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FVNERALE
DELLA SIGNORA
SITTI MAANI GIOERIDA
DELLA VALLE^
Celebrato in Roma l'Anno i 6lj.
E defcritco .
DAL SIG1S102{ Gl2{pLAM0 7{0CCHL
IN ROMA.
Appreflb TErede di Bartolomeo Zannetti . iCiji
Con licmz^ de Sn^mori .
ImprtmaturtJlvtdebiturReaerendtfs, P.Ma^iUro Sac,Pa/,Apofì,
A. Epifc. Hìerac. Vicefg.
EX comniifsione ReuerendirsimiP-F. Nicolai Rodulfij fac.Pal.Apoft.Mag.
perlegi opus Ìnicn^tum,'Pun€rale della SignoraSitti J^aam Gioerida della VaU
lein^c quid inuénijquod fideijSc bonis moribus obftct. Die nona Martij 1 6z 7.
Caj^ar Saluìanus .
Imprimatur»
P/». Nicoìaus Rodulfius , Ord» ?rad. Sacri Vaìatìj ApoRolici Ma*
A^*^^^j' ^-wf^"'^ \T,^r/\,i~i 'w^ » «-!/- *• -1. ^t. »M.lli#3
i^'
F VNER AL
DELLA SIGNORA
SITTI MAANI GIOERIDA
DELLA VALLE^
O N riconofcerebbe l'Italia , e
Roma {blamente gli odori, e
gli incenfi dalle oltramarine-?
regioni j ne folo per loro , ò le
perle haurebbe a rimaner te-
nuta a quelle felici contrade , (e
nobiliffima , e pregiaci fsima-»
gemma da nobililsimo pellegrino acquillata, men-
tre dalmedefimo, per arricchirne la patria, era qui
condotta, da morte auara, & importuna non fuflc
ftata rapita ; ne inuidia porteriamo all'Oriente , folo
perchè di là fi dica nafcer il Sole,fè Sitti Maani Gioe-
rida non ancor giunta al meriggio della Tua vita».»,
quando era coi raggi delle fùe virtù perilluftrare
A 3 quelle
6
quefte noftre Occidentali regioni, non haueflè pati-
to mortale eclilTe. Ma poiché sì raro acquifto ci
contefcro le leggi ineuitabili del voler diuino, non
farà perauentura ingrato a chi la prefente Relazio-
ne vedrà del Funerale, col quale il fignor Pietro del-
la Valle già (iio confbrte volle honorar la memoria
di lei 5 che come è coftume di coloro , che dalle più
ripofte parti ritornando, dipinte ci recano quelle-^
co(e , che comunicarne in altra guifa non poflbno,
così ritratta moftriamo con le parole colei , che vi-
ua hauerian^o qui veduta, fé più lungo corfò di an-
ni le haueffero conceduto i cieli .
Nacque quefta gran Donna nella Città di Mar-
din principale nella Mefopotamia, dalla Famiglia^
Gioerida, alla quale non minor gloria acquiitò la
conferuata per molti fecoli chriftiana religione, che
la fèrie numerofiffima d'huomini in ogni età di
chiariffimo grido . Fu appellata Maani, voce , che->
fecondo la proprietà dell'Arabica fauella denota fi-
gnificati , intelligenze , concerti , fentenze del par-
lare, ò pure bei detti,ò fìa in pro(a,ò in verfo: e quafi
che i progenitori di lei col nome indouinaronole"
qualità , che doueano render celebre la figliuola-^ -,
poiché auanzatafi con gli anni nell'eloquenza, nel-
la cognizione delle lingue , e nell'auoeduto fauella-
re, moftrò quanto le fbATe quel nome proporziona-
to . Sitti era titolo di honoranza , col quale le don-
ne d*alto legnaggio vengono fegnalate , Ccome tra
noi
7
noi col titolo di Signore , 3c apprelTo a Spagriuoli di
"Donne .
Nell'età di quattro anni per le guerre de i Curdi
ribellati al Turco Signore del paelè , fu da* Tuoi gc-
nitori infiemecon tutta la famiglia nella Prouincia
di Babilonia trasferita \ e fermaronfi nella Città di
Baghdad, detta da notìri Scrittori Baldacco,{ède per
molti anni de i Califfi Saraceni lui fiume Tigre,lon-
tana dodici leghe dalla antica Babilonia pofta in ri-
ua dell'Eufrate , al prefente deftrutta, in vece della
quale tiene bora il primato del paefe la già detta-i
Baghdad .
Quiui viflè Maani efcrcitandofi in apprender
quelle virtù , che a donna nobile, e di alto affare-^
fon giudicate in quelle parti più conuenirfij nelle-?
quali cotanto auanzoffi, che aggiuntaui la bellez-
za delle membra , e la maeftàdel volto, hauea per
tutte le vicine, e remote regioni renduto affai cele-
bre il filo nome . La fima di lei traffe colà il fignor
Pietro della Valle Cauahere Romano nobiliisimo,
a cui la gloria de i maggiori feruì per itimolarload
auanzarla; perchè filmando angufto termine de i
fuoi penfieri l'Italia, e l'Europa , volle ftender anche
il fuo nome nell'Afia, e nell'Africa, per far fede a
quei potenti(simi Rè , che non è Ipenta la virtù La-
tina j e (è manca a' Romani l'occafione di riporre i
trofei de i loro maggiori, non manca l'animo di ri-
calcar le veftigia di coloro , che debellando l'vni-
A 4 uerfo,
8
uerfo, caminarono a gran pafli al fommo della-j
ploria .
o
Quiui dunque dalla fama di lei egli tirato conob-
be, che di gran lunga era il grido fuperato dal vero:
onde Tarn mirò in prima j polcia, perchè conciliatri-
ce della beneuolenza è la vera virtùjfì moflè ad amar-
la ,&: a dcfìderar di congiungerfi con lei con fanto,
&c mfolubil nodo di legitimo matrimonio. A ciò
ageuolmente ella condefcefè , trouando gli animi di
ambiduo fcambieuole corriipondenza nel concerto
delle proprie doti , riconolcendo, & amando ciafcu-
no in quella dell'altro la vera lembianza di le mede-
fimo : onde ancor ella per fuo confòrtt Teleflè fréL.»
molti che la defiderauano , come quella che dotata^
d'alto laperejftimò prcferédo huomo ftraniero a'fuoi
nazionali;, cosi più ampiamente slargare l'imperio
delle Tue virtù , e bellezze fin a gli vltimi confini del-
TEuropa . Dopo il matrimonio trasformata nella-,
volontà del maritojo feguì in Perfia,e l'accompagnò
in molti viaggi , ancora fecondo il collume delle->
donne illuftri di quel paefe tra le arme, e tra gli efer-
citi ; nei pericoli delle battaglie , òidiiagidella guer-
ra poterono raffrenar quel cuor generolo sì che non
mofliafie , che fé fulTcro a (uo tempo viffutele Ama-
zoni, hauerebbe ella potuto pretenderne il Reame^-.
Gli ftrepiti della guerra non fecero a lei dimenticar
gli efercitjj della vera pietà j ma tanto più di fantc->
virtù armandofi , come quella , che ben intendeua_>
poten-
9
potentifllme contro ogni arma di nemici eflèr la co-
razza della giuftizia , e lo feudo della fede , llabili fra
fe medefìma di ridurre in Perfia ancor la Tua fami-
glia , doue per la frequenza di Sacerdoti^e Chriftiani
d'Europa, la religione Chriftiana,e Cattolica più pu-
ramente fi oflerua \ ftimando anco, che quiui potea-
no liberi dal gouerno troppo graue , oc imperiofo de
i Turchi, viuere più ficuri i fuoi fotto Rè magnani ^
mo, la cui beneuolenza, e gratia fi hauea di già il
marito con legnalati feruigi acquiftata . A tal rifo-
lutioneieguironogli efEtti ; ne fu ciò di minor gio-
uamenco a' Chriftiani , che dalla generola liberalità
di Maani erano pietofamente (ouuenuti . ma poco
flimaua Maani il foccorrere alle neceilicà de'poucri
con temporali (uffidij, fe non prouedeiia d'oppor-
tuni aiutiai bifògni di molte anime , che trauiando
dal dritto fentierodel diuino culto,correano ilraboc-
cheuolmente all'eterna mina; adoperauafi perciò co'
ragionamenti, e molto più con Tefèmpioin aiuto
dell'anime auuiluppate in varij errori di fcifme, C->
moke ne riduffe alla vera religione, reftituendolc^
alla vbbidienza della Romana Chiefa^ iriti, e ceri-
monie della quale non si tofto in Perfia ella vide,che
fommamente compiaciutafenc non folo volentieri
abbracciolli , macagion fu , che f afferò da i fuoi co-
ftantemente ofTeruati , con tutto che lecita ancor le-j
fuflè l'offeruanzadi queideTuoi nazionali Caldei,che
non fono dalla Cattolica Chiefa riprouati .
Tale
IO
Tale fu la vira di Maanì per alcuni anni.-ma final-
mente hauendo concepita lemma diuotione verfola
Romana Chieia , e moltrandoii ella non meno defi-
derofa di venir a riuerire c|ucfle fante mura,albergo
della vera fede, che il manto di riueder la patria do-
po vn lungo, e volontario efiliojmofle in compagnia
di lui a quella volta.Ma giunti in Mina fortezza prin-
cipale della Proumcia di Moghoftan , cioè Palmeto,
cosi detta dalla moltitudine delle palme , & è partc->
dell'antica Carmania, nelle piagge vicine ad Ormuz
poco lunge dal mare , mentre lui attendeano le naui
per paffar'in India, e di là poi ritornarfene in Euro-
pa : fu aifalita da grauiffima febre,la quale accrefciu-
ra per lo dilguico d'aborto fatto dVn figliuol ma-
Ìchio,le troncò la vita nell'anno ventefimoterzo del-
la lua età . Fll la morte di lei amaramente da tutti ,
ma inconlolabilmente pianta dal marito -, il quale-? ,
perchè non gli veniffe mai meno la cagione del la-
grimare, volle hauer feco (èmpre prefente loggetto
del fuo dolore . Compofto perciò quel corpo come
potè il nìeglio in vn'arca , hauendoìo prima imbal-
làmato,condu(re per così immenfo tratto di terra_j ,
e di mare per lo fpatio di ben quattro anni^quafi pre-
tiofiffimoteforo, quelle membra, che hauean dato
ricetto all'anima nobiliffima di lei ; e giunto in Ro-
ma, hauendole decentemente collocate nella (epol-
tura de i fuoi maggiori , perchè nulla mancailè a gli
vfficij di magnifica pietà, volle con fuperba pompa »
cfò-
I I
cfòlenni efèquiepagar IVItimo debito del fto amo-
re alla defonta confortej» .
Il giorno adunque delli ventirecce di Marzo , del-
l'Anno Mille (eicento ventifetce, in Santa Maria_>
d'Araceli , Chiefa nobiliifin^a , & ancichiffima del
Senato, e Popolo Romano in Campidoglio, auanti
la Cappella di San Paolo, antica della famiglia della«*
Valle, doue Maani è fepolca , era fatto vn' apparato
grande e magnifico di panni bruni fecondo il coftu-
me j 6c in mezzo fra vn teatro tutto coperto di panni
ofcuri, oue fedeanoda vna parte le più principali
Dame , dall'altra i più pregiati Caualieri della Città,
era drizzato vn nobile, e lublime Catafalco di figura
rotonda. Haueua dodici piediflalli finti di marmi
bianchi , e mifchi difpofti in giro a tre a tre, vniti in-
fieme in modo , che da quattro Iati lafciauano libera
l'entrata , & eran difpolli con tal artifizio, che quel
di mezzo fporgendo alquanto in fuori, accrefceua co
quella varietà il diletto de i riguardanti . In ogni pie-
deftallo era dalla parte di fuori fcritto vn'Epitafio -y da
quella di dentro haueua dipinte alcune Morti, fiche
erano gliEpitafij dodici in diuerfe lingue note al Si-
gnor Pietro, onero alla fua Conforte , a dinotare.^,
che la perdita di lei era compianta da tutte le natio-
ni, e da tutte le lingue. Il modo come eran difpo-
fti , vedraffi nella figura pofta a luo luogo, oue (i
leggeranno ancor gli Epitafij con le loro dichiara-
tioni .
Scura
)
12,
Soura quefti piedeftalli in vece di colonne eran
pofte dodici principali Virtù,non folo humane, ma
diuinCjper denorare , che quelle fole rimangono
dopo la morte per honorar la memoria di chi ha
procurato in vita di renderlefi famigliari. Il primo
vano haueada mandritta la Fede, dalla finiitra la
Pietà , come quelle che più apparenti furono in lei,
quella hereditatacon la nobiltà dai fuoimaggiori ,
quefta acquirtata con le proprie operationi . /illa_>
Speranza , che da man dritta feguiua alla Fede, cor-
rifpondea dall'altra la Religione, per di moftrare^,
che alla vera religione s'appoggia la /peranza de i
fedeli . L Vltime diquefteeranola Carità dallVno,
l'Humilcà dall'altro lato.-perchè allora perfettiffimo
€ l'amor diuino, oueper Dio, fommo è ildifpre-
gio di fé medefimo . Fra quefte Virtù, e le feguen-
ti era da ciafcuna parte vn vano, e poilèguiuano
la Fortezza, la Giulficia, eia Prudenza dalla ban-
da dritta j la Liberalità, la Pudicitia, e la Temperan-
za dalla manca, che da vn altro fimil vano erano
tra di loro difgiunte .
Stanano le lùdette Virtù in piedi, e fofteneano
vna Corona , che a modo delle Imperiali (èruiua_j
di cornice, e di cuppola al Catafalco; Era tutta di
fopra adorna di copio/ìlsimi lumi, &c efièndo finta
d'oro tempeftata di gemme trafparenti di varij co-
lori, venendo dalla parte di dietro artificiofàmente
illuilrata, facea vaghiffima moftra . Nel cerchio di
mezzo ,
mezzo vi fileggeanole parole dcH'ApoftoIo; "F^ej^ù-
Jìta eftmiht Corona iufìiti^ .
Erano le fudette Virtù finte di bronzo , e fafjgia-
mente curon polle, che conia mano fofteneflèr la
Corona, perchè ciafcuno i n tende (le , che con Ic^
operationi virtuofe la corona della gloria s acqui-
fta;e per mezzo di tali operationi s'era rendiita Maa-
ni celebre nella memoria de gli huomini, e {[co-
me potea ciafcuno piamente credere,{ì era fatta glo-
riola in cielo. Terminaua rornamencodiquelta_j
Corona non già vna palla, ma vn Cigno con Tali
aperte in atto di volar ni alto . Sopra quefto era fi-
gurata affila l'anima di Maani , che abbracciata ad
vna Croce era (blleuara in Cielo . Fu coftume de^»
gli antichi il finger che l'anime de gU Imperatori
fulTerosù leali, delle Aquile portate incielo, onde'
quelle per vltima cerimonia eran fatte volare di su
la pira . Ma l'anima di Maani più ragioneuolmente
era dimoftrata falir in cielo su Tali d'vn Cigno : for-
fè per denotare , che le poefie fatte in lode di lei da
nobiliffimi ingegni Accademici Humorifti,la fubli-
mauano al cielo della Fama -, ò forfè per dimoftrar-
ci , che eflèndo la morte de i giufti pretiofa nel co-
lpetto del Signore, figurauafì col Cigno, che mo-
rendo fbauemente canta j ò pure per darci a diue-
dere, che la purità, e candidezza de i coltumi di
Maani Tinalzauano alla celefte patria col mezzo del-
la Croce, cioè del merito del Redentore, per la flra-
da de i
14
da de i trauagli per lui coftantemente CofCctti : il che
dichiarauafi con quel motto , che tolto da Virgilio
leggeafi in vn Cartoccio^che s'auuolgeua a* piedi del
Cigno ; Sic itur ad aftxd .
Nell'entrare nel Catafalco erano dipinte ne* pie-
deftallia lato ciafcunodi quei vani in alcuni Tarmi
note di Cafa della Valle inquartate con quelle di
Maani \ ne gli altri quelle fole di Maani ; per dichia-
ratione delle quali haffi a fàpere, Che non v(ano gli
Orientali armi di Famiglie,che fiano perpetuerò che
habbiano imagini di ammalilo ftelle, ò altre cofè ta*
li , come le noftrane : ma ciafcuno ha i (iioi figlili
compofti di lettere , vno grande vfato per honore-
uolezza nelle fabriche , ò altre cofe apparenti , che'
ha il nome del padrone , e tal volta ancor quello de
gli Aui 5 ò della patria con titoli illuftri y e magnifi-
chi -, vno picciolo , che come vfato da loro per lòtto-
fcrittione 5 ne ad altri {\ confida^contiene folo il no-
me con alcun epiteto d*humiltà . Il picciolo di Maa-
ni hauea tre voci della lingua Caldea, chea lei era
la letterale , e fignificauano Ancella di Dio Maani y
e quello era inquartato con Tarme della Valle , fico-
me vedefi nel frontifpizio della prefente fcrittura^ .
11 grande, che era dipinto folo , la cui figura vedraC-
fi appreflò , contenea nel mezzo le parole Caldee-?
defcritte nel picciolo figillo> & alTintorno dentro
vn giro più grande alcune parole in lingua Ara-
bica ; che era a lei la volgare , la cui fentenza era,
15
7s(owe ììohilijjìmo , eleuatijfimo , altijftmo della Signora
(iyidaani figliuola del Signor f/ahihgian ^^ardinita
di Qaja Gtoerida la nobile , nella zIMcJopotamia ilpae^
jé antico .
Afcendeuafi per quel Catafalco al mezzo per tre*
gradiscile fignificauano le tre parti della vita di Maa-
ni 5 cioè l'infanzia, la puerizia , e Tadolefcenza , nel
qual tempo era Maani peruenuta alla morte . lui in
vece di Bara era vna Vrna finta all'antica , foftenu-
ta da quattro Virtù afsife in luogo eminente,ch'era-
no la Beneuolenza coniugale , la Concordia mari-
tale, la Magnanimità, e la Patienza: perchè l'amore
verfo il marito , e1 concorde volere , che hauea lor
dato il Cielo, furon cagione, ch'ella (pregiando,
e foffrendo magnanimamente tutti i pericoli , che
in sì lungo , e faticofo viaggio potean temerfi , ter-
minale la fua vita. Softeneua adunque ciafcunadi
quelle Statue con la (palla , e con vna mano l' Vrna;
con l'altra tenea vn ramo di funebre Cipreflb, dal
quale pendeanodiuerfè compofizioni fatte in mor-
te di lei da più celebri intelletti de' Signori Accade-
mici Humorifti , che con sì pietofo vfficio volle-
ro dimoftrare al Signor Pietro quanto ftimauano il
merito di lui con tutta l'Accademia, e con ciafcu-
no di loro .
Non mancò gran quantità di lumi per render
più rjfplendente quel luogo , e piùilluftre l'appara-
to j e perchè non fuflè la pompa di minor-profitto
all'ani-
i6
airanima , che di gloria al corpo iui ftpolto di Maa-
ni , fra flebili concerti di muficafù cantata folcane'
MefTa . Infinito fu il concorfò delle genti ; ne co(à
fu defìderata^che poteflè render più celebre la pom-
pa, ò più manifefta la pietà del marito verfo la me-
moria dell amata , oc eftinta Conforte .
Arme,
^
»7
Arme o Sigillo grande della Signora
Sitti Maani Gioerida .
B
Stauano
'9
Stauano gli Epitafij in quefta guifa
difpofti .
Sotto la Fede era il Latino , che al Signor Pietro era
nella lingua letterale, e. dicea-i .
MA ANI
COGNOMENTO GIOERIDA
GENERE CLARA NATIONE ASSYRIA PATRIA MARDINITES
PVLCHRITVDINE RACHEL FORTVNA SARA RELIGIONE ANNA
PRVDENTIA DEBBORA PVDICITIA SVSANNA CHARITATE REBECCA
MAGNANIMITATE IVDITH ELOQVENTIA ABIGAIL
OFFICIIS ERGA SVOS ESTHER
OMNI DEMVM VIRTVTE MATRONARVM EXEMPLAR
OMNI ANIMI CORPORISQVE DOTE INTER ALIAS MVLIERES
VT INTER SYDERA SOL
PRECIPITI VNA CVM PROLE CONCEPTA SVELATA FATO
IN ALT OS MONTES CAELESTIS PATRIAE SE RECEPIT,
MISERRIMVM SVlQyE AMANTISSIMVM CONIVGEM
PETRVM A VALLE PEREGRINVM
TERRESTRIS HVIVS VALLIS IN EXILIO
INVITE ADHVC PEREGRINANTEM
MOERORES INTER PERPETVOSQVE AC INSOLABILES FLETVS
EHV NIMIS CITO RELINQJJENS
B 2, Aquefto
A quello corrifpondea dairaltra parte del vano
fbcto la Pietà il Caldeo , letterale di Maani .
)Ly»o
tool Si2^i^.«ooro IN^JI^^/
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etià^M* uV>g.t»» wbJi^ st'ìì^ o»-^
9 »
$^;^/^i^ ^ ulS^ Alo
S UAdJ to:b« ^.^ 09^0 ^*.«*0f yf Hf
Cioè a dire in noftra fauella .'
I Curdi mi tolfèro la robba , il peregrinare i pa-
renti
21
renti , lo fpofb mio diletto il core, il parto i m ma tu ro
la vita , il voler diuino inanzi tempo gli anni , la^
Morte inuidiofa ogni bene , che la gran Roma mi
promettea. Non mi reltaua alerò che il folo fpiri-
to, e qaefto lietamente ilio rimefTo nelle mani del
mio Creatoro . .
L'Italiano era Cotto la Speranza , e dicesu .
Chi giace in quefta tomba? La Bellezza-j ,
le Gratie, rHoneftà, la Prudenza, la.»
Magnanimità, la Fede, l'Amor coniu-
gale, e tutte le altre doti , che sì lanimo,
come il corpo dVn'amabilifsima Donna
pofibno render perfettamente adorno #
Chi potè tante colè vnire infieme? LVni-
ca al Mondo MA ANI GIOERIDA.
Et ella dou e ? In Cielo , perchè la Terra»» ,
di lei non era degna«» .
B z L'Arabico
IZ
L'Arabico folto la Religione •
a
j^^bjWI J
Et interpretauafi .
Peregrinai nella Babilonia per liberar me fteflL^
da i pericoli de nimici . Peregrinai nella Perfia per
feo;uire
i5
fcguire il mio (pofo ne*pericoIi della guerra . E per
eflercon lui nel ripolo della lua patria, ero pronttL^
a peregrinar per cerra e per mare fin alia gran Ro-
ma . Non me l'ha permeffo la Morte , ahimè . Pe-
regrino adunque, e di buonavoglia, al Ciclo; e non
mi dimenticherò , ò diletto mio , di pregar per re .
11 Portoghefe lotto la Carità .
DEXEI
NA MESOPOTAMIA MINHA CASA
NA BABYLONIA MEVS PARENTES
NA PERSIA MEV AMADO ESPOSO
EM TERRA ESTRANGEIRA A VIDA
EM HVA PEQVENA TVMBA A FERMOSVRA
Sì.
DEBAIXO DO CHAO OS OSSOS
NO MVNDO MIL ESPERANCAS
E DE TOVDO ME CONSOLO
FORA QVE DA SEPARACAO DO MEV DILECTO
QVE SEM MI FICOV SO
DESEMPARADO DESCONTENTE E PERDIDO
B 4 Sotto
*4
Sotto rHumiltà il Turco .
*^AJ^| J.^1 iìjJdM» ^jlj^ <Ì>tU-M»
«»
f^^XKSm UÀ».ì| *^J-« U^I
1»^ e;j.^=» jJtJ oOi» Li LSCJ^ LS^h (O*^
S'interpreta .
Vfcij dalla mia patria, per liberarmi da* tiranni:
Andai lontano da* miei parenti, per effer iempre vi-
cina al mio Spofo» Dal [acro rito della mia nazione
trapaflai , per fermarmi nella Chiefadi Pietro. Da
quello Mondo tranfitorio feci partita , per viuere^
eternamente nella celefte patria « Da te ò mio caro ,
date
da te ancora mi fon (èparaca 5 per venire alla mi/eri-
cordia del mio Dio . Non piangere amato mio, non
tattriftare diletto mio: te ancora a canto a Dio pre-
tto vedrò .
11 Francefè (otto la Fortezza era tale-> ^
MARDIN ME DONNA NOBLE NAISSANCE
BAGHDAD VERTVEVSE EDVCATION
ROME AGREABLE ESPOVX
ESPHAHAN PROFITABLES ENSEIGNEMANTS
FERHABAD ROYAVX TRAICTEMANS
CAZVIN FVNESTES OCCVPATIONS
SVLTANIE HONESTE RÈS lOV ISS ANCE
ARDEBIL HONNORES LABEVRS
CHIRAZ DE SI REE GR OSSESSE
MINA DEPLORABLE MORT
LE CAPITOLE MAGNIFIQVE SEPVLTVRE
MON CHER ESPOVX PITEVSES LARMES
MES ACTIONS GLORIEVSE FAME
LES VIVANTS PLVSIEVRS LOVANGES
LA TERRE TOVTE GRAND HONEVR
LES CIEVX VIE ETERNELLE
Sotto
x6
Sotto la Libertà era il Perfiano .
^j3\}*^ iXj^h '^•^-^'
•s»
Il cui fenfo nella noftra lingua fonaua.. ;
Iddio tre cofè mi diede , bellezza di faccia , pìacc-
uolezza di genio , e bontà di coftumi ; quali tutte tre
la morte ha condotte a fine, ma dalle veftigie loro
a me
2-7
a me èrimaftonome famo(b nel mondo^gloria (èm-
piternanel cielo, amor fsnza mifìira , dolor fenza fi-
ne y e mal (ènza rimedio nello fpezzaco core del mio
Diletto, che fuor dife,difperfo,con pianto , con affliti
tione^ notte e giorno (bfpira, e della feparatione mia
confolatione non troua .
Nel pilìilro che foggiacea alla Giuilida, l'Epitafio
eraSpagnuolo.
Hombre que eftaspafinado, que miras ? Vn fum-
ptuofb monumento. Que admiras en el ? El po-
der de la Muerte , En que le conoces ? En auer
quitado a tal la vida , y tal al Mundo . Quien era
erta perfona tan infigne ? Maani Gioerida . Y ella
no nacio para morir ? Si , pero morir no dcuìa-,- «
Porque ? Porque era fin par . En que ? En her-
mofura , en gracia, en bondad, y en todas Ins vir-
tudes; de que (eauia engendrado entre ella, ylii
amado marido vn amor fin ygual^que por fer fin-
gular en la tierra , no auia tan prcfto de acabarfè .
Puesfiesaffijnote enganes^que Maani no mu-
rio . No murio Maani ? y que fue della ? Quifcla
por fus grandes merecimiencos el Cielo, adonde
eftà preparando a (ìi querido, apofiento , para go-
zar alla de mejor vida , junta con el en eterno .
Dall'ai-
a8
Dall'altra parte la Pudicitia hauea (otto di (o
TArmeno •
iJiuuMUnj ìCofippuifinj
Msittu/uliuta uiu/2yt^***^f*f
Mniuruutuitsing ulufif^iuiiity
ustJyinUttiuìjtMtU uMtfuts%^nuU ^tufil^fiMptif
-^utjututntsht
Ss- tMMjiutph^hihiuU m2j*'"*V^*'
Ms/ufiXftU tltUUl%tUlp^ MS(tUp^tt^tU^
Etinterpretauali.
A Maani Gioerida
Madre de poueri
Protettrice de gli abbandonati
Confolatrice de gli afflitti
Perpetua benefattrice di tutti
L'Armenia
Donde per linea materna Iiebbe origine
Et altre regioni dell'Oriente
Obligate per innumerabili benefici]
In (egno di gratitudine
Et in memoria della meritata gloria .
Il Greco
^9
Il Greco volgare era fbcto la Prudenza.
't>
yttÒf, va fllCri'^H "^tQtSV nVK0(ri^OV i7m^iJh)>CÌ THV'^V'
Cioè
Maani Gioerida coftretta da neceffità fatale a partirfi
da quefto niondo,ha lafciato Tanima Tua a Dio , il
corpo alla terra,& allamaco Spofo il fuo core,con
inconfolabil dolore per la feparacione .
LMcimo
L Vltimo Epitafio era il Greco letterale a piedi del-
la Temperanza .
}i?[figcu • 70 etì ovofAet cv fjLveJioui f^i^^on (pi^iSii eiduvctviv •
Tm^of, vvu) Ji ipYiiJCCò/j^og anuviuv ctyiBztìV ^vf^^ioi t Koìtiov
E tale in nojlrafaueUa era il pntimento .
DI Maani Gioerida quel che era mortale è rin-
chiufb in quefta tomba : il nome è renduto in
mille carte immortale : la fama è fparfa per tutca-s
la terra : la gloria in tutte le lingue de gli huomini
fi canta : l'anima è inalzata fra gli Angioli : la vita
fu ammirabile, la morte a ciaicuno cagione di do-
lorej ma inconfolabil pena recò all'amato Confbr-
te, che (blitario, epriuo di tutti i beni viue in con-
tinue lagrime .
Seguono le Comfojltioni de Signori Accademici i eh* erane
appe fé intorno aU'Vrna,
Dei
31
Del Sig. Marchefe Sforza Pallauicino
Prencipe dell' A ccade m ia .
Al Sig.Piecro della Valle .
Enfu l'Eroe e ha dipelate il ^anto ,
^ lafua fpoja infra Ihojìil furore
Scorta fedele ancor ; ma fot d Amore
Segno non die ^oerfo il mortai fUo manto :
Q^tdltuo "ver la tua Donna eterno , e finto
Trdlfuo cenere ancor sfamila ardore ,
Che forti al f atrio Cielfer lungo errore»
Perchè gli giaccia alpi tua J^o glia a canto .
Vattofol d Artemifta altuopreuale :
J^taferchebbe il tuo Amor laccio pà fòrte >
^el 'vieta opto Signore or din fatale ;
Che in tefufemfre e ne la tua confòrte
IJrialma Be^a , e l^Alma al fio mortale
Riunirf non può dopo la ìnorte .
Del
Del Signor Arrigo Falconio.
^^
M
AATSll giace qui y Stella lucente :
Nacque , e morì là doue najce il Sole;
Sul Tebro hoggi rinafce in Occidente
lì al fetto delfuo Sfojo , fatta ^n Sole .
D
Del medefimo.
Itemi (humana gente)
Dite ; è mutato in Ciel muo conjìglio f
Chél Sol naJce , e tramonta in Oriente ?
Nafcefli in Oriente , ^ eri ^n Sole
O aran MA ANI , e in Oriente ancora
Cadejìi a t'vltimhora »
E cader le hellezxfi al mondo Jole :
jM[a tu mai non tramonti ;
Po foia cBognhorJòr monti
Uie più chiara , e lucente
^al petto del tuo Spofo^ in Occidente *
Del
3Ì
Del Signor Diamante Gabrielli .
SE Morte a la tua Sfofa i fregi fura ;
In te bella , qualfà , fi /èrba imprejja :
Onde mirando l'alma tua fé flejfa ,
^algiàprouò damor ^fente tarfura .
JMientre lalte bellezjKj il cor miftra
Con lei non già y ma con timagin dejfa
Sempre arderà ^ poiché non *vuol ch'opprefa
Refi l'imago Amor , eh' è fua fattura .
P1ETT{0 intanto al dolor poni pur freno :
Di duolla nube , ondhai coperto il 'volto ,
Anco a l'Alma di lei turba il freno .
T^amageloft ancor Jpirto difciolto;
E perche l fico tuo non uenga meno ,
Fra le ceneri fie lo ferba inuolto ^
^!^"^^1??&^
^^^^^^^*
Del
34
Del Signor Domenico Benigni .
Al Signor Pietro deHa Valle .
Fy4ndul/a ancor fuor del Jùo patrio nido
Tra furor di Fortuna afciutta il ciglio
Afojlener dempo nimico infido
Hebbe tire MAA N I in duro e figlio ,
Crefciuta poi ^ di fu e hellexj^e il grido ,
ehm paragon njtnjir la rofa , e l giglio >
^i chi lafciò del Tehro inuitto il lido
Trajfe peregrinando alto configlw .
A4 a di pudica fiamma accefa il core ^
CH altro nodof^reKXfi ? confiamo zjlo
PIETRO y teco a ragion lafirmfie Amore
Che già "vinto del Torace il fiero orgoglio ^
bifide "virtuti^ondhor fiammeggia in Cielo 2
Sol mancaua a trionfi il (Campidoglio .
Del
ÌS
Delmedefimo.
'a,efmmVJ:
Vide Grecia da ^olco
Tornar 'vittoriojò
Ricco dtjpoglta dor GuerrierfamoJò\
Dafiù lontano lido
Te mira Roma peregrino errante
Tornar 'vedouo amante :
Ma di/uguale è il grido ,
Ch'm paragone cede
Vinto toro di Coleo a la tua fi de .
te
e X
Del
3^
Del Signor Flauio Fiefchi •
N Eli Eritreo confine
Najce , e morendo Fvnica Fenice
Dalle ceneri fue la vita elice ;
Le heìlexj^e ^iuine
Che i accefero il cor nell'Oriente ,
S^ acerba morte ha jf ente y
Rauuiuar/ìfotean daljoco , ondardi ;
Jl<fa non è fari il cajò :
Se le ceneri lor forti aUOccaJò .
Del
37
mMM^^
Del Signor Francefco della Valle.
/^\ Vanto 'Vària è la forte ,
K^JComeJpeJfo il gioir ft cangia in lutto l
T^roppo auara la Morte
Su fori del 'valor dif^erde il frutto ;
Or chi con ciglio afciutto
De tmuitta ^lAAN I vdtrd il nome ,
In queffo marmo impref^o ?
trionfai palma o come
Spejfofimuta infiineralcipreffo ì
Stranier , leggi 3 e i arretra ^
Che col gran pianto incauerai la pietra .
C s La
38
La gran Donna ^ ch'a/degno
^refe ciò cHtlJuofefio ha in fé di vile ,
Ala con eroico ingegno
Hehbe mafchia virtude 3 e cor virile ,
A nulla altra flmile
Bella^faggia , magnanima 3 e pudica
§hii giace : inni da Parca
Del nojlro honor nemica ,
e^ noi la tolfe . or bacia humil queTParca j
Che /porgeranno fuori
<rDa le ceneri ancor palme ^ ^ allori •
JsTon ìangujlo confine
Di chiufe mura a lei rijìrinfe ilftede ,
2>Ion increfpando il crine
Tra gli agi vaneggiò dt patria fede :
Ata la Chrijìtanaféde
Per ferbar pura , infin àx fuoi prim'anni»
QpHoJfe ardita le piante ,
E di fieri Tiranni
Vide la P atria al gran furor fumante i
E in degni errori vtjje
(^ajìa Pemlopea di fido yiijfz^ .
59
Bella stjra le belle ,
Q^lafiior de t^fo infra ì! accorte accorta
La nrmrò *£ abelle ^
Oue dalfuol natio dal Cielfufcorta .
Crejce ^ e Fetd l'apporta
Con nobilgare^iarjènno , e beltade
Ondil Tigre non mira ,
Tra ( ampie Jiie contrade ,
Altro di beli che lafamofa Afsìra ,
"Fin che *vien glorio/a
Di pellegrino Eroe iìranierajpofa.^ ;
Glorio fi lì imenei ,
fD/ cui fra genti incognite , e lontane ,
Fatti dAmor trofei ,
^l emoria inejìingmbile rimane,
UAfsirie , e le Romane
Virtù colf angui iUufìriin lor s'vniro,
Ondin breuefragli empi ,
D'alta pietà fanro
Veraci effetti , ^ ammirati efempi ;
Elici al pio Spofo n)mta
Fu fella y ch'agli erranti il p affo addita^ •;
e 4 Schifa
40
Schiua d imbelle fiato
In letto maritai pale/ira molle
Sfrezj:jò , e lojfofo amato
Seguir fra Jìr agi ^ e morti in camino volle:
Si mafie oumuitolle
Il genero/o cor la tromba Perfa
Con bellico fi carmi :
Là fra gente dmerfa
Al guerreggiar s'accinfe^ e trattò tarmi ,
Né fi fé tal fi 'vide
Frajpogliafeminil feroce ^Icidc^ .
Auuolte in lunghe gonne
1J ami fi di trattar il fufii et ago
La -plebe de le Donne ,
E far bionda la chioma 3 él n)ifi 'vago.
Gran beltà non fi pago
Il forte cor de f inclita AIAANI^
E t opere feruili
S degnar tinuitte mani ,
Se non quanto apprendean da regifjìili.'
Le \Donne ipenfierfuoi
^ejìato hauriano ad emular gli Eroi .
Ferir
4t
Ferir con deflra munta
La 'Vide in campo ilfagittario Trace ,
E far rejìar/conftta
Sfejjò dei reo Maconfchierafeguace :
Mapoipietofa in pace
^' empio culto le genti a i 'veri riti
Di trarre hehbe co fiume i
E popoli infiniti
Da C ombre degli errori al 'vero lume^
Costpugnaua j ^ era
^i Giesù doppia Amazj^one Guerriera^ .
E già con chiara tromba
L alte glorie di leijpargea la fama ,
Di MAA N l rimbomba
Per l'Afa il nome^e ogn*vn thonora^i^ ama.
Già già di 'veder brama
La 'Vincitrice fa [inuitta Roma »
EfragU ^Arabifafsi ,
Omai Unuidia doma,
JS/loue con franco cor gUnuittt pafi ,
ti è timor la ritiene
Di feri moHrtp òdi deferte arenz^.
Ocomi
4^
O come gloriojò
Con altro acqui/lo , che d'aurato vello ,
Il fortunato Jfofo
Tornaua sfatto ornai Gìafon nouello \
Ji4a i)n Sol del Sol più bello
Non volle il (^iely che raddofptajjh luce
A noi da t Oriente ;
^uel che C Orto produce
Nonfitol frutti produrre in Occidente;
Orientai Fenice
Mirar nel freddo Occafo a noi non lice .
Ahi , l'Indico terreno ,
Fra le ricche miniere , onde fecondo ,
'Bramò r accorre infeno
Gemma si chiara , cHilluJìraua il mondo .
Aia così caro pondo
Lafciarnon volle m pellegrinaT^erra
llnobtl PELLEGRINO y
Efua mercè fi ferra
Hoggi Affino teforo infuol Latino :
T{aro Augel yfe non vino ,
S^ ammira fra di noi dtjpirtopriuo .
In trop'
45
In troppo infaujlo lido
La gran MAA NI al fin cejjh a Natura :
Jf^la dal Conjòrtefido
Non la difgiunfe pur Ai or te immatura ;
In patria fipultura
La trajfe , e l freddo cenere quijlrinjè ,
§hiafìin douutofi)glio :
CH a chi pugnando ^mjè 9
Tomba benjldouea nel Campidoglio ;
Oue di Lauri cinta
Se iiiua nonpoteo y trionfa efìinta ,
Or tu y ch'vdito in parte
Hai de la gran MAA N I i rari vanti^
Pten di pie t off K^elo
Raddoppia i me [ft pianti :
E fé lo flirto già trionfa in Cido,
E qui la fragilfalma ,
Honoratl nome , epriegapace aFalma,^ .
Del
44
Del Signor Gherardo Saraceni .
In perfbna del Sig. Pietro della Valle .
PEr moliti Mar y per 'valli ombro/è ,
Per gioghi alfe [ìri yC fer folìnghe arem
Le mie y mentre al Ciel piacque , bore ferene
Non eclijfaron mai cure noioje .
Poiché mia Donna ilfuo mortai depofe
Per ergerfìpùlieue alfommo bene;
^ellinfàujìa cagion d acerbe pene
AJ^ro tenore a la mia *vita ìmpofe .
Onde ) bench'io riueggia il patrio Juolo ,
Purfofpiro y e d'vmor 'vergo legate ,
E/chtuo di confòrto altrui minuolo :
E prego Morte conp'ietofe note ,
Che ni'vnìfca al mio ben^ dapoi eh il duolo
C eneri Jpente rauuiuar nonpuote .
Del
45
Del Signor Giacomo Filippo Camola.
In perfbna del Signor Pietro della Valle .
L Angue a morte ti mio corine a miei lamenti
Il chiufo 'varco ancor s apre e dijferra ?
7ur dirò , ahi laj^o , in doloro fi accenti :
Nel meriggio il mio Sol corfo èfotterra ,
§hti le fue [foglie già di luce ardenti
(^hiude in anguflafojja auara terra '
E /penti del bel 'volto i rai lucenti ,
Stanco { m'aggiro in tenebro/a guerra .
^Alma gentil , che nel tuo 'verde Afrile
Spiegando i 'vanni alfempiterno regno ^
guelfa 'vita mortai frendejli a vile:
Tu ri afri al mio lamento iljuo ritegno .
Ondai chiufo dolor Jòr?nafìmile
S'adombri almen da l'affannato ingegno .
Del
46
Del medefìmo.
MEraui^Ue inaudite !
Il Sol degli occhi miei di luce adorno
N'apparue in Oriente ,
Ejìnarrite le "vie di Aie7zj)giorno
Sen corfe tramando in Occidente .
Già tolto il moto a la celejìe mole ,
Et al notturno horror chiufe le porte ^
Uidder felici H ebrei
2s[on tramontar nell'Occidente il Sole :
Io confunejìajòrte
Giunto apena al (^leriggio , il Sol perdei .
Del
47
Del Signor Giandonato Taurifano .
CAwpon Roman da Siria, ouej^ie^ata
Fu da lui fra ledaci Infegna amica,
J^sToUl freda trahea cinta , (sf ornata
Di beltà 3 di 'Dirtìi Donna fudtca ;
Preda ricca così , così fregiata^
Che qual 'vincendo ne t et ade antica
Schiera naddufìe in Campidoglio armata
Era appo quejìapouera , e mendica .
^ando il Te??ipo la 'vide y ^ ala Morte
Sua fida ancella (ahi) t additò y ch^ ardente
Scoccò lojìrale a filettarla accinta :
Cadde dal colpo rio la preda efiinta ;
Auarifisimo Tempo ancor sì forte
Contro ifafit di Roma arroti Udente ?
Dei
48
Del Signor Girolamo Aleandro .
VIuc> s'amico grido il ^er ne dice ,
Vnicafragli augei gloria e Jìufore ,
Chel tempo 'vince , e na/ce a Chor che more ,
Ftgltafol di fé ftejfa y e genitrice .
Se tu ancor fra le donne eri Fenice ,
fenica di heltade , e di 'valore ,
Perchè del cener freddo 'vfcendofuore
Nona 'vita ajfaggiare hor non ti lice ì
Ejìinta non fé tu , benché dal gelo
Tocca di troppo acerba ingorda morte
Spogliaci il 'vago tuo corporeo 'velo •
^nzj tifa la tua felice fòrte
doppia 'vita goder , che 'viui in cielo ,
p^iui nel dolce tuo f do conforte .
Del
49
Del Signor Girolamo Bartolomei.
Iti fra lido felice
Del chiaro 3 ^ odorifero Oriente
Raro del Ciel fìupor nona Fenice
Sflendeua in terra sifompofa e bella ,
Ch'ofcurò il *vanto a quella y
Ciò arde , muore , e dal cener rifìrgente
Di fé medefma è figlia e genitrice ;
J^lajparue di repente qual baleno y
Che lampeggia e ^vien meno .
Se 'viuer due 'Fenici , 0 cruda Morte ,
Con lieta immortalforte
^ijpettoft inuidiaui , h<tuefsi almeno
La men degna dhonor dt n)ita friua ,
La più leggiadra a noi lafciata *viua .
j4h tale è il fio cofiume 3
Lafcia ipiìi *vili j, ejpegne ouefra noi
Splender min di grane 'vnpiù bel lume •
Nellafua 'verde età quella ne tolfe ,
D In
so
In cui natura accoljè
§hiaft in arca animata i fregi fuoi ,
Un (tAngelo terreno , i?^ mortai Nume ;
Col/plmdor dt 'vaghe7zj "uniche^ e file
Aiouea (il chefìù duole)
^yl d aggiornar qua doue ti ài s inchina
LabellapELLEGRiNAy
Onde anzj al tempo a noi tramontò il Sole .
(Portento infauHo) e a nojìro danno ^ efiorno
Spento rimafi in Oriente il giorno :
^ual pronto, e dotto Jìtle ,
Adombrar può di lei l'alto ''valore y
E il portamento nobile e gentile ?
Se d or ft fregia y e fra gt odor rinafce
Araba quella ^ e p afe e
Lafamefua dt rugiadofo humore ,
E ogrì altr efcafdegnando prende a *vile ;
^uejìa chAfiiraforti regia cuna 3
Cibò l'alma digiuna
05/ dolci ambrofie dipenfler celefti >
E di pudichi honefìi
Defiri il corcy e nel cr in fifa , e bruna
Bianca
51
'Bianca nel latteo fen , ^vermiglia in "volto ,
// te/or di beltà fonò raccolto .
T regio de lAlta T{oma
Latino Ulijfe , che deflranee genti
1 cojìumi notaftiy e l'Idioma,
Si vaga Ninfa , che il cor dolce iarjèi
J\rarra doue taffarfe ;
Spegay come più d'ambra riltdcenti
Gt ebani ti legar di crejpa chioma ^
^uai vibrar nel tuo Jèn fiamme 'vitali
Duejìelle Orientali
Nel Ciel ridenti dtjèrena fronte ,
LeJUe gratiefa conte :
Di^Jè mirajìi merauiglie eguali
eyf quelle , cH adunate furo in lei,
Tra gì Indi , 7erfiy Medi , ofra Caldei •
Su le vajie ruine
De t infida Babel , che H^onna erej^e
Superba fra le barbare Regine ^
H erede di quel nome 'vn altra frge ,
Chejìufore altrui forge
Non men che col antiche hor dome, e offrefic
^ 2 Con
5*
Con noue moli onde corona il crine y
Jidiracolgid del Mondo, d'amfle mura ;
Colàponeui cura
Alle njeftigie ^ e a Torme de beati
Giardm , che già librati
E in aria appe/ifirjìupir Natura ;
Calcaui quella torre ^ onde rubelle
(^enti tentar far feda a l' auree felle .
±1 "Vide ad altro intento
Fuor eh' a te fìefjò , Amor, che in ogni loco
Vola mui/ibil leue ftù che il "vento:
Dunque pen/i fcampar dalla mia mano
Nobilgiouin Romano ?
In riua al Tigre hor qua prona il mìofòco^
Che lafciaftì al fuggir sii n ebro ^^ento.
Così dicendo refonar fé Carco
Infidiof) al 'varco
§ual cacciatore , in due be^ occhi afcof ^
An'Kj in trono amorofo
Affo altier d'opime fpoglie carco
Penetrante auentò l'aurato dardo ,
C h' ogni più defro è infhiuar knto^ e tardo
lEortu-
55
Fortunata ferita
Ti diede ti '\)ago Arder y che mentre fede ,
^al fé thafta d'Achtl t apportò 'vita :
Ella amatorfcorgendo di fé degno ,
Con grata 'vece in pegno
T^ojferfe il corCy ejìahilto la fede
Teco col nodo dH imeneo 'vnita ;
^^afi'vn Alma albergaf^e in doppiopetto j
Vn de/Ire , 'vn affetto ,
Vngenerof) ardtffù in ambedue ;
^ifgiunta 'vnqua nonfue
Da te fio chiaro Sol, nel cui affetto
J^Ientre ella safffsò dar dar saccefe ,
Che ptù 'viuace ^ e bella più la refe .
// Trace armata teco
La 'Vide a farli guerra , onde tremante
Refò al bel fico , e al chiaro lume cieco ;
Dt pallor fi couerfe a timpromfo
Fulgurar del bel 'vifo
La S citta Luna a 'vn viuo Sol dauante ,
^efeguaci il 'valor fmarrito fico .
Due 'vaghe lucij e due neglette ad arte
D 3 Tofche
i4
F o/che treccie cojparte
Fra latte candidi/sima , ipù fieri
Campionfir prigionieri ;
Lo Jìrald Amor y pria che tacciar di Marte
Li nemici frouar 'vinti e difj^erfi
Prima da lei , che dal 'valor de i Per/ì.
Q^a qual ofcura e nera
Pompa di duol niaffar ? Così prepara
Roma i trofei a Vincitrice altera ì
Chi gt applaujl fejìoft in trijìi pianti;
E infofchi i lieti ammanti ,
Chi il carro d'or cangia in infauBa bara ?
OJpettacolo amaro , o 'vijìajiera l
Nel Campidoglio dunque (ahjòrte ria)
Oue "vn giocondo or dia
trionfò Amory Morte inalz^òfttperba
trofeo funejìo ? in herba
Succifo il 'vago fior di leggiadria ,
Pofìa in bando honejìà ^ cortefta infindo >
fD/ 'virtù la Fenice tolta al Mondo .
Frale il corporeo 'vela
Le /cote si^ mafuo malgrado rende
Candida
ss
Cafidtda lAltna^ mdefriafcefe al Cielo;
lui fra gioie e fra beati odori
^A tpuri eterni ardori
Delfommo Sole hor fi rinuoua ^ e accende
^utta auamfando damorojò zjlo ;
In quelj^eglio diuin mentre saffifa
UAmor^ la fé rauifa
Ch'intatta o VA LLEle conferui in terra^
Ne gode , e doffo guerra
Breuei affetta in aureo foglio af^ifài
T'amo fiù bella j quanto afìaifm 'vale
Sempiterna belle2:j^a che mortale .
^anzj)nfe dietro a toniche Fenici
Sol li più degni augei 'volanjeguaci ,
Meglio farai fé fiat romita e taci.
D 4 Del
5^
Del medefimo.
Allude alla morte feguita fbpra parto nel viaggio
SPlendea del Sole a gara ^n nono Sole
Infra gl'Eoi ^ e del Jè reno lume
yejìia d'intorno natte Selue, e Colli ;
Ada i caldi raggi del purpureo giorno
Pioueo nel grembo a pellegrina Va lle^
(^he ricca fu d! ogni più raro frutto »
(^olto talhor 'vien tojìo il più bel frutto :
Inuid ombra d'Auerno ofcurò il Sole ,
Eletto a fecondar t inclita y alle
Crefcente ancor neljuopiù 'vago lume ;
Cangiato in fife a notte il chiaro giorno
Pianfer le Selue ^ efofpirar i Colli ^
S^ annebbiar di pietà li fette Colli »
Succifo in vno il deflato frutto
Infeno a l'ombre^ an^J d aprir ft al giorno :>
E fpento in Oriente il 'viuo Sole
^a non apparjo ancor con l'aureo lume
Serenator de Ihonorata V ^ ile .
Q^ta
5 7
Jida qual confòrto horpù rejla alla Va lle,
che fu deuotafémpre a que/ìi Colli?
Può ben jperar fecondo n)n nouo lume ,
Che nuouo le rauiui 'vn caro frutto ,
Aia inuano attende ch'ijn nouello Sole
Le f aldi ilfen con pù lucente giorno ,
fD^ lOrto 'vnqua nonjòrjè ^nfià bel giorno
A quejìa de tOccafo amena Ualle,
Ondefmarrito ^on si leggiadro Sole
Perduto han ricco fregio t fette Colli ;
Sol li refi a in rtjìoro ( infaujio frutto )
Il cener freddo de tejìinto lume .
nTornò d raggio onde eifcefe^ e ti puro lume
IJnì al fuo fonte , hor gode eterno il giorno ;
Del beri of rare mi raccoglie il frutto ,
Ch'eifeminò nella mondana VA LLé^
Quindi Jplende cortefe a quejìi Colli
Lieto , beato ^ femfiterno S^le,
O Sole 3 0 tu che quafcorgeui il giorno y
* Prendi hor da t Colli , e da l'amata Va ile
Chonorfutto yfacrato al tuo bel lume .
Del
58
Del medefimó.
f^VeHa che jùd Amor fregio lucente t
V,,^^F^' già deli altre belle
^et che fa il Sol delle minute Jlelle ,
E guai /òrti la cuna in Oriente ;
Hor come a ^n Sole al Sole indifferente
Spento il di , le ri/fonde
La tomba in Occidente in cui safcondè .
Del
59
Delmedefimo.'
Al Signor Pietro della Valle.
CHi da i lidi y onde Sfollo il di conduce
Tifcorfe{p Valle) alle "Romane mura?
Se cadendo anzj il tempo fi fi ofcura
Chrìara nel Ciel d'Ainor tua "viua luce ;
La frale ombra di lei refìò tua ^uce >
Tornata tAlma a ^io candida, epura;
Tal poiché l'aureo Sol cade , e s' ofcura»
Nube imago di lui bella riluce;
Onde il lume 'vitaljpegnendo Morte
^erfar notte al tuo cor ti fé fi i fior t a
Col cener r allumato dal tuo ornare .
O qualfufaldo lo tuo affetto , e forte
Ver lei 'viua, s' ancor poiché fu morta
Serbò viuace nel tuofen l ardore .
Del
Co
Del Signor Girolamo Moricucci .
Al Sicrnor Pietro della Val le .
o
'Offre al Nilo J^ettacolo giocondo
Inalbar l\i ugello, a cui da glt anni offrejìo
Dato è di Febo a lo Jplendor fecondo
^B^iyiouellare i edeternarfe iìejjb , ®
E ài dolc Aura a lo Jpirar fecondo
A te da franto lito era concejfo
Fenice alTebro addur ^ cHilpù profondo
Del cor ihauea dtfte belle^X,^ imfrejfo .
lAa lei 3 cBinfen nutria 'voglie celefìi ,
Morta y e rinata entro a beato ardore^
Volar da te difciolta al Ciel vedefi :
Onde di duol trafitto , arfo d Amore ,
Soldelfuo rogo a noi recar fotefi
Freddo cenerne l'Urna , efamme al core .
^>--,
Del
6i
Del medefinio ,
^^
Cinto d Alloro in nobil carro afsijò
Douegià con honorjòmmo y efourano
Trofèi Jò^efe il^incitor T{omano
D'ofprefia gente ^o di Tiranno 'vccijò :
Tu di quell'Alma , che con meHo 'vijò
Giacer lunga jìagion JoJ^in in *vano y
Chiufe hai le careJpogltCi e dt tua ?nano
U Amato Nome in bianco marmo incifo .
Ma che ? trionfatordifchiere armate
§^ì bellica 'virtute hoggi non ^ante ,
eh' o/cura i pregi Jiioi la tuafietate ;
AI entra per te 3 non mai cangiato Amante ^
^e l' obito 3 de la Morte 3 e de t Etate
Trionfa inuitta Tede 3 Amor cojìante .
Del
Del Signor Caualiere Giulio Cefare
Bottifango.
e
01 core arjò d'amor^ con gli occhi molli
^i Caria la Regina , in bel ricinto
J^f achina erefìe al carojpojò eflinto y
Per far la fiamma^ el duol non maifatoUi :
Tu PIETRO honor de glorio fi CoUi i
^l Sirio Vel , fer man dAmor dipinto ^
Cui lieto foni m fiero nodo auuintOy
Ara y in Ara del Cielo , al Cielo eJìoUi .
Ben lofra è dfugualy s eguale l fuoco ;
che non marmi caduchi y o 'vilAtacigni
Tejfon la tua si peregrina Mole :
Magli aurei detti de canori Cigni y
damai del Tempo y e Morte efca, né gioco ^
Et ha perfaciy e Tromba (o gloria) il Sole .
Del
^3
Delmedefimo,
CEner di si bell'Alma
^ian^J si bel ricetto ,
(^'hauefli ti bel dogri altro bel rijìretto :
Ben nuoua a te coniùenfì e gloria , etalraa ;
Poiché del nobil PIETRO ilnobilcore
S enzjz fìaìnme d Amore ardi d amore :
E doue ^difsi mai
Vfcir fiamme dalgiely da l ombra i rai ?
Del medefimo.
Pietra formò Natura
D'alto fiupor^ che l ferro tragge, e l fura.
PIETRO (nome fatai) tu quella fei :
Qp]4a dipà nobil fòrte ,
Che Calme traggt , e i cor de" Semidei :
Ben fallo tua Conforte
Che pur (uirtù inaudita)
Tefegue amando ancor priua dt 'vita .
Inaudito non men PIETRO e l tu amore
Cfoamiper la beliate anco t horror e .
Del
Del Sig. Giulio Cefare Valentino .
Fandofer rìcondur fquadre guerriere
Colà de rAfia a if'm lontani '^egni
Utde Horeftilla a i glorioft legni
Scioglier dal Jiiofèdel le *vele altere ;
Lieta ilfegui , mafia l amiche fchiere
Sentì di Morte foi gt acerbi fdegni ,
Onde Plautio del Rogo i tronchi indegni
Stimando , arfefra lorfue membra intere,
Mafie PIETRO , chefurfieguìr 'volefìi,
(Radendo tu mentre ei ternana a noi
Donna nel Rogo tuo già non ^vedejìi;
Fufol pietà y che quìfi'^a chiari Eroi
yolfe eternarti , e doloro fi e mefli
Sentir del Tebro i Cigni a i "vanti tuoi .
m^
Del
Del Signor lacomo Guglielmi .
IL più ricco te/òr dell'Oriente ,
Bella MAAlily ha morte rea difcìolto-
E cener fatto il tuo celefìe 'volto ,
Chepoteua dar Sole all'Occidente ,
tAl bel labro il rubin , laveria al dente ,
Uofìro i e Hauorw all' alme guance ha tolto :
El ber il de la fronte in horror 'volto ,
Conuerte in lezjKP Cor del crtn lucente ;
El bianco fen del diamante j orbato ;
E alabajìro a la man^ tèbeno al ciglio^
E elettro alfièri' argento al corpo ha ombrato.
bratti a gt occhi i z^affir col fero artiglio :
Con cieca falce (ahi crudo fcempio) ha dato
In vn foL colpo a mille gioie e/Iglio.
Del
66
Del medefimo.
In perfòna del Signor Pietro della Valle «
NEltatra Va l le del mio duol frofòndoj
Pietra io fon dijìufor^ difenfìfriuay
eh' Amor (te morta) far nonfuò ch'io "v'ma »
S* eri gran mano al mio cadente fondo.
Così di pietra aUeJfer corri fiondo ,
eh acqua di pianto io dò ^ che non ha riua ;
I E'nfenohodifof^ir gran fiamma 'utua»
En 'Voce dEco al tuo partir ri/pondo ;
E per giel dipallorfon freddo anchio ,
Egreue y e àuro , in non mutar penf ero ,
Enforme fon nel "vario (iato mio .
Sì per troppo fentir nonfento , e pero ,
Tatto Diua tua tomba; in gran di fio
jy e (feri in morte ancor , conforte *vero *
Del
^7.
Del Signor Nicolò Strozzi .
SO/r(? l'Eufrate : allafamofa Corte
PIETRO pafsò y de fuccefior di C^ra,
Fidde t Arabo Ciely 'vidde t Afìro^
Giunfe dell'Alba alle purpuree Porte.
Gemma injùa man d Orientai Conjòrte
Lieti H imenei folennemente offrirò ;
Ji4aper breue gioir , lunghi e l martiro;
Rapi tanto te/or tauara Morte ;
^el f atrio fiume sùlejponde aurate
Oggin trofeo di funerale honore
Vedouo porta le reliquie amate •
Porta efèmpio immortai dinuitto amore
Nelle ceneri belle , ^ honorate ,
V^ua la fede y incenerito il Core .
B t Del
Del Signor Pierfrancefco Paoli .
Al Signor Pietro della Valle .
DA la natta del Tebro altera [fonda
Peregrin de la gloria tipe mouefti ^
E dopo tllufìri errori anco giungejìi
Doue pù di te/or l'Af^tria abbonda ;
§lmui in camp d Amor t Alma gioconda
Pugnò per bella pompa , e al fin 'vincejìi ,
Quando m atto di 'vinto al cor cinge fìi
Rtcco monil d un'aurea chioma bionda ,
Ruppe ilnobil trofeo con man crudele
olAlorte y eJpiegaHi in mar dajpro martora
IJedouo del tuo ben y nere le 'vele ;
Tur adonta di lei porti il te foro ,
Ed è il cener , chejlringi al fen fedele ,
Tormentato Giafon , tuo 'vello doro »
Del
^9
Del medefimo.
ER£Ì pur P1ETT{0 i marmi
Per far tomba honorata
A la con/òr te amata ;
Non può far {Arte eguale
Opra ali opra d\Amore ,
che già per fuofepolcro erge il tuo core:
Al poter d aureo ftrale ,
Lo fcarfel non arriua ;
Cede marmo infenfato a PIETRA liiua ;
^Cìi
E 3 Amabi-
Amabilis Burfei.
LVfirantem terras , atqueextera regna petentem
lunxit cafla tori religione Fides ,
Qyit thalamum aufpicijs Dea pronuba Udit iniqms
Ecce ned fponjamjors inimica dedit .
Qorforis hinc T^^icineres» charajquereportans
^eliquioó y trifli funere J^onjùs humat .
^id iuuat in cineres,qu£ te incendebat amantem
ZJertiJfe f incendi t airiùs ipfe clnù .
Si cinerem in cineres altos non njerterit ignisy
Fiamma ferennis erit , qnam cinii T/Htis alit .
P^^®^
Augu-
7»
Auguflini Mafcardi ,
NOhilù exuuias anìm<e y cafidéfue Maakis
Ofa pererrato Valli vs orbe referti
2^c maris immenfifurta , nec inhofpita terrai
Gratum onu/i a fpon/i difiinuerejlnté .
lamque triumphatis (^apitolta celja p&riclU
Ohtinet , hac jpoltum dulce recondn humo,
^u£ 2(omanam habuh peregrina in Perfide mentem ^
Dehmt haud alio condere membra filo .
^(e Dea terrarum eftyjummique 'vicaria coeti»
2{oma capax tanti pignoris fvnafuit .
B 4
Fabij
7^
Fabij Leonida^ •
OS^àm precipiti gaudio» dejerunt
iSJ^s terrena fuga r* Jegnius aera
Fertur per ^acuum multiuagiScytha
Emijfum iaculum manu .
^on Tyhris rapido fu pede '-voluttur
Hyhernis pluuijs , ^ niue turgtdus :
Velox aura minus * ludere cum ijacat »
Per frondens equitat nemus .
En tu , coelitihus qui modo proximus
Ih OS , dum Ite ut t Coniuge per fui ,
Virtutum meritis omnibus ^ ^ pmul
Forma corporis inclyta :
l^nc dulci ^Zftduus pignore turhidos
Ducis , Petre > dtes : ac, thalami <Tfelut
Amiffa fòcia tur tur , ad ajperas
Decurris querimonias .
At iam moe fittile nuhthus exime
Circumfefum animum . Sàsua dolentium
Ators ridet gemitus y reddere nefcia
Vili qH<£jemel ahfiultt .
•5«
Francifci
♦i
73
Francifci Rogerij .
ELEGIA.
A Emula , qua cdo T^eri micat Ara Tonantts,
Et fremii impuri diruta fana louis ;
Impexas. Elegia cornac njmhrata cuprej^u
rpete Tarpeij culmina fumma iugi .
Petr vs , quo Valli s mento "Romana Juperhit >
Seque prohat feptem montihus ejpparem ,
Confortem hic thalami tumulo dedtt <^wr^MAANiN *
^unc pius exequias foluere rite parat .
Hìc de morejacras Elegia tuehere flammcvs *
l/is precor ingenij lumina iunge tui .
An dolor ingeniumfhi pernegat effe f querelas
Funde tucvs \ Elegi pompa doloris erunt .
Scijjarecrudejcant cur ijulnera f frdna dolori
^e dederis ,* laude s fceìnina darà petit ,
Farcite ^os anima magn<€ regumque ducumque ,.
Sequihus attolìtt 2(omula fama polo :
Vojque triumphales antiqua parate laurus j
TSlontemerant ^eflrum carmina noflra decus.
Ex quo Jceptra ^umd bene credidit Urbis origo ,
Semper in externos officio fa fuit :
^ec Ai undi regina magis , qudmprouida mater,
Obuia fertpopulis omnibus ^na/tnus.
^uis non foemineis ^ "^ofira [onantia nouit
Laudibus , tUuflris cùm Holafunus habet f
Fosmina
74
Fosmina laudatur nohis peregrinarne , Jed qua
Iure toriyUc thalami foidere cmió eraty
Vigna T/el extremis (^ qu<e peteretur ah Indis ,
Digna fTjel Oceani trans fr età ^afia peti,
Syderthus dotata fuis , loue nataficundo ,
^^ercurijcfue njaga peruigdame face ,
*Utrtuti [ed plura ftid quàm debuti aftrié ^
%^Hra Juper Vtrtus ardua tendit iter ,
7\^bilita4 dederat genui huic antiqua Jùperhum ^
^uodque mterfluuios Ajfyrii ora coltt .
2\^c pietate tninus quàm Janguine dar a n^etufias
Vfque per innumeros inuemetur auos .
Sortita e fi Aientis yqua nil prdfiantipn , altum
Romeni (^hoc Arabum prdfcta lingua dedie.
Alente Deo jimdes : fuhltmia tangimus afìra
t^ente : pares Juperts mens bona pdne facit.
^ominis tUaJtii , nec primis immemor annis^
Florem <tui decorans luce pudici tite;
^yì^agnarum decorans augulìa cjclade laudum ^
^ueis ornata fibi barbara terra placet.
Sic 'Beronicei qua Jyderis aurea fulget
Cd/kries ; /ibi f^ox pulchrior ipfa placet :
Sic placet Ae^ypti fibi Ts^x radiata Canopi
Sydere , Q^fareifeu magis igne Throni:
Sic (^ gemmarum pretiofò gaudia rifu
Fforrores hilarant Caucafe magne tuos .
Compulerat patria Mars njrbe rebelìibus armis
Qedere : defèrti congemuere Lares
Infam
75
Infans circumagi Fortuna turhifie cceptt :
Aufbicia hdc <zfiu certa pquentts erant .
Sciite et h^ Fati leges^ ^t darà per Orhem
Ire njelint , '^no non retinenda loco ;
Aemula Jyderthta nolit confiftere Virtm >
Otta nec 'vitàs deftdis ijlla probet .
Tigridis ad ripas pofitam ^ahylona petiuit ,
^£ tamen antiqua nilniji nomerà hahet •
iRtc tam ^'olucri Tigrtm decurrere tapfu
ty^irata e fi , ^it£ qmm leuis rumhra ruit ,
Z/mhra^oluptatum (jud luditimagine jalfa
Sdpius . (^ ''veris heufi*ga (juama homs i
guaita Tigri tuum tentarunt gaudia peElm !
^uàm tumidis ihas iure (uperhus aquts i
Dumfòrmojà tua rcfirguncula ludit in ^>nda ,
Et 'vitreo madtdas exprimit imhre comas .
Oceanum inueEipu quoties properantius tUinc
Optafii reduces ferre retrorJUi aqucvs l
Cernici ijtpulchrd hacchata montlia ferres y
Adderet njt capiti gemmea ijitta decus .
G quoties faltem remorantia frdna petehoó ^
'Blandior <'vt niueos lamheret njndapedes \
Sed mora nulla tihi j Fam^ *vt mora nulla 'volucri:
Ffdc^aga per gentes ferre Ma Aì^iì^ amat ;
Z^iuida lux nigris njt hlandum fulgur ocellis :
Vt njibrans alacri nohtlis ore^igorj
Excel/o '^t capiti re gale s pofcat honores,
'Nigra Ariadneispar comajyderibus},
Fi
76
V't decor , inqiie omni fplendtfcat gratia moti* j
Ceti fltndtt maitis fax agitata tt*bar -,
Pulchrmsexdmnt tremula ceu luce [mar agdi ^
Indica quos regum pompa Juperba quattt .
Sic Fama mfigms peragit pr^coma forma :
nPlura animi , ingenij lumina plura canit .
^um ^fimul Q^JJyrtd tetigit confima terree
Petrvs * Oronted qua celehrantur opes ;
Adflitit ante Z^trum : his ^ njocihus auja moravi
Fertur follia tum pratereuntts iter :
O Hcros /domane > putoó qm hommumque deumque %
Hoc mundi quidquid cernimus s effe domum\
Cui nihil externum , nijlquod trans ultima CAi
Alcenia , datura deficiente , 'uacat ;
Vt nuUam fine luce plagam Sol deferii Orhis ,'
Sic (^ y^irtuti perula cunEiapatent ,
Connubijs en digna tuis generoja Virago
Tigns apud rapidi flumen adulta nìtet *
Gemma njelut , Ganges quam attrttu elimat arena ,
Aut "X'eluti fàrgens Indica Palma polo ,
Hanc uhi fatorum ferie moderator Olympi
Deftnat ; ^Iterius tendere mente '^etat .
Paruit imperijs I/eros , petit ocjus ^rhem ,
^u£ caput Afjyrias extulit Inter opes 9
^u£que Arahumjceptris ohm promomt ad Indos
Imperium , ^ Mauri Incora ad Oceani .
Inde pares flammas adfpe[iu percita <-virgo
Concipiti ac tanto gaudet amata ijiro.
Et
77
Et ctim mille petant , placet ecce è miUihus n/nm ,'
Injìtn^ti> (jenij conciliante placet .
Petri connubio »nec diuitis aurea Gangis
Sceptra , nec Eoi prdferat Orhis opes .
Lditus Hymen thalamt ia^nfxdere iungit amantes,
n^rejfat inaurato iam duo colia iugo .
^ui foto Jemper circumuolat Orbe , (^upido
Vidtt i (^ hos alacri protulit ore fonos :
Jgnis adoratrìx oltm "Bahylonia teìlusy
En tua quàm pulchram nutrit alumna facem t
Inter mdle procos 'B^omanum pulchra Maani
Eligit i 0 cafii peBorts altus amor !
Altus amor y cui IJefia Juos non pr^eferat ignes >
frdferat ardores , nec ^aga Luna juos ,
Luna Juos tenehris furtoque ahfcondat amores^
Caftus amor clart lumina Solis amat .
Sopitum Dea noblis amet , genero/a M AANI s ,
Et iJtgdi y (^ forti nuhere fiata ijiro ,
Tirarne Jt tuus hdc ignis , mifirande yfmjfet,
'ì\unquam tmEia forent fanguwe mora tuo ,
Tantum animo , quantum forjna "Bahylonia Thisht
ìnferior noBrd laude Maani s erit ,
Ore cruentato non hanc leofontis ah ijnddi
Compulerit trepida c<£ca fuh antra fuga ,
^ec [uà ijela truci s rièìujtgnanda leoni s
Ltquerit : extremi qu<e ttbi cauja metus .
En ad bella ""virum properantem forttter audax
Laudai , (^ infeHas non timu ire ^las :
Acrem
78
^crem m'tlttiam , ^^arte admirante j capejjtt
Pacu odorato molli ter alta Jinu ,
(jeHat m Afyrio regnantempeUore 2(omam
'Non n^elpofiremo depofttura die .
tAurora populii qua Terfidii Aula refulget
Perquejua^ ^viEirix itque reditqtie piagai l
Magnammo comes 'Z^fque n^iro gerii arma Ma ANI
Inter barbar icas confpicienda nuru6 ,
Threicias contraJèu> con finii Abba phalanges ,
Seu populabundis agmina portai eauis »
Innumero obieElans hofti deferta yfamemque
^itanta ^el inuiEios ijincerefila queat •
A fi , <z^bi tempefias late Pangda corufcat
Medorum in campii , ^ furiale tonai ,
Jldars tonai Odryftas njrgens in prAia tur mas ,
Et iacit attonito fulmina plura loue^
Vtr tum infàni media in dtjcrimina Ji4artù
Dum ruit, ^ ^egis protegit enfe latm i
Tu njicijjè pmul cena 3 aut occumbere morti
Proxima Amazpnio non minm enfe furiò .
2^c fpum^ntis equi rejonantia fdna retcrques $
Pallida degeneri , nec geris ora me tu .
Lumina formo fh non conniuentia 'T/ultu
Acriter armifend Palladio igne micant ,
Talts trai i natum cùm forti ter n^lta recidit
Cyri f (emimo Tamyris enfe caput.
Tahs crai T^egina , coma (ine lege refu/à
Compuln m Uges qud "Babjlona fùas .
FaHa
7^
Fa5ia SemiramU celehrantur fonia dextra ;
2(phur at immenjùm regia Jeep tra da hant .
Difficile e fi magnis non promere grandia regms j
Tepriuato aluit fuh lare nobili tas .
Ardua res animo Fortunam tendere Jupra ,
^omints (^ titulos exjuperare Jùi .
O par inuiElum , njos hdc ijos gloria jtgnat $
^r£cipuè meritis debita Petre tuis,
Pe TR E nec Herculeìs i^nquam cejfnre trophdis ,
^uem <^eriti 'B^eges , cjuemcoluere'Dmes »
Cuim ab aJpeElu mitejcit barbara telluSy
Et "Ejamét (^enium £afpia ^orta tremi t >
Horrida cui m^afii cejjerunt monjlra profundi ,
^y^onliraque in extremis horndiora plagis ;
Vtrtm 9 qu^€ Patriam totum (ibi reddidit Orhem y
2(idere extlij nomina njana queat,
^efpicere Aufenias tandem pd tempui ad oras »
7{efpicere Europa fydera darà tu£ ;
lam fatis £00 te (gloria Sole per ufium
Deduxit fida regna per alta manu .
ZJox ingens T^om^e Jeptem reuocantis ad arces
Auribui adlapja ejt , injònuitque tuis ,
India circuitufed nofìra njt in dquora tuto
Dirigat i Aurora lumina pergejèaui .
Vigna tua eH Vtrtm , plures qua nj'ifa per wat
Pluribus exemplo gentibus efie ^elit .
Sol ita y [ubieElo melius ''vt conjulat Orbi ,
AnnuHS oblifium currerc nmit iter •
Perftda
8o
^Perfida magnanima, tandem cum Coniuge linquis :
Illa uhi immenfk duxque comejque njidi .
Ah,(ju<e mente gerit ,Jic promit gaudia lingua j
Dum Jpes mfelix irrita nuota fouet •
0 Jeptem montes , ataue alt<& moenia "B^mA ,
Tuque 0 laurigera Thyhrt Jltperhe coma .
Quando erit illa dies , qua ^os ego Uta tuehor ,
Fos defìderij numina poene mei ^
Qredidt adbuc Fam<& , ^ohis msa lumina credam ,
CunRaque pr^fentt (tnt mihi nota fide :
^U£ loca , qu£ celchres , monumenta <eferna , ruin^.
Ad quas Fama fua perfonat ^fàue tuba .
Quanta nou<£ fpectes Vrhis , qu<e proxima cdo
Stent Faticams Dedala tempia tum .
Deuocet Liberia quantum fihi lumen ab arce
Afaieslas Latij deueneranda Patris .
lam pater Euphrates , tuque o mea flumina Tigri »
Et 'uos AjJyṛ lam ^aleatis aqu<z .
lìia mihi "Patria efi , tUa (^ grattjjima tellus ,
Petrvs ^bi excepit Jydera prima meus .
Quando erit tUa dies , qua Comugis alta Penates
Ingredtar , Latias adfhiciamque nurus f
Tum iuuet Oceani meminijjè pericula ^afìi,
Tum iuuet tmmenfas (^ meminijjè ^ias ,
O iucunda quies , ò ^er^e gaudia ^itas »
Gaudia ruix animo conctpienda meo !
Ueu dolor heu ! recenti cum "Zferbis 'vota tulerunt :
Gaudia funt animo non capienda tuo .
Sol
Sol te Palmifera morientem cernei in ora ,
^*à Aim<e arx 2(t^brum profpicit Oceanum ^
Hìc decet hìc animam '•viElricem reddere Calo f
Tarn cito cognatts reddere fyieribus f
Qy^*h nimis Vrhe procul , meta procul occidis dui
2(apta intra qutntam Qomugi Olymfiada .
^lutd locjttimur ^ meta e fi dm quam fata dederunt,
Expleta ejì numens fplendtda ^z^tta fuis .
Affyria in media cui tam mirabile fatum f
'Barbara 7{omano nupta pueìla 'uiro •
Si tibi fatidica a-f / Anus , ''vel l/arujpicis ora
Ifta forent magno ^-vaticinata fono :
2^mulus Ajjyrio Tigri mifcebitur amnisy
Captiuafque feret lUe Juperhus aquas j
T^nne furor njdcors , tumiddque injània mentis
Vi fa foret nullo pondere ijerba loqui f
£uenere : Juas Tigri commijcuit --undas
Tybris: in AJJyrid limite 2(omafletit .
j^omd infiar meruit Ciuis tam clarus haberi^
Et Patria ^ultus attuiti lìlefua .
0 'zjos d terno gaudentia jfydera motu ,
^udfola terrarum qudcjue fouetis aquas,
Adjpicttis f Jlaiadhuc animii j^omana propago $
Antiquum retinet qua polio ^fque decus .
^uàm f-viEliinon eli peragrati parcior Orhis
Gloria i mi quamuis ifta cruoris amet ,
Hac antmum miiis Prudenti a laude coronai'^
bellica Jed itngii Gloria cade manM ,
F Sjdera
Si
Sydera lam ^efìra h£C puro dignijfma Qdlo \
Vbs iuuat innocua T^oluere lucis tter ,
Magnanimum fimjìe njirum ''vos luce benigna
lume , ^ extremas ducere ad '•vj^ue plagas ;
Calla maritales o^j carpunt peBora flammee •
6t fidali ar del f Gemina Uca rogo ,
Talia commiferans oculis mirantthm haujtc
Sp Eiacla , humanis ingemuitque malti .
'Dlgnior AJJyrio flagrantem cernere nido
Phoenicem , Soli dum (uà bufìafacrat .
Phosnicis tamen inHar erit uhi Petre Maanis*
Infìar Thoenicis emorientis ent .
O Charitum fides l O miri (cttna decorisi
Uirtutis magnA J^egia l lucis amor l
O dolor Aurora , cui fyluis aJ^jrrha Sahdis ,
Cui lacrimata nouo 'Balfama rare fiuant l
Ha4 merito lacrimas fiht po/iulat "znrna Maanis ;
Plurimus ad cineres mox Amaranthns erte •
Eluxijjè hreui flett* decee Heroinam ;
Clara Jid ^eerna nomina laude fitpti .
En eotum exanimis tihi circumlaea per Orhem
Tandem 7{omana condita m Arce iacee .
^uod Cltopaerte dim njiuenti 7{oma neg^uit^
Antoni armatd nec trihuere minx .
Jam fiuet exceptam Tarpeio (gloria nido ,
^uem femper 'viridi Lattea Jronde tegie .
Prdpetis hic haheat magna tncunahula Famét
Tot l/atum do£its inclyt^ carminthus .
Eìi
En tua Petre fides 9 qua Sole refulget Eois
QUriofy HefperU ijuam ftupuere plagd •
Hìc, Jliars innumeros qui njtElo ex Orbe triumfhos
Egerat , ecce taut iure triumphai amor .
J^os Cafitolina Laurus hanc ferie Cuprejìum $
^t*am facili injèruit (jlorta Uta manu :
Gloria fviue : tuis h^c emmet alta quadrigis
e^eta : triumphalis m/ira Cuprejjus erit »
Fraa«
84
Francifci Rogerij
E PI G R A M M A T A.
M aanis Gioerida cunélis Aflyriae iux miraculis
mirabilior .
PEnJìlthus *Bahylon ne fé leuii ejferat l/ortii ,
'Necfua mirandum mxnia iaEiet opm ;
*]S^ue (jiganted. celehret fafiigia turrù,
Et ''vanas cdlo proxima cafira , minas ,
AjJyrU teìlurls honos , (^ njera, Ma ANI s
Gloria fu noHris ijnica temporibus .
Inftgnis njirtute animm miracula njincit
Omnia : fiat V^irtm ardua j at lìla ruunt .
Maanis Caucafomcum Coniuge afcendic.
Promecheus inducicur.
ALta Promethdù rejonant qua faxa cathenù y
Et fuhit esterna Caucafm aflra niue \
tìuc etiam greffum cum Coniuge ferr e Maanis
Te iuuat, anteuolans inuia pandtt Amor .
Tandem f^mma tenes : It bratti coiìftitit alti
Hmc K^mor , hmc AijmU fùbfìitit atrafames^
'Utque intermtffk fptrare Promethea poen<t ,
lamoue fruì e do Uheriore Jinunt ;
AttoUens
«5
AttoUens oculos , ò noBr^t gaudia rupù !
Dtxit i (^ 0 facies dtgna forare louii „
ohm ego te noram j ^olat huc , cfuò 2{omt4la nunquam
Giona confcendit , nominU aura tui .
Siccine difficili te Virtas tramite ducit ,
Suhltmemtjue animumjemper ad alta rapii i*
Totum Caucafeo de vertice prò fhicis Orhem t
*Trofpicis en Fam<£ magna theatra tud .
Huc age ijerte oculos nofir^e fòlatia p<jen£ »
Dum licet j huc ^vultus fydera 'i/erte tui .
Hió ego fuhduxijjem ignem feltcms afiris ;
Clarior ò quanto hmc didita fiamma foret l
In te oculos njtfdua louis defixerit Ales
Adjpice ; te Solem credit (^ tìlajuum .
Idem Argumencum.
OVà premit aternis louis ira n?romethea njinclis $
Caucajeo lieterat pulchra Maana iugo,
Obstupuit primo adJpeBu tranquiUior Heros j
IS^mfèra de mi fero corde recejjtt Auis ,
Cimmerioó ò forma potens hilarare tenebras ,
TDixity (^ irati f-angere tela louis \
Troh quantum ttbi lucts mefl l tampura negarim
^utdquam de noflropeEiora hahere luto .
tì te fi per mane 04 i quid '^incula jdua coercent^
Tufiitis escordi blanda cathena meo •
F s Maanis
8^
Maanis forma excellens Perfas adic ore velato,
^ene , celato quòd ,formoJtJJtma , ^ultH
Perjtda te ritu gentts adire luuat i
Sit ^ GiOER I DA , tm clementia cjuanta pudorls »
Si paullum retegoó ora , dacehit Amor ;
Arjìt Alexandri qua dextra 2(egia Cyri ,
Acrms ex ocults ardeat tifa tuis •
Idem Argumentum .
QVtenam <-uela tm Virtm obduxerit ori
^ Perfdis in regno f num , G i o E R i D A » VuddY t
Qafta ftigit cupido fp e Start forma theatro •
Sed tihi 7(e!Itgio non minor author ade fi .
Scilicet hi norunt , cfui te fine nube tuentur ,
Prijca c^uthns genti s nota fuper slitto *
Si retegas oculos , hac T^iua m imagine Tèrjts
!^urfus adorati tam> rea Solis ertt .
Maanis
8/
Maanìs Coma vt flaua , & aurea a nonnullis Poeta-
rum celebrata i Re vera colore nigricans .
QVod crines , Gio E R IDA 3 tuos iìluminat aurum ,
JP{Xrnaj]ì è ijems prodiga JHuft dedtl»
Candida f uh nigris ^ernarunt oracaptUis ,
Ora, ^erecunddc regna fuperha 'Rof^ .
rPulchrior è fufca Jìc froda Cinthia nube ,
Clarior ex atro puluere gemma nitet .
lìlmat ipfà fuis dternum crtmhm aurum
ararne j proprium tu decm ^^Jque tene ,
Acmula jyderihm tua T^ult Qomafulgeref evultpts
Syderihm Jimtlis ft^GloERi DA ^ tui .
Idem Argumentum.
CTiines ecce tuos, Gioerida , Toe/ts imumt;
At Coma non "-veras ntgra repellitopes .
iJas ne tuiCapitis datura admittat in arcem ,
Sub pedthm Vtrtui e^uas tua femfer habetf
F 4 Maanis
ss
Maanis Com^ ab Aura celebrata.
V^nti GiOERiDA. tuos agttatrix blanda e apillo s
IJentilat , hos quondam protulit ^urafonos .
Oplumis AqmUfimiles j '•vernantis honores
Z/erticts j amhroft£ » purptira nigra , Com<i %
Sic imi tari animi [uhlimia fenfà ijolucris »
Sic bene njos etiam peruolitare iuuat !*
Altera ^z^os Qapitis , fr^os extera gloria Qrines \
Intima Z^irtutes gloria » primm honos .
l/as pojl fata Jequi cAumaffeBante njolattt
Fos iuuet y (^ Mundi condecorare Caput .
In ^os mi ha beat Proprpina iuris ; ab arte
^(C male flauejcunt , demetit tìla Comas .
Maanis in Bello Perfàrum aduerfus Turcas Virum
fortiflimè comitantis Equus nobilis
celebratur .
QValis erat y fùblimis equo dum Cloelia Tybrim
JTranat , magnanima ''virgo fuperba fuga •
^ualts y 7(omuleas Aquila^ Zenobia contra
Dum T^olat^ Ajjyrij fcemina ^^artts honos ;
Talis ecjuum pulchris GiOEKiDAfàtigatinarmis ;
lìleferox dominam nobile pondm amat :
Aurea de Thracum Jfolijs dumjr^na remordet^
Sub pedis infaltu ferrea Luna gemiti
89
^tuflacarat equo radijs Nyperiona clnElum
Pèrfis , adhuc moremft retmere ^elit ;
^uàm fonipes , G i o E R i D A , tuui , non clarior n;U(i
VtElima, , nec Soli grattar ^Ua cadat .
Sed cadat immerito ; cur non decejjerit ^ethon f
£}hì prò Perfarum Sole cruentm ouat .
(ui trux Odryjii calcatur Luna Tyranni ,
TDigniot is currum ducere Solis Ecjuus ,
Antiqui Ampullas lacry marum plenas cum Mortuis
condidere . Maanis foeminarum in Oriente 6c
forma , & virtute clarifTima iam extinóla , & Ci-
ncri & Anima? decora lucis efflagitat .
VLtima ft tecum lacrymarum dona M a AN i
Vir tuta antiquo condere more ijeUt *
Fulchrior Aurora cum filia nuUaJepulchro
Condita ftt j lacrjmas tnferat tUaJuas :
^empe tuamgemmis lacrjmans impleuerit ijrnaYìi^
Et liquet hxc trifli dulcia '-verha fino .
Iure tuosinter cinereshd , ^I\[ata ,fauHloe
Iure micent ; ^iuens gemmea femper eros \
Gemmea 'virtutum diurna luce niteha^ :
Omnia qui cernii Sol mihi teQis ade fé ,
Lumina , qu^e pojìum , cineri do ; fi '•velie dqua
Sol dare, Solanimam ^efliat ipje tuam.
Maanis
90
Maanis Virtus clarifsima Solis teftimonio lasdata-j .
''^y^ Hreiciam centra Lunam , genero/a Màani >
J^ Dum prò '\PerJaru m prAta Sole cies ,*
Armattim minute ammum miratas ah alto
Aeihere Sol 3 <JMea tu dignior efe firor ,
IDixit , non tantum njulcu >fèd mente refulges ;
Crimina nec lucis deficientis hahes .
^uin adOccafùm mihi par atque (emula ab Ortt4>
ibis fquid cceptu m mors fera rumpit iter f )
oSMe ^Tjeluti J^ens alta rotat , iJMens extera ,fèd qucc
eSyotihmadJfflit regia '•vita meis ;
Sic tibi prò f-vita mirabitur Orhis amorem ,
Troque anima tanti Qoniugis èffe Jìdem ,
Maanis in Mefbpotamia nata,vbi , vt nonnuilorum
efi: opinio , terreftris fuerat Paradifiis , non mul-
to poft inchoatam longiffimam peregrinacio-
nem extinguitur.
HVmam generis natalis eredita tellus ,
Tigris (^ Euphratis qu£ n^iret in ter aquoó ,
Frotulerit cum te njiu , Gì o e R ID A * fib auras ;
Quid procul ah pojìtivs quetris anhela plaga^s ^
DigniGY excipiat quis te locm alter in Orbe f
Ijliima tam terris pr^ripit ecce dtes .
TS^mpe tZ^oluptatis qui deltbatm ab Horto-s
Syderaflos in ter iure locandm erai .
Syri
9\
Syri Regìnam Semiramin in Columbam diuinitus
effe conuerfam tabulati (une . Id verifimilius de
AfTyria Maani credatur ob fìudium Romana:
Religionis inter Barbaros propagandai .
MEntitas impura Semiramis exuat alas
Qr edita pò fi ohitum dia Columha Syris ,
Id pudor Afyri^ meruit ypieca/que Maani s »
Cordts (^ in medtos l^ma recepta finus .
(jcfiijt Aurora populos hanc ferre per omnes %
Dtuinumme animis tnfinuare iubar i
ìmpia TS^ox late quac c£co Oriente triumphat ,
ZJtfua iam linquat libera iura Deo ;
Protultt (£ternd qua candida 7{egna Columb(£ »
Verius dtheriapde Columba njolet .
Maanis Chriftiana in Pauperes Liberalitas .
TB ntgris oculis, nigro te crine decoram
Eoo teìlm inclyta Sole tulit .
Ilsiil de Sole rejers f aurum quod fronte , comaque
Prdfert ille , premts tu> Gì o E R IDA pede .
lUufirat contemptus opes , radiantius aurum
Pauperis acceptum Jordida dextra facit ,
Diuittas i perge inopum difpergere turba i
^uid te oculis > aureo (^ fulgere crine iuuet i
Auri contemptricem animam cdeflis inauret
Gloria ; Omini jilia Solts eris ,
Maanis
9^
Maanis perpetuo fui vi^lrix in Prouincia Mogho-
ftan c[ux vox Perficè Pdmemm figaificac ,
mortua , in Capicollo (èpulta.» .
TArpeìo (fU(£ monte iaces Moghoffanisora
Te rapii , d Palmts qtid Jibi nomen amat ,
Palmas in ter obts , ^ Lauros in ter humaris /*
Quantum hahet mgenij fors ,GlOER.lDA, tua l
Dehueras , cui ^vitafutt njiEloria tota ,
!ZVo« ohijjje alio non iacutjje loco ,
Maanis oriente Sole occidit .
REm te cAefiem iam fecerat inclita XJirtHS
2(em magnam ; poterai addere '^iia nihil .
SoUs in cxoriu occumhis ; noua Stella M AAN i es'^
Parte etiam Eoa ; Lucifer ergo nouus .
Maanis Corpus exanimum Petri a Valle Patritij Ro-
mani adfidua cuftodia vfque ab India per
Occanum Romam vchitur, vcin
Capitolio fepeliatur,
QVi p multiplict teftatur <Zfiuere mom
, Exanima Oceanus corpora ferre negai .
At, GioEKiDA^ttium extremis cttr^extt ah Indis ,
Citrea odorato qaod tegit arcajinu f
Gemmi"
93
Gemmìfera quod tantum amor cu^od'n ah ora,
Angemmam ingentem credidtt ejje pater f
Oceani Prete mhaudquaquam numina falli
Permittat rerum prdjcius ; Ergo ^md e§it
n^ro Por tu cui celjafeti Capitolia cernii $
Gloria inoccidua i/iuere luceputat.
Idem Argumentum,
CVm renuat (fama eli ) defrre cadauera pontm ;
Cur tultrit , mirer , darà Maana tuum f
Qoniugi^ immortali^ amor cut Jemper adhdftti
Hoc merito *^iuum credidit efe Thetis .
Maanis Exequia? in Capito! io decenter immo
neceflàriò celebrata.
N0hdi4 (L^fyrijs (^ Perfts ^iua fuifii ;
Funere nohtlior faEla Maana tuo es .
Elatam njerèpopulis te Gloria narret j
^onpyra Cdfarihm alttor TUafuit,
Cur fuhteEiaocults narret f prafèntia reddit
Tanti mate fi 04 concelebrata loci .
^H<e JpeBanda proculfùnt njndique ah Orhe , nece^ elf
Tarpeij extoUat funera montù apex .
Maanis
9^'
Maanis Epitaphium .
PHofffiìx AJÌyrUgentu formofa Maane
Qomugts hic Pe tr I munere ht^mata iacet ,
T\[on potuti patrios 7(omanain Valle penaies;
Tatria Tarpeio m monte fepulchra dedit •
Regali placca t Jthi ijiua Semiramis Arce ,
ty^ortua tam darò non iacet illa loco •
Aliud.
OV^dpeElus Fidei »fomiam Jacrata Pudori ,
Augufium fummo cor penetrale Deo,
Ts^ata apud Ajjyrios , in nperjìde '"Vtxit s ad Indos
Adortua, Tarpeio in monte Maana iacet .
Impleat innumeris t/^ totum laudtbtis Orhem ,
Tot loca tam Unge dij/tta Jors trihuit .
Aliud •
MEns iacet hic Lfojpes.^tiidjtt cu Mente fepulchro»
Dixeris ; hanc Arahum "i/oce M A ANA rejirt .
^te meritis tanti menfuram nominis implet
Matrona y hocclaujum marmore corpuó hahet .
eyì^ens hahet immenfa Tfiuax in luce fepulchrum ,
^ehm '^t humanis mortua , 'Tjiua Dea .
Charitum
Charitum Officia , Oc Mufarum Praeconia ad
Maanis tumulutn inuicancur .
FZJndite gemmaùs opohalfama fundlte conchis
O Qharites ^plena cinnamaferte manu j
^^oUiter AJiyrios qud creuerat inter odores ,
Inclytm hic Aftaflos Gì O E R i D A iacet.
Addite Pierides njeììra de poìide Coronam ;
Sunuiùs ingenijs hdc redolere fclet •
Fortibus hdc dm Gì o E R l D A E debita faBis ,
T^nc animile (^ cinert fpiretamatm hmos .
T^minis eterni cupid^e , quàm Laurea , nuUus
Ex Arahumfyluis gratior afflet odor .
Libri de Laudibus Maanis a Viro in Capitolino
funere Populo diftributi .
Rite faces alij ,* m P e T R E a^ltd^mina fpargis
In PoptiUtm , Maani s frnera dum celebrai .
l/iis (ibi quifpie faces oeuUs accendere gè lite
Inde animis gemim luminis igne mtcant .
Ingens prò meritis Gioeridae Gloria fu Iget ;
Atpopulum Exemplt f^iutda fiamma iuuat j
Coningij {juàm celfa Fides de Morte trtumphet
In cdlum 3 *vt y^trtm ardua pandat iter .
Luce e^uid "vttltus tanta , qmd pulchrius / tppt
Te dare projactbusjj^dera ,PETKEpputa,
Gafparis
^6
Gafparis de Si meonibus •
In funere Maanis Gioerida:
GEMMA OCEANITIS.
Idyllion .
TEthyos Eo<& foholes , ^ud aerula curju
Z^erritis , (^ patrio legitìs juh gurgite gemmds ]
Seu Phcebo dites najcenti inliernere cunas ,
Seu de CHS Aurora capiti iuuat addere j formam
Dum repetit , 'T^eiìitaue genas , crinemaue repeElit j
Dictte ifelices dudum qute ^nja per ^ndas
Adunerà , cpnas late pelago diffondere flammas ,
Aequoreis data lux opihus , pnmàm addita zefiro
(^emma ftnu (j i oerida, nouumpofl^dus Olympo,
Fasta dm ardentes ad littora nota lapiUos ,
lìlecehraó animi , dir^que cupidinisignes ,
Fuderat j arcano Doris dum concipit afiro :
lamque humiles par tu s , ''vjuque ignobile '-uulgus
Gemmarum^ ^ulgique rudts filatia cernita
hfaud regnanti^ opes j languent defbeEla Pyropi
Fulgura , Sardonico laus nulla , inui/us Achates %
Uiluit articulis Adamo/S , calcatur lafpis «
l^ulfùs Onyx 3 fua Chrifolitos , <Tnridefque Smaragdos
Fama fugit ^ latèque Orbi iamfordet Erythre .
Tarn Dea,qu(indoquidem fiimulis ea cura remordet >
Inftigatque ammum , fpreto quo gloria Jurgat
Oceano,
97
Oceano , (^ ìafft gemmls referantur honores ,
Emìnus accitum ijotis , (^ numine dextro ,
^iià 3 caput inuifufn , Ttgris tuga ed fa 'Ntphatis
Linquit, (^ AJJyrtoó rapido fecat agminenpas.
In fu cium tubar » (^ form£ decus exctpit ^ndts ;
Addtt (^ exoriensftquos a^ aiuta ruhores
CoUtgity aut nouit meliori ^erea fundo
^rtmitias radiar um , (^pur^ /emina lucts
Cofjdent€m , dum Solem animai , dum parturit afìra :
FluEitht4S hoecmifcet ^uitreis , (^ e dite fiamma
In fiaurac fgemmamaue parit Jcecunda Ma Aìim .
Integrai iUa de eia pelago y '\Phcehu mque lacejjìt ,
Oehaltivs mentila faces y/idufjue hinomen
Luciferum ; iacet tra ^oti , Caurique fureniis
Sedino ; naiiua Pharon luxjìgnat in ^ndts .
^ohiliore diem concha fuper ^quora Triton
Perfònuit , lupre f-uagA "Neretdes allo ,
Et trtRi Inot^ rifit cum ^^Maire IPaUmon ,
Illam Cymothoe , "Rhodieque , (^ fèdula Drymo
'ZJenantur , refugttque alto fé prodere cultu
Vda cohors j ^SM atrio , textu fiammante , fupeUex
Defpicitur , quamquam Attalico per tegmina nexu
Fuluum tempeft 04 gemmar um lyìterfimt aurum >
Et niueit oHrum haccis tegit ajpera g^ando :
Damnant , quodprecto clarum , quod munere dignum
Tronti cenfìis hahel , gaza quas dtuite Glaucus
Condii opes , cu fio s qmhuó incubai Amphi trite :
Vna irahti Maani s , 2{egum decor tUa , Deàmque ;
q 1\£quic-
98
^equicquam (^patria raJians plehs cequorts aula
Ailiciat ijruftrà regnantum injignia Aiurex
Olientet 3 quem e atea olim rimata prò fundo
Amlitio i gemino per fudit regna njeneno .
!?N^w ftc gemmi feri s telltis radiamr arenis
Diues Hydajpdts , aut campos lympha feraces
£luà Gangetts arae, fieUantia femina cAo
Dum trahit , (^ riguo profcindtt vomere gleba^ ,
^emmarumcfue parat fegetes , (^ germinai aurum .
Hanc »luEÌata Enris » qudptum puppts ah oris
Occiduis non Tfna m/enit , quam decolor Indm ,
^am profior ^(Jìigat Arahs ; Jpejque irrita -votum
JLudit i (^ optata moerentfe merce repelli,
Sctltcet td Latto munu4 ^ generique paratur
2(omuleo , iurata olimfic fata potentem
Dignantur Tyhertm , (^ late fors pandtt Eoum :
Jzfmc magnis Heroem animis, aujuque decoro
TrA^antem , quem clarafagis , traheijque propaga
IDemeruit yfaflijque ^igornon impar auitis ^
Euocat , (^ tanto fpondet Je toUere qua fi u .
Fklix , quem longa (crutantem indagine terras
FertlapiS, i^ pulchr<£ ^irtt4S contermina laudi *
Seu gelida^ lujirare plagas ,/èuferuida regna
Z/iJere ,Jtue iuuet Solis fbeEiare propinquos
Eoo currus ajjltrgere , pue cadentes
Oceano irruere^ (^ [ònitui audtre rotarum :
Tentat iter, qua fé rediuiuis Orhthus Orhis
Induiti ignotoquearmatur Jtdere telici ;
99
Damna n;U ypontique minas i cdlique furorem
Defpicitaduerfis mens imperterrita fatts .
At tibi non Garamas , Ophyreque j au>t Sinica regna
*Diuttias , Pe TR E , extttderint , nec meta laboris ;
Verte ratem , pelago quo te fortuna remenfò
Compellat }gre£Ì4mque refer , qua moUibus halat
Frugthus Ajfyria , (g^ patrio Tithanius Ales
Jt cAo tgemindque redux cadit hofìia luci :
Hìc dejponja tthi Jedes dementa tuarum
Fundat opum »fluEiu jìrmat quas càtrula Perjis»
Vndantique ahditgremio ?\^ptunus j at ipfe
Aude njolens\ njiden itquoreis Tft Dorides antris
Inuitent f ^t (jemma tuo Jèprodat amori f'
Imple animis fortem , (^ munusiam corripe fviElor »
^uoDiuùm te cura probat ; fit curjùs iniquis
Exa Busjpatijs ; redimii f uà premia ^rtus,
cS^aior ^ ÈUis ajfurgtt gloria metis ,
Haud alio bene nupta auro , dumpeElore neElat
Gemmam diafides , animoque njxorius addoó :
Olii certa falus , cafis tecum addita in omnes
^cdeerit , digna/que noua tuuet dgide ^ires :
^u£ cupidas fpeSiantum acies , iaculatafauiUas »
Vicerat, dque acies pugnantum auertere ^iBas
Vna polis , medijs decus , ^ tutamen in armis ,
^uis 'Zfetetyhac fultt^Scythicoi teirrumpere tur mas,
2(egefub Arfacio , ^ robur geminare per hoftes ,
^omen *-obi Aufinium, ^ l(omanam horrentia dextra
Agmina fulmineo palantia demetis enjef
G 2 Cdde
100
£dde calet) quacumque ta^efert impetus ira
Perque Getoó , Lelegajque ', fuus cruor ora Gelonmn
^mgit ; (^ in njeram , njtrfis it Parthta [tgnis ,
AEla fugam ; lunau arcu ,galejjàue phalanges
ThreijciàS ^patrium nequicquam tn pretta Adartem
Implorare , gens tlla futs me tuta pharetris ,
Cceca licetgeminam referant ver ^vulnera mortem ,
Et medicata hihaut tela immedicabile njirus .
Ah" te ne longtim hojpitio domus alta retentet
Perfidi Si aut Lotos » patridque ohliuia pafcant i
lam facris reddenda tholts fpolia ampia Quirinus
ExpeEiat jpofcuntque mtens £apitolia donum :
Tende iter mHruBum ^elis , ijocatanr^ mirantem ,
Ajpiratque rati ,jluElufque , tr^eque rejtdunt .
Hetit ijentis fpes fida minus ! proh ijota ,precejque
Inuife Superis , tgnaraque peBora fati i
lamprtdem nohis Cdli te regia gemmam
Inuidet , (g^ terras queritur curare , Ma ANI *
Ilicet inde nouum qu<.i te fihi iungere Sidus
Soìitcttet ,flammafiqu8 tucvs emat omnibus aftris :
Protinus , aurato qudt fafciat aera limbo ,
t!Mittttur dihtreo Uirgo Thaumanttas axe ,
^u£.^tum latura iubar , 'Tfolat lìla per auras
1)ifiolor , (g^ rapta , rediens » fé luce coronai .
^uis libi tunc y Heros , cernenti talta finfus »
^uo gemnu fiopulos , quafluElus -voce moueres i
Hic te deferto mosremem tn littore naut£ ,
CMijcentemcpM ^jnà\s lacrimai » delinque fonanti
Alter^
lOl
Alternantem afìus,crudeUaque ajìra ejuerentem
"Videre , ^ trifìes curfum tenuere carina .
Sicgemit i aggeftte pinu quem diuite ^veElos
Extulerant merces» medtcu at peua per njndas
PanpeneSy nimhis » tempefiatumcjta flageìlo
Inpquitur fagtentem , (^ turhims ocyor alis
Spemcjue ^ratemaue dedit Jcopulo j ditantur auari
FluElus y '-uixque fìtas ocultf legit ille ruinas .
^ec minus (^ fcijjospuhes TS^na crmes
t^cefìa trahity lufujquejui iam nefcia y luEftt
Adergi tur; informi fquaUet fuh imagine Doris 3
Largior (^ mueos lacrymarumfundtt eltmhos ,
Flerunt qua Tauri cautes , qua culmina cdla
Qaj^ia , Caucafètequearces , tìyrcanaque ruptis
Surgunt lufira iugis , gemicu pulfata jrementis
Tigridis y aueBos dum qu^ritadnjhera natos y
Faìientique haujlt necdum fòlatia ijitro .
Ingemit Euphrates ,Jòmtuque per auia rauco
Tigris , (g^ admiRum Tigrim qudt pcUit , amori
Heufemper nomen fatale , Arethufà ; fuperhos
^iqueparat latices , regalis lympha , C hoajpis;
ey\doeret (^ arenti , quanquam ftbiflehdis , alueo
Ltjjus y Achamenio 2{egi male prodigus t-undiC .
Ipp auro pater inJìgnisTthermus y i^ofiroy
§uem prtcrepta fogit Jurgentis adorea laudis ,
Ohfìtus horrenti njitreas ^uligine fedes ,
Etjeptemgeminos quatiens ad murmura collesy
Adulta gemit y triftefque imodatpeEiore quejìus ,
G 3 Eridano
101
Endano iam forte minor , cui celfa corujcus
Aflra fìihu » cAoque pedem gratipmus tnfert ,
Et potÌ6 optau propior juccedere luci .
Ixntereà refom plaadis concentihm Orhes
Laxantur , [ovtamque facem prd^currere gaudem
Plaufihus , (§^ tremulo conniuent fiderà ijultu .
Illa polo auanauam radios audjitaper omnes ,
Casftopen , Phartafque comari ^ Gnojftdu aurum
^efputt , aique aftru meli ori in fede remdet ;
^d, "Tjerteme Auftro yflammamem interque Coronami
Semiferumque Senem , feptenif fulgida tddis
Ara mtcat Cae li , Dtuofjue ad <7Jota repofiit .
V^os , qmhm exortens primos iubar exerit ortus ,
IShreides , mifirum luElu genus ; ite fùpremis
Lthatum donis » fiammamaue agnofctte ijeftram »
Seuftdtu y feu gemma nitet ; date frta per ^quor
Tanclua > (^ patrijs adolefcant halfamaficcii ,
Thuraque plantarum lacryma , (^fijpiria fiamma,
tAt quid iners animum dolor , ^) nafentia tardai
Gaudtaf iam fati s ibunt maiorihui ^ndd j
Stat cdli mutaffè ruices ; Lced^a recedunt
lumina 3 cognato fuhfid^nt lumine fuEluSy
Et regit i aduerfos fpeEians G i o E R 1 D A Triones 3
Excujfo > melior , T^hiphdofdere , nautas .
Glie-
103
Gherardi Saraceni .
Ad Petrum Vallium .
Orna magnammo nocuas m/orai ore fauilla^ ,
Ardet ^ ante Viri , iam rogm ip/a , rogum ,
Scdicet extinBo fopulamr pepiera 'Bruto
Vulcanus ìIjìuo qu<eprim T/J/tt Amor ,
At ttbi degeneri nunquamjìnus afiuat igne ;
Semper amas yfuperet » i^el GioERiDA cadat •
Semper ama , necpojcemori : teflatur amorU
Ai or lem , pace tua Portia j morti^ amor .
G 4 Gre-
104
Gregorij Porti] .
^^
OV<e fuper impoftto componi tur '^mhra Sepulcro
Extttit Ajjyrto nata Maana foto .
Sanguine darà , ^viyo , nulli minute fecunda ,
Seu at4<e funt pació , feu fera beila gerat .
Qy^gmina lunatió norunt tnfìgnia peltis >
^defuertntfortis martia foclamanm .
Si dtgne tumulanda fores , uhi patria MemphU
Marmora, deberet, Pyramidumque iuga •
Eiuf.
IO)
Eiufclem .
InMaana? foemincX forciffimaj
Cenotaphium.
ODryftas acies , confertaque milite Qafira
^ualis Amazgnidum dux gemroja petls .
Enjè mie OS , clypeo jgaleaqiie infìgni^ , (^ armis
Per medio s ho fi e s , agmina perqtte ruii .
Wf f iSHauorte cadis . Luana Jèd improba parttt
Tignorecumdulci mn mijèrata necat .
Impar nunc meritù funus , tumulumque paramus^
2\4armora fed Memphis funere dignaferet .
C
T
In eandem.
Lara Semiramidos miratur faEla Campus
At tua 9^xonidum doEla caterua colit .
E tulit Ajfyrix tellus >fert hojpita 2(oma
£xtm£lam » Vates nomen ad afìrafirunt .
Hiero-
Hieronvmi Bartholomaei .
ELEGIA.
^""W^ i\ìs{ia rugofàm qu£ turbani nuhila jrontem f
_|^ Cur ttta pall-ata ccrpora ^uefle tegió f
Siccine z!MemuomjSYemecvs iucundus ah oris,
Perfide (te pompa conjpiciendus ades ?
£luid facies hahitujque mtat , qui funeri^ index
Inde re feri noElem prcuenit 'unde dies f
Ah merito wcedù noElurno teEius amiciu,
7\(am jolcm ex oculù inuida mors rapuit :
Fax Orientii honos ,fax cecidi e , aurea Amorii >
Dum matutinum riftt in ore iuhar .
Jjjyride l^hce^iix defeeit gloria genw ,
Perque jìtos tettgitjydera Jìtmma rogos \
Pulchra Maani okjt quondam dulctfjìma eoniuxy
VnanimemJanElHs quam tthi lunxit amor ;
Crudele^ Parere totumfol perfeit orhem ,
Snrgìt ah Eoli , conditur Hefptrijs .
JH^c noua lux ^ix orta fuo noEiefcit in o^tu ,
ZJifa tamen Ph^ho pulchrior illafuit .
En'ttiit eandor qualem Latonia pandit
Cinthia , dum <£quorcis Iota rejurgit aqttii ,
Sffuditque comas niuea ceruice nigrantes ,
'Ishìtiuo tener a.i murice ttnEia genas ,
Sydtra eoncrjjlre oeulis , ^unde aurea ^ammA
Semina lega Amor , meììa njt apio '^ioIpì ;
Sic
i^7
Sic Lyda injtgms facie regina rejliljit >
Traxere Hercules cut data penja manus \
Z/tque adamas fuluo rutdans coUucet m auro
formafuit mtid^ iunEia pudtciti^ ;
^uà tultt tUa pedem iprohitas comes alma Jecuta »
Intemerata jides , purpureujque pudor ,
Soler s tngemum , (^ can£ prudentta mentis ■
Sydtredi fron ùs fulferat e fpec ulo ^
Tres m ea Dtuaspotuit cjuts cernere , pafior
^uas certare iugis 'utdit in Idalijs .
Sed ncque forma njalet , ijirtus > ijiridijque iuucnta
T^arcarum rtgidas àetmuìjse colos »
Immo "vbt qmd micat eximium, tunc mors cita fcr tur y
Atque idtahtfca falce cruenta mctit :
'Nohtlts urenti fic flos languejctt in aruo >
Degenir herbojts luxuriatur agris .
^unc mihi Pierides caufis referate latente s
^udfueritfuhitte trtlìis origo necis.
Tempus erat tandem adpatrios remeare ^uirites ,
Solts (^ Eoi deferurfe pia gas :
"JS^am te tam multos reducem expeEiauerat annos
l^rhs tua , qud totoregnat in orbe potens .
lamquemoues » qmdnam [ùperefl/editumque moratur,
Sorttri fine s Ji tua ''vota <uid€S f
Lufìraras Perfas , Arabas , gente fcjue remotas y
Di [color Hyrcafìi mas lauac njiida maris,
Jamque tuum rejònat nomcn ; qu^ difsita terra
^ua non dar a ijolet gloria 2{^?nuliduf?t f
^£odque
io8
^uodcjue magli cordi pdit} uhi contìgit ruxor »
^dò juerat mulns fepe petita f vocis ;
Tancitiiiyn -vi&or ouans , referenfque Oriente trophxa
Hanc comitem àucens ama Latina petts »
^ecminus lìla alacri s cariimftB;atnr amantem »
At(jue Jua in tacita gaudio, mente fot4>et :
Stant lUi ante oculos celebrata m<enia 'Jipm£ ,
lam promtjja fthi pignora honoris habet :
lam tcnet auratas T^efies ,gemmijque corufcat
Aujònio fufcas more Itgata comas :
lam fufpenfam humens clamydem dijfi^ndit honefiam,
Inter T^omanas itque Juperba nurm :
FiBa ammo portat domina miracula ^Romni
Sdpius a caro commemorata ''viro :
Arcus miratur , circojcjue , theatra , trophuca ,
Atirea tempia Deàm , teBa ftiperhapatrum :
Tarpeio fiupet in faxo , Capitolia cernit
Heu, qua confurgent funera tgaudet , ouat .
Kerum mefia '■vites » jì'a^ili(jue fimiìltma ^uitro
Heu fbes augurio ludijìcatafuo .
Adrafi^a frox mmijs contraria T^otìs
Hanc Utam afpiciens fìc tonat ore minax ,
^^nam fal/a tihi fahricans gaudia f rijus
Occupai extremos , fuhfequtturque dolor ,'
^uà tihi iucundosformas male fan a triumphos ,
Forte ibi mors pompas eriget atra Juas .
^o5le fatam his diElis prolem qu<tfita remjit ,
yhdiqi4e nam ctecis illa triumphat equis ;
ExtinEii
ExtinEii nuper tuùenh fpolia ampia ferentem
Dum iJidet » horreritt talicer orfa De£ ,
Pone has exuuias yprddafme accurre ad opimas y
Pingue tut fpoltum pulchra Ma ANI cadac •
£yj modo qute totum forma turhauerat Ortum »
Tendit in Occiduas impenoja plagas ,
Exundansfafiu '/(omanas pergtc ad arces
Libera pene n.'eltt Juhdere colla lugo »
Ojja ctnifcjue cubet , qua fìngit mente tnumphos '
In Capitolini^ contumulata tugÌ4 .
Sic acuens Srebt natam 7{hamnufia >f^git]
e^ Ortis fàtua diu ferre quts ora potè fi f
At Ltbittna mgriófubito quatti aera pennió >
• Itque fatelittijs concomitata malts ,
A^tultiplictjacie morbus » macie fque fequuntur^
LuEiuSf (^ anxietas » indomitufque dolor :
Dira cohors quacumcjue njolat cunEta occupai horror 9
Sol tegitur ypalìent gramina ,fquaUet ager ,
Gedrcftos inter sleriles , l^erfa/que bibaces,
^u^runt Carmamquà ftbtpifce dapes ,
Adiacet ora mari Utis qu£ confila palmÌ4,
Iliis claraftbt nomina conffituit :
TDum 'Nimpha hic '^lElrix 'ZfiBrictbus accubat njmbrisy
Solaturque Jedens Inedia longa <ut£ ,
tyHors whtans prddàt dira fìipata caierua
Aduolat 3 ^Zfmbrofas nube adoperi a comas ,
Extimulata fame Ttgrts fìc concita fertur ,
Agnamji Utts ludere 'Z/idtc agris :
Dum
I IO
Dum fecura iaces^mage dum uhi Ofiuere dulce ^/?,
Talune morere o mulier fjic tua fata petunt ,
Annmt hi6 diElis pelli qua fdiua miniHrd
ingerii bine jlammas , ingerii inde niues:
£luo befana ruis gemino far ihunda njeneno
esortali nejcis parcere amica Dea f*
2^iìurms polis es tenehris ohnuhere folem»
Lumen inocciduis nec finis ohdat aquisf
lElagelu /ubilo totis tremii artuhm iìla ,
Surgit ^ herhoji languida faBa toro :
Turhantur conitèx^ famuli »fiddque puelld»
lamfùntin lacrymoó gaudta <^erfa noua4 .
Forttor inde lues crefcit > iamque arma refumit
Feruida ,fuccedu tahida fiamma niui :
Uifiera letalisferuor depafcitur ima ,
Purpureumque decwi depopulatur edax :
Jam lucem fugai ex oculis , obnubilai ora ,
Explicat (^ mefiis mors fiia fignagenis :
Jamfinemfeniii morbo deffiapuella ,
Es defixa fuo iam moritura T^iroy
*Tars y inquit , nofiri potior carijjime coniux,
DeleBum cunElis quem miht fecit amor ,
En morior , iam iam fiprema fùperuenii bora,
Qu(& ijìx mceptum nunc mihi turbai iter
Fortunata nimis ,feltx nimiumque fitfiem
Z^idtjpmfines te duce fi Latios ,
O fi ala 7{omana ttcuijptfigere terra ^
^merefique datum » [ique ibipojfi mori »
Sed
Ili
Sed cunEla dternocontingunt riamine TDiuùm,
Fromptafeqmr fammi maxima iujfa Dei :
Qruda intempefid mortismiht 'T^ulnera mulcet
Forte haud culpandis <uita pera^a modis :
Clara atauis , nittdumque trahens a fangume nomen
^on (lui mores nobilitate premi :
Si pereo ante diem ''viridi jraudata ittuenta »
^uce nuncftua miht mors tihi mitis erit :
Durabis multosforjàn tufejjfes in annas ,
Dum fuperes '^ìhus , nunc mthi dulce mori .
Sxternis tumulahor agris , tu forte penate s
Inmfis patriosy h^ec mthi cura manet :
Vade hùnisamhm > T^omam te fata remittant,
Z^ade tttos compie plenia honore dies ,
(Nocprecor) 'vUa mei ^eteris [i gratta faEli »
£onit*gis n^t cardfis memor ipfè tua ,
Si quid iuris hahent ^zferha hdc ex trema , tepefcat
^e tUHs occiduis feruor amoris aquis .
^uistihi Petre noum , dulcis dum talia coniux
Deficiens memorai » pecore fin fa erat t
Sufpenfvs ocults lacrjmas gelai anxius anger ,
Verbaque de medio fuhtrahit ore dolor ;
ErumpityfaEiufque mora iamfortior exit ,
Si mage coUeBts rium inundat aquis ,
Immemor ante mei fuero (^-vix rettulit lUi
Stngultu medios impediente fono s)
^uam nofiro ejfugiant ijiuo de marmore ruultus,
^uosaltè aurattsfulpfnamor taculis.
Si ttbi
I It
si tihi flit a negant ^iuenti tnuìfcre 7{pmam ,
Defunga inutfes , ipfè ego duElor ero :
Te claudet tumulus Jacra mihi conditus ara ,
lungentur cineres , conteget '-urna duos .
I-fis diBis leptat iìla aciem , f'ontemque Jerenat *
Fulgida jic lampas mox moritura micat :
Deficit exanimis dulci prope languida Jòmpo ',
'Beìlaque in extinBis mors oculis recuhat ,
^oBurni Cdli fìc pulchra refulget imago ,
^allidafic pratis Idia JeEla iacent ,
FudtJ^et lacrymas longaspia turba querelas :
Tempora (ed defunt ', hin e ahtjfse cupis.
Stat cordi hincfugere, atque infauHum linquere littm ,
AdortisfdUte oculos horror ^hiquefuhit :
Tot njidijje putas nigras njmhrare cupreffus >
Sunt thi qiiot palm<e queis fiera terra ^uiret.
En fiugis i en properas ; qu^ te iam lamine duxit
Frigida nujìcpqmur^ [ed preciofia, cinis .
y^eniRt tandem 2(cmanasfifpes ad arces ^
"Uxori cxequiasynjotaque Jòlue tua ;
Coniitgis adueBos cineres compone fiepulcro ,
Stentfìiper ofifa hi'eui mar mora fculpta nota .
Hic Afjyra Venus/ita efìfiormofia Maani ,
Occndit Eois , dum petit Occiduos :
Thiiheos curfitsmors fit&ua inuidtt , atiHi
Tic Hituit coni ux, quod fiera Parca negai:
En Capitolina cineres componit in ara :
Sic amor ardetadhuc jfitc'-viget almafides,
-.; . p.sci.
P.Scipionis Sgambati è Societa-
te lefii .
Maanis apud Babylonios orca Romae fepulca.
TEnè peregrina genitam 'Baby Ione Maani
Vltima Romano condidit '■urna foto ^
Scilicet T/t regnis Sahylon exordia fectt
Prima : fed dternum 7{oma habet tmperium :
Sic cibi prima dedit 'Babylon breuis omina 't^ìU,
zAeternumfama ^iuere T^oma dabtt ,
Eiufciem .
Petro à Valle Patricio Romano.
Ob cineres coniugis ex Afia reuedos ;
AEneadum fòboles c/albani fanguinis hdres
Aene^ proaui c^uàm bene faEla refers i
Me Jenem ex Afta fer tur njexijjè parentem ;
Ex Afa coniux e fi ttbi duEla comes .
Par ^trique fides ejjèt , nipquòd ma maior
E fi pietas , Italkm gloria Fall i ade .
lìle fènem extin&um Stenla teìlure reltqmt ;
Tu T^mam extìn£li€ comugis oJSa njehis .
H Vin-
ii4
Vincentij Sgambati .
Maanis ideo Europam nonattigic, quòd eflèc
Europa pulcrior .
CVmfaciles Europa T>eos in n:JOta Tfocaret ,
Vincerei njt dtibium pulcra M A ANI S iter ,
//elperium^ue plaga mutar et Perfide cdum
Aufònias inter conjpicienda nurm :
2{i[it ^ ignaramfatt mtferatm amantem
lupptter has dura rejputt aurepreces .
Is^mque erat infatts , Italas <^ht tangeret oras
^omen o^r Europa pulcrior iHa daret ,
Eiufdem .
FLos Aft£y clarum patri<e decm » (^ decu^ orhis »
Vnicus (^ fedi Diua ruentts honos .
^uale/n te memorem , aut quali rear indole cretam^
'Ut non emerita laude minora loquar f
^ec tihi foemineum peElus » nec barbara ijirtusj
^ec tales animas Afta regna ferunt .
Prodigi um fedi es . multi s fcatet Africa mon Qris :
Mobile monfirum Af<efìla Maànis erti.
NEL
iiT
NEL FVNERALE
DI
SITTI MAANI GIOERIDA
flia confòrte.
Pietro della Ualle il Pellegrino .
Anima, che dal ciel forfè m afcol-
ci, con quaiconcectijcon quai pa-
role , farò mai baiente a Jpiegar
le tue lodi ? con quali dimoftra-
doni d amore, e di pierofb afFetto,
potrò, non dico pagare vna mi-
nima parte del molto che f ti deuo.che queilo è im-
poffibile : ma moiìrrarti almeno vn picciolo fcgno
di gratitudine, a tuoi gran meriti douuta,&: a gli obli-
ghi infinitijche ti tengo ? Donde comincerò gli En-
comi] , che per ecceld che fieno, faran nondimeno
auanzati (empre di gran lunga dalle immenfe tuc-^
H z doti ?
doti ? Dirò per auuentura della tua nobiltà ? che na-
fcefti neirAffiria,doue fa il primo imperio del mon-
do: nella regione di Melopotamia, celebre in fin da_>
primi (ecoli per tante periòne fàmofc , che ha pro-
dotte : nella Città di Mardin, antichiffima, e princi-
pale in quella regione, doue la tua cafa Gioerida, per
confenfocommune, da tempo immemorabile, èia
prima fra i Chriftiani della natione Sira : e la cui an-
tica nobiltàjCjuandopocOjnonpuòeflèrdi men tem-
po , che dì più di mille anni, cioè prima della venu-
ta del (eductor M -hometto, e de' Saraceni fuoi fè-
guaci in quelle parti i perchè dopo che CovCc quella
empia fetta , e che fin dal fuo principio di quei paefi
s'appoderò, chiara cola è, che mai più famiglia alcu-
na di Chnltiani non potè inalzarfi, né s'inalzò di
nuouo : anzi le antiche tutte, ò s'eftinfero,ò s'abbaf-
fàron molto: onde gran merauiglia, come in tan-
ta riuolurion di cofe , e fotto sì dura tirannide, la ca-
ia Giocrida in quella terra ancor durile ritenga infin*
hoggi quel che ritiene deirantico iplendore . Però
quello nobil pregio della chiarezza, & antichità del
laogue, benché donoeccellentiflmio di Natura, ò
per dir meglio, di Fortuna, & inleparabileperfem-
pre da chi dal cielo Thebbe in rorte:tuttauia,in quan-
to dalla virtù altrui , cioè de maggiori , procede , e
più ne gli altrui meriti , che ne' proprij di chi l'ha ,
confifte , può numerarfi al mio parere fra quei beni
efterni^che fi confideran di fuori dall'huomo y Se an-
co è
I 17
co è comune a chi Io poffiede con altri , come co-
mune è a te Maan i , la tua nobiltà con tutti i tuoi .
Siche , venendo a cole più intnnfeche, &c a quei par-
ticolari, che la tua propria perfona, (bla per (è fteilà,
rendon chiara come Sole, e non come Stella, che-»
dall'altrui lume riceua fplendore, potrei lodarti di
beltà rara ; di gratia (ingoiare , nel parlare , nel ride-
re , nel conuerfare , nel caminare , ne* moti , ne' ge-
fh)in tutte le tue attioni ; potrei lodare il portamen-
to altero, che i Poeti foglion tanto celebrare : la gra-
uità , e dilpoftezza infieme della tua perfona , notu
men maellofa, che (nella , non men robufta per ot-
tima compleilione , e ianità, che gentile, e delicata
per natura, e perfettiffima in fomma in tutte le (ùe->
parti , tanto per rara compofition di colori , quanto
per mirabil proportione di tutte le membra, e per
leggiadria di mouimenti j delle quali co(e poflb giu^
rare (e lo giuro , hor che non vini più in terra , e che
m'è lecito dirlo ) che in tante parti del Mondo , che
ho caminate , in tutto! tempo della mia vita , non-
ho veduto mai dona più bella di te: ne più leggiadra,
ò di più maeftà : ne più gratiofa in tutte le cole , al-
meno a gU occhi miei , che (e pur occhi d'Aquila-i
non ho nel corpo , non gli ho ne anco di Talpa_*
nell'intelletto . Della bellezza potrei aggiungere-? ,
che in te non era artificio(a , ò apparente , non finta ,
ò fucata -, ma (blida , e vera -, che in tutto'l breue cor-
fodi tua vita, che nella più frefca etade , pur trop-
H 3 poper
ii8
pò per cempo ahimè finì, benché in anni così fiori-
ti , quando il piacere altrui vien che alle donne fia
più caro, non fa pelli però giamai, che cofa fufle im-
bellettarti , ne trasfigurarti il vifo , come fan quafi
tutte le altre donne 3 con artificiofi ornamenti, che^
a guifa d'incanti le altrui vifte ingannano; non fàpe-
fii mai , dico, che cofa ciò fuflè, fuor che quei primi
tre, ò quattro giorni,che fpofa ti conduflèro alla mia
caftj cheairhora, come delle fpofeè coftume, Icj»
tue parenti , ma centra tua voglia , e ricufandolo tu
fin con fdegno e con lagrime , a forza t'imbelletta-
rono alquanto . ma dopo che meco nella mia cafa a
tua voglia viuefti, i tuoi lifci, i tuoi belletti non furo-
no altro giamai » che acqua chiara , e pura , del fon-
te, òriuo più vicino alla noftra tenda, s*eramo in^
campagna per caminojò la prima,che dalle tue don-
ne c'era miniftrata, s'erauamo in cafa \ non mirando
punto, ò fuffedi ftate, ò di verno, s era calda, ò fred-
da : & , ò fufTe per i capelli , ò per le mani , e'I vifò,
s*era acqua di pozzo , di fontana, ò di fiume , in che
le altre donne fòglion porre tanta cura-, ma qualfiuo-
gha t'era mefla innanzi, con quella ti lauaui, non ri-
tirata in fecreti camerini, ma a vifta di chiunque era
in cafa , e di chi anco di fuori in cafa veniua , e beiL.
fpcfTo dopo hauer fatto mille altre facende,che t'era-
no più a cuore , poco curandoti di lafciarti vedere-?,
come a punto iorgeui dal letto, incolta , oc inornata
sì, ma cab; che ben fi conofceua, che la tua bellezza
non
I 19
non haueuabiiogno d^aiuti . Non men della bellez-
za,e della grada potrei lodare in re la politezza efqui-
fìca ; che non iolo non eri contenta , che nella tua»»
perfona, ne gli habici , nelle camere , e luoghi , de-
lie dimoraui , non fi vedeflè mai pur vna minima-j
immonditia , occupando in ciò più bore del giorno
moke perfòne della tua famiglia ; ma voleui , che->
tutte le co(e riluceffero, per così dir, dVna mondez-
za llraordinaria ,ben conforme a quella dell'animo
tuo ; che tutte /piraflèro odori: i panni tutti profumi,
tutti acque nanfe: le men(e,i letti, fempre pieni di
fiori: infin i pauimenti,infin le mura,nei tempo del-
la primauera , empieui tutte , e ricamaui di rofe ; on-
de a ragione foleuandire in Sphahan,che quan-
do tu con le tue donne entraui nella Chiefa , pareua
ch'entrafle vna maeftà, vna fragranza celefte . Ma ,
inuano , e troppo a lungo mi tratterrei fopra quelle,
e mille altre doti del tuo nobil corpo,che, come del-
la parte inferiore, fon tuttauiaperòdi manco liima*
Che potrei dir del tuo ingegno peregrino^congiun-
to con chiaro , e fottiliffimo giuditio ? con che nctL,
era coia, per altane per difficil che fuflèjche con mol-
ta facilità noncomprendeffi ; non arte-non difcipli-
na 3 non coftume , non fcienza (quanto può farfi na-
turalmente/enza aiuto di fchuolc) di che non inten-
deffi , e difoorrelH a merauiglia, giudicandone per-
fettamente : non lingua, per ilraniera che fuflè , che
non apprendefli in breuiffimo tempo : onde , noru
H 4 fole
no
folo la tua materna , e natiua , ch'era l'Arabica , fatta
hoggidi volgare a tutta la Siria, & a molti altri paefi ,
ma e la Turca , e la Perfiana parlaui molto bene-? :
della Caldea , che l'antica , e letterale della tua na-
tione ; della Curda , dell'Armena , e della Giorgia-
na, dopo che meco in Perfia venifti , haueui non.,
poca cognitione ; l'Italiana, l'Indiana, la Portoghefe
viata pur in India , per doue penfàuamo far viaggio,
già cominciaui ad apprendere : e perche haueui in-
tefo , che la Latina era fra noi la letterale > in che fi
fcriueuano i libri , e s'infegnauano le fcienze , vfata.»
anco dalla Chiefa nel culto diuino , tu , fdegnando
quafi ciò , ch'era volgare, e comune , voleui in ogni
modo la Latina, come più profitteuole, molto bene,
e prima dell'Italiana, imparare^ e già in latino mi &-
lutaui j in latino rifpondeui a'miei laluti , quando tal
hora (ma rare volte per mia ncgligenza,e per la co-
modità j che haueuamo d'mtenderci in altre lingue)
in quelle dc^noftri paefi cominciauo adefercitarti .
Pari ali mgegno, & al giuditio era in te ammirabile
la memoria, che di quanto mai haueui veduto, di
quanto mai haueui intefo , ò letto , cosi felicemente
ti ricordauijche folo di lèntenze d'autori, di prouer»
bij , e di verfi di Poeti famofi in diuerfc lingue a te*
note, che in propofitodi varij ragionamenti, ben
fpeflb , e molto a propofito m'haueui addotti , e re-
citati , volendone io tener memoria , come di cofL?
degne , ne haueuo già empito più fogli , ehe poi per
mia
12,1
mia fuentura , partendo daPcrfia ver/o India, nello
imbarcare infretta vna notte perdei infieme con al-
tre robbe^e con molte altre fcritture a me cariffime .
Non poco ornamento accrefceua alle già dette doti
l'eloquenza naturale , fenza aiuto d artificiofà rheto-
rica , che tale era in te , che nella tua hngua materna
auanzaui i Ciceroni , i Demofteni : e nelle altre , che
haueui appre[o,eri in guifa pronta , e faconda, che k
genti di quei paefi, ò non ti riconofteuano per ftra-
niera, ò, fé pur ti conolceuano , ti afcoltauano con-,
merauiglia, e diletto, vedendo quanto benparlaui
i loro , a te peregrini , idiomi . Più dirò , ma vero j
cheinpiùhngue,ehngue a te non naturali, maac-
quiftate , t'ho veduto fin compor verfi y cofa , a chc-^
difficilmente fbgliono arriuar gl'ingegni più fubli-
mi,equeichene'fìudij delle Mufehanconfùmato
più tempo . Taccio la dolcezza del canto , la ioauità
della voce , la leggiadria ne' balli viari in Oriente j la
maeftria , con che toccaui diuerfi barbari frumenti,
che in quelle terre fi coftumano ; che quefti efcrcidj ,
come in quelle parti non fon tenuti per nobili^ rariC-
fime volte ti lafciaui veder fare , e folo in fecrere con-
uerfationi di noi altri parenti , che per noftro dipor-
to di quando in quando t'importunauamo afàrgh o
Qujndi er3,cioè dal concorfo in te di tante parti ama-
bili , che di rado in m oÌti,non e he in vn folo fogget-
tofi trouanoj che la tua conuer/atione fu fempre a
tutti fopramodo gioconda, da tutti fopramodo defi-
derata
t 12.
deraca -, ne perfona fu mai, di qualunque ftato^ò con-
ditione fi fuflè , che vna fola volta ti parlafTe, che non
ci reftaffe oltra modo affettionata . Le matrone no-
bili ri cercauano a gara : le PrincipeiTe t'honoraua-
no : le perfone humili ricorreuanoate, come alor
proprio rifugio ; di chi ci (eruiua , eri l'idolo ; de' po-
ueri la madre : de* parenti , le delitie . Co i maggio-
ri , (apeui efTer graue , e riipectabile : co i pari ^ corce-
fiflìma : con grmferiori , in eftremo affabile , man-
fiieta^ de amoreuole . La tua cafa (empre era piena_j,
èc honoreuolmence a tutti aperta: lamen(à a tutti
commune : la faccia a tutti allegra , e ferena ; a tutti
eri hofpicale ,con tutti ofhciofa , a tutti larghiffimcLj
benefattrice ; e però con ragione tutti c'amauanOjtut-
ti ti benediceuano 5 tutti predicauan le tue lodi , tutti
ti pregauan dal cielo vita lunga,e fehce \ e non so per
qual mio peccato le orationi di tanti , e con tanto tuo
merito, tufferò così poco efàudite: fé pur non fu,
com'era in effetto , per farti Dio , conforme eri benu
degna , più prefto poffcditrice di maggior felicità , di
gloria perfetta , di vita eterna, e beata in Paradiio,
che in quello Mondo goder non poteui . Gran cofè
ho dette ; ma poco , a quel che ho da foggiungere-? :
nulla affatto, a quel che trapaffo per breuità,6<: a quel
che haurei da dire , fé volefTì , ò poteffi a pieno le tue
perfettioni defcriuere . Quefte , che ho raccontate-?
fin qui , benché fian Gratie , che a pochi il ciel largo
deftma , pur tuttauia fon dal cielo , e per gratia altrui
conceflè,
12.5
concefTejben fpeflb anco fenza adopraruifi punto,
ne nietterui colà alcuna del fuo chi le poffiede : onde
a ragione più d'eflère inuidiate , & ammirate paion^
degne , che d'eilèr celebrate con vere lodi , che fole
a quei beni deuon darfi , che gli huomini s'acqui-
ftan da (è fleffi , Se a quegli atti virtuofi , in che per
elettione di libera volontà,piùche per naturale iftin-
to , e per facile inclinatione , anzi con difficoltà il più
delle volte, e contra quel che più piace, gloriofà-
mente s'elercitano . Solleuando adunque il mio par-
lare a quelle aiterete fourahumane doti , che ornaro-
no già in terra, & hor vie più che mai ornano in eie*
loj & orneranno in eterno la beiranimatua-, che-?
ammirerò in te Maàn i ? la Prudenza forfè,clVè ma-
dre , e regina di tutte le altre virtudi ? della quale fb-
fli in tal guifa dotata, che giouanetta ancora , adi-
ciotto anni a pena giunta , quando di neffuna cofL.»
haueui pur anco efperienza, e fuor delle paterne mu-
ra quafi altra cofa non haueui mai veduto , venuta_f
nella mia caia, e prefo fubitodi quella il gouerno,
non folo mi fgrauafti di tutte le cure , adempiendo
con total mia iodisfattione , e de gli altri, ogni parte
di perfetta madre di famiglia , mentre dimorammo
in Baghdad, ch'era terra a te nota j e doue pur da_>
bambina eri (lata nudrita : ma facefti anco il mede-
fimo , quando, dopo non più che due mefi , di là
partimmo, & andammo in Perfia ^ doue in terre così
ftrane , e da te non mai vedute : fra gemi , di cui ne-?
pur
114 ^
pur la lingua airiioraintendcui: òche fteflimoiii^
Città fermi j ò che andaffimo per viaggio : in tempo
e di pace, e di guerra ; fin nel campo Ira le curbulen-
7e delle armi , e de gli efièrciti : fra le battaglie , e 1^^
ruine de' popoli , quando vn* anno integro feguitai
contra Turchi le iniegne del Rè Abbàs vittoriole,e te
conduceuo meco, come in Perfia è de nobili antico
coftume , che ne anco alla guerra vanno mai (ènza-*
le donne loro j in sì duri frangenti , in quei dubbiofi
accidenti di fortuna , mentre ogni cofà andaua (bflò-
pra, mentre le Città , & i paefi integri fi fpopolaua-
no , in difficoltà così grande di tutte le cofe, tu pur
nondimeno, e (èmpre mi (eguifti -, e di quanti mi (e-
guiuano, e di tutta la famiglia, che pur numerofa-j
haueuamo appreflb , voleftì hauer di continuo la cu-
ra, moftrando ogn'hora in gouernarlafomma pro-
uidenza ,fomma notitia di tutte le cofc: informan-
doti ouunque andauamo, e pigliando in vn tratto
perfetta cognitione de coftumi delle terrcdi ciò,clie
in effe abbondaua , ò mancaua : deluoghi , e tempi a
propofitOjda fare ogni forte di prouifione : delle mo-
nete , de' prezzi , delle mifure , de' pefi , e di quanto
altro bifognaua, che né anco i paeiani più di te ne in-
tendcuano j con ritener in te fteflacosì efatta notitia
di tutte lecofè in diuerfi luoghi pratticatc,& oflerua-
te, che fé Roma hauefle hauuto forte di vederti viua,
non dubito punto, che nonhaueffi arricchito il La-
tio della cognitione di mille Semplici peregrini: del-
IVfo
IVfò di mille droghe ftf aniere , & in medicamenro ,
&c in cibo : deirefèrcitio di mille arci , a noi incogni*
te , e di mille altre curioficà , non men d'vcile al pu-
blico , che d ornamento , &c a' curiofi di guilo . Nel
marciar poi, nelFaccamparci, nel diftribuir le hore
del giorno, e1 pefb alle perfone de'ièruitij necelTarij,
che ordine ? che vigilanza ? che auedimento in aflè-
gnare il tempo da muouerci, ò pofàrci ? che accor-
tezza in eleggere i fiti da piantar le nolìre tende?Del-
le co(è publiche , che giuditij , che difcorfi faceui ? in
tutti i miei negotijjde'quali (èmpre gran parte mi to-
gliefti : in affari affai graui , e publici , e priuati , in^
che più volte m*occorfe hauer le mani , che configli,
che auuifi , che aiuti con parole , e con opere mi da-
ui ? che poflb dire in fine ? fé non che in si tenera età
ti moftraui ben degna di comandare , ben atta a go-
uernare,non che vnapriuata fàmeglia,ma glieièr-
citinumerofi, ipopoli integri, leCortijleProuin-
cie , i Regni . Ma , che non dico più tofto , per pro-
ua del tuo maturo (enno in cosi acerba etade,di quan-
do, contratto a pena fra di noi il matrimonio,in quel
modo, che colà ciuilmente fipoteuaj ricufando io
di riceuer le benedittioni della Chiefa da i Sacerdoti
di quella terra , sì perche m'eran fbfpectidilciima_j
( il che però , per non offender loro , &c i tuoi parenti
aloroadditti non voleuodire) sì anco per vn'altra_»
graue , & importante cagione, che all'hora pur tace-
uo: & adducendo fnuole Icule di voler nierbarmi a
farle
I l6
farle (icre cerimonie co i noflri religiofi Latini itu
Sphahaii , doue preiìio ero per andare j nati perciò ,
e con ragione, a' tuoi parenti non leggieri iofpetti
della mia tcde^ che anco a te ftcfìa poteua effer dub-
bio(a 5 (e più alle opere apparenti, che alle parole mie
bene intentionate; le più a quel ch'io moftraua di
fare , che a quel che ti pareua ch'io poteffi , e douefit
voler fare, haueffi hauuto riguardo : dopo che riufci
vana , per disfare il noftro matrimonio,ogni diligen-
za , che alcuni de'tuoi fecer co i miniftri Turchi, per
altrettante, e maggiori, ch'io ne feci in contrario,
perfuadendoti tutti , che almeno non veniffi con me
in Perfia,afin che partendo da Bagdad lontano da lo-
ro, la vita, e la riputation tua,e di tutti i tuoi,per qual-
che mia impietà j di che pareua poterfi fofpettarc^ ,
non veniflè a pericolo ; non (blo ricufafti di ciò fare,
con dir che , poiché per moglie mi c'haueuano già
data , e non haueuano a quefto penfato prima , non.»
conueniua a te difobedire a tuo marito , ne negar di
fèguirlo,ouunque condurti haueflè voluto: ma quan-
do vederti perciò foflbpra tutto'l parentado , e che fin
la mia vita , fenza io faperlo , correua non poco peri-
colo, non mancando perfona infedele, che per tor gli
altri d'impaccio, s'offeriuaa tor facilmente me dal
Mondo ; rifoluta di patire ogni male , più tofto che'
per tua cagione alcun mal fi commictteflè; nonfolo
ouuiaftiad ognifiniftro intento, che in tal cafo ne*
tuoi; con ombra di ragionerà' miei danni hauria po-
tuto
11/
tutonafcere; ma anzi piecofa della mia innocenza.*
(che conforme alla khiectezza dell'animo tuo,nè an-
co in altri poteui creder maluagità prima di vederne
gli effetti) e lòpra tutto gelofiiiima della mia vita^co-
IDC quella , che già , quanto era tuo debito , fincera*
mente lamaui, mi guardalti con fomma vigilanza-j,
non fidandoti in ciò ne anco delle peribne a te più
care, e più congiunte, né anco della ftefià tua ma-
dre, per tema, che vn rigorofo zelo d^honore ,coa
le altrui male , 6c efficaci perlùafioni , non poteflè a
ca(b indurla a far centra di me qualche opra (Iranai
oc oflèruandocon gran diligenza chiunque in cafk_»
veniua, che faceua , doue andana, fenza fare altri di
ciò accorto ; offcruando i cibi, le viuande,chi le con-
diua , infin Tacqua , infin i vafi doue io haueua da be-
re , non lafciaui che alcuno , (ènza tu vederlo, ponet
fé in quelli le mani j e finalmente y tacendo a me , &c
a gli altri quel che conueniua ; riferendo folo a tutti
quel che poteua giouarej aliìcurando i tuoi da vna_j
parte, cattiuando me dal! altra con maniere efquifi-
te : e per l'altrui (àlute , e per la riputation di tutti , te
fteffa loia, e la tua vita cfponendo a pericolo , partifti
meco da Baghdadcon buon animo , prouiflo alla tua
ficurezza al meglio che poteui, con condur teco il
tuo maggior fratello : ch'a me però,non per diffiden-
za, ma per altro honefto , 6c a me grato fine, moftra-
ui di farlo. E quando poi per viaggio più chiara-»
t*aperfi la mia mente , e c'elpofi a pieno di quegl'in-
dugi
I i8
dugi Talcra graue cagione : perchè volfi più tofto pa-
rerti infedele con quel che ti diffi, cheilèrti Vera-
mente infedele contenerlo celato: tu nondimeno,
all'hor che con più ragione poteui di me diffidare-? j
airhor che più poteui penfàre d efièr tradita; con ani-
ir»o, non meno'ìnuitto , che pio, premendo nel tuo
cor la doglia, chefolo vna notte in Ghiulpaigan coti
abbondanti , e fecrete lagrime sfogafti ; e di tanto af-
fare a te loia riferbando la cura , a te fola di tanto tra-
uaglio facendo parte ( che per non turbar la noftra-»
pace , ne anco al tuo proprio fratello conferir volefti
quel ch'io liaueua a te conferito) fenza moftrarti a
me giamai turbata , ne moftrarmi pur mai men che
amoreuole il vifo : con rammentarmi (blo il mio de-
bito, &c attribuire il tutto alla fortuna, ò al diuino vo-
lere, e non mai ad alcuna mia colpa , (cufaui il fatto,
e compatiui le mie giufte pretenfioni , che vn altra_*
più appalFionata ben ingiufte hauria potuto chiama-
re^ e confidata in Dio prima, e nella tua ragione-»:
•poi anco nel mio amore (di che tanto ti deuo) nella
mia fede , benché poco ancora (perimentata : e quel
che più ammiro 5 nella quahta della mia pei /ona,per
la quale (ola non ti poteui indurre a credere, ch*io
fufii mai per fare atto villano, lafciandoti a me tutta
in abbandono : alle promcflè, alle parole mie, a miei
giurti defidenj commettendo te ftefla , la vita , la fà-
luccj e Dputarion tua, e di tutti i tuoi, onde maggior-
mente mobligalli : giunta al fine in Sphahan, con
la tua
129
la tua fola prudenza, con la tua fola diligenza, fùpc-
rato ogni intoppo , {pianate tutte le dithcolcà , ridu-
celli il negotio adoccimo, e felicifiimo fine,con-
fermandofi in faccia della Chiefa il noilro matrimo-
nio, in quel modo a punro, e con tutte quelle giudi-
ficationi , ch*io tanto bramaua , e con lodi sfa ttionc->
vniuerfale , egufto di tutti i tuoi parenti , che, ceda-
ti i vani SI, ma giulti fofpetci , (coperti i mici modi e
nobili, e leali , e chiarita in fine la mia buona inten-
done , che giamai non mi mancò, non folo ne furo-
no a pieno contenti, ma reftarono poi con me lega-
ti per fempre con nodo ltrettiffimo,nó men d'amo-
re, che della contratta parentela . Nella quale attie-
ne non iaprei dir che cola fullè in te maggiore , ò la
prudenza in lapcr così ben guidare, e dilpor tutte le
cofe : ò la grandezza dell'animo , che in turbolenze
si grani giamai non fi perde , ne venne meno : ò la_j
cortanza, e la patienza, in fofTrir quanto foffrifti, pre-
parata ancora a folFrir cofe molte maggiori , che la->
fortuna pareua minacciarti ; ò l'amor grande , che-i
airhora ancora , come lempre, mi moftrafti : ò la.»
confidenza , che hauefti nella mia fede a te douuta ,
a difpettodi tanti inditij,che infedele mi ti faceuano
parere ; ò la fincerità , con che fempre mi crederti ,
e con che interpretaui, e giudicaui tutte le mie attie-
ni i ò infinite altre virtudi , che tutte in grado alcifli-
mo moftrafti in quella si grane occorrenza. Ma non
pofTo in poche parole comprender tanto j nella tua^
I Vita,
no
Vica,che,piacendo a Dio, fcriuerò vn giorno,Ie mc-
rauiglie di cjuefte , e di mille altre heroiche tue vir*
rudi , più diftintamente farò palefi al Mondo . Qui,
che ferue altro ? Non battano a fare affai chiaro te-
ftimonio della tua prudenza i detti (agaci , le rifpo-»
fte auui{àte,che si fpeflb in diuerfi propofiti dalla tua
bocca all'improuifo vlciuano? de' quali pur,volendo^
ne io tener memoria,perchè degni me ne pareuanor
notando , quando poteuo, fenza farne te confàpeuo-
le,alcuni di più auuifb, che ti ientiuo dire, in men di
due anni ne haueuo raccolto in vn libro vn gran nu^
mero, che pur con le altre (critture, che già diffi, in
quel porto di Perfia la mia fuentura mi fece perdere-,
ma tuttauia di quei tuoi Detti fagaci (che tali li chia-
mauo,con animo di lakiargliallapofterità in perpe-
tua memoria ) alcuni pochi , che più de gli altri mi
reftarono a mente, e che dopo la perdita del libro pò
tei pur mettere infieme , a fenfb almeno, (e non con
quelle precife, & efprefliue parole, con che vie più
leggiadra , e più elegantemente da te Tentiti dire,ha-
ueuo già neirhora propria fcritti : e che hor, benché
laceri, e (cemi in gran parte della lor natiua viuezza,
come pretiofe reliquie, appreflb di me conferuo, ba-
ttano a far indubitata fede a chiunque gli legger à,del
tuo molto fàpere,e dell'alta prudenza,con che,e nel-
le humane, e nelle diuine cofe , fofti fempre a mera-
viglia {ingoiare -, E tanto più fingolare,quanto man-
co era il concetto , che di te fteflà faceui : che dotata ,
a pari
a pari delle altre virtù, dVna profondiffima humil-
tà j che di tutte le altre fènza dubbio è il fondameli*
to : e di prudenza, e d'ogni altra cofa ti ftimaui ftm-
pre minima fra tutti; e facendo affai più cafodellal-
trui, che del proprio parere (benché il tuo, fra i buo*
ni , io lo trouaflì cjuafi (èmpre il migliore ) non folo
prendeui da altri configlio con molto gufto , ma,
quafi che lenza Taltrui guida ti parefTe d'errare , ne'
cafi dubbi , e difficili , & in ogni altra occorrenza!-» ,
pregaui con molta iftanza dalle perfone, che più fti-
maui,e da me in particolare, d'effer di continuo am-
monita , & infegnata . Rara docilità , merauigliofo
difprezzo delle proprie doti, che in quelli, che tan-
te ne hanno quante tu ne haueui , poche volte fi tro-
uà . La giuftitiapoca occafione hauefti d'efèrcitarla,
e folo nellangufto campo delle proprie habitationi ,
fra le poche genti , cheiui eran fbttopofte al tuo go-
uerno i pur tuttauia ben chiara in te riluceua , e non
era poco in vna famiglia compofta di gente di varie
nationi , varie infin di riti, e di religione , non che->
d'humori, e di coftumi (che vna volta ofTeruai;
che dieci lingue diuerfe fi parlauano d'ordinario nel-
la noftra cafaj mantener con tutto ciò fra tutti pace :
tenergli tutti (©disfatti, e contenti; ediftribuendo
con retta vgualità gli vfficij, le fatiche, i premij, e le
correttioni anco a iuo tempo , far sì , che non iolo di
te giamai neflìino fi doliè,ma tutti, come lor Nume,
ti nueriuano , e non come a Signora, ma come a lor
I 2, propria
propria madre, vbbidienti, t'amauano . Ne (blo den-
tro alle domeniche mura la tua giuftitia fi faceua co-
no/cere, ma fuori ancorarcanto commutatiuain trat-
tar con altri con fbmma rettitudine ^ che quanti mai
con la noftra caia hebbero negotio, concentiffimi di
te fèmpre, a loro prò la tua integrità a tutte le liore'
efperimentauano : quanto diftributiua, ò legale fra-»
vn buon numero di Chriftiani di diuerfe nationi , e
riti , che habitano in Sphahan , de' quali tutti la no-
ftra cafa era Tafilo, tu , loracolo . Quante differen-
ze componefti , fatta arbitra di quelle genti ? quante
mogli,e mariti di/cordi riconciliafti infìemePa quan-
ti dilordini defti rimedio? di quante buone opere fo-
fti cagione ? dicanlo quelle genti fteflè, che non ka-
za caufà pianfero il tuo partir di là con tante lagri-
me. Di fortezza, e di magnanimità innumerabili
efempi defti (empre in tutte le tue attioni : già ho
detto quanta ne moftrafti ne'fucceffi del noftro ma-
trimonio j ma, oltre di quello,hauere animo d'intra-
prender con me tanti , e si lunghi viaggi , come fa-
cefti , e tanti altri , e maggiori , che fé più viueui ti
reftauano a fare ; non folonon ftimandogli graui,
ma facendogli parere a me foaui , & eiortandomiui ,
acciochè più prefto arriuaffimo al defiderato ri polo
della patria: foffrir con tanta patienza il Separarti da*
tuoi , e non vna volta fola, ma due j cioè in Baghdad
prima, quando di là partimmo, e poi anco in Perfia,
doue tutti cran venuti, quando pur iui ò gli lafciafti,
o centra
153
o centra tnavoelia ti lafciarono: (laccarti perfem-
pre da fratelli , da forelle , da padre, da madre , e per
andare in paefi tanto lontani : ieguirmi, come già
dilli, fin nelle guerre tra'l (angue,e le morti : veder-
mi più volte,ma con core inLrepido,e con faccia non
turbata , fra nemici a pericolo con Tarmi in mano, e .
non folonon temercjma più tolto inanimarmi^e da-
re a me in vn certo modo aiuto: nelle funrioni mi-
litari , non folo ieguitarmij ma precorrermi, cornea
altroue ho (critto^econ ragione; poichè,marciando
vn giorno , in quella confufion dell'efercito , diuifi :
tu con tuo fratello,^: i cariaggi da vnabanda> io con
altri de' miei a cauallo da vn'altra: quàdo poi nellac-
eamparci , occupando Tefèrcito grandiflimo tratto
di paefe, penfàuo d'hauerti molto adietro,trouai,che
diligentiflima al folito y e più fcarfa di me al ripoft) ,
benché più graue per gl'impedimenti, che teco con-
duceui , m'eri con tutto ciò paflàta buona pezza in-
nanzi . E nella guerra d'Ardebil , all'hora , che de-
fperando il Rè di Perfia di poter difender le (èpoltu-
re de' (uoi maggiori , che iui Hanno , per efler quel-
la città aperta fenza mura,ne mandò fuori tutta la_»
robba , e tutti gli habitanti ; e fatto anco ritirar quafi
tutto'l (ùo campo con le tende,e le bagaglie in vn'al-
tro luogo più ficuro fra monti , doue penlaua far te-
fta a i ni mici ; egli folo con poca gente alla leggiera
reftò nella città, per non abbandonarla fé non co-
llretto da ellrema neceffità, e per arderla in tal caio,
I 3 accio-
acciochè grinimici d arderla effi non haucffero gu-
fto: ma di donne nefllina altra vi reftò, fuorché^
quelle della mia cafa per particolar priuilegio,e quel-
le della ca(a reale, quali però, perchè il Rè non mol-
to le (lima , in cafo dVn difaftro hanno ordine gli
Eunuchi di cagliarle tutte a pez2i,a fin che non ven-
gano viue in man de gemmici y io, che ce non vole-
uo vedere a tal pericolo, ti pregauo con grand'iftan-
2a,che in compagnia del tuo fratello, co i cariaggi ,
e con tutte le genti di feruitio ti ritiraffi in ficuro , ò
almeno nel campo fra monti , doue ftauano pur le-*
altre donne di tutti i grandi, mentre io, com'era do-
uere, con tré, o quattro foli de' mieihuomini aca-
uallo haurei feguicatoil Rè in ogni cafb, che in due,
ò tre giorni fi (ària veduco di quei grandi acci il fine .
E benché non io folo , ma vn buon vecchio tua fida
compagnia, e tutti gli altri ancora con molte ragio-
ni ci perfuadefleroa farlo,non vokili però mai com-
piacermene ( fola cofa al Mondo, che in cucto'l tem-
po della tua vita mi negafti)e lo negaui dicendo,che
doue ftaua la mia tefta, poteua ben Ilare ancor la_»
tua : che andafTero pur le lbme,e la famiglia, s'io così
voleuo, ma che tu a me veleni (lare appreflb : e che
tu ancora a cauallo, alla leggiera, e come fullè bifo-
gnato, con vede anco mutata , e con le armi in ma-
no, fel tempo così ricercaua, hauerefti faputoirL.
ogni cafb léguirmi , come ben conofceui effer mio
debito , che anch'io il Rè feguiffi . O virtù incom-
parabile.
M5
parabile , e come potrò io chiamarti ? fortezza , ma-
gnanimità? valore ? ardir generofò? temerità virtuo-
i'a ? o pur con tutte (juefte infieme , ecceflb di vero,
e legitimo amor coniugale , com'era in effetto ? Ma,
che vado riferendo i particolari? tutta la tua vita,maf"
(imamente quegli anni, che viuelli mecomtante^
peregrinationijin tanti difagi, che'l peregrinar lem-
pre apporta percommodamente , che fi faccia: iti-,
terre di barbari, lunge più volte da i tuoi, lunge da i
miei: in luoghi ben Ipelfo^doue infin le nuoue,infia
le lettere de* noRri ne mancauano (che vna volta da
Roma, donde il noftro viuer dependeua, in più di
due anni né pur vna lettera potè arriuarne)tutto quel
tempo dico, tutti i tuoi giorni non furono altro gia-
mai, che vn*atto perpetuo di continuata fortezza, di
coliantiflima patienza : E fìn'a i giorni eftremi, fin
allVltimo {pirito,nella mortale infermità,onde al fi-
ne , gettato prima l'immaturo parto , concedclb poi
al fato , grauida » inferma, in luogo sì miferabile, nel
paeledi Moghoftàna pena al Mondo noto: (òtto la
fortezza di Mina, humile , & incognita prima, ma_*
bora per la tua morte fin nel Latio conofciuta , e fa-
mo(a: inferma dico, (enza aiuto di medici, ò di me-
dicine; (enzaconfolatione alcuna, né corporale, per
la mifera condition del paefe , né fpirituale per efTer
terra d'infedeli ; in così gran male con tutto ciò, che
patienza ? che riiegnatione nel diuino volere ? che->
animo tranquillo ? che perfeueranza, che coftanza
I 4 inuin-
I JÓ
inuincibile? Io fteflb, atterrito dal tuo male, perchè
temeuo, che quando ben te ne fufli liberata, in viag-
gio cosi lungo altri fimili te ne poteflero auuenirejti
dilli vna volta poco inanzi al tuo morire, che fé Dio
tidaua (alute , tornaffimo aviuere in Sphahancoi
tuoi parenti , onde non eramo molto lontani , ch'io
mi contentaua di priuarmi per lempre dltalia, e
della patria, purché non t*elponeÌli in viaggi così
lunk;hi a pericolo . A che , con voce languida , co-
me poteui , ma con animo più vigorolo che mai,
mi rii'pondefti, rimprouerandomi quafi pufillani-
mità : E che diran le genti , fé non andamo alla no-
ftra caia per paura di fare vn viaggio ? la caia della.»
donna non è quella del padre , ma quella del mantoj
da i miei già mi ieparai, non biiògna tornar più a ri-
nouar quei dolori -, quando vengono lenaui , che-?
afpettiamo , imbarcatemi pur , ò iana , ò inferma_j
ch'io fia : che ie Dio vorrà, in Roma,e là iblo voglio
andare aripoiare.-ò almeno arriuerò a morire iru
qualche terra di Chrittiani, e tanto raibaftai e ie ne
anco queilo Dio mi concede, da fatto il iùo volere,^.
Cesi fu a punto j che chiamandoti là proprio Dio^
per liberarti forfè da mille altri affmni del Mondo,
lenza pena , iènza dolore , ienz'alcuna curbatione^,
ò paura , con Tom ma pace, con iom ma quiete d ani-
mo , e di corpo , dopo d'eiferti molto a Dio racco-
mandata , e dopo d'hauer auiiato me , che perdeui la
parola , il tuo ipirar non fu altro , che vn facililfimo
lolpiro
fofpiro , con gli occhi a me riuolci , e con la bocca-»
a rilorcjiiafi che allegra mi diccfli, Amico, rimanti
in pace j io vò contenta . O felice , che toftì (empre
di tua fòrte contenta ; tanto contenta in vitale di tan-
ta temperanza , che poflb affermar con veritàjdi non
hauer mai veduto in quefto Mondo perfona conten-
tarfi di manco in tutte le co(è , che te . Moderatiffi-
ma ne'defiderij ; difprezzatrice d'ogni caduco bene,
e d*ogni , benché lecito , diletto : parciflìma nellVIb
di quelli,c]uantunque neceffario , Di quanto Dio ne
haueua dato , che tutto era in tua mano , iempre la-»
minor parte per te pigUaui , e rilerbaui . Di ciò che
V*era nella nottracala dicommodità,ediferuitio,
il meglio prima, e'I più Tempre per me voleui : foUe-
citiflima nella cura della mia perfona ( per la quale.^
voleui , che nulla mai mancafle , tutto Tempre auan-
zafTe )e difficihffima in ciò acontentarti,non paren-
doti mai di far tanto , che baltaflè, né che gli altri fà-
cefTero quanto conueniua . Dopo me, per fare al-
trui bene , e mailimamente a'poueri, amaui d'hauer
de*beni del Mondo: e per fartene honore co i paren-
ti , e con le altre perlone amiche , & amoreuoìi, che
la noftra cala frequentauano j co i quali tutti , ò che'
haueffi affai , ò che poco , haueui gran gutlo dVlàr
di continuo non folo quei termini di liberalità , che^
fon propri] de'nobili : ma queUi^cke fon d animo re-
gio, e della maggior munificenzajche poteui ; man-
cando , oue biiognaua , più toilo a te ftellà , che a gli
altri ^
138
altri j&impìegandobenfpeflòinquefto tutto quel-
lo, che le altre donne tue pari (ogliono impiegar più
volentieri ne*lor vanire iùperflui ornamenti-, de qua-
li tu sì poco ci rammentaui , che più volte , per quel-
lo , che conueniua al decoro del tuo (lato , ero io co-
ftretto a ricordartegli , &c ad importunarti, perche ti
facefli feruir meglio , e con più, non dico iplendore,
xnacommodità, che non fàceui . E tempo qui di
parlare della tua cfemplare honeftà , della im macu-
lata pudicitia , accompagnata mai (empre da opere*
caftiffime , e caftiffimi penfieri . Vircudi , che pur
della 1 emperanza fon figlie , e per le quali hai meri-
tato qua in terra quella , che già godeftì in vitaje che
Iiora godi dopo morte , candidiffima fama . Glorio-
fa fama , in che né la Inuidia, che a i più virtuofi mai
non perdonò, ne la Maldicenza di perfbne, che per
loro misfatti da qualche tuo giudo rigore fi teneua-
no ofFefe , (eppe , ò potè mai trouar pur vn minimo
neo da appuntare . Dono, douuto per certo al tuo
(burano valore , ma pur con tutto ciò (Ingoiare del
cielo-, poiché vedemo, e ne gli antichi tempi, e ne'
modernijchea molte donne d'alto (lato non han ba-
ftato le opere buone 5 perche di loro alcun mal non
fi (la detto . Sian di ciò teflimonio la pudiciflìma Di-
done,e nelle (acre hiftorie la innocente Sufanna, tan-
to a torto infamate , quella dal Poeta , e quefta da gli
empi vecchi , e molte , e molte altre , che potrei nu.
merar di quella gui(a . Ma a te quedo ancora il (om^
mo
139
mo Dio volfè concedere , che con publico applaufo
ouunque eri conofciuta, la tua buona fama fi cele-
braflè i e fin quelle perfine , che,come ho cletco,da_j
qualche loro ingiufta paffione acciecate,t'odiauano,
e per odio ci malediceuano, chiamandoti jfbuence ri-
gorofa , dura, crudel co i vitiofi , troppo zelante del-
l'altrui ben fare (ah notate per Dio , che male taccie)
in quefta parte però donde Thonor donneico tutto
depende, mal lor grado eran coftrette a predicarti
pur Tempre per vn altra Syra Zenobia ,* per vna mo-
derna Romana Lucretia, per l'ifteilà Pudici tia, che'
con tanta beltà congiunta, e cola rara al Mondo. Pu-
dicitia non affettata con rigida ruftichezza , non con
inciuil difcortefia,ò col naiconderfi , e fuggir dall'al-
trui prefenza , modi plebei : ma che, fènza celarti slj
gli occhi de mortali, con fèmbiante alle genti gio-
condo infieme e modefto, con parlar non men fòa-
ue, che graue a chiunque bifognaua, con moftrarti
a tutti honeftamente cortefe , e nobilmente affibile,
imprimeua tuttauia di te, nell'animo di chiunque ti
miraua , tal riuerenza , che n'era a vn tempo amata_»
la tua pianezza , lodato il nobil tratto , temuta la fé-
uerità fblo dou'era bifogno di maniere fchiue , e la_*
lioneflà , per vltimo, venerata come fàcra y La qua-
le in te procedeua,non da vii timore di pena , ò d'in-
famia , ma da vna intentione rettiflìma , che hauefti
fcmpre in tutte le cofe , e da vn defiderio tato eccefli-
uo difommaperfettione in quefta, &: in tutte le altre
virtù.
i4©
virtù 5 che foleui dir fpeflo , che doiiendo tu andare
a viuere in vna Roma , non ti baftauano partile virtù
ordinarie ^ perchè fé non fuffi ftata fé non cotne vna
delle altre , haurian potuto qui dir di me , e con ra-
gione 5 che di tali ve n^erano molte nella mia patria :
a che effetto dunque hauer prefote per moglie in.,
paefe così lontano? che bifognaua a te però eilèr tale,
che in vn teatro cosi fiorito , com'è quefto, del Mon-
do;, m'hauefìcro tuti a lodar Telettione , a inuidiar la
ventura . Generofo intento , altiffimo penfiero,che
haurebbe ben hauuto feliciiTimo effetto, fé la morte
non rhaueffe inuidiato . E che merauiglia adunque,
le conicia a te fteflà di tanta bontà, m'era però il tuo
cor (Incero , come iu (empre , tanto aperto , e con-»
fchiettifsima Semplicità, fenz'alcunadifsimulatione,
fenza alcun riguardo , ò cuoprimento di fccreti , in
tutte le co(e manifcfto ? che merauiglia fé fratantcL^
virtudi , e fra quefte in particolare , fioriua anco per
te nel nofiro matrimonio la Concordia, 6<: vna ftret-
tifsima vnion d animi , in ogni tempo , in ogni acci-
dente infeparabili j onde non (àpemmjomai fra di
noi che cola foffe hauer IVn dell'altro di (crudo , nc^
pur differenza alcuna di parole , fé non foffe flato ò
da kherzo , ò di qualche nonnulla ; ma, contenti/lì-
mi vn dell' altro, e fèmpre conformi in vn volere,
non penfauamo, neftudiauamoin altro, che in far
cialcuno a gara quel che conoiceua , ò poteua imagi-
narfi, che più all'altro piaceffe \ onde poi ne nacque,
e con
141
e cron ragione , quello intenfb, vero, e reciproco
amore , che in noi , infieme con le anime noltre-» ,
viuerà in eterno , e che quei foli cinque anni , cho
tu in terra con me viuefti ( ah non più me ne con-
ceflèro i cieli ) ne fecero viuer (òpra tutti gli altri al-
tri huomini felici . Beata vita , dolciffima vita , che^
pochi nel matrimonio hanno in forte , la cui perdi-
ta da chi rha prouata tanto fi fentcj e perchè mi fug-
gì sì tofto dalle mani ? Mi fugge anco il tempo , per
dir di tante cofe . Hor alzifi horamai, alzifi più fubli-
meil mio ragionamento, e voli dalle cofe terrene-^
alle celefti,dalle virtù morali alle Diuine,che folo il
(bmmo bene han per oggetto . Qual fuflfe in te , ò
mia M A A N I , la fede : quale la deuotione verfb la_j
fàcrofantaChiefa Cattolica Romana, domandifi a
tutta la tua caia Gioerida , & a tante altre perfone-? ,
e del parentado , e conofciute, e ferue , col tuo fblo
mezzo ritolte alle oftinate fcifme , alle empie here-
fie di Neftorio, di Iacopo , di Diofcoro , e de gli al-
tri , che hanno infettato tutto l'Oriente . Qual fuflè
lailètto alla Religione , el zelo di propagarla coiu
tutte le tue forze , dicalo il Collegio delle lingue di
Sphahan, da iRehgiofi Carmelitani Scalzi inPer-
fia eretto , & a i Santi Apoftoli Pietro , e Paolo dedi-
cato , folo a fine di coltiuare in quello tenere , e vi-
gorofe piante , che habbiano poi da dare alla Perfia ,
& a tutta TAfia abondanti , e foauiffimi frutti di cat-
tolica religione, e di virtù . Al qual Collegio, de i fei
primi
14^
primi alunni , con cui al noftro tempo , e non fen-
za noftra iftanza , fi cominciò, tre tu ne defli , e tut-
ti tré del tuo /angue , vno fratello , e due nipoti, fa-
cendogli quiui iòlo a quefto effetto infieme coi lo-
ro genitori , e con tutta la lor cafa , d'affai lunge ve-
nire ; vno de' quali già , di quella (aerata Religione
prefo riiabito , comincia a produr fiori di /baue odo-
re, e darà fpero, col tempo di quei frutti, che tu tan-
to in vita bramafti , e che hora con più efficaci pre-
ghiere , gli deui per certo procurare , & impetrar
dal cielo . Quanto fuffi affidua , e diligente nella of^
feruanza del culto diuino; quanto deuota alla beatit
fima Vergine , a tutti i Santi, & Angioli del Cielo,
e particolarmente a queUi, che per tuoi piùfpecia-
li auuocati haueui eletti; quanto finalmente vbbi-
diente a tuttociò , che la noftra (aera legge in(egna,
fede ne faccian la Perfia, l'Arabia, e la Turchia , che
fra tanta infedeltà ti vedero fempre, non (olo adem-
pir quanto deue vn buon Chriftiano , ma dare a' mi-
gliori Chriftianie(empiodi flraordinaria pietas di
pietà non fondata in vana apparente hippocrifia_j ,
ma in (olida, e vera virtù intrinfeca ; non c(ercitata
con inquietare a tutte le hore i Religiofi in (entiro-»
importune , e lunghe confeffioni , non so s*i dica»*
di fcrupoh impertinenti, ò di friuoli ragionamen-
ti , come il più delle donne hoggidl fanno j ma con
offeruanza inuiolabile della Diuina legge, con ab-
horrire in eftremo ogni forte di vitio , e con pre(èr-
uarti
145
uarti con fomma cura incatta da ogni contagio di
colpa, e di peccato , di che poi doueffi pentirci , &
accularti . Pietà , non moftrata nell'efteriore , con
oftentation di fuperba liumiltà in habici abietci , e
Ibrdidi, facendo poi vica,con che queUi mal s'ac-
cordano : ma rirplendente dentro nella humiltà del-
lo (pirico y nell'animo' {incero , e puro ; e fuori nello
efèrcicio indefeflb delle virtù , e delle opere buone ,
e particolarmente di quelle della Miiericordia^chel
figliuol di Dio tanto ne raccomandò , &: è per do-
mandarcene conto il giorno del Giuditio . La Per-
fia dico, l'Arabia , e la Turchia della tua Fede fac-
cian fede , che ti videro tanti anni , non folo profef-
far publicamente lanoftraFedelà, doue infiniti al-
tri la rinegano ogni giorno: ma infegnarla anco a
gli ignoranti , e predicarla bene Ipeffo a gl'infedeli j
che non contenta d'eilèrne, conforme al detto di
Chrifto nel Vangelo, in quelle infelici Samaric te-
ftimonio , voleui anco eficrne (ne in quei paefi era
abfurdo ) infin propagatrice , infin maeftra . Della.»
fida, efermiffimaiperanza, che hauefti fcmpre in
Dio, non (uperba , ne vanamente appoggiata iiL,
propri] meriti, mahumile,epia, fondata fui for-
te faflb angolare del tuo Redentore , e Ibura la falda
pietra della pura fede di Pietro, e della Chiefa fua»>,
mi badano per teftimonio quelle parole , che vna-j
notte inanzi al tuo felicilFimo tranfito mi dicefti ^
quando in vn grauiffimo accidente, che ti fece fue*
nire ,
144
nire, dopo efièr tornata in te, dicendoti io, che ti
raccomandafli a Dio, e che non temeffi, mi ri/pon-
defti con molta ficurezza : E di che ho io da teme-
re ? Non ho San Pietro, e la Chiefa del Papa per me?
quafi che voleflì inferire , come inferiui nel tuo mo-
do di parlare yDi che ha da temere ? ò che non può
Iperare chi è del gregge eletto di Chrifto, e tanto a
quello denota, come io fono? Speraui, e con ra-
gionej che vna tal chriftianaconfidenzagiuftamen-
te douea feguire a tanta fede , & a tante tue buone^
opere pafTate ; delle quali , come fra le virtù è la pri-
ma 5 cosi anco fu fempre in te fuprema , de eminen-
tiflima fra le altre , l'ardente Charità, in che di con-
tinuo t*e(èrcitauij e co i proffimi , e, quello, che im-
porta più , con Dio , Co i proffimi, perchè, come->
già diffi,quelch*era tuo, non era tuo, ma quanto
haueui , era a tutti i bifognofi comune ^ e non folo
non negafti giamai cofache ti fuflè domandata^» -,
mentre! darla fujflè (lato in tuo potere , ma preue-
nendo le altrui domande , daui ogni giorno fponta-
nea, e liberamente: e diligente in inueftigar le ne-
ceffità di chi tal volta ,0 per vergogna , ò per altro
era negligente in fcuoprirtele , a molte perfone co-
noftiute , e che te ne pareuano degne , ftnz'hauer-
ne pur vn minimo cenno ( onde più le obligaui) fè-
cretamente foccorreui . Quanti poueri abbandona-
li, e pellegrini raccoghcfti in ca(à ? quanti infermi ,
e maffimamente ^eran della tua famiglia, voleui
feruir
I4J
feruir di tua mano ? quanti morti alcroue in neceffi-
tà facefti fepellire ? quanti prigioni , e cattiui aiuta-
(li a liberarfi ? comprando talliora /chiaue Chriftia-
ne da infedeli , in man di cui ftauano a rifchio di ri-
negare , (blo perchè appreflb di te viueilèro coftanti
nella fède, ein libertà, e tanto in fomma le altrui
niifèrie d'ogni forte compatiui , che fin con quefte-*
tah,econ altre fanciulle, e donzelle, cheti fèrui-
uano, quando per qualche errore occorreua dar lo-
ro alcun materno, e leggieriffimogaftigo, mi ri-
cordo più volte d'hauerti veduta in quell'atto pian-
gere per dolor di loro; compatendola miferacon*
dition fèruile , e fèntendo m te fteflà quel che vna di
loro, ò per fé ftefTa , ò per vna fua cara figliuola»*
hauria potuto fentire di vederla in tale flato in forza
altrui, e foleui dirmi con gran piecà,che molto con-
erà tua voglia t'induceui a correggerle , che /e beiL»
in minima cofa , era pur nondimeno accrefcere aC-
flittione apertone , che Dio cotanto haueua afiflitte:
ma che forzata da i loro mancamenti , e dall' obli-
go , che haueui d'educarle bene,di che doueui a Dio
dar conto , lo faceui tal volta , per non far loro, con
eflèr medica troppo pia , danno maggiore . Tal'era
l'amore , che a'tuoi profEmi portaui ; E di quell'al-
tro più eccelfb , e Diuino, che verfo il tuo creatore'
in viue fiamme di vera charità cotanto t'accendeua ,
che più euidenti dimoftrationi poflò addurre , che*
le continue , lunghe , e non mai tralafciate orationi,
K ' che
i4<^
che con tanta cura faccui a tutte le hore ? in che non
men per altri viui , e morti, che per te fteiTa pregan-
do, e del giorno, e della notte,con(umaui gran par-
te ; e con tanto feruor di fpirito , con tanta efficacia
di parole, e tal folleuamento di mente, fenz'hauer
letto alcuna /cuoia doratione : che i più riformati,
e più iftrutti rehgiofi te ne poteuano hauere inni-
dia . lo'l so , che più volte deftato innanzi giorno,
fentiuo, che già iorta oraui dentro alla propria ca-
mera a porte chiufe, e tal volta anco, s'era di verno,
mezzo veftita luì proprio letto j e (enciuo, che con_,
tal'afìètto parlaui con Dio , e con tal efficacia , come
fé vifibilmente, e molto familiare Thaueffi hauuto
predente, gli efponeui con humiltà, e deuotionei
tuoi bifogni, e giuflidefiderij, che ne prendeuoin-
fieme diletto , e merauiglia ; e quante volte,per non
turbarti, e non darti faftidio , fingendo di dormire,
moftrauo di non me ne accorgere . Potrei dire an-
cor più delle fpirituali gratie a te concedè , e de gran
fauori , che'l buon Signor fempre ti fece . E lafciata
la protettione tanto particolare, e ftraordinaria,che
in tuttol tempo della tua vita,in{in da* primi anni
moftrò chiaramente di tener di te , come di cofkj
fila eletta , e cara : e le vie sì di fu fa te, e rare, perle*
quali tanto ftranamente ti chiamò , e tratta dalle te-
nebre de gli errori , & ignoranze de' tuoi maggiori,
nella rozzezza della Orientai Chriftianità confufa-
xnente inuolti , ti raccoKè illuminata con infolita lu-
ce di
147
ce di pura verità al più intimo grembo della Chiefa
Cattolica Romana ; in che manifello fègno apparue
delledèr tu con alta prouidenza ab eterno predefti-
naca . Potrei dire anco , e con verità , di tre vifioni,
che in diuerfi tempi, facendone tupochiflìmo ca-
lo , mi raccontarti hauer vedute -, le quali , che fof-
fero y non vane fantafme , non illufioni del padre di
bugia , ma auuifi certi , e veraci del cielo , la verità,
oc importanza delle cofè, e gli effetti fucceduti ben
me l'hanno confermato. Potrei dir di molte cofe
da te predettemi , e non so , s'io mi dica con più che
humana prudenza preuedute , ò pur conofciute per
qualche (ecreta , e fopranaturale illumination del
tuo intelletto , nell' oratione forfè , che per ventura
tu per tua modellia mi taceui . Ma , a che più m'af-
fatico ? non può raccorfi in vna picciola conca il
grande Oceano : quanto mai potrei dir* io di te itL.
tutto'l tempo della vita mia , farebbe dell' immenfb
pelago de' tuoi meriti vna minutiflìma ftilla . Dirò
dunque folo , ch'efTendo ftata tu tale , a gran ragio-
ne a pena nota , con tanta fmania ti bramai ; a gran
ragione poflèduta, t'amai con tanto affetto : a gran
ragione lontana , amaramente ti (bfpiro, e perduta
ahimè , ti piango a tutte l'hore . E tanto più che ti
perdei nel fior de gli anni tuoi : nel bel principio de'
miei contenti,a pena , poffo dir , cominciati a gu (la-
re : in tempo , in luogo , in modo tanto difgratiato,
pertetantomilerabilcperme di tanta affli ttione,
.... K z. che
i48
che fola tu , che m*ami quanto io c*amo , e che ogni
giorno pregaui Dio , che non ti facefle veder la mia
morte,per non lentire in quella queitormentijch'io
nella tua ho fentito , puoi credere , &c intender bene
quanta foflè; equelch'è peggio, fenzahauer'ioi il,
quell'amaro cafo , ne per gran tempo dopo,pur vna
perfona appreffo^che con parole almeno poteffc->
aiutarmi , e inanimarmi a iòffrir con patienzavn sì
gran male. Ti perdei , quando a punto di te più \
confolatione /perauo : quando ne afpettauo in breue
vn già concetto figliuolo, che la ftirpe noflra hauria
tenuta in piedi:quando penlauo tra pochi dì vederti
contenta,come tu tato defideraui,e in terra de'Chri-
ftiani 5 & in Roma , e come io pur molto bramano,
neiralma mia patria 5 dentro alle dolci mie paterne
mura. Ti perdei sfortunato ;, e te perdendo a vn
tempo, e l'alpettata infìeme , e tanto in vano defide-
rata prole y che fé pur alcuna di te me ne fullè refta-
ta; (e pur mi vedeffi (cherzar nella fala alcun piccio-
lo fanciullino , che te iòlamente nella faccia mi rap-
prefentafle, non mi parrebbe d'eflère affatto , come
fonojfolo, e abbandonato : non vedrei hora, come
vedo, l'antica mia CaCi già cadente, hormai diftrut-
ta rouinare : ne vederebbe quefto Campidoglio,
come forfè a dì noftri vedrà , de' fuoi amati Patri-
lij , la gente così fiorita vn tempo , e così nume-
rofa della Valle , (ènza fucceffione hormai eftin-
ta . Corrano pur dunque in abbondanza , corrano,
che
149
che ne hanoben ragione,le mie lagrime ; e poich*io
folo non bafto a piangere vna tanca fuencura, aiu-
timi, prcgo,a farlo tutto quefto nobilillimo audito-
rio j È fé pur pietofi del mio male, per non farlo
maggiore, a piangerlo non vogliono aiutarmi, e
mi daran per ragione, che pianger non fide per
chi viue beata in paradifo: fia com'efli vogliono j
ma almeno per confblarmi, poiché altra confola-
tione in quefto Mondo riceuer non poflb , m'aiuti-
no con le preghiere loro, che fen za dubbio farariL,
delle mie più efàudite, e più degne, ad impetrar
da Dio , a te anima benedetta eterna pace : &c a me,
che fciolto quanto prima da quefto carcere terre-
no, hbero (eh e pur tempo horamai) da i trauagli di
quefta penofà mortai vita , de' quali , a dire il vero ,
fon già ftanco, e fatio, me ne venga , come tanto
bramo , a ripofare a ce a canto ; 6c a godere immor-
tale infieme con te quella ecerna beatitudine j alla
quale , come ben fai , ò mia diletta , ch'io di conti-
nuo a(piro, così, fé m'ami,come ben so che m'ami,
tu ancora da Dio m'intercedi , che fenza più indu-
giare mi conduca . Ho detto .
IL FINE*
Errori occorf! nello fiam^are.
fac. 48.
liti. I. Viui U9VÌ
Viue
z6.
I. Liberti
Liberalità
roi.
3. veólos
veólor
III.
£4. Si mage
Sic magc
«so-
14^ che tali li chiamauo
che uh gli cliiamau9
e
w^'
1