Skip to main content

Full text of "Esequie del serenissimo principe Francesco : celebrate in Fiorenza dal serenissimo Ferdinando II, granduca di Toscana, suo fratello, nell'insigne collegiata di S. Lorenzo il dì 30 d'agosto 1634"

See other formats


m    m  a- 


A 


x.a 


4 


'/- 


I 


ESEQVIE 

DEL  SERENISSIMO 

PRINCIPE  FRANCESCOr 

CELEBRATE  IN  FIORENZA 
DAL  SERENISSIMO       '  ~* 

FERDINANDO  IL 

GRANDVCA  DI  TOSCANA 

SVO  FRATELLO, 

Neirinfigne  Collegiata  di  S.  Lorenzo, 

Udì  jo. d'Jgofìo  1 6 } 4.. 

DESCRITTE  DA  ANDREA  CAVALCANTI. 


In  Fiorenza;  perGio.-Batifta  Landini  MDCXXXIV. 

C#»  licenza  de'Superkri , 


\ 


E  S  E  QJl  I  E 

DEL     SERENISSIMO 


r^ 


PRICIPE    FRANCESCO. 

Celebrate  in  Fiorenza.» 

DAL    SERENISSIMO 

FERDINANDO   II; 

GranDuca  di  Tofcana?fuo  Fratello, 

Defcritte  da  Andrea  Caualcanti . 

^PlM&r-^1  A  la  Virtù  per  naturai  prerogatiua 

PiflSbl^  ri      ^orza  ^'attrarre ,  douunque  ella  rif- 

Zììrzf  Wf    plendal'vmanosguardo,ne  vagheg 

WSf^--  'M  K    giano  di  huomini  la  viuacità  de' 


W  fuoi  raggi,  fenza  fentirfi  accender 
U  nel  petto  vn  veemente  deiìderio  di 
arricchir  sé  medefìmi  di  quella  luce ,  che  feparando 
dalla vulgar turba  chi  fé  n'adorna,  alla  voracità  del 
tempo,  la  memoria  del  viuer  noilro  gloriofamente  ri- 
toglie.  E  s'egli  auuiene  talora,  che  nella  perfona  di 
alcun  Principe,  quefto  Splendor  fi  rauuiiì,  quaii  gio- 
conda fiamma,  che  in  alto  lampeggi,  più  euidente- 
mentealla  vifta  del  Mondo  s'efpone  per  l'eminenza 
del  perfonaggio  in  cui  ri/ìede  \  e  non  folo  n'alletta  con 
la  chiarezza ,  ma  con  foaue  v  iolenza ,  tacitamente  co- 

A  2  flringe 


4 
ftringe  airimitazione  i  più  faggi,  reputando  eglino 
lodeuolcofa  il  fariì  feguaci  nel  ben'oprar  di  coloro, 
i  quali  mifteriofamente  da  gli  altri ,  per  mano  del  òo- 
urano  Difpofitore  della  natura ,  furono  di/tinti,  ed  in 
terra  prodotti  con  titolo  di  maggioranza .  Quindi  è , 
che  volentieri  molti  fi  fanno  fpecchio  de'  coftumi  de' 
grandi  ,  e  le  azioni  di  elfi ,  per  norma  della  lor  vita ,  fi 
gloriano  di  proporli  dauanti.  Ne  può  al  popolo  pari- 
mente, che  (meglio  con  l'ammirazione,  che  con  l'ope- 
re )  applaude  a  sì  vago  lampo ,  rapprefentarfi  più 
graziofo  fpettacolo,giudicando  egli,  ne  fuori  di  ragio- 
ne, i  buon  Principi  non  efier  di  (limili  da'propizi  -Pia- 
neti, l'afpetto  de'  quali  non  fomminiitra,  che  fàlutiferi 
influii!*  E  di  vero  da  loro  malageuolmente  allonta- 
niamo il  penfìero ,  quandoché  palesati  infino  nella  te- 
nera fanciullezza  indizi  di  verace  virtù,  danno  campo 
di  poter  formare  vna  non  ordinaria  afpettazione,  me- 
diante la  quale,neirifl;eiia  manieratile  dal  fereno  ver- 
miglio della  forgente  Aurora,  s'argomenta  il  natale 
d'vntranquilliffimo  giorno,  da'faggi  dique'verd'anni 
pigliammo  augurio  della  futura  felicità;  conofcendofi 
chiaramente  da  tutti,  non  eilercofa  tant'vtile  per  la 
conferuazione  del  ben  pubblico, quanto  il  riceuere 
da  Dio  abbondanza  d'ottimi  Principi.  E  però,  fé  per 
noflra  difauuentura  faccede,  che  da  repentina  mort£ 
ci  vengan  tolti  quelli,  in  cui  iimiliprefagiapparuero, 
vniuerfalmente  da  tutti  tal  perdita  fi  foipira  per  pro- 
pria, reftando  ancora  gli  animi  più  coftanti  da  fi  vio- 
lente mutazione  abbattuti,  e  lenza  poterli  fchermire 

dal 


5 
dal  duolo ,  cagionato  dal  vedere  infieme  con  effi  de- 

i  ftrutte  le  comuni  fperanze . 

Quali,  e  quanti  fegni  d'eroica  virtù  defTero  nella 
puerizia  i  Sereniiiìmi  Mattia,  e  Krancefco  alla  Patria , 
edallaTofcana  tutta ,  diffidi  cofa  farebbe  il  puntual- 
mente defcriuere  .  Quefh  prima  ne  gli  ftudidelle  no- 
bili Arti,  che  ne  puerili  fcherzi  impiegandoli,  si  fatta- 
mente s'auanzarono  ,  che  con  vniuerfàle  allegrezza 
furono  giudicati  auerprecorfo  l'incapacità  delfetade, 
con  l'eiquiiitezza  dell'intendimento;  pofcia  incammi- 
natii!  a  gran  pajffì  per  lo  fentiero  delle  morali  virtù,  in 
quelle  perfettamente  s'abituarono  :  di  modochè  non 
potendo  fìar  riflretta  nelfangufìo  termine  deile  boc- 
che de' domeftici  familiari  la  gran  magnanimità,  co- 
flanza,e  prudenza,che  in  loro  iì  fcorgeua,  pubblicofTÌ 
comunemente  con  vn  grido  di  lode  ,  che  maggior- 
mente gliftimolò  a  far  paflaggio  a  marauiglioli  pro- 
greffi  .  Non  così  toflo  furono  arriuati  all'adoìefcenza, 
che  accortili,  come  la  militar  difciplina  era  neceiTario 
ftrumento  de' gran  Principi  per  farne  acquillo,  con 
feruente  ftudio  ad  ella  iì  riuoltarono;  Et  ora  ne  gli 
efercizi ,  che  le  giouenili  membra  corroborano  affati- 
candoli, ora  occupati  nella  lezione  di  que' precetti, 
che  da  fegnalati  guerrieri  alla  poiterirà  fi  lafciarono, 
la  mente,  e'1  corpo  fcambieuolmente  inft ruiuano,rito- 
gliendo  a'  diporti,  e  al  ripofo ,  benefpeilo  queli'hore , 
che  giuftamente  lor  fi  doueuano .  Ogni  giorno  fi  fa- 
ceua  in  efti  maggiore  il  desiderio  di  ritrouariì  fra  l'ar- 
mile crefcendo  più  neirardire,che  ne  gli  anni,  dauano 

occa- 


6 

occafione  di  gioire  alla  fortunata  Tofcana  :  quando  la 
Sereniflìma  Mariamaddalena  d'Aufìria  lor  Madre, 
moiTa  dalla  vaghezza  di  riuedere  la  Maeflà  di  Ferdi- 
nando li.  Imperadore  fuo  fratello ,  toltali  la  compa- 
gnia di  cosi  pregiati  pegni ,  incominciò  quel  viaggio  > 
che  infauftamente  priuandola  di  vita  ,  non  la  lafcio 
condurre  al  desinato  fuo  fine  ,  refendo  per  la  perdita 
inafpettata  di  tal  Principerà,  non  meno  Fiorenza  in- 
uolta  tra  i  pianti,  che  e'  proprj  figli  dolenti .  Sosten- 
nero eglino  collantemente  fimprouuifa  fierezza  di 
quefto  colpo,  e  dopoauerfoddisfattocon  conueneuol 
copia  di  lacrime  alla  filial  tenerezza ,  profeguito  il  fa- 
nello cammino  al  cofpetto  di  Cefare  ,  s'apprefentaro- 
no  nuoui  meffaggieri  di  troppa  amara  nouella  .  Quiui 
dopo  non  lunga  dimora  efaminatepuntualmente(non 
fenza  notabil  trauaglio  )  le  turbolenze  dell'infelice 
Germania ,  oppreffa  da  varta  inondazione  di  barbare 
milizie,  la  limarono  proporzionato  campo  da  fpar- 
gerui  fudori ,  in  effettuazione  de'  già  Stabiliti  difegni . 
Fermato  di  concorde  parere  il  generofo  proponimen- 
to, offerirono  a  Cefare  l'opera  loro ,  come  quegli ,  che 
molto  ben  fapeuano  non  poter  ritrouariì  tanto  giufta 
cagione  da  verfar  il  fangue ,  quanto  a  prò  della  Catto- 
lica Religione  ,  si  ffranamente  dal!  eretiche  fazioni 
sbattuta,&c  in  benefizio  di  quell'Imperio,  il  quale  con 
particolar  patrocinio  della  prouidenza  Celefle,era 
irato  dall'lmperador  loro  Zio,  in  vn  mare  di  calamità , 
e  crudeli  (lime  guerre ,  valorofamentefoftenuto,  e  di- 
fefo.Commendò  laM.S.  la  magnanima  deliberazione 

de 


7 
de  Nipoti,  raffigurando  ne' giouenili  afpetti  vn  co- 
raggioso vigore  ,  che  ne  prometteua  non  ordinari  fuc- 
ceiìi  :  Ma  eilendo  richiamati  in  quello  mentre  dal  Se- 
reni (Timo  GranDuca  lor  fratello  ,  furono  neceflìtati 
amendue  a  prorogare  quanto  aueuano  deftinato,come 
quegli,  da  cui  Tempre  ii  profefsò  perfetta  obbedienza 
a  cenni  di  sì  degno  Principe ,  nel  quale  fi  racchiude 
l'eminenza  d'ogni  virtù  .  Ritornarono  adunque  de- 
ditamente a  Fiorenza ,  che  giubbilando ,.  efprimeua  il 
contento ,  che  fentiua  nel  riuedergli ,  e  prodigamente 
induftriofa,  no  tralafciaua  di  preparar  loro  diletti,  cer- 
cando per  si  fatta  via  di  ritenergli  nelle  fue  deJiziofe 
contrade,  e  di  noniì  lafciar  di  nuouo  inuolare  la  tanto 
amata  lor  prefenza .  Ma  indarno  fpefe  ella  ogni  fua 
fatica ,  luiingando  ,  e  pregando  ,  perche  non  prima 
s'acquetarono,  che  ottenuta  libera  facultà  di  ritornar 
in  Germania,  a  militare  in  quella  parte  iì  trasferirono  : 
E  fenza  interporre  pure  vn  minimo  indugio,  doue 
frequentemente  faceua  impeto  orgogiiofo  il  nemico, 
e  più  fpeflo  ii  combatteua,  vollero  ritrcuarfi  .  Indici- 
bile era  l'intrepidezza  da  loro  dimoitrata  nell'incon- 
trarei  pencoli,  edefattifììma  la  fofferenza  nel  fotto- 
porfi  a'  difagi,  si  che  in  breue  restarono  attonite  le  mi- 
lizie di  quella  bellicofa  nazione  ,  riputandogli  alla 
commune  condizione  fuperiori,  e  colmandogli  di  ma- 
rauigliofa  lode ,  dal  fuono  di  cui  veniua  ridotto  a  me- 
moria de  gl'infaperbiti  auuerfen ,  l'antico  grido  dell' 
Italiane  prodezze.  Memorabile  al  pari  di  qualiiuo- 
glia  altra  de  nofiri  fecoli,  farà  fempre  la  giornata  di 

Luzen 


I 

Luzen ,  doue  con  lo  Spargimento  di  tanto  fangue ,  e 
poco  meno,  che  totale  diiiruzione  di  due  podero il ,  e 
copioii  filmi  eferciti,  compro  ffi  a  gran  prezzo  da'  Cat- 
tolici la  palma  d' vna  dubbiosa  vittoria,reftando  eftin- 
to  nell'acerbo  conflitto,  coi  fiore  de' principali  guer- 
rieri dellVna,e  dell'altra banda,quel  formidabil  Cam- 
pione, che  paflato  da  remoti  paeii  a*  danni  della  Ger- 
mania-, valfe  col  fola  nome  ad  impaurire  le  faldiiTime , 
e  munititTime  Rocche.  Tra  la  moltitudine  delle  ftragi, 
tra  gemiti  de  gli  opprelTi ,  tra  lo  fpauenteuol  rimbom- 
bo dell'artiglierie,  non  lafciarono  in  quel  giorno  Mat- 
tia ,  e  Francefco  cofa  alcuna  da  defiderare  in  sé  ftelTl , 
come  perfetti  guerrieri ,  con  particular  inuidia  di  chi 
auendo  profeflato  lungamente  il  mefiiero  dell'armi , 
vide  in  quelbreue  termine  elle riì  da  loro  arriuatoad 
Vii  grado  infigne  di  gloria,che  pia  oltre  era  quali  vano 
Io  Sperar  di  peruenire  vmanamente .  Rifonaua  per 
tutto  ilnomede'Pnncipi  diTofcana,  egodeua  Cefare 
nel  fentire  i  loro  encomj .  Ma  perche  fono  ad  innu- 
merabili mutazioni  {ottopode  le  cofe  de'mortali,&  al- 
lora, che  lontanilììmeci  fupponghiamo  l'auuerfità, 
forno  da  quelle,  con  maggior  pena  ,  all'improuuifo 
fopraggiunti  ;  Ecco ,  che  mentre  nella  Bauiera  ftanno 
con  l'armata  Imperiale  a  cingere  erettamente  d'af- 
fedio  la  Citrà  di  Ratisbona ,  aflalito  da  contagiofa  in- 
fermità il  Principe  Francefco,affiigge  con  finafpettata 
fua  morte  il  fratello,  e  colma  di  lacrime  gli  occhi  di 
queH'efercito,che  fouente  fu  fpettatore  della  fortezza, 
e  grandezza  dell'animo  fuo  .  All'arriuo  di  cosi  trilla 

nouella, 


9 

iouella,qual  mefìizia  occupacela  noftra  Patria,quati 

bfpiri  fi  fpargefìero  per  cagicn  di  cosi  duro  auueni- 
nento,fola  mente  arriuerà  ad  intenderlo  colui,che  ris- 
Tuardaro  il  merito  di  quel  giouinettoSignorc,infjeme 
:o  i  progrelTi  della  crefcente  virtù,  andrà  accortamen- 
te bilanciando  quali  fodero  ledi  già  concepute  fpe- 
ranze  .  Trafpariua  ne1  iembianti  della  Nobiltà  tio- 
rentina  il  cordoglio,  che  le  fi  concentraua  nel  feno,dal 
qual  fegno  difcerneuafi  apertamente ,  quanto  fu  Tem- 
pre da  lei  amato .  Penetrò  si  viuamente  il  iìniftro  ac- 
cidente, l'interno  del  Sereniffimo  GranDuca ,  e  della 
Sereniffima  Criltina  di  Lorena,  e  degli  altri  Principi, 
che  non  meno  de'lor  genero/]  cuori  ci  bifògnaua  per 
foftener  con  franchezza  il  poflente  incontro,tanto  piti 
trauagliofo,  quanto  manco  afpettato  .  E  già,  che  è  atto 
di  gran  prudenza  il  rimetterli  liberamente  in  quella 
Deflra,  che  dell' Vniuerfo  a  fuo  talento  difpone,  dopo 
auer  conceduto  all'affetto,  ciò,  che  in  fìmiglianti  cafì 
difficilmente  fi  nega,  confiderando  S.  A .  che  non  le  re- 
ftaua altro  vflcio  da  preftare  all'eftinto Fratello, che 
con  Diuini  Sacrifìcj ,  ediuote  preghiere  da  porgerfi 
alla  Suprema  Bontà,  accompagnare  l'anima  fprigio- 
nata  dal  corpo,  come,  Religiofiffimo  Principe ,  deli- 
berò,chefe  gli  preparafTe  la  funeral  pompa,  onore  dal- 
lafagace  Antichità  inuentatopietofamente,  in  tefli- 
monianza  delle  virtuofe  operazioni  de' Morti ,  e  non 
meno  dalla  primitiuaChiefa  Religiofamente  riceuu- 
to,  che  nella  prefènte  età  Cattolicamente  offeruato . 
Alla  preparazione  di  quefte  Efequie,  furono  ina- 
li        piegate 


113 

piegate  più  perfone ,  alle  quali  fu  prouuifto  d'idonei 
fopran  tendenti,  acciò  {pedi tamente fidi fponefle,  qua- 
to  dall'occorrenze  fi  richiedeua»  Fu, conforme  al  fo- 
lito,  eletta  iaChiefa  di  S.Lorenzo,per  la  celebrazione 
del  funtuofo  funerale,  si  perla  fua  proporzione,  e  ca- 
pacità di  qualfiuoglia  forte  d'adornamento,  si  ancora, 
perche  eflendo  fiata  fondata  da'  Progenitori  di  quefte 
SerenifTime  Altezze,  è  di  lor  padronato ,  onde  in  efia 
ripofano  tutte  le  ceneri  de  gli  e/tinti  Principi  della 
SereniffimaCafadiTofcana .  Alfonfo  Parigi, gioua- 
ne  digrande fpirito nell'Architettura,  ebheia  carica 
di  fare  il  difegno,  il  quale  approuato,  s'attefe  con  dili- 
genza, e  prontezza  poffibile  a  tirare  auanti  l'opera, 
acciò  per  lo  giorno prefiffo  reftaife  perfettamente  vi- 
timata . 

Deftinoiìì  per  pubblico  bando  feriato  nella  Città  il 
di  3  o.  d'Agofto ,  onde  nella  ftetla  mattina  di  buonif- 
fim'hora  s'aprirono  da'Sacerdoti  le  porte  del  Tempio, 
per  dar  luogo  alla  curiofa  moltitudine,  già  adunata 
nella  piazza  di  fazia re  l'auido  {guardo  nel  funebre  ap- 
parato. Non  fi  trouò  alcuno  in  così  folta  fchiera  di 
popolo,  che  rimirata  tal  pompa,  non  fi  fendile  ri  tino- 
uellare  al  cuore  il  dolore,che  per  lo  primo  auuifo  della 
perdita  del  Principe  Francefco  prouato  auea;  dima- 
niera, che  da  no  pochi  riceuettenuouo  tributo  di  pian* 
to .  Molte  lingne  ,  in  articolare  vna  fola  voce  impie- 
gate ,  fi  querelauana  della  troppo  intempeftiua  fua 
morte:  Appariua  nella  faccia  di  ciafcheduno  quel  fen: 
timentadì  doglia ,  chedall'eiferpriuadi  cofe  cariìTi- 

me 


fi 

me  fuol  cagionar/! .  Riuolgeuafi  dipoi  da  tutti  vnita- 
mente  il  penfiero  a  confiderai*  la  magnificenza  del 
funerale,donde  eran  corretti  a  paiTarfene  alle  lodi  del 
Sereniilimo  GranDuca,dalIa  contemplazione  dell'ec- 
cellenti dori  di  cui ,  fi  raddolciua  in  buona  parte  Fan- 
gofciofa  amarezza .  E  perche  troppo  malageuol  fareb- 
be il  rammemorar  preeifamente  le  dimoftrazioni  af- 
fettuofe,  in  tanta  moltitudine  fcopertefi ,  farà  meglio 
rimetter  ciò  alla  prudente  immaginazion  di  chi  legge, 
e  dar  principio  a  defcriuere  il  mefto  apparato ,  di  cui , 
perageuolarla  cognizione,  accennerò  prima  breue- 
mentela  forma,efituazione  del  Tempio,  rimettendo 
all'altrui  diligenza Tannouerare  la  quantità,  e'richez- 
zade'fuoi  ornamenti  in  luogo  pia  opportuno. 


IENE  la  Chiefa  di  S.Lorenzo,  conforme 
alle  più  celebri  Bafiliche  del  Criftianefi- 
mo,  forma  di  Croce,  effendo  fiata  giudi- 
ziofamete  fcelta  tal  figura  per  la  più  con* 
ueneuole  da  quel  fegnalato  Architetto, 
che,  come  affermò  Michelagnolo  Buonàrruoti,  feppe 
abbellire  la  Cattedral  Fiorentina  della  più  fuperba 
mole,  che  poffa  coflruire,  fecondo  i  precetti  dell'arte, 
IVmano  ingegno .  La  fua  dirittura  per  infino  a  doue 
ella  fi  dirama ,  diflinguefi  in  tre  naui,  a  ciafcheduna 
delle  quali  rifponde  nella  facciata  vna  porta  di  pro- 
porzionata grandezza.  La  maggior  naue  rifiede  tra 
due  filari  di  colonne  di  pietra  ferena ,  di  fette  per  ban- 
da, pofli  egualmente  in  mezo  da'pilaflri  nelle  teftate. 
Su  quefle  colonne  reggonfi  i  fuoi  archi,  da  cui  fi  for- 
mano 8.  Ipazi  per  parte,  corrifpondenti  a' vani  delle 
Cappelle  delle  naui  minori,che  fi  diuidono  da'pilaflri 
commeifinel  muro;  Rimangono  in  effe  naui  folamen- 
te  fei  Cappelle  per  lato,  perche  nel  f  etcimo  pollo  fono 
due  porte,  vna  delle  quali  riceue  per  fianco  il  popolo , 
che  concorre  a  fentir  celebrarci  Diuini  Vfici ,  l'altra 
conduce  nel  chioflro,  doue  abitano  i  Sacerdoti ,  desi- 
nati alla  cura,  &  alla  frequenza  del  Coro.  Nell'ottauo 
fi  veggono  due  pezzi  di  parete,  in  vno  di  cui  è  dipinto 
il  martirio  di  S.  Lorenzo,  l'altro  fi  riferba  a  limile  ef- 
fetto .  Ricorre  egualmente  per  tutto,  architraue^  fre- 
gio ,  e  cornice  deila  fudetta  pietra,  &  ogni  membro  è 
d'ordine  d'Architettura  Corintio;Nella  naue  del  me- 
zo, tra  1  cornicione,  e  la  foffitta ,  rifeggono  le  fineftre,, 

fitua- 


I3. 

finiate  direttamente  fopra  la  fbmmità  di  detti  archile 
di  numero  ad  efiì  non  difeguale  .  A  i  pilaftri ,  che  fer- 
rano le  tettate  delle  naui ,  fé  ne  congiungono  due  altri 
d'altezza  alquanto  maggiori ,  da  quefti ,  &  altrettanti 
oppofti ,  foitengonfi  gli  archi  della  Cupola  al  più  in- 
terno, de'  quali  refta  fottopofìo l'Aitar  maggiore,  die- 
tro di  cui  aprefì  il  Coro  di  figura  quadrata .  Da i  due 
rimanenti  perfianco  fi  ftendon  le  braccia  della  Croce, 
nelle  facciate  fuperiori  delle  quali,  fono  due  Cappel- 
le per  ciafcheduna ,  nell'inferiori  vna ,  fi  come  nelle 
punte  vn'alrra ,  poftafra  due  porte, vna  per  vfo  delle 
Sagreftie,  e  l'altra  per  femplice  corriipondenza  collo- 
cataui . 

Con  quella  general  notizia  farà  molto  più  ageuole 
il  capacitare  ordinatamente  la  moftra  dell'apparato, 
nella  defcrizione  del  quale,  da  quel  che  primieramen- 
te s'ofieriua  alla  villa  de'  riguardanti ,  lì  piglierà  co- 
minciamento . 

Àppariua  la  facciata  perdi  fuori  con  tre  ampie  por- 
te, rapprefentate  di  granito  orientale,cuftodite  da  va- 
ile immagini  di  Morti,  che  pofauano  fopra  alti  piedi- 
jftalli  di  ferpewtino  ,  e  di  porfido  ,  doue  fi  leggeuano* 
varj  motti .  La  principale  limata  infra  l'altre  minori, 
fi  come  quelle,,  fecondo  la  debita  proporzione  nell'al- 
tezza, e  ampiezza,  fopraffaceua,  cosi  ancóra  di  diuerlì 
intagli,e  fettoni  di  leggiad ro  dilegno,  era  con  maggior 
abbondanza  adornata;  Nel  fuo  fregio  erano  fcolpite 
alcune  parole,  che  ci  dichiarauano:'niuna  differenza, 
ò  diftinzione  ritrouarfi  infra  i  mortali ,  o  fieno  Monar- 
chi, 


chi,  ò  vmili  perfone  del  volgo,  nell'entrare  ,  &  vfeire 
da  quella  faticofa  peregrinazione ,  a  cui  diamo  nome 
di  vita,  e  fu ron  tali . 

VNVS  INTROITVS  EST   OMNIBVS  AD 
VITAM. ,  ET  SIMILIS  EXITVS. 

Tra  molte  ricadute,  e  piegature  di  neri  panni ,  pen- 
deuale  in  cima  vn  bell'ordinato  trofeo ,  comporto  di 
bellici  arnefi,in  cui  fi  fcorgeuamaeftreuolmente  infer- 
ra vna grand' Arme  de'  noftri  Principi . 

Le  figure  di  Morte ,  che  fé  le  appoggiauano  a'fian- 
chi,quafichè  in  tal  giorno  aueffero  deporto  la  confueta 
fierezza,  con  le  delire  placidamente  ilefe,faceuano  fe- 
gno  dinuitar  chiunque  pan^ffe  ad  inoltrarli  nell'inter- 
no del  Tempio  a  pregar  l'Onnipotenza  Diuina,  che  fi 
degnaffe  concedere  eterno  ripofo  all'anima  di  quel 
buon  Principe,in  onore  di  cui  era  preparata  la  funebre 
pompa;  E  per  render  men  duro  l'affanno,  teneuano 
nelle  lor  bali  due  breui  motti,  co'quali  ci  ricordauano, 
che  lo  fpauentofo  termine  della  Morte,era  a' buoni  vn 
giocondo  principio  di  vita  ;penfiero  tolto  da  vn  gran 
Morale,  &eiprefTo  in  quella  guifa . 

L  TER  MIN  VS  MORTI3, 
II.EXORD1VM  VlTiE. 

Da  cos\  pietofo,  e  cortefe  inuito  condotta  la  molti- 
tudine ,  penetraua  nella  Ghiefa ,  credendo  di  douerui 

tro- 


ti 

trouare  cofecuriofe,  &  eccellenti,  degne  del  Funerale 
di  tal  Perfonaggio:ne  reftò  defraudata  la  Tua  credenza, 
imperò  ch'ei  fi  vedeua  primieramente  ogni  parete 
ammantata  d'ofcurifTimi  panni,  fòpra  di  cui ,  altri  in. 
diuerfi  gruppi,  e  fedoni  accomodati  li  ripartiuano.  Le 
Cappelle  erano  però  efpofte  alla  villa,  aprendoli  a  pa- 
diglione le  rafcie,  che  calauano  dal  fregio  iniino  in  ter- 
ra. Coìmauafi  in  vn'inflante  l'occhio  de' riguardanti  di 
diletto,  e  d'orrore,  ritrouando  tra  la  mefhzia  di  quelle 
funebri  tele,  in  tante  foggie  /piegate  >  e  fofpefe,  la  va* 
ghezza  occultamente  annidata . 

Riiiede  pel  di  dentro  la  porta  maggiore  in  mezo  a 
due  colonne,  aggiunte  al  difegno  del  Brunellefchi,dal 
Buonarruoti,perfoftentamento  del  balauffro  di  mar- 
mo, che  coftituifce.il  ballatoio  delle  Reliquie  :  vene- 
rando, ed  ineftimabil  teforo,  col  quale  la  felice  memo- 
ria di  Leon  X»  dotò,  oltre  a  mill'altri  preziofiiììmi  do- 
ni >  laChiefa  da'fuoi  Antenati  tanto  fplendidamente 
eretta .  Quelle  colonne,  fi  come  ancora  indifferente- 
mente tutte  l'altre ,  eran  veftite  dal  collarino  in  giù  di 
lugubri  panni,  &  ad  effe  vniuanfìdue  Scheletri,  che 
orgogliofa mente  calpestando  molti  pezi  d'arme  lor 
fottopofti,  pareua,  che  con  disdegnofo  forrifo ,  fi  bur- 
laflero della  grandezza  de'penlieri  deglihuomini,per 
efler  così  corti  i  lor  giorni,  vantandocene  la  fortezza, 
e  valore  vmano, niente  dalla  Morte  non  s'apprezza,  ò 
rifpetta,  eilendo  inabile  a  contraffar  feco,  anziché  con 
vilipendio ,  e  difprezzo,  refta  dal  colpo  de7  fuoi  Arali 
miièrabilmente  abbattuto,  e  difperfo  . 

Trai 


x6 

Trai  vano  della  porta,el  ballatoio,  che  era  anch'ef- 
{b  coperto  di  nero ,  auanza  vno  fpazio  affai  capace ,  il 
quale  fu  ripieno  con  vn  gran  quadro  di  fmorti  colori 
adombrato,  e  dipiccoli  trofei  ricinto,  in  cui  fi  rinchiu- 
deua  la  feguente  intenzione,  che  fignificaua  da  chi ,  &- 
al  merito  di  cui  tali  Efequie  foflfero  desinate. 


PRINCIPI  FRANCISCO, 

COSMI     SECVNDI 

M  AGNI  DVCIS, 

E  T 

MARIAE   MAGDALENAE 

AVSTRIACAE 

F I L I O. 

VI,CVM  ACERBAM  ADHVC 
ADOLESCENTIAM,  CONSI- 
LII   MATVRITATE  PRAE- 

VER- 


o: 


VERTISSET,  ET  PLVRTMA  EXT- 
MIAE  FORTITVDINIS  MAGNA- 
NIMITATIS  ,  PIETATIS  PRAE- 
STITISSET  lNDIdA  ,  ATQVE 
GMNIVM  OCVLOS  EXPECTA- 
TIONEMQVE  IN  SEMIRO  QVO- 
DAM  REGIAE  INDOLISFVLGO- 
RE  CON  VERTISSET,  IN  GERMA 
NIAM  AD  CATHOLICAM  RELI- 
GIONEM  ,  SAGRVMQVE  IMPE- 
RI VM  ,  VEL  PROPRIO  SANGVI- 
NE  ,  TVENDVM  ,  PROFECTVS 
ETj  VBI  ÌNNVMERISGRAVISSI- 
MISQVEPEKIGVLIS  EXANTLA- 
TIS,  CVM  EGREGIAM  ViRTV- 
TEM  EXTERIS  ILLIS  NATIONI- 
BVS  PRAECOCI  CORPORIS,  ET 
MENTIS  ROBORE  TESTATAM 
FECISS£T,TANDEM  IN  RATIS- 
PONENSI  OBSIDIONE  PESTI- 
LENTI MORBO  SVBLATVS  EST; 
GLORIAE,  ET  SI  NONDVM  AE- 
TATIS  EMERITIS  ST1PENDIIS. 


i 


FER- 


i8 

FERDINANDVS  SECVNDVS 
MAGNVS  DVX  AETRVRIAE  , 
MOESTISSIMVS  OPTIMO,DVL- 
CISSIMOQVE  FRATRI  INTER 
SVORVM  CIVIVM  LACRYMAS 
IVSTA  PERSOLVIT. 


HA  FingreìTo  il  ballatoio  delle  Reliquie  per  tre 
porte,  tra  le  quali,  e  il  fregio,  auanzano  due  va- 
ni di  conuenienze  grandezza.  Quiui  in  due  quadrigl- 
ia capacità  de  gli  fpazi  corrifpondenti ,  giaceuano  due 
effigie  di  Morti,  fmarrite,e  penfofe,che  appoggiando 
l'arido  tefehio  alla  giuntura  della  finiftra  mano ,  daua- 
no  fegno,  in  vn  certo  modo ,  di  deplorare  l'anticipato 
corfo  della  vita  di  così  amato  Signore;  efortandocicon 
le  feguenti  fentenze  ad  acquietarci,  per  effer  tutte  le 
cofe  mondane  caduche,  e  di  breuiffimo  flato. 

Diceua  la  prima. 

ITA  NIHIL  PERPETVVM,  ET  PAVCA 
DIVTVRN  A  • 

La  feconda . 

OMNIA  HVMANA  BREVIA  ',  ET 
CADVCA- 

Reg- 


*9 

Reggeuafi  fui  cornicione  Teflremità  inferiore  d'vti 
ampio  trofeo,  fabbricato  di  varie  fpoghe  militari,  che 
innalzandoli  fino  alla  foifitta,  appariua  nel  mezo  della 
facciata,a  cui  in  vn  grande  fcudo,chegli  era  ioprappo- 
fto,  nelhftefiàguifa  di  quel  di  fuori,  ftaua  in  mezo 
l'Arni  del  defunto  Principe . 

A  ciafeun  fianco  dei ie  porte  delle  naui  minori,  vni- 
uaii  pan  nente  vno  Scheletro  di  mifura  non  disdice- 
uole,  cpaÌef?i:Hnoi  lor  motti ,  che  dall'huomo  pru- 
dente fèn^pi  s  li  dee  Ilare  apparecchiato  per  far  lo  fpa- 
uen^f-j  psi {aggio  . 

11  che  eipnrneuaiì  con  le  fottopofte  parole . 


i. 


2. 


NIHIL  TAM  FALLAX,QVAM  VITA 
HVMANA  NIHIL  TAMINSIDIOòVM. 

NVLLÌVS  R£[,QyAM  MOKUS  MEDI- 
TATI O,  TAM  NECESSARIA. 

3.  OMNIS  D1ES,  VEL  VT  VLT1MVS 

ORDII\l  AisiDVS. 

4.  MEMENTO, QyìAyVTVENTVS EST 

VITA  HOMIiN  iS. 

Sopra  i  lor  archi  vedeuanfi  fofpefe  due  gran  cartel- 
le, cae  da  pib  oflature  infieme  intrecciate  fi  circonda- 
vano ,  leggeuanfi  in  elle  due  fentenze  del  medeiimo 
lento  ci  tó 

QVOD\  obis  dico  omnibvs  dico 

Vigilate. 

TEM  V'VS  VESTRVM  SEMPfiR  EST 

PARATVM.  C  i     Paro- 


20 

Parole  veramente  d'oro,  profferite  dalla  Santiffima 
Bocca  del  Saluatore,  e  degne  d'effer  notate  con  carat- 
teri indelebili  nel  cuor  de'  Criftiani,  collocate  in  tal 
luogo ,  acciò  neir  vfcire  fi  partiffe  il  popolo  con  qual- 
che frutto  spirituale . 

Alle  colonne  ripofauano  appoggiati  varj  fembianti 
di  Morte,  con  inftrumenti  militari  in  mano,  che  in  più 
modi  atteggiate ,  rapprefentauano  differenti  effetti  in 
fra  di  loro,benchè  ad  vn  medefimo  fentimento  di  con- 
cetto fi  riduceffero .  Vedeuafene  alcuna  y  che  con  le 
mani  incrocicchiate,  e  la  tefta  china  x  rimirando  fida- 
mente ilfuolo  ,  mortraua  di  rammaricarfi ,  non  meno 
della  fragilità  delfhuomo,  che  del  fuopoco  intendi- 
mento ,  poiché  conofcendo  egli  d'effer  di  terra ,  &  in 
terra  prettamente  douer  ridurli,  fcordarofi  molte  vol- 
te delfvmil  qualità  della  materia  di  che  è  comporto,  e 
come  è  paffeggiero  per  vna  valle  di  lacrime ,  troppo 
s'innalza,  e  lietamente  vi  dimora,nonpenfando  alfine 
del  cammino,  ne  temendo  d'effer  fopraggiunto  da  chi 
crudelmente  1'aflalti per  distruggerlo.  Alcune  con  le 
braccia ,  e  con  le  luci  eleuate  al  Cielo ,  efprimeuano  la 
fiducia  auuta  nel  Signore,  mediante  la  quale  afpettaua- 
no  d'effer  riceuute  alla  fua  deftra ,  nel  Drappello  feli- 
ciffimo  de  gli  eletti.  Altre  implorauano  fuppliche- 
uoli  la  Diurna  Mifericordia .  Altre  additando  le  fot- 
topofte  cartelle,rinfacciauano  a  gli  rtolti  mortali  il  po- 
co penfiero,  che  fi  pigliano  dell'altra  vita. 

Alle  prime  colonne  ne  dimorauano  due,  quafi  con- 
duttrici delreftante  della  merta  fchiera  :  quella,  che 

era 


x 


12 

era  fituata dalla  deftra  parte,  fofteneua  vn  torchio  ae- 
cefo,  e  il  fuo  motto  era  tolto  dall'Ecclefiaftico , 
Ediceua. 

#ON  ESTINGVETVR  IN  NOCTE; 

Quafi,  che  con  efTo  veniffe  ad  inferire ,  che  l'opera- 
zioni, e  il  nome  del  Principe,  e  di  qualfiuoglia,  che 
virtuofamente  s'impieghi,  manterranno  ancora  nelle 
tenebre  della  notte,affimigliataalla  Morte,gloriofo  lo 
splendor  loro.  Quella  della  finiltra  ripofaua  ad  vfo  di 
trionfante,  con  vna  corona  d'alloro  in  mano,  dando 
fegno  di  non  ordinaria  allegrezza ,  la  quale  d'onde 
procedente,  dal  fenfo  del  fuo  motto,tolto  dall'Apoca- 
lifìe,  chiaramente  fi  comprendeua,  cioè,  che  eflendofi 
da  lei  riportatala  vittoria  de'  ribellati  appetiti  del  fen- 
fo, nonii  temeuano  l'ofFefc  della  feconda  Morte,  che 
è  veramente  Morte  terribile  ,  e  d'arrecare  fpauento, 
condennando  ad  vn'eternitàdi  pene,&  infinità  di  tor- 
menti. Furono  quefte  le  parole. 

I     QVI  VICERIT  NON  L^DETVR  A 
MORTE  SEC VNDA . 

Le  fentenze ,  che  fi  compartiuano  ne'  piediftalli 
dell'altre,  fono  le  feguenti  .- 

i.  QVOTIDIE  adfinem  vita^tendimus,  &ad 
Mortem  properamus . 

i.Omnis 


11 
i.  OMNIS  vita.nihiLalmd,  quam  adMortem  iteif. 

3.  PVJvTCTVM  eiiquod  viuimus,&adhuc  pan- 

ilo minus . 

4.  MORS  dulcismiferis>fuauis amare  viuentibus, 

iucunda  triìtibus. 

5.  MORS  lex  natura  ,  tributum  mortalium,  malo- 

rumq^Temedium .  > 

6.  CVM  ad  vita  n  edimur,defìinamur  ad  Mortem. 

7.  NVLLVS  portus,  nifi  Mortiseli. 

8.  BENE  mori,  eiterfugere  male  viuendipericulù. 

9 .  MORS  exiliumjluciusjd alar,  non  funt  lupplicia, 

fed  tributa  viuendi. 
io.  ASSIDVE  variatur  homo  per  profpera,  &  ad- 

uerfa,  &  ignorat quando  monatur. 
11.  VIRiortis^acfapieiisnonfugitèvita,  fed  exit, 
1  1.  IN  puluerem,  vnde  fumpti  fumus ,  omnes  reuer- 

timur. 

1 3 .  SPES  mea  Dominus  propterea  expeétabo  eum. 

14.  OMNIS  caro fcnum,&omnis gloria eius,ran- 

quam  flos  freni ,  &  exiccatum  eft  fcenum,  6c, 
ceciditlìos- 

j  i 

Dalla  fommità  di  tutti  gli  archi  fpiccauanfi  molte 
gocciole^  ferpeggiam.nti  di  panni  lignificanti  duolo, 
che  fcendeuano  fino  fu  capitelli  deiìe  fuddette  colon- 
ne. Tra  l'architraue ,  e  la  cornice  ,  che  ricorrono  la 
Chiefa,  eracommefio  vn  mefìiiiìmo  fregio,  ripieno  di 
teile  d'inceneriti  cadauei  i ,  e  fafci  d'odami ,  rramezati 
equidiftantemente  da' trofei;  £  finalmente  non  rima- 

neua 


*3 

neua  nel  Tempio  fpazio  per  piccolò,che  foffe,che  non 
appariffe  coperto  di  arneii  lugubri . 

Nella  principal  naue  reftauano  quattordici  vani, 
che  principiando  dalla  concorrenza  degli  archi,  e  di- 
latandofi  per  all'insù,  innalzauanfi  per  infino  all'archi- 
traue  ad  vfo  di  triangoli.  Quefti  furono  ripieni  con  al- 
trettanti grandi  feudi,  che  calando  dal  cornicione,con 
le  lor  punte  andauano  atrouaril  congiungimenro  de 
gli  archi .  In  otto  di  effi  erano  varie  imprefe:  ne'  fei  ri- 
manenti l'immagini  della  Nobiltà,  e  di  diuerfe  morali 
virtù,  che  feguitauano  il  Coro  dell'altre  quattro  aflì- 
ftenti  intorno  il  Feretro,  delle  quali  a  fuo  luogo  fi  farà 
menzione .  Scompartì uafi  in  fi  fatta  maniera  dette  tar- 
ghete ogni  vinù  veniua  in  mezo  a  due  delle  feguen- 
ti  rmprefe . 

LÀ  Vita  vmana,comparata  con  l'Eternità,  è  vn  fe- 
gno  di  vn'ombra,  e  mill'anni  infieme  prefi,hanno 
minor  proporzione  adefTa,  che  vn  batter  di  ciglia  al 
moto  della  più  tarda  sfera  celefte  ;  come  molto  ben  la- 
fciò  fcritto  il  noftro  maggior  Poeta,  dicendo . 

,,,,,,,,  mill'anni,  ch'è  più  corto 
Spazio  all'Eterno,  ch'vn  muouer  di  ciglia 
All'arco,  che  più  tardo  in  Cielo  è  torto. 

NOn  c'è  cofa  di  siincoftante  flato,  che  fuperi  quel 
lo  dell'ombra ,  perche  variando  cótinuamente, 
fecondo  il  moto  folare,  ne  rafifembra  la  medefima  bre- 
uità)  E  però  tralafciati  d'adoperare  molti  inftrumenti, 

con 


con  lunga,e  faticófi  ofleruazione  ritrovati  per  iriifura* 
la  fuga  deirhore,come farebbe  la  Clefiidra,ta  poluere, 
e  le  ruote,  perlopiù  dell'ombra  ci  feruiamo  ,  coftku- 
endola  permifuratricedel  tempo.onde  nel  primo  feti- 
do, per  alludere  al  corto  viuere  dell'huomo  in  vniuer- 
faie ,  fu  rapprefentato  vn'orologio  a  fole ,  che<X)l  fu'o 
gnomone  moftraua  Thore  :  e  il  motto  dicéua . 

VMBRAE  TRANSITVS  TEMPVS  NOSTRVM. 


•    i 


■ 


NEI  fecondo  veniua  rapprefentatofpecialmenre 
Timmatura  Morte  del  Principe  Francefco;poi- 
che  vi  ftaua  dipinta  vna  tela  d'oro  ordita,  e  recifa,  de- 
notante la  troncata  fua  vita ,  la  quale ,  fé  foffe  arriuata 
^1  desinato  fine,  aurebbe  fatto  pompofamoftra  di  mil- 
le lauori  di  pregiara iTime  opere .  Le  parole  del  motto 
furono  fcelte  dal  Cantico  di  Ezecchia ,  e  diceuano  • 
"  C VM  A  DH VC  ORDIRER  7  D         Rai- 


•  '  1 


zt 


RA  llegrafi  il  prouido,e  follecito  Agricoltore/con 
la  fperanza  d'vna  copiofk  ricoka,ne  maggior  di- 
lettazione può  riceuere ,  ehe  il  veder  cariche  di  rigo- 
gliofi  fiori  le  piante  dalla  fua  induftria  con  malto  lieto 
cuftodite,  numerando  da  quegluquafi  ad  ognora  i  po- 
«BÌ,che  nella  futura  flagione  gli  fon  permeili  ;  a  talché 
s'improuuifo  turbine  gli  percuote,  e  diftrugge,  piange 
dirottamente  la  perdita  de  gli  afpettati  frutti ,  e  molte 
volte  dell'albero  con  tanta  cura  alleuato  . 
Ottima  pianta  veramente  era  il  Principe  Fran- 
cefco,  e  dall'odore,  e  vaghezza  de'  fuoi  primi 
fatti ,  erafi  fufcitata  mirabile  afpettazione> 
ma  la  pefte,  turbine  pur  troppo  improu- 
uifo ,  e  rabbiofò ,  opprimendolo ,  di- 
ilrufle  al  Mondo  le  concepite  fpe- 
ranze .  E  però  nel  terzo  campa 
ftaua  vn  arbofcello  sfrondata 
dalla  tempefta ,  e  co  i  fiori 
{parli  per  terra  \ 


^4  ediceuail 


motto. 


Degni 


SIC  ;SP£S  DESTITVIT. 


• 


■ 


*8 

DEgni  fono  d'abbodante  ricompenfai  bene/parfì 
fudori  di  chi,coraggiofamente  militando,  cerca 
di  confeguir  vitto  rie,ne  per  altro(cred'io)già  fi  prepa- 
rarono aVittoriofi  guerrieri,  oltre  alle  populari  accla- 
mazioni ,  le  palme,  e  le  corone  d'alloro ,  non  meno  da 
gli  Scipioni,e  da'Cefari  apprezzate,, che  quelle  d'oro. 
E  fé  l'animo,che  liberamente  può,  comandare  alla  par- 
te più  ignobile ,  e  a  fuo  talento  or  la  raffrena ,  or  la  fti- 
mola ,  non  concorrendouila  compagnia  del  corpo ,  da 
qualche  accidente  impeditagli,  abbraccia  magnanime 
imprefe,  indubitatamente  gli  fleffi  onori  fé  gli  con- 
uengono .  Eraimpoflìbile  il fuperare la  grandezza,  e; 
generafìtadelfanimo  del  noftro  Principe ,  come 
tante;  volte  in  efperienza  fi  vide ,  e  però 
non  fu  fua  la  colpa  ,  fé  non  arriuò  a* 
trionfi,  ma  fi  bene  dell'età ,  anzi, 
per  meglio  dir,  della  Mor 
te  ,  che  cosi  giouane 
ce  lo  rapi.. 
Onde  nella  quarta  imprefa  ftaua  vrt 
trofeo  di  palme ,  e  di  lauree  ,. 
con  quefto  motto  tolto 
da  Claudiano .. 

Dal 

DIGNA  TVIS  ANIMIS. 


I 


\  •  -' 


Dal  quale  fi  dichiaràìia  que'premj,  al  meno  all'ot» 
tlma  fua  volontà,  fé  non  a'  latti  douerii .• 

Godono 


30 

GOdono  eftremamente  coloro,  che  intenti  ad  ac- 
cumulare incorruttibili  ricchezze,  fregiano  l'a- 
nime d'ornamenti  incorruttibili  di  difunire  preftamete 
lo  spirito  dalla  carne,in  cui(come  ben  lafcio  fcritto  Pia 
tone)quafi  in  antro  ofcuriflìmo  viueimprigionato;im- 
psroche  confidano,  quando  ei  faràdifciolto ,  di  douer 
far  feotire,  alla  prefenza  dell'Eterno  Moderatore,  la 
foauearmonia  dell'acquiftate  virtù .  L'efTerne  flato  il 
Principe  Francefco  con  tanta  abbondanza  corredato  , 
lo  refe  lieto  (per  quanto  può  fìimarfì)  in  quella  fepara- 
zione,come  quegli ,  che  ftando  in  qualfìuoglia  tempo 
preparato,bramaua  di  potere  fpiegare  l'armonico  con- 
fetto* Accennauafi  tal  peniiero  con  la  figura  d'vn 
violino  fcoperto  dalla  fpoglia ,  in  cui  fi  racchiude , 
che  pareua  in  punto  di  farfentir  la  dolcezza  del  fuo 
fuono .  Et  effendochè  abbiamo  nel  Salmo  i  ? .  quefto 
verfetto .         6 


CONSCIDISTI  SACCVM  MEVM,ET  CIR: 
CVMDEDISTI  ME  L^TITIA,  VT  CAN- 
TET  TIBI  GLORIA  MEA. 


Parue  molto  proporzionato  per  trarne  il  motto  J 
onde  iì  prefero  l'vltime  cinque  parole  » 

VT  GANTET  TIRI  GLORIA  MEA. 

- 


« 


3* 

LAtnpcggiaua  nella  sfcfta  targ^fofpefoad  vn  trono 
vntroitod'armìdiCauaHeroCnftiano,  ricono- 
IciutepertaJialle  vermiglie  CrQci^cheloroiregiauano 
rvsbergo^elofcudo.Veniuaciricordatodaqueirinfe- 
gne  Religiofe,  che  ogni  noftradifefadebbe  attenderli 
dal  Signore,  e  chenon  .fi  può  afpìrare  al  titolo  di  forte, 
da  chi  nons'incammiria  per  la  ftrada  del  timore  di  Dio, 
da  cui  depende  la  fiducia  d'ogni  Veraibrtezza  j 
Il  cheottiniamenteintefe il  Principe  Fran 
cefco,  auendo  in  benefizio ,  epjropa- 
gazippe  della  Fede ,  criftiana- 
niehte  adoperate  Tarmi  . 
Il  motto  fu  tolto  da 
vnodeprouer-     / 
bi  di  Salo 


mone, 


Delle 


IN  TIMORE  DOMINI  FIDVCIA 
FORTITVDINIS. 


Delle  quali  parole  s'elefTero  fblamete  le  due  vltime, 
giudicate  ballanti  ad  eforimere  il  formato  concetto. 

E        II 


34- 

IL  difcendere  da  grandi ,  e  gloriofi  Progenitori ,  ci 
fomminifira  aìtezza  di  peniìeri,  e  c'incammina  ad 
opere  fegnalate,  tramandandoci  al  valore  de'  maggio- 
ri.» certi  {limoli,  che  n'incitano  ad  immitargli  ancora 
nella  fanciullezza;  a  talché  fpeffo  nel  pargoleggiar  de* 
figliuoli  fi  rauuifano  i  magnanimi  fpiriti  del  Padre  . 
Conobbefi  euidentemente  ciò  per  veriflTimo  nel  no- 
ftro  Principe,nobil  rampollo  di  queir  Albero^chepro- 
dufie ,  e  produce  fi  numerofa  ferie  d'Eroi .  Il  patteg- 
gio, eli  ei  fece  giouanetto  in  Germania,refe  indubitata 
teftimonianza  del  vigore  dell'animo  fuo,niente  diuer- 
fo  dali'efemplo  de'  fuoi  Antenati .  Per  esprimere  cos\ 
generofo  ardire,  e  lafua  origine ,  collocofTì nella fetti- 
ma  imprefavn  Aquila  giouane ,  che  rouefciato  il  nido 
in  cui  ripofaua,  efolleuatafi  alquanto  sul'ali,ftringeua 
gagliardamente  vn  fiero  ferpe,  (fuo  naturale  inimico) 
che  dinotaua  il  vizio,  e  fi  farebbe  maggiormente 
innalzata  volando ,  fé  le  forze  /ancora  non 
corroborate  a  baftanza^glieFaueffero 
conceduto.    Seruiuanle  per 
motto  le  feguenti 
parole 
del  Principe  della  Lirica  % 
Poefia  fra  i 
Latini, 


IVVENTVS.ET  W  PATRIVS  VIGOR. 


APpariua  nell,ottaua>&  vltima,  vnTuribile  d'ar- 
gento aperto ,  doue  fu  gli  accefi  carboni  confu- 
mauanfi  più  grani  d'incenfo  ,  da'  quali  fi  mandaua  ali* 
aria  odorato  vapore  .  Denotaua  tarimprefa,che  iìcco- 
me  abbruciandofi  l'incenfo  in  onore  dlddio,  porge  la 
più  rara  parte  di  sé,  cosi  il  Principe  nella  confumazion 
della  fua  vita,fpefa  in  Religiofi  fattUafciaua  vna 
gratifsim'aura ,  &  efquiiitafragrunzia,  nel 
volarfene  al  Sempiterno  ripofo .  Fu 
cauato  il  motto  da  vn  gentil 
Poeta  Latino,  e 
diceua. 

pap-to  a;amen  meliore  mei; 


Riducendofi  a  mente  a  qualunque  mediocremente 
yerfato  nelle  latine  lettere, quel, che  fegue. 
>>>>>>>  fuperaltaperemnis. 
Auraferar  >>>>>>,>)>> 

Tali 


33 

Ali  furono  l'imprefe,  &  i  lor  {enfi .  In  altri  fei 
grandi  ouati  feguiuano  la  Nobiltà,  e  l'altre  vir- 
tù ,  (  delie  quali  già  feci  menzione  )  colorite  di  chiaro 
ofcuro,con  capricciofo  abbellimento  di  fedoni,  che 
induftriofamente  fi  rigirauano  loro  intorno  ,  donde 
ipiccauaiì  vna cartella,  checonbreui  parole  rappre- 
fentaua  l'edere  di  effe  . 

Laprima,.alferenoiembiai»to.  allo.fcettro  «Se Im- 
periai Diadema,  ch'eie  corónaua  maeitofu,_nte  j0 
i'parfo crine',  &  almanfueto  Leonesche  all'eftremita 
della  fua  vefterippfaija,  riconofceuafi  per  la  magna- 
nimità ,  tanto  daigrand'Aleflandro ,  e  da  gli  antichi 
Augufti  tenuta  in  pregio . 

EeggQiialrnella  fua  cartella  » 

REGIO  DIGNA  PECTORE  VIRTVS. 

» 

E  apportatrice  di  flraordinarie  vtilità  l'Eloquenza, 
producendo  grandinimi  frutti,  tanto  nello  flato  della 
pace,  quanto  in  quello  della  guerra,  onde  ebbe  a  dir 
Filippo  Macedone,  che  /limaua  effergli  fatta  maggior 
reiìitenza  dalla  facondia  di  Demostene ,  che  dall'armi 
dell'efercito  Greco  .  Mennenio  Agrippa,  con  quella 
fua  auflera  facondia ,  quietò  l'implacabil  fedizione , 
fufeitata  tra  la  Plebe,e'l  Senato,  riducendo  ad  vna  per- 
fetta concordia  il  popolo  Romano.  E  però  era  affe- 
gnato  il  fecondo  pofto  all'Eloquenza,  pregio  iingula- 
re  feortofi  nel  Principe Francefcpx  che  per  natura,  e 
per  arte  ne  fu  marauigliofamente  dotato. 

Era 


39 
Eraquefta  vna  nobil  Donzella  col  caduceo  nella 
deftra ,  e  nella  imiftra  alcune  piccole  catene  d'oro,  fi- 
gurate per  la  forza  della  perfuafiua,  e  ftaua  fotto  di  lei 
fcritto . 

BELLI  PACISQVE  PRESIDI VM. 

Di  tanta  eccellenza  è  la  Coftanza,  che  difficilmente 
s'annouererebbe  vna  picciola  parte  de1  benefici  da  lei 
a  molti  apportati:  ma  chi  nella  vita  di  Fabio  Maffimo 
riuolgerà  la  mente ,  ritrouerà  nella  grandezza  de'  i uoi 
fatti  ,  di  quanto  giouamento  ella  rafie  alla  Romana 
Repubblica.  Porgeiì  daquefiain  vn  certo  modo  per- 
fezione all'altre  virtù,  &  è  grandemente  d-hdcrabiie, 
e  perciò  non  efiendo  ella  mancata  al  noftro  Principe, 
moiirauafi  appoggiata  ad  vna  colonna,  e  venuia  cele- 
brata in  tal  forma  * 

N  VLLA  ì  NISI  CONSTANS  >  VERA 
VIRTVS . 

Rìceue  Fvmana  Prudenza  notabil  aiuto  dall'aiTi- 
fténza  della  Vigilanza ,  arriuando  con  ella  alla  cognu 
zionedicofe  affai  occulte  ,  e  da  pochi  offeruate;  Pili 
che  in  qualunque  perfona  ricercali  quefia  ne  Principi, 
e  ne' guerrieri,  feruendo  loro  quali  per  ispecchio,  in 
cui  di  lontano  molti  cai!  fi  mirano  ,  che  fopraggiun- 
gendo  allimprouuifo,  'potrebbono  apportare  nocu- 
mento di  troppa  importanza.  Onde  dalla  vigilanza 

di 


4? 
di  Cefare  Augufto  (fecondo,  che  ri  fenice  Solino)  dee 
riconofeere  il  Romano  Imperio  la  felicità  di  quel  Se- 
colo,in  cui  fiorirono  nel  fortunato  ozio  d' vna  tranquil- 
la pace  le  buone  arti,  rimanendoper  lungo  fpazionel- 
le  chiufe  porte  del  tempio  di  Giano,  racchiufo  il  furo- 
re di  funeftiiTima  guerra  .  Non  fi  difeompagnò  dal 
Principe  quefta  in  alcun  tempo ,  e  però  veniua  ìnclufa 
nella  predetta  fchiera  ;  Guardaua  ella  attentamente  in 
vn  luogo ,  facendo  atto  d'accennar  con  la  deftra,auen~ 
do  la  finiftra  occupata  da  vn'ardente  lampada,  ch'ilìu- 
mihaua  le  tenebre .  Affifteuale  affai  vicina  vna  Gru, 
che  facendo  la  folita  fentinella  con  la  pietra  eleuata  in 
alto,non  fi  lafciaua  occupare  dal  fonno;  e  nella  cartella 
fottopoftale  fi  leggeua . 

PRVDENTLE  SPECVLVM  VIGILANTIA: 

Non  molto  lungi  feorgeuafi  vna  mode/la  giouane, 
la  quale(ancorche  non  folte  di  fuperflui  abbigliamenti 
adornata)  moftraua  tuttauolta  d'auer  auuto ,  non  ordi- 
nare accorgimento  nel  compartirgli .  Al  freno  dora- 
to, &  al  tempo  dell'orologio ,  che  in  mano  fé  le  vede- 
uano,  iì  comprendeua  quella  effe  re  la  Temperanza:  il 
che  meglio  veniua  dichiarato  da  quelle  parole, 

HARMONLE  SIMILIS  TEMPERANTE; 

La  nobiltà  del  fangue,  congiunta  con  la  virtu,com- 
pongono  vnmiftolì  raro,  che  più  perfetto  non  fa  ri- 

trouare 


4-*' 
rrouare  il  penfiero,  comunicandoli  elleno  infra  di  loro 

fcarnbieuolmente  grazia  ,  e  ornamento  mirabile:  di 
modo  che,ficcome  non  può  confide rarfìcofa  più fcon- 
eia  d'vn  nobile  per  mancamento  di  virtù  ofeuro ,  cosi 
all'incontro,  non  è  più  leggiadro  ,  e  riguardeuole  og- 
getto dVn  perfonaggio,  per  chiarezza  di  natali,  e  di 
virtù  iniigne,quale  era  appunto  il  Principe  Francefco: 
onde  molto  a  propofito  nel  fefto  ouato  rifedeua  la  No 
biltà  da  tante  virtù  accompagnata .  Vedeuafi  quella 
venerabil  matrona  coronata  d'alloro,  con  tre  ghirlan- 
de nella  deftra,e  nella  finiftra  vn'afìa;  e  le  parole  della 
fua  cartella  erano  tali . 

■VIRTVTIS  DECVS  NOBILITAS: 

Ade  volte  fpunta  lo  Splendore  della  Virtù,fenza 
j  il  leguito  della  Gloria,effendo  elleno  quali  inle- 
parabi lineila  medefima  forma,che  l'ombra  dal  corpo; 
Opinione  riceuuta  da'  Filofofi ,  e  referita  da  celebri 
Scrittori  :  per  la  qual  cofa  in  vn'ouato  de  gli  altri  alfai 
maggiore,fu  porta  fopra  la  porta  di  mezo  del  ballatoio 
delle  Reliquie  la  Gloria,  coronata  nonfolo  di  Real 
corona ,  ma  di  raggi  luminofiffimi  »  La  ricchezza  del 
manto,  e  delle  altre fue  vedi,  oltre  allo ftare  folleuata 
in  vna  certa  maniera  da  terra  ,  ce  la  palefauano  per 
quello  feopo ,  tanto  ofTeruato  da  gli  huomini  ;  E'1  fuo 
motto  diceua . 

VMBRA  VIRTVTIS  GLORIA: 

JF       Sicché 


41 

Sicché  da  efla  fi  chiudeua  il  concetto  \  reftando  cosi 
terminato  il  nobil  drappello . 

Elle  naui  minorile  per  le  braccia  della  Crocchi- 
giraua  il  medeiìmo  fregio  d'oliature^  trofei;&  a 
tutti  i  pilaltri ,  che  diuidono  gli  fpazi  delle  Cappelle, 
era  appoggiata  vna  Morte,da'motti  delle  quali  ii  face- 
ua  vn'ordinato  conferto  di  fentenze. 

Quelle  furono  tutte  tolte  da'  Santi  Padri ,  da  graui 
Autori  morali,  che  per  eflere  in  gran  numero  fi  trala- 
fceranno,  ballando  folo  riferir  quelle  delle  braccia ,  e 
teliate  della  Croce  di  Chiefa,  da  cui  ci  veniua  accen- 
nato, che  ogni  età  è  foggetta  indiftintamente  alla  Mor 
te,  e  che  tra  i  pianti,  e'  vagiti  fiamo  nati  efuli  nel  Mon- 
do. Sicché  molto  auuantaggiofo  ci  dee  parere  v'n  eter- 
no ripofo,in  cambio  d Vna  vita  amariili ma,nella  quale 
liiamo  fempre  col  timor  della  Morte  ,  fenza  potere 
indouinarlhora,incuicideegiugnere.  E  furono  le 
feguenti . 

i.  PLORANS,ET  EIVLANS  TRADITVS 
SVM  HVI VS  MVNDI  EXILIO  ; 

è.  MELIOR  EST  MORS  ,  QVAM  VITA 
AMARA ,  ET  REQVIES  ETERNA  , 
QVAM  LANGVOR  PERSEVERANE 

f.  tìMC  NON  PARCIT  -STATI  ,  NISI 
QVOD  SENIBVS  IN  IANV1S ,  ADO- 
LESCENTIBVS  IN  INSIDIIS  EST. 

4.  IN 


43 

4.  IN  HOC  ERRORE  VERSAMVR  ,  VT 

NON  PVTEMVS  AD  MORTEM  NI- 
SI  SENES  VERGERE . 

5 .  QVID  IN  REBVS  HVMANIS  CERTIVS 

MORTE  ?  QVID  HORA  MORTIS  IN- 
CERITI ? 

6.  CONSIDERANTI  TIBI  QVID  SIS,  OC- 

CVRRET  HOMO  N VDVS,  PA VPER , 
ET  MISERABILE . 

7.  HOC  FVIT  PLACVISSE  IN  CONSPE- 

CTV  DEI,  DE  HOC  CONTAGIO  SOE- 
CVLI  M^ERVISSE  TRANSFERRI . 

8.  NON  EST  EXITVS  ISTE,  SED  TRAN- 

SITVS,  ET  TEMPORALI  ITINERE 
DECVRSO  ,  AD  .ETERNA  TRAN- 
SGRESSVS . 

j>.  NON  POTEST  VITA  ETERNA  SVC- 
CEDERE ,  NISI HINC  COxVTIGERlT 
EXIRE . 

io.  AMPLECTAMVR  DIEM  ,  QVI  ASSI- 
GNAT  SINGVLOS  DOMICILIO  SVO, 
ET  NOS  MVNDI  LAQVEIS  EXOLV- 
TOS  COELESTI  REGNO  R  EST1TVIT. 

F  2.        Le 


44- 
E .  Cappelle  erano  tutte  corredate  di  fune/li  arne- 
é  fi,cóforme  a  che  fi  richiedeua  da  tal  pompa,  i  pa- 
Motti,  e  tutti  i  gradi.de  gli  Altari  appariuano  diuifati,e 
fparfi  di  tefte,  collature  variamente  difpofteui.  Nelle 
facciate  fuperiori  delle  braccia  della  Croce,  opporle 
alle  porte  delle  naui  da  i  lati,tra  diuerfi  rauuolgiméti,e 
piegature  di  rafce  di  color  di  lutto ,  appariuano  fofpe- 
fe  due  gran  cartelle,attorniate  da  alcune  figure  di  Mor 
te,  che  aueuano  in  mano  orologi ,  e  timoni  di  naui . 
Rinchiudeuano  quelle  ne' lor  vani  due  fimilitudini, 
dalla  prima  di  cui  veniuaci  moftrata  la  vanità  delle 
noftre  fperanze ,  e  come  velocemente  fparifcano:  dal- 
l'altra ci  s'infegnaua,che  il  punto  della  Morte  procede 
dall'età  già  fcarfa,  di  cui  egli  ferue  per  termine . 

La  prima  fu  tale . 

TRANSIVERVNT  OMNIA  ,  TANQVAM 
NAVIS  ',  QVJE  PERTRANSIVIT  FLV- 
CTVANTEM  AQVAM  ,  CVIVS  GVM 
PERTRANSIVERIT,NQN  EST  VESTI- 
GIVM  IN  VENIRE,  NEQVE  SEMITAM 
CARINA  IL  LI VS  IN  FLVCTIBVS. 
La  feconda . 

QVEMADMODVM  CLEPSYDRAM  NON 
EXTREMVM  STILLICID1VM  EXAV- 
RIT ,  SED  QyiCQVID  ANTE  DEFLV- 
XIT,  SIC  VLTIMA  HORA,  QVA  ESSE 
DESINIMVS  NON  SOLA   MORTEM 

FACIT,SED  SOLA  CONSVMMAT. 




45 


ALl'entrare  del  Coro,in  altezza  corrifpondente  a 
quella  del  palco,  di  cui  appreflb  ragionerai!, 
pofauano  fopra  gran  Deftrieri  due  immagini  di  Morte 
di  ftraordinaria  grandezza,  le  quali  a  i  tronchi  delle 
lance,  che  ftringeuano,  dimoftrauano  d'auer  affali  to  il 
morto  Principe,  che  con  la  confueta  intrepidezza,reg- 
gendo  francamente  l'affai  to,  aueua  loro  diffipate l'ar- 
mi ',  E  benché  e'  foffe  rimafo  eftinto ,  non  era  però  col 
corpo  reftato  fuperato ,  &  abbattuto  il  valore,  per  ef- 
fere  ltato,mentre  fu  quaggiù,in  compagnia  delle  virtù, 
che  gli  aflìfteuano  intorno ,  e  pofcia  voìatofene  con  lo 
Spinto  al  Cielo,per  la  palma  della  confeguita  vittoria, 
lafciando  gloriofo  il  fuo  nome  . 

OCcupaua  tutto  il  Coro ,  &  infieme  lo  fpazio  de- 
fcritto  da'pilaftri,chefofìengono  laCupola,vn 
gradifflmo  palco,ragguardeuole  no  meno  per  la  noui" 
tà  deH'inuenzione,che  per  la  vaghezza  delie  pitture,e 
trofei ,  de'  quali  era  copiofamente  iparfo .  Montauafi 
fui  primo  piano  per  tre  ordini  di  fcalini ,  e'1  principale 
di  elfi,  ingombrando  meglio  d'vn  terzo  dell'ampiezza 
della  maggior  naue ,  era  comporto  di  gradi  finti  di 
marmo,  chenell'eftremità  riftringendofi,  firiduceua- 
no  a  guifa  d' vna  figura  ouale  giuftamente  diuifa .  L'al- 
tre due  falite  fi  diftendeuano  nelle  braccia  della  Cro- 
ce, &  erano  cinte  per  ogni  banda  da  vn  cornicione 
d'Affricano,  retto  da'  balauftri,  da  cui  fi  circondaua 
ancora  tutta  la  pianta  del  palco .  Ergeuaii  in  mezo  a 
quefto  vna  nobil,  &  alta  bafed'alabaftro,con  lefue 
riquadrature,,  e  cornici  di  porfido ,  in  forma  ottagona 
"""""""  di 


di  lari  ineguali  \  Imperciocché  ciafcheduno  de  gli  op- 
pofti ,  il  fuo  corrifpondente  di  lunghezza  adeguaua, 
eccedendo  però  proporzionatamente  que'  de1  fianchi 
gli  altri  delle  teliate:  li  quattro  rimanenti,  effendo  di 
tutti  minori,  conferuauano  fra  di  lorovna  concorde 
vguaglianza . 

Appoggiauanfi  a  quefle  altrettante  flatue  di  candì- 
diffimo  marmo,  affai  maggiori  del  naturale,  eraffigu- 
rauaniia  prima  villa  da'  riguardanti  per  quelle  più  il- 
luda virtù,  che  s'annidarono  nel  feno  dei  Principe. 
La  prima, alla  maeftà  dell'afpetto,  alla  Croce,  e  libro, 
chefelefcorgeuanoinmano,fi  difcerneuaper  la  Re- 
ligione, principio,  e  fonte,  onde  tutte  l'altre  deriuano. 
Alla  iìniftra  di  effa  (  ma  però  al  pari)  fedeua  vna  robu- 
fta  Vergine,  che  armata  di  lancia,  d'vsbergo,  e  di  feu- 
do, con  la  fueltezza  della  perfona,  &  vn  certo  mafchil 
vigore,  che  in  lei  fi  feorgeua,  ci  figuraua  la  Fortezza } 
era  il  fuo  crine  raccolto  dentro  all'elmo ,  raffembrante 
il  tefchiod'vn  feroce  Lione;  nello  feudo  aueua  vna 
Croce,  la  quale  dinotaua  ogni  forza  douerli  in  fauore 
della  Cri/liana  pietà  impiegare .  Toccaua  il  terzo  luo- 
go ad  vna  leggiadra  Donzella  addobbata  di  funtuofe 
velli,  e  cinta  di  gemmata  zona,  ed  al  giglio,  che  nella 
delira  aueua,  fi  faceua  conofeereper  la  Ca ili tà,  fregio 
ammirabile  nella  perfona  d'vn  Principe  giouane,a  cui 
]e  delizie,  e  commodità  foprabbondano,non  potendo 
ella  qua/i  con  quelle  albergare  .  Nel  quarto  pofaua  la 
Liberalità,  chedavn  lembo  del  fofpefo  manto,  col 
braccio  ritenuto,  diffondeua  gran  fomma  d.i  teforo,  in- 

uitan- 


47 
lutando  cortcfemente  qualfiuoglia  a  pigliar  de'fuoi 
doni .  A  ffiffauano  tutte  quelle  flatue,  differentemen- 
te atteggiare,  lo  sguardo  nel  Cielo,  quali  che  coìafsù 
vagheggiaflero  lo  fpirito  di  quell'Eroe,  alla  funeral 
pompa  di  cui  in  terra  erano  prefenti,  ò  quafi  voleffero 
lignificarci  quelle  virtù ,  che  da'  Eilofofi  furono  tanto 
predicate ,  non  effer  vere  virtù ,  fé  non  hanno  per  fine 
di  condurre  i  loro  feguaci  al  Sommo  Bene  dell'Eterna 
felicità.  Nelle  facce  della  bafe,  che  rimaneuano  li- 
bere alla  vifia  del  popolo,  fi  dintornauano  da  più  offa- 
mi  tre  cartelle:  in  vna  delle  quali  fi  leggeuano  le  fe- 
guenti  parole. 

NON  GLADIO,  AVT  FAME,  SEDM  ANV 
DEI  SVBLATVS  EST . 

Penfiero  fcelto  da  vn'Epiftola  di  S.Gregorio  Papa, 
feruta  a  Domenico  Vefcouo  di  Cartagine  in  Affrica , 
doueincrudeliuaftranamente  la  pefte,  nella  quale  lo 
confolaua  col  dirgli ,  che  il  morire  di  quel  contagiofo 
male,  era  vn'efler  leuato  dal  Mondo  immediatamente 
per  mano  di  Dio ,  non  auendo  per  altro  il  Re  Dauid 
fcelto  quello  flagello,  nell'elezione  propoftagli  dal  Si- 
gnore^ non  per  cadere  direttamente  percoflo  dal  fuo 
braccio .  L'altra  accennaua ,  perche  fofle  cosi  prefta- 
inente  flato  tolto  dal  conforzio  de'viuenti,il  che  era 
efpreflo  con  vn  verfetto  della  Sacra  Scrittura ,  dell'in- 
fraferitto  tenore . 

PLA- 


43 

PLACITA  ENIM  ERATDEO  ANIMA 

ILL1VS. 

La  terza  cartella  ci  additaua,  che  (ancorché  fofTe 
fìnto  icario  il  tempo  del  {uo  vinere  )  aueua  nondime- 
no, con  la  perfezione  delle  virtù,  fupplito  all'imper- 
fezione di  elio .  Le  parole  furono  d'vn  Santo  Padre, 
cioè. 

NAM  QVOD  ^TATI  DEFVIT  VIRTV- 
T1BVS  COMPENSATVM . 

Sopra  quefta  bafe  alzauanfi  quattro  piedi  dì  grazio- 
fbdifcgno,  tutti  meifuoro,  {ottenenti  vn  piano  di 
ricca  coltre,  di  tela  d'argento  coperto ,  {paria  tutta  di 
più  pezzi  di  trofei,  fatti  di  vaghiuìmo  ricamo,  e  nelle 
punte  di  ettà  pendeuano  quat.tr  Armi  del  fudetto  la- 
uoro .  Rifedeua  quiui  il  feretro  di  lapislazzaro ,  con 
balTirilieui  d'oro,fopra  il  coperchio  di  cui  era  vn  guari 
ciale  di  broccato  .  Dal  centro  della  volta  della  Cupo- 
la, tra  molti  gruppi  d'ofcuri panni,  che  diueriàmente 
s'auuolgeuano,calauafiil  baldacchino.  Sopra  il  corni- 
cione, che  rigira  la  Cupola  nella  parte,  che  vien  fopra 
all'Aitar  maggiore,  in  vn  trofeo  accerchiato  da  varie 
gocciole  di  rafce,campeggiaua  vna  grandi  flìma  Arme 
del  defunto  Principe .  tu  allungato  il  fregio ,  che  ri- 
correuafra  la  cornice,  e  l'architraue  della  Chiefa,  dai 
primi  capitelli,  per  infino  a  gli  vltimi  de' pilaftri  della 
Cupola,  e  fopra  di  fudetto  fpazio  vedeuanii  due  altre 

grand* 


49 
grand' armi  iti  mezo  a  molte  bandiere  .  Per  difotto  poi 

iì  fpiegauanodue  vele  di  neri  panni  per  parte,  che  nel- 
l'eftremità  riprefe  s'apriuano  a  guifa  di  padiglione  , 
auendo  amendue  foprappoflo  vn  trofeo  di  non  ordi- 
naria grandezza,  li  Coro,  nonostante,  che  iià d'ec- 
cellenti pitture  ripieno  ,  per  maggior  meftizia  fi  rico- 
prila di  nero  ammanto ,  e  dall'entrata  di  effo  fi  moue- 
uano  due  altri  ordini  ci  gradi ,  i  quali  conduceuano  al 
fecondo  piano  del  palco,deftinato  per  li  Sacerdoti,che 
cantauano  mentre  fi  celebraua  la  MefTa.  L'Altare, 
doueli  doueua  offerire  il  Santiflìmo  Sacrificio  al  Si- 
gnore, appanna  in  vn  palco  affai  più  eminente,  le  fali- 
te  del  quale  eran  per  fianco,  con  doppio  ordine  di  fca- 
lini,melTi  in  mezo  dal  cornicione,  retto  da'fuoi  balau- 
stri di  diaspro.  Erano  funtuofilììmi  i  facri  arredi  ap- 
partenenti ad  effo,  ma  di  color  merlo,  &  ofcuro,  ecco- 
me ancora  il  fuo  baldacchino;  e  finalmente  la  Chiefa 
tutta,  con  Regia  magnificenza  di  funeftijXimi  arnefi, 
era  ingegnofamentejadornata . 

Incomincioflì  all'ora  deputata  ad  accender  la  gran 
quantità  de'  Inmi,  che  fcompartiti  per  tutta  la  Chiefa, 
aggiungeuan  grazia  mirabile  alla  difpofizion  dell'ap- 
parato .  Diftendeuaii  per  tutto  il  cornicione,  vna  con- 
tinouata  ordinanza  d'ardenti  faci,e  i  capitelli  delle  co- 
lonne ftauano  parimente  da'  lumi  accerchiati .  Dirim- 
petto ad  ogni  Morte,  in  vn  torciere  finto  di  ferpetino, 
o  di  granito,  ardeua  vna  gran  [torcia  .  Il  Catafalco ,  e 
l'Aitar  maggiore,  il  palco,  e  le  cornici ,  erano  di  cosi 
abbondante  copia  di  torce,  e  doppieri  ripieni ,  che  di 

G  maggior 


5o 

maggior  numero  non  era  capace  la  grandezza  del  luo- 
go. Pofauano  quefti  in  cancellieri  di  finiffimo argen- 
to di  prezzo  quali  ineftimabile  ,  iì  per  lo  valore  della 
materia,  iì  ancora  per  la  fquifita  diligenza ,  con  la  qua- 
le erano  puliti  gli  intagli ,  e  figure  di  bafforilieuo ,  che 
fi  vedeuano  in  e  (li . 

Non  indugiò  molto  a  comparire  il  Serenifs.  Gran 
Duca,  accompagnato  dalli  Sereninomi  Gio:Carlo,  e 
Leopoldo fuoi  fratelli,  edalSerenilTlmo  Principe  D. 
Lorenzo  fuo  zio,  infieme  co  gli  Eeceìlentiirimi  Duca 
di  Guifa,  e  Principe  di  Gianuille,  i  quali  vollero  ono- 
rare con  la  lor  prefenza  tali  Efequie  :  interuenendoui 
ancora  il  Serenifsimo  Signor  Cardinal  Medici. 
Erano  quelli  feguitati  dal  Supremo  Magistrato  ,  e 
da  numerofa  comitiua  di  Nobiltà  Fiorentina,  oltrY 
Genti Ihuomini  di  Corte  tutti  con  abiti  da  bruno  . 
Entrarono  per  la  porta  maggiore  del  Tempio  ,  da 
amendue  le  parti  di  cui,  per  infino  al  principio  del 
palco,  diftendeuafì  vn  lungo  filare  di  foldati ,  con  l'ar- 
mi indofTo  ricoperte  da  lunghi  (Time  gramaglie,&  ofcu 
jri  veli,tenendo  ciafcun  di  eia  in  mano  vna  gran  torcia 
accefa . 

Peruenute  lor'Altezze  Sereni  (urne  alla  fettima  co- 
lonna, fi  pofarono  nel  preparato  feggio ,  fotto  ad  vn 
gran  Baldacchino  di  velluto  nero . 

In  quello  mentre  MonfignorNiccolini  Arciuefco- 
uo  di  Firenze,  a  cui  s'afpettaua  di  cantar  la  Mefla ,  ad- 
dobbatofi  delle  Sacre  velili,  diede  principio  al  Santif- 
fimo  Sacrificio  ,  miniftrandogli ,  conforme  all'vfato 

itile, 


5  i 

ftile,  i  Canonici  del  Duomo.  Due  Cori  di  Mùfiei  ac- 
cordando al  {uon  di  Muficali  finimenti,  ma  in  ficbil 
tuono,  vna  leggiadra  armonia  di  voci ,  chiedeuano 
mifericordia  ai  Signore, facendo  penetrare  più  inter- 
namente nell'animo  di  chi  v'era  prefente,  lacompaf- 
iìone,  e'1  cordoglio.  Peruenutoil  fine  delia  celebra- 
zione della  Meda,  dal  Signor  Ferdinando  de'Bardi 
de'  Conti  di  Vernio,  Gameriero  di  S. A.S.  Gentilhuo- 
mo  non  men  chiaro  per  la  nobiltà  de'  natali ,  che  per 
l'affetto,  col  quale  abbraccia  gli  ftudi  delle  belle  lette- 
re, fi  recitò  vn  elegante ,  e  graue  Orazione,  in  cui ,  fe- 
condo il  coftume  oiferuato  ne'  mortorij  de'  grandi,  co 
rara  facondia,  e  peregrini  concetti,  h  {piegarono  più 
diftintamente  ì  pregi  del  morto  Principe .  Terminato, 
ch'egli  ebbeilfuodifcorfo,  difcefe/Monfig.  Àrciue- 
fcouo  dal  palco  oue  era  l'Altare,  &  aflìfeii  fopra  vn 
faidiilorio,ncoperto  di  ofcuri  drappi  dal  capo  del  Fe- 
retro: a  gli  angoli  del  quale fedeuano  quattro  Prelati, 
con  1  ior  Piuiali, e  Mitre,  che  furono  Morffig*  Medici 
Arciuefcouo  di  Pifa,MÓfignor  Venturi  Vefcouo  di  S. 
Seuero,  M.onfignore  Strozzi  di  San  Miniato,  e  iVlon- 
fignorMalafpina  di  Maffa  ;  quelli  po{cia  vnitamente 
con  ordine  conueneuoleauendo  accerchiato  il  Fere- 
tro, e  d'acqua  Santa  afperfoio ,  a  Dio  incenfo,  &  Ora- 
zioni offerendo  >  diedero  alla  folenne  funzione  il  do- 
uutofine. 

Tah  furono  r£fequie,nella  celebrazion  delie  quali 
apparue  fcopertamente  la  pietà,  e  magnificenza  del 
noitro  Sereniamo  GranDuca,  eli  rinnouellarono  le 

lodi 


Iodi  del  defiderato  Principe,  con  incomparabil  confo- 
lazione  di  coloro,  che  virruofamente  adoprando ,  go- 
dono nei  nmirar,guiderdonati  dopo  la  morte,i  feguaci 
delia  virrù  con  onoreuoli  teftimonianze .  E  perche  di 
tal  pompa,  che  fìi  a  moiri  di  diletto  nel  rimirarla,pof- 
fì  ancora  participare  chi  non  vi  fi  ritrouò  prefente  ,  fu 
ordinato  a  Andrea  Caualcanti,  che  ne  faceflela  deferì - 
zione. 

L  A  V  S     D  E  O. 


Errori 

Correzzione 

Car.  4  ver. 

21 

pigliammo 

pigliamo 

6 

io 

figli 

figliuoli 

9 

5 

co  i  progrefsi 

co'  progrefsi 

12 

2S 

frequenza 

frequentazione 

15 

7 

rafeie 

rafee 

15 

14 

balaustro 

balauftrato 

19 

27 

VOBIS 

VNI 

20 

22 

acuta 

auuta 

23 

J2 

il 

ai 

23 

8 

or    or 

hor    hor 

30 

3 

incorruttibili 

infeparabili 

34 

3 

al 

il 

47 

13 

SEDM  ANV 

SED  MANV 

Gli  errori 

d'ortografia  fi  lafciano  alla  correzzione  del  prudente 

Lettore  • 

Statnpifinole  retroferitte  Efequie,  o  loro  relazione,  ojferuati  li/oliti 
ordini .  Data  ti  d)  i  g.  d'Ottob.  1 6 34. 

Vincenzio  l\a  batti  Vicario  di  Fiorenza. 
Stampijilt  19.  d'Ottob.  1634. 

F.  Clemente  t-gidìj  Inquìfitor  Generale  di  Fiore». 
Akjfandro  Vettori  Audtt.  diS.tA.S.  19.  Ottvb.  1634. 


60TVCHITERI.|t.