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A
x.a
4
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I
ESEQVIE
DEL SERENISSIMO
PRINCIPE FRANCESCOr
CELEBRATE IN FIORENZA
DAL SERENISSIMO ' ~*
FERDINANDO IL
GRANDVCA DI TOSCANA
SVO FRATELLO,
Neirinfigne Collegiata di S. Lorenzo,
Udì jo. d'Jgofìo 1 6 } 4..
DESCRITTE DA ANDREA CAVALCANTI.
In Fiorenza; perGio.-Batifta Landini MDCXXXIV.
C#» licenza de'Superkri ,
\
E S E QJl I E
DEL SERENISSIMO
r^
PRICIPE FRANCESCO.
Celebrate in Fiorenza.»
DAL SERENISSIMO
FERDINANDO II;
GranDuca di Tofcana?fuo Fratello,
Defcritte da Andrea Caualcanti .
^PlM&r-^1 A la Virtù per naturai prerogatiua
PiflSbl^ ri ^orza ^'attrarre , douunque ella rif-
Zììrzf Wf plendal'vmanosguardo,ne vagheg
WSf^-- 'M K giano di huomini la viuacità de'
W fuoi raggi, fenza fentirfi accender
U nel petto vn veemente deiìderio di
arricchir sé medefìmi di quella luce , che feparando
dalla vulgar turba chi fé n'adorna, alla voracità del
tempo, la memoria del viuer noilro gloriofamente ri-
toglie. E s'egli auuiene talora, che nella perfona di
alcun Principe, quefto Splendor fi rauuiiì, quaii gio-
conda fiamma, che in alto lampeggi, più euidente-
mentealla vifta del Mondo s'efpone per l'eminenza
del perfonaggio in cui ri/ìede \ e non folo n'alletta con
la chiarezza , ma con foaue v iolenza , tacitamente co-
A 2 flringe
4
ftringe airimitazione i più faggi, reputando eglino
lodeuolcofa il fariì feguaci nel ben'oprar di coloro,
i quali mifteriofamente da gli altri , per mano del òo-
urano Difpofitore della natura , furono di/tinti, ed in
terra prodotti con titolo di maggioranza . Quindi è ,
che volentieri molti fi fanno fpecchio de' coftumi de'
grandi , e le azioni di elfi , per norma della lor vita , fi
gloriano di proporli dauanti. Ne può al popolo pari-
mente, che (meglio con l'ammirazione, che con l'ope-
re ) applaude a sì vago lampo , rapprefentarfi più
graziofo fpettacolo,giudicando egli, ne fuori di ragio-
ne, i buon Principi non efier di (limili da'propizi -Pia-
neti, l'afpetto de' quali non fomminiitra, che fàlutiferi
influii!* E di vero da loro malageuolmente allonta-
niamo il penfìero , quandoché palesati infino nella te-
nera fanciullezza indizi di verace virtù, danno campo
di poter formare vna non ordinaria afpettazione, me-
diante la quale,neirifl;eiia manieratile dal fereno ver-
miglio della forgente Aurora, s'argomenta il natale
d'vntranquilliffimo giorno, da'faggi dique'verd'anni
pigliammo augurio della futura felicità; conofcendofi
chiaramente da tutti, non eilercofa tant'vtile per la
conferuazione del ben pubblico, quanto il riceuere
da Dio abbondanza d'ottimi Principi. E però, fé per
noflra difauuentura faccede, che da repentina mort£
ci vengan tolti quelli, in cui iimiliprefagiapparuero,
vniuerfalmente da tutti tal perdita fi foipira per pro-
pria, reftando ancora gli animi più coftanti da fi vio-
lente mutazione abbattuti, e lenza poterli fchermire
dal
5
dal duolo , cagionato dal vedere infieme con effi de-
i ftrutte le comuni fperanze .
Quali, e quanti fegni d'eroica virtù defTero nella
puerizia i Sereniiiìmi Mattia, e Krancefco alla Patria ,
edallaTofcana tutta , diffidi cofa farebbe il puntual-
mente defcriuere . Quefh prima ne gli ftudidelle no-
bili Arti, che ne puerili fcherzi impiegandoli, si fatta-
mente s'auanzarono , che con vniuerfàle allegrezza
furono giudicati auerprecorfo l'incapacità delfetade,
con l'eiquiiitezza dell'intendimento; pofcia incammi-
natii! a gran pajffì per lo fentiero delle morali virtù, in
quelle perfettamente s'abituarono : di modochè non
potendo fìar riflretta nelfangufìo termine deile boc-
che de' domeftici familiari la gran magnanimità, co-
flanza,e prudenza,che in loro iì fcorgeua, pubblicofTÌ
comunemente con vn grido di lode , che maggior-
mente gliftimolò a far paflaggio a marauiglioli pro-
greffi . Non così toflo furono arriuati all'adoìefcenza,
che accortili, come la militar difciplina era neceiTario
ftrumento de' gran Principi per farne acquillo, con
feruente ftudio ad ella iì riuoltarono; Et ora ne gli
efercizi , che le giouenili membra corroborano affati-
candoli, ora occupati nella lezione di que' precetti,
che da fegnalati guerrieri alla poiterirà fi lafciarono,
la mente, e'1 corpo fcambieuolmente inft ruiuano,rito-
gliendo a' diporti, e al ripofo , benefpeilo queli'hore ,
che giuftamente lor fi doueuano . Ogni giorno fi fa-
ceua in efti maggiore il desiderio di ritrouariì fra l'ar-
mile crefcendo più neirardire,che ne gli anni, dauano
occa-
6
occafione di gioire alla fortunata Tofcana : quando la
Sereniflìma Mariamaddalena d'Aufìria lor Madre,
moiTa dalla vaghezza di riuedere la Maeflà di Ferdi-
nando li. Imperadore fuo fratello , toltali la compa-
gnia di cosi pregiati pegni , incominciò quel viaggio >
che infauftamente priuandola di vita , non la lafcio
condurre al desinato fuo fine , refendo per la perdita
inafpettata di tal Principerà, non meno Fiorenza in-
uolta tra i pianti, che e' proprj figli dolenti . Sosten-
nero eglino collantemente fimprouuifa fierezza di
quefto colpo, e dopoauerfoddisfattocon conueneuol
copia di lacrime alla filial tenerezza , profeguito il fa-
nello cammino al cofpetto di Cefare , s'apprefentaro-
no nuoui meffaggieri di troppa amara nouella . Quiui
dopo non lunga dimora efaminatepuntualmente(non
fenza notabil trauaglio ) le turbolenze dell'infelice
Germania , oppreffa da varta inondazione di barbare
milizie, la limarono proporzionato campo da fpar-
gerui fudori , in effettuazione de' già Stabiliti difegni .
Fermato di concorde parere il generofo proponimen-
to, offerirono a Cefare l'opera loro , come quegli , che
molto ben fapeuano non poter ritrouariì tanto giufta
cagione da verfar il fangue , quanto a prò della Catto-
lica Religione , si ffranamente dal! eretiche fazioni
sbattuta,&c in benefizio di quell'Imperio, il quale con
particolar patrocinio della prouidenza Celefle,era
irato dall'lmperador loro Zio, in vn mare di calamità ,
e crudeli (lime guerre , valorofamentefoftenuto, e di-
fefo.Commendò laM.S. la magnanima deliberazione
de
7
de Nipoti, raffigurando ne' giouenili afpetti vn co-
raggioso vigore , che ne prometteua non ordinari fuc-
ceiìi : Ma eilendo richiamati in quello mentre dal Se-
reni (Timo GranDuca lor fratello , furono neceflìtati
amendue a prorogare quanto aueuano deftinato,come
quegli, da cui Tempre ii profefsò perfetta obbedienza
a cenni di sì degno Principe , nel quale fi racchiude
l'eminenza d'ogni virtù . Ritornarono adunque de-
ditamente a Fiorenza , che giubbilando ,. efprimeua il
contento , che fentiua nel riuedergli , e prodigamente
induftriofa, no tralafciaua di preparar loro diletti, cer-
cando per si fatta via di ritenergli nelle fue deJiziofe
contrade, e di noniì lafciar di nuouo inuolare la tanto
amata lor prefenza . Ma indarno fpefe ella ogni fua
fatica , luiingando , e pregando , perche non prima
s'acquetarono, che ottenuta libera facultà di ritornar
in Germania, a militare in quella parte iì trasferirono :
E fenza interporre pure vn minimo indugio, doue
frequentemente faceua impeto orgogiiofo il nemico,
e più fpeflo ii combatteua, vollero ritrcuarfi . Indici-
bile era l'intrepidezza da loro dimoitrata nell'incon-
trarei pencoli, edefattifììma la fofferenza nel fotto-
porfi a' difagi, si che in breue restarono attonite le mi-
lizie di quella bellicofa nazione , riputandogli alla
commune condizione fuperiori, e colmandogli di ma-
rauigliofa lode , dal fuono di cui veniua ridotto a me-
moria de gl'infaperbiti auuerfen , l'antico grido dell'
Italiane prodezze. Memorabile al pari di qualiiuo-
glia altra de nofiri fecoli, farà fempre la giornata di
Luzen
I
Luzen , doue con lo Spargimento di tanto fangue , e
poco meno, che totale diiiruzione di due podero il , e
copioii filmi eferciti, compro ffi a gran prezzo da' Cat-
tolici la palma d' vna dubbiosa vittoria,reftando eftin-
to nell'acerbo conflitto, coi fiore de' principali guer-
rieri dellVna,e dell'altra banda,quel formidabil Cam-
pione, che paflato da remoti paeii a* danni della Ger-
mania-, valfe col fola nome ad impaurire le faldiiTime ,
e munititTime Rocche. Tra la moltitudine delle ftragi,
tra gemiti de gli opprelTi , tra lo fpauenteuol rimbom-
bo dell'artiglierie, non lafciarono in quel giorno Mat-
tia , e Francefco cofa alcuna da defiderare in sé ftelTl ,
come perfetti guerrieri , con particular inuidia di chi
auendo profeflato lungamente il mefiiero dell'armi ,
vide in quelbreue termine elle riì da loro arriuatoad
Vii grado infigne di gloria,che pia oltre era quali vano
Io Sperar di peruenire vmanamente . Rifonaua per
tutto ilnomede'Pnncipi diTofcana, egodeua Cefare
nel fentire i loro encomj . Ma perche fono ad innu-
merabili mutazioni {ottopode le cofe de'mortali,& al-
lora, che lontanilììmeci fupponghiamo l'auuerfità,
forno da quelle, con maggior pena , all'improuuifo
fopraggiunti ; Ecco , che mentre nella Bauiera ftanno
con l'armata Imperiale a cingere erettamente d'af-
fedio la Citrà di Ratisbona , aflalito da contagiofa in-
fermità il Principe Francefco,affiigge con finafpettata
fua morte il fratello, e colma di lacrime gli occhi di
queH'efercito,che fouente fu fpettatore della fortezza,
e grandezza dell'animo fuo . All'arriuo di cosi trilla
nouella,
9
iouella,qual mefìizia occupacela noftra Patria,quati
bfpiri fi fpargefìero per cagicn di cosi duro auueni-
nento,fola mente arriuerà ad intenderlo colui,che ris-
Tuardaro il merito di quel giouinettoSignorc,infjeme
:o i progrelTi della crefcente virtù, andrà accortamen-
te bilanciando quali fodero ledi già concepute fpe-
ranze . Trafpariua ne1 iembianti della Nobiltà tio-
rentina il cordoglio, che le fi concentraua nel feno,dal
qual fegno difcerneuafi apertamente , quanto fu Tem-
pre da lei amato . Penetrò si viuamente il iìniftro ac-
cidente, l'interno del Sereniffimo GranDuca , e della
Sereniffima Criltina di Lorena, e degli altri Principi,
che non meno de'lor genero/] cuori ci bifògnaua per
foftener con franchezza il poflente incontro,tanto piti
trauagliofo, quanto manco afpettato . E già, che è atto
di gran prudenza il rimetterli liberamente in quella
Deflra, che dell' Vniuerfo a fuo talento difpone, dopo
auer conceduto all'affetto, ciò, che in fìmiglianti cafì
difficilmente fi nega, confiderando S. A . che non le re-
ftaua altro vflcio da preftare all'eftinto Fratello, che
con Diuini Sacrifìcj , ediuote preghiere da porgerfi
alla Suprema Bontà, accompagnare l'anima fprigio-
nata dal corpo, come, Religiofiffimo Principe , deli-
berò,chefe gli preparafTe la funeral pompa, onore dal-
lafagace Antichità inuentatopietofamente, in tefli-
monianza delle virtuofe operazioni de' Morti , e non
meno dalla primitiuaChiefa Religiofamente riceuu-
to, che nella prefènte età Cattolicamente offeruato .
Alla preparazione di quefte Efequie, furono ina-
li piegate
113
piegate più perfone , alle quali fu prouuifto d'idonei
fopran tendenti, acciò {pedi tamente fidi fponefle, qua-
to dall'occorrenze fi richiedeua» Fu, conforme al fo-
lito, eletta iaChiefa di S.Lorenzo,per la celebrazione
del funtuofo funerale, si perla fua proporzione, e ca-
pacità di qualfiuoglia forte d'adornamento, si ancora,
perche eflendo fiata fondata da' Progenitori di quefte
SerenifTime Altezze, è di lor padronato , onde in efia
ripofano tutte le ceneri de gli e/tinti Principi della
SereniffimaCafadiTofcana . Alfonfo Parigi, gioua-
ne digrande fpirito nell'Architettura, ebheia carica
di fare il difegno, il quale approuato, s'attefe con dili-
genza, e prontezza poffibile a tirare auanti l'opera,
acciò per lo giorno prefiffo reftaife perfettamente vi-
timata .
Deftinoiìì per pubblico bando feriato nella Città il
di 3 o. d'Agofto , onde nella ftetla mattina di buonif-
fim'hora s'aprirono da'Sacerdoti le porte del Tempio,
per dar luogo alla curiofa moltitudine, già adunata
nella piazza di fazia re l'auido {guardo nel funebre ap-
parato. Non fi trouò alcuno in così folta fchiera di
popolo, che rimirata tal pompa, non fi fendile ri tino-
uellare al cuore il dolore,che per lo primo auuifo della
perdita del Principe Francefco prouato auea; dima-
niera, che da no pochi riceuettenuouo tributo di pian*
to . Molte lingne , in articolare vna fola voce impie-
gate , fi querelauana della troppo intempeftiua fua
morte: Appariua nella faccia di ciafcheduno quel fen:
timentadì doglia , chedall'eiferpriuadi cofe cariìTi-
me
fi
me fuol cagionar/! . Riuolgeuafi dipoi da tutti vnita-
mente il penfiero a confiderai* la magnificenza del
funerale,donde eran corretti a paiTarfene alle lodi del
Sereniilimo GranDuca,dalIa contemplazione dell'ec-
cellenti dori di cui , fi raddolciua in buona parte Fan-
gofciofa amarezza . E perche troppo malageuol fareb-
be il rammemorar preeifamente le dimoftrazioni af-
fettuofe, in tanta moltitudine fcopertefi , farà meglio
rimetter ciò alla prudente immaginazion di chi legge,
e dar principio a defcriuere il mefto apparato , di cui ,
perageuolarla cognizione, accennerò prima breue-
mentela forma,efituazione del Tempio, rimettendo
all'altrui diligenza Tannouerare la quantità, e'richez-
zade'fuoi ornamenti in luogo pia opportuno.
IENE la Chiefa di S.Lorenzo, conforme
alle più celebri Bafiliche del Criftianefi-
mo, forma di Croce, effendo fiata giudi-
ziofamete fcelta tal figura per la più con*
ueneuole da quel fegnalato Architetto,
che, come affermò Michelagnolo Buonàrruoti, feppe
abbellire la Cattedral Fiorentina della più fuperba
mole, che poffa coflruire, fecondo i precetti dell'arte,
IVmano ingegno . La fua dirittura per infino a doue
ella fi dirama , diflinguefi in tre naui, a ciafcheduna
delle quali rifponde nella facciata vna porta di pro-
porzionata grandezza. La maggior naue rifiede tra
due filari di colonne di pietra ferena , di fette per ban-
da, pofli egualmente in mezo da'pilaflri nelle teftate.
Su quefle colonne reggonfi i fuoi archi, da cui fi for-
mano 8. Ipazi per parte, corrifpondenti a' vani delle
Cappelle delle naui minori,che fi diuidono da'pilaflri
commeifinel muro; Rimangono in effe naui folamen-
te fei Cappelle per lato, perche nel f etcimo pollo fono
due porte, vna delle quali riceue per fianco il popolo ,
che concorre a fentir celebrarci Diuini Vfici , l'altra
conduce nel chioflro, doue abitano i Sacerdoti , desi-
nati alla cura, & alla frequenza del Coro. Nell'ottauo
fi veggono due pezzi di parete, in vno di cui è dipinto
il martirio di S. Lorenzo, l'altro fi riferba a limile ef-
fetto . Ricorre egualmente per tutto, architraue^ fre-
gio , e cornice deila fudetta pietra, & ogni membro è
d'ordine d'Architettura Corintio;Nella naue del me-
zo, tra 1 cornicione, e la foffitta , rifeggono le fineftre,,
fitua-
I3.
finiate direttamente fopra la fbmmità di detti archile
di numero ad efiì non difeguale . A i pilaftri , che fer-
rano le tettate delle naui , fé ne congiungono due altri
d'altezza alquanto maggiori , da quefti , & altrettanti
oppofti , foitengonfi gli archi della Cupola al più in-
terno, de' quali refta fottopofìo l'Aitar maggiore, die-
tro di cui aprefì il Coro di figura quadrata . Da i due
rimanenti perfianco fi ftendon le braccia della Croce,
nelle facciate fuperiori delle quali, fono due Cappel-
le per ciafcheduna , nell'inferiori vna , fi come nelle
punte vn'alrra , poftafra due porte, vna per vfo delle
Sagreftie, e l'altra per femplice corriipondenza collo-
cataui .
Con quella general notizia farà molto più ageuole
il capacitare ordinatamente la moftra dell'apparato,
nella defcrizione del quale, da quel che primieramen-
te s'ofieriua alla villa de' riguardanti , lì piglierà co-
minciamento .
Àppariua la facciata perdi fuori con tre ampie por-
te, rapprefentate di granito orientale,cuftodite da va-
ile immagini di Morti, che pofauano fopra alti piedi-
jftalli di ferpewtino , e di porfido , doue fi leggeuano*
varj motti . La principale limata infra l'altre minori,
fi come quelle,, fecondo la debita proporzione nell'al-
tezza, e ampiezza, fopraffaceua, cosi ancóra di diuerlì
intagli,e fettoni di leggiad ro dilegno, era con maggior
abbondanza adornata; Nel fuo fregio erano fcolpite
alcune parole, che ci dichiarauano:'niuna differenza,
ò diftinzione ritrouarfi infra i mortali , o fieno Monar-
chi,
chi, ò vmili perfone del volgo, nell'entrare , & vfeire
da quella faticofa peregrinazione , a cui diamo nome
di vita, e fu ron tali .
VNVS INTROITVS EST OMNIBVS AD
VITAM. , ET SIMILIS EXITVS.
Tra molte ricadute, e piegature di neri panni , pen-
deuale in cima vn bell'ordinato trofeo , comporto di
bellici arnefi,in cui fi fcorgeuamaeftreuolmente infer-
ra vna grand' Arme de' noftri Principi .
Le figure di Morte , che fé le appoggiauano a'fian-
chi,quafichè in tal giorno aueffero deporto la confueta
fierezza, con le delire placidamente ilefe,faceuano fe-
gno dinuitar chiunque pan^ffe ad inoltrarli nell'inter-
no del Tempio a pregar l'Onnipotenza Diuina, che fi
degnaffe concedere eterno ripofo all'anima di quel
buon Principe,in onore di cui era preparata la funebre
pompa; E per render men duro l'affanno, teneuano
nelle lor bali due breui motti, co'quali ci ricordauano,
che lo fpauentofo termine della Morte,era a' buoni vn
giocondo principio di vita ;penfiero tolto da vn gran
Morale, &eiprefTo in quella guifa .
L TER MIN VS MORTI3,
II.EXORD1VM VlTiE.
Da cos\ pietofo, e cortefe inuito condotta la molti-
tudine , penetraua nella Ghiefa , credendo di douerui
tro-
ti
trouare cofecuriofe, & eccellenti, degne del Funerale
di tal Perfonaggio:ne reftò defraudata la Tua credenza,
imperò ch'ei fi vedeua primieramente ogni parete
ammantata d'ofcurifTimi panni, fòpra di cui , altri in.
diuerfi gruppi, e fedoni accomodati li ripartiuano. Le
Cappelle erano però efpofte alla villa, aprendoli a pa-
diglione le rafcie, che calauano dal fregio iniino in ter-
ra. Coìmauafi in vn'inflante l'occhio de' riguardanti di
diletto, e d'orrore, ritrouando tra la mefhzia di quelle
funebri tele, in tante foggie /piegate > e fofpefe, la va*
ghezza occultamente annidata .
Riiiede pel di dentro la porta maggiore in mezo a
due colonne, aggiunte al difegno del Brunellefchi,dal
Buonarruoti,perfoftentamento del balauffro di mar-
mo, che coftituifce.il ballatoio delle Reliquie : vene-
rando, ed ineftimabil teforo, col quale la felice memo-
ria di Leon X» dotò, oltre a mill'altri preziofiiììmi do-
ni > laChiefa da'fuoi Antenati tanto fplendidamente
eretta . Quelle colonne, fi come ancora indifferente-
mente tutte l'altre , eran veftite dal collarino in giù di
lugubri panni, & ad effe vniuanfìdue Scheletri, che
orgogliofa mente calpestando molti pezi d'arme lor
fottopofti, pareua, che con disdegnofo forrifo , fi bur-
laflero della grandezza de'penlieri deglihuomini,per
efler così corti i lor giorni, vantandocene la fortezza,
e valore vmano, niente dalla Morte non s'apprezza, ò
rifpetta, eilendo inabile a contraffar feco, anziché con
vilipendio , e difprezzo, refta dal colpo de7 fuoi Arali
miièrabilmente abbattuto, e difperfo .
Trai
x6
Trai vano della porta,el ballatoio, che era anch'ef-
{b coperto di nero , auanza vno fpazio affai capace , il
quale fu ripieno con vn gran quadro di fmorti colori
adombrato, e dipiccoli trofei ricinto, in cui fi rinchiu-
deua la feguente intenzione, che fignificaua da chi , &-
al merito di cui tali Efequie foflfero desinate.
PRINCIPI FRANCISCO,
COSMI SECVNDI
M AGNI DVCIS,
E T
MARIAE MAGDALENAE
AVSTRIACAE
F I L I O.
VI,CVM ACERBAM ADHVC
ADOLESCENTIAM, CONSI-
LII MATVRITATE PRAE-
VER-
o:
VERTISSET, ET PLVRTMA EXT-
MIAE FORTITVDINIS MAGNA-
NIMITATIS , PIETATIS PRAE-
STITISSET lNDIdA , ATQVE
GMNIVM OCVLOS EXPECTA-
TIONEMQVE IN SEMIRO QVO-
DAM REGIAE INDOLISFVLGO-
RE CON VERTISSET, IN GERMA
NIAM AD CATHOLICAM RELI-
GIONEM , SAGRVMQVE IMPE-
RI VM , VEL PROPRIO SANGVI-
NE , TVENDVM , PROFECTVS
ETj VBI ÌNNVMERISGRAVISSI-
MISQVEPEKIGVLIS EXANTLA-
TIS, CVM EGREGIAM ViRTV-
TEM EXTERIS ILLIS NATIONI-
BVS PRAECOCI CORPORIS, ET
MENTIS ROBORE TESTATAM
FECISS£T,TANDEM IN RATIS-
PONENSI OBSIDIONE PESTI-
LENTI MORBO SVBLATVS EST;
GLORIAE, ET SI NONDVM AE-
TATIS EMERITIS ST1PENDIIS.
i
FER-
i8
FERDINANDVS SECVNDVS
MAGNVS DVX AETRVRIAE ,
MOESTISSIMVS OPTIMO,DVL-
CISSIMOQVE FRATRI INTER
SVORVM CIVIVM LACRYMAS
IVSTA PERSOLVIT.
HA FingreìTo il ballatoio delle Reliquie per tre
porte, tra le quali, e il fregio, auanzano due va-
ni di conuenienze grandezza. Quiui in due quadrigl-
ia capacità de gli fpazi corrifpondenti , giaceuano due
effigie di Morti, fmarrite,e penfofe,che appoggiando
l'arido tefehio alla giuntura della finiftra mano , daua-
no fegno, in vn certo modo , di deplorare l'anticipato
corfo della vita di così amato Signore; efortandocicon
le feguenti fentenze ad acquietarci, per effer tutte le
cofe mondane caduche, e di breuiffimo flato.
Diceua la prima.
ITA NIHIL PERPETVVM, ET PAVCA
DIVTVRN A •
La feconda .
OMNIA HVMANA BREVIA ', ET
CADVCA-
Reg-
*9
Reggeuafi fui cornicione Teflremità inferiore d'vti
ampio trofeo, fabbricato di varie fpoghe militari, che
innalzandoli fino alla foifitta, appariua nel mezo della
facciata,a cui in vn grande fcudo,chegli era ioprappo-
fto, nelhftefiàguifa di quel di fuori, ftaua in mezo
l'Arni del defunto Principe .
A ciafeun fianco dei ie porte delle naui minori, vni-
uaii pan nente vno Scheletro di mifura non disdice-
uole, cpaÌef?i:Hnoi lor motti , che dall'huomo pru-
dente fèn^pi s li dee Ilare apparecchiato per far lo fpa-
uen^f-j psi {aggio .
11 che eipnrneuaiì con le fottopofte parole .
i.
2.
NIHIL TAM FALLAX,QVAM VITA
HVMANA NIHIL TAMINSIDIOòVM.
NVLLÌVS R£[,QyAM MOKUS MEDI-
TATI O, TAM NECESSARIA.
3. OMNIS D1ES, VEL VT VLT1MVS
ORDII\l AisiDVS.
4. MEMENTO, QyìAyVTVENTVS EST
VITA HOMIiN iS.
Sopra i lor archi vedeuanfi fofpefe due gran cartel-
le, cae da pib oflature infieme intrecciate fi circonda-
vano , leggeuanfi in elle due fentenze del medeiimo
lento ci tó
QVOD\ obis dico omnibvs dico
Vigilate.
TEM V'VS VESTRVM SEMPfiR EST
PARATVM. C i Paro-
20
Parole veramente d'oro, profferite dalla Santiffima
Bocca del Saluatore, e degne d'effer notate con carat-
teri indelebili nel cuor de' Criftiani, collocate in tal
luogo , acciò neir vfcire fi partiffe il popolo con qual-
che frutto spirituale .
Alle colonne ripofauano appoggiati varj fembianti
di Morte, con inftrumenti militari in mano, che in più
modi atteggiate , rapprefentauano differenti effetti in
fra di loro,benchè ad vn medefimo fentimento di con-
cetto fi riduceffero . Vedeuafene alcuna y che con le
mani incrocicchiate, e la tefta china x rimirando fida-
mente ilfuolo , mortraua di rammaricarfi , non meno
della fragilità delfhuomo, che del fuopoco intendi-
mento , poiché conofcendo egli d'effer di terra , & in
terra prettamente douer ridurli, fcordarofi molte vol-
te delfvmil qualità della materia di che è comporto, e
come è paffeggiero per vna valle di lacrime , troppo
s'innalza, e lietamente vi dimora,nonpenfando alfine
del cammino, ne temendo d'effer fopraggiunto da chi
crudelmente 1'aflalti per distruggerlo. Alcune con le
braccia , e con le luci eleuate al Cielo , efprimeuano la
fiducia auuta nel Signore, mediante la quale afpettaua-
no d'effer riceuute alla fua deftra , nel Drappello feli-
ciffimo de gli eletti. Altre implorauano fuppliche-
uoli la Diurna Mifericordia . Altre additando le fot-
topofte cartelle,rinfacciauano a gli rtolti mortali il po-
co penfiero, che fi pigliano dell'altra vita.
Alle prime colonne ne dimorauano due, quafi con-
duttrici delreftante della merta fchiera : quella, che
era
x
12
era fituata dalla deftra parte, fofteneua vn torchio ae-
cefo, e il fuo motto era tolto dall'Ecclefiaftico ,
Ediceua.
#ON ESTINGVETVR IN NOCTE;
Quafi, che con efTo veniffe ad inferire , che l'opera-
zioni, e il nome del Principe, e di qualfiuoglia, che
virtuofamente s'impieghi, manterranno ancora nelle
tenebre della notte,affimigliataalla Morte,gloriofo lo
splendor loro. Quella della finiltra ripofaua ad vfo di
trionfante, con vna corona d'alloro in mano, dando
fegno di non ordinaria allegrezza , la quale d'onde
procedente, dal fenfo del fuo motto,tolto dall'Apoca-
lifìe, chiaramente fi comprendeua, cioè, che eflendofi
da lei riportatala vittoria de' ribellati appetiti del fen-
fo, nonii temeuano l'ofFefc della feconda Morte, che
è veramente Morte terribile , e d'arrecare fpauento,
condennando ad vn'eternitàdi pene,& infinità di tor-
menti. Furono quefte le parole.
I QVI VICERIT NON L^DETVR A
MORTE SEC VNDA .
Le fentenze , che fi compartiuano ne' piediftalli
dell'altre, fono le feguenti .-
i. QVOTIDIE adfinem vita^tendimus, &ad
Mortem properamus .
i.Omnis
11
i. OMNIS vita.nihiLalmd, quam adMortem iteif.
3. PVJvTCTVM eiiquod viuimus,&adhuc pan-
ilo minus .
4. MORS dulcismiferis>fuauis amare viuentibus,
iucunda triìtibus.
5. MORS lex natura , tributum mortalium, malo-
rumq^Temedium . >
6. CVM ad vita n edimur,defìinamur ad Mortem.
7. NVLLVS portus, nifi Mortiseli.
8. BENE mori, eiterfugere male viuendipericulù.
9 . MORS exiliumjluciusjd alar, non funt lupplicia,
fed tributa viuendi.
io. ASSIDVE variatur homo per profpera, & ad-
uerfa, & ignorat quando monatur.
11. VIRiortis^acfapieiisnonfugitèvita, fed exit,
1 1. IN puluerem, vnde fumpti fumus , omnes reuer-
timur.
1 3 . SPES mea Dominus propterea expeétabo eum.
14. OMNIS caro fcnum,&omnis gloria eius,ran-
quam flos freni , & exiccatum eft fcenum, 6c,
ceciditlìos-
j i
Dalla fommità di tutti gli archi fpiccauanfi molte
gocciole^ ferpeggiam.nti di panni lignificanti duolo,
che fcendeuano fino fu capitelli deiìe fuddette colon-
ne. Tra l'architraue , e la cornice , che ricorrono la
Chiefa, eracommefio vn mefìiiiìmo fregio, ripieno di
teile d'inceneriti cadauei i , e fafci d'odami , rramezati
equidiftantemente da' trofei; £ finalmente non rima-
neua
*3
neua nel Tempio fpazio per piccolò,che foffe,che non
appariffe coperto di arneii lugubri .
Nella principal naue reftauano quattordici vani,
che principiando dalla concorrenza degli archi, e di-
latandofi per all'insù, innalzauanfi per infino all'archi-
traue ad vfo di triangoli. Quefti furono ripieni con al-
trettanti grandi feudi, che calando dal cornicione,con
le lor punte andauano atrouaril congiungimenro de
gli archi . In otto di effi erano varie imprefe: ne' fei ri-
manenti l'immagini della Nobiltà, e di diuerfe morali
virtù, che feguitauano il Coro dell'altre quattro aflì-
ftenti intorno il Feretro, delle quali a fuo luogo fi farà
menzione . Scompartì uafi in fi fatta maniera dette tar-
ghete ogni vinù veniua in mezo a due delle feguen-
ti rmprefe .
LÀ Vita vmana,comparata con l'Eternità, è vn fe-
gno di vn'ombra, e mill'anni infieme prefi,hanno
minor proporzione adefTa, che vn batter di ciglia al
moto della più tarda sfera celefte ; come molto ben la-
fciò fcritto il noftro maggior Poeta, dicendo .
,,,,,,,, mill'anni, ch'è più corto
Spazio all'Eterno, ch'vn muouer di ciglia
All'arco, che più tardo in Cielo è torto.
NOn c'è cofa di siincoftante flato, che fuperi quel
lo dell'ombra , perche variando cótinuamente,
fecondo il moto folare, ne rafifembra la medefima bre-
uità) E però tralafciati d'adoperare molti inftrumenti,
con
con lunga,e faticófi ofleruazione ritrovati per iriifura*
la fuga deirhore,come farebbe la Clefiidra,ta poluere,
e le ruote, perlopiù dell'ombra ci feruiamo , coftku-
endola permifuratricedel tempo.onde nel primo feti-
do, per alludere al corto viuere dell'huomo in vniuer-
faie , fu rapprefentato vn'orologio a fole , che<X)l fu'o
gnomone moftraua Thore : e il motto dicéua .
VMBRAE TRANSITVS TEMPVS NOSTRVM.
• i
■
NEI fecondo veniua rapprefentatofpecialmenre
Timmatura Morte del Principe Francefco;poi-
che vi ftaua dipinta vna tela d'oro ordita, e recifa, de-
notante la troncata fua vita , la quale , fé foffe arriuata
^1 desinato fine, aurebbe fatto pompofamoftra di mil-
le lauori di pregiara iTime opere . Le parole del motto
furono fcelte dal Cantico di Ezecchia , e diceuano •
" C VM A DH VC ORDIRER 7 D Rai-
• ' 1
zt
RA llegrafi il prouido,e follecito Agricoltore/con
la fperanza d'vna copiofk ricoka,ne maggior di-
lettazione può riceuere , ehe il veder cariche di rigo-
gliofi fiori le piante dalla fua induftria con malto lieto
cuftodite, numerando da quegluquafi ad ognora i po-
«BÌ,che nella futura flagione gli fon permeili ; a talché
s'improuuifo turbine gli percuote, e diftrugge, piange
dirottamente la perdita de gli afpettati frutti , e molte
volte dell'albero con tanta cura alleuato .
Ottima pianta veramente era il Principe Fran-
cefco, e dall'odore, e vaghezza de' fuoi primi
fatti , erafi fufcitata mirabile afpettazione>
ma la pefte, turbine pur troppo improu-
uifo , e rabbiofò , opprimendolo , di-
ilrufle al Mondo le concepite fpe-
ranze . E però nel terzo campa
ftaua vn arbofcello sfrondata
dalla tempefta , e co i fiori
{parli per terra \
^4 ediceuail
motto.
Degni
SIC ;SP£S DESTITVIT.
•
■
*8
DEgni fono d'abbodante ricompenfai bene/parfì
fudori di chi,coraggiofamente militando, cerca
di confeguir vitto rie,ne per altro(cred'io)già fi prepa-
rarono aVittoriofi guerrieri, oltre alle populari accla-
mazioni , le palme, e le corone d'alloro , non meno da
gli Scipioni,e da'Cefari apprezzate,, che quelle d'oro.
E fé l'animo,che liberamente può, comandare alla par-
te più ignobile , e a fuo talento or la raffrena , or la fti-
mola , non concorrendouila compagnia del corpo , da
qualche accidente impeditagli, abbraccia magnanime
imprefe, indubitatamente gli fleffi onori fé gli con-
uengono . Eraimpoflìbile il fuperare la grandezza, e;
generafìtadelfanimo del noftro Principe , come
tante; volte in efperienza fi vide , e però
non fu fua la colpa , fé non arriuò a*
trionfi, ma fi bene dell'età , anzi,
per meglio dir, della Mor
te , che cosi giouane
ce lo rapi..
Onde nella quarta imprefa ftaua vrt
trofeo di palme , e di lauree ,.
con quefto motto tolto
da Claudiano ..
Dal
DIGNA TVIS ANIMIS.
I
\ • -'
Dal quale fi dichiaràìia que'premj, al meno all'ot»
tlma fua volontà, fé non a' latti douerii .•
Godono
30
GOdono eftremamente coloro, che intenti ad ac-
cumulare incorruttibili ricchezze, fregiano l'a-
nime d'ornamenti incorruttibili di difunire preftamete
lo spirito dalla carne,in cui(come ben lafcio fcritto Pia
tone)quafi in antro ofcuriflìmo viueimprigionato;im-
psroche confidano, quando ei faràdifciolto , di douer
far feotire, alla prefenza dell'Eterno Moderatore, la
foauearmonia dell'acquiftate virtù . L'efTerne flato il
Principe Francefco con tanta abbondanza corredato ,
lo refe lieto (per quanto può fìimarfì) in quella fepara-
zione,come quegli , che ftando in qualfìuoglia tempo
preparato,bramaua di potere fpiegare l'armonico con-
fetto* Accennauafi tal peniiero con la figura d'vn
violino fcoperto dalla fpoglia , in cui fi racchiude ,
che pareua in punto di farfentir la dolcezza del fuo
fuono . Et effendochè abbiamo nel Salmo i ? . quefto
verfetto . 6
CONSCIDISTI SACCVM MEVM,ET CIR:
CVMDEDISTI ME L^TITIA, VT CAN-
TET TIBI GLORIA MEA.
Parue molto proporzionato per trarne il motto J
onde iì prefero l'vltime cinque parole »
VT GANTET TIRI GLORIA MEA.
-
«
3*
LAtnpcggiaua nella sfcfta targ^fofpefoad vn trono
vntroitod'armìdiCauaHeroCnftiano, ricono-
IciutepertaJialle vermiglie CrQci^cheloroiregiauano
rvsbergo^elofcudo.Veniuaciricordatodaqueirinfe-
gne Religiofe, che ogni noftradifefadebbe attenderli
dal Signore, e chenon .fi può afpìrare al titolo di forte,
da chi nons'incammiria per la ftrada del timore di Dio,
da cui depende la fiducia d'ogni Veraibrtezza j
Il cheottiniamenteintefe il Principe Fran
cefco, auendo in benefizio , epjropa-
gazippe della Fede , criftiana-
niehte adoperate Tarmi .
Il motto fu tolto da
vnodeprouer- /
bi di Salo
mone,
Delle
IN TIMORE DOMINI FIDVCIA
FORTITVDINIS.
Delle quali parole s'elefTero fblamete le due vltime,
giudicate ballanti ad eforimere il formato concetto.
E II
34-
IL difcendere da grandi , e gloriofi Progenitori , ci
fomminifira aìtezza di peniìeri, e c'incammina ad
opere fegnalate, tramandandoci al valore de' maggio-
ri.» certi {limoli, che n'incitano ad immitargli ancora
nella fanciullezza; a talché fpeffo nel pargoleggiar de*
figliuoli fi rauuifano i magnanimi fpiriti del Padre .
Conobbefi euidentemente ciò per veriflTimo nel no-
ftro Principe,nobil rampollo di queir Albero^chepro-
dufie , e produce fi numerofa ferie d'Eroi . Il patteg-
gio, eli ei fece giouanetto in Germania,refe indubitata
teftimonianza del vigore dell'animo fuo,niente diuer-
fo dali'efemplo de' fuoi Antenati . Per esprimere cos\
generofo ardire, e lafua origine , collocofTì nella fetti-
ma imprefavn Aquila giouane , che rouefciato il nido
in cui ripofaua, efolleuatafi alquanto sul'ali,ftringeua
gagliardamente vn fiero ferpe, (fuo naturale inimico)
che dinotaua il vizio, e fi farebbe maggiormente
innalzata volando , fé le forze /ancora non
corroborate a baftanza^glieFaueffero
conceduto. Seruiuanle per
motto le feguenti
parole
del Principe della Lirica %
Poefia fra i
Latini,
IVVENTVS.ET W PATRIVS VIGOR.
APpariua nell,ottaua>& vltima, vnTuribile d'ar-
gento aperto , doue fu gli accefi carboni confu-
mauanfi più grani d'incenfo , da' quali fi mandaua ali*
aria odorato vapore . Denotaua tarimprefa,che iìcco-
me abbruciandofi l'incenfo in onore dlddio, porge la
più rara parte di sé, cosi il Principe nella confumazion
della fua vita,fpefa in Religiofi fattUafciaua vna
gratifsim'aura , & efquiiitafragrunzia, nel
volarfene al Sempiterno ripofo . Fu
cauato il motto da vn gentil
Poeta Latino, e
diceua.
pap-to a;amen meliore mei;
Riducendofi a mente a qualunque mediocremente
yerfato nelle latine lettere, quel, che fegue.
>>>>>>> fuperaltaperemnis.
Auraferar >>>>>>,>)>>
Tali
33
Ali furono l'imprefe, & i lor {enfi . In altri fei
grandi ouati feguiuano la Nobiltà, e l'altre vir-
tù , ( delie quali già feci menzione ) colorite di chiaro
ofcuro,con capricciofo abbellimento di fedoni, che
induftriofamente fi rigirauano loro intorno , donde
ipiccauaiì vna cartella, checonbreui parole rappre-
fentaua l'edere di effe .
Laprima,.alferenoiembiai»to. allo.fcettro «Se Im-
periai Diadema, ch'eie corónaua maeitofu,_nte j0
i'parfo crine', & almanfueto Leonesche all'eftremita
della fua vefterippfaija, riconofceuafi per la magna-
nimità , tanto daigrand'Aleflandro , e da gli antichi
Augufti tenuta in pregio .
EeggQiialrnella fua cartella »
REGIO DIGNA PECTORE VIRTVS.
»
E apportatrice di flraordinarie vtilità l'Eloquenza,
producendo grandinimi frutti, tanto nello flato della
pace, quanto in quello della guerra, onde ebbe a dir
Filippo Macedone, che /limaua effergli fatta maggior
reiìitenza dalla facondia di Demostene , che dall'armi
dell'efercito Greco . Mennenio Agrippa, con quella
fua auflera facondia , quietò l'implacabil fedizione ,
fufeitata tra la Plebe,e'l Senato, riducendo ad vna per-
fetta concordia il popolo Romano. E però era affe-
gnato il fecondo pofto all'Eloquenza, pregio iingula-
re feortofi nel Principe Francefcpx che per natura, e
per arte ne fu marauigliofamente dotato.
Era
39
Eraquefta vna nobil Donzella col caduceo nella
deftra , e nella imiftra alcune piccole catene d'oro, fi-
gurate per la forza della perfuafiua, e ftaua fotto di lei
fcritto .
BELLI PACISQVE PRESIDI VM.
Di tanta eccellenza è la Coftanza, che difficilmente
s'annouererebbe vna picciola parte de1 benefici da lei
a molti apportati: ma chi nella vita di Fabio Maffimo
riuolgerà la mente , ritrouerà nella grandezza de' i uoi
fatti , di quanto giouamento ella rafie alla Romana
Repubblica. Porgeiì daquefiain vn certo modo per-
fezione all'altre virtù, & è grandemente d-hdcrabiie,
e perciò non efiendo ella mancata al noftro Principe,
moiirauafi appoggiata ad vna colonna, e venuia cele-
brata in tal forma *
N VLLA ì NISI CONSTANS > VERA
VIRTVS .
Rìceue Fvmana Prudenza notabil aiuto dall'aiTi-
fténza della Vigilanza , arriuando con ella alla cognu
zionedicofe affai occulte , e da pochi offeruate; Pili
che in qualunque perfona ricercali quefia ne Principi,
e ne' guerrieri, feruendo loro quali per ispecchio, in
cui di lontano molti cai! fi mirano , che fopraggiun-
gendo allimprouuifo, 'potrebbono apportare nocu-
mento di troppa importanza. Onde dalla vigilanza
di
4?
di Cefare Augufto (fecondo, che ri fenice Solino) dee
riconofeere il Romano Imperio la felicità di quel Se-
colo,in cui fiorirono nel fortunato ozio d' vna tranquil-
la pace le buone arti, rimanendoper lungo fpazionel-
le chiufe porte del tempio di Giano, racchiufo il furo-
re di funeftiiTima guerra . Non fi difeompagnò dal
Principe quefta in alcun tempo , e però veniua ìnclufa
nella predetta fchiera ; Guardaua ella attentamente in
vn luogo , facendo atto d'accennar con la deftra,auen~
do la finiftra occupata da vn'ardente lampada, ch'ilìu-
mihaua le tenebre . Affifteuale affai vicina vna Gru,
che facendo la folita fentinella con la pietra eleuata in
alto,non fi lafciaua occupare dal fonno; e nella cartella
fottopoftale fi leggeua .
PRVDENTLE SPECVLVM VIGILANTIA:
Non molto lungi feorgeuafi vna mode/la giouane,
la quale(ancorche non folte di fuperflui abbigliamenti
adornata) moftraua tuttauolta d'auer auuto , non ordi-
nare accorgimento nel compartirgli . Al freno dora-
to, & al tempo dell'orologio , che in mano fé le vede-
uano, iì comprendeua quella effe re la Temperanza: il
che meglio veniua dichiarato da quelle parole,
HARMONLE SIMILIS TEMPERANTE;
La nobiltà del fangue, congiunta con la virtu,com-
pongono vnmiftolì raro, che più perfetto non fa ri-
trouare
4-*'
rrouare il penfiero, comunicandoli elleno infra di loro
fcarnbieuolmente grazia , e ornamento mirabile: di
modo che,ficcome non può confide rarfìcofa più fcon-
eia d'vn nobile per mancamento di virtù ofeuro , cosi
all'incontro, non è più leggiadro , e riguardeuole og-
getto dVn perfonaggio, per chiarezza di natali, e di
virtù iniigne,quale era appunto il Principe Francefco:
onde molto a propofito nel fefto ouato rifedeua la No
biltà da tante virtù accompagnata . Vedeuafi quella
venerabil matrona coronata d'alloro, con tre ghirlan-
de nella deftra,e nella finiftra vn'afìa; e le parole della
fua cartella erano tali .
■VIRTVTIS DECVS NOBILITAS:
Ade volte fpunta lo Splendore della Virtù,fenza
j il leguito della Gloria,effendo elleno quali inle-
parabi lineila medefima forma,che l'ombra dal corpo;
Opinione riceuuta da' Filofofi , e referita da celebri
Scrittori : per la qual cofa in vn'ouato de gli altri alfai
maggiore,fu porta fopra la porta di mezo del ballatoio
delle Reliquie la Gloria, coronata nonfolo di Real
corona , ma di raggi luminofiffimi » La ricchezza del
manto, e delle altre fue vedi, oltre allo ftare folleuata
in vna certa maniera da terra , ce la palefauano per
quello feopo , tanto ofTeruato da gli huomini ; E'1 fuo
motto diceua .
VMBRA VIRTVTIS GLORIA:
JF Sicché
41
Sicché da efla fi chiudeua il concetto \ reftando cosi
terminato il nobil drappello .
Elle naui minorile per le braccia della Crocchi-
giraua il medeiìmo fregio d'oliature^ trofei;& a
tutti i pilaltri , che diuidono gli fpazi delle Cappelle,
era appoggiata vna Morte,da'motti delle quali ii face-
ua vn'ordinato conferto di fentenze.
Quelle furono tutte tolte da' Santi Padri , da graui
Autori morali, che per eflere in gran numero fi trala-
fceranno, ballando folo riferir quelle delle braccia , e
teliate della Croce di Chiefa, da cui ci veniua accen-
nato, che ogni età è foggetta indiftintamente alla Mor
te, e che tra i pianti, e' vagiti fiamo nati efuli nel Mon-
do. Sicché molto auuantaggiofo ci dee parere v'n eter-
no ripofo,in cambio d Vna vita amariili ma,nella quale
liiamo fempre col timor della Morte , fenza potere
indouinarlhora,incuicideegiugnere. E furono le
feguenti .
i. PLORANS,ET EIVLANS TRADITVS
SVM HVI VS MVNDI EXILIO ;
è. MELIOR EST MORS , QVAM VITA
AMARA , ET REQVIES ETERNA ,
QVAM LANGVOR PERSEVERANE
f. tìMC NON PARCIT -STATI , NISI
QVOD SENIBVS IN IANV1S , ADO-
LESCENTIBVS IN INSIDIIS EST.
4. IN
43
4. IN HOC ERRORE VERSAMVR , VT
NON PVTEMVS AD MORTEM NI-
SI SENES VERGERE .
5 . QVID IN REBVS HVMANIS CERTIVS
MORTE ? QVID HORA MORTIS IN-
CERITI ?
6. CONSIDERANTI TIBI QVID SIS, OC-
CVRRET HOMO N VDVS, PA VPER ,
ET MISERABILE .
7. HOC FVIT PLACVISSE IN CONSPE-
CTV DEI, DE HOC CONTAGIO SOE-
CVLI M^ERVISSE TRANSFERRI .
8. NON EST EXITVS ISTE, SED TRAN-
SITVS, ET TEMPORALI ITINERE
DECVRSO , AD .ETERNA TRAN-
SGRESSVS .
j>. NON POTEST VITA ETERNA SVC-
CEDERE , NISI HINC COxVTIGERlT
EXIRE .
io. AMPLECTAMVR DIEM , QVI ASSI-
GNAT SINGVLOS DOMICILIO SVO,
ET NOS MVNDI LAQVEIS EXOLV-
TOS COELESTI REGNO R EST1TVIT.
F 2. Le
44-
E . Cappelle erano tutte corredate di fune/li arne-
é fi,cóforme a che fi richiedeua da tal pompa, i pa-
Motti, e tutti i gradi.de gli Altari appariuano diuifati,e
fparfi di tefte, collature variamente difpofteui. Nelle
facciate fuperiori delle braccia della Croce, opporle
alle porte delle naui da i lati,tra diuerfi rauuolgiméti,e
piegature di rafce di color di lutto , appariuano fofpe-
fe due gran cartelle,attorniate da alcune figure di Mor
te, che aueuano in mano orologi , e timoni di naui .
Rinchiudeuano quelle ne' lor vani due fimilitudini,
dalla prima di cui veniuaci moftrata la vanità delle
noftre fperanze , e come velocemente fparifcano: dal-
l'altra ci s'infegnaua,che il punto della Morte procede
dall'età già fcarfa, di cui egli ferue per termine .
La prima fu tale .
TRANSIVERVNT OMNIA , TANQVAM
NAVIS ', QVJE PERTRANSIVIT FLV-
CTVANTEM AQVAM , CVIVS GVM
PERTRANSIVERIT,NQN EST VESTI-
GIVM IN VENIRE, NEQVE SEMITAM
CARINA IL LI VS IN FLVCTIBVS.
La feconda .
QVEMADMODVM CLEPSYDRAM NON
EXTREMVM STILLICID1VM EXAV-
RIT , SED QyiCQVID ANTE DEFLV-
XIT, SIC VLTIMA HORA, QVA ESSE
DESINIMVS NON SOLA MORTEM
FACIT,SED SOLA CONSVMMAT.
45
ALl'entrare del Coro,in altezza corrifpondente a
quella del palco, di cui appreflb ragionerai!,
pofauano fopra gran Deftrieri due immagini di Morte
di ftraordinaria grandezza, le quali a i tronchi delle
lance, che ftringeuano, dimoftrauano d'auer affali to il
morto Principe, che con la confueta intrepidezza,reg-
gendo francamente l'affai to, aueua loro diffipate l'ar-
mi ', E benché e' foffe rimafo eftinto , non era però col
corpo reftato fuperato , & abbattuto il valore, per ef-
fere ltato,mentre fu quaggiù,in compagnia delle virtù,
che gli aflìfteuano intorno , e pofcia voìatofene con lo
Spinto al Cielo,per la palma della confeguita vittoria,
lafciando gloriofo il fuo nome .
OCcupaua tutto il Coro , & infieme lo fpazio de-
fcritto da'pilaftri,chefofìengono laCupola,vn
gradifflmo palco,ragguardeuole no meno per la noui"
tà deH'inuenzione,che per la vaghezza delie pitture,e
trofei , de' quali era copiofamente iparfo . Montauafi
fui primo piano per tre ordini di fcalini , e'1 principale
di elfi, ingombrando meglio d'vn terzo dell'ampiezza
della maggior naue , era comporto di gradi finti di
marmo, chenell'eftremità riftringendofi, firiduceua-
no a guifa d' vna figura ouale giuftamente diuifa . L'al-
tre due falite fi diftendeuano nelle braccia della Cro-
ce, & erano cinte per ogni banda da vn cornicione
d'Affricano, retto da' balauftri, da cui fi circondaua
ancora tutta la pianta del palco . Ergeuaii in mezo a
quefto vna nobil, & alta bafed'alabaftro,con lefue
riquadrature,, e cornici di porfido , in forma ottagona
""""""" di
di lari ineguali \ Imperciocché ciafcheduno de gli op-
pofti , il fuo corrifpondente di lunghezza adeguaua,
eccedendo però proporzionatamente que' de1 fianchi
gli altri delle teliate: li quattro rimanenti, effendo di
tutti minori, conferuauano fra di lorovna concorde
vguaglianza .
Appoggiauanfi a quefle altrettante flatue di candì-
diffimo marmo, affai maggiori del naturale, eraffigu-
rauaniia prima villa da' riguardanti per quelle più il-
luda virtù, che s'annidarono nel feno dei Principe.
La prima, alla maeftà dell'afpetto, alla Croce, e libro,
chefelefcorgeuanoinmano,fi difcerneuaper la Re-
ligione, principio, e fonte, onde tutte l'altre deriuano.
Alla iìniftra di effa ( ma però al pari) fedeua vna robu-
fta Vergine, che armata di lancia, d'vsbergo, e di feu-
do, con la fueltezza della perfona, & vn certo mafchil
vigore, che in lei fi feorgeua, ci figuraua la Fortezza }
era il fuo crine raccolto dentro all'elmo , raffembrante
il tefchiod'vn feroce Lione; nello feudo aueua vna
Croce, la quale dinotaua ogni forza douerli in fauore
della Cri/liana pietà impiegare . Toccaua il terzo luo-
go ad vna leggiadra Donzella addobbata di funtuofe
velli, e cinta di gemmata zona, ed al giglio, che nella
delira aueua, fi faceua conofeereper la Ca ili tà, fregio
ammirabile nella perfona d'vn Principe giouane,a cui
]e delizie, e commodità foprabbondano,non potendo
ella qua/i con quelle albergare . Nel quarto pofaua la
Liberalità, chedavn lembo del fofpefo manto, col
braccio ritenuto, diffondeua gran fomma d.i teforo, in-
uitan-
47
lutando cortcfemente qualfiuoglia a pigliar de'fuoi
doni . A ffiffauano tutte quelle flatue, differentemen-
te atteggiare, lo sguardo nel Cielo, quali che coìafsù
vagheggiaflero lo fpirito di quell'Eroe, alla funeral
pompa di cui in terra erano prefenti, ò quafi voleffero
lignificarci quelle virtù , che da' Eilofofi furono tanto
predicate , non effer vere virtù , fé non hanno per fine
di condurre i loro feguaci al Sommo Bene dell'Eterna
felicità. Nelle facce della bafe, che rimaneuano li-
bere alla vifia del popolo, fi dintornauano da più offa-
mi tre cartelle: in vna delle quali fi leggeuano le fe-
guenti parole.
NON GLADIO, AVT FAME, SEDM ANV
DEI SVBLATVS EST .
Penfiero fcelto da vn'Epiftola di S.Gregorio Papa,
feruta a Domenico Vefcouo di Cartagine in Affrica ,
doueincrudeliuaftranamente la pefte, nella quale lo
confolaua col dirgli , che il morire di quel contagiofo
male, era vn'efler leuato dal Mondo immediatamente
per mano di Dio , non auendo per altro il Re Dauid
fcelto quello flagello, nell'elezione propoftagli dal Si-
gnore^ non per cadere direttamente percoflo dal fuo
braccio . L'altra accennaua , perche fofle cosi prefta-
inente flato tolto dal conforzio de'viuenti,il che era
efpreflo con vn verfetto della Sacra Scrittura , dell'in-
fraferitto tenore .
PLA-
43
PLACITA ENIM ERATDEO ANIMA
ILL1VS.
La terza cartella ci additaua, che (ancorché fofTe
fìnto icario il tempo del {uo vinere ) aueua nondime-
no, con la perfezione delle virtù, fupplito all'imper-
fezione di elio . Le parole furono d'vn Santo Padre,
cioè.
NAM QVOD ^TATI DEFVIT VIRTV-
T1BVS COMPENSATVM .
Sopra quefta bafe alzauanfi quattro piedi dì grazio-
fbdifcgno, tutti meifuoro, {ottenenti vn piano di
ricca coltre, di tela d'argento coperto , {paria tutta di
più pezzi di trofei, fatti di vaghiuìmo ricamo, e nelle
punte di ettà pendeuano quat.tr Armi del fudetto la-
uoro . Rifedeua quiui il feretro di lapislazzaro , con
balTirilieui d'oro,fopra il coperchio di cui era vn guari
ciale di broccato . Dal centro della volta della Cupo-
la, tra molti gruppi d'ofcuri panni, che diueriàmente
s'auuolgeuano,calauafiil baldacchino. Sopra il corni-
cione, che rigira la Cupola nella parte, che vien fopra
all'Aitar maggiore, in vn trofeo accerchiato da varie
gocciole di rafce,campeggiaua vna grandi flìma Arme
del defunto Principe . tu allungato il fregio , che ri-
correuafra la cornice, e l'architraue della Chiefa, dai
primi capitelli, per infino a gli vltimi de' pilaftri della
Cupola, e fopra di fudetto fpazio vedeuanii due altre
grand*
49
grand' armi iti mezo a molte bandiere . Per difotto poi
iì fpiegauanodue vele di neri panni per parte, che nel-
l'eftremità riprefe s'apriuano a guifa di padiglione ,
auendo amendue foprappoflo vn trofeo di non ordi-
naria grandezza, li Coro, nonostante, che iià d'ec-
cellenti pitture ripieno , per maggior meftizia fi rico-
prila di nero ammanto , e dall'entrata di effo fi moue-
uano due altri ordini ci gradi , i quali conduceuano al
fecondo piano del palco,deftinato per li Sacerdoti,che
cantauano mentre fi celebraua la MefTa. L'Altare,
doueli doueua offerire il Santiflìmo Sacrificio al Si-
gnore, appanna in vn palco affai più eminente, le fali-
te del quale eran per fianco, con doppio ordine di fca-
lini,melTi in mezo dal cornicione, retto da'fuoi balau-
stri di diaspro. Erano funtuofilììmi i facri arredi ap-
partenenti ad effo, ma di color merlo, & ofcuro, ecco-
me ancora il fuo baldacchino; e finalmente la Chiefa
tutta, con Regia magnificenza di funeftijXimi arnefi,
era ingegnofamentejadornata .
Incomincioflì all'ora deputata ad accender la gran
quantità de' Inmi, che fcompartiti per tutta la Chiefa,
aggiungeuan grazia mirabile alla difpofizion dell'ap-
parato . Diftendeuaii per tutto il cornicione, vna con-
tinouata ordinanza d'ardenti faci,e i capitelli delle co-
lonne ftauano parimente da' lumi accerchiati . Dirim-
petto ad ogni Morte, in vn torciere finto di ferpetino,
o di granito, ardeua vna gran [torcia . Il Catafalco , e
l'Aitar maggiore, il palco, e le cornici , erano di cosi
abbondante copia di torce, e doppieri ripieni , che di
G maggior
5o
maggior numero non era capace la grandezza del luo-
go. Pofauano quefti in cancellieri di finiffimo argen-
to di prezzo quali ineftimabile , iì per lo valore della
materia, iì ancora per la fquifita diligenza , con la qua-
le erano puliti gli intagli , e figure di bafforilieuo , che
fi vedeuano in e (li .
Non indugiò molto a comparire il Serenifs. Gran
Duca, accompagnato dalli Sereninomi Gio:Carlo, e
Leopoldo fuoi fratelli, edalSerenilTlmo Principe D.
Lorenzo fuo zio, infieme co gli Eeceìlentiirimi Duca
di Guifa, e Principe di Gianuille, i quali vollero ono-
rare con la lor prefenza tali Efequie : interuenendoui
ancora il Serenifsimo Signor Cardinal Medici.
Erano quelli feguitati dal Supremo Magistrato , e
da numerofa comitiua di Nobiltà Fiorentina, oltrY
Genti Ihuomini di Corte tutti con abiti da bruno .
Entrarono per la porta maggiore del Tempio , da
amendue le parti di cui, per infino al principio del
palco, diftendeuafì vn lungo filare di foldati , con l'ar-
mi indofTo ricoperte da lunghi (Time gramaglie,& ofcu
jri veli,tenendo ciafcun di eia in mano vna gran torcia
accefa .
Peruenute lor'Altezze Sereni (urne alla fettima co-
lonna, fi pofarono nel preparato feggio , fotto ad vn
gran Baldacchino di velluto nero .
In quello mentre MonfignorNiccolini Arciuefco-
uo di Firenze, a cui s'afpettaua di cantar la Mefla , ad-
dobbatofi delle Sacre velili, diede principio al Santif-
fimo Sacrificio , miniftrandogli , conforme all'vfato
itile,
5 i
ftile, i Canonici del Duomo. Due Cori di Mùfiei ac-
cordando al {uon di Muficali finimenti, ma in ficbil
tuono, vna leggiadra armonia di voci , chiedeuano
mifericordia ai Signore, facendo penetrare più inter-
namente nell'animo di chi v'era prefente, lacompaf-
iìone, e'1 cordoglio. Peruenutoil fine delia celebra-
zione della Meda, dal Signor Ferdinando de'Bardi
de' Conti di Vernio, Gameriero di S. A.S. Gentilhuo-
mo non men chiaro per la nobiltà de' natali , che per
l'affetto, col quale abbraccia gli ftudi delle belle lette-
re, fi recitò vn elegante , e graue Orazione, in cui , fe-
condo il coftume oiferuato ne' mortorij de' grandi, co
rara facondia, e peregrini concetti, h {piegarono più
diftintamente ì pregi del morto Principe . Terminato,
ch'egli ebbeilfuodifcorfo, difcefe/Monfig. Àrciue-
fcouo dal palco oue era l'Altare, & aflìfeii fopra vn
faidiilorio,ncoperto di ofcuri drappi dal capo del Fe-
retro: a gli angoli del quale fedeuano quattro Prelati,
con 1 ior Piuiali, e Mitre, che furono Morffig* Medici
Arciuefcouo di Pifa,MÓfignor Venturi Vefcouo di S.
Seuero, M.onfignore Strozzi di San Miniato, e iVlon-
fignorMalafpina di Maffa ; quelli po{cia vnitamente
con ordine conueneuoleauendo accerchiato il Fere-
tro, e d'acqua Santa afperfoio , a Dio incenfo, & Ora-
zioni offerendo > diedero alla folenne funzione il do-
uutofine.
Tah furono r£fequie,nella celebrazion delie quali
apparue fcopertamente la pietà, e magnificenza del
noitro Sereniamo GranDuca, eli rinnouellarono le
lodi
Iodi del defiderato Principe, con incomparabil confo-
lazione di coloro, che virruofamente adoprando , go-
dono nei nmirar,guiderdonati dopo la morte,i feguaci
delia virrù con onoreuoli teftimonianze . E perche di
tal pompa, che fìi a moiri di diletto nel rimirarla,pof-
fì ancora participare chi non vi fi ritrouò prefente , fu
ordinato a Andrea Caualcanti, che ne faceflela deferì -
zione.
L A V S D E O.
Errori
Correzzione
Car. 4 ver.
21
pigliammo
pigliamo
6
io
figli
figliuoli
9
5
co i progrefsi
co' progrefsi
12
2S
frequenza
frequentazione
15
7
rafeie
rafee
15
14
balaustro
balauftrato
19
27
VOBIS
VNI
20
22
acuta
auuta
23
J2
il
ai
23
8
or or
hor hor
30
3
incorruttibili
infeparabili
34
3
al
il
47
13
SEDM ANV
SED MANV
Gli errori
d'ortografia fi lafciano alla correzzione del prudente
Lettore •
Statnpifinole retroferitte Efequie, o loro relazione, ojferuati li/oliti
ordini . Data ti d) i g. d'Ottob. 1 6 34.
Vincenzio l\a batti Vicario di Fiorenza.
Stampijilt 19. d'Ottob. 1634.
F. Clemente t-gidìj Inquìfitor Generale di Fiore».
Akjfandro Vettori Audtt. diS.tA.S. 19. Ottvb. 1634.
60TVCHITERI.|t.