copie del Paraguai, comincio a
temere che si sia smarrita in viaggio la balla indirizzata al Pagliarini.
Ne ho sci-itto risentitamente più volte a Venezia, né sanno dirmi altro,
se non che la spedizione fu fatta. Ho intanto piacere, che ella abbia letto
questa operetta. Il di lei giudizio sopra di essa non può essere più giusto.
Non dovrebbesi mai lasciare, che la passion giudicasse.
Monsignor Sabbioni Orsini' [Carlo Nicola] è da molti giorni in Fer-
rara. Verrà, ma mal volentieri, e il più tardi che potrà. Pi'obabilmente si
aspetta qualche notificazione pel suo contegno in Venezia, e vi possiam
credere, che sia stato messo in mal concetto presso N. S. Mal soddisfatto
è di lui chi sta in Rimiui. Staremo a vedere, che frontespizio si metterà
costi al mio trattatello della Peste, perché mi vien scritto, pretendere il
padre maestro del sacro palazzo che si dica stampato in Modena, o in
altra città, che non sia Roma. Che paese misterioso, e cauto è mai co-
testo! anche in Pesaro, anche in Lucca si ristampa. Voglia Dio che non
ne abbiamo mai bisogno. Per me spero, che le diligenze del re di Napoli
difenderan quella metropoli.
Bollono tuttavia le controversie fra cotesta Corte, e la reggenza di
Firenze. Ninno più osa stampare in quella città. Balle di libri spediti di là
a Venezia, ed una anche all' eminentissimo Valenti, sono state prese nello
stato ecclesiastico, e benché abbiano i librai fatto conoscere, che sono libri
stampati prima dell' Editto, nulla han potuto riavere. Perciò è irritato
quel governo.
E anche stato detto, che il Pagliarini sia stato messo in prigione per
aver ricevuto libri da Firenze.
Qui ne' giorni scorsi si credea che questi austriaci fossero per pas-
sare sul Bolognese. Non s' é poi veduto altro. Certo è nondimeno, che
fanno gran copia di biscotto, senza sapersene il perchè, e pare che vo-
gliono tornare a mandar gente a i bagni della Porretta.
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( A'. Bibl. Est. ), n." 1 da Ferrara, 1743.
-17*43] A DOMiiNICO BUICUIEBI COLOMBI 4467
Mi dica di grazia V. P. reverendissima, se le sia punto noto in che
consistono i sentimenti de' liberi muratori, se pur questi vi sono; perchè
ne avrei- bisogno.
Il signor Como di Napoli mi scrisse che le raccomandassi un tal
padre don Fortunato del Ponte. Ella è obbligata a favorirlo, se non per
altro, perchè porta il di lei riverito nome.
E qui, baciandole le mani, mi ratifico, di V. P. reverendissima.
4758.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 22 Agosto 1743.
K. Biblioteca Kiccakdiaba, Firenze, edita [245].
Non veggo più lettere di V. S. illustrissima, e sto in apprensione che
non le sia giunta una mia, cioè la prima che inviai a questo signor conte
amministratore Cristiani, acciocché la mandasse al, sempre da me riverito,
signor consigliere De Locella. Da li a qualche giorno esso signor conte
mandò da me per sapere se gli avevo inviato la lettera. Risposi che fu
consegnata al suo segretario. S' era, intanto, ammalato, ed è stato a battere
alle porte della morte. Se fosse perita me ne increscerebbe, perchè con-
teneva anche la risposta latina da me data a cotesto dottissimo Benedet-
tino. Saprà ella dirmi come è passata.
Scrivo io intanto per saper nuove di lei, che spero ottime. Già sap-
piam di certo che perderemo il buon signor maresciallo Traum, e ne
verrà altro che fa paura a tutti. L'aveva io pregata nella lettera sud-
detta di trovar persona che mi avesse raccomandato al successore, cre-
dendo atto a favorirmi il signor conte di Cervellon, se pure ella sarà
stata ad inchinarlo per parte mia. M'immagino che non saran più a tempo
ora le mie preghiere, quando si fossero perdute le antecedenti. Ci vorrà
pazienza. A quest' ora dovrebbe ella essei'e sbrigata dal tedioso mestiere
di collazionar manuscritti greci. Che dunque fa?
Dei Difetti della Giurisprudenza si ricorda ella più? Il padre Be-
nedettino mi scrisse che pensava di fare ristampare il Lampridio e il
Valdesio. Se questo avvenisse, ne spero poscia avviso dalla di lei penna.
Quanto a me, ora mi truovo senza argomento da poter tirar qualche linea,
e sono malcontento di me; perciocché non tutto fa per me, e vorrei cose
che potessero promettersi molti lettori. M' era stato proposto di scrivere
-opra il giuoco, sopra i contratti che qui troppo facilmente sono creduti
usurarj. Col primo punto si dispiacerebbe ai Principi, che cavano utile
da quella mercatanzia: col secondo si attizzerebbero molti carboni.
4438 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-éS-
Qui continua la quiete. Solamente si fa precauzioni, caso inai che
r armata degli alleati entrasse in Lorena, poi che allora potrebbe la. per
altro poco poderosa, armata spagnuola ten'.are d'entrare in Toscana. Né
pur odo movimento dalla parte della Savoia ; sicché tocca a voi di deci-
dere se avremo lunga la guerra, o pur la pace in quest'anno. I nostri
conti sono : se gì' inglesi non passano il Reno, speranza ci resta che si
tratti di accomodamento; se passano, é rotta più che mai. Intanto, benché
vengano buone nuove della peste di Messina, pure continuano i nostri ti-
mori eh' essa non abbia a cessar cosi presto. Il mio Trattato della Peste
per questo è stato ristampato in Napoli, Roma, Pesaro, e Lucca.
Ninna nuova ho del signor Bertolani, ninna del signor Gaspari. Se
quest'ultimo ha per nemici certi religiosi, difficile é ch'egli possa sperar
fortuna. Serva questa mia per ricordare a lei quel vero ossequio, con cui
mi professo, etc.
4759.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Modena, 23 Agosto 1743.
Raccolta Lozzi, Bologna.
Mi fa spei'are la ben conosciuta benignità di V. E. ch'io non implo-
rerò indarno il suo autorevol patrocinio per una parlata a cotesto Vicario
di s. Agnese, di cui umilmente la supplico. Io godo cotesto priorato, ma
per le fabbriche fatte alla chiesa, all'unica possessione d'esso priorato, e
alla casa del priore, e d'esso vicario, vi sono stati degli anni, ch'io non
ho tirato un soldo delle rendite d'esso benefizio. Nell'anno addietro, benché
non obbligato, feci fare il pavimento della chiesa, che assorbì le entrate
di quell'anno, e rimasero dei debiti pel corrente. Ora cotesto vicario, non
contento della sua congrua, e dell'assegno fattogli della casa priorale per
celebrare una messa, le feste, ed impiegare il resto ne' bisogni della chiesa,
tutto di è dietro a far nuove spese. Ch'egli le faccia per abbellir la chiesa,
é da lodare. Ma che poi venga francamente a chiederne da me il rim-
borso, come se toccasse a me il pagar tutto quello ch'ei fa senza neces-
sità, e senza chiederne la permissione, quasiché io sia divenuto il suo fat-
tore, non mi par già di dovere. E se nulla ha da restar di entrata a me,
egli sarà il priore, ed io non avrò che un nome vano. S' è egli lamentato
si forte del signor commissario Contarelli, che, per sua bontà, accudisce
costi a' miei interessi, che più non vuole trattar con lui. E pure V. E. sa
che onorato signore sia esso signor commissario.
Sotto altri vicarj cotesta chiesa é stata : non ho mai provato di simili
fastidj ed aggravj.
-l'7'431 AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 44t>9
Ora io sono a supplicar TE. V. che si degni di far chiamare esso
vicario Bergamini, e di fargli capire, che non è conveniente questa sua
maniera di operare, e che dee pure restare a me qualche ragionevol parte
dalle entrate del benefizio, senza ch'egli si prenda arbitrj. e muova tutto
di nuove pretensioni per assorbir tutto. Contuttoché io abbia speso tanto
per risarcir la casa priorale, dove egli abita, pure grida di nuovo. Farò
visitarla. Ed allorché si tirerà del danaro, avrò riguardo ad una nota di
spese, ch'egli dice di aver fatto. Ma é ben di dovere, che pi'oceda in ma-
niera discreta e più propria meco, e con chi tratta costi i miei affari.
S'egli ninna suggezione si mette di me, spero bene, che se ne metterà
della protezion di V. E., che riverentemente imploro in questo mio bisogno,
e per cui le resterò sommamente tenuto.
Dal suddetto signor commissario ricevei il danaro consegnatogli dal-
l'E. V.: e qui, con rinnovar le proteste dell'iualterabil mio ossequio, mi
rassegno, di V. E.
4760.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena (in villa), 23 Agosto 1743.
BiRLiOTxcA CoMUN-ALK, Piaccuza, edita [^S^].
oc Sto a vedere, che si faccia una deputazione di porporati per esami-
nare il gran punto dell' edizione romana di un Trattato del Muratori ; e
se s' abbia a permettere, che si dica stampato in Roma, o pure in altra
città, come m' é stato scritto che si disputava costi. Intanto Pesaro, e
Lucca han ristampata la medesima operetta. Purtroppo v' è da temere,
che non si fermi si presto il corso ali" incominciato malor della peste. Se
è vero che sia entrato in Reggio [Calabria], e che serpeggi nei contorni
di Messina, cresce il pericolo : e perciocché ognnno il più che può, in casi
tali va coprendo le sue piaghe, si può sempre sospettare, che non ven-
gano sincere le notizie da Napoli. Viva il Santo Padre, grido ancor io,
che, nell'abolizione del bollo, ha fatto conoscere il suo bel genio, e forte
petto. Leggiadrissimo a noi tutti è sembrato quel versetto latino, che col-
pisce si bene. Insomma costì son le cime d'uomini per somiglianti lavori.
Graziosissimo ancora è il sonetto, di cai mi ha favorito y. Se fosse vero
ciò che si va dicendo in Bologna, dover colà venire per legato l'eminen-
tissimo segretario sto a vedere che si prorompa in altro viva.
«. Il p. Andreucci gesuita avea costi scritto centra del Valdesi©. Mi
vien supposto, che sia stato consigliato a sopprimere la sua fatica. Il con-
sigliere é stato uno dello stesso istituto, persuaso delle ragioni d'esso
Valdesio. Me 1' ha confermato egli stesso in passando per Modena »,
4470 LODOVICO ANTONIO MURATORI [iT^-iS-
Staremo, dunque, a vedere, se il prossimo settembre farà saltar fuori
fuochi e fiamme refrigeranti l' ardore di cotesti signori. Ma se N. S.
volesse tornar prima in villa per maturar meglio in quella quiete il
suo parto?
Imminente vien creduto l'arrivo di Lobkowitz. e tutti van presagendo
asprezze. Ho scritta compitissima lettera a questo signor conte aramini-
sti'atore, il quale non ha peranche ricuperata la sua allegria, dopo la di-
sgrazia del figlio. Pareva che qui fosse qualche segnale di moto. Da gran
tempo si fanno preparamenti di biscotto : si provvede questa cittadella col-
r ordine agli ufficiali di non uscir di città. Mi ha detto persona, che nulla
e' è di rilevante. Se gli inglesi passassero il Reno per entrar nella Lo-
rena, si teme che gli spagnuoli potessero pensare alla Toscana. Per questo
qui tutto gi dispone per passare colà occorrendo, gli austriaci voglio dire e
non già gli altri. E si crede, che forse 4 mila d'essi passeranno ai bagni
della Porretta sulle montagne del bolognese per questo fine. Verosimil-
mente, pei'ò, ne quei di Rimini, uè quei di Savoia, si moveranno. I nostri
lunarj sono. Se gli inglesi ed austriaci non passano il Reno, pare che si
tratti di pace. Se poi passassero. Dio sa quando terminasse V incendio.
Il Lobkowitz ha voluto ritenere il governo lucroso della Transilvania;
prò interim comanderà anche a Milano, etc. Mi vien detto che il conte Pal-
lavicino governatore di Mantova abbia rinunziato il suo impiego, non vo-
lendo egli contrattare con questo orso.
Sto godendo un po' di villeggiatura ; e qui, rassegnandole il mio co-
stantissimo ossequio, mi confermo, di V. S. reverendissima.
4761.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena ( in villa ), 23 Agosto 1743.
Archivio della CoNOSEaAzioNK di Carità, Correggio, edita [272].
Intendo ora, perchè mi scrivesse il sig. Baronie nei giorni passati,
per veder di riportar da me il consaputo ribasso delle spese. Gli risposi
di non poter farlo, perchè, informatomi delle incredibili stiracchiature usate
per non pagare, e che le cose erano diverse dall' espostomi, io non sapea
che farci. Gran cosa, che non vogliano badare alla ricevuta da me fatta
ad esso sig. Baronie, che è condizionata. Ed egli sa, eh' io non voleva
ricevere i quaranta filippi effettivi, che tali furono infatti, se prima non
era informata da V. S. illustrissima dell'affare. Tanto mi ruppe il capo,
che accettai il danaro colla condizione suddetta. Staremo a vedere, dove
andrà la petulanza di cotesta gente.
■17'é3] A OASTÀNO ENEA MELONI 4471
La prego di leggere Tiuchiosa. e quando stia bene, di farla avere al sig.
marchese ( Ben ti voglio |. Certamente m'immagino anch'io, che il prete farà
al cavaliere la lunga esposizione dello sue querele e pretensioni: ma non
ho creduto di dover atfaticare il sig. marchese col racconto di tutto. Pensi
di grazia V. S. illustrissima, se mai cotesto cavaliere venisse alla piazza.
0 al ridotto de* cavalieri; che, in tal caso, ella in passando potrebbe pre-
sentargli il mio foglio, e informarlo dell' atfare con facilità, e senza di lui
incomodo. E qui, ratificandole il mio rispetto, mi confermo...
4762.
AD A?^TON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena (in villa), 23 Agosto 1743.
BiBiiioTKGA MAKUCKU.IASA, Firenze, edita [1S9].
Un brutto imbroglio è veramente succeduto costi, nocivo alle lettere,
pregiudiziale al comraerzio. E come sciogliere il nodo":* Sapeva io prese le
balle dei libri, ma non già che a V. S. illnstrissima fosse toccata la dis-
grazia. Ai mali della guen-a. ai timori della pest€, e ad nitri guai, ci
mancava ancor questo di giunta. Quaudo si potrà, aspetterò i di lei favori.
Riceverà ella nell' annesso loglio la risposta a ciò che chiede il sig. ba-
rone Ricasoli. E, con tutto l'ossequio riverendola, mi confermo, di V. S.
illustrissima.
Ho cominciata la mia villeggiatura, e mi mancano i libri. Tuttavia,
rispondo. Xou rimando la copia d' essi diplomi per non accrescere a lei
la spesa. La rimanderò ad ogni suo cenno.
4763.
A GAETANO ENEA MELONI * in Messina.
Modena ( in villa ), 23 Agosto 1743
Edita [US].
Porto a V. S. illustrissima i dovuti ringraziamenti, per la lettera del
sig. abate Pagliai, di cui ella mi ha favorito. A questa io rispondo oggi, e
la lascio correre per la posta, a fine di risparmiare a lei maggiore incomodo.
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( iJ. Bibl. Est. ), n." 9 da Messina, Roma,
Ferrara, 1743- '49.
4472 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [l'T-é.S-
Ho letto i suoi versi, ed ho motivo di rallegrarmi con lei per la fe-
licità della sua vena, avendo ella egregiamente ristretto in tante ottave
gli argomenti di tante prediche. Chi sa comporre cosi è capace di voli
maggiori. Né io ho saputo trovar in essi cosa alcuna, che d' altro sia me-
ritevole che di lode. Suppongo V. S. illustrissima amica del sig. avvocato
Aglietti, anzi di tutti cotesti signori accademici. La prego di rassegnare
a cadaun di loro i miei i-ispetti, e, con tutto 1' ossequio, mi protesto...
4764.
AD ADAMO PIVATI in Padova.
Modena (in villa), 23 Agosto 1743.
Edita [113].
Signor sì, che è giunta V apologia dell' antico, ma distrutto anfiteatro
padovano, e spero di trovarlo vistoso né tempi romani. Già ho cominciato
a leggere e son pervenuto dove s'entra in materia. Non mancherò di ubbi-
dire V. S. illustrissima, col notare ciò che ci'ederò bene.
Quel che mi dà pena, sarà trovare chi la riporti al padrone in questi
rumori di movimenti militari, ed apprensioni di peste, che vanno inter-
rompendo il commerzio. Quel eh' é certo, io leggerò e saprò dirgliene il
mio sentimento. Se è più costì il sempre vegeto e sempre onorato signor
marchese Taddeo | Rangoni], la prego di ricordargli il mio ossequio, e di
significargli i miei desiderj di rivederlo qui, ma non solo. Siam troppo
sazj di queste disgustose scene. Entro il mese venturo, se non più presto,
si vedrà qual piega prendono gli affari.
Il nostro Gherardi si gode i profumi di Venezia, mentre io sto go-
dendo un po' di villeggiatura, se pure le umane vicende me la lascieran
godere. Felici voi altri signori, che mirate in lontananza le tempeste
altrui da un quieto lido. Pregandola ancora di riverire in mio nome il
nostro sig. Girolamo Vaudelli colla signora sua consorte, mi rassegno con
tutto lo spirito...
4765.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena ( in villa ), 27 Agosto 1743.
Archivio Soli Muratosi {B. BibU Est.), Modena.
Comincio a credere, che abbia ben fatto naufragio, o in mare o in
terra la balla che portava al Pagliarini le copie del Paraguai per lui, e
-l'7431 A FORTUNATO TAMBURINI 4473
per me. Altro non posso fare, che replicar nuove istanze a Venezia, perchè
i pp. della Compagnia ne vorrebbono pure tante costi, che in Milano, come
un d' essi m' ha scritto. Mi duole di non averne io mandato di qua le
occorrenti, quando n'ebbi la congiuntura. Ora, per il commerzio interrotto,
non sarà facile il trovar altra occasione.
Qui si dice che i signori veneziani abbino fermati alcuni barconi di
mercatore, che erano alla bocca di Goro. stato di Ferrara, con iscacciar di
là il presidio pontificio, e postarvisi loro. Quando ciò sia, si faran costi
più congregazioni, che per gli sciambecchi approdati a colesti lidi. Vegga
quanti imbrogli in un medesimo campo abbia il povero si pacifico papa.
Il p. Bernai'dino Galesi ' lettore benedettino, abitante in s. Salvatore
di Pavia, ha indotto il sig. marchese Botta Adorno a pregarmi di scrivere
air eminentissimo Querini per passare a Brescia, con qualche onorevole
impiego colà, o pure di supplicare V E. S. d' impetrare dal x'everendis-
simo sig. presidente, che gli muti luogo, facendolo passare in altro mona-
sterio di miglior aria. Ho motivi di non ricorrere per questo ad esso
eminentissimo, e più tosto mi rivolgo alla benignità di V. P. reverendis-
sima per supplicarla se potesse favorir lui, e me, di scrivere di questo ad
esso p. presidente. Credo che esso monaco sia persona di qualche merito.
So i sonori viva toccati a N". S. per la consaputa abolizione, e so
anche V Inteìide Prospere, calzante versetto impiegato da coleste cime
d' uomini. Peccato è che alcuno si abusi dell' ottimo cuore del santo pon-
tefice. Ma ci resta la promozione per compire la consolazione di cotesta
gran città.
Il sig. canonico Gori di Firenze mi assicura essere slata arrestala
una balla de' suoi libri nello Staio pontificio. In tempi si torbidi, ci è chi
si maraviglia delle novità, che si vorrebbono introdurre in Toscana. Ma
è da sperare, che si queteran que' rumori.
Insomma comincio anch' io al pari di lei a credere, che non abbiam
sincere, e sicure nuove della peste: il tempo sarà quello che ci farà scor-
gere la verità. Intanto, il mio libercolo della peste non vorrei, che s'in-
superbisse al vedersi ristampato costi dopo tante ciarle. Ma preghiamo
Dio, che non abbiamo mai a valercene. L' eminentissimo Spinelli per
mezzo del sig. conte Callari, che è qui. mi ha fatto sapere che lo stadia
continuamente, per tutti i bisogni.
Monsignor Sabbati ni tuttavia si trattiene in Ferrara, ed ha supplicato
per venir solamente nel prossimo ottobre. Ci sarebbe molto da dire: ma
meglio è tacere. Non è pei'sona da lasciarsi carpire il suo buon benefizio.
Sicché nulla sa ella, più di me, de' liberi muratori. Lasciamoli dunque
in pace. Voglia Dio che il principe di Lobkovitz, aspettato qui al comando,
' Sue lettere in .4r<r/jiFto Soli Muratori ( lì. Bibl. Est. ), n." 18 da Padova, 174G-'47.
4474 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?43-
non faccia perdere a noi quel poco di pace, che godiamo in mezzo a i
guai. Niun movimento si scorge in queste truppe. Gli occhi di tutti son
volti al Reno. Se lo passano gli alleati si può temere d' una lunga guerra.
Baciandole le mani, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4766.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena ( in villa ), 30 Agosto 1743.
Archivio deliba Conorkoazionk di Cakità, Correggio, edita [272],
Gran voglia che hanno cotesti tribunali d' ingrossare i lov processi,
e moltiplicare i lor decreti. Gran perfidia che ha cotesto signor Squarzoni,
per voler, sino all'ultimo sangue, star forte in campo. Vedrà V. S. illu-
strissima se rinchiuso mandato colle risposte mie sta a proposito. Mi son
ben io pentito d' essere già corso all' esca del signor Baronie. Ma pazienza.
Spero che cotesto signor giudice mi farà giustizia, considerando, che non
avrei preso quel danaro, né sarei condisceso a donar 8 filippi; se non mi
avesse egli addotta la ragione di prolungar la lite. Ho creduto bene di
far anche autenticar la lettera, per ogni occorrenza.
Mi mostrò il signor conte Santagata una lista, in cui anch'io era
scritto per le spese occorse nella lite dei modenesi coi ferraresi. Intorno
a ciò dico a V. S. illustrissima, che se non i soli beni de' secolari, ma
quegli ancora delle Chiese, doveano essere sottoposti all' aggravio, che si
volea imporre costi, io non ricuso di concorrere alla spesa fatta. Ma quando
i beni delle Chiese fossero stati esenti, non intendo di pagare; perchè la
festa non sarebbe stata fatta per me.
Starò attendendo l' esito della lettera da me scritta al signor mar-
chese [Bentivoglio]. E, con ciò, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
Mi sono poi ricordato, che la ricevuta non era condizionata. La
condizione stava nella lettera a lei scritta.
4767.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena ( in villa ), .30 Agosto 1743.
Biblioteca Makucklliana, Firenze, edita [189J.
Mi è giunto rinvolto inviatomi da V. S. illustrissima per monsignor
Passeri. Domani parto per la villecrgiatura : ma lascio qui chi cercherà
-±'7431 AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 1475
occasione per farlo passare a Bologna in mano di un amico, a cui scriverò,
pregandolo di spingerlo sino a Pesaro. Mia preraara è ch'ella sia ben
servita in questo, e in ogni altra cosa che da me dipenda. Da Roma mi
scrivono, che credono cessate coleste brighe, con ritenere gli usi antichi.
E qui, con tutto 1' ossequio, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4768.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Si>ezzano, 4 Settembre 174.3.
R. Biblioteca Riccabdiara, Firenze, ^dita [^21].
Debbo ben ringraziare V. S. reverendissima per la bontà sua nel-
r avermi comunicate le saggio sue riflessioni intorno alla propria promo-
zione. Mi ha sopratutto toccato il cuore la speranza che il buon p. abate
Tamburini abbia anch' egli ad ottenere il pallio. Quando ciò sarà, somma
sarà la mia consolazione. Forte ancora mi rallegrerò, se monsignore Enri-
quez farà un si bel salto da Macerata a Madrid, giacché m'immagino,
che di lui solo si parli, cioè di un mio buon padrone. Oh che moto, che
tumulto, che allegria costi per la maggior parte !
Ma non mancherà una segreta malinconia per alcuni.
« Queir eminentissimo, a cui sembra, ch'io parli con franchezza degli
spagnuoli nel Paraguai, non dee sapere, eh' io potrei allegare vari autori
spagnuoli, e libri anche stampati in Madrid che dicono anche più di me.
Si parla di quelli che vanno all' America, non per divenir ivi santi, ma
per far bottino : non già di buoni che restano in Spagna. E poi ho lodato
sempre i re. Dicano in fine quel che vogliono: anch'io voglio dir quello
che sento, perchè nulla desidero da essi.
Spero poi anch' io di andar innanzi, dacché il padre generale de' Ge-
suiti, mandò per ordine al padre provinciale, che venisse a ringi-aziarmi
a nome suo, e della compagnia del Paraguai : e mi si fa sperare la pa-
tente di partecipazione delle orazioni. Reprima l'invidia se può ».
Benché vengano sempre migliori nuove della peste, pure mi fu scritto
ieri da Modena ( perchè ora sto villeggiando a Spezzano sulla collina )
che si era vicino ivi a bandire lo stato ecclesiastico daddovero ; e pure le
truppe austriache continuano a stare sul Bolognese e Ferrarese. Vegga
che imbrogli. Erano gli Ungheri e Croati portati intorno a Bologna dove
commettevano molti mali. Un distaccamento spagnuolo arrivò loro addosso.
So che diedero alle gambe, ma non ne so di più. Dicono che essi spa-
gnoli occupassero qualche magazzino di farine. Ciò non ostante, niun moto
finoi'a si vede in questi austriaci, tuttoché nei giorni addietro si tenesse
4476 LODOV^ICO ANTONIO MURATORI [IT'-IS-
per fermo, che volessero inviarsi alla volta di Bologna. S' è anche detto,
ohe fosse in moto l'armata di Rimini; ma il non muoversi gli austriaci,
è contrario a tal voce.
Si rinforza ben sempre più l'altra, che un grosso corpo di franzesi
vada ad unirsi con don Filippo: il che succedendo, potrebbono tentare il
passo verso il Piemonte; quali poi ne avessero ad essei*e le conseguenze,
lascierò pensare a lei. In Francia si credeva, che si trattasse forse d' ac-
cordo fra Madrid e Torino; e da Vienna scrivono fatte esibizioni dalla
Corte di Spagna al sardo. Io per me stento a credere che il saggio re
sardo voglia abbandonare gli inglesi. Ma rimettiamoci al tempo. Finora
non si verifica che il principe Carlo abbia passato il Reno.
Né pure si sa che il principe di Lobkovitz si sia partito da Vienna;
ma verrà pur troppo.
Orsù, V. S. reverendissima goda di cotesto allegrezze. Staremo ancor
noi aspettando i corrieri, che ci facciano conoscere chi abbia ben indo-
vinato. Intanto, ossequiosamente mi rassegno, di V. S. reverendissima.
Dalla bocca di Gero occupata da i Veneziani non ho più sentito altro.
4769.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Spezzano, 4 Settembre 1743.
Archivio TacoijI, Modena.
Talmente mi è piaciuto il progetto de i tre dizionari, che si vogliono
ristampare in Venezia, che non solo mi sono io associato a tal opera, ma ho
creduto anche mio dovere di avvisarne V. S. illustrissima siccome cava-
liere che si diletta di libri buoni ed utili. A questo fine le spedisco V in-
chiuso invito e prospetto dell' opera, acciocché se la truova di suo genio,
e si risolva di prenderla, io possa animar quel libraio ad imprendere tal
fatica colla giunta del suo nome. Questa congiuntura serva a me per rin-
novar le proteste di quel vero ossequio, con cui mi ricordo.
La prego ancora di cercare, se costi si trovasse alcun altro dilettante,
che volesse accudire a quest'opera.
-1*743] A FOttTUXATO TAUBURINl 4477
4770.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Spezzano, 4 Settembre 1743.
Arciiitio Soli )(l'raiori (R. Dihì, Ett.), Modena.
Mi perdoni V. P. reverendissima s' io non posso raffrenare il mio
contento, che non corra a congratularsi prima del tempo con esso lei per
quello che N. S. si tien per fermo abbia destinato in esaltazione sna. Da
più partì tengo questo avviso, che mi ha fatto balzar il cuore di gioia.
Sto perciò ringraziando Iddio con allegrezza inesplicabile, e parmi di rin-
giovenire nelìa villeggiatura di Spezzano, che sto ora godendo. Starò con
impazienza aspettando il compimento delia gioia: ma intanto ella sia
certa, che ninno, più di me. proverà consolazione per questa giunta al
merito suo.
È venuto in Modena monsignor Sabbatini per passare in breve alla
sua patria. Forse il vedrò nel suo passaggio per Gorzano. Mi vien sup-
posto che monsignor Enriquez succederà al nunzio di Spagna.
Perchè il salto è grande, la supplico di dirmi se pur questi è mon-
sig. Enriquez ora governatore di Macerata, che è mio gran padrone. Tra
i candidati veggo ancora monsignor Monti. Sommamente me ne rallegrerò.
Non si prenda pensiero V. P. reverendissima di rispondere a questo
mio riverente foglio, se non quando avrà soddisfatto a tutti i doveri del
presente impegno ; e. rimessa in calma la di lei mente, potrà pensare anche
ai suoi servitori lontani.
Aveva io promesso al signor fattore, prima di partirmi di Modena,
di raccomandare a lei il signor Giovanni suo figlio, per procurargli qualche
imbarco in si favorevole congiuntura. Mi prendo ora questo ardire. Egli
è giovane studioso, è dotato di bel talento, e spero che farà onore a chi
di lui si servirà.
Quando sia vero che un corpo di franzesi sia per unirsi a don Fi-
lippo, si potrebbe udir qualche novità in Piemonte. Un distaccamento
spaguuolo ha fatto ritirare da Bologna li usseri; ma non per questo si
vede qui alcun moto, e pure ne' di passati pareano disposti gli austriaci
per passare sul Bolognese. Ieri ci fu scritto, che Modena era vicina a
bandire lo stato pontifizio. Vegga che picche, e che disordini, quando, per
la Dio grazia, s' odono sempre migliori nuove della peste, e peste tanto
lontana.
Con baciarle le mani, e senza saper' più che dire del Parar/imi, e
senza poterne inviar copie di qua. mi rassegno, di V. P. reverendissima.
44:78 LODOVICO ANTONIO MUUATOUI [1*743-
4771.
AD ADAMO PI VATI iu Padova.
Spezzano, 5 Settembre 1743.
Edita [113].
La grande apologia è letta : l' ho trovata tale, che nou si dee temere
che alcuno risponda; cosi forti son le ragioni. Quel diploma d'Arrigo, e
r epitaffio dello Scro vigno soa cannoni da sessanta. Me ne rallegro; e se
V. S. illustrissima, com'è di dovere, li darà alla luce, glie ne vorran bene
tutti i concittadini. Ma il punto sta in chi riporti il manoscritto, perchè
più non va il nostro corriere, e Dio sa se capiterà occasione alcuna per
costà, giacché io sono in villa lungi, da Modena dieci miglia, a Spezzano.
Ho lasciato ordine che si cerchi; e, con tutto l'ossequio, mi confermo.
4772.
A GIAN FRANCESCO SOLI iu Modena.
Spezzano, 6 Settembre 1743.
Archivio Soli Mukatobi {li. BibL Est,), Modena,
Non ho lettere, né di voi, né del signor Giulio. Segno che siete man-
canti di nuove, e che nulla si osserva di rimarcabile costi e nelle vi-
cinanze.
Ho bisogno che andiate a trovare il signor abate Galli, segretario del
signor conte amministratore, per riverirlo in mio nome in primo luogo, e
per saper nuove della sua convalescenza; e poi per intendere da lui, chi
sia uu cavaliere piacentino, Ferdinando Scotti,' da cui mi sono state man-
date due nuove lettere del sig. cardinale Querini. Cioè se sia conte o mar-
chese, o se eccellenza o illustrissimo, acciocché io gli possa rispondere.
Vi mando la nota dei prossimi cardinali, come crede il padre Chiap-
pini, che debbono essere.
Me le rimanderete indietro. Per la Dio grazia, sto bene, ma nou
troppo degli occhi.
Spero che ve la passiate bene ancor tutti voi altri, e caramente vi
saluto tutti. Venendo il signor Giulio, riveritelo per mia parte, e ditegli,
che ho scritto al Gherardi.
» Sue lettere in Archivio Soli Muratori { R. BibL Est.), a.° 3 da Piacenza, 1743- '44.
-l'7'43] A DOMENICO BttlCHIKlil COLOMBI 447U
4773.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 10 Settembre 1743.
ÀKvaiTio BuxcBi, Modena.
Delle lettere inchiuse due. vanno a S. Pieti'o e al signor Giulio. Quella
per Vienna la porterete a casa del signor conte Serra, per darla al se-
gretario del signor conte amministratore Galli che abita a mezza scala,
o pure air usciere, pregandolo da parte mia d' inviarla ad esso signor
conte amministi-atore [Cristiani], il quale spero che mi favorirà di man-
darla al signor cousiglier de Locella. Le altre due le metterete alla posta,
consegnandole a qae' signori uflSziali.
Scrivetemi, se il prevosto e il dottore abbiano condotto via da Vignola
i cavalli, e quando si creda che abbiano da tornare.
Vedrete alla posta, se vi son mie lettere. Caramente salutate vostra
madre e la signora Angiola.
4774.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Spezzano, 10 Settembre 1743.
B. B1B1.10TKCA BiccAKoiASA. Firenze, etlila [215].
Due favoritissime di V. S. illustrissima mi son giunte, Tuna del di 10
e l'altra del 28 agosto, mentre sto godendo la villeggiatura dieci miglia
lungi dalla città. Me le protesto io in primo luogo sommamente obbligato
per l'incessante premura sua a fine di farmi raccomandalo al sig. prin-
cipe di Lobkovitz, con un biglietto si glorioso per me. Se questo signore
capiterà a Modena, sarò a tributargli il tuio ossequio. Voglia Dio che tro-
viamo in lui il buon cuore del signor maresciallo Traum.
Ben pesante a me sembra l'assunto da lei preso di assistere all'edi-
zione d'Ippocrate. Tornato che io sarò in città, cercherò conto del mano-
scritto d'esso autore, ma il punto sta che si truovino qui due persone
capaci della collazione che si possano indurre a tal fatica. Qui il vin
Greco non è in uso. Tuttavia assicuri il signor dottor Mach che farò il
possibile, e me gli ricordi gran servitore. Ammiro il soo coraggio nel-
r imprendere si vasta fatica in tempi cosi torbidi.
Ci andavamo noi lusigando che l'armate non passassero il Reno, e
che questo fosse indizio di trattati di pace. Ora le nostre speranze vanno
44SO LODOVICO ANTONIO MURATORI fl'i'-iS-
in fumo. Buona briglia è quella che avete messo al prussiano, e son certo
ohe starà in dovere. Mi maraviglio che il risorgimento di Duncherche
non faccia gridare anche gli olandesi.
Qui ne' giorni passati si teneva per certo che tutta l'armata austi'iaca
si andrebbe a postare a Bologna per essere a portata della Toscana, caso
che gli spagnuoli di Rimini tentassero d'entrarvi. Nulla poi s'è fatto.
Ad essi spagnuoli son giunti cannoni e munizioni di Spagna, che per la
costa dell' Aifrica vennero in Sicilia, e poi sbarcarono nel lido pontifizio.
Ma si crede che niun movimento faranno, quando non seguisse qualche
novità dalla parte del Piemonte, dandosi per cosa certa che un grosso
corpo di franzesi si sia a d. Filippo, e parendo ch'essi possano pensare
a valicare l'Alpi in qualche sito: Noi non abbiam giurisdizione ne'gabi-
netti de' principi e molto men sull'avvenire; però staremo aspettando le
vicende del mondo senza arrischiarci a voler predire.
Avrete in breve corriere di Roma per la promozione che dovna se-
guir ieri, 0 in breve seguirà, di cardinali. Vi saranno alcuni d'essi sud-
diti della Regina. Della peste di Messina abbiam sempre migliori nuove,
benché continui e cresca l' interrorapimento del commerzio.
Le Lettere del Valdesio che a Lei costano tanto, avrei caro che ri-
compensassero la spesa con darle qualche piacere. Non T ho peranche ser-
vita di cercare il Codice delle leggi longobarde di questa cattedrale, perchè
ha molto che sono in villa. Non mancherò di ubbidirla. L'interdetto di
Firenze non si verificò; fu solamente una minaccia. Credo che si siano
quotati que' rumori. Nulla so dirle di quel Fridiano Piguuccio poeta luc-
chese. Sarà autore di poco peso, perchè non noto a noi altri. Non ho cor-
rispondenza con alcun lucchese, a cui possa dimandarne conto.
Del signor Bertolani non ho nuova alcuna. Mi continui ella il suo
amore, con sicurezza del mio. E, con tutto l'ossequio, mi rassegno, etc.
Ieri mi giunse qua in villa una copia delle Tavole genealogiche della
Casa Del Carretto. Mi dica ella cosa ne abbia da fare.
4775.
A NICOLA TAGOLI in Reggio.
Spezzano, 10 Settembre 1743.
Archivio Tacoli, Modena.
Sarà ubbidita V. S. illustrissima. La farò associare per la ristampa
de i tre Dizionarj. Le rendo grazie pel passo vigoroso da lei fatto con
cotesto signor Guidetti. S'egli verrà a Modena, non mi vi troverà, perchè.
l'^'ld] A LOBSNZO BIANCHI 44Ul
da alcaai giorni in qua, godo la villeggiatara di Spezzano. Ma egli potrà
abboccarsi con Lorenzo [ Bianchi ] mio nipote, e. in ogni caso, il signor
Mattioli depositario dell'opera riceverà il danaro.
Se, durante questa mia villeggiatura. V. S. illustrissima inviasse a Mo-
dena il quadretto prezioso, ch'ella conserva, mi toglierebbe il contento di
servirla. Però m'immagino, che differirà lo spedirlo. Né monsignore ar-
civescovo di Milano, forse di pi-esente cardinale, potrà ripassar cosi presto
per queste parti.
Quando si x-accolgano altre antichità di Reggio, alloi*a si potrebbe for-
marne un libro, che piacesse a i suoi concittadini.
Sia ella certa, che, giunto il tomo VI delle Antiquitates Jtaticae, le
sarà immediatamente spedito costà. C!oa che. ossequiosamente, mi rassegno.
4776.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Spezzano, 12 Settembre 1743.
Museo Buitanmico, Londra, edita [2S6].
Mi manda un libraio di Venezia rinchiuso Invito e prospetto d' un'opera
ch'egli disegna di ristampare, pregandomi di farla conoscere. Parendo a
me fatica di grande utilità e divertimento, mi sono arrolato: e perchè so
quanto V. R. si diletti di libri buoni ed utili, ho creduto bene di comu-
nicargliene la notizia, con pregarla di rimandarmi poi lo stesso Invito.
Già è uscito alla luce l'ultimo tomo delle mie Iscrizioni. Desiderando buone
nuove di sua salute, e riverendola, con tutto lo spirito, mi confermo.
4777.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano 13 Settembre 1743.
AscHivio BiAscHi, Modena.
Se vi capiterà a tempo questa mia, andate tosto di grazia alla posta
per mettere nel baco le due lettere per Firenze. L'altra poi fatela avere
a 8. Pietro.
Ho ricevute le vostre. Ma dovevate ritenere la copia autentica della
dispensa pel signor Bartolomeo, il quale, mediante la medesima, può far
seguire il matrimonio se vuole. Vi rimando pertanto essa copia colla let-
tera a me diretta, acciocché torni a vedere quello che mi scrivono.
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 383.
4482 LODOVICO ANTONIO MUHATOUI [±'7'4:3-
Riverite il P. cellerario Miari, e ditegli, che, tornando io in città?
cercherò se v"è quel libro, ch'egli desidera. Godo che l'abbiate pagato.
Ricordate al signor dottore il Fregni, e la casa da affittare.
Ho riscosso da chi s'è caricato del censo Agazzotti cinque Luigi.
Salutate vosti'a Madre e la signora Angiola. Mi rallegro, che stiate bene
tutti. Nella scoi'sa domenica mi occorse un incomodo. Ora sto bene, per
la Dio grazia.
4778.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Spezzano, 13 Settembre 1743.
Archivio Soli Mukatoki (It. Bibl. Est.), Modena.
Eminentissimo Principe,
Ebbe la benignità V. E. di confermarmi in un suo graziosissimo foglio
la prossima sua promozione : il che mi vien più di consolazione.
Essendo poi qua giunte ieri le nuove del già pronunziato Fiat, udite
prima in Modena cou plauso, e contentezza universale de' concittadini,
queste diedero il compimento all'inesplicabil mia allegrezza.
Ho benedetto papa Benedetto, ho ammirata la previdenza di Dio che,
quantunque ella non avesse una lunga particolar servitù col regnante
pontefice, pure l'ha condotta in si poco tempo in alto, quando monsignor
Milo finora non v'è potuto giungere. Non so finire di ringraziare Dio per
questo, e massimamente, perchè non mancavano persone, e le conosco, che
non credeano possibile per lei questo volo, e credo che in lor cuore bra-
massero, che non seguisse. Mi congratulo dunque ex tota anima, ex tota
corde, et mente coli' E. V., e mi permetta, che mi congratuli anche meco
stesso per la viva speranza che ella sia per continuarmi quel generoso
patrocinio, che mi ha fatto godere finora con tanta bontà.
Di costà mi viene scritto, che le copie del Paraguai hanno grande
spaccio. Adunque dovrebbe esser giunta la balla, che da tanto tempo fu
spedita da Venezia. Supplico V. E. di farne fare ricerca; e quando sieno
arrivate le sei copie per conto mio, mi raccomando alla sua benignità perchè
sieno legate le destinate a N. S., a lei e agli eminentissimi Valenti, Pas-
sionei, e Monti. Vo pensando se io abbia da scrivei-e ad esso eminentis-
simo Monti, siccome ancora all' eminentissimo Calcagnini. Io son divenuto
alquanto selvatico, e pare, che non mi curi di nuove servitù, dappoiché
ho anche lasciato andare le vecchie.
Ho avuto la disgrazia di non poter inchinare l' eminentissimo Querini
nel suo passaggio per Modena, quando egli mostrava premura di vedermi.
-l'7'431 A DOMENICO BBIOHIKBI OOLOMBI 4483
II trovarmi io a Spezzano, e un accidente occorsomi nella processione di
Fiorano nel dì della natività della santissima Vergine, mi fecero perdere
rincontro dell' E. S. con sommo mio dispiacere. Ne scriverò in breve ad
esso eminentissimo. Ma vedendolo V. E., la supplico di attestargli i sen-
timenti del singoiar mio rammarico per tal contrattempo.
E giunto il principe di Lobkovitz.
Stiamo aspettando se il presente settembre sia per prodarre muta-
zione alcuna negli affari d'Italia. Ma di piìi non soggiungo, perchè mi
immagino V. E. piena in questi giorni di visite, di cerimonie, di pensieri
per la vita nuova che le convien fare. Dio le conceda sanità, ed ogni altra
maggiore felicità. Con che. baciandole la sacra porpora, e rassegnandole
il mio profondo ossequio, mi confermo, di V. E. reverendissima.
4779.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 16 Settembre 1743.
Akcuivio Bianchi, Modena.
Consegnerete a gli ufiziali della posta le due inchiuse per Trento.
Quella per Vienna vi raccomando di darla al sig. segretario del signor
conte amministratore, con riverirlo in mio nome e pregarlo di farla avere
ad esso signor conte, da inviarsi al signor consigliere De Locella. o pure
datela all'usciere come faceste l'altra volta.
Quando non fosse finito il tabacco in corda, che prendeste l'ultima
volta, avrei caro, che ne comperaste una libra. Se poi l'avessero finito e
il nuovo rotolo non fosse di così buona qualità, aspetterò a provvedermene
costì. Con che, caramente saluto voi, e tutti di casa.
4780.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Spezzano, 10 Settembre 174.3.
E. BiBLioTKCA liiccAKOiAKA, Firenze, edita [246].
L'ultimo carissimo foglio di V. S. illustrissima del dì 4 del corrente
mi porta buone nuove di lei e del suo continuato benigno amore verso di
me. per cui la ringrazio. Prima d'ogni altra cosa le debbo significare che
nello stesso ordinario mi ha scritto Giovan Battista Parone libraio di
Trento che vuol ristampare il mio T rattatelto della Giurisprudenza, e mi
4484 LODOVICO ANTONIO MUttATOIlI [1*743-
prega di qualche giunta. Gli rispondo oggi di non averne, ma che se pò-
tesse impetrare da lei quelle annotazioni e giunte che credo aver ella
preparate, la di lui ristampa acquisterebbe maggior credito. Su tale no-
tizia ella rifletterà se fosse in istato di favorirlo, ed, occorrendo, potrebbe
senza perdere tempo scriverne al medesimo, acciocché non incominciasse
l'opera senza di lei. A questa maniera ella risparmierebbe la fatica della
traduzione. E se col tempo volesse poi far la stessa traduzione per comu-
nicare alla Germania quell'argomento, potrebbe farlo.
È giunto il signor principe di Lobkovitz, dopo essere stato ben trat-
tato in Mantova dal signor conte Pallavicino, il quale non s'è mai più
lasciato vedere in Modena. Nella villeggiatura che sto godendo odo ch'esso
signor principe è andato a Torino. Se il signor conte maresciallo Kini-
seggh mi avrà favorito secondo gli amorevoli uffizi di V. S. illustrissima,
me ne accorgerò un qualche giorno. Replico intanto i ringraziamenti alla
di lei bontà. V'eramente questi torbidi tempi son poco propizi alle lettere
e ai librai, e però non mi maraviglio se non si truova chi voglia ristam-
pare le Operette del Lampridio e Valdesio. E assai il tentare. Quando
non riesca, facile sarà l'aver pazienza.
Dicono ricuperata Egra, assediato nelle forme Ingolstadt, e si vuol
anche passato di là dal Reno il serenissimo principe Carlo: ma di que-
st' ultimo meglio è aspettar la conferma. Qui non abbiamo se non ciarle
di movimenti in Savoia degli spagnuoli, co' quali si dà per certa l'unione
di un corpo di franzesi, siccome di sospetti che gli spagnuoli di Rimini
possano pensare alla Toscana. Quel che è cei'to. ninno finora si muove, e,
quando nel settembre corrente non segua qualche tentativo, pare che nul-
l'altro s'abbia a fare; perchè le nevi guasteran tutti i disegni. Ci scotta
intanto l'apparenza che magggiormente sia per accendersi la guerra,
quando noi abbiamo tanto bisogno della pace.
Nulla le dico della promozione seguita, perchè già ne saran perve-
nute le nuove costà. Se più ella ha nuove del signor Gaspari, me le co-
munichi. Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, etc.
4781.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Spezzano, 16 Settembre 174.3.
Biblioteca Queriniana, Brescia, edita [253].
Questa volta son io stato bene sfortunato per trovarmi lungi da Mo-
dena e non aver potuto inchinare l'È. V, nel suo passaggio per colà, il
che mi ha sommamente afilitto. Ricevei le sue grazie per mezzo del signor
-l'7<43] AD ANGELO MABIA QUKRINI 4485
conte Scotti. Susseguenleraenle nel di 7 del corrente sopraggi unsero V altre
portate da' padri domenicani, e perciocché, secondo i miei conti, dovea V. E.
mettersi in viaggio nel dì H, disposi di tornare in città nel di *J. Il primo
interrompimento fu di non aver potuto avere i miei cavalli, per li quali
avea scritto, perchè condotti via dai miei nipoti. Si aggiunse il secondo:
cioè trovandomi io alla solenne processione della natività della B.V., accom-
pagnando con questo sig. marchese [Coccapani] il Venerabile, i Micheletti
ivi di quartiere aveano messi 0 mortaretti in una contrada stretta, per dove
passava la processione, senza che niun di noi se ne avvedesse ; ed appena
passato il Venerabile, diedero fuoco ad essi alla mia dirittura, e tutti in
un tempo scoppiarono. Poteano fare un gran male nel folto popolo che mi
veniva dietro. Io solo ne risentii danno, perchè poco mancò che la fiamma
non mi desse nel volto, e il grande scoppio mi percosse si forte il tim-
pano degli orecchi, che non più sentiva cantare i preti. Così mezzo assor-
dito, e col capo infiammato, tornai qua a Spezzano malconcio, e nel se-
guente lunedi stetti in riguardo. A poco a poco andai ricuperando l'udito,
essendomi solamente restato un mormorio, che non 1" impedisce. Ero io
disposto a venire quando mi sopragginnse l' avviso che V. E. era già
passata: colpo, che mi ha recato un sommo rammarico, massimamente
sapendo la benigna premura sua di vedermi.
Vengo al disegno dell* E. V. per le lettere del cardinale Polo. Non
può abbastanza lodarsi. Son certamente lodevolissime quelle del Barbaro,
«li cui la singolare sua generosità mi ha favorito, e per le quali infinite
grazie le rendo. Saran queste il mio più gustoso trattenimento nella pre-
sente villeggiatura. Ma quelle del Polo van troppo al di sopra, sì per
l'autore, uno dei più insigni personaggi della Chiesa di Dio, e si per gli
argomenti che sono de' più luminosi ed importanti nella storia ecclesiastica.
Quello, che io ho citato, non so ben dirlo se lo prendessi da libro stam-
pato o pur da qualche manoscritto; solamente so, che, quando io mi
trovavo assai giovane nella Biblioteca Ambrosiana, essendomi nato il pen-
siero di trattare degli scrittori modenesi, feci una selva di memorie con-
cernenti quell'argomento, di cui poscia non mi son servito, se non perle
vite del Castelvetro, Sigonio, Tassoni. Allorché tornerò in città, vedrò se
avessi notato, onde pigliassi quel pezzo di lettera, e glielo accennerò. Certo
è che la vidi nell' Ambrosiana: poiché nell'Estense nulla abbiamo di Polo
né di stampato, né di manoscritto. Solamente ci son le vite de' cardinali
cospicui scritte da un vescovo franzese in 4 tomi, fra le quali tengo per
sicuro che v'ha ancor quella del cardinal Polo; e verisimilmente V. E.
avrà esso libro. Ora egli é da sperare che stando ella in Roma e ado-
perando r impareggiabil sua diligenza, troverà cose inedite di qualche
grand' uomo nella Vaticana e nell' altre librerie provvedute di manoscritti,
e potrà poi confutare con facilità l' inglese Brunet. L' impresa è nobilis-
4480 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
sima. e mi rallegro che il suo gran genio l'abbia concepita, pei-chè niun
più di lei può gloriosamente trarla a fine.
Passo a renderle umilissime grazie per le due nuove sue lettere; l'una
delle quali mi ha recato gran piacere colle notizie dei poeti della Grecia.
Nel catalogo dei manoscritti dell' Escuriale vidi mentovati non pochi di
quei compositori d" inni sacri. Neil' altra si contengono molle savie rifles-
sioni intorno al dittico celebre dell" E. V. Le stimo assai più che lantc
conietture fabbiùcate dall' ingegno degli eruditi. Di più probabilmente non
si potrà dire.
Dovrebbero una volta essere pervenute costà copie del mio Tratta-
tello del Paraguai. Una d'esse da gran tempo era destinata per V. E. ed
essendo giunta, la riceverà dall' eminentissimo Tamburini per un lieve at-
testato di quella profonda venerazione, con cui, baciandole la sacra porpora,
mi confermo, etc.
Se V. E. si degnerà di mettermi al bacio de' sacri piedi di N. S.,
sarà questo per me un singoiar favore.
4782.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 18 Settembre 1743.
Archivio Bianchi, Modena.
Troverete inchiusa la lettera desiderata dal signor Ferrari. Dovreste
aver ricevuta nn' altra mia precedente, in cui vi diceva di provvedere
una libbra di tabacco in corda, se ve n' ha di quello, che ultimamente
comperaste. Salutate caramente il signor proposto Soli con dirgli, che ho
ricevuto la sua, e sperar io, che 1" incomodo da lui sofferto al volto, con
iscaricar sempre più il capo, tornerà in maggior suo giovamento. Gli di-
rete ancora, che il signor principe di Lobkovitz disse al signor Cristiani,
che bisognava rivedersi per pensare al mantenimento dell' armata, perchè
qui solo 0 la rugiada del cielo, o i frutti della terra doveano supplire.
Sperano a Torino di rendere inefficaci i tentativi di d. Filippo, il quale
non ha ricevuto che dieci o dodici battaglioni franzesi di soccorso. Tutte
le due feste comincierò a pensare al mio ritorno, per essere costi prima
che termini il mese. Ma avviserò. Salutate tutti di casa.
Direte in oltre al signor proposto, che se i coppi del signor abate
Moggi son buoni, li prenderò, e che li faccia pur condurre.
Scriverò al sig. Franchini : ma probabilmente egli non si metterà pen-
siero delle mie ragioni, quando pure non si potesse far la lite in Vignola.
-l^'^S] A aiROLAMO TARTABOTTl 4487
4783.
A GIAN FRANCESCO SOLI in Modena.
Spezzano, 19 Settembre 174'i
Archivio Soia Musatosi {li. Bibl. E$l,), Modena.
Altra volta han voluto dare alla posta la lettera indirizzata al signor
<iiacomo Gavazzi, né si è voluta.
Non conosco quel signore, e però non la voglio.
Se sapete, che i due tomi, inviati a S. Faustino dal signor conte
Guicciardi, furono portati a S. Agnese, vorrei che in occasione di portar
rinchiusa al signor fattoi'e Tori, gli diceste, che assicuri pure esso signor
conte, ch'io gli ho ricevuti. Sono due tomi in foglio, in lingua francese.
Caramente vi saluto: salutate tutti di casa.
4784.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Spezzano, 19 Settembre 1743.
Archivio Tacoi.i. Modena.
Sarà ubbidita V. S. illustrissima. Ho già notificato a Venezia l'inten-
zione di lei. e del signor conte Crispi per la ristampa de i tre bizionarj :
e a suo tempo saranno amendue serviti. Ho sempre dimenticato di chie-
dere, se costi si sia veduto il mio Trattatello delle missioni del Paraguai
neir America, che tanto è piaciuto a i padri Gesuiti, ed ha grande spaccio,
massimamente in Roma.
Coi sentimenti più vivi del mio ossequio, mi ricordo, etc.
4785.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Venezia.
Spezzano, 19 Settembre 1743.
Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Egt.), edita [113].
Non risposi allo stimatissimo precedente foglio di V. S. illustrissima
intorno alla richiesta del manoscritto del Porcellio, perchè aspettavo io
pure la risposta del signor Argelati, il quale mi assicura ora, eh' es.«50
4488 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [IT'^S-
manoscritto sarà puntualmente rimesso costà alle mani del signor procu-
rator Foscarini.
Ma vegga come quel benedetto uomo imbroglia le faccende.
Mi scrive ora essere tanto cresciuto l'ultimo tomo delle Antiqidtaies
Italicae, che quell' operetta non vi è potuta capire, e però pensa di darla
fuori neir indice generale della Raccolta Rerum Italicarum, che da tanto
tempo egli ha promesso; e mi ricerca se avessi altre cronache da potervi
aggiungei'e.
Io ne ho. Voglia Dio, che mi possa una volta sbrogliare da lui. Ma
ella non dubiti. Tornerà il manoscritto al suo padrone.
Carissimo m" è stato l'avviso, che costi si trovi il signor conte Carli,
cavaliere dotato di si bei pregi, e eh' egli conservi memoi'ia di me. Il rin-
grazi e divotamente il riverisca per parte mia. Le invierò la sua con-
versazione.
Non mi dà nuova V. S, illustrissima delle operette che già pensava
di dare alla luce, sì per Giovanni diacono, come per le giunte al Fonta-
nini. Certamente io le farei un processo, quando lasciasse in ozio il suo
felice talento. Io per me sto godendo da un mese in qua la villeggiatura
lungi dalla città; cercando la quiete dov'è, perchè nelle città non s'odono
che guai, per cagion de' torbidi tempi. Ma, senza libri, nulla posso fare, se
non la vita del poltrone. Pregandola della continuazion del suo amore, con
assicurarla del mio, le rassegno il mio vero ossequio, e mi confermo, etc.
4786.
A GIAN FRANCESCO SOLI in Modena,
Spezzano, 20 Settembre 1743,
Archivio Soli Muratori ( R. Uibl. E»l. ), Modena,
Ho ricevuto colle lettere venute oggi anche la vostra, e mi rallegro
con voi pel buon incamrainamento della vostra orecchia.
Mi scrive Lorenzo, avergli detto il padre d, Eusebio, che il padre
abate di s. Pietro, non ha ricevuto una mia risposta. La mandai con altre
portate dal signor arcidiacono Vecchi, e nella scritta a Lorenzo gli diceva
di comperarmi una libbra di tabacco; e se la comperò prima di questo
giorno, segno è eh' egli ricevè quel mio plico. Se potete, informatevi, se
esso padre abate 1' abbia ricevuta.
Al rovescio di chi ora comanda, il signor maresciallo Traum ha la-
sciate grandi limosino in Carpi, ha donato cento zecchini all' abate Pa-
potti per fitto e risarcimento di sua casa; e voleva anche donargli tutta
la sua cucina, se il suo ministro di casa non 1' avesse impedito.
-1*7 '431 A OEROLAMO TAGLIAZUCCHI 4489
Ringraziate il signor abate Biavardi. Qai abbiam poco buone nuove
della sanità del prelato.
Quando io non vi scriva in contrario, penso che possiate mandarmi
a prendere nel prossimo giovedì. Potrà venir la sedia la mattina, ed io
verrò poi nel dopo pranzo. Caramente saluto voi, e tutti dì casa.
Leggerete l' incbiusa al signor Soliani, o tenetela, acciocché io possa
1 ispondere.
Mi scrisse il signor d. Ignazio, che gli procurassi dal signor d. Ma-
latesta le scritture di sua Casa. Ecco ciò. ch'egli mi risponde. Mandate
essa risposta a Vignola. e riveritelo in mio nome.
Dicono, essere nevicato anche al Cimone, e che la neve arrivò sino
a .'^estola. ma sparve fra poco.
4787.
ALLO STESSO in Modena.
Spezzano, 22 Settembre 1743.
Archivio Sol,i, Mckatoki (K. llibl. EsL), Modena.
Quando vogliate venir voi in persona, sarete il ben venuto. Il punto
sta, che questo tempo inquieto non imbrogli le scritture.
Se piovesse, la via della stradella ho paura che fosse cattiva. Se il
giovedì non si potesse. conveiTà aspettare un altro di. Meglio sarebbe
che partiste di buon'ora, acciocché i cavalli godessero qui più ore di
riposo.
La messa la potreste poi dire qui all'oratorio di san fiocco, che è
sulla strada, lasciando venire i cavalli al palazzo.
Non mi avete mai scritto, se sia venuta la paglia; quando no. scri-
vetene subito al signor Anùvabene, per intendere le sue risoluzioni.
Con che, caramente vi saluto tutti.
Potrete riscuotere i paoli 27 dal signor abate Biavardi, risparmiati
dall'abate Saltini per la dispensa, e li restituirete al signor Bartolomeo.
4788.
A GEROLAMO TAGLIAZUCCHI in Torino.
Spezzano, 22 Settembre 1743.
B. AsCHirio DI Stato, Torino.
Venga il sig. duca di s. Elisabetta: il vedrò ben volentieri. Se arri-
veranno Harmora Taurinensia, leggerò con piacere, e ne porterò i rin-
4490 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
graziamenti agli autori. Intanto, prego voi di protestarmi ad essi per molto
tenuto alla lor gentilezza, che mi vuole far godere il frutto delle erudite
lor fatiche. Ma che fanno le vostre? Ci deste speranza di cose nuove e
nulla più ne parlate. E poi ci resta da sapere quando arriverà il di della
vostra giubilazione, per cui speriamo di rivedervi nella patria; se pur non
v'incresce di cambiare i palagi in tugurj. In Roma si va credendo, che
la porpora sia riserbata pel sig. marchese D'Ormea. Ne è degno. Io lo
desidero forte.
Sempre m' è caro d'intendere che il sig. primo presidente si ricordi
di me. In prima occasione ancor voi ratificategli il mio costantissimo os-
sequio. Con che, caramente, vi abbraccio.
Al sig. abate Pasini i miei rispetti.
4789.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 26 Settembre 174.3.
Aucmvio TACor-i, Modena.
Mi son restituito alla città; ma senza sapere, se tornerò alla villeg-
giatura di Fiorano, o di Spezzano. Certo è che mi fermerò qui per tutto
il di 6 del prossimo ottobre. Però, se V. S. illustrissima manderà il qua-
dretto consaputo, e si troverà in città il sig. Consetti, soddisfarò alle di
lei premure, con ricercarne il di lui giudizio. Il punto sta a rimetterlo di
nuovo alle di lei mani. Ho scritto a Venezia per lei, e pel signor conte
Crispi. E, bramando sempre di poterle comprovar coli' opere il mio vero
ossequio, mi confermo.
4790.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 27 Settembre 174!?.
Archivio Soli Muratori {li. Bihì. Est,), Modena.
Si è compiaciuta l' E. V. co' due suoi beniguissimi fogli di accrescere
la mia consolazione, con farmi conoscere, che il suo generoso cuore verso
di me non si scemerà punto per l'altezza del nuovo suo grado: del che
le rendo infinite grazie.
Quanto al sig. abate suo fratello, se non sapessi fin dove arriva la
delicatezza della di lei co.scienza, mi sarei mai-a vigliato della sua richiesta.
-1*7-43] A FORTUNATO TAMBURINI 44'Jl
Non solamente V. E. paò, ma deve aiutarlo. Già l'ha deciso l'apo-
stolo si qiiis sitorwn. et ìno-vime doinesticorum, etc. Se egli abitasse con lei,
non avrebbe ella da mantenerlo? Non occorre dir di più perchè la cosa è
chiara, né alcuno può metterla in dubbio. Il punto sta nella moderazione.
Cioè provvederlo di vitto, e vestito convenevole ad un par suo, e man-
tenergli anche un servitore. Per quel che riguarda il chiamarlo costà, o
pure il lasciarlo lontano, tal risoluzione dipende dalla di lei prudenza, ohe
può aver de i riflessi, de' quali io non sia capace.
Da che seppi dal sig. segretario Giacobazzi. con cui fui a pranzare
una mattina in Sassuolo, la generosità usala con V. E. dall' eminentissimo
Querini. ammirai il suo spirito, e il ripiego di guadagnar lei dopo aver
dimostrata sì gran premura pel reverendissimo Benaglia, che egli lodò, e
raccomandò a N. S. fino in una sua epistola stampata. La di cui libera-
lità merita ben la gratitudine, e di questa virtù ella è certamente dotata.
Gran discorrere, che facemmo, esso, signor segretario, et io della di lei
eminentissima persona, e del contegno, ch'ella ha da tenere di qui innanzi,
e di qualche cosa che sarebbe stato bene il fare, e che non s'è fatta. Può
immaginarsi, che amendue siam troppo interessati nella sua gloria, e fe-
licità. Questa mattina ancora ne abbiam riparlato in Modena, dove ci siam
trovati. Scrissi all' eminentissimo Querini, e dovrebbe aver ricevuta la mia
lettera.
Col sig. fattore Tori mi rallegrai per l' onore compartito da V. E. al
sig. abate suo figlio. Amendue la supplichiamo di dargli agio da poter
studiare, e di somministrargliene anche le occasioni, e gli argomenti, perchè
ha talento, e sembra anche aver voglia di procedere nella sacra erudizione.
Quando io pur credeva giunte le copie del Paraguai, son rimasto
confuso udendo, che nulla s'è veduto. Ohi trascuratezza inaudita di quel
benedetto libraio ! E pur qualche settimana fa mi scrisse, che doveano a
momenti giungere costà. Voglia Dio. che non abbia più ad adirarmi per si
stravagante dilazione.
Ho letta l'allocuzione di N. S. ; ohi con che piacerei La stimo un
capo d'opera. Fa grande onore a monsignor Pallavicino, ma più al Pon-
tefice, che magnanimamente ghi ha dato un premio maggiore del cappello
ed ha anche toccato con franchezza, chi. senza merito, cerca quello, che
l'altro ha fuggito. Viva, viva un si degno papa, e mi rallegro che abbiat-e
acquistato nel sacro collegio un Generale di armata, il quale, occorrendo,
rinoverà le memorie de' cardinali Albornoz, Porteguerra. etc.
Anche da altri ho inteso, che grande sia il di lui merito.
Dal nostro sempre riverito monsignor Livizzani ho lettera. Non gli
rispondo per ora. Lo farò, allorché sarà risoluta una supplica del popolo
di Spezzano. Quanto egli mi scrive l'ho fatto sapere a monsignor nostro
vescovo, del quale (sia detto in confidenza) la sanità non è molto felice,
4492 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7*43-
di modo che molti temono che nou s'abbia a stendere a molti anni il suo
governo. Con che, baciandole la sacra porpora, co' più vivi sentimenti del
mio profondo ossequio, mi rassegno, di V. E.
4791.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena ( S. Agnese ), .30 Settembre 1743.
BiBbioTBCA Comunale, Piacenza.
Non so mai se codest'aria di grandezza sia quella che unicamente
riesca perniciosa alla sanità di V. S. reverendissima. Ma giacche odo che
la cura dell' absesso patito va bene, voglio sperare che ne rimarrà meglio
stabilita essa sanità coli' aver cacciati gli umori cattivi. Ma, intanto, ella
è rimasta senza il contento d'essere spettatrice del tripudio di Roma, e
delle belle solennità per la già seguita promozione. Oh quanto mi ha toc-
cato il cuore la buona sorte dell' eminentissimo Tamburini. Ho letto con
tutto piacere l'allocuzione di N. S. contenente quel bell'elogio di monsi-
gnor Pallavicino che vai più della porpora. Saporita : ho anche trovata la
nuova del raro salto [fatto] da monsignore Enriquez mio buon padrone. Pa-
zienza, se non ne è tenuto a i benigni influssi dell' eminentissimo Acquaviva.
Oltre a i pubblici avvisi, molte lettere particolari ci davano ne' giorni
addietro per vicina a segnarsi 1' adesione del re di Sardegna alla Spagna,
quando eccoti arrivare da Torino a questi l' avviso che nel di 15 del
corrente alle ore 13 fu sottoscritta la lega stabile fra il re inglese e la
regina d'Ungheria, ed esso re di Sardegna, senza sapersene finora con-
dizione alcuna, sicché ella conoscerà svanite tutte le speranze e le conse-
guenze di chi si figui'ava, come certo, il contrario. Lasciamo fare a Dio,
in cui mano sono le sorti nostre. Quando niun' altra potenza entrasse in
ballo, si figurano gli spagnolisti che la Francia stancherà gli alleati. Né
occorre che le parli de' tentativi finora inutili e dannosi di passare in
Alsazia. Se poi la regina possa mantener lungo tempo la sua armata, mi
rimetto a chi intende più di me.
Colla nuova della lega suddetta, venne anche da Versaglia l'ordine
all'ambasciata di Francia di partirsi da Torino. Credevasi che gli spa-
gnuoli della Sardegna andrebbono verso Nizza, per tentarne la conquista.
Si è detto ( non so se sia con fondamento ) che gì' inglesi sieno entrati in
Ventimiglia de' genovesi. S'è detta una solle vazion nella Giammaica; ma
le nuove de' paesi lontani patiscono troppe eccezioni.
Era incamminato il sig. maresciallo Traum a Padova per consultar
quo' medici. Gli sopragiunse un corriere, che il duca d' Aremberg non possa
-IT* 43] V LORENZO BIANCHI 4493
gaarire della sua ferita. Di molte limosine ha lasciato in Carpi qael bon
maresciallo. Ha nache doaxlo cento ungheri all' ab. Pappotli per pagargli
il fitto della casa. Dal successore non aspettiamo di questi miracoli.
Sento che il p. Luca ha formato scrittura centra del Valdesio, e cerca
di stamparla. Aspetto io buone nuove della salute di V. S. reverendissima,
e se il sig, marchese d'Ormea sia tra i riservati in petto, come certo mi
vien supposto il vescovo di Ratisbona, cioè il primo tra i riservati. Abbiam
qui da molti giorni monsignor vicario fratello del sig. conte amministra-
tore [Cristiani]. Venuto da Spezzano, fui a riverirli amendue. Con tutto
l'ossequio, mi ricordo, di V. S. reverendissima.
4792.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena (S. Agnese), 30 Settembre 174.3.
Akciiivio Tacoli, Modeua.
M'è giunto il quadretto inviatomi dalla V. S. illustrissima. Perchè
vengo nel mezzo dì alla mia villetta, non ho potuto chiarirmi, se il signor
Consetti sia in città. Ne cercherò conto domani. Ella si assicuri di tutta
la mia intenzione in servirla. Ma voglia Dio, che intanto non passi l'emi-
nentissimo arcivescovo di Milano. Purché si truovi il pittore, la sbri-
gheremo.
Il sig. Guidetti non dovette venire a Modeua, o pur non si lasciò
vedere da mio nipote. Rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
4793.
A LORENZO BIANCHI in Bologna.
Modena (S. Agnese), 1 Ottobre 1743.
Archivio Bianchi, Modena.
Voi vi godete così il bel tempo, e le grazie della signorina Vanotti.
alla quale porterete i miei ringraziamenti e rispetti, ma non sai-à se non
bene, che vi affrettiate di tornare, perchè i signori veneziani credono sempre
che la peste, invece di cessare, si vada dilatando: e però qui è corsa voce,
che si pensi a bandire affatto il bolognese. Credo, che la minaccia svanirà:
ma. a buon conto, passata la festa di S. Petronio, sarà ben che vegniate.
C'è qui la bella edizione di Verona in quarto della Filosofìa Morale.
Si vende dieci paoli.
4494 LODOVICO ANTONIO MUUATOUI [1*7-4:3-
Nulla s'è veduto del dottore Bertelli, e in fine Dio sa cosa sarà di
questo nostro amico, il quale ha tanti debiti, e ogni di se ne va scoprendo
de i novi. Egli cercava danari a frutto: ma Dio sa se ne troverà.
Vostra madre sta bene e vi saluta. Cosi fan gli altri di casa. Qui
faremo i conti dello speso da voi per me. Caramente vi saluto.
lersera mi venne detto, cLe giovedì si bandirà Bologna, e si darà
tempo sino a sabbato a i nostri per ritornare.
4794.
A DOMENICO VECCHI* in Sangimignano.
Modena (S. Aynese), 2 Ottobre 1743.
Udita [225J.
111."» Sig.' Mio e Proli Col.""*
Con piacere ho letto tutto quel che appartiene a cotesta uobil colle-
giata, a i cui pregi si aggiugne quello di una non mediocre antichità. Però
ringrazio la bontà di V. S. illustrissima, che mi ha fatto partecipe di tali
notizie, rallegrandomi ancora con cotesta sua patria per l'onore, che ad
essa ne vieue. S'io, allorché fui in Toscana, avessi creduto, che costi ancora
si trovassero memorie antiche, ne avrei profittato. Ora non saprei come va-
lermene. Pregandola di riverire in mio nome il sig. Rossi, con tutto lo
spirito, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4795.
A GIAN FRANCESCO SOLI in Modena (S. Agnese).
Fiorano, 11 Ottobre 1743.
Abchitio Soli Mdbatoki {li. liibl. Est), Modena.
Letta che avrete rinchiusa, e subito che potrete, vi prego di portarvi
alla visita della signora Bolza, con riverirla da parte mia, addurre le mie
scuse e offerirvi in quello che poteste.
Aspettiamo anche un poco a chiarire, se sieno ciai-le o verità le mi-
naccio del prussiano; quand'anche fossero vere, a noi nulla gioveranno.
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), n.° 1 da Sangimi-
gnano, 1743.
-IT'-iSl A NICOLA TACOLI 1495
Se questo tempo non si quieta, sarà poco gustoso il trovarsi impri-
gionato qui. benché in cas.-i ;:;rande. e con buona compagnia. Peggio starà
S. Agnese. I miei saluti a tutti.
4796.
A JACOPO BRUKERO * in Augusta.
Mutinae, IV Idus Óctobr. MDCCXLIII.
BiBLiontCA lMPKitiAi.K, Vienna.
Per Clementissimum Lamium redditae mihi sunt Literatorum virorutn
ritae a te conscriptae, atque in tam illustri choro locum mihi quoque
munificentià tua datura reperi. Et miratus primo sum eximiam Haidii pe-
ritiam, qui meam in aere aliorumque imaginem tanta artis dexteritate
sculpsit, ut veram vnltus formam, et sericeas vestes. et illarum paene co-
lorem unuaquisque percipere possit. Sed, quod praecipue mihi oblecta-
tionem creavit, tui stili elegantia fuit. et studium ut. quos tuo calamo illu-
strandos selegisti. nostris futurisque temporibus non mediocri laude dignos
exhiberes. Ad hujusmodi honoris culmen nullum mihi sane jus erat: Be-
nevolentia tua, eaque sponte nata, me ad tantam lucem evexit. et incom-
parabilis humanitas tua, quod in me desidei^abatur. adjecit. Sed ncque tibi
sat fuit, uomini meo triumphalia haec ornamenta largiri : me etiam pretioso
libro tuo donatum voluisti. Propterea quantis me obstrinxeris beneficiis,
probe intelligo; verum quei haec debita exsolvere aliquando possim. non
video. Innumeras interea gratias beneficeutiae tuae agens, rescire cupio, an
quisquam tibi sit amicorum Venetiis, cui tradi possit Italicorum ìneorum
Annalium exemplar ad te deferendum; spem enim mihi facit Bibliopola,
sex eorum tomos in 4." propediem prodituros. Erit tibi hoc. quamquam
leve, grati animi mei pignus. Ceterum, postquam prò tua humanitate amare
me coepisti, perge. quaeso. egregie vir, certumque habeto, nunquam meo
erga te amori finem futurum. Vale.
4797.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Fiorano, 15 Ottobre 1743.
Akchivio Tacoli, Modena.
Lasciai in Modena incartato come prima il quadretto di V. S. illu-
strissima, con ordine a' miei nipoti di consegnarlo a chi portasse lettera
* Responsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n." 8 da Augusta, l744-'48.
4490 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'743-
di lei. Essi ogni mattina, se il tempo non è rotto, sono in città: però,
potrà ella inviare a prenderlo, quando vorrà. Anch'io penso di restituirmi
a Modena nel prossimo lunedi.
Si stampano veramente in Venezia i miei Annali d'Italia dal prin-
cipio dell'era nostra sino al 1500. Ne saran presto stampati G tomi in
4." grande, e probabilmente si daran fuori. Ne resteran due altri. Ella
sarà ubbidita.
Giacché qui si è bandito lo stato ecclesiastico, o non verrà il cardi-
nale arcivescovo di Milano, o farà, a mio credere, il viaggio di Toscana
e Pontreraoli. Grande imbroglio che è questo, andandosi tuttavia colle
carra de' poveri villani nostri sino a Bologna. Ossequiosamente, mi ras-
segno, etc.
4798.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Fiorano, 17 Ottobre 174.3.
Archivio Bianchi, Modena.
Mi rallegro del vostro buon ritorno. Non occorre ch'io scriva al dot-
tore Bertelli. Pensando io di venire nel prossimo lunedi, sarà meglio, che
gli parli io stesso in persona.
Dirò a questo gignor arciprete quanto mi avete scritto. Portando alla
posta le annes.se lettere, dite che desidero inviata, per la posta del papa
la indirizzata al signor cardinale Tamburini. Caramente, intanto, saluto
voi, e tutti di casa, rallegrandomi, che abbiate trovata vostra madj-e in
buono stato.
4799.
A GUIDO BENTI VOGLIO D'ARAGONA in Ferrara.
Fiorano, 17 Ottobre 1743.
Raccolta Ebbraioli, Roma.
Ai favori compartitimi da V. E., con parlare a cotesto sig. vicario di
s. Agnese, rispondo io coi dovuti ringraziamenti; e giacché la di lei be-
nignità si degna di continuar le sue ispezioni sopra le differenze insorte
con lui, la supplico di fargli sapere, che ho di nuovo veduta la lista delle
sue pretensioni, aver io altra volta lodato, e lodar tuttavia il suo zelo, e
studio per ornare e nobilitar la chiesa, ma ci'eder io di non esser tenuto
se non alle spese necessarie, o che, se non sono necessarie, pure preven-
tivamente accordate da me, o, per me, da cotesto sig. commissario Conta-
IT^lS] a FILIPPO GAHRRIin 1497
relli. Egli ha. per esempio, comperato an' ancona. Se con assenso d'esso
sìg. commissario, cammina; se no, io non so perchè voglia addossare questo
debito a me. Ha fatto indorare il baldacchino con ispesa di scudi 7,20,
senza mia saputa; a questo non istimo tenuta la mia borsa. Ha fatto
scabelli, predelle, etc. con ispesa di scudi 11,54, e spalliere per scudi 3,50.
Perchè mai debbo pagar io? Non credo d'esser già diventato suo fat-
tore, e verisimilmente egli non crederà, che le rendite del priorato si ab-
biano a spendere tutte ad arbitrio suo, e nulla abbia da restare a me.
Egli sa. che non ho speso poco per essa chiesa, e pel risarcimento delle
case, essendo tenue per altro 1* entrata di cotesto benefizio. Et anni ci
sono stati, che v'ho impiegato tutto. Non so se m'inganni; gli altri vicari
di coteste chiese non muovono simili pretensioni verso i loro principali.
Ora in ordine al rivedere i conti, e fissare il saldo, scrivo al signor
commissario suddetto, pregandolo di trovar temperamento, acciocché sia
eseguito. Le sue partite non le metto in dubbio; solamente pretendo di
lasciar a Ini il merito e il peso di quelle, che si son fatte senza consenso
mio. o di chi mi favorisce costi, né erano assolutamente necessarie. E
quando queste, per avventura, andassero in isconto di quelle, eh' io gli ac-
cordai per le suppellettili della chiesa, ninna ditficultà vi sarebbe ad ap-
provar quanto egli ha speso. Restandovi altro, che tocchi a me, lo pa-
gherò, subito che si tireranno entrate. In questi termini, i quali spero,
che saran trovati giusti dall' E. V., noi ci accorderemo presto.
Quanto sia per la congrua, questa gli sarà pagata a' debiti tempi, e
in buone valute, nella maniera che il sig. commissario gli ha già fatto
sapere, senza forse essersene egli prevaluto finora.
Confido io, intanto, nella generosa mediazione di V. E., alla quale fo
riverenza: e. ansioso sempre dell'onore de' suoi comandamenti, mi rassegno,
col maggiore ossequio.
4800.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Fiorano, 17 Ottobre 1743.
Messo BsiTAiMico, Londra, edita [255].
È stata associata V. R. insieme col sig. priore Guglielmi, che ebbe la
bontà di scrivermi alla stampa veneta dei tre Dizionarii, ed ho avvisato
colà, che consegnino di mano in mano i tomi al sig. Poletti ' [ Andrea ] per
amendue. Spero che la traduzione abbia a riuscir bene, perchè un amico
mi avvisa, che vi faticano intorno molte persone atte a far buon lavoro
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), a." 1 da Venezia, 1742.
BpUtolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoU X. 234.
44U8 LODOVICO ANTONIO MUU ATOUT [ 1*7 -43-
Gx'an cosa che quel benedetto sig. Mariani non la finisca mai di scrivere
e gloriarsi. Credo che, anche dopo morte, vorrà parlare e chiamarsi vin-
citore. A buon conto, i più intendenti sono per V. R. Se a me venisse mai
il taglio, certamente non mancherei di citare in giudizio la sua baldanza.
Mi son forte rallegrato del bel salto fatto da monsignor Enriquez, dignis-
simo di tutto. Ma io il conto perduto per me; e verisimilmenfe né ella né
io il rivedremo più in Italia : giacché io nel prossimo di 21 entrerò nel-
r anno 72, e V. R. mi scrive d' esser passata più oltre. Sia fatto il vo-
lere di Dio. Io mi vo augurando di poter fare V ultimo passo con total
rassegnazione alla legge di chi ci ha messi al mondo. Poiché per aiuto
della sua misericordia, questa non la perderò mai di vista ed é sempre
la mia consolazione. Con augurarle prospera sanità e lunga vita, e a me
il sussidio delle sue orazioni, le rassegno il mio ossequio, e mi confermo.
4801.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Fiorano, 17 Ottobre 1743.
Ahcuivio dklla CoNGKBGAzioNK i>i Cakità, Correggio, edita [272].
Cotesto sig. vicario di s. Agnese altro non ha fatto, che replicare al
sig. marchese Bentivoglio le pretensioni e doglianze, che prima aveva fatto
con me. Mi ha 1* E. S., inviata la lista delle spese fatte da esso vicario,
già da me dianzi veduta. Le di lui pretensioni ascendono a scudi 50,42.
Il resto ascendente ad altri scudi 98, dice di non pretenderlo. Prego
V. S. illustrissima di leggere V inclusa risposta, e di farla poi pervenire
alle mani d' esso signor marchese.
Caso che io abbia a deputar persona, che faccia il saldo al vicario,
non ho costi se non il sig. canonico Scalabrini. Mi dica se posso valer-
mene. 0 pur ella mi suggerisca chi voglia avere la bontà di favorirmi.
Serva la presente mia per ratificarle il mio ossequio, e ricordarmi più
che mai...
4802.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Fiorano, 17 Ottobre 1743.
Akchivio Soli Muuatoki {R, Bibl. Est.), Modena.
Alquanto ho tardato a rispondere al benignissimo foglio di V. E.,
perchè io pur desiderava di dirle qualche cosa intorno all'amorevol do-
-l'T'-ÉSl A FORTUNATO TAMBURINI 4499
glianza. ohe ella mi ha ooofìdato per non aver veduto iìn qai congratu-
lazione alcuna della nostra città. Intorno a che ho da significarle, che
sommo ed universale fu il giubilo di tutti i modenesi per la di lei promo-
zione, ma essere in questi tempi si alterata da i guai, e sfasciata essa città,
che ogni cosa va alla peggio. Siamo senza il principe, un cni solo cenno
sarebbe bastato in altri tempi. Io mi trovava e tuttavia mi truovo a vil-
leggiare in Fiorano. Il signor segretario Giacobazzi era a Sassuolo. Il
priore della città anch' egli continua a stare in villa.
Ora, appena ricevuto il grazioso foglio dell'eccellenza vostra, lo spedii
immediatamente al suddetto signor segretario, il quale mi risponde d'aver
prima d'ora parlato di questo affare. Essergli stato risposto, che l'ultimo
cardinale non nato principe fu il Càmpori, e che con esso lui compii
la città, nell'atto di fargli un regalo: ma che tutto precedette la parte-
cipazione fattane dal cardinale.
M'immagino io, che la memoria di questo regalo dovesse imbrogliare
i conti de* conservatori in congiuntura di tante angustie, trovandosi bene
spesso esausti i magistrati per le troppe gravezze e spese, ed essendo con-
venuto anche ultimamente accrescere il prezzo del sale. Si aggiunge che
ora la città dipende dal volere di padroni stranieri, a' quali poco impor-
tano le nostre convenienze. Ma Dio buono 1 si poteva almeno scrivere, e
questo non si è fatto.
Soggiunge il signor segretario, che non rallenterà le sue premure, e
farà cercare altri esempi, dovendo V. E. assicurarsi di tutto il suo impegno
per lo decoro, e vantaggio di lei, di cui sarà sempre acerrimo difensore.
Aspetta egli il priore, e farà quanto si può, benché ora non si
possa molto.
Al signor fattore Tori ho fatto sapere la benigna propensione dell' E. V.
a favorire il signor abate suo figlio. M'impone di ringraziarla umilmente,
e di rassegnarle il suo distintissimo ossequio.
Somma intanto è stata la mia allegrezza all'intendere come N. S.
l'abbia ben provveduta d'assegni, e aggregata alle più splendide ed im-
portanti congregazioni. Non andrà molto, che si sgraverà da i debiti. Le
grazie di N. S. non poteano essere più compiute. Se V. E. non può in
questi pochi giorni di villeggiatura accostarsi al trono, fra poco sarà sod-
disfatta, e una volta almeno per settimana compai'irà davanti a si gran
benefattore. Conto io per non piccolo vantaggio il dover monsignor Liviz-
zaui servire anche in cari'ozza la S. S., ed auguro anche a lui ogni mag-
gior felicità. Ma non ini par questa assai vicina.
Da che cominciarono i nostri guai, e per tutto il verno ancora, mi
trovai sì svogliato, che a nulla mi parea d'essere atto. Nientedimeno, in
questo tempo ho composta un'operetta, ma più sgraziatamente del solito,
che porterà per titolo. Della regolata divozion de cristiani.
4500 LODOVICO ANTONIO MURATOUI [l'7-^3"
Oh ! avrei pur bisogno che V. E. tanto oggidì aggravata per tante
congregazioni, potesse trovar qualche ritaglio di tempo per darle un'oc-
chiata, e sapermi poi dire, se ho da metterla in un cantone, o pur farne
qualche altro uso. Mi prendo l'ardire di supplicarla di questa grazia, se
pure è possibile, perchè una sola sua parola mi servirà di norma. M'im-
magino, che potrei mandarla per la posta, o all'È. V., o a monsignor
Livizzani.
Dall'eminentissimo Monti ho ricevuto benignissima l'isposta. Sostenuta
e asciuttissima è stata quella dell' eminentissimo Calcagnini. Non fece rifles-
sione, che io aveva parlato poco bene dei Legisti.
E qui, baciandole la sacx'a porpora, e rassegnandole il mio profondo
ossequio, mi confermo, di V. E.
4803.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Fiorano, 21 Ottobre 1743.
Biblioteca Comunalb, Fiaceuza.
Mi truova tuttavia in villa lo stimatissimo foglio di V. S. reveren-
dissima. Ma in questo medesimo giorno penso di restituirmi alla città.
Sperava io d'udir lei pienamente rimessa in salute. Veggo che vi resta
ancora qualche ondeggiamento, ma non tornerà a venire la calma, e questa
gliel'augui'o di tutto cuore. A si fatte pensioni è soggetto chi si va avan-
zando negli anni, e a me par molto, benché abbia tanto più d' anni, che
lei, il trovarmi in un tollerabile stato di sanità. E pure oggi entro nel-
r anno 72 di mia età, giorno agli altri di allegria, a me di malinconia per
vari riguardi.
Qui Siam senza nuove. Ancorché si creda che, nel conflitto succeduto
all'Alpi, sia stata quasi uguale la perdita, pure pareva qui disposizione
a solennizzar col cannone la vittoria. Né senza ragione, perché infine i
gallispani sono stati respinti, e si son ridotti a' quartieri, verisimilmente
ancora per la neve caduta.
Per quel ch'io so, un pezzo del piacentino é stato ceduto al re di Sar-
degna, ma non so in che consista. Mi dicono anche la contea d'Anghiera
sul Lago Maggiore, dove sono le isole Borromeo, e molti feudi di quella
casa. A poco a poco si pelerà tutto il carciotìb.
Con tutte le voglie del sig. principe Carlo di passare il Reno, non
s'ode che l'abbia passato, e probabilmente non vi penserà più, da che il
maresciallo di Novaglies si é ritirato in Alsazia. Tempo è di cercar quar-
tieri. Da Vienna si lusingano d'aver quietate le minaccie del prussiano
ed il sig. principe di Lobkovitz pareva disposto ad inoltrarsi sul Faentino.
-IT-^S] AD ALESSANDRO AHRIVABENB 4501
Dalla Germania si aspettano nnovi rinforzi. Peggio per noi. Qui grandi
strida per le nostre carra che a centinaia debbono andar fino a Bologna,
e questo flagello ha da durare anche nel verno. Si fa conto che a' bolo-
gnesi costi il loro peso più di cento mila scudi romani per mese.
Sicché noi ne' guai, e voi altri signori '\n gaudeamus, per tanti movi-
menti di cotesta prelatura.
Mi rallegro all'udire la baona sanità e le buone gambe di N. S. Al-
trettanto desiderando a lei, con tutto l'ossequio, mi ricordo, di V. S. re-
verendissima.
Tornato in città truovo ordinato dal re che si solennizzi in un de-
terminato giorno la vittoria riportata, avendo l'armi sue respinti i nemici
con gravi perdite (si dice di tremila), acquisto di cannoni e di molto ba-
gaglio. Questo si dice preso da i Barbetti. che per varie strade colsero
la condotta de' muli che seguitavano l'armata. Questi signori van dicendo
fatta la cession di Piacenza. Credo più fondato quanto io le scrissi in
altra mia. Intanto l'armata austriaca è in parte giunta sino a Faenza, e
mi si dà per cosa sicura che gli spagnuoli si ritirarono a Foligno. Si fa
conto che il principe di Lobkovitz abbia seimila cavalli e 15 mila fanti.
4804.
AD ALESSANDRO ARRIVABENE* in Correggio.
Modena, 22 Ottobre 1743.
B. Akchitio di Stato, Modena.
Quanto mi sono rallegrato all'udire che V. S. illustrissima ha in
pronto le due carra di paglia, altrettanto ben di rammarico provo io al
veder questo tempo rotto, e all'immaginare le difficoltà che occorreranno
per la condotta, a cagion delle strade, le quali non è più da sperare che
si rimettano in buon stato. Voglia Dio, ch'ella sappia trovar modo d'in-
viarla; poiché, quanto alla spesa della condotta, desidero che la di lei
bontà non si prenda altra briga , perchè la pagherò volentieri, sebben
questa sarebbe stata minore se prima d'ora avesse potuto inviarla. Starò
dunque attendendo le grazie sue, quando potrà inviarla, insieme colla nota
del prezzo d'essa paglia, e quanto si abbia a pagare a chi la condurrà.
A nome ancora di mio nipote, ossequiosamente, mi rassegno.
* Responsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est. ), n." 1 da Correggio, 1742.
4502 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?-43'
4805.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 22 Ottobre 17134.
Biblioteca Quehikiana, Brescia, edita [253],
Terminò ieri sera la mia villeggiatura: ed, appena arrivato in città,
ritrovai il grazioso foglio di V. E. Può ella credere che una delle mag-
giori mie consolazioni è il vedermi ancor vivo nella mente del benignis-
simo nostro pontefice. Ho con indicibil giubilo ed ossequio accolta l'apo-
stolica sua benedizione, e rendo infinite grazie al buon pastore, che stende
i suoi sguardi anche a quest'ultima delle sue pecorelle. Somme ancora le
professo all'È. V. che mi ha impetrato si benigni favori. Non v'ha chi
non riconosca strano il bando qui fatto dallo Stato ecclesiastico, quando
tutto di va e vien gente dall'armata austriaca che si fa giunta a Faenza.
Ma così ha voluto il re di Sardegna, credesi per aderire alle premure
dei signori veneziani.
Son volato ad intendere da uno di questi primi ministri che agevo-
lezze si possa sperare. Mi ha detto che almeno dieci giorni le converrà
fare questa penitenza e che si farà il possibile per servirla. Subito che
potrò parlare al sig. conte amministratore Cristiani, da cui tutto dipende,
potrò meglio accertare questo punto. Egli tuttavia soggiorna lungi dalla
città; ora dirottamente piove e le strade sono peggiorate. Intanto V. E,
si degni di avvisarmi se abbia cavalli propri, o pure se venga, come vo
credendo, con quei delle poste, perchè converrà pensare al ripiego e a
luogo decente per la contumacia. Eccomi tutto pronto ad eseguire i suoi
cenni. Altra strada non credo che si possa prendere che questa, quando
ella non sapesse che fosse libero il passo per la Toscana. Ma anche cosi,
vi sarebbono troppi guai di strade per ischivare il Bolognese.
Sommamente ho goduto alla scoperta fatta da V. E. dell'Apologia del
cardinale Polo, essendo quello uno dei più rilevanti pezzi della sua vita.
Non so se ne faccia menzione l'autor franzese della vita di quel grande
uomo. Me ne chiarirò in breve. Un tesoro ancora si deve stimare la copia
di lettere scoperte; ed oh! quanto mi son rallegrato all'udire che ve n'ha
anche dei nostri cardinali modenesi. Una non se ne troverebbe in questa
città. Continui dunque V. E. la caccia, perchè quest' opera le ridonderà in
singolare onore, e ne verrà molta luce alla storia ecclesiastica, e gloria
alla Chiesa cattolica.
Mi scrisse l'eminentissimo Tamburini, con sentimenti della più affet-
tuosa gratitudine, le grazie compartitegli dalla di lei munificenza. In somma
-l'?'^3] AD ANOEIiO MAttlA QUKRIMI 4503
conviene augurare a V. E. ricchezze grandi, perchè sa dispensarle ad altri
con more generoso al maggior segno e tutto con raro giudizio. Col bacio
della sacra porpora, ossequiosamente, mi rassegno.
4806.
A SAVERIO GUICCIARDI in Roma.
Modena, 24 Ottobre 1743.
AaCHivio GuicciAKDi. Modena.
E finita la mia villeggiatura: terminata la lettura gustosa del Dizio-
iiario eeoìiomico : desidero io di sapere da V. S. illustrissima, s'ella, per
avventura, fosse per capitare a Modena entro i due prossimi mesi; perchè
in tal caso, quest'opera sarebbe consegnata al padrone, che se la riporte-
rebbe a Reggio. Quando no, starò io in pratica per trovare occasione op-
portuna da rimetterla costà. Intanto, vengono avanti i miei più di voti rin-
graziamenti, per avermi ella fatto godere un si nobile ed utile divertimento.
Ansioso anch'io dell'onore de' suoi comandamenti, con tutto l'ossequio, mi
confermo, di V. S. illustrissima.
4807.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 2G Ottobre 1743.
B1B1.10TKCA QiTKRUiAXA Brescia, edita 1266].
Mi son portato in villa a trovare il sig. conte amministratore Cri-
stiani per notificargli il progettato passaggio dell' E. V. e pregarlo di tutta
la maggiore agevolezza. « Sappiate, mi ha egli subito risposto, avere l'emi-
nentissimo Marini scritto al sig. marchese d* Ormea per ottenere lo stesso,
volendo egli passare da Ravenna a Genova, e mi ha ordinato di farlo
servire di quello che gli occorrerà, ma che i^el tempo della contumacia
non vuole arbitrare. Posso io. che sono tanto da meno, attribuirmi mag-
giore autorità? ». Vogliono essere quindici giorni, ne' quali si computeranno
i due dell'arrivo e della partenza, e resteranno tredici. Ho fatto istanza
per soli dieci, e quantunque non abbia detto che sì. pure mi ha lasciata
speranza che non sia impossibile di ottenerlo.
L'ho anche pregato di voler condiscendere che V. E. possa venire
ad alloggiare al mio casinetto posto a Sant'Agnese quasi un miglio lungi
dalla città: con dirmi nondimeno che non potrò avere comunicazione con
esso lei, durante quel tempo. Non è già degna di un par suo quella casa.
4504 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
Tuttavia, essendovi cinque camere, o. per dir meglio camerette capaci di
letto, in caso di bisogao potrebbe esso servire, quando V. E. si degnasse
di comportarmi questa grazia. latorno a ciò starò io aspettando le di lei
venerate risoluzioni e i suoi comandamenti, ansioso d'ubbidirla in tutto.
Con che, baciandole la sacra porpora, e, rassegnandole il mio profondo os-
sequio, mi ricordo.
4808.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 26 Ottobre 1743.
Archivio Soli Muratori {U. Bibl. Est.), Modena.
Ninna risposta occorre a questo mio riverente foglio, perchè e.sso so-
lamente ha da servire per significare a V. E., che, essendomi restituito
affatto alla città ho subito parlato al sig. segretario Giacobazzi, ed aver
egli disposte le cose in maniera, che, per la prima adunanza del Con-
siglio della città, dopo l' Ognissanti, dovendo allora esser tornati di villa
tutti i conservatori, si parlerà del giubilo, che ognun pruova per 1' esal-
tazione sua, e si concerterà quello, che è di dovere. L'esempio di Lucca
non fa caso, perchè quella repubblica rappresenta il papa, e scrive ad ogni
nuovo porporato. Quel di Reggio è più a proposito. Dirò anche di più, ma
con chieder perdono alla mia arditezza. Bene sarà che TE. V. schivi il
concetto di rigorosiata, e di troppo scrupoloso. Sia tale per sé medesima,
ma non già per altri, quando non si tratta delle chiare leggi della reli-
gione, onestà e civiltà. Il perchè io parli cosi non occorre che io l' ag-
giunga, perchè ella intende più di me, e forse si riderà di me per non
aver bisogno alcuno di tale avvertimento. Con baciarle la sacra porpora,
ossequiosamente, mi rassegno, di V. E.
4809.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 30 Ottobre 1743.
Archivio Bocchi, Bergamo, edita [234].
Dalla lite, che presentemente si agita fra la religione di Malta e i
nobili di Udine, prendo motivo di pregar V. S. illustrissima di una no-
tizia. Pretende essa religione, mossa dai castellani del Friuli, emuli di quei
nobili, che la Comunità di quella città non porga requisiti sufficienti per
la croce di Malta, per essere composta di 150 nobili, e di 80 popolari,
perchè son comuni alcuni ufizi di quel Consiglio fra 1' uno e l'altro ordine
l^-^S] A FORTUNATO TAMBURINI 4505
di persone. In ana scrittura de' castellani è detto che. per la stessa ragione
Bergamo non fa cavalieri dì Malta, perchè il Consiglio di codesta città
è misto di nobili e di plebe, né v'ha separazione fra loro.
Desidero dunque d'intendere dalla bontà di V. S. illustrissima, se
sia vero, che i nobili della sua patria sieno esclusi dalla croce di Malta
a cagione della mescolanza suddetta: se vi sia separazione fra essi nobili
e i popolari; e se i fenda tarj, benché d'esso Consiglio, sieno ammessi alla
croce. La lite suddetta interessa anche la nobiltà vostra, e se Udine soc-
combesse, ne sai'este feriti anche voi altri signori. NuUadimeno non credo
ch'essa abbia a soccombere, perchè veramente nel Consiglio di quella città
v' ha separazione fra i nobili e i popolari. Serva questa mia per rinnovar
le proteste di quel vero ossequio, con cui mi confermo, di V. S. illustrissima.
4810.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 31 Ottobre 1743.
Archivio Tacol;, Modena.
Il signor cardinale Pozzobonelli non è tornato finora a Milano, e forse
non vi tornerà si presto, perchè tuttavia la regina disgustata gli niega
il possesso dell'arcivescovado. S'egli ancora volesse passare, durante il com-
merzio inteiTotto collo stato ecclesiastico, dovrebbe far qui qualche giorno
di quarantena. Però si saprà la sua venuta. Auguro a V. S. illustrissima,
buon successo alla nobii sua mercatanzia, quantunque io tema, che l'emi-
nentissima borsa sia molto smilza per le spese de' viaggi, e della promo-
zione, e per le entrata finora sospese. Con tutto l'ossequio, mi rassegno.
Mi ha fatto dire il signor Guidetti, che pagherà : ma non paga. Gli
daremo ancora un pò di tempo, e poi la discorreremo.
4811.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 3 Novembre 1743.
Akchivio Soli MasATOBi ( Ri BibL Est. ), Modoua.
Coir occasione, che viene a Roma pel suo capitolo Generale, il p. Pa-
renti [Luigi Antonio]' teatino, nostro concittadino, ho .stimato bene di
Sue lettere iu Archivio Soli Muratoi-i ( R. BibL Est. ), n.» l da Siena, IT17.
4500 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l^-iS-
consegnargli quattro copie del Paraguai, giacché comincio a disperar del-
l'arrivo dell'altre, tanto tempo fa spedite dal libraio veneto a cotesto.
Di queste intanto si servii'à V. E., supplicandola io, che si degni di
farne legar una per N. S., una per sé, una per 1" eminentissimo Monti, e
la quarta sai'à per monsignor Livizzani. Si penserà poi a soddisfare gli
altri. Mi onori di accennarmi quello che sarà occorso di spesa, per
aggiungerlo a i precedenti miei debiti, i quali, a Dio piacendo, pagherò
tutti. Con che, baciandole la sacra porpora, ossequiosamente, mi rassegno,
di V. E.
4812.
A PELLEGRINO RONI * in Osimo.
Modena, 5 Novembre 1743.
Edita [108].
Riv."" Sig.' Mio e Proli Col.""
Solamente ora mi è giunta la Dissertazione di V. S. che i signori
han voluto visitare prima di me. L'ho immediatamente letta e trovato in
essa un sano criterio, una soda erudizione, uno stile chiaro e leggiadro.
Due altre persone presero a difendere un mio giovanile sonetto, censu-
rato dal medesimo critico. Non mi soddisfecero. La di lei fatica ha altro
polso, e meriterebbe di comparire alla luce. Ma sola é poco. Se ella avesse
altri simili componimenti, potrebbe farne un'unione, e far comparire il
suo nome al pubblico. Intanto mi protesto io sommamente tenuto al suo
bel genio di favorirmi, e mi rallegro col suo ingegno, che scorgo capace
di voli anche più alti. Mi dice poi V. S. di essere al servigio di monsi-
gnore illustrissimo Compagnoni. Ho udito con piacere tal nuova, perché
ella serve ad un prelato de' più degni d'Italia, e per cui serbo io una
somma venerazione. Mi favorisca di umiliare il mio ossequio a chi è suo,
e spero che sia anche mio, benignissimo padrone. E qui, offerendomi tutto
a' di lei comandamenti, e riverendola con tutto lo spirito mi protesto,
di V. S.
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n° 2 da Osirao,
1745-'47.
-1*743] A PORTUNÀ.TO TAMBURIXI 4607
4813.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 5 Novembre 174'^.
Archivio Soli Mobatosi (5. Bibl. EiL), Modena.
Non occorre più far parole intorno ai motivi del ritardo della nostra
città in esprimere a V. E. il comune suo giubilo per la di lei tanto ap-
plaudita promozione.
Nel primo Consiglio che si tenne dopo le vacanze, tutti con pre-
mura conchiusero di emendai'e l'ommissione passata.
Il signor segretario Giacobazzi, a cui significherò i di lei benignis-
simi sentimenti, mi (e^e leggere la minuta della lettera, che si doveva
scrivere a V. E. Però ad altro non v'ha pensato che a compatire questa
povera afflitta e sfasciata città, e a conservarle quell' amore, che non può
mai venir meno nel cuor generoso dell' E. V.
Comincio a credere d'esser stato burlato per le copie del Paraguai.
0 il libraio veneto, che mi assicura d'averne inviate molte copie a cotesti
librai, non diede buon ordine per le mie al Pagliarini. o pure il Paglia-
rini ha stimato meglio di vendere anche le mie. Ora, avendo io scoperto
che il p. Parenti teatino nostro concittadino veniva costà al suo capitolo
generale, fai a pregarlo di portare a V. E. un involto di quattro copie: che
di più grave peso non osai caricarlo, ed egli assunse l'impegno di favo-
rirmi, sicché sono a supplicare la di lei benignità che si degni di farne
legare una per N. S., una per V. E., una per l'eminentis-simo Monti, e di
consegnare la quarta a monsignor Livizzani, con avvisarmi poi lo speso,
a fine di aggiungerlo ad alti'i miei conti di debito.
A gli eminentissirai Valenti e Passiouei ne manderò con altra occa-
sione. Darò qui la sua all'eminentissimo Querini. giacché l'aspetto in breve.
Sarebbe bene di chiarire se il Pagliai-ini abbia ricevute copie di esso
libro, e se aveva ordine di consegnarne sei a V. E., perchè me ne voglio
far rendere conto dal libraio veneto.
Giacché tanta é la di lei generosità, che pensa dì donare un poco del
prezioso suo tempo all'Operetta che le accennai, sono corso tosto a ricer-
care del p. Parenti, e l'ho trovato partito. Per buona ventura il p. tea-
tino delegato della Casa di Como poco fa giunto, ed inviato anch' egli
costà, ha con tutta amorevolezza prese a favorirmi. Da luì dunque la
riceverà.
Or sappia V. E. aver io fatto questo trattateli o non per li dotti, ma
per l'ignorante popolo: e però si prepari a leggere con tedio la prima parte.
4508 LODOVICO ANTONIO MUBA.T0E1 [IT-iS-
Mi fece animo il signor segretario Giacobazzi, percliè scrivessi al-
l'eminentissimo Besozzi ' [Gioacchino]. L'ho fatto, e starò a vedere se
il mio ardii'e aàvk fortunato.
Col bacio della sacra porpora, rinnovo le proteste di quel sommo
ossequio, con cui mi glorio d'essere, di V. E.
4814.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 6 Novembre 1743.
Archivio dkTìLa Congrbgazione di Carità, Correggio, edita [272].
Puntualmente ho ricevuto dalla posta il danaro, inviatomi da V. S.
illustrissima, di cui le mando inchiuso il coufesso, accompagnato dai miei
più vivi ringraziamenti.
Staremo a vedere, cosa risulterà dal rendimento dei conti del signor
vicario e dall' interposizione, se occorrerà, di cotesto cavaliere. Mi era io
figurato, eh' egli volesse anche il saldo per la provvista di quegli arredi,
ch'egli è tenuto a fare pel di più dell'occorrente della messa festiva, che
gli si paga e sconta nell'affitto della casa, e che in tali spose fosse com-
presa alcuna di quelle, delle quali parla la sua lista. Ma ora vo credendo,
che le mire di tutto il suo conto vadano addosso alla mia borsa. Ne saremo
chiai'iti in breve.
Dio dunque vi mandi l' eminentissimo Crescenzi [Marcello]. Dovrebbe
nostro signore esplovai'e ancora il genio della città, e se lo facesse, potrebbe
sperarsi quel che desidera. Coi sentimenti del mio indelebil ossequio, mi
confermo
4815.
A MARIANGELO FIACCHI in Ravenna.
Modena, 8 Novembre 1743.
Edita [189].
Può essere, che venga costà per maestro di scuola il signor dottor
Brunacci di Padova. Egli è mio amico, è giovane molto dotto ed amante
delle antichità ed ha faticato in più archivi. Io il raccomando vivamente
alla gentilezza di V. P., acciocché gli comparta nelle occasioni, che gli
possano occorrere, favore e protezione. Spero che cotesti signori rie sa-
■• Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." 2 da Roma, 1743- '48.
- 1*74:31 A OLBMBNTE DI POLONIA 4509
ranno ben serviti, e ch'ella impiegherà le sae grazie in chi ne è ben me-
ritevole. Con tal congiuntura desidero buone nuove di lei. e rinnovo le
proteste di quel vero ossequio, con cui mi pregio d'essere, di V. P.
4816.
A CLEMENTE DI POLONIA in Varsavia.
Mutinae, V Idus Novembris MDCX^XLIII.
Archivio Soli Mckatori (I{. Bibl. Est.), Modeaa, edita (Appendice)'.
Serenissimo Principi
Clementi potentissimi Poloniae Regis
et Electori Saxouici filio Quinto-genito.
Postremum hanc Antiquilalum Ilalicarum Tomura Tibi servatnm
volui. serenissime princeps. qui postremum quidem ordinis, sed dignitatis
et amoris locum in regia familia tua tenes. Felices parentes, quibus tam
copiosam sobolem divina providentia snppeditavit. cui parem vix ullus
principum aevi nostri ostendat: longe tameu feliciores, quod adeo probam
adeo egregiam dederit. Ncque enim Saxonia tantum no vii, quam excellentem
indolem. quantam suavitatem morum, et ingenii perspicaciam celsitudo tua
aeque ac reliqui regales fratres tui. atque sorores praeseferat; sed et apud
Italos percrebuit fama tam rari praeclarique ornamenti in Palatiis regum:
agaosceutibus cunctis. dono etiara tara invidendae prolis coronare Deum
voluisse genitorum tuorum religionem. maritalem concordiam. ceterasque
virtutes catholicis regibus praesertim consentaneas. Nullus autem dubito,
quin postquam adoleveris, amorem et studiom literarum ad magnificas
animi generisque tui dotes sis addituras. Tunc liber iste, qnem tuo nomine
inscriptum tibi sacravi, una cura praecedentibus aliis, ante oculos tuos. ut
spero, recurret. teque ad eruditionem barbaricorum saeculorum facile per-
ducet; ncque enim tunc alii ab Italicis erant Germanicae gentis mores.
Sed quando nunc prae exili aetate tua hanc rerum seriem excipere mente
non potes, hoc unum saltem ut intelligas. et memoria mandes opto: scilicet
me humili obsequio erga celsitudinem tuam serenissimam nomini conce-
dere. Quod superest. Deum optimum maximum rogare non desinam, ut,
cum aetatis incremento, animi quoque tui virtutes crescant, quibus te tanto
patre dignura probes, et eximius l'ex pater tuus te genuisse enixius in dies
laetetur. Celsitudinis tuae serenissimae.
' Dedicatoria del tomo VI delle Antiquitates Italicae Medii Aevi. Mediolani.
-MIiCCXLIl.
4510 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1*^-43 ■
4817.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 11 Novembre 1743.
K. Biblioteca Riocaruiaka, Firenze, edita [245].
L'essei'e non meno il sig. conte amministratore [Cristiani], che io, stato
in villa, e lungi V uno dall' altro, non mi permise di scrivere e mandar nuove
a V. S. illustrissima. Rispondo ora alle ultime due sue carissime, con ralle-
grarmi in primo luogo ch'ella abbia fatto si buon raccolto per accreditare
il poco e debolmente da me detto intorno alla giurisprudenza, con aver
già all'ordine il capitolo primo, come dee stare. V'ha da essere un passo
del Grozio che scrive avere i giureconsulti degli uliimi secoli non illu-
strata la giurisprudenza antica, ma formatane una nuova. Seguiti pure
animosamente, né si prenda pensiero di citare scrittori non cattolici, perchè
qui non si tratta di materie di fede.
Il sig. primo presidente di Torino ha qualche bontà per me. Gli farò
raccomandare il sig. Filippo di lei fratello in mio nome, dal sig. abate
Tagliazucchi lettore in quella università ; dovendo ella scrivergli, che se
l'intenda con esso sig. abate, valente letterato. Ancor qui son finite le
nuove. Il sig. principe di Lobkowitz continua il suo quartiere a Forlì e
Rimini, e tiene uno staccamento alla Cattolica.
Gli spagnuoli sono a Pesaro e Fano, senza penetrarsi quel che sieno
per fare si gli uni che gli altri. Qui non si cx-ede verisimile che il signor
principe, benché superiore di cavallei'ia, e benché abbia chiamata da Mi-
lano. Mantova. Mirandola quanta gente ha potuto, sia jìer tentare l' im-
presa di Napoli, perché gli spagnuoli, uniti colle truppe di Napoli, avreb-
bono maggior polso di queste.
Si crede qui dai più che Piacenza sino alla Nura. con Bobbio, Pavese
di qua dal Po, Vigevano e contea d'Anghiera, s'abbia a cedere o sia ce-
duta al re sardo. Quel che ha da venire non si legge nei libri nostri.
Avi'ci ben sommo piacere che il sig. marchese Botta uscisse con onore
del brutto intrigo, in cui egli si truova. Il sig. marchese Alessandro suo
fratello, cavaliere garbatissimo, è mio padrone. Il nostro carnovale sarà
più che quaresima, perchè, in mezzo ai guai, non si può ridere. Mirabile
é la vostra filosofia, che sa trovar danari per istare allegri, quando forse
ne scarseggiano le vostre armate. Da quel che veggo non doveva ella
avere ricevuto un mio foglio, perché non risponde al punto de' libercoli
che mi ricercò. I miei rispetti sempre al sig. marchese reggente, al sig.
consigliere De Locella. al sig. Marinoni.
-1*743] AD ALESSANDRO QIUSBPPK CHIAPPINI 1511
Se più fosse costi il sig. abate Valentiui. gli domandi se ricevesse mia
lettera, inviatagli a Ferrara. Ma ella non ne parla più. Con tutto Tosse*
quio, mi rassegno, etc.
4818.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Mvxlena, 12 Novembre 1743.
BiBLioTRCA CoMu.xALK, Piaceuxa.
Voglia Dio che, essendo V. S. reverendissima tornata a lottare, torni
anche a ringiovanire, o che almeno si contemperino si fattamente gli umori
del suo corpo, che possa, da qui innanzi, godere di una lunga e prosperosa
sanità.
Saviamente ella dice, che il mutar padrone è poco, ma sarebbe assais-
simo lo smembramento. Veramente finora molto si sospetta che fino alla
Nura si possa cedere il terreno, ma nulla v' ha di certo. Da Vienna mi
scrivono che a caro prezzo si è compei'ata l'alleanza, ma senza saper dire
finora in che consista questo prezzo. Ed avendo io qui parlato del danno
enorme che si riporterebbe dallo smembramento, mi è stato risposto che
potrebbe tal danno rifarsi con sottoporre Bobbio, e il Pavese di qua da
Po alla città lesa. Meglio dunque sarà il risparmiare i lamenti, finché si
vegga dove vadano a terminare i giri della superiore provvidenza.
Se non veniva una dirotta pioggia che sconcertò tutte le misure di
Gages nella notte avanti il di dOguisanti. avrebbe egli potuto fare un
bel colpo, con sorprendere il grosso corpo che s'era postato alla Cattolica.
Tutta la sua armata marciava parte per mare, e tatto il resto per terra
ed erano già di qua da Pesaro. I barconi furono spinti a Sinigaglia. Gli
altri malconci dovettero retrocedere.
Ieri fu detto che i nostri usseri avessero provata qualche disavven-
tura. Ma forse sono ciarle, e chi vede carra di malati venire, si figura,
tosto, che sieno feriti. Abbiam qui da 70 disertori spagnuoli al Lazza-
retto, e questi alle spese del pubblico nostro! Vengono dal Bolognese.
Da che la Toscana ha riaperto il commercio con Roma, qui si pensa
che i signori veneziani vorranno che si bandisca ancor quella parte. 0 pure.
se non vorremo, ci separeremo dal Veneziano, e apriremo i passi collo stato
ecclesiastico. Strana è veramente questa condotta, conversando noi tutto
dì con l'armata del sig. principe di Lobkowitz. il quale si tiene per certo
che pensi a Napoli, perchè gli spagnuoli, uniti colle forze del re di Napoli,
sarebbon superiori di gente.
Da Vienna scrivono che il re prussiano continua a tenere in sospetti
la regina, e che per questo l'armata va a prendere quartieri in Baviera
4512 LODOVICO ANTONIO MURATORI II'T'-IS-
e Boemia. Per altro essa non poteva sussistere al Reno. L'invasione poi
de'gl' inglesi e fVanzesi pare un mistero, al cui scioglimento noi non ar-
riviamo.
E passato di qua un battaglione che da Milano va a Rimini. Dicono
che sul Milanese e Piacentino passasse con poca disciplina.
Mi dica V, S. reverendissima chi sarà arcivescovo di Ferrara. Quivi
più tosto si vorrebbe Crescenzi, che il porporato nazionale. Con che, ba-
ciandole le mani, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
In Rimini va alla peggio. Quivi neppur s"è potuto seminare.
4819.
A COSTANTINO GRIMALDINI in Napoli.
Modena, 12 Novembre 1743.
Archivio Soli Muiìatoiu {R. Bihl. Est), Modena.
Corrono già ventitré anni, ch'io non fo più un verso; e per, quanto
me uè siano stati chiesti, ninno ne ho fatti. Ma è tale la stima, che fo
de' comandamenti di V. S. illustrissima, tali le obbligazioni, che a lei pro-
fesso, che ho fatto il miracolo di 14 versi, ma cattivi, ma non degni di
comparire in si nobil raccolta. Quali però sono, glieli mando in segno del
mio ossequio, e solamente la prego di scegliere, e di fare scegliere da
qualche altro suo intendente amico, quale de* terzetti meno dispiaceranno
avendoli fatti in due maniere, ne restandomi tempo di farvi più ponde-
razione.
Buone nuove mi dà V. S. illustrissima con dirmi le promesse anche
a lei fatte dal p. Alfano. Ma le manterrà egli, o si condurrà al di del
giudizio per effettuarle? Mi raccomando alla di lei autorità e bontà per
muoverlo con bnone rote, giacché egli è tornato in città. Migliori nuove
però mi dà ella con farmi sperare lo scoprimento d'altri manoscritti.
Auguro fortuna in questo a lei, perché l'auguro a me.
P.-oni:semi il suddetto padre Alfano anche una copia di Guglielmo Pu-
gliese, migliore delle stampate. Non so che me ne abbia a credere.
Oggi, passando di qua monsignore Gentilotti, che va auditore di Rota
per Germania a Roma, mi dice che nella Biblioteca Cesarea v'ha una
storia napolitana di Bartolomeo di Gravina, che scrisse a' tempi li Carlo
d' Angiò, ma mi fu impossibile d'ottenerla. Tuttavia tenterò.
Ho scritto al Donati perchè sia avvertito, e a lui invierò i due primi
tomi. Tutto rassegnandomi ai di lei comandamenti, mi confermo.
.l'7<43] A Js'RANOESCO GONTÀRELLI 4513
4820.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Roma.
Modena, 12 Novembre 1743.
Biblioteca Q^skiviaìia, Brescia, edita [253].
Dopo aver io t-empo fa significato all'È. V. che non si sarebbe po-
tuto schivare la contumacia di alquanti giorni, che forse si potrebbono
ridurre a dieci: e dopo averle umilmente esibito il mio casino, lontano
dalla città quasi un mìglio, benché non degno di un par suo, aspettava io
però qualche risposta e risoluzione di V. E. per poter fare qualche prepara-
mento caso che ella si degnasse di compartire a me questo onore. Due volte
son venuti i corrieri senza di lei lettere per me; il che mi ha cagionato
delle inquietudini, per timore che la mia già scrittale, in passando per mezzo
dell'armate, si fosse perduta. Scrivo dunque la presente per replicarle
tutta la mia premura di ubbidirla.
M'è venuto sospetto che avendo V. E. inteso ristabilito il commerzio
fra la Toscana e lo Stato ecclesiastico, e sapendo che passava corrispon-
denza per la Toscana e noi, ella potesse passare francamente per essa To-
scana e schivare qui l'incomodo della contumacia. Ma sappia, che finora
si ammetterà chi vien dalla Toscana, ma non già chi partendo da Roma
passa per la Toscana. Anzi qui si teme, che i signori veneziani move-
rauuo la Corte di Torino a comandare che si bandisca da noi anche la
Toscana. Mi dicono che 1' eccellentissimo Marini, per non volersi sogget-
tare a contumacia, ha poi presa la risoluzione di venire a Roma.
Vegga V. E.che abbia a far io per servirla in tale congiuntura, assi-
curandosi che i di lei venerati comandamenti saran riguardati da me
come favori.
E rinnovando col bacio della sacra porpora, la memoria del profondo
mio ossequio.
4821.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 13 Novembre 1743.
Archivio della Coxorboazioik oi Carità, Corregg^Of edita [978].
Venne puntualmente tutto il precedente danaro inviatomi da V. S.
illustrissima, e da mia sola disattenzione e fretta provenne il non aver
fatta giusta la ricevuta. Ha anche l'ultima bolgetta portato il susseguente
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori, — VoL X. 2S6.
'J514 LODOVICO ANTONIO MURATORI fl7'43-
danaro. Per 1" uno e per l'altro a lei rendo infinite gi'azie, e qui inchìuse
mando le ricevute.
Ma come si farà, se sarà da pagar dr.naro a cotesto signor vicario,
da che ella mi ha fatto tener qnello, che avrebbe potuto servire al biso-
gno? Vi penserà V. 8. illustrissima, s'egli le manderà a prendere i pegni.
Alla di lei prudenza ed arbitrio rimetto l'ordinare que' risarcimenti,
che crederà necessarj alle fabbriche della possessione. Que' r/uer ci ed oc-
chietti v'erano, né si dovrebbero essere perduti.
Coi più vivi sentimenti del mio rispetto, mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4822.
ALLO STESSO in Ferrara.
Modena, 20 Novembre 1743.
Auciiivio DKLLA CoNOKKOAZioN'E DI CaritA, Corroggio, cdita['£ìi\.
Non mi è venuta voglia d'entrare nella gran selva de" conti di co-
testo signor vicario, e, quando anche volessi, mi manca ora il tempo. Perciò
sono a pregar V. S. illustrissima di avere la bontà di risolvere per me
quello, che le detterà la sua prudenza, perchè quanto ella farà, tutto sarà
da me approvato.
Certamente pare che non abbia a toccare a me il pagar anche le
galee per la porzione del vicario. Ciò non l'hanno mai preteso i suoi an-
tecessori. Altri vicariati sono costi, dai quali si può prender regola.
Se rilasci era al medesimo i frammenti del pavimento, vegga di far-
sene far la ricevuta. Meritano essi qualche compenso.
Ma torno a dire: a lei tutto è rimesso. Con ringraziarla di tante pa-
zienze, e con rassegnarle il mio costantissimo ossequio, le rimetto le carte.
e mi protesto, di V. S. illustrissima.
4823.
A GIUSEPPE ANTENORE SCAL AERINI in Ferrara.
Modena, 20 Novembre 1743.
Biblioteca Comunali;. Ferrara.
Altre volte in vari tempi mi è stata fatta la medesima inchiesta, che
si fa ora dal signor Bonetti, e gran piacere avrei provato se avessi po-
tuto soddisfare a i di lui desideri, per la pianta di cotesto Barco. Ma.
per quanto io abbia pescato, finora non mi è mai venuta alle mani carta
-IT'éd] A FRANGSBGO BIIEUBATI 4515
alcuna in questo proposito, ancorché io abbia sempre avuto presenti le
li lui premure. Le cose poi passate, e più le presenti, hanno talmente
imbrogliate le cose, che né pur posso mettere le mani sopra ciò che di
sicuro si trovava in esso archivio. La prego dunque di portar le mie
scuse e rispetti al signor Bonetti, assicurandolo, che tornando l'ossa al
suo sito, non mancherò di nuove diligenze con vivo desiderio di servirlo.
Sicché anche V. S. illustrissima é st^ta partecipe de* guai correnti.
Me ne dispiace. S'ella brama compagni di guai, volga gli occhi anche a
noi pieni d' aggi-avi, e più a Rimini, Pesaro, Pano, de' quali paesi si con-
tano gravi miserie. A noi altro non resta, che far coraggio sotto il
flagello, e pregar Dio, che non tardi a farlo cessare. Le apparenze vera-
mente non son tali. Ma in un'ora può il sommo padrone far tutto. Bas-
segnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4824.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, '28 Novembre 1743.
Archivio Bocchi, Bergamo, edita [234].
Supplico in primo luogo V. S. illustrissima di ricordarmi gran ser-
vitore al signor tenente generale conte Boselli. Poscia mi onori di dirgli
ciie chi scopri in questi stati il tesoro di medaglie del Triumvirato, ebbe
anche l'accortezza di venderle tutte iu città forestiere e lungi di qua.
Però se la signora duchessa di Brunswich che era qui, ne volle tre per
inviarle a Parigi, le convenne farle comperare in Venezia. Però qui ninna
ve n'ha da vendere. Se ad altro mi crede atto, mi comandi.
Ho poi meglio osservato ciò che è stato scritto di cotesta città. Di-
cono che la religione di Malta non vuol prendere le pmove di nobiltà da
cotesto Consiglio, per essere composto di nobili e popolari, e prenderle
in sua vece dalla Compagnia della carità d.ve entrano solamente nobili.
V. S. illustrissima saprà se sia vero. Scrive:.do ella che cotesto Consiglio
è formato di soli nobili, mi par bene strana l'asserzione suddetta. Il si-
gnor cavaliere Marinoni sta in Reggio; e però non ho potuto ricavar da
lui altre notizie.
Serva la presente mia per ratificai'le i sentimenti di quel vero osse-
(luio, con cui mi pregio di essere, di V. S. illustrissima.
4516 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*743-
4825.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 4 Dicembre 1743.
Biblioteca Comunale, Piacenza.
Che V. S. reverendissima goda oramai piena salute non me ne lascia
dubitare l'ultimo benÌ2;nissimo suo foglio. Me ne rallegro con lei e desi-
dero che cotest'aria sempre le sia favorevole, giacché quella di Lombardia
è poco sana in que' tempi.
Veramente s'è disputato. La Reggenza voleva aspettare alla pace
per fare lo smembramento, Ma il re di Sardegna non ama molto le dila-
zioni ; però si tiene per certo che abbia guadagnato il punto. Nondimeno
persona che sa, mi assicura che il possesso non è dato finora. Sarà un
grande imbroglio; ma che farci? A un'altra buttata lorneran Tossa al
loro luogo. Già si prevede dove abbia a finire un si bello ascendente.
Vegniamo assicurati, che i franzesi han passato il Reno, occupato
il demolilo Brisacco. messa in contribuzione quella parte della Briscona.
che appartiene alla Reggenza. Ma è meglio aspettarne la conferma.
Fa ribrezzo anche a me l'intendere che crescono le amarezze fra co-
testa corte e quella di Vienna, pei'chè intanto ne patiscono forte i poveri
innocenti sudditi. Cinquanta miglia di strada romana si trovano quasi
deserte essendo fuggiti colle loro bestie. Si crede che gli spagnuoli non
potran durare in quel sito. Staremo a vedere il risultato di codesta nuova
Congregazione. Ma se Dio non manipola egli la pace, i nostri guai con-
tinueranno, e andremo tutti in malora.
« Se cotesto signor conte della Torre difenderà la Giurisprudenza senza
ingiurie, anch'io farò plauso al suo bel genio. Non so io d'aver toccato
alcuno di questi signori, e molto meno lui. Sarebbe perciò di dovere che
mi facesse buona guerra.
Già l'ha fatta il padre de Luca, e more suo, con aver dati alla luce
alcuni fogli in Venezia. Non credo, che meriti risposta. Anche in Palermo
il Vaguas, e il Migliacci hanno risposto al Valdesio. Non me ne voglio
mettere più fastidio alcuno. Credo d'aver detto abbastanza per chi intende,
e non ha passione.
Non c'è maniera ch'io sappia intendere la monetina espressa nel suo
foglio. Pare che in fine sia ClVitas, e ALIACIO potrebbe essere Aiaccio.
Ma quel CHAV. sì oscuro guasta tutto. Se nostro Signore ha da premiar
tanti, che gli dedicano libri (e n'ho veduto dei leggieri più che la stoppa),
non gli resterà addosso neppure il piviale ».
-IT'-éS] A DOMENICO BUICHIEBI COLOMBI 4517
Abbiam qai Keminentissimo Querini, che fa la contumacia a s. Ce»
sario nella casa de' suoi monaci. Dovea venire al mio casino, ma perchè
non lo lasciarono passare al Panaro, andò colà.
« Oh c'è del tempo a veder fuori l'opera del padre Bardotti, Ogni
dì cl'esce il suo disegno. Però Dio sa quando ».
Con che, ossequiosamente, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
L'eminentissimo Alberoni è a Castelfranco.
4826.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 8 Dicembre 174.3.
B. BiBMOTSCA BiccAKDiAKA, Firenze, edita f2l6).
L' nltimo carissimo foglio di V. S. illustrissima è del di 23 novembre.
Rispondo ben io prontamente, ma non so se il foglio verrà colla mede-
sima speditezza, perchè il signor conte amministratore è fuori di qua.
Fatichi pur ella allegramente a migliorar quel poco che ho detto io della
Giurispriulenza . Non importa se le note riescano maggiori del testo,
pnrchè sieno cose e non parole.
Dica quel che le par meglio della Definizione di TJlpiano, ch'io non
me ne metto pensiero. Anzi se v* ha qualche cosa che meriti correzione,
corregga pure nelle note. Né occorre pensare a farmi veder la sua fatica,
perchè il libraio non ha bisogno che si perda il tempo. Vengo intanto
avvisato che in Roma un conte della Torre veronese, lettore nella Sapienza,
sia dietro a rispondere a quel mio trattatello. Se uscirà la sua fatica, la
vedremo, e allora si penserà ad esaminarla. Per ora ha V. S. illustris-
sima da pensare all'intrapresa edizione. Quando a lei il libraio doni cin-
quanta copie, e lasci parimenti a lei la dedicatoria, ella ci può stare. A
me ne sogliono donare sessanta.
In questo ordinario scriverò con efficacia a Torino, in raccomanda-
zione del signor Filippo fratello di V. S. illustrissima, e gli auguro buona
fortuna in quelle parti. Se fosse vero che anche il Finale fosse ceduto al
re sardo, sarebbe meglio per lui.
A proposito di cessioni, qui ci sono apparenze che esso re possa
aver ceduto ogni sua ragione e pretensione sopra questi Stati alla maestà
della regina, e che abbiamo da passare sotto il suo governo. Questo signor
conte amministratoi'e è stato chiamato a Rimini dal signor principe di
Lobokwitz. Si fa anche l' inventario di quanto è nella nostra cittadella,
indizi che dan ragione alla voce suddetta. Quando ciò avvenisse, io sono
i
4518 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI \±'7'4:3-
per terra, perchè quando si costituì qui il salario ai ministri e agli ufizi,
nulla si pensò a me. Ne io parlai per quel motivo, che una volta le con-
fidai. Ora vegga ella come io resterei in asse, quando costi non si tro-
vasse qualche santo che pregasse per me. Gaso dunque che tal cessione
seguisse, e si sapesse costi, la prego di non perder tempo a prender con-
siglio dai sempre da me riveriti signori marchese reggente e consigliere
Locella, per vedere qual mezzo si potesse tenere, affinchè io avendo cura
di questa biblioteca godessi ancora il salario mio consueto, sotto la gra-
ziosa padronanza di S. M. la regina. S. E. il signor conte di Cervellon,
che spontaneamente ne' giorni passati mi raccomandò a questo signor luo-
gotenente De Scria, spererei che mi favorisse. L'ho ringraziato pel sud-
detto favore, e ne spero risposta in breve. Occorrendo, potrebbe ella fa-
vorirmi di dare per me il memoriale. Dico ciò, sempre quando si sapesse
di certo la mutazion suddetta. Anche il signor abate Valentini mi scrisse
che v' erano altri signori che aveano della bontà per me, ma niun filo ho
io con essi. La prego di non parlare per oia del sospetto suddetto, perchè
forse è senza fondamento. In breve sei tomi in quarto de' miei Annali
saranno stampati.
Quanto al suddetto signor abate, ricevei la sua lettera, ed egli avrà
anche ricevuta la mia risposta. Non ne scrissi a lei, perchè egli mi mise
in forse la sua venuta costà. Godo che 1' abbia poi conosciuto. E persona
di gran talento, ma, sia detto in confidenza, non credo che voglia faticare,
e pare che più gli piaccia la conversazione che il tavolino. So ch'egli si
fa bello colle mie lettere, ma non dirà poi che avendogli io ottenuta la
cattedra di Torino, mi lasciò burlato con aver fatto servire 1" impegno
mio a farsi accrescere lo stipendio in Siena. Per altro io l'amo e stimo,
e gli desidero ogni maggior vantaggio. Mei riverisca caramente in prima
congiuntura, ma con tacere quanto di sopra.
Le armate della Romagna non si muovono. Credesi che fra pochi dì
s' abbia a dare al re sardo il possesso di Piacenza sino alla Nura con
altri Stati. Vorrei che trovaste la maniera di far pace, senza che vi
cooperasse coli' armi quel principe che sembra minacciarvi. Ma pur troppo
non si suole far pace, se non quando s'è troppo stanco della guerra. Se
potrò, voglio rispondere al signor Gaspari. Ma ho qui a far la contumacia
r eminentissirao Querini che mi occupa non poco. Ossequiosamente, mi ras-
segno, etc.
Le scrissi che m'indicasse come potessi inviare i due libercoli.
-IT^^LS] AD ALiiSSANOHO aiUSKPPK CHIAPPINI 4519
4827.
A FRANCESCO RETZ* in Roma.
Modena, 9 Dicembre 1743.
Asoiiivio Soli Muratoiii (/?. Bibl. E*t.), Modena.
Non lieve ricompensa toccata al mio trattato delle missioni al Pa-
rayiMi/ aveva io riputato la premura di tanti per leggerlo. Maggiore il
gradimenti, che ne ban a me dimostrato dappertutto questi ed altri padri
della compagnia di Gesù. Ha ben voluto V. P. reverendissima, che il
guiderdone d* essa operetta arrivi al sommo, essendosi ella con tanta be-
nignità degnata non solamente di farmi godere sopra ciò i suoi cortesi e
generosi ringraziamenti, ma di accompagnarli ancora con un pregiatis-
simo dono. Tale è la participazione dei meriti della tanto pia e tanto
dotta compagnia di Gesù, eh* ella s" è compiaciuta d' inviarmi, e che ho
io ricevuto con giubilo e compiacenza maggiore che chi ricevesse oro o
gemme, o qualche altro cospicuo mondano regalo. Eccomi dunque a pro-
testare a V. P. reverendissima le mie obbligazioni, e a renderle le più
umili e insieme le più affettuose grazie per t^nti favori. Favori che mi
astringono ad accrescere il desiderio di sempre più attestare al pubblico
quell'amore e stima singolare, che in ogni tempo ho professato, e finché
avrò vita professerò ali" insigne sua compagnia. E certamente se si po-
tessero aver buone relazioni della California, e del nuovo Messico, dove
so che faticano tanti suoi religiosi colle sacre missioni, ben volontieri im-
piegherei la mia povera penna in descrivere un po' quei paesi, e il frutto
di chi vi coltiva la vigna del Signore. Intanto giacché la somma bontà
di V. P. reverendissima mi ha voluto graziare della sua pregiatissima
padronanza, la supplico di continuarmela, assicurandosi, che mi glorierò
anch'io, d'essere più in fatti che in parole, quale ora. con baciarle le mani,
ossequiosamente mi protesto, di V. P. reverendissima.
4828.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 17 Diceml>re 1743.
BiBuoTMCA CounVALiCr PiacenKS.
Veramente si credeva che avesse da seguire ne' giorni addietro il
possesso della patria di V. S. reverendissima. Ora si va dicendo che s* è
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( K. Bibl. Est.), n.° 5 da Roma, 1743-'49,
4520 LODOVICO ANTONIO MURATORI \±'74i3-
riserbato il far la funzione nel primo dì dell' anno. Quel eh" io so, è essere
vejiuto ordine di Vienna di mandar colà noia delle entrale camerali di
quel paese, e questo pare che significhi mollo. Son già otto giorni, che
il signor conte andò, o fu chiamato a Riraini. Qui s" è creduto per questo
medesimo affare ; se con fondamento, noi so dire. Sento che anche in Fano
e Pesaro si patisce una grande siccità. All' incontro pare che sguazzi chi
è in Rimini perchè truovano chi contribuisce, benché contro cuore. Né fi-
nora v'ha apparenza di mutazione. Degli altri affari del mondo siamo affatto
allo scuro. Solamente gran preparamenti d' armi che ci disperano il con-
seguimento della sospirata pace. Sicché aspettare alla ventura primavera.
Allora vedremo che vorran fare i nemici ed amici palesi, ed anche i finti.
«Per due ore l' eminentissimo Querini prima di abbandonar Modena
si degnò di stare in pulpito, e d' informarmi delle cose vostre con molto
mio piacere. Godo, che V. S reverendissima abbia contratta servitù con
si degno, e dotto porporato.
Nel mio trattato Dei difetti ' della Giurisprudenza, perchè stampato
lungi da' miei occhi non mi potei avvedei*e, ch'io avea disavvedutamente
scritto Papiniano in vece di Triboniano. Se codesto signor conte della
Torre facesse rumore per tale sbaglio, da cui nulla dipende l'argomento
mio, avrebbe torto ». Viva il p. Vitelleschi ' [Pietro] gran protettore di V. S.
Non tutti i suoi uditori saranno stati della tempra di V. S. reveren-
dissima, ma si domanda : tiene egli un voto tale, senza sapere se fatti
con giustissimi fondamenti e sull' unica asserzione di gente privata la
quale non ha mai intimamente studiata e ponderata quella materia?
Con piacere ho inteso promosso alla mitra di Ferrara mons. Ci'ispi. Te-
meva io dell' eminentissimo Calcagnini, col quale mi rallegrai per la por-
pora, ed egli mi rispose con una lettera la più asciutta del mondo, quando
prima d' ora mi mostrava molla bontà. Balordo che fui, senza riflettere.
eh' egli è si gran dottore e eh' io aveva scritto contro la di lui professione.
Con augurarle felicissime le sante feste, e con rassegnarle il mio ossequio, mi
confermo, di V. S. reverendissima.
4829.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 17 Dicembre 1743.
Archivio Tacoli, Modena.
Ha ben da essere persuasa V. S. illustrissima, che, quanto, a me, son
riusciti carissimi i benigni auguri, eh' ella mi ha fatto godere, altrettanto
1 Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 2 da Foligno, 1742-'49.
-1743] A FORTUNATO TAMBURINI 4621
io di cuore desidero a lei dall' Altissimo ogni maggiore felicità, si nelle
prossime sante feste, che nell' anno prossimo venturo. Se Dio ci conce-
desse ancora la pace, allora le grazie sue sarebbono compiute: ma non
meritiamo tanto. Con che. rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
4830.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 18 Dicembre 1743.
Archivio Ersoi Mrlani, Carpi, editn [288].
Andavo io differendo di dare risposta al foglio di V. S. sulla spe-
ranza, che il dottore Soli [ Antonio Fortunato ] mio nipote ricavasse no-
tizia dell'affare Pirondi e Comi, eh' egli aveva inteso agitarsi qua, mentre
io non ho voglia di abboccarmi col signor D. Pirondi. Finora nulla ho
inteso da lui. Per non tardar più di rispondere a V. S. le dico, che si
vedrà, se è possibile il pescar qui notizia di questo fatto, e poi la ne
farò avvisata. Ma potrebbe ella intanto favorirmi d'interpellare cotesta
sigurtà, minacciando di avere ordine, o sia pressione da me. di procedere
contro di essa. Il signor conte amministratore è stato più giorni a Rimini,
e tornò solamente la notte passata. Dio sa, s' egli si ricorda di questo
fatto. Con augurarle felicissime le sante feste, e rassegnandole il mio os-
sequio, mi confermo.
4831.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 19 Dicembre 1743.
Archivio Soli Muratori (fi. Bihl. Eat,)f Modena.
Dall' eminentissimo Monti ricevei con una compitissima risposta l'av-
viso del Paraguai ricevuto. Giacché s'è tardato tanto non ci è fretta a
umiliar la sua copia al Padre Santo, e agli altri due signori. Vorrei
che Dio mi mandasse occasione per poterle trasmettere due altre copie,
r una per l' E. V., l' altra pel signor Giannelli di Palermo. La supplico
d' avviso per la spesa occorsa nelle ligature, acciocché unisca questo
a' precedenti miei debiti, che sodisferò a suo tempo.
Già m' era noto il disegno del signor conte della Torre, e con piacere
ho udito, che n' abbia fatto egli stesso confidenza all' E. V. Se tornasse a
vederlo, o se credesse bene di mandarlo a chiamare, la pregherei di dirgli,
che sa aver io parlato con molta stima, e rispetto de' giurisconsulti ro-
mani; sperar io la stessa moderazione da lui. Quando egli cosi faccia, e
4522 LODOVICO ANTONIO MUEATOEl [l'743-
possa ben difendere la sua professione, gli applaudirò ancor io, né pen-
serò ad inquietar lui. Si ricordi che per essere stata la mia operetta
stampata lungi dagli occhi miei, non ho potuto correggere alcuni errori
corsi nelle stampe. Uno di essi è l'aver io, o il mio copista messo Papi-
niano in vece di Triboniano.
Subito, che ricevei l'operetta stampata, me ne avvidi; ma non era più
tempo di correggerla. Si correggerà in una ristampa, che è per farsi.
Starebbe pur male se egli facesse rumore per questo, che in fine è cosa
estrinseca, e di niun momento per quell'argomento. Ben giunto monsignor
d'Apollonia. Credo, che si potrà riposare costi. Tuttavia se volesse entrare
in ballo, e spendere, fors' anche ha tale destrezza che s'innicchierebbe.
Ma probabilmente egli non si sente di comperare il fumo.
Io non iscrivo buone feste. I miei padroni hanno da tenore per certo,
che io desidero loi*o ogni maggior felicità. Tuttavia se sovvenisse a V. E.
avrei caro, che ali" eminentissimo Besozzi desse le buone feste in mio
nome, e gli ricordasse il singoiar mio ossequio.
Ma che avran detto certe persone all' udire dal sapientissimo nostro
pontefice si pubblicamente autenticata la necessità dell' amore iniziale
neir attrizione? Ho ben udito con piacere si fatta avventura. Con quel
padi'e Minimo feci qui una ciarlata, e il trovai un uomo di spirito. E qui.
co' più ossequiosi sentimenti del mio rispetto, e con baciarle la sacra
porpora, mi rassegno, di V. E.
4832.
A PIETRO NAPOLI GIANNELLI in Palermo.
Modena, 20 Dicembre 1743.
Auoiiivio Soli Mukatoki {R. Bihl. Est,), Modena.
Tre sono le lettere umanissime, delle quali mi ha V. S. illustrissima
favorito; una di maggio, l'altra di giugno, e l'ultima di ottobre. Finora
ho differito il rispondere, perchè tutti mi faceano credere facile lo smar-
rimento delle lettere per le disgrazie cori-enti in coteste parti, le quali
son cagione, che tuttavia qui si tenga bandito lo Stato ecclesiastico, non
che il regno di Napoli. Perchè ora abbiamo nuove migliori di voi altri,
eccomi a sommamente ringraziarla de' suoi fogli, e a ricercar nuove di
lei. Non mancai di raccomandarla all' eminentissimo Tamburini, il quale
ne' giorni addietro mi accennò di aver lettera di V. S. illustrissima in-
torno a cotesti due combattenti, che vogliono tornare in campo. Ciò, che
saggiamente rispose a lei esso eminentissimo, lo confermo anch' io. Ho detto
abbastanza per gì' intendenti ed imparziali. Cotesti signori vogliono essere
gli ultimi nella battaglia; sieno tali. Per quanto io dicessi, son persuaso,
-±'?^3] A. FSDKBIOO DI NAPOLI DI OAMPOBKLLO 4523
che non si arrenderanno mai. Però lasciamoli gridare a lor talento. Con-
inttociò se potessi vedere le loro repliche, 1' avrei caro.
Aggiunse V eminentissimo suddetto, avergli ella scritto, che tratte-
nesse il V'aldesio, e il Paraguai finché fosse tornata la libertà del com-
raerzio. Cosi farà. Il bello è, che, essendosi perdute a cagion de' correnti
guai della guerra e del commerzio. le copie, che per mio conto andavano
a Roma d' esso Parayxmi per farne regali, egli s' è servito della copia
destinata per lei a fine di regalarne un' altro eminentissimo. Saprà ella
dirmi, se tale operetta si sia veduta peranche costi. Certo è, che i pp. Ge-
suiti a cagion d' essa m' han fatto di grandi finezze ed espressioni. Se non
me ne sapran grado cotesti, e se continueranno ad ingiuriarmi, poco pen-
siero me ne metterò. Sia pur certa V. S. illustrissima del mio costante
ossequio, e pregandola sempre di continuarmi il suo amore, mi rassegno,
finché io viva, di V. S. illustrissima.
Giacché ci re^ta della carta, voglio aggiognere un .sonetto da me ul-
timamente composto per le tante premure di un amico mio di Napoli in-
torno all'Immacolata Concezione, di cui io non sor.o nemico.
Quasi Aurora consurgens.
Quanto sei bella, o Aurora, allorché fuori
Pomposa uscendo del balcon celeste.
E ornata d' oro e d' ostro in vaga veste
T' armi a tenzon ««otro i notturni orrori.
Tutto di gioia allor, tutto di fiori
Di tue rugiade asperso il suol si veste.
E a darti grazie le lor voci deste
Muovono a gara allor gli augei canori.
Ma un' altra luminosa oltre misura
Aurora or spunta in mezzo ad Israello,
Cui nulla macchia, e nulla nebbia oscura.
Alba, sai pur, che di MARIA favello.
Che foriera non solo intatta e pura.
Ma d^na è Madre a un sol del tuo più bello.
4833.
A FEDERICO DI NAPOLI DI CAMPOBELLO in Palermo.
Modena, 20 Dicembre 1743.
Archivio Soli Mukatobi (fi. Bihl. £«<.), Modena.
Al benignissimo foglio di V. E. del giugno prossimo passato che mi
giunse molto tai'di, non ho mai risposto, per le di.savvenlnre occorse a
I
4524 LODOVICO ANTONIO MURATOEI [17»43-
Messiua, che hanno imbrogliato il comraerzio non solamente con voi altri
signori, ma qui ancora, dove noi tuttavia teniamo bandito lo Stato eccle-
siastico. Sulla speranza che si goda oggidì migliore slato in cotesto parti,
eccomi ad inchinare V. E., e a renderle grazie pel benigno suo gradi-
mento delle Epistole del Valdesio.
Sento, che il p. Trigone (m'immagino lo stesso che Sagues) e il
signor Migliacci abbiano già risposto al Valdesio. Se si potran vedere le
lor fatiche, mi sarà caro. Per altro dico a V. E. che sono in certa ma-
niera determinato di lasciarli gridare, e di non uscir più in campo contro
chi è risoluto di voler essere 1' ultimo nella battaglia, e, per quanto io
dicessi, mai non si vorrà arrendere. Credo d'aver detto abbastanza per
le persone intendenti, sagge, e non parziali.
Mi prendo la libertà di raccomandare a V. E. l' inchiusa pel signor
abate Pagliai. E, con augurarle ogni maggior felicità nel prossimo anno
nuovo, e in assaissimi altri appresso, le rassegno il mio indelebil ossequio,
e mi ricoi'do, di V. E.
Saprà V. E. se si sia veduto in Palermo il mio libro delle Missioni del
Paraguai, stampato in Venezia per cui i padri Gesuiti hanno mostrato un
singoiar gradimento.
4834.
A FRANCESCO PAGLIAI in Palermo.
Modena, 20 Dicembre 1743.
Archivio Soli Muratori (iJ. Bibl. Est.), Modena.
Molto ben tardi mi son pervenuti i lagrimosi e compassionevoli fogli
di V. S. illustrissima; ed ho anch'io tardato a rispondere, aspettando
sempre, se il signor dottore Mattei, a cui inviai la sua, e me ne avvisò
la ricevuta, mi mandava risposta per lei. Trovavasi ella in que' tempi con
gli orrori della morte vicina su gli occhi, ancorché il suo brutto ceifo
fosse lungi dal di lei soggiorno 40 o 50 miglia.
Era giusto il suo terrore, ma oggidì voglio bene sperare che sia ces-
sata ogni paura per lei, e che anzi ella goda il libero aere di Palermo.
Se è così, me ne rallegro sommamente con lei, e vorrei credei*e, che ces-
seranno ancora certi voti e disegni fatti in quella brutta congiuntura;
perchè in fine la peste non viene se non rarissime volte, uè verrebbe mai.
se si usasse il rigore veneto, e i tremori son rari, e, purché si scappi
dalla prima scossa, si è in sicuro.
Erano poi si affumicate, tagliate e ritagliate le lettere di V. S. illustris-
sima, che s' é penato ad unirne i frammenti, e ad intenderne i sentimenti.
-IT^S] A QIROLAMO TABTAEOTTI 4525
Tanto nondimeno ne ho ricavato, che ho capito il sinistro giudizio
tatto da certa persona della direzione da lei data a cotesto principino:
giudizio a mio credere indiscreto ed ingiusto.
Chi è stato costì, mi assicura, che cotesto nobil fanciullo era una testa
torte, e non si facile a domare. Chi biasima lei, se si fosse trovato a fargli
da aio, non so come se la fosse passata. Cost« poco il far da mastro di
campo in una camera. Bisogna essere ad una battaglia, che allora com-
parisce chi è o non è bravo. Certamente il metodo da lei tenuto per l'edu-
cazione sua. e per incamminarlo nelle lettere, a me pare sommamente lo-
devole: e quel che si è ottenuto, è moltissimo, atteso massimamente il
genio restio del suo allievo.
Ma che? Tale è T intendimento e la prudenza del signor suo padre,
che avrà ben saputo scorgere, aver ella anzi fatto mii*acoli a guadagnar
tanto; e ninu caso avrà fatto di chi con tanta facilità censura le fa-
tiche altrui.
Or dunque ch'ella dovrebbe trovarsi col cuore più quieto, aspetterò
che mi dia nuove più allegre del suo stato, e che, deposti i pensieri ma-
lenconici, ripiglierà i suoi studi. Augurandole perciò un migliore anno
nuovo, e. rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
4835.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Torino.
Modena, 22 Dicembre 1743.
Akchitio Som Musatosi ( H, BibL Est. ), Modena.
Allorché V. S. illustrissima mi accennò la Dissertazione da lei com-
posta intorno agli scrittori lodati dal Dandolo, tosto la credei cosa a pro-
posito per le giunte all' opera Rerum Italicarum. Perciò non tardai a
scriverne al signor Argelati, il quale mi rispose che ben volentieri la
prenderebbe e stamperebbe. Mi aveva ella significato, che era imminente
la sua partenza per Rovereto. Io dunque avendole espresso 1* accettazione
della sua cortese offerta, indirizzai la lettera per Mantova a Roveredo.
M' incresce ben ora di intendere eh' ella non deve aver ricevuto quel
foglio; e questo avvenimento mi mette ora in dubbio che possa anche al
presente avvenire la stessa disavventura. Giungendole, di grazia, non tardi
ad avvisarmene. Potrà dunque mettere all' ordine essa Dissertazione, e,
capitandole congiuntura, inviarla a Milano al signor Argelati. Mi scrisse
questi ancora che, dovendo inviare a Venezia una balla di libri, con tal
occasione avrebbe ancora spedito il manoscritto Porcelliano al signor pro-
curatore Foscarini, Avrei caro di sapere se questo sia seguito.
4526 LODOVICO ANTONIO MUUATOIU [17'-4:3-
Le rendo grazie dell* avviso datomi della lettera eh' ella ha scritto a
nome di monsignor Fontanini. Sarà mia cura il farmela venire, e la leg-
gerò con piacere.
Dio mi va mantenendo una competente sanità nella mia età avanzata,
più che non merito. Con desiderare a lei ogni maggior felicità nel pros-
simo anno nuovo, le rassegno il mio ossequio, e mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4836.
A GIUSEPPE ANTENORE SGALABRINI in Ferrara.
Modena, 23 Dicembre 1743.
Biblioteca Comunale, Ferrara.
Abbiam tutti bisogno di buone feste, e massimamente che chi le fa
ottime colle nostre borse, se ne torni al suo paese. Ringrazio io di tutto
cuore V. S. illustrissima che mi onora de' suoi tanto amorevoli auguri; e
che li voglia ratificare al Santo Altare, perchè la troppo cresciuta mia
età mi rende più che mai bisognoso della misericordia di Dio, al cui tri-
bunale sempre più mi avvicino. Conceda egli anche a lei ogni maggior
felicità in queste sante feste, nell' anno prossimo, e in assaissimi altri
appresso.
L'ai'chivio ai'chiepiscopale di Ravenna, se non fosse stato svaligiato
in parte, avrebbe potuto somministrar bellissimi lumi per la storia, e molti
ancora per Ferrara. Il Rossi ha fatta menzione di assaissime di quelle
carte. Ma chi potesse avere intero ciò. ch'egli solamente accennò, sarebbe
ben più contento.
Per me non vi penso più, perchè son terminate le mie Anlichità Ita-
liche, e da qui innanzi penserò solo a vivere. Mi conservi V. S. il suo
stimatissimo amore. E desiderando, che il nuovo eletto vostro arcivescovo
sia a lei ben favorevole, con tutto 1' ossequio, mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4837.
A GIOVAN GIACOMO ZAMBONI in Londra.
Modena, 27 Dicembre 1743.
Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.). Modeua.
Pur troppo lo stimatissimo foglio di V. S. illustrissima truova me e
la patria mia sotto il flagello della guerra, e in gravi guai. A me riesce
ora di singoiar consolazione il vedermi tuttavia nella di lei memoria, ed
-1*?43] A OlOVAN OIACOllO ZAMBONI 4527
anche nel suo cuore: certo è, che questi to.'bidi tempi, e più la mia avan-
zata età, mi ha fatto perdere la voglia di carteggiare con assai antichi
padroni miei ed amici. Tuttavia sempre mi saran cari i di lei caratteri,
quando io li possa ricevere con tanta facilità e sicurezza dal signor mar-
chese Lodovico Rangone.
Giacché V. S. illustrissima mi ha destinata una copia delle poesie
del sempre da me riverito signor Maittaire. pregherò i venti proprizi a
quella nave, che me la porta; poiché quando mai incori'esse qualche dis-
grazia non vi sarebbe più maniera di trovarne conto, e già resta a noi
poibito il commerzio col nostro sovrano. Desidero ben molto di leggere
esso libro, perché T autore, che riesce bene in tatto, ancor qui avrà dato
un bel saggio del suo felice ingegno.
Sommamente ho goduto air intendere la di lei ricuperata salute, e
che questo temporale abbia servito a lei per esercitarsi nello stile latino.
Senza fallo insigni sono le due orazioni di monsignor della Casa, e
meritano ben di farsi vedere in idioma latino fra cotesti letterati. Perciò,
quando si risolva di stamparle, io 1' assisterò col comune plauso, giacché
io non so d" aver veduto o udito, che ne sia stata fatta da alcuno una
tal traduzione.
Quanto al supplemento de' commentari di Cesare, credo migliore la
fatica del Frassemio, che quella dell'altro. Ma mi dispiace di dirle, che
i letterati non tanno gran conto né dell'una, né dell'altro; e volendo
trattare di quegli affari, ricorrono non a quelle giunte, ma bensì a gli
antichi libri migliori. Il perchè non crederei plausibile che quanto essi han
detto, fosse replicato da lei.
Strana cosa poi mi é sembrato l'avere V. S. illustrissima voluto tra-
durre in latino le versioni de Bello Gallico d'esso Cesare. Se l'abbiamo
in latino con quella pura latinità, a cui ninno può giungere: non so mai
credere, che conseguisse plauso, chi volesse darlo fuori in latino diverso.
Se V. S. illusti'issima mi desse licenza, le direi, che s'ella ci desse
tradotto in latino o volgare alcuno di cotesti migliori libri, che non pos-
sono dispiacere al cattolicismo : noi le resteremmo sommamente obbligati,
o pure potrebbe mettere in inglese alcuno de' nostri migliori libri.
Dio intanto per sua misericordia mi va conservando sano in mezzo
alle disgrazie. Due miei libri sono in luce contra chi fa il voto di difen-
dere col sangue l' Immacolata Concezione, che é tuttavia opinione. E anche
uscito // cristianesimo felice nelle missioni de' PP. Gesuiti al Parc^uai.
Son terminati i 6 tomi delle Antiquitates Ilalicae medii aevi, e i
4 della raccolta delle Iscrizioni.
Dovrebbono anche in breve pubblicarsi i miei Annali d' Italia dalla
nascita del Signore sino al 1500. Anche un trattatello De' Difetti della
Giurisprudenza ho dato alla luce.
I
4528 LODOVICO ANTONIO MUKATOllI | IT'-ÉS-
Al nostro signor abbate Testagrossa i miei rispetti.
Ah! vorrei, che si trovasse maniera per ultimar questa guerra, e che
nella pace fosse fatto buon mercato a chi egli sa. Dio voglia, che la di
lui permanenza costi sia a noi fruttuosa. Ma io odo molti pi*eparamenti
di guerra, pochi di pace.
Con che, rinnovando le proteste del mio inalterabil ossequio, mi con-
fermo, di V. S. illustrissima.
4838.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 29 Dicembre 1743.
B, Biblioteca Hiccaudiana, Firenze, edita [163].
L' ultima lettei'a di V. S. illustrissima non so di che data sia, perchè
questa dovette restai'e sul tavolino. E benché mi paia di averle risposto,
in occasione che la pregai di avvertire che in luogo di Triboniano mi è
scappato scritto Papiniano ; tuttavia voglio rispondere. Le dico dunque e
pure le replico che, dove occorre, ella corregga il mio testo. Che non è
punto vietato il citare autori eretici in materie legali, perchè non si tratta
di cose spettanti alla religione. Che non importa se le di lei annotazioni
supei'ino il testo, purché, potendo ella dii'e in poco una dottrina, non l'am-
plificasse con troppe parole.
L' inchiusa sarà pel signor abate Valentini, a cui auguro fortuna in
cotesto paese; ma non vorrei che il suo contegno guastasse le di lui mi-
sure. A imparar bene a conoscere cotesta aria, forse non si arriva si
px-esto.
Avrei caro di sapere se il signor conte di Nùmps, consigliere di S. M.,
abbia costi posto alcuno di autorità, acciocché, se mi occorresse, potessi
ricorrere anche alla di lui protezione. Per quel poi che scrissi a V. S.
illustrissima del mio timore per qualche mutazione in questo paese, pare
che ne sia cessata la voce e il fondamento. Però torno a pregai'la di non
farne motto.
S" ò veduta quella parte del Trattato di Vormazia, che riguarda la
cessione. Ivi nulla del Finale. Potrebbe essere un segreto. Ma quell' ar-
mare i genovesi pare che indichi qualche cosa. Certo i franzesi soffie-
ranno, ma il re di Sardegna non vorrà per ora scoprire le carte. E V am-
miraglio Mattheus, che è stato a Torino per una conferenza, farà loro
paura. Dicono che le rendite cedute ad esso re dalla regina negli Stati
ceduti, ascendono a sessantamila fiorini il mese. Nulla di nuovo di Rimini
e di Pesaro. Ognuno sta quieto. Si son composte le tre legazioni pontificie
col signor principe di Lobkowitz.
-l^-iS] A VITTORIO DA CAVALKSE 1521)
Mi onori di augurare in mio nome nn felicissimo anno nnovo al signor
marchese Cavalli, e al signor consigliere De Locella. Sono ben mesti in
Milano. Dicono: Pavia diventerà come Monza: Milano come Pavia. Ho let-
tera del sig. Filippo suo fratello. E qui. con tutto l' ossequio, mi rassegno, etc.
4839.
A VITTORIO DA CAVALESE* in Trento.
Mutinae, IV Kal. -lanuar. MDCCXLIII.
Abchitio Soli Mubatobi (R. ItibU Est.), Modena, edita [77].
Tuas qnidem literas. ante paucos dies a te datas, accepi, hnmanissime
vir, sed iis respoudere oro merito mihi non licet. Neque enim sat otii
mihi. ut. sepositis studiis, quae nunc occupatum me babent, ad qnaestiones
tuas, debita meditatione. et librornm consnltatione necessaria, respondeam.
Panca igitnr babeto, quae proni mens mihi in praesentia sufficit, chartae
commendo. Votum sanguinarium quaestione speculativa innititur; neque
euim pendei e sacris literis, aut ex traditioue sententia scotistica, sed ex
argumentis. et rationibus scholasticis. Potuit Deus praeservare beatam
virginem. et potuit non praeservare. An praeservaverit. adhuc in dubio
res est. Sive hanc, sive illam amplectaris sententiam, non peccas. Magnum
vero discrimeu sentio ego. etiamsi tu non sentire videaris. inter Moralia
et speculativa. In Moralibus agitur de peccato, ut evitetur. Proposila autem
quaestione, sit ne peccaminosa, an non. aliqua actio, necesse est, ut chri-
stianus, sive suo. sive alieno studio decernat. Indocti doctos consulere de-
bent. Si statuas, carerò peccalo, agore potes. Sin peccatum in ea actione
statuas, agendum minime est, et potius mors est toleranda ; atque ubi ea
de causa toleretur, expectandum est a Deo praemium. Propterea S. Aii-
ffusiinus mendacium in se malum agnoscens in iis etiam, qui prò aliornm
salute mentiuntur, necesse habuit eadem consectaria admittere.
At, inquis. minime res certa erat, reos revera mendacii eoa ftiisse,
quum tot alii, secus quam Augustinus crederent. Utique: sed quid inde?
Si certe, non tam stnlti erant, ut putarent. ea de causa vitam esse dandam.
Verum quod est ad Augiistinum, certa sibi, si non aliis, erat diversa
sententia: et quousque in hoc stabilis erat, consectaria praedicta admittere
cogebantur. Ali terne tu facias. postquam peccatum in aliqua actione con-
stitueris? Si Angnstinus sententiam mutasset. ea quoque consectaria im-
probasset. Quod ergo solum ex hoc arguere posses. illud est, non opus
esse certitudinem de fide, ut quis mortem eligat. Id sane dabo, sed in
tnoralibux tantum. Nam, revera, innumeris in casibns heic morali evidentia.
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." 3 da Trento, 1744- *4o.
Bpùtolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. -SA.
4530 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'^'iS-
aut maiori probabilitate ad agendum, aut non agendum ducimur. Certum
est de fide, pareatea esse houorandos. Non est autem cerlura de fide, hunc
aut illum esse parentem ; et nihilominus cogitar filius parenti honorem
habere; et vita danda potius filio foret, ne huiusmodi praeceptum violaret.
Qiiotiescumqae vero agitur de peccato vitando, quamquam non sit certum
de fide, illud esse peccatum, certum, ut dixi, futurum est praemiiim in
coelo. Ideoque si tunc potius homo mortem eligeret, quam in actionem
illam consentire, quam ob iustas rationes malam esse credit, bonum certum,
et, vita praesentis saeculi maius, eligeret.
Alia autem ratio est quaestionum ad meram speculalionem spectan-
lium. Tot nobis suppeditat scholastiea theologia. Hanc illi sententiam,
oppositam alii sustinent. Nerao peccat, nemo peccare dicendus est, dum
Ecclesia nihil decernit. Quum ergo Jiinc absit peccandi metus, nulloque
ecclesiae praecepto adigatur Christi fidelis ad hanc potius. quam illam
sententiam araplectendam. tunc subintrat praeceptum divinura et naturale
de vita servanda, de vita non temere prodigenda. Heic, ais, nullo nos
praecepto adigi ad immunilatem Virginis tuendam, ac propterea ncque
ad mortem tolerandam. At potest quidem, qui velit, eandem tueri etiam
morte sua. Ecquando? Num domini nos sumus vitae nostre, ut eam prò
arbitrio nostro dare possimus sine peccato? Hanc prò fide, prò inetate, id-
est, prò evitando peccato dare opus est. non prò opinionibus mere specu-
lativis, quae certi non sumus, veritatem ne. an errorem contineant. Eius-
raodi est sententia utraque de Conceptione Deiparae : si quid ecclesia hac-
tenus decrevit, et Valdesius pluribus est prosequutus, rite perpendas.
Parthenotimo ipsi adeo persuasum erat, sanguinem prò sententiis specu-
lativis sine certitudine non licere effundere, ut voti sanguinava profes-
sores docuerit, antequam votum emittant, persuadere sibi, certam esse de
praeservatione virginis sententiam. Sed hoc ei efFugium praeripuit Lam-
pridius, si bene memini, aut Valdesius. Innumeris fatuitatibus sententia
haec aditum aperiret, ut quisque prò lubito suo vitam daret in tot quae-
stionibus ad credibilitatem, non ad peccatum spectantibus. Quamobrem
spero foro, ut accuratius expendens, quantum intersit inter Moralia, ubi
agitur de peccato vitando, et quaestiones speculativas, quae nuUum invol-
vunt peccatum, abstineas in posterum a trahendo Angustino ad tutelam veti
sanguinarii.
Quod si ne ista quidem, quae currenti calamo ad te scripta volui.
ne tuam contemnere eruditionem viderer, quam magni facio. minime
judicio tuo faciunt satis: rogatum te velim, ne ultra mecum in hac pugna
procedas. Neque enim studia mea patiuntur, ut alio excurram ; et mihi re-
liquum temporis, quod vitae meae superest, breve sane, utpote hominis
senescentis, pretiosum est. Praeterea nescio, quem in finem, quem in usum
haec explicatum eas. Denique unum intelligo, vix fieri posse, ut in unam
-±'74:3 I A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO 4531
conveuiamus sententiam. Video enìm te nimis scholae tuae praeìndìciis
praeoccnpatum. quando audes dicere: Peccato esse obnoxium, mU a peccato
non a'imodum alienum, qui negai Virginem sine labe conceptam: quum iameu
diserte haec adversentur decretis romanorum poiitificam, et pcenas ab iis
inflictas aspernentor. Caeterum quae prò immunitate Deiparae adfers. laudo,
atque ut in bis iugenium tuum exerceas. bortor. Attaraen certum habeo.
te numquam eam certitudinem sententiae buie piae atque piissimae esse
ministraturum, quae volum sanguinarium, a te nunquam factum, pni'get.
At quoniam Petavium exeris scribentem. ex communi fidelium sensu videri
Deura re velasse Immacidatum Virginis Concepì um, utere, quaeso, ingenio
tuo, et nullo negotio perspicies, quam inani supposito ratio illius nitatur.
Aut enim doct-os viros intelligit, et ii partim adversantur, et innumeri
probabiliorem quidem, sed minime certam arbitrantur eiusmodi sententiam,
ut concordes eant cum apostolica sede. Sin vero sub coetu fidelium populea
etiam araplectitur: ut nosti. populus non docet ecclesiam, sed ecclesia
populum. Denique revelatio divina ad nos nunquam venit, nisi per sacras
scripturas, aut per legitiraam antiquiorum patrum traditionera. ncque
ecclesia nova insti tuit dogmata. sed ea e geminis iis fonti bus haurit.
Utinam ex uno aut altero deducere posses Virginis Immunitatem ! No-
vimus autem natam, post mille a Christe nato annos. sententiam Marianae
Praeservationis. Novimus ideo populos in ipsam postremis bisce prae-
sertim saeculis consensisse. quod banc unam a sacris oratoribus tanta ce-
lebritate depraedicatam audierunt. Xon eam Deus revelavit doctis, coque
minus indoctis populus. Ego tibi annnm novum felicem, faustnmque e coelo
precor. Vale.
4840.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Torino.
1743.
Mesco Britasxigo, Londra.
Secondo gli ordini stimatissimi di V. E., ne'giorni addietro fu spedito
di qui alla volta di Roma una balletta di libri, a' quali bo creduto bene
di aggiugnere anche due copie de' miei Annali d'Italia in carta grande,
sul supposto cbe non possono a lei dispiacere. Gaso non di meno che non
li volesse, mi favorirà di farli vendere da qualche libraio. Sono cinque
tomi finora. Si lavora iu Venezia dietio il resto, e credo che con quattro
altri sarà terminata la stampa. Conterrà dunque essa balletta:
Antiquitates italicae, tomo VI ultimo, copie 2. costano paoli 64.
Thesaurus novics inscriptionum, tomo IV ultimo, copie 2, paoli 70.
4532 LODOVICO ANTONIO MUBATOKI [1*743-
Annali d' Italia tomi V, due copie; costano in Venezia lire 15 di quella
moneta il tomo, e lo zecchino vale ivi lire 22 ; sono dunque lire di
Venezia 150.
Per mezzo del signor conte Calori le mandai già due copie del Pa-
raffuai : costano paoli 8. Siccome V. E. mi ordinò, scrissi a Roma al sig.
Francesco Raraolesi, acciocché cercasse conto della sua balletta in Roma
per ispedirla costà. Ma mi è nato dubbio s'io abbia colpito nel di lui
cognome, perchè la di lei lettera venne ritagliata dalla sanità, e potrebbe
essere che avessi fallato. Sia cura di lei lo scrivergli, occorrendo. Osservo
ora che m'avea già V. E. richiesto gli Annali, e però godo d'avergl' in-
viati. Sento che abbiamo felice spaccio. Vengono sempre migliori nuove
del contagio; e pure qui è tuttavia interrotto il commerzio co lo Stato
ecclesiastico. Abbiam veduto il manifesto del vostro re che è formato con
molta saviezza. Ne avrei creduto autore il signor marchese Tanucci ; ma
vi son certe frasi che non sanno di toscanisrao. Dio ci tenga lontana la
guerra; e, secondo le apparenze, non dovreste averla. Noi sì, siam sotto il
flagello, e pur miiùam la pace lontana. Con che, rinnovando le proteste
dell' inviolabil mio ossequio, mi ricordo, di V. E., etc.
4841.
AD ENRICO DI COLLALTO in Venezia.
1743.
Abchivio Soli Mukatobi ( R, Bib'. Est,). Modena.
Diu anceps fui quid ad te, nobilis, ac praeclarissime vir, rescriberem,
postquam redditum mibi fuit numisma, nomine meo ab Albriliana Socie-
tate inscriptum: Quaerebam enim in me, quo titolo donum hoc promeritus
fuissem, ncque inveniebam : quod sane tot, tantisque literariae reipublicae
proceribus aequius conferendum non una ratio postulabat. Utcunque sit,
in ejnsmodi dono quum aperte intuear tuam aeque ac sociorum uberem
in me benevolentiam, vestrique erga me liberalis animi diu diiraturam
imaginem; quid idcirco tibi, quid sociis debeam, piane intelligo: et, quando
aliud non possum. angore jara vota porgo, ut coeptis vestris majora suc-
cedant; atque ut universa jam tandem Italia sentiat, stabili fundamento
niti aedificiura grande, quod inchoastis: Equidem quidquid in rei litte-
rariae commodum, et augmentum vergere posse opinor, hoc amo, et laudo.
Quod vere potissimum societtitis spem erigere potest, illud est, te virum.
et generis nobilitate et doctrinae copia eximium, illustri adeo societati
praeesse, etc.
'ITA^I A.D ANTON FRAN0E80O OORI 4533
4842.
ALLO STESvSO in Venezia.
1743.
Architio Soli Mpratori ( /;. BibU A>(. ), Modena.
Con particolare soddisfazione ho ricevuto annesse allo stimatissimo
di lei foglio le leggi promnlgate dalla società Albriziana. ed insieme la
patente di aggregazione per me, che mi è stata ben cara al vedermi in
compagnia di tante degne persone, e di letterati di gran credito. Porlo
io dunque alla sua bontà i più divoti ringraziamenti per l' onore a me
fatto; e le più sincere congi'atulazioni per vedere sì ben formata codesta
società, e la medesima anche assistita dalla protezione di cotesta glorio-
sissima Repubblica.
Alle nobili idee, che si sono concepule. resta che io auguri un pieno
compimento per onore di tutta l'Italia; e spezialmente bramerei di po-
tarvi contribuire anche io dal mio canto, per motivo di maggiormente
comprovare al pubblico la stima, ed il rispetto, con cui, etc. pregandola :i
riverirmi caramente il signor Almorò.
4843.
AD ANTON FRANCESCO GORI in Firenze.
Modena, 2 Gennaio 1744.
BiBLiOTF^A Marccklliaha, Firenze, edita [189].
La S. V. illustrissima [ saprà ] che io non ricevei il compimento delle
Novelle Letlerarip, benché più volte promesso. Le feci poi pagare 14 paoli
a conto di quelle dell'anno presente: e. a riserva de' fogli delle prime set-
timane, altro più non ho ricevuto. Desidero pertanto di sapere, se io abbia
a sperare sì, o no, i suddetti fogli, e come mi deggia governare per non
restar privo de' medesimi. Sento che son sempre venuti qua ad altri: ed
io solo ne son senza. Con tal congiuntura, rassegnandole il mio rispetto,
ed augurandole un felicissimo anno nuovo, mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4534 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [l'?'*^-
4844.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 3 Gennaio 1744.
Biui.iOTEC'A Comunale, Piacenza.
Sarà V. S. reverendissima più presto dalla patria che da me avvisata
allorché sarà ivi seguita la già conchinsa mutazione. Oggi m' ha detto
persona, che sa, essere pronti in Milano commissari deputati per la ces-
sione ; ma che il re non avea per anche nominato i suoi : segno che vi
restava qualche cosa, ma non di conto, bisognosa d' essere schiarita. E
costante la voce che anche Mantova e Parma si uniranno allo Stato di
Milano. Le conseguenze di questo non ci vuol molto a vederle. Intanto
quasi niun paese in Italia e' è che non gridi per la presente guerra, e
m' immagino ancora gli strilli ancora costi, perchè codesti signori non
sono avvezzi a simili sciroppi, e non è lieve la cavata del sangue.
Per conto de' genovesi pare, che il loro armamento non abbia da
essere molto grande. E persona di colà mi dice, che non è mai da cre-
dere lega colla Erancia, essendo massima capitale di quella repubblica il
conservare la neutralità. Se poi venissero attaccati, sarebbe un altro conto.
Ma il re sardo ha ben tanto giudizio da non tentar ora novità, che gli
tirassero adesso un nemico di più. S' egli non ha fortezza con cui soste-
nere il Finale, né pur 1' altro ve ne ha per mantenervisi.
Si è poi detto, che V amministrazione Matheus essendo intervenuta a
una conferenza in Torino dove abbia ricevuto un ricco regalo di spada
giojellata, voglia chiedere di svernare nel porto di Genova. Il tempo ci
dirà, se queste sieno ciarle. Allorché vedremo uscire la flotta gallispana,
lo crederemo. Pare che la Francia abbia disimparato il mestiere della
guerra in mare.
Già è partito per Venezia il [naviglio?] degli spagnuoli: segno, che
non si deve temere di novità verso quelle parti. Certamente finora sia
fisso in Rimini il signor principe di Lobcowitz, e i nostri poveri buoi
tutto di sono in viaggio per condurre farine, biade, pagliacci a quella
volta. Chi va immaginando spedizioni in Napoli, non mi par che faccia
bene i conti.
Cotesti vostri ingegni son bravi in satirizzare, ma né essi né noi
sappiamo qual fine sia per avere questa tragedia, benché le apparenze
sieno che tutti infine han da pelare la povera regina.
<c L'eminentissimo di Brescia manda a regalare di un bel camice questi
benedettini per le spese a lui fatte in S. Cesario nella contumacia. Se
-l'7-44:1 A GIUSEPPE ANTEMORE SCALABaiNl 4535
onorava il mio casino, a me sarebbe toccato questa ricompensa. Ringrazio
Dio d'averla perduta. Aspetto una sua lettera apologetica di un'altra,
che costi fu mal veduta. Gli potrebbe forse calar la voglia di rivedere si
spesso Roma.
Se V. S. reverendissima ha amici in Verona, ve^a un po' d' inten-
dere, in che consista la lite mossa dal marchese Mafiei centra quel ve-
scovo, per alcune giunte da lui fatte alla dottrina cristiana del Bellai'-
mino ivi ristampata ».
Questa sera è cominciato a nevicar qui. Ho invidia a voi altri, che
poco conoscete neve e verno. I poveri vecchi, come son io, non si accor-
dano con siffatta stagione.
Staremo a vedere se il marchese Maffei prenderà fuoco per la sua
Merope. Io avrei bisogno d'altri libri, ed anche per questo torno a portare
invidia a chi abita in Roma.
Augurandole un felicissimo anno nuovo, e baciandole le mani, con tutto
r ossequio, mi ratifico, di V. S. reverendissima.
4845.
A GIUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 8 Gennaio 1744.
BiBLioTKCA CoMcsALK, Ferrara.
Ch" io sappia, non sono mai stati stampati gli Annali Ecclesiastici '
del Tassoni, e son di parere, che ninno li stamperà. Un libraio veneziano
fece credere di volerne far 1' edizione per vedere, se v' erano concorrenti,
e prendere da ciò le sue misure. Gliene sarà passata la voglia.
Ho io ben con piacere intasa l' assunzione a cotesta archiepiscopale
chiesa di monsignore Crispi Gerolamo. Solamente mi dispiace, eh' egli sia
molto avanzato in età. Avrete un buon pastore, e desidero, eh' egli abbia
qualche buon riguardo al merito di V. S. illustrissima. Andrà egli d'accordo
coir eminentissimo RutFo, che tuttavia fa costi da padrone.
Con rinnovar le proteste del mio ossequio, mi confermo, di V. S. il-
lustrissima.
- Sulla presente lettera sta scritta la seguente nota: degli Annali Ecclesiastici
del Tassoni si è veduto un manifesto di un libraio di .\ugusta, per questo se n'è
fatta ricerca se sia edita.
4536 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-é-é -
4846.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 9 Gennaio 1744.
Biblioteca Qukkiniana, Brescia, edita ["253].
Fui a vedere il camice da V. E. inviato in dono a questo padre abate
di S. Pietro. Trovai il disegno del ricamo sommamente bello, e il ricamo
di un'indicibile fatica e pazienza, di modo che era ben degno di un ve-
scovo di Brescia e porporato, ed ora è divenuto prezioso ornamento di
questi monaci. Fra tante altre rare doli dell' E. V, la munificenza e gra-
titudine certamente son delle prime.
Rendo poi infinite grazie alla di lei benignità per la copia àeìV Epi-
stola, in parte apologetica, la quale sta egregiamente bene. Né lascio di
stupirmi della sofistica delicatezza di chi ha trovato da ridire all' altra
sua precedente, che ogni saggio ha d' aver conosciuto servire alla gloria
di Roma, e doverle essere tenuti i presenti e i posteri per quell'anneddoto.
Ringraziamo Iddio d' avere un pontefice di sì superiore intendimento, nei
cui occhi non cadono le nebbie dei scioli, che non mancano in alcun paese.
Parimente mi protesto tenuto a V. E. per aver letto nella lettera al
padre abate suddetto la l'isposta venuta ab alto. Stia ella di buon animo
né tema del metropolita, il quale ha ora altro che da pensare alle carte
antiche, mentre gli sono cosi poco favorevoli le moderne. Sa poi V. E. le
vie di obbligarsi ognuno colla sua felicissima penna. E a questo proposito
le devo attestare le obbligazioni che a lei professa e professerà sempre la
città di Modena, pel risalto da lei dato ai suoi cardinali.
Il mondo letterario sta ora in aspettazione delle epistole del cardinale
Polo, cioè di una bella giunta ed ornamento alla storia ecclesiastica di
quei tempi. Coraggio dunque a far cosi nobil regalo al pubblico. Io in-
tanto, col baciare la sacra porpora, e col maggiore ossequio, mi rassegno.
4847.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 16 Gennaio 1744.
Archivio Tacoli, Modena.
In casa del signor marchese Fontanelli ho fatto portare l' ultimo tomo
delle Antichità Italiane destinato per V. S. illustrissima. Ma stando esso
-l'7'44] A FORTUNATO TAMBUBIMI 4637
cavaliere colla famiglia in Bologna, s'ella non è, che lo mandi a levare,
Dio sa quando esso libro sarà portato a Reggio. Sia dunque cura di lei
il provvedere, perch' io sou come fuori del mondo, né so chi venga o vada
costÀ. Con tal congiuntura, rassegnandole il mio costantissimo ossequio,
mi confermo.
4848.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 17 Gennaio 1744.
Arciiitio Soli Muratori (£. BibL Est.), Modena.
Ubbidisco air E. V. col mutare il titolarlo, il quale ninno mai de' pari
suoi mi ha ordinato di riformare, perchè non han preso da* chiostri quel
bnon latte che ella ha succiato, ed ha perfezionato coli* esercizio delle più
riguardevoli virtù. Certamente mi voglio congratulare con V. E., al vedere
che la sua porpora non le ha fatto punto ascendere fumi a gli occhi e
alla mente, come succede in tanti altri. Beato chi sa conoscere il vano
delle cose, e si attiene solamente al sodo della virtù.
Mi fece ben ridere il signor segretario Giacobazzi in leggermi un ca-
pitolo di lettera di V. E., in cui si lagnava de' ceppi aurei della sua di-
gnità, e di avere in certa maniera perduta la sua libertà. Con un po' di
tempo ella si avvezzerà ad una schiavitù, che da tanti altri vien creduta
un regno. Intanto, io son dalla sua, perchè continuamente ringrazio Dio
del mio basso, ma quieto stato, benché i presenti pubblici guai mi faccino
talvolta sospirare per V amore, e compassione, che porto alla patria mia.
Veramente, a non trovare nel precedent-e suo foglio parola intorno
alla proposizione di mettere insieme una biblioteca, mi corse il pensiero,
che non fosse stata approvata. Ora veggo, che air idea in me formata del
beir animo di V. E. corrispondono a puntino i fatti. Ho dnnqne sentito
piacere di aver parlato, e ho benedetta la di lei generosa intenzione verso
il suo monisierio. e verso la patria. Pregheremo Dio che lungamente la con-
ervi anche per questo insigne motivo, e lei accresca de' comodi per far del
i)ene agli altri, giacché son certo, che ella poco pensa ad aumentare i proprii.
Ben mi figaro, che le ragioni di V. E., e del reverendissimo padre
procuratore genei*ale saranno un sicuro esorcismo per mettere in fuga
quella tentazione, che è salita tant' alto. Ne spero avviso della sua beni-
gnità. Mille grazie alla di lei bontà, per avermi informato della lite insorta
in Verona. Tanto più ora son' io contento per non aver voluto affrontare
r argomento dell' usura, perchè troppo facile è l' urtare.
Venne il camice per ricompensa delle spese fatte al gran personaggio
dnrante la contumacia. È di betoglia con bellissimo disegno ricamato in
4538 LODOVICO ANTONIO MUHATOHl [1»744,
refe; ma essendo il lavoro minuto ninna figura fa in lontananza. Questi
padri, ed io abbiam ricevuta l' ultima lettera stampata, da lui fatta in
S. Cesario, con averne per sua bontà mandate di mano in mano a me i
pezzi, accioccliè li correggessi : eccesso veramente di umiltà. Han de.side-
rato essi padri di vedere la precedente, cioè Y Itinerario. Mi han detto di
non aver potuto arrivai-e al fine, parendo loro d' avervi trovata una straor-
dinaria (non mi arrischio quasi a dirlo) una straordinaria vanità. Credo
che venga dal loro depravato gusto.
Orsù, è tempo di finire, e di non dar più ciarle a chi si trova tanto
occupato, e pure sa rubar qualche ora alle gravi sue occupazioni per leg-
gere queir insipido mio trattatello. Le bacio la sacra porpora, ed ossequio-
samente, mi rassegno, di V. E.
4849.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 24 Gennaio 1744.
Biblioteca Comunale, Piacenza, edita [287].
Freddi gagliardi e ghiaccio in Roma? a me pajono cose rare che in-
vidia talvolta chi nel verno abita di là dall' Apennino. A noi toccò una
buona sbruffata di neve. Abbiamo ultimamente avuto una settimana nebbiosa,
che l'ha spazzata tutta, ed oggi una giornata sì mite, come sul fin di feb-
bi'aio. Cosi si cambiano le stagioni, e lo stesso fanno gli affari politici. Chi
su e chi giù.
Molte ciarle si son dette pel ritardo della cession di Piacenza, la quale
non si sa che finora sia eseguita, e qualche fede vi avrei prestato, se pei'-
sona che sa, non mi avesse detto, che nella .sostanza si va d'accordo, a
battere la differenza in cose di poco rilievo. Non andrà molto che ce ne
chiariremo.
Sia detto in confidenza a V. S. reverendissima. Questo signor conte
amministratore [Cristiani] è creato gran cancelliere di Milano. Perorala
prego di non dirlo perchè la cosa è tuttavia segreta, né egli l'ha pubblicata.
Le due corti han gareggiato insieme l' una per tirare a se e 1" altra per
ritenere un personaggio, che per sapere, per onoratezza, e per buon cuore
non ha pari. Che diranno i milanesi vedendo uno straniero in si bel posto?
Ma Dio guardi noi : che la sua fortuna il portasse via di qua perchè per
noi ne' correnti guai sarebbe una somma disgrazia.
Mi ha egli detto, che una partita di Y dilacerazione nel manose ritto]ri
venuta a visitar Rimini sia stata sì ben ricevuta dai micheletti austriaci,
che 30 ne restarono ivi freddi. Ma queste sono minuzie. Certamente non
venendo nuove truppe ad ingrossar l'armata del signor principe di Lob-
-1*74-41 ^ DOMENICO BRIOHIEEI COLOMBI 4539
kovitz, si aspetta anche un reggimento di Germania, credendosi per ciò
eh' egli a suo tempo sia per fare qualche tentativo, a fin di costringere
gli spaganoli a ritirarsi.
Fors' anche vi s'introdurranno a cagion di quelle navi inglesi che im-
pediscono loro i viveri per mare. Ma infine niun di noi sa quel che abbia
da ' ...
Chi badasse a i vanti de' franzesi di gran cose si potrebbono vedere
nel presente anno. Io non me ne fido, e stimo meglio il tardare a credere
quando si vedran più chiaramente i lor preparamenti e movimenti.
Persone passate per Rimini eontano la desolazione di quella povera
città e delle campagne: male che si stende anche nelle città vicine. Se
restava addosso a noi questo peso, ei*a l'ultima nostra rovina.
« L'essere stato si ben ricevuto il mio trattatello del Paraynai, mi ha
veramente fatto desiderar notizie della California, e del Nuovo Messico,
dove so, che sono missionarj: e, se le potessi avere, mi vi applicherei
volentieri. Cotesto padre generale de' gesuiti pare, che l'avesse caro. Ma
ho scritto, che senza la notizia de' paesi, de' costumi, degli animali, etc.
non si potrebbe far cosa che invitasse alla lettura. Mi son anche racco-
mandato a monsignore Henriquez, che ha promesso di favorirmi. Se V. S.
reverendissima avesse libri, viaggi, o relazioni di quelle parti, ne farei
capitale. Ma ho osservato, che gli spagnuoli, non vogliono che si sappiano
i loro interessi ».
La ringrazio delle notizie intorno alla lite di Verona. Ho scritto
anch'io colà per esserne informato. Mi si supponeva, che il signor mar-
chese Maffei fosse contro il vescovo. Finora, a riserva d'alcuni pochi fogli
nulla concludenti, non ho veduta cosa contro di lui per la storia della
Grazia. Di V. S. illustrissima.
4850.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 27 Gennaio 1744.
K. BiBLioTBCA BicCAKDiAiA, Fireoze, etìita [245].
L'ultimo foglio di V. S. illustrissima del di 15 corrente mi fa cono-
scere ch'ella è bene applicata intomo ai Difetti della Giurisprudenza.
Alle parole della pagina 29 dove dico delle Pandette, ho inteso, che ra-
rissimi allora erano i corpi delle leggi, né oggidì, a riserva delle Pan-
dette, si truovano manosciùtti di digesti, codici, etc. anteriori ad Irnerio
' La lacuna esiste anche nel manoscritto; si direbbe che manchi un foglio di
4 pagine in mezzo, perchè la parola da sta in fine di una pagina a sinistra.
4540 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT^-t-
Però la sua annotazione dovrebbe essere: Tanto erano nel secolo XI rari
questi libri, che Irnerio non ebbe da principio, etc.
Alla pagina 30 ho detto che gli Statuti ebbero la loro perfezione nel
XV e XVI secolo la maggior parie, perchè la maggior parte d'essi fu
allora riformata, approvata da' principi, e stampata, come si vede in quei
di Bologna, Ferrara, Urbino, Milano. Modena, Reggio, etc. Questo non fa
che gli Statuti non sieno antichi, perchè cominciarono a nascere allorché
le città d'Italia presero forma di Repubblica, come ho mostrato nelle
Antichità Italiane. Vuol dire che, allorché si stamparono, adattati al Go-
verno de' principi, riceverono l' ultimo sigillo, e tali durano tuttavia.
Non ho potuto per anche rileggere esso mio Trattatello, e in veggen-
dolo ora, truovo alla pagina GO - Un cada Turco. - S' ha da scrivere
Cadì. A Dio piacendo mi metterò a leggerlo. Veggo ancora scritte le
« novelle ed autentiche » pagine 31, e cosi altri nomi. Io ben avea scritto
<c Novelle, Autentiche, etc. »., e cosi dee farsi per tanti nomi propri. Si
truova ordinariamente scritto per gli medici, per gli sentimenti, etc. Di
grazia, scriva per li.
Dica poi ella ciò che crede meglio intorno alle mie proposizioni, perchè,
come saggiamente avvisa, è meglio che apparisca, non camminar noi di
concerto. Non ho veduto l'opera di Equinario Barone: ciò non ostante
credo che poco si perderebbe, levando certe leggi. Ci sarebbe anche da
dire molto più intorno a tante leggi dei digesti, ma io mi son contenuto.
Lasciamo andare il sig. abate Valentini. Mi aspetto ch'egli se neri-
torni in Italia colie pive nel sacco, ed abbia speso per nulla ottenere; il
che non vorrei. La ringrazio delle notizie intorno al sig. conte di Numps.
Dovea, per quanto corre voce, seguire a momenti la cessione del Pia-
centino, col resto. Certamente restano di molto slogate l'ossa, e la tragedia
non è ancor finita. Restano molti ministri in asse. Intanto il signor conte
amministratore Cristiani dichiarato gran cancelliere di Milano, dignità
ben conveniente ad uomo di tanto sapere di si buon cuore, di si rara
onoratezza. Noi ce ne siamo rallegrati foi'te. Ma s'egli ci avesse da ab-
bandonare in tempi sì per noi infelici, ne saremmo disperati.
Vanno arrivando nuovi rinforzi al signor principe di Lobkowitz, e ne
aspetta degli altri. Però si crede che a suo tempo possa far qualche ten-
tativo contro gli spagnuoli, i quali nondimeno patendo per due navi in-
glesi venute ad Ancona e a Rimini, e' è apparenza che si possano ritirare
e cercar altro soggiorno. Succedette ne' giorni passati un incontro di par-
tite,-ma non da tenerne conto. Il punto sta, se la Francia dica daddovero,
e se gli oliandosi vogliano agire colle forze che hanno. Ci vuole ancora
qualche mese a conoscere le loro intenzioni. Quelle del Prussiano noi non
siamo atti ad indovinarle. Si vede lettera con cui promette di sostenere
gli affari e l'elezione dell'imperatore.
-±'7-4tl^] A MATTEO MELONI 4541
Ho buone nuove del signor suo fratello in Torino. Dovea essere pre-
sentato al primo presidente. Sono pronto a servire anche l'altro domeni-
cano [Lodovico Vincenzo Brichieri Colombi], s'egli mi comanderà, dove si
stendano le mie forze. Vorrei inviare i tomi delle Antichità Italiane per
Dresda, e i passi son chiusi per la peste, che continua in Calabria. Oh!
quanti malanni ! Riverendola, con tutto il cuore, mi confermo, etc.
4851.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Trento.
Modena, 27 Gennaio 1744.
Biblioteca Gomuialk, Trento, edita [2&0].
Oh! che imbrogliato uomo il signor Argelati! Ciò che ora è succeduto
a V. S. illustrissima, a me più volte accaduto è. Il che mi ha tal volta
fatto quasi impazzire per non potere rimediare alla perdita delle carte
inviategli. Per conto del manoscritto porcelliano. io seco inviai la lettera
da lei scrittami, perchè mi parve una sufficiente informazione di qnel-
Tautoi-e. E questa si dovea unire ad alcune poche righe, che io vi avea
premesso, fra le quali io lodava il merito grande del signor procuratore
Foscarini. Né più io saprei dove trovar quelle poche parole, caso che
anch'esse il signor Argelati le abbia smarrite. Vegga ella di rimediare
come si potrà.
Ultimamente mi è venuta da Venezia la lettera scritta da monsignor
Fontanini. L* ho data subito a legare e ben volentieri la leggerò. Il signor
marchese Matfei forse se ne riderà. Egli è di presente applicato a scrivere
sopra le usure per una gran lite insorta fra quel vescovo e il capitolo dei
cauouici. Staremo a vedere se i suoi sentimenti si accorderanno con quei di
Roma. A me i guai della mia patria cagionano spesso non poca malinconia.
I miei anni avrebbono bisogno di pace.
Auguro a lei letizia ed ogni altra felicità, e con tutto l'ossequio, mi
rassegno, di V. S. illustrissima.
4852.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, '28 Gennaio 1744.
Akcbitio Erkdi MxijOii, Carpi, edita [288].
Mi dice mio nipote, che fu ben fatto ricorso a questo signor conte
amministratore [Cristiani] dal sig. D. Pirondi. o pur dalla parte contraria.
I
4542 LODOVICO ANTONIO MURATOUl [IT'^^-
© fa ottenuto rescritto per litigar qui f ma che poi non ne è seguito altro.
Perciò cr<^derei, se V. S. non ha già cominciato a pulsare cotesta sigurtà
del Como, che mi favorisse di ripigliar gli atti contro la medesima pel se-
mestre già maturato. Caso mai che fosse accaduto qualche aggiustamento,
si verrà in questa maniera a scoprire. Con tale occasione, rinnovo i sen-
timenti di quel vero ossequio, con cui sono, e sempre .sarò.
4853.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 30 Gennaio 1744.
Archivio Bocchi, Bergamo, edita [24i].
Inerendo alle premure di V. S. illustrissima per la provvisione di un
maestro di rettorica, ho cercato e fi.ssati gli occhi sopra un sacerdote Rub-
biani, di età di anni 27, di buoni costumi, e che ha studiato assai le belle
lettere. Tanto più il credo io atto a tale impiego, perchè so, essere egli
stato uno dei migliori discepoli di filosofia sotto il padre lettor Giardini
in questa Università. Gliene ho parlato, l'ho animato, e quantunque abbia
il padre vecchio, che mal volentieri il vedi-ebbe staccarsi da sé; pure in
fine mi ha detto, che verrebbe colle condizioni specificate nella lettera di
V. S. illustrissima. Resta dunque ch'ella mi dia, quando piaccia il sog-
getto, categorica risposta, acciocché il medesimo possa preparar l'armi per
uscir poscia in campagna alla Pasqua ventura.
Mi vien supposto che costi sia stato parlato altra volta del padre
provinciale dei Minimi, Malmusi, bramoso di servire cotesta città nella
Quaresima del 1748, essendo egli impegnato quest'anno pel Duomo di Siena,
poi per S. Petronio di Bologna, pel Duomo di Milano, etc. Se V. S. illu-
strissima potesse cooperare ad ottenergli cotesto pulpito per l' anno sud-
detto, compartirebbe le grazie sue a un ben degno soggetto, ed io gliene
resterei sommamente tenuto.
Intanto, rinnovando i sentimenti del mio inviolabile ossequio, mi con-
fermo, di V. S. illustrissima.
Prima di chiudere la lettera, è venuto il signor Rubbiani con un so-
netto fatto jerisera. che ho creduto bene d'iuchiudere.
-1*7441 A FRANCESCO BERETTA 4543
4854.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 30 Gennaio 1744.
Akciiivio Tacoli, Modena.
Se non già sciolto dalla coatumacia, poco può stare il signor marchese
Pontanelli a liberarsi, ed arrivax-e ia città. Laonde sarà più tacile a V. S.
illustrissima, il far unire il tomo VI il cui prezzo è di paoli 32. Questi
li può ella pagare in mano al signor d. Fortunato Altimani, che sta colla
signora Paradisi.
Con che. rinnovando i sentimenti del mio inviolabil ossequio, mi
confermo.
Auguro a lei ogni maggior felicità pel contratto de' suoi quadri. Sarà
quasi un miracolo in questi tempi.
4855.
A FRANCESCO BERETTA in Udine.
Modena, 31 Gennaio 1744.
Abchivio Soli Ml-hatoki {H. Bibl. Est.). ModeuH.
Appunto per l'interrotto commerzio. non ho io osato finora, né oserò
mettere in viaggio le consapute scritture. Si va dicendo, che possa aprirsi
la comunicazione con Ferrara, esibendosi il signor principe di Lobcowitz
di formare un cordone di là da Rimiui. Se ciò sarà, la cassetta non tar-
derà a mettersi in viaggio.
Da Vienna mi è stato inviato il poemetto composto da cotesto signor
conte Florio per le nozze del principe Carlo. E cosa bella, v'ha della
vivacità poetica, e un bell'estro.
Me ne rallegro coli' autore, a cni prego V. S. Illustrissima di portare
i miei rispetti, uniti alla stima particolare che professo al di lui merita
ed ingegno.
E qui, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo, di V. S.
illustrissima.
4544 Lorx)Vico Antonio mlmiatori [1*?-4"4-
4856.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 31 Gennaio 1744.
K. Biblioteca Eiocabdiana, Firenze, edita [153].
AtHdato dalla bontà di V. S. illustrissima, ricorro alle grazie sue.
Mi occorre d'inviare al signor cavalier Guazzesi, governatore di Borgo
San Sepolcro, il tomo ultimo delle mie Iscrizioni, e l'ultimo ancora delle
Antichità Italiane. Il fu padre Grandi avea preso i cinque precedenti tomi
d'esse Antichità, e voglio sperai-e che i padri Camaldolensi di Pisa pren-
deranno anche l'ultimo, per non lasciare imperfetto quel corpo. Perciò ho
fatto un involto d'esse tre copie con prendermi la, forse, soverchia confi-
denza d'indirizzarli a V. S. illustrissima. Non so quando questo partirà:
ma, a buon conto, le do avviso del favore che spero da lei. Il signor ca-
valiere mi scrisse, che inviassi a lei essi due tomi. Pel porto e dazi ella
abbia la pazienza di pagare, e ripartita tale spesa anche sul tomo desti-
nato per Pisa, sarà essa rimborsata dal signor cavaliere. Per quello di
Pisa, mi dirà s'io debba scrivere a quel padre abate, bench'io non ne
sappia il nome.
Costa il tomo delle Iscrizioni, paoli 35, e quello delle Antichità paoli 32
che saranno a lei pagati. Di questo danaro mi favorirà di ritenere paoli 15
per le Novelle Letterarie dell'anno presente. Sappia che pagai il signor
canonico Gori per quelle dell'anno prossimo passato. Non ne ebbi che i
primi fogli, e non più altro. Ne feci istanza : rispose, che conveniva francar
le lettere. Il pregai di mandarne un fascio per qualche congiuntura a
Bologna al padre abate Trombelli di San Salvadore. Mi ha ultimamente
scritto, che non l' ha fatto per timore che siano presi que' fogli, a cagion
delle note discordie. Sicché ne son tuttavia creditore. E pure questo So-
liani libraio ne ha ogni settimana i fogli.
Se è vero che benza francar le lettere non si possono inviare, egli
ha ragione.
Mi è stato detto avere V. S. illustrissima risposto per me all'avvo-
cato Querini, e meglio sicuramente di quel che avrei saputo io; perch'olla
è mirabile ne' suoi giudizi e in condir le censure.
In oltre, ho da pregarla di un altro favore. Scrissi ad Augusta mesi
sono, al signor Brucher, ringraziandolo de" tanti favori a me compartiti.
Non ne ho mai veduta risposta, e me ne duole non poco; non già per-
ch'egli non l'abbia data, ma perchè temo che la mia non gli sia perve-
nuta. Di grazia, ella se ne informi.
'±'7-4:4:] A DOMENICO BRIGHI EQI OOLOUBI 4545
Vorrei che avessero fine le vostre controversie con Roma; e, segui-
tando queste, non so come vada la slampa per lei. Con rassegnarle il mio
iuviolabil ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima, eie.
4857.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 2 Febbraio 1744.
BlRLIOTKCA UKt Ll.NCtl, UolUA.
Bencbè non dimandassi all'È. V. onde venissero quelle vane saette,
che odo continuar più che mai. pure m'immagino di conoscere il tui'casso
e la mano. Né mi stupisco di simili guerre, ma bensì le detesto perchè
fatte senza ragione alcuna. Ho letta la risposta e la trovo calzante, se
non che non vorrei che chi converte ogni cosa in veleno, si abusasse contro
di lei delle, per altro, giuste sue riflessioni sopra la pontificia allocuzione,
con dire la prima parte e tacere la seconda. Io ho provato, per esperienza,
che in certi casi il non curare gl'insulti altrui, è la maniera più sjtedita
di farli finire. Chi nell'alma città nudrisce qualche poco di livor verso
V. Eminenza, se la vede prender fuoco per queste immaginarie obbiezioni,
giacché non può batterla daddovvero, ha almeno il contento d'inquietarla.
Io non gli vorrei dare questo gusto. E con baciarle la sacra porpora, e
con desiderare che 1" applicazione al buon cardinal Polo le tolga di mente
Domìnae fastidia Roììiae, ossequiosamente, mi rassegno.
4858.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 5 Febbraio 1744.
3. BiBLiorscA HiccARuiASA, Fìreuze, edita (24-ò].
Finalmente ho dato una scorsa al mio trattatello dei Difetti, ecc., né vi
ho trovato se non le seguenti cose da correggere o mutare. Pagina 5 dopo
il mezzo - e molto più - scriva e tanto più. 16 molto dopo il mezzo - di
Cicerone - aggiunga o di Quintiliano. 2*j dopo il mezzo, serrar la paren-
tesi a dopo. 47 in fine della linea 13 - truova quella - si aggiunga - veste.
53 vicino al mezzo - prendere si scriva pendere. Dopo il mezzo - tna una
inente infine - cancelli il ma. 60 dopo il mezzo - un Cada - scriva - un
Cadì. 63 verso il fine - torna più in conto - scriva - il conto. Dopo il
mezzo - Papiniano - scriva Triboniano. 70 in fine - non sia un seminario
ICpUtolariu di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. £87.
4546 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*?44-
- cancelli il non. 79 dopo il mezzo - Pajnniano - scriva Triboniano. 87
vicino al mezzo scriva et alle volte V opjjosto. 103 in fine - vertano -
scriva vertono. 115 verso il fine scriva Ili/potheca. 117 verso il mezzo
scriva per una d' esse dipendente. 120 dopo il mezzo - stenti - scriva stento.
126 molto dopo il mezzo - pel lungo - scriva per lungo. 154 dopo il mezzo
- maggior tempi - scriva maggior tempo. 145 verso il fine con alcuni -
scriva con alcuno. 159 linea 6 - fugano - scriva fuggano. 180 dopo il
mezzo - da' suoi mali - scriva da tutti i suoi mali.
Se V. S. illustrissima vi troverà altro bisogno di correzione, sa quel
che ha da fare. In altra mia ho risposto a' suoi quesiti.
La prego di ricordarsi che va scritto jxr li, quando seguita lettera
che non sia vocale, o non sia st. se. sm. etc, ne' quali ultimi casi s' ha
da conservare per gli.
Ricevei il poemetto del signor conte Florio, per cui la riugrazio. In
iscrivendo a Udine ho fatto passare all' autore i miei ringraziamenti col
dovuto elogio. Siamo senza novità. Si aspetta in breve un reggimento che
anderà ad unirsi col signor principe di Lobcowitz; non so che sia per anche
seguita la cessione di Piacenza; ma può seguire a momenti. Questo ritardo
ha servito per alzare questo signor conte Cristiani, ben meritevole, al
grado di gran cancelliere. Gran male per noi se andrà, come purtroppo
succederà. Con die, mi rassegno, etc.
Per mezzo del signor conte Giacomo, capitano nell'armata di Baviera
per la regina, che dovrebbe tornar verso cotesto parti alla fine di marzo,
manderò il Paraguay e il Governo della Peste.
4859.
A PIETRO NAPOLI* GIANNELLI in Palermo.
Mutinae, YIII Id. Febr. MDCCXLIV.
Akcuivio Soli Muratori (li, lìibl. Est. ), Modena.
Priores tuae fumo nigrescentes literae IV Id. Januarii datae solatio
mihi fuorunt, uam iis te firma frui valetudine, me docuisti. Quare tibi.
amantissime vir, ex anirao gratulor, ac praecipue vehementer gaudeo. me
nihil penitus novi de pestifero morbo audivisse: quod recto isthic omnia
evenire indicat. Utinam in Calabria idem quoque contingeret. Quamobrem
commercium nostrum cum pontificia ditione adhuc est interruptum, nec
* Detto corrispondente firmava le proprie lettere — indifferentemente — Napoli
Giannnelli o di Napoli Giannelli.
-l'T'-i-i] à FORTUNATO TAMBURINI 4547
4UÌsqQam unas Romam proficiscitur. Paratum tamen daorum Opuscali mei
de sacris Missionibus in Parayuaij exemplarium involucrum, alterum nempe
ad eminentissimum Tamburinum. ad te alterum deferendum, heic dormii.
Sed quia non erit tam cito cum Sicilia commercium in iutegrum resti-
tutum, Roinam illad tempestive pei'veniet. Accurate vero etiam egeris, si
epiatolam Saguas retinueris. donec, Deo aspirante, serenitas in istas re-
deat regioaes. quum nos interim acerbissimum belli fiagellum perferamus.
Carmine italico, a me tibi transmisso, prò tuo uti potes arbitrio. Nea-
poli actutum illius Academiae selectis lucubrationibus adjectum in lucem
prodiit, et complures congratulationes non propter ipsum, sed propter
aliam fortasse caussam accepi.
Te enixe rogo, ut ci. Nicolao de Marinis me unum ex uecessariis
suis deinceps professurum, nomine meo affirmes; ingenii ejus felicitas
atque literaturae praestantia vellem, ut illos gignerent fructus, ob quos,
sicut spem attulit nobis, uon levem sibi plausum comparabit.
Si mihi scribendi occasionem nancisceris, de praesenti Messanae fininm
statu velim me certiorem facias. quietem namque, sed quietem in soliti-
tudine, Messanae resurrexisse puto. Mala haec omnia a nobis avertat
Deus, ut mutuis. quemadmodum coepimus, studiis otfieiisque nos invicem
prosequamur. Cura ut valeas, teque mihi incolumem serves. Iterum vale,
et salve.
A FORTUNATO TAMBURINI iu Roma.
Modena, 7 Febbraio 1744.
Archivio Soli Mukatoki {R, Bibì. Est. ), Modeua.
Il trovarmi vivo nella memoria, e nel cuore dell' eminentissimo Be-
sozzi stimo io mia gran fortuna, e però sommamente ringrazio la beni-
gnità di V. E. per avergli portati i miei ossequi.
Quanto a cotesto mio manoscritto, non ho fretta alcuna per riaverlo,
ed è bene, che passi per la trafila anche d' altri, che tutti ne sanno più di
me. A chi daran fastidio, a chi paura certi tocchi di verità, sempre sospet-
tando, che possa venire danno dal rivelar certe magagne. E io ali" in-
contro tengo, che sia onore della religione cattolica il disapprovare ciò
che lo merita, e il far vedere agli eretici, che non insegnamo, né palpiamo
errori ed abusi.
Cui-ioso, e notabile è l'incontro di quel Jntroducatur, e veramente
par venuto a tempo. Son corso col peusiere a chi presiede a gli interessi
di una corona cattolica, poiché non saprei credere di chi presiede alla
4548 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17*-l-4:-
camera, e tieii tuttavia una zampa in Ferrara. Dovrebbe naturalmente
questo accideul.e. aggiunto alle, ragioni illuminar chi occorre. Però con
ansietà ne starò aspettando V esito.
Né li strapazzi, né le ragioni del padre Lucca in que' fogli mi han
punto commosso. Né occorre risposta. Sopi-a tutto, nondimeno, mi parve
grande insolenza, e un abuso della teologia, V attribuire la disgrazia di
Messina il non aver ivi avuta fortuna, il V. S. [voto sanguinario]; ma
perché restar finora intatto io che ho | scritto ] V
Stanno pur male nella chiesa di Dio si fatte imposture.
Se il march. Maffei ti'atterà delle usure con moderazione, potrà giovare
al pubblico. A me non di meno è sembrato assai pericolosa l' accettazione
della dedica, quando questa non sia con patto di mandar prima il libro
costà sotto l'esame. Troppo é facile, che teologi, e canonisti vi truovino
da ridire, essendosi piantate massime di gran rigore in questo argomento.
Mi pare una meraviglia, che cotesti legali citino con lode che ho
osato di toccar si vivamente i difetti della lor professione. Mi è stata
cara tal notizia. Non avrebbe forse il signor conte della Torre data loro
licenza di lodarlo, se gliene avessero dimandato parere. Se cotesto signore
tornerà a V. E., le ricordo, che s"é meravigliato per aver io in due luoghi
nominato Papiniano in vece di Triboniano. Ma che motivo di meraviglia
c'è? Facilmente si scambiano i nomi quando si é attento al quel che im-
porta. Basta sapere, che in più luoghi ho riconosciuto Triboniano per
compilatore de' Dicesti, né aver io bisogno d' impararlo da cotesto signor
lettore della Sapienza.
N. S. ha avuta la benignità di farmi trasmettere una l'elazione breve
della visita fatta dal vescovo di Buenos Ayres un anno fa alle missioni
gesuitiche del Paraguay. Egli è domenicano, e conferma quanto io ho
scritto. Però, a Dio piacendo, la farò stampare.
La servirò col signor segretario, con cui una volta alla settimana vo
a far commemoi'azione de' nostri guai, e del non sapere quando avran
fine. Tengo qui pronto il l'otolo con due copie del Paraguay, 1' una per V. E.,
e l'altra pel signor don Pietro da Napoli Giannelli; ma non capita occa-
sione per Roma, durando tuttavia l'interrompimento del commercio.
Con che, baciandole la sacra porpora, e rassegnandole il mio invio-
labil' ossequio, mi ricordo, di V, S. illustrissima.
-1*744] AD ALKSSAN^DRO QIUSRPPK CHIAPPINI 4549
4861.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Rema.
Modena, H Febbraio 1744.
BiBLioracA Comumalr, Piaoenztu
Avrà già V. S. reverendissima intesa la cession ài Piacenza fatta
privatamente, per differenze nel cerimoniale. L'editto stampato dal signor
principe di Lobkowitz con cui ordina al popolo di riconoscere S. M. S.. e
il solenne Tedeum cantato di poi coli' intervento della nobiltà, la cai esterna
allegria Dio sa se era accompagnata dall' interna. A riserva del trincia-
mento. certo è si godrà ivi un regolato governo. Milano mormora, ma Mi-
lano avrà pazienza. Ivi solamente si spera, che la guerra ( brutta Dia-
vola) possa far mutare le cose.
E le apparenze per nostra disgrazia veramente sono che guerra e
guerra calda abbia da essere io quest'anno. Mi perdoni V. S. reveren-
di.ssima: non so credere chiesto il passo per Napoli.
Non v' era bisogno di chiederlo. Nel regno dicono esservi 25 mila
soldati. Se il signor principe avrà veramente fatto far questo passo, può
essere che abbia altra intenzione. Per ora niun moto si vede. Ma non
farei già la sigurtà che, venendo la Primavera, esso signor principe non
possa tentare di cacciare chi ora sta in Pesaro e Pano. Deserzione e' è
in tutte e due le Armate.
La reggenza ha d'avere 30000 soldati in Italia, 40000 il re sardo.
Queste saran belle forze, se manterran la parola. Sembra che i franzesi
possano cominciare le ostilità venendo a Nizza. Ma per l'uscita della loro
flotta, quando saprò di certo che sia alla vela, lo crederò. Staremo a ve-
dere che farà il prussiano, e che gli olandesi. Questi ultimi, se la Francia
vorrà volgere 1' armi verso la Fiandra, verisimilmente si dichiareranno;
ed allora Dio sa quando più cesseran le nostre miserie.
Tutto di van passando soldati e reclute verso Rimini, e a noi tocca
di sommare, e di prendere danari da Genova.
Al signor conte amministratore ho letto stamane il di lei paragrafo.
Finora non e' è ordine che vada ; ma pur troppo 1' aspettiamo, e Dio sa
chi gli succederà.
Mi son ben rallegrato che 1' eminentissimo Pozzobonelli si truovi
sciolto. Spero per ciò di poterlo inchinare fra pochi giorni. E un dotto
ed ottimo ambrosiano. Ma quella satira? Bisogna sofferir le bastonate ed
essere anche dileggiato. Non succedeva cosi, quando i denti eran lunghi.
Il march. Maffei scrive intorno alle usare, e dedicherà la sua fatica a N. S.
4550 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?^^-
Benchè io sappia che costì i libri sono troppo cari, tuttavia, se mai
le venisse fatto di trovare il corpo delle opere di Teodoreto, di grazia,
intenda quanto ne pretenderebbe il libraio.
Mi congratulo con lei perchè abbia cominciato a partecipare delle
grazie erudite di quell' eminentissimo. Costi v" ha chi non gli fa giustizia.
Sa egli farsela da sé stesso. Le bacio le mani, e mi confermo, di V. S.
reverendi.ssiraa.
4862.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 13 Febbraio 1744.
Arohivh» della CoNGRBa anione ni Carità, Correggio, edita r2721.
Mi conviene incomodar V. S. illustrissima per pregarla di un atto
di carità, cioè di procurai'e il pagamento di scudi tre dovuti a questa
povera vedova Triani-Pedrazzi. siccome ella vedrà nell' inchiusa ricevuta.
Con tal congiuntura desidero sapere, come ella stia in grazia del vi-
cario di S. Agnese, e se le abbia peranche mandato a prendere i pegni.
Staremo a vedere se egli farà novità nella visita, che probabilmente vorrà
fai'e il novello arcivescovo [Gerolamo Crispi], con cui non ho servitù
alcuna. E, rassegnandole il mio vero ossequio, mi confermo.
4863.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 18 Febbraio 1744.
Biblioteca Vaticana, Eoma, edita [266].
Mi ha fatto stupire V. R. coli' ultimo suo graziosissirao foglio. Quando
io la credevo tutta intenta a darmi la raccolta degli antichi rituali, veggo
eh' ella con un atto di generosità che forse non ha pari, esibisce a me le
fatiche sue, acciocché per mezzo mio passino al pubblico. Veramente un
gran peso é sulle sue spalle con gli Annali Ecclesiastici. Io all' incontro
posso dire di trovarmi disovrato. Non mi applicai al trattato del giuoco,
perchè inceppato dal riguardo a i Papi. Tuttavia fors' anche avrei af-
frontato questo argomento, se non avessi veduto che il signor Thiers fran-
zese, mi preoccupò molti anni. Per disperazione ho trattato della Forza
dell' intelletto, contro di un libro, che corre sotto nome di monsignor Huet,
e vuol risuscitare il Pirronismo. Poscia son passato a trattare della Forza
-1*7 -^-^l A PBA.NCBSCO OONTAUKLLI 4551
della fantasia, e presto sarò al fine. Sicché ben volentieri accello la sua
mirabile oflfért*, e, se Dio vorrà, mi applicherò a questa nuova biblioteca.
Resta eh* ella mi comunichi tutto il suo disegno. E questo non basta.
Troppo spesso io ho da lagnarmi, perchè mi trnovo in una biblioteca e in
un paese che manca di libri, ed invidio voi altri signori che ne abbon-
date tanto in Roma, h' Ittorpio io non Tho. Se si potesse trovar vendi-
bile, lo comprerei volentieri. Se no, come si potrebbe fare ad ottenerlo in
prestito? Può essere che mi manchino altri libri. Ho i Rituali del Mar-
lene, ho il Mabillone. ho il Bona. Costì si troverà molto più. Comunque
aia, quando V. R. mi creda atto a fare questo bene alla repubblica, io
son pronto a prevalermi delle sue grazie, senza defraudare a lei quel me-
rito che si dee a tante sue fatiche. Starò dunque aspettando l'altra lettera
che mi fa sperare. Ed intanto, ringraziandola quanto mai posso de' preparati
benefizii, rinnovo le proteste del mio inviolabil ossequio, e mi confermo.
4864.
AD OTTAVIO BOCCHI in Ferrara.
Modena, 18 Febbraio 1744.
Archivio Bocchi, Adria, edita [117].
Essendomi capitato alle mani un bel Placito che spero di stampare
un giorno, trovo che nel!' anno 1001. sotto Silvestro II Papa, ed Ottone III
imperatore, era vescovo d'Adria un Alberico. Sul dnbbio se questi sia'
noto a V. S. illustrissima, ho creduto bene di dargliene avviso, sperando io
ch'ella continui le sue ricerche per illustrar la sua patria. Desidero io
nel medesimo tempo buone nuove della di lei salute, e. ratificandole il
mio costante ossequio, mi confermo.
Si credeva vicina l'apertura del commercio, ma veggo essere ciarle.
Io non ho osato, né oso, per questo, di mandar libri.
4865.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 19 Febbraio 1744.
Abciuvio della Co.so»wja7.ionk di Carità, Correggio, edita [STO],
All' intendere le finezze, che volea usar con V. S. illustrissima il vi-
cario di S. Agnese, mi son ben rallegrato, perch'olla con poca fatica i
4552 LODOVICO ANTONIO MURATOHl [1*?44-
riontrata in sua grazia. Avrei caro, eh' egli si contentasse per ora della
metà del pagamento, che gli si è accordato, avendo io qualche bisogno
del resto. Prego la di lei bontà di farglielo sapere. Se poi strepitasse,
converrà a me di avere pazienza. Del resto prenda ella il tempo che vuole
per favorirmi del ricavato. Per conto del Cardellini' [Giuseppe Maria]
non si dia ella fretta, che anche questa vedova aspetterà.
Per quello che riguarda il signor avv. Monleone,* [ Giovan Pietro)
io non saprei qual mezzo adoperare in Bologna ; perchè quivi non ho
mezzo alcuno per fargli ottenere quel posto. Solamente ho carteggio col
padre abate Trombelli di S. Salvatore. Questi non mi pare a proposito
per muovere ruote .si grandi.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
4866.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Aqnileja.
Modena, 20 Febbraio 1744.
Archivio Koi'a, S. Vito al Tagliamento, edita [187].
Ha ragione V. S. illustrissima di dolersi dell'interrotto commercio.
Più me ne dolgo io, perchè ha tanto tempo che son qui preparate le copie
del tomo IV delle Iscrizioni per inviarsi al signor Manfrè ; ma per non
esporle ai pericoli e sballottami delle contumacie, non ho mai osato di
spedirle.
Si diceva che si aprirebbero i passi. Nulla si è poi fatto. Ora io non
mancherò di scrivere a Milano per vedere, se da quella parte potesse
venir la copia, ch'ella desidera. Per altro non credo, che l'Appendice porti
lapida alcuna di Aqnileja; essa Appendice si trova in esso tomo IV, né so
mai perchè alcuno l'abbia voluto staccare. Se ne' tempi addietro Aqnileja
avesse avuto dei pari suoi, probabilmente non si sarebbero perduti, cioè
convertiti in vari usi i marmi, che si sai'anno scavati. Da che V. S. illu-
strissima vi attende, ogni di cresce la di lei raccolta. Bella è V Iscrizione
Greca della cui copia mi ha favorito. Mi rallegro, intanto con esso lei di
vedere, che pensi ad una giunta : segno che il capitale è cresciuto di
molto.
Rassegnandole, con ciò, il mio inviolabil ossequio, mi ricordo, di V. S.
illustrissima.
» Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n." l da Reggio, 1738.
- Sue lettere in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n.° 6 da Genova, Lucca,
1744-'46.
- 1*7 •4-4] A DANIELE FLOBIO 4553
4867.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 20 Febbraio 1744.
AKCHirio Rocchi, Bergamo, ^dita [884].
Rendo grazie a V. S. illustrissima per conto del padre provinciale
Malmasi. a cui comunicherò quanto ella mi accenna intorno a cotesto
palpito, subito che sarà ritornato da Siena, nella cui cattedrale egli sta
ora predicando.
Prendano cotesti signori le loro misure intorno ai candidati, che saran
loro proposti per celesta cattedra di rettorica. Altro io non posso dire, se
non che il signor Rubbiani è giovane di bel talento, savio, che ha bene
studiata la filosofia ed altre scienze, ha buon gusto per le belle lettere, il
reputo capace di far prolusioni ed accademie. Ho voluto a questo propo-
sito ch'egli si pruovi. Ne vedrà ella inchinso un saggio. Lingua greca
non ha stndiato. Se occorresse, potrebbe applicarvi, e far tanta provvisione
da insegnarla ad altri. Se troveran di meglio cotesti signori, si servano.
Per me avrei creduto che esso giovane potesse ben soddisfare alle pre-
mure di V. S. illustrissima e al bisogno della città. Con che, ratificandole
il mio inviolabil o.ssequio. mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4868.
A DANIELE FLORIO* in Udine.
Modena, 2(J Febbraio 1744.
Akchitio Soli Mukatoki (A. Bibì. Est.), Modena.
Ill.mo Sig. Sig. e Proii Col.»
Gran tempo era, ch'io concsceva il felice ingegno di V. S. illustris-
sima, per avere veduto alcuno de" suoi componimenti. Ma veramente la
stima, ch'io aveva di lei, s'è di molto aumentata alla comparsa del di lei
poema per le nozze di un'illustre principe. Però, in iscrivendo al signor
conte Beretta. mi vidi obbligato di pagare un tributo dovuto al di lei me-
rito singolare. Ben sono state ricompensate quelle mie divote ma vere
espressioni, da che la di lei gentilezza mi ha voluto onorare di un sno
* Responsive io Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.l, d.°7 da Udine, n44-'4y.
4554 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l»74-4.-
gi'aziosissirao foglio, o sia di una viva testimonianza della bontà, che ha
per me. Me le protesto perciò sommamente tenuto, e la prego d'essere
persuasa, ch'io mi reputerò fortunato, se maggiormente potrò comprovare
a cotesta illustre città, e nominatamente al bel talento, e alla riverita per-
sona di V. S. illustrissima, quel vero ossequio, ch'io loro professo. Intanto
offerendomi tutto a i di lei comandamenti, mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4869.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 25 Febbraio 1744.
BiBLioTBCA Vaticana, Boma, edita [266].
Grandi idee, magnifici disegni che avea V. R. concepito! Il suo be-
nignissimo foglio mi rappresenta tutto. Ora sono a dirle che mi truovo
voglioso di accettare le sue graziose esibizioni, e, nel medesimo tempo, mi
truovo imbrogliato per non dire anche atterrito. S'io fossi costi e potessi
avere sotto gli occhi tutto il di lei apparato co' materiali già raccolti, e
colla nota di quei che si potessero raccogliere, allora potrei formar giu-
dizio adeguato di tutta la fabbrica e delle forze mie. Le liturgie al gusto
mio sono le cose più preziose in questo genere. Ma stanno esse tuttavia
confinate ne' manoscritti. Formar l'indice delle medesime sarà bene: ma
converrebbe dare un buon ragguaglio dell'età dei codici, e far conoscere
la diversità de' riti, perchè, a dirle il vero, tanti rituali del padre Martène
che sono una ripetizione della medesima cosa, con poco divario, possono
pai'ere una seccaggine.
Sono altresì monumenti preziosi i sacramentari; ma quando V. R. pub-
blichi i romani, i quali, a mio credere, saranno il meglio, Dio sa cosa re-
sterà di buono ne gli altri.
Quanto al salterio del venerato Temasi, non l'ho mai stimato cosa
d'importanza. È bensi degno di molta stima l' orazionario da lei pubblicato,
perchè antichissimo. Quando gl'inni portassero il pregio anch'essi di una
veneranda antichità, sarebbono un bel regalo al pubblico. Gli antifonari
concludono poco. In tutti questi monumenti si ha sempi-e da considerare
l'utilità che ne può venire alla teologia, e alla erudizione ecclesiastica.
Nulla s'impara da* pezzi delle divine scritture, pei'chè questi già gli ab-
biamo. Ed altro è la di lei nobil fatica intorno all' antichissima versione
italica. Ma in fine torno a dire che non so ben giudicare, perchè non so
in che consistano tutti i monumenti da lei con tanta fatica raccolti, se
non che sono ben consapevole dell'ottimo suo gusto. Tocca dunque a V. R.
-l'?'4:4] A DOMBNICK) BRIGUIKBI COLOMBI 4555
<ìi determinare. Io son pronto a ricevere da lei qoeir incnmbenza che cre-
derà più a proposito e quelle leggi elio mi prescriverà. Posso anche tentare
se N. S. volesse farmi trascrivere le liturgie. Per la stampa io non avrei
da pregare alcuno, perchè son anche annoiato da chi vorrebbe tatto dì
tpialche cosa del mio. S'ella mi darà cose da farmi onore, ne farò anch'io
a lei. Con ringraziarla, intanto, del suo benefico genio, passo a protestarmi,
con tutto l'ossequio...
4870.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 25 Febbraio 1744.
R. BiBLioTKCA RiccARDiANA, Fironzo, edita {'itó].
Servirà la presente mia solamente per dire a V. S. illustrissima che
ho ricevuto la carissima sua del di 12 del corrente. Anch'olla dee aver
ricevuta altra mia. dove not^i que' pochi errori che osservai nel mio trat-
tatello. Ora mi occorre di dirle, che. se sono a tempo, avrei caro ch'ella
aggiugnesse alla pagina 55 linea 1, dopo quelle p.irole — affli stessi clienti
— non ha molto, che il saggio ed insigne Senato di Milano, oltre all'avei'
profferita sentenza contro di un litigante, ha anche sospeso dall' esercizio
quel Causidico, che il patrocinava. Se tal un desiderasse, che non fossero
così rari gli esempli di si bella giustizia, gli si potrebbe a mio d'edere fa-
cilmente perdonare. Ora degli avvocati e procuratori dotti, saggi e timorati
'li Dio, etc.
Ho veduto chiamata la Filosofia da Apuleio de Dogm. Plat. Divinarum
huinanarumq. rer. disceptatio. Parmi anche che Cicerone abbia detto simil
cosa, ma non ho potuto trovare il sito.
Non meritava certo l'avvocato veneto ch'ella l'onorasse con una ri-
sposta. Contuttociò, giacché gli ha voluto toccare il polso, sarà hen fatto.
Dica quel che vuole intorno al ritagliar molte leggi, ch'io infine non ho
adottato quel parere. Ben so che molte di quelle, e di quel latino, son poco
intese da molti de' nostri legisti. I servi in Italia non ci son più, a riserva
degli schiavi turchi. Sono anche diversi gli ufizi. Invece di pescar ne' di-
gesti e nel codice quel che han da fai'e gli ufiziali. sarebbe meglio pre-
scrivere in volgare i loro ufizi. V'ha chi troppo, e chi troppo poco stima
il corpo delle leggi. Più sicuro sarebbe il mezzo. Il signor conte Cristiani
mi ha dato da leggere la sua scrittura, ma non me la vuol lasciare, perchè
prima l'han da vedere le Corti.
Farò il possibile, quando sarà tempo, per ottener copia d'essa e del-
l'altre due. Il bisogno nostro sarebbe ch'esso signor conte non andasse,
4556 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [IT-^-^-
perchè Dio sa come ci riuscisse col successore, e forse con dne. S'ella ne
saprà qualche cosa, me lo accenni.
So la vostra riunione colla Sassonia, ma intanto tutti vogliono un
pezzo àeW Andrienne dell'ottima regina. In Italia niun movimento, se non
che il re di Napoli ha fatto mai'ciar molte truppe ai confini. Chi dice una
cosa, chi un'altra. Dio solo sa. dove anderà a terminar la guerra del-
l'anno presente. Dall'Olanda e dal prussiano dipende il far del bene e
del male. Intanto pare che la Francia abbia saputo guadagnar la czara,
e torla a voi altri.
S'aspettano nuove truppe dalla (ìermania, sicché sarà ben forte il
signor principe di Lobcowitz,' e forse potrebbe tentar qualche impresa. Se-
guitano gli spagnuoli a fortificarsi a Pesaro; ma non s'intende perchè
mandino cannoni e attrecci di là da Roma.
Lasciamo l'abate Valentini. Probabilmente si sarà trovato deluso nelle
sue speranze.
4871.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 25 Febbraio 1744.
Biblioteca dkli>' Accademia dei Lincei. Koma.
Se non ho colto nell' indovinare il turcasso, almen credo d' aver col-
pito nel segno, allorché ho umilmente ricordato a V. E. di non mettersi
pensiero di certe vane querele. Un' aggravio in tanto de' nostri tempi a
me sembra la gran delicatezza dei signori romani, a' quali una pulce, una
zanzara fa paura. Se poi per questo le lettere in Italia languiscono, poco
importa. Con che, baciandole la sacra porpora, ossequiosamente, mi con-
fermo.
4872.
A GIROLAMO TARTAROTTI in Trento.
Modena, 25 Febbraio 1744.
Archivio Soli Mlratoki ( iì. Uibl. Est.), Modena, edita [259].
Ne' termini che V. S. illustrissima mi ha prescritto, ho formato un
breve moìiitum all'opei-etta del Porcellio colla giunta delle di lei notizie.
' Il Muratori scrive indifferentemente questo nome con la lettera e o con la let-
tera h.
-1*744] A FRANCESCO CONTA HELLf 4567
Veramente, allorché quel signore mi mandò da Vienna i prolegomeni da
lai preparati por la sua 6VonV(, a me parve un ingegno trascendente. La
ringrazio ora, perchè m'abbia fatto conoscere meglio il personaggio. Ma è
bene stravagante il pensiero da lui formato, ch'io abbia profittato delle
fatiche de' miei predecessori. Questa biblioteca fu formata ai miei di dal
duca Francesco II e data in consegna a Giacomo Cantelli, che sapea far
solamente delle carte geografiche. Succedette per poco tempo il padre Bac-
chini. e a lui per un contrattempo tolta. Dopo di lui venni io. Morì in
Bologna esso padre Bacchini e tutti i suoi scritti furono mandati a Roma
al cardinale Porcia. Or vegga che bel castello in aria. E. per conto Dei
difetti della Giurisprudenza, non sa egli, che io ho studiato la legge, e
sono in essa addottorato? E poi il mio stile facilmente si conosce. Una
sentenza che mi venne in fastidio, mi ha fatto far quella operetta. Ma non
importa.
Scrissi a V. S. iliostrissima che il marchese Maffei si sarebbe riso
della lettera Fontani iniana]. Può essere che non sarà stato cosi. Dopo
averla letta, vi truovo cose che gli lian da rincrescere. Con tutto piacere
appunto l'ho letta. E bello è che il signor Lami nelle Sorelle Letterarie
l'ha creduta di un fiorentino. Con tutto lo spirito, mi rassegno, di V. S.
illustrissima.
4873.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 27 Febbraio 1744.
Archivio della CoaouaQAzioxB oi Casità, Correggio, edita (273].
Rimando la ricevuta di questa povera donna, la quale è restata, nel
vedere lo strumento : ma purtroppo sarà vero, che sia solamente credi-
trice di paoli 26.
Buona parte di questa guarnigione savojarda dee marciare alla volta
di Nizza fra uno o due giorni; ma ce ne resterà tanta da tener noi in
ceppi e guai, oltre al dirsi, che abbia da venire un reggimento di lom-
bardi di nuova leva.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
4ÒÒS LODOVICO ANTONIO MURATORI [1**'4'4-
• 4874.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 28 Febbraio 1744.
Biblioteca Comunale, l'iaocuza,
Son certo che non mancano desiderj di pace da ambe le pai'ti : ma
questo bene non oso sperai'lo finché non si sieno rotta la testa i litiganti.
Bisogna accomodare gli inglesi e don Filippo. Come farlo? Sarebbe
in mano de gli spagnuoli, se volessero, contentando i primi; ed allora la
regina farebbe quel latino, che si volesse. Ma non si vogliono ridurre, e
piuttosto si lasciano mangiar vivi da i franzesi. E se poi entrassero in
ballo gli olandesi, Dio sa quando e come terminasse la tragedia.
Da Vienna mi scrivono che stan sempre in sospeso del prussiano. Il
tempo dirà quel che è. e finora non si vede.
Due bombe son vicine a scoppiare. L" una è di Rimini, dicendosi, di
quell'armata, che si unisca, con disposizione di andar verso Pesaro, dove tro-
verà buone fortificazioni. Anche il signor conte amministratore è per
andar in breve a Rimini, ma non per combattere. Fin ora ordine non
e' è che abbia ad abbandonarci. Sarà sempre con sommo nostro rammarico.
L' altra è di Nizza, verso la quale si crede che sarà il primo tenta-
tivo del principe di Corte. È venuto ordine qua. che due reggimenti cam-
minino colà, e fra tre giorni si metteranno in marcia. Per supplemento
dicono che verrà un reggimento lombardo di nuova leva, che ci fa paura
per essere una ciurma di capestri.
« Di tante critiche, che V. S. reverendissima mi accenna contro il mar-
chese Maffei, non ho veduto che quella del Tartarotti. Ora eh' egli è dietro
alle usure, non sentirà 1' abbajare di que' cagnotti. Si guardi quel libro,
che tratta di pizzicar, etc. Poca prudenza stimo 1" aver stampato simili
proposizioni sotto gli occhi del flagello dei Probabilisti ».
Pazienza, se non si è trovato Teodoreto. Può essere che capiti un
qualclie giorno. Il padre Bardotti va copiando per partorire una volta.
Si seppe, che i napoletani venivano a' confini, e di costà fu scritto,
che s' inoltrerebbono più innanzi. Il non dirne ella parola, mi fa conoscere
che son ciarle. « Mi ha mandato 1' eminentissimo Alberoni la sua apologia
per l'affare di San Marino. V ha del fuoco superiore alla sua età. Non
so come sarà ricevuta costi ». Di V. S. reverendissima.
-i'7'4'4] A MATIKO MELONI -kòÒU
4875.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modeua, 28 Febbraio 1744.
Archivio Soli Ml-batoki {l{. liihl. Hat.), AluUcna.
Con tanta venerazione ho ricevuto il prezioso biglietto, che s'è de-
fTiiata di coufidarmi, e lo terrò bene ascoso con aggiungervi anche una
memoria, che ninno de' miei eredi ne possa far uso. Godo intanto, che il
sentimento di V. E, sia stato ben approvato, e ciò servirà per riparo ad
altri simili tentativi, quali non mancheranno mai dalla parte di chi mette
in questo punto l'apogeo della divozione. Per conto poi dell' /«^/WMC«/Mr
sarebbe da maravigliarsi, che quel gran personaggio non ottenesse l' in-
tento suo, o per diritto, o per rovescio. V ha qui chi dice, essere egli
r antesignano di quei, che mi vogliono male. Quando considero questa mia
disgrazia, può ella credere, che perdo il sonno, e 1" appetito,
Anche l' eminentissimo Alberoni mi ha inviata la sua apologia.
«Tliel' ho lodata : gli ho toccato il cuore, e mi manda il sentimento uni-
torme d' altri. In Roma sarà ben diverso, e a rivederci dopo la morte
sua. Può allora aspettarsi, che qualche suo nemico darà nelle trombe.
Allorché V. E. avrà fatto vedere, a chi ella crederà bene, quel mio
scartafaccio, e mi onorerà del suo, ed altrui giudizio, farò anch' io i miei
scandagli, e risolverò quello, che mi parrà più spedienle.
Noi siam qui confusi per li tanti preparamenti di guerra, e per l'in-
certezza dell' esito, credendosi anche vicino un tentativo di Rimini contra
di Pesaro. Dio ci conceda quello, che il xnondo non può dare.
Con che, baciandole la sacra porpora, e. rassegnandole il mio inviolabil
ossequio, mi confermo, di V. E.
487G.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, I Marzo 1744.
Abcbivio Eredi Meloni, Carpi, edita [^lòh].
Due soli censi ho in cotesto parti, e mi convien litigare per tutti:
cosa lontanissima dal genio mio. Si vuol fare in Correggio la graduatoria
al signor dottore Gerez, a cui V. S. diede a censo nel 1737 per conto mio
L. 2500 per rogito di cotesto signor dottore Pasi. Io scrivo colà di non
45G0 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [l'7-4s'^-
voler entrare in quel concorso, perchè intendo di ritenere ed esercitare lo
mie ragioni contro la signora Cecilia Ferrari, vedova Corradi, che è si-
gartà principale in solido. Sono pertanto a pi*egare la di lei bontà, che
voglia avvisare essa signora Cecilia di quanto accade in Correggio, e del-
l' intenzione mia, affinchè la medesima possa concorrere per sua indennità
in essa graduatoria.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi ratifico.
Credo anche necessario il far sapere ad essa signora Cecilia che. per
frutti decorsi del suddetto censo per tutto il 1743, andava debitore esso
signor Gerez di L. 382-9-5. Io non ho mancato di avvisarlo minacciando
di voler procedere contro la signora Cecilia; ed egli anche per Natale mi
pregò di sofferenza, tanto che i gruppi sono arrivati al pettine. È poi mn-
turato adi 1 febbraio dell'anno presente un semestre del medesimo censo,
che è di L. 53-11-5, di maniera che tutto il debito per frutti è di L. 436-0-10.
4877.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 6 Marzo 1744.
R. BiBLioTKCA RicCAKuiANA. Firenze, edita [245].
Trovai chi era il padrone delle medaglie proposte costi, cioè il signor
Niccolò Bertacchini. Fui a vederle. Non v' ha serie alcuna che abbia com-
mento. In quelle di bronzo ne trovai non poche false o corrose. Nelle
imperiali d' argento ne vidi molte di rame, eh' egli ha fatto sciocca-
mente inargentare per supplire in qualche maniera quella serie. Le
consolari non son molte : ma quasi tutte ben conservate. V ha de' meda-
glioni di bronzo de gli ultimi tempi. Due cose a me mancano; cioè, una
piena perizia per distinguere il vero dal finto, e molto più quella di giu-
dicare del prezzo d' esse medaglie, che dipende dal bisogno del venditore,
e dall' affezione tanto di lui che del compratore. Feci istanza di saperlo.
E^li mi rispose d'essere ora dubbioso, se le avesse da vendere. Credeva
egli, che per cagion della guerra presente, si avesse a provare il caos. Ora
è rivenuto da questa idea. Mi dice ancoi'a d' essere stato dissuaso da
alcun suo amico dal privarsi di questo da lui chiamato tesoro, che tale
a me non sembra. La vei'ità è, eh' egli non ha bisogno de' danari altrui.
Ciò non ostante, è restato di darmi risposta categorica della sua risolu-
zione, per l'ordinario prossimo venturo. Però di più non posso dire per ora.
Giacché son felicemente giunti i tre tomi a V. S. illustrissima, s'ella
potrà unire il danaro, mi favorirà di tenere il prezzo delle Xovelle Lette-
-l'?44] AD OTTAVIO BOCCHI 4561
rafie dell' anao presente, e di pagare un paolo al signor canonico Oori
per corapiraento di quelle dell' anno addietro, che non ho per anche rice-
vuto, uè so s' egli le abbia consegnate a lei, come il pregai, o puro se le
avesse inviate al padre abate Trombelli a Bologna. Mi sono ben meravi-
gliato all' udire che non si franca la posta costi, come egli mi facea cre-
dere. Con tutto l'ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima, etc.
Il resto del danaro mi farà favore di consegnarlo al signor priore
Caramelli.
4878.
A BERNARDO ROVATTI * in Modena.
Modena, 10 Marzo 1744.
Abcbivio Soia Mdbatori (£. Bibl. E»L), Modena.
Il signor Bernardo Rovatti è caramente riverito dal Muratori, il
quale essendo stato pregato dal signor colonnello Vettori Giuseppe di dire,
se i due tomi del Dizionario del Calmet fossero consegnati alla libreria
ducale insieme coi libri del fu signor Riva, egli afferma che veramente
essi due tomi vennero in essa libreria in quella occasione.
4879.
AD OTTAVIO BOCCHI in Venezia.
Modena, 13 Marzo 1744.
Archivio Bocchi, Adria, edita [UT].
Mi dispiace di non poter somministrare a V. S. illustrissima il Pla-
cito di cui le scrissi, perchè ho durato fatica ad ottenerlo, e più a co-
piarlo, ed è per me cosa cara, perchè vi si tratta della badia della Pom-
posa, spettante a miei principi, che ivi è ceduta dall'abate di S. Salvador
di Pavia all'arcivescovo di Ravenna, alla presenza di papa Silvestro, e di
Ottone III augusto. Se Dio vorrà, desidero di pubblicarlo io con qualche
annotazione.
Il signor Argelati seguita a promettere l'indice generale Rerum
Italicarum.
* Di f|ueslo corrispondente non si hanno responsi tc in Archivio iioli Muratori
( R. Bibl. Est. ).
Bpittolario di Lodovico AtUonio JfurtUori. — Vcl. X. SB&
4562 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?44-
E, rallegrandomi della sua tollerabil salute, con augurargliela mag-
giore, le rassegno il mio rispetto, e mi ricordo.
Riapro la lettera per soggiungere aver io poco fa inteso dal signor
Manfrè ch'ella è creditore da me di L. 20 di cotesta moneta. Desidero di
sapere da lei la verità, e cagione di tal mio debito, perchè se la memoria
mi è mancata, non è di dovere che a lei resti questo danno.
Aggiungo, che, quando ella sarà per istampare la sua storia d'Adria,
mi avvisi; perchè, se non avrò stampato io il Piacilo suddetto, penserò
allora se io possa fai'ne a lei un dono.
4880.
A GIAN MARIA MAZZUCIIELLI in Roma.
Modena, 14 Marzo 1744.
BiBLioi'ECA Vaticana, Roma.
Non solo fo plauso al disegno conceputo da V. S. illustrissima di
tessere la >>loria Lelleraria d' llalia ; ma dico, essere questa una dello
più utili e gloriose imprese di un letterato, a cui avranno obbligazioni i
lettori viventi, ma incomparabilmente più i posteri.
Ella veramente non mi accenna, quale sia lo spazio, che ha prefisso;
perchè se fosse di molti secoli, dubito, se ella ne vedesse mai il fine. Pure
bella cosa sarebbe il poterla stendere, come han fatto il Du Vici e il Cave
degli scrittori ecclesiastici; se non che, volendosi poi comprendere anche
tanti altri argomenti, parrebbe che non si potesse sperar tanto da una
lunga vita d'un uomo. Vero è, che si poti'ebbouo scegliere quei soli, che
meritano elogio, lasciando gli scrittorelli nelle lor tenebre. E poi quanti
libri mai occorrerebbero per sì fatta impresa !
Ma lasciando a lei tutto questo pensiero, vengo al punto. Già io ho
composto e pubblicato la vita del Castelvetro, del Sigonio e di Alessandro
Tassoni, e del marchese Orsi e del dottore Francesco Torti medico. Altro
nostro scrittore vivente, degno di tale onore, noi conosco. Quanto alla mia
povera persona, ingenuamente le confesso, che ho sempre abborrito il far
la mia vita, il dare il mio ritratto, perchè non si può schivare la taccia
di vanità. Dopo la mia morte, dicano poi quel che vogliono della mia vita:
a me nulla importerà. Vivente, non credo che si tenga conto di me. Avendo
il signor Lami stampato la vita d' alcuni letterati, come ella saprà, so che
non son piaciute ad alcuni quelle del signor Bianchi e del signor mar-
chese Maffei, perchè si conoscono scritte da loro e ch'essi lodano sé stessi.
Tuttavia, giacché al disegno di V. S. illustrissima, per quanto vo ere-
-IT* 44] A fobtu:ìato tamburini 4563
dendo, basterà una vita succinta d' ogni letterato, perchè chi volesse di
più, empierebbe de i tomi, credo, che si possa soddisfare al di lei desi-
derio colla seguente forma. Oltre la mia vita scritta dal suddetto signor
Lami, ve n'ha un'altra breve da un signor Fabrizio (non l'amburghese)
stampata. E poi nell' anno prossimo passato un signor Brucker, non so
di qual paese, ha anch' egli stampata un' alti'a vita di questo suo servitore
con notizie, che ho poi saputo prese da un religioso, il quale abitava nei
tempi addietro qui. V* ha anche messo il mio ritratto, che non si somiglia
molto : pure è passabile, e tagliato egregiamente in rame. Questa, con
qualche correzione e supplemento potrebbe servire. Ella me ne dirà il suo
seutimeuto. In essa opera del Brucker v' ha anche quella del signor mar-
chese Malfai. Le altre son di tedeschi, etc. Quanto alle medaglie di let-
terati modenesi, io le confesso di non aver mai veduta alcuna, perchè non
si può dire quanto sieno stati trascurati i nostri cittadini nelle loro cose.
Né pure abbiamo memoria alcuna sepolcrale del Sigonio. del Tassoni, del
conte Testi, e d'altri nostri scrittori, per nulla dire di quei, che sono
morti fuori di patria, come i cardinali Sadoleto, Cortese e Badia, del Ca-
stelvetro, di Geminiauo Montanai'i, etc. De i due famosi medici e lettori
di Padova, Ramazzini da Carpi, e Vallisnieri da Reggio, le vite si tro-
vano in fronte alle loro opere.
Se mi dirà più precisamente il suo diseguo, la servirò di quel che
potrò. Non mancherò di visitare i nipoti del signor canonico Valletti.
E qui, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illu-
iirissima.
4881.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 17 Marzo 1744.
Abciiivio Soli Mukatoki (.Ji. Bibl. Est.), Modeua.
Benché il signor cardinal Querini non mi dicesse, che era qui l'autor
delle Doi/lianzc, né pur quando m'inviò copia della sua Risposta: pure
conobbi di poi, che si trattava di V. E., e tal notizia mi vien confermata
dall'ultimo suo benignissimo foglio colle più precise notizie del di lei ope-
rare. Io che sommamente desidero la buona corrispondenza fra quell'emi-
nentissimo e lei, mi son presa la libertà di scrivere al medesimo. Che,
giacché egli ha rivelato il fatto, ha l'È. V. avuta la bontà in certa ma-
niera di giustificar sé stesso presso di me, afi&nchè non credessi sminuito
punto r ossequio, e il buon cuore, eh' ella ha per lui, e desidera sempre
di avere. Ho dunque fatto rilevare ad esso eccellentissimo eh' ella non
4564 LODOVICO ANTONIO MUBATOKI f 17'-4:4-
avea sparlato di quella lettera con alcuno, né fatto consapevole della sua
a lui scritta; ed essersi ciò saputo solamente perchè egli ha voluto cosi.
Dover perciò conoscere che la di lei letteia non è un atto di poca stima,
0 di mal animo, ma bensì di confidenza, e d' amore, come si usa fra pa-
droni, servi, ed amici; avendo ella in oltre ceduto a i di lui sentimenti,
e per conseguente non doversi punto scemare di quella bontà e confidenza,
che r E. V. ha sempre avuto per chi gli si protesta per tanti capi obbli-
gato. Se mi son presa troppa libertà, V. E. ne incolpi la mia viva pre-
mura in tutto ciò, che riguarda la di lei tanto riverita, ed amata persona.
Dia pure V. E. a leggere a chi ella giudicherà bene quel mio scar-
tafaccio ; e poi a suo tempo oda Y oracolo superiore, ricordando allora di
aver io parlato della comunion popolare, e delle troppe feste.
Sia detto in confidenza : il padre Bianchini ha avuta la bontà di esi-
birmi le raccolte da lui fatte intorno ai Rituali antichi, Antifonarj e forse
anche Sacramentar] , perchè, non potendo egli per cagion del suo impegno
per continuare la Storia Ecclesiastica, eseguire i suoi disegni, crederebbe
me atto a tale impresa. Vei'amente a me mancano molti libri, oltre a ciò
vi sarebbero nella Vaticana varie liturgie, eh' egli non ha copiato, né
può spendere per farle copiare: il che dà fastidio anche a me stesso,
perché colesti copisti sono bocche larghe. Contuttociò penso di scrivergli,
che se vuol fare un involto di quanto ha, lo faccia avere a V. E., perchè si
vedrà poi cosa pretendesse il corrier di Milano per portarlo qua.
Imbrogliato, e in pena mi truovo per un' altra faccenda. Mi son
giunti i primi cinque tomi in 4." de miei Annali d' Italia. Vorrei poterne
inviare una copia per V. E., un' altra per monsignor Levizzani. Il fardello
è grosso, e poi ella sa come stanno oggidì le strade. In cltre bramerei,
che un' altra copia pervenisse a N. S. ; ma non mi sento voglia di lega-
tura. Mi favorisca di dire, se fosse un indecenza il mandarli slegati, e se
potesse inviarli a monsignor Vicelegato di Bologna, il quale probabil-
mente troverebbe maniera di spingere costà quella copia.
Siam tuttavia allo scuro dell" esito della battaglia navale Torino stesso
altro non dice, che di una nave spagnuola presa. Bisogna sentir l' altra
campana. Qui le nuove sono, che gli austriaci inseguiscono gli spagnuoli,
e paiono disposti ad entrare in Regno di Napoli.
Vi mancherebbe ancor questa. Le bacio la sacra porpora, ed osse-
quiosamente, mi rassegno, di V. E.
-1*7 -4-41 A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI 4565
4882.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI iu Vienna.
Modena, 18 Marzo 1744.
S. BiBLiOTCCA HiccASDURA, FireoM. edita [315].
M' è giunto il grosso plico di V. S. illustrissima, e spero che in breve
r indirizzato al padre suo fratello gli giugnerà. Corregga ella ciò che cre-
derà bone ne' miei fogli. Ho ultimamente fatto alcune poche giunte ad
essi e le mando con pregarla di non ne avvertire il pubblico, perchè ho
sempre abborrito dì far giunte alle cose mie, per non dispiacere ai primi
compratori. Del resto mi rallegro del gusto eh' ella ha preso ali* argo-
mento, e per la molta erudizione raunata per questo.
Scrissi ad un amico d' Udine, perchè si rallegrasse in nome mio col
signor conte Florio. Questo cavaliere mi ha poi ringraziato.
La servirò con questo signor conte Cristiani.
Gran fuoco che è in volta, e Dio sa quando finirà! Siam tuttavia allo
aro dell'esito della battaglia navale. Torino scrive d'una sola nave
presa dall'inglesi. Bisogna anche udir T altra campana. Ne si sa dove
sieno ora quelle flotte.
Gli spagnuoli ritirandosi erano giunti a Fermo, inseguiti sempre dagli
usseri. Gran diserzione fra le lor poche truppe. Pare che il signor prin-
cipe di Lobkowitz voglia tener lor dietro ed entrare nel regno. In Napoli
sono state carcerate varie famiglie per inconfidenti, fra l'altre il consiglier
-imaldi con tutti i suoi. Tremila croati giunti a Mantova debbono pas-
sare anch' essi al campo austriaco.
Finora non si sa che i francesi abbiano fatto novità alcuna verso
r Italia. Voce corre, eh' io credo falsa, essersi il figlio del pretendente
imbarcato a Brest. Ciò che la provvidenza di Dio abbia destinato in tanti
sconcerti, solamente col tempo si saprà.
E stato servito del recapito della lettera il signor Marinoni. A lui i
miei rispetti. In fretta, mi ricordo, con tutto 1' ossequio, etc.
P. 3. Se il signor conte Cristiani andrà via come temo, ella mi dirà
come le abbia io ad inviar le lettere.
Del signor conte Molza non cerchi conto. Egli torna in Baviera. Di
là manderà qne' due libretti.
Pag. 07 verso il fine dopo le parole ' — a molti de' Legisti, e diffettòse
* Queste osservazioni che fanno s^^ito alla lettera, furono cosi pubblicate da
Dante Catellacci, v. Voi. I, n.° 245 della Bibli(^rafia.
4566 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17'-44
per altri capi, si aggiunga : — In Parigi ncW anno JOOO un Legista ano-
nimo pubblicò un libro con questo titolo: « Les Loir, Civiles dans leurs
ordre naturel », dove fa vedere quanto sieno dis-ordinate nei Digesti le
materie, e male applicate ai titoli oppure oscure. Nota eziandio le molte
cose inutili e superflue, e le non poche ripetizioni della medesima cosa,
altre ancora a varie sottigliezze dell' antica Giurisprudenza, che non son
da approvare. A questi disordini tentò quelC Autore di provvedere con
dare un altro ordine e forma alle leggi d' essi Digesti. Chiunque poi ha
letto, etc.
Pag. 120 al fine del § futur aeque sunt urbes, si aggiunga: Me di di-
verso sentimento fu il celebre signor Colhert, Gran Ministro di Luigi XJV
re di Francia. Giacché non è men la Francia, e forse è più che V Italia,
soggetta a questa malattia. Così egli scrive nel sua testamento Politico
Capo X: « Per conto delle genti di Giustizia, chi si vorrà prender la
pena di esaminar neW intimo la lor professione, troverà, che lungi dal-
l' esser eglino necessari ad uno Stato, ne sono anche la rovina. Queste
'molte giustizie reali e subalterne son tante sanguisughe, che .Ciucciano i
popoli, ed io sostengo eh' essi costano loro ogni anno piii di dugento
milioni ».
Poi nel Capo XIII aggiungere : « Molto strano parrà ch'io parli qui
di distruggere le genti della Giustizia, parendo, che questo sia un voler
introdurre la violenza e il libertinaggio, due cose da temersi sommamente
in uno Stato. Ma s' io sostengo che questa è la maniera di rcìiderlo pia
florido, non pretendo per questo che V Equità ne sia sbandita e molto meno
il timore di Dio e del Principe ».
Susseguentemente egli parla dei due gi^avissimi abusi di quel Regno,
incogniti all' Italia, cioè del dover comperare le cariche della Giustizia, e
del poterle rendere ereditarie; onde viene un grosso ma iniquo rinforzo
al Regale erario. Appresso viene osservando gli aggravi e i danni di chi
ha da litigare, e il prolungar cotanto la Giustizia, e quello sfigurarla con
sì sterminati pirocessi, che cavano fin V ultima goccia, di sangue. Poi sog-
giunge: « Per rimediare a questo, non e' è altro, che abolire in un colpo
tuttociò che si usa oggidì, ed ordinare che la giustizia si faccia, come si
pratica dai Turchi e da! Consoli de' Mercatanti, i eguali giudicano su due
piedi, e senza bisogno di schiccherar tante risme di carta. E se ho detto
che le persone della Giustizia costano dugento milioni ogni anno al Regno
della Francia, questo facilmente si troverà esser vero, al considerare la
quantità delle sanguisughe, che convien nutrire, e alle spese che sono ob-
bligati di fare i litiganti pe' loro processi.
Vorrebbe egli pertanto che in ogni bagliaggio si scegliessero tre per-
sone di buon giudizio, prese dal clero, dalla nobiltà e dal resto del popolo,
le quali giudicassero di ogni lite senza spesa e senza forma di processo.
- 1*7 'l'è 1 A FRA.NOBSOO OONTABBLLl 4567
h lasrio il rpsto, conloniandomi di notamente osservare die un uomo di
tanto giudizio e sperienza det Mondo, quate fa it Colbert, venne tacita-
mente a sostenere, che fosse da anteporre la maniera sbrigata, già dai
Longobardi tenuta nel giudicare, che V eterna e dixpeìuliosa de' iemjji
<!' adesso. Che poi con questo ripiego si avesse a sperar sempre un esatta
giustizia, non credo che se V immaginasse il Colbert. Almeno, giacché né
jnir s' ÌM essa da appettar sempre da' tribunali d' oggidì, si otterrebbe uno
''splicabile rispannio di spese.
Pag. 55 linea 1 — gli stessi Clienti — si aggiunga : — Xon ha molto,
che r insigne Senato di Milano non solamente diede sentenza contro di un
litigante, ma sospese ancora dall' esercizio il Giurisperito che patrocinava
la di lui causa. Quanto sarebbe da desiderare, che anche in altre città una
ò-l bella Pramìnatica si praticasse !
Quando non si fosse più a tempo, si può aggingnere questo avviso
alla pagina 171 alla fine della conclusione LXXI — in questo jrroposito: —
Xc maggior indulgenza meriteran quei dottori che prendono a sostenere
f^ause scialiate, mostrando con ciò o troppa ignoranza, o non poca malizia.
Xon ha molto, etc. come sopra.
Pag. 14G in mezzo al principio del paragrafo — che non si truovi —
si cancelli quel non.
Pag. 155 in fine del capitolo dei fideicommessi — fornite botteghe —
si aggiunga: Ma che si ha da sperare? Si volle mettere in Francia questo
bel regolamento: ciò che avvenne, lo abbiamo dal Sig. Colbert, celebre mi-
nistro e segretario del re Luigi XIV, il quale nel capitolo XII del suo
testamento politico scrive iion aver voluto il parlamento sofferire un sì bel
ripiego, che avrebbe tagliato il capo all' Idra dei processi, da' quali esso
ricava tutta la sua sostanza. Cioè, tanto si adoperarono colle persone po-
tenti presso il re, facendo valere il pretesto, da ciò che verrebbe troppo
danno ai Grandi della Corte (la maggior parie, più ricchi di debiti che
di beni) che S. M. s' indusse a rivocar V editto già formato su questo:
risoluzione biasimata non poco da esso Colbert.
4883.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 20 Marzo 1744.
Archivio della Cosqkeqaziose di carità, Correggio, edita [272]
Eccone un' altra. Questa signora Maria Vittoria Fincì vorrebbe ven-
dere una sua casa posta in questa città. Mi ha fatto pregare, che racco-
mandi a V. S. illustrissima questo affare, né so dire quel ch'ella voglia.
4568 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [ 1*7 44-
Pare che ella desideri una premurosa parlata a cotesto sig. Nicolò Picci-
nini, acciocché non si lasci scappare chi s'è esibito di comperarla, giacché
osso fa i fatti di costei costi. Gli avrà ella scritto più precisamente le
sue intenzioni. Per li risai'cimenti vi vorrebbe Y entrata di un anno. Che
per questo ella abbia a dare per un tozzo di pane, mi pare troppo.
Ora io non so che dire, se non che se V. S. illustrissima, parlando
col sig. Piccinini, potrà giovarle al progettato contratto, gliene resterò
tenuto anch'io. Intanto, coi sentimenti del mio inviolabil ossequio, mi
rassegno.
4884.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 24 Marzo 1744.
Binr.ioTKCA Comunalk, Piacenza.
Talmente mi son trovato carico di occupazioni ne' giorni addietro, che
non Ilo potuto puntualmente rispondere all'ultimo foglio di V. S. reve-
rendissima. E poi poco anche importava, perché siam pi*ivi ora di novità,
e solamente stiamo speculando ciò che avverrà delle scene lontane. Costì
ancora non meno che qui si udirà un gran cicalare e lunariare intorno
alla gallica spedizione verso V Inghilterra. Niun di noi sa che fondamenti,
che intelligenza s' abbiano in quelle parti. Se fossero di buon peso, non
ha ella bisogno eh' io gliene ricordi le conseguenze.
Dicono che il principe porti seco l' accomodamento di quella Nazione
colla Spagna e Francia, e con suo vantaggio. I vascelli uniti chi li dice
venuti di Svezia, chi russiani. Il tempo ci dirà il resto.
Tuttavia siamo all' oscuro dell' esito della battaglia navale. Probabil-
mente ognuno avrà avuto le sue.
Tutto quello che dalla parte degl' inglesi finora si è detto, si riduce
a una nave spagnuola bruciata e un'altra presa. Lettera di Genova al-
l' incontro porta, che s' è veduta entrar la flotta spagnuola in Tolone, con
nove navi prese. Meglio è sospendere le credenze, finché vengano avvisi
più sicuri. Matheus fu veduto veleggiare con 17 navi verso lo Stretto. La
flotta franzese si dava per giunta ad Alicante.
Mi vien data per cosa certa che i galloispani in Provenza abbiano
avuto ordine di non pi'ocedere innanzi e che vadano a cantonarsi. Quasi
scommetterei, che i politici comincieranno a sospettar trattati del re sardo
con Versaglie, o perché tema dei malanni e cangiamenti in Inghilterra, o
perchè la regina non gli ha peranche mandati 7 ed 8 mila soldati, come
dovea: e il sig. principe di Lobkowitz non è per ora in istato di soccer-
- 1*744] A FRAX0E800 GONTARELLI 4569
rerlo. se bi<;ognasse. Il sig. conte Cristiani è stato spedito a Torino, e si
crede per quetare il re intorno a i saddetti soldati ohe non son vennti.
Voi altri signori poi siete più alla portata delle nuove d' esso signor
principe, che si fa a Fermo e le sue genti al Tronto,
Aspetta 3000 croati che erano giunti a Mantova. Pare che egli sìa
disposto ad entrare nel regno. Se v' entrasse, potrebbe seguir battaglia, e
questa parrebbe con buon successo, perchè non si può credere quanto
grande sia stata la deserzione della gente di Oages. Dicono che egli ha
ora un' armata d' uffiziali. Poco capitale poi può farsi de' napoletani come
ella sa. Alcuni credono che Gages condurrà i suoi ad Orbetello. e che il
sig. piùncipe aspetti il ritorno d' un suo ufiSziale. già spedito a Vienna.
Gran fuoco che è in volta, io vo dicendo agli amici, ma ridendo. Ve-
dete quella scomunicata Cometa? Ha cominciato colla fiera inondazione di
Vienna. Produrrà altre mutazioni, e voi non le volete prestare fede. Buon
per noi, se tanti sconvolgimenti potessero darci presto la pace.
Mi dicono ristampata costì la censura del p. Concina contro le pro-
posizioni del Go[vernatore] veneto.
Parte del bagaglio dell'esercito degli spagnuoli era stato sorpreso in
Ancona. Il signor principe di Lobkowitz, ad istanza dell' eminentissimo
MaflEei. l'ha rilasciato. Ossequiosamente, mi rassegno, di V. S. illnstrissima.
4885.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 27 Marzo 1744.
Akcritio della CoHaRKSAZioiiK DI Casità, Correggio, edita [272].
Vedendo questa signora Finci. che anche il sig. Piccinini prenderebbe
la sua casa per 300 scudi, sia detto a V. S. illustrissima in confidenza, le
è nato qualche sospetto, che non si procuri costi il suo vantaggio. E tanto
più pel gran divario tra il prezzo esibitole pochi anni fa. e l' esibitole ora.
Pensando io eh' ella, per essere servita da esso sig. Piccinini, non abbia
tutta la libertà di trattarne, o pure che possa increscerle di entrare in
tal briga: ho creduto bene di scrivere rinchiusa' al sig. canonico Scala-
brini. con pregar lei. letta che 1' abbia, e solamente in caso di non voler
avere mano in questo affare, il fargliela avere. Per altro se V. S. illu-
strissima vuol darsi per intesa con esso sig. Piccinini, che la signora
Finci vorrebbe per ultimo prezzo non meno di filippi 334 potrà farlo, e
vedere se si potesse indurre lui. o il Barbieri a questo.
V. lettera n.° 4888.
4570 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
Pasao ad un altro tacolo. Inchiudo una lettera scrittami da cotesto
sig. vicario, non volendo io rispondere senza il pai-ere di lei. Ma come
sta, ch'egli si dica creditore di tanta somma? Mi parea pure, che si fosse
restato d' accordo di molto meno. Forse vi sarà da scontar qualche affitto.
Aspetterò dunque dalla di lei gentilezza l' opportuna istruzione.
Ho ricevuto i 27 paoli per la Triani; e la ringrazio, ricordandomi, con
tutto r ossequio.
4886.
A BERNARDO MARIA DE RUBEIS in Venezia.
Modena, 27 Marzo 1744.
E. Biblioteca Marciana, Venezia, edita [139],
Vorrei potere in maggiori maniere comprovare a V. P. la stima sin-
golare e il vero amor, che in un lieve sconto delle mie obbligazioni. Ciò non
ostante, la di lei gentilezza me ne ha voluto ringraziare, ed io mi truovo
in obbligo maggiore di ringraziar lei pel suo benigno gradimento. Mi de-
sidera ella assai giorni di vita; ma io, già invecchiato, fo degli altri conti,
e prego di cuore V. P. che mi abbia ben presente ne' santi suoi sacrifizi,
perchè più che mai ne ho bisogno. Rassegnandole, con ciò, il mio inviolabil
ossequio, mi confermo.
4887.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 27 Marzo 1744.
R. BiBLioTKCA BircARDiANA, Firenze, edita [153].
Fu poi a trovarmi questo signor Bertacchini, e a dirmi che non volea
meno di cento trenta zecchini delle sue medaglie. Tante occupazioni ho
avuto in addietro, che non ho potuto scriverlo a V. S, illustrissima. In-
tanto mi è sopraggiunto V altro di lei foglio coli' avviso, che il sig. mar-
chese non vuole accudire a questo mercato. Ho sospeso di farne avver-
tito il suddetto signor Bertacchini, finché ella mi dica, non esserne più
da parlare, siccome credo che dirà.
Lodato Dio, che son giunte alle di lei mani le Novelle Letterarie del-
l' anno prossimo passato, date dal signor Gori. Saranno pesce ben fresco.
Ad esso signor Gori vo debitore di un paolo. S' ella ha speso per inviar
la balletta a Bologna, si paghi con quel che ricaverà. Intanto somma-
mente la ringrazio del favore compartitomi. Dia pur tempo a i miei de-
bitori, perchè pagheranno senza essere pulsati.
-l'7-4'4] A QIUSEPPB ANTBNORB SOALABRINI 4571
Curiosa e ben sensata è la Dis.tertazione del signor abate Bini intorno
alla lingua etrusca.
Siccome le scrissi, avrei premura che la mia lettera arrivasse al si-
gnor Brucker, il quale potrebbe farla ricercare alla posta d'Augusta: o
pure V. S. illustrissima mi accenni dove egli abiti, e per qnal via gli ho
da inviare i miei ringraziamenti. Con che, rassegnandole il mio ossequio,
mi confermo, di V. S. illustrissima, etc.
Voi altri signori avete cominciato a fare stampare in Amsterdam ed
altri luoghi lontani, ma con poca fatica, le cose vostre. Me ne rallegro
con voi.
4888.
A aiUSEPPE ANTENORE SCALABRINI in Ferrara.
Modena, 27 Marzo 1744.
BiBLioTKCA CoML'XAi.E, Ferrar.*!, eilita [3T2].
Per servigio, che mi è stato raccomandato di questa signora Anna
Vittoria Finei. mi bisogna incomodare V. S. illusti-i.ssima. Possiede questa
una casa costì, credo nella piazza, o vicino alla piazza, e ne tira d' affitto
J7 fìlippi, se non erro. Tre o 4 anni sono uno di cotesto commari si esibì
di comperarla, ed esibì 550 scudi. Il sig. Niccolò Piccinini, che fa i suoi
fatti costi, la dissuase. Ora si è presentato chi la comprerebbe, offerendo
solamente 300 scadi. Il sig. Piccinini a questo medesimo prezzo la pren-
derebbe egli. Un gran divario fra quello e questo prezzo. Essa signora
Finci mi dice, che quando potesse ricavarne 334 filippi. liberi da ogni
spesa, la darebbe. Le han fatto paura supponendole, che bisognerebbe una
spesa di 50 doble per risarcirla. Avendola fatta vedere il sig. Piccinini.
si truova essere molto minore la spesa, siccome ella vedrà dalle carte an-
nesse, che mi favorirà poi di rimettermi.
Io son dunque a supplicar V. S. illustrissima che si voglia prendere
r incomodo di visitare la detta casa contigua a quella di Ales.sandro Bar-
bieri, il quale si esibisce di comperarla, mostrando solamente di aver sa-
puto che essa è da vendere, e senza darsi intesa di averne impulso di qua.
per poter dare un buon consiglio a questa povera vedova. Occorrendo an-
cora potrà chiederne conto al sig. Piccinini, che serve sotto cotesto signor
commissario Contarelli.
Potrebbe anche mostrare, che vi fosse persona, la quale applicherebbe
a tale acquisto, senza darsi inteso, che essa si rilascierebbe pel suddetto
prezzo di filippi 3.34. Le resterò ben tenuto di questo favore. E con augu-
rarle una felice Pasqua, e rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di
V. S. illustrissima.
4572 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-i-*-
48S9.
AD OTTAVIO BOCCHI in Venezia.
Modena, 1 Aprile 1744.
Archivio Bocchi, Adria, erZ/ta fll7].
Il Placito da me accennato a V. S, illustrissima tenuto fu Anno Die
propitio Pontifìcatus Domini nostri Silvestri summi j^ontifìcis, et univer-
salis Papae in Ajwstolica Sacratissima Beati Petri Apostoli Domini Sede
Secundo. Sicque Imperante Domino Nostro Piissimo Perpetuo Augusto Ot-
tone a Deo coronato Pacifico Magno Imperatore in Italia vero Anno V
die quarto Mensis Aprilis, Indictione quartadecima, infra Claustra Mo-
nasteriis Sancii Apollinaris quod vocatur in Classe. Cioè nell'anno 1001.
Ivi Andrea abate di S. Salvatore di Pavia confessa, che i monasteri di
s. Maria della Pomposa, e di s. Vitale appartengono alla chiesa di Ra-
venna. Et similer interogatas est Georgius Episcopus S. Comaclensis Ec-
clesiae cum advocatore prò supradicto Andreas ex genere Consulum, et
Tahellio, et Albericus Episcopus Sanclae Adriensis Ecclesiae cum Advo-
catore suo nomine Apollinaris qui vocatur Ubertus de Ponte Augusti a
prefato Petro ludex Sacrosantis Palalii, et Advocatus Sanctae Ravemiatis
Ecclesiae si aliquid vellent dicere de ipsa Carta petitionis de supradictis
Monasteris Sanctae Mariae et Sancii Vitalis quae in eorum presentia
relecta est. Et ijjsi Episcopo pariter cum Advocatoribus suis dixerunt
Lawlamus eam quia bona est, et volumus, ut sii firma, et stabìlis in
perpetuum. Ad esso Placito erano presenti il Papa e Ottone III Augusto.
È di dovere eh' io rimborsi V. S. illustrissima le L. 20 delle quali io
avea dimenticato d" esserle debitore. Il sig. Pasquali mi ha già mandato
le copie de' primi cinque tomi degli Annali. Una copia adunque mi con-
verrà inviarle di qua. Il resto farò che le sia consegnato a suo tempo.
Ma non ne ho se non in carta grande. Con che, rassegnandole il mio os-
sequio, mi confei-mo.
4890.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Modena, 1 Aprile 1744.
Archivio Eoceni, Bergamo, edita [231].
Per molte mie occupazioni solamente posso ora dire a V. S. illu-
strissima, che ricevei il foglio, in cui mi avvisava della provvisione fatta
-IT'-é^] A FORTUNATO TAMBURINI 4573
costi di un nuovo maestro di rettorica. Decsidero che il medesimo riesca
beu utile a cotosla città. No ho avvisato il signor Rubhiani. ed altro
non occorre. A me basta eh' ella abbia riconosciuto il vivo desiderio di
servirla, che di nuovo le ratifico, con rassegnarle il mio ossequio, e pro-
testarmi, di V. S. illustrissima.
4891.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, .3 Aprile 1744.
Abcuivio Soli Mleatori { H. Bibl, EaU), Modena.
Dee nel lunedi di Pasqua mettersi in viaggio a cotesta volta 1" emi-
uentissimo Querini, e passerà per Modena. Io non mancherò di dare il
con tra pelo per quel che riguarda V. E., la quale poi saprà far di meglio
a suo tempo costi.
Mi è ben rincresciuto forte, che certo personaggio si sia servito del
mio povero nome presso di chi ella sa. per propria difesa. E più strano
mi è anche sembrato, che quel buon prelato abbia dato alla luce una mia
lettera famigliare, senza che io n'abbia contezza. Quasi mi vien voglia
di non aver più che fare, non dirò con Grandi, perchè anche di questi
ve ne ha assaissimi ottimi, e discreti, ma con Grandi pieni di vanità. Io
non ne guadagno se non occupazioni, o disgusti.
Non appartiene a me, che sono una formica, il fare il censore alle
cose loro. Ella, che è quel che è. ha provato, se questa gente ami di essere
censurata. Il non lodarli sarebbe interpretato per biasimo, e poca stima.
Sicché un par mio non può che lodarli, ed ecco il bel guadagno che si fa.
Sto anche ad aspettare, che 1* eminentissimo Alberoni dia fuori un mio
foglio approvatore del suo manifesto. Ne ho rabbia. Spero nondimeno, che
sarà scusato e compatito costi. Mala cosa è impacciarsi con chi è da più.
Mi prevalerò de i saggi consigli di V. E., per inviare a Bologna la
copia degli Annali per N. S., e l'altre per la condotta ordinaria indirizzate
all'È. "V. Mi ha ella levato con ciò da un molesto imbroglio: giacché
questo interrom pimento di commerzio non vuol mai cessare, quantunque
vengano ogni di migliori nuove.
Gran consolazione, grande stimolo, che ho provato io in vedere, che
la di lei benignità appruova. e loda il disegno del p. Bianchini di ri-
nunziare a me quel suo fardello. Ma che pensi ancora di concorrere colla
sua borsa, a ciò non posso consentire, e ne sentirei de' rimproveri dal mio
cuore. Crederei più tosto che si avesse da tenere quella di 8. S., la quale
se aspira, come credo, a proteggere le lettere, non s' ha da contentare di
dir solamente a gli altri studiate ; ma dee mettere anche la mano in sac-
4574 LODOVICO ANTONIO MUllATOttl [±<7^^.
coccia, se i progetti letterari sei meritano. L'emineutissimo Querini ha
pubblicato a lettere di scatola, che ha dovuto spendere del suo. per
S. Ephrem.
Gli dissi, che ciò non iacea onore a S. S. Rispose che la S. S. avea
veduto quel paragrafo, e detto che stava bene. Ciò mi fa paura, se non che
io son povero uomo, e il signor cardinale vescovo di Brescia, con abbazie
di giunta.
Di costà fu scritto un felice sbarco in Inghilterra del principe di
Galles, che ci rallegrò non poco; ma non venendo tal nuova da paesi più
vicini, siam qui in pena di saper l'esito di quella spedix-ione. Ci tengono
ancora in molta apprensione i moti vicini del regno di Napoli.
Ringraziando io con tutto il cuore V. E. de' continuati suoi favoi-i,
passo a baciarle la sacra porpora, e a protestarmi, con tutto l'ossequio,
di V. E.
4892.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 10 Aprile 1744.
Biblioteca Comunale, Piacenza.
Qui non si parla più della battaglia navale in cui si crede che ognuno
abbia patito, senza nondimeno comprendere in qual conflitto i franzesi, i
quali non hanno operato : del che si duol forte la corte di Madrid.
Il peggio è che uè pure si parla più della spedizione d'Inghilterra,
credendosi già tornati i vascelli gallici a Brest, o a Duncherche, e
sbarcata la gente, e dicendosi, che anche la flotta del Noris sia stata
maltrattata dalla burasca, poiché, quanto alla voce che sia seguito com-
battimento fra quelle flotte, non se ne vegga fondamento alcuno. La forza
de' venti è da più di quella de i re. Ma ecco svanite le speranze della
religione e della pace, e irritati maggiormente gì' inglesi protestanti, afflitti
ivi i cattolici, e gli olandesi accrescere le forze per terra e per mare con
apparenza di dichiararsi in breve, il che renderà più lunga la tragedia.
Chiniamo la testa al volere di chi comanda in cielo e in terra.
Le voci che corrono in Genova sono che siano passati i gallispani
di qua dal Varo, seguito qualche piccolo combattimento, fatto prigioni
400 granatieri piemontesi. Danno anche evacuata Nizza, perchè non cre-
duta capace di difesa. Bene è aspettar la conferma di tali nuove. Vedremo
se attaccheranno il forte di Moutalbano, che difende il porto di Villafranca.
Ma non pare che possano tentar passaggio da quella parte per calare in
Piemoiite, a cagion dell' aspre montagne; e, quando il conte non abbia forze
maggiori. Dio sa che cosa potrà fare.
-l'7'4'^] A FRANGBSCO GONTARELLl 4575
Son destinati per la Mirandola 80'J schiavoni; o qui è venato ordine
di spedire pagliacci colà. Non so cosa voglia dir questo.
Si fa ora il corpo maggiore di Lobkowitz a Macerata, giacche t'orzar
Gages nel sito dove è, troppo è difficile. Vallicare in qnelle parti l'Appen-
uiuu, per andar verso Napoli, non si può. Staremo osservando, s'egli mai
meditasse di far la strada di Foligno. S'è veduto il manifesto del re di
Napoli. Vi si parla d' insidie della corte di Vienna. Forse qualche lettera
stata intercetta. Della Germania nulla so, se non che pare che il prus-
siano minacci.
Quanto a ciò. che V. S. reverendissima mi accenna del libretto del
[i. Luca, un porporato incamminato a celesta volta mi ha detto, ch'asso
fu riferito dal p. Baldini de mandato sanctissimi, e che con voti nuauimi
fu decretata la proibizione. Se sarà vero, non tarderemo a saperlo. Chi
me ne potrebbe informare avrà scrupolo di rompere il sigillo. Spero piut-
tosto da lei questa notizia. Quando sussista, la prego per tempo di pro-
testare al relatore gli ossequi e le obbligazioni mie.
Mi dicono, che al signor conte Cristiani non si dà altro titolo che
d' illustrissimo, ed ho veduto la lettera con tal trattamento. Ciò non ostante,
ne ho scritto a Milano per essere meglio informato. Egli è tuttavia a
Torino. Mi assicurano che tornerà qua colla moglie ita a Piacenza. Quanto
poi ci abbia a stare noi sappiamo. Ora che è nato un nipotino a N. S.
bisognerà pensare un po' più ad aiutare la sua casa: et è di dovere.
Ha ottenuto 1" eminentissirao Alberoui di passare senza contumacia, e
mi stupisco, come nou sia per anco passato. Certe nuove di costi che il
riguardano, sono poco belle.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. reve-
rendissima.
4893.
A FRANCESCO CONTA REL LI in Ferrara.
Modena, 10 Aprile 1744.
Abchiyio della ConcMEBAZiovK DI Carità, Correggio, edita ["^12].
Son rimasto sorpreso al vedermi spedita da V. S. illustrissima la
somma di centosei scudi e baiocchi cinqnantaciuqne, di cui inchiusa le
mando la ricevuta, si per tanta puntualità, come per somma si grande,
ch'io certo non mi sarei figurato tale. Dico ciò. perchè non so come si
possa soddisfare a quanto si dee essere già concertato col vicario, per
dargli almeno una parte del danaro, di cui egli si fa debitore. Starò dnnqne
attendendo di ritorno la lettera del medesimo, e 1* isti'Qzione di quel ch'io
dovrò rispondere.
4576 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?44-
Quanto all' affare della signora Finci. crederei che fosse uecessario
l'avere costi una di quelle persone, che chiamano sensali, e sanno chi può
e non può applicare all' acquisto di quella casa. Suppongo io, che il si-
gnor Piccinini non possa applicarsi a tali ricerche. Veramente so, che i
sensali vogliono essere pagati; ma si potrebbe dire por esempio, che la
signora Finci non vuol meno di filippi 344, acciocché si ricavasse il di
lui pagamento, o pure che si dicesse chiaramente di voler 334 filippi, e
eh' egli si faccia pagare dal solo compratore, a cui verrebbe del vantaggio.
Nulladimeuo in ciò mi rimetto alla di lei prudenza.
Con che, ringraziandola di tanti favori, che la di lei bontà mi com-
parte, e sospirando anch'io di ubbidirla, ossequiosamente, mi rassegno
4894.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 13 Aprile 1744.
Auciiivio Tacoli, Modeua,
Con occasione che si son riscossi qui de i danari per la signora Pa-
radisi, mi sono stati pagati dal signor don Fortunato Altimani paoli 32.
benché non accenni egli di averli peranche ricevuti da V. S. illustrissima;
però sono a pregarla, quando ella per sorte non m' abbia già favorito di
pagargli tal somma, di rimborsarlo a nome mio.
Giacché V eminentissimo Pozzobonelli ha ottenuto il placet, dovrebbe
tardar poco a venire verso Milano. Laonde prepai-i ella le sue pitture per
farle vedere, continuando sì buona mercatanzia.
E, con ciò, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo.
4895.
A DOMENICO I3RICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 14 Aprile 1744.
R. BiBi.iorECA RiccAUDiANA, Fireuze, edita [2rtó].
L' ultimo foglio di V. S. illustrissima è del primo d' aprile, e da esso
intendo esserle pervenute le poche giunte da me inviatele. Prima di an-
dare innanzi, le debbo dire d' avermi questo libraio Soliani fatto vedera
ristampato in Trento iu 12® il mio trattatello Dei Difetti, etc. Dimenticai di
osservarne lo stampatore, ma sarà, credo io, quel medesimo che aspetta
la di lei fatica. Ella forse nulla sa di tale ristampa. Ne ho avuto dispia-
-l'?'44] A DOMENICO BRIOHIERI COLOMBI 4577
cere, perchè stando sai concerto di far la ristampa colle di lei note, io
non pensai d'inviare a Ini le correzioni, e questa sua edizione avrà tutti
i difetti della Veneta, e poi farà che molti, avendo quella con pochi soldi,
non si cureran di prender quella che è per darci ella, e che costerà piò.
Finché V. S. illustrissima dica quel che alcun può dire per iscusare
o giustificar 1" abuso franzese di vendere le cariche della giustizia, può
camminai'e. Ma in fine ella ha da couchiudere che questo è un malanno di
que' paesi. Ne vuol saper ella più del Colbert in questo proposito? I prin-
cipi hanno da scegliere i più dotti e timorati di Dio per li tribunali, e
non già mettere all' incanto i pubblici ufizi. Se costoro prevaricassero, si
potrebbe dir d'essi: Vendere iure potest: emerat ille prius; e la colpa
ridonderebbe sul principe; laddove il principe ne è esente, ogni volta che
ha eletto chi vien creduto abile a maneggiare santamente le bilancio della
giustizia. Il libro del Ferrari su questo punto non l' ho veduto. Se ne
vaglia pur ella. Bisognerà servire al signor cardinale Querini, col quale
feci r altra sera una lunga ciarlata nel suo passaggio a Roma. Si dee tener
per grazia e fortuna il poter fare qualche cosa in servigio de' porporati.
E poi non esso signor cardinale dee restarle obbligato, ma chi per lui dà
a lei questa incombenza. Intanto tutti ricorrono a lei, ed ella sempre si
truova in discordia colla fortuna, e nicchio finora non si mira per lei.
Me ne dispiace assaissimo, ed è un gran che, che tanti da meno di lei in
sapere ed abilità, vadano innanzi, ed ella resti sempre in basso. La servirò
io bensì col signor conte Cristiani ; ma a che gioverà ? Egli non per anche
è tornato da Torino; andrà poi a Milano, e, venendo qualche occasione,
non si ricorderà di lei e promuoverà chi gli sta sotto gli occhi.
Ora il mio debole parere è che le speranze sue han da esser poste
in farsi conoscere quel che ella è per mezzo delle stampe. Bisognerebbe
amoreggiare un posto di custode della real biblioteca, venendo vacanza.
Se il pubblico vedrà, ch'ella ha erudizione, sa di greco, è buon legale,
questo si servirà di raccomandazione per avanzarsi. Mandando ella una
copia della ristampa dei Difetti colle sue note al signor conte Cristiani,
questo gli ricorderà alle occasioni la di lei persona. Le farà tal fatica
merito presso molti altri costi. Volesse Dio, eh' ella avesse altri argomenti
da trattare che fossero più plausibili che la sua Dissertazione, di cui mi
favori, perchè era di argomento troppo secco. Ma ella più di me dovrebbe
conoscer quello che costì possa giovare. Peraltro ella è giovane, e tengo
per fermo che, faticando in cose utili, fra qualche tempo arriverà al suo
nicchio, e tanto più avendo costì de' buoni amici. Staremo a vedere chi suc-
cederà al sig. conte Cristiani. Avrei veduto volentieri il sig. marchese
Erba; ma esso sig. conte mi disse, che ne dubitava, né egli se ne curava.
Più di quel che s' abbiano gli avvisi stampati di Mantova non saprei
dirle di nuovo. Ora che è svanita la spedizione per Inghilterra, staremo
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoL X. 289.
4578 LODOVICO ANTONIO MURATORI flT-^'i-
a vedere dove piomberà la guerra, a cui s' è dato principio dalla parte di
Nizza. Ciò che sia per fare il signor principe di Lobkowitz, non si sa. Egli
è retroceduto, e molti credono che non sia per tentare il regno di Napoli,
dopo avere quel re pubblicato il suo manifesto, ed aver unite le sue forze
con quelle del Gages. Bisogna vedei-e che mire abbia il prussiano. Se gli
olandesi si dichiarassero. Dio sa quando finirebbe la tragedia. Ma noi
facciam de* lunari sull'avvenire.
Pure un solo sa quello che ha da essere. Con che, rinnovando le pro-
teste del mio ossequio, mi confermo, etc.
4896.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 17 Aprile 1744.
Biblioteca Vaticana, Roma, edita [206].
Nel medesimo tempo che dallo stimatissimo foglio di V. R. intendo le
premure a lei fatte dal p. Raulìn* [Francesco Giovanni] agostiniano, ricevo
ancora un altro assai cortese d' esso religioso, il quale per sua bontà mi sup-
pone si generoso, e quasi privo d'amor proprio, ch'io possa a lui cedere i fa-
vori che V. R. s' è impegnata tanto prima di compartire a me. Non posso
io oggi rispondere a lui. Dico bene d'avere viva fiducia ch'ella non sarà
mai per ritirarsi dall'impegno che la di lei gentilezza ha contratto meco,
ed essere io troppo lontano dal fare un simile sacrifizio. Già ho notificato
ad altri le grazie ch'ella è per farmi godere. Già ho trovato, come le dirò
altra volta, chi mi provvederà d' altri materiali. Già ho scritto per pro-
cacciarmi qualche libro, che mi manca. Altro dunque non resta che V. R.
mi favorisca di consegnar la balletta all' eminentissimo Tamburini, il
quale mi scrive, aver già ella notificato molto tempo prima ali" E. S. il
cortese suo disegno di favorir me : anzi aspettava con impazienza di ve-
dere effettuato questo atto della di lei rara benignità. Dello stesso tenore
adunque risponderò a questo ottimo religioso, e spero che mi compatirà,
pensando, com' egli si diporterebbe verso di me, se a lui richiedessi ciò
che dice di aver raccolto per servizio proprio. Però fatichi egli, se vuole,
in prò del pubblico, mi studierò anch' io di far lo stesso, per quanto com-
porteran le mie forze. Starò dunque aspettando con ansietà che V. R. senza
maggior dilazione consegni al suddetto eminentissimo le merci consapute,
per liberare anche sé stessa da ulteriori importunità, e me insieme dal-
l'inquietudine in cui mi ha posto questa novità.
Sue lettere in Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est. ), n.* 2 da Roma, 1742.
-IT'^-é] A FORTUNATO TAUBUKINI 4579
Quanto air antico sacramentario di quella città che V. B. tempo fa
mi accennò, spero eli non averne bisogno, perchè la nostra cattedrale ne
ha uno, che credo di non minore antichità e ne ha anche rapportato al-
cune notizie scritte sul margine, spettanti al secolo X; il che, oltre alla
qualità de' caratteri, serve a comprovare quello essere stato scritto in esso
secolo, o pnre nell' antecedente. L' ho già in mano per collazionarlo col
Sacramentario che è nell'edizione maurina di S. Gregorio. Di più per
ora non rispondo, perchè mi manca il tempo. Sicché mi restringo a rin-
novar le proteste del mio indelebil ossequio, e, conoscente delle tante mie
obbligazioni, mi ricordo.
4897.
A FEANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 17 Aprile 1744.
Archivio DELUà Coxqrkoazione di Carità, Correggio, edita [272].
Prego V. S. illustrissima di leggere rinchiusa, e, dopo averla sigil-
lata, di farla avere a cotesto vicario, nato per dare a me delle inquietu-
dini, e per far egli da priore di celesta chiesa. Sarà quel che sarà; ma
in fine non voglio lasciarmi atterrire da lui ; perchè spererei, che acche
i supei'iori, se ricorrerà ad essi, conosceranno non dover egli spendere a
suo talento, e far pagare a me. Se non altro, si guadagnerà tempo per
rauuar danaro da pagare una parte.
Mi favorisca di far avere rinchiuso biglietto al signor Piccinini, con
fargli premura della risposta.
Qui si sono veduti dei graziosi sonetti pel vostro giudeo Coen. Si
guardi la borsa, perchè questa gli ha da premere più dei sonetti.
Con ratificarle il mio ossequio, e ringraziarla dei continuati favori,
mi rassegno.
4898.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 17 Aprile 1744.
Archivio Soli Muratori {ti. Bibl. Est.), Modena.
A quanto io avevo scritto all'È. V. della total pacificazione coli' emi-
nentissimo Querini, corrispondono le notizie che l' ultimo benignissimo foglio
di lei mi ha fatto sapere. Sempre più me ne rallegro. Bisogna credere,
che r eminentissimo Alberoni sia passato fuori di Modena, o pure abbia
presa altra strada, perchè più non s' ode nuova di lui, né s' odono più
4580 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
iuviti, acciocché io vada con questo superiore di san Carlo a pranzar seco
una mattina. Aspettiamo bensì V eminentissimo Pozzobonelli, il quale non
sappiamo perchè lardi tanto a venire, da che ha ottenuto il placet. Bella
novità è quella che mi scrive il padre Bianchini. È stato a trovarlo il
padre Raulin, assistente costi degli agostiniani di Spagna, con fargli
gran premura per ottenere i materiali a me promessi. Ne ha esso reli-
gioso scritto anche a me, pregandomi di tale cessione, con dire di aver
fatta buona raccolta di liturgie, forse spagnuole. Può credere V. E. che io
non mi sento voglia di far questo sacrifizio. Rispondo oggi al padr« Bian-
chini esigendo l' eifettuazione del contratto impegno, ed egli è disposto a
farlo, e mi dà speranza di consegnare iu breve all'È. V.- la balletta di
tutte le carte con dirla si grossa, che non potrà essere portata da cor-
riere alcuno. Si penserà ad altro ripiego. Ben mi duole, che oggidì non
sieno ben sicure le strade per le soldatesche austriache, le quali si fanno
sparse fino a Tolentino. Ma quella gente non ha bisogno di carte, e però
sembra, che per la condotta ordinaria si potesse inviare essa balla.
Se la spedizione d" Inghilterra fosse stata accompagnata dalla bene-
dizione di Dio, noi speravamo del bene per la religione e vicina la pace.
Ma altri disegni dee avere la Provvidenza, che regola il tutto. Intanto, i
poveri cattolici d' Inghilterra ne patiranno, la nazione sarà più irritata,
e forse gli olandesi entreranno daddovero in ballo. Convien chinare la
lesta. V ha chi non crede finito quel disegno: io nulla più ne spero.
Staremo a vedere, che risoluzion prenderà il signor principe di Lob-
kowitz. Noi siam qui in timore di una contribuzione in danaro. Guai a
noi. Ultimamente ci è convenuto prendere 10 m. genovesine dai genovesi.
Se altro aggravio si aggiungesse, siamo per terra.
Con baciarle la sacra porpora, e rinnovare i sentimenti del mio in-
delebil ossequio, mi confermo, di V. E.
4899.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI iu Vienna.
Modena, 22 Aprile 1744.
R, BiBLioTBCA RiccAKDiAKA, Firenze, edita [245].
Giacché non ho potuto trovare argomento alcuno da faticare per questi
pochi giorni che mi restano di vita, ho preso a trattare della sacra Li-
turgia ; e perché ho bisogno di un gran favore da V. S. illustrissima, a
questo fine ho risoluto di scrivere la presente. Il Lambecio fa menzione
di un sacramentario della chiesa romana esistente in cotesta real biblio-
teca, creduto da lui lo stesso che l'inviato da Papa Adriano a Carlo
-17'44] A MATTBO MELONI 4581
Magno circa V anno 780. Dio sa. se ha tanta antichità. S' io fossi ricco,
mi maneggerei per averne copia. Ma cotesto son bocche troppo larghe,
né io ho tal polso. Per sole poche iscrizioni, che feci copiar costi, mi
convenne spendere molti fiorini. Poiché di più non é da sperare, spero
almeno che V. S. illustrissima, per sua bontà, mi farà grazia d' impetrare
dal signor barone di Spanagel o dal signor Forlosia ( a' quali, i miei ri-
spetti ) di poter vedere esso sacramentario. Qnando ciò sia, la prego di
vedere, se cominci dal prefazio della messa, e poi passi alle feste del
Xatale con seguitare notando le feste de" santi, la Quaresima, la Pasqua, etc.
poi torni ai santi. Finite le loro fest« dovrebbe passare alle orazioni delle
domeniche, e finir con esse. Noi abbiamo qui un sacramentario del se-
colo X, ma vi mancano molti fogli. Sopra tutto la prego di osservare, se
v'abbia W prefazio particolare per le feste degli apostoli, di S. Gio. Battista
e d' altri santi. Qui non v' ha se non quelli del Natale. Epifania, Pasqua,
Pentecoste. Ordinariamente nelle feste de' santi si leggono solamente tre
orazioni, la prima, la segreta, e ad complendum. Di gran giunte poi sono
state fatte ad essi sacramentari. Vegga se v'ha la festa di tutti i santi.
In una mattina potrebbe V. S. illustrissima sbrigar tutta la faccenda. Oh
perché non posso io volar costà ?
ler r altro passò di qua alla volta di Milano il signor conte Palla-
vicino, e fu a pranzo e cena col signor generale Ciceri, ed ier mattina
prosegni il suo viaggio per trovare il signor conte Cristiani in Milano, e
concertar seco i fondi da sostenere l' armata. Noi tremiamo. Lo seppi so-
lamente dipoi, e però non 1" ho potuto vedere.
A quest' ora i genovesi avranno adunato quindici mila soldati, cosa
che dà gelosia. Perciò sono stati spediti colà l'inviato inglese, e il mar-
chese di S. Gei'mano per esplorar la loro intenzione. Credo che sia uni-
camente per loro difesa, e il timor degl' inglesi li terrà in briglia.
Di Montalbano e Villafranca assediati da francesi, varii varia. Nulla
sappiamo delle risoluzioni del signor principe di Lobkowitz. Si è detto
che il re di Napoli sia assai calato di gente nella sua marcia.
Mi rassegno, etc.
4900.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 22 Aprile 1744.
Akcbitio Ekkoi JIcu»!, Carpi, edita ['^ìd8].
Nel dì 6 del corrente maturò un altro semestre del censo, eh' io ho
contro il signor don Pirondi. Però sono a pregare la di lei bontà di dirmi,
in che stato sia la lite fra lui e il Como. Qnando la decisione si preve-
4582 LODO\rico Antonio muhatoei [l'?^:^:-
desse che potesse andare in lungo, non credo che sia di dovere, eh" io
abbia a restare senza pagamento de' due già decorsi semestri. E però la
prego d'informarsi da chi ne sa più di me. Il mio sentimento è, che senza
dimora si possa procedere giudizialmente contro esso don Pirondi. perchè
egli non può più obbligarmi a correre dietro al Como, mentre il Como
pretende di non essere più tenuto; e don Pirondi è tenuto a mantenermi
pagatore il cessionario. Senta V. S. sopra ciò il parere di monsignor suo
fratello, e poi mi avvisi.
Desideroso anch' io di ubbidirla, con vero ossequio, mi ricordo.
490L
AD OTTAVIO BOCCHI in Venezia.
Modena, 24 Aprile 1744.
Archivio Bocchi, Adria, edita [117].
Non occorrerà, che io scriva al signor Pasquali, perchè faccia avere
a V. S. illustrissima una copia degli Annali, perchè di qua penso di man-
darli, non avendo io più alcun credito con lui. Voglio ben credere che a
lei non sarà grave di averli in carta grande con pagar solamente paoli 10
invece di lire 10 di cotesta moneta; il che le sia detto in confidenza.
Finora non ho veduto il tomo XXX del padre Calogerà. Ho bensì
goduto d' intendere 1' uscita di esso con tanti documenti trevisani. A suo
tempo li leggerò ancor io.
Con che, ratificandole il mio rispetto, mi ricordo.
4902.
AD ANTONIO SALTINI in Roma.
Modena, 25 Aprile 1744.
BiBLioTBCA Vittorio Ehanuble, B,oma.
Qui non si è veduta la relazione del fatto di Velletri, che 1' ultimo
foglio di V. S. dice composta da un prelato, e stampata. In casi tali
ognuno ha autorità di dir delle bugie. Noi sapevamo la prigionia del conte
Sabbatini, tuttoché ci restasse speranza, eh' egli bensì fosse nel campo
austriaco, ma non considerato qual prigione. S' è poi intesa una distin-
zione di prigioni di guerra, e prigioni di stato. Mi è giunto nuovo che
anche al signor Ganzerla sia toccata questa disgrazia, e n'ho provato dis-
piacere. Si saprà ben anche un di tutto il netto di quella scena. Non
-l'?'4:^] A GIOVANNI LAMI 4583
manca chi tuttavìa sostiene, che il re e il nostro serenissimo si trovavano
in Velletri. e fuggirono. Ma io credo a quei che V. S. me ne dice.
Da lettera di Francoforte si seppe poi ultimamente conchiusa la lega
tra l'imperatore, il prussiano, la Svezia, il Palatinato. ed Assia Casse!,
senza che vi si parli della Francia: e che già si fosse fatto il cambio
delle ratificazioni. S' è anche veduto stampato il manifesto del prnssiano.
Vi si leggono di molte bugie. Egli nulla vuole per se. Solamente soste-
nere r elezione dell' imperatore, la dignità del corpo germanico^ e rimet-
tere in casa esso imperatore oppresso iniquamente dalla regina d' Ungheria.
Per altro non si sa bene ancora s* esso re sia entrato nella Boemia, come
talun va dicendo. La regina è corsa a Presbnrgo. per implorar V assistenza
degli ungheresi, spera aiuti dalla Sassonia, e che questa novità farà muo-
vere r Olanda. Dicesi ancora che i tirolesi passeranno a difendere la
Baviera.
Qui si dà per certo la presa di Demoni, seguita nel dì 17 del cor-
rente. Perchè una bomba cadde nel magazzino della polve, quel coman-
dante domandò di capitolare. Negando i gallispani di accordare la libertà
al presidio, si continuarono anche per tre di le ostilità, dopo le quali essa
guarnigione in numero di 1600 persone restò prigioniera di guerra. Si
erede passato quelT esercito sotto Cuneo. Il marchese d' Ormea. non meno
gran politico, e legale, che militare, dicono che sia alla testa di 3 m. bravi
montanari, i quali come tanti usseri inquieteranno il nemico. Cosi è stato
detto, senza ch'io ne sappia amettere la verità.
Il maggior fuoco sarà al Reno, dove si fa giunto il re cristianissimo.
Intanto tutta 1' Alsazia sarà stata messa in contribuzione. Si starà a ve-
dere ciò che farà il principe Carlo. Una battaglia che si desse potrebbe
decidere di tutto. Ma forse non torna il conto agli austriaci di volerla
per vari riguardi. V. S. mi voglia bene.
4903.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
Modena, 1 Maggio 1744.
R. BiBLioTBCA BiccAKouwA, Firenze, edita [ 168 ].
In questo punto ricevo il gratissimo foglio di V. S. illustrissima e
rispondo. Ritenga pur ella i sedici paoli spesi per conto mio, e il rima-
nente mi favorisca di consegnarlo al signor priore Caramelli, a cui ne
scrivo oggi. Egli ha maniera di farmelo tosto pervenire.
Carissimo mi è stato il foglio del signor Bmker. e mi riserbo di dargli
risposta nel prossimo venturo ordinario. Perchè non so in qual parte del
4584 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'744-
mondo sia il suo paese, ne ho via sicura di fargli giugnere i miei carat-
teri, accetto volentieri la grazia, eh' ella è per compartirmi.
Nulla e poi nulla ho io contribuito alle note sopra la Secchia. Il
signor Barotti è uomo fornito di bella erudizione, ne ha bisogno di me.
Vero è nondimeno, che un suo amico di qui gli ha somministrato qualche
aiuto. Saggiamente avea [detto] V. S. illustrissima al signor conte Fede-
righi, che gli Annali del Tassoni, i quali ai suoi di avrebbero fatta bella
comparsa, infelice oggi la farebbono. Troppo si è scoperto dipoi.
Un beir elogio ella ha fatto all' opera teologica del padre Bensì. Qui
ra' era stato fatto credere che la sentenza era stata favorevole. E tale
dovea essere secondo le ragioni e i desiderii de' socii. Come poi sia riu-
scita in contrario, lascerò cercarne ad altri il perchè.
Non sarà contento il signor marchese Maifei della risposta del signor
canonico Goiù. Rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo.
4904.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Roma.
Modena, 1 Maggio 1744.
Biblioteca Qubriniana, Brescia, edita ['^63].
Se questo mio riverente foglio avrà la fortuna di giugnere costà prima
che se ne parta V. E., arriveranno a tempo i miei umilissimi ringra-
ziamenti per la benignità con cui ella s'è degnata di notificarmi il suo
felice arrivo all'alma città. Non poteva poi aspettarsi altro che un aifet-
tuoso accoglimento di nostro signore, alla riverita persona di V. E., perchè
la santità sua ( per nulla dire della fraternità ) è buon padre per tutti e
specialmente di chi è più da stimare per i suoi meriti che per l'ornato
della sacra porpora.
Sento che si legge costi con molto piacere la di lei Diatriba alle let-
tere del Polo, il quale è da credere che al cielo festosamente miri l' onore
che fa V. E. alla di lui memoria. Desidero anch'io che se ne effettui l'edi-
zione, sperando che gli inglesi di oggidì resteranno anch' eglino obbligati a
chi fa meglio conoscere le rai*e prerogative di quel porporato.
Noia lascierò di accompagnare il ritorno dell' E. V. con gli augurii di
ogni maggior felicità, e specialmente bramerei che non avesse a trovar
per istrada sciable e mustacchi.
Umilissime grazie ancora le rendo, per avere portato a piedi di S. S.
il mio povero nome e i sentimenti miei intorno alla licenza che si è preso
monsignor di Viterbo di pubblicare, senza mia saputa ed assenso, una let-
tera fatta per altro che per vedere la luce.
-ITA^] A FORTUNATO TAMBURINI 4586
Passò poi. una mattina di baonissima ora, reminentissimo Alberoni,
né ebbi la fortuna d' incbiuarlo.
Con che, baciandole la sacra porpora, e pieno di venerazione, mi
ricordo.
4905.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 2 Maggio 1744.
Archivio Soli Mcbatoki { R. Bibl. Est.), Modena.
Bella consolazione mi ha recato T ultimo benignissimo foglio di V. E.
coir avviso di averle già il padre Bianchini consegnata buona parte delle
spoglie sue, e che queste già sieno per viaggio raccomandate alla condotta.
Dico buona parte; perchè egli mi scrive in questo ordinario di non aver
contribuito tutto, e si riserba di tornare ad incomodarla. Mi accingerò
io volentieri a questa impresa, non mi restando altro dispiacere se non
l'osservare che tanti prima di me. e superiori di molto a me in sapere
han coltivato questo terreno. A suo tempo giudichei'ò meglio di tale affare.
Intanto grande animo mi fa l'impulso e la generosa protezione dell' E. V.,
a cui perciò comincio a rendere infinite grazie.
Scrissi a Venezia per V Hittorpio. Non s'è trovato in alcuna bottega
vendibile. Ne hanno scritto in Germania.
In caso di disperazione mi prevarrò delle di lei benigne esibizioni, e
basterà l'edizione ch'ella ha; perchè gli opuscoli da lui raccolti può es-
sere che si trovino altrove; ed alcuni d'essi, massimamente de' trattanti
de' misterj, poco possono servire all' intento mio.
Avrei veramente desiderato, che, per mezzo dell' E. V., fossero passati
al trono pontitìzio, i tomi finora stampati de' miei Annali. Pazienza, se, chi
gli ha ricevuti, non ha avuta tanta fretta. Per li restanti converrà pren-
dere meglio le misure. Desidero che non tardino a giungere le altre due
copie a V. E., cioè l'una per l'È. V., e l'altra per monsignor Levizzaui.
Passò poi una mattina di qua a buonissima ora l' eminentissimo Al-
beroni né ebbi la fortuna d'inchinarlo. Ha ben ella avuta quella di rice-
vere tante finezze dell' eminentissimo Querini, il quale mi scrive, che fra
due settimane si rimetterà in viaggio. Oh quante belle cose le avrà detto
del Polo. Molte altre ne ha comunicate a me dell'affettuoso, anzi sontuoso
accoglimento fattogli da N. S.
Co' più vivi ringraziamenti, e con baciarle la sacra porpora, mira-
tifico, di V. E.
4583 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT^^-
4906.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Piacenza.
Modena, 5 Maggio 1744.
BiBMOTKCA CoMUNAr,E, Piacenza.
Serva la presente mia per rallegrarmi con V. S. reverendissima per
l'arrivo già seguito, o che in breve seguirà di lei a cotestà città, ma con
insieme dolermi che in tanta vicinanza io non possa riverirla personal-
mente e far seco un buon cambio di parole. Queste contumacie pur troppo
sono a noi di grave scomodo e danno: e ad esse imputerò io ch'ella non
vada a fare una visita a Piacenza.
Di nuove non occorre ch'io pai'li, perch'olla si trova o si truoverà
presto in una città che dà a noi quelle di Genova e quelle di Napoli ' (sic!).
Se vogliam credere a questi signori, l'impresa di Villafranca è costata 0 o
7 mila persone a i gallispani. Né si può negare, le truppe del re sardo,
benché fossero in buona parte di nazionali, hanno bravamente combattuto,
e solamente le ha oppresse il troppo numero degli avversari. Aggiungasi
che gli ufficiali e comandanti non hanno fatto il loro dovere. Il marchese
di Susa fu sorpreso in casa dove stava scrivendo un biglietto a Mattheus.
Né i battaglioni accorsero a tempo a' trinceramenti. Dicono seguito il
conflitto, dappoiché furono entrati i nemici. Converrà intendere ancora
come la dipingono i franzesi, e come sia per li prigioni da ambe le parti.
Per altro Montalbano e Villafranca si dan presi a patti di buona guerra,
e 4000 sardi tra morti, prigioni e disertati. Ci vorrà del tempo a chiarir
tutto. Un'altra gran scena si prepara nel regno di Napoli, e intorno a
ciò si fanno mille lunari, né io oso dir altro.
Mi fu scritto, che l'affai-e di V. S reverendissima annunciato dal
padre Baldini, fu rimesso al s. uffizio. Oh quel sacro tribunale avrà pur
dato da gridare a i soci del padre veneto.
Il nostro padre Baldini m'aveva detto che la causa era finita in
bene al dispetto di quel fanatico. Cosi non dicono Cracas e le Novelle let-
terarie di Firenze.
Aspetto buone nuove della di lei salute, ed ossequiosamente, mi ras-
segno, di V. S. reverendissima.
* Questa frase poco chiara corrisponde in tutto all' originale.
-l'7'4^1 A NICOLA TAOOLI 4687
4907.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 5 Magirio 1744.
Arobitio ost.1^ Co KOS sa AZIO» E DI Casità, Correggio, edita [372].
Bone ha fatto V. S. con ricevere le lire cento del Como a conto di
due semestri maturati del mio censo. Il poco che resta a dare, con un
po' di paura che gli si faccia, è da sperare che lo pagherà fra qualche
tempo. Per rimettere qua esso danaro, mi favorisca ella di aspettare che
passino certe buone genti, le quali forse ora son giunte costà, e sia quieto
il tempo.
Allora, capitandole occasion sicura, potrà inviarmelo. Intanto, mille
grazie, e. rassegnandole il mio rispetto, mi confermo.
4908.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 5 Maggio 1744.
Akcritio Tacou, Modena.
Si sparse qui la voce, che il signor conte Cristiani avesse ottenuto,
che si desse il pane alle vedove, e si pagassero i legati pii. Han fatto
ricorso per questo a me più povere donne. Ne ho chiesto conto ai mini-
stri: non ne sanno dir parola. S'è cercato, onde sia proceduta tal nuova:
non se ne può ricavar l'origine. In una parola, finora essa è senza fon-
damento. Ce ne chiariremo al ritorno del suddetto signor conte, che dentro
al mese corrente dovrebbe ritornare. Ma noi non ne speriamo alcun frutto.
E quand'anche si vedesse questo miracolo, sia certa V. S. illustrissima,
che non si pagherebbero se non que' debiti, che sono stati denunziati, e
messi nel voto inviato alle corti.
Volesse Dio, che ci fosse anche luogo pel di lei credito, ch'io non
mancherei di ben servirla.
Intanto, assicurandola di tutla la mia premura ad ubbidirla, e ringra-
ziandola del pagamento fatto al signor d. Fortunato Altimani, con vero
ossequio, mi rassegno.
4588 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7'44-
4909.
A FLAMINIO SCARSELLI* in Bologna.
Modena, 8 Maggio 1744.
Biiti.ioTBCA Universitaria, Bologna, edita [163].
Prima d'aver letto il Davide penitente, di cui V. S. illustrissima mi
ha favorito, non ho voluto risponderle. Soddisfaccio ora al debito mio
con ringraziarla sommamente di questo dono, e di avermi dato maggior-
mente a conoscere, qual sia la sua abilità nelle materie poetiche. Non
manca a questa sua tragedia alcuno de' pregi, che si ricercano a sì fatti
componimenti ; ma spezialmente ella sa far parlare con gran nobiltà e sen-
satezza i suoi personaggi. Me ne rallegro con lei, e le auguro, che trovi
qualche altro argomento, in cui la perizia sia tale, che tenga interessato
e muova chi ascolta o legge. Con che, notificandole la mia vera stima ed
ossequio, mi confermo, di V. P. illustrissima.
4910.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena ( S. Agnese ), 1 1 Maggio 1744.
R. Biblioteca Riocabdiaka, Firenze, edita { 189].
In risposta all'ultimo (carissimo foglio di V. S. illustrissima, le dico
che dovrà in breve passare per di qua Teminentissimo Querini di ritorno
da Roma, e il vedrò. Potrebbe anche essere che venisse a far la contu-
macia nel mio casinetto, dove ora mi truovo a godere un po' di campagna.
Gli significherò la di lei buona volontà, e quanto ella mi ha scritto intorno
al copiare cotesto manoscritto. Al veder costi che tutti ricorrono a lei
per si fatte occorrenze, dovrebbono pure concepir sempre più stima di lei
e pensare ad impiegarla.
Troppo sarebbe che il libraio di Trento avesse da inviare anche a
me i fogli stampati da rivedere. Gli stampatori hanno bisogno di ricu-
perar tosto i caratteri, e porterebbe gran tempo il far girare le brutte
copie. Per quello poi che riguarda V. S. illustrissima, siccome ella ha
tutta la libertà di dire i suoi sentimenti, e questi saran detti con buon
fondamento, nulla occorre ch'io li rivegga. Finita l'edizione, allora sì,
* Responsive in Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.° 3 da Roma, 1740- '47.
-l'7'44:] A OOUKNIGO BRIOHIEBI COLOMBI 4589
avrò gusto di vederli. Sarà lodevole il di lei progetto di ridurre in com-
pendio, di adattare a' tempi nostri tutto il corpo delle leggi giustinianee.
Se si fosse più a tempo, bramerei che si aggiugnesse ai difetti delle pan-
dette, che talvolta neppure siam certi se la legge, o conclusione sia nega-
tiva o affermativa, per mancamento degli stessi antichi copisti, corso
au'jhe nelle pandette fiorentine, dimodoché Antonio, Agostino, Gregorio
Aleandro, l'Alciato, il Cuiaccio, Dionisio Gotifredo ed altri, ad alcune
leggi hanno aggiunto il Non. o pure l'hanno levato. Intorno a che è da
vedere un trattato del Tauchio. dato alla luce nel 1728 in Amsterdam.
Non è certo un picciol difetto il non essere noi certi in varie leggi, se
r iutenzion d' essa sia per l' affermativa o pure per la negativa. Se non
sarà a tempo tale osservazione, poco importerà.
Fra i continui disturbi ed incomodi che vo recando a lei. gliene
soprasta ora uno, da cui non ho potuto dispensarmi pel dubbio se il si-
gnor Ippolito Bertolani sia di presente costi, che ne avrei scritto a lui.
meravigliandomi che non m'abbia mai ordinato di rimborsarlo dello speso
per me. Cioè ho inviata a Venezia una balletta di libri, che contiene il
resto dei tomi à.Q\V Antiqui tates Italicae, le quali ho bisogno d'inviare
a Dresda perchè dedicati a quel re, e ai snoi principi figliuoli. Il tomo I
e II andarono. Il III restò costì presso il suddetto signor Bertolani, a
cagion della guerra dell'anno prossimo passato. Tale balletta segnata •!•
D. B. C è indirizzata a V. S. illustrissima essendomi io preso questo
ardire per la conoscenza della di lei bontà. Verrà per la via di Trieste.
Quello che occorrerà di spesa, pel viaggio e dazi, le sarà da me rimbor-
sato ad ogni suo cenno. Oltre a ciò in essa balla v'ha un involto conte-
nente due copie dell' ultimo tomo delle Iscrizioni che si dee dare a S. A.
il signor principe di Lichtenstein, il quale mi scrisse che avrebbe soddi-
sfatto per la spesa del porto. E però presentandolo, se gli dovrà notificar
la sua porzione d'essa spesa. Fors'egli non sarà costi. Penserà ella a quei
che convenga in tal caso. Ma se non si trovasse costi il signor Bertolani.
sarebbe per me un grande imbroglio, perchè avendo egli il tomo III e
sapendo inoltre come son legati i prece;lenti, non si potrebbono mandar i
susseguenti a Dresda, né legar le sole copie che vanno al re: poiché per
le copie destinate al principe reale, e per le terze destinate pel padre Gue-
rini gesuita, teologo di sua maestà, non penso di farle legare. A buon
conto ora solamente la prego di aver cura di ricuperar la balla, quando
sarà giunta, che poi si penserà al resto.
Valorosamente s' opposero i savoiardi ai nemici, ma in fine si son
renduti i gallispani padroni di Villafranca, Montalbano e Oneglia. Quali
siano gli ulteriori disegni d'essi, noi non sappiamo. Si teme che vogliano
penetrare nel genovesato e tentar poi di calare verso Tortona, Alessan-
dria, ecc., A questo fine si discorre di un accampamento verso Novi. Tre-
4590 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*?44:-
mila croati son passati di qua per unirsi al signor principe di Lobkowitz,
che è in piena marcia per Foligno, alla volta del regno, con aver lasciato
a Fermo un corpo di gente, che è già entrato per quella parte in esso
l'egno. A molti sembra strano un tal disegno con lasciar esposto il re
sardo a molti pericoli, se i franzesi s'ingrossassero. Ma ne deono sapere
in Torino e Vienna più di noi. Gran foco in Italia ... sarà minore altrove.
Noi sospii'iarao, veggendo che ora comincia la guerra. Mi rassegno, etc.
4911.
AD OTTAVIO BOCCHI in Venezia.
Modena, J4 Maggio 1744.
Aboiiivio Bocchi, Adria, edita [117]-
Perchè, essendo interrotto il commercio, né venendo gente a codesta
volta sarei intricato a trovar chi portasse a V. S. illustrissima gli An-
nali, e molto più perchè mi truovo avere un grosso credito col signor
Manfrè libraio, ho creduto meglio di scrivere al medesimo che paghi a
lei le L. *20, delle quali io le restava debitore. Però si lasci vedere da
lui, che sarà soddisfatto.
Curiosi sono gli ulteriori scoprimenti delle antichità di Adria, per li
quali veggo che anch'olla fa buona figura ne' libri di chi illustra le etrusche.
Ma non ho osservato fin qui che alcuno discifri le lettere scoperte ne' Vasi
di Adria. Forse un di si farà. Grande obbligazione avrà a lei la sua patria.
Con che, rassegnandole il mio rispetto, mi confermo.
4912.
A GIUSEPPE ANTONIO SASSI in Milano.
Modena, 19 Ma>:gio 1744.
Biblioteca Ambrosiana, Milano, edita [17t)].
Ha preso il p. maestro Martini bolognese minor conventuale, siccome
uomo dottissimo in varie professioni, a trattar della musica antica e
moderna, nel qual studio forse ninno il pareggia, ed ha raccolto molti ma-
noscritti di questo argomento. Avendo egli osservato aver io fatta men-
zione nelle mie Antichità italiche de' manoscritti di Guido Aretino, Mar-
chetto da Padova, etc. bramerebbe d' essere meglio informato d' essi libri,
e mi ha fatto pregare da persona d'autorità d'implorare da V. S. illustris-
sima la benigna permissione, per poter ricavare ulteriori notizie di tali
-l'7<4:-4k] A aiAN URISOSTOÌfO TKOlf BELLI 45U1
autori. Ho risposto che a lei porgerò le mie suppliche, siccome ora fo con
tutto lo spirito; ma ch'egli abbia corrispondente costi che venga a vedere
essi manoscritti, essendo ella troppo piena d'occupazioni. S'egli l'invierà,
i favori che a lui ella compartirà, li riceverò io come fatti a me stesso.
E se V. S. illustrissima vorrà anche permettere che esso corrispondente
vegga r indice de' manoscritti, per cercare se vi fossero altri antichi trat-
tati di musica, cresceranno le mie obbligazioni per 1' abbondanza delle sue
finezze.
Sperava io di poter inchinare l' eminentissimo vostro arcivescovo
nel suo ritorno a Milano. Mi è andata fallita. Di grazia, la prima volta
oh' ella va all' udienza dell' E. S. mi onori di umiliarle il mio ossequio e
le mie congratulazioni. Avete un arcivescovo dotto, gentile, affabile e che
nulla ha portato da Roma di quel fumo che accieca tanti altri. Me ne
rallegro con voi altri signori. Seppi l'incomodo da lei patito nella sanità,
e il ristabilimento.
Dio ce la conservi un gran pezzo. Con che. ratificandole il mio in-
violabil ossequio, mi confermo, etc.
4913.
A GIAN GRISOSTOMO TROMBELLI in Bologna.
Modena, 19 Maggio 1744.
Baccolta Bosccomfagni, Koiua.
Sommamente bello e plausibile è il disegno di cotesto p. maestro Mar-
tini di far raccolta di chi ha trattato della musica ne' secoli barbari, con-
ducendo po.scia i lettori a ravvivar di mano in mano il miglioramento di
questa professione. Anzi sarebbe da desiderare, che mostrasse, qual fosse
il canto prima di Guido Aretino, giacché si trovano in Roma, ed altrove
autifonarj antichissimi manoscritti colle note usate allora, e consistenti in
punti e linee. A me non sovviene di aver veduto nell'Ambrosiana altri
autori manoscritti, che trattino di musica: e di quei, che ho riferito, non
80 dire di più.
Sarà dunque ubbidita V. S. illustrissima, e io ne scriverò con tutta
premura al signor bibliotecario Sassi. Ma dica ad esso p. maestro che il
signor Sassi è vecchio, e di poca sanità, né si vorrà prendere molta briga.
Perciò crederei io bene, anzi necessario, eh' egli scriva ad alcuno de* suoi
religiosi in Milano, il quale si porti da esso signor Sassi, a fine di poter
visitare que' manoscritti, per riferirne poi qaello, che bramerà esso
p. maestro. Io ne scriverò in questo ordinario, e pregherò in oltre il
signor bibliotecario di lasciar vedere al deputato da esso padre l' indice
4592 LODOVICO ANTONIO MUHATOEI tl'744-
de'manoscritti, per vedere, se altro antico scrittore avesse trattato di questo
argomento. Rallegrandomi, intanto, di vedermi vivo nella memoria di V. S.
illustrissima e desidei'oso sempre dell' onore de' suoi comandamenti, passo a
confermarmi, col maggiore ossequio, di V. S. illustrissima e reverendissima.
4914.
A ERANCÌESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 21 Mag,^io 1744.
Abohivio deIìLA Congbegazionb di Carità, Correggio, edita [27,'],
Mi ha il foglio carissimo di V. S. illustrissima liberato da ogni in-
quietudine, e la ringrazio per questo. Tornerò io dunque a scrivere al
vicario ne' termini, eh' ella mi accenna, e lascerò correre la lettera per la
posta, giacché egli non vuole avere ricevuta l'altra mia precedente. S'egli
vorrà essere padrone di lasciar a' suoi eredi gli arredi fatti di sua borsa,
può farlo. Verisimilmente io allora non ci sarò più. Vegga pur ella, se può,
di ridurlo ad un tollerabil partito ; che allora poi si penserà a pagarlo.
Ebbe per risposta la signora Finci dal signor Piccinino, ch'egli non
voleva accudire alla compra della di lei casa. Prego V. S. illustrissima
di dirgli che nel pensiero di disfarsi di cotesto stabile ella vorrebbe pure
anteporre lui ad ogni altro compratore. E però si contenterà di darla a
lui per trecento filippi netti per lei. Quando poi né pur per questo gli
piacesse, prego che si ripigli il trattato colla persona, che prima ne pro-
pose l'acquisto, a cui la darà per li 300 filippi netti per lei: ma vorrebbe
poter tirare l' affitto di S. Michele. Prego anch' io V. S. illustrissima di
voler sopra ciò intendere le risoluzioni dell'uno e dell' r.ltro il più presto
possibile, acciocché essa signora Finci possa prendere altre sue misure.
Uon che, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo.
4915.
A BONIFAZIO RANGONI* in Modena.
Modena, 22 Maggio 1744.
Akchivio Sol.1 MuHATOiu (U. Bibl. Est.), Modena, edita [147].
Gran vergogna è al certo di questi nostri jioetini, i quali invece di
amarsi e sostenersi insieme, come converrebbe a buoni ed onesti cittadini.
* Responsive in ^rchiwio tìoli Muratori (R. Bibl. Est.), n." I da Mantova, 1745.
l'?-4'4] A DOMENICO BRIGHIEBI COLOMBI 4593
faa gaerra spietata fra loro. Era io ben iuformato delle lor prodezze, ma
non aveva fatta riflossione che in queste battaglie fossero mischiati i par-
ticolari riguardi di V. E., de' quali ella si è degnata con suo benignissimo
foglio informarmi. Quanto al di lei segretario, uomo savio e dabbene, si
riduce a mio credere il suo reato alla poca avvertenza di non aver no-
tificato al padrone o al signor conte Santagata quel che occorreva ; e però
il gastigo a lui prepai-ato pare che non dovesse essere di lunga durata.
Per quello poi che riguarda il signor commissario Corradi, non ho io
mancato di rappresentargli le convenienze spettanti a V. E. nel disordine
passato; e gli è stato ben sensibile, che la poca prudente condotta del
figlio possa aver fatto comparir lui dimentico di quel sommo rispetto che
ha professato sempre e professa all'È. V. e a tutta la di lei nobile Casa.
Ora egli crede di essere assai giustificato, perchè nulla seppe delle
ciarle passate, se non dappoiché il figlio fu condotto in fortezza. E, quel
che più importa, non parlò punto esso suo figlio di bastonate, ma sola-
mente di avere impedito che non fosse fatto ricorso al Governo centra del
signor Martinelli. E ch'egli parlasse cosi, e non altrimenti, dice di averne
ottimi testimoni, che V hanno udito dall' altro Martinelli a cui fu fatta la
parlata. Quando ciò sia. vede V, E. quanto sia diverso l'aspetto di questo
affare. Mi ha anche mostrato il biglietto che fu allora adoperato, in cui
non v' ha parola di bastone. Intanto è restato esso signor Corradi di scri-
verne a lei, ed ha portato anche alla signora d. Giovanna le suddette
giustificazioni, esibendosi di provarle occorrendo.
Non lascerò io di far palese la giusta delicatezza di V. E. in questo
proposito, dovunque mi parrà più convenevole; e, credendomi ella, tanto
in ciò che in altro atto ad ubbidirla, riputerò sempre mia fortuna l'onore
dei suoi comandamenti. Con pregarla di portare i miei rispetti al signor
marchese Lodovico, e con rinnovar le proteste del mio inviolabil ossequio,
mi confermo, etc.
4916.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 26 Maggio 1744.
B. Biblioteca Biccaroiaha, Firenze, edita [215].
In somma, come io appunto sperava, le mie preghiere portate da V. S.
illustrissima al gentilissimo signor Forlosia hanno prodotto a me le notizie
che mi occorr^^^ano di cotesto antichissimo Sacramentario; ma non già si
antico, come si credette il Lambecio. Avendone ancor noi uno qui in Mo-
dena che almeno è del secolo X, poca diiferenza ci può essere da cotesto.
Ne ho anche altri di non minore antichità presi dalla Vaticana, e però
EpUtolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 290.
4594 LODOVICO ANTONIO MUEATOEI [l*?**-*-
non occorre desiderar copia di cotesto. Son preziose nondimeno le notizie
che d' esso mi lia, recato Y onoratissimo signor Forlosia, al quale perciò la
prego di portare i miei più obbligati ringraziamenti e rispetti. S' egli tut-
tavia volesse permettei-e ohe si notassero anche le messe susseguenti alla
feria V della domenica I di quaresima, dico quelle de' Santi, poiché le
messe delle domeniche son le stesse in tutti i Sacramentari, a riserva solo
di notare se nelF ottava della Pentecoste vi sia la domenica de Trinitate,
io gliene resterei sommamente tenuto. Grandemente caro eziandio mi sa-
rebbe il Necrologio, che quivi si legge, se pure il signor Forlosia cre-
desse che fosse inedito. Non mancherò io di far onore a chi mi avrà
favorito.
Il messale da V. S. illustrissima veduto presso cotesti pp. Agostiniani
non è di tale antichità che meriti di entrare in mazzo. E se veramente
la messa di s. Giob dicesse contra morbum (jalUcum, se ne dedurrebbe
che il messale fosse dopo il 1500. Noi abbiam qui due altri messali scritti
prima del 1200. Ciascuno ha messe aggiunte, e cosi han tutti gli altri.
Mi è ben sommamente piaciuto l' avermi ella indicato il libro del Bin-
ghamio tradotto in latino e stampato in Hala. Ho necessità di averlo, e
per questo ricorro alla di lei infaticabile bontà, acciocché me ne compri
o faccia comperare una copia con avvisarmi poi dello speso. Vedrò anche
il Fabrizio. Ma ho il Goar che tratta di tutta la liturgia greca. Così avessi
altri libri che mi mancano ! e sopratutto son disperato a trovare la li-
turgia di Michele Hittorpio, e due libri di tal materia di Iacopo Pamelio.
S' è scritto in Germania per cercarli. Se mai si potessero trovare costi,
sommamente mi raccomando che ne faccia l' acquisto per me.
Già me V aspettava che 1' edizione fatta in Trento avesse da recare
imbrogli. Non falla quel libraio a sperare spaccio del libro in Germania,
se uscirà latino il testo e le note; ma Dio sa se in Italia sarà ricercala
tale edizione ; iatorno a ciò mi rimetto alla di lei prudenza, e molto più
in quel che riguarda il nome del Grozio, e il Seminarium, etc. Passo ora
ai ringraziamenti dovuti alla di lei bontà per l' operato col signor Forlosia-
e per li favori, de' quali in altra mia precedente 1' ho pregata per la bal-
letta di libri a lei indirizzata, e che dovrebbe poi passare alla corte di
S. M. polacca. Già fu questa spedita a Trieste, e però non dovrebbe tar-
dare ad arrivare costà.
Non mi ha ella mai detto se il signor conte Iacopo Molza, capitano
delle truppe della regina, le abbia mandato que' due libercoli che le spedii.
Non vorrei che si perdessero, benché sieno una bagattella.
Gran fuoco che si è acceso, e che ci fa temere più che mai lontana
la pace! Qui noi tenevamo per certo che il signor principe di Lobkowitz
non avrebbe ostacolo ad entrare, anzi a conquistare il regno di Napoli.
perchè quel re supponevamo che avesse forze inferiori di qualità e di nu-
-l'7'4'4:J A JTORTUNATO TAMBUKINI 4595
mero. Siamo restati sorpresi all' intendere che la di lai armata si sia inol-
trata nello Stalo della Chiesa, e parte sia giunta a Tivoli e a Montero-
tondo, da dove ha fatto fuggir gli usseri, e presa parte di quel magaz-
zino, con apparenza che si voglia postare al Tevere. Ciò che sarà, Dio lo
sa ! Gli spaguuoli fuggiran la battaglia e cercheranno, se possono, di stancar
gli avversari. Per conto del re di Sardegna, era corsa voce che i franzesi
avessero preso Oueglia. Non è stato vero. Minacciano essi di voler tentare
il passo da Castel Delfino, e dicono ripassato il Varo da parte dell'armata
del principe di Conti. Per ora le nevi impediranno. S' è detto che ver-
ranno dalla Toscana sei mila uomini per difesa dello stato di Milano. Bi-
sogna aspettare a crederlo. Intanto, si tien per certo, che se i franzesi as-
saliranno qualche piazza della Fiandra, gli olandesi si dichiareranno. Ciò
che sia per fare il prussiano, è a noi ignoto: può essere che dia dell'ap-
prensioue a voialtri.
Fra pochi giorni aspettiamo il signor conte Cristiani, e qui si va cre-
dendo che avremo due amministratori. Sarà male per noi la perdita del
primo, ma convien chinare il capo. Se verrà il signor marchese Erba, il
vedremo volentieri. Nulla sappiamo delle intenzioni di Mattheus. Crede-
vasi che iuvierebbe delle navi per secondare ì* impi'esa di Napoli. Con
che, rassegnandole il mio rispetto, mi ricordo, etc.
L' abate Valentini non s' è veduto finora.
491if.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 29 Maggio 1744.
Akcbitio Soli Musatosi ( R. BibL Est. ), Modena.
Andava io ditfereudo il rispondere al graziosissimo foglio di V. E.
del dì 6 del corrente, quando n* è sopragianto un altro del di 9. Procedeva
la mia dilazione dal desiderio di veder sbrigata da questo immaginario
lazzaretto la prima balla. Finalmente ier l'altro non solamente ricevei essa
prima, ma seco ancora la seconda, amendue ben condizionate, e tutte ac-
compagnate da gli effetti della generosa bontà dell' E. V. che ha voluto
farmele venire franche di porto.
Ora, venendo al proposito de' manoscritti inviati, non ho potuto pe-
ranche scorrerli tutti, ne' so dire qual disegno io sia per prendere. L'avere
il cardinale Tommasi, e i pp. Mabillon, e Martène occupato tanto terreno
in questo paese : il trovarsi tante ripetizioni delle cose stesse ; l' esservene
di quelle, che importano poco; il non aver io fin qui trovato V Uittorpio,
4598 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±'7'4A:'
e il mancarmi anche il Brun Franzese, che ha trattato di tali materie,
per tacer d' altri libri, fa restar sospeso non poco.
Mi affligge ancora il veder la nota de' molti manoscritti della Vati-
cana, che il p. Bianchini ha veduto, e non copiato, senza saper dire, qual
fosse ben far copiare. Per tal faccenda, a me converrebbe d'essere costi,
e veder co' miei occhi essi manoscritti, e poter scegliere quel solo, che fa-
cesse a proposito. Basta, per ora non posso dire se non che desidero di
faticare in questo argomento, e di prevalermi delle grazie fattemi dal
p. Bianchini, e di que" favori, che il generoso cuore di V. E. mi fa spe-
rare : ma senza poter dire, qual abbia da essere la mia risoluzione.
Meglio di quel che io credeva è passato l'aflfare degli Annali ^&bsb.ìì
alle mani pontefizie. M' accorgo, che V. E. gli avrebbe fatti legare. S' è
risparmiato questo aggravio, e s' è ottenuto il medesimo intento. Le rendo
infinite grazie del passo fatto, e delle belle parole, che si sono intese, e
che io ho inteso pel buon verso. Ma mi duol bene di non aver nuova,
che finora sieno pervenute a V. E. l'altre due copie, quando ha tanto
tempo, che furono consegnate alla condotta. Voglio [fare 1 ricerche, e do-
glianze per questo, e cercherò di sapere, onde venga questo ritardo.
Le rendo grazie ancoi'a per la lettera, che ha fatto avere al signor
abate Paluzzi. Qui è gran tempo, che non s' han lettere del nostro so-
vrano; e peggio può temersi, ora che sono inondate cotesto campagne da
un torrente d' armati, e che armati ! Invidio a lei la sua tranquillità in
mezzo a tanti sconcerti, che è ben giusta. Non possiam già fare cosi noi,
perchè in mezzo a guai, e guai che vanno crescendo.
Bene è stato il gastigo dato a quei libri scomunicati, perchè si la-
sciano vedere anche in Italia. Assai è stata la disapprovazione di quello
del p. Benzi, per cui avrei sentito ciò, che m'avran detto i suoi colleghi,
che trattano da fanatico il p. Concina.
Col bacio della sacra porpora, e colla protesta del mio obbligato os-
sequio, mi rassegno, di V. E.
4918.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Modena, 4 Giugno 1744.
Abohitio DKiiiiA CoHGRSGAZiONE DI CARITÀ, Correggio, edita [272].
Ecco la risposta a me data da cotesto signor vicario che rimetto a
V. S. illustrissima. Mi ha sorpreso il modo nuovo di parlare, il quale non
so se sia venuto dall' insinuazione di alcun più saggio di lui, o pure da vera
mutazion dell'animo suo. Giacche egli vien colle buone, so che la di lei
prudenza gli corrisponderà nelle maniere più proprie, e intenderà poi se
-1*744] A OIAN PAOLO SIMONE BIANOHl 4597
questa saa amiliazione tendesse a riscaotere da me più eh* egli non avrebbe
fatto colle brusche. Io non gli rispondo, da che gli scrissi, 'che se V in-
tendesse con lei.
Mi favorisca V. S. illustrissima di dire al sii^nor Piccinini, avermi
fatto sapere la signora Finci, che, quando ella sia sicura di avere per
S. Michele il danaro, condescfinde ancora a rilasciare a lui la casa per
300 scudi di cotesta moneta in buone valute, netti da qualsivoglia ag-
gravio, e senza eh' ella intanto sia tenuta a fare alcun risarcimento. Quando
egli non fosse sicuro, si raccomanda, perchè si tratti col primo esibitore,
vedendo, se si potesse ottener qualche cosa di più.
Con che. rinnovando i sentimenti del mio ossequio, mi confermo.
4919.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Rimini.
Modena, 5 Giugno 1744.
BiBLioTKCA GAXBALnaeHiAVA, Ri mini, edita l2M].
Al decoro d' Italia servirà senza dubbio la storia che V. S. illustris-
sima ha già fatto dell'accademia de' Lincei, perchè, siccome ho anch'io
osservato nella vita del Tassoni, questa è la prima, ed ha servito di esem-
plare all'altre tanto celebri, che ora faticano per il ben delle lettere sode.
Non so dir precisamente in qiial anno esso Tassoni fosse in quella accet-
tato; le notizie che abbiam qui, mi fan conghietturare. che ciò succedesse
nel 1606, o nel seguente. In tanto egli nel dar fuori i suoi Pensieri non
si chiamò Linceo, in quanto, a mio credere, trattò vari argomenti ancora,
che concernevano le belle lettere e l'accademia degli umoristi, alla quale
ancora fu ascritto. Ben mi rallegro, che in man di lei sieno capitate quelle
schede, che mi accenna. Sarebbe da desiderare che la di lei fatica accen-
desse gl'italiani a far più di quel che fanno, essendo pur troppo oggidì
in poco buono stato le lettere fra noi. Ma se risponderanno che non c'è
chi ajuti, uè chi premj, cosa risponderemo noi?
Non sapevo io i tre periodi, che V. S. illustrissima mi ha fatto ve-
dere in quell'amico. Ben so che poca fortuna ha avuto oltramonti. Vera-
mente cotesto paese dà bellissimi ingegni, ma non tutti han la saldezza
occorrente. Ringrazi ella Dio, perchè a lei sia stato liberale di quel che
manca ad altri. E, con augurare a lei ogni maggior felicità, e a me la con-
tinuazion del suo amore, ossequiosamente, mi rassegno, di V. S. illu-
strissima.
4598 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1744-
4920.
A GIOVANNI BOTTARI in Roma.
Modena, 5 Giugno 1744.
B. Biblioteca Corsikiaha, Firenze, edita [153].
E veramente da dolersi, che il bel pezzo d'antica iscrizione di cui
mi ha favorito la somma bontà di V. S. illustrissima, sia pervenuto a noi
si lacero e mancante; perchè sarebbe una bella gemma da aggiugnere ai
fasti dei fratelli Arvali. Se me ne verrà il taglio, ne farò onore al genti-
lissimo benefattore; e l'esatta copia d'esso potrà servire a conoscere la
maniera de' caratteri usati in quel tempo.
Ha preso V. S. illustrissima un bell'assunto in pubblicar le lettere di
fra Guittone, che si può appellare uno de' primi padri della lingua toscana.
Che queste sieno di stile si rozzo, mi è sembrato un po' strano, perchè
nelle poche sue poesie non comparisce tale; e sarebbe da vedere se i suoi
copisti avessero alterate le parole, avendo io veduto dei Decaraeroni del
Boccaccio manoscritti, che sono alquanto sfigurati, o non conformi al testo
del Mannelli. Io poi andrei alquanto ritenuto nel sentenziare con fran-
chezza che questa sia la più antica prosa andante che s'abbia la lingua
toscana. Se ne potrebbero trovar delle più vecchie; e forse tale è alcuna
delle tante che si allegano nel vocabolario della Crusca. Basta ben dire
essere questa una delle più antiche e riguardevoli prose. Certamente, al-
lora solamente, si cominciò a scrivere, in lingua volgare, delle lettere fa-
miliari.
Quanto ai cavalieri gaudenti, che servirono d'esempio ai moderni di
Santo Stefano, io feci una volta delle ricerche in Bologna, dove ebbei'o
principio; ed ho cercato anche qui, giacché anche un modenese concorse
alla fondazione: ma nulla mai di particolare ho potuto scopi'ire. Forse
perchè quell'ordine andò presto in disuso, e restò screditato. Coloro che
hanno scritto degli ordini militari, e che V. S. illustrissima avrà veduto,
m'immagino che niun lume di più le avranno apprestato. A me dispiace
di non aver qui maniera di servirla, come bramerei.
Nella dissertazione che diedi nelle Antiquitates Italicae dell'origine
della lingua italiana, non seppi intendere come, per esempio, circa il mille
si contenessero i mei'canti ed altre persone idiote nello scrivere l'una al-
l'altra, giacché allora il latino era inteso dai soli letterati. Di gi'azia, s'ella
può, schiarisca questo dubbio, il quale si stende anche alle prediche d'al-
lora. Per farsi intendere al popolo, il latino certamente non serviva. Perchè
mai non è restata alcuna d'esse prediche, se fosse stata in volgare?
-l'7-4^] AD ALBSSANDUO OIUSEPPE CHIAPPINI 4599
Mi rallegro, intaoto, perchè il felice ingegno di V. S. illnstrissima
sappia, in mezzo a tante sue occupazioni, trovar tempo da continuare i suoi
stadi in prò delle lettere, e in onore dell'Italia. E, con rassegnarle il mio
inviolabil ossequio, le bacio le mani, e mi confermo, di V. S. illustrissima
e reverendissima, etc.
4921.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena ( in villa ), 5 Giugno 1744.
Biblioteca Coiicxalk, Piacenza.
È giunta V. S. reverendissima in gran vicinanza al fuoco guerriero,
e ad essere quasi spettatore di que' malanni che seco porta la guerra, e
ch'ella osservò, dne anni sono, in questo povero paese.
Udiamo a Marino il signor principe di Lobkowitz, e a Velletri il
re di Sicilia, il che ci fa stupire, non parendo a noi buon consiglio di chi
deve star sulla difesa, e potrebbe cunctando, guadagnare, l' esporsi al rischio
di una battaglia. Staremo a vedere ciò che vorrà la Provvidenza da co-
teste armate.
Del Piemonte altro non sappiamo, se non che i gallispani fossero
giunti sino a Saorgio verso Tenda, giacché fu fatto, che andassero verso
Oneglia. Fanno anche di gran preparamenti a Castel Delfino minacciando
di entrar per la valle di Saluzzo, allorché le nevi daran loro licenza. Altri
ancora ne fanno verso Susa, ed altri siti. Intanto non si sa, che il re di
Sardegna abbia fatto doglianze, perchè la regina non gli mandi soccorsi ;
dal che parrebbe che non ne avesse bisogno.
Vogliono alcuni, che i franzesi abbiano già investito Menin. Ieri poi
da Genova fa scritto, che le lettere di Brusselles portavano una sospension
d'armi in Fiandra.
Questa ha ciera di una ciarla. Se fosse vero, potrebbe farci sperare
qualche principio di bene in si grande incendio dell'Europa.
Pare che, essendo il re cristianissimo in campagna, avessero i suoi
dovuto prima attaccar qualche piazza. E pure, neppur sappiamo di certo
l'attacco di Menin. Del prussiano tuttavia sono incerte le risoluzioni.
Il gran consiglio tenuto fu in Vienna sopra la disegnata unione di
Mantova e Parma a Milano. Forse qualcuno avrà rilevato, non essere bene
in questi tempi il disgustare i popoli.
Sono in villa, e sento che iersera an'ivasse il signor conte gran can-
celliere a Modena. Almeno oggi egli dee arrivare. Ma poco starà da noi,
per nostra disavventura. Perderemo un ottimo ministro. Voglia Dio che
non ne acquistiamo due cattivi.
4600 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'744-
Abbiam veduto i saggi regolamenti per Piacenza. A riserva del di-
stretto perduto, si starà meglio nel resto.
Sento che sia scomunicata la finta ritrattazione del padre Concina.
Ma infine il giudizio della sacra Congregazione è per lui. Mi persuado io,
che l'operetta pettinata dal P. Baldini, essendosi sottratta al primo as-
salto, non patirà il secondo. Poco importa.
« Mi farebbero favore cotesti cacciatori di Litiu'gia a metter fuori
quanto han saputo raccorrò: che allora anch'io farei meglio i miei conti.
La verità è, ch'io finora sto sospreso, né so fissare alcun disegno, perchè
mi mancano alcuni libri, e son dietro a cercarli. Deh perchè non posso io
essere costi dove tutto abbonda ! Ma sono in istato di dover pensare ad
un altro più importante viaggio, che forse è vicino.
Col tempo mi potrà dire V. S. reverendissima se i miei poveri Annali
soddisfacessero poco a chi è solito di udir solamente cose di suo genio,
né vede volentieri certe verità ».
Bramoso sempre della continuazione della sua grazia ed amicizia,
co' sentimenti del più vivo ossequio, mi rassegno, di V. S. illustrissima.
4922.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Aquileja.
Modena, 10 Giugno 1744.
Archivio Soli Muratori (ii. Bihl. Est.), Modena, edita (Appendice)'.
Pubblicò già V. S. illustrissima nella tanto lodevol sua Raccolta delle
Antichità di Aquileja al num. X, un' iscrizione esistente in cotesto mona-
stero, e dedicata a Giove da Aurelio, probabilmente Castino, il quale se-
condochè parve a lei di leggere nel marmo è intitolato DECCOLEOR
IVLIIRIENS EXRECTONCYRRO, cioè per conto delle prime lettere
DECurio COLaniae, o DECreto COLlegii EORum confessando poi ella le
susseguenti assai più diselli ed oscure delle precedenti. Io all'incontro,
dopo aver prima ricevuto da lei copia d' esso marmo, che inserii nella
mia raccolta delle antiche Iscrizioni alla face. MCVIII, uum, 5, giudicai
che si avesse a leggere DECurio COLoniae FORoIVLIIRIENSium. Alla
facciata stessa num. 4. aggiunsi io altra iscrizione esistente in Anghiera
sul Lago Maggiore, posta C. Metilio Marcellino, Patrona Collegiorum
omnium (di Tortona) PATRONO COLONIAE FOROJULIIRIENSIUM.
Questa, come ella vede, serve di spiegazione all' altra. Il trovarsi la prima
di tali iscrizioni in Aquileja Metropoli del Friuli, a me fece allora so-
1 Opere del Proposto L. A. Muratori, Arezzo, 17ó7, tomo III, pagg. 27-30.
-l'?'44] A OIAÌ7 DOMENICO BERTOLI 4601
spettare, che ivi si trattasse di Forum Julii Carnorum, cioè di Cividale
di Friuli, città tuttavia molto nobile, ed anticamente chiamata dai latini
Forum Julii, onde è poi venuto il nome di Friuli comunicato a tutta la
vostra provincia. Ma per quanto io m' andassi beccando il cervello, non
seppi intendere, perchè tanto nel!' uno, quanto nell* altro marmo in vece
di Forojuliensium fosse scritto Forojuliiriensium. Veramente il signor
marchese Maffei in pubblicar quello di C. Metilio lesse Forojuliensium.
Io nondimeno, che avea avuto sotto gli occhi il marmo originale, vi trovai
Forojuliiriensium, lezione, che vien confermaUa dall'altro, che si conserva
in Aquileja. E meglio ora riflettendo a questa denominazione, ho pensato
di esporre a lei alcuni miei sentimenti, diversi da quei di prima, per
udirne il suo saggio parere.
Ora dunque a me sembra, che ninna delle suddette Iscrizioni riguardi
punto il vostro Foro di Giulio, o sia Cividale di Friuli, ma bensì abbiano
amendue da riferirsi a Frejus città episcopale della Provenza, appellata
anch'essa dagli antichi Forwn Julii. Che il foro di Giulio de' Carni,
chiamato da Plinio Traspadano, ora Cividale, avesse colonia de' romani,
r abbiamo dal solo Tolomeo, alla cui autorità su questo punto non crederei
che alcuno potesse muovere delle difficoltà. Per conto del Foro di Giulio
di Provenza, o sia di Frejus, non se ne può certamente disputare. Da
Plinio nel lib. 3, cap. 3, alla Gallia Narbonense viene attribuito Forum
Julii, octavarutn colonia, quae Pacensis appellatur, et Classica. E da Ta-
cito al cap. 4 della vita d'Agricola vien mentovata illustris Forojuliensium
colonia. Veggonsi ancora antiche medaglie, rapportare dal Goltzio, e Vail-
lant, che parlano di questa colonia, ma che. a mio credere, non son tanto
sicure od espresse, come 1* autorità de' suddetti due scrittori. Perchè quella
colonia si chiamasse Classica, cel fa intendere Strabene, perchè ivi era
Navale Caesaris Augusti. Fu anche denominata Octavarurn, o Octavianorum.
perchè secondo le congetture del Cellario ivi dimorava la legione ottava,
o pure per nome datogli da Ottavio Cesare: la qual ultima congettura non
pare aver gran polso, perchè Ottavio divenuto imperatore non usava se
non i nomi di Caesar Augustus. Perchè poi fosse detta Pacensis, ninno
ha saputo, e molto men io so indovinarlo. Certo è, che il testo di Plinio
abbonda di scorrezioni ; e, mancando i codici antichi di questo autore,
tanto benemerito delle lettere, onde potessero a noi venire più corretti i
suoi libri, si potrebbe dubitare, che ivi, in vece di Pacensis, fosse una
volta scritto Riens, cioè Riensis, o Riensium, perchè non rare volle in
leggere o copiare tanto i manoscritti, quanto le lapidi, e medaglie, alcuni
hanno scambiato per poca avvertenza l' R prendendolo per P. oppure il
P. prendendolo per R. E chi sa che nella sopradetta iscrizione di Aquileja
di Aurelio Castine, quella scura riga EXRECTONCYRRO non possa
aver questo senso EXRECtor TON CYPRIOn, di maniera ch'egli fosse
4602 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'744-
stato una volta i*ettore di Cipri? Tuttavia perchè uomo tale non sembra
essere stato personaggio di gran distinzione, non oserei valutare, se non
per un sospetto, simile opinione.
Quel, che crederei di poter asserire con qualche fondamento, si è,
come ho già detto, che nelle iscrizioni suddette Colonia FOROJULII-
RJENSIUM altro non sia che la soprammentovata città di Frejìis la
quale anticamente fosse appellata Colonia Forojulii liiensium, per distin-
guere il Foro di Giulio della Gallia Narbonense, dal vostro spettante a'Carni,
e da un altro, che da Plinio nel lib. 3, cap. 14, viene attribuito all' Um-
bria, senza che ora apparisca qual fosse. La città episcopale di Riez in
Provenza anticamente fu anch'essa colonia de' Romani, e, in due iscrizioni
riferite dal Grutero, e dallo Spon, vien chiamata COL. REJOR. APOL-
LINARium. Da questa città forse ne' tempi romani dipendeva quella di
Frejus, o pure i popoli Riensi o Rei Apollinari comprendevano non meno
la città di Riez, che quella di Frejus. Né dovrebbe dar fastidio il vedere
ne' secoli del declinante imperio appellata Riez Civitas Rejorum,, e non
già Riensium; imperciocché dagl' italiani potè ella essere nominata Riensium.
Dura tuttavia il nome di Riez, e questo sembra indicare, che que' popoli
una volta fossero anche appellati Rienses. Da Plinio nel lib. 3, cap. 4
vediamo posta nella Gallia Narbonense Atebece Rejorum Appolinarium,
come si legge nell'edizione del P. Harduino il quale sospetta, che ivi
s'abbia a scrivere Albiecce, e che anticamente fosse così appellata la
stessa città di Riez. Ma può tuttavia restar dubbio, se Rejorum sia la
vera lezione. Neil' edizion di Plinio fatta nell'anno 1561 in Lione da
Jacopo Giunta, veiustissimorum codicum coUatione, si legge Atebece Riorum
Apollinarium : dal che risulta qualche barlume, che anticamente que' po-
poli fossero appellati Rii o Rienses, e non già Reii: se pur non volessimo
sospettar diversi popoli Reii e Rienses: il che non crederei. Che poi la
stessa città di Riez ne' vecchi secoli fosse chiamata Alebece, o Alboece,
chi può accettarlo? Potè essere altro luogo, cosi denominato, perchè pos-
seduto anch' esso ed abitato dai popoli Riensi, nella stessa guisa che tro-
viamo ora appellato Forum Julii Riensium, siccome luogo appartenente
a quel popolo.
Ci fa in fatti veder Plinio la Narbonense divisa in varii popoli,
da' quali prendeva il suo nome cadauna città, come Aquae Sextiae Sa-
lyorum, Avenio Cavarum, Apta Julia Vulgensium, Alba Helvorum, Au-
gusta Tricastinorum, etc. Per la stessa ragione tanto Forum Julii, cioè
Frejus, quanto Alebece, o sia Alboece, portarono il cognome di Riensium,
e di Rejorum Apollinarium. Perciò, finché non si scuopra altro Foro di
Giulio de' Riensi entro o fuori d' Italia, a cui possano riferirsi con piii
ragione le due iscrizioni da me pubblicate, sembra a me per ora con-
correre tutto il verisimile a persuaderci, che in essi marmi sia enunziata
-l'7<4'4] A DOMBNIOO BBIOHIBRI OOLOMBl 4608
la colonia di Frejus, esistente nella Provenza, o sia nell'antica Gallia
Narbonense. e che nulla ivi abbia che fare il Foro di Giulio de' Carni,
oggidì appellato Cividal di Friuli. V. S. illustrissima, che si nobilmente
ha illustrate le antichità della patria sua, e ne va disseppellendo dell' altre,
di grazia mi onori di esaminar meglio questo punto di erudizione, e di
significarmi, se le paja. che sì fatte mie congetture stìeno a capello. E
rinnovando, con ciò. le proteste del mio inviolabile ossequio, mi confermo,
di V. S. illustris.sima.
4923. •
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 10 Giugno 1744.
B. BiBUOTKOA BiocAKDiASA, Firenze, tdita (315].
Mi giunse il compimento dell'epilogo di cot-esto Sacramentario, che mi
è stato bea caro, e per ora a me basta ; laonde protesto a lei le più vive
obbligazioni per tanto incomodo che si è preso in favorirmi, e la prego
di portare al gentilissimo signor Forlosia i miei di voti ringraziamenti per
la bontà e prontezza sua in cooperare a' miei studi. La pregai nella pre-
cedente mia di procurarmi l' opera del Bingam stampata in Hala. Il man-
carmi essa, e quelle dell' Hittorpio e del Pamelio cagion sono ch'io non
so risolvere, ne fissar disegno, quantunque da Roma mi siano venuti
de' bnoni materiali liturgici.
Questa è la mia solita disgrazia di aver da faticare coli' inopia di
molti libri.
Beati coloro che nuotano ne' libri ! Porto perciò invidia a chi si
truova costi, in Roma, etc. Veggo poi con quanto ardore ha V. S. illu-
strissima preso a favorirmi per la balletta di libri inviata costà. Ma mi
è ben rincresciuto d'intendere che il signor Bertolani si truovi lungi
da voi.
Ora potrei scrivergli a Venezia, ma voglio aspettar prima avviso da
lei. se le sia riuscito di ricuperare dalla di lui casa que' tomi che qnivi
han tanto riposato. Voglia Dio che tutto vada bene, e che mi possa sbri-
gare da tale impegno, con veder poi se S. M. Polacca voglia verso di me
esercitare la sua munificenza o almeno pagarmi tante copie contribuite a
S. M. e ai figli, e le legature e le spese de' porti. Venendo la balletta, la
prego di ricordarsi che una copia intera dell' opera è destinata al padre
Ignazio Guerini, ed insieme l'operetta del Paratjiiai, per isperanza ch'egli,
stato mediatore per la dedica, tale sia ancora per impetrarmi qualche
memoria del generoso animo di S. M.
4604 LODOVICO ANTONIO MUKATORI [ 1*7 44-
Non importa fare nella mia operetta legale menzione del libro del...*
da che ella se ne è servita nelle sue annotazioni. Da Venezia mi avvisano
che si prepara in Trento una ristampa in 4.'^* d'esso mio libro, e m'imma-
gino che si parli della meditata da lei. A riserva della non lieve fatica,
certo è che la traduzione latina farà aver molto spaccio in Germania a
quel libro, siccome le erudite di lei annotazioni gliel procaccieranno anche
in Italia.
Oggi appunto ho occasione di rispondere all' eminentissimo Querini, e
non mancherò di suggerirgli la tenue ricompensa ch'ella esige per la sua
fatica.
Dal padre Ziegelbaur ricevei una sua operetta sopra le croci bene-
dettine. Non fa al proposito mio. Il mio bisogno è per le cose spettanti
ai sacramentari, e divini ufizi, e non già di cose tanto particolari.
Le nuove nostre sono che il signor principe di Lobkowitz si era avan-
zato sino a Marino e Genzano, cioè cinque miglia presso a Velletri, dove
era il re di Sicilia col nerbo maggiore delle sue genti. Sono anche seguiti
vari incontri fra i picchetti, e si credeva imminente una battaglia. Ora
s'ode che i napolispani si ritirano, né torna loro il conto di azzardare,
perchè inferiori di numero e di qualità di truppe. Grande e giornaliera è
la lor diserzione. Gran gridare in Roma, perchè han desolato cinquanta
miglia di paese. Immensi viva al suddetto signor principe e alla regina
fatti dalla plebe romana. Ma se esso signor principe non fa presto, il caldo
e l'aria del paese a lui faran guerra.
Nulla del Piemonte. S'è poi veduto che i gallispani non sono ad Oneglia
perchè non può passare per terra l'artiglieria a quella volta. Né pure è
certo che abbiano preso Saorgio. Probabilmente aspettano che le nevi
squagliate dieno loro licenza di tentar qualche passaggio. Siamo assicurati
che perderemo il signor conte Cristiani. Non sarà poca disgrazia per noi.
Si tien anche sicura l'unione di Parma e Mantova a S. Ambrogio.
La prego de' miei rispetti al signor marchese reggente e al signor
consiglier de Locella. E poi tornato a Siena l' abate Valentini, credo poco
contento. Mi rassegno, etc.
Faremo poi liberare il marchese Botta. La czara ha grande interesse
di stare unita con cotesta corte a cagione del turco.
Farò che il signor conte Molza scriva al figliuolo per sapere cosa sia
avvenuto di quel plico.
Qui è una parola inintelligibile.
-l'744:] V GIUSEPPE BIANCHINI 4^00
4924.
A GIUSEPPE BIANCHINI iu Roma.
Modena, 12 Giuj,'no 1744.
BiBLiOTBCA Vaticaba, fioma, edita [2(36].
A due benignissimi fogli di V. R. rispondo con premettere i dovuti
ringraziamenti per la continuata sua bontà, la quale non contenta d'avermi
caricato di tanti favori, me ne esibisce si generosamente de' nuovi. Ora
ella sappia che tuttavia mi truovo perplesso, né so a qual partito appi-
gliarmi. E ciò tuttavia perchè mi manca Y Ilittorpio & l'opera liturgica del
Pamelio, e vorrei anche un Hiaghara inglese. Di Giuseppe Visconte ho
solo De ritib. lìapt. e vorrei i due sussegueuti. Ho scritto, ma Dio sa se
si troveranno. L' eminentissimo Tamburini mi esibisce il suo Ilittorpio,
ma di stampa di Colonia. Io vorrei aver sotto gli occhi, tutto quel che
occorre.
Due partiti si potrebbono prendere. Il primo di fare una biblioteca
liturgica. Ma mi spaventa 1' opera del padre Martene, che è troppo mas-
siccia, ed anche troppo divulgata in Italia. 0 pure si potrebbe fare opera
di minor mole, che comprendesse l' Hittorpio, cioè tutti i trattati degli
antichi, Amalario, Microl, etc. il Pamelio. Tommasi, Mabillon, i pezzi
Bianchiniani stampati, e che so io. colla giunta de i di lei manoscritti
e di quello che potessi io fare per illustrare la materia. Ma mi cagiona
un grande imbroglio la ripetizione delle medesime cose, che osservo in
altri, e truovo anche ne i di lei manoscritti. Nella Bibliotheca Patrum
ho veduto i due ordini romani ed altre cose prese dall' Hittorpio, e forse
nulla di più raro v' ha in quell' autore. V ha anche la messa antica, at-
tribuita a s. Pietro. Quegli ordini si truovano ancora tra quelli del Ma-
bilione. Ho avuto un indice del Sacramentario della biblioteca Vindobo-
nense tenuto, ma senza ragione, dal Lambecio per l' inviato del papa
Adriano a Carlo Magno. Poco divario e' è da gli altri gregoriani. Dal si-
gnor arciprete Campagnola non ho finora risposta. Ma quello ancora sarà
come il modenese, e tanti altri da lei veduti. Il più antico di tutti è il
pubblicato da V. R. e lo credo il Gelasiano, ma si può sostenere che il
meglio delle orazioni venga da S. Leone. Quello di cui le ha scritto il
conte d' Altan vai poco, tuttavia è bene 1' averlo.
M' è rincresciuto di nulla trovare nel rito romano, per la confessione
del popolo che pur si avea a comunicare. Per li sacerdoti si truova ab-
bastanza in altri antichi rituali. Io dunque vo intanto misurando le mie
forze, e facendo varii scandagli. E ringrazio lei de" lumi che mi va, per
460fi LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7'44-
sua, bontà soramiuistrando, con farmene sperare anche de' maggiori. Vedrò
la nuova edizione del glossario : ma il mio maggior tormento è per i libri
che ho detto mancarmi.
Nulla mi ha risposto V. R. intorno al mandarle ora i cinque tomi
in-4.*' dei miei Annali, o pure se abbia da aspettare a spedirli tutti, quando
sarà terminata la stampa. [Dio] vi liberi dai barbieri che son venuti a
trovarmi, e che noi sappiamo aver de" buoni rasoi.
All'amatissimo padre Saverio Guicciardi i miei rispetti. Con tutto
r ossequio, mi ratifico....
4925.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO iu Napoli.
Modena, 12 Giugno 1744.
Musso Bbitaknico, Londra.
L' altre volte ancora eh' io ho avuto l' onore d' inviar libri a V. E.
questi son venuti per mai-e come viaggio di minore spesa. Molto più parve
necessario ora il tener quella via, perchè la terrestre era piena di soldati. Mi
è ben dispiaciuto d' intendere il pericolo iu cui è stata la balletta e voglia
Dio, che le carte non abbiano patito. In occasion d'inviarle il resto degli
Annali, V. E. mi prescriverà come dovrò servirla. Potrà ella favorirmi
di far pagare, quando le piacerà, il danaro all'eminentissimo signor car-
dinale Tamburini esistente in Roma. Non si può dir finora, che noi ab-
biamo scacciato il flagello sopra voi altri signori, da che il vostro re è
venuto ad opporsegli in casa altrui. Noi stiam qui col batticuore per le
apparenze di qualche battaglia, che potrebbe nuocere a noi o pui'e a voi
altri signori. E noi certo abbiamo imparato a compatir gli altri. Il fuoco è at-
taccato a tutta r Italia. Dio ci dia quella [ pace] che per ora non si può spe-
rare dal mondo troppo imbrogliato. Desidero io quiete a V. E. in mezzo
a tanti torbidi, e pregandola della continuazione della sua grazia ed amore,
co' sentimenti del più vivo ossequio, mi confermo, di V. E. '
Scrissi tempo fa al signor d. Ignazio Como ed avendo ella ricevuto
le mie lettere, non so perchè non le abbia ricevute anch' egli. Tornerò a
scrivergli. Avendo io a trattar della sacra liturgia, la supplico di chiedere
' Alla terza pagina della lettera a fol. 128 di mano certamente del duca, si leggo;
«Il signor canonico Mazzocchio assicura non esservi (jui afiatto cosa, che tratti di
diversa liturgia. Sebbene ci siano stati ne' tempi passati in varie nostre biblioteche
monumenti bellissimi toccanti una tal materia: niente dimeno, ora ne siam privi, es-
sendo stati trasportati altrove dalla B. M. del Riccardi ».
-t'^é^^] AD ALBSSANDRO QIVSKPPB CHIAPPINI 4007
ad alcuno de' vostri pratico della erudizione sacra, se ne gli antichi tempi
la chiesa di Napoli avesse riti diversi dalla chiesa romana, e se si truo-
vino costi Sacramentarii mauuscritti di molta antichità, da' quali si po-
tesse raccogliere qualche particolare usanza, spezialmente nella Messa.
4926.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 19 Giugno 1744.
BiBLiontCA CoMuaAi.K, Piacenza.
Certamente il veder l' inazione di coteste armate, e che la più forte,
giacché non può andar diritto, non muti viaggio, a noi pure par cosa
strana, perchè se arriverà il caldo, male la passeran tutti, ma più quei
di Velletri. Io aspetto in breve da V. S. reverendissima l'avviso di qualche
mutazione, perchè battaglia per ora non si teme o spera.
Qui altra nuova non abbiamo, se non che i gallispani erano giunti
fino al Finale e a Noli. Ma niun crede che possano condur seco artiglierie
per quei dirupi. Il dire che se ne provvederanno in Genova non ha garbo.
In quella città si prepara alloggio per d. Filippo. La presa di One-
glia. e questo avvanzamento dei nemici in tempo, che lo stato di Milano
e Mantova sono sforniti di guarnigioni, sbalordì alquanto chi ci governa ;
e qui, trovandosi poco presidio, si tratta di chiudex-e due porte. Vero è
che dicono destinati per l' Italia 4 reggimenti tedeschi, ed altra gente. Certo
non hanno ali i gallispani. Passò di qua un corriere in fretta alla volta
di Lobkowitz, spedito da Milano, e, premettendo che i suoi pari portano
in bocca le bugie, e le verità in saccoccia, disse che in Milano si diceva
che il re sardo era dietro ad acconciare i fatti suoi colla Francia. Noi
creda ella; queste sono ciarle nate da i desiderj di taluni. Sappiamo che
nella corte di Torino si gode molta quiete, e ciò dà motivo di meraviglia,
perchè, se veramente calassero i nemici, potrebbe vedersi qualche dispia-
cevole scena.
Si dice davvero in Fiandra, se non che le operazioni son ritardate
dallo scolamento delle acque. Tuttavia scuri i pensieri del prussiano.
Sembra probabile che, senza far guerra, la farà. Ma noi abbiam troppo da
pensare alla povera Italia, a cui si è attaccato si gran fuoco.
« Si è veduta la vera ritrattazione fatta dal p. Bensì. La falsa non mi
curo di vederla, come cosa stomacosa, e veramente degna di castigo. Ma
non si troverà 1' autore. Il padre Bardotti va copiando la sua fatica, ma
non mai contento. Io tuttavia mi trovo imbrogliato, perchè mi mancano
alcuni libri. Beato chi sta in Roma.
4608 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
Da Verona mi sci'ivono, che il marchese Matìei avrà in breve ter-
minato il suo t"\ttato delle Usure. A me fu proposto questo argomento :
perchè lo trovai troppo spinoso, non volli ingerirmene ».
Con rinnovar le proteste del mio iualterabil ossequio, mi confermo,
di V. S. reverendissima.
4927.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 19 Giugno 1744.
Archivio Soli Mubatori ( R. Bibl. Est. ), Modena.
Sento rimorsi di coscienza al vedere, che l'È. V. tanto occupata vuol
prendersi l'incomodo di rispondere, e di suo pugno, ad ogni mia lettera.
Io non ho da mettere freno alla somma di lei benignità, ma non lascio
di temere, che un di le possa increscere l'importuno mio carteggio.
Non ho poi se non da lodare la sacra circospezione di V. E. e di
monsignor Levizzani nell' affare di questi parrochi, a' quali io non diedi
il consiglio di spedire il consaputo memoriale. Certo grazia grande sarà,
che ella si degni di scrivere quella lettera, di cui con tanta bontà mi ha
fatta la proposizione. Ma, prima di risolvere, converrebbe bene esaminare
la faccenda. Se il prelato non avesse scritto cost«T. al suo agente o ad altri,
tanto per l' intenzione sua di voler, che il vicario intervenga alla con-
gregazione, quanto pel baldacchino, parrebbe meglio il tacere per ora
perchè Dio sa come l' intendesse la sua testa.
Non ho saputo finora comprendere, perchè egli l'abbia presa centra
di essi parrochi, se non per quel benedetto girello impetrato senza sua
saputa dalla clemenza di N. S., quando essi nulla mai ne seppero e ne
pur mio nipote, se non dappoiché fu qua giunta la grazia. Vi credete
d' essere fratelli del Papa? ha egli detto loro, non so se per battere essi,
o pur me, a cui S. S. fece quel singoiar favore. Per me poco importa.
Quando poi avesse scritto, o si temesse, che fosse per iscrivere, allora
il grazioso foglio di V. E. potrebbe giovare.
Comunicata la faccenda col signor segretario Giacobazzi, che ben co-
nosce il tempo che corre, s' è creduto essere bene il guardarsi dal dire,
che i parrochi abbino fatto ricorso ; ma che l'È. V. abbia intesa qualche
novità ancora insorta con essi in occasione, che questi suoi confratelli
monaci le hanno notificato l'affare del baldacchino. Cominciar dunque la
lettera, con dire d' essere informata da più parti del zelo, e dell' esempla-
rità, con cui il prelato ha dato principio al suo governo; ed avendo inteso
da' suoi monaci essere insorta qualche discrepanza, che potesse intorbi-
dare quella buona armonia che sta tanto a cuore di V. S. illustrissima,
-1*744] A FORTUNATO TAMBUHINI 40Oi)
desiderosa di farsi amare da tutti, V interesse, che eJIa prende nella gloria
di raonsignore le ha servito d'incitamento per iscriverle. Sperar ella facile
l'acconciar l' affare del baldacchino, perchè i benedettini possono, come
prima, riceverlo da' canonici, e poi nel ritornare al duomo si può trovare
il luogo proprio per li parrochi, esaminando prima, se il primo si debba
concedere a i mansionari, o pure a i parrochi; del che in Roma si potrà
aver lume. ( Però vede V. E., che i parrochi non son per aver lite co i
monaci). Per quel poi che riguarda essi parrochi, e la lor congregazione,
supporre ella, che il prelato non vorrà indurre novità, acciocché non ne
venisse pregiudizio alla loro estimazione, potendo credere il popolo, che
essi avessero mancato in addietro (come saggiamente ha V. E. avver-
tito), e tanto più essendo ella persuasa che Sua Santità goda di mostrar
verso di loro la sua stima ed amore, e che il popolo faccia lo stesso.
Tanto più poi aver creduto bene V. E. di scriverle su questo, perchè, par-
landone col suo auditore, ha inteso da lui che nel Pignatelli tomo 112
alla consulta se ben mi ricordo LVI. in una causa ragusiana fu deciso,
che alla congregazione de' sacerdoti, benché tenuta nel palazzo archiepi-
scopale non potesse intervenire né esso arcivescovo, né il suo vicario
nisi prò dirimendis, et sedandis discordiis eiusdem congregationis. Ed oh !
quante ciarle, e ad un porporato!
Verisimilmente il prelato non parlerà dell' editto, in cui obbliga tutti
alla processione, perché deciso costì, che non si possono astringere a ciò,
se non i beneficiati.
Ho pure inteso con piacere che l' E. V. possegga ancora il Paìnelio.
Quando non mi venga risposta, se esso e Y Hiltorpio si trovino vendibili,
la supplicherò ben delle sue grazie. In Verona ho trovato le Brunt, e
r aspetto.
Le rendo grazie della ritrattazione vera, di cui mi ha favorito. Al
solo signor Giacobazzi l' ho comunicata, altri non la vedrà. Ma quella
finta é ben diabolica, pure non se ne scoprirà l'autore.
Stiamo col batticuore aspettando l' esito di cotesto armate. Qui s' è
inteso che i gallispani erano giunti a Finale e a Noli, e che si preparava
r alloggio in Genova per don Filippo. Ciò che abbia da essere lo sa Iddio.
A noi pare che soprastino danni al re di Sardegna, o allo Stato di Mi-
lano. Ma può essere, che venga gente di Germania, e intanto dicono go-
dersi buona quiete nella corte di Torino. Né si vede come i gallispani
possine condurre cannoni per quei dirupi. Passò di qua in fretta un cor-
riere, che da Milano andava al signor principe di Lobkowitz. e riferi
dirsi in Milano, che il re sardo era dietro ad acconciare i fatti suoi colla
Francia. La tengo per una ciarla affatto insussistente. I segreti de' prin-
cipi non li sa il popolo, e la voce nasce da i desiderj di taluno. Per altro,
qualche crisi sembra inevitabile in Italia. Dio la mandi buona a noi po-
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 891.
4610 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-i-i-
veretti, perchè crescono i nostri guai ; tutto il danaro va via : si parla di
contribuzione di fieno, legna ed anche danaro. Si tratta di chiuder due
porte, essendo restalo assai smilzo il presidio.
E qui supplico r E. V. di perdono per tanti incomodi, e pregandola
de' miei rispetti a monsignor Livizzani, col bacio della sacra porpora, le
ratifico il mio inaltei'abil ossequio, e mi rassegno, di V. E.
4928.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI ni Roma.
Modena, 23 Giugno 1744,
Biblioteca Comuhalk, Piacenza.
Veramente, ora che s' è attaccato il fuoco a cotesto vostre vicinanze,
le nuove che ne vengono, son ben grate alla vostra giusta curiosità.
Rendo io grazie a V. S. reverendissima per quelle che mi ha fatto
godere, ancorché finora molto scure, come avvenne anche a noi pel fatto
di Camposanto. Hanno scritto che il coraggioso signor principe di Lob-
kovitz sia stato ammazzato sotto un cavallo, e fino ch'egli sia stato ferito
di palla in una coscia. Sarà probabilmente una ciarla, perchè gli enti su-
premi non si vogliono esporre cotanto. Si rischiarerà meglio con un po' di
tempo r affare. Intanto sarà costi un gran dire.
Lettere del signor conte Pallavicino a questo sig. conte amministra-
tore dice venuta staffetta da Torino, colla nuova che i gallispani si sieno
precipitosamente ritirati da Oneglia, e con loro grave danno sieno stati in-
seguiti da i savojardi. Di gran lunari si son fatti per tale inaspettata no-
vità. Con ciò svaniscono le voci sparse, ch'essi venivano verso Genova.
e forse già pervenuto a S. Pier d'Arena d. Filippo il quale ora si fa
partito da Nizza. Credono qui che verran buoni soccorsi dalla Germania.
Non le dirò quanti prognostici si sieno fatti sopra il re sardo e i motivi
di farli. Io il tengo costantissimo nella sua lega. Delle flotte navali
nulla si sa.
Nel dì 6 corrente si cantò in Parigi il Tedeum per la resa di Menin,
ed è passata quell'armata all'assedio d' Ipri. Finora ninna dichiarazione
dalla parte degli olandesi. Non si può fare senza la convocazione e il con-
senso della Dieta. Quantunque gli avvisi dicano favorevoli alla regina e
air Inghilterra il prussiano, pure da Vienna mi scrivono che stanno sempre
in apprensione di lui. Noi siamo allo scuro delle cose presenti; quanto
più dell' avvenire.
« Se a Modena capiterà mai la risposta al manifesto alberoniano, la
leggerò. Non credo sia costato molto il ribattere le di lui ragioni. Mi stia
-l'7<44:l A DOMENICO BaiGUIERI COLOMBI 1*)11
bea ascoso 1' autore di quelle freccio, perchè gliene potrebbe avvenir
del malo ».
Potrebbe il p. Battsglini stare in petto di N. S. e restare costi con
più decoro, ma V. S. reverendissima noi crede.
Ancor qui è stata affissa per tutti i cantoni la condanna del libricciuolo
del p. Benzi. M' immagino con rincrescimento di questi padri.
« Mi è stato inviato dato alle stampe il Decreto del re cattolico a fa-
vore delle Missioni del Paraguai, che conferma quanto ho detto anch' io.
Se si ristamperà il mio Libercolo, V aggiugnerò ».
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. P. reve-
rendissima.
4929.
A DOMEJ^ICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 25 Giugno 1744.
B. Biblioteca Kiccardiana, Firenze, edita [245].
Giacché il nostro sig. Forlosia è tanto delicato di non voler lasciar
copia di quel Necrologio, benché cosa che non é di monsignor Gentilotti,
io non voglio importunarlo su questo. Ne avrei fatto onore a lui e alla
rogai biblioteca. Ci vuol pazienza! me la passerò senza d'esso. Avrei po-
tuto scriverne al sig. conte di Cervellon e al sig. principe di Lichteustein
miei padroni, e ad alcun alti'o, ma io^ voleva averne tutta l'obbligazione
al sig. Forlosia. e giacché egli è d'altro sentimento, mi accomodo alla mia
poca fortuna.
Il Catalogo dei Manoscritti di Augia, trattandosi di tanta antichità,
potrebbe essere utile il vederlo, ma non von*ei che costasse troppa fatica
a lei il procurarmi questo vantaggio.
Pel lìinghain ho scritto anche a Ginevra, essendo libro che veramente
m' occorre per 1' assunto che ho preso. Starò attendendo se ella fosse più
fortunato di me in trovarlo. Il non esser per anche giunta la balletta de-
stinata per Dresda, comincia a darmi dell' inquietudine, perché a que-
st" ora V. S. illustrissima dovrebbe averla ricevuta. Aspetterò ancora
qualche poco, e poi scriverò a Venezia per farne l'ender conto a chi l'inviò
a Trieste. Intanto la prego di far diligenza in casa del sig. Bertolani per
sapere se vi sieno le copie del tomo III Antiquitates Italicae. Avevo io
scritto air emineutissimo Querini quanto ella mi significò nel precedente
suo foglio. Gli ho ora soggiunto il di più che ho letto nell' ultima. Staremo
a vedere come egli intenderà e risponderà.
Quando non si ritruovino vendibili l' Ilittorpio e il Pamelio, non oc-
corre ricercarli in cotesto librerie.
4612 LODOVICO ANTONIO MUHATORl [l'V-^'éo'
Da due lati è attaccato il fuoco all' Italia. Dopo la presa di Oneglia,
si tenea per fermo da tutti che i gallispani meditassero di continuare il
viaggio fino a Genova, ed aveauo già slargate le strade fino a Loano. Ma
s'è avuta nuova certa che precipitosamente si son ritirati da Oneglia verso
Villatranca, inseguiti e maltratati dai savoiardi. Finora non se ne sa il
perchè. Sotto Velletri è succeduto un fatto sanguinoso. Il sig. principe di
di Lobkowitz fece prendere il posto de' cappuccini dai Licani. Alle 4 della
notte fu esso ripigliato dai napolispani, i quali nello stesso tempo attac-
carono la punta della Faiola e vi fu gran sangue. Tale fu la mischia che
il sig. principe sali a cavallo e si mise alla testa de' suoi, con dirsi che
gli fu ucciso un cavallo sotto; e si crede che recuperasse la punta sud-
detta. Gran copia di feriti era giunta a Marino, gran fuga di quei paesani
verso Roma. Non si sa finora il preciso di quell' azione, né come termi-
nasse, perchè corriere non s" è veduto, e lo sappiamo solamente dalle let-
tere di Roma, che portano avvisi contrai-i, né sanno dirne l'esito. 0 Tuna
o r altra di quelle armate ha da sloggiare, e il ealdo e 1' aria fai'an guerra
ad entrambe.
Con che, rinnovando i sentimenti del mio ossequio, mi confermo, etc.
4930.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 3 Luglio 1744.
Biblioteca CoudnaIìK, Piacenza.
Se non fan guerra fra loro cotesto armate, lo faran bene amendue a
cotesto paese.
Ma probabilmente tornato che sia il corriere del signor principe spe-
dito a Vienna, egli allora prenderà qualche risoluzione. Siamo arrivati a
luglio, e tuttoché l' armata austriaca si goda le ville amene de' romani,
ove è bell'aria, pure per soldati che vivono fuor de i tetti, il caldo po-
trebbe lor nuocere. Intanto i napolispani han fatto de' miracoli. Ninno si
aspettava tanto.
Ho tardato a rispondere al pregiatissimo foglio di V. S. reveren-
dissima due giorni, sulla speranza di poterle dare qualche nuova del Pie-
monte; ma nulla è venuto. Non si sa che i franzesi finora abbiano fatto
alcun tentativo dalla parte del Delfinato o Provenza per calare in Italia.
Dicono provenire il loro ritardo dalle nevi che tuttavia occupano i pas-
saggi. Era il re sardo alla vista di Cuneo, e si aspettava di nuovo a To-
rino, essendo incerto, s' egli voglia andare a Demont, per mettersi alla
testa della sua armata, come in addietro si diceva.
-IT-^-éi] A MATTEO MELONI 4613
Non si sa finora che la regina possa o voglia mandargli de' soccorsi,
disapprovando intanto questi signori uffiziali, la spedizion di Napoli, che
potrebbe essere pregiudizionale non poco a i loro interessi. Non s'è veri-
ficato, che nello stesso tempo si faccia l'assedio d' Ipri e di Tonrnay.
Caduta la prima, verisimilmente si passerà all'altra.
Intanto, gli olandesi che vorrebbero risparmiare l'entrare in ballo,
fanno il possibile per trovar ripiego di pace.
Anche la regina ha fatto buone proposizioni all' imperatore, il quale
nulla accetterà senza il placet de' franzesi. Il principe Carlo nel passare
verso Pilisburgo diede un assalto alla linea de' bavaresi, e ne fu ribat-
tuto. Ora egli è in marcia per passare il Reno, e di là in Fiandra.
Qua è stato scritto, che non sia per anche passata la peste in Calabria.
Guai se fosse vero, con tanto movimento di armi in quelle parti.
Da quanto V. S. reverendissima scrive, pare che la finta ritratta-
zione sia stata composta altrove e stampata costi. Ora che è condannata
come libello famoso, sarà finito tutto il rumore. Chi ne fa di queste, nuoce
più tosto a sé stesso che a gli avversari.
Mi è stato inviato il Decreto del re cattolico in favore de' Missionari
del Paraffuai che conferma quanto io ho scritto. E chi è il vero autore
delle lettere antiromagliesi che si danno nelle asciutte Novelle letterarie
di Firenze?
Dicono che si vedrà una ritrattazione dell'obbrobrioso manifesto sparso
in cotesto parti, per incitare i napolitani.
E qui. ratificandole il mio inalterabil ossequio, mi confermo, di V. S.
reverendissima.
4931.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 5 Luglio 1744.
Akchivio Ekbdi MXI.OKI, Carpi, edita [SOS].
Non m' era io già dimenticato della Secchia : ma solamente ora l' ho
ricevuta dal libraio legata; né sapendo altra congiuntura, la farò conse-
gnare al corriere di Carpi. Potrà dunque V. S. trastullarsi nella lettura
di questo non nuovo, ma sempre bello e gustoso poema: e, quando se ne
sarà servita, l' aspetterò di ritorno.
E qui, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi ratifico.
4614 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17*44-
4932.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Siena.
Modena, 8 Luglio 1744.
BiBLioTKOA GAMBALUNaHiANA, Jlimitiì, edita [ 204 ].
Circa il 1597 audò il Tassoni a Roma, e quivi stette qaasi tutto il corso
di sua vita, a riserva della sua andata in Ispagna nel IGOO dopo la quale
se ne tornò colà, sino all'anno 1632 ivi dimorando finché venne a termi-
nare i suoi giorni a Modena sua patria. Nella di lui vita ho detto ch«
deiraccademia de' Lincei pai-lò Agostino Favoriti nella vita di Virginio
Cesarini; e del duca Cesi, parlano Leone Allacci, Gio. Battista Porla,
r Eritrèo, il cav. Mandosi. Gian Nicio Eritrèo nella Pinacoteca, parlando
del Tassoni scrive ch'egli si riduceva in casa del cardinale Bartolomeo
Cesi, gran protettore allora de' letterati. Non mi ha permesso il poter meglio
chiarire i di lui fatti e studi quel suo essere stato tanto tempo fuori della
patria; se non s'intitolò linceo, né pure praticò il titolo di accademico
umorista, tuttoché fosse stato principe di essa. Qui non s' è trovata né
medaglia, né sigillo. Né pur v' ha una riga d' iscrizione sul suo sepolcro,
perché comune a gli altri Tassoni. Di più non saprei che dirle.
Ho conosciuto costì il sig. Benvoglienti, che era ingegno sodo. Tali
non si può diro che fossero il Sergaroli e il Gigli ; ma erano ingegni vi-
vacissimi. Se oggidì noi facciamo più de'franzesi, ne dubiterei molto. Le
due accademie di Parigi, e i benedettini di S. Mauro, a me sembra ci
vadano molto innanzi. Manchiamo di biblioteche, e di strumenti matema-
tici, e di aiuti per fare sperimenti. Cessò presto la nobile accademia
de' Lincei, e quella del Cimento. In Roma non v" ha più quella copia
d' uomini grandi, che v" era nel passato. Fuimus Troes. Procuri V. S. il-
lustrissima dal canto suo di far onore alla povera Italia, oggidì oppressa
dall'armi, e faccia animo a gli altri. Io non cesserò mai d' es.sere, quale
ora con tutta la stima e V ossequio, mi ratifico, di V. S. illustrissima.
4933.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 8 Luglio 1744.
Archivio Soli Mubatoki {R. Dibl. Est.), Modena.
Giacché con tanta benignità 1* E. V. si degna di esibirmi il valido suo
patrocinio per li presenti miei studi, io sono a supplicarla di far visitare
-IT'^^] A FORTUNATO TAMBUBINI 4616
dal sig. abate Tori i tre manoscritti della Vaticana espressi nell' inchiuso
toglie. Avrei caro che osservasse il contenuto d' essi, e di che mole sieno,
per poter poi risolver ciò. che a me sembrerà più opportuno. Prenda
anche un saggio di quegl'/zint. Ne abbiamo ancor noi qui in un antichis-
simo manoscritto della cattedrale.
Intanto se mai capitasse a V. E. occasione alcuna, benché so, che in
tempi si caldi saran rarissime per inviarmi in prestito l' IlUlorpio, e il
Pamelio; glie ne resterò sommamente tenuto. Non si truovano vendibili
questi libri, per quante diligenze si sieno fatte anche in Germania. Io non
ci ho fretta, perchè intanto aspetto anche un altro libro, senza di cui non
posso ben fissare il mio disegno. Ho cominciato a tirar qualche riga, e
dietro alla strada prenderò partito.
Scriva pur francamente V. E., che giudicherà bene intorno al mio
trattatello della Divozione.
Tutto mi sarà caro, ma nulla mi dirà probabilmente, eh* io non pre-
vej^ga, sapendo la delicatezza di voi altri signori.
Desidero io, che la di lei penna non abbia ad aver l' incomodo di
scrivere a questo prelato, bastando a i parrochi, che egli non venga a
muovere costì le sue pretensioni. Perchè egli attende a far fruttar la sua
vigna, e niun fatto ricaverebbe da si fatti litigi, si può sperare ch'egli
tacerà. La ringrazio ben io a nome d' essi della benigna di lei disposi-
zione di procurar la quiete d' ognuno.
Già Teminentisstmo Querini ha scritto a me l'Apologia del rotolo: del
che non dimeno io l' avea prevenuto. Sarebbe bella, che si verificasse an-
cora ciò, che V. E. ha immaginato, cioè che ne vorrà informare anche il
pubblico. Mi scrive, che ninno ha trovato costi da ridire sn quella sna
lettera. Una nuova me n" ha inviato diretta al p. Bonaventura.
Per la licenza della S. M. d' Este aspetterò 1' esito de' favorevoli nfizii
di V. E. Per 1' altra del Pisa ho già preparato alla negativa 1' animo di
suo padre.
Chi ha veduta la finta Ritrattazione ora condannata, non si d.à pace
come gente sì savia, arrivi a scrivere e stampar cose tali, che solamente
tornano a discredito di chi le compone. E più si meraviglia che con gioia
la mostrino. Io non mi son curato di vederla, benché qui ancor si ri-
truovi.
In Piemonte nulla finor.\ è succeduto di nuovo. Si può star poco a
udir qualche tentativo. Voi altri signori preparate costi delli spaziosi spe-
dali, che ve ne sarà bisogno.
Con baciarle la sacra porpora, ossequiosamente, mi rassegno, di V. E.
Avrei caro di sapere, se il sig. abate Tori veramente studi, quando
può. Ha scritto di aver composto una Dissertazione.
4G1G LODOTICO ANTONIO MURATORI [ 1*74.-4 _
4934.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 10 Luglio 1744.
Biblioteca Comusalb, Piacenza.
Sicché senza adoperar cannoni e archibugi, coleste armate si possono
rovinar da sé stesse per cagion de' vostri troppo cocenti caldi. Sarà dunque
necessario che la gallispana come più battuta, e mancante d'acqua, siri-
tiri. Vedremo se il sig. Gages saprà farlo senza pagare il passaporto. Qui
era corsa voce che il sig. principe di Lobkowitz fosse richiamato dalla
campagna, e che Neopez vei-rebbe in suo luogo. Persona che ne sa più
de' nostri novellisti, mi dice di non averne intesa parola. Certo é per altro,
che in Vienna non é stata molto approvata la di lui condotta né gli ul-
timi fatti, dicendosi che egli aveva tagliato fuori la metà della fanteria
nemica, e pur non volle attaccarla.
Finora nulla v' é di nuovo de' gallispani. L" andar essi tanto lenti, ha
fatto scrivere qua da uno di quegli ufl&ziali. che è imminente la pace.
S'impegnano certo gli olandesi, ma io poco ne spero. Dicono ch'essi so-
lamente pel di 12 del corrente saranno all' ordine per tentare il passaggio.
Intanto é certo che si metteran presto in marcia due nuovi reggimenti,
un grosso corpo di tirolesi, varadini, polacchi, etc. in numero di 10 o 12
mila persone che verranno a guernir le piazze dello stato di Milano, sicché
ecco cangiarsi il sistema in queste parti.
Perderemo in breve il sig. conte Cristiani. La regina il vuole a Mi-
lano. Finora non si sa chi gli abbia a succedere qui. Il sig. prof. Mante-
gazzi venuto di Piacenza si loda forte del destino toccato a quella sua
patria.
Non mi son curato di veder la finta Ritrattazione che qui vien mo-
strata come cosa sontuosa. Mi dicono che corrono due o tre altre scrit-
ture contro del p. Concina. Né pur di queste mi curerò.
E perchè non dare una berretta rossa all'oratore del nipote pontificio?
Veramente é strana la stitichezza di nostro signore in questo affare. Tale
a me sembra la sua scrupolosità. Ha anche in Piacenza una cognata ve-
dova che né pur ha tanto da poter vivere oon qualche comodo, nonché
colla carrozza.
Il prussiano ha fatto lega col palatino e col lantgravio d'Assia. Sé
veduto qui il manifesto della regina formato con gran saviezza. Porta le
lettere d' Amelof che voleva muovere la Porta contro di lei e dello czar.
Con rassegnarle il mio ossequio, mi confermo di V. S. reverendissima.
l'?'^^] A QIAN DOMSNIOO BBRTOLI 4617
4935.
A GIUSEPPE ANTONIO SASSI in Milano.
Modena, 10 Luglio 1744.
Biblioteca Ambbosiaia, Milano, edita [176].
Al vedere il bel carattere con cui è scritto il toglie di cui V. S. il-
lustrissima mi ha favorito, m'e sembrato di vederla non solo rimessa dalla
passata informità, ma anche ringioveuita. Torneranno le forze primiere
del corpo. Quelle della mente, che sempre sono state e saran vigorose,
pazienza, se le ha dovuto impiegare in si bell'argomento come è l'acquisto
di porporato ed arcivescovo di tanto merito. Son certo che se gli altri
antecessori suoi hanno mostrata cotanta stima di lei, egli li supererà tutti.
Ora io rendo grazie alla di lei bontà pel favore compartito a quel
religioso. Ma qui non son finite le mie preghiere. Ho da perorare anche
per me. Avrei bisogno del più antico ordine della chiesa ambrosiana, cioè
della messa ordinaria. So che cotesta biblioteca ben possiede alcuni an-
tichi messali manoscritti. Ma ella ne ha citato uno della libreria del ca-
pitolo, antico di 603 anni. Probabilmente non vi si darà divario fra esso
e quei dell'ambrosiana. Se vi fosse, ricorrerei a S. E. per esserne favo-
rito. Ora io prego V. S. illustrissima di scegliere quel che a lei parrà il
più antico e il migliore e di farmelo copiare, che io soddisfarò il copista.
Truovo qui solamente il trattato De baptismo di Giuseppe Visconte.
Ve n' ha da essere almen due altri De confirmatione et eucharistia se ben
ricordo. Come si potrebbe fare a trovarmeli e comperarli per me? Non
vo' ricorrere per questo al signor Argelati, perch' egli fa mercatanzia in
ogni cosa. Ricorro alla di lei bontà, con più fidanza d'essere favorito.
Sospirando anch'io le occasioni di ubbidirla, con tutto l'ossequio, mi
confermo, etc.
4936.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Udine.
Modena, 12 Luglio 1744.
Abohitio Bota, S. Vito al Tagliamento, edita [ 187 ].
Giacché V. S. illustrissima ha creduto che sia tollerabile il mio sen-
timento intorno alla colonia di Frejus, ha fatto bene inviando quelle mie
poche ciarle al p. Calogerà. acciocché turi qualche buco de' suoi opuscoli.
4618 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1*7 44:-
Le rendo poi grazie della notizia datami di cotesto antichissimo sa-
cramentario. Il truovo simile ad altri del nono e decimo secolo, e ne ab-
biamo ancor noi qui uno del medesimo tenore. Però non mi occorre di
recarle incomodo di questo.
Si goda ella la villeggiatura e la quiete, che Dio dona a cotesti paesi,
mentre il nostro tuttavia prova il flagello della guerra per gli aggravi, e
per le contribuzioni, che ci divorano.
Con che, rinnovando i sentimenti del mio inaltei'abile ossequio, mi
confermo, di V. S. illustrissima.
4937.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 13 Luglio 1744.
K. BiBLioTEOA RiccARDiANA, Fìrenzei edita [24')].
Somma è ben la gentilezza dell' ornatissimo sig. Forlosia che vuol fa-
vorirmi della copia del suo Bingham, per cui io le resterò obbligato al
sommo. Ora prego V. S. illustrissima di portargli non meno i miei ri-
spetti che i più vivi ringraziamenti per questo favore. Quando ella posss,
inviarlo al sig. Pasquali di Venezia, sai*à ben inviato, essendo egli mio
buon corrispondente, e niun disparere avendo io avuto con lui. Quello che
m' imbroglia si è 1' aver io fatto scrivere a Genevra per ottener la stessa
opera, ne vorrei che se ne comperasse due copie. E perchè potrebbe essere
che colle prime si sapesse che que" librai l'hanno, ne essendo io per tron-
care il fatto impegno, prego lei di sospendere, se mai può, la compera
d' esso in coteste parti. Anzi giudico bene che sospenda anche per un poco
la spedizione della copia del sig. Forlosia. Nulla a me servirebbe la Liturgìa
del Schultingio, perche desidero liturgie cattoliche, e non ereticali. Il
peggio è, esser quell'opera troppo grossa, ed assai rara; però non bisogna
pensarvi. Il Durando è libro che facilmente si truova anche in Italia.
Poco frutto se ne può cavare. Avrò in prestito da Roma l' Hiltorpio, e il
Pamelio. Ho il Bruni e il Martène. Bramerei bensi la Liturgia del Re-
naudot, se si può trovare costì. Si assicuri il sig. Forlosia che avrà ben
legata 1' opera del fìingham, perchè è troppo di dovere.
Brutto segno il non essere peranche comparsa costà la balletta
de' miei libri. Ne scriverò in quest' ordinario a Venezia, perchè se ne
facciano render conto a chi 1' inviò a Trieste. Mi tiene inquieto questa
soverchia tardanza.
De' miei Annali dal principio dell'Era nostra sino al 1500 ne son
fuori solamente cinque tomi in 4.°: quattro o cinque altri ne restano da
stampare. Il sig. Pasquali, a mio credere, gli vende troppo caro.
-l'7-4:'4] A DOMENICO BRICHIBHI OOLOMBI 4619
La risposta del sig. cardinale Qnerinì fu eh' egli non aveva posto
vacante nella Vaticana da poter giovare ai fratelli di V. S illustrissima,
e che egli avea raccomandato l' affare di S. Ephrem al sig. cardinale
Colonitz, a cni aveva promesso ima copia dell' opera, e che perciò lasciava
a lui la cura e il peso di favorirlo. Me l' aspettava.
Ho bisogno del suo parere. Questa Camera ducale, per censi passivi,
legati degli antecessori, ed altri debiti annui pagava molto danaro. Da
che l'armi delle due corone posseggono queste rendite non han pagato un
soldo. Questi ministri tanto tempo fa man larono i lor voli, co' quali di-
chiaravano giusto il pagare. Il re di Sardegna ha dato il suo assenso,
purché ne sia conteuto anche la vostra corte. Di tutto è informato il
sig. marchese reggente Cavalli. Per questa ragione tante povere famiglie,
e spezialmente le vedove, che godevano un buon legato di pane, o van
mendicando, o si truovano angustiate. È stato detto che sarebbe bene dare
un memoriale a nome di tanti creditori a S. M. Mi dica se è cosa fatti-
bile, e se cosa alcuna di bene se ne potesse sperare. Quando ella credesse
non inutile un tal tentativo, me ne avvisi, perchè mi converrà far qui un
po' di pratica prima, per indurre alcuni a far qualche regalo a chi si
adoperasse per ottenere lo schiodamento di questo interesse. Potrà su
questo intendere il savio parere del sig. marchese reggente ; al quale i
miei più vivi rispetti.
Secondo le presenti apparenze, né pure sarebbe stata fortuna per lei
l'aver ottenuto qualche posto nel paese da conquistare: perché ora non
sembra facile, forsanche troppo difficile, una tal conquista Si sa costi ciò
che avvenne ne' giorni passati al generale Pestaluzzi. Ora le due armate
continuano a stare a fronte. Per quella via si crede che non potrà pas-
sare il sig. principe. Intanto il caldo e 1' aria han comiuciato a far guerra
ai guerrieri, e se si ostinano a starvi, vanno a disfarsi amendue le ar-
mate per le malattie. Piìi ne patisce la napolispana, perchè le manca
anche l'acqua, e pare che il Gages sarà obbligato a ritirarsi a Sezze o
Sermoneta. Dicono periti GOO cavalli suoi per mancanza d' essa acqua e
pel coeentissimo caldo. Gli spagnuoli saccheggiarono Verdi dello Stato
Pontifìcio. La cagione non se ne sa. Nulla finora di nuovo del Piemonte,
ma poco si può stare ad udirne. Han detto che verranno nello stato di
Milano circa dieci mila persone, cioè due nuovi reggimenti grigioni, tiro-
lesi, varadini, etc. Ce ne chiariremo in breve.
Siccome il manifesto contro di Napoli é stato fortemente disapprovato
in Roma, cosi qui ha conseguito una piena approvazione 1' altro contro la
Francia, ed è certamente componimento di un savio ministro. Staremo a
vedere ciò che avrà determinato la superior provvidenza di chi governa
il tutto: ma quando non si muova l'Olanda, pare che non abbia da essere
tanto lontano un trattato di pace.
4620 LODOVICO ANTONIO MUHATOBl Ll*?44 -
Si va avvicinando la partenza troppo dolorosa per noi del sig. conte
Cristiani, né si sa finora chi succederà. Due saran per noi peso ed im-
broglio. Io augurando a lei ogni maggior fortuna, e, rassegnandole il mio
ossequio, mi confermo, etc.
Il sig. Mattheus era colla sua flotta a Savona. Delle nemiche altro
non si sente. Quando si credesse bene di dare il memoriale, lo dia pure,
perchè, qualora riuscisse in bene, voglio credere che qui se ne mostrerebbe
gratitudine. Certamente non s' accorda né colla giustizia, né colla pietà
della regina, questo non pagare i debiti si legittimi e giusti.
4938.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 15 Luglio 1744.
Biblioteca Quebiniaka, Brescia, edita [253].
La lettera ultimamente pubblicata da V. E., di cui mi ha fatto parte
la somma sua benignità, servirà di aiuto alla canonizzazione del santo
cardinale Albergati, ed ora mirabilmente serve al decoro dell'ordine be-
nedettino. E nulla v' ha sopra cui si possa stendere la critica romana.
Però unite ai miei più devoti ringraziamenti, se ne vengono ancora le
congratulazioni per questo novello parto.
Quanto al signor Brichieri, gli ho con buona maniera fatto intendere
i sentimenti di V. E., ma senza rigettare affatto la di lui ojtera, perché
potrebbe darsi che ne avessero bisogno.
Giacché a me non é riuscito di poter ottenere dai monaci armeni una
traduzione delle poche opere che essi hanno nel loro monastero fuor di
Venezia, tanta é l' avidità ed interesse dei medesimi : dell' opere, dico, di
S. Jacopo Nisibeno, mi é venuto in mente che 1' E. V. potrebbe pensare,
se pur non v' avesse pensato, a trovar la maniera di far un regalo al
pubblico di quel poco che resta di quel santo scrittore della chiesa di
Dio, Ella saprà, se nella Vaticana si truovi il testo siriaco di esse opei'e.
Foi'se monsignor Assemani l' avrà portato, se pria non v' era. Questa
giunta a S. Efrem sarà molto stimabile, e al di lei buon genio ne avremo
r obbligazione.
Venendo la risposta dello Schelornio, non sarà difficile all' E. V. il
farne la confutazione. A lei non manca buono scudo ed ottima spada, con
che, baciando la sacra porpora, pieno di ossequio, etc.
-1*744:1 A GIUSEPPE BONDIQLI 4621
4939.
A GIUSEPPE BONDIGLI* in Vtlletri.
Modena, 16 Luglio 1744.
Archivio Muxicipale, Reggio Emilia.
Non so come possa essere ricevuto il disturbo di una mia lettera da
chi si trova in mezzo all'armi, ed ha altro che da pensare a liti legali.
Pure bisogna che V. S. illustrissima abbia pazienza, ed allorché si troverà
un dì, se pure è possibile, in ozio, potrebbe accadere, che desse un' oc-
chiata all'annessa scrittura, che mi è convenuto fare in difesa de' nostri
poverelli. Non ho voluto nominar la città, uè i ministri; ma a lei dirò,
che il cons. Masini con precipitosa sentenza decretò in favore della con-
fraternita di S. Pietro martire contro la petizione della compagnia della
Carità. S' era egli mostrato mal soddisfatto, perch" io avessi scritto De i
Difetti della Giurisprudenza, e del voto sanguinario per l'immacolata con-
cezione. Mi andò sospetto ch'egli si fosse vendicato di me; ma probabil-
mente non sarà vero. Si domandò la revisione. Si fecero varj contraddi-
torj in Segnatura. De i tre segretari, il conte Sant'Agata è collegato col
cons. Masini. Il Borghi è confratello della suddetta confraternita di
8. Pietro martire. Tennero saldo in non accordar la revisione. Un solo
era per li poveri. In fine non attentandosi di dichiarare giusta la sen-
tenza Masini per le chiare ragioni, che militano in contrario, si trovò il
bel ripiego di non negare, ma nello stesso tempo di non concedere la re-
visione e cosi s. Pietro martire senza altra decisione si può dir vincitore,
e gode con pace 1* Organo eh' io credo dovuto a i poveri.
Avrei potuto fare ricorso a chi ora governa questi Stati, e si sarebbe
provveduto. Non l' ho voluto, perchè voglio dipendere dalla giustizia del
mio vero serenissimo Padrone, a cui appunto ora io fo ricorso. Prego
dunque V. S. illustrissima di umiliare il mio ossequio a S. A. S. e insieme
le suppliche mie, acciocché si degni di far esaminare le ragioni mie, da
persone intendenti oltre alla di lei persona, che dovrebbe bastare. E quando
si truovi, come ogni dotto e disinteressato mi assicura, essere evidente la
ragione in favore de' poveri, che si degni provvedere nella forma, che parrà
più propria alla sua superiore prudenza. E quando pur voglia che si formi
giudizio, ( il che si potrebbe risparmiare ), ordini, che non giudichi in tele
pendenza chi è giudice e parte; il che mai non conviene. Per tal grazia re-
* Responsive in Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), n.* 6 da Velletri, Cham-
bery, Arpino, Venezia, 1744-'48.
4022 LODOVICO ANTONIO MUKATOBl [1«744.-.
stero sommamente tenuto alla clemenza di S. A. S. e al benigno inter-
cessore.
Con tale congiuntura non dispiacerà al Padrone serenissimo di leg-
gere quanto ne' giorni addietro mi scrisse il dottor Gherardi del serenis-
simo signor principe d' Este in occasione di chiedermi un' atlante per lui,
che poscia gì' inviai. Ecco le sue precise parole.
« Il serenissimo signor principe d' Este ( talento mirabile ) mi ha co-
mandato di salutarla, e di dirle, che applicandosi egli volentieri alle let-
tere, non ostante l'età sua di otto anni, studia, e a lui piace d'andare
pel mondo sulle carte. Da che ha incominciata la geografia, vorrebbe, che
monsignor Muratori gli facesse avere qualche libro di carte geografiche delle
Provincie e regni di Erancia, Germania, Inghilterra, Italia e Olanda. Legge
egli, e parla, e scrive il franzese pulitamente. Parla bene e legge l' italiano,
e in dettatura scrive l'uno e l'altro idioma. Legge il latino e ne gli esem-
plari lo trascrive senza errori. Dice a memoria un gran pezzo d' abaco e,
interrogato, risponde prontamente. Istruito nel catechismo, sa per l'età
sua le cose sostanziali; domanda, e ha genio di sapere. Ha per lo più
qualche libro in mano, e il legge da se, e ne sa dire le cose più curiose.
Vi conta una favola d' Esopo, e ve la espone con chiarezza. Vi narra
qualche bel fatto di Telemaco, non si confonde. Vi dice alcun fatto della
scrittura e non intoppa. In fantasia e ritentiva sta benissimo. E fornito
di buon giudizio. Arrendevole alla ragione, docile alla insinuazione, aperto
di cuore, obligante di tratto, riscuote V amor di tutti. Io non adulo, né
esagero. Mi dice anche di più, che se potrà trovarsi in istato di comprar
col tempo il Gandcville, di cui ne ha avuto qui per pochi giorni un tomo
in prestito colle carte bellissime della Francia, ne farà poi un regalo a
monsignor Muratori ».
Avendo io risposto al dottor Gherardi con alcuni avvertimenti per si
mirabil principino, mi replicò le altre seguenti parole :
« Il serenissimo signor principe d' Este ha letto con attenzione per
due volte T ultima di lei lettera, e andava tra se dicendo : dice bene.
Questo è giusto. Il faut faire ce que ce monsieur dit. Rendutami la let-
tera, mi disse di salutarla; e di ringraziarla dell'atlante inviatogli. lu-
tauLo ;):oGeguirà questo amabilissimo principino l'incominciata sua stu-
diosa carriera; da che Dio ha dato, con un corpo ben formato, un'anima,
che vi esercita ottimamente le sue potenze. Crederebbe? Io sono ancora a
vedere, dopo che 1" istruisco, questo caro fanciullo, a arruffarsi, a piagnere
per venir mattina e sera alla scuola, e uè pure attediarsi di udire ogni
giorno di festa il catechismo : s* applica con ilarità, di tutto genio e con
brama di sapere, alle lettere, alle cose della religione, e a gli esercizi di
suono del cembalo, di ballo, di scherma. In una parola è pieno di ripu-
tazione ».
-l'?44] AD ALESSANDRO aiUSKPPE CHIAPPINI 4C23
Poi mi prega di qualche riga di stima per monsignor Simony, che si
umilmente e, degnamente 1' ha ammaestrato e gli ha fatto prendere gusto
alla lettura, di modo che ha sempre per le mani la storia del Rolli n.
Esopo, etc.
Con pregarla di |>erdono. e con rassegnarle il mio rispetto, mi con-
fermo, di V. S. illustrissima
4940.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Piacenza.
Modena, 17 Luglio 1744.
BiBbiOTscA CoM USALI, Piacenza.
Anch' io andava pure aspettando per poter dare qualche nuova a V. S.
reverendissima, ma finora nulla si sa, che meriti d' essere scritta. I gal-
lispani finora non han tentato di passare, e solamente si dice che son
vicini a farlo, quindi molte ciarle, o di segi'ete intelligenze, o che si voglia
burlare la Spagna, o infine che la Francia da quella parte non abbia le
forze che decanta. Abbiamo ch'essi hanno da Nizza da Villafrauca e
monte Albano, esportato tutti i cannoni ed attrezzi militari: s'era fin detto,
che aveano abbandonati que' luoghi, o per non impiegar gente ivi, o per
timore degl' inglesi. S' è poi saputo che v' han lasciato 400 svizzeri.
Da Venezia scrissero seguita la resa dei 3 primi. Si tien per una
favola. _
Non è piazza da prendere colle mele cotte. Lettera di un ufBziale
francese da me veduta, portava che i franzesi hanno esibita Ostenda agli
olandesi. Veramente quel sito fu la rovina dell' imperatore per la guerra
precedente. Potrebbe anche oggidì impedir l' unione dell' Olanda coli' In-
ghilterra. Dicono che il re di Francia pi-enda il possesso delle conquiste
in Fiandra a nome della Spagna. Quando non vengono le troppe, che si
dicono destinate per lo stato di Milano, e quando più si prolunghi l' ir-
rnzion de' franzesi in Piemonte, parrebbe certo che vi fosse qualche mi-
stero. Non creda V. S. reverendissima la lega del prussiano colla Francia.
Mi ha ben ella fatto ridere coli' avventura dell' abate Bini, e mi ha
luminato intorno alle lettere Guai. . . . ,
Qui stampata si vede affissata, e con buona colla, per le colonne la
condanna della falsa ritrattazione.
Ma credo che i padri vi facciano più guadagno che perdita, perchè il
popolo che non intende il latino, legge solamente il titolo volgare di quel
libercolo, cioè ritrattazione delle bugie, e calunnie di fra Concina contro
il reverendissimo padre Bini ; e, senza pensar altro, crede che il malfattore
e condannato sia il domenicano.
4624 LODOVICO ANTONIO MUBATOHI [ 1*7 44-
Quando si credeva che il signor Cristiani andasse in questa setti-
mana, egli ha imballato le robe e passato alla villeggiatura un miglio lungi
dalla città. A me disse che veramente dovea abbandonarci, perchè la
regina gliene facea premura. E pure non va. Io non intendo questi arcani.
Ho poi inteso, che andrà, ma per ora non cesserà di governarci. Ne
siamo ben contenti. S' ella sa nuova alcuna del nostro Padrone, la prego
di darmela, ])erchè non s' ode più parlare. Non e" è giorno che passino
per di qua 30 o 40 o 50 desertori napolispani. Quanti poi prenderanno
altre strade! E son bella gente. A me pare impossibile, che amendue co-
teste armate pel caldo e por l' aria, anche senza l' aiuto della Calabi'ia,
non contraggano una funesta epidemia. E quando poi non fosse cessata
la peste in Calabria? Dio sa che guai maggiori non prepari Dio all'Italia.
Qui s'è cominciato a vedere il tomo 1." in 4."* del Dizionario Eco-
nomico dell' Arti e del Commercio, tradotti in italiano, che si stampano
in Venezia.
Molti qui lo prendono, e io sono un d' essi.
Passò alla volta di Pesaro il venerando Pompeo Mantegazzi. Mi disse
che in Piacenza si stava ora in pai*adiso.
Me ne rlalegro con lei. Queste son migliori nuove, che quelle di Lob-
kowitz e Gages. Solamente converrebbe saldar la piaga del distretto. Con
tutto r ossequio, mi ricordo, di V. S. reverendissima.
Il re sardo è ito a portarsi a Susa. e si torna a dire che i gallispani
abbiano abbandonato affatto Nizza.
4941.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 21 Luglio 1744.
Biblioteca ComusaIjK, Piacenza.
Conviene spedir le lettere il sabbato mattina senza poter aggiungere
le nuovo d' oltremonti, che giungono in quel punto.
Però nulla posso dire a V. S. reverendissima che già ella non sappia.
Gran rumore ha fatto qui il passaggio del Reno felicemente eseguito
dal principe Carlo, con aver disfatti tre reggimenti bavaresi di cavalleria,
presso Vaissemburgo, o sia altro luogo, con 40 pezzi di cannone, molti ma-
gazzini, e fatti circa 2000 prigioni.
Dicono, che il Coigny si sia ritirato sotto Argentina, e che verrà ad
unirsi seco il Bellisle con 30,000 persone. Non so se sia un' immagina-
zione 0 pur verità che esso Coigny abbia detto al Secchendorf: « Voi
-IT-é-*] A FORTUNATO TAMBUUINI l'/25
nveto fatto perdere a Carlo VI la Servia. all'imperatore la Baviera; sa-
reste dietro a far perdere anche al mio re l'Alsazia ».
Si verificò che in poco tempo fu costretto Ipri alla resa.
Si son voltati i franzesi a Foroones, e vanno amoreggiando Ostenda.
Nulla finora di determinato per conto de gli olandesi.
E corsa una voce che la fiotta spagnuola, possa aver posta vela dalla
parte dell'Affrica per venire in Sicilia. Se fosse vero, s'intenderebbe,
come due vascelli spagnuoli avessero fatte delle prodezze verso Civita-
vecchia. Intanto continua la qniete in Piemonte, uè si sa che i gallispani
abbiano fatto alcun tentativo, cosa che dà molto da riflettere ed immagi-
nare a gli speculatori.
Sarebbe bella che i franzesi attendessero a guadagnar per loro in
Fiandra, e burlassero la corte alleata. Ma non è passato il tempo neces-
sario per formar questo giudizio.
Non so lasciar di dire, esserci lettera, che dice fatta dal Coigny strage
grande de gli austriaci, sia perchè assalisse il corpo di Berenklau, che
passò verso Magonza, sia perchè colla spada s'apri il varco per la riti-
rata ad Argentina. Vaglia quello che può valere. Dicono bloccato Tonrnaj'.
Né voglia ho io delle monete pontificie perchè mi basta il Bonanni ;
né danari per comperar le antichità del Campo martio?.
Ho veduto il manifesto di Montemar. Malamente copre la sua ver-
gogna, e dal nostro canto sarebbe facile rispondergli. Avrà V. S. reve-
rendissima veduto costi quello della regina contro la Francia, e trovatolo
saviamente composto. Stento a credere, che sia guarito nella testa l' idolo
di cotesta Arcadia. Ma il povero papa sarà egli condannato a non poter
godere il 9 " anno della villeggiatura.
Con che. rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. reve-
rendissima.
4942.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 2) Luglio 1744.
Archivio Soli HukAroRi {R. Bibl. Ett.), Modena.
(riacchè veggo che cotesto armate lasciano stare in ozio i lor generali,
e spero, che a quest' ora il Padrone serenissimo si sia riavuto da alcune
febbri, che egli, come ultimamente ho inteso, ha patito : penso di non dif-
ferire ulteriormente la spedizione delle mie preghiere per ottener giustizia
nella lite dell' Organo.
Ricorro adunque alla benignità di V. E., supplicandola di degnarsi
di unire 1" inchiusa mia lettera alla scrittura legale, che le inviai, e fa-
SpUtolario di Lodovico Antonio MuratorL — Voi. X. 292.
462G LODOVICO ANTONIO MUI1A.T0RI T 1*7*44:-
cendone formare un plico con questa soprascritta : All' illustrissimo sicjnor
Il siffiior Fattore Generale Bondiglio auditore del serenissimo signor Duca
di Modena. Mi favorisca d' inviarlo, e raccomandarlo al signor abate Pa-
lazzi. Vedremo, che ne riuscirà.
S' impradronirono poi i franzesi d' Ipri in pochi giorni, ed ora si son
voltati a Tournay. Niuna nuova finora si ha, che i gallispani abbiano tentato
alcun passaggio in Piemonte, e si gran ritardo fa sospettar de i misteri
a gli speculativi. Intanto è riuscito al principe Carlo di passare il Reno
verso Filisburgo, con aver disfatto tre reggimenti bavaresi, occupati ma-
gazzini, e fatti molti prigionieri. Scrivono aver detto il Coiges al Sechen-
dorf Generale dell' imperatore. Voi faceste perdere la Slesia a Carlo VI.
Avete fatto perdere la Baviera all' imperatore. Sareste dietro anche a far
perdere V Alsazia al mio re. È bene fortunato questo imperatore.
A questa mia non occorre risposta. Con che, passo a baciarle la sacra
porpora, e a protestarmi col maggiore ossequio, di V. E.
4943.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 24 Luglio 1744.
AttCHivio Soli Muratoki (ii, Bibl. Est,), Modena.
A me certamente è riuscito di molta consolazione il favorevol con-
sentimento del reverendissimo p. procuralor generale per quel mio li-
bercolo, di cui s' è degnata V. E; di ragguagliarmi nell' ultimo suo beni-
gnissimo foglio.
Tuttavia non posso dipartirmi dalla di lei saggia idea di far passar
sotto la superior trafila un piccolo compendio d' essa operetta. Quanto a
me per nulla conto la certezza di non poter far mutare certi costumi. Gio-
verà almeno il disapprovarli. E per quel che riguarda il solamente tirarsi
addosso 1" odio di certuni, questo a me poco importa, perchè nulla spero,
uè temo da essi : e, purché io dica quel che a me par bene in servizio
della santissima religione, lascio poi che mi guardi con viso arcigno chi
ha desideri diversi da i miei. Ne ciò mi ritenne dal pubblicare il mio
trattato della Carità. Quel solo a che debbo far mente, si è, che chi mi vuol
male, non possa nuocermi, col far proibire quanto io ho scritto per solo
buon zelo. Perciò è necessario il Placet di chi ella sa. La risposta al più
non può essere tale, che nieghi affatto T edizione: solamente dovrebbe
consigliar la mutazione, o correzione. Fors' anche non sarà cosi, perchè,
può essere, che non sieno differenti dalle mie le superiori massime sue.
Però cerchi pure la bontà di V. E. un tempo propizio per parlare di
-l'7'4:4] A UlAN PAOIX> SIMONE BIANCHI l'i-'T
questo picciolo aliare a chi ne ha tanti maggiori per la testa. Di tatto le
resterò sommamenfe obbligato.
Dimenticai ne' giorni addietro di significare all' E. V.. che il reve-
rendissimo p. generale de' gesuiti mi mandò in una cassettina il decreto
stampato di S. M. Cattolica per le Missioni del Pavaguai, con cui resta
confermato, quanto io aveva precedentemente scritto di quegli aii'ari. E,
se il mio libricciuolo s' avrà da ristampare, vi unirò questo nuovo pezzo.
Perciò la supplico ai non incomodarsi per mandarmene copia. Sarà bensì
grazia per me il prestito del suo lUltorpio e Pamelio.
Vuole ben far tanto quel personaggio, che perda atiatto la grazia di
N. S. Ma quando anche ciò avvenisse, il che Dio non voglia, sarà egli
contento di quell'universale plauso, che si fa alle di lui erudite fatiche.
Avrei voluto V. E. presente agli elogi, che mi fece ier sera del de-
gnissimo nostro prelato un de" principali di sua corte che parla col lin-
guaggio di tutti gli altri.
Solamente sapremo domattina come sia passato 1' affare del passaggio
del Reno. Nulla finora in Piemonte. Se seguirà cosi, può ben dirsi for-
tunato il re sardo. Non già cosi voi altri signori.
Col bacio della sacra porpora, ratifico quell" inviolabil' ossequio, con
cui vivo, ed eternamente vivrò, di V. E.
Neil' opera del p. Le Brun, ristampata in Verona, truovo tutta la
messa, col canone, tradotta in volgare.
4944.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Siena.
Modena, 27 Luglio 1744.
Biblioteca Gambalchgiiiana. Ilimini, edita [153].
Ha tutta r autorità V. S. illustrissima di non credere lincèo il nostro
Tassoni; e ch'egli sia o non sia stato tale, poco in fine a me importa.
Crederei nondimeno eh'. ella non dovesse buttarlo là alla disperata, perchè
per quanto io non posso addurle pruova autentica di tal qualità, e né
meno voglio faticare per cercarla, pure non si può asserir con franchezza
che il Tas.soni ne fosse privo. Chi a me diede animo per tale osservazione,
fu persona stata a Roma, e che avea veduta una nota de" lincèi presso
un religioso di S. Lorenzo in Lucina.
Può essei-e che di presente cotesta città non sia fornita di begl' in-
gegni, o per quella disgrazia, che osservò in qualche altra città, o perchè
non vogliano i giovani coltivare i lor talenti, benché abbondino costi,
4()28 LODOVICO ANTONIO MURATORI 1 17'-4-4-
come ella mi scrisse, di tanti ajuti. Ma, volgendoci a i tempi addietro, sa
V. S. illustrissima che. Siena ha dato scrittori e letterati di buon senno
e di molto grido. Anch'io veramente non ne conosco ora alcuno. Ma co-
lesta città è troppo scaduta per le ragioni, eh' ella sa meglio di me. E
poi abbiam perduta la razza de' principi mecenati. Bene sarà il ravvivar
la memoria de' lincèi, che han servito di maestri alle altre nazioni.
Con che, ratificandole il mio ossequio, più che mai. mi protesto, di
V. S. illustrissima.
4945.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 28 Luglio 1744.
Biblioteca Comchalh, Piacenza.
Perchè non si poterono avere le nuove del Piemonte, se non dap-
poiché erano partiti i corrieri, non potei nell'ultima mia significare a
V. S. reverendissima alcuna novità di quelle parti.
S'intese dunque che i gallispani aveano fatte varie finte, e che final-
mente fosse loro riuscito di aprirsi il passo per la valle di Maire che
guida a Castel Delfino. Del contrasto v'è stato, e si è andato combattendo
per tre di. Questi signori dicono di avere perduto il forte di Monte Ca-
vallo, tre colonnelli, varj maggiori ed altri uffiziali, e forse ilOOO persone,
contando per disfatti tre loro reggimenti fra gli altri.
Egli è vei'isimile che maggiore sia stata la perdita degli aggressori.
S'era ritirata l'armata piemontese a Demont con avere abbandonato Castel
Delfino. Il re si trovava in quelle vicinanze. Si lamentano forse questi
signori di chi gli ha lasciati in ballo, per far poi poco buona figura al-
trove. Probabilmente si starà qualche giorno senza ulterior novità, perchè
i gallispani avran da fare il trasporto de' viveri, cannoni e munizioni.
Viàì lettera di Francoforte, che dava la ricupera fatta da i galloba-
vari di Veissemburg colla strage di 4000 austriaci. Saranno stati ben
meno. Rendono il suo onore al Sechendorlf, ma confessano essersi poi ri-
tirati. È ad Angenau per contrastare verso Argentina, con apparenza che
si possa venire ad una battaglia. Sono di troppo superiori di forze gli
austriaci in quelle pai-ti; ma il Coigny aspetta un grosso soccorso da Bel-
lisle. I vantaggi, riportati dal principe Carlo nel suo glorioso passaggio
sono espressi in tutti i foglietti. Finora non s'ode che truppa alcuna sia
venuta in soccorso dello stato di Milano, Ivi è solamente il nuovo reg-
gimento del marchese Clerici.
Serva questa mia per rassegnarle il mio ossequio, con protestarmi, di
V. S. reverendissima.
-IT* 44:] A LODOVICO SABUATIKI PANFORA 462J*
4946.
A GIOVANNI BRUNASSI in Napoli.
Modena, 2U Luglio 1744.
MusKo Bbitanxico, Londra.
Alla puntnalità di V. E. nella rimessa che mi accenna di aver fallo
a Roma per conto mio. mi protesto sommamente tonato. Ma mi permetta
li pregarla a riveder meglio il conto de' libri inviati, parendo a me che
non cammini bene il pagamento di 14 scadi romani e 20 baiocchi. Si sono
mandati :
Antiquitates Ilcdicae. . . tomo VI due copie, costano paoli 64
Thesaurus hiscriptionum . » IV » » » » 70
Annali d' Italia .... tomi V » » ?> » 100
Pel signor conte Calvoni le inviai dae copie
del Cristianesimo del Paraguai .... » > 8
In tutto, paoli 242
Però traevo io non poco divario tra il mio conto e il suo. Vorrà V. E.
chiarirsi che qualsivoglia tomo degli Annali in carta maggiore, come sono
gli inviati a lei. costa in Venezia lire 1.5 di quella moneta ; e pure io
glieli do per 11 della medesima, cioè per mezzo zecchino. Perdo anche in
prendere la moneta in Roma perchè~da noi si valuta lo zecchino paoli 20,
e in Roma 20 e mezzo e forse più. Nel suo passaggio per Modena mi fa-
vorì il padre Genta de gli agostiniani scalzi, e mi portò buone nuove di
V. E. per mia consolazione. Mi recò anche lettera del padre Gabriello, a
cui oggi rispondo. Con che, rinnovando le protesta del mio indelebil os-
sequio, mi confermo, di V. E.
4947.
A LODOVICO SABBATINI D'ANFORA* in Roma.
Mutinae, III Kal. Aug. MDCCXLIV.
Abciiivio Soli Muratori {R. BM. EtU), Modena.
Longe diotins qnara opt^ssem ad te scribo. doctissime vir. Dnm cnim
de die iu diem primam partem kalendarij neapolitani a te Romae jam
* Responsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est. ), n.** 8 da Roma, NaiKjli,
1744-'40.
4630 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT^-l-l-
traditam expecto, aliquoL etìluxerunt menses. Venit illa tandem, statimque
ad legeudum accessi. Dicam paucis: de repubblica litteraria, de ecclesia-
stica eruditione optime meritus es. Ope tua ad vetera martyrologia novum
accessit, aeqae illud etiara vetustum. Nam quamvis ex professo non egeris
de neapolitani antiqui tate, video tamen idem a te referri ad saeculum
Christi IX : cujus sententiae. ut puto, indicium tibi praebuerit nnllius
Sancti nomen auimadvertisse quod ultra saeculum illud excedat. Monu-
mentum autera hoc ita eruditis notis inlustrasti, ut te in Hagiologiae
studio veteranum piane ostenderis; qua de re tibi summopere gratulor.
Sed dum tibi hoc munus acceptum refert universa Ecclesia, illud constat.
neapolitanam longe plura tibi debere. Tu coelites ab ea cultos inlustrasti :
Tu sacras aedes Neapoli aedificatas, sive antiquas sive recentes, sive
etiam obliteratas multiplici eruditione spectandas omnibus praebes. Tu
denique, laudabili critices usu, omnia perpendis, et ad saniorem sententiam
aliorum meditamenta revocas: itaque operara tuam egregie collocasti, ac
propterea optandum est, ut susceptum laborem prò tua virili corapleas,
et reliquum kalendarij nobis tandem exhibeas: caeterum, quod te raihi
noscendum, tuamque eruditionem spectandam dederis, id mihi profeci o
gratissimum accidit. Magni, quippe. neapolitanae gentis ingenia facere
consuevi ; ac felicitati meae tribuo, quum ab iis amari me senlio, ac tibi
quidem multum debeo, quando tanta humanitate hactenus, et nomini meo
honorem, et mihi dona tua contulisti. Quare certus sis, velim, nihil magis
me exoptare posse, quam ut benevolentia tua in posterum fruar; tu vero
amoris erga me tui experimentum facias. Clarissimo Canonico Mazochio
verbis meis salutem plurimam precare, quaeso. Vale.
4948.
A DOMENICO BRIOHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 3 Agosto 1744.
R. BiBLioTBCA RiccARDiANA, Firenze, editti [2i5].
Ora SO perchè non sia peranche giunta la balletta da Trieste a V. S.
illustrissima. In Venezia è corso un equivoco. Inviai colà essa balla ad
un amico, affinchè la spedisse per via di Trieste a Vienna indirizzandola
al signor Domenico Brichieri, etc. Egli credendo che il signor Brichieri
fosse a Trieste, fece che il Pasquali libraio scrivesse colà al medesimo,
raccomandandogli la spedizione. Vegga che bello sproposito! Ho avvisato
r amico e spei'o che rimedierà.
Quanto al necrologio che costi dee essere creduto una gemma, ma
che tale non è nel mio concetto, e Dio sa che già non sia stato dato alla
- IT* -441 A DOMKNICO BRICHtERI COLOMBI ACùil
luce da alcuno, io uoii voglio incomodar alcuno per oltenerlo. Ringrazio
bensì la di lei zelante bonU\ per la premura che si prende anche per
questo. Sai'à per me assai favore che il signor Forlosia mi favorisca del
suo lìinr/kam, per la cui generosa esibizione la prego di rendergli vive
grazie. Finora ninna risposta da Genevra. e questo è cagione che non mi
sono prevaiato del Pasquali che mi s' era esibito di farlo venire, e sa-
rebbe stato meglio per me, perchè in occorrenza si potea far passare quella
'>pia da Ala o da altro luogo a Vienna.
Scriverò a Venezia al signor Bertolani. acciocché dia l' ordine che
sieno rilasciati i tomi restati costi.
L' Hittorpio e il Pamelio mi vengono in prestito da Roma. Tuttavia
non son contento di questo argomento, perchè tanti v' hanno scritto, e non
ho cose vare da comunicare al pubblico.
Scrisse questo signor conte Molza al figliuolo, che probabilmente si
troverà ora in Alsazia; e vedremo che risposta darà.
Veramente glorioso è stato il passaggio del Reno, e la nazione un-
ghera si fa un grande onore. Gran rimprovero ai precedenti augusti, che
invece di farle carezze e di valersene. 1" hanno conculcata. Bene è per la
cristianità, che quel popolo si agguerrisca. So i vantaggi che avete ripor-
tati. Gran colpo ancora è quello della Russia per la Chitardie.
Ma intanto non va bene pel re sardo, rimasto solo contro gli spagnoli
e galli. Già voi altri signori sapete che riusci loro di passare. Due mila
persone tra morti e prigioni, fra" quali alcuni nfiziali di rango, è costala
queir irruzione ai piemontesi. Maggiore senza dubbio sarà stata la perdita
degli aggressori. Ma intanto i gallis]»ani son vicini a Demoni, e proba-
bilmente ne formeran l' assedio.
Il re vi ha lasciato mille soldati di guarnigione. Solamente per la
metà son compiute le fortificazioni. Il re medesimo col grosso dell'armata
s'è po.stato a s. Pietro verso la sorgente del Po. ed ha messo buona guar-
nigione in Cuneo, cioè nella miglior fortezza del Piemonte. Quanlo alle
armate del Lazio, novità non v' è. Ninna si azzarda a muoversi. Seguono
vai-ie scaramuccio, ma di poco conto. È da temere che il caldo e l'aria
le disfaccia amendue. e già si sente crescere i malati. Se n'andò il signor
conte Cristiani. Ci resta il signor Amorr, che con questi miniatri fa il
nostro governo.
Mi disse egli che si sperava risoluzfc ; e di cotesta corte per li debiti
di questa camera, del che ho scritto a lei nella precedente mia. Con che,
rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, etc.
4632 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7'4-4-
4949.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 4 Agosto 1744.
B1BI.1OTKOA CoMUKAtiK, Fincen7.a.
A quel che veggo, non ha V. S. reverendissima bisogno di nuove del
Piemonte da questa parte, perchè le riceve a dirittura dal fonte. Con
tutto ciò le dirò che qui niuno ha preteso che i gallispani siano stati re-
spinti; anzi si dice che si sieno accostati a Demont. piazza dove il re ha
lasciato mille uomini di presidio, e che non è fortificata se non per metà.
Han dovuto essi gallispani far alto, finché vengano i lor cannoni e mu-
nizioni da bocca e da guerra. S'era ritirato il re col grosso dell'armata a
S. Pietro verso la sorgente del Po, ed avea posto buon presidio in Cuneo
fortezza la più riguardevole de' suoi stati. Questo è quel poco che si è
saputo con gli ultimi avvisi. Colà si prendono per forza tutti i giovani
con gran detrimento della campagna.
Gran mormorazione contro chi ha abbandonato quel dignissimo re in
tale imbroglio. Né finora s' é veduto calar gente in rinforzo dello Stato di
Milano, dandosi nondimeno per certo che ne verrà.
Le lettere del Reno non han portata novità. Si erano ritirati i galli-
spani ad Anghenau, e qui vi si fortificavano, aspettando grossi rinforzi dal
Pellisle, dall' Arcourt e dalla Fiandra. Dicono investito Niewport. e pa-
reva che minacciassero i franzesi a Jormuy. Ma non corre voce che il re
sia per tornare a Parigi, e che la maggior danza s" abbia a fare al Reno.
Se fosse vero che esso re avesse comunicato al Vasner olandese la
cessione di Ostenda agi" inglesi, ella conosce che effetto farebbe. Ma pro-
babilmente sarà una ciarla.
Il prussiano ha fatto ritirar dalla Slesia il suo accampamento. Po-
trebbe essere che la Czara gli avesse fatto dir due parole all' orecchio, da
che ha cacciato la Chitardù; colpo considerabile per la regina d'Ungheria.
« Monsignor Giorgi darà cose poco nuove, dando Adone, e simili Mar-
tirologj. Anch'io vo trovando, essere stata la liturgia tanto dibattuta,
che resta poco, o nulla da fare. Però non son contento di tale argomento;
né so cosa io sia per intraprendere ».
Mi conservi V. S. l'everendissima la sua grazia e mi creda, di V. S.
reverendissima.
-17*44] A FORTUNATO TAMBURINI \'>:y.>
4950.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 0 Agosto 1744.
Akchitio Tacoli, Modena.
Mi occorre di pregar V. S. illustrissima che voglia sollecitar il pa-
gamento da cotesto sig. Gnidotti. che va debitore alla Compagnia della ca-
rità di L. 4G8:15: 5. I poveri han bisogno del suo, né a lui serve per
iscusa il dire, che suo zio diede quel danaro alla città di Rabiera. Nulla
ha che fare la Compagnia con quella comunità, ma solamente con lui.
Paghi: altrimenti si farà ricorso al ministro delegat o per essa Compagnia.
Scrissi a V. S. illustrissima, che in casa Fontanella s'erano messe
le due copie del tomo I dei Dizionari. Di grazia, non tardi a farmi avere
il prezzo d'esse, per unirlo ad altro danaro, e soddisfare il libraio. Con
tutto l'ossequio, mi ricordo.
4901.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 7 Agosto 1744.
Abciiivio Soli Mokatoei {R. DM. EtU), Modena.
Porto a V. E. gli umili miei ringraziamenti, e la prego ancora di
parteciparli a monsignor Boltari, quando potrà, e al sig. abate 1 Tori?]
per la visita fatta ai tre codici della vaticana. Veramente questa ha ser-
vito per assicurarmi della esistenza de" codici, ma non già per istruirmi
del merito delle cose ivi contenute, affine di considerare se potessero ser-
vire all'intento mio. Contuttociò per ora non son per recare maggior in-
comodo a V. E., e mi riserbo d' implorare le sue grazie, allorché credessi
di abbisognarne. Mi convien dirle, che. quanto più mi vo' internando in
questa) argomento, tanto più vengo a scorgere, che è occupato tutto il
paese dal cardinal Bona, dal Pamelio, Hitlorpio, Mabillone. cardinal Tom-
masi, Marténe, Le Brun ed altri; e che il capitale, inviato dal padre
Bianchini, si riduce a poco. Faceva io assai conto d' un antichissimo ^-
cramentario Gregoriano copiato dall'Ottoboniana. Ultimamente ho scoperto,
che un simile si truova nel Pamelio, e me ne chiarirò, allorché riceverò
le di lei grazie. I migliori ordini romani fatti da lui copiare, sono li
stessi, che il Mabillone ha dato alla luce. Sicché non so come io possa
far lavoro, che vaglia, e tanto più. perchè il jtadre Martèue ha, per cosi
4G34 LODOVICO ANTONIO MURA.TOEI [l'7'4'4:-
dire. quasi esausta la materia. Tuttavia vo' scrivacchiando qualche cosa,
finché un di io risolva meglio se vi resti adito per me in questa provincia.
Da questo p. cellerario mi sono stati [dati] gli scudi quattordici, e
baiocchi venti pagati all' E. V. per mio conto dal sig. duca Brunasso con
avervi perduto solamente que' venti baiocchi. Le rendo vive grazie anche
per questo. Perchè so, che monsignor Antonelli è uno de' primi lumi di
cotesta corte, ed ho veduta un' autentica pruova del valore della sua
penna, perciò sommamente cai'i mi son riusciti i suoi benigni saluti. Prego
pertanto V E. V., allorché potrà vederlo, di fargli conoscere la distintis-
sima stima ed ossequio, che professo alla sua degna persona, e raro me-
rito, e di conservarmi la di lui stimatissima grazia.
Se saprò ancora il nome del signor abate Pelroni, e qual sia l'ofìzio
suo, gli scriverò. Soggiungo, che saprei volentieri se monsignor Antonelli
sia fratello d' uno, eh' è stato governatore di Masserano. e mi onorava
una volta della sua amicizia, e corrispondenza. Van poco bene gli affari
del re sardo, non sussistendo, che abbia fatto ripassare i monti l'armata
gallispana. Già s' ode, che la cavalleria nemica abbia fatta una scorreria
per la valle di Saluzzo, ed avendo trovato i contadini coli' armi in mano,
abbia cominciato i saccheggi, e gì' incendii. Religioso venuto da Torino
rapporta, che ivi è molta costernazione per vari funerali ivi fatti, e per
apprensione di mali maggiori, mormorandosi non poco di chi ha abban-
donato il loro principe in si scabrosa congiuntura, per venire a divertirsi
in cotesto vicinanze. Si è anche detto seguita sotto Demont una sangui-
nosa zuffa, ma potrebbe essere una ciarla. Dio ci dia la pace.
Baciando la sacra porpora, col maggior ossequio, mi rassegno, di V. E.
4952.
A DOMENICO BRIOHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 13 Agosto 1744.
B. BiBiiiOTBCA UiccARDiAMA, Firenze, edita [245].
Innanzi che mei dimentichi, do avviso a V. S. illustrissima che spero
di avere il Ringham da Grinevra, anzi mi vien detto che sia per viaggio.
La prego pertanto di sospendere la missione ideata della copia del signor
Eorlosia, finche io abbia assicurata questa partita, che allora poi si resti-
tuirà coi dovuti ringraziamenti per la sua generosa esibizione. Seconda-
riamente, nel rileggere le memorie intorno all' antichissimo Sacramentario
di cotesta real biblioteca, delle quali ella mi favori, veggo che varie pre-
fazioni della Quaresima sino a Pasqua ivi si leggono sul principio, prima
AqW Incipit Liber Sacramentar uni. Il Menardo ha inserito in tutte le do-
-l'7'4"4] A DOMENICO HUICHIERI COLOMBI AOrTy
meniche e feste dell'anDo le sue proprie prefazioni e benedizioni. Pre-
tendo, che queste non vengano da s. Gregorio, e sieno giunte fatte al suo
Sacramentario, e che anticamente la chiesa romana usasse quelle sole
|irefazioni cbe ora sono nei Messali. Quando si trnovino le prefazioni sud-
dette fuori del testo gregoriano, a me basta. Ho citalo lei e il nostro
signor Forlosia per testimoni di questo. Ma desidero ben di accertarmene,
e di sapere se in quel codice vi fossero altre prefazioni proprie oltre alle
usuali alle romane, e in qoal sito sieno. Non ho fretta. Mi favorisca,
quando potrà; e i miei rispetti al gentilissimo signor Forlosia, di cui mi
ricordi ella il nome. S" ella potrà comperar per me il lienaudot. ne avrò
piacere.
Subito che sarà rimediato, come spero, in Venezia allo sbaglio di chi
avea scritto a V. S. illustrissima, credendolo in Trieste le ne recherò
r avviso. In tanto ho scritto al signor Bertolani. Voglia Dio, che la let-
tera il truovi in Venezia.
Per le cose mie io non fo mai broglio, lasciando fare alla natura e
ai librai. Per questo nulla avrà ella veduto che si parli de' miei Annali,
e a me non importa.
Pur troppo sentiamo verificata 1* inondazione del Reno. Questo im-
provviso accidente è stato fatale a voi altri, fortunato per li franzesi. che
vengono a gran giornate. Il re stesso si aspettava in Alsazia. Ivi sarà la
maggior danza. Una battaglia potrebbe decidere la lite.
Del Piemonte altro non s" è inteso se non che i gallispani erano tre
miglia lungi da Deraont, aspettando 1" artiglieria grossa ed altre munizioni.
Come in quelle angustie possa sussistere la lor cavalleria, non si sa
intendere. Fu detto che avessero fatta una scorreria per la valle di Sa-
luzzo, e trovati i contadini coli' armi in mano, avessero commessi sac-
cheggi ed incendi. Il re sardo col grosso dell' armata era a s. Pietro solla
sorgente del Po. In Torino v'ha della costernazione.
Continuano le armate del Lazio ne' loro postamenti. In Roma si dava
per certo che un gran numero di sciabecchi venuti dalla parte dell' Af-
frica avesse sbarcato in regno di Napoli chi dice 4 e chi 0 mila spagnuoli.
Ma altro che sciabecchi ci voleva per tanta gente. Conviene aspettare per
depurare tal nuova. Si sa che gli austriaci, non avendo magazzini, son
costretti ad inviar la cavalleria lungi 12 o 15 miglia a foraggiare, il che
ha pregiudicato non poco alla medesima. S' è anche detto che ad un ma-
gazzino di tre mila carra di fieno, che era a Fermo per gli austriaci, sia
stato attaccato il fuoco all' udir che venivano gli abruzzesi.
Scriverò al signor cardinale Querini. Vengo ora all' affare di questi
creditori della ducal camera, i cui allodiali son tenuti a pagare, e certa-
mente non conviene alla clemenza e giustizia della regina il ritener ciò
che è dovuto a tanta povera gente. Ho veduto quanti passi ha fatto V. S.
'1636 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT-i-i-
illustrissima, e la ringrazio e lodo. Se le lettere del signor conte Cristiani
si lasciano riposar su i tavolini, so ancor io che nulla mai si farà. Egli
ha sentito qui le grida, e ha soddisfatto al suo dovere. Voglia Dio che
anche cotesti ministri soddisfacciano al proprio. Colpa d'essi sarà, se la
S. M. non paga, perchè non avvisata. Ora pi'ima di chiudere la presente
spero d'inviarle un mandato di piccola parte d'essi ci-editori, poiché di
tutti sarebbe troppo lungo il processo. Ma in questo punto mi viene av-
viso, che per oggi non potrà essere all'ordine, e che si avrà solamente
nel venturo ordinario, se pur sarà vero. Faccia ella intanto quel che può.
Sarà probabilmente una ciarla che il signor principe di Lobkowitz
pensi di tornare indietro. Finora avviso non e' è che i gallispani abbiano
assediato Demont. Le rassegno il mio ossequio, etc.
4953.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 18 Agosto 1744.
BiBiiioTECA Vaticana, Roma, edita [266].
Finora sono andato scrivacchiando qualche cosa, ed altro non mi va
per mente che di ristampare il Sacramentario più prezioso di tutti, cioè
il pubblicato da V. R., il creduto gelasiano e il gregoriano, eh' ella fece
copiare dal codice Ottoboniano, già della regina di Svezia. Ma sto con
impazienza attendendo il Pamelio e l' Hittorpio, già speditomi dall' emi-
nentissimo Tamburini, per chiarirmi se esso Gregoriano sia in qualche
notabil forma differente da quello del Pamelio : A&l che io dubito. Quando
la diversità si riducesse a poco io son per terra, cioè mi mancherebbe il
fondamento di tutto 1' edifizio, né saprei che regalo fare al pubblico.
Troppo è preoccupata questa materia. Gli ordini romani gli abbiamo dal-
l' Hittorpio e Mabillone, e nulla si può dare se non ripetizioni, e di minor
pregio che i già pubblicati. Né il pubblico cura tante orazioni, prefazioni
e benedizioni. Basta, andrò vedendo qual luogo possa restare per me,
dapoichè tanto han detto e dato i suddetti autori, e il cardinale Bona, e
il Martène, le Brun, il ven. Tommasi, etc.
Ora mi occorre di raccomandarmi a V. R. per un favore. Neil' an-
dare esaminando il di lei Sacramentario mi sono accorto che tra i fogli
d' esso inviatimi, vi manca il foglio XIX, e ne ho gran bisogno. Vegga,
di grazia, se può trovarlo. Quando sì, me lo mandi per la posta. Quando
poi noi trovasse sarò necessitato a farlo copiare.
Mi fu anche scritto che monsignor Giorgi entrato in queste campagne
liturgiche, ne ha occupata una parte. Sicché sempre piìi mi truovo ristretto.
-1*7 44] Vn ALKSSA.NDEO GIUSEPPE OHIAPPINT 'JOS?
Per gli Annali già destinati a V. R. avrei caro che mi capitasse
qualche congiuntura, che, senza incomodo di lei, li portasse costà, e pre-
sentandosi, non ne differirò la spedizione. Quando no. giudicherei meglio
di aspettare che Y opera fosse terminala. (Jià ne ho sei tomi in-4. Anche
il VII è stampato. Ne restano due. Tutto il corpo allora converrà inviarlo
per la condotta.
Se fossi costì e potessi profittar della Vaticana forse penserei anche
a i Penitenziali. Ma ora la Vaticana è troppo lungi da me, ed anche in
questo genere moltissimo è uscito, ed una dissertazione anch' io ne ho
fatta nelle Antiquitates Italicae.
Pregandola di conservarmi il suo stimatissimo amore, e di portai-e i
mìei rispetti all' amabilissimo padre Guicciardi, con tutto l' ossequio, mi
ricordo.
4954.
AD ALESSANDRO OIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 18 Agosto 1744.
Biblioteca Comunai.k, Pìaceuza.
Fratello del fatto di Campo Santo parmi che sia quello di Velletri.
Ci vollero due settimane a chiarire il primo. Forse altrettanto occorrerà
al secondo. Ma come mai lasciare entrare in quella città i nemici, quasi
che non vi siano porte da chiudere?—
Se V. S. reverendissima saprà qualche particolarità riguardante il
principe nostro, non me lo celi. Egli non era, per quel che scrivono, in
Velletri. ma accorso col re al monte assalito. Il serenissimo principe di
Lobkowitz ha ricuperato il suo onore; e il re avrà a stare e a fare stare
i suoi più air erta. Circa il numero dei morti e prigioni, forse non la sa-
premo mai netta.
Ognuno ha gius di dire delle bugie in questi casi.
Dal Piemonte altro non sappiamo, se non che il l'e continuerà a star
colla sua armata a Sozze: e che i suoi aveauo bravamente difesi alcuni
siti, ed avere i gallispani alzata contro Demont una batteria di mortai, e
un' altra di sei cannoni, con esserne già al campo loro 24 altri. Demont
non resisterà. Ma se non prendono Cuneo, nulla avran fatto. Dappoiché
il Coigny abbandonò Aghenau, altro non s'è udito del Reno, se non estese
le contribuzioni, nò si sa per anche se il re cristianissimo fosse giunto in
Alsazia.
La nuova più importante oggidì è, che il prussiano la voglia rompere.
0 r abbia rotta. Lettera da me veduta di Vienna dice, che la regina an-
dava a Presburgo per intervenire alla gran Dieta, e promuovere l' insur-
4038 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [IT'-é-É-
rezioue generale del regno, perchè il Prussiano si accostava con un' ar-
mata alla Boemia.
Altra lettera dice, eh' egli sia entrato nella Moravia. Sarà bene
r aspettare alquanto a vedere, ma questo nuvolo non manca di fondamento,
I tirolesi benché abbiano privilegio di non uscir di casa, pui'e dicono che
abbiano esibito alla regina un corpo di lor gente. Già 2000 croati son
giunti a Mantova, 3 altri mila se ne aspettano.
Vidi il libro del cappuccino, ossia due libri contro de i padri ge-
suiti. Ma non avessi mai veduta la falsa ritrattazione del Concina. Roma
foi'se deciderà la lite cappuccinesca ; mi immagino, nondimeno, a tenore di
quel che vorrà la Francia.
Dio disponga con tanti incendi le cose ad una pace. Noi ne abbiamo
necessità. Crescono i nostri aggravi, e si parla di una nuova contribuzione.
Con tutto r ossequio, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
4955.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 18 Agosto 1744.
Archivio Soli XtuRAioiti {li. Bibl. Est.), Modena.
L'ultimo benignissimo foglio di V. E. mi portò l'avviso d'essere stata
incamminata quella scrittura, pel quale favore le rendo umilissime grazie.
Ma Dio sa, che ne sarà divenuto nel grave scompiglio accaduto in Vel-
letri, e massimamente .se si verificasse, che fosse stata presa la segretaria
del Padron serenissimo.
Aspetteremo che si depuri qnel sanguinoso fatto, per cui ancor qui
sono in gran disputa, e moto i generali.
La relazione, che si degnerà fare TE. V. della mia operetta, sarà
quella che deciderà della sua buona o rea fortuna. Purtroppo pare, che
in quest' anno villeggiatura non si farà, e però ella avrà agio di parlare.
So che r Hittorpio, e il Pamelio son giunti a Bologna, e gli aspetto in
breve: tutte grazie della di lei incomparabil bontà.
E venuto il tomo VE de gli Annali ; se capitasse occasione invierei a
V. E. le tre copie. Intanto potrebbe giugnere il VII già ristampato.
Di nuovo altro non abbiamo, se non che il prussiano pare, che la
voglia rompere colla regina, se pur già non l'ha rotta, dicendosi che già
sia entrato nella Moravia. Va essa regina a Presburgo per muovere gli
ungheri ad una insurrezione.
Al bacio della sacra porpora, aggiungo le proteste del mio indelebil
ossequio, e mi ricordo, di V. E.
-IT-é-i] Vr» ANTONIO SAMINl 4<*»3f»
4956.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
.Modena, 20 Agosto 1744.
Akchivio Tjìcol.1, Modena.
Di grazia V. S. illustrissima truovi miglior maniera, perchè sieuo
pagate qui le due copie del tomo I de i Dizionari. Il signor marchese
nulla ha mandato, né io ho già voglia di mandare ad importunar lui
perchè paghi i debiti altrui. Ho l'accolto il danaro delle copie de gli altri,
e senza cotesto io non posso soddisfare il libraio, che anche ultimamente
mi ha scritto di aspettarlo.
Sino all'ottobre i miei disegni sarebbono di villeggiare a Spezzano.
Toi'nando in quel mese al mio casinetto, avrei tempo di servire V. S. illa-
strissima, con rivedere il suo manoscritto; però faccia il possibile per
averla in pronto.
Con che, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo.
4957.
AD ANTONIO ^ALTINI in Roma.
Modena, 2) Agosto 1744.
BiBLioTKCA V'iTTOBio £xAV0n.s. Boma.
Non potrò già io contracambiar le nuove delle quali mi ha favorito
V. S., perchè qui ne scarseggiamo forte. S* è veduta la lista de gli 87 ufi-
ziali napolispani fatti prigionieri, fra quali alcuni colonnelli. Ci vuole
ancora un po' di tempo per mettere bene in chiaro tutta cotesta tragedia,
in cui veramente fa poco bella figura il creduto si accorto generale Gages.
Qui non s' intende come seguisse la disfatta de i tre o quattro reggimenti
napoletani, e non profittassero di Velletri per assicurar le porte. Qui ci
siamo rallegrati, perchè il quartiere del Serenissimo nostro non abbia patito,
dicendosi solamente che abbia perduto tre cavalli, e che forse qualche
guardia sia rimasta prigione.
Se costi si dicesse che Demont è preso. V. S. noi creda si tosto. Let-
tere del campo del re sardo del 12 corrente né pur parlano dell'assedio*
Qui nondimeno si è detto che i gallispani, lo battono con 30 cannoni e
12 mortari. ed avessero nello stesso tempo bloccato Cuneo. Solamente da
Torino son quelle nuove, e quivi non si sa se non quello che la corte vuole.
4640 LODOVICO ANTONIO MUKATOHI [IT'-i^:-
Tutte le lettere di Vienna confermano la disposizione del prussiano
per entrar nella Boemia, dicendosi ch'egli protesti di voler salva la con-
cordia colla regina per la Slesia; ma muoversi, affinchè sieno restituiti
all'imperatore i suoi stati. Mostrano in Vienna speranza, che sia venuto
il tempo di gastigare un re si mancante di parole, il quale dice di cre-
dere solamente tre cose, cioè che c'è Dio. ch'egli è re di Prussia, et ha
da morire. Si figurano un gran molo dell' Ungheria, soccorsi dalla Sas-
sonia, e che ciò farà dichiarare V Olanda. Pare perciò che il fuoco vada
a crescere. Da Vienna pure scrivono di far cosi conto, che la sanità ac-
ciaccosa dell' imperatore non sia per durare che poche settimane. Scrivono
ancora, che il duca d' Aremberg veniva di Fiandra con 25 mila persone,
ad unirsi al principe Carlo.
Noi qui abbiamo perduto il dottor Provenzale, uno dei più savi e
migliori legali, con pubblico danno. Con che, rassegnandomi
4958.
A N. N.
Modena, 21 Agosto 1744.
Abchivio Soli Mukatoui ( li. Uil/l. Kst.), Modena.
Io tengo nuovi motivi di obbligazione verso V. S. illustrissima per
le nuove lodi sì prezzabili, che si degna conferire a me. Ho piacere che
al mio sentimento s' aggiunga l' autorità dalla sua precedente credenza
conforme alla mia. Del resto ella si appone nello esimermi da tutte le
sette, e specialmente da quella de cartesiani, co" quali pochissimo mi con-
faccio nelle cose di fisica. Procuro unicamente di sapere la distinzione e
precisione delle sue idee concernenti la materia proposta, e questa è la
mia unica traccia, come additai anche nella prefazione di quella operetta.
Quanto ad ogni altra abilità, l'assicuro colla stessa franchezza ch'io ne
sono mancante, avendo una cognizione assai mezzana, illanguidita eziandio
dalla disuetudine di qualche tempo, ed uno spirito assai dissipato, e vario
co!i :*.:;\:ostanze di mia vita parte imbarazzanti e parte spiacevoli. Questo
solo, non per affettazione, comune a taluno, di parlare di me. benché in
male; ma per mostrarle francamente l'incompetenza delle lodi, e de* pa-
ragoni, co' quali onora me. il quale non ho che un poco di metodo, e foi'se
qualche penetranza in cose fisiche, o altre tali, né per altro ho alcuna
parte, che meriti considerazione, per non dir peggio. Nuovamente mi pro-
fesso a V. S. illustrissima sommamente obbligato, e divoto, protestandomi
con piena riverenza.
-IT* -4.4] A UINALDO ALTICOZZI 4G41
4959.
A RINALDO ALTICOZZI* in Cortona.
Modena, 24 Agosto 1744.
BiBLioTBOA OKU.' AooAOKiUA Etbdbca, Cortona, edita l !£!>]■
Mi perdonerà V. S. illustrissima se per avventura non avessi ben ri-
levato il suo cognome nella sottoscrizione del sno stimatissimo foglio.
Scrissi a Correggio per ricavar notizie intorno al sigillo di Lucrezia da
lei posseduto. Le risposte sono state, che oltre al Sansovino e al Bisac-
cioni. parla anche dei Correggeschi il legista Giovagnoni nel suo Cotisi-
fflio fìi, tomo I.
D. Camillo conte di Correggio fu quegli eh' ebbe il privilegio di mu-
tare il titolo di conte in quello di principe di Correggio. Mori questi nel-
l'anno 1606 in Milano, avendo già fatto testamento nel di 2 maggio 1505,
per rogito di Giulio Carisi notare di Correggio. Ebbe per moglie Maria
de" Conti di CoUalto: dal qual matrimonio ricavò Lucrezia, maritata in
D. Alfonso Pio signore di Meldola, e Leonora, maritata col marchese di
Caresi. Dalla Fi-ancesca Mellini fiorentina, donna di bassi natali, vivente
la moglie, ebbe Giovan-Siro, istituito poscia da lui erede universale. Perde
poi d. Siro il principato, al cui figlio d. Maurizio restarono le disperate
speranze di poterlo ricuperare, con pagare la condanna del padre. Ma
questa non fu poi pagata. Da d. Maurizio venne d. Giberto: e da questo,
d. Camillo juniore; il quale, preso da umor malinconico, mori giovinetto,
lasciando tre sorelle; una per nome d. Margherita; la seconda d. Teresa,
maritata col conte Alessandro Arrivabeue di Mantova; e la terza d. Anna,
moglie del marchese Sessi di Ruolo; vivono le ultime.
La Casa di Correggio era delle più antiche e rignardevoli di Lom-
bardia. Le mie conghiettnre sono, che quella fosse la linea Guibertina
mentovata fra gli ascendenti della contessa Matilda, da Donizone; e che
Guiberto arcivescovo di Ravenna, poscia antipapa ai tempi di essa Matilda,
fosse del medesimo casato. Falso è, che venga dalla casa d' Austria. Ebbe
per privilegio quel cognome, come tante altre nobili famiglie. Quei signori
battevano monete; e quelle che portano Comites Corrigiae, sono prima
del IGOJ. Se ne trovano anche in queste parti.
Ed ecco a V. S. illustrissima quel poco che ho potuto raccogliere, e
che potrà servire ai disegni del sig. Manni, al quale la prego di portare i
miei rispetti. E con tutto l'ossequio, mi protesto di V. S. illustrissima, etc.
* Responsive in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), u." 1 da Cortona, 1744.
SpUtotario di Lodovico AntoMio Muratori. — Voi. X- 293.
4642 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT'-é^:-
4960.
A MARIANGELO FIACCHI in Ravenna.
Modena ( S. Agnese ), 24 Agosto 1744.
Abohivio CoiinNALE, Ravenna, edita [231 J.
Sarà ubbidita V. P. purché capiti, chi si voglia caricare dei G tomi
finora usciti de' miei Annali, cioè di un lardello alquanto pesante. L" in-
vierò a Bologna.
Intanto ho letto le iscrizioni inviatemi composte da chi ha buon gusto
e giudizio.
1.' Iscrizione: invece di cratim, direi cratem.
2." Iscrizione : in plano ejusdem cryptae positum. Questo in plano
non so se sia latino. Poi non s'intende, in che consista la traslazione,
perchè il sacro corpo era dianzi nello scurolo in qualche cassa, e questa
avea da posare nel piano d' esso scurolo, se pur non v' era una cripta
sotto l'altra, disegnata col nome di sublerraneo specu.
3.* Iscrizione: in medio templi invenit. Tanto si direbbe se il
sacro corpo fosse stato sopra terra in mezzo alla chiesa. Vi manca dunque
in sublerraneo loco sub medio templi sito, o altra simil precisione di sito.
4.* Classeìisium pietate. Se da li a quattro anni cercarono di ricu-
perarlo, dunque fu creduto uno sproposito quella traslazione. Sarebbe perciò
da vedere, se convenisse aggiungere praepostera o inconsulta pietate.
5.* Iscrizione: invece di Administratori direi Administratore Mat-
thaeo ab Mastrio, direi Mastrio abbate lapides incidi mandavit. Se vuol
dix-e che fece incidere in marmo queste iscnzioni, noi dice, significando
tali parole solamente, che tagliar qne' marmi. Vegga se fosse meglio in
circumposilis marmoribus, o lapidibus monumeìita haec curavit, o Jussit.
Si osservi ancora, se meglio stesse novum altare cum Ciborio, perchè
il Ciborio non è fatto ad excipienda Lipsana.
6." Escrizione : son certo che si scriverà Aemiliae.
Non so se fosse meglio lasciar andare quel Sacer improbus, inlesta-
bilis, che patiscono delle difficultà. Trovandomi in villa, non posso ac-
certarmi, se interdicere aliquem Cath. Commun. sia assai latino. Leone III
Papa visse nell' anno 800, e non già nel 916.
Direi ob vetustatem nunc dirutis, lune eler/atitiorem, etc. Leverei quel
Pontif. XXI, come cosa superflua.
10.* Guidoni Orando. Si ha da scrivere Grandio ; né credo, che scri-
vesse altrimenti esso padre Grandi, e quand' anche avesse scritto cosi non
seguirei il suo esempio. Con tutto il rispetto, mi rassegno.
-±'7-4t^\ À. GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI 4643
4961.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena ( S. Agnese ), 24 Agosto 1744.
Akchitio Tacoli, Hodeo».
Costa il t^mo I del Dizionario un fìlippo, e sedici soldi moneta di Ve-
nezia. E pel porto e dazio bolognini 22 di Modena. Raddoppierà V. S.
illustrissima la partita : e giacché non s* è veduto esso danaro dal signor
marchese Fontanella, probabilmente perchè sarà in villa, avrò ben caro
eh' ella faccia pagare per via de' Trivelli, al cui corrispondente farò chie-
dere il danaro. Dovendo io fermarmi in citta fino al di 4 del mese ven-
turo, ha ella tempo di dar gli ordini opportuni. Lodo il buon mercato, che
V. S. illustrissima avrà iu Bologna per l'opera sua. Il punto sta, che non
le manchi un buon correttore. E qui, rassegnandole il mio ossequio, mi
confermo. '
4962.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Siena.
Modena ( S. Agnese ), 25 Agosto 1744.
BiBLiOTKCA GAMBAijtrMeBiAMA Rimìpi, edita [201].
Quanto V. S. illustrissima ha detto del Tassoni, con tal circospezione
è detto, che noi cancella allatto dal Ritolo de Lincèi; e questo lascia luogo
al potere un di apparire, quale non vien creduto da lei. Per me certo non
mi sento ora di cercarne di più, né so, se chi formò quel Catalogo de
Lincèi, che ho, avesse. o non avesse buoni fondamenti di annoverarlo fra
essi. Io per altro non farei gran caso di non avere il Tassoni tenuto il
sentimento di Copernico perchè questo, a mio credere, entrò in voga, dap-
poiché r immortai Galileo lo accreditò tanto con discapito della sua quiete
e fortuna ; e questo avvenne, dappoiché il Tassoni pubblicò i suoi Quesiti.
Per altro ella sa, quanti valentuomini non approvavano una volta quel
sistema, che ora trionfa. Ma lasciamo andar questa inutil quistione, e
passiamo più tosto all' opera del Colonna da lei ristampata già. e pubbli-
cata. Me ne rallegro con lei, e più col pubblico, per cui non sarà più raro
quel libro, libro che fa tanto onore all' Italia. Mi rincresce alle volte il
vedere, che i nostri hanno fatta apertura ad ogni sorta di sapere, e pure
v' abbia chi mostri di stimarli poco, e talvolta si faccia bello delle scoperte
fatte da' nostri maggiori, senza né pur nominai'li. Parlo qui de' signori
4644 LODOVICO ANTONIO MUKATOBI [IT^-i-i-
franzesi, e spezialmente de' signori Trevousiani a' quali Apollo ha conce-
duto il privilegio di costituire il vero pregio o demerito delle opere altrui.
e di parlar sempre magistralmente d' ogni cosa. Mi ha ben dilettato non
poco la risposta da V. S. illustrissima data alla lor censura. Chi non dice
ben de' loro sodali e della nazione, s' ha ben da aspettare la ferula mi-
naccievole sulle mani. Godo che in lei si truovi, chi non ha paura di loro.
Se capiterà in Francia il suo Colonna, staremo a vedere con che buon
viso accoglieranno lui e lei.
Certo i Sanesi non possono mostrar quegli eroi, che può Firenze.
Tuttavia avrei creduto, che non fossero da sprezzare Enea Silvio, i Pic-
coloraini, i Patrizi, il Mattioli, ed altri, che ora non mi sovvengono. Che
adesso e da gran tempo manchino d" uomini egregi, non vien, credo, dal
clima, ma da altre cagioni. Seguiti ella, spezialmente col suo esempio, ad
insegnar loro come si dee fare; e seguiti ad amar me che ho tutta la
stima del di lei merito, e mi pregio d'essere, di V. S. illustrissima.
4963.
AD ANTON LODOVICO ANTINORI in Lanciano.
iModena ( S. Agnese ), 28 Agosto 1744.
Edita [249].
È già scorso del tempo, che con V. S. illustrissima non rinnovo la
mia servitù. Ma ora che le Iscrizioìii antiche sono uscite da' torchi, pre-
sentandone una copia a lei, che tanfo vi ha contribuito, la pi'ego a darmi
un argomento intorno a cui in questi tempi possa occuparmi a scrivere
in beneficio dell' Italia e de' letterati. La grande erudizione e la dottrina,
che onora V. S. illustrissima in età ancor giovane, mi han fatto ardito a
chiederle tanto, e mi fanno sperare un ottimo argomento ed un compati-
mento alle mie debolezze. Pregandola di sempre conservarmi il suo pre-
zioso amore, le assicuro che sempre sarò, etc.
4964.
A GIUSEPPE MARIA SONDIGLI in Velletri.
Modena ( S. Agnese ), 31 Agosto 1744.
BiBLioi'ECA Trivulziasa, Milaso,
Ne' giorni passati ricevei dall' eminentissimo Tamburini il foglio sti-
matissimo di V. S. illustrissima. Mentre io mi preparava a rispondere,
-IT*^-!] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4645
ecco le nuove della strepitosa scena occorsa in coteste parti, per cui qui
universalmente si è stato iu gran pena per le varie e contrarie nuove
che andavano sopravvenendo, trovando noi in cotesta tragedia interessato
il nostro amore ed ossequio. Ora che è tornata la quiete in coteste parti,
e noi ci siam chiariti della protezione dì Dio in si brutto frangente, ec-
comi a ringraziarla della sua benigna disposizione di leggere la scrittura
che a lei doveva venire da Roma. Mi scrisse il suddetto eminentissimo
d'averla consegnata al sig. abate Palazzi. Dio sa cosa ne è avvenuto. Se mai
non le fosse giunta, la prego di avviso, acciocché si possa rifare il danno.
Mi onori V. S. illustrissima di umiliare i miei ossequi a S. A. S.
con dirle, trovarsi qui solamente cinquantaqnattro carte geografiche del
Cantelli, le quali col loro telaio stanno attaccate al muro nell'andito per
cui si va alla libreria. Son persuaso di non averle tutte; ed una conte-
nente gli stati di Modena mi fn portata via nella prima guerra. Erano e
son tuttavia carte molto stimate ed anche in Francia è da stupire che
il signor duca Francesco II non ne avesse altra copia, e non le facesse
unire in un gran libro.
Resterei ben tenuto alla di lei bontà, se potesse darmi nuova di Ge-
miniano Soli fratello del proposto mio nipote, il quale era nella Guardia
di S. A. S.. Gran tempo è che i suoi nulla sanno di lui. Si scrisse al-
l'auditore del signor duca di Sera che gli pagasse quattro zecchini. Non
s'è mai ricevuta risposta, né saputo se tal pagamento sia seguito.
Grande incendio pel mondo. Voglia Dioche l'aumento d'esso conduca
ed affretti la pace, che noi sospiriamo e desideriamo tale qnal si conviene
a buoni e fedeli sudditi e serri.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illu-
strissima.
4965.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena ( S. Agnese ), 1 Settembre 1744.
BiBLioTKCA CoMCSALX, Piscenuu
Dovette restare sul tavolino la relazione dell'affare di Velletri, che
V. S. reverendis-sima aveva intenzione d'inviarmi. Ma non occorre altro.
Amendue le parti han detto delle bugie ed occultata parte della verità.
Ne ho veduta una manoscritta di Velletri assai modesta, e colle notizie
ch'io desiderava. D'altro non mi curo. Staremo a vedere per chi si voglia
imbarcar gente dal signor di Lobkovitz. Si crede per la Calabria, e chi
per mandar qnalche soccorso al re di Sardegna, il quale veramente si
truova con un gran fuoco addosso, ne' spera .soccorsi dalla Germania.
4646 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
Dicono che colà sia passato quel poco che era nello stato di Milano.
Noi non possiara più sapei'e le nuove del Piemonte. E un delitto lo
scriverle di là, e il pubblicarle qui. C"è convenuto saper da Parigi e da
Francoforte la conferma della presa di Demont, che non è costata se non
un giorno e mezzo, per quanto dicono. Restò prigioniei'o il presidio di
1400 persone. Ora nulla sappiamo di Cuneo. Si tien per certo assediato e
battuto.
Le ultime lettere di Francia portano la grave malattia del re cri-
stianissimo in Metz, per cui avea ricevuti i sacramenti, e la regina s'era
partita di Parigi. Dicono che l' ultime nuove parlavano di notabil mi-
glioramento. Andava per dar battaglia al principe, fidandosi, in caso di
grazia, di tanti ritiramenti de' quali manca l'altro. Pareva ch'esso prin-
cipe fosse per ripassare il Reno. Gli costerà qualche cosa. Vidi il mani-
festo del prussiano. Oh quante bugie! Gran colpo è la sua novità.
Ma verisimilmente gli olandesi ora si dichiareranno; ed ecco contro-
bilanciate le partite, e Dio sa quando vedremo la pace.
Una nuova spallata, e che verisimilmente è fabbricata da i geniali,
è che i genovesi pensino di fare un accampamento a Novi di 10 mila
persone per sicurezza de' lor confinì in quelle turbolenze. Di questo tenore
sarà ancor l'altra, che molte vele si vedessero dalla Sicilia, credute spe-
dite da Spagna.
« L'opera del padre Norberto cappuccino l'ho veduta, e ne ho letto
qualche pezzo. A suo tempo sapremo umiliare ancor quest'altro temerario ».
Anche da altra parte ho inteso il poco onore fatto dai giornali d' Olanda
a quel personaggio. Forse questo potrebbe servire a lui di medicina.
In breve passerò a villeggiare alla collina. Dovunque sarò, sempre
mi glorierò d'essere, di V. S. reverendissima.
4966.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 1 Settembre 1744.
Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena.
Finalmente mercè della benignità di V. E. mi son giunti i libri àeX-
Y Hittorjoio, e del Pamelio. Questi han finito di confermarmi nel senti-
mento che le materie liturgiche son troppo preoccupate, ne restar più
luogo a fermar qualche nuovo, non triviale edifizio, da che abbiamo i
suddetti due scrittori, il Menardo, il Bona, il Tommasi, il Mabillone, il
Martène, il Le Brun, ed altri che han coltivato questo terreno. Truovo che
i materiali inviati dal padre Bianchini si riducono a poco, o nulla.
-l'7-4:4] A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI 4647
Il solo Sacramenlario Oltoboniano, del quale io faceva qaalche capi-
tale si truova con poca diversità nel Pamelio. Son pieni i suddetti autori
di orazioni, benedizioni, antifone. Il darne delle nuove seccherebbe i let-
tori. In somma altro non mi va per pensiero finora che di difendere la
liturgia nostra dalle calunnie degli eretici: il che ho già fatto, e di ri-
stampare il Sacramentario dato dal p. Bianchini, siccome il più antico di
tutti, e il creduto gelasiano del cardinal Tommasi col gregoriano della-
biblioteca Ottoboniana, che è il meno interpolato, e caricato di giunte,
con qualche altra cosetta. Tanti penitenziali, tanti rituali delle ordina-
zioni sacre abbiamo^ che il darne di più, a nulla servirebbe.
Dio sa cosa è divenuto della scrittura legale che l'È. V. mi favori
di consegnare al signor abate Pahizzi da inviare al sig. Bendigli. Per sa-
perne nuova, mando rinchiusa, con supplicarla di darle il solito ricapito.
Ho dimenticato in addietro di scriverle che la signora marchesa
d' Este. o sia di S. Martino, la quale bramerebbe la licenza di leggere
libri proibiti solamente di belle lettere, è dama di gran saviezza, e in
età di 45 anni. Se si potesse ottenere, avrei piacere di servirla. Se non
si potrà, l'avrò alraen servita di farne la ricerca.
Si pubblicherà qui in breve una contribuzione di lire 500 mila.
Oh ! quando mai avran fine questi guai ? Ma invece di calare, cresce
l'incendio.
Con che, baciandole la sacra porpora, ossequiosamente, mi rassegno,
di V. E.
4967.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 2 Settembre 1744.
B. BiBLionccA BicoAROiAXA, Firenze, edita [2A5].
Solamente nell' ordinario scorso potei inviare a V. S. illustrissima il
richiesto mandato, senza aver tempo da scriverle. Ora aggiungo d' aver
saputo che il signor gran cancelliere Cristiani, pria di partire di qua,
mosso da tanti lamenti e ricorsi di chi è creditore di questa Camera du-
cale, scrisse di buon inchiostro, e ridusse nolla sola facciata d'un foglio
questo affare, acciocché S. M. non avesse a faticar molto: e infine ag-
giunse essere in questo interessata la coscienza e l'onore della M. S. E
tanto più ciò è vero quanto che la regina non tira se non un terzo di
queste rendite, e l'altre due vanno al re di Sardegna, che pure ha dato
l'ordine perchè si paghi. Però si sperava che, dovendosi risolvere l'affare
di questi fermieri. nello stesso tempo si sbrigherebbe ancora l'altro. Vegga
4648 LODOVICO ANTONIO MUEATOEI [l'744-
anche V. S. di far quel che può per aiutar la barca, avendo io fatto spe-
rare che la di lei attività, potrà giovare assaissimo.
Nulla ho io che fare in questo negozio, e solamente mi son mosso
per le doglianze di tante persone, e massimamente de' poverelli, e perchè
si tratta del pubblico bene di un povero paese, al quale s" intima in questo
punto una contribuzione di dieci mila doble, dopo tanti danni sofferti, e
con tirar tutte le rendite del principato, senza aver finora soddisfatto ai
debiti camerali che gridano davanti a Dio.
Oi*a vengo ad un affare particolare per cui ho bisogno dell'assistenza
di lei, e di chi ha qualche bontà per me costi. È vacata qui l'Agenzia
dei beni che gode nel modenese la casa de' signori conti di Castelbarco
marchesi Visconti. Per ottenere essa in favore del dottore Eortunato Soli
mio nipote, per onoratezza e abilità molto capace d'essa, ne scrissi al
signor conte Cristiani gran cancelliere. Mi ha risposto d' averlo racco-
mandato all'agente di essi cavalieri, esistente in Milano, ma che essen-
dovi più concorrenti, la scelta dipende da S. E. il signor marchese
Villasor, presidente del consiglio d' Italia, come tutore de' cavalieri ni-
poti. Mi sono accorto che altri ancora si debbono essere raccomandati al
suddetto signor gran cancelliere. Ora trovandosi in Vienna il signor prin-
cipe di Lichtenstein, m'era venuto in pensiero di scrivere per questo al
signor marchese reggente Cavalli, o al signor consigliere de' Locella con
pregar l'un d'essi d'interporre le loro benigne raccomandazioni presso di
S. E. Ma ho poi creduto che sia meglio il pregar V. S. illustrissima di
rappresentare all'un d'essi le suppliche mie, acciocché vogliano impiegare
i lor caldi ufizi per favorir me. A chi mi compartirà le sue grazie resterò
sommamente tenuto; e ottenendo l'intento, giacche non posso di più, esi-
bisco per lieve attestato della mia gratitudine una copia de' miei Annali
d'Italia. Senza ch'io il dica, so ch'ella porterà loro i miei rispetti.
S'è veduto qui il manifesto del prussiano. Oh quante bugie e pre-
testi ! Ma se cotesta nuova scena farà dichiarare gli Olandesi, e moverà
l'Ungheria, si conti-abilancieran le partite. Dio sa poi che questa male-
detta guerra non duri degli anni. Si sta aspettando di sapere se il re
cristianissimo abbia superato la sua malattia in Metz. Dopo la caduta di
Demont. non s'è saputo altro del Piemonte. Credesi che ora i gallispani
battano Cuneo. Dopo lo strepitoso fatto di Velletri, non s'è inteso altro
delle armate del Lazio.
Però, con tutto l'ossequio, mi ricordo, etc.
-IT'l-^:] A FORTUNATO TAMBURINI 4G49
4968.
AD ACHILLE CRISPI* in Reggio.
Modena, 2 Settembre 1744.
Akchivio Soli Mdratoki ( R. BM. E$t. ), Modena.
Bramerei di poter soddisfarò alle premure di V. S. illnstrissima, con
esporre i pregi della di lei nobilissima Casa al Pubblico. Ma a me non
è mai cadalo in pensiero di comporre genealogìe, né di trattar delle no-
bili famiglie d'Italia. Se in questo non posso aver la fortuna di servirla,
mi somministri ella occasioni da poterle attestare in altro quel distinto
ossequio, che professo a lei, e con cui mi protesto, con piena stima, di
V. S. illustrissima.
4969.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena (S. Agnese), 2 Settembre 17-14.
Architio Soli Mcratori (fi. Bibl. EaL), Modena.
Trovandomi in villa, avea io inviato alla posta un riverente foglio
per V. E., quando giunge un altro graziosissimo suo, a cui non vo' lasciar
di rispondere, prima ch'io parta verso Fiorano, e Spezzano. Somma è ben
la clemenza di N. S. nel voler far degno de' suoi preziosi volumi chi è
l'infimo de' suoi servi pel grado, ma de' primi per la venerazione ed amore.
Giacché l'È. V. si vuol prendere rincomodo di ricevere essi libri, le ne
resterò sommamente tenuto. Ninna fretta occorrerà per inviarli, giacché
le debbo dire che io avevo la prima edizione, e ciò non ostante ho voluto
anche la ristampa, e questa è in viaggio. Ora dopo un discreto tempo
mostrerò di avere ricevuto si magnifico regalo: e toccherà a V. E. di dirmi
se io n'abbia a ringraziare a dirittura la S. S.. o pure se basterà, che
me ne fornii a lei un capitolo di ringraziamento.
Mi fecero vedere questi Cappuccini l'opera del p. Norberto, e trovai
rinnovato l'apologo del riccio, e del serpente. Ma non si credesse cotesto
buon padre di dover si lungo tempo passeggiare si pettoruto per cotesti
strade. Non si può sì presto rispondere : bisogna aspettar le notizie da
assai lontane parti. Venute che siano, sarà disciplinato meglio da altri
di quello che faccia a sé stesso, e s'andrà, in fine, a nascondere.
* Responsive in Archicio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), n.* 6 da Reggio, 1744-'49.
4650 LODOVICO ANTONIO MURATOSI [l'744:-
Ho dimenticato di dirle, che la moglie del signor marchese d'Este si
noma D. Teresia Sfondrati. Scriverò al signor abate Petroni, e, pieno
d'ossequio, mi rassegno, di V. E.
4970.
AD ANGELO MARIA QUERINI in Brescia.
Modena, 5 Settembre 1734.
Biblioteca Qubkiniana, Brescia, edita [253].
Mi sono giunti i Preliminari, cioè una nuova vanguardia che V. E.
fa precedere alle opere del card. Polo. In essi veggo schierate nuove ra-
gioni per addolcire e giustificare le invettive di quel zelante porporato.
Sopratutto mi è stata di piacei-e la lettera del Reimar all' E. V., rispet-
tosa, e che contiene non solamente un ritratto del buon genio di quel pro-
testante, ma anche una promessa di dover finalmente uscire alla luce il
Dione che ci fece già sperare il Fabrizio, e che ora comparirà dedicato
a V. E. Non sento mai parlare di questo riguardevole storico che non
mi sovvenga di monsignor Falcone [Nicola] vescovo in regno di Napoli,
che tante volte fece a me credere d'aver trovato quasi tutti i libri perduti
di quello storico si raguardevole, e poi ci ha burlati. Rendo infinite grazie
a V. E. de' suoi continuarti favori, e, col bacio della sacra porpora, confermo
quel profondo ossequio con cui mi glorio di essere.
4971.
A GIAN FRANCESCO SOLI in Modena.
Fiorano, 6 Settembre 1744.
Archivio Soli Muratori (R. Dibl. Est.), Modena.
Fra le annesse lettere, guardate di ritener la diretta al dottore Ghe-
rardi, dovendosi inviar solamente se capitasse qualche occasione fuori di
posta, ed allora converrebbe ancora mandargli quel manoscritto, che è
presso al mio tavolino. Fate recapitar le due per Modena e l' altre alla
posta. Lettere di Torino del 29 del passato e del 21 di Milano dicono, che
Cuneo non era peranche investito, non che battuto. Ivi non è fortezza. La
sola città ben fortificata si difenderà.
Il sig. marchese d' Ormea avea raunato 10 in 12 mila persone atte
alle armi. Il re si trovava a Saluzzo, o pure a Busca. Caramente vi saluto.
Salutate tutti di casa. Ebbi le vostre lettere. Aspetto nuove della
marchesa Giovanna di Togenino.
'l'7-4e4t] A FBANCBSGO BaSMBATI 4651
4972.
A FILIPPO CAMERINI in Camerino.
Fiorano, 8 Settembre 1744.
Mdsko Bbitawuico, Londra, edita [9CB].
Sempre mi viene caro il vedere con quanta bontà V. R. conservi me-
moria di me, e il leggere alcune delle sue lettere, che mi assicurano del fe-
lice stato della sua sanità, che desidero prosperosa sempre e per assaissimi
anni. Godo poi che le sieno pervenuti tanti libri da Venezia, al dispetto
delle guerre, e del comerzio interrotto a cagion della peste. H Pasqnali
ha in mano il compimento de' miei Annali, e a lui secca di affrettarne
la stampa. Altro più non s'è intaso di nuovo contro il Valdesio, se
non che il p. Luca minore osservante pubblicò alcuni fogli che furono
denunziati al S. Ufizio di Roma, e corsero pericolo d' essere proibiti.
Questo esempio probabilmente ha insegnato ad altri. Si son poscia volti gli
occhi del pubblico alle controversie del padre Corciua co' gesuiti, i quali
hanno ora un* altra lite, co i cappuccini di Pondichery. Il peggio è in
questi tempi l' incendio della guerra, che va crescendo invece di calare, e
noi qui sotto il flagello stiam sospirando la pace. Io mi rallegro con V. R.
perchè l'armi si sieno allontanate cotanto da cotesto contrade; e pregan-
dola di conservarmi il suo stimatissimo amore, passo a protestarmi, con
tutto r ossequio.
4973.
A FRANCESCO BREMBATI in Bergamo.
Fiorano, 9 Settembre 1744.
Akchitio Bocchi, Bergamo, edita [234].
Giacché mi tmovo a villeggiare lungi da Modena in Fiorano, altro
più sicuro ripiego non ho avuto che di raccomandare al sig. abate Van-
delli i comandamenti di V. S. illustrissima. Vedrà ella nell' inchiusa sua
risposta ciò che ha fatto per servirla. Serva la presente mia per rinno-
vare presso di lei, la memoria di quel singolare ossequio, con cui mi
pregio d' essere, di V. S. illustrissima.
Nuli' altro ho pubblicato io, dopo gli Annali.
4G52 LODOVICO ANTONIO MURATOEI [17'-4:4-
4974.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Spezzano, 17 Settembre 1744.
Biblioteca Comunam:, Piacenza.
Mi truova V. S. reverendissima fallito di nuove, non tanto pel go-
dere io quel divertimento, che manca ai signori romani, quanto perchè
veramente in Modena nulla si sa delle avventure del Piemonte, avendo
ogni di questi uffiziali cucita la bocca. Tutto quel che si dice consiste
che 12 mila gallispani formano l'assedio di Cuneo, e il restante d'essi
lo cuopre.
Né pur qui chi ha giudizio, sa credere, che i genovesi siano per en-
trare in questo ballo, perchè arrischierebbero troppo. Se Cuneo sarà preso,
allora si faran meglio i conti.
Da Vienna mi scrivono che quivi incessantemente, ed anche ne* di
festivi si lavora di fortificazioni di quella città per ogni buon riguardo,
ma che non si pensava a far bagaglio.
La regina ha ottenuto da gli ungheresi 50 mila persone, purché le
armi e vesta, ma le è convenuto comperar questo aiuto col concedere altri
privilegi. I geniali fanno ascendere la perdita del principe Carlo a 3 mila
persone, perchè gli si ruppe un ponte, e parlano di qualche cannone preso.
Le ultime lettere danno passati anche i franzesi in due siti di là dal
Reno. Ma non raggiungeranno si presto gli austriaci che andavano a gran
giornate, e facevano conto in 15 di di essere in Boemia, avendo preparate
barche ad Ingolstad per passare il Danubio. Si starà a vedere, che fa-
ranno i franzesi. L' imperatore, ricevuto che avrà le truppe del Palatinato
e d' Assia, dicono che si metterà alla testa d' essi per passare in Baviera.
Nulla di nuovo degli olandesi e della Fiandra. Gran cosa che quel si
eminente personaggio sia divenuto sì gran cacciatore di lodi con pericolo
di cogliere tutto il contrario. A me dispiace di non vedere chi l'illumini,
se pure non è riserbato a gli olandesi il fargli questo servigio.
La prego di non mandar qua il sig. principe di Lobkowitz. Pazienza,
se abbiamo tanti altri aggravi. Troppo ci fan paura quei mustacchi.
« Mi scrivono giunte costà alcune copie de' miei Annali. Se V. S. reve-
rendissima ne udrà la censura di cotesti critici, non me la celi. Vero è,
che non son giunti per anche gli altri tomi, dove troveran certi tasti forse
poco aggradevoli alla lor delicatezza. Aspetto (sia detto in confidenza) il
prezioso regalo dell' opera di Nostro Signore ».
Tocca alla Francia il decidere la lite cappuccinesca.
.±'7'4k'^^ A aiAN i>AOiA> SlMONfi BIANCHI 4058
Con suo comodo la supplico di dirmi quanto costino finora i tomi di
iS". Ephrem, e 1' oj)ere di monsignore Assemani. M' immagino che sai'an
carissime, e che mancherau le forze alla mia borsa per farne l'acquisto.
Serva la presente per ratificarle il mio inalterabil ossequio, col ricor-
darmi, di V. S. reverendissima.
4975.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 20 Settembre 1744.
Abchivio Biahchi, Modena.
lu risposta alla vostra lettera, vi dico di avere ricevuta la nota del
debito del Franchini, a cui io avea già fatto parlare. Del Baisi altro non
occorreva. Direte al sig. Giulio, avermi già risposto il dottore Gherardi,
che costui, per ogni mese, darà una porzion di sua paga, tanto che soddis-
farà al suo debito.
Non ho difficultà che accettiate il mandato del dottore Mariani, purché
siate diligente in tener buon conto, e in farvi fare le ricevute, e il saldo
a suo tempo. Ma lasciate audare il pensiero di visitarlo al Finale.
Andando gli altri a Vignola. m' immagino, che voi resterete a casa
per custodia di vostra madre, che saluterete in mio nome.
Scrivete pure al sig. dottore Ferrari, e guardate bene, che non si perda
(juel processo. Caramente vi saluto.
4976.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Sieua.
Spezzano, 21 Settembre 1744.
BiBLioTBOA GaicbaIìUsohiaha, Bimini, edita V'XA].
Veramente la botanica non ha mai servito di pascolo al mio povero
intelletto : e però 1' opera del Colonna non porgerebbe a me motivo di desi-
derio. Tuttavia perchè vi si parla anche di pesci, che sono materia cu-
riosa, e specialmente per la prefazione fatta da V. S. illustrissima ad esso
libro, e per que'lumi, ch'ella avrà dato de' Lincèi, la vedrò ben volen-
tieri : e giacché alla di lei generosità é caduto in pensiero d' inviar-
mela, sommamente la ringrazio di questa, tanto a me cara, finezza del suo
benefico cuore. Non so s" ella abbia registrato fra' Lincèi Giovanni Ciam-
poli; solamente so che le sue lettere ci assicurano d'esser egli stato tale.
I
4654 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17*4-4-
Deh ! perchè mai quell' accademia cessò? Sarebbe cosa gloriosa e facile per
un papa il rinnovarla ed accrescerla: ma non è da sperare. In Bologna il
sig. dottor Beccari ' [Giacomo Bartolomeo] ha pubblicato il suo Trattato
de Fosfori, che da lui inviatomi ho letto con molto piacere. Tuttavia non
si fa gran cosa dai signori dell' Istituto, perchè essi mi dicono essere
troppo tenue il salario, e, per far delle grandi esperienze, occorrono spese
ed ozio.
Non vuol poi V. S. illustrissima inviar copia della suddetta opera né
a Lipsia ne a Trevulziani. Non posso se non lodarla, perchè anch'io fo
lo stesso, dopo essermi accorto, che i giornali altro non sono, che una in-
teressata bottega, fatta per lodar chi è amico e concorde ne' sentimenti
del giornalista, e per isprezzar chi è di contrario parere. Ciò spezialmente
si osserva ne' buoni padri di Trévoux. Sicché può bastare a noi, che nelle
Novelle Letterarie si accenni V ediziou de' libri ; e lasciar poi eh' altri ne
dica quel che vuole. Buona pettinatura è stata la data da lei ai Rodo-
monti di Parigi. Se i signori Sanesi non profitteran de i di lei documenti
ed esempli, non avranno scusa. Con tutta la stima e con vero ossequio,
mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4977.
A GIOVANNI LAMI in Firenze.
« Spezzano, 21 Settembre 1744.
B. BibIjIotbca S.ICOARDIANA, Fireuze, edita [ \S& ].
Benché a me iiicresca che a V. S. illustrissima riescono d' incomodo
le lettere delle quali mi favorisce il signor Brucker, pure mi convien ri-
correre alla di lei bontà per fare a lui giugnere le mie risposte. Io la
ringrazio del primo favore, la prego di quest' altro : e per tutti e due le
dimando perdono, e protesto le mie obbligazioni.
Sento finora buon accoglimento a' miei Annali; ma si può bene spe-
rare maggiore, se si vedranno in qualche maniera accreditati dalla di lei
penna ; giacché io, per mia melensaggine, lascio andar le mie cosette come
Dio vuole. Due altri tomi, cioè il VI ed il VII, son già fuori. Due altri
ne restano ; e vo sperando che sarà terminata la stampa, prima che ter-
mini r anno. Voglia Dio che non dispiaccia ad alcuni qualche verità, con-
traria alla lor delicatezza.
Dal signor priore Caramelli ricevei puntualmente il prezzo degli ul-
timi tomi Antiquitates Italicae ed Inscrizioni che inviai a V. S. illustris-
' Sue lettere in Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), n.° 1 da Bologna, 1744.
-IT* -i-i J A FORTUNATO TAJiBUUINl 4655
>iaia, né ella mi dee cosa alcuna. Debbo io bensì a lei vivi ringraziamenti
per li moltiplicati favori.
Il signor abate Conti mi ha inviata la Meroj^e francese di M. Vol-
taire, da lai egregiamente tradotta in versi italiani. Sono anche oscili in
Venezia i due primi tomi del Dizionario Economico, del Commercio e del-
l' Arti, tradotto in italiano: e<^ ecco la povera Italia che si pasce di cose
oltramontane, con produrne ella si poche. Mi vien supposto esser ella l'au-
tore delle lettere attribuita al signor Bini, e vo credendo che sia cosi. Sempre
desideroso d' ubbidirla, e di comprovarle co' fatti il mio ossequio, mi con-
fermo, di V. S. illustrissima, etc.
Ha ella anche da riferir 1' opera del signor dottor Beccari bolognese
intorno ai Fosfori: se lo merita.
4978.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Spezzano, 21 Settembre 1744.
Ascnivio Soli Muratoki {H. Bibl. E»l.), Modena.
Nella villeggiatura di Spezzano mi truova il grazioso foglio di V. E.
Il mio troverà lei, e cotesta gran corte, e curia confinati entro le mura
di Roma con mordere, per quanto m' immagino, il freno. Ma se è vero
quanto viene scritto da Vienna, che sia risoluto il ritorno verso queste
parti del sig. principe di Lobkowitz. resterà a voi altri signori anche il
tempo di goder le vostre ville, purché non assassinate da pigionanti
barbarici.
Già ho ricevuto risposta dal sig. Bendigli all' ultima mìa, che V. E.
ebbe la bontà d'incamminare. Mi dice egli di non aver mai veduta la scrit-
tura, che ella mi favori di consegnare al sig. abate Paluzzi, anzi di non
averne mai avuta contezza alcuna da lui. Sarei dunque a supplicarla di
far cercare s'esso sig. abate abbia poi inviate quelle carte: perchè se le
inviò, segno è che son perite, e converrà riparare il danno. Quando poi
non le avesse mai arrischiate alle vicende di questi tempi, aspetteremo
che gli capiti sicura occasione.
Le troppe occupazioni di N. S. gli avran tolto di mente il prezioso dono
che medita la sua clemenza. E pure avendogli monsignore Livizzani presen-
uita in nome mio supplica per la licenza richiesta da una zitella Barbieri
ili continuare in monastero senza aver ogni anno da ricorrere costà, con
somma generosità concedette la grazia. Lasci V. E. andare da per sé il
corso della benignità pontifizia ; perchè, in fine, anche il solo aver pensato
4G56 LODOVICO ANTONIO MUKATOKI [l'7-44:-
a me, lo reputo una gi'azia segnalata. Sarà facile l'avere un attestato del
vescovo della pietà e delicatezza di coscienza della signora marchesa di
S. Martino, la quale presentemente è in Milano, per far ben educar le
sue figlie. Ringrazio io, intanto, V. E. per la sua benefica intenzione di
favorirla.
Quanto si degna V. E. di scrivermi intorno alla Liturgia Romana,
altrettanto mi viene inculcato dal p. Biancliini, desiderando egli un capo
intero di essa. Io non ho difficoltà, a ridare gli ordini romani, pubblicati
dal p. Mabillon, ed anche Penitenziali, Ordinazioni. Ma per conto del-
y Antifonario, ed Evang elistar io non mi so accomodare. Niun legge di
que' libri. Nulla vi s' impara, e io la tengo per merce di niun conto
Saggiamente ella avverte essere scarissime le parole di Giovanni Dia-
cono 2^*'o exponendis Evangelicis Lectionibus ; al che ninno ha fatto mente.
Altro a me noii sovvien di dire, se non che s. Gregorio molto accorciò il
messale gelasiano colla giunta di qualche cosa in qualche sito, fissando
per r avvenire orazioni, lezioni, e vangeli, da quali poi si prendessero da
li innanzi i temi per le prediche, come si fa oggidì, servendo le Messe
fra r anno a predicatori per andare esponendo fi'a 1" anno gli insegnamenti
compresi nel Vangelo. Anche il santo pontefice prendeva gli argomenti
della Messa corrente nelle sue belle prediche.
Ma V. E. con parlarmi del Rasnagio, e del Pfaffio, e delle obbiezioni
fatte al Sacramentario gelasiano, mi fa deplorare la mancanza de' libri eh' io
pruovo sempre ne' miei poveri assunti. Può essere, che io truoverò qui il
Basnagio. Ma il Pfaffio mi converrà cercarlo, e Dio sa quando poti'ò
averlo. Tanto è che aspetto il Bingham, e mai non viene. Mi han com-
perato in Vienna il Renaudot, e spero che arrivei-à in breve in Italia.
Veramente ho ancor io esposte alcune difficoltà intorno all' antichità del
messale gelasiano, ma che questo appartenga al secolo X è opinione
spallata.
Ho la lettera del p. Orsi intorno al Sacramentario, che a noi resti;
Ma che sia di S. Leone mi sembra incerto, e più tosto sembra doversi
appellare gelasiano. A Dio piacendo, quel poco che dirà, passerà sotto gli
occhi, e sotto la venerata censura di V. E., a cui, intanto, co' più rispettosi
ringraziamenti, bacio la sacra porpora, ossequiosamente, rassegnandomi,
di V. E.
Mi scrivono che costì si vede manoscritta una lettera in lode del-
l' eminentissirao Querini. Voglia Dio, che non produca eifetto contrario.
-l'7-44] k OIUUKPPE BIANCHINI 4657
4979.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Spezzano, 22 Settembre 1744.
BiBUOTBCA Vatica>a, Soma, edita [206].
Dae stimalisaime lettere di V. R. mi traevano in villa, dove sto go-
dendo ciò che nou potete godere voi altri signori tuttoché domini gentiwn.
Oh mi avrebbe ben messo in una grave agitazione l' avviso della perico-
losa malattia dell'amatissimo p. Saverio Gnicciardi, se insieme non fosse
venuta la lieta nuova della sua guarigione. Una ruota si importante di
cotesta insigne congregazione merita ben che i voti di tatti s'interessino
nella sua conservazione. E più a desiderarla sono spinti coloro che godono
deiramabil sua presenza, e della sua dolce amicizia, fra i quali anch'io
ho la fortuna d'essere uno. Venga la di lui lettera. Si assicuri V. B.
eh" io gli farò una forte lezione intorno alla neeessità di conservarsi, e di
meglio regolar le sue fatiche.
Ho io detto le ragioni che assistono la denominazione de" Sacramen-
tari Leoniano e Gelasiano. Ma in fine ho conchiaso, nulla potersi stabilire
di certo; siccome ancora non potere noi dare il puro gregoriano. Il nome
di Simplicio papa nel primo, non si sa intendere come entri nella Messa
di s. Silvestro, e sembra un errore del copista. Quando V. R. mi voglia
favorire delle osservazioni da lei fatte sopra esso Leoniano, mi saran
carissime, e ne farò onore all' autore.
Intendo le premure di V. R. intorno ad un corpo intero della liturgia
romana. A me fa gran forza il di lei parere e desiderio, ma soddisfarla
in tutta la pienezza, eh' ella vorrebbe, io non posso impetrarlo da me
stesso. Cioè oltre ai tre Sacramentari L. G. e G. non ho diflScultà a ri-
dare gli Ordini Romani pubblicati spezialmente dal p. Mabillone, ancorché
poco o nulla si sia trovato di varietà fra essi e cotesti manoscritti. Ag-
giugnere ordinazioni, benedizioni, penitenziali, si può. Nei di lei mano-
scritti non truovo di questi ultimi se non il liobbiese che sia di qualche
rilievo. L' avevo anch' io dato alla luce nelle mie Antiquitates Italicae : ma.
a dare ancora Antifonarj, Lezionari, ed Evangelistarj, io non mi saprò
mai indurre. Merce si fatta a che può mai servire? Ninno legge tali rac-
colte e nian fratto se ne paò ricavare, né per la dottrina né per l'erudi-
zione. In somma io li tengo per vera crusca, né so credere che V. R.
avesse mai dato alla luce sì inutili anticaglie. Né il venerabile cardinale
Tommasi per esse sole avrebbe conseguito credito alcuno. Perciò le mie
idee si restringono in oggi a quanto ho detto sopra. E questo ancora non
Bpittolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. '.91.
4658 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
so come potrò bene eseguirlo lungi da Roma, dove son tanti manoscritti da
lei veduti, ma non copiati, dei quali Dio sa se si potrà ottenere copia. E
de'calendarij antichissimi delle chiese romane non ne ho neppur uno. Farò
quel che potrò.
Mi protesto io intanto sempre più tenuto al benignissimo amore di
V. R. che si pi'ende tanta cura de' miei poveri studi, e giugno fino a spogliar
se per vestir me. Dio la feliciti e lungamente conservi pel pubblico bene.
Con che, rassegnandole il mio indelebil ossequio e pregandola delle mie
congratulazioni al p. Saverio, mi ricordo...
4980.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 23 Settembre 1744.
Archivio Bianchi, Modena.
Vi mando l' inchiusa, acciocché la portiate subito alla signora Anna
Vittoria Fiaci, che sta quasi contro alla porta della chiesa di S. Niccolò,
acciocché vegga, se le torna il conto ad accettar la proposizione. Quando
sì, crederei bene che non si perdesse tempo; e perché non potrà venir
qua a tempo la risposta, ella potrà scrivere a dirittura le sue intenzioni
al signor commissario Contarelli. Con che, caramente, vi saluto.
4981.
ALLO STESSO in Modena.
Spezzano, 24 Settembre 1744.
Archivio Bianchi, Modena.
Colle lettere vostre e della posta ho ricevuto la cestella inviata dalla
signora Anna Vittoria Finci. Allorché la vedrete, ringraziatela vivamente
di questo regalo, di cui mi son fatto qui onore e ditele, aver anch' io scritto
al signor Commissario con raccomandargli il dar compimento all' affare,
e che s' invierà il mandato, quando egli vorrà.
Vi rimando l' inchiusa del signor dottor Ferrari. Sarà necessario, che
don Guglielmo venga tosto in città per fare il mandato, il quale ben le-
galizzato si possa tosto inviare a Bologna per la posta. Se occorre, andate
a trovarlo a Cognento e che non si perda tempo.
Darete l' inchiusa al signor Giulio Marescotti, riverendolo in nome
mio. Se trovaste fra le lettere, alle quali ho risposto, quella della mar-
-IT* 44] A LORENZO BIANCHI 465U
chesa Leguani. date ancor essa al signor Qialio. Mi rallegro che vostra
madre si senta meglio; salutatela caramente. Date al signor Oiulio anche
rinchiusa carta stampata.
4982.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Spezzano, 24 Settembre 1744.
Archivio dklla CoHeBxoAZiovx di GabitI, Correggio, edita [<f73].
Perchè lo stimatissimo foglio di V. S. illustrissima mi ha trovato a
Spezzano, dove sto godendo le grazie del signor marchese Coccapani, l'ho
inviato a Modena, acciocché sia comunicato alla signora Finci, consi-
gliandola di scrivere a dirittura le sue intenzioni alla di lei bontà. Sento,
aver ella accettata la proposizione fatta da cotesto compratore, e che ne
scriverà a V. S. illustrissima. Mi protesto io sommamente a lei tenuto
per r operato finora, con isperauza eh' ella saprà anche perfezionare l' im-
presa. Rimettendomi dunque a quanto le avrà scritto essa signora Finci,
le rassegno il mio ossequio, e mi confermo
Quando volesse rispondere alla signora suddetta, mandi a me la let-
tera. E, subito che si vorrà il mandato, si farà.
4D83.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, 25 Settembre 1744.
Archivio Biaxcui, Modena.
Mi è stato ben caro d* intendere, che non si sia perduto tempo a fare
il mandante di don Guglielmo. Venendo il signor Ignazio ditegli, che
venne il debitore del suo mezzadro, confessò il debito, e promise di pa-
gare per la fiera di Sassuolo. Vedremo, se dirà il vero. Io poco ne spero
perchè è un povero camerante. Questo signor commissario il minacciò di
farlo gravare, se non soddisfaceva.
Porterete rinchiusa al p. cellerario, riverendolo da parte mia. Se pa-
gherà, avvisatemene, acciocché ione possa avvisare l'eminentissimo Tam-
burini. Tornata che sarà la signora Angiola, ditele che avrei bisogno di due
pezze da conciar questi calzoni migliori, che gridano misericordia, facendo
io poco capitale de' vecchi.
Caramente, vi saluto. Portate subito alla posta l' inchiusa.
4660 LODOVICO ANTONIO MUKATOKI [17»4.4_
4984.
ALLO STESSO in Modena.
Spezzano, 28 Settembre 1744.
Auciuvio Bianchi, Modena.
L' incliiusa per Vienna la porterete a S. Agostino al signor luogo-
teueute Amorr con ricordargli il mio ossequio e. pi-egarlo di mandarla colà.
Ho bisogno di tabacco da masticare: e però comperatene una mezza
libra, ed inviatemela.
Suppongo, che sieno tornati da Vignola gli altri. Salutateli tutti. Noi
qui stiamo bene. Caramente, vi saluto.
4985.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Spezzano, 28 Settembre 1744.
£.. Biblioteca Biocabdiana, Firenze, edita [2^45].
Veggo ben io con che ardore e insieme con qual prudenza ha preso
V. S. illustrissima a favorir me nell' affare dell' agenzia de' signori conti
di Castelbarco, ma non so che sperarne; perchè s'è perduto tempo, e sa-
rebbe stato d'uopo lo scrivere immediatamente costà. Ma io credendo che
cotesti cavalieri abitassero in Milano, ad altro non pensai che a racco-
mandarmi al signor conte Cristiaui. Ora conosco quanta influenza in questo
affare possa avere il signor marchese reggente, ma è da temere eh' egli
già abbia contratto impegno. Comunque sia per essere l' esito delle mie
preghiere e della di lei benigna e forte intercessione, io le protesto ora
e protesterò sempre le mie obbligazioni, e caso mai che bene ne avvenisse,
ringrazierò Dio, che mi abbia senza merito mio provveduto di cosi buoni
padroni ed amici in cotesta capitale.
Il greco poscritto della sua lettera mi fa ben conoscere che i disegni
e le speranze de' mortali restano ben facilmente deluse. Sia fatto il volere
di Dio!
Oh ! costi il nostro signor Oaspari, quanto mi rallegrarci, se gli riu-
scisse l'intento suo! e ne è ben degno, anzi è un mobile quasi necessario
per quella funzione, come anche V. S. illustrissima ha osservato. Ma voglia
Dio, che chi in Polonia e Dresda gli ha fatta guerra, non glie la rinnovi
costi, perchè quella gente è potentissima dappertutto, spezialmente per far
'l'7'^l^] A DOMENICO BUiOHlKUl COLOMBI 4661
del male a chi non è del sno partito. Se mai arriverà alle di lei mani la
balla, che pur dovrebbe essere arrivata da Trieste, ella vi troverà il mio
trattatene del Para(jua>j destinato pel p. Guerini. Questo dovrebbe pia-
cergli, e dovrebbe giovare per farmi godere qualche atto della regale be-
neficenza, se non altro per pagare i libri e rimborsar le spese del porto.
Ma non udendo nuove d' essa balla, mi son tornato ad inquietar per questo.
.So che ora, ancorché giunga, sarà difficile far passare i libri in Sassonia;
ma iìualmente se saranno in mano di lei, più non istarò in apprensione
per questo. Xè io ho mai ricevuta risposta dal signor Bertolani, segno
eh' egli non dee essere in Venezia.
Torno al signor Gaspari, a cui la prego di portare i miei più distinti
rispetti, e il mio dispiacere in veder come egli sia cotanto sballottato dalla
fortuna, con desiderar io sommamente che cotesta corte e città gli divenga
madre. Ho invidiato a lei la fortuna di servire costì monsignor Cerati.
Avi^ ella conosciuto in lui uno dei più savi e dotti personaggi che s' abbia
l'Italia. Se la durava in Roma, meritava di salire ai primi gradi; ma
non erano suoi amici i Solipsi, e il trattavano da giansenista. Ben mi dis-
piace che non sia per passare a Modena; avrei imparato molt^. Poco a
me infine importa se i signori parigini, adoratori del Concilio di Costanza,
non sono del mio parere. Essendo meco Roma con altri paesi, questo a
me basta. Spero finita la guerra, almeno io non vi penso più.
Cosi fosse per V altra vera e funesta guerra che sempre più pare che
si accenda. Qui credesi che il signor principe di Lobkowitz sia per tor-
nare in Lombardia, e che ne sia venuto l' ordine da Vienna. Duravano
nondimeno le armate del Lazio ne' loro posti, se non che gli equipaggi
dell" austriaca erano in gran moto. Da Roma scrivono giunti a Gaeta 2 mila
spagnoli. Altre simili nuove son venute di là che poi si son trovate
false. Tale io credo ancor l' altra che gli spagnoli avessero inviata gente
in Sardegna. Certamente ninna saggia persona pensa che i genovesi ab-
biano da prendere impegni. Nulla sappiamo di Cuneo, perchè questi si-
gnori han divieto di parlarne, e furono anche loro prese le lettere nei
giorni addietro. Dio provvegga, Dio ci dia la pace. Ammiro il di lei spi-
rito in queste turbolenze. Per me talvolta ne pruovo l' ipocondria. Mi onori
di portare i miei rispetti al signor marchese reggente, mentre io con tutto
l'ossequio, mi ricordo, ecc.
Gli avvisi pubblici dicono gran cose della bella difesa di Cuneo,
Lfihe, a quest'ora, costa ben caro a' gallispani.
4662 LODOVICO ANTONIO MUBATOBI [l'?44-
4986.
A LORENZO BRUNASSI DI S. FILIPPO in Napoli.
Spezzano, 29 Settembre 1744.
Museo Britannico, Londra.
DaireminontissiiTiG Tamburini ho già ricevuto i riscontri della somma
puntualità di V. E. nel pagamento da lei fatto di dieci scudi romani per
compimento e saldo de' libri stati a lei trasmessi. La ne ringrazio ben
divotamente. Ho già in pronto due altri tomi de gli Annali, ma perchè
spero di veder pubblicati anche due altri restanti prima che termini
l'anno; però penso di differir sino allora l'inviar tutto. Seco ancora ver-
ranno i libricciuoli che trattano del Voto Sanguinarlo. Per conto delle
Antichità estensi, se Dio vorrà, che cessi in cotesto parti la guerra, e si
riaprano i passi, potrebbe essere che capitasse a V. E. qualche occasione
per inviai'le a Roma al suddetto eminentissimo. Non mancherò di scrivere
a Milano per sapere, se sia uscito alcun altro tomo de' Testi Latini.
Ora mi accorgo, essersi smarrita una è forse più lettere, perchè io
secondo 1' obbligo mio le mandai i dovuti ringraziamenti miei per la copia
ch'io molto ben ricevei, dei Difetti della Giurisprudenza. E in essa o in
altra lettera le scrissi il mio giudizio intorno alle Tragedie del Vansuti,
che trovai composte, con grande ingegno, si per l'invenzione, che per li
sentimenti, e per lo stile poetico. Napoli ha ragione di stimarsi anche per
quest' autore. In somma il narrare con felice ingegno è pregio familiare
di voialtri signori, e, se non fate di più, è solo per colpa vostra. Se a Dio
piaccia, pubblicherò alcune altre mie cosette, e le invierò a V. E, Ma cre-
scono ogni di più gli anni sulle spalle mie, e sarebbe tempo eh' io pren-
dessi congedo dal mondo. Nondimeno, finché avrò vita, mi pregierò d' es-
sere, quale, con tutto 1' ossequio, mi confermo, di V. E.
4987.
A GIUSEPPE ANTONIO SASSI in Milano.
Spezzano, 29 Settembre 1744.
BiBiiioTECA Ambrosiana, Milano, edita [176].
Quanto bisognava all'intento mio per la messa ambrosiana, mi è ap-
punto venuto dalla somma bontà di V. S. illustrissima ricavato da un ben
antico messale. A Dio piacendo gliene farò onore. Veggo che, nel massiccio,
-l'7'l'4] A LORKNZO BIANCHI 4663
la chiesa ambrosiana andava concorde colla romana. Ma non ho sapnto
finora intendere come facessero i preti nelle messe private, i>erchè negli
antichi sacramentarii la messa comincia dal prefazio, e quand'anche co-
minci più indietro, non v*ha ordinariamente se non le orazioni proprie
delle feste, senza lezioni, vangeli ed antifone. Per le solenni s'intende.
V'era il lezionario pel suddiacono, l'evangelistario pel diacono, e l'anti-
fonario con gl'inni pel coro. Ma nelle messe private sarebbe stato neces-
sario l'aver tutti questi varii codici. Quei che contengono tutto l'apparato
delle messe proprie, come oggidì, non sono di molta antichità. Anch'io mi
fo a credere che i celebranti potessero aver tabelle fisse per le ordinarie
orazioni della messa. Con tutto ciò, a ben conoscere tutto il filo d'essa
messa, a noi mancano delle notizie. Né finora ho potuto scorgere se anti-
camente si usasse, o quando cominciasse la confessione del sacerdote e del
l)opolo a' piedi dell'altare. Ne dirò quel poco che potrò.
Rendo io intanto vivissime grazie alla generosità di V. S. illustrissima.
pel favore compartitomi, con rallegrarmi nello stesso tempo del suo bene
stare. Aspetto di veder le belle giunte da lei fatte alla biblioteca del signor
Argelati, e. rassegnandole il mio inviolabil ossequio, mi confermo, etc.
4988.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Spezzano, Fine Settembre 1744.
Abchitio Uiakcbj, Modena.
In risposta al biglietto del signor dottor Mariani, che rimando indietro,
vi dico che l" ho consegnato al sig. proposto Soli, con pregarlo di comu-
nicarlo tosto al signor Giulio Marescotli, acciocché si vegga di poter fare
il contratto proposto, benché non si possa sperare di fare una Congre-
gazione.
Il Cavazza non vale un fico. Ma quando il signor direttore suddetto
sia egli sigurtà, e pagatore de' frutti, credo, per me, che sia negozio da
abbracciare, purché in banco vi sia il danaro occorrente della Carità.
Ma se mai esso signor dottore volesse questo danaro per estinguere
alcun altro debito o colla Canta o con me: in tal caso, non concorrerei.
Bisognerebbe scoprir le sue intenzioni. Non perdete tempo.
Caramente salutate vostra madre, la quale vorrei che stesse meglio
de gli occhi. Salutate i vostri cugini, e mi confermo.
4664 LODOVICO ANTONIO MURATOBl [1*744-
4989.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Aquileia.
Spezzano, 1 Ottobre 1744.
Abchivio Kota, S. Vito al Tagliamonto, edita [187].
Mi trova in villa lungi dalla città il carissimo foglio di V. S. illu-
strissima, in cui ho letto con piacere, quanto il dottissimo e perspicace
amico suo le ha scritto intorno al principio del diritto pontifizio sopra il
ducato di Spoleti e Marca di Camerino. Truovo molto fondate e plausibili
le di lui riflessioni. Nelle Antichità Estensi, o pure non so in qual altra
delle mie opei'ette, so d'aver parlato di papa Vittore, e di quelle due
Marche; e per quanto allora mi parve, altro non seppi ricavare, se non
che Arrigo III fra i re gli avea dato in governo quelle due Marche, e
non già donate. E tanto più mi sembrava giusta si fatta opinione, perchè
anche dopo le funeste liti fra il sacerdozio e l'imperio, si veggono quelle
Marche o Ducati, dipendenti dagl' imperadori, ed impei-adori amici, e non
già dai papi. E quando i papi ne avessero avuta l'investitura, avrebbono
reclamato. Contuttociò. se si avessero mai da ristampare i miei Annali,
certo è, ch'io farei valere le forti e saggio riflessioni dell'amico suo, a cui
la prego di portai'e i miei rispetti e ringi-aziamenti per questo favore.
Avrei avuto caro di conoscere una persona di tanto discernimento. Vo tut-
tavia credendo, che sia un collega di V. S. illustrissima, e quel medesimo
valentuomo, che ci diede una si bella dissertazione sopra Bachiario.. Ag-
giunga ancora, che sopra tutto mi è piaciuta la correzione da lui fatta
alla Bolla di Onorio III, in cui si dà ad Azzo Estense l'investitura della
Marca d'Ancona. É notizia d'importanza.
Nel fine della lettera a lei scritta leggo : Ella farà meglio a ripigliare
le sue Antichità Romane. Se questo vuol significare le Romane d' Aquileia,
intendo il senso, ricordandomi, ch'ella ogni dì va scoprendo cose nuove
della patria sua. Se poi d' altro si parlasse, non isdegni ella di dirmi, che
ai'gomento sia questo. Intanto, a lei ancora rendo vivissime grazie per la
confidenza meco usata; e, rinnovando le proteste del mio inviolabile os-
sequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
- 1*7^14] A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI 4666
4990.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Rimini.
Spezzano, 4 Ottobre 1744.
B. BiBLioTBCA Qambaldvghiawa, Bimini, edita (i04].
Ben giunta V. S. illustrissima a gustare i complimenti della patria.
Le sarà inviata da Siena una mia, che ne' giorni addietro indirizzai colà.
Le diceva io che mi sarà caro il Fitohalsatno cioè Fitobasano del Co-
lonna; ma dimenticai di dirle, che sarà più caro se mi si sarà dal* li-
cenza di farlo pagare allo stampatore, non essendo quella un'opera da
donare.
Ora aggiungo di avere ricevuta e letta la Relazione della donna, finta
uomo, per cui sommamente la ringrazio. Veramente il caso è curioso e
raro, e però ben meritevole che la di lei penna ne informasse il pubblico;
e Ul cosetta avrà felice spaccio. Ella ha saviamente taciuti gli effetti del
genio strano di quella fanciulla; ma abbastanza s'intende, ch'essa amava
quelle del suo sesso con lascivia, da nostri teologi spacciata per la più
conti'aria alla natura. Come poi essa conversando e dormendo con uomini,
mai non si sentisse eccitare da quell'altro appetti to, che è conforme alla
stessa natura, o pure, eccitata, si sostenesse, non si sa intendere. Forse non
sapea altro uso che lo sconcio da lei praticato. Uomo di molti anni prese
moglie, né conoscendo il diritto sentiero, cominciò a camminare al rovescio,
credendolo lecito. La moglie, che era vedova, gì' insegnò la vera strada.
Ma credere che colei, dopo aver praticato con tanti uomini, da essi, anzi
dalle donne stesse, non imparasse tutti i segreti della lussuria, io non mei
so persuadere. Comunque sia, egregiamente ha ella fatto, informando il
pubblico di cosi rara avventura. E mi ha fatto ridere la semplicità di chi
tenne colei per santa.
Ora che V. S. illustrissima è in vicinanza del mare, le augurerei de
i pescatori di perle, o chi nella campana andasse per ordine di lei a
squittinare, per quanto si può, il fondo del mare, osservando se erbe, se
alberi allignano ivi, se bestie, pesci, passeggiano per qae' piani e pendici.
Ella dirà: la mia borsa non è fatta per questo, e dirà il vero. Adunque
augurarle [vorrei] anche un pinncipe che facesse il più. Almeno mi dica
se v'ha libro di sperienze fatte in quell'incognito regno.
Le rassegno il mio vero ossequio, e mi ricordo, di V. S. illustrissima.
4066 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'?4-4-
4991.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Spezzano, 4 Ottobre 1744.
R. Biblioteca Ricoardiana, Firenze, edita [245].
Due son le lettere di V. S. illustrissima alle quali rispondo. Non
potea il signor marchese reggente Cavalli favorir me con maggiore effi-
cacia e bontà per 1' agenzia de' signori conti di Castelbareo. I passi fatti
anche da lei non poteano essere più propri ed atti ad ottenere l' intento
per mio nipote. Da tuttooiò sempre più conosco la mia fortuna nell' avere
costi un si benigno protettore, come è il signor marchese reggente, e un
amico sì interessato per tutte le cose mie, come è V. S. illustrissima. La
prego di portare ad esso ministro i miei più vivi ringraziamenti e ri-
spetti. Ringrazio ancor lei nello stesso tempo con tutto il cuore dell" ope-
rato. Ora dal mio e dal loro canto s'è fatto quel che si poteva. Conviene
ora dipendere dalla fortuna, là quale in tutti gli affari vuole anch'essa
la parte sua. Io mi truovo in villa Inngi dalla città, ne so immaginare a
chi sia stato scritto per l' informazione. Se la medesima sarà indifferente,
voglio sperare, perchè non potrà dir se non bene di mio nipote, e farà
anche riflettere, poter io qualche cosa pel buon servigio di cotesti cava-
lieri. Se poi tale non sarà, ed avrà premura di far cadere la sorte sopra
qualche amico o altra persona grata ora e in avvenire, ella vede come
potrà terminar la faccenda. Qualunque, non dimeno, sia per essere l' evento,
io r aspetto con tutta quiete, perchè non avrò a rimproverare a me stesso
di non aver fatto que' passi che occorrevano. E certo non potevate far di
più voi altri signori per favorirmi.
Intesi bene dal greco che il sig. Amorr de Soria [Emanuele] aveva da
passare a Milano, il che mi rincresceva forte per la perdita d' un uomo ono-
rato, e per paura d' un successore di tempra diversa. Ma non capii che ciò
avesse da succedere per la toga senatoria; e gli ho scritto con portargli
anche le di lei congi*atulazioni, ma insieme dolendomi perchè verisimil-
mente ne resteremo privi. S' egli partirà, mi dica se potrò inviar le mie
lettere con sopracoperta al signor marchese reggente o al signor consi-
gliere De Locella. Finora nulla si è udito de 'creditori di questa Camera. La
prego di far nuove diligenze per la balla, che dovrebbe ormai [essere] giunta
da Trieste ; quando si, avrò allora il cuore in riposo. Finora non è giunto
il Renaudot a Padova; pure colà se ne aveva qualche indizio. A me sarà
facile il far pagare in Venezia i tre ungheri. Vegga, di grazia, se potesse
ti'ovar anch'olla incontro, per essere sodisfatta costi.
-l'7<4'41 AD ALES8ANOBO aiUSEPPS CHIAPPINI 4G67
Non ho potato sapere cosa portino le altime lettere de' vostri affari
in Boemia. Brisgovia, e Baviera. In Modena gran silenzio per Caneo. Ma
da Bologna scrivono che nel di 27 si sia reso con la guarnigione prigio-
niera. Se s'abbia a credere non Io so, perchè l'owo è doro, e v'era nn
gagliardo presidio. Son passati per Modena 113 usseri con bagaglio del
reggimento Pallavicini. E da Roma scrivono che il signor principe di
Lobkowitz inviava i suoi malati iter imbarcarli sali' Adriatico, immagi-
nando perciò ch'egli volesse decampare; cosa tanto desiderata dai romani.
Al p. Ziegelbaur i miei rispetti, siccome ancora al signor Gaspari,
al quale auguro ogni maggior fortuna sotto cotesto cielo. Ma questi sono
ben tempi imbrogliati, ne è si facile l'avere risoluzione da una corte che
d' ordinario pensa tanto a risolvere in ogni cosa. Con che. rassegnandole
il mio ossequio, mi ratifico, etc.
4992.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Spezzano, 4 Ottobre 1744.
BiBUOTRCA CoMUHALK, Pisoonza.
Mi rallegrerò ben io con voi altri signori se vi leverete di dosso co-
testi barbieri; ma se scaricando voi caricherete noi altri, allora muterò
linguaggio.
« Fu qui per tre giorni il padre Bardotti a godere la villeggiatura,
che godo io. Egli va mutando quartiere; ma credo che San Francesco
l'avrà ridotto a casa. Anch'io il vo pungendo per la tanto ritardata sua
opera: ma gli elefanti son tardi ne' loro parti.
Rendo grazie a V. S. reverendissima per la notizia de' prezzi del
S. Ephrem, e dell'opera di monsignor Assemani. Quando starà meglio la
mia borsa, vedrò di provvedermene ».
Intanto potrebbe compiersi la prima opera. Le insolenze olandesi par-
toriranno, per quanto m' immagino, buon frutto al signor cardinale Qnerini
perchè gli daranno occasione di formare una nuova elegantissima lettera,
se pure nna basterà. Ma non la spenda co i romani, perchè portano armi
sottili che possono far paura a tutti.
Chi volesse credere a i giornali, l'eminentissimo Doria dÌ8.se jer
l'altro a Castelfranco che Cuneo nel di 27 s'era reso colla guarnigion
prigioniera. L'andata d'esso eminentissimo colà, costò la vita a due soldati,
e v' hanno aggiunto qualche }»ericolo di S. E. per un cannone sparato senza
avvertire che era caricato a cartocci o sia a sacchetti.
Aggiungono prese dal prussiano due parti di Praga. Ritirati ì difen-
sori nella città nuova, a' quali s'è fatta una brutta intimazione, se non si
4668 LODOVICO ANTONIO MUBATORI [IT-éi-é.-
rendono. Ohe alle navi spagnuole sia riusiiito di prendere alcune di ira-
sporto cariche di munizioni che venivano alla flotta di Matheus; e che
il resto era inseguito dalle navi franzesi. Che già sia stato preso Friburgo,
benché né pur si sapesse cominciato alcun assedio di quella piazza. Che
gli austriaci pensano di abbandonar la Baviera, anzi la danno abbandonata,
a riserva d'Ingolstad, quando altri scrissero che colà era andata una
parte della armata del principe Carlo.
Or vegga V. S. reverendissima quante rimbombanti nuove vengono a
trovar me in villa, senza ch'io possa bere a fonti migliori, e scoprir ciò
che è vero o falso. Quando si verificasse la presa di Cuneo, resterebbe ai
gallispani anche un mese da operare.
Passano per Modena 113 usseri col bagaglio del reggimento Palla-
vicini.
Conforti V. S. reverendissima cotesti signori romani nella disgrazia
di non poter villeggiare, e conservi a me il suo stimatissimo amore con
sicurezza d'essere corrisposta da eguale affetto, e da un vero ossequio. Mi
ricordo, di V. S. reverendissima.
4993.
A GIAN FRANCESCO SOLI in Modena.
Fiorano, 7 Ottobre 1744.
Arcrivio Soli Muratori (li. Bibl. Est.), Modena.
Se sarà buon tempo, spero anch' io d' essere la prossima domenica
mattina in Sassuolo, e venendo i nostri forestieri, li vedrò.
I libri venuti da Mantova levateli, e pagate i 4 paoli notati nel ro-
vescio dell' inchiusa, che mi rimetterete qua, acciocché io possa rispondere.
Mando a Lorenzo i mandati per esso involto, e per quel di Venezia. Godo
che sia arrivato l'altro al dottore Araldi.
Sarebbe gloriosissima pel re sardo la liberazione di Cuneo; ma un
grande azzardo é una battaglia. Però aspetteremo, che il zoppo e' illumini,
quando corrieri non vengano.
Quel prussiano vuol mettere tutto in confusione. Non essendo mai
giunta quella benedetta balla da Trieste a Vienna, questo mi dà dell' inquie-
tudine.
Viva quel rimedio turchesco, che tien saldo il nostro prelato. Cara-
mente vi saluto tutti.
Brutto imbroglio la grida, che richiama ogni fuoruscito. Nulla me
ne avete detto. Che non mi si perda l' inchiusa relazione.
Non mi avete scritto nulla della cassetta delle scritture d'Udine.
-l*7-4:-4:l A VRANOESCO CONTA&£LLI 4<i69
4994.
A LORENZO BIANCHI in Modena.
Fiorano, 8 Ottobre 1744.
Abobitio BiABoai, Modeo».
Eccovi i mandati, cbe ricercate. Non risposi alla precedeole vostra,
perchè io sperava di veder lettera del signor commissario di Ferrara, e
nulla si è veduto. Gli scrivo oggi pregandolo di sollecitare la couclasìone
di quella vendita. Riverite la signora Finci, e ditele, che si faccia animo,
perchè spero che tutto finirà in bene.
Quanto al danaro d'essa signora, questo signor maggiore non me ne
ha detto parola. Bisogna pensar bene a dar danari fuori del distretto di
Modena, perchè non son puntuali al pagamento de' frutti. Ma non si prenda
la signora Finci pensiero di questo. Venga pure il danaro. Tornato ch'io
sarò in città, si provvederà a tutto. Caramente vi saluto.
4995.
A FRANCESCO CONTARELLI in Ferrara.
Fiorano, 8 Ottobre 1744.
Archivio della CoxammuAzioMm di Carità, Correggio, edita ['/12],
Speravo io nella presente settimana di ricevere da V. S. illnstrissima
l'avviso d'avere couchiusa, e fors' anche eifettuata la vendita della caaa
Fiuci: ma lettera sua non s'è veduta. Intanto, essa signora Finci sta nelle
spine, tale è la paura impressale dalla precedente relazione del cattivo
stato d' esso edifizio. Le speranze mie sono di riceverne buone nuove nel
prossimo ordinario.
La grida pubblicata in Modena, che richiama i sudditi esistenti fuori
di Stato, mi ha data dell'inquietudine al non sapere, se possa cadere l'or-
dine anche sopra di V. S. illnstrissima: cosa che sommamente m' incre-
scerebbe. Non r ho veduta, perchè tuttavia mi truovo in Fiorano. Prego
Dio, ch'ella resti esente. E forse egli dispone le cose in maniera, che si
possa sperare il fine di sì grande incendio, in cui siamo involti ancor noi.
Non so, se V. S. illustrissima abbia fatto o udito altro di cotesto
signor vicario. Avrei caro, che si mettesse fine alle di lui pretensioni nella
forma, che la di lei prudenza aveva ideato.
E qui, con tutto 1' ossequio, mi professo...
4670 LODOVICO ANTONIO MURATORI [17'4-4:-
4996.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Fiorano, 8 Ottobre 1744.
Archivio Soli Muratori {li, Bibl. Est.), Modena.
Pruovo gli effetti dell' incoraparabil generosità di N. S., e della be-
nigna protezione di V. E., e di monsignor Livizzani nel prezioso dono de
i tomi di S. S. Coir inchiuso riverente foglio ne porto i ringraziamenti al
trono pontifizio; se pure da voi altri miei signori ne sarà prima appro-
vato il contenuto. Rendo io ora tanto ali" E. V., quanto a monsignore le
più vive grazie per la parte, che hanno avuta a procurarmi si distinto onore.
Se capitasse qualche occasione per ispingere a Bologna essi libri ne
avi'ei piacere. Quando ciò non aia possibile mi converrà poi supplicare
l'È. V. di spedirmeli per la condotta. Non ne ho fretta, perchè a quest'ora
dee esser giunta a Modena la copia, eh' io avea ordinata a Venezia.
Altre obbligazioni professo all' E. V. per avere già mossa parola di
cotesto mio trattatello. la cui sorte dipende da queir oracolo, che profe-
rirà la mente superiore di S. S. Se Dio darà calma a cotesti paesi (cosa
che sembra imminente, e forse già fatta ) N. S. respirerà, né avrà tanti
rompimenti di testa. Ma il vostro bene tornerà in male per li Geminiani.
E già scrivono da Modena venuto 1" ordine per magazzini di fieno, paglia
e legna, oltre alla contribuzione di 500 mila lire di nostra moneta.
Quando si supponga, che il codice gelasiano non contenesse anche i
Vangeli, e che San Gi*egorio non li fissasse, e riformasse, non si saprà
mai intendere cosa significhi il prò exponendis evangellcis lectionibus, e
converrebbe sospettare qualche mancanza in quel testo. In Modena vedrò,
se trovassi cosa piìi appi-oposito.
I nostri avvisi portano, che i gallispani aveano prese tutte le forti-
ficazioni esterne di Cuneo, e batteano la piazza con dieci batterie di can-
noni e due di mortari. Questi ufiziali tengono per fermo, che il re volea
dar battaglia. E certamente avea unite tutte le sue truppe, ed era in moto.
Ma finora non s'è veduto corriere. Praga è presa a nome di Carlo VII
re di Boemia, e arciduca d' Austria. Gran confusione in Vienna, perchè il
prussiano sembra incamminato verso la Moravia ed Austria. Il miracolo di
San Giovan Nepomuceno fin ora nulla ha fruttato.
Qui son chiamati a ripatriare tutti i sudditi sotto pena di confisca.
Vegga che diavolerie. Il nostro prelato ne' giorni addietro fece temere di
sua vita. Forse arriverà al solstizio, quando anche non avesse giudizio di
passar più oltre, deludendo chi è qui in aspettativa di mutazioni. Le
bacio la sacra porpora, ed ossequiosamente, mi rassegno, di V. E.
-17*44] A DOMENICO BIUCHIEEI COLOMBI 4671
4997.
A BENEDETTO XIV in Roma.
Mutinae, VI Idus Octobris MDCCXLIV.
ÀKcurvio Soli Mubatoki (B. Bibl. EgL), Modena.
Cei'tior factus ab eminentissimo Tamburino, traditos sibi fuisse a
S. V. quatuor tomos iusiguis operis De Beat, et Sanctif. serv. Dei ad
me dono mittendos, temperare mibi non possnm, qnin venerabundo statim
animo ad Urbem Advolans, et ad pedes B. V. procumbens, post oscu-
lorum tributum, quas possum humillimas prò tanto munere gratias agam
atque referam. Vestram utique sublimitatem, simulque meam exilitatem
perpendens, istius doni pondus probe sentio et intelligo ; nihii tamen miror,
utpote qui novi (et quis non novit?) quanto Sanctitas Vostra, quae di-
vinarum humanarumque rerum scientia et sapientia tantum excellit, enixius
etiam curet ut beneficentia, humanitate. et clementia excellat. Eosdem
autem libros. quibus nobile argamentum ita, Sanctissime Pontifex. exhau-
sisti, ut nihil fortasse adjiciendum superesit, dum ornatiores et locupletiores
quam antea anxie expecto. utinam subsequatur nova reliquorum foetnum
nova editio. Quum enim ii in tot alias sacrae eruditionis classes excnr-
rant, et proxime potissimum respiciant, cujus maxima est ratio in Ecclesia
Dei, mirum est, quantum in utilitatem catholicae l'eligionis cedant. Haec
tua laus, Beatissime Pater; ina nbique spirant zelum Domus Dei. cunciis
interea mirantibus doctrinam tuam puntate morum confirmalam, snmmam
(quod rarum est) in tanta eruditioue modestiam. Quid ergo nobis optandumi'
Nihil aliud, nisi ut diutissime te nobis Deus servet, tibiqne non alii
demum succedant, quam qui ingenii et scientiarum ornamentis, vitaeque
sanctitate certare tecum possint. Haec tibi, haec universa Ecclesia pre-
catur Sauctitati Vestrae.
4998.
A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI in Vienna.
Fiorano, 11 Ottobre 1744.
R. Biblioteca Riccabdiasta, Firenze, ^dila ('ii&).
Di molta consolazione mi è stato l'ultimo foglio di V. S. illustrissima,
perchè mi porta il sospirato avviso che sia giunta la balletta di libri. Ora
che sono in mano di lei. non mi molesta più la paura che fosse succeduto
qualche altro disastro. Resta ora da pensare alla maniera di ricuperare
4672 LODOVICO ANTONIO MUBATOHI [l'?44-
gli altri tomi, già venuti al signor Bertolani, al quale io bene scrissi a
Venezia, ma senza aver mai potuto veder risposta. Dovrebbono pure i suoi
di casa sapere ove egli ora si truovi, e dovrebbono anche rilasciar quei
libri, come cosa mia. Starò aspettando la nota dello speso in questo, per
unirla all' altra dei libri del Renaudot, i quali da Modena mi scrivono che
son giunti. Ma avrei pur caro ch'ella mi facilitasse la maniera di soddisfare
a tutto il mio debito, trovando, se mai può, qualche persona che dovesse
pagar danari in Venezia. Veggo eh' ella sì ricorda che il signor principe
di Lichtenstein restò di pagar la sua parte del porto.
Quanto all' esemplare del Paraguai, prego V. S. illustrissima di aver
pazienza, se non posso rilasciarlo a lei, perchè ho necessità di valermene
pel p. Guerini teologo di S. M. polacca. Pur troppo egli saprà aver io
scritto contro il voto sanguinario ; saprà ancora esser io in lega col signor
Gaspari. Queste notizie potrebbono nuocermi troppo, cioè far abortire le
speranze mie di regalo dalla corte sassonica, per le dedicatorie delle Anti-
chità Italiane, fondate appunto sulla di lui intercessione. Vedendo egli
r operetta del Paraguai, [ìrobabilmente osservando esser io buon amico
e servitore della sua compagnia, mi lusingo che vorrà procui*armi qualche
attestato della generosità di S. M. Se non verrà la copia che per lei portò
il conte Molza, si assicuri che un' altra gliene manderò.
E qui mi occorre di pregarla che, fra i tomi già venuti al signor Ber-
tolani e gli ultimi, v' ha da essere una copia di tutti per esso p. Guerini,
e non vorrei che si sbagliasse. Onde sarebbe necessai'io che la balla d'essi
libri andasse a dirittura al p. suddetto, e che V. S. illustrissima in nome
mio l'avvisasse, esser destinata per lui una copia dell'opera intera, e gli
altri tomi per compimento de' corpi di S. M. polacca, e del principe reale,
accennando parimente che è per lui anche il libricciuolo del Paraguai.
Troppo importa a me il guadagnare quel religioso. E, favorendomi ella di
scrivergli e di portargli i miei rispetti, può francamente ( dirle ) eh' io
spero per mezzo suo qualche attestato della real beneficenza. Le rendo poi
grazie del passo da lei fatto col signor abate Croce in favore del dottore
Fortunato Soli mio nipote, sapendo ben io quanto influsso possa avere la
di lui intercessione per ottener la grazia eh' io desidero. Il vedere che
cotesto signore ha mostrato qualche benigna propensione verso di me, mi
è stato di non lieve conforto. Saprei pure volentieri s' egli sia nipote di
chi una volta mi favori molto per 1' edizione dell' opere del Maggi e del
signor arciprete Croce, che era mio buon padrone. S'ella credesse bene,
gli porti i miei rispetti e ringraziamenti.
Ho inteso che il signor Carnovali, maestro di questa posta, ha fatto
di gran maneggi per questa agenzia, e spedi anche staffetta apposta al
signor conte Cristiani gran cancelliere. Anzi s'è detto per Modena, aver
egli ottenuto il pallio. Crederei bene che mio nipote meritasse d' essergli
-l'7'4'4] A DOMENICO BRIOHIKBI COLOMBI 4673
anteposto, si perchè può in persona visitare i beni di cotesti cavalieri, il
ohe a cagion del suo ufizio non sarebbe permesso all' altro, e si perchè,
essendo mio nipote dottore di leggi e curiale, si risparmierebbe un procu-
ratore per questi affari nelle occorrenze di ricorrere ai tribunali, lad-
dove r altro non può soddisfare a questo impiego. Per l' attività e onora-
tezza a lui certo non cede esso mio nipote. Intanto, io rendo a lei nuove
grazie per la continuata sua bontà e premura.
Vorrei poterle dare nuove del mondo che la rallegrassero. Ma non
son tali le venute da Milano, giacché da Torino non si lasciano venir
lettere. Voi per altro lo avrete saputo a quest' ora. Nel di 30 dello scorso
r armata sarda andò bravamente all' ore 18 ad assalir le trincee nemiche,
e per tre volte fu respinta. Durò il conflitto sino alle 2 della notte. La
mattina seguente tornò all'assalto, ma fu forzata a ritirarsi, inseguita poi
da" nemici, e sloggiata dal suo campo. Si ritirò essa indietro per cinque
miglia, chi dice verso Torino, chi alla montagna. Dicono essere stata non
una battaglia, ma un macello : e tante migliaia di morti dall' una e dal-
l'altra parte si contano, che a me paiono spropositi.
Dicono mancati 309 ufiziali del re sardo. Saranno meno! Che non si
'i sa cosa sia avvenuto del signor conte Pallavicini tenente generale: che il
marchese Clerici ne ha riportato due ferite: avere i due loro reggimenti
fatto maraviglie con restare disfatti: non avere i gallispani dato quartiere
a' poveri cont-adini. che mischiati co' veri soldati non aveano 1" uniforme
del reggimento : e bruciar essi le case dove non truovano persone. Cuneo
si va dicendo presa a di 3 del corrente col presidio prigioniero, consistente
in quattromila persone. Ma i più saggi noi credono, e iersera passò per
Modena nfiziale che diede per certo non essere peranche presa quella
piazza. Aggiunse ancora, che non si prenderà: ma questo par troppo.
Da Roma scrissero che per li 4 del corrente l'armata austriaca arri-
verebbe a Viterbo. Il punto sta in sapere se i napolispani le terran dietro :
Pare che tanti guai abbiano da fare sperare la pace nel prossimo verno,
se pur non si movessero potenze che raddirizzassero la bilancia.
Ella non parla di cotesto fuoco, né pur io ne farò parola. Non ho
veduto come il prussiano giustifichi la sua mossa, quando ha giurato di
nulla far contro la regina sotto qualunque pretesto. Noi abbiamo qui dei
guai di varie sorte. Desidero ch'ella non s'avvilisca in mezzo alle presenti
tempeste, e, con tutto 1' ossequio, mi rassegno, etc.
Sempre più si conferma che Cuneo non si è reso: anzi scrivono che
nella battaglia suddetta i sardi v' abbiano introdotte munizioni. La città
è ridotta in un mucchio di pietre.
Epittolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoL X, 286.
4G74 LODOVICO ANTONIO MURATORI [IT'-i-i-
4999.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Fiorano, 13 Ottobre 1744.
Archivio Soli Muratori '^R. Dibl. Est,), Modena.
Bene è che non si sia smarrita la scrittura consaputa, come s'è de-
gnata V. E. di farmi sapere : ma non so a che servirà di presente : perchè
qui abbiamo nuovi guai. Pena la vita Faver carteggio con chi è negli
Stati di Spagna, è già s' è dato principio al confisco di chi è col Padrone
serenissimo, e questo medesimo è intimato a gli altri sudditi, che son
fuori di Stato. Se entro un mese non ripatrieranno, contribuzion di da-
naro, legna, fieno, e paglia. Ha cominciato a passar di qua la procession
delle donne tedesche, che vengono da cotesto parti. Sicché paventiamo
altri flagelli. La speranza nostra è, che Dio vada disponendo le cose per
la pace; ma piacesse a Lui, che non restiamo prima disfatti. Certamente
voi altri signori siete vicini a scaricare altrove il mal tempo.
Qui gran materia è di discorsi, e riflessioni il tentativo fatto nel di 30,
dello scorso mese dall'armata sarda per isloggiar di sotto Cuneo i nemici.
In due colonne assalirono i sardi quei trincieramenti, e alle ore 22 riusci
loro di guadagnare un posto ; ma ne fu bentosto sloggiata dalla cavalleria
nemica con tal confusione che se non si fosse trovato il re stesso a ca-
vallo si sarebbe tutta sbandata. Ufiziale sardo con lettera del di 6 con-
fessa, che hanno ricevuto gran danno, ma non viene alle particolarità.
Solamente scrive ascendere il numero de gli ufiziali o morti, o feriti a 310.
Alcuni fanno morti quattromila persone di sardi, e altresì di gallispani.
Ma non può stare. Gli assalitori andavano contro a cannoni carichi a
cartocci, e però i più son feriti nelle gambe. Il tempo chiarirà meglio
questo affare, in cui certo il re, e la sua gente hanno mostrata gran bra-
vura, ma senza aver favorevole la fortuna.
Fu scritto, che nel di seguente i gallispani occupassero il campo,
dove era l'armata sarda. Ma non so se sia vero. So, ch'essa armata nel
dì 6, era alla Maddalena. V. E. cerchi nelle carte geografiche. Fu scritto,
che Cuneo s'era reso nel di 3. Le lettere suddette nulla dicono di questo,
e qui comunemente si crede insussistente questa partita. In un mucchio
di pietre è ridotta quella città. Credo d'aver scritto a V. E., che questo
p. cellerario mi pagò il danaro accennatomi; del che umilmente la ringrazio.
Va a finire la mia villeggiatura, e si tornerà a tirar qualche linea.
Cercherò il Basnage. Mi è venuto il Renaudot. Aspetto un altro libro,
che pure vedrei volentieri, e mai non viene. Le bacio la sacra porpora,
ed ossequiosamente, mi rassegno, di V. E.
-1*7441 AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4675
5000.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 20 Ottobre 1744.
BiBLionecA Comcbalk, Piacenza.
Finita è la mia villeggiatura. Pare che a signori romani abbia da
restar tempo da godere qualche ritaglio, partendone cotesta armata. Io
son ora persuaso che il signor principe • di Lobkowitz è mosso, o si mo-
verà a momenti. Già è venuto qui ordine di prepararci pel passaggio,
dopo qualche riposo, di 3 mila malati. Saranno meno. Intanto dalla Luni-
giana si sente andato colà un somigliante ordine.
E qui ogni di passa una processione di donne e carriaggi che vanno
alla volta di Carpi, Mirandola e Mantova.
Bisogna che i cittadini dieno loro da mangiare, e i buoi hanno fac-
cende.
Mi saprà poi dire V. S. reverendissima qual via terranno gli austriaci.
Se alla volta del Panaro guai a noi. Ma quando s'inviassero verso la
Toscana e tenessero lor dietro gli altri, pare che il flagello avesse a fer-
marsi in quelle parti. Ciarla spropositata è quella che s'è detta costi.
I signori grandi pensano a sé e non ad altri. Par loro anche di far molto
con dar da mangiare.
Non solamente Cuneo tuttavia resiste, ma dicono ancora, non essere
rinscito finora a i gallispani di prendere alcuno de' ridotti esterni, e che
avendone assalito uno sieno stati respinti con grave lor perdita. Che sia
riuscito al re di spignere in quella piazza mille tra soldati, artiglieri e
minatori. Che esso re coli' armata si sia trincerato a Fossano. Se la piazza
seguita di questo passo, converrà che gli assedìanti se ne ritirino, perchè
mancano di foraggio.
Ai cavalli si dà solamente orzo, che li fa gonfiare e moi'ire. Dicesi,
che ne hanno rimandati indietro alcune centinaia. Quel solo che dà ap-
pi'ensione ai sardi, si è la voce che 15 mila combattenti si aspettino in
breve dalla Provenza.
Ella saprà meglio di me le nuove della Germania. Donauwert preso
col ponte dal Sechendorf. Si tien per fermo che 20 mila sassoni sieno
marciati in favore della regina, e si vuole che la czara possa assalire gli
Stati del prussiano. Gli ungheri sono a i confini della Slesia. Oh quante
scene. Friburgo caderà.
Sarà bello il vedere proscritti i Riti ìnalabarici, e insieme l' opera
del padre Norberto.
4676 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'744-
Qui non s' è veduta bolla, e niuno probabilmente avrà la curiosità di
farla venire.
« Che mi dice V. S. reverendissima di una Pastorale del signor car-
dinale Querini per reprimere le insolenze del Gazzettiere Olandese? Più
proprio argomento di questo non si potea trovare per far ridere chi per
avventura fosse emulo, o poco ben affetto. Me n' è dispiaciuto. Guai, se
si scuopre chi ha manipolata la Critica Ereticale.
Sei scudi pel secondo tomo del M[useo] V[eronese] son bagatelle per
voi altri signori, che nuotate nell' oro. Ma per chi è maltrattato dalla
fortuna, come i poveri modauesi, non è da sperare che alcun di noi li
voglia spendere per tale acquisto. A lei, che ha museo, staranno bene ».
Aspetto in breve dalla di lei bontà Y avviso della via che teri'an co-
teste armate, perchè noi siamo qui in agitazione. E, rassegnandole il mio
ossequio, mi ratifico, di V. S. Revei'endissima.
5001.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, 21 Ottobre 1744.
Archivio Eredi Meloni, Carpi, edita [268].
Terminata la mia villeggiatui'a, truovo qui un foglio di V. S. colla
Secchia restituita. Non saprei qual altro libro somministrare alla di lei
erudita curiosità, se non fosse lo Spettacolo della natura. Quando ella
mandi persona sicura per consegnarglielo, l'avrò in pronto.
Nel dì 6 del corrente maturò un semestre del censo Pirondi. La prego
d'informarsi, come stia la lite fra i contendenti, perchè, quando vada in
lungo, non ho già voglia io d'aspettare, che mi paghino con tutto loro
comodo. E qui, rinnovando le proteste del mio rispetto, mi ricordo.
5002.
A FRANCESCO OONTARELLI in Ferrara.
Modena, 23 Ottobre 1744.
Archivio dklla Congriìgazione di Carità, Correggio, edita [272].
E finita la mia villeggiatura. Restituitomi alla città, qui ho ritrovato
quanto V. S. illustrissima e il signor Piccinini hanno scritto a mio nipote
intorno all'affare della signora Fiuci. Giacche s'è creduto, che non basti
il mandato, che fu inviato per poter vendere la casa d' essa signora, il
-l'7-4-4:l A FORTUNATO TAMBURINI 4077
qual pure qui si giudicava sufficiente, se n" è fatto un altro con tutte le
solennità occorrenti, che mando inchiuso. Circa la pretensione della di-
spensa, questa punto non occorre, e io prego la di lei bontà di assicurare
in mio nome il compratore: essendo la signora Finoi vedova, cioè padrona
di quanto ha. senza genitori, senza figliuoli, e senza altri parenti, può di-
sporre del suo, come a lei piace, né v' ha legge o statuto, a cui si abbia
a derogare. Costi ancora diran lo stesso tutti i leggisti.
Quanto al danaro, assolutamente essa signora Finci ha bisogno di
zecchini, o filippi, perchè qui si perdono 7 bolognini per ogni gigliato.
Perciò prego V. S. illustrissima di fare in maniera, che il compratore
iruovi buone valute, e che i zecchini sieno di peso, perchè dopo aver la
venditrice quasi si può dire scialaquato cotesto eflfetto. non venga ad aver
pregiudizio anche nelle monete.
Per altro, quando, per cagion de' gigliati, avesse da andare a terra, o
da differire il contratto, prego V. S. illustrissima di ultimar la faccenda,
e di fare lo strumento come si può.
Con che, ringraziando la di lei benigna attenzione per tutti i favori
compartiti ad essa signora Finci, passo a protestarmi, con tutto l'ossequio....
Voglia Dio, eh" ella non 3' abbia da muovere, né da sostituir altri per
favorirmi.
5003.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 27 Ottobre 1744.
Archivio Soli Muratori (R. BibU E$L), Modena.
Non potea essere più benigna, e cortese la lettera, che s' è degnata
la S. S. di farmi godere in risposta al mio umilissimo foglio. Con eccesso
di bontà, di cui probabilmente rari sono gli esempli ne' suoi predecessori,
è fin discesa ad informarmi di tutto quanto è per istampare del suo. Ho
ammirata una tanta degnazione, e benignità.
Ricordi V. E. a monsignor Livizzani il mio ossequio, e gli dica, che,
se gli s'apre la congiuntura, assicuri N. S.. che io mi son rallegrato a
nome del pubblico, all' udir quanto la S. S. ci fece sapere. Imperciocché
le cose sue formei'anno un corpo di erudizione ecclesiastica, e di qnella
spezialmente, che riguarda la pratica, e però di utilità ad ogni ecclesia-
stico, e spezialmente ai vescovi pel buon governo del lor gregge. Gran
risalto ancora daranno a questo corpo quelle, che la S. S. pensa di ag-
giungere per l'erudizione ecclesiastica greca. Insomma, si assicurerà presso
4678 LODOVICO ANTONIO MURATOKI [IT'-i-i-
i viventi, e i posteri la gloria non solo di un gran pontefice, ma anche
di gran letterato.
Questa non è adulazione, ma pura verità.
Veramente il tanto fuoco preso dall' erainentissimo Querini, credo non
provenga dal Gazzettiero Eretico, ma dal supposto, che da chi è obbligato
a rispettare sommamente la di lui dignità, e sapere, siano state sommini-
strate le freccie. M' è dispiaciuto assai, che egli non abbia tanta filosofia
da portar in pace, anzi da sprezzare quelle rane, che mai non saranno
bastanti ad offuscar in menoma parte il lustro delle sue virtù, e della sua
rara letteratura.
Mi rallegrerò se a V. E. riuscirà di trovar tanto tempo da formare
il consaputo ristretto, e apertura per parlarne a chi si dee. Di questa
grazia aggiunta a tante altre, che la sua benignità mi fa continuamente
godere le resterò sommamente obbligato. Per altro non so se non congra-
tularmi per vederla si piena di occupazioui, perchè sempre più comprendo
la stima particolare, che N. S. ha del di lei sapere e giudizio.
Un gran dire sarà stato ancora costi, allorché è giunta la nuova della
spontanea ritirata de' gallispani da Cuneo. Noi avevamo fondato su quel-
l'assedio di molte speranze. Dio vorrà, che i nostri guai non cessino sì
tosto, e forse egli fa il nostro bene, senza che noi lo conosciamo. Si starà
ora a vedere, che risoluzione prenderà il signor principe di Lobkowitz.
Certamente non c'è bisogno di lui in Lombardia, né par più probabile,
che, muovendosi, vogliano inseguirlo gli altri. Glorioso principe che è il re
di Sardegna. Era caduto malato d'itterizia il signor marchese di Ormea.
Ora dicono, che sta meglio. Anche in Boemia sembra che gli affari ab-
biano mutato aspetto. Sicché sempre più si scorge, che il mestiere di
predir 1' avvenire, non è cosa da noi.
Col bacio della sacra porpora, passo a protestarmi, ossequiosamente,
di V. E.
5004.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 28 Ottobre 1744.
K. Biblioteca Biccaroiana, Firenze, edita [245].
In risposta all'ultimo carissimo foglio di S. V. illustrissima io pre-
metto le congratulazioni con voi altri signori per la spontanea ritirata dei
gallispani da Cuneo. Questa avventura, si gloriosa pel re di Sardegna,
porta seco delle importantissime conseguenze per gli affari d'Italia. Si è
anche detto che. dopo l'aiuto de' Sassoni, la venuta del signor principe
Carlo, e degli ungheri, abbiano mutato aspetto le cose di Boemia. In-
-IT*-!-*] A DOMENICO BRICHIERI OOLOMIII 4679
somma, l' avvenire è un libro in cni ninno di noi sa leggere. I miei desideri
sono che tante scene aprano nel prossimo verno 1* adito a trattati di pace.
Vengo ora a noi. Terminata la mia villeggiatura, fai a rallegrarmi
col signor senatore Amor della consegnita toga. Mi parlò del signor di
lei padre, che aspirava al grado ch'egli abbandona, e mostrò molta stima
di lui. Ebbi nuova occasione di accrescere tal concetto di lui, ed anche
del signor suo figlio, con assicurarlo che avrebbe un buon amico, se fosse
favorevole ai suoi desideri. Godo che si sia trovata la medesima buona
intenzione nel signor gran cancelliere. Ma costi sarà il combattimento, ed
ella conosce il paese.
Maniera non c'è stata di scoprire a chi possa essere stato scritto per
l'agenzia Castelbarco, e però converrà dipendere dalla fortuna. In ogni
caso io professerò sempre somme obbligazioni a lei, e al signor marchese
reggente, i quali han fatto il fattibile per favorirmi. Veggo la spesa oc-
corsa nel porto della balla, e mi son rallegrato in intendere che potrò
pagare essa somma coi tre ungheri del Renaudot al p. domenicano di
lei fratello in Bologna. Soddisfarò, in prima occasione che mi si presenti, a
questo dovere. E sappia V. S. illustrissima che ho anche ricevuto da
Ginevra il Bingham; laonde potrà restituire il suo al signor Forlosia,
accompagnato dai miei rispetti e ringraziamenti per la sua generosa bontà.
Mi toccherebbe pure il core, se ricevessi la nuova che il nostro
signor Gaspari avesse sortito l'intento suo, o almen trovato costi qualche
nicchio confacevole al merito. Ma questi son tempi molto imbrogliati, e
pur troppo non mancheranno costi degli avversari.
Ella, non dubiti, avrà da me una copia del Paraguai, quando quel
poco fedel cavaliere m'abbia smarrita l'altra copia che le inviai. Già nel-
r altra mia precedente le scrissi quanto mi occorreva per li tomi venuti.
Ma inviarli, senza quei che ha il signor Bertolani, non mi par bene.
Costà ha da capitare, se non è capitato già, il p. d. Giuseppe Tori
teatino, figlio di un mio singolare amico, e bell'ingegno destinato pel suo
collegio in Polonia. Verrà a trovarla per avere indirizzi nel passaggio
che oggidì sarà fastidioso verso quelle parti. La prego di assisterlo con
parole, dovunque gli occorrerà.
Mia disgrazia è stata che non sia andato innanzi il progetto della
stamperia del p. Ziegelbaur. Forse torneran 1' ossa al suo luogo. Il signor
Brucher che, senza conoscerlo io, ha dato fiori in Augusta la mia vita e
il mio ritratto, mi scrive che gli mandi copia delle mie due operette, che
vedrà di trovar, se può, chi le ristampi. Se mi capiterà occasione le in-
vierò. Caso che occorressero a lei notizie, le somministrerò. Non mi
prenderò alcun pensiero delle obbiezioni fatte alle Iscrizioni.
Si serva pur ella della novella scoperta, in cui si tratta di sacri
riti greci. Io mi son ridotto a pensare unicamente alla Liturgia Romana,
4G80 LODOVICO ANTONIO MURATORI [ 1 '7-4:4-
e né pur aon contento di tale argomento, perchè trattato da troppe per-
sone. Per li Difetti della Giurisjirudenza lascerò pensare a lei, che quando
potrà e vorrà, comparirà in campo.
Finora non si sente che il signor principe di Lobkowitz si sia mosso.
Tutte le apparenze nondimeno indicano che sia per muoversi, se pure il
non esservi più bisogno di lui in Piemonte, non gli facesse mutare idea.
Con tutto l'ossequio, mi ricordo, etc.
Le lettere del 28 di Roma dicono non peranche mosso il signor prin-
cipe, e dubitarsi se si muoverà. Che parevano disposti i nemici ad at-
taccarlo; ma che. per mancanza di foraggi, non può certamente fermarsi
in quel campo. Parte del bagaglio e lo spedale già s'è inviato innanzi.
Staremo a vedere cosa egli risolverà.
5005.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 3 Novembre 1744.
Biblioteca Comonale, Piacenza.
Allorché passò di qua il corriere che portò la liberazione di Cuneo,
pure i geminiani, per una settimana sono stati increduti. Credo, che si
sieno, poi disingannati.
Ne' foglietti di Pesaro c'era la resa nel di 18. Vegga che capitale si
può fare di simili carte.
Ancor qui si parla che s'abbia a cantare il Te Deum per un avveni-
mento che è stato ben gravido di somme conseguenze.
Può [capire] V. S. reverendissima che il nostro interesse ci i-ende ben
curiosi di sapere, se pur sia per muoversi, e come si muoverà, e verso qua!
parte il signor principe di Lobkowiz, perchè non vorremmo delle sue
visite. Sarà anche un brutto imbroglio ed aggraverà la venuta di tanti
malati, il riposo e passaggio de' quali già ci è stato intimato.
Oltredichè prevediamo un quartiere ora che noi supponiamo passati
i gallispani di là da i monti. Glorioso principe che è ora il re sardo,
quando pareano i suoi affaiù in cattivo stato.
In Boemia sembrano aver mutato aspetto le cose. Ora dicono avere
gli austriaci ricuperato Tabor, e restar la sola Praga in man del prussiano.
Le ultime lettere di Prancoforte dicono sparsa voce di una battaglia in
Boemia, ma senza caperne alcuna particolarità.
La credo una ciarla. Ma non è improbabile che possa seguire, e
questa deciderebbe.
-i'?'44] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4^»81
Sono entrati i bavaresi, e. a riserva d' Ingolstadt, tutto quel paeie è
tornato al suo sovrano. Non so se anche Braunau resista.
Converrà che gli austriaci tengano un corpo a i confini dell' Austria.
0 presto o tardi credono i franzesi che Friburgo abbia da cadere, perchè
non ispera soccorso.
«Un'uomo degno s'è perduto in monsignor Lucchesini. E chi met-
teremo in suo luogo? E stato a vedermi il signor dottor Pozzi medico di
Nostro Signore. Mi ha esibito condurmi ad Limina. Ma è passato il tempo.
Per me non acquisterò l'opera del padre Catalani, che dee ben pas-
sare costi per uomo eteroclito, da che rifiuta benefizi, ed è sì sprezzante
anche nel resto. Si guardi, che noi mandino allo spedale cotesti si avidi
cacciatori di quelle buone merci ».
Mi ha V. S. reverendissima fatto conoscere un Annibale. Se ne farà
di queste, non gli mancherà il fine.
Con ringraziarla di tutti i suoi favori, ossequio.samente, mi protesto,
di V. S. reverendissima.
5006.
ALLO STESSO in Roma.
Modena, 10 Novembre 1744.
Biblioteca Comusalk, Piacenza.
Tenevo io per fermo che V. S. reverendissima non si ricordasse più
dell' incomodo patito alla gamba. Mi duole ora assaissimo all' intendere
rinnovata la guerra, e che bisogna starsene alla ritirata, e quand' ella è
chiamata si sovente fuori da suoi interessi e doveri. Dio voglia che non
tardi la guarigione.
Sono di molta importanza le nuove, di cui mi ha ella favorito, ma
le riceviam con batticuore, per timore che il temporale in moto venga a
terminar sopra noi. Se il signor principe andasse in Toscana, e gli altri
tutti gli tenessero dietro gli converrebbe far alto. Ma sento che i napoli-
tani non ne vogliono di più. e gli spagnuoli son troppo pochi. Intanto
van qua giungendo ufficiali e cavalli, e si piantano per le case de' conta-
dini a discrezione, né comandante v' ha a cui ricorrere.
Dappoiché la scena di Cuneo è terminata, su cui si fondavano varie
speranze, a noi più non importa di saper nuove del Piemonte.
Tuttavia le dirò che lettera del di 30 dal campo sardo, porta che i
gallispani aveano lasciati 7000 fanti a Demont senza sapersi, se vogliano
difenderlo, o pure farlo saltare. Truppe e villani aveano prese le sommità
dei monti per far danno a i fuggitivi. Si scorge ora che non era quel che
si dicea l' armata gallispana. Qui è stato detto che in Piemonte vi sia
4682 LODOVICO ANTONIO MUHATORI [l'744-
la mortalità di bestiami. Ci mancherebbe ancor questo flagello. La pros-
sima domenica si canterà qui il Te Deum, non so se con buon cuore
da tutti.
Credo insussistente la sparsa voce di una battaglia seguita in Boemia
senza sapersene l'esito. Alcuni lo argomentano contrario al principe Carlo,
perchè sarebbe venuto corriere. Dal prussiano non può venire. Le inven-
zioni e bugie sono alla moda. S' è saputo che un furbo parmigiano seppe
far credere [ciò] in Venezia all'ambasciatore di Spagna, che andò poi
ne' foglietti, e ne cavò un regalo. Per simili truffe esso è conosciuto qui.
Le ultime lettere portavano presa parte del campo coperto di Fri-
burgo, con aver sacrificato 1200 pei'sone. Il re era ito colà. V ha chi du-
bita che i franzesi prendendolo lo terranno per loro L'imperatore era in
Monaco, ed Ingolstadt bloccato. Converrà che gli austriaci tengano un' ar-
mata per difesa de' confini dell' Austria. Sempre più calavano ungheri
verso la Slesia, e vi accorrevano anche dalla Polonia truppe di iilani.
Sarebbe bella che la Slesia tornasse all' antico padrone.
Intanto la pace sembra più lontana che mai: il che ci fa sospirare
non poco.
La prego di conservarmi il suo stimatissimo amore, ed ossequiosa-
mente, mi rassegno, di V. S. reverendissima.
5007.
A MARIANGELO FIACCHI in Ravenna.
Modena, 10 Novembre 1744.
Biblioteca Cl,assen8e, Hnvenna, edita [189].
Saran circa due mesi che inviai a Bologna i tomi finora pubblicati
de' miei Annali de' quali non ho più sentita nuova da V. P. Mi occorre
ora di scriverle, che le significai di far pagare il danaro al signor Paolo
Febrari : ma perchè io intendo eh' egli dismetta il negozio, e torni a Mo-
dena fra pochi giorni, però la prego di trovare ella quivi persona, che
riceva il danaro con ordine di consegnarlo a chi io le accennerò. Sarebbe
ben pagato al signor d. Francesco Vandelli, che fatica in quell" istituto :
ma sarà forse difficile il trovarlo, né io so la sua casa. M' è giunto il
tomo VII; ma aspetterò di mandarlo con gli altri due, che restano. Con
che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V, P.
Mi sovviene, che può darsi il danaro al reverendissimo padre don
Gian Grisostomo Trombelli, abate di s. Salvatore in Bologna.
-1*744] AD ADAMO PIVATl 4683
5008.
AD ADAMO PIVATI in Padova.
Modena, 13 Novembre 1744.
Biblioteca del Skmiiiario, Padova, edita [119].
Per mezzo del signor abate Gherardi, mi ha regalato il signor Gio:
Brunacci del suo libx'o de re nummaria Patavinonim. Supponendo io, che
l'autore si trovi costi, prego V. S. illustrissima di portargli i miei rin-
graziamenti per questo dono, e di dirgli che merita lode la sua erudizione,
ma non saper io se la meriti la critica esercitata contro di me. Non già
che non sia lecito a chicchessia il criticare anche gli amici, non che gli
altri: ma è la maniera, che può esser biasimevole. Che un altro abbia un
sentimento diverso dal nostro, non abbiam ragione di lagnarcene: ma se
egli, alla diversità del sentimento, aggiunge lo sprezzo, allora si può avere
giusto titolo di dolersi di un si indiscreto amico. Vegga alla pag. 51, con
che garbo egli mi ferisca; dixerim ego, voluit. Quand'anche con sì mo-
deste parole avessi fallato io, credo che egli non mi avesse a trattare
cosi. Tanto meno poi avendo egli qui il torto, e non io. Allorché io feci
quella mia dissertazione non v' era che la prima edizione del Du-Cange.
Presso di lui canova non è altro che la cantina. Camera il fisco. E pure
egli prese il feiuìum cameràe. Tanto è chiaro questo suo errore che i
padri Maurini nelle giunte, e correzioni del Glossario hanno poi spiegato
cosa sia feudum canavae dilFerente dall' altro colla giunta segnata con -~.
Questa giunta non la poteva io né vedere né immaginare, poiché la ri-
stampa fu fatta, dappoiché io avea fatta la mia Dissertazione. E però
sempre è vero, che il Du-Cange fallò, ed io potei dire quel che dissi, e
correggerlo modestamente, siccome ancora hanno fatto i Maurini. Se poi
sia modesta la censura del signor Brunacci lascerò ora considerarlo a lei :
e massimamente essendo egli andato a pescare questo punto, che nulla
avea che fare coli" argomento suo. Mi critica ancora alla pag. 83, sopra il
sigillo di Azzo marchese: e a torto. Gli dica che nel 1390 ninno degli
Estensi s' intitolava Marchese di Ancona. Lo stesso marchese Alberto si-
gnor di Ferrara e capo della Casa, non usava questo titolo. Quanto meno
queir Azzo, che egli cita, che veniva di linea cadetta ! Gran tempo era,
che gli Estensi aveano dismesso questo titolo. Mi critica perchè attri-
buisco a Padova una moneta, dove é un solo P. con dire, che può es-
sere di Parma. Piacenza, etc. Non contro di me. ma del signor Colaz-
zara se la doveva egli prendere, perch'egli l'ha posta fra quelle di Padova:
ed altro non ho fatt'io, che seguitar chi da me era creduto ben inten-
dente delle cose della sua patria.
4681 LODOVICO ANTONIO MURATORI [±*7'4:-4t-
Similmenle mi credeva io d' essermi acquistato qualche merito presso
i signori padovani coli' aver pubblicato tante storie, che forse voi altri
signori non vi sareste arrischiati mai a stampare. Invece di ringraziarmi
per questo, il signor Brunacci si duole, per non aver io dati i Gatari nel
lor materno linguaggio: senza badare aver io ciò fatto affinchè anche gli
oltramontani, i quali certo non han voglia d' istudiare il dialetto Pado-
vano, possano leggere quelle storie degne d' esser lette da ognuno. E nulla
avendo io alterato nella sostanza i sentimenti di loro secondo i testi, de
quali mi son servito: che importa se non s" è ritenuto anche il linguaggio?
Insomma io mi credeva di avere nel signor Brunacci un amico in ricom-
pensa di queir amore, e stima eh' io a lui professava, né lascerò per questo
di professargli : ma chi leggerà quel suo libro, diversamente crederà.
Pertanto, sia cura di V. S. illustrissima di pregarlo, che, seguitando
egli i suoi studi, non dimentichi la modestia nelle sue censure, e, sovra
il tutto, allorché si ti*atta di amici. Con che, rassegnandole il mio inviolabil
ossequio, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
5009.
A N. N.
Modena, 13 Novembre 1744.
Akchivio Comunale, Modena.
Sarebbe pur felice il mio trattatello delle Missioni del Paragual, se
tutti lo leggessero con gli occhi di V. S. illustrissima. Certamente i be-
nigni complimenti eh' ella mi ha fatto godere per questa operetta, mi sono
stati di molta consolazione, e per essi io sommamente la ringrazio. Egli è
da desiderare che Dio mantenga quella si mirabil vigna. Ma gran per-
dita é stata quella di 24 gesuiti periti in mare nell' anno presente nelle
vicinanze di Buenos Ayres. Mi conservi V. S. illustrissima il suo benigno
amore, mi raccomandi, e mi creda, quale, con tutto l'ossequio, mi protesto,
di V. S. illustrissima.
5010.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 17 Novembre 1744.
BiBiiioTECA CoMOHAbB, Piacenza.
All' ultimo benigno foglio di V. S. reverendissima mi dispiace bene di
non potere contraccambiare le nuove. Altro non le dirò che, essendo stato
-1*744] A CKSAHK Kit OSSOSI V>X'>
qui a pranzo oggi V eminentissimo Qoerini, ed avendolo nccompagnato per
quattro miglia verso Reggio, mi ha egli detto d'aver trovati accampati a
Foligno circa tremila austriaci, e che il loro grosso era a Viterbo. Non sa-
persi se verranno o a dirittura verso queste parti, o pure in Toscana. Tutte
nondimeno le apparenze sono che alla volta di qua per nostro flagello.
Nelle nostre ville del basso si fanno magazzini di fieno, legna e paglia.
E i signori austriaci hanno intimato a Ferrara, che dee essere terra di
lor giurisdizione, il quartiere di 2000 cavalli. Reggio per noi sarà, se gli
altri terran loro dietro. Come poi possano assicurarsi della quiete della
Toscana non si sa bene intendere. La Francia non vorrà. Da essa, credo
bene, che gli spagnuoli .si tengano per burlati.
Le ultime lettere di Vienna non parlano di battaglia alcuna. Ivi si
gode pace, come se guerra non vi fosse. La verità è che si fa testa al
prussiano, e non sono mal fondate le speranze di ritorgli la Slesia. Se ciò
avvenisse increscerebbe meno il cedere altri paesi.
Chi parti da Roma ciò fece senza veder la faccia. Ho inteso tutta la
lite, uditi tutti i biglietti corsi, ed ho saputo chi è il vero reo.
Voi altri signori ridete di queste scene, perchè non ponderate il gran
male che vei-rà alla Chiesa di Dio per si fatti disordini. Si studiano al-
cuni di far comparire una bagatella quanto è accaduto a M[onte] Mario.
Curiosa è bene la storicità de gli orologi. Ne aveva bisogno quella
povera gente, perchè non ha saputo in addietro, che ora fosse.
Ho letta la bolla de Riti malàb[aricij. Conosce ognuno chi sieno. Tras-
gressori: ma nulla vi ha che punga, e si sono adoperati buoni rimedi
contra chi non obbedisce. Passò per Bologna monsignor Cerati, né volle
veder la patria e Modena. È tornato con gli occhi sani, mercè di un bravo
oculista di Parigi. Desidero io che anche V. S. reverendissima in breve
possa far le sue passeggiate, e, rassegnandole il mio inalterabile ossequio,
mi confermo, di Y. S. reverendissima.
Avrei pur caro che monsignor di Thun passasse di qua. Ma proba-
bilmente, per la fretta, sarà andato alla più corta, tirato da quel boccone.
5011.
A CESARE FRASSONI in Finale.
Modena, 17 Novembre 1744.
Archivio Soli Muratosi (£. BibL £>(.), Moden».
Quando pur V. S. persista nel desiderio di voler colonia d* Arcadi
l'accademia, che si progetta d'istituire costi, io non mi ritiro dal far
4686 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*7-44-
que' passi, che saranno in mia mano, in Roma. Prima nondimeno di far
altro, necessaria cosa è il misurar ben lo forze di chi ha da comporla,
affinchè si scorga, se ne verran frutti, che, occorrendo, possano far buona
comparsa fuori di costi, e in Roma stessa. Poscia bisogna unir tutti i
candidati e formar la risoluzione coli" assenso di tutti. Ciò fatto, ella mi
scriva, che allora mi adopererò per servirla. Con che, riverendola di vero
cuore, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
5012.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA * in Ferrara.
Modena, 18 Novembre 1744.
Raccolta Azzolini, Roma edita, [259],
Dal signor abate Varani mi furono confidate le premure di V. E.
Il mio desiderio di servirla è grande, ma la mia fortuna è poca.
Per quanto io abbia potuto cercare, non truovo persona abile per quel-
l'impiego, trattandosi spezialmente di chi cinga spada. Un solo c'è in cui
concorrono tutte le qualità, che si ricercano, esercitato nel mestiere, di
bella presenza, di buon carattere, di molta saviezza. Gli ho dato l'assalto
con pregarlo del segreto. M'ha risposto di essere al servizio di questo
magistrato, e adoperato in varie commissioni : cosa eh" io sapeva. Ma ha
soggiunto d'aver presi due grossi affitti per ingegnarsi, e però non poter
accudire alla mia proposizione, ancorché ne conosca il valore. A me dunque
sommamente dispiace di non aver maniera di soddisfare al genio del-
l' E. V.
Non lascierò per questo di usare altre diligenze per l' ansietà, che ho
di farmi sempre conoscere, quale, ossequiosamente, mi protesto.
5013.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 19 Novembre 1744.
R, BiBLioTKCA RiccAiiuiASA, Firenze, edita [245],
In risposta all'ultimo carissimo foglio di V. S. illustrissima, le dico
d'essere restato sorpreso all'udire che possa mancare al signor principe
* Questa lettera è priva d'indirizzo, ma lo si deduce dalla lettera 3948, la quale
a sua volta, si collega con la lettera 5026.
^l'?'^^] A DOUKNIGO BttlGHIKUI COLOMBI 4687
di Lichtenstein il tomo III delle Iscrizioni. Tanto ho fatto cercare fra le
mie lettere, che s' è trovata quella dell' A. S. a me scritta da Vienna li
17 giìAgno 1741, in cui mi dice d' essergli capitate le due copie del tomo
terzo delle Iscrizioni inviatemi a Parigi, con ringraziarmene per sna be-
nignità. Io sono dunque a pregare la di lei bontà che con tutto eoo co-
modo procuri di chiarir questo fatto, per cui prnovo della pena. Se non
avessi trovata la lettera suddetta temerei d'aver mancato io, ma questa
mi assicura che le due copie andarono: se occorresse, manderei la stessa
lettera.
Oh mi son bea rallegrato all' udire che sia comparso costi il signor
Bertolani. La prego di portargli i miei rispetti e complimenti e d'inten-
tendersi con lui per cotesti sfortunati tomi: cosi li chiamo, perchè Dio sa
quando si potranno inviare a Dresda. Gli dica ancora che, se mi accen-
nerà il mio debito, pagherò.
Per conto delle Missioni non metta V. S. illustrissima in questo conto
i Protestanti; essi, è vero, istruiscono i barbari in que' luoghi, dove son
padroni, ma di più non fanno. Io parlo d'andare a predicare Cristo fra' bar-
bari non sudditi, con pericolo di lasciarvi la vita, come è succeduto in
tanti luoghi delle due Americhe, nella Cina. Tunchino, Siam, Penjab,
Malabar, Persia, Gicgia, etc. Ne fanno di queste i protestanti? Bisogna
ch'io le dica un mio rammarico. Non m'imbarcai a pregar lei dei suoi
ufizi per questi debiti camerali, senza parlarne al primo dei ministri mo-
denesi, che compongono la giunta, con dirgli che era necessario ricompen-
sare chi si adoperasse per questo. Mi disse che scrivessi pure, e lasciassi
la cura a lui per la ricompensa. Più volte m'ha ratificata la stessa pro-
messa. S'è cominciato a pagar qualche poco i creditori. In questa prima
volta nulla s'è veduto per lei. Ne ho fatta doglianza.
Torna a dire che al secondo pagamento adempierà la promessa. Voglia
Dio che non mi burli I Al fine di questo mese ce ne chiariremo. Se mi
farà questo tradimento, ne avrò gran dispiacere.
Monsignor di Thun si preparava per venire all'elezione del nuovo arci-
vescovo di Salisburgo. Avrei caro che a lui toccasse questo boccone. Già
saprà che il signor principe di Lobkowitz si parti, ed era a Viterbo. Le
appax'enze sono che voglia venire ad accrescere i nostri guai, e tanto più,
se gli spaguuoli, come si crede, vorranno inseguirlo. Gli equipaggi con mille
soldati di scorta erano pervenuti a Fuligno. Il re di Napoli, dopo essere
stato ad inchinare il papa, se n'è andato a casa. Non sappiamo finora che
risoluzione abbiano preso i franzesi di Demont. Se la regina potesse ri-
pigliare la Slesia, noi ci figuriamo più facile la pace. Oh ! Dio ce la mandi.
Noi certo siam qui in affanni pel timore delle suddette armate.
Con tutto lo spirito, mi rassegno, etc.
4688 LODOVICO ANTONIO MUEATORI [lT-44-
5014.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Siena.
Modena, 20 Novembre 1744.
Biblioteca GAMBALUNaiiiANA, Rimini, edita [204],
Mi giunge il Filobasano ripubblicato ed illustrato da V. S. illustris-
sima. Sommamente obbligato mi professo alla di lei generosità di questo
dono. Se si stamperanno due mie cosette, non mancherò di soddisfare in
qualche parte alla mia gratitudine. Con tutto piacere ho letto tutto quel
che riguarda l'accademia de' Lincèi, perchè fa grande onore alla nostra
Italia, e massimamente trattato con tanta erudizione. Ho anche letto varie
sue annotazioni giudiziose. Ma che avran detto i signori Sanesi dal veder
ivi vilipeso il povero Mattiolo? Veramente pare, che si dovessei'o trattar
con più indulgenza i primi, che hanno cominciato a sboscare una selva.
Se non han fatto tutto, se si sono anche ingannati, hanno nondimeno aperto
il cammino, ed aiutati i posteri a far meglio, Il Baronie, il Sigonio non
han sempre colpito, hanno anche non pochi falli. Pure abbiam loro delle
grandi obbligazioni. Lo stesso è da dir degli antichi.
Noi slam qui con timore che crescano i nostri guai, per le armate
che sono in moto, e, secondo le apparenze, s'inviano a questa volta. C'è
alcuno, che tiene ancora, che possano accostarsi alla Toscana. Dio ve ne
guardi. Ella avrà imparato alla sua patria, che pesanti ospiti sieno questi.
Ho saputo che monsignor Cerati tornato da Parigi, Inghilterra, Olanda,
Sassonia, etc. dice che l'accademia di Parigi è alquanto decaduta per
poca avvertenza del cardinale di Fleury. Ne gli altri paesi ha trovato
uomini eccellenti. Ella ha gran concetto de' poveri italiani viventi. A me
pare, che la nostra fortuna sia di molto abbassata.
Con che, rassegnandole il mio inviolabile ossequio, mi confermo, di
V. S. illustrissima.
5015.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 23 Novembre 1744.
Archivio Tacoli, Modena.
Ne' giorni addietro ho fatto portare in casa del signor marchese Fon-
tanelli due copie del tomo II del Dizionario Veneto, indirizzate a V. S.
illustrissima. Il prezzo di cadauna è di lire dodici e bolognini 16 nostra
-1*7 44] A VITTORIO DA CAVA LESE 4680
moneta. La prego io di far pagare con sollecitudine qaeslo danaro, e po-
trebbe darlo al signor Fortunato Altimani presso la signora Paradisi. Ella
si ricordi del resto del primo tomo. A me preme d'essere diligente col
libraio di Venezia. Con che. rassegnandole il mio costantissimo ossequio,
mi confermo.
5016.
A MATTEO MELONI in Carpi.
Modena, i5 Novembre 1744.
Architio Ebkoi Mxlovi, Carpi, edita [298].
Non so perchè mai non sia giunta a V. S. la mia lettera, che fu por-
tata alla solita bottega dell'altre volte. In essa io le dicea d* aver ricevuta
la Secchia restituita. Ed avendomi ella chiesto un libro, le aveva io esi-
bito Lo spettacolo della Xatura, purché mandasse persona sicura a pren-
derlo. Le ricordava ancora, che sul principio d'ottobre era maturato un
semestre del censo Pirondi. e che avrei desiderio d' essere soddisfatto. La
pregai nello stesso tempo di dirmi, come passasse la lite fra il Pirondi e
l'altro della Concordia. Tutto ciò le ratifico ora. E, riverendola caramente,
con tutto lo spirito, mi confermo.
5017.
A VITTORIO DA CAVALESE in Trento.
Mutinae, VI Kal. Decembris ^MDCCXLIV.
Archivio Soli Muratosi (fi. ISibU Est.), Modena, edita [77].
Antequam ad quaestionem. quam mihi proposuisti, doctissime pater,
respondeam. habeo quod tibi gratuler, nompe elegantiam latini sermonis,
quam in litteris tnis deprehendi. Hanc laudem, quam saepe negligunt ho-
mines scholasticae theologiae addicti. tu vero eximiae doctrinae tuae ut su-
peradderes, enixe curasti ; in te propterca uti nobile ornamentum suspicio.
Te hactenus fateris ab improbando voto sanguinario cohibitum, quod ani-
madverteris, sanctum Augustinum sensisse. non licere mentiri vel quum
de propria seu alterius salute agitur. Obstetricibus vero Judaeis mortem
potius fuisse tolerandam quam in mendacium incurrere, easque. si hanc
oh caussam vitam dedissent, praemium in coelo fuisse expectaturas. Atqui
incertum est. an offìciosum mendacium, ubi nomo laeditur, aut salus ali-
cujus quaeritur, sit peccatum; quam in rem patres quosdam commemorae.
Ergo Aujustinus laudabile censuit mortem oppetere prò re minime certa,
Bpistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. 29&
4690 LODOVICO ANTONIO MUilA-TORI [1*744-
ad religionem spoetante, Haec si bene mentem tnam sum assequutus, mihi
visa est sententia tua. Paucis respondeo. Non incertnm, sed certum, immo
certissimum fuit s. Angustino, quodlibet meadacium, si iocos excipias, esse
peccatum grave, aut saltem veniale : quam in rem ipse Divinas scripturas
adferebat, et adferri etiam possunt rationes Theologiae natwalis, atque
Moralis, quibus mendaeium fallendi caussa adliibitum, uti ex sua natura
raalum, et virtuti veracitatis oppositum, damnatur. Hoc posito, consequens
erat, ne prò salute quidem propria, aut alicuius licere mentiri, et qui, ne
mentiretur, hoc est, ne peccaret, mortem sustineret, coelo esse donandam,
Verum ais, minime hoc visum nonnullis patribus. Poteras et addere com-
plures theologos, qui peccatum nullum agnoscunt in euntibus contra mentem
propriam in quibusdam circumstantiis; ncque enim censent, tunc j'jrqpriMm
occurrere mendaeium, Sed quid inde? Nunquam consequitur, Augustinum
censuisse laudabile aut licitum prò re incerta mori. Immo, id adeo certnm
ei videbatur. ut, quemadmodum in tot aliis casibus, ubi agitur de peccato,
non solum laudabile, sed necesse est dare vitam, ne peccemus: ita et
mortem eligendam crediderit ad evitandum mendaeium. Qui vero seeus
sentiebaut, credendo ex impropriis mendaciis nullum exurgere peccatimi.
ii eerte non tam hebetes fuere, ut vitam putarent esse in iis casibus
daudara, quam officioso mendacio servare poterant.
Quid autem haec ad Votum sanguinarium faciant, piane non video.
NuUus heic peccati metus, quum nomo peceet, sive hanc sive illam ample-
ctatur sententiara, ac propterea nemini de evitando peccato restat sollici-
tudo. Rursus s. Auguslino, ut alia praeteream, loca saerarum litterarum
aderant, quibus sino ullo discrimine mendaeium uti malum damnabatur,
et e quibus is certitudiìiem suae sententiae deducebat. At in casu nostro
quamdam mihi certitudiìiem ostendas? Nulla e divinis seripturis rite petitur;
immo, apostolus contrarium tradere videtur. Nulla ex traditione patrum;
immo haec ex adverso pugnat. Quid plura? Incertam uti'amque senten-
tiam hactenus agnoverunt. summorum pontificum decreta, ut optime nosti,
quanquam uni potius quam alteri favorem impertiant. Sublata autem adeo
evidenter certitudine sententiae, hoc unum superest, non licere prò in-
certo bono commutare certwn vitae nostrae bonum. Hanc servare et non
prodigare, a Deo iubemur, non autem praefraele sequi hanc aut illam
incertam sententiam. Denique animadvertas velim, multum diseriminis in-
tercedere inter sententias mere speculativas incertas et murales incertas.
Quameunque e primis eligas peccati immunis es. At morales actionem
saepe exigunt. Si tutior ac probabilior nobis creditur sententia, in ea
actione peccatum agnoscens, tunc certe ab ea abstinendum. Augustinus
autem non solum probabiliorem, sed certiorem arbitratus est sententiam
suam; ac proinde cogebatur mendacia illa improbare, et mortem potius in
necessitate eligendam statuere.
-IT^-i-i] A NICOLA TACOLl 4091
Haec babai amantissime pater, quae ad tuas difficultates. tanta modestia
propositas, reponerem. Tuum nunc erit decernere, au in iis sit satis ro-
boris. Restat igitur, ut, quando me amare eoe piati, amare nnnqnam me
desinas. Hoc te etiam atque etiam rogo: meo enim erga te amori et ob-
sequio nunquam finis erit. Vale.
5018.
A GIUSEPPE PEGGI in Siena.
Modena, 27 Novembre 1743.
Akchivio Pkgci, Siena, edita [làU],
A me ei'a ben noto ebe il signor dottoi'e Bianchi si trovava in Ri-
mini, ma non sapeva già che egli avesse abbandonata cotesta lettura.
Giacché è cosi, m'immagino che voi altri signori l'avrete veduto partire
senza lacrime, perchè non m'era ascosa la poca armonia che passava fra
Ini e molti di cotesti letterati. Quanto a V. S. illustrissima, son corto
ch'ella egregiamente soddisfa al proprio dovere nella sua cattedra. Ma sa-
rebbe da desiderare che trovasse anche qualche argomento da trattare,
per cui cominciare anche fuori di Siena ad esser conosciuto il di lei fe-
lice talento. Mi conservi ella il suo benigno amore, con sicurezza del mio.
Con che, rassegnandole il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illu-
strissima, etc.
5019.
A NIGOLA TAGOLI in Reggio.
Modena, 30 Novembre 1744.
Akchivio Tacoli, Modena.
Se V. S. illustrissima m'iuvierà la nuova sua Raccolta che è ben
cresciuta assaissimo, io procurerò di rubar del tempo alle mie occupazioni
per leggere, ed esaminare, questa sua fatica, per cui le resteranno, a mio
credei-e, obbligati i suoi concittadini.
E qui, rinnovando le proteste del mio ossequio, mi confermo, di
V. S. illustrissima.
4G92 LODOVICO ANTONIO MUHATOEI [1*744-
5020.
A DOMENICO BRIGHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 1 Dicembre 1744.
B. Biblioteca Biccaboiana, Firenze, edita [245].
Qualche posata dovette certamente fare il foglio mio, a cui V. S. il-
lustrissima coir ultimo suo a me pervenuto, risponde. Le finezze da lei
compartite al padre Tori erano già state da lui notificate al signor suo
padre, che è qui uno dei ministri camerali. Conosco ch'ella è mirabile in
tutto, quando si tratta di favorir me, e comprendo sempre più quanto sia
la di lei attività negli affari. Se il buon religioso (e l'ho udito con di-
spiacere non meno io che il degnissimo suo padre) non ha soddisfatto
a' suoi doveri con lei, non me ne maraviglio, perchè essi religiosi tutti dati
a Dio, non istudiano molto il rituale de' secolari. Sarà egli stato occupato
in visite più alte. Ora io sommamente ringrazio la di lei bontà, per tutti
i favori a lui compartiti, e la prego di portare i miei più divoti ringra-
ziamenti anche al signor marchese reggente Cavallo, che, anche senza es-
sere pregato, mi fa godere tante grazie. L'aver ella poi promesso il Pa-
raguay al padre Guarini con lettera si ben concepita, è stato un bello, e
spero anche utile ripiego della di lei prudenza. Ma per conto dei tomi,
Dio sa quando mai si potranno inviare, per tanti torbidi che sono in volta.
Pazienza, nondimeno ! Verrà ben quel dì ! Intanto mi son rallegrato non
poco perch'olla abbia trovato il nostro signor Bertolani, abbia concertato
seco la legatura de' libri, e sopi'atutto m'è stato caro l'intendere, ch'egli
darà il conto del mio debito, e che si troverà maniera ch'io paghi qui,
perchè mi esenterà da imbrogli, a' quali io son disadatto, e poco tempo ho
da pensare. Quanto al dottor Soli mio nipote, altro non ho che dire, se
non che le resto tenuto, perchè vada rinfrescando la memoria di questo
affare al signor abate Croce. Sarà quel che Dio vorrà ! Ha ella fatto
quanto era in sua mano. Staremo a vedere a chi toccherà la palma. Nel
signor abate spero buon volere, ma Dio sa se in lui sarà tutto il potere !
Mi dice ella di un suo fratello [Luigi] alfiere nel reggimento di Sicilia
del re sardo. Noi aspettiara qui un battaglione d'esso reggimento. Sarebbe
curiosa cosa che anch' egli qua comparisse. Lo saprà ella a suo tempo.
Giacche V. S. illustrissima, e il sempre da me riverito e sempre amato
signor marchese reggente, avete la pazienza di leggere il tomo I delle An-
tichità Estensi, la prego di osservare ch'io non ho detto assertivamente
che i marchesi estensi vengano dagli Adalberti di Toscana. Ho solamente
rapportato le mie conietture, e nell'albero ho, con dei punti, interrotta la
-l'74'4] A DOMENICO BRICHIRRI COf.OMni 4093
linea. Nelle tenebre si fa conto di quel poco lume che si può avere. Se
avessi potuto pescare negli archivi di Firenze, forse si sarebbe trovalo
qualche figlio di Lamberto o di Guido, figli d'Adalberto il ricco. Il di-
ploma con cui Federigo I investi delle Marche, di Milano e Genova è
documento certo. Nelle Antichità Italiane ho provato che Azzo, suo avolo,
signoreggiò in Milano. Potè far lo stesso in Genova, la qual certo non era
peranche repubblica nel secolo XI. Allora tutte le città erano sottoposle
ad nn conte, ed i conti ad un marchese.
Nulla ho trovato intorno all'origine de' marchesi di Monferrato. Le
memorie son perdute : cosi noi ci troviamo nel buio per conto de' marchesi
di Saluzzo, e del Carretto, de' quali si contano favole, come ancora d'altri
principi. È un gran che il trovarsi gli Estensi sempre marchesi fin dove
si può arrivar con sicurezza.
Appena ho cominciato a leggere il tomo I del Bingham, e però non
posso ben giudicare. Veggo solamente ch'egli va copiando il Thomassin,
e mai noi cita. Con dispiacere intendo i sinistri eventi del signor Gaspari.
E arrivato qaa il signor gran cancelliere Cristiani. Non l'ho finora po-
tuto vedere, tanto è affollato d'affari. Se potrò parlargli, gliel voglio ben
mettere davanti. Né certo dimenticherò di parlargli anche del di lei signor
padre. Dovrebbe egli ingegnarsi col futuro arcivescovo di Salisburgo. Da
Roma mi scrissero che monsignor di Thun voleva correre a quel rumore,
ma costi la date vinta a monsignor di Trausson. Chiunque sarà potrebbe
aver bisogno di un segretario. La prego di riverirlo caramente in mio nome.
Non posso ritirar la spedizione fatta al signor Brucker del Voto San-
guinario. Quando nulla s'abbia da lui, e si aprisse a lei la strada per la
ristampa, non mancherei di somministrare a lei i lumi occorrenti.
Tanto è lontano che il signor principe di Lobkowitz pensi più per
ora al regno di Napoli, che ha più d'un mese ch'egli battè la ritirata, e
ripassò il Tevere. Le ultime lettere il davano su quel di Perugia, intento
a fare slargar le strade per tornare in Romagna, valendosi della via di
mezzo appellata del Furio. Gli spagnuoli, che si fan superiori a lui di
numero, ma non di cavalleria, gli teneano dietro. Ad essi è riuscito di
cogliere in Nocera il conte Soro, e di farlo pi'igione con 700 nomini. Noi
slam qui in agitazione per timore che questo temporale ci torni addosso.
Varie apparenze, nondimeno, ci sono che possa tornai*e a Kimini per im-
pedire in quello stretto il passaggio ai nemici. Ella saprà che i franzesi
sono affatto usciti dalla valle di Demont: glorioso è per tutti i versi il
re di Sardegna. Qui s'è cantato il Te Deum.
Ho poi parlato col signor gran cancelliere del signor di lei padre.
Mi ha detto che ha scritto in suo favore, ed ha mostrata buona inten-
zione per lui, se non che stima che avrà più forza chi ha le raccoman-
dazioni costi. L'ho assicurato del sapere e dell'onoratezza, e, se potrà aiu-
4694 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7'44-
tare, lo farà. Similmente gli ho discorso dei meriti e delle sventure del
signor Gaspari, pregandolo d' averne memoria in caso di qualche apertura.
Siamo restati che gliene dia il nome in iscritto. Confesso che de" 12 se-
gretari che ha sotto di sé, pochi sono di gran levatura. Chi sa? Questo
signor conte fa meraviglie nel suo impiego, è amato da ognuno.
S'ella potesse trovar maniera di fare scrivere al signor conte Gia-
como Molza capitano de' granatieri, che portò seco il Paraguay con altro
libro, senza che mai l'abbia inviato a lei, io cercherei conto del suo reg-
gimento per farglielo sapere. Gran vergogna, dopo tante promesse, l'avermi
finora burlato. Anche stamane ha parlato col ministro per la di lei ri-
compensa. Mi ha dato le più belle parole del mondo, tuttavia sempre temo
di restar deluso. Ella mi conservi il suo amore, con sicurezza del mio, etc.
5021.
A LODOVICO VINCENZO BRICHIERI COLOMBI* in Bologna.
Modena, 1 Dicembre 1744.
E. Biblioteca Kiccardiana, Firenze, edita [243].
Al signor Domenico Brichieri fratello di V. P., e mio singolare amico
vo io debitore di fiorini IG, 54. So che i sedici fanno 4 unghei'i, ma non
so che si voglia dire quel 54. Eccomi dunque a pregarla di lume intorno a
questo, giacché pel resto mi vien supposto che 1' unghero vaglia costi 20
paoli. A conto di questo mio debito, il sig. Paolo Febrari che fa i calzetti
a telaio nella piazzetta vicina al palazzo del pubblico, le dee già aver pa-
gato paoli 35. Altri due filippi susseguentemente le avea da pagare. Se ha
ricevuto questo danaro, mi significhi a quanti paoli ascenda il resto, ac-
ciochè io possa pienamente soddisfare. Con tal congiuntura mi offro tutto
ai di lei servigi, e, sospirando le occasioni di ubbidirla, con vero ossequio,
mi protesto, etc.
5022.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 1 Dicembre 1744.
Biblioteca Comunale, Piacenza.
Vi siete voi altri signori romani sgravati del mal tempo addosso agli
altri, ed ora state tranquillamente mirando dal lido le tempeste altrui.
* Di questo corrispondente non si hanno responsive in Archivio Soli Muratori
(R. Bibl. Est.).
1*744] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4C95
Noi avevamo avnta la nostra parte e sarebbe una crudeltà il replicar la
dose. E pure siamo in continuo pericolo e timore.
Vero è che questi signori forestieri van credendo che il principe
passerà per la strada del Furio, e andrà a postarsi ne' già abbandonati
posti della Romagna. Certo gli spagnuoli non han che fare in queste parti,
come anche V. S. reverendissima riflette. Se anche le processioni volessero
passare in Toscana, ci farebbero un buon servigio. Intanto, di qua si son
mandate molte carra di biada a Bologna. Carpi è piena di tedeschi. Da
Imola scrivono che quella cittadina era piena di austriaci. Saran coloro
che conducevano il bagaglio. Temiamo ancor noi di due reggimenti di
cavalleria sarda.
Da Vienna mi scrivono che si era con qualche timore, che i fran-
zesi potessero tentare il Tirolo per aprirsi una strada in Italia. Che la
regina aveva inviati due reggimenti in Salisburgo, e si sperava che
monsignor di Trausson avrebbe quella ricca mitra. Braunau fu abbando-
nato. I franzesi decantavano di voler fare l'assedio di Ingolstadt. Pareva
che avesse d' andar ordine a i tre castelli di Friburgo di rendersi, per
salvare le guarnigioni.
Quanto al prussiano, andava saltellando per ischivare una battaglia,
sperando che l'imperatore obbligherebbe il principe Carlo a sminuire il
suo corpo per difendere l'Austria.
Le apparenze erano, che esso imperatore meditasse di assediar Pas-
savia. Ma il verno è venuto.
Son certo anch'io che costi non sarà stata se non disapprovata la
procedura del personaggio consaputo. Staremo a vedere s'egli ritornerà
dopo Pasqua. Per ora egli sembra disposto a tal viaggio. Ma intanto pos-
sono nascere de* contrattempi.
Abbiamo qui per pochi giorni il signor gran cancelliere Cristiani
con ottima ciera.
Si sa ch'egli s'è guadagnata tutta la stima e l'amore di Milano. La
regina e il signor principe sono ben .soddisfatti di lui. Voglia Dio che noi
non mutiamo mai amministratore nelle nostre disgrazie.
Gran fortuna, gran gloria del re sardo che ha cacciato fuor del Pie-
monte tutti i gallispani. Probabilmente gli spagnuoli sono mal soddisfatti
de' franzesi.
Attendete a ristorare iì povero Lazio. Finalmente il re di Napoli ha
mostrata qualche gratitudine a Velletri. N. S. ha mandato alla nipote in
Bologna il regalo fattogli da esso re.
Con rassegnarle il mio ossequio, mi raffermo, di V. S. reverendissima.
4696 LODOVICO ANTONIO MURATOttl [IT'-i-d:-
5023.
A GIAN GRISOSTOMO TROMBELLI in Bologna.
Modena, 2 Dicembre 1744.
Biblioteca Universitaiiia, Bologna, edita [189].
Bella orazione eh' è quella del reverendo abate Scarselli, nobile la
sua latinità, e le lodi sostanziali e non ideali del nostro santo padre, ben
rappresentate da un bolognese. Ringrazio V. S. reverendissima perchè me
l'abbia fatta avere e perchè suppongo che l'autore sia tuttavia in Roma
prego la di lei bontà, che, in occasione di scrivergli, porti a lui non meno
i miei più vivi ringraziamenti, che le mie sincere congratulazioni per
questo suo componimento.
E assai che ella trovi memorie del 1100 pel suo argomento. Sa ella
cosi ben maneggiar la critica, che non le sarà difficile il separar la verità
dalle favole. Una gran verità è, che io sono, e sarò sempre, con tutto
l'ossequio, di V. S, reverendissima.
5024.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 4 Dicembre 1744.
Aechivio Soli Muratosi { R, Bibl. Est.), Modena.
Cento anni pareva a me, che io fossi privo de i benignissimi carat-
teri di V. E., ed ieri, in iscrivendo a monsignor Livizzani, gliene avea
dato un tocco. Ma ecco sopravvenire uno con somma mia consolazione, per
cui sommamente la ringrazio. Volea io appunto scriverle, che son giunti
i quattro tomi dell' insigne opera pontifizia, che saranno un monumento
prezioso aggiunto alla sopra modo clementissima lettera di N. S. che io
terrò sempre, finché vivere, in venerazione, siccome un nuovo attestato del-
l' impareggiabil bontà, che ha anche per questo si basso suo servo la san-
tità sua. Se mai si presentasse occasione a V. E. di baciare in mio nome
i sacri piedi, e di rendere le più umili grazie a si gi'an benefattoi'e, la
pregarci di aggiungere, che ho trovata questa edizione sommamente bella,
e cosa da re. Ohe quantunque io avessi letta buona parte della prima
edizione, pure ho cominciato a rileggere ancor questa con quel piacere,
che si ritrae dal vedere congiunta insieme tanta erudizione, tanto giudizio,
tanta modestia. Ma, sopratutto, vo gustando le giunte, e veggo saltar fuori
-IT*-!-*] A FORTUNATO TAMBURINI 4G97
cose nuove, e libri non citati nell'altra edizione. Spezialmente con gusto
ho letto quanto la S. V. ha proposto con tanto discernimento intorno alla
diminuzione delle feste, con aver aperto un bel campo a chi vorrà profit-
tare in benefizio de' poverelli. Ne farò ben menzione nel mio trattatello,
che è costì, se pure potrà un giorno vedere la Ince. A questa grand' opera,
se si aggiungeranno le notificazioni, e tante altre utili fatture del santo
padre, avremo una bella biblioteca, di cui i professori dell* erudizione ec-
clesiastica, i vescovi, i parrochi, eie. sovente si serviranno.
Per conto della suddetta mia operetta, starò, attendendo i decreti di
chi può esserne migliore giudice d'ognuno, e ad essi io mi confermerò con
tutta sommissione. Per la cura, e fatica, che se ne prende V. E. il signore
Dio la rimeriti.
Tutti noi desideriamo, che si rimetta in sanità il signor Bendigli,
perchè è buon mobile pe' nostri paesi. Di grazia, gli faccia dimandare se
dal signor abbate Paluzzi abbia poi ricevuta quella mia scrittura.
Venga il giubileo. Ci sarà ben caro. Ma voglia Dio che se ne cavi
l'eiFetto desiderato dal santo padre. Ne abbiam ben bisogno. Cominciano
ad arrivar qua a folla uflBziali, cavalli, malati, carrette e tutto per flagel-
lai'ci. Temiamo ancora d'aver uuo o due reggimenti di cavalleria. Intanto,
s' intende, che gli spagnuoli si fermeranno in Foligno, Assisi, etc. Gli altri
si va credendo, che verran verso le tre legazioni. Guai se toccassero a
noi poveretti, aggravati con contribuzioni di danaro, foraggi, legna, al-
loggi, regali, e tanti altri pesi. Abbiam saputo le furfantei'ie fatte non
meno in cotesto vicinanze in Orvieto, etc. da gli uni, e in Nocera da gli
altri. Dio ci dia la pace. Pare che iu Boemia vadino male gli aflfari del
prussiano.
Quasi dimenticava io di dire, che V. E. ha voluto eccedere in libe-
ralità nel mandarmi i suddetti tomi, coli' aver voluto a sue spese tutto il
porto d'essi. Ne ho rossore. Altro non posso fare, che ringraziarla per
questo nuovo atto dell' animo suo generoso. Con essi tomi ho trovato il
Pfaffìo. Per questo ancora la ringrazio. A suo tempo lo rimanderò con
gli altri.
Si va parlando della riforma del Breviario. Mi dica di grazia se tal
voce ha sussistenza. Han detto di ridur tutto alle ferie colla sola terza
lezione de Santi.
Molto veramente ha perduto questo monasterio colla morte del padre
priore. Suo fratello il rimpiazzerà. E qui, col bacio della sacra porpora,
ratifico il mio inviolabil ossequio, e mi ricordo, di V. E.
4G98 LODOVICO ANTONIO MUEATOBI [17'44.-
5025.
AD ANGELO CALOGERÀ in Venezia.
Modena, 9 Novembre 1744.
Biblioteca Imperiale, Pietroburgo.
A me sarà ben caro il tomo XXXI della Raccolta di V. P. Non me-
ritava quella bagatella questo dono. Però tanto più ne resto tenuto a chi
mi favorisce. Con tal congiuntura la prego d' inviarmi ancora i tomi 28,
29 e 30 che mi mancano, coli' avviso del loro prezzo, acciocché io possa
ordinare costi il pagamento. Mi rallegro intanto con esso lei, perchè la
dormigliosa Italia le vada somministrando tanti materiali per la conti-
nuazione della sua fabbrica.
Per le materie liturgiche, non so dire finora, quai libri occorressero
al mio bisogno, oltre a quelli che ho. Se ne bramassi alcuno, mi prevarrò
ben volentieri delle generose esibizioni di V. P. Se sapesse ella indicarmi
calendarj antichi del secolo IX e X, gliene avrei molta obbligazione.
Pregandola di conservarmi il suo benigno amore, con assicurarla del
mio, di tutto cuore, mi ricordo, di V. P.
5026.
A GUIDO BENTIVOGLIO D'ARAGONA * in Ferrara.
Modena, 10 Dicembre 1744.
BaoooIiTA Mcohi, Milano.
Era anch' io preventivamente assai informato de' motivi, che han
finalmente indotta V. E. a licenziare il signor Caldari, cioè d'uno spirito
alquanto caldo e sprezzante, che non ben conviene a chi è posto al ser-
vizio altrui. E però non mi son punto meravigliato della sua disgrazia.
Solamente potrebbe darsi eh' egli non avesse il reato d' infedeltà, che è
un punto molto delicato, se pure l' E. V., oltre a i sospetti, non avesse
delle buone pruove in mano. Comunque sia, egli è fuori del di lei servizio,
né so credere, che possa volgersi a questa parte, perchè qui non e' è pa-
scolo per lui, e se mai ricorresse a me, il che non credo, non avendomi
egli mai scritto, da che entrò al di lei servizio, nulla potrei o vorrei fare
* La lettera manca di indirizzo, ma è diretta a Guido Bentivoglio d'Aragona.
Cfr. lett. 3948.
-l'?^^] A CESARE F RASSODI 4<>99
per Ini, perchè se non ha saputo conservarsi la tanto riguardevole ed
utile di lei padronanza, temerei lo stesso, se passasse in altra casa. Come
dissi, qni non e' è luogo per lui : ma se mai o qni o da altra parte io
fossi richiesto, ho assai capite le convenienze dovute a V. E., né man-
cherò di prevalermene.
La benigna fidanza poi. eh' ella per sua bontà ha nella mia persona,
per trovarle altro segretario, tanto più rende sensibile a me il dispiacere
del non aver trovato, e forse di non poter trovare snggetto a proposito
per questo ministero. Chi ha abilità, è già dato alla medicina, o alla Ipgge,
o è prete.
Con tuttociò, non ommetterò diligenze per questo, e ne avea parlato
al signor commissario Corradi. Sia certa V. E. che stimerò sempre mia
gran fortuna il poter eseguire i di lei venerati comandamenti. E qui, coi
sentimenti del maggiore ossequio, mi rassegno, di V. E.
5027.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 10 Dicembre 1744.
Archivio Tacoli, Modena.
Mi è stato fatto il pagamento del poco che V. S. illustrissima andava
debitore, pel resto de i Dizionari. Ho anche ricevuto il di lei grosso
manoscritto, e mi son subito applicato a leggerlo. Per tutta la settimana
ventura spero d'averne compiuta la lettura, essendo arrivato in tempo, che
ho libera la sera per esso. Serva la presente mia per sicurezza a lei, che
l'opera è venuta, e ch'io sono, e sarò sempre con tutto l'ossequio, di V. S.
illustrissima.
5028.
A CESARE FRASSONI in Finale.
Modena, 11 Dicembre 1744.
Archivio Soli Muratori { R. Bibl. £<(.). Modena.
Saggia è stata la risoluzione di voi altri signori di volere risuscitare
l'estinta vostra accademia dei Fluttuanti, senza limosinarne da altre parti
una nuova. Quando a V. S. illustrissima piacerà, mi metta pure nel ruolo
della medesima. Farò due righe d' approvazione in latino ; ma ora mi
truovo si occupato, che non posso. Quanto al memoriale, non so che dirle
per ora. Convien prima scandagliare il paese, cioè, intendere da chi è più
4700 LODOVICO ANTONIO MUIIATORI [1>744._
pratico di me, se sia dimanda da fare. Che grazie poi si potessero aspet-
tare, noi so immaginare. In quelle parti non si dispensano che indulgenze.
Scriverò a Roma, e saprò dirle qual sia il loro sentimento. Intanto, con
tutto lo spirito, mi ricordo, di V. S. illustrissima.
5029.
A LUC ANTONIO GENTILI in Sinigaglia.
Modena, 14 Dicembre 1744.
Edita [108].
Vedrà V. S. nell' inchiusa quel tanto, che ho creduto bene di rispon-
dere al signor abate Marianelli, cui ella pregherà, in mio nome, di perdo-
narmi, se non avessi pienamente incontrato nel suo genio. Quanto a me,
credo, ch'egli farà sempre meglio, accomodandosi al desiderio di chi l'ha
condotto.
Allorché fu scritta la lettera di V. S. m'immagino, che non si fosse
per anche veduto in cotesto parti il flagello, che sentiamo calato per
la via del Furio. Se voi altri ne siete in pena, non ne siamo meno noi
altri, temendo che venga a terminar la tempesta sopra i nostri campi. Di
grazia, mi avvisi, quali apparenze vi sieno in cotesto parti, credendosi,
che gli austriaci non sieno per fermarsi in cotesto stretto paese, e se vi
sia sentore, che gli spagnuoli pensino a passare di qua dell'Appennino,
perchè, ciò succedendo, crescerebbono i malanni.
Rallegrandomi, intanto, del di lei bene stare, e della memoria, che
conserva di me, con tutto lo spirito, mi protesto, di V. S.
5030.
A GIAN'ANGELO SERRA* in Cesena.
Modena, 15 Dicembre 1744.
Edita [108].
Molto Rev." Padre Sig.' V:" Col.mo.
Solamente ora ho potuto leggere il trattato delle Controversie Oratorie
composto da V. P., di cui ella con tanta bontà mi ha favorito, e per cui
* Di questo corrispondente non si hanno responsive in Archivio Soli Muratori
(R. Bibl. Est).
-17*44] A GIAN FBANOESCO MU8ELLI 47Ul
le rendo mille grazie. Ho veduto come ella abbia sminuzzato ai signori
avvocati quello che si avrebbe a fare per trattar con profitto, e decoro
le cause. Ma assai temo, che i nostri signori loggiati vogliano prevalersi
di sì utili avvertimenti, e che abbia a succedere all'opera sua, quel che
è avvenuto al mio trattato Dei difetti della Giurisprudenza. Quello gli ha
ben fatto gridare, ma niutio, credo io, che siasi emendato, o sia per emen-
darsi. Sono usati al lor fare, e, contenti di questo, non curano punto chi
vuol loro predicare un miglior cammino. A buon conto, ella ha accennato
i fonti. 86 non vorranno bere, sarà lor colpa. Veggo poi che V. P. me-
dita altre fatiche, e mi rallegro con lei, perchè sì utilmente impieghi il
suo tempo per insegnare ad altri quello che mi vien detto non poter ella
praticare per la sua debole complessione. Con quelle lodevoli applicazioni
vegga ella di custodire ben quelle forze di sanità che le restano, per poterle
lungamente impiegare a' vantaggi del pubblico; e qui, pregandola di conti-
nuarmi il suo amore, e di comandarmi, resto, col rinnovar le proteste del
mio ossequio, di V. P. molto reverenda.
5031.
A GIAN FRANCESCO MUSELLI in Verona.
Modena, 17 Dicembre 1744.
Architio Capitolare, Verona, edita [215].
Veggo il bel genio, ammiro il felice talento del signor Torelli * [ Giu-
seppe] che, giovane, sa tanto, e di tante cose; e però prometta assaissimo.
Gli rispondo oggi, che volontieri somministrerò quelle poche lettere, che
ho del signor Leibnizio, dispiacendomi solo, che non siano cose rare, e
che io debba farle trascrivere non potendo per varj riguardi inviar gli
originali. Così sarà anche V. S, illustrissima ubbidita.
La prego di ricordarmi servitore al signor marchese Maffei, con dirgli
che ho letto cun singoiar piacere Y ultimo suo trattato. Non si potea trat-
tar con più fondo ed erudizione quello spinoso argomento. Ha ragione, e
gliela daran tutti i saggi. So che molti gridano, e grideranno ; ma in fine,
0 non oseran di rispondere, o, rispondendo, faran battaglia uelTaria, e
nulla guadagneranno. Me ne rallegro con lui. Ho osservato che egli non
appruova il dar frumento a spetta a i contadini con qualche frutto. Egli
fa conto che essi entrino nella classe de' poveri; ma hanno capitali di
bestiami, sementi, etc. E i principi non li tengono per tali, sottoponendoli
* Sue lettere in Archivio Soli Muratori ( R. Bihl. Est. ), n.** 5 da Padova, Ve-
rona, 1743- '45.
4702 LODOVICO ANTONIO MURATORI [1*744-
a certi tributi. Ma quand'anche si vogliano poveri, chi darà lor da man-
giare in tempo li carestia, quando i padrcni non possano? Niuno, pur-
troppo, quando non vi sieno mercanti di grano, che guadagnino qualche
cosa per dover aspettare il danaro. Converrà loro vendere le lor bestie,
e ridursi in misero stato. Qui v'erano mercanti di grano. Ne davano a
centinaia e migliaia di famiglie a spetta. Tante trappole e difficultà s'in-
ventarono qui che, dismisero tal mercimonio. Venne carestia, moriva di
fame quella gente, niuno loro ne dava. Il men male, in paragone del
maggior male, diventa un bene.
Pregandola di conservarmi il suo stimatissimo amore, con tutto l'os-
sequio, mi confermo, di V. S. illustrissima e reverendissima.
5032.
A GIAN PAOLO SIMONE BIANCHI in Rimini.
Modena, 18 Dicembre 1744.
BiBLioTXCA Gambalunghiana, Bimini, edita [204].
Adunque V. S. illustrissima è tornata alla quiete della patria. Da
Siena mi fu scritta questa nuova, e alquanto me ne maravigliai, perchè
sperava, ch'ella di colà avesse da passare a Pisa. Ma finalmente il tro-
varsi fra' suoi, e lungi da quel paese dove so che molti cozzavano con
lei, lo reputo anch'io guadagno. Voglio credere che si sarà ricordata la
sua patria di quelle esibizioni che le fece per ritenerla dal partire.
Lascierò io che i signori Sanesi difendano, se possono, il lor Botanico,
perchè a me poco importa. Vorrei bensì che queste armi straniere ci la-
sciassero in pace e che appunto venisse la pace per farli tornare a casa
loro. Compatisco il presente vostro stato. Se sarà vero che Faenza abbia
da avere il quartier generale, probabilmente dovreste essere sollevati.
Certamente gli spagnuoli non vogliono passar l'Appennino. Ma noi facciam
de i conti che spesso non battono. Qui noi non abbiamo armati, e pur
siam tuttodì tormentati da alloggi, passaggi, contribuzioni di denaro, fo-
raggi, legna, etc.
Quando sarà venuta la buona stagione, si ricordi V. S. illustrissima
di studiar bene in cotesto mare. Le augurerei per questo un mecenate.
Ma ora dove son questi? In altri paesi s'ha il comodo di far delle spe-
rienze. In Italia mancano le forze.
Con augurarle ogni felicità nelle prossime sante feste, e con rasse-
gnarle il mio ossequio, mi confermo, di V. S. illustrissima.
-l'7'44] AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI 4703
5033.
AD ALESSANDRO GIUSEPPE CHIAPPINI in Roma.
Modena, 18 Dicembre 1744.
BiBMOTcCA CoMuvALK, PiaceDB».
Sa V. S. reverendissima essere meglio il compatire che Tessere com-
patito; e però se noi non mostrassimo dispiacere del vedere le armate,
avere eletto per lor quartiere un paese che non è da mettere in para-
gone col nostro, che si truova si smunto, meriteremmo scusa. La verità
nondimeno è che anche a noi sembra strano un trattamento si fatto a
paesi innocenti e paesi pontifizj. A noi però non mancano continui pas-
saggi, alloggi, condotte e contribuzioni di danaro, foraggi, legna, etc. Ah I
Dio ci mandi la pace. Siam pieni di debiti, né più si truova chi voglia
dar denari.
Per quanto s" ha dalle lettere da Pesaro e Rimini, colà si dice, che
il quartier generale degli austriaci passerà a Faenza o pure a Forlì. Già
si sentono intimare gravi contribuzioni alle tre legazioni. Si son vedute
lettere d'Assisi ed altri luoghi, concordi in dire, che due o tre volte
avrebbono potuto gli spagnuoli disfare l'armata nemica, ma che il Gages
non ha mai voluto ; e però credono che vi sieno sotto de' misteri. Per
me non ne son persuaso. Con gran fretta marciarono gli austriaci per la
via del Furio.
Altro probabilmente non erano le nuove, che si aspettavano di Ger-
mania, se non l'evacuazione di Praga già seguita, e senza il sacco di cui
fu parlato. Ora si va dicendo, che quel presidio sia entrato nella Sas-
sonia, e che il prussiano voglia passar colà a prendere il quartier d'in-
verno. Dicono ancora che il principe Carlo, il quale si credeva che avesse
ristretto il nemico, si ritiri anch' egli al riposo. Si ha che i bavaresi ave-
vano preso Hildungausen. Scrissero che gli austriaci l'avevano ricuperata.
Ora si mette in dubbio, e l'assedio di Passavia non si farà. Oh quante,
quante scene I e pur finora ninna apparenza di pace. I signori franzesi
pare che sieno dietro a minchionare tutti.
Questa mattina inaspettatamente è partito di qua alla volta di Pia-
cenza il signor conte gran cancelliere, dopo aver lasciati nuovi attestati
del suo buon cuore, in mezzo alle nostre disgrazie.
« So, che il padre abate Trombelli lavora intorno alla Storia degli
Scopettini. Ma non saprei già a qual parte voltarmi per trovare memorie
antiche, o recenti d'essi; potendosi queste solamente sperar da gli archivi,
siccome cose particolari. Tuttavia avrò presenti le di lei premare ».
47C4 LODOVICO ANTONIO MUKATOHI [l'744-
Non son più i tempi di papa Giulio, né colano costà i tesori d' allora.
Però convien prendere le staffilate, e conlontarsi se non fanno di peggio.
Da Rimini mi scrivono esservi tre reggimenti di cavalleria ed uno di
fanteria. Conviene dar loro alloggio, pane, biada, foraggio, etc, e mante-
nei'e la tavola al signor generale Liden. Vegga se va bene.
Nulla mi dice V. S. reverendissima della sua sanità. La spero miglio-
rata, e glieV auguro perfetta e durevole, con tutte le benedizioni delle pros-
sime sante Feste, ricordandomi, intanto, con tutto l'ossequio, di V. S. re-
verendissima.
5034.
A GIAN ANDREA BAROTTI in Ferrara.
Modena, 23 Dicembre 1744.
KaccoiiTA Barozzi, Venezia.
Bella prerogativa del signor Ambrogio Baruffiildi è l'essere nipote
del degnissimo signor arciprete di Cento. Moltissimo ha ancora di peso
presso di me la raccomandazione di V. S. illustrissima, e certamente ne
parlerò al signor marchese Coccapani con tutta premura. Quel che posso
dirle di presente, si è ch'esso cavaliere per ora non pensa di provvedersi
d' agente, e potrebbe anche darsi, che risparmiasse affatto questa spesa,
non mancandogli costi persone pagate, che accudiscano a i suoi interessi.
Ma caso che avesse da provvedere, et ora, e allora, gli farò conoscere il
merito d'esso signor Baruffaldi. Intanto, rassegnandole il mio ossequio,
mi confermo, di V. S. illustrissima.
5035.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 28 Dicembre 1743.
Archivio Tacoli, Modena.
Appunto ho terminato la lettura delle Memorie di Reggio da V. S.
illustrissima raccolte, e il libro sta preparato per tornarsene a lei, quando
manderà peisona sicura a prenderlo. Ho corretto quel poco che ho cre-
duto bene, e spezialmente ho levata dal frontispizio una giunta che sa-
rebbe stata bene in due righe di prefazione, ma non in quel sito. Intorno
a i documenti, ho solamente avuto qualche difficoltà per li spettanti ad
Albinea. per timore che potessero dispiacere a questi ministri. Lo rimetto
alla di lei prudenza.
-±'74-4:1 A. DOMENICO BR1CH1ERI COLOMBI 4706
Ma e* è una cosa die m'è sommamente rincresciuta, cioè, che V. S.
illustrissima abbia ritenuto il plebeo linguaggio del Molli. Bisognava dar
quella cronica in buona lingua acciocché potesse esser letta con piacere
dalla gente. Ma il male è fatto e io non so che mi dire.
Con ringraziarla de' suoi benigni augurj. e con pregar Dio che le di-
spensi ogni maggior felicità, ossequiosamente, mi rassegno, di V. 8. illu-
strissima.
5036.
A GIAN DOMENICO BERTOLI in Aquileja.
Modena, 3G Dicembre 1744,
Baccolta Bota, S. Vito al Tagliamento, edita [ 187 ].
Ducento iscrizioni finora da aggiungere alla di lei raccolta? Questi a
me paiono miracoli, da che tante diligenze avea fatto V. S. illustrissima
per impinguare la sua fatica. Per ciò mi rallegro con lei per qae.sio nuovo
merito che si farà colla repubblica letteraria e colla patria sua. Non vorrei
eh' ella si fidasse della raccolta del (ricdio, perchè le iscrizioni sue sono
in buona parte sospette. Vorrei poterla io servire in questo; e se mi ca-
pitasse cosa a proposito, mi ricorderò di lei. Intanto, augurandole nel
nuovo anno ogni maggior felicità, le rassegno il mio inviolabile ossequio,
con protestarmi, di V. S. illustrissima.
5037.
A DOMENICO BRICHIERI COLOMBI in Vienna.
Modena, 30 Dicembre 1744.
R. BiBLiOTK'.'A RiccABDiASA, Firenze, edita [245].
Tre sono le lettere di V. S. illustrissima, alle quali rispondo. E co-
mincio dall' essere mancato il colpo per mio nipote. Non se ne affanni ella
punto, perchè io son persuaso aver ella fatto il fattibile costi, per otte-
nermi questo favore; e me le protesto tenuto, come se l'avessi ricevuto.
Di tali sinistre avventure non è da stupirsi, dipendendo molte delle
cose mondane, anche delle grandi, da quella che appelliamo fortuna. Ri-
cevo oggi anche dal gentilissimo signor consiglier de Locella una benigna
xùsposta intorno a questo. La prego di portare a lui i mie ringraziamenti
e rispetti, siccome ancora al signor marchese reggente Cavalli. Anch'io
temeva di restar qui affatto burlato per affare che riguarda lei. ma sembra
pure che si voglia ora far qualche cosa, tante volte ho parlato di questo.
Non andrà molto che ce ne chiariremo.
Epistolario di Lodovico Antonio Muratori. — Voi. X. SQ7.
4708 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l'7-4'4-
Un pezzo è che il padre, fratello di V. S. illustrissima, è stato pa-
gato. Anzi egli mi lia fatto istanza di un unghero di più, e io l'ho già
consegnato a persona che gliel farà avere dopo le feste.
Mi riverisca il nostro signor Bertolani con dirgli che immediatamente
ho inviato al signor Baggi, i fiorini 40,9, ma non ne ho peranehe la ri-
cevuta, probabilmente perchè non era in Sassuolo, per quanto mi fu detto.
Se carteggia seco, ne avrà in breve riscontro. Per conto della spedizione
fatta de' primi tomi a Dresda, egli cerchi ben nella sua memoria. A me
pare che li consegnasse al ministro di S. M. Polacca in Vienna. Troppo
mi sarebbe costato l'inviare un corpo intero a tutti que' Principi. Però
ho mandato solamente il compimento di quella del re, e di quella del
principe reale. Un corpo poi intero, ma slegato, v' ha da essere pel
p. Guarini, e prego V. S. illustrissima di ben ricordarsene. Fu il p. Tori
a riverire esso religioso, e scrive di non avergli parlato di me per ordine
ricevuto da lei. Non ne ho capito il perchè. Ricevei la lettera per il si-
gnor marchese Colla. Ne ho tutta l'obbligazione a lei che l'ha impetrata;
ma non lasciai di rendere le dovute grazie al signor consigliere. Pazienza,
se non ha giovato! Ho anche ricevuta l'altra del signor Gaspari ; gli ri-
sponderò in questo ordinario, se avrò tanto di tempo. Talvolta mi truovo
si occupato da vari intrighi, che incresco a me stesso.
Lavori ella allegramente intorno a S. Ephrem ; ma niuna ricompensa
ne speri. Ho [trovato che i signori grandi si servono di noi piccioli per
loro servizio, e sembrano far favore con questo. Saprà con suo comodo
dirmi che risposta abbia dato il signor principe di Lichtenstein.
Qui non abbiam nuova alcuna, da che gli austriaci sono a quartieri
nella Romagna, gli altri verso Roma. Stando cosi, non verranno alle
mani. Da Milano vien nuova d'un armistizio in Italia. Niun più di me
sospira la pace; ma non so persuadermi che sia vicina. Le auguro un
felice anno nuovo, e mi rassegno, etc.
Il signor conte Giacomo Molza, che portò seco il Paraguay destinato
a lei, e non mai mandato, è capitano de' granatieri del reggimento Beren-
clau. Vegga un po' ella di fargliene dimandar conto.
5038.
A GIUSEPPE BIANCHINI in Roma.
Modena, 31 Dicembre 1744.
Biblioteca Vaticana, Eoma, edita [266].
Da cotesto p. predicatore del palazzo apostolico ultimamente ho inteso
cosa che mi ha trafitto il cuore, cioè, che abbiamo perduto il p. Saverio Guic-
-l'744J A FORTUNATO TAMBURINI 4707
Ciardi. So ch'egli era la delizia vostra, so che gran perdita avete fatto
voi altri signori; raa non è minore la mia, essendo mancato in lui uno
de' migliori e più cari amici miei, tanto da me amato e stimato. Non posdo
di meno di non portarne a V. R., e a tutta cotesta da me venerata con-
gregazione le mie più atìettuose condoglianze. Nello stesso prego Dio che
conceda a lei non solo un anno nuovo felice, ma anche una serie lunga e
prospera d'anni, anche per pubblico bene.
Son finiti di stampare i miei Annali; manca solamente l'indice all'ul-
timo tomo, cioè al IX. Per la copia che io ho destinata per V. R. desi-
dero ch'ella mi suggerisca la maniera d'inviarla, non essendo fardello
da caricarne alcun passeggiere. Con che, rassegnandole il mio inviolabile
ossequio, mi confermo...
5039.
A NICOLA TACOLI in Reggio.
Modena, 31 Dicembre 1744.
Akcbivio Tacoli, Modeua,
Non so già io d' aver fatta sì gran fatica in servirla, che avesse V. S.
illustrissima a regalarmi del bel quadretto, ultimamente portato in casa mia.
Ma il di lei generoso animo ha adoperato ora delle bilancio convenienti
più alla sua liberalità, che al merito mio. Terrò dunque essa pittura,
non per un segno di ricompensa, raa jier un nuovo attestato della bontà,
ch'ella ha per me, con ringraziarla sommamente di questo favore. Ma pre-
gando, intanto, la divina clemenza, che voglia compartire a lei ogni più
desiderabil felicità nell'anno nuovo, le rassegno il mio inviolabile osse-
quio, e mi ricordo.
5040.
A FORTUNATO TAMBURINI in Roma.
Modena, 31 Dicembre 1744.
Archivio Soli Muratobi (R. Bibì. Eèt.), Modena.
Serva primieramente questo mio ossequioso foglio per augurare a V. E.
un felicissimo anno nuovo. E perciocché io non son solito d'importunare
alcuno con buone feste, s'ella, in vedendo gli eminentissimi Besozzi, e
Monti si ricordasse di me per rassegnar loro il mio sommo ossequio, gliene
professerei distinta obbligazione.
So quali sieno le occupazioni de' pari suoi, quali le difficultà per par-
lare al Maggioi'engo, e però; se V. E. non ha potato finora dispensarmi
4708 LODOVICO ANTONIO MURATORI [l*** -i-i-
le sue grazie per 1' estratto da lei meditato, non me ne maraviglio punto.
E assai per me, ch'ella abbia tanta pazienza, e sappia trovar tempo per
favorirmi.
Dal p. predicatore del palazzo apostolico Michel Angiolo ho ultima-
mente intesa la morte del p. Saverio Guicciardi dell'Oratorio. Ne ho pro-
vato singoiar dispiacere, perchè era mio buon amico, e la delizia di co-
testa congregazione.
Umilissime grazie le rendo per la bontà con cui mi ha favorito d'in-
formarmi della correzion del Breviario. Giacché lo volete allungare per
noi, rimettendo le domeniche nel loro decoro, come ha il Rito Ambrosiano,
e riducendosi a più Ferie, vegga V. E. se fosse bene il sollevar da qualche
peso i canonici, i quali han graduali, ed altre devozioni, che non abbiam
noi, e credo, che loro increscano.
M'immagino ancora, che la riforma si stenderà a gli Inni. Anche gli
antichi a me par che n'abbiano bisogno. Galliis. iacente.9 increpai, Gallo
canente spes redit. A me paiono inezie. Non ne reco altro esempio. Ve
n' ha dei fatti da Urbano Vili, per li santi. Egli era buon poeta, ma
non gran teologo. Converrebbe levar tutto ciò, che i nemici nostri non in-
giustamente hanno censurato. Bramerei ancora, se si potesse, una sequentia
più bella ed affettuosa nella messa del SS. Nome di Gesù. Qui si fa di
rito doppio la festa di s. Orsola con quella bella leggenda. Io. per me
non la dico: ma mi servo del Comune. Oh quanti gridi ci saranno per li
poveri preti costretti tutti a provvedersi di nuovo breviario ! Ma non per
questo si ha da lasciar di fare il bene che meditate.
Ho poi letto il libro del marchese Maffei. Non si potea consigliar
meglio di quel che ha fatto V. E. Meglio senza fallo sarebbe il sospen-
dere ogni procedura, finché altri esaminasse quel libro, e voi altri signori
poi avendo il prò, e il centra d'avanti, potreste pensare a qualche tempe-
ramento : e questo temperamento, secondo il mio debol parere, é necessario,
perché se si vuol tener saldo il rigore di molti canonisti e teologhi, ne
succedono disordini gravissimi pel commerzio, e si fa più danno alli
stessi poveri che bene. Oltre di che il mondo è in possesso di certi usi,
che, ad onta anche dei decreti, continueranno, perché la repubblica pati-
rebbe troppo se si dismettessero. Non ho tempo né voglia di dirne di più.
Nella sostanza il marchese Maffei a me pare, che abbia ragione, benché
in alcuni punti si possa impugnare. Per altro anch'io ho pensato, ch'egli
si sia servito del libro pubblicato in Olanda, e per l'ebraico si sia fatto
aiutare da un signor Torelli. Egli é valente a farsi bello colle penne altrui.
In quest'oggi appunto ho ricevuto la nuova pastorale dell' eminentis-
simo Querini, ma non l'ho potuta peranche leggere.
Carissimo, eziandio, mi é stato, l'essersi degnata V. E. di comuni-
carmi il paragrafo de' Giurisconsulti, che hanno scritto contro i Difetti
-1*7-44] A FORTrNA.TO TAMBURINI 4700
della Giurisprudenza. Io ho detto il mio sentimento. Anch'essi il loro.
Avendo trattata la materia con si buon garbo, anch'io sarò pronto a lo-
darli, senza mettermene altro pensiero.
È imminente la vacanza della nostra chiesa. Stamane a monsignor
vescovo è stato dato V Olio santo, e poco fa è toccato a mo lo stendere
la memoria sepolcrale da mettersi in un cantone col corpo suo. Dio ci
conceda un buon successore, e seco la pace, e la restituzione del principe
nostro che uè abbiam gran bisogno.
Finalmente mi ha ben rallegrato il benignissimo foglio di V. E., perchè
tacitamente ha distrutto una ciarla venuta da Bologna, che il santo padre
avesse patito qualche incomodo di salute. Dio cel conservi, sanissimo ad
multos annos. Col bacio della sacra porpora, rinnovo le proteste dell'inde-
lebil ossequio mio, e mi rassegno, di V. E.
Nel partirsi il vecchio anno dal nuovo, anche il nostro prelato prese
congedo dal mondo, essendo mancato alle ore 7 e un quarto. So che V. E.
coopererà a farci avere un buon successore.
IIsTDIOI
INDICE ANALITICO
1742.
4480. Modena, 1 Gennaio — Giovanni Lami in Firenze — Le Novelle Let-
terarie . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze pag. 4241
4481. Modena, S Gennaio — Alessandro Pompeo Berti in Roma — Non
so io credere ... — R. Biblioteca, Lucca » ivi
4482. Modena, 3 Gennaio — Anton Francesco Gori in Firenze — Coir oc-
casione che vien costà... — R. Biblioteca Marucelliana, Firenze. » 4242
4483. Modena, 5 Gennaio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Una lìidce nodosissima ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » ivi
4484. Modena, 3 Gennaio — I^ier P.\olo Ginanni in Ravenna — Godo che
sia pervenuto ... — Biblioteca Classense, Ravenna » 4243
4485. Modena, 5 Gennaio — Fortunato Tamburini in Roma — Oggi ho
consegnato ... — Archivio Soli Muratori ( R. Dibl. Est. ), Modena. » 4244
4486. Modena, 6 Gennaio — Anton Francesco Gori in Firenze — Dal
signor abate ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze » 4245
4487. Modena, i7 Gennaio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Ben poco è quello ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» ivi
4488. Modena, i9 Gennaio — Giacinto Vinciou in Perugia — Solamente
in questo punto ricevo un foglio di V. S. illustrissima » 4246
4489. Modena, 25 Gennaio — .\le8Sandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Mi ha ben rincorato ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 4247
4490. Modena, 2 Febbraio — Anton Francesco Gori in Firenze — Ben
giunta la mia ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze » 4248
4491. Modena, 13 Febbraio — Alessandro Giiseppe Chiappini in Roma —
Alla dignissima ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . . . » ivi
4492. Modena, 16 Febbraio — Lore.nzo Rrcnassi di Sax Fiuppo in Napoli
— Gran bisogno avrà ... — Museo Britannico, Londra » 4249
4493. Modena, i6 Febbraio — Angelo Calogerà in Venezia — Contro del
mio trattatello . . . — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo » 4250
4494. Modena, i6 Febbraio — Cesare Frassoni in Finale — Quando Y. S.
illustrissima ... — .\rchivio Soli Muratori ( li. Bibl. Est. ), Modena. » 4251
4495. Modena, 16 Febbraio — Francesco Pagliai in Palermo — Mi giugne
ora — Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est.), Modena ...» ivi
4714 INDICE ANALITICO
4496. Modena, 16 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Di somma
consolazione . . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena, pag. 4252
4497. Modena, 20 Febbraio — Allo Stesso in Roma — L'opera giunta
a V. P. . . . — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena. . » 4253
4498. Modena, 21 Febbraio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Volesse Dio che ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4254
4499. Modena, 23 Febbraio — Giovan Battista De Carli in Padova —
Non peranche ... — Biblioteca Municipale, Capodistria .... » 421»
4500. Modena, 24 Febbraio — Anton Francesco Gori in Firenze — Mi
manca tuttavia... — Biblioteca Marucelliana, Firenze » 42.")6
4501. Modena, 27 Febbraio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Bella è ancora ... — Biblioteca Comunale, Piacenza .... » 4257
4502. Modena, 28 Febbraio — Angelo Calogerà in Venezia — AlV ono-
revol bontà ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo » 4^8
4503. Modena, 16 Marzo — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
A guest' ora il Museo ... — Biblioteca Comunale, Piacenza ...» ivi
4504. Modena, 21 Marzo — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Come mai si sia sparso ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . . » 4259
45(^. Modena, 22 Marzo — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultima si di Y. S. . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » 4260
4506. Modena, 23 Marzo — Contuccio Contucci in Roma — Tra tutte le
m,issioni ... — Raccolta Tacchi Venturi, Roma . , » 4261
4507. Modena, 27 Marzo — Cassiodoro Montagioli in Roma — Grande
e insieme ... — Museo Britannico, Londra ....,....» 4262
4508. Modena, 29 Marzo — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Bisogna ben dire ... — Biblioteca Comunale, Ferrara » 4263
4509. Modena, 30 Marzo — Angelo Calogerà in Venezia — Se V. P.
potrà aver ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo » ivi
4510. Modena, 3 Aprile — Girolamo Baruffaldi in Cento — Viva il Ca-
napaio ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4264
4511. Modena, 5 Aprile — Angelo Calogerà in Venezia — Si è corso pe-
ricolo, che V. P. . . . — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo .... » ivi
4512. Modena, 6 Aprile — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Già sta in mia mano ... — Biblioteca Comunale, Ferrara ...» 42fè
4513. Modena, 6 Aprile — Anton Francesco Gori in Firenze — Bue copie
del tomo V. . . . — Biblioteca Marucelliana, Firenze » ivi
4514. Modena, 6 Aprile — Giuseppe Pecci in Siena — Debbo confessare a
V. S. illustrissima ... — Archivio Pecci, Siena » 4266
4515. Modena, 12 Aprile — Girolamo Baruffaldi in Cento — Altra mia
dee già ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4267
4516. Modena, 12 Aprile — Guido Grandi in Firenze — Sarà forse a
quesV ora . . . — R. Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze. ...» ivi
4517. Modena, 12 Aprile — Angelo Maria Querini in Brescia — Avrei
volentieri veduto ... — Biblioteca Queriniana, Brescia » 4268
4518. Modena, 1,3 Aprile — Giuseppe Bianchini in Roma — Mi chiede
V. R. intorno ... — Biblioteca Vaticana, Roma » 4269
4519. Modena, 13 Aprile -— Ottavio Bocchi in Venezia — Porto a V. S.
illustrissima ... — Archivio Bocchi, Adria » 4270
4520. Modena, 13 Aprile — Ridolfino Venuti in Roma — Lo strumento
inviatomi da V. S. . . . — Raccolta Vanbianchi, Milano .... » ivi
INDIOB ANALITICO 4715
4521. Modena, 20 Aprile — Forti'nato Tambi'Rini in Roma — Qui si é
fatta ... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est. ), Modena. . . pag. 4271
45Ji2. Modena, 24 Aprile — Allo Stesso in Roma — Se non ho ba-
ciato ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4272
4523. Modena, 26 Aprile — Girolamo Baruffaldi in Cento — Lo Schef-
fero ... — Archivio Soli Muratori ( Tv. Bibl. Est. ), Modena ...» 4273
4524. Modena, 26 Aprile— Nicola Tacoli in Reggio — i4i sig. conte Gio-
vanni Guicciardi . . . — Archivio Tacoli, Modena » ivi
4525. Modena, 27 Aprile — Pier Francesco Foggini in Firenze — Qualche
notizia aveva ben io . . . — Biblioteca Corsiniana, Firenze. ...» ivi
4526. Modena, .? Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Tanti impicci . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4274
4527. Modena, 4 Maggio — Giuseppe Bianchini in Roma — Non avrei
certo alcuna difficoltà ... — Biblioteca Vaticana, Roma .... » 4275
43S. Modena, 4 Maggio — Filippo Camerini in Camerino — Giacché il be-
nigno amore di Y. R — Museo Britannico, Londra .... » 4276
4529. Modena, 9 Maggio — Cassiodoro Montagiou in Perujpa — Dovette
V. P. ricevere una mia risposta. Occorre a me ora » 4277
4530. Modena, 9 Maggio — Angelo Maria Querini in Brescia — Mercé
alla benignità di V. E. . . . — Biblioteca Queriniana, Brescia . . » iv
4531. Mutinae, VI Idus Maias — Giovanni Cadonici in Cremona — Testes
sane. .. — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena. . . » ^78
4532. Modena, li Maggio — Giuseppe Pecci in Siena — Non saprei dire
il mio debil parere ... — Archivio Pecci, Siena » 4279
4533. Modena, H Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Supplico
V. P. . . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » ivi
4534. Modena, 12 Maggio — Francesco III d'Este in Sassuolo — In ese-
cuzione ... — R. Archivio di Stato, Modena » ^80
■15;^. Modena, lo Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Scrivo in
tempo ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4281
4536. Modena, 17 Maggio — Allo Stesso in Roma — Sei-virà la presente
mia... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), .Modena ...» 42K
4537. Modena, 24 Maggio — Tommaso Mazangues in Aix — Rispondo al
benignissimo foglio ... — R. Accademia delle Scienze, Torino . . » ivi
4538. Modena, SO Maggio — Girolamo Baruffaldi in Cento — Fra l'altre
disgrazie ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4283
4539. Modena, 30 Maggio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Vengano i miei. .. — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. ...» 4284
4540. Modena, 30 Maggio — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Pur troppo è vero, ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . , . . » ^85
4541. Modena, 30 Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Con pre-
cedente mia ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » ivi
45^. Modena, 31 Maggio — Gian Domenico Bebtou in Mereto (Udine) —
Tali sono stati ... — Raccolta Rota, S. Vito al Tagliamento . . » 4286
4543. Modena, 31 Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Benché poca voglia ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4287
4544. Modena, 31 Maggio — Girolamo Tartarotti in Rovereto — Prima
di rispondere ... — Biblioteca Comunale, Trento » 4288
4545. Modena, 31 Maggio — Giacinto Vinctoli in Perugia — Benché' con
poca voglia di scrivere, perché mi truovo in mezzo » 4280
4716 INDICE ANALITICO
4546. Modena, Maggio — Benedetto XIV in Roma— .S'io ho da manife-
stare ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena. . . pag. 4289
4547. Modena, 7 Giugno - Girolamo Baruffaldi in Cento — Mille grazie
per la nuova... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bìbl. Est.), Modena » 4291
4548. Modena, 7 Giugno — Daniele Concina in Venezia — Mi scrisse il
padre Calogerà, che aveva impedita la ristampa » ivi
4549. Modena, i4 Giugno — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Perchè ho poca voglia ... — Biblioteca Comunale, Ferrara ...» 42i)2
4550. Modena, 16 Giugno — Cassiodoro Montagioli in Roma — Se il
p. Contucci dirà ... — Museo Britannico, Londra » 429*3
4551. Modena, 22 Giugno — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Scrivo bene. . . — Ai'chivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » 4294
45^. Modena, 22 Giugno — Cassiodoro Montagioli in Roma — Yeggo
quanto ha pensato ... — Museo Britannico, Londra » 4295
4S3. Modena, 22 Giugno — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Continuano, e crescono di di. . . — Biblioteca Comunale, Ferrara. » ivi
4554. Modena, 26 Giugno — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Veggo che il Signore ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4296
4555. Modena, 29 Giugno — Fortunato Tamburini in Roma — Egregia-
mente. . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena . . » 4298
4556. Modena, 5 Luglio — Domenico Maria Manni in Firenze — Mi han
trattenuto le disgrazia ... — R. Biblioteca Laurenziana, Firenze . » 4299
4£o7. Modena, 5 Luglio — Girolamo Tagliazucchi in Torino — Grandi al
certo sono stati, ... — R. Archivio di Stato, Torino » 4300
4558. Modena, 6 Luglio — Anton Francesco Gori in Firenze — Cosi sba-
lordito mi hanno ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze .... » ivi
4559. Modena, 6 Luglio — Federico di Napoli di Campobello in Palermo
— Continuano... — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena » 4301
4560. Modena, 7 Luglio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Nel-
l'ultimo foglio. .. — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4302
4561. Modena, 12 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Veramente è ritornata ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 4304
4562. Modena, i3 Luglio — Fortunato Tamburini iin Roma — Allorché
m,i arrivano... — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena » 4305
4563. Modena, 19 Luglio — Girolamo Tartarotti in Rovereto — Sola-
mente ora ... — Archivio Soli Muratori, ( R. Bibl. Est. ), Modena » ivi
4564. Modena, 20 Luglio — Giovanni Lami in Firenze — Porrò qui il mio
sigillo in ubbibienza . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . » 4306
4565. Modena, 27 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Bella e squisita. ... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4307
4568. Modena, 1 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Se
riuscirà ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze » 4308
4567. Modena, 1 Agosto — Filippo Camerini in Camerino — Siccome è
certo ciò che V. R. . . . — Museo Britannico, Londra » 4309
4568. Modena, 3 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma — Ben mi son
rallegrato... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena. » 4310
4569. Mutinae, Pridie Nonas Aug. — Giuseppe Bimard de la Bastie in
Parigi — Jam abeunt ... — Bibliotèque Nationale, Paris .... » 431 1
4570. Mutinae, VI Idus Augusti — Benedetto XIV in Roma — Post hu-
m.illima sacrorum ... — Archivio Segreto Vaticano, Roma ...» ivi
INDICE ANALITICO 471"
1571. Modena, 0 Agosto — Fortunato TAMBimiNi in Roma — Dué /jiorni
sono... — Archivio Soli Muratori ( /?. lìibl. K$t.), Modeiii "i-'. A^\2
4572. Modena, iO Agosto — Alessandro Pompeo Berti in Lucca -
tempo fa, che mi fu scritto... — Biblioteca Comunale, Lucca. . » 4313
4573. Modena, iO Agosto — Angelo Calo<;er.v in Venezia — A questo li-
braio Soliani ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo » 4314
4574. Modena, iO Agosto — Tommaso de .Mazangues in Parigi — din son
passati ... — Biblioteca della R. Accademia delle Scienze, Torino » ivi
4575. .Modena, iO Agosto — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Felici voi che vi siete ... — Biblioteca Comunale, Ferrara. . . » 4315
4576. Modena, iO Agosto — Forti nano Tamburini in Roma —'Si vanno
sempre più ... — Archivio Soli Muratori ( R. Dibl. Est. ), Modena » 4316
4577. Modena, i4 Agosto — Angelo Maria Querini in Brescia — Già in-
tesi ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena ...» 4317
4578. Modena, 13 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma — Sono a
tempo ... — Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est. ), .Modena . . » 4.320
4579. Modena, 15 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Sempre più vo scorgendo... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. » 4*^1
4580. Modena, 17 Agosto — Cassiodoro Montagioli in Roma — Veggo
quanto ha risposto il padre Angelita, e rendo » 4322
4581. Modena, 17 Agosto — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Orsv, se non avete empiuta ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . » 4323
4582. Modena, 17 Agosto — Girolamo Tartarotti in Torino — //tnc/itMSrt
è del signor . . . — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena » ivi
4383. Modena, 2.'ì Agosto — Girolamo Baruffaldi in Cento — Per V. S.
illustrissima... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. E"**. ). Modena » 4324
4^4. Modena, 23 Agosto — Girolamo Tagliazucchi in Torino — Per parte
vostra mi son state . . . — R. Archivio di Stato, Torino .... » ivi
4585. Modena, 24 Agosto — Lorenzo Brunassi di S. Filippo in Napoli —
Grati tempo ha che fu spedita ... — Museo Britannico, Londra . » 4325
45S6. Modena, Fortunato Tamburini in Roma — In risposta air ultimo
stimatissimo... — Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.). Modena » ivi
4587. Modena, 26 Agosto — Franoksco III d' Este in Modena — L'età
avanzata e vari ... — R. Archivio di Stato, Modena » 4326
4588. Modena, 29 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Al-
l'ultima di V. S.. . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4327
4589. Modena, 4 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
In risposta all' ultimo ... — Biblioteca Comunale, Piacenza ...» 4328
4590. Modena, 7 Settembre — Angelo Calogerà in Venezia — In risposta
a due stimatissime ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo ...» 4329
45J1. Modena, 7 Settembre — Girolamo Tartarotti in Rovereto — Final-
mente ... — Archivio Soli Muratori { R. Bibl. Est. ), Modena . » 4330
4592. Modena, 14 Settembre - Lorenzo Brunassi di S. Filippo in Napoli
— Lodato Iddio che finalmente ... — Museo Britannico, Londra . » 4331
4593. Modena, 14 Settembre — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara
— So chi è . . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. \ Modena » 4332
45'J4. Modena, 18 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Per chi è... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » 4333
4595. Modena, 18 Settembre — Giovanni Lami in Firenze — Mi son rac-
comandato ad uno ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4334
4718 , INDICE ANALITICO
4596. Modena, 20 Settembre — Francesco Brembati in Bergamo — Cre-
derei che non si potesse ... — Archivio Rocchi, Bergamo . . . pag. 4334
4597. Modena, 20 Settembre — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara
— Né pur io so, . . . — Biblioteca Comunale, Ferrara » 4335
4598. Modena, 25 Settembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Mi ha fatto maraviglia ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. » ivi
4599. Modena, 25 Settembre — Cassiodoro Montagioli in Roma — yeggo
le nuove premure di V. P. per ottenermi » 4337
4600. Modena (in villa), 4 Ottobre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna
— Rispondo all'ultimo... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. » ivi
4601. Modena (in villa), 4 Ottobre — N. N. in Milano — Indirizzo a V. S.
un ballotto di carte ... — Biblioteca Comunale, Piacenza. ...» 4.3.38
4602. Modena ( in villa ), 4 Ottobre — Nicola Tacoli in Reggio — Paoli 32
son quelli, che V. S. illustrissima ... — Archivio Tacoli, Modena » 4339
4603. Modena ( in villa ), 5 Ottobre — Alessandro Giuseppe Chiappini in
Roma — Non saprei dire ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . » ivi
4604. Modena (in villa), 8 Ottobre — Oronzio Stabili in Milano — Se non
era V. P. che mi favoriva ... — Biblioteca Trivulziana, Milano . » 4340
4605. Modena (in villa), li Ottobre — Biagio Schiavo in Torino — Dal
signor abate Tagliazucchi ... — Raccolta Pacali, Venezia ...» 4341
4606. Modena (in villa), li Ottobre — Giuseppe Antenore Scalabrini in
Ferrara — Non mancai ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . . » ivi
4607. Modena (in villa), 17 Ottobre — Tommaso de Mazangues in Parigi
— Con sincero... — Biblioteca della R. Accad. delle Scienze, Torino » 4342
4608. Modena (in villa), 19 Ottobre — Lorenzo Brunassi di S. Filippo in
Napoli — In somma non ha pari ... — Museo Britannico, Londra » 4343
4609. Modena (in villa), 19 Ottobre — Alessandro Giuseppe Chiappini in
Roma — Sappiamo pur troppo,... — Biblioteca Comunale, Piacenza » ivi
4610. Modena (in villa), 19 Ottobre — Cassiodoro Montagioli in Roma —
Molto bene mi è giunta la nuova lettera » 4345
4611. Modena (in villa), 19 Ottobre — Angelo Maria Querini in Brescia
— Nel benigno gradimento, ... — Biblioteca Queriniana, Brescia. » ivi
4612. Modena, 25 Ottobre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Giornaliere sono ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4346
4613. Modena, 26 Ottobre — Anton Francesco Gori in Firenze — Se V. S.
illustrissim,a desidera ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze . . » 4347
4614. Modena, 26 Ottobre — Giambattista Zappata in Comacchio — Yeggo
guani' ella mi narra intorno all' origine e cognome » 4348
4615. Modena, 6 Novembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Se V. P. reverendissima ... — Biblioteca Comunale, Piacenza. . » 4349
4ùló. Modena, 8 Novembre — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara
— Solamente ora m.i è venuta. ... — Biblioteca Comunale, Ferrara » 4350
4617. Modena, 9 Novembre — Federico di Napoli di Campobello in Palermo
— Voglia ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » ivi
4618. Modena, 15 Novembre — Girolamo Tagliazucchi in Torino — Non
si può se non lodare ... — R. Archivio di Stato, Modena ...» 4S51
4619. Modena, 16 Novembre — C\ssiodoro Montagioli in Roma — Giun-
tomi il libro degli Affetti di voti di V. P., dono » 43,"!2
4G20. Modena, 16 Novembre — Bernardo Maria de Rubeis in Venezia —
Con sommo mio piacere ... — R. Biblioteca Marciana, Venezia . » ivi
INDICE ANALITICO
4719
4tì21. Modena, 19 Novembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultimo fofflio — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . . .
4622. Modena, 23 Novembre — N. N. in Cortona — In eserusione de gli
stÌ7natissimi comandamenti ... — Raccolta Càmi>ori, Modena . .
-1323. Modena, 26 Novembre — Lorenzo Brunassi di San Fiuppo in Napoli
— Ora solamente m'é giunto... — Museo Britannico, Londra. .
4')24. Modena, 27 Novembre — .Vlessandro Tiiuseppe Chiappini in Roma
— Altro di nuovo ... — Biblioteca Comunale, Piacenza ....
4025. Modena, 27 Novembre — .\.\gelo .Maria Qi'erini in Brescia — La
tersa Pastorale di V. E. . . . — Biblioteca Quoriniana, Brescia . .
4626. Modena, 30 Novembre — Bernardo Maria db Rijbeis in Venezia —
Prontamente non potei ... — R. Biblioteca Marciana, Venezia. .
4t)27. Modena, SO Novembre — Forti'nato TAMBfRiNi in Roma — Ben ri-
tornata V. P.... — .\rchivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est.), Modena
4628. Modena, 7 Dicembre — Lorenzo Brunassi ni San Fiuppo in Napoli
— Mi va V. E. procurando ... — Museo Britannico, Londra . .
4629. Modena, il Dicembre — Angelo Maria Querini in Brescia — Da
una precedente ... — Biblioteca Queriniana, Brescia
4630. Modena, 1/ Dicembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Due sono i benignissimi ... — Biblioteca Comunale, Piacenza.
4631. Modena, 14 Dicembre — Fortunato Tamburini in Roma — Aveva
già inteso — .\rchivio Soli Muratori ( Ti?. Bibl. Est. ), Modena .
4632. Modena, 15 Dicembre — Lue' Antonio Gentili in Sinigaglia — Mi
sono ormai reso a/fatto incapace all' applicazione,
4633. Modena, 21 Dicembre — Angelo .\ntonio Fabbro in Padova — Credo
che mi conducessi a credere S. Salvatore patria
4634. Modena, 21 Dicembre — Giuseppe Antenore Scalahrini in Ferrara
— Conceda Iddio piene ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . .
4635. Modena, 23 Dicembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultimo foglio... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . . .
4636. Modena, 26 Dicembre — Pietro Napoli Giaxnelu in Napoli — An-
teacta ad te... — Archivio Soli MurAtori ( /?. Bibl. Est.), Modena
4637. Modena, 28 Dicembre — Aiwwi/) Calogerà in Venezia — Quando
il signor Pasquali ... — Biblioteca Imperiale, Pietrobui^o . . .
P«ff.
4363
4354
43S5
ivi
4356
4357
4356
4350
4360
4361
43B2
4363
ivi
4361
4365
4366
4367
1743.
4638. Modena, ■/ Gennaio — Giuseppe Malaspina di S.«* Margherita in
Oriolo — Gode V. S. . . . — Raccolta Palmieri, San Paolo, Roma. » ivi
4639. Modena, 4 Gennaio — Bernardo Maria de Rubkis in Venezia —
Se. allorché . . . Archivio Soli Muratori ( R. liibl. Est. ), Modena . » 4368
4640. Modena, 4 Gennaio — Giuseppe .\ntenore Scalabrini in Ferrara —
Quantunque ancor io abbia ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . » 4369
4541. Modena, 4 Gennaio — Fortunato Tamburini in Roma — Ècco a
V. P. . . . — .\rchivio Soli Muratori ( li. Bibl. Est. ), Modena . . » ivi
4f>42. Modena, 8 Gennaio — .Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Volesse Dio, che coteste ... — Biblioteca Comunale, Kacenza . . > 3370
4643. Modena, 10 Gennaio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Non poco è stato . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4371
4644. Modena. 10 Gennaio — Francesco Contarei.li in Ferrara — La
stessa ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio. . » 4372
4720 « INDICE ANALITICO
4645. Modena, iO Gennaio — Antonio Conti in Londra — Soffra V. 5.
illustri sai ma, eh' io le dica ... — Biblioti^ca Triviilziana. Milano . pag. 4373
4646. Modena, iO Gennaio — Angelo Antonio Fabbro in Padova — Tali
sono le ragioni addotte da Y. S. illustrissima » ivi
4647. Modena. iO Gennaio — Girolamo Tartarotti in Torino — Buon-
per me se tutti leggessero ... — Biblioteca Comunale, Trento . . » 4374
4648. Modena, J7 Gennaio — Francesco Contarelli in Ferrara — In-
chiusa ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . » 4375
4649. Modena, i7 Gennaio — Anton Francesco Gori in Firenze — Non
piti che il numero ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze ...» ivi
4650. Modena, 17 Gennaio — Giovanni Lami in Firenze — Giacché da co-
testo stampatore ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4376
4651. Modena, i7 Gennaio — Francesco Pagliai in Palermo — Di somma
consolazione... — Archivio Soli Muratori {R. Bibl. Est.), Modena » ivi
4652. Modena, 20 Gennaio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
All'ultima di V. S. . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4377
4653. Modena, 28 Gennaio — Cesare Frassoni in Finale — Sono state da
me lette ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » < 4379
4654. Modena, 31 Gennaio — Gian Domenico Bertoli in Aquileja — Ben
cara mi è . . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena. » ivi
4655. Modena, 1 Febbraio — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Se V. S. illustrissima ... — Biblioteca Comunale, Ferrara ...» 4380
4656. Modena, 1 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Mi ha
V. P — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4381
4657. — Modena, 8 Febbraio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Nella settimana scorsa ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . » 4!i8?
4658. Modena, 10 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Giacché
il santissimo nostro padre ... — Archivio Vaticano, Roma ...» 4383
4659. Modena, 13 Febbraio — Matteo Meloni in Carpi — Giacché ab-
biam che fare ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi » 4385
4660. Modena, 14 Febbraio — Francesco Arisi in Cremona — Ancor io
ho avuto la mia parte ... — Raccolta Gnecchi, Milano .... » ivi
4661. Modena, 14 Febbraio — Anton Francesco Gori in Firenze — Ho
inteso il motivo ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze » 4386
4662. Modena, 15 Febbraio — Lorenzo Brunassi di San Filippo in Napoli
— Solamente ora. . . — Museo Britannico, Londra » ivi
4663. Modena, 15 Febbraio — Giuseppe Aurelio di Gennaro in Napoli —
Solamente oggi mi san giunte le Poesie Latine » 4387
4664. Modena, 17 Febbraio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Nella comune influenza ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze » 4388
4òo5. Modena, 1 9 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Non sia
vero,.. . — Archivio Soli Muratori- ( /?. Bibl. Est.), Modena. . . » 4389
4663. Modena, 22 Febbraio — Angelo Calogerà in Venezia — Se si potrà
verrà in questo ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo .... » 4390
4667. Modena, 22 Febbraio — Francesco Contarelli in Ferrara — Due
lettere ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . » 4391
4668. Modena, 22 Febbraio — Angelo Maria Querini in Brescia — Con
tal commozione . . — Biblioteca Queriniana, Brescia » ivi
4669. Modena, 26 Febbraio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Due stimatissimi fogli ... — Biblioteca Comunale, Piacenza. . . » 4393
INDICE ANALITICO
4721
4670. Modena, / Marzo — Gian Domenico Bbrtou in Meroto — Gran
tempo è eh' in. . . — Raccolta Rota, S. Vito al Ta^liamento . . .
4/T71. Modena, 1 Marzo — Francksco Contareixi in Ferrara — Felice^
mente ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio. .
Aui. .Modena, i Marzo — Matteo Mbix)ni in Carpi — Veggo bene, che
quel Dottorelli è dietro... — Archivio Eredi Meloni, Carpi. . .
4t)73. Modena, / Marzo — .\ngklo Maria Qi-erini in Broscia — Gran festa
ho fatto al ricevere ... — Biblioteca Queriniana, Brescia ....
4674. Modena, i2 Marzo — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
« Dovette pensare ... — Biblioteca Comunale, Piacenza ....
4(575. Modena, i5 Marzo — Angelo Cai.ogkrà in Venezia — Voleva io ap-
inmto scrivere a Y. P. . . . — Biblioteca Imi)eriale, Pietroburgo .
4676. Modena, io Marzo — Fortun.ato Tambi'ri.m in Roma — Ancor qua
son giunte ... — Archivio Soli Muratori, ( R. Bibl. Est. ) Modena
4677. Modena, 18 Marzo — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — L'ul-
tima lettera ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze
4678. Modena, i9 Marzo — Matteo Meloni in Carpi — Sono in mano
mia ... — .\rchivio della Congregazione di Carità, Correggio . .
4679. Modena, 21 Marzo — Angelo Maria Querini in Bre.scia — Mi pro-
testo io.. . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . .
4680. Modena, 22 Marzo — Giuseppe Bianchini in Roma — .4/ benignis-
simo foglio — — Biblioteca Vaticana, Roma , .
4681. Modena, 22 Marzo — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Ciò che V. S. . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza
46S2. Modena, 22 Marzo — Francesco Pagliai in Palermo — Solamente
ora mi è . ,. — Archivio Soli Muratori. ( R. Bibl. Est. ), Modena .
4683. Modena, 22 Marzo — Fortunato Tamburini in Roma — Non é ba-
stato ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . .
4684. Modena, 27 Marzo — Anton Lodovico Antinori in Lanciano — La
gentilezza con la quale Y. S. illustrissima
46%. Mutinae, VI Kal. Aprii — Fiuppo Argelati in Milano — Biblio-
tecam ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . .
4686. Modena, 29 Marzo — Anton Fiuncesco Gori in Firenze — Intendo
ora, perchè ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze
46S7. Mutinae, Pi-idte Kalendas Apriles — Giuseppe Vincislao di Lichten-
stein in Parigi — Ecce tandem quartum, postremum videlicet . . .
4688. Modena, 2 Aprile — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma — Da
che si partirono ... — Biblioteca Comunale, Piacenza
4689. Modena, 5 Aprile — -Allo Stesso in Roma — Starò a vedere ciò che
riprenderà ... — Biblioteca Comunale, Piacenza , .
4690. Modena, 7 Aprile — Giuseppe Luigi Amadesi in Ravenna — Eccomi
pronto ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . .
4691. Modena, 10 Aprile — Domenico Brichieri Colomri in Vienna — Mi
scrisse il signor Gaspari... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze
4692. Modena, 10 Aprile — Nicola Tacou in Reggio — Ha V. S. illu-
strissima coronato. ... — .Archivio Tacoli, .Modena
4693. Modena, 10 Aprile — Fortunato Tamburini in Roma — Giacché
Y. R... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . .
4694. Modena, 12 Aprile — .\llo Stesso in Roma — Sia lodato Dio. Fi-
nalmente ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena .
Spittolario di Lodovico Antonio Muratori. — VoL X.
P««.
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ivi
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2722
INDICE ANALITICO
4695. Modena, i6 Aprile — Filippo Camerini in Camerino — Volesse Dio
che tutti ... — Museo Britannico, Londra pag. 4416
4696. Modena, i6 Aprile — Alessandro Giuseppf. Chiappini in Roma —
Buone nuove mi dà. . . — Biblioteca Comunale, Piacenza ...» 4417
4697. Modena, i6 Aprile — Fortunato Tamburini in Roma — Certo é che
per un mese .. . — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena » 4418
4698. Modena, i8 Aj^rile — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Al-
l'udire che... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...,.» 4419
4699. Modena, i9 Aprile — Giovanni Lami in B'irenze — Una copia di
libro matematico, . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4421
4700. Modena, 22 Aprile — Nicola Tacoli in Reggio — Porto a V. S. il-
lustrissima.. . — Archivio Tacoli, Modena » ivi
4701. Modena, 24 Aprile — Francesco Brembati in Bergamo — Degne
son di stima ... — Archivio Rocchi, Bergamo » 4422
4702. Modena, 24 Aprile — Frances(;o Pagliai in Palermo — Al foglio
carissimo ... — Archivio Soli Muratori ( H. Bibl. Est. ), Modena . » ivi
4703. Modena, 25 Aprile — Francesco Contarelli in Ferrara — Giugnerà
ben a tempo... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4423
4704. Modena, 26 Aprile — Fortunato Tambubini in Roma — Somme
son le grazie... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » 4424
4705. Modena, 2 Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Niuna
c'è delle lettere... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4426
4706. Modena, 5 Maggio — Giuseppe Luigi Amadesi — Nella Piena Espo-
sizione.. . — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena. . » 4427
4707. Modena, 7 Maggio — Guido Bentivoglio D'Aragona in Ferrara —
Appena mi giunse... — Biblioteca Bertoliniana, Vicenza. ...» 4428
4708. Modena, 7 Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Non posso
a meno... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena. . » ivi
47(J9. Modena, iO Maggio — Francesco Contarelli in Ferrara — Già
dal p. Bardetti.. — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4429
4710. Modena, di Maggio — Girolamo Tagliazucchi in Torino — Molto
ben ricevuta. .. — R. Archivio di Stato, Torino » ivi
4711. Modena, i3 Maggio — Girolamo Baruffaldi in Cento — Metta
V. S. ... — Archivio Soli Muratori (/?. Bibl. Est.), Modena . . » 4430
4712. Modena, i7 Maggio — Salvino Salvini in Firenze — Monumento
lìrezioso è quello ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze .... » 4431
4713. 17 Maggio — Luigi Scotti in Treviso — Non sapeva io che fosse
mancato di vita... — Archivio Soli Muratori, (7?. Bibl. Est.), Modena » ivi
4714 Modena, i7 Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Due sono
le favoritissime... — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena » 4432
4715. Modena, 22 Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultimo foglio... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. ...» 4433
4716. Modena, 22 Maggio — Anton Francesco Gori in Firenze — Nelle
Novelle letterarie ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze .... » 44.34
4717. Modena, 22 Maggio — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Non so rispondere ... — Biblioteca Comunale, Ferrara .... » ivi
4718. Modena, 28 Maggio — Cassiodoro Montagioli in Perugia — Prendo
occasione di scrivere a V. P. della perdita » 4435
4719. Modena, 29 Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Vorrei che V. S.... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» ivi
IXOIOB ANALITICO
4728
4720. Modena, 31 Maggio — Fortinato Tamborini in Roma — In mano
di V. P. . . . — Archivio Soli Muratori ( li. lìibl. Est. ), Modena . |)ajf. 44Tfi
4721 Modena, (in villa), iO Giugno — Girolamo Tartarotti in Trento —
Buon per me se tutti leggessero » 4437
4722. Modena, (in villa), i2 Gnigno — Giuseppe .\ntenore Scai *i<Mivr in
Ferrara — Finalmente . . . Biblioteca Comunale, Ferrara » 44*18
4723. Modena (in villa), i-i Giugno — Filippo Camerini in Camerino —
Lasceremo che si sfoghi. . . — Museo Britannico, Londra .... » 44.'JU
4724. Modena (in villa), i4 Gittgno — Domenico Brichieri Colombi in
Vienna — Mi porta... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . » ivi
4725. Modena (in villa), 14 Giugno — Fortunato Tamburini in Roma —
Se Y. S.... — Archivio Soli Muratori ( lì. Bibl. Est. ), Modena . » 4441
47-26. Modena (in villa), 20 Giugno — Grioo Bentivoglio D'Aragona in
Ferrara — Ricevendo io . . . — Raccolta Azzolini, Roma » 4442
4727. Modena ( in villa ), 20 Giugno — Giuseppe Antenore Scalabeini in
Ferrara — .Sicché appena ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . . » ivi
4728. Modena (in villa), 25 Giugno — Alessandro Giuseppe Chiappini in
Piacenza — Ben giunta V. S. . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza » 444'J
4729. Modena (in villa), 28 Giugno — Giuseppe Luigi Amadesi in Ravenna
— Altro non... — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena » 4444
4730. Modena ( in villa ), 28 Giugno — Domenico Brichieri Colombi in
Vienna — Due son le l*>ttere... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze » 4445
4731. Modena, 2 Luglio — Girolamo Tagliazucchi in Torino — Per la
posta ... — R. Archivio di Stato, Torino » 4440
4732. Modena, 4 Luglio — Anton Francesco Gori in Firenze — Né qui
né in Bologna ... — Biblioteca MarucHlliana, Firenze » 4447
4733. Modena, 9 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Appunto prima. .. — Biblioteca Comunale, Piacenza .... » ivi
4734. Modena, 10 Luglio — Angelo Maria Querini in Brescia — Apologia
alla lettera ... — Biblioteca Queriniana, Brescia » 4449
4735. Modena, 11 Luglio — Guido Bentivoguo D'Aragona in Ferrara —
Dall' inchiusa, che ultimamente ... — Raccolta Azzolini. Roma . » ivi
4T33. Modena, 12 Luglio — FiLrpro Camerini in Camerino — Noti ho
mancato ... — Museo Britannico, Londra » 4450
4737. Modena, 12 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Non mi accontentai . . — Biblioteca Comunale, Piacenza ...» ivi
4738. Modena, 12 Luglio — (tiuseppe Pecci in Siena — f^on dispiacere
( bisogna che . . . Raccolta Pecci, Siena . . . , » 4451
4739. Modena, 12 Luglio — Fortunato Tamburini in Roma — Gran cosa
è, che... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est. ), Modena . . » 4432
4740. Modena. 15 Luglio — Guido Bentivoglio D'Aragona in Ferrara —
Siccome vedrà V. E. . . . — Raccolta Artelli, Venezia » 4453
4741. Modena, 16 Luglio — Giuseppe Luigi Amadesi in Ravenna — Per
guanto ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), .Modena . . » ivi
4742. Modena, 19 Luglio — Anton Francesco Gori in Firenze — Vera-
mente san io . . . — Biblioteca Marucelliana, Firenze » 4454
4743 Modena, 19 Luglio — Fortunato Tamburini in Roma — Mi son
giunte ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » ivi
4744. Modena, 24 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
« Avrà V. S. reverendissima ... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 445l3
4724 » INDICE ANALITICO
4745. Modena, 25 Luglio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — In-
chiusa trasmetto a V. S... — R, Biblioteca Riccardiana, Firenze , pag. 4457
4746 Modena, 26 Luglio — Francesco Contarei.li in Ferrara — Mi son
giunti ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio. . » 4458
4747. Modena, 26 Luglio — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Ho letto le due ... — Biblioteca Comunale, Ferrara » 4459
4748. Modena, 30 Luglio — Fortunato Tambt'rini in Roma — Il beni-
gnissimo ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ) Modena . » ivi
4749. Modena, 2 Agosto — Francesco Contarelli in Ferrara — Per mezzo
del signor. . — Archivio della Congregazione di Carità, Ferrara. » 4461
4750. Modena, 5 Agosto — Saverio Guicciardi in Modena — Vedrà V. S.
illustrissima ... — Archivio Soli Muratori ( li. Bibl. Est. ), Modena » ivi
4751. Modena, 8 Agosto — Francesco Contarelli in Ferrara — Vedì'à
V. S. . . . — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . . » 4462
4752. Modena, 9 Agosto — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
« Dacché V. S. . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza » ivi
4753. Modena, il Agosto — Antonio Arrivasene in Correggio — La re-
lazione che V. S. . . . — R. Archivio di Stato, Modena » 44fi4
4754. Modena, 16 Agosto — Filippo Camerini in Camerino — Mi risponde
il libraio Pasquali ... — Museo Britannico, Londra. ,....» ivi
4755. Modena, 16 Agosto — Francesco Contarelli in Ferrara — Si è ben
preso V. S. . . . — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 44(j5
4756. Modena, 16 Agosto — Luc'Antonio Gentili in Sinigaglia — Ben caro
mi è stato il foglio, con cui la bontà di V. S. mi assicura. ...» ivi
4757. Modena, 16 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma — L'ultimo
benigno ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4466
4758. Modena, 22 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Non
veggo più lettere . . . R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4467
4759. Modena, 23 Agosto — Guido Bentivoglio D' Aragona in Ferrara —
Mi fa sperare la ben conosciuta... — Raccolta Lozzi, Bologna. . » 4468
4760. Modena, { in Villa ), 23 Agosto — Alessandro Giuseppe Chiappini in
Roma — « Sto a vedere, ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 4469
4761. Modena, (in Villa), 23 Agosto — F'rancesco Contarelli in Ferrara
— Intendo ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4470
4762. Modena, ( in villa ), 23 Agosto — Anton Francesco Gori in Firenze
— Un brutto imbroglio ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze. . » 4471
4763. Modena, { in villa ), 23 Agosto — Gaetano Enea Meloni in Messina
— Porto a V. S. illustrissima i dovuti ringraziamenti, » ivi
4764. Modena, ( in villa ), 23 Agosto — Adamo Pivati in Padova — Signor
si, che è giunta V apologia dell' antico, ma distrutto anfiteatro.... » 4472
4765. Modena, ( in villa ), 27 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma —
Comincio ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » ivi
4766. Modena, (in villa), 30 Agosto — Francesco Contarelli in Ferrara —
Gran voglia ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4474
4767. Modena, (in villa), 30 Agosto — Anton Francesco Gori in Firenze
— Mi è giunto l'involto. .. — Biblioteca Marucelliana, Firenze . » ivi
4768. Spezzano, 4 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Debbo ben ringraziare . . . — R Biblioteca Riccardiana, Firenze » 4475
4769. Spezzano, 4 Settembre — Nicola Tacoli in Reggio — Talmente mi e
piaciuto il progetto de i tre . . . — Archivio Tacoli, Modena. . . » 4476
INDICE ANALITICO
4725
4770. Spezzano, 4 Settembre — Fortunato Tamburini in Roma — Mi ptr-
doni V. P. . . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ) Modena. i»a|f. 4477
4771. Spezzano. 5 Settembre — .Aoamo F*ivati in Padova — Lm grande apo-
logia è letta : V ho trovata tale, » 447H
4772. Spezzano, 6 Settembre — (jIan Francesco Sou in Modena — Non
ho lettere, ... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est. ). Modena . » ivi
47T^. Spezzano, iO Settembre, — IjORBn/o Bianchi in Modena — Delle let-
tere inchiuse due, — — Archivio Bianchi, Modena » 4479
4774. Spezzano, 10 Settembre — Domenico Brichieri Cou>mbi in Vienna —
Due favoritissime ... — R. Biblioteca Kiccardiana, Firenze ...» ivi
4775. Spezzano, dO Settembre — Nicola Tacou in Reggio — Sarà ubbi-
dita V. S. illustrissima ... — Archivio Tacoli, .Modena .... » 4480
4776. Spezzano, 12 Settembre — Fiuppo Camerini in Camerino — Mi manda
un libraio ... — Museo Britannico, Londra » 4481
4777. Spezzano, 13 Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — Se vi ca-
piterà a tempo — .Archivio Bianchi, Modena » ivi
4778. Spezzano, 13 Settembre — Fortunato Tamburini in Roma — Ebbe
la benignità ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena » 4482
4779. Spezzano, 16 Settembi-e — Lorenzo Bianchi in Modena — Consegne-
rete a gli u/isiali . . . — Archivio Bianchi. Modena » 4483
4780. Spezzano, 16 Settembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna
— L' ultimo — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze » ivi
4781 . Spezzano, 16 Settembre — Angelo Maria Querim in Brescia — Questa
volta son io stato ... — Biblioteca Queriniana, Brescia .... » 4484
4782. Spezzano, 18 Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — Troverete
inchiusa la lettera ... — Archivio Bianchi, Modena » 4486
4783. Spezzano, 19 Settembre — Glan Francesco Sou in Modena — ^//ra
volta ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena ...» 4487
4784. Spezzano, 19 Settembre — Nicola Tacou in Rfcigio — Sarà ubbi-
dita V. .S. illustrissima ... — Archivio Tacoli, Modena .... » ivi
4785. Spezzano, 19 Settembre — Girolamo Tartarotti in Venezia — Non
i'ispo.ti ... — .Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ) » ivi
4786. Spezzano, 20 Settembre — Gian Francesco Sou in Modena — Ho
ricevuto ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4488
4787. Spezzano, 22 Settembre — Allo Stesso in Modena — Quando vo-
gliate.. . — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.). Modena . . » 4489
4788. Spezzano, 22 Settembre — Gerolamo Taguazucchi in Torino — Venga
il sig. duca ... — R. Archivio di Stato, Torino » ivi
4789. Modena, 26 Settembre — Nicola Tacou in Reggio — Mi son re»<t-
<M»<o a//a ct/tó:. .. — Archivio Tacoli, Modena » 4490
4790. Modena, 27 Settembre — Fortunato Tamburini in Roma — S« é
compiaciuta ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » ivi
4791. Modena, { S. Agnese), 30 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiap-
pini in Roma — Non so mai... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4492
4792. Modena ( S. Agnese ), 30 Settembre — Nicola Tacou in R^gio —
M' f' giunto il quadretto .. . — Archivio Tacoli, Modena .... » 4493
4791 Modena { S. Agnese ) / Ottobre — Lorenzo Bianchi in Bologna — Voi
vi godete ... — Archivio Bianchi, Modena » ivi
4794. Modena ( S. Agnese ), 2 Ottobre — Domenico Vecchi in Sangimi-
gnano — Con piacere ho letto » 4494
4726 , INDICE ANALITICO
47^. Fiorano, H Ottobre — Gian Francesco Soli in Modena ( S. Agnese)
— Letta che... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena pa«. 4494
4796. Mutinae, IV Idus Octohr. — Jacopo Bruker in Augusta — Per Cle-
mentissimum Lamium ... — Biblioteca Imperiale, Vienna ...» 4495
4797. Fiorano, 15 Ottobre — Nicoi-a Tacoli in Reggio — Lasciai in Mo-
dena incartato come prima ... — Archivio Tacoli, Modena ...» ivi
4798. Fiorano, 17 Ottobre — Lorenzo Bianchi in Modena — Mi rallegro
del vostro ... — Archivio Bianchi, Modena » 4493
4799. Fiorano, 17 Ottobre — Guino Bentivogio d'Aragona in Ferrara —
Ai favori compartitimi. . . — Raccolta Ferraioli, Roma .... » ivi
4800. Fiorano, 17 Ottobre — Filippo Camerini in Camerino — È stata
associata ... — Museo Britannico, Londra » 4497
4801. Fiorano, 17 Ottobre — Francesco Contarelli in Ferrara — Cotesto
sig, vicario... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 44i)8
4802. Fiorano, 17 Ottobre — Fortunato Tamburini in Roma — Alquanto
ho tardato... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est.), Modena » ivi
4803. Fiorano, 21 Ottobre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Mi truova tuttavia ... — Biblioteca Comunale, Piacenza .... » 4500
4804. Modena, 22 Ottobre — Alessa.ndro Arrivabene in Correggio— Quanto
mi sono rallegrato . . . — R. Archivio di Stato, Modena .... » 4501
48(fi. Modena, 22 Ottobre — Angelo Maria Querìni in Brescia — Terminò
ieri sera... — Biblioteca Queriniana, Brescia » 4502
4806. Modena, 24 Ottobre — Saverio Guicciardi in Roma — E finita la
mia villeggiatura ... — Archivio Guicciardi, Modena -» 4503
4807. Modena, 20 Ottobre — Angelo Maria Querìni in Brescia — Mi son
portato in villa ... — Biblioteca Queriniana, Brescia » ivi
4808. Modena, 26 Ottobre — Fortunato Tamburini in Roma — Ninna ri-
sposta ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. iHbl. Est. ), Modena . . » 4504
4809. Modena. 30 Ottobre — Francesco Brembati in Bergamo — Dalla
lite che presentemente ... — Archivio Rocchi, Bergamo . . , . » ivi
4810. Modena, 31 Ottobre — Nicola Tacoli in Reggio — Il signor Cardi-
nale Pozzobonelli . . . — Archivio Tacoli, Modena » 4505
4811. Modena, .9 Novembre — Fortunato Tamburini in Roma — Coli' oc-
casione ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » ivi
4812. Modena, 5 Novembre — Pellegrino Roni in Osimo — Solamente
ora m.i è giunta la Dissertazione » 4506
48J3. Modena, 5 Novembre — Foreunato Tamburini in Roma — Non oc-
corre ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4507
4814. Modena, 6 Novembre — Francesco Contarelli in Ferrara — Pun-
tualmente ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4508
4815. Modena, 8 Novembre — Mariangelo Fiacchi in Ravenna — Può es-
sere, che venga costà » ivi
4816. Mutinae, V Idus Novembris — Clemente di Polonia in Varsavia — Po-
stremumh hunc... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena » 4509
4817. Modena, 1 1 Novembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'essere non meno. .. — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4510
4818. Modena, 12 Novembre — Alessandro Giuseppe Chiappiui in Roma
— Voglia Dio che,... — Biblioteca Comunale, Piacenza .... » 4511
4819. Modena, 12 Novembre — Costantino Grimaldini in Napoli — Cor-
rono già ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4512
INDICE AXAMTIf'n
4727
4820. — Modena, 12 Novembre — An«;f:lo Maria Qì kkini in K"ni,i Itopo
ater io... — Biblioteca Queriniana, Hrescia |Mig. 4013
4821. Modena, i3 Ottobre — Francesco Contarelu in F«mni — Venne
puntualmente...— Archivio della CongregazioDe di Carità, Corref^gio » ivi
4822. Modena. '20 Novembre — Allo Stesso in Ferrara — Non mi è ve'
nuta ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . . » 5514
^23. Modena, 20 Novembre — Guseppe Antenore Scalarrim in Ferrara
— Altre volte — Biblioteca Comunale, Ferrara » ivi
4'^34. Modena, 28 Novembre — Francesco Brembati in Bergamo — Sujì-
plico in primo luogo ... — Archivio Rocchi, Bergamo .... » 4515
4825. Modena, 4 Dicembre — Alessandro Guseppe Chiappini in Roma —
Che V. S. reverendissima ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . » 4516
4826. Modena. 8 Dicembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L' ultimo carissimo ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4517
-^7. Modena, 9 Dicembre — Francesco Retz in Roma — Non liete ri-
compensa ... — Archivio Soli Muratori ( /?. Bibl. Est. ), Modena . » 4519
4828. Modena, 17 Dicembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Veramente si credeva ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » ivi
4839, Modena, i7 Dicembre — Nicola Tacou in Reggio — ffa ben da es-
sere persuasa ... — Archivio Tacoli, Modena » 4520
4830. Modena, 18 Dicembre — Matteo Meloni in Carpi — Andavo io dif-
ferendo ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi » 4521
48m. Modena, i9 Dicembre — Fortunato Tamburini in Roma — Dal-
l' eminentissimo... — Archivio Soli Muratori ( li. Bibl. Est. ), Modena » ivi
4832. Modena, 20 Dicembre — Pietro Napou Giannelu in Palermo —
Tre sono ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . » 4522
4833. Modena. 20 Dicembre — Federico di Napoli di Campobello in Palermo
— Al beììignissimo...— Archivio Soli Muratori( R. Bibl. £'«f.),Modena » 4523
4S34. Modena, 20 Dicembre — Frances<o Pagliai in Palermo — Molto ben
tardi ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4524
4835. Modena, 22 Dicembre — Girolamo Tartarotti in Torino — Allorché
V. S.... — Archivio Soli Muratori ( E. Bibl. Est. ), Modena . . » 4S5
4836. Modena, 23 Dicembre — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara
— Abbiam tutti bisogno... — Biblioteca Comunale, Ferrara . . » 4526
4837. Modena, 27 Dicembre — Giovan Giacomo Zamboni in Londra — Pur
troppo — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena . . » ivi
4838. Modena, 29 Dicembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultima lettera... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4528
4839. Mutinae, IV Kal. Januar., — Vittorio da Cavalbse in Trento —
Tuas guidem... — Archivio Soli Muratori (/?. Bibl. Est,), Modena » 4529
4840. ( Senza data ) — Lorenzo Brunassi di S. Filippo in Torino — Secondo
gli ordini stimatissimi di V. E., . . . — Museo Britannico, Londra » 4531
4841. (Senza data) — Enrico di Collalto in V<^nezia — Diu anceps fui
quid ad te,.,. — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena * 4532
4342. (Senza data) — Ali.o Stesso in Venezia — Con particolare soddi-
sfazione ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4533
1744.
4843. Modena, 2 Gennaio — Anton Francesco Gori in Firenza — La S* V.
illustrissima ... — Biblioteca Marucelliana, Firenze » ivi
4728 INDICE ANALITICO
4844. Modena, 3 Gennaio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Sarà Y. S. reverendissima ... — Biblioteca Comunale, Ferrara . pai?. 4534
4845. Modena, 8 Gennaio — Giuseppe Antenore Scai.abrini in Ferrara —
Ch' io sappia, non sono mai ... — Biblioteca Comunale, Ferrara. » 45!^
4846. Modena, 9 Gennaio — Angelo Maria Querini in Brescia — Fui a
vedere il camice da V. E. . . . — Biblioteca Queriniana, Brescia . » 4533
4847. Modena, d6 Gennaio — Nicola Tacoli in Reggio — In casa del si-
gnor marchese Fontanelli ho fatto. . . — Archivio Tacoli, Modena » ivi
4848. Modena, i7 Gennaio — Fortunato Tamburini in Roma — Ubbidisco
all' E. V. . .. — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . » 4.5.'?7
4849. Modena, 24 Gennaio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Freddi gagliardi e ghiaccio . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza. » 45138
4850. Modena, 27 Gennaio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
L'ultimo foglio di V. S.... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. » 4539
4851. Modena, 27 Gennaio — Girolamo Tartarotti in Trento — Oh! clic
imbrogliato uomo ... — Biblioteca Comunale, Trento » 4541
4852. Modena, 28 Gennaio — Matteo Meloni in Carpi — Mi dice mio
nipote, che fu ben fatto ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi . . » ivi
4853. Modena, 30 Gennaio — Francesco Brembati in Bergamo — Ine-
rendo alle premure di V. S. , . . — Archivio Bocchi, Bergamo . . » 4542
4854. Modena, 30 Gennaio — Nicola Tacoli in Reggio — Se non già
sciolto dalla contumacia, ... — Archivio Tacoli, Modena. ...» 4543
4855. Modena, 3i Gennaio — Francesco Beretta in Udine — Appunto
'per... — Archivio Soli Muratori (/?. Bibl. Est.), Modena ...» ivi
4856. Modena, 31 Gennaio — Giovanni Lami in Firenze — Affidato dalla
bontà di V. S. . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4544
4857. Modena, 2 Febbraio — Angelo Maria Querini in Brescia — Benché
non dimandassi ... — Biblioteca dei Lincei, Roma » 4545
4858. Modena. 5 Febbraio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Fi-
nalmente ho dato . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» ivi
4859. Mutinae, YIII Id. Febr. — Pietro Napoli Giannelli in Palermo —
Priores tuae ... — Archivio Soli Muratori { 7?. Bibl. Est. ), Modena » 4546
4860. Modena, 7 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Il tro-
varmi viro ... — Archivio Soli Muratori ( 7^. Bibl. Est. ), Modena » 4547
4861. Modena, li Febbraio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Avrà già V. R — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4549
4862. Modena, i3 Febbraio — Francesco Contarelli in Ferrara — Mi
conviene ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio » 4550
4863. Modena, 48 Febbraio — Giuseppe Bianchini in Roma — Mi ha fatto
stupire V. S. . . . — Biblioteca Vaticana, Roma » ivi
4864. Modena, 18 Febbraio — Ottavio Bocchi in Ferrara — Essendomi
capitato ... — Archivio Bocchi, Adria » 4551
4865. Modena, 19 Febbraio — Francesco Contarelli in Ferrara — Al-
l'intendere . . — Archivio della Congregazione di Carità,. Correggio » ivi
4866. Modena, 20 Febbraio — Gian Domenico Bertoli in Aquileia — Ha
ragione Y. S. . . . — Archivio Rota, S. Vito al Tagliamento ...» 4552
4867. Modena, 20 Febbraio — Francesco Brembati in Bergamo — Bendo
grazie a Y. S. — Archivio Rocchi, Bergamo » 4553
Modena, 20 Febbraio — Daniele Florio in Udine — Gran tempo
era, ch'io... —Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena . » ivi
INDICE ANALITICO
4729
48()t). Modena, 25 Febbraio — Giuskppe Rianchini in Roma — Granili itiee,
magnifici disegni ... — Biblioteca Vaticana, Koma \m
4870. Modena, 25 Febbraio — Domenico Brichirri Colombi in Vienna —
Servirà la presente . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . .
4871. Modena, 25 Febbraio — ANr.Ei.o Maria Qt'KKiNi in Brescia — Se
non ho colto... — Biblioteca dellWcoademia dei Lincei, Roma .
4S72. Modena, 25 Febbraio — Girolamo Tartarotti in Trento — Xe' ter-
mini che ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena .
48T3. Modena, 27 Febbraio — Francesco Contarelu in Ferrara — Iii~
mando la . . . — Archivio della Congr^azione di Carità, Corr^ftno
4874. Modena, 28 Febbraio — Alessandro TiirsEPPE Chiappini in Roma
— Son certo che ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . , . .
4875. Modena, 28 Febbraio — Fortunato Tamburini in Roma — Con tanta
venerazione ... — Archivio Soli Muratori ( 7^. Bibl. Est. ), Modena
4876. Modena, i Marzo — Matteo Meloni in Carpi — Due soli censi ho
in coleste ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi
4877. Modena, 6 Marzo — Giovanni La>u in Firenze — Trovai chi era il
imdrone ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze
4S78. Modena, iO Marzo — Bernardo Rovatti in Modena — // signor Ber-
nardo Rovatti — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena
4879. Modena, L'i Marzo — ChTTAvio Bocchi in Venezia — .V» dispiace di
noti poter ... — Archivio Bocchi, Adria
4880. Modena, 14 Marzo — Gian Maria Mazzuchelij in Roma — Non
solo fo plauso ... — Biblioteca Vaticana, Roma
4881. Modena, i7 Marzo — Fortunato Tamburini in Roma — Benché il
signor ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena , .
4^ì2. Modena, 18 Marzo — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — M'é
giunto il grosso ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . . .
4883. Modena, 20 Marzo — Francesco Coxtarelli in Ferrara — Eccone
un^ altra. . . — Archivio della Congregazione di Carità, Corr^gio
4S84. Modena. 24 Marzo — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Talinente mi son trovato ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . .
4>^. Modena, 27 Marzo — Francesco Contarelli in Ferrara — Vedendo
questa ... — Archivio della Congregazione di Carità, Corr^gio .
4886. Modena, 27 Marzo — Bernardo Maria De Rubeis in Venezia —
Vorrei potere . . . — R. Biblioteca Marciana, Venezia
4887. Modena, 27 Marzo — Giovanni Lami in Firenze — Fu poi a tro-
varmi questo signor . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . .
48^. Modena, 27 Marzo — Giuseppe Antenore Scalabrini in Ferrara —
Per servigio, che ... — Biblioteca Comunale, Ferrara
4889. Modena, 1 Aprile — Ottavio Bocchi in Venezia — Il Placito da me
accennato ... — Archivio Bocchi, Adria
4890. Modena, 1 Aprile — Francesco Brembati in Bergamo — Per molte
mie occupazioni — Archivio Rocchi, Bergamo
4891. Modena, 3 Aprile — Fortunato Tamburini in Roma — Dee nel lu-
nedi ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena. . .
4892. Modena, 10 Aprile — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Qui noti si parla più ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . .
4898. Modena, 10 Aprile — Francesco Contarelli in Ferrara — Son ri-
masto ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . .
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ivi
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ivi
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ivi
«71
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ivi
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4730 INDICE ANALITICO
»
4894. Modena, i3 Aprile — Nicola. Tacou in Reggio - Con occasione
che si san riscossi ... — Archivio Tacoli, Modena pag. 4576
4895. Modena, di Aprile — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — L'ul-
timo foglio ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze » ivi
4896. Modena, 17 Aprile — Giuseppe Bianchini in Roma — Nel medesimo
tem^po che dallo stimatissimo ... — Biblioteca Vaticana, Roma . » 4578
4897. Modena, i7 Ajìrile — Francesco Contarelli in Ferrara — Prego
V. S. . . . — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . . » 4579
4898. Modena, i7 Aprile — Fortunato Tamburini in Roma — A quanto
io avevo ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » ivi
4899. Modena, 22 Aprile — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Giacché non ho potuto ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » 4580
49 X). Modena, 22 Aprile — Matteo Meloni in Carpi — Nel di 6 del cor-
rente maturò un altro ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi ...» 4581
4901. Modena. 24 Aprile -^Ottavio Bocchi in Venezia — Non occorrerà
che io scriva ... — Archivio Bocchi, Adria » 4582
4902. Modena, 25 Aprile — Antonio Saltini in Roma — Qui non si è
veduta la relazione . . . — R. Biblioteca Vittorio Emanuele, Roma » ivi
4903. Modena, 1 Maggio — Giovanni Lami in Firenze — In questo punto
ricevo il gratissimo ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4583
4904. Modena, i Maggio — Angelo Maria Querini in Roma — Se questo
mio reverente foglio ... — Biblioteca Queriuiana, Brescia. ...» 4584
4905. Modena, 2 Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Bella con-
solazione ... — Archivio Soli Muratori ( H. Bibl. Est. ), Modena . » 4585
4906. Modena, 5 Maggio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Piacenza —
Serva la presente mia ... — Biblioteca Comunale, Piacenza. . . » 458(5
4907. Modena, 5 Maggio — Matteo Meloni in Carpi — Bene ha fatto V. S.
con ricevere... Archivio della Congregazione di Carità, Correggio. » 4587
4908. Modena, 5 Maggio — Nicola Tacoli in Reggio — Si sparse qui la
voce che il signor conte Cristiani ... — Archivio Tacoli, Modena » ivi
4909. Modena, 8 Maggio — Flaminio Scarselli in Bologna — Prima d'aver
letto il Davide penitente ... — Biblioteca Universitaria, Bologna . » 4588
4910. Modena (S. Agnese), il Maggio — Domenico Brichieri Colombi in
Vienna — In risposta ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » ivi
4911. Modena, 14 Maggio — Ottavio Bocchi in Venezia— Perchè, essendo
interrotto il commercio,... — Archivio Bocchi, Adria » 4590
4912. Modena, 19 il/agr^to — Giuseppe Antonio Sassi in Milano — fin pr«5o
il p. maestro Martini... — Biblioteca Ambrosiana, Milano. . . » ivi
4913. Modena, 19 Maggio — Gian Grisostomo Trombelli in Bologna —
Sommamente bello e plausibile... — Raccolta Boncompagni, Roma » 4591
4914. Modena, 21 Maggio — Francesco Contarelli in Ferrara — Mi ha
il foglio . . . — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio. » 4592
4915. Modena, 22 Maggio — Bonifazio Rangoni in Modena — Gran ver-
gogna è ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena. . » ivi
4916. Modena, 26 Maggio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — In
somm,a, come tu appunto... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. » 4593
4917. Modena, 29 Maggio — Fortunato Tamburini in Roma — Andava io
di/ferendo ... — Archivio Soli Muratori ( R. Btbl. Est. ), Modena. » 45^
4918. Modena, 4 Giugno — Francesco Contarelli in Ferrara — Ecco la
risposta ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . » 4596
nn>IOE AKALITIGO 4781
4'v>19. Modena ( in villa ), 5 Giugno — Gian Paoix) Simone Bianchi in Kiraini
— .4/ decoro d^ Italin . . . — Biblioteca Oambalunghiana, Rimini . pag. -lo.»?
49"i0. Modena (in villa), 5 Giiujno — (ìiovanni Bottari in Roma — K cara-
mente da dolersi, che . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » 4S0R
4J21. Modena (in villa), 5 Giugno — Alessandro (ìm-seppk Chiappini in
Roma — È giunta V, S. . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 4aU9
492"2. Modena, iO Giugno — Cuks Domenuo Bertoli in Aquileja — Pub-
blico già... — Archivio Soli Muratori { R. liibl. Kst.), Modena . » 4flnf)
4ifi3. Modena, iO Giu/no — Domenico Hrìchieri Coli)MBI in Vienna — Mi
giunse il compimento . . . — K. Biblioteca Riccardiana. Firenze . * 46fW
4924. Modena, i2 Giugno — Giuseppe Bianchini in Roma — .4 due beni-
gnissimi fogli di V. /?.... — Biblioteca Vaticana, Roma. ...» é&fy
41^25. Modena, 12 Giugno — Lorenzo Brinassi oi S. Filippo in Napoli —
Z,' altre tolte ancora eh'' io ho — Museo Britannico, Londra. . » 40Vi
4^06. Modena, d9 Giugno — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
r'ertamente il veder V inazione... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4Gfl7
4927. Modena, i9 Giugno — Fortunato Tamburini in Roma — Sento ri-
morsi ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . . * 4608
4928. Modena, 23 Giugno — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Veramente, ora ... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4610
4929. Modena, 25 Giugno — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Giacché il nostro... — R. Biblioteca Riccardiann. Firenze ...» 4(311
4930. Modena, 3 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma — -S*'
non fan guerra fra loro ... — Biblioteca Comui.ile, Piacenza . . » 4612
4'.X31. Modena, 5 Luglio — Matteo Meloni in Carpi — Son m'era io già
dimenticato... — Archivio Eredi Meloni, Carpi » 4613
4932. Modena, 8 Luglio — Gian Paolo Simone Bianchi in Roma — Circa
il 1597 andò... — Biblioteca Garabalunghiana, Riraini .... » 4614
4933. Modena, 8 Luglio — Fortunato Tamburini in Roma — Giacché con
tanta ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » ivi
4934. Modena, 10 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Sicché senza adoperar — Biblioteca Comunale, Piacenza ...» 4616
49C5. Modena, 10 Luglio — Giusbpcb Antonio Sassi in Milano — Al ve-
dere il bel carattere ... — Biblioteca Ambrosiana, Milano ...» 4617
4936. Modena, 12 Luglio — Gian Domenico Bertoli in Udine — Giacché
V. S. illustrissima ... — Raccolta Rota, S. Vito al Tagliamento . » ivi
4987. .Modena, 13 Luglio — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Somma è ben . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4618
4938. Modena, 15 Luglio — Angelo Maria Quekini in Brescia — La let-
tera ultimamente ... — Biblioteca Queriniana, Brescia » 4630
4989. Modena, 16 Luglio — Giuseppe Bondigu in Velletri — Non so come
possa essere ricevuto ... — Archivio Municipale, Reggio Emilia . » 4621
4940. Modena, 17 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Piacenza
— Anch' io andava pure ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 4623
4941. Modena, 21 Luglio — Allo Stesso in Roma — Contiene spedir le
lettere il sabbato mattina ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . » 4624
4942. Modena, 21 Luglio — Fortunato Tamburini in Roma — Giacché
veggo che. . . — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . » 4825
4943. Modena, 24 Luglio — AvLO Stesso in Roma — A me certamente
è riuscito ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . »
4732 INDICE ANALITICO
4944. Modena, 27 Luglio — Gian Paolo Simone Bianchi in Siena — Ha
tutta l'autorità V. S. . . . — Biblioteca Gambalungliiana, llimini . pag. 4627
4945. Modena, 28 Luglio — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Perchè non si poterono ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . . » 462K
4946. Modena, 29 Luglio — (tiovanni Brunassi in Napoli — Alla puntua-
lità di V. E, nella rimessa ... — Museo Britannico, Londra . . » 4629
4947. Mutinae, /// Kal. Aug. — Lodovico Sabbatini d'Anfora in Roma .—
Longe diutius... — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena » ivi
4948. Modena, 3 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — Ora
so perchè non sia ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze ...» 4*3!^
4949. Modena, 4 Agosto — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma — A
quel che veggo, non ha . . . — Biblioteca Comunale, Piacenza. . . » 46.'32
4^0. Modena, 6 Agosto — Nicola Tacoli in Reggio — Mi occorre di
pregar V. S. illustrissima ... — Archivio Tacoli, Modena ...» 46.33
4951. Modena, 7 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma — Porto a V. S.
illustrissima... — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena » ivi
4562. Modena, 18 Agosto — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — In-
nanzi che mei ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze .... » 4634
4%3. Modena, 18 Agosto — Giuseppe Bianchini in Roma — Finora sono
andato scrivacchiando. .. — Biblioteca Vaticana, Roma .... » 4636
4954. Modena, 13 Agosto — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Fratello del fatto di campo. . . — Biblioteca Comunale, Piacenza. » 4637
49^. Modena, 18 Agosto — Fortunato Tamburini in Roma — L'ultimo
benignissimo... — Archivio Soli Muratori (R. Bibl. Est.), Modena » 4638
4^6. Modena, 20 Agosto — Nicola Tacoli in Reggio — Di grazia V. S.
illustrissima truovi miglior... — Archivio Tacoli, Modena. . . » 4639
4957. Modena, 21 Agosto — Antonio Saltini in Roma — Non potrò già
io contracambiar ... — R. Biblioteca Vittorio Emanuele, Roma . » ivi
4958. Modena, 21 Agosto — N. N. — Io tengo nuovi motivi di obbliga-
zione ... — Archivio Soli Muratori ( 7^. Bibl. Est. ), Modena . . » 4640
4959. Modena, 24 Agosto — Rinaldo Alticozzi in Cortona — Mi perdo-
nerà V. S. . . . — Biblioteca dell'Accademia Etrusca, Cortona . . » 4641
4960. Modena ( S. Agnese ), 24 Agosto — Mariangelo Fiacchi in Ravenna
— Sarà ubbidita ... — Archivio Comunale, Ravenna » 4642
4961. Modena ( S. Agnese), 24 Agosto — Nicola Tacoli in Reggio — Costa
il tomo I del Dizionario un filippo... — Archivio Tacoli, Modena. » 4643
4962. Modena { S. .\gnese), 25 Agosto — Gian Paolo Simone Bianchi in
Siena — Quanto Y. S. . . . — Biblioteca Gambalunghiana, Rimini. » ivi
4963. Modena ( S. Agnese), 28 Agosto — Anton Lodovico Antinori in Lan-
ciano — È già scorso del tempo, che con V. S. » 4644
4964. Modena (S. Agnese), 31 Agosto — Giuseppe Maria Bondigli in Vel-
letri — Ne' giorni passati ... — Biblioteca Trivulziana, Milano . » ivi
4965. Modena ( S. Agnese ) 1 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiappini
in Roma — Dovette restare ... — Biblioteca Comunale, Piacenza . » 4645
4966. Modena (S. Agnese), 1 Settembre — Fortunato Tamburini in Roma
— Finalmente... — Archivio Soli Muratori ( B. Bibl. Est. ), Modena » 4646
4967. Modena (S. Agnese), 2 Settembre — Domenico Brichieri Colombi
in Vienna — Solamente . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » 4647
4968. Modena (S. Agnese), 2 Settembre — Achille Crispi in Reggio —
Bramerei ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . » 4649
INDICE ANALITICO
4783
l'.)G9. Modena ( S. Agnese ), 2 St'ttembre — Fobtì'nato TAMBtitiNi in Roma
— Trovandomi... — Archivio Soli Muratori (/^ IHhL Est.), Modena pag. 464U
1'J70. Modena, 5 Settembre — Angelo Maria Qi'brini in Brescia — .Vi sono
giunti ... — Biblioteca Queriniana, Brescia » 4flB0
4971. Fiorano, 6 Settembre — Gian Francesco Soli in Modena — Fra le
annesse... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena. . » ivi
4972. Fiorano, 8 Settembre — Filippo Camerini in Camerino — Sempre mi
tiene caro il vedere ... — Museo Britannico, Londra » 4fiól
4973. Fiorano, 9 Settembre — Fra.ncesco Brembati in Bergamo — Giaecké
mi truovo a villeggiare ... — Archivio Rocchi, Bergamo . , . . » ivi
4974. Spezzano, i7 Settembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— Mi truova V. S — Biblioteca Comunale, Piacenza .... » 4fiK
4975. Spezzano, 20 Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — In ri-
sposta alla vostra lettera, ti dico... — .\rchivio Bianchi. Modena. » 4663
4976. Spezzano, 2i Settembre — Gian Paolo Simone Bianchi in Modena —
Veramente la botanica... — Biblioteca Gambalunghiana, Rimini. » ivi
4977. Spezzano, 21 Settembre — Giovanni Lami in Firenze — Benché a me
incresca che a V. S. . . . — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . » 4t34
4978. Spezzano, 2d Settembre — Fortunato Tamburini in Roma — Nella
villeggiatura... — Archivio Soli Muratori ( i?. Bibl. Est. ), Modena » 46K
4979. Spezzano, 22 Settembre — Giuseppe Bianchini in Roma — Due sti-
matissime lettere di V. R. . . . — Biblioteca Vaticana, Roma . . » 4tJ57
4980. Spezzano, 23 Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — Vi mando
rinchiusa, acciocché la portiate.. — Archivio Bianchi, Modena . » 4658
4981. Spezzano, 2^ Settembre — Allo Stesso in Modena — Colle lettere
vostre e della posta ho ricevuto ... — Archivio Bianchi, Modena . » ivi
4982. Spezzano, 24 Settembre — Francesco Contarelli in Ferrara — Perché
lo. . . — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio ...» 4659
4983. Spezzano, 25 Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — Mi è stato
ben caro d'intendere, che non si... — Archivio Bianchi, Modena » ivi
4984. Spezzano, 28 Settembre — Allo Stesso in Modena — L' inchiusa per
Vienna la porterete a S. Agostino . . , Archivio Bianchi, Modena . » 4690
4985. Spezzano, 28 Settembre — Dctwenico Brichieri Colombi in Vienna —
Veggo ben io... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze > ivi
4986. Spezzano, 29 Settembre — Lorenzo Brunassi di S. Filippo in Napoli
— Dall' eminentissimo . . . — Museo Britannico, Londra . . . . > 46©
4987. Spezzano, 29 Settembre — Giuseppe Antonio Sassi in Milano —
Quanto bisognava ... — Biblioteca Ambrosiana, Milano .... » ivi
4988. Spezzano, Fine .Settembre — Lorenzo Bianchi in Modena — In ri-
sposta al biglietto ... — Archivio Bianchi, Modena » 4663
4989. Spezzano, 1 Ottobre — Gian Domenico Bertoli in .\quileja — Mi
trota in villa ... — Archivio Rota, S. Vito al ragliamento ...» 4664
4990. Spezzano, 4 Ottobre — Gian Paolo Simone Bianchi in Riraini — Ben
giunta V. S. . . . — Biblioteca Gambalunghiana, Rimini » 4665
4991. Spezzano, 4 Ottobre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Due son le lettere... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze. . . » 4666
4992. Spezzano, 4 Ottobre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Mi rallegrerò ben io con voi. .. — Biblioteca Comunale, Piacenza » ^367
4993. Fiorano, 7 Ottobre — Gian Francesco Sou in Modena — Se sarà
buon tempo... — .\rchÌTÌo Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena. » 4668
4734 , INDICE ANALITICO
4994. Fiorano, 8 Ottobre — Lorenzo Bianchi in Modena — Eccovi i man-
dati, chr ricercate ... — Archivio Bianchi, in Modena » 4669
4995. Fiorano, 8 Ottobre — Francesco Contarelli in Ferrara — Speravo
io nella . . Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . . » ivi
4996. Fiorano, 8 Ottobre — Fortunato Tamburini in Roma — Priiovo rjli
effetti ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena . . » 4670
4997. Mutinae, VI Idus Octobris — Benedetto XIV in Roma — Certior
factus . . . — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena . . » 4671
4998. Fiorano, i i Ottobre — Domenico Briohieri Colombi in Vienna — Di
molta consolazione ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » ivi
4999. Fiorano, d3 Ottobre — Fortunato Tamburini in Roma — Bene e che
non si sia... — Archivio Soli Muratori (7?. Bibl. Est.), Modena. » 4674
5000. Modena, 20 Ottobre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Finita è la mia vileggiatura ... — Biblioteca Comunale, Piacenza » 4675
5001. Modena, 2i Ottobre — Matteo Meloni in Càrpi — Terminata la
mia villeggiatura ... — Archivo Eredi Meloni, Carpi » 4676
5002. Modena, 23 Ottobre — Francesco Contarelli in Ferrara — È finita
la mia ... — Archivio della Congregazione di Carità, Correggio . » ivi
5003. Modena, 27 Ottobre — Fortunato Tamburini in Roma — Non potea
essere ... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est. ), Modena . . » 4677
5084. Modena, 28 Ottobre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna — In
risposta all' ultimo ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » 4678
50(S. Modena, .9 Novembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma —
Allorché passasse di qua. .. — Biblioteca Comunale, Piacenza. . » 4680
5006. Modena, iO Novembre ... — Allo Stesso in Roma — Tenevo io per
fermo che V. S. . . . ~ Biblioteca Comunale, Piacenza » 4681
.5007. Modena, iO Novembre— Mari angelo Fiacchi in Ravenna — Saran
circa due mesi ... — Biblioteca Classense, Ravenna » 468:i
5008. Modena, i3 Novembre — Adamo Pivati in Padova — Per mezzo
del signor abate ... — Biblioteca del Seminario, Padova .... » 4683
5009. Modena, i5 Novembre — N. N. — Sarebbe pur felice il mio trat-
tatello delle Missioni ... — Archivio Comunale, Modena .... » 4684
5010. Modena, i7 Novembre — Alessandro Giuseppe Chiappini in Roma
— All'ultimo benigno foglio... — Biblioteca Comunale, Piacenza » ivi
5011. Modena, i7 Novembre — Cesare Fr assoni in Finale — Quando pur
V. S... . ~ Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est.), Modena . . » 4685
5012. Modena, i8 Novembre — Guido Bentivoglio d'Aragona in Ferrara
— Dal signor abate... — Raccolta Azzolini, Roma » 4686
5013. Modena, i9 Novembre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
In risposta all'ultimo... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . » ivi
50i4. Modena, 20 Novembre — Gian Paolo Simone Bianchi in Siena —
Mi giunge ... — Biblioteca Gambalunghiana, Rimini » 4688
5015. Modena, 23 Novembre — ì^icoLk Tacoli in Reggio — Ne' giorni ad-
dietro ho fatto portare... — Archivio Tacoli, Modena » ivi
5016. Modena, 25 Novembre — Matteo Meloni in Carpi — Non so perchè
mai non sia giunta ... — Archivio Eredi Meloni, Carpi .... » 4689
5017. Mutinae, YI Kal. Decemb. — Vittorio da Cavai. ese in Trento —
Antequam ... — Archivio Soli Muratori ( 7?. Bibl. Est. ), Modena. » ivi
5018. Modena, 27 Novembre — Giuseppe Pecci in Siena — A me era ben
noto che il signor ... — Archivio Pecci, Siena » 4691
INDICE AHl>LITICO
4736
5019. Modena, 30 Novembre — Nicola Taoou in R«j^io — Se Y. S. il-
lustrissima m'invierà ... — ArchiTÌo Tacoli, Modena \ttK- 4091
5020. Modena, i Dicembre — Domenico Brichieri Coi/ìmm in Vienna —
Qualche posata dovette . . . — R. Biblioteca Kiccardiana, Firenze . » ♦K2
ó<J21. Modena, i Dicembre — Lodovico Vi.ncenzo Brichieri Coumsi in Bo-
logna — Al signor... — R. Biblioteca Riccardiana. Firenze . . » -KW!
."1022. Modena, i Dicembre — Ai.essa.ndro Gicseppe Chiappini in Roma —
Vi siete voi altri signori... — Biblioteca Comunale, Piacenta . > ivi
5023. Modena, 2 Dicembre — (tian Grisostomo Trombelli in Bologna —
Bella orasione . . . — Biblioteca Universitaria, Bologna » Vi»)
5024. Modena, 4 Dicembre — Fortunato Tambi'ri.m in Roma — t'enl')
anni... — Archivio Soli Muratori (li. Bibl. Est.), .M(>dena. . . » ivi
5()S. Modena, 9 Novembre — A.ngelo Calogerà in Venezia — .1 me sarti
ben caro ... — Biblioteca Imperiale, Pietroburgo » -KìB
5086. Modena, 10 Dicembre — Ginoo Bentivoglio d'Aragona in Ferrara
— Era anch^ io preventivamente .. . — Raccolta Muoni, Milano » ivi
5027. Modena, iO Dicembre — Nicola Tacoli in Reggio — -Vi ''• stato
fatto il pagamento del poco ... — Archivio Tacoli, Modena ...» 4HH)
51128. Modena, i / Dicembre — Cesare Frassoni in Finale — Saggia è stata
la risoluzione... — Archivio Soli Muratori ( R. Bibl. Est.), Modena » ivi
5029. Modena, i4 Dicembre — Lcc'Antonio Gentili in Sinigaglia — Vedrà
V. S. neW inchiusa quel tanto, che ho creduto » 4700
5080. Modena, i5 Dicembre — Gian 'Angelo Serra in Cesena — Solamente
ora ho potuto leggere il trattato » ivi
5081. Modena, 17 Dicembre — Gian Francesco Miselu in Verona —
Veggo il bel genio, ... — Archivio Capitolare, Verona » 4701
5082. Modena, 18 Dicembre — Gian Paolo Simone Bianchi in Rimini —
Adunque V. S. . . , — Biblioteca Garabalunghiana, Rimini .... » 47lfi
5033. Modena, 18 Dicembre — Alessanro Giuseppe Chiappini in Roma
— Sa V. S. reverendissima... — Biblioteca Comunale, Piacenza. » 4708
5084. Modena, 23 Dicembre — Gian Andrea Baratti in Ferrara — Bella
prerogativa del signor Ambrogio ... — Raccolta Barozzi, Venezia > 4704
5035. Modena, 28 Dicembre — Ntcola Tacoli in R^gio — Appunto ho
terminato la lettura delle Memoiie... — Archivio Tacoli, Modena » ivi
5036. Modena, 30 Dicembre — Gian Domenico Bertoli in Aquileja — Du-
cento iscrisioni ... — Raccolta Rota, S. Vito al Tagliamento . . » 4705
5037. Modena, 30 Dicernbre — Domenico Brichieri Colombi in Vienna —
Tre sono le lettere ... — R. Biblioteca Riccardiana, Firenze . . » ivi
5038. Modena, 31 Dicembre — Giuseppe Bianchini in Roma — Da cotesto
p. predicatore del palazzo ... — Biblioteca Vaticana, Roma. . . » 4706
5039. Modena, 31 Dicembre — Nicola Tacoli in Reggio — Non so già
io d'aver fatta si gran fatica ... — Archivio Tacoli, Modena . . » 4707
5040. Modena, 31 Dicembre — Fortinato Tamburini in Roma — Serra
primieramente... — Archivio Soli Muratori (/?. BiM. Est.), Modena » ivi
INDICE ALFABETICO
Alticozzi Rinaldo, 4641.
Amadesi 'TJuseppe Luiiri, 4411, 4427, 4444,
4453.
Aiitiuori Anton Lodovico, 440), 4644.
Ariielati Filippo, 4406.
Arisi Fi-ancesco, 4'385.
Arrivabene Alessandro. 4501.
Arrivabene Antonio, 4464.
Barotti Gian Andrea, 4704.
BarutTaldi Girolamo, 4264. 4267, 4273,
4^3, 4-291, 4324, 4430.
Benedetto XIV, 4289. 4311, 4'j71.
B«^ntiv«^lio d'Aragona Guido, 4428, 4442,
4449, 4453. 4468, 4496, 4vj8n, 4fflR.
Beretta Francesco, 4543.
Berti Alessandro Pompet», 4-'4l, 4313.
Bertoli Gian Domenico. 4286, 4379. 43tì3,
4552, 460O. 4317, 4364. 4706.
Bianchi Gian Paolo Simone, 4507, 4614,
4627, 4643, 4653. 4665, 4&^, 47(6.
Bianchi Lorenzo, 4479, 4481, 4483, 448fi,
449.3, 4496, 43 )3, 4SS, 4^9, 4660. 46(33,
4360.
Bianchini Giuseppe, 4269, 4275, 4408, 4550,
4554, 4578, 4606, 4636. 4657, 4706.
Bimard de la Bastie Giuseppe. 4311.
Bocchi Ottavio, 4270, ^B51, 4561, 45^2,
4582, 4590.
Bondigli Giuseppe Maria, 4621, 4644.
Bftttari Giovanni, 4598.
Brembati Francesco, 4334, 4422. 45(>4,
4515, 4542, 4563, 4572, 4651.
Brichieri Colombi Domenico, 4245, 4254,
4-280, 4-274, 4287, 4296, 43l>2, 4*S, 4321,
4:t?7, 4335, 4«7, 4316, 4:^i, 43(5, 4371.
4377, 4'**<, 439.», 4412, 4419. 44-26, 443:?,
44:S, 4439, 4445, 4457, 4457. 4479, 4483.
4510. 4517, 4528, 4539, 4>15, 45t5, 4565,
4576, 4r/< I, 4588, 4588, 4608, 4^31 1, 4618,
463rj, 4(ÌM, 4647, 4660, 466(5, 4m , 4678.
40*5. 469-2, 47(6.
Brichieri Colombi Lodovico Vii.couz4>.
4694.
Bruker .Jacopo, 4496.
Brunassi di S. Filippo Lorenzo, -^49.
432 i, 4331, 4343, 43B5, 459, 43^, 4531,
4606, 4629. 46®.
Caloi,'erà Angelo, -«50, 4*2^, 42S3, 4264,
4314, 4S9, 43n, 4390, 4397. 4B8.
Camerini Filippo, 4276, 43>J, 44U5, 44'Ì9,
4450, 4461, 4481, 4497, 451.
Canonici Giovanni, 4278.
Carli (De) Giovanni Battista. 42tì5.
Cavale.se (Da) Vittorio. 4529, 4389.
Chiappini A lessando Giuseppe, 4*247, 4-248,
4257, 4-25<». 4265, 42^, 4294. 43f«, 4337,
43-28, 43:0. 4339, 4Ì43, 4^.), 4355, 4331,
4370, 4382, 43l8, 439(3, 4404. 440.», 4410,
4417, 4443, 4447, 445(i, 445.3. 44.2, 4469,
4475, 449-2, 4^ì, 4511, 45U5. 4519. 4534,
^"S. 4549, 4558, 4568, 4574. 4586, 4599,
4©T7, 4610, 461-2, 4316, 462:?. 4624, 4J-dS,
43:ì2, 4337, 46^, 4»2. 4»57, 4675, 46-«ì,
4e=<l,4»W4. 4j»4, 47* e.
Collalto (Di) Enrico. 4532, 4533.
Concina Daniele, 4291.
BpUtolario di Lodovico Antonio Muratori, — VoU X.
4738
INDICE ALFABETICO
Concilia Daniele, 4291,
Contarelli Francesco, 4372, 4375, 4391,
4394, 4423, 4426, 4458. 4461, 4462, 44(»,
447(1, 4474, 4498, 45aS, 4513, 4514, 4550,
4551, 4557, 4567, 4589, 4575, 4579, 4592,
4596, 4ffiy, 4669, 4676.
Conti Antonio, 4373.
Contucci Contuccio, 4281.
Crispi Achille, 4649.
D
Di Napoli di Campobello Federico, 4301 ,
4350, 4523.
Este (D') Francesco 111, 4280, 4326.
F
Fabbro Angelo Antonio, 4363, 4373.
Fiacchi Mariangelo, 4508, 4642, 4682.
Florio Daniele, 4553.
Foggini Pier Francesco, 4273.
Frassoni Cesare, 4251, 4:)79, 4685, 46%).
G
Gennaro (Di) Giuseppe Aurelio, 4387.
Gentili Luc'Antonio, 4363, 4465, 4700.
Giannelli Pietro Napoli, 4522, 4546.
Giannelli Pietro Paolo, 4366.
Ginanni Pier Paolo, 4243.
Gori Anton Francesco, 4242, 4245, 4250,
42®, 4300, 4347, 4375, 4:386, 4407. 4434,
4447, 4454, 4471, 4474, 4533.
Grandi Guido, 4267,
Grimaldini Costantino, 4512.
Guicciardi Saverio, 446 , 4503.
Lami (Giovanni, 4241, 4306, 4^34, 4376,
4421, 4544, 4560, 4570, 4583, 4654.
Lichtenstein Giuseppe Venceslao, 4408.
M
Malaspina di S.'* Margherita Giuseppe,
4367.
Manni Domenico Maria, 4299.
Mazangues Tommaso, 4282, 4314, 4342.
Mazzucchelli Gian Maria, 4562.
Melani Gaetano Enea. 4471.
Meloni Matteo, 4385, 43il4, 4400, 4521-
4^1, 4559, 4581, 4587, 4613, 4676, 4689.
MontTLiioli Cassiodoro, 4262, 4277, 4293,
4295, 4322, 4337, 4345, 4352, 4435.
Muselli Gian Francesco. 4701.
N
N. N., 4338, 4354, 4')40, 7684.
P
Pagliai Francesco, 4251, 4376, 4405, 4422,
4524.
Pecci Giuseppe, 4266, 4279, 4451, 4691.
Pivati Adamo, 4472, 4478, 4683.
Polonia (Di) Clemente, 4509.
Querini Angelo Maria, 42o8, 4277, 4317,
4345. 4356, 4360, 4391, 4395, 4461, 4449.
4484, 4502, 4503, 4513, 4536, 4545, 4556.
4584, 4620, 4650.
R
Rangoni Bonifazio, 4592.
Retz Francesco, 4519.
Roni Pellegrino, 4506.
Rovatti Bernardo, 4561.
Rubeis (De) Bernardo Maria. 4352, 4."357
4368, .4570.
Sabbatini d'Anfora Lodovico, 4629.
Saltini Antonio, 4582, 4639.
Salvini Salvino, 4431.
Sassi Giuseppe Antonio, 4590, 4617, 4662,
Scalabrini (ìiuseppe Antenore, 425'.), 42(>3,
42-5, 4«2, 4295, 4315, 4323, 4332, 43:35,
4341, 4:3.50, 4:364, 4369, 4:380, 4434, 4438,
4442, 4459, 4514, 4526, 45:35, 4571.
Scarselli Flaminio, 4588.
Schiavo Biagio, 4341.
Scotti Luigi, 4431.
Serra Gian Angelo, 47G().
Soli Gian Francesco, 4478, 4487, 4488,
4469, 4494, 4ffi0, 4668.
Stabili r)roiizio, 4340.
Tacoli Nicola, 427:3, 433'J, 4413, 4421, 4476,
4480, 4487, 4490, 4493, 4495, 4505, 4520.
INDIOK ALVABRTICX)
4739
45:«, 454?. 4076, 4")H7, 4in3, 4(x*}, 4(54"i
408«, 4GU1, 4<J9y, 4704, 4707.
Ta^'Hazucchi (Girolamo, 4300. 4'S4, 4351.
44>J, 4440, 4489.
Tamburini Fortunato, 4244. 4252. 425.'?,
4271, 4272, 4279, 4281, 4282, 4-2Sr), 4?.^,
43f6, 4310, 4312, 431G, 4320, 4325. 4:S^,
4362, 4:ì0y, 43SI, 4'K?, ^i>fJ, 43^. 44f6,
4414. 441S, 4424, 4428, 4432, 443(5, 4441,
4452, 4454, 4459, 4466, 4472, 4477, 44H2,
44»), 4498, 4504, 4505, 4507, 4521. 4>n.
4">47, 45r)9, 4r)63, 4òT^, 4579, 4"i8r), 4'VX),
4<»H, 4614, 4625, 4626, 4633, 4S^, 464(5,
4649, 4655. 4670, 4674, 4òT7. 469ii. 4707.
TartanHti Girolamo, 4288, 4'i»5. :?«{.
43:«), 4174, 4437, 4487. 4'i25, 4541. 4V)»5.
Trombelli (tian (ìrisusiuroo. 4^1, 4(%if5
Vecchi I)om<'nico. 44U4.
Venuti Rid(jlfino, 427(J.
V^incioli OiacinUj, 4246. 4289.
Zamboni (ìiovan (tiacomo, 4526.
Zappata Giambattista. 4348.
ERRATA
Pag.
liner
i
425:?
-
12
i,'iurispru(lenza
GinHsprutìensn
42ai
-
18
Caloj,'era
Calogerà
4275
-
:ì2
anno sacro
Anno Sacro
427G
-
3
manna
Manna
4285
-
22
Giurisprudenza
Giurisprudenza
43M
-
4
Piacenza
Piacenza, edita (179)
»
-
32
Duca
ducato
4:311
-
30
locu
loco
»
-
:32
incredibila
incredibile
»
-
3:3
veru
vero
4:312
-
5
procedunt
procidunt
^
-
7
gradus ?
gradus
»
-
10
humillime
humillimo
»
-
11
Beatitudine
Beatitudini
4325
-
27
distruggerà.
distruggerci :
4329
-
19
Cristiani
Cristiani '
4353
-
^
Traun
Traum
4359
-
19
già
giù
4369
-
10
nuovo
nuovo.
4M)
-
34
ordinamento
ordinario
4397
-
9
siccomene
siccome ne
4418
-
32
falsi
franchi
4450
-
17
spaventarono
spaventano
4457
-
13
Bibl. Marucelliana
R. Biblioteca Riccardiana
4459
-
28
peste
paese
4471
-
1
Meloni
Melani
»
-
25
Meloni
Melani
4480
-
11
si sia
si sia dato
4491
-
33
ghi
gli
4512
-
11
Griraaldini
Grimaldi
4527
-
10
poibito
proibito
4539
-
9
chiaramente
chiaramente
4546
-
35
(nota) Giannnelli
Giannelli
4551
-
16
Ferrara
Venezia
4572
-
7
Aposloli
Apostoli
4574
-
20
«lual
quel
4577
-
11
iure
iura
4606
-
22
scacciato
scaricat<j
4629
-
2
Giovanni Brunassi
Lorenzo Brunassi di S. Filippo
4fól
-
0
alcune
alcuna
3»
-
10
comerzio
commerzio
»
-
II
secca
tocca
4742
ERBATA
Pag.
linea
4698 ■
• 3
Novembre
Dicembre
4717 -
- 15
13
14
4722 -
■ 1
2722
4722
»
- 36
17 Maggio
Modena, 17 Maggio
4724 -
■ 37
Meloni
Melani
4726 -
- 48
Grimaldini
Grimaldi
47:32 -
5
Giovanni Brunassi
Loren20 Brunassi di S. Filippo
»
- 22
13 Airosto
16 Agosto
4735 -
- 13
Novembre
Dicembre
INDICE GENERALE
GrONOBIOGBAFIA MURATORIANA pag. VII
Lettere » xxv
Indici » 4711
» analitico » 4713
y> ALFABETICO ... > 4737
Errata » 4741
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?G tiratori, Lodovico Antonio
^^^ Epistolario
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